Il mio nome -ora- è Serena

di Beeble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo ricordo ***
Capitolo 2: *** Aria ***
Capitolo 3: *** Caldo ***
Capitolo 4: *** Diverso ***
Capitolo 5: *** Philip ***
Capitolo 6: *** Morte ***
Capitolo 7: *** Traditore ***
Capitolo 8: *** Promesse mantenute, preghiere esaudite, perdono ricevuto ***
Capitolo 9: *** Rinascita ***



Capitolo 1
*** Il primo ricordo ***


Il primo ricordo

 

Non ricordo quando sono nata, non ricordo legami particolari con nessuno.

Ricordo la vita fra le sirene, ricordo le miglia percorse sott’acqua, ricordo quella lingua che non conoscevo, ma che sapevo parlare e comprendere quando le mie labbra respiravano l’aria.

Ricordo gli attacchi alle navi.

Ma non sono ricordi visti da vicino.

 

Le sirene non sono tutte uguali.

E questo vale per la mia specie come per quella umana.

Quella umana ci ha causato tanto dolore, tanta sofferenza da costringere alcune ad attaccare gli umani anche senza ragione. Come se questo riportasse indietro chi si è perduto.

Non è così.

 

 

Poi c’è chi si aggrega a queste assurde crociate per follia o per qualche assurdo e sadico piacere.

Me ne tengo alla larga.

 

O perlomeno è quello che ho sempre fatto.

 

Ma stavolta mi ci sono trovata in mezzo.

Reti, spari, fiamme e tutto è troppo veloce per me.

Non voglio seguire quel branco di assassine, fuggo dall’altro lato e qualcosa cade dal cielo e mi blocca e mi stordisce.

 

Vedo un umano, vedo una palla di fuoco, lo afferro, lo tiro e lo lascio andare e infine mi immergo nell’acqua bassa cercando di evitare i detriti caduti a terra e inizio a nuotare il più veloce possibile con il cuore a mille.

Non c’è una via di fuga.

Mi volto e mi manca il fiato.

Non so se per via della spada nella mia coda o per l’uomo che dopo avermi guardato per un istante la estrae.

Non so cos’è, non so che nome dare a tutto quello che provo.

Potrebbe benissimo chiamarsi paura. Non ne ho mai avuta, non sono mai stata davvero in pericolo.

 

Lui mi guarda negli occhi. Non mi vuole fare del male.

Poi una rete su di me. Non mi controllo più e mi dimeno, mostro i denti e soffio.

È un istinto, ma vedo quell’uomo fare un passo indietro. Ha paura di me, anche se vedo che è confuso – quasi quanto me.

Ma mi vede come tutte le altre sirene. Come tutte quelle che ha visto.

 

Mi portano via nella rete.

Nella mia mente restano fissi solo i suoi occhi chiari.

I suoi capelli del colore del sole.

Il primo ricordo che spicca fra tutti quelli confusi che ho della vita nel mare.









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Ho tentato un POV molto speciale.

Sperando che il tentativo non vada troppo male. ;)

Fatemi sapere che ne pensate.

Fabiola

 

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Capitolo 2
*** Aria ***


Aria

 

Sfinita per gli sforzi di liberarmi da quella rete e per la mancanza dell’acqua perdo i sensi.

 

Non ricordo altro che buio.

So che mi ritrovo in una vasca trasportata da alcuni uomini.

Lui non mi sta troppo vicino ma non è nemmeno mai tanto lontano da non vedermi.

 

Perdo il suo volto fra quello di mille uomini che ai miei occhi paiono tutti uguali.

Tutti uguali tranne lui.

 

Ci fermiamo per una pausa.

La mia cassa e a terra.

E io inizio a non sentirmi bene.

Sento un strano dolore alla gola, nei polmoni, fin dentro ogni fibra di me.

Poso la mano sul vetro in agonia e lo vedo.

E lui mi fissa e in un istante capisce quello che io non ho ancora intuito.

Mi manca l’aria.

C’è un po’ di trambusto, ma d’un tratto respiro di nuovo.

Nella cassa passa l’aria.

Cerco i suoi occhi, cerco di fargli capire che gli sono grata di essersi battuto per la mia vita, ma si allontana e io mi sento sprofondare, mancare l’aria.

 

Ma ora l’aria passa.

Non è l’aria che mi manca.

È qualcos’altro, qualcosa a cui non so dare un nome.

 



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Secondo capitolo di questo esperimento che mi sta prendendo un sacco!!

