Waiting For The Right Time.

di Icarus_Rouge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Formazione. ***
Capitolo 2: *** Il Bacio Mancato. ***



Capitolo 1
*** Formazione. ***


I feel like a substitute,
Sitting on the sideline,
Clicking every single finger,
Waiting for the right time.
I feel like a substitute,
Sitting pretty in my prime,
I’m about to play the game,
Guess I’m running out of time.
And the lights make me stronger,

The longer that you have to wait,
For the honor, the honor to be great.
[Miss Y - Marina and the Diamonds.]

 

Lo fissava: dal fondo del campo, con le mani tremanti di attesa e gli occhi così incollati alla sua figura che quasi bruciavano. Le gambine nude incrociate sul pavimento gelido e le labbra doloranti e rosse per tutte le volte che se le era torturate con i denti. Il suono della palla che veniva schiacciata con forza contro il legno e rimbalzava poi lenta, rotolando vicino alle altre gemelle, era l'unica musica percepibile all'interno della enorme palestra in cui Tooru Oikawa si stava allenando. Delicato come un cigno che sembrava librarsi in volo; Kageyama Tobio non riusciva a vederlo in altro modo. La sua bellezza era percepibile anche da quella distanza, la sua grazia sembrava al contempo innata e fortemente studiata. Kageyama faceva fatica a comprendere come Iwaizumi fosse in grado di rimanere totalmente impassibile alla vista di tanta grazia a pochi passi dai suoi occhi: era come vedere uno spettacolo teatrale o un opera d'arte di fronte a sé e voltarsi a guardare un freddo muro bianco. Hajime camminava sereno, raccoglieva le palle, metteva in ordine. I suoi occhi si posavano sulla figura di Oikawa solo con l'apprensione di assicurarsi che l'altro stesse bene, che non facesse mosse avventate. Tobio iniziò a stuzzicare la superficie della palla che teneva sulle gambe con le unghie. Il suo sguardo non riusciva ad allontanarsi dalla perfezione del ragazzo dai capelli cioccolato. Sentiva dentro di sé fremere il desiderio di avvicinarsi di più, almeno per poter percepire di nuovo intorno a sé la sensazione del suo profumo: un qualcosa che solo il ricordo poteva alleggerire l'umore. Aspettò che l'altro si riposasse per un attimo per afferrare rapidamente l'asciugamano che teneva a pochi passi da sé e dirigersi di corsa verso il suo Senpai, come se non avesse fatto altro che programmare quel momento. Glielo porse in punta di piedi, le labbra schiuse e le guance rosee di imbarazzo. -Tieni Oikawa-san!!-
Il ragazzo non si curò neppure di posare i suoi occhi su quelli del kohai, troppo impegnato a muovere lentamente il proprio capo prima verso destra e poi verso sinistra, attento a non stirarsi nessun muscolo per sbaglio.
L'attenzione che il Grande Re avrebbe voluto donare a Kageyama durante i suoi allenamenti era meno di zero: quella sua figurina che correva avanti ed indietro per il campo, elemosinante di attenzioni, era più fastidiosa di un insetto svolazzante. Il ragazzo dai capelli color cioccolato non sopportava le persone troppo appiccicose, che fossero fan, fidanzate piuttosto che giovani prodigi che pretendevano di poter avere i suoi insegnamenti senza mostrare il minimo impegno.
Lui si era formato tutto da solo, passando ore ed ore all'interno di quella palestra che ormai conosceva quasi meglio della propria abitazione. Sudore, fatica e dolore ai muscoli erano la costante che ormai accompagnava la sua vita ogni giorno da anni.
Aveva rinunciato ad uscire con gli amici, a pomeriggi persi a giocare a videogiochi o guardare le proprie serie preferite; oramai non aveva neppure il tempo di andare per librerie a cercare tutte le possibili riviste riguardanti gli alieni e le nuove scoperte degli ultimi tempi.
La pallavolo era diventata il centro del suo universo; unico pensiero che riusciva a renderlo felice, unica reale soddisfazione personale.
Oltre all'aspetto fisico ovviamente, cosa di cui andava estremamente fiero. Ma per ottenere tutto ciò che possedeva, Oikawa aveva compreso che l'unico modo era l'impegno e l'allenamento costante.

