Zootropolis: Another Story

di JinTatsumoto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Il flashback ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** Un soffitto sconosciuto ***
Capitolo 5: *** Downtown Gym ***
Capitolo 6: *** L'appuntamento ***
Capitolo 7: *** Si ritorna in azione! ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Zootropolis: Another story
 
Il risveglio
 
Mi ero appena svegliato, non capivo dov’ero o cosa stesse succedendo… Mi trovavo in una stanza completamente bianca e con una flebo al braccio.
Mi guardavo intorno nell’intento di ricordare come fossi finito li, ma nulla... Poi entrò il dottore di reparto: “Buon giorno Sig. Wilde, come si sente?”, totalmente spaesato risposi con un'altra domanda: “Cosa sta succedendo, perché mi trovo in ospedale?”, : “Non si preoccupi di questo, al momento deve pensare a riprendersi, a proposito il Capitano Bogo del distretto di Downtown City e venuto a trovarla”, usci il dottore a chiamare l’ospite.
(Il capitano?), pensai tra me e me, questo non faceva altro che confondermi le idee… : “buon giorno Nicholas Wilde” disse il capitano entrando, si sedette e continuò: “Spero si stia riprendendo bene Wilde, come si sente?”, : “Bene credo… in realtà non ne sono sicuro, mi dica… cosa sta succedendo?, sento che è qualcosa di importante… ma non riesco a ricordare cosa!”, : “Wilde non è prudente per lei…”, lo interruppi bruscamente: “Per favore! Non posso aspettare”, il capitano mi guardò con serietà: “Bellwether ha usato contro di te il siero del Ululatore Notturno e…”; in quel momento ebbi un flash back!, dissi agitatamente: “Dove si trova?!”, : “Nella stanza accanto, ma non sarebbe prudente per lei a muoversi in questo momento”; Mi alzai velocemente dal lettino non ascoltando gli avvertimenti del Capitano Bogo, la testa mi girava furiosamente e a mala pena mi reggevo in piedi, ma non mi importava! Il mio unico pensiero era raggiungere Judy.
Usci dalla mia stanza e barcollando mi appoggiai al muro, strisciandomi lentamente verso la stanza accanto, mancava poco ormai.
Spalancai la porta con forza: “Judy!?!” urlai, e lei era li, sdraiata in nel letto in un sonno profondo… Mi avvicinai nell’intento di svegliarla ma appena raggiunta notai una fasciatura… : “E stato il morso che gli hai dato a provocare quella ferita… seppur involontariamente”, disse il Capitano Bogo appena entrato in stanza.
Dopo quelle parole ricordai ogni cosa! Mi senti estremamente in colpa per non essere riuscito a proteggerla… Mi sedetti nella sedie di fianco al letto e piansi, piansi talmente tanto che non riuscivo più a smettere. Cap. by JinTatsumoto
 

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Capitolo 2
*** Il flashback ***


