F.A.G's Hogwarts

di Kimly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 48 (parte I) ***
Capitolo 50: *** Capitolo 48 (parte II) ***
Capitolo 51: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 58: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Erano tutti lì, i ragazzi Grifondoro del quinto anno. Beh, non proprio tutti, ma loro erano i ragazzi del quinto, quelli casinisti, simpatici e a volte fin troppo vivaci.
C'erano i gemelli Weasley, Fred e George, i più scapestrati e la mente diabolica del gruppo, accompagnati dal fedele Lee Jordan.
Angelina Johnson, la razionale ed eccezionale giocatrice di Quiddich; con lei c'era Alicia Spinnet, la cui bellezza era paragonabile solo al suo caratterino.
Katie Bell ed Oliver Baston completavano il gruppo. L'una era l'infallibile cacciatrice di Grifondoro, l'altro era il loro Portiere, paranoico e tirannico.
Benché non fossero tutti dello stesso anno, erano chiamati “i ragazzi del quinto”, non solo perché i gemelli- leader indiscussi della combriccola- fossero di quell'anno, ma anche perché la maggior parte di loro lo era.
I loro primi anni ad Hogwarts erano stati scanditi da gioie e piaceri che sarebbero stati un semplice ricordo negli anni futuri.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali.
Prologo piccino picciò per iniziare questa nuova storia.
E' vero, avevo detto che non avrei più scritto fanfiction e che avrei solo concluso quelle in sospeso, ma avevo anche promesso questa storia.
Mi ha sempre incuriosito il triangolo Fred-Angelina-George e, dal momento che non considero Angelina un personaggio incoerente, ho cercato di mostrare il perché del suo cambiamento Fred-George.
Però, si c'è un però, sono voluta partire dal principio. Chi era Angelina prima di essere la ragazza di Fred e poi la moglie di George, gli anni dei gemelli più scapestrati del pianeta e dei loro amici, ecco è questo che ho voluto raccontare in questa storia.
Spero solo che non vi dispiaccia la mia descrizione di Angelina (che molti considerano alla pari della Brown! O.O).
Un bacione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Fred e George Weasley salirono velocemente sul treno, per paura che alla signora Weasley potesse venire ancora un attacco di nostalgia.
-Prosciutto. Di nuovo.- disse George, facendo una smorfia disgustata in direzione del panino che poco prima la madre gli aveva dato, mentre Fred se la rideva di gusto.
-Facciamo cambio? Io ho tonno e... qualcosa che ci galleggia all'interno.- precisò il ragazzo, ispezionando il suo.
-Credo siano carciofini.-
-Prosciutto e tonno anche quest'anno?- chiese Angelina Johnson, appena salita dietro di loro.
-Già. Ne vuoi un po'?- domandò George, passandole il suo, ma la ragazza scosse la testa, cercando di non risultare maleducata.
-Non sai cosa ti perdi.- proruppe Katie, spuntata fuori da chissà dove ed afferrò il panino di Fred che le sorrise grato.
-Scìamo tutti qui. Venite.- disse poi, con la bocca piena di tonno.
Una volta entrati nello scompartimento, ci fu uno scambio di saluti ed insulti vari.
Lee diede una pacca ai gemelli, Angelina abbracciò Alicia ed Oliver, mentre Katie cercava di finire il suo panino in santa pace.
Dopo che anche George si fu sbarazzato del suo pranzo -Lee fu ben felice di sbarazzarsene personalmente- iniziarono a chiaccherare come ai vecchi tempi.
-Quest'anno la Coppa non ce la toglie nessuno.- disse Oliver, mentre Katie alzava gli occhi al cielo e Fred saltava su entusiasto.
-Paga, fratello. Ho vinto io.-
George sbuffò, ma non disse nulla.
-Quant'era, due Cioccorane?-
-Tre. E un pacchetto di Tuttigusti +1.- precisò Fred, tirando fuori un foglietto e mostrandoglielo.
-Avete fatto una scommessa su di me?- sbottò Oliver, alterato e Fred si premurò di chiarire la cosa.
-No, no, capitano. Non era su di te, ma sulla tua ossessiva fissazione per il Quidditch. Lo sapevo che quest'anno non avresti resistito fino ad Hogwarts per parlarci delle tue nuove strategie.-
-Mpf.- sbuffò il ragazzo in risposta, ma preferì non ribattere.
-Dovreste ricordarvi che io non sono della squadra. Quando parlate solo di Quidditch, mi fate sentire escluso.-
-Ma è proprio questo il nostro scopo, Lee.-
Tutti risero per la rispostaccia di Alicia; lo stesso ragazzo non riuscì a ribattere, oramai conscio del suo carettere.
-Secondo voi come sarà il professore di Difesa quest'anno?- chiese all'improvviso Katie.
-Spero sia una donna.- rispose subito Angelina, da sempre femminista fino all'inverosimile.
-A me basta sapere che non sarà Allock.- aggiunse Oliver e subito tre paia di occhi lo guardarono malamente.
-Per favore. L'anno scorso sembravate tutte impazzite per quell'idiota.- continuò ancora il Portiere, mentre Lee, Fred e George si trovarono ad annuire.
-Era incredibilmente affascinante e voi non avete letto i suoi libri.- sospirò Alicia, ripensando al profilo dell'ex professore.
-Ha fatto un sacco di cose.- continuò Katie, annuendo convinta.
-Dice di aver fatto.- la corresse Lee.
All'una esatta arrivò la grassa strega e una volta che se ne fu andata lo scompartimento non sembrava più lo stesso: dolcetti e caramelle di ogni tipo ricoprivano le gambe dei sette ragazzi.
-Bleah... E' sangue.- disse Alicia, dopo aver mangiato una Tuttigusti color rosso pomodoro.
-Ma tu non vuoi fare il Medimago?- domandò Lee, afferrando la sua quinta Cioccorana.
-Cosa c'entra? Il sangue non lo devo mangiare!- sbottò la ragazza, scuotendo la testa incredula.
-Non dovresti mangiare così tanto, sai? Sei una Cacciatrice, devi essere agile e veloce e se...- provò a dire Oliver, rivolto alla più piccola, ma venne interrotto.
-Mi stai dicendo che sono grassa?- domandò lei , cercando di non mostrare l'irritazione. Lui, in difesa, alzò le mani.
-Non l'ho detto, ma cerca di contenerti.-
Katie in risposta prese un altro Zuccotto di zucca ed Oliver preferì stare zitto, benché continuasse a guardarla in tralice.
-Quest'anno sarà indimenticabile. Ho già delle idee fantastiche per...-
-Ancora scherzi? Cercate di non farvi sospendere.- disse Angelina, interrompendo Fred e George fu pronto a ribattere.
-Dei grandi come noi sanno dov'è il limite.-
-Immagino.-
-Ehi, siamo già arrivati?- chiese all'improvviso Lee, vedendo il treno rallentare, ponendo fine al dialogo dei due.
-Oh, meno male. Non vi sopportavo più.- fece sapere Alicia, cercando i suoi bagagli, seguita da Angelina, Lee ed i gemelli.
-Voi rimanete qui?- chiese poi Fred, ma Oliver e Katie continuavano a guardare fuori dal finestrino, con uno sguardo strano.
-E' il viaggio più veloce che questo treno abbia mai fatto. Ci deve essere qualcosa che non va.- disse Katie, chiarendo il suo comportamento.
-Avranno potenziato il motore.- suggerì George.
-Oppure...-
Ma non seppero mai quale teoria avesse pensato Fred, perché le luci si erano spente all'improvviso e le ragazze avevano lanciato un gridolino spaventato.
-Ahia, Oliver, mi sei venuto addosso.- sbottò Alicia, quando il ragazzo si era alzato per controllare.
-Siamo in troppi qui. Qualcuno vada a sedersi.- disse Lee, quando anche Katie ebbe raggiunto la porta scorrevole.
-Okay, ci sediamo noi. Forza, ragazze. Gli uomini delle caverne vogliono fare gli eroi.- ironizzò Angelina, sedendosi nel posto più vicino, mentre Alicia e Katie le si sedevano di fronte.
Fred aveva già guardato fuori dallo scompartimento e capì ben presto che nessuno sapeva cosa stesse succedendo. Molte teste sbucavano dai vari scompartimenti, tutti curiosi di capire la situazione.
-Torna dentro, Fred. Aspettiamo che rimettano apposto il treno.- sussurrò Alicia, spaventata.
Tutti tornarono al loro posto, confusi.
-Chi mi sta stritolando il braccio?- chiese Fred, guardando alla sua destra.
-Scusa, sono un po' nervosa.- rispose Alicia, allentando la presa.
-Non pensavo fossi così...-
-Non dire paurosa, Lee, o ti uccido. Ho... Ho solo paura del buio. Tutto qui.-
Scoppiarono tutti a ridere e questo smorzò un po' la tensione.
-Alla tua età.- disse Oliver, alla sinistra di George.
-E' una fobia. Non è facile farmela passare.-
La porta si aprì e qualcuno inciampò sui piedi di Angelina.
-Chi sei?- chiese George, ma nessuno rispose.
-Tiger, idiota, stai attento!-
-Malfoy!- tutti avevano detto il suo nome nello stesso momento e l'eco che ne seguì risultava ancora più forte.
-Dove diavolo siamo entrati?- chiese il Serpeverde ed anche al buio, George immaginò la sua smorfia di disgusto.
-Nello scompartimento sbagliato, Malfoy.- rispose Fred, con lo stesso tono infastidito.
-Weasley.-
-Proprio noi.- affermò George.
-Ahia! Tiger!-
-Non sono stato io.- rispose un'altra voce, più bassa e più scimmiesca.
-Ops, sono stato io. L'ho fatto apposta.- disse Fred, facendo ridere i suoi amici.
Un altro colpo.
-Scusa, Malfoy, dovevo muovere il piede perché si era addormentato.- Questo era George.
-Il pugno mi è partito all'improvviso.- Lee.
-Anche lo schiaffo.- Angelina.
-Usciamo di qui. Presto.- ringhiò Malfoy, oramai accerchiato dai Grifondoro, ma non ebbe il tempo di toccare la porta che questa era già stata aperta.
Una mano, cadaverica, fu l'unica cosa che Fred e George riuscirono a distinguere.
Alicia strinse il braccio di Fred in una morsa, mentre a sua volta Katie le si nascondeva dietro.
Angelina, la più vicina alla creatura, era paralizzata e George fu velocissimo a prenderla ed allontanarla dalla cosa.
Sentirono Malfoy piagnucolare qualcosa, seguito a ruota dai suoi amici.
E poi fu solo gelo e freddo.
Videro cose spaventose: morte e distruzione erano le protagoniste assolute.
Poi, veloce com'era arrivata, la creatura andò via, lasciando tutti scossi e spaventati.
Le luci si riaccesero e Fred notò subito le lacrime che rigavano il volto di Angelina, stretta da George ed Oliver, mentre Lee era rannicchiato sul suo sedile.
Di fianco a Fred, Alicia teneva gli occhi chiusi, stretti, e non accennava a lasciargli il braccio.
Infine, Katie era nascosta dietro la schiena di Alicia con le mani sul viso e tremava.
Anche Malfoy, Tiger e Goyle tremavano ed erano zuppi di sudore e di fifa.
-A-andiamo via.- sussurrò Malfoy, notando le occhiate dei Grifondoro puntati su di loro.
Uscirono a fatica, con le gambe molli e le mani tremanti.
-Alicia, è finita.- le sussurrò Fred, ma lei continuava a scuotere la testa.
-Sei peggio di una bambina.- riuscì a schernirla Lee e lei aprì subito gli occhi, ma continuò a tenersi al ragazzo.
-Muori, cretino.-
-Visto come si fa, Fred?- rise Lee, un po' più sereno nel vederla tornata normale.
-Tieni.- Oliver allungò un fazzoletto ad Angelina, che continuava a non parlare.
George preferì lasciarle le braccia, vedendo che quella che in quel momento aveva più bisogno d'aiuto era Katie.
-Ehi, tutto bene?-
Katie scosse la testa, le mani le proteggevano ancora il viso.
Fred non poteva muoversi, la morsa di Alicia lo teneva ancora legato al sedile e Lee aveva raggiunto Angelina che aveva iniziato a mormorare qualcosa.
Oliver e George, dopo una serie di tentativi, riuscirono a tranquillizzare Katie.
-Tra un po' saremo ad Hogwarts.- le disse Oliver con una voce pacata, non da lui, mentre le prendeva le mani e gliele toglieva dal viso.
Aveva anche lei pianto. Gli occhi erano rossi e lucidi, ma non appena vide tutti i suoi amici, riuscì a dire.
-Che pappamolli che siamo! Tutti a frignare e a tremare.-
I sette ragazzi, chi più chi meno, risero e finalmente Alicia si staccò di Fred che sperò che il sangue gli ricircolasse in fretta.
Dopo quel momento tutti si rilassarono, finendo di mangiare le ultime caramelle e Cioccorane rimaste.
-Uh, è vero: il cioccolato è la cosa migliore contro un Dissenatore.- disse all'improvviso Angelina, tornata quella di sempre.
-Tu... Tu sai cos'era quella cosa?- domandò Katie, stupita.
-Anche tu dovresti saperlo. I Dissenatori si studiano al terzo anno, mi pare.-
-Già, ma l'anno scorso c'era Allock.- la salvò Oliver ed Angelina capì.
-Comunque sorvegliano la prigione di Azkaban.- spiegò Lee.
-Io mi ricordo che ne abbiamo parlato in classe, ma non ne avevo mai visto uno.- disse Fred, addentando la testa di una Cioccorana e passando il resto a Katie.
-Nemmeno io, ma poi ho collegato gli effetti e la cioccolata.-
-Io non ci sarei mai arrivato.-
-Perché tu ascolti, Lee?- chiese Alicia, volendosi vendicare.
-Ovviamente.-
Ci vollero altri dieci minuti prima che il castello di Hogwarts si palesò di fronte a loro e, sebbene ancora scossi, tutti erano convinti che il peggio fosse passato.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Angelina Johnson aveva tante qualità. Era una brava ragazza, leale, coraggiosa ed ottima Cacciatrice di Quidditch. L'unico suo piccolo e minuscolo difetto era la pazienza. Angelina era l'antiessenza della pazienza ed Alicia, benché lo sapesse bene, era una campionessa nel farla irritare.
-Muoio di fame. Vuoi darti una mossa?- tuonò per la terza volta, mentre Alicia si spazzolava i capelli con una calma quasi studiata.
-Sei così desiderosa di iniziare le lezioni?- le domandò questa, posando la spazzola e scegliendo come intrecciare i capelli.
-No, sono desiderosa di non essere messa in punizione già il primo giorno.-
-Tranquilla, arriveremo in orario.-
-Ne dubito.-
Katie si svegliò in quel momento e iniziò ad andare in panico.
-Oddio, che ore sono?-
-E' tardi, Merlino, tardi!- sbuffò Angelina, battendo un piede per terra, impaziente.
-Sarò pronta in cinque minuti.- disse Katie, alzandosi dal letto, prendendo velocemente la divisa e correndo in bagno.
-Scommettiamo che finirà prima di te?- domandò retorica Angelina, mentre Alicia continuava a guardarsi allo specchio.
-Lei è un maschiaccio, non vale. Certo, non batte te...- rispose quella, con un sorriso tutt'altro che zuccheroso.
-Sono... pronta!- disse Katie, uscendo dal bagno in affanno e facendo ridere le sue amiche.
-Cosa?-
-Pettina quei capelli, per favore.- pregò Alicia, passandole la spazzola e guardando schifata la matassa di capelli aggrovigliati dell'amica.
-Vi do cinque minuti e poi me ne vado.-
Angelina dovette aspettare altri dieci minuti prima che le sue compagne fossero pronte per scendere -o meglio, Alicia fosse pronta per scendere- e quando raggiunsero la Sala Grande scoprirono di essere le ultime del gruppo.
-Era ora.- disse Oliver, non appena Katie gli si sedette accanto e le altre due ebbero presero posto di fronte a loro, accanto ai gemelli.
-Alicia ci ha messo una vita.- spiegò Angelina, buttandosi a capofitto sul pane tostato e facendosi passare la marmellata d' arancia.
-La mia pelle ha bisogno di cure per essere perfetta.- ironizzò Alicia, sorseggiando il té.
-E' inutile che curi il tuo aspetto esteriore, Spinnet, dentro rimarai sempre una megera.- disse Lee, facendo ridere gli amici.
-Non vale insultarla al mattino.- rise Katie.
-Certo che vale. E' l'unico momento della giornata in cui non rischio il collo.-
Alicia non disse nulla, sbadigliando ancora assonnata. Fino alle dieci, per la ragazza, era impossibile carburare, per cui raramente era reattiva alle provocazioni.
-Spera che se ne dimentichi, allora.- disse Fred, passando alle ragazze i nuovi orari.
-Ho Lupin, oggi!- trillò Katie, entusiasta.
-E quindi?- domandò Alicia, non riuscendo a capire il perché di tanto entusiasmo.
-Non lo so, lo trovo così...-
-Affascinante.- conclusero Angelina ed Alicia, all'unisono.
-Per te tutti gli uomini maturi sono affascinanti.- sbottò Oliver, convinto che l'amica avesse qualche rotella fuori posto.
-Non è vero. Solo Allock e Lupin, ma per due ragioni diverse. Allock era bello e le ragazze possono confermarlo, ma Lupin ha un non so che di misterioso. L'ho visto solo ieri a cena e già non vedo l'ora di rivederlo.- chiarì la ragazza, continuando a controllare il suo orario per paura di aver sbagliato.
-Noi abbiamo la Sprite.- sbuffò Alicia -Perché ho speso così tanto tempo davanti allo specchio stamattina?-
-Me lo chiedo anch'io.- provò a dire Lee a denti stretti.
-Goditela fin che puoi, Jordan.- rispose la ragazza, finendo la sua colazione e facendo per alzarsi.
-Ehi, Fred, è vero che Harry è svenuto sul treno?- chiese all'improvviso Oliver, abbassando la voce.
-Come lo sai?- gli domandò il ragazzo, cercando di non farsi sentire dagli altri.
-L'ho sentito in giro.-
-Meglio non parlarne qui.- disse Katie, facendo un cenno agli altri sei che si alzarono e la seguirono.
Non appena ebbero raggiunto un posto lontano da orecchie indiscrete, Fred e George raccontarono quello che avevano saputo.
Era inutile fingere con i loro amici.
-Povero, Harry.- sospirò Alicia.
-Il tuo attaccamento verso di lui è ripugnante.- disse Lee, sospettoso.
-Non trarre conclusioni affrettate. So solo che ne ha passate tante ed ogni anno è sempre peggio. Mi fa tenerezza, tutto qui.-
Sei paia di occhi la guardarono sorprese.
-Non avrei mai detto che ci fosse qualcosa al mondo che ti suscitasse tenerezza.- spiegò Angelina, stranita.
-Anche se mi conosci da cinque anni, ci sono ancora tante cose che non sai su di me.- rispose Alicia, piccata.
-Comunque, tenero o no, Harry dovrà lavorare duro per vincere la prima partita, esattamente come voi.- disse Oliver, non mostrando la minima compassione.
-Sei spregevole.- commentò Katie, mostrando poi un sorriso.
-Ehi, quello era un mio aggettivo.- sbuffò Alicia, fingendosi offesa.
-Non più, miss Tenerezza.- la schernì Lee e la ragazza rispose.
-Un'ora, Jordan, e sei mio.-
Oliver e Katie salutarono gli altri cinque, il primo diretto nei sotteranei -per la lezione di Pozioni- e la seconda verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure.
I ragazzi rimasti scesero verso le Serre, cercando di ripararsi dal venticello di settembre.
-Avete sentito di Sirius Black, immagino.- disse all'improvviso George, stringendo la sciarpa intorno al collo.
-Brutta storia. Spero solo che lo prendano in fretta.-
-Paura, Lee?- chiese Alicia, abbozzando un sorrisino divertito.
-Certo. Nemmeno tu sei tanto coraggiosa. Ti sono venuti i capelli bianchi grazie a quel Dissennatore.-
Alicia si indispettì.
-I miei capelli sono biondi, cretino, biondi. Hanno sfumature più chiare, ma non sono bianchi.-
-Comunque meglio non parlarne di fronte a Katie. La vicenda del treno l'ha sconvolta parecchio, anche se non l'ha detto.- riprese George, mentre Fred ed Angelina annuivano.
-Penso che sia per quello che è successo alla sua famiglia. I nonni non sono stati letteralmente spazzati via da Voi-Sapete-Chi?- domandò Alicia.
-Già, è vero, Oliver mi aveva raccontato qualcosa. Non me lo ricordavo.- rispose Lee, dispiaciuto.
-Katie è brava a tenersi le cose dentro, soprattutto se sono dolorose.- spiegò Angelina, aggiustando il colletto della divisa di Fred che la ringraziò.
-Beh, ma l'evasione di Black non significa necessariamente che Colui-che-non-deve-essere-nominato sta per tornare, no?- domandò ancora Alicia, concludendo il quesito in falsetto.
Lee ghignò nella sua direzione e la ragazza ringhiò.
-Tempo scaduto.-
-Non sono ancora le dieci!- replicò lui, a mò di difesa.
-Oggi mi sono svegliata prima.- disse lei, iniziando ad inseguirlo fino alle Serre.
-Hanno quindici anni, ma si comportano come due bambini.- commentò Angelina, ridendo.
-Se volevi essere inseguita, bastava dirlo.- replicò Fred, iniziando a strizzarle i fianchi e ad inseguirla con le braccia sospese in aria.
George scosse la testa, rassegnato e sperò con tutto il cuore che quella strana sensazione fosse solo una sua impressione.


Trascorsero i giorni e due furono le principali novità che fecero parlare Hogwarts.
La prima era che Malfoy, durante una lezione con Hagrid, era stato aggredito da un Ippogrifo, anche se tutti -esclusi i Serpeverde- sapevano bene com'era andata realmente.
La seconda era che le lezioni del nuovo professore divennero, ben presto, le più amate della scuola, sempre con l'esclusione dei Serpeverde, ovviamente.
Iniziò ottobre ed Oliver iniziò a riprendere gli allenamenti di Quidditch ed ogni giovedì sera organizzava una riunione per elencare le sue nuove tattiche, messe appunto durante l'estate.
-Quest'anno non potranno batterci. Ecco gli schemi che ho studiato. Imparateli a memoria e metteteli in atto. Al diavolo la scuola e le altre questioni, il Quidditch viene prima di tutto.- aveva detto durante la prima riunione, con un cipiglio minaccioso che non ammetteva repliche, anche se i gemelli dovettero trattenere Alicia un paio di volte.
Gli allenamenti venivano fatti tre sere alla settimana e, benché la temperatura scendesse notevolmente, Oliver non li faceva tornare al castello prima di due ore.
Uno dei suoi ultimi discorsi aveva zittito tutta la squadra. Il ragazzo aveva ricordato che quello era il suo ultimo anno e alle ragazze era venuto uno strano groppo alla gola al solo pensiero. L'anno seguente sarebbe stato strano giocare senza di lui.
Fu dopo uno degli allenamenti che i ragazzi videro l'avviso per Hogsmeade e subito i “ragazzi del quinto” si organizzarono per andarci, come sempre, tutti insieme.
-Io devo andare da Zonko.- disse subito Fred, sedendosi su una poltrona e allungandone una ad Angelina.
-Tutti dobbiamo andare da Zonko, amico, tranquillo.- ribatté Lee, che li aveva aspettati tutto quel tempo, mentre Alicia gli lanciò un'occhiata eloquente.
-D'accordo, tutti tranne te. Se preferisci aspettarci ai Tre Manici di Scopa, fai come vuoi, ma non ti prometto che ci metteremo poco.-
-Se vuoi ti faccio compagnia io.- propose Oliver, con gli occhi concetrati sul suo modellino per le nuove tattiche.
-Basta che non mi parli di Quiddich.-
-Affare fatto.-
Katie guardò Oliver e sorrise, conscia che la sua promessa non sarebbe durata due minuti.


Il pomeriggio ad Hogsmeade era stato uno dei più divertenti e “i magnifici sette”  non vedevano l'ora di ripetere l'esperienza.
Tornarono al castello, insieme a tutti gli altri studenti, pieni di caramelle e dolciumi vari, ma non si sarebbero mai persi il banchetto di Halloween.
La Sala Grande era magnifica e le decorazioni erano particolarmente spaventose.
-La prossima volta spero che non resterete più di un'ora da Zonko.- sbuffò Alicia, iniziando a prendere una coscia di pollo.
-Io te l'avevo detto.- si difese Lee, passando a Katie il puré di patate.
-Sì, ma ha ragione. Ci saremo fatti fuori sei bottiglie di Burrobirra prima che voi arrivaste. A testa!- disse Oliver, sottolineando bene l'ultima frase.
-Io ho fatto scorte per mesi, ma non garantisco che non ci andrò.- intervenì Fred e nessuno disse più nulla sull'argomento.
Finita la cena, pieni come uova, salirono, stanchi e desiderosi di andare a dormire.
Katie ed Alicia erano le prime della fila, mentre gli altri rimasero dietro ad alcuni studenti del secondo.
-Perché si sono bloccati?- chiese Lee, quando non fu più possibile andare avanti.
-Quelle due avranno dimenticato la parola d'ordine.- rispose George, sorridendo divertito.
-Katie ne sarebbe anche capace, ma Alicia?- disse Angelina, non convinta.
-Basta, fatemi passare, nanetti.-
-Fred!- tuonò Angelina, rimproverandolo.
-Scusa. Piccoli, fate passare i grandi, su.- riprovò il ragazzo, ma lo schiaffo sulla testa -firma indiscussa della Johnson- gli fece capire di aver sbagliato ancora.
Dietro Fred passarono anche gli altri quattro.
-Alicia, hai dimenticato la parola d'ordine?- la schernì Lee, rimasto indietro, ma smise di ridere non appena vide il ritratto.
Lacerato e strappato, il ritratto non era più lo stesso e la Signora Grassa era sparita.
Fu chiamato Silente e tutti attesero il reseconto di Pix, il Poltergeist.
-Che caratteraccio, quel Sirius Black!-
Tutti e sei si voltarono subito verso Katie, che aveva iniziato a tremare.

 


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Ovviamente la frase in corsivo è quella del libro.
Ecco il secondo capitolo, per comodità spiego solo alcune cosine.
Oliver Baston, nella mia storia, è purosangue, benché alcuni dicano che sia mezzosangue.
Così come lo sono Angelina, Katie e Lee. E i gemelli, ovviamente.
Di Alicia non si sa niente, quindi ho preferito farla metà e metà: la madre è una strega ed il padre è babbano.
Via via che si andrà avanti con la storia, i personaggi di cui si sa poco potrebbero risultare diversi come ve li immaginate voi -ad esempio per me Katie è mora, una via di mezzo fra Angelina ed Alicia, l'unica bionda del gruppo- però spero che questo non comprometta la vostra lettura.
Bene, al prossimo.
Un bacione.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***



Quella sera tutti gli studenti dormirono nella Sala Grande, mentre i professori ed i fantasmi setacciavano il castello in cerca di Sirius Black.
I “ragazzi del quinto” presero i sacchi a pelo e cercarono un posto abbastanza spazioso e riparato.
Katie era ancora stranamente silenziosa e nessuno degli altri osava proferire parola.
Si disposero in cerchio: Angelina prese posto fra Fred e George, che era accanto a Katie, che a sua volta era vicina ad Oliver. Alicia e Lee chiudevano il cerchio.
-Secondo voi si aggira davvero per Hogwarts?- soffiò improvvisamente Alicia, non riuscendo più a trattenersi.
-Non lo so, ma non ci avrebbero fatto dormire qui se non ci fosse qualche problema.- disse Angelina, lanciando occhiatine a Katie che sembrava quasi assente.
-A che scopo venire qui? Insomma, se fossi un assassino appena evaso, il primo posto in cui andrei non sarebbe di certo una scuola, no?- constatò Oliver.
-'Notte, ragazzi.- mormorò Katie, infilandosi dentro il suo sacco a pelo e coprendosi perfino la testa.
Alicia e Lee si scambiarono un'occhiata dispiaciuta e Fred aprì la bocca per dire qualcosa, ma Oliver gli fece segno di tacere e di rimandare la loro conversazione.
Attesero che Katie si fosse addormentata, nel mentre cercarono di capire i risultati delle ricerche dalle espressioni dei professori e dei Prefetti, ma compresero ben poco.
Quando furono certi che la loro amica non fosse più sveglia, ripresero il discorso come se non fosse mai stato interrotto.
-Davvero, Oliver, non sai perché Sirius Black è venuto qui?- domandò Fred, stupito dal dubbio dell'amico.
-Perché, tu sì?-
-Certo.-
Alicia, Lee ed Angelina lo guardarono sorpresi.
-Abbiamo sentito una conversazione di nostro padre.- spiegò George, svelando l'arcano.
I gemelli presero a raccontare tutta la storia.
-Perché sempre Harry? Non ha sofferto abbastanza?- protestò Alicia a bassa voce, per evitare di svegliare Katie.
-Già. Chissà se è a conoscenza di questa storia.- disse Angelina, incredula da quanto aveva udito.
-Spero di no. Vivrebbe tranquillo, almeno.- continuò Alicia.
-Harry se la caverà. Lui se la cava sempre. Mi preoccupa Katie.- ammise Oliver, guardando alla sua destra, dove l'amica dormiva profondamente.
-Perché credete che sia tanto turbata?- chiese Lee, un po' troppo ad alta voce.
-E' ovvio, no? E' convinta che l'evasione di Black sia una sorta di avvisaglia del ritorno di Tu-sai-Chi. Questo fatto spaventa me, figurati lei, che ha subìto una perdita così grave. Lei era presente quando i suoi nonni sono stati uccisi e non credo che il ricordo sia così piacevole, dopotutto.- disse Alicia rivolta più che altro a Lee, che stranamente non le rispose.
Oliver annuì, accarezzando i capelli di Katie. Fred, Angelina e George, dopo che ebbero assistito alla scena, si guardarono e sorrisero divertiti.
-Ragazzi, ho un'idea. Che ne dite di parlarne direttamente con lei?- domandò improvvisamente Lee, con troppa enfasi.
-Ma sei cretino, o cosa? Abbiamo appena detto di evitare l'argomento e tu te ne esci con una domanda del genere?- sbottò Alicia, tornata quella di sempre.
-Invece di spaccarci la testa, sarebbe meglio chiederle come si sente e provare ad aiutarla. Come facciamo a darle una mano se non sappiamo quale sia il suo problema?-
-Lo sappiamo qual è il suo problema, idiota. Dobbiamo solo cercare di... farla stare tranquilla.- perdurò la bionda.
-Secondo me è una cavolata. Non sappiamo neanche se lo vuole il nostro aiuto.-
-Secondo me l'unica cavolata è stare ancora ad ascoltarti.-
-E secondo me state facendo un po' troppo rumore, signorina Spinnet.- disse la voce strascicata di Piton, passato lì per caso. -Dieci punti in meno a Grifondoro e la prossima volta, signor Weasley, cerchi di meritarsi di più quella spilla che porta sulla divisa.- concluse, parlando ad un Percy particolarmente scosso che annuì convinto.
-Me la pagate questa.- minacciò il ragazzo rivolto ai gemelli, una volta che Piton uscì dalla Sala Grande.
-Che c'entriamo noi?- si lamentò Fred, mentre Angelina si tratteneva dal ridere.
-Non stavamo neanche parlando.- aggiunse George, ma Percy non si allontanò più dal loro raggio e quindi dovettero rimandare le chiacchere al giorno dopo.


-Katie, posso parlarti?-
Oliver aveva deciso di prendere in mano la situazione. Era impossibile arrivare ad una conclusione con i gemelli che cercavano sempre di far divertire Angelina e con Alicia e Lee che battibeccavano per un nonnulla.
Solo lui si preoccupava davvero per l'amica, soprattutto perché il suo problema poteva compromettere seriamente la prima partita di Quiddich.
-Certo, Oliver. Non vorrai farmi la predica per la partita, vero? Ho saltato l'ultimo allenamento perché ero a pezzi, ma sarò prontissima per giocare.- chiarì Katie, con un sorriso dolce.
-Beh, mi fa piacere. Sei sicura, però, che... altre tue... questioni non possano creare dei problemi alla squadra?- farfugliò il ragazzo, provando a farle capire cosa intendeva.
-Mi stai chiedendo se avrò...-
-No! Non parlavo dei tuoi problemi... femminili.- la bloccò lui, arrossendo dalla vergogna -Katie, intendevo Sirius Black. Credi che la sua fuga possa incidere sul tuo rendimento di gioco?-
-E perché mai? Sirius Black non è evaso per me, ma per Harry. Sai, Alicia mi ha raccontato tutto.- disse lei, annuendo comprensiva.
Oliver maledisse mentalmente Alicia e la sua linguaccia lunga.
Il ragazzo aprì nuovamente la bocca, pronto ad essere il più chiaro possibile, ma Katie lo interruppe.
-Ollie, tranquillo. Sarò in forma e vinceremo la partita. Promesso.-

 

-Smettetela di ridere.- sbuffò Oliver, dopo che ebbe raccontato tutto agli altri.
-Scusa, capitano, ma devi ammettere che è divertente. Non m'immagino tu e Katie che parlate di... Come li ha chiamati?- chiese Fred, rivolto ad Angelina e George.
-Problemi femminili.- risposero all'unisono, scoppiando a ridere.
-Angelina, sei un maschiaccio.- disse Oliver, quando la ragazza -per il troppo ridere- cadde dalla poltrona.
-Lascia stare la nostra Angie, capitano.- la difese George, facendola alzare e scoppiando di nuovo a ridere insieme.
-Vi odio voi tre. Alicia in confronto è una santa.-
-Ehi!- esclamarono tutti e tre, fingendosi offesi.
-Ha ragione. Io ho un solo bersaglio.- ammise la ragazza, entrata in quel momento con Lee, completamente zuppo.
-Non chiedete.- soffiò lui, sedendosi davanti al fuoco.
-Già. Lei se la prende solo con lui.- continuò Oliver, indicando l'amico bagnato da capo a piedi. -Invece voi tre siete... dei mostri. Vi divertite con tutto.-
-Sono un'associazione a delinquere quei tre.- confermò Alicia.
-Angelina ha preso il mio posto, oramai.- aggiunse Lee, ma ad un'occhiataccia della bionda tornò a scaldarsi in silenzio.
-Siamo un gruppo nel gruppo, in effetti.- ammise Angelina, felice di quella scoperta.
-Beh, allora avremo bisogno di un nome.- propose Fred.
-FAG.-
La voce di Katie, che li aveva appena raggiunti, fece voltare tutti e lei li guardò stupita.
-Che c'è? Mi sembrava carino. “FredAngelinaGeorge”. FAG, unendo le iniziali.-
-A me piace.- disse subito George, alzando la mano e battendo il cinque con Katie che si sedette accanto ad Oliver.
-Anche a me. Grande, Katie.-
-Grazie, Angie, per così poco.-
-Fred?- chiese Alicia, aspettando la risposta dell'amico.
-E' geniale. E poi si sa che io devo essere sempre il primo di tutti.- concluse, facendo ridere Katie ed Angelina di gusto.
Oliver lanciò un'occhiata di nascosto a Katie: per il momento non c'era preoccuparsi.

 


-La prima partita è importante come tutte le altre. Non siate rilassati e tranquilli solo perché pensate che, in caso di sconfitta, c'è sempre la possibilità di rimediare.- disse quella mattina Oliver, rivolto ai compagni di squadra, Harry escluso per via del suo ritardo.
-Capitano, hai pienamente ragione.- dissero Fred e George, facendo presumere di non aver dato ascolto ad una sola parola.
-Oliver, vinceremo. Quest'anno la Coppa sarà nostra.-
-Già, Katie ha ragione. Cosa pensi possa succedere di tanto terribile quest'anno?- chiese Angelina, in maniera retorica ed Alicia rise.
-Pronto!? Sta già succedendo qualcosa, ma spero che tu abbia ragione.- si corresse la bionda, vedendo gli occhi minacciosi del suo capitano.
-Dov'è Lee?- chiese Alicia poi, notando la sua assenza.
-Ti mancavo già?- domandò il diretto interessato, arrivato proprio in quel momento.
-Come no. Senza di te la mia vita non avrebbe più senso.- sospirò con pathos Alicia, schernendolo, mentre lui afferrava al volo una mela.
-Andiamo a lezione, ragazzi.- disse Angelina, e Fred, George, Lee ed Alicia la seguirono fuori dalla Sala Grande.
-Devo andare anch'io.- affermò Katie, frettolosamente, addentando un toast.
-Pensavo che avremo potuto parlare.-
-Non ho tempo. Fasciamo dopo.- biascicò la ragazza, con la bocca piena di pane.
Salutò l'amico e uscì velocemente, pronta ad allontanarsi da Oliver il più in fretta possibile.

 


-Ehi, Baston.-
Oliver si voltò verso Marcus Flitt, capitano dei Serpeverde.
-Devo andare a lezione, Flitt, quindi se non è importante...-
-Fidati, è importante. Il nostro Cercatore non riuscirà a rimettersi in sesto per la prima partita. Ve la vedrete con i Tassorosso.-
-Cosa? Ma la partita è sabato e gli schemi saranno tutti da cambiare.- disse Oliver, affranto
-Oh, che peccato. Allora dovrete dire addio alla Coppa. Vabbè, tanto per te è un'abitudine dopotutto.- concluse Flitt, ridendo sarcastico e lasciandolo solo.
Oliver sbuffò adirato. Quella sarebbe stata una lunga giornata.


Oliver dovette dare la notizia a tutta la squadra che rimase delusa ed arrabbiata dall'atteggiamento dei Serpeverde.
-Hanno un nuovo Capitano ed un nuovo Cercatore, Cedric Diggory.- disse Baston, provando a capire come organizzare il tutto.
Le ragazze risero e Oliver le guardò storto.
Naturale che a quelle tre Cedric non dispiacesse, dopotutto era un bel ragazzo, ma... ma quello non era il momento!
La sera prima della partita i “ragazzi del quinto” erano tutti davanti al fuoco, stanchi e affaticati per l'allenamento pesante.
Oliver era insieme al suo modellino, un po' distante dal resto del gruppo, a ripassare le ultime tattiche; mentre Alicia si massaggiava le caviglie doloranti.
-L'ha presa sul serio, eh?-
-Vuole vincere a tutti costi, Alicia, è il suo ultimo anno.- lo difese Katie ed Angelina e George sorrisero.
-Cosa?-
-Riusciresti a trovargli un alibi, anche se trovassi Baston con una bacchetta in mano ed un cadavere vicino.- chiarì Fred, mentre tutti gli altri annuivano.
-Non è vero, voglio solo dire che lo capisco. Per noi è diverso, il prossimo anno saremo ancora qui, mentre per lui non ci sarà una seconda chance.- saltò su Katie, ma era arrossita parecchio.
-Io dico che è il più fortunato fra di noi. Vi rendete conto che non dovrà più studiare? Mai più.- proferì Lee, guardando Oliver con invidia.
-A me mancherà.- disse Katie, seguendo lo sguardo di Lee.
-Non avevo dubbi. Però sì, mi mancherà essere torturato ad ogni allenamento.- disse Fred, con un sorriso.
-Già. O rischiare la vita ogni volta che una partita finisce male.- aggiunse George, sarcastico.
-O evitare che Oliver si suicidi.- provò Angelina.
-No, quello mi mancherà. Era divertente vedere come cercava di affogarsi sotto la doccia.- disse Alicia, ricordando i bei tempi.
-Siete tutti e quattro fuori di testa. Dico davvero.- rise Katie.
-Comunque davvero ti piace un tipo come Diggory, Angelina?- domandò Fred all'improvviso, credendo che avesse scherzato.
-Ammetterai che è carino.-
-Bah, carino. Certo preferirei lui a Piton, ma non lo definirei “carino”.-
-Non sarai geloso?- chiese Katie, cercando vendetta.
-Assolutamente no. Io sono stato definito “bello”, altro che carino.-
-Chi è stato così cieco da definirti bello?- domandò Angelina, facendogli la linguaccia.
-Ragazze che ci vedevano meglio di te, Angie.-
-Certo.-
-Io sono bello.- s'inserì George.
-Sei uguale a Fred.- disse Alicia, alzando gli occhi al cielo.
-Errato, Spinnet, io sono più bello.- affermò Fred ed Angelina gli scoppiò a ridere in faccia.
-Scusa, non sono riuscita a trattenermi.-
-Ridi pure, ma ammettilo: sono irresistibile.-
-Ceeerto.-
Era bello stare tutti insieme a ridere e a scherzare, ma Oliver li voleva in forma per il mattino dopo, quindi furono costretti ad andare a dormire presto e a rimandare le loro chiacchere.

 

Quando Oliver Baston entrò nel loro dormitorio, Fred credette che fossero passati meno di dieci minuti da quando si era messo a letto, non accorgendosi che, in realtà, era già mattina.
-Sveglia! In piedi, hop, hop!- li chiamò il loro capitano, vestito e tirato, pronto per la partita.
-Spegni quella bacchetta, per favore!- mugugnò George, mettendosi un cuscino sopra la faccia.
-Sono lampi, George. Sta piovendo, è mattina e dobbiamo stracciare i Tassorosso.- chiarì loro Oliver, andando a svegliare Lee che, fino a due minuti prima, russava della grossa.
-Mmm... Ancora cinque minuti, mamma.-
-Sono Oliver e cinque minuti sono troppi! Ieri vi ho mandato a dormire alle dieci, come fate ad essere così stanchi?- sbuffò il ragazzo, iniziando ad arrabbiarsi.
-Abbiamo parlato fino a tardi.- ammise Lee, alzandosi dal letto e cercando a tentoni il bagno -E comunque io non faccio parte della squadra, capitano.-
-Ti ucciderò lo stesso se perderemo a causa della loro stanchezza. Poi possono venire anche i Dissennatori, ma almeno sarò soddisfatto.- li minacciò ancora Oliver, con una scintilla sadica negli occhi.
-A proposito di Dissennatori.- disse George, scuotendo il gemello ancora avvolto dalle coperte. -Katie non si farà venire una crisi, spero.-
-Mi ha assicurato di non avere problemi e spero che lo stesso valga per Harry.- spiegò Oliver pensieroso, prima di sbottare -Se non ti alzi entro tre secondi, Fred, puoi dire addio al tuo letto!-

 

-Perché diavolo hai già la divisa da Quidditch?- domandò Katie a colazione.
-Volevo fare un allenamento extra prima della partita. Il tempo è tremendo e voglio saggiare come ve la cavate con...-
-Scordatelo, amico, io non ho intenzione di allenarmi ancora. Ci siamo preparati come pazzi per quest'incontro. Ce la faremo.- disse George, mentre Fred e le ragazze annuivano.
-Va' a cambiarti e va' a lezione.- lo ammonì Katie, prima di lasciare la Sala Grande e scendere verso i Sotteranei.
Le lezioni furono lunghe ed inesorabili come sempre, ma a rendere particolarmente odiosa quella mattinata fu Oliver che correva da una parte all'altra per gli ultimi suggerimenti e nuovissime tattiche di gioco.
-Ho capito, d'accordo; ma ora lasciami andare o farò tardi.- aveva sbottato Alicia, mentre Angelina aveva semplicemente annuito seguendo l'amica a lezione.
I gemelli, avvisati da Alicia stessa, lo avevano evitato tutto il giorno, grazie alla loro conoscenza degli innumerevoli passaggi segreti di Hogwarts.
Oliver, poi, aveva cercato Harry, ma la terza volta che lo aveva fermato aveva capito chiaramente di star diventando assillanti e si era calmato.
Non poté, però, trattenersi con Katie. La seguì ovunque, spiandola e cercando di capire se tutto fosse apposto.
-Ora basta, Ollie, sono stufa!- aveva urlato lei tra la terza e  la quarta ora, beccandolo nascosto dietro una colonna.
-Sto bene. Te lo garantisco. Piantala di seguirmi o la mia amica Leanne penserà che tu sia diventato un perseguitatore pazzo.-


E la partita arrivò.
Il tempo era, se possibile, peggiorato ancora di più.
Il vento sferzava sul volto dei giocatori, la pioggia li inzuppava tutti e la visibilità era minima.
Oliver riuscì a parare tutte le volte che i Tassorosso che raggiunsero gli anelli dei Grifondoro, ma le condizioni climatiche impedivano di sentire la cronaca di Lee.
Era orribile non sapere a quanto fossero.
Angelina gli si avvicinò velocemente.
-Siamo cinquanta a zero per noi, ma non si può continuare così. Katie è stata colpita tre volte da un Bolide, Harry vola alla cieca, i gemelli si scontrano fra di loro e temo che Alicia stia per schiantare un giocatore dell'altra squadra. Devi chiedere un time-out immediatamente.- disse la ragazza con una voce così sicura e seria che Oliver non osò ribattere.
Pochi minuti dopo erano di nuovo in volo. Hermione Granger aveva incantato gli occhiali del loro Cercatore e ora c'era maggiore possibilità di vittoria.
Angelina, Alicia e Katie continuarono a fare del loro meglio, stanche ed infreddolite, mentre i gemelli cercavano di tenere lontano i Bolidi.
E poi Oliver lo vide. Uno scintillìo dorato in mezzo a tutta quella confusione.
Scorse Diggory partire all'inseguimento del Boccino, mentre Harry dava segno di non averlo notato.
-Harry, dietro di te!- urlò il Portiere con quanto più fiato aveva in gola, assistendo alla gara fra i due Cercatori, intenti ad acchiappare la piccola pallina dorata.
Fu un attimo ed Oliver capì che qualcosa non andava.
Sentì una strana sensazione di gelo che non aveva nulla a che fare con il freddo. Ebbe un senso di spossatezza e paura che gli ricordò un qualcosa di familiare.
Poi Madama Bumb fischiò la fine della partita ed Oliver, sceso in picchiata per sapere il risultato, vide la sua squadra stare in piedi intorno a qualcuno che era probabilmente caduto e capì immediamente di aver perso la partita.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Questi capitoli erano, per il momento, una sorta di presentazione dei personaggi circa il loro carattere -esclusi i gemelli sui quali si sa di più- e dal prossimo in poi si parlerà dei loro problemi e dei loro guai.
Dal momento che i protagonisti -anche se ancora non sembra- sono i gemelli ed Angelina, la storia arriverà fino alla battaglia finale più l'epilogo.
Per ora, ovviamente, ho lasciato più spazio agli altri proprio perché dopo -a partire dal Ballo del Ceppo- verranno un po' messi da parte, soprattutto Oliver che finirà la scuola. A presto *-*

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

-Oliver. Su, Oliver, esci da lì!- sbottò per la quinta volta Katie, bussando alla porta delle docce e sbuffando dalla disperazione.
-Voglio affogare, morire e... Merlino, perché non sono caduto io dalla scopa?- lo sentì rispondere da dietro alla porta.
-Perché era così che doveva andare. Ti avverto, sto per entrare.- lo ammonì lei, spingendo la porta ed entrando nella stanza.
Oliver era appena uscito dalla doccia, i capelli colavano ancora acqua e l'accappatoio era allacciato alla bell'e meglio.
Katie arrossì ed immediatamente alzò le mani per coprirsi il viso.
-Scusa, non pensavo fossi davvero...-
-Da quando arrossisci per così poco? Sicura di star bene?- chiese il ragazzo, divertito dal comportamento strano dell'amica.
-Trovarti mezzo nudo non è una cosa da poco. Scusa se mi imbarazza questa situazione.- rispose lei, le mani ancora strette al viso.
-Rimani così. Mi cambio in un attimo.-
-N... Non p-posso uscire?- balbettò Katie, sentendosi le guance in fiamme e premendo con forza le mani sugli occhi.
-Sei senza speranza, Katie.- la voce di Oliver la raggiunse da lontano, assieme ad altri rumori dovuti alla sua vestizione.
-Fatto. Andiamo.-
-Sicuro di essere tutto... coperto?- domandò ancora lei, chiedendo conferma.
-Secondo te? Comunque se vuoi controllare tu...- il tono di Oliver era malizioso, ma Katie non lo notò e si costrinse ad abbassare le mani.
L'immagine dell'amico, vestito con la divisa della scuola, fu la prima cosa che vide.
-Delusa?-
-Sollevata.-
Oliver sorrise, prima di tornare cupo e chiederle.
-Tu sei davvero convinta che vinceremo la Coppa quest'anno?-
Katie, tornata quella di sempre, lo raggiunse.
-Abbiamo te come capitano. Possiamo fare di tutto.- gli disse, appoggiandogli una mano sulla spalla e sorridendogli incoraggiante.

 

 

-Credete che Katie ed Oliver prima o poi verranno a cena?- domandò Alicia, tagliando con eleganza il suo pollo e non guardando nessuno in particolare.
-Katie lo sta convincendo a venire.- chiarì Angelina, picchiettando Fred sulla testa senza un apparente motivo.
Fred, che in realtà stava lanciando del cibo al tavolo dei Serpeverde, la fissò stranito e lei dovette spiegare.
-Quando parlo vorrei l'attenzione di tutti, F. Anche la tua.-
L'amico non replicò, ma accennò un sorriso felice.
-Mi piace che mi chiami “F”.-
-Sì, siete mielosamente da carie voi due, ma potreste concentrarvi su quanto vi è stato chiesto dalla sottoscritta?- sbottò Alicia, avendo assistito al quadretto dei due per tutto quel tempo.
-Secondo me sono andati ad imboscarsi.- pigolò Lee, scribacchiando qualcosa su una pergamena e catturando la curiosità di Alicia.
-A chi scrivi?-
-A qualcuno.- disse lui, mostrando un'espressione neutra.
-Tipica risposta di un cretino.- lo rimbrottò lei, ma Lee non replicò alla provocazione; anzi si alzò dalla tavolata dei Grifondoro e, dopo aver salutato tutti con un semplice cenno, uscì dalla Sala Grande, con la pergamena ancora stretta fra le mani.
-Che diavolo gli è successo?- domandò Alicia, inacidita.
-A me sembrava normale. Solo perché non ti ha insultata a sua volta, non significa che debba avere un problema. Avrà capito che, oramai, siete amici e siete troppo cresciuti per continuare a comportarvi come dodicenni.- spiegò Angelina con semplicità, zittendo l'amica che non trovò le parole per esprimere il suo disappunto.
-A me divertivano quando litigavano.- ammise George che, fino a quel momento, aveva mangiato in silenzio.
-Idem.- si unì al coro Fred.
-Noi litighiamo ancora! Non parlatene come se fosse tutto finito, mi date fastidio.- ringhiò Alicia, mentre i FAG la fissavano straniti.
-Non ho più fame. Ci vediamo nella Comune.- sbottò ancora lei, uscendo a sua volta dalla Sala Grande, i capelli biondi che le oscillavano pericolosamente.
-Hai esagerato, Angie.- disse George, servendosi una terza porzione di pasticcio di patate.
-Non ho detto nulla di grave. Volevo solo farle capire che se alcune volte, per chissà quale fortunata ragione, Lee non è in vena di battibeccare, non vedo perché lei lo debba provocare a tutti i costi. E' sempre pronta a dargli battaglia, anche quando lui è tranquillo. Non mi piace quando fa così; perché un giorno o l'altro Lee potrebbe davvero arrabbiarsi o prendersela e se devo vedere il gruppo diviso per quella testa calda di Alicia preferisco chiarire tutto ora.- concluse Angelina, annuendo con la testa come a confermare quanto detto.
-Non ho capito una sola parola.- soffiò Fred, mentre George annuiva con la bocca aperta.
-Meglio così allora.- rispose Angelina, scoppiando a ridere poi, dopo aver visto le espressioni dei gemelli.
Oliver e Katie arrivarono pochi minuti dopo, quando oramai i primi piatti avevano lasciato spazio alle seconde portate.
-Capitano!- I FAG si erano alzati in piedi in una finta esultazione di gioia.
-Siamo contenti che non ti sia affogato neanche questa volta.- disse George, con un'espressione che sembrava voler dire il contrario.
-Ringraziate Katie.- ammise Oliver, mentre l'amica chiamata in causa mostrava un sorriso imbarazzato.
-Ti uccidiamo dopo, Katie, tranquilla.- ironizzò Fred, facendo ridere tutti eccetto Oliver.
-Alicia e Lee?- chiese poi Katie, iniziando a riempirsi il piatto.
-Lascia stare, è una lunga storia.- soffiò George, lanciandole un cenno rivolto ad Angelina, intenta a fare un resoconto esatto delle condizioni di Harry.
-Si rimetterà, ovviamente. Madama Chips lo terrà sotto osservazione per un po', ma è messo meglio dell'anno scorso. Le osse ci sono tutte.-
Oliver sospirò, affranto.
-Una ricaduta?- domandarono all'unisono i gemelli, quasi speranzosi.
Katie li fulminò con un'occhiataccia, prima di parlare.
-Olly, stai calmo. Abbiamo già riflettuto. Non è ancora finita e... - prese fiato, guardando con compassione i tre ragazzi seduti di fronte a lei, che la fissarono impauriti - … Abbiamo tutti concordato sul fatto che potrai allenarci quanto e come vorrai.-
I FAG spalancarono la bocca quasi contemporaneamente, ma nessuno osò ribattere.
Loro volevano vincere quasi quanto il loro capitano.

 

 

-Buongiorno.- salutò Alicia quella mattina, con un'espressione tranquilla e controllata. Si comportava in modo strano da quando avevano perso la partita, ma tutti erano convinti che quel caratteraccio -peggio del solito!- fosse dovuto ad altro.
-'Giorno.- risposero i gemelli assonnati, gli unici del gruppo seduti alla tavola dei Grifondoro.
-Angelina non è con te?-
-Dormiva profondamente e non avevo voglia di aspettarla.- chiarì la bionda, iniziando a servirsi la colazione.
-Perfida.- disse Fred con un ghigno, ma lei, stranamente, scrollò solo le spalle.
-Vado a svegliarla io. O almeno, chiedo a qualche studentessa di andarla a chiamare.- si corresse George, alzandosi dalla tavola e uscendo dalla Sala Grande.
-Katie?- chiese Fred dopo un po', non particolarmente interessato all'amica, ma deciso a conversare con Alicia.
-Non so. Era già uscita quando mi sono svegliata. Ed è strano, visto che le ci vogliono le cannonate ogni volta.-
Fred accennò una risatina, ma non si informò oltre.
-Ed Oliver? Studia ancora delle tattiche di gioco?- domandò lei con lo stesso tono di Fred, che capì come l'amica si stesse sforzando di fingersi curiosa.
-Sì e no. Quest'anno ha i M.A.G.O, sai. Credo che stia alzato fino a tardi per i compiti ed il Quiddich... Quindi recupera la mattina, non avendo lezione ad ogni ora.-
Alicia annuì e Fred sapeva che stava arrivando un'altra domanda.
-Lee?-
Il ragazzo sorrise involontariamente; aveva notato un certo interesse in quella domanda, un interesse che prima non aveva udito.
-Stava scendendo e sarà qui a minuti. E per la cronaca, anche se forse il mio parere non t'interesserà, credo che tu sia troppo permalosa. Lee non è arrabbiato con te, ma tu non gli rivolgi più la parola. Perché?-
Alicia gli lanciò un'occhiataccia, ma Fred non si scompose. Non era lei la ragazza di cui aveva paura... Angelina poteva essere anche peggio.
-Togli pure il “forse”, il tuo parere non m'interessa. Non ce l'ho con Lee comunque, ma visto che sono stata accusata di cercare la lite, ho smesso ufficialmente di parlargli. Così sarete tutti contenti, no?-
-Eh?-
-Oddio, quanto siete stupidi voi ragazzi. Se non ve lo diciamo con parole chiare non ci arrivate mica.- sbuffò Alicia, alzandosi corrucciata e lasciando solo il ragazzo che si grattò la testa confuso ed ignaro di quello che era successo.

 

L'umore di Alicia migliorò decisamente quando i Corvonero stracciarono i Tassorosso, rimettendo Grifondoro in gara per la Coppa.
Oliver, forte della promessa di Katie, non dava loro tregua, facendoli allenare anche con le peggiori condizioni climatiche.
Freddo e neve non erano più un ostacolo per lui e non dovevano esserlo per la squadra.
Lee, per via degli allenamenti, non vedeva i suoi amici da un bel po'. La squadra era troppo stanca dopo per potersi fermare un attimo a chiaccherare e la mattina, ancora indolenziti, parlavano a stento.
Da una parte Alicia era felice di questa sorta di allontanamento da parte di Lee, almeno nessuno l'avrebbe sgridata per il suo caratteraccio, dall'altra, però, il resto del gruppo iniziava a temere che Lee avrebbe potuto stancarsi di loro e cercarsi degli amici più presenti.
-Ehi, amico, gita ad Hogsmeade?- proposero all'unisono i gemelli, non appena videro Lee di fronte alla bacheca dei Grifondoro.
-Ovvio, ragazzi! Solo che non credo di poter stare tutto il giorno con voi.- disse lui, con nonchalance.
-Appuntamento?- chiese Fred, a cui era spuntato un sorrisino divertito.
-No, purtroppo. Ho altri impegni; però per metà pomeriggio sono dei vostri.-
-Perfetto. Ora occorre solo avvertire Oliver e le ragazze.- disse George.
-Le ragazze lo sanno già.- la voce di Angelina fece pietrificare George, mentre Fred la stritolò affettuosamente.
-L'ho letto stamattina e per loro va bene. Quest'anno noi andremo tutte a casa per Natale.- spiegò brevemente la ragazza e quasi si strozzò per l'aumento di pressione delle braccia di Fred.
-Ehi!-
-Scusa, Angie, ma credo di aver capito male.-
-No, hai capito benissimo, Fred. Noi ragazze torniamo a casa dalle nostre famiglie. I miei hanno saputo dei Dissennatori e sono spaventati. Penso che per i genitori di Alicia e Katie sia lo stesso.- sbottò Angelina.
-Così ci costringi a tornare alla Tana e lì c'è Percy!- disse George, con tono da disperato che non impietosì la ragazza.
-Potete rimanere qui anche senza di noi.- puntalizzò lei.
-Non sarebbe la stessa cosa.- sbuffò Fred, fingendosi affranto.
-Tanto oramai abbiamo deciso, quindi puoi anche smetterla.- s'intromise Alicia, arrivata in quel momento con Katie ed Oliver che aggiunse.
-Anch'io tornerò a casa quest'anno.-
-Idem.- soffiò Lee, facendo voltare i gemelli che, increduli, lo fissarono come se il ragazzo li avessi ingannati.
-Ve l'avrei detto!- si difese lui, alzando la mani in segno di resa.
-Come vi pare. Oliver, mi meraviglio di te! Sarà il tuo ultimo Natale ad Hogwarts e preferisci andartene via.- disse Fred, cercando di risultare convincente.
-Non sarà il Natale a mancarmi il prossimo anno.- sospirò Oliver (e Angelina giurò di aver notato lo sguardo del ragazzo andare verso una ragazza di sua conoscenza) e riprese -Se foste rimasti tutti qui, avrei anche accettato.-
-Non aggiungere altro, Ollie. Una gita insieme ad Hogsmeade basterà per ricordarti di noi.- proruppe Katie e il suo sorriso parve a tutti più radioso.
-Amen.- concluse Fred teatralmente.

 

 

-Dove diavolo sono finiti quei due?- tuonò Alicia indispettita, battendo ritmicamente un piede a terra.
Angelina fece spallucce, evidentemente offesa dal fatto che i gemelli non l'avessero avvertita del ritardo.
-Mi sono rotta di aspettare, però. Andiamo, ragazzi. Ci raggiungeranno.- concluse Angelina, mentre Katie, rimasta indietro, lanciava un'ultima occhiata verso l'entrata del castello.
-Angie, non possiamo aspettare ancora cinque minuti?- propose la più piccola, tentando di intenerirla.
-Non rompere, Katie. Abbiamo aspettato abbastanza!- abbaiò Alicia, furiosa.
Angelina alzò gli occhi al cielo, calmissima.
-Facciamo così: Oliver, ti va ti prenderti cura della pulce mentre noi iniziamo ad andare?-
Oliver alzò un pollice in segno di approvazione.
-Bene. Vedi, Alicia? Siamo tutti contenti.- continuò Angelina, mostrando un sorriso convincente.
-Ti sembro contenta, io?- sbottò la bionda, irritata.
-Tu non lo sei mai, per cui va tutto bene.- rispose ancora Angelina, prendendola a braccetto e seguendo gli ultimi studenti diretti ad Hogsmeade.

 


Fred e George arrivarono sul tardi, assieme ad un Lee piuttosto stressato.
Alicia era a dir poco furiosa, ma riuscì a trattenersi mandando giù sorsate di Burrobirra.
-Dove eravate finiti voi due?- domandò Angelina, esasperata.
-Te lo diciamo dopo, A.- le rispose Fred, facendole l'occhiolino.
-Lee, sei sicuro di star bene?- chiese Katie, mentre Oliver si alzava verso il bancone per ordinare altre Burrobirre.
-Sì, c-certo.- disse lui, mostrando un sorriso a dir poco inquietante.
Alicia sbuffò all'interno del bicchiere, per cui tutti finsero di non averla sentita.
Una volta che tutti ebbero da bere si creò una strana atmosfera.
Oliver e Katie si lanciavano strane occhiatine, Alicia guardava dappertutto tranne Lee e i FAG assistevano a queste scene impotenti.
Fu Angelina ad avere l'idea brillante di svignarsela.
-Ragazzi, ho dimenticato il cappello da Zonko. Mi accompagnate?- chiese la ragazza, rivolta ai due migliori amici.
Alicia, perspicace, si irritò subito.
-Non avevi un cappello.-
-Sì, invece.-
-Ti dico di no.- insistette la bionda, assottigliando gli occhi talmente tanto da rendersi la vista appannata.
-E io ti dico di sì. Andiamo, gemelli.- concluse spiccia Angelina, facendo alzare i Weasley e uscendo rapidamente.
-Io e Katie dobbiamo passare al negozio di scope. Katie vuole comprare un nuovo manico, vero?- domandò Oliver tranquillamente.
Katie annuì.
-Già. E' un regalo anticipato dei miei. Può accompagnarmi solo Ollie; voi state pure qui al caldo.- disse la ragazza ed Alicia sapeva che era sincera.
Katie non diceva mai bugie e non ingannava mai nessuno, a differenza di Oliver che sembrava voler scappare il più velocemente possibile da quel tavolo.
-Andate allora. Poi vi raggiungiamo.- riuscì a dire Lee, timoroso però di rimanere solo con Alicia.
-D'accordo. A dopo.-
Uscirono in fretta e in un attimo Lee fu costretto a cercare un qualche pretesto per fare conversazione con l'amica.
-Allora...-
-Non m'interessa dove sei stato.- lo interruppe Alicia, guardandolo per la prima volta -E non m'interessa il motivo per cui hai cambiato atteggiamento nei nostri confronti. Fatti tuoi.-
-Io non ho cambiato atteggiamento! Siete voi che parlate solo di Quidditch, fate allenamenti di Quidditch e... a momenti sognate anche il Quidditch.- si difese Lee, alzando un po' la voce.
-Cos'è allora, una ripicca? Ci stai escludendo perché abbiamo interessi diversi? Molto maturo, Jordan.- sbuffò la ragazza, incrociando le braccia al petto e allontanando nuovamente lo sguardo.
-Voi state escludendo me! E scusa se cerco di vivere la mia vita e non mi concentro solo su di voi. Siete miei amici, d'accordo, ma non siete tutto per me.-
Alicia si voltò di scatto verso il ragazzo.
-Grazie tante, Jordan. E' bello avere un amico come te.-
-Hai capito cosa intendo. Siete importanti, ma questo non vuol dire che io debba sempre essere pronto ad aspettarvi. Io faccio altro nella vita oltre il cronista.-
-Tipo?- proruppe lei, livida.
-Tipo fatti miei.- rispose Lee, stranamente spavaldo.
-Tipo il posto dove sei stato prima di venire qui?- continuò ancora Alicia, cercando di farlo confessare.
-Sì, esatto.-
-E che posto è?-
Lee la guardò scettico: Alicia era al limite, lo sapeva bene, ma questa volta non gliel'avrebbe data vinta.
-Hai detto che non t'interessava.- soffiò lui, incerto.
-Ora lo voglio sapere.-
-Non basta volere una cosa per ottenerla. Anch'io vorrei tante cose, ma mi dovrò accontentare di quelle che posso raggiungere.-
-Ma di che accidenti stai parlando?- sbottò Alicia, incapace di comprendere il discorso del ragazzo.
-Niente, lascia perdere.- biascicò lui, cupo.
-Sai qual è il vero problema, Jordan? E' che tu stai con noi solo per convenienza. Quando troverai un gruppo, e forse l' hai già trovato, che ti darà maggiori attenzioni, te ne andrai senza dirci nulla. Quindi, semplifica le cose a tutti, e vattene adesso, perché io mi rifiuto di essere amica di un approfittatore come te.- concluse Alicia, alzandosi dal tavolo e lasciando il locale.
-Bell'uscita di scena, Spinnet.- fu il solo commento che Lee riuscì a fare.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
La prima prova è andata e quale festeggiamento migliore se non postare un capitolo di questa storia?
Iniziano ad esserci i primi dissapori e le prime VERE liti, specialmente fra Lee ed Alicia.
Inoltre si è formato un altro gruppo nel gruppo: Oliver e Katie, il più grande e la pulce, come la chiama il gruppo.
I discorsi di Alicia sembrano essere senza senso, ma più in là si scoprirà la logica dei suoi ragionamenti, sempre contro il povero Lee! xD
Il prossimo aggiornamento sarà DOPO gli esami, di sicuro.
Per cui a presto e un bacione.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


-Fiuu, sei stata grande Angie, non riuscivo più a sopportare quel gelo che si era creato.- disse Fred, percorrendo assieme ad Angelina e a George le viuzze del villaggio.
-Lo dici a me? Il gruppo si sta sfaldando ogni giorno di più e non riesco a capirne il motivo.- rispose la ragazza, mostrandosi per la prima volta preoccupata.
-Alicia e Lee si comportano in modo strano in effetti.- disse George, confermando l'ipotesi dell'amica che annuì cupa.
-E non hai notato Oliver e Katie? Sembrano sempre racchiusi nella loro bolla ed isolati dal resto di noi.- continuò Angelina, seria.
-Secondo me state esagerando entrambi. Lee ed Alicia sono strani di natura, è il loro carattere; mentre la pulce ha sempre avuto un debole per il Capitano che la vede come una sorella minore. Nessuna bolla e nessun isolamento.- concluse Fred, cercando di chiudere quell'assurda conversazione.
-Come puoi farla tanto facile? I nostri amici hanno dei problemi e dobbiamo aiutarli. Non posso credere che tu sia così... insensibile.- disse Angelina, iniziando a scaldarsi.
-Io non sono insensibile, solo realista. Forse avranno dei problemi, ma non sono affari che ci riguardano. Meno ci mettiamo in mezzo, meglio stiamo.- spiegò Fred, mostrando un sorrisone da bambino, che, stranamente, irritò ancora di più l'amica.
-Cosa farai quando io avrò un problema, Fred? Te ne infischierai come stai facendo ora? Sei... Sei proprio stupido, non voglio più parlare con te.- scoppiò lei, correndo via dai gemelli che, poterono giurarlo, l'avevano sentita singhiozzare.
-Ma che ho detto?- sbottò Fred, confuso.
George scoppiò a ridere, ma riuscì comunque a dire.
-Fratello, Angelina sarà pure un maschiaccio, ma, sotto sotto, è pur sempre una ragazza.-

 

 

 

-Caspita, come sono diventati costosi i manici di scopa!- esclamò Katie, una volta uscita dal negozio con Oliver che sorrise.
-Almeno ora hai un manico di scopa decente.-
-Ehi, la mia Scopalinda andava forte, ma per colpa di quello stupido temporale ora sembra come impazzita. Oscilla pericolosamente ogni volta che mi avvicino.- spiegò Katie, con una faccia talmente buffa da far ridere nuovamente l'amico.
-Certo è andata peggio a Harry. La Scopalinda non è una Nimbus 2000.- continuò ancora lei, indicando al ragazzo una panchina.
-Sai, questi mesi sono volati. Non posso credere che sia già Natale, ma non vedo l'ora di trascorrere un po' di tempo con la mia famiglia. Mi manca persino Sam.- disse Katie, sedendosi scomposta- E poi...-
-Merlino, Katie, quanto parli!- la interruppe Oliver, massaggiandosi le tempie.
-Scusa, non lo faccio apposta. Sai che sono una chiaccherona oltre che una sfortunata cronica.-
-E questo cosa c'entra?-
Katie fece spallucce.
-Non lo so, era per parlare.-
Oliver alzò gli occhi al cielo e a Katie scappò una risata, che fece sorridere anche lui. Era impossibile rimanere serio con quella ragazza.
Era come un cagnolino in cerca di continue attenzioni.
-Comunque, il prossimo anno mi dispiacerà non vederti tutti i giorni.- riprese Katie, il tono della sua voce, di solito semplice e frizzante, si era fatto serio.
Oliver le prese la mano e lei arrossì come sempre.
-Anche a me, pulce; ma non sarai sola. Gli altri ti faranno compagnia. Sei la nostra mascotte, lo sai.-
Katie sorrise ed arrossì ancora di più, ma voleva essere certa che avesse capito.
-Però non ci sarai tu e non sarà la stessa cosa.-
Oliver non rispose, conoscendo bene le teorie del gruppo sui presunti sentimenti che Katie provava per lui.
-Promettimi che rimarremo amici per sempre.- disse ancora Katie ed Oliver si sciolse: gli altri si sbagliavano.
-Te lo prometto.-

 

-Ah, sei qui, impiastro.- disse Fred, raggiungendo Angelina che si era seduta sulla neve, sotto un albero spoglio.
-George mi ha mandato a cercarti e mi ha fatto notare la mia mancanza di tatto. In mia difesa posso dire che sono un ragazzo, per cui è normale. Anzi, sono al di sopra della media.  Ron è senza speranze. Tieni.- disse Fred, sedendosi accanto a lei e passandole uno strano oggetto.
-Che cos'è?- chiese Angelina, gli occhi ancora arrossati dal pianto.
-Un peluche a forma di renna.-
-Originale.- commentò lei, sarcastica.
-E' Natale, che ti aspettavi?-
Angelina accennò un sorriso e lo ringraziò.
-Mi spieghi cosa ti è preso?- domandò Fred, evitando di guardarla negli occhi per paura di sentirsi in colpa.
-E' una cosa stupida da dire. E' una tipica cosa da ragazze.- sbuffò Angelina, osservando con attenzione il peluche.
-Dilla lo stesso, proverò a capire.-
Angelina prese un bel respiro e poi partì.
-Voi siete gli amici più cari che ho al mondo, con voi mi diverto, rido, scherzo. Insomma vi sento quasi come una seconda famiglia.-
Fred annuì, facendole capire che per lui era lo stesso.
-E... lo so che stupido ed anche un po' folle, ma io ho sempre e costantemente il terrore di perdervi. In qualsiasi modo tu possa intendere la parola “perdere”.- chiarì Angelina, ad un'occhiata perplessa del ragazzo.
-Tu non vuoi credermi, ma ti dico che qualcosa sta succedendo. Vi conosco come le mie tasche e noto alcuni atteggiamenti ed alcune sfumature dei vostri caratteri che tu, forse, non riesci a vedere. Mi sento come una sorta di mamma che ha paura di vedere i figli andarsene di casa. Il primo settembre, sul treno, quando il Dissennatore è entrato, io vi ho... visti morire ad uno ad uno e... ovviamente la frattura che si è creata fra Alicia e Lee non è così grave, ma vedere che tutti la prendete alla leggera mi fa pensare che via via vi siate stancati di stare tutti insieme. Siamo tutti così diversi, così distanti, apparte te e George, ci unisce solo il Quidditch e ho paura che, una volta finita la scuola, ognuno prenderà una strada diversa. Questo non lo voglio, Fred, vi voglio anche... nella mia vita... fuori Hogwarts.- concluse Angelina a fatica, imbarazzata da quel lungo discorso.
Fred la strinse, facendola appoggiare alla sua spalla.
-Angie, diventi ogni giorno più interessante e questo mi terrorizza.-
-In maniera positiva o negativa?-
-Non lo so ancora.-
Angelina sorrise.
-Posso fare un'altra cosa da ragazza?-
-Tanto vale.-
La ragazza si allungò verso Fred, dandogli un bacio sulla guancia.
-Grazie.-
-Mi ci potrei abituare a queste tue fuoriuscite femminili.-

 


Il Natale trascorse sereno e, in un battito di ciglia, gli studenti furono costretti a tornare alla vita di tutti i giorni, fatta di lezioni e di ore spese a studiare.
Oliver, passate le vacanze, iniziava a temere i M.A.G.O, per cui si mise a studiare seriamente, alternando i buchi con qualche allenamento di Quidditch.
Alicia ed Angelina fecero lo stesso, preoccupate dalle continue minaccie dei professori circa i G.U.F.O.
Lee ed i gemelli, invece, erano più sereni.
Il primo si faceva vedere raramente -e sempre quando Alicia non era nei paraggi- e gli altri due continuavano a divertirsi e ad organizzare scherzi come sempre.
Katie, l'unica a non avere l'incubo degli esami, trascorreva molto tempo con la sua amica Leanne, scaricata da poco da un ragazzo di Tassorosso.
Fred, però, memore della paura di Angelina, aveva deciso di far chiarire Alicia e Lee una volta per tutte e soprattutto di trascorrere un po' di tempo tutti insieme.
-Ragazze, niente studio stasera.- disse il ragazzo, rivolto ad Angelina ed Alicia, intente a scambiarsi gli appunti di Pozioni.
-Abbiamo un programma da seguire.- spiegò la prima, mostrandogli un enorme foglio evidenziato.
-E' gennaio, Angie! C'è ancora tempo per il ripasso.-
-Per me va bene. Sono stufa di stare sui libri.- sospirò Alicia affranta.
-Peeerfetto. Angelina, non accetterò un “no” come risposta. Ci dovete essere tutti.- protestò Fred, sottolineando l'ultima parola e facendole chiaramente capire che era importante.
-D'accordo allora.-
-Ehi, un attimo... Con “tutti” intendi proprio tutti?- domandò Alicia, cercando di mantenersi sul vago.
-Sì, intendo anche Lee. Ha appena accettato e Katie non ci dirà di no. Il vero problema è Oliver.- continuò Fred, evitando lo sbuffo sconsolato di Alicia.
-Manda la pulce a chiederglielo. Non le dirà di no.- propose Angelina, tornata con gli occhi al suo ripasso.
-Bell'idea! Okay, allora alle otto nel nostro dormitorio.-
-E i vostri compagni di stanza?- domandò Alicia, stranamente curiosa.
-Chi, Williams ed Anderson? Sono degli idioti! Il primo è troppo noioso ed il secondo troppo pieno di sé. Troverò il modo per sistemare entrambi.- rispose Fred e ad Alicia non sfuggì lo sguardo complice fra lui ed Angelina.
-Bradley avrà sicuramente qualche appuntamento.- disse Alicia, come se nulla fosse.
-Non posso credere che tu conosca un idiota come quell'Anderson! Non puoi essere nostra amica e poi frequentare gente del genere.- sbottò Fred, accusandola.
-Io non frequento nessuno, ma sapete com'è fatta mia madre. Non vuole sentire ragioni.-
Alicia era la più ricca del gruppo. La madre era un pezzo grosso al Ministero ed il padre, babbano di nascita, era un famosissimo chirurgo.
Facevano parte dell'alta società e la madre, da quando Alicia era diventata “signorina”, puntualmente le presentava qualche pretendente adatto a lei.
Bradley Anderson sarebbe stato perfetto per Alicia.
-E con Perry cosa t'inventerai?- chiese poi Angelina, alzando lo sguardo verso Fred.
-Perry.- ripetè lui disgustato -Non sapevo neanche che si chiamasse così. Una lettera differenzia il suo nome da quello del mio pomposo fratello ed in effetti si assomigliano parecchio. Chiederò consiglio a George e lo faremo sparire per quell'ora.-
-Okay.- disse Angelina, sperando non fossero troppo esagerati con Williams, mentre Alicia sperò l'esatto opposto.

 

 

Alle otto erano tutti in Sala Comune, pronti per quella strana festa messa in piedi dai gemelli, anche se alcuni giurarono che l'idea fosse partita unicamente da Fred.
-Ragazzi, c'è un problema.- disse George, facendo da ambasciatore per il fratello.
-Quale?- chiesero all'unisono Katie ed Oliver, per poi guardarsi e scoppiare a ridere.
Alicia li guardò allibita.
-Williams è irremovibile. Per lui i G.U.F.O sono la vita e, anche se conosce il programma a memoria, studierà da qui fino a giugno.- spiegò George, mostrando un'espressione schifata.
-Il mio dormitorio è libero. Leanne e le altre non ci sono.- propose Katie, con praticità.
-Sì, ma noi non possiamo salire nei dormitori femminili.- disse Lee, scartando l'opzione.
-Venite da me. Caccerò i miei compagni in Biblioteca.- provò Oliver e la maggior parte si dichiarò d'accordo.
-Katie, tu dormirai da noi come sempre.- disse Angelina -Così non sveglierai le tue amiche tornando.-
E la festa iniziò tra risate e chiacchere di gruppo.
Sebbene all'inizio tutti fossero sparsi fra di loro, con l'aiuto dell'organizzazione di Fred, riuscirono a stare tutti insieme e divertirsi.
Alicia ignorava Lee ed un paio di volte George riuscì a notare che quei due, seppur lontani, riuscivano a comunicare con gli occhi. Lui le stava chiedendo il perché della sua irritazione e lei, di proposito, allontanava lo sguardo.
-Fred.- Angelina chiamò il ragazzo che, in compagnia del gemello, stava rovistando in uno scatolone.
-Grazie.- disse la ragazza, facendo voltare anche George che la fissava in modo strano.
-Per cosa?- domandò Fred, stranito.
-So perché hai fatto tutto questo. Sei il migliore.- concluse Angelina, sfoggiando un sorriso più bello e dandogli un altro bacio sulla guancia.
-Ah, ma allora la tua è una abitudine.- scherzò Fred, cercando di nascondere l'imbarazzo.
-Potrebbe diventarlo.- rispose Angelina, facendogli la linguaccia e tornando dalle ragazze.
Dopo un paio di ore comparvero magicamente bottiglie di Whisky Incendiario a volontà.
Passò un'altra ora ed Alicia comprese che la festa non sarebbe durata poi tanto a lungo.
Katie aveva finito tre bottiglie di whisky da sola, lei che l'alcool non lo reggeva.
Angelina, pressata dallo stress per lo studio, sarebbe crollata dal sonno da un momento all'altro e di certo non avrebbero potuto animare la serata lei e Lee che, compreso di averla fatta nuovamente alterare, stava a debita distanza.
-Beh, direi che per la pulce si è fatto tardi.- commentò Oliver all'improvviso, cercando di afferrare Katie che rideva e ballava allo stesso tempo.
-No, no, no, no, no. Io non sono stanca.- disse Katie e scoppiò a ridere -Sto benissimo e voglio ballare tutta la notteeeeeee.-
-Perché non l'hai controllata?- domandò Alicia ad Oliver, cercando di bloccare anche lei la corsa di Katie.
-Cosa ne sapevo io? Non ha mai fatto così.- si giustificò lui, offeso.
-Ragazzi, è una festa e Katie si sta divertendo. Lasciatela stare.- rise George, dando una pacca sulla testa alla più piccola.
-George, non dire idiozie. Olly, inizia a portarla nella Sala Comune e noi...-
-No, tu non farai niente, Alicia.- s'intromise Fred, che reggeva un'Angelina mezza addormentata sulla schiena. -Noi le mettiamo a nanna e tu e Lee vi godete la fine della festa. Torneremo subito.-
Alicia non era pienamente convinta delle parole dell'amico, ma decise di fidarsi perché quelle due andavano messe a letto subito.
Oliver riuscì a prendere Katie e, per evitare un'ulteriore fuga, se la coricò di peso su una spalla, mentre lei scalciava implorante.
-La festa è finita, Katie, stanno andando tutti via.- disse Oliver, cercando di convincerla.
-Non è vero. Non è vero, vero Alicia? Alicia!! Dov'è Alicia?- chiamò Katie, mentre la diretta interessata alzava gli occhi al cielo rassegnata.
-George, vieni anche tu. Angie non è poi così leggera.- commentò Fred in un bisbiglio udibilissimo.
-Ti ho sentito.- sbottò lei ad occhi chiusi ed incapace di insultarlo a dovere.
Lee ed Alicia rimasero soli, proprio mentre la musica finì.
Si squadrarono per un quarto d'ora e Lee sapeva che Alicia sarebbe stata capace di stare in silenzio per tutto il periodo dell'assenza degli altri.
-Allora?- disse lui.
-Allora cosa?- sbottò lei, pronta a scatenarsi violentemente.
-Mi vuoi spiegare cos'hai o vogliamo continuare così fino ai M.A.G.O.?-
Alicia sbuffò, segno che per lei non sarebbe importato.
-Perché non mi parli più? Non mi insulti, non mi provochi, non rompi. Non sei la solita Alicia, insomma. Non riesci neanche a guardarmi!- tuonò Lee, infiammandosi.
-Questo non è vero.- pigolò lei, imbronciata.
-Non lo stai facendo neanche ora.-
Alicia, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso, lo alzò in segno di sfida.
-E perché non ti ho detto dove vado quando non sto con voi, vero? Beh, se proprio ci tieni tanto te lo dirò, ma devi promettermi che rimarrà fra me e te.-
-Promesso.-
-Sono serio.- replicò Lee e lo era davvero.
-D'accordo.-
-Sto cercando un lavoro.-
-Eh?- domandò Alicia, pensando di non aver capito.
-Io non sono come voi. Sapete già cosa volete fare fuori di qui. I gemelli faranno la concorrenza a Zonko e Oliver, Katie ed Angie saranno stelle del Quiddich. Tu addirittura hai due opzioni: Medimago o Cacciatrice. Ed io? A me non piace studiare e non brillo in niente. Non ho sogni particolari e non ho una passione precisa. Non voglio essere un fallito e non voglio lavorare con mio padre. Voglio trovare la mia strada, Alicia e, cercando lavoro forse, capirò qual è.- concluse Lee, allargando le braccia -Tutto qui.-
Alicia stette in silenzio un paio di minuti.
-Sono un'idiota. Una completa cretina, per non dire stronza inacidita.- disse lei, mostrando un sorriso.
-Io direi stronza zitella inacidita.- la corresse lui e lei le lanciò un cuscino in faccia, ma rideva.
-Lee, promettimi che quello che dirò da adesso in poi rimarrà fra me e te.- propose Alicia, minacciosa.
-Va bene.-
-Scusa.- mormorò Alicia e Lee sorrise. Mai Alicia avrebbe ammesso di essersi sbagliata.
-Era questo che mi volevi dire?- domandò lui, trattenendo le risate.
-Beh, sì.-
Lee si avvicinò ad Alicia, che arretrò.
-Niente abbracci, Jordan, lo sai.-
-Va bene, va bene. Accetto le tue scuse, però.-
-Ci mancherebbe.- sbottò lei, con un ghigno.
-Credo che questa festa sia stata allestita per noi, sai?- disse Lee, divertito dalla cosa.
-Io lo so, invece, ma si sa tra i due sono io quella più intelligente. E quella più bella.- aggiunse Alicia, toccandosi i capelli con fare snob.
-E la più arpia.-
-Ti uccido, Jordan.-
Lee scoppiò a ridere.
-Andiamo anche noi? Non credo che quei tre torneranno.- disse il ragazzo, oramai conscio del piano dei gemelli.
-D'accordo.-
Lee aveva già messo la mano sulla maniglia, quando Alicia lo bloccò.
-Non sono stata sincera, Lee.-
-In che senso?- domandò lui, confuso.
-Non volevo solo scusarmi, ma spiegarti il mio comportamento. Io e te siamo opposti in tutto e il nostro è uno strano rapporto, ma io ti considero comunque un amico. E, non so, vedere che forse avresti preferito altre persone a noi e vedere che io e te non scherzavamo più come una volta... Non mi è piaciuto.- sospirò Alicia, incapace di trovare termini migliori.
-Mi stai dicendo che eri gelosa?- domandò Lee, sconvolto dalle paranoie mentali dell'amica.
-Non mi piace come definizione. Sono possessiva, per cui mi sarei comporatata così con qualunque di voi. Non sentirti il preferito.- chiarì Alicia, cercando di fargli capire bene il concetto.
Lee mostrò il solito, strano sorriso che riservava solo a lei ed annuì, come a confermare di aver afferrato.
-Beh, allora...- cominciò lui, iniziando a sentire un leggero imbarazzo.
-Vai avanti tu. Non mi piace che ci vedano uscire insieme da un dormitorio vuoto.- spiegò Alicia e Lee annuì.
-Buonanotte, Alicia.- le disse, prima di sparire oltre la porta.
-Buonanotte.-

 

 

-Secondo voi riusciranno a chiarirsi?- domandò Oliver, una volta lasciati da soli Alicia e Lee.
-Sì, vedrai che tutto andrà bene, Capitano.- disse Fred, mentre Angelina, che era in gran parte distesa su di lui, mormorava qualcosa di incomprensibile.
-Riesci a tenerla da solo? Voglio andare a dormire.- se ne uscì George, lasciando la ragazza completamente fra le braccia del fratello e dirigendosi verso il suo dormitorio senza neanche salutare.
-Cos'ha, sta male?- chiese Oliver, cercando di contenere le urla di Katie, ancora sbronza.
-Mah, non so, sarà stanco.- rispose Fred, per non destare sospetti. Suo fratello si comportava in modo strano, ma, per il momento, non voleva avvisare nessuno.
-Angie, ti devi svegliare.- sussurrò poi Fred, provando a destare la ragazza che aveva gli occhi semi-chiusi.
-Non possiamo salire nel vostro dormitorio e se Katie continua ad urlare sveglierà l'intera Casa.- provò Oliver, mentre Katie iniziava a ridere a crepapelle.
-Angelina!- tuonò Fred, scuotendola con forza.
-Ho capito, ho capito.- soffiò lei, sfregandosi gli occhi ed allontanandosi da Fred per prendere Katie.
-Ma non posso portarla nel mio dormitorio in questo stato ed è fuori questione che la spedisca nel suo. Non avete un sonnifero o un qualcosa che la plachi?- proruppe Angelina, al limite della sopportazione.
-Prova con queste. Le prendo quando non riesco a dormire per lo stress.- disse Oliver, porgendole un tubetto arancione.
-Andrà bene? E se è allergica a qualcosa?- chiese Fred, non particolarmente sicuro.
-Andrà benone; ma se preferisci, rimani tu con lei fino a quando l'effetto dell'alcool non sarà finito. Dopotutto siete stati tu e George a portare il whisky.- lo accusò Angelina, troppo assonnata per ragionare.
-Dalle quelle pastiglie e facciamola finita.- sbottò Fred, mentre la ragazza faceva ingogliare all'amica due pasticche di sonnifero.
-Non saranno troppe?- domandò poi Angelina, dopo che Katie l'aveva oramai ingurgitate.
-S'addormenterà prima.- rispose Fred, facendo spallucce e gli altri due lo guardarono disperati.
-Che ho detto?-
-Si sta rilassando. Portala ora su.- disse Oliver, provando a passarla ad Angelina.
-Ragazzi, vi ho mai detto che siete i migliori amici del mondo?- proruppe Katie all'improvviso, mostrando un sorrisone enorme.
-Sìsì, lo sappiamo, ma ora segui Angie.- disse Fred, per tagliar corto.
-E vi ho detto che vi voglio tanto, tanto bene?-
-Portala via, Angie.- commentò Oliver, trattenendo le risate.
-E che ogni notte piango per addormentarmi?-
Angelina si bloccò sul posto, Fred rimase immobile e ad Oliver cessò la voglia di ridere.
-Sì, perché io ho assistito alla morte dei miei nonni. Avevo due anni per cui il ricordo non è nitido, ma c'è. Non riesco a dimenticarmi il volto di mia nonna che, invece di combattere, si preoccupava che io fossi al sicuro, che io scappassi in tempo; mentre mio nonno lo tratteneva, sì insomma tratteneva Voi-Sapete-Chi, nell'altra stanza, per salvarci. Io... io ricordo il loro ultimo abbraccio, le loro ultime parole. “Che tu possa sempre essere felice. Sempre”.- concluse Katie, iniziando a singhiozzare e a tremare.
Angelina la abbracciò, prima di prenderla in braccio e portarla a dormire. Il giorno seguente si sarebbe dimenticata senz'altro della sua confessione.
Oliver e Fred rimasero fermi ed in silenzio per un altro quarto d'ora, proprio mentre Lee usciva dal dormitorio.
-Ehi, che facce che avete! E' successo qualcos'altro?-
-No, ma mi sa che sta per succedere.- rispose Fred, guardando Oliver stringere i pugni e soffocare la rabbia.
Un altro problema da risolvere stava per colpire tutti loro.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Passo il 5 luglio, quindi posso anche permettermi di aggiornare xD (in realtà no, ma provo ad autoconvincermi xD)
Bon, cose da chiarire in questo capitolo... Niente di particolare.
Katie ha confessato un suo importante segreto, George d'altra parte sembra avere qualcosa da nascondere.
Angelina e Fred iniziano ad avvicinarsi e Lee ed Alicia hanno fatto pace... ma dureranno?
Dimenticavo: Katie dorme spesso nel dormitorio di Angelina ed Alicia, perché la maggior parte delle volte fanno tardi e non vuole svegliare le sue compagne di stanza. Dorme o nel letto dell'una o dell'altra, anche se spesso va da Alicia, che ha paura del buio.

Vi avverto, questo è solo l'inizio.... Muahmuahmuahmuah
Okay, la smetto.
Un grazie a tutti coloro che l'hanno aggiunta ad una delle liste.
Un bacione enorme e a presto.

ECCO ALICIA E LEE

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Quando Katie si svegliò quella mattina non ricordò nulla della sera precedente, ma a giudicare dal forte mal di testa riuscì a comprendere di aver esagerato con l'alcol.
Fu la prima a svegliarsi, Angelina dormiva profondamente ed Alicia, accanto a lei, era accucciata sotto le coperte come sempre.
Cercò di fare meno rumore possibile e sgusciò fuori dalla stanza, diretta al suo dormitorio.
Leanne si lamentava spesso del fatto che Katie non si trovasse mai nel suo letto al suo risveglio, per cui la ragazza aveva deciso di accontentarla almeno il giorno del suo compleanno.
Riuscì a buttarsi sotto le coperte giusto in tempo, dal momento che Leanne andò a controllare pochi secondi dopo e Katie finse di essersi appena svegliata.
-Quasi non ci credo.- le soffiò Leanne, sorridendo.
-Buongiorno anche a te, eh.- rispose Katie, poi saltandole addosso -Auguroni, vecchia!-
-Shh, così sveglierai le altre.-
-Ah, già, è vero. Ma oggi dobbiamo assolutamente festeggiare.- riprese a bassa voce Katie, stringendola in un abbraccio.
-Abbiamo festeggiato ieri.- replicò Leanne, mettendo su il broncio.
-Lo so, lo so, ma ieri sera proprio non potevo venire. Fred aveva organizzato una festa per mettere pace fra Alicia e Lee. Tu sai quanto quei due siano difficili.- si giustificò la ragazza, cercando di mostrare la sua espressione più dispiaciuta.
Leanne sorrise, grata che l'amica si fosse scusata.
-Okay, okay. Aspettiamo che si sveglino le altre e poi festeggiamo tutto il giorno. Ma prima posso chiederti una cosa?-
Katie annuì con vigore.
-Perché hai del rossetto sul naso?-

 

 

 

-Buongiorno a tutti.-
I presenti si voltarono stupiti verso la fonte della voce, indecisi se commentare o meno.
Alicia Spinnet, la gelida e perfida Alicia Spinnet, quella mattina sembrava felice e sorridente, gli occhi, stranamente, non erano assottigliati od annoiati come al solito.
Lee sorrise di sottecchi e si servì una seconda porzione di porridge, sotto l'analisi attenta di Angelina.
-Wow, Alicia, a cosa dobbiamo tutta questa allegria stamattina?- chiese Fred, non riuscendo a trattenersi.
-Beh, diciamo che la festa ha eliminato tutto quello stress accumulato per lo studio.- rispose prontamente lei.
-Lo studio, certo.- commentò Fred, facendo ridere di nascosto Angelina.
-E gli altri?- domandò Alicia, prendendo posto accanto Lee senza le sue solite espressioni disgustate.
-Katie trascorrerà tutta la giornata con le sue amiche. Oggi è il compleanno di Leanne.- spiegò Angelina, bevendo l'ultima sorsata del suo succo.
-Oliver e George?- chiese ancora Alicia, facendosi passare una fetta di pane da Lee.
-Oliver arriva fra poco, George non lo vedo da ieri sera.- commentò Angelina, chiedendo con gli occhi a Fred che fece spallucce.
-Siamo gemelli, non siamo siamesi. Stamattina, quando mi sono svegliato, non c'era.-
Oliver arrivò prima che Angelina potesse replicare e la sua espressione era tutt'altro che allegra.
-Allora, avete raccontato loro quello che è successo?- chiese lui, sedendosi, ma non toccando cibo.
-Allora è successo qualcosa! La risposta di Fred, ieri, mi suonava alquanto strana.- ci tenette a dire Lee, sbuffando.
-Perché, cos'è successo? Spero non qualcosa di grave.- soffiò Alicia, preoccupata dall'espressione di Oliver.
-Katie.- fu la sola risposta di Fred ed Alicia parve più serena.
-Oltre ad aver usato il mio rossetto per imitare la renna Rudolph, cos'altro ha combinato?- domandò lei, servendosi delle uova.
-Perché sembri tranquilla?- chiese Oliver, spazientito.
-Perché quando si tratta di Katie tu sei sempre iper-protettivo, per cui credo che non sia nulla di eccessivo.- chiarì Alicia, calma.
-Questa volta è un po' più complicato.- disse Angelina -Ieri... Ieri Katie, presa dall'alcol, ci ha confessato che ogni notte piange prima di addormentarsi.-
-E perché mai?- chiese ancora Alicia, fra un boccone e l'altro.
-Per la faccenda dei suoi nonni. Non ci aveva detto che era lì quando è successo, che i suoi nonni si sono sacrificati per salvarle la vita.-
Alicia lasciò cadere la forchetta e spalancò la bocca.
-Fine, Spinnet.- ebbe ancora la voglia di commentare Lee per smorzare la tensione, ma riuscendoci appena.
-Secondo voi ricorda di aver detto quelle cose?-
-Non credo, Fred, altrimenti sarebbe corsa ad inventarsi una scusa. L'alcol o qualcosa del genere.- disse Oliver, bevendo solo un po' di limonata.
-Ma... magari è così, no?- provò Alicia, speranzosa.
-L'alcol scioglie la lingua, non porta a mentire così spudoratamente.- replicò Oliver -Comunque io voglio vederci chiaro.-
-Non avrai intenzione di parlargliene?- sbottò Angelina, incredula.
-Ovviamente. Quando volevate far riappacificare questi due, io ero d'accordo. Fidatevi di me questa volta. Stavolta sarò diretto.- concluse Oliver, facendo per alzarsi.
-Aspetta almeno fino a stasera, Olly. Non rovinare il compleanno di Leanne.- lo bloccò Angelina, alzandosi a sua volta.
-D'accordo, ma stasera le dirò tutto.- disse lui, congedandosi e lasciando la Sala Grande.
-Non ci posso credere. Perché diavolo Katie non ce l'ha detto?- proruppe Alicia, mangiando con avidità il resto delle sue uova -Adesso sono nervosa e non so come comportarmi.-
-Però l'appetito ti è rimasto.- disse Lee ed Alicia gli lanciò un'occhiataccia che fece rallegrare Angelina e, di riflesso, anche Fred.
-Idiota, aspetta un'ora e poi vedi. Ora corro in biblioteca, prendo gli ultimi libri e poi ci ributtiamo nello studio, Angie. E' l'unico modo per non pensare a Katie.- disse Alicia, con una parlatina così veloce che Angelina la seguì a fatica.
-O-okay.-
-A dopo.-
-Lo sapevo che c'era il vostro zampino sotto.- disse Lee, una volta che Alicia li ebbe lasciati.
-Di che parli?- chiese Fred, confuso.
-Della festa! L'ho detto ad Alicia, ma lei è così stupida che non l'aveva capito.- continuò Lee ed Angelina capì subito che era stata Alicia, in realtà, ad aver compreso ogni cosa e sorrise.
-In realtà è tutto merito di Angie. Fosse stato per me, a quest'ora, non sarebbe cambiato nulla, ma sai com'è fatta questa.- disse Fred, facendo finta di non notare le occhiate stranite di Angelina.
-Beh, chiunque sia stato: grazie mille.- ringraziò Lee -Ora scappo, ci vediamo dopo.-
Rimasti soli, Angelina si voltò di scatto verso Fred e lo assalì.
-Perché cavolo non hai ammesso di aver organizzato tu la festa? Cos'è, ti vergogni?- tuonò lei, infervorata.
-Angie, rilassati. Non mi vergogno, ma davvero è stato grazie a te. Non avrei mai organizzato nulla se tu non mi avessi fatto capire che per te era importante.-
Angelina rimase colpita dalla sincerità di quelle parole e, improvvisamente, si sentì alquanto imbarazzata.
-Davvero?-
-Certo. Sei tu la... colla del gruppo.- spiegò Fred, con semplicità.
Angelina alzò gli occhi al cielo per la strana analogia.
-E tu ne sei il motore.-

 

-Ehilà, George!-
George Weasley, sentendosi chiamato, si voltò di scatto, cozzando con la faccia sorridente di Lee.
-Tu e Alicia avete fatto pace, dico bene?- domandò subito il rosso, senza neppure salutarlo.
Lee annuì, ma l'espressione divenne sospettosa, comprendendo che qualcosa non andava nell'intonazione dell'amico. Era... finto divertito, ecco.
-Tutto bene?- chiese Lee, cercando di capire il suo problema.
-Certo, sto bene.-
-Sicuro? Perché tu non sei sceso a colazione con Fred e voi due, solitamente, siete inseparabili.- proseguì ancora Lee, curioso.
-Ehi, solo perché ogni tanto non stiamo costantemente insieme non vuol dire che io abbia qualcosa. Siamo gemelli, ma siamo due persone diverse e distinte.- si scaldò George, mostrando un lato di sé che non gli piaceva e che Lee non aveva mai visto.
-Okay, va bene. Non c'è bisogno di arrabbiarsi. Comunque, hai saputo di Katie?-

 


-Angelina, potresti non studiare stasera?- le domandò Fred, dopo colazione, mentre si dirigevano entrambi verso l'aula di Incantesimi, senza aspettare Lee, Alicia e George.
-Fred, devo studiare. Non posso sperare nella fortuna come fai tu.- rispose lei, alzando gli occhi al cielo esasperata.
-Non ti servono i G.U.F.O! Diventerai una Cacciatrice famosa e lo studio non ti sarà servito a nulla.- replicò il ragazzo, certo delle sue convinzioni.
-Io non studio per i voti, io studio per arricchire la mia cultura.-
Fred si fermò, mostrando un'espressione schifata.
-Hai parlato esattamente come mio fratello Perce. No comment.-
Alicia li raggiunse prima che Angelina potesse replicare.
-Eccomi, scusate il ritardo. Lee e tuo fratello?-
-Da quando sono “suo fratello”? Ho un nome anch'io, Alicia.- la riprese George, unendosi agli altri.
-Sì, ma rilassati, eh.- sbottò lei, irritata da quello strano modo di rispondere.
-Sono qui! Avete sentito la mia mancanza, vero?- scherzò Lee, mentre Alicia guardava ancora in cagnesco George, che sembrava essere tornato tranquillo.
-Beh, adesso che ci siamo tutti possiamo anche andare.- disse Angelina, osservando George con un'espressione stranita, il suo comportamento era alquanto sospetto, ma finché Fred non se ne preoccupava, forse era meglio non badarci.

 


Oliver si tenne lontano da Katie per tutto il giorno, ricordando la “quasi-promessa” fatta ad Angelina di non rovinare il compleanno di Leanne.
Provò a studiare, a cercare nuove tecniche di Quiddich, a parlare con i suoi compagni di stanza, ma ogni volta che il suo cervello staccava un minuto rivedeva l'espressione triste di Katie della sera prima e si chiedeva per quale motivo fosse lui il più preoccupato di tutti lì.
Calò la sera ed Oliver notò solo in quel momento che aveva sì e no letto tre pagine dal libro degli Incantesimi.
Scese nella Sala Comune, ma di Katie neanche l'ombra.
Quando il ragazzo notò una figura familiare, davanti al caminetto, si avvicinò.
-Ehi, Leanne, sai dov'è Katie?- domandò lui, stranito di non trovarla con la sua amica.
-É appena salita. Sarà stanca dopo la giornata che ha fatto passare a me e alle ragazze. So che l'altra sera avete dormito poco e niente, per cui sarà a pezzi.- concluse Leanne, mostrando un sorriso felice per la giornata trascorsa.
-Già, immagino. É incredibile come riesca a tirare fuori le energie anche quando sembrano esaurite. Quando si sveglia, le dici che l'ho cercata? Dille che è urgente e che può venire a chiamarmi a qualsiasi ora.- disse Oliver, mentre Leanne annuiva perplessa.
-Certo.-
-Bene, grazie.- fece per andarsene, ma poi tornò indietro, colpevole -Auguri, Leanne.-
E lei sorrise gioiosa.

 


Katie si risvegliò solo la mattina dopo, le osse le dolevano e si sentiva tutta indolenzita.
Leanne e le altre non c'erano, per cui si preparò con molta calma e lentezza.
Era sabato e Katie lo avrebbe trascorso con il suo gruppo, come sempre.
Scese velocemente e provò a controllare il dormitorio di Angelina ed Alicia, ma loro, come prevedebile, non c'erano.
Non vide l'ombra neanche di Lee, Fred ed Oliver, mentre riuscì a scorgere George seduto su una delle poltrone.
-Buongiorno!- esclamò allegra, facendo sussultare il ragazzo.
-Katie, finalmente! Oliver era in pensiero.-
-Si preoccupa sempre troppo. Ho solo recuperato un po' di sonno, tutto qui.-
George sorrise e le indicò la poltrona accanto alla sua.
-No, non riesco a stare ferma stamattina. Sono così piena di energie che potrei... scalare la montagna più alta senza bacchetta se lo volessi!- concluse, saltando sul posto con vigore.
-D'accordo. Inizio a spaventarmi, te lo dico.- commentò George, sorridendo di fronte a quel piccolo vulcano.
-Tranquillo, è la mia fase “iper-attiva”. Arriva sempre dopo quella “zombie vivente”.- chiarì Katie prima di diventare seria all'improvviso -Tu stai bene?-
-Perché non dovrei star bene?- chiese George, stupito.
-Ehi, sono la “pulce”, non la “stupida”. Ho capito qual è il tuo problema.-
-Davvero?-
-Certo.- disse Katie, annuendo decisa -E non sono neanche stupita.-
-Questo non mi fa stare meglio, sai.- sbuffò George, con un'espressione che raramente la ragazza gli aveva visto.
-Io capisco ciò che provi. Conosci la mia situazione.-
-Sì, ma la mia è una tantino differente, Katie, non credi?-
-Beh, in effetti... Forse sei tu che la pensi così, mentre in realtà è più facile di quello che sembra.-
-Come può essere facile?- perdurò lui, incapace di comprendere.
-Ehi, ho solo quattordici anni! Non posso dirti tutto io! Comunque mia nonna diceva sempre “Non ci saranno sempre giornate di pioggia, prima o poi il sole tornerà a splendere”.- concluse Katie saggiamente e George alla fine si ritrovò a sorridere.
-Grazie, Katie.-
-Figurati.-
George non riuscì a trattenersi e le domandò.
-Tu come stai?-
Katie perse il sorriso.
-Me lo chiedi perché... ?-
-Uff, non dovrei dirtelo, ma non resisto. Oliver è preoccupato per te.- disse George, sperando che il Capitano non se la prendesse con lui.
-Ripeto: Olly si preoccupa sempre troppo.-
-Questa volta è diverso. Tu... Tu non ricordi cos'hai fatto la sera della festa, giusto?- domandò lui, sapendo di star attraversando un sentiero spinoso.
-Ho solo alzato un po' il gomito. Volevo divertirmi e...-
-No, Katie, dopo la festa. Hai... parlato.- provò a dire il ragazzo, incerto se continuare o no.
-Uao, che sorpresa! Io non sto mai zitta, se è questo che intendi.- sbuffò Katie, non capendo il problema.
-Accidenti, Katie! Hai parlato dei tuoi nonni... Della loro morte.-
Katie sbiancò all'improvviso.

 

 

Quando Oliver trovò Katie la vide in compagnia di George, seduti su due poltrone, che parlavano fitto fitto per non farsi sentire.
Non osò avvicinarsi, ma attese paziente che finissero il loro discorso.
Si alzarono dopo mezz'ora ed Oliver, sollevato, decise di raggiungerli.
-Katie, dobbiamo parl...-
-Ci ho già pensato io, Capitano, tranquillo.- lo interruppe George, le mani appoggiate sulle spalle di Katie.
-Ah, quindi...-
-Quindi sto bene, Olly. Ne ho parlato con George ed è tutto a posto.- concluse lei, mostrandogli un sorriso sincero e rivolgendosi poi verso il ragazzo dietro di sé.
-Grazie, Georgie.- gli disse, baciandogli una guancia e facendolo ridere.
-Solo Fred mi chiama così.-
-Lo so, l'ho fatto apposta.- rispose, mostrandogli la lingua e lasciandoli da soli.
-Sta davvero bene?- chiese Oliver, non appena Katie fu abbastanza lontana.
-Sì, tranquillo.-
-Okay, adesso ci sediamo e mi racconti tutto ciò che ti ha detto.- continuò Oliver, facendo per raggiungere le poltrone.
-Mi spiace, Capitano, ma le ho dato la mia parola. Non devo parlarne con nessuno, soprattutto con te.- chiarì George, salutandolo con la mano e dirigendosi verso il suo dormitorio.
-E perchè?!- tuonò Oliver, cercando di farsi sentire.
-Perché ti preoccupi troppo, amico. Davvero troppo.- lo sentì rispondere, prima di udire una porta chiudersi con decisione.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Un altro capitolo! Ho fatto una sorta di scaletta di tutte le mie storie, per cui ogni lunedì aggiornerò questa fic.
Il prossimo sarò l'ultimo capitolo del quinto anno, per cui l'ultimo capitolo in cui comparirà fisicamente Oliver.
Non scomparirà come personaggio e riuscirà comunque a combinare guai, ma sarà meno presente.
Il sesto anno, inizio ad avvertirvi, sarà quello più incasinato e quello più ricco di litigi.
Ho scritto dei capitoli davvero pieni di sfuriate e, a volte, anche risse xD.
Bon, detto questo, ringrazio tutti coloro che l'hanno recensita o aggiunta ad une delle liste.
Un mega-bacio e a presto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

-Quiddich, Quiddich, Quiddich, Quiddich!-
-Lee, piantala.- sbottò Alicia, infastidita.
-Ma abbiamo vinto, non è meraviglioso? Alicia, dimmi che non sei entusiasta della cosa. Avanti, abbi il coraggio di dire una balla del genere.- le disse il ragazzo, punzecchiandole il braccio con un dito.
-Smettila! Sono felice anch'io, ma dopo quello che è successo il Quiddich non è in cima alla lista dei miei pensieri.- spiegò la ragazza, lanciando occhiatine a Katie che sembrava rilassata e tranquilla.
-Perché, hai preso anche il vizio di pensare?- rise Lee, beccandosi un pugno sulla spalla che gli fece soffocare la risata.
-Dai, Alicia, controllati. Hai sbagliato un rigore durante la partita proprio per il tuo caratteraccio.- la riprese Oliver, serio.
-Dici a me di controllarmi? Chi è che piangeva come un bambino, stringendo convulsamente la Coppa?- disse Alicia, facendo ridere tutti al ricordo.
-Beh... Mi sono fatto prendere la mano.- chiarì Oliver, arrossendo appena.
-Ragazzi, è l'ultimo banchetto che faremo tutti insieme.- se ne uscì all'improvviso Katie, guardando Oliver e mostrando un'espressione triste.
-Detto così, Katie, fa pensare che qualcuno di noi morirà atrocemente.- disse Fred con enfasi, mentre George annuiva con un sorriso.
-Avete capito cosa intendo. Olly, mi mancherai tanto.- continuò la ragazza, abbracciandolo con troppa foga.
Angelina e Alicia si ritrovarono a battere le mani felici, mentre i gemelli e Lee fischiavano maliziosi.
-Piantatela voi. Anche tu mi mancherai, pulce, mi mancherete tutti.- concluse Oliver e Alicia si mise subito in mezzo.
-Non piangerai di nuovo, vero? Non potrei sopportarlo.-
-No, no, proverò a trattenermi.- pigolò lui, ma Angelina riuscì a notare che si era asciugato gli occhi quando pensava di non essere visto.
-Di certo non ti mancherà nostro fratello. Guardatelo come è felice.- disse George, indicando Percy che esibiva una baldanza ed una soddisfazione immensa per i suoi M.A.G.O.
-Non era poi così male come compagno di stanza.- chiarì Oliver, ma nessuno riuscì a credergli.
-Perry Williams sarà un valido sostituto.- replicò Lee, sbuffando triste.
-Già.- si ritrovarono a confermare i gemelli per poi scoppiare a ridere. Era da mesi che non pronunciavano una frase all'unisono.
-Abbiamo vinto la Coppa del Quiddich, abbiamo vinto la Coppa delle Case. Credo che questo sia stato il mio migliore anno.- proruppe Oliver, sorridendo a tutti.
-E i M.A.G.O dove li metti? Non ci hai ancora detto come sono andati.- disse Fred, puntandogli un dito contro a mò di accusa.
-Sono andati mediamente bene. Non come Percy, ma bene. E i vostri G.U.F.O?-
-Alla grande! Io e Georgie ne abbiamo strappati tre a testa! Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa. Siamo dei geniacci.- rispose felice Fred, mentre George conteneva la sua allegria.
-La mamma non la penserà allo stesso modo.- e Fred perse il sorriso, ma lo fece acquistare a tutto il gruppo.
-Io ne ho presi otto. Sono stata bocciata in Storia della Magia.- disse Angelina dispiaciuta, lanciando un'occhiataccia a Fred come se fosse colpa sua.
-Non ti serverà a nulla in futuro.- la incoraggiò Katie, dandole una pacca affettuosa.
-Alicia e Lee?- chiese ancora Oliver, interessato.
-Questa secchiona ha preso dieci G.U.F.O. Tutte “O”, ovviamente e un “Eccezionale” in Incantesimi.- rispose per lei Lee, scuotendo la testa perplesso.
-Invidioso, Jordan? Lui ne ha presi sette.- replicò Alicia, come se fosse un insulto.
-Pozioni e Astronomia.- chiarì Lee, ad un'occhiata di Oliver che annuì.
-Non ti sono mai piaciute quelle materie in effetti.- commentò l'amico, tornando al suo pollo.
-Il prossimo anno, Alicia, continuerai a seguire tutte quelle lezioni?- chiese George, curioso di sapere la risposta.
-Bah, non lo so ancora. Antiche Rune ed Artimanzia mi piacciono, ma in fondo non mi servono per diventare Medimago, no?-
-Sei così sicura di superare il test d'ammissione?- la stuzzicò Lee ed Alicia gli ringhiò contro.
-Sei un deficiente, Lee.-
-Lo so, ma tu mi sei comunque amica. Quindi chi è l'idiota qui, eh?- rise il ragazzo ed Alicia, per la prima volta, si ritrovò senza parole.
-I tuoi commenti mi lasciano indifferente.- rispose infine, ma non ebbe più nulla da ribattere.
-Quest'estate c'è la Coppa del Mondo. Ci andiamo tutti insieme?- proruppe poi Oliver e Katie sorrise divertita.
-Non riesci proprio a non parlare di Quiddich.- spiegò lei, quando lui la guardò storto.
-Io verrò di sicuro.- disse Lee, servendosi un'altra porzione di fagiolini.
-Anche noi.- aggiunsero i gemelli con un sorriso identico.
-Io devo chiedere ai miei, ma non ne sono sicura. Forse andremo a New York dai miei nonni.- rispose Angelina, mostrando un'espressione mortificata.
-Angie, non preoccuparti, ti racconteremo tutto noi. Minuto per minuto.- disse Fred, facendole l'occhiolino.
-Grazie, sei un amico.-
-Alicia?- chiese Lee, dal momento che la ragazza non aveva ancora parlato.
-Ci andrò senz'altro, ma non so quanto potrò stare con voi. Mia madre vorrà avvicinarmi a Bradley il più possibile.- chiarì, facendo un cenno con la testa al ragazzo poco lontano da loro.
-Auguri.- dissero i FAG, per poi sorridere per la frase collettiva.
-Mi mancheranno queste cose.- sbuffò Oliver, in modo che solo Katie lo potesse sentire.
-Cosa? I FAG che combinano guai, Alicia e Lee che si punzecchiano a vicenda o io che, un giorno sì e l'altro pure, devo andare in Infermeria perché un Bolide mi ha colpita?- ironizzò la ragazza, cercando di contenere il tono nostalgico.
-Tutto. Specialmente te.- ammise lui, facendola arrossire senza rendersene conto.
-Ragazzi, un brindisi!- saltò su Lee, prendendo il suo succo di zucca.
-Ai ragazzi del quinto!-
-Jordan, oramai siamo al sesto.- disse Alicia, piccata.
-Non ancora, Spinnet, per cui lasciami parlare.- la contraddisse lui e stranamente lei riuscì solo a sorridere.
-Ai ragazzi del quinto!- brindarono tutti, facendo voltare non pochi Grifondoro curiosi.
-Che l'anno prossimo sia favoloso come questo!- affermò Angelina, colpendo il bicchiere di George.
-Che sia ricco di novità!- disse Alicia, radiosa.
-Ricco di guadagni.- mormorarono i gemelli, ridendo.
-Che Alicia sia un po' meno Alicia!- esclamò Lee, facendoli ridere tutti e beccandosi un altro pugno dall'amica.
-Che le persone lontane siano un po' più vicine.- concluse Katie, guardando Oliver che disse.
-A noi!-
-A noi!-

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Capitolo cortino, lo so, ma dovevo concludere il quinto anno! Già dal prossimo aggiornamento, i capitoli saranno più lunghi, perché ci saranno tanti avvenimenti e novità (belle e brutte, eh xD).
E dal prossimo capitolo, Oliver non ci sarà più come personaggio fisso ç_ç Ovviamente sarà spesso nominato dagli amici -soprattutto da Katie xD- e poi... Basta, non posso dire altro! xD
Ringrazio infinitamente tutte le persone che continuano a leggere questa storia.
Grazie, grazie, grazie <3
Un bacione.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Il treno fischiò e partì lentamente per poi sfrecciare dopo la prima curva.
Lee Jordan trascinava il suo baule lungo il corridoio del treno, cercando un volto familiare tra la folla degli studenti.
Salutò con un cenno del capo Hermione Granger e, dietro di lei, scorse Harry Potter e Ronald Weasley che lo salutarono a loro volta.
-Lee!- la voce dei gemelli lo raggiunse subito dopo e, inevitabilmente, si ritrovò ad abbracciarli contemporaneamente.
-Ehi, a cosa dobbiamo tanto affetto?- domandò George, liberandosi per primo.
-Non ci siamo visti alla Coppa del Mondo e sapete, dopo quel che è successo, ho temuto il peggio.- soffiò Lee, mostrando un'espressione preoccupata.
-E siamo a due. Tu e Katie siete dei gufi.- rise Fred, facendo un gesto scaramantico, mentre George lo imitava.
-Chi sarebbe un gufo!?- sbottò una voce dietro di loro, che li fece voltare in sincronia.
Katie Bell, cresciuta di un anno, si era fatta un po' più alta ed i capelli, sempre stretti in una coda, erano più lunghi di quello che si ricordavano.
Era anche abbronzata e mostrava un sorriso radioso, come sempre.
-Katie!- dissero tutti e tre i ragazzi, abbracciandola affettuosamente. Era pur sempre la loro mascotte, seppur più grande.
-Sì, sì, mi siete mancati anche voi. Ma dovrei riproverarvi tutti. Non vi siete fatti a vedere alla Coppa, gemelli. Ho scambiato due parole con Lee ed ho intravisto Alicia. Grazie al cielo c'era Oliver.- concluse lei, non riuscendo a nascondere un sorriso.
-Quindi in sostanza ti abbiamo fatto un favore.- proruppe Alicia Spinnet, facendo il suo ingresso con Bradley Anderson, che li salutò tutti con una mano alzata.
-State bloccando il passaggio.- fece notare la ragazza, che era diventata ancora più bella.
I lunghissimi biondi capelli le ricadevano sulla schiena e l'abbronzatura sottolineava la delicatezza del suo viso.
Il suo carattere, però, era sempre lo stesso.
-Che bello rivederti!- esclamò Katie, gettandosi fra le sue braccia.
-Anche per me è lo stesso, pulce.- le sussurrò Alicia, in modo che solo lei sentisse quella strana frase detta con dolcezza.
-Beh, ora che ci siamo tutti possiamo andare a cercare uno scompartimento, no?- chiese Angelina Johnson, arrivata in quel momento e subito presa d'assalto dai due gemelli ed infine da Lee e le ragazze.
-Wow, quanti abbracci. Calma, ragazzi.- commentò Angelina, ridendo.
-Brad, ora sono al sicuro. Vai pure dai tuoi amici.- disse Alicia, rivolta al bel ragazzo dietro di lei che le sorrise -con un sorriso perfetto- ed annuì.
-Allora ci vediamo dopo, magari.-
Alicia gli fece un cenno di assenso e lui li superò, in cerca dei suoi compagni ed amici.
-Bradley Anderson, eh?- chiese Katie, non nascondendo un tono malizioso.
-Non è come pensi. Siamo diventati amici, tutto qui.- si difese Alicia, pacata.
-E dici tutto qui? E' una tragedia. Quel ragazzo è pessimo ed è snob.- obiettò George, mostrando un'espressione disgustata.
-Quindi è perfetto per lei.- soffiò Lee a bassa voce ed Alicia non lo sentì.
Angelina e Katie, che avevano udito, non riuscirono neanche a sorridere.
-Ecco, mettiamoci qui.- disse Fred, aprendo uno scompartimento ancora vuoto.
Una volta che tutti si furono seduti, iniziarono a parlare di ciò che era successo alla Coppa del Mondo.
-Partita magnifica, eh. Peccato per quel putiferio scoppiato subito dopo.- disse George, come se fosse una cosa da nulla.
-Abbiamo anche vinto dei soldi.- ammise Fred, facendo l'occhiolino ad Angelina che replicò preoccupata.
-Cosa te ne importa dei soldi? Avete rischiato di imbattervi nei Mangiamorte!-
-Tranquilla, Angie, siamo tutti sani e salvi.- rispose Lee, cercando di tranquillizzarla.
-Sì, ma Angelina ha ragione. Ho avuto anch'io paura, se non ci fosse stato Oliver...-
-Possiamo piantarla di parlare di quello che è successo alla Coppa?!- tuonò Alicia all'improvviso, interrompendo Katie e facendo sobbalzare Lee.
-Tutto bene?- domandò Fred, dopo cinque minuti di totale silenzio.
-Sì, sto bene. Solo che non mi piace... pensare a quanto è accaduto. Ricordo le urla e la fuga, non è stato bello. Noi ci siamo Materializzati dopo un po', perché io... mi ero persa e, sapete, avevo paura del buio e... Beh, parliamo d'altro, vi va?- mormorò Alicia, cercando di trattenere il tremolìo delle labbra e stringendo i pugni per riuscirci.
Lee deglutì a fatica, era in ansia quando la vedeva così.
Le ragazze si gettarono a consolarla, mentre i gemelli cercavano un buon argomento da tirare fuori.
-Katie, hai detto che hai visto Oliver. Come sta?- chiese Fred, all'improvviso.
-Molto bene. E' entrato nel Puddlemere United come riserva.- rispose Katie, riacquistano il sorriso.
-Il Puddlemere? Io pagherei per entrare nei Falmouth Falcons. Tifo per loro fin da piccola.- disse Alicia, sognante.
-Figuriamoci. Tifi la squadra più aggressiva di tutte. Tipico.- rise Lee per poi riprendere -A me sono sempre piaciute le Vespe di Winbourne.-
-Ragazzi, dimenticate che le migliori sono le Holyhead Harpies.- sbottò Angelina, convintissima di ciò che aveva appena detto.
-Andiamo, ti piacciono solo perché sono tutte ragazze.- ribatté Fred, deciso.
-Non è vero! A voi da fastidio che delle ragazze possano essere migliori dei ragazzi. Tutto qui.-
-Come puoi dire una cosa del genere se sono tuo amico.- continuò Fred, incredulo.
-Katie, scommetto che da oggi tiferai il Puddlemere, vero?- domandò Alicia, per evitare un litigio fra Angelina e Fred.
Katie arrossì, ma negò con la testa.
-Io sono fan sfegatata degli Appleby Arrows e lo sarò sempre; ma tiferò Oliver, com'è naturale.- si difese lei, sorridendo.
-Era così felice, dovevate vederlo. Ci scriviamo ogni giorno e ci teniamo costantemente aggiornati su tutto quello che succede.- concluse ancora Katie, felice.
-Cioè siete come dei fidanzatini mielosi.- disse Alicia, mentre Angelina e i gemelli si ritrovarono ad annuire.
-Non stiamo insieme! Siamo... due buoni amici che si tengono in contatto.- rispose prontamente Katie, arrossendo come un peperone.
-Certo, certo, ma ti piacerebbe, no?- domandò Angelina, sorridendo.
-Ragazzi, siate seri. Oliver la considera una sorellina, per lui non c'è nessun coinvolgimento sentimentale ed il suo attaccamento a Katie è normale, come sempre.- commentò Lee, mentre Katie si imbronciava all'improvviso ed Alicia lo fulminava con gli occhi.
-Cosa? Ho detto quello che penso. Conosco entrambi e non voglio illuderti, Katie.- chiarì il ragazzo e lei non ebbe nulla da rimproverargli... ma Alicia sì.
-Le persone crescono ed i sentimenti cambiano. Avevi una cotta per Angelina durante il terzo anno, ma ora la consideri solo un'amica. Potrebbe capitare la stessa cosa anche ad Oliver.- disse la ragazza, con decisione.
-A me la cotta è passata per un motivo preciso, non si può dire la stessa cosa per Olly.-
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?- domandò Katie, curiosa, ma Lee non riuscì a rispondere perché lo scompartimento si era aperto all'improvviso.
-Alicia, vieni a stare un po' da noi? Ti voglio presentare alcuni amici che non vedono l'ora di vederti.- disse Bradley, guardando solo Alicia che gli sorrise di rimando.
-Certo, andiamo. Ragazzi, vi raggiungo fra un po'.- chiarì Alicia, uscendo con Bradley dallo scompartimento.
-Da quando non sta con noi?- sbuffò Lee, lanciando un'occhiataccia alla porta come se fosse colpa sua.
-Lascia stare, Lee. L'ha detto lei, stiamo crescendo ed è normale avere altre amicizie. Io ho anche Leanne, ad esempio.- chiarì Katie, mentre Angelina si incupiva e Fred se ne accorgeva.
-Ma questo non vuol dire che il gruppo non sarà più lo stesso.- disse Fred, rivolto più ad Angelina che agli altri.
-Comunque, Capitano, che intenzione hai quest'anno? Sei pronta a tenere alto l'onore dei Grifondoro?- domandò Lee di getto ed Angelina lo guardò confusa.
-Io non sono il Capitano.-
I gemelli e Katie si voltarono a guardarla sconvolti.
-Come? Non mi vorrai dire che... non può essere Alicia.- mormorò Lee, spaventato all'idea.
-No, Alicia ce ne avrebbe parlato subito, dato la sua lingua lunga. Fred, George?- chiese Angelina.
-Ti rendi conto a chi hai fatto la domanda?- chiese George, stupefatto.
-Scusate. Domanda stupida.- sbuffò Angelina per poi riprendersi -Katie?-
-Io sono la più piccola, ti pare?-
-Vabbè, ma allora chi è il nostro Capitano?- domandò Lee, grattandosi la testa confuso.
-Doveva per forza essere uno di noi, uno della squadra.- continuò Katie, stranita.
-Ah, ho capito. Harry!- esclamò Angelina, annuendo con vigore.
-Forse.- dissero i gemelli, riflettendo -Strano che non ce l'abbia detto, però.-
Il viaggio per Hogwarts trascorse tranquillo, i ragazzi parlarono di molte cose e risero per quasi tutto il tempo; ogni tanto Lee chiedeva di Alicia, ma lei non si fece vedere per tutto il resto del viaggio.
Quando il treno rallentò tutti e cinque si alzarono in fretta, affamati e stanchi.
-Non vedo l'ora di sedermi al banchetto.- cinguettò Katie, prendendo la sua civetta, il suo baule ed uscendo per prima.
Angelina fu la seconda, aiutata dai gemelli e, a chiudere il gruppo, c'era Lee che ogni tanto lanciava occhiate indietro.
-Quest'anno il viaggio per Hogwarts è stato noioso. Ricordate l'anno scorso?- fece presente Fred, con nostalgia.
-Già. Tutti spaventati e terrorizzati. E Malfoy che piagnucolava? Ahh, bei ricordi.- continuò George, facendo finta di commuoversi.
-Davvero spiritosi, ragazzi, ma io ho preferito questo viaggio.- ammise Katie, infilandosi in una carrozza, seguita a ruota dagli altri quattro.
Arrivati al Castello, i ragazzi non avevano idea delle novità e dei problemi che avrebbero dovuto affrontare quell'anno.
Alicia era già seduta al tavolo dei Grifondoro e teneva loro i posti con evidente disappunto.
-Alla buon'ora! Perché diavolo ci avete messo così tanto?- sbuffò lei, una volta che tutti si furono seduti.
-Se fossi rimasta con noi, non avresti dovuto aspettarci.- ribatté Lee, in tono poco amichevole.
-Non meriti risposta.- soffiò la ragazza, proprio due secondi prima che Silente iniziasse il suo discorso circa le regole e norme da rispettare, discorso a cui, oramai, i gemelli non prestavano più attenzione.
-E' altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quiddich quest'anno non avrà luogo.- concluse il preside, suscitando reazioni differenti.
Fred e George si guardarono a vicenda, sperando di aver sentito male. Iniziarono ad aprire e chiudere la bocca, non sapendo come comportarsi.
Angelina, Alicia e Katie iniziarono a parlare fitto fitto e nessuno riuscì a sentire cosa diavolo avessero da dirsi in quel momento.
Lee aveva perso le parole, guardava il preside con espressione sbigottita, credendo di aver udito male.
Sfortunatamente le spiegazioni per tutto quel trambusto dovevano ancora arrivare.
                                                               


-Wow, il torneo Tremaghi! Vi rendete conto?- esclamò Lee, una volta che si furono riuniti tutti in Sala Comune.
-Già. Peccato che io non possa partecipare.- pigolò Katie, dispiaciuta -Ma tu puoi.-
Angelina scosse la testa, non del tutto convinta.
-Non credo di essere abbastanza preparata per una prova del genere. Hai sentito: alcuni non ce l'hanno fatta... letteralmente!-
-Sempre la solita tu.- sbuffò Alicia.
-E poi non ho ancora diciassette anni.- spiegò ancora la ragazza, pratica.
-Niente scuse, Johnson, li compierai tra meno di tre giorni.- disse Lee, schernendola.
-Non farti pregare e provaci.- concluse Alicia, come se non volesse sentire ragioni.
-Non sentite questo rumore?- chiese improvvisamente Angelina, tendendo l'orecchio in modo scenico.
-Io non sento nulla.- rispose Katie, guardando in alto.
-Appunto. Non manca qualcosa? Cosa stanno combinando i gemelli?-
In quel momento tutti si voltarono verso un angolo della sala, dove Fred e George bisbigliavano fra di loro, alternandosi nell'annuire all'altro.
-Cos'hanno in mente?- chiese Katie.
-Ho sentito che vogliono provare una Pozione Invecchiante. Vogliono a tutti costi partecipare a quel torneo.- disse Angelina, rassegnata dalla loro cocciutaggine. Era impossibile fregare una mente come Silente.
-In effetti, è un'ingiustizia. Ufficialmente non hanno diciasette anni, ma ad aprile saranno maggiorenni.- li difese Katie, da sempre fin troppo complice dei gemelli.
-Chissà come l'avrebbe presa Oliver.- se ne uscì Lee all'improvviso, ridendo.
-Oddio, Oliver!- saltò su Katie, uscendo dalla Sala Comune, diretta chissà dove.
-Bene, e con questa ultima pazzia, io me ne andrei a dormire.- propose Alicia ed Angelina si alzò con lei, pronta a seguirla.
-Buonanotte, ragazzi.-
Lee le salutò, mentre i gemelli non si accorsero di nulla, troppo occupati nella realizzazione del loro infallibile piano.
Il ragazzo era troppo stanco per andare a vedere cosa stavano progettando, così decise di rimandare le indagini al giorno dopo, sperando di non perdersi lo spettacolo che si sarebbe svolto nel momento in cui i gemelli avrebbero fallito.
Perché avrebbero certamente fallito, sì.

 

 


-Noi avevamo pensato alla Pozione Invecchiante. Un paio di gocce e... zac! Partecipiamo al Torneo.- spiegò George, quella mattina, a Lee, mentre Fred annuiva, convinto della riuscita del loro piano.
-Beh, mi sembra perfetto. C'è anche il ciondolo di Golcom, però.- disse Lee, seriamente consapevole che, per quanto il piano dei gemelli fosse ingegnoso, non sarebbero riuscito a realizzarlo.
-Il che?- chiesero Fred e George all'unisono.
-Me ne ha parlato una volta Alicia. Se indossi quel ciondolo, la persona che ti guarda ti vedrà più vecchio... ma non ricordo di quanto, per cui rischiate di sembrare troppo anziani per il Torneo.- chiarì il ragazzo, sorridendo dispiaciuto.
-Quindi la pozione è, per ora, l'idea migliore.- concluse Fred, pratico.
-Beh, potreste anche... viaggiare nel tempo! Fare in modo che, per voi, aprile sia già passato.- provò ancora Lee, desideroso di aiutarli.
-Sì, ma si creerebbe un buco spazio-temporale... Naa, troppi problemi. La pozione è perfetta.- disse Fred, guardando con aria complice il gemello.
-Okay, la prepareremo dopo le lezioni. Chi abbiamo oggi?- chiese George, mentre Lee scorreva l'orario.
-Abbiamo tutti Moody.-
-Peeerfetto. Sono proprio curioso di vedere cosa ci insegnerà quel vecchio pazzo.-

 

 


-E' stato... magnifico!- esplose Fred, uscendo con i ragazzi dall'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
-E' un maledetto genio! Wow, ancora non ci credo.- aggiunse Lee, mentre Alicia cercava di contenere il suo entusiasmo lanciandogli occhiatacce.
-In effetti, è stata una lezione diversa dalle solite.- ammise lei, mentre i gemelli la guardavano come se fosse uscita di senno.
-Diversa? Alicia, è stata la migliore lezione della storia! Ci ha trattati come suo pari, capisci?- esclamò George, mentre Fred e Lee annuivano così forte da spezzarsi il collo.
-Aspetta che lo dica a Katie! Non vedrà l'ora di seguire una lezione di Moody.- continuò ancora George, mentre Alicia replicò.
-Ha i G.U.F.O quest'anno, George. Cerca di non portare anche lei sulla cattiva via che, per colpa vostra, -ed indicò i gemelli- percorre da tempo anche Angie.-
-Ehi!- sbottò Angelina, che per tutto quel tempo era stata in silenzio.
-E' la pura verità.- disse Alicia, stizzita.
-Lascia perdere, Angie, e dicci cosa ne pensi. Moody è un pazzo o è un incompreso?- domandò Fred e tutti si fermarono per attendere la risposta della ragazza.
-E'...- Angelina prese un respiro profondo-... geniale! Un autentico genio incompreso. Non riesco a credere che non rimarrà anche l'anno prossimo, ma immagino che un Auror come lui sia carico di lavoro, data la sua intelligenza e la sua astuzia! Lo adoro! Lupin era bravo, d'accordo, ma Moody... ahh, ho un nuovo eroe da oggi.- concluse il suo discorso Angelina, che non aveva preso fiato neanche una volta.
Lee, Fred e George rimasero storditi per un paio di secondi, prima di scoppiare a ridere e batterle il cinque, felici che anche lei stesse dalla loro parte.
Alicia sbuffò, contrariata, e mormorò neanche tanto a bassa voce.
-Come volevasi dimostrare.-

Alicia era con Bradley quando vide correre verso di loro Katie ed Angelina, la prima un po' preoccupata, la seconda scossa.
-Che è successo?- chiese velocemente, temendo il peggio.
-Fred e George hanno usato la Pozione Invecchiante. Sono in Infermeria.- disse Katie, con una faccia che non prometteva nulla di buono.
-Stanno bene?-
-Devi vedere per capire.-
Arrivarono in Infermeria pochi minuti dopo -Bradley aveva preferito lasciarla da sola, per paura di essere di troppo- e Alicia quasi cadde a terra quando vide i gemelli, con lunghe barbe bianche, sdraiati in due letti vicini.
-Oddio, sono morti? C... Cos'hanno fatto, hanno sbagliato la dose? Hanno esagerato e si sono invecchiati fino alla morte? Dannazione, mi avevano anche chiesto di aiutarli ed io, come una stupida, ho rifiutato!-
La ragazza era entrata nel panico, quando Angelina, incapace di trattenersi, scoppiò a ridere, seguita a ruota da Katie e dai gemelli.
-Era uno scherzo.- spiegò Katie, quando Alicia aveva aperto gli occhi, stupefatta dalla buona salute dei ragazzi.
-Scusa, Alicia, mi hanno coinvolta.- continuò Katie, cercando di frenare le risate di tutti.
-Te lo sei meritato, visto che non passi più tanto tempo con noi.- se ne uscì Lee, che si era nascosto dietro la porta per tutta la durata della messinscena.
-Lo sapevo che era stata una tua idea, Jordan!- grugnì Alicia, ripresasi in fretta, tanto da iniziare a correre dietro Lee che, urlando, scappò lontano da lei.
-Suvvia, non prenderla così.- ironizzò George, toccandosi la sua barba con allegria.
-Esatto, il tuo senso di colpa ci ha commossi.- aggiunse Fred, facendo sedere Angelina, ancora scossa dalle risate, vicino a lui.
-Guardate, se la prende sempre e solo con me! Erano complici tutti del piano, Spinnet!-
-Sì, ma scommetto che ci sei dietro tu alla sua attuazione.- sbottò la ragazza, continuando ad inseguirlo per tutta l'Infermeria.
Madama Chips arrivò poco dopo, urlando come una pazza.
-Non siamo in un parco qui! C'è gente che deve riposare e guarire! Spinnet, Jordan, dieci punti in meno a Grifondoro! E ora sciò, tutti fuori, i signori Weasley devono tornare giovani e hanno bisogno di tranquillità.-
-Io mi stavo affezionando alla barba.- sentirono dire a Fred, prima di uscire dall'Infermeria e tornare in Sala Comune.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


ATTENZIONE: Se avete cliccato "ultimo capitolo" tornate indietro. Questa settimana ce ne sono due xD


Capitolo 9

I gemelli furono dimessi il giorno dopo e gli altri componenti del gruppo si divertirono a prenderli in giro ogni volta che lo trovavano opportuno.
I Campioni del Torneo furono scelti e tutti i “ragazzi del sesto” furono piacevolmente sorpresi una volta che Silente ebbe pronunciato il nome di “Harry Potter”.
Angelina, che alla fine si era lasciata convincere a mettere il suo nome nel Calice di Fuoco, non aveva serbato rancore, perché convinta che un Grifondoro avrebbe comunque ottenuto la vittoria.
I gemelli iniziarono ad idolatrare Harry, certi che quel piccolo genietto avesse trovato un modo più astuto della Pozione Invecchiante per superare la Linea dell'Età.
Lee, d'altro canto, come anche Katie, desiderava ardentemente che Harry stracciasse Cedric Diggory, l'altro Campione di Hogwarts, che aveva inferto loro una pesante sconfitta a Quiddich, che ancora bruciava.
Alicia, infine, era l'unica che credeva ai farfugliamenti di Harry, davvero sicura che il ragazzo non c'entrasse niente con l'estrazione del suo nome.
-Alicia, quante volte vorrai ancora dircelo? Sei troppo fissata con le tue sensazioni! Harry ha messo il suo nome nel Calice, punto. E' stato un grande! Un esempio per tutti coloro che non ce l'hanno fatta.- concluse Lee, facendo un cenno del capo ai gemelli, che non guardavano.
-Un esempio?- ripeté Alicia, sconvolta -Lui non ha messo il suo nome nel Calice, ti dico. Se avesse trovato un modo, credi che Silente non l'avrebbe espulso? Invece, il preside non ha potuto fare nulla proprio perché non sa che pesci pigliare! Harry è il Ragazzo Che E' Sopravvissuto, ma non è poi così bravo a scuola. Per incantare il Calice del Fuoco devi essere bravissimo in ogni tipo di Incantesimi e non credo che Harry lo sia.-
Lee si limitò a sbuffare, stanco di dover ribattere.
-Katie, tutto bene?- chiese all'improvviso Angelina e tutti si voltarono verso la più piccola.
-Sì, sto bene. Solo che Oliver non mi scrive dalla fine della Prima Prova. Gli ho scritto per parlargli di Harry e degli altri Campioni e in generale di voi, ma non ha risposto.- spiegò Katie, mostrando un'espressione triste.
-La posta oggi non è ancora arrivata, magari è la volta buona.- provò a consolarla Angelina, mentre la fine della frase fu seguita da un fruscìo familiare di piume.
I gufi della posta atterrarono dai loro proprietari e Katie cercò con lo sguardo la sua civetta, che però non arrivò.
-Dai, Katie, sciarà per un'altra volta.- disse George, con la bocca piena di bacon.
Angelina lo fulminò con gli occhi, ma non disse nulla.
-Avrà da fare, è pur sempre un giocatore quasi famoso ora.- puntualizzò Alicia, sorridendole incoraggiante.
-Altro che se ha da fare!- esclamò Lee, il naso incollato alla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta.
-Che dici, Lee?-
-Angie, guarda qui il nostro Capitano! Wow, anch'io vorrei avere queste cose da fare.- continuò il ragazzo allusivo, passando il giornale ad Angelina che lo aprì sulla tavola, in modo da farlo vedere a tutti.
- La nota modella Nolwenn Åström è riuscita a conquistare un altro bel giocatore di Quiddich. Si tratta di un certo Oliver Baston, riserva del Puddlemere United e promettente stella nascente del Quiddich. In una sua intervista, Baston non ha voluto rilasciare dichiarazioni circa la sua vita privata, mentre Nolween sembrava molto chiara a tal proposito. “Siamo amici per ora.” ha detto la giovane ed affascinante modella, lasciando però intendere che la possibilità che fra i due nasca qualcosa non è da escludere.- si fermò Angelina, evitando di leggere il paragrafo successivo.
-Cavolo, che schianto!- esclamò subito Fred, guardando la foto della ragazza, appesa al braccio di Oliver.
-Ora capisco perché non ti scrive più.- continuò Lee, rivolto a Katie, ancora in silenzio.
-Il nostro Capitano ha fatto il colpaccio! E' bellissima! Come mai non l'ho mai vista prima?- chiese George, non staccando gli occhi dalla foto.
-Perché le sue foto sono pubblicate sui giornali da ragazze. Da consigli sul make-up e sui vestiti. Personalmente la trovavo un modello troppo limitativo, poi però, dopo averla conosciuta...-
-Tu... Tu hai conosciuto questa dea?- sbottò Lee, guardando per la prima volta Alicia, che annuì altezzosamente.
-Mia madre l'aveva invitata ad una festa. E' molto simpatica e conosce benissimo la nostra lingua. Il padre è svedese e dirige delle importanti compagnie che finanziano le squadre di Quiddich. Nolwenn ha studiato a Beauxbatons fino all'anno scorso, perché la madre è francese ed ha preferito così.- concluse Alicia, contenta di aver detto tutto quello che poteva interessare loro.
-E' bella, d'accordo, ma la state guadando da più di mezz'ora!- sbottò Angelina, rivolta ai gemelli, ancora attaccati alla foto del giornale -Manco fosse una Veela!-
-E' proprio per questo che è magnifica! Fleur ha sicuramente qualcosa di Veelesco, mentre lei riesce ad essere perfetta nella sua normalità.- spiegò Fred, ricevendo solo un'occhiataccia di Angelina.
-Angie, ha ragione. Sembra che non abbiate mai visto una ragazza bella.- sbuffò Alicia, offesa.
-Non così bella! Tu sei bellissima, Alicia, ma oramai siamo troppo abituati a vederti e non ci fai più alcun effetto.- continuò Fred ed Alicia non rispose, contenta del apprezzamento ricevuto.
Angelina era livida.
-Comunque, Katie, non devi... Katie?-
Katie, che era stata zitta per tutto quel tempo, sembrò svegliarsi solo in quel momento. Si alzò dalla tavola e corse via dalla Sala Grande, mentre Leanne, qualche sedia più avanti, la seguiva con lo sguardo, confusa.
-Complimenti, Lee.- mormorò Alicia, scuotendo la testa.
-Perché sempre io? Anche Fred e George hanno commentato.- si difese il ragazzo, stizzito.
-Sì, ma sei stato tu a dire “ Ora capisco perché non ti scrive più!”- lo imitò Alicia, con una voce acuta e stridula, simile ad una gallina strozzata.
-Io non parlo così, però non mi rimangio nulla. Katie è carina, d'accordo, ma Nolwenn è una leggenda.-
-Ma se non la conoscevi fino a due minuti fa.- puntualizzò Alicia e Lee, colpevole, non seppe cosa dire.
-Comunque Katie ha tantissime qualità che quella ragazza sogna. E' bravissima a Quiddich, è un'amica sincera e leale, è intelligente, divertente, allegra!- elencò Angelina, in difesa dell'amica.
-Finito?- ghignò Fred, facendo ridere i due ragazzi.
-A proposito, avete notato com'è diventata carina Leanne?- se ne uscì Lee, rivolto ai gemelli che si voltarono per guardare la ragazza indicata.
Alicia sbatté un pugno sul tavolo.
-Vado a cercare Katie e provo a consolarla. Voi fareste meglio ad asciugarvi la bava prima che Katie ed io torniamo.- li minacciò Alicia, prendendo i suoi libri e uscendo dalla Sala Grande.
-Tu non vai?- domandò George ad Angelina che negò con il capo.
-Dopo che Alicia l'avrà consolata per Oliver, io la consolerò per Alicia. Quella ragazza le darà il colpo di grazia, fidatevi.-
Fred e George sorrisero, mentre Lee continuava ad alternare lo sguardo da Leanne a Nolwenn, cercando di non perdersi nulla di entrambe.
-Okay, ora basta. Lee, dammi quel giornale.-


-Katie, aspettami!- le urlò dietro Alicia, correndo dietro all'amica che rallentò la sua fuga.
-Sediamoci, dai.- disse Alicia, conducendola su una scalinata semi-nascosta.
-Lo so che potrò sembrarti un tantino brutale, ma avresti dovuto aspettartelo! I ragazzi sono tutti uguali, guardano solo la bellezza e basta. Oliver sapeva bene quali erano i tuoi sentimenti; più volte, infatti, Fred e Lee gliel'hanno ripetuto. Se in due anni, con te, non ci ha combinato nulla, purtroppo vuol dire solo una cosa. E poi quelle foto con Nolwenn... -riprese fiato, incerta se continuare o meno- E' chiaro come stanno le cose, no?-
Katie si asciugò le lacrime e cercò di controllarsi.
-F... Forse hai ragione, Alicia. Sai, però, quanto ci tenevo a...-
-Lo so.- la interruppe Alicia, mostrandole uno dei suoi rari sorrisi sinceri.
-Però non ti devi buttare giù, eh. Sei bella, intelligente e sei mia amica. Cerca di essere più femminile e vedrai che Oliver, la prossima volta che ti vedrà, si mangerà le mani. Prima di tutto sciogliti i capelli ogni tanto.- la rimproverò la bionda, mentre Katie si toccava la sua onnipresente coda di cavallo.
-Poi truccati e sorridi ai ragazzi! Tu ti comporti come loro, li saluti con i pugni o con strane strette di mano.- concluse Alicia, schifata.
-Per i capelli, okay, ma non penso di poter cambiare così tanto.- ammise Katie, sciogliendosi la coda.
-Per il momento mi accontenterò.- sbuffò Alicia, sistemandole i capelli e sorridendole -Ma prima o poi troverò l'occasione per renderti femminilissima.-

 


La notizia del Ballo del Ceppo si diffuse in fretta tra i ragazzi di Hogwarts.
Le ragazze, com'è naturale, erano quelle più elettrizzate; mentre i ragazzi si arrovellavano per cercare la dama adeguata che accettasse una loro proposta.
-Katie, ecco la mia occasione! Per il ballo sarai f-e-n-o-m-e-n-a-l-e!- disse Alicia una sera, mentre tutti la ascoltavano davanti al fuoco della Sala Comune.
-Non so se ci andrò. Non ho un vestito e non troverò mai un cavaliere.- ammise Katie, convintissima delle sue parole.
-Ahh, sciocchezze. Ci andremo tutte e tre.- sottolineò Alicia, rivolta ad Angelina che leggeva distrattamente il tema di Difesa di Fred.
-Non ci pensare nemmeno, Alicia, io non ci vengo. Non ho neanche un vestito adatto.- rispose Angelina, senza staccare gli occhi dal foglio.
-Ma nella lista l'avevano scritto! Perché diavolo non l'hai portato?- sbottò Alicia, ma prima ancora che Angelina potesse rispondere, la ragazza riprese -Non importa, comunque. Io ero indecisa e ne ho portati una decina. Ve li impresterò io.-
-Io ce l'ho.- ribatté Katie, ma Alicia la guardò poco convinta.
-Lo so, ma conosco i tuoi gusti e devo migliorarti, ricordi?-
-Ehi, non la ridurre come te.- ironizzò Lee, non ricevendo risposta, perché interrotto dall'arrivo di un ragazzo sconosciuto.
-Ciao, Alicia.-
La ragazza alzò lo sguardo e mostrò il solito sorriso che mostrava ad ogni possibile corteggiatore.
-Baever, ciao.-
-Ehm, mi rendo conto che te l'avranno già chiesto, ma forse c'è ancora la possibilità che tu sia libera per il ballo?- le domandò, imbarazzato di doverglielo chiedere di fronte ai suoi amici.
-Oh no, tranquillo, sono ancora libera.- rispose Alicia, con un tono dolce che usava con Lee solo quando aveva combinato un guaio peggiore del solito, prima di arrabbiarsi sul serio.
Baever si sciolse in un sorriso felice, ma Alicia parlò di nuovo.
-Purtroppo non ho ancora deciso con chi andare, però. Ti spiace se ti rispondo fra qualche giorno?- domandò, con fare innocente che fece rabbrividire tutti.
-No. No, no, no, prenditi pure tutto il tempo che vuoi. Io... io aspetterò.- concluse il ragazzo, congedandosi e lasciandoli nuovamente soli.
-Sei. Davvero. Una. Persona. Orrenda.- ebbe il coraggio di dire Angelina, scuotendo la testa sconvolta.
-Perché? Non voglio dire di sì al primo che capita. Guarda qui quanta scelta!- disse Alicia, estraendo una pergamena e facendo leggere a tutti i nomi.
Lee diede una rapida occhiata e poi distolse lo sguardo, rivolgendolo altrove.
-Uao, che lista!- esclamò Katie, esterefatta.
-Vedi? Così ti devi comportare con i ragazzi.- le disse Alicia, con l'aria di chi sapeva.
-Lasciala stare, Katie, ai ragazzi non piacciono le persone come Alicia.- commentò Lee, che guardava un gruppetto di ragazze vicino a loro intente a parlottare.
-Ah no? E questi nomi, credi che l'abbia inventati?- tuonò la ragazza, mettendogli davanti agli occhi il foglio.
-No, ma credo che tu sappia perché te l'hanno chiesto.- le rispose tranquillo, guardandola per la prima volta.
-Dimmelo tu, visto che sai sempre tutto.-
-Primo: sei oggettivamente una ragazza... decente, per cui il tuo aspetto attira molti ragazzi, anche se non riesco a capire i loro gusti. Secondo: sei ricca e tua madre è una persona di spicco, per cui molti mirano a fare una scalata sociale.-
Tutti rimasero stupefatti dal tono usato da Lee. Non era scherzoso, né divertito, ma... cattivo  ed accusatorio.
Alicia riuscì a riprendersi da quelle ingiurie dopo pochi minuti, poi, infuriata, iniziò ad urlare come una pazza.
-Come osi dire cose così pesanti? Qui siamo tutti dei semplici ragazzi, pensi davvero che alcuni di loro siano già scalatori sociali? E poi, chi era quello che sbavava su una fotografia di una bella ragazza?! Tu sei esattamente uguale a quelli che critichi! Anzi, sei peggio, perché mi conosci, ma nonostante tutto riesci a dire parole così cattive senza pentirtene.- concluse Alicia, alzandosi dalla poltrona e correndo verso il suo dormitorio.
Lee la seguì con lo sguardo, poi lanciò un'occhiatina al gruppo di ragazze vicino a loro, tra cui spiccava Leanne, e si alzò a sua volta.
-Sono stanco, ci vediamo domani.- disse, salutandoli e andandosene via.
-No, non di nuovo.- sbuffò Angelina, passando il tema a Fred che ci scherzò su.
-Organizziamo un'altra festa?-

 

 


-A me piace questo.- disse Alicia ad una Katie decisamente imbarazzata.
-Dici? Il rosso non è troppo... aggressivo, ecco?- mormorò lei, guardandosi allo specchio a disagio.
-Per me ti sta benissimo. Esalta i tuoi occhi, pulce.- continuò Alicia, guardandola da tutte le parti.
-Angie?- chiosò Katie, interessata a sapere il suo giudizio.
-Sì, decisamente. Ti sta d'incanto.- ammise Angelina sincera, temendo però il suo turno.
-Perfetto ed ora tocca a te.-
-IO... Lo farò un'altra volta.- disse Angelina, trovando una scusa ed uscendo dal dormitorio.
Alicia, oramai, era nel suo elemento naturale e non ne sarebbe uscita tanto presto.

 

-Alicia, congratulazioni!- esclamò Katie, raggiungendo il gruppo a pranzo e saltandole addosso.
-Eh, ma che fai, sei pazza?-
-Ho saputo che hai scelto Bradley, com'era prevedibile.- spiegò la più piccola, sedendole di fronte.
-Cosa?- sbottò la bionda e guardò Lee, che mangiava in silenzio il suo porridge -Non è vero! Chi te l'ha detto?-
-Alcuni miei amici di Corvonero mi hanno detto di aver rinunciato ad invitarti perché Anderson si vantava con gli amici di andarci con Alicia Spinnet e minacciava coloro che volevano tentare perché “tu sei roba sua”.- concluse Katie, citando le parole di Bradley.
-Che idiota, che è. Crede davvero di essere il migliore per me.- la prese alla leggera Alicia, concentrandosi sulle sue uova.
-Allora perché non scegli lui?-
Alicia alzò lo sguardo e guardò Lee che aveva parlato con decisione.
-Cosa te ne importa?- ribatté, desiderosa di vendicarsi.
-Ho solo chiesto. Lui vuole te, tu vuoi lui. E' facile, no?-
-No, non è facile. Tu non sai... Non sai delle cose, okay?-
Angelina guardò entrambi e poi si mise in mezzo.
-Ali, hai ricevuto tantissime offerte, ma è chiaro che stai aspettando qualcuno in particolare, no?-
Alicia guardò l'amica, chiedendo spiegazioni.
-Insomma, perché non hai ancora deciso?-
-Beh... Cosa c'entra questo?- farfugliò Alicia, non capendo cosa intendesse Angelina.
-Anch'io ho rifiutato alcune proposte.- ammise Katie, ma Angie fu veloce a replicare.
-Questo perché tu pensi, sbagliando, di fare un torto ad Oliver; ma Alicia che motivo avrebbe?-
-E tu perché hai rifiutato Perry Williams? Ti sta simpatico, no?- la rimbrottò Alicia, scaldatasi.
Fred e George spalancarono gli occhi in sincronia.
-Williams ti ha chiesto di andare al ballo con lui?- domandò Fred, sconvolto.
-Questo non importa a nessuno, Alicia! Parlavamo di te.- tuonò Angelina, arrabbiata.
-E a voi non dovrebbero interessare le mie proposte! Tu, Angie, pensa ai tuoi di casini e tu, Lee... -si voltò verso il ragazzo, più furiosa che mai- Quale cavolo è il tuo problema? Cosa ti da tanto fastidio, eh? Non sopporti Brad, e questo è chiaro, ma perché? Forse perché lui sa cosa vuole e fa di tutto per averla? Forse perché lui ha fegato e tu no?- chiese retoricamente Alicia, non aspettando risposta.
Lee fece spallucce e distolse lo sguardo da Alicia.
-Ehi, Leanne!-
La ragazza si voltò, interrompendo la conversazione con le sue amiche.
-Ti andrebbe di venire al ballo con me?- le chiese Lee e Leanne arrossì vistosamente.
-Sì, sarebbe bello andarci con te.-
-Perfetto.- le fece l'occhiolino e lei tornò a parlare con le sue amiche che iniziarono a ridacchiare felici.
Lee si alzò dal tavolo, fronteggiando Alicia.
-So cosa voglio e faccio di tutto per averlo, hai detto così, vero?- le chiese e, senza darle il tempo di replicare, andò avanti -Sai perché non sopporto Bradley? Perché potrebbe avere ragazze timide e belle come Leanne e perde tempo con una che fa la preziosa per sport.- concluse, uscendo dalla Sala Grande e lasciando il gruppo a bocca aperta.

 

 

-Possiamo parlare?- domandò Angelina rivolta ad Alicia che scriveva il tema di Trasfigurazioni.
-Certo.- disse la ragazza a denti stretti.
-Lo so che sei arrabbiata anche con me.- continuò Angelina, cercando di farsi guardare da Alicia che non la degnava di uno sguardo.
-No, errato. Io sono arrabbiata solo con te. Tu sei mia amica, Lee non lo è.- continuò lei, imperterrita.
-Va bene, come vuoi.- concesse Angelina, togliendole il foglio e costringendola a guardarla.
-Mi dispiace, d'accordo? Non avrei dovuto dirti quelle cose, perché non erano fatti miei. Ero solo preoccupata dal tuo strano comportamento, anzi più che preoccupata ero curiosa.- ammise la ragazza, mentre Alicia l'ascoltava interessata.
-Non parliamone più, Angie. Pace fatta.- disse Alicia, abbracciandola.
Angelina si sedette vicino ad Alicia davanti al fuoco.
-Allora, chi sceglierai?-
Alicia le lanciò un'occhiataccia.
-Okay, scusa, ma sono davvero curiosa.- ammise Angelina, facendo sorridere Alicia.
-Ehi! Angelina!-
La ragazza si girò verso Fred, che l'aveva chiamata.
-Cosa c'è?- gridò lei, per farsi sentire.
-Vuoi venire al ballo con me?-
Angelina sorrise, cercando di non mostrarsi imbarazzata.
-Sì, okay.- e tornò a rivolgersi ad Alicia, allargando il sorriso.
-Non penserai di cavartela così, vero?- domandò Alicia, felice per lei -Finalmente una coppia sensata andrà al ballo insieme.-
-Piantala! Siamo amici.-
-Certo, certo. Tu e Katie avete proprio tanti amici.- rise Alicia, guadagnandosi però un altro sorriso dell'amica.

 

-Guarda che quel discorso valeva anche per te.- disse Fred, una volta lasciati soli Harry, Ron ed Hermione.
-Quale discorso?- chiese George, non capendo.
-Se non ti darai una mossa non rimarrà nessuna ragazza carina da portare al ballo.- continuò Fred, ripetendo il discorso che l'attimo prima aveva fatto a Ron.
-Per questo l'hai chiesto ad Angelina? Perché è carina?- domandò George, fingendosi interessato e curioso.
-No, non è per quello. Credevo che fosse naturale che venisse con me al ballo, ma invece Williams gliel'ha chiesto, quindi anche Angelina, dopotutto, voleva un'autentica proposta.- spiegò Fred, come se fosse una cosa assurda.
-Davvero credevi che fosse scontato? Mica state assieme!- rise George, come se fosse pazzo.
-Ora lo so; ma, grazie al cielo, sono arrivato prima che glielo chiedesse qualcun altro. Sbrigati a chiederglielo a quella che ti piace, te la potrebbero soffiare.- gli disse Fred, dandogli una pacca sulla spalla e superandolo di tre passi.
-Già, infatti.- mormorò il ragazzo, sbuffando contrito e seguendo il fratello.

 


-Permesso.- Angelina entrò nel dormitorio, posando gli occhi su Alicia, che sceglieva quale abito indossare per il ballo.
-Non devi chiedere il permesso per entrare, questo è anche il tuo dormitorio.- rise Alicia.
-Sì, ma quando provi i vestiti sembra camera tua.-
-La mia stanza è molto più grande.- replicò stizzita la bionda, voltandosi poi verso l'amica e facendole vedere due vestiti diversi.
-Verde o blu?-
Angelina li fissò entrambi, pensierosa.
-A te sta tutto bene, ma preferisco quello blu.-
-Quello blu?- ripeté Alicia, prendendolo e riponendolo nell'armadio -Vada per quello verde, allora.-
-Lo sapevo.- mormorò Angelina a denti stretti, non stupendosi più -Comunque perché stai già scegliendo?-
Alicia soppesò le parole, poi, come se nulla fosse, parlò.
-Vado al ballo con Brad.-
-Con Anderson?- domandò Angelina, incredula.
-Sì, quanti Brad credi che conosca?!-
Angelina si sedette sul suo letto.
-Sei sicura che è quello che vuoi, Ali? Insomma, perché alla fine hai scelto proprio lui?-
-Mi chiami Ali sono quando sei arrabbiatissima o preoccupatissima e, questa volta, non ne hai motivo. Comunque ho deciso Bradley perché... era giusto così. É perfetto come accompagnatore e... e basta, non c'è nient'altro da dire.- concluse Alicia, tirando fuori un meraviglioso abito bianco.
-Sicura, sicura?-
-Se devi dirmi qualcosa, dilla, Angie.- sbuffò Alicia -Comunque, questo è per te. Azzeccatissimo con la tua carnagione. Poi ti liscerò i capelli, perché le tue treccine mi hanno stufato e a Katie glieli arriccierò, così sembrerà più grande. Io mi farò una sorta di chignon laterale.-
-Sembra un abito da sposa.- mugugnò Angelina, guardando il suo vestito per nulla convinta.
-Non è affatto vero, ti starà benissimo. Devo solo allargare il corpetto, perché io ho il seno più piccolo e devo accorciare quello di Katie, perché è più bassa di me.- elencò Alicia, prendendo ago e filo.
-Perché non usi la magia?-
-Perché mi piace farmelo da me.- rispose in maniera semplicistica Alicia, iniziando il suo lavoro.
-E' tua nonna che te l'ha insegnato?- chiese Angelina, mostrando un sorriso sincero di fronte a quella strana immagine dell'amica.
-Già. E' una sarta babbana ed è bravissima. Li ha fatti lei questi abiti.-
-Forse non dovresti rovinarli per noi.- disse Angelina, prima che Alicia finisse l'opera.
-Piantala, Angie, questi sono dei regali e mi fa piacere. Ora, zitta e lasciami lavorare. Ho bisogno di concentrazione.-
-Come vuoi. Grazie, Alicia.-

 

 

-Il ballo è domani.- disse Fred, senza un motivo preciso.
Angelina lo guardò confusa, mentre Katie, Alicia e George non dissero nulla.
Lee non si era fatto vedere per tutto il giorno.
-Gli abiti sono pronti, comunque. Domani sarete perfette.- disse Alicia, felice.
-Non so se verrò, Alicia.- perdurò Katie, non convinta.
-Come!- sbottò la bionda, sconvolta.
-Oliver... - iniziò Katie, ma fu interrotta da un beccare alla finestra. La civetta della più piccola, Nancy, planò di fronte a Katie.
-Tutto qui? Ho aspettato tanto e nemmeno una lettera?- sbottò Katie, guadagnandosi un'occhiata adirata della sua civetta, che le beccò le dita e volò via.
-Uhm.- mugugnò Katie, voltandosi verso il gruppo ed esclamando -George, domani andremo al ballo insieme. Sii puntuale.- concluse, diretta verso il suo dormitorio.
-Sta imparando.- soffiò Alicia, annuendo contenta.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
E le situazioni si complicano sempre di più per i protagonisti. E' apparsa Nolwenn che sarà presente anche nei capitoli successivi e Leanne, invece, sarà più presente. E Oliver si farà vivo prima o poi, sì.
Due capitoli, perché mercoledì parto e tornerò alla fine di agosto ç_ç
Non so come sopravviverò un mese senza computer ed EFP, ma, ahimè, dovrò tentare!
Bon, penso di aver detto tutto.
A presto ed un bacione immenso <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

La sera del ballo arrivò ed Alicia, chiaramente, era la più felice all'idea della festa. Era la prima volta, da quando frequentavano Hogwarts, che veniva organizzato un ballo, per giunta anche così sfarzoso.
Le tre ragazze scesero dal dormitorio di Angelina ed Alicia in lieve ritardo.
-Non ho ancora finito!- sbottò Alicia, sistemandosi i capelli per la terza volta e seguendo le due amiche per le scale.
-Avevi finito un'ora e mezza fa.- ribatté Angelina, toccandosi i capelli che, fastidiosi, le cadevano sulle spalle.
Alicia la superò e le prese le mani.
-Non toccarli più o li rovinerai.-
-Va bene, va bene. Strano che tutte e tre usciamo con dei ragazzi di Grifondoro, vero?-
Katie lanciò uno sguardo stupefatto ad Angelina, mentre Alicia commentò.
-Le cose sono andate così avanti con Fred?-
Angelina scosse la testa, però sorrideva.
-Avete capito cosa intendo.-
-Angie... Uao!-
Fred e George fissavano la ragazza, sconvolti da quanto vedevano.
-Non sembri neanche tu!- continuò Fred, facendole un inchino scherzoso e prendendole la mano come un vero gentiluomo.
Angelina rise divertita e si fece condurre fuori dal ritratto.
Bradley raggiunse il gruppo e subito si complimentò con Alicia per la sua bellezza, per poi seguire Fred ed Angelina.
-Pulce, anche tu sei fantastica.- disse George, sinceramente sorpreso.
-Davvero? Non ci credo.- bisbigliò Katie, imbarazzata.
-Fidati, sei bellissima.- confermò il ragazzo, prendendole la mano e portandola fuori.
Mentre scendevano le scale, Katie vide moltissime coppie insolite, coppie che non avrebbe minimamente sospettato.
Harry Potter con Calì Patil, Hermione Granger con Viktor Krum e Ronald Weasley con Padma Patil.
-Ragazze, Hermione ha buon gusto. Viktor Krum è un gran figo!- sussurrò Alicia, in modo che i ragazzi non sentissero.
Angelina e Katie risero divertite, per poi annuire, entrambe concordi.
-Dov'è Lee?- chiese poi Angelina ai gemelli che fecero spallucce.
-Non c'era quando siamo andati a prepararci.- disse George, mentre entravano nella Sala Grande.
-E' laggiù, guardate!- trillò Katie, radiosa come nessuno la vedeva da tempo.
Angelina ed i gemelli seguirono il dito di Katie e videro Lee, elegante come non mai, con Leanne attaccata al braccio che gli sorrideva felice.
-Carina!- disse Katie, trascinando George verso la coppia in fondo alla sala e iniziando a fare i complimenti a Leanne.
-Iniziano le danze.- mormorò Fred, con tono lugubre, perché negato a ballare.
-Niente da fare, non riuscirai a convincermi a non ballare. L'unica cosa in cui riesco bene oltre il Quiddich è il ballo, per cui andiamo, mio cavaliere.- disse Angelina scherzosa, porgendogli il braccio e conducendolo in pista.
-Zero femminilità.- mormorò Alicia, lanciando poi un'occhiata a Katie che stava tentando di muovere i piedi a ritmo di musica, riuscendoci appena.
-Le tue amiche sono... - Bradley si fermò, cercando un termine adatto- … particolari.-
Alicia lo guardò e mosse appena le labbra.
-Spero sia un complimeno o sei fritto.-
-Andiamo a ballare, bellissima.-

 

-Qui!- Katie agitò la mano ad Alicia e Bradley, indicando il loro tavolo.
I ragazzi la raggiunsero e si sedettero vicino a lei.
-George è andato a prendere da bere.- spiegò Katie, prima che Alicia facesse domande.
-Fred ci ha preso gusto, eh?- commentò Alicia, facendo cenno a Fred ed Angelina, che ballavano da ore oramai.
-Eh, già, sono proprio carini insieme.- commentò Katie, proprio mentre George tornava con due bicchieri in mano e gliene porgeva uno.
-Era anche ora che Fred si svegliasse. Credo che Angie avesse una cotta per lui da secoli.- continuò Alicia, non scorgendo le occhiatine di Katie rivolte a George.
-Insomma, io sono convinta che se qualcuno ti piace, ma piace sul serio, non puoi temporeggiare inutilmente. Vai lì e le parli chiara...-
-Balliamo, ti va?- la interruppe Katie, prendendo George per mano e trascinandolo via prima di una sua risposta.
-Che cos'era, un tentativo per salvarmi?- domandò George con un sorriso tirato, iniziando a ballare con la sua dama.
-Diciamo che avrei potuto fare di meglio.- ammise lei, prima di continuare -Senti, lo so che saresti voluto venire con Angie a questo ballo e so anche che ti senti uno schifo perché tuo fratello è felice e tu non riesci ad esserlo per lui, ma, anche se la mia situazione è nettamente diversa, riesco a capire ciò che provi. Non puoi andare avanti in questo modo, però.-
-In questo modo?- ripeté George, non riuscendo a capire.
-Sai che intendo. Rispondi male, scherzi poco, passi poco tempo con noi.-
-Non è facile vederli insieme.- ammise lui, abbassando gli occhi sulle proprie scarpe.
-Okay, ma non puoi reagire così. Mi prometti una cosa?- chiese Katie, sfoggiando il suo solito sorriso radioso.
-Sentiamo.-
-Da domani tornerai il George di sempre. Niente musi lunghi o sceneggiate, d'accordo?-
George ci rifletté su, poi le fece una proposta.
-Promettimi che tu farai altrettanto. Oliver e Nolwenn devono sparire dalla tua testa.-
-Accetto, ma facciamo che se io ho bisogno di te o tu di me saremo sempre lì pronti ad aiutarci, okay?- continuò Katie, bisbigliandogli tutto questo all'orecchio.
-Affare fatto.-

 

-Sei davvero bellissima stasera.- disse Fred, continuando a volteggiare con Angelina.
-E tu sei fin troppo galante. Sei sicuro di star bene?- domandò la ragazza, sorridendo confusa.
-Dico solo quello che vedo.-
-E cosa vedi?- lo stuzzicò lei, incapace di comprendere lo sguardo di Fred.
-Te. Ti conosco da sempre e vedendoti tutti i giorni non mi ero reso conto di quanto tu fossi cresciuta e cambiata.- disse Fred, con una sincerità che disarmò Angelina.
-Cambiata?-
-Già. E proprio grazie a George l'ho capito.- spiegò lui che ad un'occhiata stranita di Angelina si decise a continuare -Tu sei sempre stata un maschiaccio. Mi ricorderò sempre la prima volta che ti ho vista sul treno, appollaiata sul tuo sedile mentre sgranocchiavi noccioline.-
Angelina non poté trattenersi dal sorridere, memore come Fred del loro primo incontro.
-E adesso ti vedo così. Cavolo, hai ingannato tutti.-
La ragazza, imbarazzata, non seppe cosa rispondere e fu ancora Fred a prendere l'iniziativa.
-Vieni un attimo fuori. Ti devo parlare.-
Una volta raggiunta l'uscita, Fred riprese a parlare.
-Ti ho sempre data per scontata e mi dispiace. Se tu fossi venuta al Ballo con Perry Williams non me lo sarei mai perdonato.-
-Fred, ma che stai cercando di dirmi?- proruppe Angelina, sentendosi improvvisamente accaldata.
Il ragazzo si sporse su di lei, senza timore né imbarazzo, scoccandole un lieve e dolce bacio.
-Mi piaci, Angie. Un sacco.-

 


-Come mai i tuoi amici non si avvicinano?- domandò Leanne a Lee, entrambi seduti ad un tavolo distante dal gruppo del ragazzo.
-Boh, forse vorranno lasciarci soli.- suppose lui, evitando di guardare il tavolo degli amici.
-Beh, meglio così, giusto?- chiese Leanne, prendendogli la mano e sorridendo felice.
-Già, infatti.-
-La tua amica Alicia com'è? Katie mi ha raccontato poco, ma tutto quello che so di lei è sempre collegabile a te. Litigate spesso, a quanto ne so.- continuò la ragazza, cercando di capirne di più.
-Non siamo esattamente amici, siamo solo capitati nello stesso gruppo, ma fatichiamo a sopportarci.- spiegò Lee, lanciando un'occhiata ad Alicia che sorrideva serena ad Anderson.
-Capisco. Certo che però lei ed Anderson formano una bella coppia.-
-Mmm, bellissima. Balliamo, dai.-

 

-Sono contento che alla fine tu abbia accettato il mio invito.- disse Bradley, provando ad accarezzarle una guancia.
-Brad, smettila, ti prego.- sbuffò Alicia, contrariata.
-Perché devi fare sempre così?- scattò Bradley, stufo del suo atteggiamento.
-Perché sei mio amico, lo sai, ma detesto essere trattata come un oggetto.-
-Io non ti tratto affatto come un oggetto, Alicia. Tu mi piaci, ma a volte proprio non ti riesco a capire.- ammise il ragazzo, grattandosi la testa.
Alicia gli appoggiò una mano sulla spalla, sorridendogli sinceramente per la prima volta.
-Io penso di piacerti solo per il mio aspetto e per la mia famiglia. Quando mi dimostrerai come sei veramente, forse inizierò a credere ai tuoi sentimenti.-
-D'accordo, allora. Alla fine di tutta questa storia capirai di avermi accusato senza ragione.-

 

Il Ballo del Ceppo si concluse senza nessun intoppo.
Alicia e Lee riuscirono ad evitarsi per tutta la sera e Fred ed Angelina non si fecero vedere fino al mattino dopo.
George, che aveva capito ogni cosa, cercò di evitare di impazzire e trascorreva quasi ogni momento con Katie, presa dai G.U.F.O e dai continui -e sempre più frequenti- articoli fra Oliver e Nolwenn.
-Buongiorno, gente.-
George e Katie si scambiarono un'occhiata preoccupata, prima di fissare Alicia, che aveva alzato lo sguardo dal suo libro per concentrarsi su Lee.
-Come state? Vi siete divertiti ieri sera?- domandò il ragazzo, sedendosi di fronte ad Alicia come se niente fosse ed iniziando a servirsi la colazione.
-Che stai facendo?- chiese Alicia, a denti stretti.
-Faccio colazione, non vedi?-
George e Katie compresero ben presto che Lee voleva farla arrabbiare... e che ci stava riuscendo alla grande.
-Non sono ancora diventata cieca. Mi chiedevo solo perché facessi colazione con noi dopo quello che è successo.- ringhiò a bassa voce Alicia e Lee si azzardò a guardarla con spavalderia per la prima volta.
-Tu sei il componente del gruppo che meno m'interessa. Ho litigato con te, non con gli altri. Non lascio il gruppo, solo perché alla principessina non vado a genio. Lascialo tu se proprio la mia presenza ti disturba tanto.- concluse Lee con malignità, prima di ritrovarsi scaraventato in aria e sbattere la testa sulla tavolata dei Corvonero.
-Stavolta hai esagerato, Lee.- lo informò Katie, lanciando un'occhiatina ad Alicia che era corsa via ed abbassandosi per guardarlo da vicino.
-Già, amico, questa volta l'hai fatta davvero arrabbiare.- ammise George, dandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Mpf, piantatela di farmi la predica. Andrò a scusarmi, d'accordo?- disse Lee, capendo di aver oltrepassato il limite con Alicia.
-Sempre che lei non ti uccida prima.- affermò George, facendo ridere Katie.

 

 

Lee non ci mise molto per trovare l'amica. Era tornata nella Sala Comune, o come si divertivano a chiamarla loro “la Comune”, ed era seduta in una poltrona isolata.
L'espressione era un misto di rabbia, furia e -cosa che Lee notò con molto dispiacere- tristezza.
Il ragazzo aveva paura di avvicinarsi ad Alicia in quello stato, ma appunto non poteva lasciarla così.
Fece piccoli passi alla volta prima di ritrovarsi vicino a lei.
Alicia alzò lo sguardo e non appena incontrò quello di Lee, assunse il solito sguardo furioso.
-Aspetta, aspetta. Prima di ammazzarmi potrei solo dire una cosa? Scusami, okay? Non so cosa mi abbia preso, davvero. Ogni volta che ti vedo mi sento... arrabbiato e non so il perché. Ho esagerato e faccio schifo come amico. Rimangio tutto quello che ti ho detto a colazione, ogni cosa, giuro.-
-Se ti arrabbi tanto quando mi vedi, perché vuoi rimanere nel gruppo?-
-Perché sei mia amica. Tutti voi lo siete ed il problema nei tuoi confronti è solo mio; quindi cercherò di... trovare un rimedio, ecco.-
Alicia mostrò un sorriso strano.
-Le tue scuse fanno schifo.-
-Ehi, che pretendi! Sono pur sempre io, no?-
Sorrisero insieme e lui le scompigliò i capelli.
-Smettila di essere triste ora.-
-Non pensare neanche per un momento di poter rendermi triste.- sbuffò Alicia, ma Lee continuò a sorridere, contento di vederla di nuovo se stessa.
-Posso... abbracciarti questa volta?- tentennò il ragazzo, aspettandosi un no come risposta.
Stranamente, però, Alicia annuì intimidita e mentre Lee apriva le braccia per accoglierla, qualcuno arrivò.
-Avete fatto pace, vedo. Che bello!- trillò Katie, non notando il rossore di Alicia e i due passi indietro di Lee dalla poltrona. George, intanto, era dietro di lei ed aveva visto tutto.
-Come sempre, ragazzi. Nessuna litigata mi toglierà questa rompiscatole di torno.- scherzò Lee, mentre Alicia gli lanciava la solita occhiataccia.
-Bene, avrei voluto ci foste tutti, ma non riesco più a non dirvelo.-disse Lee, incuriosendo i tre amici.
-Siamo qui! Fortuna che non ci siamo ancora persi nulla.- se ne uscì Fred che, lo notarono tutti e per George non fu nemmeno una sorpresa, teneva per mano Angelina.
-Dai, Lee. Dicci tutto.- disse Katie, provando a distogliere l'attenzione dai due appena arrivati.
-Sono ufficialmente fidanzato.-

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Wow, da dove partire con questo capitolo.
Mmm, Fred ed Angelina ce l'hanno fatta alla fine, sì. D'ora in poi mi concentrerò molto su loro come coppia e sul conseguente triangolo amoroso Fred-Angelina-George.
Lo so che avevo detto che dal Ballo del Ceppo in poi mi sarei dedicata unicamente a loro tre, ma Alicia, Lee, Katie ed Oliver hanno preso vita da soli, per cui si parlerà ancora parecchio di loro, temo.
Lee e Leanne. Che dire, li vedo bene insieme. Leanne è molto amica di Katie, amica di Angelina e conosce di vista Alicia, per cui potrebbe anche entrare nel gruppo. Chi lo sa xD
Bradley è il personaggio più ambiguo della storia, suppongo. Ha chiaramente un debole per Alicia, ma, come lei, ha dei genitori che lo spingono verso le "giuste compagnie", per cui ancora non si capisce se il suo sentimento è sincero oppure no. E trova parecchio strani gli amici di Alicia, sì.
Sono l'unica pazza che vede alchimia fra George e Katie? Mentre scrivevo mi sono detta "Angelina dovrà sbrigare i suoi problemi con Fred e George, Alicia avrà problemi ancora più grossi (e non dico altro xD), quale confidente migliore di George? Anche lui è ferito sentimentalmente, è comprensivo, ha più tatto di Fred ecc, ecc." e PUFF! Quando scrivo di loro mi sembrano una coppia consolidatasi da anni! Potrebbe scapparci un flirt? Non lo so ancora, ma qualcuno potrebbe non vedere bene il loro continuo "stare insieme" xD
Penso di aver detto tutto.
Un grazie gigantesco a tutti coloro che leggono questa storia! Siete fantasticiiiiii *-*
Un bacione <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

-Che cosa?- sbottarono tutti, chi allarmato e chi stranito.
-Cioè, non proprio.- Lee prese un respiro e continuò -Mi sono espresso male, scusate, intendevo dire che forse ho una ragazza ora.-
-Forse?- ripeté Alicia, confusa.
-Sediamoci, così vi racconto ogni cosa.- disse il ragazzo, cercando di trovare un filo conduttore al suo discorso.
Una volta che tutti ebbero trovato una poltrona per sé -Angelina la condivise con Fred- Lee iniziò a parlare, cercando di evitare le occhiatine di Alicia ed il sorriso di Katie.
-Ieri sera io e Leanne ci siamo divertiti parecchio e, beh, inutile dire che ci siamo baciati una prima volta e poi una seconda e poi...-
-Abbiamo capito, Jordan, va' avanti.- tagliò corto Alicia, indispettita.
-E poi vi siete messi insieme?- soffiò Katie sognante e felice per la sua amica.
Lee tentennò.
-Non lo so. Sembra quasi che voglia controllare tutto quello che sta succedendo. Lei mi ha baciato e sarà lei a decidere quando potremo metterci insieme.-
-Una maniaca del controllo. Uao.- commentò Alicia sarcastica e Katie si girò di scatto.
-E' la sua prima storia seria ed è normale che voglia andarci con i piedi di piombo.-
-Una che bacia al primo appuntamento non vuole andarci con i piedi di piombo e non è detto che questa storia sia seria. Insomma, sono usciti una volta sola.- continuò Alicia, senza peli sulla lingua.
-Lee, lascia perdere Alicia. Leanne è una brava ragazza, da quanto ne so, e sono sicura che ha solo paura che possa finire male. Aspetta che sia pronta.- disse Angelina con un sorriso materno che fece roteare gli occhi ad Alicia.
-Io concordo con Angie.- esclamò George, alzando una mano con foga.
-Io pure.- lo seguì Katie, radiosa.
-Beh, visto che siamo in vena di confessioni, avrei un annuncio anch'io.- se ne uscì Fred, riprendendo la mano ad Angelina -Ho iniziato ad uscire con Angie, ragazzi.-
-Che sorpresa.- disse Alicia a denti stretti, per poi sorridere ed abbracciare l'amica.
Katie fece lo stesso, seguita a ruota da Lee e da George che, con un nodo alla gola, notò di non averla mai vista così felice.
-Perciò per la prossima uscita ad Hogsmeade dovrete fare a meno di noi.- disse Angelina, quando tutti furono di nuovo seduti.
-Anche di me. Ho promesso a Leanne di stare con lei.- aggiunse Lee, mostrando a tutti un sorrisone entusiasto.
-Io ci andrò con Brad a questo punto. Era da un po' di tempo che mi chiedeva di trascorrere un'intera giornata con lui.- proruppe Alicia, guardando Lee che fece una faccia disgustata, ma non commentò.
-Bene, rimaniamo io e te, pulce. Spero che non ti sia rotta della mia compagnia.- ironizzò George e Katie scosse la testa, decisa.
-Assolutamente no.-

 

L'avviso che annunciò la nuova gita ad Hogsmeade venne appeso mesi dopo quella conversazione.
Leanne, alla fine, si era decisa ed oramai lei e Lee erano inseparabili.
-Sono odiosi.- disse Alicia ad Angelina, quando lei le fece notare il loro continuo stare vicini.
-Cos'è che ti da tanto fastidio, si può sapere?- le chiese l'amica, con un sorrisino che non le piacque affatto.
-Il fatto che si comportino così. Insomma, tu e Fred siete una coppia normale. Niente nomignoli fastidiosi o dichiarazioni plateali.-
Angelina alzò un sopracciglio, non capendo.
-I continui mazzi di fiori che le manda davanti a tutti o i regalini che le nasconde praticamente ovunque.- elencò Alicia, scandalizzata.
-Bradley non è così romantico?-
Alicia scosse la testa.
-Brad non è il mio ragazzo, ma se lo fosse e si comportasse come Lee lo lascerei senza nemmeno dargli la possibilità di replica.- continuò la ragazza con decisione.
-Esagerata.-
-No, sono seria. Dimmi, Fred fa così?-
Angelina non ebbe nemmeno bisogno di pensarci su.
-No, Fred manifesta il suo affetto in un altro modo. Non è così...-
-Schifosamente zuccheroso?- la aiutò Alicia.
-Intendevo dire carino. E' carino, dai. Non l'ho mai visto così prima.- continuò Angelina ad un'occhiataccia di Alicia che ribatté sicura.
-Appunto! Non sembra più lui, è come un'altra persona.-
-Attenta, Ali, se continui inizierò a pensare che sei gelosa.- cantilenò Angelina, mentre Alicia faceva finta di vomitare.
-Sprechi il tuo tempo, allora. Mi chiedevo solo perché Lee si deve comportare in maniera così diversa quando è con noi.-
-Vuoi dire quando litiga con te?- rise Angelina, punzecchiandola con il gomito.
-No, volevo dire quello che ho detto. Deve avere una doppia personalità. Non si può essere antipatici e rozzi con gli amici e... -la faccia di Alicia assunse un'espressione disgustata- ...e melensi con la ragazza. E' da brivido.-
Angelina si ritrovò a ridere, divertita per qualcosa che solo lei sembrava aver finalmente capito.

 


George e Katie furono i primi a raggiungere il villaggio di Hogsmeade assieme a tutto il gruppo degli altri studenti.
Alicia e Brad arrivarono giusto in tempo, mentre Angelina, Fred e Lee non si fecero vedere per tutta la prima metà del pomeriggio.
-Staranno sicuramente pomiciando.- commentò Alicia ad una domanda di Bradley.
-Chi? Tutti e tre insieme?- domandò il ragazzo con malizia, facendo sorridere Alicia.
-Hai capito quello che intendevo. Ti ho detto di Lee e Leanne, vero?-
-Più o meno duecento volte.- sbuffò Brad, ricevendo una gomitata dalla ragazza.
-Stai insinuando che sono noiosa?-
-Sto insinuando che credo oramai di capire perché non accetti la mia corte.-

 


-E' bello passeggiare con te, pulce. Ti piacciono le stesse cose che piacciono a me.- disse George, entusiasta, uscendo con l'amica da Zonko pieno di buste.
-Anch'io mi diverto un mondo con te. Secondo te a cosa serve questa?- chiese poi Katie, estraendo da una sua busta una sfera luminosa e gelatinosa.
-Non lo so, ma lo scopriremo presto. Te lo prometto.- rispose George, facendole l'occhiolino.
-Ragazzi!-
Katie e George si voltarono in sincronia e Katie quasi non ci credette.
-Oliver?-

 

-Non ho intenzione di andare da Madama Piediburro, ti avverto.- disse Fred ad Angelina, oltrepassando il locale -completamente ricoperto da cuoricini rosa- e andando avanti.
-Tranquillo, Madama Piediburro non fa per me.- replicò la ragazza, prendendolo per mano e cercando un posto adatto a loro.
-Che ne dici di passeggiare solamente? Se poi ci viene sete, facciamo un salto ai Tre Manici.- propose Fred, sorridendole con affetto.
-Ci sto.-


-Capitano, come stai?- chiese George, abbracciandolo.
-Bene. Sì, insomma, gli allenamenti mi uccidono, ma questo è il Quiddich, no?-
-Ora capisci cosa ci hai fatto passare per anni ed anni?- scherzò George, facendolo ridere.
-Katie, tu... tu non mi dici niente?- domandò ad un certo punto Oliver, lanciando uno sguardo confuso all'amica, rimasta in silenzio fino a quel momento.
-Cosa vuoi che ti dica?- chiese lei, tagliente, assomigliando pericolosamente ad Alicia.
-Oliver!-
Katie sobbalzò quando dietro ad Oliver comparve Nolwenn Åström in tutta la sua bellezza.
Alicia non aveva nulla da invidiarle, Katie lo notò subito, ma Nolwenn era una modella ed era famosa, per cui era normale vederla sempre perfetta ovunque andasse.
-Nolwenn Åström?!- blaterò George, incapace di credere a quello che vedeva.
-In persona. E tu devi essere uno dei gemelli Weasley, vero?- chiese lei, guardando Oliver che annuì.
-Sono George, madame. Al vostro servizio.- rispose il ragazzo, inchinandosi.
-Sei simpatico. Proprio come mi aveva detto Oliver.- disse Nolwenn, sorridendogli.
-E tu quindi sei Katie.- continuò la modella, passando poi alla più piccola.
-Già.- affermò la ragazza chiamata in causa, non riuscendo a dire di più.
-L'ho capito dalla coda di cavallo e dalla sua descrizione. “Piccola, ma graziosa”, erano state queste le tue parole, Oliver.- spiegò Nolwenn, mentre il ragazzo la guardava sorpreso.
-Uao, te le ricordi ancora. Incredibile.- disse Oliver, impressionato.
-Ovvio. Io ricordo ogni parola detta da te.- disse Nolwenn con una semplicità tale da far venire il mal di stomaco a Katie.
-Nolwenn, che ne dici di venire un attimo con me, eh? Ti voglio far vedere un posto che io adoro.- propose George, prendendo sotto braccio la ragazza che, stranita dagli sguardi fra Oliver e Katie, non seppe dire di no.
Rimasti soli, Katie continuò a guardare Oliver senza fiatare, fu lui allora ad iniziare.
-Cos'hai oggi, si può sapere? Di solito investi la gente di parole, mentre oggi hai a malapena parlato.-
Katie scosse la testa.
-Stai male? S-sei arrabbiata?- provò Oliver -Uff, se non mi dici cos'hai non posso aiutarti.-
-E tu stai bene? Hai qualche malattia strana che non si vede, ma c'è?- chiese lei, accusatoria.
-Che?! Io sto bene, sì.-
Katie assottigliò gli occhi ed Oliver giurò di non averla mai vista tanto adirata. Faceva paura.
-E allora per quale cavolo di motivo non mi hai più scritta, eh, pezzo di cretino? Ero preoccupata, pensavo fossi finito al San Mungo o peggio, visto tutto quello che si sente ultimamente.- iniziò ad urlare Katie, scagliandosi contro il ragazzo.
-Ed invece scopro che non hai più tempo per gli amici perché hai una ragazza, ora, una modella famosa e sei famoso anche tu, per cui non te ne fai più niente di me!- concluse lei, con un ultimo strillo acuto.
-Katie, calmati! Nolwenn è solo una mia amica e non è colpa sua se non ti ho più scritto. Ho avuto da fare con il Quiddich. Tra gli allenamenti e le varie cerimonie... arrivavo a casa stanco morto.- spiegò Oliver, ma Katie seppe come rispondergli.
-Ma per i giornali non eri stanco, eh? Tutte quelle interviste con la tua amica non sembrano averti stancato poi molto.-
-Il padre di Nolwenn mi sta aiutando molto. Per essere una riserva conosco già un sacco di persone importanti e devo tutto a Nolwenn. Il padre organizza eventi invitando gente che possa darmi una mano nella mia carriera.-
-Quindi hai tanti privilegi solo grazie alla tua amicizia con Nolwenn. Sai di essere raccomandato, sì?- lo accusò Katie, non nascondendo il tono minaccioso.
-Io non la vedo in questo modo.- mormorò Oliver, imbarazzato.
-Ma è proprio quello che sei, invece.-
-Invece di criticarmi tanto perché non mi spieghi di te e George?- domandò Oliver, assumendo a sua volta un tono accusatorio.
-Me e chi?- ripeté Katie, stupefatta.
-Te e George. Siete diventati molti uniti o sbaglio?-
-Sbagli. Sai bene quanto me che all'inizio mi sono legata subito ai gemelli. Tu e gli altri siete arrivati dopo.- disse Katie sicura.
-Sì, ma sono sempre stato io il tuo confidente. Mentre già dall'anno scorso George sembra avermi sostituito.- continuò Oliver, offeso.
-George mi è simile sotto molti aspetti e c'è sempre quando ho bisogno d'aiuto.-
-Ah, allora è questo il problema. Non sei più una bambina, Katie, e oramai mi è impossibile esserci sempre per te. Hai fatto questa sceneggiata solo perché hai costantemente bisogno di attenzioni e io non te le posso dare?-
-No, te l'ho fatta perché credevo che fossimo amici, ma forse mi sbagliavo. La gloria ti sta dando alla testa e non te ne rendi nemmeno conto. Sono qui da sola con George, perché Angelina e Fred stanno insieme ora, Lee e Leanne anche e Alicia è diventata molto amica di Brad; ma tu non puoi saperle queste cose, perché sei troppo preso dai tuoi eventi e dalle tue interviste. Torna da Nolwenn, abbiamo imparato ad abituarci alla tua assenza!- gridò Katie, livida.
-E tu tornatene da George, è l'unico in grado di capire la nuova te.- rispose a tono Oliver, paonazzo dalla rabbia.
-Io non sono cambiata, sono solo cresciuta!-
-Oliver, caro, stai bene?- Nolwenn e George erano tornati e subito la modella era corsa per soccorrere l'amico.
-Sì, sto bene.-
-Sei sicuro? Sei tutto rosso, forse hai preso freddo.- disse Nolwenn preoccupata, sistemandogli meglio la sciarpa -Fa' sentire se hai la febbre.-
Katie guardò Oliver abbassarsi, mentre Nolwenn gli appoggiava le labbra sulla fronte.
-No, per il momento stai bene; ma sarà meglio tornare a casa.-
Oliver annuì, non staccando gli occhi da Katie che stringeva la mano a George.
-Bene, allora. E' stato un piacere, ragazzi.- disse Nolwenn, dando due baci ciascuno a George e Katie.
-Spero di rivedervi presto.- li salutò Nolwenn, attaccandosi al braccio di Oliver che alzò una mano.
-Ci si vede, George.- disse lui con un sorriso tirato, poi guardò l'amica -Katie.-
Lei non rispose, ma trascinò via George e non vide l'espressione triste di Oliver e quella inscrutabile di Nolwenn.

 


-Sai che sei ancora più bella quando non fai la snob altezzosa?- disse Bradley, mentre Alicia rideva per una sua battuta divertente.
-Che razza di complimento.- sbuffò Alicia con un sorriso.
-Ti ho detto che sei più bella, se non è un complimento questo.-
-D'accordo, d'accordo. Io... -Alicia si bloccò all'improvviso.
-Ehi, tutto bene?- chiese Bradley, cambiando espressione.
Alicia tornò composta e si schiarì la voce.
-Sì, scusa. Allora, dove mi porti di bello?-
Bradley, non convinto, guardò nella stessa direzione di Alicia e capì.
-Allora non mi ero sbagliato. Hai una cotta per Jordan.- disse sicuro della sua affermazione.
-Pff, che cosa?- sbottò Alicia, ridendo -Sei fuori? Hai idea del rapporto mio e di Jordan?-
-Proprio sulla base del vostro rapporto ho iniziato a pensare che vi piaceste. Poi qualche mese fa mi vieni a dire di lui e Luanne con un atteggiamento che mi ha fatto temere che fossi gelosa.-
-Si chiama Leanne e non sono affatto gelosa.- borbottò Alicia, stufa di doverlo ripetere.
-E ora questo.- concluse Bradley, come se non avesse subìto interruzioni.
Alicia seguì il dito del ragazzo che indicava Madama Piediburro.
Non ebbe bisogno di guardare ancora, aveva già visto Lee e Leanne seduti insieme, anzi li aveva visti fare altro insieme.
-Hai finito, Sherlock? Stavo solo notando come sta cambiando Lee. Una volta disprezzava le coppiette tutte “love-love” ed ora... Beh, guardalo!- sbottò Alicia, incredula.
Bradley scosse la testa.
-Ahh, sarei dovuto finire a Corvonero. Sono troppo intelligente.- disse lui, con sicurezza -Senti, Alicia, tu hai un problema serio. E d'accordo che Annette non può competere con te, ma per il momento è lei ad avere Jordan, purtroppo.-
-Hai un problema con i nomi, Brad.-
-Sei davvero cotta se questo è l'unico commento che riesci a fare. E comunque ho solo più una domanda da farti: chi diavolo è Sherlock?-

 

 

-Ti sei calmata un po'?- domandò George a Katie, mentre camminavano per le vie del villaggio senza meta.
-Sì, sto meglio ora.-
George le scoccò un'occhiatina, poi sospirò.
-Sai che se la guardi bene Nolwenn non è poi così...-
-Georgie, sto bene! Smettila di fingere, so che è bellissima.- disse Katie, sorridendo per il tentativo dell'amico.
-D'accordo, ma io preferisco te.- ammise George, stringendole la mano.
-Grazie, sei un amico.-
-Mi vuoi raccontare cos'è successo?- domandò poi lui, vedendola di nuovo triste.
-Oliver è uno stupido. Non ha capito che non scrivendomi mi ha ferita e che tra me e te non c'è nulla. Mi ha urlato di averlo sostituito con te, ti sembra normale?-
George negò con il capo, poi sorridendo disse.
-Sembrava quasi... geloso, non ti pare?-
-No, era invidioso invece. Odia essere secondo a qualcuno, ma stavolta non lo perdonerò tanto facilmente.- continuò Katie, con fervore.
-Alicia sta avendo un'influenza pericolosa su di te, pulce.- rise George, facendo sorridere di riflesso anche lei.
-Dici, eh? Secondo me sono proprio io che... Oh-oh!-
George seguì lo sguardo di Katie e all'improvviso sentì un forte nodo alla gola.
Fred ed Angelina erano seduti su una panchina, immersi in una fitta conversazione.
Il fattore, però, che aveva fatto borbottare lo stomaco di George era il modo in cui si parlavano.
Lei era appoggiata alla sua spalla, mentre gli guardava la mano e la intrecciava con la sua.
Lui la ascoltava con un sorriso ed ogni tanto le baciava i capelli con tenerezza.
-George, perchè... perché non andiamo ai Tre Manici? Cosa ne dici?- propose Katie, tirandolo per un braccio e provando a distogliere l'attenzione dai due.
-George, coraggi... OH!- Katie si morse il labbro quando vide Angelina allungarsi verso Fred per baciarlo sulla bocca.
Poi Fred la strinse a sé e la baciò ancora e ancora.
-George. George, per favore, vieni con me.- mormorò Katie, triste nel vedere l'espressione dell'amico.
Il ragazzo annuì e si fece scortare lontano da quel dolce quadretto.
-Da quando sono così complici? Voglio dire, sembrano stare insieme da anni.- disse George, non appena furono lontani e Katie lo guardò comprensiva.
-Loro sono così da sempre, Georgie, e non so come tu non l'abbia mai notato. Sono sempre stati in sintonia e non mi ricordo un episodio in cui non fossero insieme. Non so come andrà a finire fra quei due, ma tutti noi, me compresa, abbiamo sempre saputo che sarebbe successo qualcosa. Come lo pensavamo di Alicia e Lee.-
-Alicia e Lee sono un caso apparte. Solo loro non l'hanno ancora capito, ma ogni persona che li vede almeno una volta insieme capisce che fra loro c'è un'intesa assurda. E presto lo capirà anche la tua amica.- disse George, riferendosi a Leanne.
-Forse su Lee ci siamo sbagliati, dopotutto; ma Fred ed Angelina... loro sono anime gemelle, ecco.- spiegò Katie, sperando di non offenderlo.
-Questo è tutto da vedere, pulce.- disse George, stringendo i pugni e prendendo una decisione importante.
-Cos'hai intenzione di fare?- mormorò Katie, temendo il peggio.
-Le dirò tutto, Katie. Le dirò quello che provo.-


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Prima di parlare di questo capitolo, parto con il dire che il prossimo sarà RICCHISSIMO di novità, soprattutto per quanto riguarda Alicia e Lee.
Leanne e Lee stanno insieme ora, ma proprio per questo nei prossimi capitoli vedremo Lee avere dei grossi problemi.
Oliver e Katie hanno parlato -sarebbe meglio dire hanno discusso xD- e per ora sembrano aver freddato i rapporti, ma Olly tornerà alla carica ovviamente.
George vuole raccontare tutto ad Angelina, ma non è detto che lo faccia xD Se lo dovesse fare, come la prenderebbe lei e soprattutto Fred?
Prima di chiudere, voglio ringraziare tutti coloro che leggono o recensiscono questa storia.
Grazie di cuore, veramente *-*
Un bacione e a presto <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

-Le hai detto qualcosa?-
-Katie, smettila di chiedermelo ogni mattina. Devo trovare la situazione più opportuna per dirglielo.- sbuffò George a colazione, mentre Katie, sollevata, gli si sedette accanto.
-Meno male.-
-Ehi, ma da che parte stai?- ironizzò il ragazzo, riempendole il bicchiere di succo di zucca.
-Io sono come la Svizzera. Voglio la felicità di tutti, per cui mi pare ovvio il non volere che tu faccia tutto questo.- spiegò Katie, serena.
-E perché mai?-
-Perché quando le confesserai tutto, Angelina non saprà che fare e Fred non la prenderà bene. Alicia si arrabbierà come il suo solito e darà la colpa a me. E indovina su chi scaricherò io la mia ira?- chiese Katie, con voce falsamente sdolcinata.
George alzò gli occhi al cielo.
-Alicia ha fatto un buon lavoro, lo ammetto. Preferisco la Katie dolce e radiosa, però.-
-E allora tieniti i tuoi sentimenti per te.- disse Katie, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Scordatelo, pulce. Le dirò tutto, ho deciso.- replicò George, chiudendo il discorso.
-Va bene, fai come vuoi. Io ti ho avvertito, però.-

 

 

-La vuoi piantare, Brad?-
-Se ti da fastidio, vuol dire che ho ragione.- replicò Bradley, facendole una smorfia.
-Sei proprio come Lee quando fai così.- sbuffò Alicia, scuotendo la testa.
-Ed ecco che lo rinomini di nuovo. Non ce la fai proprio.- rise Bradley, entrando con la ragazza nella Sala Grande.
-Prima o poi la smetterai con questa storia?- chiese lei, salutando da lontano Katie e George, già seduti alla tavolata.
-No.- affermò Brad con un sorriso perfetto -Però posso aiutarti. Credo che anche Lee provi lo stesso per te, l'ho capito da come mi guarda. Sembra che io non gli vada tanto a genio.-
-Se è per questo tu non vai a genio a nessuno dei miei amici.-
-Beh, non posso dar loro torto. Tutti sono invidiosi di Bradley Anderson.- scherzò lui e Alicia scosse la testa e lo salutò, per poi raggiungere gli amici.


-Ciao, ragazzi.-
-Ciao, Alicia.- dissero all'unisono George e Katie, l'uno intento a leggere il giornale, l'altra a contemplare la sua colazione.
-Allora, com'è andata ad Hogsmeade? Non ci siamo visti alla fine.- continuò lei, facendo finta di non notare lo strano atteggiamento dei suoi amici.
-Abbiamo incontrato Oliver.- rispose Katie, come se niente fosse.
-Baston?-
Katie le sorrise, pensando stesse scherzando.
-Okay, scusa, ma sarà successo qualcosa, no? Voglio dire, non vi vedevate da mesi.-
-Sì, in effetti non sembrava più lui. Aveva i capelli più lunghi e anche un po' di barba.- si mise in mezzo George e entrambe lo guardarono male.
-Scusate, starò zitto.-
-Abbiamo litigato in realtà.- ammise Katie, tornando ad Alicia che trattenne il respiro.
-Si era portato Nolwenn dietro e, beh, io l'ho attaccato, poi lui ha attaccato me e poi ci siamo salutati.- concluse la ragazza, sbuffando.
-Aspetta, in che senso l'hai attaccato? Per Nolwenn?-
-Hai conosciuto Nolwenn Åström?-
Lee aveva appena raggiunto la tavolata e interruppe la conversazione senza preoccuparsi di nulla.
-C'ero anch'io, Lee. E' davvero stupenda ed è anche simpatica. Sai, ci ho parlato ed è...- George si bloccò all'improvviso, guardando l'espressione minacciosa di Alicia e decidendo di rimandare il discorso ad un'altra occasione.
-E' il testosterone, pulce, va' avanti.- disse Alicia, tornata tranquilla.
-Ecco, vederlo con lei mi ha un po' innervosito...-
-Innervosito? Se l'è quasi divorato!- sbottò George, ma ad un altro sguardo di Alicia mimò di cucirsi la bocca.
-... Però, non lo so, vederlo lì mi ha fatto strano. Non aveva alcuna buona motivazione che spiegasse l'assenza delle sue lettere e per la prima volta ho finalmente capito che, in realtà, io non sono poi così importante per lui. Ho sempre creduto che il nostro fosse un rapporto speciale, voglio dire, lui è più grande di me, però mi è sempre stato amico e molto spesso ha preferito la mia compagnia rispetto a quello di altre ragazze che gli ronzavano intorno.- prese un respiro profondo, prima di continuare -E' sempre stato il mio confidente e, piano piano, è diventato il mio migliore amico... però forse tutto questo affetto era percepito solo da parte mia, no?-
Lee, George ed Alicia si scambiarono un'occhiata, non sapendo cosa dire.
-Ma va bene così. Devo cercare di andare avanti e prenderne atto. Ci siete ancora voi e mi volete bene, però adesso ho paura che tra due anni vi dimenticherete anche voi di me e...-
Alicia quasi sobbalzò quando vide delle lacrime solcare il viso di Katie e non seppe come comportarsi, era Angelina la mamma del gruppo, mentre lei aveva sempre avuto il ruolo della figlia più pestifera.
Fu George il primo ad abbracciarla e Katie provò a sorridere.
-Sono proprio una piagnucolona. Scusa, Alicia, tu non piangeresti mai in pubblico.- disse Katie, guardando l'amica che scosse la testa.
-Tu non devi essere uguale a me, pulce. Ti vogliamo bene così come sei; in realtà anch'io a volte vorrei essere spontanea e dolce come te.- ammise Alicia, facendo voltare George e Lee verso di lei.
-Anch'io vorrei che tu lo fossi ogni tanto.- disse Lee e Alicia alzò il dito medio senza pudore.
-Sempre a litigare voi due?- Angelina, mano nella mano con Fred, pose loro una domanda retorica e si sedette alla tavolata felice come sempre.
-Da quando state insieme vi si vede sempre appiccicati. Vorrei stare un po' con la mia amica ogni tanto.- sbuffò Alicia, mentre Katie si ricomponeva in fretta.
-Non fare la brontolona come al solito. Puoi stare con me quando vuoi.- rispose Angelina, guardando Katie e capendo al volo la situazione.
Una mamma conosceva bene i suoi piccoli.
-Oggi allora.- continuò Alicia, testarda.
-Andata. Katie, sei dei nostri, spero.- disse Angelina, sorridendo amorevolmente alla pulce che annuì felice.
-Bene, Angie, grazie per esserti tolta facilmente dalle scatole. Avevo proprio voglia di stare un po' con i ragazzi oggi.- scherzò Fred, indicando il fratello e Lee e provocando lo strozzamento di Katie.
-Mastica piano.- la ammonì Angelina, proprio come una vera mamma.
-Io passo, amico. Leanne...-
-Ahhh, non dire altro.- disse Fred, scenico, premendo le mani sulle orecchie -Se sento ancora una parola sdolcinata su quella ragazza, potrei vomitare la colazione che non ho ancora fatto.-
Tutti risero divertiti, compreso Lee che scosse la testa come a dargli ragione.
-Non ti sarai dimenticato degli amici, voglio sperare.- sbottò Alicia, tornata alla carica.
-Sei di nuovo gelosa.- cantilenò Lee, trionfante, facendo spalancare la bocca dell'amica.
-Affatto, sono solo realista. Tu trascorri poco tempo con noi e troppo tempo con lei. Devi saper dividere le tue giornate in maniera equa.- continuò la ragazza, come se fosse un discorso preciso e chiaro.
-Non la pensate come me?- si ritrovò a chiedere la bionda, ad un'occhiata confusa del gruppo.
-No, per niente. Lee, trascorri le tue giornate con chi desideri. Siamo stati tutti insieme per anni e Leanne merita le tue attenzioni.- concluse Angelina, facendo innervosire Alicia come non mai.
-E' vero. Leanne è mia amica e pretendo che la tratti nel migliore dei modi.- aggiunse Katie, con un sorrisetto sbarazzino.
-Bla bla, avete rotto. Sembrate delle vecchiette tutte sorrisi e carezze.- si intromise Alicia, schifata.
-Okay, porrò io fine ad un possibile litigio.- disse Fred, non appena vide la bocca di Angelina aprirsi per ribattere -Georgie, ho delle idee interessanti per delle nuove invenzioni.-
-Non vedo l'ora di sentirle, fratello.- ammise George, notando poi lo sguardo preoccupato di Katie.
-Però poi devo parlare con Angie. Te la posso rubare stasera?-
Fred fece finta di pensarci su.
-Certo che sì. Sei suo cognato, dopotutto.-
Fred sorrise, così come Angelina, Lee e -seppur ancora arrabbiata- anche Alicia.
Katie spostò lo sguardo su George che sorrise amaramente.
-Infatti.-

 


-Mi devi fare un favore. Un grosso favore.-
Katie guardò il ragazzo con uno sguardo poco convinto.
-Perché so già la mia risposta?-
-Avanti, pulce, sei mia amica. Oliver è geloso di me, per cui sono anche il tuo confidente.- continuò George, seguendola per i corridoi del castello.
-Sì, ed è proprio perché ti sono amica che non ti farò alcun favore.-
George fece un'espressione a metà tra il dispiaciuto e l'offeso.
-Andiamo, cosa ti costa? Non sai nemmeno cosa voglio chiederti.-
-Ma so già che riguarda Angelina e Fred e so anche che, alla fine della storia, quella che ci andrà di mezzo sarò solo io. Visto? So già un sacco di cose.- disse Katie, con un falso sorriso.
-Pulce, tu sei l'amica più cara che ho al mondo. Dico sul serio. Lo so dal primo nostro incontro.- disse George, mentre Katie si scioglieva un po' -Potrei chiedere questo favore solo a te. Alicia mi ammazzerebbe e non capirebbe, Lee combinerebbe un casino dei suoi. Ti prego.-
Katie guardò il volto supplicante di George e sbuffando gli prese una mano.
-Cosa devo fare, capo?-

 

 

-Freeeeed!-
Il ragazzo, che stava passeggiando per il castello, si voltò per scontrarsi con il sorriso radioso di Katie.
-Ehi, pulce.-
-Hola, amigo. Senti, visto che la tua consorte è con il mio amico perché tu ed io non andiamo a provare qualche tiro al campo di Quiddich?- propose la ragazza, saltellando come un coniglietto pazzo.
-Okay, pulce, ma rilassati, eh.- rise Fred, accarezzandole i capelli.
“Merlino, spero di star facendo la cosa giusta!”

 


-Per cui ora non si parlano.- concluse George, avanzando con Angelina al suo fianco.
-Povera Katie! Certo che Olly è privo di tatto... però non batte tuo fratello, eh.- rise Angelina, facendo stringere lo stomaco a George e facendolo, per un attimo, desistere dal suo intento.
Angelina aveva in testa solo Fred al momento, ma forse -o almeno quella era una sua viva speranza- se avesse saputo dei suoi sentimenti la ragazza avrebbe cambiato idea.
-Sono convinta che presto o tardi fra quei due qualcosa potrebbe cambiare, però. L'hai detto tu, no, che Olly sembrava geloso?- continuò Angelina, non notando la sua espressione agitata.
-Sì, infatti. Credo... credo che non abbia ancora capito che dopotutto Katie gli interessa in un altro senso.- disse George, mentre Angelina annuiva -Però può capitare di non comprendere i propri sentimenti dall'inizio, sai? Magari la persona è sempre stata di fronte a te o al tuo fianco e tu non te ne sei mai accorto, vuoi perché sei completamente idiota o perché pensavi che un giorno tutto sarebbe andato per il verso giusto, bastava volerlo e...-
-George, mi sto perdendo un po'.- chiarì Angelina, confusa.
-Angie, non so come dirtelo... Ecco, in questo momento mi faccio davvero schifo, ma non posso più stare zitto.- disse George, prendendole il viso fra le mani.
George non seppe come proseguire, ma Angelina -conoscendo da tempo i caratteri dei suoi amici- incominciò a presagire qualche cosa.
-George, è tuo fratello.- commentò la ragazza, cercando di farlo tacere su quanto stava per dire.
-Lo so e mi sto odiando per quanto sto per fare, ma devo. E' un tuo dovere sapere.- disse George, avvicinandosi al suo viso.
-Non farlo, ti prego.- mormorò Angelina, incapace di muoversi.
George sorrise -quel sorriso identico a quello di Fred- e si calò su di lei, posando le sue labbra sulle sue.
Angelina rimase immobile, di ghiaccio e sentì una sensazione diversa da quella provata con Fred.
Il comportamento di Angelina non fermò George, che le diede altri tre baci lievi prima di staccarsi.
-Ora dimmi che non hai sentito niente.-

 

 

Alicia smise di leggere e si alzò dalla poltrona, pronta per andare a dormire.
Lee era andato a dormire da un pezzo, così come Bradley.
Leanne stava ancora chiaccherando con le sue compagne di stanze ed ogni tanto la scrutava in maniera fastidiosa.
Salì le scale per il suo dormitorio e un brivido la percorse quando notò che era vuoto.
Angelina non c'era.
Katie non era nel suo letto.
Le altre tre compagne di stanza erano fuori chissà dove.
E Alicia non riusciva a dormire da sola al buio.

 

-Lee. Lee! Lee!!-
Il ragazzo si svegliò di soprassalto e quasi urlò dalla paura quando vide una figura familiare guardarlo.
-Alicia?!- sibilò, stranito dalla presenza dell'amica lì.
Il ragazzo si stropicciò gli occhi, per paura che fosse solo un sogno, ma scoprì ben presto che Alicia era davvero lì, vicino al suo letto.
-Posso dormire con te?- sussurrò lei, senza tanti giri di parole.
-Che vuoi fare?!- domandò lui, quasi cadendo dal letto.
-Dai, che hai capito. Le ragazze non ci sono e il mio dormitorio è vuoto.- pregò lei e Lee non replicò, conoscendo bene la fobia di Alicia.
-Sì, ma perché non lo chiedi al tuo Brad?- la punzecchiò lui, mentre tirava le tende per evitare che qualcuno notasse la presenza della ragazza.
-Uffa, non fare il rompiscatole adesso. Con te ho più confidenza e sono sicura che tu non farai niente di sconveniente.-
-Non ci giurerei.- disse Lee a denti stretti, notando la leggera camicia da notte dell'amica.
-Cosa?-
-Niente, niente. D'accordo, va bene. Entra nel letto e chiudi la bocca. Ho sonno.- grugnì Lee, cercando di ricordarsi di essere impegnato.
Alicia gli si mise accanto, cercando di evitare qualsiasi contatto con lui.
-Smettila di fare la bambina. Avvicinati o cadrai dal letto.- disse Lee, tirandola verso di sé.
Alicia sentì improvvisamente caldo e si pentì di aver fatto un gesto così avventato.
-Lee?-
-Uhm?-
-Cosa dirai a Leanne?-
Lee aprì un occhio e quasi sussultò notando la vicinanza con l'amica.
-Tu cosa dirai a Bradley?-
-Lui non è il mio ragazzo e io dormo con chi mi pare.- ribatté Alicia, alzando un po' la voce e facendo sorridere Lee.
-Non è necessario che Leanne lo venga a sapere.-
Alicia s'indispettì, ma non commentò.
-Abbracciami pure se hai paura, Alicia.- sussurrò Lee, facendola arrossire.
La ragazza non seppe come comportarsi. Da una parte voleva abbracciarlo, dall'altra non voleva compromettere nessuno, tanto meno se stessa.
-Te la sei presa?- chiese Lee, a bassa voce.
-Posso davvero?- mormorò Alicia, con un nodo alla gola.
-Sì.-
Sentì le mani di Lee avvicinarla ancora di più a sé, fino a quando non cozzò contro il suo petto.
Alicia decise di agire d'istinto, così l'abbracciò lentamente per poi addormentarsi serena.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Un altro capitolo andato! Questo è uno dei capitoli che preferisco, perché da qui iniziano i problemi per il triangolo Fred-Angelina-George e in quesi capitoli si capirà perché Angelina, alla fine, sposa George, per cui state attenti ad ogni azione/parola detta da loro tre.
Da qui inizierà anche la frammentazione del gruppo, perché ci saranno parecchi litigi dovuti ai loro diversi comportamenti.
Il rapporto di Alicia e Lee verrà trattato di più e causerà litigi, soprattutto con Katie.
Un grazie immenso a tutti coloro che seguono questa storia. Siete unici! <3
Un bacione.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

La mattina dopo, quando Lee si svegliò, tastò immediatamente il materasso accanto a sé e sospirò rumorosamente.
Era stato solo un sogno. Avrebbe dovuto intuire che Alicia non sarebbe mai andata da lui, specialmente a dormire da lui.
Che razza di sogno! Leanne lo avrebbe scannato vivo se solo lo avesse saputo.
Lee mise la faccia sul cuscino e sospirò una seconda volta.
Ed in quel momento lo sentì.
Il profumo di fragole, tipico dello shampoo di Alicia.
Conosceva bene quell'aroma, perché Alicia, al secondo anno, gliene aveva versato una bottiglietta sulla testa a causa di un litigio e l'odore gli era rimasto addosso per una settimana.
Un po' più sereno si alzò dal letto, conscio oramai che l'amica aveva effettivamente dormito con lui.
-Amico, amico, amico!-
Fred gli diede una pacca sulla spalla e gli strizzò l'occhio.
-Cosa?- domandò Lee, temendo che il ragazzo avesse compreso tutto.
-Stamattina ho visto una figura femminile sgusciare via dal tuo letto veloce come un fulmine. Cos'avete combinato tu e Leanne, eh?- spiegò Fred, dandogli una gomitata fin troppo decisa e mozzandogli il respiro.
-No, cos'hai capito... Non era...-
-Vuoi dire che tu e Leanne non avete...?-
-Certo che abbiamo! Ed anche più di una volta, ma ieri sera non è successo nulla perché...-
-Ah, capito. Una semplice dormitina. Chiaro.- lo interruppe ancora l'amico, abbottonandosi la divisa davanti allo specchio.
-E, senti, tu ed Angelina non avete ancora... concluso?- domandò Lee, curioso.
-Lee, per me non sarebbe la prima volta come nel tuo caso; ma Angelina è nella tua stessa situazione.- disse Fred, cercando di essere allusivo.
-Ora non più.- disse Lee, sentendosi un uomo vissuto e facendo sorridere Fred.
-Vabbé, ma avrete fatto altro, immagino. Fin dove siete arrivati?- chiese ancora Lee, impaziente di sapere.
-Spiacente, amico, ma non posso parlare. Angie mi ucciderebbe e poi queste cose sono private, non si vanno a raccontare in giro.- concluse Fred, prendendo la borsa con i libri.
-Ma... ma... Io ti ho detto tutto!- sbottò l'amico, adirato.
-Mica ti ho costretto, no?- disse Fred, salutandolo e lasciando Lee di stucco.