Ogni mattina, Tooru si svegliava un po' prima di tutto il resto della famiglia: si faceva una doccia, si curava la pelle e sopracciglia e si conciava al meglio i capelli. Sistemava al meglio i libri all'interno della borsa ed il materiale per l'allenamento di quel giorno, applicava le lenti a contatto e preparava la sua colazione organizzata al meglio per mantenere la propria linea.
Non mangiava mai nulla che contenesse grassi a meno che non si trovasse fuori con la propria squadra a festeggiare qualche vittoria, non beveva nulla che potesse in qualche modo rallentare i suoi allenamenti costanti.
Inoltre sia lui che Hajime Iwaizumi puntavano entrambi a proseguire i propri studi all'interno del liceo Aoba Jousai e per riuscire a superare gli esami di ammissione, Oikawa si obbligava a studiare fino a tarda sera rinunciando molte volte alle minime ore salutari di sonno.
Kageyama Tobio invece pareva avere dentro di sé tutti i lati positivi che un giovane ragazzino della sua età potesse possedere: mangiava merendine, beveva latte alla fragola in quantità, non si risparmiava nulla e non si preoccupava neppure di fare corsa la mattina presto dei giorni festivi.
Ciò nonostante la sua abilità di salto era spettacolare, i suoi muscoli sempre elastici parevano non percepire mai la fatica neanche dopo ore ed ore di sforzo.
La sua mente era sempre attenta ai singoli movimenti di ogni giocatore della sua squadra; mai stanca di analizzare, sembrava una macchina creata apposta per creare ciò che un giorno sarebbe stato l'alzatore perfetto.
Oikawa se ne era accorto fin dal primo istante in cui lo aveva visto entrare in quella palestra che quel ragazzino basso ed insolente sarebbe stata la sua sventura maggiore.
Non lo permetterò.” sussurrò a sé stesso quel giorno ed ogni notte a venire, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi abbracciare da Morfeo.
“Non lo permetterò, non lo permetterò mai e poi mai.”
Nessuno avrebbe preso il suo posto come alzatore ufficiale dell'Aoba Jousai; Kageyama Tobio sarebbe rimasto per sempre un ombra di fronte alla sua luce imponente.
Era la sua vittoria, la sua corona e non l'avrebbe mai donata a nessun'altro.
Mai.
Un colpo secco simile ad un pugno donato con violenza contro il suo capo lo risvegliò dal torpore di pensieri in cui era caduto.
-AHIA!! IWA-CHAN!-
-Ti sta parlando da minuti interi, vuoi stare attento una buona volta?-
-Non mi interessa di quello che mi sta dicendo, hai capito stupido? Lasciami in pace una buona volta, non vedi che mi sto riposando?-
-Ma.. ma io volevo solo..-
-No, stai zitto. Non mi interessa cosa hai da dirmi, non mi interessa neanche la tua stupida faccia da cucciolo bastonato. Vai via, sciò! Mi stai solo infastidendo.- disse con tono che non ammetteva repliche il ragazzo dagli occhi scuri, muovendo una mano per enfatizzare le sue parole.
L'espressione del piccolo Tobio si fece se possibile ancora più triste e gli occhi contornati da lunghe ciglie nere scesero a fissare l'enorme palla che teneva tra le mani; le guance si colorarono di rosso e gli occhi si fecero lucidi come se stesse per piangere ma Tooru aveva di nuovo focalizzato tutta la sua attenzione in direzione della palla; pronto nuovamente ad alzarla in aria per colpirla ed indirizzarla oltre la metà campo.
Ah, se avesse potuto essere una di quelle palle su cui Oikawa concentrava tutta la sua vita, il suo respiro, i suoi muscoli.
Kageyama non avrebbe voluto altro per sé stesso: poter ricevere anche solo un sorriso o una carezza sul viso da parte di quel bellissimo ragazzo così aggraziato e bravo in tutto ciò che faceva.
Più volte il giovane dai capelli color ebano aveva sentito le sue compagne di classe parlare di Oikawa Tooru come uno dei ragazzi più belli ed intelligenti della scuola. All'inizio Kageyama non prestava particolare attenzione a quei stupidi pettegolezzi ma con il tempo comprese che vi era assoluta verità in quelle parole.
Lo scoprì la prima volta che ebbe l'onore di poter assistere ad un alzata di Oikawa: i suoi occhi si illuminarono di aspettative, sogni, speranze.
Un giorno, voglio essere come lui. Voglio essere come Oikawa Tooru.”