Il flashback
Ero confuso, non potevo crederci, la mia carotina era in quel letto di ospedale per colpa mia, solo per colpa mia. Se non fossimo passati per il museo forse ne io, ne lei saremmo qui ora.
I miei ricordi si ristabilirono velocemente come quella scarica di colpi che feci in addestramento con un’arma molto potente, ora ricordo tutto, se prima nel raggiungere questa stanza mi ero sentito male, ora che mi sono ricordato tutto rischio l’infarto. Eravamo appena saltati dal vagone-laboratorio di Doug in corsa verso il terminale della stazione sotterranea, se non fossimo saltati altro che ospedale… saremmo sicuramente morti durante l’esplosione, avevo voglia di mangiare qualche mirtillo ma, nel saltare dal vagone avevo preso solo la valigetta con l’arma e i mirtilli mi erano caduti all’ interno del vagone e credo che ormai siano andati. Ahhhh se non avessi pensato a quella dannata valigetta e avessi pensato esclusivamente ai mirtilli… mi ricordo ancora il pugnetto che Judy mi dette sulla spalla quando le feci vedere la valigetta.
Lei propose, per accorciare i tempi, di passare per il museo di storia naturale e li incontrammo la docile e dolce “amica” di Judy, che in un primo periodo sembrava darci manforte, poi capimmo che non era così, lei ci chiese: “date a me la valigetta non serve che la portate al capitano, ci penso io!” fu lì che io e Judy capimmo… infatti rifiutammo la richiesta e iniziammo a scappare… ovviamente lei non era da sola, si era portata con se tre scagnozzi. Nella fretta di scappare io e Judy non guardammo dove stavamo mettendo le zampe e lei si ferì vicino alla zampa destra con un reperto, cadde a terra sofferente; mi fermai e le chiesi: “Carotina… Carotina ce la fai?” lei mi rispose: “lasciami qui Nick porta la valigetta alla polizia io penserò a trattenerli.”
“Non esiste! Tu vieni con me…” risposi : “ma come? non posso camminare”
“beh troverò una soluzione.” Queste ultime parole mi tormentano ancora perché non ero riuscito a trovarla.
Le fasciai la ferita la presi sotto braccio e ricominciammo a correre, purtroppo lei zoppicava e quindi rallentava la nostra fuga, uno degli scagnozzi di Bellwheter ci raggiunse e ci colpi duramente facendoci precipitare dentro una fossa espositiva del museo; a causa del contraccolpo mi cadde la valigetta e la “pecorella” la prese e estrasse l’arma.
Judy allora le chiese: “che vorresti fare… uccidermi?” lei con un ghigno malefico rispose: “no, no non lo farò io… lo farà lui!” e detto questo mi sparò senza esitare, sentii un forte dolore, la vista mi si annebbiò sentii la voce di Judy che mi diceva: “Nick! No! Non farlo resiti!” intanto sentivo quella pecora nera che ridacchiava di gusto nel vedermi trasformare in selvaggio, i miei muscoli non rispondevano più si muovevano da soli ero a un passo da Judy e….
“N-Nick N-Nick…” mi ero appena risvegliata e riconobbi la coda arancione del mio migliore amico, alzai lo sguardo e per un momento pensai di risvenire per l’accidente che mi ero presa, il suo muso era bianco, più bianco delle pareti della stanza, lo provai a chiamare: “N-Nick Nick…” e notai che lui mi guardò.
Venni interrotto al momento giusto altrimenti sarei morto veramente e la guardai, aveva gli occhi spalancati, aveva visto un fantasma? Le risposi con voce strozzata: “J-Judy…” lei mi guardo e disse: “stai pensando a ciò che è successo vero?”
“Si, come h-hai fatto a capirlo?” le risposi: “sei pallido e stai piangendo non sono talmente ottusa come credi…” mi sorrise debolmente. Io le risposi continuando a piangere: “I-Invece S-si è C-colpa mia, se avessi trovato una soluzione adesso non ti troveresti con quella enorme fasciatura…” lei si commosse vedendomi, così io Nicholas Piberius Wilde piangere come un cucciolo.
Cercai di avvicinarmi a lui non notando che nella stanza c’era Bogo ero li quasi a toccare il suo muso con il mio che… una fitta mi fece ricadere sull’letto, mi faceva talmente male che… piansi per il dolore. Vidi nei suoi occhi appena mi accasciai sull’letto il terrore, la paura, aveva capito che mi ero ritratta per la ferita provocata dal suo morso. Lo vidi semplicemente alzarsi dalla sedia e uscire dalla stanza… poi più niente solo nero.
Cap. by TheDarkWolf