 


Quando George e Katie scesero per la colazione, Angelina stava già consumando il suo pasto.
Salutò Katie con un sorriso, sorriso che si congelò non appena notò la presenza di George.
-Angie, eccoti finalmente.- disse Fred, raggiungendo il trio e sedendosi accanto alla ragazza.
-Ieri sera ti aspettavo.- continuò lui, mentre Angelina non alzava gli occhi dal suo porridge.
-Mi dispiace, Fred. Ero molto stanca e sono andata subito a letto.- rispose lei, posando il cucchiaio ed alzandosi in piedi.
-Ci vediamo a lezione.- disse lei a Fred, salutando con un cenno George e Katie che ricambiarono a disagio.
-Si è alzata con un po' di raffreddore oggi.- se ne uscì Katie, per fare in modo che Fred non si insospettisse.
-Dopo le farò un regalino, così si sentirà meglio.- disse Fred con un sorriso, poi si rivolse al fratello -Georgie, non è che l'hai spaventata ieri sera?-
Katie spalancò gli occhi, ma George cercò di non perdere la calma.
-In che senso?-
-Lo so che sei geloso, ma non puoi minacciarla.-
Solo il tono scherzoso di Fred, evitò a George un attacco di panico.
-So che io e te siamo sempre stati insieme e anch'io ti voglio bene, ma non mi perderai per Angelina, tranquillo.- continuò Fred, con una semplicità tale da far sentire in colpa sia George sia Katie, che si alzò dalla tavolata e corse via dalla Sala Grande.
-Ma cos'hanno tutti quanti?- sbottò Fred, stufo da quello strano atteggiamento.
-Ci sarà un virus, chi lo sa. Ci vediamo più tardi, fratello.- lo salutò George, per poi raggiungere Katie che lo aspettava seduta sull'ultimo gradino della scala principale.
-Pulce...-
-Abbiamo sbagliato, George, abbiamo sbagliato tutto. Erano felici insieme e noi ci siamo messi in mezzo.- disse Katie, guardandosi le mani come se fosse un'assassina.
-Pulce, abbiamo solo...-
-Hai visto in che stato è Angelina? Non sembra più lei!- sbottò Katie, fissandolo per la prima volta.
-Ma io dovevo dirle tutto, perché...-
-Sei un grande egoista, lo sai?-
George si congelò sul posto, perché non era stata Katie a pronunciare quelle parole.
Katie spalancò la bocca, quando Angelina -nascosta fino a quel momento dietro ad una colonna- sbucò fuori, guardandoli minacciosa.
-E tu, Katie, come hai potuto farmi una cosa del genere? Come hai potuto farla a Fred? Non so come ti abbia convinta George, ma sappi che non ti perdonerò mai.-
-Ma, Angie, io non volevo più vederlo triste.- provò a spiegare Katie, alzandosi con impeto.
-Ed ora ci sei riuscita, contenta? Ma io sono triste e presto lo sarà anche Fred.- continuò Angelina, arrabbiata come mai nella vita.
-Non vorrai dirgli tutto?!- domandò Katie, trattenendo il fiato.
-Non ce n'è bisogno.-
George, Katie ed Angelina si voltarono verso la fonte della voce e con orrore videro Fred Weasley che li fissava, stranito da tutta quella stramba situazione.
-Freddie...-
-Spiegami tutto, George.- disse Fred, mentre Angelina scappava lontano da loro.
-Io ho baciato Angelina e le ho detto quello che provo per lei.- disse George senza paura di ripercussioni -Faccio schifo come fratello, quello che vuoi, ma aveva il diritto di sapere. So di essere arrivato tardi, ma ho compreso i miei sentimenti solo dopo la tua dichiarazione. Siamo gemelli, siamo identici e forse sono identici anche i nostri gusti in fatto di ragazze.- provò ad ironizzare lui, non riuscendoci affatto.
Fred gli si avvicinò, fronteggiandolo.
-Mi fidavo ciecamente di te.-
-Lo so.-
Fred alzò il pugno, pronto a colpire e George era pronto a non reagire, non ne aveva il diritto.
Fred si ricompose.
-Non ti colpirei mai, Georgie, lo sai. Io non ti farei mai del male.-
George si sentì morire per quelle parole dette con così tanta amarezza.
Poi Fred si voltò verso Katie che si mordeva il labbro, nervosa.
-Gioco di squadra, eh, Katie? Mentre lui parlava con Angie, tu distraevi me. Brava, ottimo lavoro.-
-Fred, io...-
-Mi fidavo anche di te. Evidemente avevo riposto la mia fiducia nelle persone sbagliate. Non succederà più comunque.- disse il ragazzo, salendo le scale e andando via.
George e Katie rimasero in silenzio per un po', fino a che Katie si decise a raggiungere il suo dormitorio.
-Pulce...-
-No, non provare a farmi ragionare. Te l'avevo detto, te l'avevo detto che era una cazzata e che se la sarebbero presa con me, ma tu hai voluto fare tutto di testa tua. Perfetto, oramai è fatta, ma da adesso in poi devi stare lontano da me. Non voglio più confidarmi con te o stare con te. Non voglio più te, insomma!- tuonò la ragazza, singhiozzando come una disperata e correndo via, lontano da lui e dall'unica persona che gli aveva fatto dimenticare l'intera faccenda di Oliver e Nolwenn.

 

Alicia, ignara di tutto quello che stava succedendo, chiaccherava con Bradley del più o del meno, seduta con lui su una panchina del Parco.
-Quindi anche tu sei stato invitato alla festa di Isaac Brooks quest'estate?- domandò Alicia con uno sbuffo irritato.
-Se non ti fa piacere, basta dirlo.- disse Bradley con un sorriso divertito.
-Non è quello, solo non sopporto il fatto che i nostri genitori ci impongano cosa fare, chi frequentare, con chi trascorrere l'estate...-
-Non è poi tanto male.- affermò Bradley, pensandoci su.
Alicia lo fulminò con gli occhi.
-E perché mai?-
-Perché, grazie ai miei, ho conosciuto te.-
La frase era stata detta con un'ingenuità tale da far arrossire Alicia senza volerlo.
-Uhm, come vuoi.-
Bradley, che non si era accorto di nulla, mostrò un sorriso divertito, pronto a parlare.
-Com'è stato dormire con Lee?-
Alicia quasi cadde dalla panchina, guardandolo con gli occhi spalancati.
-Come lo sai?-
-Ti ho sentita ieri sera, mentre parlottavi con lui. Allora, cos'è successo?-
Alicia tornò ad arrossire, incapace di formulare un frase coerente.
-Tranquilla, non mi sono offeso. Anzi, forse è stato meglio così. Io non mi sarei trattenuto con quella camicia da notte.- continuò Brad, senza peli sulla lingua.
-L'hai vista?- domandò lei, imbarazzata.
-Stamattina, quando sei sgattaiolata via.- annuì il ragazzo, contento per ciò che aveva visto.
-Togliti quel sorriso dalla faccia, non è successo nulla. Abbiamo dormito e nient'altro.-
-Sì, ma se un ragazzo impegnato dorme con un'altra ragazza, qualcosa vorrà dire, no?-
-Lee mi ha solo aiutata. Sapeva che avevo paura e così mi ha... ospitata nel suo letto, tutto qui.- concluse Alicia, con semplicità, guardando Brad che scosse la testa.
-Non siete più bambini, Alicia. Siete adolescenti con degli ormoni pienamente funzionanti, per cui, credimi, Lee non è davvero interessato a Luise.-
-Leanne.- lo corresse la ragazza, per le centesima volta.
-Scusa, ma io non ricordo mai i nomi delle comparse.-

 

Fred riuscì a trovare Angelina solo dopo pranzo.
Era davanti al Campo di Quiddich, o meglio quel che rimaneva del Campo di Quiddich.
Un'alta siepe lo ricopriva interamente, per la terza ed ultima prova dei quattro campioni.
Era incredibile che, solo qualche mese prima, la sola preoccupazione di tutto il gruppo fosse il Torneo Tremaghi.
Sembrava passato un secolo da allora.
-Angie.-
Angelina si voltò e provò a sorridergli, invano.
-Caspita, com'è cresce in fretta. Era solo un cespuglio ieri sera, quando Katie ed io...- si bloccò, ricordando il perché Katie lo avesse portato lì.
-Se un bacio ti ha sconvolto tanto, è preoccupante.- ammise Fred, notando lo sguardo di Angelina.
-Sono solo confusa, Fred. Non immaginavo che anche George provasse qualcosa per me.- mormorò lei, torturandosi le mani.
-Per cui è finita.- disse Fred, dispiaciuto.
Angelina sospirò.
-Fred, cerca di capire. Io non voglio farvi litigare e non voglio dividere il gruppo, per cui è meglio prenderci una pausa fino a quando tu e lui non avrete... recuperato il rapporto.- disse Angelina, sicura.
-Non cambierebbe niente. Continueremo ad amare la stessa ragazza.- disse Fred, con semplicità.
-A-amare?- bisbigliò Angelina, spalancando la bocca.
-Sì, amare. Però forse hai ragione, è meglio prenderci una pausa.-
Fred le diede un bacio sulla guancia ed Angelina, benché sentisse un profondo nodo in gola, seppe di aver fatto la scelta giusta.

 

-Pss!-
Alicia alzò lo sguardo dal suo libro e vide Lee accucciato davanti a lei, seminascosto sotto il tavolino.
-Che diavolo stai facendo?-
-Devo chiederti un favore, ma non posso farmi vedere da Leanne.- spiegò Lee, a bassa voce.
-Per quale stupido motivo?- disse lei, mantenendo il tono di voce normale.
-Shh, zitta! Le sue amiche le hanno detto di noi.-
Alicia spalancò gli occhi.
-Sa dell'altra sera?-
-No, sarei già morto. Le hanno detto di noi, del nostro rapporto ambiguo.- continuò Lee, lanciando occhiate in giro, sperando che nessuno lo vedesse.
-Ambiguo?-
-Così l'ha definito Leanne. Ha detto che non è normale litigare così tanto.-
-Non è normale per lei, ma chi ci conosce sa che siamo fatti così.- replicò Alicia, iniziando a non sopportare Leanne.
-Senti, è solamente gelosa.-
-Morbosa è più adatto.- replicò con decisione Alicia, chiudendo il libro e appoggiandolo sulle gambe.
-Mi vuoi fare questo favore o no?- continuò Lee, deviando il discorso.
Alicia alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
-D'accordo. Cosa vuoi?-
-Mi devi accompagnare ad Hogsmeade.- sussurrò Lee, continuando a guardarsi attorno.
-Non sono più previste gite.- disse Alicia sicura, alzando le sopracciglie per fargli capire che le dispiaceva.
-Proprio per questo mi devi aiutare. Grazie ai gemelli conosco ogni passaggio, ma i controlli sono raddoppiati dopo la Coppa del Mondo e solo il tuo cervello può aiutarmi.- concluse Lee, cercando di adularla per il suo scopo.
-Non ti credo, perché ti servo?-
Lee si leccò le labbra, seccatesi all'improvviso.
-Fred ed Angelina sono una coppia, oramai. George e Katie stanno sempre insieme, talmente tanto che mi viene da pensare che la pulce abbia dimenticato Olly.- spiegò Lee, allusivo.
-Naa, Katie è ancora cotta del Capitano, non temere. George è la sua spalla.-
-E tu sei la mia.-
Alicia spalancò gli occhi e Lee fece altrettanto, subito dopo aver compreso il peso delle sue parole.
-Nel senso che puoi aiutarmi solo tu, okay? Angie e Katie sono mie amiche, ma con te ho più confidenza. Per te è lo stesso, l'hai detto ieri sera.-
Alicia ci pensò su un paio di minuti, prima di annuire.
-Sì, è vero. Angie è la mia migliore amica, ma ci sono cose che a lei non posso proprio dire.- ammise Alicia -Però perché devi andare al villaggio?-
-Per un colloquio di lavoro.-
-Ancora con questa storia? Credevo che la fissa per i colloqui ti fosse passata da un pezzo!- sbottò Alicia, stufa.
-Non mi passerà finché non avrò capito cosa voglio fare della mia vita. Il prossimo è l'ultimo anno ed il tempo stringe. Non voglio rimanere in panchina, mentre le persone intorno a me vanno avanti e intraprendono le carriere per le quali sono nati.-
-Odio quando sei così profondo, non posso prendermela con te.- disse Alicia, con un sorriso che ammetteva di essere colpita da quel discorso.
-Ti darò una mano, Lee.-
-Grazie.-
-Ma non sarà facile.- rise lei, felice.
-Perché?-
-Perché ti sei appena indebitato con Alicia Spinnet.-

 

Alicia non vide il resto del gruppo per tutto il giorno.
La terza prova era imminente e la ragazza pensò che, forse, erano tutti andati a vedere l'enorme labirinto al campo da Quiddich.
Si rese conto di essersi sbagliata, quando Leanne le si avvicinò nel pomeriggio, mentre le sue amiche l'aspettavano sedute vicino al fuoco.
-Ciao, io sono Leanne.-
-Ed io sono impegnata.- rispose Alicia, mentre concludeva il suo tema di Trasfigurazioni.
-Lo vedo, ma probabilmente ti interesserà sapere che Katie sta piangendo nel nostro dormitorio.-
Alicia, benché colpita dalla curiosità, fece finta di non scomporsi e decise di alzare lo sguardo verso la ragazza di fronte a lei.
-Perché non la vai a consolare allora?- borbottò Alicia, guardando l'espressione confusa e allo stesso tempo infastidita di Leanne.
-Ci ho provato, ma per qualche strana ragione mi ha detto che vuole parlare solo con te.- rispose la ragazza, indispettita.
Alicia si alzò dalla poltrona, Leanne le arrivava alla spalla, ma non si scompose.
-Grazie per avermi avvertita. Ora ci penso io.-
-Prego.-
Le parole erano quelle giuste, ma entrambe avevano usato un tono infastidito ed irritato.
Alicia salì le scale, quindi non sentì le parole di Leanne rivolte alle amiche.
-Ora capisco perché Lee la odia tanto.-

 

-Pulce?- Alicia bussò alla porta, prima di entrare nel dormitorio dell'amica.
C'era stata poche volte, ma non era tanto differente dal suo.
Il letto di Katie era quello più vicino alla finestra e lei ci era sdraiata sopra.
Singhiozzava, come sempre, ed Alicia sbuffò, afflitta.
Continuava ad essere una pessima consolatrice, ma si trovava sempre in quelle situazioni.
-Pulce, cos'è successo stavolta? E' vero che ti avevo detto di essere te stessa, ma così è troppo. Basta frignare come una bambina!- sbottò la ragazza, avvicinandosi al letto dell'amica che le si buttò fra le braccia.
-Ehi, è così grave?- tentò Alicia, provando ad accarezzarle la testa, sentendosi inadeguata.
-Sono una persona orribile. Ho combinato un casino.-
-Ma si può rimediare.-
-No!-
Alicia ascoltò tutto il racconto e a stento riuscì a frenare la lingua e far concludere Katie.
-Era chiaro che anche George provasse qualcosa per Angie, ma non avrei mai pensato che si sarebbe dichiarato ora.- puntualizzò la ragazza, scuotendo la testa.
-Comunque non è questo il punto. Pulce, hai fatto una cosa sbagliata.-
-No, davvero?- disse Katie, retorica.
Alicia si lasciò scappare una risata, ma si ricompose subito.
-Era solo per precisare. Ad Angie passerà, vedrai, e Fred ti perdonerà, ma non ti sei comportata da amica. Lo so che l'hai fatto per George, quindi solo perché sei molto buona, ma devi promettermi che la prossima volta sarai meno ingenua.-
Katie annuì e si asciugò gli occhi con una tale tenerezza da farla sembrare davvero una bambina piccola.
-Senti, ma non è che hai preso una sbandata per George?-
Katie spalancò la bocca.
-Lo sapevo che hai ancora Oliver in testa!- trillò Alicia, trionfa -Solo che Lee mi aveva messo un minuscolo dubbio.-
-Da quando tu e Lee chiaccherate come vecchi amici?- domandò Katie, curiosa.
-Da quando tu stai tutto il giorno con un gemello ed Angie con l'altro.-
Katie guardò gli occhi dell'amica e ci vide qualcosa che prima non aveva notato.
-E a te fa piacere?-
-Beh, quando siamo soli ho notato che litighiamo di meno e...-
-E...?-
-E...- Alicia si bloccò, guardando Katie sotto una luce nuova.
-Perché usi questo tono accusatorio?-
-Non lo so, dimmelo tu. Tutti dicono che fra te e Lee succederà qualcosa, ma adesso lui sta con Leanne.-
-Questo lo so, ma io e Lee siamo amici, per cui non smetterò di parlargli per la gelosia di quella maniaca del controllo.- replicò Alicia, usando un tono tutt'altro che rilassato.
Katie scattò in piedi, puntandole un dito contro.
-Tu e Lee avete fatto qualcosa! Vi siete baciati!-
Alicia la fissava con evidente confusione e scosse la testa.
-Pulce, stai delirando. Io non bacerei mai un ragazzo impegnato.-
-Ma baceresti Lee, vero?-
Alicia non riuscì a frenare il rossore sulle guance, ma il tono di Katie la infastidiva sempre di più.
-Senti, io e Lee siamo solo amici e nient'altro. Certo, ieri abbiamo dormito insieme, ma solo perché...-
-Avete dormito insieme!?- sbottò Katie, guardandola come se fosse una poco di buono.
-Sì, ma solo perché tu ed Angie non eravate nel dormitorio ed io avevo paura.- chiarì Alicia, sperando che si calmasse e si rendesse conto di aver esagerato.
-Potevi aspettarci, però. Saremmo tornate e tu lo sai.-
Alicia spalancò la bocca, pronta a ribattere, ma la richiuse subito. In effetti, non aveva pensato a quella soluzione. Sarebbe stato tutto più facile se avesse aspettato le amiche.
-Non ci avevo pensato.- ammise Alicia, dispiaciuta.
Katie, però, non si rilassò, ma continuò a giudicarla senza tanti problemi.
-Fai la predica a me e poi dormi con Lee?-
-Katie, abbiamo solo dormito.-
-Oh, per favore. Sai bene che Lee prova qualcosa per te, lo sanno tutti. Tu e George siete identici! Angie e Lee sono fidanzati, perché vi siete dovuti dichiarare ora?-
-Primo: io non mi sono dichiarata a nessuno, ma ho solo dormito con una persona che prima di essere il ragazzo di Leanne, era mia amica. Secondo: tu a George l'hai aiutato e ora giudichi me? Katie, ti giuro che fra me e Lee non è successo niente.-
-Non è vero, Alicia. Non è ancora successo niente, ma succederà. Leanne è mia amica.-
-Anche io e Lee lo siamo.-
-Proprio per questo te lo sto dicendo. Siete miei amici, per cui non vorrei vedervi litigare tutti e tre. Alicia, mi dispiace, so che hai la mania dei ragazzi, ma lascia stare Lee!-
Alicia sembrava più arrabbiata che mai.
-Piantala, Katie, lo so! Non devi darmi nessun suggerimento o consiglio, perché, mi spiace, ma non ne sei proprio in grado.-
Katie mise su il broncio ed Alicia, dopo averla guardata per un'ultima volta, uscì di corsa dal dormitorio.
Poi Alicia, mentre nessuna la vedeva, sgattaiolò nel dormitorio dei ragazzi, sperando che Lee tornasse in fretta.


Spiegazioni, varie ed eventuali:

Mmm, che dire di questo capitolo? Fred ha scoperto ogni cosa e spero che la sua reazione non sia OOC, anche perché io non la vedo tale. Fred e George non sono solo fratelli, sono gemelli ed il loro è un legame che non può spezzarsi tanto facilmente. D'accordo, sono entrambi innamorati di Angelina, ma si vogliono troppo bene per smettere di parlarsi o litigare furiosamente. Inoltre, proprio questo legame verrà sottolineato nel prossimo capitolo. E, più avanti, capiremo anche il perché della decisione di Fred di lasciare andare Angelina.
Katie ha litigato con un po' di persone e questo fa capire quanto sia cambiata rispetto agli anni precedenti.
E' più sicura di se stessa e cerca di essere sempre sincera, ma meno brutale rispetto ad Alicia.
Alicia e Lee. Si stanno avvicinando parecchio e stanno iniziando a comprendere che la loro è un'amicizia profonda.
Boh, spero di aver chiarito i vari dubbi che, credo, si intensificheranno nel prossimo capitolo.
I prossimi sono gli ultimi due capitoli del sesto anno, poi inizierà il settimo che sarà quello più lungo e anche quello più ricco di novità (e soprattutto il primo in cui i componenti del gruppo non saranno più tanto vicini, letteralmente).
Un grazie speciale a tutti coloro che continuano a seguire questa storia.
Un bacione <3

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Alicia si svegliò di malumore quella mattina, memore della serata trascorsa a litigare con Katie.
Benché l'amica l'avesse accusata di essere interessata a Lee, la ragazza non si sentiva in colpa per aver di nuovo dormito con lui.
Erano amici ed in quel momento, stranamente, aveva bisogno di lui.
-Buongiorno.-
Lee, ancora assonnato, la fissava con uno strano sguardo, come se si aspettasse una spiegazione per la sua presenza lì.
-Ti racconterò tutto ad Hogsmeade. Preparati, perché oggi ci andiamo.- rispose Alicia, alzandosi dal letto e coprendosi istintivamente.
-Cosa guardi?- domandò lei, acida.
-Scusa, ma non sono abituato ad avere una ragazza nel letto.-
Alicia non sembrava pienamente convinta.
-Tu e Leanne... ?- lasciò in sospeso la domanda, cercando di non sembrare troppo curiosa.
-Sì, ma non abbiamo mai dormito insieme.- spiegò Lee, senza imbarazzo.
-Oh.- Alicia sembrò riflettere sulla cosa, poi cambiò tono di voce -Comunque ci incontriamo davanti alla Strega Orba dopo pranzo, okay?-
-D'accordo.- rispose Lee, sbadigliando.
-Aspetta, tu come sai della Strega Orba?- aggiunse, saltando su dal letto come morso da una tarantola.
-Fred ne parla con Angelina ed Angelina ne parla con me.-
-Un classico.-

 

-Angie. Angie, svegliati, per favore.-
Angelina aprì gli occhi e si trovò faccia a faccia con Katie, che mostrava un'espressione dispiaciuta e triste, che stonava molto con il suo classico viso.
-Devo chiederti scusa.-
-Adesso?-
Katie annuì e si sedette sul letto, aspettando che l'amica si svegliasse completamente.
-Pulce, non mi sembra il caso.-
-Ti prego, Angie, lo so di aver sbagliato tutto, ma mi devi perdonare. Non voglio dividere il gruppo, so che è il tuo peggiore incubo.-
-Chi...?-
-George.-
Angelina sospirò.
-Credo che sia un po' tardi oramai. Io e Fred ci siamo lasciati e i gemelli sono in rotta fra di loro.- ammise la ragazza, mettendosi a sedere a sua volta e provando a rimanere serena.
-Vi siete lasciati!? É tutta colpa mia! Angie, se riuscirò a far tornare tutto come prima, mi perdonerai?-
Angelina sorrise.
-Io non sono Alicia, a me passa in fretta.-
-Ma tu e Fred non state più insieme.-
-Si risolverà anche questa, vedrai.-
-Farò tutto io, non temere.-

 

-Sei pronto?-
-Sì, e tu?-
-Ovviamente. Domani si terrà l'ultima prova, per cui nessuno baderà alla nostra assenza a lezione. Hai trovato una buona scusa con Leanne?-
-Ho detto che non mi sentivo bene e visto che ha i G.U.F.O passerà tutto il giorno a studiare. E tu con Anderson?-
Alicia gli lanciò un'occhiataccia.
-Farò finta di non aver sentito. Andiamo, ora.-
-Si-si-si...-
-Non c'è bisogno di ripeterlo, basta dirlo una volta.-
-No, intendevo Silente!-
-Buongiorno, signor Jordan. Signorina Spinnet.-
Albus Silente li guardava con un'espressione serena, mentre gli occhi li scrutavano al di dietro degli occhiali a mezzaluna.
-Buongiorno, preside.- risposero all'unisono, cercando di mantenere una voce innoncente.
-State facendo una passeggiata?- domandò l'uomo, mentre gli occhi guizzavano verso la statua della Strega Orba.
-Sì, esatto. Non ci sono più gite ad Hogsmeade, per cui possiamo passeggiare solo nel castello.- disse Lee, mentre Alicia gli tirava un calcio sugli stinchi, sperando che il preside non l'avesse notato.
-Con i tempi che corrono sarebbe meglio rimanere nel castello, anche se in questo periodo tutti i professori si stanno occupando del torneo e non sorvegliano più di tanto gli altri studenti.- concluse Silente con con un sorriso, lanciando un'occhiatina ad Alicia carica di sottintesi.
-Sono le dieci, Spinnet, mi raccomando.-
Alicia annuì e non riuscì a trattenere un sorriso felice per le parole del preside che, salutandoli, continuò per la sua strada.
-La vecchiaia gli sta dando alla testa, temo.- proferì Lee, grattandosi la testa, perplesso.
-Idiota, ci ha dato il permesso. Silente è un genio ed avrà capito dove stiamo andando. Credi di riuscire a fare tutto in due ore, circa?-
-Anche meno. Perché ha detto “mi raccomando” a te e non a me? Sono io l'uomo, dopotutto.- disse Lee, offeso.
-Te lo ripeto: Silente è un genio.-

 


Katie provò a parlare con i gemelli per tutta la mattinata, ma non riuscì mai a trovarli.
Cercò ovunque e chiese a chiunque li conoscesse, ma nessuno sembrava averli visti.
Benchè avesse percorso il castello in lungo e in largo per almeno quattro volte, decise di non arrendersi perché gliel'aveva promesso ad Angelina e non voleva più deluderla.

 

I gemelli, nel frattempo, avevano deciso di parlare fra di loro di quella strana situazione.
Erano fratelli, si volevano bene e, benché entrambi sapessero quanto Angelina fosse importante per loro, non potevano spezzare il loro rapporto in quel modo.
-Allora, come la mettiamo?- chiese Fred, una volta che furono seduti all'unico tavolo della Stanza delle Necessità.
-Siamo entrambi innamorati di lei, questo è palese.- chiarì George, cercando di essere il più sincero possibile.
-E, per il momento, dobbiamo lasciarle il tempo di stare un po' da sola.- aggiunse Fred, tranquillo.
-Però io...-
-Georgie, non devi preoccuparti di nulla. Ero d'accordo anch'io sul prenderci una pausa.- lo interruppe Fred, mentre il fratello annuiva non pienamente convinto e sentendosi, per la prima volta, colpevole delle sue azioni.
-Ti voglio troppo bene per tenerti il muso, per cui mi è già passata. Ora voglio solo vedere Angie sorridere di nuovo e per farlo dobbiamo mantenere il gruppo unito.-
-Già.-
Fred guardò George negli occhi e gli scappò un sorriso divertito.
-Su con la vita, vedrai che riusciremo nell'ardua impresa. Prima di tutto, stasera voglio organizzare un'altra serata fra di noi. Solo il nostro gruppo e nessun altro.-
-Sarebbe bello se con noi ci fosse anche il Capitano.- disse George, provando a pensare positivo.
-É vero. E piacerebbe soprattutto a Katie.- rise Fred, provando ad immaginare la scena.
-Non più, fratello. Hanno litigato recentemente, ma vorrei che facessero pace, perché so quanto alla pulce manchi.-
-Rimedieremo anche a questo. Ora, prima di organizzare tutto questo, voglio un'altra cosa.-
-Quale?-
-Vederti fare un sorriso.-

 

-Vediamo se ho capito bene: Fred ha litigato con George, George ha litigato con Katie e Katie ha litigato con te.- elencò Lee sulla punta delle dita.
-E Angelina non parla più né con i gemelli né con la pulce.-
-E chi parla con me?-
-Tutti e, purtroppo, anch'io.-
Lee mormorò qualche lamentela sottovoce.
-Manca ancora molto?-
-Jordan, siamo appena partiti.-
-Lo so, ma ho fame e inizio ad essere un po' agitato.-
Alicia si fermò sul posto e si voltò verso il ragazzo.
-Andrai bene solo se riuscirai a tranquillizzarti, per cui tranquillizzati o ti uccido.-
-Tu sì che sai come mettere a proprio agio le persone.- disse Lee, ironicamente.
-Sono piena di doti, lo ammetto.-
Lee decise di non replicare, provando a trovare un argomento che lo distraesse dal colloquio.
-Ricordi il nostro primo incontro?-
-Sì, purtroppo. Era al campo di Quiddich, vero? Durante le selezioni per la squadra.-
Lee fece il verso di un allarme rotto.
-Errore, errore. Quello è stato il nostro secondo incontro, cioè la seconda volta che ci siamo parlati.-
-Uao, che memoria.- disse Alicia, con un tono che toglieva alla frase tutta l'intenzione di stupore.
Lee rimase in silenzio a lungo dopo quelle parole, quando Alicia, stanca di aspettare, parlò.
-Allora, qual è stato il nostro primo scontro?-
-Ahh, allora t'interessa.- replicò il ragazzo divertito e, senza darle nemmeno il tempo di ribattere, continuò.
-Ci incontrammo il primo settembre del nostro primo anno. Ero appena salito sul treno, ma i numerosi bagagli di una certa persona mi impedirono di andare a cercare uno scompartimento. “Permesso” le dissi io, ma la bambina non si scompose e mi rispose stizzita “Non ti posso far passare, perché aspetto che qualcuno porti i miei bagagli al mio scompartimento.” Allora le proposi di darle io una mano, perché sicuramente non sarebbe arrivato nessuno ad aiutarla, ma lei replicò di nuovo “Non ho bisogno di te, farò tutto da sola, se devo.”- concluse Lee ed Alicia, stupita, cercò di nascondere la sorpresa.
-Eri tu quell'insopportabile bambino lezioso.-
-Lezioso? Volevo solo darti una mano!-
-Dopo avermi detto che nessun controllore mi avrebbe aiutato!-
Lee tacque, contò fino a dieci e continuò.
-Non possiamo litigare per qualcosa successo anni fa!-
-Allora non parliamone più.- sbottò Alicia, ma ad un'occhiata di Lee aggiunse -Ero una bambina viziata e non mi piace pensare di non essere affatto cambiata.-
-Ma lo sei invece.-
-Davvero?-
Lee annuì convinto.
-Certo. Continui ad essere acida e talvolta sei insopportabile, ma sei molto più malleabile di quanto non fossi sei anni fa.-
Alicia arrossì, ma non volendo dare a vedere il suo imbarazzo per il complimentò decise di parlare ancora.
-Rinfrescami la memoria sul nostro secondo dialogo.-
-Eravamo sul campo da Quiddich e tu eri alle selezioni per il provino da Cacciatrice.-
-E tu che ci facevi lì?-
-Avevo accompagnato i gemelli ed Angie. Noi quattro eravamo amici già da un anno, ricordi?-
Alicia annuì, rammentando bene l'immagine di quei quattro sempre insieme per i corridoi.
-Tu stavi salendo sulla scopa per il tuo provino...-
-... quando una certa persona neanche tanto a bassa voce dice “Quella è talmente piena di sé che sarà quasi impossibile per lei alzarsi da terra.”-
-Te lo ricordi, eh.-
Lee sorrise, felice per chissà quale motivo.
-Mi ricordo benissimo la tua espressione quando sono riuscita ad alzarmi da terra e a fare anche di più.-
-Lo ammetto, quella volta mi hai davvero colpito.-
Alicia si lasciò scappare un sorriso, che Lee riuscì a cogliere nella sua brevità.
Per la prima volta, entrambi si resero conto di quanto potesse essere bello passare del tempo insieme.

 


Angelina stava percorrendo il corridoio al quinto piano, quando vide i gemelli camminare fianco a fianco, pronti a raggiungerla.
Le sorrisero in sincronia, mandandola ancora di più in confusione per quella bizzarra e piccola catastrofe che stava avvennendo fra loro tre.
-Buongiorno, Angie.- dissero all'unisono, inchinandosi entrambi come dei perfetti damerini.
-Ehm... 'Giorno, ragazzi. S-state bene?-
-Magnificamente, vero, George?-
-Giusto, Fred.-
Angelina spostò lo sguardo dall'uno all'altro, indugiando un secondo di più sul volto di Fred che le sorrideva sereno.
Capì immediatamente che avevano parlato e chiarito, che avevano compreso la sua confusione e che la rispettavano.
-I FAG sono tornati, impiastro.- chiarì Fred, prendendola sotto braccio.
-E sono più forti di prima.- aggiunse George, mettendosi dall'altra parte.
-Dobbiamo ricucire il gruppo, pezzo dopo pezzo. E solo con il tuo aiuto possiamo farlo.- disse Fred, facendole l'occhiolino.
-Avete un piano, immagino.-
-É semplicissimo. C'è solo un piccolo imprevisto che potrebbe distruggerlo completamente.- disse George, guardando prima Angelina poi Fred.
Tutti e tre annuirono prima di sospirare.
-Alicia.-

 


-Siamo arrivati.- disse Alicia, una volta aperta la botola a Mielandia.
-L'edificio è verde, poco lontano dalla Gringott.- lesse Lee su un pezzetto di carta, pescato dalla tasca dei pantaloni.
-Va bene, allora andiamo.-
Lee ed Alicia sgattaiolarono fuori dalla cantina e uscirono nel mezzo della strada principale di Diagon Alley.
-Te l'ho mai detto “grazie”?-
Alicia guardò Lee come se fosse un povero pazzo, con un'espressione disgustata mista a pietà.
-Nel senso che è stato grazie a te che ho conosciuto i gemelli. Mi avevi appena liquidato e loro mi hanno supportato.-
-Cioè mi hanno insultato a tal punto da renderteli simpatici.- specificò Alicia e Lee annuì ghignando.
-Beh, però sei sempre stata tu la causa. Quindi ti dovrei ringraziare.-
-Sei più strano del solito, oggi. Mi fai troppi complimenti e sto iniziando ad innervosirmi.- chiarì Alicia, imbarazzata e stranita.
-D'accordo, sto zitto. Volevo solo farti capire che, a volte, dire ti voglio bene non è poi così difficile, specie fra vecchi amici.-
Alicia lo guardò, arrossì ancora e sbuffò subito dopo, stufa dell'atteggiamento stranamente dolce di Lee.
-Mamma, mamma! Guarda che carini quei due fidanzatini!-
I due ragazzi sobbalzarono e distolsero lo sguardo, puntandolo entrambi su un bambino di circa cinque anni che li guardava con un enorme sorriso sul piccolo volto.
-Anch'io ho una fidanzatina, sapete?-
-Keith! Quante volte ti ho detto di non importunare le persone? Scusate tanto.- una giovane strega si avvicinò ad Alicia e Lee che sorrisero.
-Ciao, ciao!- li salutò il bambino, tirato via dalla madre che lo rimproverava per la sua troppa vivacità.
-Ehm, direi di andare o faremo tardi.- se ne uscì Alicia, agguantando Lee per una manica e cercando di accellerare il passo.
Quella gita stava diventando troppo lunga per i suoi gusti.


-Ho scritto ad Oliver, ma non penso che riuscirà a liberarsi.- disse Angelina, dispiaciuta, entrando nella Sala Comune.
-Gli hai scritto quello che ti abbiamo detto?- domandò George, mentre cercava Fred con gli occhi.
-Parola per parola, anche se non mi piace affatto quello che stiamo facendo.-
-É per il gruppo, lo sai. Ecco, Fred.-
Angelina voltò lo sguardo e vide il ragazzo immerso in una fitta conversazione con Leanne, che lo ascoltava in silenzio.
-Cosa si sta inventando?-
-Una buona scusa per tenerla lontano da Lee per le prossime ore.- chiarì George, con un sorriso.
-Katie non la prenderà bene.-
-Ma Katie non lo saprà.-

 

-Buongiorno, signor Hill.-
Un uomo, seduto alla scrivania, alzò gli occhi dalle proprie carte.
-Buongiorno.-
Lee entrò nella piccola stanza circolare, trascinando Alicia con sé per la troppa paura di rimanere solo.
-Sono Lee Jordan, per il colloquio di ricercatore naturalista.-
-Sì, ci siamo tenuti in contatto via gufo, mi ricordo bene.- disse l'uomo con sicurezza, indicando le sedie di fronte a sé.
-Lei è un'altra candidata?-
-No, è una mia amica.- mormorò Lee, imbarazzato -Come sostegno.-
-Ottima scelta, ragazzo.- disse il signor Hill, rivolgendo un dolce sorriso ad Alicia che ricambiò, incerta.
-Scusi, prima di iniziare, posso chiederle dov'è il bagno?- chiese Lee, con la bocca asciutta ed Alicia, rassegnata, non riuscì a non ridere di nascosto.
-Sicuro. La terza porta a sinistra, prima della porta gialla.-
Lee si scusò di nuovo ed uscì dalla stanza, lasciando Alicia e l'uomo da soli.
-É un po' agitato, signore.-
-É perfettamente normale. É giovane e dovrà stare molti mesi lontano da casa, senza contare gli enormi sforzi e il grande spirito d'addattamento che...-
-Come, prego?- Alicia lo interruppe, dimenticando di star parlando con un adulto.
-Cos'è che non ha capito, signorina?- chiese il signor Hill, fingendo di non notare il tono della ragazza.
-Dovrà stare lontano da casa per mesi? Non lavorerà a Londra?-
-No, signorina.-
-Ma non ha ancora finito la scuola!-
-Sì, lo so. Ne ho già parlato con il suo amico e, se tutto andrà bene oggi, partirà subito dopo aver conseguito i M.A.G.O.- spiegò il signor Hill, brevemente.
-Beh, ma allora è presto detto. Nessuno sano di mente sceglierebbe Lee Jordan per un lavoro tanto impegnativo.- disse Alicia, incrociando le braccia al petto e mostrando una sicurezza disarmante.
-In che senso?-
-Lee è pigro, svogliato e del tutto privo dello spirito d'addattamento di cui lei parlava poco fa. Vuole trovare un lavoro, ma ad ogni colloquio si comporta così perché spera di essere scartato. Sa, è suo padre che lo obbliga a cercare un lavoretto.- continuò Alicia, con l'aria di chi la sa lunga.
Lee rientrò subito dopo, lamentandosi per la mancanza di saponette decenti nei bagni pubblici.
Alicia lanciò un'occhiatina soddisfatta al signor Hill che, schiarendosi la gola, pose fine al colloquio.
-Ma non abbiamo neanche parlato!- disse Lee, stranito dalle dichiarazioni dell'uomo.
-Ho tutto quello che mi serve, signor Jordan. Lei e la signorina qui presente potete andare.-
Alicia si alzò e strinse la mano all'uomo, mentre Lee usciva dalla stanza, arrabbiato come non mai.
-Signorina.-
-Sì?- Alicia si voltò, la mano stretta alla maniglia, pronta a seguire l'amico.
-O lei odia quel ragazzo a tal punto, o gli vuole talmente bene da volerlo tenere vicino a sé. Spero per lei che sia la prima, signorina, perché, nel secondo caso, quel ragazzo non sembra essere a conoscenza di quello che lei prova.-

 

Quando Katie tornò alla Torre dei Grifondoro si sentiva sconfortata e nuovamente in colpa.
Non aveva trovato i gemelli e anche Angelina sembrava essere sparita.
E, per di più, nessuno aveva notato l'assenza di Alicia e Lee, che non si vedevano dalla sera prima.
-Ciao, pulce.-
Vedere i FAG sorriderle come se non fosse successo niente, le fece tornare il sorriso anche a lei.
E, allo stesso modo, vedere Katie tornare quella di sempre, radiosa e positiva, rendeva felici anche i tre ragazzi.
-Stiamo organizzando una festa e, indovina un po', abbiamo proprio bisogno di te.-


-Era stato così gentile via gufo. Mi aveva fatto credere che sarei stato assunto subito dopo i M.A.G.O. Come ho potuto essere così stupido?-
Lee si lamentò per tutto il tragitto di ritorno, mentre Alicia, stranamente silenziosa, lo ascoltava senza dare alcun segno di sentire veramente.
Si sentiva terribilmente in colpa, perché sapeva quanto Lee avesse cercato un'occasione per trovare la propria strada, ma, allo stesso tempo, non riusciva ad essere pienamente pentita.
Il gruppo doveva rimanere unito, sempre e comunque.
Angelina le avrebbe dato ragione.
Forse.

 

-Non vedo l'ora di andare a dormire e dimenticarmi di questa assurda giornata. Domani mi godrò l'ultima prova e, molto presto, la fine dell'anno scolastico.- disse Lee, camminando verso la Sala Comune con Alicia, ancora in muto silenzio.
-Sai già come passerai l'estate?-
-Credo che mia madre abbia organizzato un viaggio in Francia e poi andremo al mare.- spiegò Alicia, cogliendo l'occasione per reprimere il senso di colpa.
-Un posticino economico come sempre?- chiese Lee ironicamente ed Alicia annuì.
-Miami o Australia.-
-Tua madre non finirà mai di stupirmi.-
Entrarono nella Sala Comune e, subito, furono raggiunti da una timidissima bambina del primo anno che diede loro un misterioso biglietto che recava scritto.
                       Stanza delle Necessità. Da soli.
-Immagino tu sappia dove si trovi.- disse Lee, strappando il biglietto e facendole cenno di uscire dalla Torre.
-Dopo di te, Jordan.-

 

Lee ed Alicia rimasero a bocca aperta una volta che fecero il loro ingresso della Stanza delle Necessità.
I gemelli, aiutati, sospettò Alicia, anche dalla mano pratica di Angelina, avevano dato vita ad una festa coi fiocchi.
C'era di tutto: dalla musica, agli stuzzichini.
Senza neanche darle il tempo di pensare, Katie corse da Alicia e la portò lontano dagli altri.
-Facciamo pace?- le chiese la più piccola, mostrando un sorriso che avrebbe sciolto il più gelido dei cuori.
-No.-
Ma non Alicia, che difficilmente dimenticava i torti subìti.
Tutto il gruppo si voltò verso le due ragazze, ma Alicia non mostrava il minimo imbarazzo.
-Tornate alla festa.- disse Fred, capendo la situazione, aiutato da George che provava a fare conversazione con Lee, ancora intento a guardare le due amiche.
-Ricordo bene cosa mi hai detto, di cosa mi hai accusato e non posso accettare che una mia amica mi dica quelle cose.-
-Non le stai negando, però.- ammise Katie, provando a rimanere sincera e schietta.
-No, infatti. Non nego di aver cercato il supporto di un amico e non mi pento di averlo fatto più di una volta.- chiarì Alicia, allusiva.
Katie mostrò il suo stupore con la sua espressione, ma non replicò nulla.
-Per stasera, però, posso far finta che non sia successo nulla. Domani tutto sarà come prima.-
Alicia tornò dagli altri e l'atmosfera, prima così pesante e tetra, tornò immediatamente gioiosa e felice.
-Pensa se fossi stata scelta tu come campionessa, Angie! A quest'ora staresti tremando di paura e non ti staresti godendo tutto questo.- disse Fred, concludendo il suo discorso inghiottendo una decina di TuttiGusti +1.
-Sì, ma probabilmente si sarebbe trovata in tasca un bel gruzzoletto a fine estate.- disse Alicia, dandogli poi una pacca sulla schiena per evitare il suo strozzamento.
-Con un'amica come te, nessuno ha bisogno di soldi.- replicò Lee, facendo ridere tutti.
Prima che Alicia potesse ribattere, la porta si aprì ancora e la figura che entrò suscitò differenti reazioni tra il gruppo.
I FAG sorrisero sotto i baffi, felici di ritrovare il loro Capitano vivo e vegeto.
Lee ed Alicia gli corsero incontro non appena lo videro, stupiti e piacevolmente sorpresi di ritrovarlo ad Hogwarts.
Katie era pietrificata all'improvviso.
-Lee, ho saputo di te e Leanne. Voglio che mi racconti tutto.- disse Oliver, abbracciando l'amico che faceva spallucce.
-Ti sei calmata almeno un po', uragano?- domandò poi Oliver, passando ad Alicia che scosse il capo.
-Credo che non si calmerà mai.- se ne uscì Lee, mentre Alicia gli dava un pizzicotto per farlo tacere.
-Capitano!-
I FAG gli piombarono addosso, facendolo cadere.
I gemelli gli si attaccarono alle gambe, stringendole un po' troppo; mentre Angelina gli stritolava il collo con un po' troppa foga.
-Pulce, non mi saluti?-
Katie soppessò la domanda un paio di minuti.
-Ciao.-
Oliver si voltò verso i FAG che fischiettavano come se niente fosse.
-Mi avevate detto che voleva vedermi, chiedermi scusa e fare pace!-
-Chiederti scusa? Sei tu che devi scusarti! Hai messo la nostra amicizia al di sotto di tutto e poi... -Katie si interruppe ed osservò Alicia che scosse la testa, senza un motivo preciso.
-Non importa. Ora sei qui e non voglio rovinare la serata a nessuno. Domani tornerò a non parlarti, però.-
Oliver, indeciso se accettare o meno, optò per la prima, contento di poter avere quella serata per poter chiarire con tutti.
-Dai, ragazzi, mettiamoci a chiaccherare un po', proprio come i vecchi tempi.-
Si misero tutti in cerchio e sembrava davvero di essere tornati indietro nel tempo.
-Fred, ti ricordi quando tu mi avevi detto che ero il collante del gruppo?-
Fred annuì.
-E tu mi avevi detto che ne ero il motore.-
Angelina sorrise, felice che il ragazzo si ricordasse di un loro dialogo così lontano dal tempo.
-E noi cosa siamo?- si intromise Lee, facendo sorridere tutti.
-Beh, Oliver è il cervello, senza dubbio.- disse Fred, mentre il Capitano scosse la testa, rassegnato.
-E la pulce è la bocca.- la frase di Angelina venne approvata da tutti.
-Altra cosa ovvia.- disse Alicia -Infatti, molto spesso, il cervello deve aver bisogno della bocca per esprimersi e, a volte, la bocca parla senza aver consultato prima il cervello.-
-Pensavo fossi la bocca perché parlo sempre troppo.- disse Katie, stupita di quell'analogia fra lei ed Oliver.
-Era per quello, infatti, ma la teoria di Alicia mi piace di più.- chiarì Angelina, facendo ridere tutto il gruppo.
-Lee ed Alicia sono le braccia.- se ne uscì Oliver e tutti lo guardarono come a chiedere una spiegazione.
-Perché sono opposte, ma sono entrambe indispensabili e, per fare qualsiasi cosa, hanno bisogno l'una dell'altra.-
Alicia batté la mani, ridendo come mai prima d'ora.
-Bella questa.-
-Inoltre un braccio riesce a picchiare l'altro.- disse George e Lee si ritrovò a concordare anche lui.
-Più precisamente sono gli arti superiori, mani comprese.- specificò Fred, in una fedele imitazione di suo fratello Percy che divertì tutti.
-E Georgie?- domandò Katie, usando volutamente quel soprannome per innervosire Oliver che, vicino a lei, si mosse appena.
Tutti presero a pensare, cercando di trovare un'analogia azzeccata per il gemello più tranquillo e più docile.
-Il cuore.-
Katie, Alicia, Lee, Oliver ed i gemelli si voltarono verso Angelina che fece spallucce e lo ripeté in maniera semplicistica.
-É quello da cui andiamo quando abbiamo un problema. Forse prima chiediamo a qualcun altro, -Alicia e Lee si guardarono, mentre allo stesso tempo Angelina spostava il suo sguardo verso Fred- ma nessuno riesce a tirarci su e a darci il consiglio giusto come George.-
Annuirono tutti, perché, chi più chi meno, ogni persona nella stanza aveva trovato sempre un rifugio sicuro fra le braccia di George.
-Okay, basta dolcezze e romanticherie varie. Quest'estate riusciremo a vederci, vero?- domandò Alicia, spezzando l'atmosfera ovattata che si era creata fra i sette ragazzi.
-Dobbiamo vederci! Prima da noi, alla Tana, poi da Angie...-
Fred annuì e continuò.
-Da Oliver o da Nolwenn.- e tutti i ragazzi risero e batterono cinque per la splendida idea.
-Poi nella megaipersuperextra villa degli Spinnet, pronti a subirci anche quest'anno le occhiatacce schifate della signora Spinnet.- disse Lee, abituato ad essere il preferito per le angherie della madre di Alicia che ribatté.
-Potete, almeno per questa volta, cercare di essere civili davanti ai miei? Non voglio litigare tutta l'estate con mia madre per i vostri comportamenti.-
-Ehi, noi siamo fatti così. Prendere o lasciare, bella.- intervenne Fred, abbracciando prima Angelina e poi George.
-Mi tocca prendere, temo.-
-Ricordate tutti il nostro primo incontro?- chiese poi Lee, in vena di voler sentire i commenti di tutti.
-É la serata dei ricordi, questa? Io ricordo bene ogni cosa. Io e George abbiamo incontrato Lee sul treno e lui aveva appena compreso quanto Alicia potesse essere dolce.- disse Fred, lanciando un'occhiatina ad Alicia che sorrise altezzosa -Poi tutti e tre abbiamo cercato uno scompartimento...-
-Ed è lì che avete trovato me.- lo interruppe Angelina, rammentando bene la scena -Stavo mangiando le noccioline e voi tre mi avevate chiesto se i posti fossero liberi. Noi quattro diventammo amici proprio sul treno.-
-Ma poi fu sfortunata e capitò in stanza con Alicia.- disse Lee, ricevendo uno schiaffo sulla testa dalla bionda.
-Alicia, non puoi dargli torto. Il primo anno eri insopportabilmente snob.- lo difese Angelina, ridendo alla finta espressione scioccata di Alicia.
-Ricordi la prima volta che ci siamo parlate seriamente?-
Alicia annuì con orrore, memore delle proprie parole.
-Era dopo le selezioni di Quiddich, entrambe eravamo state prese come riserve e tu mi avevi chiesto di entrare nel tuo gruppo; ma quell'idiota di Lee aveva detto quella frase e così... non ho accettato.-
Angelina scoppiò a ridere, seguita a ruota da Lee e dai gemelli.
-Non hai accettato!? Mi hai quasi ucciso con lo sguardo! “Sono qui per studiare, non per fare amicizie.”-
Katie fissò Alicia e le parlò come se tutto fosse passato fra loro.
-Hai davvero detto così?-
-Neanche Perry Williams avrebbe detto così.- disse Lee, disgustato.
-Sì, vabbé, é stato tanto tempo fa. Però sono contenta che tu abbia insistito.- disse Alicia ad Angelina che le sorrise.
-Credo che sia una cosa da donne, l'intuizione. Noi tre continuavamo a dirle di lasciare perdere, ma lei insisteva sempre.- disse Fred, mentre Angelina chiariva le sue parole.
-Sapevo che quelle tre ragazze che ti seguivano dappertutto non erano vere amiche e tu avevi bisogno di stare con qualcuno di normale.-
-Quelle tre ragazze, come le chiami tu, sono ancora vostre compagne di stanza.-
-Lo so, Ollie, ma erano delle specie di cagnoline ed erano amiche di Alicia solo per la sua famiglia.-
-Angelina ha ragione, quindi devo ringraziarla doppiamente perché, senza di lei, non saprei ancora definire l'amicizia. In questi anni mi avete dato torto, mi avete insultata e criticata, ma solo per il mio bene.-
-Questo lo dici tu.- disse Lee a denti stretti e, questa volta, fu Angelina a colpirlo.
-Mentre, fino ad allora, avevo creduto che l'amicizia fosse ottenere tutto ciò che si desiderava dall'altro, avere sempre ragione ed avere uno stuolo di persone intorno che obbediscono alle tue richieste.-
-Quella non è amicizia, è dittatura.- disse Lee ed i FAG, non riuscendo più a trattenersi, risero talmente forte da concludere il discorso di Alicia con allegria.
-Domani c'è l'ultima prova, ragazzi, ma stasera i riflettori sono puntati tutti su di noi!- disse Fred, alzando una bottiglia di Whisky Incendiario, mentre gli altri alzavano bottiglie di Burrobirra.
-E domani tiferemo per Harry!- aggiunse Alicia, ricevendo un'occhiata soddisfatta da Lee.
-All'amicizia!- esclamò Angelina, brindando con i gemelli.
-All'amicizia.- disse Oliver, avvicinandosi a Katie che, suo malgrado, si ritrovò ad arrossire.
-All'amicizia.- mormorò Lee all'orecchio di Alicia che sorrise, finalmente felice di essere con le sole persone al mondo che per lei contavano davvero.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
I prossimi due capitoli saranno gli ultimi capitoli del sesto anno, per cui a breve inizierà, per quasi tutto il gruppo, il settimo. Ci saranno due- tre capitoli relativi all'estate, il perché poi lo scoprirete successivamente xD.
Partiamo da Alicia e Lee.
Alicia ha volontariamente elencato i difetti -esasperandoli un po'- di Lee per evitare che venisse preso al colloquio, ma il signor Hill ha capito le sue intenzioni e l'ha "smascherata".
Lee verrà mai a sapere ciò che ha fatti Alicia? Può darsi di sì, può darsi di no xD.
Lee era stranamente dolce, perché era teso, per cui non riusciva ad essere rompiscatole come al solito.
Katie, in questo capitolo, sembra davvero un coniglietto che salta da una parte all'altra per rimediare a quello che ha fatto xD.
Ed ora il punto che mi preme di più: i gemelli.
Avevo detto che sarebbero risultati ancora più OOC, per cui provo a spiegare ciò che penso.
Non riesco ad immaginare Fred e George che tengono il muso e portano rancore. Certo, sanno che non potranno avere entrambi Angelina, ma non per questo si daranno battaglia.
Entrambi sperano che la scelta ricada su di loro e più volte Fred farà delle battute in merito, ma non smetterebbe di rivolgere la parola a suo fratello per una ragazza, anche se questa è Angelina. Alicia, invece, la pensa diversemente. Lei è portata a legarsele al dito, mentre Katie, per quanto provi ad essere irremovibile con Ollie, proprio non ci riesce xD.
Oliver è tornato come special guest in questo capitolo! E ci sarà anche nei capitoli estivi, ovviamente.
Ho adorato scrivere i ricordi! Mentre scrivevo le loro storie, ho provato a pensare a come fossero diventati tutti amici e come si fossero incontrati.
Altri dettagli circa la loro vita ad Hogwarts nei primi anni saranno messi più avanti.
Di solito scrivo di più rispetto a quello che pubblico, come i lavori dei genitori o le date di nascita, ma non ho saputo resistere ai ricordi xD.
Il prossimo capitolo non sarà felicissimo, da una parte, ma accadranno molte cose dall'altra.
Un grazie immenso a tutti coloro che seguono ancora la storia. GRAZIE!
Un bacione ^-^

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Il giorno dell'ultima partita arrivò e tutti gli studenti erano eccitati ed euforici all'idea di vedere proclamato il vincitore.
Il gruppo, chiaramente, tifava per Harry, ma Angelina aveva più volte affermato che sarebbe stato bello veder vincere una donna per una volta; mentre Alicia sperava che, qualora Harry non ce l'avesse fatta, il vincitore fosse, come minimo, quel bel ragazzone di Viktor Krum.
-Vincerà Harry.- disse Lee, sicuro, non credendo affatto che potesse vincere un tipo come Krum.
-Non è solo bello, ma è anche un grande giocatore di Quiddich. Peccato che Hermione lo abbia acchiappato prima di me.-
-Cos'è, una preda?-
Alicia e Lee stavano per iniziare un lungo battibecco, ma, fortunatamente, l'arrivo dei gemelli li interruppe.
-Facciamo delle scommesse? Abbiamo bisogno di un po' di soldi e quell'idiota di Bagman ci deve ancora una fortuna!-
-A proposito, Fred, finita la terza prova andiamo di nuovo a parlargli.- intervenne George ed il gemello annuì.
-Non puoi chiedere i soldi a noi, siamo i tuoi migliori amici!- tuonò Lee, scandalizzato e i gemelli gli diedero ragione.
-Non li avremmo comunque chiesti a te, Lee. Sappiamo benissimo che sei in riserva come noi. La bella Alicia, invece, ricchissima e generosissima...-
-Non vi darà niente, perché preferisce buttare i soldi in altri modi.- concluse la ragazza e Fred, sbuffando, chiuse la questione.
Katie arrivò quando la terza prova era già iniziata da mezz'ora e, fingendosi indifferente, chiese notizie di Oliver.
-É partito ieri sera, sul tardi. Stavi dormendo da un pezzo e nessuno ti ha voluto svegliare.- disse Angelina e Katie, dopo aver assunto un'espressione indecifrabile, non nominò più Oliver.
-Uffa, che rottura! Perché non possiamo vedere cosa succede all'interno di quel cavolo di labirinto? Mi annoio!- sbottò Alicia ad un certo punto e, prima che Lee potesse stuzzicarla, Bradley raggiunse il gruppo.
-Alicia, vieni un po' con me?-
La ragazza lo guardò confusa, ma, ad un'occhiata complice, decise di assecondarlo.
-Che vuoi?- sbottò Alicia, una volta che Bradley l'ebbe portata poco lontano dal gruppo.
-Voglio solo divertirmi un po' con il tuo amico Jordan. Lo facciamo ingelosire un po'?- domandò lui, facendole un sorriso divertito che la fece sorridere a sua volta.
-Questa storia è durata anche troppo, Brad. Smettila di insistere! Io e Lee...-
Ad Alicia mancò il respiro quando il ragazzo la buttò fra le sue braccia e la strinse a sé.
-E allora perché non ha smesso di guardarci da quando stiamo parlando?-
Alicia azzardò un'occhiatina oltre la spalla di Bradley e vide Lee allungare il collo verso la loro direzione.
-Non riuscirai a convicermi.-
-D'accordo, allora non parliamone più. Cosa facciamo quest'estate?- le domandò, non lasciandola andare.
-Facciamo?-
-Facciamo, sì. Siamo amici, no? Non vorrei che l'unica occasione di vederci fosse la festa di Isaac Brooks.-
-Affare fatto, ma non farci l'abitudine. Allora, vuoi lasciarmi andare o devo iniziare a preoccuparmi?-
Bradley la lasciò andare e, quando Alicia vide che Lee aveva smesso di spiarli già da un po', mise su il broncio.
-Sei un imbroglione.-

 

-Dov'è Leanne?- domandò Katie ad un certo punto e Lee, tutto preso a guardare Alicia e Brad, non riuscì a sentirla.
-Lee!-
-Cosa?-
-Come mai non sei con Leanne?-
-Oh, le ho detto che volevo passare un po' di tempo con voi e per lei va bene, credo.-
-Credi?- intervenne Angelina, non potendo trattenersi.
Lee distolse lo sguardo e si preparò a rispondere.
-Già. Non gliel'ho proprio chiesto, gliel'ho solo fatto sapere.- chiarì il ragazzo e i FAG risero, divertiti.
Katie, invece, scosse la testa.
Quando Alicia tornò dal gruppo sembrava divertita ed imbarazzata allo stesso tempo, perché tutti la fissavano curiosi.
-Non mi guardate così, tanto non mi scucirete nulla.- disse lei, perentoria, prima di risedersi al suo posto.
-Dovrebbe essere quasi finita.- intervenne ad un certo punto Angelina, per evitare ulteriori commenti rivolti ad Alicia.
-Già, anche perché non ce la faccio più.-
Alicia aveva appena finito di pronunciare quella frase, quando dei tramestii e dei rumori segnarono la fine della competizione.
-Chi ha vinto?-
Numerosi erano coloro che cercavano di vedere oltre le teste degli studenti seduti.
I gemelli, che erano i più alti, allungarono il collo più che poterono, ma non riuscirono nell'impresa.
Alicia, stanca di aspettare l'urlo festoso destinato all'eventuale campione, scese in tutta fretta, seguita a ruota dal gruppo.
-Ragazzi, ho una strana sensazione.- sussurrò Katie, toccandosi lo stomaco e storcendo il naso, ma nessuno le diede retta, nemmeno dopo che ebbe ripetuto quelle parole una seconda volta.
-Diggory è morto!-
Il gruppo si fermò di botto, cozzando contro l'immagine del corpo di Cedric Diggory, disteso a terra, gli occhi vacui che fissavano, ma non potevano più vedere, il cielo.
Angelina si portò le mani alla bocca, soffocando un singulto.
Katie continuava a toccarsi lo stomaco e prese a tremare.
I ragazzi si lanciarono un'occhiata sconvolta e tutti cercarono di capire cosa fosse successo.
Harry Potter sembrava fuori di sé: tremava, mormorava parole sconnesse e pareva aver appena vissuto la peggiore serata della sua vita.
I Tassorosso si chiusero in un luttuoso silenzio, gli amici di Cedric reagirono in maniere diverse e tutti, nessuno escluso, guardavano le persone a loro più care.
Il gruppo si voltò verso Angelina, che aveva lo sguardo basso e sembrava stesse piangendo.
Angelina che aveva messo il suo nome nel Calice e che, per una fortunata casualità, non era stata scelta.
Angelina che, quella sera, avrebbe potuto essere al posto di quel freddo corpo.
Era un pensiero egoistico in quel momento e sì, anche un po' schifoso, ma furono tutti grati di vedere Angelina lì di fronte a loro, ancora viva e vegeta.
Gli studenti stringevano amici, ragazzi e ragazze in abbracci che volevano dire tutto.
I gemelli si mossero in sincronia verso Angelina; poi, George fece un cenno d'assenso a Fred, che prese a stringere la ragazza con una tenerezza tale da renderla quasi inerme.
Katie tremava, talmente tanto da aver le gambe molli.
Qualcosa era successo quella notte, un ragazzo era morto e niente, niente sarebbe stato più come prima.
George prese Katie e, appoggiandola al proprio petto, le permise di non vedere più il corpo di Cedric Diggory.
Lee stava fissando Alicia da più di un quarto d'ora, desideroso di farle capire che era lì per lei; lei, che per tutto quel tempo aveva fissato gli amici di Diggory con la sua solita freddezza pacata.
-Vai da Leanne.-
Alicia non aveva staccato gli occhi dal gruppo dei Tassorosso, ma Lee era certo che stesse parlando a lui ed anche che avesse sussurrato quelle parole per evitare che anche gli altri le sentissero.
-Ha bisogno di te, ora.-
Lee annuì, anche se Alicia non lo poteva vedere e seguì il consiglio dell'amica.
Alicia vide Lee allontanarsi con la coda nell'occhio, poi puntò lo sguardo verso Fred che stringeva Angelina e George che proteggeva Katie ed in quel momento si sentì terribilmente sola e depressa.
Quando una mano, però, prese la sua e un calore l'avvolse in un abbraccio stretto, capì che le era rimasto ancora un amico.
Bradley le strinse la mano e le accarezzò i capelli, facendola sentire amata e protetta.

 

Un profondo carico di tristezza scese sul castello di Hogwarts.
La morte di uno studente, di uno di loro, provocò una forte tensione e paura tra i ragazzi di tutte le età.
Si diceva che Voldemort, il Signore Oscuro, fosse tornato.
Nessuno era più al sicuro, un'ombra stava per calare su tutto il mondo, magico e non.
Il gruppo, però, cercava di tenere il morale alto. I gemelli supportavano Angelina più che poterono, perché era lei quella del gruppo ad aver conosciuto meglio Cedric.
Katie scrisse diverse lettere indirizzate ad Oliver, ma nessuna venne spedita.
Da una parte la ragazza desiderava davvero fare pace, perché aveva compreso che la vita era fin troppo breve per tenere il muso ad una persona importante come Oliver; ma dall'altra sapeva di essere nella ragione e voleva -sperava più che altro- che lui si scusasse della sua cattiva condotta.
Gli esami, però, non furono cancellati e Katie e Leanne riuscirono a conseguire i G.U.F.O in maniera accettabile.
Era l'ultimo giorno prima della partenza ed Alicia stava camminando da sola per i corridoi quando incontrò Lee, che le si avvicinava dalla parte opposta.
Non lo vedeva dall'ultima prova, perché lui aveva trascorso il tempo rimastogli con Leanne e lei con Brad ed il gruppo.
-Sei davvero tu, Jordan? O é un'illusione della mia mente?- domandò la ragazza ironicamente, una volta che lui l'ebbe raggiunta.
-E tu sei davvero la mia amica o l'amica di Anderson?-
Alicia perse il sorriso e l'allegria, perché il ragazzo aveva parlato con astio e rancore nella voce.
-Vuoi dirmi qualcosa?-
-No, niente. Era solo una costatazione.-
-Per questo non ti si vede da un po'? Perché non riesci più a sopportare Brad? Credevo che foste diventati amici, oramai.-
Lee la guardò con tanto d'occhi.
-Stai scherzando? Io ed Anderson non saremmo mai amici, per quanto tu possa continuare ad insistere.-
-E allora qual è il problema stavolta? Perché sei arrabbiato?- sbottò Alicia, non riuscendo a comprenderlo.
-Durante la fine dell'ultima prova, tu mi hai mandato da Leanne, ricordi? Credevo che l'avessi fatto perché preferivi stare da sola, quindi ti ho assecondato. Non credevo che l'avessi fatto per poter rimanere con Anderson tutto il tempo.-
Alicia non riuscì a trattenere lo sbigottimento e la bocca si aprì di scatto.
-Sei forse impazzito? Ti ho suggerito di andare da Leanne, non ti ho obbligato; e l'ho fatto perché lei è la tua ragazza ed aveva bisogno di te in quel momento!-
-E tu avevi bisogno di Bradley!-
-Perché mi urli addosso? Io ero sola, senza alcun appoggio e lui mi è stato vicino.-
Alicia, stranamente, non aveva voglia di litigare, ma voleva essere sincera e voleva davvero che Lee comprendesse che fra lei e Brad non ci sarebbe mai stato niente.
-Ma...-
-Lee -lo interruppe lei, provando ad essere chiara- Io avrei davvero voluto che tu...-
-Allora perché non me l'hai chiesto? Perché devi sempre essere così orgogliosa e non ammettere che, alcune volte, anche la fredda Alicia Spinnet ha bisogno di una spalla su cui piangere?-
-Smettila di urlarmi addosso.- ringhiò Alicia, stanca di essere oggetto della sua inutile rabbia. -Tu hai una ragazza e, per quanto non mi faccia piacere ammetterlo, è lei al primo posto nei tuoi pensieri e se...-
Alicia si ritrovò con le spalle al muro, per la prima volta impaurita e zittita dagli occhi di Lee che la guardavano minacciosi.
-Sei stupida o cosa?-
-Lee, mi stai facendo paura.-
Il ragazzo bloccava il corpo di lei fra le proprie braccia e le impediva qualsiasi movimento.
-Credi davvero che sia Leanne? Che sia lei?!-
Alicia ci mise mezzo secondo per ripetersi la domanda in testa, prima di essere attirata e baciata da Lee.
Era strano, stranissimo stare lì a baciare il suo peggior/miglior amico ed era ancora più strano essere felice, imbarazzata ed allo stesso tempo confusa ed arrabbiata per quella bizzarra situazione.
Non era stato un vero e proprio bacio. Lee le aveva solo appoggiato le labbra sulle sue e l'aveva tenuta stretta sé -talmente stretta che lei si era dovuta aggrappare a lui- ed erano rimasti lì per diversi minuti, prima di rendersi conto di ciò che era accaduto.
Si erano guardati e scrutati per pochi secondi, entrambi imbarazzati e confusi, prima che Lee, tornato quello di sempre, la lasciasse andare.
-Devo andare di là.- disse, grattandosi la testa e aspettando che lei dicesse qualsiasi cosa per tagliare la corda.
-Perfetto, perché io andavo dalla parte opposta.- scandì Alicia, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Si congederano con un cenno della mano, prima di dirigersi uno a destra e l'altra a sinistra.


L'ultimo giorno di scuola arrivò, ma per la prima volta dopo tanti anni non c'era alcuna felicità o libertà negli occhi degli studenti.
Il gruppo vide Harry scosso e triste, ma nessuno provò a farlo sentire meglio, consci che Ron ed Hermione lo avrebbe aiutato ancora una volta.
Si riunirono in uno scompartimento, provando a rimanere sereni e positivi per l'anno venturo.
-The last year!- dissero i gemelli gioiosi, desiderosi più che mai di concludere la parte scolastica della loro vita.
-Non per me.- pigolò Katie triste.
-Oh, dai, pulce, non fare così. Verremo a trovarti ogni giorno! Troveremo il modo, vedrai.- disse George, facendole riacquistare il sorriso, benché consapevole che sarebbe stato impossibile.
-Parliamo di cose più serie? Come la nostra estate, per esempio.- sbuffò Alicia, evitando lo sguardo di Lee, che cercava il suo.
La ragazza non ottenne risposta, dal momento che il resto del gruppo era stato attirato dalla presenza di Malfoy e compari, diretti verso lo scompartimento di Harry.
-Hanno in mente qualcosa.- bofonchiò Alicia, dimentica lei stessa della propria domanda.
-Ci pensiamo noi.- disse Fred, facendo un cenno a George che lo accompagnò fuori dallo scompartimento.
-Rimarranno con Harry e gli altri per tutto il viaggio, credo.- se ne uscì Angelina, un po' dispiaciuta.
-Tanto li vedremo quest'estate.- la tirò su Alicia, ritornando sull'argomento.
-Ali, smettila di ripeterlo. Ci vedremo tutti, come ogni anno.-
Angelina cercava di capire cos'avesse la sua amica, ma era un'impresa a dir poco impossibile.
Leanne entrò nello scompartimento tutta sorridente.
-Lee, passiamo un po' di tempo insieme, ti va? Ciao, Katie. Ciao, Angie.-
Lee acconsentì, felice di poter allontanarsi da Alicia che, nel frattempo, lanciava a Leanne occhiate poco lusinghiere.
-Leanne, le altre dove sono?- domandò Katie, curiosa.
-Verso il fondo del treno.- disse Leanne, poi dopo aver lanciato un'occhiata ad Alicia, continuò -Perché non venite anche voi con noi?-
-A me farebbe piacere. É da un po' che non le vedo.- rispose Katie, radiosa, alzandosi dal suo sedile.
-Io passo. Sarà per un'altra volta.- disse Alicia, sorridendo in maniera inquietante e facendo capire che non ci sarebbe mai stata un'altra occasione.
-Angie?- chiese Leanne, provando a non mostrare il suo disappunto per la risposta della bionda.
-Faccio compagnia ad Alicia, ma grazie lo stesso.-
I tre lasciarono le ragazze da sole ed Angelina non vedeva l'ora di scoprire di più sulla sua amica.
-Da quando ti chiama Angie? Voglio dire, da quanto siete amiche, tu e Leanne?-
Ad Angelina sembrò essersi accesa la lampadina e scoppiò a ridere senza ritegno.
-Cosa?-
-Era ora.-
-Vuoi spiegarti meglio, Angie?- sbottò Alicia.
-Da quanto ti sei resa conto che ti piace Lee?-
Alicia spalancò la bocca, scenica.
-Anche tu con questa storia? Te ne ha parlato Brad?-
-Bradley Anderson non mi ha detto nulla, l'ho capito da sola. Odi Leanne senza una ragione solo perché sei gelosa, ma sei anche orgogliosa, per cui non lo ammetterai mai.-
Alicia non provò a ribattere, ripensando al bacio del giorno prima e al cocktail strano di emozioni che aveva provato.
Angelina si alzò per sedersi di fianco all'amica.
-Ali, tu puoi dirmi qualsiasi cosa, lo sai, e nessuno verrebbe mai a saperlo. Io ho sbagliato a non dirti della mia cotta per Fred, ma non l'ho fatto solo perché non ho capito i miei sentimenti fino a quando lui non mi ha baciato.-
Alicia arrossì ed Angelina quasi scattò sul posto.
-Ti ha baciata?!-
-Shhh, vuoi che tutto il mondo lo sappia? Non devi dirlo a nessuno, nemmeno ai gemelli o alla pulce. A nessuno, chiaro?-
Angelina annuì, sorridendo felice per l'imbarazzo dell'amica.
-Perché sta ancora con Leanne?-
-Cosa vuoi che ne sappia cosa gli passa per la testa? É un idiota, un cretino e...-
-Ma ti piace.-
-Sì.- sospirò Alicia, per poi ripensarci -No.- Uno sbuffo- Non lo so. É che... sono più le volte in cui lo odio, che le volte in cui mi piace; però, quando mi piace, mi piace... tanto.-
Angelina abbracciò l'amica, per darle sostegno.
-Tutto si sistemerà.-
-Sembri proprio una mamma quando parli così. O una nonna.- ironizzò Alicia, però sorrideva, perché sapeva che quelle parole erano sincere.
E, mentre il treno continuava il suo lungo viaggio fra le pianure inglesi, i sette ragazzi non potevano immaginare le straordinarie emozioni che avrebbero dovuto ancora vivere.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Questo è l'ultimo capitolo del sesto anno, ovviamente. E, come al solito, i miei capitoli conclusivi degli anni sono sempre i più corti<_<. Ci saranno poi, come già detto, due capitoli estivi prima del settimo anno.

Spero di non aver trattato la morte di Diggory in maniera troppo superficiale. E' chiaro che, per tutti, sia stato uno shock, ma, a mio parere, in momenti come quelli sotto sotto sei un po' felice di vedere che non è stato ucciso uno dei tuoi migliori amici (visto che, se fosse stata scelta Angelina, probabilmente sarebbe morta lei al posto di Cedric).
Alicia e Lee hanno finalmente compreso i loro sentimenti, in particolar modo lei; Lee, invece, ci metterà un po' di più, soprattutto perché sta ancora con Leanne.
Come ricorderete i gemelli, alla fine del quarto, ricevono il premio del Torneo da Harry, per cui inizieranno a pensare al loro progetto.
Nel prossimo capitolo, oltre ad Alicia e Lee, si parlerà molto di Katie-Oliver-Nolwenn.
Nel secondo capitolo estivo, si tratterà maggiormente il rapporto fra i FAG.
Grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia ^-^
Un bacione *-*

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

-La signorina Spinnet sarà subito da lei, signor Jordan.-
Lee annuì e non dovette attendere molto prima di vedere comparire l'amica di fronte a sé.
-É il dieci agosto.- disse lei, scoccandogli una frecciatina maligna.
-E allora?-
-Non ti sei fatto vedere per tutta l'estate e ti rifai vivo solo ora? Ma che ti dice il cervello, eh?-
-Scusa, ma ho avuto tanto da fare e... da pensare, anche.-
-Non sei neanche venuto al mio compleanno.-
-Però ti ho scritto.- si difese Lee, cercando di migliorare la situazione.
-Due righe. Frasi fatte ed inutili. Non da te.-
Lee annuì ed Alicia decise di soprasedere almeno su quello.
-Cosa avevi da fare?- chiese lei, curiosa.
-Sai, io e Leanne ultimamente stiamo cercando di ricostruire il nos...-
-Oh, scusa se il mio compleanno avrebbe potuto essere d'intralcio alla tua grande storia d'amore.- disse lei, ironica.
-Non intendevo questo.-
-Che intendevi allora?-
Lee prese coraggio e continuò il discorso che aveva pensato per mesi.
-Quello che c'è stato fra di noi... Non sapevo come far conciliare quello che è successo con la mia storia. Ero confuso e mi sono preso del tempo. Tutto qui.-
-Tutto qui, dici? Tu mi hai baciata e mi hai lasciata in confusione per mesi senza darmi spiegazioni né niente, per cui non venire a raccontarmi storie, per favore e sii sincero. Hai avuto paura. Non sapevi come comportarti e così sei scappato.- Alicia incrociò le braccia al petto, non aspettandosi nemmeno la conferma.
-Sono stato un vigliacco, ma non sono scappato. Sono sempre rimasto a casa mia a pensare.-
Alicia non rise alla pessima battuta.
-E a quale conclusione sei arrivato?-
-In realtà ancora a nessuna, ma...-
-Vattene, Lee. Ora!-
-Se tu mi dicessi cosa vuoi davvero, forse riuscirei a capire cosa fare.-
Alicia spalancò le braccia, incapace di credere a quello che stava ascoltando.
-Io non posso dirti come comportarti, Lee. Hai fatto tutto da solo. Tu hai accettato di stare con Leanne e tu mi hai baciato.-
-Smettila di arrabbiarti.- Lee sospirò e continuò un po' più tranquillo -Io... Secondo te perché ogni persona che ci incontra almeno una volta pensa che io e te finiremo insieme un giorno?-
-Cosa c'entra ora?- sbuffò Alicia, confusa.
-C'entra eccome. O tutto il mondo è stupido o gli stupidi siamo solo noi due, non ti pare?-
Alicia socchiuse gli occhi ed incrociò nuovamente le braccia al petto.
-Questo non ha assolutamente a che vedere con quello che è successo, a meno che tu non mi abbia baciata solo perché tutti ci vedono come una coppia.-
-Non l'ho fatto per quello.-
-Perché l'hai fatto allora?-
Lee stette di nuovo in silenzio, incapace di rispondere.
-Se tu fossi sincero e non avessi così paura di essere respinto, non ne staremmo più parlando. Credo che il Cappello Parlante, dopotutto, non sia infallibile come si dice.- disse Alicia, irritata -Chiederò a Ben di scortarti fino alla porta.-
-Ahh, andiamo, so dov'è la porta e non ho bisogno del tuo maggiordomo. Un momento, ma che fine ha fatto Carl?- domandò Lee, come se nulla fosse.
-Lo sapresti anche tu se non avessi trascorso l'intera estate lontano da noi.- disse Alicia, spingendolo verso la porta principale.
-Ma io...-
-Goditi le ultime settimane di vacanze, Jordan, e, se non ci dovessimo vedere più, buon compleanno.-
E prima che Lee potesse ribattere, Alicia gli aveva già sbattuto la porta in faccia.

 


-Ciao.-
-Cosa vuoi stavolta? Dirmi che in questi altri quattro giorni hai pensato ancora?- lo prese in giro Alicia, facendolo entrare senza tante cerimonie.
Lee fece un sorriso strano, prima di mostrarle il collo.
Alicia, dapprima confusa, comprese ben presto quello che le voleva dire.
Leanne, per il loro primo mese, aveva regalato a Lee una catetina con un anello che il ragazzo aveva sempre portato fino a quel momento.
-Io e Leanne non stiamo più insieme.-
-L-L'avevo capito.- mormorò Alicia, ora imbarazzata dalla situazione.
Entrambi rimasero in silenzio, finché la ragazza decise di porre una domanda che, ne era sicura, chiunque avrebbe trovato stupida.
-Perché?-
-Perché mi piace un'altra ragazza. Anzi, piace non è esattamente il termine esatto. Io... io sono innamorato di questa ragazza dal mio terzo anno ad Hogwarts.-
-Ma a te piaceva Angelina al terzo anno.- ricordò Alicia, cercando di controllare la voce.
-Credevo di sì. Ma adesso so che non smise di piacermi perché sapevo di non avere alcuna possibilità contro i gemelli; smise di piacermi perché, se passi tutte le tue giornate a litigare con una ragazza, piuttosto che conquistare quella che pensi che ti piaccia, allora é con la prima ragazza che vuoi stare.-
Alicia faticò parecchio per seguire il discorso di Lee, detto a velocità della luce, prima di esibire un'espressione stupita ed imbarazzata.
-Io non mi butto con le ragazze, non mi butto mai. Tu, però, sei diversa dalle altre. Tu mi insulti per ogni minima cosa, sei insopportabile e a volte è davvero difficile starti dietro; non so in che momento preciso sia successo né in che modo tu abbia fatto, ma mi sono innamorato di te ed é per questo che ti ho baciata.-
Alicia rimase a bocca aperta per dieci minuti buoni, prima di riprendersi e ricomporsi.
-Era questo che volevi, no? Volevi dei chiarimenti, volevi che ti dimostrassi di non essere vigliacco e, beh, perché non dici niente? Non volevi questo? Ho sbagliato ancora?- domandò Lee, grattandosi la testa in confusione totale.
-Ti ci sono voluti due mesi, ma meglio tardi che mai, no?- ironizzò Alicia, tornata quella di sempre.
Lee sorrise con lei, contagiato dalla allegria della ragazza.
Iniziarono a ridere senza motivo, per poi smettere all'improvviso.
Alicia sapeva bene che adesso toccava a lei ammettere i propri sentimenti, confessare ogni cosa ed essere sincera.
Era nervosa, tesa ed intimidita.
Non voleva dirgli nulla, non ne aveva il coraggio. Era troppo orgogliosa per dichiarargli tutto, ma sapeva che lui si aspettava da lei una qualsiasi frase o parola.
-Sono contenta che tu abbia fatto chiarezza.- disse Alicia, lasciandolo sulle spine.
-Questo cosa vuol dire?-
Non poteva dirglielo, era troppo imbarazzante.
Alicia gli allungò la mano, decisa a fargli capire i suoi sentimenti solo con i gesti.
Lee gliela prese e lei la strinse. La ragazza stette diversi minuti a guardarlo negli occhi, sorridendogli felice. Poi gli si avvicinò e lo baciò con dolcezza, cercando di trasmettergli tutto quello che provava quando stava con lui.
Lee, dapprima pietrificato di fronte a quel gesto, rispose al bacio, stringendola a sé e continuando a tenerle la mano come se non volesse più lasciarla andare.

 


Signorina Katie Bell,
lei è cordialmente invitata al ricevimento organizzato da Oliver Baston e Nolwenn Åström in data 16 agosto.
Il ricevimento si terrà nella tenuta estiva degli Åström...


Katie smise di leggere, incapace di andare avanti. Era una festa organizzata da entrambi. Che fosse una festa di fidanzamento? Erano giovani, ma non era un fatto impossibile. I ricchi organizzavano ancora quelle cose assurde, bastava pensare alla madre di Alicia.
Doveva starsene a casa e aspettare le notizie dei giornali? Katie deglutì a fatica, pensando all'articolo in prima pagina e al volto sorridente di Nolwenn e quello imbarazzato, ma felice di Oliver.
Le venne un groppo allo stomaco e già sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi.
Si trattenne, perché sarebbe stata ancora più patetica e prese un respiro profondo.
Sarebbe andata a quella festa. E sarebbe tornata vincitrice.

 

 

-Che villa! É grande quasi quanto la tua, Alicia.- disse Fred, scoccando uno sguardo all'enorme tenuta Åström e continuando a sistemarsi la cravatta.
-Quasi.- calcò Alicia, trionfa.
-Ah, da' qua, sei proprio negato.- disse Angelina, avvicinandosi a Fred e sembrando una vera e propria mamma.
Fred le sorrise compiaciuto ed Angelina ricambiò con uno sguardo complice, che George fece finta di non notare.
Alicia fece segno a Lee di parlare, mentre lui negava con la testa e provava a rimandare.
Dopo che, però, ebbe ricevuto dalla ragazza una gomitata decise di darle retta.
-Prima di entrare e goderci la festa, possiamo dirvi una cosa?-
I FAG fecero finta di allargare le orecchie.
-Io e Alicia ci stiamo frequentando. Da un po'.-
-Non è neanche passata una settimana e già non ti ricordi più i giorni?- sbottò Alicia, contrita, aspettando scoppi di risa ed esultazioni... che non avvennero.
-Yawn.- commentò Fred, fingendo di sbagliare.
-Parliamo di qualcosa di inaspettato, come questa festa, per esempio? Cosa ci sarà sotto?- domandò George, mentre Angelina sillabava un “Ben fatto” ad Alicia.
-Ho solo una domanda: Katie come l'ha presa?-
-Sono andato io a dirglielo, anche questa volta aggiungerei.- disse Lee, ricevendo un'altra gomitata -Ma non sembrava affatto sconvolta, credo che dipendesse da questa festa.-
-Secondo voi tra Nolwenn ed Oliver...?- Alicia non concluse la domanda, cercando negli occhi degli amici un segno di negazione netta.
-Forza, andiamo. Siamo già in ritardo.- disse Fred, capeggiando il gruppo.
-E chissà chi dobbiamo ringraziare.- disse Lee dispettoso, lanciando uno sguardo ad Alicia che lo fulminò come sempre.
Poi il ragazzo le prese la mano, ma lei, con una scusa, la lasciò andare quasi immediatamente.
Una volta raggiunta l'entrata della villa, notarono subito la figuretta che attendeva di fronte all'immensa porta.
-Katie!-
La ragazza si voltò come scottata e, tesa, salutò tutto il gruppo.
-Da quanto sei qui?- domandò George, tenendola per le spalle.
-Da più di un'ora, credo. Non potevo entrare da sola, ma penso che oramai sappiano che sono qua fuori. Gli elfi domestici continuano a controllarmi, come se fossi una ladra.-
I FAG risero divertiti e fu Lee a parlare.
-Ora ci siamo noi, pulce! Entriamo e facciamo vedere loro di che pasta sono fatti i “ragazzi del sesto”.-
-Quasi del settimo.- lo corresse Alicia, ma Lee non replicò e tutti e sei entrarono nella dimora.
La prima cosa che notarono fu lo splendore generale della sala. Ogni oggetto era stato decorato con elementi dorati: dal soffitto pendevano enormi lampadari che irradiavano una luce quasi brillantata che faceva risultare ancora di più la grandezza e la magnificenza della casa.
Fred e George fischiarono non appena videro il grande soffitto che rispecchiava un cielo stellato che si muoveva a ritmo di musica.
-Esagerati!- sussurrò Alicia ad Angelina che annuì, intimidita da tutto quello sfarzo.
Lee e Katie erano ancora a bocca aperta, incapaci di dire qualcosa.
-Finalmente siete qui!-
Nolwenn si palesò di fronte a loro in tutta la sua bellezza. L'abito era, ovviamente, dorato ed i capelli erano stati intrecciati in un elaborato chignon. Anche Alicia dovette ammettere a se stessa che, quella volta, non sarebbe stata lei al centro delle attenzioni maschili.
-Alicia, che bello rivederti! Sei sempre splendida! Per quanto io provi ad esserlo più di te, mi riesce sempre impossibile.- disse Nolwenn, abbracciando la ragazza che sorrise, compiaciuta.
-Credo che tu ci sia riuscita stasera.-
-Dici? Non credo proprio. Fidati, sei sempre tu la più bella.-
-D'accordo, mi fido.- disse Alicia, trionfa e riuscì a sentire benissimo il commento di Lee, che le stava accanto.
-Hai ceduto in fretta.-
Alicia premette con forza il tacco sul piede di Lee che non riuscì a trattenere l'urlo di dolore.
-Tu devi essere Lee Jordan, immagino. Oliver mi aveva detto “Lo riconoscerai di certo. Alicia adora torturarlo”.- ripeté Nolwenn, allungando la mano per presentarsi.
-Ecco, mettiamo bene le cose in chiaro. Io sono la vittima e lei è il mio carnefice.-
-Vuoi che ti morda, Jordan?-
-Credevo che fossi una signorina fine e chic, Spinnet. Cosa direbbe tua madre se ti comportassi come un cagnolino che morde?-
Prima che Alicia potesse rispondere, Angelina intervenne come sempre.
-A proposito, Alicia, come mai i tuoi non ci sono?-
-Perché avevano un altro ricevimento, ma si scusano, Nolwenn, e promettono di esserci al prossimo.-
-Oh, stai tranquilla, oggi è solo una festicciola informale.- replicò Nolwenn, sorridente ed Alicia trattenne la risata quando Lee sillabò “informale” con un'espressione scioccata.
-Tu sei Angelina Johnson, dico bene? “Un'amazzone nera che vedrai sempre barricata dai gemelli”.- disse poi Nolwenn, stringendo anche la mano ad Angelina che sorrise divertita.
-Sì, queste sono le mie due pesti.-
Fred e George arrossirono per il “mie”, mentre Lee ed Alicia ridevano di nascosto.
Angelina, che non si era accorta di ciò che aveva detto, li guardò confusa.
-Io conosco George. Chi dei due é Fred?- domandò ancora la padrona di casa e George, come sempre, finse di avvicinarsi per presentarsi ulteriormente.
-George! É lui Fred.- disse Angelina, spostando George e facendo avanzare Fred che le baciò la mano con cavalleria.
-Siete simpatici!- commentò Nolwenn, per poi rivolgersi a Katie, ancora in silenzio.
-Uao, Katie, quasi non ti riconoscevo! Sei bellissima!- le disse, baciandole le guance con vigore.
-Venite, vi porto da Oliver.-
Li condusse lungo il corridoio, per poi farli entrare nell'immensa sala che ospitava gli altri invitati. Lee, ancora una volta, provò ad avvicinare Alicia che, stranamente, trovava sempre una scusa per parlare con Angelina.
-Divertitevi. Purtroppo dovrò parlare un po' con tutti, ma spero di chiaccherare con voi ancora. A dopo.-
Nolwenn li lasciò soli e Lee riuscì finalmente a parlare ad alta voce.
-É uno schianto, quella ragazza, giuro; ma per Ollie non deve essere facile starle dietro.-
-Non è che tu ti sia scelto un agnellino, eh.- commentò Fred ed Alicia gli tirò uno schiaffo sulla spalla che lo fece solamente ridere.
Oliver, che stava parlando con due maghi piuttosto anziani, si voltò verso di loro non appena Alicia prese a commentare la festa.
Si sciolse in un sorriso e, dopo essersi congedato, corse loro incontro.
-Ragazzi! Finalmente dei volti che riconosco.-
-I migliori sono qui!- dissero i gemelli, salutandolo con un pugno ciascuno.
-D'accordo, d'accordo. Calmatevi, eh.-
-Capitano, noi torniamo subito.- disse Lee, prendendo Alicia per un polso ed allontanandosi dagli altri.
-Ma cos'hanno?- domandò Oliver, stranito.
-Ahh, nulla. Stanno insieme.- disse Fred, tranquillo.
-Niente di nuovo, insomma.- aggiunse George, facendo sorridere Angelina ed il fratello.
-Non ci credo. Finalmente ce l'hanno fatta. Che notizia.- commentò Oliver, un po' sorpreso.
-Speriamo sia l'unica della serata.- sussurrò Angelina, rivolta a Katie, che riuscì solo ad annuire.

 

-Fermati, sei pazzo?- domandò Alicia, una volta che Lee l'ebbe portata lontana dalla folla.
-Io sono pazzo? Qual è il tuo problema?-
-Io non ho alcun problema!- sbottò Alicia, arrabbiata.
-Hai per caso cambiato idea? Riguardo a noi, intendo.-
Alicia mutò l'espressione, che divenne confusa.
-No, affatto. Tu... Sei tu ad aver cambiato idea?-
-Ma ti pare? Sei tu che mi eviti stasera.-
-Io non sono Leanne, non riesco ad essere costantemente attaccata a te. M'imbarazza, ecco.- disse Alicia, onestamente.
-Non dico che devi stare sempre accanto a me, ma perché non posso neanche prenderti per mano?-
Alicia controllò che nessuno li stesse spiando prima di parlare.
-Devo essere sincera con te. Io... io non ho mai avuto un ragazzo.-
-Cosa? Ma se ti sono piaciuti un sacco di ragazzi!- la accusò Lee, scandalizzato.
-É diverso! Non sono mai riuscita a fare nulla con loro, perché... non lo so, forse non mi piacevano abbastanza.-
-Quindi il tuo primo bacio è stato con me?- sbottò Lee, incredulo.
-Beh, in un certo senso sì. Veramente il mio primo bacio l'ho ricevuto a dodici anni, ricordi?-
-Ma sono stato sempre io a dartelo! Quella volta che ti ho baciata per una scommessa! Non sono riuscito a sedermi per un mese.- ricordò Lee, toccandosi il fondoschiena con imbarazzo.
-Ora capisci perché non sono così espansiva con te? Non so come comportarmi.-
Lee l'abbracciò senza pensarci.
-Smettila di farti delle paranoie inesistenti. Comportati come fai sempre e andrà tutto bene. Io accetterò il fatto che tu non mi abbia ancora detto cosa provi per me, se tu accetterai il fatto che, per vedere come andrà a finire, dobbiamo essere sinceri. Sei sicura di non avere nient'altro da dirmi?-
-No, nient'altro. E smettila di sorridere, mi dai sui nervi.-
-Ehi, trattami bene. Se non ci fossi stato io, saresti diventata davvero una zitella.-
-Jordan, sei un deficiente.-


-Vieni, Katie, ti mostro la casa. Posso portarvela via, vero?- domandò Oliver ai FAG che annuirono con un ghigno divertito.
-É meravigliosa.- commentò Katie, mentre Oliver le faceva vedere gli arazzi, le stanze ed il giardino.
-La scusa della casa non era la migliore, ma volevo davvero parlarti. Ho saputo di Cedric Diggory. Deve essere stato terribile.- disse Oliver, una volta che furono usciti sul terrazzo.
-Già. E accadranno cose ancora più terribili da oggi in poi.- replicò Katie, ricordando gli occhi vacui di Cedric e rabbrividendo.
-Comunque, cosa si festeggia oggi?-
Oliver fece spallucce.
-Non ne ho idea. Penso sia una festa per la fine delle vacanze. Molti di noi riprenderanno domani il lavoro.-
Katie cercò di trattenere la gioia.
-Quindi non verrai al compleanno di Lee?-
-Certo che verrò. Ho detto molti di noi, ma io ero escluso. Non mi perderai mai il compleanno di uno di voi.- disse Oliver, sincero.
-Bravo.-
-Sei ancora arrabbiata, eh? So di essermi perso un sacco di cose da quando ho lasciato Hogwarts. I problemi amorosi tra i FAG prima, Alicia e Lee ora ed ovviamente te. Mi manca stare con te.-
Katie arrossì e cercò di evitare lo sguardo del ragazzo puntando il suo verso la luna.
-Non riesco ad essere arrabbiata con te, Ollie. Ci ho provato. Merlino, se ci ho provato, ma sei un amico troppo importante.-
-Quindi, é tutto passato, vero?-
Katie lo guardò serena.
-Sì, é tutto come prima.-
Oliver la abbracciò e la sollevò da terra, facendola girare come una pazza.
-Ah, che sollievo!-
-Ollie, mettimi giù.- disse Katie, sorridendo ed arrossendo ad intervalli regolari.
-Anche tu sei importante, pulce, e anche se so che oramai tu hai occhi solo per George...-
-Non é così, Ollie! Sai bene che io ho conosciuto prima i gemelli e poi voi. George è la mia spalla, il mio confidente. Tu sei un caso apparte.- spiegò Katie, cercando di fargli capire cosa intendeva.
Oliver, però, non era mai stato un tipo sveglio da quel punto di vista.
-Okay, mi fido.- disse Oliver, lasciandola andare ed appoggiandosi alla balaustra.
-Durante l'ultima serata insieme, non abbiamo detto come noi ci siamo incontrati. Tu riesci a ricordartelo?- domandò Oliver e Katie non tentennò nemmeno un secondo.
-Durante le selezioni di Quiddich, ovviamente. Benché io avessi l'età giusta ed una scopa, tu non volevi farmi fare un provino.-
-Eri una cosetta minuscola! Credevo che al primo soffio di vento, saresti volata via!- si giustificò Oliver, offeso dall'accusa.
-Ma i gemelli, che avevo conosciuto per i corridoi e che erano diventati miei alleati da subito, ti convinsero.-
-E non finirò mai di ringraziarli per quello che hanno fatto! Mi hanno fatto conoscere una grande giocatrice ed un'eccezionale amica.-
Katie arrossì ancora e, all'improvviso, le venne l'improvvisa voglia di dirgli ogni cosa.
Ma lei non era come Leanne, che non aveva paura di mostrare i propri sentimenti.
Lei era come Angelina ed Alicia. Tutte e tre, in fatto di sentimenti, erano come dei feti. Non erano mentalmente pronte.
-Ti voglio bene, pulce.- disse Oliver, stringendola in un abbraccio.
-Anch'io, Ollie.-

 


-Eccovi qui, voi tre.-
I FAG si voltarono verso Nolwenn che li fissava con il suo solito, meraviglioso sorriso.
-Dove sono gli altri?- chiese lei, guardandosi attorno.
-Lee ed Alicia stanno ballando, laggiù. Katie ed Oliver sono scomparsi da un po'.- disse Angelina, in un tono che fece voltare i gemelli dallo stupore.
-Fratellino, andiamo a prendere qualcosa da mangiare ad Angie.- disse George, spingendo Fred verso il buffet, dall'altra parte della sala.
-Avete uno strano rapporto voi tre.- disse Nolwenn, curiosa.
-Già. Sono come un terzo gemello, quasi.- commentò Angelina, cercando con lo sguardo i gemelli e sorridendo verso la loro direzione.
-Ho saputo, però, che il vostro rapporto é molto lontano da quello fraterno.-
Angelina la guardò, stranita.
-Sai, è strano, ti ruotano attorno come se fossi il loro pianeta o satellite o come si dice.-
-E questo cosa vorrebbe dire?-
-Non voglio fare l'impicciona, ma prima o poi dovrai scegliere. Non puoi... continuare a stare con entrambi, come se fosse normale avere un piccolo harem personale.- disse Nolwenn, come se nulla fosse e, dopo averle sorriso, di nuovo, la lasciò sola con i suoi pensieri.

 

-E anche questa serata è finita.- sospirò Alicia, uscendo con gli altri da villa Åström.
-Già e noi non vedremo il Capitano chissà per quanto.- mugugnò Lee, dispiaciuto, ma, non appena Alicia -guardando altrove- gli prese la mano, si sentì subito meglio.
-E invece no, perché verrà al tuo compleanno, Lee. Su con la vita.- disse Katie, radiosa.
-Io odio Nolwenn Åström.- se ne uscì all'improvviso Angelina, mentre tutti la guardavano allibiti.
-Di solito quella è una battuta di Alicia.- disse Lee, ricevendo dalla ragazza prima uno schiaffo sulla testa e poi un bacio sulla guancia.
-Lo so e so anche che è una ragazza incredibile, ma è fin troppo incredibile per me. Sembra un brutto incrocio fra noi tre e non mi piace. É bella come Alicia, ingenua come Katie e materna come me. Insomma, è fastidiosa.-
-Io non ho capito.- disse Fred a George che sorrise e gli disse di lasciar perdere.
-Hai presente il film che mi hai fatto vedere con Julia Toberts, Alicia?- domandò Katie all'improvviso, parlandole come se fosse tornato tutto come prima fra loro.
-É Roberts, pulce. Quale, comunque, “il matrimonio del mio migliore amico”?-
-Esatto. Io la penso come la protagonista.- disse Katie, pratica.
-Cosa, crème brûlée e gelatina?- domandò Alicia, stranita.
-No.- Katie sospirò -”Se non dovessi odiarla, la adorerei”. Non è capitato anche a te con Leanne?-
Alicia non ci pensò neanche un istante.
-No, io la odiavo e basta. Non potrei mai adorare un tipo come Leanne.- disse Alicia, altezzosa, poi rivolta a Katie e a Lee disse -Mi dispiace.-
-Si vede.- rise Lee, per nulla toccato dal commento.
-E comunque non pensarci, pulce, quel film non finisce bene per la gelatina. Accompagnate voi Angie e Katie?- domandò Alicia ai gemelli.
-Ovvio. Non vogliamo vedervi sbaciucchiare, grazie lo stesso.-
-D'accordo, allora. Ci vediamo il diciannove, ragazzi. Andiamo, poppante, ti accompagno a casa.- ironizzò Alicia, prima di stringere la mano a Lee e smaterializzarsi.
-Sono proprio carini.- ammise Angelina, felice per entrambi.
-Sono sempre gli stessi! Litigano e si picchiano.- disse Fred, scandalizzato dallo strano rapporto di quei due.
-Però poi fanno pace in un altro modo.- aggiunse George con un sorriso malizioso.
E prima che Angelina potesse rispondere, i gemelli avevano già preso lei e Katie per mano e si erano smaterializzati con un pop.

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Che dire di questo capitolo? Innanzitutto Alicia e Lee ce l'hanno fatta ed era anche ora. Ovviamente i loro problemi non sono finiti (altrimenti sarebbe troppo semplice, no? xD), anzi sono appena iniziati xD. Se riusciranno o meno a superarli, è ancora tutto da vedere (leggere).
Ho voluto dedicare uno spazio a Katie ed Oliver, perché mi mancavano insieme. Katie è sempre più cotta, povera ragazza, mentre Oliver continua a trattarla come la sorellina minore che non ha mai avuto.
I FAG sono sempre gli stessi xD. Hanno, per il momento, messo da parte i loro problemi che torneranno tra il prossimo ed il capitolo ancora successivo.
Avevo detto che il loro rapporto sarebbe stato trattato maggiormente nel prossimo capitolo, ma sbagliavo. Il prossimo capitolo sarà una sorta di "capitolo-ponte", cioé fungerà da collegamento per il primo capitolo del settimo.
Nel prossimo, inoltre, compariranno due nuovi personaggi che personalmente adoro *.*
Penso di aver chiarito tutto.
Ringrazio, come sempre, tutti coloro che continuano a seguire questa fic <3
Un bacione e a presto ^-^

ALICIA SPINNET (QUINTO ANNO)Image and video hosting by TinyPicLEE JORDAN (QUINTO ANNO) (unica foto che sono riuscita a trovare del vero attore!)Image and video hosting by TinyPicNON SO VOI, MA PER ME LUCY HALE SAREBBE PERFETTA PER KATIE (SOPRATTUTTO IN QUESTA FOTO!)http://www.moviespad.com/photos/lucy-hale-image-bad57.jpg

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***



Capitolo 17


-Siamo qui.- annunciò Alicia, entrando nella dimora di Katie dalla porta sul retro.
-Adoro questa casa di campagna. É sempre aperta a tutti. Rispecchia Katie.- disse Alicia, una volta che Angelina, seduta al bancone della cucina, l'ebbe salutata.
-Allora avete fatto pace.-
-Diciamo che abbiamo ripreso a parlare come se niente fosse.-
-Questo non è da te. Grazie al cielo Lee ti sta cambiando.- scherzò Angelina, ricevendo la solita occhiataccia dall'amica.
-Questo mai. A proposito, dove sono gli altri?-
-Io.Odio.I.Fratelli.Minori.- scandì Katie, scendendo le scale, zoppicando.
-Che ci fa tuo fratello attaccato alla tua gamba?- domandò Alicia, trattenendo le risate.
-Mpf. Sam, lasciami andare!-
Sam fece segno di no con la testa e Katie alzò gli occhi al cielo.
-Ciao, Sammi. Come stai?- chiese Alicia, sorridendogli tranquilla.
-Malissimo. Lui è qui.-
-Lui chi?-
-Io, Alicia. Parla di me.- disse Oliver, entrando nella cucina con fare rassegnato.
-Okay, sono confusa. Credevo che Sam odiasse tutti i corteggiatori di Katie, quindi Oliver...-
-No, Alicia, non è come pensi.- la interruppe Angelina, non evitando però a Katie di arrossire.
-Sam pensa che a me piaccia Oliver e che Oliver ricambi.- chiarì la più piccola, mentre le amiche sorridevano ed Oliver faceva finta di nulla.
-Io so che è così, ma tanto non riuscirà a prenderti. Tu devi stare con noi.- piagnucolò Sam, aumentando la presa.
-Ma perché tu e tuo fratello non litigate come tutti i fratelli normali?- domandò Oliver, sedendosi vicino ad Angelina che gli strinse la spalla in segno di comprensione.
-Noi litighiamo sempre, quando siamo soli. E quando vede te che diventa geloso senza un motivo.- chiarì Katie.
-Io ce l'ho un motivo.- bofonchiò Sam, guardando male Oliver che esclamò.
-Mi odia! Nessuno mi aveva mai odiato!-
- Ce l'avessi io questa fortuna.- disse Alicia a denti stretti.
-Dov'è Lee?- chiese Angelina, notando solo in quel momento l'assenza del ragazzo.
-Ripeto: ce l'avessi io questa fortuna.-
Prima che i ragazzi potessero chiedere spiegazioni, Lee entrò con in braccio una bambina.
-Ciao a tutti.-
-Diana!- dissero Oliver, Angelina e Katie all'unisono.
-Ciao!-
Diana era la sorellina minore di Alicia ed era la sua copia esatta solo in formato mignon, eccetto per i capelli che erano più chiari e più corti.
-Lee, mi fai girare ancora? Ti preego!-
Diana, a differenza di Alicia, aveva sempre avuto una predilizione per Lee.
-Nanetta, piantala! Oggi è il suo compleanno e deve stare con noi!- sbottò Alicia, prendendo la sorellina in braccio ed allontanandola dal ragazzo.
-Lo vuoi solo tutto per te.- gridò Diana, fronteggiandola.
-É il mio ragazzo.-
-Ma io l'ho visto per prima!-
Il gruppo assisteva alla scena, cercando di non perdersi una parola.
-Mi trattano come il loro giocattolino.- si lamentò Lee, sedendosi alla destra di Angelina che sorrise.
-Diana, te lo ripeto: stai lontana da Lee!-
-Prima ti andava bene!- la accusò la piccola, offesa.
-Prima non era il mio ragazzo.- ribatté Alicia, scrollando i capelli per porre fine alla discussione.
Diana, però, era troppo simile alla sorella per cedere così facilmente.
-Okay, time out, ragazze!-
Angelina prese in mano la situazione. Si alzò dalla sedia, prese per mano Sam e lo portò di fronte a Diana.
-Samuel, Diana. Diana, Samuel.-
Angelina fece le presentazioni, sperando di risolvere sia i problemi di Katie sia quelli di Alicia.
-Su, andate a giocare.-
I piccoli si squadrarono per una serie di minuti.
-Io non starò con questa mocciosetta!- disse Sam, mettendo su un'espressione disgustata e facendo un passo indietro.
-Io non sono una mocciosetta. Ho già sei anni.- rispose Diana, altezzosa.
-Pfff, e io ne ho otto e allora?-
Diana si illuminò.
-Otto!? Allora conosci un sacco di magie! Vedere, vedere!- prima che Sam potesse rispondere, Diana lo interruppe -Aspetta, prima io.-
Diana allungò le mani e lievitò da terra di almeno due metri. Poi, tornata coi piedi per terra, schioccò le dita e spense le luci.
-E questo è niente. Guarda!-
-Basta, Diana. Ora smettila.- la rimproverò Alicia e la sorellina, dopo aver sbuffato un po', riaccese le luci e tutto tornò alla normalità.
-Tua sorella controlla la magia?- domandò Oliver, incredulo.
-Già, e ne approfitta. Non è così strano, però. Lo facevo anch'io alla sua età e mia madre anche.- disse Alicia, dandosi importanza e Lee la fissò con tanto d'occhi.
-Ma che famiglia siete! Tutti prodigi.-
-Incredibile. Sam a malapena sa far lievitare gli oggetti.- disse Katie, sorpresa.
-Sorellona!-
-Lievitare gli oggetti? Sei scemo o cosa?- rise Diana, prendendo in giro il bambino che gonfiò le guance, arrabbiato.
-Io non sono scemo, sei tu che sei un fenomeno da baraccone.-
-Io sono un fenomeno e basta.-
-Guarda, guarda. Mi ricordano qualcuno.- disse Fred, entrando con George al seguito e scoccandogli un'occhiata d'intesa.
George annuì e, con il fratello, si voltò a fissare Alicia e Lee.
-É vero! Sembrano loro!- esclamò Katie, cercando approvazione da Angelina ed Oliver ed ottenendola subito.
-Mia sorella non è uguale a me.- disse Diana, perentoria, mentre Sam le faceva il verso di sottofondo.
-Questo sarebbe impossibile, mostricciatolo, dato che sono io la più grande.-
-E si vede. Hai già la rughe.-
Alicia spalancò la bocca e Lee dovette trattenerla per un braccio per evitare che si lanciasse contro la bambina.
-Lee mi ha detto che ha scelto te solo perché hai la sua età; ma non appena sarò grande abbastanza si sposerà con me.- continuò Diana, mentre Sam faceva finta di vomitare ed Alicia trucidava Lee con lo sguardo.
-Non ho mai detto una cosa del genere.- si difese lui, cercando di farla rilassare.
-Diana, ancora una parola e tiro fuori a bacchetta. Credimi, io sono molto brava con la bacchetta.-
-Confermo.- sussurrò Lee, a disagio.
-E io lo dirò alla mamma. Dirò tutto alla mamma.-
Alicia sbiancò e riuscì a calmarsi, mentre Lee metteva su il muso, nervoso.
-Cosa c'entra tua madre?- domandò Katie, ma prima che Alicia potesse rispondere, Angelina intervenne.
-Diana. Sammi. Perché non andare a giocare un po', eh?-
Diane e Sam risposero quasi all'unisono.
-Assolutamente no.-
-No.-
-Angie, senza offesa, ma con i bambini non ci sai proprio fare.- disse Alicia, scuotendo la testa.
-O almeno non con le nostre pesti.- aggiunse Katie, spalleggiando l'amica.
-Sam, se ci lasci da soli per il resto del pomeriggio, ti prometto che Oliver non mi verrà più a trovare.- disse Katie, mentre Oliver sbottava un “Cosa?” a bassa voce.
-Nanetta, se giochi con Sam, Lee ti porterà a giocare ogni volta che vorrai.-
-Davvero?- domandò la bambina, felice.
-Io e Lee.- si corresse Alicia, cancellando parte della felicità di Diana.
-Vieni, scemo, ti insegno un po' di magia.- disse la piccola Spinnet, tirando Sam per la manica della t-shirt e portandolo in giardino, non badando alle sue proteste.
-Mia madre odia Lee.- disse Alicia, una volta che i bambini li ebbero lasciati soli.
-Tua madre odia tutti noi.- commentò George, sedendosi sul divano, immediatamente raggiunto da Fred ed Angelina.
-Sì, ma per Lee ha una sorta di astio speciale.- disse Oliver e Katie annuì.
-É una sorta di Diana al contrario.- commentò Angelina.
-Okay, avete reso l'idea.- bofonchiò Lee, mettendo fine ai discorsi degli amici.
-Se mia madre odiava Lee quando credeva che io e lui fossimo solo amici, immaginate cosa farebbe se sapesse la nostra attuale situazione.- chiarì Alicia.
-Non dice mai “relazione”, avete notato?- sussurrò Angelina ai gemelli che annuirono lentamente.
-Vi ho sentito. Comunque Diana sa tutto e lo usa per ricattarmi.-
-Diabolica come la sorella.- disse Lee ed Alicia lo guardò con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
-Ma perché tua madre odia tanto Lee?- chiese Oliver, stupito.
-Non è una bella cosa da dire.- disse Alicia, dispiaciuta.
-Oh, andiamo! Siamo i tuoi amici e sappiamo che tra te e tua madre c'è una bella differenza.- disse Fred, tranquillo.
-Perché è di colore.- mormorò Alicia, fissandosi i piedi.
Tutti rimasero zitti per diversi minuti. Fu Lee a rompere il silenzio.
-Non me l'avevi mai detto.-
-Non è bello dire che tua madre è rimasta al Medioevo.-
-Ma allora odia anche me.- disse Angelina, dispiaciuta.
-Tu non sei un ragazzo. Credo che mia madre sapesse già che tra me e Lee c'era una sorta di... -Alicia arrossì, mentre i FAG sorridevano- ...di attrazione, ecco.-
-Comunque non m'importa quello che pensa. Non deciderà niente della mia vita.- disse la bionda, ricomponendosi.
-Basta discorsi seri, ragazzi. Se non ricordo male abbiamo un compleanno da festeggiare.- dissero i gemelli, alzandosi ed iniziando ad agitare le bacchette.
Pochi minuti dopo iniziò la festa e tutti tornarono a divertirsi.

-Ehm, ehm.- i gemelli si schiarirono la gola, per ottenere l'attenzione di tutti.
-Questo è il nostro regalo per te, Lee. Scusa se non ti abbiamo coinvolta, Alicia, ma pensavamo avresti agito da sola questa volta.- chiarì Fred e la ragazza rispose.
-Infatti hai ragione. Gli ho regalato due biglietti per la partita esclusiva fra i Falmouth e le Vespe di Winbourne.- disse Alicia, felice.
-Tanto vinceremo noi.-
-Sogna, Jordan.-
-Tifi ancora per le Vespe?-
Alicia e Lee si voltarono verso la voce ed entrambi spalancarono gli occhi.
-Jared Russell!-
Lee gli saltò addosso e l'abbracciò, felice.
Jared era stato il suo migliore amico d'infanzia, ma si erano persi di vista all'inizio della scuola. Jared aveva preferito Durmstrang ad Hogwarts e, in quegli anni, avevano avuto poche occasioni per vedersi.
-Vedo che non sei cambiato di una virgola, Lee, hai ancora dei gusti pessimi in fatto di Quiddich.-
-Tu sei ancora un pipistrello*?- domandò Lee, iniziando a parlare come ai vecchi tempi.
-Certo che sì. Quella è una vera squadra.- rispose Jared, tranquillo -Non sono riuscito a farti niente, amico mio, ma mi farò perdonare. Il gruppo mi ha avvisato all'ultimo e sono riuscito a tornare solo per pochi giorni.-
-Allora li hai già conosciuti.-
Jared annuì.
-Non così bene, ma ho capito qualcosa.- affermò Jared, poi a bassa voce, in modo che solo Lee sentisse- Quei tre laggiù hanno un triangolo in corso e la piccoletta muore dietro a quello alto.-
-Sei sempre il solito.- sorrise Lee, rassegnato.
-Salve, bellezza.- disse ad un certo punto Jared, fischiando in direzione di Alicia.
-Sono Jared, piacere.- si presentò, spingendo Lee da parte e mettendosi di fronte alla ragazza.
-Alicia. E ci conosciamo già.- disse lei, fredda come al solito.
-Me lo ricorderei.- ammise lui, sfoderando il suo sorriso “da conquistatore”.
-Ti rinfresco la memoria, allora. Ci siamo conosciuti nell'estate dei miei dodici anni, quando Lee mi aveva invitato per parlarmi, ricordi?- domandò Alicia, con una voce tutt'altro zuccherosa.
-Oh, oh. Tu sei la bambina che ho visto nelle foto di Lee. Quella della scommessa.- disse Jared, impallidendo.
-Esatto, sono io. Per la tua stupida scommessa, Lee ci ha rimesso il sedere.- continuò lei, altezzosa.
-Sei diventata ancora più bella!- esclamò lui, stringendole la mano con vigore e spezzando l'aria tesa che si era creata.
-Non chiedi neanche scusa?- sbottò lei, indignata.
-Scusa, scusa. Per farmi perdonare ti chiedo di uscire, okay?- chiese lui, come se niente fosse.
-Quello mi farebbe infuriare di più.-
-Oh.- disse Jared, premendosi il cuore, scenico- Qualcosa si è spezzato.-
Il gruppo scoppiò a ridere per il siparietto creatosi, mentre Lee si rabbuiò all'improvviso.
-Jared, lasciala stare. É una ragazza impegnata.- disse Lee, mettendosi davanti a lei.
-E chi è il fortunato?- domandò Jared, ingenuamente.
-Ce l'hai davanti, mio caro, anche se è più lei ad essere la fortunata, visto che senza di me sarebbe diventata una...-
Alicia colpì Lee sulla testa, per farlo stare zitto.
Jared spalancò la bocca e poi urlò di nuovo.
-Complimenti, amico, ben fatto! Sono proprio contento per te. Che ne dici di prestarmela ogni tanto? Facevamo così anche per i giocattoli, ricordi?-
-Ehi, io non sono un giocattolo!- sbottò Alicia, infiammandosi.
Il gruppo continuò con la festa, come se niente fosse; Alicia, Lee e Jared smisero di discutere diverse ore dopo.


-Perché non ci vediamo ancora prima dell'inizio della scuola?- domandò George ad Angelina, una volta che la festa finì e Jared fu andato via, mentre gli altri parlavano fra di loro.
-Mi stai chiedendo di uscire?- domandò la ragazza, rassegnata.
-Dipende.- disse George, sorridendole maligno.
-Da cosa?-
-Da cosa risponderai.-
Angelina lanciò un'occhiata a Fred e, appurato che era intento a stritolare Oliver in una morsa delle sue, sussurrò a George poche parole.
-Io ho bisogno ancora di tempo, G.-
-D'accordo, ricevuto. Più tempo.-
-Ma grazie.- disse Angelina, abbracciandolo di getto e sorridendogli comprensiva.
-Ragazzi, stavolta non ci vedremo per un bel po'.- disse Oliver, dispiaciuto, stringendo Katie che arrossì subito.
-Capitano, ci mancherai!- esclamarono i gemelli, saltandogli addosso.
Angelina lo abbracciò subito dopo, baciandogli la guancia e provocando, a sua insaputa, l'irritazione di Katie.
-Mi raccomando, uragano.- disse Oliver, abbracciando Alicia che si congelò sul posto.
-Scusa. Mi dimentico sempre che sei un ghiacciolo.-
-Ah-ah, simpatico.- commentò Alicia, facendo spazio a Lee che strinse la mano ad Oliver e lo colpì sul braccio.
-Fai vedere a tutti chi sei, Capitano.-
-Anche tu.-

 

-Sarà dura quest'anno.- disse Alicia, camminando con Lee e Diana, che si era addormentata in braccio al ragazzo.
-Tra i M.A.G.O, mia madre, Leanne e Brad. Credi che avremo tempo per noi?- domandò Alicia, insicura.
-Tempo per noi? Cos'hai in mente?- chiese Lee, malizioso ed Alicia stroncò subito la sua allegria.
-Scordatelo, cretino. Hai capito cosa intendevo.-
-Non sei mai stata così ansiosa per tutto. Rilassati.-
Lee le strinse la mano e fece per smaterializzarsi.
-Aspetta. Sei sicuro di essere pronto per la smaterializzazione?-
-Oramai sono maggiorenne.-
Alicia alzò un sopracciglio e Lee sbuffò.
-Hai paura che io possa spaccarti.-
-Non sarebbe piacevole.- ammise lei.
-D'accordo, allora. Fallo tu.-
-Ottima scelta, Jordan.-
Si materializzarono poco lontano dalla casa di Lee.
-Sei tu che mi devi accompagnare a casa. Questa relazione è sempre più strana.-
-La prossima volta mi accompagnerai tu a casa. Promesso.- disse Alicia, sorridendogli felice.
-Sai, sono contento. Almeno la mia prima magia da maggiorenne sarà un'altra.- disse Lee e, una volta agitata la bacchetta, fece comparire una rosa che regalò ad Alicia.
-Devi migliorare.- disse lei, facendogli vedere il fiore, metà rosso e metà blu.
-Ops. Aspetta, ci riprovo.-
-Non importa. É strana come il nostro rapporto. Mi piace.- disse Alicia, stringendo la rosa a sé.
-Sai, sei divertente quando sei gelosa; però essere gelosa della propria sorellina non sarà troppo perfino per te, Spinnet?- rise Lee, vedendola arrossire all'improvviso.
-Io non sono gelosa di nessuno, tantomeno di te.-
-Allora il bacio della buonanotte lo do a tua sorella.- disse Lee, baciando la fronte di Diana che ancora dormiva profondamente sulla sua spalla.
-Provaci.- lo minacciò Alicia, tirandolo per il colletto e baciandolo con vigore. E poi baciandolo ancora e ancora.
-Sarà meglio andare.- disse Alicia, un po' dispiaciuta.
Lee le passò Diana che aprì leggermente gli occhi.
-Lee, non dirò niente alla mamma. Te lo prometto.-
-Grazie, piccolina.-
-Anche perché la mamma farebbe di tutto per tenerti lontano da Alicia.-
-E noi non vogliamo che Lee stia lontano da noi, vero?- disse Alicia a Diana che annuì.
-No, a costo di lasciarlo a te.-
-Oh, grazie.- disse Alicia, falsamente. Da quando doveva avere il permesso di sua sorella?
-Ci vediamo il primo settembre, Jordan.-
-Spero anche prima, Spinnet.- ribatté lui, baciandola ancora una volta, prima di vederla sparire in un pop.


-Ho bisogno di tempo, Fred.-
-Tempo, certo. Solo... non metterci una vita, okay? D'accordo che anche con la barba sono uno schianto, però...-
-Ho afferrato l'idea, Freddie.-

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Come ho potuto dimenticarmi di Jared? Il mio amore! (Dopo i gemelli, Lee ed Olly, ovviamente xD).
Nello scorso capitolo avevo accennato a due nuovi personaggi (le pesti Sam e Diana) e mi ero dimenticata che in questo capitolo sarebbe comparso anche lui <3 Sorry, Jared!
Chiariamo prima l'asterisco: * Pipistrello, cioè tifoso dei Ballycastle Bats (Pipistrelli di Ballycastle) sono una squadra nord-irlandese molto famosa. Indossano una divisa nera con un pipistrello scarlatto sul petto. La loro mascotte è Barny il pipistrello della frutta, noto anche come il pipistrello della burrobirra. Hanno vinto per 27 volte il campionato. Il giocatore più conoscuito dei Bats è il battitore Finbar Quigley, che probabilmente è anche uno dei battitori dell'Irlanda campione del mondo nel 1994. [Wikipedia]
Seconda cosa: Diana, come in passato Alicia e sua madre, controlla la magia già a sei anni, per cui è libera di fare magie senza ripercussioni, perché, normalmente a quell'età, la magia dovrebbe essere difficilmente controllabile.
Forse l'argomento del "razzismo" è stato trattato come se niente fosse, ma tutti conoscono bene la madre di Alicia e nessuno si stupisce più per le sue idee razziste (anche se questo argomento sarà trattato anche in altri capitoli!)
I gemelli, come avete notato, anche se involontariamente, agiscono nello stesso modo nel chiedere ad Angelina di uscire. Nel prossimo capitolo, invece, vedremo alcune differenze nei loro comportamenti.
Come li vedete voi i personaggi di cui non si conosce il volto? Quali attori potrebbero interpretarli? Sarebbe bello vedere come sono attraverso i vostri occhi ^-^
Ditemi anche le vostre impressioni su Diana, Sam e Jared. Mi farebbe piacere leggerle ^o^
Un grazie, come sempre dovuto e sentito, a tutti coloro che leggono questa storiella. GRAZIE <3
Un bacione e, se non dovessi pubblicare prima, un felice Natale a tutti voi e alle vostre famiglie *-*

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

-Il nostro ultimo primo giorno di scuola!- annunciarono i gemelli, entrando nello scompartimento degli amici e salutandoli con un sorriso identico.
-Non inizierete già ora.- sbuffò Katie, guardando fuori dal finestrino.
Angelina li fulminò per le loro parole ed entrambi fecero spallucce per poi sedersi accanto a lei.
-Dove sono i piccioncini?- domandò Fred, mentre Katie riacquistava il sorriso.
-Arriveranno presto, spero.- rispose Angelina, alzandosi dal sedile e mettendosi vicino a Katie.
Fred non notò la cosa, mentre George comprese che Angelina si sentiva in imbarazzo per qualche strano motivo.
-Ciao, compagni!-
Lee ed Alicia entrarono mano nella mano nello scompartimento e, dopo aver salutato tutti, si sedettero l'uno accanto all'altra.
-Com'è andata l'udienza?- chiese Angelina all'improvviso.
-Quale udienza?- domandò Alicia, curiosa.
-Vi hanno messo dentro?- ironizzò Lee ai gemelli che negarono con un sorriso.
-Harry Potter ha avuto un'udienza quest'estate.- disse George e prese a raccontare tutto quello che sapeva.
Alicia, Katie e Lee ascoltavano attentamente ogni cosa, mentre Angelina e Fred si guardavano, annoiati da una storia che conoscevano già.
-Secondo voi è vero? Cioé, Dissennatori in giro per un centro babbano?- disse Lee, scettico.
-Certo che è vero! Harry non è un bugiardo e, dopo quello che è successo l'anno scorso, gli credo ancora di più.- ribatté Alicia, infervorata, mentre Lee la fissava con un ghigno che non le piacque affatto.
-Cosa?-
-Se non ti conoscessi bene, penserei che hai una cotta per Harry.- disse Lee, con un sorriso.
-Io ti conosco bene e so che sei geloso.- replicò Alicia, con un sorriso inquietante.
-Non è vero.-
-É vero.-
-Non è vero!-
-É vero!-
-Finitela, bambini!- sbottò Angelina, incredula nel vedere che quei due non erano cambiati affatto.
-Comunque, Angie voleva dirci qualcosa, vero?- domandò Fred, che sapeva già tutto, ma voleva vedere la reazione degli amici.
-Sono il nuovo Capitano dei Grifondoro!- esclamò lei, tirando fuori la spilla dalla tasca e mostrandola a tutti.
Alicia e Katie le si lanciarono addosso e saltarono su felici, mentre George le prese la mano e si complimentò.
-Mi raccomando, eh. Dobbiamo vincere!- disse Lee, con energia.
-Ce la faremo sicuramente.- disse Angelina, convinta e nessuno osò ribattere.
Bradley Anderson entrò nello scompartimento pochi minuti dopo.
-Ciao, Alicia. Ragazzi.-
Non tutti furono felici di vederlo lì ed Alicia fu la sola a parlare.
-Brad, come stai?-
-Potrebbe andare meglio, ma si sopravvive.- rispose lui, tranquillo.
Brad guardò prima Alicia poi Lee, che non lo degnò di uno sguardo.
-Congratulazioni, Jordan. Ho saputo la splendida notizia.-
Lee fece un sorriso forzato, ma non rispose a quella che, secondo il suo parere, era una grossa provocazione.
-Immagino che quest'anno non farai il viaggio con me, Alicia.-
-Immagini bene, Brad. E anche l'ultimo viaggio verso Hogwarts, per cui preferisco trascorrerlo con loro. Ci vediamo in giro, d'accordo?- disse lei, pratica e fu l'unica a salutarlo come si deve, quando si congedò dal gruppo.
-Lo detesto.- disse Lee, quando furono nuovamente soli- Ti guarda come se non sapesse che adesso stai con qualcuno.-
Alicia sorrise, le faceva piacere che Lee fosse geloso di lei. Era una bella sensazione.
-Lee, ti stai trasformando in un essere spaventoso.- dissero i gemelli, mettendo su un'espressione disgustata.
-Lo preferisco ora. Con Leanne era un ragazzo fin troppo mieloso.- ammise Alicia, annuendo con vigore.
-A proposito di Leanne, sapete che non mi rivolge più la parola?- domandò Katie, triste.
-Per colpa nostra?- chiese Lee, dispiaciuto.
-Non proprio. Credo che dia la colpa a me di quanto è successo fra voi.-
-Tu non c'entri niente!-
-Leanne deve pensarla diversamente, Alicia.- continuò Katie, torturandosi le mani -Siamo sempre state amiche. Ho appena fatto pace con Oliver, non mi piace litigare con i miei amici. Sto diventando come Alicia.-
-Ehi!-
Angelina, aiutata anche da Lee, fece segno ad Alicia di non dire niente, mentre lei consolava l'amica.
-Non aspettare che sia lei a cercarti, pulce. Va' da lei e spiegale tutto.-
-Sì, ma non adesso. Il viaggio è tutto per noi.- aggiunse Alicia e Lee scosse la testa, rassegnato.
-Come le hai detto che era finita, Lee?- chiese George, curioso.
Lee guardò Alicia, curiosa anche lei di sapere ogni cosa.
-Non chiedetemi di ripetere quello che le ho detto. Sono cose personali.- disse Lee, imbarazzato.
-Buuuu!!- fecero i gemelli in coro, facendo ridere tutti e provocando l'irritazione di Lee, che però continuò a tacere.
-E con Oliver, invece? Cosa vi siete detti quella sera?- chiese ancora George, seguito poi dal commento di Fred.
-O cosa avete fatto?-
Katie arrossì e scosse la testa.
-Non è successo niente. Abbiamo fatto pace.-
-Siete stati via quasi un'ora.- precisò Fred, insistendo sulla cosa.
-Basta, ragazzi. Se Katie non vuole raccontare, non è obbligata.- disse Angelina, proteggendo la più piccola.
-Sì, invece.- dissero Fred, George ed Alicia all'unisono, sorridendo poi l'attimo dopo.
Il viaggio trascorse tranquillo e sereno per tutto il tempo ed il gruppo, ancora ignaro di quello che sarebbe successo, si dimenticò, per un attimo, che quello era l'ultimo anno insieme.

 

 

-Dolores Umbridge.- ripeterono i gemelli, non appena si furono riuniti tutti davanti al fuoco.
-Nome odioso.- commentò Alicia, torturando le dita di Lee.
-Questa è l'unica cosa che riesci a dire?- domandò Angelina, seduta su una poltrona, intenta a leggere.
-No, avrei altre cose da dire, ma questo vorrebbe dire che mi interessa l'oggetto di quest'argomento; mentre invece non è così.- chiarì la ragazza, facendo il solito sorrisino irritante.
-Dovrebbe interessarti, invece, dato che quella pazza è la nostra nuova professoressa e che lavora per il Ministro. Non vi sembra curioso tutto questo?- chiese ancora Angelina, preoccupata. Fred era su un bracciolo della sua poltrona e George sull'altro, ma in quel momento sembrò non badarci.
-Perché dovrebbe esserlo? Solo un'idiota del Ministero avrebbe potuto accettare quel posto. Lo sanno tutti che è maledetto.- disse Lee, trovando il consenso di quasi tutto il gruppo.
-Ma non avete sentito quello che ha detto a cena?- perdurò Angelina, provando a far capire il suo pensiero.
I gemelli negarono con la testa, seguiti da Lee e Katie.
-Il Ministero controlla Hogwarts.- se ne uscì Alicia, come se niente fosse.
-Allora ti interessa.-
-No, Angie, non m'interessa. L'ho ascoltata solo per capire che tipo è. Una stupida bigotta.- replicò la ragazza, in sintesi.
-Grande! Io mi sono fermato al nome, poi mi sono addormentato.-
-Questo perché sei un idiota, ma oramai non si stupisce più nessuno.-
Prima che Lee potesse rispondere ad Alicia, i gemelli intervennero.
-Ma non sarà così male, no? É sempre l'ultimo anno.- disse Fred e Katie mise su il muso.
-E, anche se non lo fosse, non può essere peggio di Raptor, no?- aggiunse George, facendo sorridere tutti, Katie compresa.
-Infatti, Angie, non fasciamoci la testa. Godiamoci questo ultimo anno insieme.- continuò Alicia, sottolineando bene l'ultima parola, per non escludere Katie che le sorrise, grata.
-D'accordo?- sussurrò Fred ad Angelina e lei annuì.
-D'accordo.-

 

 

-Jordan!-
Lee si fermò di colpo, non appena vide Bradley Anderson di fronte a sé e, stringendo i pugni, decise di ignorarlo.
-Ehi, aspetta. Fermati un attimo.-
-Non ho tempo, mi dispiace.-
Brad scoppiò a ridere e si mise di fronte a lui, bloccandogli il passaggio.
-Ti disturbo solo per due minuti, tranquillo.-
-Che vuoi?- sbuffò Lee, indispettito.
-Uao, sembravi proprio lei, giuro. Stare con Alicia non ti fa bene.-
Lee non rispose, aspettando qualche altra provocazione.
-Volevo essere sicuro che avessi sentito le mie congratulazioni il primo settembre.-
-Le ho sentite.-
-Ma non le hai accettate.- ribatté Brad, con un sorriso che risultò a Lee altamente irritante.
-Non erano sincere.-
-Oh, ma certo che lo erano! Sei riuscito a conquistare Alicia Spinnet, sei un grande! Certo, sappiamo benissimo tutti e due come andrà a finire, ma almeno sei riuscito a stare un po' con lei, no? É un grande risultato per uno come te.- spiegò Brad, parlando come se niente fosse.
-Uno come me?- ripeté Lee, confuso.
-Andiamo, non crederai davvero di durare tanto con lei!? Siete troppo diversi e Alicia, scusami se te lo dico, ha aspettative un po' più alte delle tue.-
Vedendo che Lee continuava a rimanere perplesso, Brad continuò.
-Mi spiego con parole semplici, così potrai capire. Lei non è solo bellissima. É intelligente, brillante e diventerà qualcuno un giorno. Non metto in dubbio che tu sia un bravo ragazzo, ma non mi sembra che i tuoi voti scolastici ti permettano di fare grandi cose in futuro. E, che rimanga tra noi, non sei poi così attraente. Non vedo perché una persona come Alicia debba rimanere con te, quando può permettersi qualcuno un po' più alla sua portata, diciamo.- terminò il ragazzo, aspettando il commento di Lee che non tardò ad arrivare.
-Qualcuno come te?-
Brad sorrise.
-Non credere che non sappia quello che stai facendo, Jordan. Non era una minaccia, né una dichiarazione di guerra. Non siamo rivali.-
-No, non lo siamo. “Rivali” significa che vogliamo combattere per ottenere qualcosa. Io, invece, non ho bisogno combattere, perché quel qualcosa è già mio. Alicia sta con me, quindi più che rivali, siamo io il vincitore e tu lo sconfitto.-
-Per ora.- concluse Brad, mostrando ancora quel sorriso prima di dargli una pacca sulla spalla ed allontanarsi da lui.
Il malumore di Lee durò per tutta la mattina.

 

 

-Posso parlarti, Ali?-
Alicia scattò dalla poltrona, ansiosa.
-Perché mi chiami così? É successo qualcosa?-
-No, tranquilla. O almeno non riguarda te. Né Lee.- aggiunse, prima di vederla tornare quella di sempre.
-E la pulce?-
-Preferirei parlarne prima con te. Katie ha già altri problemi a cui pensare, mentre i tuoi si possono dire conclusi, giusto?- chiese Angelina, vedendola annuire, decisa.
-Penso che Nolwenn abbia ragione.-
-Non ti seguo più.- ammise Alicia, facendola sedere accanto a lei e provando a capire le sue parole.
-Il giorno della festa Nolwenn mi ha detto che prima o poi dovrò scegliere. Tra Fred e George, intendo.-
-Beh, mi pare abbia un senso, no? Non puoi voler stare con tutti e due.-
Angelina abbassò gli occhi ed Alicia aprì la bocca, incredula.
-Vuoi stare con entrambi? Che razza di mente malata sei?- ma vedendo l'espressione triste dell'amica, tentò di aggiustare le proprie parole- Scusa, senza offesa.-
Angelina scosse la testa.
-Non è come pensi. Il fatto è che non riesco a scegliere. Voglio bene ad entrambi e non voglio farli soffrire.-
-Quindi preferisci stare lontano da tutti e due? Così soffrirai anche tu, Angie.-
-Come lo sai?-
-Come so cosa?- domandò Alicia, stranita.
-Che sto cercando di allontanarmi da loro.-
-L'ho notato. Una volta eri sempre circondata dai gemelli e ti faceva piacere, mentre ultimamente, non appena li vedi vicino a te, fai di tutto per spostarti. Credo che l'abbiano capito anche Fred e George; ma il primo fa finta di niente e il secondo soffre in silenzio. Lee, invece, è troppo stupido per arrivarci e la pulce è costantemente presa dai suoi problemi.- concluse Alicia, piccata.
-Hai studiato il comportamento di tutti, incredibile. Una volta quello lo facevo io.- disse Angelina, stupita.
-Sono solo brava ad osservare, tutto qui. Comunque, non penso che Nolwenn volesse giudicarti, voleva solo esserti d'aiuto a suo modo. Prima o poi dovrai scegliere, anche se in questo modo qualcuno soffrirà. Devi essere un po' egoista nella vita, Angie, altrimenti non sarai mai felice.-
Angelina rise, divertita.
-Stai diventando profonda da quando sei innamorata.-
-Io non sono innamorata!- sbuffò Alicia, adirata.
-Continuare a negarlo non servirà a nulla. Prima o poi dovrai dire tutto a Lee. Sarà felice, vedrai.-
Alicia non rispose, ma decise di cambiare argomento.
-A proposito, ho un segreto da confessarti.-
-Dimmi tutto.- disse Angelina, assumendo la sua espressione da mamma.
-Non ho ancora detto a Lee di quel famoso colloquio.-
-Il colloquio che, volontariamente, gli hai sabotato?- domandò Angelina, seria.
-Non c'è bisogno di sottolinearlo, Angie. E, per la cronaca, l'ho fatto soprattutto per te. Il gruppo si sarebbe diviso.- disse Alicia, come se nulla fosse.
-Sei proprio una bugiarda. Hai detto al signor Hill di non prendere Lee, perché senza di lui non riusciresti a stare.- cantilenò Angelina, divertita.
-Non è affatto vero. Comunque, vuoi dirmi cosa devo fare o vuoi continuare a prenderti gioco di me in eterno?-
-Mmm, quanto tempo ho per rispondere?- scherzò Angelina, fingendo di pensarci.
-Hai parlato esattamente come i gemelli.-
-D'accordo, la smetto. Devi assolutamente dirglielo, anche se non ho idea di come reagirà. Digli prima che sei innamorata di lui e poi del colloquio, almeno si arrabbierà di meno.-
Alicia si alzò dalla poltrona e la fulminò con gli occhi.
-I tuoi consigli peggiorano di giorno in giorno. Ci penserò da sola.-
Angelina sorrise, prima di urlarle dietro.
-Prima o poi dovrai dirglielo, Alicia! E non parlo solo del colloquio.-

 

 

-Alicia Spinnet.-
-Bradley Anderson.-
Il ragazzo sorrise e corse per raggiungerla.
-Finalmente ti incontro da sola. Miracolo!-
-Risparmiati le battutine, Brad. Sai che adesso sono una ragazza impegnata e non ho più tempo per...-
-Gli amici?- la interruppe lui, triste.
-Te.- lo corresse lei, serena.
-Grazie tante, eh. E io ti anche aiutato.-
-É vero, in un certo senso. Ti devo ringraziare allora. Cosa vuoi, una caramella?- scherzò lei, prendendolo in giro.
-Voglio un bacio... sulla guancia.- aggiunse lui, per paura che lei potesse fraintendere.
-Non provarci, Brad. Non posso e non voglio.-
Brad assunse un broncio triste, tentando di convincerla.
-Uffa e va bene. Sarai l'unico ad aver avuto l'onore di un mio bacio sulla guancia. Vieni qui.-
Alicia gli tenne la testa ferma, sapendo bene che a Brad non sarebbe bastato un semplice bacio.
La ragazza fu veloce e rapida e finse di non notare il lieve rossore che avevano assunto le guance di Brad.
-Amici per ora?- chiese poi lui, porgendole la mano.
-Amici per sempre.- chiarì lei, stringendola con decisione.
-Mai dire mai, Spinnet.-

 

 

 

Katie trovò il coraggio di parlare con Leanne solo dopo quattro giorni dal loro arrivo ad Hogwarts.
Leanne era, come al solito, circondata dalle sue amiche e, non appena vide Katie arrivare, fece per andarsene, ma venne bloccata.
-Prova almeno a sentire quello che ha da dire.-
-Lascia perdere, Agnes, non m'interessa quello che ha da dire.- rispose Leanne, arrabbiata.
-Siete amiche da sempre.- disse Suzanne Hart con decisione.
-E sappiamo che ti manca.- aggiunse Tamara Evan, alzando un sopracciglio per farle capire che a lei non la dava a bere.
-Salve, ragazze!-
Katie salutò le amiche, cercando di calmare l'agitazione.
-Leanne...-
-Vuoi chiedermi scusa, giusto?-
Katie annuì.
-Se ho fatto qualcosa di male, ti prego, dimmelo. Voglio solo sapere perché non mi rivolgi più la parola.-
Agnes, Suzanne e Tamara le lasciarono sole, sperando che tutto andasse per il meglio.
-Tu sapevi. Sapevi che fra quei due c'era qualcosa, lo sapevi e non mi hai mai detto niente.- disse Leanne, adirata.
-Leanne, ti giuro che io non sapevo nulla. Certo, conoscevo bene il rapporto fra Alicia e Lee e tutti noi abbiamo sempre pensato che... -Katie scosse la testa- Il punto è che erano solo ipotesi! Loro non ci avevano mai detto niente, perché sono troppo orgogliosi.-
Leanne la guardò negli occhi e non si scompose neanche vedendola piangere.
-Davvero tu non hai mai captato qualche segnale fra loro?-
Katie ci pensò su e fu come colta da un fulmine.
-Beh... Alicia mi ha detto che un paio di volte hanno dormito insieme. Solo dormito, eh.-
Leanne spalancò gli occhi e quasi mostrò i denti.
-Per il momento non posso perdonarti, Katie. Involontariamente, hai di nuovo sbagliato, come con Angelina e Fred. Non dicendomi niente, hai preferito loro a me. E, ora, io preferisco non averti come amica, piuttosto che averti come amica.- disse la ragazza, congedandosi e lasciando Katie in lacrime.

 

 

-Angieeeee!-
Angelina sussultò quando le braccia di Fred la circondarono da dietro.
-F-Fred, cosa c'è?-
-Sei stranamente distante ultimamente e non mi piace.- chiarì lui, come se niente fosse.
Angelina, imbarazzata, si voltò per guardarlo negli occhi e, notando l'estrema vicinanza con il viso del ragazzo, si allontanò di scatto.
-É solo che... non vorrei che tu e George...-
-Senti- disse lui, interrompendola ed assumendo un'espressione seria- Io e Georgie sappiamo bene qual è la situazione, quindi non ci uccideremo a vicenda una volta che avrai deciso fra me e lui. So anche che per te non è semplice, ma allontanandoci non risolvi il problema. Stai solo tentando di scappare, perché hai paura ed è normale avere paura, ma noi siamo prima di tutto i tuoi migliori amici. Passiamo un po' di tempo insieme, ti va?-
La domanda era stata posta con un'allegria tipica di Fred ed un sorrisone felice che fecero scogliere Angelina.
-E va bene, allora. Cosa si fa?-
-Quiddich.-

 

 

-Ciao.-
Lee Jordan alzò lo sguardo, disperato, dal suo Tema di Storia della Magia e si scontrò con il volto sorridente e stranamente radioso di Alicia Spinnet.
-Non l'hai ancora finito!? Quanto ti manca?-
Lee sbuffò a bassa voce.
-Poco.-
-Vuoi una mano?- chiese ancora lei, sedendosi accanto a lui con disinvoltura.
-No, grazie.-
-Almeno finiremo prima e potremo stare un po' insieme, se ti va.-
-Non sono ancora così stupido da non riuscire a finire un tema da solo, Alicia. Ce la posso fare anche senza il tuo aiuto.- ribatté lui, stizzito ed Alicia comprese subito che qualcosa non andava.
-Qual è il problema?-
-Il mio problema, in questo momento, sei tu. Sto studiando e Storia della Magia non è tra le mie materie preferite, se capisci cosa intendo.-
Alicia si alzò dalla poltrona, offesa e dispiaciuta in egual misura. Non aveva voglia di litigare, perché aveva deciso di iniziare quella relazione in maniera normale, come qualsiasi ragazza della sua età; ma Lee stava davvero mettendo a dura prova la sua pazienza.
-Come vuoi. Allora ci vediamo più tardi?-
-Forse.-
Alicia sbatté i libri per terra, facendo schizzare l'inchiostro dappertutto.
-Alicia! Il mio tema...-
-Cosa vuoi che me ne importi! Perché ti comporti così, si può sapere? Ti ho fatto qualcosa? Non mi piace il tuo atteggiamento, per cui se devi parlare, parla!- sbottò lei, arrabbiata.
La Comune era quasi deserta a quell'ora, per cui Lee non si preoccupò di alzare la voce.
-Non ho voglia di parlare con te. Se vuoi chiaccherare con qualcuno, va' dal tuo amico Anderson.-
-E la tua gelosia a parlare? Cos'hai, dodici anni?-
Lee si alzò dalla poltrona, non temendo lo sguardo furioso della ragazza.
-So di non essere alla tua altezza, ma ero davvero sincero quando sono venuto a casa tua quest'estate. Anche se non sono bello, né intelligente, né tantomento ricco, questo non vuol dire che tu debba prendermi in giro in maniera così spudorata.-
-Vuoi dirmi di che cavolo stai parlando?- domandò Alicia, stufa di dover aspettare. -Ti ha dato fastidio vedermi con Brad?-
-No, quello è un altro discorso. Mi ha dato fastidio quello che mi ha detto prima e voglio che tu sia completamente sincera.-
Alicia spalancò la bocca, offesa.
-Dimmi cosa ti ha raccontato. Parola per parola.-

 

 


-Allora, stai meglio?- chiese Fred, raggiungendo lo spogliatoio con Angelina che annuì.
-Sì ed è merito tuo, come sempre.-
-Smettila, mi fai arrossire.- scherzò Fred, mettendosi una mano sulla guancia e facendo scena.
-Sai cosa intendo. Avevi ragione tu. Avevo paura e stavo cercando di rimediare a tutto il nostro casino allontanandomi da voi; ma tu e George siete le persone più importanti per me e non potrei fare a meno di voi.- disse lei, sincera.
Fred ammutolì e sul suo viso spuntò un sorriso imbarazzato.
Le prese la mano e gliela mise sul suo petto, vicino al cuore.
-Senti?- chiese lui, sperando che lei capisse- Questo è l'effetto che fai tu a me.-

 

 

Alicia individuò Brad subito.
Era circondato da un gruppetto di ragazzine e se le rideva di gusto.
La ragazza aveva ascoltato tutta la storia da Lee ed era scappata subito non appena lui aveva finito.
Avrebbe chiarito con il ragazzo in un secondo momento. Ora c'era una cosa più importante che desiderava fare.
Brad la notò arrivare e, velocemente, congedò le ragazzine che, dispiaciute, tornarono alle loro faccende.
-Ciao, splendore.-
Alicia caricò bene e schiaffeggiò Brad proprio sul viso con una potenza tale da far diventare rossa la mano.
-Sei matta!?-
-E tu sei un verme.- disse lei, furiosa -Come hai potuto dire quelle cose a Lee? Chi sei tu per giudicarlo? Tu non vali neanche un quarto di quanto vale lui!-
-Posso almeno spiegarti il mio punto di vista?- domandò lui, pacato- Anche se quest'ultima frase è stata davvero pesante, devo dire la mia. Io non ce l'ho con lui, ma devi ammettere che entrambi appartenete a mondi differenti. E questo vale anche per i tuoi amici.-
-Che intendi dire?-
Brad cercò di ricomporsi, benché la guancia sinistra fosse completamente scarlatta.
-I tuoi amici sono simpatici, ma non sono adatti a te. Sono completamente inadeguati al nostro ambiente e lo abbiamo visto al Ballo del Ceppo. Non sanno comportarsi e questo me l'ha detto anche tua madre.-
Ad Alicia prudevano le mani, ma decise di non fare niente.
-Lascia fuori quella psicopatica di mia madre. Tu l'hai fatto apposta a dire quelle cose a Lee. Ti ho detto più volte che è insicuro e che si sente sempre inferiore agli altri e tu hai giocato sul suo punto debole. Sei stato squallido, Brad, davvero squallido.-
Alicia gli si avvicinò, nera.
-Non provare mai più a metterti in mezzo fra me e Lee, chiaro? Con me hai chiuso, non voglio più vederti, Brad. E sì, se lo stai pensando, è proprio così. Preferisco i miei amici incivili e il mio ragazzo stupido ad un damerino come te.- concluse lei, allontanandosi.
-Oltre ad essere stupido è anche un vigliacco. Non si manda a combattere una donna.- le urlò dietro Brad e, quella volta, Alicia non controllò più la mano.
Lo schiaffeggiò sull'altra guancia, decisa come la prima volta.
-Parità dei sessi, Anderson, mai sentita nominare?- disse lei, ironica, -Oh, guarda, si intona con la sinistra.-
E, prima che Brad potesse capire, sentì la guancia destra diventare rossa.

 

 

-Ehi, ragazzi!-
Fred ed Angelina si voltarono in sincronia, mentre George li raggiungeva velocemente.
-Te la posso rubare, vero, fratello?- domandò George, tranquillo.
Fred fece spallucce.
-Certo, Georgie. É tutta tua... per questo pomeriggio.- chiarì lui, facendo sorridere il fratello.
-Vi siete messi d'accordo?- domandò Angelina, appoggiando le mani sui fianchi.
-No, ma siamo gemelli. I nostri cervelli pensano all'unisono.- rispose Fred e George annuì.
-Per questo siamo dei geni. Doppio cervello.- disse George ed Angelina rispose.
-Tua madre non la penserebbe allo stesso modo.-
-Dettagli, Johnson. Vi lascio soli. Bye bye.-
George ed Angelina decisero di passeggiare per il parco, sperando di poter chiaccherare proprio come ai vecchi tempi.
-Finalmente ti sei decisa ad uscire con noi, eh. Abbiamo dovuto aspettare tutta l'estate e l'abbiamo sprecata per colpa tua.- scherzò lui, sedendosi con lei sulle rive del Lago Nero.
-Scusami. Avevo paura di sbagliare qualcosa. Era una situazione nuova per me e non sapevo come comportarmi con entrambi.-
-Sai, tu pensi di avere solo due possibilità di scelta, ma c'è sempre una terza opzione.- disse George, serio.
-Quale?-
-Non scegliere. Puoi far tornare tutto come prima, decidendo di non scegliere nessuno.- spiegò lui, tranquillo.
-Ma in questo caso per voi non sarebbe un problema?-
-No. Piuttosto che non averti accanto, preferirei averti solo come amica. Se tu scegliessi un Mister X a caso, piuttosto che me o Fred a me andrebbe bene. Ti rimarrei comunque accanto, perché sei troppo importante. Sarei anche disposto a farti da testimone ad un possibile matrimonio.- chiarì George, imbarazzato ed Angelina rimase colpita da quelle parole.
-Fred non lo farebbe mai.- disse lei, pensandoci su- Si arrabbierebbe e probabilmente mi odierebbe.-
-Perché ti ama troppo. Fred preferirebbe non vederti affatto, piuttosto che vederti accanto ad un altro che non sia lui.- ammise il ragazzo.
-Ma se ci fossi tu al mio fianco, lo accetterebbe di sicuro, ne sono certa. Per Fred ci sarai sempre tu al primo posto.-
George sorrise ed annuì.
-Forse hai ragione, anche se non lo ammetterebbe mai.-
Stettero in silenzio pochi minuti, poi Angelina, seppur imbarazzata, decise di parlare.
-Non ci sarà mai un Mister X a caso. Sarete sempre o tu o Fred.-

 

 


-Idiota, guardami.-
Lee era seduto sul suo letto, l'espressione triste ed imbronciata che fece addolcire un po' Alicia.
-Ho chiuso con Brad. Pensavo fossimo amici, ma invece mi sbagliavo.-
Lee annuì, non riuscendo comunque a guardarla negli occhi.
-Non pensare mai di essere inferiore agli altri, Lee. Hai delle qualità che molte persone si sognano.-
-Per esempio?- domandò lui, ancora triste.
Alicia stette in silenzio per alcuni minuti, non sapendo cosa rispondere.
Era il momento di dirgli quello che provava realmente?
-Senti- Alicia si sedette accanto lui e prese un bel respiro -Quando sto con te, provo delle belle sensazioni e mi sento bene. Solo tu riesci a farmi provare queste cose, questa è la qualità che più apprezzo in te.-
Lee alzò lo sguardo e ghignò appena.
-Non riesci proprio a dirmelo, eh?-
Alicia sorrise, imbarazzata. Avrebbe provato a dire quella parole un'altra volta.
-E non è vero che non sei intelligente. Non sei bravo a scuola, è diverso.-
Lee la fissò, indeciso sul da farsi.
Alicia, sbuffando, gli prese la mano e la strinse.
-Se ho scelto te ci sarà pure un motivo, no?-
-Perché ero l'unico coraggioso, forse.- scherzò lui, più sereno.
-Ehi, non è vero. Avrei potuto avere Brad.- ironizzò Alicia e lui si rabbuiò.
-Io lo odio quell'Anderson. É così pieno di sé.-
-Già, hai ragione.-
-Chiederti un bacio davanti a tutti. Come se non sapesse che adesso tu stai con me.-
Alicia arrossì e sorrise, felice.
-Cosa?- domandò Lee, vedendola in quello stato.
-Diventi più tenero quando sei geloso.-
-Mpf, non è vero.-
-Sì, invece.- disse lei, baciandogli la guancia- Ora smettila di brontolare e tirati su. Non sono brava in queste cose, lo sai.-
Lee, dopo il bacio, sembrò essere tornato quello di sempre.
-Te la sei cavata bene questa volta.- ammise lui e lei alzò gli occhi al cielo.
-Questa volta? Io me la cavo sempre bene.-
-Come no.-
Si sdraiarono sul letto, tenendosi ancora per mano.
-Sai come potevi tirarmi su di morale?- domandò Lee all'improvviso.
-Come?-
-Dicendomi anche che non è vero che non sono bello.-
-Jordan, io non mento per farti sentire meglio.-
-Sei sempre la solita, Spinnet.-
E, prima di iniziare a battibeccare nuovamente con lui, Alicia comprese che tutto era tornato come prima.

 

-Lee, posso parlarti?-
-L...Leanne. Certo, d-dimmi tutto.-
-Credo che Alicia non sia poi così sincera nei tuoi confronti.-

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Prima cosa: Buone vacanze a tutti! Spero che abbiate passato un buon natale a differenza di me -.-
Comunque, c'è una spiegazione se, ultimamente, l'attenzione è più concentrata su Lee ed Alicia.
Diciamo che la prima metà del settimo anno è più dedicata a loro, mentre l'altra metà ai FAG, in particolar modo ad Angelina. Possiamo dire che la storia è seminata di piccoli indizi relativi a loro tre, facendoli non sembrare i protagonisti.
Per Katie, invece, dovrete aspettare il suo settimo anno, dove sarà, non dico la protagonista assoluta, ma comunque molto più attiva.
A questo proposito, dato che Katie non rimarrà da sola dopo che il gruppo lascerà Hogwarts, ho introdotto le tre compagne di stanza di Katie e Leanne: Agnes Slate, Suzanne Hart e Tamara Evan. A loro si aggiungerà una quarta ragazza, sempre loro amica, seppur di Tassorosso: Daphne Holsen. Le conosceremo meglio all'ultimo anno di Katie, dato che lei dovrà convivere molto con loro.
Per il momento vi svelo un piccolo spoiler: una di loro sarà abbastanza rilevante in seguito.
Angelina sarà sempre più confusa nei prossimi capitoli e la situazione inizierà a sfuggirle di mano xD.
Ripeto: tenete gli occhi ben aperti su ogni atteggiamento dei FAG!
Spero di aver detto tutto ^-^'
Un bacione e un felice anno nuovo a tutti <3

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19


-Oggi avremo la Umbridge.- disse Angelina ai gemelli, controllando l'orario durante la colazione.
-Chissà che tipo sarà.- se ne uscì Alicia, curiosa.
-Non ho un bel presentimento.- aggiunse Katie e George intervenne.
-Odio quando dici così. Non accadono mai cose piacevoli.-
-Già, proprio come l'ultima volta.- disse Fred, accennando alla morte di Cedric.
-Tu quando ce l'hai, pulce?- domandò Angelina, passando ad un altro argomento.
-Non la vedrò fino a venerdì, per fortuna. Quella donna non mi piace granché.-
-Mpf, a me è indifferente, lo ripeto. Se c'è o non c'è, non fa alcuna differenza.- commentò Alicia, aspettando un commento di Lee che non arrivò.
Erano passati pochi giorni dal loro chiarimento, ma raramente avevano il tempo di vedersi.
C'erano le selezioni di Quiddich, i compiti e Lee aveva sempre impegni legati a differenti colloqui.
Leanne arrivò al tavolo con Tamara, Suzanne ed Agnes e si sedettero insieme. Di lì a poco vennero raggiunte da una loro amica di Tassorosso: Daphne Holsen.
-Non ti parla ancora?- chiese Lee, rivolto a Katie, che negò con il capo.
-Credo che le serva tempo, ma ho paura che la nostra amicizia non sarà più come prima. Uff, come vorrei poterle fare capire che non avevo intenzione di ferirla.-
-Pulce, perché non passiamo un po' di tempo insieme, tu ed io? É da un po' che non lo facciamo.- propose George, per farle tornare il sorriso che non mancò ad arrivare.
-Davvero? Sarebbe bellissimo! Cosa facciamo? Cosa facciamo?- esclamò Katie, saltando su dalla tavolata e iniziando a scatenarsi.
-Segreto, segreto. Dopo le lezioni, ti farò sapere tutto.- disse George, sorridendo nel vederla così.
Angelina fu felice dell'iniziativa di George, perché Katie aveva costantemente bisogno di attenzioni, proprio come un cucciolo.
-Allora tu sei mia, Angie.- si prenotò Fred ad alta voce.
George non si scompose, mentre Angelina, oramai abituata alle continue uscite con entrambi, accettò tranquilla.
-Va bene, d'accordo; ma domani voglio uscire con entrambi, come ai vecchi tempi. Solo noi tre.-
-Grazie, eh.- commentò Alicia, ironica.
-Io vado un attimo a spedire questa. Ci vediamo a lezione, okay?- Lee si alzò dal suo posto e sfiorò appena la guancia di Alicia, prima di uscire dalla Sala Grande.
-Uff.- sbuffò Alicia, contrariata.
-Tutto bene, Ali?- domandò Angelina, capendo subito che qualcosa non andava.
-Tutto bene un corno!- Alicia finì di trangugiare la sua colazione e non commentò più.
I gemelli, Alicia ed Angelina salutarono Katie, diretta verso l'aula di Pozioni, e attesero Lee davanti all'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, ignari di quello che sarebbe successo.

 


-Mi spiace, pulce.- soffiò George, dispiaciuto.
-Naa, stai tranquillo.- lo consolò Katie, abbracciandolo affettuosamente-Faremo per un'altra volta, dai.-
-Siete stati tre irresponsabili!- sbottò Angelina, furiosa. Sembrava proprio la signora Weasley quando urlava così.
Fred, George ed Alicia stettero in silenzio, arrabbiati, ma pronti a subirsi l'ennesima predica della giornata.
-Quella voleva solo provocarvi e c'è riuscita! Siete più intelligenti di lei, più svegli!-
-Ha urlato in questo modo anche a Harry. Si è fatto mettere in punizione e non potrà esserci per le selezioni.- sussurrò Katie ai tre che, contenti di non essere i soli a rispondere alla Umbridge, sorrisero e basta.
Lee era sgusciato via appena aveva potuto e Katie tentò in tutti modi di calmare Angelina, invano.
-Angie, quella pazza ha osato dire che i tempi non sono affatto cambiati e che non c'è nulla da temere! No, dico, ma in che mondo vive?- sbottò Alicia, incredula.
I gemelli risero di nascosto, ma il sorriso si bloccò alla vista dello sguardo omicida di Angelina.
-Nel mondo ovattato del Ministero. Caramell tiene tutto sotto controllo, quell'idiota.- commentò Angelina, sciogliendosi un po' -Ciò non toglie il fatto che adesso, per le vostre risposte simpatiche, siate tutti e tre in punizione.-
-Angie, per noi non è la prima volta.- disse Fred, come se fosse una cosa da nulla.
Questo, però, non sembrò consolare la ragazza che mantenne il suo pugno di ferro per tutta la giornata.
-Facciamo così: fino a quando non vi comporterete bene, io non uscirò più con voi.- minacciò la ragazza, seria, rivolta ai gemelli che persero l'allegria -Non mi piace quella donna e non voglio che vi mettiate contro di lei, chiaro?-
I gemelli annuirono, sotto lo sguardo vigile di Alicia che non fece una piega.
-Qual è la mia punizione, mammina?- ironizzò lei, alzando la mano.
-Dovrai trovarti un'altra persona disposta a sopportare i tuoi scleri.-
Alicia sorrise.
-L'ho già trovata. Ho Jordan, ricordi?-
-Ma non è qui ora.- continuò Angelina, decisa.
Alicia non seppe più come rispondere.

 


-Voglio che vi dividiate in gruppi diversi.- tuonò Angelina, la mattina delle selezioni, ai nuovi arrivati.
-Come sapete, stiamo cercando un Portiere. Se qualcuno di voi è venuto per qualsiasi altro ruolo, purtroppo è costretto a mettersi da parte per ora.-
Un paio di ragazzi si allontanarono dal gruppo degli aspiranti Portieri, offesi.
-Ci sa fare, eh?- domandò Katie ad Alicia, entrambe dietro di lei, mentre i gemelli scrutavano i nuovi arrivati.
-Non sarà lo stesso senza il Capitano.- disse Fred, in modo che anche le ragazze potessero sentire e Katie, triste, non rispose.
-Chi si annegherà adesso?- chiese George, facendo ridere tutti al ricordo, mentre Angelina tuonava ad alcuni Corvonero di andarsene dal resto del gruppo.
-Ora, quelli del secondo anno a destra, quelli del terzo a sinistra. Poi quelli del quarto e quelli del quinto dietro. Infine quelli del sesto e del settimo.- disse Angelina, facendosi aiutare dalla squadra a dividere tutti.
-Quelli del primo anno non possono partecipare, mi dispiace.- disse Alicia ad una ragazzina del primo che, timida, arrossì e fuggì via.
-Al mio fischio partiranno quelli del secondo. Proviamo un giro di campo, poi Alicia, Katie ed io proveremo dei lanci. Ovviamente, verrà scelto il migliore di voi.-
Per quelli del secondo fu quasi impossibile prendere il volo, mentre quelli del terzo traballavano incerti e indecisi.
-Sarà una lunga mattinata.- sbuffò Alicia a Katie, quando anche quelli del terzo vennero tutti scartati.
-Vicky Frobisher è brava.- disse George, raggiungendo in volo le due ragazze.
In effetti la ragazza sapeva volare bene, ma tutti sapevano anche che era attiva in numerosi club.
-Non male, Vicky. Scendiamo un attimo.- le disse Angelina e, una volta a terra, le iniziò a parlare.
-Ne hai parate cinque su otto e sai volare molto bene. L'unico problema sono i tuoi club. Cosa farai se dovessero accavallarsi gli orari?-
Vicky ci mise meno di un secondo a rispondere.
-Beh, il Club d'Incantesimi è sempre al primo posto per me. Onestamente sceglierei il Club.-
Angelina annuì, incerta.
-Bene, siediti sulle tribune e aspetta la fine delle selezioni. Sei nei forse.-
Vicky sorrise e corse a sedersi, felice.
-Abbiamo finito?- tuonò Alicia ad Angelina, scendendo anche lei.
-Torna su, Alicia, mancano ancora un mucchio di persone.- rispose Angelina, montando sulla scopa e fischiando in direzione di quelli del quinto anno.
-Non prendiamo Vicky?- chiese Katie ed Angelina negò con il capo.
-Non ancora. Speriamo di trovare qualcuno più disponibile.-
-Oh.Merlino.- scandì Katie, notando qualcosa che nessun'altro capì.
Poi i gemelli si voltarono verso il gruppo del quinto e scoppiarono a ridere all'improvviso.
-Quello non è vostro fratello?- domandò Alicia, notando una macchia di capelli rossi nel mezzo della folla.
-É vero, è Ron!- disse Angelina, felice.
-Non ci credo! Non solo Ronnie è un prefetto, vuole essere anche un Portiere.- rise Fred e George con lui.
-Questa volta Silente ha fatto una strana scelta, no?- disse Alicia, come se niente fosse.
Angelina la guardò male.
-Silente avrà visto qualcosa in lui, qualcosa che nessun altro vede.-
I gemelli sorrisero in maniera strana ed Angelina continuò come se niente fosse.
-Spero davvero che abbia il vostro talento.-
Ron, suo malgrado, si dimostrò mediamente portato come Portiere, anche se fece alcuni errori che Angelina, per via della sua famiglia, decise di ignorare.
Una volta che provarono anche quelli del sesto e del settimo, venne scelto anche Geoffrey Hooper, del sesto.
-É bravo, ma lo conosci, Angie. Porterebbe solo guai nella squadra ed io non tollererò tutte le sue lamentele.- la avvertì Alicia, decisa.
I gemelli erano di parte, per cui Angelina preferì non sentire la loro opinione, mentre Katie aveva scelto nel momento in cui aveva visto Ron giocare.
-É lui, Capitano. Il suo modo di giocare mi ricorda un po' quello di Ollie.- le aveva detto la più piccola.
-Dove diavolo è finito Lee? Lui mi avrebbe aiutato!- sbuffò Angelina ad Alicia che scosse la testa e rispose.
-Non ne ho idea.-
-D'accordo, farò tutto da sola. Voi tre, venite qui.- disse la ragazza, facendo avanzare Vicky, Ron e Geoffrey.
-Benvenuto in squadra, Weasley.-

 

 

Il primo allenamento di Quiddich fu un vero disastro e, come era prevedibile, Katie finì in Infermeria.
-Si può?- disse Lee, sgusciando vicino al letto della pulce e porgendole un mazzo di fiori.
-Hanno un unico colore.- commentò lei, stupita, per poi ringraziarlo con il suo solito sorriso radioso.
-Li ha fatti Alicia.- ammise lui imbarazzato e a Katie venne solo da sorridere.
-Che è successo?- domandò poi il ragazzo, notando la bruciatura sulle mani di lei e sulle lenzuola.
-Una Strilettera da parte di Ollie. Come se fosse colpa mia! É stato solo un incidente dei gemelli.-
-Dovrebbero legarli quei due.- disse Lee, accennando un sorriso -E il Capitano è da rinchiudere.-
-Beh, non posso dire che mi dispiaccia.- ammise Katie, arrossendo.
-Cosa?-
-Il fatto che, nonostante tutto, si preoccupi ancora per me. Non so, mi fa sentire protetta.-
Lee sorrise a sua volta e l'abbracciò affettuosamente.
-Non ci preoccuperemo sempre per te. Sei la nostra piccola pulce.-

 

 

Passarono alcuni giorni da allora.
La Umbridge, ben presto, acquistò sempre più potere ed Alicia e i gemelli vennero sbattuti altre due volte in punizione.
Era più forte di loro. Non riuscivano a non rispondere a quella “bigotta odiosa”, come la definiva la ragazza.
Ben presto il rapporto fra Alicia e Lee parve raffreddarsi sempre di più, non solo perché la ragazza raramente riusciva a trovare un momento per lui fra i compiti, le punizioni ed il Quiddich, ma anche perché Lee sembrava sempre così distante, quasi irraggiungibile.
Angelina riuscì a mantenere la sua promessa di non uscire più con i gemelli, mentre invece tornò a confidarsi con Alicia dopo poche settimane.
George cercava in tutti modi di cucirsi la bocca ad ogni lezione, ma, inevitabilmente, Fred, che a differenza del fratello non ci provava neanche, lo coinvolgeva sempre.
Leanne non aveva ancora parlato con Katie ed, oltre alla tristezza dell'essere rimasta senza un'importante amica, si aggiungevano le continue interviste a Nolwenn Åström, che accennava sempre qualcosa riguardo al suo “grande amico Oliver”.
Per i più grandi, invece, era tempo di scegliere cosa intraprendere dopo Hogwarts.
Era difficile pensare all'anno successivo ed era strano pensare che, ben presto, non sarebbero più tornati in quel castello, non come studenti almeno.
Alicia studiava sodo per il test d'ammissione a Medimagia, decisa, però, a provare anche altri test in altri campi.
Angelina puntava al Quiddich, anche se, dopo aver conosciuto Moody, iniziava a fantasticare sulla carriera dell'Auror.
I gemelli e Lee avevano ancora le idee confuse e tutti cercavano di non fare loro pressioni.
-In realtà, ragazzi, c'è una cosa che non vi abbiamo detto.- disse Fred una sera, accanto al fuoco, quando fu sicuro che quasi tutti gli studenti fossero andati a dormire.
-Avete presente la somma di denaro vinta da Harry l'anno scorso?- proseguì lui, aspettando l'assenso di tutti.
-Beh, l'ha regalata a noi.- disse George, vedendo le reazioni.
-Oh, Merlino, siete ricchi!- esultò Katie, iniziando a saltare come sempre.
-Cosa ci farete? Cosa ci farete?- domandò Lee, stupefatto.
-Ti stai ripetendo.- rise Alicia e Lee non rispose.
-Ovvio. Li investiremo nei nostri progetti.- disse Fred, soddisfatto.
-Farete grandi affari, ragazzi!- disse Alicia, convinta delle proprie parole.
Dopo che tutti si furono congratulati, Lee decise di andarsene a letto e George lo seguì.
Alicia finse di non badarci e continuò a fare domande a Fred -aiutata anche da Katie-, mentre Angelina la osservava con l'aria di chi aveva capito che qualcosa non andava.

 

 

-Lee, cos'hai?- domandò George, che aveva seguito il ragazzo solo per capire il problema. Quella volta non l'aveva fatto solo per Angelina -che era sempre nei suoi pensieri, ovviamente-, ma anche per Alicia e Lee.
Erano suoi amici ed erano entrambi troppo orgogliosi per ammettere di avere un problema.
-Niente. Sto bene.-
George alzò gli occhi al cielo, poco convinto.
-Ho notato che ultimamente tu ed Alicia passate poco tempo insieme. Da soli.- aggiunse lui, allusivo.
-Quella stupida si fa sempre mettere in punizione. Poi c'è il Quiddich e so che studia anche di notte per stare al passo con i compiti. Ce la sta mettendo tutta.- disse Lee, con un sorriso amaro.
-E tu? Cosa pensi di fare dopo i M.A.G.O?-
Lee fece spallucce.
-Non ho idee.-
-Ora basta. Dimmi qual è il problema, dai. Prometto di non parlarne con nessuno. Nemmeno con Fred ed Angie.- promise George, con una mano sul cuore.
Lee ci pensò su e decise di dargli fiducia.
-Non mi piace come sta andando la mia vita. Non riesco a vedermi in un futuro, non riesco a vedermi oltre ai confini di Hogwarts.-
George gli si avvicinò e gli tirò un pugno sulla testa.
-Hai ancora questi complessi d'inferiorità? Non ti sono ancora passati?!- sbottò il ragazzo, incredulo- Sei peggio di una femminuccia, Lee. Non ti piace la tua vita? Sei tu il padrone della tua vita e non stai facendo niente. Non ti piace? Cambiala allora! Ma non stare lì a piangere come un vigliacco che non sa affrontare i problemi che trova di fronte a sé.-
Lee non rispose, massaggiandosi la testa dolorante.
-Tu hai paura e sai perché? Perché non pensi che ti possano succedere altre cose belle dopo Alicia. Credi che il fatto che una ragazza come lei provi qualcosa per te sia una specie di miracolo divino. Stai allontanando anche lei perché vuoi dimostrare a tutti che avevano ragione, che uno come te non merita una come lei. E forse non hanno torto.-
Lee lo guardò, arrabbiato.
-Alicia non merita una persona che la tratti così, Lee. Lei ha scelto te. Il perché non importa, stai con lei e sii te stesso. Vuoi che Anderson vinca?-
Lee strinse i pugni e scosse la testa.
-Grazie, George.- sussurrò, dandogli una pacca sul braccio.
-Dovere.-
-Scusate, potreste stare zitti ora? Io stavo dormendo!- sbottò Perry Williams da dietro le sue tende e, questo ultimo commento, riuscì a portare il buon umore a Lee.

 

 

-Buonanotte, Fred.-
Alicia e Katie lo salutarono e andarono a dormire, mentre Angelina stette ancora con lui, per accertarsi di una cosa.
Gli prese la mano e spalancò gli occhi.
-Lo sapevo. Non era una mia fantasia.- disse Angelina, mostrando la scritta “Devo essere responsabile” incisa sulla mano.
-Quella pazza vi tortura?-
-Naa, Angie, tranquilla.- disse Fred, annoiato -Quello lo faceva settimane fa. Adesso preferisce altre punizioni e meno male, dico io, almeno non ci rimarranno cicatrici. Cicatrici visibili, si capisce.-
-Dovete parlarne con Silente! Alicia e George non dicono niente?-
-Li conosci. Alicia la sfida apposta e George... è George. Comunque non diremo niente, non gliela daremo vinta.-
-Ma Fred...-
-Però...- Fred si fece serio e la strinse in un abbraccio tenero -Ti prego, torna ad uscire con noi. Mi manca stare con te. Ogni mattina penso che sarà l'ultima, ma ogni volta che la vedo... É più forte di me, ma ti prego.-
Angelina sapeva che era lì lì per cedere. Era impossibile sentire Fred Weasley, di solito così baldanzoso, supplicare qualcuno e non sciogliersi come neve al sole.
-Per favore.- le sussurrò ancora lui, triste.
Angelina annuì e l'abbraccio si sciolse subito dopo.
-Scusa.- disse lui, tornato quello di sempre.
-Per cosa?-
-Per questo.-
Fred le si avvicinò e la baciò intensamente. Non riusciva più a starle così vicino, senza fare niente.
Era chiaro che non avrebbe smesso tanto presto di amarla e sperò che lei non si staccasse subito.
Contro ogni previsione, Angelina gli mise le braccia attorno al collo e lo strinse sé.

 

 

-Fred, non pensarci nemmeno!- sbottò Angelina la mattina dopo, quando lo incontrò da solo.
-Come fai a sapere cosa penso?- domandò lui, non nascondendo un sorriso malizioso.
-Perché ti conosco. Sono stata un'idiota a ricambiare il bacio di ieri, che, tra parentesi, mi ha confuso ancora di più le idee.-
-Sì, i miei baci mandano nel pallone chiunque.- ammise Fred, serio.
-Non è divertente, Fred! George avrebbe potuto vederci!- tuonò ancora lei, imbarazzata al ricordo.
-Infatti è così.-
George li raggiunse con un sorriso strano, tipico di chi stava per combinare qualche dispetto.
-Mi devi un bacio, Angie. Non sai da quanto l'aspettavo.- disse George, spingendo via Fred e attirando Angelina a sé.
La ragazza rimase paralizzata come la prima volta e George continuò come se niente fosse, sempre conservando la sua solita dolcezza.
Fred guardò da un'altra parte, il groppo alla gola non scendeva ancora.
-Ecco fatto. Siamo pari, fratello. Quale sarà la tua prossima mossa ora?-

 

 

I giorni trascorsero e tutto il gruppo dovette scontrarsi con le regole della Umbridge, eletta da poco Inquisitore Supremo di Hogwarts.
Le punizioni di Fred e George non diminuirono, mentre Alicia si diede una regolata per poter preservare le ore di studio.
-Ragazzi, è a dir poco odiosa.- commentò Lee, una volta usciti dall'aula di Difesa, mentre tutti gli altri annuivano.
-Ah, Alicia, dopo ti posso parlare?- continuò lui.
-Cosa? Mi dispiace, ma ho un sacco di cose da fare. Sarà per un'altra volta, okay?- rispose lei velocemente, prima di scappare via di corsa.
Gli altri rimasero allibiti, ma nessuno si premurò di commentare.
A pranzo, il gruppo si ritrovò nuovamente riunito e l'argomento preferito da tutti era sempre la Umbridge.
-Dobbiamo fare qualcosa. Quella donna sta imponendo una dittatura su tutta la scuola.- disse Fred, mangiando con foga.
-Odio doverlo ammettere, ma hai ragione.- disse Angelina, lanciando una frecciatina al ragazzo che rispose con un sorriso.
-Cosa possiamo fare? Non voglio rischiare l'espulsione e la mia futura carriera per una pazza come quella. In fondo dobbiamo solo sopportare per un anno.- ammise Alicia, tranquilla.
-Che bella egoista che sei! E a me non ci pensi?- chiese Katie, mettendo su il broncio.
-Tu dovrai solo essere un po' più forte di noi, pulce. Due anni non sono poi molti.- chiarì ancora la ragazza, cercando di essere sincera.
-Alicia, non fare l'acida come al solito. Questa è stata la nostra casa per sette anni e dobbiamo difenderla.- disse Lee, con fare patriottico.
-Sei sempre esagerato, Jordan.-
-Comunque penseremo ad un piano più tardi. Va bene?- domandò George, cercando di mettere tutti d'accordo e riuscendoci come sempre.
-Alicia, hai da fare ora?- chiese Lee, cercando di trattenerla almeno quella volta.
-Io? Ah, hai fatto bene a ricordarmelo. Devo andare, ragazzi. Ci vediamo a lezione.- rispose lei, alzandosi da tavola e correndo fuori dalla Sala Grande.
Tutti fissarono Lee, che cercò di fare finta di niente e finire il suo pranzo.
-Le parlo io.- disse Angelina, tentando di risultare convincente.
-Ti serve aiuto?- domandarono all'unisono i gemelli, ma Angelina negò con il capo e seguì Alicia.
La trovò nella loro stanza, intenta a cucire un nuovo vestito.
-É questo che hai da fare?- domandò Angelina e la ragazza sobbalzò, spaventata.
-Alle volte sai essere più silenziosa di un ladro.- affermò Alicia, continuando il vestito come se nulla fosse.
-E tu sei bravissima a deviare le domande scomode, Ali. Sul serio, cos'hai ultimamente?-
Alicia la guardò negli occhi e sospirò. Mise da parte il suo lavoro e fece segno all'amica di sedersi accanto a lei.
-Da un po' di tempo sto cercando di evitare Lee.-
-L'abbiamo capito.- disse Angelina -Quello che non sappiamo è il perché.-
-Perché credo che voglia lasciarmi e sto cercando di... posticipare il momento, ecco.- disse Alicia, abbassando lo sguardo.
Angelina sapeva quanto le costassero quelle parole. Difficilmente Alicia accettava una sconfitta e mostrava le proprie paure.
-Pensi che voglia davvero lasciarti? Lee stravede per te, non farebbe mai una cosa del genere.-
-Ho iniziato ad allontanarmi quando lui si è allontanato da me, dopo il litigio con Brad. Ora, dopo settimane di distacco, vuole parlarmi. Secondo te cosa significa?-
Angelina ci rifletté su.
-Non puoi saperlo fino a quando non ne parlerai con lui. Magari vuole solo riavere il rapporto che avevate prima. Siamo tutti stressati, Alicia, tra i M.A.G.O, il nostro futuro e la Umbridge.-
-Non voglio perderlo, Angie.- sussurrò Alicia, imbarazzata.
-Sei una delle persone più coraggiose che conosca. Non è da te scappare.-
-Hai ragione.-
-Se dovesse davvero lasciarti, non rimarrai sola. Avrai sempre noi, Alicia, e avrai sempre me.-
Alicia le sorrise e l'abbracciò.
-Sei la persona che mi mancherà di più, Angie. Sei la migliore.-
-Perché ho gli amici migliori.- replicò lei, sorridendo -Ti voglio bene.-
-Anch'io.-

 


Verso sera, Lee tornò nella Comune.
Aveva passato le ultime due ore in Biblioteca, cercando di studiare e di trovare qualcosa per il suo futuro.
Aveva le idee così confuse e non era ancora sicuro delle sue intenzioni.
Decidere la propria carriera si era rivelata la scelta più difficile che avesse mai fatto.
Non riusciva ad essere tranquillo come i gemelli.
Loro, a differenza sua, avevano un cervello che molto spesso sottovalutavano. Se non fossero stati così scapestrati e così pigri, avrebbero avuto la possibilità di fare qualsiasi cosa, forse alla pari di Alicia.
Il cuore gli andò in gola, quando, varcato il buco del ritratto, si ritrovò faccia a faccia proprio con Alicia, seria come mai l'aveva vista.
-Mi cercavi?- chiese lei, approfittando della momentanea assenza di parole del ragazzo.
-C-certo. Volevo parlarti un attimo.- disse Lee, cercando un posto abbastanza riparato da orecchie indiscrete.
Il resto del gruppo, intanto, li spiava di nascosto, dall'alto del dormitorio maschile dei gemelli.
Potevano vederli, ma non potevano udirli.
-Sono pronta. Se mi devi lasciare, fallo in fretta.- iniziò Alicia, guardandolo negli occhi con aria di sfida.
-Io... n-non voglio lasciarti. Perché pensi che voglia farlo?- chiese Lee, confuso.
-Mah, lasciami pensare... -disse Alicia, ironica, fingendo di pensarci davvero -Forse perché mi eviti da dopo la litigata con Brad?-
-Per questo volevo parlarti. Volevo chiarire ogni cosa se solo mi lasciassi spiegare.-
Alicia era ancora estremamente sospettosa, ma fece andare avanti Lee.
-Dopo la discussione con Anderson, Leanne è venuta a parlare con me.-
-E... ?-
-Ha sentito una conversazione fra te ed Angelina. Stavate parlando del colloquio con il signor Hill.-
Alicia spalancò la bocca, ma si ricompose subito.
-Quindi adesso lo sai.-
-Già. All'inizio ci sono rimasto male e ho pensato che ti facesse piacere avere un ragazzo inferiore a te, ma poi ho capito che tu devi avere per forza una ragione plausibile.- terminò Lee, speranzoso.
-Beh, non ce l'ho. Ho fatto in modo che tu fallissi quel colloquio perché credevo che dividere il gruppo avrebbe distrutto Angelina, ma la realtà è che la tua lontananza avrebbe distrutto me.- disse Alicia, accorgendosi solo a frase conclusa il peso delle sue parole.
Lee si aprì in un sorriso sincero e le prese la mano.
-Per me questa è una ragione plausibile.-
-Davvero? É stata un'azione egoista.-
-Smettila di essere razionale. Farmi fallire quel colloquio è stata una tua strana dimostrazione d'affetto e non può che farmi piacere. Scusa se ho dubitato di te.-
-Dovrai farti perdonare.- ironizzò lei, mostrando però uno dei suoi sorrisi sinceri.
-Avete fatto pace!-
I FAG non erano riusciti a fermare Katie in tempo, così la pulce -e tutta la sua euforia- si abbatté su Lee ed Alicia che, imbarazzati, scattarono in piedi nello stesso istante.
-Allora, per quale motivo avevate litigato?- continuò ancora la più piccola, raggiunta poi dai FAG che provarono a scusarsi.
-Cos'abbiamo imparato oggi?- domandò Lee, sorridendo ad Alicia che rispose.
-Che avere una relazione significa essere assolutamente sinceri e che le ex del tuo ragazzo possono essere le peggiori vipere della storia.-
Lee alzò gli occhi al cielo.
-Aspettate un momento. Cosa c'entra Leanne?- chiese Katie, seria.
-Gli ha detto del colloquio.- rispose Alicia, guardando però Angelina, la sola che conoscesse la storia.
-Era ora che lo sapessi.- dissero i gemelli ed Angelina provò a spiegare.
-Lo avevo solo accennato a loro due, giuro.-
-E io l'ho saputo da George.- disse Katie -Ma non è questo il punto. Leanne si è messa in mezzo e questo non glielo posso perdonare.-
La ragazza uscì dalla Comune, mentre George faceva un'espressione impressionata per poi rivolgersi ad Alicia.
-Hai creato un mostro, spero che tu lo sappia.-
-Io non ho fatto niente. Ha tirato fuori il suo vero carattere. Non posso farci niente se sotto sotto Katie è una Alicia.- disse la vera Alicia, facendo sorridere tutti.

 

 


-Leanne.-
-Katie, mi sembra di averti detto di avere bisogno di tempo per...-
-Non m'interessa avere il tuo perdono né la tua comprensione.-
Leanne spalancò gli occhi, mentre Tamara, stupita, cercava di seguire tutta la scena senza mettersi in mezzo.
Agnes era in Biblioteca; Suzanne osservava le due ragazze senza capire cosa stesse succedendo, mentre Daphne le osservava senza il minimo interesse: conosceva Katie di vista.
-Ammetto di avere sbagliato, Leanne, ma questo non giustifica quello che hai cercato di fare.-
-E cos'avrei fatto di tanto grave?-
-Hai cercato di dividere Lee ed Alicia facendo la pettegola su quanto avevi sentito. Come hai potuto farlo? Tu e Lee stavate bene insieme, ma è finita. Andare avanti con tutto questo rancore non ti porterà da nessuna parte e dividere due innamorati non ti farà stare meglio.-
-Dici? Vederlo soffrire come sto soffrendo io migliorebbe il mio umore.- chiarì Leanne, dura.
Katie scosse la testa, furiosa.
-Questa è l'ultima goccia, Leanne. Adesso sono io a non voler perdonare te, sono io a non volerti più come amica e non credo che questa mia scelta cambierà tanto presto.-
Concluso il suo discorso, la ragazza lasciò Leanne di sasso e, stranamente, quella volta non fu lei a piangere.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Scusate l'immenso ritardo!
Ho finalmente dato il mio primo esame all'università (sì, la mia facoltà è tutta particolare), per cui sono stata impegnata con lo studio.
E, visto che rinizio le lezioni il 27, posso finalmente aggiornare.
Questo capitolo è stato una sorta di parto gemellare xD
Devo cercare di essere fedele con la storia che noi tutti conosciamo e far coincere quello con la mia storia si è rivelato più complicato del previsto.
Secondo i miei calcoli, Lee ed Alicia non saranno più i "protagonisti", per cui l'attenzione tornerà sui FAG.
Katie sta mostrando di essere sì la pulce, ma anche una persona che, crescendo, sta tirando fuori il proprio carattere.
La Umbridge incombe anche su questo gruppo, per cui a breve vedremo cosa combineranno con lei xD
Penso di aver detto tutto xD
Per qualsiasi dubbio, comunque, sono disposta a chiarire ogni cosa.
Voglio ringraziare anche questa volta tutte le meravigliose persone che continuano a seguire questa storia.
Un bacione gigante a tutti e a presto <3

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20


-Abbiamo delle notizie.- annunciò Fred quella sera, mentre le ragazze studiavano sulle poltrone accanto al fuoco e Lee cercava sul Profeta l'ennesimo colloquio.
-Delle ottime notizie.- lo corresse George, facendo sedere Katie su di sé, mentre Fred faceva la stessa cosa con Angelina.
Alicia e Lee attendevano impazienti.
-Beh, il problema Umbridge è praticamente risolto.- disse Fred, scenico.
-Cos'avete combinato?- sbottò Angelina, temendo la risposta dei gemelli.
-Al momento niente; ma, tutti insieme, stiamo per partecipare ad un grande evento. Un esercito.-
Angelina si voltò verso George, cercando spiegazioni.
-Abbiamo parlato con Ron stamattina. E con Hermione.- aggiunse lui, per dare importanza alla frase.
-Harry ci darà una mano in Difesa Contro le Arti Oscure. Noi abbiamo i M.A.G.O, per cui sarà un buon modo per allenarci, data la situazione.-
-Ma, George, Harry è al quinto anno. Non ci insegnerà niente che non sappiamo già.- ribatté Alicia, schietta.
-Ma lui è il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto, Alicia. Ci insegnerà molto di più che alcuni semplici incantesimi.- intervenne Fred.
-Magari ti farà passare la paura del buio, Spinnet.- la punzecchiò Lee, dandole una gomitata e lei gli rispose, velenosa.
-Purtroppo Harry non sa niente di trapianti di cervelli, Jordan, mi spiace.-
-É comunque un passo in avanti. Meglio questo di niente.- disse Katie, evitando la risposta che Lee aveva già pensato.
-E poi tu non hai bisogno di alcuna lezione, Alicia, puoi solo guadagnarci.- tentò Angelina, provando a convincerla.
-D'accordo, accetto; ma se non dovessi diventare medico perché ho sprecato il mio tempo ad un raduno, saprò con chi prendermela.-

 

-Cosa leggi?- domandò Alicia a Katie, presa da una lettera.
-É di Ollie. Gli ho scritto dell'idea di Harry e della riunione alla Testa di Porco di ieri, ma non credo che abbia capito.-
-Perché?- chiese la più grande, confusa.
-É una specie di segreto, no? Quindi ho provato a farglielo capire, ma stiamo parlando di Oliver.- disse Katie, sorridendo.
-Già, capisco. Il più grande tonto del mondo.-
-Ehi, state sparlando del Capitano?- si intromise Lee, arrivato in quel momento.
-Ex Capitano.- lo corresse Fred, che si fermò accanto all'amico, seguito da George ed Angelina.
-Rimarrà sempre IL capitano, Fred. Angie è... semplicemente Angie.- chiarì ancora Lee.
-Non fa una piega, Jordan.- commentò ironica Alicia, facendo sorridere tutti.
-Beh, vado a rispondergli. Ci vediamo più tardi, ragazzi.-
Katie uscì dalla Comune e Lee ne approfittò per dire.
-Quando incominceremo a farle un discorsetto riguardo ad Oliver?-
Nessuno capì la sua domanda, per cui continuò.
-Gli sta dietro da tre anni, credo che oramai tutti noi abbiamo compreso che fra quei due non potrà mai esserci niente.-
-Non è detto.- disse Angelina, cercando di tranquillizzarlo.
Lee la guardò, scettico.
-Oh, ma andiamo! Io voglio bene alla pulce, ma dobbiamo essere sinceri con lei.-
-Lee...-
-Era tenera fino a qualche anno fa, ma sta sprecando la sua adolescenza dietro a niente.-
Alicia, che era stata interrotta, non provò più a parlare, confusa.
-Perché ci stai dicendo queste cose adesso?- chiese George, esprimendo a voce i pensieri di tutti.
-Perché il prossimo anno non ci saremo sempre noi a farle da balia. Deve crescere da sola, ragazzi, non possiamo più starle dietro. Alicia le ha fatto tirare fuori un po' le unghie, ma questo non le basterà in futuro.-
-Se è davvero innamorata di Oliver, perché dopo tre anni credo che non si tratti più solo di una cotta, le nostre parole non le faranno cancellare il suo sentimento.- chiarì Angelina, pratica.
-D'accordo, ma forse si renderebbe conto della situazione in cui si trova. Siamo i suoi migliori amici, sa che le cose che le diciamo sono per il suo bene.-
Tutti stettero a pensare un po'. Angelina lanciò un'occhiata a Fred, che non aveva ancora parlato. Poi fissò George che sembrava come perso nei suoi pensieri.
-Fate come volete. Io però vi ho avvertito. Katie un giorno si sveglierà e si renderà conto di aver passato interi anni dietro ad un sogno irrealizzabile e la colpa sarà anche un po' nostra.-
Lee uscì dal buco del ritratto ed Alicia lo seguì velocemente.
-Uff, ogni giorno ce n'è una.- sbuffò Fred, infelice -Secondo voi perché Lee ci tiene così tanto? Insomma, Katie è libera di fare tutto quello che vuole.-
-Katie è una nostra amica, Fred, se commette qualche sciocchezza noi abbiamo il dovere di dirle tutto.- rispose Angelina, decisa.
-Ma non capisco perché sia stato Lee il primo a pensarci. Me lo sarei aspettato da te, Angie, o da George, ma non da Lee.-
-É sempre a causa del suo senso d'inferiorità. Sente di aver fatto poco per questo gruppo e adesso sta cercando di rimediare, credo.- se ne uscì George, con fare perspicace.
-Ma lui ha fatto un sacco per il gruppo! Sopporta e supporta Alicia in ogni momento, chi altri potrebbe reggere un tipetto come lei?-
Angelina lanciò un'occhiata poco carina a Fred che le fece un sorriso che cancellò ogni cosa.
-Ogni persona del nostro gruppo fa qualcosa per mantenerlo tale. Gli alti e i bassi sono normali e riusciamo a superarli anche grazie a Lee.-
-Angie, queste cose noi le sappiamo. Lasciamo che sia Alicia ad incoraggiare Lee, mentre io mi occuperò della pulce, d'accordo?- disse George, non aspettando nemmeno la risposta ed uscendo dalla Sala Comune.
-E rimasero in due.- sospirò Fred, ironico -Facciamo qualcosa insieme?-
-Volentier... Che sta succedendo laggiù?- domandò Angelina, indicando un numeroso gruppo di Grifondoro attorno alla bacheca.
Fred ed Angelina si avvicinarono e, data la loro altezza, non fu difficile leggere il nuovo cartello affisso.
E Angelina rimase di sasso.

 

-Katie! Aspettami!-
La ragazza si fermò e si voltò verso George che le correva incontro.
-Allora, hai scritto ad Oliver?-
-Già, ma dovrò aspettare un po' per la sua risposta. Inizia la stagione più dura per i giocatori di Quiddich.-
George notò come a Katie, quando lei parlava di Oliver -e di tutto ciò che lo riguardava-, le si illuminasse il volto ancora di più.
Come poteva farle perdere quel meraviglioso sorriso?
-Senti, pulce, come va il tuo rapporto con il Capitano? Litigate ancora ogni tanto o no? E di Nolwenn hai più saputo niente?-
Katie inarcò un sopracciglio e si torturò la bocca con i denti.
-Tutte queste domande non sono state fatte per una tua curiosità personale, vero? Devi... dirmi qualcosa?-
-A dire il vero sì. Quand'è l'ultima volta che siamo stati un po' insieme?-
-Beh, non me lo ricordo. Non quest'anno almeno.-
-Bene, rimedieremo e torneremo ai nostri cari vecchi tempi.- disse George, sperando di farle dimenticare Oliver almeno per un po'.
-Ma come farai con le punizioni e con Angelina? Tu e Fred non vi smezzate il suo tempo per conquistarla? E poi ci sono i M.A.G.O!-
-Ehi, mi sottovaluti! Io posso fare ogni cosa, vedrai. Troverò sempre un po' di tempo per la mia pulce.-
Katie gli sorrise radiosa e gli si gettò fra le braccia.
-Ti adoro, George!-

 

 

Angelina riunì il gruppo nel pomeriggio e, sconfortata, fece leggere a tutti il cartello che aveva letto quella mattina assieme a Fred.
-Capite?-
-Sì. Quella pazza sta modificando ogni cosa. Hogwarts non sarà più la stessa.- sbuffò Lee, sconsolato.
-No, idiota. Angie parla del Quiddich.- lo bacchettò Alicia, rassegnata.
-E perché?-
Alicia non gli rispose più e guardò i gemelli che scossero la testa.
-Ci ridarà il consenso per la squadra, ragazzi. Non può pretendere che si svolga un leale torneo di Quiddich senza la squadra migliore.-
-Fred!-
-Scherzavo.- disse lui, sorridendo ad Angelina che continuava a rimanere del suo solito umore.
-Odio essere Capitano. Oliver gestiva meglio queste situazioni.-
-Affogandosi?- ironizzò Alicia e Fred le diede una gomitata che non gradì affatto.
-Comunque, la Umbridge sarà tante cose, ma non è stupida.- disse George.
-Tu dici?-
-Fammi finire, Alicia, quella donna deve aver intuito qualcosa. Parla anche di organizzazioni, no?-
-Cosa facciamo?- sussurrò Katie, spaventata.
-Niente. Continuiamo come se nulla fosse. Hermione ci ha fatto firmare una pergamena e ci sarà senz'altro un brillante incantesimo dei suoi sotto.- disse Alicia, a bassa voce.
-Va bene, allora. Angie, ora vai da quella vecchiaccia e fatti dare il permesso per la tua squadra. Su!- disse Fred, trascinando Angelina fuori dalla Comune.

 

 

 

-Che ti è successo?- Fred, Alicia e George fissarono Katie e scoppiarono a ridere.
-Quel dannato Pix! Mi ha rovesciato addosso un calamaio intero.- piagnucolò Katie, tutta sporca di inchiostro.
-Vieni qui, coraggio.- le disse Alicia, pulendola con un solo colpo di bacchetta.
Angelina e Lee entrarono in quel momento e la prima sembrava essere di umore tetro.
-Niente Quiddich per il momento. Non è per i gemelli né per Harry, ha solo bisogno di tempo.-
-Allora ti darà il permesso molto presto. Non ha pretesti per dirti di no.- disse Fred, tranquillo.
-A qualcuno è successo qualcosa di piacevole oggi?- domandò George, sedendosi su una poltrona, dolorante.
-Che... ?- iniziò Angelina, ma George la interruppe con la mano.
-Niente domande, per favore.-
Fred, che si tastava il posteriore con delicatezza, accennò un sorriso e non commentò.
-Io ho preso un'altra E. In Trasfigurazione.- se ne uscì Alicia, felice.
-E questa perché dovrebbe essere una bella notizia?-
-Muori, Jordan.-

 


Passarono i giorni e finalmente Angelina riuscì ad ottenere il permesso per la squadra.
Li mise sotto con gli allenamenti duramente perché, a detta sua, avevano sprecato troppo tempo.
-Ce li mangeremo a colazione i Serpeverde.- disse Fred una mattina ad una settimana dall'incontro.
-Anche la McGranitt è dalla nostra parte. Non ci ha dato neanche i compiti!- trillò Katie, entusiasta.
-Beh, io ho i miei compiti extra, ragazzi. Ci vediamo più tardi per l'allenamento.- disse Alicia, correndo in Biblioteca.
-State attenti ai Serpeverde, non mi fido di loro.- disse Angelina, seria.
-Tranquilla, Angie, riusciremo a vincere anche con quel disastro di nostro fratello.-

 


-Smettila di ridere, Jordan!- sbottò Alicia per la quinta volta, allontanandosi le sopracciglia dalla bocca.
Il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, l'aveva colpita alle spalle in Biblioteca con un Incantesimo Parruccone.
Le sopracciglia di Alicia erano ancora lunghissime, ma Madama Chips garantì che sarebbero tornate normali in breve tempo.
-Scusa, ma è raro vederti in uno stato così pietoso. Hanno capito il tuo punto debole.- commentò Lee, trattenendo le risatine a fatica.
-Quel vigliacco di Bletchley se ne pentirà! E tu, se non la smetti subito, ti ritroverai delle sopracciglia così folte da far sembrare le mie delle nullità al confronto.-
Lee finse di perdere il sorriso, poi le si avvicinò e prese a baciarla.
-Sai, dovreste tenerle così. Potresti metterci delle perline o farle delle treccine.-
-Zitto, Jordan, e baciami.-

 

 

Quando Angelina vide Harry afferrare il Boccino quasi cadde dalla scopa.
Avevano vinto, ce l'avevano fatta. Ce l'aveva fatta. L'essere Capitano le sembrava un po' più bello in quel momento.
Scese in direzione di Harry, mentre Alicia e Katie le stavano dietro.
-É stato quell'idiota di Tiger. Ti ha lanciato il Bolide quando ha visto che avevi il Boccino... Ma abbiamo vinto, Harry, abbiamo vinto!- trillò Angelina felice ed Alicia e Katie si buttarono fra le braccia di Harry, euforiche.
Poi tutto avvenne all'improvviso.
Malfoy, Tiger e Goyle iniziarono ad insultare Harry e la famiglia Weasley.
Fred venne trattenuto da Angelina, Alicia e Katie, ma George e Harry si lanciarono contro il trio di Serpeverde.
E poi successe di tutto.

 


-Quella stupida, vipera, idiota, odiosa...-
-D'accordo, Alicia, abbiamo afferrato.- disse Fred, triste.
Angelina gli accarrezzò i capelli, cercando di tirarlo su.
Katie era con George nel dormitorio dei ragazzi e stava tentando di fargli tornare il buonumore.
-Addio alla Coppa.- sbuffò Angelina, dispiaciuta -Oliver era decisamente un Capitano migliore di me.-
-Ragazzi, smettetela di buttarvi giù. Non ne vale la pena.- saltò su Lee, l'unico ottimista del gruppo.
-É facile per te. Non sei tu il Capitano di una squadra senza giocatori.-
-Ne hai persi solo tre, Angie, poteva andarti molto peggio.-
Alicia puntò il suo sguardo su Lee che decise però, coraggioso, di continuare.
-Voglio solo dire che vederci in questo stato è esattamente quello che la Umbridge vuole!-
-Cosa intendi dire, Lee?- chiese Angelina, confusa.
-Immaginate la scena: la peggiore squadra di Grifondoro di sempre vince la Coppa di Quiddich! Immaginate la sua faccia... La state immaginando?- domandò Lee ad occhi chiusi e la bocca spalancata dall'emozione.
-Scusalo, è un idiota, Angie.- disse Alicia, mentre Lee si sedeva sulla poltrona, offeso -Comunque ha in parte ragione. Non dobbiamo abbatterci, anzi dobbiamo immediatamente ricostituire la squadra.-
-Non troverete mai qualcuno come me, George ed Harry.- disse Fred, schietto.
-Ma va? Grazie per l'informazione, ma credo che in questo momento la sincerità sia l'ultima cosa di cui ho bisogno.- bofonchiò Angelina e Fred fece spallucce, come a chiudere il discorso.
-Rieccoci.-
Katie trascinò George in mezzo agli altri che attesero un suo commento.
-É stata una delle più belle risse della mia vita!-
La tristezza sembrò scoppiare come una bolla di sapone e tutti scoppiarono a ridere quando Fred dovette commentare.
-Forse perché è stata anche la tua unica rissa, fratello.-

 

 


Dicembre portò una valanga di neve e gelo. Angelina, supportata da Alicia e Katie, riuscì a sostituire i gemelli ed Harry, anche se era oramai sicura che Grifondoro non si sarebbe mai ripresa.
-Ginny Weasley è in gamba, Angie. É una Weasley dopotutto. Se abbiamo accettato Ron...-
-Alicia! Io vedo del potenziale in Ron. Secondo me può farcela.- disse Katie, in tono deciso.
-Solo perché sei un'inguaribile ottimista, pulce.-
Angelina represse un sorriso e si erse in difesa della più piccola.
-La penso come Katie. Ron ha solo bisogno di un po' di fiducia in se stesso, un po' come Lee.-
-Non vale tirare in mezzo Lee, sei sleale.-
-Ragazze!-
I gemelli e Lee corsero loro incontro e, prendendole una a testa, le portarono nel Parco.
-Guardate quanta neve!- esclamò Lee, cercando di spingere Alicia per terra ed iniziando a giocare fra loro.
-Dovremmo studiare.- mormorò Alicia, guardando Angelina che alzò gli occhi al cielo e le lanciò una palla di neve.
-C'è sempre tempo per lo studio, Alicia!- le gridò Fred, lanciando una scarica di palle di neve a Katie che provò a difendersi dietro Angelina.
-Tutti contro la pulce!- tuonò George, mentre Katie scappava dagli altri cinque, ridendo spensierata.
Giocarono per l'intera giornata e, verso sera, stanchi, infreddoliti, ma entusiasti tornarono insieme alla Comune.
Sembrava di essere tornati come ai vecchi tempi, quando tutti erano solo amici e felici.
E tutti i sei ragazzi pensarono all'unisono all'unica persona che avrebbe reso quella giornata ancora più speciale.
Oliver.

 

 

Quella notte Fred venne svegliato di soprassalto. Avrebbe ucciso chiunque avesse avuto il coraggio di interrompere un sogno così bello.
Stava sognando Angelina e mai quel bacio gli era sembrato più vero.
Aprì gli occhi, pronto a mandare al diavolo Lee -perché era sicuramente lui il rompiscatole notturno- ma quasi cadde dal letto quando distinse la figura di fronte a sé.
-Professoressa McGranitt?-
La professoressa lo guardava con un'espressione allarmata e spaventata e Fred capì subito che non si trattava degli effetti dei prodotti Weasley.
-Cos'è successo?- sussurrò lui, saltando giù dal letto, mentre sentiva Lee mugulare nel sonno.
-Non c'è tempo, signor Weasley. Deve venire con me dal preside. Subito.-
Fred prese la vestaglia e corse fuori dal dormitorio.
Ai piedi delle scale, George stringeva Ginny ed entrambi sembravano disorientati come lui.
-Professoressa, Ron...- iniziò George, impaurito.
-Vostro fratello sta bene. Si tratta di vostro padre. Potter si è sentito male stanotte e l'ha visto... mentre veniva attaccato.-
Ginny trattenne il respiro.
-Cosa vuol dire che l'ha visto?- domandò Fred, confuso.
-Non c'è tempo, dobbiamo andare.-

 


Giunsero nell'ufficio del Preside di corsa e, mentre camminavano di fretta, George lanciò un'occhiata all'esterno del Castello, come se quel pomeriggio fosse lontano anni luce.
La gioia, la felicità e la spensieratezza... non riusciva più a sentirle.
Sentiva solo un enorme peso allo stomaco, un peso carico di paure e di ansie.
Fred si avvicinò a Ginny e le strinse la mano prima di lasciarla e la sorella riuscì a capire.
Una volta arrivati di fronte al preside, vennero chieste spiegazioni e Fred notò come Harry sembrasse quello più confuso di tutti.
Il preside diede loro una Passaporta e, nel giro di pochi secondi, Hogwarts era lontana.
Si ritrovarono tutti e cinque a Grimmauld Place davanti a Sirius Black.
I gemelli e Ginny vollero sentire l'intera storia e lanciarono ad Harry sguardi spaventati e straniti.
-Dobbiamo andare al San Mungo.- propose Ginny ed i gemelli si ersero accanto a lei, entrambi d'accordo.
-Aspetta, non potete andare al San Mungo adesso!- si lamentò Sirius, tentando di farli ragionare.
-Certo che possiamo, se vogliamo!- sbottò Fred -É nostro padre!-
-E come farete a spiegare che sapevate che Arthur è stato aggredito ancora prima che l'ospedale avvisasse sua moglie?-
I gemelli sembrarono pensarci su. Entrambi sapevano che aveva ragione, ma la loro priorità in quel momento non era il Ministero.
-E che differenza fa?- sbottò George, decidendo di far valere ancora le sue opinioni.
-Molta, perché non vogliamo far sapere che Harry ha visioni di cose che accadono a centinaia di chilometri da lui! Avete idea di come il Ministero userebbe un'informazione del genere?-
Continuarono a battibeccare per un po', fino a quando i gemelli e Ginny dovettero cedere.
Iniziarono a bere qualche Burrobirra, anche se Fred avrebbe preferito qualcosa di molto più forte.
Fu una lunga notte, erano tutti lì in attesa di notizie... qualsiasi notizia.
I gemelli pensarono ai loro amici, che dormivano beatamente nei loro letti, ancora ingnari di tutto.
-Fanny!-
La voce di Sirius riaccese il terrore nei cinque ragazzi, ma quando George lesse il messaggio, tutti presero a respirare più regolarmente.
Il loro papà stava bene... per ora.
Ripresero ad aspettare e a nessuno venne in mente di andare a dormire. L'ansia che li divorava in quel momento non li avrebbe mai fatti riposare.
Fred riuscì a chiudere gli occhi per pochi minuti, mentre George continuava a chiedere l'ora ogni due minuti, sempre più in agitazione.
Con le prime luci del mattino, sentirono la porta aprirsi e Fred quasi cadde dalla sedia quando vide entrare nella cucina sua madre.
Con il cuore in gola, le si avvicinò e si sciolse in un sorriso tirato e stanco, quando la vide sorridergli serena.
-Guarirà.-
Fu la sola cosa che George riuscì ad udire e non volle sapere altro.
Non volle sapere il perché era stato ferito, né il perché si trovasse in quel posto, contava solo il fatto che suo padre stesse bene.
George volò ad abbracciare sua madre, seguito poi a ruota da Fred.
Ora poteva ricominciare a respirare.

 

 

-Ehi, a chi scrivi?- domandò Fred verso l'ora di pranzo, entrando nella sua camera.
-Secondo te? Gli altri saranno in pena, per cui è meglio scrivere loro quello che è successo.- rispose George, terminando la lettera.
-Sei pazzo? Hai sentito Sirius, no? Non possiamo farci beccare.-
-Tranquillo, nessuno intercetta le mie lettere.-
-Non puoi esserne sicuro, Georgie.- disse Fred, serio -Senti, anche a me dispiace tenere all'oscuro il gruppo, ma ora papà è più importante. Parleremo con loro una volta tornati ad Hogwarts.-
-D'accordo, va bene. Arrivo subito.-
-Ti aspetto sotto, fratello.-
Fred uscì dalla stanza e George, prima di seguirlo, non riuscì a resistere all'impulso e la spedì.

 


-É quasi l'una, dove diavolo saranno finiti?- domandò Alicia, mentre usciva dall'aula di Incantesimi con Angelina e Lee.
-Deve essere successo qualcosa, sicuramente.- affermò Lee.
-Già, ma potevano almeno lasciarci un biglietto o un indirizzo.- seguitò Alicia -Inizio ad essere preoccupata.-
Lee lanciò un'occhiata ad Alicia in direzione di Angelina e la ragazza capì.
-Angie? Tutto bene?-
-Certo, sto bene. É che ho notato anche l'assenza di Ron, Ginny ed Harry per cui deve essere una questione seria se tutti i Weasley sono stati allontanati da Hogwarts. E se non ci hanno lasciato nulla, vuol dire che non ne hanno avuto il tempo per cui... è grave.-
Alicia e Lee rimasero sbalorditi da quel resoconto così minuzioso e Lee cercò di alleggerire la situazione.
-Ma non eri tu quella intelligente?- domandò ad Alicia che incrociò le braccia al petto, offesa.
Angelina riuscì a sorridere e nel mentre furono raggiunti da una velocissima Katie che piombò loro addosso.
-Novità?-
-Nessuna, pulce. Tu hai saputo niente?-
-Negativo, Angie. Hermione non sa niente, ma ho intenzione di interrogare la Signora Grassa e gli altri dipinti della torre. Magari loro sanno qualcosa.-
-Perfetto. Facci sapere allora.- disse Lee.
Katie si mise in posa e dopo un “Signorssì” alla militare corse via tra i sorrisi dei tre.
-Farebbe di tutto per vederti stare meglio.- disse Alicia rivolta ad Angelina.
-Dopotutto è la nostra mamma.- disse Lee, in maniera semplice.
-A proposito, come mai durante l'ultima partita hai detto quelle cose di Angelina?*- lo accusò Alicia, che voleva fargli quella domanda da un po'.
-Era uno scherzo, non mi dire che riesci ad essere gelosa anche della tua migliore amica!?- disse Lee, scandalizzato.
-Io non sono gelosa.- ripeté la ragazza -Però piantala con i tuoi scherzi stupidi!-
-Smettetela tutti e due! George ci ha scritto una lettera.- disse Katie, spuntata fuori da chissà dove.
-Leggila!- dissero all'unisono Alicia e Lee, ma Katie doveva riprendere fiato per la corsa, per cui la passò ad Angelina che lesse, tremante.
Ciao, ragazzi!
Non siamo morti né scappati, siamo solo momentaneamente tornati a casa. Papà non sta molto bene, come il prediletto di Alicia aveva già intuito. Purtroppo torneremo presto, per il momento non posso scrivervi altro.
Un bacione a tutti e controllatemi la pulce.


George

 


-Non ho capito niente.- disse Lee, confuso, mentre Katie annuiva.
Angelina si scambiò un'occhiata con Alicia ed annuì.
-É successo qualcosa che non può raccontarci via lettera, ma non volendo farci stare in pensiero ha tentato questo.- disse Angelina, alzando la lettera.
-É un pessimo scrittore. Ho faticato anch'io a stare dietro a quanto a c'è scritto. Credo che Harry abbia capito che il signor Weasley stava male o qualcosa del genere.- provò a tradurre Alicia, continuando a rileggere la lettera.
-Almeno stanno bene. Mi basta questo.- sospirò Katie, felice.
-Idem.- approvò Lee, abbracciando la più piccola.
-Beh, io tenterò di decifrare questa lettera. Voglio saperne di più.- disse Alicia, sfilando il foglio dalle mani di Angelina e mettendoselo nella borsa.
-Torneranno dopo Natale, immagino.- disse Lee, triste.
-Sarà brutto senza di loro. L'assenza di Oliver era sopportabile solo grazie a loro.- disse Katie, dispiaciuta.
-Ah, ma che gentile.- ribatté ironica Alicia.
-Sai cosa intendo. I gemelli rendono tutto più divertente.-
Angelina e Lee si ritrovarono ad annuire ed Alicia, alla fine, dovette dare loro ragione.
-Non importa, vorrà dire che l'unico uomo della compagnia sarò io.- disse Lee, felice.
-Un Natale rovinato.-
-Spinnet!-

 

 

Quando Lee, Angelina, Katie ed Alicia videro entrare i gemelli nella Sala Comune scattarono tutti e quattro in piedi e corsero ad abbracciarli.
-Quanto ci siete mancati!- esclamò Katie, scoppiando a piangere dalla felicità.
-Dovete raccontarci tutto.- disse Lee.
-Già, infatti. É stato un Natale pessimo senza di voi.- aggiunse Alicia.
I gemelli sorrisero, felici di contare così tanto per persone che non fossero i loro parenti.
Angelina, che per tutto quel tempo li aveva guardati in silenzio, ispezionandoli proprio come una mamma, fece loro un sorriso che li fece impazzire entrambi.
-Sono stata così in pensiero per voi! Se George non ci avesse scritto, non so cosa avrei...-
-Aspettate un attimo, George vi ha scritto?- domandò Fred, lanciando un'occhiata al fratello che sorrise colpevole.
-Ti avevo detto di non farlo. Ah, non posso mai fidarmi di te.-
-Non volevi scriverci!?- sbottò Angelina, incredula.
-Certo che no. Avrei voluto scrivervi un libro intero, sul serio, Angie, ma non potevo.-
-Ti eri dimenticato come si impugna una piuma?- ironizzò Angelina, ora arrabbiata.
-Non fare quell'espressione furiosa, mi fai paura! Ora vi spiegheremo ogni cosa, così potrai capire il mio punto di vista.-
-Forza, allora.-
George fece segno di seguirli nel loro dormitorio e, dopo aver controllato che né Anderson né Williams fossero presenti, iniziarono a raccontare l'attacco al padre e la connessione di Harry con Colui-che-non-deve-essere-nominato.
-Non ci posso credere.- soffiò Alicia, sedendosi sul letto di Lee, sconvolta.
-Che vi avevo detto? Come potevamo scrivervi una cosa del genere senza destare sospetti?-
-In effetti il tentativo di George è stato piuttosto penoso.- affermò Lee, tirando un calcio ad un libro di Williams.
-Pulce, tutto bene?- domandò George.
-Io... Io sono solo un po' confusa. Immagino come si senta Harry in questo momento. Anzi, immaginarlo è anche difficile.-
-Pace?- disse Fred, avvicinandosi ad Angelina che scosse la testa.
-La faccenda di Harry non giustifica te. Potevi buttare giù due righe, come ha fatto George, giusto per farci sapere che stavate bene.-
-E cosa ti potevo scrivere? Ciao, sto bene, ma ho deciso di farmi un giretto al San Mungo e di trascorrere lì il mio Natale?-
Tutti risero ed Angelina provò a trattenersi.
-Non è divertente! Se non fosse stato per George, sarei morta per la preoccupazione.-
-Sei sempre la solita esagerata, Angelina.- disse Alicia, ripresasi.
-Comunque, so come farti tornare il buon umore.- continuò Fred -Ho letto quando sarà il prossimo finesettimana ad Hogsmeade. Il giorno di San Valentino.-
Tutti attesero, impazienti.
-Allora, dato che i piccioncini qui lo passeranno da Madama Piediburro,- Fred indicò Lee ed Alicia e quest'ultima subito sbottò un “Non ci pensare nemmeno” che fece sorridere tutti- Pensavo... I FAG potrebbero cogliere l'occasione per uscire insieme, no?-
-E io?- sbuffò Katie, sentendosi esclusa.
L'espressione tenera di Katie fece scattare Angelina che diede uno schiaffo sulla testa a Fred, che era stato così poco delicato.
-Ahio.-
-Ci sto io con te, pulce. Te l'avevo detto, no? Come ai vecchi tempi.- si intromise George, che fino a quel momento aveva ascoltato il discorso del gemello in silenzio.
-Non voglio che per colpa mia rinunci al tuo San Valentino con Angelina.-
-E Fred.- aggiunse Fred, volendo precisare.
-Questo è il mio ultimo anno qui e per un altro anno io e te non potremmo vederci tanto spesso, quindi scelgo te. Posso sempre uscire un'altra volta con Angelina.- chiarì George.
-E Fred!-
Lee ghignò divertito, seguito a ruota da Alicia.
-E Fred.- ripeté George, con un sorriso.

