Amare e soffrire

di Francy_remus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ci scambiamo i ruoli? ***
Capitolo 2: *** Importanti novità ***
Capitolo 3: *** L'appuntamento ***
Capitolo 4: *** Finalmente? ***
Capitolo 5: *** litigi ***
Capitolo 6: *** armistizi ***



Capitolo 1
*** Ci scambiamo i ruoli? ***


Ciao a tutti. Questa è la mia prima long, spero in qualche vostra recensione. Di sicuro la pubblico tutta, però mi piacerebbe sapere se per voi ne vale la pena o è meglio che cambi hobby.
Sono 6 capitoli, abbastanza corti. Ringrazio anticipatamente tutti quelli che la metteranno tra le “seguite”, “ricordate” o “preferite”, oppure che recensiranno.
Un grazie speciale a Erede_dei_Black e a _malandrina, che mi sostengono e incoraggiano spesso.
Buona lettura J
Francy_remus.
 
 
Il loro settimo anno era finito da un pezzo, eppure Mary, Lily, Remus, James e Sirius non riuscivano a credere di non passare più la maggior parte della loro vita ad Hogwarts. Quella per loro era più di una scuola: era una casa. Così avevano deciso di affittare un appartamento per tutti e cinque: Mary, Lily e Remus lavavano, stiravano, cucinavano, stendevano, rifacevano i letti, facevano la spesa … Sirius e James si allenavano a Quidditch tutto il giorno, prendevano il sole, dormivano e mangiavano. Inoltre, solo Lily e Mary avevano trovato lavoro. All’ennesima lite tra Sirius e Mary, lei gli propone un patto …
 
 
Cap.1
Ci scambiamo i ruoli?
 
«Ci scambiamo i ruoli?» chiese beffarda la ragazza.
«Che cosa intendi dire, Mary?» domandò stupito il ragazzo.
«Intendo dire … visto che credi che la nostra vita sia facile, puoi tranquillamente viverla tu. Io vivo come Sirius Black e tu come Mary McDonald»
«Offerta allettante» concluse Sirius.
«Non girateci intorno … sì o no?»
«Accettiamo?» domandò rivolto ai suoi due migliori amici.
«No, grazie. So già cosa vuol dire essere donna: sopportare voi due ed essere alquanto nervoso una volta al mese» ghignò Remus a bassa voce.
«Ah ah. Ma che spiritoso» sorrise per finta Mary, smettendo di affettare le carote per la cena e fermando il coltello a mezz’aria.
«Scherzavo » sorrise nervoso Remus abbassando lo sguardo.
«Ti conviene» esordì una voce proveniente dal corridoio. Lily era rincasata.
«Menomale che sei arrivata, altrimenti stasera mangiavamo zuppa di Black e bistecche alla Potter» ghignò a sua volta Mary.
«Cosa è successo?» domandò stupita la nuova arrivata, togliendosi la sciarpa.
«Sirius e Mary hanno litigato di  nuovo e lei gli ha proposto di scambiarsi i ruoli» riassunse brevemente Remus.
«Io e James accettiamo» saltò su Sirius.
«Allora tu prenderai il mio posto e James quello di Lily»
«Hey, aspetta, chi ti ha detto che io ci sto?» domandò indispettita la Evans.
«Come se non ti andasse di rilassarti per due giorni» Mary si interruppe per guardare la faccia sognante dell’amica e poi riprese «O meglio, due ore, perché non resisteranno di più» rise di gusto.
«Scommettiamo, McDonald?»
«Scommettiamo Black» i due si guardavano con sfida, assottigliando gli occhi e facendo vibrare le palpebre, per poi scoppiare a ridere di gusto.
«Finisco di preparare la cena» cantilenò Sirius «E tu, James, mi aiuti»
«Ma io sono Lily, appena arrivata a casa, che si lamenta dei suoi colleghi» sorrise.
«Io non mi lamento dei miei colleghi e aiuto sempre Mary con la cena» rispose seccata, calcando molto su quel “sempre”.
«Già … Lily ha ragione, quindi alza il sedere e vieni ad aiutarmi» esclamò imperativo un ridicolo Sirius indossante un grembiule da cucina a fiori.
«Quel coso ti dona» ghignò James.
«Idiota!» sbuffò l’altro.
«Io e Lily non bisticciamo mai!» sorrise Mary, e salì verso la sua camera, non permettendo a Sirius di risponderle. Lily e Remus la seguirono a ruota, lasciando gli altri due ragazzi a litigare con la verdura.
Si sedettero tutti sul letto di Lily e Mary, che attaccò:
«Ma ci dobbiamo fidare?»
«Io inizierei ad ordinare le pizze, che ne dite?» domandò Remus sornione.
Entrambe, dapprima lo guardarono storto, ma poi scoppiarono a ridere insieme.
Dopo una mezz’oretta che passarono comodamente distesi sul letto lasciandosi scappare qualche volta un “Il dolce far nulla”, vennero chiamati dalla voce squillante di James: la cena era teoricamente pronta. Scesero le scale e videro i due “chef” con i grembiuli luridi e pieni di bucce, i capelli di James contenevano molta della scorza delle zucchine che avrebbero dovuto affettare.
«Abbiamo deciso di invitarvi a cena fuori» sorrise smagliante James.
«Come prego?» domandò Remus.
«Io propongo a Lily di andare a mangiare qualcosa al ristorante Babbano. Offro io» aguzzò ancor più il sorriso.
«E, solo come amici, se ti va, Mary …» Sirius sorrise nervoso. Aveva davvero invitato una ragazza “solo come amici” a cena davanti ai suoi amici?
Mary divenne rossa e sorrise ancora più nervosa. «E Remus?» domandò per sviare il discorso.
«Se si trova una ragazza può invitarla fuori» rispose James pronto, mentre scuoteva i capelli disordinati per togliere gli ultimi rimasugli di zucchine.
«E se usciamo tutti e cinque insieme?» propose Mary, ma James e Lily si erano già Smaterializzati.
«Credo che loro non siano d’accordo» scherzò Sirius, nervoso.
«Vado a cucinare qualcosa per noi tre» concluse Mary «Sempre se voi non uscite, è ovvio»
«Se cucini tu rimango a casa» sorrise Sirius.
«Anche io» esclamò Remus.
 