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Capitolo 3
*** Paura ***


Paura
Io e Nick eravamo al commissariato, entrambi non sapevamo cosa fare, eravamo incollati allo schermo dei nostri computer a far finta di fare qualcosa di utile, in realtà eravamo su Zoobook o semplicemente su Zoogle, a vedere qualche film o qualche gioco da fare.
Ne io ne Nick avevamo notato che il capitano era entrato nel nostro ufficio: “Buongiorno Wilde, Hopps vedo che vi state impegnando molto… ad esempio Wilde non sapevo che stessimo lavorando ad un caso che si chiama “Gazzelle Concert”, sai mi interessa molto però visto che siamo comunque in commissariato e visto che non avete nulla da fare qui prendete una volante e fate i controlli alle auto che passano.”
“Va bene capitano andiamo”, risposerò sull’attenti i due agenti, uscimmo dagli uffici e Nick disse sbuffando: “Uff… ma perchè non ci lascia mai in pace quel bufalo antipatico…” io risposi: “suuu…. Siamo poliziotti non è che siamo come i politici che vanno a scaldare semplicemente la sedia.” Raggiungemmo le volanti, avevamo l’imbarazzo della scelta c’erano i soliti suv, una fegatti, una furgatti e una tororghini. Nick disse: “prendiamo la toroghini così ci divertiamo un po’…” salimmo sulla toroghini e Nick si mise al volante e andammo in giro a fare multe e controlli alle vetture, mi sembrava di tornare all’inizio quando ero una semplice ausiliare del traffico.
“Andiamo a bere qualcosa?” mi chiese lui, “saremmo in servizio ma sai com’è non abbiamo niente da fare… ma si dai!”,
“Ho una brutta influenza su di te Carotina” rispose ironicamente la volpe.
Ci fermammo ad un bar molto carino, tutto bello arredato.
Non finimmo di bere quello che avevamo ordinato, perché il capitano contattandoci via radio ci comunico che nella zona dove eravamo noi in quel momento stava avvenendo una rapina a zampa armata, e che noi dovevamo prenderli a tutti i costi.
Raggiungemmo il luogo indicato dal capitano.
Sembrava tutto calmo… troppo calmo… infatti appena scesi dalla volante e per fortuna che eravamo scesi, un proiettile sparato da uno dei quattro malviventi colpì il vetro anteriore dell’auto. Io e Nick cacciamo dal fodero le pistole ai tranquillanti per non far del male a nessuno. “Ecco fuori 2”, Nick mi copriva le spalle e disse: “ecco il terzo ci penso io” e lo colpì con la pistola spara sedativi.
Mancava solo l’ultimo mi ero distratta mi volevo congratulare con Nick, ma in quel momento alle mie spalle comparve l’ultima donnola, lui se ne accorse e gridò: “Judy attenta!” mi si parò davanti e… sentii solo il colpo dell’arma… mi girai e vidi la donnola scappare e Nick ansimare, soffrire e il suo corpo cadere a terra. Io mi sentii mancare mi avvicinai a lui e iniziai a piangere: “Nick… Nick… mi senti” lui mi rispose tossendo: “non ti preoccupare per me, prendi la donnola”
“manco morta” “J-Judy t-ti prego… io ti…. Ti…amo.”
Appena terminata la frase i suoi occhi si chiusero e non parlò più e io iniziai a gridare: “No Nick… anche io ti amo, ti prego non mi lasciare… Nick, Nick NOOOOOOOOO!!”
 
Cap. by TheDarkWolf

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Capitolo 4
*** Un soffitto sconosciuto ***