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Capitolo 3
*** Caldo ***


Caldo

 

Penso fra me e me.

Penso alle reazioni di quell’uomo, alla sua anima diversa quella degli altri, splendida e allo stesso tempo alla… - cerco la parola giusta - repulsione – sì credo si dica così – che prova per me.

Poi cado, i vetri della vasca si rompono e finiscono ovunque.

Ed io sono a terra, senza acqua e sento accadere qualcosa di impossibile.

La mia coda non c’è più! È scomparsa e non so come sia successo, ho due assurde gambe uguale a quella di tutti gli altri umani.

Sono troppo stravolta per capire qualcosa, per capire questo corpo che non sento mio.

Mi rannicchio con il rumore del cuore che mi assorda.

Dietro di me arriva l’uomo dai capelli colore del sole e mi posa una stoffa addosso.

Mi chiedono di camminare ma io non so nemmeno da dove iniziare.

Li imito troppo terrorizzata da tutto quello che sta accadendo, ma non funziona.

Crollo a terra.

L’uomo che mi è accanto si abbassa sulle gambe e dice che mi aiuterà.

Mi chiede di passargli un braccio dietro il collo.

Rifiuto.

Ora che conosco la paura, riconosco quello che vedo nei suoi occhi: si chiama ‘paura’.

Lo vedo, lo sento, non capisco perché insiste.

Ma non c’è alternativa, faccio come mi dice.

Poi mi accorgo di varie cose nello stesso momento.

 

L’uomo si è privato della stoffa che lo ricopriva per darla a me.

Ed è caldo.

 

Caldo non è un concetto sconosciuto per me.

Ci sono le correnti calde, il sole caldo…

Ma il contatto con un altro vivente, beh, non ho memorie di questo genere.

È un caldo diverso, è più un calore.

 

Lui mi regge, da un motivo agli altri uomini e donne per non uccidermi subito nel tentativo di ottenere ciò che vogliono, fa in modo che non mi maltrattino troppo.

 

Sono un pesce fuor d’acqua ma quest’uomo mi fa sentire come se non fosse del tutto il posto sbagliato per me.




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Grazie a  Fanny Jumping Sparrow  e a  gitana90 che hanno recensito il capitolo precedente!

Spero vi piaccia!

I nuovi recensori e lettori con critiche o complimenti sono sempre i benvenuti!

Alla prossima,
Fabiola

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Capitolo 4
*** Diverso ***


 

Diverso

 

Dopo qualche ora di cammino ci fermiamo.

L’uomo è stanco, mi posa a terra, all’ombra di un albero e poi va al ruscello a rinfrescarsi e mangia qualcosa.

Vedo che è un anima in pena, che non riesce a stare fermo.

Si avvicina come attratto da qualcosa.

Nei suoi occhi non vedo quasi più quel lampo di paura che avevo intravisto prima.

 

Mi dice che sono bellissima, dice che sono una creatura di Dio.

Non è un’accusa, non è un’affermazione per schermirmi, è un dato di fatto.

Poi però vedo le ombre scendere sui suoi lineamenti.

“Così bella e letale” dice semplicemente.

 

Letale… cerco il significato di quella parola nei miei pensieri.

Che porta alla morte.

Che senso ha?

 

Glielo domando.

 

“Mi hai assalito” replica senza rancore nella voce.

 

“No” rispondo “tu sei diverso” è così evidente ormai che lui non appartiene al gruppo con cui viaggia tanto quanto non vi appartengo io.

 

“Diverso?” chiede quasi incuriosito.

 

“Non lo sei..? Tu… proteggi”

Proteggi è una parola dal suono dolce e delicato, come il suo significato; spero che sia la parola adatta...

 

“Quindi mi hai fatto cadere a terra per salvarmi?”

Vedo il suo sguardo andare in altri luoghi e forse anche in altri tempi.

Non ha senso rispondere alla sua domanda.

La domanda era per sé stesso e adesso capisco che sta cercando la risposta.






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Dopo 5 ore di sessione di scrittura (cosa che non succederà mai più per mesi credo XD) ho finito di scrivere tutta questa fic! (fino all'ultimo capitolo sì!!).

Spero che il breve capitolo vi piaccia e spero anche di non avervi perso per strada -.-'.

Un abbraccio e buon proseguimento di vita a tutti quelli che leggono. A presto!
Fabiola

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Capitolo 5
*** Philip ***


Philip

 

Nella testa, nel cuore tutto si ricompone; è un istante eppure è un secolo.

