Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno di Pancake_2309 (/viewuser.php?uid=310598)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giglio Rosso ***
Capitolo 2: *** Rapimento ***
Capitolo 3: *** Lord Fènnù ***
Capitolo 4: *** Polo Nord ***
Capitolo 5: *** In viaggio verso il Regno della Terra ***
Capitolo 1 *** Giglio Rosso ***
Chi
lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà
a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno
Generale
Iroh
1.
Il Giglio Rosso
Ogni
volta che Katara sorpassava quelle imponenti porte dorate ecco che
improvvisamente l'insicurezza prendeva il sopravvento su di lei.
Aang
le stringeva la mano, cercando di rassicurarla ma era tutto inutile.
Toph
nonostante le sue maniere impetuose e i suoi cambi d'umore repentini
riusciva in qualche modo a trovarsi in perfetta sintonia con
quell'ambiente che invece all'amica stava fin troppo stretto così
come anche Suki e Sokka.
Cosa
non andava in lei?
Ma
ecco che il peggio doveva venire, sorpassarono il lungo corridoio
arrivando nella Sala del Trono.
Le
domestiche cominciarono a lanciarle occhiate ambigue e a fare
commenti acidi sul suo abbigliamento e sulla sua acconciatura, la
diciassettenne si toccò i capelli a disagio, le lacrime
minacciavano di uscirle da un momento all'altro.
“ Va
tutto bene, amore?” Aang la fermò con il proprio corpo,
molto più alto del suo rispetto a tanti anni addietro.
“Certo”
gli sorrise, mascherando il turbamento interiore.
Le
porte di legno massiccio si spalancarono di colpo, rivelando due
figure al centro della stanza.
Zuko
e Mai li stavano osservando, entrambi sorridenti.
“ Benvenuti”
proclamò la mora, “ ora scusatemi ma devo proprio
andare, così vi lascio da soli a rivangare i vecchi tempi, mi
spiace ma la cosa mi mette il voltastomaco” lo disse
tranquilla.
“ Mai
sono passati solo quattro anni” mormorò il Signore del
Fuoco esasperato, alzando gli occhi al cielo e stringendosi la punta
del naso.
La
ragazza gli posò una mano sulla guancia, “ mph, come
vuoi tu. Sai dove trovarmi dopo” gli altri la guardarono basiti
da quell'atteggiamento ma per niente stupiti tranne Katara che
cominciava seriamente a domandarsi cosa trovasse il suo amico in
quell'impermeabile umano.
Zuko
le sorrise, spostando la sua mano, “ va bene, a dopo” e
lei uscì dalla stanza.
Appena
Mai varcò la porta, Zuko si tolse il simbolo imperiale
lasciando ricadere i capelli scuri appena sopra le spalle e anche il
mantello, mostrando lo yukata verde scuro pieno di decorazioni più
chiare e dorate quello che di solito metteva nelle occasione
informali, ovvero, quando di soppiatto andava alla Sala da The di suo
zio, comportandosi come un qualsiasi ragazzo e cittadino di Ba Sing
Se.
Gli
altri lo guardarono sconvolti, il ventenne sembrò non
curarsene, ripiegando con cura il mantello e posandovi sopra il
simbolo lo nascose dentro una cassapanca infondo alla stanza.
Spense
il fuoco davanti al trono con un gesto delle mani e si rivolse agli
amici.
“ Cosa
c'è?” domandò stizzito.
Tutti
risero di gusto.
“ Caspita,
a volte mi dimentico perfino io che nonostante tutto sei ancora
quello che si è presentato a noi con il viso da cucciolo
bastonato a chiedere scusa e di potersi unire a noi” sghignazzò
Sokka.
“ Già,
bei tempi!” Toph gli diede una gomitata sul braccio.
“ E
se non fosse stato per te non avrei mai potuto scoprire quanto possa
far comodo avere un migliore amico che è anche il Signore del
Fuoco” sentenziò Aang sorridendo a trentadue denti.
“ Ah-ah,
spiritosi” disse Zuko fintamente divertito anche se un sorriso
sghembo apparve sul volto di quest'ultimo.
Tutti
guardarono Katara con curiosità tranne Zuko che la stava
implorando di non metterlo ancora più a disagio interiormente
di quanto non lo fosse già.
“ Sì...allora?”
chiese lei come risvegliatasi da un sogno, stava ancora riflettendo
sui commenti di poco prima delle donne delle pulizie.
“ Katara,
tutto bene?” Zuko si accorse dello sguardo assente dell'amica e
le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla apprensivo.
“ Certo,
Zuko” lo rassicurò con due pacche sulla sua mano che era
posata su di lei “ chi vuole un the?” domandò
sentendosi come risposta dei vivaci – io.
Dopotutto,
non si era mai troppo vecchi per quello.
Ma
il ragazzo non se le bevette e sospetto che c'era qualcosa di più
grosso che lei si preoccupava di tenere ben nascosto e che turbava il
suo sguardo celeste.
Appa
ruggì salutando il moro con una mega leccata.
“ Anche
io sono felice di rivederti, amico” disse di rimando, pulendosi
dalla saliva.
Saltarono
tutti e sei in groppa al bisonte volante, puntati malamente da un
irritata Mai.
Decise
che prima o poi doveva far quattro chiacchiere con il suo
irresponsabile fidanzato.
Arrivarono
davanti alla graziosa villa e Iroh rimase di sasso a vederseli
arrivare tutti e sei, era da tanto che non vedeva il nipote, sempre
occupato dietro una scrivania a governare.
“ Ma
guarda un po' chi viene a far visita ad un povero vecchio”
esclamò allegro, salutandoli non appena varcarono la soglia.
Ma
Zuko non passò inosservato, le persone smisero di fare i loro
comodi e s'inchinarono a terra così come anche per Aang.
“ Vi
prego, non c'è ne bisogno davvero” bofonchiò
quest'ultimo, imbarazzato.
“ Ascoltatemi,
oggi non avete davanti un Avatar o il Sovrano della Nazione del Fuoco
ma solo due semplici ragazzi di città quindi vi prego
alzatevi” dichiarò Zuko e così fu, tutti
tornarono ad ignorarli.
Iroh
li salutò uno ad uno come si deve, li fece accomodare ad un
tavolo circolare e chiese cosa poteva offrire ai suoi ospiti
preferiti.
“ Decidi
tu, zio. Qualsiasi cosa per me va bene” furono tutti d'accordo
con il giovane.
L'anziano
s'inchinò con un sorriso e li ringraziò.
La
Sala si riempì di allegre risa, Toph continuava a rimpinzare
Suki di domande su come procedeva la relazione con Sokka,
quest'ultima di tanto in tanto si intrometteva con foga e per il
resto del tempo giocava con Momo mentre Aang partecipava interessato.
Katara
ignorata da tutti o almeno così credeva, incominciò a
far roteare il the dentro la tazzina con la mano ma Zuko gliela
fermò.
“ Non
sembri di buon umore” constatò, lasciandole la
mano,quasi dispiaciuto.
“ In
effetti, mi capita spesso quando veniamo a trovarti”.
“ Oh...”
s'intristì.
“ Cioè!
Non fraintendermi sono felicissima di vedere come te la passi,
ma...ogni volta che metto piede nel tuo Palazzo le persone, cioè
i tuoi domestici...mi criticano”.
“ Cosa?
Sei la persona più adorabile di questo pianeta, una volta che
ti si conosce meglio ovviamente” le diede una scherzosa
spallata.
Lei
sorrise un po' rincuorata da quel sincero complimento anche se era
stato detto in tono semi-serio, tornando a fissare le foglie che
galleggiavano nella tazzina.
“ Zuko...”.
“ Sì?”.
“ Tu...insomma,
non ti senti mai fuori posto?”.
Lui
posò la sua tazzina sul tavolo, voltandosi con metà
busto verso di lei, posò un braccio sul tavolo posandovi la
guancia sopra.
“ Ogni
giorno, Katara. A volte sinceramente, non vorrei mai aver accettato
di diventare quello che sono, certo, ha i suoi pregi...però.
Mi sento...anzi non mi sento me stesso. Devi sempre fare attenzione a
tutto quello che dici e soprattutto fai, è un incubo a volte
ma diciamo che attingo la forza di sopportare la cosa da molte fonti,
come Mai e voi, il mio popolo” spiegò pragmatico.
“ Quindi
è per questo che vieni spesso qui di nascosto?” lo
stuzzicò.
“ Come...”
si bloccò, certo suo zio, “ lo sai solo tu?”
sembrava ansioso.
“ Sì,
stai tranquillo. Me lo ha confessato un mese fa quando io e Aang
eravamo passati a salutarlo”.
Sospirò
sollevato e lei sorrise divertita.
“ Non
essere paranoica comunque, se troverai problemi basta solo che tu
venga a dirmelo e ci penso io”.
“ Ti
ringrazio” ma non sembrava essersi tranquillizzata del tutto.
Zuko
avvicinò il viso al suo, facendola arrossire ma lui sembrava
indifferente al disagio che aveva creato alla ragazza.
“ Katara,
non c'è nulla di sbagliato in te. Ricordati sempre la
persona...che sei” sembrava volesse aggiungere qualcosa ma si
bloccò.
Fu
Aang che ad un tratto osservò la scena e afferrò la
ragazza per le spalle attirandola a sé.
