Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno

di Pancake_2309
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giglio Rosso ***
Capitolo 2: *** Rapimento ***
Capitolo 3: *** Lord Fènnù ***
Capitolo 4: *** Polo Nord ***
Capitolo 5: *** In viaggio verso il Regno della Terra ***



Capitolo 1
*** Giglio Rosso ***



Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh


1. Il Giglio Rosso


Ogni volta che Katara sorpassava quelle imponenti porte dorate ecco che improvvisamente l'insicurezza prendeva il sopravvento su di lei.

Aang le stringeva la mano, cercando di rassicurarla ma era tutto inutile.

Toph nonostante le sue maniere impetuose e i suoi cambi d'umore repentini riusciva in qualche modo a trovarsi in perfetta sintonia con quell'ambiente che invece all'amica stava fin troppo stretto così come anche Suki e Sokka.

Cosa non andava in lei?

Ma ecco che il peggio doveva venire, sorpassarono il lungo corridoio arrivando nella Sala del Trono.

Le domestiche cominciarono a lanciarle occhiate ambigue e a fare commenti acidi sul suo abbigliamento e sulla sua acconciatura, la diciassettenne si toccò i capelli a disagio, le lacrime minacciavano di uscirle da un momento all'altro.

“ Va tutto bene, amore?” Aang la fermò con il proprio corpo, molto più alto del suo rispetto a tanti anni addietro.

Certo” gli sorrise, mascherando il turbamento interiore.


Le porte di legno massiccio si spalancarono di colpo, rivelando due figure al centro della stanza.

Zuko e Mai li stavano osservando, entrambi sorridenti.

“ Benvenuti” proclamò la mora, “ ora scusatemi ma devo proprio andare, così vi lascio da soli a rivangare i vecchi tempi, mi spiace ma la cosa mi mette il voltastomaco” lo disse tranquilla.

“ Mai sono passati solo quattro anni” mormorò il Signore del Fuoco esasperato, alzando gli occhi al cielo e stringendosi la punta del naso.

La ragazza gli posò una mano sulla guancia, “ mph, come vuoi tu. Sai dove trovarmi dopo” gli altri la guardarono basiti da quell'atteggiamento ma per niente stupiti tranne Katara che cominciava seriamente a domandarsi cosa trovasse il suo amico in quell'impermeabile umano.

Zuko le sorrise, spostando la sua mano, “ va bene, a dopo” e lei uscì dalla stanza.


Appena Mai varcò la porta, Zuko si tolse il simbolo imperiale lasciando ricadere i capelli scuri appena sopra le spalle e anche il mantello, mostrando lo yukata verde scuro pieno di decorazioni più chiare e dorate quello che di solito metteva nelle occasione informali, ovvero, quando di soppiatto andava alla Sala da The di suo zio, comportandosi come un qualsiasi ragazzo e cittadino di Ba Sing Se.

Gli altri lo guardarono sconvolti, il ventenne sembrò non curarsene, ripiegando con cura il mantello e posandovi sopra il simbolo lo nascose dentro una cassapanca infondo alla stanza.

Spense il fuoco davanti al trono con un gesto delle mani e si rivolse agli amici.

“ Cosa c'è?” domandò stizzito.

Tutti risero di gusto.

“ Caspita, a volte mi dimentico perfino io che nonostante tutto sei ancora quello che si è presentato a noi con il viso da cucciolo bastonato a chiedere scusa e di potersi unire a noi” sghignazzò Sokka.

“ Già, bei tempi!” Toph gli diede una gomitata sul braccio.

“ E se non fosse stato per te non avrei mai potuto scoprire quanto possa far comodo avere un migliore amico che è anche il Signore del Fuoco” sentenziò Aang sorridendo a trentadue denti.

“ Ah-ah, spiritosi” disse Zuko fintamente divertito anche se un sorriso sghembo apparve sul volto di quest'ultimo.


Tutti guardarono Katara con curiosità tranne Zuko che la stava implorando di non metterlo ancora più a disagio interiormente di quanto non lo fosse già.

“ Sì...allora?” chiese lei come risvegliatasi da un sogno, stava ancora riflettendo sui commenti di poco prima delle donne delle pulizie.

“ Katara, tutto bene?” Zuko si accorse dello sguardo assente dell'amica e le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla apprensivo.

“ Certo, Zuko” lo rassicurò con due pacche sulla sua mano che era posata su di lei “ chi vuole un the?” domandò sentendosi come risposta dei vivaci – io.

Dopotutto, non si era mai troppo vecchi per quello.

Ma il ragazzo non se le bevette e sospetto che c'era qualcosa di più grosso che lei si preoccupava di tenere ben nascosto e che turbava il suo sguardo celeste.


Appa ruggì salutando il moro con una mega leccata.

“ Anche io sono felice di rivederti, amico” disse di rimando, pulendosi dalla saliva.

Saltarono tutti e sei in groppa al bisonte volante, puntati malamente da un irritata Mai.

Decise che prima o poi doveva far quattro chiacchiere con il suo irresponsabile fidanzato.


Arrivarono davanti alla graziosa villa e Iroh rimase di sasso a vederseli arrivare tutti e sei, era da tanto che non vedeva il nipote, sempre occupato dietro una scrivania a governare.

“ Ma guarda un po' chi viene a far visita ad un povero vecchio” esclamò allegro, salutandoli non appena varcarono la soglia.

Ma Zuko non passò inosservato, le persone smisero di fare i loro comodi e s'inchinarono a terra così come anche per Aang.

“ Vi prego, non c'è ne bisogno davvero” bofonchiò quest'ultimo, imbarazzato.

“ Ascoltatemi, oggi non avete davanti un Avatar o il Sovrano della Nazione del Fuoco ma solo due semplici ragazzi di città quindi vi prego alzatevi” dichiarò Zuko e così fu, tutti tornarono ad ignorarli.


Iroh li salutò uno ad uno come si deve, li fece accomodare ad un tavolo circolare e chiese cosa poteva offrire ai suoi ospiti preferiti.

“ Decidi tu, zio. Qualsiasi cosa per me va bene” furono tutti d'accordo con il giovane.

L'anziano s'inchinò con un sorriso e li ringraziò.


La Sala si riempì di allegre risa, Toph continuava a rimpinzare Suki di domande su come procedeva la relazione con Sokka, quest'ultima di tanto in tanto si intrometteva con foga e per il resto del tempo giocava con Momo mentre Aang partecipava interessato.

Katara ignorata da tutti o almeno così credeva, incominciò a far roteare il the dentro la tazzina con la mano ma Zuko gliela fermò.


“ Non sembri di buon umore” constatò, lasciandole la mano,quasi dispiaciuto.

“ In effetti, mi capita spesso quando veniamo a trovarti”.

“ Oh...” s'intristì.

“ Cioè! Non fraintendermi sono felicissima di vedere come te la passi, ma...ogni volta che metto piede nel tuo Palazzo le persone, cioè i tuoi domestici...mi criticano”.

“ Cosa? Sei la persona più adorabile di questo pianeta, una volta che ti si conosce meglio ovviamente” le diede una scherzosa spallata.

Lei sorrise un po' rincuorata da quel sincero complimento anche se era stato detto in tono semi-serio, tornando a fissare le foglie che galleggiavano nella tazzina.


“ Zuko...”.

“ Sì?”.

“ Tu...insomma, non ti senti mai fuori posto?”.

Lui posò la sua tazzina sul tavolo, voltandosi con metà busto verso di lei, posò un braccio sul tavolo posandovi la guancia sopra.

“ Ogni giorno, Katara. A volte sinceramente, non vorrei mai aver accettato di diventare quello che sono, certo, ha i suoi pregi...però. Mi sento...anzi non mi sento me stesso. Devi sempre fare attenzione a tutto quello che dici e soprattutto fai, è un incubo a volte ma diciamo che attingo la forza di sopportare la cosa da molte fonti, come Mai e voi, il mio popolo” spiegò pragmatico.

“ Quindi è per questo che vieni spesso qui di nascosto?” lo stuzzicò.

“ Come...” si bloccò, certo suo zio, “ lo sai solo tu?” sembrava ansioso.

“ Sì, stai tranquillo. Me lo ha confessato un mese fa quando io e Aang eravamo passati a salutarlo”.

Sospirò sollevato e lei sorrise divertita.


“ Non essere paranoica comunque, se troverai problemi basta solo che tu venga a dirmelo e ci penso io”.

“ Ti ringrazio” ma non sembrava essersi tranquillizzata del tutto.

Zuko avvicinò il viso al suo, facendola arrossire ma lui sembrava indifferente al disagio che aveva creato alla ragazza.

“ Katara, non c'è nulla di sbagliato in te. Ricordati sempre la persona...che sei” sembrava volesse aggiungere qualcosa ma si bloccò.

