Il cavaliere senza nome

di Elgul1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L uomo dagli occhi grigi ***
Capitolo 2: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** La città della nebbia ***



Capitolo 1
*** L uomo dagli occhi grigi ***


Una fitta pioggià e un forte vento stavano colpendo la piccola e sperduta provincia di Sonè del regno di Frael. La cittadina aveva basse mura di pietra, le case erano per la maggior parte fatte interamente di legno scadente attraverso cui la pioggià e l'umidità passavano indisturbate. Gli unici edifici fatti di pietra erano la piccola torre di guardia, dalla cui cima sventolava la bandiera del regno, l'edificio del capo villaggio e infine la piccola taverna denominata "l'ammazza orchi", dove la maggior parte della gente trovava riparo durante le stagioni fredde. Lungo la strada che attraversava il villaggio c'era silenzio. Pochi erano i viaggiàtori che attraversavano una zona così desolata e priva di qualsivoglia commercio, una fitta nebbia si stava intanto addensando all'entrata del villaggio e da lì apparve un cavaliere.

Era un uomo di media statura, con addosso un grande cappotto nero che nascondeva le fattezze del corpo, in testa portava un cappuccio che però non riusciva a nascondere del tutto la sua lunga chioma nera. Sul viso, inceve, una sciarpa rossa lasciava intravedere soltanto gli occhi grigi come la nebbia. Lo sconosciuto si avvicino a passo svelto verso la locanda: lesse il nome e poi con tutta calma entrò dentro. Non appena aprì le porte tutti si zittirono e si voltarono a fissarlo. Con passi pesanti iniziò ad avvicinarsi al bancone; anche senza vederlo notava che gli occhi della gente erano puntati sulla sua figura. Sapeva bene di non passare inosservato e questa cosa, più di una volta, si era rivelata fatale per qualcuno.

Prese uno sgabello e si mise a sedere appoggiàndo le mani sul grande bancone di legno. L'oste, un uomo molto grasso e dalla folta barba bianca, che stava pulendo un bicchiere, con tranquillità chiese: "Cosa ti porto straniero?”
Senza togliersi la sciarpa e con una voce roca, rispose: "Portami una pinta di birra e qualcosa da mangiare." Il vecchio annui e gridò l'ordine ai cuochi che subito si misero all'opera. Intanto, mentre aspettava, osservò come ci fosse un brusio sempre in crescendo all'interno della locanda. Sorrise amaramente "A quanto pare sono passato velocemente di moda, meno male." Pensò lui mentre già pregustava il pranzo dopo giorni di digiuno. Dopo una decina di minuti il vecchio posò di fronte a lui un gigantesco boccale traboccante di birra chiara insieme a un piatto con all'interno un piccolo pollo arrosto servito con patate al forno.
“Per lei.” Disse il vecchio con un sorriso.
“Grazie mille." Rispose lui iniziando a togliersi la sciarpa sotto la quale emerse una lunga cicatrice che partiva dal labbro superiore destro fino a raggiungere il mento.

Mentre stava mangiàndo le porte della locanda si spalancarono di nuovo con violenza. Dall'ingresso entrarono tre uomini: tutti quanti indossavano armature sgualcite e al fianco portavano delle spade che avevano avuto giorni migliori, alcuni dei commensali uscirono in tutta fretta, altri fecero finta di nulla e continuarono a fare ciò che stavano facendo sperando di non finire nel loro mirino. Il trio adocchiò un tavolo molto vicino al bancone a cui sedeva una coppietta. Quello in mezzo fece cenno agli altri due che ridacchiando iniziarono ad avviarsi verso il tavolo. Si misero ai suoi lati, quello in mezzo mise le grosse mani sopra le spalle del giovane e disse: "Scusate ma questo tavolo è nostro, siete pregate di togliervi di mezzo oppure... be', non c'è bisogno che mi spieghi, no?" Il ragazzo agguantò la mano della sua fidanzata e uscì di corsa dal locale.

Il terzetto rise di gusto, si mise a sedere e iniziò a chiamare a gran voce la cameriera. "Sono tornati di nuovo, maledizione..." Sussurrò piano il barista, visibilmente preoccupato e nervoso. Il cavaliere alzò il viso dal piatto, ormai vuoto, e disse: "Chi sono quei tizi?"
"Sono gli uomini di James Pekk, soprannominato il tagliatore di teste, è una sorta di autorità in questa zona." Replicò lui iniziando a pulire il bancone con uno straccio umido.
"E le guardie non fanno niente?" Domandò perplesso.
Il vecchio scosse la testa e rispose: "Ci hanno provato, a volte sono venuti anche alcuni cacciatori di taglie, ma quel mostro del loro capo massacra chiunque si presenti qua." Il cavaliere annuì, sapeva bene ciò che succedevano in simili regioni. Nonostante il potere dei sovrani e dei vassalli alcune città erano controllate da banditi o altri mali della loro società.
Stava per rispondere quando uno dei tre, arrivato al bancone, lo colpì in pieno con una spallata. "Hai qualche problema straniero?" Chiese uno dei tre energumeni in malo modo come se volesse provocarlo. L'oste sbiancò completamente e il suo sguardo si spostò dal bandito a quello di lui che, sorseggiàndo la birra rimasta, fece finta di niente e continuò indisturbato a bere. L'altro fece cenno, il cavaliere sentì il rumore delle sedie che venivano spostate con forza e i loro passi pesanti sul parquet di legno: lo avevano appena circondato.
"Ehi, il mio amico sta parlando con te!" Esclamò un altro spintonandolo da dietro e facendo rovesciare la birra sul bancone. Lui sbuffo piano. "Perché tutte le volte deve succedere così?" Pensò fra sé e sé afflitto da quella specie di maledizione che lo attanagliava ovunque andasse. Poi, cercando di rimanere calmo, disse: "No, non ho alcun problema con voi, vorrei solo finire di bere e poi andarmene da questa città dimenticata da Dio. Perciò lasciatemi stare, per favore." Il gruppetto stette per qualche istante in silenzio.