“ Cosa
stavate combinando, volevate baciarvi?”.
Diventarono
entrambi due pomodori e inveirono contro di lui.
Il
ragazzo mise su lo sguardo da cerbiatto per farli smettere.
“ Io...stavo
solo scherzando, lo so che non lo fareste mai” si giustificò
con un sussurro spezzato.
Gli
altri presenti risero.
Iroh
passò a raccogliere le stoviglie sporche ritrovandosi a
pensare che in realtà quei due pomodori maturi insieme,
dopotutto, come coppia non sarebbero stati niente male.
Il
pomeriggio passò in un battibaleno e calò la sera, era
l'ora dei saluti.
Toph
distrusse tutte le articolazioni dei presenti prendendo sotto
braccetto Sokka e Suki, portandoseli dietro verso Appa.
Rimasero
solo più Aang, Katara e Zuko.
“ Ti
ringrazio per averci dedicato un po' del tuo tempo, amico mio”
lo salutò inchinandosi e posizionando le mani nel saluto della
Nazione del Fuoco.
Katara
gli gettò le braccia al collo, “ stammi bene e fai
attenzione” gli mormorò all'orecchio, lui annuì.
Li
guardò volare via su Appa e lui e Katara si scambiarono un
ultimo sorriso.
Iroh
mise un braccio intorno alle spalle al nipote, “chi lascia
andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a
raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno” dichiarò
solenne.
“ Cosa
stai farfugliando, zio?” gli domandò senza capire.
“ Oh,
niente” alzò le spalle e continuò a ramazzare
l'ingresso.
Zuko
lo salutò e tornò a Palazzo.
Sicuramente,
Mai non sarebbe stata contenta.
Difatti,
appena varcò l'ingresso trovò una carrozza e la sua
fidanzata davanti a essa con il mantello da viaggio.
“ Sei
in partenza?” le chiese andando per abbracciarla, lei lo fermò.
“ Dovrai
dirmelo tu”.
“ Che
cosa?” si stava arrabbiando, odiava quel tono secco.
“ Sono
stufa Zuko. Io ho bisogno di un uomo, un uomo vero che mi dia
sicurezze e non che prende e se la va a spassare con una banda di
scapestrati, dimenticandosi chi è e qual'è il suo
posto”.
“ Quella
– banda di scapestrati – sono miei amici” la imitò,
era quasi al limite, “ Mai...io tengo davvero molto a te, ti
prego, non discutiamo” cercò di baciarla ma lei si
scansò.
“ A
volte credo preferisci loro a me “ sentenziò, il tono si
fece cupo.
“ Cosa?Non
è assolutamente vero...tu”.
“ Io
cosa, Zuko? Ma non ti vedi? Sei su di giri e stai cercando di
trattenerlo a stento, almeno ammettilo che questa vita non ti va più
a genio e vuoi tornare a fare quello che facevi una volta, il
traditore codardo che mi ha mollata per seguire chi?L' avatar che
fino a pochi istanti prima voleva catturare, sei infelice. E se lo
sei tu lo sono anche io. Non ti sto chiedendo molto dopotutto, solo
che sei arrivato ad un punto di non ritorno e devi scegliere. O loro.
O me”.
“ Mi
stai chiedendo di non rivederli più? Di pugnalare le uniche
persone a cui devo tutto?”.
“ Detesto
tutti loro, specie quella Katara” fece il gesto.
Finalmente,
capì.
“Tu
non hai mai amato me, ma hai amato solo quello che rappresento”
sibilò.
“ Volevo
arrivare anche a quello ma mi hai tolto le parole di bocca”.
“ Non
abbiamo più nulla da dirci, addio”.
“Bene,
addio”.
“Bene”
ma prima che lei salisse sulla carrozza, lui le afferrò il
polso, “ e comunque Katara è cento volte migliore di
quanto lo sia tu, così come tutti loro” e la lasciò
andare.
Aang
posò la pelliccia su Katara, erano rimasti solo loro due
seduti su Appa ad ammirare le stelle nel cielo.
Lei
si accoccolò di più vicino a lui, e le baciò la
testa.
“ Sei
la mia stella più preziosa” le mormorò lui e si
scambiarono un tenero bacio.
Ad
un tratto Katara sentì una fitta sulla spalla che ore prima
Zuko le aveva posato la mano.
Aang
avrebbe dovuto riaccompagnarla alla Tribù dell'Acqua e poi
dirottare verso il Paese della Terra per affari politici che
richiedevano la massima attenzione.
La
dominatrice però sentì che doveva ritornare alla
Nazione del Fuoco, in qualche modo.
Aveva
come un presentimento.
Zuko
aveva bisogno di lei.
Chiese
a Aang di tornare indietro, gli spiegò ogni cosa della loro
conversazione e lui accettò, informandola che per almeno un
mese non sarebbe tornato a riprenderla.
Zuko
era furibondo, come aveva potuto Mai fargli una cosa simile?
E
lui che stupido si era fatto illudere, forse era meglio Jin, se solo
avesse risposto a quel bacio con più intensità.
Era
come se gli avessero bruciato il cuore e si sentiva tremendamente
vuoto e solo.
Si
tolse la parte superiore della casacca rimanendo a torso nudo e
incominciò a sferrare il suo dominio a destra e a manca.
“ Stupido!Stupido!Stupido!”
esclamava tra un colpo e l'altro, ruggì una vampata enorme di
fuoco.
Era
esausto e voleva piangere.
Aveva
un groppa alla gola che non ne voleva sapere di sciogliersi.
Si
lasciò cadere a terra, osservando il firmamento sopra di lui.
“ Una
stella in un cielo d'estate, eh zio?” incrociò le
braccia sulle fronte, nascondendosi a quella vista mentre calde
lacrime gli rigarono il volto.
Ad
un tratto un pensiero si fece largo tra i suoi già confusi e
carichi di risentimento.
Voleva
che Katara fosse lì con lui.
“ Così
ti prenderai un accidente” una voce acuta lo raggiunse.
Aprì
gli occhi e vide una figura china su di lui con difficoltà
mise a fuoco, rendendosi conto che era la persona che mai si sarebbe
aspettato di rivedere ed inoltre che era quasi l'alba.
“ Katara...come,
cosa ci fai qui?”.
“ Hai
un aspetto orribile” si sedette vicino a lui, sull'erba del
prato.
“ E'
successo tutto così in fretta, Mai mi ha lasciato,
definitivamente” dichiarò, mettendosi seduto.
“ Mi
dispiace...” gli posò una mano sulle sue.
“ E'
tutto apposto, credo che nel mondo esistano ragazze mille volte
migliori di lei e prima o poi troverò quella giusta”.
“ Sei
ottimista, non è da te, devi essere distrutto. Vuoi
parlarne?”.
“ No.
Ma grazie lo stesso”.
“ Allora,
Aang mi tornerà a prendere tra un mese e nel frattempo ti farò
compagnia”.
“ Sono
lusingato” scherzò.
Guardarono
il sole colorare il cielo di un vivace arancione.
“ E'
bellissimo” mormorò la ragazza al suo fianco, Zuko la
guardò.
Era
davvero l'opposto di Mai in tutto e per tutto, sentì una fitta
al cuore ma passò subito dopo le parole intrise di veleno che
lanciò in riferimento della giovane al suo fianco.
Nel
frattempo che i due continuavano a osservare quello spettacolo
maestoso una donna anziana li controllava già da diverso tempo
dietro un pilastro, aveva un cappuccio scuro che copriva la sua
figura.
Senza
che nessuno la vedesse uscì dalle alte mura, attraversando i
vicoli stretti e arrivando ad una vecchia capanna diroccata, scostò
la tenda sulla porta e notò un fiore rosso disegnato sulla
stessa.
Bussò
in un certo modo due colpi, poi uno, poi due.
Un
uomo con una tunica rossa, calvo e con un espressione perennemente
granitica le aprì.
“ Ama”
sbottò, “ cosa ci fai qui?”.
La
sottoscritta sorrise mesta, “ credo che al Giglio Rosso farà
piacere sapere che esiste ancora una dominatrice nella Tribù
Meridionale dell'acqua”.
“ Non
ci vediamo da molto, ti prego, entra pure”.
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Capitolo 2 *** Rapimento ***
Chi
lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà
a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno
Generale
Iroh
2.
Rapimento
Senza
accorgersene entrambi, continuarono a parlare fino a mattino
inoltrato.
Quando
il ragazzo lanciò un'occhiata al sole se ne rese conto.
“ Oh,
accidenti! La mia graziosa scrivania mi aspetta, un momento...oggi
avevo anche una riunione!” sbraitò, raccolse la veste da
terra e la indosso, “ devo darmi una risistemata in
fretta!Katara” la ragazza lo stava ancora guardando stupita da
quell'improvvisa urgenza che lo aveva trasformato in versione Signore
del Fuoco negligente, non sapeva cosa dirle, “ farò
preparare una stanza per te. Potresti...non lo so, aspettarmi che
finisco l'assemblea. Poi, potremmo fare qualcosa insieme se ti va”
oddio, il modo in cui aveva pronunciato quelle ultime parole sembrava
molto un appuntamento.
“ Sai
cosa? Mi piacerebbe visitare bene la città”.