Fu Aang che ad un tratto osservò la scena e afferrò la ragazza per le spalle attirandola a sé.

“ Cosa stavate combinando, volevate baciarvi?”.

Diventarono entrambi due pomodori e inveirono contro di lui.

Il ragazzo mise su lo sguardo da cerbiatto per farli smettere.

“ Io...stavo solo scherzando, lo so che non lo fareste mai” si giustificò con un sussurro spezzato.

Gli altri presenti risero.

Iroh passò a raccogliere le stoviglie sporche ritrovandosi a pensare che in realtà quei due pomodori maturi insieme, dopotutto, come coppia non sarebbero stati niente male.


Il pomeriggio passò in un battibaleno e calò la sera, era l'ora dei saluti.

Toph distrusse tutte le articolazioni dei presenti prendendo sotto braccetto Sokka e Suki, portandoseli dietro verso Appa.

Rimasero solo più Aang, Katara e Zuko.

“ Ti ringrazio per averci dedicato un po' del tuo tempo, amico mio” lo salutò inchinandosi e posizionando le mani nel saluto della Nazione del Fuoco.

Katara gli gettò le braccia al collo, “ stammi bene e fai attenzione” gli mormorò all'orecchio, lui annuì.


Li guardò volare via su Appa e lui e Katara si scambiarono un ultimo sorriso.

Iroh mise un braccio intorno alle spalle al nipote, “chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno” dichiarò solenne.

“ Cosa stai farfugliando, zio?” gli domandò senza capire.

“ Oh, niente” alzò le spalle e continuò a ramazzare l'ingresso.

Zuko lo salutò e tornò a Palazzo.

Sicuramente, Mai non sarebbe stata contenta.


Difatti, appena varcò l'ingresso trovò una carrozza e la sua fidanzata davanti a essa con il mantello da viaggio.

“ Sei in partenza?” le chiese andando per abbracciarla, lei lo fermò.

“ Dovrai dirmelo tu”.

“ Che cosa?” si stava arrabbiando, odiava quel tono secco.

“ Sono stufa Zuko. Io ho bisogno di un uomo, un uomo vero che mi dia sicurezze e non che prende e se la va a spassare con una banda di scapestrati, dimenticandosi chi è e qual'è il suo posto”.

“ Quella – banda di scapestrati – sono miei amici” la imitò, era quasi al limite, “ Mai...io tengo davvero molto a te, ti prego, non discutiamo” cercò di baciarla ma lei si scansò.

“ A volte credo preferisci loro a me “ sentenziò, il tono si fece cupo.

“ Cosa?Non è assolutamente vero...tu”.

“ Io cosa, Zuko? Ma non ti vedi? Sei su di giri e stai cercando di trattenerlo a stento, almeno ammettilo che questa vita non ti va più a genio e vuoi tornare a fare quello che facevi una volta, il traditore codardo che mi ha mollata per seguire chi?L' avatar che fino a pochi istanti prima voleva catturare, sei infelice. E se lo sei tu lo sono anche io. Non ti sto chiedendo molto dopotutto, solo che sei arrivato ad un punto di non ritorno e devi scegliere. O loro. O me”.

“ Mi stai chiedendo di non rivederli più? Di pugnalare le uniche persone a cui devo tutto?”.

“ Detesto tutti loro, specie quella Katara” fece il gesto.


Finalmente, capì.

Tu non hai mai amato me, ma hai amato solo quello che rappresento” sibilò.

“ Volevo arrivare anche a quello ma mi hai tolto le parole di bocca”.

“ Non abbiamo più nulla da dirci, addio”.

Bene, addio”.

Bene” ma prima che lei salisse sulla carrozza, lui le afferrò il polso, “ e comunque Katara è cento volte migliore di quanto lo sia tu, così come tutti loro” e la lasciò andare.


Aang posò la pelliccia su Katara, erano rimasti solo loro due seduti su Appa ad ammirare le stelle nel cielo.

Lei si accoccolò di più vicino a lui, e le baciò la testa.

“ Sei la mia stella più preziosa” le mormorò lui e si scambiarono un tenero bacio.

Ad un tratto Katara sentì una fitta sulla spalla che ore prima Zuko le aveva posato la mano.

Aang avrebbe dovuto riaccompagnarla alla Tribù dell'Acqua e poi dirottare verso il Paese della Terra per affari politici che richiedevano la massima attenzione.

La dominatrice però sentì che doveva ritornare alla Nazione del Fuoco, in qualche modo.

Aveva come un presentimento.

Zuko aveva bisogno di lei.

Chiese a Aang di tornare indietro, gli spiegò ogni cosa della loro conversazione e lui accettò, informandola che per almeno un mese non sarebbe tornato a riprenderla.


Zuko era furibondo, come aveva potuto Mai fargli una cosa simile?

E lui che stupido si era fatto illudere, forse era meglio Jin, se solo avesse risposto a quel bacio con più intensità.

Era come se gli avessero bruciato il cuore e si sentiva tremendamente vuoto e solo.

Si tolse la parte superiore della casacca rimanendo a torso nudo e incominciò a sferrare il suo dominio a destra e a manca.

“ Stupido!Stupido!Stupido!” esclamava tra un colpo e l'altro, ruggì una vampata enorme di fuoco.

Era esausto e voleva piangere.

Aveva un groppa alla gola che non ne voleva sapere di sciogliersi.

Si lasciò cadere a terra, osservando il firmamento sopra di lui.

“ Una stella in un cielo d'estate, eh zio?” incrociò le braccia sulle fronte, nascondendosi a quella vista mentre calde lacrime gli rigarono il volto.

Ad un tratto un pensiero si fece largo tra i suoi già confusi e carichi di risentimento.

Voleva che Katara fosse lì con lui.


“ Così ti prenderai un accidente” una voce acuta lo raggiunse.

Aprì gli occhi e vide una figura china su di lui con difficoltà mise a fuoco, rendendosi conto che era la persona che mai si sarebbe aspettato di rivedere ed inoltre che era quasi l'alba.

“ Katara...come, cosa ci fai qui?”.

“ Hai un aspetto orribile” si sedette vicino a lui, sull'erba del prato.

“ E' successo tutto così in fretta, Mai mi ha lasciato, definitivamente” dichiarò, mettendosi seduto.

“ Mi dispiace...” gli posò una mano sulle sue.

“ E' tutto apposto, credo che nel mondo esistano ragazze mille volte migliori di lei e prima o poi troverò quella giusta”.

“ Sei ottimista, non è da te, devi essere distrutto. Vuoi parlarne?”.

“ No. Ma grazie lo stesso”.

“ Allora, Aang mi tornerà a prendere tra un mese e nel frattempo ti farò compagnia”.

“ Sono lusingato” scherzò.

Guardarono il sole colorare il cielo di un vivace arancione.

“ E' bellissimo” mormorò la ragazza al suo fianco, Zuko la guardò.

Era davvero l'opposto di Mai in tutto e per tutto, sentì una fitta al cuore ma passò subito dopo le parole intrise di veleno che lanciò in riferimento della giovane al suo fianco.


Nel frattempo che i due continuavano a osservare quello spettacolo maestoso una donna anziana li controllava già da diverso tempo dietro un pilastro, aveva un cappuccio scuro che copriva la sua figura.

Senza che nessuno la vedesse uscì dalle alte mura, attraversando i vicoli stretti e arrivando ad una vecchia capanna diroccata, scostò la tenda sulla porta e notò un fiore rosso disegnato sulla stessa.

Bussò in un certo modo due colpi, poi uno, poi due.

Un uomo con una tunica rossa, calvo e con un espressione perennemente granitica le aprì.

“ Ama” sbottò, “ cosa ci fai qui?”.

La sottoscritta sorrise mesta, “ credo che al Giglio Rosso farà piacere sapere che esiste ancora una dominatrice nella Tribù Meridionale dell'acqua”.

“ Non ci vediamo da molto, ti prego, entra pure”.


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Capitolo 2
*** Rapimento ***



Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh



2. Rapimento


Senza accorgersene entrambi, continuarono a parlare fino a mattino inoltrato.

Quando il ragazzo lanciò un'occhiata al sole se ne rese conto.

“ Oh, accidenti! La mia graziosa scrivania mi aspetta, un momento...oggi avevo anche una riunione!” sbraitò, raccolse la veste da terra e la indosso, “ devo darmi una risistemata in fretta!Katara” la ragazza lo stava ancora guardando stupita da quell'improvvisa urgenza che lo aveva trasformato in versione Signore del Fuoco negligente, non sapeva cosa dirle, “ farò preparare una stanza per te. Potresti...non lo so, aspettarmi che finisco l'assemblea. Poi, potremmo fare qualcosa insieme se ti va” oddio, il modo in cui aveva pronunciato quelle ultime parole sembrava molto un appuntamento.