Non erano abituati a quel tipo di situazioni di solito, chiunque andavano a importunare tremava come una foglia. Al contrario, quell'uomo sembrava stranamente tranquillo. Il più grosso dei tre sogghignando guardò gli altri due con uno sguardo complice e disse: "D'accordo, ti lasceremo stare, solo dovrai chiedere scusa al mio amico in ginocchio... come il codardo che sei." Gli altri due risero di gusto e a quel punto non ne poté più.

Con uno scatto velocissimo si alzò dallo sgabello e sferrò un potente destro a quello più grosso che si andò a schiantare contro la parete rompendola in parte e perdendo i sensi. Gli altri due, ancora sorpresi, non ebbero nemmeno il tempo di reagire che lui gli si gettò addosso. Con un calcio all'inguine atterrò il secondo che poi finì con pugno dritto sul mento facendogli sputare alcuni denti e sangue, il terzo tentò di reagire ma lui con una piroetta evito il pugno, lo afferrò per le spalle e lo scagliò fuori dall'ingresso del locale.

L'oste lo fissò visibilmente preoccupato e balbettando cercò di parlare, senza riuscirci. Il cavaliere prese un piccolo sacchetto dalla tasca destra, glielo lanciò e disse: "Tieni, per i danni e per il conto, il pollo era ottimo esattamente come la birra, mi scuso ancora, a presto." Detto questo spalancò le porte e si trovò in strada. Stava per andarsene fuori dal villaggio quando sentì una voce stentorea gridare: "Dove cazzo credi di andare, eh?" Si voltò e si trovò di fronte un vero e proprio gigante.

Era un uomo alto, oltre i due metri e dal fisico muscoloso, la sua testa era completamente rasata, gli occhi erano neri come il carbone e una folta barba scura gli scendeva fino al collo. Indossava un'armatura fatta interamente di ferro a esclusione delle gambe da cui si intravedevano i pantaloni. Quello era James Pekk.

L'uomo sospirò e domandò: "Per caso sei il capo dei tre gentiluomini che ho appena mandato a fare un riposino?” James, che alle spalle aveva uno dei suoi subalterni con il viso sporco di fango, sputò ai piedi del suo interlocutore e replicò: "Sì, esatto, sono proprio io!" Dalle case intanto a causa del baccano decine di persone stavano uscendo in attesa, secondo molti, di un altro futuro cadavere ad opera del tagliatore di teste.
"Sono stati loro a cominciare... Mi sono solo difeso." Ribatté lui anche se già sapeva come sarebbe andata a finire. Il colosso iniziò ad avvicinarsi ed estrasse una gigantesca spada a due mani, grande quasi quanto il cavaliere e furente rispose: "Ti sarai anche solo difeso ma chi osa toccare i miei uomini merita solo la morte!" "Non voglio combattere con te." borbotto lui serio e aggiunse "Lasciami andare per la mia strada..."
"Se sei un vero spadaccino estrai la tua arma e affrontami!" Esclamò Pekk iniziando ad avanzare sicuro di sé. Il cavaliere lo osservò con due occhi pieni di tristezza aveva capito che stava per macchiare di un'altra morte la sua coscienza già sporca.

Con un movimento rapido si tolse il mantello e fece vedere a tutti una splendida armatura d'argento con lo stemma di una tigre rampante intarsiata di gemme sugli occhi. Sul fianco destro si notava un lungo fodero nero da cui estrasse un'affusolata spada bianca come le nuvole del cielo.

Il bandito lo osservò un po' stupito si aspettava un qualche vagabondo non certo un simile tipo, ma senza lasciarsi sopraffare dalla sorpresa lo attaccò. James cercò d'attaccare a destra, ma il cavaliere si spostò a sinistra ed evitò il fendente con occhio vigile. Mirò al petto del gigante, che facendo un passo indietro evitò l'affondo e cercò di tagliare la testa del suo avversario, che frappose la sua lama contro quella del gigante bloccando così l'assalto. Il bandito fece un passo indietro e continuò ad attaccarlo da ogni direzione, ma senza successo data la velocità del suo avversario che, a un certo punto, come avvertimento disse: "L'hai visto anche tu non riesci nemmeno a toccarmi, smettila ora." Senza ascoltarlo il gigante eseguì un altro fendente mirando alla testa, ma lui, abbassandosi, evitò il colpo e con un movimento della spada tranciò di netto le gambe del suo nemico che crollo a terra.

James urlo dal dolore, gli spettatori erano completamente sbiancati e basiti, alcune donne urlavano dal terrore mentre l'aguzzino del villaggio veniva sommerso in una pozza del suo stesso sangue. Il cavaliere iniziò ad avvicinarsi a lui, gli alzò la testa e mormoro: "Hai visto cosa mi hai costretto a fare? Credi che ne sia felice?" Il suo avversario non rispose, sembrava che stesse piangendo dal dolore. Il cavaliere fisso i suoi occhi e vide la paura e lo smarrimento nell'uomo che fino a qualche minuto prima si dimostrava spavaldo. Lo afferrò per la testa e con voce dura disse: "Adesso farò ciò che tu hai fatto a molte altre persone, pagherai per ciò che hai fatto e per quello che mi hai fatto fare." Detto questo, senza che lui potesse rispondere gli taglio la testa di netto, la quale inizio a rotolare per le strade piene di fango. Il cavaliere si rialzò in piedi, si guardo le mani e le vide, come molte altre volte, sporche di sangue non suo.