Kageyama non era interessato a cose inutili come l'aspetto fisico o le ragazze; tutto ciò che gli importava era poter fare un alzata perfetta e rendere i suoi compagni fieri di sé.
Potersi voltare e guardare il sorriso che Oikawa donava sempre ad Iwaizumi rivolto solo ed unicamente alla sua persona, poter sentire le lunghe dita vagare tra i suoi capelli, la sua splendida voce dirgli quanto era stato bravo.
Quella sensazione per un attimo gli sembrò quasi di poterla percepire: ci mise meno di un istante a rendersi conto che era reale.
Alzò il capo notando che degli occhi chiarissimi erano rivolti in sua direzione; totalmente opposti a quelli che stava immaginando.
-Lascialo stare Kageyama, è un cretino non ne vale la pena.-
-CHI SAREBBE UN CRETINO, SCUSA?-
-TU SEI UN CRETINO, SEI SORDO OLTRE CHE SCEMO?-
-MI SPIEGHI PERCHE' STAI SEMPRE DALLA SUA PARTE? DOVRESTI DIFENDERE ME, SONO IO IL TUO MIGLIORE AMICO!-
-PRIMA DI TUTTO CHI TI HA MAI DETTO CHE SEI IL MIO MIGLIORE AMICO? E POI MI PARE ANCHE NATURALE DATO CHE LUI E' PIU' GIOVANE DI NOI! E' NOSTRO DOVERE INSEGNARGLI COME SI GIOCA.-
Oikawa alzò gli occhi al cielo, le mani ancora intente a roteare la palla.
-Basta Iwa-chan, non voglio tornare di nuovo su questo discorso.-
-E invece dovremmo Oikawa.-
-NON.. davanti a lui.- sussurrò a denti stretti il ragazzo dai lineamenti delicati, senza neanche preoccuparsi di guardare con la coda dell'occhio la reazione che quelle parole potevano aver donato al più piccolo. -Ne abbiamo già discusso ieri sera a casa tua, sono stanco di parlare sempre delle solite cose con te.-
-Ed io sono stanco di dover ripetere sempre le stesse parole e non vedere nessuna maturità da parte tua, come vedi siamo pari.-
-Iwa-chan..-
-Impara a crescere una buona volta e vedi di comportarti come un Senpai invece che come un bambino delle elementari. A volte mi sembra che Kageyama sia più maturo di te.-
Quelle parole fecero più mano in una coltellata in pieno petto. Oikawa sgranò gli occhi stringendo le mani a pugno ed abbassando lo sguardo; i denti iniziarono a mordicchiare con forza il labbro inferiore per la frustrazione; non importa quante volte si era sfogato con Iwaizumi delle sue paure e delle sue incertezze, il suo migliore amico non riusciva a comprenderlo e questo feriva il giovane capitano più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Perché per quanto lui ed Hajime avessero sempre avuto modi di vedere la vita differenti e gusti totalmente opposti per quanto riguardava cibi, libri e serie televisive, ciò che li accomunava era la loro capacità di riuscire a comprendersi l'un l'altro sempre e comunque e riuscire ad accettare l'uno i difetti altrui e viceversa.
Ma da quando Kageyama era entrato a far parte delle loro vite, la loro solida relazione aveva iniziato a vedere delle piccole crepe che di giorno in giorno diventavano sempre più spesse.
Iwaizumi sapeva che Tooru era sempre stato un ragazzo incredibilmente competitivo ma da quando lo aveva conosciuto ai tempi delle elementari, il giovane dagli occhi scuri non aveva mai avuto nessun tipo di problema in tutto ciò che faceva.
Tooru Oikawa possedeva un faccino tenero che riusciva a conquistare il cuore di ogni insegnante, al contrario di quello di Hajime che sembrava quello di un bulletto capace di riempirti di cazzotti se solo osi rivolgergli la parola.
Nessuno sapeva che in verità il diavolo tra i due era Oikawa, con la sua bella doppia-faccia ben costruita ed il portamento di un principe di fronte ai suoi sudditi che tanto lo adoravano.
Per quanto a chiunque avrebbe potuto dar fastidio trovarsi sempre in situazioni scomode trovandosi accanto ad un ragazzino così piacente fisicamente e sempre bravo in tutto, Iwaizumi aveva trovato in Tooru il suo perfetto equilibrio: non seppe mai dirsi se era colpa della poca fiducia che nutriva in sé stesso o dell'eccessiva che possedeva nell'altro.
Ma in qualche modo era sempre stato in grado di tenergli testa, il più delle volte cercando di farlo ragionare usando le maniere forti.
Tobio Kageyama aveva però cambiato totalmente il carattere solare che tanto illuminava il volto di Oikawa, e questo Iwaizumi non riusciva a sopportarlo: dentro di sé continuava a sperare che il suo migliore amico smettesse di trattare quel ragazzino dagli occhioni scuri come un pericolo alla stima personale che con tanta fatica si era costruito.
Per quanto il talento fosse fortemente presente nella figura di Tobio, Iwaizumi non voleva arrendersi all'idea che Tooru avrebbe potuto benissimo convivere con la consapevolezza che sarebbe potuto un giorno essere un giocatore felice senza dover per forza essere il migliore in assoluto.
Ma più le discussioni aumentavano, più l'astio del capitano nei confronti del kohai diventava sempre più visibile anche dagli altri giocatori.
Hajime non immaginava neppure minimamente che il problema era in realtà lui stesso: Oikawa non sopportava che Iwaizumi potesse per la prima volta in 8 anni di amicizia sostenere qualcuno che non fosse lui.
Gli occhi scuri si posarono carichi di rabbia in direzione del ragazzino che ora si immobilizzò, sentendo le guance diventare rosse per un motivo opposto a quello di pochi minuti prima.
“Che begli occhi” pensò il ragazzo del primo anno, ma quello sguardo sfuggì al suo pochi secondi dopo.
Tooru buttò la palla a terra con un moto carico di rabbia e si incamminò con sguardo basso in direzione degli spogliatoi; d'improvviso la voglia di allenarsi gli era passata.

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In quel periodo dell'anno era comune trovarsi di fronte forti tempeste in Giappone: arrivavano senza preavviso, creando danni irreparabili; sradicavano alberi e distruggevano i tetti delle case più antiche; nei casi più drammatici i fiumi straripavano.
Iwaizumi guardò disperato oltre la finestra della scuola, dove il maltempo continuava imperterrito a sfogarsi contro il vialone principale che dava all'ingresso dell'edificio. Quando la natura ci metteva il suo zampino, era impossibile ribellarsi.
-Iwa-chan!!- la voce assordante di Tooru si disperse per tutto il corridoio. Iwaizumi si voltò in direzione del ragazzo che con il braccio alzato e l'espressione sorridente si dirigeva in sua direzione, come se la discussione del giorno prima in palestra non ci fosse mai stata.
- Vuoi venire a dormire a casa mia oggi? Con questo maltempo i tuoi genitori non riescono a prenderti vero? Faremo un bellissimo pigiama party! Stasera volevo riguardarmi tutta la saga di Star Wars, mi fai compagnia?- sul suo volto vi era il ritratto della felicità.
Iwaizumi non riusciva a comprendere cosa rendesse in quel frangente Oikawa così felice, non poteva sapere che il motivo era che almeno per quel giorno Kageyama Tobio non sarebbe stato tra di loro; per un intera serata Tooru avrebbe potuto avere tutte le attenzioni del suo migliore amico tutte per sé. Nulla al momento sarebbe potuto andare storto, o almeno così credeva.
Quando scesero le scale della scuola e si affrettarono a cambiarsi le scarpe per uscire dall'edificio trovarono Kageyama a guardare fuori dalla finestra con sguardo terrorizzato. Il ragazzo dai capelli cioccolato fece finta di nulla e pregò dentro di sé che per una volta anche Hajime facesse lo stesso ma ovviamente dentro di sé Oikawa sapeva che tipo di persona fosse Iwaizumi; la classica persona troppo buona che non avrebbe lasciato correre la possibilità di poter essere utile a qualcuno.
-Kageyama, tutto bene?-
-Ah!! Iwaizumi-san, si.. un po' preoccupato. Non so come tornare a casa.-
-Questa dannata tempesta proprio non ci voleva. Ascolta magari..-
-CHE PECCATO DOBBIAMO PROPRIO ANDARE ORA, E' STATO UN PIACERE TOBIO-CHAN!-
Ma il ragazzo dagli occhi scuri non fece in tempo a muovere un passo che sentì la presa forte della mano di Iwaizumi sul suo polso stringere. Quando si voltò si trovò faccia a faccia con gli occhi chiari e bellissimi del moro.
-Oikawa.-
-Non ho spazio per tre persone.-
-Non è vero e lo sai, ci potremmo stare benissimo.- il ragazzo avvicinò maggiormente il viso a quello del capitano che iniziò a sudare freddo.
-Non lo voglio Tobio in casa mia!-
-E' un tuo kohai, vuoi davvero lasciarlo qui?-
-Non è un mio problema.-
Gli occhi di Iwaizumi si fecero così sottili che per un attimo Tooru sentì il cuore stringersi in una morsa così dolorosa da fargli mancare il fiato.
Non aveva alcun desiderio di litigare con Hajime anche quel giorno per colpa di quel cretino di un ragazzino. Alzò gli occhi al cielo e prese un lungo e profondo respiro, cercando di calmarsi.
Sul suo viso si formò la migliore faccia di bronzo che fosse in grado di creare e subito il corpo si spostò in direzione del ragazzino che teneva lo sguardo basso e l'espressione così triste che per un attimo riuscì a fare pena pure all'alzatore.
-Ehi Tobio-chan! Ti va di venire a dormire a casa mia oggi? Ci divertiremo vedrai ~-
-Eh?- le guance del ragazzo dagli occhi blu si arrossarono di colpo e la bocca si schiuse per la sorpresa: davvero non si aspettava una simile proposta da colui che a malapena gli rivolgeva parola. -S.. Si va bene!-
Hajime sorrise dolcemente a Kageyama quando lui si avvicinò con gli occhi lucidi di riconoscenza, e Tooru non poté non accorgersene. Aveva un immensa voglia di piangere.