“ Sai cosa? Mi piacerebbe visitare bene la città”.

“ Un giro turistico?Ti sembro forse una guida?” berciò.

“ No, per niente. Ma se lo fossi, saresti una guida molto carina e imbarazzata” scherzò, ridendo fragorosamente non appena vide la faccia del giovane.

“ Non prenderla come abitudine” fece per allontanarsi da lei.

“ Va bene, Zuzu” lo punzecchiò.

Lui grugnì qualcosa e sparì nel corridoio intorno al giardino interno.

Katara sorrise, quel ragazzo era incredibile.


La giovane decise che l'abbigliamento della tribù dell'acqua non era l'ideale per camminare per le vie della Nazione del Fuoco.

Domandò dove si trovava la sua stanza ad una donna che la guardò di storto ma poi gliela indicò.

Entrò nella camera e notò subito che era molto luminosa e semplice, un letto a baldacchino con le tende si ergeva al centro, una scrivania davanti la porta finestra e un armadio a lato.

Si avvicinò a questo aprendolo e notando subito la vasta scelta di abiti.

Prese un sari rosso, indossandone solo i pantaloni vaporosi e la maglietta a maniche lunghe che le arrivava poco sotto il seno, lasciando la pancia piatta in vista.

Mise le pantofole più scure a punta e si parò davanti allo specchio.

“ Niente male Katara, hai sempre una linea perfetta. Tranne per questi capelli” disse a se stessa toccandoseli.

Li sciolse, anche i due ciuffi che teneva fermi ai lati con dei fermagli, gli intrecciò in un improvvisato chignon voluminoso tenuto da una treccia intorno e lo fermò con un elastico con una piccola fiamma al centro, lasciando due ciuffi ai lati.

Si toccò la collana ma non se la tolse, era fiera di appartenere alla sua tribù.

Sorrise e uscì dalla stanza.


Si diresse alla Sala del Trono sentendo i generali discutere animatamente tra loro persino da fuori.

Rimase spiazzata ma si appoggiò ad una colonna, attendendo paziente.

Passò un ora e finalmente gli uomini più valorosi della regione del fuoco sfilarono davanti a lei senza vederla, tranne uno.

“ Katara” Iroh le si parò davanti con un sorriso.

“ Generale Iroh, anche lei qui?”.

“ Bè sono obbligato a parteciparvici anche se ne farei a meno, e tu cara, cosa ci fai qui?”.

“ Io sto aspettando Zuko”.

“ Puoi entrare, è seduto al tavolo che sta ancora osservando dei documenti”.

“ La ringrazio” si congedò con un inchino.

L'uomo anziano le sorrise di nuovo e se ne andò.


Quando entrò nell'imponente stanza vide il suo amico, seduto a osservare concentrato la grande Mappa sul tavolo.

Doveva ammetterlo, sembrava più grande della sua età in quei frangenti.

S'inchinò rispettosamente salutandolo con il gesto nazionale.

“ Katara! Non ti ho sentita, non c'è bisogno di tutte queste formalità, rilassati, sono pur sempre io” le regalò un sorriso.

Lei gli si avvicinò, “ qualcosa non va?”.

“ La situazione è complicata e la pace è appesa sul filo del rasoio. Devo prendere una decisione ma a molti non potrebbe piacere e inoltre, sto aspettando che Aang ritorni” lo vide turbato.

“ Una volta un principe esiliato smarrito ma risoluto venne da me e mi disse che doveva fare quello che riteneva giusto, quello in cui crede sia la scelta migliore”.

“ Credo di conoscerlo” annuì.

“ Molto bene, anche” ammise lei sorridendo.

“ Sai “ ordinò i fogli, “ ora ritengo che sia giunta l'ora di una pausa, questo può aspettare domani”.

Katara capì al volo, “ vuoi andare così?” lo indicò.

“ Ti crea problemi?”.

“ No...ma di certo darai molto nell'occhio”.

“ Daremo, nell'occhio” sfiorò il ciondolo di lei.

“ Potrebbero fraintendere” .

“ Sinceramente? Non mi interessa” le rispose alzando le spalle, “ andiamo?” le porse il braccio.

Lei lo afferrò.


Katara e Zuko non passarono inosservati, gli abitanti li guardarono sorpresi e perplessi mentre camminavano tra le strade fianco a fianco.

“ Allora, di cosa si tratta?”.

“ Cosa?”.

“ Cosa state pianificando tu e Aang, mi ha parlato di un unificazione, possibile?”.

“ Sì, è stata una nostra idea, riunire tutte e quattro le nazioni in un unica sola”.

“ Ho capito, ma bisogna valutare vari fronti”.

“ Ma spero tu non abbia fatto uscire per parlare di questioni politiche”.

“ Ti fa tanto strano pensare ad una donna immischiata in certe cose?” lo canzonò.

“ Non ho mai detto questo è solo...strano?” titubò.

Risero all'unisono.


Era piacevole per Zuko stare con Katara, nonostante le divergenze iniziali erano diventati molti amici e anche se era la classica rompiscatole-che-non-fa-altro-che-esternare-i-suoi-sentimenti a lui non dava fastidio solo lo divertiva anche se non lo avrebbe mai ammesso.

Notò anche che aveva lasciato gli abiti della sua Tribù per indossare quelli della Nazione del Fuoco, il rosso creava un contrasto strabiliante con la pelle scura così come metteva in evidenza gli occhi chiari e...la collana di sua madre?

Il giovane indugiò sul ciondolo.

“ Zuko...ehy” lei mosse una mano davanti agli occhi.

“ Pensavo che di solito la togliessi quando ti calavi nel ruolo di comune cittadina della Nazione del Fuoco”.

“ Ti crea problemi?” le fece il verso di poco prima.

Tossì mostrando l'evidente impaccio dipinto sul suo volto, “ no, è solo. Tu sei sempre così...zelante in ogni cosa che fai, quindi”.

“ Mi stai dicendo che sono una rompiscatole?” grugnì.

“ Il più delle volte, ma credo sia un bene” acconsentì timoroso.

Lei corrugò la fronte, “ in effetti hai ragione, sono pesante”.


Zuko si diede dello stupido mentalmente, quando vide una bancarella colma di fiocchi di fuoco.

“ Fiocco di fuoco!” esclamò avvicinandosi, il negoziante non appena lo vide sudò freddo.

“ Mio signore, cosa posso fare per voi?” balbettò.

“ Vorrei un cestino, grazie”.


Katara osservò l'amico porgergli il cestino.

“ Non li ho mai assaggiati” ne preso un bel pugno.

“ Vacci pian--” il viso di lei diventò colore dei suoi abiti, le sue guance si gonfiarono, li sputò.

“ Ac...acqua” soffiò, richiamandone un po' dalla fontana per bersela.

Si sedettero su questa mentre lei continuò a bere.

“ Sei troppo avventata, ti stavo giusto per dire vacci piano” si stava trattenendo dal riderle in faccia.

“ Forza, lo vedo nei tuoi occhi, ridi pure” sbottò stizzita, stringendosi le braccia al petto.


Zuko rise come un matto, aveva le lacrime agli occhi e stava per perdere l'equilibrio.

Katara ne approfittò, gli diede uno spintone sul braccio, facendolo cadere nella fontana.

“ Ehy!” sputò l'acqua dalla bocca a spruzzo sulla sua schiena.

“ Vuoi la guerra?Ti ricordo che ti stai mettendo contro una dominatrice dell'acqua” lo avvertì, voltandosi e buttandosi anche lei nella vasca.

Incominciarono a schizzarsi a vicenda, lei dalla foga gli saltò addosso da dietro cercando di tirarlo giù, ridendo come non mai.

Zuko la spintonò per poi bloccarle i polsi in alto.

Ho vinto” esordì sornione, di nuovo a pochi centimetri dal suo viso.

Qualcuno tossì per richiamare l'attenzione.

Si voltarono verso uno sconcertato Iroh.

“ Zio?” lasciò andare le mani di lei.

“ Zuko, non credi di aver scelto il posto sbagliato per fare attività acquatiche?”.

“ Noi...” in effetti le persone gli osservavano, alcuni ridendo alcuni lasciandosi andare a commenti sgarbati.

Katara si strizzò i capelli e lui le diede una mano ad uscire.


Ritornarono a Palazzo quando Iroh fermò la giovane per un braccio, facendo segno di seguirlo e l'altro non se ne accorse.

“ Lo sai, non ho mai visto mio nipote lasciarsi andare così, con qualcuno poi che non fosse sua madre e io “ disse stupito, alla ragazza che camminava al suo fianco.

“ Ora che ci penso è sempre così serio e controllato e quando ci prova a farsi sopraffare dalle emozioni o si arrabbia o è impacciato” riflette Katara.

“ Da bambino gli è stato inculcato che mostrare le emozioni è da deboli, specie se sei un membro della famiglia reale”.