Io in piedi, lei che mi trascina e del legname infuocato che cade proprio dove ero io.

Mi avrebbe colpito se lei non mi avesse salvato.

E intendo ricambiarla, intendo salvarla.

 

“La creatura a testa coperta!”

 

“HA UN NOME!” reagisco senza pensarci, rispondo e basta. Non ho paura di quell'uomo.

 

“Favoritelo” risponde con falsa cortesia.

 

“Lei è Serena” affermo dopo qualche secondo mentre la guardo negli occhi e lei guarda nei miei, o forse un po' più a fondo.

 

La porto fra le mie braccia e cerco di stringerla a me per trasmetterle un po' di quella sicurezza che non ho: ho sempre avuto fede, ma da quando ho messo piede su quella nave diabolica non è più così salda.

Come può Dio permettere tutto ciò? È Dio che permette agli uomini di giocare a fare Dio, di decidere per la vita o la morte?

In silenzio prego e poi recito alcune parole del Vangelo che spero possano lenire le ferite, non tanto fisiche ma quelle dell'anima di Serena.

 

“Sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.”

E poi aggiungo “Ti salverò, non temere”.


 

La sua voce è flebile e sembra quasi dissolversi fra i rumori della giungla: “Mi hai dato un nome… ma non conosco il tuo”



 

“Philip” rispondo sussurrando.


 


 

“Grazie Philip” sono le ultime parole che sento prima che il capitano ordini che la 'creatura' sia trasportata da uno di quegli uomini butterati da chissà quale maledizione.

Mi vengono i brividi al solo pensiero di quello che le faranno.


Prego di non avere paura quando dovrò salvarla.


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Un grande grazie a Fanny Jumping Sparrow che ha recensito puntualmente questa storia che per un anno non ero riuscita ad aggiornare.

Come avrete notato ho cambiato il POV...spero non vi dispiaccia ;P

Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie comunque anche a tutti i lettori silenziosi.

Alla prossima
Fabiola
 

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Capitolo 6
*** Morte ***


Morte


 

L'uomo che mi porta non emana calore e, al contrario di Philip, non ha alcun gesto di cortesia nei miei confronti.

Sento l'odore di morte prima di loro: loro usano solo la vista, io tutti i sensi.

Mi bloccano a terra, legata. Vogliono le mie lacrime ma non le avranno, non le avranno a nessun prezzo.

Vedo altre Sirene, altre creature marine, come me, morte lentamente perché un essere umano avesse una loro lacrima per vivere in eterno.

Era un prezzo alto la vita, ma non troppo: quell'uomo non sarebbe vissuto per sempre.

Glielo dico con voce di scherno, visto che ha osato chiamarmi Serena con la sua viscida voce.

Si avvicina e mi spinge a pensare a tutte le altre morte lentamente ad ardere al sole in forma di sirena… e poi mi colpisce.

Sento Philip lottare per raggiungermi.

Sento qualcuno parlare; parlano di torture, modi per indurmi a provare dolore.

“E voi che cosa dite?” è la sua voce, la riconosco.

“Cambierà atteggiamento vedrai con il levar del sole...” propone Angelica.

“Brucerebbe… però non posso attendere il sole… ma lo possiamo anticipare” risponde sadico Barbanera.

“No” ma lui lo zittisce avvicinandosi nuovamente a me.

“Non lascerò che la torturiate!” la voce gli trema ma è forte, decisa.

“Le estirperò le squame via dal corpo una ad una se mi aggrada...” risponde quasi ridendo.

“Mi sbagliavo, la vostra anima non si può salvare...”

Mi schernisce.

“Quell'immonda creatura, come la chiamate, ne vale cento di voi!”

“Oh… ci tenete a lei… Vi piace”

Sento ancora ogni singola parola ma tutto mi giunge ovattato, come sott'acqua.

Vedo i suoi occhi abbassarsi e poi cercare i miei.

Anche io abbasso lo sguardo: so cosa sta venendo a chiedermi Barbanera.

No, non lo capirà, io posso sacrificare me stessa ma non posso permettere che lo faccia lui… per me.

Ma in qualche modo quell'uomo malvagio lo capisce “Piangi o assisti alla morte di questo poveretto”

Lo tengono fermo, la gola stretta e un coltello puntato contro.

Sento le mie viscere contorcersi, il mio cuore perdere uno, due, tre battiti.

Lui dice che sono triste, ma che non provo dolore.