 

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Oh beh insomma, eccomi qua con una nuova fic. Questa sarà molto più breve dell'altra di cui ho postato i primi capitoli poco tempo fa. (spero che sarà molto più breve...). Come avete potuto intuire è una IwaOiKage, dunque tutta la fanfic si aggirerà su questi tre personaggi perché li adoro ed adoro i triangoli amorosi, che ci volete fare? Spero vi possa piacere il primo capitolo o almeno un minimo incuriosirvi. Vi sarà una parte dedicata totalmente a loro nel periodo trascorso alle medie ed una seconda parte di loro ormai liceali. (forse anche una parte dopo? Chi lo sa :3)  Buona lettura ed al prossimo capitolo! A presto!

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Capitolo 2
*** Il Bacio Mancato. ***


La casa di Oikawa non era maestosa come Kageyama se la era sempre immaginata: non sapeva spiegarsi perché, ma era difficile per lui riuscire a distinguere ciò che scorgeva in una persona da tutto ciò che invece la riguardava veramente.
Oikawa Tooru era sempre stato un ragazzino incredibilmente intelligente, ben vestito e possedente una gran classe e Tobio aveva sempre collegato questo ad una famiglia che si era di certo assicurata di proteggere la sua posizione sociale nel miglior modo possibile, riuscendoci anche grazie alla enorme quantità di denaro che sicuramente dovevano possedere.
Si stupì invece di scoprire che la casa di Oikawa non era che poco più grande della sua: una villetta al centro della città ma possedente un minuscolo giardino e con una cameretta in cui ci si riusciva a stare a malapena in tre.
Forse Tooru non gli aveva mentito quando gli aveva detto che effettivamente non c'era spazio per tenere troppe persone nella sua stanza.
-Bene, poggiate tutte le cose a terra in quell'angolo e Tobio-chan mi raccomando vedi di non sporcare in giro! Vuoi qualcosa da mangiare Iwa-chan? ~ Vado a prendertela subito.-
-Mh? No grazie, in realtà sto bene così. Chiedi a Kageyama, forse lui vuole qualcosa.-
Il volto di Tooru, su cui prima si posavano tratti distesi e sereni, si trasformò in una maschera di disappunto che Iwaizumi riuscì a cogliere giusto in tempo.
Afferrò il braccio del giovane prima che la sua bocca potesse schiudersi e il suo cervello potesse anche solo creare al suo interno una frase gelida capace di ferire l'animo del giovane kohai.
-Vieni un attimo con me tu.-
-Co..? Ehi, Iwa-chan!! Aspett..-
-Scusami Kageyama, arrivo subito. Vuoi qualcosa nel caso?-
-Eh? Mhh, un bicchiere di acqua andrebbe benissimo, grazie.-
-Ti portò anche un succo di frutta, oggi hai sudato parecchio durante gli allenamenti, è bene che tu riacquisti un po' di zuccheri.-
Gli occhi del giovane si allargarono leggermente e le labbra si schiusero piano. Il piccolo Tobio annuì leggermente, abbassando lo sguardo improvvisamente imbarazzo per quella gentilezza che Iwaizumi Hajime donava sempre per la sua figura.
Poteva sentire ancora le urla infastidite di Oikawa mentre il moro lo allontanava dalla sua presenza, facendolo scendere lungo le scale che li avrebbe portati in cucina.
-Iwa-chan perché lo hai fatto? Io non avevo alcuna intenzione di offrire qualcosa a quell'idiota!-
-Tranquillo, ti ripagherò di tutto ciò che gli offrirai stasera, va bene?-
Il più alto si immobilizzò per un istante, guardando con gli occhi scuri e profondi la figura dell'altro che di fronte a sé si passava le mani tra i capelli, fissandosi senza donarsi troppa attenzione allo specchio a lato, in un atto insolito di vanità che sulla sua persona stonava enormemente.
Avrebbe sorriso e si sarebbe preso gioco di lui se non fosse stato incredibilmente arrabbiato con la sua persona.
-Perché ti interessa tanto di Tobio-chan, Iwa-chan?- nel suo tono di voce si percepiva tutta la rabbia che da troppo tempo non riusciva più a trattenere dentro di sé nei confronti di quel giovane ragazzo promettente e pieno di talento che si stava sempre più facendo strada all'interno delle loro vite con una gentilezza e pazienza che a Tooru mettevano i brividi.
Hajime non si degnò neppure di voltare lo sguardo, continuando a percorrere con gli occhi chiarissimi la sua figura di cui, Oikawa lo sapeva, non sarebbe mai stato pienamente soddisfatto.
-Devo continuare a ripeterti sempre le stesse cose Shittykawa?-
-Evidentemente si, dato che non riesco a comprenderle.-
-E' un nostro Kohai, è nostro dovere..-
-No, non è nostro dovere per niente. Se una persona mi da' fastidio non sono obbligato a..-
-Ecco quale è il tuo problema, Oikawa. A te tutti coloro che sono migliori di te in qualcosa danno fastidio, non importa se sono gentili ed educati e non hanno colpa alcuna, tu ti senti il diritto di trattarli come fossero spazzatura.-
-Non è così!-
-Si, lo è.-
-Non mi da' fastidio nessun'altra presenza. Solo la sua.-
-Hai mai provato a chiederti il perché?-