 

 

San Valentino arrivò in fretta e tutto il gruppo aveva organizzato di vedersi a fine giornata ai Tre Manici di Scopa.
-Allora è deciso. Ci incontriamo qui davanti più tardi, va bene?- domandò George, rivolto agli altri cinque.
-D'accordo, capo. A dopo.- disse Fred, porgendo il braccio ad Angelina e accompagnandola verso Zonko.
-A dopo, ragazzi.- li salutò Alicia che, mano nella mano con Lee, indicò al ragazzo la direzione opposta a quella di Fred.
-Allora, pulce, che si fa?-
Katie ci pensò su.
-Io un'idea ce l'avrei!-

 

 

-Guarda questi, Angie, sono fenomenali.-
-Mh.-
-Oppure questi.- disse Fred, facendo il giro dalla parte opposta ed indicando degli strani serpentelli che si contorcevano velocemente -Chissà a che servono.-
-Mh.-
Fred alzò gli occhi e raggiunse la ragazza con un sorriso.
-Se ti stai annoiando possiamo cambiare posto o... fare altro.- disse lui, malizioso.
Angelina gli lanciò un'occhiataccia.
-Mi diverto sempre con te, Fred. Solo che...-
-Pensi ancora alla lettera che avrei dovuto scriverti?-
-Sì! Siete sempre in cima ai miei pensieri, tu e George, mentre per te vedo che non è la stessa cosa.-
-É passato un mese, perché ne vuoi parlare proprio ora?-
-Perché sarei sembrata una stupida se te lo avessi detto davanti agli altri e poi oramai Hogsmeade è il luogo delle mie confidenze femminili, ricordi?- sorrise Angelina, ripensando al passato.
-Certo che mi ricordo. Vuoi un'altra renna per tirarti su?-
-No, mi basta un basta una Burrobirra ed uno di quelli.- disse Angelina indicando i serpentelli.
-D'accordo.-
-E la promessa che non mi lascerai mai più senza darmi tue notizie.-
Fred le si avvicinò e la strinse senza pensarci.
-Stavo cercando di trattenermi, ma sei mi dici queste cose al diavolo i miei tentativi!-

 

 

-Uffa! Mi sono rotta di camminare, dove stiamo andando?- sbottò Alicia, tirata da Lee in chissà quale posto.
-Ti sto portando lontano da occhi indiscreti.-
-Cosa vuoi farmi esattamente?- domandò Alicia, sospettosa.
-Scema, devo darti il mio regalo di San Valentino, no? Ecco, qui va bene.-
La fece sedere sulla panchina più isolata e sgangherata.
-Prima di tutto, mi devi promettere di non ridere assolutamente. Qualsiasi cosa io dica o faccia, d'accordo?-
Alicia annuì e scoppiò a ridere.
-Ehi, rido adesso per non farlo dopo.- chiarì lei e gli fece segno di andare avanti.
-Tu sei assolutamente priva di fantasia nei regali.-
-Ehi!-
Lee tirò fuori i due biglietti della partita Falmouth Falcons-Puddlemere United che si sarebbe svolta quell'estate e lei sorrise imbarazzata.
-Scusa, ma so che sei appassionato di Quiddich e non pensavo di doverti fare un regalo fino a quando non me l'hai detto tu.-
-Io sono una Vespa!-
-Lo so! E so cosa stai pensando! Non ho comprato i biglietti per i Falcons.-
-Ah, no?-
Alicia scosse la testa.
-Nel Puddlemere gioca Oliver ed Oliver è un tuo amico.-
-Bella trovata, ma non attacca.-
Alicia finse di essere offesa ed incronciò le braccia al petto.
-Se è così, Alicia, posso invitare chi voglio, no? Potrei invitare Katie o Angelina.-
-O senonlasmettidiromperetiuccido.-
-É una tua amica? Potresti presentarmela.-
Lee sorrise nel vedere l'espressione di Alicia.
-Okay, la smetto. Ora ecco il mio regalo.-
Lee le porse una scatolina rossa di velluto e attese, impaziente.
-Una collana, che carina!- disse Alicia, felice.
-Lo so che non è bella come i gioielli che di solito indossi né costosa...- mormorò Lee, teso.
-Non dire altro, mi piace un sacco! Solo... cos'è questo?-
Alicia indicò la figura che pendeva dalla collana e Lee la guardò allucinato.
-É una fenice!-
-Ah, capisco.- Alicia attese un paio di minuti -E perché una fenice?-
-Ora inizia il mio discorso serio.-
-Okay.- disse Alicia, poi a bassa voce -Rimani seria. Rimani seria. Rimani seria.-
-Alicia!-
-Scusa. Va' avanti.-
-La fenice rinasce dalle ceneri, no? Quindi ho pensato: cosa potrebbe simboleggiare la nostra storia? Mi piace pensare a noi come ad una fenice, capisci?-
-No.- ammise lei, sincera.
-Se mai dovesse succedere qualcosa o qualunque problema dovremmo affrontare riusciremo a rinascere dalla ceneri, capisci ora?-
-Sì, penso di sì.- ammise Alicia e poi scoppiò a ridere. -Scusa, ho resistito fin che ho potuto. É un bel gesto, davvero, e molto molto dolce da parte tua; ma tu eri così buffo mentre provavi a spiegare che io...-
Alicia non riuscì a finire la frase, scossa ancora dalle risate.
-Sei sempre la più glaciale, per quanto io provi ad essere romantico.-
-Dammi tempo, è il mio primo San Valentino.- rise ancora lei, ma non appena notò l'espressione imbronciata di Lee provò a smettere.
-Grazie, Lee.- sussurrò Alicia, visibilmente felice.
Dopo ci furono solo baci.

 

 


-Il miglior finesettimana di sempre.- sospirò Katie, allegra, prendendo un'altra TuttiGusti.
Avevano comprato un'enorme coperta e l'avevano stesa a terra.
Si erano sdraiati e, dopo aver fatto una scorta di ogni tipo di leccornia da Mielandia, avevano preso a parlare e a chiaccherare di ogni cosa passasse loro per la testa.
-Sa di pizza!- trillò Katie, compiaciuta.
George sorrise a sua volta.
-Seriamente, perché hai preferito me ad Angelina? Volevi parlarmi?-
-Perché continui a chiedermelo?- domandò George, abbassando lo sguardo.
-Perché continui ad evitare la domanda.-
-Senti, non so come dirtelo ma...-
-Katie!-
George alzò lo sguardo e vide le amiche di Katie raggiungerli.
-Ti spiace se si uniscono a noi?- bisbigliò la ragazza a George che scosse la testa e fece segno loro di sedersi.
-Loro sono Suzanne ed Agnes. E lei...-
-Sono Daphne.- disse l'ultima delle tre con un sorriso.
-Scusami. D'ora in poi mi ricorderò il tuo nome, Daphne. Leanne?-
Agnes fissò Suzanne.
-Ha deciso di aspettarci ai Manici.- rispose Daphne, tranquilla.
-Meglio così. Non l'ho ancora perdonata.- sbuffò Katie, offesa.
-Allora, George, è vero che ti prendi spesso cura della nostra Katie?- la ignorò Suzanne, senza peli sulla lingua.
Suzanne era molto simile ad Alicia di carattere, ma erano diametralmente opposte riguardo allo stile.
Suzanne aveva uno stile tutto suo, strano e a volte anche anticonformista. I lunghi capelli ricci venivano sempre tirati in acconciature bizzarre ed atipiche, ma nessuno aveva il coraggio di dirle niente. Era difficile contenere la sua ira.
-Sì, anche se è problematico starle dietro.-
-Non dirlo a noi. Anche se è Tamara la chioccia.-
-A proposito, Tammy è con Paul?- domandò Katie.
-E lo chiedi anche? Quei due si sposeranno un giorno, ma la luna di miele la vivono da anni.- ironizzò Suzanne ed Agnes sorrise.
Tamara era molto matura per la sua età. Si comportava proprio come un'adulta e, nei suoi atteggiamenti da mamma, era peggio di Angelina.
Stava con Paul da due anni e tutto il loro gruppo li considerava oramai come dei surrogati genitori.
Paul e Tamara erano Grifondoro, così come Christopher e Finn che completavano il gruppo. Solo Daphne era una Tassorosso.
Agnes era la più timida del gruppo. Era molto ligia allo studio, ma non era una secchiona e difficilmente perdeva le staffe.
Quando si arrabbiava, però, persino Suzanne tremava di paura. Era molto legata a Suzanne e spesso le faceva da coscienza.
-Sentite, una volta potremmo uscire tutti insieme, no? Il vostro gruppo con il nostro.- propose Daphne, rivolta a George.
-Difficilmente Alicia va d'accordo con altre persone all'infuori di noi, però d'accordo.- rispose Katie, pratica.
-Potremmo provare. É diventata stranamente trattabile da quando sta con...-
Katie pensò che George si fosse interrotto per chissà quale motivo, poi notò lo sguardò del ragazzo e quasi sbiancò.
Oliver. Con Nolwenn. Il giorno di San Valentino.
-Non può essere.- mormorò George, incredulo.
Nolwenn gli stava dicendo qualcosa di divertente data l'espressione di giubilio di Oliver.
Suzanne fece cenno ad Agnes e Daphne per andare via.
La riccia non voleva che Daphne la vedesse piangere.
Rimasti soli, George e Katie rimasero ancora in silenzio, continuando a fissare la scenetta come incantati.
Quando Oliver e Nolwenn svoltarono l'angolo, George si riprese e scosse Katie.
-Ehi, guarda che non significa niente, eh. Insomma, magari sono usciti e sono andati a farsi una passeggiata o...-
-Vanno da Madama Piediburro. Guarda.-
-Ma non c'entra niente! Nolwenn può averlo convinto ad uscire e...-
-Il giorno di San Valentino?- Katie si alzò da terra e si pulì i jeans con le mani. -George, non devi cercare di convincermi. Oramai così stanno le cose e non posso farci niente.-
-Cos'hai intenzione di fare allora?-
Katie represse le lacrime e si morse un labbro.
-Devo dimenticarmi di Oliver. Il prima possibile.-

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
*= Durante la partita Serpeverde-Grifondoro Lee ribadisce il suo interessamento per Angelina. Ovviamente, nella mia storia, Lee lo fa solo per stuzzicare Alicia e vedere la sua reazione xD

Capitolo un po' così, nel senso che serve solo come parentesi per mostrare il gruppo nelle loro normali attività in un periodo, per così dire, piatto.
Presto, quindi, inizierà la solita routine di problemi.
Partiamo da Katie che è sempre quella più sfigata, soprattutto per quanto riguarda le gite ad Hogsmeade.
Tutti hanno capito che la sua, oramai, non è più solo un'infatuazione per Oliver, per cui tutti proveranno ad aiutarla, soprattutto George.
Ho voluto dire qualcosa di più su Suzanne, Tamara ed Agnes, perché presto diventeranno importanti per l'ultimo anno ad Hogwarts di Katie. Come anche Daphne, Paul, Christopher e Finn.
Di Leanne si sa già qualcosa, ma verrà svelato ancora di più in seguito.
Bon, spero di aver chiarito tutto. E spero di aggiornare in fretta *incrocia le dita*
Un bacione <3 e un mega grazie a tutti coloro che continuano a leggere questa storia. VI ADORO *-*



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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21


Come spiegare quello che successe dopo? Le settimane a seguire furono così intense che il gruppo pensò di ritrovarsi dentro ad un film (una specie di libro con le immagini in movimento, a detta di Alicia).
L'Esercitazioni Segrete vennero scoperte dalla Umbridge che riuscì a correre ai ripari.
A quanto pare c'era stata una spia nel gruppo degli studenti aiutati da Harry e tutti, ben presto, scoprirono il suo nome.
-Marietta Edgecombe, avete presente? Quella del sesto, amica della Chang. Ha la scritta “spia” sulla faccia. E la scritta è formata dai brufoli!- disse Alicia quando la vide per la prima volta, ma questo divertì i ragazzi solo per poco.
Silente era scappato anche a causa loro e, oramai, le prospettive di Hogwarts che vedevano di fronte a sé erano solo buie e tristi.
La Umbridge era diventata preside della scuola.

 


-Forse sta solo decidendo se uscirci assieme o meno.- provò Lee per la centesima volta.
Febbraio era passato in un lampo, ma il gruppo continuava a tirare fuori sempre nuove ipotesi su Oliver per far sentire meglio Katie.
Alicia, oramai, si era rassegnata al fatto che probabilmente Lee aveva sempre avuto ragione: Oliver non aveva mai visto Katie come una ragazza.
I gemelli, ancora incerti su cosa pensare, tentavano di coinvolgere la più piccola in ogni loro progetto, per poterla distrarre.
Angelina, invece, era la sola ad essere convinta che, prima o poi, l'amore non corrisposto di Katie sarebbe stato... beh, corrisposto.
-O forse è come me. Cioè, indecisa fra due persone.- tentò Angelina, seduta davanti al fuoco.
Erano tutti lì, con l'eccezione di Katie, intenta a chiaccherare nel suo dormitorio con le sue amiche.
-Sì, ma tu saresti ancora normale. Fred e George sono identici, sono gemelli.- disse Alicia, con semplicità.
I gemelli la guardarono e si finsero offesi.
-Sono uguali solo nell'aspetto, ma hanno caratteri completamente diversi.- chiarì Angelina, facendoli sentire meglio.
-Non così diversi.- ammise Lee, con un ghigno.
-Comunque Katie e Nolwenn cos'hanno in comune?- domandò Alicia, provando a spiegare il suo pensiero.
-Oliver.-
I gemelli e Lee avevano risposto all'unisono e scoppiarono a ridere, coinvolgendo anche le ragazze.
-Alicia ha ragione. Katie è mora, Nolwenn è bionda. Katie è praticamente un maschiaccio e Nolwenn è una super diva.- elencò Angelina.
-Un po' come te.- sussurrò Lee ad Alicia che finse di non sentirlo.
-Nolwenn è stupenda e Katie...-
Angelina ed Alicia zittirono Fred gli occhi.
-Katie è bella!-
-D'accordo, ma chi la guardarebbe con Nolwenn vicino? Katie sembra sempre una ragazzina. É così piccola che non dimostra nemmeno la sua età.- chiarì Fred, prima di essere linciato.
-Vero.- lo difese Lee.
-George, non dici la tua?- chiese Angelina, curiosa di sapere la sua opinione.
-Beh, non sono diverse solo d'aspetto. Non conosco bene Nolwenn, ma non penso sia come Katie. D'accordo è un po' ingenua come lei, ma  credo che nelle faccende sentimentali sia più... sveglia. Sono molto diverse anche di carattere. Al Capitano non possono piacere entrambe.-
-Perché no? Io e Leanne siamo molto distanti, ma a Lee siamo piaciute entrambe.- disse Alicia e Lee annuì.
-Leanne mi piaceva sul serio, eh.-
I gemelli lo guardarono sorpresi, ma non commentarono.
-É da un mese che andiamo avanti, è inutile provare ad immaginare cosa passi per la testa ad Ollie.-
-Angie, non spaccarti la testa.- disse Fred, con un sorriso.
-Infatti, abbiamo cose più importanti a cui pensare. Come la Umbridge.-
-Ed il suo nuovo decreto.- rise Lee, indicando la bacheca.

 

 


-Sei un idiota, Lee.- disse Alicia, notando la sua mano insanguinata.
Il nuovo decreto della Umbridge aveva provocato l'ilarità degli studenti.
Il decreto vietava agli insegnanti di fornire agli allievi informazioni non pertinenti alla propria materia.
E, quando la Umbridge aveva sgridato i gemelli perché giocavano a Spara Schiocco, Lee aveva avuto il coraggio di dire.
-Spara Schiocco non ha nulla a che vedere con Difesa contro le Arti Oscure, professoressa. Non si tratta di informazioni pertinenti alla sua materia!-
La conseguenza di quelle parole era lì di fronte al gruppo.
La mano di Lee era messa male ed Alicia gli diede un po' di essenza di Purvincolo.
-La Umbridge diventa ogni giorno più potente e dobbiamo assolutamente fare qualcosa.- sbottò Angelina, arrabbiata.
L'arrivo di Katie calmò per un attimo la ragazza.
-Ragazzi, dovete venire nella Sala Grande. Subito!-
I sei corsero fuori e non appena entrarono nella sala nessuno capì il problema di Katie.
-Le clessidre!-
-Perché solo la clessidra dei Serpeverde è piena?- domandò Alicia, stranita.
-É la Squadra d'Inquisizione.- chiarì Suzanne, spuntando da dietro con Tamara.
-La cosa?- dissero i sei ragazzi, all'unisono.
-Sono degli stupidi idioti, quindi soprattutto Serpeverde, scelti dall'Idiota suprema per far rispettare i suoi stupidi decreti.- spiegò Suzanne e Tamara scosse la testa con un sorriso.
-La Squadra d'Inquisizione usa qualsiasi pretesto per togliere punti, quindi state attenti.- disse Tamara, salutandoli poi con un cenno della mano e seguendo Suzanne fuori dalla Sala Grande.
-Torniamo nella Comune. Più stiamo lì dentro, meno punti ci verranno tolti.- disse Lee, iniziando ad incamminarsi.
-Io non voglio nascondermi! Andiamo, George, voglio proprio vedere cosa s'inventeranno.-
-Fred!- sbottò Angelina, ma i gemelli erano già partiti e, a malincuore, la ragazza dovette seguire da sola gli altri tre nella Sala Comune.

 


-La fai impazzire quando non l'ascolti.- disse George, seguendo il gemello lungo un corridoio.
Fred fece spallucce.
-A me fa impazzire sempre, ma non glielo faccio mica pesare.-
George sorrise.
-La stiamo mandando al manicomio con i nostri comportamenti, possibile che ti venga voglia solo di scherzare?-
-Senti, Georgie, è lei quella con lo scettro del potere, d'accordo? Basta che scelga e sarà finita. Invece, con la sua eterna confusione, non fa che prolungare una decisione che forse nemmeno ci sarà.-
George lo guardò confuso.
-A proposito, Fred, volevo parlarti.-
-Uh?-
-A te interessa davvero prendere i M.A.G.O?- domandò George, di getto.
-Hai presente che domanda mi hai fatto?-
-Bene, mi aspettavo questa risposta. Silente non c'è più, per cui quale modo migliore di lasciare la scuola se non attraverso un grande spettacolo?- propose George, divertito.
-Vorresti farti espellere?-
-Sempre se tu lo farai con me. Non posso farlo senza di te, fratello.-
Fred ci pensò su.
-Un grande spettacolo. Potrebbe essere un'idea, ma...-
-Ma non vuoi lasciare Angelina, giusto?-
Fred sorrise.
-Non possiamo farle questo. Finire l'anno senza di noi, un anno come questo per di più. E poi vorresti lasciare le ragazze con la sola protezione di Lee?- disse Fred, a metà tra il serio e il divertito.
-Alicia riuscirebbe a proteggere anche noi ed Angelina ha abbastanza giudizio per tutti.-
-E non pensi a Katie? Come farà senza di te?-
-Sai quanto io adori la pulce, ma non riesco a non fare niente. Non siamo adatti ad essere come gli altri studenti, una grande uscita di scena è quello che ci vuole.- chiarì George, energico.
-Non potremmo prima pensarci su? Di solito sono io quello con le idee pazze, come mai i ruoli si sono invertiti?-
-Questa volta è diverso. Non sarebbero solo degli scherzi innocenti, sarebbe anche un modo per mostrare la nostra lealtà a Silente. Non ci servono i M.A.G.O, come non ci servivano i G.U.F.O. Siamo maggiorenni e possiamo fare quello che vogliamo. Dimmi che sei con me.-
George attese la risposta del fratello, sperando in una risposta affermativa.
-Sono con te, come sempre.-
George gli diede una pacca sulla spalla.
-Quando lo facciamo?- chiese Fred.
-Domani. Stasera prepareremo i dettagli. Se vuoi salutare qualcuno, farai meglio a farlo stasera.-
George lanciò un'occhiata allusiva a Fred che annuì, capendo le sue parole.

 


George parlò per primo a Lee, trovando la scusa di dovergli far vedere una cosa su nel loro dormitorio.
-Senti, abbiamo intenzione di andarcene da Hogwarts.-
-Tu e chi?-
-Io e Fred, ovviamente. Ci siamo stufati della Umbridge, dei suoi decreti e della sua Squadra d'Inquisizione. Concluderemo la nostra esperienza scolastica in grande stile!-
-E Angelina, lo sa?- domandò Lee, confuso.
-Glielo dirà Fred stasera. L'idea è stata mia, ma Fred ha pensato subito a lei, per cui merita di salutarla per primo.-
Lee annuì, a disagio.
-Solo con tre donne. Mi aspettano mesi d'inferno.-
George sorrise e lo abbracciò.
-Mi raccomando. Non pensare solo ad Alicia.-
-Ehi, farò le veci di te e Fred per Katie ed Angie. Lo prometto.-

 


-Bu!-
Angelina si mise una mano sul cuore e picchiettò Fred sulla testa.
-Mi hai spaventata a morte.-
-Addirittura! Stare con Alicia ti fa venire fobie strane. Senti, ti devo parlare. Seriamente.-
Angelina lo guardò in malo modo e finse di credere alle sue parole.
-D'accordo, allora. Siediti.-
Fred si mise sulla panchina, accanto a lei.
-Io e George ce ne andiamo.-
Angelina continuò a guardarlo, cercando spiegazioni con gli occhi.
-Non ci servono i M.A.G.O e abbiamo soldi sufficienti per il nostro progetto del negozio di scherzi.-
-Ci volete lasciare? Mancano pochi mesi, non potete tenere duro e andare avanti?-
Fred scosse la testa.
-Sai come siamo fatti, non possiamo...-
Angelina non lo fece finire, si alzò dalla panchina e si diresse, a passo svelto, verso il Castello.

 

 

-Veramente? E Angie come l'ha presa?-
George dovette ripetere tutto il discorso per Alicia, mentre Lee teneva occupata Katie nel dormitorio maschile.
George sapeva che con la pulce sarebbe stata davvero dura.
-D'accordo ho capito. Uffa, però, mi mancherete un sacco.- ammise Alicia, a bassa voce.
George strinse anche lei e, stranamente, Alicia non oppose resistenza.
-Sei il papà del gruppo ora, Alicia.-
-Lo prendo come un complimento, anche se probabilmente non lo è.-
George la lasciò andare e lei continuò.
-La terrò d'occhio per te, va bene?-
-Angelina non mi vorrà più vedere.- sbuffò George, tetro.
-Io non parlavo di Angelina.-
-George Weasley!-
Angelina era entrata nella Sala Comune e, individuati i due ragazzi, era corsa loro incontro.
-Voglio una spiegazione. Adesso!-
-Beh, io vi lascio soli. A dopo.- Alicia sgusciò via e raggiunse Lee e Katie.
Rimasti soli, George le chiese quale fosse il problema.
-Il mio problema siete tu e quel cretino di tuo fratello. Volete andarvene così, senza finire la scuola? Vostra madre vi farà a pezzi, sempre che riesca a trovare i corpi che io avrò seppellito chissà dove.-
George si ritrasse, impaurito.
-Perché devi sempre assecondare Fred? Fallo ragionare, cerca di fargli cambiare idea!-
George sorrise.
-Non te l'ha detto, eh? Mi vuole sempre proteggere.- disse il ragazzo -Ho avuto io l'idea, Fred non voleva. Sono stato io a convincerlo.-
Angelina spalancò la bocca.
-Scherzi!? Ma-ma-ma... perché? Come mai? E Katie?-
-Rilassati, Angie. Katie non è più una bambina ed io non sono come Oliver. Non voglio sempre starle dietro come un padre.-
Angelina provò a riprendersi.
-E io? Non potete aspettare qualche mese per il vostro progetto? Almeno finiremo l'anno insieme e...-
-Angie, non stiamo andando in guerra. Quest'estate ci vedremo e sarà tutto come prima, vedrai.-
-Non è vero. Se ve ne andate, tutto cambierà ancora una volta.- disse lei, lasciandolo da solo e rifugiandosi nel suo dormitorio.

 

 

-Dov'è Angelina?- domandò Fred, entrando nel suo dormitorio.
Katie si era addormentata vicino ad Alicia e Lee e George giocavano a scacchi.
-Da noi. Non vuole parlare con nessuno e non l'ho mai vista così arrabbiata.- disse Alicia, cercando di non svegliare Katie.
-Le hai parlato?- domandò Fred rivolto al gemello che annuì.
-Mi manca solo Katie, ma si è addormentata. Appena si sveglierà, dirò tutto anche a lei.-
-Beh, io voglio chiarire con quell'impiastro di là prima di andare via.- disse Fred, facendo per uscire -Con voi tre parlerò dopo, ragazzi.-
Fred dovette chiedere ad una delle “ex amiche” di Alicia di far scendere Angelina e quasi la pagò per torturarla.
Quando la ragazza scese era, se possibile, ancora più furiosa.
-Shh, non dire niente. Ora non ti lamentare e vieni con me.-
Angelina si fece trascinare fuori dalla Comune e solo quando salirono al settimo piano capì dove l'avrebbe portata.
-La Stanza delle Necessità. Cosa vuoi fare?-
-Parlare.-
Entrarono nella stanza, diventata così simile ad un piccolo salotto.
-Io vorrei davvero capire cos'hai che non va. La scuola finirà tra poco e non ci vedremo per massimo due-tre mesi.- disse Fred, sedendosi sul divano e facendole posto.
Angelina si sedette su una poltrona lontana di proposito e incrociò le mani al petto.
-La cosa che non mi è andata giù è il fatto che... sembra non costarvi niente lasciarci.-
-Il prossimo anno Katie sarà sola. Starà un anno intero senza di noi, ma non sta facendo le tue stesse storie.- disse Fred.
-Katie è diversa da me, riesce sempre ad essere positiva. Comunque se vuoi modifico la frase. Sembra non costarvi niente lasciarmi.-
-É un po' egoista da parte tua, non pensi? Ci hai avuto per sette anni e siamo sempre stati insieme, noi tre. Per una volta, una volta sola, facciamo qualcosa solo per noi, Angie. Non puoi capire e accettarlo?-
Angelina iniziò a piangere a bassa voce.
-É solo che... mi mancherete. Non sarà la stessa cosa senza di voi ed io... Fred, ti chiedo solo di aspettare la fine dell'anno. Ti prego, fallo per me. Resta per me.-
Fred provò a sorridere, ma era impossibile con l'immagine di Angelina in lacrime di fronte a sé.
-Sceglierò, va bene? Ho sempre saputo chi scegliere, mi mancava solo il coraggio.- disse Angelina, alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi a lui.
Lo abbracciò forte e sussurrò.
-Scelgo te. Sono innamorata di te e sono stata una stupida a non dirtelo prima.-
Fred la strinse e sorrise.
-Non vale, Angie.-
-Non lo sto facendo per convincerti a restare. Non sono così subdola e cattiva.-
-Lo so.-
Angelina si sedette accanto a lui e lo baciò di getto, felice di poter finalmente mostrare i suoi sentimenti senza paura.
Fred rispose al bacio con slancio e, quando Angelina si sdraiò sul divano e prese a sbottonargli la camicia, il ragazzo la fermò.
-Angie, non fare sciocchezze solo per farmi restare.-
-Ti amo e voglio fare questo passo con te. Punto. Il fatto che io voglia che tu rimanga è un'altra questione e ci possiamo pensare domani, okay?-
Fred annuì ed Angelina lo attirò verso di sé, felice.

 


-Per favore, smettila di piangere.-
Katie continuava a frignare come una bambina. Lee ed Alicia erano scappati via, lasciando George da solo a doverla consolare.
-Lo so che non cambierà niente. Il prossimo anno sarò completamente sola, ma ero preparata a quel momento. A questo no.-
E riprese a piangere, infelice.
-Pulce, ti prometto che trascorrerò tutta l'estate con te e potrai chiedermi qualsiasi cosa, ma ti prego, smettila. Le mie orecchie non ce la fanno più.-
Katie provò a smettere, continuando a singhiozzare piano.
-Ti voglio un mondo di bene, Georgie.-
La piccola gli saltò tra le braccia e George la strinse, contento che la fase peggiore fosse finita. Si stesero sul letto del ragazzo che prese a coccolare per tranquillizzarla.
George si svegliò il giorno dopo, accanto a Katie che dormiva profondamente e sbuffò. Lui e Fred non avevano organizzato nulla, avrebbero dovuto improvvisare.

 

 


Quando Angelina si svegliò, capì immediatamente cos'era successo.
Lei aveva scelto Fred, ma lui aveva scelto George, ancora una volta.
Si sentì triste e, benché sapesse di dover andare a lezione, si rigirò sul divano e si rimise a dormire, sperando fosse soltanto un sogno.

 


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Eccomi di ritorno! Capitolo abbastanza difficile da scrivere, perché le cose da dire e da far succedere erano tante e anche complesse.
I gemelli hanno lasciato definitivamente Hogwarts, purtroppo ç_ç
Non sarà più lo stesso senza di loro, ma, non temete, i capitoli che concluderanno quest'anno scolastico saranno pochi.
Ebbene sì, Angelina ha scelto Fred. Diciamo che avrebbe voluto sceglierlo da subito, ma la paura di ferire George ed incasinare il gruppo l'aveva un po' frenata.
Questo capitolo ruota molto intorno al triangolo, per cui leggete bene ogni azione ed ogni parola dei FAG, perché ci sono sempre i soliti indizi nascosti. Piccolo chiarimento: quando Angelina si sveglia, Fred e George sono già andati via da Hogwarts, per cui George non è riuscito a salutarla e Angie si è persa lo spettacolo dei gemelli.
Ringrazio, come sempre, tutti coloro che leggono e recensiscono questa storiella. Vi adoro <3
Un bacione ^-^

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22


-Non mi verrà mai.- sbuffò Lee, agitando la bacchetta invano.
-Devi solo pensare a qualcosa che ti renda davvero felice. Pensa a me.- suggerì Alicia, indicandosi.
-Modesta, eh. Comunque, non ci riesco. É un incantesimo troppo difficile.-
Il patronus di Alicia, che aveva le sembianze di un'aquila, finalmente scomparve in uno sbuffo.
-Dovete solo concentrarvi. I M.A.G.O sono vicini.- disse la ragazza, rivolta anche ad Angelina che fissava il vuoto senza provarci nemmeno.
Lee ed Alicia si fissarono e la ragazza gli fece segno di uscire dal dormitorio.
-Angie, smettila di torturarti. Non hai fatto nulla di sbagliato, Fred sarebbe andato via comunque. Non è possibile che continui a pensarci. Sono passati mesi.-
-É passato un solo mese, Alicia.- sbuffò Angelina.
-Non ti pare abbastanza? Fred non ha abbandonato te, ha solo voluto protestare contro la Umbridge. La palude rimarrà una sorte di monumento dei gemelli. Pensa a quello che hanno fatto a Montague. Molti vorranno essere come loro.-
Angelina la fissò con un sopracciglio alzato.
-Non mi fa sentire meglio. Ho sentito che è stato Lee a mettere quello Snaso nell'ufficio della preside.-
-L'ho già rimproverato per quello. Non aveva pensato che avrebbero dato la colpa ad Hagrid.- Alicia scosse la testa -Non è questo il punto, Angie. Fred ti ama e tu lo ami. Un altro paio di mesi e sarete la coppia del secolo. Contenta?-
-Lee non ti avrebbe mai lasciata sola dopo aver trascorso la prima notte insieme.- disse Angelina, triste.
-Non lo puoi sapere. E comunque, Lee non sarebbe stato così coraggioso come Fred e George. Apprezza i suoi pregi, anziché sottolinearne i difetti.- continuò Alicia, sicura.
-Sono un po' delusa, Alicia.-
La ragazza le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
-Non appena lo rivedrai, capirai che ti stai solo fasciando la testa, come sempre.-

 

 

-Alicia è quella bionda, vero?- chiese Daphne e Katie annuì.
Quelle due erano diventate amiche, oramai, e Daphne era sempre molto incuriosita dal gruppo.
-Sta ancora con Lee?- domandò Tamara.
-Già. Litigano sempre, eh, ma continuano a trovare una sorta di equilibrio.-
-Quando chiarirai con Leanne?- le domandò Agnes, staccando gli occhi dal suo libro.
Non era un rimprovero né un invito, solo una semplice domanda.
-La mia rabbia si è un po' sgonfiata e Leanne è la mia migliore amica, ma non penso che lei si sia pentita.-
-Certo che è pentita!- esclamò Daphne, in difesa dell'amica.
-Ti verrà a parlare, vedrai. Vuole solo essere sicura che non l'attaccherai più.- disse Tamara, tranquilla.
-Non lo farò.- rispose Katie, ritrovando l'allegria.
-Il prossimo anno sarai tutta per noi, allora?- chiese Tamara, felice.
-Sì, sempre se mi volete. Spero che non pensiate che vi voglia usare solo perché gli altri non ci saranno.-
-Io l'ho pensato all'inizio. Beh, devi ammettere che non sei mai stata così tanto con noi.- disse Daphne, sincera.
-Daph.- Tamara scosse la testa -Katie, ti conosco fin troppo bene. So che non faresti mai niente di cattivo.-
Katie le sorrise.
-Ti aiuteremo a colmare la mancanza dei tuoi amici.- continuò Tamara.
-Grazie, Tammy.-

 

 


-Una festa?- domandò Angelina a cena.
-Già. Mia madre ha organizzato una festa per Pasqua ed io sono obbligata ad andarci. Quella pazza ha chiesto addirittura un permesso alla Umbridge. Capirai se non gliel'ha dato. Lavorano entrambe per Caramell.- spiegò Alicia, affranta.
-Possiamo venire?- domandò Lee, masticando il suo pollo a bocca aperta.
-Sei disgustoso.- disse Alicia, schifata -Comunque no. Meglio di no. Mia madre torturerà me, non voglio che lo faccia anche con voi. Poi ci saranno tutti i suoi ospiti e...-
-Ah, ti vergogni di noi.- disse Lee, offeso.
-Di te sì.- ironizzò lei -Ragazzi, fidatevi. Non sarà divertente.-
-E va bene, ci fidiamo; ma promettici che per il tuo compleanno farai due feste separate: una per noi ed una per gli amici di tua madre.- propose Angelina.
-Affare fatto.-


La mattina dopo Lee venne chiamato nell'ufficio della Umbridge senza una ragione precisa.
Forse aveva scoperto dello Snaso?
Alicia era andata via il giorno prima e probabilmente Angelina non sapeva niente dell'essenza di Purvincolo.
-Si accomodi, signor Jordan.-
Lee entrò nell'ufficio della preside e deglutì a fatica. Quella faccia da rana gli metteva i brividi.
Solo quando si sedette, notò una figura vicino a lui.
La madre di Alicia.
-Signora Spinnet.- gracchiò Lee, impaurito ancora di più.
Le donne che odiava di più al mondo erano entrambe lì, vicine a lui.
-L'ho fatta chiamare perché ho saputo da Nora che lei è sempre in cerca di un lavoro. Questo lo apprezzo, signor Jordan, davvero. Conosco i suoi voti e sono felice che lei abbia capito che ha poche probabilità di trovare un lavoro adeguato con quei voti. Quindi Nora mi ha chiesto personalmente di lei per la sua festa.-
Lee si voltò verso la madre di Alicia e la fissò confuso. Quella donna aveva in mente qualcosa, ne era certo. Quel sorriso era inquietante e quegli occhi, così simili a quelli di Alicia, su quel volto gli incutevano un certo terrore.
-Ti serviva un lavoro ed io ho giusto bisogno di un cameriere.-
-Perché ha chiamato proprio me? Poteva avere un personale migliore.-
-Sei un amico di mia figlia. Le sto solo facendo un favore.- disse Nora Spinnet, sorridendo ancora.
-Signor Jordan, è una grande offerta.-
-D'accordo, accetto. Ehm... grazie.-

 

 

 


-Non puoi. Te lo proibisco. Assolutamente.- disse Angelina, chiudendo con uno colpo secco il baule di Lee e ponendo fine alla discussione.
-Oh, andiamo, Angie, è solo una festa. Forse è cambiata ed ha capito che sono pur sempre un amico di Alicia e...-
-Tu sei il suo ragazzo, Lee. Quella pazza l'avrà senz'altro scoperto e vuole punirti in non so quale modo!- sbottò Angelina, seguendolo per la stanza, mentre il ragazzo cercava un paio di calzini.
-Angie ha ragione. La Umbridge era coinvolta, per cui non c'è niente di buono sotto. Dai retta a noi per una volta.- disse Katie, seduta a gambe incrociate sul letto di George.
-Mi pagherà un sacco di soldi e sapete mi farebbero proprio comodo. Qualsiasi trucchetto avrà escogitato ci starò attento, okay? Ditemi un in bocca al lupo e facciamola finita.- disse Lee, prendendo il baule e facendo per uscire dalla stanza.
-E proprio lì che stai andando, Lee, in bocca al lupo.- sbottò Angelina, ma il ragazzo aveva già sbattuto la porta dietro di sé.

 

 


-Poi dovrai prendere questi e servirli dopo lo champagne, chiaro?- concluse Nora, accompagnando il tutto sempre con quello strano sorriso.
-Ho capito. Alicia è di sopra? Le vorrei parlare.-
-Mia figlia è uscita al momento, però vorrei solo chiarirti una cosa. Sediamoci un attimo.-
“Ci siamo” pensò Lee, accomodandosi sul divano e cercando di mantenere la calma.
-Tu sei un dipendente qui. Mia figlia è l'ospite d'onore, per cui, vedi, non potrai parlare con lei per tutta la durata della tua permanenza qui. O non avrai alcun compenso, chiaro?-
Lee annuì, confuso.
-Perfetto.-
-Scusi un attimo, la festa è per Alicia?-
-Non lo sapevi?- Nora si alzò dal divano -Beh, sarà meglio iniziare a preparare tutto.-

 

 

Lee entrò nella sala principale a festa inoltrata, perché era stato relegato nelle cucine per più di un'ora.
Quando vide tutto quello sfarzo, comprese la differenza di classe sociale fra lui ed Alicia.
Lei era ricca, mentre lui era un ragazzo normalissimo con una famiglia normalissima.
Servì molte persone illustri e famose, ma non vide traccia di Alicia.
-Cameriere!-
Quando Lee si voltò, il vassoio che teneva in mano non cadde per miracolo.
Bradley Anderson spalancò la bocca e si girò verso i suoi amici, sbalorditi quanto lui.
-Che ci fai qui, Jordan?-
-Lavoro. Prendimi pure in giro se vuoi.-
-Credevo che tu e Alicia vi foste lasciati.- disse Brad, confuso.
-Che cosa? Chi te l'ha detto?-
-Sua madre. Per questo siamo qui. Guardati intorno, ci sono solo ragazzi facoltosi e ricchi. Tutti qui per Alicia.-
Lee ci mise meno di un minuto per capire che Anderson non mentiva.
Come aveva fatto la signora Spinnet a scoprirli? Era stato Anderson?
-Le hai detto tu che stavamo insieme?-
-Mi credi così antipatico?- domandò Brad, offeso -No, non sono stato io. Mia madre mi ha detto che Nora lo sapeva da quest'estate. Vi ha beccati sin dalla prima volta, quando vi siete baciati qui.-
Lee quasi si strozzò con la saliva.
-E dov'è Alicia?-
-Laggiù.-
Lee seguì il dito di Anderson. Alicia era circondata da quattro ragazzi che la facevano ridere e le porgevano bicchieri colmi di Whisky Incendiario e champagne.
Era nel suo mondo e lui non ne faceva parte.
Il ragazzo si voltò, provando a cancellare l'immagine di un'Alicia così a suo agio e felice senza di lui e corse in cucina.
La signora Spinnet entrò pochi minuti dopo. Fece cenno ai cuochi di uscire e lei e Lee rimasero soli.
-Credevate davvero che non lo avrei scoperto? Vi siete baciati in casa mia! Non so cos'hai di speciale per fare impazzire entrambe le mie figlie, ma non mi piacevi come amico di Alicia figuriamoci come suo ragazzo.- il tono di disprezzo aumentò nel pronunciare quell'ultima parola.
Lee fissò gli occhi della donna, stranamente coraggioso da rispondere.
-Perché sono nero? É questo il problema?-
-No. Tu non sei alla sua altezza. Guarda dove vive, a cosa è abituata. Tu non potrai darle tutto questo e non la renderai mai felice.-
Lee stette in silenzio e deglutì a fatica. Aveva ragione su quel punto. Non aveva combinato niente in un anno e l'unico lavoro decente era arrivato solo per vendetta.
-Separati starete meglio entrambi.- disse lei, uscendo dalla cucina e lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Quando Lee trovò la forza di tornare nella sala principale, lanciò un ultimo sguardo ad Alicia ed in quel momento lei si accorse di lui.
Si congedò con i ragazzi e lo raggiunse.
-Lee, che ci fai qui?-
-Vuole una tartina, signorina?- domandò Lee, in tono formale.
-Lee...-
-Avevi detto che non ti saresti divertita.- sussurrò Lee, individuando la signora Spinnet e sperando che non lo vedesse parlare con la figlia.
-É solo una festa.-
-No, è un piano ben studiato da tua madre. Tutto questo è per te. Tutti questi ragazzi sono stati scelti da tua madre per te.-
-Sai com'è mia madre. Non cambierà il fatto che io stia con te.-
-Lei sa tutto, Alicia, e mi ha assunto come cameriere proprio per mostrare le nostre differenze. Non ti ho mai vista così distante come stasera.-
Alicia era rimasta senza parole.
-Carl, accompagna il signor Jordan fuori da casa nostra. Non ha rispettato i nostri patti.- disse la signora Spinnet, intromettendosi nella discussione.
-Mamma!-
-Alicia, per favore, comportati come ci si aspetta da una persona come te. Fortuna che i tuoi giorni ad Hogwarts stanno per finire, non dovrai più frequentare gente del genere.-
-Mamma!!- sbottò ancora Alicia, furiosa.
-Carl.-
Il maggiordomo, impotente, dovette obbedire e Lee, prima di andare via, ebbe il tempo di sussurrare un'ultima cosa ad Alicia.
-Sei bellissima stasera.-

 

 

 


Katie venne svegliata da Tamara quella mattina.
La stava scuotendo da più di un quarto d'ora, a detta sua, ma lei aveva continuato a dormire come se nulla fosse.
-Qual è il problema?-
-I tuoi amici. Alicia e Lee stanno litigando davanti ad alcuni studenti del primo anno. Li stanno spaventando.-
Katie sorrise.
-Sono fatti così. Tra poco passerà tutto.-
Tamara scosse la testa.
-Credo che la questione sia seria, Katie. Chiama Angelina e provate a farli calmare. Grazie alle minacce di Suzanne, sono riuscita a fare andare via quasi tutti gli studenti. Fortuna che è domenica pomeriggio, altrimenti la Sala Comune sarebbe stata affollata.-
Katie scese giù dal letto, incerta se andare a svegliare Angelina per un'altra litigata fra Alicia e Lee. Poi ci rifletté su. Alicia e Lee non avevano mai litigato seriamente da quando stavano insieme.
Scese in vestaglia e si ritrovò proprio davanti ad Angelina che annuì e le fece segno verso Alicia e Lee, l'una di fronte all'altro, che litigavano come mai prima di allora.
Tamara, uscita dietro Katie, richiamò Suzanne, intenta a mostrare un pugno agli ultimi studenti curiosi, che filarono via.
Le due ragazze, rimaste le sole oltre Alicia, Lee, Angelina e Katie, augurarono buona fortuna alle altre due ed uscirono dal buco del ritratto.
-Lee, è stata un'idea di mia madre. Io non sapevo niente!-
-Lo so! Ma quelle parole le avevo già sentite da Anderson e solo ieri sera ho davvero capito il loro significato. Siamo troppo diversi, Alicia.-
Katie lanciò uno sguardo ad Angelina, muta di fronte alla scena.
-Quindi?-
-Quindi è finita.- sussurrò Lee, ma le parole rimbombarono come se fossero state urlate.
Katie si portò le mani alla bocca, sconvolta.
-Non dici sul serio.- mormorò Alicia, scuotendo la testa.
-Alicia... - Lee provò ad avvicinarsi, ma lei lo respinse.
-Vengo punita per avere una madre fuori di testa? E la fenice, te la sei dimenticata?- disse lei, prendendo la collana in mano.
-No, ma forse sono stato troppo ottimista. Fino a quando non avrò più fiducia in me stesso e non sarò una persona più adatta a te, non possiamo stare insieme.-
-Lee, ti prego.- Alicia non avrebbe mai pianto davanti a tutti, ma Angelina vedeva che si stava trattenendo. Gli occhi erano lucidi e le labbra tremavano pericolosamente.
-Mi dispiace.- Lee abbassò lo sguardo, triste quanto Alicia.
-Sono innamorata di te.- mormorò la ragazza, ma anche quella volta l'effetto fu come uno scoppio di una bomba.
Lee rialzò lo sguardo.
-Non farmelo ripetere, ti prego.-
Katie quasi cadde per terra e ad Angelina spuntò un sorriso amaro sul viso. Forse neppure quello sarebbe servito. Angelina non aveva mai visto Lee così serio.
Lee sorrise appena ed un guizzo di felicità gli passò negli occhi.
-É strano, vero? Abbiamo iniziato e concluso la nostra relazione con una dichiarazione.-
-É strano che tu voglia dire solo questo. Lo sai quanto sia stato difficile per me dirt...-
-Non bastano più quelle parole, purtroppo.-
Alicia passò da triste ad arrabbiata.
-Con questo commento finisce anche la nostra amicizia. Non voglio vederti mai più.-
Lee fece finta di non preoccuparsene e fece spallucce.
-Tra pochi mesi la scuola finirà e sarai accontentata.-
Alicia corse fuori dalla Comune e Angelina e Katie non seppero cosa dire.
-Mi spiace, Angie.- fu la sola cosa che Lee riuscì a dire, prima di rifugiarsi nel suo dormitorio.
-E adesso che facciamo?- sussurrò Katie, sconvolta.
Angelina stette diversi minuti in silenzio -minuti in cui Katie continuava a camminare per la Sala Comune in agitazione- poi, finalmente, parlò.
-Ci dividiamo e parliamo con entrambi; ma ho paura che non funzionerà, pulce.-
-Non dire così, Angie! Io e te possiamo farcela, anche da sole.-
Angelina non replicò, ma continuava a rimanere della propria idea.
-Io parlo con Lee, tu con Alicia.- propose Katie ed ad Angelina scappò un sorriso.
-Toccano sempre a me i lavori più difficili.-

 

 


Quando Angelina vide l'amica perse tutte le belle parole che si era preparata.
Alicia non stava piangendo, ma l'espressione del suo viso era talmente triste che Angelina quasi non la riconobbe.
-Non avevo mai notato questo corridoio. È piuttosto buio.- disse Angelina, mentre Alicia alzava lo sguardo verso di lei.
-Non mi va di parlare, Angie. Non sono proprio dell'umore per una delle tue sedute.-
-Si può sapere cos'è successo tra te e Lee? Fino a ieri eravate inseparabili.- continuò Angelina come se l'amica non avesse detto niente, sedendosi per terra accanto a lei.
-Chiedilo a mia madre.-
-Cioé?-
Alicia sospirò e scosse la testa.
-Lascia stare, okay? L'unica cosa importante è che per colpa sua tra me e Lee è finita, per cui andrò avanti fino alla fine dell'anno e poi... Succederà quello che deve succedere.-
-Che intendi dire, Alicia? Che non starai più con noi?- domandò Angelina, tesa.
Alicia continuò a fissarla e soppesò per un attimo le parole dell'amica.
-Non provarci. Non farò finta di niente per non distruggere ulteriormente il gruppo. Fred e George se sono andati per un motivo molto più stupido del mio, per cui non mi farai cambiare idea.-
-Non voglio farti cambiare, solo farti ragionare. È doloroso quello che è successo e ti capisco, ma...-
-Mi capisci?- Alicia si alzò in piedi, furiosa -Come puoi capirmi se la persona di cui sei innamorata ricambia i tuoi sentimenti?-
-Lee non ha detto di non amarti, ha detto che per ora non basta.- la corresse Angelina, provando a tranquillizzarla.
-Non m'interessa cos'ha detto o cos'ha pensato. Mi ha lasciata e mi va bene, lo accetto; ma non pensare che rimanga con voi come se niente fosse successo. Ti serve una mano per i M.A.G.O? Ti aiuterò. Katie ha bisogno di me? Ci sarò.- Alicia prese fiato -Ma Lee... non riuscirei a guardarlo negli occhi.-
Angelina la fece sedere nuovamente e l'abbracciò.
-Se vuoi sfogarti, puoi farlo.-
-In questo momento vorrei uccidere qualcuno. Posso farlo?-
Angelina sorrise.
-Le lacrime sono legali, Alicia.-

 

 

-Lee! Vuoi smetterla di soffocarti con il cuscino? Mi sembri Oliver.-
Lee alzò la testa dal cuscino e la guardò in cagnesco.
-Non volevo soffocarmi, stavo solo cercando di dimenticare.-
-Dimenticare Alicia? È un po' difficile.- Katie gli si sedette accanto -Allora che è successo? È scoppiata la seconda guerra magica?-
-Secondo te sono un idiota? Perché ho lasciato una ragazza come lei?-
Katie si morse il labbro.
-Sono una cattiva amica se rispondo di no? Credo che il tuo sentirti inferiore ti stia influenzando troppo la vita, quindi fino a quando non avrai un po' più di autostima dovrai fare qualcosa per migliorare.-
Lee fece per rispondere, ma Katie lo bloccò.
-E forse tutto questo faresti meglio a farlo lontano da Alicia.-
-Quindi stai dalla mia parte?-
-Sono stufa di dovermi sempre schierare. No, non sto dalla parte di nessuno. Questo è solo il mio pensiero, anche se Alicia non sarà d'accordo.-
-Non mi perdonerà mai, vero?-
Katie scosse la testa.
-Mai.-

 


Nel periodo successivo Angelina, Lee ed Alicia furono impegnati con lo studio per i M.A.G.O e nessuno ebbe più il tempo di fare altro.
Alicia trascorse molto tempo in Biblioteca e, ogni volta che vedeva entrare Lee ed Angelina insieme, usciva di soppiatto e si rifugiava nel dormitorio.
Lo studio era pesante per chiunque, ma per Lee si rivelò quasi impossibile.
Tra i pensieri che aveva per la testa e la sua poca propensione allo studio, il ragazzo non riusciva a concentrarsi per più di un minuto.
-Lee, per favore, devi provarci, okay? Non puoi farti bocciare.-
-Perché no? Tutti se lo aspettano da me, non vorrei deludere nessuno.-
Angelina alzò gli occhi al cielo.
-Proprio per questo ti devi impegnare. Vuoi dare la soddisfazione a tutte quelle persone che ti credono un buono a nulla?-
Lee sbuffò, non sapendo bene cosa rispondere.
-E va bene, allora. Ci proverò.-

 

 

Alicia era seduta nella Sala Comune con Hilary, Claire e Sinead -le sue altre compagne di stanza- quando alzò lo sguardo dal libro di Pozioni perché si sentiva osservata.
-Bradley. Spero che tu stia scherzando.-
Brad, per tutta risposta, fece segno alle tre ragazze che si allontanarono in silenzio.
-Uao.- commentò Alicia, fingendosi colpita -Hai un certo ascendente su certe ragazze. Su un certo tipo di ragazze.-
-Ho capito che mi odi, sai?- disse lui, sedendosi accanto a lei come se non gli importasse -Ma vorrei prima chiarire che sono qui solo perché hai seriamente bisogno di un amico.-
-Davvero? E da cosa l'hai capito?- domandò lei, ironica.
-Stai con quelle tre. Tu odi quelle ragazze, forse più di quanto odi me.-
-Difficile, molto difficile.-
Bradley le si avvicinò e, a bassa voce, continuò il suo discorso.
-Tua madre si è comportata malissimo. Avevi ragione tu su di lei e sono stato un idiota a non crederti.-
-No, sei stato un idiota in generale. Comunque non m'importa più sapere la tua opinione. Ho chiuso con te, ricordi?-
Brad annuì.
-Certo che sì. Volevo chiarire con te da quella volta che mi hai picchiato, ma avevo troppa paura che avresti frainteso. Ho sbagliato, lo so, e forse ho veramente capito cos'intendevi.-
Alicia lo fissò con perplessità, chiuse il libro con un tonfo secco e si accomodò meglio sulla poltrona.
-Spiegati.-
Brad sorrise, felice di aver ottenuto finalmente la sua attenzione.
-Tu sai meglio di me com'è il nostro mondo. Siamo cresciuti in mezzo ai pregiudizi ed educati come se fossimo i migliori. Tu eri come me prima di incontrare il tuo gruppo. Io non ho avuto la fortuna di trovare amici che mi aprissero gli occhi e mi chiarissero realmente la mia posizione nel mondo. Sono sempre stato assieme a persone come me, Purosangue o ricconi come me. Per questo i tuoi amici mi sono sembrati sempre strani e fuori posto accanto ad una come te e per questo Lee mi sembrava così poco... adatto a te.- concluse lui, provando ad essere il più sincero possibile.
Alicia lo guardò dritto negli occhi -una volta George le aveva confidato che gli occhi rivelano sempre l'intenzione di una persona- e poi prese parola.
-Mi stai facendo questo discorso perché mi sono lasciata con Lee?-
-No. Grazie a tutta questa storia ho capito che non voglio diventare come loro, come i nostri genitori. Mi piacciono i miei amici, ma la tua amicizia mi aiuterebbe a mantenere i piedi a terra. Sii tu il mio gruppo. Aiutami a cambiare.-
Bradley si guardò attorno, ansioso.
-Se accetto, non dovrai mai vergognarti di uscire non solo con me, ma anche con i miei amici. Eccetto Lee, ovviamente.-
Bradley annuì ed Alicia sorrise.
-Benvenuto nel mio gruppo, Anderson.-

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Oh, beh, rieccomi qui *-*
Questo capitolo non mi piace proprio! E non parlo solo di quello che succede nella storia, ma proprio in generale, perché a breve finirà l'ultimo anno di Angelina, Lee ed Alicia e dovranno entrare nel mondo del lavoro e degli adulti.
Fa strano anche a me, sì.
A mano a mano scrivo qualche dettaglio in più sugli elementi del secondo gruppo di Katie, dato che durante il suo ultimo anno starà spesso con loro. Per cui, come tutti i gruppi che si rispettino, avranno dei problemi anche loro che coinvolgeranno anche la nostra pulce, oltre ai suoi soliti con Oliver.
E, cosa importante, visto che dai prossimi capitoli ci sarà solo più una persona del gruppo ad Hogwarts, ci sarà un grande ritorno. Oliver, appunto <3
Ora che vi siete fatti un'idea di Bradley, passo a spiegare le sue motivazioni. No, non è pazzo e non cambia il suo atteggiamento così all'improvviso, ma c'è una logica sotto (almeno per me xD).
Bradley è cresciuto in una famiglia Purosangue, possiamo dire alla pari di Malfoy. E sarebbe diventato come lui, se non avesse compreso, anche grazie ad Alicia, di essere una persona orribile. Lui non vuole essere come i suoi genitori, vuole cambiare e, benché il suo dissapore con Lee nasca più che altro per il suo interesse verso Alicia, sa di aver sbagliato a dirgli quelle cose.
Che dirvi di Lee ed Alicia? Il problema dell'autostima di Lee è un problema che deve affrontare e superare.
Le parole di Brad lo avevano scosso un po', ma quelle della madre di Alicia, associate alla vista della ragazza così perfetta nel "suo" mondo, l'hanno proprio devastato.
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo del loro settimo anno ç_ç E' già passato così tanto tempo?
Grazie a tutti coloro che continuano a leggere questa storia. Siete unici <3
Un bacione ^-^


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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23


I M.A.G.O arrivarono in fretta e in fretta finirono.
Alicia ebbe una sorta di crisi isterica prima delle ultime prove, ma, una volta data un'occhiata alle domande, aveva cominciato a tranquillizzarsi.
Angelina aveva avuto qualche difficoltà con alcune risposte, ma non si preoccupava molto del risultato finale. Voleva solamente concludere quegli ultimi esami della sua vita, prima di dedicarsi completamente al Quiddich.
Lee non ebbe la stessa fortuna. Trovò grossi problemi con alcune domande, ma per il resto sperò di essersela cavata o, se così non fosse stato, avrebbe abbandonato Hogwarts proprio come i gemelli.
Ciò che era accaduto alla McGranitt e ad Hagrid fece il giro della scuola in poco tempo e Alicia, Angelina e Lee iniziarono a desiderare che la scuola finisse presto. Senza Silente e la McGranitt, i Grifondoro avevano perso quasi tutti i loro alleati.
Katie passò sempre meno tempo con il resto del gruppo, dedicando la maggior parte del tempo alle sue amiche, intente a farle dimenticare Oliver.
Alicia, d'altra parte, superato il terrore per gli esami, trascorse gli ultimi giorni in compagnia di Bradley e, stranamente, il loro rapporto riprese come se non avessero mai litigato.
Rimasti soli, Angelina e Lee passarono molto tempo a parlare dei gemelli, delle carriere future e dell'estate.
-Quest'estate sarà molto diversa, non credi?- domandò Angelina la penultima sera, sdraiata sul letto di Fred, mentre Lee era intento a scrivere una lettera.
-Già. La prima estate da adulti. Avremmo potuto trascorrerla tutti insieme, magari facendo un bel viaggetto e, invece, per colpa mia...-
-Ah, smettila, Lee!- lo interruppe Angelina -Lascia stare.-
-I gemelli mi uccideranno. Ho diviso il gruppo e ho rattristato te. Mi uccideranno.- ripeté, rabbrividendo all'idea.
Angelina sorrise.
-Naa, non è vero. Loro hanno contribuito alla divisione del gruppo, per cui si sentiranno in colpa anche loro.-
-Almeno qualcuno sarà felice quest'estate.- disse lui, guardando la ragazza in modo allusivo.
Angelina, imbarazzata, sorrise di nuovo e finse di trovare molto interessanti le tende del letto a baldacchino.
-Te la meriti la felicità, Angie. Tutti noi ce la meritiamo.-
La ragazza provò a non notare la nota triste nella voce di Lee.
-É strano, ma credo che questo posto mi mancherà. Era una seconda casa e mi sentivo sempre protetta qui.-
-Vero. A parte le lezioni e Piton, credo che il prossimo anno sarà dura non tornare.-
Angelina si asciugò gli occhi, di colpo nostalgica.
-Ne abbiamo passate tante insieme e anche questa stanza mi ricorda un sacco di cose. La prima volta che mi sono sdraiata sul letto di Fred ho appiccato un piccolo incendio con la bacchetta, ricordi?-
Lee scoppiò a ridere.
-Me l'ero dimenticato! Quando è stato, al terzo anno?-
Angelina confermò con la testa.
-Sì, quell'anno è stato un delirio se non ricordo male. Oliver e Katie erano appena entrati nel gruppo e tu e i gemelli temevate di aver trovato un altro rivale nel Capitano.-
-Ehi, Oliver piace un sacco alle ragazze, anche se non ne capisco il motivo. Dopo averlo conosciuto bene, però, abbiamo capito che non c'era nulla da temere. Tonto era e tonto è rimasto.-
Angelina rise forte e Lee la seguì subito dopo.
-Sai un'altra cosa strana? Non riesco a ridere pienamente sapendo di essere solo io e te nella stanza.- disse la ragazza, poi, prima che Lee potesse fraintendere, -Non che con te non mi diverta, ma mi mancano le battutine dei gemelli, la risata contagiosa di Oliver, i sorrisi radiosi di Katie e i commenti sarcastici di Alicia. Mi fa strano non essere qui con gli altri a parlare del passato.-
-Anche a me.- disse Lee, sbuffando -Ma le cose cambiano, Angie, e purtroppo non possiamo farci niente.-
-Sono convinta che il nostro gruppo supererà anche questa, Lee. Siamo forti noi.-
Lee le mostrò un sorriso tirato.
-Il terzo anno. Sai cos'avrei dato al terzo anno per poter stare in una stanza da solo con te come adesso?- disse Lee, senza un motivo preciso -Penso che avrei venduto anche mia madre.-
-Addirittura!- rise Angelina, divertita.
-Ero stracotto di te, anche se non volevi credermi.-
-Ti credevo, certo che ti credevo, ma i gemelli...-
-I gemelli.- Lee le lanciò uno sguardo -Sei sempre stata in mezzo a loro ed era per questo che, quando l'ho capito, ho lasciato perdere.-
-Non l'hai fatto perché eri troppo preso a litigare con Alicia?-
Lee alzò gli occhi al cielo.
-Ti ha raccontato anche quello? Comunque, il motivo è stato anche un altro. C'era qualcosa nel tuo sguardo quando li guardavi. Anche il tuo sorriso era ed è ancora diverso quando stai con loro. Sembri quasi... completa assieme a loro.-
Angelina sorrise, un po' imbarazzata da quella strana visione che Lee aveva di lei.
La ragazza non si era mai accorta di cambiare sorriso o sguardo quando era circondata dai gemelli, le era sempre parso di comportarsi in maniera normale.
-Non devi prenderla a male. Penso di avere lo stesso sguardo quando guardo Alicia.- ammise Lee. L'imbarazzo oramai era scemato. Angelina era la sua mamma, non lo avrebbe mai preso in giro per una confessione del genere.
-Non l'ho mai notato, a dire il vero. Da quando state... stavate insieme, raramente avevo il tempo di vedere i vostri atteggiamenti.-
-Ne sono successe tante da allora, non potevi stare dietro alla nostra storia.-
-Ho perso un po' il mio ruolo da mamma nel l'ultimo periodo, vero?- domandò lei, un po' infelice della cosa.
-Ci hai solo lasciato spiccare il volo, Angie. Hai capito che abbiamo sempre meno bisogno del tuo aiuto, ma non per questo sei meno importante. Ora devi essere capace di lasciare andare anche Katie.-
Angelina annuì.
-Credo di aver fatto abbastanza per voi.-
Lee sorrise.
-Certo che hai fatto abbastanza! Noi ti adoriamo, ricordi?-

 

 

-Sta arrivando Katie, Leanne.- sussurrò Daphne, dando una gomitata all'amica che alzò lo sguardo dal suo libro.
Entrambe le ragazze erano con Christopher, sedute accanto al lago.
Quando anche lui notò l'amica avvicinarsi accennò un sorriso.
-Era ora che si decidesse. Leanne, mi raccomando...-
-Zitto, Chris! Voi andate, voglio parlarle da sola.-
Daphne annuì e trascinò via con sé Christopher, ancora offeso per essere stato interrotto.
-Ciao.-
Leanne ricambiò il saluto e le fece cenno di sedersi con lei.
-Chi inizia?- domandò Katie, intimorita.
-Io.- proruppe Leanne, torturandosi le mani -Mi dispiace così tanto, Katie. Sono stata una persona cattiva, me l'hanno ripetuto anche gli altri, ma ero convinta di aver ragione.-
-Calmati, forse...-
-No, aspetta, non ho finito.- Leanne prese un respiro profondo e provò a chiarire il suo punto di vista -Come ti saresti sentita se il ragazzo che credevi ti amasse fosse venuto a casa tua, un giorno, per lasciarti così, su due piedi? Conoscevo a malapena Alicia e Lee mi aveva sempre confermato che erano solo amici, anzi più nemici che amici. Ed io, come una stupida innamorata, gli ho creduto e quando ho saputo tutta la storia mi sono sentita non solo tradita da lui, ma anche dalla mia migliore amica. Forse più che lui, volevo punire te.-
Katie fece segno che aveva capito e aspettò che l'amica ebbe davvero finito, prima di parlare.
-Allora abbiamo sbagliato entrambe. L'anno scorso, come quest'anno, me ne sono capitate di tutti i colori. E non parlo della mia solita sfortuna con i Bolidi, parlo del mio gruppo e del nostro. É sempre stato difficile per me conciliare i due gruppi, perché io vi voglio bene, davvero, ma loro...-
-Già, loro.- confermò Leanne, come se avesse espresso tutto.
-Sono anzitutto la mia famiglia, qui ad Hogwarts. Alicia è come una sorella, Angie come una mamma, i gemelli alternano il ruolo di genitore ed amici fraterni. Lee è un fratello unico ed Oliver... -Katie arrossì, mentre Leanne rideva sotto i baffi -Anche lui è come un fratello.-
-Poi i problemi dei FAG mi hanno coinvolto più del previsto, Oliver mi ha dato e continua a darmi non pochi grattacapi, per cui ti ho un po' abbandonata, ecco. Tamara e Suzanne saranno state delle ottime sostitute, ma forse avevi bisogno solamente della tua migliore amica, quindi ti chiedo scusa.-
Leanne l'abbracciò di getto, senza nemmeno accettare le scuse.
-Ti voglio bene, Katie, e ti prometto che la prossima volta mi comporterò decisamente meglio.-
-Idem. Solo... è stato stranissimo vederti piangere per me. Di solito la piagnucolona sono io. Avrei voluto consolarti, ma ero così arrabbiata.-
-Il tuo gruppo ti ha fatta crescere più di quanto immaginassi. Il prossimo anno tutti noi lavoreremo al massimo per far sì che tu non ti senta sola, d'accordo?-
Katie sciolse l'abbraccio.
-Grazie.-
-Senti, ma davvero la cotta per Baston non ti è ancora passata? Non pensi sia ora di cambiare obiettivo?-
-Ehi, io sono come Chris. Continua a provarci con te, benché tu gli abbia detto di no un sacco di volte.-
-Vuoi davvero paragonarti ad un tipo come lui? Sei disperata, ragazza mia.-
-Già, anch'io sono contenta di poter di nuovo parlare con te.-

 

 

-Fai i bagagli?-
Alicia ripiegò con cura la gonna e la mise nel baule assieme alle altre.
Angelina, senza attendere una risposta, si sedette sul proprio letto e stette a guardarla.
-Tu non li fai?- domandò Alicia, continuando a piegare la sua roba, ora con la bacchetta.
-Li ho fatti ieri, assieme a L... Li ho fatti ieri.- ripeté Angelina, mordendosi la lingua per la sua sbadataggine.
-Puoi nominarlo, eh. Non è che se non dici il suo nome, io magicamente mi dimentico di lui.-
-Hai fatto pace con Bradley, o sbaglio?-
Alicia annuì, decidendo di finire di fare il baule in un altro momento. Si sedette sul letto di Angelina, di fronte a lei.
-É venuto da me, chiedendomi scusa per il suo comportamento. Ha capito di aver sbagliato e mi ha rivelato di aver paura di diventare come mia madre e come i suoi genitori. Lo sto aiutando a diventare più umano.-
-E tu credi davvero alle sue parole? Potrebbe benissimo essere una tattica.-
-É vero, ma ho deciso di fidarmi. Se dovesse prendermi in giro, lo trasfigurerei in... cacca di Doxy o qualcosa del genere.-
Angelina scoppiò a ridere.
-Ne saresti capace, in effetti.-
-Lui come l'ha presa? Riguardo a Brad?-
Angelina perse il sorriso.
-É Lee, come vuoi che abbia reagito? Non mi ha detto niente di esplicito, ma penso che creda che Bradley sia il ragazzo giusto per te, che sia più adatto di lui.-
Alicia non rispose, riflettendo su qualcosa che Angelina non comprese.
-Farai con Bradley il tuo ultimo viaggio sul treno?-
-Sì. Preferisco decisamente lui ed i suoi amici piuttosto che quelle tre vipere. Non le ricordavo così odiose, giuro. E pensare che una volta anch'io ero così.-
-Ma sei cambiata, questo è l'importante. Senti, non so come chiedertelo, ma potresti, solo per questa volta, far finta di niente?-
Alicia aggrottò la fronte, non capendo il discorso dell'amica.
-Fai il viaggio con noi, Alicia, per l'ultima volta. Lee non ti creerà problemi, gliene ho già parlato e Katie ne sarebbe davvero felice.-
-Angie, non ce la faccio. É già difficile vederlo nei corridoi e ora come ora evitarlo è la cosa migliore per me.-
-Uff, a volte vorrei davvero che tu fossi un po' più simile alla pulce. Perdonare non è un peccato.-
Alicia s'indispettì.
-Lee si è comportato malissimo nei miei confronti, per cui scusa se, prima che pensare a te e al tuo stupido gruppo, penso a me stessa. Io non sono come Fred e George, Angie, io non te la darò sempre vinta come fanno loro.-
-Anch'io avevo una situazione complicata l'anno scorso, ma questo non mi ha impedito di lasciare il gruppo.-
-Aggiungici un chissene frega e avrai la mia risposta. Io e te siamo molto diverse, per cui non farmi un paragone del genere. Il problema, l'anno scorso, era in gran parte tuo. Hai questa strana ossessione dei gemelli, che mi pare impossibile che tu abbia davvero scelto.-
-Non parli sul serio. Lo so che quando sei arrabbiata con qualcuno, dici tutto quello che ti passa per la testa, anche se non lo pensi. Parli così solo per ferirmi.-
-No, questo lo penso davvero. Sei mia amica, Angie, ma questo non vuol dire che non ti dirò quello che ho in testa già da tempo. Il gruppo ha iniziato a dividersi in gran parte per colpa tua, per cui ora sono io a lasciarvi per un po'. E tu non puoi proprio farci niente.-
Angelina non rispose, riflettendo sulle parole dell'amica.
-Allora ci salutiamo adesso?-
Angelina non aveva voglia di litigare con Alicia l'ultima sera e sapeva bene che la ragazza aveva solo bisogno di stare un po' da sola a pensare.
-Buone vacanze, Angie.-
-Buone vacanze.-
Angelina uscì dal dormitorio, per la prima volta felice di non dover più rimettere piede ad Hogwarts.

 

 

 

-Eccoci qui, il nostro ultimo viaggio! Sono l'unico così entusiasta della cosa?- Lee saltò sul sedile, guardando fuori dal finestrino, euforico.
-Perché non vedi l'ora di allontanarti dall'ombra cupa che emana Alicia. Katie, sorridi, dai.- disse Angelina, guardando l'amica che, triste, li fissava come se non li avrebbe mai più rivisti.
-Mi sembrerà assurdo essere ad Hogwarts senza di voi. Promettetemi che mi scriverete. Non ogni giorno, ma spesso.-
-D'accordo, d'accordo.- concesse Lee -Ma dov'è la signora dei dolcetti? Ho fame!-
-Ha sostituito Fred in “persona con meno tatto”.- disse Angelina, facendo sorridere Katie.
-Facciamo un gioco?- propose la più piccola.
-In tre non sarebbe divertente. Chiama anche le tue amiche, pulce.- disse Lee, sbadigliando.
Angelina scosse la testa, rassegnata.
-C'è Leanne con loro. Credi davvero che vorrebbe vederti?-
-Ah.- Lee si mise un mano sul cuore, scenico -Perché tutte le ragazze mi odiano?-
-Perché le scarichi sempre prima di raggiungere l'anno?- disse Angelina, ironica.
-É vero! La maledizione del primo anno!-
-Piantatela, vi prego. Dai, pulce, chiama anche i tre tizi che girano con le tue amiche. Come si chiamano?- Lee ci pensò su -Paul, Finn e C...-
-Christopher.-
-Già, già, lui.-
-Non credo che Leanne vorrà vederti.- disse Katie.
-Proviamo. Almeno potremo fare un gioco come si deve.-
-D'accordo, vado.-
Katie sgusciò via dallo scompartimento e Angelina si voltò verso il ragazzo.
-Il fatto che tu voglia far venire qui Leanne, non ha a che vedere con il fatto che lo scompartimento di Brad ed Alicia sia proprio davanti a quello di Leanne, vero?-
-Come puoi pensare una cosa del genere? Che razza di persona pensi che io sia? Voglio solo conoscere i nuovi noi. D'altronde il prossimo anno saranno loro a prendersi cura della pulce, no?-
-Non ti credo, per cui smettila di provare a convincermi.-
-Scettica.- bisbigliò Lee, però sorrideva.
-Guardate chi sono riuscita a portare!-
Katie entrò per prima, dietro di lei fecero il loro ingresso Tamara, Paul, Suzanne, Agnes e Daphne.
-Leanne ha detto che se non la sentiva e, ovviamente, Chris è rimasto con lei.- chiarì Katie, facendo sedere i suoi amici.
-Finn?- domandò Angelina, ma Tamara, da dietro Suzanne, le fece segno di no con la testa e la ragazza ammutolì.
Suzanne non mutò espressione.
-Bene, che gioco facciamo?-
-Idea!- se ne uscì Daphne, come se fossero tutti amici da sempre -Obbligo o verità. Suzanne è cresciuta in un orfanotrofio babbano e vi spiegherà le regole.-
-Annuncialo a tutto il mondo, mi raccomando.- grugnì Suzanne -É facile come gioco. Lo dice la parola stessa. Si sceglie o obbligo o verità.-
-Sei brava con le spiegazioni.- si lasciò scappare Lee e Suzanne quasi lo azzannò.
-Non è colpa mia se sei stupido.-
-Okay, facciamo un giro prova, allora.- disse Tamara, mentre Paul faceva rilassare Suzanne -Agnes, obbligo o verità?-
Agnes sobbalzò, spaventata e poi si rilassò l'attimo dopo.
-Verità.-
-Ci avrei giurato.- sussurrò Suzanne, sorridendo.
-Con chi ti stai scrivendo ultimamente?-
Agnes arrossì e Suzanne iniziò a tossire rumorosamente, mentre Paul le dava delle pacche sulla schiena.
-Io...- Agnes, imbarazzata, cercava aiuto in Suzanne, intenta ancora a riprendere fiato.
-Dai, Agnes, siamo tra amici!- disse Lee, come se nulla fosse.
-Si chiama Simon e ci siamo conosciuti la scorsa estate. All'inizio ci scrivevamo solo una volta al mese, ma adesso abbiamo intensificato il rapporto.-
-Rapporto!- ripeté Daphne, divertita.
-Okay, Agnes tocca a te.-
La ragazza si voltò subito verso Suzanne che scosse la testa, categorica.
-Obbligo o verità, Mantis?-
-Obbligo.- disse subito lei, mentre Angelina e Lee ripetevano “Mantis”, straniti.
-Codarda.- disse Daphne tra i denti e Suzanne quasi le si scagliò addosso.
-Paul, tienila.- pregò Tamara, mentre Lee ed Angelina guardavano la scena incantati. Era strano vedere i rapporti e le interezioni di un gruppo così diverso dal loro.
-Ti obbligo a fare quello che ti avevo suggerito di fare qualche mese fa.-
-Il gioco non funziona così.- si lamentò Suzanne, incrociando le braccia al petto.
-Ci state escludendo!- sbottò Katie, mentre Suzanne scosse la testa e continuò.
-Daph, obbligo o verità?-
-Verità.-
Suzanne sorrise, maligna.
-Ci hai mai provato con Chris?-
-Perché me lo chiedi?-
-Perché, qualche settimana fa, l'hai fatto passare come un affamato, quando tutti noi ben sappiamo quanto adori Leanne.-
-Questo gioco lo facciamo ogni volta che abbiamo un problema.- chiarì Paul all'orecchio di Angelina e Lee -Soprattutto per questo Leanne e Chris non sono venuti.-
-E perché Finn non è venuto?- chiese Lee, curioso.
-Guai tra lui e Sue.-
Angelina e Lee si guardarono, ancora più interessati all'argomento, ma non chiesero più niente.
-Bene, adesso che abbiamo capito che, sotto l'effetto dell'alcool, sono molto affettuosa.-
-Non solo sotto l'effetto dell'alcool.- la interruppe Suzanne, convinta.
-Tocca a me.- disse Daphne, come se non l'avesse sentita -Lee, obbligo o verità?-
-Ehm, verità?-
-Non è una domanda così difficile.-
Lee sorrise.
-Verità, allora.-
-Perché hai lasciato Alicia Spinnet?-
Agnes si coprì il viso con le mani, mentre Tamara e Paul si scambiarono un'occhiata strana.
Angelina e Katie fissarono Daphne, sconvolte.
-Mamma mia, come non ti sopporto.- disse Suzanne, senza peli sulla lingua.
Daphne fece finta di non notare nessuna delle reazioni ed attese la risposta di Lee, sfidandolo con gli occhi.
-Beh, sarebbero fatti miei, in teoria.-
-Ma in pratica è un gioco, quindi...-
-Eravamo troppo diversi, okay? A fatica andavamo d'accordo come amici, per cui...-
-Non devi darle spiegazioni. Lasciala perdere.- disse Suzanne, alzandosi in piedi -Bene, il gioco è finito. É stato davvero divertente. Ciao.-
La battutina ironica fece sorridere Paul, Tamara e Katie.
Angelina continuava a guardare Daphne che percorreva con lo sguardo ogni persona nello scompartimento.
-Scusatela, Mantis ha un caratterino un tantino difficile.- ammise Agnes.
-Tranquilla, ne abbiamo una simile nel nostro gruppo.- disse Angelina, sorridendole incoraggiante.
Agnes annuì, si scusò ancora, e seguì Suzanne fuori dallo scompartimento.
-Beh, vi porto via i miei cuccioli. Mi dispiace tanto, ma è difficile gestirne sette.-
-Ti capisco.- ammise Angelina e salutò con un sorriso Tamara che trascinò Daphne e Paul lungo il corridoio.
-Kat, rimani qui?-
Katie annuì.
-Ci vediamo dopo.-
-Va bene. Ciao, ragazzi.-
Rimasti soli, Angelina scoppiò a ridere all'improvviso.
-Angie, tutto bene?-
Angelina scosse la testa e continuò a ridere, senza ritegno. Quando ruzzolò giù dal sedile, Katie sorrise.
-Proprio come ai vecchi tempi!-
-É impazzita, pulce! Lascia perdere i ricordi e aiutami a farla tornare in sé.-
-Finché si diverte, falla ridere.- disse Katie, mentre Angelina continuava a sghignazzare.
Lee e Katie dovettero attendere diversi minuti, prima che l'amica si riprendesse.
-Che diavolo è successo?- domandò Lee, curioso.
-Ed io pensavo che il nostro gruppo avesse dei problemi. Cioé, li avete visti? Giocano a quel gioco quando hanno dei problemi! Merlino, noi ci urliamo addosso a vicenda, ma almeno parliamo!-
-Quello è il mio secondo gruppo, Angie, potresti non insultarlo?-
-Katie, tranquilla, loro sono adorabili, davvero. É solo che... sono strani forte.-
-Questo è vero.- ammise Lee -Paul sembra simpatico, ma è stranamente criptico.-
Katie annuì, dandogli ragione.
-Suzanne è spaventosa, giuro. É violenta! Peggio di Alicia.- continuò Angelina, emettendo un principio di risata.
-Daphne è decisamente insopportabile, ma ha fegato, lo ammetto.- aggiunse Lee, sudando ancora freddo per la domanda postagli dalla ragazza.
-E Agnes e Tamara?- chiese Katie, curiosa di vedere l'altro gruppo con gli occhi dei suoi amici.
-Una è eccessivamente silenziosa e timida. Non sarebbe resistita nel nostro gruppo.- disse Lee, prima che Angelina potesse rispondere -Tamara mi piace. Sembra molto matura e razionale. É la loro mamma, come Angie, ma non è assolutamente un maschiaccio.-
-Grazie.- ribatté ironica Angelina.
Mentre il treno continuava a viaggiare, nel suo scompartimento Alicia fissava le campagne inglesi scorrerle di fronte agli occhi. E intanto pensava ai suoi anni passati ad Hogwarts con nostalgia.
-Ehi, tutto okay?-
Alicia sobbalzò e si voltò verso Bradley. I suoi amici, Henry e Phil, sgranocchiavano Cioccorane, mentre chiaccheravano delle loro recenti conquiste.
-Sì, sto bene.-
-Oh, la fredda donna di ghiaccio si è sciolta un po'?- scherzò Brad, arruffandole i capelli -Hogwarts mancherà a tutti, tranquilla.-
-Non sarà solo la scuola a mancarmi, Brad.-

 

-Avete tutto?- domandò Angelina rivolta a Katie e Lee che annuirono.
-Bene, chi vi viene a prendere?-
-Mio padre, purtroppo.- pigolò Lee. Suo padre aveva il vizio di ripetergli sempre che, un giorno, avrebbe ereditato la sua attività e forse il momento era arrivato, dopotutto la scuola era finita.
-Non so di chi sia il turno. Forse mio padre, boh.-
I genitori di Katie erano separati dalla nascita di Sam. Katie ed il fratello vivevano a casa della madre, che lavorava a Diagon Alley, mentre il padre viveva in un piccolo appartamento che usava di rado, dato che lavorava all'estero.
-D'accordo, allora aspetti... Fred, George!-
Katie e Lee si girarono di scatto e sorrisero alla vista dei gemelli.
Angelina corse loro incontro e li strinse in un abbraccio affettuoso.
-Merlino, quanto mi siete mancati!-
-Anche tu, Angie, un sacco.- rispose Fred, mentre George, dopo averle baciato una guancia, li lasciava soli per dedicarsi a Katie e Lee, ancora immobili vicino alla banchina.
-Sono arrabbiata con te, Fred. Ti sei comportato malissimo e... Cosa stai facendo?- sbottò lei, mentre lui le baciava i capelli, poi la fronte ed il naso.
-Non vuoi sapere perché sono arrabbiata?-
-Dopo.- disse Fred, dandole un dolce bacio che fece dimenticare ad Angelina ogni cosa.

 


-Cosa sono queste?- chiese Lee, toccando lo strano giubbotto di George e vedendo che Fred ne aveva un uguale.
-Giacche di pelle di drago, perché gli affari vanno a gonfie vele. Ma basta parlare di me, voi come state? Come sono andati i M.A.G.O?-
-Uno schifo, ma non credo che Hogwarts mi rivedrà l'anno prossimo. La McGranitt mi ha fatto l'occhiolino prima di andare via e sembrava quasi commossa. Cosa sarà il Quiddich senza la mia cronaca?-
Katie e George sorrisero prima di guardarsi.
-Mia piccola pulce, stai bene? Sembri sempre diversa ogni volta che ti vedo.-
-Si chiama crescita, George, e comunque sì, sto bene ora. Notizie di Oliver?-
-Aveva da fare, ma vi saluta. Dovreste vedere quanto è diventato alto, fa quasi impressione.- disse George e Katie lo guardò sconvolta.
-Più alto di voi?-
-No, nessuno è alto come noi; ma ci sta raggiungendo. Sarà poco più alto di Lee adesso.-
Lee, che era cresciuto tutto di un colpo dal quarto anno, scattò su, offeso di essere nuovamente il più basso fra i ragazzi.
-Anche Angie sembra più alta.- disse George, lanciando uno sguardo verso la ragazza, ancora stretta fra le braccia del fratello.
-L'abbiamo misurata da poco, è 1.80; Lee è 1.82, mentre Alicia è 1.76. Io sono una nanetta a confronto. Sono 1.65.- disse Katie con un vocina talmente adorabile da fare solo tenerezza.
-Sei la pulce per un motivo, no? A proposito, dov'è la tua dolce metà?- chiese George, rivolto a Lee che di colpò mutò espressione.
-Non gliel'avete detto?-
-Non sapevamo come introdurre il discorso e poi abbiamo pensato che avresti preferito dire tutto tu di persona.- chiarì Katie, colpevole.
-Che succede?- George sembrava molto confuso.
-Io ed Alicia ci siamo lasciati. Probabilmente la vedrai arrivare con Anderson, per cui potrai salutarla.-
-Un momento, un momento, ricomiciamo da capo. Alicia ti ha lasciato e si è messa con Anderson?! Vi lasciamo per pochi mesi e questo è il risultato?- disse George, con voce stridula.
-No, niente del genere!- disse Katie, facendolo rilassare.
-E poi chi ti dice che mi abbia lasciato lei?- sbuffò Lee, incrociando le braccia al petto.
-Perché, l'hai lasciata tu?-
-Proprio così.-
George chiese spiegazioni a Katie con gli occhi e lei, dopo aver alzato lo sguardo al cielo, gli chiarì ogni dubbio.
-Sempre per colpa della sua autostima che rasenta lo zero al momento, ma poi ti spiegherò meglio in seguito.-
Katie lanciò uno sguardo oltre i ragazzi e salutò con la mano.
-È arrivato mio padre, devo andare. Ehi, ma chi diavolo è quella?-
Lee e George notarono una bella donna accanto al signor Bell e si domandarono che lavoro facesse il padre di Katie per avere delle colleghe così carine.
-Ci sentiamo, d'accordo? George, mi raccomando! Salutatemi Angie e Fred, non mi va di disturbarli, e Alicia se la vedete, ciao.-
Katie corse via e subito Lee vide suo padre venirgli incontro.
-Oh, cielo, è gia qui. Beh, ti saluto anch'io. Stesse cose di Katie: salutami tutti.-
George gli diede una pacca sulla spalla e lo salutò.
Alicia gli si palesò di fronte nel giro di un secondo, investendolo con il suo raro sorriso sincero.
-È bello rivederti, George! Come ti vanno le cose?-
George tentò di abbracciarla, ma lei arretrò.
-Ah-ah, non esagerare.-
-Sempre la solita. Comunque, gli affari ci vanno alla grande e tutto procede bene, non posso dire la stessa cosa di te. Ho saputo.-
-Ah, lascia stare, voglio solo dimenticare questi ultimi mesi d'inferno.- disse Alicia, facendo segno con la mano che andava tutto bene -Ho tutta l'estate per andare avanti, dato che dovrò studiare sodo per gli esami di Medimagia. Hai accettato la scelta di Angelina, allora.-
Alicia fece segno con la testa in direzione di Fred ed Angelina, immersi nell'ennesimo bacio.
-Già. Me l'aspettavo, però. Ho interrotto la loro relazione quando era nata da poco, non avrei mai potuto vincere.-
Alicia gli sorrise.
-Non fare quella faccia o mi verrà voglia di abbracciarti davvero. Ma quello è Lupin! E c'è anche Moody! Katie ed Angelina non sono stramazzate al suolo alla vista dei loro professori preferiti?-
-Katie non ci ha fatto caso ed Angie ha occhi solo per Fred.- George abbassò la voce e le disse di avvicinarsi -Non ho voluto dire niente agli altri per non farli preoccupare, ma, mentre voi eravate al sicuro ad Hogwarts, sono successe un sacco di cose.-
-Di che si tratta?- chiese Alicia, trattenendo la paura, perché George, stranamente, aveva scelto lei come confidente e non voleva mostrarsi spaventata.
-Beh, Harry, Ron, Hermione sono entrati al Ministero.-
-Quando?-
-Prima della fine della scuola. Assieme a Neville Paciock, Luna Lovegood e mia sorella Ginny.-
Alicia si portò le mani alla bocca, incredula.
-Laggiù è successo di tutto. Ron è vivo per miracolo, come anche Hermione e gli altri. E Sirius è morto.-
Alicia sbiancò all'improvviso e scosse la testa, come a voler negare quelle ultime parole.
I gemelli avevano fatto conoscere a lei e agli altri Sirius Black l'estate prima. Erano bastati pochi minuti ed Alicia si era affezionata da subito. Come Katie aveva una predilizione per Lupin ed Angelina per Moody, così Alicia l'aveva avuta per Sirius.
-Mi spiace, sapevo che eri una sua specie di fan.- disse George, dispiaciuto -Beh, comunque ora lo sanno tutti.-
-Che cosa?- Alicia trattenne il respiro in ansia.
-Tu-Sai-Chi è tornato, Alicia. Anche Caramell l'ha visto e non può più fare finta di niente. La Seconda Guerra Magica è vicina. Ti ricordi quello che vi abbiamo raccontato io e Fred circa l'Ordine della Fenice?-
Alicia annuì.
-Si stanno muovendo per fare qualcosa, qualsiasi cosa. Io e Fred origliamo più conversazioni possibili per mantenerci informati, ma la mamma sta diventando brava e la sola cosa certa è che nessuno è più al sicuro. Quindi, dato che dal prossimo anno non avremmo più la protezione di Silente, devi promettermi che starai attenta, Alicia. Qualsiasi cosa succeda, non provare a comportarti come al solito. La scuola è finita e, come ci ha detto Harry alla prima riunione dell'ES, nella vita vera non esiste una seconda possibilità.-
Alicia annuì di nuovo e provò a parlare.
-Devo fare lo stesso discorso a qualcuno?-
-Non è necessario, ci penseremo io e Fred. Parlerò io con Katie, ma sono più sereno con lei, visto che avrà i professori come protezione. Parlerò anche con Lee, non temere.-
-Non m'interessa niente di Lee.- disse Alicia, arrabbiata.
George le sorrise, sornione.
-Non dire cose di cui potresti pentirti.-
Nora Spinnet interruppe il loro dialogo e, dopo aver lanciato uno sguardo poco lusinghiero al ragazzo, si voltò verso la figlia.
-Alicia, dobbiamo andare. Sali in macchina, subito.-
-Ci vediamo, okay? Salutami i piccioncini e stammi bene.-
Alicia fu condotta dalla madre davanti alla vettura, dove il suo maggiordomo preferito -e preferito dai suoi amici- Carl l'attendeva con un sorriso.
-È un piacere rivederla, signorina.-
-Anche per me, Carl.- disse Alicia, salendo in macchina e venendo investita da Diana.
-Sorellona, Lee non viene con noi?-
Alicia fece per rispondere, quando vide Bradley accanto alla sorellina.
-Che ci fai qui?-
-I miei non hanno nemmeno la forza di venirmi a prendere, per cui tua madre mi da uno strappo. O almeno, il tuo autista Jack.-
-Jerry.- lo corresse Alicia, con un sorriso, mentre Diana continuava a tirarle la gonna per ricevere attenzione.
-Principessina, se mi lasci parlare un attimo con tua sorella, ti prometto che farò...-
-Tu non mi piaci.- lo interruppe Diana, guardandolo negli occhi e mettendo su il broncio. Si mise, però, seduta e stette in silenzio, mentre Alicia si scusava per lei.
Bradley fece spallucce .
-Tranquilla, adorava Jordan per cui non posso piacergli io.-
Alicia scosse la testa, le era venuto in mente di dirgli che a lei lui piaceva come persona e allo stesso modo aveva adorato Lee, ma poi ci ripensò. Doveva farlo diventare più umano, non fargli montare la testa.
-Brad, ho bisogno del tuo aiuto, per cui devi assolutamente dirmi di sì.-
-Qualsiasi cosa per te, lo sai.- disse Brad, sicuro -Cosa devo fare?-
-Per prima cosa, ci vuole un taglio netto con il passato.-

 

 

-Andiamo, ragazzi?-
Angelina e Fred si staccarono, continuando però a guardarsi negli occhi.
-Ohoho, ci siete?- domandò ancora George, sventolando loro una mano davanti al volto.
-Ragazzi!-
Fred ed Angelina scoppiarono a ridere e si voltarono a guardarlo.
-Piccolo scherzo, fratello. Non potremmo mai ignorare un elemento così importante del nostro sotto-gruppo.-
-Già, che FAG saremmo senza la “G” di George?- disse Angelina, ridendo subito dopo.
-Abbiamo un sacco di novità, mammina, e sappiamo che tu ne hai altrettante; per cui... siete pronti per un'estate all'insegna dei casini, dei problemi e delle preoccupazioni che solo un gruppo come il nostro può creare?- domandò George, tranquillissimo.
-Assolutamente sì.- disse Fred ed Angelina, prendendo a braccetto entrambi, ribatté.
-Ve lo devo confessare. Abbiamo un altro gruppo che ci fa la concorrenza.-
-Chi osa sfidarci?- chiese George, stupito.
-Il secondo gruppo di Katie o “i nuovi noi”, come li chiama Lee. Sono davvero un gruppo mal assortito, proprio come noi, e, proprio come noi, riescono a sopportarsi nonostante tutto.-
-Raccontaci tutto.-
-Fanno un gioco chiamato “Obbligo o verità” quando hanno qualche problema fra di loro. Vi giuro, da morire dal ridere.-
-Obbligo o verità, eh? Una volta dovremmo provare il gioco della bottiglia.- propose George, guardando Fred con un ghigno.
-Che gioco è?- chiese Angelina, curiosa.
-Bel tentativo, Georgie.-

 


Spiegazioni, varie ed eventuali:
L'ultimo anno della maggior parte del gruppo è finito. Sembra strano perfino a me xD
Beh, non pensate che non parlerò più di Lee, Oliver ed Alicia. E dei FAG, ovviamente.
L'attenzione si sposterà su Katie per quanto riguarda lo sviluppo dei suoi problemi con Oliver e Nolwenn, ma ci saranno anche gli altri con le loro storie e i loro di problemi.
E... tornerà Oliver! Come personaggio fisso, intendo. Finalmente si darà più spazio anche lui, povero Capitano xD
Non avrebbe avuto senso descrivere il nuovo gruppo di Katie come un gruppo felice e contento, per cui molto spesso Katie dovrà affrontare anche le crisi dell'altro gruppo.
Sarà un po' il polo dei problemi di tutti, sì xD Le aspetta un anno duro.
Spero di avervi detto tutto, come sempre xD
Un bacione ed un immenso grazie a tutti <3 Buon ponte! (se lo fate ^-^')

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

Carissima Katie,

sono una persona orribile, lo so. Ho mancato la promessa del compleanno e non mi sono fatta vedere né sentire per tutta l'estate. Sono successe talmente tante di quelle che cose che per scriverle tutte non mi basterebbe un anno. Per questo ci dobbiamo vedere.

Sei libera questo venerdì? Tu, io ed Angie, per una chiaccherata fra donne, magari per un gelato da Fortebraccio (farò uno strappo alla dieta, va bene?).

Rispondimi di sì, per favore.

ps. Riusciresti a scrivere tu alla mamma? Sono un po' indaffarata e sono riuscita a scriverti per miracolo.

Aspettando una risposta,

Alicia Spinnet.


Angieeeee, come stai?

Non ci sentiamo da un pezzo, ma mi sei mancata, lo sai? Ti scrivo per informarti che quella dispettosa di Alicia si è finalmente fatta viva. Ci invita per un pomeriggio a Diagon Alley, all'insegna delle sue ultime news.

Io ho intenzione di andarci, lo sai, non posso tenerle il muso.

Ti aspetto venerdì alle tre di fronte a casa mia, ok? Se non ci sarai non ti parlerò MAI più. (Sai che non lo farei, ma ti prego, devi assolutamente venire).

Salutami Fred e anche George se lo vedi.

Un bacione, mammina.

La tua pulce.

Alicia controllò ancora una volta l'orologio che il padre le aveva regalato per il suo compleanno e sbuffò per l'ottava volta. Katie ed Angelina erano in ritardo o, molto probabilmente, avevano deciso di non venire.

Aveva trascorso l'estate lontana da tutti i suoi amici, con l'eccezione di Bradley, ovviamente.

Aveva dovuto prendere delle decisioni davvero difficili e aveva dovuto conciliare tutti i suoi problemi con lo studio per il test d'ammissione.

Ma, oramai, tutto quello apparteneva al passato. Da settembre, Alicia Spinnet sarebbe entrata nel mondo dei Medimaghi.

Sarebbe stata... una specializzanda? Suo padre le aveva detto che, tra i Babbani, era quello il nome utilizzato, ma non era convinta che si potesse dire lo stesso nel mondo magico.

Mentre la ragazza controllava ancora una volta l'ora, notò come l'atmosfera di Diagon Alley fosse molto cambiata rispetto a quello che lei ricordava.

Non c'era alcuna traccia delle vetrine scintillanti e del rumoroso vocìo della gente. Tutti sembravano spaventati e all'erta per quello che stava accadendo.

Alicia lanciò uno sguardo alla Gelateria Fortebraccio e fece una smorfia strana. La sua linea sarebbe stata salva.

La vetrina era chiusa, come quelle di gran parte dei negozi. Forse non era stata una buona idea decidere di incontrarsi in un posto come quello.

-Eccola, è laggiù!-

La voce di Katie la fece riscuotere dai suoi pensieri e si voltò di scatto verso le due ragazze che le si stavano avvicinando.

Angelina le sorrise incoraggiante, mentre Katie la trascinava verso Alicia.

-Ti sei tagliata i capelli! Oh, Merlino, che ne hai fatto della nostra amica?- sbottò Katie, incredula.

I lunghissimi capelli di Alicia avevano lasciato posto ad un caschetto delizioso che rendeva i lineamenti della ragazza meno freddi e rigidi.

-Sei tale e quale a Diana, ora.- disse Angelina, visibilmente scossa.

-No, ora è lei ad averli più lunghi. Ha fatto una specie di incantesimo per farseli crescere un po'. L'ultima volta che l'ho vista ce li aveva sulle spalle, ma adesso non ne ho idea.-

-Come sarebbe, l'ultima volta che l'hai vista?- chiese Katie, dando poi un'occhiata alla gelateria -Oh, no! Avevo proprio voglia di un gelato!-

-Andiamo da me. I miei sono di nuovo dai miei nonni e non torneranno prima di mercoledì.- disse Angelina ed Alicia si scambiò un'occhiata allusiva con Katie.

-Per cui tu e Fred... ecco, vi state dando da fare in questo periodo?-

-Alicia!-

-Cosa? Sei l'unica con un'esperienza amorosa normale per la sua età, scusami se cerco di studiare la teoria prima della pratica.- disse Alicia, arrossendo però due secondi dopo.

-Ehi! Non mi prendere in giro perché non ho esperienza.- sbuffò Katie, ma avere di nuovo accanto a sé le sue amiche la faceva solo sorridere e basta.

-Aspettate, volevo salutare i gemelli prima!-

-Lascia perdere, Alicia, hanno molto da fare ora.- disse Angelina, alzando gli occhi al cielo.

-Cioé?-

-No-Pupù-No-Pipì.- scandì Katie, per farle capire.

-Devi andare in bagno?-

Angelina e Katie scoppiarono a ridere.

-No! È la loro nuova invenzione! Sono davvero fenomenali, giuro. Benché ci sia questo periodo oscuro ed orribile e benché ogni negozio abbia deciso di chiudere, loro continuano la loro attività come se nulla fosse. E ci scherzano anche su, li conosci.- disse Katie, radiosa.

-Non vedo l'ora di sapere cosa avrà da dire la signora Waesley.- gongolò Angelina ed Alicia chiese quale fosse il problema.

-Rischiano la vita con le loro cretinate! Fanno i bei discorsi a noi, ci dicono di stare attente e via dicendo e poi loro si comportano come degli sconsiderati! E lasciano me a morire di paura ogni giorno. Hanno rapito Florian Fortebraccio, sai? E lui vendeva solo gelati!-

-Angie, calmati, i gemelli sanno quello che fanno, non sono dei pazzi. E comunque non credo che Voldemort cammini per Diagon Alley.- disse Alicia, franca.

-Ah!- Katie saltò su -Non dire mai più quel nome!-

Alicia alzò gli occhi al cielo.

-Oramai è tornato, non se la prenderà se lo chiamo con il suo nome. Dovreste cominciare a farlo anche voi, altrimenti inizierò a pensare che siete delle codarde.-

Alicia camminò un po' più avanti.

-Quella ragazza è terribilmente strana, Angie.- disse Katie all'orecchio dell'amica -Ha una paura folle del buio, ma non di Tu-Sai-Chi.-

-È semplicemente Alicia, pulce. Su, andiamo a casa mia. I gemelli ci raggiungeranno dopo e Oliver dovrebbe essere già in viaggio.-

-Oliver?- chiesero all'unisono Alicia e Katie, mentre Angelina annuiva.

-Sapevo che non saremmo rimaste qui e, visto che sono stata scelta come riserva delle Holyhead, lo vedo quasi sempre.-

-Le Holyhead? Oh, Angie, come sono felice per te! Era il tuo sogno diventare una professionista e per di più nella tua squadra preferita!- Alicia si complimentò sorridendole, mentre Katie l'abbracciava stretta.

-Brava, ex Capitano! Ma non provare a fare come Ollie, tu dovrai assolutamente tenerti in contatto con noi.- chiarì Katie, come se il discorso fosse chiuso.

-D'accordo.- concesse Angelina -Vuoi farci tu l'onore, pulce?-

-Sìì, non vedevo l'ora di Smaterializzarmi con qualcuno!- trillò Katie, prendendo per mano le due amiche. Alicia non ebbe il tempo di tirarsi indietro, che già si sentì sollevare da terra e vorticare via da Diagon Alley.

Quando Angelina riaprì gli occhi si ritrovò nel salotto di casa sua, perfettamente integra.

-Non ci credo. C'è qualcosa che mi manca?- sbottò Alicia, impaurita, perquisendosi tutt'attorno.

-Non sei divertente, Alicia, guarda che sono brava.- disse Katie, mentre Angelina annuiva per darle ragione.

-Beh, almeno non ci siamo spezzate. Sono impressionata.- ammise Alicia, sedendosi sul divano, seguita poi da una divertita Angelina ed un'offesa Katie.

-Allora, dicci qualche novità, no?-

-Voglio aspettare gli altri, pulce.- disse Alicia, poi rivolta ad Angelina -Hai invitato anche lui?-

-Per quanto ancora dovrai chiamarlo “lui” come se niente fosse?- disse Angelina, con un sorriso -Voglio dire, non hai paura di pronunciare il nome di Voldemort e poi quando si tratta di Lee...-

-Angie, ti prego!- sussurrò Katie, spaventata, guardandosi attorno come se l'Oscuro Signore potesse presentarsi a casa Johnson da un momento all'altro.

-Katie, smettila.- disse Alicia -E comunque, Angie, non ho problemi a dire il suo nome, voglio solo sapere se l'hai invitato.-

-No, non me la sono sentita. In fondo, tu ci avevi invitate e non volevo creare situazioni imbarazzanti.-

-Grazie, Angie. Lo rincontrerò un giorno e stare un po' lontani da voi mi ha fatto bene, per cui, magari, la prossima volta puoi anche invitarlo. O magari gli potresti dire di fare solo un salto per salutare o qualcosa del genere.-

Katie fece per rispondere, ma un pop improvviso fece voltare le ragazze verso la cucina.

-C'è qualcuno?-

La voce di Oliver fece alzare le tre dal divano e correre verso la cucina.

-Ciao a tutte!-

Alicia, quella più vicina, fu investita dall'entusiasmo di Oliver che la prese in braccio e la fece girare.

-Uragano, come stai? Non ci vediamo da un sacco.-

-Okay, ma mettimi giù per favore.- disse Alicia che si era irrigidita per quella eccessiva dimostrazione d'affetto, anche se sorrideva appena.

-Oh, giusto, miss glaciale.- disse Oliver, rimettendola a terra e voltandosi verso Angelina.

-Da quanto tempo, eh!- disse lei, ironica.

-Già! Quanto sarà passato? Un giorno?-

Oliver sorrise ed abbracciò anche lei.

Quella nuova ed assurda intesa fra Angelina ed Oliver fece venire un peso allo stomaco a Katie che, da una parte, avrebbe voluto salutare l'amico come si deve; dall'altra doveva cercare di tenersi lontana da lui il più possibile, per dimenticarlo.

-Katie, tocca a te finalmente.- disse Oliver, facendo per abbracciarla.

L'arrivo dei gemelli, più rumoroso che mai, li interruppe.

-È qui la festa?- disse Fred, alzando le due bottiglie di Whisky Incendario.

-Cosa sono quelle?- disse Angelina, assottigliando gli occhi -Alcool? In casa mia?-

-Siamo tutti maggiorenni.- chiarì George, cercando di tranquillizzarla -Pulce, vieni qui a salutarmi. Subito!-

Katie diede le spalle ad Oliver, felice che George le avesse dato una buona scusa per allontanarsi da lui, e abbracciò l'amico.

-Capitano, ci sei anche tu?- disse Fred, per distogliere l'attenzione da Katie e dal fratello -Ci sei mancato? Dov'è il bagno, Angie? Voglio vederlo affogarsi ancora una volta!-

Tutti scoppiarono a ridere.

-Andiamo a sederci di là, coraggio.- disse Angelina, prendendo per mano Fred, mentre Oliver salutava George ed Alicia trascinava Katie.

-Ho saputo di Lee, Alicia, mi dispiace.- disse Oliver che era seduto proprio accanto all'amica che fece finta di niente.

-Tranquillo, è acqua passata.-

-Alicia, sai che stai meglio con i capelli così? Sembri quasi... umana.- disse Fred ed Angelina gli diede un pizzicotto.

-Era un complimento!-

-È vero, però.- disse Oliver e George annuì.

-Bene, vogliamo sapere tutte le news. Chi vuole cominciare?- disse Angelina, tenendo ancora per mano Fred.

-Comincia tu, pulce.- disse George, lanciandole un'occhiata in tralice.

-Perché pensi che abbia qualcosa da dire?- chiese Katie e George, scettico, fu veloce a rispondere.

-Hai quell'espressione solo quando sai di avere un peso da toglierti, ma non hai il coraggio di farlo.-

Katie arrossì, imbarazzata.

-Ho passato l'intera estate a litigare con mio padre e ci sto litigando ancora. Non vi ho detto niente perché pensavo di riuscire a convincerlo, ma oramai credo sia fatta.-

Tutti stettero in silenzio, aspettando l'arrivo della notizia.

-Avete presente quella donna che avete visto alla stazione? Tra due mesi o poco più diventerà la mia matrigna, vi rendete conto? Non la conosco nemmeno, non me l'ha mai presentata e me la porta a casa come se niente fosse?-

-E Sam, come l'ha presa?- domandò Alicia.

-È un bambino, come vuoi che l'abbia presa?- disse Katie, come se Alicia fosse pazza -Sono bastate caramelle e giochi per convincerlo.-

-Subdola.- sussurrò Fred ad Angelina.

-Ma qual è il problema, Katie? Non vuoi che tuo padre sia felice?- chiese Oliver, non capendo la situazione.

-Certo, ma... -Katie sospirò- Solo che credevo che, prima o poi, fra lui e mia madre tutto si sarebbe messo apposto. Sono amici, oramai, e pensavo che un giorno saremmo tornati ad essere una famiglia.-

-Ma voi siete una famiglia! Non c'entra niente il fatto che i tuoi siano separati, saranno sempre i vostri genitori.- chiarì Angelina, pratica -E poi hai noi come surrogato famiglia e gli “altri noi”.-

-Angie, ha ragione. Dai una possibilità a questa donna.- disse Fred, giocando con i capelli di Angelina fra le dita.

-Io gliela darei una possibilità.- ghignò George, malizioso, dando una gomitata ad Oliver che disse.

-Io non l'ho vista!-

-La vedrai, prima o poi. Diventerà la matrigna di Katie.-

-Fred, non sei d'aiuto.- disse Angelina, mentre Katie si rabbuiava.

-Okay, tocca a me.- disse Alicia, come se nulla fosse. Angelina, George ed Oliver le lanciarono un'occhiataccia, mentre Fred sorrideva nella sua direzione.

-Ne parliamo dopo io e te, pulce.- concesse George, dandole un buffetto sulla testa.

-Puoi parlarne anche con me, se vuoi.- aggiunse Oliver, teso.

Angelina sorrise e lanciò uno sguardo d'intesa ad Alicia.

-Forza, Alicia, cosa ti è successo quest'estate?- chiese Fred, facendo finta di sbadigliare.

-Beh, mi sono trasferita. Vivo da sola, poco lontano da Londra.-

Alicia aveva l'attenzione di tutti ora.

-Non credevate che sarei rimasta con quella pazza di mia madre dopo quello che mi aveva fatto, vero? Dovevo andarmene via da quella casa. Vi risparmio le urla isteriche di mia madre e di mia sorella. Ho visto Carl con gli occhi lucidi mentre me ne andavo, ma grazie al cielo sono riuscita a convincere mio padre e nessuno mi ha potuto trattenere oltre.-

-Vivi da sola? Ma come fai con la tua fobia del buio?- chiese Angelina.

-Lascia perdere quello, Angie. Come hai convinto quel musone di tuo padre?- domandò George, stranito.

-Dormo con la luce accesa... cioé, tutte le luci della casa accese.- disse Alicia, un po' imbarazzata -E a mio padre ho rifilato la scusa del nuovo lavoro. Tra i turni impossibili e gli orari sballati sarai stata solo un peso in famiglia. Lui ha detto di capirmi, essendo un chirurgo. Senza Brad, però, sarei ancora senza un tetto sulla testa. Mio padre mi ha dato solo i soldi, non ne ha voluto sapere niente di aiutarmi a cercare una casa; fortuna che Brad ha molte conoscenze.-

-Vogliamo vederla prima o poi!- disse Oliver, ancora confuso da tutto quello strano discorso.

-Tua madre sarà morta, come minimo.- affermò Katie, con un sorriso.

-Non mi rivolgerà più la parola probabilmente, ma aspettavo di andarmene via di casa dall'età di sette anni e mi ero stancata di essere sempre controllata. Diana e Carl vengono a trovarmi spesso, mentre mio padre fa un salto quando può.-

-Io non riuscirei a stare lontano dalla mia famiglia.- ammise Katie, onesta.

-Tua madre è dolce come uno zucchero, come te. Mia madre è un'arpia perfida.-

Tutti si aspettarono il “come te” di Lee, ma poi si ricordarono che il ragazzo non era lì con loro.

-Uao, che strano, eh?- chiese Oliver e gli altri concordarono. Tutti tranne Alicia, ancora immersa nella descrizione della sua nuova camera.

-Adesso che siamo in vena di confidenze, Alicia, te lo devo proprio dire. Tu e Lee dovete chiarire, non possiamo esserci sempre noi in mezzo ai vostri casini.-

Alicia si voltò verso George, offesa.

-Che intendi dire?-

-Noi siamo amici di entrambi ed è davvero difficile doverci ogni volta dividere per vedervi, è... stancante, ecco.-

Alicia guardò gli amici, uno ad uno, e vide che gli altri la pensavano esattamente come George.

-Ci proverò, d'accordo? Lo dicevo prima ad Angie, che stare un po' senza di voi mi ha fatto davvero bene e, dalla prossima volta, se proprio ci tenete tanto, potete anche invitarlo.-

-Perfetto.- dissero i gemelli all'unisono, sorridendosi poi un secondo dopo.

-Ragazzi, verrete il primo settembre a salutarmi alla stazione? Ci terrei tanto.- disse Katie all'improvviso, mostrando i suoi occhioni da cucciolo.

-Noi ci saremo, pulce, possiamo anche prenderci un giorno di ferie. Giusto, Fred?-

-Certo, George.- concordò il fratello, guardando poi Angelina.

-Sì, ci sarò anch'io.- disse lei, rendendo felice non solo Katie, ma anche Fred.

-Troverò il modo di venire anch'io, Katie. Lo prometto.- disse Oliver e Katie sentì il cuore finirle in gola quando Oliver le sorrise comprensivo.

-Io non potrò esserci, mi dispiace. Il mio primo giorno al San Mungo inizia proprio il primo settembre.- affermò Alicia, visibilmente dispiaciuta.

-Non l'hai fatto apposta perché sai che Lee ci sarà, vero?- chiese Fred ed Alicia, seria, negò con il capo.

-Inizio davvero il primo settembre. Manda una lettera al San Mungo se proprio non ci credi.-

-D'accordo. Ci credo, ci credo.- disse lui, alzando le mani come per arrendersi.

-Se nessun altro ha altre notizie succolenti, che ne dite di iniziare la festa?- domandò ancora Fred, ritirando fuori le bottiglie di Whisky.

-Non era prevista una festa, Fred!- disse Angelina, guardandolo in cagnesco.

-Beh, le cose impreviste sono sempre le migliori, no? Io non avrei mai detto che mi sarei innamorato di te, eppure è successo!-

-Ora vomito.- disse Alicia in tono scherzoso, mentre Angelina, imbarazzata, rimase senza parole.

Katie, senza neanche pensarci, lanciò uno sguardo a George che, stranamente, sorrideva.

Oliver notò lo sguardo dell'amica e rimase, per tutto il tempo della festa, con l'espressione corrucciata e confusa.













-Siete proprio sicuri che sia una buona idea? Insomma, Katie potrebbe farsi prendere da un raptus nostalgico e decidere di non partire più.-

Lee oltrepassò la barriera che conduceva al Binario 9 e ¾, seguito a ruota dai gemelli, da Angelina e da Oliver.

-Lee, lo facciamo proprio per evitare che non salga sul treno. Katie ha costantemente bisogno di affetto incondizionato e ci ha messo alla prova per vedere se l'avremmo accontentata.- affermò Angelina, mano nella mano con Fred che guardava gli altri studenti di Hogwarts quasi con pietà.

-Poverini. I primini di quest'anno avranno una strana visione di Hogwarts. Con Voi-Sapete-Chi che è tornato e tutto il resto.- disse lui, facendo una smorfia disgustata.

-Almeno saranno al sicuro.- disse George, poi, vedendo Lee spostare lo sguardo alla vista di una lunga chioma dorata, aggiunse -Non verrà, amico.-

-Eh?-

-Alicia.- continuò lui con un sorriso -Inizia il suo lavoro all'ospedale e comunque si è tagliata i capelli. Li porta corti ora.-

-Cosa vuoi che me ne importi.- farfugliò Lee, imbronciato.

-Ragazzi!-

Katie attraversò un gruppetto del terzo anno e piombò davanti a loro. Il carrello per poco non le cadde di lato e sentirono Nancy, la civetta di Katie, tubare arrabbiata.

-Sam! Non sei un po' piccolo per Hogwarts?- domandò Oliver, mentre il bambino assumeva un'espressione furiosa.

-Cosa ci fa lui qui?-

-Ricominciamo.- sbuffò Katie, stanca dell'eccessiva gelosia del fratellino minore -I miei amici sono venuti a salutarmi, Sam. E visto che Ollie è un mio amico...-

-Sta' lontano da mia sorella.- disse Sam, come se non l'avesse ascoltata.

Oliver si imbronciò a sua volta. Non sopportava essere odiato da qualcuno.

-Non possiamo diventare amici, piccolino?-

-No!-

Oliver quasi si mise piangere per la disperazione, cosa che fece sorridere un po' tutti.

-Grazie al cielo non ci sono docce qui vicino, altrimenti si starebbe già affogando.- ironizzò Angelina -Perché ti sei portata dietro tuo fratello?-

-Non potevo lasciarlo con la matrigna cattiva, no?- disse Katie, in maniera semplicistica -E visto che tre di voi vanno a Diagon Alley, ho pensato che qualcuno avrebbe potuto portarlo da mia madre.-

-Ci penso io, pulce.- disse Lee, prendendo per mano Sam che continuava a guardare male Oliver, ancora abbattuto.

-Tuo padre lo sa che hai sequestrato tuo fratello?- domandò George di getto.

-Non l'ho rubato, è mio fratello! E mia madre avvertirà mio padre non appena Sam sarà da lei, non temere.- disse Katie, tranquilla, per poi sbottare -Aveva solo da non lasciarci da sola con lei, no? Non è nostra madre, quella.-

-Okay, rilassati.- le disse Angelina, poggiandole una mano sulla spalla.

-I tuoi amici sono già qui?- domandò Lee, allungando il collo per cercare qualche volto familiare dell'altro gruppo di Katie.

-Sì, sono più in là, ora li raggiungo. Volevo solo... salutarvi prima.- replicò Katie, iniziando ad avere gli occhi lucidi.

-Sarà strano senza di voi quest'anno. Brutto e strano.-

-Beh, avrai un letto tutto tuo almeno. Niente Alicia.- le disse Angelina, incoraggiante.

-Mi ero abituata e poi ero io l'intrusa, no? Dovrò abituarmi a dormire nel mio dormitorio quest'anno.-

Quando la prima lacrima le cadde sulle guance, George ed Oliver si mossero quasi all'unisono per consolarla.

Katie, vedendo la scena, si voltò verso Angelina che le accarezzò la testa.

-Ti scriveremo presto, pulce.- le sussurrò l'amica, dandole un buffetto sulla guancia e lasciando spazio a George.

-Fammi sapere la data di ogni week-end ad Hogsmeade. Ci sarò, okay?- le disse lui, baciandole la testa e asciungandole le lacrime.

Lei annuì e sorrise, un po' più felice.

Quando toccò ad Oliver, Fred e Lee intrattennero Sam, per evitare che facesse i capricci.

-Abbiamo sempre così poco tempo per noi, Katie.- mormorò Oliver, in modo che sentisse solo lei.

-Ma questo è l'ultimo anno che staremo così tanto senza vederci, te lo prometto. Dal prossimo sarò la tua ombra, non ti libererai di me tanto facilmente.- continuò il ragazzo, a bassa voce.

Katie si sciolse nel suo sorriso radioso che lui ricambiò facendole l'occhialino.

-Vieni qui.- la tirò verso di sé, abbracciandola teneramente.

-Fai la brava.-

-Lo farò.-

Fred e Lee la salutarono con un abbraccio e un bacio veloce sulle guance prima di vederla andare via verso il suo gruppo di amici.

Tamara li salutò da lontano e tutti, anche Oliver che la conosceva di vista, ricambiarono con entusiasmo.

Quando il treno partì, Angelina si mise una mano sul cuore e la strinse appena con un fremito.

-Cosa c'è?- le chiese Fred all'orecchio e lei sobbalzò.

-Mi è venuta la pelle d'oca all'idea che quest'anno non faremo alcun viaggio su questo treno. Quando inizi la scuola non vedi l'ora che finisca, ma quando finisce... Non so ti senti come svuotata o comunque è come se avessi lasciato una parte di te indietro. Qualcosa che non tornerà più.-

Fred la guardò negli occhi, colpito. Poi fece la sua solita faccia da schiaffi, prima di darle un bacio.

-È incredibile come tu riesca ogni giorno a stupirmi, Angie.-

-Cioé?-

-Le cose che fai e quelle che dici. Non so se ti rendi minimamente conto dell'effetto che hai sulle persone. Sei una di quelle persone di cui qualcuno non può fare a meno.-

-Non ha alcun senso, Fred.- disse lei, sorridendo.

-Beh, ha un senso per me. Sei una di quelle persone di cui io non posso fare a meno.- replicò Fred, tirandole verso sé per un altro bacio.

















-Wow, finalmente il nostro ultimo anno ad Hogwarts. Sembra ieri che salivamo su questo treno per la prima volta.- disse Daphne, aprendo uno scompartimento e facendo cenno con la testa -Di qua. È tutto libero.-

Paul corse per sedersi accanto al finestrino, mentre Tamara gli si sedeva vicino con aria rassegnata.

Katie, ancora con gli occhi rossi, le si sedette di fronte, vicino a Leanne e a Christopher.

Daphne ed Agnes presero posto accanto a Tamara, mentre Suzanne si mise di fronte a Paul.

-E Finn?- domandò Katie, mentre Agnes le passava un fazzoletto.

Tutti gli sguardi caddero su Suzanne che fissava fuori dal finestrino come se nulla fosse.

-Ti sei persa un po' di cose, Kat, visto che trascorrevi molto tempo con il tuo gruppo.- spiegò Tamara.

-Vedi, Finn adesso è...-

-Daphne!- la zittì Tamara -Mantis, possiamo raccontarle tutto?-

Suzanne si voltò verso di lei.

-Solo se la smetti di chiamarmi così.-

Suzanne aveva molti difetti, il più grosso di questi, a detta del suo gruppo, erano i ragazzi.

Suzanne aveva un pessimo rapporto con i ragazzi. Non è che non le piacessero, anzi le erano piaciuti molti ragazzi, il suo problema era il modo di porsi con loro.

Difficilmente ci andava d'accordo. Ci litigava, ci litigava e ci litigava. Sempre. Con chiunque.

Il soprannome Mantis, mantide, derivava proprio da quello. Il rapporto di Suzanne con i ragazzi era sempre lo stesso. Ne conosceva uno, ci litigava, iniziava a piacergli e poi, quando il ragazzo faceva una mossa per conquistarla, si tirava indietro e cambiava atteggiamento. Proprio per questo la sua esperienza con loro era pari a quella di Katie.

Il solo immune a questo strano tic di Suzanne era Paul, il suo migliore amico, che conosceva da quando era piccola.

Paul abitava di fronte all'orfanotrofio dove viveva Suzanne ed erano diventati subito amici. L'amicizia era continuata -e si era consolidata- subito dopo aver ricevuto entrambi la lettera da Hogwarts.

-Quel soprannome è perfetto per te.- disse Christopher, ghignando.

-Non è vero!- replicò Suzanne -La mantide religiosa stacca la testa al maschio dopo l'accoppiamento e non mi sembra di fare lo stesso con i ragazzi.-

-Ti tiri solo indietro all'ultimo.- continuò lui -Fai di tutto per conquistarli e poi, una volta conquistati, ti allontani da loro che non possono fare altro che rassegnarsi e farsi passare la cotta.-

-Già.- concordò Daphne -Quasi come se volessi dimostrare a te stessa che sei in grado di conquistare chiunque, ma poi decidessi di non metterti con nessuno, perché nessuno sarebbe adatto a te.-

-Queste sono parole tue. Io non l'ho mai detto.- sbottò Suzanne, innervosita -Comunque, fate come volete e chiamatemi come vi pare. Tamara, dille pure tutto.-

-D'accordo. Hai presente il rapporto tra Suzanne e Finn?-

Katie trattenne il respiro.

-Finn si è dichiarato e Mantis si è tirata indietro ancora una volta?-

-Magari.- disse Paul, laconico.

Tamara lo guardò in tralice, poi concentrò nuovamente l'attenzione verso Katie.

-Ce l'hai presente o no?-

Katie annuì, rammentando bene Finn e Suzanne assieme.

Suzanne aveva iniziato, come al solito, ad avere un brutto rapporto con Finn, lanciandogli frecciatine e rispondendogli malamente.

Poi tutti avevano notato le loro occhiate sempre più frequenti e la loro intesa crescere ogni giorno di più.

Katie li aveva visti spesso passare molto tempo assieme, vicini, a bisbigliarsi l'ennesimo insulto, ma con quello sguardo che aveva lasciato ben poco spazio ai dubbi.

Peccato che, entrambi, fossero estremamente timidi e, sì, anche un po' orgogliosi, quindi nessuno dei due si era mai dichiarato.

Katie, però, come tutti gli altri, l'avevano comunque considerata cosa fatta.

-Finn si è messo con Tia Green.-

-Con tè verde? L'ex migliore amica di Mantis?-

Tia Green, risoprannominata tè verde dal gruppo, era stata la migliore amica di Suzanne fino al suo quarto anno ad Hogwarts. Avevano litigato per via dello strano atteggiamento di Tia, che si era allontanata da Suzanne senza un motivo preciso.

Ma, anche Tia, benché Corvonero, conosceva bene il rapporto tra Finn e Suzanne.

-Già. Il problema, però, è che Finn non ha cambiato attaggiamento con Mantis, anzi, quando la vede e quando è lontano da tè verde, è come se fosse single.-

-In poche parole si comporta come uno stronzo.- disse Daphne. Katie rise, perché era strano che Daphne difendesse Suzanne. Si odiavano da sempre.

-Esatto. Quindi ora sarà con Tia e, ovviamente, qua non può venire per via di.- Tamara fece cenno a Suzanne, che aveva ripreso a guardare fuori dal finestrino.

Katie annuì, un po' dispiaciuta per la sua amica.

Suzanne e Finn avevano sempre smentito di provare qualcosa l'una per l'altro, ma tutti ne erano oramai convinti.

-Beh, parliamo di cose più felici?- propose Chris, spostando lo sguardo verso Leanne -Uscirai con me quest'anno?-

-No!- disse Leanne, roteando gli occhi, anche se sorrideva.

-Baston è venuto alla stazione a salutarti?- chiese Tamara rivolta a Katie che arrossì subito.

-Sì, ma c'erano anche gli altri, tranne Alicia, perché iniziava a lavorare.-

-Ma com'è stato vederlo lì per te?- domandò Daphne, curiosa.

-C'erano anche gli altri!- ripeté Katie, rossa come un peperone -E poi sto cercando di non pensare più a lui. Insomma, sono al mio ultimo anno ad Hogwarts e ci sono dodicenni con più storie da raccontare di me.-

-Ma questo non ha alcuna importanza se ti piace Baston.- replicò Leanne, notando Agnes e Paul annuire.

-Beh, invece sì.- intervenne Daphne -Se Katie mostrasse il suo interesse per lui, forse la situazione si smuoverebbe e, magari, ti ritroveresti Oliver come ragazzo in meno di un secondo.-

-Oppure senza un amico per sempre.- disse Suzanne, schietta.

-Non è detto che la vostra amicizia debbe per forza finire.- continuò Daphne, come se nessuno avesse parlato.

-Ma comunque sarebbe rovinata, Holsen.- aggiunse Suzanne, stavolta dicendo il suo cognome per farle capire che parlava con lei.

-Non puoi saperlo.-

-Neanche tu.-

-Basta voi due!- sbottò Tamara, stufa -Cane e gatto.-

-Non dovete litigare anche su quest'argomento, oramai ho deciso.- disse Katie, tranquilla -Io ed Oliver saremo sempre e solo amici, mi devo rassegnare e andara avanti. Poi vi ho detto di averlo visto con Nolwenn.-

-Ti ha detto di stare con Nolwenn?- chiese Paul, impassibile. Paul ed Agnes erano quelli che parlavano meno, per questo avevano un buon rapporto.

Tamara rimase stupita da quell'intromissione. Paul non era solito mettersi in mezzo in quel genere di discussione.

-No, non hai mai detto niente del genere.-

-Allora hai ancora qualche possibilità, no?- disse Paul, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

-Ha ragione lui.- ammise Agnes, sorridendo timidamente a Katie che ricambiò, sincera.

-Grazie, ma non penso di voler cambiare idea.- disse lei, riflettendo però sulle parole di Paul -E poi credo di potercela fare. La lontananza mi farà bene e anche George mi sta aiutando molto.-

Suzanne lanciò uno sguardo ad Agnes, Tamara e Daphne quasi scattarono, mentre Leanne si scambiò un'occhiata d'intesa con Chris. Perfino Paul si voltò verso Katie, assottigliando gli occhi.

-Cosa?- disse Katie, confusa.

-Ultimamente parli spesso di George.- disse Leanne, per chiarire i loro sguardi -Più del solito.-

-È un mio amico.- disse Katie, facendo spallucce.

-Non è che Weasley ti ha incantato? Dopotutto è più sveglio di quel tonto di Baston.- continuò Chris, allungandosi verso Katie per stringerle la mano per congratularsi.

-È solo un amico.- ripeté Katie, per nulla imbarazzata dai loro continui sguardi allusivi.

-Anche Paul all'inizio era un mio amico.- disse Tamara -Eppure adesso stiamo insieme, no?-













Quando Alicia entrò al San Mungo, quasi non ci credette. Dopo sette anni di studi e tutte le fatiche sopportate, ce l'aveva fatta. Il suo sogno di diventare Medimago si stava realizzando.

-Buongiorno. Sono Alicia Spinnet.- disse la ragazza, rivolta al capo reparto dietro al bancone.

-Sei una delle nuove, immagino.- rispose quello, mettendo un segno vicino al suo nome -Vai laggiù, troverai i tuoi colleghi. Il tuo supervisore sarà la guaritrice Medora Logan.-

Alicia seguì le indicazioni del capo reparto e, dopo averlo ringraziato, raggiunse il gruppo dei ragazzi in fondo al corridoio.

Si sentiva un po' in ansia. Era la prima volta che iniziava qualcosa senza i suoi amici e aveva paura che la vecchia Alicia Spinnet uscisse fuori.

Alcuni si conoscevano già e parlottavano fra di loro, aspettando che qualcuno dicesse loro cosa fare.

Altri, come lei, stavano in disparte; c'era chi ripassava qualche incantesimo e chi sonnecchiava.

-Alicia? Alicia Spinnet? Con i capelli corti quasi non ti riconoscevo.-

La ragazza congelò sul posto quando notò la figura di fronte a lei.

-Jared Russell, che ci fai qui!?-

-Faccio il domatore di leoni.- rispose lui, ironico -Secondo te? Mi sono iscritto a Medimagia. Lee non ti ha detto che sogno di fare il guaritore da sempre?-

-Hai passato il test?- chiese lei, stupita.

-Sembro un idiota, ma in realtà non lo sono.-

Alicia alzò un sopracciglio, scettica.

-Non è meraviglioso? Almeno conosco qualcuno! Anche se probabilmente tu avresti preferito Lord Voldemort.-

-Non hai paura di pronunciare quel nome?-

Jared fece spallucce.

-Naa, è solo un nome. Se dovessi morire per mano sua, almeno vorrei chiamarlo con il proprio nome.-

Alicia rimase nuovamente colpita.

-Scusate, sono qui i nuovi?- domandò loro una ragazza. Era alta, quasi quanto Angelina, con lunghi capelli castani ed era molto formosa. Sembrava molto più grande della sua età.

-Sì, sei nel posto giusto, bellezza.- disse lui, mostrandole un sguardo languido.

-Il mio nome è Rouge e puoi anche evitare di fissarmi in quel modo. Ho già una bambina, non ho bisogno di altri mocciosi che mi girino per casa.-

Alicia la fissò ammirata e Jared perse il sorriso.

-Io sono Alicia Spinnet.- disse la ragazza, stringendole la mano.

-Rouge Dunne.-

-Jared Russell. Hai detto che hai una bambina o sbaglio?- domandò Jared, tornato quello di sempre.

-Già. Facciamo che la storia della mia vita ve la racconto un'altra volta, vi va?-

Un ragazzo andò addosso ad Alicia che si voltò verso di lui indispettita.

-Scusami, tesoro, e che i tuoi capelli sono davvero stupendi.-

-Non posso dire lo stesso dei tuoi.- replicò Alicia, infastidita.

Rouge palesò il suo stupore. Quella ragazza così snob non sembrava un tipetto così spavaldo.

Il ragazzo, alto, magro e riccioluto, sorrise.

-Non c'è bisogno di offendersi, biondina, guarda che non ci stavo minimamente provando. Ho altri gusti.- disse lui, facendo l'occhiolino a Jared che si nascose dietro Alicia.

-Oh, sei già occupato?-

-No, te lo puoi anche prendere.- disse Alicia, tirando Jared per il braccio e mettendolo di fronte al ragazzo.

-Sono Matt Reynalds e, tranquillo, non ti salterò addosso.- strinse la mano ad Alicia, Jared e Rouge, rimasta in silenzio fino a quel momento.

-Diventeremo tutti i guaritori secondo voi? O sceglieranno solo i migliori?- domandò Matt, curioso.

-La concorrenza sarebbe tanta.- replicò Jared, perplesso.

-Ma con i tempi che corrono il San Mungo avrà sempre bisogno di nuovi aiuti.- replicò Rouge, legandosi i capelli in una coda alta.

-Ha ragione.- disse Alicia, poi più decisa -Ma se dovesse esserci una specie di competizione per decidere il migliore, vi considererò alla pari degli altri. Niente sconti di favore.-















Dopo che Lee ebbe lasciato Sam alle cure della signora Bell, si diresse verso il centro di Diagon Alley, pronto al suo nuovo lavoro.

Aveva visto l'inserzione poche settimane prima e, in mancanza d'altro, aveva optato per quel posticino da commesso in un negozio di cui lui non si ricordava minimamente.

The landfill”, la discarica. Il nome era poco invitante e la vetrina ancora di più.

Forse per quel motivo, Lee non l'aveva mai notata.

Entrò dentro al negozio e si guardò attorno. Quel posto aveva davvero l'aria di una discarica.

C'era di tutto e di più e sembrava molto simile alla stanza delle cose nascoste che aveva trovato una volta per caso, durante il suo secondo anno ad Hogwarts, quando aveva cercato un posto dove nascondere il pettine di Alicia per darle fastidio.

Era anche molto sporco e, probabilmente, le finestre non erano state lavate da anni, per questo l'ambiente era piuttosto buio.

-Ehm, c'è nessuno?-

-Arrivo! Un attimo e arrivo!-

Lee attese di fronte al bancone, dando un'altra rapida occhiata al posto e poi sbuffò.

Non c'era davvero niente di meglio per uno come lui?

I gemelli gli avevano offerto un posto nel loro negozio, ma lui aveva rifiutato. Doveva riuscire a farsi strada da solo.

-Eccomi, ragazzo. Dimmi pure. Cosa ti serve?-

Un vecchietto molto basso e gobbo si affacciò dal retro e lo guardò da dietro i suoi occhiali a fondo di bottiglia.

-Veramente sarei il nuovo commesso. Le ho scritto qualche settimana fa per quell'annuncio.-

L'uomo fece una strana espressione e raggiunse il bancone.

-Davvero? Non ricordo di aver messo alcun annuncio e nemmeno di averti risposto, ma se me lo dici tu, ti credo, figliolo. Hai l'aria di uno di cui ci si può fidare.-

Lee sorrise, imbarazzato e teso.

-Cosa dovrei fare esattamente? Diagon Alley non è molto frequentata ultimamente e questo posto... -Lee lanciò un altro sguardo al negozio- Beh, diciamo che...-

-Oh, non essere timido, figliolo, so benissimo che questo posto cade a pezzi, ma, vedi, è come se fosse casa mia. Non posso e non voglio assolutamente che questo negozio chiuda, per questo ho bisogno di te. Come hai detto che ti chiami?-

-Lee Jordan, signore.-

-Bene, Lee, io sono Abraham Burrow. Ora, dopo aver visto il posto in cui dovrai lavorare e aver conosciuto me, mi aiuteresti a risollevare quest'attività?-

Lee non ci dovette neanche pensare su.

-Ne sarei felice, signore.-













-Hai detto ad Angelina di Verity?- domandò George al fratello, lanciando uno sguardo alla strega bionda che stava consigliando uno dei loro prodotti ad una cliente.

-L'ha vista quando è venuta a trovarci e, dopo una rapida occhiata, ha deciso di volersi fidare di me. Come se fossi un playboy incallito.-

-Ma lo sei, fratello.-

Fred ghignò in direzione di George.

-Lo ero. Ora che sto di nuovo con Angelina non sarò così stupido da giocarmela per spassarmela con una ragazza chiunque.-

George annuì.

-Ed io non sarò così stupido da rovinare nuovamente il vostro rapporto. Questa volta me ne starò in disparte.-

-Lo apprezzo, davvero.- disse Fred, dandogli un pugno giocoso sulla spalla -E apprezzo anche il modo in cui hai preso la notizia di me e lei di nuovo insieme. Io non ce l'avrei mai fatta.-

-Sì, invece.- lo contraddisse George -Saresti stato felice per me, come adesso io lo sono per te. Ne abbiamo passate tante insieme per farci dividere da una ragazza.-

-Anche se questa ragazza è Angelina Johnson?-

-Soprattutto se è lei. Siete le persone a cui tengo di più, no? Quindi se insieme siete felici, posso solo esserlo anch'io.-

Fred sorrise, poi cambiò espressione.

-Davvero siamo le persone più importanti per te? Sai, ultimamente credo che la piccola Katie si stia prendendo un po' troppo spazio. Gliel'hai detto che sei solo mio?-

George scoppiò a ridere.

-Non ce la fai proprio a rimanere serio, eh, Fred?-

-Apparte l'ultima frase, io ero serio, fratellino.- ghignò Fred, dando un gomitata a George che rimase scioccato.







Spiegazioni, varie ed eventuali:

Il primo capitolo dell'ultimo anno di Katie!

Alicia ha trascorso tutta l'estate lontano dai suoi amici, sì. Credo che sia normale voler staccare un po' la spina per ritrovare un attimo se stessi. Dopotutto Lee è comunque del gruppo!

È tornato Oliver che dai prossimi capitoli vedremo sempre più impegnato e confuso.

Si inizia a scoprire qualcosa sui nuovi amici di Katie e sui loro caratteri.

Ed è tornato Jared <3 Mi mancava un po' xD

La scrittura di Katie non è quella originale. Il font che avevo immaginato per la sua scrittura è il MAWNS Handwriting, ma non riesce a prenderlo ç_ç

Non penso ci sia molto da chiarire su questo capitolo, per cui ringrazio come sempre tutti <3

Un bacione ^-^



Jared Russell: Image and video hosting by TinyPic



Rouge Dunne: Image and video hosting by TinyPic



Matt Reynalds: Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25




-Johnson, passa quella palla!-

Angelina fece quanto le venne richiesto e alzò gli occhi al cielo.

-Okay, basta, stop! Pausa.-

Gwenog Jones fischiò e tutte le giocatrici scesero dalle scope.

-Bene, avete fatto tutte un buon lavoro. Siete riserve, ma siete davvero brave. Complimenti!-

Le ragazze applaudirono, felici.

-Alle docce, forza!- Angelina fece per seguire le altre, ma il Capitano la bloccò -Johnson, vieni qui un attimo.-

Angelina stimava Gwenog, ma odiava il suo metodo di allenamento. Non le faceva giocare praticamente mai, ma insegnava loro solo gli schemi di gioco ed i passaggi.

-Senti, io ho capito che sei una grande giocatrice, non saresti qui altrimenti, ma devi smetterla di fare di testa tua. Eri il Capitano l'anno scorso ad Hogwarts, ma quest'anno le cose sono diverse e devi fidarti di me. Smettila di fare la star.-

Angelina mise su il muso, ma non replicò.

Dopo che Gwenog l'ebbe salutata, Oliver la raggiunse con un sorriso.

-Ehi, Angie!-

-Ollie! Non hai gli allenamenti oggi?-

-Ho appena finito e sono venuto a fare un salto qui. Il tuo capitano ha pensato che volessi soffiarvi qualche tecnica di gioco, per cui ho dovuto aspettare fuori.-

-Scusale, è una fissata. Peggio di te.- disse Angelina, sciogliendosi i capelli e mettendosi la scopa sulla spalla.

-Ehi! Io non ero così fissato.- replicò lui, offeso.

-Nooo! Scusa, devo aver conosciuto un altro Oliver Baston.- disse Angelina, ironica.

Oliver alzò gli occhi al cielo, ridendo ed Angelina disse.

-Come sta Nolwenn?-

-Molto bene. In questo momento è presa con i suoi nuovi impegni di lavoro, ma ci scriviamo spesso. Ogni tanto mi invita anche a cena, ma non sempre posso accettare l'invito.-

Angelina lo fermò con una mano e lo scrutò negli occhi.

-Senti, ma cosa c'è fra voi due?-

-Cosa intendi dire?-

Angelina accennò un sorriso. Era davvero impossibile quel ragazzo. La sua stupidità circa l'universo femminile non sarebbe mai cambiata.

-C'è del tenero? State insieme o state uscendo?-

Oliver strabuzzò gli occhi, perplesso.

-Angie, sei impazzita? Nolwenn è una mia carissima amica e, anche se i giornali ci ricamano su, questo non vuol dire che...-

-Oh, Merlino, Oliver, quando capirai noi ragazze?- sbottò Angelina, incredula.

-Eh?-

-Tu a Nolwenn piaci molto, sai? Come piaci a Katie, ma oramai sai anche questo.-

-Siete davvero fissati con questa storia! Katie mi vuole bene come se fossi suo fratello!- disse Oliver, deciso -Non è che ogni ragazza che mi sta vicino deve per forza provare qualcosa per me.-

Angelina scosse la testa, rassegnata.

-Smettila di pensare solo al Quidditch e prova, per una volta, a ragionare come un ragazzo. Credi davvero che Nolween ti stia vicino solo per amicizia? Svegliati, Ollie, prima che sia troppo tardi.-

La ragazza lo superò, diretta verso gli spogliatoi.

-Che intendi dire, Angie?- le urlò lui dietro.

Angelina si voltò e mostrò un'espressione innocente.

-L'ho provato a mie spese, Ollie. Se non chiarisci in fretta i tuoi sentimenti, prima o poi potresti pentirti.-

Ad un'occhiata perplessa del ragazzo, Angelina continuò.

-Katie e Nolwenn non ti aspetteranno per sempre.-








-È a dir poco insopportabile, non credete?- domandò Suzanne la seconda settimana, seduta su una poltrona della Sala Comune, masticando una Cioccorana.

-Beh, è un personaggio, anche se odio la sua materia.- disse Leanne, sfregandosi il mento con la piuma d'oca, intenta a completare il tema di Pozioni.

-E sei riuscita a prendere una “O” ai G.U.F.O?- domandò Chris, ironico.

Leanne fece finta di non sentirlo, mentre Agnes accennava un sorriso da dietro all'ennesima lettera di Simon.

-A me piace Lumacorno.- affermò Katie -Certo, Lupin e Moody erano imbattibili, ma dopo la Umbridge avrei preferito anche Raptor!-

-Non esagerare.- la ammonì Tamara, svegliando con uno strattone Paul che si era addormentato per terra -Va' a letto se hai così tanto sonno.-

Il ragazzo scosse la testa e provò a tenere gli occhi aperti.

-Buonasera.-

Finn si sedette sul bracciolo della poltrona di Suzanne che alzò lo sguardo verso di lui.

-Ciao, Mantis.-

-Non trascorri la serata con tè verde?- domandò Chris, curioso.

-Sì, ci siamo appena visti.- chiarì lui, tornando a concentrarsi su Suzanne che faceva finta di niente.

Finn era uno di poche parole, un altro elemento che irritava particolarmente la ragazza.

-Fortuna che non è Grifondoro.- riprese Chris, poi per chiarire -Almeno non dobbiamo sopportare i vostri strusciamenti anche qui.-

Finn accennò un sorriso.

-Fortuna che neanche Daphne lo è.- disse Suzanne, facendo sorridere tutti.

-Chissà perché vi odiate tanto.- disse Katie, perplessa -Non siete poi così diverse.-

Suzanne, se avesse potuto, l'avrebbe uccisa con lo sguardo per quelle parole.

-Basta, io me ne vado a letto.- decretò Leanne, prendendo le sue cose.

-Vuoi compagnia?- chiese Chris, alzandosi a sua volta e offrendole un braccio.

-No, grazie. Ci vediamo domani, ragazzi.-

Diede un bacio sulla guancia a tutti -Chris quasi morì quando toccò a lui- e si diresse verso il suo dormitorio.

-Vado anch'io.- dissero all'unisono Agnes e Chris. Il ragazzo scoppiò a ridere ed anche Agnes si aprì in un sorriso.

-Paul, vieni con me.-

Il ragazzo seguì Chris, dopo aver baciato Tamara.

Katie fece cenno a Tamara che si voltò verso Finn e Suzanne. Il ragazzo le stava dicendo qualcosa all'orecchio e, stranamente, lei stava sorridendo.

L'arrivo di Nancy attirò l'attenzione di Katie che lasciò perdere gli strani atteggiamenti di Finn.

-È di Oliver!- trillò Katie, felice, ma ad un'occhiata irrisoria di Tamara ripeté, più calma -È di Oliver.-



Ciao Katie, come stai?

Spero che i tuoi giorni ad Hogwarts trascorrano sereni.

Troppo formale?

Allora spero che ti stia divertendo un mondo, anche senza di noi!

Ti manchiamo troppo? Non ci pensare, Katie, un anno passa in fretta.

Fammi sapere la data della prima gita ad Hogsmeade, potrei esserci.

Sempre che tu non preferisca la sola compagnia di George, ho visto una strana intesta fra voi. Mi devi raccontare niente? Sono il tuo fratellone, certe cose devo pur saperle, no?

Rispondimi appena puoi. Studia, ma allenati anche.

Il Capitano Harry -è buffo anche scriverlo, no? Sembra ieri che lo reclutavamo come Cercatore!- ha scelto un'ottima giocatrice, ma devi comunque darci dentro.

Ti voglio un mondo di bene,

Oliver.



Katie sorrise, poi cercò di controllare il rossore sulla guance.

-Cosa ti scrive?- chiese Tamara, ignorando la risata fragorosa di Suzanne su qualcosa che Finn le aveva detto.

-Le solite cose. E che vuole venirmi a trovare ad Hogsmeade.- disse Katie, incerta.

-Cosa?-

Katie le passò la lettera e, dopo averle dato una veloce occhiata, Tamara trovò la riga incriminata.

-È geloso di George.- disse poi lei, come se nulla fosse -È un problema?-

-Non può essere geloso di George!-

-Perché no?- chiese Tamara, accennando una risata.

-Perché l'essere geloso lo attribuisco ad una persona innamorata.-

-E?-

Katie fece una faccia scocciata.

-E so per certo che Oliver non è innamorato di me.-

Tamara continuò a sorridere.

-E poi, se mai dovesse anche essere, -Katie assunse un'espressione scettica -Perché mai dovrebbe essere geloso di George?-

-Mmm, fammi pensare.- replicò Tamara, fingendo di rifletterci su -Forse perché hai trascorso quasi tutta l'estate con lui? Perché lo definisci il confidente migliore del mondo e perché sembra aver sostituto Oliver?-

-Ancora con questa storia? George non ha sostituto nessuno, perché non c'è nessuno come lui.-

Tamara batté la mani.

-Non in quel senso!- continuò Katie, stufa -Neanche come Oliver c'è nessuno, o come Lee. Ogni persona è diversa, per cui ogni rapporto è diverso.-

-Sai che tu ed Oliver siete perfetti l'uno per l'altra?- disse Tamara, alzandosi dalla poltrona -Siete assolutamente negati in fatto di relazioni!-







Angelina entrò nel negozio “Tiri Vespi Weasley” e quasi dovette spintonare per farsi largo.

C'era talmente tanta gente che sembrava che tutta la folla di Diagon Alley si fosse riversata dentro il negozio.

Vide George chiaccherare con quattro anziane streghe, mentre consigliava loro il Torrone Sanguinolento.

Verity, la bella dipendente dei gemelli, stava facendo il conto ad uomo di mezz'età.

Angelina le lanciò un'occhiata e vide esattamente quello che aveva visto la prima volta che l'aveva conosciuta.

Era una bella ragazza e lavorava a stretto contatto con Fred, ma aveva superato da tempo la fase della sfiducia in lui.

George la individuò e subito lei sorrise. Era incredibile come entrambi i gemelli la notassero subito, anche in mezzo ad una folla come quella.

-Ehilà, Angie, sei venuta a portarci via della forza-lavoro?-

-Mi aveva detto che sarebbe stato libero per quest'ora.- rispose lei, guardandosi attorno -Gli affari vanno ancora così bene? Quale strano intruglio usate per farli tornare?-

George rise, divertito.

-Donna di poca fede! Evidentemente i nostri prodotti sono i migliori, no?-

-O, evidentemente, non c'è nessun altro negozio di scherzi aperto a Diagon Alley.- disse Fred, sgusciando attraverso un gruppo di maghi e raggiungendo i due ragazzi.

-Ciao, impiastro.-

Fred salutò Angelina con un bacio, mentre George distoglieva lo sguardo.

-Ciao, lavoratore.- rispose la ragazza -Tuo fratello mi stava dicendo che siete molti impegnati ultimamente, mentre tu, ieri sera, mi avevi detto un'altra cosa.-

-Una piccola bugia per averti tutta per me, oggi.- disse Fred, facendo spallucce -Dovresti essere contenta delle mie continue dimostrazioni d'affetto.-

Angelina alzò gli occhi al cielo, sorridendo.

-Tieni.-

Angelina prese in mano l'oggetto che Fred le stava porgendo.

-Un anello? Che cosa carina!-

-No, non lo è.- disse lui, non notando che George se ne era andato -Per prima cosa quest'anello dice a tutto il mondo che sei impegnata. I tuoi giorni da farfallina libera sono finiti, milady.-

-E per seconda?- chiese Angelina, curiosa, evitando di commentare la sua ultima frase.

-È un'ottima arma.- disse Fred, mettendoglielo al dito e premendo un puntino verde, quasi invisibile -Guarda.-

L'anello spruzzò qualcosa nell'aria ed Angelina lo fissò, interrogativa.

-Non usarla mai negli occhi di una persona che non vuoi ferire veramente.-

-E se dovessi premerlo per sbaglio?-

Fred sorrise.

-Non succederà. Mi fido di te.-

-Questo simboleggia anche la tua preoccupazione per me?-

-Beh, se ti aspetti una dichiarazione scritta... Comunque sì, mi preoccupo, dato che i Mangiamorte non ti lasceranno perdere solo perché hai un bel faccino.-

Angelina sorrise e gli mise le braccia intorno al collo.

-Grazie.- gli diede un bacio veloce e Fred mise il muso.

-Mh, mi aspettavo un po' di più, ma mi accontenterò per ora. George, io vado!-

Il fratello gli rispose che andava bene e salutò Angelina.

Usciti dal negozio, Fred prese per mano la ragazza e si smaterializzarono ad Hogsmeade.

-Burrobirra ai Tre Manici?- propose lei e lui annuì, dirigendosi verso il locale.

-Senti, me lo chiedo da un po'... -iniziò Fred, cercando il suo sguardo.

-Cosa?-

-Perché hai scelto me? Quando mi hai lasciato, avevi un piccolo dubbio, no?-

-Sbagliato.- disse Angelina, entrando nel locale. Cercarono un tavolo ed ordinarono due Burrobirre grandi.

Fred posò sullo sguardo sui clienti del locale, tamburellando le dita sul tavolo.

Angelina, nel frattempo, lo scrutava con curiosità, come a cercare di capire ciò che stava pensando.

-Quanto devo aspettare prima che tu mi risponda?- chiese all'improvviso Fred con un sorriso, mentre Angelina sorseggiava la sua bibita come se nulla fosse.

-La risposta mi sembrava scontata, no? Ho scelto te, perché amo te.-

-Grazie tante, ma perché proprio me?-

-Mi stai chiedendo perché amo te? E come chiedere perché esistono i mali nel mondo, cosa ne so?- rise Angelina, bevendo un altro sorso dalla sua Burrobirra.

-E allora perché mi hai lasciato?- domandò Fred, cercando di capire.

-Perché non volevo distruggere il legame tra te e George, ovviamente, ma non ho mai smesso di provare qualcosa per te.- disse Angelina, abbassando gli occhi -Comunque, visto che siamo in vena di confidenze. Posso sapere quanto ti sei accorto di provare qualcosa per me?-

Fred ghignò e le prese una mano.

-Facile. La prima volta che sei riuscita a distinguere me da George.-

Ad un' espressione confusa della ragazza, lui continuò.

-Ricordi che all'inizio tu e Lee avevate qualche difficoltà a distinguerci? Quando io e George non eravamo insieme, ci chiamavate “gemello”, ricordi?-

Angelina annuì.

-Poi, sempre al primo anno, durante la sessione d'esami, mi hai incontrato per i corridoi e mi

hai chiamato per nome. Pensavo fosse stato un caso, invece da quella volta hai sempre distinto bene me e George. Sei stata la prima persona, non della famiglia, a saperlo fare.-

Angelina rimase stupita da quella confessione e, non sapendo cosa rispondere, bevve un altro sorso.

-Ti sembra così strano?-

La ragazza scosse la testa.

-No, non lo è.-

-E poi, non sei mai stata una qualunque. Sei sempre stata una mia amica e, anche allora, riuscivi sempre a sorprendermi. Eri e sei una persona speciale.-

-Speciale, cioé pazza?- rise Angelina, cercando di controllare l'imbarazzo.

-Ovviamente. Hai scelto me, no?- ironizzò Fred e le si avvicinò fino a sfiorarle il naso -Ora, per il pagamento di quell'anello accetto solo baci.-

-Solo baci?- scandì Angelina, cercando di coglierlo in fallo.

-Una volta rimasti soli penseremo al resto.-






-Spinnet, lo stiamo perdendo!-

Alicia puntò la bacchetta al cuore del paziente, mentre il sangue continuava a schizzare ovunque.

Nessuno aveva capito cos'era successo a quell'uomo. Si era trascinato al San Mungo tre giorni prima da solo, coperto di sangue -del suo sangue-, bianco come un cadavere e quasi privo di vita.

Sembrava essersi ripreso, ma, poi, quella notte aveva avuto una ricaduta.

Non era la prima operazione di Alicia, ma nessun altro suo paziente era stato così grave.

-Non reagisci agli stimoli.- sussurrò la ragazza, non sapendo cosa fare.

Medora Logan la spinse via e prese il suo posto, facendo cenno ad altri due guaritori che, con le bacchette pronte, iniziarono a colpire alcune parti del corpo del paziente.

-Guaritrice Logan, come possa aiutarla?-

-Da' una mano di là.- disse lei, rapidamente, indicando il terzo guaritore impegnato a preparare chissà quale pozione.

-Ma...-

-Spinnet, qui!- tuonò di nuovo la Logan, mentre il sangue schizzava dappertutto e ricopriva ogni guaritore e non della stanza.

-Tieni premuto, dobbiamo provare con qualche metodo babbano.-

-Non possiamo!- sbottò Alicia -È chiaramente una maledizione, dobbiamo trovare un altro modo per...-

-Spinnet!-

Alicia fece quanto le venne detto, ma le mani le tremavano troppo e le bastò un'occhiata con la Logan per capire che quel paziente non ce l'avrebbe fatta.

-Il cuore è andato, dobbiamo provare a rianimarlo.-

Ma Alicia non poté fare nient'altro che allontanarsi dal corpo di quell'uomo e scivolare a terra.

Non era mai stata così vicina alla morte. Con Cedric Diggory non era stata la stessa cosa. Era stato inaspettato, ma quando l'aveva visto Cedric era già morto e, brutto dirlo, ma lei non ci aveva scambiato nemmeno una parola.

Con quell'uomo era diverso. In quei tre giorni, era stata lei ad occuparsi di lui. Gli aveva parlato, gli aveva prestato attenzione e lui le aveva raccontato tutto della sua vita.

Aveva sposato una strega senza sapere chi fosse, ma, una volta scoperto, non l'aveva lasciata perché troppo innamorato.

Avevano avuto due gemelle, Sarah e Lizzie, che lui -il signor Sunset- adorava. La moglie e le figlie erano state avvisate prima dell'operazione e, probabilmente, erano già in sala d'attesa, che aspettavano notizie.

Alicia uscì fuori dalla sala operatoria e si sedette a terra, lungo il corridoio vuoto.

Per la prima volta era stata responsabile della morte di qualcuno.

Per la prima volta aveva fallito.

Troppo tardi sentì le lacrime pungerle gli occhi e scenderle sulle guance. Provò ad asciugarle, ma notò il sangue sulle sue mani e ringraziò il cielo di essere già seduta.

-Ragazzina, tutto bene?-

Alicia alzò lo sguardo verso Jared e scosse la testa, provando a soffocare le lacrime.

-Non dovevi essere dentro?- chiese lui, guardando la porta della sala operatoria.

Alicia tirò su col naso e affondò il viso sulle ginocchia.

-È successo qualcosa?-

Alicia riguardò Jared e gli mostrò le mani insanguinate.

-Non ce l'ha fatta, vero?-

Alicia scosse la testa e Jared si sedette accanto a lei.

-Tergeo.-

La bacchetta del ragazzo aspirò tutto il sangue che aveva iniziato a seccarsi, mentre le lacrime di Alicia continuavano a scendere, incontrollate.

-Questa è la parte peggiore del nostro lavoro, temo. Mi hanno detto che ci si fa l'abitudine dopo un po', ma come ci si può abituare alla morte?-

-Odio piangere.- riuscì a dire Alicia, iniziando ad asciugarsi il viso con la manica.

-È un buon modo per sfogarsi, invece.- dichiarò Jared, provando a farla sorridere -Non hai mai pianto per buttare tutto fuori?-

-No, mai.- continuò lei, calmandosi un po' -Nemmeno per Lee.-

-Cosa? Lui ti ha scaricata e tu non hai fatto una piega?-

Ad un'occhiataccia di Alicia, Jared sorrise.

-Scusa. Solo che di solito succede così dopo la fine di un rapporto. Lacrime, lacrime e lacrime.-

-Non tutti sono delle femminucce come te, Jared.- replicò lei -E comunque, non è da me piangere perché il mio ragazzo mi ha lasciata.-

-Sfogarsi fa bene, ragazzina, fidati.-

Alicia roteò gli occhi e tentò di ricomporsi.

-Bene, credo che dovrò andare a comunicare ai parenti la notizia. Per me è quella la parte peggiore del nostro lavoro.-

Jared si alzò da terra.

-Vado io. Tu vai a farti una dormita e a riprenderti.-

Jared le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi.

-Dai, vieni qui, coraggio.- Jared la strinse in un abbraccio affettuoso ed Alicia lo lasciò fare.

-Grazie, Jared.-






-Devi stare lontano da lei, amico.- disse Paul, tranquillo, seduto sul suo letto, intento a sfogliare un libro.

Finn alzò lo sguardò dalle sue carte da gioco e fece una faccia interrogativa.

-Dici a me?-

Christopher passò lo sguardo dai due amici e ringraziò il cielo che gli altri compagni di stanza non fossero presenti.

Paul annuì.

-Una conversazione lunga la nostra, Paul. Vorresti dirmi di che cosa stai parlando o devo tirarti fuori le parole di bocca?-

-Di solito sei tu quello schivo e di poche parole.- replicò il ragazzo, guardandolo finalmente negli occhi -Devi stare lontano da Sue. Ti è chiaro ora?-

Finn ghignò, divertito.

-Mi chiedevo quando sarebbe successo. L'ho sempre trovata strana la vostra amicizia, dato che avete poche cose in comune. Tamara lo sa?-

-Ti sembrerà curioso, Finn, ma si può essere amici di una ragazza senza provare alcuna attrazione per lei. Te lo sto dicendo perché Sue è come una sorella per me e quello che le fai non mi piace per niente.-

Finn schioccò la lingua e riprese a giocare con le carte.

-Come hai detto, è una mia amica. Le parlo solo.-

-Sappiamo benissimo tutti e due che quello che fai è flirtare con lei per tenerla legata a te. Se fossi davvero interessato a lei, non staresti con Tia, no?-

-Qual è il tuo problema, Paul? Non mi piace Mantis, come io non piaccio a lei.-

Era la lite più strana che Chris avesse mai visto. Non urlavano né accennavano ad aggredirsi, stavano solo esponendo le loro opinioni con una calma ed una tranquillità quasi surreale.

-Non ci crede più nessuno, Finn. I vostri atteggiamenti sono fin troppo evidenti. Smetti di illudere e confondere Sue.-

-E cosa ottengo in cambio?- domandò Finn, quasi come se fosse un gioco.

-Non è una proposta, è un... -

-Ordine?- lo sfidò Finn, sempre con tranquillità.

-Sì, esatto. Anche se sei mio amico, agirò da bravo fratello maggiore se non ti comporterai come una persona normale. Prova ad esserle solo amico, ti va?- disse Paul, riprendendo a sfogliare il libro.

-No, direi di no. Correrò il rischio di vederti arrabbiato.- lo prese in giro Finn e Paul chiuse il libro con un tonfo e glielo lanciò addosso. Finn riuscì ad abbassarsi per un soffio.

-Paul!- disse Christopher, sconvolto. Paul non aveva mai perso le staffe in quel modo.

-Santo cielo, Finn, davvero tieni così poco a Suzanne? Se qualcuno davvero interessato a lei volesse conquistarla, lei gli direbbe di no solo perché è legata all'idea di voi due, te ne rendi conto!?-

-Ti stai proponendo, amico?- disse Finn con una risatina.

Quando Paul si alzò dal letto, Chris si mise in mezzo e lo trattenne.

-Finn, cerca di capire. Stai con tè verde, adesso, che senso ha continuare questa tresca con Mantis?- chiese Chris, provando a farlo ragionare.

-Non l'ho neanche toccata!-

-No? Mi sembra di ricordare una sera di un anno fa in cui voi eravate sdraiati sul tuo letto e vi stavate coccolando.- continuò lui, mentre Paul si risedeva, ora di nuovo tranquillo.

-Coccolando? Non ci siamo neanche baciati.- sbuffò Finn, iniziando a spazientirsi.

-Come se facesse differenza.- rise Chris, sedendosi accanto a Paul che disse.

-Non m'importa se ci provavi con lei un anno fa, tanto eri senza una ragazza, ma ora ce l'hai e non puoi comportarti come hai sempre fatto.-

Finn non rispose, continuando a guardare Paul come se lo vedesse per la prima volta.

Poi, sempre senza dire niente, si alzò dal suo letto ed uscì dal dormitorio, sbattendo violentemente la porta dietro di sé.






Ciao Lee!

Stavo pensando di organizzare una sorta di festicciola a casa mia. Ti va di venire?

Lo so che siamo tutti impegnati con il lavoro, ma ti prego, ci terrei tanto.

Purtroppo dovremo fare a meno della pulce, per via della scuola, ma sempre meglio di niente, no? Alicia verrà, per cui sotterrate le asce di guerra, per favore. È un ordine da mamma!

Aspetto una tua risposta (positiva)

Un abbraccio,

Tua Angie.



Lee accartocciò la lettera e la lanciò verso il cestino. Il signor Burrow assistette alla scena e accennò un sorriso.

-Cattive notizie?-

Lee scosse la testa.

-Un invito che è meglio non accettare.-

Il signor Burrow raccolse la lettera e la spiegò, senza leggerla.

-Chi t'invita? Una ragazza che ti piace?-

Lee lanciò uno sguardo all'uomo e lo scrutò attento. Quel vecchio pazzo aveva in mente qualcosa per fargli tutte quelle domande.

La prima volta che l'aveva conosciuto gli era sembrato un tipo apposto ed anche simpatico, ma, poi, si era trasformato in una sorta di tiranno, che lo obbligava a lavorare fino a notte fonda solo per i suoi capricci. E, per di più, gli evitava di usare la magia, perché “il lavoro fatto con le proprie mani, viene meglio”.

-Ragazzo, ehi, ragazzo, ti sei incantato?-

Lee tornò al presente e rispose.

-No, è una mia amica.-

-E?-

-E... ?- ripeté Lee, confuso.

-Avanti, raccontami qualcosa! Non mi dici mai niente di te.-

Questo perché mi fai lavorare fino a morire, vecchio psicopatico” pensò Lee, ma non lo disse, anzi continuò a fissarlo torvo, aspettando la fregatura.

-Allora?-

Lee mise apposto l'ultimo scaffale, poi iniziò a parlare.

-Mi ha scritto Angelina, una mia amica, per invitarmi ad una festa, dove saranno presenti altri miei amici.-

-I tuoi amici comprendono i due gemelli Weasley? Quelli del negozio?-

Lee annuì.

-Fred e George.- chiarì -Angelina è la ragazza di Fred.-

-Come si chiama allora?- chiese il vecchio, curioso.

-Chi?-

-La ragazza che vuoi evitare, non andando a quella festa.-

Lee spalancò gli occhi, colto in fallo.

-Come...?-

Il signor Burrow rise e Lee si stupì di nuovo. Era la prima volta che rideva così allegramente.

-Figliolo, anch'io sono stato giovane, sai? Quando Mary mi passava vicino, mi comportavo sempre come un imbranato. All'epoca credevo di non avere alcuna possibilità con lei. Poi...- il vecchietto alzò la mano e mostrò la fede.

-Non ci siamo separati per cinquantanove e solo la morte me l'ha portata via.-

Lee iniziò a provare una sorte di affetto per quell'uomo così strano.

Il signor Burrow battè le palpebre e tornò di nuovo allegro.

-Allora, vuoi dirmi come si chiama?-

Lee sbuffò.

-Alicia. Siamo stati insieme per un po', ma poi ci siamo lasciati e...-

-E a te piace ancora?-

Lee sorrise, incerto.

-Non siamo fatti per stare insieme. Lei è quasi perfetta, se non fosse per il suo caratteraccio. Io sono solo... beh, io.-

-Ah, non dire altro, ragazzo, ho capito. Allora, non ci andare.- disse il signor Burrow, prendendo la scopa ed iniziando a spazzare per terra.

-Come?-

-Non meriti quella ragazza, figliolo. Io non mi sono arreso, eppure ho sposato la donna e la strega migliore del mondo. Continua pure a nasconderti.-

Lee incrociò le braccia al petto e sbuffò di nuovo. Ora aveva capito il trucco del vecchio, voleva conoscere la sua storia solo per bacchettarlo ancora una volta.

-D'ora in poi non le racconterò più niente.- mormorò Lee a bassa voce ed il signor Burrow finse di non sentirlo.

-Tu ci andrai a quella festa, figliolo.-

-Cosa?- chiese Lee, lasciando cadere la chincaglieria che aveva in mano.

-Tu ci andrai e ti divertirai, altrimenti puoi anche non tornare qui.- continuò lui, fischiettando subito dopo.

-Ma lei non può obbligarmi! Tutto questo fa parte della mia vita privata e...-

-Ti sto aiutando a crescere, ragazzo, un giorno mi ringrazierai.- lo interruppe l'uomo, passandogli la scopa.

-Lei non capisce, signor Burrow. Non posso andare a quella festa!- disse il ragazzo, seguendolo per il negozio e facendogli capire il problema.

-Perché?-

-Perché sto uscendo con un'altra persona, capisce? Una più adatta a me e meno perfetta.- spiegò Lee, frustrato -Se Alicia dovesse venirlo a sapere, mi ucciderà!-

-Benvenuto nel mondo degli adulti, figliolo. Responsabilità, delusioni e una buona dose di coraggio.- disse il signor Burrow, poi, mostrandogli un sorriso aggiunse -Olio di gomito con quella scopa, figliolo, dopo ti toccheranno anche le finestre.-




Spiegazioni, varie ed eventuali:

Scusate l'immenso ritardo, ma ero -e sono- in ritiro pre-esami universitari.

Visto che spero di partire per uno stage all'estero, devo assolutamente studiare per passare questi esami e, purtroppo, questo vuol dire trascorrere sempre meno tempo davanti al pc e a word.

Cercherò comunque di continuare a pubblicare, anche perché i prossimi capitoli sono già pronti :)

Passando a questo capitolo, non penso ci sia nulla da chiarire.

È un capitolo un po' così, giusto per vedere i nostri personaggi in un momento di (rara) tranquillità. Questi momenti, di solito, precedono sempre qualche guaio in arrivo e già dal prossimo capitolo vedrete cosa accadrà. Un grazie gigantlopico (Madeline docet) a tutti! Un bacio <3



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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26





-Eccoti finalmente, non ci speravamo più.- disse Angelina, facendo entrare Lee dalla porta principale.

-Perché ti sei materializzato fuori casa?- domandò ancora la ragazza, scortandolo verso il salotto.

-Non avete le protezioni? Insomma, Tu-Sai-Chi è tornato.- rispose lui, inquieto.

-Non credo che verrà a casa mia, siamo Purosangue e comunque ci stiamo attrezzando. Anche mio padre è preoccupato.-

-Quindi in sostanza ho fatto bene a non materializzarmi qui.- continuò il ragazzo, improvvisamente teso -Ehm, lei c'è?-

Angelina annuì.

-Tranquillo, ha portato un'offerta di pace.-

-Sono l'offerta di pace.- se ne uscì Jared, andando addosso a Lee e stritolandolo.

-Non ci credo? Che ci fai tu qui?- domandò Lee, sorpreso.

-Lavoro per diventare guaritore insieme alla tua bella e alquanto difficile ex. E poi, ehi, c'è una festa! Festeggiamo!-

Jared ed Angelina lo spinsero verso la sala e Lee dovette, a malincuore, farsi avanti.

-Ecco il nostro uomo!- dissero all'unisono i gemelli, buttandosi addosso al ragazzo che scivolò per terra.

-Ragazzi, così lo soffocate!- rise Oliver, tra un sorso di Burrobirra ed un altro.

-Anch'io sono felice di rivedermi, ma mi state uccidendo.- bofonchiò Lee, spingendoli via ed alzandosi.

-Ciao, Capitano.- lo salutò Lee, mentre l'altro rispondeva con un cenno della mano -Come va con la squadra?-

-Bene, abbiamo sconfitto le tue Vespe ieri.-

-Eh, l'ho saputo; ma noi siamo ancora avanti ai Cannoni.-

-Mpf, vi supereremo.- disse George e Fred annuì, dicendo -Come minimo.-

-Basta parlare di Quiddich, ragazzi.- disse Alicia, entrando nella stanza e notando immediatamente Lee.

-Oh. Ciao.- disse lei, mostrandogli un sorriso che a lui parve sincero.

-Ehm, ciao, Alicia. Come stai?-

-Bene, grazie. Tu?- continuò lei, avvicinandosi per salutarlo con una pacca sulla spalla e aspettando una sua risposta.

-Molto bene. Sto... ehm, sto lavorando a Diagon Alley, adesso.-

-Me l'hanno detto. Mi fa piacere che tu abbia... trovato la tua strada, si dice così?- domandò Alicia, rivolta agli altri che non dissero niente.

-Ehi, ci sono anch'io.-

Nolween si avvicinò ai due ed Alicia ne approfittò per sedersi accanto a George che le sussurrò un “brava” sottovoce.

-Lee, è un piacere rivederti. Stavo appunto dicendo che sarebbe stato bello avere anche Katie qui con noi. Peccato che la scuola per lei non sia ancora finita.-

-Già, credo che la pulce ci ucciderà quando lo verrà a sapere.- chiarì Lee, accomodandosi vicino ad Angelina che gli offrì una fetta di torta.

-Prendine un po', amico.- disse Fred, offrendogli un po' di Whisky Incendiario che il ragazzo, ancora teso, accettò subito.

Sarà una lunga serata” pensò Lee, provando ad evitare di guardare verso Alicia.







Mia piccola e specialissima pulce,

non appena finirai di leggere questa lettera, probabilmente lascerai la scuola per cercarci ed ucciderci uno ad uno.

Angie ha organizzato una festa senza pretese e, purtroppo, tu non potrai esserci per via della scuola.

Non provare a fare il tuo solito broncio. Ti racconterò nei dettagli l'intera serata, che non sarà la stessa senza di te.

Non essere triste e fai quel sorriso che piace tanto a tutti (soprattutto al Capitano).

Spero che la prima gita ad Hogsmeade sia vicina, Katie.

Uno stritolamento affettuoso dal tuo gemello preferito.

George.



Katie non poté fare a meno di sorridere non appena ebbe finito di leggere la lettera, anche se era triste pensare ad una festa senza di lei.

I suoi amici, così lontani, le mancavano terribilmente, anche se erano tutti più premurosi quell'anno.

George ed Oliver le scrivevano quasi sempre, Angie e Lee li seguivano subito dopo ed anche Alicia e Fred le inviavano qualcosa ogni tanto.

-Chi è?- domandò Daphne, spuntandole da dietro la spalla e provando a leggerne il contenuto.

-Ehi!- disse Katie, nascondendo la lettera -È George, comunque. Angie ha organizzato una festa a casa sua.-

-Una festa? E ci saranno tutti?- domandò Daphne, mentre Suzanne, intenta a leggere la Gazzetta del Profeta, alzava lo sguardo verso le due ragazze.

-Suppongo di sì. Stanno provando a mettere pace fra Alicia e Lee, proprio come ai vecchi tempi. Spero tanto che ci riescano, mi mancano tanto le loro litigate!-

Daphne le sorrise incoraggiante e le disse.

-Beh, farò il tifo per te, Katie.- poi rivolta a Suzanne -Mantis, posso parlarti un attimo?-

-Perché?- domandò quella in risposta, sospettosa.

-Voglio solo parlarti.- chiarì lei, facendole cenno di seguirla fuori dalla Sala Grande.

Sbuffando e lanciando uno sguardo orripilato a Katie -che sorrise- Suzanne seguì Daphne verso il Parco.

Suzanne riuscì a scorgere Tamara e Paul, intenti a scambiarsi effusioni; mentre Chris faceva il buffone con un gruppo di ragazze del terzo.

-Allora, cosa vuoi dirmi?-

-Ho una confessione da farti, una specie di segreto, che tu dovrai mantenere ad ogni costo.- disse Daphne, serissima.

Suzanne provò a replicare, ma la ragazza fu più veloce.

-Sto uscendo con Lee Jordan.-

Suzanne spalancò gli occhi e poi l'incredulità lasciò posto alla rassegnazione.

-Lo sapevo che di te non ci si poteva fidare. L'avevo detto a Tamara e prima ancora ne avevo parlato con Agnes, ma niente. Hai recitato bene la parte della brava ragazza per poi farle una cosa del genere. Sai che sei nel gruppo solo perché sei amica di Leanne? L'unica ragione per cui non ti spacco la faccia e perché lo farà lei appena lo verrà a sapere. E, prima ancora, sarà la Spinnet a farti a fette.-

Daphne la fissò, truce.

-Guarda che si sono lasciati! Non capisco perché Alicia dovrebbe arrabbiarsi con me, non siamo neanche amiche; ma con Leanne è diverso. Io la considero la mia migliore amica anche se so che per lei non è lo stesso.-

-Ah, no, non provarci. Se fosse davvero la tua migliore amica, non le avresti mai fatto una cosa del genere. A Leanne piaceva davvero Jordan, credeva di esserne innamorata e tu, invece, hai pensato solo a te stessa.- replicò Suzanne, arrabbiata.

-Promettimi che non le dirai niente.- la pregò Daphne, intrecciando le mani, quasi per supplicarla.

-Ti sei confidata con la persona sbagliata. Io e te non siamo amiche e mai lo saremo, mentre Leanne è una mia amica e le dirò tutto. Avevi solo da tenertelo per te.-

-Non riuscivo più a tenermi questo segreto e dovevo parlarne con qualcuno.- disse ancora Daphne, guardandosi attorno nella speranza che nessuno le vedesse discutere.

-Perché hai scelto me!? Sapevi come sarebbe andata a finire!-

-Perché sapevo che mi avresti coperto.- disse Daphne, sorridendo.

-Allora sei completamente pazza. Io non ti coprirei mai.- affermò Suzanne sicura, ma anche sospettosa. Il sorriso di Daphne era ancora lì. Sembrava un animale pronto a colpire la preda.

-Aspetta prima di sentire quello che ho da dirti.- continuò Daphne, tranquilla -Ieri Chris, senza volerlo, mi ha raccontato una storia molto interessante. Paul e Finn hanno discusso.-

Suzanne parve confusa -Cosa?-

-Non vuoi sapere l'oggetto della discussione?-

Suzanne aspettava la risposta, sapendo bene che Daphne non vedeva l'ora di dirlo.

-Hanno litigato per te. Paul ha detto a Finn di starti lontano, ma Finn non ha voluto.-

-Perché dovrebbero litigare per me?- domandò Suzanne, parlando più a se stessa che alla ragazza che rispose.

-Oh, andiamo, non fingere con me. Tra te e Finn c'è qualcosa, per questo lui si è rifiutato di accettare la richiesta di Paul. La cosa più importante, però, è che sia stato proprio Paul a prendere le tue difese. Curioso, no?-

Daphne la sfidò con gli occhi, sicura che lei avrebbe capito.

-È il mio migliore amico.- chiarì Suzanne, provando a comprendere il gioco di Daphne.

-E allora perché non raccontiamo la storia anche a Tamara? Lei, incosciamente, ha sempre avuto la paura che tra te e Paul ci potesse essere qualcosa di più di un'amicizia. Vediamo cosa ne pensa lei?-

Suzanne non rispose, fissando la ragazza in malo modo. Ora aveva capito il piano di Daphne e non le piacque neanche un po', perché per lei non c'era via d'uscita.

-Ti conosco. Non rischieresti di far lasciare Paul e Tamara per causa tua.- continuò la ragazza, sorridendo vittoriosa -Se tu parli con Leanne, io parlerò con Tamara.-

-Chris è un chiaccherone, ne avrà già parlato con tutti.- provò Suzanne, ma Daphne fu più veloce.

-Ho detto a Chris che ne avrei parlato io con gli altri e poi sappiamo com'è fatto. Tra un paio di giorni se ne sarà dimenticato, impegnato a rimorchiare qualche ragazzina sprovveduta.-

-Non ho intenzione di mentire a Leanne. Ti reggerò il gioco per un paio di settimane, massimo tre.- disse Suzanne, infuriosa perché impotente -Se per allora non gliel'avrai detto, lo farò io.-

Daphne le saltò addosso talmente fretta che la ragazza non riuscì a scostarsi in tempo.

-Grazie, grazie, grazie. È tutto quello che ti chiedo.-











-Allora, Angelina ha scelto me, ma io dovevo seguire il mio fratellino, per cui sono scappato dalla scuola con lui.- urlò Fred, completamente ubriaco, facendo un resoconto a Nolwenn che sorrideva.

-Ma non pensare che io l'abbia solo usata! Io volevo stare con lei! Solo che...-

-Fred, abbiamo capito. Stai sbraitando da un'ora mezza.- lo ammonì Angelina, sorridendo e facendo cenno a George di aiutarla.

-Io sono impegnato con lui!- rispose quello, mentre Oliver provava ad infilarsi sotto il divano.

-Alicia!- provò Angelina. Nel frattempo Fred urlò “Spogliarello!” e prese a slacciarsi i pantaloni a ritmo di musica, accesa un attimo prima da Nolwenn.

-Guarda tu stessa!- sbraitò lei ed Angelina lanciò un'occhiata all'amica. Lee continuava a lanciare incantesimi a caso, correndo per tutto il salotto, mentre Alicia e Jared provavano a stargli dietro.

-Come diavolo ci siamo finiti a questo punto?- domandò Jared, stanco di dover stare dietro al suo amico e sedendosi.

-Due o tre bicchieri fa, credo.- rispose Alicia, poi colpendolo in testa -E dammi una mano!-

-Fred, Fred, balliamo, cosa ne dici? Ma devi rimanere vestito, grazie.- propose Angelina, cambiando la musica ed iniziando a volteggiare tranquilla con Fred che si rilassò un attimo.

-Oliver, bevi un po' d'acqua.- gli disse Nolwenn, dolce.

-Voglio affogarmi con l'acqua.- sbottò Oliver e Jared disse.

-Credo che abbia una sbronza depressa. Tipico di lui?-

-Molto tipico di lui.- scandì George, aiutando Alicia con Lee.

-Qualcosa mi dice che la festa è finita.- sentenziò Angelina, rassegnata. Si sedette sul divano, accanto a Jared, stufa di dover calmare il proprio ragazzo.

-Perfetto, allora ogni persona sana se ne porta uno a casa.- propose George, indicando poi il fratello -Io ho già il mio ubriacone.-

-Ed io il mio.- aggiunse Nolwenn, togliendo l'acqua ad Oliver prima che si affogasse davvero.

-Anche tu hai bevuto.- la accusò Jared, sospettoso, ma lei replicò -Non come loro. Saprò smaterializzarmi, tranquillo.-

-Come vuoi. Visto che Angelina è già a casa, a noi toccherà Lee.- continuò Jared, facendo uno strano a cenno ad Alicia che solo lei capì ed annuì.

-Allora iniziamo ad andare, per favore.-

-Okay.- Jared si alzò dal divano e prese a salutare tutti e lo stesso fecero Alicia, Nolwenn e George che disse.

-Fortuna che Katie non c'è, altrimenti avevamo una persona in più da calmare.-

-E magari avrebbe tirato fuori un altro segreto oscuro dei suoi.- puntualizzò Alicia, ricordando bene il loro quinto anno.

-Almeno questa festa è finita meglio, no?- provò Angelina -Decisamente il nostro gruppo non regge l'alcool. Chissà se gli altri noi lo reggono.-

-Agnes non mi sembra tipo da bevute. Tamara nemmeno.- disse George, pensieroso, alzando un po' la voce perché Fred aveva ripreso ad urlare.

-Ma Christopher sì. E anche Leanne, Finn e Paul.- continuò Angelina.

-E la Hart e la Holsen? Secondo me sono le più ubriacone.- ammise Alicia, provando a non ridere di fronte ad un Fred intento ad aiutare Oliver ad affogarsi.

Angelina e Nolwenn corsero verso i due ragazzi ed Alicia e George si scambiarono un'occhiata.

-Meglio non dirle che c'era anche lei.- sussurrò lui ed Alicia scosse la testa.

-Devi dirglielo invece. La aiuterebbe a dimenticarlo.-

-Scusate! Scusateeeeeeeeee!- tuonò Lee, in piedi sul tavolino di fronte al divano e richiamando l'attenzione di tutti -Avete detto Holsen o sbaglio? Lo sapete che la mia nuova ragazza ha lo stesso cognome!? Si chiama Daphne. Daphne Holsen, la conoscete?! Stiamo insieme da un po' e... -prese un respiro- ...e... -scese giù dal tavolino- Devo andare a vomitare!-

Lee corse fuori dalla stanza, diretto verso il bagno, ma nessuno si preoccupò di andare a controllare se c'era arrivato.

George guardò Angelina e Nolwenn prese in mano la situazione.

-Fred, Oliver, andiamo a prendere Lee e poi usciamo fuori. Un po' d'aria fresca vi farà bene.-

Tirò i due ragazzi fuori dalla stanza, lasciando gli altri da soli.

-Alicia...- provò Angelina.

-Sto bene.- disse lei, asciutta. Si voltò verso l'amica e finse un sorriso -Sto bene, davvero. Ora dobbiamo andare, però è meglio se qualcun altro accompagna Lee, d'accordo?-

George annuì ed Angelina provò ad avvicinarsi.

-Sto bene! Jared, andiamo.- sbottò Alicia -Bella festa, Angie. Ci sentiamo presto, okay?-

-Non sparire di nuovo.- le disse Angelina.

-D'accordo.-

Usciti dalla stanza, George ed Angelina rimasero da soli.

-Decisamente non reggiamo l'alcool.-

-La prossima volta dirò a Fred di non portarlo, te lo prometto.- replicò George, comprensivo.

-Se ci sarà una prossima volta.- disse Angelina, triste.

-Se ci sarà.-







-Potresti rallentare? Sto per svenire!- sbottò Jared, provando a tenere il passo di Alicia che camminava velocemente per le vie di Londra.

-Puoi anche smetterla di seguirmi, sto bene.- rispose Alicia, continuando a procedere spedita.

-Ragazzina, allenarti per la maratona non ti farà sentire meglio, dai retta a me.- disse Jared, fermando Alicia piantandosi davanti a lei.

-Spostati.- bofonchiò lei, incrociando le braccia al petto.

-Senti, lo so che come serata non è stata un granché, ma non è la fine del mondo, no?-

Alicia lo squadrò in malo modo.

-Questo sarebbe il tuo modo di consolarmi?-

-No, è il mio modo per dirti che non significa niente. Lee non può essersi già innamorato di un'altra ragazza. Sta solo tentando di dimenticarti.-

-Apprezzo tutto questo, ma davvero sto bene.- disse Alicia, mordendosi le labbra e portandosi le mani sul viso per coprirsi gli occhi -Sto davvero, davvero bene.-

-Ragazzina...-

Alicia iniziò a singhiozzare, senza togliere le mani dal viso.

Quando Jared provò ad avvicinarsi, Alicia fece un passò all'indietro, abbassando le mani.

-No, non farlo. Non compatirmi, ti prego, mi sento già abbastanza ridicola.- sussurrò lei, continuando a piangere.

-Questa è la cosa giusta da fare, ragazzina. Te l'ho detto: piangere è un ottimo modo per sfogarsi.- provò Jared, tentando di essere d'aiuto.

-É una cosa stupida, invece.- disse Alicia, provando a calmarsi, ma non riuscendoci -Però grazie. Di nuovo.-

Jared mostrò un sorriso simpatico.

-Oramai è questo il mio ruolo, no? Consolarti tutte le volte che piangi. Nessuno mi aveva mai raccontato di questo lato del tuo carattere. Credevo che la pulce, pardon, Katie fosse la piagnucolona.-

Alicia tentò un sorriso, anche se la lacrime continuavano a scivolarle sul viso.

-Tranquillo, non dovrai più farlo. Preoccupati solo quando mi vedi singhiozzare, come adesso. Se piango solamente, puoi anche lasciarmi stare.- disse lei -Comunque, puoi anche chiamarla pulce. Oramai fai parte del gruppo.-

-Che onore!- affermò Jared, sorpreso -Riuscirai a tornare a casa senza strappare il cuore a qualcuno?-

-Penso di poterci riuscire, sì. Ci vediamo domani, Jared.-

-A domani, ragazzina.-

Ed entrambi si smaterializzarono con un pop.











-Qualche problema, Katie?-

La ragazza non la sentì, intenta ancora a leggere il resoconto di George della serata che Angelina aveva organizzato.

Leanne la scrollò per la spalla e le ripeté la domanda.

-Uh, scusami, Leanne, cos'hai detto?-

Leanne lanciò un'occhiata a Suzanne che fece spallucce, mentre Agnes posò la piuma e smise di riscrivere il compito che doveva essere consegnato il giorno successivo.

-Sei sicura di star bene? Mi sembri più pallida, quasi preoccupata.- disse Agnes, alzandosi per raggiungere l'amica e toccandole la fronte -No, febbre non ne hai.-

-Sto bene, Agnes, sta' tranquilla. Avrò preso freddo o qualcosa del genere.-

Agnes sembrò convinta della spiegazione, così come Leanne che le accarezzò il braccio con un sorriso, ma Katie lo capì dallo sguardo di Suzanne che la ragazza sapeva qualcosa.

-Mantis, mi accompagneresti in Infermeria? Magari Madama Chips mi darà qualcosa per farmi passare il giramento alla testa.- disse Katie, facendo un cenno a Suzanne in modo che lo cogliesse solo lei.

-Se vuoi, vengo anch'io.- propose Leanne, alzandosi dalla poltrona.

-Tranquilla, Lea, vado io con lei. Non ho proprio voglia di finire quel cacchio di tema di Ruf.-

Suzanne scattò verso il buco del ritratto e Katie la seguì.

Leanne, incerta, si voltò verso Agnes che disse.

-Sì, l'ho notato anch'io. Sue e Daphne sono strane da un po' e ora anche Katie.-

-Quindi sta succedendo qualcosa?- disse Leanne, sospettosa -Voglio saperne di più.-

-Vedrai che quando sarà il momento ci diranno tutto. Non è loro intenzione tagliarci fuori.- disse Agnes, provando a farle un sorriso comprensivo.

Leanne rimase in silenzio e provò a riprendere in mano il suo tema, ma oramai la miccia della curiosità era stata accesa.

-Non ce la faccio. Devo saperne di più.-

Agnes non ebbe il tempo di fermarla che Leanne era già corsa fuori dalla Sala Comune. Non sapeva quale segreto stesse custodendo Suzanne, ma Agnes sperò ardentemente che non fosse nulla di grave.







-Non stai davvero male, vero?- domandò Suzanne, mentre Katie scuoteva il capo.

-Fiuuu, meno male. Mi fanno schifo i malati.- continuò la ragazza -Allora, cos'hai?-

-Non lo so, dimmelo tu.- disse Katie, provando ad imitare Alicia per metterla alle strette.

Suzanne le toccò la fronte.

-Forse Agnes si sbagliava, forse hai davvero la febbre.-

-Mantis, smettila di scherzare, è una cosa seria!- sbottò Katie, poi, controllando che nessuno fosse nei paraggi, continuò -George mi ha appena scritto com'è andata la serata di ieri.-

-Interessante. Davvero.- commentò Suzanne, ironica.

-Alcuni si sono ubriacati e Lee, davanti a tutti, ha detto di stare insieme a Daphne. Dimmi che non è la verità, ma che la sbronza gli ha offuscato o disintegrato il cervello.- pregò Katie, continuando a tenere stretta la lettera.

-Cosa vuoi che ne sappia? Io e la Holsen non siamo amiche.-

-Ma io non sono stupida.- disse Katie -O almeno, non più. Gli altri mi hanno insegnato a cogliere i segni e a trarne le mie conclusioni. Daphne ti ha voluto parlare qualche giorno fa. Scommetti che indovino cosa ti ha detto?-

Suzanne rimase sorpresa.

-Wow, ti hanno davvero insegnato bene, Katie. Ma ho fatto una promessa e non posso assolutamente infrangerla, anche se vorrei.-

Katie mise su il broncio e Suzanne continuò.

-Ma ci sei arrivata, quindi prova a dirmi cosa pensi e ti dirò se è vero o no.-

-Daphne sta effettivamente con Lee, ma lei non ci ha detto niente perché Alicia è una delle mie migliori amiche e Leanne è una delle sue.-

Suzanne le fece un cenno affermativo con il capo.

-Ma non ho capito perché ne ha parlato con te. Voi due vi odiate.- riprese Katie, provando a ricordare un particolare che, forse, le era sfuggito.

-Questo te lo posso dire. Mi ha fatto promettere di non dire niente a Leanne, non a te.- disse Suzanne e continuò -Chris le ha raccontato che Paul e Finn hanno litigato per me o qualcosa del genere. La stronza voleva usare quest'informazione per mettermi contro Tamara.-

-Ora capisco.- mormorò Katie -Ma l'ha fatto in buona fede, Mantis, io lo so che Daphne ci tiene molto a Leanne e se sta davvero con Lee è solo perchè...-

-Daphne sta con Lee?- ripeté Leanne che le aveva appena raggiunte.

Katie si morse le labbra e Suzanne provò ad inventarsi una scusa, ma non ci riuscì.

-Ma Alicia, lei...?-

-Lo sa. L'ha scoperto ieri sera alla festa.- disse Katie, alzando la lettera di George.

Leanne si incupì e sia Katie sia Suzanne, benché non vicinissime, riuscirono ad intravedere le lacrime solcarle il viso.

-Leanne, lei non voleva ferirti.- provò Katie, ma Leanne mise su un'espressione furiosa.

-Non ditele che io so.- disse, asciugandosi gli occhi -Dopo le lezioni, nel Parco, voglio giocare ad obbligo o verità. Ci sarete?-

-Certamente.- disse Suzanne, felice di poter vedere la disfatta di Daphne.

-Io... non penso sia la scelta migliore, Leanne.- disse Katie, cercando di farla ragionare.

-Non cambio idea, Katie, ci sarai o no?-

-Io... d'accordo, ci sarò.-











Il gruppo sapeva bene che, quando si giocava ad obbligo o verità, c'era un problema da affrontare.

Nessuno ricordava bene quando fosse iniziata quella pratica per risolvere qualche incomprensione fra di loro, ma era il solo modo che conoscevano per essere assolutamente sinceri.

Non utilizzavano la magia, ma, quando giocavano, sembrava esserci una sorta di incantesimo che impediva loro di mentire e di essere onesti.

Un'altra cosa che sapevano bene era che il problema era sempre di chi proponeva quel gioco. E quella volta ad avere l'idea era stata Leanne.

Chris, all'inizio, temette che il problema fosse lui, ma poi si ricordò che Leanne aveva sempre chiarito a lui di persona i suoi fastidi.

Agnes era semplicemente interessata a scoprire l'ennesimo guaio in cui qualcuno del gruppo si era cacciato e pregò che non fosse Suzanne. Di solito era sempre Suzanne.

Tamara e Paul erano più che altro confusi. La prima non si era accorta di niente, mentre Paul aveva solo notato una crescente agitazione di Sue ogni volta che si toccava l'argomento “altro gruppo”.

Daphne provò a lanciare delle occhiatine discrete a Mantis, ma non riuscì a decifrare nulla.

Katie era agitatissima, ma nessuno, eccetto Tamara, parve notarlo.

Finn e Suzanne erano gli unici tranquilli.

-Bene. Chi vuole iniziare?- domandò Leanne, stranamente allegra.

-Io, dai.- disse Christopher, scegliendo a caso -Kat, obbligo o verità?-

Katie saltò su e mormorò.

-Obbligo.-

-Ti obbligo a dirci la verità su te e George.- disse lui, con un sorrisone che la fece tranquillizzare un po'.

-Non c'è assolutamente niente di romantico. Lo giuro.- disse lei, poi si voltò verso Tamara. Sapeva che la ragazza avrebbe scelto Paul, come sempre, e Paul avrebbe riscelto lei, come sempre. Lo scopo di Katie era evitare che qualcuno scegliesse Leanne o Suzanne.

-Uff, che noia. Vi fate sempre la stessa domanda voi due.- brontolò Chris, strappando qualche filo d'erba.

-Vai, Katie.- disse Tamara, fingendo di non sentire.

-Obbligo o verità?-

-Verità.-

-Mmm, chi consideri la più matura del gruppo. Escludendoti, naturalmente.-

-Tra le ragazze, intendi?- domandò Tamara e, ad un cenno affermativo, disse -Penso Agnes. É senz'altro la più assennata, altrimenti non sarebbe in grado di placare Mantis.-

Tutti risero, ma l'aria tesa non parve diminuire.

-Paul, obbligo o verità?-

-Ci siamo.- mormorò Suzanne e Finn sorrise.

-Verità.-

-Chi è la persona più importante per te? Escludendo la tua famiglia.-

-Te.- disse Paul con un sorriso e Tamara ricambiò felice.

-Vomitooo.- cantò Suzanne e Christopher le fece da coro.

-Adesso Paul le farà la stessa domanda. Un classico.- disse Christopher e Paul scrollò la testa.

-Sue, obbligo o verità?-

Finn accennò un sorrisetto divertito, mentre Tamara, incredula, passava lo sguardo dall'uno all'altra.

Tutti parvero confusi e disorientati. Paul non aveva mai scelto nessuno prima di Tamara, era una specie di loro tradizione.

-Verità.-

Paul non sapeva cosa chiederle per prima. Poteva domandarle, una volta per tutte, se i suoi sentimenti per Finn fossero reali o quale fosse il problema che da giorni la logorava.

Escluse la prima opzione. Avrebbe sprecato solo la domanda.

-Cosa c'è che non va in te?-

-In generale?- domandò Suzanne, ironica.

-No, lo sai cosa intendo. Cos'hai ultimamente?-

Suzanne lanciò uno sguardo finto dispiaciuto a Daphne e poi disse.

-Beh, nascondo un grosso segreto che riguarda Daphne, ma non posso dire di che si tratta.-

Daphne, benché arrabbiata e pronta a vendicarsi, ringraziò il cielo che Suzanne fosse di parola.

-Leanne, obbligo o verità?-

Tutti stettero in totale silenzio, pronti finalmente a conoscere il reale motivo di quel gioco.

-Verità.-

-Se potessi scegliere la persona di cui ti fidi maggiormente, chi sceglieresti dopo Katie?- domandò Suzanne, conoscendo bene la risposta.

La ragazza non voleva che fosse Leanne a dire tutta la verità e sapeva che l'amica la pensava allo stesso modo. Daphne si sarebbe fregata con le sue stesse mani.

-Daphne.- disse Leanne, sincera -Tamara è come una mamma e le voglio un mondo di bene, ma non è la stessa cosa. Voglio bene anche ad Agnes e a Mantis, ma con Katie e Daphne c'è un rapporto più privilegiato, ecco.-

-Non devi giustificarti. É abbastanza normale, credo.- disse Agnes e Tamara annuì.

Daphne si rattristò e lanciò un'occhiataccia a Suzanne, capendo oramai le sue intenzioni.

-Daph, obbligo o verità?- le domandò Leanne e lei si schiarì la gola.

-Obbligo.-

-Ti obbligo a ferirmi. Oh, no, aspetta, quello l'hai già fatto.- disse lei, indurendo la sua espressione e mandando in confusione il resto del gruppo.

Solo Katie e Suzanne sapevano.

-Come?- provò Daphne, inquieta.

-Tu e Lee, hai presente?- Leanne si alzò in piedi e la guardò con pura delusione -Quando Lee mi ha lasciato, io sono corsa da te! Mi hai consolata per tutta l'estate, dicendo che meritavo di meglio e che dovevo andare avanti. Sei stata l'unica a supportarmi quando io e Katie abbiamo litigato, perché sapevi quanto il tradimento di un'amica mi avesse ferito profondamente. E poi, dopo tutte le belle parole, mi fai questo?-

Leanne, più per rabbia che per tristezza, scoppiò a piangere, ma continuò a sfidare la ragazza con gli occhi, attendendo una sua risposta.

-Io capisco che tu sia sconvolta, ma, davvero, non era mia intenzione fare quello che ho fatto.- disse Daphne, guardando in tralice Suzanne e alzandosi a sua volta -Avevo notato Lee da un po' di tempo e, quando tu sei diventata la sua ragazza, mi sono messa il cuore in pace. Poi ha scelto Alicia e, credimi, ero davvero convinta che non avrei mai avuto alcuna possibilità con lui, ma poi è andata com'è andata e adesso io e lui stiamo insieme. Tutto quello che ha passato l'ha portato fino a me per un motivo, no?-

Leanne strabuzzò gli occhi, non credendo alle parole della ragazza. Katie dovette mordersi la lingua per non rispondere, ma si appuntò in testa di dover parlare con Daphne per chiarire alcune questioni.

-Fai sul serio?- le disse Leanne, sconvolta -Cioé, vorresti dire che non sei padrona delle tue azioni, ma è il destino che vi ha unito? Qui siamo nel mondo reale, Daphne!-

-Ne dobbiamo proprio parlare davanti a tutti?- domandò lei, guardando gli altri con occhi supplichevoli.

-Ehi, siamo un gruppo.- sbuffò Chris, offeso.

-Tanto oramai lo sanno tutti come sei fatta.- si intromise Suzanne -Leanne sarà anche tua amica, anche se fatico a crederlo, ma sembri avere una sorta di invidia nei suoi confronti. Prima Chris, ora Lee. Le ruberai il marito un giorno?-

Daphne non rispose alla provocazione, ancora intenta a trovare qualche parola di conforto per Leanne che, in lacrime, attendeva spiegazioni.

-Senti, Lee mi piace molto. Non voglio lasciarlo, ma allo stesso tempo non voglio perdere la tua amicizia.-

Leanne la trafisse con gli occhi.

-É un po' tardi per questo.- le disse e poi scappò via, lontana dagli altri che rimasero un po' scioccati.

-Ci penso io.- disse Katie, pulendosi la divisa -Chris, vieni con me?-

Chris scosse la testa.

-Io devo andare... via. Ci si vede dopo, eh.-

Katie mostrò un'espressione confusa e, ad un'occhiata al gruppo, capì che il dubbio era comune.

-Ti accompagno io.- le disse Agnes, un po' provata dal fatto che i suoi amici stessero litigando di nuovo.

Suzanne non si mosse di un centimetro, indecisa su cosa fare. Seguire Agnes e consolare Leanne? Correre dietro a Chris per capire cosa gli fosse successo? O continuare a litigare con Daphne?

Incerta, rimase in silenzio, mentre sentiva le occhiate degli altri su di sé.

-É stata una delle migliori partite mai giocate.- ironizzò Finn, dandole una gomitata per farla sorridere e riuscendoci.

-Peccato che tu ultimamente te ne sia perse un po'.- rispose lei, sempre con quel suo solito sorriso divertito.

-Ti sono mancato troppo?-

-Non ho sentito minimamente la tua assenza.-

-Ah, no?-

Finn prese a solleticarle i fianchi, facendola ridere a crepapelle.

Tamara accennò un sorriso, ma si spense alla vista di un Paul decisamente contrariato.

Daphne, vedendo la scena, parve animarsi.

-Pauly, tu e Finn avete fatto pace alla fine?- domandò lei, fingendosi innocente.

Finn e Suzanne smisero di scherzare e la ragazza guardò Daphne come impietrita.

-No.- le sillabò, quasi pregandola.

Ma, oramai, la bomba stava per esplodere.

-Tu e Finn avete litigato?- domandò Tamara a Paul, chiedendosi perché il ragazzo non gliel'avesse detto.

-Sì.- riprese Daphne, lanciando un'occhiataccia a Suzanne che le andò addosso e le mise una mano sulla bocca.

-Zitta!-

-Mantis, che sta succedendo?- sbottò Tamara, guardando prima lei, poi Paul ed infine Daphne che disse.

-Hanno litigato per lei.-

Tamara quasi sbiancò, ma continuava a fissare Paul, aspettando che lui negasse ogni cosa.

-Credo che oggi Paul abbia mentito. Non sei più la persona più importante per lui, Tam, è da un pezzo, oramai.-

Suzanne le schiaffeggiò una guancia, arrabbiatissima. Daphne, benché colpita da quel gesto, mantenne il sorriso, mentre Paul e Finn non sapevano cosa dire.

-Tamara, è stata una cosa stupida. Hanno litigato perché io e Finn...-

-Non provarci, Mantis, lascia stare.- la interruppe Tamara -Se fosse stata una cosa stupida, Paul me ne avrebbe parlato. Ho bisogno di stare sola adesso.-

-Non fare la scema, amore, vieni qui.- disse Paul, trattenendola per un braccio -Andiamo a parlare, okay?-

Tamara annuì e Paul la trascinò lontano da loro, mentre Finn li seguì con lo sguardo fino a che non scomparvero dalla loro vista.

-Sei proprio un'idiota di prima categoria!- tuonò Suzanne, avvicinandosi di nuovo a Daphne, ma venne fermata da Finn che si mise in mezzo fra le due.

-Tu non hai mantenuto la promessa, perché io avrei dovuto fare diversamente?-

-Io non ho fatto proprio niente! Ieri sera il tuo intelligentone di ragazzo si è ubriacato e ha spiattellato tutto all'altro gruppo; George l'ha scritto a Katie che ne ha parlato con me...-

-Che ne hai parlato con Leanne. Quindi non hai mantenuto la promessa.- la interruppe Daphne, alzando le braccia per sottolineare il fatto.

-No! Ha sentito me e Katie parlarne!- sbottò Suzanne, stanca -Ti rendi conto che hai messo in mezzo Tamara in una questione che riguardava solo me e te?!-

-In realtà la questione riguardava me e Leanne.- precisò Daphne, ancora scettica sulla veridicità delle parole della ragazza.

-Sei stata tu a mettermi in mezzo, per cui ora ci sono dentro anch'io.-

Finn allontanò Suzanne e la trattenne tra le braccia.

-Okay, smettetela. Litigare non serve proprio a niente, dobbiamo pensare a Leanne e a Tamara ora.- disse lui, mentre Suzanne si rilassava, si scostava da lui e diceva.

-Invece è esattamente quello che serve. Finalmente tutti hanno capito che razza di persona sei.-

E, prima che Daphne potesse replicare, Suzanne era già andata via.

Finn sbuffò, facendo per seguirla, ma poi si voltò verso la ragazza che aveva incrociato le braccia al petto e che lo guardava, triste.

-Adesso tutti mi odiano.- disse lei, non sapendo cosa fare e cosa pensare.

-Benvenuta nel mio mondo.-







Spiegazioni, varie ed eventuali:

Scusate l'immenso ritardo! Ho quattro esami vicini e sono imbarcata con lo studio! ç_ç

Quindi, prima di far passare delle ere, pubblico ora che ho un minuto libero.

Passiamo al capitolo.

Lee e Daphne, già.

Non mi chiedete come mi sia uscita questa coppia alquanto strana, ma sapevo che Lee non poteva rimanere solo per molto tempo, per cui ho dovuto trovargli una "compagna" ideale.

Daphne può sembrare cattiva e stronza, ma -come tutti- ha anche lei dei difetti.

Stessa cosa per Suzanne.

Per quanto riguarda Alicia e Jared, tenete presente che lei non ha mai avuto una vera e propria spalla maschile.

Katie ha George o Oliver, Angelina i gemelli e quando serve anche Lee.

Alicia no. E' legata a Lee, ma ovviamente adesso questo legame si è indebolito e Jared la aiuta -e la aiuterà- molto.

Ultima cosa: è stato TERRIBILE scrivere una festa senza tenere presente Katie. Penso che non scriverò più scene del genere! xD

Grazie a tutti! <3

Un bacione ^-^

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


 

 

Capitolo 27

 

 

Alicia si cambiò velocemente, felice che il suo turno stesse per iniziare.

Adorava ogni giorno di più quel lavoro: aiutare le persone era davvero una bella sensazione.

Quando notò delle rose rosse vicino al suo armadietto, batté gli occhi due o tre volte prima di accertarsi che fossero vere.

Prese il bigliettino e accennò un sorriso quando lesse il nome scritto con una grafia ordinata. Quelle rose non erano per lei.

-Buongiorno, tesoro.-

Matt la salutò con un cenno della mano e iniziò a cambiarsi a sua volta.

-Non sapevo che avessi un ragazzo.- le disse lui, accennando ai fiori che Alicia teneva ancora in mano.

-Infatti non ce l'ho.-

A Matt brillarono gli occhi per la curiosità.

-Uhuh, chi è l'ammiratore segreto, allora?-

Alicia gli sorrise.

-No, non sono per me. Sono per Rouge.- disse lei, posandoli vicino all'armadietto della ragazza -Sarà il suo anniversario con il marito.-

-Chi ha un marito?- domandò Rouge, entrando svogliata nello spogliatoio e notando le rose.

-Ancora!? Quel tizio non sa proprio accettare la parola “no”.-

-Di chi stai parlando? Di Jared?- chiese Alicia, confusa.

-Chi?- ripeté Rouge, poi quasi illuminandosi -Ah, il tuo amico. No, parlavo del guaritore Daniels.-

Matt e Alicia si scambiarono un'occhiata.

-Il guaritore Daniels ci prova con te?- domandò Alicia, incredula.

Rouge fece spallucce, come se fosse ordinaria amministrazione.

-Lo conoscevo da un po' di tempo. Era un amico di una mia amica.- disse Rouge, legandosi i capelli -Una lunga storia che vi risparmio. Visto che l'ultima volta che mi sono imbarcata in una relazione mi sono ritrovata sola e incinta, stavolta lascerò perdere.-

-Scusa, ma quanti anni hai?- le chiese Matt, soprapensiero.

-Venti. Perché?-

-Hai solo due anni in più di noi?!- sbottò Jared, appena arrivato.

-Buongiorno anche a te, moccioso.-

Jared aggrottò la fronte, ma poi accennò un sorriso.

-Non puoi chiamarmi più così oramai. Hai solo due anni in più di noi!-

-Jared, non è che se lo ripeti ricevi una medaglia, sai?- gli fece notare Alicia, ridendo però davanti all'espressione ancora scioccata dell'amico.

-Sembro così vecchia?- sbuffò Rouge, rivolta a Matt che fece spallucce e disse.

-No, ma hai una figlia di... Quanti anni hai detto che ha Kaila?-

-Veramente non l'ho detto. Ne ha tre, contenti? Così adesso quello ci resta secco.-

Jared fece i conti sulle dita e mise su di nuovo un'espressione sconvolta.

-L'hai avuta a diciassette anni!? O Merlino!-

-Jared!- lo rimproverò Alicia, poi si voltò verso Rouge, curiosa -Come hai fatto a finire la scuola?-

-Beh, mi sono messa d'accordo con Madame Maxime in modo da non dover saltare l'ultimo anno; poi con l'arrivo della bambina e tutto il resto non sono riuscita a studiare per il test a Medimagia e mi serviva un lavoro che fruttasse subito. Solo quest'anno ho messo a posto ogni cosa e chiuso definitivamente la vita da ragazza madre.- chiarì Rouge, prendendo le rose e buttandole nel cestino, senza nemmeno leggere il biglietto.

-E il padre?- chiese Matt, cercando di essere il più discreto possibile.

-Lavora al Ministero a quanto ne so.- disse Rouge con stizza -Ogni tanto passa a salutare la piccola, ma non parliamo un granché. Il suo cervello si è fermato a sedici anni.-

-Ohoh.- disse Jared, come se avesse capito tutto.

Alicia lo squadrò in malo modo, alzando un sopracciglio, ma preferì tacere.

-E tu, Matt? Quale rivelazioni scottanti della tua vita sentimentale vuoi raccontarci?- chiese Rouge, tanto per chiedere.

-Vi ho già raccontato tutto, fanciulli. Sto con questo tizio sposato, ma non penso durerà a lungo.- rispose Matt, alzando gli occhi al cielo quasi fosse colpa di qualche divinità.

-E tu, Jared?- continuò Rouge, chiudendo l'armadietto e sistemandosi il camice.

-Io? Beh, sono single ora.- disse lui -Ma purtroppo non possiamo più perdere tempo. Il nostro turno è già iniziato, forza.-

Matt e Rouge uscirono per primi, seguiti a ruota da Jared, mentre Alicia, pensierosa, stette ancora pochi minuti da sola.

Il largo sorriso di Jared non l'aveva convinta neanche un po'.

 

 

 

 

-Oliver, sei stato bravissimo!- disse Nolween a fine partita, dopo averlo aspettato di fronte agli spogliatoi.

-Davvero? Avrei potuto parare anche il primo goal e invece...-

-Non è importante quel primo goal. Abbiamo vinto!- continuò lei, abbracciandolo con felicità e facendolo un po' imbarazzare.

Non era abituato a slanci d'affetto femminili, eccezion fatta per Katie; ma Katie era Katie.

Oliver, però, era un giocatore famoso oramai e, com'era prevedibile, aveva un folto gruppo di fan, per lo più ragazze.

-Vuoi fare qualche foto o qualche autografo prima di andare?- chiese Nolween, con un tono che lo fece sorridere.

-Non ti va a genio che io mi fermi con i fan, vero?- domandò Oliver -Sei invidiosa della mia popolarità?-

Nolween alzò gli occhi al cielo. Fortuna che quel ragazzo era tonto in materia femminile, altrimenti anche un cieco avrebbe capito che lei, la modella più famosa nel mondo magico, era gelosa di qualsiasi ragazza gli saltasse addosso.

-Sei famoso da neanche un giorno e già ti monti la testa!?- lo prese in giro lei ed Oliver acconsentì ad evitare, solo per quella sera, la schiera di ragazzine urlanti.

-Oliver.-

-Uh?-

Nolween gli mostrò un sorriso perfetto e, rossa in viso, gli disse.

-Non ti ho mai ringraziato per l'anno scorso.-

Oliver le fece segno di non capire.

-A San Valentino, sciocco!- sbottò Nolwenn ed Oliver le strinse una mano.

-Non ti avrei lasciata in quella casa per nulla al mondo.-

-Già. Il divorzio dei miei è stato peggiore del previsto, ma non avrei mai pensato che se ne sarebbero dette tante proprio il giorno di San Valentino.-

Oliver le sorrise comprensivo e Nolween gli si mise a braccetto ed appoggiò la testa sulla sua spalla.

-Sei il migliore, Oliver Baston, sono fortunata ad averti.-

-Anch'io ti voglio bene, sei una cara amica.- disse Oliver, accarezzandole la testa -I miei non sono divorziati, ma so come ci si sente. Katie ha passato le stesse cose.-

-Davvero? A vederla non si direbbe.- se ne uscì lei, sorpresa -È sempre sorridente e felice, quasi come se il mondo per lei fosse perfetto.-

-Già, è fantastica, vero?-

Nolween lo guardò negli occhi e strinse appena le labbra.

-Lo è, ma anche tu lo sai. Non dimenticarlo mai, Oliver.-

Oliver, imbarazzato, non disse niente, godendosi il silenzio e la compagnia che l'amica gli concedeva.

 

 

 

 

Katie si svegliò stanca quella domenica mattina.

Aveva studiato per tutta la settimana fino a tardi e aveva cercato, correndo da una parte all'altra come solo lei sapeva fare, di mettere pace nel suo gruppo.

Le persone cambiavano, ma il suo ruolo sembrava rimanere sempre lo stesso tra i suoi amici.

Era sempre il paciere della situazione.

Era stata aiutata spesso da Agnes, neutrale come lei, mentre Finn aveva preferito trascorrere il suo tempo con tè verde.

Katie non aveva mai odiato nessuno, ma con Finn non c'era lo stesso rapporto che c'era con gli altri.

Finn sembrava essere legato solo a Paul e a Suzanne e sembrava volerlo dimostrare ad ogni costo.

Scesa dal letto, Katie corse verso quello di Leanne, ma lo trovò vuoto.

Anche Agnes e Suzanne non c'erano, così Katie ne approfittò per parlare con Tamara.

-Ehi, Tammy, svegliati.-

Tamara aprì un occhio e le mostrò subito un sorriso dei suoi.

-Buongiorno.-

-Buongiorno a te. Come vanno le cose tra te e Paul?-

Tamara si mise a sedere sul letto e fece un accenno di risata.

-Non c'è bisogno di chiedermelo ogni giorno, Kat, abbiamo chiarito, tranquilla.-

-Questa storia mi ha messo in agitazione e non so cosa fare per scusarmi! Se io non avessi chiesto nulla a Mantis, Leanne non l'avrebbe sentito e lei e Daphne sarebbero ancora amiche!-

Tamara scosse la testa.

-La verità sarebbe venuta a galla prima o poi e Leanne avrebbe agito allo stesso modo. Non darti la colpa per ogni cosa che accade a noi o ai tuoi amici.-

Katie la guardò con un'espressione triste.

-Ahh, fatti abbracciare dai.-

Tamara la strinse a sé proprio come una vera mamma e a Katie, per la prima volta, sembrò di stare tra le braccia di Angelina.

-Siete sveglie. Era ora.-

Suzanne entrò sbadigliando nel dormitorio.

-Devo parlare con... -la ragazza fece finta di pensarci-... Katie!-

-Volevo scrivere delle lettere prima di colazione, Mantis. È importante?-

-Sì, lo è. Non preoccuparti, Tamara, è una cosa che riguarda Katie.- disse Sue, per paura che Tamara si sentisse esclusa.

-Riesco a scriverne almeno una?-

-Sì, ma fai in fretta.- rispose Suzanne, tagliente come sempre.

Katie si mise al lavoro. Voleva davvero scrivere a George ed Oliver quella mattina, ma doveva accontentarsi di scrivere solo ad uno dei due.

Scelse George senza neanche pensarci.

 

Caro Gemello Preferito, alias Georgie, alias George,

la festa è stata un successone, eh?

Stare troppo con Alicia e Mantis mi fa male, lo so, ma a parte gli scherzi sappi che le notizia di Lee e Daphne ha fatto il giro dell'altro gruppo e non ti dico che dramma è scoppiato!