Dopo che ebbero finito di lavare i piatti, Mary esultò:
«Hai almeno lavato i piatti» e, quando Sirius aprì la bocca per ribattere, gliela riempì con un tozzo di pane avanzato.
«Hey! We are come back!» avvertì Lily dal corridoio, mentre Sirius quasi si strozzava con quello che aveva in bocca.
«Com’è andata?» chiese James, abbracciando Mary. Loro due, infatti, avevano una bellissima amicizia che si trascinavano dai tempi in cui erano poppanti. Erano, praticamente, fratelli.
Remus riassunse in poche parole tutto ciò che era successo e Lily e James risero tanto, mentre Sirius e Mary li guardavano storto.
«Stasera io non ci sono, torno a casa dei miei per un piccolo imprevisto da niente, quindi dormite in due letti, non disfate anche il mio, okay?» chiese Remus.
«Okay. A domani» lo salutarono praticamente in coro.
«Io dormo con Lily nella vostra stanza» avvisò subito James con un sorriso ebete sul viso. Senza aspettare risposta, trascinò Lily nella camera delle ragazze e chiuse a chiave la porta.
«Mi sa che dormiremo insieme, McDonald. Un’altra volta» sorrise Sirius.
«Già. Peccato che, la volta scorsa, abbiamo dormito nella stessa stanza ma in due letti separati» rammentò lei.
«Tranquilla. Starò dalla mia parte. Non mi conosci?»
«No. Proprio perché ti conosco mi preoccupo» lo prese in giro lei.
«Lo dici come se fosse la prima volta che dormi nello stesso letto di un ragazzo» commentò, con un sorriso acido stampato sulle labbra.
«Ma James è praticamente un fratello per me! Tu sei solo un amico. E poi, io sono fidanzata» rammentò.
«Bene. Allora vai a vivere dal tuo ragazzo»
«Sirius! Sei davvero stupido!»
«Allora dormirai con me?»
«Ho altre possibilità?»
«Il tuo tipo»
«Vado a letto. Buona notte» e salì veloce verso la camera dei ragazzi, abbandonando il giovane Black in cucina.
«Eccomi» si Materializzò lui con un sorriso nella stanza.
«Uh, mi hai fatto spaventare» scherzò lei. Non aveva voglia di rispondergli, né di litigare, quella sera.
«Non volevo, scusa» il ragazzo era mortificato. Al che, la ragazza sorrise beffarda e gli comunicò: «Scherzavo» ridendo.
«Ah ah. Divertente McDonald»
«Grazie. Girati che mi devo cambiare» lo avvertì lei.
«E non posso guardare?» domandò sornione.
«Solo se dopo ti posso fare un Oblivion» scherzò lei, mentre lui si voltava di spalle.
Si cambiò velocemente e mise un pigiama rosso e dorato, che le ricordava la sua casa, Grifondoro. La casa di tutti loro, i cinque amici matti di Grifondoro. O meglio  ancora, tre matti e due perfetti. Tutte le volte che lo diceva, tutti la fissavano di traverso. In particolare Remus e Lily, che non sopportavano di essere chiamati “perfetti”.
Pensò di avere un aria molto ridicola, vestita in quel modo. Di solito, si vestiva in un modo un po’ più provocante, ma, in quel momento, si sentiva una bambina che indossava un pigiama con le fatine e i draghi.
«Ti dona quel pigiama» la scherzò Sirius, appena voltato verso di lei.
«Ah ah» rispose. «Dormiamo? Domani ti aspetta una giornata davvero dura, se terrai fede alle tue promesse»
«Okay. Notte»
Il ragazzo si sdraiò sul lato destro e la ragazza su quello sinistro.
 
Circa all’alba, lei si svegliò di soprassalto e iniziò a respirare affannosamente seduta sul letto. Si guardò un po’ in giro e si strinse nelle spalle, allungando il braccio per prendere la bacchetta dal comodino. Aveva appena sognato che i suoi amici erano stati uccisi da Voldemort e, non vedendo Sirius nel letto, si spaventò ancor di più. La porta cigolante iniziò lentamente ad aprirsi, mentre lei le puntava la bacchetta, tremando leggermente, con le nocche bianche a causa della potente presa che esercitava su di essa. La porta si apriva sempre più lentamente, cigolando sempre più intensamente, e dietro Mary scorse una figura alta.
«STUPEFICIUM!»
Un ragazzo stramazzò al suolo con le labbra dischiuse: probabilmente stava cercando di dire qualcosa, ma l’incantesimo era stato più veloce.
«Cosa sta succedendo?» chiese una voce dal piano inferiore.
«James, qualcuno stava entrando nella mia stanza e mi sono preoccupata» disse a voce agitata la ragazza.
Il ragazzo salì le scale di corsa e la visione che gli si parò davanti era veramente stupefacente: un corpo steso sull’uscio della sua camera e, all’interno, una Mary spaventatissima che lo fissava ancora con la bacchetta puntata.
«Ma è solo Sirius!» biascicò James preoccupato.
«Poteva fare a meno di essere tanto misterioso» commentò Mary acida, molto più tranquilla.
«L’hai Schiantato!» sottolineò stupito.
«INNERVA! Problema risolto!» proruppe la voce di Lily dal corridoio. Sirius iniziò lentamente ad alzarsi.
«Non è che se ti spaventi devi iniziare a sparare Fatture a caso» la rimproverò il giovane Black.
«Già, scusa»sorrise lei. Caspita, questo era davvero troppo. Il suo orgoglio non le aveva mai permesso di dare ragione a nessuno, ed ora addirittura chiedeva “scusa”?
A questi pensieri arrossì leggermente e annunciò che dovevano fare colazione.
«Era proprio per questo che venivo a chiamarti, prima che tu tentassi di uccidermi»
«Esagerato … ragazze, la colazione è giù che vi aspetta» sorrise James.
«Grazie amore» Lily si portò fino alla cucina, stupendosi di tutto ciò che stava in tavola: bacon, uova, spremute di arancia e pompelmi, succhi di zucca, di pera, di fragola …
«Stupefacente quello che riescono a fare se si impegnano»
«Hey! Noi ci impegniamo sempre!» rispose James dall’angolo cottura.
«Già! Per le mutande di Merlino, queste uova sono buonissime» biascicò Mary con la bocca piena, mentre Sirius la guardava soddisfatto.

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Capitolo 2
*** Importanti novità ***


Cap.2
Importanti novità
 
Dopo aver fatto il lavandino, si cambiarono, salutarono e uscirono, diretti al lavoro. Lily decise di passare la giornata a riordinare la camera, che era, come al solito, ordinatissima di suo. Mary decise allora di andare a trovare il suo fidanzato, Dylan. Lei lo amava davvero molto, ed era sicura che anche lui ricambiasse. Gliel’aveva sempre dimostrato, e da bravo Tassorosso qual’era non aveva mai detto una bugia in vita sua.
«Hey Dylan!» salutò allegramente la ragazza, appena Materializzata nella cucina della casa paterna del fidanzato.
«Ciao Mary, sono contento che tu sia qui» disse abbracciandola.
Lei ci rimase un po’ male, si aspettava un bacio e un saluto più caloroso.
«Siediti» continuò lui dopo averla sciolta dall’abbraccio «Ti devo parlare»
«C’è qualcosa che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato o che ti ha infastidito?»
«Non hai sbagliato tu, ma io» commentò freddamente. A queste parole, il sangue della ragazza le si gelò nelle vene. Lei per lui era stata solo “uno sbaglio”?
«Co – cosa intendi dire?» chiese, sperando di aver capito male.
«Intendo dire che sono stato un egoista. Ho pensato solo a me stesso e non mi sono accorto che in questo modo facevo del male ad altre due persone»
«E io che c’entro?» la voce le era ritornata forte e non tremava più come prima.
«Tu sei una di quelle due persone. Ero innamorato di te a tal punto che credevo fossimo la coppia perfetta. Ma il tuo cuore appartiene ad un altro» le fece un cenno per chiederle di non parlare «e non a uno qualunque. Tu credevi di amarmi e di stare bene accanto a me. Ma sarà meglio che rimaniamo solo amici. Siete una splendida coppia, tu e Sirius»
«COSA? Io e Sirius? Ma tu hai frainteso tutto!»
«Sai che non è così, che tu lo ami e che lui ti ama è palese. Se io davvero ti amo, devo fare di tutto per renderti felice. Anche sacrificarci. Non voglio obiezioni, quindi ora mi saluti e poi vai da Sirius»
«Oh, Dylan! Sei un vero Tassorosso, gentile e altruista, ma sei anche molto coraggioso! Grazie mille» gli rispose, gettandosi al suo collo e piangendo.
«Di niente. Ora vai da Lui» si staccò dalla ragazza proprio prima che questa si Smaterializzasse a casa.
 