E invece dolore è quello che provo.

Ma non riesco nemmeno a respirare per la paura, come potrei piangere?

In un secondo lui è a terra. Privo di vita.

Sto per crollare, ma resisto.

Non può aver dato la vita invano. Non è morto perché io facessi vivere in eterno quell'assassino.

Mi sfugge un singhiozzo e ripenso alla sua voce “ Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.

Cerco di continuare a respirare solo quello.

Non sento più niente, nulla, solo il dolore pulsarmi dentro la pelle, dentro il cuore, dentro la testa, in ogni fibra del mio essere umana e sirena.

E questo dolore mi avrebbe ucciso molto prima dell'alba e questo avrebbe salvato il mondo dall'eternità con quel mostro in vita.


 

---

Scusate per la lunga attesa!!

Un abbraccio e buona domenica!

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Capitolo 7
*** Traditore ***


Traditore


 

Mi sveglio con un forte mal di testa.

Dove sono? In mezzo alla giungla? Perché non sono morto.

Il mio primo pensiero è che sia un miracolo di Dio.

Poi sento qualcosa di strano al petto: è un dardo?

Che quel bastardo non mi abbia fatto uccidere? Che l'abbia fatto per salvare la sua anima? Che Serena abbia ceduto?


 

Corro da lei. Non esiste altro. Non ho altro.


 

“Mi dispiace Serena” glielo dico, non so cosa sia successo, forse è comunque un miracolo se posso stare con lei.

“Philip sei vivo” è sollevata “Sei venuto a prendermi”.

La slego più velocemente possibile prima che arrivi qualcuno. “Perchè?” chiede stupita.

“Tu sei diversa, non è vero? Tu non sai nulla di umanità… di compassione…?”

E la vedo, una lacrima perlacea scendere dai suoi occhi.


 

Poi succede tutto troppo veloce.

Voglio solo stare con lei, non prenderanno la sua lacrima per me.

Quella lacrima che si chiama amore.

La guardo.

E non leggo più dolore o sollievo.

Leggo solo una grossa rabbia. Leggo solo la parola TRADITORE a caratteri cubitali.


 

“Serena, hai la mia parola che non ne sapevo niente” cerco di spiegarle. Sono sincero: non mi sarei mai alleato con il demonio in persona.

Ma niente, schiva già il mio sguardo.


 

“Liberatela, non vi serve più” dico. È più un ordine che una preghiera.

Ma lui non lo permette.

La fa legare e mi fa ripartire con loro.

E le vedo.

Ogni passo che faccio vedo le sue lacrime scendere copiose.

E sento che, come un vaso di ceramica, lei ha trovato la crepa del mio cuore e vi si è infiltrata dentro. Lei mi ha ridato la fede, lei mi ha mostrato l'amore.

E ora morirà per colpa mia.


 

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Capitolo 8
*** Promesse mantenute, preghiere esaudite, perdono ricevuto ***


Promesse mantenute, preghiere esaudite, perdono ricevuto


 

Philip POV


 

La battaglia è iniziata e quel ragazzino in gamba mi libera dalle corde; almeno provo a salvarlo da quell'energumeno contro cui sta combattendo che è grande il doppio di lui.

Ma lui mi ferisce ed io riesco solo a fuggire.

Nel cuore ho una bussola come quella di Jack Sparrow, che mi guida al mio pensiero fisso nella mente che mi brucia nel cuore.

“Mio Dio non portarla via con te...se è già lì con te restituiscimela… TI PREGO… restituiscimela… ti prego… ti prego...” è l'unica cosa che riesco a dire. Non parlo io, parla il cuore.

Siamo solo io e Dio lì a parlare.


 

E lei socchiude gli occhi.

E quello è l'unico miracolo che ho chiesto.

Se ne va, così come era venuta. Ma non ha importanza. Dio ha udito la mia preghiera e l'ha salvata perché lei è una creatura buona.

Non mi basta ma è il miracolo che ho chiesto.


 

Serena POV

 

Ho sentito tutto.

Sento il dolore e la sincerità di Philip.

Sento due persone che stanno morendo: una dall'anima già dannata per l'eternità.

 

L'umanità che mi ha insegnato Philip con i suoi gesti ha amplificato i miei sensi.


Sento un uomo che farà la cosa giusta nel modo sbagliato.

Gli faccio avere i calici con una raccomandazione.

 

E poi torno da lui.

L'unico che abbia importanza nella mia esistenza in qualsiasi forma.