Un soffitto sconosciuto
 
Aprì gli occhi spaventata e vidi di nuovo quel soffitto sconosciuto… ormai mi trovavo in quel bianco ospedale da settimane, ogni giorno era la stessa routine: i soliti dottori entravano a chiedere come mi sentivo; la solita infermiera mi portava la colazione, il pranzo e la cena; gli stessi esami ogni giorno.
Onestamente non mi interessava del tempo che passava, i miei pensieri erano altrove… il non vedere Nick mi preoccupava, sapevo che era ricoverato nello stesso ospedale, dopo tutto ci eravamo parlati.
Non c’era un momento in cui mi chiedessi che fine avesse fatto… non veniva mai a trovarmi, questa situazione mi faceva stare veramente male, più male della ferita che avevo sull’addome.
Era passato un mese dall’ultima volta che vidi Nick, ma un pomeriggio mentre riposavo, venni svegliata da un brusco rumore.
Aprì gli occhi e vidi una coda familiare che si dileguava, mi feci prendere dall’agitazione: “Nick! Nick!”, dissi nella speranza che fosse lui; a quella mia chiamata la coda si fermò e intravidi un muso che rispose balbettando: “J-Judy n-non volevo disturbarti”, risposi infastidita: “Volpe ottusa, tu non mi disturbi mai!”, a quella esclamazione si fece avanti prese la sedia e si sedette di fianco a me.
Notai della tristezza nel suo sguardo, e che non guardava me ma la fasciatura… per fargli distogliere la vista dalla ferita alzai il lenzuolo: “come mai non ti sei fatto più vedere da quella volta?” chiesi, lui mi rispose: “beh… ecco vedi… in realtà io sono venuto a trovarti tutti i giorni nei momenti in cui riposavi… la vista di quello che ti ho fatto mi fa tornare in mente quel giorno…”,
“Non è colpa tua!, e stato quel dannato siero!”, notai che lui abbassò le orecchie e che gli occhi luccicavano: “Quegli istanti mi perseguitano, se solo avessi trovato una soluzione!”, a quelle parole soffri tanto perché vedevo il Mio Nick piangere per quell’incidente: “Nick non puoi fartene una colpa, lo sai bene che il siero fa perdere la ragione, non ricordi il Signor Otterton?!”.
In quel momento Nick si asciugò le lacrime: “Sei sempre cosi gentile con me”, detto questo mi abbracciò, arrossì immediatamente sentendo le sue calde braccia circondarmi tutto il corpo, non dissi nulla… in quel momento… quell’abbraccio mi sembrava la cosa più bella del mondo.
Terminato l’abbraccio mi sussurrò nell’orecchio: “Ti voglio bene carotina”, “Ti voglio bene anch’io… Nick” risposi dolcemente.
Capit. by JinTatsumoto

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Capitolo 5
*** Downtown Gym ***