“ Un
giro turistico?Ti sembro forse una guida?” berciò.
“ No,
per niente. Ma se lo fossi, saresti una guida molto carina e
imbarazzata” scherzò, ridendo fragorosamente non appena
vide la faccia del giovane.
“ Non
prenderla come abitudine” fece per allontanarsi da lei.
“ Va
bene, Zuzu” lo punzecchiò.
Lui
grugnì qualcosa e sparì nel corridoio intorno al
giardino interno.
Katara
sorrise, quel ragazzo era incredibile.
La
giovane decise che l'abbigliamento della tribù dell'acqua non
era l'ideale per camminare per le vie della Nazione del Fuoco.
Domandò
dove si trovava la sua stanza ad una donna che la guardò di
storto ma poi gliela indicò.
Entrò
nella camera e notò subito che era molto luminosa e semplice,
un letto a baldacchino con le tende si ergeva al centro, una
scrivania davanti la porta finestra e un armadio a lato.
Si
avvicinò a questo aprendolo e notando subito la vasta scelta
di abiti.
Prese
un sari rosso, indossandone solo i pantaloni vaporosi e la maglietta
a maniche lunghe che le arrivava poco sotto il seno, lasciando la
pancia piatta in vista.
Mise
le pantofole più scure a punta e si parò davanti allo
specchio.
“ Niente
male Katara, hai sempre una linea perfetta. Tranne per questi
capelli” disse a se stessa toccandoseli.
Li
sciolse, anche i due ciuffi che teneva fermi ai lati con dei
fermagli, gli intrecciò in un improvvisato chignon voluminoso
tenuto da una treccia intorno e lo fermò con un elastico con
una piccola fiamma al centro, lasciando due ciuffi ai lati.
Si
toccò la collana ma non se la tolse, era fiera di appartenere
alla sua tribù.
Sorrise
e uscì dalla stanza.
Si
diresse alla Sala del Trono sentendo i generali discutere
animatamente tra loro persino da fuori.
Rimase
spiazzata ma si appoggiò ad una colonna, attendendo paziente.
Passò
un ora e finalmente gli uomini più valorosi della regione del
fuoco sfilarono davanti a lei senza vederla, tranne uno.
“ Katara”
Iroh le si parò davanti con un sorriso.
“ Generale
Iroh, anche lei qui?”.
“ Bè
sono obbligato a parteciparvici anche se ne farei a meno, e tu cara,
cosa ci fai qui?”.
“ Io
sto aspettando Zuko”.
“ Puoi
entrare, è seduto al tavolo che sta ancora osservando dei
documenti”.
“ La
ringrazio” si congedò con un inchino.
L'uomo
anziano le sorrise di nuovo e se ne andò.
Quando
entrò nell'imponente stanza vide il suo amico, seduto a
osservare concentrato la grande Mappa sul tavolo.
Doveva
ammetterlo, sembrava più grande della sua età in quei
frangenti.
S'inchinò
rispettosamente salutandolo con il gesto nazionale.
“ Katara!
Non ti ho sentita, non c'è bisogno di tutte queste formalità,
rilassati, sono pur sempre io” le regalò un sorriso.
Lei
gli si avvicinò, “ qualcosa non va?”.
“ La
situazione è complicata e la pace è appesa sul filo del
rasoio. Devo prendere una decisione ma a molti non potrebbe piacere e
inoltre, sto aspettando che Aang ritorni” lo vide turbato.
“ Una
volta un principe esiliato smarrito ma risoluto venne da me e mi
disse che doveva fare quello che riteneva giusto, quello in cui crede
sia la scelta migliore”.
“ Credo
di conoscerlo” annuì.
“ Molto
bene, anche” ammise lei sorridendo.
“ Sai
“ ordinò i fogli, “ ora ritengo che sia giunta
l'ora di una pausa, questo può aspettare domani”.
Katara
capì al volo, “ vuoi andare così?” lo
indicò.
“ Ti
crea problemi?”.
“ No...ma
di certo darai molto nell'occhio”.
“ Daremo,
nell'occhio” sfiorò il ciondolo di lei.
“ Potrebbero
fraintendere” .
“ Sinceramente?
Non mi interessa” le rispose alzando le spalle, “
andiamo?” le porse il braccio.
Lei
lo afferrò.
Katara
e Zuko non passarono inosservati, gli abitanti li guardarono sorpresi
e perplessi mentre camminavano tra le strade fianco a fianco.
“ Allora,
di cosa si tratta?”.
“ Cosa?”.
“ Cosa
state pianificando tu e Aang, mi ha parlato di un unificazione,
possibile?”.
“ Sì,
è stata una nostra idea, riunire tutte e quattro le nazioni in
un unica sola”.
“ Ho
capito, ma bisogna valutare vari fronti”.
“ Ma
spero tu non abbia fatto uscire per parlare di questioni politiche”.
“ Ti
fa tanto strano pensare ad una donna immischiata in certe cose?”
lo canzonò.
“ Non
ho mai detto questo è solo...strano?” titubò.
Risero
all'unisono.
Era
piacevole per Zuko stare con Katara, nonostante le divergenze
iniziali erano diventati molti amici e anche se era la classica
rompiscatole-che-non-fa-altro-che-esternare-i-suoi-sentimenti a lui
non dava fastidio solo lo divertiva anche se non lo avrebbe mai
ammesso.
Notò
anche che aveva lasciato gli abiti della sua Tribù per
indossare quelli della Nazione del Fuoco, il rosso creava un
contrasto strabiliante con la pelle scura così come metteva in
evidenza gli occhi chiari e...la collana di sua madre?
Il
giovane indugiò sul ciondolo.
“ Zuko...ehy”
lei mosse una mano davanti agli occhi.
“ Pensavo
che di solito la togliessi quando ti calavi nel ruolo di comune
cittadina della Nazione del Fuoco”.
“ Ti
crea problemi?” le fece il verso di poco prima.
Tossì
mostrando l'evidente impaccio dipinto sul suo volto, “ no, è
solo. Tu sei sempre così...zelante in ogni cosa che fai,
quindi”.
“ Mi
stai dicendo che sono una rompiscatole?” grugnì.
“ Il
più delle volte, ma credo sia un bene” acconsentì
timoroso.
Lei
corrugò la fronte, “ in effetti hai ragione, sono
pesante”.
Zuko
si diede dello stupido mentalmente, quando vide una bancarella colma
di fiocchi di fuoco.
“ Fiocco
di fuoco!” esclamò avvicinandosi, il negoziante non
appena lo vide sudò freddo.
“ Mio
signore, cosa posso fare per voi?” balbettò.
“ Vorrei
un cestino, grazie”.
Katara
osservò l'amico porgergli il cestino.
“ Non
li ho mai assaggiati” ne preso un bel pugno.
“ Vacci
pian--” il viso di lei diventò colore dei suoi abiti, le
sue guance si gonfiarono, li sputò.
“ Ac...acqua”
soffiò, richiamandone un po' dalla fontana per bersela.
Si
sedettero su questa mentre lei continuò a bere.
“ Sei
troppo avventata, ti stavo giusto per dire vacci piano” si
stava trattenendo dal riderle in faccia.
“ Forza,
lo vedo nei tuoi occhi, ridi pure” sbottò stizzita,
stringendosi le braccia al petto.
Zuko
rise come un matto, aveva le lacrime agli occhi e stava per perdere
l'equilibrio.
Katara
ne approfittò, gli diede uno spintone sul braccio, facendolo
cadere nella fontana.
“ Ehy!”
sputò l'acqua dalla bocca a spruzzo sulla sua schiena.
“ Vuoi
la guerra?Ti ricordo che ti stai mettendo contro una dominatrice
dell'acqua” lo avvertì, voltandosi e buttandosi anche
lei nella vasca.
Incominciarono
a schizzarsi a vicenda, lei dalla foga gli saltò addosso da
dietro cercando di tirarlo giù, ridendo come non mai.
Zuko
la spintonò per poi bloccarle i polsi in alto.
“Ho
vinto” esordì sornione, di nuovo a pochi centimetri dal
suo viso.
Qualcuno
tossì per richiamare l'attenzione.
Si
voltarono verso uno sconcertato Iroh.
“ Zio?”
lasciò andare le mani di lei.
“ Zuko,
non credi di aver scelto il posto sbagliato per fare attività
acquatiche?”.
“ Noi...”
in effetti le persone gli osservavano, alcuni ridendo alcuni
lasciandosi andare a commenti sgarbati.
Katara
si strizzò i capelli e lui le diede una mano ad uscire.
Ritornarono
a Palazzo quando Iroh fermò la giovane per un braccio, facendo
segno di seguirlo e l'altro non se ne accorse.
“ Lo
sai, non ho mai visto mio nipote lasciarsi andare così, con
qualcuno poi che non fosse sua madre e io “ disse stupito, alla
ragazza che camminava al suo fianco.
“ Ora
che ci penso è sempre così serio e controllato e quando
ci prova a farsi sopraffare dalle emozioni o si arrabbia o è
impacciato” riflette Katara.
“ Da
bambino gli è stato inculcato che mostrare le emozioni è
da deboli, specie se sei un membro della famiglia reale”.
Si
fermarono davanti al ritratto di Ozai.
“ Lei
non è qui per una visita di piacere, vero?”.