Si fermarono davanti al ritratto di Ozai.

“ Lei non è qui per una visita di piacere, vero?”.

“ Temo di no” abbassò la voce, “ poco fa mi hanno chiamato dalla prigione dicendomi che un infezione ha causato la morte di Ozai”.

“ Il padre di Zuko è morto?” farfugliò scossa per poi riprendersi, una dopo l'altra.

“ Già...non so davvero come dirglielo” sussurrò sconsolato.

Lei gli toccò un braccio, “ non si preoccupi, lo faremo insieme”.

“ Sei un angelo, Katara. Accetto la tua offerta” le diede un colpetto sulla mano con un sorriso.


Zuko si asciugò i capelli con l'asciugamano indossando una casacca rossa, i pantaloni e gli stivali.

Dentro di sé sentiva qualcosa pizzicargli lo stomaco, era da tanti anni che non si sentiva così.

Era la sensazione di essere amato da qualcuno, anche se in modo diverso, rispetto all'amore per la propria madre e per il proprio zio.

Era l'essenza della felicità.

La stessa sensazione di quando sapeva di vedere Aang e tutti gli altri.

L'affetto di un gruppo, ma loro non lo erano mai stati.

Erano una famiglia, in cui, incredibilmente, anche lui ci era entrato a far parte.

Qualcuno bussò alla porta della sua stanza.

Era Katara, scura in volto al suo fianco suo zio con la stessa espressione ma più misurata.

“ Che succede?”.

“ Zuko...si tratta di tuo padre” fu suo zio a parlare per primo scansando la giovane e posandogli le mani sulle spalle.

Lui capì, si passò una mano tra i capelli sotto shock.

“ Non...non è possibile”.

Katara sentì gli occhi pizzicare e si gettò tra le sue braccia.

Gli posò una mano sulla guancia ma gli occhi di Zuko si erano scuriti diventando più vacui mentre il corpo si stava irrigidendo.

“ Guardami...” gli sussurrò ma lui non ne volle sapere, chinò la testa e i capelli scuri gli ricaddero davanti, offuscandogli lo sguardo.

Scostò la mano di lei in malo modo.

“ Lasciatemi solo” si chiuse la porta alle spalle.

Iroh sospirò, “ forse è meglio dargli retta, Katara”.


Passarono tre giorni, ma Zuko non ne voleva sapere di uscire dalla stanza.

Tutte le mattina Katara andava da lui bussandogli la porta e con il vassoio della colazione in mano, nessuna risposta, sapendo che lui era già sveglio.

Quella mattina si esercitò con il suo dominio nel piccolo laghetto all'interno del Palazzo, le piccole anatrughe scivolarono fuori andandosi a mettere su una pila di massi li vicino.

Era frustata che lei, la più vicina all'amico in quel momento, non potesse far nulla.

Quando sentì dei passi dietro di lei.


“ Generale Iroh, senta io” si voltò, per poi bloccarsi all'istante e il suo dominio cessò.

“ Katara, ma guardati, sei cresciuta dall'ultima volta”.

“ Ama “ sibilò, cercando di divincolarsi ma era impossibile sfuggire al dominio del sangue , “ come sei riuscita a evadere? Lasciami andare immediatamente e combatti vigliacca!” le urlò addosso.

“ Non così in fretta mia cara, non voglio ancora ucciderti “ un ghigno sinistro le pervase il volto trasfigurato dagli anni.

Katara smise di divincolarsi e notò il suo abbigliamento, una tunica rossa e un giglio dello stesso colore inciso sul petto.

“ Tu...ho sentito parlare di sfuggita del Giglio Rosso, il Loto Bianco lo stava cercando diversi anni fa per accettare un accordo di pace tra le due fazioni per combattere contro il Signore del Fuoco, voi li avete abbandonati!”.

“ Al contrario, noi non potevamo tradire Ozai”.

“ Lui è morto”.

“ Lo so “ Ama la lasciò andare, “ un vero peccato, ma lui era solo una pedina”.

“ Che cosa?” domandò sconvolta.

Ama rise, “ ci sono molte cose che non sai ma non preoccuparti, le pedine si stanno già muovendo. Se vuoi che non accada nulla a questo posto, ti conviene seguirmi”.

Lei a malincuore la seguì e senza farsi vedere lasciò cadere a terra la sua collana e si strappò un lembo di manica lanciandolo vicino a dei gigli a pochi passi da lei.

Fortunatamente Ama non se ne accorse.


Un ora dopo Iroh arrivò nel giardino, non trovandovi la ragazza che cercava.

Camminò fino a quando non pestò qualcosa, la sua collana era terra, il ciondolo era rivolto verso destra, trovò un pezzo di stoffa rosso dei suoi abiti vicino a dei gigli.

“ No...” raccolse la collana e la mise in una tasca della casacca, doveva avvisare Zuko, il destino dell'alleanza delle quattro nazioni era in pericolo.


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Capitolo 3
*** Lord Fènnù ***



Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh



3. Lord Fènnù


Katara seguì Ama e notò le guardie di Zuko piegate dal controllo del Dominio del Sangue, lei si era ripromessa a se stessa che mai più avrebbe riesercitato quella crudeltà su qualcuno.

“ Ama, ti supplico. Non far loro del male” disse alla donna davanti a lei che le dava le spalle.

Questa con un gesto della mano li liberò.

La ragazza la ringraziò e svanirono nella notte.


“ Zuko! Aprimi! “ Iroh bussò alla porta del nipote.

“ Cosa vuoi, zio?” aprì la porta, la prima cosa che cadde all'occhio del più anziano erano le occhiaie sotto i suoi occhi e la voce stanca e lo sguardo inespressivo.

“ Datti una ripulita” entrò nella stanza con irruenza, “ il Giglio Rosso ha rapito Katara” tirò fuori una Mappa della Nazione del Fuoco da un forziere a lato della stanza posandolo sulla scrivania.

Con una penna incominciò a tratteggiare dei simboli.

Zuko ci mise un po' a capire quelle parole quando sentì montare la rabbia dentro di se, per chi l'aveva rapita e anche per se stesso che aveva permesso accadesse.

“ Aang...non ne sarà felice, dovevo proteggerla” mormorò abbattuto.

“ Non preoccuparti, non la uccideranno. Credo di sapere il motivo per cui l'hanno rapita” lo rassicurò prendendo la mappa e toccandogli una spalla, “ so dove trovarla, forza, lo spirito blu rientrerà in azione questa notte”.

Zuko gli sorrise, annuendo.


Katara si risvegliò, Ava le aveva dato un intruglio soporifero, era buio, lei aveva busto, gambe e braccia legate e ne era sicura non c'erano fonti d'acqua intorno a lei.

“ Ava. Ava, dove sei?” alzò la voce ma la stanza era grande e nessuno le rispose.

Sentì la paura montarle dentro, perchè?

Pregò che qualcuno trovasse la sua collana.

La collera prese il sopravvento su di lei, cercò di liberarsi muovendosi furiosamente ma più lo faceva più la corda la feriva.

Quando sentì qualcosa scattare, una serratura.

La luna illuminò la figura davanti a lei e anche la stanza colma di armi.

L'uomo posò il vassoio su una cassa.

“ Chi sei?” sbottò, “ dove mi trovo?”.

“ Ava aveva ragione, fai troppe domande, dominatrice dell'acqua. Quindi tu saresti la ragazza dell'ultimo dominatore dell'aria nonché Avatar Aang?”.

“ Non sono affari tuoi, e tu, tu chi sei?”.

L'uomo si tolse il cappuccio mostrando la freccia blu sulla testa, lei deglutì sconvolta.

“ Non, non è possibile! Sono tutti morti!” era scandalizzata.

“ Dici? La mia storia è molto complicata, vivevo al Tempio Occidentale dell'aria, nonostante avessi solo dieci anni ero già diventato un maestro, poi, un giorno, quasi sessant'anni fa, i dominatori della Nazione del Fuoco attaccarono il Tempio, io mi nascosi e un uomo con un mantello rosso si parò davanti a me, voleva uccidermi, ma ebbe pietà, mi prese con se e da quel giorno in poi rimasi nascosto al Mondo intero. Quell'uomo era il Capo del Giglio Rosso, Fènnù e lo è tutt'oggi”.

Katara era incredula, “ perchè?” soffiò.

“ Nella vita arrivi a un precipizio dove devi scegliere, ed io dovevo scegliere tra il morire per essere ricordato o vivere per essere odiato. Scelsi la seconda, in ogni caso, non mi pento di nulla, il mio nome comunque è Ayaron”.

La giovane non rispose, era ancora troppo turbata per farlo.

“ Fossi in te direi addio alle persone che ami” sibilò.

Fu allora che lei trovò la forza per reagire e con la mano cercò di dominare l'acqua del bicchiere e si liberò.