Downtown Gym
“Finalmente!” esclamai, finalmente ero stata dimessa dall’ospedale, ero super agitata!
Dopo tutti quei mesi ferma in quel lettino mi sentivo appesantita, avevo bisogno di rimettermi in sesto per tornare a lavorare al massimo delle mie capacità.
“Quale posto migliore della Downtown Gym?” pensai, “non è molto distante dal mio appartamento ed in oltre potrei andarci con Nick! sono euforica solo al pensiero!”.
Uscita dall’ospedale feci un profondo respiro, l’aria sembrava più fresca che mai, in quel momento sentii dei passi dietro di me e una zampa mi copri gli occhi, “Indovina chi sono?”
“E devo anche rispondere?!” quella voce e quel buon profumo li avevo già sentiti molte volte; “Sei una coniglietta più astuta di quel pensassi” disse ironicamente la volpe, irritata tolsi la sua zampa dal mio muso “Cosa staresti insinuando?”
“Insomma Carotina! Non dovresti innervosirti sei appena stata dimessa dopo tutto” continuò Nick con il suo tono ironico.
Lo fissai negli occhi e vidi che nel suo sguardo c’era qualcosa che non mi quadrava, anche se all’esterno era il solito Nick Wilde, all’interno sembrava star male.
“Cos’hai Judy? Ti senti male?” la sua espressione cambio in un batter d’occhio,
“No… mi ero persa a guardare i tuoi occhi…” in quel momento parlai senza pensare; appena metabolizzai ciò che avevo detto le mie orecchie si abbassarono e arrosi di colpo.
Cambiai argomento nella speranza che non ci facesse caso, “Vieni in palestra con me? Ho bisogno di rimettermi in forma…”
“Certo con piacere, tanto lo so che sei curiosa di vedermi in tuta sportiva” sogghigno;
“Dai smettila” gli diedi un pugnetto sul braccio, gli presi la zampa per incitarlo a venire e dissi: “Su forza andiamo!”
Durante il tragitto non pensai ad altro del perché dissi quelle parole, sapevo che cambiare discorso non sarebbe servito a fregare Nick, ma come si dice la speranza e l’ultima a morire.
“Bene siamo arrivati” sorrisi e feci finta che non fosse successo niente,
“Ottimo, ti e piaciuto tenermi per zampa durante tutta la strada?”,
“EEEH!!”sobbalzai all’indietro e mollai la zampa, mi ero totalmente dimenticata di avergliela presa prima, ed io che volevo evitare altre figuracce… Ero imbarazzatissima e infastidita, nel suo muso c’era un sorrisino di divertimento e soddisfazione che non sopportavo! “Entriamo e basta!!”.
Anche mentre ero negli spogliatogli non riuscivo a pensare ad altro “Stupida volpe ottusa”.
Usci ed andai in contro a Nick, nel frattempo si era cambiato anche lui, “hey Nick, sei pronto a fare esercizio?” appena lo raggiunsi però rimasi paralizzata per qualche istante, non me ne ero mai accorta prima… ma Nick aveva veramente un bel fisico.
“Si sono pronto Carotina, iniziamo con qualcosa di leggero, che ne dici del tapirulan?”
“S-si e perfetto…” questa giornata e proprio strana, non riesco a stargli vicino senza che mi trovi a disagio… Che quell’incubo che feci in ospedale abbia qualcosa di veritiero?
“Hey forza, non abbiamo tutta la giornata, cosa aspetti?”
“E-eccomi…” mi posizionai sul tapirulan di fronte a lui.
Iniziammo a correre, eravamo entrambi zitti per risparmiare fiato, era da cosi tanto tempo che non correvo che pochi minuti mi sembravano tanti; “Domani sera sei libera carotina?” interruppe il silenzio con questa domanda fuori luogo.
“Si… sono libera…” risposi a mala pena, anche se avevamo iniziato da poco ero già a pezzi, “Beh allora ti va se domani sera ti porto a mangiare qualcosa? Conosco un buon posticino che può fare al caso nostro”
“C-Certo… nessun problema”
“Bene allora ti passo a prendere io”
“Ok… No aspetta cosa!? Quindi è un appuntamento?!” mi distrai a cadi dal tapirulan; ero cosi concentrata a correre che non ci avevo pensato, Nick mi ha appena inviata a cena fuori!!
“Ti sei fatta male Judy?” mi porse la zampa, mi massaggiai il ginocchio in cui mi ero presa la botta,
“Un po’… non ti devi preoccupare” mi alzai con l’aiuto della volpe; “Forza riposiamo un po’, la ci sono dei distributori automatici” mi prese in braccio e si diresse verso macchinette.
“C-cosa fai?! Mettimi giù! Posso camminare da sola!” ero rossa come un pomodoro, gli altri animali ci guardavano ed io mi sentivo impotente di fronte a questo gesto cosi gentile e premuroso da parte di una volpe truffaldina come Nick.
Mi fece sedere nella panchina di fianco ai distributori e mi chiese: “Ti piace il thè al limone? O preferisci il thè alla pesca?”
“C’è il s-succo di ca-carote?” balbettai timidamente…
“Giusto, come ho fatto a non pensarci” inserì la moneta e comprò due bibite una formato animali piccoli e una formato animali medi, si sedette di fianco a me e mi diede il succo.
Iniziai a sorseggiare il mio succo lentamente, era una situazione veramente stressante… “Carotina sei sicura di stare bene? Forse non è stata una buona idea riprendere subito con l’attività fisica”
“Devo darci dentro! Voglio ritornare in azione!”
 “Judy lo so che e il lavoro dei tuoi sogni… ma ricordati: la tua salute viene prima… come fai a lavorare se ti fai ancora male?”
Non dissi nulla, aveva ragione… “Su forza bevi, ti accompagno a casa appena hai finito” lui mi sorrise dolcemente ed io l’unica cosa che feci era annuire.
Cap. JinTatsumoto

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Capitolo 6
*** L'appuntamento ***