Odio vedere la gente litigare, lo sai, ma sembra che sia il mio destino avere degli amici litigiosi e problematici... Ma vi adoro comunque!

Mentre la tua cara pulce mette pace ad Hogwarts, ti invio un pezzetto del mio ruolo da paciere per fare in modo che tu, come mio allievo, possa far chiarire Alicia e Lee.

Lo farei per me, vero?

Ah, dimenticavo, la prima gita ad Hogsmeade è il prossimo week-end! Non vedo l'ora di vederti! Mi mancate, tu più di tutti!

Ti mando una marea di sorrisi radiosi (li definisce così, no?) e... basta. Gli abbracci li avrai ad Hogsmeade.

Salutami tutti!

La tua pulce.

 

-Fatto?- chiese Suzanne per la seconda volta e Katie annuì, dando una veloce rilettura e ripiegando il foglio.

-Andiamo. Te ne parlo mentre andiamo alla Guferia.-

-Okay.- disse Katie, saltando su dalla sedia -Tammy, a dopo.-

Tamara, immersa nei libri, accennò un saluto a tutte e due.

-Cos'è successo?- domandò Katie spaventata e Suzanne la tranquillizzò.

-Niente di grave. Solo... credo che stia per esplodere un'altra bomba.-

-Perché?-

Suzanne abbassò la voce e salì le scale dietro Katie.

-Beh, il fatto che Daphne in questi giorni se ne sia stata lontana per via di Leanne mi conforta parecchio.-

-Mantis!-

-Volevo mostrare la mia gioia a qualcuno.- riprese Suzanne con semplicità -Ma ultimamente un'altra persona non si sta più facendo vedere.-

-Finn? Sta con tè verde, no?-

Suzanne scossa le testa.

-Ho detto “persona”. Se avessi voluto parlare di Finn avrei detto “coso” o “idiota”, qualcosa del genere.- chiarì lei -No, intendevo Chris.-

Katie, che pensava davvero che Sue avesse qualcosa di serio da dirle, si rilassò e disse.

-È a caccia di ragazze, come al solito.-

-No, ho controllato.-

-Tu e la tua mania di investigare!- sbottò Katie con un sorriso, ancora convinta che non ci fosse nulla di problematico.

-Ho chiesto in giro e da quanto ho capito Chris ha una ragazza fissa adesso.-

Katie sorrise.

-È fantastico!-

-No, non lo è.- sbottò Suzanne, seria.

Katie mise su un’espressione confusa.

-Non ti sembra strano che proprio adesso Chris abbia deciso di stare con una sola ragazza e di arrendersi con Leanne?-

Katie si rifletté su, ma non rispose.

Il comportamento strano dell'amico durante l'ultimo obbligo o verità aveva insospettito tutti.

-Katie, non ci arrivi!? Chris è convinto che a Leanne piaccia ancora Jordan!-

-E anche se fosse, Mantis?- riprese Katie, tranquilla -Leanne ha respinto Chris un sacco di volte, forse a questo punto è meglio che si rassegni con lei e che metta la testa a posto.-

Suzanne scosse la testa.

-Non posso credere che tu non veda il problema.-

-Spiegamelo tu.- propose Katie, aperta al dialogo.

-Lascia stare.- rispose lei, salutandola con la mano ed allontanandosi.

 

 

 

Angelina era euforica quella mattina.

Non solo Gwenog Jones l’aveva fatta giocare nel secondo tempo dell’ultima partita delle Holyhead, ma era riuscita addirittura a segnare un goal importante.

Tutto sembrava andare per il verso giusto.

Certo c’erano ancora alcune questioni irrisolte, come i problemi fra Alicia e Lee –che sembravano non finire mai- o la lontananza di Katie che si faceva sempre più sentire: era difficile andare d’accordo senza il membro del gruppo più pacifico.

Angelina poi sapeva che la più piccola continuava a stare dietro ad Oliver che, alla festa, le era sembrato sempre più legato a Nolwenn.

E poi c’era George, ovviamente.

Aveva davvero accettato la storia fra lei e Fred?

Era così sereno alla festa, ma le era parso anche molto solo. Era lui a sentire maggiormente la mancanza di Katie e questo la metteva ancora più in agitazione.

In effetti in generale non sembrava filare proprio tutto per il verso giusto.

Esclusi il Quiddich e Fred tutto il resto stava andando alla deriva, compresi i rapporti del gruppo.

Probabilmente era la sola a non avere un problema o comunque ne era stata davvero convinta fino a quando non l’era arrivata una lettera di scuse da parte di Fred, che annullava, ancora una volta, il loro appuntamento per quel pomeriggio.

Forse dopotutto si era sbagliata.

Anche lei aveva un problema.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Fred, non ce n’è bisogno. Dico sul serio.- disse George per la centesima volta, mentre il fratello alzava gli occhi al cielo.

-Fratellino, fidati, hai bisogno di accoppiarti.- rispose Fred come se nulla fosse –Quand’è stata l’ultima volta che sei stato con una ragazza? Baciare la mia non conta.-

George gli fece segno di abbassare la voce, alcuni clienti avrebbero potuto sentire i loro discorsi.

-Non mi rispondi?- continuò Fred.

-Queste sono cose private.- disse George –Non vengo a raccontarti ogni cosa, sai?-

-Lo so, ma dimentichi che sei il mio fratellino, per cui conosco tutto di te.- ribatté il gemello, con espressione ovvia- Hai bisogno di sesso e Verity sembra la candidata perfetta.-

-Odio questi discorsi con te.- disse George con un sorriso –Mi sembri una persona perversa.-

-Lo sono.- ammise Fred, poi ripensandoci –Cioè lo ero. Comunque fino a quando non troverai una tua Angelina, dovrai scaricarti in un qualche modo, no? E Verity ti fa gli occhioni dolci da diverso tempo.-

-Magari li fa a te, dato che non riesce a distinguerci.-

-In effetti mi chiedevo come potessi piacergli tu. Insomma, mi ha visto bene?- domandò Fred, ammiccando nella sua direzione.

George represse una risata e guardò verso la loro commessa.

In effetti era davvero carina.

-Quindi, annullo l’appuntamento con Angie e ti organizzo una seratina con la nostra amica.-

-Perché non potrei farlo io?- domandò George, curioso.

-Sei sempre stato timido con le ragazze. Almeno, più timido di me.- disse Fred, pensando al fatto che George era tutt’altro che timido –E poi devi farti desiderare! Vedrai, ti farò trascorrere una serata indimenticabile.-

-Il tuo tono malizioso mi spaventa.-

-E fai bene. Ne uscirai sfiancato.-

-Fred!-

 

 

 

 

-Allora chi è?-

Jared alzò gli occhi dalla cartella del suo ultimo paziente e guardò dubbioso Alicia.

-Chi è chi?-

-La ragazza con cui stai uscendo.- riprese la ragazza –Ci deve essere una ragazza. L’espressione dello spogliatoio voleva dire molto di più.-

-Sei brava a leggere le facce delle persone.- ammise Jared, con finto tono sorpreso, riabbassando lo sguardo e continuando a scrivere.

-Merito di Angie in realtà.- disse lei –Allora, chi è?-

-Chi era, vorrai dire.-

Alicia trasalì e Jared chiuse la cartella e mise la penna al sicuro nel suo taschino.

-Vorresti dire che è… ?-

Jared sobbalzò e poi gesticolò con le mani come per fermarla.

-No, no, nel senso che ci siamo lasciati da un pezzo! Non intendevo morta o qualcosa del genere.-

Alicia ricominciò a respirare e tornò serena.

-Allora è finita male? Vi siete lasciati con dei rimpianti o è successo qualcosa?-

-Perché tutte queste domande? Stavamo insieme ed ora non più, non c'è nulla da dire in merito.- sbottò Jared, sperando di chiudere il discorso.

Alicia non si diede per vinta.

-Mi hai aiutata tante volte e adesso voglio poter fare lo stesso. Ti prego, raccontami qual è il problema.-

Jared la guardò negli occhi e sorrise.

Era strano vederla preoccupata e allo stesso tempo dolce.

Era ancora più bella con quell'espressione tenera del volto.

-Theresa era la ragazza più carina del mio anno. Tutti i ragazzi cercavano di uscire con lei, me compreso. Era una di quelle persone che piacciono sempre a tutti, che cerca di piacere sempre a tutti.-

Alicia storse il naso, ma non lo interruppe.

-Al quarto anno decise di uscire con un ragazzo più grande, uno simile al tuo Anderson. Stettero insieme per due anni, credo, e poi si lasciarono. In quel momento io e lei ci avvicinammo molto e diventammo amici, poi le chiesi di uscire e, beh, divenne la mia ragazza. Stiamo stati insieme per circa sei mesi, prima che mi rendessi conto che il suo scopo era quello di fare ingelosire il suo ex per tornarci insieme. Direi che ci è riuscita: sono tornati insieme subito dopo la nostra rottura.-

Jared, che non aveva mai distolto lo sguardo da quello di Alicia, attese il suo commento che tardò ad arrivare.

-Su, Alicia, dimmi che ti dispiace e torniamo a lavorare.-

-Avresti dovuto capirlo prima.- disse Alicia -Come hai fatto a non accorgetene?-

-È davvero pessimo il tuo modo di consolare le persone, comunque hai ragione. Essere innamorato ti fa fare un sacco di stronzate.-

-Come hai reagito quando l'hai scoperto?-

-Meglio che non te lo dico, probabilmente non mi guarderesti più in faccia.- ammise Jared, ghignando in maniere strana.

-In che senso?- domandò la ragazza, stranita.

-Alicia, tu mi conosci poco, ma fidati non sono una brava persona.- concluse Jared, prendendo le sue cartelle e filando via come se nulla fosse.

 

 

 

 

-Buongiorno.- disse Lee, sentendo la campanella del negozio e correndo dal retro per ricevere il cliente.

-Alicia?-

-Ciao, Jordan. Hai da fare? Perché posso ripassare e...-

Lee, che era ancora sconvolto nel vederla lì dopo quello che era successo, le corse incontro e la fermò.

-Resta.- le disse con semplicità, poi le porse una sedia che lei rifiutò.

-Farò in fretta, te lo prometto.- disse lei.

Sembrava strana. Nervosa e quasi preoccupata, probabilmente doveva dirgli qualcosa di serio.

-Sarei venuto io appena avessi trovato un momento libero.- le disse Lee, cercando di non risultare scioccato.

-Lo so, ma non devi preoccuparti per quella famosa sera. Voglio dire, è stato strano sapere che frequenti già un'altra persona, ma va bene perché non stiamo più insieme e tu sei libero di vedere chi vuoi.- ribatté Alicia, agitando le mani -E sarebbe stato tipico della vecchia me non rivolgerti più la parola e trattarti come se fossi una persona orribile, ma non sono più così. Sono cresciuta, maturata e capace di essere più razionale. Esci con chi vuoi, non m'importa più oramai.-

Lee aprì la bocca, ma non riuscì ad emettere alcun suono.

-B... Be-bene.- sussurrò, poi quasi riprendendosi -Cioé, sono felice che ci siamo chiariti, ma voglio che tu sappia che per ora fra me e Daphne non è una cosa seria. Non come lo era fra me e te.-

-Lee, non mi devi delle spiegazioni.- mormorò Alicia, sorridendogli.

-D'accordo.- rispose lui, sorridendo a sua volta.

Stettero a guardarsi per diversi minuti prima che Lee si decidesse a parlare di nuovo.

-Adesso però sono confuso. Perché sei qui?-

-Volevo farti qualche domanda a proposito di Jared.-

-Jared?- ripeté Lee, scettico.

-Sì, lui. Parlando di ex, mi ha parlato di una certa Theresa e volevo sapere se tu ne sai qualcosa.-

-Cosa vuoi sapere esattamente, Alicia?-

-Com'era Jared a scuola? Mi ha detto di essere una persona cattiva e tu sei il suo migliore amico, no? Saprai certamente qualcosa in più.-

-Jared è sempre stato abbastanza schivo circa la sua vita a Durmstrang, ma da quel che ne so ha avuto diversi problemi. Ha finito la scuola per miracolo e non era per i suoi voti. È stato sospeso un sacco di volte. Non so altro.-

Alicia annuì.

-Grazie. Ora devo andare.-

Lee fece per avvicinarsi e salutarla con un abbraccio, ma lei si girò di scatto e lo salutò talmente veloce che Lee non ebbe tempo di ricambiare.

Il signor Burrow uscì dal retro e si avvicinò al ragazzo.

-Era lei?-

-Già.- sospirò Lee, prendendo una scopa ed iniziando a spazzare il pavimento con decisione.

-Molto carina, figliolo.- disse il vecchietto con un sorriso -Anche se da quello che ho sentito la stai perdendo.-

-Lo sa che non è leale origliare le conversazioni altrui?- domandò Lee senza nemmeno guardarlo -Un momento, cosa vuol dire che la sto perdendo?-

-Sembrava parecchio interessata a quel Jared, non l'hai notato?-

Lee lasciò la presa sulla scopa che cadde a terra rumorosamente.

 

 

 

Suzanne individuò Daphne in Biblioteca, intenta a studiare da sola.

Prese un respiro profondo ed entrò, certa di quello che sarebbe potuto succedere.

Suzanne raramente entrava in Biblioteca: adorava leggere, ma Madama Pince era a dir poco insopportabile.

La donna, non appena la vide, le lanciò uno sguardo poco rassicurante, ma non disse nulla e tornò alle sue faccende.

Daphne la vide per caso, alzando appena gli occhi dal suo libro e guardandola con sospetto.

-Tregua, Holsen. Abbiamo un problema.- le disse Suzanne a bassa voce, sedendosi accanto a lei.

-E perché dovrebbe importarmi? Mi odiate tutti adesso, per cui quello che succede fra voi non è affar mio.- dichiarò Daphne, prendendo un altro volume ed aprendolo di fronte a sé.

-Lo so che io e te non ci sopportiamo e, credimi, se non ci fosse un enorme problema non sarei mai venuta a chiederti aiuto.-

-Non hai altre persone che possano aiutarti?- chiese Daphne, ora curiosa.

-No.- affermò sicura Suzanne -È una questione che solo io e te possiamo risolvere.-

-Mi hai fatto litigare con tutti e mi sembravi anche felice della cosa. Dimmi perché dovrei darti una mano?- sbottò Daphne, cercando di contenere la voce perché Madama Pince si stava interessando alla loro discussione.

-Perché potrei mettere una buona parola per te con Leanne. E gli altri ti perdoneranno di riflesso.-

Daphne ci stava pensando su, ancora sospettosa che Suzanne volesse giocarle qualche altro brutto tiro.

-Di che si tratta?- chiese infine, accettando quindi la proposta.

-Christopher.- rispose Suzanne -Ora frequenta una ragazza.-

Daphne strabuzzò gli occhi.

-Una sola ragazza?-

Suzanne annuì.

-E Leanne? Non può essergli passata la cotta per lei.-

-Infatti.- disse Suzanne -Per questo credo che ci sia qualcosa che non va. Dall'ultima partita ad “obbligo e verità” Chris è sempre strano ed è sempre più distante dal gruppo. Credo che voglia dare a Leanne i suoi spazi, ma allo stesso tempo...-

-Allo stesso tempo si prende i suoi per dimenticare Leanne.- la interruppe Daphne, iniziando a capire -Pensi che Chris creda che a Leanne piaccia ancora Lee?-

-Vedi che solo tu puoi aiutarmi. Hai perfettamente capito la situazione.-

-Lascia stare l'adulazione, non fa per te.-disse Daphne, sorridendo -E poi sono già dentro. Cosa facciamo?-

-Non lo so. Non hai idee?- chiese Suzanne, speranzosa.

-Beh, qual è il nostro scopo innanzitutto? Far tornare Chris il Chris di sempre?-

-Esatto.- rispose Suzanne -Può frequentare chi vuole, per carità, ma non voglio che si allontani da noi per un litigio fra te e Leanne. Penso abbia frainteso il suo comportamento.-

-Chris non è particolarmente sveglio.- ammise Daphne -Okay, allora. Ci sto.-

-Inizia l'operazione “Torna a casa, Chris”-

-È un nome stupido, Mantis.-

-Dobbiamo avere un piano intelligente, non un nome intelligente, Holsen.-

 

 

 

Katie riuscì a trovare un minuto libero solo dopo cena.

Lei, Tamara ed Agnes avevano progettato di studiare un po' quella sera, quindi fece in fretta e iniziò a scrivere ad Oliver.

George non le aveva ancora risposto, quindi aveva la possibilità di scrivere tranquillamente all'amico senza dover pensare ad altre lettere.

Voleva invitare anche Oliver per il prossimo week-end ad Hogsmeade, anche se probabilmente non era una buona idea.

Ultimamente Oliver sembrava infastidito dalla presenza di George e non ne aveva motivo.

Erano amici da sempre e Katie non comprendeva il perché di tanta tensione.

Prese la piuma d'oca ed iniziò a pensare a cosa scrivergli.

Se gli avesse detto di George, forse non sarebbe venuto, ma Katie non voleva rinunciare alla presenza di nessuno dei due.

Giocò con i capelli per un paio di minuti e poi annuì decisa.

 

Caro Oliver,

spero che le cose ti vadano bene.

Ad Hogwarts tutto procede come sempre, nessun guaio all'orizzonte.

O meglio, i soliti problemi dei miei soliti problematici amici!

Spero che tutti voi vi stiate dando da fare per mettere d'accordo Lee ed Alicia. Vorrei essere lì con voi per aiutarvi o per lo meno per starvi vicini ed abbracciarvi tutti!

Mi mancate troppo!

Il prossimo week-end c'è la prima gita ad Hogsmeade e vorrei che tu ci fossi.

Probabilmente Angie ed Alicia avranno da fare, ma tu cerca di liberarti!

Rispondimi quando puoi e salutami Nolween.

Ti voglio bene,

tua Katie.

 

Katie rilesse le lettere che componevano il nome di Nolween. La mano in quel punto aveva leggermente tremato, ma, fortunatamente, non si notava.

O comunque Oliver non l'avrebbe notato, che era la cosa che le importava di più.



Spiegazioni, varie ed eventuali:
Finalmenteeeeee!
Sono resuscitata da un periodaccio e finalmente posso ripubblicare.
Come dicevo in un'altra storia, il mio pc è passato a miglior vita, per cui ho dovuto comprarne uno nuovo e riscrivere -sì, avete capito bene! Sigh!- alcuni capitoli che erano andati persi.
Mi farò perdonare, promesso.
Passiamo al capitolo: nuovi problemi per il nuovo gruppo, ma soprattutto nuovissime novità per quello vecchio.
Alicia inizia ad avvicinarsi a Jared che, ormai, vede come un amico; Lee è sempre più confuso perché è difficile portare avanti una relazione con una ragazza, quando si pensa ancora alla propria ex e iniziano i primi guai in paradiso per Fred ed Angie.
Ma soprattutto i tre protagonisti dei prossimi capitoli saranno soprattutto Katie, George ed Oliver.
Finalmente scopriamo il motivo dell'uscita di San Valentino fra Oliver e Nolween e chissà che Katie non venga a scoprire la verità. Nel frattempo la pulce inizia a vedere che il vecchio gruppo non è più unito come un tempo, anche se non ne sembra preoccupata. E, dopo tutte le sue pene, Fred combina un appuntamento a George con Verity. Che sia la volta buona che George trovi finalmente un minimo di serenità?
Vedrete cosa succederà nel prossimo capitolo xD
Ringrazio come sempre tutti: chi legge, chi recensisce e chi aggiunge la storia alle liste. Grazie mille <3 Questa storia, oramai, è diventata importantissima per me e sono felice che a qualcuno possa piacere ^-^
A presto (questa volta davvero!), un bacio <3



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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

 

-Smettila di fissarli, Mantis.- sussurrò Daphne per la quarta volta, dando una gomitata all'amica e facendola trasalire.

-È più forte di me.- rispose Suzanne, mettendo su il muso -Insomma, guardali! Da quando Chris tratta una ragazza così dolcemente? Esclusa Leanne, si intende.-

-Da quando ha una ragazza.- precisò Daphne, facendola innervosire ancora di più.

Suzanne si voltò a guardarla.

-Cosa facciamo? È da una settimana che pensiamo e non abbiamo ancora trovato modo di rimediare a quello.-

La ragazza indicò la coppia, intenta a scambiarsi occhiatine romantiche e Daphne sospirò.

-Il week-end è vicino. Dobbiamo cercare di non farli andare insieme ad Hogsmeade.-

-Come?-

Daphne fece spallucce.

-Non lo so ancora, ma...- si interruppe e sbatté le palpebre un paio di volte -Oh, Merlino, quella è Leanne o sbaglio?-

Suzanne si voltò dall'altra parte, distogliendo gli occhi da Chris e la sua ragazza.

Quando lo fece, vide Leanne intenta a scrutare Chris. Sembrava tutt'altro che felice.

-Che sta facendo?-

-Sta facendo esattamente quello che stai facendo tu.- spiegò Daphne -Solo che tu non sei interessata a Chris.-

Daphne sembrò pensarci su, poi chiese.

-Non sei interessata a Chris, vero?-

-Cosa? No! Stai scherzando?- sbottò Suzanne, sconvolta.

-Meglio così perché Leanne sembra esserlo. Guarda come lancia loro  delle occhiatine. Tipico sguardo di una ragazza gelosa.-

-Davvero?- chiese Suzanne, voltando la testa da Chris a Leanne.

Daphne alzò gli occhi al cielo.

-Ne hai di cose da imparare sull'amore.-

 

 

 

 

-Buonciorno.-

-Portatelo nella sala blu, mentre invece la donna di corsa in sala emergenze. Forza!-

Alicia indicò ai maghi le sale e poi corse verso due uomini coperti di sangue.

-Siete feriti?-

-No, non è nostro.- spiegò quello più alto con i baffi -È di quella donna. L'abbiamo vista in quello stato e non sapevamo cosa fare.-

-Avete fatto bene a venire subito qui. Si riprenderà, vedrete. Matt, puoi portare i due signori in sala d'attesa. Grazie.-

Alicia si massaggiò le tempie, stanchissima.

-Buonciorno.-

Alicia guardò la ragazza di fronte a lei, le diede un'occhiata veloce e fece un sospiro. Non era ferita.

Era strano come fossero cambiate le cose. Un tempo Alicia si sarebbe preoccupata di quella pelle -candida e perfetta- dell'estranea che aveva di fronte. Avrebbe invidiato i suoi capelli mossi -quelli di Alicia si arricciavano a malapena- e la fossetta all'angolo della bocca. Le dava un'aria dolce. Sembrava Biancaneve, la protagonista di una fiaba che suo padre le raccontava sempre da piccola.

Ora, invece, Alicia era solita controllare le persone come se fossero tutti dei potenziali pazienti.

I tempi erano davvero cambiati. In peggio.

-Scuzi, posso chiederle un информация*?-

-Ehm, non parlo la sua lingua, mi dispiace. Comunque l'orario di visita inizierà fra tre ore. Può accomodarsi in sala d'attesa o può tornare più tardi.-

-No, io...-

-Emergenza, emergenza!-

Un mago ed una strega entrarono di corsa, portando un bambino con una gamba insaguinata.

Oh, no!” pensò Alicia, provando a trovare le forze.

-Di qua, presto!-

 

 

 

 

-Alloooora, com'è andata?-

George accennò un sorriso e diede il resto ad una strega paffuta che lo ringraziò e andò via.

-Me lo chiederai fino a quando non ti dirò tutto, vero?-

-Esatto, fratellino.- rispose Fred, seguendolo per tutto il negozio -Coraggio, cosa ti costa?-

-Sono cose private, Fred. Non vengo mica a chiederti di te ed Angie, ti pare?-

-Questo perché soffriresti solo!- spiegò Fred, in maniera semplicistica -Se sapessi che ti è passata la cotta per Angelina, ti racconterei ogni cosa.-

George scosse la testa, rassegnato.

-Non provi neanche a far finta di niente. Quante volte dovrò dirti che mi dispiace?-

-Non me l'hai ancora detto.- disse Fred, poi, alzando lo sguardo, aggiunse -O forse sì, non ricordo.-

-Okay, mi dispiace di aver baciato la tua ragazza e di averla messa in crisi. E... cos'altro ho fatto?- domandò George.

-Hai ferito il tuo fratellino adorato, ma ti perdono perché adesso stai rimediando. Infatti tu e Verity ora...- Fred interruppe la frase, aspettando che George la concludesse.

-Sì, okay?- sussurrò lui, sperando che Verity, non molto lontano da loro, non li udisse -Siamo stati insieme, ma non stiamo insieme in quel senso. Ci vediamo solo.-

-Quindi andate a letto e basta?-

-Fred, ti prego.- lo zittì George, lanciando occhiatine a Verity.

-Era per chiarire bene la situazione.- disse Fred, alzando le mani -Bene, era questo che volevo sentirti dire, fratellino. Hai proprio bisogno di staccare dalle relazioni per il momento.-

-E non pensi alla tua di relazione?- chiese George, curioso -Sbaglio o hai dato buca ad Angelina anche oggi?-

-Ero preoccupato per te! Ed Angie doveva prepararsi per una partita importante. Ci vedremo nel week-end.- spiegò Fred, come se nulla fosse.

-Nel week-end io vedo Katie. Vi volete unire?-

-No, assolutamente.- rispose Fred -Vorremmo stare un po' da soli, capisci?-

-D'accordo.- George fece vedere la lettera di Katie al fratello e poi disse -Sembra che la pulce se la cavi bene senza di noi, anche se non vedo l'ora di vederla.-

-Ehm, ehm, Verity, buongiorno.- disse Fred, schiarendosi la gola.

-Buongiorno, signori Weasley.- salutò Verity con un sorriso -Allora, George, cosa si fa nel week-end?-

-Sono io George.- disse il ragazzo, perché Verity stava guardando il fratello -Comunque, questo week-end non possiamo vederci. Devo stare con un'amica.-

-Un'amica?- ripeté Verity, corrugando la fronte -Un'amica come me?-

George spalancò gli occhi e sorrise.

-No, stai tranquilla. È solo un'amica.-

-D'accordo, allora.- disse Verity, non convinta -Fammi un fischio quando ti liberi, signor Weasley.-

-Credo che se la sia presa.- disse Fred, dando un'occhiata alla commessa che stava parlottando con due clienti.

-Beh, se ne dovrà fare una ragione. Ho promesso a Katie che sarei stato con lei.-

-Hai appena detto che se la sta cavando, no? Quindi potresti continuare a farle fare le sue esperienze, mentre tu esci con Verity.- propose Fred, dandogli una gomitata.

-Non posso farlo.- disse George -Katie... -

-Katie è grande oramai e sarà felice di sapere che stai dimenticando Angelina.-

-È più difficile dimenticare Angelina se parli sempre di Angelina, sai?- scherzò George -E comunque credo che la pulce mi ucciderebbe se sapesse che la scarico per passare del tempo con Verity.-

-E tu non dirglielo.- disse Fred, come se nulla fosse -Inventa una buona scusa. La pulce è piena di amici e non rimarrà da sola. Senti, Georgie, credo che Verity possa proprio aiutarti.-

-Faresti di tutto pur di essere sicuro che io dimentichi la tua ragazza, vero?-

-Sbagliato. Farei di tutto pur di vederti felice.-

 

 

 

-Oliver Baston!-

Oliver si voltò e venne travolto dall'energia di Nolwenn che lo abbracciò.

-Sei libero oggi?-

-Mi sono appena liberato, perché?-

-Ho delle splendide notizie per te.- disse Nolwenn felice -Papà da una festa questo week-end e ci saranno tutti i più grandi giocatori di Quiddich del mondo. Pensavo di invitarti così conoscerai qualche stella importante.-

-Ci saranno proprio tutti?- domandò Oliver, gli occhi che gli brillavano.

-Proprio tutti.- annuì Nolwenn -In teoria è una festa privata, ma ho convinto papà a farti venire. Dimmi che ci sarai.-

-Certo che ci...- Oliver si interruppe -Hai detto questo week-end? Accidenti, Nolwenn, questo week-end devo vedere Katie.-

-Ad Hogsmeade.- disse la ragazza, annuendo.

-Già.-

-Ma non puoi rimandare? Ci saranno altre gite, mentre feste di questo tipo sono rare. Non sai quanto ho faticato per convincere papà, ti prego!-

-Io...-

-Katie capirà, vedrai!- disse Nolwenn, stringendogli il braccio -Per favore, fallo per me.-

Oliver sorrise.

-D'accordo.-

-Sì! Vado a dirlo a papà. Ci vediamo tra poco, okay?-

-Va bene.-

Nolwenn corse via. Oliver stava per entrare nello spogliatoio, ma vide un'altra figura andargli incontro.

-Angie?-

-Capitano!- Angelina gli gettò le braccia al collo e lo strinse -Sembri più magro. Mangi, vero?-

-Sì, mamma.- ironizzò Oliver -Non l'hai ancora perso il vizio di trattarci come dei bambini?-

-Siete dei bambini, soprattutto voi maschietti.-

Oliver notò un tono di disappunto nella voce di Angelina e chiese spiegazioni con gli occhi.

-Fred ha disdetto un altro appuntamento. È la terza volta questa settimana! Fortuna che il Quiddich mi tiene la mente libera.-

-Il Quiddich è sempre la cura migliore.-

Angelina sorrise.

-Anche tu non hai perso il vizio di idolatrare il Quiddich.-

-Non lo idolatro. Lo amo e basta.-

-E Nolwenn, ami anche lei?- fece un cenno alla ragazza che era corsa via ed Oliver scosse la testa.

-Niente ragazze per ora. Mi sono bastate le ultime che ho avuto.-

-Tanto, tanto tempo fa.- aggiunse Angelina, prendendolo in giro.

-Sei venuta per qualcosa o per insultarmi?- domandò Oliver, sospettoso.

-Per qualcosa. Per Katie, in effetti. Questo week-end io e Fred stiamo insieme, visto che deve farsi perdonare, per cui non staremo con voi e la pulce. Alicia lavorerà di nuovo e Lee starà con la sua nuova ragazza, immagino.-

-Rimarranno George e Katie. Perfetto.- brontolò Oliver -Voglio dire, anch'io ho un impegno.-

-Scherzi? Solo George andrà all'appuntamento con Katie?-

-Non è un appuntamento!- disse Oliver con tono isterico ed Angelina lo guardò sospettosa.

-Tutto bene, Ollie?-

-Certo, sto bene. Davvero mi dispiace, ma Nolwenn mi ha invitato ad una festa troppo importante e non posso rinunciare.-

-Speriamo che Katie non se la prenda.- disse Angelina -Casomai ci penserà George a consolarla.-

-Non dici sul serio, vero?-

 

 

 

 

 

-Alicia, quella ragazza inquietante è ancora lì.- disse Matt, passandole una tazza di tè.

-Quale ragazza inquietante?- domandò lei, seguendo il dito del ragazzo -Ah, Biancaneve.-

-Bianca chi?-

-Lascia stare. Credo che stia aspettando il turno delle visite.- disse Alicia -O almeno penso. Non è inglese, non la capisco.-

-Il turno delle visite è iniziato da un'ora, tesoro.- la corresse Matt -Provo a vedere se riesco a capirci qualcosa io.-

-È tutta tua.-

Matt si diresse verso la ragazza e provò a parlarle.

-Ehi, ragazzina, il paziente della 12 continua a lamentarsi.- disse Jared, arrivandole da dietro e facendola sobbalzare.

-Nervosetta?- scherzò lui ed Alicia lo fulminò con gli occhi.

-Non farlo più, grazie. Comunque fallo dormire, non ha niente di mortale.-

-Incastrarsi la testa in una boccia per pesci è una cosa mortale. Se non avesse bevuto l'acqua...-

-Niente, non capisco una parola.- sbuffò Matt, di ritorno.

-Te l'ho detto, è impossibile. Non riesco neanche a capire che lingua sia.- disse Alicia, compilando una cartella.

-Di chi parlate?-

-Di Biancanave laggiù.- disse Matt, indicandola.

-Biancaneve.- lo corresse Alicia e sorrise. Matt le aveva ricordato Brad.

-Theresa.- disse Jared, stupito.

-Biancaneve mi piace di più.- ammise Matt.

-No, la conosco. È lei, è Theresa.- disse Jared, guardando Alicia che aveva fatto cadere la penna.

Jared si fece vedere dalla ragazza che gli fece un cenno con la mano e lui le corse incontro.

-Chi è Theresa?- chiese Matt ad Alicia che rispose.

-La sua ex.-

-Ohoh, guai in arrivo.- ghignò Matt, accennando a tutti e tre.

-Guarda che io e Jared non stiamo insieme.- disse Alicia e, ad un'occhiata scettica di Matt, continuò -È vero!-

-Meglio per te. Le ex tornano per restare.- ammise Matt, indicando Theresa che abbracciava Jared con affetto.

 

 

 

 

-Quindi mi state dicendo che a Leanne piace Chris?- ripeté Tamara, cercando di capire bene il senso di quella frase.

-L'abbiamo visto con i nostri occhi!- esclamò Suzanne per poi correggersi -Cioé l'ha visto Daphne, perché a me sembrava la solita Leanne.-

Tamara guardò Agnes e Katie, ancora in silenzio. Paul stava riflettendo, mentre Finn sembrava, come al solito, annoiato.

-E avete indetto una riunione per questo? Non mi sembra un grande problema.- disse Finn, strappando qualche filo d'erba.

Erano al Parco e gli unici assenti erano Chris e Leanne.

-Scusaci se stiamo sprecando il tuo prezioso tempo.- sbottò Suzanne -E dimmi cosa stavi facendo di così importante prima che ti chiamassimo?-

-Ero con Tia, però non mi diventare gelosa, eh.- scherzò Finn, mentre Suzanne lo guardava con finto disgusto.

-Té verde non è più una mia amica, quindi può passare il tempo con chi vuole.- disse la ragazza, fregandolo.

-Basta voi due.- pregò Tamara, toccandosi la fronte -Ho già mal di testa. Quanto alla questione di Leanne, mi sembra molto strano che a lei possa interessare Chris. Lo rifiuta da anni.-

-Ma può aver capito solo adesso cosa prova, no?- disse Daphne, non arrendendosi -Insomma, Leanne è cresciuta con tutti noi e magari ha sempre visto Chris come un amico perché è stato proprio il suo primo amico ad Hogwarts. Poi è cresciuta ed ha iniziato ad uscire con altri ragazzi che l'hanno solo fatta soffrire e Chris le è sempre rimasto accanto sperando che si accorgesse di lui prima o poi. Credo che nel profondo Leanne ha sempre saputo che sarebbe stato Chris quello giusto, però l'ha dato troppo scontato e adesso che l'ha perso ha capito ogni cosa.-

-Uao.- sussurrò Suzanne, sorpresa.

-Daphne, in generale la penso come Tamara.- disse Katie, un po' confusa -Leanne è la mia migliore amica e non mi ha mai detto di avere una cotta per Chris.-

-Questo perché neanche lei lo sapeva... fino ad ora, è ovvio.- chiarì Daphne, sicura.

-Paul?- chiese Tamara.

-Hai visto solo uno sguardo.- disse Paul a Daphne -Potresti esserti sbagliata.-

-O potrei avere ragione.-

-Non penso che accusarla di nascondere i suoi sentimenti per Chris sia il modo migliore per fare pace con lei, Daphne.-

La ragazza si innervosì.

-Non volete darmi ragione solo perché sono io.-

-Daphne, abbiamo smesso di litigare da poco.- disse Tamara -Godiamoci questo momento di tranquillità.-

-D'accordo.- sbuffò Daphne -Vi dimostrerò che ho ragione. Mantis, andiamo.-

Suzanne le lanciò un'occhiataccia.

-Per favore.- la pregò lei e Suzanne disse.

-Meglio.-

-Non so voi, ma quelle due insieme mi spaventano un po'.- disse Katie e tutti gli altri si trovarono ad annuire.

-Aspetta, Daphne, cosa vuoi fare?- chiese Suzanne, mentre entravano nel Castello una accanto all'altra.

-Metteremo alle strette Leanne. E vedremo se non mi daranno ragione.-

 

 

 

 

 

Carissima Pulce,

purtroppo non posso mantenere la promessa. Non possiamo vederci questo week-end, causa impegni di lavoro.

Prometto che la prossima volta sarà tutto per te! Come vanno le cose fra il tuo gruppo adesso?

Qui procede tutto bene. Lee ed Alicia hanno fatto pace. Grazie al cielo Alicia è maturata molto, merito del lavoro forse.

Ti prego, non essere triste, ci vedremo presto!

A presto,

George

 

 

 

Cara Katie,

mi dispiace che ci siano problemi anche nel tuo nuovo gruppo, ma non preoccuparti per noi: ce la stiamo cavando bene.

Sono sempre più preso con il Quiddich e per questo sto per darti una brutta notizia.

Il padre di Nolwenn ha organizzato una festa, ma non una festa qualunque, LA festa.

Ci saranno tutti i più grandi giocatori di Quiddich e non posso perderla! Ti prego, non giudicarmi male!

Sono comunque contento che trascorrerai del tempo con George. Ho notato come ti renda felice averlo intorno.

Questo week-end toccherà a lui, ma il prossimo sarà mio. Promesso?

Scrivimi presto,

 

Oliver.

 

 

 

Katie rilesse entrambe le lettere e gli scapparono due lacrime. Le asciugò in fretta e provò a non pensare al fatto che i suoi amici la stessero abbandonando.

Proprio quello che aveva temuto all'inizio dell'anno.

Angelina e Fred sarebbero usciti da soli, Lee e Daphne anche; mentre probabilmente Alicia aveva fatto scambio di turno con qualcun altro all'ospedale per non incontrare Lee. Si erano chiariti, ma Alicia difficilmente dimenticava.

Ed ora anche George ed Oliver avevano di meglio da fare.

Si erano dimenticati di lei? Non era mancata proprio a nessuno?

-Ehi, Katie, tutto okay?- Leanne le si avvicinò e l'abbracciò senza aspettare una risposta.

-Cosa c'è che non va?-

-I miei amici... non verranno questo week-end.- mormorò Katie, in lacrime. Non era mai stata brava a trattenersi.

Leanne le accarezzò la testa.

-Avranno avuto i loro buoni motivi, ma non devi preoccuparti. Ci saremo io, Suzanne ed Agnes. Ci divertiremo, vedrai.-

-Grazie, Leanne.-

La ragazza le sorrise.

-Smettila di piangere.-

Katie le mostrò un sorriso e Leanne alzò un pollice.

-Così, brava.-

-Leanne, posso parlarti? È urgente.-

Suzanne era entrata nella stanza, facendo rumore come al solito.

-D'accordo, dimmi.-

-No, fuori. Ho un problema con un tizio.- disse Suzanne, seria.

-Un ragazzo?- chiese Leanne, sorpresa e sconvolta allo stesso tempo.

-Perché io non lo posso sapere?- domandò Katie, offesa.

-Perché tu non lo conosci.- rispose prontamente Suzanne -Se diventerà una cosa importante, te lo dirò. Allora, vieni?-

Leanne si alzò dal letto e seguì Suzanne fuori dalla Sala Comune.

-Dove andiamo?-

-Seguimi e lo scoprirai.-

Leanne dovette stare dietro a Suzanne per mezz'ora prima di arrivare nel luogo prestabilito.

-La Torre di Astronomia, sul serio? Vuoi proprio essere sicura che nessuno ci senta.- disse Leanne, stranita.

-Beh, quello e volevo anche un posto che non avesse vie d'uscita.- disse Suzanne, spingendola dentro e chiudendo la porta con un marchingegno dei Weasley, rubato a Katie qualche settimana prima.

-Che stai facendo, Mantis?-

-Leanne.-

Leanne si voltò di scatto e vide Daphne.

-Cosa vuoi?- domandò la ragazza, incrociando le braccia al petto.

-Sappiamo il tuo segreto.- se ne uscì Daphne, come se niente fosse.

-Di che accidenti stai parlando? E poi da quando mi parli?-

-Sei tu che non parli con me!- tuonò Daphne -Ho sbagliato, l'ho capito e tu devi cercare di superarlo.-

-Leanne, dalle un'altra possibilità. È sinceramente pentita.- disse Suzanne, provando a fare da arbitro.

-Stai dalla sua parte adesso?- domandò Leanne, incapace di capire.

-Esatto. Se addirittura io sto dalla sua parte, immagina cosa dovresti fare tu.-

Leanne scosse la testa.

-Questo non ha senso. E poi di quale segreto state parlando?-

-Sei innamorata di Chris.- disse Daphne con enfasi.

Leanne corrugò la fronte.

-Sei seria?-

-Serissima.- continuò Daphne -Lo sappiamo solo io e Suzanne per ora e vogliamo aiutarti.-

-Io non sono innamorata di Chris.-

-Come no.- sbuffò Suzanne con un sorriso.

-Io non sono innamorata di Chris!- ripeté Leanne.

-Da quant'è che non vi vedete?- chiese Daphne.

-Non è colpa mia. Ha una ragazza e sta passando del tempo con lei.- rispose prontamente Leanne -Anche se abbiamo tutti avuto una relazione e, a parte Finn, abbiamo sempre gestito ogni cosa senza escludere gli amici. Non pensavo che Chris fosse il tipo, ma forse è stata quella a dirglielo.-

Daphne alzò un sopracciglio, come a confermare la sua tesi.

-Oh, Merlino.- sussurrò Suzanne.

-Oh, Merlino!- ripeté Leanne, portandosi le mani alla bocca come se le parole le fossero uscite da sole -No. No, non può essere.-

Leanne guardò Daphne che annuì.

-Sono innamorata di Chris.-

 

 

 

 

-Che ti ha detto?-

Jared stava facendo il controllo dei pazienti ed Alicia lo stava inseguendo dall'inizio del turno.

-Alicia, sto cercando di fare il mio lavoro.-

-Ed io sto cercando una risposta.- ironizzò lei -Potresti anche chiaccherare come fanno gli amici.-

-Amici.- ripeté Jared -Detto da te suona abbastanza strano.-

-Ehi, non provare a cambiare discorso.- perdurò la ragazza -Uscirete insieme?-

-Cosa te ne importa?- sbottò Jared, infuriato.

Alicia sobbalzò. Non aveva mai visto Jared in quello stato. Aveva una strana luce negli occhi.

-Mi dispiace. Volevo solo fare conversazione.-

Jared si rilassò.

-Mi ha chiesto di vederci. Sai, si è lasciata dal suo ragazzo e vorrebbe recuperare il nostro rapporto.-

-Cioé è stata scaricata e vuole rimettersi con te? È pura follia!- sbottò Alicia e Jared alzò gli occhi al cielo.

-Ci risiamo con la predica.-

-Non è una predica, stupido!- Alicia gli si posizionò davanti -Siamo amici e sono preoccupata. Quella vuole di nuovo usarti, non capisci?-

-Beh, anche se fosse? Io userò lei.- Jared fece spallucce.

-Non credo che tu possa farlo. Non sei quel tipo di persona.-

-Alicia, apprezzo la tua preoccupazione per me o quello che è.- disse Jared -Ma sono adulto, so cavarmela da solo.-

-Ne dubito. Quella è una poco di buono, non te ne rendi conto? È una cattiva persona, non è adatta a te!-

-Ora basta! Smettila di parlare di persone che non conosci! Tu non sai niente di lei, come non sai niente di me. È bello essere la perfetta Alicia Spinnet, vero? Fare sempre la cosa giusta e dire sempre la cosa giusta. Non siamo tutti come te purtroppo. La gente fa e commette errori per cui smettila di metterti in mezzo!-

-Io non sono perfetta, faccio anch'io i miei sbagli.- ammise Alicia, che si era irrigidita.

-No, non è vero. Tu fai solo degli sbagli quando si tratta di Lee.-

-In che senso?-

-Se Lee ti dicesse di voler tornare con te, cosa risponderesti?- domandò Jared, prevedendo la risposta.

-Non è la stessa cosa.- disse Alicia -Fra me e Lee c'era un sentimento, Theresa non provava qualcosa per te.-

-Non puoi saperlo, Alicia, tu non la conosci. Probabilmente amava lui di più. Tra Angelina e i gemelli non è lo stesso?-

-Angelina non ha mai illuso nessuno.- ribatté prontamente Alicia.

Jared accennò un sorriso.

-Comunque non mi hai ancora risposto. Se Lee facesse una cosa del genere, cosa faresti?-

-Non lo so.- disse Alicia, sincera -Ma, ripeto, non sarebbe la stessa cosa.-

-È esattamente la stessa cosa. Forse anche peggio.- continuò lui, furioso -Ti ha lasciata, ferito e lui era innamorato di te! Oltretutto ti ha rimpiazzata nel giro di pochi mesi con una persona che per lui vale meno di zero.-

-Non puoi dirlo questo.- disse Alicia.

-Lo conosco bene. Vedo come ti guarda. Svegliati, ragazzina. Per quanto io gli voglia bene, Lee non si sta comportando esattamente da bravo ragazzo.- perdurò Jared, provando a riprendere il controllo -Theresa mi ha lasciato per un ragazzo che amava, non per uno qualunque. La tua situazione è peggio della mia.-

-Non stavamo parlando di me.- replicò la ragazza, provando a controllarsi -Non credo che lei possa renderti felice.-

-Non spetta a te deciderlo.- affermò Jared, voltandole le spalle per concludere la conversazione.

 

 

 

Caro Fred,

spero che ti farai perdonare per le numerose buche.

Dovrai cercare di farmi una sorpresa o un regalo o qualcosa alla Fred!

 

Angelina si fermò. Era la prima volta che non sapeva cosa scrivere a Fred. Era passato molto tempo dall'ultima volta che si erano visti e, ultimamente, non avevano condiviso molto.

Cosa poteva chiedergli? Come andava il lavoro? Come stava George?

Stracciò la lettera e posò la piuma d'oca, incapace di andare avanti.

La ragazza si buttò sul letto e sbuffò.

Avrebbe riflettuto domani su cosa scrivergli.

O forse no.

 

-Ciao. Noi siamo delle amiche di Chris.- si presentò Daphne, stringendo la mano alla ragazza che sorrise imbarazzata.

-Io sono Daphne e lei è Suzanne.-

-Sì, lo so. Chris mi parla molto di tutti i suoi amici. Sono Wendy.- disse lei, chiudendo il libro che stava leggendo e provando a fare conversazione.

-Wendy? Davvero?- chiese Suzanne, cercando di non ridere. Lanciò uno sguardo a Daphne, ma lei ricambiò con uno sguardo stranito. Suzanne si premurò di ricordarsi in futuro che Daphne era Purosangue.

-Bene, perfetto.- blaterò Daphne, passando ad un altro argomento -Per caso ti tratta come dovrebbe? Non è volgare o rozzo come tutti i ragazzi?-

-No, è perfetto.- disse Wendy, arrossendo -Voglio dire, è stato lui a cercarmi dopo la mia dichiarazione e gli è bastato un giorno per capire che stavamo bene insieme. È molto dolce.-

-Dolce.- ripeté Suzanne, scettica. Chris era dolce quasi quanto lei.

-Perché me lo chiedete?-

-Perché tu ci sembri una brava ragazza, perciò non vorremmo che tu soffrissi per colpa di Chris. Ha una cotta incredibile per questa nostra amica e...-

-Sì, lo so. Leanne, dico bene?- disse Wendy, che le guardava con occhi innocenti.

Daphne non ne sembrò turbata, mentre Suzanne iniziò ad impietosirsi.

-Ti ha raccontato di Leanne. Fantastico!- continuò la Holsen come se nulla fosse -Per cui saprai che le pesanti cotte come quelle non passano facilmente.-

-Sarebbe meglio lasciar perdere Chris.- si intromise Suzanne, tagliando corto.

-Mantis!- sussurrò Daphne a denti stretti.

-Ehm, grazie.- disse Wendy, confusa -Sono felice che vi preoccupiate per me, perciò penserò a quanto mi avete detto.-

-Bene!- esclamò Suzanne, mentre Daphne le dava un colpetto sul braccio.

-Ci vediamo.- le salutò Wendy, correndo via con i libri stretti al petto.

-Ed ora aspettiamo.- disse Daphne, soddisfatta.

-Aspettiamo.-

 

 

 

 

 

-Ciao. Theresa, giusto? Sono Alicia, una grande amica di Jared.-

-Amica?-

-Sì, solo amica.- la rassicurò Alicia -Volevo sapere cosa...-

-Quindi tu conoscere bene Jared.- la interruppe Theresa, sospettosa.

-Beh, ma certo.-

-Lui lotta ancora?-

Alicia corrugò fronte.

-Che intendi con lotta?-

 

 

 

 

Alicia fermò Jared in mezzo al corridoio e lo spinse dentro un ripostiglio.

-Che diavolo hai mente, ragazzina?- chiese lui, con un ghigno.

Alicia lo fissò negli occhi. Evidentemente a Jared l'arrabbiatura passava in fretta.

-Ora basta, mi sono stancata di sapere così poche cose sul tuo conto. Siamo diventati amici, non so come, e io ti ho praticamente detto tutto di me. Sei stato l'unico a vedermi piangere seriamente e mi sei stato d'aiuto in un periodo davvero difficile della mia vita.-

Jared la guardò bene. Era nervosa e accaldata per il fiume di parole che aveva detto.

Era impossibile resisterle in quello stato.

-Dimmi cosa vuoi sapere.-

-Theresa mi ha detto che lottavi. Ha un senso per te questa frase?-

-Sì, ce l'ha.- rispose prontamente Jared, cercando un modo per deviare il discorso -Non potremmo parlarne in un altro momento.-

-No, ora. Altrimenti le faccio un Incantesimo Traduttore e mi faccio dire tutto da lei.- riprese Alicia, infervorata.

Jared annuì.

-Hai presente i duelli di Incatesimi, li facevate ad Hogwarts?-

-Ovviamente.-

-Beh, anche noi; però alcune... diciamo persone poco raccomandabili decisero di instituire dei duelli speciali. Duelli senza bacchetta, corpo a corpo.-

-Tipo la box?- domandò Alicia, ma ricordandosi con chi stesse parlando continuò -Okay, va' avanti.-

-I miei primi due anni a Durmstrang sono stati i peggiori. Ero magrolino e anche abbastanza goffo, per cui ero preso costantemente di mira dai ragazzi più grandi. Scoperti questi duelli, mi iscrissi e decisi di partecipare giornalmente. Le prime volte furono un disastro: finivo in Infermeria ogni settimana, ma i professori non mi fecero domande. Continuai fino al quinto anno e divenni uno dei più forti e poi, diplomati i più grandi, il più forte. Conobbi Theresa lì e diventammo amici. Il resto lo sai.-

-E perché sei stato sospeso?-

-Perché, non appena venni a sapere che Theresa mi aveva usato, picchiai il suo nuovo ragazzo. Era bravo con la bacchetta, ma appena gliela tolsi lo presi a pugni fino allo sfinimento.-

Alicia si coprì la bocca con le mani.

-Tranquilla, non l'ho ucciso, ma ci sono andato vicino. Vorrei dare la colpa alle cattive influenze di Durmstrang, ma la verità è che ero completamente in me quando avvenne. Quel ragazzo finì al San Mungo e mi sospesero. Divenni violento, fino a quando Lee non mi diede una svegliata. Mi disse che comportarmi così non mi avrebbe portato da nessuna parte.- Jared si interruppe un attimo, sorridendo al ricordo -Mi sono messo sotto con lo studio e sono riuscito a diplomarmi con i miei compagni. Decisi di diventare guaritore per riparare a tutto al male che avevo fatto. Ho lottato con moltissime persone e nel mio periodo peggiore ho rovinato molte facce. Te l'ho detto, non sono una brava persona.-

Jared attese che Alicia parlasse, ma era troppo sconvolta per dire qualsiasi cosa. Quindi Jared, stringendosi le labbra, uscì dal ripostiglio e la lasciò sola.

 

 

 

 

 

Leanne, intenta a terminare il tema di Pozioni in Biblioteca, quasi sporcò il foglio quando Daphne e Suzanne le si sedettero accanto.

Madama Pince lanciò loro un'occhiataccia.

-Ci scusi!- urlò Suzanne e la donna le diede una bella strigliata, ma non la fece uscire.

-Che state combinando?- chiese Leanne, abbassando la voce.

-Stiamo cercando di spingere nuovamente Chris verso di te.- rispose Daphne, mostrandole un sorriso.

-Cosa? No! Ragazze, davvero smettete di fare qualsiasi cosa stiate facendo.- disse Leanne, seria.

-Ma perché?- chiese Suzanne -Insomma, siete l'uno innamorati dell'altra. Wendy non c'entra niente fra di voi.-

-Chi è Wendy?- chiese Leanne, ora confusa.

-La ragazza di Chris!- disse Daphne, guardandola come se fosse stupida.

-Okay, d'accordo, però non scherzo. Statene fuori.-

-Non ci hai ancora detto perché.- riprese Suzanne, stufa di tutta quella tensione.

-Perché io non voglio dividere una coppia, okay? Ho avuto Chris accanto a me per tanto tempo ed ora devo accettare il fatto di averlo perso.-

-Leanne, ascolta...-

-No, ascoltate voi.- Leanne interruppe Daphne, infastidita -Apprezzo il gesto, davvero, ma io non sarò la Alicia della situazione. Io ci sono passata. Sono stata dall'altra parte, so cosa vuol dire essere lasciata perché il tuo ragazzo ama un'altra e non lo auguro a nessuno. Chris sembra felice e questa Wendy ha l'aria di essere una brava ragazza. Lei prova qualcosa per lui e non voglio fare quello che hanno fatto a me. Non sarò come Alicia, non voglio esserlo.-

Daphne e Suzanne rimasero in silenzio, stupite e così Leanne colse l'occasione per alzarsi e andarsene via.

 

 

 

 

Alicia vide Jared e Theresa parlare fitto fitto in bulgaro.

Era ancora lì, incredibile!

Quella ragazza cominciava ad innervosire Alicia, la trovava davvero irritante.

Era una pessima persona e la sua influenza avrebbe peggiorato Jared.

Per quanto avesse fatto delle scelte sbagliate, sapeva che Jared era una bravo ragazzo e non avrebbe permesso a Theresa di rovinarlo di nuovo.

Però cosa poteva fare? Jared non le prestava ascolto e lei non sembrava un tipo che si faceva intimidire.

Quando vide Theresa stringere i fianchi a Jared, Alicia batté un pugno sul tavolo.

Ora, basta!” pensò, arrabbiata.

Corse loro incontro e dando una spinta a Theresa, prese il volto di Jared e lo avvicinò al proprio.

Baciò Jared davanti a tutte le persone in sala d'attesa e, stranamente, non si imbarazzò per niente.

-Mi dispiace, ma Jared non può uscire con te.- disse Alicia, guardando Theresa con sfida, mentre lei la guardava stupita -Perché sto uscendo io con lui.-

Spiegazioni, varie ed eventuali:


*= informazione in bulgaro. Grazie ai traduttori!
Da dove partire con questo capitolo!?

Andiamo con ordine:

Suzanne e Daphne si sono stranamente alleate per cercare di risolvere la questione fra Chris e Leanne, che, nel frattempo, ha scoperto di essere innamorata di Chris! Abbiamo incontrato Wendy (guardavo Peter Pan quando ho scritto il capitolo xD), la nuova ragazza di Chris e vedremo nel prossimo capitolo la sua reazione alle provocazioni di Suzanne e Daphne.

Nell'ultima parte Leanne non voleva intendere che Alicia fosse una persona cattiva, solo che lei non avrebbe agito allo stesso modo.

Passiamo a Fred ed Angelina.

Si sono allontanati ultimamente, ma nel prossimo capitolo passeranno del tempo insieme e vedremo cosa succederà.

George e Verity hanno una specie di relazione “aperta”. Non stanno insieme, quindi, ma si frequentano solo. Devo dire che non mi dispiacciono come coppia, eh ^-^

Sia Oliver sia George hanno “dato buca” a Katie, lasciandola nuovamente sola.

La piccola pulce si sente completamente abbandonata dal vecchio gruppo, ma grazie al cielo ha Leanne a sostenerla.

Ed infine Alicia e Jared.

La ex di Jared, Theresa, è tornata per provare a riconquistare il ragazzo, ma Alicia ha fatto di tutto -fino a baciarlo- per non permettere che tornassero insieme.

Nel prossimo capitolo ci saranno novità per Alicia e Jared, ma soprattutto  per Oliver e Katie <3

Sempre nel prossimo capitolo GRANDE ritorno di una nostra vecchia conoscenza.

A presto, un bacione ^-^





 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


 

 

 

Capitolo 29

 

-Finalmente è arrivato il week-end!- trillò felice Daphne, battendo le mani euforica.

-Uao, che emozione.- disse inespressiva Katie, accanendosi sul suo porridge.

Suzanne scambiò uno sguardo con Agnes e poi guardò Daphne.

-Scusa, cosa ci fai al nostro tavolo?-

-Ehi, siamo amiche ora!-

-Io questo non l'ho mai detto.- ribatté Suzanne, ma nessuno le credeva più. Erano stranamente diventate amiche e Katie vide che solo Agnes e Leanne non ne sembravano stupite.

-Non fare quella faccia, Kat, passeremo una giornata stupenda, vedrai.- disse Leanne con un sorriso.

-Mi dispiace, ragazzi, ma io scitarò con Wendy.- se ne uscì Chris, con la bocca piena di uova.

-Tia.- disse Finn, continuando a leggere il suo giornale come se nulla fosse.

-Lee!!- esclamò Daphne, senza che ne nessuno le prestasse ascolto.

-Ehm, io e Paul vorremmo stare un po' da soli. Se non vi dispiace, si intende.- chiarì Tamara, mentre Paul annuiva accanto a lei.

-Non dovete preoccuparvi. Ci pensiamo io, Mantis ed Agnes a Katie. Vero, ragazze?-

Agnes, che stava scrivendo una lettera a Simon, sembrò uscire dalla sua bolla solo in quel momento.

-Come?-

Suzanne, invece, disse un “Sìsì” annoiato, lanciando uno sguardo poco lusinghiero in direzione di Finn, che non la notò.

-Beh, ci sono sempre io.- sussurrò Leanne, provando ad essere incoraggiante.

 

 

 

 

-Ragazze, posso chiedervi una cosa prima di andare?-

Chris fermò Daphne e Suzanne di fronte all'ingresso del Castello e tutte e due attesero la domanda.

-Avete per caso fatto le bulle con Wendy?-

-Le bulle?- disse Suzanne, sorridendo -Le abbiamo solo fatto qualche domanda, tutto qui.-

-Mi ha detto che le avete parlato di Leanne.- continuò Chris, turbato -Sapeva già di lei, ovviamente, ma non pensavo che per voi fosse così importante dirle proprio tutto.-

-Non le abbiamo detto nulla che non le avessi già detto tu, Chris.- disse Daphne, tranquilla.

-Forse ha frainteso le vostre intenzioni, ma le è parso che steste cercando di farci lasciare.-

Daphne e Suzanne si scambiarono un'occhiata. Wendy sembrava innocente, ma non era stupida.

-Senti, con Leanne ci sono ancora delle possibilità, sai?- disse Daphne, mentre Sue cercava di fermarla -Io penso che potresti provarci ancora una volta e...-

-Leanne pensa ancora a Lee. Mi va bene, però se voi continuate a tentare di forzare le cose... Non vorrei perdere la mia amicizia con Leanne, capite?-

-Perfettamente.- se ne uscì Suzanne, interrompendo Daphne che aveva già aperto la bocca per replicare -Ci dispiace e non ci intrometteremo più.-

-Grazie.- Chris sorrise loro e le sorpassò -Forse ci si vede ad Hogsmeade.-

-D'accordo!-

-Che diavolo hai in mente, Mantis?- esclamò Daphne, una volta rimaste sole.

-Non possiamo confessare a Chris quello che ci ha detto Leanne. Non possiamo tradirla.-

-Quindi?-

-Quindi dobbiamo lasciare le cose come stanno per ora. Ci penseremo dopo il week- end. Goditi il villaggio con Lee, mentre io terrò d'occhio le altre.-

Daphne sbuffò.

-Okay, d'accordo. E, tra parentesi, Mantis, quel cappotto che hai addosso è ridicolo.-

 

 

 

 

Il villaggio di Hogsmeade sembrava diverso quell'anno.

Più cupo e più sinistro.

Forse Katie si stava facendo influenzare da tutto quello che stava succedendo nel mondo, però quella strana stretta allo stomaco la tormentava da quando aveva messo piede lì.

E le sue sensazioni, purtroppo, ci prendevano sempre.

-Tutto bene?- le chiese Agnes, toccandole una spalla.

-Sì, sto bene. Solo un po' di mal di stomaco.-

-Forse hai fame.- suggerì Suzanne. Era nervosa, come se qualcosa le desse fastidio.

Solo Leanne vide Finn e tè verde entrare da Madama Piediburro, ma non disse nulla.

-Allora andiamo ai Tre...-

-Katie!-

La ragazza si voltò indietro e di fronte a sé vide l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere.

-Brad!-

Katie lo abbracciò spontaneamente.

-Reazione inaspettata.- disse Brad, ricambiando l'abbraccio.

-Scusa, ma è bello vedere qualcuno che mi ricorda i miei amici.- disse Katie, con il suo solito tono tenero.

-Non sono venuti, eh? So che Alicia lavorava oggi.-

-Già, gli altri hanno trovato scuse simili.- continuò Katie -Tranne Lee che adesso esce con una mia amica.-

-Daphne Holsen. Alicia mi scriveva spesso una volta.-

-Una volta?-

-Già, da alcune settimane non si fa più sentire. Spero stia bene.- disse Brad, mentre lanciava un'occhiata a Leanne, Agnes e Suzanne.

-Bel cappotto!- esclamò Brad a Suzanne con tono ironico.

-Brad, cerca di non farla arrabbiare.- gli disse Katie, provando a frenare le sue risatine.

Suzanne gli urlò un insulto dei suoi e non smise di fissarlo con odio.

-La tua amica anatroccolo non ha il senso dell'umorismo.- disse Brad, lanciando ancora uno sguardo allo strano cappotto giallo di Suzanne.

-Ti sei scelto un nemico pericoloso, Brad.- disse Katie, ma sorrideva felice perché almeno qualcosa non era cambiato. Brad era ancora lo spaccone di sempre.

-Comunque non te la prendere con i tuoi amici. Essere lontano da Hogwarts è stranissimo, quindi occorre un po' di tempo per ritrovare se stessi.-

Katie lo guardò divertita.

-Sì, suona strana questa frase detta da me, ma è vera.-

-Che ci fai qui?-

-Beh, mio padre mi ha assunto nella sua ricca azienda e devo fargli vedere che un giorno sarò pronto a prendere il suo posto. Una noia!- sbuffò Brad, fingendo uno sbadiglio.

-Perché non provi a fare qualcosa che ti piace?- chiese Katie e Brad scosse la testa.

-Non posso farlo, altrimenti la mia eredità andrebbe a qualcun altro. Ci tengo alla mia ricchezza, io.-

Katie scosse la testa, rassegnata.

-Io Alicia non la sento da un po'. Sta bene?- domandò Katie all'improvviso e Brad annuì.

-Sta meglio. Jordan è proprio uno stupido. Nessuno sano di mente avrebbe lasciato Alicia.-

-Non mi dire che provi ancora qualcosa per lei.- disse Katie, sperando in una risposta negativa.

-Mi è passata la cotta, tranquilla.-

-Grazie al cielo.-

-È la prima volta che qualcuno si preoccupa per me.- disse Brad, davvero sorpreso.

-Sei un amico di Alicia, quindi sei anche mio amico.-

-Stessa cosa, Katie.-

-Gli altri mi chiamano “pulce”. Sarebbe carino se lo facessi anche tu.-

-D'accordo, pulce. Ora devo proprio andare.- disse Brad, abbracciandola -Ci si vede. Ciao, anatroccolo!-

Leanne ed Agnes dovettero trattenere Suzanne per evitare che alzasse le mani a Brad, che era già andato via velocemente.

-Oh, Merlino, Bradley Anderson è sempre più bello!- trillò Leanne, raggiungendo Katie.

-Leanne!-

-È un idiota.- sbottò Suzanne, ancora offesa.

-Mantis, quel cappotto è proprio strano e sembri davvero un anatroccolo. Ci guardano tutti! Brad è stato solo sincero.- continuò Leanne.

-Brad?- chiosò Agnes, confusa.

-Beh, oramai è amico di Katie, no? Siamo come una grande famiglia.-

Agnes e Katie sorrisero.

-Porto Sue da Mielandia, così si calma un po'. Vi raggiungiamo ai Tre Manici, va bene?-

Leanne e Katie annuirono e salutarono le amiche.

-Coraggio, Kat, rotta verso i Tre Manici!-

Le due amiche si fecero largo verso il locale, sfidando il freddo glaciale ed il vento.

-Accidenti, che tempaccio!- disse Leanne, una volta entrate nel locale.

Entrambe si tolsero i cappelli e le sciarpe, provando a scacciare i brividi del freddo.

-Due Burrobirre, Katie? Vado io.-

Leanne si alzò dal tavolo, dopo aver ottenuto una risposta affermativa da parte dell'amica, mentre Katie rimase da sola ad aspettare.

Vide Harry, Ron ed Hermione seduti ad un tavolo poco lontano da lei, ma non aveva voglia di alzarsi per andare a salutarli.

Quella fastidiosa sensazione allo stomaco non se n'era andata, anzi si era intenisificata da quando era entrata nel pub.

Katie sbuffò, appoggiando la testa sul tavolo e chiudendo gli occhi.

Se George od Oliver fossero stati lì, le avrebbero detto di stare tranquilla e di non preoccuparsi.

A Leanne non poteva dire che le sue sensazioni portavano sempre a qualcosa di brutto, non voleva spaventarla.

-Eccomi di ritorno. Tieni, offro io per oggi.- disse Leanne, tornata con due boccali e spingendone uno verso Katie.

-Madama Rosmerta è fuori di testa oggi.- continuò l'amica, lanciando un'occhiata alla barista che stava andando nel retro del locale -Mi ha quasi fatto cadere le Burrobirre.-

Katie sorrise e si passò una mano sullo stomaco dolorante.

-Mi sono dimenticata di ordinarti qualcosa da mangiare! Cosa vuoi?-

La ragazza scosse la testa.

-Niente, tranquilla. Senti, vado un attimo in bagno.-

-Devi vomitare?- chiese Leanne, preoccupata.

-No, ma fa troppo caldo qui dentro. Vado a sciacquarmi il viso.- rispose Katie, alzandosi dal tavolo e correndo in bagno.

Leanne si grattò la fronte, sospettosa.

C'era qualcosa che non andava in Katie e non era solo quel giorno.

Era da un po' di tempo che non parlava di Oliver o almeno non con la stessa intonazione e felicità nella voce.

Forse lo stava davvero dimenticando o forse lei, Leanne, non era una brava amica e non stava capendo cosa stesse passando in quel momento Katie.

Leanne, però, non conosceva così bene l'altro gruppo da poter aiutare l'amica senza farle fare uno sbaglio.

E di sbagli ne stavano già facendo tanti gli altri, Leanne compresa.

Katie doveva rimanere pura e perfetta come era sempre stata, altrimenti niente sarebbe stato più lo stesso.

La vide tornare dal bagno con un pacchetto fra le mani. Era frenetica, quasi come avesse fretta.

-Che cos'è?- chiese Leanne, curiosa.

-Un regalo. Devo consegnarlo. Torniamo ad Hogwarts.-

Katie parlava con voce meccanica e la guardava come se non la vedesse realmente. Era strana, quasi apatica.

-Sei sicura di star bene?-

-Sì.- Katie si vestì, sempre con dei gesti meccanici e quando fece per uscire, Leanne le corse dietro velocemente.

-No, aspetta, Kat.-

Leanne le si piantò davanti.

-Non puoi portare nulla ad Hogwarts! Ci sono un sacco di controlli per via di Tu-Sai-Chi e non mi sembra una buona idea regalare a qualcuno un pacco che hai trovato in un bagno. Potrebbe essere pericoloso.-

-Io devo andare.- disse Katie, come se non l'avesse sentita e superandola con un passo.

Leanne le si affiancò, affannandosi.

-Ti comporti come una stupida! Butta via quel pacco e torniamo a goderci Hogsmeade. Fa troppo freddo qui fuori.-

-No.-

Leanne vide con la coda dell'occhio Harry, Hermione e Ron e cercò di non urlare. Decise allora di prendere il pacchetto, ma Katie la scansò per non farla avvicinare.

-Dammi quel pacco.-

-Non sono affari tuoi, Leanne!-

Leanne si lanciò di nuovo verso Katie che provò a stringere il pacchetto a sé, facendolo cadere a terra.

E poi succese qualcosa.

Katie si librò in volo.

Non era un volo leggiadro o bizzarro. Era inquietante.

Gli occhi chiusi ed il viso quasi privo di vita, mentre i capelli svolazzavano con una tale forza da far sbiancare Leanne che si coprì la bocca con le mani perché non sapeva cosa fare.

Poi si sentì un urlo, ma non fu Leanne ad emetterlo.

Fu Katie, sospesa da terra con le braccia aperte come un uccello.

Urlò come Leanne non l'aveva mai sentita urlare e allora lei la seguì e prese a gridare con tutta l'aria che aveva nei polmoni.

Leanne gridò fino a quando non sentì la gola bruciare e gli occhi lacrimare.

Si avventò verso l'amica, le afferrò le caviglie e provò a tirarla a terra.

Vide qualcuno accanto a lei aiutarla, ma le lacrime le impedivano di vedere chi fosse.

Katie cadde addosso a quelli che Leanne riconobbe come Ron ed Harry.

La ragazza iniziò a contorcersi ed il cuore di Leanne perse un battito.

Si sta muovendo, rilassati, è viva” pensò lei, provando a ragionare in maniera razionale.

-Restate qui! Vado a cercare aiuto!-

Harry scappò via e Leanne si avvicinò a Katie.

-Kat, rilassati! Ti prego, torna in te!-

Hermione e Ron provarono a calmare Katie, mentre la mente di Leanne immaginava già il peggio.

Come farò senza di lei? Come farò a spiegarlo agli altri?”

Harry tornò indietro, seguito da Hagrid, mentre Katie riprese ad urlare.

-State indietro! Fatemela vedere!- urlò Hagrid, mentre i ragazzi gli fecero posto attorno a Katie.

-Le è successo qualcosa! Non so cosa...- Leanne riprese a piangere, provando a farsi forza.

Hagrid prese Katie fra le braccia e corse via, verso Hogwarts.

Una volta rimasta sola con il trio, Leanne si lasciò andare e iniziò a singhiozzare.

Hermione le strinse le spalle.

-Sei Leanne, vero?-

Leanne annuì, abbastanza incredula. Era raro che qualcuno sapesse il suo nome. Non aveva fatto poi chissà cosa per farsi notare a scuola.

-È successo all'improvviso o... ?-

-È successo quando si è strappato quello.- rispose Leanne, piangendo a dirotto ed indicando il pacchetto.

Vide Ron avvicinarsi, ma venne fermato da Harry che prese a dire.

-Io l'ho già vista. Era esposta da Magie Sinister secoli fa. Il cartellino diceva che era maledetta.-

Leanne prese a tremare, impaurita. Chi avrebbe mai voluto maledire Katie? Nessuno voleva fare del male alla sua amica. Era troppo buona per fare del male a qualcuno, nessuno la odiava.

-Katie deve averla toccata. Come ha fatto Katie ad averla?- chiese Harry e Leanne provò ad emettere qualche suono.

-È per questo che stavamo litigando. Aveva il pacchetto quando è uscita dal bagno dei Tre Manici di Scopa, ha detto che era una sorpresa per qualcuno ad Hogwarts e lei doveva consegnarlo. Era tutta strana mentre lo diceva... Oh no, oh no... Scommetto che era sotto la Maledizione Imperius e io non me ne sono accorta!-

Leanne riprese a piangere, sconfortata. Come aveva potuto essere così stupida?

-Non ha detto chi gliel'aveva dato, Leanne?-

-No... Non voleva... ed io le ho detto che era una stupida e di non portarlo a scuola, ma lei non ascoltava e... poi ho cercato di prenderglielo... e... e...-

-È meglio che torniamo a scuola.- disse Hermione, abbracciando la ragazza -Così sapremo come sta. Andiamo...-

Leanne continuò ad ancorarsi ad Hermione, mentre Harry e Ron le stavano dietro.

Durante tutto il tragitto, Leanne non riusciva più a sentire niente: né il freddo, né le parole di conforto di Hermione, né il brusìo delle persone che superavano.

Solo dolore e nient'altro.

 

 

 

 

 

 

Alicia era intenta a riscrivere le sue cartelle, mentre Jared controllava i suoi ultimi pazienti.

Non c'erano molte persone nei dintorni e i pochi guaritori erano tutti impegnati nelle loro faccende.

Alicia aveva appena finito il suo lavoro, quando quattro maghi entrarono scortando un paziente ferito.

-Ragazza, sedici anni, Magia Oscura. È peggiorata mentre la portavamo qui.- elencò il mago più anziano ad Alicia che era corsa verso di loro.

Una volta che ebbe visto il volto della giovane, cadde a terra e si portò le mani alla bocca.

Era Katie.

Aveva lo stesso sguardo di Cedric Diggory, sbarrato e vacuo. Era pallida, debole ed Alicia non l'aveva mai vista in quello stato.

-Guaritrice!-

Nemmeno le urla degli altri maghi le diedero forza, non poteva vedere una delle sue amiche morire.

Qualcuno la fece alzare e, dal profumo, comprese che era Jared.

Medora Logan, il caporeparto, prese in mano la situazione e, aiutata da altri guaritori, portarono via Katie.

Alicia, non vedendo più lo sguardo dell'amica di fronte a sé, sembrò rinsavire e corse verso il suo caporeparto, seguita a ruota da Jared.

-Guaritrice Logan, voglio aiutarla!- le urlò dietro, mentre Medora la guardava dall'ascensore.

-Niente da fare, Spinnet. Dalla tua reazione di prima, immagino che tu conosca questa ragazza. Non posso rischiare che lei muoia per la tua agitazione.-

-Ma... è una delle mie migliori amiche! Non può farmi questo!- sbottò la ragazza, furiosa.

-Guaritrice, dobbiamo sbrigarci.- sussurrò un mago, controllando Katie, sempre più pallida.

-Vengo io.- disse Jared, facendo per entrare nell'ascensore.

-No, Russell. Occupati della Spinnett e falla stare tranquilla.-

L'ascensore si chiuse e Jared si voltò verso Alicia, il cui volto era rigato da lacrime silenziose.

Preoccupati solo quando mi vedi singhiozzare.

Jared le si avvicinò, la strinse e rimase in silenzio come la prima volta che l'aveva consolata.

Sapeva che Alicia aveva capito che era lì per lei.

-Grazie, Jared.- sussurrò lei dopo pochi minuti. Si asciugò le lacrime e si allontanò dal ragazzo.

-Devo scrivere agli altri.-

-Ti do una mano?-

Alicia scosse la testa.

-Vai dalla Logan. Devi entrare in quella sala. Per favore.-

Jared annuì e, dopo averla abbracciata di nuovo, corse via verso le scale.

Alicia, d'altra parte, prese tre gufi dalla Guferia dell'ospedale e spedì tre lettere: una per i gemelli, una per Lee ed una per Angelina ed Oliver, perché sapeva che li avrebbe trovati assieme.

Scrivere era difficile con il tremolìo alla mano che non smetteva, ma quando Jared la avvertì che Katie era stabile, Alicia riuscì a tranquillizzarsi un poco.

-Credo che tra poco saranno qui.- disse lei a Jared, quando l'ebbe strette a sé ancora.

-Starà bene, l'abbiamo presa in tempo.-

-Lo so, ma ho paura. Katie è finita in Infermeria un sacco di volte, ma non l'avevo mai vista in quello stato. É stato terribile.-

-Calmati, ragazzina.-

Alicia sorrise appena, ma non si staccò dall'abbraccio.

Era tutto così strano da quando l'aveva baciato, sebbene fosse riuscita a raggiungere il suo scopo. Theresa, infatti, era andata via subito dopo quella strana manifestazione da parte della ragazza e probabilmente non sarebbe tornata.

Quell'imbarazzo fra lei e Jared, però, non poteva più durare.

-É questo che si fa in un ospedale? Voglio diventare dottore anch'io.-

La voce di Fred fece voltare Alicia e, di fronte a sé, vide i suoi amici, con l'eccezione di Oliver, per la prima volta di nuovo tutti insieme.

Lo sguardo di Alicia, inevitabilmente, cadde su Lee che aveva assistito alla scena, ma che sembrava tranquillo.

-Cos'è successo, Ali, com'è sta Katie?- domandò Angelina, precipitandosi dall'amica.

-Sta bene, credo.- rispose lei, voltandosi verso Jared che annuì e prese a spiegare.

-La guaritrice Logan ha detto che ha rischiato la vita, perché è stata colpita da una magia molto potente.- tutti trattennero il respiro, in attesa -Ma si riprenderà. Da quello che ho capito deve aver toccato qualcosa, impregnato di magia oscura, con le mani, ma ha sfiorato quel qualcosa attraverso un buchino sul guanto, per cui per il momento è stabile. Non penso peggiorerà.-

-Ma non ne sei sicuro.- affermò Angelina, preoccupata.

-Beh, sono solo al primo anno qui, però sono abbastanza certo...-

Alicia lo fermò con una mano.

-Lascia stare, Jared. Angie, dobbiamo solo aspettare.-

Angelina annuì.

-Hai detto niente.-

George la strinse d'istinto e Fred, troppo agitato per preoccuparsene, fece un cenno a Lee per andarsi a sedere in sala d'aspetto.

Dovettero aspettare due ore prima che la guaritrice Logan venisse ad informarli sulle condizioni di Katie.

-Starà bene, ma non posso dirvi altro. Non siete suoi parenti e queste sono le regole del San Mungo, mi spiace.-

Alicia non riuscì a trattenersi.

-Ma noi siamo i suoi più cari amici! Non può non dirci nulla!-

-Spinnet, ti devo ricordare che io sono un tuo superiore? Sai meglio di me le regole di quest'ospedale e faresti meglio ad accettarle. Sto facendo del mio meglio per coprire i vostri turni, non puoi chiedermi di più.- le disse la Logan in tono autoritario, prima di lasciare i ragazzi da soli.

-É tosta.- commentò Fred, porgendo un caffé ad Angelina che lo ringraziò con un mezzo sorriso.

-Sembra la McGranitt.- ammise Lee ed Alicia annuì alla sua direzione e, per un momento, sembrava essere tornati ai vecchi tempi.

-Ma ha ragione. Dovremmo lavorare ed invece siamo qui a chiacchierare come se nulla fosse.- disse Jared, tutt'altro che rilassato.

-Cosa vorresti dire? La nostra amica sta morendo e tu pensi alla tua carriera?- sbottò Angelina, alzandosi dalla sedia, furiosa.

-Non è quello che ho detto. Katie è stabile e, se la Logan dice che guarirà, puoi stare certa che sarà così. Io ed Alicia abbiamo dei doveri, che ci piaccia o no. Qui ogni giorno muore qualcuno, per cui, sì, sono felice che oggi non sia toccato alla pulce, ma ci sono persone che in questo momento stanno lottando per vivere e noi dovremmo essere lì ad aiutarle.-

Angelina scoppiò a ridere, ma era tutt'altro che felice.

Era una risata roca, provocatoria e maligna.

-Per favore, non chiamarla “pulce” come se fossi suo amico. Tu non sei parte del gruppo.-

Jared la fissò in maniera rabbiosa, ma non rispose, provando a capire lo stato d'animo della ragazza.

Alicia, invece, si mise davanti al ragazzo.

-Come puoi parlargli così?-

-Come puoi difenderlo? Hai sentito cos'ha detto?-

Alicia replicò velocemente.

-Beh, purtroppo ha ragione, Angie. Questo è il nostro lavoro e, in teoria, non dovremmo stare qui con le mani in mano.-

-Le mani in mano? Katie potrebbe morire!-

-Noi abbiamo la responsabilità anche di altre vite qui. Scusaci se la nostra massima aspirazione non è quella di correre dietro ad una Pluffa.-

Calò un silenzio tombale ed Alicia si rese conto, troppo tardi, di ciò che aveva detto.

-N... Non era quello che volevo dire.-

-È chiaro quello che volevi dire.- disse Angie, furiosa e triste allo stesso tempo -Hai una nuova vita adesso. Nuovi amici. Non te ne importa più niente di noi e del gruppo.-

-Non farlo, Angie, non provare a dare a me la colpa di tutto.- proruppe Alicia, furiosa -Il gruppo si sta sfaldando da tempo e non sono l'unica responsabile.-

-E di chi credi che sia la colpa!?-

-Mah, non so, prova a guardarti allo specchio e ti verrà in mente. La mia idea non è cambiata da un anno fa, Angie, per me sei ancora tu la causa di tutto. Tu eri, e sei, quella confusa.-

-Ragazze, smettetela.- si mise in mezzo George, cercando di tranquillizzare Angelina, mentre Jared faceva lo stesso con Alicia che mormorò.

-Hai solo fatto finta di scegliere.-

Riuscirono tutti a sentirla, ma nessuno sembrò voler reagire.

Angelina non rispose, ma fissò Alicia come se la vedesse per la prima volta.

-Che ti prende, eh? Non sei più te!- sbottò poi Angelina, incapace di comprendere.

-Perché? Perché non continuo ad arrovellarmi su Lee? Perché sono andata avanti come fanno tutte le persone normali?-

-Le persone normali non abbandonano gli amici.-

Alicia non provò niente al suono di quelle parole.

-Amici... Da un po' di tempo a questa parte mi chiedo davvero quale sia il significato di questa parola per voi.- disse lei per poi riprendere -Non ci scriviamo mai e nessuno, qui, mi ha chiesto come stavo dopo la fuoriuscita di Lee alla festa.-

-Avevi detto che stavi bene.- s'intromise Lee, confuso.

-Sto bene adesso. Grazie a Jared.-

Angelina puntò lo sguardo sul ragazzo, che sembrava essersi perso una parte della conversazione e guardava Alicia incredulo e stupito.

-Non dici sul serio, Ali. Tu... adesso stai con lui?-

-No.- rispose Alicia -Ma anche se fosse non vedo quale sarebbe il problema. Io non sono più confusa sui miei sentimenti.-

Non era vero, ma Alicia era sempre stata brava a mentire e, quella volta, voleva mostrare ai suoi amici di essere determinata a lasciarsi Lee alle spalle.

-Quindi è vero.- continuò Angelina, iniziando a piangere -Stai davvero preferendo un estraneo a noi. Pensi sul serio che, in questo momento, lui ti stia sostenendo più di noi.-

Fred e George si avvicinarono alla ragazza in sicronia, come un tempo, ed Alicia fu veloce a dire.

-Eccoli lì, entrambi di nuovo al tuo capezzale.-

-Ora basta, Alicia.- fu Lee a parlare. Era arrabbiato, ferito e chissà cos'altro, perché nessuno l'aveva mai visto guardare Alicia con tanta furia negli occhi.

-No, basta voi! Mi sono allontanata dalla mia famiglia perché mi sentivo sotto pressione, ma adesso mi rendo conto che voi siete anche peggio. Smettiamola di sforzarci ad andare d'accordo, va bene? La scuola è finita ed ognuno ha la sua vita e può scegliere con chi trascorrerla. Forse...- esitò per un solo secondo, sapendo bene le reazioni che avrebbe scatenato -Forse non possiamo mantenere la promessa che abbiamo fatto a Katie. Non abbiamo più niente in comune e non credo che potremo essere amici come prima.-

Fred si avvicinò ad Alicia che cercò di controllare i battiti cardiaci.

-Sei sicura della tua scelta?-

Alicia controllò la voce e cercò di essere ragionevole.

-Sii serio, Fred, non è passato neanche un anno e siamo già a questo punto. Non parliamo più, non ci confidiamo più e non mi ricordo l'ultima volta che vi ho visti. Oliver non è nemmeno qui ed alcuni di voi pensavano che fra lui e Katie ci fosse un legame più forte dell'amicizia. Siamo sempre stati diversissimi e, ora che la scuola è finita, la nostra distanza aumenta sempre di più. Non possiamo più essere amici, questa è la realtà.-

-Stai preferendo lui a noi!?- ripeté Angelina, indicando Jared che ancora si trattenne dal rispondere.

-Smettila di dare la colpa a lui.-

-No, sto dando la colpa a te. A te e a Lee, perché da quando vi siete lasciati il gruppo non è stato più lo stesso.-

-Lee mi aveva spezzato il cuore e tu pretendevi che io facessi finta di niente.- le ricordò Alicia, urlando di nuovo.

-Non è quello che ti ho detto.-

-Ma avresti voluto. Ammettilo.- Alicia prese respiro e poi continuò -Se dobbiamo proprio dare la colpa a qualcuno, diamola a te o ai gemelli. Il vostro triangolo amoroso ha creato più guai che altro. Dai la colpa a Fred che ti ha baciata o a George che si è dichiarato dopo. Oppure dalla a Katie.-

Tutti stettero in silenzio, aspettando le prossime parole di Alicia.

-Va' nella sua stanza e accusala di aver rovinato il gruppo. Dopotutto lei era d'accordo con George, no?-

-Ora basta, ragazze, questo gioco delle colpe è ridicolo.- disse George, provando a farle ragionare.

-Sì, hai ragione, George, è ridicolo. La colpa è di tutti. Non avremmo mai dovuto creare questo gruppo.-

Angelina sbarrò gli occhi, non potendo credere alle proprie orecchie.

Lee scoppiò all'improvviso, prese la sedia su cui si era seduto e la scaraventò al centro dell'entrata.

Poi corse via e l'unico rumore che sentirono fu il pop della Smaterializzazione.

I gemelli erano increduli e feriti -benché Fred non volesse farlo vedere-, ma non sapevano bene cosa dire.

-Sarà meglio andare, Angie.- mormorò George alla ragazza che continuava a guardare Alicia tra il deluso e l'arrabbiato.

-Iniziate ad andare. Vi raggiungo il prima possibile.- disse Fred, staccandosi da Angelina, mentre lei veniva scortata via da George senza dire una parola.

-Alicia, ricordati bene le parole che hai usato oggi. Hai ferito tutti noi.-

 

 

 

 

Quando Katie aprì gli occhi capì immediatamente di non essere più ad Hogwarts.

La stanza era bianca e molto pulita e comprese, allora, di essere al San Mungo.

Le era successo qualcosa, anche se non ricordava esattamente cosa.

L'ultima cosa che rammentava era di essere andata in bagno, mentre Leanne le portava da bere al tavolo dei Tre Manici di Scopa.

Non riusciva a tirarsi su a sedere, la testa le girava e le doleva lo stomaco; ma quando vide la persona che si era addormentata stringendole la mano sembrò svanire tutto.

-Alicia!-

La ragazza si riscosse dal sonno e non appena vide il sorriso di Katie accoglierla scattò sulla sedia e l'abbracciò forte.

-Oh, grazie al cielo, pulce! Mi hai fatto morire di paura.-

-Dovresti essere abituata a vedermi in posti come questi.- la prese sul ridere Katie, ma Alicia si mantenne seria.

-Scusa, Alicia, ma ti giuro che non so cosa sia successo. Stavolta sono stata brava, giuro.-

Alicia si sciolse un po' e l'abbracciò ancora più forte.

-Ora stai bene ed è questo l'importante.-

-Dove sono tutti?-

Alicia si alzò dalla sedia e controllò la sua cartella.

-La tua famiglia è venuta il prima possibile e tornerà stasera per l'orario di visita. Tranquilla, io e Jared ti terremo compagnia tra un turno e l'altro.-

Katie fece spallucce.

-D'accordo, ma intendevo gli altri. Il gruppo, insomma.-

Alicia guardò l'orologio.

-Sono in ritardo, pulce, devo iniziare il mio turno, ma ti chiamo subito Jared e...-

-Alicia.-

Il tono di Katie era serio e autoritario, un tono che l'amica non le aveva mai sentito usare.

Alicia si voltò e cozzò con gli occhi tristi della ragazza che ripeté la domanda.

-Verranno a trovarti, ne sono sicura.-

-Ma... ?-

-Ma non verranno tutti insieme. O comunque non verranno durante i miei turni.-

-Perché? Avete litigato?- Katie si sedette sul letto -Per colpa mia?-

-Niente del genere. Mettiti giù e rilassati.-

Alicia si sedette di nuovo accanto a lei e le prese la mano.

-Sarò sincera con te. Io non credo... -la ragazza prese un bel respiro profondo, era difficile ripetere le stesse parole due volte, soprattutto perché sapeva che la reazione sarebbe stata più o meno la stessa, forse peggio- Sono cambiate un sacco di cose da quando la scuola è finita, pulce. Le cose non funzionavano già da un po' e noi abbiamo preferito...-

-Mentirmi?- la interruppe Katie, confusa.

-Proteggerti.- la corresse lei, ma l'amica le aveva già lasciato la mano e aveva assunto la sua espressione imbronciata.

-Perché continuate a trattarmi come una bambina? Ho quasi diciassette anni e sono un componente del gruppo come voi! Perché volete sempre tenermi all'oscuro di tutto?-

-Lo so che abbiamo sbagliato, Katie, ma noi tutti ti vediamo come una sorellina. Sei l'unica che non vorremmo mai ferire e...-

-L'avete fatto. Adesso.- disse Katie, triste.

-Pulce...-

-Lasciami sola, per favore.-

Alicia sospirò infelicemente ed uscì dalla stanza. Fuori la stava aspettando Jared, il cui turno era finito mezz'ora prima.

-Cosa fai ancora qui?-

-Come sta?- chiese lui, seguendola lungo il corridoio.

-Starà bene, anche se probabilmente non mi parlerà mai più.-

-Devi chiarire con un po' di persone da ieri sera.- ironizzò lui, mentre lei si voltava a fissarlo stizzita.

-E per la cronaca, grazie per avermi difeso. Non era necessario.-

Alicia sorrise e poi ghignò.

-Non volevo che alzassi le mani ad Angelina. Era agitata per Katie e non voleva dire tutte quelle cose.-

-E tu?-

Alicia soppesò la domanda.

-Io pensavo tutto quello che ho detto.-

-Tutto tutto?- disse Jared abbassando la voce e provando a farle capire cosa intendeva.

-Tutto tutto.- ripeté lei, arrossendo un po' e alzando una mano in segno di saluto.

-Devo andare, adesso. Giro delle visite.-

-A più tardi, ragazzina.-

 

 

 

 

-Permesso.-

-Siamo chiusi, torni più tardi.-

Lee alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta e vide Jared di fronte a sé.

Spaventato, gli corse incontro.

-Katie...-

-Sta bene, tranquillo. Si è svegliata ed è tornata la pul... la Katie di sempre.- lo interruppe l'amico, sereno.

-Angie non voleva ferirti. Puoi chiamarla “pulce”, perché oramai sei uno di noi. Beh, mio amico lo sei sempre stato.-

Lee sorrise, ma Jared non sembrava altrettanto tranquillo.

-Aspetta a dirlo. Sono venuto per dirti una cosa che non penso ti piacerà.-

-Dimmi.-

Jared prese un bel respiro profondo e diede un'occhiata al posto.

-È qui che lavori? Che posto strano!-

-Però mi piace. E, per quanto a volte rasenti l'odioso, anche il mio capo è un tipo apposto.- Lee seguì lo sguardo di Jared e poi lo fissò -Divaghi quando hai un paura di dire qualcosa. Immagino che non sia piacevole.-

-Vorrei chiedere ad Alicia di uscire con me.- sputò fuori lui, velocemente. Lee non ebbe nemmeno il tempo di reagire, perché il ragazzo riprese.

-Lo so che è sbagliatissimo perché lei era la tua ragazza e credo che ci sia una specie di codice fra amici, che prevede l'esclusione di ex ragazze e simili però lei mi piace e mi piace tanto. Sai com'è andata a finire fra me e Theresa e, stranamente, per la prima volta c'è un'altra ragazza con cui vorrei veramente stare, capisci che intendo? So benissimo che i tuoi sentimenti per lei non sono svaniti e non svaniranno tanto presto, quindi non mi aspettavo certo di venire qui per ricevere un tuo...-

-Va bene.- lo zittì Lee, ancora impietrito.

-Va bene?- ripeté Jared, confuso.

-Alicia ha sofferto tanto e soprattutto per causa mia. Mi sembra felice con te, anche se non credo che lei provi lo stesso per te. L'hai detto tu: l'amore non svanisce da un giorno all'altro.- chiarì Lee, un po' più sereno di quella affermazione.

-Ma lei mi ha baciato.-

Lee si rabbuiò.

-Ti...-

-Sì, mi ha baciato! Certo, l'ha fatto per attuare una vendetta, in modo che Theresa se ne andasse, ma comunque l'ha fatto. Non credo sia il tipo da baciare chiunque, no?-

Lee scosse la testa.

-Non puoi uscire con lei.-

Jared aggrottò le sopracciglia.

-Hai appena detto che sei d'accordo!-

-Ho... sbagliato.- disse Lee, con la voce roca -Ha appena chiuso con me e non penso che buttarsi a capofitto in un'altra relazione sia la cosa migliore per lei.-

-Vi siete lasciati da un pezzo, Lee, e poi sarebbe meglio lasciarlo decidere a lei, no? Magari sono fortunato.-

-Ti ho appena detto che non puoi! Perché insisti?- sbottò Lee, ora arrabbiato.

-Io non sono venuto a chiederti il permesso. Non sei suo padre.- affermò Jared, alzando le mani in segno di resa -Io sto giocando pulito, Lee, perché sei stato tu a lasciarla. Volevo solo dirtelo prima che lo venissi a sapere da un altro.-

-E rischieresti di perdere la mia amicizia per lei?-

-Sai che non lo farei mai!- rispose Jared, incredulo -Tu sei il mio migliore amico e mi hai aiutato tante volte, quindi se adesso mi chiederai di scegliere, sceglierò te.- Lee riprese a respirare normalmente, ora tranquillo -Ma non posso credere che tu sia diventato quel genere di persona.-

-Quale genere di persona?-

-Un egoista che pensa solo a se stesso. Tu adesso esci con un'altra ragazza, perché lei non potrebbe fare lo stesso? Stai cercando di diventare migliore e lo stai facendo per lei, ma pensi che sia bello sbattere in faccia ad Alicia le tue scappatelle mentre lei continua ad aspettarti? Se non chiarisci bene i tuoi sentimenti e i tuoi problemi con te stesso, te la porteranno via e nessuno verrà a chiederti nulla.-

-Io non sto facendo tutto questo per lei.- disse Lee, guardandolo con un'espressione dura -E Daphne non è una scappatella, è la mia ragazza.-

-La tua ragazza sa del tuo attaccamento morboso per Alicia?- chiese Jared, retorico -Non fingere con me, Lee.-

-Escici pure.- disse Lee, riprendendo a sfogliare la rivista un po' più rigido -Esci con Alicia. Non ti chiederò di scegliere.-

-Grazie.- disse Jared, sincero -Se passi stasera a trovare Katie, ci sarò solo io.-

-Afferrato.-

Jared uscì dal negozio e Lee provò a calmare i fremiti di rabbia.

Strappò il giornale in pezzi e sbatté un pugno sul bancone.

Oramai era troppo tardi.

L'aveva persa.

 

 

 

 

 

Jared entrò nello spogliatoio, pronto a riprendere il turno.

Vide Alicia, già vestita, infilarsi un cerchietto e guardarsi allo specchio.

-Ehi, vai a casa?-

La ragazza si voltò verso di lui ed annuì.

-Sì, purtroppo. Odio avere i turni al mattino, visto che poi devo sopportare di stare a casa da sola di notte.-

-Uhuh, se è una proposta, l'accetto volentieri.- scherzò Jared ed Alicia scosse la testa, divertita.

-Hai fatto pace con Katie?- chiese poi, curioso.

-Ci ho provato, ma sembra irremovibile.- rispose Alicia, triste -Ritenterò domani, a costo di stressarla ad ogni ora.-

-So che ne saresti capace.- disse Jared, cercando di trovare un modo per introdurre l'argomento -A proposito...-

-Non abbiamo ancora parlato del bacio, Jared.- lo interruppe Alicia, nervosa -So di essermi comportata male, ma quella Theresa mi è stata antipatica da subito. Ti stava usando di nuovo e non potevo rischiare di vederti soffrire ancora.-

Jared sembrò sorpreso.

-Okay, ora però tira fuori la vera Alicia.- disse lui e iniziò a guardarsi attorno in maniera scenica.

-Vedi? È proprio questo che intendo!- continuò lei, arrossendo -Mi hai cambiata! Mi hai fatto capire che mostrare i propri sentimenti non è sbagliato e che non bisogna averne paura.-

-Proprio per questo, volevo dirti...-

Alicia si alzò in punta di piedi e lo baciò velocemente sulle labbra.

-Grazie, Jared. Per tutto.-

Jared sorrise e la strinse fra le braccia prima che potesse scappare.

-Stavo per dichiararmi, ma hai fatto tutto tu.- mormorò il ragazzo, divertito -Mi sento quasi evirato.-

-Angie potrebbe darti del maschilista.- sussurrò Alicia, stranamente comoda fra le braccia del ragazzo.

-Ma Angie non è qui, fortunatamente. Altrimenti mi ucciderebbe se vedesse quello che sto per fare.-

Jared non si dovette sporgere tanto per baciarla: i loro visi erano così vicini, che sentì subito la bocca di Alicia toccare la propria.

Jared sorrise nel bacio, felice.

Lee si sbagliava: Alicia provava esattamente le stesse cose.

 

 

 

 

 

-Sorpresa.-

Angelina entrò nella stanza, seguita a ruota dai gemelli.

Katie sorrise e, benché fosse ancora arrabbiata con loro, decise di non dire loro che sapeva tutto, perché il tono che Angelina aveva usato le fece capire che aveva pianto da poco.

George fu il primo ad abbracciarla, ovviamente e, per un attimo, le sembrò di essere tornata ad Hogwarts con i suoi amici attorno e lei in un letto di ospedale.

-Non fare mai più così una cosa del genere, pulce, ci hai spaventato a morte.- disse George, precedendo ed imitando Angelina che provò a sorridere.

-Prometto che da oggi starò più attenta.- affermò la più piccola, prima di venire travolta dall'abbraccio di Fred.

-Piccola pulce, quanto ci sei mancata! Non ti lasceremo mai più andare... letteralmente.- scherzò Fred, stringendola ancora di più e facendola tossire.

Angelina gli diede uno schiaffo sulla testa ed il ragazzo le fece posto.

Lei e Katie si guardarono prima di scoppiare a piangere.

-Eravamo così preoccupati per te!- disse Angelina, fra le lacrime.

-Ho avuto così tanta paura, ragazzi. Non volevo morire.- singhiozzò Katie nello stesso momento.

I gemelli ci misero un po' a farle calmare e poi passarono alle domande per Katie.

-Non ricordi proprio niente? Nemmeno un volto?- chiese Fred.

Katie scosse la testa.

-La voce era di una donna, credo, ma non ricordo altro. Non ricordo nemmeno Leanne o Harry.-

-Harry?- chiesero all'unisono i gemelli.

-Jared mi ha detto che sono stata in Infermeria un giorno e che mi avevano aiutato Leanne, Harry, Hermione e vostro fratello. Non mi ha detto altro.- disse Katie, confusa nel vedere Angelina mordersi le labbra in maniera stizzita al suono del nome di Jared.

-Beh, l'importante è che stai bene.- disse Fred, cercando di evitare l'argomento e fissando Angelina che gli lanciò un'occhiata significativa.

Katie sbuffò: odiava il fatto che quei due si capissero con un solo sguardo; era impossibile comprendere il problema in quel modo.

George notò le occhiatine dell'amica e sorrise.

Si stese accanto a lei nel letto e la strinse in un abbraccio.

-Il prossimo che proverà a toccarti, dovrà vedersela con me.- le sussurrò dolcemente, accarezzandole i capelli.

Lei sorrise, provando a non piangere di nuovo. I suoi amici non l'avevano abbandonata: erano ancora lì per lei.

O almeno la maggior parte.

-Permesso.-

Oliver fece il suo ingresso, bianco come un lenzuolo e nervoso.

Si rilassò nel vedere Katie sveglia, ma il cuore batté più veloce quando notò George steso accanto a lei.

-Ollie!- disse Katie, mostrando a tutti il suo sorriso radioso.

-Capitano!- dissero Fred ed Angelina, poi Fred si voltò verso il fratello, confuso -Ehi, è la prima volta che non lo dici con noi.-

-Perché siamo in un ospedale.- disse George, facendo spallucce -Non possiamo urlare come il nostro solito.-

-Sono alquanto offeso.- scherzò Fred, fingendosi veramente deluso -Sappilo.-

-Noi vi lasciamo da soli.- disse Angelina, sorridendo sinceramente per la prima volta -Ragazzi, andiamo.-

-D'accordo.-

George si tirò su e, dopo aver dato a Katie un bacio sulla fronte, si avvicinò ad Oliver e gli mise una mano sulla spalla.

-È bello rivederti, Capitano.-

Oliver provò a sorridere, ma non ci riuscì benissimo.

Quando furono rimasti soli, Katie batté una mano sul suo letto.

-Vieni, Ollie.-

Oliver si sedette accanto alla ragazza e l'abbracciò.

-Non sai che giornata infernale è stata. Non ho potuto fare prima ed il senso di nausea e paura mi ha accompagnato fin qui.-

-Ma sto bene, ora. Tranquillo.-

Katie sciolse l'abbraccio e lo fissò.

Il suo aspetto era cambiato ancora ed era davvero difficile ammetterlo.

Probabilmente Alicia aveva ragione: si stavano tutti allontanando.

Oliver sembrava così diverso in quel momento, mentre le stringeva la mano e le toccava i capelli.

-Non posso credere che qualcuno sano di mente vorrebbe farti del male.- disse Oliver, i cui occhi erano segnati da profonde occhiaia -Tutti ti vogliono bene.-

-Quella collana non era diretta a me, Ollie. Qualcuno voleva fare del male ad Hogwarts.-

-E hanno scelto te come tramite.- disse lui, mostrando un'espressione di disgusto -Bastardi. Tra tutti hanno scelto la persona più pura che conosca.-

Katie gli toccò la guancia per farlo calmare e si guardarono per mezzo secondo negli occhi, prima che la ragazza decidesse cosa fare.

Tirò Oliver verso di sé e lo baciò.

Il primo bacio di Katie Bell fu quello.

Veloce e rapido in una stanza del San Mungo.

Oliver si allontanò e scattò in piedi, quasi come se fosse stato colpito da un fulmine.

Sembrò intontito e quasi frastornato.

Non seppe cosa dire, così si lasciò sfuggire la prima frase che gli venne in mente.

-Hai quasi rischiato di morire ed hai ancora la forza di baciarmi?-

-Beh, proprio perché ho rischiato di morire, non potevo andarmene all'altro mondo senza prima averti baciato. Sarebbe stato il rimpianto più grande della mia vita.-

Katie non seppe da dove quel coraggio le fosse uscito. Probabilmente la vera Grifondoro che era in lei si stava facendo vedere.

Oliver aprì la bocca per rispondere, ma l'arrivo di un Guaritore li interruppe.

-L'orario delle visite è finito, signore. Mi dispiace, ma le devo chiedere di uscire.-

-D'accordo.- Oliver diede un veloce bacio sulla guancia alla ragazza, prima di dire -Ci vediamo, Katie.-



Spiegazioni, varie ed eventuali:
Ed ecco un altro capitolo scoppiettante (ma dove? xD)
Katie ha finalmente trovato il coraggio di far capire a quel tontolone di Oliver quello che prova!
L'ha baciato senza timori né imbarazzi.
Ora bisogna solo aspettare la mossa di Oliver. Cosa farà il nostro caro Capitano?
Alicia e Jared sono una coppia adesso.
Jared l'ha aiutata molto nell'ultimo periodo e lei ha capito che i sentimenti che provava per lui erano qualcosa di più... E Lee si mangia un po' le mani ora xD
Poi grande frattura nel gruppo! Oramai ognuno ha la propria vita ed è difficile mantenere i rapporti.
E, infine, c'è stato il ritorno di Bradley! Anche se probabilmente non è mancato a nessuno, a me sì e anche tanto ç_ç
Ringrazio come sempre TUTTI <3
Un bacione ^-^

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


 

Capitolo 30

 

-Ehilà, com'è andata ad Hogsmeade?-

Chris raggiunse Suzanne ed Agnes, entrando con loro nella Sala Grande.

-Bene, diciamo.- rispose Suzanne, aspettandosi di vedere Wendy senza successo -Leanne e Katie sono sparite nel nulla, ma per il resto...-

-Come sparite nel nulla?- ripeté Chris, sedendosi al tavolo dei Grifondoro.

-Siamo andate da Mielandia perché Zonko ha chiuso...-

-Ti rendi conto? Zonko ha chiuso!- Suzanne interruppe Agnes, poi, accortasi dell'errore, si voltò verso l'amica e si scusò.

-Dicevo, dopo essere state da Mielandia, le abbiamo cercate ai Tre Manici di Scopa, ma non c'erano.- concluse Agnes, stranita.

-Abbiamo provato dappertutto, ma niente.- continuò Suzanne -Forse Katie ha avuto un crollo emotivo e Leanne l'ha riaccompagnata qui.-

-Può essere.- convenne Chris, mentre il suo stomaco brontolava -Quando inizia questo banchetto?-

Tamara e Paul corsero verso di loro, affannati.

-In Infermeria. Subito!- tuonò Tamara e la sua espressione -unita a quella di Paul- fecero scattare in piedi i tre ragazzi.

Quando entrarono in Infermeria, videro Leanne seduta su un letto ed un gruppo di professori intorno ad un altro. Daphne stava provando a confortarla, mentre Finn sembrava essere finito lì per caso.

-Leanne, che è successo?- chiese Suzanne, lanciando un'occhiatina al gruppo di professori.

La McGranitt, Lumacorno, Piton e Madama Chips.

Nessuna traccia di Silente.

Fu Daphne a spiegare tutto, perché Leanne stava singhiozzando terrorizzata.

Una volta che ebbe terminato, fu Leanne la prima a parlare.

-Avreste dovuto... vederla.- sussurrò lei, mordicchiando un fazzolletto di stoffa apparso all'improvviso.

Christopher la strinse fra le braccia e, benché non fosse la situazione adatta per accorgersene, a Daphne non sfuggì il lieve rossore di entrambi.

-Starà bene?- domandò Paul, laconico.

-Certo che starà bene.- rispose subito Suzanne, ma tutti capirono che non ne era sicura.

I professori sembravano preoccupati e, non appena Madama Chips li vide, corse loro incontro.

-Non è più orario di visite, ragazzi. Tornate alle vostre faccende.-

-Ma noi siamo amici di Katie!- se ne uscì Daphne -Deve dirci come sta.-

-Non posso proprio dire nulla.- perdurò Madama Chips, provando a farli andare via.

La professore McGranitt arrivò in suo soccorso.

-Ragazzi, uscite dall'Infermeria, per favore.-

-Professoressa, la prego, ci dica come sta!- disse Suzanne, impotente. Tamara ed Agnes stavano piangendo in silenzio, mentre Leanne ancora singhiozzava. Daphne stava cercando di farsi forza, ma stava cedendo anche lei.

Suzanne doveva essere in grado di calmarle tutte.

La McGranitt sospirò, poi accennò un sorriso triste.

-Le condizioni della vostra amica sono molti gravi, ma probabilmente è stata molto fortunata. Ha toccato la collana con i guanti, per cui dovrebbe riuscire a reagire e a stare bene. Verrà trasferita al San Mungo domani.-

Quella frase ebbe due effetti.

Da una parte li calmò, ma allo stesso li agitò molto.

La McGranitt aveva detto che era stata fortunata, però il trasferimento all'ospedale indicava che le condizioni erano gravi, altrimenti sarebbe rimasta ad Hogwarts.

-Ora andate.-

Suzanne annuì e fece un cenno ai suoi amici prima di uscire per prima da lì. Aveva sempre odiato l'Infermeria e sarebbe sempre stato così.

Senza che nessuno dicesse niente, tutti oltrepassarono la Sala Grande, che sembrava essere rumorosa come al solito.

-Uff, quanto li invidio.- mormorò Daphne, stringendosi nelle spalle.

-Che intendi?- chiese Chris che ancora stringeva Leanne fra le braccia.

-Alcuni studenti non hanno preoccupazioni. Oltre la scuola, intendo.- chiarì Daphne, ma non venne ascoltata perché Leanne, accortasi della sua troppa vicinanza con Christopher, si allontanò da lui che la guardò torvo.

-Io... vado da Tia.- se ne uscì Finn, sfuggente come il suo solito e tutti lo fissarono in malo modo, mentre faceva dietro front verso la Sala Grande.

Paul e Suzanne furono gli unici a non obiettare: conoscevano bene Finn e sapevano che, in quelle circostanze, si trovava sempre come un pesce fuor d'acqua.

-Devi mangiare.- disse Paul a Tamara che scosse la testa decisa.

-Non ho fame.-

-Non puoi stare a digiuno.- continuò Paul, prendendola per un braccio e quasi sollevandola per portarla nella Sala Grande -Ci vediamo nella Sala Comune.-

Suzanne annuì, mentre Chris guardava ancora storto Leanne.

-Perché devi sempre fare così? Non posso neanche esserti amico adesso?- sbottò lui, come se fossero da soli.

Daphne lanciò uno sguardo a Suzanne che annuì.

-Accompagno Daphne a fare un giro.- disse lei -Per calmarla un po'.-

Leanne e Christopher, ancora intenti a guardarsi in cagnesco, non si accorsero di nulla.

-Chris, non penso che sia il momento di parlarne.- disse Leanne, provando a farlo calmare.

-È il momento perfetto, invece. Hai appena assistito ad un'aggressione ai danni di Katie, quindi non capisco perché vuoi allontanare un tuo amico nel momento del bisogno!-

-Perché... -Leanne si morse un labbro. Odiava non poter dire chiaramente le cose come stavano.

-Perché?- ripeté Chris, quasi pregandola.

-Se te lo dico, mi devi promettere che non cambierà nulla fra di noi.-

Chris annuì.

-Per me non sei un amico.-

Il ragazzo abbassò gli occhi, triste.

Leanne si premurò di correggersi, capendo il suo errore.

-Cioé, non sei solo un amico. Sei... qualcosa di più.-

Chris rialzò lo sguardo, stupito e sorpreso.

Poi accennò un mezzo sorriso.

-Ma tu... Lee... - poi lanciò uno sguardo al soffitto -Ora capisco ogni cosa. Daphne e Mantis lo sapevano, vero? Per questo sono andate a parlare con Wendy.-

-Mi dispiace per quello.- chiarì Leanne -Appena ho saputo cos'avevano in mente, ho detto loro di smetterla.-

-Quindi tu non pensi ancora a Lee?- chiese lui, con la bocca ancora impastata.

-No, Lee è stato uno sbaglio. Sono stata un'idiota perché tu sei sempre stato al mio fianco e sei sempre stato il mio migliore amico, perciò non credevo che tu potessi essere quello giusto.-

Leanne pronunciò le ultime due parole a bassissima voce, ma Chris riuscì ad udirle comunque.

-Oh, Lea.-

Chris si avvicinò a lei, pronto a baciarla, ma la ragazza lo scostò velocemente.

-No. Mi hai dato la tua parola.-

-Ma non ho detto “lo prometto”.- disse lui, ironico.

-Non posso fare quello che hanno fatto a me.- continuò Leanne, seria -La vecchia me sarebbe stata felicissima, ma dopo quello che ho fatto per rovinare la vita di Lee ed Alicia... non posso farlo.-

-Ma...-

-Wendy è una ragazza incredibile e ti rende felice.- lo interruppe Leanne alzando un dito per zittirlo -Ho avuto la possibilità di stare con te per troppo tempo ed ora meriti di più. Ti ho perso e dovrò accettarlo.-

-Leanne, è una cosa stupida. Lo sai che quello che provo per Wendy non ha niente... niente a che vedere con quello che provo per te.-

-Mi dispiace, Chris.- disse Leanne, provando a trattenere le lacrime -Non cambierò idea.-

 

 

 

 

-Guarisci presto, sorellona.- disse Sam, dandole un bacio sulla guancia e dandogli in mano la sua copertina preferita.

-Ti proteggerà.-

-Ti proteggerebbe meglio un incantesimo di protezione. Posso provare... ?-

-Diana!- rise Katie, facendole segno di no con la testa.

Era incredibile che anche la sorellina di Alicia fosse venuta a trovarla, assieme al maggiordomo preferito dell'intero gruppo.

-Ora dovete andare.- disse Jared, mentre i genitori di Katie -assieme ad Eliza, la nuova moglie del padre- lasciarono la stanza trascinando Sam; Diana rimase immobile a fissare Jared.

-Tu devi essere il nuovo ragazzo di mia sorella.- gli disse, guardandolo dall'alto in basso -Me l'ha detto un certo Matt all'entrata.-

Jared accennò un sorriso: i bambini non l'avevano mai sopportato.

-Sì, sono Jared. Diana, giusto?-

-Esatto, la futura signora Jordan.- disse Diana, sorridendo -Sapevo che non sarebbero durati. Lee aspetta me.-

-Certo.- Jared lanciò un'occhiata a Carl, il maggiordomo, che annuì e portò fuori Diana dalla camera.

-E anche oggi sono venuti tutti a trovarti. Sei molto richiesta.-

-Già, non pensavo che anche Brad sarebbe venuto.- disse Katie, lanciando un'occhiata ai fiori che il ragazzo aveva portato.

-Così... tu e Alicia.- mormorò Katie, annuendo -Sul serio?-

-Te l'avrebbe detto prima o poi. Vuole solo essere sicuro che non la giudicherai anche tu.-

-Come ha fatto Angie.- ipotizzò lei, conoscendo bene i suoi amici.

-Sì.- ammise Jared, dispiaciuto -Non pensavo che mi odiasse tanto.-

-Non ti odia affatto. Teme solo che tu possa portarci via Alicia.- chiarì Katie, dandogli un po' di conforto -È la nostra mamma ed ha sempre avuto paura di perderci. Imparerà a volerti bene.-

Jared annuì, quasi convinto delle sue parole.

-Rendi felice Alicia, per cui sei perfetto per lei.- disse Katie, facendogli illuminare gli occhi di contentezza.

-Non vuoi proprio perdonarla?- domandò poi lui, avvicinandosi al letto di Katie per sistemarle il cuscino.

Katie sorrise.

-Non vedo l'ora di perdonarla.-

Jared sorrise a sua volta e, dopo averla salutata, uscì dalla stanza velocemente.

Ritornò dopo venti minuti, accompagnato da Alicia, vestita alla Babbana, e le lasciò sole.

-Scusami.- sussurrò Katie, dispiaciuta.

Alicia le corse incontro per abbracciarla stretta.

-Scusaci tu, pulce, abbiamo sbagliato tutto con te. Sei sempre stata la più piccola, ma adesso sei cresciuta.- disse Alicia, dandole un bacio sulla guancia -Saremo persi senza di te, per cui non abbandonarci.-

-Non lo farò mai.-

Entrambe sorrisero.

-Sei rimasta qui oltre il tuo orario?- chiese Katie, notando i suoi vestiti.

-Aspettavo Jared e speravo di poterti parlare.-

-Ho saputo. Congratulazioni!-

Alicia sorrise.

-Grazie, pulce.-

Katie si rabbuiò un poco, stranita all'improvviso.

-Cos'hai?- chiese Alicia, saltando su per correre a chiamare qualcuno.

-Sono solo preoccupata per Lee.- Katie la guardò -Non penso che ti abbia dimenticata.-

-Jared è andato a parlare con lui. Va tutto bene.-

Katie si rilassò un poco, stringendo le labbra.

-A volte odio la mia vita.- ammise Alicia all'improvviso -Così piena di problemi e di drammi.-

-Beh, scambierei volentieri la mia vita con la tua. Meglio una vita problematica e movimentata che piatta e monotona.-

Alicia guardò Katie negli occhi.

-Hai ancora tutta una vita davanti per imbatterti in qualcosa di avventuroso, pulce.- le disse Alicia, poi indicando i fiori -George?-

-Brad.-

Alicia fu stupita, ma non replicò nulla.

-Sei il paziente con più visite, lo sai? Fortunella!-

-No, non è vero.- sussurrò Katie, abbassando gli occhi, triste -Oliver non viene a trovarmi da due settimane.-

-Avrà da fare, pulce. Prima o poi verrà.-

-L'ho baciato, capisci?- confessò Katie, torturando con le mani la copertina di Sam -Non penso tornerà.-

Alicia si coprì la bocca con le mani.

-L'hai baciato? E me lo dici solo ora!? È meraviglioso! E lui?-

Katie passò a raccontarle la reazione di Oliver e poi Alicia volle sapere nel dettaglio tutte le sue espressioni e di suoi gesti delle mani.

-Era nervoso. Buon segno.- chiarì Alicia, annuendo.

-O cattivo. Non sapeva come dirmi di no.-

Katie aveva pensato a lungo a quel giorno lontano: Oliver aveva reagito in maniera così strana.

Cosa significava?

Alicia non seppe come replicare, perché Oliver era davvero difficile da capire sotto il profilo “ragazze”.

-Ho rovinato tutto.- pigolò Katie, teneramente.

-Non dirlo neanche per scherzo, Katie! Hai fatto bene a metterlo alle strette, così chiarirete ogni cosa.-

-Ma se dovessi perderlo? Non voglio rinunciare a lui, Alicia!-

-Non succederà, vedrai.-

Alicia rassicurò l'amica, avendo già in mente un piano per sistemare le cose.

 

 

 

 

-Buongiorno.-

Chris arrivò al tavolo sbadigliando largamente, senza neanche mettere la mano davanti alla bocca.

Tamara e Paul scossero la testa, mentre Suzanne e Agnes ridevano divertite.

Anche Finn accennò un sorrisino.

-Dov'è Leanne?- chiese lui, sedendosi accanto ad Agnes che gli porse un succo di zucca.

-È andata a chiedere a Silente di Katie.- Suzanne abbassò la voce -Ehi, non credete che quella collana fosse destinata ad Harry? Insomma, lui è una calamità per i guai e Voi-Sapete-Chi lo vuole morto.-

-Mantis!- sbottarono Tamara ed Agnes contemporaneamente, mentre Finn rideva, rassegnato.

-Cosa? Era solo un'ipotesi.- Suzanne addentò un pezzetto di toast -Scusciate.-

-È possibile, ma avrebbe potuto dargliela quando erano al pub, no?- disse Paul, sfogliando la Gazzetta del Profeta, senza guardarli -O mentre si stavano incamminando per Hogwarts.-

-Meglio stiamo fuori da questa storia, meglio è.- s'intromise Tamara, impaurita -Abbiamo altro a cui pensare.-

-A proposito di questo, ho lasciato Wendy.- disse Chris, come se stesse parlando del tempo.

-Cosa??- sbottò Tamara, mentre nello stesso momento Suzanne aveva detto.

-Era ora.-

Ad un'occhiata di Tamara, Sue passò a spiegare.

-Io non ero d'accordo fin dall'inizio.- notando poi lo sguardo confuso di Finn, la ragazza continuò -Nel senso che Chris ha sempre guardato solamente Leanne, per cui era naturale che non la dimenticasse da un giorno all'altro.-

-Beh, Leanne non si innamorerà di lui da un giorno all'altro.- disse Finn, rivolto esclusivamente a Suzanne.

-Questo fa capire quanto tu sia idiota.- riprese Sue, guardandolo divertita -Leanne è...-

Suzanne si zittì, ricordandosi di non poter dire una parola.

-È... ?- la incitò a continuare Finn, sorridendo.

-Sono qui.- Leanne arrivò giusto in tempo e si sedette accanto a Suzanne che sospirò di sollievo, mentre Finn, accanto a lei, continuava ad aspettare.

-Zitto.- sussurrò lei, colpendogli un braccio.

-Come sta Katie?- chiese Agnes, preoccupata.

-Sta bene, però la terranno ancora un po' per accertarsi che non peggiori.-

-Meno male.- disse Tamara, serena.

-Sono già passate due settimane!- sbuffò Leanne -Mi manca.-

-Tornerà più in forma di prima il nostro coniglietto.- continuò Tamara, facendo sorridere Leanne.

-Ehi, hai saputo la novità?- se ne uscì Suzanne -Chris ha scaricato Wendy.-

Leanne si girò di scatto verso l'amico.

-Per quale motivo?-

-Non era la ragazza giusta.- Chris le sorrise -Capisci cosa intendo?-

Leanne arricciò le labbra, insicura e lanciò uno sguardo al tavolo dei Tassorosso, dov'era seduta Wendy. A qualche persona di distanza c'era Daphne, intenta a chiacchierare con il ragazzo che aveva di fronte a sé.

Wendy sembrò notare il suo sguardo e si alzò dalla panca, benché le sue amiche cercassero di trattenerla.

-Ciao, ragazzi.-

Tutti ricambiarono il saluto, con l'eccezione di Finn e Suzanne, ancora guardinghi.

-Leanne, posso parlarti?-

La ragazza lanciò un'occhiata al suo gruppo e vide Suzanne farle un lentissimo “no” con la testa, anche se Wendy la colse subito.

-Non voglio picchiarti né farti qualche strano incantesimo.- le disse allora la più piccola -E poi sono solo al quarto anno. Non rischi con una come me.-

Leanne si alzò lentamente, mentre Chris fingeva di non trovarsi lì, imbarazzato.

-Spero che tu l'abbia lasciata come si deve.- disse Tamara -Come un vero uomo, senza farla soffrire.-

-Penso di aver... fatto un buon lavoro, mammina adorata.- rispose lui, prendendola in giro e guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Paul.

Wendy fece cenno a Leanne di andare in un bagno lì vicino, per evitare che qualcuno le sentisse.

-Wendy, mi dispiace.- disse subito Leanne, non appena si chiusero la porta alle spalle -Ho saputo che Chris...-

-Grazie.-

Leanne s'interruppe, in dubbio.

-P... Prego.-

-Chris mi ha raccontato ogni cosa.- continuò Wendy, passando a spiegare -Nessuno avrebbe mai avuto tanto riguardo per una sconosciuta. Hai anteposto il mio bene al tuo, per cui se adesso decidessi di stare con Chris non mi feriresti in alcun modo.-

-Ma come? Non sei arrabbiata?-

-Chris mi piace, ma lui vuole te.- rispose Wendy, con un sorriso tirato -Me l'aveva detto che quella per te non era una semplice cotta, però io ho voluto provarci comunque. Sei libera di stare con lui, Leanne, tranquilla.-

Leanne non seppe cosa rispondere, l'unica cosa che voleva davvero fare era sorridere e così fece.

Possibile che le fosse andata bene per una volta?

-Sei una grande persona, Leanne. Non tutti si sarebbero fatti da parte come hai fatto tu.-

Wendy l'abbracciò timidamente e poi uscì dal bagno, silenziosa.

A Leanne il sorriso si allargò.

 

 

 

 

Alicia entrò nello spogliatoio dei giocatori come se niente fosse.

Nolween era riuscita a farle superare i sistemi di sicurezza, per cui non era stato un problema entrare nello stadio.

La ragazza, passando in mezzo a giocatori di Quiddich mezzi nudi, provò a far finta di niente, cercando il suo obiettivo.

Benché vedesse parti anatomiche umane ogni giorno, non poteva di certo abituarsi a una ventina di ragazzi nudi di fronte a lei.

Era ancora una bambina sotto quel punto di vista.

C'era chi la guardava confuso e chi le fischiava dietro, ma lei ignorò tutti fino a quando non vide Oliver, intento a chiacchierare con un suo compagno di squadra.

-A... Alicia?- esclamò il ragazzo, vedendola -Che ci fai qui?-

-Faccio io le domande, Ollie.- rispose lei, incrociando le braccia al petto -Perché non sei più venuto a trovare Katie?-

-Sono stato impegnato.-

-Balle. La stai evitando da quando vi siete baciati.-

Oliver la fissò, stupito.

-Te l'ha detto?-

-Ma certo che me l'ha detto.- disse Alicia, guardandolo come se fosse impazzito -E te l'avevamo detto anche noi che la pulce provava qualcosa per te, ma tu non hai voluto darci retta. Non può più continuare questa situazione, devi affrontarla.-

-Non sono affari tuoi in realtà.- ammise Oliver, alzandosi dalla panca e andando a cercare un asciugamano per i capelli -Ho saputo che non vuoi più essere nostra amica. Angie me l'ha detto.-

-Beh, consideralo il mio ultimo desiderio.- riprese Alicia, non scalfita da quelle parole -E non parlavo di Katie, lei non c'entra niente.-

-Tu non c'entri niente, Alicia. La questione riguarda solo me e lei.-

-No, riguarda anche me!- sbottò la ragazza, incredula -Perché sono io quella che deve passare giornate a consolarla per la tua assenza. Non ce la faccio più tra lei che fa la piagnucolona e te, che ti comporti come un bugiardo.-

-Non appena sarà dimessa dal San Mungo, non avrai più problemi.-

Alicia lo fulminò con gli occhi.

-Ma ti stai sentendo?-

-Ascolta, io non sono un bugiardo. Non mi pare di averle promesso qualcosa.-

-Ma hai sempre detto che per te era la persona più importante...-

-Come amica!- la interruppe Oliver, arrabbiato -Io... Io... Quel bacio che mi ha dato mi ha preso in contropiede. Non me l'aspettavo, per cui non andrò a trovarla per dirle che va tutto bene, perché non va tutto bene. Sono confuso.-

Alicia arricciò le labbra.

-E su Nolween? Sei sicuro di non aver mentito su di lei?-

-Non capisco dove vuoi arrivare.-

-Siete andati da Madama Piediburro l'anno scorso. A San Valentino.-

-Non sono affari tuoi, Alicia.- ripeté Oliver, stufo -Nolween non sta passando un bel periodo, ma fra noi due non c'è nulla.-

-E riguardo Katie? Non le rivolgerai più la parola?-

-Devo stare un po' da solo per riflettere.- rispose Oliver, oramai tutti i compagni di squadra ascoltavano la loro discussione -Per me non così facile...-

-Come lo è stato per te. È così che volevi concludere la frase, vero?-

Oliver scosse la testa.

-Puoi stare con chi vuoi, Alicia, davvero; ma se ti senti chiamata in causa ogni volta, hai un problema serio.-

-No, tu hai un problema serio. Sei un vigliacco.-

Ed Alicia uscì velocemente dallo spogliatoio, lasciando Oliver arrabbiato e ancora più confuso.

 

 

 

 

-Ehi.-

Leanne bussò alla porta del dormitorio di Chris che non appena la vide, sorrise.

-Ehi.- ripeté lui, facendole cenno di entrare.

-Ho persuaso i tuoi compagni di stanza a rimanere giù ancora per un po' perché volevo parlarti.- disse Leanne, sedendosi nel letto accanto a lui.

-Cosa voleva sapere Wendy?- chiese Chris, curioso.

-Ti sei lasciato scappare una ragazza fantastica.- disse Leanne, mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma non riuscendoci per l'agitazione.

-C'è un'altra ragazza che per me vale di più.- sussurrò Chris, prendendogli quella stessa ciocca e spostandogliela dagli occhi.

Leanne sorrise, poi gli chiese.

-Pensi davvero che sia una buona idea?-

-In questo momento, l'unico mio pensiero è quello di volerti baciare.- rispose Chris, facendole l'occhiolino -Anzi, è stato il mio unico pensiero per tanto tempo.-

-Meriti di sentirtelo dire almeno una volta.- disse Leanne, allungandosi poi per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

-Sono innamorata di te.-

Chris le strinse le mani e disse.

-Beh, non so quanto possa valere, visto che sarà la centesima volta che te lo dico, ma ti amo dalla prima volta che ti ho vista, ragazza mia, e sapevo che saremmo finiti insieme un giorno. O, almeno, ci speravo.-

Leanne annuì.

-Credo che dovrei pareggiare i conti. Cento, hai detto?- Leanne prese un respiro e partì- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...-

Chris la spinse verso di sé e la baciò come non aveva mai baciato nessuna ragazza; perché era Leanne che aveva sempre voluto baciare.

Leanne ricambiò il bacio, stringendogli la mano.

La ragazza, poi, si staccò per riprendere fiato e per dire.

-Non vale, sono arrivata solo a cinque.-

-Sei, se conti il “sono innamorata di te”.- la corresse Chris, giocando con i capelli di lei -E poi, hai tutto il tempo di questo mondo per rifarti. Ora c'è qualcos'altro che vorrei fare.-

Leanne rise, divertita.

-Anch'io.-

Poi si allungò nuovamente per baciarlo, felice.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Questo capitolo copre una parte del periodo che Katie trascorre al San Mungo, per cui la prima parte è da collegarsi al capitolo precedente.
Da una parte al San Mungo un gruppo litigava, dall'altra, ad Hogwarts, l'altro gruppo si avvicinava un po' a causa dell'incidente di Katie.
Pensiamo prima agli avvenimenti felici, cioé Chris e Leanne.
Questa povera ragazza ne aveva passate abbastanza, per cui ho fatto in modo che almeno con Chris le cose filassero liscie.
E Wendy si è fatta da parte perché non è pazza, ma ha semplicemente capito che si stava mettendo in mezzo.
Per quanto riguarda Oliver e Katie non ho molto da dire.
Il Capitano è sempre stato convinto di essere una specie di fratellone per Katie e scoprire all'improvviso che il sentimento della piccola era di tutt'altra natura non è facile.
Non vuole ferirla, ma allo stesso tempo non vuole illuderla, dato che non sa cosa prova.
Alicia l'ha capito, ma vuole comunque proteggere Katie, per cui litigare anche con lui per l'amicizia di Katie per lei non fa differenza.
Questi capitoli saranno molto concentrati su Katie e su Oliver, per cui nel prossimo li vedremo ancora come personaggi centrali.
Spero di aver detto tutto ^-^
Un grazie gigante ed un bacione a tutti <3
A presto *-*

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

 

Il Natale arrivò in fretta quell'anno.

La neve ricoprì velocemente il castello e, in poco tempo, il freddo fece da padrone alle giornate degli studenti.

-Katie si riprenderà completamente per Natale?- chiese Leanne quella mattina, stanca di dover aspettare il ritorno dell'amica.

-George mi ha scritto che ha avuto una ricaduta.- rispose Tamara, estraendo la lettera dalla sua borsa -Ma dovrebbe uscire subito dopo le vacanze natalizie. Credo.-

Tutto il gruppo si era riunito al Parco e, benché facesse freddo, nessuno dei ragazzi pareva infreddolito; merito, anche, del piccolo fuoco portatile che Agnes aveva imparato a fare.

Stranamente, Finn trascorreva sempre più tempo con loro.

Certo, il ragazzo non aveva lasciato té verde, ma, dopo un discorso di Paul ed una velata frecciatina da parte di Suzanne, Finn aveva capito che i suoi amici avevano bisogno anche di lui.

-Sarà difficile goderci un Natale senza Katie.- disse Agnes, aggiustandosi i guanti, mentre Suzanne apriva la bocca per fare uscire un piccolo sbuffo.

-Beh, non sarebbe la prima volta.- ammise Daphne, guadagnandosi un'occhiataccia da Tamara e Leanne.

-È vero.- Daphne fece spallucce -Tutti i Natali li passava con l'altro gruppo.-

-Però ci ha sempre fatto gli auguri e si presentava con i regali la mattina di Natale, tutta eccitata nel vedere le nostre reazioni.- ricordò Chris, stringendo Leanne che aveva tremato leggermente.

-Già.- disse semplicemente Finn -Poi, Katie è sempre stata rumorosa ed infantile, ma con il Natale diventava ancora più bambina. Capite?-

Leanne stava per rispondergli a tono, ma Suzanne, capendo bene il discorso dell'amico, corse in suo aiuto.

-Finn intendeva dire che, per quanto Katie passasse poco tempo con noi, la sua presenza era costante nella Sala Comune e nel dormitorio. La felicità di Katie di fronte al Natale è paragonabile a quella di una bambina. Probabilmente crede ancora a Babbo Natale, ma Finn non voleva insultarla, dico bene?-

Finn fece quello strano sorriso che riservava soltanto a lei, soddisfatto che Suzanne fosse stata l'unica ad aver capito; però non le rispose, perché per lui non era importante il giudizio degli altri.

Leanne si sciolse, sapendo bene quanto Suzanne conoscesse ogni minima sfumatura dell'atteggiamento di Finn.

-Scusami.-

Il ragazzo scrollò le spalle, abituato, oramai, ad essere frainteso da tutti.

-Comunque, sarà meglio rientrare.- disse Tamara, interrompendo il silenzio teso che si era creato -Non vorrei arrivare tardi a lezione.-

Le ragazze iniziarono ad incamminarsi, mentre Christopher fece un cenno a Paul e a Finn di rimanere indietro.

-Dobbiamo organizzare una bella festa di Natale.- disse Chris con il sorriso sulle labbra -Facciamo in modo che, almeno per le feste, nessuno si abbatta ancora di più.-

-Mi sembra una bell'idea.- ammise Paul, accennando un sorriso.

-Per me sarebbe un problema, dato che avevo promesso a Tia di andare dai suoi per il giorno di Natale.- spiegò Finn, guardandosi i piedi annoiato.

-Oh, coraggio, Finn! Abbiamo bisogno di te.- esclamò Chris, provando a convincerlo.

-Sai, Finn.- iniziò Paul, come se nulla fosse -Quest'anno nessuna delle ragazze tornerà a casa per Natale.-

Finn corruggò la fronte, incerto.

-Mi stai dando il permesso?- chiese lui, divertito.

-Solo per Natale.- rispose Paul, avvertendolo.

-Ci sono.-

Christopher, non capendo cosa diavolo fosse successo, afferrò solamente l'ultima frase di Finn ed esultò.

-Ragazzi, preparatevi ad un Natale alla Christopher Nolan style!-

-Che Merlino ci aiuti.- sussurrò Paul, in modo che solo Finn lo sentisse.

 

 

-This is the season to be jolly, fa la la la la...-

-Jared, stai bene?- chiese Alicia, ridendo poi di fronte al suo abbigliamento.

Il ragazzo aveva in testa un cerchietto con un paio di corna di renna e si era colorato il naso di un intenso color pomodoro.

-Adoro il Natale.- esclamò Jared, scendendo dalla scala che aveva usato per addobbare la cima dell'abete e coinvolgendo la ragazza in una danza improvvisata.

-Lo vedo.- rise Alicia, divertita -Ma, quando ti ho chiesto di aiutarmi con gli addobbi, non intendevo questo.-

-Perché?-

-È un tantino esagerato, non trovi?-

Alicia indicò l'enorme albero che Jared aveva posizionato vicino al camino, nel salotto.

Alzò poi gli occhi verso gli innumerevoli ramoscelli di vischi che il ragazzo aveva attaccato ovunque: in cucina, in camera sua e persino nel bagno.

Alicia, infine, accennò alla neve che stava ricoprendo il salotto, grazie ad un incantesimo di Jared che disse.

-Forse la neve è un po' esagerata, lo ammetto, ma il resto no! Il Natale è gioia, amore e, soprattutto, perdono.-

Jared mosse la bacchetta e la neve si stoppò.

Alicia lo guardò in tralice ed alzò gli occhi al cielo.

-Non mi convincerai a fare pace con i miei amici con la scusa del Natale.-

-Questo periodo non te li fa ricordare?- continuò Jared -Lee mi aveva raccontato qualcosa a proposito delle vostre tradizioni.-

-Eravamo a scuola!- disse Alicia -Il tempo è passato e noi siamo cresciuti.-

-È passato solo un anno.- la corresse Jared -Anche meno, se conti che avete litigato da poco.-

-Beh, i nostri problemi sono iniziati ben più di un anno fa e in un anno possono cambiare un sacco di cose. Prendi noi, per esempio.-

Jared sorrise e la baciò prima che scappasse via.

-Credo che un'amicizia come la vostra sia rara, Alicia.- disse lui, spazzandole via dai capelli la neve -Prova a pensarci meglio.-

-Ho già riflettuto su tutto.- disse lei, sicura -Con Katie il rapporto non è peggiorato, ma con gli altri le cose non possono più essere sistemate.-

-Con gli altri intendi Angelina, giusto?-

Alicia fece un sorriso amaro, rammentando bene il Natale ad Hogwarts e le strambe idee di Angelina sul rispettare le tradizioni.

Prima la cena di Natale; poi i biscotti, preparati da Katie ed Oliver; le canzoni, che i gemelli e Lee si divertivano sempre a rovinare; i desideri che avrebbero dovuto esprimere uno alla volta ed infine i regali che andavano aperti la mattina dopo, nel dormitorio dei gemelli e di Lee.

Alicia adorava comprare i regali di Natale ai suoi amici ed era sempre bello trascorrere quel periodo di pace e serenità con il suo gruppo.

Con Fred e George, divertenti e buffi come sempre.

Con Lee che la tormentava anche a Natale.

Con Katie, eccitata e felice come una bambina.

Con Oliver che, solo per Natale, lasciava da parte il Quiddich.

E con Angelina che, da brava mamma, li guardava con gli occhi illuminati di gioia.

Quel periodo era finito per sempre.

Quell'atmosfera si era spenta anno dopo anno ed, infine, si era spenta del tutto quando Oliver aveva lasciato la scuola.

Le tradizioni erano tradizioni e, senza un elemento del gruppo, era impossibile rispettarle.

-Ehi, Alicia, tutto bene?-

Jared le strinse il braccio, cercando di farla tornare in sé.

-Uh?-

-Ti sei imbambolata.- rise Jared, prendendole il viso fra le mani e baciandola dolcemente.

-Scusa, stavo ricordando una cosa.-

-Cosa?-

-Mia madre ci ha invitati da lei per Natale.- disse Alicia -Vorrebbe conoscerti.-

Jared deglutì.

-Stai scherzando, vero? Mi hai sempre parlato malissimo di tua madre e Lee rabbrivisce ogniqualvolta viene nominata.-

-Lo so, lo so, ma faccio tutto questo per Diana.- chiarì la ragazza, tenendogli la mano per tranquillizzarlo -È fissata con il Natale quanto te.-

-Visto? Tutti adorano il Natale.-

-Con la differenza che mia sorella ha sei anni.- rise Alicia -E aggiungici il fatto che è il suo compleanno il 23 dicembre. Riceve un sacco di regali in pochissimo tempo.-

-Che bello!- Jared scosse la testa -Non cercare di cambiare argomento, Alicia. Davvero tua madre ci vuole per Natale?-

-Sarà solo per una sera, non ti succederà nulla. Tu non sei Lee.-

-Questo sì che mi fa sentire meglio.- commentò lui, ironico.

Alicia lo abbracciò e gli disse all'orecchio.

-Senti, non vedo mio padre da una vita e mi manca, come mi manca trascorrere il Natale con mia sorella. Le dovrò già dare buca per il suo compleanno, non posso saltare anche la sua festa preferita.-

Alicia si allontanò per guardarlo negli occhi.

-Fallo per me. Una sera soltanto.-

Jared sorrise ed annuì.

-Hai vinto, miss Spinnet. Ma... dovrai accettare le decorazioni che ho scelto per il giardino.-

Il ragazzo agitò la bacchetta e fece apparire la statua di una renna in formato naturale ed un sacco di lucine colorate.

-Ho sempre avuto un debole per Rudolph.- ammise lui, indicando il naso rosso della statua ed il suo.

-Anch'io.- ammise Alicia -E ho sempre pensato che fra lui e Ballerina* ci fosse qualcosa.-

-D'accordo.- sbuffò Jared, divertito, facendo apparire un'altra statua vicino a Rudolph.

-Mi dai una mano?-

-Certo.-

Alicia seguì Jared in giardino, provando a non ricordare quanto Angelina amasse le renne di Babbo Natale.

 

 

-Cosa facciamo per Natale?-

Angelina, che era appena uscita dallo spogliatoio dopo un'estenuante allenamento, si spaventò quando Fred, sbucatole da dietro, la colse di sorpresa con questa domanda.

-Che ci fai qui?-

-Tu rispondi alla mia domanda ed io rispondo alla tua.- disse Fred, con un ghigno divertito.

-Beh, è il primo Natale lontano da Hogwarts. Katie è in ospedale ed Alicia non ci rivolge più la parola.- elencò Angelina, tetra -Per cui saremo solo tu, io, George, Oliver e Lee. Sempre che Nolwenn non coinvolga prima Oliver e Lee non decida di crogiolarsi nel suo dolore per la storia fra Alicia e Jared.-

Ad un'occhiata di Fred, Angelina disse.

-Sì, l'ho saputo. Katie me l'ha detto.-

-Uao, devo dire che il tuo ottimismo cresce ogni giorno di più, Angie.- commentò Fred ironicamente, prendendola per mano con semplicità.

-Beh, per quanto la tua visione della vita sia sempre divertente e felice, la nostra realtà è ben diversa. Forse non l'hai notato, ma, ancora una volta, il gruppo è a pezzi.-

-L'ho notato, ma ci stiamo avvicinando al Natale!- esclamò Fred, spalancando le braccia -Mettiamo da parte i nostri drammi almeno per Natale e godiamoci una serata fra di noi.-

-Vuoi festeggiare senza Alicia e Katie? E le nostre tradizioni?- chiese Angelina, incredula.

-Possiamo crearne delle nuove, no? Quelle tradizioni le abbiamo rispettate prima di crescere e di diventare...-

-Adulti?- lo interruppe Angelina, scettica e divertita allo stesso tempo.

-Ragazzi.- la corresse Fred -Prima eravamo dei bambini, per cui è normale che le cose ora siano diverse.-

Angelina sembrava ancora triste e poco convinta.

-Diverse non vuol dire peggiori, Angie.-

-Okay, quest'anno il Natale l'organizzerai tu.-

-Sì!-

Fred la baciò ed Angelina sorrise nel bacio.

-Non hai risposto alla mia domanda.-

-Perché era una domanda stupida.- rispose Fred, accarezzandole i capelli -Sono venuto a prenderti per uscire insieme. Si fa così con le proprie ragazze.-

-Sì, si fa così, ma non una volta al mese.- lo bacchettò Angelina e Fred congiunse le mani teatralmente.

-Chiedo perdono, ma ho avuto un sacco da fare.-

-Ti ci vorranno un sacco di fette di torta per farti perdonare. E almeno due dei vostri scherzi.-

Fred alzò gli occhi al cielo e le sorrise.

-Dolci e scherzi. A volte mi dimentico che sei un maschiaccio.-

E lo schiaffo che ricevette sulla testa, fece solamente ridere Fred più forte.

 

 

 

 

-Oh, jingle bells, jingle bells... Jingle all the way Oh, what fun it is to ride...-

Alicia entrò nella stanza di Katie e, non appena vide lei e Jared cantare a squarciagola, scoppiò a ridere, divertita.

-Jared, la smetti con questa fissa per le canzoni di Natale? Al quinto piano non fanno che parlare delle “splendide ore passate con il guaritore Russell”.-

-Sei gelosa di me od invidiosa della mia popolarità?- chiese lui, alzandosi dalla sedia per fare accomodare Alicia che disse.

-Nessuna delle due.-

-Per me sono entrambe, invece.- affermò Katie, ridendo.

Alicia scosse la testa e Jared scompigliò i capelli alla più piccola.

-Vi lascio sole, donzelle. Alicia, ti aspetto alla fine del turno?-

-Ovviamente, ma stai lontano dal quinto piano, per favore.- rispose la ragazza, con una punta di fastidio che non sfuggì a Jared.

-Sarà fatto, mia regina. A domani, pulce.-

-A domani!-

Jared lasciò la stanza ed Alicia si concentrò ad esaminare Katie.

-Come ti senti oggi? Hai ancora la nausea e il mal di testa?-

-No, sto bene.- disse Katie, facendo il suo sorriso radioso -Jared mi ha detto che era l'effetto della pozione. Ti butta giù all'improvviso e poi ti senti meglio. A proposito, ti adora.-

-Chi?- fece Alicia, leggendo la cartella di Katie per vedere se c'era scritto tutto.

-Jared, chi sennò?-

Alicia provò a trattenere un sorriso, ma era impossibile per Katie non capire lo stato d'animo dell'amica.

-State bene insieme.-

-Stamattina avevi la febbre.- disse Alicia, leggendo la cartella e guardandola come se l'avesse presa in giro.

-Non era tanto alta.- Katie si strinse nelle spalle -E poi, te l'ho detto è l'effetto della pozione.-

-Quella pozione ha maggiore effetto su di te, però.-

-Le persone sono diverse, per cui anche l'effetto può variare da persona a persona.- disse Katie, poi per spiegare -Anche questo me l'ha detto Jared.-

-Forse ha ragione. Mi sto preoccupando per niente.-

-Ora possiamo parlare del tuo fantastico ragazzo?- trillò Katie, battendo le mani sulla coperta -Hai visto come ti guarda? Gli piaci davvero tanto.-

Alicia sorrise.

-Oliver è passato a trovarti?-

Katie scosse il capo, abbassando gli occhi tristi.

-Possiamo parlare d'altro?-

-Oh, pulce.-

Alicia l'abbracciò.

-Allora, continui ad evitare l'argomento.- disse Katie, impaziente e tornata allegra.

-Quale argomento?-

-Jared! Ti piace averlo vicino?-

-Stiamo insieme, per cui è ovvio che mi piace averlo vicino. Dovresti vedere come mi ha decorato la casa.-

-Dettagli, Alicia.-

-Cosa vuoi sapere?-

Katie abbassò la voce ed arrossì, prima di chiederle.

-Fin dove vi siete spinti?-

-Pulce!-

Katie rise, divertita dall'imbarazzo dell'amica.

-Ehi, qui in una stanza da sola mi annoio. Voglio sapere cosa succede nel mondo.-

-Non abbiamo fatto quel passo.- rispose lei, arrossendo -Stiamo insieme da poco.-

-Ma...?-

-Nessuno “ma”.- Alicia arricciò le labbra -Il problema reale è che credo che stia diventando qualcosa di più.-

Katie rimase ad ascoltarla, attenta.

-Mi piace più di un po', ecco.-

-Oh!-

Katie parve capire e pensò subito a come avrebbe reagito Lee se avesse saputo che, per Alicia, Jared non era una semplice sbandata.

-Ti arrabbi se ti dico una cosa, pulce?-

-È una cosa brutta?-

Alicia fece spallucce.

-Dipende dai punti di vista.-

-Okay, sono pronta a tutto.-

Alicia sospirò e si alzò dalla sedia, iniziando a camminare per la stanza.

Brutto segno” pensò Katie, aspettando che l'amica sputasse fuori il rospo.

-Dopo aver parlato con te, sono andata da Oliver per sollecitarlo a venirti a trovare.-

-Sollecitarlo?- ripeté Katie, provando a capire.

-D'accordo, abbiamo litigato in un certo senso.- si corresse Alicia, dicendole la verità -Però l'ho fatto per il tuo bene, perché non credo che sia bello passare quello che stai passando tu. Come consolatrice faccio sempre pena, per cui ho preferito agire.-

-Non dovevate litigare per me.- commentò Katie, toccandosi i capelli, nervosa -Non era necessario.-

-Certo che lo era!- Alicia la raggiunse, sedendosi accanto a lei -Pulce, pensi troppo poco a te stessa! L'hai baciato e meriti di sapere cosa ne pensa, anche perché Ollie non è il primo ragazzo che passa, è prima di tutto un tuo amico.-

Katie le mostrò un sorriso tirato.

-Beh, credo di aver capito cosa pensa, oramai.-

Alicia scosse la testa.

-Mi ha detto che è confuso e che non sa quello che prova. Non mi sembra male come cosa, no?-

-Però poteva venire a dirmelo, Alicia. Avrei accettato tutto: un suo rifiuto o un suo “rimaniamo amici”, invece niente. Ha preferito starmi lontano per tutto questo tempo, quando io avevo bisogno di lui. Ogni giorno spero che apra quella porta e che mi abbracci semplicemente, come quando eravamo solo amici. Invece, vengono a trovarmi tutti, anche persone impensabili tranne il mio migliore amico.-

Alicia annuì, non sapendo come tirarla su.

-Ora mi sono stancata di abbattermi per lui. Voglio davvero metterci una pietra sopra.-

Katie si asciugò le lacrime e provò a sorridere.

-Cosa fai per Natale, Alicia?-

La ragazza le prese la mano e la strinse.

-Vado dai miei, purtroppo. Con Jared.-

Katie strabuzzò gli occhi.

-Jared è d'accordo?-

-L'ho dovuto pregare un sacco, a dire il vero, ma sono riuscita a convincerlo.-

-Quindi i rapporti con tua madre sono migliorati?-

Alicia scoppiò a ridere, tutt'altro che divertita.

-Neanche per sogno! Ci vado solo per mio padre e Diana. E anche un po' per Carl.-

-È venuto a trovarmi l'altro giorno, assieme a Diana.- disse Katie -Poverino, si vedeva che era trattato peggio del solito.-

-Beh, dopotutto è sempre stato il nostro maggiordomo preferito, no? Tutto quello che io amo, mia madre odia. Per mantenere l'equilibrio.-

Katie rise, scuotendo la testa.

-Niente Natale con il gruppo, allora.-

-No, per ora l'unico compenente del gruppo con cui parlo sei tu, per cui...-

-Dimmi che organizzeranno una festa qui. Non posso non festeggiare il Natale.- la interruppe Katie, triste.

-Qualcosina dovrebbero organizzarla, ma, tranquilla, non sarai sola.- disse Alicia, alzandosi -Sai, Matt sarà di turno a Natale.-

-Matt è il ragazzo gay, vero?- chiese Katie, provando a ricordare il suo viso.

-Esatto.- chiarì Alicia -Un po' è contento di rimanere qui, invece che tornare a casa. I suoi non l'hanno ancora accettato.-

-Poverino.- sbuffò Katie, contrariata.

-Già.-

-Rouge è la ragazza formosa, invece? Quella con la figlia?- continuò Katie, curiosa.

-Sì, è lei.- Alicia abbassò la voce -Il guaritore Daniels è pazzo di lei e, credo, che l'abbia convinta a festeggiare insieme il Natale.-

-Carinii!- trillò Katie, felice per loro.

Era strano parlare con Alicia di persona che lei non conosceva affatto.

Alicia, infatti, aveva sempre faticato a trovare nuovi amici, ma, forse, stare insieme a Jared l'aveva resa più amichevole.

Alicia stava continuando a crescere, benché lontana da tutto il gruppo.

E Katie, purtroppo, poteva solo stare lì a guardare, senza poterci fare nulla.

 

 

 

 

-Baston, l'ultima parata è stata fenomenale, ma attento con i lanci destri. Sono quelli che sbagli di più.- gli disse il capitano Adam Baldwin, battendogli una mano sulla spalla -Williams, tieni d'occhio meglio il Boccino.-

Oliver accennò una risata a Benji Williams**, il loro Cercatore, che, durante l'allenamento, aveva scambiato il luccichio provocato dalla clessidra che il loro manager, Philibert Deverill, portava al collo per il Boccino d'oro.

Era stato esilarante vederlo saltare da una parte all'altra senza riuscire ad afferrarlo.

-E così tuo cugino Perry ha trovato un impiego alla Gazzetta del Profeta.- disse Oliver, cambiando argomento ad un'occhiataccia di Benji.

-Sì, adesso vuole fare il giornalista.- Benji scosse la testa -Ho sempre creduto che avrebbe lavorato al Ministero.-

-Anch'io.- ammise Oliver -Era così simile al fratello di due miei amici.-

-Fortuna che io sono uscito sano.- disse Benji, battendosi il petto -Niente libri, per me, solo sano sport.-

Oliver scosse la testa, sorridendo.

-Ehi, Baston, non abbiamo ancora parlato dello schianto che è venuto a trovarti negli spogliatoi. Si chiamava Alicia, vero?-

Oliver annuì.

-È una mia amica, anche se ultimamente non andiamo molto d'accordo.-

-Me la potresti presentare? Un'uscita a quattro. Tu e Nolwenn, io e lei.-

-Sta con una persona, per tua sfortuna.- disse Oliver, come se nulla fosse -E il mio amico Lee mi ucciderebbe se dovessi presentartela.-

-Fammi capire.- disse Banji -Lei sta con un altro, ma il tuo amico Lee ha una cotta per lei? Che situazione!-

-È un po' più complicato di così, ma più o meno questa è l'idea generale.- spiegò Oliver -Questa è la mia vita, purtroppo.-

Non era vero, perché Oliver era sempre rimasto fuori dai problemi degli altri componenti del gruppo.

Le loro situazioni amorose ed i loro guai interni erano iniziati, soprattutto, durante il Ballo del Ceppo ed erano proseguiti fino a quel momento.

Finché lui era rimasto ad Hogwarts, i problemi erano stati minimi.

Purtroppo, però, la “sfortuna del gruppo” -come l'aveva una volta chiamata Fred- aveva colpito anche lui, creandogli un enorme problema.

Katie.

Una delle poche persone di cui non poteva fare a meno, ma che era costretto a non vedere per via di quel dannato bacio e della sua confusione.

Più volte era stato sul punto di andarla a trovare, ma il suo raziocinio gli imponeva di non farlo, perché non poteva affrontare tutto quel caos.

-Sei proprio fortunato, Baston!- disse Banji, mettendosi la scopa sulla spalla -Non capisco cosa fai alle donne, ma tutte ti girano attorno! Nolwenn è la prima.-

-Siamo solo amici.- gli ripeté Oliver per la centesima volta.

-Solo un stupido non si accorgerebbe che quella bellezza ci sta provando con te.-

Oliver non rispose: aveva sempre pensato che Katie lo considerasse solo come un fratello, ma si era sbagliato.

Possibile che avesse interpretato male anche gli atteggiamenti di Nolwenn?

-Poi quella Alicia è tua amica e tu non ci fai niente.- continuò Banji, elencando sulle dita.

-Te l'ho detto, è complicato.- disse Oliver, stufo -E poi stare dietro ad Alicia non è una passeggiata, fidati.-

-Ed infine Katie.-

Oliver sobbalzò al suono di quel nome.

-Da quello che ho capito, ti ha baciato, ma tu sei scappato!- Banji lo guardò come se fosse pazzo -Che ti dice il cervello?-

-Katie è sempre stata la mia migliore amica, non pensavo che...-

-Questo perché sei stupido.- lo interruppe Banji, come se niente fosse -E scommetto che anche quella Katie è un bel bocconcino.-

-Ehi, bada a come parli!- sbottò Oliver, ora arrabbiato.

-Ahia, ho toccato un nervo scoperto, eh?- Banji rise, divertito -Allora ci ho preso. Anche Katie non è niente male.-

-Se non la smetti di parlare così di lei...-

-Okay, okay, calmati, tigre.- Banji scosse la testa, guardandolo in tralice -Sei davvero sicuro di essere così confuso sui tuoi sentimenti per lei?-

 

 

 

 

 

-Ragazzo, dammi una mano a chiudere.-

Lee si avvicinò al signor Burrow e gli prese le chiavi dalle mani che tremavano.

Il suo capo era molto vecchio, ma il quel momento sembrava quasi uno scheletro.

Era dimagrito all'improvviso e, oramai, quasi tutto gli cadeva dalle mani.

-Cosa farà per Natale, signore?-

Il signor Burrow fece spallucce.

-Niente di eccezionale, figliolo. Cenerò, andrò al cimitero dalla mia Mary e poi mi leggerò un bel libro prima di addormentarmi.-

-Non ha una famiglia con cui stare?- chiese Lee, curioso.

Quel vecchietto parlava raramente di sé, ma lui provava sempre a domandargli sempre di più.

Il signor Burrow sorrise.

-Ti interessa davvero la mia vita, eh?-

-Beh, oramai la considero una sorta di mentore.- ammise Lee, sincero -Anche se alcuni suoi metodi ancora non li concepisco.-

-Fidati, a volte il lavoro manuale si rivela più utile di una bacchetta. Prima o poi lo capirai anche tu.-

-Mi stava parlando della sua famiglia.- riprese lui, per non farsi fregare nuovamente da quell'uomo.

-Ho un figlio, Grady, che lavora al Ministero.- disse il signor Burrow -Non abbiamo degli ottimi rapporti, perché mio figlio ha sempre odiato la vita che facevo prima di questo.-

L'uomo indicò il suo negozio.

-La vita che faceva prima?- ripeté Lee, scioccato al pensiero che il signor Burrow avesse fatto altro prima di diventare commesso -Non mi dica che era un Mangiamorte?-

Il signor Burrow tossicchiò una risata.

-Tutt'altro, ragazzo. Ero dalla parte opposta.-

-Lei... Lei era un Auror!?- Lee spalancò gli occhi e poi li assottigliò, convinto che gli stesse giocando un altro tiro dei suoi.

-Esatto.- ammise il vecchietto, rabbrividendo per il freddo -Passavo poco tempo a casa, dato che ero sempre assegnato per delle missioni all'estero. Mio figlio mi ha sempre odiato per questo, non sono stato un padre presente, né, ahimé, un marito presente.-

Lee vide che sembrava sincero, per cui non commentò.

-Mary non mi ha mai rinfacciato nulla, perché sapeva quanto io amassi lei e Grady e sapeva anche che, per me, fare quello che facevo era davvero importante.-

Il signor Burrow fece una pausa e tossì di nuovo.

-Grady non la pensava così, per cui non appena divenne maggiorenne scappò di casa e non ci fece sapere sue notizie per moltissimo tempo. Mia moglie invecchiò di colpo per la sua perdita. L'ultima volta che ho rivisto mio figlio è stato al funerale di Mary, sette anni fa, dove mi ha accusato di aver fatto morire sua madre. Ha due figli: Kade e Mary, di quindici e tredici anni.-

Lee rimase zitto, indeciso su cosa dire.

Il signor Burrow si passò una mano sugli occhietti umidi.

-Sua moglie Jill mi invia giornalmente delle foto.- l'uomo le tirò fuori e gliele fece vedere -Mary è così simile alla mia Mary. È anche Tassorosso come lei.-

-Mi... dispiace, signore.- disse Lee con la bocca impastata -Forse non avrei dovuto chiederle...-

-Hai fatto bene, ragazzo.- il signor Burrow si asciugò il naso con un fazzolletto arancione -Del mio gruppo di amici sono il solo rimasto in vita ed è bello avere qualcuno con cui parlare.-

Lee sorrise.

-Potrebbe passare il Natale con me e i miei amici!-

-Con i tuoi amici?-

-Sì!- esclamò Lee, di colpo entusiasto -La mia ragazza rimarrà ad Hogwarts, quindi penso che la mia amica Angelina organizzerà una festa e lei potrebbe venire. Ci divertiremo!-

-Non penso di essere al passo di ragazzi giovani come voi.-

-Oh, non si faccia pregare.- disse Lee, scrollandolo per le spalle -Almeno venga a cena e, se poi dovesse sentirsi stanco, la riaccompagnerò io stesso a casa.-

-Andata, figliolo.-

 

 

 

 

 

-Buonasera, signorina.-

Carl le aprì la porta e i suoi occhi azzurri si illuminarono vedendola.

Carl era sempre stato come un padre per Alicia.

-Ciao, Carl. L'arpia non ti ha dato tregua nemmeno a Natale, eh?- chiese lei, retorica e l'uomo accennò un “no” divertito, prima di richiuedere la porta.

Jared entrò nella casa, impaurito ed insicuro.

Alicia alzò gli occhi al cielo e tornò indietro per prenderlo per mano.

-Sta' tranquillo.-

-È una parola.- bofonchiò lui, sistemandosi il colletto della camicia che gli stringeva.

-Sei perfetto.- disse Alicia, dandogli un schiaffo leggero sulla mano per farlo smettere.

-Sei qui!-

Diana le corse incontro e le saltò in braccio, felice di avere di nuovo la sorella a casa.

-Ciao, mostricciatolo.- la salutò Alicia, affettuosamente, dandole un bacio sulla guancia e facendola scendere.

-Tieni, Diana.- le disse poi la ragazza, porgendole un sacchetto rosa -Questo è da parte mia e di Jared per il tuo compleanno.-

-E per Natale?- chiese subito la bambina, sospettosa.

-Quello arriverà più tardi.-

Diana aprì il pacco e trillò felice.

-Il vestito che volevo! Quella che la mamma non voleva comprarmi.-

-Ci ha pensato tua sorella.- disse Alicia, felice di vederla contenta -Sono stata brava?-

-Bravissima.- Diana le mostrò il polso mingherlino e disse -Guarda cosa mi ha regalato Lee!-

Alicia sobbalzò impercettibilmente, vedendo che Lee si ricordava ancora del compleanno della sorella.

Il braccialetto era semplice, con solo tre perline -una blu, una verde ed una rossa- come decorazione.

-È molto bello, Diana.- disse Jared, per evitare di stare in silenzio tutta la sera.

-Vero? Alla mamma non ho detto chi me l'ha fatto, ma forse l'ha capito.-

-Tranquilla, cucciolo.- disse Alicia, appoggiandole una mano sulla testa -Il suo odio verso Lee, oramai, si è placato.-

-Alicia.-

La ragazza si voltò al suono di quella voce.

Suo padre la fissava con una visibile felicità: in fondo, in fondo era lei la sua preferita.

Suo padre, Linford Spinnet, non era tipo da mostrare i suoi sentimenti in maniera esplicita; raramente abbracciava o baciava le proprie figlie, proprio per il suo carattere pacato e tranquillo, ma sia Alicia sia Diana sapevano quanto le amasse profondamente.

Alicia si chiese come suo padre avesse potuto sposare sua madre: lei era così snob e adorava organizzare feste e party, mentre lui era il suo
esatto opposto.

Il detto “gli opposti si attraggono” in questo caso, forse, era troppo.

-Ciao, papà. Buon Natale.- gli sorrise Alicia, poi accennando a Jared.

-Jared, dico bene?-

Il padre si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano, scrutandolo negli occhi.

-È un piacere conoscerti.-

-Piacere mio, signore.-

-La cena dovrebbe essere già pronta.- disse Linford, mettendosi le mani dietro la schiena e procedendo avanti ai ragazzi, con Diana che gli trotterellava accanto -Sai quanto tua madre ci tenga alla puntualità.-

-Lo so bene, papà.-

Jared entrò nella sala da pranzo per ultimo e rimase stupefatto di quanto Alicia fosse benestante.

Lee gliel'aveva accennato e, un paio di volte, Alicia l'aveva confermato, ma non si sarebbe mai aspettato tutto quello sfarzo.

La casa che la ragazza aveva in quel momento era bella, certo, e grande anche, ma non poteva competere con quel lusso.

Forse, pensò Jared, Alicia era scappata anche da quello.

-Alicia!-

Nora Spinnet spalancò le braccia vedendola, pronta ad abbracciarla.

Alicia si mise dietro a Jared, evitando qualsiasi contatto.

-Questo è Jared Russell, mamma.-

Nora studiò il ragazzo con uno sguardo diverso dal padre: era puro disprezzo.

Certo, Jared non era Lee, ma era pur sempre un partito poco adatto per la figlia.

-Hai origine portoricane?- domandò Nora, notando la carnagione olivastra.

-Mamma!-

-Tranquilla, Alicia.- disse Jared -No, i miei genitori sono italiani, signora. Nel sud Italia molte persone hanno il mio stesso colore di pelle.-

-Interessante.- commentò la donna, ma sembrava tutt'altro che interessata, era annoiata.

-Sediamoci a mangiare, prima che si raffreddi qualcosa.-

Tutti e cinque presero posto a tavola e Jared comprese subito che Alicia non aveva affatto perdonato la madre.

La ragazza parlava affabilmente con il padre e la sorella, ma, quando Nora le poneva qualche domanda, Alicia rispondeva in maniera fredda o a monosillabi.

Jared, invece, preferì buttarsi sul cibo e stare in silenzio.

Ogni tanto, Diana gli chiedeva del suo lavoro o dei suoi amici, cercando di coinvolgerlo e non farlo sentire in imbarazzo e Jared gliene fu davvero grato.

-Allora, Alicia, sei ancora dell'idea di rimanere in quella casa?- domandò Nora all'improvviso -Potresti sempre tornare qui. La tua camera è ancora come l'hai lasciata.-

-Se non torni, mi dai il permesso di prenderla, Alicia?- chiese Diana, facendosi tagliare il pollo da Carl -La mamma non ha voluto.-

-Certo che puoi prenderti la mia camera.- le rispose Alicia, gentile.

-Rispondi a tua madre, Alicia.- disse Nora, stizzita.

-Parli in terza persona adesso?- commentò ironica lei, prendendola in giro.

-Non usare quel tono con me!-

Alicia posò le posate rumorosamente sulla tavola e la guardò furiosa.

-Io uso il tono che meriti, mamma. Davvero pensavi che per me fosse tutto dimenticato? Ho un nuovo ragazzo, d'accordo, ma questo non cambia quello che hai fatto!-

-È stato Lee a lasciarti, non gliel'ho detto io.- replicò Nora, furiosa del fatto che la cena fosse rovinata per colpa di quel ragazzo.

-L'hai trattato malissimo!- tuonò Alicia, alzandosi dalla sedia -Pensi davvero di poter trattare le persone in questo modo? Ti credi migliore degli altri perché sei ricca, Purosangue e bianca?-

-Smettila subito, Alicia, e siediti.- disse Nora, serrando le labbra -Siamo a cena.-

-No, non la smetto. Hai introdotto l'argomento ed ora questa situazione va risolta.- Alicia prese un respiro -Stasera sono venuta solo per Diana e papà, perché tu con me hai chiuso per sempre.-

-Chiuderesti con tua madre per un tuo ex ragazzo?- chiese sua madre, sconvolta, poi verso Jared -Inizierei a preoccuparmi se fossi in te, probabilmente sei solo un rimpiazzo.-

-Ora basta!- urlò Alicia, arrabbiatissima -Non provare a mettermi contro anche lui, perché i tuoi trucchetti non funzionano più! Sei una persona veramente pessima e non credere che mi faccia piacere dirtelo, dato che sei mia madre. Hai trattato male non solo Lee, ma anche i miei amici! Hai organizzato a mia insaputa una festa per trovarmi un ragazzo quando sapevi che ne avevo uno e, infine, hai gioito quando mi ha lasciata. Credevi davvero che stasera avrei ricominciato a parlarti come nulla fosse e che sarei tornata a casa come se la questione di Lee non fosse mai avvenuta?-

-Certo che lo credevo, Alicia!- Anche la madre si alzò dalla sedia, fronteggiandola -Quel ragazzo non era adatto a te e ne hai avuto la conferma anche tu.-

-Lui mi ha lasciata per colpa tua!-

-Allora non era veramente innamorato.-

Quella frase fece cadere la sala in un silenzio strano e surreale.

Jared, adirato e stordito, voleva solo uscire da quella casa e prendere a calci qualcosa.

A Diana tremavano le labbra, perché odiava vedere litigare Alicia e la madre.

Il padre aveva smesso di mangiare da quando avevano iniziato ad urlare, guardando per tutto il tempo la figlia, scrutandola come a cercare qualche dettaglio preciso.

-Non posso credere che ti piaccia vedermi soffrire, mamma.- mormorò Alicia, ferita -Andiamo via, Jared.-

-Ma... Natale non è finito.- sussurrò Diana, triste.

-Mi dispiace, piccolina.- Alicia tirò fuori due pacchetti e li mise sul tavolo -Per te e papà. Buon Natale a tutti.-

 

 

 

 

-Buongiorno, mia piccola malata preferita.-

Katie, che stava leggendo una rivista che Matt era passato a darle, alzò gli occhi e sorrise felice.

-George!-

Il ragazzo le corse incontro e l'abbracciò forte, prima di alzarle il mento e guardarla bene.

-Ora come stai?-

-Benissimo.- rispose Katie, abbracciandolo ancora -O meglio, starei benissimo se mi avessero permesso di uscire prima di Natale. È brutto senza di voi.-

-Non faremo niente di eccezionale stasera.- ammise George -Prima io e Fred andremo dai miei e poi saremo da Angie. Sai di Alicia, immagino. E anche Oliver, all'ultimo, ci ha dato buca; quindi saremo solo io, Fred, Angie, Lee e il suo capo. Uh, e Verity.-

-Verity? La vostra commessa?-

George annuì.

-Era da sola, perché i suoi hanno organizzato un viaggio all'estero e allora Fred l'ha invitata.-

-Ed Angie non è gelosa?- domandò Katie, stranita.

-Perché dovrebbe? Fred non è così stupido da fare qualcosa per ferirla.-

Katie annuì, dandogli ragione.

Fred amava troppo Angelina, questo lo sapevano tutti.

-E... come mai Ollie vi ha dato buca?- chiese Katie, guardandosi le mani perché non riusciva a posare lo sguardo su George.

-Festeggia con Nolwenn e i suoi compagni di squadra.- ammise lui, dispiaciuto.

Katie lo fissò e gli mostrò un sorriso amaro.

Un'altra conferma che Oliver non era affatto confuso su i suoi sentimenti.

-Sei passato a trovarmi anche a Natale.- disse Katie, provando a tornare briosa -Grazie.-

-Tutto per la mia pulce.- disse George, porgendole il suo regalo.

C'erano un pacchetto di TuttiGusti+1, un sacco di scherzi dei Tiri Vispi Weasley, un maglione con un'enorme “K” rossa, decorata con una Pluffa e una foto.

-Il maglione l'ho fatto io.- ammise George, facendole vedere la lettera sbilenca -Ho chiesto aiuto a mia madre, ma non volevo che la facesse lei. Ti piace?-

-Tantissimo.- disse Katie, felice.

-E la foto è per ricordarti che noi ti staremo sempre vicini. Qualsiasi cosa accada.-

La foto, in movimento, ritraeva tutto il gruppo.

Era vecchissima: Lee era ancora più basso di Alicia e Katie era uno scriocciolo.

Era una delle prime foto del gruppo, quando ancora erano dei mezzi sconosciuti.

Quante cose erano cambiate da allora.

-Grazie.-

-Figurati.- George le sorrise -Angie e Fred ti verranno a trovare domani, credo. Probabilmente ci sarà anche Lee.-

-Non posso ricambiare i vostri regali.- sbuffò Katie -Mi dispiace.-

-Guarisci presto.- ammise lui, sereno -Sarà quello il nostro regalo.-

 

 

 

 

 

 

 

Oliver sorseggiò la sua bevanda, senza neanche sapere cosa fosse.

Guardandosi attorno per la sala, vide un mucchio di gente sconosciuta e iniziò a pensare ai suoi amici.

La festa di Natale era sempre stata una loro tradizione e, benché lui non festeggiasse con loro da un po', quell'anno era davvero strano stare lontano dal gruppo.

Forse avrebbe dovuto accettare l'invito di Fred... o forse no, aveva fatto bene.

In fondo, Katie poteva aver detto del bacio anche agli altri e non poteva sopportare lo sguardo inquisitorio di Angelina, le battutine di Fred e gli occhiatine deluse di George.

George.

Per un po' di tempo era stato convinto che Katie provasse qualcosa per lui e, quando lei l'aveva baciato, era stato felice di essersi sbagliato.

Se Katie e George si fossero messi insieme, lei si sarebbe allontanata da lui e questo non lo poteva proprio permettere.

Una vocina nella testa gli disse che, prima o poi, Katie avrebbbe trovato qualcuno da amare e si sarebbe allontanata da lui in ogni caso.

Almeno, George era del gruppo ed era suo amico.

Oliver sbuffò, non sapendo cosa pensare.

-Ehi, Baston, vieni qui!-

Banji lo chiamò da lontano, suscitando i bisbigli di alcune donne di classe.

Oliver si avvicinò all'amico che stava chiaccherando con Nolwenn, stranamente non sorridente.

-Stavo raccontando a Nolwenn della scenata della tua amica Alicia. È stato esilarante, vero?-

-Non direi.- rispose Oliver, guardando torvo il ragazzo.

Banji non riusciva a stare serio nemmeno una volta.

-È tutto perché lui non si è fatto più vedere da Katie dopo che lei l'ha baciato. Ti rendi conto?- continuò lui, come se non avesse subìto alcuna interruzione.

-Banji, sono fatti personali. Smettila di raccontarli a chiunque.- sbottò Oliver, offeso.

-Io non sono chiunque.- mormorò Nolwenn, guardandolo negli occhi -Sono tua amica e vengo a sapere dei tuoi problemi da altre persone.-

-Okay, io mi defilo.- disse Banji, notando l'aria tesa.

-Tutti i tuoi compagni non parlano d'altro, Oliver.- riprese Nolwenn -Ho fatto entrare io Alicia, ma non credevo che il problema riguardasse Katie.-

-Non pensavo t'interessasse.-

-Come puoi dire una cosa del genere?- domandò lei, arrabbiata -Siamo amici.-

-Sì, è vero, ma Katie mi ha baciato all'improvviso e la prima cosa a cui ho pensato non è stato di venirtelo a dire.-

-Adesso hai chiarito con lei?- chiese Nolwenn, curiosa.

-No.- rispose Oliver -Sono confuso.-

-Bene.-

Nolwenn gli si avvicinò e lo baciò di fronte a tutta la sala, mentre qualche fotografo scattava foto a volontà.

Oliver rimase paralizzato fino a quando lei non si allontanò da lui.

-Ora hai qualcos'altro su cui riflettere.-

 

 

 

 

 

-Ehi.-

Paul si sedette accanto a Suzanne sulle scale che conducevano al dormitorio maschile.

-Brutta serata, eh?- commentò Paul, mentre Suzanne beveva il suo Whisky Incendiario.

-No, perché? È stato un bel Natale in fondo.- rispose lei, scrollando le spalle.

-Non fingere con me, Sue.- Paul accennò un sorrisino -Finn, alla fine, si è fatto convincere da Tia a trascorrere il Natale con lei e ho visto che ci sei rimasta male.-

-Non ci sono rimasta male per il motivo che pensi tu.- disse Suzanne, fissandolo -È solo che a volte mi chiedo se a Finn interessa davvero questo gruppo oppure no. Lui ragiona sempre come se fosse da solo.-

-Questo perché nessuno lo considera suo amico, Sue.- spiegò Paul, togliendole il bicchiere prima che si ubriacasse -Solo tu ed io lo riteniamo membro del gruppo. Per gli altri...-

-Non è importante, lo so; ma questo perché lui fa di tutto per farsi odiare.-

-È fatto così.-

-Già.-

-E anche per questo che ti piace, no?-

Suzanne alzò gli occhi al cielo.

-Ancora con questa storia.-

Paul sorrise e si spinse per colpire la spalla della ragazza con la propria.

-Sei la mia migliore amica, per cui alcune cose le capisco e basta. Non ho bisogno delle tue conferme.-

Suzanne non rispose, mordendosi le labbra.

-Sai, tutti pensano che tu sia una persona poco paziente, ma in realtà non ti hanno capita veramente.-

Suzanne lo guardò, non capendo dove volesse andare a parare.

-Nel senso che tu puoi sembrare una persona irascibile e, talvolta, esagerata, ma alla fine, per quanto Finn ti deluda, continui a perdonargliele tutte. Continui ad aspettarlo.- Paul ricambiò lo sguardo -Sei una persona paziente con Finn.-

-Ti piace proprio analizzarmi.- commentò Suzanne, accennando un'aria divertita.

-Lo faccio da quando siamo piccoli.-

-Forse hai ragione, però.- Suzanne si appoggiò alla sua spalla -È che non voglio perdere un altro amico come è successo con Tia.-

-Non ti sto giudicando. Probabilmente farei lo stesso con Tamara.- disse Paul, stringendole un braccio -Quando ami qualcuno, fatichi a vederne i difetti.-

Suzanne sbuffò.

-Ho detto amico.-

-Ma io ho capito lo stesso.-



Alicia picchiettò il piede per terra, indispettita. Jared aveva detto che sarebbe tornato subito, ma era da più di mezz'ora che il ragazzo era fuori in giardino al freddo.

Alicia si alzò dal divano e, preso il cappotto, uscì anche lei in giardino.

Jared stava prendendo a calci la sua renna, ma Alicia rimase sconvolta dall'espressione di lui.

Era furiosa, violenta e pericolosa.

Faceva paura.

-Sei forse impazzito?- sbottò Alicia, allontanandolo dalla renna e provando a calmarlo.

Jared la spintonò via, fuori di sé, poi, resosi conto di quello che aveva fatto, sembrò rinsavire.

-Scusami, Alicia. Non volevo colpire te.- si affrettò a tirarla su, dato che la ragazza era caduta a terra.

-L'ho notato.- sbuffò lei, pulendosi la giacca -Cos'ha che non va la mia renna?-

-Non ho voglio di parlarne, okay?-

-Perché no?- domandò lei, incapace di comprendere -Credo che dovresti...-

-Alicia! In questo momento vorrei davvero, davvero picchiare qualcuno, ma non posso perché ho promesso a me stesso che non avrei fatto più del male a nessuno, per cui lasciami scaricare la rabbia su questa dannata renna.-

-Perché sei arrabbiato?-

Jared la guardò come se fosse pazza.

-E me lo chiedi? Hai voluto andare dai tuoi solo per sputare in faccia a tua madre tutto il tuo risentimento ed il tuo odio per quello che ha fatto a Lee! E, mentre tu stavi lì a difenderlo e a parlare di lui come se steste ancora insieme, io continavo a ripetermi “Che ci faccio qui? Non è me che vuole”.-

-Certo che è te che voglio.- disse Alicia, sicura -Mia madre meritava una lezione e io gliel'ho data, ma questo non ha niente a che fare con te.-

-La tua vita ha a che fare con me, se stiamo davvero insieme!- replicò lui, arrabbiato -E tua madre che mi ha detto quella frase...-

-Mia madre è brava a far credere alla gente quello che vuole, ma non cascarci anche tu, per favore.- disse Alicia, avvicinandosi e prendendogli il viso fra le mani -Non è vero che sei un rimpiazzo e lo sai. Mi hai fatta crescere in pochissimo tempo e mi sei stato vicino come nessun altro, per cui fidati di quello che ti dico io.-

Jared sembrò calmarsi un poco, il respiro ancora affannoso.

-Mi dispiace. Non dovrei reagire così ogni volta che le cose non si mettono bene.-

-Ti sei comportato così per tutto il tempo che hai trascorso a scuola.- ammise Alicia, sorridendogli -È difficile cambiare, soprattutto se si è soli. Tu, però, non lo sei. Hai me.-

Jared si lasciò baciare e si rilassò completamente.

-Sei perdonato.- gli sussurrò lei, baciandolo ancora.

-Davvero non sono un rimpiazzo?-

-Sai, proprio la scorsa settimana stavo dicendo a Katie che mi sto innamorando di te.- disse Alicia, un po' imbarazzata.

-Oh.- Jared si sentì riempire di calore e sorrise come un ebete in estasi.

-Lo so, forse corro troppo.- ammise ancora lei, non guardandolo più negli occhi -Non c'è bisogno che mi dici lo stesso.-

-Alicia, io so che mi piaci da impazzire, ma non vorrei dirti qualcosa senza prima esserne sicuro.- spiegò Jared, imbarazzato quanto lei -Voglio dire, ho detto ti amo solo a Theresa e guarda com'è andata a finire, per cui con te voglio che funzioni e voglio essere onesto.-

Alicia sorrise, rialzando lo sguardo.

-Tranquillo, posso aspettare.-

-Guarda!- Jared tirò fuori del vischio e glielo mostrò sorridente.

-Viaggi con del vischio in tasca?- rise lei, divertita.

-Non si sa mai.- Jared la strinse e, mettendole il vischio sopra la testa, disse -Ora, rispettiamo un po' di tradizioni.-



Dopo Natale, Capodanno passò velocemente e Katie contava le settimane che le mancavano per poter tornare ad Hogwarts.

George, qualche giorno prima, era arrivato con la notizia che Ron aveva quasi rischiato la vita, ma, grazie all'intervento di Harry, adesso stava bene.

Katie aveva tremato quando aveva saputo tutta la questione: i tempi stavano davvero cambiando se neanche Hogwarts era sicura.

George -assieme a Fred, Angelina e Lee- aveva portato anche i regali dell'altro gruppo ed una lettera di Tamara che le diceva che era stata sostituita da Dean Thomas nel suo ruolo a Quiddich.

Questo la fece stare meglio: Harry aveva già abbastanza problemi, quindi fu felice che avesse trovato un sostituito in così poco tempo.

Finalmente, dopo altre due settimane, le fu dato l'okay per uscire dal San Mungo.

Fu difficile salutare i Guaritori e gli altri pazienti: si era affezionata a tutti.

Aveva anche instaurato un buon rapporto con Matt e Rouge, una sera, le confidò di rividere sua figlia in lei.

Anche Jared era diventato una persona importante, ma, ovviamente, fu davvero difficile salutare il gruppo.

Alicia fu la prima, dato che il suo turno era appena finito.

Poi seguirono Angelina, Lee ed i gemelli, con George per ultimo, come sempre.

Sarebbe stato nuovamente strano non vederli per un po'.

Ma la piccola Katie riacquistò il sorriso non appena varcò la Sala Grande.

-Sei tornata!-

Leanne fu la più veloce: le saltò al collo e la ricoprì di baci sulla guancia.

Christopher le era dietro e chiuse entrambe in una morsa e le sollevò da terra.

Suzanne l'abbracciò velocemente per fare spazio a Tamara che la stritolò affettuosamente.

Agnes le strinse una mano per tutto il tempo, mentre Paul le diede due baci sulla guancia e si allontanò un po' per permettere alle ragazze di festeggiarla.

Persino Finn si staccò da té verde per venirla a salutare.

Le chiese come stesse e se avesse passato un buon Natale.

-Avrei preferito trascorrerlo con voi e con gli altri, ma è stato comunque bello.-

-È bello riaverti qui, Kat!- continuò Leanne, felicissima.

-È bello essere tornata.-




Spiegazioni, varie ed eventuali:
*= Ballerina è il nome di una renna di Babbo Natale, per chi non lo sapesse xD ** Banji Williams è davvero il Cercatore del Puddlemere United. Non sapendolo, ho dovuto farlo diventare cugino di Perry Williams visto che gli avevo dato lo stesso cognomexD E, parlando di cognomi, non avevo idea che Christopher Nolan fosse un regista xD

Eccomi di ritorno con il capitolo natalizio =D
Ho un sacco di cose da dire, per cui spero di ricordarmele xD
Il vecchio gruppo continua ad essere diviso e lo sarà ancora per un po', dato che i loro problemi non si risolveranno dall'oggi al domani.
Lee ha conosciuto la storia del signor Burrow ed inizia davvero ad apprezzare gli insegnamenti che gli sta dando.
Fred ed Angelina hanno chiarito qualcosina, ma bisogna come la loro situazione andrà avanti; mentre George continua a frequentare Verity senza impegno.
Katie, come sempre, è coccolata da tutti, ma più di tutti da George che le sta sempre accanto.
C'è stato il confronto fra Alicia e sua madre, che non avevano avuto modo di parlarsi dopo la rottura fra lei e Lee.
Jared inizia a capire che non sarà facile stare con Alicia: Lee è il migliore amico di entrambi e la sua presenza sarà sempre un'ombra nella loro relazione.
Ed il problema di Jared a colpire qualcosa/qualcuno quando si arrabbia non è andato del tutto perduto, sì.
Alicia lo aiuterà anche in quello.
Oliver, poverino, non solo è stato insultato da Alicia e da Banji, ma, addirittura, da Nolwenn che poi l'ha baciato.
A Nolwenn il Capitano piace, per cui, fino a quando vedrà una possibilità di conquistarlo, la coglierà.
Vedendo Oliver confuso ha capito che doveva muoversi e così l'ha baciato anche lei prima di perderlo.
L'altro gruppo, invece, si è unito proprio per quello che è successo a Katie.
Certo, anche fra di loro ci sono quelli più problematici, come la situazione fra Suzanne e Finn.
Bon, credo di aver accennato a tutto... Lo spero, almeno xD
Ringrazio, come sempre, tutti <3
Se non dovessimo sentirci prima, auguro a tutti un Buon Natale *-*
ps. Spero di pubblicare prima però <3
Un bacione :3




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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32

 

 

 

-Ci scopriranno, ci scopriranno, ci scopriranno.-

-Tamara, stai calma.- ripeté Katie ancora una volta -Non mi succederà più nulla.-

-Non puoi saperlo, magari qualcuno ti ha presa di mira e sappiamo bene cosa ti è successo l'ultima volta che hai messo piede in questo villaggio.-

Katie alzò gli occhi al cielo, ma era grata che l'amica tenesse così tanto a lei.

Erano trascorse settimane intere dal suo ritorno ad Hogwarts e, quando Katie aveva scoperto che le gite ad Hogsmeade erano state sospese, la ragazza, con l'aiuto dei passaggi segreti conosciuti dai gemelli, li aveva quasi costretti ad infrangere le regole.

Tamara, all'inizio, si era opposta, ma vedere di nuovo Katie così felice e speranzosa l'aveva fatta cedere.

Era diventata davvero furba la piccola Katie.

Erano tutti insieme, con l'eccezione di Daphne e Finn, ovviamente, entrambi impegnati con Lee e Tia, che si era fatta coinvolgere con grande fastidio di Suzanne.

-Ci scopriranno, vedrete, siamo usciti in troppi e tutti sanno che siamo un gruppo.- continuò Tamara, nervosa.

-Ora capisco perché nessuno di noi è diventato prefetto.- se ne uscì Paul -Ci piace troppo metterci contro l'autorità.-

-Tecnicamente anche Hermione Granger e Ron Weasley hanno infranto più volte le regole, eppure al petto portano la spilla che tu hai tanto desiderato, Paul.- lo prese in giro Suzanne con un sorriso.

L'amico scosse la testa.

-Loro le hanno infrante per dei motivi ben più importanti di una gita ad Hogsmeade.-

-Beh, almeno il mio incidente ha aiutato a far sbocciare un amore.- trillò all'improvviso Katie, in direzione di Christopher e Leanne che camminavano mano nella mano.

-Ve l'ho già detto che sono felice per voi?- chiese lei, guardandoli con un sorriso.

-Almeno una decina di volte.- rispose Chris, divertito -Ma è una bella cosa, per cui puoi ripeterlo quante volte vuoi.-

-Può bastare così, Kat.- sorrise Leanne -Grazie.-

-Che ne dite di una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa?- chiese Suzanne, non vedendo l'ora di bere qualcosa.

-No, direi che quel locale non ci vedrà per un bel po'.- disse Tamara, spaventata all'idea.

Leanne ed Agnes annuirono, mentre Suzanne, Christopher e Paul sbuffarono.

Tamara lanciò un'occhiatina a Paul che rise di fronte a quell'espressione.

Katie, invece, non si accorse di nulla, impegnata a scrutare una figura non lontano da loro.

-Gavin!-

Gli altri sei del gruppo si voltarono verso l'amica che stava già correndo verso un ragazzo alto e dai capelli color terra.

Gavin, non appena la vide, si aprì in un sorriso e batté quasi le palpebre non credendo ai propri occhi.

-Katie Bell, che bello rivederti!-

Suzanne si voltò verso gli amici e chiese.

-Chi diavolo è?-

-L'amico Corvonero di Katie.- rispose prontamente Leanne -Sapete, quello che aveva conosciuto a Incantesimi.-

-Ah, il cagnolino.- chiarì Suzanne, annuendo, mentre Agnes la colpiva leggermente con la mano per farla stare tranquilla.

-Io lo trovo un ragazzo molto dolce.- ammise Tamara, teneramente -Se non sbaglio, ha la stessa età dell'altro gruppo, giusto?-

-Sì, esatto.- disse Leanne, continuando a guardare da lontano Gavin e Katie.

-Cosa ci fai qui?- gli chiese Katie, curiosa.

-Ho appena trovato lavoro nel negozio del padre del tuo amico Jordan.- rispose lui, tranquillo -Sai, quello che fabbrica scope.-

-Il negozio è Diagon Alley, però.-

-Sì, è vero.- confermò Gavin -Il signor Jordan, però, mi ha detto che alla Testa di Porco fanno un fantastico idromele e volevo proprio assaggiarlo. Ho anche saputo del tuo incidente. Adesso stai bene?-

-Benissimo.- rispose Katie, sorridendogli -Sono felice che tu abbia trovato un lavoro, ma credevo che volessi lavorare al Ministero.-

-Non dopo quello che ho letto sul “Cavillo”.- chiarì Gavin, abbassando la voce -Oltre alla corruzione in generale dopo il ritorno di Tu-Sai-Chi, so che gli Auror fanno parte di una specie di complotto o qualcosa del genere.-

Katie scoppiò a ridere, ma, ad un'occhiata stranita del ragazzo, smise subito.

-Davvero credi al “Cavillo”?-

-Tu no?-

Katie si strinse nelle spalle.

-Non fraintendermi, Luna Lovegood mi piace ed un paio di volte abbiamo anche chiaccherato volentieri, ma non credo che le notizie di suo padre siano affidabili, ecco.-

Gavin si grattò la testa: era un credulone, Katie lo sapeva bene, ma non pensava che il ragazzo potesse davvero pensare che il “Cavillo” scrivesse qualcosa di veritiero.

-Meglio andare sul sicuro, no?- disse lui, sorridendole di nuovo.

-Già.-

-E come stanno i tuoi amici? Hai ancora una cotta per Oliver Baston?-

Katie arrossì e scosse la testa.

-Stanno tutti benissimo. Per quanto riguarda Ollie, diciamo solo che non è andata.-

-Oh, scusa.- mormorò lui, realmente dispiaciuto -Pensavo che la situazione si fosse sistemata in maniera positiva.-

-Non fa niente, non potevi saperlo.- lo tranquillizzò lei, toccandogli un braccio.

-Senti, che ne dici di prenderci qualcosa insieme? Possiamo andare ai Tre Manici di Scopa o alla Testa di Porco.-

-Sarebbe una bellissima idea, Gavin!- rispose lei, contenta -Potrai raccontarmi tutto quello che hai fatto da quando hai finito la scuola.-

Il gruppo si avvicinò ai due, giusto in tempo per sentire la proposta di Gavin e Leanne ammiccò a Christopher che sorrise.

-Ragazzi, che ne dite? Venite con noi?- chiese Katie, ma Leanne fu veloce a replicare.

-No, Kat, trascorri un po' di tempo con il tuo amico. Noi andiamo a farci una passeggiata, vero?-

Leanne strinse talmente forte la mano a Chris che il ragazzo annuì incessamente fino a farsi male al collo.

Tamara, Paul ed Agnes concordarono, mentre Suzanne fece spallucce come se niente fosse.

Katie, ignara del piano di Leanne, li salutò e si incamminò insieme a Gavin, felice come se fosse ancora Natale.

-Speriamo che questo l'aiuti a dimenticare Oliver.- disse Leanne, speranzosa.

-Baston non ti sta particolarmente simpatico, immagino.- commentò Suzanne, con un sorriso.

-Katie è mia amica, lui no.- spiegò Leanne, decisa -E poi, dopo che Katie ci ha raccontato del bacio e del comportamento di Oliver, ho ben diritto di spingere la mia amica verso nuovi orizzonti. E Gavin è anche carino.-

-Ehi!- disse Christopher, fingendosi offeso.

-Non essere geloso.-

Leanne si spinse per baciarlo e Suzanne scosse la testa.

-Tranquilli, fate come se non ci fossimo. Comunque, il primo bacio in un ospedale: tipico di Katie, no?-

-Dopotutto trascorreva la maggior parte del tempo in Infermeria.- asserì Paul.

Tamara non ebbe il tempo di commentare, perché vide un ragazzo avvicinarsi e chiudere gli occhi con le mani ad Agnes da dietro.

-Simon?-

-Sorpresa!-

Suzanne corrugò la fronte di fronte a quella strana scenetta.

Era la prima volta che vedeva Agnes così felice assieme ad un ragazzo.

Possibile che quel Simon fosse così speciale?

Era un ragazzo alto quanto Paul, con gli occhietti verdi e i capelli neri e dritti.

-Ce l'hai fatta!- disse Agnes, di colpo entusiasta -Credevo che dovessi lavorare.-

-Mi sono fatto sostituire.- spiegò lui, con gli occhi che gli si illuminavano.

-Questi sono i miei amici.- disse Agnes, passando a presentarli.

Leanne, Christopher e Tamara iniziarono ad innondarlo di domande per sapere qualcosa di più su di lui.

Suzanne rimase in disparte con Paul: lei non voleva conoscerlo meglio, come non voleva essergli amica, perché prima voleva valutare se rendeva davvero felice Agnes.

-Nota come la guarda.- le mormorò Paul a bassa voce, per farla calmare e Suzanne si tranquillizzò un poco.

-Posso?- domandò Agnes, indicando Mielandia e Simon.

-Devi.- dissero Tamara e Leanne all'unisono e Chris aggiunse.

-Va' a divertirti anche per noi!-

Agnes li salutò, lanciò uno sguardo a Suzanne e poi prese la mano di Simon che la scortò verso il negozio.

-Qualcuno sapeva che sarebbe venuto?- chiese Tamara, rivolta principalmente a Suzanne che scosse la testa.

-Ha detto che non era sicuro. Magari non voleva sperarci troppo.- disse Paul, sempre rivolto a Suzanne che disse.

-Beh, sono rimasta sola con le coppie. Penso che sarebbe meglio se io andassi a fare una passeggiata da sola.-

-Non dire sciocchezze.- disse Tamara, bloccandola -Non ci comporteremo da coppie con te vicino.-

-Però lo siete.- sbuffò lei, tetra.

-Ehi, anatroccolo, cos'è quell'espressione triste?-

Bradley Anderson era uscito in quel momento dai Tre Manici di Scopa, stranamente da solo e non accompagnato dagli inseparabili amici Henry e Phil.

-Non sono affari tuoi.- sbottò Suzanne, incrociando le braccia al petto.

-Buongiorno, ragazzi.- li salutò Bradley, facendo un cenno a tutti.

Leanne si spinse in avanti.

-Ciao, Brad. Sei venuto a trascorrere un po' di tempo al pub?-

-Sì e no.- rispose lui, sforzandosi di ricordare il suo nome -Ho ancora degli affari di lavoro da svolgere.-

-Che genere di affari?- domandò lei, curiosa.

-Affari loschi.- disse Suzanne, alzando la voce per farsi sentire bene da Brad che ghignò.

-Affari di famiglia... Tu sei?- chiese lui, rivolto alla bruna.

-Leanne.- chiarì la ragazza.

-Scusa, sono pessimo con i nomi.-

-Già, Katie me l'aveva accennato.- disse Leanne e poi continuò -Loro sono Paul, Christopher e Tamara. E lei è Mantis.-

Mentre Leanne li nominava, i ragazzi gli fecero un cenno, benché Brad sapesse che si sarebbe dimenticato dei loro nomi nel giro di un minuto.

-Meglio conosciuta come Suzanne.- chiarì Suzanne stessa, imbronciata.

-Anatroccolo è meglio.- precisò Brad, guardandola con sfida -Daphne è con Lee, immagino.-

-Ehi, come fai a ricordarti il suo nome?-

Brad si morse la lingua: certo non poteva dire che la triste lettera che Alicia gli aveva scritto, appena scoperta la nuova fiamma di Lee, gli era rimasta talmente impressa da fargli ricordare il nome di una perfetta sconosciuta.

-Avevo una zia con lo stesso nome.- s'inventò lui, poi per cambiare argomento -Dov'è Katie?-

-Ha incontrato un suo vecchio amico.- chiarì Leanne -Saranno alla Testa di Porco.-

-Spero che si sia ripresa completamente.-

-È tornata la Katie di sempre.-

Brad annuì, felice della notizia.

-Ora devo proprio lasciarvi, prima che la vostra amica mi lanci un incantesimo.- disse lui, lanciando uno sguardo a Suzanne che continuava a guardarlo in maniera minacciosa -Ma mi ha fatto piacere conoscervi meglio.-

Suzanne sembrava tutt'altro convinta di quella affermazione: Bradley Anderson raramente trascorreva del tempo con persone che non erano alla sua altezza e lì, nel loro gruppo, non c'era nessuno che lui avrebbe considerato alla sua altezza.

Gli unici Purosangue erano Katie, Finn e Daphne e, di sicuro, Brad lo sapeva.

-Appena la scuola sarà finita, potremmo uscire tutti insieme.- propose Leanne, mentre Chris incrociava le braccia al petto, indispettito.

-Certo. Ci vediamo, eh!-

Bradley li salutò con un cenno della mano e li sorpassò, ghignando in direzione di Suzanne che scosse la testa.

-Lo detesto.-

-A me sembra simpatico.- disse Tamara, sincera.

-È un po' sui generis, ma non è male.- aggiunse Paul, dando una pacca a Christopher che sembrò svegliarsi in quel momento.

-Grazie per aver civettato di fronte a me per tutto il tempo.- disse lui, rivolto a Leanne che rispose.

-Non stavo civettando! Scusa se anch'io ho avuto una piccola cotta per Brad. Ora, però, amo te.-

Chris riacquistò il sorriso e poi, come colpito da un fulmine, disse.

-Perché non facciamo in modo che Brad e Katie si mettano insieme? Così almeno, vedendolo con una ragazza, le altre si metteranno il cuore in pace.-

Chris lanciò uno sguardo allusivo a Leanne che sbottò.

-Non stavo civettando!-

-Come no.- asserì lui, per nulla convinto.

-E comunque, credo che Brad, al momento, sia interessato ad un'altra ragazza.- aggiunse Leanne, lanciando uno sguardo penetrante a Suzanne che commentò.

-Non è divertente, Leanne.-

 

 

 

 

Katie trascorse delle ore piacevoli con Gavin.

Le era sempre stato simpatico quel ragazzo e, stranamente, parlare con qualcuno che non facesse parte di nessuno dei due suoi gruppi la fece sentire per un attimo libera; libera da tutti quei problemi e dilemmi che doveva affrontare ogni giorno.

Katie Bell, per la prima volta, si sentì una normale ragazza di diciassette anni.

-Beh, adesso devo proprio andare.- disse Gavin, soppesando le parole e mettendosi le mani in tasca -Spero che tu abbia capito che si trattava di un appuntamento.-

Katie ebbe solo il tempo di sbattere le palpebre, prima di sentirsi abbracciare da dietro.

-Chi...?-

-Ciao, pulce. Sapevo che ti avrei trovata qui.-

Katie si sciolse in un sorriso, per poi girarsi verso la fonte della voce.

-Georgie!-

La ragazza l'abbracciò di getto e, ricordandosi di Gavin, si voltò verso di lui.

-Vi conoscete, vero?-

-Di vista.- Gavin gli tese la mano -Sono Gavin Chamel.-

-Ah, sì, mi ricordo di te.-

George gliela strinse, ma tornò subito a riconcentrarsi su Katie.

-Hai visto che bella sorpresa ti ho fatto? Sono o non sono il migliore?-

-Lo sei.- rise Katie, felice.

-Okay, io adesso vado.- mormorò Gavin, sentendosi di troppo.

-Oh, scusa, Gavin.- si premurò di fermarlo lei -Non vedevo George da tanto.-

Gavin le sorrise, mentre George cercava di capire cos'avesse interrotto.

-Tanto devo comunque andare, ma ti scrivo presto, okay? Magari possiamo organizzare altri appuntamenti se sei d'accordo.- sottolineò bene la parola, per poi guardare George quasi con sguardo sfida.

-Ci vediamo.-

-Ciao!- Katie saltellò per salutarlo, prima di voltarsi verso George che scrutava in maniera strana le spalle di Gavin che andava via.

-Penso di avere un nuovo nemico.-

-Gavin è bravissimo. Gli piaci sicuramente.-

-No, gli piaci tu, pulce.-

George si voltò per guardarla negli occhi e spalancò i suoi quando notò meglio il viso dell'amica.

-Sei truccata! E, sbaglio, o hai un nuovo taglio di capelli?-

Katie si aggiustò il ciuffo dietro l'orecchio e sorrise.

-Leanne è brava come parrucchiera e dovresti vedere come sono diventati lunghi i capelli di Suzanne. Le arrivano qui.-

Katie si toccò la schiena, per mostrargli la lunghezza.

-Immagina quante bizzarre acconciature si farà Mantis. Peggio del solito.-

George continuò a fissarla.

Era davvero quella la piccola pulce che Oliver non aveva voluto accettare al provino di Quiddich durante il suo secondo anno?

Sembrava cambiata, ecco.

Si dice cresciuta” gli sussurrò una vocina nella testa.

Katie era davvero cresciuta.

-E, poi, Daphne si stava facendo bella per Lee, così ha voluto provare a truccare tutte noi, così... Non sto bene?- pigolò Katie, continuando a fissare un George stranamente silenzioso.

-No, cioé, stai benissimo. Però forse senza il trucco sei più tu.-

Katie annuì, non capendo bene l'espressione del ragazzo.

-Hai dimenticato il Capitano così presto?-

-Non è come pensi!- esclamò Katie, gesticolando -Gavin è un amico e la storia dell'appuntamento non so da dove gli sia uscita...-

George scrutò il viso della ragazza, che provava a trovare un modo per spiegargli quello che era successo.

Katie non era brava a mentire, ma aveva trascorso così tanto lontano da lui che, forse, aveva trovato il modo di migliorarsi nel raccontare bugie.

-Signor Weasley!-

Katie e George si voltarono in sincronia, mentre verso di loro correva una bella ragazza bionda.

-Quella è Verity, no? Che ci fa qui?- Katie guardò George di sbieco, ma il ragazzo sembrò quasi paralizzato.

-Eccoti qui.- Verity lo guardò dal basso all'alto -Sei George, vero?-

-Sì, sono io.-

-Bene.- Verity gli mise in mano un oggetto che il ragazzo fissò, stupito.

-Hai dimenticato il cappello da me l'altra sera.- disse Verity, sorridendogli come se fosse tipico di lui quel genere di dimenticanza.

-Grazie.-

Verity lo guardò con un'espressione divertita.

-Ammettilo, tu sapevi che oggi sarei venuta per uscire con le mie amiche. Te l'avevo accennato che sarei stata ad Hogsmeade oggi.-

George provò a sforzarsi di ricordare quando Verity gli avesse detto una cosa del genere, ma era del tutto inutile, perché era sicuro di ascoltare raramente i discorsi della ragazza.

Le piaceva trascorrere del tempo con lei, ma tra loro non sarebbe mai diventata una relazione seria.

George aveva messo le cose in chiaro da subito, ma, si sa, le ragazze vengono sempre coinvolte sentimentalmente.

Avrebbe dovuto continuare a “stare” con lei o chiuderla lì, per evitare che soffrisse troppo?

Sapeva come avrebbe agito Fred.

Suo fratello sarebbe rimasto con lei, ma George non sopportava vedere la gente soffrire: ne aveva avuta abbastanza di tristezza.

-Ehm, non mi presenti la tua amica?-

George sembrò risvegliarsi in quel momento e notò subito l'espressione dubbiosa di Verity alla vista di Katie.

Il ragazzo si stupì nuovamente di quella scena: oramai Katie era cresciuta ed era cresciuta talmente bene da essere considerata una minaccia da altre ragazze.

-Lei è la mia amica Katie.- rispose lui, per evitare ulteriore imbarazzo -Te ne avevo parlato.-

-Sì, mi ricordo.- ammise Verity, alzando gli occhi al cielo come a cercare qualcosa -Ora è tutto chiaro. Scusami, George.-

-Perché ti stai scusando?- chiese lui, lanciando uno sguardo a Katie per vedere se era ancora lì con loro.

Continuava a passare gli occhi dal ragazzo a Verity con un'espressione strana ed incomprensibile.

-Volevi trascorrere del tempo con lei, ma io ho frainteso.- Verity abbassò un po' la testa -Scusa. La scorsa volta sei stato con me, per cui oggi può stare con lei.-

Katie corrugò la fronte, ma George capì di essere spacciato, nel momento esatto in cui lei spalancò gli occhi e lo guardò come a cercare una spiegazione.

-È stato un piacere conoscerti.- disse Verity e, senza nemmeno aspettare una risposta, si avvicinò a George per baciarlo e si congedò all'istante.

-Okay, posso spiegare.-

-È la tua ragazza?- chiese Katie di getto.

-No.- rispose prontamente lui -Noi ci vediamo occasionalmente.-

Katie comprese il peso di quelle parole, perché era davvero impossibile che George si fosse innamorato e si fosse dichiarato in così poco tempo; per di più senza dirle nulla.

-Quindi, quando mi hai scaricata prima di Natale, era per lei.- mormorò la ragazza, guardandolo con rancore -Per passare del tempo con Verity.-

George fece schioccare la lingua.

-Detta così, suona davvero male, ma io non potevo sapere quello che sarebbe successo.-

-Certo che non lo potevi sapere!- esclamò lei -Ma potevi esserci! Potevi essere lì, dovevi essere lì, perché me l'avevi promesso e tu, più di tutti, sapevi quanto io avessi bisogno di te. Invece, hai preferito fregartene per andare a letto con una perfetta sconosciuta? Una notte con lei vale di più di una giornata con me? Insomma, con tutti i giorni possibili dovevi per forza scegliere quel week-end per uscire con Verity?-

George aspettò che avesse finito, perché sapeva quanto Katie odiasse essere interrotta, soprattutto quand'era arrabbiata.

-D... Devo rispondere a tutte o erano domande retoriche?-

-Non è divertente, George!- sbottò Katie, furiosa -Davvero conto così poco per te?-

-Certo che no!- George le si avvicinò, ma lei si divoncolò dalla sua stretta e fece tre passi indietro.

-Non posso credere che tu stessi per farmi la paternale per Gavin, quando tu hai fatto molto peggio.-

-Che intendi dire?-

-Angelina!-

George si rabbuiò.

-È diverso. Angelina ha scelto Fred, mentre tu frequenti quel ragazzo soltanto perché Oliver ti evita da quando l'hai baciato. A proposito, potevi dirmelo.-

-Come tu mi hai detto di Verity?- chiese lei, ironica ed arrabbiata -E, per la cronaca, anche se questi non sono affari che ti riguardano, io non frequento nessuno. Gavin è solo un amico. Un amico e basta.-

-Anche io e Verity siamo amici.-

Katie spalancò le braccia.

-Non ti riconosco più. Tu non sei così! Tu non giochi con le ragazze e non tradisci i tuoi amici! Che cosa ti è preso?-

George riuscì ad avvinarci nuovamente alla ragazza e a stringerla prima che lei potesse scansarsi una seconda volta.

-Pulce, tralasciando i miei problemi sentimentali, non dubitare mai del mio affetto per te. Non sai quanto abbia odiato me stesso quando ho saputo quello che era successo. Se ti fosse successo qualcosa, se per caso non ce l'avessi fatta, io l'avrei rimpianto per il resto dei miei giorni. Nessuno mi odia di più di quanto io mi odi per quello che ho fatto a te.-

Katie riuscì a liberarsi dall'abbraccio e le parole sembrarono uscirle da sole.

-Sbagliato. Io ti odio di più.-

La ragazza non aveva mai visto un'espressione più triste.

Gli occhi di George la guardavano con un tale senso di colpa che Katie fu tentata di perdonarlo subito; ma non poteva.

Quella volta George l'aveva fatta davvero grossa e doveva essere sincera.

Katie, che aveva trattenuto le lacrime fino a quel momento, cedette, delusa e triste di quello che era stato il suo più caro amico, prima di correre via lontano da lui.

 

 

 

 

Quando Alicia sentì suonare alla porta si aspettava di trovare Jared che, come sempre, aveva dimenticato ancora una volta il doppione delle chiavi che lei aveva fatto fare per lui.

Fu sorpresa, stupita ed anche felice di ritrovarsi faccia a faccia con George Weasley.

Alicia capì subito che qualcosa non andava: il ragazzo non aveva la solita espressione felice, ma anzi i suoi occhi erano stranamente privi di luce.

-Entra.- gli disse lei, facendolo accomodare nel salotto e facendolo sedere sul divano.

Il cuore della ragazza batteva fin troppo velocemente.

Era venuto a darle altre cattive notizie?

Chi era stato attaccato quella volta?

-Cos'è successo? Gli altri...-

-Stanno tutti bene.- la interruppe subito lui, mantenendo lo sguardo sul tappeto -Amici e parenti, tranquilla.-

Alicia sospirò di sollievo e gli si sedette accanto.

-Vuoi del té?-

George scosse il capo.

-Ehi, cosa c'è che non va?-

-L'ho delusa... E l'ho ferita.- disse George, criptico -Mi odia.-

-Chi ti odia?-

-Katie.-

George alzò finalmente lo sguardo verso Alicia che cercò di comprendere la situazione.

-Sai quando Katie è stata attaccata?-

La ragazza annuì.

-Beh, ognuno di voi aveva delle scuse abbastanza ragionevoli per non stare con lei ad Hogsmeade; io, invece, no.-

-Fred mi ha detto che dovevi stare in negozio.-

-Ha mentito per me.- spiegò George -Gli affari vanno così bene, che, quel giorno, decidemmo di chiudere. Avevamo entrambi degli impegni.-

-Che impegno hai avuto?- chiese Alicia, con il fiato sospeso.

-Io... Frequento una ragazza da un po', ma siamo amici.-

George si interruppe, ogni volta che provava a far capire alle persone che lo circondavano il suo rapporto con Verity, aveva sempre paura del loro giudizio.

Ed Alicia aveva sempre avuto un'opinione bassissima per quelle persone che si immischiavano in quel genere di rapporti.

-Non capisco, siete amici o... Oh.- disse lei, comprendendo appieno quel che ragazzo stava tentando di dirle.

-Non guardarmi così.-

-Sai come la penso.- commentò subito Alicia -Ma non voglio giudicarti, perché ti conosco e so che farai quel che è giusto.-

George sorrise amaramente: era incredibile che i suoi amici confidassero ancora in lui.

-Katie non l'ha presa bene, immagino.- disse poi la ragazza.

George scosse il capo.

-Non l'ha presa bene è limitativo. Mi ha urlato addosso e poi, com'era prevedibile, è scoppiata a piangere. L'ho sempre consolata io in questi anni, ma non potevo fare niente questa volta perché, per la prima volta, sono stato io quello a ferirla, capisci?-

Alicia gli appoggiò una mano sul braccio, per fargli capire che sarebbe andato tutto bene.

-Katie non riesce ad essere arrabbiata con i suoi amici a lungo. Vedrai che le passerà prima o poi, ma credo che dovresti parlarle o scriverle.-

-Avevo pensato anch'io di scriverle una lettera, ma avevo prima bisogno di qualcuno con cui parlare.-

Alicia sorrise e George si stupì: era raro che Alicia mostrasse il suo sorriso sincero; quel privilegio, un tempo, era riservato solo ad Angelina, Katie e, raramente, a Lee.

-E sei venuto da me?- chiese lei, per spiegare la sua felicità.

-Sapevo già cosa mi avrebbe detto Fred ed Angelina era fuori questione.- disse George -Lee ha già abbastanza problemi.-

-Problemi?-

-Mi è stato detto che tu e Jared fate sul serio.- chiarì George ed Alicia scosse la testa.

-Lee era d'accordo.-

-Anch'io ero d'accordo che Fred portasse Angie al Ballo del Ceppo, ma questo non significa che ne fossi felice.-

-Lui mi ha lasciata e lui ha scelto di stare con Daphne.-

-Ehi, non ti sto giudicando!- George alzò le mani, come a giustificarsi.

-Comunque, sono felice che tu sia venuto qui. Mi mancava parlare con...- Alicia si morse il labbro, ma oramai era troppo tardi.

-Aha, lo sapevo che ti mancavamo troppo! Quelle cose non le pensavi davvero, lo sapevo.-

-Alcune sì, invece.- ammise Alicia, sincera -Però è stranissimo stare lontano da voi, anche se odio essere giudicata, soprattutto dai miei amici.-

-Abbiamo sbagliato tutti e non è la prima volta.-

George lanciò un'occhiata alle chiavi sul tavolino di fronte al divano.

Il portachiavi era il musetto di una renna con il naso rosso.

-Tue?- chiese lui, ironico.

-No, di Jared.-

George strabuzzò gli occhi.

-È davvero seria questa vostra relaz...-

Alicia gli chiuse la bocca con le dita.

-Basta parlare di me. Concentriamoci su di te e su Katie.-

-È cresciuta ed è cambiata, ma forse lo siamo tutti.- George sospirò -Anche tu sei diversa.-

-In che senso?-

-Sei più comprensiva e più matura. Siamo tutti cambiati ed è strano che tutti noi siamo cresciuti maggiormente lontano dal gruppo. Forse avevi ragione tu, ci siamo un po' frenati a vicenda.-

-Ci siamo protetti a vicenda.- lo corresse Alicia.

-Forse un po' troppo.-

Alicia sbatté gli occhi, incerta.

-Ti riferisci ad Oliver, vero?-

-Non posso credere che sia sparito così con la pulce. Non lo merita.-

-Beh, neanche tu volevi ferirla, no? Dopotutto tu ed Ollie non siete poi così diversi.-

 

 

 

 

 

 

-Devi già andare via?- chiese Daphne, mostrando un'espressione triste.

-Siamo stati insieme per ore.- rise Lee, incredulo.

La ragazza gli passò le braccia attorno al collo.

-Lo so, lo so, ma non ci vedremo per chissà quanto tempo.- sussurrò Daphne, avvicinandosi al suo viso e schioccandogli un bacio sulle labbra.

-Starà triste senza di te, Lee.-

Lee sorrise e la baciò a sua volta, stringendola a sé.

-Tra qualche giorno sarà il mio compleanno, sai?-

-Non me l'avevi detto.-

-Beh, adesso lo sai.- disse Daphne con un sorriso -Quindi, potresti... farmi un regalo anticipato?-

-Non porta sfortuna?-

Tamara quella superstiziosa, non io.- disse Daphne, stringendogli la mano.

-Okay, cosa ti piace?-

-So che non guadagni molto, per cui sarebbe bello se mi regalassi una rosa.-

Lee si grattò la testa, confuso.

-Vuoi solo una rosa?-

-Certo!-

Lee sorrise: tutti consideravano Daphne vanitosa e presuntuosa, ma, da quando stavano insieme, il ragazzo aveva iniziato a scorgere un nuovo lato in lei.

-Non sono bravissimo negli incantesimi di apparizione.-

-Ma sarà comunque tua e mi piacerà lo stesso.-

Lee sbuffò ed agitò la bacchetta ed apparve una rosa metà blu e metà rossa.

E al ragazzo venne in mente Alicia, perché era impossibile non pensare a lei già normalmente, figuriamoci quando alcuni dettagli della loro relazione si ripetevano.

Lee strappò i petali e la gettò a terra.

-Ehi, cosa fai? Era il mio regalo!- esclamò Daphne, fissando i resti della rosa e cercando spiegazioni nel sguardo del ragazzo.