Ayaron si toccò la barba, “ interessante”.

“ Non hai ancora visto nulla, siamo su una nave giusto?” chiese lei conoscendo la risposta a causa delle oscillazioni del pavimento.

Richiamò l'acqua dell'oceano.

Lui si difese girando intorno a se stesso e buttandola fuori dal varco che lei aveva creato per l'acqua, ma Katara velocemente saltò verso la prua esterna.

Uomini avvolti da mantelli rossi le stavano puntando addosso delle armi.

“ Yagh!” lei si difese, buttandoli giù dalla nave.

Quando vide un ragazzo vestito di nero e una maschera blu raggiungerla aiutandola.

Usava due sciabole in maniera letale e precisa, rimase stupita ma continuò ad aiutarlo.

Uccisero l'ultimo uomo ma Ayaron li raggiunse sul punto.

“ Bene, bene. Che spirito!” fu pronto a contrastarli quando una nave si avvicinò alla loro.

“ Allontanati, ci penso io “ disse lei allo sconosciuto.

“ Neanche per sogno, andiamocene” questo la prese per la vita balzando all'indietro sull'imbarcazione vicina a loro.

“ Ehy, lasciami!” lei cercò di divincolarsi.

“ Katara, sono io” mormorò al suo orecchio.

“ Zu...Zuko?!” esclamò felice di rivederlo.

Lui la posò a terra, togliendosi la maschera.

“ Mi dispiace, per come mi sono comportato in questi ultimi giorni” le disse grattandosi i capelli.

“ Meglio occuparci dopo di questo” indicò l'altra nave.

Altri uomini vestiti da mantelle rosse aspettavano un ordine.

“ Ayaran!” Iroh con un gesto disse ai due giovani di tirarsi indietro, questi lo fecero.


“ Ma guarda un po', il grande Capo del Loto Bianco, Lord Fènnù sarà felice di saperti ancora vivo, Generale Iroh”.

“ Lasciaci andare” ordinò quest'ultimo.

Ayaran lo osservò sorridendo beffardo, “ e perchè?”.

“ Lo sai meglio di me di cosa sono capace” lo minacciò.

Il monaco dell'aria s'accigliò, “ fate come dice”.

“ Ma signore...” cercò di opporsi un uomo con il mantello.

“ Non spetta a me ucciderlo. Fate come ho detto”.

“ Uomini, ritirata!Ritirata!”.

La nave si allontanò da quella dei tre.


I ragazzi con l'anziano andarono in una stanza sottocoperta, Iroh servì loro del the.

“ Maledizione! Chi è questo Lord Fènnù?” domandò Zuko allo zio.

Katara si strinse le braccia al petto, “ Aang non è l'ultimo dominatore dell'aria, Zuko”.

“ Che cosa? Allora perchè lo abbiamo lasciato andare?Zio?”.

“ Calmati, nipote. Non sottovalutarlo, Ayaron non è così debole come sembra. E' un maestro come Aang e inoltre, il capo del Giglio Rosso non è un qualunque individuo”.

“ Che cosa?”.

“ Lord Fènnù era uno dei miei uomini migliori ma...venne ucciso in battaglia. O almeno così credevo, un misterioso spirito lo aveva riportato in vita donandogli un potere fuori dal comune, lo considerano un dio nella loro organizzazione. Può manipolare la mente degli altri”.

I due rimasero paralizzati.

“ Il Loto Bianco deve riunirsi per parlare e voi due dovete nascondervi. Lo so che è importante l'unificazione ma ora come ora la vostra vita è in pericolo. Zuko tu sei il Signore del Fuoco, a Palazzo ci sono troppe orecchie e troppi occhi di troppo” Katara si ricordò delle occhiatacce verso di lei, era per quello? Erano manipolati da Fènnù? Probabile.

“ Katara se vieni catturata potrebbero usarti come merce di scambio per il loro piano che attualmente io non so ancora quale sia ma lo scoprirò presto”.

“ Dove possiamo andare? Se andiamo nella Nazione della Terra coinvolgeremo anche Aang!” s'intromise la stessa.

“ Infatti, non andrete lì ma al Polo Nord. Mi metterò io in contatto con Aang e gli spiegherò la situazione così come anche con i vostri amici” lo zio lasciò al nipote una pedina del Loto Bianco di Paishou, “andate da Pakku è spiegategli la situazione, agli altri ci penso io a contattarli”.

“ Sì ma a parte nasconderci come criminali, cosa faremo al Polo Nord oltre a nasconderci?” sbottò il ragazzo.

“ Katara potrà allenarsi per l'imminente battaglia e tu Zuko potresti vedere se le acque della cascata dello spirito possono guarire quella cicatrice”.

“ Stai scherzando?E' una cicatrice”.

“ No, era un suggerimento. Comunque Zuko devi convincere Re Arnook a unirsi alla Nazione del Fuoco e alla nostra causa, ma fate attenzione ci sono spie dappertutto del Giglio Rosso”.

Katara e Zuko si guardarono.

“ Siete due persone forti e coraggiose, io ho fiducia in voi” Iroh andò dietro la ragazza e le allacciò la collana al collo, lei si toccò il ciondolo.

“ Possiamo farcela, Zuko” proruppe decisa.

Il ragazzo socchiuse gli occhi con un sorriso, “ temo di non avere altra scelta”.

“ Avrete bisogno di un passaggio”.

Entrambi osservarono l'anziano interdetti.

“ Ma prima dovreste mettervi qualcosa di più pesante e soprattutto Zuko, di blu”.

Katara ridacchiò.


Dopo aver indossato pellicce e scarponi i due ragazzi si trovarono sulla prua della nave a osservare uno strano animale, sotto di loro.

“ Un delfino gigante?” alzò un sopracciglio, Zuko.

“ E' una creatura del mare molto intelligente e veloce” spiegò Iroh.

“ Sono così emozionata” disse Katara.

“ Io per niente” incrociò le braccia al petto il Signore del Fuoco.

Iroh li spinse giù e loro atterrarono sull'animale.

“ Dovreste arrivare entrò domani”.

Il delfino emise un fischio firma e richiamò altri suoi simili.

“ Ci rivediamo alla Nazione del Fuoco l'ultimo del mese”.

“ Aagh!” Zuko si strinse da dietro contro Katara che arrossì non appena il cetaceo si mosse.

“ Scusami” mormorò mettendosi composto.

Lei scosse la testa velocemente come per dire che era nulla ed evocò una bolla d'aria intorno a loro.

“ Arrivederci!” li salutò Iroh con un sorriso mentre li vide allontanarsi.


“ Mi dispiace Lord Fènnù, io non...” l'anziana era inginocchiata con la faccia a terra.

“ Mi hai deluso molto Ama” un uomo avvolto da un mantello, seduto su un trono d'ottone, parlò senza emozioni.

“ Non ricapiterà mi dia una possibilità!”.

Ad un tratto quest'ultima cominciò a urlare tenendosi la testa.

“ Una possibilità?Dopo la tua incompetenza dovrei ancora fidarmi di te?”.

Ama boccheggiò, poi il dolore nella sua testa finì.

“ Ma perchè no?Oggi mi sento magnanimo, delle voci mi dicono sono diretti al Polo Nord, catturali e poi, uccidi la ragazza”.

L'anziana sogghignò, “ sarà fatto, mio signore”.


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Capitolo 4
*** Polo Nord ***



Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh


3. Polo Nord


Katara incominciò a vedere le scogliere di ghiaccio ergersi davanti a loro.

Zuko, guarda!” stranamente il ragazzo era già un po' di minuti che era addossato sulla sua schiena, lei lo scosse muovendo il suo corpo.

Nessuna risposta, allora la ragazza allungò una mano verso la sua che era gelida.

Già prima si era lamentato per i brividi.

Sonnolenza, brividi, mani gelide erano chiari segnali di un inizio di ipotermia, dopotutto non era abituato a climi così freddi almeno quando gli dava la caccia era riparato grazie alla nave.

Doveva assolutamente arrivare il prima possibile alla Tribù del Nord.

Più veloce per favore” e il cetaceo captò al volo e aumentò l'andatura.


Nonna!” Katara vide Kanna sulle mura insieme a Pakku che osservavano abbracciati il panorama.

Sentendo il tono della nipote allarmata Pakku ordinò alle porte di aprirsi.

Kanna raggiunse la giovane, “ tesoro, cosa ci fai qui?Un momento quello con te non è...” la interruppe.

Dobbiamo aiutarlo, presto. Maestro Pakku mi dia una mano”.

Ti avevo detto di chiamarmi nonno, comunque” prese in spalla il giovane.

Kanna toccò la spalla alla nipote, “ che succede?”.

Ipotermia, credo perchè...”.

No, quello lo avevo capito. Perchè sei qui?”.