Voleva piangere, voleva urlare, però sapeva che ciò non avrebbe permesso ai suoi peccati e alle sue colpe di sparire. Sentì tossicchiare, si girò e vide che un anziano, forse il capo villaggio, lo guardava con un misto d'ansia e di pauragli si avvicino e disse:"La ringrazio per averci liberati da questo flagello, potrei sapere il nome di colui che ha eliminato questa minaccia?" Il cavaliere osservò per qualche minuto la folla che lentamente si era radunata e fissava da una parte lui e dall'altra parte il cadavere, si mise il cappuccio, poi la sciarpa e, voltandosi di spalle, sussurro: "Io non ho più un nome, o almeno finché non avrò adempiuto al mio compito non posso rivelarlo. Voi potete chiamarmi semplicemente Occhi Grigi. Detto questo il cavaliere si incamminò e alcuni raggi di sole illuminarono finalmente il villaggio.





Angolo dell autore: Salve a tutti questa è una piccola raccolta che mi è venuta in mente solo l altro giorno e la voglio rendere pubblica, la narrazione consisterà in circa 5 o 6 capitoli, forse di più se mi vengono in mente altre idee, recensite pure aspetto vostre risposte :D 
 

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Capitolo 2
*** Ritorno a casa ***


Il cavaliere si guardava attorno era giunto alla città mercantile di Osvel, una delle più grandi  del regno, il posto era animato come sempre ovunque venditori e mercanti chiamavano a gran voce compratori, i bambini girovagavano per le strade giocando oppure in cerca di qualche leccornia da comprare per fare merenda, un sorriso si formo sulle labbra dell uomo, finalmente era tornato a casa.
Mentre camminava per le strade lastricate di marmo si fermo di fronte a una spessa porta di ferro, da cui si avvertiva l'incessante rumore di un martello.                        " Dovrebbe essere questo il posto, se non ricordo male." Penso occhi grigi, che inizio a bussare con forza alla pesante porta di ferro. 
Una voce, dall'altra parte, domando:" Chi siete?"                                                                                                                                        
  " Sono un amico del tuo signore apri la porta per favore." Rispose lui di rimando in attesa.
" Mi spiace ma senza un nome qua non si entra." Replico irrimovibile la guardia. Il cavaliere bussò ancora più forte tanto che, alla fine, l interlocutore  fu costretta ad aprire.

Era un uomo alto, dal fisico statuario, dai corti capelli neri, gli occhi erano castano chiaro indossava una lunga divisa militare e al fianco destro portava un ascia.

" Cosa cazzo vuoi?" Grido con rabbia l uomo visibilmente furioso.                                            
Il cavaliere cerco di rimanere calmo e replico:" Voglio vedere il tuo capo, William mano di ferro lasciami passare sono un suo vecchio amico."                                        " Mi spiace ho ordine di non far passare nessuno se non per appuntamento perciò levati dalle scatole prima che mi arrabbi sul serio!" Ribatte sicuro di se l uomo quasi pronto a tirare fuori l'ascia dal fodero.                                                                                                    
Occhi grigi era pronto per replicare quando una voce dal negozio domando:" Josh chi è alla porta?"                                                                                                          " Uno strano figuro che dice di conoscerla signore, me ne sto sbarazzando."                                
" Prima fammi vedere chi è. Già scacci la maggior parte dei miei clienti durante la giornata voglio almeno vedere di chi si tratta stavolta..." Borbotto il vecchio irritato da come fosse zelante il suo lavoratore.   
Dietro le spesse spalle della guardia si  stagliava la figura di un piccolo vecchio alto non più di uno e cinquanta e sui sessant'anni, aveva il viso completamente sbarbato, sulla testa qua e là si intravedevano delle zone di pelle segno, che i capelli stavano lentamente cadendo. Gli occhi erano verdi e sembravano ancora svegli e pronti all'azione, indossava un lungo grembiule che toccava terra  era sporco d'olio e fuliggine ma la cosa più particolare della sua figura era l'enorme braccio destro fatto interamente di metallo.
Josh si scosto mal volentieri e sbuffando, il vecchio poso i suoi occhi sulla figura di occhi grigi e balbettando disse:" Eeeh tuuu che ci fai qua?"
 Il cavaliere sorrise e rispose:" Ho un lavoro per te, sempre se non sei troppo arrugginito." 
Il vecchio gli mostro il pesante braccio di ferro e replico:" Non sono mai stanco coraggio entra!" Occhi grigi entro dentro l'officina sotto lo sguardo severo di Josh che disse:" Stai attento ti tengo d'occhio amico." 
 Il vecchio, mentre apriva una pesante porta di legno, replico:" Se avesse voluto ti avrebbe ucciso non appena aprivi la porta, ritieniti fortunato Josh a non capire chi hai davanti e ora va pure a dormire io e quest uomo ci ritiriamo nel mio studio." Prima che la guardia potesse replicare il vecchio chiuse di schianto la porta.

William porto il cavaliere nel suo studio, una piccola stanzina con all'interno un piccolo mobiletto con alcuni alcolici, una scrivania in legno d'acero con sopra una candela bianca accesa e uno scrittoio con decine di carte buttate all'aria.