-Lasciamo perdere le rose, d'accordo? Chiedimi qualsiasi altra cosa.-

-Ma a me andava bene anche così e poi...-

-Daphne! Qualsiasi altra cosa.-

La ragazza sobbalzò un attimo, perché non aveva mai visto Lee così serio e deciso.

-D... D'accordo. Penserò a qualcos'altro.-

Lee annuì e poi le sfiorò le labbra.

-Ora devo proprio andare. Ciao.-

-Ciao.-

 

 

 

 

 

 

 

Cara Katie,

questa è la lettera più difficile che abbia mai scritto e vale per tutte le lettere che avrei dovuto scriverti in quest'ultimo periodo.

Non mi sono più fatto sentire né vedere, perché il tuo bacio mi ha mandato in confusione come nessun altro bacio aveva mai fatto.

Tu sei sempre stata la mia più cara amica ed ho sempre creduto che il nostro rapporto fosse simile a quello fra fratello e sorella.

Fino a quella sera al San Mungo.

Non posso più stare lontano da te, perché sai quanto io ci tenga al nostro rapporto; per questo devo dirtelo e sono così vigliacco da dovertelo dire via lettera piuttosto che dirtelo di persona.

Io non voglio che il nostro rapporto cambi, proprio per questo noi non possiamo essere qualcosa di più.

Dobbiamo rimanere amici, voglio che rimaniamo amici, perché l'alternativa potrebbe far soffrire entrambi.

Troverai qualcuno che davvero ti merita, Katie.

Spero che un giorno potrai perdonarmi.

Tuo in qualsiasi momento,

 

Oliver

 

 

-Spero che un giorno potrai perdonarmi? Sul serio?-

Oliver scattò e si voltò verso la fonte della voce.

Alzò gli occhi al cielo e posò la piuma d'oca, chiudendo la lettera per spedirla in fretta.

-Ehi, non scappare. È divertente vederti finalmente alle prese con le cotte adolescenziali.-

-Smettila, Ally.-

Ally Baston era sua sorella maggiore.

Era una ragazza minuta, una specie di folletto, con corti capelli scuri scompigliati.

Aveva ventiquattro anni, quattro in più di Oliver e, da sempre, lo trattava peggio di un bambino.

Oliver aveva anche un fratello maggiore, il primogenito Kyle, di trent'anni.

Kyle lavorava per il Ministero, mentre Ally viaggiava spesso all'estero facendo i mestieri più bizzarri.

Ally era sempre stato uno spirito libero ed i genitori di Oliver avevano spesso dovuto porre rimedio ai suoi guai.

-Katie finalmente ce l'ha fatta, eh?-

Oliver le lanciò un'occhiata sconvolta: possibile che anche sua sorella, che aveva visto l'amica una volta all'anno, avesse compreso i sentimenti che Katie provava nei suoi confronti?

-Lo sapevi?-

-Solo un pazzo non l'avrebbe capito.- disse Ally e poi aggiunse -O uno scemo.-

-Grazie tante, eh. Tu sì che sai come risollevare il morale a qualcuno.-

-Ma qual è il problema? Katie è una ragazza deliziosa e a te servirebbe una ragazza.-

-Ho avuto delle ragazze.-

-Certo e, fammi indovinare, ti hanno scaricate tutte, vero?- chiese lei, retorica.

-Non capivano quanto il Quiddich fosse importante per me...-

-Appunto.- disse Ally, facendo un gesto con la mano -Katie ti conosce come nessun altro e sa della tua piccola fissa per quello sport.-

Oliver finse di non notare il tono ironico della sorella.

-Non è questo il punto, Ally. Io non so cosa provo e non voglio fare degli esperimenti. Non con Katie. È troppo importante.-

Ally sospirò.

-Se da queste tue ultime parole non riesci a tirare fuori una risposta, allora hai un problema serio.-

-E questo che significa?- domandò Oliver, confuso.

Ally mostrò il giornale che aveva tirato fuori dalla borsa, lo aprì e lo posò sul tavolo.

C'era una grande fotografia che ritraeva il bacio che Nolwenn gli aveva dato alla festa.

-Carina. È una ragazza famosa, vero?-

-Si chiama Nolwenn Åström ed è una modella.-

-Caspita, fratellino. Hai dei gusti raffinati tu.- Ally scompigliò i capelli ad Oliver in maniera affettuosa -Sapevo che avresti fatto strada. Mamma e papà puntavano su Kyle, ma io ho sempre saputo che saresti stato tu.-

-Strano, io ho sempre puntato tutto su di te.- disse Oliver, onesto.

-Perché è vero che sei uno scemo.-

Oliver sorrise.

-Nolwenn è solo un'amica per me.- chiarì poi lui ed Ally alzò gli occhi al cielo.

-Hai sempre avuto un sacco di amiche, ma sei un bel ragazzo e hai un cuore gigante. Non puoi fare a meno di attrarre qualche fanciulla, Boccino.-

Oliver sorrise divertito per quel piccolo nomignolo che Ally usava con lui.

In fondo, era sempre stato un patito del Quiddich.

-Katie è la mia migliore amica e Nolwenn è diventata importante nella mia vita. Non voglio né farle soffrire né perderle.-

-Allora sii sincero con entrambe, ma soprattutto con te stesso.-

 

 

 

 

Katie era distesa sul suo letto, intenta a contemplare il soffitto del dormitorio.

Aveva pianto per talmente tante ore che, in quel momento, si sentiva unicamente stanca e spossata, come se avesse corso una maratona.

I suoi amici non erano ancora tornati nella Sala Comune, ma erano direttamente andati a cena.

Katie sospirò e si girò su un fianco, asciugando i rimasugli di lacrime dagli occhi.

Non poteva credere che anche George l'avesse “dimenticata”; che avesse preferito stare con una persona che vedeva tutti i giorni piuttosto che con lei.

Forse pretendeva troppo da loro, rifletté Katie.

Durante il suo quinto anno, Oliver le aveva dato dell'infantile e forse non aveva tutti i torti.

I suoi amici avevano una vita adesso e, solo perché Katie non ne faceva parte, non poteva costringerli a tenerle compagnia.

La ragazza si grattò la guancia con un dito e si girò sull'altro fianco, lanciando uno sguardo alla finestra.

Stava trovando solo l'ennesima scusa per proteggerli?

O era davvero colpa sua quella volta?

Katie non seppe rispondere; sapeva solo che il dolore provato di fronte alla rivelazione di George le aveva fatto malissimo.

E, oltretutto, Verity non sembrava neanche così simpatica.

Una civetta picchiettò alla finestra e Katie si alzò velocemente per andarle ad aprire.

Non era Nancy, perché la ragazza aveva da poco spedito una lettera a Sam e ancora non era tornata con la risposta.

Era una civetta che aveva già visto prima e, non appena vide il mittente, seppe anche dove.

Era l'animale di Ally, la sorella di Oliver, ma non era stata lei a scriverle.

Ansiosa, divorò quelle frasi nel giro di pochi secondi.

Katie si lasciò a cadere a terra, ma, stranamente, quelle parole non aumentarono la sua tristezza.

George l'aveva spinta al limite quel giorno e, forse, avrebbe assimilato la lettera di Oliver il giorno seguente.

Katie prese un pezzo di carta, buttò giù due righe e fece volare via la civetta.

Chiuse la finestra e iniziò a camminare per la stanza, non sapendo bene cosa pensare.

Qual era il suo problema maggiore in quel momento?

Katie non aveva mai avuto una tale confusione in testa: non sapeva più chi fosse e quali fossero le sue priorità.

Si avvicinò al letto di Leanne ed aprì il cassetto del suo comodino alla ricerca di qualche suo dolcetto nascosto.

Moriva di fame, ma non poteva scendere nella Sala Grande in quelle condizioni.

Katie rovistò fra carte e articoli di giornale, fino a quando vide una foto che le fece passare l'appetito.

Oliver e Nolwenn si stavano scambiando un bacio.

La ragazza lesse la data dell'articolo e capì finalmente il significato della lettera.

Oliver aveva scelto di rimanerle amico, perché il suo cuore apparteneva ad un'altra.

Nolwenn era riuscita a conquistarlo.

Katie chiuse il cassetto con un brusco movimento e si ributtò nel letto.

Un altro amico si stava allontanando da lei.

Le lacrime le uscirono senza controllo e, prima di ripiombare nello sconforto, si chiese perché al volto di Nolwenn si stesse sovrapponendo quello di Verity.


Spiegazioni, varie ed eventuali:

Lo so che adesso mi vorreste uccidere, ma ricordiamoci la personalità di Oliver.
Ha un carattere, per certi versi, ancora infantile ed è una persona molto (ma molto) razionale sui sentimenti, per cui deve riflettere bene su tutto ciò che gli accade.
E non vuole in alcun modo far soffrire Katie né Nolwenn.
Per il resto, George ha sbagliato, è vero, ma anche Katie sta iniziando a pensare che forse dipende troppo dai suoi amici; il che è normale, dato che è sempre stata la più piccola del gruppo.
Sul fronte altro gruppo, le cose vanno abbastanza bene, eccetto Suzanne che si sente un po' come la zitella di turno xD
Ma per loro, e per Sue soprattutto, le cose potrebbero anche peggiorare.
E Lee pensa ancora di Alicia, sì ç_ç
Nuovi personaggi: Gavin Chamel ed Ally Baston.
Il primo avrà un ruolo marginale, mentre la seconda è la pazza sorella di Oliver che, si comporta da fratello maggiore con Katie, perché per tutta la vita è stato il fratello minore di qualcuno xD
Per quanto riguarda Gavin, ho pensato che Katie, oltre ai Grifondoro, dovesse avere altri amici all'interno del Castello.
Lei non è Alicia, è più simile ad Angie per quanto riguarda le amicizie, per cui è più socievole =D
E finalmente l'altro gruppo ha conosciuto il ragazzo di Agnes xD
Qui sotto metto le foto degli attori che, a mio parere, sarebbero perfetti per Brad, Gavin, Ally, Simon e Verity.
Spero di aver chiarito i dubbi e spero che abbiate passato delle splendide vacanze ^-^
A presto <3

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33

 

 

-Sai, figliolo, non ti ho mai ringraziato per avermi invitato a Natale.- disse il signor Burrow quella mattina, sfogliando il giornale, mentre Lee era intento a sistemare gli scaffali e a servire i pochi clienti del locale.

-Arrivederci.- disse Lee, poi rivolto verso il vecchietto -Diceva?-

-Grazie per Natale. Mi sono davvero divertito e i tuoi amici sono stati molti simpatici.-

Lee represse un sorriso.

-Sono io che devo ringraziare lei. Se non fosse venuto, avrei trascorso il Natale fra due coppie.-

-La biondina ed il gemello numero uno non mi sembravano molto in sintonia.- ammise il vecchietto, come se nulla fosse -Gli altri due, invece, devono amarsi molto.-

-Già.- commentò Lee semplicemente, perché raccontare l'intera storia di Fred, Angelina e George sarebbe stata fin troppo lunga e triste.

E parlare dei FAG, gli faceva tornare in mente Alicia.

Chissà cosa stava facendo Alicia in quel momento; probabilmente stava insultando qualcuno, come il suo solito.

-Ehi, figliolo, dormi in piedi?-

Il signor Burrow rise, divertito dal fatto che Lee fosse rimasto lì impalato come uno stoccafisso.

-Scusi, ero sovrappensiero. Mi ha chiesto qualcosa?-

-La tua amica Angelina è una ragazza davvero deliziosa.- continuò il signor Burrow, smettendo di ridere improvvisamente.

-Lo so.- disse Lee, gonfio di orgoglio per la sua amica -Ho avuto anche una cotta per lei una volta.-

-Mi ha fatto vedere una foto con i tre grandi assenti della serata.-

Lee sembrò sorpreso di quella confessione.

-Oliver, Katie e...-

-Alicia.- concluse il ragazzo, sapendo bene dove volesse andare a parare.

Il signor Burrow rise di nuovo, divertito.

-Dovresti vedere che espressione fa la tua faccia quando pronunci il suo nome.- commentò lui, scuotendo la testa -È incredibile che te la sia fatta scappare così, figliolo.-

-Io non provo più niente per lei.- ripeté Lee, meccanico -Sto con Daphne ora.-

-Ma quando pronunci il nome di Daphne non è la stessa cosa. Non è colpa sua, non ci si può far niente con l'amore vero.-

-Sono un mucchio di sciocchezze.- disse Lee, serio -L'amore vero ed invincibile esiste solo nelle fiabe per bambini. Nella realtà si soffre quasi sempre.-

-Ahh, quante cose devi ancora imparare dalla vita.- sospirò il signor Burrow -Se una ragazza è il tuo destino, puoi scappare quanto vuoi, ma non cambierà assolutamente niente.-

Lee fece spallucce, anche se una piccola parte del suo essere voleva crederci davvero.

Il signor Burrow scoppiò di nuovo a ridere, ma Lee capì ben presto che non era una risata.

Stava soffocando.

E si paralizzò di colpo, quando vide il signor Burrow cadere dalla sedia per rovesciarsi a terra.

 

 

 

 

 

 

Alicia entrò nello spogliatoio velocemente, desiderosa di iniziare il lavoro il prima possibile.

Mentre si cambiava, iniziò a pensare alla situazione fra George e Katie.

Erano riusciti a fare pace?

O George aveva deciso di lasciare a Katie la possibilità di pensarci su, in modo che lo perdonasse di sua spontanea volontà?

Alicia sbuffò e poi accennò un sorrisino felice.

Era bello che George fosse corso da lei nel momento del bisogno; significava che era davvero cresciuta e che, finalmente, era matura abbastanza da dare consigli anche ad uno come lui.

Era una bella sensazione crescere.

Alicia uscì dallo spogliatoio con un sorriso, che perse nel momento in cui vide Lee in sala d'attesa, agitatissimo.

Corse verso di lui senza pensarci e, non appena la vide, il ragazzo si alzò per lanciarsi fra le sue braccia.

-Lee...-

Quell'abbraccio destabilizzò Alicia che non seppe se ricambiarlo o meno.

Decise di allontanarlo, per capire cosa fosse successo.

-Ti prego, non dirmi che si tratta di nuovo di Katie.- mormorò Alicia, provando a trattenere la paura.

-No.- disse lui, asciutto -È il signor Burrow, il mio capo.-

Alicia parve sollevata, ma, di fronte all'espressione di Lee, il sollievo lasciò lo spazio allo sconforto.

Angie le aveva accennato qualcosa, ma erano stati George e Katie a dirle quanto il lavoro facesse bene a Lee e alla sua autostima.

Ed era tutto merito del signor Burrow.

-Cos'è successo?- chiese Alicia, provando a reprimere l'impulso di abbracciarlo e di tranquilizzarlo.

-Non lo so.- farfugliò lui, agitato -È svenuto all'improvviso e c'era del sangue che usciva dalla sua bocca. Per giunta è molto anziano, ma non credevo che lo fosse così tanto. Insomma, nel nostro mondo la vita è più lunga.-

Alicia annuì, non sapendo cosa dire.

-Sono felice che ci sia tu.- disse Lee, nervoso -Non riuscirei a gestire tutto questo da solo.-

La ragazza si ricordò solo in quel momento che Lee, quand'era nervoso od agitato, risultava tremendamente sincero e dolce.

-Avresti potuto anche incontrare Jared.- replicò Alicia, provando a fargli ricordare il suo migliore amico -Non saresti stato solo comunque.-

Lee la fissò negli occhi ed annuì, facendola rilassare.

-Il tuo capo non ha famiglia? Vuoi scrivere a qualcuno o... ?-

Il ragazzo spalancò la bocca, ricordandosi l'esistenza del figlio del signor Burrow.

Non c'era un bel rapporto fra di loro, ma il figlio non avrebbe detto di no se avesse saputo cos'era successo al padre.

-Grazie, Alicia, sei un genio.- disse Lee, abbracciandola di nuovo e sfiorandole la guancia con le labbra.

Alicia arrossì di colpo, tentata di tirargli qualcosa addosso, ma Lee era già schizzato via.

-Che diavolo gli è preso adesso?-

 

 

 

 

 

Lee tornò due ore dopo, accompagnato da un uomo ed una donna.

Alicia aggrottò la fronte dinanzi a quella scenetta e decise di avvicinarsi al trio.

-Siete i parenti del signor Burrow?- domandò, pratica.

L'uomo si fece avanti ed Alicia capì che era davvero preoccupato, ma capì anche che stava facendo di tutto per nasconderlo.

La ragazza lo sapeva, perché anche lei era stata così: aveva represso per anni le sue emozioni per risultare più forte.

-Sono il figlio e questa è mia moglie.- disse lui, serio -Come sta mio padre?-

-È stabile, per ora, ma non sappiamo ancora come potrebbe reagire alle cure.- rispose Alicia, cercando di risultare professionale -È un uomo anziano e...-

-Lei non è un po' troppo giovane per essere una Guaritrice?- la interruppe l'uomo, quasi analizzandola.

-In effetti, è il mio primo anno qui al San Mungo.-

-Allora vorrei parlare con qualcuno più qualificato, signorina, grazie.-

Alicia annuì e si morse la lingua nello stesso momento: era scosso ed era piuttosto normale che volesse sentire il parere di un adulto.

La sua mente cercò di non far caso al fatto che anche lei, oramai, lo fosse, ma provò a rispondere nel tono più cordiale possibile.

-Laggiù c'è il caporeparto, signore.- disse lei, provando a fargli un sorriso che non venne ricambiato.

L'uomo la superò velocemente, mentre la moglie rimase indietro.

-Lo scusi, signorina, ma Grady è sempre stato abbastanza freddo.- le disse con un sorriso incoraggiante, prima di seguire il marito in silenzio.

Alicia si voltò verso Lee, che si stava torturando le mani.

-Personcina simpatica, eh?- chiese lei, retorica, per cercare di farlo ridere.

Lee accennò un sorriso tirato, ma non fece di più.

-Allora, come sta?- chiese poi il ragazzo -Sinceramente.-

Alicia si morse le labbra, nervosa.

-Non credo che ce la farà a passare la notte, Lee. É molto vecchio.-

Lee annuì, serrando le labbra e guardandosi attorno come spaesato.

Alicia capì che stava cercando di trattenere le lacrime e non seppe come comportarsi.

-Lee, io...-

-Non dire niente, per favore.- la interruppe, facendo due passi avanti per abbracciarla stretta.

Alicia lo lasciò fare, incapace, quella volta, di allontanarlo.

-D'accordo.-

 

 

 

 

Quando il figlio del signor Burrow e sua moglie uscirono dalla stanza, erano passate quasi quattro ore dal loro arrivo.

Alicia capì dalle loro espressioni che, oramai, il tempo del vecchietto era agli sgoccioli e pregò con tutto il cuore che Lee, tornato a Diagon Alley per chiudere bene il negozio, riuscisse a tornare in tempo per l'ultimo saluto.

Furono speranze vane: il signor Burrow morì un'ora dopo, quando Alicia aveva appena terminato il proprio turno.

Grady Burrow non versò una lacrima, anzi fu costretto a confortare la moglie che singhiozzava dentro ad un fazzoletto.

Lee avrebbe perso il lavoro, Alicia ne era sicura.

Non era concepibile che una persona fredda ed autoritaria come Grady Burrow decidesse di tenere aperto un negozietto sgangherato che valeva molto di più da chiuso.

-Tutto bene?-

Jared la strinse da dietro e appoggiò la testa sulla sua spalla.

-Chi hanno perso?- chiese, lanciando un'occhiata a Grady e a Jill.

-Il padre di lui.- sussurrò Alicia, un po' spenta -Il capo di Lee.-

Jared la guardò di sbieco ed annuì in silenzio.

-Deve essere stata una mattinata infernale.-

-Lo è stata davvero, ma per una volta non è stata colpa di nessuno mago oscuro.-

Jared la lasciò andare e le diede una bacio sulla testa.

-Vai a casa, è meglio. Ti raggiungo appena stacco, okay?-

Alicia non rispose, ancora intenta a guardare Grady e la moglie, ma Jared capì che aveva sentito.

La baciò ancora una volta, prima di posare gli occhi su Lee, arrivato in quel momento.

Aveva il fiatone ed era sudato: sicuramente aveva corso per essere lì in tempo.

-Ciao.-

Lee gli fece un cenno, teso.

Alicia gli si avvicinò un poco, provando a fargli comprendere la situazione senza mandarlo in crisi; ma non fu necessario.

A Lee bastò un'occhiata con la ragazza per voltare lo sguardo verso Grady e capire tutto.

Conosceva così bene Alicia da leggerle la mente come poche persone facevano.

-Non ce l'ho fatta.- mormorò, grattandosi la testa.

-Mi dispiace, Lee, io...-

Lee le fece segno di tacere e crollò a terra, quasi come se non riuscisse più a reggersi sulle gambe.

Alicia si scambiò un'occhiata con Jared e lui annuì.

-Pensaci tu. Sei la sola che può farlo.- le disse, prima di stringerle una mano e andare via.

Jared si considerava ancora il migliore amico di Lee, ma era sicuro che, in quel momento, lui era l'ultima persona che voleva vedere.

Aveva bisogno di Alicia, purtroppo, e almeno quello a Lee glielo doveva.

La ragazza, lasciata sola, si accasciò accanto all'amico e lo strinse forte.

-Andrà tutto bene, Lee, vedrai.- gli sussurrò lei, mentre Lee scoppiava a piangere come un bambino.

-Ti aiuteremo noi. Ti proteggeremo noi, come abbiamo sempre fatto. Saremo sempre un gruppo, Lee, per quanto le nostre litigate sembrino dimostrare il contrario.-

Lee la abbracciò e, per una breve frazione di secondo, si guardarono intensamente, ancora stretti in quell'abbraccio.

Fu un attimo e Lee le sfiorò le labbra, scatenando una serie di emozioni contrastanti in Alicia.

Alla fine, prevalse la razionalità.

La ragazza scattò in piedi e Lee fece lo stesso, capendo di aver oltrepassato il limite che entrambi avevano costruito a fatica.

-Alicia, mi dispiace.- disse lui, con le guance ancora rigate di lacrime -Però mi manchi, mi manchi un sacco e solo ora capisco quanto realmente io ti...-

-No, non dirlo.- sussurrò lei, bloccandolo con un gesto affrettato della mano -Non farlo, Lee, non dire quelle parole perché non sei in te in questo momento. Hai perso una persona cara e stai sragionando.-

-Sono perfettamente in me!-

-Aspettami qui.- disse all'improvviso lei, correndo verso gli spogliatoi.

Mentre frugava nel proprio armadietto, cercò di controllare i battiti cardiaci e di rilassarsi un poco.

Non l'ha detto, Alicia, per cui stai tranquilla. Chiarisci le cose e tutto andrà per il meglio” si ripeté in mente, trovando quello che stava cercando.

Sbatté violentemente la porta e corse verso Lee che l'aveva aspettata, confuso.

-Tieni.- disse Alicia, mettendogli nella mano una scatolina.

La scatolina: quella che conteneva la collana con la fenice che Lee le aveva regalato per il primo -ed unico- San Valentino.

-Era un regalo.- sbottò Lee, lanciandole uno sguardo penetrante e ferito allo stesso tempo.

-Non era un semplice regalo fra amici e io sto cercando veramente di andare avanti, per cui devo...-

-Buttare le cose del tuo passato? Parli della collana o di me?-

-Non essere scorbutico, noi siamo amici, giusto?- domandò lei, retorica -E non credo che a Daphne farebbe piacere sapere che io conservo ancora un tuo regalo; soprattutto questo regalo che per noi ha significato così tanto.-

-Jared non l'ha presa bene?- domandò lui, fissando ancora la collana che gli fece venire in mente un sacco di ricordi.

-Non lo sa.- rispose lei, guardandosi attorno -Ma se sapesse che l'ho tenuta al collo fino a stamattina, credo che...-

Alicia si morse nuovamente le labbra, dandosi dell'idiota.

Aveva parlato troppo e a Lee non erano sfuggite le sue parole.

-Non puoi dimenticare una persona, se non vuoi.-

-Voglio.- disse lei -Lo voglio davvero e Daphne...-

-Smetti di mettere in mezzo lei!- sbottò Lee, ora infuriato -Io amo ancora te, stupida, come fai a non vederlo?-

Alicia strinse i pugni e provò a concentrarsi sugli occhi di Lee.

-Io non ti amo più. Amo Jared adesso.-

Lee scosse la testa, incapace di crederci.

-Non parli sul serio.-

-Sì, invece. Mi dispiace.-

Lee buttò a terra la scatolina, stringendo la collana nella destra, quasi a volerla rompere.

-Addio, Alicia.- le sussurrò nell'orecchio, prima di correre fuori dall'ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

Cara Alicia,

ti scrivo questa lettera perché mi hai sempre detto che, quando si parte per un viaggio, bisogna sempre scrivere almeno una lettera ed io non avrei potuto scriverla a nessun altro che a te.

Siamo sempre state persone totalmente diverse ed il nostro rapporto è stato costellato da innumerevoli litigate, urla e drammi.

Eppure, non so come, mi sono innamorato di te e tu, inspiegabilmente, hai ricambiato il mio sentimento e mi ha fatto sentire veramente una persona speciale.

Ma non lo sono.

Non sono mai stato brillante, né tantomento bello e questa nostra diversità -e la mia bassissima autostima- ci ha allontanati sempre di più fino alla rottura.

Ho provato a starti dietro, a diventare qualcuno per te, ma oggi ti ho vista- ancora più bella, ancora più intelligente- ed ho capito che neanche se dovessi correrti dietro tutta la vita riuscirei a raggiungerti.

Tua madre aveva ragione, dopotutto.

Eppure, benché io scriva queste parole, l'unica cosa che mi faceva andare avanti era sapere che tu amami me e me soltanto.

Mi sono distratto un attimo e, ironia della sorta, per raggiungerti ti ho persa.

Forse per sempre.

Oggi mi hai detto di non amarmi più e quelle parole mi hanno ferito profondamente.

Ancora una volta mi hai colto di sorpresa, ma non pensare che io voglia tentare il suicidio, non è da me.

Voglio partire e lasciare questa città, per mesi, anni... probabilmente per sempre.

Devo capire chi sono e cosa voglio fare della mia vita e, purtroppo, devo allontanarmi di nuovo da te per scoprirlo.

Ora so, però, che non sarai sola.

Ci sarà Jared per te e, dalle tue parole, ho capito che il tuo affetto per gli altri è immutato.

Non so dove andrò, cosa farò, per cui questa sarà l'unica lettera che ho intenzione di scriverti: non cercatemi, per favore.

Di ad Angie di non stare in pena e che, per me, sarà sempre la mamma.

Di ai gemelli di non combinare troppi guai, ma in fondo di non cambiare mai, perché il mondo ha bisogno di ridere, soprattutto in questo periodo.

Di a Oliver che non l'abbiamo mai dimenticato, anche se lontano, e che i suoi problemi con Katie non devono allontanarlo dal gruppo.

Alla piccola Katie di di essere sempre radiosa e felice, perché tutti la preferiscono così e che, una delusione amorosa, non deve buttarla giù.

E a te, Alicia, ti dico di non preoccuparti per me, di non piangere, perché starò bene.

Ovunque andrò, chiunque incontrerò, sappi che non ci sarà mai nessuna come te.

Scontato, melenso... Con quanti aggettivi stai commentando la frase che hai appena letto?

Forse è esagerato, ma lo penso davvero.

Ti amo.

Sempre.

 

Lee.

 

 

Alicia morse il fazzoletto di stoffa, cercando di controllare le lacrime che continuavano a bagnarle il viso.

Aveva letto quella lettera almeno dieci volte, ma ancora stentava a credere a quello che stava succedendo.

Si sentiva fisicamente spossata, strana, come se fosse sospesa, dentro ad un sogno; ma, purtroppo per lei, quella era la realtà.

Lee era partito.

Lei non sapeva dove potesse essere, non sapeva nemmeno se l'avrebbe mai rivisto e non poteva pensare al fatto che le ultime parole che gli aveva rivolto l'avevano fatto soffrire ancora una volta.

-Alicia, sei di sopra?-

La voce di Jared la fece balzare in piedi e le fece nascondere rapidamente la lettera nel cassetto più vicino.

Quando Jared entrò nella stanza e la vide, però, Alicia capì che aveva dimenticato di nascondere anche un altro fattore.

-Perché stai piangendo?-

Alicia non riuscì a trattenersi: gli si buttò addosso per abbracciarlo, iniziando a singhiozzare sommessamente.

-Ehi, Alicia...-

-Lee è fuggito via.- Alicia alzò il volto per guardare Jared negli occhi -Se n'è andato, capisci?-

-Dove? Non sto capendo niente.- Jared le asciugò le lacrime con le dita -Respira e dimmi con calma tutto.-

-Non posso stare calma! Lee ha lasciato la città. É scappato chissà dove perché gli ho detto che non lo amo più. Se dovesse finire ammazzato io...-

-Ehi, ehi, guardami.-

Alicia fece quanto le fu detto.

-Lee è un ragazzo incredibile, saprà cavarsala in qualsiasi situazione, per cui rilassati. Non può aver lasciato la città solo per quello, mi sembra assurdo. E poi come fai a saperlo? Te l'ha detto lui?-

Alicia si morse il labbro, provando a trovare una scusa che risultasse accettabile, ma alla fine cedette.

-Mi ha scritto una lettera.-

Jared parve non capire.

-L'ha scritta anche ai tuoi amici o...?-

-No, Jared, ha scritto solo a me. Era una lettera personale.-

Il guizzo negli occhi del ragazzo, fece capire ad Alicia che aveva inteso ogni cosa.

-Beh, eh, immagino che tu non voglia farmela leggere.- disse lui, guardando a terra e battendo un piede nervosamente.

-Preferirei di no, ma se pensi che questo possa crearti qualche problema, puoi leggerla.-

Alicia scattò verso il cassetto, ma Jared la trattenne, fermandola con una mano.

-Mi fido.-

La ragazza gli fece un mezzo un sorriso che sparì nel momento in cui ad Alicia tornò in mente Lee.

-Devo dirlo agli altri! Devo scrivere al gruppo, devono saperlo!-

-Okay, okay, vuoi che ti dia una mano? Potremo fare più in fretta se ti aiutassi a scrivere a qualcuno di loro.-

Alicia era già corsa alla scrivania, rovistando per trovare la carta e l'inchiostro.

-Scusami, Jared, cosa mi stai dicendo?-

-Non importa, ti preparo un té.-

Jared uscì dalla stanza, sospirando tristemente.

La sua vita stava diventando ogni giorno più difficile.

 

 

 

 

Fred, George, Angelina ed Oliver arrivarono insieme, tutti trafelati per quello che Alicia aveva scritto loro nelle lettere.

Ad accoglierli fu Jared, che li fece entrare in casa con un sorriso.

-Lei dov'è?- chiese Angelina, con la bocca impastata.

-Di là, nel salotto.-

Angelina corse verso l'amica, intenta a camminare per la stanza in maniera agitata.

-Ali.-

La ragazza si girò verso Angelina: il volto rigato di lacrime si aprì in un sorriso sincero ed Alicia le volò fra le braccia.

-Mi dispiace, Angie, è stata tutta colpa mia.- singhiozzò Alicia, mentre i gemelli, Oliver e Jared continuavano a rimanere sulla soglia del salotto.

Per i primi tre fu difficile vedere quella scena: non avevano mai visto Alicia piangere in quel modo... a malapena avevano visto piangere Alicia!

-Non dire schiocchezze, Ali, Lee aveva altri motivi per andare via. Ha usato le tue parole come pretesto, quindi smettila di sentirti in colpa.-

-Le ho detto le stesse cose.- disse Jared, l'unico rimasto ancora sulla soglia della stanza, mentre i gemelli ed Oliver, benché straniti, si erano accomodati accanto alle ragazze.

Angelina si voltò verso Jared e gli mostrò un sorriso che il ragazzo ricambiò.

-Ci hai detto che ti ha scritto una lettera.- disse Fred, sporgendosi verso Alicia -Cosa c'era scritto?-

-Beh...- Alicia lanciò uno sguardo a Jared che alzò le mani in segno di resa e disse.

-Afferrato. Vado in cucina a preparare altro té.-

Rimasti soli, Alicia passò a spiegare ogni cosa, mentre George cercava di placare le irrefrenabili domande del fratello.

-Non posso credere a quello che ho fatto. Lee mi ha baciata perché era sotto shock ed io l'ho ferito ancora di più. Sono un mostro.- disse Alicia, coprendosi il volto con le mani.

-Basta parlare di colpe.- mormorò Oliver -Oramai siamo tutti adulti, Katie compresa, anche se non sembrerebbe.- e qui si fermò per guardare George in maniera strana -Credo che ognuno debba prendersi le responsabilità delle sue azioni e credo che Lee ti abbia scritto proprio per non farti sentire in colpa. Lui non si è mai sentito all'altezza, non solo con te. Questo viaggio potrebbe aiutarlo a piacersi.-

Tutti fissarono Oliver come se lo vedessero realmente per la prima volta.

Lui era sempre stato quello più escluso dai problemi del gruppo e sentire che conosceva i suoi amici così bene, fece sorridere tutti.

-Mi dispiace, ragazzi. Ho detto cose orribili.- disse Alicia, prendendo la mano di Angelina e allungandosi per stringere Oliver -Non le rimangio perché le penso ancora, ma la cosa sorprendente è che, qualsiasi cosa voi facciate, non posso stare senza di voi. Sono migliore con voi.-

-La cosa sorprendente è che pur non rimangiandoti le cose orribili che ci hai detto.- puntualizzò Fred con un sorriso.

-Tipico di Alicia, tra l'altro.- aggiunge George, ammiccandole.

-Esatto.- disse Fred -Nonostante questo, ti adoriamo così come sei, Alicia, e sono felice che, ancora una volta, abbiate lasciato a me l'onere di dirlo.-

-Perché sappiamo che ti piace essere al centro dell'attenzione.- se ne uscì Oliver, prendendolo in giro e Fred lo stritolò.

-Non è che mi piace, è che non posso farne a meno. Brillo di mio.-

Angelina scoppiò a ridere ed abbracciò Alicia affettuosamente.

Poi, mentre Fred stritolava sempre più forte Oliver ed Alicia le diceva qualcosa a bassa voce, la ragazza vide George sgattaiolare in cucina e sorrise.

 

 

 

 

 

 

-Vuoi una mano con il té?- chiese George, mentre Jared, seduto al tavolo, era intento a lanciare le carte magiche dentro ad un piatto.

Jared accennò un sorriso e scosse la testa.

-Il té era pronto da un pezzo, ma non volevo disturbarvi. Siete proprio come una famiglia ed è difficile per quelli che stanno fuori potervici entrare.-

George gli si sedette di fronte e alzò gli occhi al cielo.

-Anche tu sei parte della famiglia, oramai.- disse lui, sorridendo -E non solo perché sei il ragazzo di Alicia.-

-Già, me l'ha detto anche lei, ma voi non notate come siete quando siete soli. Quando c'è qualcun altro con voi è come se qualcuno fosse venuto a trovarvi. É impossibile entrare appieno nel vostro gruppo. Sembra limitato a voi sette.-

George continuò a fissarlo, in attesa che finisse.

-Non che lo facciate apposta.- aggiunse Jared, che in realtà aveva già finito.

-Appunto, non lo facciamo apposta e stare seduto qui da solo non migliorerà le cose. In piedi.-

Jared si alzò, un po' controvoglia.

-Hai conquistato il componente più difficile del gruppo.-

Il ragazzo alzò un sopracciglio, non convinto.

-Perché credi che abbia detto a Lee che non lo ama più? Ti rispondo io, perché ha capito di amare un'altra persona adesso.- terminò George eloquente.

Jared rimase ancora in silenzio, per cui George continuò.

-E, da come ti ha sorriso Angie, oramai piaci anche a lei. Inoltre, sei il migliore amico di Lee e Katie ti adora. Vorresti dire che hai paura di me, Fred ed Oliver? Io e mio fratello siamo gli idioti ed Oliver è completamente stupido. Non sarà difficile conquistarci.-

Jared rise, divertito.

-Tu e Fred fate gli idioti, ma so che tenete d'occhio ogni singolo componente del vostro gruppo come se fosse parte di voi. Lo vedo.- commentò Jared ad un George sorpreso di quella affermazione -Ma forse hai ragione, Oliver è un po' stupido.-

-Oh, ci puoi giurare. La povera Katie diventerà suora prima che lo stupido si svegli.-

 

 

 

Cara Katie,

devo dirti tante cose, ma non posso farlo via lettera.

Odio le lettere.

Odio scriverle ed odio riceverle: si può sempre travisare qualche frase scritta in maniera ambigua, mentre io voglio vederti in viso quando ti dirò quello che ti devo dire.

Non te lo chiederei se non fosse necessario e, dopo quello che è successo, meriteresti molto di più che questa lettera, ma devi trovare il modo di venire ad Hogsmeade.

É importante, Katie, per favore, provaci.

Ti voglio bene, non dimenticarlo prima di insultarmi e stracciare questa lettera.

 

Tuo,

 

George.

 

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Dopo un'intensa (ç_ç) sessione esami, finalmente posto il capitolo!
Capitolo che è stato difficilissimo scrivere, perché alcune cose non mi convincevano.
Ancora una volta, questo capitolo segna l'inizio di un altro importante cambiamento, non solo all'interno del gruppo protagonista.
Lee è scappato, se così si può dire, e per un po' non si farà vedere.
Mi è venuta questa idea della fuga, dopo aver riletto per la centesima volta il settimo libro: Lee è a capo di Radio Potter la cui collocazione varia di volta in volta, per cui, presumo, che lui debba spostarsi spesso e così mi è venuta quest'idea.
Per il resto non c'è molto da dire: il signor Burrow era più vecchio -e molto meno potente- di Silente, per cui è normale che sia morto di vecchiaia.
Alicia ha detto parole molto forti a Lee, cioé che non lo ama più.
Sarà vero, sarà falso?
Per ora questo argomento non sarà toccato più.
Mi è piaciuto far scrivere una lettera a Lee: da il meglio di sé quando è da solo/triste/ferito/agitato e diventa una persona estremamente dolce.
La lettera conclusiva di George a Katie porterà GROSSE svolte.
Spero di aver chiarito tutto =)
Grazie a TUTTI <3
Un bacio :3

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


Capitolo 34

 

Katie si torturò le mani, riflettendo su quanto aveva appena fatto.

Nessuno dei suoi amici era stato avvertito, non aveva detto loro nemmeno una parola ed era corsa via da Hogwarts prima che qualcuno avesse potuto scoprirla.

Tamara l'avrebbe uccisa se l'avesse beccata, per cui Katie aveva fatto bene a tenere tutti all'oscuro.

La lettera di George le aveva messo addosso un'agitazione che non riuscì a spiegarsi e non aveva saputo come affrontare il discorso con i suoi amici.

Scrivere all'altro gruppo sarebbe stato inutile; oramai, era grande abbastanza per prendere da sola le sue decisioni, anche a costo di essere sospesa dalla scuola.

Katie sperò con tutto il cuore di non essere espulsa, non ora che mancava così poco ai suoi M.A.G.O.

La ragazza si sistemò la coda ancora una volta e si guardò attorno in cerca di George, sperando di non aver sbagliato posto o orario.

Leanne e gli altri sapevano di Oliver e di Nolwenn, ma non conoscevano ancora la storia di George e Verity, né Katie aveva intenzione di raccontarla e anche questo era strano.

Si stava forse chiudendo in se stessa?

-Pulce, sei venuta.-

Katie alzò gli occhi verso George e non riuscì a trattenere un sorriso.

-Sembrava una cosa seria.-

-Lo è.- confermò lui, incrociando le braccia al petto -Posso abbracciarti o rischio una Maledizione Senza Perdono?-

-Dimmi solo di che cosa si tratta.-

George annuì con il capo, provando a reprimere l'impulso di abbracciarla comunque e partì con il suo discorso.

-Inizio con la cattiva notizia, okay? Lee se n'è andato, probabilmente ha lasciato il paese e non sappiamo se e quando tornerà.-

-C... Cosa vorrebbe dire che ha lasciato il paese?- blaterò Katie, ansiosa -Cioé, voglio dire, perché?-

-Non lo immagini?- domandò George, provando ad essere allusivo.

-Per Alicia? Ma aveva detto che gli andava bene!- si infervorò lei, gesticolando con le mani -E Daphne l'ha dimenticata? Cosa le dirò adesso?-

-Mi dispiace, Katie, ma purtroppo non abbiamo potuto fare niente per fermarlo. Quando Alicia ha trovato la lettera, Lee era già partito da tempo.-

-Ha lasciato una lettera ad Alicia.- ripeté lentamente Katie, capendo ogni cosa -Lo sapevo che lui...-

-Lo sapevamo tutti, ma nessuno gli ha parlato per farglielo capire.- la interruppe George, teso -Quando l'ha capito anche lui, è stato troppo tardi.-

-Come stanno gli altri? Angie starà impazzendo.-

George sorrise nel vedere che Katie si preoccupava sempre per tutti e negò con il capo.

-In realtà questa situazione ha riavvicinato Angie ed Alicia e, di conseguenza, tutti noi. Ci mancavi, però. Mi mancavi.-

Katie provò a non guardarlo negli occhi, convinta che, se l'avrebbe fatto, avrebbe ceduto senz'altro.

-Sono contenta che non siate più in lite. Mi chiedo quando scoppierà la prossima guerra fra voi però.-

George rise e Katie si lasciò andare seguendolo a ruota.

-E la buona notizia?- chiese infine lei, più rilassata nel sapere che, benché lontani, stavano tutti bene.

-La buona notizia dipende da te, per cui ora ascoltami attentamente.- rispose George, fingendo di prendere un respiro profondo -Sono stato imperdonabile e probabilmente lo sono ancora, ma mi dispiace. Mi dispiace davvero. Forse per te è troppo tardi, ma dovevo scusarmi, perché non mi sono comportato bene. Potrei dare la colpa a Fred che mi ha incoraggiato o ad Angie perché ha scelto mio fratello, ma la realtà è che il solo responsabile sono io. Per la prima volta sono stato un po' egoista, pensando solo a me stesso, ma in questo modo ho ferito la sola persona che mi è stata vicina per tutto il tempo e che mi ha sempre sostenuto nonostante tutto.-

Qui George si fermò per prendere una pausa e disse sorridendo.

-Sto parlando di te se non l'avessi capito. Insomma, ti ho delusa, me ne rendo conto, ma spero che tu possa perdonarmi.-

Katie sorrise e si avvicinò a lui per prendergli il volto fra le mani.

Lo scrutò negli occhi e il sorriso si allargò.

-Sei sincero, per cui ti perdono.- disse lei, felice -Però non vale, sei troppo bravo con le parole. É difficile dirti di no.-

-Lo so, è uno dei miei tanti pregi.- le ammiccò lui, ma poi, rendendosi conto che Katie gli teneva ancora il viso fra le mani, gliele prese e si allontanò.

-Sei sicuro di star bene? Sembri... non so, diverso.- commentò Katie, scrutandolo preoccupata.

-Scusami.-

-Non c'è bisogno che ti scusi per ogni cosa, Georgie.- rise lei, tranquilla -Volevo solo sapere se stavi...-

-No, no, mi sto scusando in anticipo.- la fermò George, le labbra strette -Per quello che sto per fare.-

-Non capisco.-

George sospirò.

-Dovrò trovare un buon modo per farmi perdonare questa volta, ma devo farlo.-

-George! Che sta succedendo?- trillò Katie, confusa.

Il ragazzo le strinse le braccia per evitare che si muovesse e, non appena George le si avvicinò, Katie comprese quello che stava per accadere.

George la baciò, lì, nel bel mezzo della folla di Hogsmeade.

Katie rimase immobile, ma stranamente non riuscì a tirarsi indietro.

E perché doveva poi?

Lei era una ragazza libera, single e George era... George.

Quando il bacio finì, lui si mise una mano sulla bocca, sconcertato.

Katie si toccò le labbra e poté giurare di avere la stessa espressione dell'amico in quel momento.

-Oh, Merlino.- sussurrò Katie.

-Oh, Merlino.- ripeté George, sconvolto.

-Oh, Merlino è una mia battuta.- sbottò Katie -E in questo momento ho davvero bisogno di dire Oh, Merlino, per cui sarò la sola a dire Oh, Merlino, chiaro?!-

-Oh, Merlino!- esclamò George come se non l'avesse sentita.

-Oh, Merlino, davvero! Mi ha baciata, Merlino, baciata! Perché mi hai baciata?-

-Secondo te perché continuo a ripetere Oh, Merlino, Katie?- chiese George, agitato -Ti ho baciata perché avevo questa insana idea che tu potessi piacermi e mi sono detto “Se la bacerò, capirò che non è vero” e invece ho capito l'esatto opposto!-

-Oh, Merlino!- commentò Katie, toccandosi il ciuffo in maniera nervosa.

-Già.-

-Mi stai dicendo che ti piaccio?-

-Sì, cioé, mi sei sempre piaciuta, ma adesso credo che tu mi piaccia in un altro senso.- rispose George, stranito.

Stava davvero affrontando un discorso del genere con Katie, la pulce?

-No, no, no, non può essere vero, perché a te piace Angelina.- riprese Katie, con la gola secca -Tu ami Angelina.-

-Sapevo che, prima o poi, sarei andato avanti, ma non avrei mai pensato che saresti stata tu a farmi andare avanti.-

Katie sgranò gli occhi e si torturò le mani fino a farsi male.

-Fammi capire bene, io ti piaccio tanto da farti dimenticare Angie?-

George piegò la testa di lato e stropicciò le labbra.

-Non credo che questo paragone possa valere. Per una volta, lasciamo da parte tutti gli altri. Ci siamo io e te adesso.-

Katie sospirò.

-Cosa dovrei risponderti adesso, Georgie? Io non so davvero...-

George provò a prenderle una mano, ma lei la ritirò di scatto.

-Io... è meglio che vada.-

-Katie, possiamo fare finta che non sia mai successo. Cercavo solo delle risposte.-

-Non posso far finta di niente! É successo! E per me ogni azione ha un peso ed i baci soprattutto.- replicò lei, seria -Ora devo proprio andare.-

Prima che Katie potesse correre via, George le urlò dietro.

-Dovrò farmi perdonare anche per questo, vero?-

-No.- rispose lei, voltandosi con un sorriso incerto -Non sono arrabbiata, George, non più. Ci vediamo.- lo salutò lei con la mano, scappando poi via velocemente.

-Ciao.- sussurrò George, ma Katie non c'era già più.

 

 

 

-Si può?-

La testa di Angelina sbucò dentro la stanza e Fred, sdraiato sul letto, non ebbe nemmeno il bisogno di vedere chi fosse.

Avrebbe riconosciuto la sua voce -ed il suo profumo- ovunque.

-Ti stai ammazzando di lavoro, vedo.- commentò Angelina ironicamente, raggiungendolo sul letto e sdraiandosi accanto a lui.

-Il negozio l'ha aperto Verity e George arriverà a minuti.- spiegò Fred, sbadigliando -Sono solo stanco.-

-Il negozio è il tuo sogno, Fred, sei già stanco di tutto quello che avete costruito tu e George?- domandò Angelina, lanciandogli un'occhiatina di sbieco, ma il ragazzo aveva gli occhi chiusi e non la vide.

In realtà Fred sentiva lo sguardo di lei addosso e, proprio per quello, evitò di ricambiare l'occhiata.

-No, amo il mio lavoro. Sono solo stanco... fisicamente.- replicò lui, come se nulla fosse -A volte vorrei fare come Lee. Prendere e partire. Fare cose nuove e conoscere nuovi posti.-

Angelina sbuffò.

-Conoscere anche nuove persone?-

-Ti porterei con me, Angie, era sottointeso.- replicò Fred, stropicciandosi gli occhi -Non hai gli allenamenti oggi?-

-No.- rispose Angelina, critica -E, appena ho avuto un minuto libero, ho subito pensato di passarlo con te.-

-A differenza mia.- aggiunse Fred, decidendo finalmente di guardarla e accennando un sorriso -Non riesci proprio a stare senza di me, eh?-

-No, Fred, basta battute.- lo bloccò Angelina, dura -Sono seria questa volta. Abbiamo un problema.-

Fred sospirò e si alzò per sedersi sul letto.

-Ho capito: sta per arrivare una predica.-

-No, non sta arrivando nessuna predica, Fred, perché io non sono tua madre.- disse Angelina, sedendosi anche lei -Non riesci nemmeno a renderti conto che stiamo per litigare.-

-Perché io non voglio litigare, Angie, sei tu che stai facendo tutto.-

-Non capisci che tra di noi non è più come prima?- sentenziò Angelina, provando a farlo ragionare -Non ci tieni più.-

Fred le lanciò un'occhiataccia che la fece spaventare.

-Sai che questa è una bugia, Angie, io ti amo come sempre.-

-Okay, non lo metto in dubbio, ma la nostra relazione è diventata piatta, incostante. Non so mai cosa aspettarmi con te.- disse Angelina, tesa -Una settimana mi riempi di attenzioni e la settimana dopo ti fai sentire a stento. Non sono mai una costante nella tua vita e questo non mi piace. Appena l'allenamento è saltato, ho pensato di venire qui e farti una sorpresa, mentre invece vedo che tu, appena hai del tempo libero, pensi solo alle tue cose e a te stesso. Questa non è una relazione normale.-

-Una relazione matura è capire che una persona non può sempre ricoprirti di attenzioni.- replicò Fred, stizzito.

-Non è quello che ti sto chiedendo, Fred!-

-Cos'è che vuoi, allora? Non mi sembra di renderti così infelice.-

-Forse non stai guardando bene allora.- disse Angelina, lasciando cadere la frase come se quelle parole non avessero alcun senso nemmeno per lei.

Fred mostrò un'espressione triste e ferita.

-Dimmi solo che cosa vuoi, Angie.-

-Non lo so nemmeno io.- ammise lei, appoggiandogli una mano sulla spalla -Ma sono sicura di quello che non voglio. Non voglio una persona che mi cerchi solo quando ha tempo.-

-Ti ho di nuovo data per scontata, eh?- chiese lui, retorico.

-Sì, ma questa volta non credo che basterà un pupazzo o un dolce.- rispose lei, sicura -La nostra non è una relazione matura e, oramai, la scuola è finita da un pezzo e non è possibile che tu ti faccia perdonare solo comprandomi qualcosa di carino. So che rimarrai sempre un bambinone in fondo, ma io non voglio un bambino come ragazzo. O almeno, non solo un bambino. Devi capire che un rapporto va vissuto nella sua totalità, gioie e dolori compresi. Tu li eviti i dolori, cerchi di nasconderli, ma i nostri problemi non ce la fanno più a rimanere nascosti.-

Fred, che per tutto il discorso, l'aveva fissata intensamente senza emettere un rumore, attese che Angelina ebbe concluso e si passò una mano fra i capelli, provando a non mostrarsi agitato.

-Dì quello che devi dire, Angie.-

-Abbiamo bisogno di una pausa, Fred.- ammise Angelina, distogliendo lo sguardo e trattenendo le lacrime -Io vorrei trascorrere tutta la mia vita con te, ma io sto crescendo, mentre tu ti ostini a voler rimanere bambino e non so se questo mi va più bene. Non sono più la ragazzina di Hogwarts.-

-Una pausa.- ripeté Fred con la bocca impastata -Per cui, prima o poi, tornerai da me.-

-Dipende da te.- disse lei -E da me. Da quello che vogliamo per noi.-

-Forse la guerra ti aiuterà a capire quello che vuoi davvero.-

-Mi?-

Fred annuì e disse.

-Io so già cosa voglio.-

-Però non sei riuscito a dimostrarlo, Fred.- replicò lei, mentre due lacrime le solcavano il viso -Ma hai ragione, rimandiamo tutto al dopoguerra.-

-Se ci saremo.-

-Ci saremo, Fred, di questo ne sono sicura.-

 

 

 

 

Katie ne stava seduta sulla poltrona davanti al caminetto nella Sala Comune dei Grifondoro.

Non faceva freddo, ma il fuoco era comunque acceso e dava alla stanza un leggero tepore che faceva sentire Katie protetta.

Cercò di togliersi dalla mente il bacio che George le aveva dato e provò a concentrarsi su altro.

Era difficile dimenticare una cosa come quella; ancora più difficile era provare a non pensare alle parole che l'amico le aveva detto.

Lei piaceva a una persona.

Era stranissimo che qualcuno potesse trovare in lei qualcosa di diverso che in altre ragazze non trovava.

Avendo come amiche Angelina ed Alicia per lei era sempre stato normale rimanere nell'ombra, anche se non le era mai pesato.

Fino a poco tempo prima, infatti, Katie aveva avuto occhi solo per Oliver che non aveva mai mostrato alcun interesse né per Angelina né per Alicia, complice forse la presenza dei gemelli e di Lee.

Eppure -e ancora Katie faceva fatica a pensarlo- adesso George le aveva confessato i suoi sentimenti.

Possibile che non si fosse mai accorta di niente? Stare vicino ad Oliver aveva fatto diventare tonta anche lei?

L'altro gruppo le aveva più volte fatto qualche allusione, ma Katie aveva dato per scontato che Angelina sarebbe stata sempre al primo posto per George; però, pensò ancora, era piuttosto normale che George fosse andato avanti, anche se continuava ad essere strano che fosse andato avanti proprio con lei.

O forse no.

Dopotutto chi lo conosceva meglio di lei? Katie sapeva ogni più piccola sfumatura di George e viceversa.

Katie non aveva filtri con George, poteva raccontargli davvero tutto, perché non ci potevano essere segreti fra di loro.

Katie sbuffò, girandosi verso il buco del ritratto per la settima volta.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno ed il vecchio gruppo era da escludere a priori, per cui rimanevano solo i suoi amici che erano lì ad Hogwarts.

Con Finn, Katie non aveva alcun rapporto, per cui non l'aveva nemmeno preso in considerazione.

Christopher non l'avrebbe presa sul serio, per cui aveva escluso anche lui.

Paul era una persona molto riflessiva e senz'altro le avrebbe dato qualche buon consiglio, ma Katie non sapeva se sarebbe riuscita davvero ad aprirsi con lui.

Su Suzanne non poteva contare: con l'eccezione dei suoi brevi flirt che non si erano mai risolti in nulla, Sue non aveva alcuna esperienza per poterle consigliare cosa fare.

Daphne no, per il motivo opposto di Suzanne: fin troppa esperienza.

Tamara era matura abbastanza per... No, aveva riflettuto Katie, forse era fin troppo matura.

Ed infine c'erano Leanne ed Agnes, ma Leanne non riusciva più a nascondere niente a Christopher e l'amico non era famoso per la sua discrezione.

Rimaneva solo Agnes: era razionale, abbastanza matura e sapeva che avrebbe mantenuto il suo segreto a qualunque costo.

Proprio per questo, Katie stava aspettando l'amica nella Sala Comune, sperando di trovarla da sola.

Le sue speranze furono esaudite: quando Agnes entrò nella Sala Comune era da sola e Katie fu veloce a fermarla per farsi vedere.

-Katie, ciao.-

-Ciao, Agnes, scusa se non faccio conversazione, ma devo assolutamente parlarti.- tagliò corto Katie, a disagio. Era una cosa seria, non poteva aspettare.

Agnes la fissò in tralice, incapace di crederle.

-Vuoi parlare con me? Sei sicura di non voler aspettare Leanne o Tamara?-

-Sì.- affermò Katie -A tutte e due le domande. Posso parlarne solo con te.-

Agnes indicò il loro dormitorio e Katie annuì, salendo con lei e dando un'occhiata alla Sala Comune.

Nessuno del gruppo era lì, per cui nessuno avrebbe fatto domande.

-Sicuramente hai un problema, Katie, ma non penso di poterti aiutare.- disse Agnes, sedendosi sul suo letto e posando i libri sul comodino -Ricorda che io sono abituata solo ai problemi di Sue, che non mi racconta nemmeno tutto.-

-Ho solo bisogno del parere di un'amica.- la interruppe Katie, poi sorridendo aggiunse -E tu lo sei.-

Agnes ricambiò il sorriso e le chiese di dirle tutto.

-Beh, prima promettimi che questa conversazione...-

-Rimarrà fra noi, tranquilla.- la anticipò Agnes e le fece segno di sedersi vicino a lei.

-No, non riesco a stare seduta.- gracchiò Katie, nervosa -George mi ha baciata.-

-George... Weasley?- le fece eco Agnes, strabuzzando gli occhi.

-Sì! E ti prego non fare quella faccia.- pigolò lei -Se avessi voluto avere quelle reazioni, avrei cercato Leanne o Daphne!-

-Scusa, ma la mia espressione era per te. Era abbastanza chiaro che tra te e George ci fosse qualcosa...-

-No, no, no! É questo che voi non riuscite a capire! Tra me e George è sempre stato così fin dalla prima volta! Con Fred il rapporto, benché stretto, è sempre stato diverso, mentre con George era più... intimo, ecco.-

Agnes scosse la testa.

-Lo so che tu e George avete sempre avuto quel rapporto, anche quando i vostri sentimenti erano rivolti verso altre persone, ma non credi che proprio questo vostro rapporto stretto sia maturato nel frattempo? Insomma, pensaci! Entrambi avete amato una persona ed entrambi avete subìto una delusione d'amore; e, in quei momenti, ci siete sempre stati l'uno per l'altra, pronti ad incoraggiarvi e a tirarvi su di morale. Se ci rifletti bene, Katie, sai che George non avrebbe potuto scegliere nessun'altra che te dopo Angelina.-

Katie rimase scossa da quel discorso, perché non riuscì a trovare qualche buona scusa per ribattere.

Era tutto vero.

-Cosa ti ha sconvolto di quel bacio, Katie? Che non sei riuscita a respingerlo o che non hai voluto respingerlo?-

-Ti ho raccontato di Verity?- domandò Katie, per paura di non saper rispondere alla domanda dell'amica che scosse la testa.

Katie prese a raccontarle tutto: dal litigio con George alla sua ultima fuga ad Hogsmaede e Agnes, per tutto il tempo, rimase in silenzio ad ascoltare tutto.

-Vedi che ti sei risposta da sola? Eri gelosa di Verity perché, incosciamente, anche a te piace George.-

-Non può piacermi George.- ripeté Katie, agitata -Oliver...-

-Credi davvero che nella vita ci si innamori una volta sola? Sue ti ha mai accennato della sua teoria sull'amore?-

-No, quale?-

-Beh, secondo Suzanne esistono due persone per ogni persona.- disse Agnes, poi, vedendo l'espressione confusa di Katie, aggiunse -Mi spiego meglio. Per lei esistono la persona giusta e la persona non giusta. Amerai entrambe ed entrambe ti renderanno felici: solo il loro amore per te sarà diverso, ma, qualsiasi sia la tua scelta, ti completeranno entrambi.-

-E come si distingue la persona giusta da quella non giusta?-

-Non pensare che la persona non giusta non ti renderà felice perché non è così. La persona giusta è quell'amore puro, a volte platonico, caratterizzato dall'innocenza e la dolcezza. Capiterà raramente che litigherai con la persona giusta ed i primi problemi, una volta superati, saranno anche gli ultimi. Con la persona non giusta non sarai mai tranquilla. La tua vita sarà sempre un'incognita, un'avventura che ti farà mettere in discussione te stessa ogni giorno.-

-É terribile!- trillò Katie, sorpresa che Suzanne avesse tirato fuori una teoria così assurda.

-Credi? Sei sicura che, un giorno, la quotidianità non ti annoierà a morte?- domandò Agnes -Cito testualmente le parole di Sue, perché anch'io la pensavo come te.-

-Ho sempre creduto che esistesse una ed una sola persona adatta a te. La persona della tua vita, l'unica in grado di renderti felice.- disse Katie, un po' meno sicura però dopo aver ascoltato l'amica.

-Io no. Ho sempre creduto che ci potessero essere più amori nella vita di una persona, ma mi sbagliavo.- spiegò Agnes -Raramente trovi qualcuno che ti completi e che ti coinvolga appieno e credo davvero che due sia il massimo di amori veri che puoi raggiungere. Gli altri, quelli meno coinvolgenti, sono flirt, cotte o accenni di innamoramenti. L'amore è qualcosa di più.-

-E George sarebbe la mia persona giusta o non giusta?- domandò Katie, tornando al suo problema.

-Dipende da te. Non mi sono mai piaciute queste due distinzioni, ma fidati di me se ti dico che tu eri, o forse sei ancora, innamorata di Oliver.- disse Agnes con un sorriso -Se George ti ha sconvolto tanto per un bacio, vuol dire che è uno dei due amori della tua vita. Sei fortunata: non tutti li trovano entrambi.-

Katie sorrise, consapevole di cosa doveva fare.

-Grazie, Agnes, ora capisco perché Suzanne ti predilige come confidente.-

La ragazza corse ad abbracciare l'amica che rise.

-In realtà preferisce Paul, ma grazie lo stesso per il complimento.-

 

 

 

 

Quando Agnes e Katie scesero dal dormitorio, tutto l'altro gruppo era lì, seduti vicino ad una delle finestre.

-Ehi, dov'eravate?- domandò Tamara, stizzita -Pensavo non foste ancora tornate.-

-Avevo perso un libro ed Agnes mi ha aiutata a trovarlo.- s'inventò Katie velocemente e nessuno accennò più al fatto.

-Cosa fate?- chiese Agnes, sedendosi accanto a Paul che sfogliava svogliatamente un libro.

-Proviamo a ripassare, ma è impossibile con loro.- Leanne indicò Christopher, Finn e Suzanne, gli ultimi due intenti a ridacchiare a bassa voce.

-É buio, Leanne, finiamola qui per oggi.- piagnucolò Christopher, tra uno sbadiglio e l'altro.

-Approvo.- disse Suzanne, alzando una mano, e Finn le andò dietro.

-Va bene, va bene. Pausa di un'ora, okay?- disse Tamara, provando a risultare convicente -I M.A.G.O sono vicini e...-

Tutti attesero che Tamara finisse la frase, ma si ammutolì all'improvviso.

-Perché ti sei interrotta?-

-Shh.- Finn zittì Suzanne, anche lui in ascolto e lei si voltò per rispondergli a tono, ma il ragazzo le tappò la bocca con la mano e le sussurrò un “ascolta” sottovoce.

Katie capì ben presto cosa Finn intendesse.

C'era qualcosa che non andava e c'era un gran frastuono: urla, schiamazzi e... risate.

Molti erano i curiosi che si affacciavano alle finestre per capire cosa stesse succedendo.

-Lassù c'è qualcosa.- disse Seamus Finnigan, indicando il Lago Nero -Vedete? Sta riflettendo qualcosa.-

Nessuno ebbe il tempo di scoprire cosa fosse, perché una serie di rumori e fracassi iniziarono a sentirsi ovunque e, principalmente, oltre il buco del ritratto.

-Qualcosa non va.- pigolò Katie, toccandosi lo stomaco che iniziò a dolere in maniera fastidiosa.

Tamara fissò l'amica e sbiancò.

-Okay, qualcosa seriamente non va se Katie ha il suo solito mal di stomaco.-

Leanne e Suzanne annuirono e la prima disse.

-L'ultima volta che è successo è stata maledetta e la volta prima è morto Diggory.-

-Che c'entra con il mio stomaco?- bofonchiò Katie, quasi sentendosi in colpa.

-Devi avere avuto delle veggenti in famiglia, Katie, perché le tue sensazioni non sbagliano mai.- spiegò Suzanne e poi aggiunse -Purtroppo.-

-Stati tutti calmi.- disse Paul, stringendo Tamara ancora pallida -Il castello è sicuro ed i professori non permetteranno che ci accada nulla.-

-É il Marchio Nero!-

Una studentessa, ancora intenta a contemplare il riflesso del lago, aveva urlato quella rivelazione senza pensare alle conseguenze.

Tutti gli studenti presenti nella Sala Comune tirarono fuori le bacchette e, quelli più piccoli, fecero lo stesso, benché tremassero parecchio.

I pochi rimasti nel dormitorio uscirono: chi assonnato, chi spaventato.

Katie lanciò un'occhiata a Ron ed Hermione e si stupì dell'assenza di Harry.

-Forse lui sa cosa sta succedendo.- le disse Finn, cogliendo il suo sguardo e lei trasalì, spaventata da chissà cosa.

Finn accennò un sorriso e si avvicinò a Suzanne, che gli strinse la mano.

Katie vide Ginny vicino a Neville e si chiese cosa provava la ragazza in quel momento.

Era sicuramente in pensiero per Harry, anche se la loro storia era iniziata da poco e, forse, era lo stesso sentimento che stava provando lei.

Non appena aveva visto Hermione avvicinarsi a Ron, Paul stringere Tamara, Finn cercare Suzanne e Christopher sorridere incoraggiante a Leanne, aveva pensato a George che, se fosse stato lì con lei, l'avrebbe abbracciata e le avrebbe detto di non preoccuparsi.

-Basta! Dobbiamo uscire di qui!- tuonò Ginny, lanciando uno sguardo a Ron, Hermione e Neville.

I tre annuirono e, insieme alla ragazza, uscirono dalla Sala Comune con le bacchette sguainate.

Ginny si era rivolta unicamente ai suoi amici, ma tutti la presero ad esempio.

Erano Grifondoro, per cui erano tutti abbastanza sconsiderati da buttarsi in qualsiasi cosa ci fosse là fuori.

-Andiamo anche noi!- disse Tamara -Dobbiamo trovare Daphne!-

Gli otto ragazzi uscirono velocemente nel corridoio e Katie fu tentata di tornare dentro quando vide quello che stava succedendo.

C'erano Mangiamorte ovunque, ma anche Auror e Katie vide alcuni membri dell'Ordine della Fenice.

Questo la fece sentire più sicura e strinse con più vigore la bacchetta.

-La Sala Comune dei Tassorosso è vicino alle cucine.- disse Leanne, indicando loro la via più breve.

Tutti seguirono Leanne, che Christopher trascinò subito dietro di sé, facendola quasi cadere.

-Stati attenti.- sussurrò Tamara da dietro.

Paul disse.

-Finn, resta dietro le ragazze. Io e Chris stiamo davanti.-

-Okay.- mormorò Finn, continuando a stringere la mano di Suzanne che si mise dietro con lui.

-Nella Sala Grande si stanno divertendo.- commentò Chris, divertito a sua volta, pronto a lanciare qualche incantesimo -Ora, non vedo l'ora di...-

-Chris!-

Il ragazzo era caduto a terra ed era andato a sbattere contro Pomona Sprite, che stava correndo tutta trafelata dalla parte opposta.

-Cosa ci fate fuori dai vostri dormitori?- provò ad accusarli lei, ma era fin troppo buona per risultare minacciosa.

-Professoressa, cosa sta succedendo?- chiese Katie, facendosi avanti -Cosa dobbiamo fare?-

-Dovete tornare immediatamente nella vostra Sala Comune, ragazzi. Nessuno deve farsi male.-

-Ma, professoressa, Daphne...- iniziò Tamara, seguita a ruota da tutti, perché Daphne, benché fastidiosa, era un membro della loro famiglia e, in quel momento, la loro famiglia doveva stare insieme.

-La signorina Holsen starà bene. Lei è al sicuro nel suo dormitorio. Oh!-

La Sprite cadde di nuovo addosso a Chris e gli altri furono pronti a puntare la bacchetta.

-Ehi, ehi, sono io.- se ne uscì Daphne, rossa in viso per la corsa.

-Daphne!- Tamara e Leanne si lanciarono per abbracciarla, mentre Finn e Paul aiutarono Chris e la professoressa ad alzarsi.

-Cosa devo fare con voi!?- sbottò la Sprite, stanca -Via, via, ora andate tutti alla Torre dei Grifondoro e rimaneteci.-

Tamara annuì per tutti e fece cenno a Paul di tornare indietro verso la torre.

-Andiamo.- disse Katie -Daphne, vieni con noi.-

Daphne sorrise e scrollò la testa, felice.

-Va bene.-

 

 

Quando entrarono nella Sala Comune, i ragazzi capirono che quasi tutti gli studenti di Grifondoro erano rientrati con loro.

Katie non vide traccia di Ron, Hermione, Ginny o Neville, conscia che, probabilmente, stavano spalleggiando Harry in quello che stava succedendo.

Doveva essere bello e terribile allo stesso tempo sapere sempre tutto prima degli altri come accadeva ad Harry e gli altri.

Katie, dopo i problemi con i suoi amici, aveva compreso che a volte era meglio non saperle certe cose.

Christopher si avvicinò alla finestra, cercando di capire quello che succedeva fuori dal Castello.

-Abbiamo fatto un errore a tornare.- disse lui, scrutando ancora in cerca di qualcosa -Hogwarts ha bisogno di noi.-

-Là fuori non è sicuro, Chris, e ci sono anche studenti minorenni in questa scuola.- replicò Tamara, un po' più tranquilla da quando avevano varcato il buco del ritratto.

-Dici così solo perché non vedi l'ora di combattere?- domandò Leanne al ragazzo, tesa.

Christopher si voltò a guardarla e accennò un sorriso.

-No, dico così perché bisogna lottare per le cose che vuoi proteggere e stare qui non servirà a nessuno.-

Katie trattenne Leanne, pronta a replicare e le sussurrò di lasciarlo perdere.

Non potevano litigare proprio in quell'occasione.

Suzanne, che stava spiando l'esterno dall'altra finestra, insieme ad Agnes e Finn spalancò gli occhi quando vide quello che stava accadendo ed indicò ai due amici che rimasero in silenzio, attoniti.

-La capanna di Hagrid sta andando a fuoco!- disse Suzanne, rivolta al suo gruppo, ma tutta la Sala Comune percepì bene quelle parole.

-Dite quello che volete, ma questa volta non mi ferma nessuno.- se ne uscì Christopher, facendosi spazio fra gli altri studenti e correndo fuori dalla Sala Comune.

-Chris!- Leanne non ebbe il tempo di fermarlo, pronta a corrergli dietro.

Paul riuscì a fermarla prima che scappasse anche lei.

-Usciamo tutti insieme come prima. Siamo più forti uniti.-

Leanne annuì, ma aveva già iniziato a piangere, spaventata all'idea di Christopher là fuori solo.

-Da Hagrid!- gridò qualcuno nella folla, mentre altri studenti si avvicinavano ai loro amici per combattere a loro fianco.

Katie, prima di uscire, si voltò un'ultima volta verso la Sala Comune e scosse il capo, triste.

Il mal di stomaco era aumentato, ma lei preferì non dire nulla ai suoi amici per paura che si scoraggiassero.

-Stupeficium!-

Katie sobbalzò, balzata direttamente nel mezzo della battaglia.

Il Mangiamorte cadde per terra, messo k.o dall'incantesimo di Finn che l'aveva salvata.

Katie mormorò un “grazie” a bassa voce, vergognandosi del fatto che, fino a quel momento, aveva considerato Finn solo come un conoscente.

Finn le fece segno con la testa di andare avanti e Katie lo assecondò.

-Kat, non stare sulle nuvole proprio ora!- la minacciò Leanne, agitata.

-D'accordo, scusa.-

Corsero quasi in formazione compatta e Katie inciampò quasi sempre, stretta com'era fra Leanne e Tamara.

-Katie!-

-Non riesco a correre così.- sbuffò lei -Ognuno per conto suo, ma rimaniamo vicini. Arriveremo prima.-

Paul si scambiò un'occhiata con Suzanne e Tamara, infine annuì.

-Okay, andiamo. Presto!-

Katie ricominciò a correre, più agile e più veloce, tenendo la bacchetta stretta in pugno, pronta a colpire qualsiasi cosa li minacciasse.

Un Mangiamorte sbucò fuori all'improvviso; il suo incantesimo mancò Suzanne per un soffio e Katie fu veloce.

-Stupeficium!-

Suzanne le alzò il pollice verso l'alto e si voltò, nuovamente concentrata sulla battaglia.

Riuscirono ad arrivare incolumi fino all'ingresso della scuola e a Katie bastò un'occhiata alla Sala Grande per vedere che la clessidra di Grifondoro era stata ridotta in frantumi.

La ragazza pensò a come avrebbe reagito il suo vecchio gruppo di fronte a quella scena: sicuramente i gemelli avrebbero smorzato la tensione con una battuta delle loro ed Angelina li avrebbe ammoniti con lo sguardo per far capire loro che non era il momento di scherzare.

Alicia e Lee avrebbero battibeccato, come al solito.

Ed Oliver... Oliver le sarebbe stato vicino.

-Katie, basta fantasticare!- sbottò nuovamente Leanne, trascinandola fuori dal castello.

Le fiamme che avevano inglobato la capanna di Hagrid erano state spente, ma la struttura non era delle migliori e fumava ancora.

-Per di qua.- disse Agnes, indicando la folla che si stava formando vicino alla Torre di Astronomia.

Katie guardò il volto dei suoi amici, uno ad uno.

Suzanne era rimasta indietro, guardando con occhi spenti il Marchio Nero che spiccava sulla torre.

-Sue.- dissero all'unisono Paul, Agnes e Tamara.

-È tutto vero, giusto? Sta realmente accadendo.- commentò la ragazza a bassa voce.

Suzanne strinse i pugni, quasi sforzandosi di non cedere alla paura e Finn si fece avanti per calmarla, ma Paul fu più veloce.

-Sì, sta accadendo realmente.- ammise lui, prendendole una mano -Per questo non dobbiamo crollare proprio ora.-

Suzanne non rispose, ma bastò uno sguardo con i suoi amici per farla tornare la ragazza di sempre.

-Venite.- li sollecitò Daphne, che era stata zitta per tutto quel tempo -Qualcosa laggiù sta attirando tutti.-

Tutti ripresero a correre, provando a capire per quale motivo una gran folla si era riunita al di sotto della Torre di Astronomia.

A Katie sembrò un deja-vu: alla fine della terza prova del Torneo Tremaghi lei e i suoi amici avevano fatto una corsa simile per vedere il vincitore; una folla simile era riunita attorno a quello che avevano creduto il trionfatore, ma che invece si era rivelato come il cadavere di Cedric Diggory.

E, come quella volta, la brutta sensazione di Katie continuò a torturarla.

-È Silente.-

-Silente è morto.-

Diverse furono le voci ed i commenti che Katie udì, ma le bastò avvicinarsi alla fine della folla per capire che era tutto vero.

Il corpo di Albus Silente giaceva disteso a terra, con gli occhi chiusi, come se riposasse in pace.

La ragazza sentì i polmoni svuotati, il respiro semplicemente le si mozzò in gola alla vista di quel corpo: il mago più potente di tutti era morto e la guerra era appena iniziata.

Sarebbero riusciti a sopravvivere o era solo l'inizio della fine?

Katie sentì le lacrime uscirle spontaneamente e non ebbe la forza di guardare le reazioni degli altri, troppo concentrata a scrutare il volto di Silente.

Era come ipnotizzata, non riusciva a distogliere lo sguardo.

-Quello è Harry.- sentì dire da qualcuno e Katie notò solo in quel momento Harry e Hagrid lì vicino.

Erano sconvolti... E chi non lo era?

Silente era stato molto di più che un semplice preside.

Una figura dai capelli rossi si avvicinò ad Harry e lei non ebbe bisogno di chiedersi chi fosse come fecero alcuni.

Ginny prese per mano Harry e lo allontanò dal corpo, scortandolo via.

-Torniamo nella Sala Comune.- soffiò Tamara, provando ad asciugarsi il viso -Credo che sia finita.-

Leanne, dopo aver appurato che Christopher, poco lontano da lei, era al sicuro, non lo chiamò, ma decise di seguire Tamara in silenzio.

Finn superò il gruppo di Tia senza nemmeno vederla, troppo preoccupato a guardare Suzanne che abbracciava un'Agnes in lacrime.

-In realtà credo che sia appena iniziata.- commentò Katie, ma li seguì lo stesso, chiedendosi cosa stessero facendo in quel momento il vecchio gruppo.

 

 

 

 

-Scegliamo uno scompartimento a caso, tanto il treno è quasi vuoto.- disse Christopher, scortando il suo baule e quello di Leanne che aprì il primo scompartimento che vide.

-Finn, stai con noi?- chiese Paul, dubbioso, e l'amico sorrise e disse.

-I genitori di Tia hanno voluto portarla via subito dopo il funerale.-

-È stata fortunata.- se ne uscì Leanne, appoggiando la fronte al finestrino e scrutando Hogwarts che si stagliava all'orizzonte, maestosa come sempre -Alcuni studenti non hanno neanche potuto dare l'ultimo saluto a Silente.-

Chris fece per accarezzarla, ma ritirò la mano, quasi ripensandoci.

Erano in tensione dalla notte dell'attacco.

-Come sono andati i M.A.G.O?-

Katie provò a cambiare argomento, sperando di far tornare il sorriso a tutti, ma sapeva bene che non era possibile.

La battaglia che avevano affrontato era solo un decimo di quello che sarebbe avvenuto prima o poi.

Con Silente morto, Harry era la loro unica -ed ultima- speranza.

-Abbiamo avuto più tempo degli altri, ma dubito che qualcuno abbia approfittato dei giorni in più per studiare.- commentò Suzanne, stiracchiandosi -Grazie al cielo ce l'abbiamo fatta tutti. Non sarei riuscita a sopportare un altro anno in quel castello. È maledetto.-

-Non dire così! Abbiamo trascorso dei bei momenti ad Hogwarts!- ribatté Katie, sicura -Certo come ultimo viaggio in treno poteva andare meglio, però siamo qui, no? Noi ci siamo e possiamo fare qualcosa.-

-È bello che tu sia così positiva, Katie, ma guarda in faccia la realtà: siamo solo nove ragazzi appena maggiorenni che non hanno la minima speranza contro Colui-che-non-deve-essere-nominato ed i suoi.- se ne uscì Daphne, dando manforte a Suzanne che annuì.

-Non siamo solo nove. Non ci siamo solo noi!- disse Katie, infervorata -Ci sono tanti maghi e streghe dalla nostra parte ed Harry è più piccolo di noi, ma sapete quante cose ha fatto!-

-Harry è il Prescelto, è diverso.- disse Paul, mettendosi in mezzo.

-Quello che sto cercando di dirvi è solo di non iniziare ad arrendervi già adesso. Non abbiamo ancora perso e non siamo soli. Ce la possiamo fare.-

Leanne si voltò a guardarla, staccando finalmente gli occhi dal finestrino.

Katie ricambiò lo sguardo e Leanne sorrise.

-Sei cresciuta davvero.-

-Doveva succedere prima o poi.-

Leanne si alzò per abbracciarla.

-Io sono con te, Katie.-

-Anch'io.- disse subito Christopher, lanciandosi addosso ad entrambe.

-Ci siamo anche noi.- disse Paul dopo aver preso per mano Tamara.

-Ed io pure.- soffiò Finn, alzando le sopracciglia verso Suzanne che scrollò la testa.

-Okay, okay, ci sono anch'io.-

-Idem!- dissero all'unisono Daphne ed Agnes e Katie sorrise con loro.

Non era certo l'ultimo viaggio in treno che si sarebbe aspettata, ma c'erano i suoi amici e questo bastava per renderlo unico.

 

 

 

 

-Non posso ancora crederci.- disse Angelina, provando a sorseggiare il suo té, ma la mano tremava troppo per riuscire nell'intento.

-È incredibile che sia davvero successo.- aggiunse Alicia, appoggiando la testa al divano e sbuffando -Silente era così forte e così...-

-Vecchio.-

-Fred!- sbottò Angelina, incredula.

-È la verità, Angie, era anche vecchio, molto più vecchio di Tu-Sai-Chi e Katie non ti aveva detto di una ferita o qualcosa del genere, George?-

George sbatté gli occhi e notò che tutti lo stavano fissando.

-Uh?-

-Katie! Cosa ti aveva detto di Silente?- ripeté Fred, dandogli una pacca sulla spalla per farlo riprendere.

-Oh, che aveva una mano annerita, come se fosse morta.-

-Una maledizione.- disse subito Alicia ed annuì -L'avrà indebolito molto.-

-Scusate, ma sono davvero così importanti le cause della morte?- chiese Oliver con la voce che gracchiava -Non c'è più, oramai, non dovremmo, che ne so, cercare un riparo?-

-Un riparo? È in arrivo un temporale?- domandò Fred, alzando gli occhi verso il soffitto e facendo finta di scrutare.

-Sai cosa intendevo dire. Da adesso in poi andrà peggio.-

-Come sei negativo, Capitano! Penso che per ora non dobbiamo preoccuparci.- disse George, facendo un cenno a tutti -Ognuno deve iniziare a vivere come se fosse l'ultimo giorno e godersela.-

-Pensavo che questo discorso l'avrei sentito da Fred.- disse Alicia con un risata e Fred finse di offendersi.

-Stranamente è un discorso serio.- continuò George -Non sappiamo se o quando ci sarà una guerra, per cui dico di non preoccuparci fino a quando non succederà effettivamente qualcosa. Vivere con la continua paura di morire non ci farà stare meglio.-

-Ha ragione, George.- disse Angelina e Fred quasi si strozzò con la saliva.

-Tu non eri miss razionalità?- chiese lui, sconvolto.

-Lo sono ancora. Penso solo che dobbiamo goderci ogni singolo giorno. Ora più che mai.-

 

 

 

 

-Ehi.-

George, che stava mettendo in ordine la sua scrivania, alzò lo sguardo e sorrise.

-Non credevo che saresti venuta addirittura fino alla Tana.- disse lui, buttando nel cestino alcune Merendine Marinare andate a male -Devo fare testamento o sei venuta unicamente per torturarmi?-

Katie si avvicinò e alzò gli occhi al cielo.

-Beh, potrei prima torturarti e poi ucciderti. Non me lo vieta nessuno, giusto?-

George scoppiò a ridere e si avvicinò a sua volta, controllando qualcosa dietro la ragazza.

-Tua madre è in cucina e Fred è fuori in giardino. Non c'è nessuno nelle vicinanze, per cui non credo che nessuno ti salverà.- continuò lei, prendendolo in giro e avvicinandosi ancora.

-Come stai?- chiese lui, spostando lo sguardo su di lei per vedere se era ferita.

-Ho risposto a questa domanda ad Angelina. Tre volte.- disse Katie, sbuffando -E ad Alicia. Due volte.-

-Hanno letto le tue lettere anche a me, Fred ed Oliver.-

-Lo immaginavo. Smettetela di preoccuparmi per me.- soffiò Katie ad un passò da George che sorrise.

-Non potremmo mai smettere di preoccuparci per te.-

Katie sorrise e poi mutò espressione.

-Devo dirti una cosa.-

George fece un passo indietro e strinse i denti.

-Lo so quello che vuoi dirmi. Non possiamo.- spiegò lui, tetro -Perché potremmo soffrire entrambi e perché potremmo rovinare una fantastica amicizia. Dico bene?-

-Non ci sei andato neanche vicino.- rispose Katie, riducendo nuovamente la distanza fra di loro.

George alzò le sopracciglia, provando a capire.

-Quando ti ho visto con Verity è... scattato qualcosa. Vorrei poterti dire che mi sono arrabbiata solo per quello che avevi fatto, ma mentirei. Tu e Fred avete sempre girato attorno ad Angelina e vederti con altre ragazze mi ha dato fastidio e non ne capivo il motivo, perché con Angie non avevo la stessa reazione. Poi ho capito. È passato tanto tempo dai nostri problemi con Angie ed Oliver e molte cose sono cambiate, compresi noi stessi. L'unica cosa che non è cambiata è stata la tua presenza accanto a me. Sei il mio migliore amico, ma forse dovrei dire eri, non so come comportarmi in queste situazioni.-

-Pulce, è già difficile starti dietro quando chiacchieri normalmente, per cui...-

-È che sono nervosa.- pigolò lei, torturandosi le mani.

-Rilassati e dimmi solo quello che senti.- spiegò lui, aspettando che riprendesse a parlare, ma Katie non disse nulla.

Si avvicinò a lui e lo tirò giù verso alla sua altezza per baciarlo, baciarlo e baciarlo ancora.

Nel momento in cui Katie si allontanò per riprendere fiato, George parve scosso, ma anche sorpreso e felice.

-Ecco quello che sento.- disse Katie, stordita -Allora, cosa vogliamo fare?-

-E me lo chiedi?- rise George, spingendosi in avanti per prenderle i fianchi -Ora viviamo come se non ci fosse un domani.-

Katie concordò e, appena sentì George baciarla di nuovo, chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio.

E, in quel momento, ogni altra cosa sembrò sparire: non c'era più nessuno nel mondo, apparte lei e George.

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo! :3
Beh, direi di partire con la novità più grossa: Katie e George.
Ve l'avevo detto che, mentre scrivevo, questi due mi sembravano quasi una vecchia coppia sposi e che forse ci sarebbe scappato qualcosa e così è stato!
La penso esattamente come Agnes, ovvero sono perfetti per stare insieme proprio per le esperienze simili che hanno avuto.
Katie e George si sono buttati con Oliver ed Angelina e non è andata a finire bene, per cui si sono avvicinati ancora di più fino ad ora.
Piuttosto scontato che fra di loro succedesse qualcosa. Questo ovviamente non vuol dire che questo loro avvicinarsi non provocherà delle reazioni, soprattutto in certe persone.
Spero che il mio ragionamento contorto si sia capito xD
Passando a Fred ed Angelina, anche questa rottura era nell'aria da un po'. Erano sempre più distanti, lontani e tutti i problemi legati non solo ai litigi con il gruppo, ma anche a quello che sta succededo nel mondo magico li ha allontanati fino a questo momento.
Non vuol dire che Angelina o Fred abbiano smesso di amarsi, anzi. Angelina vuole un rapporto più maturo e Fred è ancora rimasto legato al periodo Hogwarts.

Ho scritto l'attacco di Hogwarts -e la conseguente morte di Silente ç_ç- dal punto di vista dell'altro gruppo, o più precisamente da quello di Katie.

Spero di non aver fatto una schifezza xD

Nel prossimo capitolo tutto il gruppo sarà finalmente fuori Hogwarts e dovranno affrontare tutte le prove che li porteranno alla Seconda Guerra Magica.

Grazie, come sempre, a tutti <3

Un bacione *-*

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35

 

-Non per mettere in discussione le vostre scelte, eh, ma Mundungus Fletcher non è esattamente una persona di cui fidarsi, no?-

-Fred, è stato già tutto deciso.- replicò Bill Weasley -Il piano è già abbastanza complicato senza che tu ci metti addosso altri dubbi.-

-Però tuo fratello ha ragione. Non mi fido di Mundungus.- se ne uscì la signora Weasley e Fred quasi non ci credette.

-Sei seria, mamma? È la prima volta che mi dai ragione su qualcosa.-

La madre gli lanciò un'occhiatina di sbieco e Fred mimò di cucirsi la bocca, mentre Bill, seduto al tavolo della cucina, ripeteva un discorso che Fred aveva sentito per tutta l'estate.

-È il piano migliore che siamo riusciti a trovare e, per quanto anch'io non mi fidi di lui, l'idea delle sette copie è stata geniale.-

-Talmente geniale da non sembrare sua.- sbuffò George, entrando in quel momento nella cucina e prendendo parte alla discussione -Mi sembra davvero strano che un tipo come lui abbia davvero ideato una trovata come quella.-

-Non importa, tanto il piano non cambierà. Malocchio verrà a prenderci a momenti.- continuò Bill, toccandosi le cicatrici che gli sfiguravano il volto, pensieroso.

-Mamma, non credi di stare esagerando? Per chi è tutta quella roba?- domandò Fred, voltandosi verso la madre, intenta a prendere un'altra pentola.

La signora Weasley, agitata com'era per quello che di lì a poco sarebbe successo, aveva iniziato a cucinare dalla sera prima ogni genere di leccornia le venisse in mente, aiutata anche dai numerosi libri di cucina che aveva da parte.

-Bill, non vo affatto bene. Jinnì deve mettere lo stesso abito di Gabrielle, altrimonti stona.-

Fleur Delacour entrò nella stanza, seguita a ruota da una Ginny alquanto contrariata che lanciò un'occhiata disperata ai gemelli, intenti a sghignazzare di nascosto.

-Fleur, non credo sia il momento di parlare del matrimonio. Tra meno di un quarto d'ora...-

Fleur incrociò le braccia al petto, minacciosa.

-Non vuoi parlare del nostro matrimonio!?-

Bill si passò una mano sul volto, esausto.

-Non intendevo questo, volevo dire che...-

-Va bene, va bene. Metterò quel vestito, sembrerò un lampadario, ma almeno saremo tutti contenti, okay?- lo interruppe Ginny, esasperata -Però posso venire anch'io a prendere Harry? Per favore!-

-Non se ne parla nemmeno!- sbottò la signora Weasley, lanciando un incantesimo alle carote che iniziarono a tagliarsi da sole -Tu non ti muovi da qui!-

-La mamma ha ragione, Ginny, è pericoloso.- la appoggiò Bill, serio -Inoltre sei minorenne e non puoi fare incantesimi senza che il Ministero lo venga a sapere. Avrai addosso la Traccia fino al prossimo anno.-

-Ma anche Harry ce l'avrà! Io voglio esserci!-

La signora Weasley, benché più bassa dei suoi figli, si erse come una tigre minacciosa e urlò talmente forte da spaccare i vetri.

-... E fila immediatamente in camera tua!-

Fred e George si tolsero le mani dalle orecchie appena in tempo per sentire quell'ultima frase, mentre Ginny correva via, arrabbiata.

Fleur si sedette elegantemente al tavolo, accanto a Bill, pronta a riprendere la conversazione sul suo matrimonio, ma alla porta qualcuno bussò e lei non riuscì nell'intento.

-Alastor Moody, detto Malocchio, ho insegnato un anno ad Hogwarts, anche se insegnato non è il termine esatto, visto che sono rimasto gran parte dell'anno rinchiuso in un baule, ed Evan Rosier mi ha staccato un pezzo di naso.-

Arthur Weasley, che aveva tenuto la bacchetta puntata al volto dell'uomo per tutta la durata del discorso, la abbassò, facendo un sorriso.

-Scusa, ma dovevo controllare. Tempi duri.-

-Vigilanza costante!- replicò Malocchio, zoppicando dentro la cucina -Salve, Molly. Pronti?-

I gemelli annuirono, mentre Bill e Fleur si alzavano in silenzio.

-Fred, va' a chiamare Ron e Hermione.- disse Arthur, entrato dietro Malocchio.

-Io sono George!-

-Scusami, ora vai, George.-

Fred, sorridendo, si voltò verso il gemello che alzò gli occhi al cielo.

-Hai sentito, no? Ha detto George.-

-Non sono il tuo elfo domestico!-

-George, Fred, subito!- sbottò la signora Weasley, mentre si reggeva al braccio di Bill, agitata.

I gemelli, capendo la situazione, non scherzarono più e decisero di salire entrambi a chiamare il fratello.

-Speriamo di non interromperli.- sussurrò Fred, ghignando in direzione di George che replicò.

-Sarebbe anche ora che si decidessero.-

-Ron, Hermione, siamo tutti pronti!-

Fred non osò aprire la porta, per paura di interromperli veramente, ma i due uscirono subito dalla stanza e solo George notò che, probabilmente, si erano tenuti per mano fino all'attimo prima di uscire.

George procedette avanti con Hermione, mentre Fred rimase indietro con Ron.

-Non stavate facendo niente? Ma siamo davvero parenti?- lo prese in giro lui e le orecchie di Ron si arrossarono subito.

-Sta' zitto.-

Quando scesero, Mundungus Fletcher era comparso all'improvviso e stava cercando di tenersi il più lontano possibile da Moody, il cui occhio blu elettrico non lo perdeva di vista.

-Ci siamo tutti?- chiese Kingsley Shacklebolt, con la sua voce tranquilla.

-Manca Hagrid in realtà.- rispose Remus Lupin, mentre Tonks si scusava con la signora Weasley per qualcosa che aveva rotto.

-È fuori che ci aspetta.- chiarì il signor Weasley -Sarebbe inutile costringerlo ad entrare in uno spazio così stretto, dobbiamo andare.-

-State attenti.- sussurrò la signora Weasley, scossa dai singhiozzi.

Abbracciò i suoi figli ad uno ad uno, poi Hermione, Tonks e tutti gli altri, lasciando il marito per ultimo.

-Ce la caveremo, Molly. Il Ministero non sa che succederà stanotte.- la consolò lui, dandole delle pacche sulla schiena per tranquillizzarla.

Ginny si unì alla compagnia e George le fece un occhiolino per tranquillizzare e lei sorrise nella sua direzione.

-Ginny, se non ce la caveremo, voglio che la mia stanza diventi un museo alla mia memoria. Non avrai il permesso di prenderla.- scherzò Fred, facendo ridere tutti, la madre compresa.

-Ci vediamo più tardi, Molly.- disse Malocchio, uscendo per primo dalla casa, tirandosi dietro Mundungus che borbottava qualcosa di incompresibile.

-Hai avvertito qualcuno del gruppo su stasera?- chiese George a Fred a bassa voce, mentre uscivano dietro Bill e Fleur.

-No.- rispose Fred, all'improvviso serio -Se il Ministero avesse intercettato qualcosa, avrebbero scoperto il piano. Non mi dire che tu l'hai fatto.-

-Non questa volta. Non ci sono solo le nostre vite in gioco.- dichiarò George, solenne e Fred non riuscì a trattenere una risata, seppur nervosa.

-Vedi di tenerti stretta la tua vita, Georgie.-

-Ci puoi giurare, altrimenti immagini Fleur? Un funerale, anziché un matrimonio! Mi farebbe tornare fantasma, apposta per tormentarmi.-

Fred scoppiò a ridere, pronto a smaterializzarsi.

 

 

 

 

 

George lanciò un'occhiata al fratello, seduto dietro al padre su una scopa non poco lontano da lui e Lupin.

Era quasi impossibile decifrare a cosa stesse pensando Fred; il piano poteva fallire per diversi motivi e George sapeva che, se fosse successo loro qualcosa, oltre alla famiglia, anche il gruppo ne sarebbe uscito distrutto.

Fred probabilmente stava pensando ad Angelina in quel momento e a George scappò un sorrisino.

Si erano lasciati da poco, ma sapeva bene che quei due sarebbero tornati insieme un giorno.

George cercò di concentrarsi sui volti dei suoi amici (rimanendo qualche secondo in più su quelli di Angelina e Katie), prima di sentire Moody concludere il suo discorso.

-Buona fortuna a tutti. Ci vediamo tra un'ora alla Tana. Al mio tre. Uno... due... TRE!-

Lupin diede una spinta alla scopa e George si tenne ben stretto, lanciando al fratello un cenno che venne ricambiato subito.

-Tieniti forte, George.-

Il ragazzo aumentò la stretta non appena Lupin salì ancora più su.

In un attimo, George capì che qualcosa non andava; si voltò e vide che erano circondati da figure incappucciate che potevano essere solo Mangiamorte.

Soffocando un'imprecazione, George tirò fuori la bacchetta e sentì Lupin fare altrettanto, reggendosi al manico con una mano sola.

Qualcuno urlò, ma George era troppo concentrato ad osservare i Mangiamorte vicini a lui per capire chi avesse urlato.

Un lampo di luce verde lo mancò per poco e George fu veloce a schiantare il Mangiamorte che aveva cercato di ucciderlo.

-Non possiamo fermarci qui, è troppo pericoloso!-

Lupin accellerò e un manipolo di Mangiamorte stette loro dietro.

-Stupeficium!-

George continuava a schiantare più Mangiamorte possibile, provando a non pensare che con quell'incatesimo li stava uccidendo.

Un Mangiamorte si palesò di fronte a Lupin che fu veloce ad urlare.

-Stupeficium!-

George si voltò verso i Mangiamorte che avevano alzato la bacchetta in sincronia.

-Giù!- urlò George, mentre Lupin aspettava l'ultimo secondo per scendere in picchiata.

Gli Anatemi che Uccidono volarono sopra le loro teste e Lupin iniziò a volare a zigzag per confondere i Mangiamorte.

Poi George vide una figura volare e quasi gli si mozzò il respiro in gola.

-Vold...-

George urlò di dolore, mentre sentiva il sangue colare copioso sul collo.

Tremante, si toccò l'orecchio ferito, ma quando tastò un buco all'altezza di quello che è una volta era il suo orecchio sentì il cuore battere furioso nel suo petto.

Poi la vista gli si annebbiò, mentre il sangue gli inzaccherava anche la manica della felpa.

George provò a reggersi sulla scopa, ma si sentì cadere all'indietro e l'ultima cosa che vide fu Lupin che allungava una mano verso di lui e lo chiamava in preda alla disperazione.

Poi fu solo buio.

 

 

 

 

 

 

Fred vide il fratello sorridere appena e si chiese a cosa diavolo stesse pensando per sorridere così in un momento come quello.

L'attimo prima Fred aveva pensato ad Angelina e stava immaginando cosa avrebbe fatto se avesse saputo la missione suicida che stavano intraprendendo lui e George.

Aveva immaginato i suoi occhioni spalancati dalla paura e le sue labbra tremare dall'ansia di non sapere cosa sarebbe successo.

Ancora adesso, Fred sentiva il suo profumo e immaginava di abbracciarla per dirle che sarebbe andato tutto bene.

-Al mio tre. Uno... due.. TRE!-

Fred vide George piegare la testa nella sua direzione e lui fece lo stesso: era solo un cenno, ma entrambi sapevano che significava molto di più.

-Papà, non per mettere in dubbio le tue abilità su una scopa, ma forse sarebbe meglio che guidassi io.-

-Non è il momento di scherzare, Fred. Reggiti.-

-Io non scherzavo af...- Fred riuscì a non cadere per miracolo e ad agguantare il padre per tenersi stretto a lui.

Il ragazzo rimase sorpreso dall'abilità di suo padre nel cavalcare e guidare una scopa, ma non riuscì a congratularsi con lui perché i Mangiamorte erano tutto intorno a loro.

-Okay, credo che il piano sia appena fallito.- provò a scherzare Fred, estraendo la bacchetta dai pantaloni mentre il padre iniziava a lanciare un incantesimo dietro l'altro.

Il signor Weasley si piegò in avanti e la scopa sfrecciò, mentre Fred si occupava dei Mangiamorte che stavano alle loro calcagna.

-Allora, vediamo un po'...-

Fred iniziò a lanciare una serie di petardi che centrarono in faccia un Mangiamorte; gli altri, convinti di averla scampata, si voltarono quando sentirono un sibilo dietro di loro.

I petardi stavano tornando indietro e avevano iniziato a far uscire le cose più bizzarre: reti in cui caddero tre Mangiamorte (e più cercavano di uscire, più la rete diventava stretta), uccelli di carta che dal becco fecero uscire una sostanza blu che annebbiò gli occhi dei Mangiamorte rendendoli ciechi e muri che prendevano vita e ingaggiavano lotte con i Mangiamorte.

-Se siete interessati ad altri prodotti, il negozio Tiri Vispi Weasley fa consegne a domicilio!- urlò loro Fred, mentre il padre ridacchiava nervosamente, lanciando un altro incantesimo che il Mangiamorte riuscì ad evitare.

-Impedimenta!- Fred lo centrò in pieno petto.

-Ben fatto, figliolo!-

-Nessuno può mettersi contro i Weasley, papà.-

-Oh, oh.- disse il signor Weasley, lanciando un'occhiata dietro di loro.

-Cosa?-

-Credo che li abbiamo fatti arrabbiare!-

Fred si girò e vide una decina di Mangiamorte seguirli velocemente; il ragazzo alzò la bacchetta, pronto a colpire.

 

 

 

 

-Ti dimostrerò chi sono, Kingsley, solo dopo aver visto mio figlio! Adesso fatti indietro, se ci tieni alla pelle!-

Fred non aveva mai visto suo padre urlare così forte: avevano visto George ferito mentre erano in volo e Fred aveva smesso di respirare.

Lui e suo padre non avevano più parlato dopo aver visto la scena e, ancora in quel momento, Fred non sapeva cosa dire.

L'unica cosa che voleva fare era correre in casa, ma Kingsley li aveva fermati nel cortile.

Il padre gli fece cenno di entrare con lui e Fred obbedì.

Irruppero nel salotto e Fred vide Harry guardare il padre come se fosse la prima volta che lo vedeva davvero.

Fred vide George steso sul divano, aveva gli occhi chiusi e un buco che gli forava un lato della testa.

Il ragazzo aprì la bocca, pronto a dire qualsiasi cosa, ma non fuoriuscì nemmeno una sillaba, mentre vide il padre cadere in ginocchio per arrivare all'altezza di George che aprì gli occhi all'improvviso.

-Come ti senti, Georgie?- chiese la signora Weasley e Fred parve sorpreso dal nomignolo usato dalla madre.

-Romano.-

Fred non capì e spaventato chiese.

-Cos'ha che non va? Ha subìto un danno al cervello?-

-Romano.- continuò George, lanciando un'occhiata a Fred per fargli capire -Sai... mi sento un po' romano. Come il foro. Il foro, Fred, capito?-

Fred si rilassò di colpo e prese a respirare regolarmente: era tipico di George scherzare in un momento come quello; anzi era tipico di entrambi, ma Fred, fino a tre secondi prima, non aveva avuto la minima voglia di sdrammatizzare.

-Patetico. Patetico! Con un mondo di battute possibili sulle orecchie, scegli romano?-

-Ah, beh.- George vide la madre piangere e provò a far sorridere anche lei -Adesso almeno riuscirai a distinguerci, mamma.-

 

 

 

 

 

-E poi se ne è uscito con la battuta del “foro romano”, è stato patetico!-

Fred stava raccontando ad Angelina, Alicia, Katie ed Oliver tutta la storia, mentre George, sdraiato sull'erba poco lontano da loro, sorrideva fra sé e sé.

-Era divertente invece! Avevo pensato a Van Gogh, ma non avrebbe avuto lo stesso effetto.-

Fred rise, seguito a ruota da Katie, anche se il nervosismo della ragazza non sfuggì a George.

-Beh, sei stato fortunato, George!- se ne uscì Alicia, provando a tranquillizzare Angelina e Katie -Se l'incatesimo ti avesse colpito da qualche altra parte...-

-... Non avresti avuto alcun erede.- concluse Fred, facendo ridere tutti. Anche Angelina sorrise appena, anche se continuava a torturarsi le mana in maniera strana.

-Non volevo dire questo.- si premurò di dire Alicia, scuotendo la testa divertita.

-Più fortunato di Malocchio senz'altro.- borbottò Oliver, teso.

-Ollie, non fare così! Il tuo pessimismo sta contagiando Angie.- lo rimbrottò Katie, dandogli una pacca sulla spalla che non migliorò il suo umore.

-Ve l'avevo detto che dovevamo cercarci un posto sicuro dove...-

-...Morire?- chiesero all'unisono i gemelli e Oliver li guardò male.

-Intendevo, ripararci.-

-Ancora con questo riparo? Credi davvero che se scoppierà una guerra, noi riusciremo ad essere al sicuro. Insomma, Vold...-

-No, non dirlo!- Angelina mise una mano sulla bocca di Fred e lo sentì sorridere divertito.

-Mi hanno detto che hanno intenzione di rendere il nome tabù. Chi ha il coraggio di pronunciare quel nome non è dalla sua parte, no?- chiarì Angelina, preoccupata -Chiunque lo dica, viene localizzato e... beh, immaginate cosa succederebbe a voi e alla vostra famiglia.-

-È l'ultima volta che vi invito insieme a voi due.- disse George, indicando Angelina ed Oliver -Siete troppo negativi e sono ancora in convalescenza.-

Alicia diede una spallata giocosa ad Angelina che disse.

-E va bene, va bene. Allora, come vanno i preparativi per il matrimonio?-

-A meraviglia! Fleur sta facendo impazzire tutti, la mamma cerca di scoprire i piani di Harry, Ron e Hermione e Ginny... è Ginny, per cui è l'unica persona sopportabile al momento.- chiarì Fred, mentre George annuiva.

-La bella notizia è che ci saranno un sacco di cugine Veela di Fleur!- continuò Fred, lanciando un'occhiata ad Angelina per vedere la sua reazione.

Angelina si irrigidì, ma non disse nulla.

Fred guardò il fratello che sorrise e disse.

-Già mi immagino le lunghissime gambe, i capelli argentei e gli occhi...-

-D'accordo, può bastare.- lo fermarono Angelina e Katie all'unisono, guardandosi come se la cosa fosse strana.

Oliver, dopo aver lanciato una strana occhiata a Katie, si incupì.

-Sarà meglio andare ora.- disse Alicia, alzandosi e facendo cenno alle ragazze di seguirla -Io devo tornare al San Mungo.-

-Ho sentito che le cose non stanno andando esattamente bene lì.- se ne uscì Fred, alzandosi anche lui in piedi.

Senza accorgersene porse una mano ad Angelina per aiutarla ad alzarsi e lei la prese di riflesso.

Gli altri evitarono di commentare ed Angelina si imbarazzò in silenzio.

-Infatti, vanno molto male. Oramai arrivano solo casi gravi o gravissimi e sono sempre opera di Mangiamorte e simili. Jared avrebbe voluto venire, George, ma sta anche coprendo il mio turno e così...-

-Non fa niente, capisco la situazione.-

-Allora andiamo.- disse Oliver, grattandosi la testa con un modo di fare che fece ricordare ad Alicia Lee.

Angelina, che aveva notato l'espressione di Alicia, trovò un buon argomento per farla tornare allegra.

-Alicia, perché non chiedi ai gemelli quella cosa?-

La ragazza si voltò verso Angelina e trattenne un sorriso.

-Sono molto offesa con voi due.- iniziò Alicia, puntando loro un dito contro -Non ci avete invitato al matrimonio, quando sapete benissimo che io ci tengo a queste cose.-

I gemelli sorrisero in sincronia e, dopo un cenno d'intesa, si lanciarono addosso ad Alicia che quasi cadde per terra.

-Perdonaci, amica mia, ma ci siamo completamente dimenticati di invitarvi!- iniziò Fred.

-Bill ce l'aveva anche detto.- continuò George, facendole le fusa.

-Ma, sai, ci deve essere sfuggito di mente.- riprese Fred, facendole il solletico -Saranno state le vacanze.-

-La mamma.-

-I Mangiamorte.-

Tutti risero divertiti dalla scenetta e anche Oliver sembrò finalmente sciogliersi.

-È ovvio che siete tutti invitati.- disse George -Anche Jared è incluso.-

-Grazie, gli farà piacere.- ammise Alicia, scoccando il suo raro sorriso.

-Ora dobbiamo veramente andare.- disse Angelina -Ma ci vediamo al matrimonio allora.-

-Okay. Pulce, qui a salutarmi.- esclamò George, mentre Katie gli correva fra le braccia.

Mentre Fred salutava Oliver, Alicia ed Angelina, George sussurrò all'orecchio di Katie “Solito posto fra cinque minuti” che la fece arrossire.

-Ollie, vai ad allenarti?- chiese Angelina -Ti accompagno.-

-No, veramente vado a casa. Katie, possiamo parlare un attimo?-

Katie evitò di guardare George ed annuì ad Oliver che continuò.

-Ci metterò poco.-

Alicia ed Angelina si smaterializzarono velocemente, mentre i gemelli decisero di incamminarsi nuovamente verso la Tana, in modo da lasciare da soli Oliver e Katie.

-Allora...- iniziò Oliver.

Katie rimase in attesa, temendo che Oliver avesse scoperto tutto.

-Non ci vediamo da un po' e l'ultima volta che ci siamo scritti è stato per quella questione e volevo sapere se è tutto apposto.- mormorò Oliver, imbarazzato.

-Ti avevo risposto che stavo bene, Ollie. L'ho superata, stai tranquillo, e non voglio che questa tensione che si è creata rovini la nostra amicizia.- commentò Katie, provando a non far tremare la voce.

Oliver assottigliò gli occhi.

-Sicura di star bene? Non vorrei averti ferita o... cioé, non pensare che tu non mi piaccia e che... tu ed io, insomma... è complicato e potrebbe rovinare tutto.-

Katie accennò un sorriso e si lanciò fra le sue braccia.

-Ollie, sarai il mio migliore amico probabilmente per sempre. Niente, mi hai sentito? Niente rovinerà la nostra amicizia.-

Oliver sembrò rilassarsi e la strinse forte, sentendo la tensione sciogliersi all'improvviso.

L'aveva riconosciuta a malapena non appena l'aveva vista arrivare accanto ad Angelina: era diventata una donna, oramai, ma per Oliver sarebbe sempre rimasta la sua pulce.

Katie non riuscì a trattenere una lacrima, ma provò a frenare la tristezza.

-Andiamo?- chiese Oliver dopo un po', sciogliendo l'abbraccio controvoglia.

-Io... in realtà devo parlare con Fred. Sai, voglio sapere se George sta davvero bene e poi hai saputo di Fred ed Angie, no? Voglio controllare che i gemelli stiano davvero bene.-

Oliver sembrò rifletterci su, quasi come se fosse sospettoso, poi annuì e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, si smaterializzò con un pop.

 

 

 

 

 

 

 

-Dobbiamo smetterla di incontrarci così.- sussurrò Katie, dando un altro bacio a George che le spostò il ciuffo dagli occhi per baciarla ancora.

-In effetti, vedo che ti stai annoiando.- ironizzò George, baciandola con trasporto, mentre Katie si attaccava al suo collo e ricambiava il bacio.

-Non è che... - George la interruppe con altro bacio e Katie sorrise prima di ricambiare anche quello.

Katie lo fermò e George sbuffò con un sorriso.

-Sai quello che intendevo dire.- continuò lei, accarezzandogli il viso -Dobbiamo dirlo prima o poi.-

-Tu hai voluto mantenere la nostra relazione segreta!- la rimbrottò George, mentre Katie arrossiva all'improvviso.

-Cosa?-

Katie lo indicò.

-Come siamo finiti in questa posizione?- domandò lei, in imbarazzo.

Erano sdraiati in un boschetto isolato, abbastanza lontano dalla Tana.

George aveva portato un telo che aveva steso sull'erba e Katie vi era sdraiata sopra e il ragazzo, senza sapere come avevano fatto, si era ritrovato sopra di lei.

-Non ne ho idea. Ci stavamo baciando e così...- George fece per togliersi, ma Katie lo trattenne.

-Non importa, Georgie.-

Il ragazzo sorrise e le tolse una foglia tra i capelli prima di baciarla di nuovo.

Katie fece per perdersi nuovamente fra le braccia di lui, ma lo bloccò un'altra volta.

-La decisione di non dire niente è stata presa di comune accordo, se non sbaglio. Tu hai paura di come reagirà Angelina ed io ho paura di come reagirà Oliver.-

-Perché dovrebbe arrabbiarsi?- chiese George, stupito -Prima ha detto che sarebbe stato tutto okay...-

Katie spalancò gli occhi.

-Hai origliato?-

-Certo che sì.- ammise lui con tranquillità -E, giusto per la cronaca, non è stato carino vederti abbracciata a lui; specie dopo i vostri precedenti...-

-E perché pensi che sia stato carino per me sentirti descrivere le cugine di Fleur come se fossero gustosi bigné alla crema?- lo interruppe Katie, mettendo il muso.

-Io stavo recitando.- precisò George, dandole un buffetto sulla guancia - Altrimenti se non avessi detto niente, Fred avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava. Già sospetta qualcosa, visto che Verity mi fatto una scenata che non ti dico, quando le ho detto che non potevamo più vederci.-

Katie sobbalzò.

-Sospetta di me e te?-

-No, sospetta che ci sia un'altra ragazza.- rispose prontamente lui -Magari pensa che sia ancora Angie.-

Katie si rilassò e disse.

-Certo, chi sospetterebbe di un'essere insignificante come Katie Bell?-

George sorrise e l'abbracciò.

-Meglio così. Se nessuno ti nota, sarai mia per sempre.- e le diede un altro bacio come a suggellare la frase appena detta.

-E comunque io non ho paura di dire niente ad Angie.-

-Pensavo fossi felice che lei e Fred si fossero lasciati.- ammise Katie, evitando il suo sguardo.

-Non dire sciocchezze, sto con te adesso.- disse George, sicuro -E al momento sono più preoccupato di quello che mi farà il Capitano appena scoprirà di noi.-

-Perché?-

-Perché è sempre stato geloso di chi ti gironzolava attorno, specialmente di me. Non ci è ancora arrivato, ma so che prova qualcosa di serio per te e quando lo scoprirà...- George si interruppe e sospirò.

-Temi che ti lascerò per lui?- azzardò Katie, mentre George annuiva.

-Non succederà, stupido.- riprese Katie, dandogli un bacio sulla guancia -E Ollie non prova niente per me, ne sono certa.-

-E comunque sei una gelosa adorabile.- disse George, all'improvviso.

-Anche tu.- mormorò Katie, avvicinandosi e baciandolo dolcemente -E non sai quanto ho pianto appena ho saputo del tuo incidente. Avresti dovuto dirmelo.-

George le strinse una mano.

-Se l'avessi fatto, saresti stata in pericolo anche tu. E sto bene adesso.-

-Beh, proprio bene non direi.- pigolò lei, toccandogli il punto in cui ci sarebbe dovuto essere l'orecchio mancante.

-Tranquilla, pulce, sto bene.- ripeté George, prendendole la mano che ancora gli sfiorava la testa e baciandola.

-Verrai al matrimonio, vero?- domandò poi lui per cambiare argomento.

-Certo, ma non potremmo stare insieme più di tanto.- ammise lei, dispiaciuta -Però ballerai con me, giusto?-

-Nessuno sospetterà niente per un ballo.- disse George -O due.- continuò dandole un bacio -O tre.-

Katie sorrise e si sdraiò sul telo, pronta ad accogliere un altro bacio di George.

 

 

 

 

 

-Professor Lupin! Come sta George?-

-Bene, lui sta bene.- mormorò Remus, provando ed evitare di guardare il ragazzo negli occhi.

-Ho saputo di Malocchio. Mi dispiace così tanto.-

-Lo so, Lee, ma è morto per salvare Harry. È morto da eroe.-

Lee annuì.

-Già.-

-Ma non sono venuto per questo. Sono venuto a darti questo.- Lupin alzò una busta e la mise sul tavolo- I tuoi amici non sanno niente, ma so che sarebbero felici se accettassi questo invito.-

-Invito?- ripeté Lee, confuso.

-Ma come, non l'hai saputo? Bill Weasley si sposa.-

 

 

 

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Buondì a tutti!

Torno con un altro capitolo, che stranamente non è così pieno di novità.

La scena dei sette Potter la conosciamo dal punto di vista di Harry, ovviamente, ma ho voluto riproporre la scena dal punto di vista dei gemelli.

A cosa pensavano, a chi e a come l'hanno vissuta loro.

Capitolo un po' concentrato su Fred e George, in effetti, soprattutto sul secondo se si aggiunse la scenetta con Katie (che io ho adorato scrivere, a proposito! Finalmente un po' spensierati anche loro due!).

Oliver e Katie, al momento, si sono chiariti, ma Katie e George non hanno detto a nessuno che stanno insieme e bisogna vedere le reazioni che provocherà la notizia all'intero gruppo.

E per quanto riguarda l'ultima scena: se vi ricordate Lee è presente al matrimonio di Bill, per cui nel prossimo capitolo farà ritorno.

Vi chiederete come mai Lupin sa dove si trova Lee, ma tutto sarà svelato a tempo debito.

Nel prossimo capitolo ci sarà il matrimonio di Bill e Fleur ed altre novità =D

Grazie, come sempre, a tutti <3

Un bacione :3

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***




Capitolo 36



-Non riesco a sistemare questo dannato nodo!- brontolò Jared, intento a torturare per l'ennesima volta la cravatta.

All'inizio il ragazzo aveva deciso di non metterla, ma Alicia era stata irremovibile: era un matrimonio, non una semplice uscita di piacere.

Alicia entrò nella stanza, fasciata da un meraviglioso abito grigio chiaro, e agitò la bacchetta.

-Ora è perfetta.- disse semplicemente lei, guardando il ragazzo che alzò gli occhi al cielo.

-Se avessi sbagliato, avresti potuto strozzarmi.- la accusò Jared e Alicia gli lanciò un'occhiataccia giocosa.

-Negli Incantesimi sono imbattibile, mio caro, e faresti bene a ricordarlo oggi, nel caso ti venga in mente di guardare qualche cugina Veela della sposa.-

-Impossibile.- ghignò Jared con l'aria di non vedere l'ora di fare tutto il contrario.

-È fantastico, no?- continuò lui, avvicinandosi ad Alicia e spostandole i capelli dietro le spalle -Finalmente una festa, dopo tutto quello che sta succedendo. Ci saranno tutti e sarà fantastico.-

-L'hai già detto.- commentò divertita Alicia, ma il cuore era salito in gola al suono di quel “tutti”, perché -forse Jared non ci aveva fatto caso- ma non sarebbero stati tutti.

Ci sarebbe sempre stato il fantasma di Lee, sperduto chissà dove.

-Andiamo?- chiese Jared, offrendole il braccio.

Alicia annuì e lo seguì.





Quando Angelina, Katie ed Oliver arrivarono, credettero di aver sbagliato posto.

Nel giardino era stato collocato un enorme padiglione e c'erano un'infinità di decorazioni ovunque guardassero.

Il gruppo aveva sempre amato quella casa, ma la Tana non era mai stata più bella.

-Non vedo l'ora che si sposino anche i gemelli!- disse Alicia che li aveva raggiunti con Jared alle spalle.

La folla di persone -parenti e amici per lo più- era compressa nel giardino: chi spingeva, chi premeva per raggiungere il padiglione e trovarsi un posto.

-Di questo passo rimarremo in piedi.- brontolò Oliver, aprendo un altro bottone alla camicia -E fa pure caldo!-

-Finito?- rise Katie, allungando il collo per cercare di vedere i gemelli, ma con tutte quelle persone era impossibile.

C'erano un sacco di teste rosse e Katie notò Charlie che, con una cartina in mano, stava scortando un gruppo di parenti ai loro posti.

-Credo che ci sia posto per tutti.- affermò Angelina, sventolando una mano sulla faccia per farsi aria -Dobbiamo solo avere pazienza.-

La ragazza provò a non pensare alla frase detta poco prima da Alicia, perchè pensare a Fred e George che si sposavano era strano e, inaspettatamente, le dava il voltastomaco.

-Sempre se non ci sciogliamo prima!- ironizzò Alicia, già accaldata.

Jared le soffiò sul volto per rinfrescarla e Angelina, Katie ed Oliver guardarono da un'altra parte, tutti e tre in imbarazzo.

Oliver scorse i gemelli e alzò una mano per farsi vedere, ma Fred si era avvicinato a due ragazze carine -sicuramente parenti di Fleur- e le stava scortando al padiglione; a George, invece, toccò fare lo stesso con gruppo di donne anziane.

Oliver abbassò la mano e l'espressione era così buffa che Katie non riuscì a trattenere una risata, il ragazzo si voltò e le sorrise di rimando, provando a non notare quanto le donasse il vestitino blu che aveva indossato per la cerimonia.

Poi decise di lanciare uno sguardo ad Angelina, che aveva guardato in direzione dei gemelli e aveva distolto gli occhi, come se fosse stata bruciata.

Alicia gli fece un cenno di non dire niente e lui tornò a fissare la fila di persone che avevano davanti.

-Appena i gemelli tornano in giardino facciamoci notare.- disse Jared, provando a fare conversazione -Voi siete loro amici, non vi faranno aspettare.-

-Beh, Fred darà la precedenza alle ragazze carine, quindi ci farà aspettare.- commentò Angelina a denti stretti.

-Allora sarai una delle prime a passare.- rispose Jared ed Angelina si voltò per sorridergli imbarazzata.

Alicia approvò il gesto di Jared, prendendolo per mano e stringendola.







George, nel frattempo, dopo aver fatto sedere le signore, fece un cenno al fratello, ancora intento a far ridere le cugine di Fleur.

-Cosa?- chiese lui, con un tono falsamente innocente.

-Puoi finire la recita, Angelina ti ha visto.- disse George, stringendo le labbra.

-È qui?- domandò Fred, spalancando gli occhi -Non l'ho proprio notata.-

-No? Strano, perché ti sei buttato su quelle ragazze non appena hai distolto lo sguardo da lei.-

Fred tirò fuori il suo sorriso dispettoso e George lo guardò con rimprovero.

-Dovevi proprio farlo, vero? Ci è rimasta malissimo.-

-Era solo uno scherzo!- affermò Fred ghignando -Volevo dimostrarle che sono un partito molto ambito e che dovrà tenermi stretto la prossima volta.-

-Ti ha lasciato perchè ti comporti come un bambino, non penso che questo sia il modo migliore per sistemare le cose.-

Fred uscì dal padiglione assieme a George e indicò il loro gruppo di amici.

-Ti sbagli, guardala.-

George lanciò un'occhiata ad Angelina, stretta in un elegante vestito color vinaccia, e notò la sua espressione.

Aveva le braccia incrociate e si stava mordendo le labbra... Era decisamente contrariata.

-Inizia a prendere sul serio almeno la tua relazione con lei o la perderai per sempre.- commentò George, provando ad essere onesto.

-Per colpa tua?- il tono di Fred era ironico, ma George sentì una nota di dubbio nella voce.

-No.- rispose George con un sospiro -Ma ora tocca a te guardarla, Fred. Diventa sempre più bella.-

Fred non distolse lo sguardo da quello del fratello, perchè se avesse guardato Angelina sapeva già quello che avrebbe visto.

Anche in mezzo a tutte quelle persone, anche in mezzo a tutte quelle belle ragazze Veela, Angelina spiccava come una rosa in mezzo ad un campo di margherite.

-Era solo un consiglio, poi fai quello che vuoi.- aggiunse George, dandogli una pacca sulla schiena -Li raggiungiamo? Credo che Alicia stia per esplodere.-

Fred annuì e fu il primo ad avvicinarsi al gruppo.

-Buongiorno, ragazzi.-

Mentre il fratello salutava tutti, George vide che era tornato il ragazzo di sempre, scherzoso e di buona compagnia, così smise di preoccuparsi e si girò per cercare Katie.

-Ciao, pulce.- disse George, stringendola -Il primo ballo sarà con te.-

-Accetto.- disse Katie con un sorriso e George fece finta di non accorgersi di Oliver che li stava guardando.

-Ciao, Angie. Sei bellissima.- se ne uscì Fred e la ragazza, benchè fosse ancora arrabbiata, si sciolse un po'.

-Grazie, anche tu.-

Fred le porse un braccio e Angelina lo accettò con un sorriso.

-Seguiteci. Vi aspettano ore ed ore di noia prima del divertimento.-

Il gruppo procedette dietro ai gemelli, diretti al padiglione.





La cerimonia non fu lunghissima e nemmeno pesante grazie alle battutine di Fred e George e ai commenti sarcastici di Alicia.

Katie, al momento del sì, si commosse, mentre Angelina rimase in silenzio per tutto il tempo, come rapita da quella manifestazione d'amore.

Zia Muriel, seduta non poco lontano da loro, borbottò per tutto il tempo, provocando le risatine di tutto il gruppo e rendendo l'atmosfera ancora più divertente.

-È proprio una vecchia pazza.- commentò Alicia, mentre la musica iniziava a suonare e le sedie volavano via per lasciare spazio ad una fantastica pista da ballo.

-Io la trovo simpatica.- ammise Katie e Oliver le diede un colpetto sulla testa e disse.

-Tu trovi tutti simpatici, è una delle tue qualità.-

George fece finta di niente, mentre le due cugine di Fleur si avvicinavano a Fred per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Il ragazzo fece di sì con la testa e loro, ridendo, si allontanarono.

-Balliamo?- disse Oliver ad Angelina e Katie aggrottò la fronte, passando lo sguardo dall'uno all'altro.

-Certo.-

Oliver la prese per mano e la portò sulla pista, dove Alicia e Jared ballavano da un pezzo.

Luna Lovegood stava ballando in maniera stranissima, ma Katie si voltò verso i gemelli per capire cosa stava succedendo.

-Ci hanno chiesto di far vedere loro la zona.- spiegò Fred allusivo, quasi come se Katie non fosse lì -Ballo con Angie e poi le raggiungiamo, okay?-

-Vuoi davvero fare quello che penso davanti ad Angie? Hai capito il mio discorso di prima?-

-Sì, sì, tutto chiaro.- Fred appoggiò una mano sulla spalla del fratello -Era davvero un bel discorso, fratellino, ma Angie mi ha lasciato, per cui sono libero di fare quello che voglio. Se inizia ad essere gelosa solo perchè mi vede con una ragazza, immagina cosa farà se verrà a sapere che faccio altro con la stessa ragazza! Tornerà da me senza ripensamenti. Capisci cosa intendo?-

George si battè una mano sulla testa e lanciò uno sguardo a Katie.

-Ha perso la testa.-

Katie provò a sorridere, anche se lo stomaco aveva preso a dolerle.

-È un piano contorto, ma potrebbe funzionare.-

-Lo stai assecondando?- sbottò George, incredulo.

-Beh, non farà niente con quella ragazza.- chiarì Katie -Finge di farci qualcosa per far ingelosire Angelina. Vero, Fred?-

Il ragazzo la guardò come se fosse pazza.

-Scherzi? Ma l'hai vista? Certo che ci farò qualcosa, anzi più di qualcosa ed Angie tornerà da me. È perfetto! George, un ballo e andiamo.-

-Ma...-

Katie non ebbe il tempo di ribattere che Fred era già partito per prendere il posto di Oliver che trovò in fretta un'altra partner in una parente Veela.

-Fleur ha un sacco di cugine.- commentò Katie, incrociando le braccia al petto e guadagnandosi un sopracciglio alzato da parte di George.

-Era solo un'affermazione.- chiarì lei, tranquilla -Hai intenzione di seguire Fred nel suo folle piano?-

-Katie, devo farlo.- le disse George, prendendole una mano e indicando la pista -Balliamo?-

Katie annuì, ma il broncio rimase lì sul suo volto.

-Non fare così.- disse George, facendola girare -Non ci farò niente. Lascerò solo Fred con quella ragazza, mentre io intratterrò l'altra.-

-Come la intratterrai? Sentiamo.- disse Katie, a denti stretti.

George si abbassò per sussurrarle all'orecchio.

-Chiaccherando, pulce. Mi risparmierò per te.-

Katie arrossì e allontanò il volto per fargli vedere che stava alzando gli occhi al cielo.

-Dobbiamo dirlo.- disse poi, non notando che Oliver la stava fissando -Non possiamo continuare così, non stiamo mai insieme.-

-Diremo tutto dopo la festa, va bene?-

Katie lo guardò sorpresa.

-Davvero?-

George sorrise.

-Sì, davvero e comunque...-

-Katie, andiamo a casa.-

Angelina aveva interrotto George che smise di ballare, ma rimase stretto a Katie che disse.

-Che succede?-

-Jared e Alicia devono tornare al lavoro. Pensavo di fare lo stesso.-

-Tu non lavori oggi.- disse George, stupito.

-Beh, devo allenarmi. Possiamo andare ora?-

George e Katie si allungarono quasi all'unisono oltre Angelina e videro Fred che faceva spallucce.

Katie sospirò.

-E va bene, andiamo.-

-Dov'è Oliver?- domandò Angelina, cercandolo per tutta la pista e trovandolo ancora intento a ballare con una Veela.

-Eccolo. Ollie!-

Lui fu veloce a scusarsi e a raggiungerli.

-Se ti stavi divertendo, potevi anche rimanere con lei.- disse Katie e George, che ancora le teneva le mani, gliele strinse forte.

Katie ricambiò la stretta e sorrise.

Oliver si incupì e disse.

-Andiamo già via?-

-Sì, dobbiamo proprio andare, vero?- Angelina si era rivolta ad Alicia che era arrivata poco prima.

-Noi dobbiamo andare, voi potete rimanere.- disse lei -Il lavoro ci chiama.-

-Preferirei tornare ad allenarmi, ho già perso troppo tempo.- continuò Angelina, nervosa.

-Okay, okay, come vuoi.- Alicia fissò gli altri interrogativa, ma nessuno disse nulla.

-Beh, è stato bello, George, saluta tutti.- Angelina prese per mano Katie che si staccò da George e allungò una mano verso Oliver -Ci vediamo.-

-Aspetta!- trillò Katie, ma sparirono tutti e tre in un pop.

-Che diavolo è successo?- sbottò Alicia, mentre Jared li raggiungeva dopo un'altra scorpacciata al banchetto.

-Fred.- disse George -Deve aver detto ad Angie che una cugina Veela lo sta aspettando nel boschetto dietro casa.-

-È un genio.- commentò ironicamente Alicia, piegando le labbra -Gli piace proprio tanto farla soffrire?-

-Ehi, sai com'è Fred. Lo sta facendo per farla tornare da lui.- lo giustificò George, benchè in fondo la pensasse come l'amica.

-Notizia dell'ultima ora: non ci sta riuscendo.- disse Alicia -Angie voleva che Fred le dimostrasse che poteva maturare un minimo, mentre quello che stava facendo è... immaturo e da bambini.-

-Però la ama.- se ne uscì Jared -Non dovrebbe bastarle?-

Alicia lo guardò di sbieco e scosse la testa.

-Mi arrendo per ora. Dobbiamo proprio andare.- Alicia si allungò per abbracciare George che, sorpreso, non riuscì a ricambiare il gesto -Grazie di tutto. Ci sentiamo, eh?-

-Sì.- disse solo George e Alicia lo salutò prima di smaterializzarsi con Jared.

George cercò subito Fred, ma non lo vide.

Viktor Krum aveva appena raggiunto il tavolo di Harry, Ron e Hermione e stava chiacchierando con loro.

Stava per avvicinarsi anche lui per chiedere notizie del fratello, ma qualcuno bussò alla sua spalla.

Quando si voltò, dovette strizzare gli occhi un paio di volte perchè non credeva a quello che aveva di fronte.

-Merlino, Lee, sei davvero tu?-

Fred, che era accanto all'amico, scoppiò a ridere e Lee fece lo stesso.

-Sono io, Fred ha già controllato.- disse Lee, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi -Ho anche l'invito e sono venuto con Lupin.-

-Lupin?- chiese Fred, stupito.

-Beh, è complicato ed è una lunghissima storia, per cui sarà meglio parlarne dopo.-

-Se sei venuto con Lupin avresti dovuto arrivare prima.- disse George.

-Non voleva incontrare Alicia.- commentò Fred con un ghigno e George iniziò a capire tutto.

-Però il gruppo sarebbe stato felice di vederti.- disse George -Sono tutti preoccupati per te e avresti potuto...-

-Basta, pietà!- lo interruppe Lee agitando le mani -C'è una festa in corso e non ho intenzione di subìre le tue ramanzine. Ginny, balliamo?-

Ginny, che era passata lì per caso, rimase sconvolta vedendolo lì, perchè Fred e George le avevano raccontato ogni cosa, ma annuì solamente senza chiedere spiegazioni.

George si voltò verso il fratello che fece spallucce con un sorriso.

-Rimanda le tue domande a dopo, fratellino. Ci sono due fantastiche creature che ci aspettano.-

George sorrise e seguì Fred fuori dal padiglione, senza dire una parola.





George dovette spiegare tre volte alla cugina francese perchè tra lui e lei non sarebbe mai accaduto niente.

La ragazza sapeva l'inglese a malapena e farle capire che lui era già impegnato era più difficile di quello che aveva pensato, ma riuscire a convincerla a non dire nulla a suo fratello fu anche peggio.

La Veela tentò in tutti modi di farlo cadere ai suoi piedi, ma George riuscì a resistere senza fatica.

Il ragazzo era finalmente riuscito a tranquillizzarla, quando sentì delle urla provenire poco lontano da loro e non ci mise molto a capire che provenivano dalla festa.

E non erano urla di gioia.

Il sangue gli si gelò nelle vene all'improvviso, spaventato e attonito da tutto quel caos che stava sentendo.

La cugina francese si avvinghiò a lui quando vide delle scintille verdi e rosse, George le disse di correre a cercare suo fratello e lei annuì ed obbedì.

George prese a correre verso il padiglione, perchè perdere un orecchio non sarebbe stato niente in confronto a quello che avrebbe provato se avesse perso un membro della sua famiglia o qualche amico.

Entrò nel padiglione nel momento esatto in cui Lupin lanciò uno Schiantesimo verso un Mangiamorte per proteggere Tonks che di spalle aveva appena usato un Incantesimo Scudo per salvaguardare il padre di Fleur.

-George!-

Lee se la stava vedendo con tre Mangiamorte e se la stava cavando piuttosto bene per essere in inferiorità numerica.

George si lanciò verso di lui, scagliando qualche incantesimo per farsi spazio e atterrò dritto dritto davanti ad un Mangiamorte, riuscendo a lanciargli una fattura prima di venir colpito.

Lee sistemò gli altri due e gli fece un cenno verso il centro del palco, dove i membri dell'Ordine stavano dando battaglia ad un manipolo di Mangiamorte e stavano vincendo.

-Dobbiamo andare via di qui.- George sentì le parole di suo padre e disse.

-Andate! Portate via Ginny, forza!-

-No, George, tu non puoi...-

-Io e Lee vi raggiungeremo presto, ora andate!- George aveva interrotto bruscamente Ginny che aveva iniziato a protestare come sempre.

Il signor Weasley fece smaterializzare sua moglie, Ginny, i genitori di Fleur e Gabrielle.

Bill, Charlie, Fleur e gli altri rimasero nelle loro posizioni.

Fred arrivò in quel momento e disse alle due cugine di mettersi al riparo, mentre estraeva la bacchetta, pronto a colpire.

-Lui non c'è!-

Un Mangiamorte tuonò quella frase con frustazione e George fece un sorrisetto soddisfatto; cercavano Harry, ma lui aveva avuto il buon senso di filarsela assieme a Ron e a Hermione.

Gli uomini in nero si radunarono fra di loro e, essendo circondati, decisero per la ritirata.

Tutto finì velocemente così com'era cominciato e George cercò immediatemente Fred con lo sguardo per vedere se stava bene.

Il fratello stava aiutando Fleur ad alzarsi da terra, entrambi avevano i vestiti strappati, ma erano illesi.

Lee diede una pacca a Lupin, che stringeva la mano a Tonks con evidente disagio.

Bill stava parlottando con il padre che fu veloce a creare un Patronus e a inviarlo chissà dove.

-Andiamo da zia Muriel.- disse poi il signor Weasley -Tutti.- chiarì, lanciando uno sguardo a Lupin, a Tonks e a Lee che annuirono.





Fred, George e Lee si erano riuniti in una stanza, mentre gli adulti erano in cucina a discutere su quanto era accaduto al matrimonio.

Avevano sentito Fleur piangere e un paio di volte la signora Weasley aveva urlato qualcosa di incomprensibile.

Ginny, invece, si era chiusa nel bagno del secondo piano e nessuno aveva avuto il coraggio di andarle a chiedere come stava.

-Harry è riuscito a scappare, sta bene.- disse Fred per la quinta volta, quando George nominò la sorella.

-Harry era al matrimonio?- chiese Lee -Non l'ho visto.-

-Aveva preso la Polisucco, per cui hai solo visto un grasso cugino Weasley.- rispose Fred, sorridendo.

-Ecco chi era! Mi sembrava una faccia nuova.- disse Lee, grattandosi la testa -In effetti era seduto accanto a Ron e a Hermione che, a proposito, sono sempre più vicini. Credo che finiranno insieme prima o poi.-

-Noi lo sappiamo da anni!- esclamò Fred, come se Lee fosse stupido.

George scosse la testa.

-Lee non è una persona particolarmente sveglia.- ammise e Fred continuò.

-Ci ha messo un secolo a capire che Alicia provava qualcosa per lui!-

George fece una smorfia strana e Fred si accorse troppo tardi di quello che aveva detto.

-Tranquilli.- commentò Lee, alzando una mano -So che siete privi di tatto, vi conosco bene.-

-Ora ci spieghi perchè sei venuto?- chiese George, curioso -Non che ci dispiaccia, ma credevo che volessi startene un po' per conto tuo.-

-Non potevo perdermi il matrimonio di Bill! E poi... mi mancavate e... e che sono scappato così, senza alcuna spiegazione e so che vi ho delusi e feriti...-

-Ehi, calma, calma.- lo interruppe George -Non ci hai delusi, Lee, e nessuno meglio di noi può capire quanto possa essere difficile avere una delusione amorosa.-

-Parla per te, fratellino.- disse Fred sulla difensiva e George lo guardò di sbieco.

-Il punto è che avresti dovuto parlarcene.- continuò George -Siamo amici, i tuoi migliori amici, e anche se cerchiamo di sdrammatizzare in ogni situazione, ti avremmo aiutato a superarla.-

Lee aveva abbassato lo sguardo, concentrato a guardare il pavimento e George ne approfittò per lanciare uno sguardo a Fred e a fargli un cenno con la testa verso l'amico.

-Angelina mi ha lasciato.- disse Fred, stranamente serio -Credi che anch'io non pensi ogni giorno di andarmene via per potermi allontanare da tutto ciò che mi ricorda lei? Scappare è da immaturi, rimanere e affrontare ogni volta la situazione è da persone adulte e coraggiose. Credi che mi faccia piacere essere solo un amico per Angelina? Sapere che, da un momento all'altro, qualsiasi ragazzo può avvicinarsi a lei e portarmela via? Succede a tutti, Lee, è il bello e il brutto dell'essere innamorati.-

George era sconvolto da quel discorso; Fred, così ironico su tutto, la persona che faceva tutto facile, anche lui aveva gli stessi dubbi, domande e angosce di qualsiasi ragazzo?

Lee, colpito a sua volta, aveva alzato lo sguardo per guardare i suoi amici e disse.

-Angie non ti ha detto di amare un altro.-

-A me l'ha detto.- disse George -O, almeno, me l'ha fatto capire nel momento in cui ha scelto mio fratello. Jared è il tuo migliore amico, ma Fred è mio fratello. Non è stato facile vederla così felice con qualcuno che non fossi io, ma allo stesso tempo ero felicissimo nel vedere Fred così raggiante con Angelina. Non è stato facile per nessuno.-

Fred rimase impassibile, ma dentro rimase colpito dalle parole di George. Sapeva che aveva sofferto, ma non pensava che avesse sopportato tanto e che avesse taciuto tutto pur di vederlo sorridere.

-Okay, ora possiamo tornare a parlare come uomini? Sembriamo una rubrica di cuori infranti.- scherzò Fred, cercando di far sorridere i due e riuscendoci.

-Vi racconto com'è andata da quando vi ho lasciati.- se ne uscì Lee -Sono andato via per staccare da tutto, ma è stato difficile fare tutto da solo. Ho dovuto partire da zero, senza nessuno che potesse aiutarmi.-

Fred e George si misero più comodi, pronti al racconto.

-Non sapevo dove andare o cosa fare, così sono andato da vostro fratello Bill che mi ha consigliato di rivolgermi a Lupin.

Ho trascorso un paio di giorni da lui e Tonks, pensando a cosa potessi fare per rendermi utile. Volevo entrare nell'Ordine, ma Lupin ha trovato qualcosa di meglio per me, dove potessi davvero fare la differenza.- Lee s'interruppe, in imbarazzo -Sapete com'è, non sono bravissimo con gli Incantesimi.-

I gemelli sorrisero all'unisono, aspettando che continuasse.

-Così mi ha prestato la sua casa-mobile, per spostarmi facilmente e tenere lontano i Mangiamorte.-

-Casa-mobile?- domandò George, confuso.

-Sì, la usava Lupin durante le notti di luna piena, quando era estate e la Stamberga Strillante era troppo lontana. L'ho rimessa a nuovo, è stato faticoso, ma il signor Burrow mi aveva insegnato un sacco di tecniche babbane e così ora è casa mia.-

-E cosa fai di così utile?- chiese Fred, interessato.

-I Mangiamorte e Voi-Sapete-Chi sono sempre più forti.- disse Lee, come se non aspettasse altro che quella domanda -Stanno facendo piazza pulita di un sacco di Babbani e maghi e streghe innocenti. Così, io e la mia squadra all'inizio aiutavamo di nascosto i Babbani e aiutavamo i maghi meno esperti, mentre ora abbiamo fondato Radio Potter.-

-Radio Potter?- ripeterono all'unisono i gemelli.

Lee annuì.

-É come una radio babbana, solo che la nostra frequenza cambia sempre, per essere più sicuri. Attraverso un password speciale, che diamo alla fine di ogni puntata, chiunque può trovarci.-

-E di che cosa parlate?- chiese George.

-Di tutto! Ma principalmente di quello che sta succedendo.- rispose Lee, felice -Siamo come il Cavillo durante il regime della Umbridge. Noi diamo notizie vere e autentiche. Consigliamo cosa fare, dove andare e come prevenire qualsiasi attacco. Siamo una specie di Organizzazione pro-Harry.-

-Rischiate grosso ogni giorno.- disse George, socchiudendo gli occhi.

-Altrochè!- esclamò Lee, come se fosse contento -Abbiamo trasmesso due puntate prova e ci stavano quasi beccando, per questo motivo mi sposto sempre. Sapete, sono io il presentatore, per cui sono io quello che va a caccia di notizie, mentre gli altri sono ospiti che possono cambiare ad ogni puntata.-

-É una trovata geniale!- ammise Fred con un sorriso -Voglio partecipare ad una puntata.-

-Ci conto.-

-Angie non ne sarà felice quando lo verrà a sapere.- azzardò George, guardando Lee -Sarà orgogliosa, ovviamente, ma se ti dovessero prendere...-

-Non succederà, vedrai.- lo interruppe Lee, facendo spallucce -I miei sistemi di difesa sono migliorati e anche con gli Incantesimi non sono niente male.-

-Questo l'abbiamo notato.- concordò George con un sorriso, poi, guardandolo meglio, vide quanto Lee fosse cambiato.

Era più alto, quasi quanto lui e Fred, e più muscoloso.

I capelli erano lunghi e legati in un codino ordinato, mentre un pizzetto gli ricopriva il mento e gli dava un'aria più da duro.

Il sorriso, però, e gli occhi erano sempre quelli, solari e frizzanti, tipici di Lee.

-Sono contento che tu sia tornato.- ammise George e Fred si ritrovò a dire lo stesso.

-Anch'io sono felice di essere tornato, anche se per poco.- aggiunse lui -Il progetto ha preso il via e non voglio interromperlo.-

-Posso chiederti un favore?- domandò George, sperando che accettasse.

Lee piegò gli angoli della bocca.

-Vuoi che incontri almeno Angie e Katie, vero?-

George annuì.

-Sarebbe meglio anche Alicia e Ollie, ma forse è troppo presto?-

-Sì.- disse Lee, visibilmente dispiaciuto -Non sono pronto per rivedere Alicia, ma Oliver può venire.-

-Sarebbe meglio escluderlo.- disse George, guardando Fred per vedere se era d'accordo -Quando Alicia verrà a sapere di essere stata l'unica ad essere esclusa ci maledirà tutti.-

Fred annuì.

-Già. E poi sono Angie e la pulce quelle da tranquillizzare, per cui il Capitano se ne farà una ragione.-

-Allora chiamatele adesso, perchè partirò stasera stessa.- disse Lee e i gemelli non dissero nulla, ma entrambi presero male la notizia di una partenza così vicina.

-Io scrivo a Katie, tu ad Angie.- disse George, alzandosi da letto -Ometti il fatto che Lee sia qui e quello che è successo al matrimonio, va bene?-

-Certo.-



Cara pulce,

come va? Sì, lo so, domanda stupida, visto che ci siamo appena visti, ma mi manchi talmente tanto che vorrei che mi venissi a trovare al più presto.

Puoi raggiugermi da zia Muriel?

Dobbiamo parlare di una cosa importante e ho bisogno che tu venga appena possibile.

Non ti angosciare, non è nulla di grave.

I baci di carta fanno schifo, per cui aspetto di vederti per darteli.

Tuo,

George.





Cara Angie,

incontriamoci da zia Muriel, perchè ho urgente bisogno di parlarti e di farti vedere una cosa.

Maliziosa, cos'hai pensato?

Vieni al più presto così scoprirai ogni cosa e, mi raccomando, non stracciare questa lettera solo perchè oggi eri gelosa di me.

Lo so che lo eri, non mentire.

Ti direi cos'ho fatto con quella ragazza, ma poi potrei pentirmene. LOL.

Ti aspetto, impiastro.

Comunque tuo (che tu lo voglia o no),

Fred.





La prima ad arrivare fu Katie e George la accolse prima che potesse vedere Lee, in modo da spiegare tutto solo una volta e con calma.

La condusse in un'altra stanza, che chiuse a chiave, con la scusa di trovare qualche buon argomento per prendere tempo e aspettare Angelina.

-Che succede?- chiese lei, preoccupata.

George la tirò a sé per baciarla e Katie sorrise nel bacio.

-Mi hai fatto venire qui per questo?-

-Magari.- rispose lui, tra un bacio e l'altro -Stiamo aspettando anche Angie in realtà, per cui noi possiamo approfittarne per stare un po' da soli. Abbiamo a malapena ballato insieme al matrimonio.-

-É colpa tua.- disse Katie, allontanando il viso -Mi avevi promesso che lo avremmo detto a tutti e invece Fred ha fatto incavolare Angie che mi ha trascinata via. Era davvero furiosa.-

-Beh, non possiamo più dire niente.- disse George, spostandole il ciuffo dietro l'orecchio -Dopo quello che vi racconteremo, avremo altri problemi e dire a tutti di noi creerebbe ancora più casini.-

Katie mise su il muso.

-Non trovare scuse, George.-

-Vedrai che mi darai ragione.-

Katie non sembrava ancora convinta e George si era nuovamente avvicinato per baciarla, ma qualcuno bussò alla porta e loro due sobbalzarono come colpiti da una scossa.

-É arrivata.- la voce di Fred attraversò la porta e aggiunse -Perchè hai chiuso a chiave?-

George aprì la porta e fece uscire Katie.

-Avevo paura che qualcuno entrasse per farci delle domande.-

Fred era troppo preoccupato a guardare Angelina per ascoltarlo e George e Katie si scambiarono uno sguardo sollevato.

Angelina, braccia incrociate e sguardo torvo, era appoggiata alla porta della stanza in cui Lee era nascosto.

-Allora? Se è uno scherzo non è divertente!-

-Non è uno scherzo.- disse George, improvvisamente teso -Fidati.-

-Cosa sta succedendo?- domandò Angelina, addolcendo la sua espressione.

-Ora lo vedrai, ma prima dobbiamo dirvi che siamo stati attaccati al matrimonio.- disse George, sentendo Katie che tratteneva il respiro -Stiamo tutti bene, perchè era Harry che volevano, ma la Tana per ora non è più sicura.-

-E il Ministero è caduto definitivamente.- aggiunse Fred, velocemente -Scrimgeour è morto e probabilmente Voi-Sapete-Chi ha già trovato un degno sostituto che lui controlla.-

-Harry non era al matrimonio.- sussurrò Angelina, come se avesse sentito solo quella parte di discorso.

-Sì, c'era.- fu Katie a parlare e i gemelli si voltarono verso di lei che continuò -Se non voleva essere notato avrebbe dovuto stare lontano da Ron e da Hermione e magari guardare meno Ginny avrebbe aiutato. Fortuna che i Mangiamorte sono stupidi.-

-Fortuna che è scappato in tempo.- disse Fred, ma fu sorpreso dall'occhio attento di Katie.

-Quindi è tutto perduto?- chiese Angelina -Harry è scappato chissà dove e il Ministero è dalla parte dei Mangiamorte ora.-

-Harry aveva una missione o così ci ha detto Ginny.- la tranquillizzò George -Silente deve avergli detto come sconfiggerlo e lui farà di tutto per farlo.-

-Mi fido di Harry.- aggiunse Fred.

-Anch'io.- lo seguì subito Katie con un sorriso.

George guardò Angelina che sembrò rilassarsi e disse.

-Anch'io.-

-Ora passiamo alla parte meno traumatica.- aggiunse Fred, divertito, ma George temeva che quella fosse la parte peggiore.

Fred aprì la porta e fece entrare le ragazze, il fratello e poi la chiuse.

Lee sbucò da dietro il letto, facendole spaventare entrambe.

-Lee!- Katie ci mise un secondo a riconoscerlo e a saltargli fra le braccia, abbracciandolo come se non lo vedesse da anni.

-Pulce, come stai? Ti sono mancato?-

-E a chi non sei mancato?- disse Katie, trattenendo a stento le lacrime -Eravamo preoccupatissimi e io ero ancora a Hogwarts quando l'ho saputo, è stato terribile.-

-Come sono andati i M.A.G.O a proposito?- domandò Lee, come se nulla fosse.

-Benone.- rispose Katie e continuò a stringerlo come se non lo volesse più lasciare andare.

-Mi sembra incredibile che tu sia diventata così grande.- disse Lee, allontanandola per guardarla meglio -Ma guardati! Sei una donna, oramai, e sei bellissima!-

Katie arrossì e George si ritrovò a sorridere e ad annuire perchè Lee non si sbagliava affatto.

-La nostra pulce si è fatta grande.- ammise Fred, sorridendo a sua volta, per poi lanciare uno sguardo ad Angelina, ancora in silenzio.

Katie si fece da parte, guardando anche lei verso Angie che si stava mordendo le labbra per trattenere i singhiozzi.

-Angie.- disse Lee, sorpreso da quella reazione.

Angelina gli corse incontrò e lo abbracciò, ma era un abbraccio diverso da quello di Katie.

Sembrava proprio quello di una mamma.

-Non fare mai più una cosa del genere, stupido!- esclamò Angelina fra le lacrime -Scappare così, solo per un'altra litigata con Alicia... Sei... stato crudele!-

-Sto soffocando, mamma.- disse lui e Angelina staccò l'abbraccio -Per carità, ci stavo comodo lì.- e indicò il seno di Angelina che si imbarazzò -Ma mi mancava l'aria.-

Fred scoppiò a ridere.

-Vuoi abbracciare anche me, Angie?- chiese lui, malizioso, e Angelina lo guardò con un mezzo sorriso, mentre si asciugava le lacrime.

Angelina e Katie, poi, stettero in silenzio ad ascoltare il resoconto di Lee che fu accurato, ma divertente.

Katie fu entusiasta che Lee facesse qualcosa che lo appassionasse tanto ed Angelina, benché temesse le conseguenze, si congratulò per quello che stava facendo.

-Quando parti?- domandò poi Katie.

-Stasera.- rispose Lee, rabbuiandosi -Vorrei stare di più, ma stasera andiamo in onda, dopo tutto quello che è successo.-

-Verrai di nuovo a trovarci?- chiese Katie, improvvisamente triste.

-Farò il possibile, ma credo che con la caduta del Ministero, avrò sempre più notizie per la mia radio, per cui non avrò molto tempo libero.-

-Io, invece, ne avrò un sacco.- disse Angelina, provando a cambiare argomento -Chi mai verrà a vedere una partita di Quidditch in questo periodo?-

-Oliver morirà di sicuro.- scherzò Lee e Katie fu veloce a chiedere.

-Sei sicuro di non voler incontrare gli altri? Giusto un saluto.-

-Ne sarebbero felici e vedrebbero che stai bene.- le diede manforte Angelina -Alicia era così disperata quando sei partito, credeva che non ti avrebbe mai più rivisto e che ti avrebbero fatto fuori subito.-

-Ha sempre avuto un'alta considerazione delle mie potenzialità.- ironizzò lui, ma poi ebbe il coraggio di chiedere -Davvero era disperata?-

-Per la prima volta ha pianto di fronte a tutti.- disse George, sperando di far capire a Lee quanto Alicia tenesse a lui.

-Jared si è sentito di troppo.- aggiunse Fred per farlo stare meglio, ma ricevette una gomitata da Katie che lo fece esclamare.

-È vero! Anche Jared ha capito che fra Lee e Alicia ci sono ancora delle questioni in sospeso.-

-Non penso sia così.- disse Lee, sicuro -O non mi avrebbe detto quello che mi ha detto.-

-Ma l'ha fatto apposta!- disse Angelina -È ovvio, no? L'hai ferita a tal punto che non vuole più rischiare di soffrire ulteriormente e stando con te potrebbe nuovamente succedere.-

-Ha senso. Nessuno ti fa soffrire come la persona che ami veramente.- disse Fred, lanciando uno sguardo ad Angelina che abbassò il suo.

-Ragazzi, apprezzo quello che state facendo, ma davvero non è necessario.-

-La verità?- disse Katie, che ancora non aveva detto la sua -Credo che Alicia provi qualcosa di importante per Jared, ma non è paragonabile a quello che prova per te, perchè eravate ancora entrambi innamorati quando vi siete lasciati. Non è finita perchè il sentimento si era esaurito, ma per un'incompresione e, magari, sareste anche tornati insieme subito se tu non avessi usato la mia amica Daphne; per cui smettila di sentirti inferiore, perchè in questo caso sbagli. Nel cuore di Alicia sarai sempre l'unico ed è ora che inizi a capirlo anche tu.-

I gemelli ed Angelina spostarono lo sguardo verso Lee che fece un passo verso Katie.

-Mi dispiace, pulce.- disse -Daphne... Pensavo volesse la stessa cosa... Non credevo di piacerle così tanto...-

-Daphne sembra una facile, ma non lo è.- lo interruppe Katie, seria -E tu le piacevi sul serio, ma anche lei aveva capito che per te Alicia era l'unica, per cui sapeva come sarebbe andata finire. Bastava che glielo dicessi e lei avrebbe capito. Scappando, senza lasciarle scritta nemmeno una parola, non è stato carino e non è stato giusto.-

Lee sospirò.

-Lo so, ma non penso di poter rimediare, immagino. Lei come sta?-

-Fa finta di niente, ma so che soffre.- disse Katie, provando ad accennare un sorriso -Non le ho detto nulla di quello che è successo, ma credo che oramai qualcuno debba informarla.-

-Scusati da parte mia e dille che non era mia intenzione usarla.- disse Lee, sincero -Volevo un rapporto semplice e con lei era tutto facile e felice.-

-Lo so.- disse Katie, mostrando il suo sorriso radioso -Sei un bravo ragazzo, dopotutto.-

-Ora devo proprio andare.- disse Lee, mentre Katie si alzava per abbracciarlo e gli diceva -Allora immagino che sia un “no” alla mia domanda di prima.-

-Se dovessi vedere Alicia piangere non avrei la forza di ripartire.- ammise Lee ad alta voce, oramai privo di imbarazzo ad ammettere i propri sentimenti -E incontrare lo sguardo di Jared dopo la mia dichiarazione alla sua ragazza sarebbe anche peggio. Salutatemi tutti, però, compreso il Capitano.-

-D'accordo.- disse Katie, lasciando il posto ad Angelina.

-Sta' tranquilla, Angie, starò attento.- la anticipò lui e Angelina annuì.

-Cerca di tornare tutto intero.- disse lei, stringendolo.

Lee la lasciò andare e guardò George.

-Se dovessi perdere un orecchio anch'io, sarei molto più bello di George.-

-Ti piacerebbe.- disse lui, abbracciandolo e Fred abbracciò entrambi, stritolandoli.

-Mi raccomando.- mormorò George, guardandolo -Non fare lo stupido.-

-Va bene.-

I gemelli, Katie ed Angelina lo accompagnarono fuori dalla casa, in modo che si potesse smaterializzare.

Lee salutò tutti: Lupin, Tonks, Bill, Charlie, Fleur, i genitori di Fleur, Gabrielle, i signori Weasley, zia Muriel e Ginny, che si era ripresa.

Katie prese la mano di Angelina per darle conforto, mentre Lee si voltava un'ultima volta per salutarli.

-Ti vogliamo bene.- disse Katie, piangendo di nuovo.

-Io ve ne voglio di più.- rispose Lee con un sorriso, poi sembrò incerto, ma aggiunse -Dite ad Alicia che mi dispiace per tutto e che... mi manca... sempre.-

Angelina sentì gli occhi bruciare e li chiuse per non farsi vedere dagli amici, Katie le strinse la mano e annuì a Lee.

-Le manchi anche tu.- disse Fred all'improvviso -Lei non ce lo dice perchè sai com'è fatta, ma ho imparato a leggere i suoi occhi. Non è la stessa senza di te, non è Alicia.-

Lee sembrò felice di saperlo, ma non disse più nulla. Alzò la mano per salutarli ancora una volta e si smaterializzò con un pop.

George guardò Fred e così fecero Angie e Katie.

Fred fece spallucce e disse.

-Beh, che c'è? Ognuno ha il suo protetto e la mia è Alicia. Nessuno si preoccupa per lei perchè sembra forte, ma probabilmente è la più fragile di tutti noi e non mi dispiace ammettere che con Lee mi piaceva di più. Jared è simpatico, ma...-

-Non è Lee.- concluse George, con un sorriso. Si avvicinò al fratello e gli mise una mano sulla spalla -È incredibile che alterni momenti di idiozia totale a momenti seri e maturi. Sei fuori!-

-Per questo mi adori, fratellino.- disse Fred, facendo l'occhiolino ad Angelina e a Katie -Gelato, ragazze?-

Le due mostrarono un sorriso rassegnato.

-Sì!-





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Tre esami all'orizzonte, ma non potevo pubblicare a fine luglio... Sarebbe stato troppo e ho altre mille storie da aggiornare!

Ho dovuto dividere il capitolo in due perchè era veramente troppo lungo e probabilmente sarebbe stato confusionario ù.ù.

Dunque, dunque Lee è tornato! Ed è anche ripartito, già =(.

Si è capito cos'ha fatto in questi mesi, com'è nata l'idea di Radio Potter e come ha vissuto per tutto questo tempo.

Se speravate in un incontro fra Lee ed Alicia, mi dispiace di avervi deluso, ma Lee non è stato via da molto tempo e rivedere Alicia (e Jared) non gli avrebbe giovato.

Povero, Ollie, però! Sempre escluso, anche quando non c'entra niente xD

Piccola curiosità: nel libro, Harry vede Fred e George "contendersi" le ragazze Veela da scortare dentro il padiglione, nella mia storia George, senza farsi notare, fa in modo che sia Fred a scortarle e si finge dispiaciuto di dover accompagnare il gruppo di vecchiette, ma in realtà l'ha fatto apposta per non far ingelosire Katie.

Stessa cosa per quanto riguarda le due ragazze che chiedono a Fred e a George di "fare un giro". Harry, nel libro, afferma che i gemelli si sono imboscati con delle cugine Veela, ma, ovviamente, nella mia storia George non ci fa niente perchè sta con Katie.

Fred, invece, qualcosina ci fa xD

Mi è piaciuto un sacco scrivere il matrimonio dal punto di vista dei gemelli, soprattutto di George, anche se il gruppo in toto è stato un po' messo da parte.

Nel prossimo capitolo, però, ci sarà una grande festa dove ci saranno tutti (gruppo di Katie, incluso), con l'eccezione, ovviamente, del desaparecido Lee.

Credo di aver detto tutto =)

Grazie a tutti coloro che continuano a leggere questa storia! <3

Un bacione :3



Ed ecco il new look di Lee dopo aver trascorso alcuni mesi lontano da tutti!

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***




Capitolo 37



Angelina, i gemelli e Katie erano poco lontani da una graziosa casa di un tenue color lilla.

Era piccola e confortevole ed era immersa nel verde delle campagne inglesi.

La casa di Daphne era poco lontana da quella di Katie, cosa che stupì non poco la ragazza che non si era mai accorta di quell'abitazione.

Daphne aveva organizzato una festa e aveva deciso di invitare tutti, gruppo di Katie incluso; aveva dichiarato di voler festeggiare il suo compleanno, benchè fosse passato da un pezzo, ma Katie aveva capito che aveva trovato una buona scusa per riunirli tutti insieme e far godere loro una giornata che cancellasse, anche solo per poco, tutto quello che stava succedendo nel mondo.

-Io continuo a pensare che non sia il momento adatto.- disse Angelina, torturandosi le mani e facendo sorridere i gemelli.

-Insomma, è una festa e se dovessimo raccontare di Lee rovineremmo la giornata a tutti.- continuò la ragazza, tesa.

-Avevamo deciso di confessarlo oggi proprio perchè, con la scusa della festa, Alicia ed Oliver non avrebbero fatto scenate.- disse George, allungando una mano per toccare il braccio ad Angelina.

-Cioè Alicia non avrebbe fatto scenate, Oliver farà la sua solita espressione da stupido.- ironizzò Fred, facendo una strana smorfia per imitare l'amico e Katie gli lanciò un'occhiataccia che non riuscì a mantenere a lungo.

-Non sono sicura.- mormorò Angelina, incerta.

-Io non ce la faccio più a mantenere tutti questi segreti!- sbottò Katie all'improvviso e George chiuse gli occhi per la paura di essere scoperti.

-Quali segreti?- chiese Angelina confusa e Fred si voltò verso la più piccola, curioso di saperne di più.

-È da un sacco di tempo che continuo a mentire a Daphne.- rispose prontamente Katie e George si rilassò senza farsi notare -Non le ho detto nulla di Lee e di Alicia e ora devo mentire anche a Ollie, ad Alicia e a Jared. Non ci riesco.-

George fece un saltello verso Katie per abbracciarla e Fred guardò Angelina.

-Dobbiamo parlare con loro prima o poi. Più aspettiamo, peggiore sarà la loro reazione.-

-Facciamo così.- disse Katie, liberandosi dall'abbraccio -Io parlerò privatamente con Daphne ed Angie farà lo stesso con Alicia.-

-E a me e a Fred tocca il compito più facile.- disse George, annuendo -Jared ed Oliver.-

Fred rifece la smorfia per imitare Oliver e George sorrise.

-A Jared dobbiamo proprio dire tutto?- chiese Fred, retorico -Non ho intenzione di rivelargli ciò che abbiamo detto su Lee ed Alicia e su quello che Lee ci ha confessato.-

Angelina sorrise in direzione di Fred, perchè sapeva quanto il ragazzo tenesse a Lee, benchè raramente lo mostrasse.

In realtà, Fred amava il caro vecchio gruppo, composto da loro sette e, nonostante trovasse Jared e gli altri simpatici e divertenti, non li avrebbe mai considerati alla pari del suo gruppo.

E Angelina sapeva che per Alicia era la stessa cosa, riuscendo a capire perchè per Fred fosse Alicia la sua protetta: in fondo i due erano molti simili sotto alcuni aspetti.

-Facciamo che io parlo con Jared e tu con Ollie?- propose George -Racconterò il giusto, mentre con Oliver potrai abbondare di particolari.-

Fred fu d'accordo e tutti e quattro si incamminarono verso la casetta isolata.

Katie bussò un paio di volte, prima che Daphne venisse ad aprire e la salutasse con un sorriso affettuoso.

-Eccovi, ragazzi, come state?- E senza aspettare una risposta continuò -Entrate pure e non preoccupatevi, non siete gli ultimi.-

Il salotto di Daphne era molto ampio, confortevole e, soprattutto, era pieno di gente.

Paul e Finn stavano parlottando fra di loro, mentre Christopher se ne stava seduto su una poltrona con una strana espressione sul volto.

Tamara stava dicendo qualcosa a Suzanne che annuiva, nel frattempo Leanne mangiava in silenzio delle patatine.

-Ciao.- Agnes era appena scesa dalle scale e li aveva accolti con un sorriso timido.

Katie corse ad abbracciarla, mentre Angelina si voltava verso Daphne per chiedere.

-Alicia non è ancora arrivata?-

-No, ma mi ha spedito una lettera scrivendomi che sarebbe venuta, per cui dovrebbe arrivare a breve.- rispose Daphne, incoraggiante -Iniziate a mangiare qualcosa, il buffet è aperto.-

I gemelli si fiondarono al tavolo, salutando con un cenno tutti e Daphne li seguì, facendo un cenno ad Agnes di accompagnarla.

Angelina colse l'occasione per avvicinarsi a Katie.

-Fallo ora, pulce.- disse -Almeno avrà la durata della festa per metabolizzare il tutto.-

-D'accordo, ma tu pensa a distrarre gli altri.-

Angelina le fece un cenno d'intesa ed insieme entrarono nel salotto per salutare tutti.









Katie, con una scusa, aveva chiesto a Daphne di uscire dal retro per dare un'occhiata al piccolo orto di cui l'amica si occupava e di cui le parlava spesso.

-È davvero meraviglioso, Daph!- esclamò Katie, guardando l'orto con stupore -Sei davvero brava con questo genere di magie. La Sprite sarebbe fiera di te!-

Daphne sorrise, ma ben presto strinse la bocca.

-Dimmi quello che mi devi dire.-

-Cosa ti fa pensare che io debba dirti qualcosa?- chiese Katie, ingenuamente.

-Magari non ti conosco come tutte quelle persone che sono là dentro, ma nonostante tu stia crescendo e maturando alcuni atteggiamenti della vecchia Katie sono ancora lì e sei fin troppo... trasparente in questo momento.- Daphne si portò una mano ai capelli per torturarsi una ciocca e continuò -Hai saputo qualcosa di Lee?-

Katie si avvicinò per prenderle una mano.

-Lee è tornato qualche settimana fa durante il matrimonio del fratello dei gemelli.- iniziò Katie, provando a non notare l'apprensione trasparire dal volto dell'amica -Sta bene e credo che abbia davvero trovato la sua strada, ma il punto è che io... io sapevo già... Non era la prima volta che avevo sue notizie.-

-Che intendi dire?-

Katie sospirò.

-Lee... Quando Lee se n'è andato, ha lasciato una lettera. Non ha detto dove andava o cos'avrebbe fatto, ma... ecco, ci ha detto addio.- la ragazza deglutì, sapendo di star parlando a vanvera.

-Nella lettera... Ha scritto qualcosa per me?- chiese Daphne, temendo la risposta.

-No.- rispose Katie, triste -Ma mi ha detto di dirti che gli dispiace per tutto quello che è successo e che non intendeva ferirti.-

-Lo so.- disse Daphne con gli occhi lucidi, ma provò a sorridere -Ehm... Nella lettera spiegava il motivo della sua partenza?-

Katie si morse il labbro, ma Daphne meritava di sapere la verità.

-La lettera che Lee ha lasciato era per Alicia. Solo per Alicia.-

Daphne non perse il sorriso, ma una lacrima le scappò senza che lei potesse fermarla.

-Capisco.- disse lei, asciugandosi velocemente il viso -D'altronde, lo sospettavamo tutti, no? Alicia come l'ha presa?-

-Male.- disse Katie, lasciandole la mano -Pensa di essere lei la responsabile, perchè... sai... ha confessato a Lee di non amarlo più.-

-E lui le ha creduto? Come ha potuto?- chiese Daphne, quasi come se l'argomento non la toccasse -Perfino io me ne sono accorta.-

-Mi dispiace di averti fatto stare male, ma dovevi conoscere ogni cosa.- ammise Katie, provando a farla stare meglio.

-Ehi, tranquilla!- Daphne le strinse le spalle -Era abbastanza palese che mi avesse scaricata, com'era abbastanza chiaro che provasse ancora qualcosa per la tua amica, quindi me ne ero già fatta una ragione. Solo che è triste rimanere nuovamente sola.-

-Ci saremo sempre noi, amica mia.- disse Katie -Ora andiamo a divertirci, dai.-









Alicia e Jared erano arrivati cinque minuti dopo che Katie aveva portato Daphne fuori con la scusa dell'orto ed Angelina fu veloce a far salutare tutti in modo rapido e a chiedere ad Alicia di seguirla in bagno.

-Hai aspettato me per andarci?- rise Alicia, chiudendo la porta a chiave -Cos'è, avevi paura?-

-No, in realtà volevo trovare un posto tranquillo per parlarti di una faccenda.-

-Tu e Fred siete tornati insieme.- Alicia scrollò le spalle -Era prevedibile.-

Angelina, benché imbarazzata, cercò di mantenere il tono neutro e fermo per farle capire che il problema era serio.

-No!- disse, decisa -E che cosa voleva dire quel “era prevedibile”? Pensi che tornerei con lui dopo tutto quello che ti ho detto?-

-Angie, rilassati, sei la persona più razionale che conosca e so che è stato difficile per te lasciare Fred, ma so anche che sei una normale ragazza innamorata ed è normale cedere all'amore, anche se questo fa soffrire.- rispose Alicia ed Angelina si stupì del fatto che avesse fatto un discorso così sdolcinato senza storcere il naso o alzare gli occhi al cielo.

-Ali.- sussurrò Angelina, sapendo che l'amica avrebbe capito la serietà di quello che stava per dire.

Alicia si passò una mano sopra gli occhi per coprirseli.

-È successo qualcosa di grave, vero?- chiese -Si tratta di Lee?-

-Non è niente di grave, Ali, ma sì, riguarda Lee.-

Alicia abbassò la mano e strinse l'altra a pugno per darsi coraggio.

-Va' avanti.-

-Lee si è presentato al matrimonio di Bill, non appena noi ce ne siamo andate. Poi, sai, sono stati attaccati...-

-Questo me l'avevi detto.- la interruppe Alicia, brusca -Lui come sta?-

-Benissimo.- rispose Angelina -È in gran forma e dovresti vedere che progetto sta portando avanti per salvaguardare il mondo magico e quello babbano.-

-Tu l'hai visto, allora.- disse Alicia, senza alcuna intenzione di domanda.

-Sì. Fred e George hanno chiamato me e Katie per raggiungerli e lì con loro c'era Lee.- Angelina la fermò prima che potesse replicare -Ma siamo state poco con lui, perchè è partito la sera stessa del matrimonio.-

-Non ha voluto vedermi, vero?- domandò Alicia, benchè sapesse bene la risposta.

-Avrebbe voluto, credo, ma non si sentiva pronto.-

Alicia schioccò la lingua, soppesando le parole.

-Sta davvero bene?-

-Te l'assicuro.- rispose Angelina, con un sorriso -Lo capiresti se stessi mentendo.-

Alicia annuì.

-Non sei arrabbiata?- chiese ancora Angelina, dubbiosa -Te l'abbiamo nascosto per tanto tempo e non vorrei che pensassi che l'abbiamo fatto apposta o...-

-Lo so che volevate proteggermi.- la interruppe nuovamente Alicia -È strano essere dalla parte di Katie per una volta.-

Angelina fece una mezza risata prima di tornare imperturbabile.

-Devo dirti un'altra cosa, anche se probabilmente non ti piacerà, ma è un messaggio di Lee che vuole che ti recapiti.-

-Se non riguarda la sua salute, non lo voglio sapere.- ammise Alicia a bassa voce, spostando lo sguardo da un'altra parte.

-Gli manchi.-

Alicia continuò a far vagare gli occhi, incapace di guardare l'amica, ma Angelina vide una patina sopra gli occhi della ragazza e capì che stava trattenendo le lacrime.

-Ali...-

-Nessuno l'ha obbligato a partire.- disse Alicia con voce roca, se la schiarì e continuò -Ha scelto di andarsene.-

-Sai perché l'ha fatto.-

-Non mi interessa!- tuonò Alicia, fuori di sé -Il motivo non è importante, ha fatto una scelta e dovrebbe imparare a conviverci.-

-Vorresti dire che avresti preferito non avere più sue notizie?- domandò Angelina, portandosi una mano alla bocca come se avesse sentito la peggior cosa al mondo.

-Certo che no.- disse Alicia, vedendola rilassarsi -Ha fatto bene a farsi sentire, così almeno la smetterete di preoccuparvi, però... dirvi quelle cose, sapendo che avrebbero potuto ferire Jared... Non avrebbe dovuto.-

Angelina decise di non ribattere, capendo che l'amica aveva bisogno unicamente di appoggio e nient'altro.

Le si avvicinò e la prese per mano, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

-Torniamo alla festa?-

Alicia le lasciò la mano, ma annuì.







-Qualcosa non va.-

Paul addentò un'altra fetta di pizza, mentre dava un'occhiata alle persone intorno a lui.

Uno dei gemelli stava facendo ridere Katie e Jared con una battuta delle sue, mentre l'altro stava salutando Oliver Baston che era appena arrivato con Nolween Astrom; Christopher aveva avuto un mezzo infarto quando l'aveva vista, lo stesso Christopher che stava bevendo in silenzio il suo succo di zucca accanto a Finn, mentre Leanne parlottava con Tamara ed Agnes, probabilmente di qualche pettegolezzo succulento.

E lui era lì a mangiare tranquillo, seduto sul divano a fiori.

O almeno, dieci minuti prima era tranquillo, prima che Suzanne si sedette accanto a lui a pungulargli il braccio con la forchetta.

-Ehi, ehi, mi stai facendo male.- sbottò Paul, non riuscendo più a trattenersi.

Suzanne ritirò il suo strumento di tortura, ma il suo cipiglio infastidito rimase lì ad aleggiare sul volto.

-Cosa c'è?- domandò lui, finendo la sua pizza.

-Non mi stai ascoltando.- rispose lei -Dicevo che qualcosa non va.-

-Stavo ascoltando, aspettavo solo che continuassi.-

Suzanne finse di crederci e riprese.

-Daphne è strana da quando lei e Katie sono tornate dal giardino.-

Paul cercò con gli occhi l'amica e la trovò intenta a mettere in ordine i tovaglioli e i bicchieri con una minuzia quasi maniacale.

-Chris e Leanne a malapena si parlano e le amiche stangone di Katie sono in bagno da un bel po'.-

Paul sorrise e, guardando Suzanne, il sorriso si allargò ancora di più.

-Sai che mi piace il fatto che adori investigare, ma diventi particolarmente spaventosa quando analizzi tutti. Rilassati, questa è una festa.-

Suzanne posò la forchetta sul piatto e provò a seguire il consiglio di Paul che disse.

-C'è aria di crisi tra Chris e Leanne e sappiamo tutti il perchè.-

Suzanne alzò gli occhi verso l'amico.

-Le amiche di Katie stanno bene e se Daphne ha un problema ce ne parlerà di sicuro.- Paul sorrise, divertito -Comunque è impressionante quanto il tuo rapporto con lei sia cambiato, prima avresti gioito nel vederla triste.-

-Non sono mai stata così cattiva.-

-Oh, sì che lo sei stata.-

Paul le diede una spallata e Suzanne sorrise, ma il sorriso si spense quando Bradley Anderson fece ingresso nel salotto.

-Buon pomeriggio a tutti.-

Gran parte degli invitati gli rispose a stento, mentre qualcuno non proferì alcuna parola.

-Ecco, Paul, questo mi fa gioire.- disse Suzanne ad alta voce, in modo che Brad la sentisse.

Il ragazzo, che si era aspettato un saluto molto più caloroso, si voltò verso di lei e quasi le fece il verso.

-Anatroccolo.- la salutò lui con un finto sorriso -Allo zoo ti hanno dato il permesso di uscire per qualche ora? Sono stati gentili.-

Suzanne, che era vestita con un paio di jeans strappati, un corpetto leopardato e i capelli riccissimi sparati in tutte le direzioni, aveva aperto la bocca per ribattere, ma Paul le mise una mano sopra per farla tacere.

-Brad, ben arrivato.- Daphne gli sorrise e gli tese la mano per presentarsi.

-Daphne Holsen, di persona non ci siamo mai visti.-

-Ma ti conoscevo di fama.- rispose Brad, accenno uno sguardo furbo -La nuova fiamma di Lee Jordan.-

-Ex nuova fiamma.- aggiunse lei, non mostrando la tristezza.

-Lee non è mai stato famoso per la sua intelligenza, ma ha sempre avuto buon gusto in fatto di ragazze.-

Daphne ammiccò al complimento, felice.

-Sempre a importunare le ragazze, eh, Brad?-

Il ragazzo si voltò al suono di quella voce: sull'entrata del salotto c'erano Alicia ed Angelina e Brad quasi si stupì dell'effetto che facevano insieme. Sembravano due modelle.

-Alicia Spinnet.- Brad si avvicinò per salutarla con un abbraccio e, senza tante cerimonie, fece la stessa cosa anche con Angelina che si irrigidì per la sorpresa.

-È... bello rivederti, Brad.- disse Angelina, quando lui la lasciò andare.

-Grazie per la bugia, ma so che non è vero.- Brad si voltò verso il gruppo di persone -So che probabilmente sto antipatico alla maggior parte di voi.-

Nessuno commentò, ma Suzanne tossì una parola che suonava tanto come “vero”.

-Però sono stato invitato dalla padrona di casa e, stranamente, voi mi state quasi tutti simpatici, per cui potremo provare ad andare d'accordo e divertirci almeno per un giorno.-

Furono i gemelli a rompere il ghiaccio.

-Brad, sei più simpatico di Alicia e meno puntiglioso di Angelina.- disse Fred, introducendo il discorso.

-Se riusciamo a sopportare loro, riusciremo a sopportare anche te.- concluse George, lanciando un'occhiata ad Angelina che incrociò le braccia al petto, fingendosi offesa.

-Per non parlare dei gemelli.- se ne uscì Alicia, volendosi vendicare e lanciò uno sguardo complice ad Angelina che disse.

-Non prendono mai niente sul serio, sono irritanti.-

-Oliver è stupido.- commentò con semplicità Katie e Oliver, che era a pochi passi da lei, si imbronciò e disse.

-Katie è...- Oliver cercò di trovare un difetto all'amica, ma non ci riuscì. Katie non aveva difetti.

Tutti risero e la festa riprese, ma George continuava a guardare Oliver che fissava Katie e scosse la testa.

Se ne sarebbe accorto anche Oliver prima o poi.

Nolween colse lo sguardo di George, gli fece un mezzo sorriso e tornò a concentrarsi su Jared che le stava chiedendo qualcosa.

Katie sgusciò via da Oliver e corse verso George che non riuscì a trattenere un sorriso.

-Allora, com'è andata?- chiese lui.

-Daphne ha reagito bene, anche se c'è rimasta male.- Katie fece un cenno dietro di lui -Anche Alicia sembra averlo accettato. Ora tocca a te e a Fred. Trovate una scusa e andate a parlare con Oliver e Jared.-

-Consideralo già fatto, chérie.- disse George, con un accento francese che fece ridere la ragazza, poi fece un cenno al fratello che si avvicinò ad Oliver.











-Cosa succede?- chiese Brad all'orecchio di Alicia che sobbalzò.

Angelina era andata a prendere da bere e si era fermata a parlare con Tamara.

-Scusa.- disse Brad con un ghigno -Sei nervosetta, o sbaglio?-

-Perchè sei venuto? Non l'avresti mai fatto se non avessi qualcosa in mente.- disse Alicia, passandosi una mano fra i capelli.

-Pensi davvero questo di me? Grazie.- Brad era ironico, ma Alicia non si scusò perchè lo conosceva fin troppo bene.

-Hai cambiato argomento.- disse lui e lei si voltò per osservarlo, dubbiosa.

Brad non ricambiò lo sguardo, gli occhi erano in cerca di qualcos'altro, ma ghignò ancora.

-Sarò superficiale e uno snob, ma riesco a capire quando sei triste... o preoccupata, forse?-

-Entrambe.- rispose Alicia con sincerità -Lee.-

-Ah, certo.- Il sorriso si allargò -Riesce a far parlare di sé anche quando è lontano. L'ho sottovalutato. Cos'ha fatto stavolta?- Brad si voltò a guardarla, ma lei rimase impassibile.

-Non è importante. Sono una stupida, penso a Lee quando ci sono problemi più grossi da risolvere. Hai saputo quello che è successo George?-

-Indirettamente sì, anche se i segni di quello che gli è accaduto sono piuttosto evidenti.-

-Al San Mungo non c'è un attimo di tregua per i continui attacchi ai Mangiamorte e hai letto il giornale stamattina?-

-Non sono abbonato alla Gazzetta, è palese che Tu-Sai-Chi controlli anche quella.- replicò Brad, con un'alzata di spalle, come se fosse una cosa normale.

-Meglio sapere come agisce il nemico, non ti pare?- Alicia non attese la risposta e proseguì -I Nati Babbani devono presentarsi al Ministero per dimostrare di essere veri maghi.-

-Veri maghi?-

-I tuoi genitori non la pensano allo stesso? I sanguesporco hanno rubato la magia o qualcosa del genere.-

Brad annuì.

-Avevano detto una cosa simile, sì.-

-Alcuni guaritori “sanguesporco” sono andati al Ministero e non sono più tornati e un paio di settimane dopo ho letto che sono stati misteriosamente trovati morti. Eppure, guarda.- Brad seguì il dito di Alicia -Suzanne sembra rilassatissima.-

-Cosa c'entra lei?- domandò lui, non vedendo il nesso.

-È una nata babbana.- spiegò Alicia come se fosse la cosa più ovvia del mondo -L'avranno già chiamata a presentarsi o, se non l'hanno fatto, succederà presto e quando si presenterà... Beh, non riesco a capire perchè non sia ancora scappata. O è molto coraggioso o è molto stupida.-







-Uff, non è stata un granché come festa.- commentò Fred, dirigendosi con il gruppo lontano dalla casetta lilla per smaterializzarsi.

-Fred!- esclamò Angelina, dandogli un pizzicotto sul braccio.

-Era carina, ma non riusciamo mai a goderci nessuna festa a causa dei nostri problemi.- ritrattò per lui George e Angelina sembrò essere d'accordo.

-Davvero state bene?- chiese Katie, voltandosi a guardare Oliver ed Alicia che camminavano dietro tutti in silenzio.

-Io sì, sto bene. Sono felice per Lee e adesso che sono sicuro che sta bene mi sento più tranquillo.- disse Oliver, guardando Alicia che gli strinse una mano.

-Sto bene anch'io, Ollie, non temere.-

A Katie fece uno strano effetto quella complicità fra i due, ma era contenta che Alicia fosse la ragazza di sempre.

-Credo che Jared si sia arrabbiato.- continuò Alicia, lasciando la mano di Oliver -Penso si senta escluso perchè gli ho detto di accompagnare Nolween e di voler stare un po' con voi.-

-Non penso che l'abbia presa così male.- scherzò Fred e Alicia alzò gli occhi al cielo con un sorriso.

George che stava camminando all'indietro, strizzò gli occhi.

-Qualcuno ci sta raggiungendo.-

-Sarà Jared.- ironizzò Alicia, divertita -Non può stare senza di me.-

-In realtà è Brad.- specificò Oliver che era quello che vedeva meglio.

Bradley corse verso di loro e Angelina e Katie non poterono non notare quanto fosse impeccabile anche sotto sforzo.

George se ne accorse e lanciò, senza farsi vedere, un'occhiataccia a Katie, mentre Fred chiuse gli occhi ad Angelina per prenderla in giro.

-Spinnet, ti accompagno io a casa.- disse Brad, raggiungendoli.

Tutti lo guardarono con un cipiglio accusatorio e lui aggiunse.

-Non ci voglio provare, ciurma. So che è felicemente impegnata con James.-

-Jared.- lo corressero i gemelli, Katie, Angelina ed Oliver.

-Quello che è.-

-Perchè hai detto felicemente con quel tono?- lo accusò invece Alicia.

Lui sorrise.

-Oh, andiamo, davanti a noi puoi anche non fingere. Sappiamo benissimo tutti che provi ancora qualcosa per Lee.-

-Credo che rifiuterò la tua proposta e tornerò a casa da sola.- disse Alicia con un tono tutt'altro che zuccheroso.

-Ehehe, okay, non commenterò più la tua relazione con... Jack!?-

-Jared!- sbottò Alicia, ancora più infastidita.

-D'accordo, devo parlarti. È davvero importante.-

Alicia vide la serietà nei suoi occhi e la sentì nella sua voce, quindi si congedò con gli altri e rimase da sola con Brad.

-Ho un'idea per salvare quella ragazza.-

-Suzanne?-

-Già.- disse Brad -E mi puoi aiutare solo tu, perchè potrebbe essere pericoloso e tu mi servi in caso dovessero scoprirci.-

Alicia incrociò le braccia al petto.

-Perchè lo faresti?-

-Per te.- rispose lui -E per dimostrarti che non sono più la persona di una volta. Quella ragazza non è una tua amica, ma è un'amica di Katie e, beh, noi siamo amici della pulce.-

-Mi hai convinta, qual è il tuo piano?-

-Nascondiamola.-

-Suzanne non andrebbe mai all'estero, per di più da sola.-

-Ho pensato anche a questo.- ribatté Brad, sicuro -Devi solo promettermi una cosa.-

-Cioè?-

Brad prese un bel respiro, pronto a parlare.







-Non ho ancora capito perchè siamo qui.- sbuffò Oliver per la settima volta, stanco di star seduto sull'erba a fare niente.

-In effetti mi sto annoiando.- ammise Fred, strappando qualche filo d'erba.

Erano davanti alla casa di Katie, perché non poteva lasciare Sam da solo quel pomeriggio, ma della pulce neanche l'ombra.

Angelina e George erano andati a chiamarla, mentre Alicia guardava dalla parte opposta.

-Chi stiamo aspettando?- borbottò Oliver, accennando uno sbadiglio -D'accordo che non ho più partite, ma mi piacerebbe allenarmi un po'.-

-Ti hanno mai detto che sei monotematico?- chiese retorico Fred, ma Oliver la prese come una vera domanda e fece per rispondere.

-Vi hanno mai detto che siete insopportabili?- lo interruppe Alicia, voltandosi a guardarli -Davvero, se fossimo stati solo noi tre, non ci sarebbe stato nessun gruppo.-

Fred rise e si alzò da terra, correndole incontro per buttarla sull'erba e per farle il solletico.

-Rimangiatelo.-

Oliver lo raggiunse e fece lo stesso, mentre Alicia rideva come mai aveva fatto.

-Disturbiamo?-

Alicia alzò gli occhi e vide il gruppo di Katie al completo, mentre Brad e i suoi due amici, Henry e Phil, erano più in disparte.

-Uhh, Spinnet con due uomini, che ragazzaccia.- ironizzò Brad e Henry e Phil risero.

-Vedo che ci siamo tutti.- disse Katie affiancata da George e Angelina che, vedendo i tre amici sdraiati uno sull'altro, disse.

-Che state facendo?-

-Niente di interessante purtroppo.- scherzò Fred e Alicia gli diede una spinta per farlo alzare.

-Okay, ora posso illustrare il mio piano.- disse la ragazza, facendo sedere tutti e rimanendo la sola in piedi -Non c'è bisogno di dirvi che sta per succedere qualcosa di terribile.-

-È già successo.- la corresse Katie, facendo un cenno a George.

-Esatto.- concesse lei -Siamo tre gruppi distinti qui, ma bene o male ci sono dei rapporti di amicizia anche al di fuori di questi. Siamo quasi una famiglia allargata e quando un membro ha un problema, allora anche gli altri hanno un problema.-

-Spinnet, arriva al punto.- disse Brad, stanco di aspettare.

-I Nati Babbani non sono più al sicuro e sarà questione di tempo prima che riescano a trovarli tutti e a... farli fuori.- Alicia aveva esitato, ma era meglio essere assolutamente sinceri.

Paul e Finn furono i primi a voltarsi verso Suzanne, seguiti a ruota da tutti gli altri.

-Avete fatto tutto questo per me?- chiese lei -Non ce n'era bisogno.-

-Non sei al sicuro qui.- continuò Alicia, imperturbabile -O diventi una fuggitiva o ti fai aiutare da noi.-

-Ho alternative?- sbuffò Suzanne e Paul le strinse le dita per farla stare zitta.

-No, se vuoi sopravvivere.- Alicia iniziò ad irritarsi -Senti, non lo faccio per te, ma per Katie. Non voglio che perda un'amica.-

-Cosa deve fare?- chiese Agnes, seria.

-Brad.- disse Alicia e lui si alzò.

-No.- commentò subito Suzanne.

-Non ho ancora parlato.-

-Se ci sei tu dietro, è un doppio no.-

Brad ghignò.

-L'idea è di Alicia, ha chiesto a me perchè non sapeva cosa fare.-

Suzanne non replicò, segno che Brad poteva continuare.

-I miei amici ed io viviamo da soli, per cui potresti venire a vivere da uno di noi. Le nostre famiglie sono potenti e, beh, non le migliori del mondo, per cui nessuno sospetterà di noi. Verranno a cercarti dai tuoi amici, ma noi siamo Purosangue e non sanno che siamo dalla tua parte.-

-Non mi fido di voi.- ammise Suzanne, scontenta.

-Per questo ho pensato che i tuoi amici avrebbero accettato di fare lo stesso.- Brad si premurò di spiegare prima di essere nuovamente interrotto -Le nostre case sono grandi e sono anche abbastanza vicine. Avresti i tuoi amici a due passi, ci sarebbero loro a proteggerti in caso impazzissimo all'improvviso.-

-Per voi va bene?- chiese Alicia.

Tutti annuirono, ma Finn scosse la testa.

-La mia famiglia non la prenderebbe bene e farebbe troppe domande. È meglio che io rimanga dove sono.-

-Idem.- disse Daphne -E poi si insospettirebbero se vedessero che tutti gli amici di Suzanne sono spariti nel nulla. Ci penseremo io e Finn a coprirvi.-

-Okay.- Alicia guardò i suoi amici -Ho coinvolto anche voi perchè dovevate saperlo, perchè dovremmo proteggerli tutti insieme. Se scoprono che la nascondiamo, ci considereranno traditori. Purosangue inclusi.-

-È un rischio che dobbiamo correre, no?- Angelina guardò Katie che annuì, grata.

-Grazie.- fu Agnes a parlare -Suzanne non lo direbbe mai, ma apprezza quello che state facendo.-

Suzanne sembrò non apprezzare e spiazzò tutti dicendo.

-Grazie.-

-Passiamo a dividervi.- disse Alicia, nuovamente pratica -Da Henry andranno Tamara e Paul.-

Henry fece un passo in avanti. Era un bel ragazzo, con i capelli neri e lunghi fino alle spalle e gli occhi scuri quanto i capelli.

Paul e Tamara si avvicinarono a lui per presentarsi.

-Poi, vediamo, vediamo.- Alicia indicò Leanne e Chris -Voi due con Phil.-

Phil aveva corti capelli di un biondo sporco, gli occhi azzurri erano piccoli rispetto al suo viso, ma erano vigili.

Suzanne non ci mise molto a fare due più due.

-Devo vivere con lui?- sbottò, indicando Brad che non si offese.

-Ci sarà Agnes con te.- disse Tamara, ma l'amica non si rilassò affatto.

-Direi che potete andare.- continuò Alicia -Forse dovreste avvertire le vostre famiglie prima.-

I primi a smaterializzarsi furono Henry, Tamara e Paul, seguiti a ruota da Phil, Leanne, Chris, Brad, Suzanne e Agnes.

Rimasti soli, Katie disse.

-Siete sicuri che vada a tutti bene?- guardò i gemelli -Voi avete già i vostri problemi e non voglio che la vostra famiglia abbia altri guai per colpa nostra.-

-Uno in più, uno in meno.- disse Fred, facendo spallucce.

-Siamo amanti del rischio.- aggiunse George, accennando un sorriso divertito.

-Venite da me.- disse Katie, prendendo per mano George -Ho fatto una torta al cioccolato buonissima.-

Fred mise un braccio attorno alle spalle di Alicia, seguendo George e Katie, mentre Oliver porse un braccio ad Angelina e lei, sorridendo, si appoggiò alla sua spalla.

E tutti camminarono in silenzio, godendosi quell'attimo di tranquillità.





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Gli esami sono finiti... *parte motivetto di Venditti*

Pubblico un nuovo capitolo e probabilmente sarà l'ultimo prima di settembre.

Starò via per tutto agosto e i primi di settembre ho altri esami, ma spero di pubblicare almeno un capitolo per metà settembre.

Su questo non c'è molto da dire.

Un capitolo easy, ma allo stesso tempo le acque iniziano a muoversi e la divisione in casa sarà abbastanza importante, soprattutto in seguito.

Beh, spero sia tutto abbastanza comprensibile xD

Grazie mille a tutti coloro che continuano a seguire questa storia <3 Grazie, grazie e grazie!!

Se non dovessi pubblicare prima, buone vacanze a tutti <3

Un bacione :3

LEANNE:Image and video hosting by TinyPic CHRIS:Image and video hosting by TinyPic PAUL:Image and video hosting by TinyPic FINN:Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38



La pioggia batteva incessantemente sul tetto della casina e i tic tic rimbobavano all'interno dell'abitazione silenziosa.

Lee stava facendo velocemente colazione, pronto per uscire all'aperto, malgrado il tempaccio, per raccimolare qualcosa di buono da mettere sotto i denti.

Era ancora mezzo addormentato, ma ogni centimetro del suo corpo era all'erta come sempre; aveva sentito parlare dei Ghermidori e avrebbero potuto farlo fuori giusto per divertimento... Se poi avessero scoperto quello che aveva intenzione di fare.

Lasciò vagare lo sguardo attraverso le quattro mura della casa.

Era piccolina all'esterno, ma abbastanza grande per lui all'interno.

Lupin gliel'aveva prestata non appena lui gli aveva confessato di voler viaggiare (non aveva usato il termine “scappare” perché sarebbe stato difficile spiegare da chi stava scappando) e gli aveva raccontato di come quello fosse il suo rifugio durante le notti di luna piena che trascorreva lontano da Hogwarts.

Benché Lupin gli avesse confessato di averla distrutta più volte e di averla riparata anche di più, Lee aveva notato dei segni di unghiate vicino alla porta d'ingresso, sul tavolo che spesso traballava e anche vicino alla finestra della cucina, piccola, ma molto accogliente.

Lee si alzò dal tavolo e quasi sobbalzò quando sentì un tintinnare sospetto, poi alzò gli occhi al cielo e lanciò un'imprecazione: tutte le mattine la stessa storia, proprio non riusciva a ricordarsi che quel rumore era provocato dal braccialetto che toccava la sua tazza per il succo di zucca.

Già, il braccialetto.

Una stringa per scarpe che teneva stretto al suo polso una graziosa fenice, quella che aveva regalato ad Alicia e che lei gli aveva restituito.

Aveva rotto involontariamente la catenina durante la sua corsa a casa per preparare le valigie, ma il ciondolo l'aveva portato con sé, così come qualche foto della sua famiglia e del suo gruppo.

Sopra il comodino del suo letto c'erano una foto dei suoi genitori che lo tenevano in braccio quando aveva a malapena due anni, poi c'era una foto dei nonni, scomparsi da tempo, ma sempre presenti e una vecchia e sgualcita del signor Burrow.

L'altro comodino era tutto dedicato ai suoi amici: Katie, abbracciata ad Oliver, così piccola che sembrava scomparire nel suo abbraccio, Angie e i gemelli inseparabili come sempre e Alicia che squadrava il Lee di un tempo per via di un vecchio litigio.

Poco più in là c'erano foto più o meno recenti, Katie più donna, Alicia che lo teneva per mano, Fred che baciava Angie e George e Oliver quasi distanti.

C'era anche qualche foto con Jared, quando ancora erano uniti e vicini.

Lee scosse la testa per scacciare via il pensiero di tutto quello che si era lasciato dietro e posò la tazza nel lavello.

Si legò i capelli e si preparò velocemente, pronto per le sue ricerche quotidiane, quando una lince argentea passò davanti alla sua finestra, in cerca di qualcosa.

Lee sorrise e, bacchetta alla mano, uscì con cautela dalla casa, usando un incantesimo per proteggersi dalla pioggia.

Non appena il ragazzo fu abbastanza lontano, la casa divenne invisibile e scomparve anche dalla sua vista.

Lee diede un'occhiata alla zona per ricordarsi dove tornare una volta finite le sue commissioni e la lince argentea, non appena lo vide, si avvicinò.

La voce di Kingsley, profonda e rassicurante come sempre, lo avvertì del suo arrivo e di quello di Lupin e Lee capì che tutto era pronto per avviare il progetto di Radio Potter.

Kingsley gli disse di inviare una risposta per essere sicuro che fosse un momento opportuno, poi la lince, una volta recapitato l'intero messaggio svanì, dissolvendosi fra le gocce di pioggia.

Lee, che era diventato particolarmente bravo con gli incantesimi non verbali, mosse la bacchetta e il suo Patronus gli comparve davanti velocemente.

Ci aveva messo tutta l'estate per creare un Patronus corporeo e sia Lupin sia Kingsley si erano rivelati due eccellenti insegnanti.

Il ragazzo, che non aveva mai brillato durante i suoi studi, aveva fatto dei progessi notevoli, soprattutto grazie a loro due e ovviamente al fatto che, vivendo da solo, aveva dovuto contare solo sulle proprie forze.

Era stato terribile all'inizio: trovava poche razioni di cibo e lo cucinava in maniera schifosa.

Si era spaccato quasi sempre, senza grandi conseguenze e gli incantesimi di protezione si erano rivelati inutili anche contro insetti e animali di piccole dimensioni.

Aveva pensato di tornarsene a casa, ma l'idea di far la figura dello scemo e dell'inetto l'aveva fatto desistere e, provando e provando, adesso qualsiasi incatesimo risultava semplice ed efficace.

Trasmise la risposta e la sua piccola fenice argentea volò via, pronta a riportare il suo messaggio.









Nolween dovette bussare un paio di volte prima che qualcuno le andasse ad aprire.

Si era aspettata una donna matura con gli stessi occhi del figlio e, magari, la stessa energia che Oliver aveva quando giocava, mentre invece la giovane ragazza che la fissava come si fissa un alieno era ben diversa.

Era piccolina ed esile, con i capelli cortissimi e quando sorrise mostrò un sorrisetto furbo e malizioso, che Oliver non avrebbe neanche mai immaginato.

Nolwenn notò subito la lieve rotondità sul davanti, anche perché la ragazza sembrava fare di tutto per mostrarla con la canottierina leggera e i pantalocini color cachi che indossava.

Nolween pensò il peggio: era da un po' che non vedeva né sentiva Oliver, c'entrava forse la misteriosa ragazza incinta?

-Ehm, cercavo Oliver Baston.- disse Nolween, con voce incerta.

La ragazza sorrise ancora di più, gli occhi le brillavano come se le avesse dato la più bella delle notizie.

-È in camera sua.- rispose con una vocetta divertita, lasciandola entrare. Sembrò studiarla un po', poi si batté una mano sulla fronte con fare scenico e disse.

-Tu devi essere la modella, vero? Una delle pretendenti del mio fratellino.-

Nolween si aprì in un sorriso e annuì.

-Sono Nolween.-

-Ally.- la ragazza allungò una mano che Nolween strinse.

-Ollie non mi aveva detto di avere una sorella.-

-Mio fratello non ha altri argomenti all'infuori del Quidditch.- rispose quella, facendo spallucce -Si accorgerebbe di me e Kyle solo se fossimo rossi e rotondi come le Pluffe.-

Nolween rise e Ally la seguì.

-Sai dov'è la sua stanza?-

-No.-

Ally la analizzò da capo a piedi nuovamente e le indicò la terza porta sopra le scale.

Ringraziandola con un mezzo sorriso, la ragazza procedette verso la camera di Oliver e bussò con decisione.

Oliver ci mise poco ad aprire con indosso solo un paio di pantaloni del pigiama.

Alla vista del petto nudo, Nolween arrossì come una bambina, ma ovviamente l'amico non notò alcun cambiamento.

-Ehi, ciao! Cosa ci fai qui?-

-Mi fai entrare?- chiese lei con un sorriso -Non mordo.-

Oliver si tolse dalla porta per farle spazio e chiuse la porta oltre di loro.

La camera del ragazzo era molto grande e spaziosa: era impossibile dire di che colore fosse la carta da parati, perché ogni cosa era ricoperta con poster di squadre di Quidditch, in prima linea, ovviamente, il Puddlemere United.

Il letto a due piazze era provvisto di lenzuola e coperte con giocatori che sfrecciavano qua e là, mentre la piccola scrivania ospitava una serie infinita di modellini e appunti, probabilmente tattiche da gioco.

Appese alle pareti e al soffitto, c'erano modellini di scope da corsa rare e Boccini, Pluffe o Bolidi antichi sicuramente da collezione.

Oliver aveva osservato lo sguardo della ragazza per tutto il tempo, ansioso di conoscere il suo parere.

-Allora?- chiese poi, quando Nolween si riconcentrò su di lui.

-Sono finita nella camera di mio cugino.- soffiò lei, incredula -Ha cinque anni.- disse poi, a mò di spiegazione.

Oliver si offese e lei scoppiò a ridere.

-Scherzavo, Ollie, sospettavo che la tua camera fosse così. Insomma, oramai ti conosco bene, ma mi hai davvero sorpreso. Il Quidditch per te è molto di più che una passione, è... la vita, penso.-

-Già.- ammise lui, facendola sedere sul letto e mettendosi accanto a lei -Mi cercavi per qualche motivo in particolare?-

-Quella di sotto...- iniziò lei, indicando la porta.

-Ah, Ally. È mia sorella.-

-È incinta.- dichiarò Nolween, non per offenderla, ma per appurare che anche Oliver se ne fosse accorto. Ingenuo com'era, poteva benissimo pensare che avesse messo su qualche chilo.

-Ally torna a casa unicamente quando ha un problema e anche stavolta ha sconvolto la mia famiglia con un pasticcio dei suoi. I miei sono un fascio di nervi.-

-Mi dispiace.- disse Nolween con sincerità -Comunque volevo solo passare a trovarti. Sai, non ci vediamo da un po' e ho pensato che fosse a causa mia.-

-Perché mai?- domandò lui, come caduto dalle nuvole.

-Lo sai.- Nolween alzò gli occhi al cielo -Il bacio.-

-Oh.-

-Ti ho lasciato un po' di spazio, ma poi è scoppiato tutto questo putiferio con Tu-Sai-Chi che è tornato e mio padre che vuole lasciare l'Inghilterra.-

Oliver sbarrò gli occhi.

-Davvero?-

Nolween annuì.

-Ha paura e non vuole rimanere qui quando scoppierà la guerra.-

-Beh, almeno sarete al sicuro. È una buona cosa.-

-Non andrò con lui.- disse Nolween con decisione -Qui ho tutta la mia vita, i miei amici e te...-

-Nolween...-

-Lo so.- La ragazza interruppe, perché sapeva dove voleva andare a parare.

Dopo quel famoso bacio Oliver era stato distante fino a quando non si era precipitato a casa sua per dirle che non voleva complicare le cose. La ragazza aveva pensato che lui avesse scelto Katie e gliel'aveva detto, ma lui aveva scosso il capo, affermando di aver detto le stesse cose anche all'amica.

Nolween si era chiesta se effettivamente Oliver le avesse detto le stesse cose.

A lei aveva detto che dovevano rimanere solo amici, perché non sarebbe mai riuscita a vederla in nessun altro modo e che non avrebbe mai ricambiato quel genere di sentimenti.

A Katie cos'aveva detto?

-Ehi, tutto bene?-

Nolween si risvegliò dai suoi pensieri e vide gli occhioni nocciola di Oliver che la fissavano con aria interrogativa.

-Non rimango perché ho intenzione di provarci ancora con te, sei stato chiaro a sufficienza. Era il primo rifiuto che ricevevo e, credemi, non vorrei rivivere l'esperienza.-

-Mi dispiace.-

Nolween fece un gesto con la mano.

-Fa niente. Rimango perché è giusto rimanere. Bisogna affrontare le proprie paure, scappare è da codardi. Mio padre è un brav'uomo, ma scappare non servirà a nulla. Se Tu-Sai-Chi dovesse trionfare nessun luogo sarebbe sicuro e credo che noi possiamo fare la differenza. Non siamo Babbani.-

Oliver si stizzì.

-Non era un commento razzista, è la realtà. Noi siamo maghi e forse non saremo Harry Potter, ma abbiamo le abilità per affrontare i seguaci di Tu-Sai-Chi e vincere. Tutti insieme possiamo farcela.-

Oliver le mostrò un sorriso gigante e Nolween lo ricambiò senza indugio.

-Ma tuo padre non ti permetterà mai di rimanere.-

-Sono plurimaggiorenne, non potrà mai obbligarmi a partire e poi voglio fare qualcosa e agire. Voglio... voglio sentire di aver contribuito a sconfiggerlo.-

-Sai perché non mi sono più fatto vedere?- Oliver attese un suo cenno e continuò -Mi prometti di non dire niente a nessuno?-

-Lo prometto.- Nolween appoggiò una mano sul cuore.

-Un'amica di Katie è una Nata Babbana e per la sua sicurezza stiamo nascondendo lei e i suoi amici in modo che non si senta sola. Conosci Bradley Anderson, immagino.-

Nolween sembrò scrutare il lampadario.

-Sì, vagamente.-

-Lui e i suoi amici hanno messo a disposizione le loro case per poter salvaguardare gli amici di Katie, ma non possono muoversi più di tanto per non essere scoperti. Così gli altri ed io li aiutiamo. Procuriamo da mangiare, vestiti... ogni genere di cosa che possa servire loro.-

-È un progetto magnifico.- disse Nolween -State facendo una cosa bellissima e pericolissima al tempo stesso.-

-Un'idea di Alicia.-

-Quella ragazza è un mito.-

Oliver sorrise.

-Vi dispiace se mi unisco? Ci terrei davvero tanto.-

-Una mano in più è sempre ben accetta... anzi, due.-









George tamburellò le dita sul bancone del negozio, guardandosi intorno con fare annoiato.

Verity serviva i pochi clienti della giornata, mentre Fred si stava occupando personalmente di alcune consegne e non sarebbe rientrato prima di un'ora.

Quando il campanello della porta suonò, George voltò lo sguardo, pronto ad accogliere il nuovo cliente e si stupì di trovare di fronte a sé Angelina.

Aveva i lunghi capelli stretti in una coda alta ed indossava un leggero vestito blu che le donava parecchio.

-Angie!-

La ragazza sorrise e si avvicinò al bancone.

-Se sei venuta a cercare Fred, mi dispiace, ma l'hai mancato di poco e non tornerà tanto presto.-

-Oh.- Angelina stropicciò le labbra -D'accordo, ero solo passata per ridargli questo, ma non importa.-

La ragazza mostrò un anellino grazioso e George lo riconobbe, perché ricordava Fred che se lo rigirava fra le mani con l'intenzione di regalarlo ad Angelina.

-Tu e Alicia siete così simili.- ammise lui -Finisce una storia e il vostro primo pensiero è quello di restituire i regali ricevuti.-

-Non sono semplici regali e lo sai bene. Il mio anello e la collana di Alicia avevano significati ben più profondi.-

George cercò il suo sguardo e fu serio quando disse.

-Se glielo ridai, per lui significherà che la vostra storia è davvero finita.-

-È così.-

George abbozzò un sorrisino tirato.

-Non mentire, Angie, non con me. Non è necessario, perché ti capisco come poche persone nella vita.-

La ragazza sospirò e infilò l'anello nella borsetta.

-In realtà, se proprio devo essere sincera, non so più... non so più cosa provo.-

George provò a capire e Angelina continuò.

-Amerò per sempre Fred. È stato il mio primo amore e... tutti i momenti passati insieme me li porterò sempre con me, perché sono stati importantissimi e bellissimi, ma non so se sia giusto continuare ad amare un ragazzino. Capisci quello che voglio dire? Io sono cresciuta, sono maturata e, non è per presunzione, ma sono una donna oramai. Fred è molto lontano da essere un uomo.-

-Fred sa quello che senti?-

Angelina annuì.

-Tutto questo gliel'ho fatto presente, ma hai visto come si è comportato al matrimonio. Lo so che l'ha fatto per farmi reagire e ci è riuscito, ma non nel senso che crede lui.-

George appoggiò i gomiti al bancone e si avvicinò ad Angelina.

-Cioè?-

Non voleva che Verity sentisse, perché probabilmente avrebbe raccontato tutto a Fred per ripicca nei confronti di George che l'aveva scaricata.

-Non ero gelosa.- Angelina strabuzzò gli occhi -Forse un po' lo ero, forse anche più di un po', ma soprattutto ero ferita ed arrabbiata per il fatto che non avesse assolutamente capito ciò che intendevo. Non mi servono dimostrazioni di affetto, lo so che ci tiene a me e che mi ama. Mi occorre accanto un uomo, una persona adulta con cui affrontare la vita vera, non la scuola, i compiti e le punizioni per aver disobbedito alle regole di Hogwarts. Queste cose le ho già vissute e superate. Credi che anche a me non piacerebbe tornare a quei tempi? Tutto sembrava così facile! Era facile capirci e fare pace, perché trascorrevamo ogni minuto insieme. Potevamo fare di tutto senza eccessive ripercussioni perché avevamo i professori a proteggerci, ma adesso, soprattutto adesso, siamo da soli perché siamo grandi abbastanza per affrontare tutto senza l'aiuto di nessuno. Siamo cresciuti tutti, perfino la piccola Katie è diventata una ragazza meravigliosa, ma tuo fratello... lui non ha fatto un passo in avanti. E mi dispiace dirlo, perché io non voglio cambiarlo, lo adoro così com'è, divertente e fuori di testa, ma...-

-Lo vorresti più maturo.- la interruppe George che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.

-Sì.- Angelina lo guardò negli occhi -Tu sei cresciuto. Riesci ad essere spiritoso come sempre, ma allo stesso tempo sei maturato moltissimo in questo periodo. Una volta eri un po'... sottomesso a Fred, mentre invece adesso hai trovato la tua strada ed il tuo vero io senza tuo fratello, pur rimanendo legatissimo a lui. Vorrei che anche Fred ce la facesse, è chiedere troppo?-

George scosse la testa.

-No, ma dimentichi che io sono sempre stato quello un po' più tranquillo fra i due. Forse per Fred ci vorrà più tempo, ma credo che metterà la testa apposto per non perderti. Pensa a quello che ha detto di Alicia a Lee. Il vecchio Fred se ne sarebbe fregato, perché se una questione non riguardava me o te, non riguardava nemmeno lui. Ora si preoccupa un po' di più, l'avrai notato. Avresti mai detto che Alicia sarebbe diventata la sua protetta?-

-No.- ammise Angelina -Anche se come carattere si assomigliano parecchio quei due. La tua protetta è la pulce, immagino.-

-Me la devo contendere con Ollie, però.- ironizzò George, ma Angelina sorrise appena.

-Ehi, guarda che anche tu sei la protetta di qualcuno, Angie.- disse George, sorridendo -Lee farebbe di tutto per te.-

-Lo so.- Angelina sorrise, felice -Senti, se ti chiedessi di prendere qualcosa da bere con me alla Testa di Porco, accetteresti?-

-E me lo chiedi?- George fece un fischio a Verity che si voltò con fastidio -Faccio due salti alla Testa di Porco, pensaci tu, okay? E se ritorna Fred, digli di raggiungerci.-

Angelina sembrò irrigidirsi, ma George disse.

-Come ai vecchi tempi, Angie. Fred, tu ed io.-

E Angelina si aprì nuovamente in un sorriso.









Katie, dopo aver aiutato sua madre al negozio, tornò a casa, decisa a farsi una doccia rilassante e a starsene un po' per conto suo.

Suo padre e la sua nuova mogliettina stavano risistemando la loro nuova casa e, quando Katie l'aveva appreso, aveva borbottato commenti antipatici, perché dopo tutto quello che stava accadendo nel mondo il loro unico pensiero era quello di iniziare la loro nuova vita insieme.

Sam, ovviamente, era con loro e faceva di tutto pur di farsi coccolare dalla nuova vice-mamma, mentre Katie invece, ogniqualvolta che Eliza provava ad avvicinarsi a lei per avere qualche contatto e diventare amiche, trovava sempre qualche buona scusa per starle lontana.

Lo sapeva di ferirla e di ferire suo padre, ma quello era il suo modo contorto per non ferire sua madre, benché lei fosse assolutamente felice per l'ex marito e benché fosse in ottimi rapporti anche con Eliza.

Era sera, ma Katie sapeva che sua madre non sarebbe tornata prima di mezzanotte, così, quando sentì un rumore al piano di sotto, raggelò sul posto.

Era in accappatoio e aveva usato la sua bacchetta per tirarsi su i capelli e non bagnarli, ma fu veloce a prenderla, benché tremasse di paura.

Scese le scale, i rumori che si facevano sempre più forti e udì un suono di passi che le fece venire i brividi, ma procedette ugualmente, pronta ad affrontare chiunque fosse entrato in casa sua.

La cucina era buia e l'ombra che si stava muovendo fra i mobili teneva in alto la propria bacchetta per farsi luce.

Quando Katie vide il volto dell'ombra urlò.

-George, accidenti!-

La ragazza accese le luci della cucina e il ragazzo spense la bacchetta con un sorriso.

-Mi hai spaventata a morte!-

-Scusa.- pigolò lui, mezzo divertito -Volevo farti una sorpresa, ma poi ho visto che era tutto buio e ho pensato che stessi dormendo. Stavo per salire in camera tua.-

-Come ladro faresti schifo.- ammise lei, rilassandosi -Hai il passo leggero quanto quello di un'elefantessa incinta!-

George mise via la bacchetta e Katie fece lo stesso, infilandosela nella tasca dell'accappatoio.

-Siamo soli, vero?-

-Tutto tranquillo.- disse lei, avvicinandosi per stampargli un bacio sulla bocca -Com'è andata la giornata?-

-Benone.- George fissò la cucina -Ma tua madre dov'è?-

-Al negozio. Non capisco cosa diavolo faccia fino a tardi, ma penso che abbia paura di ritrovarlo distrutto se lo lascia per qualche minuto. Torna a casa tardissimo e si sveglia prestissimo. Fa così tutte le volte.-

-Perché?-

-Perché non ha altro che quel negozio!- disse Katie con semplicità -Per avermi non ha finito gli studi e senza un titolo non può fare molto. Ho paura che stia impazzendo a stare qui.-

George la abbracciò e Katie dimenticò tutto subito.

-Tuo padre come sta?-

-Lui sì che se la spassa.- rispose lei con astio -Moglie da urlo e casa nuova. L'unico suo problema è Sam, ma bastano due moine per ammaestrarlo.-

George rise e la allontanò per guardarla.

-Quando ti arrabbi diventi ancora più carina.-

-Mi stai facendo un complimento perché hai combinato qualcosa?- provò lei, sorridendo.

-No, lo penso davvero, ma visto che siamo in vena di confidenze oggi ho passato del tempo con Angie. Mi ha parlato della sua alquanto tragica situazione con mio fratello e ho provato a farla sentire meglio.-

Katie sorrise ancora.

-Non ti devi mica giustificare!- la ragazza gli allacciò le braccia attorno al collo -Hai fatto bene a farle tirare fuori tutto. Angie ha bisogno di qualcuno con cui parlare. Prima c'era Alicia, ma tra il lavoro e il suo strambo triangolo amoroso non credo che abbia tempo per stare dietro ad Angie.-

George si spinse in avanti per baciarla e Katie sorrise nel bacio.

-Credevi che ti avrei lanciato una fattura, vero?-

-Vero.- ammise lui -Ma forse mi ero dimenticato di quanto tu sia fantastica.-

Katie si buttò nuovamente addosso a lui e lo riempì di baci e George la strinse a sé e la baciò con dolcezza.

I baci stavano diventando via via sempre più profondi e Katie aveva notato che l'accappatoio si era allentato senza George l'avesse sfiorato.

La ragazza aprì gli occhi, continuando a baciarlo e, quando lui notò il suo sguardo dopo aver aperto i suoi, si fermò.

-Scusa.- disse nuovamente lui -Rallentiamo.-

-No, non è quello.- ammise Katie, diventando rossa.

-Cosa?- George le prese una mano, ma Katie tenne gli occhi a terra.