E' una lunga storia, andiamo a casa vostra e ti racconterò tutto” toccò la mano fasciata dal guanto dell'anziana.


Pakku incominciò a scaldare dell'acqua tiepida ordinando alle due di rimanere in cucina.

Katara ti vedo provata, fai una vita troppo frenetica, cara. Dovresti venire qui e riposarti”.

Sto bene Gran Gran. Non è il momento che io riposi questo” si tolse la pelliccia posandola sulla sedia, si avvicinò alla finestra guardando la neve scendere piano.


Pakku chiamò la ragazza dentro la stanza “ devi darmi una mano, sta delirando e non riesco a tenerlo fermo per gli impacchi”.

D'accordo”.

Lui...è morto. Padre...padre” Zuko aveva la fronte imperlata di sudore e gli occhi chiusi, la sua espressione mostrava rabbia ma una profonda confusione.

A Katara le pianse il cuore vederlo in quello stato e non poterlo aiutare.

Non deve aver dormito per un po' di tempo” Pakku indicò le occhiaie del ragazzo.

No, infatti” prese uno sgabello e gli si sedette vicino stringendogli la mano con entrambe le sue, favorendo anche l'aumento della temperatura con la sua.

Zuko...mi senti?” lo chiamò dolcemente, staccò una mano per scostargli i ciuffi madidi di sudore, dalla fronte.

Dobbiamo aspettare che la temperatura si stabilizzi per stare tranquilli”.

Katara annuì, “ vi lascio soli” Pakku lasciò le garze e l'acqua tiepida alla giovane e si chiuse la porta alle spalle.


Katara...mi dispiace, non...ti ho protetta...Aang, perdonami...per tutto quello che ho fatto” delirò.

Lei si sedette sul letto e lo abbracciò anche se era un po' imbarazzata dato che lui era a petto nudo sotto le coperte e poteva sentire i suoi muscoli tonici contro di lei, era strano che riusciva a lasciarsi andare a quei gesti con lui solo quando era felice di vederlo, triste per lui o in questo caso, in pena.

A Katara risultava difficile abbracciarlo fuori dalle suddette situazioni.

Zuko era così...composto.

Sì, non preoccuparti” gli soffiò nell'orecchio.

Il moro andò avanti a invocare tutte le persone della sua vita e a perdonarne una a una o a arrabbiarsi come per Azula.

Mamma...io...ti voglio bene” Katara notò le lacrime che uscirono dagli occhi chiusi del ragazzo, lui strinse la mano di lei.

Forse pensava fosse sua madre? Perchè ad un certo punto lui aprì gli occhi e la guardava stralunato, come se vedesse un'altra persona.

Perdonami, madre ” sussurrò.

Sì...” lei gli posò un bacio sulla fronte e alla fine lui chiuse gli occhi tranquillo, ma pronunciò ancora qualcosa prima di addormentarsi del tutto, parole che erano ancora rivolte a sua madre, ne era certa.

Katara...è buona con me, lei mi vuole bene davvero. Proprio come facevi tu ” mormorò con voce morbida, sorridendo per poi voltarsi di fianco.

Lei rimase di stucco ma poi sorrise e scosse la testa, si alzò tornando in salotto con sua nonna e Pakku.

Come sta?” le chiese l'anziano.

E' stabile, domani mattina dovrebbe stare già meglio”.


La mattina seguente Zuko aprì gli occhi osservando la bandiera della Tribù dell'acqua davanti a lui, ci erano riusciti quindi ad arrivare.

Si mise seduto rendendosi che era a torso nudo.

Ben sveglio, giovanotto!” Pakku entrò lanciandogli un maglione spesso da mettersi addosso, “ lo sai che a volte mi riesce ancora difficile credere che il sovrano della Nazione del Fuoco sia poco più che ventenne?”.

A chi lo dice” mugugnò.

L'uomo sorrise, toccandosi un lungo baffo, “ Katara è stata in pena per te tutta la notte”.

Cosa mi è successo?”.

Sei andato in ipotermia, pensavo che uno scapestrato come te avesse la pelle più dura”.

Ah-ah...ora dov'è?”.

Katara?Dovrebbe tornare a momenti lei e Kanna sono andate a comprare qualcosa per il pranzo”.

Capisco...ah!” tirò fuori la pedina di Paishou di suo zio e raccontò tutto a Pakku.


Quindi è così che stanno le cose, Fènnù è molto pericoloso” strinse il gettone nella mano, “ partirò appena possibile, ma solo dopo aver insegnato una tecnica a Katara che le sarà molto utile”.

Io devo parlare con il Re...” cercò di alzarsi ma l'anziano lo fermò, “ non tornerà prima di domani”.

E io cosa faccio nel frattempo?” gemette.

Bè...potresti vestirti, venire a mangiare qualcosa e conoscere meglio la nostra Tribù”.

So già tutto di voi” sbottò lui, guardando le spalle dell'uomo.

C'è sempre qualcosa da imparare”.


Quando Zuko raggiunse il salotto vide la sua amica intenta a cucinare qualcosa.

Le si avvicinò da dietro, lo stomaco di lui brontolò.

Ti sei ripreso, vedo” le sorrise lei, porgendogli un cucchiaio.

Il ragazzo titubante lo afferrò con la bocca tirando giù il contenuto.

Mph, è buono” bofonchiò tirando giù la zuppa.

Era orribile, non gli piaceva il sapore ispido della alghe marine, non glielo disse perchè il sorriso di lei era fin troppo luminoso, s'insospettì.

Sembri di buonumore”.

Già, lo sono. Ne vuoi ancora un po'?”.

Sì, ehm...volentieri” prese la ciotola calda in mano e si sedette al tavolo.“ Tua nonna?”

E' uscita, doveva riunirsi con le guaritrici”.

Se non avete nulla in contrario me ne vado anch'io, quando hai finito, Katara. Raggiungimi alla piazza per l'allenamento, ho qualcosa da insegnarti”.

Lo sguardo fiordaliso s'illuminò, “ certo”.

Appena se ne andò cadde il silenzio a parte lo scoppiettare della zuppa.


Katara” il ragazzo stringeva ancora la ciotola, oramai con la zuppa quasi fredda, tra le mani, nervoso, “ ieri notte, ho detto qualcosa che poteva essere equivocato?” gli occhi ambrati erano intimoriti e allarmati.

Lei fece finta di rifletterci, non sapeva cosa dirgli, optò per la verità.

In realtà, hai detto delle cose molto belle rivolte a tua madre”.

Allora perchè mi sorridi in quel modo? Come se, avessi detto qualcosa di male su di te e volessi farmela pagare”.

Katara lo guardò sbigottita, poi capì che probabilmente aveva frainteso.

Zuko, non c'è bisogno che ti agiti così tanto, rilassati. Diciamo che...hai detto una cosa carina su di me e sono solo contenta e orgogliosa di te, credevo che anche mentre deliravi non avresti mai esposto le tue emozioni”.

Il giovane abbassò lo sguardo intimidito, “ cos'ho detto?”.

Hai detto che sono buona con te e che ti voglio bene davvero come faceva tua mamma”.

Lui in quel momento avrebbe voluto avere una botola vicino a lui per rinchiudersi dentro dall'imbarazzo.

Si posò una mano sul viso che stava assumendo un colorito rosso acceso “ accidenti, dovevo stare proprio male”.

Lo credo anch'io” confermò lei, ridendo.

Puoi dimenticarti di questo?” spostò la mano, guardandola con lo sguardo socchiuso.

Va bene, ma non vuoi neanche sapere se le penso le cose che hai detto?”.

Credo di no. Non per altro ma lo vedo nei tuoi gesti, quindi ho già la riposta” dichiarò sicuro.

Fu il turno di Katara arrossire vistosamente e lui ridacchiò.

Allora, perchè le hai ammesse?” sbottò lei serrando le braccia al petto.

Sei senza cuore, adesso però” ribadì lui.

E risero all'unisono.


Katara e Zuko uscirono insieme, era strano per lui ritrovarsi in quel luogo pieno di ricordi.

Lei se ne accorse, “ stai bene?”.

Sì è solo che per me è un po' strano stare qui, ho poco spirito di adattamento”.

Ho notato, non hai nemmeno mangiato la zuppa di alghe marine”.

Perdonami, rimedierò” s'inchinò.

Accidenti, Zuko! Io sto scherzando, con il tempo ti ci abituerai e non inchinarti così a me, nella nostra tribù non è un gesto come un altro”.

Che intendi dire?”.

Bè...quando due persone, insomma...vogliono...stare insieme. L'uomo s'inchina alla donna, come segno di sottomissione, tipo...significa...ora hai tutta la mia vita” era a disagio.

Il ragazzo rimase basito, “ ah-ah” ridacchiò nervoso e alcuni bambini li stavano guardando indicandoli e ridendoli.