" L'ordine non è ancora il tuo forte eh?" Domandò ridendo il cavaliere che fissava il caos che regnava sovrano ovunque.
" Sai benissimo che è tutto come deve essere, accomodati pure amico." rispose il vecchio che, chiusa a chiave la porta, aggiunse " Non mi aspettavo una tua visita dopo così tanto tempo, scusa per come ti ha trattato il mio agente ma vedi, ultimamente do molta attenzione alla sicurezza."                                 
Mentre si metteva a sedere su una delle due sedie di legno, Occhi Grigi rispose:" Tranquillo mi pare il minimo di questi tempi ho viaggiato molto e la situazione in molti posti è davvero degradante." Il vecchio mise sul tavolo una bottiglia colma di un liquido ambrato poi mise di fronte al suo ospite un piccolo bicchiere in cui versò il liquore e disse:" Prima di parlare e di spiegarmi perché sei qua, direi di fare un brindisi, sono quattro anni che non ci vediamo."                                                 Lo spadaccino sorrise e annui e proclamo:" Al ritrovarsi."                                                                      
In un sorso entrambi bevvero il forte alcolico e il vecchio con faccia seria disse:" Adesso spiegami perché sei venuto fino a qui, so bene che non è una visita di semplice piacere ma con ben altre intenzioni..."                                                                                                                      
   Il cavaliere annui, prese il fodero dal fianco e lo poso sul tavolo e disse:" Vorrei che tu riparassi la mia spada, si è danneggiata nell'ultimo combattimento e ho bisogno che sia al 100%."                                                                                                                                  
  Il vecchio con mani attente, là estrasse dal fodero poi, con occhi esperti ne ispezionò la superficie per qualche minuto anche tastandola in vari punti e, mentre la rimetteva nel fodero, disse:" Ha qualche ammaccatura non molto rilevante però sarà il caso che te la sistemi si ho saputo della tua ultima impresa nel villaggio di Sonè, ti stai ancora dando da fare?"
 " Sono stato costretto a combattere, me ne volevo stare in pace, ma sai come sono fatti i criminali..." Replico lui seccato odiava parlare di se.                                         Il vecchio sorrise divertito e chiese:" Anche la banda dei boschi di Hert ti aveva infastidito? Anche il troll della regione di Juro ti era venuto a cercare? Posso continuare tutto il giorno ne ho sentite di storie su di te, in tutto il regno non si fa che parlare che dell uomo dagli occhi grigi che viaggia di luogo in luogo e sconfigge il male senza chiedere niente in cambio."                                                                                                      
" Sto semplicemente espiando..." Sussurro lui di rimando visibilmente irritato.                  
Il vecchio lo guardo con uno sguardo paterno e pieno di comprensione e disse:" Ti reputi ancora colpevole di ciò che è successo cinque anni fa?"                                  L uomo abbasso lo sguardo con fare colpevole e si tocco la lunga cicatrice sul volto e disse:" Si." William sospiro conosceva quel uomo sin da quando era un bambino sapeva com'era testardo e retto nei giuramenti perciò decise di chiudere l argomento e replico:" Cambiando discorso posso sistemare la spada ma sarà pronta tra circa due giorni, ti consiglio di prendere una stanza qua alla locanda del " Pavone"  ti farò venire a chiamare." 
 " Ma non vuoi niente per il disturbo?" Domando lui basito che stava già tirando fuori un sacchetto pieno d'oro. 
William gli richiuse la mano e replico:" Sai benissimo che non potrei mai chiederti soldi..."                                                                                                       
 Occhi grigi s'alzo dalla sedia e chino la testa in segno di rispetto e disse:" Ti ringrazio davvero di cuore, dopotutto ciò che ho fatto quando ero un ragazzo fai ancora così tanto per me."
William poso la sua pesante mano di ferro sulla testa del giovane e con un volto sorridente disse:" Ti ho visto crescere come se fossi mio figlio, ti ho visto diventare cavaliere secondo te potrei avercela con te?" Prima che l uomo potesse replicare l altro aggiunse " Adesso va a riposare figliolo tra due giorni avrai ciò che ti serve per partire."
 Il cavaliere alzo lo sguardo e fisso quello del suo maestro e rispose:" Ok come vuoi tu, ci vediamo tra due giorni." Detto questo apri la porta dello studio e uscì fuori al calar del sole. 

  Ormai era scesa la notte Occhi grigi si rigirava nel malandato letto della locanda, la stanza era completamente spoglia a parte un piccolo cassetto con sopra una candela ormai spenta e una piccola bacinella colma d'acqua per lavarsi il mattino dopo.
L uomo si mise a sedere sul letto che cigolo sotto il suo peso. Come già altre volte non riusciva a dormire. Incubi tempestavano la sua mente in quelle tremende ore in cui nulla sembrava avere senso. Nella tasca destra della vestaglia prese un piccolo ciondolo intarsiato d'oro con delicatezza l'aprì e osservo il volto di una bellissima donna dai lunghi capelli corvini che scendevano lungo le belle spalle, gli occhi erano rossi  come se potessero trasmettere calore loro stessi.
Sorrise e accarezzo con delicatezza il volto con la mano destra. Ripenso a quando aveva conosciuto sua moglie circa sei anni fa, a quanto era stato lungo il suo tentativo di dichiararsi a lei e di come, alla fine, si fossero sposati fino a che non ci fu quel tragico giorno di quattro anni fa con cui era finito tutto. Il sorriso lascio spazio a un espressione ormai vuota, come se fosse in trance, chiuse di scatto il ciondolo e lo pose sul como poi distendendosi, mormoro:" So bene che mi diresti di lasciare perdere, mi conoscevi come nessun altro e so che diresti che la vendetta e questo senso di colpa dovrebbe sparire ma purtroppo non posso, ho commesso troppi peccati per poter prendere la retta via devo andare fino in fondo Helen..."  Dopo queste parole il cavaliere chiuse gli occhi e i suoi sogni si ripopolarono di incubi su mostri indicibili.

 Il mattino dopo il canto del gallo lo sveglio dal suo sonno, il sole, che filtrava dalle tende malconce gli illumino gli occhi costringendolo così ad alzarsi. Una volta in piedi si lavo il viso con l' acqua della bacinella che lo risveglio completamente dal torpore. Indossata l'armatura stava pensando a cosa avrebbe potuto fare quando sentì il rumore di vetri infranti. Veloce si riparò dietro lo stipite della porta da cui vide i due aggressori.