«Lily! Lily, dove sei?»
«Qui! Oh, Mary, che è successo?» chiese sconvolta vedendo che il volto dell’amica era rigato dalle lacrime.
«Dylan mi ha lasciato perché, anche se lui mi ama, ha capito che io amo Sirius …» trillò.
«Non dire il suo nom– volevo dirti che Sirius è in cucina, non urlare»
«Non sono in cucina, sono qui, dietro la porta» annunciò il ragazzo «è vero ciò che dici?»
«Sì, Dylan mi ha lasciato»
«Non mi riferivo a quello … hai detto che mi ami …» continuò il ragazzo imperterrito, speranzoso.
«Ti sbagli. Non l’ho mai detto» negò lei con una stretta al cuore.
«Allora torno in cucina. Il pranzo mi aspetta» comunicò, sorridendo amaro.
«Stavi dicendo?» chiese Lily, avida di altri particolari.
«Che mi ha mollato perché mi ama»
«Che tenero!!!» Lily fece gli occhi dolci «Ma dove lo trovi uno più comprensivo di lui? Hai intenzione di dirlo a Sirius?»
«No, mai. Non gli dirò “Ti amo”  mai! Sono troppo orgogliosa, questo sarebbe un colpo troppo basso»
Entrambe risero di gusto e si prepararono per uno, strano ma vero, strabiliante pranzo.
 
«Te lo giuro! L’ha ripetuto due volte! Mary ti ama, Padfoot, accettalo e fatti avanti!»
«Scordatelo Moony! Tu non capisci niente di donne!»
«Però anche io credo che glielo dovresti dire. Insomma, non rimarrà single a vita … metti da parte orgoglio e testardaggine e fatti avanti!»
«Prongs, lo sappiamo tutti che è stata Lily a chiederti di fidanzarvi» alle parole dell’amico divenne rosso e non proferì più parola.
«Ma devi dirle che la ami! Pad, non fare l’orgoglioso come al solito, o rovinerai tutto, come al solito»
«Basta Moony! Cambiamo discorso … avete visto l’ultima di Quidditch?» chiese, con le mani nell’impasto della torta.
 
«Mary, Sirius è in cucina con gli altri e stavano parlando di te …»
«E allora?»
«Sirius ha detto che … sì, insomma lui ti … cioè, a lui tu …»
«Vuoi articolare una frase, per le mutande di Merlino, o no?»
«Gli piaci»
Mary lasciò cadere il bicchiere di limonata che andò in mille pezzi sul tappeto persiano.
«Io cosa?»
«Tu gli piaci»
«Lily, ne sei sicura?»
«Sicurissima. Ma è troppo orgoglioso. Identici anche in questo!»
«Cosa è stato?» domandò la voce di Remus dal corridoio.
«Mi – mi è solo scivolato il bicchiere di mano» si riprese Mary, scuotendo la testa.
«Tu Lily stai bene?» domandò James sorridendo.
«Il bicchiere è caduto a Mary»
«E allora?» chiese ancora, sorridendo di sbieco alla sua quasi-sorella.
«Dovresti preoccuparti per lei» continuò Lily, come se non fosse stata interrotta dall’ovvia domanda del ragazzo.
«Lei è una roccia. Non si innamora di chi la fa soffrire, non si ammala mai e non piange mai. A che le servo io?»
«Ah ah, simpaticone. È pronta la nostra stanza?»
«Sì. Prima l’ho ribaltata tutta» comunicò a mo’ di scusa Lily.
«D’accordo. Io ti aspetto su, Lily» salutò e salì le scale.
«Sirius dov’è?» chiese ancora la rossa.
«Aveva degli straordinari al lavoro al posto di Mary, perché?»
«Vi devo parlare, ma nessuno di loro due mi deve sentire» sottolineò “loro”, marcandolo molto con la voce.
«E di cosa?» chiese Remus assente.
«Di loro due. Insomma, Sirius ama Mary. Non guardatemi così, l’ho sentito prima che ve lo diceva, ma non per fare la spia» si scusò ancora.
«E tutti sappiamo che a Mary piace Sirius» commentò Remus.
«Come lo sapete?» chiese accusatoria Lily.
«L’ho sentita che te lo confessava» ammise il ragazzo.
«E l’hai detto a Sirius?» domandò allarmata la ragazza.
«Ehm, sì???» chiese spaventato.
«Sono entrambi troppo orgogliosi. Ecco qual è il problema» alla discussione si aggiunse James.
«Hai ragione, ma noi cosa possiamo fare?» chiese Lily.
«Noi due potremmo parlare con Sir, e tu con Mary, e spingerli a parlarsi» ideò James.
«Già. E poi dopo potremmo diventare tutti e cinque dei Mangiamorte!» saltò su Lily.
«Potremmo organizzare una cena perfetta … magari potreste fare un’uscita a quattro … riduce il nervosismo» sorrise nervoso Remus.
«Già … e chi dice a Mary: “Io e James pensavamo di fare un’uscita a quattro: io e lui, tu e Sirius”, glielo dovrei dire io? No, perché come minimo ci rimetto la pelle» sottolineò Lily, leggermente alterata.
«Eddai! Mi sembra davvero stupido, Rem» concordò James.
«Mi è venuta un’idea! Se voi due fingete di litigare, loro due faranno di tutto per farvi tornare insieme. Io mi levo di torno per un po’, così potrete organizzare l’uscita …»
«L’uscita mi sembra una vera idiozia» ripeté Lily, alterata.
«Secondo me invece è una bella idea» ribatté James.
«Potter, ti diverti tanto a contrariarmi?»
«Sono mesi che non mi chiami “Potter”. Lo fai solo quando sei arrabbiata» ghignò il ragazzo.
«Magari perché sono arrabbiata?»
«Mi piaci furente» sorrise malizioso il ragazzo.
«Potter, finiscila o ti affatturo! E sai che non scherzo mai su queste cose!»
«Vedete? Litigate proprio come dovreste fare» rise Remus, per alleggerire la tensione.
«Hey, che succede?» chiese Mary, tornata dalla sua passeggiata fino alla camera.
«Niente … solo che Potter mi fa sempre arrabbiare un sacco» sbuffò Lily, lasciandosi cadere sulla poltrona di tessuto rosso vicino al camino.
«Tranquilla Evans. Col tempo ci farai l’abitudine» scherzò Sirius, appena apparso sull’uscio della porta che collegava cucina e sala da pranzo.
«Domani sera dobbiamo uscire insieme, ma per me mi affattura per strada» commentò James sarcastico.
«Ah ah. Vedi di non fare tanto lo spiritoso» ribatté lei seccata.
«Lo sai, Lily cara, che l’unica che può fare fatture cercando di ucciderci è Mary» cambiò argomento Sirius.
Mary avvampò senza volerlo e balbettò:«Ti ho già detto che è stato un errore e ti ho già chiesto scusa»
«Vi prego … qualcuno ci accompagni …» implorò James.
«Io domani non ci sono … perché non fate una bella uscita a quattro?» chiese Remus.
«Moony, da dove ti vengono certe stupide idee?» domandò Sirius indispettito.
«Pad, secondo me è un’ottima idea» gli diede manforte James.
«Mary? Tu che ne pensi?» chiese Lily all’amica.
«Ehm … io? Bhe, non c’è nessun problema se usciamo come amici, no?» biascicò Mary sottovoce.
«Bene, allora andiamo a cena tutti e quattro insieme e poi al cinema. Offriamo io e Pad, non preoccupatevi» fece l’occhiolino alle ragazze James.
«Bene. Io direi che è meglio se andate a preparare la cena … velocemente, abbiamo fame» aggiunse felice Lily, trascinando l’amica nella loro stanza.
«Sei scorretta, Lily! Mi avevi promesso che non avresti combinato niente!»
«Infatti è stato James. Iniziamo a scegliere il vestito?»
Senza aspettare la risposta dell’amica aprì l’armadio e iniziò a sfogliare tutti gli abiti che vi trovò.