Il ragazzo li fulminò con lo sguardo e loro se ne andarono terrorizzati.

Katara lo tirò via prendendolo per un braccio, “ forza! Andiamo da Pakku!”.


Lo sai, nella cultura del Nord deve essere solo l'uomo quello a imparare il dominio, è vietato che una donna combatta”.

Perchè tu si, allora?”.

Perchè mia nonna era la promesso sposa del mio maestro” esclamò sorniona.

Quindi...la tua è stata solo fortuna di essere la nipote di Kanna”.

SEI CRUDELE!” berciò.

Scusa, scusa” gesticolò con le mani per dare più enfasi.


Zuko si sedette su un pilastro caduto a terra, usandolo come panchina.

Benvenuta, Katara. Dunque questa tecnica che sto per insegnarti richiede molta calma e perseveranza, soprattutto. Devi diventare tu stessa come se fossi l'acqua, controllandola dall'interno di te stessa. L'acqua è indomabile e solo pochi possono riuscire a fare un simile prodigio di dominarla con la mente”.

Il ragazzo era talmente preso dalle parole di Pakku che non si accorse delle due persone che si erano sedute ai suoi lati.

E' interessante la lezione?”.

Sokka!” il moro si sorprese non poco, “ anche tu qui?”.

Anche noi, vorrai dire” s'intromise Suki, stringendosi di più nella pelliccia, starnutendo.

Ho ricevuto un messaggio da tuo zio poco fa, mi ha raccontato tutto, quindi Ama è ancora viva e oltretutto esiste un altro dominatore dell'aria, Ayaron”.

Già, l'alleanza è in pericolo. Non riusciamo ancora a capire cosa vogliono”.

Credo che in realtà sia molto semplice. Il controllo sul mondo intero, distruggendo le nazioni dalle radici...ovvero...” spiegò Sokka.

Oh, no. Il re della tribù dell'acqua è in pericolo. E lo sono anche il Re della Terra, Tu e Aang dato che è l'avatar” disse Suki.

Il re dovrebbe tornare domani, devo assolutamente parlargli e spiegargli la situazione. Voi due, mi raccomando a chi parlate. Mio zio mi ha detto che il Giglio Rosso ha spie dappertutto”.

I due annuirono, e i tre osservarono Katara seduta a terra in meditazione.

Zuko si strinse nelle spalle, “ in questo momento mi sto sentendo più inutile che mai, se fossi alla Nazione del Fuoco potrei fare qualcosa di più concreto”.

Ma tu sei come la guardia del corpo di mia sorella in sostituzione di Aang, quindi qualcosa la stai facendo”.

Già, suppongo di sì”.

Suki gli diede una gomitata, “ allora? Hai già trovato qualche ragazza carina che sostituisca Mai?”.

Su...Suki! Per piacere, in questo momento non ho tempo per quello” puntualizzò.

Sokka rise di gusto.


Allora Ama? Lord Fènnù è stato piuttosto clemente con te e devo dire che non lo hai deluso” Ayaron osservò l'uomo dimenarsi, legato all'albero della nave.

Avevi per caso dubbi sulle mie capacità?” .

Voi non sapete cosa state facendo! Lasciatemi immediatamente o ve ne pentirete! Dove sono i miei uomini?”.

Quelle mammolette? Li ha fatti fuori uno ad uno” un riso sinistro apparve sul viso dell'anziana, rivolta all'uomo.

Il Re della tribù dell'acqua rimase scosso.

Non temete altezza, se seguirete le nostre istruzioni non vi sarà torto neanche un capello” Ayaron gli si avvicinò spinto da una folata di vento.

Tu...sei un dominatore dell'aria!Com'è possibile? L'avatar era l'unico rimasto!”.

Oh, voi credete?Penseremo poi anche a lui”.

La nave scivolò tra i grandi ghiacciai, Ama e Ayaron osservarono la fortezza sospesa sul mare del Polo Nord.

Finalmente, avrò la mia vendetta” sibilò Ama.





























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Capitolo 5
*** In viaggio verso il Regno della Terra ***



Chi lascia andare via una stella in un cielo d'estate si ritroverà a raccogliere delle lacrime dalla terra d'inverno


Generale Iroh



4. In viaggio verso il Regno della Terra


Katara si risvegliò dalla meditazione e alzandosi per stiracchiarsi le membra addormentate notò Zuko che la osservava paziente.

Sokka e Suki si erano dileguati, perchè – volevano stare per i fatti loro - si sarebbero rivisti domani.

Poi a lei venne un idea, si fece accordare il permesso da Pakku.

Ma certo, non c'è nessun problema” acconsentì tranquillo.

Zuko non capì lo sguardo allegro dell'amica.

Gli si avvicinò, “ devi seguirmi in un posto”.

D'accordo?” ridomandò come risposta.


Attraversarono il retro del Palazzo entrando in una piccola porta di legno circolare.

Ritrovandosi nell'Oasi dello Spirito, Katara si fermò ad osservare il laghetto.

Sai, stavo pensando a Aang a come se la sta passando”.

Ti manca?” domandò l'altro mettendosi al suo fianco.

A quella domanda la giovane abbassò lo sguardo sui pesci Koi, “ sì...a te?Manca Mai?”.

Nonostante si sia comportata come si è comportata con me, non posso dire che non mi ritrovo a pensarla spesso”.

Katara lo invitò a sedersi sulle ginocchia davanti a lei che fece lo stesso.

Ti ricordi a Ba Sing Se che ti avevo detto che quest'acqua aveva proprietà curative?”.

Sì, mi ricordo”.

Non credo che Tui e La si offendono se ne uso un po' per provare a guarirti”.

Il ragazzo si sfiorò la cicatrice con la mano.

Katara aveva già preso un po' d'acqua con il dominio ma quando fu a un centimetro dal suo viso, Zuko le bloccò il polso.

No, Katara. Sei molto gentile a fare questo per me, ma se non avessi questa cicatrice e come se il mio passato fino a questo momento fosse spazzato via, mio padre è l'unica cosa buona che ha fatto per me, in un certo senso, se non mi avesse esiliato non sarei mai arrivato a essere quello che sono, mi capisci?Per me è importante, è un monito quasi, a me stesso”.

Fin troppo bene” gli sorrise, “ se mai dovessi cambiare idea però, io sono qui”.

Le regalò un sorriso timido, “ d'accordo. Però prendine un po' in ogni caso, c'è l'hai ancora la fiala?”.

Certo, sì è una buona idea” la ragazza immerse la fialetta nell'acqua, la richiuse e se la rimise al collo.

Quando un tremore del suolo li fece scattare.

Cos'è stato?”.

Pakku li raggiunse, “ presto, dovete aiutarci. Ci sono un uomo e una donna che vi stanno cercando e minacciano di distruggere la fortezza, inoltre, hanno il Re come ostaggio”.

Non saranno mica...” azzardò il giovane.

Ama e Ayaron” soffiò Katara, “ Zuko tu pensa ad Ayaron, io ho un conto in sospeso con Ama”.

Questo annuì e si separarono, Pakku tornò da Kanna.


Zuko arrivò sulla palizzata davanti all'oceano, attirando l'attenzione dell'uomo con delle soffiate di fuoco.

Ne hai di fegato ragazzo ad affrontarmi così apertamente, pur sapendo che il tuo dominio è debole quando cala la notte e guarda caso, c'è la luna piena”.

Io non sono un ragazzo qualunque...io sono il Signore del Fuoco, Zuko” tuonò, togliendosi il mantello, pronto a combattere.

Sembra sia la mia giornata fortunata, due piccioni con una fava” si toccò la barba e senza che il giovane se ne accorgesse era ad un soffio dal suo viso.

Sei così sicuro di vincere, ragazzino?”.

Zuko cercò di colpirlo con una lama di fuoco ma questo si parò con l'aria, facendolo dissolvere.

Tutto qui?E' tutto qui quello che il Signore del Fuoco sa fare?”.

Poi, vide un ombra pararsi davanti a lui.

Sokka!” esclamò, tra il sollevato e il confuso.

Amico, dovrai vedertela con il Signore del Fuoco e il grande guerriero della tribù meridionale dell'acqua, mi spiace”.

Ehm, Sokka?”.

Non ora Zuko, non vedi? Ti sto aiutando!”.

Dovresti fare attenzione, sei sul vuoto”.

Co---sAAAAAA????” precipitò giù dalla palizzata, l'altro lo prese al volo dal colletto della maglia.

Mi stai strozzando!”.

Scusa” lo tirò su.

Sokka gli sguainò la spada davanti accanto Zuko si mise in posizione d'attacco.

Ayaron sbuffò, “ che seccatura”.


Katara arrivò all'ingresso nord ritrovandosi Ama con un sorriso beffardo dipinto sul volto.

Ma prima che la donna evocò il dominio alzando le braccia, due ventagli la bloccarono al muro.