“ Temo
di no” abbassò la voce, “ poco fa mi hanno
chiamato dalla prigione dicendomi che un infezione ha causato la
morte di Ozai”.
“ Il
padre di Zuko è morto?” farfugliò scossa per poi
riprendersi, una dopo l'altra.
“ Già...non
so davvero come dirglielo” sussurrò sconsolato.
Lei
gli toccò un braccio, “ non si preoccupi, lo faremo
insieme”.
“ Sei
un angelo, Katara. Accetto la tua offerta” le diede un colpetto
sulla mano con un sorriso.
Zuko
si asciugò i capelli con l'asciugamano indossando una casacca
rossa, i pantaloni e gli stivali.
Dentro
di sé sentiva qualcosa pizzicargli lo stomaco, era da tanti
anni che non si sentiva così.
Era
la sensazione di essere amato da qualcuno, anche se in modo diverso,
rispetto all'amore per la propria madre e per il proprio zio.
Era
l'essenza della felicità.
La
stessa sensazione di quando sapeva di vedere Aang e tutti gli altri.
L'affetto
di un gruppo, ma loro non lo erano mai stati.
Erano
una famiglia, in cui, incredibilmente, anche lui ci era entrato a far
parte.
Qualcuno
bussò alla porta della sua stanza.
Era
Katara, scura in volto al suo fianco suo zio con la stessa
espressione ma più misurata.
“ Che
succede?”.
“ Zuko...si
tratta di tuo padre” fu suo zio a parlare per primo scansando
la giovane e posandogli le mani sulle spalle.
Lui
capì, si passò una mano tra i capelli sotto shock.
“ Non...non
è possibile”.
Katara
sentì gli occhi pizzicare e si gettò tra le sue
braccia.
Gli
posò una mano sulla guancia ma gli occhi di Zuko si erano
scuriti diventando più vacui mentre il corpo si stava
irrigidendo.
“ Guardami...”
gli sussurrò ma lui non ne volle sapere, chinò la testa
e i capelli scuri gli ricaddero davanti, offuscandogli lo sguardo.
Scostò
la mano di lei in malo modo.
“ Lasciatemi
solo” si chiuse la porta alle spalle.
Iroh
sospirò, “ forse è meglio dargli retta, Katara”.
Passarono
tre giorni, ma Zuko non ne voleva sapere di uscire dalla stanza.
Tutte
le mattina Katara andava da lui bussandogli la porta e con il vassoio
della colazione in mano, nessuna risposta, sapendo che lui era già
sveglio.
Quella
mattina si esercitò con il suo dominio nel piccolo laghetto
all'interno del Palazzo, le piccole anatrughe scivolarono fuori
andandosi a mettere su una pila di massi li vicino.
Era
frustata che lei, la più vicina all'amico in quel momento, non
potesse far nulla.
Quando
sentì dei passi dietro di lei.
“ Generale
Iroh, senta io” si voltò, per poi bloccarsi all'istante
e il suo dominio cessò.
“ Katara,
ma guardati, sei cresciuta dall'ultima volta”.
“ Ama
“ sibilò, cercando di divincolarsi ma era impossibile
sfuggire al dominio del sangue , “ come sei riuscita a evadere?
Lasciami andare immediatamente e combatti vigliacca!” le urlò
addosso.
“ Non
così in fretta mia cara, non voglio ancora ucciderti “
un ghigno sinistro le pervase il volto trasfigurato dagli anni.
Katara
smise di divincolarsi e notò il suo abbigliamento, una tunica
rossa e un giglio dello stesso colore inciso sul petto.
“ Tu...ho
sentito parlare di sfuggita del Giglio Rosso, il Loto Bianco lo stava
cercando diversi anni fa per accettare un accordo di pace tra le due
fazioni per combattere contro il Signore del Fuoco, voi li avete
abbandonati!”.
“ Al
contrario, noi non potevamo tradire Ozai”.
“ Lui
è morto”.
“ Lo
so “ Ama la lasciò andare, “ un vero peccato, ma
lui era solo una pedina”.
“ Che
cosa?” domandò sconvolta.
Ama
rise, “ ci sono molte cose che non sai ma non preoccuparti, le
pedine si stanno già muovendo. Se vuoi che non accada nulla a
questo posto, ti conviene seguirmi”.
Lei
a malincuore la seguì e senza farsi vedere lasciò
cadere a terra la sua collana e si strappò un lembo di manica
lanciandolo vicino a dei gigli a pochi passi da lei.
Fortunatamente
Ama non se ne accorse.
Un
ora dopo Iroh arrivò nel giardino, non trovandovi la ragazza
che cercava.
Camminò
fino a quando non pestò qualcosa, la sua collana era terra, il
ciondolo era rivolto verso destra, trovò un pezzo di stoffa
rosso dei suoi abiti vicino a dei gigli.
“ No...”
raccolse la collana e la mise in una tasca della casacca, doveva
avvisare Zuko, il destino dell'alleanza delle quattro nazioni era in
pericolo.
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Capitolo 3 *** Lord Fènnù ***
Chi
lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà
a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno
Generale
Iroh
3.
Lord Fènnù
Katara
seguì Ama e notò le guardie di Zuko piegate dal
controllo del Dominio del Sangue, lei si era ripromessa a se stessa
che mai più avrebbe riesercitato quella crudeltà su
qualcuno.
“ Ama,
ti supplico. Non far loro del male” disse alla donna davanti a
lei che le dava le spalle.
Questa
con un gesto della mano li liberò.
La
ragazza la ringraziò e svanirono nella notte.
“ Zuko!
Aprimi! “ Iroh bussò alla porta del nipote.
“ Cosa
vuoi, zio?” aprì la porta, la prima cosa che cadde
all'occhio del più anziano erano le occhiaie sotto i suoi
occhi e la voce stanca e lo sguardo inespressivo.
“ Datti
una ripulita” entrò nella stanza con irruenza, “
il Giglio Rosso ha rapito Katara” tirò fuori una Mappa
della Nazione del Fuoco da un forziere a lato della stanza posandolo
sulla scrivania.
Con
una penna incominciò a tratteggiare dei simboli.
Zuko
ci mise un po' a capire quelle parole quando sentì montare la
rabbia dentro di se, per chi l'aveva rapita e anche per se stesso che
aveva permesso accadesse.
“ Aang...non
ne sarà felice, dovevo proteggerla” mormorò
abbattuto.
“ Non
preoccuparti, non la uccideranno. Credo di sapere il motivo per cui
l'hanno rapita” lo rassicurò prendendo la mappa e
toccandogli una spalla, “ so dove trovarla, forza, lo spirito
blu rientrerà in azione questa notte”.
Zuko
gli sorrise, annuendo.
Katara
si risvegliò, Ava le aveva dato un intruglio soporifero, era
buio, lei aveva busto, gambe e braccia legate e ne era sicura non
c'erano fonti d'acqua intorno a lei.
“ Ava.
Ava, dove sei?” alzò la voce ma la stanza era grande e
nessuno le rispose.
Sentì
la paura montarle dentro, perchè?
Pregò
che qualcuno trovasse la sua collana.
La
collera prese il sopravvento su di lei, cercò di liberarsi
muovendosi furiosamente ma più lo faceva più la corda
la feriva.
Quando
sentì qualcosa scattare, una serratura.
La
luna illuminò la figura davanti a lei e anche la stanza colma
di armi.
L'uomo
posò il vassoio su una cassa.
“ Chi
sei?” sbottò, “ dove mi trovo?”.
“ Ava
aveva ragione, fai troppe domande, dominatrice dell'acqua. Quindi tu
saresti la ragazza dell'ultimo dominatore dell'aria nonché
Avatar Aang?”.
“ Non
sono affari tuoi, e tu, tu chi sei?”.
L'uomo
si tolse il cappuccio mostrando la freccia blu sulla testa, lei
deglutì sconvolta.
“ Non,
non è possibile! Sono tutti morti!” era scandalizzata.
“ Dici?
La mia storia è molto complicata, vivevo al Tempio Occidentale
dell'aria, nonostante avessi solo dieci anni ero già diventato
un maestro, poi, un giorno, quasi sessant'anni fa, i dominatori della
Nazione del Fuoco attaccarono il Tempio, io mi nascosi e un uomo con
un mantello rosso si parò davanti a me, voleva uccidermi, ma
ebbe pietà, mi prese con se e da quel giorno in poi rimasi
nascosto al Mondo intero. Quell'uomo era il Capo del Giglio Rosso,
Fènnù e lo è tutt'oggi”.
Katara
era incredula, “ perchè?” soffiò.
“ Nella
vita arrivi a un precipizio dove devi scegliere, ed io dovevo
scegliere tra il morire per essere ricordato o vivere per essere
odiato. Scelsi la seconda, in ogni caso, non mi pento di nulla, il
mio nome comunque è Ayaron”.
La
giovane non rispose, era ancora troppo turbata per farlo.
“ Fossi
in te direi addio alle persone che ami” sibilò.
Fu
allora che lei trovò la forza per reagire e con la mano cercò
di dominare l'acqua del bicchiere e si liberò.
Ayaron
si toccò la barba, “ interessante”.
“ Non
hai ancora visto nulla, siamo su una nave giusto?” chiese lei
conoscendo la risposta a causa delle oscillazioni del pavimento.
Richiamò
l'acqua dell'oceano.