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Capitolo 3
*** L'appuntamento ***


Cap.3
L’appuntamento
 
Il giorno dopo Remus si era dileguato intorno alle cinque del pomeriggio, lasciando le due ragazze sole in casa. I loro appuntamenti se ne stavano al lavoro, al posto loro. Quando tornarono diedero solo la voce e si rintanarono nella loro camera per prepararsi. Si trovarono alle otto sul pianerottolo. Tutti indossavano già le giacche, Lily voleva sorprendere Sirius per come aveva vestito Mary. Arrivati al ristorante (Babbano come al solito), James aiutò Lily a togliersi la giacca e fece segno a Sirius di fare lo stesso con Mary. Quando quest’ultima si tolse il cappotto nero, i due ragazzi spalancarono la bocca. Era davvero una favola. Indossava un abitino nero, aderente dallo scollo fino al punto vita, ornato con una spessa cinturina di raso, che dietro era stata chiusa con un fiocco. La gonna era un po’ più larga, e si fermava poco sopra il ginocchio. Lo scollo non era profondo, ma essendo il vestito molto attillato, attirò l’attenzione oltre che di Sirius e James, anche di molti altri ragazzi presenti. Le gambe erano avvolte da sottili calze nere e ai piedi indossava della scarpe, ovviamente nere, con il tacco, che la facevano risultare più alta e quindi anche un po’ più magra. I capelli, miracolosamente sciolti e ricci, incorniciavano un viso poco truccato, decorato solo con un filo di cipria che, essendo dello stesso colore della sua carnagione, non si notava molto.
«Wow Lily, hai fatto un miracolo» commentò James per interrompere lo sguardo imbambolato dell’amico, beccandosi un’occhiataccia da entrambe.
Sirius deglutì e le spostò lievemente la sedia indietro, in modo che potesse sedersi, e poi si accomodò accanto a lei.
“Mamma mia, stasera è una favola! Ma non lo starà facendo solo per me, o sì? Oddio, che sorriso smagliante! Non guardarle gli occhi!” ma era tardi. L’aveva guardata, fissata nei suoi profondi occhi blu, e vi si era perso. Aveva deciso. Quella sera le avrebbe confessato che l’amava. Almeno su questo si era deciso.
Per tutta la cena disse solo cose banali e lo stretto necessario, tipo “mi passi il sale?” o “vuoi che ti verso dell’acqua?”.
“James e Lily lo sanno che mi piace lei e … oddio!”
Mary si era appena scostata i capelli, spostandoli solo sulla spalla destra e lasciando scoperto lo scollo del vestito, che dietro era molto profondo, si interrompeva poco sopra la fascia di raso che le sottolineava il punto vita. Lei continuava a parlare con Lily e James e a ridere, mentre Sirius cambiava tonalità: dal rosso-roseo al rosso purpureo. Era molto teso e imbarazzato. Non si sarebbe mai aspettato di reagire così di fronte ad una ragazza. Eppure era avvampato.
«Dovrei andare in bagno. Sirius, mi potresti accompagnare che non so dov’è?» chiese James. Sirius annuì distratto e si alzò per seguirlo.
«Come sta andando?» domandò Mary all’amica.
«Benissimo, non riesce neanche a guardarti, continua ad arrossire, ed ora che hai scoperto lo scollo sulla schiena, ce l’hai in pugno» rispose soddisfatta Lily.
«Sicura?»
«Da quando mi fai tutte queste domande?» sorrise la Evans.
«Tornati» avvertì James, appoggiando una delle sue mani sulla spalla della sua ragazza e poi sedendosi.
«Sirius, stai … stai bene?» chiese Lily.
«Sì, tranquilla. Sono solo un po’ accaldato» rispose sorridendo nervosamente lui.
«Allora perché non ci avviamo verso il cinema? Ci andiamo a piedi, così prendiamo un po’ d’aria» suggerì Lily.
«Andiamo a pagare» scattò Sirius, facendo cenno a James di seguirlo e prendendo la giacca sul braccio.
Lily sorrise sorniona scuotendo la testa e mimando con le labbra:«È cotto» ogni volta che Mary la fissava.
«Dici che si è accorta che mi piace?» chiese Sirius all’amico, improvvisamente.
«Pad, la fissi ad occhi sgranati da quando si è tolta il cappotto e sei tutto rosso. Solo una sciocca potrebbe non essersene accorta»
«Sicuro Prongs?»
«Sicuro, Pad» sorrise all’amico, ritirando il resto che gli porgeva il cameriere.
«Andiamo da loro?» gli domandò ancora James.
Sirius annuì e seguì l’amico fuori dal ristorante, dove le due ragazze li aspettavano, avvolte nei loro cappotti.
Per strada James e Lily si presero a braccetto e camminavano proprio come due fidanzatini, mentre Mary tentava di non cadere dai tacchi e Sirius pensava per conto suo.
«Sirius, aiuta Mary prima che muoia cadendo da così in alto» scherzò James, e Sirius porse il braccio alla ragazza. Nonostante i tacchi alti, lui era molto più alto di lei.
«Prongs, ma quello non è …» ma Sirius si interruppe a quell’ “è”.
«Sirius, tranquillo!» esclamò James un po’ troppo ad alta voce.
Quel misterioso ragazzo si voltò, e li squadrò come se li potesse incenerire. Si avvicinò lentamente a loro, nel traffico londinese, e si parò davanti a Sirius. Era estremamente alto, proprio come il fratello.
«Regulus» lo salutò stancamente Sirius.
«Non mi rivolgere la parola. Sono due anni che non ci parliamo e ora cosa mi dici? “Regulus” con quella voce melensa … sai che c’è? Dovevi pensarci bene, prima di abbandonarmi a casa da solo» sbottò.
«Abbassa la voce, per favore» disse calmo il maggiore dei Black.
«No. Tutti possono sentire quanto tu sia codardo» ribatté secco.
«Per favore, non in strada» lo supplicò Mary, staccandosi da Sirius e avvicinandosi a Regulus.
«Tu sta zitta!» le ordinò avanzando verso di lei e facendola indietreggiare di colpo.
«Non le parlare così!» intervenne James.
«Già, se no che mi fai?» domandò spavaldo.
«Come minimo ti affatturo» Lily perse le staffe.
«Taci, Sanguesporco»
Tutto accadde in pochi secondi: James tirò un pugno in pieno viso a Regulus, il tacco di Mary le si infilò in un buco e cadde come, usando un modo di dire Babbano, un sacco di patate, mentre Regulus si Smaterializzava e Lily lanciava un grido soffocato, sperando che non sarebbe successo niente a James, anche dopo quest’affronto. Sirius fu l’unico che notò Mary, accovacciata al suolo.
«Mary!» gridò. Lily e James lo guardarono e videro anche la ragazza, e tutti le corsero più vicino.
 