Quello a destra era un uomo poco più basso di lui, dal fisico snello e dai lunghi capelli bianchi. Indossava un lungo mantello verde e gli occhi, così come la bocca, erano nascosti da un cappuccio, tra le mani teneva un grande arco di quercia in cui era già incoccata una freccia dalla punta rossa. 
Quello a sinistra era più alto, dal fisico massiccio e dai capelli corvini. Indossava una cotta di maglia leggera e degli stivali di pelle nera, tra le mani teneva una lunga e affilata lancia.

 " E' da un po che ti cerchiamo..." Dissero in coro i due assassini puntandogli contro l'arco e la lancia. 
 Il cavaliere si alzo in piedi dal suo nascondiglio dietro la porta e domando:" E voi chi diamine siete?"
  I due uomini abbassarono le armi e quello con la lancia rispose:" Io sono Ecris e lui è Bolt siamo qua su ordine di un tuo buon vecchio amico..." 
Temendo di sapere già la risposta, chiese:" E chi sarebbe questo mio caro amico?"      
Sul viso Ecris si formo un sorriso maligno e replico:" Mi ha detto solo di dirti che il  cavaliere rosso non vede l'ora di appendere la tua testa su una picca e adesso muori!!" Con uno scatto il lanciere si getto sulla porta Occhi grigi si sposto di lato ed evito l'affondo che infranse in mille pezzi il legno. Bolt, in quell'istante, scocco due frecce in rapida esecuzione ma lui, chinandosi, le evito e volo giù dalla tromba delle scale. 
Rapido si rialzo aveva poco tempo quei due non scherzavano non erano stupidi banditi o altro ma erano professionisti, proprio come lui. Con impeto mandò a terra due commensali della locanda che imprecarono  uscì di corsa in strada molti lo fissarono stupiti ma ci fece poco caso, non aveva tempo da perdere sentì rumore di vetri infranti non poteva voltarsi o sarebbe stata la fine accanto a se vide apparire una freccia che si conficco a pochi centimetri dalla sua faccia. Veloce accelerò il passo doveva andare da William non poteva affrontarli senza equipaggiamento. " Dove pensi di fuggire?!" Sbraito Ecris che con un balzo si piazzo in mezzo alla strada pronto a fermarlo. Senza rallentare svolto a sinistra e si intrufolo in un vicolo buio continuando a correre e penso " Conosco queste strade come le mie tasche vi sbagliate di grosso se credete di potermi prendere." Colto da un ispirazione scatto di lato e si mise in un'altra strada laterale, mettendosi al riparo. Sentì il rumore di passi pesanti nel vicolo e la voce di Ecris gridare:" Hai visto se è passato di qua?!" 
" Credo sia andato a diritto, starà andando da quel vecchio fabbro muoviamoci." Rispose l'arciere con il fiatone  seguendo a rotta di collo il collega.
Attese che i passi fossero lontani e poi scatto lungo il vicolo in cui si era infilato, con quella strada avrebbe risparmiato ben cinque minuti, ogni secondo era prezioso doveva prendere velocemente la sua spada, proteggere William e eliminare quei due.


Arrivato di fronte alla bottega aveva il fiatone, grazie alla scorciatoia aveva anticipato di qualche minuto i suoi aggressori ma doveva sbrigarsi. Con forza busso alla porta Josh aprì la porta imprecando, prima che potesse dire qualcosa il cavaliere lo scosto di peso entrò dentro e esclamo:" William!" 
Il vecchio, uscito dal suo studio lo guardo con occhi preoccupati e disse:" Non ti aspettavo prima di domani l altro che succede?" 
" Non c'e tempo di spiegare dammi subito la mia spada, è un emergenza!" Il vecchio stava per dire qualcosa quando una freccia si conficco nella possente spalla di Josh che urlo dal dolore. " Sta giù William!" Grido il cavaliere che trascino di peso Josh dietro il bancone seguito a ruota dal vecchio, da fuori le frecce continuavano a venire scagliate con una velocità e una forza inaudita.        
" Dov'è la spada?!" Domando il cavaliere tenendo la testa bassa.
Il vecchio gli indico il laboratorio, stando sempre basso Occhi Grigi si intrufolo nel laboratorio alla sua ricerca poi la vide, veloce l'afferro e si precipito fuori dai suoi avversari.