Lui
si difese girando intorno a se stesso e buttandola fuori dal varco
che lei aveva creato per l'acqua, ma Katara velocemente saltò
verso la prua esterna.
Uomini
avvolti da mantelli rossi le stavano puntando addosso delle armi.
“ Yagh!”
lei si difese, buttandoli giù dalla nave.
Quando
vide un ragazzo vestito di nero e una maschera blu raggiungerla
aiutandola.
Usava
due sciabole in maniera letale e precisa, rimase stupita ma continuò
ad aiutarlo.
Uccisero
l'ultimo uomo ma Ayaron li raggiunse sul punto.
“ Bene,
bene. Che spirito!” fu pronto a contrastarli quando una nave si
avvicinò alla loro.
“ Allontanati,
ci penso io “ disse lei allo sconosciuto.
“ Neanche
per sogno, andiamocene” questo la prese per la vita balzando
all'indietro sull'imbarcazione vicina a loro.
“ Ehy,
lasciami!” lei cercò di divincolarsi.
“ Katara,
sono io” mormorò al suo orecchio.
“ Zu...Zuko?!”
esclamò felice di rivederlo.
Lui
la posò a terra, togliendosi la maschera.
“ Mi
dispiace, per come mi sono comportato in questi ultimi giorni”
le disse grattandosi i capelli.
“ Meglio
occuparci dopo di questo” indicò l'altra nave.
Altri
uomini vestiti da mantelle rosse aspettavano un ordine.
“ Ayaran!”
Iroh con un gesto disse ai due giovani di tirarsi indietro, questi lo
fecero.
“ Ma
guarda un po', il grande Capo del Loto Bianco, Lord Fènnù
sarà felice di saperti ancora vivo, Generale Iroh”.
“ Lasciaci
andare” ordinò quest'ultimo.
Ayaran
lo osservò sorridendo beffardo, “ e perchè?”.
“ Lo
sai meglio di me di cosa sono capace” lo minacciò.
Il
monaco dell'aria s'accigliò, “ fate come dice”.
“ Ma
signore...” cercò di opporsi un uomo con il mantello.
“ Non
spetta a me ucciderlo. Fate come ho detto”.
“ Uomini,
ritirata!Ritirata!”.
La
nave si allontanò da quella dei tre.
I
ragazzi con l'anziano andarono in una stanza sottocoperta, Iroh servì
loro del the.
“ Maledizione!
Chi è questo Lord Fènnù?” domandò
Zuko allo zio.
Katara
si strinse le braccia al petto, “ Aang non è l'ultimo
dominatore dell'aria, Zuko”.
“ Che
cosa? Allora perchè lo abbiamo lasciato andare?Zio?”.
“ Calmati,
nipote. Non sottovalutarlo, Ayaron non è così debole
come sembra. E' un maestro come Aang e inoltre, il capo del Giglio
Rosso non è un qualunque individuo”.
“ Che
cosa?”.
“ Lord
Fènnù era uno dei miei uomini migliori ma...venne
ucciso in battaglia. O almeno così credevo, un misterioso
spirito lo aveva riportato in vita donandogli un potere fuori dal
comune, lo considerano un dio nella loro organizzazione. Può
manipolare la mente degli altri”.
I
due rimasero paralizzati.
“ Il
Loto Bianco deve riunirsi per parlare e voi due dovete nascondervi.
Lo so che è importante l'unificazione ma ora come ora la
vostra vita è in pericolo. Zuko tu sei il Signore del Fuoco, a
Palazzo ci sono troppe orecchie e troppi occhi di troppo”
Katara si ricordò delle occhiatacce verso di lei, era per
quello? Erano manipolati da Fènnù? Probabile.
“ Katara
se vieni catturata potrebbero usarti come merce di scambio per il
loro piano che attualmente io non so ancora quale sia ma lo scoprirò
presto”.
“ Dove
possiamo andare? Se andiamo nella Nazione della Terra coinvolgeremo
anche Aang!” s'intromise la stessa.
“ Infatti,
non andrete lì ma al Polo Nord. Mi metterò io in
contatto con Aang e gli spiegherò la situazione così
come anche con i vostri amici” lo zio lasciò al nipote
una pedina del Loto Bianco di Paishou, “andate da Pakku è
spiegategli la situazione, agli altri ci penso io a contattarli”.
“ Sì
ma a parte nasconderci come criminali, cosa faremo al Polo Nord oltre
a nasconderci?” sbottò il ragazzo.
“ Katara
potrà allenarsi per l'imminente battaglia e tu Zuko potresti
vedere se le acque della cascata dello spirito possono guarire quella
cicatrice”.
“ Stai
scherzando?E' una cicatrice”.
“ No,
era un suggerimento. Comunque Zuko devi convincere Re Arnook a unirsi
alla Nazione del Fuoco e alla nostra causa, ma fate attenzione ci
sono spie dappertutto del Giglio Rosso”.
Katara
e Zuko si guardarono.
“ Siete
due persone forti e coraggiose, io ho fiducia in voi” Iroh andò
dietro la ragazza e le allacciò la collana al collo, lei si
toccò il ciondolo.
“ Possiamo
farcela, Zuko” proruppe decisa.
Il
ragazzo socchiuse gli occhi con un sorriso, “ temo di non avere
altra scelta”.
“ Avrete
bisogno di un passaggio”.
Entrambi
osservarono l'anziano interdetti.
“ Ma
prima dovreste mettervi qualcosa di più pesante e soprattutto
Zuko, di blu”.
Katara
ridacchiò.
Dopo
aver indossato pellicce e scarponi i due ragazzi si trovarono sulla
prua della nave a osservare uno strano animale, sotto di loro.
“ Un
delfino gigante?” alzò un sopracciglio, Zuko.
“ E'
una creatura del mare molto intelligente e veloce” spiegò
Iroh.
“ Sono
così emozionata” disse Katara.
“ Io
per niente” incrociò le braccia al petto il Signore del
Fuoco.
Iroh
li spinse giù e loro atterrarono sull'animale.
“ Dovreste
arrivare entrò domani”.
Il
delfino emise un fischio firma e richiamò altri suoi simili.
“ Ci
rivediamo alla Nazione del Fuoco l'ultimo del mese”.
“ Aagh!”
Zuko si strinse da dietro contro Katara che arrossì non appena
il cetaceo si mosse.
“ Scusami”
mormorò mettendosi composto.
Lei
scosse la testa velocemente come per dire che era nulla ed evocò
una bolla d'aria intorno a loro.
“ Arrivederci!”
li salutò Iroh con un sorriso mentre li vide allontanarsi.
“ Mi
dispiace Lord Fènnù, io non...” l'anziana era
inginocchiata con la faccia a terra.
“ Mi
hai deluso molto Ama” un uomo avvolto da un mantello, seduto su
un trono d'ottone, parlò senza emozioni.
“ Non
ricapiterà mi dia una possibilità!”.
Ad
un tratto quest'ultima cominciò a urlare tenendosi la testa.
“ Una
possibilità?Dopo la tua incompetenza dovrei ancora fidarmi di
te?”.
Ama
boccheggiò, poi il dolore nella sua testa finì.
“ Ma
perchè no?Oggi mi sento magnanimo, delle voci mi dicono sono
diretti al Polo Nord, catturali e poi, uccidi la ragazza”.
L'anziana
sogghignò, “ sarà fatto, mio signore”.
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Capitolo 4 *** Polo Nord ***
Chi
lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà
a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno
Generale
Iroh
3.
Polo Nord
Katara
incominciò a vedere le scogliere di ghiaccio ergersi davanti a
loro.
“ Zuko,
guarda!” stranamente il ragazzo era già un po' di minuti
che era addossato sulla sua schiena, lei lo scosse muovendo il suo
corpo.
Nessuna
risposta, allora la ragazza allungò una mano verso la sua che
era gelida.
Già
prima si era lamentato per i brividi.
Sonnolenza,
brividi, mani gelide erano chiari segnali di un inizio di ipotermia,
dopotutto non era abituato a climi così freddi almeno quando
gli dava la caccia era riparato grazie alla nave.
Doveva
assolutamente arrivare il prima possibile alla Tribù del Nord.
“ Più
veloce per favore” e il cetaceo captò al volo e aumentò
l'andatura.
“ Nonna!”
Katara vide Kanna sulle mura insieme a Pakku che osservavano
abbracciati il panorama.
Sentendo
il tono della nipote allarmata Pakku ordinò alle porte di
aprirsi.
Kanna
raggiunse la giovane, “ tesoro, cosa ci fai qui?Un momento
quello con te non è...” la interruppe.
“ Dobbiamo
aiutarlo, presto. Maestro Pakku mi dia una mano”.
“ Ti
avevo detto di chiamarmi nonno, comunque” prese in spalla il
giovane.
Kanna
toccò la spalla alla nipote, “ che succede?”.
“ Ipotermia,
credo perchè...”.
“ No,
quello lo avevo capito. Perchè sei qui?”.
“ E'
una lunga storia, andiamo a casa vostra e ti racconterò tutto”
toccò la mano fasciata dal guanto dell'anziana.
Pakku
incominciò a scaldare dell'acqua tiepida ordinando alle due di
rimanere in cucina.
“ Katara
ti vedo provata, fai una vita troppo frenetica, cara. Dovresti venire
qui e riposarti”.