L’appuntamento
“Sono in ansia e non so  il perché! Ma perché sono così agitata!? Calmati Judy è solo un appuntamento, cosa sarà mai…” continuavo a borbottare tra me e me.
“Non è che per caso ti mette in ansia Nick? Ma cosa sto pensando! È una volpe e io sono un coniglio non può essere! Basta devo pensare cosa mettere… Ho trovato! Mi metterò quest’abito lungo e bianco con questa collana di perle si sposa benissimo”.
Bussò la porta, “Oh No È Lui! E ancora non sono pronta! E meglio farlo entrare mentre finisco”, “Ciao Carotina, come al solito… sei sempre in ritardo!”
“Non è vero” risposi imbronciata, “Mi vado a cambiare resta qui!” raggiunsi il bagno, chiusi la porta e mi cambio in tutta fretta; uscì e mi mostro a lui: “Allora… come sto?” chiesi timidamente a lui, che rispose: “Stai molto bene, si abbina con i tuoi occhi” mi sorrise infine; quelle parole mi hanno fatto agitare e arrossii di colpo, mi piace quando Nick mi fa i complimenti… forse lui mi piace…. Ma via! Sono proprio una coniglietta ottusa… “Grazie Nicky” risposi imbarazzata.
“Andiamo?” mi chiese e mi guardò negli occhi sembrava imbambolato… forse io gli piaccio… ma come! non può essere… “Nicky stai bene?”
“si mai stato meglio” Mi rispose prendendomi la zampa… salimmo in macchina e io per spezzare il silenzio gli chiesi: “Perché mi hai invitato a cena?” mi rispose seccato: “Non posso nemmeno invitare la mia collega di avventure a cena?”, le parole che dissi dopo uscirono dalla mia bocca da sole: “no, anzi, mi piace stare con te…” mi morsi il labbro appena mi accorsi di ciò che avevo appena detto… Nick non mi rispose si limitò ad un semplice sorriso malizioso.
Una volta giunti davanti al ristorante non sapevo più come dovevo sentirmi, da una parte ero felice per quel che stava succedendo, dall’altra parte ero totalmente spaventata.
“Bene entriamo Carotina, vedrai ti piacerà!
“Ok…” gli presi la manica, in un certo senso mi faceva stare meglio…
Ci scendemmo e Nick per rompere quel silenzio imbarazzante mi chiese: “Cosa vorresti mangiare, una pizza?” io risposi: “Voglio provare la pizza vegetariana e tu Nick?” “Una margherita”, una volta deciso chiamammo il cameriere e ordinammo. Il momento che è passato dall’ordinazione fino all’arrivo delle pizze per me è stato lunghissimo “Allora Nick… come hai conosciuto questo posto…?” provai a tirar fuori un qualsiasi argomento per evitare ancora quel silenzio spinoso,
“Beh non c’è un motivo particolare, cercavo solo un posto dove poter portare fuori a cena la mia coniglietta preferita” ghignò; comincio a pensare che si diverta a mettermi in soggezione. “Finalmente sono arrivate le pizze” esclamai cambiando discorso: “Buon appetito Nicky”
“Buon appetito coniglietta ottusa, sai una cosa quando hai fame sei proprio antipatica” disse con tono beffardo; lo guardai storto: “Tu invece sei insopportabile sempre” risposi con la bocca piena, “Le buone maniere non si parla a bocca piena” mi arrabbiai ancor di più, gli lanciai il tovagliolo sul muso: “FAMMI MANGIARE! altrimenti altro che ululatore notturno” ripresi a mangiare con foga “sei la solita coniglietta ottusa” mi sentii dire, le mie orecchie si drizzarono però mi trattenni avevo troppa fame per discutere con qualcuno che evidentemente non sa cosa significa la parola fame.
Finimmo di mangiare finalmente avevo colmato il buco nello stomaco: “Allora ti è piaciuta?” mi chiese, “Si” risposi mentre mi accarezzavo il pancino, “Voglio andare a casa ho sonno…” notai che Nick aveva uno sguardo triste ma si limitò a dire: “Andiamo, ti porto a casa”. Tornammo nell’ auto e io presi la parola: “Grazie della bella serata Nicky mi è piaciuto stare con te” mi iniziò a battere forte il cuore quando lui iniziò a guardarmi negli occhi… “Sono contento che ti sia piaciuta la serata” appena lo ringraziai i suoi occhi pensierosi si colmarono di felicità.
Raggiungemmo il mio appartamento “Eccoci siamo arrivati buona notte Judy” mi sorrise lui, “Buona notte” gli diedi un bacino sulla guancia, salii sopra entrai nella mia stanza, mi tuffai sul letto e mi addormentai.    
 