Una volta fuori noto Bolt sopra la casa davanti con l arco pronto a scagliare ancora. Ecris era di fronte a lui con un aria soddisfatta lo fissava. 
Occhi grigi estrasse la spada dal fodero con naturalezza e la punto verso Ecris e disse:" Preparati a morire!" Con uno scatto si getto verso il lanciere che gli andò addosso cercando di colpirlo con un affondo lo spadaccino con una piroetta a destra scanso l assalto e tento di tagliare la testa del suo avversario ma lui si abbasso di scatto ed evito il fendente. Bolt scaglio una freccia lo spadaccino con un movimento fluido mise la spada in mezzo e la freccia finì a terra tagliata a meta. Ecris cerco di infilzarlo alle spalle ma lui con una giravolta intercetto la stoccata e colpi con forza la gamba sinistra dell assassino che, perso l equilibrio, crollo a terra. Bolt in quell'istante scaglio altre frecce lo spadaccino non riuscì a scansarsi in tempo e quelle andarono a conficcarsi nella spalla sinistra facendolo inginocchiare in quel preciso istante Ecriss si alzo preparandosi a trafiggerlo da parte a parte, il cavaliere con un movimento fulmineo e inatteso lo trafisse in pieno con un fendente perforandogli l'addome. 
La lancia cadde sonoramente a terra l'assassino si premette la ferita cercando in qualche modo di fermare l'emorragia Occhi grigi sfrutto il momento di distrazione e si avvento di nuovo su di lui e con una stoccata apri un'altra ferita in prossimità del cuore e l uomo, con gli occhi ormai vitrei e senza vita cadde a terra accanto alla sua arma.
 Lo spadaccino cerco di rialzarsi per affrontare il secondo ma sentì le gambe stranamente pesanti e andò a terra. " Che diamine sta succedendo?" Sentì i passi leggeri di Bolt avvicinarsi e che disse:" Sei stato bravo a ucciderlo e pensare che nelle frecce che ti hanno sfiorato ho messo un potente anestetico saresti dovuto svenire su colpo e invece continui a resistere, sei in gamba..." Cerco di afferrare la spada ma con un calcio l'arciere gliela mando lontano e, riponendo l'arco, replico:" No, non avrai bisogno della spada nel posto in cui stai per andare."   Il cavaliere cerco di parlare ma sentiva la gola stranamente secca e dalla sua bocca uscì solo un una specie di grugnito Bolt sorrise e disse:" Non riesci più a parlare perfetto, il sedativo inizia a fare effetto..." Lentamente estrasse un lungo e affusolato pugnale dalla cintura e lo poso sopra la gola del cavaliere e con un sorriso maligno e sgradevole domando:" Ultimo desiderio?"                          
Occhi grigi rantolo qualcosa e Bolt, divertito scoppio a ridere e rispose:" Questo è lo spirito muori!!" Ma prima che potesse vibrare il colpo il cavaliere lo agguanto per la collottola con le ultime forze rimaste e lo butto giù poi gli si avvento addosso e inizio a stringergli il collo con entrambe le mani con forza sapeva bene che non aveva un'altra possibilità  l'arciere cerco di divincolarsi e di liberarsi affondo la lama del pugnale nella spalla destra dell uomo che, senza emettere gridi o togliere le mani, continuava a resistere imperterrito facendo diventare, il viso dell uomo sempre più paonazzo poi, quando vide che il corpo era diventato immobile e non respirava mollò la presa e si lascio cadere a terra l'ultima cosa che vide, prima di chiudere gli occhi, fu William che uscito dalla bottega lo chiamava a gran voce.


" Ehi svegliati." Disse una voce che conosceva fin troppo bene, il cavaliere apri gli occhi, la prima cosa che vide fu William poi con un filo di voce, domando:" Dove mi trovo?" 
Il vecchio, prima di rispondere, gli passo un piccolo vassoio su cui si trovavano un piatto di minestra con un tozzo di pane e  un bicchiere d'acqua e disse:" Ti trovi a casa mia, prima che tu me lo chieda hai dormito per circa un giorno e mezzo, sei fortunato che in zona c'era un medico, ti ha fasciato quelle ferite." Mentre mangiava ci fu silenzio fra i due, come se ognuno temesse di rivolgere una fatidica domanda al altro, dopo aver posato il piatto sul letto, annuncio:" Hai finito di riparare la spada?"
 Il vecchio, con una faccia piena di tristezza, borbotto:" Si, già che c'ero ho dato un'occhiata anche al resto della tua corazza e l'ho aggiustata..." Senza sforzo il cavaliere si mise a sedere sul letto, fisso per un istante la ferita che gli ornava la spalla destra " Dovrò stare più attento." Penso fra se e se mentre iniziava a indossare la pesante armatura argentata. 
" Te ne vai di già?" Domando il fabbro fermando così i suoi pensieri.
 Lui, mentre finiva di vestirsi, rispose:" Si la capitale dista ancora venti giorni di marcia, non mi posso fermare..." 
Il vecchio chiuse il pugno con rabbia e con un sussurro ribatte:" Dovresti invece..." 
 " Che intendi dire?!" Replico lui confuso. 
William sospiro e disse:" Non sei l unico su cui corrono voci, il cavaliere rosso si è circondato di tre formidabili guerrieri del tuo stesso calibro se non superiori, non puoi vincere, il tuo coraggio la tua testardaggine stavolta non ti serviranno a niente, rinuncia alla vendetta anche lei te lo avrebbe detto, lo sappiamo entrambi..."
 Occhi grigi lo fisso con due occhi colmi di rabbia e replico:" E allora cosa dovrei fare?!"
 " Cercare di rifarti una vita, magari non qua ma da un'altra parte perché non puoi chiudere questa storia e smetterla nel cercare vendetta?" Domando il vecchio visibilmente preoccupato che, con le lacrime agli occhi, aggiunse " Ho già dovuto seppellire mia figlia perché vuoi che scavi anche la tua fossa?" 
Il cavaliere stette in silenzio qualche istante poi, chinando la testa, rispose:" Non pensi che c'abbia pensato di potermi fare una nuova vita?" Il vecchio lo fisso interdetto " Avrei tanto voluto, in questi quattro anni che me ne sono andato a giro per il regno, ho provato a crearmi un posto ma purtroppo quello che è successo è radicato in me." Si tocco il petto indicando il cuore e aggiunse " Io ho bisogno di chiudere questa faccenda una volta per tutte, troppi hanno sofferto per colpa dei miei errori e troppi ne soffriranno anche se dovessi morire nel tentativo non me ne importa io lo ucciderò, costi quel che costi, questa è la strada che purtroppo ho scelto questo è il mio destino. So che Helen non vorrebbe, mi direbbe di smetterla di cercare qualcosa di simile ma non posso devo finire ciò che iniziò cinque anni fa, una volta per tutte!" L aveva fatto si era liberato del peso che si stava portando nel cuore si aspettava una reazione di rabbia da parte di William che, al contrario, lo fissava in silenzio gli poso una mano sulla spalla sana e  disse:" Se è questa la tua decisione finale allora va, compì questo tuo maledetto destino ma promettimi che, una volta che l'avrai compiuto smetterai di combattere per sempre."
 Sbarrando gli occhi osservo il suo mentore poi gli strinse la mano metallica e, sorridendo, disse:" D'accordo accetto." 
Il vecchio sorrise e rispose:" Allora va, il destino ti attende."
Occhi grigi uscì dalla casa osservo il sole che si elevava alto nel cielo, sapeva che la sua meta era lontana e che i pericoli erano dietro l'angolo ma lui, con il coraggio e la testardaggine sarebbe arrivato fino alla fine.