 

“Sei ferito”

“Solo nel corpo… la mia mente è in pace...Grazie a te...”

“A me?” chiedo colpita e confusa.

“Sì” conferma “Ero confuso... il vento, le maree dovrebbero rinnovare la fede… ma per me l'hai fatto tu...” lei mi ha salvato dal baratro in cui stavo finendo.

 

“Philip ti salverò se vuoi… devi soltanto chiedere”.

Ho creduto in Jack Sparrow, perché non dovrei credere a quest'uomo per cui il cuore arde di un sentimento che ogni fibra del mio essere chiama Amore?

 

“Aspiro solo ad una cosa” proprio come prima quando ha pregato per me chiede ciò che vuole nel profondo, non ciò che serve a farlo stare meglio.

“A cosa?” chiedo pur sapendo già la risposta.

“Al perdono: se non fosse stato per me non ti avrebbero catturata...”

 

“Chiedi” sussurro semplicemente.

 

“Perdonami”

 

 

E allora lo bacio e le nostre labbra sono una sola.

E scendo negli abissi.

Sta molto male, lo sento.

Non manca molto e sarà la sua fine.

Più velocemente raggiungo il fondo e meno doloroso sarà.




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Innanzitutto un grande grazie a Fanny Jumping Sparrow e a Bebeta1990 per le recensioni! Siete troppo gentili *o*

Spero mi perdonerete per il finale di questo capitolo.... che è il penultimo....
Fatemi sapere che ne pensate e poi purtroppo ci saluteremo con l'ultimo capitolo....

Un abbraccio,
buon finesettimana

Fabiola



 

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Capitolo 9
*** Rinascita ***


Rinascita

 

POV Serena

 

Raggiungo una profondità tale da apparire quasi buia.

E sono costretta a staccare la bocca dalla sua.

Lui non vede nulla e ha paura, lo sento.

Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: “Sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza avete salvato le vostre anime.”

 

Vedo appena il suo sorriso.

Ha pochi secondi.

“Fidati di me, lasciati andare e respira, ti amo”

Ancora con il sorriso sulle labbra respira.

 

E sento che se ne va, se ne va per un istante.

 


 

POV Philip

 

Apro gli occhi e vedo chiaramente, le sue labbra sono sulle mie e io respiro, la guardo negli occhi, non sento il peso del mio corpo, sento mille odori e riconosco il suo...troppe cose insieme.

Mi distolgo un attimo dal bacio e la stringo a me.

 

E mi accorgo della mia nuova coda.

 

Vado nel panico non so che fare, affogo…

“Ti amo” ma non me lo dice a parole. Me lo dice con la mente o forse con il cuore.

 

Così mi prende per mano. La storia che si ripete al contrario.

 

Dopo qualche minuto (o forse dopo la vita intera insieme a lei) vedo la luce filtrare dall'alto.

È il sole caldo di qualche isola tropicale.

Ma non sembra disabitata.

Fuori dal pelo dell'acqua respiro nel modo in cui ho sempre fatto. Assurdo e incredibile.

“Ci scopriranno”

“Sono tutti dei nosti” ridacchia lei con le guance arrossate dal calore.

È talmente bella da mozzare il fiato.

La sua anima è così splendente che mi scalda il cuore sapere che io sono suo e lei è mia: per sempre.

E la bacio io per la prima volta.

Piano e delicatamente e poi appassionatamente mentre le nostre code si attorcigliano senza volerlo.

“Vieni” mi invita.

 

Nuotiamo fino a riva.

Con un po' di fatica arriviamo a stenderci sul bagnasciuga.

Così come Dio ci aveva creati, siamo lì immobili.

 

“Come sapevi di questo posto?” penso.

“Ho chiesto in giro… come hai visto non sempre serve usare la voce”

Rido: per la gioia, per il sollievo, per l'imprevedibilità della vita o forse perché sono innamorato.

 

Lei si riscuote per prima e capisce che sono in imbarazzo senza abiti.

“Vado a prenderci qualcosa per coprirci…” mi dice “anche se mi mancherà la tua camicia” ride anche lei.

“Serena...”

“Sì?” dice voltandosi

“Ti amo”





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Siamo giunti all'ultimo capitolo ed è il momento di dirci addio... che tristezza...

Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito questa fanfic...
Se avete voglia di lasciare qualche parola o una luuunga recensione sappiate che entrambe sono ben accette...

Alla prossima.... e intanto buon proseguimento di vita!

Fabiola

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