«Ti fa male la caviglia?» le chiese Sirius.
«No, sono solo caduta, ma niente di rotto. Per evitare altri incidenti, propongo di indossare queste» ed estrasse un paio di scarpe ballerine nere, che si mise ai piedi al posto dei tacchi di Lily.
«Vuoi tornare a casa?» chiese Lily a Sirius.
«Già Pad … torniamo a casa?»
«No, assolutamente no. Andiamo al cinema?» domandò di rimando lui.
Porse il braccio a Mary e sorrise forzatamente, pensando al fratello. James e Lily camminavano a falcate veloci, si sapevano muovere bene nel traffico londinese Babbano. Sirius e Mary invece erano più impacciati, rimanevano bloccati tra le persone o si scontravano contro qualcosa o qualcuno.
«Sirius, rallenta, ho le gambe corte» lo supplicò sorridendo lei.
«Scusa» mormorò lui «io invece ho le gambe lunghe» le sorrise, con uno sguardo vuoto, tanto che Mary si sentì stringere il cuore.
«Oh, Sirius» balbettò lei, per poi abbracciarlo e stringersi al suo petto.
Dapprima lui rimase impassibile, guardando una massa riccia appoggiata vicino al suo cuore, ma poi si decise a stringerla a sé. Le mise una mano sulla spalla e l’altra a metà schiena e minimizzò ancora di più la distanza tra di loro. Nascose il viso nell’incavo della spalla della ragazza e due misere lacrimucce tradirono  i suoi sentimenti. Si sentiva vulnerabile, aveva perso la sua forza tutta d’un colpo.
«Sirius» sussurrò lei all’orecchio del ragazzo «Andiamo a casa. Per favore»
Lui annuì impercettibilmente, e lei si Materializzò nella sua stanza. Remus era steso sul suo letto e stava leggendo un libro.
«Pad, Mary, che ci fate qui?» chiese stupito «E Lily e Prongs?» continuò.
«Loro hanno deciso di andare al cinema, ma noi abbiamo preferito tornare a casa, siamo un po’ stanchi. Potresti lasciarci soli per favore?» chiese cortese la ragazza, accennando a Sirius, che aveva appoggiato le mani sul davanzale e fissava il panorama davanti a sé, per non voltarsi verso l’amico e ammettere che aveva pianto.
«Certo» acconsentì comprensivo Remus, e si alzò velocemente, fiondandosi in salotto.
«Siediti» gli ordinò la ragazza.
«Perché?»
«Perché cosa?»
«Perché mio fratello si comporta così? Perché non mi parla e non mi ascolta? Perché la mia vita fa schifo?»
«Sirius, non ti sei accorto di nulla?»
«A cosa ti riferisci?»
«Regulus. Non hai notato che era in uno stato di …ehm… trance?»
«Vorresti dire che lui era …»
«Sotto la Maledizione Imperius, esatto»
«Ma non possiamo esserne sicuri» Sirius si voltò di scatto. Piangeva.
«Ma non possiamo neanche essere sicuri del contrario. In che dubbio preferisci vivere?»
«Nella favola o nella verosimiglianza?»
«Non essere negativo»
«Come se fosse facile»
Clap. Mary gli aveva appena tirato un sonoro ceffone.
«Se non la finisci, non rispondo di me» lo avvertì «Almeno tu una famiglia ce l’hai!»
«Già. Bella la mia famiglia, vero? Un padre che mi odia, una madre che mi vorrebbe morto, un fratello che neanche mi considera …»
«Una madre morta, un padre morto, due sorelle morte … ma di cosa ti lamenti?»
«Tu non puoi capire!»
«Capisco benissimo! Io la vita la conosco!»
«Tu non sai niente della vita!» la rimbeccò lui.
«Allora insegna tu qualcosa a questa povera stupida!» gli rispose urlando.
Lui le si fece vicino, e, in un attimo, le prese il gomito, facendola ruotare abbastanza perché l’avesse perfettamente di fronte, e la baciò delicatamente sulle labbra.
«Per le mutandone a fiori di Merlino, che fai?» chiese lei, indispettita dal comportamento del ragazzo, ma stupita della sua audacia.
«Ti ho insegnato qualcosa della vita» rispose con un ghigno.
 
«Mary, ti prego, rispondimi» implorò il ragazzo.
«Sirius, ma che cosa …?»
«Sei caduta e hai battuto la testa» la avvertì, guardandosi in giro e notando molte persone che si affrettavano per le vie della Londra Babbana.
«Ma tu mi hai appena … eravamo a casa, in camera … Remus ci aveva appena … ti ho schiaffeggiato, ma …»
«Puoi terminare almeno una frase?» proruppe la voce di James da dietro le spalle di Sirius.
«Piantala» lo ammonì Lily «Coraggio, andiamo a casa»
«NO» trillarono in coro Mary e Sirius.
«Perché no?» chiese Lily contrariata.
«Perché stasera dovevate uscire insieme, no? E allora, voi finitevi l’appuntamento in pace, io e Mary andiamo a bere qualcosa e poi andiamo a casa … non preoccupatevi» li rassicurò Sirius, ammiccando con la testa in direzione del cinema.
«Sicuro Pad?»
«Sicuro, Prongs» rispose risoluto.
Lily e James, sapendo che ogni altra loro obiezione sarebbe stata respinta, si avviarono verso la fine dell’appuntamento.
«Andiamo a casa?» chiese Sirius, notando che la ragazza si teneva la testa tra le mani.
«Non ti voglio rovinare la serata …»
«Attaccati» le intimò e si Materializzò in camera sua.

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Capitolo 4
*** Finalmente? ***


Cap.4
Finalmente?
 