-No... Non voglio che rallentiamo.- soffiò lei e, non sentendo alcuna risposta da parte del ragazzo, alzò lo sguardo e vide la sorpresa negli occhi di George.

Ma c'era dell'altro.

Sorpresa e... felicità, forse?

-Katie, non ti far prendere dall'atmosfera.- disse lui, bloccandola -Vediamoci un film babbano e mangiamo qualcosa. Per me va bene tutto, basta che stiamo insieme.-

-Non è quello che vuoi?- mormorò Katie, dispiaciuta.

Era chiaro che non volesse, lei era la piccola pulce, non l'avrebbe mai vista come una donna.

-Sono un ragazzo e mi piaci da impazzire, quindi è naturale che io voglia farlo.- George indugiò sul corpo di Katie, laddove l'accappatoio lasciava intravedere tutto -Ma per te è una cosa grossa e, insomma, devi essere sicurissima prima di fare qualcosa di simile con una persona. Devi essere profondamente legata a quella persona e...-

-Lo sono.- disse Katie, con decisione -Sono sicurissima e sono profondamente legata a te e lo sai. Credevo che tu volessi.-

-Lascia perdere quello che voglio io.- George non sapeva più come farle capire che quella era una scelta importante -Tu cosa vuoi?-

Katie si era stancata di parlare, prese l'altra mano a George e lo tirò a sé per baciarlo, poi gli fece segno di seguirlo in camera e George non disse più nulla.

Non doveva più dire nulla, perché Katie era una ragazza intelligente e matura abbastanza per capire che la decisione che aveva appena preso l'avrebbe cambiata per sempre.

Li avrebbe cambiati per sempre, perché dopo aver condiviso tutto con una persona si rimane legati per tutta la vita.

E George e Katie non avrebbero fatto eccezione.













-Hai un... quattro?-

Fred scoppiò a ridere e scosse la testa.

-Non devo dirti che carte ho, mamma! Stiamo giocando a un altro gioco ora.-

Molly sbuffò, spazientita, e buttò le carte sul tavolo come a chiudere la partita.

-Mamma!-

-Questi giochi babbani non li capisco proprio. Tuo padre è più bravo di me, gioca con lui. Io preparo la cena.- disse la signora Weasley, alzandosi dal tavolo e correndo verso il frigorifero.

-Ahh, non sai perdere.- scherzò Fred, rimettendo apposto le carte con un colpo di bacchetta -Bill, partitina?-

Il fratello, che stava allegramente coccolando Fleur, fece segno di no con la testa e tornò alla sua occupazione.

Suo padre, lasciato il giornale da parte, stava sussurrando qualche parola dolce alla moglie e Fred sbuffò, sentendosi di troppo.

Era più bello quando in casa c'erano anche George, Ron e Ginny.

Era davvero improbabile vedere Ron sbaciucchiarsi con una ragazza e Ginny sussurrare qualche carineria a un ragazzo.

Certo, se avesse potuto, Fred avrebbe fatto altro con la propria ragazza. Anzi, non ragazza, con Angelina, perché lui sapeva che non avrebbe mai guardato nessun'altra.

Da quel punto di vista era molto simile a Lee: Fred sapeva che l'amico non avrebbe mai amato nessuno come Alicia, mentre per la ragazza era stato facile innamorarsi di Jared.

George, sebbene Fred non ne fosse sicuro, aveva dimenticato Angie e Katie avrebbe ben presto guardato avanti e si sarebbe lasciata indietro il suo amore non corrisposto per il Capitano.

Angelina avrebbe fatto lo stesso? Lo avrebbe dimenticato, innamorandosi del primo idiota che l'avrebbe stretta e baciata come un tempo faceva lui con lei?

Fred sentì un enorme peso allo stomaco alla sola idea che un imbecille qualunque potesse toccare la sua Angelina.

Fu distratto dall'arrivo di George e, dopo le normali indagini sulla sua identità, il fratello si sedette accanto a lui e gli diede una pacca sulla spalla.

-Ehi, stai bene?-

-Certo.- Fred fece spallucce, poi lo guardò -Sei diverso.-

-Come diverso?-

-Non so in che modo, ma è così. Sei...- Fred frugò nella mente, alla ricerca della parola esatta -Diverso.-

-Ah, beh, ora sì che ho capito.- disse George, ridendo.

Fred lo vedeva negli occhi, c'era qualcosa che prima non aveva notato. Speranza? Felicità? Qualcosa di simile, eppure...

George prese il giornale e spalancò gli occhi quando vide l'articolo in prima pagina.

-Che è successo?- chiese Fred, dimenticandosi della diversità del fratello e di colpo allarmato.

-Papà, non hai letto il giornale?- domandò George, sconvolto.

-Non ancora.-

-E non avete notizie da quelli dell'Ordine?- continuò ancora lui, cercando lo sguardo di Bill che ora era serio e quello dei genitori, nervosi.

Fleur tremava leggermente, pronta al peggio.

-Lupin e Kingsley sono dal vostro amico Lee.- mormorò il padre, teso -Torneranno a momenti.-

-Cosa diavolo è successo?- sbraitò Fred, isterico.

-Harry, Ron e Hermione sono entrati al Ministero oggi.- disse George, mostrando a tutti la pagina del giornale -Stanno bene, ma dicono che Yaxley li ha seguiti.-

Tutti trattenero il respiro, ma Fred fu veloce.

-Se li avessero presi, lo sapremmo già. Le cattive notizie sono sempre le prime ad arrivare.-

Tutti concordarono e quasi sospirarono di sollievo.

-Ma Grimmauld Place non è più un luogo sicuro.- continuò George e Fred notò per la prima volta l'immagine della casa di Sirius raffigurata nella pagina -La stanno perquisendo.-

Fred capì dove voleva arrivare il fratello: l'Ordine aveva perso la propria sede, dove tante volte si erano riuniti con Sirius, Moody e Silente.

Un altro pezzo di vita veniva strappato loro senza possibilità di replica.









-C'è una sola Nata Babbana, ma tutti gli altri sono dalla sua parte, quindi sono contro il nuovo regime dell'Oscuro Signore.-

-Capisco.- disse una voce profonda -Forniscici più dettagli e poi li attaccheremo. Il Signore Oscuro ci ricompenserà di certo.-

Un'altra voce, più tagliente, rise divertita.

-Non c'è problema. Pensano che sia dalla loro parte.-

-Eccellente, puoi andare.- disse la prima voce, ma la seconda voce parlò prima che se ne andasse.

-La Nata Babbana... lasciala a me.-

-Sarà fatto, signore.-









Spiegazioni, varie ed eventuali:

Strano, eh?

Avevo detto che il prossimo capitolo sarebbe stato a settembre, ma visto che riparto domani sono riuscita a trovare il tempo per pubblicare prima di riprendere le ferie.

Innanzitutto il capitolo, da come avrete capito, si colloca agli inizi di settembre, proprio quando il trio entra al Ministero, per questo Ginny non è a casa, è a Hogwarts ovviamente.

Il progetto Radio Potter è ufficialmente partito e abbiamo visto anche uno spaccato della tipica giornata di Lee, che finalmente è in grado di evocare un Patronus!

Avevate visto come le cose si erano chiarite dopo il bacio fra Oliver e Katie, ma mai come si erano chiarite fra Oliver e Nolween, quindi in questo capitolo l'avete scoperto.

Angelina ha rivelato come si sente veramente, benché la sua confusione sia palese.

Katie e George... Che dire, sono una coppia da un po' di tempo (secondo i miei calcoli da quasi quattro mesi!) e Katie non è più una bambina.

Certo ha fatto un passo importante (era la prima volta, ricordiamocelo), ma era sicura della sua scelta.

Infine, l'ultima scena: volevo parlare della famiglia Weasley, dei pochi momenti di tranquillità che vivono insieme e così è stato.

Fred pensa costantemente ad Angie, ma cerca di mostrarsi sempre forte in ogni caso.

Ultissima scena: no comment xD

ps. Non ricordo se avevo già dato un nome alla matrigna di Katie. Spero di no, ma nel caso mi sbagliassi prendete come buono il nome Eliza, che mi piace molto xD

Grazie ancora tutti per l'affetto con cui mi seguite <3

Un bacione grosso :3

E questa volta sì che ci sentiamo a settembre! :P

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***


Capitolo 39





-Quante ne abbiamo ancora?- chiese Fred, stanco, facendo volare via un altro gufo.

George diede un'occhiata alla pergamena che aveva con sé e, spuntando con piuma d'oca la lista, gli lanciò uno sguardo divertito.

-Quello era l'ultimo ordine della giornata, fratello.-

-Merlino, ti ringrazio!- disse Fred, chiudendo la finestra con un tonfo e accasciandosi sul letto più vicino -Odio lavorare di sera.-

-Sei tu che hai proposto di inviare gli ordini anche a quest'ora.- disse George, sedendosi ai piedi del letto e sorridendo -Abbiamo sempre meno lavoro, com'è giusto che sia di questi tempi, per cui dovresti essere felice di riuscire ancora a fare soldi.-

-Lo sono, ma sto lavorando alla pari di un elfo domestico in questo periodo.-

George alzò le sopracciglia e Fred ghignò divertito di fronte a quella reazione.

-Se zia Muriel dovesse scoprire che facciamo partire le spedizioni anche da qui, ci ucciderà.-

Fred fece spallucce e chiuse gli occhi.

-Ci occorre una doppia sede e quella bisbetica è troppo indaffarata a lamentarsi con la mamma di ogni cosa per prestare attenzione a noi.-

George non rispose e Fred aprì un occhio per osservarlo e chiedergli a bruciapelo.

-Tu e Angelina passate tanto tempo insieme in questo periodo, sbaglio?-

-No.- George attese che il fratello continuasse, ma Fred rimase impassibile, quindi azzardò e disse -Perché me lo chiedi?-

-Giusto per sapere.-

-Parliamo e basta.- disse George, cauto.

-Ehi, non occorre che mi spieghi niente.- Fred sorrideva e George notò che sembrava un po' più rilassato -So che siete amici, migliori amici, e che lei ha davvero bisogno di te in questo momento.-

-Fa male, vero?- chiese George, benché conoscesse già la risposta.

Fred finse di non capire e il fratello aggiunse.

-Sei il suo migliore amico anche tu, ma sei stato anche il suo ragazzo e non può venire più a sfogarsi da te, visto che sei tu la causa del suo malessere. Fa male non poterla aiutare? Non essere più il primo da cui va per poter star meglio?-

Fred piegò le labbra in una pessima imitazione di un sorriso e provò a ridere.

-Già, qualcosa del genere, ma mi fido di te e so che tornerai a farla sorridere.-

George fece per parlare ancora, ma sentirono dei pesanti rumori al piano di sotto e si alzarono quasi all'unisono per correre giù dalle scale e vedere cos'era successo.

-Papà! Che ci fai qui?- domandò George, preoccupato.

-Non dirmi che sei venuto a sgridarci per via delle spedizioni via gufo, vero?- chiese Fred, ironico -Ci occorre una succursale, la nostra azienda si sta espandendo e...-

-Fred, zitto, non si tratta dei vostri affarri.- Il padre sembrava preoccupato, quasi più vecchio della sua età -Ron è tornato a casa.-











Suzanne chiuse la Gazzetta del Profeta e sospirò.

Ogni mattina si alzava e il suo primo pensiero era quello di leggere tutti gli articoli della Gazzetta e, inevitabilmente, lo sguardo le cadeva sempre sui nomi delle persone che erano chiamate a presentarsi al Ministero per dimostrare di essere effettivamente magici.

Il suo nome era comparso circa una settimana prima e Agnes era stata agitata per tutto il giorno, prima che Suzanne riuscisse a tranquillizzarla che tutto sarebbe andato bene.

Suzanne non credeva affatto che tutto sarebbe andato bene, ma Agnes era la sua più cara amica e l'avrebbe protetta come chiunque avrebbe protetto la sua sorellina.

La casa di Brad era molto confortevole e molto grande, piena di libri e di qualsiasi cosa Suzanne ed Agnes avessero bisogno; peccato che Brad era rimasto il ragazzo di sempre, cordiale e cortese con Agnes e distaccato e impossibile da gestire con lei.

Le abitazioni di Henry e Phil, alla fine, si erano rivelate effettivamente vicine a quella di Brad, per cui erano molto frequenti le visite di Leanne e gli altri.

Henry e Phil si erano integrati così bene tra loro che, oramai, erano quasi entrati nel gruppo.

L'unica che non poteva muoversi di casa era Suzanne, per via del suo essere Nata Babbana, e la ragazza aveva iniziato ben presto ad odiare quella sorta di prigione così riccamente decorata.

-Ehi, vuoi del tè?- le chiese Paul, porgendole una tazza.

Paul, Tamara, Leanne e Chris erano passati a trovarla quella sera e subito avevano dato il via ad una sorta di festa triste e silenziosa.

Chris e Leanne raramente si rivolgevano la parola -e Suzanne si chiese come facessero a vivere sotto lo stesso tetto senza degnarsi di uno sguardo-, mentre Paul e Tamara erano fin troppo maturi per far decollare una festa come quella.

Agnes, d'altra parte, aveva preso un brutto raffreddore e se ne stava in disparte con una coperta sulle spalle senza dire una parola.

-No, grazie.- rispose Suzanne -Non riusciamo proprio più a stare insieme, l'hai notato?-

Paul, ora che era abbastanza lontano da tutti, diede un'occhiata al centro della sala e vide che i suoi amici stavano per i fatti loro, senza parlarsi.

-Abbiamo avuto giorni migliori, questo è vero, ma che razza di gruppo saremmo se fossimo tutti felici e contenti?-

-Un gruppo felice e contento?- ironizzò lei senza riuscirci e Paul le si sedette accanto.

-Finn non è ancora passato a trovarti?- azzardò lui, sapendo bene di averci preso.

Suzanne arricciò le labbra e scosse la testa, poi aggiunse.

-Nemmeno Daphne, se è per questo.-

-Uh, senti, senti, e da quando ti interessa?- Paul sorrideva -Siete amiche, ammettilo.-

Suzanne gli lanciò un'occhiataccia e Paul, a sorpresa, l'abbracciò.

-Verranno a trovarti tutti e due, tranquilla, anche se credo che tu sia abbastanza piena di attenzioni al momento.-

-Cosa vorresti dire?- domandò Suzanne, lasciandosi abbracciare. Paul era il fratello maggiore che non aveva mai avuto: abbracciarlo era come sentirsi sempre a casa.

-Beh, innanzitutto tutto questo è stato fatto per te, benché il tuo carattere sia insopportabile.-

-La Spinnet mi batte.-

-No, non credo.- disse Paul con un sorriso -Forse vede in te la sua erede e vuole tenerti al sicuro.-

-Sì, vabbè. Poi?-

-Poi ci siamo noi.- Paul fece cenno agli amici -Tamara che ti pensa constantemente, Chris e Leanne che ti vogliono un mondo di bene, Katie che ti adora, Agnes che morirebbe per te, Daphne che sta iniziando ad apprezzarti e Finn che è in...-

Suzanne gli bloccò la bocca con una manata e Paul scoppiò a ridere. Tamara lanciò un'occhiata nella loro direzione e trattenne un sorriso.

-Finiscila.- disse lei, mettendo su il muso.

-E poi ci sono io.- continuò Paul un po' più serio -Non c'è bisogno che ti dica che sei la mia famiglia, no?-

-No.- Suzanne sorrise -Per me è la stessa cosa.-

-Lo so.-

-Donne, sono a casa!-

Paul corrugò la fronte e Suzanne gli fece cenno di lasciar perdere.

Bradley entrò con Henry e Phil che scuotevano la testa come se l'amico fosse diventato scemo.

-Oh, Merlino, che schifo di festa!- disse Brad, facendo l'occhiolino in direzione di Leanne che arrossì -Non sapete proprio come ci si diverte qui, eh!?-

-Agnes, come stai?- domandò Henry, facendo un cenno di saluto a tutti e precipitandosi dalla ragazza che prese a tranquillizzarlo sulla sua salute.

Brad, a quella scena, lanciò uno sguardo a Suzanne che ricambiò lo sguardo con una smorfia.

Phil, nel frattempo, stava facendo ridere Tamara, Chris e Leanne facendo delle buffe imitazioni.

-Cosa faresti senza me e miei amici, anatroccolo?- domandò Brad, stringendo la mano a Paul per salutarlo, ma non staccando gli occhi da Sue -Hai visto? Siamo qui da tre secondi e abbiamo già movimentato la serata.-

-Henry e Phil l'hanno fatto, tu mi stai solo dando fastidio.-

Brad ghignò e si voltò per guardare Paul.

-Credo che l'essere zitella la stia facendo diventare ancora più insopportabile. Quel Filius non è venuto nemmeno oggi, immagino.-

Paul scosse la testa, provando a trattenere le risate alla vista dell'espressione sconcertata di Suzanne.

Lui, Paul, era bravo a leggere le sue emozioni, era cresciuto con lei dopotutto, ma doveva essere uno shock per l'amica sapere che anche gli altri riuscivano a capire i suoi sentimenti.

Suzanne digrignò i denti e Paul vide lo sforzo che stava facendo per cercare di reprire l'impulso di prenderlo a pugni.

-Si chiama Finn e può venirmi a trovare quando vuole, non fa alcuna differenza per me.-

-Ceeerto, e io non sono bello da morire.-

-Tu non sei bello da morire.-

-Un'altra bugia.- Brad scosse la testa -La verità non è il tuo forte, eh, anatroccolo?-

-Se io...- Suzanne si era alzata in piedi, ma Bradley non si era mosso di un centimetro.

Evidentemente era così ingenuo -o stupido, pensò Paul- da credere che Suzanne si sarebbe fermata prima di toccarlo con un dito.

Paul l'aveva trattenuta in tempo e Suzanne si era subito rilassata.

-Ringrazia che ci sia lui.- disse lei, infastidita.

-Sono commosso dal tuo gesto.- Brad era ironico fino all'inverosimile e Paul cercò di distrarre Suzanne.

-Sentite.- Brad era rivolto a tutti -Capisco che essere in compagnia della vostra amica qui sia sempre un piacere.-

Il ragazzo sottolineò bene la parola, traboccando ironia allo stato puro.

-Ma io domani lavoro e, temo, di dovervi cacciare di casa.-

-In effetti anch'io sono un po' stanco.- aggiunse Phil -Domani ci aspetta una giornataccia.-

-Vero.- ammise Henry, che continuava a tenere una mano sulla mano di Agnes che sembrava non accorgersene -Però potremmo passare anche domani, se per te va bene, Brad.-

Il ragazzo fece spallucce.

-Certo. Henry, vuoi portare tu Agnes di sopra?-

-Ce la faccio.- sussurrò lei in risposta, diventando rossa.

Henry fu irremovibile e la prese in braccio con delicatezza per portarla a dormire.

Phil, Leanne e Chris salutarono tutti, diretti verso il camino, due minuti dopo partirono Henry, Tamara e Paul.

-Bizzarra la vita, eh?- commentò Brad, divertito, una volta rimasto solo con Suzanne -La tua amica Agnes è piena di attenzioni, mentre tu sei sola come un cane.-

-Questo lo pensi tu.- ribatté lei, lo stomaco in subbuglio all'improvviso.

-E come me il tuo amico Faustus.-

-Le battute non hanno effetto, se sbagli i nomi.- disse lei, con un cipiglio ironico.

-Hai ragione, devo iniziare a ricordarmi i nomi delle persone importanti.- Poi aggiunse, divertito -Forse è per questo che non ricordo mai il tuo.-







Alicia aveva finito nuovamente il suo turno, aveva infilato il suo cappotto blu e stava per uscire dall'ospedale, quando qualcuno la bloccò per un braccio.

-Jared!-

Il ragazzo le stampò un grosso bacio sulla bocca che le strappò un sorriso.

-Cosa fai, ragazzina, non saluti prima di andare via?- le chiese lui, sorridendo a sua volta.

-Eri in sala operatoria o sbaglio?- chiese Alicia, incrociando le braccia al petto -Non mi dire che hai abbandonato un intervento solo per salutarmi!?-

Jared ghignò e alzò gli occhi al cielo.

-Pensi davvero che lo farei? Viviamo insieme, posso salutarti in qualsiasi momento.-

Alicia strinse le labbra, ma era divertita.

-Allora ci vediamo a casa.- disse, prima di baciarlo un'ultima volta e uscire dal San Mungo.

L'aria fresca le sferzò il viso, ma Alicia era pronta a Smaterializzarsi subito, in modo da arrivare a casa al caldo.

Prima che potesse farlo, però, sentì un urlo spaventoso provenire da dietro l'angolo e Alicia non ci pensò su due volte e corse a vedere cosa stava succedendo.

Girato l'angolo si trovò davanti una scena che le fece saltare il cuore in gola: due uomini, armati di bacchetta, stavano minacciando una donna che chiedeva pietà, raggomitolata a terra.

La donna era ferita, si teneva una gamba -e dalla strana posizione, Alicia capì che era rotta-, sulla fronte aveva un taglio profondo e il sangue le aveva impiastricciato il volto, i capelli fino al collo e alla camicetta.

-Vi prego, vi prego, sono una strega come voi.- implorò la donna a singhiozzi e Alicia sentì un nodo alla gola salire e scendere.

-No, tu non sei affatto come noi.- disse uno dei due uomini.

Alicia aveva già visto il suo volto, sua madre aveva conoscenze tutt'altro che lodevoli.

Quello era Scabior.

-Sei una Nata Babbana.- continuò Scabior, mostrando i denti -Noi adesso ti consegnamo al Ministero e vedi di non fare più resistenza.-

-Oh, sarebbe un ottimo spuntino.-

A parlare era stato l'altro uomo con una voce famelica che fece rabbrividire Alicia che riconobbe anche lui: Greyback.

-No.- disse Scabior, risoluto -Il Ministero non ci paga per portargli pezzi di Nati Babbani, deve arrivare intera. Se proprio ci tieni, qui vicino dovrebbe esserci un quartiere babbano. Potrai mangiare quello che vuoi.-

Gli occhi di Greyback scintillarono e la ragazza non potè più resistere.

Sfilò la bacchetta e la puntò su Greyback.

-Stupeficium!-

Scabior balzò sul posto, sorpreso, ma Alicia non fece in tempo a lanciare un altro incantesimo, perché l'uomo aveva alzato velocemente la donna e la usava come scudo.

Scabior la guardò con divertimento prima di pronunciare una formula a bassa voce, senza che Alicia potesse udirlo.

La ragazza trattenne un urlo quando vide che sei uomini si erano Materializzati accanto a Scabior, pronti ad aiutarlo.

-Vediamo, vediamo un po' chi è la nostra bella eroina.- disse lui, lanciando la donna all'uomo alla sua destra e avanzando verso Alicia che non si mosse di un passo.

Non poteva scappare e lasciare quella donna al suo destino.

-Qual è il tuo nome?-

-E perché dovrei dirtelo?- sbottò lei, impavida.

-In effetti morirai comunque.- affermò Scabior come se nulla fosse -Ma prima voglio sapere se vali qualcosa, dolcezza.-

-Libera quella donna e ti dirò il mio nome.-

Gli altri uomini risero fragorosamente e Alicia lanciò un'occhiata alla donna che aveva gli occhi sbarrati dalla paura.

-No, no, questa non è una trattativa. Vedi, forse non l'hai notato, ma noi siamo sette e siamo maghi molto potenti. Tu sei sola e sei una ragazzina. Ora, dammi la bacchetta e dimmi il tuo nome.-

-Te lo scordi, brutto idiota!- urlò Alicia, senza sapere cosa stava facendo.

Scabior alzò la bacchetta, ma venne sbalzato a terra da un lampo di luce rossa e gli altri uomini rimasero sbalorditi.

Prima che Alicia si potesse chiedere cosa fosse successo, un altro incantesimo abbatté l'uomo che reggeva la donna.

La ragazza corse per raggiungerla e metterla al riparo, ma cozzò contro Jared che continuava a duellare con gli altri uomini rimasti.

-Sempre nei guai, eh?- disse lui, tra un incantesimo e un altro.

Alicia lo aiutò, spingendo la donna a terra.

-Non potevo lasciarla con loro.-

Jared sorrise, senza staccare gli occhi dagli avversari.

-Lo so, hai fatto bene.-

Quando Alicia scagliò all'ultimo uomo un incantesimo in pieno volto, si voltò verso Jared che stava soccorrendo la donna a terra.

-Come hai fatto a trovarmi?- chiese e il ragazzo disse.

-Stamattina è arrivata una comunicazione urgente, ma mi sono dimenticato di parlartene. Così sono uscito per dirtelo e ti ho sentita urlare “idiota” a qualcuno. Pensavo che qualcuno ti avesse semplicemente urtata o pestato un piede, non pensavo che ti fossi imbattuta nei Ghermidori.-

-Non sapevo che lo fossero fino a quando non li ho sentiti parlare.- chiarì Alicia, aiutando la donna ad alzarsi e scortarla verso l'ospedale -Comunque, grazie.-

Jared prese la donna in braccio e baciò la fronte della ragazza.

-Non mi devi ringraziare, Spinnet.-

-Qual era la comunicazione urgente?- chiese Alicia.

-Vai da Fred e George e lo scoprirai.-









-Non sarebbe ora di parlarne?- domandò Christopher e Leanne dovette alzare gli occhi dal suo libro, che stava fingendo di leggere, per guardarlo negli occhi.

Era appoggiato allo stipite della porta della stanza di Leanne e la fissava con quell'espressione ansiosa che lei conosceva fin troppo bene.

-Parlare di cosa?- chiese lei, fingendo di non capire.

Chris sbuffò e incrociò le braccia.

-Lo sai.-

Leanne rimase in silenzio, in attesa.

-Magari non ci hai fatto caso, ma a malapena ci parliamo.- disse Chris, entrando nella stanza -Mi guardi come se non contassi niente per te e hai voluto una stanza da sola.-

A quell'ultimo commento Leanne arrossì, ma Chris fece finta di non notarlo.

-Qual è il problema?- chiese infine lui.

-Io lo so che sei stupido e che ti ci vuole un po' per mettere in moto il cervello, ma davvero ti sei accorto solo ora, dopo sei mesi, che abbiamo un problema?-

-Credevo che il problema fosse la morte di Silente o la paura o la guerra, i Mangiamorte o Tu-Sai-Chi o la paura...-

-L'hai detto due volte.-

-Non pensavo di essere io il problema.- terminò Chris, come se Leanne non avesse parlato.

-Hai pensato che ti stavo allontanando per tutto quello che sta accadendo?- la ragazza stropicciò le labbra -Non credo che tu sia così ingenuo.-

-In che senso?-

Leanne cercò di calmarsi per potergli spiegare ogni cosa.

-Non hai notato Tamara e Paul? O Agnes ed Henry? Suzanne, che aspetta ogni giorno una visita di Finn?-

-Cosa c'entrano loro con noi?- chiosò Chris, confuso, poi, sbalordito, disse -Henry ed Agnes? Davvero? E Simon?-

-Credo sia indecisa, ma non è questo l'importante ora.- disse Leanne -Le coppie tendono a diventare ancora più unite quando ci sono dei problemi esterni. Si spalleggiano, si supportano e si sostengono. Sei sempre stato pieno di ragazze, non posso credere che tu abbia potuto pensare che io fossi così fredda per via di... tutto quello che hai detto.-

Chris abbassò lo sguardo e prese parlare, fissando intensamente il copriletto.

-Ti sbagli, Lea, non ho avuto un sacco di ragazze, ci sei stata solo tu. Le altre non erano storie serie, lo sai, per cui non so come funzionano queste cose. Non so cosa sia giusto o cosa sia sbagliato dire. L'unica cosa che so è che ti amo, per cui dimmi cosa c'è che non va e la risolveremo insieme.-

Leanne non riuscì a non sorridere, ma visto che lui non poteva vederla si ricompose subito.

-Non c'è una manuale d'istruzioni, Chris, ma sarebbe carino se tu mi promettessi qui e subito che non ti comporterai mai più come durante all'attacco a Hogwarts.-

Chris alzò lo sguardo e fu il turno di Leanne di abbassarlo.

-Ti sei buttato nella mischia, pronto a combattere, pronto a... morire...-

-Morire!?-

-Morire, sì!- Leanne lo guardò con rancore e due lacrime le scesero dalle guance -Non era il Club dei Duellanti e non era una finzione scolastica, era un attacco e tu hai agito senza pensare.-

-E che importanza ha? Stavo combattendo per Hogwarts!-

-Ne ha per me!- oramai Leanne piangeva a dirotto -Ma non capisci? Non hai pensato a cosa avrei provato io se ti avessero ucciso? A come mi sarei sentita? Non ci sei più solo tu, stupido, siamo in due adesso e non posso morire di paura ogni volta che scoppia una battaglia, una guerra o un semplice attacco perché tu hai questo smanioso desiderio di farti ammazzare!-

Chris attese che Leanne avesse finito prima di spingersi in avanti per stringerla fra le braccia.

-Non avevo capito. Merlino, sono un idiota.-

-Sì, lo sei.- sussurrò Leanne, ma si fece asciugare la lacrime da Chris che la baciò sul naso per farla calmare -Allora, lo prometti?-

-Lo prometto, ma tu promettimi che la prossima volta che faccio qualcosa di stupido...-

-Sarò la prima a dirtelo.-

Chris allungò il mignolo.

-Andata?-

Leanne sorrise e lo strinse.

-Andata.-







Ogni volta che era possibile, George correva a casa di Katie e trascorrevano ore ed ore in camera di lei.

Per George era incredibile che Katie si imbarazzasse ancora quando lui le baciava il collo e le accarezzava i capelli, ma l'innocenza di Katie non sarebbe mai svanita del tutto, nemmeno adesso che era una donna e questa era una delle qualità che George preferiva in lei.

-Sai, forse, sarebbe ora di parlarne con il gruppo.- se ne uscì Katie l'ultima volta, mentre si rinfilava la maglietta e George si allacciava i pantaloni.

-Sento un sottile velo di ironia o sbaglio?- chiese lui, sorridendole.

-Certo che sono ironica.- disse Katie, cercando a tentoni la sua gonna, rimanendo sotto le coperte -Abbiamo passato da tempo un limite da cui è impossibile tornare indietro e loro meritano di saperlo.-

George si avvicinò a lei.

-Il tuo pudore è del tutto inutile, pulce, non ti vergognare a farti vedere in mutande. Praticamente conosco il tuo corpo a memoria.-

Katie arrossì, imbarazzata.

-Non dire così. E non cambiare argomento!-

George le lanciò la gonna e lei gliene fu grata.

-Dobbiamo dire tutto, lo so anch'io, e lo faremo. Tra poco sarà Natale, ci saranno tutti e sarà un buon modo per dirlo una volta sola senza troppi drammi.-

Katie si alzò dal letto, finalmente a suo agio nell'essere di nuovo vestita.

-Forse siamo troppo paranoici. Insomma, sarebbe stato un problema se tu fossi andato a letto con Alicia o io con Lee, ma io e te non dobbiamo delle vere e proprie spiegazioni a qualcuno. Siamo sempre stati soli in fondo.-

George, che stava tentando di riabbottonarsi la camicia, fece una smorfia divertita.

-Ci dipingi come degli sfigati, insomma.-

-Non intendevo dire questo. Volevo dire che non feriremo nessuno quando diremo tutta la verità.-

-Oh, sì, invece.- sussurrò George, poi ad alta voce -E poi noi non siamo andati solo a letto insieme, ci siamo innamorati, no?-

Katie, che si era avvicinata per aiutare George con la sua camicia, bloccò le mani a mezz'aria e scosse la testa.

-Non devi dirmi di amarmi solo perché adesso facciamo...- Katie indicò il letto, nuovamente in imbarazzo.

-Credi davvero che lo direi solo per quello? A te?- George si avvicinò per abbracciarla -Non potrai dire una cosa del genere alla mia pulce se non lo pensassi davvero.-

-Anch'io.-

-Cosa?-

-Ti amo anch'io.- sibillò Katie e George si staccò per guardarla negli occhi.

-Katie, non devi dirmelo solo perché te l'ho detto io.-

-Non credi che io lo pensi?- sbottò lei -Dopo tutto quello che abbiamo passato, come puoi credere che io non ti ami?-

George alzò gli occhi al cielo.

-Okay, ti credo, ma forse...-

La porta della camera si aprì all'improvviso ed Eliza, la moglie del padre di Katie, si bloccò sul posto quando vide la scena.

La ragazza capì che Eliza intuì ogni cosa: il letto era ancora disfatto, George e Katie erano senza scarpe e il ragazzo non si era ancora riabbottonato la camicia.

-Scusate, credevo che fossi sola, Katie.- disse lei, visibilmente scossa.

Katie arrossì e desiderò sotterrarsi per l'imbarazzo, ma George rimase tranquillo.

-Vi lascio sole.- disse, raccattando le sue cose e dando un veloce bacio a Katie -Ne parliamo più tardi, pulce.-

Si congedò da entrambe e corse fuori dalla casa.

-Mi dispiace, Katie, non sapevo che fossi... In realtà non sapevo nemmeno che avessi un ragazzo, tuo padre non me l'ha detto.- disse Eliza con tono cordiale e Katie dovette ammettere che sembrava proprio una brava persona.

-Non lo sa.- disse, mantenendo però un tono distaccato -E se, per favore, potresti non dirglielo.-

-Manterrò il segreto, lo prometto.- disse lei con un sorriso -Era uno dei gemelli Weasley, vero?-

-George.- rispose in automatico Katie, non sapendo da dove le uscisse il desiderio di fare conversazione.

Eliza aggrottò la fronte.

-Cosa c'è?- chiese Katie, confusa.

-Tuo padre mi aveva parlato di un Oliver, non di un George.-

Katie arrossì nuovamente, stranita dal fatto che anche suo padre avesse capito i suoi sentimenti.

Era veramente un libro aperto per tutti.

-Beh, le cose cambiano.- rispose Katie -Tu ne sei la prova, no?-

La ragazza capì subito di aver esagerato ed Eliza si rabbuiò un poco.

-So che deve essere difficile per te, ma tuo padre ed io ci vogliamo davvero bene.-

Katie si sedette sul letto.

-Non sono una bambina. Non vi volete solo bene.-

-D'accordo.- Eliza entrò nella stanza -Ci amiamo, e so che pensi che io sia la matrigna che ha spezzato la tua famiglia, ma davvero non è così. Tua madre è una persona incredibile e Sam è adorabile. Potremmo essere amiche anche noi.-

Katie aveva ancora il broncio e cercò di guardare tutto tranne che la donna di fronte a lei.

-Dov'è papà?- chiese poi, per cambiare argomento.

Eliza sospirò.

-Al lavoro. È sempre al lavoro. Ci vediamo poco ultimamente e...-

Katie la guardò all'improvviso. Perché diavolo stava piangendo ora?

-Scusami, sono gli ormoni.-

Katie balzò in piedi, sperando di aver capito male.

-I cosa? Tu sei... sei incinta!?-

-Non devi dirlo a tuo padre.- disse Eliza, asciugandosi gli occhi -Noi... Non possiamo tenerlo, ci sono fin troppi problemi e se scoppiasse la guerra...-

-Non puoi non dirglielo!- sbottò Katie -Deve saperlo! Dovete prendere una decisione insieme e...-

-Katie, ti prego. Promettimelo.-

-Lo prometto.- ringhiò Katie, uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta dietro le spalle.











-Vuoi entrare o resti a fissarmi ancora un po', Angie?- chiese George, non staccando gli occhi dalla sua rivista.

Angelina, che era rimasta sullo stipite della porta della camera del ragazzo, sobbalzò ed entrò senza tante cerimonie.

-Come lo sapevi?-

-Mi accorgo quando qualcuno mi fissa, perché è fastidioso.-

-No, come facevi a sapere che ero proprio io?- continuò la ragazza, sedendosi sul letto di Fred che era proprio accanto a quello di George.

Il ragazzo buttò da un lato la rivista.

-Il tuo profumo. E il tuo respiro.-

-Conosci come respiro?- domandò Angelina, divertita.

-Hai uno strano modo di respirare.- si difese George e lanciandole un'occhiata.

Le guardò i capelli e sorrise.

-Hai aspettato che Fred uscisse per entrare in casa?-

-Come lo sai?-

George si alzò dal letto e le tolse delle foglie dai capelli, mostrandogliele.

-Sei un disastro a nascondere le prove, Johnson.-

Angelina sorrise a stento, immobile.

-Non sono... ancora pronta a vederlo. In realtà non saprei nemmeno cosa dirgli, non è più come una volta. Ti ricordi? Potevamo parlare per ore ed ore senza fermarci un minuto.-

-Molte cose sono cambiate da allora.- George provò a cambiare argomento -Come mai mi fissavi? A parte il fatto che sono attraente, che è cosa nota.-

Angelina sorrise.

-Perché mi sembravi diverso. Non so in che modo, ma c'era una luce nuova nei tuoi occhi mentre leggevi. Sembravi quasi... in pace, ecco.-

George finse di guardarla come se fosse pazza, ma dentro di sé infuriava l'agitazione.

Fred ed Angelina lo conoscevano fin troppo bene, avevano capito subito che c'era qualcosa di nuovo in lui.

-Scusami, forse sono solo una visionaria.- ammise lei -È che volevo vederti, stare un po' con te, parlare...-

-Di Fred?-

-No, non di Fred.- Angelina piegò la testa da un lato -Di quello che vuoi. Siamo amici, possiamo parlare di qualsiasi cosa.-

-Ron è tornato a casa.- disse George, non sapendo bene di cosa parlare -Lo sapevi?-

-Me l'ha detto Alicia.- replicò Angelina -Fred le ha scritto.-

-È venuta qui a trovarlo e hanno parlato un po'.-

-Sono contenta che anche lui abbia qualcuno con cui sfogarsi.-

George si sedette nuovamente sul suo letto, guardando Angelina di fronte a sé.

-Perché Ron è tornato? È successo qualcosa di grave?-

-Non ce lo vuole dire, ma Fred ed io gli abbiamo scucito qualcosina. Gelosia, credo, per Hermione.-

-È sempre una ragazza a dividere due amici fraterni o... due fratelli.- Angelina ricambiò lo sguardo di George che accennò un sorriso.

-Sai che Fred ed io non l'abbiamo mai pensato, che nessuno l'ha mai pensato. Non ci hai affatto diviso, anzi. Tu sei diventata un'altra cosa che abbiamo in comune.-

-Come un hobby?- ironizzò lei.

-Esatto.-

Angelina tornò seria solo per un momento.

-Non ti ho mai... Non ti ho mai chiesto scusa per averti fatto soffrire. Ho scelto Fred, ma non ti ho mai dato alcuna spiegazione.-

-Non ce n'era bisogno. Era chiaro il motivo: amavi lui e non me.-

-Sai che in un certo senso amo anche te, ma fin da quando vi ho conosciuti... Ecco, io non vi ho mai considerato i due gemelli o i due fratelli, per me siete sempre stati due persone distinte e Fred, lui...-

-Angie, rilassati, non c'è alcun problema.- George vide che era agitata e provò a tranquillizzarla, ma era difficile dal momento che anche lui lo era -Lo so che per te non siamo mai stati una cosa sola. Sei stata la prima a distinguerci, no?-

Angelina rimase sorpresa che anche George se lo ricordasse.

-E so anche che non ci vedi come due persone interscambiabili e... Te la ricordi quella studentessa? Shelly Avery?-

Angelina emise un verso di disgusto.

-Già, bene, te la ricordi. Forse non te lo rammenti, ma le hai lanciato una fattura durante il tuo primo anno. È rimasta in Infermeria per una settimana e ti sei beccata una punizione con la McGranitt.-

-Sì, ricordo.-

-E ricordi il perché?- Angelina scosse la testa e George continuò -Continuava a dirti che ti piaceva stare con Fred e me perché potevi passare dall'uno all'altro senza problemi, tanto non faceva differenza perché eravamo identici.-

Angelina iniziava a ricordare.

-E tu le hai lanciato quella fattura, iniziando a elencare tutte le differenze tra Fred e me. Dal modo di mangiare, di camminare, di sorridere, di dormire, fino ai nostri gusti in fatto di cibo, ragazze e perfino materie scolastiche. Quello è stato il momento in cui ho capito che ero innamorato di te. Questa era la ragione per cui ti amavo.-

-Amavi?- ripeté Angelina, stordita.

-Sì.- confermò George -Non te l'avevo mai detto?-

-No, nel senso... Hai detto amavi, passato.-

-In realtà è imperfetto.- precisò George, cercando di scherzare.

Angelina si guardò attorno.

-Tu e Fred siete proprio diversi.- disse, rammentando bene il momento in cui Fred si era innamorato di lei -Come vorrei non pensare a tutte queste cose per un po'. Prima o poi la mia testa scoppierà. Sono così confusa!-

-Alzati in piedi.- disse George, facendo lo stesso ed Angelina obbedì.

-Spogliati.-

-George!-

Il ragazzo sorrise e si premurò di correggersi.

-Nel senso, togliti il maglioncino.-

Angelina obbedì ancora e rimase con una t-shirt bianca, guardando George in attesa di altre istruzioni.

-Dammi le mani e chiudi gli occhi.-

Angelina fece quanto le venne detto.

-Ora, svuota la mente. Immagina di avere una bolla attorno a te.-

-Una bolla?-

-Shh, non devi parlare.- la voce di George si era fatta più bassa e dolce -Nella tua bolla non può succederti nulla di male. Non ci sono guerre, né litigi con i tuoi amici, né stress da lavoro. Nella tua bolla ci sei solo tu e tutto va bene. Rilassati e goditi il tuo piccolo mondo perfetto.-

Angelina sorrise, immaginando distese di prati e un cielo azzurro.

George sorrise a sua volta.

-Ora, se potessi condividere questo tuo piccolo mondo perfetto, con chi lo faresti? Immagina quella persona, seduta lì accanto a te. Nella tua bolla non ci sono litigi, te lo ricordi? Quindi è tutto perfetto e tu e quella persona potete godervi ogni cosa senza problemi. Ora apri gli occhi. Te lo chiedo, anche se conosco già la risposta, chi hai visto?-

Angelina aprì gli occhi e lo fissò, senza rispondere.









Katie si lasciò scappare una lacrima, ma la mano che reggeva la bacchetta rimase ben ferma.

Gli occhi della madre e di Sam si fecero più grandi e Katie capì che stavano piano piano svanendo i ricordi di una figlia e di una sorella.

Era stato difficile, stranamente, fare la stessa cosa anche con suo padre ed Eliza.

Aveva pianto un sacco, immaginando di fare lo stesso con sua madre e suo fraello, ma occorreva metterli al sicuro.

Dovevano dimenticarla e scappare, dovevano essere protetti.

Katie stava proteggendo Suzanne e se l'avessero scoperta, anche la sua famiglia ci avrebbe rimesso.

Aveva studiato tutto.

Suo padre ed Eliza sarebbero andati in Francia, ben lontano dall'Inghilterra, e sarebbero diventati il signore e la signora Smithson. Sposati da poco, ma in attesa di un bebè.

Sua madre e Sam sarebbero andati in Italia -sua madre impazziva per l'Italia- diventando Julia e Samuel Kat.

Il signor Kat era morto da tempo, così nessuno avrebbe fatto domande.

Katie sorrise amaramente quando ripensò al cognome che aveva scelto per loro.

Kat, Katie, così si sarebbero portati un pezzetto di lei per sempre senza saperlo.

La ragazza uscì di casa, senza voltarsi indietro.

L'aveva fatto per loro, per suo padre, per sua madre, per Sam e anche per Eliza.

Ma soprattutto per il suo nuovo fratellino o sorellina.







-Buon Natale a tutti!- dissero all'unisono i gemelli, entrando in casa di Brad che chiuse la porta dietro di loro.

-Siete in ritardo.-

-Abbiamo una famiglia.- disse Fred, togliendosi il cappotto e il cappello.

-Anch'io.- ammise Brad, come se quella non fosse una giustificazione.

-A cui vogliamo bene.- aggiunse George, sfilandosi la sciarpa.

-Oh.- disse Brad -Allora va bene. Siete stati gli ultimi ad arrivare.-

-Il meglio arriva sempre alla fine, no?- chiosò Fred, sbattendo le ciglia con fare scenico e George sorrise, divertito.

Brad li fece entrare nell'enorme salotto dove torreggiava un gigantesco albero di Natale decorato con tante luci e palline.

-Un'idea di Sue, è un'altra maniaca del Natale come il ragazzo di Alicia.- chiarì Brad, notando lo sguardo dei gemelli.

-Un momento.- George si voltò per guardarlo -Com'è che ricordi il nome di Suzanne?-

Brad fece spallucce e i gemelli ghignarono nella sua direzione.

-Ragazzi, buon Natale!- Katie abbracciò entrambi e lanciò un'occhiata a George che le fece un cenno con la testa.

Fred notò ogni cosa, ma non ci badò, perché Angelina indossava un fantastico vestito di velluto verde con un cerchietto in coordinato con un fiocchetto di lato.

Era favolosa.

-Angie.- disse -Buona Natale!-

Angelina ricambiò gli auguri e Fred la abbracciò stretta per sussurrarle all'orecchio un “Sei bellissima” che lei non commentò.

Dopo che tutti si furono salutati, George notò che non c'era nessun assente.

Perfino Finn e Daphne erano venuti a festeggiare con loro.

-Bella festa, eh?- disse Alicia, avvicinandosi a Fred che annuì.

-Sbaglio o Agnes sta ballando con Henry?-

Alicia sorrise, guardando i due ragazzi volteggiare impacciati.

-Il bello di avere un gruppo allargato è che ci sono sempre dei nuovi pettegolezzi.- ammise Alicia -Credo che si piacciano, ma penso che Agnes si senta in colpa per via del suo ragazzo.-

Fred notò che George ballava con Angelina, Alicia captò lo sguardo e disse.

-Ti da fastidio?-

-No.- Fred non distolse lo sguardo -L'ho data per scontata un sacco di volte, forse è ora che George abbia la possibilità di renderla felice.-

-Non ti stai arrendendo, spero!- sbottò Alicia, colpendogli un braccio con uno schiaffo -Angie non ha mai detto di amare George, ama te, e se non fossi così stupido e immaturo, ora saresti tu a ballare con lei.-

Fred sorrise e si voltò per ringraziarla con un abbraccio.

-E tu?- chiese poi lui, indicando Jared e Nolween -Non sei gelosa?-

-No.- Alicia sorrise, maligna -Dovevo distrarre Nolween per lasciare Oliver e Katie da soli.-







-Chris e Leanne hanno fatto pace.- trillò felice Tamara, guardando i due amici che si scambiavano un bacio dietro l'altro.

-Potrebbero prendersi una camera, però.- ironizzò Suzanne, lanciando un'occhiata a Finn che stava scambiando qualche parola con Brad.

-Già.- Tamara la guardò -Non vai a parlare con lui?-

-Con quell'idiota di Anderson? Lo vedo già tutti i giorni, mi basta.-

-Intendevo Finn, però è interessante che hai pensato subito a Brad.-

Paul, che stava bevendo dello champagne, posò il bicchiere e fissò Suzanne come se stesse cercando qualcosa.

-Smettetela di psicanalizzarmi.- sbottò lei -Non voglio parlare con nessuno dei due. Sono insopportabili singolarmente, figuriamoci ora che stanno diventando amici.-

-O rivali.- sussurrò Daphne, neanche troppo a bassa voce.

Suzanne le lanciò un'occhiataccia, ma Paul sapeva che la ragazza non si stava impegnando neanche un po'.

Suzanne era felice che ci fosse anche lei quella sera.

Finn si avvicinò a loro e tutti puntarono gli occhi sulla ragazza che li guardò in malo modo.

-Balliamo?-

Paul e Tamara fissarono nuovamente Suzanne, ma ci misero poco a capire che Finn parlava con Daphne.

La ragazza guardò Suzanne che stava fissando il centro della sala senza espressione.

-Va bene.- disse Daphne, sperando di capire cos'avesse in mente Finn.

Rimasti soli, Paul e Tamara non dissero una parola e Suzanne li ringraziò mentalmente.





Oliver e Katie erano appoggiati alla parete, in silenzio guardavano le coppie ballare, tentando di trovare un buon argomento per fare conversazione.

-Stai benissi...-

-Che bella fest...-

I ragazzi avevano parlato all'unisono e cadde nuovamente il silenzio.

-Perché è così strano?- domandò Oliver, teso.

-Non lo so.- ammise Katie -Avevamo detto niente imbarazzo, ma ogni volta che ti vedo è strano.-

-Anche per me.- Oliver provò a guardarla.

-Stai davvero benissimo, comunque.-

Katie ricambiò lo sguardo.

-Grazie.-

-Hai qualcosa... Non so, non sembri la solita Katie.-

La ragazza si paralizzò sul posto, ma tentò di fare la vaga.

-Cioè?-

-Non so.- Oliver si passò una mano fra i capelli -Scusa, lascia perdere.-

-In effetti, Ollie, c'è qualcosa di d...-

-Vuoi ballare?- domandò lui di getto e Katie arrossì.

-Se non vuoi, non importa.- lanciò uno sguardo a George che stava sorridendo ad Angelina -Forse aspetti che lui si liberi, ma...-

-Perché pensi che mi piaccia George?- chiese lei, provando a controllare la voce.

-Non è così?- guardò nuovamente Katie e lei mantenne lo sguardo.

-Se fosse così, ci sarebbero dei problemi?-

-Non si risponde con un'altra domanda.- bofonchiò Oliver.

-Beh, no. Non è così. Non mi piace George. Ora tocca a te.-

-Se non ti piace, non ci sono problemi.- disse lui con un sorriso tirato.

-Non è una risposta.-

-Vuoi ballare o no?-

Katie gli tese una mano e mostrò il suo sorriso radioso.

-Volentieri.-









-Ti hanno lasciata sola?-

Suzanne roteò gli occhi al suono di quella voce.

-Paul e Tamara volevano ballare. È questo che si fa alle feste.-

Brad si sedette accanto a lei con un ghigno.

-Alle feste ci si diverte. E tutti si stanno divertendo tranne te.-

Suzanne guardò nuovamente in direzione di Daphne che stava ballando con Phil, mentre Finn parlava con Chris e Leanne che avevano smesso di baciarsi. Henry ballava ancora con Agnes.

-Neanche tu sembri divertirti.- disse lei, non staccando gli occhi dagli amici.

-Oh, io mi sto divertendo un mondo.- Brad indicò Oliver e Katie -Prendi quei due, per esempio. Si guardano come se esistessero solo loro nel mondo, eppure sono talmente ingenui da non aver capito quello che provano. Poi ci sono loro.- Suzanne seguì il dito di Brad che stava indicando i gemelli e Angelina. Avevano smesso di ballare e stavano parlando fitto fitto -Un triangolo che non avrà mai fine. Loro.- Brad indicò Jared e Alicia che avevano iniziato a ballare -Poverino, lui non ci è ancora arrivato.-

-A cosa?- chiese Suzanne, stufa di starlo a sentire.

-Lei non lo ama.- Brad sembrò davvero divertirsi in quel momento -Prima o poi Lee Jordan tornerà a riprendersela.-

-Poi abbiamo lei.- Brad fece un cenno a Nolween che sorseggiava il suo champagne in un angolo -Bella, triste e sola. Potrei farci un pensierino.-

-Ecco, bravo.- rispose Suzanne -Così la smetterai di darmi fastidio.-

-Henry e Agnes.- continuò Brad, senza starla a sentire -Guai in vista per la tua piccola amica.-

-Non parlare di lei come se la conoscessi.- sbottò Suzanne -Non sai niente di lei.-

-Ma conosco bene Henry. Si piacciono, mi dispiace. Quando la tua migliore amica e il mio migliore amico inizieranno ad uscire insieme, io e te ci vedremo spesso.-

Suzanne grugnì qualcosa di incompresibile.

-E forse anche Phil e Daphne potrebbero iniziare a frequentarsi.-

Daphne stava facendo ridere Phil e Suzanne sperò con tutto il cuore che l'amica non lo trovasse carino.

-E infine.- disse Brad, e il ghigno si allargò -Ci siete tu e quell'idiota là in fondo.-

Suzanne non dovette nemmeno guardare per capire a chi si stesse riferendo.

-Hai aspettato così tanto per vederlo e lui continua a guardarti, eppure non vi scambiate una parola. Non credi che semplicemente non siate fatti per stare insieme?-

-Ah, non credevo che tu fossi esperto in materia.- disse lei, ironica -Hai un cuore adesso?-

Brad sorrise e Suzanne proseguì.

-Non so chi ti abbia detto il contrario, ma a me non piace Finn. Siamo amici, strani amici, ma comunque amici e a me piace il nostro rapporto.-

-Non puoi essere amico di una persona che ti piace.- Brad ghignò -Lo so che sei un po' ritardata, ma questo lo sanno tutti.-

-Tu sei amico della Spinnet.- dichiarò Suzanne, senza tante cerimonie.

-Ora lo sono, ma prima le stavo vicino solo per corteggiarla.-

-Se tu ti comporti in un modo, questo non significa...-

-Balliamo.-

Suzanne si bloccò e lo guardò come se fosse pazzo.

-Proponi così alle ragazze di ballare? Con un'affermazione?- chiese lei, stranita.

-So già che mi avresti risposto di sì, perché dovrei chiedertelo?-

-Non so ballare, mi dispiace.- disse Suzanne, sorridendo maligna -C'è la modella libera, vai a chiederlo a lei.-

Brad fece per risponderle, ma in quel momento arrivò Finn che, senza degnare di un'occhiata il ragazzo, si concentrò su Suzanne.

-Mi concedi un ballo, Mantis?-

La ragazza sorrise e Brad notò che non l'aveva mai vista sorridere così. Si alzò senza rispondere e, prima di lasciarlo solo, gli fece una smorfia che lui non ricambiò.

-Ehi, tutto bene?- Alicia arrivò dopo pochi minuti, Jared stava di nuovo ballando con Nolween.

-Lo chiedo a te. Il tuo ragazzo ha messo gli occhi addosso alla modella?-

-Naa, mi sta facendo un favore.- Alicia si sedette accanto a lui -Non sono gelosa.-

-E da quando?- Brad finse di arrivarci -Ah, giusto, da quando non è Jordan il tuo ragazzo.-

-Brad...-

-Scusa, scusa.- disse, ma non parve minimamente pentito -Ti piace la festa?-

-Sì, è davvero bella. Grazie, tra parentesi, mi hai salvata da una cena con i miei. L'anno scorso è stato un disastro, Jared per poco non ammazzava qualcuno!-

-Due Natali insieme, uao. È un traguardo importante.- disse Brad che stava fissando un punto imprecisato della sala -Avete già condiviso un letto?-

-Brad!!-

Il ragazzo scoppiò a ridere.

-Non ho trovato frase più delicata per fartelo capire.-

-Perché me lo chiedete tutti?- sbottò Alicia, indispettita.

-Beh, perché, tralasciando i due sposini laggiù.- E Brad indicò Paul e Tamara -Sei quella che ha la relazione più lunga, al momento, e hai ancora l'esperienza di una tredicenne. Tra un po' anche la pulce ti batterà.-

-Katie è troppo innocente per fare certe cose.- disse Alicia.

Brad sorrise.

-Non è più la piccola Katie di Hogwarts, non vedi come la guarda il tuo amico che gioca a Quidditch? Prima o poi qualcuno la corteggerà, si innamorerà e lo farà. È successo a tutti.-

-Anche a te?-

-Sono un ragazzo, non mi occorre l'amore per andare a letto con una ragazza.- chiarì lui, sorridendo -Allora?-

-No, non è successo.- Alicia lo guardò -Jared non è fissato come voi, sa che non sono pronta.-

-O ha paura di farti quella domanda.-

-Quale domanda?-

-In cuor tuo speravi che la prima volta fosse con Lee?- chiarì Brad e Alicia sobbalzò al suono di quel nome.

-Jared non pensa una cosa del genere.- disse lei, decisa.

-Certo che la pensa.- Brad la guardò -Lo pensiamo tutti e conosciamo anche la risposta.-

-Piantala. Non è vero.-

-D'accordo, se lo dici tu.- Brad tornò a guardare le coppie -Hai usato l'Incanto Fidelius come ti avevo detto?-

-Sì, anche se non ho capito perché l'ho fatto.- ammise Alicia -Cos'hai in mente?-

-Se servirà, te lo dirò.-

-Umpf.- Alicia seguì lo sguardo di Brad -Oh, ora è tutto chiaro.-

-Cosa?-

-Brad, che cosa dolce, non avevo capito.-

-Cosa?- ripeté Brad.

-Ti piace Suzanne?- Alicia stava sorridendo -Pensavo l'avessi fatto per essere una persona migliore, ma dovevo capire che c'era qualcosa sotto. Non fai mai niente per niente.-

-Vaneggi, l'ho fatto per la pulce e per te.- replicò lui, fingendo di non aver sentito l'insulto.

-E perché continui a guardarla?- domandò Alicia con l'aria di chi non voleva cedere.

-Perché mi chiedo se valga la pena fare tutto questo per una persona ingrata come lei.-

-Non mi dire che sei stato respinto? Brucia un po'?-

-L'hai vista bene?- Alicia si voltò per guardarla. Quella ragazza si vestiva sempre in modo assurdo, ma quella volta aveva esagerato. Un paio di anfibi neri ed enormi sotto a un vestito elegante e corto -Uno come me non potrebbe mai guardare una come lei. Eri tu la mia metà perfetta.-

Alicia gli lanciò un'occhiatina divertita.

-Prima o poi ti ringrazierà, vedrai. Forse aiuterebbe dirle che sei stato tu ad avere avuto l'idea di nasconderla.-

Brad scosse la testa.

-Non avrebbe accettato se gliel'avessi detto. Non si fida di me.-

Alicia gli prese una mano e Brad rimase colpito dal gesto. Era proprio cambiata allora.

-Ti concedo un ballo, Anderson, perché è bello vederti umano per una volta.-

-A sapere l'effetto che avrebbe avuto, avrei usato questa carta con te molto tempo fa.-

Alicia sorrise e lo trascinò al centro della sala.

-Credo che dovrai inventarti altre tecniche per conquistare la tua bella.-

-È tutto fuorchè bella.- disse Brad -Un altro motivo per cui non potrei mai guardarla.-

-Stai provando a convincere me o te?-







George riuscì a lasciare soli Fred ed Angelina per sgattaiolare da Katie che aveva smesso di ballare con Oliver, impegnato a parlare con Nolween.

-Allora?- chiese lui quando la vide -Quando glielo diciamo?-

-Non sono più sicura che sia una buona idea.- Katie si stava mordendo le labbra e George capì che era nervosa -Si stanno divertendo tutti. Cosa facciamo? Fermiamo la musica, ci mettiamo al centro della sala e diciamo a tutti di noi?-

-Un po' teatrale forse, ma eri tu quella smaniosa di dirlo.-

-Lo so!- Katie si torturò le mani -Le cose vanno finalmente bene, non vedi? Angelina parla di nuovo con Fred, Chris e Leanne hanno fatto pace, Finn è finalmente venuto a trovare Suzanne...-

-E tu e Oliver siete amici come prima.- terminò George con un sorriso.

Non era ironico, né infastidito, stava solo constatando un fatto.

Katie lo guardò.

-Già. Non voglio essere la causa di altri litigi.-

-Hai detto tu che nessuno dovrebbe prendersela.- George le prese una mano -Nessuno si stupirebbe, no? Guardali. Nessuno batte ciglio nel vederci vicini, insieme e mano nella mano.-

-Perché pensano che siamo come fratelli, che ci vogliamo bene.-

-Beh, non è così e dovrebbero saperlo, giusto?-

Katie sbuffò.

-Si arrabbieranno perché abbiamo mentito per tutto questo tempo. Sette mesi di bugie.-

-Se andiamo avanti di questo passo, sarà un anno.- George la guardò -Poi due, tre e avanti così fino alla fine.-

-Davvero credi che avremo così tanto tempo?-

-Non fare la pessimista, la guerra non è ancora scoppiata.-

Katie lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia.

-Ti arrabbi se ti chiedo di aspettare ancora un po'? Appena il momento sarà opportuno, giuro che lo faremo e non sarà tra qualche anno, okay?-

George non poté non sorridere.

-Va bene, ma mettiamo una scandenza.-

-Entro la fine dell'anno.- disse Katie, risoluta.

-Così presto?-

-George!-

Il ragazzo sorrise, divertito.

-Scherzavo, pulce. Entro la fine dell'anno diremo loro tutto allora.-

-Bene.-







-Si sentono al sicuro.- disse la prima voce con un filo di paura -Non sospettano nulla.-

-Bene.- una voce fredda sospirò quelle quattro lettere.

-Quando lo faremo, signor Anderson?- chiese un'altra voce profonda.

-Presto. Molto presto.-







Spiegazioni, varie ed eventuali:

Un altro esame è andato e prima di continuare questa estenuante sessione di settembre posto un altro capitolo!

Non sono successe cose eclatanti in questo capitolo, ma ci sono dei momenti significativi un po' per tutti.

Innanzitutto Katie ha cancellato la memoria alla sua famiglia per metterli al sicuro. Non l'ha ancora detto a nessuno, ma ha fatto una scelta per evitare che alla sua famiglia accada qualcosa.

Dopotutto Katie è complice di proteggere una Nata Babbana e suo padre lavora ancora per il Ministero, queste due cose non vanno molto d'accordo.

George e Katie sanno che devono confessare al gruppo la loro relazione, ma quando l'uno è pronto l'altra è confusa o viceversa.

Non riescono a mettersi d'accordo xD.

George continua a sostenere Angie, così come Alicia sostiene Fred e finalmente Angelina riesce a parlare nuovamente con Fred senza imbarazzo.

Se vi ricordate anche Fred aveva detto in quale momento si era innamorato di Angie e George, curiosamente, ha scelto un altro momento, completamente diverso.

Anche Oliver e Katie hanno ritrovato una sorta di zona neutra, riescono di nuovo a parlare come prima e a essere amici senza problemi.

L'altro gruppo è messo decisamente meglio: Leanne e Chris hanno fatto pace, Agnes sembra essersi dimenticata di avere un ragazzo e Sue sembra sempre la sola a non essere capita.

Brad, Henry e Phil. Chi sta meglio di loro? Gli unici a non avere problemi xD

In generale tutti i gruppi hanno passato un Natale tranquillo, ma le cose sono destinate a complicarsi molto! =)

Grazie, come sempre, a tutti!!

Un bacione e a presto <3

HENRY: Image and video hosting by TinyPicPHIL: Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 ***



Capitolo 40

Leanne si svegliò di soprassalto, il cuore in gola che le batteva come se volesse uscire e scappare lontano e le mani sudate che si strinsero attorno alle lenzuola.

Aveva sentito un cigolìo strano, ma era stato il rumore di passi a farle venire un colpo.

Non poteva essere Phil, erano passi di più uomini insieme.

-Chris!- sussurrò, gettandosi addosso alla figura sdraiata accanto a lei -Chris, svegliati, ti prego!-

-È già mattina?- borbottò lui, alzando la testa, ma mantenendo gli occhi ben chiusi.

-Non senti?-

Chris ci mise un secondo per diventare lucido ed estrarre la bacchetta da sotto il cuscino.

-Prendi la tua, ma rimani dietro di me.-

Leanne eseguì gli ordini, ma la mano le tremava troppo e sperò di non dover usare alcun incantesimo, perché sicuramente non avrebbe funzionato.

Chris si avvicinò alla porta e appoggiò un orecchio contro la superficie.

-Cosa dicono?-

-Non riesco a sentire bene.- mormorò Chris -Ma credo che vogliano farci fuori.-

-Non possiamo Smaterializzarci qui, dobbiamo raggiungere l'uscita al più presto.- Leanne aveva iniziato a tremare e Chris si voltò a guardarla per provare a tranquillizzarla.

-Mi calmi dopo, pensiamo a salvarci la pelle.- disse lei, torturandosi i capelli in maniera nervosa.

-C'è un solo modo per raggiungere la porta d'ingresso e sai qual è.-

Leanne alzò lo sguardo verso il ragazzo e sospirò.

-Batterci.-

-Battermi.- la corresse lui -Io li distraggo e tu scappi.-

-No, scordatelo. Ne abbiamo già discusso, non posso lasciarti da solo e non sai neanche quanti uomini ci siano là fuori.-

-Non c'è tempo per parlare, Lea, fa' come ti dico.- Chris non era mai stato più serio -Non posso concentrarmi se non so che sei al sicuro, per cui ora ti nascondi sotto il letto, mentre io vado là fuori.-

-Ma...-

-Manderò il mio Patronus nella stanza quando potrai scappare verso l'uscita.- la interruppe Chris -Nasconditi nel bosco e aspettami.-

-Chris...-

-Leanne.- il ragazzo le sorrise -Ci vediamo dopo.-

Leanne non riuscì a fermarlo, perché Chris non aspettò neanche che lei rispondesse che già era uscito dalla stanza, pronto a combattere.

La ragazza non si nascose, ma rimase ad ascoltare qualsiasi rumore.

Fu un attimo e la casa esplose di luci, che Leanne vedeva da sotto la porta, e urla di incantesimi di vario tipo.

Leanne fece per aprire la porta un paio di volte, volte in cui aveva udito Maledizioni Senza Perdono e aveva temuto il peggio.

-AH!-

La porta della stanza venne fatta saltare e Leanne ebbe appena il tempo di urlare di paura e cadere a terra prima di vedere la figura di fronte a sé e calmare i battiti cardiaci.

-Phil.- sussurrò, rialzandosi tra i i calcinacci e mostrandogli un sorriso di sollievo -Che fine ha fatto Chris?-

Il ragazzo sorrise, ma non era il solito sorriso piacevole.

Era orribile, spietato e Leanne spalancò gli occhi quando Phil alzò la bacchetta, pronto a colpirla.

-Avada...-

-Stupeficium!-

Phil cadde lungo disteso ai piedi di Leanne e Chris le prese una mano, senza darle alcuna spiegazione, iniziando a correre con le voci dei Mangiamorte che li seguivano lungo le scale.













-Svegliati!-

Suzanne aprì gli occhi, ritrovandosi il viso di Bradley a due centimetri dalla faccia.

Sobbalzò, dandogli una manata sul naso che lo fece gemere, e si alzò dal letto come se fosse stata punta.

-Che diavolo ti salta in mente?-

-Prendi la bacchetta.- disse Brad, massaggiandosi il naso -E scendi al piano di sotto.-

-Cos'è successo?- domandò Suzanne, aggrottando la fronte.

-Lo scoprirai presto.- Brad fece per uscire -E, a proposito, russi come un rinoceronte.-

Suzanne non commentò la frase, ma prese la bacchetta e lo seguì al pian terreno, che era occupato da Henry, Agnes, Tamara e Paul, tutti in pigiama o in camicia da notte.

-Tutto bene?- Suzanne capì di aver posto una domanda stupida nel momento in cui vide legato al braccio di Paul un pezzo di stoffa sporco di sangue e il sudore che imperlava le fronti di Henry e Tamara.

-Siamo stati attaccati.- soffiò Henry, spaventato -Siamo vivi per miracolo.-

Tamara emise un gemito soffocato e Paul le strinse una mano.

Agnes, che si era finalmente ripresa, guardava Suzanne come se si aspettasse che l'amica trovasse una soluzione a quello che era accaduto.

-Non siamo al sicuro qui.- disse lei -Se hanno scoperto voi, mancherà poco e saranno qui.-

-Non sapevamo dove andare, Sue.- si giustificò Paul, esausto -Se Tamara non si fosse alzata per prendersi un bicchiere d'acqua, a quest'ora...-

La ragazza singhiozzò di nuovo e Suzanne si voltò verso Brad.

-Devi metterli al sicuro, non voglio che muoiano per colpa mia.-

-Non ti lascio qui.- disse Brad, deciso -Non prenderlo neanche in considerazione.-

-Ma dobbiamo scappare!- sbottò Tamara, parlando per la prima volta.

-Dobbiamo dividerci.- se ne uscì Paul, facendo un cenno a Suzanne -Uniti saremo una facile preda, mentre divisi potremo seminarli.-

-È un'ottima idea.- affermò Brad, avvicinandosi a Suzanne che sbottò.

-Cosa fai?-

-Siamo tre ragazzi e tre ragazze, non ho intenzione di lasciare Agnes sotto la tua custodia, per cui Henry andrà con Agnes, i due sposini insieme, tu con me.-

Suzanne fece per aprire la bocca, ma l'occhiata di Paul la fece tacere.

-D'accordo.-

-Qualcuno... Qualcuno ha notizie di Chris e Leanne?- sussurrò Agnes, temendo le reazioni dei suoi amici.

Paul scosse la testa e Tamara emise un altro gemito di terrore.

-Dobbiamo...-

Le parole di Brad furono coperte dal suono di urla e grida che provenivano da fuori l'abitazione, poi udirono più tonfi, come se qualcosa stesse cozzando contro una superficie dura.

-Stanno cercando punti deboli nella barriera attorno alla casa.- disse Brad, nuovamente tranquillo -Dobbiamo andare.-

-La Polvere Volante.- fu Henry a parlare, stringendo la mano ad Agnes che sembrava più pallida del solito, come se si fosse finalmente accorta di quello che stava succedendo -È l'unico modo per non doverli affrontare.-

-Ha ragione, andiamo.-

Brad fermò Suzanne, prendendole un polso, e la voltò per guardarla negli occhi.

-Il Ministero controlla tutti i camini, per cui direi che quest'opzione è da escludere. Purtroppo dobbiamo uscire e affrontarli.-

-Ci saranno centinaia di Mangiamorte là fuori.- disse Paul, come se Brad non si rendesse conto della situazione.

-E Ghermidori, gente pronta a farci fuori.- dichiarò Tamara, che sembrava essersi ripresa del tutto.

-Lo so, ma non c'è altro modo.- Brad li fissò uno ad uno -Fidatevi, non ce ne saranno molti.-

-E tu come lo sai?- perdurò Suzanne, la barriera stava cedendo -Ci sei dietro tu a questi attacchi?-

-Avrei potuto uccidervi in qualsiasi momento, credi davvero che avrei aspettato fino a questo momento per farti fuori?-

-Sì!-

-Non abbiamo tempo ora!- Tamara si mise in mezzo ai due -Brad, dicci cosa fare.-

-Siamo tre gruppi, per cui usciremo da tre uscite differenti, così da confonderli. Ognuno scelga un posto in cui scappare o nascondersi.-

-Vi diciamo dove andiamo noi allora...- iniziò Henry, ma venne bloccato da Brad.

-No, non fatelo. Potrebbero prenderci e torturarci per sapere dove siete nascosti. Se entro sera sarete ancora vivi, l'appuntamento è al San Mungo da Alicia Spinnet. Se io dovessi morire, lei saprà cosa fare.-

Henry era una maschera di terrore.

-Non dire così.-

-Non fare il bambino, Henry, è una possibilità.- Brad lanciò uno sguardo a Paul -I tuoi amici sanno combattere, spero.-

-Ce la faranno.-

Brad fece spallucce.

-Bene, ora dobbiamo proprio andare. La barriera non reggerà ancora per molto. Henry, tu ed Agnes uscite dal tetto. Ci sono un paio di scope lassù. Tu, sposino, esci dal retro e correte più che potete.-

Suzanne salutò con un sorriso d'incoraggiamento gli amici che corsero verso le loro uscite.

-A noi tocca la porta principale.- soffiò la ragazza, tesa.

Brad le fece un ghigno e annuì.

-Sono bravo negli Incantesimi e spero che lo sia anche tu.-

-Andiamo.-







-Via libera?- soffiò Leanne per la quarta volta e Chris, che guardava oltre l'albero dietro cui erano nascosti, si voltò a guardarla quasi come se fosse esasperato.

-Scusa.- sussurrò lei -Ma siamo qui da un bel po' e forse dovremmo scappare ancora, magari più lontano.-

Chris scosse la testa e smise di guardare oltre le fronde dell'albero.

-No, questo posto è perfetto. Come ti è venuto in mente?-

-La prima vacanza insieme.- disse semplicemente Leanne -Ricordi? Tamara ed io avevamo tanto insistito per fare qualcosa tutti insieme, ma alla fine solo tu e Paul avevate accettato. Questo è lo stesso bosco dove abbiamo fatto il pic-nic l'ultima sera.-

-Bella vacanza quella.- ammise Chris con un sorriso.

-Per me fu tremenda! Paul e Tamara uscivano insieme da poco e ho dovuto passare tutto il tempo con te!- Leanne sorrise al ricordo -Avrei dovuto godermela quella volta. Chissà se avremo altre giornate così.-

-Certo che ce l'avremo, smettila di parlare come se fosse la fine. Non lo è.-

-Non posso credere che dietro tutto questo ci sia Phil. Era diventato uno di noi, un amico. Se non puoi più fidarti degli amici, allora di chi ti puoi fidare?-

-Credi che anche Brad ed Henry siano dalla sua parte? Erano sempre insieme, possono avere organizzato tutto per fare piazza pulita o cose così.-

Leanne provò a pensare a Brad e a Henry, cercando di ricordare qualche loro espressione ambigua o gesto strano che avrebbe potuto farle capire qualsiasi cosa.

-Brad, forse, ma Henry?- Chris colse la sua occhiatina -Avrai notato lo sguardo che aveva quando guardava Agnes. Sembrava così buono e onesto.-

-Per questo potrebbe essere il principale indiziato.- disse Chris, serio -Sono quelli meno sospettati i più...-

-Sospetti?- lo anticipò Leanne, provando a trattenere una risata. Era raro che Chris elargisse qualche sua perla di saggezza.

-Esatto.-

-Senti, credo che nessuno verrà a trovarci qui, per cui direi di andare.- se ne uscì Leanne all'improvviso, dando un'altra occhiata alla strada deserta.

-Dove?-

-Dall'altro gruppo. O al San Mungo da Alicia, o dai gemelli o al campo di Quidditch da Oliver o Angie.-

-Andiamo dai Weasley, al negozio.- disse Chris, allungando la mano verso la ragazza, pronto alla Smaterializzazione.











Non appena Brad e Suzanne erano usciti dall'edificio, avevano capito che sarebbe stato molto difficile uscire vivi da quella situazione.

C'erano una ventina di uomini in nero, Mangiamorte e qualche Ghermidoro, ma gli occhi di Brad si erano soffermati sulla persona al centro, che li guardava come se fossero prede facili da uccidere.

-Phil.-

Il ragazzo alzò un sopracciglio e mostrò un sorriso malvagio che Brad non gli aveva mai visto sul volto.

-Dovrei dirti che sei perspicace, ma non lo sei. Non hai capito che c'ero io dietro fino a quando non siete stati attaccati. Questa volta te l'ho fatta, amico.-

-Probabilmente dopo questa sera non saremo più amici. Senza offesa, eh.- commentò Brad, ironico, facendo un cenno a Suzanne di mettersi dietro di lui, la ragazza obbedì, benché il suo sguardo mostrasse il suo disappunto.

-Dopo questa sera sarai morto.- Phil allargò il sorriso -Non me ne faccio nulla di un amico morto.-

-Sai, non ti facevo così intelligente.- Brad non guardava più il ragazzo al centro, ma passò in rassegna ciascun uomo nel tentativo di trovare qualche scappatoia -Sei sempre stato abbastanza furbo, ma mai tanto brillante da organizzare un attacco come questo. Chi c'è dietro? La verità.-

-Il tuo fiacco tentativo di prendere tempo è del tutto inutile. Morirete entrambi stanotte.-

-Ha funzionato invece.- Brad ghignò -Gli altri sono scappati, mentre tu ed io chiacchieravamo come vecchi amici. Non credo che chiunque tu stia servendo sarà contento quando saprà che ti sei lasciato scappare sei ragazzi su otto.-

Phil perse il sorriso, assumendo un'espressione furiosa, poi stropicciò la bocca e guardò gli uomini che stavano immobili al suo fianco.

-Dividetevi.- disse con tono risoluto -Non possono essere lontani.-

Cinque uomini corsero a destra, mentre altri cinque a sinistra, provando a frugare nei dintorni dell'abitazione e Brad lanciò uno sguardo a Suzanne che si rilassò per i suoi amici.

-Li troveranno, sarà solo questione di tempo.- disse Phil, tornando a rivolgersi a loro -E anche quei due che vivevano da me faranno la stessa fine.-

-Grazie.- disse Brad -La mia amica Suzanne era in pensiero per i suoi amici, per cui grazie per averci assicurato che sono ancora vivi.-

Phil digrignò i denti e Brad sorrise.

-L'ho detto, non sei intelligente.-

-Stai per morire, quindi considero questa tua ironia come l'ultimo desiderio di un condannato.- disse Phil, tentando di contenere la rabbia.

Brad fece spallucce e commentò.

-Mi stai minacciando da dieci minuti, ma sono ancora qui di fronte a te. Stiamo aspettando qualcosa di particolare o stai cercando di ricordare qualche incantesimo che ti permetta di farmi fuori?-

-Che diavolo combini?- gli sussurrò all'orecchio Suzanne.

Brad non le diede retta, continuando a squadrare Phil che, quasi senza preavviso, fece un passo a destra e lasciò spazio ad un'altra persona.

Suzanne spalancò gli occhi alla vista dell'uomo: sembrava più giovane della sua età, era alto e muscoloso, con qualche capello grigio fra quelli biondi.

Capì chi era ancora prima che Brad parlò, perché quegli occhi li aveva già visti.

-Papà.- disse Brad e lei passò lo sguardo dall'uno all'altro, notando il fatto che nessuno dei due sembrava sorpreso.

-Avrei dovuto immaginarlo che ci fossi tu dietro tutto questo.- continuò il ragazzo, la voce era incrinata appena, mentre lo sguardo rimase fermo -Cos'ho fatto questa volta? Non ho indossato l'abito giusto per la festicciola dell'altra sera?-

-Avresti dovuto darmi retta, Bradley, e tutto questo non sarebbe accaduto. Certo, tu conosci la mia opinione riguardo all'Oscuro Signore, ma non avrei mosso un dito per dargli manforte. Sono un tipo tranquillo.-

-Diciamo che ti adegui alla situazione.- disse Brad con un sorriso tirato -Non ti sporchi le mani in caso che Tu-Sai-Chi fallisca ancora, ma saresti pronto a servirlo se dovesse vincere.-

-Però, dopo aver saputo quello che avevi in mente di fare, non ho potuto fare altro, capisci?- l'uomo si avvicinò, parlando come se il figlio non avesse fiatato -Aiutare traditori del proprio sangue e Nati Babbani. Mi hai molto deluso.-

-Vorrei dire che mi dispiace, ma deluderti è la cosa che mi riesce meglio e che mi da più piacere, papà.-

L'uomo tentò di non mostrare il suo disappunto e continuò.

-È quella Alicia Spinnet che ti ha messo certe idee strane in testa e per colpa sua ci ha rimesso anche la sua famiglia.-

-Cosa intendi dire?-

-Ma è stato Phil a rivelarmi qualcosa che mi ha davvero sconvolto.- aggiunse ancora il signor Anderson, ben attento alle giuste parole da dire.

Brad notò solo in quel momento che il padre non stava guardando lui, ma dietro di lui, verso Suzanne.

Il ragazzo lanciò uno sguardo a Phil e tuonò.

-Cosa gli hai detto?-

-La verità.- Phil mostrò un sorriso strano, sembrava divertito, ma l'espressione era quasi preoccupata -Tu e lei.-

-Davvero credi a un idiota come lui!?- sbottò Brad, rivolto al padre che stava giocherellando con la propria bacchetta.

-No, lo so anch'io che è un idiota, ma ora vedo con i miei occhi che la stai proteggendo e quindi ti chiedo il perché.- l'uomo lo fissò -Dammi una ragione plausibile a quello che stai facendo, Bradley, e nessuno si farà del male.-

Brad ricambiò l'occhiata di suo padre, poi fissò Phil che distolse lo sguardo quasi come se si sentisse in colpa e infine si voltò verso Suzanne che lo fissava quasi con rabbia.

-Mi sta proteggendo perché sta facendo un favore a Henry.- se ne uscì Suzanne, sgusciando da dietro Brad -Henry... esce insieme alla mia migliore amica, che non è una Nata Babbana. Se mi dovesse succedere qualcosa, la mia amica ne soffrirebbe ed Henry soffrirebbe a sua volta. Suo figlio cerca solo di mantenere la parola data ad un amico.-

-Questa è una bugia!- trillò Phil, fissando Suzanne -Brad non farebbe mai una cosa del genere senza mirare a qualcos'altro. L'intero piano di nascondere la Nata Babbana l'ha creato lui, era un'idea sua, la Spinnet si è esposta solo per coprirlo.-

-Phil, tu...-

-Basta così.- il signor Anderson fermò il figlio con una mano e nel frattempo Brad spinse nuovamente Suzanne dietro di sé -Ultima possibilità, figliolo: uccidila e ti risparmierò la vita.-

-Ucciderla?-

-Sei mio figlio dopotutto, non posso non darti una seconda possibilità.-

-D'accordo.- disse Brad, senza pensarci -Io la faccio fuori, ma poi tu farai fuori Phil.-

Il ragazzo, chiamato in causa, sobbalzò e cercò fra gli uomini un aiuto che arrivò subito.

Il padre di Phil uscì dalla fila e scosse la testa.

-Non vorrai farlo davvero, Shermann, il ragazzo cercava di essere d'aiuto.- disse, lanciando uno sguardo al signor Anderson che disse.

-Penserò dopo a tuo figlio. Ora, Bradley, la ragazza.-

-Va bene.- Brad si allontanò da Suzanne per mettersi di fronte al padre che allargò le braccia, pronto ad accoglierlo, ma Brad fu veloce a muovere la bacchetta.

-Stupeficium!-

Il signor Anderson volò a tre metri da lui, schiantandosi al suolo.

Suzanne urlò “Protego!” appena in tempo, perché gli altri uomini, compreso Phil, avevano lanciato alcuni incantesimi verso Bradley.

-Lo scudo non reggerà per molto, amico.- disse Phil, nuovamente trionfo -Uccidila e tornerai dalla parte giusta. Non ci vuole molto, basta semplicemente un movimento di polso.-

-Hai ragione ed è esattamente con un movimento di pulso che ti ucciderò.- replicò Bradley, lanciando un'occhiata a Suzanne per cercare di farle capire il suo piano.

-Siamo in dieci contro due.- disse Phil, con sicurezza -Lascia perdere e arrenditi.-

-Siete nove contro due e, probabilmente, solo un paio di voi sanno battersi come si deve.- Brad si avvicinò a Suzanne ed elencò quello che doveva fare e lei annuì.

-Ora.- sussurrò lui e lo scudo sparì.

Bradley e Suzanne schiantarono velocemente due uomini prima che Suzanne riattivasse lo scudo.

Phil sorrise come se nulla fosse successo e alzò gli occhi al cielo con un ghigno.

-Bella trovata, ma non può funzionare due volte e lo sai.-

Bradley si voltò verso Suzanne con uno scatto.

-Dobbiamo superarli per Smaterializzarci.- le sussurrò a bassa voce e lei disse.

-Facciamolo, anche a costo di morire. Non sopporto che quell'idiota continui a giocare al gatto e al topo con noi.-

Brad accennò un sorriso, alzando la sua bacchetta e Suzanne fece altrettanto, disattivando nuovamente la scudo.

E poi entrambi lo videro arrivare l'incantesimo, ma nessuno dei due osò urlare.















I gemelli, Katie, Oliver e Angelina avevano fatto una sorpresa ad Alicia, andandola a trovare a casa senza dirle una parola e in quel momento erano tutti lì, seduti sul tappeto in cerchio, chiacchierando come se il tempo non fosse mai passato.

-Avete avuto una bellissima idea, ragazzi.- disse Alicia, addentando un'altra Gelatina TuttiGusti+1 di un arancione vivo -Uhm, peperone. Non è un granché.-

-Era da un sacco che non trascorrevamo un po' di tempo tra noi.- disse Angelina, facendole un sorriso che fece sorridere anche Fred -Ci siamo trascurati, ecco tutto.-

-Ha ragione, Angie.- Oliver cercò lo sguardo di Katie -Da quando avete finito Hogwarts ognuno ha avuto da fare. Nessuno ha pensato al fatto che io mi senta sempre più escluso, perché sono il più grande.-

-E il più stupido.- aggiunsero i gemelli, facendo ridere tutti.

-Ollie, non ti abbiamo mai escluso.- disse Katie con semplicità -Abbiamo sempre pensato a te, anche quando eri lontano.-

-Davvero?- domandò lui, dubbioso.

-Certo.- Katie mostrò il suo sorriso radioso e solo Oliver notò l'espressione ambigua di George.

-Come puoi pensare che tu sia meno importante rispetto a qualche altro componente del gruppo? Noi ti vogliamo bene nella stessa misura di tutti gli altri.- spiegò Angelina, allungandosi per stringergli una mano.

-Giusto.- ammise Alicia -Si sentiva la tua mancanza a Hogwarts.-

-Come si sente la mancanza di Lee oggi.- disse Fred senza imbarazzo -Scusa, Alicia, ma è la verità.-

La ragazza corrugò la fronte, come a cercare un elemento per ribattere che non era vero, ma sarebbe stato del tutto inutile.

Lee mancava a tutti, lei compresa.

-Sentite, a proposito di confessioni...- inizio George e Katie quasi si spezzò il collo per voltarsi a guardarlo, ma George sembrò non badarci, pronto a continuare.

Quando qualcuno bussò alla porta, Katie fece un mezzo sospiro di sollievo e George, vicino a lei, le pizzicò la schiena come per rimproverarla.

-Arrivo!- Alicia corse verso la porta che stavano quasi sfondando dal tanto bussare.

-Ma che modi!- sbottò Angelina, che lanciò uno sguardo a George che fece spallucce.

I ragazzi sentirono Alicia aprire e scattarono tutti insieme quando la sentirono urlare il nome di Jared in maniera così angosciata.

-Che è successo?- chiese Oliver, il primo a raggiungerla.

Alicia non ebbe il tempo di spiegare, perché quando Katie vide entrare Chris e Leanne dovette aggrapparsi al ragazzo per non cadere.

Christopher stava reggendo l'amica che era ferita ad entrambe le gambe e si reggeva a malapena in piedi.

-Lea...-

-Gli altri stanno bene?- soffiò lei, che stava perdendo una grande quantità di sangue.

-Gli altri?- domandò Angelina, affiancata dai gemelli che non emettevano fiato.

-Dalla a me.- disse Alicia che, aiutata da Jared, mise la ragazza sul divano -Angie, prendimi degli asciugamani e la mia bacchetta è in cucina, accanto al frigorifero.-

La ragazza corse senza chiedere nulla e Jared iniziò a medicarle le ferite con la propria bacchetta.

-Siamo stati attaccati.- stava dicendo Christopher agli altri -Phil... Era una spia fin dall'inizio. Siamo riusciti a scappare in tempo, ma non abbiamo notizie degli altri.-

Il ragazzo sanguinava da una guancia, ma sembrò non preoccuparsene, concentrato com'era a guardare Leanne.

-Ce la farà, vero?-

Alicia, a cui Angelina aveva portato tutto il materiale, prese ad aiutare Jared e non rispose.

-Ehi!- tuonò Chris, pretendendo una risposta.

-Spero di sì.- disse Alicia, tamponando una gamba di Leanne -Non sembra una ferita normale.-

-Colpa mia.- sussurrò Chris, stringendo i pugni -Le avevano legato le gambe con qualche incantesimo e io, per fare in fretta, non ho tagliato solo le corde.-

-Sono stata io a... spezzarmi.- aggiunse Leanne con gli occhi semi aperti -Non... è c-colpa tua.-

-Risparmia le energie.- le disse Jared, occupandosi dell'altra gamba.

-Phil.- mormorò Katie, rendendosi conto solo in quel momento della situazione -Quel brutto deficiente, figlio di un Troll!-

-Siamo andati al negozio dei gemelli, ma non c'eravate.- continuò Chris, mantenendo lo sguardo su Leanne -Così siamo andati al San Mungo e... beh, fortuna che c'era lui.-

-Noi torniamo al negozio allora.- disse George, facendo per andare -Se uno degli altri dovesse venire da noi, lo portiamo qui.-

Fred fu pronto a seguirlo, ma Katie e Angelina si mossero in sincronia.

-No!- tuonarono e Katie fu la prima a parlare.

-Ci saranno degli uomini appostati vicino al vostro negozio, è troppo rischioso.-

-Ha ragione Kat.- disse Chris -È lì che stavano per prendere Leanne.-

-Non c'importa niente.- commentò Fred con un sorriso -Senza offesa, ma noi abbiamo i nostri trucchetti per difenderci.-

George approvò con un cenno del capo.

-E sarebbe troppo sospetto se oggi non andassimo al lavoro, per cui ci vediamo più tardi.-

Angelina provò a cercare qualche buon motivo per non lasciarli andare, ma si arrese alla vista dei loro sguardi.

-State attenti.-

Fred uscì facendole un cenno con il capo, mentre George sorrise ad Angelina e poi a Katie prima di seguire il fratello.

Katie fece sedere Chris, stringendogli la mano per tutto il tempo e provando a dargli un po' di conforto, mentre Oliver, accanto a lei, provava a fare lo stesso con Angelina che si mordicchiava le unghie con nervosismo.

Dovettero aspettare venti minuti prima che Alicia parlasse, esausta, ma serena.

-Ce l'ho fatta, credo.- mormorò, asciugandosi la fronte e lanciando uno sguardo a Jared che sorrise.

-Sì, ce l'hai fatta, ragazzina.-

Jared allargò le braccia e Alicia lo abbracciò con felicità e gli disse.

-Torna al San Mungo. Hanno bisogno di te anche lì e se qualcuno dell'altro gruppo dovesse raggiungerti...-

-Corro da te immediatamente.- la interruppe Jared, prima di baciarla e salutare tutti con un sorriso.

Prima di uscire passò accanto ad Angelina e le accarezzò i capelli per tirarla su e la ragazza chinò il capo per ringraziarlo.

-Sta dormendo perché le abbiamo dato una pozione, ma starà bene.- disse Alicia a Christopher che era corso accanto alla ragazza sdraiata sul divano -Non dovrebbe avere dei danni permanenti alle gambe.-

-Grazie.- disse lui.

-Ora pensiamo al tuo taglio.- Alicia si avvicinò a Chris e richiuse in fretta la ferita della guancia -E forse dovresti prendere anche tu una pozione. Sei sfinito.-

-No, devo aspettare i miei amici.- Chris sembrava essere sul punto di svenire -Loro... Loro arriveranno da un momento all'altro.-

Alicia ebbe l'impulso di ribattere, ma provò a mordersi la lingua, perché lei avrebbe agito esattamente come Chris se la situazione fosse stata ribaltata.

Dormire sapendo che i suoi amici erano in pericolo di vita sarebbe stato semplicemente impensabile e assurdo.

-Prendi almeno un tè o una camomilla.- disse lei e Angelina fu veloce a correre verso la cucina e a mormorare un “Ci penso io” a denti stretti.

Oliver si avvicinò a Katie che si lasciò stringere tra le braccia, continuando a mantenere lo sguardo su Leanne, ancora profondamente addormentata.

Non era mai stata dall'altra parte, pensò Katie, provando a trattenere le lacrime.

Era lei la calamita per le situazioni pericolose, per gli ospedali, per le ferite gravi e le maledizioni.

Era la prima volta che vedeva con i propri occhi cosa dovevano aver sopportato e provato i suoi amici in ogni situazioni in cui lei si era sentita male.

-Mi dispiace.- sussurrò più a se stessa che a qualcuno in particolare -Mi dispiace.-

-Di cosa?- Oliver fu l'unico ad udirla, stretta com'era tra le sue braccia e Katie notò che aveva abbassato la voce anche lui, per fare in modo che quella conversazione rimanesse fra loro e loro soltanto.

-Di tutte le volte che mi sono buttata a capofitto e mi sono fatta male. Di tutte le volte che sono finita in Infermeria e di quella volta che sono finita al San Mungo. Voi...- Trattenne un singhiozzo, ma ci riuscì solo a metà -Sarà stato difficilissimo per voi.-

Alicia si accorse che Katie stava piangendo e lanciò un'occhiataccia a Oliver.

-Che cosa le hai detto?-

-Non ho fatto niente!- sbottò lui, sulla difensiva -Davvero, lo giuro.-

La ragazza parve riflettere alle sue parole e, dal cenno che fece, Oliver capì di averla convinta.

-È sotto shock, portala di sopra in una delle stanze.- disse con decisione per poi tornare a parlare a Chris, chiedendogli ancora una volta tutti i dettagli dell'attacco.

Oliver prese Katie per mano e quasi dovette trascinarla per le scale prima di farla entrare nella prima stanza che vide.

-Siediti sul letto, Katie, da brava.- disse lui, agitato.

Una volta era così facile consolarla: bastava qualche abbraccio e qualche sorriso e anche Katie tornava a sorridere, ma da un po' di tempo per Oliver sembrava essere diventata una sorta di estranea.

Forse Katie era cresciuta davvero, ma lo aveva fatto lontano da lui e quella lontananza iniziava a farsi sentire.

-Ti prego, smettila di piangere.- Oliver si sedette accanto a lei sul letto e la strinse in un abbraccio -È vero, per noi è sempre stato difficile vederti in Infermeria, per me soprattutto, ma non è mai stata colpa tua. Al San Mungo ci sei finita per qualche mago oscuro con cattive intenzioni, non certo per la tua sfortuna. Le cose brutte, purtroppo, accadono, ma è per questo che esistono gli amici, no? Ti staremo sempre vicini qualsiasi cosa accada, anche se la tua sfortuna dovesse contagiarci.-

Katie alzò gli occhi per guardarlo e accennò un sorrisino divertito fra le lacrime.

-E poi... La fortuna di averti come amica supera di gran lunga la tua sfortuna.- concluse Oliver, abbassando lo sguardo come se fosse in imbarazzo.

-Oh, Ollie.- Katie sorrise e tornò a stringerlo -Ti voglio bene.-

-Anch'io.-

Oliver la tenne stretta e Katie, asciugandosi le lacrime, sussurrò.

-Sai cosa vorrei in questo momento? Vorrei poter aver detto ai miei genitori che voglio loro un mondo di bene. Anche a Sam e... sì, perfino ad Eliza.-

-Potrai dirglielo appena tornerai a casa.- mormorò Oliver, baciandole i capelli e Katie in quel momento realizzò di quanto fosse vicina al ragazzo.

Si alzò di scatto e lo fece talmente in fretta che Oliver aveva ancora le braccia a mezz'aria, come se stesse stringendo l'aria.

-Non posso.- disse lei, camminando per la stanza -Non più.-

Oliver sembrò non capire.

-Ho cancellato la loro memoria. Mia madre e Sam sono in Italia e mio padre ed Eliza sono in Francia. Non hanno alcun ricordo di me... alcun ricordo che io esisto.-

-Perché diavolo l'hai fatto? Sei impazzita?-

-Tu non capisci, Eliza è incinta e aveva intenzione di non dire nulla a mio padre e di abortire! Non potevo far finta di niente e lasciarglielo fare.- Katie provò a contenere la rabbia -Questa guerra non ha niente a che vedere con il bambino. Non volevo che ci rimettesse un'anima innocente per qualcosa che nemmeno conosce e tu non hai alcun diritto di venirmi contro!-

-Ehi, ehi, calmati ora.- Oliver si alzò per prenderle le mani e farla rilassare -Hai fatto bene. Pensavo l'avessi fatto per chissà quale motivo, ma avrei dovuto prevedere che c'era qualche nobile intenzione dietro. È tipico di te.-

Oliver le sorrise e la tirò a sé per abbracciarla ancora.

Katie alzò lo sguardo e, forse fu solo una sua impressione, ma le era sembrato che Oliver si era fatto più vicino... molto più vicino.











-Angie! Alicia! Katie!-

La voce di Fred fece sobbalzare Angelina che fece cadere la sua tazza colma di tè su tutto il tappeto.

Alicia non ci fece caso, corsa ad aprire ai gemelli, alle cui spalle comparvero Paul e Tamara.

Erano sporchi, sfiniti, ma erano illesi.

Angelina, che aveva seguito Alicia con paura, capì subito che c'era qualcosa che non quadrava.

Paul sorreggeva Tamara come se la ragazza stesse per cedere da un momento all'altro ed entrambi avevano gli occhi aperti, quasi spalancati, come qualcuno che non sa dove si trova e cosa sta facendo.

-Che cos'hanno?- fu Christopher a parlare, sbucato da dietro la spalla di Angelina e guardando gli amici preoccupato.

-Non lo sappiamo.- disse George, chiudendo la porta dieto di sé -Sono arrivati in queste condizioni al negozio e Paul ha mormorato qualche parola sconnessa.-

-Ha detto...- Fred lanciò uno sguardo ad Alicia -Però potremmo esserci sbagliati, aver capito male...-

Angelina comprese l'occhiata di Fred e si voltò verso Chris.

-Potresti andare a chiamare Ollie e Katie, per favore? Va' a vedere se Ollie l'ha calmata.-

Chris obbedì senza fare storie, con gli occhi cercò nuovamente Leanne che non accennava a svegliarsi.

Alicia accompagnò Paul e Tamara sul divano, senza che i due dicessero alcuna parola. Continuavano a tenersi per mano con gli occhi ancora spalancati.

-Dimmi che non sarà permanente.- disse Fred all'amica -Sembrano due automi.-

-La Maledizione Cruciatus?- azzardò Alicia e Fred annuì, mentre Angelina faceva cenno a George di seguirla in cucina -Non dovrebbero esserci danni permanenti a quanto vedo, ma aspettiamo qualche ora per vedere come va.-

-I danni possono cambiare se hai subìto un trauma?- domandò Fred, preoccupato e Alicia si voltò a guardarlo.

-Quale trauma?-









-Che cos'ha Katie?- domandò preoccupato George una volta arrivato in cucina con Angelina che, passandogli una tazza di tè, rispose.

-Nulla di grave. Ci sta pensando Ollie. Cos'è successo a Paul e a Tamara?-

-Da solo? Hai lasciato Katie alle cure di Oliver il tonto?- domandò il ragazzo, fissandola come se Angelina fosse impazzita.

-Non credo che a Katie dispiacerà.- commentò lei, non capendo l'espressione di George -Ora ti concentri e mi dici cosa diavolo è successo?-

-Quando sono arrivati al negozio erano parecchio scossi.- iniziò George, provando a cancellare per un attimo il pensiero di Katie e Oliver chiusi in una stanza -Tamara tremava e a malapena si reggeva sulle gambe, mentre Paul sembrava come impazzito. Non l'ho mai visto così scomposto da quando lo conosco. Era fuori di sé. Abbiamo capito che si trattava della Cruciatus e che Paul era stato colpito più volte, per questo siamo corsi subito qui. Durante il tragitto, Tamara non ha detto una parola, ma Paul sì. Non è stato un vero e proprio discorso, ma...-

-George, cos'ha detto!?- sbottò Angelina, incapace di resistere ancora a lungo.

-Henry ed Agnes sono morti.-

Angelina scosse la testa, sconvolta.

-NO!-

George e Angelina si voltarono verso l'urlo e videro Katie reggersi lo stomaco in lacrime, mentre li guardava dall'uscio della cucina.

-Agnes... No. No! Lei non può... Non deve... Lei era buona, non può essere... morta.- Katie scoppiò a piangere e cadde a terra, come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili e George le corse incontro per prenderla in braccio.

-Shh, shh.- le sussurrò George all'orecchio, mentre Katie nascondeva il volto nel suo petto -Andiamo di sopra, pulce, okay? Vieni, andiamo.-

Angelina tornò nel salotto: Christopher piangeva a stento, più preoccupato a prendere a pugni il tavolino, mentre Paul e Tamara, quasi tornati in sé, piangevano in silenzio.

La ragazza lanciò uno sguardo verso i suoi amici, Fred, Alicia ed Oliver stavano in disparte, non sapendo cosa dire o come comportarsi.

-Sue...- disse Paul, accarezzando i capelli di Tamara che singhiozzò -Come lo diciamo a Sue?-

Christopher si alzò di scatto.

-Devo uscire di qui!-

-Non puoi.- Tamara si alzò per fronteggiarlo -Siediti subito!-

-Non ho intenzione di starmene qui con le mani in mano!- Chris stava urlando -Ditemi chi è stato e giuro sulla memoria di Agnes che lo ammazzo. Ditemelo, forza!-

-Non andrai là fuori da solo, non è sicuro!- Tamara piangeva a dirotto -Non ho intenzione di perdere qualcun altro di voi, non ce la farei!!-

-Tammy...-

-Ho detto di NO!!-

Paul si mise in mezzo ai due, facendo sedere la ragazza e appoggiando una mano sulla spalla di Chris che sembrò rilassarsi subito.

-Ricorda la promessa che hai fatto a Leanne, amico. Quando si sveglierà, dovremo dirle tutto e l'unica persona in grado di calmarla sarai tu. Pensaci un attimo.-

Chris sembrò lottare dentro di sé, ma si rilassò ancora e si sedette immusonito accanto a Leanne, senza dire nulla.

-Brad e Suzanne non si sono fatti vedere?- chiese Angelina, capendo quanto stupida fosse la sua domanda.

-No.- Fred allungò una mano per toccarla, ma lei si scostò come se non l'avesse fatto apposta -Ma possono essere andati da Jared e forse io dovrei tornare al negozio.-

-Da solo?- La domanda di Angelina uscì come un suono strozzato.

-Dov'è finito mio fratello?- chiese Fred, guardandosi attorno e cozzando con l'espressione triste di Oliver che disse.

-È di sopra con Katie, sta provando a farle prendere una pozione per farla rilassare. Lascialo con lei, altrimenti non si calmerà mai.-

-Vieni tu con me?- domandò Fred, non aspettando una risposta, perché sarebbe andato anche da solo, ma Angelina sarebbe stata più tranquilla se Oliver fosse andato con lui.

L'amico annuì e uscì con Fred salutando tutti con un cenno che solo Alicia ricambiò.

-Rimanete qui, vero?- domandò Alicia ad Angelina, guardandola come se fosse scontato -Ci sono abbastanza stanze per tutti e vorrei tenervi tutti vicini almeno stanotte.-

Angelina si allungò e l'abbracciò affettuosamente.

-Preparo la cena per tutti. Tu occupati dei tuoi pazienti, guaritrice.-

Alicia tentò un sorriso e, dopo aver dato una pozione anche a Paul e a Tamara, li fece accomodare in una stanza, mentre Chris portò Leanne in un'altra e rimase con lei.

-Non ci resta che aspettare.- disse Alicia ad Angelina, entrando in cucina e sedendosi al tavolo.

-Già.-





George si svegliò quando la stanza era già completamente buia e provò a cercare un orologio o un qualsiasi oggetto che gli dicesse l'ora.

Katie era stesa accanto a lui, profondamente addormentata, ma con le lacrime che ancora le rigavano il volto.

Abbassò il volto per darle un bacio sulle labbra semi aperte e Katie aprì a fatica gli occhi che sbattè più volte.

-Ti ho svegliata.- sussurrò lui -Scusami, ma avevo voglia di baciarti.-

Katie si tirò su a sedere e si grattò la testa.

-Gli altri?-

-Ne so quanto te, mi sono appena svegliato anch'io.-

-È notte.-

-L'hai notato.- George provò a essere spiritoso, ma sapeva che era impossibile in quella situazione -Vogliamo scendere a controllare?-

-Va bene.- Katie scese dal letto a fatica e George le tese una mano per scortarla al piano di sotto.

C'era un silenzio innaturale per le scale, ma quando arrivarono nel salotto notarono la luce accesa e i loro amici disposti intorno al tavolo.

C'erano Angelina e Oliver, seduti sulle poltrone, mentre Fred e Jared erano seduti sul divano uno accanto all'altro.

-Alicia?- soffiò Katie, senza neanche salutare.

Tutti si voltarono a guardarla come se avessero paura che si spezzasse davanti ai loro occhi.

-Pulce, come va?- chiese Angelina, andandole incontro e George le lasciò la mano.

-Non bene.- Katie guardò Oliver e Fred -Dov'è Alicia?-

-Aveva il turno al San Mungo.- fu Jared a rispondere e Katie quasi sobbalzò, perché si era dimenticata che c'era anche lui lì -Sarebbe rimasta qui volentieri, ma Anderson e Suzanne non si sono ancora fatti vedere, per cui ha deciso di aspettarli all'ospedale.-

Katie non commentò nulla e si sedette al posto di Angelina sulla poltrona accanto a Oliver.

Angelina prese posto accanto a Fred, che sorrise, e George, mantenendo lo sguardo su Oliver, fece alzare Katie per farla sedere sulle sue gambe.

-Leanne?- chiese Katie e notò quanto le costasse parlare senza scoppiare a piangere.

-Si è svegliata qualche ora fa, Chris le ha detto tutto e...- Jared prese un respiro -Puoi immaginare come l'ha presa.-

-Vado da lei.- Katie fece per alzarsi, ma George la bloccò.

-Chris le ha fatto prendere un'altra pozione e Paul ha fatto la stessa cosa con Tamara. Dormono tutti.-

Katie scostò la mano di George che le teneva il braccio, infastidita dal suo atteggiamento.

La stava trattando peggio di una bambina.

Attesero quelle che parvero ore, senza dire niente, quando all'improvviso Alicia entrò in silenzio nella casa, sussurrando qualcosa.

-Oh.- Alicia si pose una mano sul cuore -Che spavento!-

-Tutti preoccupati per me? Che onore!-

Sentire la voce di Brad fu quasi un toccasana per il gruppo: benché avesse un carattere impossibile, era diventanto bene o male amico di tutti e sentirgli fare dello spirito significava solo una cosa.

Stava bene; anzi stavano bene. Lui e Suzanne.

-Sono due miracolati. Non hanno riportato alcuna ferita o danno grave. Mi chiedo come abbiate fatto.-

-Fa parte del mio fascino il mistero, Spinnet.- Brad mostrò un sorriso che convinse ben pochi presenti; doveva aver vissuto una giornata infernale -Racconterò tutto domani e nei minimi dettagli, ma ora voglio solo un letto e, stranamente, per una volta nella vita, voglio solo dormirci sopra.-

Suzanne strabuzzò gli occhi a quelle parole e, vedendo Katie, le fece un debole sorriso che l'amica non riuscì a ricambiare.

-Come stanno gli altri?- domandò lei, notando lo sguardo della ragazza.

-Ho aspettato voi per dirlo.- disse Alicia, mordendosi un labbro, in ansia.

-Per dirci cosa?- Brad passò lo sguardo da Alicia al gruppo, poi guardò Suzanne che continuava a fissare Katie.

-Kat...-

-Mi dispiace, Mantis.- La ragazza si alzò per raggiungere l'amica -Non... Non so come dirtelo.-

Suzanne aprì leggermente le labbra e fece fuoriuscire un leggero singulto prima di sibillare.

-Paul o Agnes?-

-Agnes.- disse Katie con voce strozzata, poi spostò lo sguardo verso Brad -Ed Henry.-

Brad abbassò lo sguardo lentamente, ma lo rialzò subito dopo.

-Come ho detto, ho bisogno di dormire. Posso, Spinnet?-

Alicia annuì a scatti.

-Ho aggiunto un piano alla casa prima. Il secondo piano è tutto libero.-

-Grazie.- Brad fece per andare, ma Suzanne lo precedette in silenzio e lui la seguì senza fiatare.

Jared sembrò quasi sgonfiarsi sul divano, completamente privo di forze.

-Dovremo andare anche noi.- disse, rivolto ad Alicia.

-Va bene. Stasera dormi con me, Jared, la tua stanza l'ho data a Paul e a Tamara.-

-Okay.-

-George.- Katie si voltò in soccorso del ragazzo che disse.

-Sì, va bene, dormiamo insieme anche noi.-

Solo Fred si accorse che Oliver fu sul punto di ribattere qualcosa, ma decise di non dire una parola, molto più preoccupato a cercare lo sguardo di Angelina, sperando che anche lei prendesse la stessa decisione di Katie, ma lei non disse nulla.

-Nelle stanze ci sono piume d'oca e inchiostro?- chiese Angelina -Dobbiamo scrivere a Finn e a Daphne, devono saperlo.-

-Anche Nolween vorrebbe capire cos'è successo.- aggiunse Oliver e Katie gli lanciò un'occhiatina dubbiosa.

-C'è tutto quello che vi serve e, tranquilli, questa casa è sicura fino a quando io sarò il Custode Segreto.-

-Andiamo a dormire ora.- disse Fred e nessuno disse più nulla, ciascuno si chiuse nel proprio silenzio e nella propria solitudine.













La mattina dopo erano tutti riuniti attorno alla tavola della sala pranzo, che era stata allungata per ospitare tutti.

Daphne li aveva raggiunti alle prime luci dell'alba e, verso l'ora di pranzo, era arrivata anche Nolween.

Finn aveva scritto che sarebbe arrivato quella sera, ma nessuno sembrò notare la sua assenza.

Suzanne era l'unica che non era scesa a mangiare, ma si era chiuse nel suo dolore, senza rivolgere parola ad anima viva.

Paul aveva provato a parlarle, ma le uniche parole che gli aveva rivolto erano state “Non mi fido più di nessuno” e l'amico aveva deciso di lasciarla sola.

-Brad, dicci come sono andate le cose. Perché Phil vi avrebbe tradito?-

-Phil ed Henry sono cresciuti nel nostro mondo, Spinnet, tu dovresti saperlo meglio di me.- Brad addentò un pezzo di pane e, dopo aver mandato giù il boccone, continuò -I loro genitori li hanno cresciuti con delle idee ben precise sulla purezza del sangue e quelle cose lì. Sapevo com'erano fatti, ma quando li ho coinvolti ero davvero sicuro che sarebbero stati dalla nostra parte. Ci ho preso al cinquanta percento, meglio di niente, no?-

Alicia notò il suo sguardo che non era affatto sincronizzato al suo sorriso. Stava ancora soffrendo per i suoi amici, ma lei non sapeva cosa dirgli per farlo sentire meglio.

-Phil si è fatto coinvolgere per spiarci, poi l'ha detto a suo padre che l'ha detto a mio padre.- Brad fissò Alicia -Che è una versione maschile di tua madre. Puoi capire il perché abbia reagito così.-

-Voleva ucciderti solo perché stavi proteggendo Suzanne?- chiese Paul, stupito che un genitore potesse voler ammazzare il proprio figlio.

-Phil gli ha raccontato una bella storiella fra me e la tua amica. Credeva che fra di noi ci fosse una liaison... Davvero stupida come bugia.-

Nessuno commentò quella frase e Alicia lo colpì da sotto il tavolo come se volesse rimproverarlo.

-Comunque siamo riusciti a scappare per miracolo.- continuò Brad, trattenendo il gemito di dolore -Mi sono ferito un braccio, ma è stato facile guarirlo e poi siamo andati nell'orfanotrofio dell'anatraccolo. Un luogo sicuro, di cui nessuno sapeva l'esistenza, apparte te.-

Brad fece un cenno a Paul che, non sapendo cosa fare, annuì.

-Ma adesso Phil potrebbe venire a cercarci qui?- domandò Leanne, che ancora non riusciva a camminare.

-No.- Brad cercò aiuto in Alicia, ma lei scosse il capo.

-Sarebbe ora che dicessi loro la verità.-

Brad alzò gli occhi al cielo e iniziò a parlare.

-L'idea di nascondere la vostra amica è partita da me. Alicia me ne aveva parlato e sapevo quanto Katie ci tenesse a quella bisbetica, per cui ho ideato questo piano. Non sapendo di chi fidarmi, avevo pensato a un piano B, di cui solo Alicia conosceva i dettagli. Era l'unica che sapevo non mi avrebbe tradito. Henry e Phil non sapevano la precisa collocazione della casa di Alicia, per cui qui siamo al sicuro.-

-Non ti fidavi dei tuoi stessi amici?- chiese Daphne, sconvolta -Un po' strano, non trovi?-

-Non dove vivo io. Henry e Phil erano due grandi amici, ma i genitori erano diversi da loro. Non penserai che abbia ideato questa messinscena per mettervi in trappola?-

-E chi lo sa.- bofonchiò Daphne, non sicura.

-Tu e l'anatroccolo siete davvero simili.-

-Ma quando uno di voi uscirà per andare al lavoro o a casa?- domandò Tamara, lasciando perdere i commenti di Daphne e Brad -Potrebbero seguirvi e scoprire dove siamo nascosti.-

-Jared ed io sappiamo dove Materializzarci e Smaterializzarci per non destare sospetti.- spiegò Alicia, facendo spallucce -Basterà che lo insegni anche ai gemelli e a chiunque voglia andare e venire da questa casa. Gli unici che non possono muoversi siete voi.-

-Cioè Paul, Tamara, Chris, Suzanne ed io.- elencò Leanne, pratica.

-In verità, anche tu, Brad, dovresti stare rintanato per un po'.- disse Alicia e il ragazzo alzò un sopracciglio, guardandola in cagnesco -Non fare quella faccia, tuo padre è ancora là fuori a cercarti.-

-Ma suo padre sa che siamo coinvolti anche noi.- se ne uscì all'improvviso Fred, fissando tutti come se fossero stati degli idioti a non averlo pensato prima -Potrebbe venire a cercare George e me al negozio o Jared e Alicia al San Mungo.-

-Katie dai suoi genitori, Oliver e Angelina al campo di Quidditch.- continuò George, quasi in sincronia con il fratello.

Oliver lanciò un'occhiatina a Katie, che stava giocando con il cibo anziché mangiarlo.

-Noi non possiamo smettere di lavorare.- disse Jared -Correremo il rischio.-

-Già. Potremmo fare un incantesimo di localizzazione.- provò Alicia, cercando di trovare una soluzione -Una specie di oggetto che si illumini tutte le volte che il padre di Brad è vicino. Sarà facile, visto che Brad condivide il suo stesso sangue.-

-È una bella idea, ma credi di esserne capace? Non è una magia qualunque.- commentò Angelina, che non voleva essere critica, ma solo sincera.

-Ci posso provare almeno.-

-Tu non esci da questa casa.- mormorò Fred con tono deciso ad Angelina, seduta accanto a lui -Intesi?-

-Chi sei, mio padre?- borbottò lei in risposta, ma con l'ombra di un sorriso, perché sapeva che Fred voleva solo proteggerla -Non posso non andare a trovare più la mia famiglia.-

-Se vorrai andarci, ci andrai scortata da qualcuno. Se non vuoi me, ci sarà George o Oliver. Credo che anche Jared non ti dirà di no.- continuò Fred a bassa voce, in modo che sentisse solo lei.

Angelina scrollò le spalle, come a chiudere la conversazione, ma Fred capì di aver vinto.

Terminato il pranzo, ciascuno tornò nelle proprie camere, mentre Fred e George raccontarono al proprio gruppo, incluso Jared, che Ron era scomparso.

-Cosa vorrebbe dire scomparso?- soffiò Angelina, semi disperata.

-Nel senso che crediamo sia tornato da Harry e Hermione.- rispose prontamente George e lei si rilassò -Anzi ne siamo praticamente certi, anche se non ci ha detto nulla.-

-Era ora che si decidesse a tornare.- sbottò Alicia, incrociando le braccia al petto -Voi-Sapete-Chi è molto più importante di un triangolo amoroso.-

-Proprio tu lo dici?- Fred si accorse troppo tardi di quello che aveva detto e Alicia lanciò immediatamente un'occhiata a Jared che fece finta di nulla.

Angelina tirò uno schiaffo sulla testa a Fred, proprio come avrebbe fatto durante il loro periodo a Hogwarts.

E, benché non fosse assolutamente la situazione adatta, Fred si ritrovò a sorridere.











-Posso entrare?- domandò Angelina sulla soglia della porta, guardando dentro la stanza alla ricerca di qualcuno che non trovò.

-Se cerchi la pulce è nella stanza di Leanne.- disse George, notando il suo sguardo e posando la rivista che stava sfogliando sdraiato sul letto -Credo che le faccia bene parlare con qualcuno che conosceva Agnes tanto quanto lei.-

-Qualcuno dovrebbe parlarne con Suzanne. È distrutta.- Angelina entrò e chiuse la porta dietro di sé sotto gli occhi vigili di George.

-Che stai facendo?-

-Non cercavo Katie, volevo un po' parlare con te.-

La ragazza si sdraiò accanto lui e George le lanciò un'occhiata confusa.

-Se ti da fastidio, posso alzarmi.-

-Non è quello.- George sorrise -Cercavo di capire cosa ti preoccupa.-

Angelina si mise su un fianco per guardarlo meglio e George fece lo stesso.

-Sono una persona orribile.-

-Cosa?-

-Sì, lo sono.- Angelina abbassò la voce -Sono rimasta sconvolta quando ho saputo della morte di Agnes, ma in cuor mio ero così felice che tutti il mio gruppo stesse bene. Lee è là fuori, sperduto chissà dove, ma sento che sta bene e tutti voi... È una sensazione meravigliosa avervi tutti vicini, vivere di nuovo insieme sotto lo stesso tetto. Mi tornano in mente un sacco di ricordi.-

-Angie...-

-E lo so che dovrei dispiacermi per l'altro gruppo e mi dispiace, sul serio, mi dispiace, ma...- Angelina alzò gli occhi e lo fissò intensamente -Sapere che voi ce l'avete fatta, che siete qui con me supera di gran lunga il mio dispiacere. Non so cosa farei se a qualcuno di voi capitasse qualcosa, ma allo stesso tempo sono stata così fiera di te e Fred oggi, quando siete corsi al negozio per il bene degli altri.-

George allungò una mano per accarezzarle i capelli.

-Anche noi siamo fieri di te, Angie. Sempre.- Angelina sorrise -E non sei una persona terribile, sei semplicemente una ragazza normale con delle normali reazioni. È naturale che tu tenga maggiormente a noi, siamo la tua famiglia, e ho visto nei tuoi occhi la tristezza alla notizia della morte di Agnes ed Henry. Ti conosco. Nessuno, nemmeno Alicia o Fred che sono così privi di tatto, ha gioito ieri per quello che è successo e credo che tutti noi abbiamo pensato “Fortuna che non è capitato a uno dei nostri”.-

-Tranne Katie.- aggiunse Angelina in un bisbiglio, chiudendo gli occhi con uno sbadiglio.

-Sì, tranne Katie.- George sorrise -Lei è... speciale.-

-È la nostra piccola pulce.- continuò Angelina, che stava respirando più lentamente -Non ha nessun lato oscuro.-

-Ecco, Angie, proprio per questo io...-

-Sì?- La ragazza sussurrò quelle due lettere con gli occhi ancora chiusi e George capì che si stava addormentando.

-Niente, Angie, dormi.-

-George...-

-Dimmi.-

-Ti ricordi quando abbiamo fatto il gioco della bolla?- Angelina era nel dormiveglia in quel momento -Non ti ho mai detto chi ho visto accanto a me.-

-Penso di saperlo.- sorrise George, continuando ad accarezzarle i capelli per farla addormentare.

-Te.-

George bloccò la mano a mezz'aria, ma Angelina si era addormentata e nessuno dei due disse più nulla.







Spiegazioni, varie ed eventuali:

Scusate il ritardo, ma questo capitolo era abbastanza complesso.

Volevo che si vedesse la disperazione di alcuni di loro e, soprattutto, come stanno reagendo a quello che sta accadendo loro.

Spero di esserci riuscita! =)

Inoltre, per la maggior parte di loro inizia una sorta di nuova fase: alcuni non possono più uscire e dovranno vivere a casa di Alicia che è diventata un rifugio sicuro.

Quelli che potranno uscire dovranno stare attenti a qualsiasi loro mossa, perché il padre di Brad e Phil soprattutto sanno chi sta aiutando l'altro gruppo.

I gemelli, Katie, Alicia, Oliver, Jared, Nolween, Finn e Daphne sono tutti in pericolo anche se non erano i diretti interessati, perché comunque sono stati coinvolti nel piano.

Suzanne, ovviamente, è quella più devastata dalla morte di Agnes.

Era la sua coscienza, il suo angelo custode e ora è completamente persa.

Vedremo chi riuscirà a farle tornare il sorriso, se le tornerà.

Concentrandoci sul vecchio gruppo, Lee ancora una volta non si è visto, ma nel prossimo capitolo potrebbe tornare...

Oliver e Katie stanno esplorando una nuova fase del loro rapporto.

Prima, ai tempi di Hogwarts, erano grandi amici, anzi migliori amici, ma poi Oliver se n'è andato, Katie è cresciuta e l'ha baciato e le cose si sono complicate.

Ora Oliver inizia a vedere quanto lui e Katie siano profondamente cambiati, così come il loro legame.

Non possono più avere lo stesso rapporto di prima, sarebbe impossibile, e il ragazzo inizia a capire che devono trovare un modo per stare insieme senza imbarazzi.

Ovviamente di tutto questo se n'è accorto solo lui, dato che Katie in questo capitolo pensava a tutto tranne che alla sua vita sentimentale.

George è chiaramente geloso di Oliver, perché sa il rapporto che hanno sempre avuto lui e Katie, il legame che c'è sempre stato fra di loro e quanto Katie lo abbia amato.

Allo stesso tempo Oliver è quello che si accorge maggiormente di alcuni atteggiamenti di George che potrebbero essere considerati “sospetti”, come il dormire insieme.

Nessuno degli altri ha commentato, perché per tutti Katie sarà sempre la piccolina del gruppo, nessuno la vede come una donna.

Oliver sì e si sta accorgendo di qualcosa.

Angelina non pensa minimamente che George possa essere geloso di Katie in senso amoroso, per cui non ha notato nulla.

Fred, invece, pensa che Oliver sia geloso di Katie, non che George lo sia di Katie.

Insomma, nessuno sta capendo niente xD

Fred e Angelina hanno riniziato a parlarsi dallo scorso capitolo, ma Angelina al momento continua a voler mettere alla prova il ragazzo, mentre Fred vorrebbe solo tornare insieme a lei senza troppi problemi.

Angelina preferisce dormire da sola, proprio per evitare che Fred si illuda di poterla riconquistare così facilmente.

L'ultima parte, quella fra George e Angie, prendetela come volete xD

Nel senso che, se ricordate, George non ha detto ad Angelina di immaginarsi il ragazzo che ama nella bolla, ma una persona con cui condividere quel mondo perfetto.

Per questo Angelina ha pensato a George e non a Fred.

Non si è dimenticata di Fred, ha solo pensato alla persona più vicina a lei in quel momento e i gemelli per lei sono sempre stati tutto.

In sostanza, Angie non è impazzita, né si è dichiarata, ecco.

Però ovviamente tutto questo ha un peso, non è una cosa da poco.

Come sempre ho adorato scrivere le scene fra George e Katie, li trovo davvero adorabili insieme.

George sarebbe un ragazzo eccezionale con chiunque, ma Katie è talmente dolce ed indifesa che insieme sono il massimo della dolcezza!

Alicia non si è vista molto, apparte per le sue cure mediche, ma nel prossimo capitolo scopriremo meglio il suo rapporto con Jared che continua sempre a sentire la presenza di Lee tra lui e Alicia.

Spendo due parole anche per Phil ed Henry.

Il primo, ovviamente, è il traditore. Si è infiltrato nel gruppo, spacciandosi per amico di tutti, ma in realtà era lui la spia.

Come ha detto Brad, Phil è cresciuto con dei genitori fissati con la purezza del sangue, per cui ha ereditato le strambe idee dei genitori.

Henry, invece, era buono.

Era cresciuto nello stesso ambiente di Phil, ma era una persona tranquilla e pacata, che viveva e lasciava vivere.

In più quando Brad gli ha fatto conoscere entrambi i gruppi, si era affezionato un po' a tutti, specialmente ad Agnes.

Bon, spero di aver chiarito qualsiasi dubbio.

Grazie a tutti coloro che continuano a seguire la storia <3

Un bacione e a presto ^O^

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Capitolo 42
*** Capitolo 41 ***


Capitolo 41



-Dove stai andando?- chiese Alicia quella mattina a Brad che stava sgattaiolando verso la porta d'ingresso -Devi mantenere un profilo basso, quante volte devo dirtelo?-

-È urgente! Davvero, Spinnet, è molto importante. L'hai detto tu che casa tua è aperta a tutti o sbaglio?-

Alicia socchiuse gli occhi.

-Cosa c'entra questo?-

-Lo capirai quando tornerò, ma ti suggerisco di aggiungere almeno due piani alla casa o saremo un po' stretti.- disse Brad, mostrandole un sorrisone fastidioso che lei non ricambiò.

La salutò prima che lei potesse replicare e uscì all'aperto, respirando a pieni polmoni l'aria fresca.

Si passò una mano fra i capelli biondi, alzando gli occhi verso una delle finestre della casa.

Fece un ghignetto divertito e si Smaterializzò con un pop.







-Sentite, non ce n'è bisogno. Davvero.- disse Katie, mentre George la faceva sedere accanto ad Alicia sul tappeto -Sto bene, non dobbiamo per forza giocare.-

-Pulce, vogliamo solo divertirci un po'.- disse Fred, come a chiudere il discorso.

Oliver, che aveva spostato il divano, le poltrone e il tavolino, si stava lamentando del mancato aiuto, ma nessuno lo stette a sentire.

-E visto che i tuoi amici stanno reagendo a modo loro.- aggiunse George, facendo l'occhiolino alla piccola -E non potendo fare niente per aiutarli, non possiamo non aiutare te.-

-In sintesi, ti vogliamo bene.- concluse Angelina con un sorriso e Jared ebbe paura di dire la sua in un gruppo così affiatato.

-E anche un modo per conoscerci meglio.-

-Come se non ci conoscessimo abbastanza.- replicò ironica Alicia -Nove anni di sventure.-

-Sai, dicono che se si superano gli otto anni, l'amicizia è per sempre.- fu Katie a parlare, provando a mostrare uno dei suoi sorrisi radiosi.

-Oh, no!- sospirò Alicia e tutti risero, benché non fossero sicuri che l'amica stesse scherzando.

-Allora che gioco facciamo?- chiese Oliver, quando anche lui fu pronto per sedersi a terra con gli altri.

-Una volta abbiamo parlato della prima volta che ci siamo conosciuti.- disse George -Perché non parliamo del nostro primo ricordo felice?-

-In senso orario.- approvò Angelina e la palla passò proprio a George.

-Non ricordo esattamente il mio primo ricordo felice, diciamo che è una sensazione. Ogni volta che varcavo le porte di Hogwarts, sapevo che avrei trovato un'altra famiglia ad aspettarmi e, ancora adesso, so che ho un'altra famiglia che mi apprezza per quello che sono.-

-Noi.- disse Katie con un sorriso e George annuì.

-Quando avrò dei figli, se mai avrò dei figli, vorrei che provassero la stessa sensazione che proverò io per tutta la vita.- George guardò il gruppo -Avere degli amici come voi.-

A Katie scappò una lacrima e Alicia, cercando di contenere l'emozione, provò a sdrammatizzare.

-Dovevamo farla divertire, non farla piangere ancora.-

-Alicia ha ragione, fratellino, sei stato troppo melenso.- commentò Fred, ma si leggeva negli occhi che il discorso di George aveva avuto qualche effetto anche su di lui.

-Fred, tocca a te.- disse Oliver, aspettando il suo turno.

-George.-

Angelina alzò gli occhi al cielo.

-Lo sappiamo che sei tu, Fred, riusciamo a riconoscervi, ricordi?-

-Io ancora faccio fatica.- ammise Jared, triste.

-No.- Fred passò a spiegare -È George il mio primo ricordo felice. Ho una famiglia numerosa, ma il legame con lui è più forte di qualsiasi cosa e se dovessi tornare indietro con la memoria, il mio primo ricordo in assoluto è proprio mio fratello.-

George abbracciò Fred che gli diede una pacca affettuosa sulla schiena.

-Okay, basta, ho una reputazione da mantenere.-

-So che tutti voi inizierete a ridere, ma il mio primo ricordo felice è stata la mia prova volta su una scopa.- disse Oliver, mentre Fred e Alicia facevano una mezza risatina -Lo so, è scontato, ma è così. Mio padre mi aveva comprato un manico di scopa per il mio compleanno, ma era troppo indaffarato con il lavoro e non riusciva a trovare del tempo per me. Mio fratello e mia sorella decisero di fare di testa loro, mi misero sul manico da scopa, senza che io sapessi cavalcarlo, e mi spinsero in alto. Conclusione? Un trauma cranico e una gamba rotta, ma sapevo che avrei voluto volare per sempre.-

Le ragazze sorrisero quasi all'unisono, mentre i ragazzi rimasero colpiti dal resoconto di Oliver che ammutolì, cercando lo sguardo di Katie.

-Ho dei cugini più grandi di me e ogni volta che li vedevo partire per Hogwarts per i miei genitori era un trauma.- prese a raccontare Jared -Piangevo come un disperato, perché volevo andarci anch'io e non potevo aspettare ancora degli anni, era inconcepibile. Lee...- E Jared fece una pausa per permettere ad Alicia di calmarsi -Eravamo amici da sempre e sapeva quanto io desiderassi partire per Hogwarts. Così, una sera, mi chiamò e mi fece affacciare dalla finestra per mostrarmi l'albero di fronte alla mia casa. Sopra l'albero aveva costruito una casetta di legno tutta per noi e l'aveva chiamata “la nostra scuola di magia” o “la nostra Hogwarts”. Abbiamo passato così i nostri tre anni prima della scuola e, quando ho deciso di frequentare Durmstrang, abbiamo trascorso così le nostre prime estati. Era un modo per rimanere amici anche se frequentavamo due scuole diverse e lì, in quel momento, quando i miei occhi si sono posati sulla casetta sull'albero, ho capito che avevo trovato un amico prezioso.-

Tutto il gruppo rimase in silenzio, anche dopo che Jared concluse la sua storia.

Immaginare Lee era doloroso per tutti, perché non ricevevano sue notizie da un sacco di tempo, ma nessuno provava quello che sentiva Alicia in quel momento.

Lee, piccolo e di buon cuore, che faceva un gesto così grande per un suo amico.

-Scusatemi. Non pensavo facesse così schifo il mio ricordo.-

-Tocca a me.- disse Alicia, provando a tornare serena -La mia storia sarà molto breve, perché, come George, siete voi il mio primo ricordo felice. I miei primi undici anni di vita sono stati a dir poco tremendi, vissuti senza conoscere la vera amicizia, la bontà o la generosità... Insomma, tutte le cose che mi avete insegnato voi. Se oggi mi piace quello che vedo quando mi guardo allo specchio, lo devo soprattutto alle persone che sono qui in questa stanza e... a Lee.-

-La nascita di Sam è stato il mio primo ricordo felice.- prese parola Katie subito dopo -Ricordo che non vedevo l'ora di avere un fratellino e morivo dalla voglia di conoscerlo. Da quando è nato e ha mosso i suoi primi passi ho capito che avrei dovuto sempre proteggerlo e... penso di aver fatto un buon lavoro fino ad ora.-

-L'hai fatto.- George fu il primo a commentare e gli altri si unirono a lui.

-Mi fai sentire una pessima sorella.- commentò Alicia, ma Katie non rispose, impegnata a dare una rapida occhiata ad Oliver, l'unico che sapeva dell'incantesimo che aveva lanciato alla sua famiglia.

Il ragazzo fece finta di niente, concentrandosi su Angelina, l'ultima del giro.

-È difficile. Forse... quando ho ricevuto la lettera per Hogwarts. Provavo un misto di paura e felicità che non riuscivo a spiegarmi, temevo che sarei rimasta sola o che non mi sarei integrata bene.- la ragazza sorrise ai suoi amici -Ma è da lì che è iniziato tutto. Sul treno ho incontrato i gemelli e Lee, ho condiviso la stanza con Alicia, ho conosciuto Oliver e Katie. Una sola lettera e la mia vita è cambiata e non ha nulla a che vedere con la scuola o la magia.-

-Passiamo al momento più triste.- se ne uscì Fred, evitando di guardare Angelina negli occhi, colpito dalle sue parole -Però siate più concisi. Per me l'attacco a Georgie, ovviamente.-

-Quando ho ferito Fred baciando Angie.- disse George, guardando Oliver che disse.

-Quando Katie ed io abbiamo litigato anni fa ad Hogsmeade.-

Katie sobbalzò quando sentì il suo nome, ma poi strinse le labbra senza dire una parola.

-Quando vedo Alicia piangere.- disse Jared poi, sapendo che bomba stava lanciando, continuò -Quando piange per Lee.-

La ragazza sbarrò gli occhi e lo squadrò come se fosse impazzito.

Jared le fece segno di andare avanti e lei decise di rimandare il discorso.

-Quando Katie è arrivata al San Mungo. Ho perso cinque anni di vita quella volta.- ammise Alicia e Jared borbottò qualcosa che nessuno udì.

-Tutte le volte che litighiamo.- disse Katie -Odio quando litighiamo.-

Angelina sembrò rifletterci, ma poi decise di essere sincera.

-Quando Fred ed io abbiamo rotto è stato terribile. Sicuramente uno dei momenti più tristi della mia vita.-

-Facile da risolvere però.- se ne uscì Fred con un sorriso divertito -Torniamo insieme.-

-Non funziona così.-

-Sai, a volte l'orgoglio fa messo da parte.- commentò Fred.

-Anche l'immaturità!- ribattè lei, zittendolo -Passiamo oltre, per favore?-

-Il primo bacio?- domandò Jared e fu nuovamente il turno di Fred.

-Una Tassorosso.- rispose il ragazzo -Lei era al terzo anno, io al secondo.-

-Una ragazza che Fred ed io avevamo conosciuto al campeggio.- disse George, sorridendo al ricordo -Avevo... tredici anni, mi sembra.-

-Quasi quattordici.- precisò Fred per prenderlo in giro.

-Era la mia ragazza ad Hogwarts, avevamo quindici anni.- disse Oliver -Voi più grandi l'avete conosciuta se non sbaglio.-

-Era talmente antipatica che non ricordo nemmeno il suo nome.- commentò Alicia e Oliver le lanciò un'occhiataccia, ma non replicò.

-Era una ragazza della mia scuola.- continuò Jared, poi guardando Alicia -Non chi pensi tu, un'altra, una mia amica. Avevo tredici anni anch'io.-

-Avevo dodici anni.- iniziò Alicia poi diede una gomitata a Jared -E per colpa di quest'idiota Lee mi ha baciata per una scommessa.-

-Cioè?- chiese Oliver che conosceva la storia solo per accenni.

-Lee era tornato da Hogwarts ed io ero entrata nel gruppo quell'anno, per cui aveva delle foto con tutti noi. Jared ha scommesso un galeone che Lee non avrebbe avuto il coraggio di baciarmi e Lee, pur di vincere, mi ha fatto venire a casa sua e mi ha baciata!- Alicia sembrava arrabbiarsi solo al ricordo.

-Beh, ha avuto fegato quella volta, lo ammetto.- sorrise Jared -E dovresti essere contenta, ti avevo notata già all'epoca. Avevo scelto te, perché mi piacevi.-

Alicia alzò gli occhi al cielo con un sorriso.

-Alla fine Lee si è beccato un bel incantesimo sul fondoschiena.- aggiunse Jared -Non si è seduto per un sacco di tempo.-

-Tocca a me.- disse Katie, scossa dalle risa -Beh, lo sanno tutti. Oliver. L'ho baciato al San Mungo. È stato... imbarazzante.-

-Già.- mormorò Oliver, passandosi una mano sulla faccia per dimenticare quel bacio.

-Fred.- disse Angelina con semplicità -Al Ballo del Ceppo, avevo sedici anni.-

-Angie e Katie sono sbocciate tardi.- commentò divertito George e Fred rise assieme a lui.

-Ora si va sul personale.- fu Oliver a parlare, quasi ringalluzzito -Prima volta.-

George provò a non guardare verso Katie, ma lei sicuramente stava fissando lui. Si sentiva i suoi occhi addosso.

-Una Corvonero che avevo fatto venire a casa mia con una scusa.- disse Fred con un ghigno, rammentendo bene quel giorno -Entrambi avevamo quattordici anni.-

-Un po' precoce.- commentò Angelina, irritata.

-Guardami.- disse Fred, indicandosi -Potevo fare il prezioso con tutto questo amore da donare?-

-Idiota.- disse Angelina a denti stretti e George prese parola.

-La stessa ragazza del campeggio di prima. Avevo sedici anni.-

-Idem.- disse Oliver, poi aggiunse -Cioè, non la stessa ragazza di George, la mia prima volta è stata sempre con la mia ragazza di Hogwarts. Quindici anni.-

-Sì, ma io mi ricordo altre ragazze che entravano e uscivano dal tuo dormitorio.- disse Fred e Katie lo guardò come a volerne sapere di più.

-Altre due ragazze.- precisò Oliver -Non ne ho avute poi così tante.-

-Theresa.- disse Jared, sapendo che tutti sapevano -Diciassette anni.-

-Alicia e Katie sono da saltare.- disse Oliver, facendo arrossire la prima e infuriare la seconda.

-No, in realtà, devo ancora raccontare la mia esperienza.- affermò Katie con decisione.

Oliver spalancò gli occhi, poi scoppiò a ridere e sventolò una mano come per scacciare le zanzare.

-Bella questa, ma non ci casco più ai tuoi scherzi.-

Katie passò lo sguardo da Oliver a George lentamente e Angelina fu la prima a capire, scattando in piedi quasi come colpita da un fulmine.

-Oddio, no.-

-Georgie e la pulce!?- gracchiò Fred, guadandosi attorno e pensando a uno scherzo.

-Oh, Merlino, ma è successo qui?- domandò Jared, confuso quanto gli altri.

-No, è successo un sacco di tempo fa.- precisò Katie, perché George non riusciva ancora a parlare -Io... Georgie ed io stiamo insieme.-

-E da quando?- soffiò Alicia che quasi non riusciva a crederci: lei aveva sempre sperato che Oliver si accorgesse dell'amica ed ora lei stava con George? Si era persa un sacco di cose ultimamente.

-Da...- Katie iniziò a torturarsi il ciuffo, non perché non ricordasse il momento preciso in cui lei e George avevano dato il via a tutto, ma perché sapeva che la risposta avrebbe fatto infuriare i suoi amici.

Cercò l'aiuto di George che non tardò ad arrivare.

Il ragazzo si alzò in piedi e si avvicinò a lei per allungarle una mano che Katie, un po' più tranquilla, strinse volentieri, alzandosi a sua volta.

-Stiamo insieme da giugno. Volevamo dirvelo, ma...-

-Da giugno!?- esclamarono all'unisono Oliver ed Angelina.

Fred si diede mentalmente dell'idiota: George aveva incominciato ad essere strano proprio da giugno... Tutto tornava ora.

-Per otto mesi ci avete mentito?- domandò Oliver, mostrando un'espressione a metà tra il deluso e l'arrabbiato -Vi divertivate alle spalle senza dirci una parola di quello che vi stava accadendo?-

-Ollie...-

-Siamo amici!- Oliver interruppe Katie, più furioso che mai -E non ti è mai venuto in mente di dirmi che tu e George... Anzi, peggio, perché mi hai fatto credere che...-

Il ragazzo era talmente arrabbiato che tremava e non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.

Alicia si portò le mani alla bocca, perché non l'aveva mai visto così.

-Capitano, siamo stati sul punto di dirvelo molte volte, ma ogni volta c'era un problema più grave da risolvere.- tentò di spiegare George, stringendo Katie che fissava Oliver con paura e stupore.

-Non... Non provarci nemmeno, George. È una scusa e lo sai.-

Oliver si mise in piedi e, date le spalle ai suoi amici, uscì dalla porta principale senza dire una parola.

Katie si mosse in automatico, lasciò la mano a George e corse dal ragazzo, sperando di fermarlo in tempo.













Una volta che Katie fu uscita, il silenzio calò nella stanza.

Alicia non sapeva cosa dire, era davvero felice per i suoi amici, ma capiva dallo sguardo di Angelina e dagli occhi di Fred che non era il momento di congratularsi.

George cercò il suo sostegno, guardandola, ma lei non aveva idea di come aiutarlo.

Era impossibile capire le dinamiche del rapporto dei FAG, nemmeno lei c'era mai riuscita.

-Ragazzi, volevamo davvero dirvelo.-

-Si è visto.- commentò Angelina, acida -Se non fosse stato per Katie, avresti mantenuto il segreto fino alla tomba, vero, George?-

-No, non è così. Non era una situazione facile, d'accordo? Cosa potevamo dirvi?-

-Io e Katie stiamo insieme.- rispose Angelina, gelida -Quanto mi è bastato, cinque parole, no?-

George scosse la testa con decisione.

-E ve ne sarebbe importato qualcosa? Tu avevi i tuoi problemi con Fred, Alicia doveva organizzare il piano di Brad ed occuparsi del suo lavoro, Oliver è sempre così distaccato da tutto e da tutti...-

-Non provare a dare la colpa a noi!- Angelina urlò quella frase quasi come se si stesse strozzando -Hai avuto un sacco di occasioni per dirci ogni cosa, un sacco di momenti in cui potevi mettere le cose in chiaro e invece... tu... hai tradito la mia fiducia.-

-Perché non ti ho detto di Katie!?-

Angelina gli si avvicinò e Alicia temette che volesse prenderlo a pugni.

-Sai, ero abituata al fatto che per Fred non fossi al primo posto.-

-Ehi!- commentò Fred, provando a sdrammatizzare, ma non riuscendoci affatto.

-Ma questa mi è nuova.- continuò Angelina, socchiudendo gli occhi -È tutta l'estate che parliamo, che ci raccontiamo ogni cosa e non ti è mai passato per la testa di dirmi di Katie. Mi hai delusa.-

-Mi dispiace, ma la questione non riguardava solo te.- George rimase sicuro di sé -Katie doveva essere pronta quanto a me. Mi dispiace che la prima persona a cui ho pensato non sia stata tu, ma il mondo non gira tutto attorno ad Angelina Johnson.-

Jared trattenne il respiro, così come Alicia, mentre Fred rimase imperturbabile.

-Sono la tua migliore amica.- sussurrò Angelina, trattenendo le lacrime.

-Lo sei.- confermò George -Ma Katie è la mia ragazza. Non posso preferirti a lei.-

Angelina non mosse un muscolo, in attesa che finisse.

-Hai scelto Fred, sei innamorata di mio fratello... Non puoi pretendere di passare dall'uno all'altro senza che nessuno dei due si lamenti. Non puoi ricordarti che esisto nel momento in cui tu litighi con Fred.- George sembrò liberarsi di un grosso peso e il fratello capì che stava sputando tutto quello che si era tenuto dentro per anni -Dov'eri quando hai scelto Fred!? Mi hai chiesto come stavo, se avevo bisogno di una spalla su cui piangere? Tu sei la mia migliore amica e non c'eri, non ci sei mai stata... Quando hai scelto Fred, hai finto che tra me e te non fosse mai successo niente e questo mi ha fatto male, lo capisci!? Per cui sì, sono ironico quando dico che mi dispiace se al momento non sei in cima ai miei pensieri.-

Angelina lo schiaffeggiò così velocemente che nessuno ebbe il tempo di capire cosa fosse successo.

Udirono solo il suono e poi di nuovo silenzio.

George aveva il volto girato da un lato, lì dove Angelina l'aveva colpito.

-Vattene.-

-Questa non è casa tua.-

George capì di essere andato oltre, Angelina soffocava i singhiozzi, ma le lacrime le avevano bagnato l'intero viso e lui non riuscì a comprendere il perché di tanta disperazione.

Il ragazzo si voltò verso Alicia, le fece un cenno di saluto e se ne andò.

Sentì Fred alzarsi due secondi dopo, pronto a raggiungerlo.

-Lascia stare, Freddie. Voglio stare un po' da solo.-

Stranamente il fratello non si oppose e rimase fermo sul suo posto, George si voltò a sorridergli prima di uscire.







-Ollie! Smettila di scappare!-

-Non sto scappando, sto camminando.- Oliver lanciò uno sguardo dietro di sé -Tu smettila di seguirmi!-

-No!- Katie gli correva dietro -Ti seguirò fino a quando non mi darai modo di spiegare!-

La ragazza l'aveva afferrato prima che si Smaterializzasse ed erano stati trascinati assieme al campo di Quidditch dove di solito Oliver si allenava con la squadra.

-Cosa c'è da spiegare? Mi hai mentito!-

-Fermati!- Katie lo prese per la manica e lo strattonò -Devo parlarti.-

Il ragazzo cedette e le diede retta.

-Grazie.- lei sospirò, cercando di riprendere fiato -Che tu ci creda o no, George ed io abbiamo provato tante volte a dirlo.-

-Queste sarebbero le tue scuse?- Oliver alzò un sopracciglio e Katie lo imitò.

-Ho detto che avrei dato delle spiegazioni, non che mi sarei scusata.-

-D'accordo.- Oliver cercò il suo sguardo -E uno stupido gioco vi è sembrato il modo migliore di dirlo?-

-No! Non capisci... Avevamo paura delle vostre reazioni, non sapevamo come avreste reagito per cui trovavamo sempre un buon motivo per rimandare.-

-Buon motivo, certo.- commentò lui, ironico.

-D'accordo, hai ragione, ora mi rendo conto che erano scuse, ma tutti sbagliano, no?- Katie lo lasciò andare -Abbiamo sbagliato a non dirvelo, ma non mi sembra il caso di farne una tragedia.-

-Mi hai mentito.-

-Non è vero.- Katie sbuffò -Ho solo omesso un dettaglio.-

-Smettila di scherzare e ascoltami! Alla festa di Natale mi avevi detto che non ti piaceva George e invece poi scopro che state insieme da mesi? Come hai potuto prendermi in giro così!?-

Katie voleva rispondergli a tono, ma non l'aveva mai visto così furioso in vita sua, nemmeno quando avevano perso la partita contro i Tassorosso.

-Quella sera non ti ho mentito, Ollie.- mormorò Katie, abbassando lo sguardo -Non mi piace George... Sono innamorata di George.-

-Cosa!? Sei diventata matta?-

Katie alzò gli occhi e vide l'espressione astiosa dell'amico.

-Perchè?-

-E me lo chiedi? George è innamorato di Angelina, credi davvero che l'abbia dimenticata per te?-

La ragazza esplose.

-Solo perché tu non trovi niente di bello di me, non significa che nessuno lo trovi! Conosco il legame che c'è fra George ed Angie, ma anche il legame fra me e George è speciale! E non ti permetto di sporcarlo con le tue insinuazioni da idiota!!-

Oliver la fissò come se avesse ricevuto uno schiaffo e indietreggiò di un passo.

-Lo ami davvero?-

-Sì.- Katie lo sfidò con gli occhi -Credi davvero che sarei stata con un ragazzo che non amavo?-

-Pensavo l'avessi fatto per vendicarti... Perchè io...-

-Davvero hai quest'opinione di me?- la ragazza gli battè le mani, ironica -Gentile, Ollie, davvero.-

-Cosa ne posso sapere io? Sei tu che sei diventata distante, non mi dici più nulla!- Oliver era fuori di sé -Non riesco più a capirti, Katie, non sei più tu! Mi dici di essere innamorata di me e poi stai con George... Sono confuso, cosa provi realmente? Era tutta una finzione? Non era vero quello che provavi per me?-

Katie si lasciò sfuggire una lacrima e tentò di non scoppiare a piangere perché sapeva che non si sarebbe più fermata.

-Era vero, certo.-

-È una bugia.- soffiò Oliver, non provando nemmeno a nascondere i suoi occhi rossi -Non puoi avermi già dimenticato.-

-Hai un'alta considerazione di te stesso.-

-No, ho un'alta considerazione dell'amore. Non è un sentimento che passa in un giorno, quindi chiediti, Katie, a chi stai mentendo davvero.-

-Ti da tanto fastidio vedermi felice?-

-In questo momento, Katie, mi da tanto fastidio vederti e basta. Per favore, va' via.-

La ragazza non disse più una parola, agitando la bacchetta e scomparendo dalla sua vista.









-Che ci fanno qui tutti questi bambini?- domandò Alicia, mentre Jared li accompagnava nelle loro stanze.

-Orfani.- rispose prontamente Brad -Sai, dall'orfanotrofio di Sue.-

-E allora?-

-Ci siamo nascosti lì e la direttrice dell'orfanotrofio ci ha detto che una bambina ha delle propensioni alla magia, un po' come ce le aveva Sue.-

-Vuoi che nascondiamo un'altra Nata Babbana più tutti i suoi amici Babbani?-

Brad fece di sì con la testa e aggiunse.

-Più la direttrice.- e indicò una donna di mezz'età che Chris stava scortando sotto braccio.

-Questo sarebbe il tuo modo di aiutarci? Dandoci altre responsabilità, altre vita da difendere?- sbottò Alicia a bassa voce.

-Non sembri molto entusiasta della mia trovata.-

-Oh, davvero?-

Brad fece un ghigno e provò a spiegarle.

-Senti, qui hanno tutti bisogno di un supporto e aiutare questa gente farà stare meglio tutti, vedrai.-

-L'hai fatto per Suzanne.- sbuffò Alicia, impaziente.

-Ma ho fatto una bella cosa, ammettilo.-

La ragazza alzò gli occhi al cielo e gli diede una pacca su una spalla.

-È strabiliante l'effetto che ha su di te questa ragazza.-

-Ancora più strabiliante sarà riuscire a farla uscire dalla sua stanza.-









-Perchè sei così tranquilla?- domandò Jared, mentre, seduto sul letto, tentava di togliersi le scarpe -Insomma, tra i tuoi amici è scoppiata una guerra e tu te ne stai lì a leggere come se nulla fosse.-

Alicia, che stava effettivamente leggendo sdraiata sul letto, posò il libro e lo fissò come se fosse stupido.

-George e Katie non hanno fatto nulla di male, io sono felicissima per loro. Sai da quanto tempo Katie correva dietro ad Oliver? Certo, avrei preferito che lui si accorgesse di lei, ma la vita non va esattamente nella direzione giusta il più delle volte. E George...- Alicia sospirò, rammentando tutto quello che gli era capitato -Anche lui merita tutto questo. Sono due persone fantastiche e sono contenta che si siano trovate. Angie ha reagito così perché ultimamente non si accorge più di nulla. Una volta sapeva ogni cosa di noi, mentre adesso è un po' meno mamma, ecco. E sì, le da fastidio che adesso per George Katie sia al primo posto, ma è normale, no? Voglio dire, non poteva pretendere che entrambi i gemelli stessero ai suoi piedi per sempre, giusto?-

Jared si voltò a guardarla, cercando di seguire il suo discorso.

Alicia sospirò di nuovo, tentando di rendere la sua idea in maniera più semplice.

-Siamo tutti più emotivi ultimamente, ma passerà ad entrambi. Sia Angie sia Oliver capiranno che la felicità di George e Katie è più importante della loro gelosia o quello che è.-

Jared si alzò in piedi, stando di fronte a letto e guardandola.

-Per te non sarà strano pensare a loro due come una coppia?-

Alicia fece spallucce.

-No, perché dovrebbe? Hanno sempre avuto un rapporto particolare.-

-E per te non è strano pensare che anche Katie abbia... ecco, perso la sua vergi...-

-Jared!- Alicia lo interruppe, improvvisamente in imbarazzo -Ti sembra una bella cosa parlare dell'intimità dei miei amici?-

-Beh, quando i tuoi amici fanno qualcosa che tu non vuoi nemmeno nominare, direi di sì, mi sembra un'ottima cosa.-

Alicia cambiò espressione, sentendo l'astio nel tono del ragazzo.

-Qual è il problema? E già che ci sei spiegami cosa intendevi dire oggi, quando abbiamo fatto quel gioco.-

-Lo sai bene.- Jared sembro essersi preparato bene il discorso -Lee. Credi che mi faccia piacere la faccia che fai quando qualcuno lo nomina? Che mi piaccia vederti piangere per qualcuno che, in teoria, dovrebbe essere solo un amico per te?-

-Questo cosa c'entra con il fatto che io e te non abbiamo ancora... ecco,...-

Jared digrignò i denti, cercando di contenere la frustazione.

-Non riesci nemmeno a dirlo!-

-Per me non è facile.- Alicia era sconvolta dalla reazione del ragazzo -Lo sai che le mie esperienze...-

-Certo che lo so, ma tu non ci provi nemmeno. Non tenti di...-

-Capirti?-

-Sì.-

La ragazza incrociò le braccia al petto, di colpo furente.

-Oh, scusa se non rispetto le tue necessità.-

-Non è delle mie necessità che parlo.- Jared sembrava ferito che Alicia pensasse una cosa del genere di lui -Sarei disposto ad aspettare se sapessi che tu hai bisogno di tempo per essere pronta, ma non è quella ragione per cui tu mi respingi.-

Alicia lo sfidò con gli occhi di continuare a parlare.

-Non aspetti di essere pronta per me.- Jared strinse i pugni -Aspetti lui, perché per lui sarai sempre pronta.-

-Jared...-

-Non sarai mai pronta per me, perché hai sempre voluto che fosse lui. Sempre.-

-Jared.- Alicia gattonò sul letto e provò ad allungare una mano verso la guancia, ma lui si allontanò -Non devi dare retta a quello che dice Brad, lo sai com'è fatto.-

-Anderson non mi ha detto nulla.-

Alicia si bloccò sul posto, confusa.

-Ah, no?-

-No, ma la pensa come me, dico bene?- Jared tentò di far un sorrisetto divertito, ma ci riuscì a stento -Certo, i tuoi sentimenti sono palesi a tutti. Sono un vero idiota.-

-Smettila!- sbottò Alicia -Piantala di fare la vittima, perché, se te ne fossi dimenticato, io ho scelto te. Ho mandato a morire Lee per te!-

-Uao.- Jared sorrise, sarcastico -Cos'è, mi rinfacci il fatto che Lee sia scappato?-

-No! Ti sto chiedendo di non farti pensieri strani, perché io non ti sto prendendo in giro. Perché ti comporti così?- tuonò Alicia, pensando che la situazione non avesse il minimo senso.

-Perché ti amo!-

Alicia sobbalzò, non perché non si aspettasse quelle parole, ma perché era la prima volta che il ragazzo le confessava i suoi sentimenti.

-Ma tu mi ami?-

-Certo che sì.- soffiò Alicia.

Jared scosse la testa.

-No, non è vero.-

-Come puoi mettere in dubbio la mia parola, sei impazzito questa sera?- Alicia si allungò di nuovo e riuscì finalmente ad accarezzargli una guancia.

-Allora dimostralo.- mormorò lui, provando a calmarsi.

La ragazza scattò in piedi sul letto e prese a slacciarsi la camicia di notte in una cieca furia.

-É questo che vuoi, no? Questa è la dimostrazione che cerchi e allora facciamolo, così ogni tuo dubbio scomparirà.-

Jared stette a fissarla per diversi minuti, poi prese il copriletto e glielo lanciò addosso.

-Sei proprio una ragazzina. Con questo tuo gesto hai confermato la mia tesi.- il ragazzo prese un cuscino e una coperta dalla poltrona della stanza -Non ti interessa quello che provo.-

-Cosa...-

-Sta' tranquilla, la tua virtù è salva. Vado a dormire sul divano e da domani mi sceglierò una nuova stanza. Buonanotte.-

Alicia non riuscì a fermarlo e non seppe spiegarsi il perché.

Scivolò sul letto e rimase seduta lì a riflettere.

Sola.









-Beh, direi che è andata bene.- disse Katie, entrando nella stanza e chiudendo la porta dietrò di sé.

George, che era sdraiato sul letto a braccia spalancate, non si alzò per guardarla in volto, ma Katie sapeva che era rivolto a lei quando disse.

-Era proprio necessario dire tutto oggi?-

-Se fosse stato per te, non lo avremmo mai detto.- sbottò Katie con un sorriso, accomodandosi vicino a lui e mettendosi le mani dietro la testa -Dovevamo dirlo. Ho visto una possibilità e l'ho colta.-

George smise di guardare il soffitto e voltò la testa per lanciare un'occhiata.

Katie era a due centimetri da lui e non era difficile capire che aveva pianto.

-Lo so che dovevamo dirlo, ma non così.- Il ragazzo si mise su un fianco e prese ad asciugarle gli occhi -Avremmo dovuto... creare l'atmosfera.-

Katie tentò di ridere.

-Beh, più o meno.- continuò lui -Scusarci per non averlo detto prima, farli sedere tranquilli e fargli capire che era un discorso serio. Non dovevi buttarlo lì nel bel mezzo di un gioco.-

-Mi dispiace, okay?- Katie gli prese il braccio e si allungò per farsi stringere -Mi dispiace, ma ho sentito il bisogno di dirlo e avevo paura che se non l'avessi detto, non avrei più avuto il coraggio di dirlo. Avevamo detto prima della fine dell'anno e abbiamo aspettato ancora, per cui sono contenta che tutto sia uscito fuori.-

-Non sembri contenta.- George accennò alle lacrime -Con Oliver è andata male?-

-Mi ha insultata, urlato addosso e ha detto che gli da fastidio la mia presenza.- Katie ricambiò lo sguardo -Secondo te questo può essere definito “male”?-

George fece un ghigno che Katie non capì.

-E poi mi ha detto che sono confusa, perché o non ho mai amato lui o non amo te. Non crede che l'amore arrivi e passi così velocemente.-

-Neanch'io.-

Katie gli diede un buffetto sulla testa.

-Pensi che io finga con te? O che abbia finto con lui?-

-Non è quello che intendevo.-

-Conosci la teoria di Mantis!- continuò la ragazza, incapace di smettere di dire la sua.

-Lo so, lo so, ma io credo che ci siano differenti tipi d'amore.- George passò a spiegare -Credo che proverai sempre qualcosa per Oliver, è il tuo primo amore dopotutto, ma penso che in fondo tu ami anche a me.-

-Sì.- Katie si avvicinò per baciarlo -Ti amo.-

George sorrise nel bacio e prese a giocare con i suoi capelli.

-Anch'io ti amo, pulce.-

-E con Angelina com'è andata?-

-Ahh, ci siamo arrivati alla fine.- George sbuffò e si mise seduto sul letto, non sapendo da dove iniziare -Non potremmo parlarne domani o mai più?-

Katie scosse la testa.

-Vedo che hai bisogno di sfogarti, per cui fallo, George.-

-Mi odia. Non c'è altro da dire.-

-Angie non può odiarti!- Katie si alzò per sedersi anche lei -Siamo diversi, per cui troveremo sempre un buon motivo per litigare, ma siamo amici. Non possiamo odiarci fra di noi, sarebbe contro le regole.-

-È la mia passione infrangere le regole, per cui ho infranto anche questa. Ho detto ad Angie delle cose orribili, ma la cosa peggiore è che le pensavo veramente ed è stato liberatorio dirle tutto.-

-Tipo?- domandò Katie, abbracciandolo da dietro e poggiando la testa sulla sua spalla destra.

-Che il mondo non gira attorno a lei e che non le ho detto niente di noi perché sei tu la persona più importante adesso e dovevo aspettare che tu fossi pronta per confessare ogni cosa.-

-Oh, Georgie.- Katie gli baciò una guancia -Non dovevi dirle quelle cose.-

-Ehi, le ragazze di solito sono felici dopo dichiarazioni del genere e tu, invece, mi rimproveri?- ironizzò George, lanciandole un'occhiatina ironica.

-Il bacio era perché sono felice, ma il rimprovero era perché Angelina non meritava quelle parole.-

-Si accorge di me solo quando ha dei problemi con Fred. Non può pretendere che a me non faccia male.-

-George, non è vero.- Katie lo fece voltare verso di sé e gli prese il viso fra le mani -Sai quanto Angie tenga a te, l'ha dimostrato oggi e in tante altre occasioni. Per lei sei sempre stato una costante, c'eri sempre...-

-E oggi si è accorta che non ci sono più?-

-Si è accorta che il rapporto che ha con te e tuo fratello non potrà rimanere lo stesso che avevate un tempo o che avete ora. Una coppia è formata da due persone, non da tre, e questo Angie deve accettarlo. Devi capire che per lei non è stato facile vedere che le preferivi un'altra, anche se quest'altra ero io. Non vuol dire che sia egoista, vuol dire solo che dovete chiarire il vostro rapporto, così come Fred ed Angie.-

George scosse la testa.

-Non m'interessa, pulce, io non ho alcun problema e se Angie vorrà venire a chiarire sarò pronto ad accettare le sue scuse, ma questa volta non ho intenzione di cedere.-

Katie stropicciò le labbra.

-Lei come ha reagito alle tue parole?-

-Mi ha dato un schiaffo ed è scoppiata a piangere.- Katie fece per aprire la bocca -Ah, e ha nominato Fred, tanto per cambiare.-

-Sei ingiusto.- pigolò Katie.

-Sono stato giusto fin troppo a lungo.- George la prese per i fianchi, la fece sdraiare e le diede un bacio -È ora di andare a nanna, domani ci aspettano musi lunghi, occhiatine velenose e commenti sarcastici.-

-Che bello.- commentò ironica Katie.

George la strinse prima di spegnere la luce.

-Comunque vada saremo insieme, pulce, lo sai, vero?-

Katie chiuse gli occhi e si strinse a lui con un sorriso.

-Lo so, George, lo so.-







Spiegazioni, varie ed eventuali:

E finalmente ora tutti sanno! XD

Il gruppo ha scoperto che George e Katie stanno insieme e le reazioni sono state diverse ed interessanti.

Oliver ed Angelina sono quelli che l'hanno presa peggio.

Oliver, soprattutto, non capisce i sentimenti di Katie, per lui o è bianco o è nero. O amava lui (e quindi quei sentimenti sono ancora lì) o ama George e non ha mai amato lui.

Okay, come al solito è confuso, ma Oliver è di per sé una persona confusionaria xD

Angelina è sconvolta per i motivi elencati da Alicia e da Katie; sono le sue migliori amiche e la capiscono come poche persone nelle vita, per cui hanno entrambe ragione.

Questo non vuol dire che le cose si sistemeranno, anche perché Fred non si è ancora pronunciato su questa storia.

Nel prossimo capitolo Fred dirà la sua e ci sarà un confronto.

George e Angelina hanno litigato pesantemente e per una volta mi schiero (anche se non dovrei xD) e mi schiero con George.

Credo che abbia fatto bene a parlare del suo malessere e di quello che ha provato quando Angie ha scelto Fred.

Ha sempre pensato prima agli altri e poi a lui, ma questa volta ha dimostrato di tenere anche a se stesso, liberandosi di un peso che lo opprimeva a costo di perdere la sua amicizia con Angelina.

Oliver e Katie... Anche qui il rapporto si è sfaldato.

Katie l'ha presa un po' alla leggera, perché lei era sempre stata convinta che nessuno si sarebbe arrabbiato della sua relazione con George (che invece sapeva che sarebbe scoppiato un putiferio!), per cui Ollie si è sentito ferito dal suo “Mi dispiace”, perché sembrava una sorta di presa in giro.

Sembrava voler dire “Mi dispiace, ma non è successo niente di grave”, ma per Ollie la questione è grave eccome.

Infine Alicia, l'unica felice della situazione.

Per lei, George e Katie sono una bella coppia, d'altronde sono suoi amici, ed è felice che tutti e due siano andati avanti con la loro vita.

Per una volta che Alicia era felice, Jared ha dovuto “rovinare” il momento.

Lee è ancora una presenza molto significativa fra loro due, anche se Alicia questa presenza non la sente (o non la sente come un peso), mentre per Jared la situazione è oramai impossibile da gestire.

E non solo per la questione “Non abbiamo ancora fatto l'amore”, ma proprio in generale.

Nel prossimo capitolo queste dinamiche saranno ancora più chiare.

Di fatto non è successo nulla legato alla guerra o al ritorno di Tu-Sai-Chi: Brad ha portato l'intero orfanotrofio di Sue a casa di Alicia per proteggerli, ma nulla di che xD

Grazie, come sempre, a tutti <3 <3

Un bacione :3

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Capitolo 43
*** Capitolo 42 ***


Capitolo 42



Lee lanciò un altro incantesimo, tentando di mimetizzarsi tra la fitta vegetazione, mentre sentiva dietro di sé i passi degli uomini che lo stavano inseguendo.

Erano Ghermidori senza ombra di dubbio, perché li aveva uditi parlare di una ricompensa vantaggiosa in caso l'avessero catturato.

Lee aveva capito di essere seguito da un po' qualche giorno prima, quando durante la notte li aveva visti vagare attorno alla zona in cui aveva posizionato la sua casa-mobile e aveva visto le loro tracce sul terreno la mattina successiva.

Quando aveva sperato di averli seminati, erano sbucati fuori all'improvviso, lanciandogli addosso qualunque tipo di incantesimo, cercando di farlo prigioniero e portarlo chissà dove.

Gli correvano dietro da più di mezz'ora, ma Lee non aveva intenzione di mollare proprio in quel momento.

-Stupeficium!- urlò il ragazzo, quando uno dei Ghermidori gli fu quasi addosso e diede una gomitata ad un altro che lo stava per attaccare alle spalle, ma il terzo non lo vide arrivare e l'incantesimo lo colpì in pieno petto, scaraventandolo a terra.







-Dovresti andare a parlarle.- disse Tamara, sedendosi sul divano e lanciando uno sguardo al suo ragazzo che vagava nel salotto senza sapere cosa fare -Siamo abbastanza inutili rinchiusi qua dentro, ma almeno possiamo pensare a come risollevare il morale a Suzanne. Tu puoi farlo, sei il suo migliore amico.-

-Risollevarle il morale?- rise Paul, senza divertirsi sul serio -Credi davvero che basti qualche parola per farla finalmente uscire dalla sua stanza? Agnes era come una sorella per lei, non era una persona qualunque.-

-Non parlarmi così.- sbottò la ragazza, indispettita -Agnes era anche amica mia, cerca di ricordartelo.-

Paul tentò un sorriso e le si avvicinò.

-Lo so, ma per Suzanne è tutto amplificato e... Cosa le posso dire? Che non perderà nessun altro? Che da adesso in poi tutto si risolverà? Non sappiamo nemmeno cosa succederà domani, come faccio a dirle che andrà tutto bene?-

Tamara allungò una mano che Paul strinse.

-Hai ragione, non puoi dirle quello che lei vorrebbe sentirsi dire, ma non possiamo nemmeno lasciarla marcire in quella stanza. Dobbiamo farla reagire.-

Paul la lasciò andare e riprese a girare per la stanza.

-I muri delle stanze sono sottilissimi.- continuò Tamara, seguendolo con lo sguardo -La sento piangere tutte le sere, quando pensa che l'intera casa dorma.-

-Ci riproverò stasera, ma prima devo fare una cosa.-

Tamara corrugò la fronte e fece segno di no con la testa.

-Hai sentito Alicia, non possiamo uscire di casa.-

-Quello che ho in mente si può benissimo fare anche qui.- spiegò Paul, pratico -La casa è grande e tutti le persone a cui teniamo vivono qui o possono raggiungerci senza problemi.-

-Si può sapere che intenzione hai?- chiese Tamara, ancora confusa.

-Te l'ho detto, no? Non so nemmeno cosa succederà domani, per cui non voglio avere rimpianti in caso scoppi la guerra o semplicemente veniamo attaccati dal padre di Brad...-

-Non dirlo nemmeno per scherzo.- lo interruppe Tamara, allarmata.

-Per cui...- continuò Paul, facendo finta di non averla sentita -Voglio chiederti una cosa prima che sia troppo tardi.-

-Continuo a non capire.-

Paul si mise di fronte a lei, poi piegò un ginocchio e si abbassò, arrivando quasi all'altezza di Tamara, che portò le mani alla bocca, capendo quello che stava succedendo.

-Paul... Che cosa...?-

Il ragazzo sorrise e tirò fuori una scatoletta di velluto blu che Tamara squadrò, sorpresa.

-La domanda la conosci.-

Tamara sgranò gli occhi, ma accennò un sorriso felice e disse.

-Però è bello sentirselo chiedere.-

-Tamara, mi vuoi sposare?-

La ragazza gli si lanciò addosso e lo baciò con irruenza, facendolo cadere a terra.

-Um, okay, lo prendo per un sì.-







Brad salì le scale che portavano al terzo piano, fischiettando, e percorse il lungo corridoio, fermandosi di fronte all'ultima porta.

Fece per bussare, ma qualcuno uscì dalla stanza e Brad fece un passo indietro, sorpreso.

-Oh, sei tu.- disse Brad e Paul fece un sorriso vedendolo lì di fronte a lui -Sei riuscito a parlarle?-

-Più o meno.- rispose Paul -Le ho dato una notizia che le ha fatto tornare il sorriso per pochi minuti, ma sempre meglio di niente, no? Credo che bisogna procedere a piccoli passi con lei, è ancora molto scossa.-

-Non la penso come te, amico.- commentò Brad con un sorriso perfetto -Non c'è tempo di piangersi addosso, mio padre potrebbe attaccarci da un momento all'altro e dobbiamo iniziare a pensare ad un piano B e anche ad un piano C se necessario. Non abbiamo tempo di portarci una sorta di cadavere con noi.-

-Che opportuna scelta di parole.- commentò ironico Paul, alzando gli occhi al cielo -E hai pensato a come faremo a far scappare venti bambini piccoli e una signora di settant'anni?-

-No, ma ci sto lavorando. Troveremo una soluzione anche a quello, ma prima dobbiamo occuparci della tua giovane amica.- disse Brad, indicando la porta di fronte a sé -E tu sei troppo affezionato a lei per capire che serve una terapia d'urto.-

-Terapia d'urto?- ripeté Paul, per nulla convinto.

-Non bisogna convincerla con parole dolci e affettuose.-

Paul gli mise una mano sulla spalla, provando a trattenere le risate.

-Tu conosci Sue da poco tempo, per cui fidati di me. Lei ti farà a pezzi.-

Brad sorrise a sua volta.

-Credi davvero che abbia paura di una ragazza?-

Paul lo lasciò andare, rassegnato.

-D'accordo, fa' come vuoi e buona fortuna.-

-Non ne ho bisogno, ma grazie comunque.- Brad entrò nella stanza senza salutare l'amico e la prima cosa che lo colpì fu la totale assenza di luce.

Erano le dieci del mattino, eppure sembrava notte fonda lì dentro.

-Lumos.- Brad accese la sua bacchetta, ma il buio continuava a soppraffare la luce.

-Paul, sei di nuovo tu?- sussurrò Suzanne e Brad vide un'ombra sdraiata sul letto.

-No, sono qualcosa di meglio, anatraccolo.-

Suzanne non rispose, ma Brad vide che si era allungata per accendere la luce.

Brad spense la bacchetta, mentre i suoi occhi provavano ad abituarsi all'esplosione improvvisa.

-Oh, molto meglio.- commentò quando ci riuscì, guardando la ragazza di fronte a sé.

Suzanne indossava una camicia da notte assurda, di un colore fra il violetto e blu e ricoperta di bianche e grassocce nuvole.

I capelli erano più spettinati e ricci del solito.

-Beh, dovrei dire “ti trovo bene”, ma non sarei sincero.-

-Cosa vuoi?- sbottò lei, scivolando giù dal letto e infilandosi una vestaglia.

-Devi uscire da questa stanza.-

-Altrimenti?- lo sfidò lei.

-Altrimenti ti trascino fuori di peso.- Brad fece un sorriso -Semplice, no?-

Suzanne prese la sua bacchetta e si mise in posizione.

-Provaci.-

-Non mi batto contro una donna, non sarebbe leale.- commentò lui, prima di venire sbattuto a terra da un incantesimo.

-La donna ti ha appena messo al tappeto e se hai finito, te ne puoi anche andare.-

-In realtà non ho nemmeno cominciato.- ghignò Brad, rialzandosi da terra. Suzanne gli lanciò un altro incantesimo che Brad, questa volta, parò prima di lanciarsi su di lei.

-Dammi la tua bacchetta.-

-Lasciami stare!-

Brad la spinse sul letto, stringendo le due bacchette fra le mani e sorridendo come un bambino felice.

-Perché non mi lasci perdere, eh? Cosa te ne importa?-

-Credi davvero che Agnes volesse questo per te?- disse Brad, di colpo serio -Lei non vorrebbe che tu reagissi così, ne sono sicuro.-

Suzanne si alzò dal letto e lo spintonò con due mani.

-Non provare a parlare per lei, tu non la conoscevi nemmeno! Non sai cosa si prova!-

-Hai ragione, non la conoscevo e non dovrei parlare per lei.- Brad cercò il suo sguardo e lo trovò -Ma era tua amica e io non vorrei che un mio amico reagisse così dopo la mia morte.-

Suzanne rimase imperturbabile e Brad continuò a parlare.

-Ma ne hai sbagliata una. So cosa si prova, perché è stato Phil a far uccidere Henry. Io non ho perso solo un amico quel giorno, ne ho persi due.-

Suzanne socchiuse la bocca, ma poi la richiuse, non sapendo cosa rispondere.

-Devi reagire, perché se non lo farei ora, non troverai più il coraggio di farlo e sarà troppo tardi. A me non importa niente, ma tutto questo è stato fatto per te e tu almeno hai ancora degli amici che ti vogliono bene. Fallo per loro.-

Suzanne continuava a stare in silenzio, quindi Brad le fece un cenno di saluto e uscì dalla stanza senza aggiungere altro.











Quando Katie andò ad aprire alla porta della sua camera, di certo non si aspettava di vedere Oliver Baston di fronte a lei.

-Credevo fosse George.- sbottò la ragazza, incredula -Che ci fai qui?-

-Lui dov'è?- chiese Oliver, l'espressione dura.

-Al lavoro.- disse Katie, appoggiandosi alla porta e fissando gli occhi in quelli arrabbiati del ragazzo -E non hai risposto alla mia domanda.-

-Posso entrare?-

Katie rimase in attesa, piegando le labbra in una smorfia offesa.

-Sono qui perché devo parlarti.- disse Oliver, teso -Ora posso entrare?-

La ragazza non disse una parola e lo fece accomodare, chiudendo la porta dietro di sé e voltandosi con furore.

-Mi vuoi spiegare cosa ci fai qui?- tuonò lei, aspettandosi delle scuse che non arrivarono.

Oliver, infatti, avanzò verso di lei senza dire una parola e l'attirò a sé per rubarle un bacio.

Katie fu così sorpresa che non reagì subito, ma sbatté gli occhi un paio di volte prima di accorgersi di quello che stava facendo e di allontanare Oliver.

La ragazza lo guardò con tanto d'occhi e Oliver fece per parlare, ma lei gli mise una mano sulla bocca.

-Che cosa ti è venuto in mente?- esclamò Katie a bassa voce e Oliver le prese la mano per poter replicare.

-Perché parli così?-

-Perché in questa casa si sente tutto e se George dovesse venire a sapere che mi hai baciata, sarebbero guai per tutti.- mormorò Katie, guardandolo come se fosse pazzo.

-T'interessa solo George oramai? Non vuoi sapere perché l'ho fatto?- chiosò Oliver, di colpo quasi sofferente.

Katie non rispose, non perché non sapesse cosa dire, ma perché di colpo aveva paura.

Non sapeva cosa pensare di quel bacio, non sapeva nemmeno che sensazione aveva provato e provava tutt'ora, ma era terrorizzata all'idea di conoscere il motivo che aveva spinto Oliver a baciarla.

-No... Non... Preferisco non saperlo.- disse Katie, la gola improvvisamente secca -Dimentichiamoci di quest'errore e basta.-

-Errore?- sbottò Oliver e Katie gli fece segno di abbassare la voce -Non è stato affatto un errore. L'unico errore è stato quello di permetterti di invaghirti di George e respingere i tuoi sentimenti. Ho sbagliato, d'accordo? Ma questo non vuol dire che non possa rimediare.-

Katie scosse la testa.

-Smettila.-

-Io non posso farti dichiarazioni come George, perché non so cosa provo, ma detesto vederti con lui, detesto vederti con qualsiasi ragazzo che non sia io e detesto il modo in cui lo guardi.-

-Il modo in cui...?- sussurrò Katie, gli occhi pieni di confusione.

-Il modo in cui lo guardi è uguale al modo in cui guardavi me. Non mi guardi più così.-

-Ollie, non farlo, per favore.- Katie gli si avvicinò -La tua è solo gelosia affettiva, perché non sei abituato a vedermi con un ragazzo.-

-Non dirmi come mi sento.-

-E tu non dirlo a me.- disse la ragazza con decisione -Non sono invaghita di George, te l'ho già spiegato. Non vedi quello che stai facendo? Non sai cosa provi, perché non provi niente... Perché un fratello maggiore sarà sempre geloso della sua sorellina.-

-É questo che credi?- domandò Oliver, curioso.

-Potresti affermare di provare qualcosa per me ed esserne sicuro al 100%? Perché io sono sicura al 100% di quello che provo per George.-

-E quello che provi per me?- Oliver le batté le dita sulla fronte -Puoi affermare di non provare più niente per me ed esserne sicura al 100%?-

Katie fece due passi indietro per mettere una certa distanza fra di loro, ma non rispose... Non sapeva cosa rispondere.

-Vedi? Quando si parla di sentimenti è sempre complicato.-

-Da quando sei diventato saggio ed esperto!?- Katie cercò di contenere la voce -Ti ho aspettato per anni, anni! E adesso è troppo tardi, le cose sono cambiate.-

-Non è vero.-

-Sì che è vero!- urlò lei, incapace di contenersi -Non potevi pretendere che ti aspettassi per sempre!-

Oliver rimase colpito dalla potenza di quelle parole, non aveva mai visto Katie arrabbiarsi così.

Avevano litigato altre volte, ma per la prima volta Oliver notò quanto fosse maturata e quanto fosse adulta.

Katie non stava piangendo, non sembrava una bambina, ma una donna sicura di sé e completamente a suo agio nella conversazione.

-Mi stai respingendo perché in passato l'ho fatto io?- sentenziò lui, quasi prendendola in giro.

-No, ti sto respingendo perché in questo momento mi sembri un bambino che ha perso il suo giocattolo e lo rivuole indietro.-

-Lo pensi davvero? Pensi di essere stata un giocattolo per me? Non sei mai stata solo un giocattolo.-

-E allora non l'hai dimostrato a sufficienza.-

-Puoi arrabbiarti quanto vuoi, Katie, ma non cambierà quello che sento, per cui fai una scelta. Me o George.-









-Cos'è successo fra te e Jared, si può sapere?-

Alicia non si stupì di sentire quella voce, ma non aveva intenzione di rispondere, per cui fece finta di niente.

-Mi passeresti quelle carote, per favore?- fece per assaggiare la zuppa e fece una faccia disgustata -Cucinare non è ancora il mio forte.-

-E nemmeno evitare le domande.- Angelina, dopo averle passato le carote, si sedette al tavolo della cucina e attese -Dai, dimmi tutto.-

-Chi dice che abbiamo litigato?- Alicia soffiò come un gatto e Angelina alzò un sopracciglio.

-L'ha sentito l'intera casa, te l'ho detto che i muri sono troppo sottili.-

-Allora saprai anche il motivo del litigio.- commentò Alicia, provando a contenere l'imbarazzo: tutti sapevano.

-Sì, ma non devi arrabbiarti con Jared.- Angelina provò a sorriderle -Per i ragazzi è un argomento serio, non è come per noi.-

-È lui che se l'è presa senza una ragione precisa.- disse Alicia, togliendo dal forno un soufflè di patate -Insomma, hai visto cos'ha detto durante il gioco! Cosa c'entrava Lee in quel momento?-

-Lee c'entra sempre quando si parla di te.- Angelina fece spallucce, come se fosse un dato di fatto.

-Anche tu, Angie! Jared ha avuto un momento di follia e lo sai bene.-

-Forse.- disse Angelina, alzando le spalle -O forse ha solo paura di perderti. Lo sai quello che si dice del primo amore.-

Alicia si voltò a guardarla, quasi scioccata.

-Beh, questo non vale per me. E devi iniziare ad essere più chiara, Angie, parli per esperienza o parli per Katie?-

Angelina sobbalzò, ma provò a ricomporsi.

-La tua reazione è stata piuttosto insolita.- Alicia fece un sorriso curioso -Cosa ti è successo?-

-George!- sbottò Angelina, alzando le braccia al cielo -Ero così sicura del nostro rapporto, così... certa che il nostro rapporto fosse limpido e sincero che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.-

-Dì la verità, Angie.- Alicia mise le mani sui fianchi e, per un attimo, Angelina vide quasi un fare da mamma in lei -Vuoi i gemelli tutti per te, li hai sempre voluti tutti per te e il fatto che George sia andato avanti t'infastidisce.-

-Non proprio.- mormorò Angelina a bassa voce.

-Come?-

Angelina sospirò e si battè le mani sulle gambe, nervosa tutto ad un tratto.

-Sono felice per Katie, merita tutto quello che sta vivendo e sono sicura che George si comporti da ragazzo perfetto, ma sì, nel mio mondo ideale eravamo sempre e solo noi tre. I gemelli ed io.-

Alicia lasciò che la zuppa si cucinasse da sola e si sedette accanto all'amica.

-Te l'ho già detto una volta, Angie, non è normale volere due ragazzi contemporaneamente, anche se il tuo rapporto con i gemelli è piuttosto speciale.-

-Appunto, noi tre insieme siamo speciali, un po' come te e Lee o Oliver e Katie.- ad uno sguardo di Alicia, Angelina provò a correggersi -Non parlo in senso amoroso, tranquilla, ma proprio di rapporti. E tu e Lee ne avete sempre avuto uno speciale.-

-D'accordo, ma davvero non vuoi più rivolgere la parola a George perché non ti ha detto di Katie? Parli a stento anche alla pulce!-

-Non è così semplice.-

-Cosa, vederli insieme?- domandò Alicia, quasi divertita.

-No, accettare le loro bugie.- rispose Angelina, serissima -E perdonare George sarà quasi impossibile, dopo quello che mi ha detto.-

Alicia non disse nulla e Angelina incrociò le braccia al petto.

-Tu non credi che abbia esagerato, vero? Dai ragione a lui!-

-Devi ammettere che non aveva tutti i torti.- si difese Alicia, alzando le mani come a scusarsi -Dopo il nostro ultimo anno ad Hogwarts hai trascorso l'estate a divertirti con Fred, lasciando che George si leccasse le ferite da solo. È normale che abbia un po' di rancore nei tuoi confronti.-

-Un po'!- Angelina era ironica ed Alicia le prese una mano per farla rilassare.

-Vedrai che passerà ad entrambi.- Angelina provò a sorridere, ma non ci riuscì affatto -Ora devo proprio tornare a quello schifo di zuppa.-







Suzanne sgusciò fuori dalla sua stanza completamente rimessa a nuovo.

Si era fatta una lunga doccia ed era anche riuscita a domare la sua chioma impossibile, ma la sua espressione rimaneva la stessa: triste e quasi apatica, perché immaginare di scendere al piano di sotto e di non scorgere il volto sorridente e confortante di Agnes era qualcosa che non avrebbe mai superato.

Si sentiva sfinita, come se avesse corso una lunga maratona senza mai fermarsi.

-Eccoti qui.-

Suzanne riuscì a non sobbalzare, ma il cuore le era quasi schizzato in gola per lo spavento.

-Sei pazzo a sbucare fuori senza preavviso?- domandò lei, inferocita -Ti diverti a farti odiare?-

Brad fece spallucce con un ghigno, come se non fosse stato minimamente toccato dalle sue parole e poi disse.

-Forse mi odi, ma sono stato l'unico a farti uscire dalla stanza, per cui direi che non sono tanto male dopotutto.-

-Non l'ho fatto per te.-

-Non ho detto questo.- continuò lui, tranquillo -Bentornata tra noi.-

Suzanne alzò gli occhi verso il soffitto e chiese.

-È successo qualcosa di nuovo da quando...- la ragazza si fermò, provando a cercare le parole giuste.

-Da quando non sei stata più tu?- la aiutò lui con un ghigno ironico -Beh, la casa è diventata più grande perché abbiamo degli ospiti.-

-Paul mi ha raccontato dei bambini e della direttrice dell'orfanotrofio.- Suzanne gli lanciò un'occhiata, ma lui non commentò -C'è altro?-

-Forse verranno a vivere qui anche la tua amica fuori di testa e la modella.-

-Daphne?-

Brad annuì, poi tirò fuori un altro sorriso dei suoi.

-Ma non ho sentito nulla riguardo al tuo spasimante. Mi dispiace, ma non credo che potrai coronare il tuo sogno di vivere sotto lo stesso tetto con lui.-

-Gli altri come stanno?- chiese Suzanne, non badando alle insinuazioni del ragazzo -Paul mi ha raccontato qualcosa, ma non mi fido di lui. Potrebbe aver mentito per non farmi stare peggio.-

-Stanno tutti bene.- confermò Brad -Linne...-

-Leanne.- lo corresse Suzanne, completamente rassegnata al fatto che per Brad fosse impossibile ricordare i nomi di tutti quanti.

-Quello che è. Comunque non ha camminato per un paio di giorni, ma adesso è tornata come nuova. I due sposini hanno subìto la Cruciatus, ma non ci sono stati danni permanenti, almeno credo.-

Suzanne annuì e iniziò a guardarsi attorno, cercando altre risposte e altre novità su quanto stava succedendo da quando si era rinchiusa nella sua camera.

-Avrai notato che si sente tutto in qualsiasi stanza, per cui avrai senz'altro assistito al litigio dell'altro gruppo. Dei magnifici sette, anzi sei oramai, visto che Jordan è scappato.-

-Sì, ma non sono affari miei, per cui ho provato a non sentire.-

-Oh, che brava!- Brad era ironico, come sempre -Purtroppo io non ero in casa, avrai tanto voluto essere presente.-

Suzanne socchiuse gli occhi e piegò le labbra: Brad poté giurare che lo stava rimproverando in silenzio.

-Ma grazie al cielo il tuo amico... Quello con gli occhi chiari, che sembra un idiota...-

-Christopher.-

-Ecco, lui, è un gran chiacchierone e mi ha raccontato ogni cosa. Peccato essersi persi lo spettacolo.-

-Fammi capire, sei contento che abbiano litigato?- domandò Suzanne, confusa -Ma la Spinnet non è tua amica?-

-Non sono felice che abbiano litigato.- spiegò Brad e la guardò come se fosse troppo stupida per capire -Sai, mi piacete tutti qui dentro ed è strano. Mi piace anche il rapporto che avete fra di voi, si vede che vi volete davvero bene, ma non siete affatto sinceri fra di voi. Come dicevo a Paul, il vostro affetto vi blocca e questo non è un bene. Se tutti fossero sinceri, probabilmente non ci sarebbero più litigi.-

-Non si può essere sempre sinceri.- commentò Suzanne, provando a contenere lo stupore: Brad ricordava il nome di Paul -A volte è meglio dire una bugia.-

Brad fece una smorfia quasi disgustata.

-Ssssì, non la penso così. Prendi Alicia, per esempio. La adoro proprio perché la sincerità è una delle sue migliori qualità, ma da quando esce insieme all'amico di Jordan mente a tutti, soprattutto a se stessa.-

-Perché mi dici queste cose?- sbuffò Suzanne, sperando arrivasse al punto al più presto.

-Perché sei uguale a lei.- chiarì Brad con un sorriso, ma era diverso dagli altri, era quasi dispiaciuto -Tutti continuano a dirmi quanto sei sincera e quanto ci tieni all'onestà, ma non riesci nemmeno ad ammettere che ti da fastidio che Fulvius non sia venuto a trovarti, non sia stato lui a farti uscire dalla stanza e non sia qui a consolarti.-

-È Finn.- disse Suzanne, a denti stretti, stringendo i pugni.

-Odi il fatto che uno sconosciuto che detesti si preoccupi molto di più di lui.- aggiunse Brad, facendo un passo in avanti -E te l'ho già detto una volta: ricordo solo i nomi delle persone che mi interessano... Sue.-

-Piantala.- mormorò Suzanne, incrociando le braccia al petto.

-Di fare cosa?-

-Di fare finta di tenerci. Tu mi conosci appena, non sai niente di me, per cui puoi anche smettere di fingere.-

Brad piegò la testa da un lato.

-Pensi questo?-

-Sì.- rispose lei, con decisione -Sì, penso questo.-

-Visto? Non sei affatto sincera.- Brad sorrise, ma anche questa volta c'era qualcosa di strano nel suo sorriso -Non importa, sai? Sono abituato alla gente che non si fida di me, ma il tempo mi darà ragione.-

Il ragazzo fece per scendere, ma Suzanne aprì la bocca prima che potesse andarsene.

-Grazie.-

Brad voltò la testa, per paura di aver sentito male.

-Grazie per quello che hai fatto per i bambini dell'orfanotrofio e per quello che mi hai detto prima nella stanza.-

-Credo che tu abbia capito che la ragione per cui ho fatto entrambe le cose è la stessa ed è una sola.-

Suzanne non rispose, per cui Brad fu veloce: tornò indietro in pochi passi, la prese per i fianchi e la attirò a sé per baciarla.

Suzanne non ebbe il tempo di pensare e piantò i denti nel labbro del ragazzo.

-Ahia!- Brad si mise una mano davanti alla bocca -Mi hai morso!-

-E tu mi hai baciata! Cosa ti sembra peggio?- borbottò lei, le guance in fiamme.

-Ma tu mi hai morso!- ripeté Brad e quando scoprì la bocca, Suzanne vide che il labbro inferiore stava sanguinando -Sei pazza, te l'hanno mai detto? Tutte morirebbero per un mio bacio.-

-E tu sei troppo sicuro di te.- aggiunse Suzanne con lo stesso tono del ragazzo -Io non voglio essere baciata da te!-

-Ma certo, aspetti quell'idiota! Bene, io non ti bacerò più, ma tu morirai sola!-

Alla parola “morire” Brad si fermò di colpo, ma oramai era troppo tardi, l'aveva detta; provò a voltarsi verso la ragazza, ma lei era già pronta a lanciargli qualcosa addosso che si rivelò essere un quadro che andò a frantumarsi lungo il corrimano.

-Ti odio!- tuonò lei, inferocita.

-Tesoro, il sentimento è assolutamente reciproco.-

Suzanne lo superò, non dimenticandosi di pestargli ben bene il piede, prima di scendere al piano di sotto a passo deciso, arrabbiata come non mai.









Fred e George entrarono in casa verso sera e tutti erano sparsi per il salotto, la sala da pranzo e la cucina.

Alicia stava dando da mangiare ai bambini dell'orfantrofio, aiutata dalla direttrice -George era sicuro che si chiamasse Edith, per Fred, invece, il nome era irrilevante -, mentre Oliver e Angelina erano seduti sul divano in silenzio.

L'altro gruppo parlottava fra di loro, seduti per terra, e i gemelli notarono la presenza di Suzanne, che non si vedeva in giro da un po'.

Brad se ne stava in disparte, seduto sulla scale quasi immusonito, ma George lo notò appena, quando vide Katie venirgli incontro.

-Ehi, ce l'avete fatta!- disse lei, dandogli un bacio e facendo un cenno di saluto a Fred che le sorrise -Aspettiamo Jared per la cena, ma se avete fame potete sgraffignare qualcosa dalla cucina.-

Fred le fece l'occhiolino, diretto proprio in cucina, mentre George si abbassò per darle un altro bacio, notando poi gli sguardi di Oliver ed Angelina.

-Credo che dovrò andarci piano con i baci.- commentò George e Katie, non facendosi notare, seguì lo sguardo del ragazzo.

-Devono solo abituarsi all'idea.- disse lei, prendendogli la mano -E quando succederà torneremo a parlare con loro.-

-Noi? Perché, Angie ha smesso di parlare anche con te?-

-No, per parlarmi mi parla, ma sono frasi che potrebbe benissimo dire a uno sconosciuto qualsiasi. “Mi passeresti il sale, per favore?”, “Permesso”, “Grazie”, “Scusami per il disturbo”...-

-D'accordo, hai reso l'idea.-

-E Oliver ti parla?- domandò Katie, provando a non notare che proprio in quel momento Oliver li stava fissando.

-No, a malapena mi guarda. Sai perché?- chiese George, stringendola in un abbraccio tenero.

-Mi vede come la sua sorellina, sai com'è fatto. Pensa solo che mi farai soffrire.-

-Non penso che sia solo gelosia fraterna la sua.-

Katie si morse le labbra, guardando George con indecisione: doveva dirgli del bacio o no?

-È solo confuso. Non si aspettava questa cosa fra noi due e adesso deve abituarsi, come ho detto.-

George e Katie continuarono a parlare fra di loro, sotto gli occhi attenti di Angelina ed Oliver.

-Credi che stiamo esagerando?- chiese Angie all'improvviso ed Oliver distolse lo sguardo dai due amici per guardare lei -In fondo non stanno male insieme, sono... carini, non trovi?-

-Non ti ci mettere anche tu, pensavo che fossi l'unica a capire quanto sia sbagliato tutto questo e ora ti fai venire i sensi di colpa?-

-Dico solo che forse abbiamo esagerato. Sono nostri amici e si amano, dovremmo essere felici per loro.-

-È assurdo!- Oliver li indicò con la testa -Quello che fanno è assurdo. Sono amici e stanno insieme, è follia!-

-Anche Fred ed io eravamo amici.- puntualizzò Angelina, voltandosi però a fissare Katie che si alzava in punta di piedi per baciare George.

-Era quel tipo di amicizia che era palese a tutti che sarebbe diventata qualcosa di più.- chiarì Oliver, passandosi una mano fra i capelli -E vale anche per Lee ed Alicia, ma George e Katie... Dovrebbero essere solo amici.-

Angelina spostò nuovamente lo sguardo verso Oliver senza saper bene cosa dire.

-Soffriranno entrambi, vedrai.- disse lui, prima di alzarsi e andare verso la cucina da dove uscì Fred, che masticava qualcosa.

Angelina, ad un'occhiata di Fred, si alzò velocemente dal divano e quasi non vide Brad per correre su per le scale.

Sentiva Fred che la seguiva, ma Angelina continuò a salire, fino a quando non uscì fuori dalla terrazza.

Era stata un'idea di Katie quella di aggiungere una terrazza alla casa: dal momento che nessuno poteva uscire da lì, era meglio avere un posto dove poter prendere aria fresca e sentirsi quasi liberi.

Era stata un'ottima idea dopotutto, Angelina aveva proprio voglia di aria fresca, per cui si appoggiò alla ringhiera, aspettando l'arrivo di Fred che non tardò a raggiungerla.

-Provi a scappare, Johnson? Lo sai che ti seguirei ovunque.- sentì la voce di Fred dietro di sé, ma non si voltò per non fargli vedere che stava sorridendo.

-Davvero?-

-Cerchi conferme stasera?-

Angelina si voltò e si appoggiò con i gomiti alla ringhiera.

-Sei triste in questi giorni.- disse Fred, provando a sorridere -Stai bene?-

-Apparte le solite cose?- domandò Angelina, sapendo già la risposta ed ottenendo poi un “sì” dal ragazzo -Forse non l'hai notato, ma tuo fratello ed io abbiamo litigato.-

-L'ho notato, ma ero molto più interessato alla tua reazione.-

Angelina lo fissò, capendo dove Fred volesse andare a parare.

-Non iniziare a farti strane idee. Non ero gelosa di George.-

-Ah, no? Oliver mi sembrava geloso e tu hai reagito come lui, per cui anche tu sembravi gelosa.-

-Forse lo ero, d'accordo, ma non per il motivo che credi. Non me l'aspettavo, tutto qui, e da quando ci siamo lasciati, George ed io eravamo tornati ad avere un bel rapporto, il rapporto di un tempo, e non mi aspettavo che mi mentisse così.-

-Ha solo fatto un errore.- disse Fred, avvicinandosi e mettendosi accanto a lei, voltandosi poi a guardare i campi inglesi -Ha mentito anche a me, ma ho capito perché l'ha fatto e l'ho perdonato. Senza contare che io voglio che sia felice e tu?-

-Conosci la risposta.- disse Angelina, senza nemmeno pensarci.

-Allora potresti perdonarlo, anzi perdonare entrambi, perché vedo come tratti la piccolina.-

-È difficile litigare con Katie, ma George è stato pesante, anche se so che anche tu gli dai ragione.-

-Devi ammettere che non ti sei proprio preoccupata per George dopo che hai scelto me. Mi è piaciuto stare insieme tutto il tempo, ma io ho provato a far sentire meglio George, mentre tu...-

-Perché siete tutti contro di me!?- lo interruppe Angelina, incredula -Parlate come se mi avesse fatto piacere far soffrire George, come se l'avessi meditato.-

-Non l'avrai meditato, ma quando è successo, avresti potuto... rimediare.-

-Come?- Angelina mise su il broncio -Dimmi come avrei potuto farlo, Fred. Tu sei suo fratello, non potrà mai odiarti, ma per me è diverso. Cosa gli potevo dire, che non lo amavo, che per me era solo un amico? Come avrei sopportato la sua espressione di fronte a quelle parole, dimmelo!-

Fred rimase in silenzio, sapendo che la ragazza non aveva finito di sfogarsi.

-Per te è diverso, per Alicia è diverso. Io non sapevo come affrontare la questione, non sapevo come gestirla, è successo e basta. E forse sono stata un'insensibile, forse avrei potuto fare di più, ma non è stato intenzionale. Le parole che mi ha detto George, invece... Lui le pensava veramente, sapeva di ferirmi e le ha usate comunque.-

-Si litiga solo con i veri amici, no?- disse Fred, provando a farla sorridere, ma non sapendo cosa inventarsi.

-Allora noi saremo amici per sempre.- commentò Angelina, facendo cenno a tutti i litigi che avevano sopportato -Ma non farti altre idee strane, Fred, non mi sono innamorata improvvisamente di tuo fratello.-

Fred non rispose e cozzò la sua testa contro quella della ragazza che aggiunse.

-Anch'io sono sorpresa della mia reazione e di quella di Oliver, ma... non so.-

-Non te lo saresti mai aspettata da George, di solito soffri per colpa mia.- disse Fred, ricordando le parole di Angelina durante il gioco.

La ragazza capì l'accenno e sorrise.

-Nessuno ti fa soffrire come la persona che ami veramente.- commentò Angelina con un sorriso, ripetendo la frase che Fred una volta aveva detto a lei.

-Parole saggie, Johnson.-









Tutti erano andati a dormire, mentre Alicia era ancora in cucina in attesa di Jared che era in ritardo.

Molto in ritardo.

Alicia iniziò a temere il peggio, ma forse Jared la voleva solo evitare dopo la loro litigata.

Non erano ancora riusciti a chiarirsi, ma Alicia era stanca del gelo che si era creato fra di loro, per cui aveva deciso che al suo ritorno avrebbe chiarito ogni cosa.

Amava il rapporto che si era creato con Jared e non voleva distruggerlo per uno stupido litigio facilmente risolvibile.

La cena del ragazzo era sul fuoco e Alicia la stava riscaldando per la terza volta, sperando che Jared arrivasse in fretta.

Sbadigliò per la quinta volta, ma scattò in piedi quando sentì le chiavi girare nella toppa della porta principale.

Alicia corse ad aprire a Jared, ma quando lo fece per poco non urlò.

Jared reggeva a fatica un ragazzo, svenuto o peggio, e quando Jared non riuscì più a tenerlo lo fece cadere a terra e Alicia lo riconobbe.

Era Lee.







-Spinnet, hai detto?- disse una voce.

-Sì, ne sono certo.- rispose Scabior, guardando verso Greyback che annuì.

-Bene, questa è casa loro.- continuò la prima voce, indicando l'abitazione -Sono una famiglia importante, se non ne siete sicuri, saremmo tutti nei guai.-

-Ci ha attaccato la figlia maggiore, te l'abbiamo detto.- sbottò Scabior -Devono pagare.-

-E va bene.- la prima voce si guardò indietro -Pronti? Andiamo!-

Una decina di Ghermidori avanzò verso la casa, puntando le bacchette.

Dopo ci furono solo urla.











Spiegazioni, varie ed eventuali:

Ed ecco un altro capitolo =)

È stato lungo e faticoso scrivere questo capitolo, perché c'erano un sacco di novità e questioni irrisolte (alcune lo sono ancora) e, soprattutto, tanti personaggi da gestire in un solo capitolo.

Lee è tornato, partiamo da questo.

All'inizio del capitolo viene ferito (o peggio?) e, improvvisamente, lo ritroviamo alla fine del capitolo con Jared.

Ovviamente tutto verrà spiegato prima o poi, ma nel frattempo il ritorno di Lee provocherà differenti reazioni: belle, brutte, drammatiche... E chi ne ha, più ne metta xD

Fred ed Angelina hanno parlato un po', anche qui non tutto è ancora chiaro, ma Fred era rimasto molto sorpreso dalla reazione di Angie e le ha chiesto spiegazioni che lei in un certo senso ha dato.

Fred parlerà anche con George ovviamente, dato che sappiamo quanto tenga a lui.

George e Angie, invece, sono ancora molto rancorosi per il loro litigio e nessuno dei due vuole fare il primo passo per chiarire le cose.

Angie ha dato la sua spiegazione a quello che ha fatto (o non ha fatto) per George quando ha scelto Fred, ma, come sappiamo bene, Fred mette sempre prima il fratello e per il 90% da ragione a lui, così come Alicia.

Diciamo che i rapporti si sono molto freddati fra George, Katie, Angie ed Oliver e saranno anche i rapporti che verranno trattati di più successivamente.

Oliver, soprattutto, è un po' confuso: ha baciato Katie, perché sa di essere geloso (anche se non riesce a spiegarsi questa gelosia), ma allo stesso tempo non riesce a dare un nome a quello che prova, per cui Katie pensa sia solo “competitivo”, come il suo solito.

George scoprirà del bacio? Mah... xD

Jared ed Alicia non hanno ancora chiarito, ma nel momento in cui Alicia voleva far pace è ricomparso Lee, per cui vedremo come affronterà la cosa, perché ovviamente il ritorno di Lee avrà maggiori effetti su di lei che sugli altri.

Fronte altro gruppo: Paul ha chiesto a Tamara di sposarlo e lei ha accettato, mentre Brad ha baciato Suzanne che l'ha morso, ma almeno è riuscita a farla reagire e ad uscire dalla stanza.

Tutti gli altri saranno maggiormente presenti nel prossimo capitolo, dato che c'è un matrimonio da preparare =)

E penso di aver detto tutto... Ah, l'ultima parte.

Beh, credo che sia abbastanza chiaro quello che succede, ma poi si scoprirà meglio tutto quanto.

Grazie ancora a tutti quelli che pazientemente aspettano i capitoli, grazie <3

Adoro i vostri commenti, le vostre teorie o semplicemente il fatto che leggiate ancora questa storia =D

Un bacione e a presto :3

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Capitolo 44
*** Capitolo 43 ***


Capitolo 43

 

Lee provò ad aprire gli occhi, ma una luce lo colpiva dritto in faccia e rendeva difficile il suo tentativo di svegliarsi.

Sentiva la testa pulsare leggermente e aveva tutte le ossa indolenzite; fece per girarsi su un lato con l’intenzione di mettersi nuovamente a dormire, ma qualcuno stava stringendo la sua mano destra e udì qualche sussurro familiare che lo fece scattare sul letto subito.

-Ahia, accidenti.- mugolò Lee, tastandosi con la mano libera il petto dolorante, ma quando vide la faccia sorridente di Fred, appoggiato alla porta, tutto il dolore sembrò sparire.

-Buongiorno, amico.- disse Fred, facendo un passo in avanti e facendo un cenno alla sua sinistra -Ha insistito per non lasciarti neanche per un minuto.-

Lee, con il cuore gola, si voltò lentamente a destra e si rilassò all’istante quando vide un’ Angelina profondamente addormentata che gli stringeva la mano teneramente.

Il ragazzo allora capì che non sarebbe più partito, che non c’era nessun altro posto dove andare perché le persone che gli volevano bene erano tutte lì.

-E Angie ha convinto tutti noi.- continuò Fred e Lee, solo in quel momento, notò le altre persone nella stanza.

George e Oliver dormivano per terra, quasi testa contro testa, mentre a Katie avevano lasciato le due poltrone per essere più comoda, ma la ragazza era tutta raggomitolata su un’unica poltrona e non sembrava il massimo del comfort.

In quel quadretto mancava solo una persona, ma Lee sapeva che Alicia era da qualche parte della casa, era certo che anche lei non l’avesse abbandonato.

-Lee…- il ragazzo si voltò verso Angelina che aveva gli occhi semi-aperti e l’aveva chiamato con un sussurro.

-Ciao, mammina. Come va?-

Angelina gli strinse la mano e quasi si arrampicò sul letto per saltargli addosso e stritolarlo in un abbraccio.

-Ci sei mancato tanto.- gli sussurrò Angelina nell’orecchio, non trattenendo le lacrime.

-Anche voi.- disse Lee, liberandosi dall’abbraccio per sorriderle incoraggiante –Anzi mi siete mancate troppo, per cui… Credo che rimarrò a torturarvi ancora per un po’.-

Angelina urlò entusiasta e Lee vide Fred che, scenico, si tappava le orecchie, mentre Katie si svegliò all’improvviso e cadde addosso a George e a Oliver, svegliandoli a sua volta.

-Katie, sei impazzita?- sbottò Oliver, toccandosi la fronte –Mi hai dato una gomitata!-

-Non ti dico dove mi è arrivato il piede di Katie, Capitano.- commentò George, alzandosi in piedi e aiutando la ragazza a fare lo stesso –Pensa a quanto mi sono fatto male io.-

-È stata Angie a urlare all’improvviso.- si giustificò la più piccola –Ero già in bilico e sono caduta.-

-Perché hai urlato?- chiese George, voltandosi per la prima volta verso Lee, Fred ed Angelina e mutando espressione –Oh. Ben svegliato, Lee.-

Katie, al suono di quel nome, fece quasi una piroetta per girarsi verso Lee e gli volò addosso esattamente come aveva fatto Angelina.

-Sei vivo! Oh, Merlino, sei vivo, sei vivo!- trillò lei, stringendogli un braccio come se non volesse più lasciarlo andare –Vivo, vivo. Non ci credo!-

-Ehi, calmati, pulce.-

-Quando Jared ti ha portato qui abbiamo creduto che fossi…- Katie scosse la testa con un sorriso –Ma non importa, sei vivo!-

-Abbiamo capito, Katie.- commentò Oliver con un sorriso, avvicinandosi a sua volta e alzando una mano che Lee strinse affettuosamente –È bello rivederti, Lee.-

-Grazie, Capitano, per me è lo stesso. È meraviglioso vedere che niente è cambiato.-

Oliver lanciò un’occhiatina a Katie che distolse immediatamente lo sguardo, cercando George che le strizzò l’occhio per farla rilassare.

-George, che fai, non mi saluti?- Lee fece il finto offeso e George quasi si lanciò sul letto, atterrando proprio addosso all’amico, perché Katie e Angelina erano scappate appena in tempo.

-Ehi, ehi. Mi stai uccidendo.- rise Lee, mentre George lo schiacciava in un abbraccio impossibile –Okay, d’accordo, va bene. Mi sei mancato anche tu.-

-Bene, volevo sentirtelo dire.- affermò il ragazzo, scendendo dal letto e mettendosi accanto al fratello.

Lee diede un'occhiata alla stanza: era molto spaziosa e davvero ben arredata, ma Lee era sicuro di non averla mai vista prima.

-Ehm, ragazzi, vi sembrerà strano, ma non ho idea di dove io mi trovi.-

-Siamo a casa di Alicia e Jared.- disse Katie senza pensarci e, notando l'espressione di Lee, si portò le mani alla bocca e mugolò dispiaciuta.

-Non è casa di Jared.- la corresse George, dandole un buffetto sulla testa.

-Non dovete mentire per me.- disse Lee, tentando un sorriso -Ho superato la cosa.-

-Davvero? Allora la fenice che porti legata al polso non è quella fenice, vero?- chiese Angelina, conoscendo già la risposta.

Lee alzò il braccio destro e le fece un sorriso sincero: era impossibile nascondere qualcosa all'occhio attento di Angelina, li conosceva davvero troppo bene.

-D'accordo, non l'ho superata, ma lei sì, quindi non posso farci niente.-

-Ma non è vero!- sbottò Katie, sedendosi di nuovo accanto a lui -Alicia ti pensa sempre, lo sai.-

-Pensava a me anche quando ha messo su casa con Jared?- domandò lui, ironico e George aprì bocca per replicare, ma Fred fu più veloce di lui.

-La pulce non si è espressa bene. Questa è casa di Alicia, ricordi che te ne avevamo parlato? Jared vive con lei da poco, come tutti noi.-

Lee aggrottò la fronte e prese a grattarsi la testa, il tic tipico di lui che fece sorridere tutti.

-Ora sono confuso.-

Fred sbuffò, quasi come se avesse già parlato troppo e fece un cenno al fratello che continuò.

-Sono successe davvero molte cose da quando tu ne sei andato, Lee. Saprai delle indagini che fanno al Ministero contro i Nati Babbani e saprai che un'amica di Katie è Nata Babbana.-

-Suzanne, giusto?- lo interruppe Lee per voltarsi verso Katie che annuì.

-Brad ha avuto l'idea di dividere l'altro gruppo in tre case, la sua e quelle dei suoi due amici, Henry e Phil, ma uno di loro ci ha traditi e... beh... - George guardò Katie che prese parola, stringendo la mano a Lee.

-La mia amica Agnes è morta e anche Henry.- Lee ricambiò la stretta di mano per consolarla e lei sorrise appena -Dovevamo avere un posto sicuro dove andare a vivere, un posto in cui Phil non ci avrebbe mai trovato e Brad aveva pensato anche a questo. Non avevamo parlato a nessuno della casa di Alicia, l'unica a conoscere l'altra parte del piano.-

Lee cercava di seguire ogni parola, ma era davvero difficile, perché erano cambiate davvero molte cose ed era incredibile che lui si fosse perso tutto.

-Ora viviamo tutti qui per proteggere Suzanne e gli altri. Da poco ci hanno raggiunte anche Daphne e Nolween, siamo tutti qui.- disse Angelina, sedendosi su una delle due poltrone, Fred occupò subito quella accanto a lei.

-Non ci posso credere. Bradley Anderson è diventato vostro amico!?- sbottò Lee, dicendo la prima cosa che gli era passata per la testa.

-Sì, gli è proprio passata la cotta per Alicia. Noi gli parliamo di tradimenti, morti e quant'altro, ma lui si lamenta dell'ex corteggiatore di Alicia.- commentò ironico Fred, facendo ridere il gruppo.

-Ex corteggiatore?- ripeté Lee, confuso e convinto che Brad si fosse fatto avanti mentre lui non c'era.

 

-Già, sembra che abbia una nuova preferita.- se ne uscì Oliver, come se nulla fosse -La stessa Suzanne per la quale ha organizzato questo piano e per la quale stava per essere ucciso da suo padre.-



Lee sbatté le palpebre un paio di volte, stranito da quella conversazione che però aveva un qualcosa di familiare: era di nuovo lì, circondato dal suo gruppo-famiglia, a parlare di tutto quello che passava per la loro testa.

-Bene, credo che tu abbia voglia di mangiare.- esclamò Angelina, alzandosi dalla poltrona e facendogli cenno con la testa di scendere dal letto -Coraggio, gli altri non vedranno l'ora di sapere che stai bene!-

Lee deglutì, grattandosi la testa, nel tentativo di trovare una buona scusa per declinare l'offerta; non era ancora pronto per affrontare Alicia.

-Su, Lee, prima o poi dovrai scendere!- aggiunse Katie, sfoggiando il suo sorriso radioso.

-Ha ragione la pulce, non puoi rimandare l'inevitabile.- continuò Fred, mentre George annuiva e Oliver gli faceva un sorriso incoraggiante.

-E va bene.- sbuffò Lee.

Si alzò dal letto, mise una camicia pulita e seguì i suoi amici fuori dalla stanza.

Il corridoio era molto semplice, ma elegante, proprio come si sarebbe aspettato dalla casa di Alicia.

Lee si affacciò sulle scale e alzò gli occhi, provando a contare il numero dei piani.

-Sono tanti, eh? Siamo sempre più stretti in questa casa.- fu Katie a parlare e Lee notò che era felice e aveva una strana luce negli occhi che prima non aveva mai visto.

Senza dire una parola, il ragazzo continuò a seguire il gruppo fino a ritrovarsi nel salotto che era spazioso, ma in quel momento era occupato da una grande quantità di persone.

C'erano Tamara, Leanne, Daphne che sfogliavano delle riviste con tre identici sorrisi sul volto, mentre Nolween sbirciava ogni tanto per dare loro dei consigli.

Paul e Suzanne erano poco lontani, intenti a parlottare fra di loro in silenzio.

Christopher, intanto, stava giocando a scacchi con Jared che aveva le mani fra i capelli per la disperazione di aver visto la sua torre miseramente fatta a pezzi.

Brad era sdraiato sul divano con un libro aperto davanti agli occhi, ma Lee non era sicuro che stesse leggendo.

C'erano un sacco di bambini che scorrazzavano per la casa e il ragazzo notò anche una signora anziana che stava usando un bastone per separarne due, ma quando gli occhi di Lee individuarono Alicia ogni altra persone sembrò sparire dal suo radar.

L'aveva cercata con lo sguardo non appena aveva sceso l'ultimo gradino ed eccola lì, perfetta come quando l'aveva lasciata.

Stava curando una sbucciatura del ginocchio di un bambino, i capelli erano un po' più lunghi dell'ultima volta, l'espressione meno infantile, ma era sempre la sua Alicia in fondo.

-Jordan! È bello rivederti!-

Brad aveva alzato la voce volutamente, questo fu chiaro a Lee che non si scompose, nemmeno quando Jared si voltò per fissarlo o quando Alicia alzò lo sguardo per accettarsi che Brad non la stesse prendendo in giro.

-Ehilà, ce l'hai fatta a tornare!- Brad si avvicinò per stringergli la mano e, a malincuore, Lee dovette assecondarlo.

Il ragazzo approfittò di quel contatto per avvicinarsi ancora di più e sussurrargli.

-Vai a riprendertela, tigre.-

Lee si allontanò da lui, non senza lanciargli un'occhiataccia che lo fece solo ridere di gusto.

Jared era dietro Brad, lo oltrepassò e fece due passi verso l'amico.

Lee rimase immobile, in attesa di qualsiasi sua reazione e Jared lo stupì slanciandosi verso di lui e abbracciandolo come se nulla fra loro fosse cambiato.

-Sono felice di vedere che stai bene. Ero preoccupato, sai? Non sapevo cosa ti avessero fatto, ma per fortuna stai bene.- lo fece allontanare per studiarlo attentamente -Stai bene, vero? Hai male da qualche parte o ti gira la testa?-

-In effetti mi fa male il petto e mi gira la testa, ma credo che sia per la fame, dottore.-

Jared sorrise e annuì.

-Avrai sicuramente fame, hai dormito per un paio di giorni.-

-Ci penso io.- proruppe Angelina, facendosi largo per la cucina dove Alicia era ancora paralizzata.

Lee stava tentando disperatamente di non guardare nella sua direzione.