-Sì, e sono mille le ragioni per il quale lo allontano dalla mia vista ogni dannatissima volta.-
-Va bene.. - Iwaizumi sbuffò leggermente, alzando gli occhi al cielo per un istante, come se quella discussione presa per l'ennesima volta lo stesse davvero portando sull'orlo di una crisi di nervi.
Le spalle erano rigide ed i muscoli tesi, ciò nonostante rispetto all'aspetto di Oikawa in quell'istante, Hajime sembrava addirittura tranquillo.
Avevano affrontato ogni situazione nel migliore dei modi sempre e comunque, senza paura di dirsi in faccia ciò che sentivano e senza alcun filtro provocato dalla paura di non riuscire a completarsi.
Era un qualcosa che non aveva mai riguardato la loro amicizia e per quanto tutti potessero credere che dipendesse dai tantissimi anni passati insieme, la verità era che entrambi si erano trovati in sintonia fin da subito, senza incertezze alcune.
Sembrava impossibile crederlo, ma la strafottenza mischiata alla doppia faccia del ragazzo dai capelli castani si assemblava perfettamente con il carattere burbero e scontroso del moro; riuscivano a completarsi perfettamente ed Oikawa aveva sempre creduto in tutti quegli anni che non gli servisse nessun'altro che non fosse Iwaizumi per stare bene, sentirsi completo e mai realmente solo.
Non si era mai sbagliato così tanto in tutta la sua vita: quel maledetto sgorbio si era insediato in quel rapporto perfetto che con tanta fatica si erano creati, distruggendolo pezzo dopo pezzo.
Oikawa non lo avrebbe permesso, mai e poi mai, non dopo quello che aveva compreso da così poco tempo riguardo Hajime. Sapeva che non sarebbe stato un cammino facile, ma non poteva più fare finta di niente e non ammettere a sé stesso che i sogni che più volte lo raggiungevano la notte con protagonista il suo migliore amico, non erano più un caso dettato dagli ormoni della giovinezza ormai affacciata ad una adolescenza in arrivo.
C'era di più, vi erano dei sentimenti dietro.
Ed Oikawa stava aspettando il momento giusto per rivelarsi, per dire al suo amico la verità riguardo la sua sessualità ma sopratutto sui suoi sentimenti.
Ma Tooru non aveva la fiducia in sé stesso che tutti credevano; necessitava di tempo, preparazione mentale ma sopratutto un ambiente favorevole.
E se le loro litigate a causa di Tobio avessero continuato a ripetersi con tale insistenza, sarebbe stato difficile riuscire a trovare l'occasione giusta per dichiararsi.
Ecco uno dei tanti motivi, se non il più importante, per il quale Tooru provava così tanto astio per il più giovane: cruda e reale Gelosia.
Il ragazzo dai capelli castani non poteva sopportare il modo in cui Kageyama si approcciava ad Iwaizumi quando aveva fatto una buona alzata, come a chiedergli certezza con quella inutile faccia da cretino ma sopratutto non poteva accettare che Iwaizumi gli donasse quel sorriso soddisfatto e gli passasse la mano sui capelli ebano, fiero di lui come un padre nei confronti di un figlio che apprende a vista d'occhio.
Kageyama sarebbe migliorato sempre di più, sarebbe diventato un alzatore spettacolare e poi..
Lo avrebbe sostituito.
Già riusciva a vederlo; lui che alzava per Iwaizumi ed Hajime che con una schiacciata spettacolare faceva punto.
Si sarebbero guardati negli occhi, soddisfatti l'uno dell'operato dell'altro, si sarebbero stretti la mano sentendosi ormai una squadra in piena regola, in grado di completarsi pienamente.
Non seppe spiegarsi come, ma nella mente di Oikawa negli ultimi mesi si era formata la paranoia pressante che il piano di Tobio Kageyama non fosse nient'altro che questo: soffiargli il posto come alzatore ed avere Iwa-chan tutto per sé.
Il suo sorriso gentile ed i suoi occhi carichi di stima nei suoi riguardi non erano nient'altro che una facciata, una falsa per ottenere tutto e passare per innocente.
Oikawa avrebbe voluto parlare di questa sua ansia con il suo migliore amico, ma sarebbe stato come dichiarare i propri sentimenti nei confronti dell'altro e Tooru non si sentiva ancora pronto a tanto.
-Mi stai ascoltando o no, razza di scemo?-
Come se avesse ricevuto un getto di acqua gelida sul viso, il capitano si risvegliò dal circolo di pensieri in cui era caduto.
-Come..?-
-Ti sto dicendo che ho capito che sei arrabbiato con lui, lo so benissimo quale è il motivo.-
-.. Lo.. Lo sai?-
-Certo che lo, me lo hai ripetuto fino alla nausea come potrei non saperlo?-
-Ah.. si, hai ragione.- un sorriso lieve e leggermente impacciato si formò sul volto del numero 1, mentre si grattava in un gesto apparentemente distratto la nuca. -Però Iwa-chan non è proprio l'unico motivo in verità.-
-Mh?- l'espressione del moro si fece interessata, incapace di riuscire a trattenere la curiosità che piano stava prendendo possesso dei suoi sensi.
Hajime non era mai stato, al contrario dell'amico, una di quelle persone che amava sapere i segreti degli altri, benché meno per utilizzarli come arma contro di loro; era dell'idea che ognuno doveva vivere in pace con sé stesso e questa era l'unica realtà che contava.
Quando però il discorso ricadeva su Tooru, Hajime non poteva fare a meno di interrogarsi maggiormente sulle ragioni che lo spingevano ad agire in un determinato modo piuttosto che in un altro. Ora quella curiosità era accesa e brillava dietro lo strato chiarissimo dell'iride del numero 4, che aspettava in silenzio che il capitano finalmente continuasse la frase che aveva appena iniziato.
E Tooru sembrava quasi sul punto di farlo, nonostante il rossore che aveva preso le sue guance e le labbra che, tremanti, si stavano schiudendo a fatica ma il rumore sordo di qualcosa che cadeva a terra interruppe ogni loro pensiero.
Iwaizumi si irrigidì completamente, portando il suo sguardo il direzione del soffitto -Proveniva dal piano di sopra, Kageyama!!- urlò immediatamente, scostando il capitano e dirigendosi di corsa verso le scale.