ANGOLO DELL AUTORE
Ciao a tutti  è passato moltissimo da quando ho messo l ultimo capitolo :D mi scuso molto per il ritardo spero che questo secondo capitolo vi piaccia fatemi sapere come vi pare con recensioni di cui ricambierò leggendo le vostre opere a prestooo.

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Capitolo 3
*** La città della nebbia ***


 

La fitta nebbia lo circondava e lo avviluppava a se mentre procedeva per la lunga via commerciale. Da oltre tre giorni Occhi grigi percorreva quella strada che, misteriosamente, era completamente abbandonata. Si ricordava bene come fosse sempre stato un luogo trafficato, di come ovunque si potesse vedere bancarelle e piccoli ristori per i viandanti ma in tre giorni sembrava come se non fosse mai stato costruito nulla e, il terreno lastricato per consentire il passaggio dei carri era in più punti assente oppure ricoperto da erba. Mentre si copriva ancora di più col mantello per via del gelo che gli arrivava fino alle ossa sentì delle gocce colpirgli la cima del mantello accelerò il passo diretto verso la città di Ceatà. Dopo due ore di cammino la nebbia inizio a diradarsi e si mostro a lui l'intera cittadina che non era proprio come se la ricordava.
Il portone in ferro battuto era stato abbattuto come buona parte delle mura di legno, le case erano in rovina e da alcune si levava in lontananza del fumo nero. Quando si avvicino vide con sgomento che su una picca proprio accanto al portone c'erano i visi delle guardie con facce terrorizzate come se avessero visto dei veri e propri mostri.
" Cosa diamine sarà successo?" Penso lui iniziando circospetto a ispezionare le rovine della cittadina, prima osservo il portone di legno dai solchi sembrava essere stato abbattuto da vari pugni. Sul terreno fangoso non si notavano impronte ne di troll o altre creature con una forza tale da compiere quell'impresa titanica, mentre camminava guardingo non vide alcun corpo, ne tracce di sangue o di lotta.             
" Tutto ciò è assurdo..." Commento lui sempre più confuso e colpito dal silenzio che albergava nell'intera area. 
Un rumore alle sue spalle attiro la sua attenzione veloce si girò pronto a sguainare la spada ma ciò che si trovo di fronte era un piccolo bambino. Non poteva avere più di cinque anni, i capelli castani erano impregnati di fango e sporcizia i vestiti erano a brandelli in più punti come se fosse stato graffiato più e più volte.
Il bambino, non appena lo vide inizio a scappare e Occhi grigi grido:" Fermo aspetta!" Facendo finta di niente il piccolo inizio una rapida fuga inseguito dal cavaliere che, dopo qualche istante, lo prese per le spalle. Il bambino inizio a gridare e a piangere colpendolo con i suoi piccoli pugni sul petto ed esclamò:" Ti prego non farmi del male!"
Occhi Grigi mollo la presa e si distanzio di qualche passo e disse:" Non voglio farti del male." 
Il bambino lo fisso intensamente e domando:" Tu chi sei? Sei uno di loro?" 
" Sono un viaggiatore, passavo di qua, a chi ti riferisci? Cosa è successo qua?" Domando cercando di mantenere un tono di voce rilassato senza far spaventare il bambino  che replico:" Sono scesi dalla montagna due giorni fa hanno massacrato le guardie e portato via la maggior parte dei cittadini..." 
" Chi è sceso?" Chiese di nuovo lui ancora più confuso. 
Il volto del bambino si fece bianco come un cencio e inizio a tremare poi con una voce strozzata rispose:" Quelli lì!" Occhi Grigi si volto di dietro di se il piccolo osservo i loschi figuri che aveva di fronte: Dei lunghi canini sporgevano dalla bocca grondante di sangue sul terreno non lasciavano tracce di passi e i loro occhi erano bianchi come la neve.
" Ragazzino sta dietro di me!" Grido il cavaliere estraendo la spada e mettendosi in posizione di difesa mettendo dietro le sue spalle il piccolo che si rannicchio in un angolo i vampiri li avevano circondati. Occhi grigi osservo i suoi avversari più o meno erano cinque esploratori più di sicuro altri nascosti nei meandri della cittadina, anche per uno come lui, abituato alla caccia contro quei succhia sangue era una situazione difficile. 
" Se con loro c'e il loro maestro sarà dura... devo concludere e al più presto." Stava per avvisare il piccolo di fuggire ma i vampiri si lanciarono su di lui con gli artigli sfoderati.
Il primo tento di attaccarlo alla testa con la mano destra lui scarto a sinistra e gli trancio la testa di netto con un fendente, il secondo e il terzo gli furono addosso subito senza pensare al compagno. Con un balzo l uomo evitò per un soffio l attacco incrociato e taglio il braccio di uno dei due che urlo dal dolore l altro cerco di trafiggerlo allo stomaco lui, inclinando la spada parò l'assalto e con un calcio lo allontano di qualche metro. Il quarto cerco di tagliarli la gola Occhi grigi si abbasso e lo sventro con un taglio perfetto all'altezza dello stomaco le viscere del vampiro andarono a imperlare il terreno circostante a seguito delle urla altri mostri stavano giungendo dai tetti e dagli altri vicoli della strada, adesso erano davvero nei guai.