Suki!”.

Presto, Katara! Sconfiggila!” le urlò l'amica, acquattata sopra il tetto dietro la giovane.

Lei incominciò a muoversi nelle posizioni tipiche del dominio dell'acqua ma la donna riuscì a liberarsi dalle armi, lanciandole contro Suki che non ebbe tempo per proteggersi.

SUKI!” urlò l'altra, lanciando uno scudo di ghiaccio verso di lei ma troppo tardi, i due ventagli le colpirono uno l'addome l'altro la spalla e la fecero ribaltare indietro.

Ama rise compiaciuta, “ sciocche! Nessuno può fermarmi”.

Ma poi, Katara sopraffatta dalla rabbia utilizzò il Dominio del Sangue su ama, le lacrime le rigavano le guance, “ mi dispiace, Ama. Non mi lasci altra scelta!” portò la donna vicino alla prima nave e la lasciò andare dentro, poi tolse il dominio e utilizzando quello dell'acqua creò delle onde trasportando la nave più lontana da lei, quando vide una scintilla, o meglio un bagliore di fuoco cadere sopra l'imbarcazione.

Zuko, zoppicante appeso alle spalle di Sokka lanciò un occhiata all'amica, la mano ancora tesa in direzione della nave dalla torre.

Vide un uomo gettarsi in mare, Katara lo riconobbe.

E' il Re! Presto!Aiutatelo” urlò un dominatore dalla palizzata e una decina di uomini dominatori si diressero ad aiutarlo.

Ama guardò indecifrabile Katara sulla nave in fiamma, la ragazza rimase turbata da quello spettacolo e si lasciò cadere a terra per un momento, ricordandosi poi di Suki.

Si riprese rientrando nella fortezza per cercare l'amica che non ritrovò dov'era caduta ma solo i suoi ventagli, li prese, allacciandoseli alla cintura.

L'hanno catturata” corse verso gli altri ragazzi per informarli.


Ayaron prese la ragazza per il colletto lanciandola contro una parete della nave.

Tu, ci sarai molto utile quindi non verrai uccisa. Presto, curatela” ordinò a due donne al suo fianco.

Cosa vuoi dai miei amici?” tuonò quest'ultima.

Lord Fènnù sta riunendo tutti gli uomini più potenti del Giglio Rosso per distruggere tutti i vertici delle quattro nazioni e poi assumere lui stesso il controllo del mondo intero! Cancellando i dominatori dalla faccia della terra...per sempre! La volontà dei dominatori è più difficile da piegare, ma non impossibile. Se c'è riuscito con il vecchio Signore del Fuoco, Ozai. Lo sapevi che durante l'Agni Kai dove il Principe venne esiliato suo padre era controllato da Fènnù? Ovviamente però, Ozai, aveva già una buona dose di crudeltà sua, il nostro signore, l'ha solo, aumentata e gli ha inferto quella cicatrice sul volto”.

Suki trasalì, chiudendo gli occhi.

Non ti permetteranno di fare una cosa simile!Le quattro nazioni combatteranno per la loro libertà!”.

Ayaron la osservò con gli occhi pece, “ tu credi?Uomini guidati, senza un Signore?”.


Dov'è Suki, Katara? Non era con te?” domandò Sokka preoccupato.

Mi dispiace, ma, l'hanno catturata” gli porse i ventagli.

No...dobbiamo salvarla!”.

Sono d'accordo ma è meglio se andiamo solo io e Katara, non è per niente ma metteresti a repentaglio la tua vita” spiegò Zuko quando Sokka tolse il braccio dalle sue spalle e lo fece cadere.

Ehy!”.

Sono d'accordo con lui Sokka, tu vai dal Re Arnook e raccontagli tutto quello che sai, c'è una guerra alle porte”.

Come i vecchi tempi! Però questa volta il nemico è dentro la Nazione del Fuoco”.

E Zuko...” si rivolse la dominatrice, “ sarebbe meglio che vado da sola a salvare Suki se ti catturano avranno il coltello dalla parte del manico”.

Per chi mi hai preso scusa?” si alzò a fatica, andando a un centimetro al viso dell'altra, “ non sono così sciocco. Però anche per te è pericoloso se ti catturano”.

Io ho un idea” proclamò Sokka.

I due lo guardarono.

Dobbiamo riunirci a Aang”.

Vuoi mettere in pericolo anche lui, idiota?” sbraitò la sorella.

Non abbiamo altra scelta, Katara. Dirigiamoci verso il Regno della Terra, così potremmo avere anche il vantaggio di avere Appa e saremo più veloci a viaggiare”.

Katara era contrariata, lo si capiva dall'espressione, non voleva mettere in pericolo Aang, Zuko si avvicinò all'amica mettendole le mani sulle spalle, “ so cosa stai provando ma non a caso lui è l'avatar” le sorrise.

La giovane alzò lo sguardo verso di lui e gli posò una mano sulla spalla, “ d'accordo. Il mio allenamento! Come faremo?”.

Partiremo io e Sokka tu rimani qui a concluderlo, Pakku mi ha informato che sei a buon punto. Poi ci raggiungerai”.

Ve la caverete?”.

Non preoccuparti, sorellina” diede una gomitata al moro facendo sobbalzare, “ mi prenderò cura di entrambi”.

Non è per quello solo non fatevi vedere”.

Ho una mongolfiera” spiegò Sokka.

E poi io so badare a me stesso” incrociò le braccia al petto, il giovane Signore del Fuoco,offeso.

A proposito ma Ayaron?”.

Abbiamo combattuto per un po' poi è scappato, aveva qualcosa in mente. Come rapire Suki” s'illuminò Sokka.

Al momento, Katara sarai tu ad andare da Re Arnook ad informarlo”.

L'alba sorse alle loro spalle e per un attimo rimasero ad osservarla deliziati da quella visione.

Ricordi?Io sorgo con la luna” diede una pacca sul braccio all'amico.

Ed io con il sole. E' il mio giorno allora” le sorrise.

Sokka li guardò perplesso e alzò le spalle.


Pakku abbracciò Katara, “ stai bene?”.

Sì, non preoccuparti. Devo concludere il prima possibile l'allenamento, partirò non appena avrò finito”.

Nonno Pakku” Sokka corse verso di lui cercando di abbracciarlo, questo gli mise una mano in fronte, mandando i suoi tentativi in fumo, Zuko rise.

Gran Gran, almeno tu” s'avvicinò con lo sguardo triste verso la nonna.

Ma certo, nipotino mio” l'anziana strinse Sokka a sé.


Zuko osservò quella scena con un pizzico di invidia, erano rari i gesti d'affetto in casa loro, non che lui fosse il tipo da lasciarsi andare così facilmente. Nemmeno dopo che tornava sfiancato e quasi mezzo morto da un allenamento, sua madre poi, spesso non era in casa negli ultimi tempi.

Ne vuoi uno anche tu?” Kanna si sporse verso il giovane con un amorevole sorriso e le braccia aperte.

Prego?”.

L'anziana lo abbracciò delicatamente, dopo l'imbarazzo iniziale il giovane si lasciò scivolare via la rigidità del suo corpo e quella della sua anima ricambiando impacciatamene quel gesto.

Katara sorrise mentre l'amico gli lanciava occhiate storte ma felici.


Entrarono, facendo colazione tutti insieme.

Ci sono stati molti danni?” domandò Zuko tenendo un pezzo di pane a mezz'aria, rivolto a Pakku.

Niente di irreparabile, per fortuna nessuno è morto”.

Calò il silenzio fino alla fine del pasto.


Katara, Zuko e Sokka, insieme a Kanna e Pakku si ritrovarono a salutarsi sul pontile.

La ragazza abbracciò i due saltando in mezzo a loro, “ ci rivediamo presto” sussurrò.

Sokka sorrise a trentadue denti, “ ovvio!”.

Zuko la guardò con un emozione strana negli occhi, “ certo...” sembrava insicuro.

Lui insicuro?La ragazza si fece pensierosa ma non gli fece domande.

Il giovane Signore del Fuoco s'inchinò ai due anziani tenendo un pugno con la mano.
“ Vi ringrazio, di tutto” sorrise.

Pakku s'inchinò e anche Kanna, fu lui a parlare, “ è stata un piacere ed un onore aiutare poter aiutare il Signore del Fuoco”.

Kanna lo abbracciò ancora una volta, cogliendolo di sorpresa.

Prenditi cura di mio nipote”.

Lo farò” promise con un sorriso alla donna, non aveva mai avuto la possibilità di conoscere sua nonna ma se provava immaginarsela, vedeva il sorriso che Kanna gli stava rivolgendo in quel momento.

Li salutarono dalla mongolfiera con la mano.

A presto!” urlò Katara vedendoli sparire dietro una coltre di nuvole.
























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