Oikawa sentì la porta della propria camera che veniva aperta e il vociare confuso del kohai che cercava in ogni modo di scusarsi per il danno che aveva appena compiuto.
-Vo.. Volevo solo ammirarlo, ma un insetto mi è venuto addosso, mi sono spaventato e l'ho lasciato cadere a terra! Mi.. mi dispiace tantissimo!-
Tooru rimase immobile per infiniti istanti; non aveva alcuna voglia di salire le scale e trovarsi la faccia di quell'idiota a pochi passi dalla propria. Cercò di fare mente locale e ricordare cosa potesse esserci nella propria stanza di importante; qualsiasi cosa a cui fosse particolarmente legato da un punto di vista emotivo.
All'inizio non fu facile; ricordava le maree di cornici piene di foto della sua infanzia, i vestiti all'interno del proprio armadio e la palla da pallavolo posata delicatamente sopra di essi, i libri scolastici messi un po' in disordine su tutto il tavolo e i modellini di vecchi treni di suo nonno con cui amava giocare quando era molto piccolo ma che ora non erano nient'altro che un vecchio ricordo. Tutto nella sua stanza aveva un legame importante con il passato, ma a Tooru sembrava che nulla lì dentro valesse abbastanza da allarmarsi e correre rapidamente per scoprire che cosa fosse accaduto.
Dopo aver fatto spallucce si mosse verso il proprio frigo per poter prendere un succo di frutta e dell'acqua per i due ospiti, pensando solamente a come riprendere il discorso lasciato in ballo con Iwaizumi. Vide con la coda dell'occhio il numero 4 scendere le scale e dirigersi verso di lui con uno sguardo incredibilmente serio.
-Ti devo dire una cosa.. ma prometti che non inizierai ad urlare come un pazzo.-
-Che succede?-
-Tobio ha fatto cadere un oggetto..-
-Nella mia stanza?-
-Si.-
-Non era nulla di importante allora.-
Il vice-capitano spostò per un attimo lo sguardo a sinistra, come a raccogliere le forze del discorso che stava per incominciare.
-Ricordi che ieri siamo stati in soggiorno a guardare Star Wars vero?-
-Mhh.. si?-
-Ed io ho spostato alcune cose in camera tua per paura che tu potessi creare danni e distruggere alcune tutto con la stupidissima spada laser che hai iniziato ad agitare alla fine del film?-
-Ehi!! Non è una stupidissima spada laser, è fighissima!-
-Secondo te dove le avevo lasciate?-
Oikawa rimase immobile, guardando l'amico ed in un attimo la sua ansia crebbe a dismisura.
Dallo sguardo preoccupato (seriamente preoccupato) di Hajime, aveva capito di che cosa stesse parlando.
-Oddio no, no no no..- abbandonò il cartone del succo e il bicchiere d'acqua, balzando sulle scale quasi fosse una gazzella; poteva sentire le urla di Iwaizumi che lo richiamavano ma non si fermò fino a che non trovò il trofeo a terra, bellamente rotto in due perfette parti simmetriche.
Il trofeo che era riuscito ad ottenere con fatica il primo anno delle medie per la partita che erano riusciti a vincere, il suo tesoro più prezioso che ammirava osservare quando si sentiva depresso ed incapace di sentirsi un ottimo alzatore.
Oikawa si morse il labbro inferiore quasi a sangue, gli occhi scuri saettarono sulla figurina che si era quasi messa in un angolo, carica di dispiacere per ciò che era appena avvenuto.
-Maledetto..- sussurrò a voce bassa, muovendosi velocemente verso di lui, afferrando con la mano la maglia del piccolo alzatore e tirandolo quasi su da terra; Tobio chiuse gli occhi ed un gemito di sorpresa sfuggì dalle minuscole labbra chiuse.
-MALEDETTO IDIOTA, QUEL TROFEO ERA IMPORTANTE PER ME! LO HAI FATTO APPOSTA NON E' COSì?-
-No.. io.. - gli occhi di Kageyama erano sgranati, spaventati dalla reazione dell'altro.
Poteva scorgere negli occhi di Tooru la rabbia e l'indignazione per il gesto che aveva appena compiuto.
Cercò di allontanarsi da quel tocco che quasi lo soffocava ma la presa di Oikawa era ferrea, e Tobio iniziò a temere ancora di più per la sua persona quasi si sentì letteralmente sbattere contro il muro con il viso del capitano a pochi centimetri dal proprio; il fiato caldo che raggiungeva la pelle delle sue guance.
-Mi sono stancato di te e della tua inutile presenza, sono stufo di averti sempre tra i piedi e sentire la tua voce fastidiosa ogni volta che cerco di migliorare i miei servizi. Devi stare lontano da me e sopratutto.. stare lontano da lui, siamo intesi?-
-Lui..? Lui chi?-
-SAI BENISSIMO DI CHI STO PARLANDO, RAZZA DI STUPIDA S..- la bocca del numero 1 fu tappata con irruenza da una mano che con forza lo allontanò dalla sua presa contro il kohai.
Tooru fu bloccato dall'altro lato della camera, entrambi i polsi contro il muro tenuti fermi da due mani possedenti più forza della sua persona.
Quando Oikawa aprì gli enormi occhi scuri trovò quelli verdi chiarissimi di Iwaizumi a rispondere al suo sguardo con immobile serietà; un brivido totalmente nuovo attraversò il corpo del giovane capitano pallavolista.
Se solo fossero stati soli, se solo non fosse stato Tobio il motivo per il quale si trovavano così vicini l'uno all'altro.
-Adesso basta Oikawa, stai esagerando. Andiamo a letto.-
-M… Ma.. Iwa-chan..-
-Ne parliamo domani. Kageyama vieni, io e te dormiamo al piano di sotto.-
Gli occhi di Tooru si sgranarono per la sorpresa mista al dolore di quella frase.
-NO IWA-CHAN! NON VOGLIO DORMIRE DA SOLO!-
-SMETTILA DI COMPORTARTI COME UN BAMBINO OIKAWA! Fidati, è meglio così.-
Ma Tooru non voleva agire da adulto, non in quel momento dove i sentimenti per Iwaizumi erano così contrastanti tra di loro, non di fronte alla presenza soffocante di quel ragazzino che ora guardava entrambi con espressione carica di preoccupazione.
Quel maledetto inutile sgorbio.
Il ragazzo dai capelli castani abbassò lo sguardo, afferrando con velocità mista a rabbia il cuscino ed il proprio futon ancora arrotolato.
-Me ne vado io, non ti preoccupare.- sussurrò con voce bassa e profonda, così lontana da quella sempre allegra e scherzosa che amava usare durante gli allenamenti.