“ Sto
bene Gran Gran. Non è il momento che io riposi questo”
si tolse la pelliccia posandola sulla sedia, si avvicinò alla
finestra guardando la neve scendere piano.
Pakku
chiamò la ragazza dentro la stanza “ devi darmi una
mano, sta delirando e non riesco a tenerlo fermo per gli impacchi”.
“ D'accordo”.
“ Lui...è
morto. Padre...padre” Zuko aveva la fronte imperlata di sudore
e gli occhi chiusi, la sua espressione mostrava rabbia ma una
profonda confusione.
A
Katara le pianse il cuore vederlo in quello stato e non poterlo
aiutare.
“ Non
deve aver dormito per un po' di tempo” Pakku indicò le
occhiaie del ragazzo.
“ No,
infatti” prese uno sgabello e gli si sedette vicino
stringendogli la mano con entrambe le sue, favorendo anche l'aumento
della temperatura con la sua.
“ Zuko...mi
senti?” lo chiamò dolcemente, staccò una mano per
scostargli i ciuffi madidi di sudore, dalla fronte.
“ Dobbiamo
aspettare che la temperatura si stabilizzi per stare tranquilli”.
Katara
annuì, “ vi lascio soli” Pakku lasciò le
garze e l'acqua tiepida alla giovane e si chiuse la porta alle
spalle.
“ Katara...mi
dispiace, non...ti ho protetta...Aang, perdonami...per tutto quello
che ho fatto” delirò.
Lei
si sedette sul letto e lo abbracciò anche se era un po'
imbarazzata dato che lui era a petto nudo sotto le coperte e poteva
sentire i suoi muscoli tonici contro di lei, era strano che riusciva
a lasciarsi andare a quei gesti con lui solo quando era felice di
vederlo, triste per lui o in questo caso, in pena.
A
Katara risultava difficile abbracciarlo fuori dalle suddette
situazioni.
Zuko
era così...composto.
“ Sì,
non preoccuparti” gli soffiò nell'orecchio.
Il
moro andò avanti a invocare tutte le persone della sua vita e
a perdonarne una a una o a arrabbiarsi come per Azula.
“ Mamma...io...ti
voglio bene” Katara notò le lacrime che uscirono dagli
occhi chiusi del ragazzo, lui strinse la mano di lei.
Forse
pensava fosse sua madre? Perchè ad un certo punto lui aprì
gli occhi e la guardava stralunato, come se vedesse un'altra persona.
“ Perdonami,
madre ” sussurrò.
“ Sì...”
lei gli posò un bacio sulla fronte e alla fine lui chiuse gli
occhi tranquillo, ma pronunciò ancora qualcosa prima di
addormentarsi del tutto, parole che erano ancora rivolte a sua madre,
ne era certa.
“ Katara...è
buona con me, lei mi vuole bene davvero. Proprio come facevi tu ”
mormorò con voce morbida, sorridendo per poi voltarsi di
fianco.
Lei
rimase di stucco ma poi sorrise e scosse la testa, si alzò
tornando in salotto con sua nonna e Pakku.
“ Come
sta?” le chiese l'anziano.
“ E'
stabile, domani mattina dovrebbe stare già meglio”.
La
mattina seguente Zuko aprì gli occhi osservando la bandiera
della Tribù dell'acqua davanti a lui, ci erano riusciti quindi
ad arrivare.
Si
mise seduto rendendosi che era a torso nudo.
“ Ben
sveglio, giovanotto!” Pakku entrò lanciandogli un
maglione spesso da mettersi addosso, “ lo sai che a volte mi
riesce ancora difficile credere che il sovrano della Nazione del
Fuoco sia poco più che ventenne?”.
“ A
chi lo dice” mugugnò.
L'uomo
sorrise, toccandosi un lungo baffo, “ Katara è stata in
pena per te tutta la notte”.
“ Cosa
mi è successo?”.
“ Sei
andato in ipotermia, pensavo che uno scapestrato come te avesse la
pelle più dura”.
“ Ah-ah...ora
dov'è?”.
“ Katara?Dovrebbe
tornare a momenti lei e Kanna sono andate a comprare qualcosa per il
pranzo”.
“ Capisco...ah!”
tirò fuori la pedina di Paishou di suo zio e raccontò
tutto a Pakku.
“ Quindi
è così che stanno le cose, Fènnù è
molto pericoloso” strinse il gettone nella mano, “
partirò appena possibile, ma solo dopo aver insegnato una
tecnica a Katara che le sarà molto utile”.
“ Io
devo parlare con il Re...” cercò di alzarsi ma l'anziano
lo fermò, “ non tornerà prima di domani”.
“ E
io cosa faccio nel frattempo?” gemette.
“ Bè...potresti
vestirti, venire a mangiare qualcosa e conoscere meglio la nostra
Tribù”.
“ So
già tutto di voi” sbottò lui, guardando le spalle
dell'uomo.
“ C'è
sempre qualcosa da imparare”.
Quando
Zuko raggiunse il salotto vide la sua amica intenta a cucinare
qualcosa.
Le
si avvicinò da dietro, lo stomaco di lui brontolò.
“ Ti
sei ripreso, vedo” le sorrise lei, porgendogli un cucchiaio.
Il
ragazzo titubante lo afferrò con la bocca tirando giù
il contenuto.
“ Mph,
è buono” bofonchiò tirando giù la zuppa.
Era
orribile, non gli piaceva il sapore ispido della alghe marine, non
glielo disse perchè il sorriso di lei era fin troppo luminoso,
s'insospettì.
“ Sembri
di buonumore”.
“ Già,
lo sono. Ne vuoi ancora un po'?”.
“ Sì,
ehm...volentieri” prese la ciotola calda in mano e si sedette
al tavolo.“ Tua nonna?”
“ E'
uscita, doveva riunirsi con le guaritrici”.
“ Se
non avete nulla in contrario me ne vado anch'io, quando hai finito,
Katara. Raggiungimi alla piazza per l'allenamento, ho qualcosa da
insegnarti”.
Lo
sguardo fiordaliso s'illuminò, “ certo”.
Appena
se ne andò cadde il silenzio a parte lo scoppiettare della
zuppa.
“Katara”
il ragazzo stringeva ancora la ciotola, oramai con la zuppa quasi
fredda, tra le mani, nervoso, “ ieri notte, ho detto qualcosa
che poteva essere equivocato?” gli occhi ambrati erano
intimoriti e allarmati.
Lei
fece finta di rifletterci, non sapeva cosa dirgli, optò per la
verità.
“ In
realtà, hai detto delle cose molto belle rivolte a tua madre”.
“ Allora
perchè mi sorridi in quel modo? Come se, avessi detto qualcosa
di male su di te e volessi farmela pagare”.
Katara
lo guardò sbigottita, poi capì che probabilmente aveva
frainteso.
“ Zuko,
non c'è bisogno che ti agiti così tanto, rilassati.
Diciamo che...hai detto una cosa carina su di me e sono solo contenta
e orgogliosa di te, credevo che anche mentre deliravi non avresti mai
esposto le tue emozioni”.
Il
giovane abbassò lo sguardo intimidito, “ cos'ho detto?”.
“ Hai
detto che sono buona con te e che ti voglio bene davvero come faceva
tua mamma”.
Lui
in quel momento avrebbe voluto avere una botola vicino a lui per
rinchiudersi dentro dall'imbarazzo.
Si
posò una mano sul viso che stava assumendo un colorito rosso
acceso “ accidenti, dovevo stare proprio male”.
“ Lo
credo anch'io” confermò lei, ridendo.
“ Puoi
dimenticarti di questo?” spostò la mano, guardandola con
lo sguardo socchiuso.
“ Va
bene, ma non vuoi neanche sapere se le penso le cose che hai detto?”.
“ Credo
di no. Non per altro ma lo vedo nei tuoi gesti, quindi ho già
la riposta” dichiarò sicuro.
Fu
il turno di Katara arrossire vistosamente e lui ridacchiò.
“ Allora,
perchè le hai ammesse?” sbottò lei serrando le
braccia al petto.
“ Sei
senza cuore, adesso però” ribadì lui.
E
risero all'unisono.
Katara
e Zuko uscirono insieme, era strano per lui ritrovarsi in quel luogo
pieno di ricordi.
Lei
se ne accorse, “ stai bene?”.
“ Sì
è solo che per me è un po' strano stare qui, ho poco
spirito di adattamento”.
“ Ho
notato, non hai nemmeno mangiato la zuppa di alghe marine”.
“ Perdonami,
rimedierò” s'inchinò.
“ Accidenti,
Zuko! Io sto scherzando, con il tempo ti ci abituerai e non
inchinarti così a me, nella nostra tribù non è
un gesto come un altro”.
“ Che
intendi dire?”.
“ Bè...quando
due persone, insomma...vogliono...stare insieme. L'uomo s'inchina
alla donna, come segno di sottomissione, tipo...significa...ora hai
tutta la mia vita” era a disagio.
Il
ragazzo rimase basito, “ ah-ah” ridacchiò nervoso
e alcuni bambini li stavano guardando indicandoli e ridendoli.
Il
ragazzo li fulminò con lo sguardo e loro se ne andarono
terrorizzati.