«Sirius, cosa è successo?» gli chiese lei, massaggiandosi le tempie.
«Abbiamo litigato con una persona e poi sei caduta, sbattendo la testa. Fa vedere se c’è qualche segno» la intimò lui.
«Non è niente, non preoccuparti» lo rassicurò, sedendosi sul letto e scostandosi dalle attenzioni del ragazzo.
«Fa vedere» le intimò nuovamente «Mi pare che ti esca del sangue» le fece notare la mano rossa.
«Portami da un Medimago … potrei morire dissanguata …» lo schernì lei.
«Non scherzo … però se continui a spostarti ti pietrifico» rise lui, beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza che poi si unì alle sue risate.
Quando finalmente riuscì a convincerla, la sistemò con la magia, ritenendo che non fosse niente di irreparabile. La vera sorpresa fu che lei lo costrinse a sedersi e a parlare “seriamente”, nei limiti del possibile.
“Io, che non mi sono mai neanche preoccupato di obbedire a mia madre, ora mi trovo ad assecondare una ragazza. Ehm … non una ragazza qualunque, ma la mia migliore amica e colei che amo. No, Sirius, tu non la ami. A te piace come amica, come migliore amica, … ma chi vuoi prendere in giro? Ti piace, la ami alla follia, non mentirti …”
«A che pensi?» gli chiese distrattamente lei.
«Niente. Solo che non mi volevo sedere eppure ti sei fatta obbedire anche da un Grifondoro come me …» si vantò fintamente il ragazzo, con uno sguardo vuoto e sincero al tempo stesso.
«Invece dei complimenti, perché non parliamo come due persone normali
«Ah ah. Scusa. Ma ci hai visto? Normali noi due?»
«Sirius!»
«Scusa, scusa, continua» la implorò fintamente lui.
«Vorrei parlarti di Regulus» si fermò, come aspettando un commento che non arrivò.
«Non so, hai notato com’era strano?» continuò allora la ragazza.
«A me è parso normalissimo» minimizzò lui.
«Non il suo comportamento, cioè, sì, anche quello, ma … non hai notato qualcos’altro?»
«Sì. Non sembrava lui»
«Forse era sotto la maledizione Imperius» azzardò la ragazza.
«Può darsi» ammise lui, fissando una macchiolina sul pavimento di marmo.
«Lalalalal – cosa ci fate qui?» domandò Remus entrando dalla porta in accappatoio e smettendo subito di canticchiare.
«Niente … ci annoiavamo e abbiamo  deciso di tornare a casa …» inventò Mary. Non era proprio il momento di rivivere tutti quei dolorosi ricordi di cui si era composta la serata.
«Mary, puoi venire fuori un attimo?» chiese ancora Remus. La ragazza annuì e lo seguì fuori dalla stanza. Sirius, all’interno, pensava al fratello. Non ascoltava le parole dei due fuori dalla porta, se ne fregava di tutto. Gli importava solo di lui, di Regulus. Di quel fratello più debole che lui non aveva sempre aiutato, di quel piccolo Black che avrebbe portato avanti la “Nobile e antichissima casata dei Black”. La sua attenzione fu nuovamente rapita da qualcosa che ora Mary teneva in mano, ma che prima non aveva. Era una busta. Sul retro spiccava un “Black”. Forse era per lui, ipotizzò.
«Sirius, Andromeda ti scrive» annunciò la ragazza mogia mogia e piangendo silenziosamente.
«Almeno qualcosa di bello stasera» esultò piano lui, prendendo la lettera.
 
Caro Sirius,
anche se non vivo più a casa, mi sono tenuta informata. È successa una cosa tremenda. Primo: ti raccomando di stare attento perché Colui-che-non-deve-essere-nominato ha stregato un Molliccio in modo che vada in giro ad insultare le persone che erano vicine a Regulus. Secondo: riguarda Regulus. Non si sa come, non si sa perché, ma lui è morto.
 
Non seppe mai come finiva, quella lettera. Si fermò a quel “morto”. E con lui, tutto il mondo, le persone, il tempo, il suo cuore. Voleva sprofondare sottoterra, dimenticare tutto.
Anche lui ora piangeva forte, come Mary, che ebbe solo la forza di avvicinarsi al ragazzo e sederglisi sulle ginocchia per abbracciarlo e permettergli di appoggiare la sua testa sulla sua spalla. La feriva vederlo così. Lui si sentiva più vulnerabile, più esposto ai rischiosi sentimenti che mai. Nessuno dei due sapeva cosa fare: avrebbero dovuto avvisare James e Lily, sicuramente desideravano partecipare al dolore di Sirius per alleviarlo, ma non si volevano muovere. Si sentivano a pezzi per quello che era appena stato comunicato loro, ma provavano una sensazione di completezza, così, vicini, che non si volevano spostare. Il ragazzo prese il coraggio a due mani e iniziò:
«Vuoi dirmi qualcosa?»
«Che devi essere forte, che …» ma venne interrotta.
«A parte i convenevoli?»
«No» ammise mogia la ragazza.
«Lasciami alzare» le chiese il ragazzo, scostandole lievemente le gambe. Lei si alzò e si risedette sul letto.
«A che pensi?» chiese poi Mary, guardando Sirius che si avvicinava alla finestra a testa bassa e appoggiava i polpastrelli sul marmo di cui era costituito il davanzale.
«Che la guerra mi sta uccidendo a poco a poco, togliendomi le cose che mi sono più care»
Lei lo guardò apprensiva e lui si voltò di scatto, nella direzione della ragazza, ma senza guardarla negli occhi.
«E non mi voglio affezionare a nessun altro. Prima Charlus, poi Regulus, … il prossimo passo sarà togliermi James?»
«In fondo lo sai che James non cadrà mai vittima della guerra» tentò di rassicurarlo - e di rassicurarsi - Mary.
«Magari lui no, ma se mi togliessero qualcun altro, come te ad esempio?»
«Io? Siamo amici, ma ti riprenderesti, non ti preoccupare»
«No, tu lo sai a cosa mi riferisco. E anche io lo so» si sincerò della situazione alzando lo sguardo dal pavimento e osservandola come si fissa un pazzo che nega l’evidenza.
«A – a cosa ti – ti riferisci?»
«Mary, siamo abbastanza grandi per prenderci in giro o per creare vane allusioni. E poi, sento che quello che devo fare, o lo faccio subito o non ne avrò più la possibilità» si affrettò lui, riprendendo a fissare il marmo del pavimento. Lei, colpita come da un pugno in pieno stomaco da quelle parole, si alzò di scatto e gli camminò incontro, eliminando ogni distanza e stringendosi al suo petto. Lui la accolse a braccia larghe, quasi si aspettasse di ricevere una simile manifestazione d’affetto, ma si scostò subito, colto come da un lapsus improvviso.
«Non mi voglio affezionare a nessun altro» mormorò il ragazzo.
Mary, che era sempre stata abbastanza educata, perse le staffe:
«Vaffanculo Sirius. Mi hai detto che non c’era più tempo di prenderci in giro o ignorare i nostri sentimenti e ora tu sei il primo che scappa?»
«Voglio solo proteggerti» sottolineò lui.
«No, tu vuoi evitare di soffrire ancora isolandoti da tutto e da tutti. Ma sai che c’è? Scordati di me, Sirius Black!» si diresse verso la porta, infuriata a dir poco.
Lui, molto più veloce di lei, la fermò prima che potesse mettere mano alla maniglia, la prese per i fianchi snelli e le appoggiò un bacio sulle labbra, dapprima leggero, come a chiedere il permesso, poi sempre più profondo e autentico, approfondendolo in modo che le loro lingue ballassero in una danza alquanto irregolare. Lei non oppose resistenza, ma lo ricambiò con trasporto.
«Ma cosa stiamo facendo?» chiese Mary ridendo, appena staccata dal ragazzo.
«La cosa giusta?» le sorrise lui di rimando.
«Ma Sirius … io non posso …» la ragazza si fece improvvisamente cupa, si voltò e si strinse nelle spalle, scostandosi dal corpo perfetto del ragazzo.
«Perché non puoi essere felice?»
«Dylan mi ha lasciato da poco e io non mi sento ancora pronta» decise di rifilargli una scusa. Che forse conteneva una parte di verità. Ma principalmente una bugia.
«D’accordo, scusami» il ragazzo si scostò dalla porta per permetterle di uscire se ne avesse avuto voglia. Si riappoggiò per l’ennesima volta quella sera al davanzale di marmo, dandosi mentalmente dello stupido per essersi confessato e rattristandosi pensando al fratello.
«Niente, tranquillo» lo rassicurò lei, cercando di spegnere quella stupida vocina interiore che le diceva: “Bacialo, è tuo! Sai che se non lo farai non ne avrai più la possibilità ...”  e prendendo la via della porta. Nonostante la sua parte razionale le stesse gridando di filarsela da lì, lei si lasciò guidare dal suo cuore. Non sapeva esattamente perché, sapeva solo che era la cosa giusta da fare. Di scatto, si voltò verso il centro della stanza, guardò il ragazzo ancora girato di spalle, e percorse quei pochi metri che li dividevano. Lo abbracciò da dietro, appoggiando la testa tra le scapole del ragazzo e lasciandolo frastornato.
«Mary?» azzardò lui, girandosi lentamente.
«Ti amo» mormorò la ragazza fissando il bottone bianco della camicia di Sirius, l’unico lasciato aperto, il primo sotto il colletto. Lui, dapprima colpito come da una secchiata fredda in pieno inverno, dopo pochi secondi le rispose dolcemente: «Anch’io» prima di alzarle il mento con una mano e baciarla di nuovo.
Lei gli morse il labbro inferiore abbastanza forte in modo che potesse sentirlo, ma anche delicatamente, per non creargli dolore. Lui decise allora di spingersi un po’ più in là. Con una mano le scostò i ricci che le ricadevano sul collo e iniziò a baciarla sulla pelle delicata. Lei sbottonò la camicia del ragazzo, per poi spingerla indietro e abbandonarla inerme sul pavimento. I pantaloni del ragazzo e il vestito nero della ragazza la raggiunsero presto, seguiti a ruota dalle scarpe, dalle calze e dall’intimo. Si lasciarono trasportare dalla passione per una mezz’oretta, ricadendo poi sfiniti sul letto e sdraiandosi sotto le coperte, ancora abbracciati. Era mezzanotte.