Chiuse la porta in stile giapponese dietro di sé e nella stanza rimase nient'altro che il silenzio.

*************

Fu un unico singhiozzo, ma fu abbastanza alto da destare il giovane Hajime dal dormiveglia in cui era caduto. Il moro passò una mano sugli occhi, si voltò lentamente e cercò con lo sguardo la figura accanto a lui, accucciata tutta su sé stessa all'interno dell'enorme futon.
-Kageyama?-
Il lieve irrigidimento dei muscoli del giovane riuscì a dare conferma al numero 4. -Sei sveglio, Kageyama?-
-.. Si.-
-Va tutto bene?-
Tobio rimase immobile per infiniti istanti, poi decise di portarsi seduto e rivolgere in suo sguardo in direzione del suo Senpai, poco visibile a causa del buio all'interno della stanza.
Hajime si avvicinò maggiormente, notando che per fortuna l'altro non stava piangendo seppur sul suo volto vi fosse un espressione sofferente.
-Sono profondamente dispiaciuto per ciò che ho fatto.-
-Non ti preoccupare, lo so che non lo hai fatto apposta.-
-Ma Oikawa-san non lo pensa..-
Iwaizumi ispirò lentamente, passandosi ancora una volta la mano tra i corti capelli neri.
-Oikawa sa benissimo che non lo hai fatto di tua iniziativa, non ti preoccupare.-
-Però..-
-Purtroppo a volte si comporta in modo infantile, devi comprendere che per lui quel trofeo era molto importante e nonostante non si sia comportato in modo propriamente corretto, riesco a capire in parte la sua reazione.- lo sguardo di Iwaizumi conservava al suo interno un lieve rimprovero nei confronti del kohai che si fece ancora più piccolo all'interno delle coperte bianche che teneva sin sopra la testa, coprendogli la schiena.
-Credi che dovrei scendere e chiedergli scusa?-
-Mhh, magari domattina. Se ora lo svegli potrebbe arrabbiarsi ancora di più.-
-Io.. Io vorrei solamente far comprendere ad Oikawa-san quanto io lo ammiri..- Hajime osservò il volto del piccolo Tobio diventare d'una sfumatura rosata,mentre il giovane si accucciava maggiormente su sé stesso e sussurrava quelle parole con imbarazzo. Era qualcosa d'incredibilmente adorabile.
-Lo sa, non devi temere.-
-Eppure la cosa gli da immensamente fastidio.-