Katara
lo tirò via prendendolo per un braccio, “ forza! Andiamo
da Pakku!”.
“ Lo
sai, nella cultura del Nord deve essere solo l'uomo quello a imparare
il dominio, è vietato che una donna combatta”.
“ Perchè
tu si, allora?”.
“ Perchè
mia nonna era la promesso sposa del mio maestro” esclamò
sorniona.
“ Quindi...la
tua è stata solo fortuna di essere la nipote di Kanna”.
“ SEI
CRUDELE!” berciò.
“ Scusa,
scusa” gesticolò con le mani per dare più enfasi.
Zuko
si sedette su un pilastro caduto a terra, usandolo come panchina.
“ Benvenuta,
Katara. Dunque questa tecnica che sto per insegnarti richiede molta
calma e perseveranza, soprattutto. Devi diventare tu stessa come se
fossi l'acqua, controllandola dall'interno di te stessa. L'acqua è
indomabile e solo pochi possono riuscire a fare un simile prodigio di
dominarla con la mente”.
Il
ragazzo era talmente preso dalle parole di Pakku che non si accorse
delle due persone che si erano sedute ai suoi lati.
“ E'
interessante la lezione?”.
“ Sokka!”
il moro si sorprese non poco, “ anche tu qui?”.
“ Anche
noi, vorrai dire” s'intromise Suki, stringendosi di più
nella pelliccia, starnutendo.
“ Ho
ricevuto un messaggio da tuo zio poco fa, mi ha raccontato tutto,
quindi Ama è ancora viva e oltretutto esiste un altro
dominatore dell'aria, Ayaron”.
“ Già,
l'alleanza è in pericolo. Non riusciamo ancora a capire cosa
vogliono”.
“ Credo
che in realtà sia molto semplice. Il controllo sul mondo
intero, distruggendo le nazioni dalle radici...ovvero...”
spiegò Sokka.
“ Oh,
no. Il re della tribù dell'acqua è in pericolo. E lo
sono anche il Re della Terra, Tu e Aang dato che è l'avatar”
disse Suki.
“ Il
re dovrebbe tornare domani, devo assolutamente parlargli e spiegargli
la situazione. Voi due, mi raccomando a chi parlate. Mio zio mi ha
detto che il Giglio Rosso ha spie dappertutto”.
I
due annuirono, e i tre osservarono Katara seduta a terra in
meditazione.
Zuko
si strinse nelle spalle, “ in questo momento mi sto sentendo
più inutile che mai, se fossi alla Nazione del Fuoco potrei
fare qualcosa di più concreto”.
“ Ma
tu sei come la guardia del corpo di mia sorella in sostituzione di
Aang, quindi qualcosa la stai facendo”.
“ Già,
suppongo di sì”.
Suki
gli diede una gomitata, “ allora? Hai già trovato
qualche ragazza carina che sostituisca Mai?”.
“ Su...Suki!
Per piacere, in questo momento non ho tempo per quello”
puntualizzò.
Sokka
rise di gusto.
“ Allora
Ama? Lord Fènnù è stato piuttosto clemente con
te e devo dire che non lo hai deluso” Ayaron osservò
l'uomo dimenarsi, legato all'albero della nave.
“ Avevi
per caso dubbi sulle mie capacità?” .
“ Voi
non sapete cosa state facendo! Lasciatemi immediatamente o ve ne
pentirete! Dove sono i miei uomini?”.
“ Quelle
mammolette? Li ha fatti fuori uno ad uno” un riso sinistro
apparve sul viso dell'anziana, rivolta all'uomo.
Il
Re della tribù dell'acqua rimase scosso.
“ Non
temete altezza, se seguirete le nostre istruzioni non vi sarà
torto neanche un capello” Ayaron gli si avvicinò spinto
da una folata di vento.
“ Tu...sei
un dominatore dell'aria!Com'è possibile? L'avatar era l'unico
rimasto!”.
“ Oh,
voi credete?Penseremo poi anche a lui”.
La
nave scivolò tra i grandi ghiacciai, Ama e Ayaron osservarono
la fortezza sospesa sul mare del Polo Nord.
“ Finalmente,
avrò la mia vendetta” sibilò Ama.
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Capitolo 5 *** In viaggio verso il Regno della Terra ***
Chi
lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà
a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno
Generale
Iroh
4.
In viaggio verso il Regno della Terra
Katara
si risvegliò dalla meditazione e alzandosi per stiracchiarsi
le membra addormentate notò Zuko che la osservava paziente.
Sokka
e Suki si erano dileguati, perchè – volevano stare per i
fatti loro - si sarebbero rivisti domani.
Poi
a lei venne un idea, si fece accordare il permesso da Pakku.
“
Ma
certo, non c'è nessun problema” acconsentì
tranquillo.
Zuko
non capì lo sguardo allegro dell'amica.
Gli
si avvicinò, “ devi seguirmi in un posto”.
“
D'accordo?”
ridomandò come risposta.
Attraversarono
il retro del Palazzo entrando in una piccola porta di legno
circolare.
Ritrovandosi
nell'Oasi dello Spirito, Katara si fermò ad osservare il
laghetto.
“
Sai,
stavo pensando a Aang a come se la sta passando”.
“
Ti
manca?” domandò l'altro mettendosi al suo fianco.
A
quella domanda la giovane abbassò lo sguardo sui pesci Koi, “
sì...a te?Manca Mai?”.
“
Nonostante
si sia comportata come si è comportata con me, non posso dire
che non mi ritrovo a pensarla spesso”.
Katara
lo invitò a sedersi sulle ginocchia davanti a lei che fece lo
stesso.
“
Ti
ricordi a Ba Sing Se che ti avevo detto che quest'acqua aveva
proprietà curative?”.
“
Sì,
mi ricordo”.
“
Non
credo che Tui e La si offendono se ne uso un po' per provare a
guarirti”.
Il
ragazzo si sfiorò la cicatrice con la mano.
Katara
aveva già preso un po' d'acqua con il dominio ma quando fu a
un centimetro dal suo viso, Zuko le bloccò il polso.
“
No,
Katara. Sei molto gentile a fare questo per me, ma se non avessi
questa cicatrice e come se il mio passato fino a questo momento fosse
spazzato via, mio padre è l'unica cosa buona che ha fatto per
me, in un certo senso, se non mi avesse esiliato non sarei mai
arrivato a essere quello che sono, mi capisci?Per me è
importante, è un monito quasi, a me stesso”.
“
Fin
troppo bene” gli sorrise, “ se mai dovessi cambiare idea
però, io sono qui”.
Le
regalò un sorriso timido, “ d'accordo. Però
prendine un po' in ogni caso, c'è l'hai ancora la fiala?”.
“
Certo,
sì è una buona idea” la ragazza immerse la
fialetta nell'acqua, la richiuse e se la rimise al collo.
Quando
un tremore del suolo li fece scattare.
“
Cos'è
stato?”.
Pakku
li raggiunse, “ presto, dovete aiutarci. Ci sono un uomo e una
donna che vi stanno cercando e minacciano di distruggere la fortezza,
inoltre, hanno il Re come ostaggio”.
“
Non
saranno mica...” azzardò il giovane.
“
Ama
e Ayaron” soffiò Katara, “ Zuko tu pensa ad
Ayaron, io ho un conto in sospeso con Ama”.
Questo
annuì e si separarono, Pakku tornò da Kanna.
Zuko
arrivò sulla palizzata davanti all'oceano, attirando
l'attenzione dell'uomo con delle soffiate di fuoco.
“
Ne
hai di fegato ragazzo ad affrontarmi così apertamente, pur
sapendo che il tuo dominio è debole quando cala la notte e
guarda caso, c'è la luna piena”.
“
Io
non sono un ragazzo qualunque...io sono il Signore del Fuoco, Zuko”
tuonò, togliendosi il mantello, pronto a combattere.
“
Sembra
sia la mia giornata fortunata, due piccioni con una fava” si
toccò la barba e senza che il giovane se ne accorgesse era ad
un soffio dal suo viso.
“
Sei
così sicuro di vincere, ragazzino?”.
Zuko
cercò di colpirlo con una lama di fuoco ma questo si parò
con l'aria, facendolo dissolvere.
“
Tutto
qui?E' tutto qui quello che il Signore del Fuoco sa fare?”.
Poi,
vide un ombra pararsi davanti a lui.
“
Sokka!”
esclamò, tra il sollevato e il confuso.
“
Amico,
dovrai vedertela con il Signore del Fuoco e il grande guerriero della
tribù meridionale dell'acqua, mi spiace”.
“
Ehm,
Sokka?”.
“
Non
ora Zuko, non vedi? Ti sto aiutando!”.
“
Dovresti
fare attenzione, sei sul vuoto”.
“
Co---sAAAAAA????”
precipitò giù dalla palizzata, l'altro lo prese al volo
dal colletto della maglia.
“
Mi
stai strozzando!”.
“
Scusa”
lo tirò su.
Sokka
gli sguainò la spada davanti accanto Zuko si mise in posizione
d'attacco.
Ayaron
sbuffò, “ che seccatura”.
Katara
arrivò all'ingresso nord ritrovandosi Ama con un sorriso
beffardo dipinto sul volto.
Ma
prima che la donna evocò il dominio alzando le braccia, due
ventagli la bloccarono al muro.
“
Suki!”.