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Capitolo 5
*** litigi ***


Cap.5
Litigi
 
«Siamo rincasati» annunciò Lily a bassa voce, temendo di svegliare qualcuno.
«Alleluja! Abbiamo un problema grave» annunciò Remus salutando Lily con un bacio sulla guancia.
«E cioè? Hai baciato Mary davanti a Sirius?» chiese James ridendo.
«Peggio. È arrivata una lettera a Sirius»
«Oddio!» James si finse preoccupato, portandosi le mani alle guance.
«Lascialo finire» lo rimproverò Lily severa. Il suo fidanzato alzò le mani in segno di resa.
«Grazie Lily. C’era scritto che un Molliccio stregato da Voi-sapete-chi va in giro con le sembianze di Regulus, e non si sa il perché, insulta tutti quelli che sono più vicini al ragazzo. O meglio, erano. Regulus è morto. Sirius è distrutto» mormorò le ultime due frasi con un fil di voce e gli occhi iniziarono a diventare lucidi.
«Oh, Remus!» sussurrò Lily prima di buttarsi al collo del fidanzato «Sirius lo sa già?»
«Sì. Mary lo stava consolando, poi ho sentito dei sospiri più forti, alcune grida, uno schiocco di labbra e … poi hanno insonorizzato la stanza, mi dispiace»
«Vado a vedere come stanno» comunicò James preoccupato.
«Meglio che vada io. Non si ha mai che abbiano … ma non è possibile … comunque vado io» si affrettò Lily per la scala.
Scostò lievemente la porta e li vide abbracciati a letto, dormienti. Poi scorse un cumulo di vestiti – tra cui il vestito di Mary, ne era certissima – e le scappò un sorrisetto sghembo; decise però di lasciarli in pace e di tornare dai due ragazzi.
«Come stanno?» chiese James, alzandosi dal divano di scatto nel vedere la fidanzata arrivare spedita.
«Benissimo» gli sorrise lei.
«Allora salgo a parlare con Sirius» ideò James, alzandosi.
«NO!» trillò di scatto Lily.
«Perché no?» intervenne Remus.
«Ehm … ecco … perché non si sono fermati al bacio» mormorò Lily abbassando lo sguardo e arrossendo violentemente, al pensiero di aver tradito la sua migliore amica.
«COOOOSA?» chiese James stupito. Non riusciva a immaginarsi il suo migliore amico e la sua piccola Mary che … no, non ce la faceva proprio.
«Vieni qui, amore» lo intimò Lily, avvicinandosi lentamente al ragazzo e baciandolo profondamente.
«Non cambiare discorso» le sussurrò piano il ragazzo.
Lei lo guardò con una strana scintilla  negli occhi, e Remus arrossì.
«Io … ehm … potreste andare in camera delle ragazze? Mary e Sirius hanno diritto alla loro intimità e io dormo sul divano, quindi salite voi?» chiese abbassando gli occhi.
«Okay» rispose controvoglia James, dirigendosi lentamente verso la porta, con la sua camminata lenta.
«Notte Rem» salutò Lily con un bacio il ragazzo, per poi seguire il fidanzato nella camera da letto.
 