-Kageyama, tieni bene a mente ciò che sto per dirti..- gli occhi scuri di Kageyama si posarono pieni di aspettative sul volto di Iwaizumi, come se il suo compagno più grande stesse per rivelargli un segreto d'importanza inestimabile riguardante il capitano della sguadra. -Oikawa… è un cretino.-
-..Eh?-
-Lo è, non lo dico per scherzo. Lo è davvero. E' inutile che tu cerchi di capirlo, ci vorranno anni perché tu possa comprendere cosa si annida nel suo animo e quando lo scoprirai, sarà troppo tardi. Ti si attaccherà addosso come un polipo e non ti vorrà più lasciar stare e solo allora nasceranno i tuoi veri problemi.-
Hajime sbuffò, alzando gli occhi al cielo come se fosse disperato mentre rivelava la verità di quella sentenza in cui lui stesso si era ficcato mille anni prima ma si stupì incredibilmente nel sentire un riso lieve provenire dalla direzione del giovane Tobio.
Iwaizumi abbassò lo sguardo, guardando ora il ragazzino sorridente, pieno di una luce che mai aveva scorto su quel viso.
-Sei davvero fantastico Iwaizumi-san!-
-Eh? E questo che c'entra?-
-Sai.. ti ho sempre ripetuto ogni volta quanto io ammiri immensamente Oikawa-san ma non sono mai stato in grado di dirti quanto anche tu per me sia un incredibile modello da seguire.-
-Ehi.. non credi di star esagerando?-
-AFFATTO!- il volto di Tobio si portò così rapidamente vicino al numero 4 che Iwaizumi per poco non temette di cadere all'indietro per la sorpresa -Tu sei veramente fantastico Iwaizumi-san! Sei davvero figo!-
-Ahah, gra.. grazie!- rispose il più grande, sentendosi stranamente protagonista di complimenti a cui non era affatto abituato. Nonostante tutto, l'imbarazzo giunse solo nel momento in cui il piccolo Tobio si sporse rapidamente per donargli un minuscolo bacio sulla guancia totalmente inatteso.
Quando ritrovò il suo sguardo, vide delle guance rosee e degli occhi lucidi in sua direzione.
-Grazie della tua pazienza, Iwaizumi-san!-
-Pff, ok.. ok, va tutto bene ora giusto? Perché non ci rimettiamo a dormire?-
Ma il giovane Tobio non sembrava tanto disposto ad accettare quell'accordo e quando abbassò lo sguardo, Iwaizumi capì che vi era qualcosa che non andava totalmente nella sua persona.
-Cosa c'è che non va, Kageyama?-
-E' che.. questa è la prima volta che dormo lontano da casa e.. non riesco a prendere sonno.-
-Mhh.. - Hajime non aveva mai avuto questo tipo di problema; fin da piccolissimo era diventata per lui un abitudine stare da Oikawa, inoltre l'idea di passare la notte in una casa ed in un letto estraneo non gli procurava nessuna paura. -Ti rilasserebbe di più stare nel futon con me?-
-EHH?- gli occhi di Tobio si sgranarono totalmente ed un espressione di pura sorpresa si formò sul suo volto.
-Non c'è nessun problema, davvero.-
-N.. No, io non credo sia una buona idea.-
-Non ti preoccupare, non mi muovo molto nel letto, quindi non mi daresti alcun fastidio!- sul volto di Iwaizumi si formò un sorriso dolce e la mano tornò ad accarezzare la cute dell'altro nel tentativo di rilassarlo e farlo sentire maggiormente a suo agio.
Kageyama amava quei gesti di affetto, gli ricordavano molto le carezze che ogni mattina il padre gli donava prima di andare a lavoro; l'unica vera attenzione di quella distante figura maschile all'interno della sua vita. Forse su per questo che Tobio avvicinò il più possibile il suo volto a quella carezza, strusciandosi come un gatto bisognoso di affetto e forse fu per un improvvisa soddisfazione personale che Iwaizumi abbassò la sua mano lungo la sua guancia, passandoci piano i polpastrelli sopra, rendendosi conto di quanto calda e morbida potesse essere quella pelle.
-Va tutto bene.. va tutto bene..- ripeté un paio di volte, non seppe dire se a sé stesso o alla figura che piano iniziò ad avvicinarsi, accogliendo il suo corpo in un abbraccio a cui rispose quasi subito, sentendo ora l'imbarazzo montare all'interno del suo animo.
Provò a schiudere le labbra,nel tentativo di dire qualcosa ma quando abbassò lo sguardo sul più giovane e si trovò il suo volto così vicino al proprio, per poco non ebbe il desiderio di provare ad avvicinarsi.
La notte a volte fa compiere le scelte più sbagliate, azioni di cui il mattino dopo ci si potrebbe pentire amaramente, ma erano entrambi ancora molto giovani e curiosi di scoprire così tante cose che quell'ambiente sembrava tenere in serbo per loro.
Se solo la porta non si fosse aperta di scatto e due occhi castani carichi di rabbia non li avesse fulminati prima di rinchiuderli di nuovo nella stanza con un tonfo secco, probabilmente sarebbe accaduto qualcosa quella notte; qualcosa che avrebbe cambiato il loro punto di vista per sempre.


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Ok, eccomi qua. Di questo capitolo non voglio dire molto. No, no. Voglio sentire le vostre opinioni. Quindi scappo via così, senza dirvi nulla, aspettando solo le vostre sentenze.
Swishhh, swiiish ~


 

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