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Capitolo 7
*** Si ritorna in azione! ***


Si ritorna in azione!
Erano le 5:30 e la sveglia era appena suonata, mi alzai e mi preparai in poco tempo, mi guardai allo specchio e lucidai il distintivo, fremevo solo al pensiero di poter ritornare al lavoro dei miei sogni, presi le chiavi e usci di fretta dal mio appartamento.
Arrivai alla PDZ e come al solito alla reception c’era ad accogliermi un grosso e simpatico ghepardo, Benjamin Clawhauser, “Clawhauser! E bello rivederti, come stai?”
“Judy! Anche per me e un piacere, bene grazie e tu?”
“Mai stata meglio! Aspettavo di ritornare in azione!”
“Mi dispiace deluderti, ma non ci sono casi disponibili al momento, però Wilde ha bisogno del tuo aiuto, ha dovuto compilare anche le tue scartoffie mentre eri a riposo”
“Wilde? Intendi Nick Wilde?”
“Già, proprio lui, ora è tuo partner… ti avrei avvisato prima ma mi aveva detto che lo avrebbe fatto lui”
“Beh non lo ha fatto…”
“Credo che dovresti parlargli, ora avete un ufficio è proprio la in fondo”
“Grazie Benjamin, allora vado” “Strano che Nick non mi abbia avvisata…” pensavo tra me e me.
Entrai nel mio ufficio, mi piaceva l’idea di averne uno tutto mio anche se dovrei dire nostro, ora che Nick è diventato il mio partner a mia insaputa.
“Carotina era ora!” mi accolse una voce familiare appena aperta la porta, “Era ora che arrivassi! Sai quanto è difficile fare il lavoro per due?” esclamò la volpe, sporgendo la testa che era nascosta da delle pile di documenti.
“Non mi hai neanche avvertita, come avrei potuto sapere che eri in questa situazione?”
“Volevo farti una sorpresa ma come vedi… ho avuto qualche problema…”
“Già ho notato, dai lascia fare a me” mi avvicinai alla scrivania, “Qual è la mia parte da compilare?”
“Questa qua” prese una grossa fila e la porse sulla mia parte di scrivania “Ecco a lei signorina, tutta per lei
“Oh… ehmm” guardai sconcertata, “Ora che ci faccio caso… sono veramente tanti questi documenti”
“Ma non mi dire… E meglio mettersi a lavoro non ho intenzione di passare tutta la giornata a compilare dei stupidi fogli”; quel pomeriggio scrissi come mai nella prima dora.
“Sono sfinita, non ce la faccio più!” mi stiracchiai sulla sedia, orami erano passate ore,
“Basta mi arrendo! Non ne posso più, continuiamo domani” si alzò dalla sedia, si avvicino a me si appoggiò sulla mia testa,
“Non ti appoggiare cosi, sei pesante” risposi gonfiando le guance e abbassando le orecchie per lo stress,
“Forza vieni, ho una sorpresa per te” “Una sorpresa per me?!” stentavo a crederci, “Cos’è questa storia? Tu che mi hai fatto un regalo?”,
“Non ci fare l’abitudine Carotina” Ed ecco che Nick tirò fuori da sotto la scrivania un bouquet di carote, era perfetto! Ogni carota era posizionata come se fosse un fiore, tutte alla stessa distanza con la punta rivolta verso il basso e un biglietto di ben tornata al centro con un cuoricino.
Non avevo parole per descrivere quel momento, non immaginavo un regalo del genere, in realtà mi aspettavo uno dei suoi soliti scherzi di pessimo gusto, “Gr-grazie è… è bellissimo” presi il bouquet delicatamente con tutte e due le zampe per via della sua grandezza; “Sapevo che ti sarebbe piaciuto, non sono difficili da capire i tuoi gusti… è non pensare che quel cuoricino sul biglietto lo abbia messo a posta c’era solo quello gli altri erano finiti” disse indicando il cuoricino e utilizzando il suo solito tono beffardo.
“Ti farò passare la voglia di prendermi in giro!” quella volta non mi arrabbiai  poiché anche se Nick non l’ho dimostrava apertamente sapevo che ci teneva a me, nei suoi occhi smeraldi riuscivo a vederlo.
“Cos’è quel musetto compiaciuto Judy?”
“Niente niente” mi aveva resa troppo felice non riuscivo a smettere di sorridere, appoggiai il regalo sulla scrivania e lo abbracciai “Ti voglio bene!”
“Ma-ma cosa ti salta in mente?!”.

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