-E ti fa male il petto per via delle costole rotte.- stava dicendo Jared con enfasi -Hanno usato un incantesimo per fartele rompere più e più volte. Efficace, ma vecchiotto, per cui è stato facile per me...-

-Jared.- Alicia lo interruppe e gli fece un sorriso che Jared ricambiò.

-Oh, scusa, ti stavo sfinendo.-

Calò al silenzio tra di loro, gli unici rumori che si sentivano erano gli schiamazzi dei bambini e gli scoppiettii del fuoco che Angelina aveva acceso pochi secondi prima.

-Signora Edith, perché non li portiamo tutti fuori in giardino? Avranno più spazio per divertirsi.- suggerì Alicia, uscendo dalla cucina.

La ragazza aprì la porta che dava sul retro e l'anziana donna la seguì con i bambini che ridevano e si spintonavano in maniera giocosa.

Rimasti soli, Lee si sentì quasi rilassato, perché poteva finalmente lasciar vagare lo sguardo senza la paura di incontrare gli occhi di Alicia.

-Daphne.- soffiò poi, avvicinandosi a lei che sembrò lottare con l'istinto di prenderlo a pugni -Dopo devo parlarti.-

Lei, rimasta seduta, fece sì con la testa, ma poi la voltò di scatto, tornando a concentrarsi su Leanne come se nulla fosse.

Lee sbuffò a bassa voce: era orribile il fatto che tutte le sue ex fossero sue amiche o amiche di Katie, era impossibile evitarle!

Leanne gli fece un cenno di saluto e sembrava aver superato ogni cosa; gli altri amici di Katie lo salutarono educatamente, ma tutti rimasero ai loro posti e Lee capì il perché.

Aveva ferito due di loro e difficilmente il gruppo l'avrebbe perdonato, ma per il ragazzo non era un problema: l'unico perdono che voleva era quello di una persona che in quel momento non era nemmeno nella stanza con lui.









Mentre Lee si rimpinzava in cucina, George e Katie rimasero sulla soglia, iniziando a sussurrare per evitare che gli altri sentissero.

-Dobbiamo dirglielo.- disse George e Katie annuì convinta.

-Già, non possiamo fare come l'ultima volta, ma come introduciamo l'argomento? Voglio dire, Angie e Ollie ancora non ci rivolgono la parola.-

-Al diavolo Angie e Ollie.- sbottò George, avvicinandola sé e mostrando un sorriso furbetto che le fece temere qualche scherzetto dei suoi -Ho un'idea per evitare troppo imbarazzo.-

-Cioè?- soffiò Katie e George si spinse in avanti e prese a baciarla, senza nemmeno darle il tempo di respirare.

-Oh, Merlino!-

Katie sentì Lee tossire e allontanò George per voltarsi verso l'amico.

A Lee era andato di traverso un pezzo di pane e Angelina gli stava battendo una mano sulla schiena per farglielo mandare giù.

-Oh, Merlino.- ripeté Lee, con la bocca ancora piena di pane -George, perché diavolo hai baciato la pulce?-

-Perché di solito è questo che fanno due persone quando stanno insieme. Si baciano.- chiarì George e i suoi occhi cercarono subito Angelina che gli aveva voltato le spalle ed era concentrata a controllare la pentola sul fuoco.

Lee deglutì velocemente e si schiarì la gola.

-Tu e la pulce... ?- chiese, indicando con un dito prima George e poi Katie che, con un sorriso, disse.

-Sì, stiamo insieme ora.-

-É fantastico!- Lee guardò Fred che scosse la testa e il ragazzo fece lo stesso -No, non è fantastico!?-

Oliver si alzò dalla sedia senza dire una parola, superò George e Katie e uscì dalla cucina, diretto chissà dove.

-D'aaaaaccordo, cosa è appena successo?- scandì Lee, confuso.

-Ti dovremmo fare un aggiornamento veloce.- chiarì Fred con un sorriso, mentre Angelina scodellava davanti all'amico un altro piatto.

-Non ora però. Ora devi mangiare e riposarti.- Angelina guardò Fred, pensando che avrebbe replicato con una battuta delle sue, ma lui non disse nulla e lei finse di non prendersela -Raggiungo Alicia fuori. A dopo.-







Alicia lasciò che il vento le scompigliasse i capelli, mentre dava un'occhiata al cielo che aveva iniziato a tingersi di un azzurro intenso.

Sta arrivando la bella stagione, pensò con un sorriso.

Chiuse gli occhi per godersi quel momento di quiete e tranquillità, mentre la signora Edith giocava con i bambini poco lontano da lei.

Quando si sentì toccare la spalla, sobbalzò per la sorpresa, prima di aprire gli occhi e scorgere il sorriso di Angelina che la guardava da vicino.

-Conosco quell'espressione, Angie. Mi stai compatendo e sai quanto odio essere compatita.-

-Non ti sto compatendo.- chiarì lei con un'alzata di spalle -Sai perché sono qui.-

-Perché?- sospirò Alicia, facendo vagare lo sguardo verso i bambini che giocavano a nascondino.

-Potevi almeno salutarlo. Dirgli qualsiasi cosa piuttosto che ignorarlo.-

-Perché avrei dovuto? Lui non mi ha salutata quando se n'è andato e non mi ha salutata quando è tornato per il matrimonio di Bill, per cui è evidente che il rapporto fra me e lui sia cambiato profondamente. Non credo che per lui faccia differenza se lo saluto o no.-

Angelina sbuffò, impaziente.

-É scappato per te, quando è tornato non ha voluto vederti perché non sarebbe riuscito a ripartire se ti avesse rivisto e, appena è stato attaccato, è corso al San Mungo. Con tutti posti in cui poteva andare, è arrivato nell'unico posto in cui era certo di trovarti.-

Alicia si voltò verso l'amica e incrociò le braccia al petto.

-Questo cosa vorrebbe dire?-

-Sei famosa per la tua intelligenza, Alicia, sai cosa voglio dire.- Angelina le lanciò un'occhiata di traverso -Tu puoi anche fingere che a te non importi più di lui, ma Lee ha sempre mostrato e mostra ogni giorno quello che prova per te.-

-Mi dispiace di averlo ferito.- disse Alicia con ironia, tornando a guardare altrove -Ma tanto partirà di nuovo, no?-

-No, ha deciso di rimanere.-

Alicia si voltò di scatto verso Angelina che annuì.

-Di bene in meglio. Jared ed io ancora non ci siamo chiariti e Lee torna adesso. Il suo tempismo è impeccabile come sempre.-

-Non vorrai cacciarlo via, spero.-

-Certo che no, può rimanere, ma abbiamo altri problemi da affrontare.-

Angelina socchiuse gli occhi, provando a capire.

-Jared ed io andiamo al San Mungo sempre più di rado per via del padre di Brad che ci cerca. I gemelli, oramai, sono sempre qui e il negozio è passato in secondo piano. Ora che anche Nolween e Daphne sono qui, abbiamo bisogno di provviste. Cibo, medicine, ingredienti per pozioni, qualsiasi cosa.-

-E come dovremmo procurarcele?- chiese Angelina, stupida -Rubando?-

-Sì se è necessario.- rispose Alicia, decisa -Ma avrei un'idea migliore. Faremo dei turni per andare a cercare qualcosa e potremo usare la Polisucco. Non ne ho molta da parte, ma almeno non rischieremo ogni giorno.-

-Rischiare cosa?-

-Uffa, Angie, non far finta di non capire! A quest'ora tutti i Ghermidori avranno le nostre foto e il padre di Brad ci sta cercando. Non sarà Tu-Sai-Chi, ma non è un mago da sottovalutare. Nessun posto è sicuro e non abbiamo alcun Mantello dell'Invisibilità per nasconderci, per cui dovremo rischiare se vogliamo mangiare.-

-D'accordo, allora ne parleremo con gli altri più tardi.- pigolò Angelina, nervosa; Lee era appena tornato vivo per miracolo ed ecco che nuovamente avrebbe dovuto preoccuparsi per lui e tutti gli altri.

Alicia fece per dire qualcosa, ma fu interrotta da Leanne che le raggiunse e disse.

-Non volevo origliare, ma ho sentito tutto. Visto che il matrimonio di Paul e Tamara è previsto per la prossima settimana, ci serviranno vestiti, decorazioni e una torta.-

-E qualcuno che li sposi.- suggerì Angelina con un sorriso, ma Leanne fu veloce a replicare.

-Edith ci ha detto che ha la licenza per i matrimoni, per cui siamo a cavallo.- Leanne guardò le due ragazze -Quindi... Posso scrivervi quello che ci occorre?-

-Forse non l'hai notato, Leanne, ma là fuori sta per scoppiare una guerra! Non stiamo andando a fare la spesa, stiamo cercando di sfamarvi senza finire ammazzati!- sbottò Alicia con uno sguardo che avrebbe incendiato Leanne all'istante se lei non fosse corsa via offesa.

-Era proprio necessario?- chiese Angelina, scuotendo la testa con rassegnazione -Sta solo cercando di organizzare il matrimonio di una sua amica e risollevare il morale del suo gruppo. Hai esagerato.-

-Non la sopporto quando fa così. Non capisce che abbiamo altre priorità al momento?-

-Quando fa così?- ripeté Angelina, ridendo -Tu non sopporti mai Leanne, ammettilo. Non ti piace e basta.-

-Che sciocchezza! Certo che no.- Alicia guardò l'amica con stupore, come se non si aspettasse una simile accusa.

-Oh, andiamo, Alicia, Leanne non ti piace. E Daphne non ti piace.- Angelina mostrò un sorrisino divertito -Vuoi farci credere che Lee è una storia superata, ma non riesci ad andare d'accordo con le sue ex!-

-Questo non è vero.-

-Sì, che lo è.-

Alicia non replicò più e si aggiustò i capelli con minuzia quasi studiata.

-Dopo diremo agli altri dei turni per le provviste.-

Angelina annuì, anche se l'amica non poteva vederla e rimase a guardare le guance di Alicia tornare del loro colore naturale.

Erano diventate stranamente rosse, quando Angelina le aveva fatto notare che era ancora gelosa di Lee.









-Ehi.-

Oliver alzò lo sguardo dal suo modellino di Quidditch e Nolween entrò nella sua stanza, dando un'occhiata all'arredamento.

-Un po' diversa della tua camera, eh?- chiese lei, retorica e lui provò a sorridere -Cosa ti succede ultimamente, Ollie?-

-In che senso?- chiese lui, appoggiando il modellino sul comodino e indicandole la poltrona per farla sedere.

Nolween rimase in piedi e sorrise.

-Penso di conoscerti oramai. Sei triste. Hai quell'espressione da cucciolo ferito da un po' di tempo e credo di conoscerne anche il motivo.-

Oliver non rispose, continuando a fissarla negli occhi.

-Ho saputo di George e Katie.- Nolween abbassò lo sguardo -Così... Ti sei accorto di provare qualcosa per lei.-

-Sì.- soffiò Oliver, anche se lei non gli aveva posto alcuna domanda -Ma è chiaro che lei non provi le stesse cose.-

Nolween alzò lo sguardo e piegò la testa.

-Ne sei certo? Penso che la sua adorazione per te sia qualcosa di molto forte.-

-Ne sono certo.- sbuffò Oliver, torturandosi le mani -L'ho baciata, non ha ricambiato il bacio, l'ha chiamato errore e ora si comporta come se non fosse successo nulla. Ti basta?-

Nolween rise e scosse la testa, i ricci che le danzavano sul viso.

-Non a me che deve bastare. Io non sono innamorata di Katie.-

-Io non sono innamorato di Katie.- disse Oliver e la guardò come se fosse impazzita.

-Oh, Ollie, ti prego!- Nolween si mise davanti a lui, con le mani sui fianchi in una posa minacciosa -Lo sei eccome! Vedo come guardi lei e George, hai solo paura ad ammetterlo, perché questo rovinerebbe l'immagine che hai di te e lei.-

-Quale immagine?- domandò lui, incapace di capire.

-Fratello e sorella. Amore platonico e cose così.- Nolween si sedette accanto a lui nel letto -Non dovrei mettermi in mezzo, ma è ovvio che io tifi per te. Mi piace Katie e, se proprio non posso averti io, voglio che sia lei la ragazza giusta per te.-

-Nolween...-

-Lasciami finire.- lo interruppe lei con un gesto impaziente -Cerca di capire in fretta quello che provi, perché magari adesso hai ancora una possibilità con Katie, ma prima o poi potrebbe dimenticarsi di te per sempre.-









Angelina aveva riunito tutti, dal suo gruppo a quello di Katie con l'aggiunta di Nolween e Brad, nel salotto di Alicia e i ragazzi si erano sistemati sul divano, sulle poltrone o sul tappeto al centro.

Angelina provò a non guardare verso George che sedeva accanto al fratello con Katie sulle gambe, ma notò che Oliver la stava fissando perché stavano pensando alla stessa cosa.

Alicia era in piedi accanto a lei e prese parola, facendo zittire tutti.

-Vi ho riuniti qui per un motivo ben preciso. Oramai siamo in tanti a vivere qui e ci occorrono provviste che ora come ora non abbiamo.-

-Beh, basta uscire e prendercele.- se ne uscì Chris, come se nulla fosse e Alicia si voltò a guardarlo come se fosse stupido.

-Ci cercano tutti.- disse Paul, rivolto all'amico -Se usciamo senza protezioni né un piano, potremmo morire.-

-La maggior parte dei Ghermidori e Mangiamorte cerca Harry Potter. Non credo che ci siano dei problemi se usciamo ogni tanto per fare spese.- commentò Brad, guardando Alicia con un sorriso che lei non ricambiò.

-Perché non ci vai tu allora?- soffiò Lee, con gli occhi rivolti da un'altra parte -Visto che non hai paura di morire e che è per colpa di tuo padre che sono tutti rinchiusi qui dentro, vacci tu.-

Brad fece per rispondere con un ghigno, ma Alicia intervenne prima.

-Non ho intenzione di rischiare la vita di nessuno e Brad non ha colpe. So bene cosa significa avere un genitore fuori di testa.-

Lee alzò gli occhi verso Alicia, ma lei era già andata oltre.

-Direi di fare dei turni, però se qualcuno non se la sente non ci saranno ripercussioni.-

-Voi ragazze siete esentate.- disse Fred, parlando a tutti, ma concentrando lo sguardo verso Angelina che gli lanciò un'occhiataccia che lo fece quasi sorridere.

-Questa è un'affermazione sessista.-

-No, è un'affermazione giusta.- aggiunse Oliver in difesa di Fred -Noi ragazzi possiamo anche farci male e dobbiamo proteggervi, per cui...-

-Oh, insomma, Ollie, non siamo povere fanciulle indifese!- lo interruppe Katie, alzandosi in piedi -Le ragazze possono farcele tanto quanto i ragazzi. Io voglio essere d'aiuto tanto quanto voi.-

-Votiamo allora.- disse Brad e Suzanne gli lanciò una breve occhiata per chiedere spiegazioni -Anch'io sono convinto che siano i ragazzi a dover provvedere a queste cose.-

Suzanne gli diede le spalle, facendogli capire che non era affatto d'accordo.

-Se abbiamo almeno tre ragazzi dalla nostra parte, allora le ragazze parteciperanno.- commentò Alicia, con tutta l'intenzione di non essere particolarmente interessata alla votazione.

Angelina nascose un piccolo sorriso, sapendo bene che qualunque risultato avrebbe portato la votazione, Alicia avrebbe fatto di testa sua.

-D'accordo, allora io voto no.- Jared si alzò in piedi per mettersi accanto alla sua ragazza che si allontanò da lui dopo aver sentito il suo voto.

-Conoscete il mio voto.- disse Fred, girandosi verso George che disse.

-Voto sì.- Katie gli rivolse il suo sorriso radioso e George passò a spiegare -Tutti noi ne abbiamo passate tante e se siamo arrivati fin qui è perché abbiamo combattuto sempre tutti insieme. Quindi squadra che vince...-

Katie tornò a sedersi sulle sue gambe e gli scoccò un bacio sulla guancia che lo fece sorridere.

Oliver si rabbuiò e disse.

-Voto no. Sarò all'antica, ma non mando una ragazza a combattere per me.-

-Ti conosco poco, ma già ti adoro.- commentò Brad, mostrando un pollice alzato verso Oliver che non replicò -La penso come il fissato di Quidditch. Voto no.-

-Voto no.- bofonchiò Lee, irritato dal fatto di dover essere d'accordo con Brad -Se dovesse succedere qualcosa, non vorrei che le mie amiche morissero.-

-Ah, grazie, metteresti a rischio la nostra vita però!- commentò ironico Fred e Lee scosse la testa.

-La pensi come me. Se dovessi scegliere fra me e loro, sceglierei me e non lo dico per sembrare coraggioso.- Lee cercò nuovamente lo sguardo di Alicia, ma lei sembrava particolarmente concentrata sulla trama del tappeto, mentre Jared notò lo sguardo dell'amico e strinse i pugni.

-Voto sì.- disse Paul, ottenendo l'approvazione sia di Tamara sia di Suzanne -Noi abbiamo perso Agnes, ma lei si sarebbe battuta fino all'ultimo. Non sarebbe mai rimasta a casa ad aspettare che qualcuno facesse il lavoro sporco per lei.-

Suzanne si allungò per stringergli la mano e Paul gliela prese con affetto.

Tamara non se la prese e si avvicinò a Suzanne per prenderle l'altra mano.

-Chris, il tuo voto è decisivo.- disse Alicia e tutti si concentrarono sul ragazzo che era seduto per terra accanto a Leanne.

-Io...-

-Pensaci bene.- commentò Brad, vedendolo in difficoltà -Lasceresti che la tua preziosa ragazza rischi la vita?-

Chris guardò Leanne che gli fece segno di no con la testa, per fargli capire di non farsi ingannare da Bradley Anderson.

-Voto sì.- disse alla fine lui -Anche se preferirei che voi ci pensaste su un attimo. Non vogliamo dimostrare di essere più forti, vogliamo solo proteggervi.-

-Non puoi votare sì e poi dare ragione a noi.- Brad appoggiò le braccia sulle ginocchia e rise -Cos'è, sei stupido? Hai capito la differenza fra no e sì?-

Tutto il gruppo di Chris sbottò nello stesso istante contro Brad che rise ancora più forte, mentre Leanne gli urlava addosso e Suzanne gli dava dell'idiota.

Alicia si mise una mano sul volto, rassegnata dall'atteggiamento di Brad.

-Va bene, va bene, basta!- Jared riuscì a contenere tutti alzando la voce -Chris ha votato sì, per cui faremo questa cosa tutti insieme. Alicia, passa a scrivere i turni.-







Il pomeriggio seguente, il primo gruppo, formato da Brad, Leanne, Nolween e Christoper, era tornato con le provviste e Brad si era offerto volontario per andare a prendere tutto il materiale per il matrimonio.

Quasi tutti avevano capito il perché si fosse offerto, ma nessuno fece commenti e tutto filò liscio.

Non avevano usato la Pozione Polisucco, cercando di conservarla per situazioni peggiori, ma grazie agli Incantesimi e a pozioni alternative tutti e quattro avevano un aspetto ben diverso da quello che avevano di solito.

-Allora facciamo un riepilogo veloce.- disse Leanne a Daphne, che spuntava mano a mano una lista con tutto quello che serviva per il matrimonio -Vestiti per gli invitati, per gli sposi, scarpe per tutti... Ci sono. Decorazioni per la casa e per il giardino...-

-Ci sono.- disse Daphne, controllando la lista -E abbiamo preso anche l'arco per la cerimonia.-

-Perfetto. Cibi e bevande ci sono e la torta la faremo io e te il giorno stesso.-

Daphne annuì e posò la lista.

-Mi pare che ci sia tutto.-

-Beh, io e Tamara ci saremo.- aggiunse Paul con un sorriso -É la cosa più importante, no?-

Leanne e Daphne repressero una risatina divertita.

-Sei molto carino, Paul, ma ne capisci poco di cose da donne. Ogni ragazza sogna il suo matrimonio da sempre! Tutto deve essere perfetto.-

-Parla per te, scusa.- soffiò Suzanne, sdraiata sul divano, intenta a fissare il soffitto.

Tamara, che stava leggendo un libro, alzò lo sguardo per dire.

-Ragazze, non preoccupatevi. Ogni cosa mi andrà bene, deve essere un momento felice, non voglio che vi stressiate per il mio matrimonio.-

-Le bomboniere?- chiese Daphne a Leanne, come se Tamara non avesse parlato -Dobbiamo inventarci qualcosa.-

-Già!-

-L'hai mai viste più felici di così?- fece notare Chris e Tamara sorrise nel libro, davvero grata di quell'attimo di gioia con i suoi amici.

-Ah, Finn ha risposto che ci sarà.- disse all'improvviso Daphne e calò il silenzio come se stesse per esplodere una bomba.

-Credevo che vi avrebbe fatto piacere invitare anche lui.- continuò lei, cercando aiuto in Leanne che le fece segno verso Suzanne, ancora con gli occhi al soffitto.

-Per la felicità della vostra amica anatroccolo.- disse una voce da dietro il divano e Suzanne si mise seduta per sbirciare oltre.

-Che diavolo fai qui? Origli adesso?- sbottò e Brad si alzò dal pavimento per appoggiarsi al divano.

-Questa casa è di tutti, per cui io posso stare dove voglio. E devo farti vedere una cosa.-

Suzanne si rimise sdraiata.

-Non mi va ora.-

-Allora continuerò a tormentarti fino a quando non mi seguirai.- continuò Brad, lanciando un'occhiata agli amici di Suzanne che lo guardavano quasi con pietà.

Suzanne sbuffò e si alzò dal divano.

-Dove si va?-







-Che succede qui?- chiese Katie, scendendo nel salotto e trovando tutti intenti a ballare con qualcuno.

-Lezioni di ballo, un'idea di Brad.- spiegò Leanne, volteggiando con Chris -Abbiamo notato che tutti ne avevano bisogno.-

-E poi è divertente.- se ne uscì Daphne e Katie quasi sobbalzò quando la vide tra le braccia di Oliver, poi si ricordò che non era più gelosa di lui e cercò George che la stava aspettando, seduto sulla poltrona che era stata spostata assieme al divano ai lati della stanza.

-Messere, mi concede questo ballo?- chiese lei, saltellando verso il ragazzo che annuì e la prese per mano per condurla al centro della stanza.

Angelina vide Katie sorridere a George e si stropicciò le labbra, in quei giorni era davvero difficile capire cosa provava il suo cuore.

-Ehi, Angie, stai bene?- le chiese Lee, facendola girare due volte -Sembri un po' giù.-

La ragazza lanciò un'occhiata a Fred, che stava facendo ridere Nolween.

Quando Leanne aveva acceso la radio e proposto a tutti di scegliersi un partner per ballare, Angelina aveva immaginato Fred che l'attirava a sé per farla ballare con lui, ma era stata smentita.

Fred era corso verso Nolween, che si era messa in un angolo, sentendosi quasi di troppo e l'aveva invitata a ballare con quel sorriso che Angelina aveva creduto riservato soltanto a lei.

Poi la ragazza aveva visto Lee lanciare uno sguardo triste a Jared e ad Alicia, che erano stati forse i primi a unirsi per ballare, per cui per Angelina era stato naturale scegliere l'amico per farlo sentire meglio e per sentirsi meglio.

-Ho litigato con George e la pulce.- Angelina provò a fargli vedere un sorriso -Anzi, più con George che con Katie.-

-Fred me l'ha detto, ma vedrai che presto farete pace. George non è Fred, è davvero difficile litigare con lui.-

-É proprio questo il problema. George non è Fred, quando si arrabbia lo fa perché è arrivato al limite.-

-Allora diciamo che è difficile per lui litigare con te.- Lee le fece l'occhiolino -Sei la sua migliore amica, non riuscirà a tenerti il muso a lungo.-

Angelina non ne era sicura, George le era sembrato molto fermo sulle sue intenzioni e oramai sembrava che per lui non esistesse nessun altro che Katie e questa era la cosa che, stranamente, le faceva più male.

-L'avresti mai detto, Angie? George e Katie.- trillò Lee, entusiasta -Oh, Merlino, ancora non ci credo, eppure sono così perfetti insieme!-

Angelina si sentiva la testa girare e un dolore al petto che non aveva mai provato prima, ma fece un sorriso a Lee, sperando non notasse quanto in realtà stesse soffrendo.





-Perché mi hai portato quassù?- soffiò Suzanne, mentre il vento le faceva volare alcuni riccioli sugli occhi -Volevi vedere il tramonto?-

-Hai un animo romantico in fondo in fondo.- commentò Brad con un ghigno, ma ad un'occhiata di Suzanne continuò -Una volta hai usato una scusa per non ballare con me. Hai detto che non sapevi ballare. Quindi oggi ti insegnerò a ballare, così non avrai più scuse.-

-Non hai pensato che io l'abbia fatto perché non volevo ballare con te?- disse lei, incrociando le braccia al petto -E credevo che avessimo litigato.-

-A me è già passata.- Brad le si avvicinò per prenderle una mano e lei lo lasciò fare -E poi ti sto aiutando con il tuo amico. Se verrà, vorrà ballare con te, no?-

Brad le si mise davanti e si posizionò, pronto a ballare.

-Tu... mi vuoi aiutare con Finn?- Suzanne si fece guidare nel ballo -Non pensavo ti piacesse.-

-Ma piace a te, per cui...- Brad rise all'improvviso e Suzanne alzò un sopracciglio, confusa -Certo che no, non voglio aiutarti con lui. Anzi, spero che verrà anche la sua adorabile compagna così non potrà avvicinarsi a te.-

-Tranquillo, se Tia non dovesse venire, magari preferirà ballare con Daphne come l'ultima volta.- bofonchiò Suzanne, quasi scottata da quell'avvenimento tanto lontano.

-Ha ballato con Daphne, perché gliel'ho detto io.-

Suzanne si fermò di colpo, ma tenne le mani tra quelle di Brad che ricambiava il suo sguardo.

-Che intendi dire?-

-Gli ho detto che ti saresti ingelosita se avesse chiesto alla tua amica di ballare.- Brad alzò gli occhi al cielo -É stato fin troppo facile fargli il lavaggio del cervello. Quel tizio è un idiota.-

-Come ti sei permesso di metterti in mezzo?- sbottò lei, scostandosi malamente da lui -Credi di conoscere il nostro rapporto? O quello che provo?-

-Sì, lo credo.- Brad la tirò di nuovo verso sé, anche se lei stava facendo di tutto per allontanarsi -Vuoi che te lo dimostri? Ti piace quel tizio e ti piace anche tanto, per cui sei disposta a perdonargli tutto e non ti rendi bene conto di tutto le cattiverie che ti ha fatto.-

-Non è vero.-

-No? Ti ha illusa per anni e tra tutte le ragazze ha scelto proprio la tua ex migliore amica, sperando di scatenare una tua reazione che non è arrivata. Così ora il suo gioco si è ritorto contro di lui: prova qualcosa per te, ma è troppo stupido per ammetterlo, per cui continua a giocare con la tua ex amica in attesa che tu ti decida. Bello, no? Ha una ragazza, ma nel frattempo ha te che lo aspetti come un cagnolino in attesa che si accorga di t...-

Brad cadde a terra, toccandosi l'occhio che poco prima Suzanne aveva colpito con un pugno.

-Di nuovo? Al matrimonio sembrerò uno che è tornato dalla guerra!- Il ragazzo si rimise in piedi, tastandosi l'occhio e guardandola.

-Sai perché ho fatto in modo che lui ballasse con Daphne? Così, per farlo ingelosire, tu avresti ballato con me! Ma sei stupida e non hai afferrato al volo l'occasione che ti ho dato!-

-E questo cosa vorrebbe dire? Che hai approfittato della situazione solo per ballare con me?- domandò Suzanne, incapace di crederci.

-Sì.-

-Sei davvero bravo nei tuoi giochetti, ma puoi anche smetterla ora.-

Brad allungò una mano e le fece segno di avvicinarsi.

-Dai, vieni.-

La ragazza si mordicchiò il labbro, indecisa sul da farsi, ma alla fine gli si avvicinò e ripresero a ballare.

-Mi dispiace per l'occhio.- bofonchiò Suzanne, facendo cenno al volto del ragazzo che si stava gonfiando.

-Non importa.- Brad ghignò nella sua direzione, ma lei fece finta di niente.

-E per il labbro.-

Il ragazzo trattenne una risata e insieme continueranno a ballare stretti l'uno all'altra senza dire una parola.







Lee era appoggiato alla balaustra delle scale e si stava torturando le mani nel tentativo di capire cosa fare.

La sua stanza non si trovava in quel piano, ma Alicia non gli aveva ancora rivolto la parola e lui faticava ad andare avanti senza di lei: quella era casa sua, lei e il suo migliore amico stavano insieme... Poteva sopportare tutto questo, ma non poteva digerire il fatto che per Alicia era come se non esistesse.

Ma cosa le avrebbe potuto dire?

Le cose fra di loro erano così complicate, che Lee non ricordava nemmeno com'era essere semplicemente l'amico o il ragazzo di Alicia.

I tempi in cui si punzecchiavano, si insultavano affettuosamente o sorridevano complici erano finiti da un pezzo e adesso il loro rapporto era qualcosa di nebuloso e inconsistente e questo Lee non poteva permetterlo.

Erano sempre stati loro, i magnifici sette, e lo sarebbero sempre stati.

La loro amicizia sarebbe sopravvissuta a tutto, Lee lo aveva sempre saputo, per cui avrebbe chiarito ogni cosa con Alicia anche se questo voleva dire -e Lee sentì una dolorosissima fitta al petto e un groppo in gola che faticava a mandare giù- stare accanto a lei solo come amico e nient'altro.

Perso nei suoi pensieri, Lee non sentì qualcuno salire le scale e quasi cadde a terra quando Jared lo fissò con sguardo confuso.

-Che ci fai qui? Non ricordi dov'è la tua stanza?- Jared gli fece un sorriso divertito e Lee provò a controllare la voce.

-No... A-adesso vado a dormire, ma prima volevo... ecco.- Lee si diede mentalmente dell'idiota. Era stato lontano dai suoi amici e dalla sua vita per migliorare ed essere più sicuro di sé, ma in quel momento sembrava uguale proprio al vecchio se stesso -Devo parlare con Alicia, Jared. Lo so che probabilmente adesso mi prenderai a pugni, ma devo davvero parlarle.-

Jared sembrò prendere aria, perché emise uno sbuffo lungo e quasi stanco.

-Lo so. Ci sono ancora dei problemi fra di voi ed è giusto che io non mi metta in mezzo.-

-Sai, da quando sono tornato ho provato a chiarire un po' tutti. Ieri ho parlato con Daphne e addirittura ho fatto quattro chiacchiere con Leanne.- Lee si toccò il pizzetto, un vizio che aveva preso da poco tempo -Ora tocca a te e ad Alicia.-

-Me?- chiese Jared, provando a capire. Lui e Lee non avevano problemi, anzi era lui, Jared, che doveva ancora parlare con Alicia circa il loro litigio.

-Non so se Alicia ti ha fatto leggere la lettera che le ho scritto...-

-No, in realtà. Non l'ho letta.- lo interruppe Jared, teso.

Lee provò a contenere la felicità, imponendosi di credere che non significasse nulla, anche se il fatto che Alicia avesse mantenuto Jared all'oscuro della lettera, poteva significare che per la ragazza quella lettera era una cosa loro, privata e intima.

-Comunque, credo che tu abbia capito cosa provo per Alicia.- affermò Lee, sicuro. Non era più un bambino, adesso era facile ammettere ogni cosa -I miei sentimenti per lei non sono mai cambiati, né diminuiti. Anzi, se è possibile, crescono ogni giorno di più.-

Jared annuì, come se non fosse affatto sorpreso della rivelazione.

-Ce ne siamo accorti tutti, eccetto Alicia, credo. Io amo Alicia, per cui starò al suo fianco fino a quando lo verrà lei.-

-Non sono tornato per minacciarti!- si difese Lee, provando a fargli capire -Voglio solo essere sicuro che tu sappia che io tengo alla nostra amicizia, per cui tutto ciò che è successo fra me e Alicia prima della partenza... Non volevo ferirti né mancarti di rispetto. Capisci?-

-Sì, capisco.- Jared gli indicò la porta della stanza -Vai pure a parlarci, io rimarrò qui fino a quando avrete finito e non vi disturberò.-

Lee passò lo sguardo da Jared alla porta e non si trattenne.

-Tu e Alicia dormite nella stessa stanza?-

Jared piegò la testa, come a rimproverarlo.

-Capito. Non sono affari miei.-

-Voglio solo che mi prometti una cosa, Lee.- continuò Jared con sicurezza -Non farla piangere mai più.-

-Non capisco cosa vuoi dire.-

-Da quando la conosco ha pianto davvero solo due volte.- Jared provò a trattenere l'irritazione, perché ammetterlo gli faceva davvero male -E sempre per colpa tua.-

Lee rimase colpito dalle sue parole: era già rarissimo vedere piangere Alicia, ma da come ne parlava Jared sembrava fosse una cosa comune che Alicia piangesse.

-Che vorresti dire con “ha pianto davvero”? Piange spesso?-

-Non ultimamente.- rispose Jared, mettendosi le mani in tasca -Ma ora esprime molto più facilmente quello che prova. Delle volte piange, sì, ma ti devi preoccupare di quando singhiozza. E ha singhiozzato solo per te fino ad ora. Non voglio che succeda più.-

-Farò del mio meglio.- Lee fece per andarsene, ma poi tornò indietro verso l'amico un'ultima volta -Grazie.









Alicia si stava spazzolando i capelli quando sentì qualcuno bussare alla porta.

Senza smettere di fare quello che stava facendo, disse “Avanti” e qualcuno entrò nella stanza; Alicia vide il riflesso di Lee nello specchio e si voltò di scatto, facendo cadere la spazzola.

Lee chiuse la porta dietro di sé, ma non si mosse, in attesa di istruzioni.

Alicia raccolse velocemente la spazzola, la posò vicino allo specchio e fece scorrere lo sguardo sulla figura di Lee.

Era lo stesso Lee che aveva studiato in quei giorni, così diverso dalla persona che si ricordava: era diventato muscoloso, cosa che lo faceva sembrare ancora più alto, e l'espressione era adulta, quasi seria, con quel pizzetto che gli ricopriva il mento e con quei capelli lunghi.

-Ciao.- soffiò lui, quasi in imbarazzo di fronte a quegli occhi che lo scrutavano con cura.

-Hai bisogno di qualcosa?- domandò lei, rendendosi conto di aver quasi gracchiato. Addio alla fredda e glaciale Alicia, pensò -La tua stanza è...-

-Ah, perché tutti pensate che io sia così stupido da non sapere dove si trova la mia camera?- sbottò Lee, con un sorriso -Volevo vederti.-

La vecchia Alicia avrebbe approfittato di quella frase per affermare che Lee era davvero stupido, ma le cose erano cambiate e Alicia disse solo.

-Perché?-

-Perché non mi hai rivolto la parola da quando sono qui, non mi guardi nemmeno! Mi odi così tanto?- Lee era frustrato, si passò una mano sulla fronte e il cuore di Alicia ebbe un sussulto. Sul polso di Lee spiccava un cordino e appeso al cordino c'era una piccola fenice che lei conosceva molto bene -Se per te è così penoso avermi qui posso anche trovarmi un altro posto, Alicia, non voglio che tu ti senta in soggezione in casa tua.-

-Lee...- Alicia si strinse la camicia da notte poi si voltò verso il comodino dove prese la sua bacchetta -Aspetta un attimo.-

-Ehi, vuoi farmi una fattura?- esclamò Lee, arretrando di qualche passo, conoscendo bene quanto Alicia fosse brava negli incantesimi -Me ne vado, ho capito.-

-No, stupido, aspetta.- Alicia mosse la bacchetta, senza emettere una parola -Così nessuno ci sentirà. Qui si sente tutto per via dei muri troppo sottili.-

Lee, che aveva sorriso quando lei l'aveva chiamato stupido, annuì, non sapendo bene cosa dire.

-Perché non mi parli?- chiese poi, guardandola negli occhi e provando a non notare quanto fosse ancora più bella dall'ultima volta che l'aveva vista.

-Perché dopo il matrimonio di Bill non sei venuto a salutare anche me?- gli fece eco lei, quasi sfidandolo a un gioco delle colpe -Io... avrei preferito vedere con i miei occhi che stavi bene, non saperlo dagli altri.-

-Angie non te l'ha detto il perché?-

-Sì, ma era una scusa.- Alicia si strinse nelle braccia -Potevi trovarne una migliore per non vedermi.-

-Non era una scusa. Se ti avessi rivisto, non sarei mai ripartito e addio miglioramenti. Ora sono bravo negli incantesimi, con le pozioni me la cavo piuttosto bene e finalmente sono riuscito ad emettere un Patronus.- Lee si appoggiò alla porta della stanza -Sai che saresti stata la prima persona che avrei voluto rivedere, ma saresti stata anche l'unica persona che mi avrebbe spinto a rimanere.-

Alicia non sembrava affatto convinta, benché le guance fossero più rosse del solito.

-Sai quello che provo per te, accidenti!- Lee fece per avvicinarsi, ma lei alzò una mano per farlo fermare.

-Non vuoi che ti dica la verità, non vuoi che ti dica cosa provo... Cosa vuoi che ti dica?- Alicia era ancora in silenzio e aveva spostato lo sguardo, quasi come se guardarlo le facesse male.

-E Daphne? Eri così innamorato di me da uscire con una nuova ragazza dopo pochi mesi!? E non una ragazza qualunque, ma un'amica di Katie!-

-Mi dispiace per quello.- ammise Lee, schioccando la lingua -Cercavo di andare avanti, ma non pensavo che ti avrebbe ferito così tanto. Non credevo che mi amassi così tanto.-

-E invece sbagliavi.- ribatté Alicia, assottigliando gli occhi -Ma probabilmente è sempre stato così, vero? Io amavo te, ma tu... beh, hai la mania di collezionare ragazze. Chi sarà la prossima, Nolween?-

Lee la guardò in viso per vedere se effettivamente la ragazza pensasse quello che aveva appena detto.

-Sei seria?- chiese lui, provando a capire la sua espressione.

-Serissima. Gli altri hanno sempre pensato che fossi io quella meno coinvolta, che ti stessi prendendo in giro, ma la realtà è ben diversa e la conosciamo solo io e te.-

Lee batté un pugno sulla superficie della porta, ma Alicia non fece una piega.

-Sai, puoi odiarmi e insultarmi quanto ti pare, ma l'unica cosa che non potrai mai fare è dubitare di quello che provo. Ogni cosa che ho fatto da quando ho capito di amarti è stato cercare di renderti felice e di migliorarmi per renderti felice.-

-E allora direi che non ci sei riuscito.- soffiò Alicia, piena di risentimento.

Lee mostrò un'espressione ferita, ma riprese a parlare, provando a controllare la voce, benché sapesse che nessuno li potesse sentire.

-Credi che mi faccia piacere vederti amoreggiare con una persona che ti ho presentato io!? Che mi piaccia sapere che dormite insieme e fate... altro insieme!?-

Alicia non rispose, continuando a fissarlo con quello sguardo duro.

-Lo ami?-

-Sì.- Lee vide la sicurezza nei suoi occhi: era sincera -Lui mi rende felice.-

Il ragazzo vide lo sguardo ferito e distrutto di Alicia, come se affrontare quell'argomento le provocasse un dolore fisico.

-Credo che sia meglio che io me ne vada. Dai miei genitori o in uno ostello. Mi dispiace vederti stare così per colpa mia.-

Lei continuò a tacere e il ragazzo le fece un segno di saluto con la testa; aveva quasi raggiunto la porta, la mano tesa per agguantare la maniglia, ma Alicia fu veloce a corrergli incontro e abbracciarlo da dietro come se non dovesse più lasciarlo andare.

Appoggiò la testa sulla schiena e non trattenne le lacrime.

-Non te ne andare.- soffiò lei, provando a nascondere il viso per la vergogna per quello che stava dicendo -Ti prego, non farlo.-

Lee si voltò completamente verso di lei e la prese tra le braccia, stringendola a sé.

Era la prima volta che la vedeva piangere e sì, stava singhiozzando, ancora una volta per colpa sua.

-Alicia...-

La ragazza provò ad asciugarsi gli occhi e si scostò i capelli dal viso.

-Mi sei mancato.- disse, appoggiando la testa sul suo petto -Non azzardarti a scappare un'altra volta.-

Lee le baciò i capelli e sorrise felice.

-D'accordo.-

-Promettilo.- insistette lei con il suo solito cipiglio caparbio.

-Lo prometto.- Lee la allontanò per guardarle il viso -Sei sicura che la mia presenza non ti crei problemi con Jared?-

Alicia fece di no con la testa e gli mise le braccia attorno al collo per abbracciarlo di nuovo.

-Sei amico di entrambi, per cui resta.-

Lee si stizzì, perché oramai era solo un amico per Alicia, ma stringerla tra le braccia e sapere che le era mancato era abbastanza per lui.







-Non puoi vincere.- disse Daphne, spuntando da dietro le spalle di Jared che quasi si spaventò -Dovresti averlo capito a questo punto.-

-Di cosa parli?- chiese lui, continuando a guardare verso la porta.

-Io ci ho provato, Leanne ci ha provato, ma è impossibile tenerli lontani.-

-Sono solo amici.- Jared si guardò le mani -Non sarò geloso della loro amicizia, lei ama me.-

-Continua a ripetertelo, ma sai che non è vero.- Daphne salì al piano di sopra, diretta nella sua stanza, lasciando Jared perso nei suoi pensieri.

Nolween, che aveva sentito ogni cosa, gli si avvicinò per mettergli una mano sopra la spalla e lui alzò gli occhi al cielo.

-Oh, ma vi siete messe d'accordo stasera? Sto bene!-

-Daphne ha ragione.- commentò Nolween, provando a fargli un sorriso incoraggiante -Ma credo anche che tu abbia ragione, Alicia prova davvero qualcosa per te.-

-Perché mi stai dicendo queste cose?-

-Perché Daphne ti ha solo fatto presente la situazione, ma di fatto è dalla parte di Katie, che è dalla parte di Lee.- Nolween posò gli occhi azzurri su Jared che aggrottò la fronte -Tu, io e Brad siamo gli unici tre a non far parte di nessun gruppo. Gli altri ti vogliono bene, ma rimangono pur sempre i magnifici sette. Oliver, Angelina, i gemelli e Katie tiferanno sempre per Lee.-

-E tu tifi per me?- chiese Jared, stupito.

-Preferirei non mettermi in mezzo.- Nolween gli fece un sorriso quasi comprensivo -Ma non sei solo, quindi continua a stare vicino ad Alicia. Ci sarà sempre qualcuno che starà dalla tua parte in silenzio.-

Nolween si indicò e mosse due dita della mano per salutarlo, nello stesso istante in cui Lee usciva dalla stanza con Alicia che si voltò subito a cercare con lo sguardo Jared.

-Avete fatto pace.- dichiarò lui, tentando un sorriso.

-Sì.- Alicia gli fece un sorriso bellissimo -Andiamo a dormire?-

Jared si voltò verso Lee, ma era già andato via e Alicia gli aveva preso la mano per condurlo nella stanza.

-Vieni?-

Il ragazzo annuì, con il cuore più leggero e il peso allo stomaco che si era sgonfiato.

Per ora non c'era da preoccuparsi: la ragazza ce l'aveva lui.







Spiegazioni, varie ed eventuali:

Scusate l'assenza, ma era in periodo esami <_<

Ne ho ancora uno, ma nel frattempo pubblico questo capitolo che porta con sé un po' di novità.

Ovviamente la novità più importante è il ritorno di Lee, che non se ne andrà tanto presto.

Bisogna ancora capire chi l'ha attaccato, perché e come si risolverà la questione di “Radio Potter”, ma per il momento c'è un matrimonio da preparare.

Lee ha cercato di risolvere i suoi problemi con le “ragazze della sua vita”, da Leanne, a Daphne, fino ad Alicia che l'ha perdonato alla fine del capitolo.

Quanto mi è piaciuto scrivere di Lee? Tantissimo! E mi è piaciuto ancora di più scrivere la scena fra lui ed Alicia :)

Tutti gli altri, più o meno, sono stati statici in questo capitolo: Angelina fatica a capire cosa prova e ovviamente è ancora molto provata dal fatto che George non cerchi di far pace con lei.

Oliver prova lo stesso, visto che Katie trascorre le sue giornate come se le cose fra di loro fossero normali e come se non ci fosse stato alcun bacio.

Nolween tifa per il nostro Capitano, sì.

Almeno qualcuno che lo appoggi deve averlo xD

Diciamo che Nolween ama le “cause perse”, visto che in questo capitolo ha fatto capire a Jared di tifare anche per lui.

Se avete fatto attenzione, Fred è stranamente distante con Angelina, cosa che la intristisce ancora di più, e la spiegazione di questo atteggiamento si capirà meglio nel prossimo capitolo... E ci saranno GROSSE conseguenze circa questo suo modo di fare.

George e Katie sono probabilmente gli unici, assieme all'altro gruppo, a vivere nella loro oasi felice senza problemi xD

Altra novità: i turni per le provviste.

Qualcuno si farà male durante queste uscite clandestine? Può essere, ma ne saprete di più successivamente.

Nel prossimo capitolo ci sarà il matrimonio e tornerà Finn per la gioia di Suzanne e il dispiacere di Brad xD

Grazie, come sempre, a tutti <3

Questa storia procede così velocemente -il più delle volte xD- anche grazie a voi che la seguite con tanta passione :3

Un bacione e a presto ^-^

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Capitolo 45
*** Capitolo 44 ***


Capitolo 44


Alicia guardò un'ultima volta la sua immagine nello specchio: il vestito blu le aderiva bene, ma non era sicura di aver fatto la scelta migliore con i capelli, che erano stati solamente un po' arricciati.

Si mordicchiò le labbra, stringendosi nelle braccia nude, ma quando sentì bussare alla porta diede le spalle allo specchio e corse ad aprire.

-Brad!- esclamò Alicia, aspettandosi tutti tranne che lui -Che ci fai qui?-

-Uao, sei splendida.- Brad percorse la sua figura dal basso verso l'alto -Sono un mago a scegliere le taglie.-

Alicia fece un sorriso divertito e poi gli chiese.

-Stai bene?-

-Perché non dovrei?- chiese lui, sistemandosi i polsini della camicia.

-Finn arriverà a momenti.- rispose lei, con aria dispiaciuta -E so che non ne sei felice per via di Suzanne.-

-Sei ancora convinta che mi piaccia?- Brad glissò con un gesto della mano, ma Alicia aveva imparato a conoscerlo bene e fece per replicare... Brad però la anticipò.

-Comunque è già arrivato ed è solo. L'amica di Katie starà facendo i salti di gioia.-

La ragazza annuì, capendo il perché Brad fosse salito al piano di sopra.

-Potresti anche smettere di fingere. Sai il suo nome, lo conosci bene, e praticamente tutti hanno capito che provi qualcosa per Sue.-

-Tutti tranne lei.- precisò Brad, mettendosi le mani in tasca -Beh, chi se ne importa, no?-

-Non riesco a capire perché fai così! Insomma, quando hai provato a corteggiarmi eri così sicuro di te, sicuro di farcela, addirittura hai continuato anche dopo che avevo scelto di stare con Lee! E ora ti arrendi senza una ragione, perché?-

Brad la fissò con aria imbronciata, come se non fosse abituato a ricevere rimproveri e forse non lo era davvero.

-Quella ragazza è così... difficile da capire. Davvero, dovrebbero inventare un dizionario con sopra il suo nome, è impossibile comprendere cosa pensa o cosa voglia.- Brad abbassò lo sguardo e prese a sussurrare -E poi non mi piace come mi sento quando ce l'ho vicino, è strano e... opprimente. Con te era diverso, sapevo perché mi piacevi, sei così bella e intelligente, ma lei è...- Brad sospirò, incapace di continuare e alzò gli occhi per cercare aiuto in Alicia che stava trattenendo un sorriso.

Era la prima volta che Brad le parlava in maniera così aperta, la prima volta che riusciva davvero a scorgere qualcosa dietro la sua corazza di spaccone senza cuore.

-Lei è diversa.- concluse Alicia, allungando una mano per sfiorargli la spalla -Lei è diversa, perché il sentimento è diverso ed è così strano e opprimente, come dici tu, perché neanche il bellissimo Bradley Anderson si sarebbe aspettato di innamorarsi di una ragazza semplicissima come Suzanne. A volte è davvero bizzarra la vita, eh?-

-O maledetta.- la corresse lui, sfoderando un sorriso che fece capire alla ragazza che il momento delle confessioni era finito -Scendiamo di sotto? Avrò bisogno un sacco di drink per arrivare a fine serata.-

Quando scesero nel salotto addobbato a festa, Alicia cercò con lo sguardo Jared e lo trovò intento a chiacchierare con Nolween e Angelina, la prima vestita con un abito azzurro-grigio, la seconda di un violetto chiaro.

Brad aveva ragione, pensò Alicia con un sorriso, era stato davvero bravo a scegliere i vestiti per le ragazze.

Era riuscito a risaltare i pregi di ognuna di loro e con un altro sorriso, Alicia voltò la testa e vide Finn, che cercava qualcuno nella folla, probabilmente Suzanne.

I bambini dell'orfanotrofio era stranamente tranquilli e Edith sembrava pronta a celebrare le nozze, ma né la sposa né le damigelle erano ancora scese.

Paul sembrava a suo agio, come al solito, mentre Christopher si torturava la cravatta e borbottava qualcosa all'orecchio dell'amico.

Alicia quasi sobbalzò quando notò che Lee la stava fissando, probabilmente da quando era scesa, ma tentò un debole sorriso che lui ricambiò con sincerità.

I gemelli erano ai lati della stanza, ben lontani fra di loro, ma nessuno parve accorgersene a parte Alicia, che stava fissando i suoi amici dall'alto della scala.

La ragazza sentì Brad sbuffare nel vedere Finn e lei gli diede una gomitata per farlo ridere.

-Andiamo, innamorato, prendiamoci un Whisky Incendiario.-





Angelina udì partire la marcia nuziale e alzò lo sguardo verso la scalinata, che Leanne e Daphne, entrambe vestite di bordeaux con dei graziosi bouquet in mano, stavano scendendo in quel momento.

Suzanne fu subito dietro di loro, fasciata da un abito color senape, che faceva risaltare la sua carnagione chiara.

Brad le aveva spiegato che la damigella d'onore doveva avere un abito diverso dalle altre, ma Angelina era convinta che Brad semplicemente voleva che Suzanne risaltasse su tutte le altre.

Dopo che le tre ragazze si furono posizionate nella posizione opposta a Paul e Christopher, Tamara scese a sua volta le scale e forse fu il modo in cui Paul guardò Tamara o il modo in cui Tamara sorrise a Paul, ma Angelina sentì quasi un peso allo stomaco che seppe spiegarsi poco dopo.

Qualcuno l'avrebbe mai guardata così? E lei avrebbe mai sorriso così a qualcuno?

Girò il volto verso destra e notò che George la stava guardando, ma quando lei provò a fargli un sorriso lui le voltò le spalle.

Quando si girò verso sinistra, Fred fece la stessa cosa del fratello e lei si incupì.

Con George non c'era ancora stata l'occasione di chiarirsi, ma ultimamente anche Fred le stava a distanza e Angelina non poteva permettere che i suoi due migliori amici la ignorassero.

Doveva parlare ad entrambi e far tornare le cose come una volta e, si ripromise, l'avrebbe fatto quella sera stessa.

Angelina era talmente concentrata sui suoi migliori amici da non seguire la cerimonia e quando Paul e Tamara si baciarono sotto lo scroscio di applausi dei loro amici, la ragazza capì di essersi persa tutto.

-Angie. Angie, stai bene?-

Angelina si voltò verso Lee che la fissava con tanto d'occhi.

-Scusa, Lee, dicevi?-

-Sei sulle nuvole oggi o sbaglio? Ti ho osservato per tutta la cerimonia e sembravi assente.-

-Davvero hai guardato me per tutta la cerimonia?- ironizzò lei e Lee le fece il suo solito sorriso che fece rilassare un po' di più Angelina.

-Bel modo di cambiare argomento.-










-Hai detto qualcosa?- chiese George all'improvviso, voltandosi verso Katie che stava scegliendo quale bibita bere.

La ragazza fece segno di no con la testa e accennò un sorrisetto divertito.

-Ma anche se l'avessi fatto, non mi avresti sentita.- disse, facendo spallucce -È tutta la sera che sei strano.-

George non rispose e Katie fece uno sbuffo e continuò.

-Non voglio stressarti come farebbe qualsiasi ragazza con il proprio ragazzo, ma se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo. Ho fatto qualcosa o...-

-Ehi, ehi.- George si avvicinò per prenderle il viso fra le mani -Tu non c'entri niente, sei perfetta. Solo che ho notato da un po' che Fred e Angelina non si guardano nemmeno, anzi, mio fratello non la guarda e non la cerca come una volta. Non mi sembra abbiano litigato, tu ne sai qualcosa?-

-No, però ne hanno passate tante insieme e forse ce ne siamo persa qualcuna.- Katie notò lo sguardo di George e si rabbuiò -Sei preoccupato, vero?-

-Anche Fred ed io non parliamo più come una volta.- ammise, amareggiato -Da quando tu ed io siamo usciti allo scoperto...-

-Sì, l'ho notato anch'io e mi dispiace.-

-Non è colpa tua, pulce!- George sorrise -Fred ed io siamo sempre stati confidenti, sono io ad avere sbagliato.-

-Magari questa festa ti aiuterà a chiarire le cose con lui.- affermò Katie con un sorriso affettuoso.

-Lo spero davvero.-







Dopo il buffet i bambini dell'orfanotrofio vennero messi a letto e anche l'anziana Edith si dichiarò stanca e si ritirò nella sua stanza.

Utilizzando degli incantesimi per insonorizzare il salotto, la musica partì e i due giovani sposi presero a ballare in mezzo alla sala e via via anche gli altri iniziarono a ballare: Chris e Leanne, George e Katie, Oliver e Nolween e addirittura Daphne chiese a Lee un ballo per fargli capire che per lei era tutto passato.

Alicia li guardò volteggiare in silenzio, avendo la sensazione che c'era qualcosa che non andava in quella scena, ma si sentì osservata e voltando la testa vide Jared osservarla.

-Non mi chiedi di ballare?- chiese lei, provando a fare un sorriso.

-Sei sicura di voler ballare con me?- domandò Jared, accennando a Lee e a Daphne.

Alicia alzò gli occhi al cielo e quando vide Oliver e Nolween fermarsi, indicò i due ragazzi e disse.

-Ballo con Ollie allora.- affermò Alicia, decisa -Perché tu non chiedi a Nolween?-

La ragazza non attese nemmeno la risposta e Jared la seguì con lo sguardo mentre andava via, non provando neanche a fermarla.

Dall'altra parte della sala, invece, Angelina aveva finalmente preso coraggio e si era avvicinata a Fred, che stava bevendo il suo Whisky Incendiario in silenzio.

-Ehi, straniero, non balli?-

Fred non la degnò di uno sguardo, continuando a guardare i suoi amici che danzavano.

-Non sono proprio dell'umore.-

Angelina si morse il labbro inferiore, ma non cedette.

-Neanche se te lo chiedessi io?-

Fred fece un mezzo sorriso che fece rabbuiare ancora di più il volto del ragazzo.

-Allora?- lo esortò Angelina, impaziente, allungando una mano verso di lui.

Fred la prese senza dire una parola, cosa che fece agitare ancora di più Angelina.

Quando Fred le mise una mano sul fianco Angelina sentì una morsa strana allo stomaco che non si seppe spiegare e quando presero a ballare, l'uno di fronte all'altra, lei non resistette più e parlò.

-Una volta riuscivo a capire qualsiasi cosa ti passasse per la testa.- esordì con un sorriso, ma fissandosi i piedi -Mi bastava semplicemente guardarti negli occhi.-

-Adesso non mi stai guardando negli occhi, Angie.- rispose lui, stringendola di più a sé.

-Perché se ti guardassi, non riuscirei comunque a capirti.- Angelina alzò gli occhi e incontrò quelli tristi di Fred -Qual è il problema? Hai qualcosa che ti tormenta e non riesco a capire cos'è e questa cosa mi fa impazzire! Non era mai successo.-

-Molte cose sono cambiate, no?-

-Anche questo mi fa impazzire.- continuò Angelina, agitata -Questo tuo rispondere in maniere ambigua mi urta i nervi, Fred, e il fatto che ti stia allontanando da me mi fa perdere la testa!-

-Io ho perso la testa da quando ti ho incontrata.- ironizzò lui e lei si sciolse un poco.

-Dimmi cos'hai.- sussurrò Angelina, improvvisamente in ansia -Per favore.-

-Mi sono allontanato da te per farti capire cosa vuoi davvero.- Fred fece un sospiro strano e Angelina rimase quasi sconvolta perché per la prima volta nella vita le parve serio -Da quando ci siamo conosciuti, tu, George ed io, sono sempre stato il più rumoroso e il più chiassoso e il più delle volte lo facevo per mettermi in mostra davanti a te.-

-Fred.-

-E poi ti ho baciata e abbiamo iniziato ad uscire insieme e io continuavo ad essere rumoroso e chiassoso.-

-Eri semplicemente te stesso.-

-Appunto.- confermò lui con sicurezza -Forse il mio carattere così esuberante non ti ha permesso di renderti conto di qualcosa che c'è sempre stato, è sempre stato lì, ma come si può notare qualcosa se c'è un rumore continuo che non ti fa concentrare?-

-Cosa stai cercando di dirmi, Fred?- La musica era cambiata, ma nessuno dei due sembrò accorgersene, troppo impegnati a guardarsi negli occhi.

-E io che pensavo ci fossi arrivata e invece sei più ingenua di quanto pensassi.- rise lui, ma non era divertito affatto e Angelina non riuscì neanche a prendersela per l'insulto.

-Provi qualcosa per lui.-

-Lui chi?- ribatté subito Angelina, ma poi si accorse del cenno di Fred. Si voltò e vide George che chiacchierava con Katie e Alicia e subito notò che anche George aveva qualcosa che non andava.

-Certo che provo qualcosa per lui. È il mio migliore amico e tuo fratello.- Angelina lo guardava come se fosse pazzo -È George!-

-La prima volta che l'ho pensato è stato quando ci siamo lasciati, subito dopo che ti aveva baciato. Se ti ricordi non ho opposto molta resistenza quando mi hai chiesto una pausa e adesso sai il perché. Temevo che quel bacio avesse avuto un significato e quindi ti ho lasciato i tuoi spazi per farti capire quello che provavi per George.-

-Io poi avevo scelto te, ricordi?- sbottò Angelina, sulla difensiva -Mi stai dicendo che ho scelto te perché eri più... vivace di George?-

-Non ho detto questo.- ribatté Fred, provando a farla ragionare -Credo che tu abbia sempre amato entrambi, l'hanno sempre pensato tutti, ma tu non ci sei ancora arrivata, perché mi guardi come se volessi prendermi a pugni.-

-Certo che vorrei prenderti a pugni!- tuonò Angelina e anche se la musica era alta Jared e Nolween, che ballavano vicino a loro, si voltarono a guardarla -Tu non mi rivolgi la parola e mi guardi con quegli occhi solo perché pensi che io sia innamorata di tuo fratello?-

-Solo?- ripeté Fred, alzando un sopracciglio -Per te è una questione di poco conto? Ti sei innamorata di un altro, credi che possa esserne felice?-

-Pensi che io non ti ami più?- chiese Angelina, scioccata.

-Continui ad evitare il problema, Angie. Sei distaccata da entrambi ultimamente e hai litigato con George per via di Katie, per cui credo che tu abbia avuto tempo di riflettere su ogni cosa.-

-Ogni cosa?- mormorò Angelina, il cuore batteva troppo forte per controllare la voce.

Fred annuì e poi fece l'unica domanda di cui non avrebbe mai voluto ricevere risposta.

-Sei innamorata di George?-

Angelina non riuscì a rispondere, continuando a guardarlo negli occhi, tenendolo stretto con lo sguardo per paura che potesse non farlo più.

-Fred...- le labbra si mossero, ma non un suono venne emesso e il ragazzo lo prese per una confessione.

-Almeno sei ancora innamorata di me?- chiese lui, temendo nuovamente quello sguardo colpevole negli occhi.

-Sei il mio primo amore, ti amerò per sempre.- disse Angelina, riuscendo finalmente a dare un nome al dolore allo stomaco che aveva tutte le volte che vedeva George e Katie insieme: gelosia -Ma...-

Fred rise, ma ancora una volta la sua risata aveva perso tutta l'allegria.

-È proprio quel “ma” il problema.-

-Fred, io...-

-Basta, non mi va più di parlarne.- il ragazzo le lasciò le mani, ma rimasero fermi in mezzo alla sala senza muoversi -Ti avrei aspettata per sempre, Angie, ma non posso vederti accanto a un ragazzo che non sia io. Purtroppo questa è una delle poche cose che distingue me da George. Io non ce la farei.-

Angelina provò a fermarlo, ma Fred si scostò malamente da lei e se ne andò, uscendo verso il cortile posteriore.





Finn si avvicinò a Suzanne e lei notò Brad guardarli da lontano: era il quarto drink che beveva, ma non aveva alcuna intenzione di smettere e Suzanne si chiese con diavolo gli passasse per la testa per bere così tanto.

-Non vuoi ballare stasera?- chiese Finn a Suzanne che provò a non fissare il ragazzo, ma riuscendoci appena.

-Sai che non mi piace ballare e tu invece?- domandò Suzanne, cedendo e voltandosi verso di lui -Non balli con nessuno?-

-Vorrei farlo con te.- sorrise Finn e Suzanne sorrise a sua volta, ma quasi si sentì in colpa.

-Non riesco mai a capire se sei serio o meno.- perdurò lei, incapace di guardare nella direzione di Brad, ma sentendosi i suoi occhi addosso -Tia come sta?-

-Ti interessa davvero?- Finn ghignava perché la conosceva fin troppo bene -Avrebbe voluto venire, ma l'ho convinta a rimanere a casa.-

-Perché?- ebbe il coraggio di chiedere Suzanne, non sapendo nemmeno quale risposta avrebbe gradito.

Finn fece uno sguardo eloquente e si voltò proprio nella direzione di Brad.

-Sbaglio o quell'Anderson ci sta fissando da un po'?- Finn spostò lo sguardo verso Suzanne -Non è che si è preso una cotta per te? Mi guarda come se volesse darmi fuoco.-

-Non sarebbe il primo a volerti dare fuoco.- scherzò Suzanne, ma Finn sembrava serio e lei perse il sorriso -Cosa?-

-Gli piaci, non è così?-

-Non è vero.-

Finn si avvicinò a lei e Suzanne provò a non arrossire, ma di nuovo fallì.

-La sala è tanto grande, potresti anche non starmi così vicino.-

Il ragazzo ghignò di nuovo e fece due passi indietro.

-È evidente, gli piaci.- continuò lui, tornando a guardare Brad -Ma a te piace?-

-Perché me lo chiedi? Ti darebbe fastidio?- chiese Suzanne, sfidandolo con gli occhi.

-Sì.-

-Saresti geloso?-

-Sì.-

Suzanne mantenne lo sguardo su di lui, ancora non capendo se Finn avesse detto la verità.

-Non hai il diritto di essere geloso. Non più.-

Finn non la prese bene, Suzanne lo notò subito: non era la prima volta che Finn ammetteva di essere geloso di lei, era una specie di gioco fra di loro e che fosse vero o no Suzanne non gli aveva mai risposto in maniera così posata; ma quel gioco doveva finire, lei non ne poteva più di quella specie di tira e molla fra di loro.

-Anzi, quel diritto non l'hai mai avuto.-

Finn non rispose, provando a non far vedere quanto ci fosse rimasto male, ma Suzanne non si scusò e lui diede un'ultima occhiata a Brad, poi di nuovo a Suzanne e infine si congedò, diretto verso Paul e Tamara.







La festa finì dopo circa tre ore, Finn se n'era andato da un pezzo e Nolween e Daphne erano mezze addormentate sui divani.

Leanne e Christopher avevano già lasciato il salotto, diretti verso la loro stanza, e anche Jared era sparito senza alcuna spiegazione.

Alicia si era infilata una tuta per rimettere in ordine la sala, aiutata da Katie, George ed Oliver... Anzi, solo da George, perché Katie e Oliver non si vedevano da un po' di tempo.

-Bella festa, eh?- soffiò Alicia, perché George era fin troppo silenzioso e il silenzio era peggio di un rumore assordante.

-Sì, senti, ti dispiace se lascio il posto a Lee?- chiese lui, posando la bacchetta -Non trovo più Katie e vorrei capire dove sia finita.-

-Certo, va' pure. Il più lo abbiamo fatto.-

Delle assonnate Nolween e Daphne vennero scortate da Paul e Tamara su per le scale e Alicia vide Suzanne uscire in giardino, probabilmente alla ricerca di Brad che se ne stava lì fuori da più di un'ora.

Lei e Lee rimasero soli nella sala ed Alicia provò a tranquillizzarsi.

-Finalmente potrò farti vedere quanto sono diventato bravo negli Incantesimi.- esordì Lee, euforico e gonfiandosi quasi quanto un pavone.

-Dimentichi con chi stai parlando, Jordan.- replicò lei, divertita -Se facessimo una gara, perderesti.-

-Dici?-

-Sicuro.- Alicia sorrise e Lee le sorrise a sua volta, cosa che fece quasi avvampare la ragazza.

-Sai, eri bellissima stasera.- continuò Lee, agitando la bacchetta per buttare gli ultimi bicchieri di plastica nel cestino dell'immondizia -Allora quelle creme che ti mettevi ogni giorno a Hogwarts hanno avuto qualche effetto.-

-E invece tutti quegli anni passati accanto a me e alla mia intelligenza non hanno avuto alcun effetto su di te.- replicò lei, velocemente -Continui ad essere un idiota di prima categoria.-

Lee scoppiò a ridere e Alicia lo seguì a ruota, stupendosi di come fosse stato semplice tornare ad essere amici, ad avere il rapporto che avevano prima.

Oramai Alicia ne era sicura: Lee avrebbe sempre fatto parte della sua vita, sarebbe stato impossibile il contrario, perché bastava vederlo sorridere per sentirsi finalmente a casa.







-Hai intenzione di passare la notte qui fuori?- domandò Suzanne, stringendosi nelle spalle per ripararsi dal vento che soffiava -Sta arrivando la bella stagione, ma siamo pur sempre in Inghilterra.-

-Non è un granché come festa.- ammise Brad, che era appoggiato al muro dell'abitazione e guardava il cielo stellato.

-La festa è finita da un pezzo.-

-Però devo ammettere che i due sposini formano proprio una bella coppia.- continuò Brad, fingendo di non sentirla.

Suzanne strinse le labbra e si avvicinò a lui.

-Caspita, è la prima volta che sento un complimento uscire dalla tua bocca.-

Brad posò gli occhi su di lei e lo sguardo percorse lentamente la figura da capo a piedi.

-Quel colore dona perfino a te. Hai visto? Un altro complimento.-

-Quello non era un complimento!- sbottò Suzanne, facendo una mezza risata -Quello era un insulto coperto molto bene.-

-Lui se n'è andato?- domandò Brad dopo pochi minuti di silenzio e Suzanne sospirò.

-Sì, se n'è andato. Strano che non l'abbia visto, è andato via quasi subito.-

-Guai in paradiso?- ironizzò lui con poca convinzione e Suzanne negò con la testa.

-E allora?- la esortò ancora Brad, sperando di ricavare qualche risposta.

-Era geloso di te.- sbuffò Suzanne, alzando la mano come per scacciare una mosca -Io gli ho detto che non aveva alcun diritto per esserlo e si è arrabbiato. Ha aspettato una buona mezz'ora per andarsene, un suo record personale.-

-È proprio un idiota.- commentò Brad, quasi sorridendo, ma Suzanne vide che non era ancora il Brad di sempre -Era ora che tirassi fuori le palle, Sue, stavo iniziando a pensare che le voci su di te fossero false.-

-Quali voci?-

-Lo sai.- Brad fece spallucce e si avvicinò -Mantis: la mantide religiosa che spezza i cuori agli uomini e li riduce a pezzettini.-

-Non è proprio così.- mormorò lei, in imbarazzo per quello strambo soprannome che le avevano affibbiato -Tu mi chiamavi anatroccolo, ricordi? Forse mi s'addice più quello.-

-Credo che tu sia un po' tutti e due.- commentò lui, tornando poi in religioso silenzio.

Suzanne strinse i pugni e gli si mise faccia a faccia.

-Senti, io non so perché sei così triste stasera e probabilmente nemmeno m'interessa.-

-Grazie, eh.-

-Non m'interessa perché questa situazione è già difficile per tutti e se anche un tipo come te inizia a deprimersi siamo alla frutta.- Suzanne allungò una mano -Hai fatto tanto per insegnarmi a ballare, ma non mi hai chiesto un solo ballo stasera, per cui ora balleremo!-

-Chiedi così ai ragazzi di ballare, con un'affermazione?- domandò Brad con un sorriso, ripetendo le parole che tempo addietro lei aveva detto a lui.

-Ho fatto dei progressi, o almeno lo spero, per cui sì, balleremo e basta e forse questo ti farà tornare il sorriso.-

Suzanne non aspettò nemmeno una risposta, lo prese per mano e lo condusse al centro del giardino.

-Non c'è nemmeno la musica.- si lamentò Brad, ma stava sorridendo e questo a Suzanne stranamente bastava.

-Zitto, Anderson, e balliamo.-

-Lo fai perché sei preoccupata per me?- provò Brad, stringendola a sé più che poteva.

-Non ti allargare, lo faccio per ripagare il mio debito.- Suzanne si aprì per la prima volta in un sorriso sincero, guardandolo negli occhi -Tu hai aiutato me, adesso io aiuto te.-









Oliver aveva trascinato Katie in camera sua senza una spiegazione: aveva semplicemente trovato una scusa per farla salire al piano di sopra, lontano dagli occhi di George, per poi portarla quasi di peso nella sua stanza.

Era stato colpito quasi da una follia, da una consapevolezza che l'aveva immobilizzato in un primo momento durante la cerimonia, e poi l'aveva spinto ad agire e a chiarire ogni cosa con Katie.

Katie, la sua migliore amica, che da scricciolo abbraccia-tutti si era trasformata in una donna forte e coraggiosa.

Katie che per tutta la festa non l'aveva degnato di uno sguardo, nemmeno un cenno, come se Oliver Baston non facesse più parte della sua vita, come se quel bacio fosse stato davvero un errore di matita che Katie aveva semplicemente cancellato.

E ora erano lì, in camera sua, lei era seduta sul suo letto continuando a chiedergli quale fosse il problema e Oliver non sapeva cosa rispondere, tutta l'adrenalina sembrava improvvisamente sparita e il coraggio, probabilmente, era rimasto in salotto.

-Ollie! Che cos'hai!?- Katie saltò su dal letto e lo raggiunse -C'è qualcosa che non va? È successo qualcosa? Mi stai spaventando, ti prego, dimmi cos'è successo!!-

Katie gli prese il volto fra le mani, provando a farlo tornare in sé e Oliver, guardando quei familiari occhi nocciola, rinsavì.

-Ti amo.-

Katie si allontanò da lui, come centrata da un fulmine e spalancò gli occhi e la bocca quasi in sincronia.

-Cos'hai detto?- soffiò lei, incredula.

-Ti amo.- ripeté lui, arrossendo -Ti amo e non so da quanto avrei voluto dirtelo, probabilmente da sempre se solo lo avessi capito prima. Amo... amo ogni cosa di te, amo ogni sfumatura del tuo carattere, amo il tuo sorriso e il tuo modo di abbracciarmi quando sono triste. Ti amo ancora di più quando mi urli addosso, perché sei l'unica che riesce a farmi ragionare sui miei errori e a farmi prendere la giusta decisione. Ti amo, Katie, ti amo davvero ed è la prima volta che lo dico e amo anche il fatto che sia stata tu la prima a cui l'ho detto, perché da quando sei entrata nella mia vita ho capito che... che saresti stata una persona speciale, l'ho capito e basta e sì, sono un idiota, d'accordo? Lo so, sono un idiota perché tutti avevano capito i tuoi sentimenti, persino le persone che ti conoscevano appena sapevano che provavi qualcosa per me, ed io sono stato l'ultimo ad arrivarci, ma ora l'ho capito, ora lo so che amo te e ho amato sempre solo te.-

Katie rimase in silenzio e Oliver accorciò le distanze per continuare.

-La mia gelosia non è mai stata solamente fraterna, adesso lo so, quando qualcuno si avvicinava a te andavo su tutte le furie e ho sempre associato questo sentimento ad un amore fraterno perché nella mia famiglia sono sempre stato io il più piccolo, non mi era mai successo di essere il più grande e tu, Merlino, eri così piccola, non potevo sapere che quello che provavo sarebbe stato amore. Poi sei cresciuta e io lo sapevo che la vicinanza con George non era normale, sapevo che stava succedendo qualcosa e... Odio doverlo ammettere, ma ho iniziato a detestare George, il vostro rapporto, il modo in cui lo guardavi; quando avete detto che stavate insieme io non ne ero sorpreso, ne ero semplicemente distrutto perché sono innamorato di te e non m'importa se cancellerai dalla tua testa anche questa confessione, perché i miei sentimenti non cambieranno. Amerò sempre te, Katie.-

Katie fece per parlare, ma Oliver uscì dalla stanza di corsa senza darle nemmeno il tempo di rispondere.







Quando George salì, diretto verso la sua stanza, vide Angelina dall'altra parte del corridoio, di fronte alla porta di Fred.

George aveva aperto la bocca, pronto per parlarle, ma poi si ricordò di aver litigato con lei e la richiuse, facendo per entrare nella sua stanza.

-Georgie.-

Il ragazzo si voltò, trovandosi un'Angelina che lo guardava da lontano con gli occhi tristi.

-Vorrei chiarire con te prima o poi.- disse -E con la pulce. Quando sarete pronti, vorrei parlare a entrambi.-

-Tutto bene?- George si diede immediatamente dell'idiota, perché con Angelina aveva sempre quell'istinto di protezione?

-Sono stufa di litigare con i miei amici.-

-Fred ti perdonerà.- George le fece un sorriso incoraggiante -Qualsiasi cosa tu gli abbia fatto, ti perdonerà. Perdonerebbe qualsiasi cosa fatta da te, lo conosci.-

-Non questa volta, temo.- replicò lei, allontanandosi dalla porta di Fred e facendo un cenno di saluto a George -Ma grazie lo stesso.-







-Ehi, Alicia, Alicia, che ti prende?- Lee le scrollò una spalla, ma la ragazza rimase immobile, con gli occhi vacui.

Lee prese la lettera che le era arrivata pochi secondi prima, ma non ebbe il tempo di leggerla, perché Alicia parlò.

-Mio padre è morto.-









Spiegazioni, varie ed eventuali:

Ebbene sì, ce l'ho fatta ad uscire dal baratro e scrivere questo benedetto capitolo.

Sapete come succede: sapevo esattamente cosa dovevo scrivere, ma proprio non riuscivo a scriverlo e quindi ho rimandato, rimandato fino ad oggi.

Pasqua è stata un toccasana!

Passiamo al capitolo: Paul e Tamara si sono sposati! E possiamo dire, come sempre, che sono due dei pochi felici dell'enorme gruppone che si è formato?

Capitolo quasi tutti centrato sul gruppo principale, ma soprattutto sui FAG.

Partiamo da loro, perché ci sono sempre dei contorni fragili attorno a loro tre.

Negli scorsi capitoli Fred si era allontanato da Angelina, apparentemente senza alcuna ragione, ma in realtà voleva capire -e far capire- i reali sentimenti di Angie.

La spiegazione che lei gli ha detto della sua reazione alla notizia di George e Katie non gli è bastata e, infatti, Angelina ha ammesso di provare qualcosa per George. Qualcosa di importante oltretutto.

Se notate anche alla cerimonia Angelina cerca prima lo sguardo di George, ulteriore conferma che ha Fred su quello che prova la sua, oramai, ex ragazza.

Capitolo infelice per Fred, ahimè, lo so ç_ç_ç

Ma anche capitolo di presa di coscienza, perché non solo Angelina, ma anche Oliver capisce finalmente quello che prova.

Incredibile, ma vero, Oliver ce l'ha fatta! Dopo ben 44 capitoli, olè!!

Ora dovremmo vedere come reagirà Katie, ma intanto Oliver si è esposto e molto.

Oliver imbarazzato <3 Adoro <3

Brad/Suzanne/Finn: Sue ha finalmente fatto capire che il loro gioco del “Sto con un'altra, ma mi piaci tu” l'ha stufata, ma vedremo se Finn tornerà alla carica o no.

Brad, nel frattempo, si è avvicinato un pochino di più a lei che ha ammesso di volerlo veder sorridere.

E infine Alicia; o meglio, il padre di Alicia ci ha lasciati (bye bye, è stato breve, ma è stato bello ç_ç) e nel prossimo capitolo vedremo meglio la sua reazione.

Penso di aver detto tutto, se avete dubbi chiedete e vi sarà dato xD

GRAZIE, GRAZIE E GRAZIE DI CUORE, cari lettori che continuate a seguire la storia <3

A presto ^-^

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Capitolo 46
*** Capitolo 45 ***


Capitolo 45

-...”Noi siamo al sicuro, nascoste in un posto che non diremo per la tua sicurezza e la nostra. Spero che questa lettera ti arriverà sana e salva, credo di aver usato un buon incantesimo di difesa per il gufo. Non ti agitare, tesoro, tutto andrà per il meglio. So che ce la puoi fare, sei una donna forte e matura oramai. Non rispondere alla lettera, mi raccomando, ho già rischiato molto per farti avere nostre notizie. Che tu ci creda o no, ti voglio bene. Nora Spinnet.”-

Angelina finì di leggere la lettera al suo gruppo, mentre l'altro aveva deciso di lasciarli da soli per rispettare il lutto di Alicia, che si era rinchiusa in camera da quando aveva ricevuto la notizia.

Fred, che non aveva alzato gli occhi da terra neanche una volta, continuò a tenere lo sguardo basso, tamburellando le dita sul bracciolo del divano e Angelina capì che era nervoso ed agitato, ma non fece nulla per tranquillizzarlo.

-Perché hanno attaccato la famiglia di Alicia?- chiese Katie, incrociando le mani davanti a sé -La sua è una famiglia ricca e potente. Sua madre conosce le peggiori famiglie Purosangue del paese e non, Merlino, perché attaccarli così?-

George lanciò una breve occhiata a Katie, seduta il più lontano possibile da lui, e notò che la cosa non sembrava toccarla parecchio o forse quello era il momento peggiore per le smancerie.

Poi il ragazzo guardò Angelina che ricambiò lo sguardo con apprensione, quasi come se lo stesse pregando di risolvere la situazione, ma come poteva?

Alicia adorava suo padre e sarebbe stato difficile per tutti riuscire a farla tornare in sé.

-Forse lo so io il motivo.- se ne uscì Jared, stringendo i pugni -Qualche settimana fa o un mese fa, non ricordo, Alicia ha salvato una Nata Babbana da una banda di Ghermidori davanti al San Mungo. Li abbiamo messi al tappeto e forse si sono voluti vendicare.-

-E perché non hanno attaccato anche i tuoi?- domandò Lee, sorpreso dalla rivelazione, ma non dal fatto che Alicia si fosse battuta per una perfetta sconosciuta: lei era fatta così.

-Non lo so.- ammise Jared, sospirando.

-E come facevano a sapere che Alicia era una Spinnet?- aggiunse Angelina, facendo un passo al centro del salotto dove i ragazzi erano seduti -Voglio dire, non credo che prima di attaccarli Alicia si sia presentata.-

-No, non abbiamo fatto nomi.- rispose Jared, sicuro -Ero lì e mi ricordo la scena molto bene.-

Angelina tornò a guardare George che provò a farle un sorriso.

-Neanche dopo?-

La ragazza si voltò verso il suono della voce, perché finalmente Fred aveva aperto bocca.

-Neanche dopo cosa?- chiese Jared, provando a capire.

Fred lanciò una breve occhiata ad Angelina e a George, che aggrottò la fronte per capire quel gesto, e poi passò a spiegare.

-Dopo che li avete messi al tappeto, non avete fatto nomi?-

-Beh, forse l'ho chiamata “Alicia”, non ricordo...-

-Di solito la chiami “ragazzina”, Jared.- se ne uscì Katie, provando a farlo stare calmo -Può darsi che tu non l'abbia nemmeno detto il suo nome.-

-Ci sono un sacco di Alicia in Inghilterra.- chiarì Fred, alzando gli occhi al cielo -Quello che voglio dire è: hai mai pronunciato il cognome di Alicia dopo quello scontro? A volte la chiami con il cognome, no?-

Jared guardò Fred, sentendosi improvvisamente colpevole.

-Ma ha appena detto che li avevano messi al tappeto.- disse Oliver, parlando per la prima volta. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare Katie che provava ad evitare il suo sguardo -Quindi anche se fosse...-

-Non c'entra niente, Capitano.- lo interruppe Lee velocemente -Se li hanno schiantati, alcuni possono essersi ripresi prima di altri ed aver sentito il nome. Non penso li abbiate schiantati tutti nello stesso istante, no?-

-Greyback.- disse Jared e ad un'occhiata del gruppo aggiunse -Alicia l'ha schiantato per primo.-

-I lupi mannari si riprendono molto più velocemente delle persone normali da uno Schiantesimo.- affermò Katie con sicurezza -Lupin aveva detto una cosa del genere una volta.-

-Mistero risolto.- elargì Fred con un tono che voleva essere divertito, ma che invece era tutt'altro.

-Quindi la famiglia di Alicia è stata attaccata per colpa mia?- Jared si mise le mani sul volto, colpevole -Alicia non me lo perdonerà mai.-

-Non potevi sapere.- disse Katie, allungandosi per toccargli la schiena. Oliver, seduto accanto a Jared, si agitò sul posto.

-Ha ragione la pulce.- aggiunse Lee, alzandosi per dargli una pacca su una spalla -In situazioni come quelle non pensi, agisci e basta. Alicia capirà.-

-Lo credete davvero?- bofonchiò Jared, ancora nascosto dietro le mani.

-Certo. In amore si perdona tutto.- rispose prontamente Oliver, continuando a guardare Katie come se quelle parole fossero destinate a lei.

George si voltò verso Angelina che aveva trattenuto le lacrime fino a quel momento, ma che adesso non era riuscita a contenere.

-Angie.- fece per andare verso di lei e nuovamente si ricordò del loro litigio solo troppo tardi.

Cercò suo fratello con lo sguardo, in modo che fosse lui, ancora una volta, a consolarla, ma Fred non c'era più.

George non fece in tempo a chiedersi dove fosse finito che Angelina gli si era buttata tra le braccia e lui non poté fare a meno di stringerla.







Alicia si asciugò gli occhi per quella che le sembrò essere la centesima volta e poi andò ad aprire, scontrandosi con lo sguardo stravolto di Jared.

-Ehi.- mormorò lui, incerto -Posso?-

La ragazza lo fece entrare e fece quasi per dirgli che quella era anche camera sua, ma aveva paura di non riuscire a trattenere le lacrime se l'avesse fatto e si era stancata di piangere.

-Alicia, io... io davvero non so cosa fare per farti sentire meglio.- disse Jared, avvicinandosi a lei a toccandole le braccia con delicatezza -Non c'è niente che si possa dire in questi casi per far sentire meglio qualcuno. Niente. Ed è un peccato, è vergognoso che nessuno abbia inventato una frase adatta all'occasione, perché come si può tranquillizzare qualcuno che ha perso non solo una persona cara, ma anche un genitore? Odio... Odio questa cosa. La persona che amo sta soffrendo e io non posso fare altro che blaterare e dirti che se vuoi piangere, puoi farlo davanti a me come hai sempre fatto. Ti giuro, puoi anche non parlare, anche se è da due giorni che non dici una parola, ma non importa davvero, mi basta che ti sfoghi e che tu... senta che io sono qui per te.-

Alicia si mordicchiò le labbra, poi si avvicinò per abbracciarlo stretto stretto e scoppiò a piangere.









-Ho un'idea.- disse Katie, seduta fra Lee e Oliver che subito si voltò per guardarla negli occhi. Lei mantenne lo sguardo di fronte a sé e continuò -Dovremmo... fare delle lezioni.-

-Non abbiamo studiato abbastanza in sette anni di scuola!?- sbottò Lee, fissandola come se fosse pazza -È il momento peggiore per buttarci sui libri.-

-Non sui libri.- Katie scosse la testa -No, Lee, intendevo delle lezioni di incantesimi, tipo quelle che facevamo nell'ES con Harry.-

-E perché dovremmo?- perdurò Lee, toccandosi il pizzetto.

-Perché dovremmo migliorarci tutti come hai fatto tu. Oramai sappiamo che scoppierà una guerra, è solo questione di tempo, e credo che tutti noi possiamo insegnarci a vicenda qualcosa di utile. Ad esempio, io non sono mai riuscita ad emettere un Patronus completo e neanche il mio gruppo c'è mai riuscito con l'esclusione di Agnes che non c'è più.-

-E Alicia conosce un sacco di Incantesimi utili.- disse Oliver per darle manforte -Potrebbe essere un buono modo per farla distrarre.-

-Brava, pulce, è davvero una bella idea.- se ne uscì Angelina che aveva passato tutto il tempo in cucina, aiutata da George a preparare la cena.

Katie, che si era rallegrata dal fatto che Angelina la chiamasse di nuovo pulce e le sorridesse come un tempo, arrossì, imbarazzata che per la prima volta avesse fatto o detto qualcosa di giusto.

-Ma tu dovrai concentrarti sulla Divinazione.- continuò Angelina e George annuì.

-Divinazione?- Katie storse il naso, ricordando le orribili lezioni con la Cooman -Non esiste!-

-E invece le farai.- Angelina le sorrise ancora -Tu e le tue “sensazioni” da mal di stomaco... azzeccate sempre! E se dobbiamo scontrarci con il nemico, dobbiamo conoscere più cose possibili su di lui, no?-

-State dicendo che Katie è una veggente?- chiese Oliver, stupito della rivelazione -Non mi sembrava così portata ad Hogwarts.-

-Ti ringrazio.- commentò la più piccola, fingendo di sentirsi offesa, ma Oliver non capì lo scherzo, subito pronto a giustificarsi; venne interrotto da George.

-Chi era il più bravo in Divinazione?-

-Alicia.- replicò Lee, come se la risposta fosse ovvia, ma Katie scosse la testa.

-È meglio lasciarle il compito di insegnarci tutti gli incantesimi più utili. Incantesimi è sempre stata la sua materia preferita, meglio farle fare qualcosa che forse le farà tornare il sorriso.-

-Jared?- provò Angelina, rivolta a Lee, che fece spallucce.

-Non credo che l'abbia mai seguita. Probabilmente una materia inutile come Divinazione non c'è nemmeno a Durmstrang.-

Quattro paia di occhi lo fulminarono contemporaneamente e Lee alzò le mani.

-Ehi, lo sapete che è vero. Divinazione è davvero inutile!-

-Vediamo se Katie riuscirà a tirare fuori qualcosa che possa servirci.- disse George, facendo un sorriso alla sua pulce che lo ricambiò felice -E nel frattempo...-

-Nel frattempo l'aiuterò io.- s'intromise Oliver, che aveva fatto finta di non notare quello scambio di effusioni -Ero bravino in Divinazione.-

George guardò Oliver, poi spostò lo sguardo verso Katie che, rossa in viso, fissava un punto imprecisato di fronte a lei e il ragazzo si ritrovò a sbuffare e disse.

-E va bene. Ora serve solo qualcuno che convinca Alicia ad uscire dalla sua stanza e ovviamente a riprendere a parlare.-

Nuovamente Lee si ritrovò gli occhi dei suoi amici puntati addosso, ma questa volta non disse nulla.







-Non avete pensato alla possibilità che Jared, il suo ragazzo, possa riuscire a farla parlare?- domandò Lee, appostato sulle scale con Oliver e Katie -Insomma se non ci riesce lui, chi può riuscirci?-

-Sei un pessimo bugiardo, Lee, per questo tu e Alicia siete perfetti l'uno per l'altra.- disse Katie, facendo un sorriso -Vi compensate a vicenda!-

-Stai cercando di adularmi per farmi entrare in quella stanza, vero?-

-No, sto semplicemente dicendo la verità. Non dico che Alicia non ami Jared, dico solo che forse lui preferisce essere troppo accondiscendente con lei e senza uno stimolo Alicia non parlerà mai. Tu sei più...- Katie si voltò verso Oliver, cercando aiuto per trovare un termine adatto a Lee.

-Rude?- provò Oliver e Lee gli lanciò un'occhiataccia.

-Beh, non sei mai stato famoso per il tuo tatto.- Katie soccorse Oliver -Tu e Fred siete sempre stati quelli più... insensibili del gruppo.-

-Sono tornato dopo mesi di assenza per ricevere un insulto dietro l'altro. Carini, grazie.- disse Lee, ironico, ma si voltò nuovamente verso la porta chiusa della stanza di Alicia.

-Fai irritare Alicia da sempre. Se iniziassi a stuzzicarla, come i vecchi tempi, non riuscirà a stare zitta.- spiegò Oliver e Katie annuì con vigore.

-Voi due mi fate paura insieme.- Lee prese un bel respiro -Perché toccano sempre a me le cose più pericolose?-

-Dai, stai tranquillo, Jared è uscito con gli altri per le razioni. Tornerà tra un bel po' e Angie e George hanno detto che rallenteranno le ricerche a posta, proprio per darti più tempo.-

Oliver si voltò a guardare Katie e spalancò gli occhi.

-Non sarà pericoloso? Rallentando potrebbero essere catturati o...-

-Non abbiamo bisogno del tuo pessimismo, Ollie. Non ora.- Katie lo fermò prima che potesse finire -Abbiamo bisogno del mio ottimismo, in modo che Lee sia rilassato e vada da Alicia sicuro di farcela.-

-Non sono per niente sicuro di farcela e con pericoloso non intendevo Jared, ma Alicia. Potrebbe anche uccidermi se facessi un passo falso.- Lee deglutì, immaginandosi la scena.

-Fila in quella stanza!- sbottò Katie, provando ad usare un tono autoritario -Sciò! Vai!-

Lee annuì e, senza nemmeno bussare, aprì la porta velocemente e velocemente la richiuse dietro di sé.

Alicia era seduta alla scrivania e stava scrivendo qualcosa, forse una lettera, ma era talmente concentrata che non l'aveva nemmeno sentito arrivare.

Lee si schiarì la gola per palesare la sua presenza e Alicia quasi sobbalzò prima di rilassarsi non appena incrociò il suo sguardo.

-Se sei impegnata, ripasso.- disse lui, ma lei fece di no con la testa e posò la piuma d'oca, alzandosi poi dalla scrivania per raggiungerlo.

-Come stai?- chiese Lee, dicendo la prima cosa che gli venne in mente.

Alicia piegò leggermente la testa da un lato e provò a fare un sorriso, ma non rispose.

-Non puoi continuare così, devi parlare, Alicia.-

Lei scosse il capo.

-Non m'interessa cosa ne pensa Jared, non starò qui a guardare, mentre lui ti tratta come una bambolina di porcellana, perché non lo sei.- Lee si avvicinò ad Alicia e le strinse le braccia -Tu sei forte, Spinnet, è dura, ma supererai anche questa. Ci siamo noi con te, insieme supereremo tutto come sempre.-

Alicia non smetteva di fissarlo negli occhi, ma non sembrava voler cedere e infatti scosse di nuovo la testa.

-Non posso neanche immaginare cosa provi in questo momento, ma non sei mai stata una che si nasconde e se adesso non parli inizierò a pensare che tu sia solo una codarda.-

Lee non pensava davvero quelle cose, ma forse la provocazione era la tattica migliore con Alicia.

Era difficile che non rispondesse a tono ad un'accusa, soprattutto ad una sua accusa.

La ragazza lo stava guardando come se volesse incenerirlo all'istante, la bocca era una linea dura e sottile, ma non l'aprì e non emise una parola.

Lee decise di cambiare strategia.

-Coraggio, Spinnet, torna in te. Stare qui non ti farà bene, sembri un cadavere. Prima ho fatto fatica a riconoscerti, sembravi un mostro. Hai delle occhiaia terribili e non credo che quella tua crema miracolosa funzionerà questa volta.-

La vanità la farà cedere per forza, pensò Lee, complimentandosi per l'idea geniale, ma Alicia, benché avesse assottigliato lo sguardo, continuò il suo silenzio.

-Okay, Alicia, stai vincendo tu, ma vedrai che ora parlerai.- disse Lee con un sorriso furbo -E ricordati: mi hai costretto tu.-

Alicia aggrottò la fronte, provando a capire cos'avesse in mente, ma Lee la strinse tra le braccia all'improvviso e lei non riuscì più a pensare.

-Ti amo, Alicia Spinnet.- le sussurrò Lee all'orecchio, facendola arrossire -Ti amo da sempre e ti amo da morire, per cui sbrigati a tornare la mia Alicia, la rompiscatole che risponde sempre e che non riesce mai a frenare la lingua.-

Alicia arrossì ancora, provando a spingerlo per allontanarlo da lei, ma Lee era diventato più forte ed era come provare a spingere un muro di mattoni.

Lee le baciò i capelli, poi la fronte e poi tornò a parlarle nell'orecchio.

-Basta solo una parola, Alicia, e io smetto di baciarti.- Lee la guardò negli occhi e sorrise -Mi fai solo un piacere se non dici nulla, ma poi dovrai spiegare a Jared quello che è successo e non so come la prenderà.-

Alicia gli tirò un pugno sul petto, ma Lee non sentì quasi nulla.

-Non ti stai neanche impegnando.- Lee le baciò le guancia e, quasi sfiorandole le labbra, disse.

-Ci sono quasi, sto per farlo. Se ti bacio non so se riuscirò a fermarmi.-

Lee era sempre più vicino, ma Alicia fu veloce e, mettendogli una mano sulla bocca, sbottò.

-Stupido idiota, sei forse impazzito!?-

Lee la sciolse dall'abbraccio e esultò felice.

-Aha, lo sapevo che avresti ceduto! Spinnet, ti conosco come le mie tasche.-

-Dannazione, Lee, sei proprio uno stupido!- Alicia provò a riprendere il controllo, ma il rossore sulle guance era ancora lì, ne era certa -Sai che quello che mi hai appena fatto si potrebbe considerare molestia? Stare per troppo tempo da solo non ti ha fatto assolutamente bene.-

-Però hai ripreso a parlare ed è il regalo più bello che potessi farmi.-

-Piantala di fare il cascamorto. Sembri Brad!- Alicia si mise seduta sul letto e Lee notò subito il cambiamento di atmosfera. Gli occhi della ragazza non ridevano più.

Lee si avvicinò e si mise in ginocchio di fronte a lei, per arrivare alla sua altezza, e disse.

-Lo so che è da giorni che te lo senti dire, ma mi dispiace per tuo padre. So bene quanto lo amavi e tutti noi l'abbiamo sempre visto come una brava persona ed è per questo che non devi essere triste. È morto per la sua famiglia, si è sacrificato per voi perché vi amava. È morto da eroe, Alicia. Un persona normale che affronta dei maghi potenti è una persona da stimare e da ammirare. Devi essere fiera di lui.-

Alicia si lasciò scappare una lacrima e sorrise di quel sorriso che poche persone avevano avuto la fortuna di vedere.

-Grazie.- disse semplicemente e lo abbracciò stretto.

Lee ricambiò l'abbraccio, sperando che Alicia non lo lasciasse andare mai più.





Tutti si erano riuniti nel salotto, pronti ad incominciare le lezioni che forse avrebbero potuto salvare loro la vita.

L'altro gruppo era riunito insieme, intento a parlottare dell'idea di Katie, mentre Nolween se ne stava elegantemente seduta sul divano, attendendo istruzioni.

Oliver era al suo fianco e batteva i piedi per terra con fare nervoso, ma Nolween non ebbe bisogno di chiedere quale problema avesse.

Le aveva confidato che si era proposto di aiutare Katie in Divinazione e Nolween sapeva che da una parte moriva dalla voglia di stare da solo con lei, dall'altra era agitato sulla possibilità di fare conversazione senza creare situazioni imbarazzanti.

Brad era seduto sulle scale, come sempre, ed era concentrato a guardare una certa riccia dell'altro gruppo, come sempre.

Angelina stava parlando con Lee, mentre Katie intratteneva i gemelli, provando a far sorridere Fred, che era strano da un po' di tempo, ma l'unico suo risultato fu quello di far addolcire la sua espressione e nient'altro.

-Eccola qui, la vostra professoressa.- annunciò Jared, tenendo per mano Alicia che scese le scale tra lo scroscio degli applausi dei suoi amici.

Lei arrossì, ma li ringraziò tutti con gli occhi e con il suo raro sorriso.

-Direi di andare fuori in giardino per gli allenamenti.- prese parola Alicia, dopo che gli applausi terminarono -Katie e Ollie possono esercitarsi in una delle camere, così possiamo lasciare il salotto ai bambini e alla signora Edith.-

-È una vera leader.- sussurrò Lee ai gemelli e Fred non resistette e commentò.

-Hai gli occhi a cuoricino, trattieniti, per favore.-

Lee rise e George lo seguì a ruota prima di dire.

-Non credo che i tuoi complimenti valgano. E poi siamo noi i leader del gruppo, vero, fratello?-

Fred annuì, senza guardarlo negli occhi, e Lee lanciò un'occhiata stranita a George che fece spallucce.

Non era né il momento né il luogo per capire cosa diavolo avesse Fred.

Alicia divise i ragazzi in alcuni gruppi: lei non era la sola brava con gli incantesimi, per cui i suoi amici l'avrebbero aiutata.

Il primo gruppo, formato da Leanne, Tamara e Daphne, sarebbe stato seguito da Angelina su incantesimi di media-alta difficoltà.

Nel secondo, composto da Paul, Chris e Suzanne, i professori sarebbero stati Jared e Brad, che aveva avuto la possibilità di scegliere il gruppo che più preferiva e che, ovviamente, aveva scelto quello di Sue.

Ed infine nell'ultimo, formato dai gemelli, Lee e Nolween, sarebbe stata Alicia ad insegnare gli incantesimi più complessi.

Dopo aver raggiunto il cortile, passò mezz'ora prima che i primi gruppi riuscissero bene o male a lanciare gli incantesimi generali più richiesti.

Jared, dopo aver lasciato il timone a Brad, raggiunse Alicia che stava ancora cercando di insegnare a Nolween le Maledizioni Senza Perdono.

-Stai scherzando, vero?- le chiese, mentre i gemelli e Lee aiutavano Nolween -Non credo che siano magicamente diventate legali ultimamente, ragazzina.-

-Jared, i Mangiamorte e Tu-Sai-Chi non sono e non saranno leali, perché dovremmo esserlo noi?- replicò Alicia, decisa -Io mi voglio difendere e voglio che tutti loro sappiano difendersi, a costo di uccidere. Stiamo parlando di assassini spietati, di pazzi visionari fissati sulla purezza del sangue che non esitano a farti fuori se non stai dalla loro parte. Non ho intenzione di andarci leggera con loro, se mai dovessi incontrarli. Non dopo quello che è successo a mio padre.-

Jared strinse le labbra, ma non disse più nulla. Alicia lo fissò negli occhi, ma poi distolse lo sguardo.

-Va bene, Nolween, per oggi basta così sulle Maledizioni. Passiamo all'Incanto Patronus.-

-Oh, finalmente qualcosa che so fare bene.- esultò Lee, battendo una mano ai gemelli.

-Rilassati, campione, prima vi faccio vedere come si fa.- Alicia allungò la bacchetta, ma Jared la fissava ancora con quello sguardo e allora si allungò per dirgli a bassa voce -Ho cambiato incantesimo ora, puoi anche smetterla di giudicarmi con gli occhi.-

Il ragazzo si rilassò e provò a cambiare argomento, ironizzando.

-Sei sicura di essere brava a padroneggiare l'Incanto Patronus?-

-Come scusa?- fece lei, fingendosi scandalizzata.

-Expecto Patronum!-

Dalla bacchetta di Jared fuoriuscì un canguro argenteo che saltellò per tutto il cortile.

-Uao.- commentò Alicia, sarcastica -La mia aquila è molto più elegante e potente del tuo canguro. Sta' a vedere. Expecto Patronum.-

Un piccolo sbuffo argenteo si librò in volo, ma Alicia quasi si coprì la bocca quando notò che il suo Patronus non era un'aquila.

Era una piccola fenice.

-Ehi, signorina Spinnet, mi stupisce.- commentò Jared, che non sapeva nulla -Non sa riconoscere la differenza fra un'aquila e una fenice?-

Angelina non si accorse di niente, occupata a rafforzare l'incantesimo scudo di Tamara, ma i gemelli si voltarono all'unisono verso Lee, che aveva perso il sorriso.

-O... Okay, direi di passare ad un altro incantesimo.- mormorò Alicia, evitando di guardare in direzione di Lee -Forse questo è meglio lasciarlo alla fine.-

-No no, ehi, aspetta un momento. Sono curioso di vedere gli altri Patroni.- disse Jared, avanzando verso i gemelli, Lee e Nolween -Sono associati alla nostra personalità, no? Quindi il mio è facile: lottavo, il canguro tira i pugni eccetera eccetera. La fenice è associata ad Alicia per... l'eleganza? O forse la capacità di rialzarsi di fronte ad una caduta?-

-Sarà la seconda.- azzardò Nolween, anche lei ignara di tutto -Credo.-

-Perfetto. Tu, Nolween?-

La ragazza agitò la bacchetta e un pavone fece la sua comparsa.

-Bellezza.- sentenziò Jared con un sorriso -Chiaramente.-

Alicia trattenne l'impulso di gelosia, troppo impegnata a decifrare i gesti che Lee le stava facendo.

Che diavolo voleva dirle?

-Fred, George?-

I gemelli fecero l'incantesimo simultaneamente e una tigre e un leone iniziarono a correre per il cortile.

-Questa è difficile.- ammise Jared -Fred la tigre e George il leone, perché?-

-Sarà perché Angelina ha una pantera come Patronus. Tutti felini.- sentenziò Fred, continuando a comportarsi come se George non fosse a due centimetri da lui.

-I FAG, ovviamente.- Jared batté le mani e si voltò verso Lee, ancora intento a lanciare un segnale ad Alicia che lei non afferrò -Amico mio, è il tuo turno finalmente.-

-Non credo che mi possa venire oggi. Troppo pubblico.- ammise Lee, abbassando la bacchetta.

-Non avevi detto che volevi dimostrare quanto eri migliorato? Coraggio! Siamo solo noi, puoi farcela!- lo caricò Jared, provando a infondergli coraggio.

Lee scosse la testa, ma guardò una volta di troppo Alicia e Jared se ne accorse.

-Jared, se non se la sente...- provò Alicia, ma il ragazzo la interruppe.

-Cosa sta succedendo?- chiese lui, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.

Il gruppo di Brad era fermo, perché il ragazzo aveva capito che c'era qualcosa che non andava e voleva godersi lo spettacolo così Angelina, vedendo tutti in silenzio, fece fermare anche il suo gruppo.

-Cosa sta succedendo?- ripeté Alicia, provando a capire cosa intendesse.

-Te lo sto chiedendo io.- disse Jared, confuso -Un attimo prima Lee muore dalla voglia di farci vedere il suo Patronus, l'attimo dopo si tira indietro e ti guarda in cerca d'aiuto. Cosa mi state nascondendo?-

-Niente.- rispose lei, sicura -Ma sai com'è fatto Lee, forse davvero è intimidito da tutte queste persone.-

-Coraggio, Jordan, non mordiamo mica!- urlò Brad dal fondo del cortile e Lee si appuntò mentalmente di ucciderlo più tardi.

-Lee?- lo incitò Jared e lui sbuffò.

-Expecto Patronum.-

Alla vista della fenice argentea di Lee Alicia capì cosa avesse cercato di dirle pochi minuti prima e Jared comprese perché il ragazzo si era rifiutato di fargli vedere il suo Patronus.

Tutti stettero in silenzio e rimasero in silenzio anche dopo che la fenice di Lee fu scomparsa.

Dopo quelle che parvero ore Jared riuscì a parlare e si rivolse a Lee.

-Immagino che nessuno qui si stia chiedendo il significato del tuo Patronus.- si voltò a guardare Alicia che stava ricambiando lo sguardo con occhi carichi di tristezza -Lo sanno tutti.-



Verso sera, dopo una doccia, Angelina, pronta per la cena, fece per scendere nel salotto, ma, quando vide George uscire dalla sua stanza, le sue gambe si mossero da sole e le parole sembrarono fuoriuscirle senza controllo.

-George!-

Il ragazzo si voltò verso di lei e le fece un cenno verso le scale.

-Scendiamo?-

-Prima devo parlarti.- Angelina indicò la sua stanza, ma George rimase fermo e disse.

-Parla pure.-

-Abbiamo ripreso a chiacchierare come se niente fosse successo, ma qualcosa è successo e deve essere chiarita.- iniziò Angelina, torturandosi le dita -Parlerò anche con Katie dopo, ma prima volevo chiarire la questione con te, perché ho questo peso sullo stomaco che devo alleggerire.-

George non rispose e lei continuò.

-Le cose che ho detto quella volta... Ero sconvolta e non le pensavo davvero. Io mi fido di te e non mi hai affatto deluso, anzi. Sapere che hai messo al primo posto la tua ragazza, che è anche una delle mie più care amiche, non mi ha stupito perché è tipico di te. Se possibile mi ha fatto apprezzare ancora di più quello che sei, George, perché sei un ragazzo eccezionale.-

Angelina si fermò, ma prima che George potesse dire qualcosa lei riprese.

-Ero delusa da me, perché non avevo notato niente. Io, la mamma che vi ha sempre capiti con un'occhiata, non avevo capito nulla, non avevo neanche scorto un'occhiata o una frase e questo mi ha spaventata perché ho finalmente compreso che il ruolo di mamma l'ho perso da tempo. Le tue accuse... mi hanno fatto malissimo. Nessuno mi aveva mai accusata di così tante cose e con così tanto rancore, ma anche quella volta ero arrabbiata con me stessa, perché...- Angelina provò a trattenere la lacrime e continuò -Perché avevi ragione su ogni cosa, sono stata una persona orribile. Proprio io, che dicevo di volervi bene come ad una famiglia, dopo aver scelto Fred, ho fatto finta di niente, mi sono allontanata senza nemmeno provare a capire cosa potessi provare. In mia difesa posso solo dire che non avrei mai saputo come affrontare l'argomento. Ferire te o ferire Fred è la cosa che mi distrugge di più, perché voi per me siete tutto, lo sai. Alicia dirà che non è normale, ma io mi vedo sempre con voi due al mio fianco, sempre. Cosa avrei potuto dirti per farti stare meglio? Non avrei fatto altro che sbatterti in faccia la mia felicità per la mia relazione con Fred, perché so che avresti letto quello nei miei occhi. All'epoca sorridevo sempre e tu avresti capito la ragione e ne avresti sofferto e io...-

Angelina fu scossa da un singhiozzo, provò ad asciugarsi le lacrime e concluse.

-Mi dispiace da morire, George, perdonami. Meriti di essere felice e la pulce merita che tu la renda felice. Mi spiace.-

George, che non aveva mai distolto lo sguardo dalla ragazza, continuò a guardarla: gli occhi di Angelina diventavano ancora più grandi quando piangeva e questo lo fece quasi sorridere.

Tutte le belle parole che aveva detto... E lui pensava ai suoi occhi.

-Angie, ogni cosa che ho detto era dettata dalla rabbia, ma confesso che gran parte delle mie accuse erano sentite. Ripensandoci, però, ho capito che la scelta di far finta di niente è stata forse la migliore. Appena tu e Fred avete iniziato ad uscire, vi siete subito lasciati per colpa mia e appena tu hai scelto Fred, io e mio fratello siamo scappati da Hogwarts... di nuovo per colpa mia, per cui è normalissimo che tu abbia voluto goderti Fred per tutta l'estate senza avere altri problemi. Eri una ragazzina all'epoca, quanto avevamo, quindici anni? Eri una normale ragazza innamorata che voleva viversi il suo primo amore senza inutili drammi. Ti ho sempre visto come la persona più matura del gruppo, però forse ti ho... idealizzata troppo. Non dico che tu non sia matura o che non lo sia stata, ma avevi quindici anni, Angie, hai gestito anche con fin troppa maturità la scelta fra me e Fred.-

-Quindi mi perdoni?-

George non riuscì a trattenere un sorriso, ma si mise un dito sul mento, facendo finta di pensarci.

-Non lo so, sai. Forse delle scuse non bastano a colmare l'enorme dolore che le tue parole mi hanno provocato.-

Angelina alzò gli occhi, bagnati dalle lacrime, al cielo e si sciolse in un sorriso dolcissimo.

-Vieni qui, coraggio.- disse George, allargando le braccia e Angelina ci si tuffò senza esitare neanche per un secondo.

D'accordo, la stretta che aveva al petto non era poi così normale, o almeno non lo era alla presenza di George, ma al momento non le importava nulla dei suoi sentimenti né del fatto che il suo migliore amico stesse con Katie.

In quel preciso istante la sola cosa importante era che tutto si era sistemato fra lei e George e sì, anche abbracciarlo non era poi così male in fondo.

Era così immersa in quell'abbraccio che non sentì una porta aprirsi e non capì che non erano soli fino a quando non sentì una voce.

La voce.

Quella di Fred.

-Vedo che non hai perso tempo.-

Angelina si allontanò da George che stava fissando il fratello come se lo vedesse per la prima volta, perché quel tono che aveva appena usato non era proprio da lui.

-Meno di una settimana, complimenti.- continuò Fred, non staccando gli occhi da Angelina che rimase in silenzio.

-Si può sapere che ti prende?- sbottò George, ma Fred continuava a guardare Angelina -Ehi, dico a te! Perché continui a ignorarmi e perché adesso te la prendi con Angie?-

Finalmente Fred spostò lo sguardo verso George.

-Chiedilo a lei. Chiedile perché continua a fare sempre gli stessi errori per poi chiedere scusa e ricominciare da capo. Chiedile perché pretende da me maturità quando è lei ad averne così poca.-

Angelina si morse le labbra, ma le lacrime scesero comunque e George guardò entrambi senza capire il discorso di Fred.

-Questo che diavolo significa? Angelina non è matura? Sei uscito di testa?-

-Ti sembra matura una ragazza che finge di scegliere, scarica te, il suo migliore amico e poi fa la stessa cosa con me, il suo ragazzo? Poi capisce i suoi reali sentimenti, scarica di nuovo me e, vedendomi arrabbiato o comunque ferito, non cerca di parlarmi o chiarire, ma si rifugia tra le braccia del mio fratellino, ancora innamorato di lei?-

-Ah, eccoci arrivati al punto: sei geloso.- George scosse la testa con un sorriso -Non credi di essere un po' in ritardo per questo? Questo triangolo è finito da un pezzo.-

-Non per lei.- Fred indicò Angelina che notò con quanta rabbia avesse pronunciato l'ultima parola -Non per me.-

-Ti sei scordato di Katie, fratello. Io amo la pulce.- dichiarò George a cuore aperto e Angelina cercò di contenere il dolore allo stomaco.

-Come io potrei amare Alicia se non ci fosse Lee.- disse Fred e sia Angelina sia George lo guardarono come se fosse pazzo -Tu pensi di amare Katie perché è la tua protetta, la tua preferita e avete vissuto un sacco di momenti insieme, dandovi manforte l'uno l'altra. Se Angelina ed Oliver non esistessero, voi due stareste insieme probabilmente per sempre. Io e Alicia... stessa cosa. Se Angelina o Lee non ci fossero, forse staremmo insieme.-

-Ti sei dimenticato di Jared.- disse George, provando ad assecondarlo -Nella tua assurda teoria dove lo metti l'attuale ragazzo di Alicia?-

-Sarei arrivato prima io di Jared e forse Alicia non si sarebbe neanche accorta di lui.- Fred schioccò la lingua -Comunque il risultato è questo: tu e Katie non vi amerete mai come tu ami Angelina o come Katie ama Oliver.-

-Tu non sai quello che provo per la pulce, come non sai quello che prova lei per me.- ribatté George, sicuro di quello che affermava.

-Ma vedo come tu guardi lei.- e Fred si fermò di nuovo per indicare Angelina, che disse.

-Fred, basta, sembri uscito di senno!-

-E chi devo ringraziare secondo te?- sbottò Fred, tirando un pugno sulla parete -Tu, con le tue parole e i tuoi gesti, mi hai... fatto impazzire! E poi te ne esci l'altra sera con... Come hai potuto farmi questo?-

George si mise fra Angelina e Fred, perché il fratello si era avvicinato troppo alla ragazza, ma George capì di aver esagerato, perché Fred non avrebbe mai fatto del male ad Angelina.

Fred però sembrò calmarsi tutto d'un colpo e fissò il fratello, deluso.

-Pensi davvero che potrei farle qualcosa?-

-No. Mi dispiace.- George ricambiò lo sguardo -Mi sono mosso d'istinto.-

-Perché è come dico io. Tu ami ancora Angelina.- Fred fece un mezzo sorriso, a metà tra il divertito e il maligno -Povera Katie, sarà sempre la ragazza scartata.-

George agì di nuovo d'istinto e il pugno si mosse da solo, colpendo la guancia sinistra di Fred che stranamente riuscì a non cadere a terra.

-George!- esclamò Angelina, sconvolta. La ragazza puntò subito gli occhi su Fred, temendo la sua reazione.

Fred si tastò la guancia e sorrise, nuovamente quello strano sorriso che angosciò il fratello, e disse.

-Tranquilla, non ho intenzione di restituirglielo.- Guardò George che si stava fissando la mano come a rimproverarla per quello che aveva appena fatto -Te l'ho già detto una volta, Georgie, non ti colpirei mai, perché io non ti farei mai del male.-

Fred alzò una mano per congedarsi e tornò nella sua stanza, Angelina abbassò gli occhi verso George che si era seduto a terra e si teneva la testa fra le mani.

-George...-

-Va' via, voglio restare solo.- disse, premendo il viso sulle mani -Per favore.-

Angelina provò ad allungare una mano per accarezzarlo, ma poi cambiò idea e fece quanto le era stato detto.





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Sessione esami finita!

Quest'anno sono riuscita a finire prima, per cui farò di tutto per pubblicare più spesso e più velocemente visto che i capitoli sono ancora tanti e ricchi di avvenimenti.

La prima parte di questo capitolo è stata molto veloce da scrivere, mentre ovviamente la parte dei FAG è stata peggio di un parto.

Avevo paura di far risultare Fred o George OOC, ma poi ho pensato che ad Hogwarts si azzuffavano per molto meno (ad esempio l'episodio del Calice di Fuoco) per cui è molto probabile che possano litigare per Angelina.

E volevo definire meglio anche il rapporto fra i gemelli, che negli ultimi capitoli erano molto più interessati ai fatti loro che al loro effettivo rapporto.

Angelina e George hanno chiarito, ma le cose si sono complicate ulteriormente fra Angie e Fred e fra i gemelli.

Fred, ovviamente, accusa Angelina di essere nuovamente “scappata” dai problemi: ha ammesso di provare qualcosa per George, ma non ha nemmeno provato a capire come possa stare Fred in un momento come quello ed è corsa da George.

Insomma, sembrerebbe passare dall'uno all'altro senza una logica, ma in fondo in fondo una logica c'è xD

Sul fronte Lee/Alicia/Jared le cose non vanno benissimo.

Lee, oramai, ha praticamente accettato che Alicia e Jared stiano insieme, ma ogni situazione sembra spingerlo nuovamente verso Alicia, che non vuole assolutamente far soffrire Jared.

Jared, che è il più “sfigatello”, perché non sa come reagire di fronte ad un legame come quello fra Lee ed Alicia e nei prossimi capitoli vedremo ancora di più la sua frustrazione di fronte a tutto quello che gli sta succedendo.

Oliver e Katie.

Oliver si è dichiarato nello scorso capitolo e ancora una volta Katie fa finta di niente.

Questa situazione non durerà a lungo perché oramai Ollie farà di tutto per ottenere una risposta dalla pulce e allo stesso tempo, benché sia timido e imbarazzato di quello che prova per una persona che aveva sempre considerato alla pari di una sorella minore, troverà qualsiasi occasione per stare da solo con lei.

D'accordo che Ollie è sempre stato tonto, ma questa volta ha Nolween dalla sua parte che gli da le dritte giuste xD

George e Katie, inoltre, sono sempre più lontani: il sentimento che provano l'uno per l'altra è ancora lì, è presente, ma i continui problemi che affollano il gruppo e li tengono sempre troppo impegnati.

Ed infine le lezioni: non è che abbiano molto da fare, sono sempre chiusi in quella casa, per cui ho pensato che qualche allenamento sarebbe stato utile, soprattutto per Katie e le sue sensazioni.

Penso di aver detto tutto!

GRAZIE a tutti coloro che continuano a leggere la storia, davvero GRAZIE DI CUORE ^-^

Un bacione e a presto :3

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Capitolo 47
*** Capitolo 46 ***


Capitolo 46

-Allora?- chiesero Lee e Alicia non appena Oliver varcò la soglia d'entrata.

-È un maschio!- esclamò il ragazzo, gli occhi sprizzavano felicità -Wade Baston. E ricordate questo nome, sarà certamente un grande giocatore di Quidditch un giorno!-

Lee gli batté una mano sulla testa, mentre Alicia lo abbracciava per congratularsi.

-Ehi, uragano! Ci voleva la nascita di mio nipote per un abbraccio?- commentò ironico Oliver, scoccando un'occhiataccia a Lee che rise di gusto e disse.

-Tua sorella mette al mondo tuo nipote e il tuo primo pensiero è il Quidditch. La tua ossessione continua a stupirmi ogni giorno che passa e non so il perché.-

-Notizie dal padre del bambino?- soffiò Alicia, temendo di rovinare quell'attimo di allegria.

Oliver scosse la testa.

-Niente. Ed Ally sta facendo di tutto per non cercarlo. Dice che un padre così è meglio perderlo che trovarlo, ma i miei non vogliono sentire ragioni. Credono che crescere un figlio da sola sarebbe troppo per uno spirito libero come lei.-

-Magari adesso metterà la testa a posto.- commentò Lee, sedendosi sul divano.

-Già, ma la neo-mamma ha deciso di organizzare una festa in onore del bambino. Speriamo che non si trasformi in uno dei suoi party sfrenati.-

-Cosa darei per del buon pudding!- se ne uscì Alicia, assumendo un'espressione desolata -Alle mie feste c'è sempre il pudding.-

-Sei proprio una tipica inglese.- ironizzò Lee, ma la ragazza non raccolse la provocazione -E credo che alle feste di Ally ci sia di tutto tranne che il pudding!-

-Esatto.- commentò Oliver, laconico. Si sentì osservato e voltò subito lo sguardo verso le scale, ma l'ombra corse via e lui si rabbuiò -Beh, adesso vado a raccontarlo agli altri.-

-Ehm, Capitano, ecco...- Lee cercò l'aiuto di Alicia, ma lei non lo stava neppure guardando -Tra i FAG le cose non vanno benissimo ultimamente, quindi... Non so come dirtelo...-

-Non ti offendere se non si mostreranno così contenti per la nascita di tuo nipote.- lo anticipò Alicia, molto più sicura di Lee -È naturale che saranno felici per te, ma hanno anche i loro problemi e... ti sembreranno un po' depressi, ecco.-

-Grazie per il consiglio, ragazzi, ma vi siete dimenticati che anch'io vivo qui?- Oliver strabuzzò gli occhi, offeso -Magari ad alcune cose non ci arrivo subito, ma capisco quando i miei amici hanno qualcosa che non va.-

Il ragazzo salì le scale e lasciò Lee ed Alicia da soli.

Prima che Lee potesse aprire bocca, Alicia fece per salire anche lei nella sua stanza, ma il ragazzo la fermò.

-Ehi, aspetta!- Lee le si parò davanti. Da quando era diventato anche veloce? -Non abbiamo più parlato di quella prima lezione di incantesimi. Jared non mi rivolge più la parola e tu non mi degni neanche di un'occhiata.-

-Cosa vuoi che ti dica?- Alicia provò a non guardarlo, ma non ci riuscì -Avresti dovuto dirmi del Patronus, almeno ora tra me e Jared le cose andrebbero bene.-

Lee la fissò sconcertato.

-La colpa sarebbe mia adesso? Come avrei potuto sapere che anche il tuo Patronus sarebbe stato una fenice!?-

-Se me ne avessi parlato...-

-Tu cosa?- la interruppe lui, scaldandosi -Cosa avresti fatto? Non ci avresti insegnato l'Incanto Patronus per mentire ancora una volta a Jared?-

Alicia lo trucidò con lo sguardo e si mise le mani sui fianchi.

-Non era quello che intendevo, Lee. E io non ho mai mentito a Jared.-

-La verità, Alicia, è che da quando stai con lui non fai che mentire! Menti a me, menti a lui e menti soprattutto a te stessa! Eri bravissima a scuola, sai perché i Patronus possono cambiare forma e lo sa anche Jared. Quello che è successo non è di certo colpa mia!-

-Beh, è da quando sei tornato che le cose fra me e Jared vanno sempre peggio, quindi sì, è colpa tua.- Alicia si passò una mano fra i capelli -Se provassi a stare al tuo posto, a capire che io adesso sono innamorata di lui...-

-Non mi toccano più quelle parole.- Lee la interruppe di nuovo, ma lei non replicò nulla -So che me le dici per ferirmi, ma la verità è un'altra. Non hai mai smesso di amarmi e questo l'hanno capito anche i muri. Cerca di arrivarci anche tu e finalmente potrai essere nuovamente felice.-

Alicia fece per rispondere, ma Lee la anticipò.

-Darmi la colpa per quello che è successo è assurdo e lo sai anche tu. Secondo te perché proprio il mio ritorno ha messo in crisi la tua storia con lui? Prova a fare chiarezza, Alicia, perché se non l'avessi capito siamo in guerra e le persone in guerra possono anche morire. Il nostro futuro è incerto ed è meglio vivere il presente con chi vogliamo davvero.-







-Eri tu che mi spiavi, vero?-

Oliver era salito sulla terrazza, il luogo preferito di Katie, perché da lì si vedevano i campi inglesi, il cielo e il paesaggio sconfinato.

Da lì non si sentiva in gabbia, ma quasi libera.

-Non ti stavo spiando, volevo solo avere notizie di Ally e del bambino.- Katie si voltò e fece un sorriso -Notizie positive, ovviamente.-

-Potevi chiedermele.- Oliver le si avvicinò e lei si allontanò dalla sua portata, sperando che lui non se accorgesse... ma lo fece e abbassò gli occhi, triste.

-Non voglio baciarti o fare altro, voglio solo parlare.- Oliver alzò gli occhi e la bloccò con lo sguardo -Una volta parlavamo sempre.-

-Sembra un secolo fa, vero?- Katie tentò un sorriso -È che non so più cosa aspettarmi da te. Ogni volta che rimaniamo da soli, fai sempre qualcosa di inaspettato che mi... paralizza.-

-Mi dispiace. E comunque sì, stanno bene tutti e due.-

Katie soffiò, come se avesse trattenuto l'aria fino a quale momento.

-Meno male.-

-Pensavi alla tua famiglia, vero?- Oliver tentò nuovamente di avvicinarsi a Katie, che stavolta rimase ferma -La tua matrigna...-

-Eliza.- sussurrò Katie, le mani chiuse a pugno tremavano leggermente.

-Mi avevi detto che era incinta anche a lei.-

-Dovrebbe partorire tra tre mesi circa.- disse Katie, voltandosi per non far vedere le lacrime -Spero solo che stia bene e che l'incantesimo sia venuto correttamente. Mi mancano. Non so cosa darei per rivedere Sam ancora una volta.-

Oliver lentamente la strinse fra le braccia, ma non la fece voltare verso di lui, sapendo che non avrebbe resistito a gli occhioni bagnati di Katie.

Appoggiò il mento sulla spalla della ragazza e la strinse ancora di più.

-Li rivedrai presto. Quando tutto questo delirio sarà finito, ti accompagnerò io stesso a cercarli e vedrai che saranno felici di vedere quanto tu sia diventata coraggiosa e forte.-

Katie chiuse gli occhi, senza dire una parola, ma posò le mani su quelle di Oliver e si lasciò stringere.

-Stai meglio?- mormorò lui al suo orecchio e solo in quel momento la ragazza si accorse della distanza minima che c'era fra i loro visi e si staccò da Oliver.

-Sì, grazie, ma ora devo proprio andare.-

-Questa cosa fra di noi... Sarà sempre così d'ora in poi?- Ad un'occhiata stranita di Katie, lui passò a spiegare -Ti comporterai come se le cose fra me e te non fossero mai cambiate? Come se quello che ho detto non avesse alcun valore per te?-

Katie rimase in silenzio e Oliver continuò, rosso in viso.

-Ti ho detto che ti amo e tu non mi hai detto niente.-

-Non me ne hai dato occasione. Sei scappato non appena hai finito di dirmelo.- Katie era imbarazzata: era dai tempi di Hogwarts che si era aspettata quella dichiarazione da parte di Oliver e non avrebbe mai scommesso nemmeno uno zellino che prima o poi quel tonto le avrebbe davvero detto quelle parole.

-Ma se l'avessi fatto... Se ti avessi dato l'occasione, cosa mi avresti detto?- non si arrese lui, benché fossero entrambi rossi come pomodori.

-Che ho un ragazzo. E il mio ragazzo è uno dei tuoi amici più cari.- Katie si schiarì la gola -Ollie, ne abbiamo parlato un sacco di volte. Davvero, non ne posso più. George non sa niente e mi sono stancata di tenergli nascosto ogni cosa, ma non mi va di creare altri squarci nel gruppo.-

-Cosa dovresti dirgli? Penso sapesse già che i miei sentimenti per te erano ben diversi da quelli che posso provare per Angie o Alicia. Tu non sei solo un'amica.- Oliver lo disse con un tono deciso, ma era imbarazzato, faceva quasi tenerezza.

-Non gli ho detto del bacio, delle tue continue incursioni in camera mia, dei tuoi “Provo qualcosa per te, ma non so cos'è” fino ad arrivare alla confessione dell'altra sera. E quando lo scoprirà, non credo che la prenderà tanto bene.- Katie si passò una mano sulla faccia e sembrava davvero stanca, come se quella situazione non la facesse dormire la notte e in parte era vero.

Lei e George erano sempre più distanti e non ne capiva il motivo.

Katie era davvero innamorata di George, ma tutti quei segreti li stavano dividendo sempre di più.

-Non credo che tu sia la sola a tenere nascosto qualcosa.- Oliver sembrò riprendersi e adesso la guardava come se volesse togliersi un peso -George ti ha detto perché ha litigato con Fred ed Angie? Nessuno lo sa, ma non pensi che sia per il solito motivo? I gemelli amano la stessa ragazza e questo sarà sempre un problema per loro.-

-Credi abbiano litigato per Angelina?- chiese Katie a disagio, ma per nulla stupita: aveva sempre saputo che George avrebbe amato Angie incondizionatamente, anche se adesso era lei la sua ragazza.

-Se fosse così ti starebbe bene, giusto? Ti conosco meglio di chiunque altro e so bene che pensi che George preferirà sempre lei a te, ma ti va bene così perché...- Oliver trasse un respiro profondo, come se facesse fatica a pronunciare quella parole -... Lo ami, ma non dovrebbe essere così. Tu dovresti essere al primo posto per la persona con cui stai e quella persona dovrebbe essere al primo posto per te. Per te e George questo non è così ed è sbagliato.-

-Tu non sai niente. Non puoi dirmi cosa provo o cosa non provo per George, perché io lo so e lui lo sa. Noi ci amiamo ed è meglio che inizi a fartene una ragione, perché non sopporto più questa cosa fra di noi. Questo continuo interrogarci su cosa proviamo l'uno per l'altra mi sta portando alla pazzia e io voglio solo essere serena con il mio ragazzo e i miei amici. E tu sei un mio amico, Ollie, lo sarai sempre.- Katie sorrise, non era il suo solito sorriso radioso, era quasi un tentativo di tenerlo buono che non le riuscì.

-E se io non volessi essere solo un tuo amico?- domandò lui, testardo.

-Allora non saremo niente, perché non posso lasciare George.-

Oliver rimase di sasso e, come lei provò ad allungarsi verso di lui, il ragazzo le diede le spalle e se ne andò.







-Smettila di farmi questi agguati, Angie.- disse George, quando Angelina lo bloccò prima che lui potesse uscire dal bagno -Non sono proprio in vena. Fammi passare.-

-No.- Angelina lo inchiodò con lo sguardo e aprì le braccia per non farlo uscire dalla porta -No, non ti faccio passare fino a quando non avremmo chiarito.-

-Non c'è niente da chiarire e per quanto tu sia alta riuscirei comunque a spostarti per passare.- George la prese per le braccia, ma lei piantò i piedi.

-Se vuoi passare, dovrai farmi male per riuscirci.- George la lasciò andare e sospirò.

-Cosa vuoi?-

-Dirti che mi dispiace per come siano andate le cose fra te e Fred. Me ne assumo la completa responsabilità e...- Angelina alzò gli occhi verso il soffitto, provando a ricordare quello che voleva dirgli -E non so da dove gli siano uscite quelle parole e quei discorsi... Non avevano molto senso, in effetti.-

-Alcuni sì.- affermò George, ricordando le parole di Fred circa il suo rapporto con Angelina e Katie -E comunque tu non c'entri nulla, non sei stata tu a picchiare Fred.-

-Ma ti ho messo io nella situazione di picchiarlo! Io l'ho fatto arrabbiare a tal punto da dirti quelle cattiverie sulla pulce che ti hanno fatto scattare.-

George scosse la testa.

-Io non so cosa tu gli abbia fatto, ma non c'è ragione al mondo che giustifichi la reazione di Fred o la mia. Angie, per una volta questa cosa non riguarda te, quindi smettila di sentirti in colpa perché non è così. Fred è geloso senza motivo, perché voi due vi siete lasciati da quando... Da giugno? Praticamente da dieci mesi, quasi un anno! E lui sente la tua mancanza ed è doloroso per lui averti così vicina, ma non poterti avere davvero. Io lo so che tu lo ami ancora, quindi perché non chiarite i vostri problemini e tornate insieme?- George ricambiò l'occhiata di Angelina ed annuì -Sì, sono solo piccoli problemi da niente. Si può sapere perché voi due non siete ancora tornati insieme?-

Angelina abbassò lo sguardo, perché come dirgli che aveva ragione, ma allo stesso tempo aveva torto?

Come dirgli che sì, avrebbe sempre amato Fred e che lo amava ancora, ma che adesso che aveva scoperto quello che provava per lui, per George, era impossibile perfino guardarlo senza che il suo cuore esplodesse nel petto?

-Georgie, c'è una cosa che non sai... Il motivo per cui tuo fratello ed io abbiamo litigato.-

George le diede un buffetto sulla testa e lei si sentì avvampare.

-Non m'interessa. Qualsiasi cosa sia la risolverete, ma adesso, come ogni giorno da quando abbiamo litigato, devo provare a chiarire con mio fratello. Augurami buona fortuna.-

-Avete litigato da tre giorni appena!- Angelina lo fece passare -Quanto tempo passi davanti alla sua porta?-

-Tutto il giorno e tutta la notte. Esce solo per andare in bagno e per prendere qualcosa dalla cucina, ma non mi rivolge nemmeno una parola.- George era visibilmente triste, ma aveva l'aria di uno che non si arrende -Tenterò ancora. Prima o poi dovrà cedere, no?-

Angelina non riuscì a trattenere un sorriso e annuì prima di dire.

-Buona fortuna!-







Alicia salì le scale lentamente, cercando di non far cadere il vassoio che stava portando al piano di sopra.

Traballò leggermente verso l'ultimo gradino, ma quando riuscì a mantenere l'equilibrio si sentì sollevata.

Avrebbe potuto usare un incantesimo, ma stava diventando troppo dipendente dalla bacchetta e non andava bene.

Doveva imparare a cavarsela anche senza magia e si premurò di ricordarlo anche agli altri in futuro.

Arrivata davanti alla stanza la ragazza sorrise, vedendo George appoggiato alla porta con gli occhi chiusi.

-Ehi, bel giovane, hai intenzione di passare tutta la giornata qui davanti?-

George aprì gli occhi e si scontrò con Alicia e il suo raro sorriso.

-Come ci riesci?- gli chiese lui, senza rispondere alla sua domanda.

-A fare cosa?- domandò Alicia, confusa.

-A farti passare tutto addosso senza problemi.- George provò a spiegarle, senza farla irritare -In questi giorni ti è successo di tutto, eppure oggi sei radiosa.-

-Non è un aggettivo che di solito usate per descrivermi.- commentò Alicia, perdendo quasi il sorriso -È positivo, no?-

-Certo che lo è.- George si alzò e si fece da parte per farla passare -È incredibile quanto tu sia cambiata in meglio durante questi anni.-

L'espressione di Alicia si addolcì un poco prima di tornare quella di sempre.

-Sai come faccio? Mi tengo impegnata e provo a non pensare a tutto quello che è capitato, perché se lo facessi...- Alicia abbassò gli occhi -Sarebbe finita. E probabilmente nemmeno Lee riuscirebbe ad aiutarmi se succedesse.-

George cambiò argomento e disse.

-Sei venuta per Fred. Almeno a te darà ascolto.-

-Ne sei sicuro? Sai bene chi sono le uniche due persone a cui darebbe ascolto e io non sono fra quelle.-

-Forse una volta, ma da quando siete diventati confidenti l'uno dell'altra le cose sono cambiate.- George provò a sorridere -Parlagli tu, per favore.-

-Lo farò.- Alicia bussò alla porta e senza aspettare la aprì ed entrò.

-Va' via.- Fred era sdraiato sul suo letto, gli occhi fissi verso il soffitto.

-Guarda che sono io.- disse Alicia, posando il vassoio sulla scrivania del ragazzo -Devi mangiare e intendo un pasto completo, non quelle schifezze che sgraffigni dalla cucina.-

-Grazie, mamma.- sbuffò Fred, ironico -Lascia quello devi lasciare e poi va' via, non sono proprio dell'umore.-

-Si vede.- Alicia si avvicinò e si sdraiò accanto a lui, imitandolo -Cosa c'è di tanto interessante nel soffitto?-

Fred si voltò verso la ragazza in silenzio.

-Non provarci, Fred, tanto non me ne vado. Sfogati con me, ma poi torna in te. Qualsiasi cosa sia successa...-

-Non può essere risolta. Fidati, se sapessi tutto, mi daresti ragione.-

Alicia lo fece voltare verso di lei e gli fece un sorriso.

-Allora racconta. Non può essere così grave.-

-Angelina mi ha detto che è innamorata di George.- Fred vide l'espressione di Alicia: non era stupita, solo rassegnata. Il ragazzo sospirò prima di dire -Tu quando l'hai capito?-

-Quando ha scoperto di George e Katie. Non è stata una reazione normale.- Alicia abbassò la voce -Ma ogni volta che mi parla dei suoi sentimenti, parla anche di te, Fred. Ama tutti e due, solo che non sa come comportarsi.-

-L'ho persa.- disse Fred e questa volta sembrava quasi tornato il ragazzo di un tempo -E quel che è peggio, George ed io abbiamo litigato.-

-Me ne sono accorta. George non si muove dalla tua porta e credo che non lo farà fino a quando non avrete fatto pace.-

-Lo so.- Fred sorrise, come tutte le volte che pensava al fratello -Si sente in colpa per il pugno che mi ha tirato.-

Il ragazzo si toccò la guancia e solo in quel momento Alicia vide l'ombra scura di un livido.

-Oh, no.- sussurrò lei, toccandogli il viso -Guarirà presto, ma non posso credere che sia stato George a fartelo!-

-Colpa mia.- ammise lui, facendo spallucce -Ho giudicato la sua relazione con la pulce, gli ho detto che non la ama come ama Angie e non l'ha presa bene.-

-Ha reagito così perché forse hai ragione.- Alicia provò a non essere di parte, ma Fred era il suo protetto e non riusciva ad essere obiettiva -George e Katie sono perfetti insieme, ma con Angelina ed Oliver in giro... Non so, sembra strano vederli come coppia. Specie se si considera l'adorazione che la pulce aveva per Ollie.-

Fred rise e Alicia aggrottò la fronte, mentre il ragazzo continuava a ridere.

-Ho detto qualcosa di divertente?- chiese lei con un sorriso.

-No, stavo pensando all'espressione di George e Angie quando ho ammesso che i sentimenti di mio fratello per la pulce sono uguali a quelli che io potrei provare per te.-

Alicia rise e scosse la testa.

-Alt, frena. Ripeti tutto.-

Fred spiegò la sua teoria ed Alicia lo ascoltò attentamente prima di ridere anche lei.

-Insieme ci saremmo uccisi ogni giorni della nostra vita.-

-Dici? Avremmo avuto una vita movimentata, ma saremmo stati insieme, ne sono certo.-

-Anch'io.- Alicia sorrise -Forse hai ragione, se non ci fosse stato Lee, io avrei amato te.-

Fred sorrise a sua volta.

-Cioè Lee e Jared.- si corresse lei, ma Fred si avvicinò e le baciò la testa.

-Non so come tu abbia fatto, ma mi sento meglio.-

-Sono diventata brava a consolare, eh?- Alicia lo abbracciò, ma solo in quel momento notò che aveva lasciato la porta aperta e che sulla soglia non c'era più George.

C'era Jared.

E, benché Jared conoscesse i delicati rapporti che c'erano nel gruppo della sua ragazza, Alicia sapeva cosa stavano vedendo i suoi occhi in quel momento.

Lei sdraiata ed abbracciata ad un altro ragazzo, dopo aver appena ammesso che avrebbe potuto amarlo.

Jared abbassò lo sguardo, prima di allontanarsi senza dire una parola.

-Finiranno mai i miei guai?- domandò Alicia con uno sbuffo, prima di dare un bacio sulla guancia a Fred e alzarsi -Dai, scendi e chiarisci con tuo fratello. Una persona che litiga con tutti c'è già in questa casa ed è abbastanza.-







Per il prossimo turno di provviste, Alicia pregò Nolween per prendere il suo posto e chiarire con Jared.

La ragazza accettò, ammettendo che non moriva dalla voglia di farsi ammazzare per trovare qualcosa da mangiare e, benché Alicia vide che non sembrava particolarmente felice, decise di soprassedere.

Usarono la Pozione Polisucco, perché Alicia e Paul, i più bravi a preparare le pozioni, erano riuscite a crearne un po' per una scorta futura.

Alicia aveva assunto le sembianze di una donna sui quarant'anni, non tanto alta, ma attraente e quello sembrava essere abbastanza per la ragazza.

Jared, che aveva l'aspetto di un uomo basso, tarchiato e con degli enormi baffi sotto il naso adunco, scosse la testa con un sorriso.

-Sarai anche cresciuta e maturata, ma sei ancora troppo fissata sul tuo aspetto fisico. Tu e Nolween siete molto simili da questo punto di vista.-

-E lei cosa c'entra?- sbottò Alicia, gelosa. Jared e Nolween si stavano avvicinando troppo ultimamente e questo non andava bene -E non dire il suo nome, idiota. Chiamala Jane.-

-Piaceresti alle persone anche senza la tua bellezza, Susan.- dichiarò Jared, chiamandola con il primo nome che gli venne in mente -E lo stesso vale per Jane.-

-Non credo proprio, ma preferirei parlare di altro.- Alicia abbassò la voce e lo sguardo -Vorrei parlare di quello che hai visto oggi, quando ero in camera di F... Philip.-

Jared non fiatò e lei quindi decise di continuare.

-Philip ed io siamo solo amici, grandi amici, ma nient'altro. Quello che hai sentito... erano solo supposizioni, teorie...- Alicia sospirò -Non sapremmo mai come sarebbe andata se io non avessi incontrato L... Lucas e come sarebbe andata se Lucas non mi avesse presentato te.-

-Possiamo usare i veri nomi per favore?- mormorò Jared, ma Alicia scosse la testa e lui la anticipò -Senti, non mi interessano le tue giustificazioni perché sei ingiustificabile. Nelle ultime settimane sono successe delle cose che preferirei non aver né visto né sentito, ma va bene, perché io ti amo e...-

-Non deve andarti bene tutto perché mi ami.- lo interruppe Alicia, seria -Dimmi cosa ti ha dato fastidio.-

-E me lo chiedi?- sbottò Jared, allibito -Senti, non ne dobbiamo parlare per forza, soprattutto adesso.-

-Gli altri penseranno ai rifornimenti, tu ed io dobbiamo chiarire e subito.- Alicia gli prese la mano -Non ce la faccio più a sentirti così distante. Parliamone, Ja... Jack, per favore.-

Jared sospirò, quasi come se non riuscisse fisicamente ad iniziare quella conversazione.

-Bene. Lucas torna e tutti si rendono conto di come tu l'abbia accolto. Poi avete fatto pace e sembravi quasi... danzare sulle nuvole, perché eravate tornati quelli di una volta.-

-Ja... ck.- provò Alicia, ma il tentennamento portò Jared a far finta di non udirla.

-Poi tuo padre muore.- Jared aveva abbassato la voce -Tuo padre muore e tu smetti di parlare ed io provo a starti vicino, a darti conforto, ma indovina un po'? Non ci riesco.-

-Non è vero.- sussurrò Alicia, ma aveva parlato talmente a bassa che Jared poté nuovamente fingere di non averla sentita.

-Ma Lucas sì. Lui riesce a farti fare di tutto: riesce a incoraggiarti, a spronarti, a farti sorridere come mai ti ho vista sorridere. Dice sempre la cosa giusta al momento giusto.- Alicia guardò verso Jared e riuscì quasi a scorgere i suoi occhi nocciola dietro gli occhietti grigi dell'uomo di cui aveva assunto l'aspetto -E poi arriva il Patronus. Davanti a tutti hai mostrato quello che sapevamo già: sei ancora innamorata di lui e lo sarai sempre.-

-Non è così.- Alicia gli strinse la mano ancora di più -Non è così. Io sono innamorata di te, quanto volte devo ripetertelo?-

-Non serve che tu me lo ripeta, so che pensi che sia vero, lo so! Ma i Patronus non cambiano forma a caso e il tuo ha l'esatta forma di quello di Le...- Alicia gli mise una mano sulla bocca e lo guardò male.

-E per finire.- continuò Jared, come se nulla fosse successo -Philip si sta avvicinando a te, perché la sua ex ragazza è innamorata di suo fratello!-

-E tu come lo sai?- soffiò Alicia, sbalordita.

-Ho sentito tutto oggi.-

Alicia gli staccò la mano e lo superò di tre passi.

-Hai origliato! Come hai potuto? Non ne avevi alcun diritto!-

-Certo che ce l'avevo, visto che la mia ragazza trascorre il suo tempo con il suo ex o con “la persona che avrebbe amato”!-

-Stavamo solo parlando di cose senza senso.- sbuffò Alicia, sfinita -Devi imparare a fidarti di me, perché io amo te. Qualsiasi cosa faccia o dica, continuerò ad amare te.-

Jared la raggiunse e le riprese la mano, con l'altro braccio le cinse le spalle.

-Se prima mi avessi fatto finire, avresti capito che io non ho intenzione di lasciarti, Al... Allison.-

-Ero Susan fino a due secondi fa.- disse Alicia, non nascondendo un sorriso.

-Fa lo stesso.- Jared sorrise e le baciò gli occhi truccati -Fino a quando tu vorrai stare con me e avrai bisogno di me, io non ti lascerò, ma, ti prego, puoi provare a contenerti? Non solo con Lucas, ma anche con Philip.-

-Lo farò.- Alicia gli appoggiò la testa sulla spalla -Ma devi stare tranquillo, Philip non vuole niente da me.-

-La ragazza che ama è innamorata anche di... Gulliver.- Alicia sorrise al suono di quel nome così astruso -Anche se non lo da a vedere, sarà devastato e disperato. E inoltre da poco ha affermato che tu saresti stata la seconda persona che avrebbe amato nella vita, per cui potrebbe cambiare rotta e puntare su di te.-

Alicia sbatté gli occhi, come a negare ogni cosa.

-Non lo conosci come lo conosco io. Non amerà mai nessuna dopo Angie.-

-Credevo dovessimo cambiare i nomi.- sussurrò Jared e Alicia piegò la bocca in una smorfia giocosa.

-Ero stanca di usare nomi fasulli.-









George era appoggiato alla staccionata quando vide Katie corrergli incontro.

Non erano soli nel giardino: Suzanne era seduta sull'erba, con il volto puntato verso il sole che ancora non scaldava, mentre Brad era sdraiato vicino a lei e, dai loro battibecchi, George capì che la stava tormentando come sempre.

Leanne era con Christopher, intenti a baciarsi sotto un albero che Daphne aveva voluto piantare qualche mese prima.

George era nell'angolo più isolato del giardino, ma li sentiva ridacchiare anche da lì.

-Pulce! Come va?-

-Male, anzi malissimo.- rispose lei, accaldata per la corsa. Lo aveva cercato per tutta la casa.

-Cos'hai? Non ti senti bene?- George le toccò la fronte con le labbra, ma lei si scostò.

-No, non è quello. Devo parlarti di una cosa che non ti ho detto.- Katie non aspettò nemmeno che George dicesse qualcosa che era già partita.

Gli raccontò ogni cosa sulla sua famiglia: l'incantesimo che aveva fatto e il perché l'aveva fatto, sentendosi un po' meglio.

Non poteva raccontargli di Oliver, ma almeno aveva qualche segreto in meno.

George si rabbuiò.

-Perché non me l'hai detto prima, pulce? Ti avrei aiutata in qualche modo.-

-Era pericoloso! Guarda cosa facciamo ogni giorno! Lee addirittura usa la sua stanza per le registrazioni di Radio Potter! Se ti avessi dato anche questo peso, io...- Katie pianse all'improvviso e George la strinse in un abbraccio.

-Stiamo insieme, dobbiamo condividere ogni cosa per quanto dolorosa sia. Siamo insieme, è questa la nostra forza.-

Katie si sentì in colpa, c'erano così tante cose che non sapeva! Eppure lui era ancora lì e l'amava senza sospettare nulla.

-Ne vuoi parlare anche con gli altri? Ti farà bene l'appoggio del gruppo.-

Katie si morse il labbro e alzò gli occhi verso di lui.

-Angie e Alicia lo sanno già, vero?- George sorrise e le accarezzò la testa -Va bene, d'accordo, hai preferito parlarne prima con le ragazze. Ti perdono, pulce.-

Katie non rispose, continuando a guardarlo con quegli occhi colpevoli.

-Lo sanno tutti?- azzardò George, ma, ad un altro sguardo di Katie, capì -Oliver. L'hai detto a Oliver? Solo a Oliver!?-

-Non è stato voluto! I miei amici erano appena stati attaccati ed io ero... a pezzi! Mi è uscito all'improvviso e Ollie mi ha aiutato come ha potuto, ma...-

-Avresti potuto dirmelo in qualsiasi momento, sono passati secoli da quella notte!- George sembrava sconvolto -E ovviamente hai preferito mantenere il segreto, così tu ed Ollie avevate qualcosa da condividere solo voi due, come un tempo.-

Katie continuò a piangere, scuotendo la testa velocemente.

-Non l'ho fatto per ferirti! Perché sei geloso di Ollie, posso saperlo?-

-Perché è evidente quello che prova per te e so quello che tu provavi per lui!- George stava urlando, Suzanne e Brad si voltarono verso di loro e Leanne e Chris smisero di baciarsi -O meglio, quello che provi per lui!-

-Ti sbagli, ti sbagli di grosso se pensi che io ti possa lasciare.- Katie aprì le braccia -Tu sei stato l'unico ad esserci sempre, George, come potrei farti una cosa del genere?-

Leanne e Chris corsero dentro, capendo l'atmosfera, mentre Suzanne dovette dare una sberla sulla testa a Brad per costringerlo a lasciarli da soli.

-Non devi stare con me solo perché non ti ho mai lasciato da sola.- mormorò George, deluso dalle sue parole.

-Non sto con te solo per questo e lo sai.- Katie si asciugò le lacrime e strinse le mani.

-Perché me l'hai detto solo adesso?- chiese George, sospettoso -Cosa ti ha fatto cambiare idea? Potevi continuare a mantenere il segreto, quindi presumo sia successo qualcosa.-

Katie non sapeva cosa dirgli per farlo stare meglio, un'altra bugia lo avrebbe fatto arrabbiare soltanto di più.

-Niente. Non è successo niente.-

George strinse le labbra ed annuì.

-D'accordo, Katie, facciamo questo gioco. Fingiamo che le cose fra noi vadano bene, mentre tu mi nascondi le cose.-

-Ah, e tu non lo fai?- Katie non resistette e sbatté un piede a terra così forte che lo sentì bruciare -Angie e Fred non ti parlano più e invece che chiedermi qualche consiglio o venirti a confidare con me, hai preferito rimanere da solo e allontanarmi.-

-Non capiresti.- disse George, deviando lo sguardo altrove.

-Capisco benissimo purtroppo.- gli occhi di Katie si riempirono di nuovo di lacrime -Capisco che per te sono sempre al secondo posto, se non al terzo! E questo non so quanto ancora potrà andarmi bene!-

La ragazza corse via in lacrime e George non provò a fermarla.

Ollie ha ragione, pensò disperata, una relazione così non è normale.







-Posso entrare?- domandò Oliver, rimanendo sulla soglia della stanza di Katie, che era seduta alla scrivania e guardava fisso nel vuoto.

-Katie, posso entrare?- ripeté e Katie sembrò accorgersi della sua presenza solo in quel momento.

-Ehi, sì, scusa, entra.- la ragazza, con la testa sulle braccia, era quasi sdraiata sulla scrivania e sembrava disperata.

-Stai bene?- chiese lui, mostrando quell'espressione ansiosa che lo contraddistingueva sempre -Sembri un po' abbattuta. Senti, se è per la discussione di prima, mi dispiace, ho sbagliato, per questo sono qui. Per rimediare.-

Katie si voltò finalmente per guardarlo e tentò un sorriso: gli occhi erano rossi, era evidente che aveva pianto e tanto.

-Grazie, Ollie, ma non è necessario. È solo che ultimamente litigo con tutti e non ci sono abituata.-

Oliver preferì non chiedere chi l'avesse ridotta in quello stato, entrò nella stanza e spostò la sedia di Katie verso di lui.

Poi si abbassò sulle ginocchia, in modo da guardarla negli occhi.

-Litigare a volte fa bene, Katie.- disse Oliver con un sorriso -Se litighi con una persona, vuol dire che ci tieni ed è positivo. Se a noi non importasse nulla di te, non litigheremmo mai e sarebbe terribile.-

-Sì, continuiamo a ripetercelo, ma a volte penso che le nostre differenze siano davvero troppe. Prima o poi ci stuferemo di chiedere scusa e fare pace.-

-Ehi, non eri tu quella si lamentava sempre del mio pessimismo?- Oliver provò a farla sorridere, ma non ci riuscì -Coraggio, vedrai che passerà anche questa. Ci vogliamo troppo bene per stancarci, senza contare che nel nostro gruppo ci sono anche delle coppie. Non possiamo per contratto stare lontani.-

Katie accennò un sorriso divertito: era strano vedere Oliver, che vedeva sempre il bicchiere mezzo vuoto, incoraggiarla e fare di tutto per farla stare meglio.

Era strano e bello.

Oliver cambiò espressione e Katie si ricordò che il ragazzo era venuto per parlarle e forse la questione era seria.

-Cosa c'è, Ollie?- soffiò lei, temendo il peggio.

-Non ce la faccio, Katie, non ci riesco.- Oliver abbassò lo sguardo, non riuscendo a guardarla negli occhi -Non riesco a vivere in questa casa con te e George. Vi voglio bene, ma vedervi insieme mi fa male e non posso non fare niente.-

Azzardò un'occhiata alla ragazza e poi proseguì.

-Ma anche se provo a parlarne con te o provo a fare qualsiasi cosa per sentirmi meglio, faccio del male a te, quindi cos'altro posso fare se non andarmene?-

-Cosa?- soffiò Katie, spalancando gli occhi.

-Andrò da Nolween, così avrete più spazio con due persone in meno. Inoltre casa sua è a circa due ore da qui, quindi potremmo venire a trovarvi di tanto in tanto. Ci terremmo in contatto.-

-Vuoi andare a vivere con Nolween?- chiese Katie, confusa.

-Sì, vedi, me l'ha chiesto oggi e devo dire che non è male come idea.- Oliver continuava ad evitare il suo sguardo -Insomma, suo padre sarà in viaggio e quindi lei non se la sentiva di... di lasciare, ecco, la casa incustodita e mi ha chiesto di... di... -

-Vuoi andare a vivere con Nolween?- ripeté lei, sconvolta -Voi due soli?-

-Beh, sì, tecnicamente saremmo solo noi due, ma... ma non è come pensi! Io e lei non siamo... Lo sai, vero, che io e lei non siamo... Katie, conosci i miei sentimenti.-

Katie si alzò in piedi e sbatté la sedia.

-Non devi darmi spiegazioni, non sono mica la tua ragazza! Ehm, mi sembra davvero fantastica come idea. Ora però voglio riposare un po'. Ti dispiace?- Katie lo spinse verso la porta, mentre Oliver provava ancora a giustificarsi.

-Sì, sì, Ollie, davvero è fantastico. Ora vai.- Oliver era oltre la porta e Katie lo fissò come se non lo vedesse -E beh, non c'è bisogno di salutarsi, no? Tanto ci terremmo in contatto.-

E Katie gli sbatté la porta in faccia senza nemmeno lasciargli il tempo di replicare.





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Cosa dire di questo capitolo?

Il gruppo protagonista è più diviso che mai, soprattutto per colpa dei vari problemi di cuore.

Oliver e Katie non riescono a tornare al rapporto che avevano un tempo: Ollie non ce la fa a rimanere in disparte, mentre Katie si gode la sua relazione con George, e la pulce, che oramai conosce i sentimenti del Capitano, non riesce più a trascorrere tranquilla del tempo con lui.

Oliver, quindi, alla fine del capitolo, trova una soluzione... Se ne va.

Preferisce andare a vivere con Nolween, così non dovrà avere sempre sotto il naso Katie e George.

I FAG, inoltre, sono molto lontani fra di loro, soprattutto i gemelli.

Angie e George chiariscono subito, anche se George ancora non conosce il motivo che ha fatto scattare Fred, mentre Angelina preferisce mantenere ancora le distanze con Fred per paura di ferirlo ancora.

E i gemelli non riescono ancora a fare pace, perché Fred non sa come comportarsi.

Alicia fa di tutto per farlo tornare felice, ma anche lei ha molti problemi da risolvere.

Due in particolare: Jared e Lee.

Litiga con entrambi, pur provando a far capire ad entrambi il suo punto di vista.

Per ora con Jared le cose si sono sistemate, mentre con Lee è di nuovo guerra aperta.

E infine la pulce ha una discussione anche con George, che vedrò se e come si risolverà.

Capitolo pieno di litigi, insomma, che porterà a dei grossi cambiamenti e ribaltamenti di ruoli.

Come sempre, ringrazio tutti i lettori <3

Un bacione e a presto ^-^

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Capitolo 48
*** Capitolo 47 ***


Capitolo 47

Lee si passò una mano fra i capelli bagnati, la pioggia che continuava a scendere impetuosa come se non avesse alcuna intenzione di smettere.

Il ragazzo era lì da più di due ore e ricontrollò per la terza volta l'orologio che aveva comprato in un mercatino.

Prima o poi sarebbe dovuta uscire, era quasi ora di cena.

Lee sperò solo di non fare nuovamente fiasco: era da più di una settimana che sgattaiolava fuori da casa di Alicia per cercare qualsiasi posto che gli venisse in mente e finalmente due giorni prima ce l'aveva fatta; ma lei non si era ancora fatta viva e Lee temeva che non sarebbe mai uscita dall'abitazione.

Guardò l'orologio ancora una volta, pronto a tornare a casa, quando vide una figuretta stretta in un mantello nero e rimase lì in attesa di scorgere qualche tratto per riconoscerla.

Quando vide un ciuffo biondo che scappò dal cappuccio, Lee si avvicinò velocemente, sperando di non spaventarla.

Lei, però, estrasse la bacchetta e in men che non si dica se la ritrovò puntata alla gola.

-Lee...- sussurrò Nora Spinnet con il respiro affannoso -Che cosa ci fai qui?-

-Sono venuta a prenderla. A prendere lei e Diana.- rispose lui con un sorriso.

-Come ci hai trovate?- chiese ancora Nora, sconvolta -Non avevamo detto a nessuno...-

-Conosco sua figlia.- disse semplicemente Lee, facendo spallucce -Ho immaginato che si sarebbe nascosta in uno dei posti che avevano significato qualcosa per la sua famiglia. La villa al mare o l'hotel che avete scelto per il primo compleanno di Diana o...-

Nora Spinnet fece qualcosa di incredibile, si spinse in avanti e lo tenne stretto come se non volesse più lasciarlo andare.

Lee capì che quell'abbraccio non era per lui, ma per Alicia e quindi ricambiò la stretta con un sorriso.

-Entriamo.- disse lei, tornando indietro -Sei zuppo.-

La casa all'esterno si notava appena, era grigia, tetra e sembrava quasi dissolversi nel mezzo del cielo plumbeo.

All'interno, invece, era splendida e spaziosa, come ci si aspettava dalla famiglia Spinnet.

Era eccessivamente grande, però, si ritrovò a pensare Lee. Nora Spinnet e Diana dovevano sentirsi quasi minuscole in un'abitazione come quella.

-Dov'è Diana?- chiese Lee, mentre Nora si toglieva il mantello fradicio e lo asciugava con un colpo di bacchetta.

-Sta dormendo di sopra, sorvegliata da Carl.- disse lei, senza nemmeno guardarlo e, agitando la bacchetta, asciugò anche lui -Sarebbe ora che imparassi gli incantesimi più semplici se vuoi sopravvivere.-

Lee alzò gli occhi al cielo, deciso a non discutere proprio in quel momento.

-Non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo andare e subito. Carl può venire con noi se vuole.-

Nora scosse la testa e si sedette su una sedia che Lee prima non aveva notato.

Non si era neanche accorto che si erano spostati verso l'enorme sala da pranzo e, quando lo fece, Lee restò di sasso.

Guardandola con un occhio più attento, l'interno della casa era identico alla vecchia casa di Alicia, quella della sua infanzia, quella che avevano perso la notte che erano stati attaccati e il padre di Alicia aveva perso la vita.

Nora capì lo sguardo di Lee ed abbassò il suo, quasi come se fosse rimasta scottata.

-Carl ha una famiglia ed è così gentile da venire qui ad aiutarmi qualche volta, ma è ora di lasciarlo tornare da loro. Noi siamo delle rinnegate, non voglio che rischi anche lui a causa nostra.-

È così simile ad Alicia, rifletté il ragazzo, udendo le sue parole.

Era così orgogliosa, ma allo stesso tempo così impaurita di mostrarsi fragile e in cerca di conforto che Lee quasi si paralizzò di fronte a quella donna distrutta.

-Come sta Alicia?-

-All'inizio non ha reagito affatto bene, ma siamo riusciti a farla tornare in sé. Abbiamo già perso tante persone, non potevamo perdere anche lei.-

-Vuoi dire che tu sei riuscito a farla tornare in sé.- lo corresse Nora con un mezzo sorriso che di divertito aveva ben poco.

Lee sobbalzò per la sorpresa. Come diavolo faceva a saperlo?

-Beh, il merito è stato di tutti. Ognuno di noi tiene a sua figlia.-

Nora alzò gli occhi per fissarlo con uno sguardo nuovo, come se lo avesse appena incontrato e Lee le avesse detto un qualcosa di curioso e strano, che lei non sapeva decifrare.

Poi si mise in piedi e, senza dire una parola, uscì dalla sala da pranzo, diretta chissà dove.

Lee aspettò talmente tanto che dovette sedersi, ritmando il tempo che trascorreva tamburellando le dita sul tavolo.

Infine, quando oramai aveva perso le speranza, vide Diana sgranare gli occhi alla sua vista e corrergli in braccio.

-Sei arrivato finalmente!- Lee l'abbracciò stretto e le baciò la testa -Lo sapevo che non ci avresti lasciate sole, lo sapevo!-

-Vi riporto da Alicia. Le mancate tanto e tu soprattutto, piccolina.-

-Anche a me manca tantissimo.- Diana aveva gli occhi lucidi e gli diede un rumoroso bacio sulla guancia -Mi siete mancati tutti, Lee, davvero davvero.-

-Diana.- il tono risoluto della madre fece scattare Diana -Contegno, signorina.-

-Scusa, mamma.- Diana fece segno a Lee di metterla giù e lui lo fece; poi la bambina si asciugò gli occhi e si lisciò la gonna, tendendo una mano al ragazzo che la strinse -Possiamo andare ora? Oh, aspetta, devo salutare Carl.-

Carl, che era rimasto lì a godersi la scena per tutto quel tempo, salutò Lee, Nora e infine abbracciò la piccola Diana prima di uscire dall'abitazione, pronto per la Smaterializzazione.

-Avete preso tutto?- chiese Lee, facendo cenno alle sole due valigie che Nora gli stava passando.

-Incantesimo Estensivo Irriconoscibile, se vuoi poi te lo posso insegnare.- rispose la signora con un tono snob che fece accapponare la pelle al ragazzo.

Niente da fare, pensò Lee prima di seguire madre e figlia fuori dalla casa, Nora ed Alicia erano proprio due gocce d'acqua.









Katie uscì dal bagno e passò di fronte alla stanza di Oliver, che aveva la porta aperta e stava preparando le valigie senza usare la bacchetta.

Alicia aveva fatto a tutti un discorso sull'eccessivo uso della magia e Oliver lo stava seguendo alla lettera.

Stava anche piegando i vestiti come i Babbani e Katie si ritrovò a fissarlo, rassegnata.

-Katie!- Oliver si accorse della sua presenza e fece per avvinarsi a lei, che era sulla soglia della porta, ma Katie lo fermò con una mano -No, aspetta, Katie, dobbiamo parlare!-

-Abbiamo parlato abbastanza, anzi da un sacco di tempo non facciamo altro che parlare e parlare e parlare...-

Oliver la raggiunse e le mise una mano sulla bocca.

-Penso di aver capito, basta.-

La ragazza scacciò la mano di Oliver e incrociò le braccia al petto.

-Cos'abbiamo ancora da dirci, Ollie?-

-Non capisco perché tu sia arrabbiata con me. Sto risolvendo le cose! Tu e George potrete stare insieme senza sentirvi in colpa e io non dovrò vedervi sempre felici e innamorati.-

-Questa è la tua soluzione? Scappare dai problemi?- lo rimbrottò lei, furente.

-Cosa vuoi che faccia?- esclamò Oliver, iniziando a camminare nervosamente per la stanza -Vuoi che stia a guardare te e George e struggermi per tutta la vita? Qual è il tuo scopo, vorresti vedermi soffrire per punirmi per sempre? Katie, avrei voluto davvero capire subito i tuoi sentimenti, ma quante volte dovrò dirti che mi dispiace?-

-Pensi che voglia punirti!? Questo... Questo non ha senso!- balbettò Katie, adirata -Non voglio affatto punirti!-

-E allora dimmi cosa vuoi!- urlò Oliver, quasi strozzandosi.

-Non lo so!- ribatté Katie con lo stesso tono.

Entrambi respiravano affannosamente, come se avessero appena finito di correre.

Fu Katie la prima a calmarsi e a dire.

-Non lo so, ma so cosa non voglio. Non voglio che vai a vivere con Nolwenn.-

-Perché?- mormorò Oliver, sedendosi sul letto, in attesa.

-Perché dobbiamo stare tutti insieme. Non puoi essere così egoista. I tuoi sentimenti non sono così importanti ora come ora.-

Oliver alzò un sopracciglio e piegò le labbra.

-Giusto. Devo pensare prima al gruppo, a non urtare i vostri sentimenti.-

Katie annuì, ma Oliver si alzò dal letto e riprese a fare la valigia.

-Grazie, Katie, di avermi mostrato ancora una volta quanto poco tieni a me. I vostri sentimenti sono sempre più importanti dei miei, i tuoi sono più importanti dei miei, ma adesso mi sono stufato.-

-Non volevo dire che non sono importanti. M-mi sono sbagliata. Certo che sono importanti, ma...- Katie si torse le mani, nervosa -Non puoi andare a vivere con Nolwenn, Ollie, non voglio.-

-Non sei più una bambina, non puoi fare i capricci.- disse Oliver, sbuffando -Qual è il vero motivo?-

-Semplicemente non voglio.-

Oliver chiuse la valigia oramai pronta e scosse la testa.

-Senza una motivazione valida non resto, per cui se non hai nient'altro da dire, vai pure. Ho ancora delle cose da sistemare prima di andarmene.-

Katie rimase lì per pochi secondi con un peso allo stomaco che non riusciva a spiegarsi, ma gli diede comunque le spalle e andò via, lasciandolo solo.







Quando Lee entrò in casa, seguito dalla signora Spinnet e da Diana, subito individuò Alicia, intenta a leggere una rivista, accanto a Jared, entrambi seduti sul divano del salotto.

Dall'odore il ragazzo capì che qualcuno stava cucinando qualcosa, molto probabilmente Angelina.

Lei e Fred non avevano ancora chiarito.

-Aliciaaa!!- trillò Diana, lasciando la mano della madre e correndo verso la sorella che, stupita, aveva abbassato la rivista appena in tempo prima di essere travolta dalla piccolina.

-D... Diana.- sibilò Alicia, alzandosi in piedi e prendendola in braccio -Come...?-

-Come siamo arrivati fin qui?- l'aiutò la madre, togliendosi il mantello e tenendoselo stretto -Merito del tuo amico.-

Alicia seguì il cenno della madre e guardò Lee come se si fosse accorta della sua presenza solo in quel momento.

Jared, alzatosi anche lui, abbassò la testa, incapace di commentare quel gesto.

-Ci ha trovate ed è venuto in nostro soccorso. Non so da quanto tempo ci stesse cercando, ma alla fine è riuscito nell'impresa. Certo, devo ammettere che ha una testa dura.- Nora continuava a fissare Alicia -Proprio come mia figlia.-

Alicia raggiunse la madre, continuando a stringere Diana tra le sue braccia, e le prese una mano.

Nora abbracciò entrambe le sue figlie con un sorriso che a Lee e a Jared parve davvero sincero e bello.

-Che sta succedendo?- soffiò Angelina, uscendo dalla cucina con un grembiule tutto fronzoli e un mestolo in mano.

-Angie!- Diana salutò la ragazza con la manina, mentre Angelina lanciava occhiate a Lee per chiedere spiegazioni.

-È una storia lunga.- disse Lee, sorridendo di fronte all'espressione incredibilmente felice di Alicia -Poi ti racconterò tutto.-

Angelina non fece più domande, guardando anche lei Alicia e la sua famiglia ancora strette in quell'abbraccio.









-Non te ne stavi andando?- sbottò Katie, una volta salita sulla terrazza, guardando Oliver appoggiato alla ringhiera.

-Partiamo dopo cena, visto che sono arrivate la mamma e la sorella di Alicia.-

-Non credo che sentirebbero la tua mancanza se partissi ora.- puntualizzò Katie, continuando a stare lontano dal ragazzo che non si era neanche voltato per risponderle.

Guardami, Ollie!”

Oliver, quasi come se l'avesse sentita, si girò e puntò il suo sguardo verso Katie che si paralizzò di fronte a quegli occhi.

-Vuoi davvero litigare ancora? Ne abbiamo già parlato, possiamo salutarci civilmente? Non ci vedremo per un po'...-

Katie non trattenne le lacrime, ma rimase ferma sul posto, stringendosi le braccia come se volesse consolarsi da sola.

-Katie.- Oliver sospirò, confuso -Perché stai piangendo adesso?-

-Sei così ingiusto! Io... Io sono stata innamorata di te per così tanto tempo, tanto tempo...-

-Lo so.-

-No, non lo sai!- urlò Katie, arrabbiata -Non lo sai! Non sai cos'ho provato per tutti quegli anni, quando non mi guardavi neanche.-

-Non è vero che non ti guardavo.- la corresse Oliver, scuotendo la testa.

-Mi guardavi come adesso guardi Diana. Mi vedevi come una bambina piccola alle prese con la prima cotta. E io invece ti amavo davvero, Ollie!-

-Dovevi dirmelo, Katie.- disse lui, triste -Forse le cose adesso sarebbero diverse.-

-No, invece.- Katie non riusciva a frenare le lacrime e i singhiozzi -Quando mi sono dichiarata al San Mungo, ti sei subito tirato indietro...-

-Quante volte ancora vuoi rinfacciarmelo? Ti ho detto che mi dispiace, che se tornassi indietro cambierei le cose, ma non posso farlo. Io...- A Oliver scappò una lacrima e questo fece quasi smettere Katie di piangere -Io avevo paura, va bene? Quando mi hai baciato ho sentito qualcosa, ma temevo che fosse solo un capriccio e che con il tempo avrei potuto ferirti. Non volevo tentare, Katie, perché non potevo perderti; quindi sì, ho preferito mantenere la nostra amicizia, piuttosto che rischiare di farti del male.-

Katie si morse le labbra, asciugandosi gli occhi inutilmente.

-Ecco, vedi come sei? Per questo dico che sei ingiusto!-

-In che senso?-

Katie si avvicinò ad Oliver e prese a spintonarlo, in collera.

-Ero riuscita ad andare avanti!- Una spinta -A dimenticarti!- Un'altra spinta -Ma adesso continui a dirmi cose che... Cose che aspetto di sentirti dire da una vita! Come faccio?- Katie lo spinse ancora più forte, ma Oliver le bloccò le mani per farla calmare.

-Katie...-

-Come faccio a non amarti?- singhiozzò Katie, agitata come mai prima di allora -George è perfetto, come posso fargli questo?-

-Oh, Katie.- Oliver la tirò verso sé e la strinse fra le braccia. Katie tentò di resistergli un paio di volte, prima di lasciarlo fare e farsi stringere -Stai cercando di dirmi che ami? Non ho capito male, vero?

Katie, ancora con le lacrime agli occhi, si ritrovò a ridere, appoggiando la testa sul petto del ragazzo.

-Quanto puoi essere tonto, Ollie?-

-Vorrei solo essere sicuro questa volta.- tentò di giustificarsi Oliver, baciandole il naso.

Katie si alzò in punta di piedi e Oliver si chinò per baciarla e si baciarono per quelle che parvero ore, perché quel bacio, quel momento, entrambi lo avevano aspettato da un sacco di tempo.











George si stropicciò gli occhi e si stiracchiò prima di alzarsi dal letto.

Aveva deciso di riposarsi un po' prima di cena e prima di tentare ancora una volta di chiarire con Fred, che non ancora gli parlava.

E con Katie la situazione era anche peggio, ma George non sapeva cosa potesse dirle per farla stare meglio.

Angelina era la sua migliore amica e il suo primo amore, per cui avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore e nella sua vita.

Non poteva escluderla per far stare tranquilla Katie o non ferire Fred, anche se Fred era suo fratello, una delle due persone più importanti.

L'altra, però, era proprio Angelina.

George sbuffò, sentendosi subito in colpa.

Katie doveva essere una delle persone più importanti, eppure pensava sempre prima a Fred e ad Angelina e sicuramente questo non era normale.

Quando sentì bussare alla porta, George corse ad aprirla e vide proprio Katie, con le guance rosse e gli occhi dello stesso colore, come se avesse pianto e riso allo stesso tempo.

-Pulce, entra.- George la lasciò passare e chiuse la porta dietro di sé -Anche se parzialmente questa è anche camera tua, quindi...-

Katie non sorrise, ma anzi il suo viso si incupì e George capì che qualcosa non andava.

-Cos'è successo?-

-Mi dispiace.- La ragazza abbassò la testa, le spalle le tremavano -Davvero, Georgie, mi dispiace tantissimo.-

George fece per andarle vicino, ma, quando Katie alzò il viso per guardarlo, capì e si sedette lentamente sul letto, sentendosi improvvisamente pesante.

-Qualcosa mi dice che mi stai lasciando.-

Katie non rispose, ma riprese a piangere e George quasi si sentì responsabile di quelle lacrime.

-Indovino? Mi stai lasciando per Oliver.-

-George, io...-

-Non c'è bisogno che mi dici nulla. Te l'avevo detto, ricordi? Sapevo che mi avresti lasciato per lui un giorno, anche se tu eri certa del contrario.-

-Forse tu non mi crederai, ma quella volta ero sincera. Credevo davvero che tu ed io...- Katie si stava torturando il ciuffo con le mani -Ma non pensavo che Oliver... Devo dirti cos'è successo, il vero motivo per cui ti sto lasciando.-

-Oliver ha capito di amarti.-

-Sì.- ammise lei, non comprendendo come George fosse così perspicace -E io amo te, lo sai, ma quando Oliver mi ha detto quelle cose... Non so, George, ci ho pensato tanto in questi giorni e credo che abbiano ragione Fred e Suzanne.-

-Fred e Suzanne?- ripeté George, aggrottando la fronte.

-Esatto.- Katie annuì, sentendosi quasi più sicura -Si possono amare più persone nella vita e anche contemporaneamente, proprio come dice Suzanne.-

-Quindi sono la tua persona “giusta” o “non giusta”, pulce?-

-”Non giusta”.- rispose velocemente Katie -Ma preferisco un'altra distinzione: amore romantico e amore passionale. Tu sei il mio amore passionale. George, tu mi hai fatta crescere, mi hai fatto vivere una meravigliosa storia d'amore e abbiamo incontrato un sacco di ostacoli, ma li abbiamo superati tutti insieme. Io non posso che esserti grata di questo. Oliver... Lui è il mio amore romantico. Siamo sempre stati impacciati riguardo ai nostri sentimenti e, anche adesso, che sappiamo di amarci siamo quasi come due ragazzini. Oliver mi fa sembrare tutto facile, Oliver è la mia oasi felice, ma questo non cambia quello che provo e proverò sempre per te.-

George annuì e Katie continuò.

-Ma ha ragione anche Fred. Alicia mi ha parlato della sua teoria e penso sia vera. Io sceglierei te se non ci fosse Oliver, ti donerai tutta me stessa se ci fossimo solo tu ed io.- La ragazza sbirciò la reazione di George e, vedendo che continuava a fissarla, aggiunse -E so che per te è la stessa cosa. So che non hai mai smesso di amare Angelina, so che tu sei la sua persona “giusta”. Sei il suo amore romantico, Georgie, e non è troppo tardi per stare con lei.-

-Lei è innamorata di Fred.- commentò lui, guardando a terra.

-No, non è vero. Ama anche te. Fidati, posso capirla. Non è facile provare un sentimento così forte per due persone diverse. Ti sembra di impazzire, perché non riesci a comprendere come sia possibile amare così totalmente più di una persona.-

George accennò un sorriso e si alzò dal letto per abbracciarla.

-Per quello che vale, pulce, io ti amo davvero.-

-Anch'io.-

-E in un universo alternativo, un universo senza Angelina ed Oliver, io e te ci saremmo sposati, saremmo stati felici e con una miriade di bambini con il tuo sorriso radioso.- disse George, facendola ridere.

-E i tuoi capelli rossi.- aggiunse Katie, baciandogli la guancia -E sarai sempre la mia spalla.-

-E tu la mia pulce.-

George la liberò dall'abbraccio e Katie divenne paonazza, pronta a dire qualcosa di imbarazzante.

-Non mi pentirò mai del fatto che sia stato tu a farmi diventare donna, George. È il regalo più bello che potessi farmi.-

-Sei stata tu a farmi il regalo più bello in realtà. Mi hai fatto capire quanto ci tenessi a me.-

-Quanto ci tenga.- lo corresse Katie, sfoderando il suo sorriso radioso -E questo non cambierà niente, vero? Saremo sempre confidenti, no?-

-Sempre, pulce.-









-Che ci fai qui?-

Angelina, appoggiata al bancone del negozio, alzò lo sguardo verso il ragazzo e sorrise.

-Ti aspettavo, George.-

Il ragazzo scosse la testa e chiuse la porta del negozio.

-Se questo è il tuo modo di fare pace, Angie, non è divertente. Sono Fred.- rispose lui, offeso -E ti avrò detto cento volte che è pericoloso uscire da soli. Perché diavolo sei venuta fino qui?-

Angelina si tirò su e passò una mano sul bancone.

-Che fine ha fatto Verity? Il locale è lurido.-

-Non ci veniamo più tanto spesso.- spiegò Fred, sistemandosi meglio il berretto sulla testa -Cerchiamo di fare tutte le consegne via gufo per non lasciarvi mai da soli.-

Angelina si aprì in un sorriso e annuì, segno che aveva compreso ogni cosa.

-E non hai risposto alla domanda. Perché sei qui?-

-Dovevo parlarti.-

-Anch'io.-

La ragazza lo fissò, stupita della confessione. Fred, che fino a qualche giorno prima non le avrebbe mai rivolto la parola, finalmente aveva accettato di avere un chiarimento con lei?

-Davvero?- chiosò Angelina, confusa -Pensavo mi odiassi.-

-Anche se volessi, non ci riuscirei, quindi perché tentare inutilmente?-

-Prima tu allora.-

Fred ghignò divertito e alzò gli occhi al cielo.

-Cos'è? Hai paura ad iniziare tu?-

Angelina scosse la testa, notando solo in quel momento che Fred l'aveva raggiunta ed ora erano l'uno di fronte all'altra.

-No, non ho paura, ma vedo che sei turbato e che muori dalla voglia di dirmi qualcosa, quindi avanti. Dimmi.-

-E se non ti dovessi dire proprio niente?- chiese Fred, tamburellando le mani sul bancone e avvicinandosi ancora a lei -Se dovessi solo... fare una cosa?-

-Falla.- rispose sicura Angelina -Se te la senti, falla.-

Fred sorrise e allungò una mano per prendere quella di Angelina che non si tirò indietro; poi annullò la distanza fra loro due e quando si abbassò per baciarla, Angelina di nuovo non si tirò indietro.

Quel bacio era una muta domanda e nel momento in cui Angelina si strinse a lui per baciarlo dolcemente, Fred capì di aver ottenuto una risposta.

Come colpito da un fulmine, il ragazzo la allontanò velocemente, come se all'improvviso si fosse risvegliato da un sogno.

-Scusami, Angie. È solo che io non...-

Angelina sorrise e gli tolse il berretto, non stupendosi di vedere un foro all'altezza dell'orecchio del ragazzo.

-Va tutto bene, George. L'ho sempre saputo che eri tu. Credi davvero che coprire le orecchie e imitare i modi di fare di Fred mi avrebbero fregato?-

-Cosa mi ha tradito?- domandò George, confuso. I fratelli erano molto diversi, ma George aveva studiato per anni le maniere di Fred e gli sembrava di aver interpretato il ruolo alla perfezione.

-Tutto!- rise Angelina, che sembrava imbarazzata -Fred non mi avrebbe mai spiegato il motivo per cui il locale è così malmesso, ma avrebbe continuato a chiedermi perché fossi venuta qui. E non avrebbe mai detto che non vuole lasciarci soli senza usare un tono scherzoso, perché il suo lato dolce è così raro che lo tira fuori solo nei momenti davvero necessari. E, infine, caro George, Fred mi avrebbe baciata senza mai chiedermi il permesso, come invece hai fatto.-

George era sconvolto dal resoconto dettagliato di Angelina. Rimaneva sempre affascinato e impietrito di fronte a quella ragazza, che li conosceva così bene da sapere ogni più piccolo dettaglio del loro carattere.

-Non posso credere che tu abbia pensato che io potessi davvero cadere nella tua trappola! Vi riuscirei a distinguere in ogni momento e in qualsiasi situazione.-

-E allora perché hai risposto al bacio? Non volevi baciare me, ma Fred.- George abbassò lo sguardo, stringendo i pugni -Era un test? Per vedere fino a che punto sarei arrivato?-

Angelina, che non gli aveva lasciato ancora la mano, gli alzò il viso con l'altra e si avvicinò per dargli un piccolo bacio sulle labbra, così delicato e dolce che George quasi arrossì.

-Secondo te, Weasley? Credevo fossi il più perspicace di tutti, George, mi stupisco.- Angelina gli sorrise e lo abbracciò teneramente -Volevo ricambiare quel bacio perché sono innamorata di te.-

-Non ci credo.- mormorò George, quasi paralizzato da quella confessione.

Angelina alzò la testa e lo guardò negli occhi; così simili a quelli di Fred eppure così diversi.

Fred non l'aveva mai guardata con tanta vulnerabilità nello sguardo.

-Fred l'ha capito prima di me e anche Alicia, credo.- spiegò lei, non staccando mai gli occhi da quelli del ragazzo -Ma poi finalmente ci sono arrivata anch'io e a Fred gli si è spezzato il cuore. Amo entrambi, George, davvero.-

-E perché allora vuoi stare con me?- soffiò lui, non capendo.

Katie e Alicia erano diverse, George l'aveva sempre saputo. Loro avrebbe sempre amato Oliver e Lee, anche se Alicia non l'avrebbe mai ammesso.

Sarebbero state felici con altre persone solo in un universo senza Oliver e Lee.

Angelina, però, era un caso a parte.

Lei amava George e suo fratello in maniera totale, senza riuscire a preferire l'uno o l'altro. Non ce l'avrebbe mai fatta, sarebbe stata felice con entrambi in questo universo e tutti e tre l'avevano compreso da tempo.

-Questo sentimento che sto provando per te ora mi sta... divorando!- Angelina rise, imbarazzata -Voglio stare con te adesso, voglio provare a farti felice e a vedere se riuscirai a fare altrettanto.-

-Anche Fred potrebbe renderti felice.-

Angelina annuì, poi prese il viso di George fra le mani e disse.

-Ma è con te che voglio esserlo ora.-

George sorrise e la baciò, stringendola a sé più che poteva.

Era incredibile che la ragazza che aveva desiderato per così tanto tempo fosse finalmente sua.

Era inimmaginabile quello che avevano dovuto affrontare insieme e separati per poi riuscire a trovarsi, ma tutto il percorso che avevano intrapreso li aveva fatti incontrare e, per quel solo momento, Angelina e George riuscirono a godersi quei baci senza pensare all'unica persona che avrebbe sofferto davvero per la loro unione.

La persona che amavano di più al mondo.

Fred.









Quando l'uomo aprì la porta dell'appartamento quasi cadde a terra; la donna, vedendo chi aveva bussato, spinse via l'uomo per stringere il ragazzo che li guardava con occhi tristi.

-Lee! Sei tornato!- disse la madre, abbracciandolo stretto e non trattenendo le lacrime -Finalmente sei tornato!-

La madre lo fece entrare in casa, il padre li seguì, rimanendo in silenzio.

-Come sei cambiato! Sei davvero cresciuto.-

-Grazie, mamma.- Lee guardò il padre, che si sedette sulla poltrona -Mi dispiace di avervi fatto preoccupare. Sono sparito senza dirvi una parola, senza una ragione...-

-Alicia ci ha scritti.- lo interruppe la madre con un sorriso nervoso -Ci ha detto che volevi cercare te stesso e trovare la tua vera strada.-

-Non è andata proprio così.- commentò Lee, imbarazzato e grattandosi la testa -Il vero motivo...-

-Lo sappiamo, Lee.- La madre nuovamente non lo fece finire -Sei nostro figlio e ti conosciamo bene. Sappiamo quanto tu tenga a quella ragazza.-

-Non vi ho mai raccontato niente di me e Alicia.-

-Ma noi abbiamo capito lo stesso.- La madre lanciò uno sguardo al padre e gli fece cenno verso Lee -Su, Martin, coraggio.-

-Papà...- mormorò il ragazzo, triste.

-Vi lascio soli.- disse la madre, uscendo dalla stanza.

-Papà.- ripeté Lee, avvicinandosi a lui e abbassandosi di fronte alla sua poltrona -Mi dispiace tanto, papà, davvero. Quello che ti ho detto prima di andare via... Non pensavo che sarebbero state le ultime parole che ti avrei detto per un sacco di tempo e mi dispiace. Non è vero, papà, non è vero che non voglio diventare come te e non è vero che il tuo lavoro fa schifo. So quanto ti piaccia costruire scope e quanto tu adori quello che fai e quanto impegno tu ci metta. Ho esagerato ed è stata tutta colpa mia. Lo so che volevi darmi un lavoro e farmi maturare, volevi solo aiutarmi ed io sono stato pessimo. Mi dispiace tantissimo, ma finalmente ho trovato la mia strada. So chi voglio diventare e cosa voglio fare.-

Martin Jordan, dopo aver ascoltato tutto il discorso, sorrise e si gettò in ginocchio di fronte a Lee per stringerlo in un abbraccio stretto.

-Lee, non fare mai più una cosa del genere! Non mi interessa litigare con te, non mi interessa che tu soffra per amore, non scappare mai più, Lee. Scappare dai problemi non è mai un'idea geniale. Tua madre era preoccupatissima e io avevo paura di ricevere brutte notizie.-

-Papà...- Lee ricambiò l'abbraccio -Ti voglio bene.-

-Anch'io, Lee.- Il padre si alzò e fece alzare anche il figlio. Poi sorrise e disse -Vieni fuori, Janet.-

Janet Jordan uscì, asciugandosi le lacrime sul grembiule da cucina, e scosse la testa.

-Le mie due teste dure. Quando la smetterete di farmi preoccupare?-

Lee e il padre non ebbero nemmeno bisogno di scambiarsi un'occhiata per dire all'unisono.

-Mai.-





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Possiamo chiamarlo capitolo di svolta? George e Katie si sono lasciati, ahimè, mentre Angelina e Oliver finalmente sono riusciti a conquistare la persona che amano.

Ovviamente questo “idillio” fra le due coppie non durerà tantissimo e no, non perché sono sadica xD

Fred è il problema maggiore che Angelina e George dovranno risolvere e non sarà affatto semplice.

Dall'altra parte sarà imbarazzante per Oliver e Katie comportarsi come una coppia innamorata e relazionarsi con i loro amici dopo questo bizzarro risvolto.

Dopotutto il giorno prima Katie era la ragazza di George, quello dopo è la ragazza di Oliver. Sarà moooolto strano xD

Per quanto riguarda Lee, invece, posso solo dire che sta cercando di sistemare tutti i suoi casini.

Aveva questo grosso punto di scontro con suo padre, accennato in un capitolo, che voleva che andasse a lavorare con lui, ma le cose sono state chiarite.

E “salvare” la madre di Alicia e Diana è stata una delle tante azioni che Lee ha fatto, fa e farà per vedere nuovamente Alicia sorridere.

Questo, non c'è bisogno che ve lo dica, creerà fastidio ad Alicia, ma soprattutto a Jared e anche qui vedremo cosa succederà.

Il prossimo capitolo si concentrerà moltissimo sui rapporti del gruppo, in particolar modo la loro amicizia. Sarà davvero salda e forte come dicono?

Perdonatemi per il ritardo, ma a novembre ho gli ultimi due esami prima di partire per l'Erasmus, quindi ho mille cose da fare con la burocrazia della mia università e dell'università ospitante, gli esami da concordare, l'alloggio ecc.

Cercherò di postare -e di scrivere- più capitoli possibili prima della partenza, perché non so quanto sarò libera una volta arrivata lì.

Ringrazio come sempre tutti <3 <3

Un bacione grandissimo :3

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Capitolo 49
*** Capitolo 48 (parte I) ***




Capitolo 48



-Cosa stai guardando, Angelina?- soffiò George, sventolando la mano di fronte alla bambina, che aveva la testa appoggiata alla mano e lo sguardo come perso nel vuoto.

-Uh?-

Fred e Lee, che avevano chiacchierato fino a quel momento, si fermarono e guardarono anche loro l'amica.

-Angelina, tutto bene?- chiese allora Lee, ma fu Fred a farla tornare alla realtà, allungandosi per rubarle il piatto che la bambina prontamente trattenne.

-Aha, lo sapevo. Nessuno sa resistere al richiamo del cibo.-

George e Lee risero, seguiti a ruota da Angelina e Fred.

-Allora? Cosa succede?- domandò George, curioso.

-È quella bambina del mio dormitorio.- rispose prontamente lei, facendo cenno alla bambina bionda seduta poco lontano da loro.

-Alicia Spinnet?- chiosò Lee con disgusto -Quella della selezione di Quidditch?-

-Sì, lei.- Angelina la guardò ancora una volta -Non lo so, non mi sembra una bambina felice. Datele un'occhiata.-

I tre si voltarono verso Alicia, che stava mangiando la sua colazione con le altre tre compagne di stanze di Angelina.

Le tre bambine ridevano e chiacchieravano, chiedendo ogni tanto qualcosa ad Alicia che rispondeva con un sorriso per poi tornare al suo porridge.

-A me sembra normalissima.- chiarì George, tornando a guardare Angelina -Tu, Fred, cosa pensi?-

-Beh, proprio normale non è.-

Angelina annuì, contenta che almeno lui avesse capito.

-Voglio dire, è davvero carina. Molto, molto carina. Insomma, diventerà uno schianto!-

Angelina si passò una mano sulla faccia: no, Fred non aveva capito un bel niente.

-Lee?- mormorò allora lei, sperando che almeno l'amico capisse il suo punto di vista.

-Io detesto quella bambina. È insopportabile. E se anche fosse infelice? Non è un problema che ci riguarda. Chi se ne importa della sua felicità!-

Angelina lo fissò scandalizzata.

-Lee! Non lo dici sul serio!-

-Certo che sì.- Lee storse il naso e bevve un sorso del suo tè -Sono serissimo. Non mi dire che quella lì ti suscita simpatia o tenerezza?-

Angelina annuì, tornando a guardarla.

-Voglio esserle amica. Farla entrare nel nostro gruppo.-

-Non c'è nessun gruppo.- continuò Lee, offeso che Angelina avesse un'opinione diversa dalla sua -E anche se ci fosse con l'arrivo di quell'oca finirebbe tutto.-

-Angelina, gliel'hai già chiesto e ha detto di no.- disse George, mentre Lee sbottava un “Cosa!?” sconvolto -Perché pensi che stavolta accetterà?-

-Perché la sfinirò fino a farla cedere. Voglio esserle amica, punto. Quindi vi prego, vi prego, ditemi che anche a voi va bene.-

Fred e George si guardarono e sorrisero prima di voltarsi in sincronia verso Angelina.

-Cambierebbe qualcosa se dicessimo di no?- domandò Fred, conoscendo già la risposta -Siamo con te, madame.-

-Sempre.- aggiunse George con pathos, facendo ridere Angelina e il fratello.

-A nessuno interessa la mia opinione?- sbuffò Lee, sempre più imbronciato -Io non sarò mai amico di Alicia Spinnet. Mai.-





Lee aprì la porta della sua stanza e si bloccò quando vide che il suo letto era occupato.

Alicia era seduta e lo stava aspettando, giocherellando con le nappe delle tende del letto e facendo vagare lo sguardo.

-Ehi.- disse lui per palesare la sua presenza.

Alicia si voltò di scatto e subito si alzò in piedi.

-Ehi.- ripeté la ragazza, quasi in imbarazzo.

-Tutto bene?- chiese Lee, chiudendo la porta e avvicinandosi ad Alicia che fece due passi indietro -Tranquilla, mi sono lavato stamattina.-

Alicia fece finta di non cogliere la battuta e sospirò.

-Questa sarà una conversazione seria, Lee.-

-Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta che io e te non abbiamo avuto una conversazione seria.- borbottò lui, facendole segno di continuare.

-Quello che hai fatto per la mia famiglia... Lo apprezzo. Dico davvero, l'ho apprezzato molto, perché so quanto mia madre ti abbia odiato in tutti questi anni...-

-Ma rimane tua madre e con lei c'era Diana.- la interruppe lui, serio -Non potevo lasciarle da sole. Davvero, non c'è bisogno di ringraziarmi.-

-Devo farlo, però.- disse Alicia, facendo un passo avanti -Perché io avevo già perso mio padre e tu sei riuscito a riportarmi mia madre e mia sorella, per cui ti ringrazio, Lee. Ti ringrazio infinitamente.-

Lee annuì e le sorrise.

-Ma... Ti prego, la prossima volta che ti verrà in mente qualche altra idea per... Metterti in mostra, fammelo sapere, d'accordo?- mormorò lei, abbassando gli occhi quasi sentendosi in colpa.

-Mettermi in mostra?-

-Non vorrei che tu...- Alicia alzò lo sguardo, ma non appena incontrò quello di Lee lo abbassò di nuovo -Non vorrei che tu avessi fatto tutto questo per dimostrarmi qualcosa. Capisci?-

Il ragazzo non rispose subito e Alicia dovette nuovamente guardarlo per capire il perché di quel silenzio.

Lee era sconvolto, come se non avesse sentito bene o come se avesse sentito fin troppo bene.

-Lee...-

-Mi stai accusando di aver salvato tua madre e Diana per pavoneggiarmi di fronte a te? Per...- Lee stava scegliendo le sue parole con cura, furioso -Dirottarti verso di me e farti scegliere me al posto di Jared? Credi davvero che pensi che tu sia così volubile? Che sceglieresti me solo perché ti faccio dei regali, ti faccio dei favori o perché salvo la tua famiglia!?-

-Lee...- Alicia provò a fermarlo, ma il ragazzo era incontenibile.

-Non posso credere che dopo tutto quello che c'è stato fra di noi, tu possa pensare una cosa del genere, Alicia!-

-È quello che sembra però.- sbottò lei, riuscendo finalmente a farsi sentire -Dimmi che non ci hai pensato per un attimo! Dimmi che non eri tutto gongolante quando hai visto la mia reazione di fronte alla mia famiglia!-

-Ehi...-

Alicia si avvicinò ancora di più e gli puntò un dito sul petto.

-Dimmi che non hai gioito nel vedere che sei stato tu a portarle da me, tu a farmi sorridere di nuovo, tu a farmi parlare di nuovo!-

-Ma questo cosa c'entra adesso!?-

-C'entra eccome! Lee, da quando sei tornato non hai fatto altro che metterti in mostra per mettere in ombra Jared e so che lo sai anche tu.-

Lee strinse i pugni.

-E va bene, forse ci ho pensato. Forse sono soddisfatto di essere io il responsabile del tuo sorriso, ma il mio primo pensiero la mattina non è: troviamo un buon modo per far sfigurare Jared, così Alicia tornerà da me! Non ho più dodici anni!-

-Ah, no? È qual è il tuo primo pensiero la mattina? Troviamo un buon modo per farci uccidere, cercando ricercati in giro per il mondo?- lo accusò lei, furiosa.

-No!- Lee la sovrastò con la sua voce -Il mio primo pensiero è troviamo un buon modo per far sorridere ancora Alicia! Contenta?-

La ragazza sobbalzò e riuscì a calmarsi, continuando a guardarlo però come se lo volesse incenerire con lo sguardo.

-Ne hai passate tante e il tuo sorriso è così raro e così bello che io...- Lee sospirò -Lascia stare, evito di farti dei complimenti. Altrimenti potresti pensare che voglia ancora una volta mettermi in mostra.-

-Chiudiamola qui. Non sono venuta da te per litigare, ma per unire le forze.- disse Alicia, provando a concentrarsi su quello che doveva dire.

-Unire la forze?-

-Avrai notato che il gruppo ancora una volta è a pezzi.- sbuffò Alicia, sedendosi di nuovo sul letto -Ma questa volta siamo arrivati al limite. Addirittura Fred e George hanno smesso di parlarsi e ho paura che... Ho paura...-

-Che non tornerà come una volta?- concluse per lei Lee, capendo la difficoltà di Alicia di parlare delle proprie paure -Certo che non sarà più come una volta. Siamo cambiati e cresciuti e anche i rapporti fra di noi si sono evoluti o... spenti.-

-Spenti?- ripeté Alicia, scuotendo la testa -Ci vogliamo tutti bene! È ancora così, giusto? Anche se alcune relazioni possono essere cambiate, continuiamo a tenere l'uno all'altro, giusto?-

Lee sorrise di fronte a quella ricerca di conferme e annuì.

-Hai ragione.-

-Come sempre.- replicò Alicia per alleggerire l'atmosfera e ci riuscì.

-Allora, qual è il piano? Proprio perché siamo cresciuti, una semplice festa non basta più per farci chiarire ogni cosa.-

-Ma è un inizio almeno!- Alicia si alzò dal letto, incapace di stare ferma -Poi non sarà una festa, sarà... una specie di riunione.-

-Riunione.- ripeté Lee, grattandosi la testa -A cosa servirebbe una riunione?-

-Dai che hai capito! Un ritrovo o qualcosa del genere, Lee! Solo noi, i magnifici sette. A volte basta davvero poco per capire che siamo come una famiglia. Qualsiasi dramma sia scoppiato, riusciremo a risolverlo. Dobbiamo solo crederci.-

-Non ti ho mai vista così positiva.- rise Lee, divertito -Sembri la pulce.-

-Strano, eh?- disse Alicia con un sorriso sincero.

-E dire che non volevi nemmeno essere nostra amica.-

-Già. All'epoca vi odiavo proprio, vero?-

-Odiarci sarebbe stato un passo avanti.- sbuffò Lee, toccandosi il pizzetto -Facevi proprio la diva.-





-Come l'hai convinta?- sussurrarono Fred e George all'orecchio di Angelina, camminando con lei davanti e lasciando indietro Alicia e Lee.

La prima aveva i libri stretti al petto e camminava come se fosse sola; Lee, accanto a lei, teneva il muso, dando calci all'erba.

-Ci ho messo un mese, ma credo di avercela fatta. Abbiamo fatto una scommessa.-

-Una scommessa?- chiesero all'unisono Fred e George, bloccandosi.

-Due settimane con noi. E se non si dovesse trovare bene, può tornare da Claire, Sinead e Hilary.-

-Chi?- I gemelli fecero la stessa espressione dubbiosa.

-Le mie compagne di stanza.-

-Oh.-

-Ehi, Alicia!- Angelina si voltò verso la bambina che li raggiunse con un offeso Lee -Facciamo una passeggiata verso il lago e ci conosciamo meglio?-

Alicia annuì e i tre bambini notarono quanto fosse altezzosa in quel momento.

-Prima facciamo le presentazioni ufficiali?- propose Angelina -Questi sono i gemelli, Fred e George Weasley, e non temere... Anche Lee non riesce ancora a distinguerli!-

Lee sbuffò, voltando la testa da un'altra parte.

-Lui è Lee Jordan, vi siete già conosciuti, mi sembra.-

Dall'espressione di Alicia si vedeva che sì, ricordava il momento in cui l'aveva conosciuto e avrebbe preferito dimenticare.

-E poi ci sono io, Angelina Johnson. Lo so che ho un nome lungo e difficile da portare, però purtroppo non posso farci niente. E infine ci sei tu, Alicia Spinnet.-

Alicia non aveva smesso un momento di fissarla con quello sguardo criptico.

-Beh, andiamo.- disse Angelina nervosa, voltandosi verso il lago.

-Angie.-

I gemelli, Lee e Angelina si fermarono sul posto e guardarono verso Alicia che era rimasta indietro.

-Se pensi che il tuo nome sia troppo maturo per la tua età, perché non ti fai chiamare Angie? È più semplice.- concluse Alicia. Era un bel discorso, ma lei era ancora distante e fredda nei modi, per cui ai gemelli e a Lee vennero i brividi di fronte a quelle parole.

Angelina, invece, si aprì in un sorriso sincero e annuì.

-Angie è perfetto.-







Alicia e Lee riuscirono a trovare Katie e Oliver sulla terrazza, intenti a discutere su quale fosse il dolce più buono da mangiare.

Alicia sorrise di fronte a quella scenetta e Lee fece lo stesso.

Quando Oliver e Katie avevano annunciato di stare insieme, tutti erano rimasti sorpresi da quella notizia, ma oramai i loro amici avevano imparato ad abituarsi ai loro timidi scambi di effusioni e ai loro primi litigi di coppia.

Lee era davvero felice per entrambi: sapeva quanto Katie avesse sopportato per non far trasparire i suoi sentimenti verso Oliver e aveva notato quanto Oliver avesse sofferto nel vedere la pulce con George.

-Ragazzi.- disse Alicia per palesare la loro presenza.

Oliver e Katie arrossirono e scattarono ai due lati opposti della terrazza come se fossero stati appena beccati a fare qualcosa di sbagliato.

Lee guardò Alicia, aggrottando le sopracciglia e Alicia gli fece segno di non dire niente.

-T-tutto bene?- soffiò Katie, in imbarazzo -Dobbiamo andare a cercare delle provviste?-

-No, niente del genere. Vi avvicinate per favore?- domandò Alicia con un tono gentile che Lee trovò strano.

-Perché dovremmo avvicinarci?- domandò Oliver, rosso in viso -Katie ed io possiamo anche stare lontani.-

-Intendeva a noi, Capitano.- rispose Lee, trattenendo a stento un sorriso.

-Oh, okay.-

Quando furono tutti e quattro vicini, Alicia spiegò quello che aveva già detto a Lee.

Katie fu la prima ad accettare, mostrando un sorriso radioso che contagiò tutti.

Oliver, ovviamente, acconsentì con gioia.

-Mi sembra una bellissima idea. In fondo all'inizio di tutto c'erano loro, no? I FAG.- disse Oliver con un sorriso. Katie che lo stava guardando annuì, felice.

-Ehi! C'ero anch'io all'inizio di tutto!- sbottò Lee, sentendosi escluso.

Alicia si mise una mano davanti alla bocca per trattenere la risata.

-Alicia!-

Oliver e Katie la seguirono a ruota.

-Ragazzi! Non è divertente!-

-Scusa, Lee, me ne ero completamente dimenticato.- si giustificò Oliver, tra una risata e l'altra.

-Mpf, maledetto il giorno in cui ho accettato anche te nel gruppo, Ollie.-





-Oliver Baston? Assolutamente no!- si oppose subito Lee, sdraiandosi sul suo letto come a concludere la questione.

-Ma perché no?- chiese Angelina, seduta sul letto di Perry Williams, che stava studiando in Biblioteca -Siamo nella squadra di Quidditch da quasi due anni e Ollie è simpatico.-

-Ollie?- ripeté Lee, notando troppa confidenza nelle parole di Angelina. Che le piacesse quel bamboccio che giocava a Quidditch?

-Oliver Baston è un tiranno, Angie.- disse George con un sorriso. Era seduto sul suo letto, intento a lanciare palline di carta e saliva sul letto di Bradley Anderson, anche lui non presente nel dormitorio -Un fissato del Quidditch che si diverte a torturarci con i suoi allenamenti.-

-Per di più è tonto.- aggiunse Fred con delle forbici, seduto ai piedi del letto di Williams, con il chiaro intento di tagliargli le coperte -Le ragazze smaniano per lui, ma è talmente preso dal Quidditch da non rendersene conto.-

-Ma poi quanti anni, quindici? Non accetterà mai di uscire con noi, è troppo vecchio!- continuò Lee, un po più sereno di fronte a quella considerazione.

-Alicia, tu non dici niente?- chiese Angelina all'amica, seduta elegantemente su una sedia in silenzio.

-Meglio così, no?- sussurrò Lee, facendo ghignare i gemelli e indispettire Alicia che gli lanciò solo un'occhiata glaciale e un ghigno terrificante.

-Io dico che puoi provarci, Angie. Siamo la sua squadra dopotutto...-

-E Bode dove lo mettiamo?- chiese George, interrompendo Alicia che replicò.

-Cory Bode è del settimo anno. Passa tutto il suo tempo con i suoi amici e l'anno prossimo non ci sarà più, per cui credo che Oliver possa voler stare con noi della squadra.-

-Voi della squadra.- la corresse Lee, sbuffando.

-Certo.- concesse Alicia -Tu non eri incluso.-

-Oliver ha degli amici.- se ne uscì Fred, mentre Angelina si alzava per togliergli le forbici -Cosa vi fa pensare che lascerà loro per noi?-

-Non deve scegliere!- sbottò Angelina, posando le forbici sul comodino di Lee -Può avere amici sia nel che al di fuori del gruppo. Non siamo mica così autoritari. Il nostro gruppo non è una casta privilegiata.-

-Ah, no?- dissero all'unisono Fred e Alicia, sconvolgendo George e Lee per la rarità della cosa.

-No.- Angelina scosse la testa -No, ragazzi, ognuno è libero di avere anche altri amici. Vi voglio un mondo di bene, ma non ve ne farò una colpa se voi riusciste ad avere anche altri amici. Sono io ad avere problemi nel stringere dei rapporti.-

-Credevo che quello fosse un problema della Spinnet.- commentò Lee, guadagnandosi un'altra occhiataccia di Alicia.

-Forse è un problema di tutti quelli che entrano in questo gruppo.- disse George, smettendo di lanciare palline e facendosi quasi serio -Siamo tutti un po' limitati da quel punto di vista.-

-Tu e tuo fratello avete problemi a trovare degli amici?- domandò Alicia, alzando un sopracciglio.

Oramai avevano imparato a conoscerla: era scettica.

-Trovare persone che ridono e si divertono con te non è come trovare degli amici che ci sono sempre.- chiarì George, provando a farle capire -Solo perché siamo dei pagliacci, non vuol dire che ogni tanto non abbiamo bisogno di sfogarci anche noi.-

-Maiale!- trillò Fred, fingendosi scandalizzato e facendo ridere tutti, perfino Alicia fece quasi un sorriso.

-Non intendevo sfogarci in quel senso... Ah, perché cerco ancora di fare un discorso serio?-

-Ho capito.- disse Alicia a George e lui le sorrise.

-Allora è così.- Lee si alzò dal letto e prese a cercare sotto i letti di tutti qualcosa -Il nostro è un gruppo di disagiati mentali incapaci di fare amicizia. Anch'io molte volte non vengo capito. Pensano che sia solo l'amico idiota dei gemelli Weasley.-

-Ma tu sei l'amico idiota dei gemelli Weasley- commentò Alicia ad alta voce.

I gemelli sorrisero e Angelina guardò Lee, intento a rovistare sotto il letto di George.

-Che diavolo fai, Lee?-

-Williams ha paura dei ragni! Ne stavo cercando uno per metterglielo nel letto.-

-Bella idea!- saltò su Fred, aiutandolo -George, vedi se ne trovi due. Così uno lo mettiamo nel letto di Ron.-

-Ci stavo pensando anch'io.- disse George, mettendosi in piedi sul letto e cercando delle ragnatele.

-Ahh, il prossimo anno porto una tarantola gigante, così facciamo prima.-

Angelina guardò Alicia che sembrava quasi divertita di fronte a quella scena.

-Maschi.- sospirò Angelina all'amica e Alicia si voltò verso di lei.

-Vuoi dargli una mano, vero?-

Angelina non nascose un'occhiata furbetta.

-Vai pure, Angie.-

E mentre la ragazzina raggiungeva i gemelli e Lee, nessuno poté notare il primo sorriso sincero di Alicia.

Un sorriso per quelli che oramai erano diventati i suoi amici.







-E dove vuoi che li porti?- domandò Brad, sconvolto -Dovrei lasciare da soli voi sette e portare fuori tutto l'altro gruppo, il ragazzo di Alicia, sua sorella e sua madre, la modella e tutti i bambini più la signora Evelyn!? Hai presente, no, che siamo ricercati?-

Katie annuì e incrociò le braccia al petto con fare pensieroso.

-Tralasciando il fatto che la signora si chiama Edith, Brad, hai ragione. Infatti non devi portarli in giro o a passaggio. Sono persone, non animali. Vorrei solo che cercassi di tenerli dentro, capito? Noi occuperemo per tutta la giornata il giardino e tu non devi farli uscire.-

-Hai detto niente.- replicò Brad, appoggiandosi alla parete del corridoio -Nessuno mi da retta in questa casa e tenere tutte quelle persone segregate sarà un'impresa impossibile.-

-Se vogliono prendere un po' d'aria c'è sempre il terrazzo.- chiarì Katie, pratica -E poi da quando ti fai scoraggiare così? Se dici ai miei amici che lo fai per me, ti spalleggeranno.-

-Li conosci proprio bene i tuoi amici.- ironizzò lui -Sai che non si fidano.-

-Certo che si fidano! O almeno, Suzanne oramai si fida di te, per cui spalleggeranno lei.-

-Sue si fida di me?- domandò Brad, sorpreso.

Katie annuì, mostrandogli un sorriso gioioso.

-Impossibile.-

-Non lo direbbe mai, ma è la verità. Fidati tu questa volta, la conosco.-

Brad sembrò ponderare sulle parole di Katie e poi fece un cenno di assenso.

-D'accordo, pulce, non li farò uscire in giardino.-

-Grazie, Brad!- Katie si slanciò per abbracciarlo, spiazzando il ragazzo che non riuscì nemmeno a ricambiarlo -Grazie davvero! Abbiamo proprio bisogno di stare un po' fra di noi!-

-Sarà interessante vedere come la prenderà il ragazzo di Alicia.- ghignò Brad, mentre Katie scrollava le spalle per non dare peso a quel commento.

-Farò finta di non averti sentito. So che in realtà non vorresti vedere Alicia soffrire.-

-Infatti non è lei che sta soffrendo.- replicò Brad, accentuando il ghigno -Comunque sei più rumorosa del solito oggi o sbaglio?-

-No, non sbagli.- Katie gli fece un altro sorriso gigante -Voglio proprio tornare a vedere i miei amici sorridere.-

-Uhm, sì, questo è tipico di te. Probabilmente sei l'unico componente del gruppo a riuscire a far sorridere e a mettere d'accordo tutti gli altri.-

-Davvero lo pensi? Sarebbe anormale, però, non pensi?-

Brad corrugò la fronte.

-E perché mai?-

-Dovrei essere quella che si è integrata di meno. Sono stata l'ultima ad entrare nel gruppo!-















-Beh, ci vediamo allora. Ciao!- Katie corse via, diretta verso lo spogliatoio.

Le sue amiche Leanne e Tamara la stavano aspettando vicino alle tribune.

-Quello scricciolo è pieno di energie, non trovate?- disse Angelina, sistemando la sua scopa e slegandosi i capelli -Non riesce proprio a stare ferma.-

Angelina, non ricevendo risposta, si voltò verso i suoi amici.

Oliver aveva un'espressione sconvolta e stava guardando delle carte con aria meravigliata.

Alicia era appena scesa a terra e si era persa il suo discorso.

I gemelli, invece, la stavano guardando in maniera fissa. Troppo fissa e Angelina si sentì in imbarazzo e cacciò un urlo.

-Che diavolo fate!? Perché mi fissate in quel modo!?-

-Sei diventata più carina, Angie.- rispose Fred senza peli sulla lingua -Soprattutto con i capelli sciolti, stai davvero bene.-

-Confermo.- aggiunse George, schiacciandosi i capelli più lunghi sulla fronte per nascondere la sua espressione.

-Smettetela. Subito.- Angelina gonfiò le guance, vergognandosi di quei complimenti. Lei, a differenza di Alicia, non era abituata a riceverli.

-D'accordo, cosa stavi dicendo?- sbuffò Fred, iniziando a sbottonarsi la divisa.

Angelina spostò subito lo sguardo e lo puntò verso Alicia che li aveva raggiunti.

-Katie. La trovo adorabile e dolce. Ed è pure brava a Quidditch.-

-Sì, è vero. È proprio una brava ragazza.- continuò Alicia, mostrando il suo raro sorriso.

Il sorriso che mostrava unicamente ad Angelina e di cui, ultimamente, anche Katie aveva potuto beneficiare.

I gemelli rimasero sconvolti di fronte a quell'espressione, mentre Oliver era ancora stranamente silenzioso.

-E poi credo che...-

-Ehi, ragazzi, avete finito? Vi aspetto?-

-Credo che sia proprio una bella persona e potrebbe essere anche una grande amica.-

-Alicia! Vi ho fatto una domanda!- tuonò Lee, mettendosi di fronte alla ragazza e agitando le mani per farsi vedere -Non ignorarmi!-

-Idiota, stavo parlando e mi hai interrotto.- replicò Alicia, cambiando direzione per superarlo.

-Scusami tanto.- bofonchiò Lee, per nulla dispiaciuto -E, sentiamo, di cosa stai parlando di così interessante?-

-Di Katie Bell.- A rispondere fu Angelina, mentre i gemelli avevano preso a rincorrersi e a spintonare Oliver per dargli fastidio -Sai, la nuova ragazza della squadra.-

-Bambina.- la corresse Oliver, staccando finalmente gli occhi dai fogli -È poco più che una bambina ed è già così brava a Quidditch, com'è possibile?-

-Harry era più piccolo quando è entrato in squadra.- disse Alicia e Lee fu pronto a ribattere.

-Harry di qui, Harry di là. Sposami, Harry Potter!- la scimmiottò Lee, seguito a ruota dai gemelli che presero a rincorrere Alicia sbraitando “Sposaci, Alicia!”

-Sei stato tu l'anno scorso a dire che eravamo la migliore squadra di Grifondoro da un sacco di tempo. Sapevi quanto Katie fosse in gamba.- commentò Angelina, avvicinandosi a Oliver.

-Sì, ma non pensavo così!-

-Cos'è che ti sconvolge tanto, Ollie? Che potrebbe diventare più brava di te?- lo canzonò Alicia, sputando da dietro l'amico -Sai quanti giocatori esistono più bravi di te!? Una caterva!-

-Uhh, che paroloni, miss Spinnet.- Lee usò il tono della McGranitt -Cinque punti a Grifondoro!-

-Io so qual è il problema del nostro Capitano.- disse George, affiancandosi ad Angelina -Gli da fastidio.-

-Cosa?- domandò Angelina, guardando George.

-Che siamo stati noi a scoprire Katie e non lui.- continuò Fred, allungando una mano fra Angelina ed Oliver e spingendo il ragazzo lontano da lei per mettersi al suo posto -Anche quando gli abbiamo detto di darle una possibilità, lui all'inizio aveva rifiutato, ricordate? Adesso sta capendo quanto è stato tonto!-

-Tanto per cambiare.- aggiunse Lee, facendo ridere Alicia.

-Non è vero!- sbottò Oliver, offeso.

-E sta capendo che forse come Capitano non vale niente!- concluse George con un sorriso e Oliver spalancò la bocca.

-No, questo non lo accetto!-

I gemelli e Lee presero a correre per tutto il campo, urlando “Vogliamo un nuovo Capitano!”, inseguiti da Oliver che li pregava di smettere.

-Ehi, Alicia, tutto bene?- chiese Angelina all'amica che sembrava pensierosa.

-Stavo pensando... Katie è simpatica ed è allegra.-

-E quindi?-

I ragazzi le avevano raggiunte e stettero in silenzio per ascoltare Alicia.