La mattina dopo si ritrovarono tutti e cinque in cucina.
Prima entrarono James e Lily, assonnati, e la ragazza vagamente preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere tra i due ragazzi.
Tuttavia, quando Sirius entrò, nessuno disse niente se non “Buongiorno” all’ingresso dei due. Ad un certo punto Sirius esordì con voce amara dicendo:
«Sapete la novità?»
«A cosa ti riferisci?» chiese James assente.
«A mio fratello. Quello di ieri sera era un Molliccio stregato e lui è morto»
Mary, che stava sorseggiando un caffè in piedi dietro il ragazzo, gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.
«Mi dispiace molto» mormorò Lily distogliendo lo sguardo.
«Anche a me. Ma mi riferivo al fatto che hai trovato un modo per affogare i tuoi dispiaceri!» gli sputò James.
Sirius sgranò gli occhi come a chiedere “E tu come lo sai?”. James rispose alla tacita domanda del ragazzo minacciandolo:
«Stai lontano da Mary»
«Non rompere. Non è la tua ragazza» gli rispose Sirius a tono, alzandosi di scatto.
«Basta che tu le stia lontano. Lei non merita di soffrire. La lasceresti dopo due giorni»
Sirius prese James per la maglia e lo sollevò dalla sedia, puntandogli il naso contro il suo e dicendogli:
«Lasciaci in pace»
«Sennò?» lo sfidò James, per nulla intimorito.
Iniziarono una lotta alla Babbana tirandosi pugni e schiaffi. Rotolavano sul pavimento in modo sconcertante.
«PETRIFICUS TOTALUS!» urlò Lily per due volte, colpendoli entrambi.
Una volta separati, mormorò “INNERVA” e i due tornarono a muoversi. Come Sirius vide l’altro si alzò di scatto, ma Remus fu più veloce e lo placcò alla sedia.
Mary aveva assistito a tutta la scena da un angolo. Piangeva.
«Mary …» iniziò Sirius.
«Siete due cretini. Non vi basta che io già soffra per la morte di tutta la mia famiglia, ora dovete anche mettervi a litigare perché io cerco la felicità. James, sono grande abbastanza per sapermi difendere, o mi consideri ancora una poppante? Sirius, perché dovevi mettergli le mani addosso?»
Li squadrò attentamente, come se potesse incenerirli, e poi si diresse verso la sua camera, ancora indossando la camicia che Sirius le aveva prestato per non doversi rimettere quello scomodo vestito nero.
Sirius e James si alzarono in silenzio e la seguirono per chiederle scusa. Remus e Lily, che erano visibilmente scossi, li seguirono, solo per sincerarsi che non si uccidessero per la scala. 

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Capitolo 6
*** armistizi ***


Cap.6
Armistizi
«Mary, apri» la intimò per la centesima volta Sirius. Lei non aveva risposto né a lui né a James. Così Lily prese in mano la situazione e, scivolando avanti a tutti, bussò, dicendo:«Tesoro, sono qui a parlare civilmente. Aprici, per favore»
Anche se controvoglia, la ragazza aprì. Tutti e quattro scivolarono dentro e si sedettero sul letto.
«Senti, mi spiace, ma non mi va che te la fai con uno scemo come lui, okay?» chiese James.
«Mary … se non mi vuoi più ti capisco» gli sussurrò Sirius, avvicinandosi e lanciando un’occhiataccia a James.
«Io vorrei solo che non litigaste. James, tu lo sai che sei molto importante per me, ma Sirius è il mio ragazzo»
«State già insieme?» domandò Remus dal fondo della stanza, ricevendo un piccolo pugno sul braccio da Lily.
«Sì, Moony, stiamo già insieme, e visto come ci tratta Prongs, troveremo una casa tutta per noi»
«Non fare il bambino e piantala di frignare! Meglio se ti tengo d’occhio» gli disse James.
«Quindi accetti il nostro fidanzamento?» chiese gioiosa Mary.
«Non proprio … però un po’ alla volta lo accetterò, basta che non litighiamo … e soprattutto, che non la farai soffrire» disse, rivolto a Sirius, puntandogli imperioso un dito. Non sapeva che quell’affermazione avrebbe dovuto essere al rovescio.
«Ora tutti fuori che  mi devo cambiare … ho una ronda per l’Ordine» esclamò sbrigativa Mary, aprendo la porta. Dopo circa dieci minuti si Smaterializzò da casa.
 
 
«Ragazzi, scendete, c’è Silente che ci deve dire una cosa importante, a sentir lui» avvisò Remus irrompendo nella stanza maschile con tranquillità. Ancora non sapeva niente.
I due, controvoglia, scesero e James prese posto alla sinistra di Lily, Sirius subito dopo e Remus al lato destro della ragazza.
«Come state? Ho saputo di Regulus, me ne dispiaccio tanto» esordì Silente.
«Bene, grazie dell’interessamento. Se non le spiace, sto preparando una sorpresa a Mary, sarà qui a momenti …» gli disse Sirius, sorrideva implorando di essere veloce.
«Non tornerà» gli comunicò tristemente il vecchio mago.
«Co – cosa intende dire?» gli domandò Lily.
«Mary ha perso ciò che di più caro abbiamo. Uno scontro all’ultimo sangue con Mulciber, e non ha resistito»
«Lei ci sta dicendo che Mary è … è …» chiese Remus, incapace di completare la frase.
«MORTA?» concluse Sirius urlando.
«Esattamente ragazzi» confermò Silente, con una voce che faticava ad essere ferma, come se potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
«No, no, no, NO! Cazzo, ci eravamo andati così vicini alla felicità! Me l’hanno portata via! Se trovo quel fottuto Mangiamorte dei miei stivali, lo ammazzo a mani nude» ululò Sirius.
Remus si alzò e poggiò una mano sulla spalla di Sirius, implorandolo di calmarsi. Piangevano entrambi.
Lily e James piangevano abbracciati.
«Vi devo lasciare soli. Fatevi forza» salutò Silente prima di Smaterializzarsi.
Quella notte nessuno dormì. Rimasero a fissare il posto vuoto di Mary a tavola, sul divano, nel letto.
E per tutta la settimana seguente non riuscirono a non pensarla.
 
 
Alcuni giorni dopo Remus si vide costretto a parlare con Sirius. James e Lily, come sempre, si stavano facendo forza l’un l’altro per uscire da quel tunnel in cui erano entrati con la morte di Mary. Remus era tutto d’un pezzo, piangeva da solo, la notte, sul divano.
«Pad, parliamo?» chiese, sperando che l’amico togliesse la faccia dal cuscino e gli rispondesse senza urlare.
«Okay» mormorò, tirandosi a sedere «Di cosa?»
«Mary. Devi dimenticarla. È difficile, lo so, ma …»
«Tu non lo sai, tu non ami una persona che è morta. Tu non senti il suo profumo ogni volta che ti sdrai nel letto o che trovi i suoi vestiti in bagno, non senti la sua risata ogni volta che giri l’angolo, non sogni di baciarla ogni volta che sei solo, …»
«Ma devi superarlo …»
«Vaffanculo Remus» e uscì dalla stanza, alterato.
 
Una volta in giardino, si accucciò in un angolino, estrasse la bacchetta e se la puntò al cuore. “Reparo” mormorò, ma non successe nulla. Il suo cuore, così come il suo futuro, erano andati in mille pezzi non appena sentito la parola “morta” collegata alla sua Mary.
 
Tuttavia ritrovò un po’ di felicità al matrimonio di James e Lily e al battesimo del loro primo figlio, di cui divenne padrino, per poi sprofondare di nuovo in un baratro quando i suoi migliori amici morirono. «They aren’t came back» gli avrebbe detto Lily. L’unica cosa che si ripeteva da mattina a sera e da sera a mattina nella cella di Azkaban è: “Sono nato per soffrire”.

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