Rapido sollevo il bambino e se lo carico sulle spalle prima che potessero chiudere tutte le vie di fuga scattò veloce in uno dei vicoli più stretti i vampiri iniziarono a inseguirlo sapeva bene che nonostante il suo costante allenamento e la sua abilita era quasi ai limiti della forza umana ma quei mostri  erano ancora di più forti di lui. " Se vai più avanti c'e una chiesa." Sussurro il bambino nell'orecchio del cavaliere. Sapeva bene che i vampiri stavano lontani dai luoghi di culto perché si indebolivano " D'accordo!" Esclamò lui che aumento l andatura, un vampiro discese da una casa di fronte a loro pronto a colpirlo Occhi Grigi, senza fermarsi, si abbasso ed evito il braccio del mostro poi continuo a correre ancora più veloce dovevano muoversi i rantoli dei vampiri si stavano facendo sempre più vicini li sentiva quasi soffiarli sul collo " Eccola la!" Esclamò il piccolo. Di fronte a lui si stagliava una costruzione modesta che poteva contenere poco più di trecento persone, la costruzione era completamente intatta come, se i mostri non ci si fossero avvicinati. Con uno scatto finale l uomo si infilo all'interno e chiuse di schianto la porta.
Il piccolo scese dalle spalle del cavaliere che, a causa dello sforzo si accascio a terra. " Si riprenda signore!" Esclamo lui iniziando a scuoterlo Occhi Grigi che apri gli occhi e rispose:" Sto bene tranquillo, sono solo un po stanco." 
Detto questo si mise a sedere su una panca impolverata e domando:" Come ti chiami? Non te l ho ancora chiesto." 
" Mi chiamo Kevin signore." Rispose lui di rimando porgendogli un pezzo di pane. Il cavaliere lo prese e, mentre lo masticava, domando:" Da quanto tempo ti nascondi?"
 " Da circa due giorni mi sono nascosto qua uscivo solo per prendere cibo..." Mormoro lui avvilito. 
" Dove sono i tuoi genitori e tutti gli abitanti?" Chiese lui. 
Kevin stette in silenzio come assorto tra i suoi pensieri poi, con un filo di voce sussurro:" Li hanno portati via io mi sono salvato perché mi ero nascosto..."                   Il cavaliere gli mise la mano sulla spalla destra per rincuorarlo e mormoro:" Non è stata colpa tua sei stato bravo a rimanere nascosto." 
" Non non è vero!" Esclamò il bambino con le lacrime agli occhi e singhiozzando e aggiungendo " Quando ho visto l'attacco sono scappato lasciando i miei da soli e pure la mia sorellina a cui avrei dovuto badare ho preso e sono fuggito qua sono solo un codardo non merito di essere rincuorato sono solo un codardo che ha perso tutto senza nemmeno lottare."  Mentre Kevin piangeva della sua impotenza del fatto che si sentiva in colpa perciò che era successo Occhi Grigi disse:" Aspetta qua dentro Kevin..." 
 " Ma dove sta andando? La uccideranno." Mormoro piagnucolando lui.                          
Il cavaliere si volto mentre apriva l ingresso della chiesa e rispose:" L'ultima volta che non mi sono presentato a combattere ho permesso al male di portarmi via tutto stavolta non succederà di nuovo..."  Senza che il bambino potesse replicare uscì dall'edificio pronto a combattere fino alla morte. 
Non appena fù fuori si guardo attorno circa venti vampiri erano lì, tutti intorno a lui sapeva di avere poche possibilità ma doveva farlo. Sguaino la spada che scintillo per un attimo illuminata dal sole poi si mise in posizione di guardia e annuncio:" Coraggio fatevi sotto." Senza farselo ripetere i vampiri gli furono addosso.
Il primo l'attacco frontalmente lui scarto a destra e gli taglio la testa con un fendente. Il secondo gli si getto da sinistra  il cavaliere si abbasso e trancio di netto le gambe, altri due attaccarono da destra e dalle spalle con una giravolta colpi entrambi con una stoccata mandandoli a terra un altro provo dall'alto con la lama blocco gli artigli e sferro un calcio che lo butto a terra prima che potesse dargli il colpo di grazia un vampiro gli graffio la schiena con gli artigli. Occhi Grigi urlo di dolore e con rabbia afferro il vampiro dietro di se e gli taglio la testa altri due però gli si gettarono addosso facendolo andare a terra.  Cerco di liberarsi ma altri  lo afferrarono per le spalle e lo alzarono di peso immobilizzandolo.           
  " E' inutile che ti divincoli." Disse con un aria di trionfo uno di loro iniziando a ridere seguito dagli altri. Prima che potesse replicare quello lo colpì con un pesante destro alla bocca dello stomaco che gli smorzo il fiato poi lo osservo bene negli occhi sollevandogli il volto e mormoro:" Sai una cosa credo che potresti tornare molto utile al mio padrone ma si, ti porteremo in dono a lui." 
" E del bambino che ne facciamo?" Domando uno dei vampiri. 
L altro come annoiato dalla domanda rispose:" Lo verremo a prendere in un altro momento ora come ora le celle sono piene coraggio torniamo al castello."Mentre veniva spintonato su un carro un pensiero andò a Kevin " Abbi cura di te ragazzo porrò fine a tutto questo è una promessa." Strinse forte i pugni delle mani sarebbe arrivato alla fonte del  potere e l'avrebbe distrutta costi quel che costi





Angolo dell autore eccomi qua con questo terzo capitolo di questa breve storia spero che vi sia piaciuto vi aspetto Mercoledi prossimo col capitolo quattro. :D 

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