“
Presto,
Katara! Sconfiggila!” le urlò l'amica, acquattata sopra
il tetto dietro la giovane.
Lei
incominciò a muoversi nelle posizioni tipiche del dominio
dell'acqua ma la donna riuscì a liberarsi dalle armi,
lanciandole contro Suki che non ebbe tempo per proteggersi.
“ SUKI!”
urlò l'altra, lanciando uno scudo di ghiaccio verso di lei ma
troppo tardi, i due ventagli le colpirono uno l'addome l'altro la
spalla e la fecero ribaltare indietro.
Ama
rise compiaciuta, “ sciocche! Nessuno può fermarmi”.
Ma
poi, Katara sopraffatta dalla rabbia utilizzò il Dominio del
Sangue su ama, le lacrime le rigavano le guance, “ mi dispiace,
Ama. Non mi lasci altra scelta!” portò la donna vicino
alla prima nave e la lasciò andare dentro, poi tolse il
dominio e utilizzando quello dell'acqua creò delle onde
trasportando la nave più lontana da lei, quando vide una
scintilla, o meglio un bagliore di fuoco cadere sopra l'imbarcazione.
Zuko,
zoppicante appeso alle spalle di Sokka lanciò un occhiata
all'amica, la mano ancora tesa in direzione della nave dalla torre.
Vide
un uomo gettarsi in mare, Katara lo riconobbe.
“ E'
il Re! Presto!Aiutatelo” urlò un dominatore dalla
palizzata e una decina di uomini dominatori si diressero ad aiutarlo.
Ama
guardò indecifrabile Katara sulla nave in fiamma, la ragazza
rimase turbata da quello spettacolo e si lasciò cadere a terra
per un momento, ricordandosi poi di Suki.
Si
riprese rientrando nella fortezza per cercare l'amica che non ritrovò
dov'era caduta ma solo i suoi ventagli, li prese, allacciandoseli
alla cintura.
“ L'hanno
catturata” corse verso gli altri ragazzi per informarli.
Ayaron
prese la ragazza per il colletto lanciandola contro una parete della
nave.
“ Tu,
ci sarai molto utile quindi non verrai uccisa. Presto, curatela”
ordinò a due donne al suo fianco.
“ Cosa
vuoi dai miei amici?” tuonò quest'ultima.
“ Lord
Fènnù sta riunendo tutti gli uomini più potenti
del Giglio Rosso per distruggere tutti i vertici delle quattro
nazioni e poi assumere lui stesso il controllo del mondo intero!
Cancellando i dominatori dalla faccia della terra...per sempre! La
volontà dei dominatori è più difficile da
piegare, ma non impossibile. Se c'è riuscito con il vecchio
Signore del Fuoco, Ozai. Lo sapevi che durante l'Agni Kai dove il
Principe venne esiliato suo padre era controllato da Fènnù?
Ovviamente però, Ozai, aveva già una buona dose di
crudeltà sua, il nostro signore, l'ha solo, aumentata e gli ha
inferto quella cicatrice sul volto”.
Suki
trasalì, chiudendo gli occhi.
“ Non
ti permetteranno di fare una cosa simile!Le quattro nazioni
combatteranno per la loro libertà!”.
Ayaron
la osservò con gli occhi pece, “ tu credi?Uomini
guidati, senza un Signore?”.
“ Dov'è
Suki, Katara? Non era con te?” domandò Sokka
preoccupato.
“ Mi
dispiace, ma, l'hanno catturata” gli porse i ventagli.
“ No...dobbiamo
salvarla!”.
“ Sono
d'accordo ma è meglio se andiamo solo io e Katara, non è
per niente ma metteresti a repentaglio la tua vita” spiegò
Zuko quando Sokka tolse il braccio dalle sue spalle e lo fece cadere.
“ Ehy!”.
“ Sono
d'accordo con lui Sokka, tu vai dal Re Arnook e raccontagli tutto
quello che sai, c'è una guerra alle porte”.
“ Come
i vecchi tempi! Però questa volta il nemico è dentro la
Nazione del Fuoco”.
“ E
Zuko...” si rivolse la dominatrice, “ sarebbe meglio che
vado da sola a salvare Suki se ti catturano avranno il coltello dalla
parte del manico”.
“ Per
chi mi hai preso scusa?” si alzò a fatica, andando a un
centimetro al viso dell'altra, “ non sono così sciocco.
Però anche per te è pericoloso se ti catturano”.
“ Io
ho un idea” proclamò Sokka.
I
due lo guardarono.
“ Dobbiamo
riunirci a Aang”.
“ Vuoi
mettere in pericolo anche lui, idiota?” sbraitò la
sorella.
“ Non
abbiamo altra scelta, Katara. Dirigiamoci verso il Regno della Terra,
così potremmo avere anche il vantaggio di avere Appa e saremo
più veloci a viaggiare”.
Katara
era contrariata, lo si capiva dall'espressione, non voleva mettere in
pericolo Aang, Zuko si avvicinò all'amica mettendole le mani
sulle spalle, “ so cosa stai provando ma non a caso lui è
l'avatar” le sorrise.
La
giovane alzò lo sguardo verso di lui e gli posò una
mano sulla spalla, “ d'accordo. Il mio allenamento! Come
faremo?”.
“ Partiremo
io e Sokka tu rimani qui a concluderlo, Pakku mi ha informato che sei
a buon punto. Poi ci raggiungerai”.
“ Ve
la caverete?”.
“ Non
preoccuparti, sorellina” diede una gomitata al moro facendo
sobbalzare, “ mi prenderò cura di entrambi”.
“ Non
è per quello solo non fatevi vedere”.
“ Ho
una mongolfiera” spiegò Sokka.
“ E
poi io so badare a me stesso” incrociò le braccia al
petto, il giovane Signore del Fuoco,offeso.
“ A
proposito ma Ayaron?”.
“ Abbiamo
combattuto per un po' poi è scappato, aveva qualcosa in mente.
Come rapire Suki” s'illuminò Sokka.
“ Al
momento, Katara sarai tu ad andare da Re Arnook ad informarlo”.
L'alba
sorse alle loro spalle e per un attimo rimasero ad osservarla
deliziati da quella visione.
“ Ricordi?Io
sorgo con la luna” diede una pacca sul braccio all'amico.
“ Ed
io con il sole. E' il mio giorno allora” le sorrise.
Sokka
li guardò perplesso e alzò le spalle.
Pakku
abbracciò Katara, “ stai bene?”.
“ Sì,
non preoccuparti. Devo concludere il prima possibile l'allenamento,
partirò non appena avrò finito”.
“ Nonno
Pakku” Sokka corse verso di lui cercando di abbracciarlo,
questo gli mise una mano in fronte, mandando i suoi tentativi in
fumo, Zuko rise.
“ Gran
Gran, almeno tu” s'avvicinò con lo sguardo triste verso
la nonna.
“ Ma
certo, nipotino mio” l'anziana strinse Sokka a sé.
Zuko
osservò quella scena con un pizzico di invidia, erano rari i
gesti d'affetto in casa loro, non che lui fosse il tipo da lasciarsi
andare così facilmente. Nemmeno dopo che tornava sfiancato e
quasi mezzo morto da un allenamento, sua madre poi, spesso non era in
casa negli ultimi tempi.
“ Ne
vuoi uno anche tu?” Kanna si sporse verso il giovane con un
amorevole sorriso e le braccia aperte.
“ Prego?”.
L'anziana
lo abbracciò delicatamente, dopo l'imbarazzo iniziale il
giovane si lasciò scivolare via la rigidità del suo
corpo e quella della sua anima ricambiando impacciatamene quel gesto.
Katara
sorrise mentre l'amico gli lanciava occhiate storte ma felici.
Entrarono,
facendo colazione tutti insieme.
“ Ci
sono stati molti danni?” domandò Zuko tenendo un pezzo
di pane a mezz'aria, rivolto a Pakku.
“ Niente
di irreparabile, per fortuna nessuno è morto”.
Calò
il silenzio fino alla fine del pasto.
Katara,
Zuko e Sokka, insieme a Kanna e Pakku si ritrovarono a salutarsi sul
pontile.
La
ragazza abbracciò i due saltando in mezzo a loro, “ ci
rivediamo presto” sussurrò.
Sokka
sorrise a trentadue denti, “ ovvio!”.
Zuko
la guardò con un emozione strana negli occhi, “
certo...” sembrava insicuro.
Lui
insicuro?La ragazza si fece pensierosa ma non gli fece domande.
Il
giovane Signore del Fuoco s'inchinò ai due anziani tenendo un
pugno con la mano. “ Vi ringrazio, di tutto” sorrise.
Pakku
s'inchinò e anche Kanna, fu lui a parlare, “ è
stata un piacere ed un onore aiutare poter aiutare il Signore del
Fuoco”.
Kanna
lo abbracciò ancora una volta, cogliendolo di sorpresa.
“ Prenditi
cura di mio nipote”.
“ Lo
farò” promise con un sorriso alla donna, non aveva mai
avuto la possibilità di conoscere sua nonna ma se provava
immaginarsela, vedeva il sorriso che Kanna gli stava rivolgendo in
quel momento.
Li
salutarono dalla mongolfiera con la mano.
“ A
presto!” urlò Katara vedendoli sparire dietro una coltre
di nuvole.
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