-Forse sarebbe più adatta lei a questo gruppo.- la ragazza abbassò lo sguardo.

-Rispetto a te?- domandò subito Lee, beccandosi un pugno in testa da Fred.

Alicia annuì e li guardò.

-Abbiamo abbastanza allegria in questo gruppo, Alicia.- chiarì George, tentando di allungarsi per accarezzarle la testa, ma lei si spostò -Visto? Abbiamo bisogno di un po' di spine.-

-Spine della Spinnet!- se ne uscì Lee, non facendo ridere nessuno -Uffa e io che cercavo di sdrammatizzare!-

-Però forse Alicia ha ragione.- disse Oliver con un sorriso -Nel senso... Noi ridiamo e scherziamo, ma forse manca davvero qualcosa in questo gruppo.-

-Non l'allegria però.- disse subito Fred e Angelina annuì e disse.

-Manca la dolcezza. E una persona che riesca a mettere tutti... Non so, d'accordo.-

-Aspetta, fammi indovinare... Vuoi far entrare lo scricciolo nel gruppo!- disse George, prendendo in giro Angelina che annuì di nuovo.

-Esattamente.-

-Ha già delle amiche.- disse Oliver senza girarci intorno.

-Non essere sempre così pessimista, Ollie! Dovremmo trovare qualcuno di positivo da affiancarti, così saresti un po' più sereno.- commentò Lee, dandogli una manata sulle spalle -Ma per il momento diventiamo amici della seconda persona che riesce a far sorridere l'arpia.-

Alicia allungò una mano verso Lee, come se volesse accarezzarlo.

-Idiota!- Alicia gli strinse la guancia fra le dita -Dovremmo affiancarti ad una persona super intelligente per tutte le cretinate che dici!-

-E Katie sia allora.- disse Angelina per sedare un altro interminabile litigio fra Lee ed Alicia -Gemelli?-

-Oh, scusate, non stavamo ascoltando.- disse Fred con nonchalance -Ci siamo chiesti più di una volta quando ci sareste arrivati.-

-E ci fa piacere annunciarvi che ci avete messo un anno! Complimenti!- continuò George, buttando loro dell'erba in testa come se fossero coriandoli.

-Che stanno blaterando!?- sbottò Alicia, pulendosi i capelli con cura maniacale.

-Non ne ho idea.- ammise Angelina -Cosa volete dirci?-

-Ma secondo voi perché abbiamo chiesto a Katie di fare i provini di Quidditch?- domandò Fred con un sorriso -Certo, è brava, ma questa squadra non è la nostra priorità.-

-Come no!?- urlò Oliver sconvolto -Cos'è la vostra priorità allora?-

-Il gruppo ovviamente.- dichiarò George solennemente. Impossibile dire se fosse serio o no -Katie ci è piaciuta da subito, per cui aspettavamo il momento in cui Angelina ed Alicia avessero capito che Katie è una persona speciale. Speciale abbastanza per questo gruppo.-

-Ovviamente sapevamo che Lee ed Ollie non ci sarebbero arrivati.- continuò Fred, mentre Lee ed Oliver si voltarono con un “Ehi!” indispettito -Ma da voi, donzelle, ci aspettavamo di più.-

-Siamo molto delusi.- concluse George, facendo finta di piangere.

-D'accordo, abbiamo capito, può bastare.- disse Angelina con un sorriso -Allora la invitiamo ad uscire con noi ogni tanto. Così può stare anche con le sue amiche.-

-La nostra mascotte!- esclamò Lee, facendo ridere i gemelli.

-Ehi, non è un animaletto domestico.- li rimproverò Oliver -Andateci piano con lei. È una pulce vicino a voi.-

-Pulce.- ripeté Angelina con un sorriso -Carino.-

-Uh, che schifo.- replicò Alicia -Abbiamo già un pidocchio, possiamo evitare di avere anche una pulce?-

-E chi sarebbe il pidocchio?- domandò Lee, pronto ad aggredirla.

-Chi me l'ha chiesto perché ha la coda di paglia.-

-Sai, ti preferivo quando stavi zitta.-

-Io non ti preferisco in nessun modo.-

Angelina fece andare avanti Alicia e Lee, intenti ad insultarsi.

-Come farò con questo gruppo?-

I gemelli l'abbracciarono, con Oliver che sorrise a tutti e tre.

-Lo sappiamo che ci adori, mammina!- disse George, stringendola.

-Fusa, fusa.- continuò Fred, facendo su e giù con la testa come un gatto.





-Ollie, capisco che siate tutti preoccupati per noi, ma non credo che... Come l'hai chiamata? Una riunione possa aiutarci.- disse Angelina, seduta al tavolo della cucina e tamburellando le dita sulla superficie di legno -Sai, dopo quello che è successo fra me e George...-

-Nessuno meglio di me può capire la tua situazione, Angie.- la interruppe Oliver, prendendole una mano per farla rilassare -Pochi giorni fa eravamo solo degli amici per George e Katie e ora stiamo con loro. È una situazione bizzarra e per nulla facile da gestire. Oltretutto è anche parecchio imbarazzante.-

-Imbarazzante?- chiese Angelina, di colpo confusa -Perché imbarazzante?-

-Non so come la stiate affrontando tu e George, ma per me e Katie è davvero complicato. Qualche giorno fa la mia ragazza baciava il tuo ragazzo e... beh...-Oliver divenne paonazzo e abbassò gli occhi -Beh, facevano anche altro insieme... Sai...-

-Ho capito.- lo bloccò Angelina con un gesto del mano -Sì, anche per noi da quel punto di vista è alquanto imbarazzante. Però noi abbiamo un problema in più. Fred. Non abbiamo neanche avuto il tempo di dirglielo che lui aveva già capito tutto ed è stato un momento orribile. Un momento che non vorrei ripetere perché vedere Fred in quello stato...- Angelina tremò al ricordo e Oliver le strinse ancora di più la mano.

-Non ce la faccio, Ollie. Qualsiasi cosa faccia, qualcuno soffre. E, non vorrei passare sempre per la solita vittima, ma è davvero difficile che qualcuno mi capisca. Nemmeno io riesco ad esprimere a parole quello che provo per i gemelli.-

-Lo so.- replicò Oliver, sorridendole -Lo so che è difficile, ma parlando sempre della teoria di Suzanne sull'amore...-

-Uff, quella stupida teoria... Spunta sempre nelle occasioni peggiori.- brontolò Angelina, asciugandosi una lacrima che era scappata.

-Io adesso non ti so dire se effettivamente per ogni persona esistano due amori.- continuò lui, accarezzandole una mano -Non te lo so dire proprio perché io... Ecco, io ho amato solo Katie e n-non credo che questo... cambierà.-

Angelina gli sorrise di fronte a quella dichiarazione verso l'amica e sorrise anche di fronte all'imbarazzo e alla tenerezza del ragazzo.

-Ma, Angie, magari per qualcuno è davvero possibile amare due persone. Anche contemporaneamente.- Oliver tornò serio, il rossore però gli colorava ancora le guance -Il punto è proprio questo, però. Saranno sempre due sentimenti diversi. Sarà amore forse, ma non proverai mai le stesse cose per due persone che di fatto sono differenti.-

-Quindi?-

-Quindi se hai scelto George...- Oliver prese un bel respiro e continuò -È perché ami lui di più. Nel momento stesso in cui scegli è perché hai preferito qualcosa a qualcos'altro. Beh, in questo caso qualcuno, ma è lo stesso.-

-E allora Alicia ama di più Jared?- chiese Angelina e Oliver sorrise prima di scuotere la testa.

-Si può scegliere per tante ragioni diverse. Tu non sei Alicia. Lei ha scelto chi l'avrebbe fatta soffrire di meno, tu hai scelto chi ti rendeva più felice.-

-E non è la stessa cosa? Abbiamo cercato entrambe di essere felici.-

Oliver le lasciò andare la mano e si alzò dal tavolo.

-Purtroppo a volte chi ti rende più felice è anche la persona che ti fa soffrire di più. Non succede in tutte le relazioni, ma in alcune sì. E Alicia è davvero felice con Jared, ma non quanto potrebbe esserlo con Lee.- Oliver la fece alzare dalla sedia e l'abbracciò -Tutto questo te lo sto dicendo per convincerti a venire a quel raduno, riunione o come cavolo si chiama.-

-Che c'entra questo discorso con la riunione?- soffiò Angelina, ricambiando l'abbraccio del ragazzo.

-Fred avrà perso la sua anima gemella, ma ci sono tante altre persone che gli vogliono stare attorno. Persone che ci tengono e gli vogliono bene. L'amore non è l'unico sentimento che deve essere coltivato, sai?-

Angelina sorrise nell'abbraccio e lo strinse ancora più forte.

-Da quand'è che sei diventato così saggio?-

-Sai cosa sarebbe successo se io non fossi entrato nel vostro gruppo? Sarei rimasto un povero fissato del Quidditch.-

-Ma tu sei un fissato del Quidditch.-

-Un saggio fissato del Quidditch. C'è differenza.-







-Quanti anni hai detto che ha tuo fratello, pulce?- chiese Angelina, mettendosi comoda sulla poltrona davanti al caminetto della Sala Comune -Sam, giusto?-

Katie annuì, alzando la piuma d'oca dalle sue lettere.

-Ne ha cinque ed è una peste.-

-Ha già manifestato la magia?- domandò Alicia, china sul suo tema -Diana la scorsa settimana ha spento tutte le luci di casa.-

-Tutte le luci di casa tua?- s'informò Lee, seduto ai piedi della poltrona di Alicia -Uao, davvero incredibile. Casa tua è più grande di un albergo!-

-Te l'abbiamo già spiegato, Alicia, la tua famiglia non è normale.- commentò Katie con un sorriso -Nessuno sviluppa la magia così presto.-

-Tranne me.- ribatté lei, alzando il naso all'insù per prenderli in giro.

Tutti risero e Oliver, sdraiato sul tappeto accanto a Katie che scriveva, sbirciò la seconda lettera.

-A chi scrivi?-

-Una è per i miei genitori e l'altra è per i miei amici.-

-Quali amici?- domandò ancora Oliver, provando a leggere, ma Katie tolse la lettera dalla sua portata.

-I miei amici d'infanzia. Ci teniamo ancora in contatto, anche se non ci vediamo più tanto spesso.-

Oliver non commentò oltre e si concentrò sui suoi modellini con un'espressione pensierosa.

Angelina si scambiò un'occhiata con Alicia che fece spallucce, ma con l'ombra di un sorriso.

-Dove si sono cacciati i gemelli?- domandò poi Angelina, visibilmente preoccupata.

-Lo sai come sono fatti, saranno sicuramente a combinare qualche guaio.- disse Lee, sbadigliando senza mettere la mano davanti e beccandosi un colpo in testa da Alicia -Ahia, Alicia!-

-È questo che mi preoccupa. Dopo tutto quello che sta succedendo e tutti gli attacchi che sono avvenuti, loro se ne vanno tranquillamente in giro quando c'è il coprifuoco?-

-Chi è stata attaccata ancora?- domandò Katie, sicura di essersi persa qualcosa.

-Hermione Granger, l'amica di Ron.- rispose Angelina, sospirando triste.

-E di Harry.- aggiunse Alicia, facendo voltare Lee -Cosa? È vero!-

-Ma si può sapere che cosa stai facendo?- chiese Lee, indicando il tema di Alicia che boccheggiò.

-Scommetto cinque galeoni che è il tema per Allock.- se ne uscì Fred, entrato in quel momento con George al suo fianco -Il vostro amato Allock.-

-Sei solo invidioso della sua popolarità, Fred.- commentò Angelina, che fece di tutto per non mostrarsi sollevata, ma senza riuscirci davvero.

-Moi? Ma mia cara chérie, sai quanto io sia popolare fra le ragazze.- incominciò Fred con un nasale accento francese -Tutte le mademoiselles muoiono per me ed io, ahimé, sono costretto a rifiutare qualche proposta per non ferirti troppo.-

-Perché dovresti rifiutare per me?- domandò Angelina in imbarazzo, mentre tutti ridevano di Fred che si lasciò cadere ai suoi piedi quasi come se le volesse chiedere la mano.

-Ma perché prima o poi ti accorgerai di che bel ragazzo tu abbia accanto e di quanto profondamente tu in realtà mi ami!- Fred le prese davvero la mano e con fare scenico prese a dirle parole a caso sempre con lo stesso tono francese.

-Oppure.- lo fermò George, mettendosi in mezzo -Invece della copia, potresti avere l'originale. Le imitazioni fanno schifo.-

-Questa è mia.- disse Fred, fingendosi scandalizzato -Sicuramente mi hai rubato la battuta, fratellino.-

-Buuu, dimostralo!- George con una spinta lo fece cadere sopra Katie che fece scattare la piuma d'oca e imbrattò d'inchiostro Oliver e i suoi modellini.

Alicia si mise una mano sopra la bocca, ma tutti gli altri risero divertiti e anche lei si lasciò andare.

Oliver prese i modellini e li contemplò con orrore.

-Non ci credo! Guardate cos'avete fatto, gemelli!-

-È stata Katie!- dissero all'unisono, ghignando trionfanti.

-Mi dispiace, Ollie, non l'ho fatto di proposito.-

Oliver guardò Katie, sporca anche lei d'inchiostro, e chiaramente dispiaciuta.

-Non me la prendo con te, Katie, sono stati i gemelli.-

-Oh, Katie, lo sai che non me la prenderai mai con te.- partì George, scimmiottando Oliver -Tu sei così perfetta, pura e adorabile che non faresti mai qualcosa di sbagliato.-

-E io ti adoro, ti adoro e ti adoro.- gli fece eco Fred, cantando quelle parole e facendo sprofondare Oliver nella più completa vergogna.

-Smettetela, Katie è davvero troppo buona per fare dispetti. Non è come voi due o Angelina.-

-Che c'entro io?- bofonchiò Angelina, ridendo poi due secondi dopo.

-Appunto.-

-Ma poi, scusa, che fai a fare quei modellini, Capitano?- domandò Lee, mentre Oliver provava a darsi una ripulita -Il Quidditch è stato annullato per il momento, no?-

-Non ricordarmelo, Lee. Sono già abbastanza depresso.-

-Come farai a vivere senza il tuo amato Quidditch!?- lo apostrofò Katie con un sorriso, ma Oliver difficilmente se la prendeva se era Katie a scherzare sulla sua fissazione.

-Niente Quidditch.- ripeté Lee, facendolo apposta e allora Oliver si voltò per sporcare anche lui con l'inchiostro -Non ci credo, l'hai fatto davvero!-

Alicia rise senza più contenersi di fronte a Lee macchiato d'inchiostro.

-Bella mossa, Ollie.-

-Ehi, Alicia, tu sei brava con gli incantesimi. Dammi una ripulita.- pregò Lee ed Alicia scosse la testa.

-Sai che non mi ricordo proprio qual è l'incantesimo giusto?- disse lei, facendo ridere tutti perché era impossibile che la ragazza dimenticasse qualche incantesimo.

-Ah, sì?- disse Lee con un sorriso furbetto, alzandosi in piedi -Vediamo se ti dona anche il nero, Alicia?-

-Che vuoi fare?- Alicia provò ad alzarsi, ma i gemelli la tennero ferma sulla poltrona -Voi due, lasciatemi!-

Lee le si strofinò addosso e la sporcò d'inchiostro tra le risate generali.

Alicia riuscì a liberarsi e abbracciò Fred per macchiare anche lui.

-Oh, Angie, dai un'occhiata, dai un'occhiata. Un'altra ragazza pazza di me!- commentò Fred, coinvolgendo nell'abbraccio George e sporcando anche lui.

-Tutti sulla mamma!- trillò all'improvviso Katie e tutti si gettarono su Angelina, l'unica ancora pulita e, tra una spintonata e un'altra, caddero tutti per terra, completamente macchiati d'inchiostro e suscitando la curiosità di tutti.

-Ci prenderanno sicuramente per pazzi.- commentò Alicia, scossa dalle risa.

-Beh, chi se ne importa, no?- chiarì Fred, pulendo una guancia di Angelina con la mano -Ci vuole un po' di pazzia nella vita.-

-Già.- dissero George e Lee insieme, scoppiando poi a ridere dopo essersi visti in quello stato.

-Già.- aggiunse Katie, facendo un sorriso ad Alicia.

-Già.- continuarono Angelina e Oliver, divertiti da quella strana conversazione.

-Immagino che dovrei dire “già” anch'io, vero?- disse Alicia, provando a darsi contegno.

-Alicia!!-

-Okay, okay.- Alicia sorrise a tutti -Già.-







-Non accetterò un no come risposta, Fred, per cui alzati e scendi con me in giardino.- dichiarò Alicia sicura, tendendogli una mano.

Fred, che era seduto su una sedia con le braccia e le gambe incrociate, sbuffò e scosse la testa.

-Non m'interessa passare del tempo con voi. Il mio gruppo erano solo George ed Angelina.-

-Oh, che cattiveria.- replicò scenica Alicia, scrollando le spalle -Dimentichi con chi stai parlando, Weasley. Dicono che siamo simili per un motivo. Coprire il tuo dolore con l'astio non ti servirà a niente. So che vuoi bene a tutti noi. Hai imparato a farlo, anche se un tempo avresti amato solo tuo fratello ed Angie-

-Alicia, non sono proprio dell'umore. Vi sto facendo un favore. Davvero.-

La ragazza sospirò, ma non si fece abbattere dalle parole dell'amico. Gli prese una mano e lo fece alzare prima di abbracciarlo stretto.

-Alicia...?-

-Vedi? Un tempo ero allergica agli abbracci... Anzi, a qualsiasi tipo di contatto umano.- iniziò lei, stringendolo più forte -Ma voi tutti mi avete accettato lo stesso e poco a poco avete buttato giù la mia corazza dura con i vostri scherzi, i vostri sorrisi e il vostro conforto. Pensi che non mi ricordi quella volta in cui hai organizzato la festa per farmi chiarire con Lee?-

-L'avevo fatto per Angie.- insistette Fred con le braccia lungo i fianchi.

-Lo so.- soffiò Alicia con un sorriso, anche se Fred non poteva vederla -Ma so che da allora le cose sono cambiate e che hai imparato a tenere a tutti noi. Non ti sto dicendo di far finta che non sia successo nulla né di far tornare le cose com'erano un tempo. Non ti sto chiedendo di far pace con loro due perché so che succederà da sé. Sono le persone che ami di più al mondo e prima o poi troverete un punto d'incontro. Ti sto dicendo che ti voglio bene e come me tutti gli altri. Come voi avete abbattuto la mia, noi abbatteremo la tua corazza di rabbia e rancore, Fred.-

Il ragazzo non poté non stringerla dopo quelle parole perché sapeva quanto le fosse costato parlare così a cuore aperto.

Alicia lo allontanò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.

-So che che sei arrabbiato anche con te stesso.-

Fred sbatté gli occhi, sorpreso. Nessuno era mai riuscito a capire così bene quello che provava, eccetto George ed Angelina.

-Come diavolo hai fatto?-

-Lo so perché so quanto tu voglia bene a George. Una parte di te è felice che George sia felice. Ho ragione?-

Fred fece un mezzo sorriso e tornò ad abbracciarla.

-Ecco, ora che non puoi vedere la mia faccia, posso farti un altro discorso imbarazzante.- mormorò Alicia, appoggiando il mento alla sua spalla -Capisco che tu in questo momento voglia startene ore ed ore a... piangere, a pensare dove hai sbagliato e a cercare in quale momento preciso hai perso la rotta. Angelina mi ha raccontato che una volta George le ha detto che avrebbe accettato vicino a lei anche uno sconosciuto, l'importante era la sua felicità.-

-Tipico di lui.- disse Fred con una risatina.

-Già.- ammise Alicia -Per George prima arrivano gli altri e poi se stesso.-

-Io sono più egoista.-

-Non è vero. C'è una persona che perfino per te, Fred, viene prima.-

Fred non ebbe bisogno di pensare a chi si stesse riferendo l'amica.

-George.-

Alicia annuì sulla sua spalla e si liberò dall'abbraccio.

-Quindi va bene, no? Angelina non ha scelto uno sconosciuto, ma tuo fratello, per il quale faresti di tutto. In questo modo... non è... più facile accettare la cosa?-

-Fa comunque male, ma è un buon punto di partenza.-

-Un piccolo buco nella tua corazza.- disse Alicia, facendo il suo raro sorriso e facendo sorridere anche Fred.

-Non era granché imbarazzante come discorso.- chiarì lui, appoggiandole una mano sopra la testa.

-Beh, è strano che io parli di sentimenti, no? Pensavo di aver toccato il fondo con quel “ti voglio bene!”-

-Ahhh, come sono sopravvissuto per tutto questo tempo con te che non eri la mia confidente?- domandò Fred, facendo una risata che infuse il buonumore in Alicia che rispose.

-Lo so, lo so. Sareste persi senza di me.- Alicia gli prese una mano -Andiamo.-

-Prima voglio ricambiare il discorso imbarazzante.- Fred le tenne la mano e continuò -Non fare il mio stesso errore, Alicia. Non dare niente per scontato.-

-Che vuoi dire?-

-E dire che sei famosa per la tua intelligenza.- minimizzò Fred, alzando gli occhi al cielo -Non dare nessuno per scontato. Chi vuole te oggi, non è detto che voglia lo stesso domani. Hai capito adesso?-

Alicia arrossì, comprendendo bene le parole dell'amico e annuì.

Fred sorrise e la tirò per la mano.

-Ora possiamo andare.-







-Non funzionerà, Lee.- disse George, scendendo le scale con l'amico -Fred mi odia e ha tutte le ragioni per farlo. Gli ho portato via l'unica ragazza che potrà mai amare. E poi dicono che sono io il gemello buono!-

Lee fece una risatina e si fermò sulle scale per voltarsi a guardarlo.

-Non essere idiota, George! Lo sappiamo tutti che non avevi premeditato di innamorarti di Angie. Non potevi semplicemente evitare... di provare quello che provi. Non funziona così.-

George sbuffò, ma continuò a fissarlo in attesa che dicesse altro.

-E poi non ti odia. Secondo il tuo ragionamento, allora io dovrei odiare Jared! Avrei tutte le ragioni per farlo visto che io ho conosciuto per primo Alicia e che non abbiamo alcun legame di sangue che mi leghi per forza a lui.- Lee alzò gli occhi al cielo, come se avesse appena notato qualcosa sul soffitto -In effetti dovrei proprio odiarlo per quello che mi ha fatto.-

George rise di fronte a quell'espressione buffa di Lee e gli fece cenno di continuare a scendere.

-Magari non mi odia, ma non credo che il nostro rapporto si possa recuperare.-

-Oh, andiamo, siete voi due! I gemelli Weasley! L'unica volta che non siete stati insieme tu hai perso un orecchio. Non potete semplicemente smettere di essere così incredibilmente legati. È matematico che tutto tornerà come prima, Fred ha solo bisogno di tempo. Senza contare che stiamo parlando di te ed Angelina, le persone che ama di più al mondo.-

-Sei sicuro che lui verrà a questo incontro?- domandò George per nulla convinto -Ho provato a stargli vicino milioni di volte, ma ha sempre fatto finta di non vedermi.-

-Verrà, verrà.- rispose con sicurezza Lee -Ho mandato Alicia da lui e sai quanto possa essere convincente Alicia Spinnet.-

-Sì, lo so.- sorrise George, immaginando cosa si fosse inventata l'amica per farlo scendere in giardino -Ma forse neanche Alicia gli farà cambiare idea.-

Lee si fermò proprio in cucina, ad un passo dal giardino, e si voltò nuovamente verso l'amico.

-Duro ammetterlo, ma Oliver aveva ragione. All'inizio di tutto c'eravamo noi quattro e io, te e Fred eravamo molto più legati di quanto non foste voi due con Angelina. Poi però i rapporti sono cambiati, altre persone si sono aggregate e io passavo quasi tutto il mio tempo a dar fastidio ad Alicia e si sono formati i FAG. Motore, colla e cuore.-

-Eh?- George pensò che a Lee fosse andato il tilt il cervello.

-Non ti ricordi? Voi tre siete il motore, la colla e il cuore del gruppo. Siamo tutti indispensabili, ma senza di voi non possiamo farcela.-

-Sei davvero cambiato.- ammise George, sorridendogli.

Lee gli diede un pugno su una spalla.

-Grazie. Sei pronto a vedere se Alicia ce l'ha fatta?-

George annuì e aprì la porta che dava sul giardino con esitazione.

Alicia fu la prima ad accoglierlo con quel suo sorriso sincero e Lee lo superò per raggiungerla.

-Alt!- Alicia stoppò Lee prendendolo per un braccio -Tutti e due, fermi.-

George si avvicinò ad entrambi e Lee guardò Alicia nel tentativo di capire cosa volesse dire loro.

-Da qui in poi si torna indietro. Non avrete più diciannove anni, ma quattordici.-

-Quattordici?- ripeté Lee, storcendo il naso -Perché proprio quattordici?-

-È quando è entrata in modo effettivo Katie nel gruppo.- chiarì George, ricordando bene ogni cosa -Katie era al terzo anno e Oliver al sesto.-

Alicia annuì e sorrise a George, quasi per premiarlo del fatto che ricordasse.

-Io e te litigavamo sempre a quattordici anni.- ricordò Lee per attirare l'attenzione di Alicia che spostò lo sguardo per guardarlo.

-E a quindici, a sedici e a diciassette...- commentò Alicia, sorridendo anche a lui -Io e te litighiamo da sempre. Comunque, George, guarda laggiù.-

Alicia si fece da parte e George vide Fred seduto accanto ad Oliver e... stava ridendo.

Probabilmente lo stava stuzzicando su qualcosa perché anche Katie ed Angelina ridevano e Oliver sembrava quasi offeso.

-Non ci credo...- soffiò George, aprendosi in un sorriso -Impossibile.-

Lee guardò Alicia e le sorrise.

-Ero sicuro che ce l'avresti fatta.-

Alicia alzò gli occhi al cielo.

-A quattordici anni non mi avresti mai fatto un complimento! Dai, riprovaci.-

-Quale tortura crudele hai architettato per convincerlo, arpia?- domandò Lee, prendendola in giro e Alicia alzò il naso all'insù.

-Idiota.- Alicia diede un colpetto sulla schiena a George -Coraggio!-

I tre si riunirono al gruppo e tutti applaudirono.

-Era ora!- esclamò Katie, addentando una Cioccorana.

Quella riunione si era trasformata improvvisamente in un pic-nic di schifezze.

-Di chi è stata l'idea?- domandò Alicia, sedendosi accanto a Fred che sorrise ed indicò Angelina.

-Dell'impiastro.-

George prese posto accanto ad Alicia e fu affiancato da Lee, che era seduto accanto ad Angelina.

Katie ed Oliver chiudevano il cerchio.

-Alicia, siediti accanto a me.- disse all'improvviso Lee, buttandosi verso il pacco di patatine aperte.

-Jordan, non mi siederei mai accanto a te.- chiarì lei per fargli capire che non era così che doveva comportarsi.

-Su, Spinnet, vieni qui. Non muoio nemmeno io dalla voglia di starti troppo vicino, ma i gemelli devono sempre stare insieme. Lo sai come sono fatti e tu sei di troppo fra di loro.-

Alicia trattenne un sorriso e fece l'occhiolino a Fred che le sorrise.

La ragazza si spostò e George si sedette accanto a Fred che riuscì a guardarlo e a sorridergli come se niente fosse cambiato fra di loro.

-Bene, ora possiamo cominciare.- proruppe Oliver, allegro -Secondo voi vinceremo la Coppa di Quidditch quest'anno?-

-Oliver!!-

-Cosa?- domandò lui, guardando Katie che rideva senza freni.

-Sei senza speranza.- chiarì Lee, lanciandogli una TuttiGusti azzurra -Secondo me perderete!-

-Cosa!?- sbottò Oliver, sconvolto -Siamo la migliore squadra di sempre!-

Angelina guardò Alicia, mentre in sottofondo i gemelli e Lee continuavano a scherzare con Oliver, e sorridendole la ringraziò a bassa voce.

Alicia ricambiò il sorriso e le fece un cenno con il capo.

Per i suoi amici questo ed altro.



Spiegazioni, varie ed eventuali:

Eccomi di ritorno! Parto subito dicendo che questo tipo di narrazione (flashback+presente) sarà presente anche nel prossimo capitolo.

Quindi è come se fossero due capitoli divisi in due parti.

Volevo postarli insieme, ma devo ancora rivedere la seconda parte, per cui tenetevi pronti perché in questi giorni posterò anche l'altra metà del capitolo.

Con questo capitolo “doppio” volevo proprio mostrare come si sono evoluti i rapporti nel gruppo.

La storia parte dal loro quinto anno (quarto per Katie e settimo per Oliver), per cui i rapporti più o meno erano già abbastanza consolidati.

E non parlo ovviamente delle coppie, ma proprio dei rapporti d'amicizia.

In questa prima parte si vede come il gruppo si sia creato, da cosa sia partita la decisione di far entrare altre persone e il diverso modo di rapportarsi dei sette ragazzi.

Lee, ovviamente, in principio era contrario a chiunque. O almeno era contrario ad Alicia, perché si odiavano dall'inizio, e ad Oliver per via di Angelina (ricordiamolo, all'epoca aveva una cotta per lei).

Nella seconda parte vedremo meglio come siano cambiati gli atteggiamenti e i rapporti del gruppo. Sempre attraverso i flashback.

Fred, ad esempio, che all'inizio teneva solo a George e ad Angelina.

Alicia, che, come abbiamo visto, in un primo momento non rivolgeva la parola a nessuno ed era molto fredda.

O Katie che all'improvviso avrà due gruppi tra cui dividersi.

Tutto questo verrà esplorato ancora.

Passando al presente, invece, posso solo dire che questa sorta di “riunione” non risolverà assolutamente tutto.

I FAG avranno ancora i loro problemi, ma vedremo cosa succederà fra di loro.

E ci saranno altri problemi anche fra Alicia e Lee, che già hanno semi-discusso in questo capitolo, e Jared che dirà la sua a proposito di questa sorta di festa dei magnifici sette.

Anche le coppie George/Angelina e Oliver/Katie non avranno proprio vita facile.

Sia Angie sia Ollie hanno parlato dei loro imbarazzi circa i baci ed intimità varie con George e Katie. Sarà molto strano per loro.

Una cosa che secondo me è molto importante per capire i personaggi è cercare dei parallelismi o delle differenze fra passato e presente.

Per esempio, nei flashback è Angelina il “leader”. Non nel vero senso della parola, ma nel senso che è lei che inizia a voler ampliare il gruppo ed è lei che spinge in modo che tutti provino ad andare d'accordo.

Nel presente è Alicia. Qui già si vede quanto lei sia cambiata. Non è più la bambina obbligata da Angie ad uscire con loro con la scusa di una scommessa, ma è quella che scende in prima linea per far chiarire i suoi amici.

O ancora Oliver.

Oliver, che è sempre stato quello più ai margini del gruppo, fa un discorso molto saggio ad Angelina. E tenete bene a mente tutto quello che ha detto Oliver. Sarà molto importante in seguito per capire i sentimenti di Angie.

Okay, mi fermo qui con gli esempi, ma credo che questo capitolo doppio sia fondamentale per capire ogni cosa.

O almeno ho cercato di far capire come io vedo i personaggi, come siano cresciuti (anche se solo attraverso alcuni flashback) e come sia cambiato il loro carattere per quello che succederà nei prossimi capitoli.

Ricordiamoci che manca poco alla guerra. E, purtroppo, ci saranno dei caduti.

Non vi auguro ancora Buon Natale perché, ripeto, la prossima metà verrà pubblicata in settimana.

GRAZIE a tutti <3

Un bacione e a presto :3





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Capitolo 50
*** Capitolo 48 (parte II) ***


Capitolo 48 parte 2

-E anche quest'anno è quasi finito.- disse Katie, sfogliando distrattamente il libro di Storia della Magia che aveva di fronte -Di solito cosa fate voi durante le vacanze estive? Io sono sempre con i miei, ma possiamo vederci ogni tanto. Sempre se vi va, eh, non vorrei che pensaste...-

-Merlino, Katie, ci fai rispondere?- la interruppe Alicia, seduta di fronte al suo specchio, intenta a tastare qualche prodotto per la pelle -Ahh, come mi sono ridotta. Un anno che ti ho vicino e già parlo come te.-

Angelina, sdraiata a pancia in giù sul suo letto, lanciò un'occhiata divertita a Katie che sorrise.

-Scusami.-

-Cosa stavi dicendo?- ironizzò Alicia, voltandosi verso le amiche e poi ammiccando -Giusto, cosa facciamo durante le vacanze. L'anno scorso non abbiamo fatto granché. Dove siamo andati, al lago? Un vero disastro.-

-Lee l'ha fatta cadere in acqua... vestita!- commentò Angelina, facendo ridere Katie.

-E l'ha fatto di proposito.- chiarì Alicia -Giusto per farti capire che non sono solo io l'unica a provocare.-

-E i gemelli stavano per affogare Oliver, ricordi?- continuò Angelina e Alicia annuì.

-Bei ricordi.-

Katie le lanciò un cuscino e rise.

-Povero Ollie!-

Angelina e Alicia si scambiarono un'occhiata.

-Povero Ollie?- chiosò Angelina, sorridendo a Katie che arrossì -Senti, pulce, dicci la verità, non è che hai preso una cotta per un ragazzo, vero?-

-Alto, bello ed estremamente tonto. Senza contare quel suo piccolo difettuccio di adorare il Quidditch. Hai qualcuno in mente che risponda a queste credenziali?-

Katie arrossì e scosse la testa.

-Non ho preso alcuna cotta.-

Katie era seduta ai piedi del letto di Angelina che allungò una mano per scompigliarle i capelli.

-Katie, a noi puoi raccontare qualsiasi cosa, lo sai. Non ti prenderemmo mai in giro.-

-Parla per te.- ironizzò Alicia e questa volta fu Angelina a lanciarle un cuscino.

-La mamma ha ragione, pulce. Siamo dalla tua parte.-

Katie le fissò, imbarazzata da quella situazione e annuì.

-So che sono senza speranze. Voglio dire, lui mi vede come una bambina, come se fossi sua sorella minore e non potrà mai vedermi in nessun altro modo.-

-Non è detto!- puntualizzò Angelina, ma Alicia aveva alzato un sopracciglio, scettica come sempre.

-Ricordate quando mi avete fatto vedere la prima ragazza di Oliver?- Katie sospirò -Sembra già una donna. È alta, formosa e molto matura per la sua età. Sono quelle le ragazze che gli piacciono, non quelle come me.-

-Cioè?- chiese Alicia, pronta a difenderla -Adorabili e con il sorriso sempre sulle labbra?-

Angelina sorrise per le parole dell'amica e continuò.

-Oliver ti adora, Katie. E magari adesso ti vede solo come una bambina, ma non pensare che lui sia tanto più maturo di te solo perché è più grande.-

-Vero. È scientificamente provato che i ragazzi maturano molto più tardi rispetto alle ragazze. Tra qualche anno avrai superato di gran lunga quel tonto di Oliver, vedrai. E magari sarà lui a correrti dietro.-

-Lo dici, ma non lo pensi.- la accusò Katie, ma gli occhi sorridevano e infine tutto il suo viso si aprì in un sorriso -Secondo voi mi esporrei troppo se gli facessi un regalo?-

-Il suo compleanno è passato da un pezzo. È stato a febbraio.- precisò Alicia, che aveva una memoria imbattibile.

-Lo so! Un regalo da amici, intendevo.- Katie arrossì -Per il meraviglioso anno che ho passato.-

-Grazie per la considerazione.-

-Alicia.- la rimproverò Angelina, scuotendo la testa -Non essere territoriale.-

-Non sono territoriale, sono solo onesta. Credo di aver dato più io a Katie rispetto ad Oliver. Sono io qui a meritare un regalo, visto che sopporto Lee Jordan dal primo giorno!-

Le due amiche risero e Katie corse ad abbracciarla.

-Ehi, che fai!?-

-Si chiamano abbracci, Alicia, e servono a trasmettere il nostro affetto alle persone.- Katie le diede un bacio sulla guancia -Ti voglio bene, Alicia Spinnet.-

La ragazza si imbarazzò, ma non perse il suo cipiglio deciso.

-E ho fatto un regalo a tutti voi perché ho passato dei fantastici momenti con il gruppo. Piano piano siete diventati importantissimi. Però non so proprio cosa regalare ad Ollie. Vorrei fargli qualcosa che gli faccia capire quanto ci tengo.-

-Troveremo qualcosa, tranquilla.- disse Angelina, alzandosi e allungando una mano verso le sue due amiche -Insieme possiamo anche trovare un regalo che svegli Oliver Baston.-

-Credo che potresti regalargli qualsiasi cosa.- ammise Alicia, raggiungendo Angelina con Katie -Da te accetterebbe tutto. Forse salterebbe anche un allenamento se glielo chiedessi.-

-Ora non esageriamo.- Katie scosse la testa, nascondendo il viso dietro le mani -Non ci tiene così tanto.-

-Beh, forse ora no, ma faremo tutto il possibile per fargli cambiare idea.-

Angelina guardò Alicia che annuì e Katie, sbirciando con le mani ancora sul volto, si sciolse in un sorriso felice.



Oliver sorrise a Katie, che stava addentando un muffin al cioccolato e stava spargendo briciole ovunque.

-Di chi è sciata l'idea dei muffffffin?- domandò lei -Sciono buonissimi.-

-Li ho preparati io.- ammise Angelina, poi diede un'occhiata al gruppo -Ragazzi, quando sarà finita la guerra voglio fare una vacanza con voi.-

-Quando avevamo quindici anni non c'era nessuna guerra.- la accusò Lee, facendola sorridere -Una penalità per te, Angie.-

-Se dovessimo segnare le penalità, tu saresti già a due, anche tre.- chiarì Alicia e tutti risero.

Lee fu veloce a replicare.

-Ti vorrei ricordare che se non fosse stato per me, tu saresti ancora quella silenziosa e altezzosa.-

Alicia lo guardò, provando a capire cosa intendesse.

-Ti provocavo perché mi stavi antipatica, ma anche per avere una tua reazione.-

-Insomma, se non fosse stato stato per Lee, ti saresti aperta molto meno nei nostri confronti.- chiarì Angelina, facendo annuire Katie e George.

-Beh, se vogliamo rinfacciare.- iniziò Alicia con un sorriso dispettoso -Angie, tu non avresti questo soprannome se non fosse per me.-

-Strano però.- se ne uscì Fred, cosa che fece quasi sobbalzare George -Possibile che nessuno, prima di Alicia, ti abbia mai chiamato con un diminutivo? Neanche i tuoi genitori?-

-A loro piaceva il mio nome per intero.- Angelina fece spallucce -E nemmeno voi tre mi avevate mai chiamato in un altro modo.-

Lee e i gemelli parlarono nello stesso momento.

-Ti conoscevamo da poco! Non sapevamo come volessi essere chiamata.- disse George.

-A me piaceva il tuo nome intero!- esclamò Lee, guadagnandosi un'occhiatina da Alicia, che, accanto a lui, udì bene la frase.

-Angie poteva anche essere il diminutivo di Angela e tu non ti chiami Angela!- Fred fece in modo di farsi sentire molto di più rispetto agli altri e, dopo un secondo di assoluto silenzio, tutti scoppiarono a ridere sonoramente.

-Angela non è così brutto come nome.- sentenziò Oliver e Angelina scosse la testa.

-D'accordo, Ollie, ma non ridevamo per quello.-

-Ridevamo perché Fred ha detto una cosa a caso.- chiarì Katie, sorridendogli e Oliver ricambiò il sorriso solo perché era lei.

-Perché esattamente siete stupiti del fatto che il Capitano non abbia capito?- domandò George; Lee e Fred annuirono in sincronia per prenderlo in giro e lui lanciò un'occhiataccia a tutti e tre.

-Posso sapere qual è stato il momento preciso in cui vi siete coalizzati contro di me?- domandò Oliver, imbronciato -E il movente anche!-

-Facile.- replicarono i gemelli e Lee all'unisono, sfoderando il migliore sorriso.









-Quell'Oliver proprio non mi piace.- sbuffò Lee per la terza volta, camminando con i gemelli lungo le vie di Hogsmeade -Avete visto come ha portato via le ragazze? Vuole già marcare il territorio.-

-Lee, voleva solo fare un salto da Mondomago e le ragazze l'hanno accompagnato.- chiarì George, cercando di risultare incoraggiante -Ce l'avranno chiesto mille volte di andare e abbiamo sempre detto di no.-

-Oh, ma per favore! Poteva benissimo andarci da solo, non gli serviva compagnia. Hai visto com'è carino e disponibile con Angelina e con la Spinnet? Sembriamo degli uomini delle caverne vicino a lui.-

-Parla per te!- disse Fred, fingendosi scandalizzato per far sorridere Lee, ma l'amico sembrava deciso a non cedere.

-Mi spiace, Fred, ma è così. È stranamente gentile, soprattutto con Angie.- Lee si grattò la testa -Almeno la Spinnet ha il buonsenso di tenerlo a distanza.-

-Ollie è così con tutti.- continuò George, camminando affianco al fratello che stava sorridendo rassegnato -È gentile anche con noi, anche se fai finta di non notarlo.-

-Anche se gli risponde male, vorrai dire.- lo corresse Fred -Stai diventando l'Alicia del gruppo.-

-Grazie, eh. Non mi pare che voi siate gentili con lui. Chi gli ha fatto trovare una divisa da portiere dei Serpeverde al posto della sua? Per poco non ci restava secco!-

-Ma sul serio Lee non ci sei ancora arrivato?- George scosse la testa -Sai che facciamo scherzi a tutti. Fidati, quando una persona non ci starà simpatica, sarai il primo a saperlo.-

-Perché a breve sarai tu a non starci più simpatico.- gli fece eco Fred, facendo ridere George che gli batté il cinque.

-Smettetela di prendermi in giro!-

-Sai, la tua cotta per Angie sta davvero peggiorando. Non puoi temere un rivale come Ollie. Non hai notato quanto sia completamente ingenuo? E Angie è timida e, semmai dovesse davvero provare qualcosa per lui...-

-Impossibile.- lo interruppe Fred -Con me vicino poi.-

-Semmai dovesse davvero provare qualcosa per lui.- ripeté George con un sorriso -Lei aspetterebbe la mossa di Oliver che non arriverà mai, proprio perché è timido anche lui. Poi non vedo alcun interesse in quel senso, da entrambe le parti.-

-Li hai osservati molto bene.- dichiarò Lee, stupito.

Fred si fermò all'improvviso e si voltò verso George, piegando la testa, come se lo stesse studiando.

-Non c'è niente di strano, osservo tutti voi. Siete difficili da capire e devo analizzarvi per riuscirci.-

Fred fece un'espressione che Lee non capì e tornò a guardare di fronte a sé, riprendendo a camminare.

-Dovreste aiutarmi comunque.- continuò Lee con fare lamentoso -Siete miei amici e dovreste darmi una mano con Angie.-

-Passi tutti i giorni a litigare con Alicia.- disse George, dandogli una pacca sulla spalla -Sei tu che non riesci a metterti in competizione.-

-In competizione?-

Fred si voltò di nuovo e disse.

-Ma com'è che ancora non vi chiamate per nome tu e Alicia?-

Lee sbuffò, mettendo di nuovo su il muso.

-Lascia stare. Ho provato a chiamarla per nome una volta e per poco non mi ha mangiato vivo. È pazza! Completamente fuori di testa! Ve l'avevo detto che non la volevo nel gruppo, ce l'ha sempre e solo con me!-

-In effetti sei l'unico che non chiama per nome.- ponderò Fred, fingendosi pensieroso -Deve proprio odiarti davvero.-

-Già.- commentò George, ma dalla faccia che stava facendo era evidente che avesse un'altra teoria.

-Mi spiegate la cosa della competizione? Con chi dovrei competere?-

Fred sorrise e lanciò un'occhiata a George che gli sorrise di rimando.

-Fred, piace anche a te!?- Lee boccheggiò -Ma non è giusto, l'ho vista prima io!-

-A Diagon Alley ho visto un manico di scopa che non posso permettermi.- disse Fred con tranquillità -Credi che, se arrivasse un mago o una strega pieni di soldi e vedessero dopo di me quello stesso manico di scopa, non lo comprerebbero solo perché io l'ho visto per primo?-

Lee aprì e chiuse la bocca, incapace di ribattere a quel discorso stranamente intelligente dell'amico.

-No, però non è comunque giusto! E il paragone non ha senso, perché sarebbe diverso se quel mago o quella strega fossero i tuoi migliori amici!-

-Ragazzi, vi rendete conto che state paragonando Angelina ad un manico di scopa?- domandò George, quasi sconvolto dell'assurdità del discorso dei due.

-Già, hai ragione.- ammise Fred -Angie è molto più formosa di un manico di scopa.-

George non riuscì a non trattenere una risata, ma Lee era ancora sotto shock.

-E George, anche a te piace, vero?- chiese lui -Oppure patteggi per Fred solo perché è tuo fratello?-

-No, non patteggia per me solo per quello.- rispose Fred velocemente -George si schiera con i vincenti!-

-E poi dicono che ci assomigliamo.- continuò George con un sorriso -Sarebbe strano se Angelina scegliesse te al posto di qualcuno che è quasi bello come me.-

-Non riesco mai a capire se siate seri o meno.- Lee scosse la testa, non riuscendo ad arrabbiarsi con loro -Vi odio.-

-Anche noi ti vogliamo bene.- replicò George e Fred alzò gli occhi al cielo, ma era chiaro che pensasse le stesse cose.

-Sono sicuro, piace anche a te, George.-

-Se dovessi scendere in campo anch'io, sareste spacciati.- George rise -Non mi provocare, Lee.-

-Almeno adesso potrai parlare con Oliver senza problemi.- disse Fred, guardando di nuovo George con quella strana espressione di prima -Non è lui il tuo principale rivale.-

-Ma posso comunque prenderlo un po' giro, giusto? L'avete detto che voi che è ingenuo! Sarà ancora più divertente!-

-Benvenuto nel club “Noi adoriamo torturare Oliver Baston!”- dichiarò Fred e George fece il verso di una trombetta, come se fosse un'incoronazione speciale -Prometti solennemente, da oggi fino al resto della tua vita, di aiutarci nell'arduo compito di far uscire fuori di testa Oliver Baston? Con scherzi, trucchetti, discorsi ambigui e quant'altro?-

-Lo prometto!-







-Come minimo non ho intenzione di vivere in Inghilterra.- disse Lee, addentando l'ennesima Cioccorana -Dopo aver girovagato per un po', ho capito che il mondo è talmente grande che deve essere esplorato.-

-Questa è la tua massima ambizione? Girare il mondo?- domandò Oliver, stupito.

-Non abbiamo bisogno di sentire la tua, Ollie, vediamo...- Lee finse di pensarci e poi continuò -Diventare il miglior Portiere di Quidditch?-

Il gruppo rise e Oliver scosse la testa.

-Non è esattamente così.-

-Cosa?- dissero all'unisono i gemelli e George quasi non ci credette perché in quel momento si sentì veramente proiettato indietro nel tempo.

-Ovvio che voglio giocare, ma mi piacerebbe diventare un bravo allenatore. Credo di essere più bravo ad allenare che a giocare.-

-Non è vero!- replicò Katie con un sorriso dolce -Sei bravissimo a giocare.-

-Poco di parte, eh, pulce?- ironizzò Fred con un sorriso -La prima parte della frase però la sottoscrivo. Non è vero.-

-Non sei bravo neanche ad allenare.- concluse George per il fratello e Lee, Angelina e Alicia risero di nuovo.

-Aha, siete proprio delle sagome.- sbuffò Oliver, staccando dei fili d'erba dal prato -Forse potrei allenare i bambini come mio padre o...-

-O diventare un giornalista sportivo come tua madre.- lo interruppe Angelina, pratica -Conosci tutto del Quidditch.-

-Sì, ma non ce lo vedo proprio dietro una scrivania.- commentò Alicia, facendo una smorfia -Ollie è più una persona... fisica.-

Lee la guardò con tanto d'occhi e Alicia, arrossendo, provò a chiarire.

-Nel senso che non è bravissimo con le parole, mentre sul campo da Quidditch ci sa fare. Intendevo questo, Lee, pensi sempre male!-

-Con tutti gli intrecci che ci sono stati, credevo di essermi perso qualcosa.-

La frase di Lee fece calare un silenzio tetro e Alicia dovette dargli un pizzicotto sulla mano per punirlo.

Lee trattenne il gemito di dolore, ma la smorfia che fece risultò talmente buffa da alleggerire l'atmosfera.

-Poi mi piacerebbe avere una famiglia.- continuò Oliver, come se non ci fosse stata alcuna interruzione -Ho sempre adorato la famiglia dei gemelli, così numerosa, e anche nella mia non siamo pochi...-

-Frena, frena!- Katie gli mise una mano sulla bocca, perché Oliver era partito in quarta -Non ti sembra un po' presto per parlare di figli?-

Oliver le spostò la mano e, rosso in viso, mugolò.

-Era tanto per dire.-

-In effetti, pulce, stavamo parlando del futuro. Qualsiasi futuro da qui a... mille anni!- chiarì George per salvare Oliver dall'imbarazzo più totale.

-George, perché diavolo l'hai fatto?- mormorò Fred all'orecchio del fratello -È uno spasso vedere il Capitano in queste situazioni. Sei venuto meno al nostro patto.-

-Vero, hai ragione. Dovresti cacciarmi dal club.- suggerì George a Fred che strabuzzò gli occhi.

-Vuoi scherzare? Il club non può farcela senza di te! Come puoi voler lasciare tutto solo il tuo adorato fratellino?-

George non ebbe il tempo di rispondere, perché Alicia prese la parola.

-Io invece voglio continuare a lavorare al San Mungo, ma mi piacerebbe anche fare qualcosa per aiutare gli altri.-

-Salvi la vita ad un sacco di persone.- disse subito Lee, trasudando soddisfazione -Fai già qualcosa per aiutare gli altri.-

-Sì, ma ci sono tante persone che non possono permettersi il ricovero al San Mungo.-

-Intendi i poveri?- domandò Katie, provando a capire.

-Anche, ma io intendevo...-

-I Babbani.- concluse per lei Fred che le sorrise. Alicia annuì e ricambiò il sorriso, cosa che fece imbronciare Lee.

-I Babbani non hanno i mezzi che abbiamo noi e se... potessimo salvarli? A noi non costerebbe nulla, la magia non si esaurisce mica!-

-È una bellissima cosa, ma sei sicura che la magia sui Babbani non sia illegale? O che non crei qualche danno?-

-Per questo vorrei fare delle ricerche e provare.- Alicia si mordicchiò le labbra -Non so, credo che nel mondo ci sia qualcuno come me che ci abbia provato.-

-Per fare delle ricerche devi viaggiare.- chiarì Lee allusivo e Alicia gli diede una spallata -Ahia! Guarda che è vero. Potresti avere bisogno di compagnia in queste tue ricerche.-

-Jared mi accompagnerà di certo.-

Lee si imbronciò di nuovo e Katie, facendogli un sorriso, disse.

-Sapete, a me piacerebbe diventare una professionista di Quidditch.-

-Lo diventerai!- commentò subito Oliver e Katie lo bloccò con la mano.

-Ma... Ma non mi dispiacerebbe fare anche altro.-

-Tipo?- chiese Angelina, curiosa.

-Mi piacerebbe fare un sacco di cose! La giornalista per esempio.-

-Sportiva, però.- disse Oliver, come se fosse scontato.

-No, Ollie, non esiste solo lo sport nella vita. Mi piacerebbe scrivere la verità su quello che succede nel mondo o ancora mi piacerebbe lavorare al Ministero.-

Lee trattenne il respiro e Alicia commentò un “Bleah!” velenoso.

-Beh, non in questo preciso momento ovviamente. Dopo la guerra.- Katie sorrise -Dopo che tutto sarà tornato come prima.-

-Se tutto sarà tornato come prima.- chiarì Oliver e i gemelli, Lee e Angelina alzarono gli occhi al cielo.

-Uccellaccio del malaugurio.- brontolò Lee e Oliver fece spallucce.

-E cosa faresti per il Ministero? L'Auror?- domandò George e Lee esclamò.

-Uhh, a me piacerebbe essere un Auror! O anche lavorare all'Ufficio Misteri!-

-Il tuo turno è già passato, Lee, chiudi la bocca.- lo rimbeccò Alicia e lui gli fece una linguaccia che Alicia ricambiò.

-No, non l'Auror.- Katie si strinse nella spalle -Vorrei essere una sorta di diplomatica tra il mondo magico e quello non magico. Capite?-

-Saresti perfetta per quello.- disse George e Fred annuì -Nessuno riesce a mettere pace fra persone totalmente diverse come Katie Bell.-

-E addio al Quidditch.- sbuffò Oliver, triste.

-È solo un'idea.-

-Gemelli?- domandò poi Angelina, mentre Lee stuzzicava Oliver sulla questione di Katie -Voi cosa vorreste per il futuro?-

Fred pensò che rispondere quelle due lettere che aveva in testa sarebbe stato troppo smielato e tragico, quindi piegò la bocca e alzò le spalle.

-Oh, andiamo. Sei pieno di talento!- disse Alicia, guadagnandosi un'occhiataccia da Lee che lei fece finta di non vedere -Voi due potreste davvero diventare Auror!-

-Perché, io no?- sbuffò Lee e Alicia gli fece segno di stare zitto.

-A me piace quello che facciamo adesso.- chiarì George, lanciando un'occhiata a Fred che annuì -Siamo ricchi senza grandi sforzi, facendo quello che ci piace di più.-

-Creare scherzi assurdi?- domandò Oliver, incapace di credere che davvero quello potesse piacere a qualcuno.

-Far ridere le persone, tonto!- rispose Fred con un sorriso e Oliver sorrise con lui, troppo abituato a quell'aggettivo per potersela prendere.

-E in più non rischiamo la vita.- continuò Fred, ricambiando lo sguardo del fratello -Anche questo ha un bel vantaggio.-

-Siete gli unici soddisfatti della vostra vita.- commentò Lee, incredulo -Vorrei davvero essere al vostro posto.-

Fred evitò nuovamente di parlare, perché no, non era pienamente soddisfatto della sua vita, ma si ritrovò a pensare che tutto ciò che aveva passato e che stava passando era qualcosa di così incredibilmente piacevole da essere tutto sommato felice.

-Anch'io sono soddisfatta.- se ne uscì Angelina, sorridendo a tutti -Non ho idea di cosa farò in futuro, perché adoro giocare a Quidditch, ma non chiudo nessuna porta, come non dovreste fare voi. Sono soddisfatta, però, perché se c'è una sola cosa che non voglio cambiare nella mia vita è la vostra amicizia. Alicia, non provare a fare una faccia delle tue, perché per una volta dovrai ascoltare il mio discorso melenso.-

-Io non stavo per fare niente.- sbottò Alicia, ma Lee le fece una mezza risatina e lei non disse più nulla.

-Essere vostra amica è probabilmente l'unica cosa che ho fatto davvero bene finora in tutta la mia vita. Creare questo gruppo è stata una mia idea, è vero, ma se non fosse stato per ognuno di voi oggi non saremmo qui, ancora a combattere per rimanere uniti e rimanere insieme. Vi voglio un mondo di bene, ragazzi.-

Katie fu la prima a slanciarsi per abbracciarla, seguita a ruota da Oliver e i gemelli.

Lee si fece da parte per far passare Alicia, che lo ringraziò stringendogli la mano.

-Vi voglio bene.- ripeté Angelina, stretta da tutti i suoi amici -Davvero.-







-Davvero, Capitano, non capisco come fai.- disse Lee, seduto sulla panca di fronte alle docce dello spogliatoio -Conosco almeno dieci ragazze che vorrebbero uscire con te, ma non tu non le degni nemmeno di un'occhiata!-

Oliver, che si stava passando un asciugamano fra i capelli umidi, fece spallucce.

-Credo che tu mi stia sopravvalutando troppo. Solo perché una ragazza mi parla, non significa che voglia uscire con me.-

-Ollie ha ragione.- se ne uscì George, infilandosi i pantaloni -Angie ed Alicia non vogliono uscire con lui.-

-Già, ma Katie sì.- chiarì Fred, appena uscito dalla doccia -Katie ti adora così come tu adori lei.-

-È una ragazzina! Mi vede come un fratello maggiore e io la vedo come una sorella minore. Chi ve le mette in testa certe idee, si può sapere?-

-Alicia.- rispose prontamente Fred, anche se George gli aveva fatto segno di non dire niente -Mi aveva fatto una confidenza, ma fra la sua lingua lunga e la mia è impossibile mantenere un segreto. La pulce è cotta, Capitano.-

-Alicia avrà frainteso.- replicò Oliver, imbarazzato -Katie è molto affettuosa e può capitare di interpretare male il suo atteggiamento, se si è così lontani dal suo carattere come lo è Alicia.-

-Insomma, Alicia probabilmente non sarà affettuosa nemmeno con il suo ragazzo un giorno!- ironizzò Fred, facendo finta di dare corda all'amico che annuì.

-Semmai ce l'avrà un ragazzo.- bofonchiò Lee, stiracchiandosi le braccia -Vorrei davvero conoscere il pazzo che accetterebbe di uscire con Alicia o addirittura di sposarsela!-

George lanciò un'occhiata allusiva a Fred che sorrise. Oliver e Lee, ovviamente, non si accorsero di nulla.

-Ollie, davvero per Katie non provi un sentimento diverso rispetto a quello dell'amicizia?- chiese poi George, curioso.

-Perché ti interessa?- domandò sulla difensiva Oliver, guardando George con fare sospettoso -Se sei interessato a Katie...-

-No, non è per quello.- George fece una mezza risatina -Merlino, sei davvero tonto se pensi che mi interessi Katie... Comunque no, il mio era un altro genere di interesse. Sono amico di entrambi ed è evidente quello che la pulce provi per te...-

-Evidente per voi.- lo corresse Oliver, ma poi attese che George continuasse.

-Ed è evidente che il rapporto che hai con lei non è assolutamente paragonabile al rapporto che hai con Angelina o con Alicia.-

-È ovvio!- chiarì Oliver, buttando con forza l'asciugamano per terra -Quando sono entrato nel gruppo voi due, gemelli, passavate tutto il tempo con Angelina e Lee mi odiava senza una ragione. Allora mi sono avvicinato ad Alicia, che era, come me, quella più ai margini del gruppo...-

-E?- Lee gli fece segno di proseguire -Tu ed Alicia...?-

-No!- Oliver strabuzzò gli occhi -No, certo che no! Perché dopo pochi mesi che ero entrato nel gruppo, Alicia ha iniziato ad aprirsi ancora di più e voi due avete raggiunto una sorta di compromesso.-

-Praticamente senza saperlo siete diventati quasi amici.- lo aiutò George e Oliver annuì in direzione di Lee che li fissò come se fossero pazzi.

-Quindi si erano formati dei gruppetti ed è stato naturale per me e Katie trovarci. Ci siamo legati così tanto perché eravamo gli unici a parlare bene o male con tutti senza discussioni o senza qualche tipo di interesse.-

-Io non ho capito niente.- sbuffò Lee, guardando i gemelli.

-Ci sta dicendo che era quello più escluso fino all'arrivo di Katie, che gli è stata più vicina di tutti noi proprio perché, anche lei, era l'ultima arrivata. Giusto?- domandò George e Oliver annuì nuovamente.

-D'accordo, vi sarete avvicinati per puro caso, ma voi vi siete trovati a vostro agio, no?- chiese Fred, pratico -Hai un'attenzione speciale nei suoi confronti, quasi morbosa.-

-Morbosa?-

-Non vuoi che giochiamo con lei!- dissero all'unisono i gemelli. Fred parlò con una voce da bambino petulante, George, facendolo di proposito, utilizzò un tono malizioso.

Oliver lanciò un'occhiataccia a George che rise.

-Visto? Ti da fastidio che altri ragazzi le stiano intorno!-

-O addosso.- specificò Fred, ridendo anche lui.

-Non è vero! Solo che conosco i vostri giochi e Katie è molto minuta, piccolina e potrebbe farsi male. Da bravo fratello maggiore mi preoccupo.-

-Quanto sei stupido!- commentò Lee con un sorriso -Povera Katie! Ha scelto un completo idiota.-

-Senti chi parla.- lo rimbrottò Oliver, abbottonandosi la camicia -Alicia è piena di corteggiatori, lo sai? Se fossi in te mi darei una mossa!-

-Cosa?- Lee si alzò in piedi, infastidito -A me non piace Alicia!-

-E a me non piace Katie!-

Fred si avvicinò all'orecchio del gemello e sussurrò.

-Credi che se adesso io dicessi “E a me non piace Angelina!”, qualcuno mi crederebbe?-

George fece un mezzo sorriso e si voltò verso il fratello.

-Quei due sono talmente stupidi che potrebbero davvero crederti, Freddie.-

-Che ci vuoi fare, Georgie, non tutti possono belli e intelligenti come noi, no?-

George fece una faccia rassegnata e, insieme al fratello, continuò a guardare la scenetta comica fra Oliver e Lee.





-Sai, non credo che ti faccia bene.- disse Nolwenn, arrivando alle spalle di Jared che, scostata una tenda, stava sbirciando verso il giardino.

Il ragazzo sospirò e, senza staccare gli occhi da Alicia che sorrideva ai suoi amici, disse.

-Cosa? Spiare la mia ragazza?-

-Anche.- convenne Nolwenn, facendolo voltare verso di lei -Ma anche rimuginare troppo sulla cosa non è la scelta migliore. Alicia sta solo provando a far chiarire i suoi amici, non è poi così strano.-

Jared le lanciò un'occhiata e fece una smorfia infastidita.

-Dici che non è così strano? Tu sei amica dei tuoi ex ragazzi?-

-No, ma...-

-Sei così amica?- la interruppe lui, facendo cenno al giardino -Sembra che Alicia non riesca proprio a staccarsi da Lee e dagli altri.-

-La fai sembrare una cosa negativa, quando invece non lo è.- disse Nolwenn con un sorriso -Alicia ci mette molto ad affezionarsi ad una persona, lo sai, per questo non può fare a meno di loro. Sono stati quei ragazzi a farla diventare la donna che è adesso. Beh, è merito loro e tuo, perché è maturata anche grazie a te.-

Jared si grattò il naso, provando a pensare alle parole di Nolwenn.

-Non voglio che non sia più amica del gruppo...-

-Certo che no! Lee è il tuo migliore amico, no? Anche se adesso i rapporti non sono proprio idilliaci.-

-Vorrei solo che...- Jared continuò, sospirando ancora -Vorrei solo essere al primo posto per lei. È chiedere troppo?-

Nolwenn gli mise una mano sulla spalla e fece di no con la testa.

-E allora perché lei non capisce? Perché continua a fare e dire cose che mi fanno stare così male?-

-Non lo fa di proposito, Jared.- rispose Nolwenn, sicura delle sue parole -Solo che non sa come gestire tutto quello che sta succedendo.-

-Anche tu sei convinta che ami ancora lui, vero?-

Nolwenn non rispose, ma Jared comprese lo stesso.

-È dura per noi che non abbiamo quello che hanno loro capire il loro rapporto.- disse poi la ragazza, abbassando lo sguardo -Capire i rapporti di questi due gruppi che si sostengono a vicenda in ogni situazione e in ogni momento... Per me è davvero difficile comprendere questo tipo di legame.-

-Sei piena di persone che ti stanno vicine.- commentò Jared, tornando a guardare fuori dalla finestra.

-Sono piena di fan, è diverso. Le persone vogliono essermi amiche solo per il mio nome o per la mia fama.-

Jared lasciò andare la tenda che aveva tirato e la guardò.

-Nolwenn...-

Nolwenn fece spallucce e fece un sorriso.

-Non voglio impietosirti, è solo la verità.- la ragazza si passò una mano fra i capelli -Te l'ho già detto, se ricordi, io, te e Brad siamo i soli al di fuori dalle dinamiche dei gruppi. Per noi è quasi impossibile capirli. Per questo ti fa così male, perché pensi che un tipo di affetto così profondo, così grande e così...-

-Esagerato?- la aiutò Jared e Nolwenn rise, divertita.

-Beh, forse sarà esagerato, ma io lo trovo molto bello. Mi sarebbe piaciuto avere un gruppo così a Beauxbatons.-

-Capisco cosa intendi. Avevo parecchi amici a Durmstrang, ma ci siamo persi di vista con la fine della scuola e con il mio ritorno in Inghilterra.-

-Funziona così di solito, no? Dopo la scuola è davvero difficile mantenere i rapporti con quelli che un tempo erano le sole persone che per te contavano.-

-Già.- Jared la guardò con tristezza -Passi quasi tutto il tempo con loro e non pensi al fatto che un giorno tutti quei momenti saranno solo dei bei ricordi del passato.-

Nolwenn annuì, non trattenendo una lacrima che le solcò il viso.

-Questi due gruppi però sono davvero forti. Resisteranno, sai?- disse lui, incoraggiante -E magari un giorno anche noi riusciremo a sentirci come loro.-

Nolwenn si aprì in un bellissimo sorriso e si asciugò la guancia.

-Sarebbe davvero meraviglioso.-







-Meraviglioso. Quattro temi da finire e tre libri da leggere per domani. Questo quarto anno è iniziato davvero male.- sbottò Lee, uscendo dalla Biblioteca con Oliver, carico di libri quanto lui -Probabilmente quando sarò al tuo posto mi ucciderò, Ollie. Non so come fai a stare dietro a tutto. Sei davvero in gamba.-

-Grazie, ma per stare dietro al programma del sesto anno studio anche di notte. Non sono poi così in gamba.-

-No, davvero. Mi sono ricreduto nei tuoi confronti. Cioè, sei tonto forte, eh, però mi stai simpatico.-

Oliver si fermò di colpo e fece un'espressione felicissima.

-Davvero? Non mi odi più?-

Lee rise, mentre Oliver quasi piangeva di gioia.

-Era così importante che io non ti odiassi?-

-Non mi piace non piacere alle persone. Di solito piaccio a tutti e tu hai iniziato ad odiarmi dal primo giorno!- Oliver sbuffò -Davvero ti stavo così antipatico?-

-Suvvia, Capitano, non prenderla sul personale. Comunque oramai è acqua passata, sei amico di tutti noi e ti sei integrato davvero bene!-

Oliver sorrise e annuì.

-Mi piace essere parte di questo bizzarro gruppo.-

Lee sorrise a sua volte e disse.

-Strano, eh? Come persone così diverse riescano ad andare così d'accordo.-

-Beh, tu ed Alicia non andate poi così d'accordo.- commentò Oliver, ridendo -Anche se non ne capisco il motivo. Voglio dire, so che avete avuto dei problemi all'inizio, ma oramai dovreste davvero essere amici.-

Lee fece una faccia disgustata e scosse la testa.

-Alicia dovrebbe davvero essere un po' più simile ad Angie e forse potrei considerare l'idea di esserle amico.-

-In un certo senso lo siete.- ammise Oliver, scandalizzando Lee -I vostri litigi sono il sinonimo del vostro affetto.-

Lee non replicò, mantenendo un'espressione neutra.

-Credevo che la tua cotta per Angelina fosse sparita.-

-Mi sono semplicemente arreso, Capitano.- Lee sbuffò, mogio -È evidente che Angelina non prova quello che provo io, non mi prende nemmeno sul serio!-

-Credo che siate troppo giovani per parlare già di sentimenti o relazioni.-

-Ha parlato il vecchietto.- lo canzonò Lee e Oliver provò a spiegare.

-Magari per Angie è davvero troppo presto per queste cose.-

Lee si grattò la testa, un cosa che, Oliver aveva ben presto imparato, faceva spesso.

-Forse hai ragione, ma credo che anche quando arriverà quel momento non sarò io la sua scelta. Angie ha occhi solo per i gemelli.-

-Beh, non può averli entrambi, come entrambi non possono avere lei. Prima o poi una scelta dovrà essere fatta.-

Lee non riuscì a non ridere e Oliver lo fissò di sbieco.

-Hai detto una cosa stranamente saggia per uno come te.-

-Uno come me?-

Lee alzò gli occhi al cielo e gli diede una manata sulla spalla, anche se Oliver era decisamente più alto di lui.

-Lascia perdere, devo darti di nuovo ragione. Ci sarà tempo per queste cose. Ora godiamoci solo questi momenti.-







-Toc, toc. Avanti. Grazie!-

Suzanne alzò gli occhi dalla sua lettera e fece una smorfia rassegnata.

Brad era entrato nella sua stanza senza tante cerimonie, come era solito fare da un po' di tempo.

Oramai lei non lo riprendeva neanche più, si era abituata al comportamento di quel ragazzo tanto odiato un tempo.

-Cosa vuoi?- domandò lei senza parafrasare, perché, benché avesse accettato il carattere di Brad, lei non avrebbe mai cambiato il suo per farlo stare tranquillo.

-Anatroccolo, sono tutti giù a chiacchierare o a fare salotto, perché sei qui da sola? Ti piace proprio tanto fare il lupo solitario della casa?- Brad si sedette sul letto accanto a lei, che era sdraiata e intenta a leggere la sua posta -Chi è?-

-So che sei innamorato del suono della tua voce.- iniziò Suzanne, chiudendo la lettera per impedirgli di leggere -Ma se vuoi che risponda alle tua domande, devi stare zitto.-

Brad mimò di cucirsi la bocca e Suzanne, stranamente, non riuscì a trattenere un sorriso.

-D'accordo, farò finta di non aver notato quel sorriso, ma ora rispondi.-

-Sono qui tutta sola perché mi è arrivata una lettera e volevo leggerla con tranquillità.- iniziò Suzanne, alzandosi dal letto per sedersi sull'unica sedia della stanza -No, non mi piace fare il lupo solitario, ma mi piace starmene per i fatti miei ogni tanto e la lettera è di un mio amico.-

-Amico?- ripeté Brad, perdendo il sorriso -L'amico che conosco anch'io?-

-Non credo che tu conosca tutti i miei amici.-

-Credo di sì invece.- Brad la imitò, alzandosi dal letto, ma rimanendo in piedi lontano da lei -Paul è il tuo migliore amico ed è di sotto, il tizio con gli occhi azzurri... Chace....-

-Chris.- lo corresse Suzanne in automatico.

-Chris.- concesse lui, rimanendo serio -Anche lui è in salotto, per cui a conti fatti manca solo un amico che avrebbe potuto scriverti quella lettera. Un amico che mi avevi detto non esserci più.-

-Non sapevo dovessi farti rapporto di ogni mia mossa o decisione. Sei improvvisamente diventato il mio padrone e non me ne sono accorta?-

-Non volevo dire questo.- replicò Brad, iniziando a scaldarsi.

-Cosa volevi dire allora?- domandò Suzanne, non mostrando segni di cedimento.

-Lo sai bene!-

-Non smetterò di essere amica di Finn per... Per cosa poi?- chiese Suzanne, sbuffando -Perché sei geloso? Perché ti fastidio che io...-

Brad attese che Suzanne finisse, ma lei chiuse la bocca e rimase a fissarlo in silenzio.

-Che tu...?- la incoraggiò Brad, ma lei scosse la testa e allora il ragazzo continuò -Che tu preferisca lui a me? Pensi che mi dia solo fastidio? Jordan ed Alicia insieme mi davano fastidio, tu e lui insieme...-

-Smettila con questa recita.- lo interruppe Suzanne, nervosa -Smettila di fare queste sceneggiate, adesso non c'è tuo padre a vederti.-

-Ah, ecco. Non capivo da dove derivasse la tua paura che io non fossi sincero nei tuoi confronti, ma ora capisco.- Brad si passò una mano sulle labbra, provando a trattenere la rabbia -Credi che lo faccia per mio padre? Che voglia vendicarmi su di lui usando te?-

-Non è solo quello.- ammise Suzanne, non distogliendo lo sguardo da lui -So chi sei, Bradley Anderson. Anche se non sapevi della mia esistenza ad Hogwarts, io lo sapevo perché Katie ci aveva parlato di te ed eri famoso per via della tua famiglia. Evan Rosier era il cugino di secondo grado di tuo padre.-

-Non è una cosa di cui vantarsi.-

-Lo so.- Suzanne abbassò lo sguardo e prese a giocare con i suoi capelli -Il modo in cui sei cresciuto dice molto di quello che sei. Non puoi essere cambiato così tanto, tanto da...-

-Provare qualcosa per te?- concluse Brad per Suzanne che si coprì il volto con i capelli per non far vedere che era arrossita -Allora Katie si sbagliava, tu non ti fidi di me.-

-Il problema è questo, che mi fido.- Suzanne passò a spiegare -Non so come, ma mi fido nonostante tutto e non vorrei che questo fosse dettato dal fatto che io...-

-Provi lo stesso.-

Suzanne alzò gli occhi al cielo e sbuffò.

-La vuoi smettere di interrompermi?- la ragazza si alzò in piedi -No, non è quello. Tu mi sei stato vicino e l'ho apprezzato. Anche le volte in cui ti insultavo e ti mandavo via...-

-Tutte le volte in realtà.- commentò Brad e ad un'occhiataccia di Suzanne aggiunse -Scusa.-

-Anche in quelle occasioni, apprezzavo che tu mi aiutassi a capire il problema e ad affrontarlo, ma questa cosa fra me e te... Non può andare oltre, capisci?-

-Sì, capisco.- rispose Brad, stringendo i pugni -Finn torna, smozzica qualche scusa e tu sei ancora lì, pronta ad aspettarlo.-

-Non è così.-

-Sì, è così!- sbottò Brad, non controllandosi più -Tu pensi che lui possa essere l'unico, ma non è vero! La tua teoria non prevede due persone? Come sai che io non sono una delle tue due persone?-

Suzanne piegò le labbra e fece di no con la testa.

-Non puoi essere tu!-

-Perché? Perché non sono quello che aspettavi?-

-Sì, forse è per quello o forse la mia teoria non è applicabile a tutti. Non tutti ameranno due persone, per alcuni ne esisterà sempre e solo una.-

-Oh, ma andiamo, questa sarebbe la tua scusa per respingermi? Sue, non ha alcun senso! Tu non ami Finn! Ami l'idea di te e lui insieme!-

-Tu... non sai...- Suzanne era in imbarazzo e Brad ne approfittò per continuare.

-Guardati, non riesci nemmeno a dire quello che provi per lui perché non sai cosa provi!-

-Finn ed io non siamo mai stati propriamente amici, ma non siamo stati nemmeno altro.- disse Suzanne, assottigliando gli occhi -Ma quello che c'era... Quello che c'è fra di noi a me piace.-

-E quello che c'è fra di noi?- domandò Brad, facendo per avvicinarsi, ma Suzanne spostò la sedia per metterla fra lei e Brad -Visto? Hai paura che io ti stia vicino perché hai paura di ammettere che provi qualcosa.-

-Ti assicuro di no.- replicò Suzanne, decisa -Tu sei... Quello che Jared è per Alicia!-

Brad aggrottò la fronte, ma le fece segno di continuare, curioso di ascoltare un'altra teoria bizzarra di Suzanne.

-I due amori di Alicia.- disse lei, provando a fargli capire -Uno è Lee Jordan, ma l'altro sarebbe dovuto essere Fred Weasley.-

-Fred Weasley?- Brad rise -Sue, Weasley ha occhi solo per Angelina ed è piuttosto evidente.-

-Questo perché Jared si è messo in mezzo. Se Jared non fosse riuscito a conquistare Alicia, lei e Fred si sarebbero avvicinati prima e molto di più fino a... Stare insieme.-

Brad fece per rispondere, ma Suzanne superò la sedia per mettergli una mano sulla bocca.

-Zitto e ascolta. Qualche tempo fa Alicia e Fred hanno ammesso che, in circostanze diverse, avrebbero potuto amarsi. Jared è un ostacolo ed è stato un ostacolo. Alicia tornerà da Lee e lo sai anche tu. E se tu fossi il mio ostacolo? Magari l'altra persona che amerò devo ancora conoscerla.-

Brad le spostò la mano dalla bocca, ma continuò a stringerla, guardando Suzanne come se fosse pazza.

-Se Fred fosse davvero stato l'altra persona per Alicia, lei non avrebbe nemmeno guardato Jared.-

-È questo che non capisco.- ammise Suzanne e Brad si avvicinò a lei, che provò a scostarsi -Smettila.-

-Non lo capisci, perché le tue teorie malsane vacillano di fronte a queste cose. Non si possono teorizzare i sentimenti.-

-Quindi per te non esistono due amori?- domandò Suzanne, spostando il volto dalla portata di Brad che rise.

-Non ho intenzione di baciarti di nuovo, tranquilla.- Suzanne lo guardò, dubbiosa -No, per me non esistono due amori, come non esistono teorie o congetture. Ti innamori di chi ti innamori, senza se e senza ma. E, purtroppo per me, senza un perché.-

-Questo fa capire quanto io e te siamo diversi. Io razionalizzo tutto.-

-L'ho notato.- Brad la lasciò andare e fece un sorriso tutt'altro che divertito -Ma facendo così non sarai mai felice, Sue. E non lo sarai neanche con Finn.-

-Non hai sbagliato il suo nome neanche una volta.-

-L'ho impresso nella memoria oramai.- disse lui, avvicinandosi alla porta -L'avevo sottovalutato, ma è un rivale molto furbo. Non importa, sarà più divertente... Una volta che lo avrò sconfitto.-

Suzanne incrociò le braccia al petto e Brad sorrise.

-Se ti avesse voluto anche solo la metà di quanto ti voglio io, a quest'ora tu e lui stareste già insieme, no?- disse lui e, senza attendere una risposta, uscì dalla stanza senza nemmeno salutarla.









-Ehi, Alicia!-

Alicia, che era appena uscita dall'aula di Incantesimi, si voltò al suono di quella voce e fece un piccolo sorriso.

-Oliver.-

Il ragazzo la raggiunse e, vedendola carica di libri, gliene sfilò qualcuno dalle mani per aiutarla.

-Grazie.-

-Come mai tutti questi libri? Non ti sarai fatta dare di nuovo dei compiti in più?-

-Sì, in effetti.- ammise Alicia, facendo spallucce -Lo sai che ho intenzione di fare Medimagia dopo Hogwarts e non voglio arrivare impreparata. Ho chiesto a Vitious qualche libro specializzato, ma sarà già un trionfo se riuscirò a imparare due o tre incantesimi. Sono libri davvero complicati.-

-Ce la farai, ne sono sicuro.-

Alicia gli fece di nuovo un lieve sorriso e Oliver ricambiò con gioia.

-Mi cercavi?-

-Ultimamente ti sei aperta ancora di più o sbaglio? Le prime volte che stavo con voi eri molto più fredda e sulle tue.-

-Ero così anche prima del tuo arrivo in realtà.- Alicia piegò la testa per guardarlo -Credevi che fosse per colpa tua?-

-Non lo so, ma vedo che a Lee non vado a genio, anche se non ne comprendo il motivo, quindi speravo che almeno tu...-

-Tranquillo, Oliver, io non ti odio.- Alicia lo interruppe con un gesto della mano -Anzi, con te è stranamente facile parlare. Si vede che sei una brava persona.-

-Davvero?-

Alicia annuì e continuò.

-E non preoccuparti per Lee, prima o poi conquisterai anche lui. È un idiota, ma non è cattivo.-

-Wow, l'hai chiamato Lee! Non ci credo! E quando è successo?-

Alicia non riuscì a trattenere un sorriso, continuando a camminare con l'amico.

-Qualche giorno fa-

-E...?- Oliver le fece segno di proseguire.

-Perché diventate tutti così curiosi quanto si tratta di me e Lee?-

-Perché avete un'intesa che... Non so come spiegare, ma non è normale. Possibile che tu non te ne renda conto?-

Alicia scrollò le spalle come se niente fosse.

-No, non me ne sono accorta. Comunque la storia non è poi così avvincente. Stavamo aspettando voi e l'ho chiamato Lee. Tutto qui.-

-Scommetto che ne è stato felice, vero?- perdurò Oliver con un sorriso e Alicia alzò gli occhi al cielo -Sapevi che moriva dalla voglia di chiamarti per nome, ma aveva paura che tu reagissi male un'altra volta, per cui l'hai chiamato per nome di proposito, vero? È stato il tuo segnale di via libera.-

Alicia si bloccò all'istante e si voltò verso Oliver.

-Ollie, perché ho la sensazione che queste non siano parole tue?-

-Perché?-

-Non sei così sveglio dopotutto.- lo accusò Alicia senza peli sulla lingua. Non era nella sua indole -Allora? Chi è stato a suggerirti queste cose? Angie? George? Non può essere stato Fred!?-

-Sono stati tutti e tre in realtà. Insieme.- ammise Oliver, colpevole -Ma anch'io l'avevo notato, eh! Solo pensavo ti fossi sbagliata, non avevo capito che fossi così difficile da decifrare.-

Alicia fece una risata divertita e posò una mano sulla spalla di Oliver.

-Ah, quei tre! Stanno diventando ogni giorno più diabolici! Mi hanno mandato te perché sapevano che avrei abbassato la guardia, dato che sei così ingenuo.-

-Grazie!- sbottò Oliver, offeso.

-Prego.- lo prese in giro Alicia -Ollie, davvero non avevi capito che...-

-Sei proprio un piccolo uragano tu, eh?- Oliver l'aveva abbracciata senza preavviso, cosa che aveva fatto congelare Alicia sul posto.

-Baston, allontanati subito o inizierò ad odiarti sul serio.-

Oliver la lasciò andare velocemente, ma sorrideva.

-Questo è per avermi dato dell'ingenuo.-

-E questo è per l'abbraccio.- replicò Alicia, sguainando la bacchetta e inzuppando da capo a piedi Oliver.

Una risatina, dolce e tenera, fece voltare i due ragazzi ed entrambi videro Katie Bell superarli con le sue amiche.

-'Giorno, ragazzi.-

-Ciao, Katie.- disse Alicia, alzando una mano in segno di saluto.

-Katie.- borbottò Oliver, sputando acqua -Il prossimo anno sarai ancora dei nostri?-

-Della squadra, intendi?- chiese Katie, ma Oliver non ebbe il tempo di rispondere -Davvero mi volete ancora in squadra? Sono una calamità per i guai, lo sapete!-

-Ma sei brava, è questo l'importante.- rispose prontamente Alicia e Katie si illuminò.

-Davvero sono brava?-

Alicia si voltò verso Oliver e gli fece cenno di dirle qualcosa.

Il ragazzo, sebbene fradicio, riuscì a farle un sorriso sincero e annuì.

-Sì, lo sei davvero, piccoletta.-

Katie arrossì e, dopo averli salutati di nuovo, scappò via dalle amiche che l'avevano aspettata poco lontano da loro.

-Ecco, quella è un'intesa.- ammise Alicia e Oliver si passò una mano fra i capelli bagnati e rise.

-Sono il suo Capitano, è come se fossi il suo mentore.-

-Sì, certo. Andiamo ad asciugarci, mentore, coraggio.- disse Alicia, prendendo Oliver a braccetto e incamminandosi con lui verso la Sala Comune.



-Una serata a casa mia la possiamo fare.- propose Oliver con un sorriso -Conoscereste Wade e la mia famiglia sarebbe felice di rivedervi.-

-Sapete che la Tana è sempre aperta per voi.- disse George e Fred annuì prima di dire.

-Credo che dovremmo fare una serata a casa di ognuno e poi magari un viaggio.-

-Casa mia è da escludere.- commentò Alicia e Fred disse un “Ops!” che la fece solo sorridere rassegnata -Ma se la dovessimo ricostruire, perché no!?-

-Hai talmente tante case che potremmo venirti a trovare in ogni momento.- proruppe Lee e Alicia rispose.

-No, grazie, Lee, vederti così spesso è già abbastanza.-

Tutti risero e Katie, lanciando un'occhiata ad Oliver che capì, disse.

-Anche a casa mia siete sempre i benvenuti.-

Angelina, che si accorse dello sguardo di Katie, le allungò una mano e le fece una carezza.

-Magari la guerra non finirà quest'anno, ma, non appena sarà tornata la pace, organizzeremo l'estate insieme. Solo noi sette.-

-Ehi, scusa, guarda che ho un ragazzo.- disse Alicia e Angelina convenne con lei -Però qualche giorno per voi potrei trovarlo.-

-Bell'amica.- disse a denti stretti Lee, ma facendosi sentire di proposito. Alicia gli lanciò un'occhiataccia e lui le sorrise senza replicare.

Katie, che in realtà era preoccupata del fatto che non avrebbe più rivisto la sua famiglia, si sentì stringere la mano da Oliver e riuscì a fargli un sorriso che lo confortò un poco.

-Angie, tu non ci inviti a casa tua?- domandò George, fingendosi offeso.

-Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te!- gli fece eco Fred e Angelina lanciò ad entrambi due caramelle TuttiGusti -Ingrata!-

-E sei ancora un maschiaccio nonostante tutto.- continuò George, prendendola in giro.

-Sapete, siete i benvenuti anche a casa mia.- Angelina fece un sorriso divertito -Tutti tranne i gemelli. Non voglio che mi distruggiate la casa.-

-Oh, faremo molto di più se non ci inviti.- disse con tranquillità Fred, strizzandole l'occhio.

Angelina sorrise e guardò George che ricambiò il sorrise e disse.

-Già.-

-Un bel viaggio ci starebbe però.- disse Lee, scompigliando i capelli di Alicia senza un perché -Una bella vacanza rilassante e tranquilla. Ci vuole dopo tutto quello che abbiamo passato.-

-E che passeremo.- aggiunse Katie, imitando il tono di voce di Oliver e facendo sbellicare i gemelli -Lo stavi per dire, Ollie, ammettilo. L'eterno pessimista.-

-E tu sarai sempre l'eterna ottimista.- disse Oliver e, sussurrandole all'orecchio, aggiunse in imbarazzo -La mia eterna ottimista.-

Katie sobbalzò dalla vergogna e seppe, senza nemmeno guardare i suoi amici, di essere diventata rossa in viso.

-Potremmo tornare al lago!- propose Angelina, battendo le mani quasi per complimentarsi della sua idea.

-Ah, no, grazie.- replicò subito Alicia, lasciandosi toccare i capelli da Lee -Un'altra gita al lago no.-

-È una delle nostre tradizioni.- chiarì George e Fred fece finta di vomitare, cosa che fece commentare Alicia.

-Esatto, Fred, quello è il mio sentimento.-

-L'ultima gita al lago l'abbiamo fatta quando è entrata Katie nel gruppo.- disse Oliver -Potrebbe essere un'idea rivangare il passato.-

-Bisogna andare avanti nella vita, Capitano.- se ne uscì Fred, trovando l'approvazione di Alicia -Vedi? Alicia è dalla mia.-

-Io voto per Angie.- Lee alzò la mano, giusto per dare ancora più fastidio ad Alicia -Non vedo l'ora di farti fare un altro bagnetto, Alicia.-

-Stai attento, Jordan, questa volta potresti essere tu quello a farsi un tuffo.- Alicia fece il suo sorriso crudele -E non è detto che torneresti in superficie.-

-Io voglio andare in montagna!- disse all'improvviso George con impeto -Ho sempre voluto andare a sciare!-

-Ma se andiamo a fare un viaggio in estate, dobbiamo andare al mare.- chiarì Alicia con praticità e di lì a due minuti tutti presero a dire la loro proposta, ognuna diversa dalle altre.

Angelina si batté una mano sulla testa, rassegnata.

Sarebbe stata un'impresa ardua mettere tutti d'accordo.





-Si può?- Angelina, che aveva bussato alla porta, si sporse dentro la stanza dove Katie si stava vestendo di corsa -Sei in ritardo, pulce?-

-Come sempre.- rispose lei, infilandosi i calzettoni sopra i collant -Cinque minuti e arrivo.-

-Oggi non dovresti stare con le tue amiche? È da tre giorni che stai sempre con noi.-

Katie si fermò di botto e guardò Angelina con uno sguardo triste.

-Vi sto troppo fra i piedi?-

-No!- Angelina la fissò, sconvolta -No, Katie, quanto volte devo dirtelo? Tu sei parte del nostro gruppo, non devi pensare di essere... Che ne so, l'animale da compagnia.-

Katie tentò un sorriso sincero.

-Tu dici così, ma è difficile accettare un'altra persona in un gruppo così consolidato. E io sono l'ultima arrivata.-

-Ma sei quella che va d'accordo con tutti e noi ti adoriamo.- Angelina si sedette accanto a Katie che si infilò le scarpe -Non vorrei che chiudessi con le tue amiche solo per stare con noi. Non ne vale la pena.-

-Voi valete la pena!- ribatté Katie con decisione e Angelina sorrise.

-Intendevo dire che sei una persona socievole e solare, pulce, non chiuderti in te stessa per adeguarti a noi.-

Katie si sistemò i capelli in una coda e guardò l'amica.

-Io mi trovo benissimo con voi, Angie. Mi piace un sacco essere parte di questo gruppo, mi fa sentire speciale. Spero che le mie amiche non mi uccidano, perché con voi c'è stata questa magica connessione che non so spiegarvi. Ci siamo scelti.-

Angelina l'abbracciò e Katie la lasciò fare, perché oramai la considerava quasi una mamma.

-È un discorso bellissimo, ma credo comunque che dovresti mantenere l'amicizia anche con le altre.-

-Lo farò.- Katie annuì -Leanne è la mia migliore amica, lo sai, ma con voi... È come se foste una famiglia e io ne faccio parte, no?-

-Assolutamente.-





-I più bassi davanti e i più alti dietro.- chiarì Lee, mentre Angelina e i gemelli ripulivano il giardino -Altrimenti non viene bene.-

-Ma così starò davanti solo io.- sbuffò Katie, imbronciandosi.

-E Lee.- dissero i gemelli all'unisono, ma il ragazzo si voltò per rispondere.

-Oliver ed io siamo quasi alti uguali, quindi anche Ollie dovrebbe stare davanti. E anche Alicia, ovviamente.-

-Ah, sì, Alicia, sei la seconda più bassa!- la canzonò Angelina e Alicia sorrise falsamente e replicò.

-Angie, tu sei la terza, eh. I ragazzi hanno superato anche te.-

-Siamo dei giganti!- rise Lee, facendo ridere anche i gemelli ed Oliver -Allora questa foto, come la facciamo?-

-Tutti in piedi e tutti vicini.- rispose subito Katie, avvicinandosi ad Oliver -Odio le foto divise a livelli.-

-Cioé?- soffiò Lee, trascinando Alicia accanto a lui.

-Qualcuno in piedi, qualcuno seduto. Spezza la foto ed è brutto.- chiarì Katie, facendo sorridere Oliver ed Angelina per quelle parole -È vero!-

-La pulce ha ragione, mettiamoci tutti vicini.- disse George -Il problema è come ci mettiamo?-

Angelina era al centro, affiancata dai gemelli: George provò a prenderle una mano, ma Angelina gli fece segno di no e Fred vide tutto e fece finta di niente.

Accanto a Fred c'era Alicia e accanto a lei Lee; dall'altra parte, accanto a George, c'erano in ordine Katie e Oliver.

-Aspettate.- disse Angelina, quando Oliver, che aveva posizionato la macchina fotografica, li raggiunse.

Angelina prese per mano George e lo fece spostare accanto a Fred, facendoli stare vicino.

Katie, che adesso era accanto ad Angelina, le sorrise e annuì in segno di approvazione.

-Okay, ragazzi!- disse Oliver, appoggiando una mano sulla spalla di Katie -Un bel sorriso!-







-Lee, tu vai davanti vista la tua altezza.- dichiarò Alicia con un sorriso divertito.

-Ehi!-

-Non è colpa mia se sei basso.-

-Devo ancora crescere.- sbuffò Lee, mentre Oliver sistemava la macchina fotografica -E quando sarò più alto di te, vedremo chi riderà.-

-Non sarai mai più alto di me, Jordan!-

-Voi due, basta.- proruppe Angelina, dividendoli -Mettetevi lontano, così non avrete nessuna scusa per insultarvi.-

-Mammina, tu stai vicino a noi!- dissero all'unisono i gemelli, mettendosi uno a destra e uno a sinistra di Angelina che sorrise.

Alicia si mise vicino a Katie che era accanto a George; il ragazzo le poggiò una mano sulla testa in un gesto affettuoso.

Oliver sbuffò e fece spostare Alicia per prendere il suo posto accanto a Katie.

-Grazie, Capitano.- commentò Alicia, indispettita.

-Scusa, uragano, ma non voglio stare vicino a Lee.-

Lee fece segno ad Alicia di mettersi fra lui e Fred e la ragazza obbedì.

Lee, con un sorriso, le disse all'orecchio.

-In realtà voleva stare vicino alla pulce.-

-Lo so, Lee, ma è tonto e non se ne accorgerà tanto presto.-

Lee annuì e Alicia gli sorrise, proprio mentre la macchina fotografica scattò la foto.





Spiegazioni, varie ed eventuali:

Vero, ho detto che avrei pubblicato prima di Natale e invece mi presento qui solo adesso, addirittura dopo l'Epifania!

In mia difesa dico solo che ho una famiglia che tiene molto alle feste (anzi trova sempre un buon motivo per festeggiare xD) e che siamo tanti, per cui trovare il tempo di pubblicare e/o rivedere il capitolo quando in casa ci sono zii, zie, nonne, cugini a volontà ecc ecc è quasi impossibile.

E, oltretutto, mia sorella era tornata a casa solo per le vacanze natalizie e dovevamo recuperare i mesi di lontananza stando un po' insieme (telefilm, film e uscite per fare shopping *O*)

Quindi, pubblico adesso e spero che non siate ammuffiti nell'attesa xD

Dovrebbe essere l'ultimo capitolo che pubblico prima della mia partenza, ma mi sto organizzando e prometto, prometto che troverò il tempo di pubblicare anche quando sarò partita.

Magari saranno aggiornamenti sporadici (più sporadici del solito, ahimé), ma qualche capitolo verrà sicuramente postato :3

Passando al capitolo: questa è l'altra metà con i flashback, che spiega meglio le dinamiche del gruppo o comunque aggiunge qualche notizia sui tutti i personaggi principali.

Non credo che ci sia molto da spiegare, in sostanza vale la stessa cosa della prima parte.

Questa festa non risolverà tutti i problemi che si sono creati, ma sarà un inizio che farà capire bene o male a tutti che il gruppo è quasi impossibile da dividere.

Quasi.

Di nuovo abbiamo la chiacchierata fra Jared e Nolwenn che si sentono gli emarginati di questo gruppone, soprattutto Jared che vede Alicia sempre più lontana.

Nolwenn, invece, si è abituata a questa situazione e, per quanto non le piaccia non avere amici così stretti, sa che non può fare molto per cambiare le cose.

Brad dovrebbe essere il terzo degli emarginati, ma lui questo distacco non lo sente così tanto.

O meglio lo sente, ma ha altri problemi da affrontare e, come sappiamo, Brad difficilmente si butta giù.

Brad e Suzanne sono... Possiamo dire ad una sorta di bivio?

Brad le ha fatto capire e le ha dimostrato quello che prova, ma Suzanne non crede alle sue parole e continua ad avere questo legame con Finn che non vuole e non riesce a spezzare.

Suzanne prova qualcosa per Brad?

Sì e no. Prova qualcosa, ma pensa che sia solo gratitudine per tutto quello che lui ha fatto per lei.

Suzanne è molto legata a Finn, benché Finn non sia molto presente nella storia.

Non mi ricordo se l'avevo già detto, ma il legame che c'è fra Finn e Suzanne è molto simile a quello che c'era fra Lee ed Alicia agli inizi.

Le due “coppie” hanno poi preso strade e decisioni diverse, per cui vedremo come si risolveranno le cose.

Nel prossimo capitolo: ci sarà un bacio. Creerà altre fratture? Alcune coppie dovranno affrontare delle crisi e non è detto che tutte riusciranno a superarle.

Grazie a tutti, come sempre <3

Spero che abbiate passato delle favolose vacanze ^-^

Un bacione e a presto =D

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Capitolo 51
*** Capitolo 49 ***


 

Capitolo 49

 

-Etciù.- Brad starnutì per l'ennesima volta, passando davanti alla camera di Fred.

Quando udì un chiacchiericcio concitato, non resistette all'impulso di avvicinarsi alla porta semi-aperta e di guardare chi ci fosse dentro.

Brad si stupì di non vedere Alicia seduta sulla poltrona di fronte al letto di Fred, dove il ragazzo era sdraiato; i suoi occhi, invece, riconobbero la sagoma di Lee che tutto trafelato blaterava dei suoi problemi di cuore.

Brad sorrise e, alzando gli occhi al cielo, entrò nella stanza e chiuse bene la porta dietro di sé.

-Okay, ora è il mio turno.-

Lee si voltò di scatto, quasi come se fosse stato colto con le mani nel sacco, mentre Fred alzava leggermente la testa, giusto per capire chi fosse entrato nella sua stanza.

-Anderson, questa è una conversazione privata.- brontolò Lee, guardandolo come se volesse ucciderlo.

-Perché mi continui ad odiare, Jordan?- domandò Brad, fingendosi ferito -Non sono più io il tuo nemico numero uno. Alicia non mi interessa più in quel senso.-

-Questo non cambia le cose. Non sei un mio amico.- Lee lanciò un'occhiata a Fred -E non sei nemmeno un suo amico, vero, Fred?-

Il ragazzo fece una mezza risatina, che a Brad parve tutt'altro che divertita, e poi disse.

-Lee, con questa frase mi hai fatto tornare in mente un sacco di ricordi.-

Brad non capì a cosa si stesse riferendo, ma Lee evidentemente sì perché si corrucciò e non disse più una parola.

-Comunque, Jordan, conosciamo tutti il tuo problema. Alicia ha paura ad ammettere che ti ama ancora e non ha il coraggio di lasciare il suo ragazzo. È una situazione difficile, ma si risolverà, stai tranquillo. Basterebbe metterla alle strette secondo me, però prima o poi lo capirà anche lei e voi vivrete felici e contenti, d'accordo?- disse Brad, guardando Lee che ricambiò lo sguardo come se Brad fosse uscito di senno -Ora passiamo al mio di problema; problema che ha un nome e un cognome.-

-Quale? Suzanne Hart o Finn Eagle?- chiese Lee, curioso, ma accennando un sorriso divertito di fronte a Brad che chiedeva aiuto.

Brad sembrò pensarci su e poi disse.

-Beh, in realtà tutti e due, ma direi che il problema principale è Sue. Lei ed Alicia sono davvero simili, perché anche lei non vuole ammettere che prova qualcosa.-

-Ah, se aspetterà quanto ha aspettato Alicia, fai prima a cercarti un'altra ragazza.- commentò Lee, grattandosi il mento.

-Grazie, sei di grande aiuto.- replicò Brad ironico.

-Perché non la metti alle strette, scusa? L'hai detto tu che con Alicia faresti così.-

-Non è proprio la stessa cosa. Sai che Alicia ti ama, lo sanno tutti! Suzanne è più criptica, è come... com'era Alicia all'inizio della vostra storia, se non peggio.-

-Peggio?-

-È innamorata di Finn o crede di esserlo, per cui, fino a quando l'idiota non farà una mossa verso di lei o non staranno insieme, Sue non guarderà nessun altro ragazzo.- sbottò Brad, sedendosi ai piedi del letto di Fred che disse.

-Si può sapere perché siete venuti da me per queste cose? Non sono proprio un guru delle relazioni, visto come è andata a finire la mia unica storia importante.-

-Non dire così! Sei giovane, potrai innamorarti ancora.- lo incoraggiò Lee, ma l'espressione che Fred assunse gli fece capire di aver detto la cosa sbagliata -Sono venuto da te perché sei mio amico e perché sei diventato molto amico di Alicia, per cui...-

-Non temere, non voglio portartela via.- lo interruppe Fred, lanciandogli un sorriso -Capisco che tu sia geloso di lei, ma non puoi guardarmi male tutte le volte che lei mi sorride.-

-Lo so.- sbuffò Lee, dispiaciuto -Solo che è brutto che adesso sia così aperta con tutti. Cioè, è bello che sia molto meno fredda e più dolce, però prima mi sentivo privilegiato, capite? Ero uno dei pochi che la faceva sorridere.-

-Beh, vedila da quanto punto di vista. Sei ancora l'unico che la fa sorridere in un certo modo.- puntualizzò Brad e a Lee venne in mente quella volta in cui aveva detto ad Angelina che il suo sorriso era diverso in presenza dei gemelli.

-Sai.- disse infine Lee, non riuscendo a trattenersi -Odio questo tuo modo accomodante che usi per farci parlare della tua situazione.-

Brad replicò con un ghigno canzonatorio e Lee sbuffò ancora.

-Dovresti parlarne con Paul, lui sì che capisce davvero Suzanne.- commentò Fred, guardando il soffitto -Anche se credo che lei sappia già chi vuole davvero. È simile ad Alicia, ma a differenza sua non credo che starebbe con una persona che non vuole davvero. Penso sia molto più sincera da questo punto di vista.-

-E tu come le sai queste cose?- domandò Brad, temendo il peggio.

Fred non riuscì a trattenere una risata, questa volta genuina.

-Uao, rilassatevi. So di essere molto attraente, ma non ho mire su nessuna ragazza, impegnata o meno, presente in questa casa. So queste cose perché ho imparato ad osservare le persone. Un vizio che ho ereditato dalla mia ex ragazza, la maestra dell'osservazione.-

-Weasley, fra me e te non c'è competizione.- replicò Brad, sistemandosi i capelli di proposito.

-Esatto, non ce n'è.- continuò Fred ed entrambi risero, seguiti a ruota da Lee.

-Etciù!- Brad, dopo lo starnuto, fece per parlare ancora, ma non ci riuscì -Etciù, etciù, etciù!-

-Cavolo, sei pieno di microbi, amico.- commentò Lee, divertito.

-Sbaglio o mi hai chiamato amico, amico?- lo punzecchiò Brad e Lee non poté fare altro che tacere, proprio nel momento in cui qualcuno bussò alla porta.

Alicia fece il suo ingresso nella stanza e si bloccò di colpo di fronte a quella bizzarra scenetta: Lee, Brad e Fred nella stessa stanza.

-La fine del mondo è già arrivata?- ironizzò lei, spostando lo sguardo da Lee e Brad che le fece un ghigno divertito.

-Che succede?- domandò Fred, alzandosi dal letto e guardandola negli occhi.

-Dobbiamo andare a prendere delle provviste e, vista l'occasione, anche delle medicine non sarebbero male.- chiarì lei, indicando Brad che starnutì ancora e riuscì a dire.

-Basterebbe un decotto comunque.-

-Non abbiamo più molte scorte per le pozioni e di certo non possiamo sprecarle per un banale raffreddore, Brad.-

Il ragazzo non poté replicare niente, conscio che Alicia non stava affatto sbagliando.

-Bene.- riprese lei, decisa -Chi vuole andarci? Fred?-

-Perché chiedi chi vuole andarci e poi proponi me?- domandò lui in risposta, quasi divertito -Non ha senso!-

-Perché hai bisogno di sfogarti e no...- lo interruppe Alicia prima che potesse fare una battutina delle sue -Non intendevo in quel senso. Hai bisogno di uscire e di pensare ad altro. E poi sei uno dei migliori, per cui se andassi anche tu mi sentirei più tranquilla.-

-Grazie per la considerazione.- mugugnò Lee, infastidito.

-Vai anche tu, Lee.-

Il ragazzo alzò gli occhi e lanciò una strana occhiata ad Alicia che gli fece un cenno allusivo che Lee, ovviamente, non comprese.

-Devi controllare che io non mi suicidi.- chiarì Fred ad alta voce e Alicia si passò una mano sul viso, rassegnata -Va bene, allora, andiamo.-

George e Angelina, mano nella mano, entrarono nella stanza che i gemelli avevano affittato sopra il negozio.

Non l'avevano mai usata come camera vera e propria, né per dormire, né per un reale trasferimento; un tempo era stata usata come posto dove riposarsi prima dell'apertura o come luogo dove sviluppare qualche nuova e brillante idea per degli scherzi.

Oramai, però, quella stanza era diventata un secondo magazzino e, non appena Angelina varcò la soglia, faticò a vedere il pavimento, completamente pieno di scatole e di esperimenti di scherzi andati a male.

-Ehm... George, d'accordo che volevi un po' di intimità, ma questo non mi pare proprio un bel posto per restare da soli.- Angelina gli lasciò la mano per passarla sulla scrivania piena di fogli e buste di varie dimensioni e la rialzò coperta di polvere, mostrandola poi al ragazzo.

-Avrei dovuto sistemare prima di portarti qui in effetti.- sorrise lui, divertito -Ma posso rimediare!-

George sfoderò la sua bacchetta e la agitò, facendo sparire scatoloni, buste, fogli e quant'altro.

In pochi minuti la stanza era tornata come nuova e senza alcuna traccia di sporcizia.

-Soddisfatta?- domandò il ragazzo, sorridendole.

-Decisamente.- Angelina rispose al sorriso e gli allungò una mano che George usò per avvicinarla a sé.

-Allora, hai detto che volevi un po' d'intimità.- sussurrò Angelina, imbarazzata -Non mi dirai che...-

George la baciò prima che lei potesse finire la frase, mentre Angelina sentiva il cuore arrivarle in gola.

Tutte le volte si stupiva di quanto fosse strano ed estremamente bello baciare George.

Era... Era decisamente diverso rispetto a Fred.

Fred era passionale, impetuoso, ma allo stesso tempo la faceva sentire al sicuro.

George, invece, era dolce, protettivo e, Angelina questo l'aveva notato fin da subito, quasi fragile.

Ogni volta che la baciava sembrava sempre incerto, come se si aspettasse che da una momento all'altro Angelina lo respingesse e lo lasciasse per tornare da Fred.

E forse lo pensava davvero, perché la ragazza si era accorta degli sguardi di George che erano diventati sempre attenti ad un suo cambio di espressione.

-No.- gli disse lui sulle sue labbra.

-No?-

-No, non voglio fare quello che pensi, Angie. Voglio fare le cose con calma, andarci piano.-

-Non ti facevo un ragazzo romantico.- disse lei, divertita da quella rivelazione.

-Come no? Cosa ti aspettavi?-

Angelina si morse le labbra e si allontanò un poco da lui.

-Beh, sì, so che sai essere dolce, ma... Con Katie, quanto hai aspettato?-

George spalancò gli occhi e la guardò come se fosse uscita di senno.

-M-Me lo stai davvero chiedendo?-

-Perché? La risposta non mi piacerebbe?-

-Perché le due cose non sono comparabili. Tu non sei Katie.-

Angelina lo fissò attentamente e si imbronciò.

-Oh, capisco. Io non sono come Katie, perché lei non aveva mai avuto esperienze, quindi andava preservata, mentre io... Puoi avermi quando vuoi, giusto?-

-Mi stai mettendo in bocca parole che non ho detto, che ti prende?- domandò George, confuso -Perché all'improvviso mi chiedi di Katie?-

-Perché siete stati insieme per un sacco di tempo e, nel giro di un giorno, vi siete lasciati e vi siete dichiarati ad altre persone.- Angelina si sedette sull'unico letto della stanza, triste -Ho provato a far finta di niente, ma non riesco ad evitare la questione.-

-Angie...-

-Devo sapere tutto, perché non voglio iniziare questa storia con paranoie, dubbi o altri problemi. Voglio stare con te senza aver paura di quello che è successo in passato o di quello che potrà succedere.-

George, di fronte a lei, si appoggiò al muro e disse.

-Cosa vuoi sapere?-

-Eri innamorato di Katie?- chiosò Angelina, alzando lo sguardo verso di lui.

-Sì.-

-E lo sei ancora?-

-In un certo senso.- George si passò una mano fra i capelli -È complicato da spiegare, Angie, e tu meglio di tutti dovresti capirlo. Noi sette... siamo sempre stati così legati, così uniti l'uno all'altro che per me è impossibile descrivere il nostro tipo di legame. Ogniqualvolta che tu hai voluto far entrare qualcuno nel gruppo è perché hai sentito qualcosa, vero? Una specie di empatia verso quella persona.-

Angelina corrugò la fronte, provando a capire dove volesse andare a parare.

-Ecco, quello che non ti ho mai detto, che nessuno di noi ti ha mai detto è che quella sensazione la sentivamo tutti. Non siamo diventati amici a caso, era quasi come se... Fossimo fatti per essere una famiglia.-

-Ma questo cosa c'entra con il tuo rapporto con Katie?-

-Non posso dirti che non provo più niente per lei, non solo perché l'amore non sparisce da un giorno all'altro, ma anche perché lei sarà sempre la mia spalla, la mia confidente, la mia pulce. È parte della mia famiglia, come lo sono gli altri.-

Angelina abbassò lo sguardo, incassando il colpo.

-Ma tu, Angie, tu sarai sempre ad un altro livello.-

La ragazza ripuntò gli occhi su George che le sorrise e le si avvicinò, inginocchiandosi per terra per arrivare alla sua altezza.

-Vuoi sapere quanto ho aspettato con Katie, è questo che ti preoccupa?-

-Voglio sapere se hai aspettato con Katie per lo stesso motivo per cui aspetti con me.-

-Ho aspettato con Katie perché sì, non aveva avuto esperienze e doveva essere una decisione importante, ma soprattutto perché non era una persona qualunque e non volevo rovinarle un momento che avrebbe ricordato per sempre.-

George le prese una mano e la baciò.

-Se ti fa stare così tanto in ansia questa cosa, sei seduta su un letto, Angie, possiamo subito rimediare.-

Il ragazzo stava scherzando, ma Angelina la prese tutt'altro che bene e ritirò la mano.

-Non ero serio.-

-Beh, era il momento peggiore per sdrammatizzare, George.-

-Scusa.- George si alzò in piedi -Ho solo pensato che stessi esagerando, quindi...-

-Non sto affatto esagerando! Dimmi solo che non aspetti per paura che io veda Fred mentre sto con te.-

George alzò un sopracciglio, stupito.

-Non ho mai pensato una cosa del genere, ma non è una novità, vero? Metti in mezzo Fred tutte le volte che puoi.-

-Questo cosa vorrebbe dire?-

-Che tu vuoi delle risposte da me, quando sei la prima a non chiarire nulla. Non si capisce mai cosa vuoi, Angie, ancora non ho capito perché di punto in bianco hai scelto me. Eppure, eccomi, sono qui, pronto a stare con te comunque perché è te che voglio.-

-Davvero?- Angelina si alzò in piedi, fronteggiandolo -Chi ha lasciato chi, George? Katie ha lasciato te o il contrario?-

-Scusami?- domandò George, sperando di aver frainteso.

-Mi hai sentito. Credo sia un mio diritto sapere se sei corso da me solo per consolarti dopo che Katie ti ha scaricato o...-

-Tu sei completamente fuori di testa, lo sai?- la interruppe George, sconvolto -Pensi davvero che io sia così? Non eri tu quella che ci conosceva come nessun altro al mondo?-

-È vero o non è vero? È stata Katie quella a lasciare?-

George non rispose, era troppo arrabbiato per poter replicare e voleva evitare di dire cose di cui poi si sarebbe sicuramente pentito.

-E non è vero che questo è lo stesso posto dove tu e Verity vi davate da fare?-

George non poté nuovamente replicare nulla, colpevole di essersi dimenticato della sua tresca con Verity e, soprattutto, del luogo dove si svolgeva.

-Angie, questo non...-

-Lo sapevo.- Angelina lo interruppe, furiosa -Sei il gemello di Fred, dopotutto, non potevi essere così diverso da lui.-

La ragazza capì di essere andata troppo oltre, ma non era riuscita a reprimere l'impulso di ferirlo.

George strinse i pugni, non riuscendo più a trattenersi, ma l'espressione era triste e delusa.

-Sai cosa vorrei io, Angelina? Una relazione a due. Non posso avere una relazione con te e mio fratello, mi dispiace. Quindi direi che levo il disturbo e ti lascio da sola, così potrai pensare Fred senza sentirti in colpa.-

 

 

 

Brad sentì un lieve battere sulla sua porta, ma era così pieno di raffreddore e febbre da non riuscire nemmeno a dire una parola.

Udì qualcuno entrare nella stanza e alzare il cuscino che il ragazzo teneva premuto sulla testa.

-Uao, sei un disastro.-

Non appena sentì quella voce, riprese il cuscino e si nascose ancora di più sotto le pesanti coperte.

-Va' via.-

-Ehi, non sei affatto gentile.- disse Suzanne, sedendosi su una sedia vicino al letto -Mi hanno detto che stavi poco bene e sono passata a trovarti, nonostante mi facciano schifo i malati, le malattie e gli ospedali. Dovresti sentirti onorato che io sia qui adesso.-

Brad alzò il cuscino e si fece vedere: aveva il naso e gli occhi rossi, stava tutt'altro che bene.

-Esci fuori da questa stanza.- mormorò prima di portarsi una mano davanti la bocca e tossire -Subito!-

-Sei spaventoso quanto un gattino indifeso.- commentò Suzanne, rimanendo al suo posto -Mi giri sempre attorno quando non vorrei e per una volta che, stranamente, sono io quella che vuole starti vicino, tu mi mandi via? Sei un po' lunatico, lo sapevi?-

-Non voglio...- Brad tossì un'altra volta -Non voglio che tu mi...-

-Oh.- Suzanne lo interruppe e il ragazzo vide che aveva un sorrisino divertito sul volto -Non vuoi che io ti veda in questo stato? Cos'è, hai paura di mostrarti fragile?-

Brad fece per alzarsi, incapace di farsi davvero vedere messo così male.

-Oppure è perché la tua immagine di super figo è appena andata a farsi benedire?-

-Quanto parli.- commentò lui, sbuffando -Sprechi tante di quelle parole, ma appena io ti chiedo qualcosa diventi come un pesciolino rosso.-

Suzanne non apprezzò quel commento e incrociò le braccia al petto.

-Che stai facendo? Stai male, non puoi alzarti.-

-Sto bene.- Brad si infilò le pantofole e la vestaglia, rimanendo in piedi per circa due secondi prima di avere un cedimento.

Suzanne lo afferrò giusto in tempo.

-È bello sapere di non essermi sbagliata, sei davvero un idiota.- la ragazza lo fece sdraiare e lo coprì con la coperta -Sei un adulto, oramai, non fare il bambino capriccioso. Riposati e guarisci.-

-Allontanati o potrei contagiarti.-

-Okay, ma tu stai a letto.- La ragazza si sedette nuovamente sulla sedia -Per favore.-

-Se è una proposta, Sue, devo declinarla. Riuscirei a farti divertire anche così, ma forse dovremo rimandare a quando sarà guarito.-

Suzanne alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

-Merlino, i malati fanno davvero schifo. In tutti i sensi.-

-Siamo maghi, per la miseria, e sono costretto ad aspettare per delle medicine babbane, quando a casa mi avrebbero curato con una pozione!-

-Brutto, eh, non essere più l'erede della famiglia Anderson?- Suzanne si alzò dalla sedia e gli passò una mano fra i capelli -Dai, Brontolo, vado a prepararti un rimedio magico babbano che ti aiuterà con la tua influenza.-

-Magico e babbano? Non ha senso.- Brad tossì un'altra volta -Che diavolo mi vuoi rifilare?-

-Si chiama minestra e, fidati, insieme al tè e alla medicina che gli altri sono andati a prendere ti farà tornare come nuovo. Purtroppo per me.-

-Sue, sono influenzato, non stupido.- Brad si coprì per bene, provando a non tossire ancora -Questa volta il tuo tono non ha convinto neanche te stessa.-

 

 

 

 

Oliver le spostò un ciuffo di capelli dal viso e le sorrise prima di darle un altro bacio, facendola arrossire e arrossendo a sua volta.

-Ehm, Ollie, ti dispiace?-

Katie, che era seduta sulla terrazza con Oliver accanto a lei, si alzò in piedi per allontanarsi dal ragazzo.

Era ancora difficile baciarlo, perché era tutto ancora imbarazzante, strano e confuso.

Sì, stavano insieme, ma la loro storia rimaneva comunque un'incognita, un punto di domanda irrisolto perché Katie sapeva quanto Oliver avesse sofferto per la sua relazione con George e sapeva che, ben presto, lui le avrebbe fatto delle domande, le avrebbe fatto delle richieste e così la ragazza decise di agire lei per prima.

-Tutto bene?- domandò lui, imitandola e mettendosi in piedi. Era ancora rosso in viso e si avvicinò a lei, allungando una mano verso il suo viso, preoccupato di quell'espressione ansiosa che Katie aveva assunto.

-Sì, tranquillo, sto bene.- Katie sorrise, facendosi accarezza la guancia. Quel lato di Oliver non sarebbe mai cambiato, si sarebbe sempre preso cura di lei nonostante tutto -È solo che... Questa cosa fra di noi...-

-Non chiamarla “cosa” come se fosse qualcosa di indefinito, stiamo insieme ora. Sei la mia... ragazza, capito?-

Oliver abbassò lo sguardo, sorridendo imbarazzato e Katie sorrise a sua volta, anche se lui non poteva vederla.

-Sì, sono la tua ragazza, quindi credo che dovremmo chiarire delle cose.-

-Del tipo?-

-So che l'imbarazzo che c'è fra di noi non è solo dovuto al nostro carattere.- iniziò Katie, subito dopo aver preso un bel respiro -E ho notato che non rivolgi quasi più la parola a George.-

-Beh, è il tuo ex ragazzo, Katie, cosa vuoi che faccia?-

La ragazza lo guardò, confusa. Poi continuò.

-È un tuo amico. Un tuo caro amico, Ollie, non vorrai davvero chiudere per sempre con lui?-

Oliver fece spallucce senza rispondere.

-Questo cosa vorrebbe dire?-

-Che non posso fare finta di niente, okay? Lo so che questo gruppo è un casino e lo sarà sempre, ma non riesco a parlargli come prima. Abbiamo iniziato ad allontanarci quando lui stava iniziando a provare qualcosa per te e ci siamo allontanati definitivamente quanto tu e lui vi siete messi insieme. Ora, dopo che tu l'hai lasciato, non credo che potremo rinsaldare il rapporto.-

-Oh, per favore, Ollie, a George non interessa che io l'abbia lasciato.- disse Katie, poi ripensandoci aggiunse -Voglio dire, certo che sarà dispiaciuto della fine della nostra storia, come lo sono io, ma alla fine...-

-Sei dispiaciuta che fra voi due sia finita?- la interruppe Oliver, di colpo offeso.

-Vedere naufragare una storia non è esattamente una vittoria.-

-Ma sei stata tu a lasciarlo!-

-Lo so!- Katie sbuffò, arrabbiata -Perché mi urli addosso?-

-Perché hai appena detto che...-

-Se mi avessi fatto finire, avresti sentito anche il resto della frase. È ovvio che io sia dispiaciuta per come siano andate le cose con George, perché lui era... è il mio migliore amico e adesso sarà difficile far tornare le cose come prima, ma sono sicura che con il tempo riusciremo ad essere quelli di una volta. E, in fondo, entrambi stiamo con le persone che volevamo veramente.-

Katie fece il suo sorriso radioso, ma Oliver, stranamente, non riuscì a calmarsi, anzi le parole della ragazza lo fecero star male ancora di più.

-Mi vorresti dire che hai intenzione di ricreare il rapporto che c'era un tempo fra te e George?-

-In che senso, Ollie? Non vuoi che io gli sia amica?-

-No, puoi parlargli qualche volta se ti va, ma di certo non starò a guardare voi due che riscoprite il vostro speciale “rapporto”.-

-Oh, Merlino!- sbottò Katie, incredula -Pensi davvero che io possa vivere senza l'amicizia di George? Mi stai chiedendo di stargli lontano?-

-Non te lo sto semplicemente chiedendo.- rispose lui, corrucciato -Ti piacerebbe che io passassi del tempo da solo con Nolwenn?-

-Come puoi paragonare le due cose!? Nolwenn non è la tua migliore amica, non ha condiviso quello che io e George abbiamo condiviso!-

-Proprio sulla base di quello che avete condiviso, non puoi chiedermi di sopportare che voi due continuiate ad essere amici come se nulla fosse.- disse lui, improvvisamente calmo e tranquillo, come se il suo ragionamento fosse sensato e Katie fosse pazza a non capirlo.

-E tu non puoi chiedermi di non essergli più sua amica. Non puoi!- Katie, invece, era furiosa; urlava, sbottava e quasi sbatté i piedi per terra dal nervoso -Non puoi chiedermi di scegliere.-

-Non ti sto chiedendo niente.- continuò Oliver, alzando gli occhi al cielo -Meno che mai di scegliere, perché la realtà dei fatti è che hai scelto me, hai lasciato lui per me, quindi...-

-Quindi non vedo perché tu debba marcare ancora il territorio. Sto con te e... amo te.- Entrambi arrossirono dopo quelle parole -Perché devo stargli lontana?-

-Te l'ho già spiegato, Katie, ci starei male. È questo che vuoi, che io ci stia male?-

Una lacrima rigò la guancia della ragazza e scosse la testa.

-Sei ingiusto, ancora una volta sei ingiusto. Non puoi punirmi perché in questi mesi hai sofferto, ho sofferto anch'io dopo il tuo rifiuto e tutto ciò che ho fatto dopo allora non era in alcun modo un mezzo per farti del male.-

-Non ti sto affatto punendo.-

-Sì, invece, ma sei troppo stupido per capirlo.- Katie si asciugò il viso e lo guardò con gli occhi lucidi -Va bene, se ti fa sentire meglio starò lontana da George, ma fermati cinque minuti a pensare a quello che mi stai chiedendo. Preferisci soffrire o vedere soffrire me? Se la risposta è la seconda, non solo sei stupido, ma sei anche un bugiardo: non mi ami davvero.-

 

 

 

 

-Ci stanno mettendo troppo.- ripeté Angelina per la quarta volta, lanciando un'occhiata all'orologio della cucina e battendo in agitazione le dita sulla superficie del tavolo -Sono fuori da ore, com'è possibile che non siano ancora tornati?-

Alicia, intenta a rammendare un calzino, sbuffò e controllò personalmente l'ora, evitando però di lasciar trapelare quanto in realtà anche lei fosse preoccupata.

-Chi è uscito in missione?- domandò Suzanne, intenta a preparare una minestra; quando Alicia le avevano chiesto per chi la stesse cucinando e la ragazza aveva bofonchiato un nome preciso a bassa voce, lei aveva sorriso e aveva guardato Angelina, cercando un'approvazione che non era arrivata, perché l'amica era sembrata giù di corda e demoralizzata e Alicia si era appuntata di chiederle più tardi il suo problema.

Tutto, però, era passato in secondo piano quando il gruppo che era uscito per le provviste aveva iniziato a fare ritardo.

-Lee, Fred, Nolwenn, Paul e Daphne.- elencò Alicia, provando a rimanere impassibile.

Suzanne lasciò perdere la minestra e si voltò verso Alicia, subito dopo aver sentito il nome dei suoi amici.

-E quando sarebbero dovuti tornare?- domandò Suzanne, guardando prima Alicia e poi Angelina che rispose.

-Circa un'ora e mezza fa.-

-Ma staranno per tornare.- provò a consolarle Alicia -Magari stanno facendo molta attenzione e ci stanno mettendo più del previsto per evitare di essere presi dai Ghermidori.-

-Presi dai Ghermidori.- ripeté Suzanne, tornando alla minestra -Ora sì che sono depressa.-

-Ho detto anche “evitare” non l'hai sentito? Vedrai che a breve...- Alicia si bloccò, perché aveva sentito la porta aprirsi e tutte e tre le ragazze si precipitarono in salotto.

Fred fu il primo ad entrare, portando fra le braccia Nolwenn, coperta di sangue, che sembrava svenuta; Paul e Daphne gli stavano indietro, accaldati e spaventati, ma illesi.

-Cos'è successo?- domandò Suzanne, correndo verso Paul che annuì per farle capire che stava bene -Chi vi ha attaccati?-

-Phil.- sussurrò Daphne, passandosi nervosa le mani fra i capelli -Il padre di Brad non si arrende e ha una schiera di Ghermidori tutta per sé.-

-Nolwenn?- chiese Angelina, toccandole il polso.

-Sta bene, credo.- rispose Fred, mentre tutti gli altri ragazzi, escluso Brad, scendevano in salotto -Le hanno lacerato una gamba qui.-

Il ragazzo mostrò ad Alicia e a Jared il taglio profondo che Nolwenn aveva sulla coscia.

-Ha perso molto sangue.- concluse il ragazzo, mentre Jared gliela sfilava dalle braccia per metterla sul divano.

-Sopravviverà, vero?- chiosò Oliver, spaventato. Katie si morse il labbro e fissò Alicia, attendendo una risposta che non arrivò.

-Ali?- mormorò Angelina, toccandole un braccio.

-Dov'è Lee?- sussurrò Alicia, che non si era mossa di un centimetro da quando il gruppo era entrato in casa -Dov'è?-

Fred si guardò dietro, quasi come se si aspettasse di vederlo proprio lì, accanto a Paul e a Daphne, che scossero la testa.

-Era con noi quando siamo stati attaccati.- disse Fred, continuando a guardare i due -Quando hanno colpito Nolwenn, mi ricordo che ci aveva detto di scappare. Era con voi due, no?-

-È successo di tutto ed è stato così veloce che io...- incominciò Daphne, ma Alicia la bloccò, fulminandola con gli occhi.

-Vi siete persi Lee? Come avete potuto perderlo di vista? Tu, soprattutto, dal momento che un tempo non gli staccavi gli occhi di dosso!-

-Ehi!- dissero all'unisono Paul e Suzanne, che si avvicinò a Daphne come per proteggerla.

-Datti una calmata.- sbottò Chris e Leanne annuì nella sua direzione.

-Anche tu.- ribatté Fred, rivolto al ragazzo che non la prese bene.

-Calmatevi tutti, ragazzi, per favore.- li fermò Katie, mettendosi fisicamente in mezzo ai due gruppi che si erano riuniti fra di loro, mentre Jared era ancora intento a guarire Nolwenn -Cercate di capire Alicia, è scossa.-

-No, non sono scossa.- continuò Alicia, stringendosi le braccia -Sto morendo, perché Lee non è qui e nessuno sa dove sia. Facciamo queste pseudo spedizioni da mesi e ancora non avete imparato a controllare che ci siano tutti prima di tornare?-

-Nolwenn poteva morire e stava perdendo un sacco di sangue, per cui, scusaci, se il nostro primo pensiero non era rivolto a Lee. Noi non siamo te.- commentò Daphne, non riuscendo a trattenersi.

Jared si bloccò, lanciando un'occhiata strana ad Alicia che, però, era troppo occupata a decidere se lanciare o meno una maledizione alla ragazza.

-No, non vi scuso. Siamo in questa casa perché una vostra amica non è voluta scappare all'estero per salvarsi la pelle, quindi mi aspettavo un minimo di riconoscimento.- Alicia guardò l'altro gruppo -Tutti fuori da questa casa. Tutti voi. Il mio gruppo può rimanere, ma tutti gli altri se ne devono andare immediatamente.-

-Cosa?- domandò Katie, sconvolta -Non puoi...-

-Certo che posso, è casa mia!- la interruppe lei, furiosa, correndo poi verso le scale per salire al piano di sopra e, probabilmente, rifugiarsi nella sua stanza.

I rimasti si guardarono l'un l'altro, non sapendo cosa fare.

-Non diceva sul serio, ragazzi, non dovete andarvene.- disse alla fine Fred, lanciando un cenno a George perché era lui il più bravo in quei discorsi.

Il fratello, però, non aggiunse nulla e si voltò anche lui verso le scale.

-George, aspetta!- disse Angelina, scossa -E Lee?-

-Prendo delle cose e vado a cercarlo.- rispose, senza guardarla negli occhi, cosa che Fred notò subito -Fred, Capitano, venite con me?-

-Sì.- risposero all'unisono i due, senza aggiungere altro.

-Vengo anch'io.- se ne uscì Jared, ma Katie ed Angelina scossero la testa.

-Devi pensare a Nolwenn, Alicia è troppo sconvolta per aiutarla.- soffiò Katie, provando a calmarsi.

Jared annuì a fatica e tornò a concentrarsi sulla sua paziente.

-Allora veniamo noi.- disse Chris, toccando una spalla a Paul -Avrete quattro occhi in più, che non è male.-

-Vengo anch'io.- Suzanne fece un passo in avanti, anche se Leanne e Tamara le stavano dicendo di non farlo.

-Non ci pensare neanche!- Brad, in vestaglia e pantofole, era appoggiato al corrimano e tutti si voltarono a guardarlo in sincronia -Tu rimani qui.-

-Sua maestà non mi da il permesso?- domandò lei, ironica -Vado eccome. E tu dovresti essere a letto.-

-Ecco le medicine.- Paul le diede a Suzanne che lo guardò, scettica.

-Ehm, Paul, non sono un'infermiera. Mi hai scambiato per la Spinnet?-

-Le prenderà solo da te, per cui rimani qui e sorveglia il malato.- le rispose lui, facendola vergognare di fronte a tutti.

-Giusto, amico. E mi dovevi anche una minestra!-

-Arrivo, arrivo.- Suzanne sbuffò contrita, ma prima di tornare in cucina, disse a Paul -Stai attento.-

-Lo farò.-

 

 

 

-Secondo te starà bene?- domandò Suzanne a Brad che, dopo le medicine, la minestra e il tè, stava decisamente meglio.

-Non lo so.- Brad, che era andato a farsi una doccia per “debellare” completamente i germi e che si stava rimettendo sotto le coperte, le lanciò un'occhiata -Conoscendo Jordan, magari si è semplicemente perso.-

Suzanne piegò le labbra in una smorfia e lo guardò, lapidaria.

-Parlavo di Nolwenn, non di Jordan. Chi se ne importa di lui! Dopo quello che ha fatto a due mie amiche, non mi interessa se gli dovesse succedere qualcosa.-

Brad le fece un ghigno canzonatorio, altro segno che stava effettivamente guarendo.

-Vuoi passare per insensibile, ma in realtà non lo sei più di tanto. Comunque il ragazzo di Alicia mi sembra abbastanza sicuro di quello che fa, quindi credo che se la caverà anche lei.-

Suzanne si alzò dalla sedia e gli sistemò meglio le coperte, cosa che lo fece sorridere ancora di più.

-Non capisco come faccia a non arrivarci! Eppure mi sembra un ragazzo intelligente, com'è possibile che non si accorga di quanto Alicia voglia ancora Jordan? Jared sembra scomparire agli occhi della Spinnet quando si tratta di Lee.-

-Ci è arrivato eccome, però la ama molto, quindi non riesce a lasciarla andare.-

-Dovrebbe.- insistette Suzanne, decisa -Se una persona non ricambia i tuoi sentimenti, devi lasciarla andare, per quanto tu ci tenga a lei. L'amore unilaterale fa schifo.-

-Parli per esperienza?- domandò Brad, piccato.

Suzanne, che gli stava sprimacciando il cuscino, gli lanciò un'occhiata e piegò la testa.

-No. No, non parlo per esperienza. Dico solo che Jared dovrebbe trovare qualcuno che lo ami davvero, capisci? Qualcuno che lo guardi come lui guarda Alicia o come Alicia guarda Lee.-

-O come io guardo te.- concluse Brad, facendole vedere un sorriso divertito che irritò solamente Suzanne, pronta ad andarsene.

-Ehi, ehi, non scappare.- Brad le aveva afferrato un polso e le fece un broncio irriverente -Sono ancora malato, ricordi? Devi badare a me.-

-Non stai affatto male, sei completamente guarito.-

-Controllami la temperatura allora!-

Suzanne gli toccò la fronte e ammise a se stessa che era ancora caldo.

-D'accordo, hai la febbre, ma le medicine sono già in circolo, tra poco starai bene e io vorrei andare a dormire!-

-Dormi qui.- replicò Brad, semplicistico.

Suzanne fece una risata che sapeva tanto di presa in giro e poi lo fissò.

-Era una battuta, vero?-

-No.- disse Brad con un sorriso -Ti prometto che non farò niente e che non ti bacerò a meno che tu non lo voglia, quindi, signorina Io-Non-Provo-Niente, vediamo quanto dura il tuo autocontrollo accanto a me.-

-Mi stai lanciando davvero una sfida del genere? Dormire con te per mettermi alla prova?-

-Hai paura di perdere?-

Suzanne piegò le labbra, pensandoci su, e poi si tolse il golfino che aveva indosso.

-Sarai tu a perdere, Anderson.-

Brad, che in realtà non era minimamente interessato alla sfida, alzò le coperte per farla entrare nel letto.

Poi spalancò le braccia, facendole capire dov'era il suo posto.

-Che vuoi?-

-Se non ti stringi a me, cadrai. A tuo rischio e pericolo.- rispose prontamente lui e lei sbuffò ancora.

Suzanne si mise fra le sue braccia e nascose un mezzo sorriso. Quel ragazzo era peggio di un diavolo, lui e i suoi piani finivano sempre per coinvolgerla.

Era impossibile difendersi.

Brad la strinse a sé per alcuni minuti e poi disse.

-Okay, ora direi che puoi anche spostarti.-

Suzanne alzò il viso per guardarlo e si accorse solo in quel momento di quanto fossero vicini.

-È che non credo di mantenere la parola data se mi stai così vicina. Vorrei solo baciarti in questo momento.-

Suzanne arrossì, ma lo guardò come se fosse oramai rassegnata da quelle sue continue dichiarazioni.

La ragazza allora si spinse un po' più su e gli baciò la testa, come se fosse un bambino da dover tenere buono.

-Ecco, te l'ho dato io il bacio della buonanotte. Ti basta? Possiamo dormire ora?-

Brad sorrise e la strinse ancora di più a sé, appoggiando la sua fronte alla quella di Suzanne.

-Per ora mi basta, sì. Buonanotte, Sue.-

 

 

 

 

Alicia era seduta di fronte alla porta principale della casa, le gambe strette al petto e un peso allo stomaco che non andava giù perché non erano ancora tornati e a Lee poteva essere successo di tutto.

Nascose la testa fra le braccia, temendo il peggio. Cosa avrebbe fatto se gli altri fossero tornati con una brutta notizia? Come avrebbe reagito?

Alicia aveva letto la delusione e la tristezza negli occhi di Jared, ma non era riuscita a fare o a dire niente per farlo stare meglio.

Non poteva sprecare energie per tranquillizzare il suo ragazzo, doveva impiegarle per evitare di spezzarsi.

Lee doveva essere vivo, doveva stare bene, perché tutto il resto era semplicemente impensabile.

Alicia non udì la porta aprirsi, ma sentì la voce del ragazzo che stava parlando con i gemelli e Oliver.

Alzò lo sguardo e vide l'espressione di Lee cambiare non appena si accorse di lei rannicchiata lì, di fronte alla porta.

Gli altri ragazzi lo lasciarono entrare e Fred, passandole davanti, le toccò i capelli per farle capire che stavano tutti bene.

-Alicia...- Lee si abbassò verso di lei e le sorrise -Respira, sto bene, vedi?-

La ragazza gli fece un controllo accurato con gli occhi e riprese a respirare normalmente.

-Scusami, so di averti fatto preoccupare, ma non pensavo che ci avrei messo così tanto a seminarli.- continuò lui, accarezzandole un braccio -Ma adesso alzati, per favore, fai stare tranquillo anche a me e fammi vedere che non ti sei paralizzata qui per aspettarmi.-

Alicia si mise in piedi e lanciò un'occhiata a tutti i ragazzi, provando a riacquistare lucidità.

-Dov'eri finito?-

-Ah-em...- iniziò Lee, grattandosi la testa -Cinque Ghermidori mi avevano accerchiato e così sono scappato da un'altra parte, pensavo che almeno Fred mi avesse sentito, ma mi ha detto di Nolwenn, quindi immagino che sia stato normale non badare alle mie urla.-

-Di' la verità, Lee, hai ritardato anche per un cavolo di pudding!- sdrammatizzò Fred, dandogli un buffetto sulla testa che lo fece sorridere.

George, Oliver, Chris e Paul si lasciarono andare ad una risata, oramai la tensione si era sciolta.

-Un pudding, ti rendi conto? A momenti rischiava il collo per un pudding!- Fred scosse la testa, divertito -Va bene, il mio compito qui è finito, ora me ne vado a letto.-

-Ti seguo a ruota.- disse Oliver e gli altri lo imitarono, continuando a ridere per le scale.

Lee, che aveva posato il pudding sul tavolino davanti al divano, guardò Alicia che era rimasta in silenzio per tutto quel tempo.

-So cosa stai pensando, Alicia, e non è come sembra.-

Alicia si leccò le labbra secche e si schiarì la gola.

-Quella volta... Quella volta che Ollie ci ha annunciato la nascita di suo nipote, io avevo detto di volere del pudding. Dimmi che oggi non ti sei quasi fatto ammazzare per una mia stupida frase. Dimmelo.-

Lee fece una smorfia colpevole e guardò il soffitto.

-Okay, forse è come sembra, ma non era una cosa premeditata.-

Alicia si avvicinò e gli diede uno schiaffo sulla guancia, facendo sobbalzare Lee dalla sorpresa.

-Ahia! Questo per cos'era?-

-Perché sei un idiota!- sbottò Alicia, arrabbiata -Stavi rischiando la tua vita per del pudding!-

-No!- la fermò lui, provando a farle capire -Stavo scappando, d'accordo? E sono passato vicino a questa casa, la finestra era aperta e mi è caduto l'occhio su quello.- Lee indicò il pudding sul tavolino -Mi sono ricordato di quello che avevi detto e che anche del fatto che nessuno qui sapesse cucinarlo, per cui...-

Alicia si stava avvicinando di nuovo, alla carica, per cui Lee non concluse la frase, pronto a subire il colpo, ma, per una ragione a lui ignota, la ragazza lo prese per la collottola, lo tirò verso di sé e lo baciò.

Lee ci mise mezzo secondo per rendersi conto di quello che stava succedendo, poi strinse Alicia in un abbraccio e rispose al bacio con impeto.

La stava baciando come se ne dipendesse dalla propria vita, perché erano anni che non baciava Alicia e quello era il suo modo per recuperare, ma anche per farsi perdonare di tutte le cose che le aveva fatto e le aveva detto.

Lee ricordava com'era stare con Alicia, ma quello che non ricordava era la strana e meravigliosa sensazione di leggerezza e di appagamento che aveva tutte le volte che lei l'aveva baciato; era come se le sue labbra incontrassero il loro pezzo mancante, una perfetta combinazione che quando veniva separata, era come perdere una parte importante di sé.

Lee lo sapeva già, ma in quel momento lo realizzò completamente.

Quella sensazione non sarebbe mai svanita e lui avrebbe fatto in modo di non dover più rinunciare a baciare Alicia.

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Sono un disastro, lo so. Prima di partire avevo detto una cosa e poi ne ho fatta un'altra.

Posso dire che è proprio nel mio carattere cambiare idea all'ultimo minuto, ma ovviamente non penso che questa spiegazione vi basterà ^-^'

Diciamo che il mio Erasmus era partito maluccio, la prima settimana è stata terribile: non mi piaceva niente, ero in crisi più totale e me ne volevo andare via; ma non l'ho fatto.

Ho resistito, ho conosciuto un sacco di persone e sono qui oramai da tre mesi e mezzo, manca davvero poco e potrò tornare a casa, molto diversa da come sono partita.

Gli aggiornamenti, per cui, non ci sono stati per tante ragioni ed è strano che stia pubblicando ora che sono in piena sessione (in realtà ora siamo in vacanze, ma dovrei studiare per gli esami!), ma avete già capito che normalità non è il mio secondo nome.

Passiamo quindi al capitolo.

Partiamo con il fatto che all'inizio doveva essere molto più lungo, nel senso che dovevano esserci più scene che ho dovuto “posticipare” per non creare un capitolo infinito xD

Le coppie.

In particolar modo le “nuove coppie”, vale a dire George/Angelina e Oliver/Katie.

Come già avevo detto nello scorso capitolo, le cose fra di loro non potevano sistemarsi così, senza prima aver chiarito bene tutto.

So che sembra che io abbia questa irrefrenabile passione per le discussioni, i litigi o i malintesi, ma non è proprio così xD

Sì, questo gruppo discute, litiga e si confronta molto spesso, ma dovete anche capire bene il quadro generale della situazione che stanno vivendo.

Sono praticamente rinchiusi in una casa, trascorrono 24h su 24 sempre insieme, fra di loro ci sono ex coppie, coppie che hanno dei problemi e coppie che potrebbero anche formarsi o riformarsi.

Se ci aggiungiamo la guerra, la paura di morire, le morti che già li hanno colpiti, è quasi strano che questi ragazzi non si azzannino da mattino a sera!

Oltretutto c'è una tensione continua per quello che succederà a breve (molto a breve!)

Per cui da una parte abbiamo Angelina e George, entrambi molto insicuri sul loro rapporto, un po' perché entrambi provano ancora qualcosa per i loro ex (Angie soprattutto), un po' perché ci sono questioni di cui non hanno parlato, questioni che prima o poi verranno affrontate.

Dall'altra abbiamo Oliver e Katie, il primo gelosissimo della nostra pulce e del suo rapporto con George, la seconda ancora troppo ingenua per capire quello che realmente sta succedendo.

Vedremo, quindi, come queste coppie affronteranno il problema.

Poi abbiamo Brad e Sue.

Posso dirlo? Forse sono i soli che danno leggerezza a questo capitolo xD

Brad è ammalato, Sue, stranamente, vuole farlo stare meglio, quindi abbiamo delle scene fra i due leggere, appunto, nulla di più e nulla di meno <3

Questione padre di Brad, Phil e Co: pensavate che fosse finita? E invece no, perché il padre di Brad non si arrende, così come Phil che rivedremo al più presto.

Entrambi i personaggi rispunteranno in altri capitoli e potrebbero anche fare dei grossi danni!

Infine Lee ed Alicia.

Sì, c'è stato un bacio e sì, è stato importante... MA ricordiamo che Alicia è sempre Alicia e lei, per quanto non faccia niente per caso, nel prossimo capitolo vorrà subito chiarire la questione.

Nel prossimo capitolo: capitolo concentrato sulla guerra, che si sta avvicinando (manca praticamente pochissimo) e i ragazzi si organizzano come possono. Una delle coppie non supererà la crisi.

Non vi dico a presto, perché potrei anche mentire, quindi auguro a tutti (in anticipo!) un buon fine anno scolastico, per chi è uno studente, e un buon fine anno lavorativo, per chi non lo è. Sì, forse è presto, ma io sento già aria di mare e di vacanze, per cui da una parte non vedo l'ora di tornare nella mia città e di partire per l'estate <3

GRAZIE a tutti i miei pazienti lettori, vi adoro <3
Un bacione :3

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Capitolo 52
*** Capitolo 50 ***


Capitolo 50

 

-Ehm, questo dovrebbe essere... Forse... Essenza di belladonna?- tentò Angelina, controllando una boccetta contenente un liquido color lilla.

Katie, intenta a contemplare i tarocchi di fronte a sé, lanciò una breve occhiata alla boccetta e sospirò.

-No, è essenza di Grinzafico.-

-Oh.- Angelina piegò la bocca -Certo che le lezioni di Piton non mi sono servite un granché.-

Alicia, che stava sfogliando un libro, diede una gomitata all'amica e le indicò Katie che aveva ancora lo sguardo perso nel vuoto.

-Pulce, tutto bene?- domandò Angelina, lasciando da parte l'essenza di Grinzafico e sedendosi accanto a lei -Sei sovrappensiero.-

-Perché me lo dici?- domandò Katie, voltandosi verso le due ragazze.

Erano in una delle numerose stanze della casa, quella che di solito veniva utilizzata per le lezioni di Divinazione per Katie o per creare le pozioni che servivano all'intero gruppo.

Alicia chiuse il libro e lo posò sul letto, poi disse.

-Beh, forse perché di solito è Oliver quello che ti aiuta in queste cose.- l'amica si avvicinò al tavolo dove Katie e Angelina erano sedute -O forse perché i tarocchi sono più comprensibili se li si legge dalla parte giusta.-

Alicia voltò una delle carte, che mostrò la figura della Luna.

Katie si accorse di non aver girato neanche una carta e tentò un sorriso ingenuo che non convinse né Alicia né Angelina.

-Oliver ed io abbiamo discusso.- confessò la più piccola, sapendo di non poter fingere con le sue amiche -Tanto per cambiare.-

Angelina si morse un labbro e guardò Alicia che abbassò gli occhi, quasi come se volesse contemplare il pavimento.

-George ed io non ci parliamo da tre giorni, non veramente comunque.-

-Credo sia normale.- commentò Alicia per tranquillizzarle -In fondo è stato tutto così improvviso! Vi siete scambiate George in un giorno ed è normale che tutti voi dobbiate abituarvi a questa nuova situazione.-

Angelina e Katie si voltarono a guardarla, la prima alzò un sopracciglio, mentre la seconda piegò la testa per osservarla meglio.

-Bentornata, cara e vecchia Alicia.- disse Katie, tra lo sconvolto e il divertito.

-Non ti vedevamo da un po', a cosa dobbiamo l'onore?- domandò Angelina, ironica.

-Forse non sarò stata il massimo del tatto, ma ho ragione. La questione fra voi quattro è... bizzarra, atipica e credo che ci vada del tempo.-

-Oliver vuole che stia lontana da George.- Katie girò una carta a caso e scoprì il Matto -Che non gli sia più amica, capite? Sarà temporaneo anche questo?-

Angelina fece un sorriso e accarezzò la testa dell'amica con tenerezza.

-Ollie è solo geloso, pulce, non te ne rendi conto? Non ha mai amato nessuno tanto quanto ama te, per cui ha solo paura che tu possa... ricambiare idea e tornare da George.-

-Campionessa di tatto anche tu, Angie.- rise Alicia, scuotendo la testa -Però è vero. Oliver era geloso di George ancora prima di accorgersi di amarti, è naturale che adesso voglia tenerti tutta per sé.-

-Com'è uscito fuori l'argomento George?- chiese Angelina, curiosa, ma c'era in lei un pizzico di gelosia che provò a cacciare via.

-Ho solo detto che vorrei che riniziasse a parlare con George e che anche a me piacerebbe riavere il rapporto di un tempo...- Katie guardò Angelina -Sempre che tu sia d'accordo.- Katie sospirò -Vorrei solo che le cose tornassero come prima, è chiedere troppo?-

-Sì.- risposero all'unisono Angelina e Alicia, lanciandosi poi un'occhiata.

Angelina prese fiato e disse.

-Vi dico solo che fra me e George le cose non vanno e non so il perché. So cosa provo, ma non sono certa che per lui sia lo stesso. Penso che non senta più le stesse cose dopo... Katie.-

La più piccola sobbalzò.

-Cioè, sei gelosa di me? Non esserlo, George vuole te.-

-Non mi sembra proprio.-

Alicia guardò le sue amiche, notando la disperazione nei loro occhi.

-Sentite, almeno per oggi lasciamo da parte i nostri problemi. Abbiamo cose più importanti a cui pensare, come il mal di stomaco di Katie che stamattina l'ha addirittura svegliata.-

Katie annuì, dandole ragione.

-Devi concentrarti per vedere se riesci a vedere qualcosa, qualsiasi cosa che ci aiuti in questo caos che sta per scoppiare.-

-Hai ragione.- disse Angelina, tornando a controllare gli ingredienti, mentre Alicia avvicinava la sfera di cristallo di fronte a Katie.

-Oggi verranno Lupin e Kingsley per la registrazione di Radio Potter e Fred vuole dare una mano, per cui prima mi occuperò di loro, poi darò una mano all'altro gruppo con degli incantesimi che ancora non riescono a fare...-

-Hai calcolato il tempo per mangiare, dormire o respirare?- la frenò Angelina, divertita -Sei strana anche tu da un po' di giorni.-

-Io sto bene, sono solo agitata e controllare tutto mi aiuta a non pensarci.- Alicia aprì la porta -Casomai più tardi mando qualcuno ad aiutarvi.-

-Va bene, a dopo.- disse Angelina, seguendola con lo sguardo mentre usciva dalla stanza -Hai notato? Ha detto “nostri problemi”.-

Katie non rispose, lo sguardo perso nella lettura della sfera di cristallo.

-Katie... Katie!?-

 

 

 

Alicia stava scendendo le scale, quando si scontrò con Fred e Lee che salivano dal piano di sotto.

-Cercavamo proprio te.- proruppe Fred con un sorriso -Lupin e Kingsley arriveranno a momenti, ma noi dobbiamo sistemare le attrezzature e rivedere il copione, per cui quando arrivano...-

-Li faccio salire da voi, tutto chiaro.- concluse Alicia, guardando solo Fred come se Lee non esistesse -Il copione?-

Fred rise con lei e fece cenno a Lee di andare. Il ragazzo stava cercando lo sguardo di Alicia, ma non lo trovò, per cui lasciò perdere e seguì l'amico.

Fred, che aveva notato tutto, corrugò la fronte in confusione, ma decise che avrebbe indagato successivamente e salutò Alicia che ricambiò a stento.

-Di cosa dovrei parlare questa volta esattamente?- domandò Fred, salendo le scale, mentre Lee, silenzioso, faceva lo stesso.

Senza ottenere risposta, Fred alzò gli occhi al cielo e si bloccò sul posto.

Lee gli finì addosso, sbattendo il naso sulla schiena del ragazzo.

-Ahia. Fred, perché ti sei fermato all'improvviso?-

-Amico, ho capito che è successo qualcosa fra te e Alicia, ma non pensarci adesso. Radio Potter andrà in onda stasera ed è più importante.-

-Diventare adulti fa schifo.- commentò Lee, sbuffando -Bisogna mettere da parte la tua vita privata in favore di quella lavorativa, anche quando la tua vita privata è talmente complicata da farti impazzire!-

-Ah, a chi lo dici!- si lamentò Fred con drammaticità e Lee comprese che, benché volesse scherzarci su, l'amico era più serio di quanto volesse dare a vedere -Ma ripeto, purtroppo non abbiamo tempo per queste cose, almeno non oggi.-

-Lo so, ho capito.-

-Smetti semplicemente di pensarci.-

Lee si grattò la testa, il suo tic tipico che fece sorridere Fred, e poi disse.

-Fosse così semplice...-

 

 

-No, no e no. Non devi stringere la bacchetta così forte, devi avere un tocco più leggero per questo incantesimo.- ripeté Alicia, impaziente, e Chris annuì e provò ad imitarla.

-Non è così complicato.- lo spronò Leanne, mentre Alicia le faceva cenno di pensarci lei -Dai, Chris, riprova.-

Alicia passò accanto a Daphne e a Nolwenn: la seconda, ancora con la gamba fasciata, stava insegnando alla prima ad effettuare un Patronus sotto la supervisione di Jared, ma per lei risultava ancora molto difficile.

Paul e Tamara, poco più avanti, stavano guardando Brad che faceva vedere loro come trasfigurare qualunque oggetto in una potenziale arma, mentre Suzanne, distante da loro, sotto uno degli alberi del giardino, osservava la scena in silenzio.

Alicia le si avvicinò e le coprì la visuale.

-Cosa stai facendo?-

Suzanne le fece un sorriso ironico e replicò.

-Faccio una riflessione sull'universo.-

-Divertente.- Alicia alzò gli occhi al cielo -Si stanno tutti impegnando a fare qualcosa, per cui che ne dici di rimandare le tue riflessioni ad un altro momento e darti da fare?-

-Tutta questa roba servirà davvero a qualcosa? Voglio dire, quando sei solo in mezzo alla battaglia non pensi razionalmente. E sono sicura che se mai dovessi trovarmi nei guai il mio primo pensiero non sarebbe quello di trasformare un mestolo da cucina in un coltello!-

Alicia corrugò la fronte e fece una smorfia, poi realizzò il vero problema di Suzanne e provò a sorriderle.

-È normale avere paura, Sue.- la ragazza, sentendosi chiamare così, sobbalzò -Sarebbe più facile scappare, ma se sei rimasta ci sarà pure un motivo, no?-

Suzanne continuò a fissarla, in attesa che finisse. Alicia ricambiò lo sguardo, sperando che lei dicesse qualcosa, ma, quando capì che Suzanne non voleva dirle nulla, le fece un cenno di salutò e si allontanò.

La ragazza andò verso Brad, Tamara e Paul e bloccò la spiegazione del più grande.

-Posso parlarti?- domandò Alicia, rivolta a Brad che annuì e lasciò soli gli altri due.

-Tutto bene?- chiese lui con un sorriso incoraggiante.

-Dimmelo tu, cos'ha Suzanne?-

Brad lanciò uno sguardo a Suzanne, che aveva raggiunto Paul e Tamara e stava chiacchierando con loro.

-Perché lo chiedi a me?-

Alicia piegò le labbra e spalancò gli occhi per prenderlo in giro e lui rispose con un sorriso.

-Non ha niente. Lei è sempre strana.-

-Sai che non è vero.-

Brad sbuffò e disse.

-Le urla di Katie di stanotte hanno svegliato tutti e all'improvviso tu organizzi nuovamente queste lezioni. Non ci vuole un genio per capire che sta per succedere qualcosa. Siamo tutti strani oggi.-

Alicia sospirò e si morse le labbra, nervosa.

-Al momento non sta succedendo ancora nulla, quindi cercate di stare calmi.- Alicia si voltò verso Suzanne e poi tornò a concentrarsi su Brad -Parlale tu, va bene?-

-Proprio io?-

-Oh, ma andiamo, cos'avete tutti quanti!? Sì, proprio tu, visto che le gironzoli sempre attorno.- Alicia fece per andarsene -Ma se proprio non vuoi, chiederò a Paul, basta che qualcuno le parli.-

-Ci penserò io, tranquilla.-

Jared, che aveva sentito tutto, si spinse verso la ragazza e la prese per mano.

-Ehi, allora? Cos'ha visto Katie?-

-Non lo sa ancora, ma Angelina la sta aiutando a capirlo.- Alicia si guardò intorno -Sai dov'è Oliver?-

-Credo sia uscito per andare a trovare la sorella.-

-Perfetto.-

-Non ti starai spremendo troppo?- continuò lui, teso -Siamo tantissimi in questa casa, puoi anche delegare qualcosa agli altri se non ce la fai.-

Alicia riuscì finalmente a fissarlo negli occhi, provando a cancellare l'espressione colpevole che il suo volto assumeva tutte le volte che guardava Jared.

-Hai qualcosa, lo so, e anch'io ho qualcosa, ma parleremo quando sarai più calma.-

-Jared...-

-Posso darti un consiglio? Circa queste lezioni, intendo.-

-Certo.- rispose Alicia, tentando un sorriso.

-Quella volta che ci siamo battuti fuori dal San Mungo, hai colpito Greyback per primo ed è stato un errore. Per quanto feroce, Scabior è senza dubbio più forte di quel lupo mannaro e più furbo.-

-Quindi?-

-Quindi se mai dovesse riaccadere una situazione del genere, non agire solo d'istinto, cerca anche di pensare velocemente alla soluzione più intelligente.- Jared le toccò i capelli con dolcezza -Per te non dovrebbe essere affatto una cosa difficile.-

Alicia si scostò da quel contatto e annuì.

-Nolwenn, Brad ed io possiamo sostituirti qui se hai altre cose da fare. Potremmo anche chiedere l'aiuto a tua madre, sembra una strega in gamba.-

-Lo è.- Alicia ci pensò su e acconsentì -D'accordo, sono tutti vostri.-

 

 

 

-Katie ha avuto delle visioni?- domandò Lupin, sedendosi accanto a Kingsley che aveva già preso posto al tavolo rotondo della stanza.

Alicia era entrata poco prima, portando tè e biscotti, per poi lasciarli da soli.

-Non proprio.- chiarì Fred, addentando un biscotto -Finora aveva avuto solo delle brutte sensazioni, delle specie di mal di stomaco che le venivano tutte le volte che stava per succedere qualcosa.-

Lupin e Kingsley si servirono una tazza di tè, interessati, mentre Lee, dopo aver assaggiato un biscotto, sbottò.

-Oh, Merlino, sono orribili! Li ha fatti Alicia?-

I tre gli lanciarono un'occhiata rassegnata e lui si scusò e fece segno a Fred di continuare.

-Ma ieri notte ha iniziato ad urlare e ad agitarsi nel letto.- riprese Fred, come se non fosse stato interrotto -E quando siamo entrati nella sua stanza, per capire cosa fosse successo, lei ha iniziato a dire cose senza senso.-

-Sembrava posseduta.- aggiunse Lee, per far capire meglio il concetto.

-Le ragazze stanno provando a capire cos'ha sognato, ma sicuramente non è nulla di buono. Quando Oliver, George e Angelina sono riusciti a calmarla, era praticamente mattina.-

-C'è da dire che siete tutti molto scossi, per cui nella migliore delle ipotesi Katie può aver fatto semplicemente un incubo.- ammise Lupin, provando ad essere razionale.

-Non pressatela troppo.- gli fece eco Kingsley, posando la sua tazza sul tavolo -Noi vi terremo sempre aggiornati sulle questioni più importanti. Se dovesse succedere qualcosa di serio, lo verreste comunque a sapere da noi.-

-Ci direte davvero tutto?- domandò Lee, sconvolto.

-Il necessario, ma vorremmo parlarne anche con gli altri.- Lupin lanciò un'occhiata a Fred -Tuo fratello, per esempio, e anche Oliver e le ragazze.-

-Il gruppo insomma.- chiarì Fred, rivolto a Lee che annuì.

-Sarebbe bello potervi aiutare però.- disse ancora Lee, di colpo energico -Far parte dell'Ordine e tutte le altre cose.-

Lupin e Kingsley gli fecero un sorriso accondiscendente, come se fosse un bambino desideroso di giocare a fare l'adulto.

-Radio Potter è un grande progetto, Lee, dovresti essere fiero di quello che stai facendo.- disse Kingsley, le mani strette alla tazza -Ci sono diversi modi per combattere e difendersi, non è per forza necessario scontrarsi con Mangiamorte e Ghermidori per resistere a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.-

Lupin annuì e fece un altro sorriso.

-E poi non credo che il tuo gruppo sarebbe d'accordo di lasciarti venire con noi. L'avete dimostrato molte volte, no? Uniti siete più forti.-

Fred fece un cenno d'assenso verso Lee che ricambiò lo sguardo, a metà tra lo scettico e il confuso.

-Alicia ti ucciderebbe prima ancora di varcare la soglia di casa e sarebbe stato tutto inutile.- espresse Fred, divertito, e Lee sorrise con lui. Poi, dopo aver letto l'orologio, continuò.

-Siete pronti?- Lee guardò le tre persone di fronte a loro -Romulus, Royal, ehm...-

-Mordente!- disse Fred, alzando gli occhi al cielo -Insomma, possibile che ancora non te lo ricordi?-

-Scusa, scusa.-

 

 

 

L'altro gruppo aveva appena finito di cenare: erano tutti stanchi, tesi e desiderosi di conoscere le novità che quella giornata aveva portato con sé.

Tamara continuava a guardare i suoi amici come se volesse imprimere nella mente ogni loro minimo particolare, continuando a toccarsi la fede con agitazione.

Paul le prese la mano per tranquillizzarla e lei la strinse forte, calmandosi un poco.

Chris si alzò per andarsi a sedere sul divano e rilassarsi e Leanne gli corse dietro per sedersi fra le sue gambe e lasciarsi abbracciare.

Nolwenn, intenta a sparecchiare la tavola, lanciò un'occhiata a Jared che la stava aiutando e lui, passandole vicino, le strinse una spalla per farla sentire meno sola e in difficoltà.

Brad fece vagare lo sguardo su Suzanne che non aveva ancora finito la sua cena e stava girando la sua minestra per la quarta volta.

-Ragazzi, potremmo agitarci dopo?- se ne uscì all'improvviso Brad -Katie potrebbe solo aver avuto un brutto sogno.-

-Le sensazioni di Katie prevedono sempre terribili avvenimenti.- annunciò Suzanne, non staccando gli occhi dalla minestra -Non può essersi sbagliata.-

-Positiva.- ironizzò Brad, scuotendo la testa.

Tamara si alzò dalla tavola e salutò tutti prima di salire al piano di sopra, pronta ad andare a dormire.

Paul tamburellò le mani sulla tavola e fece spallucce verso Brad.

-Anche se dici di stare tranquilli, non possiamo evitare di pensare che questa potrebbe essere la nostra ultima notte insieme ed è difficile da accettare.- commentò lui, lasciando la cucina e seguendo la moglie per le scale.

-Forse dovremmo stare tutti insieme stasera.- propose Leanne e Chris si ritrovò d'accordo -Potrebbe davvero essere...-

-Basta dire “ultima notte”, siete snervanti!- la interruppe Suzanne, infastidita -Pensate che Agnes o Henry non sapevano nemmeno quale sarebbe stata la loro ultima notte, per cui smettetela di lagnarvi.-

Daphne, seduta accanto a lei, fece per parlare, ma Brad la bloccò e fece cenno a Suzanne di uscire fuori in giardino.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma ubbidì, mentre le persone rimaste in cucina provavano a capire cosa l'avesse spinta a reagire così.

-Cosa diavolo ti è preso?- sbottò Brad, una volta che Suzanne chiuse la porta del giardino dietro di sé -I tuoi amici sono un fascio di nervi e tu li attacchi in quel modo?-

-Ti stavo solo dando una mano.- chiarì Suzanne, incrociando le braccia al petto -Stavo facendo capire che è meglio godersi il momento piuttosto che aspettare la fine o qualcosa del genere.-

-Belle parole.- ammise Brad, avvicinandosi -Ma perché tu non riesci a fare lo stesso? Oggi non hai provato neanche una volta a eseguire un incantesimo.-

-Non ce n'è bisogno.-

Brad provò a capire cosa stesse pensando, ma non ci riuscì.

-Hai in mente qualcosa.-

-Non ho in mente niente.- Suzanne fece per andarsene -Sono solo nervosa, tutto qui.-

Brad rallentò la sua fuga, prendendole un braccio e tirandola di fronte a sé.

-Qual è il problema? Dimmelo o non ti faccio andare a dormire.-

-Tutto questo è il problema.- ammise Suzanne, passandosi le mani sopra al viso -Tutto questo è stato creato per proteggermi e guarda quello che è già successo! Agnes e Henry sono morti perché io non sono voluta scappare e vi ho coinvolti.-

-È stato Phil il responsabile, non tu.-

-Non è vero.- Suzanne strattonò la mano di Brad e pose una certa distanza tra loro -Non puoi pretendere che io sia felice nel vedervi allenare, quando avreste potuto non immischiarvi. Senza di me stareste meglio.-

-Che stai dicendo? I tuoi amici non ti avrebbero mai lasciato sola e avremmo partecipato comunque a quello che sta per scoppiare. Saremmo stati tutti coinvolti lo stesso, Sue. Non prenderti il merito di una guerra, perché d'accordo che sei importante, ma non così tanto.- rise Brad, provando a sdrammatizzare.

-Non sei divertente.- sbuffò Suzanne, le braccia nuovamente incrociate al petto.

-Neanche tu.- Brad annullò ancora una volta la distanza fra di loro, un ghigno divertito sul viso -Stai entrando in paranoia per nulla.-

-Tuo padre non ti da la caccia a causa mia?- insistette lei, decisa.

-Mi odia per un insieme di fattori e questo comprende anche te, ma non è proprio colpa tua. Non hai fatto niente per legarmi a te, eppure è successo.-

Suzanne fece una smorfia contrita e Brad rise e le fece segno di avvicinarsi.

-No, evitiamo.-

Brad non la stette a sentire e la strinse a sé prima che potesse lamentarsi ancora e le disse.

-Sei quasi carina quando ti preoccupi per me.-

-Non ero preoccupata per te.- disse lei, lasciandosi stringere.

-Bugiarda.-

 

 

 

Jared era con Nolwenn in terrazza quando Alicia si precipitò da loro con il fiatone.

-Ti cerco da mezz'ora, dove diavolo eri finito!?-

Jared e Nolwenn si guardarono e poi il ragazzo disse.

-Ehm, qui? È successo qualcosa?-

-Sì, devo parlarti ed è urgente, quindi se puoi rimandare...- Alicia lanciò un'occhiata eloquente a Nolwenn che, capendo l'antifona, disse.

-Ricevuto, me ne vado. A più tardi.-

Una volta rimasti soli Jared provò ad avvicinarsi ad Alicia, ma lei alzò una mano per fermarlo.

-Fidati, non vorrai avermi vicino quando ti dirò questa cosa.-

Jared si fermò sul posto e attese, confuso come poche volte nella vita.

-So che avevi detto che volevi parlarmi una volta tranquillizzata, ma non posso calmarmi se non ti dico la verità.-

-Alicia...-

-Lee ed io ci siamo baciati.- sputò lei, agitata. Alicia non ebbe il coraggio di sostenere il peso di quello sguardo accusatorio, per cui fece vagare il suo per la terrazza.

-So che vorresti dirmi un sacco di cose, vorresti dirmi che in queste settimane non ho fatto altro che ignorarti e potresti lamentarti per come si sono comportata quando Nolwenn è stata ferita.- Alicia arrossì per quello che stava per dire, ma continuò lo stesso -E so che non abbiamo ancora chiarito quella questione per via del ritorno di Lee, ma prima volevo parlarti io.-

Jared strinse i pugni e piegò le labbra, infastidito.

-So che è orribile questa cosa, ma prova a capire la situazione. È difficile da digerire, ma, per favore, ascoltami. Lui aveva fatto così tante cose per me e avevo rischiato di perderlo per la seconda volta, per cui è stato un istinto, non... non è stato niente.-

Jared spalancò le braccia e fece una mezza risatina ironica.

-Ti ha baciata lui o l'hai baciato tu?-

Alicia non replicò, un silenzio colpevole che colpì Jared peggio di una confessione.

-Dai, non sei così ingenua. Come puoi dire che non è stato niente, non puoi essere semplicemente sincera?-

Alicia aveva un nodo in gola che non voleva scendere, ma si sforzò di parlare, nonostante le lacrime.

-Io sono ancora innamorata di Lee.-

-L'hai detto.- soffiò Jared, con il battito accelerato.

-L'ho detto, ma...- iniziò Alicia, guardandolo per la prima volta -Sono anche innamorata di te.-

-Non tirarmi fuori anche tu quella teoria.-

-Nessuna teoria, solo buonsenso.- Alicia provò a sorridere, asciugandosi il viso -Lee è stato il mio primo amore, sarò sempre legata a lui e sarà sempre strano vederlo con un'altra ragazza, ma... sono convinta che fra me e te possa funzionare.-

-Vuoi che funzioni, è diverso.- sospirò Jared, non sapendo come replicare senza urlarle addosso la sua frustrazione -Pensi che tornare con Lee sarebbe una sconfitta, per questo ti sforzi di stare con me, ma non è così che dovrebbe essere. Non deve essere così.-

-Io non voglio tornare con Lee.-

-Dimostralo.- Jared lo disse d'impulso senza pensarci e Alicia provò a capire -Prendiamoci una pausa e vediamo cosa succederà.-

-No.- Alicia scosse la testa, di colpo impaurita -Io non credo nelle pause, guarda cos'è successo a Fred e ad Angelina, non voglio questo.-

-Neanch'io voglio questo.- Jared indicò se stesso e Alicia -Questa cosa dei triangoli sta dando alla testa a tutti, nessuno ha più una relazione normale in questa casa, con l'esclusione di Paul e Tamara. E io non merito questo, Alicia, non merito di essere trattato così.-

-Lo so.- Alicia provò nuovamente a reprimere le lacrime -Ti sei sempre comportato bene e sei un ragazzo favoloso, per questo ti sto chiedendo di ripensarci. Non lasciarmi anche tu.-

-Io ti amo, Alicia.-

-Anch'io ti amo.-

Jared sospirò e si mise le mani in tasca, nervoso.

-Ma devo essere egoista questa volta e mettermi al primo posto. Dobbiamo lasciarci per un po', perché voglio che tu torni da me con la consapevolezza di aver scelto di tornare. Voglio che il tuo cuore ti riporti da me, non il tuo orgoglio.-

Alicia non replicò, mordendosi la lingua, poi si voltò senza dire una parola e corse via.

 

 

 

Angelina, mano nella mano con Katie, incontrò Alicia, Oliver e George sull'ultimo pianerottolo della casa.

Katie era ancora scossa per quello che era successo poco prima con Angelina, che le aveva raccomandato di raccontare tutto agli altri solo in un secondo momento.

Fred era sceso mezz'ora prima per chiedere al suo gruppo di raggiungere lui, Lee, Lupin e Kingsley e nessuno aveva domandato di più, perché il tono di Fred aveva convinto tutti senza indugio.

-Siete appena arrivati anche voi?- domandò Angelina, evitando di incrociare lo sguardo con George -Oppure non avete avuto il coraggio di entrare?-

-La registrazione è appena finita e stavamo per farlo.- chiarì Oliver, capendo subito che qualcosa non andava in Katie -Voi avete novità?-

-Ve ne parleremo dopo.- disse Katie, guardando Alicia come se fosse stata lei a farle la domanda.

Angelina non riuscì più a trattenersi e guardò George che, però, stava studiando Katie come se avesse l'abilità di leggerle dentro.

Lei trattenne un gemito di frustrazione e, come se George l'avesse sentita comunque, lo sguardo di lui si spostò da Katie ad Angelina che non staccò gli occhi da quelli di lui.

-Entriamo, dai.- sussurrò Alicia, le mani erano strette lungo i fianchi per evitare che qualcuno la vedesse tremare.

George si fece avanti e bussò al posto della ragazza e, quando Lee venne ad aprire, fece segno ad Alicia di andare per prima per poi seguirla subito dopo.

Angelina e Katie entrarono insieme, ancora tenendosi per mano, e Oliver fu l'ultimo, chiudendosi la porta dietro di sé.

La stanza era molto luminosa, nonostante fosse sera; i mobili erano spariti e al centro di essa era stato portato un grande tavolo rotondo dove c'erano ancora i vassoi con i biscotti e il tè che Alicia aveva portato qualche ora prima.

Il tè era finito e i pochi biscotti che erano rimasti non sembravano poi così invitanti.

Lupin, Kingsley e Fred erano seduti l'uno accanto all'altro, mentre Lee si sedette in una delle sedie più vicino agli altri e fece cenno agli amici di fare altrettanto.

Katie si sedette accanto a Lupin e gli lanciò un'occhiata: un tempo la ragazza conosceva praticamente a memoria il suo volto, perché era sempre stato il suo professore preferito e il suo eroe, ma ora era quasi irriconoscibile, sembrava più vecchio e oramai i capelli grigi avevano superato quelli castani in quantità.

Sembrava stanco, più del solito, come se non dormisse da ere intere.

Lui notò il suo sguardo e le fece quel sorriso gentile che un tempo l'avrebbe fatta arrossire, ma Katie quella volta non arrossì, ma rispose con la stessa intensità.

-Prima le buone notizie.- se ne uscì Fred, alzandosi in piedi. George non trattenne il sorriso, conscio che il fratello amasse non solo sdrammatizzare per dare speranza a tutti loro, ma anche essere al centro dell'attenzione -Lupin e Tonks stanno per diventare genitori.- proruppe con un sorriso e tutti non poterono fare a meno di sorridere e di lanciare sguardi carichi di affetto al loro professore.

-È meraviglioso!- commentò Katie con gioia. Conosceva poco Tonks, ma le era sempre stata simpatica e Lupin meritava qualcuno che lo rendesse davvero felice.

-E lei come sta, tutto bene?- domandò Angelina, quella notizia le aveva dato una scossa di felicità che quasi le fece dimenticare il perché fossero riuniti lì.

-Bene, bene.- L'espressione di Lupin era strana, ma il suo sorriso non si scompose -Però non vi abbiamo chiesto di parlare per questo.-

-Volevamo darvi qualche informazione in più.- chiarì Kingsley dopo aver visto i visi perplessi di tutti -Sappiamo quello che state facendo e magari per voi è solo un piccolo contribuito rispetto a quello che sta facendo l'Ordine, ma voi siete davvero importanti per questa società.-

-Addirittura?- Le sopracciglia di Oliver si alzarono pericolosamente e il gruppo capì che il suo cervello stava lavorando freneticamente.

-Ollie, non vogliono ingaggiarci o cose del genere.- disse subito Lee, ridendo però dell'idea dell'amico.

-Nonostante siate maggiorenni, siete pur sempre dei ragazzi.- disse Lupin, scandendo bene le parole -E vediamo che avete già abbastanza da fare qui.-

-Sì, quello che intendevo era che elaborare un piano come quello che avete ideato e salvare un intero orfanotrofio non è cosa da poco, soprattutto in questo periodo. Avete rischiato molto e rischierete molto ancora.-

-E tutto per salvare una sola persona.- aggiunse Lupin, incrociando le mani di fronte al viso -Notevole.-

-Non era una persona qualunque, ma anche se lo fosse stata sarebbe stata comunque una vita degna di essere salvata.- fu Alicia a rispondere, non riuscendo a trattenersi come sempre.

Gli amici annuirono dopo aver sentito quelle parole, appoggiandola con uno sguardo affettuoso.

-Già, è proprio questo che intendevo. Fino a quando ci saranno persone come voi, pronte a rischiare tutto pur di salvare anche solo una vita, magica o non, questo sarà un mondo degno di essere preservato.- concluse Kingsley con il suo tono conciliante che aveva l'effetto di un calmante -Soprattutto quando fra di voi ci sono figli di persone che hanno una certa fama nel nostro mondo, come Alicia o il figlio di Shermann Anderson.-

-Brad non è come suo padre.- se ne uscì Lee, senza nemmeno pensarci e i gemelli lo guardarono come se fosse impazzito all'improvviso -Beh, che c'è? È vero!-

-Era questo che volevate dirci? Che stiamo facendo un buon lavoro e che siamo delle brave persone?- domandò Angelina, sperando di ottenere una risposta affermativa, ma capendo di aver posto una domanda stupida nel momento stesso in cui l'aveva detta.

Lupin e Kingsley scossero la testa quasi in sincronia.

-Sostenendo Lee e il suo progetto avete, ancora una volta, fatto tanto, per cui volevamo darvi qualche informazione in più. Informazioni strettamente riservate a quelli dell'Ordine della Fenice, che non devono uscire da questa stanza.-

Oliver guardò Katie, sapendo quanto le sarebbe costato non dire nulla all'altro gruppo, soprattutto a Leanne.

Angelina, invece, lanciò uno sguardo ad Alicia, che si stava mordendo le labbra con lo sguardo fisso a terra.

Lei e Brad erano diventati davvero amici ed Alicia aveva fatto tanto affidamento su di lui.

Angelina sapeva che per Alicia sarebbe stato quasi come tradire Brad, non rivelandogli ogni cosa; ma Brad non avrebbe tenuto Suzanne all'oscuro e ben presto anche il resto del suo gruppo ne sarebbe venuto a conoscenza.

Fu quello, probabilmente, a far capire ad Alicia di non dover rivelare nulla.

-Ovviamente non possiamo dirvi proprio tutto, ma cercheremo di essere il più esaurienti possibili.-

-Oltretutto i gemelli meritano di sapere, dal momento che quasi tutta la vostra famiglia è coinvolta.- aggiunse Lupin e Fred fece per replicare, sicuramente pronto a lanciare una battute delle sue, ma l'ex professore alzò una mano per fermarlo.

-Rimanda le considerazioni a dopo. La storia è abbastanza lunga.-

 

 

 

 

Lupin e Kingsley se ne erano andati da circa mezz'ora, ma il gruppo non si era mosso ancora dal tavolo rotondo e tutti erano in religioso silenzio.

Fred e George si guardavano l'uno l'altro e Lee pensò che probabilmente avevano l'abilità di leggersi nel pensiero o di capirsi senza dire una parola, perché sembravano quasi stessero facendo una conversazione privata.

-In fondo non è così brutta.- mormorò Oliver, tentando di aprire un dibattito. Era rosso in viso, probabilmente per l'agitazione, e questo fece ridere Angelina che si sciolse un po'.

-Sapevamo che Harry aveva una missione da compiere, no?- insistette Oliver, a voce più alta -Ginny l'aveva detto ai gemelli che l'hanno detto a noi, quindi...-

-Ma era diverso!- lo interruppe Katie, agitata -Non pensavamo che fosse una missione così difficile. Sette Horcrux non sono pochi e sicuramente Voi-Sapete-Chi non li tiene nascosti in soffitta.-

Lee fece una mezza risatina nervosa e Alicia gli lanciò un'occhiataccia prima di ricordarsi il loro bacio e spostare lo sguardo.

-Sono solo cinque in realtà, Lupin ha detto che due sono già stati distrutti.- precisò George, che sembrava quasi tranquillo.

-Ma l'Ordine sta davvero facendo il massimo?- chiese Angelina, confusa -Voglio dire, Harry è a caccia di pezzi di anima e loro cosa stanno facendo?-

-Hai sentito Kingsley, stanno tentando di non far crollare del tutto la società magica, perché se succedesse...- Alicia fece un sospiro sconsolato -Anche quella babbana andrebbe in pezzi.-

-Non hanno avuto molto successo, visto che il Ministero è sotto il controllo dei Mangiamorte.- iniziò Oliver, appoggiando Angelina.

-E con i Ghermidori ancora in giro a fare razzie.- aggiunse Lee, trovando Katie dalla sua parte che annuì.

-Oh, andiamo, stanno facendo del loro meglio!- fece Alicia, infervorata.

-Vogliamo parlare di Hogwarts? Pare ci sia un clima di terrore persino lì.- replicò Lee, allungando una mano per accarezzare la testa di Katie che aveva le lacrime agli occhi.

-La nostra Hogwarts.- sussurrò la più piccola, triste.

-C'è ancora la McGranitt.- se ne uscì Fred. Si era alzato in piedi e si era messo dietro la sedia di Alicia, le mani appoggiate alle sue spalle, come se si stesse schierando -E Kingsley controlla O'Tusoe e il Ministero, per cui direi di non perdere la speranza proprio ora. In ogni posto corrotto c'è qualcuno dell'Ordine pronto ad entrare in azione quando sarà necessario.-

-E non è già necessario?-

-No, Angie.- fu George a rispondere, non guardandola però in viso -Il momento giusto verrà quando Harry sarà pronto per sconfiggerlo.-

-E noi saremo pronti con lui.- disse Fred, sorridendo famelico, come se non vedesse l'ora -Ovunque e in ogni momento sarò pronto a battermi. Siete con me?-

-Forse ti ho consigliato troppi film di guerra.- commentò Alicia, di colpo divertita -Queste frasi motivazionali sono un po' esagerate.-

-Dai, Alicia, hai rovinato il momento!- sbuffò Fred, ma rideva di quella risata che tutti ricollegavano ai tempi della scuola -Ci va sempre un discorso pre-battaglia, serve a darti la carica!-

-Non credo che siamo già a quel punto.- disse Oliver con un sorriso -La guerra potrebbe scoppiare anche fra un anno o due.-

-Non proprio.- disse Katie, improvvisamente seria e triste. Angelina si alzò per mettersi accanto a lei e poi posò lo sguardo sui suoi amici, in attesa.

-È il momento di dirvi cos'ha visto Katie.-

Tutti rimasero in silenzio, capendo dallo sguardo delle amiche che si trattava di qualcosa di particolarmente difficile da affrontare.

Alicia e Lee si scambiarono uno sguardo preoccupato, mettendo da parte i loro problemi, sicuramente minori e di poca importanza in confronto a quanto stava per essere rivelato.

I gemelli fecero lo stesso prima di riconcentrarsi su Angelina, preparati a conoscere ogni cosa ed Oliver si alzò velocemente dalla sedia per prendere una mano a Katie e darle forza.

-Coraggio, siamo pronti.- disse prima di sorridere in modo incoraggiante alla più piccola che si schiarì la gola e iniziò.

-No... Non ricordo davvero molto del sogno dell'altra notte. Ricordo solo che ero chiusa in una stanza e non riuscivo a trovare l'uscita ed ero arrabbiata, ferita con... qualcuno...- Katie guardò Oliver e non distolse lo sguardo dal suo, che aveva sempre avuto il potere di calmarla -Poi ricordo dei boati e delle urla, tante, tantissime urla e io correvo alla disperata ricerca di qualcosa e lo stomaco mi faceva malissimo e il cuore... Sembrava quasi che volesse scoppiare nel mio petto tanto avevo paura...-

-Pulce, rilassati.- la interruppe George, vedendola tremare solo all'idea -Sei al sicuro ora e puoi raccontarci tutto senza temere nulla.-

Katie si voltò a guardarlo e annuì, prima di riposare gli occhi sul volto di Oliver.

-Ho capito che ero ad Hogwarts e che c'era una battaglia in corso, una guerra... E così ho provato a cercarvi e vi chiamavo, vi chiamavo e c'era qualcun altro con me che era disperato, ma non ho visto neanche uno di voi...-

Nessuno la interruppe più, così Katie deglutì e riprese il suo flusso di pensieri.

-Questo è tutto ciò che ricordo del sogno, ma stamattina ho visto qualcos'altro.- La ragazza lanciò un'occhiata veloce ai suoi amici: i gemelli si erano sporti in avanti per ascoltare meglio; Lee guardava a terra, come perso nei suoi pensieri; Alicia, invece, si stava torturando le mani, lanciando sguardi ad Angelina che faceva di tutto per risultare calma e tranquilla. Oliver le strinse nuovamente la mano e le sorrise di nuovo -Ho visto Hogwarts devastata, il campo da Quidditch distrutto, Mangiamorte contro Auror e tutta la scuola pronta a combattere e a morire per... Harry.-

Alicia sospirò di sollievo e Lee alzò lo sguardo da terra per guardarla.

-Se hai visto Harry vuol dire che abbiamo una possibilità, che possiamo vincere.- chiarì Alicia, cercando l'approvazione degli amici che non arrivò -Cosa?-

-Hai sentito, no? Alla fine una guerra ci sarà e noi la combatteremo.- disse Lee, tamburellando le dita sul tavolo.

-E quindi? Sapevamo già che sarebbe successo e ci stiamo preparando da un sacco di tempo a questa guerra.-

-Prepararsi e affrontarla sono due cose completamente diverse.- mormorò Angelina, tornando a sedersi -Sono terrorizzata.-

-Noi vinceremo!- tuonò Alicia, sicura di sé. Si voltò verso Fred per cercare supporto e lui alzò una mano per farle segno di non contare su di lui.

-Fred!-

-So che vinceremo, Alicia.- replicò lui con il suo solito sorriso irriverente -Ma la guerra comporta delle perdite, che ci piaccia o no, quindi credo che tutti loro siano un po'... preoccupati di non farcela, ecco.-

-Perché, tu no?- sbottò Lee, prendendolo in giro.

Fred fece spallucce.

-Nah, non sono preoccupato per me. Sono troppo bravo per farmi battere da quegli stupidi Mangiamorte.- George alzò gli occhi al cielo, mal celando un sorriso divertito -Sono preoccupato per voi. Tutto qui.-

I suoi amici lo guardarono con tanto d'occhi e lui scoppiò a ridere.

-Beh, che c'è? Non posso essere preoccupato per il mio gruppo e mio fratello?-

-Wow, c'è proprio una guerra in arrivo se tu, Mister Privo di Tatto, hai il coraggio di ammettere che hai paura per tutti noi.- ironizzò Alicia, ma fece il suo raro sorriso felice che sembrò illuminare la stanza.

-Detto da te poi, Miss Regina dei Ghiacci- la rimbrottò lui e lei gli fece una linguaccia giocosa.

-Vi sembra il momento!?-

I due si voltarono verso Angelina che li stava fissando come se dovessero scomparire da un momento all'altro.

-Angie...- soffiò Alicia, alzandosi dal tavolo e avvicinandosi all'amica -Non guardarci così, okay? Siamo ancora tutti qui e stiamo ancora tutti bene.-

Angelina non trattenne le lacrime e Alicia fece una cosa che spiazzò quasi tutti.

La abbracciò.

La abbracciò tanto stretta che Angelina riuscì a stento a ricambiare l'abbraccio, ma sorrideva fra le lacrime.

Fred fece un cenno con la testa a George, indicandogli Angelina, ma lui scosse la testa. Il fratello non sapeva quello che era successo fra di loro, ma il calcio che Fred gli diede sugli stinchi gli fece capire che non gli interessava nulla.

George apprezzò il gesto e si alzò a sua volta, diretto verso Angelina.

La fece mettere in piedi e Alicia si fece da parte, tirata via dalla mano di Katie che non lasciò la sua neanche dopo.

George strinse teneramente a sé Angelina, il cuore che batteva all'impazzata per la prolungata astinenza dalla ragazza e lei lo abbracciò stretto, appoggiando la testa sul suo petto, proprio all'altezza del cuore.

-Sapete la cosa davvero strana?- se ne uscì Fred, non guardando verso George e Angelina -Che l'unico che dovrebbe essere davvero triste e sofferente è lì, in ginocchio, a tenere la mano a Katie.-

Tutti guardarono Oliver che era effettivamente sulle ginocchia per arrivare all'altezza di Katie, seduta sulla sedia.

-Perché dovrei essere triste?- Poi ci ripensò -Cioè, sì, è ovvio che sia anch'io triste e preoccupato, ma perché dovrei esserlo più tutti?-

-Perché sei sempre quello che piagnucola di più?- suggerì Lee con un sorriso.

-Perché sei l'eterno pessimista?- ipotizzò Alicia, sorridendo anche lei.

-Perché pensi sempre alle peggiori conseguenze possibili?- diede manforte George, continuando a stringere Angelina.

-Nono, errore.- disse Fred, muovendo la testa a destra e a sinistra per dare enfasi -Perché, forse ti è sfuggito, ma il campo di Quidditch verrà distrutto. Il tuo amato e prezioso campo di Quidditch verrà raso al suolo. Boom! Niente più Quidditch ad Hogwarts. Nada. Finito.-

Oliver, che aveva assunto un'espressione più rassegnata che infastidita, attese che l'amico finisse e poi replicò.

-Quel campo di Quidditch significava tanto perché mi aveva portato voi. Quindi fino a quando saremo amici, niente potrà essere così difficile da accettare.-

Katie si spinse in avanti per saltargli fra le braccia, mentre Alicia, ancora in piedi, fece un sorriso prima di guardare Lee che le fece l'occhiolino.

-Ahhh, ma dai! Non vale dire qualcosa di così carino per ottenere consensi. Sei sleale, Capitano!- Fred rise e scosse la testa -E io che volevo sdrammatizzare torturandoti un po'!-

Oliver prese in braccio Katie prima di sedersi sulla sedia con lei sulle sue gambe.

-Sono diventato immune ai tuoi attacchi, Fred. Dovrai pensare ad altro la prossima volta per sconfiggermi.-

-Non vedo l'ora.-

Katie corrugò la fronte e si schiarì la gola per la seconda volta.

-Ohoh.- dissero all'unisono i gemelli e la piccola sorrise.

-Mi spiace rovinare l'atmosfera, ma c'è un'ultima cosa che devo dirvi. Una cosa che non ho detto neanche ad Angie ed è necessario che lo sappiano tutti.-

Katie prese un bel respiro e poi disse.

-Domani sarà la nostra ultima notte prima che tutto quello che ho visto avvenga. La battaglia è prevista per dopodomani.-

Fred buttò rumorosamente fuori l'aria e diede un'occhiata a George e ad Angelina, ancora stretti l'uno all'altra.

Alicia si avvicinò ad Angelina e la strinse, sentendo poi George accogliere anche lei fra le sue braccia.

Katie, una mano stretta ad Oliver, si unì all'abbraccio e Oliver non riuscì a non passare un braccio sulla spalla dell'amico George.

Lee allargò le braccia, cercando di chiudere tutti insieme i suoi amici attorno a sè, ma riuscendo solo a toccare Angelina e George, mentre con una mano accarezzava i capelli di Alicia.

George fece cenno a Fred di avvicinarsi e lui non se lo fece ripetere due volte. Gli si mise accanto, per stringerlo a sé, mentre con l'altro braccia toccava la pulce e Oliver. Solo con la punta delle dita riusciva ad arrivare alla sua protetta che, scostandosi i capelli biondi dal viso, si allungò per prendergli una mano.

Poi quasi sobbalzò.

Perché Angelina, che fino a qualche minuto prima aveva tenuto le braccia ancorate al petto di George, aveva liberato un braccio per avvicinarlo a sé e gli stava sorridendo.

Fred guardò il fratello che stava sorridendo anche lui, nonostante tutti i trascorsi di lui e Angelina.

E in quel momento nient'altro era importante: né la guerra, né Voldemort, né l'impresa impossibile di Harry, Ron ed Hermione.

Quello era importante, la sua famiglia, i suoi amici, lì stretti in un unico abbraccio, sette cuori che battevano all'unisono.

Tutti insieme.

Probabilmente per l'ultima volta.

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Lo so, sono una persona orrenda.

Non aggiorno da più di un anno e, nonostante abbia delle ragioni, non sono poi così valide.

Perché sì, ero in Erasmus nel periodo dell'ultimo aggiornamento, ma sono tornata a giugno e avrei potuto aggiornare.

Solo che, fra esami da sostenere, esami da farmi riconoscere, matrimoni (non miei xD) e ricerca del relatore per la tesi, non ho avuto tempo.

O meglio, nonostante questo capitolo fosse pressoché pronto da cinque mesi non mi convinceva del tutto e non ho mai avuto tempo di rivederlo.

Quindi, solo ora, here I am.

Innanzitutto anticipo che fra la fine di questa settimana e la prossima posterò un altro capitolo, visto che devo farmi perdonare.

Poi, per tutto giugno sarò fuori dall'Italia, quindi proverò a postare almeno altri due capitoli prima della partenza. Vorrei almeno pubblicare la prima parte della guerra, ma non so quanto sia carino tenervi sulle spine per un mese...

Ci penserò comunque xD

Passando al capitolo, è quasi del tutto dedicato alla guerra e a quello che l'Ordine sta facendo per salvaguardare tutti.

L'idea che Lupin e Kingsley abbiano confidato quel segreto al gruppo non penso sia del tutto OOC, visto che, appunto, i gemelli erano già stati coinvolti con la storia della profezia nel quinto libro e visto che la loro famiglia è praticamente quasi del tutto coinvolta negli affari dell'Ordine. Fatemi sapere se l'avete trovata più OOC o IC, non so.

Che Katie avesse del sangue di Veggente era chiaro fin dai primi capitoli e quindi questa cosa è, diciamo, servita al gruppo per scoprire qualcosa di più.

Non molto, proprio perché Katie non è molto propensa allo studio della Divinazione, ma qualcosa è venuto fuori e probabilmente verrà fuori anche nei prossimo capitoli.

Importante, è venuta fuori la data della guerra, quindi il prossimo capitolo si concentrerà sull'”ultimo” giorno del gruppone.

Ci sono ancora delle questioni in sospeso, soprattutto fra le coppie di fatto e non, e vedremo cosa salterà fuori.

Jared e Alicia si sono lasciati. O meglio, presi una pausa.

Posso spoilerarvi che sarà una pausa breve, nel senso che già dal prossimo capitolo si capirà bene la scelta di Alicia, se tornare da Jared o tornare da Lee.

E sì, Alicia ha ammesso di amare ancora Lee. Nessuno ne sarà preso, immagino.

Penso di avervi detto e/o chiarito tutto. Come sempre potete chiedere e/o esprimere qualsiasi dubbio, perplessità, anche insultarmi se volete xD

Scherzi a parte, ringrazio, tutti, tutti quelli che leggono, recensiscono o danno una semplice occhiata a questa storia infinita <3

E scusate ancora per la luuuunga attesa. Mea culpa (_ _)

A presto (lo dico sempre, lo so!) :3

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Capitolo 53
*** Capitolo 51 ***


 

Capitolo 51

Alicia finì il suo discorso e poi attese il responso da Fred che, a gambe incrociate sul suo letto, le sorrise e disse. 
«Quindi fra te e Jared è finita, ho capito bene?» 
La ragazza, seduta nella stessa posizione di fronte a lui, sospirò. 
«Non saprei dirtelo. Jared ha parlato di una pausa, ma ha detto chiaramente che avrei dovuto sceglierlo solo se fossi stata sicura. Quindi sono libera in un certo senso, ma allo stesso tempo...» 
«Devi scegliere fra due persone molto importanti per te» concluse lui e lei annuì. 
«So che tutto questo è stupido. Stanotte sarà la notte prima della guerra ad Hogwarts e io ti tormento con i miei problemi amorosi.» 
«Beh, a costo di risultare pessimista come il Capitano, Alicia, direi che non c'è momento migliore per parlarne» disse Fred, di colpo quasi serio «Non vorrai affrontare una guerra senza aver prima chiarito questa situazione, vero?» 
Alicia stette alcuni secondi in silenzio prima di replicare. 
«Tu hai chiarito tutto con George e Angie?» 
Fred sorrise di nuovo e allungò una mano per accarezzarle i capelli. 
«Touché. Non riesco proprio a fregarti.» 
«Credo che oggi sarà davvero una pessima giornata. Abbiamo ancora tutti qualcosa di cui parlare e qualche confessione da fare, ma non sono sicura se sia meglio tacere e aspettare dopo la guerra o svelare tutto adesso senza rimpianti in futuro.» 
«Io sono per la seconda e so che per te è lo stesso» Fred la guardò con decisione «Ti conosco bene e su molte cose la pensiamo uguale.» 
«Già» Alicia abbassò lo sguardo e poi ebbe il coraggio di chiedergli «Credi che quello che provo per Lee sia un sentimento sincero?» 
«In che senso?» 
Alicia rialzò lo sguardo e, imbarazzata, continuò. 
«Pensi che lo ami ancora perché è stato il mio primo ragazzo e perché la nostra relazione è finita all'improvviso o pensi che lo ami ancora perché... è Lee?» 
«Ho una risposta per questa domanda, Alicia, ma non credo che ti sarà d'aiuto» 
«La voglio sentire comunque. E so che tu sarai onesto e non risponderai qualcosa che non pensi solo perché sei amico di Lee» 
Fred annuì e fece un sorriso divertito. 
«Credo che non amerai mai nessuno come ami Lee. E non perché è stato il tuo primo ragazzo, ma semplicemente perché è lui.» 
Alicia fece vagare lo sguardo, rossa in viso. 
«Non chiedermi di darti una spiegazione razionale per quello che lega te e Lee, perché non esiste. L'abbiamo sempre detto tutti, no? Voi due eravate destinati a stare insieme dal primo giorno. E lo siete ancora.» 
Alicia fece per ribattere, ma qualcuno bussò alla porta e, prima che Fred potesse parlare, Angelina e Katie entrarono nella stanza. 
«Possiamo unirci a voi?» chiese la più piccola, chiudendo la porta. 
Alicia guardò le sue amiche e alzò gli occhi al cielo. 
«L'avete saputo.» 
Entrambe annuirono. 
«E abbiamo pensato che saresti venuta da Fred per parlarne, ma sai che puoi farlo anche con noi.» chiarì Angelina con un sorriso materno. 
Alicia annuì e fece segno a tutte e due di sedersi accanto a loro. 
«Vi faccio un breve riassunto. Jared mi ha chiesto una pausa, dandomi tempo di pensare a quello che voglio davvero.» 
Angelina aggrottò la fronte, confusa. 
«Alicia si è dimenticata di dirvi del bacio che ha dato a Lee.» disse Fred e a Katie scappò un sorriso felice che poi provò a mascherare. 
«Quindi finalmente hai realizzato che provi ancora qualcosa per Lee.» 
Alicia annuì, nuovamente imbarazzata di quella confessione. 
«A dirvi la verità non ho mai smesso di amarlo» disse a bassa voce, vergognandosi di quelle parole «Volevo ferirlo, ma pensavo fosse evidente a tutti, lui compreso, che stessi mentendo.» 
I tre ragazzi attesero che Alicia continuasse e così lei prese un respiro e aggiunse. 
«Ma quando mi sono avvicinata a Jared e ho iniziato a provare... quello che provavo, ho creduto che il sentimento per Lee non sarebbe mai svanito per via di quello che ci aveva legato in passato. Eravamo amici e prima di Fred era lui la mia spalla in un certo senso, per cui credevo che fosse normale avere sempre il desiderio di stargli vicino.» 
Alicia alzò lo sguardo quando, con le gote arrossate, dichiarò. 
«Avevo imparato ad accettare il fatto che sarei sempre stata legata a lui, nonostante tutto e nonostante Jared.» 
«Possibile che il cambiamento del tuo Patronus non ti abbia fatto insospettire?» domandò Katie, curiosa. 
Alicia scosse la testa, quasi sentendosi in colpa. 
«Ho pensato che fosse cambiato perché lui era scappato all'improvviso e lo shock di averlo fatto quasi uccidere...» 
«Davvero?» la interruppe Angelina, quasi sconvolta dalla poca perspicacia di Alicia. Non era da lei. 
«Comunque è tutto pronto per domani?» chiese Alicia, volendo cambiare argomento per il troppo imbarazzo «Dite che dovremmo allenarci ancora?» 
Katie negò con il capo, mentre Angelina e Fred si scambiarono un’occhiata carica di sottintesi. 
«Penso che ognuno debba trascorrere questa giornata come meglio crede» disse Angelina, piegando le labbra come a riflettere sulle sue stesse parole «È brutto dirlo, ma questa davvero potrebbe essere l’ultima volta che…» 
La ragazza non riuscì a concludere la frase e Fred, per evitare che si rabbuiasse ancora di più, prese a parlare. 
«Pulce, sai cosa vuoi fare per il tuo compleanno?» 
Katie lo guardò stranita. 
«Mancano più di venti giorni al mio compleanno» 
«È vero, ma ci sarà bisogno di festeggiare dopo quello che succederà domani» continuò Fred, evitando le occhiatine confuse delle amiche «Potremmo organizzare un viaggio. Solo noi sette» 
Angelina fece per replicare, ma Alicia la interruppe, comprendendo l’intenzione di Fred. 
«Andrà tutto bene, ragazze, prenderemo a calci nel sedere Voi-Sapete-Chi e poi… Poi penseremo finalmente a noi» 
Katie sorrise di fronte all’ottimismo di Fred ed Alicia e posò lo sguardo su Angelina che fece uno sbuffo, prima di replicare. 
«Mare o montagna?» 



Angelina aprì la porta della sua stanza e si stupì quando vide George assopito sul suo letto. Chiuse piano la porta, per paura di svegliarlo, e si avvicinò a lui per guardarlo meglio. 
Quando dormiva aveva un’espressione così rilassata e serena che le venne quasi da sorridere. Era un uomo, oramai, ma in quel momento sembrava quasi un bambino e Angelina, intenerita, si sdraiò accanto a lui. Si mise di lato, continuando a fissarlo, studiando il più piccolo dettaglio sul suo volto. 
Per quanto Fred ed Alicia volessero mantenere l’umore alto, era davvero impossibile non pensare alla guerra che sarebbe scoppiata il giorno dopo. Angelina non aveva paura per la propria vita, aveva paura per il suo gruppo. Non poteva neanche lontanamente immaginare come sarebbe stato se uno di loro non ce l’avesse fatta. 
George sbatté leggermente le palpebre e Angelina si morse le labbra. Voleva baciarlo, ma non voleva che si svegliasse e che la guardasse con il suo solito sguardo fragile. 
Non sopportava che George potesse pensare che lei, Angelina, avrebbe di nuovo cambiato idea. Era arrivato il momento di dirgli tutto. 
Come se l’avesse sentita, il ragazzo aprì gli occhi e si scontrò con gli occhioni di Angelina che accennò un sorriso. 
«Dormito bene?» sussurrò lei e George si stropicciò un occhio prima di annuire. 
«Non volevo addormentarmi. Ti stavo aspettando» 
Angelina riuscì a mascherare la sorpresa. 
«Ma dopo le parole di Katie, non ho molto dormito stanotte e così sono crollato» 
«Sono qui adesso» 
George si voltò di lato e la guardò negli occhi. 
«Tutto bene?» 
«Sì, sto bene» disse Angelina, velocemente «Alicia e Lee…» 
«Lee mi ha raccontato tutto» la interruppe lui «E non pensare che non m’interessi, ma in questo momento voglio sapere come stai tu, Angie» 
«Non credo che oggi qualcuno stia bene» 
«Non m’importa degli altri» 
Angelina alzò un sopracciglio, sapendo bene quanto George stesse mentendo. 
«Devo parlarti anch’io» 
«Dimmi» 
«Ero gelosa di Katie, gelosa da starci male, malissimo» disse Angelina, abbassando lo sguardo per paura di leggere delusione negli occhi di lui «So quanto sia stata importante per te, George, e so che è stupido fare paragoni però… Io ti amo, ti amo davvero, e ho solo paura di perderti. Non mi sono mai sentita così spaventata in vita mia» 
«Hai paura che io non ti ami?» provò a capire George, confuso. 
«Ti sei innamorato di me tanto tempo fa e io sono cambiata» disse Angelina, mordendosi le labbra «E poi sono stata con tuo fratello e tu e Katie avete vissuto una storia molto intensa, quindi… Ho paura che tu possa avermi idealizzato e che io non sia quello che tu credi» 
George sorrise e le accarezzò i capelli. 
«Sono stata stupida, lo so» 
«Allora siamo stati due stupidi, Angie» disse lui «Perché anch’io ho le tue stesse paure e so che l’hai capito dal primo momento, perché da quando stiamo insieme mi guardi come un cucciolo ferito bisognoso di conferme» 
«George» 
«Sono ancora geloso di Fred e continuo a non capire cosa ti abbia spinto a scegliere me, però ci ho pensato e ho aspettato di stare con te per così tanto tempo, che adesso non permetterò alle mie paure di allontanarmi da te» 
«Neanch’io so perché vuoi stare con me. In fondo, se Katie non ti avesse lasciato…» 
«È solo che non ho mai pensato di avere qualche possibilità con te, mai» la fermò lui, prendendole una mano «Non ho mai visto il minimo dubbio nei tuoi occhi e anche quando ti ho baciata la prima volta, a Hogwarts, sapevo già come sarebbe andata. Ho provato a metterti in un cassetto e dimenticarti, ma non ci sono riuscito. Però non potevo averti e amare Katie è stato facilissimo, perché sai quanto sia fantastica» 
Angelina annuì, ma la morsa allo stomaco non si attenuò. 
«E la pulce era come me, stava provando a dimenticare Oliver e io provavo a dimenticare te e funzionava… Quando eravamo solo io e lei» 
Angelina gli strinse la mano e attese. 
«Perché bastava rivedervi per capire che quel sentimento non sarebbe mai svanito del tutto» 
Angelina non disse nulla, rammentando le parole di Alicia e capendo quanto i suoi amici fossero così simili su certe questioni. 
«Sbagli» mormorò lei e lui si avvicinò. 
«Cosa?» 
«Non è vero che non ho mai avuto il minimo dubbio, George» spiegò Angelina con un sorriso «Il primo bacio che mi hai dato mi mandato così nel pallone da mettere fine alla mia storia con Fred» 
«Ma poi hai scelto lui» 
«Questo non voleva dire che per te non provassi nulla» Angelina sospirò «C’è una cosa che non ho mai detto a Fred e che non gli dirò mai perché lo farebbe soffrire e basta, ma a te la voglio dire. Meriti di sapere tutto, così non avrai più dubbi» 
George rimase lì, in attesa. 
«Quando ho scelto Fred, era la sera in cui volevate scappare e quindi mi sono fatta prendere dal panico e ho scelto, perché avevo paura a lasciarvi andare. Ma la realtà è che avrei avuto bisogno di più tempo» 
«Cosa stai cercando di dirmi, Angie? Che se avessi avuto più tempo probabilmente avresti scelto me?» 
«No, ti sto dicendo che ho fatto la scelta più facile» replicò lei, colpevole «Ero una ragazzina e sono stata codarda. Tu avresti accettato la cosa, l’hai accettata, ma Fred… lui non mi avrebbe mai perdonata se non avessi scelto lui» 
«Angie» sospirò lui, avvicinandosi per darle un bacio sulla testa «Non devi giustificarti, lo sai» 
«Invece devo. Non ti dirò che non ho mai amato Fred, perché sarebbe una grossa bugia, ma ti sto dicendo che tu non sei mai stato il rimpiazzo di nessuno. Non voglio stare con te perché sei una versione migliore di Fred, voglio stare con te perché sei George. Fred era il ragazzo perfetto per la me del passato, tu sei perfetto per la me di adesso e per la me del futuro» 
Angelina non aspettò la risposta di George e si slanciò per baciarlo. Sembravano passati secoli dal loro ultimo bacio e lei non poteva aspettare più, voleva baciarlo e baciarlo ancora. 
George la allontanò per sussurrarle “ti amo” e lei sorrise prima di baciarlo di nuovo. 
«George» 
«Sì?» 
«Vai a chiudere la porta a chiave? Non vorrei che qualcuno entrasse» disse lei allusiva e lui, capendo, sorrise di gioia prima di alzarsi e accontentarla. 



Tamara, Daphne, Suzanne e Nolwenn erano sdraiate nel giardino, chiacchierando del più e del meno. 
In realtà, solo Daphne e Nolwenn parlavano, mentre Tamara provava a non pensare al giorno dopo, tenendosi occupata a studiare le nuvole nel cielo. Suzanne aveva gli occhi chiusi, ma non stava dormendo. 
«Ragazze» disse Leanne, arrivando mano nella mano con Chris «Vorrei organizzare qualcosa. Una specie di pic-nic per il nostro gruppo» 
Nolwenn finse di non rimanerci male e si alzò per andarsene, quando Leanne la fermò prendendola per un braccio. 
«Scusami, non intendevo escluderti. È solo che…» 
«Capisco benissimo, non ti preoccupare» disse lei e se ne andò. 
«Hai sbagliato, Leanne» disse Daphne, mettendosi seduta. Tamara fece lo stesso, mentre Suzanne rimase immobile, ancora con gli occhi chiusi. 
«Non volevo offenderla, ma voglio passare qualche ora con voi da soli» spiegò Leanne, cercando l’appoggio di Chris che sorrise «Poi passeremo la serata con tutti gli altri, Nolwenn compresa» 
«D’accordo allora» concesse Daphne e diede una spallata a Tamara «Su, Tammy, stiamo ancora tutti bene. Fai un sorriso!» 
Tamara si sforzò di farlo, ma fallì miseramente e Chris scoppiò a ridere. 
«Coraggio, mammina, un pic-nic con tutti noi, come ai vecchi tempi» 
«Non saremo proprio tutti» sbuffò Suzanne, aprendo finalmente gli occhi e Daphne le diede un buffetto sulla testa. 
«Sue, non far finta di pensare ancora a Finn, quando adesso hai un paio di occhi azzurri che ti stanno facendo perdere la testa!» 
Tutti risero e Suzanne le diede una spinta, infastidita, ma lo sguardo saettò verso Paul e Brad, intenti a parlare da quasi dieci minuti. 
«Vuoi andare a salvare Paul?» domandò Suzanne a Tamara e lei scosse la testa, aprendosi davvero in un sorriso. 
«Credo che stia chiedendo la sua benedizione, quindi perché dovrei?» 
«Non fa affatto ridere» 



«Non posso» disse Paul per la quarta volta a Brad che provò a non guardare verso Suzanne senza riuscirci «E comunque, anche volendo, non ce la farei. In nessun modo riuscirei a convincere Sue a stare lontano da Hogwarts domani» 
«Se mio padre dovesse scoprire che lei sarà lì, sai già cosa succederebbe» 
«Domani rischieremo tutti la vita, te compreso» 
Brad si passò una mano sul labbro, nervoso. 
«Io non voglio che la rischi Sue» 
Paul sorrise e annuì, comprendendo il suo stato d’animo. Anche lui avrebbe preferito che Tamara e i suoi amici stessero lontani dalla guerra, ma sapeva che nessuno di loro avrebbe accettato. Avrebbero tutti combattuto per un mondo migliore. 
«So quanto tu le voglia bene, ma…» 
«Non le voglio solo bene» lo interruppe Brad con onestà. 
«Lo so» Paul guardò verso il suo gruppo e notò Suzanne fissarli. Ci pensò su e poi si voltò verso Brad «Senti, perché non le dici chiaramente quello che provi? Non sappiamo cos’accadrà domani» 
«Sa già cosa provo, ma preferisce aspettare quel Finn in eterno» 
«Sicuro di averglielo espresso a dovere?» domandò Paul e Brad provò a capire, ma il più piccolo passò a spiegare «Se l’attacchi, lei ti attacca. È fatta così ed è il suo modo di scappare. Ma se le dici le cose con calma ed onestà, lei ti prenderà sul serio e non potrà non risponderti» 
«L’ho anche baciata» disse Brad, non sorpreso della follia caratteriale di Suzanne «Più chiaro di così» 
«Beh, l’hai baciata contro la sua volontà ed era il suo primo bacio» l’espressione stupita di Brad non fermò Paul «Finn è sempre stato un mio caro amico, ma non la meritava. Non l’ha mai meritata. Tu invece sì» 
Brad fece un sorrisetto e scosse la testa. 
«Non credevo che avrei mai potuto meritare qualcuno come lei» 
«Sei cambiato» chiarì semplicemente Paul. 
«E secondo te di chi è il merito?» 
«Allora dovrebbe saperlo, non ti pare?» 



Katie stava preparando il pranzo in cucina quando Oliver arrivò da dietro e le baciò una guancia. Lei rise e si voltò per ricambiare il bacio. 
«Hai avuto altre visioni? Altre sensazioni?» le domandò, stringendole il volto fra le mani. 
«Sto bene» Katie abbassò lo sguardo, poi lo rialzò e provò a fare un sorriso «Ma oggi è un giorno un po’ così» 
«Qualunque cosa succederà domani non deve influenzare questa giornata» Oliver le diede un veloce bacio sulle labbra «Andiamo a pranzare sulla nostra terrazza, ti va?» 
Katie annuì. 
«Ma dopo non avrai intenzione di non stare insieme agli altri, vero?» 
Oliver la abbracciò e sospirò forte. 
«Sono stato un idiota, Katie. George è uno dei miei più cari amici e non ho intenzione di rinunciare alla sua amicizia. Così come non intendo fare in modo che lo debba fare tu» 
Il ragazzo sciolse l’abbraccio e la guardò intensamente. 
«In un momento come questo essere geloso è l’ultimo dei miei pensieri. Pranzerò con te e poi trascorrerò questa giornata infernale con i miei migliori amici» 
Katie sorrise del suo sorriso radioso, felice. 
«Olly, ti amo tanto» 
«Ti amo anch’io, Katie» 



Alicia sentì qualcuno picchiettare alla sua porta e corse ad aprire. Mai si sarebbe aspettata di vedere Leanne di fronte a sé. La ragazza non l’aveva mai guardata con quella sicurezza e Alicia provò a capire le motivazioni che l’avevano spinta lì in una giornata come quella. 
«Perché sei qui?» domandò Alicia, tornando ad occuparsi delle sue faccende «Tu e il tuo gruppo non avete organizzato un pic-nic in giardino?» 
«Li raggiungerò fra un attimo» 
«Io e il mio gruppo saremo in terrazzo, mentre la signora Edith, i bambini, mia madre e mia sorella potranno starsene in salotto» spiegò Alicia, volendo prendere tempo. Il fatto che Leanne fosse lì l’agitava più di quanto avrebbe dovuto. 
«E Jared, Nolwenn e Brad?» soffiò Leanne, provando a capire. 
«Sono usciti tutti e tre. Avevano delle faccende da sbrigare. O, almeno, così mi hanno detto» 
«Volevano lasciarci da soli per un po’» disse Leanne ed Alicia annuì. 
«Perché sei qui?» domandò di nuovo Alicia e Leanne socchiuse la porta dietro di sé. 
«Sarò veloce, te lo prometto. Sono qui perché ho saputo di te e Lee. E di te e Jared» 
«Come corrono in fretta le notizie» sbuffò Alicia, infastidita. Era impossibile tenere un segreto in quella casa. 
«So che io non ti sono mai piaciuta, così come non ti è mai piaciuta Daphne, ma…» 
«Non è vero» la interruppe lei, infastidendosi ancora di più «Mi sei simpatica. A volte» 
«Non importa, non deve essere facile essere amica delle ex del ragazzo che si ama, però vorrei davvero dirti una cosa. Prima che tu faccia qualcosa… di sbagliato» 
«Di sbagliato?» 
Leanne annuì e le si avvicinò di qualche passo. 
«Anni fa, quando Lee mi ha lasciato, mi ha detto una cosa importante riguardo a te» 
«Cosa ti ha detto?» Alicia aveva improvvisamente la bocca secca, ma rimase lì, immobile. 
«Beh, farfugliamenti di Lee a parte, mi ha detto che il sentimento per te era il più forte e il più vero che avesse mai provato in vita sua» 
«Aveva sedici anni, era un ragazzino» 
«Aveva tredici anni quando ha iniziato a provare qualcosa per te» disse Leanne e ad un’occhiata di Alicia lei continuò «Sì, mi ha detto anche questo. Sono passati sei anni, da allora, quasi sette e ti ama ancora con tutto se stesso. Non gli passerà mai, Alicia» 
«Perché me lo stai dicendo? Non posso ricambiare un sentimento solo per premiare la sua costanza negli anni» 
«No, è vero» Leanne continuò a guardarla con sicurezza «Ma oramai è facile leggere quello che provi, anche per quelli che ti conoscono di meno» 
«Leanne, non credo che questi siano affari che ti…» 
«Metti da parte l’orgoglio ferito e ammetti quello che hai sempre saputo» 
«E che cosa avrei sempre saputo?» 
«Che anche a te non passerà mai» 



Suzanne stava aiutando il suo gruppo a mettere in ordine il giardino dopo il pic-nic quando Brad le si avvicinò per chiederle di parlare. 
Il pomeriggio stava lentamente lasciando spazio alla sera e tutti stavano iniziando a realizzare quello che sarebbe successo il giorno seguente. 
Brad la portò nella propria camera e le fece cenno verso una sedia. Lei si accomodò senza dire una parola, stranita dal fatto che Brad non avesse fatto una battuta delle sue. 
La fissava con uno sguardo serio, uno sguardo adulto, e lei provò a parlare. 
«Cosa ti sei inventato questa volta per darmi fastidio? Potrei anche decidere di non reagire oggi, visto che da domani ognuno prenderà la propria strada» 
Brad prese un’altra sedia e si sedette di fronte a lei. 
«Mi dispiace, non sapevo che quello fosse il tuo primo bacio» 
Suzanne si stupì, ma non lo diede a vedere. 
«Sai, dopo un tot di tempo le scuse non valgono più» ironizzò lei, ma ad un’occhiata di lui sorrise «Sono successe troppe cose fra noi perché io possa ancora avercela con te» 
«D’accordo» 
Suzanne rise, di colpo rilassata. 
«Tutto questo mistero per via di quel bacio?» si alzò in piedi e gli batté una mano sulla spalla «Dai, Brad, lo sai che è difficile tenerti il muso» 
Brad sorrise e si alzò a sua volta. 
«Forza, torniamo di sotto» 
Il ragazzo le prese una mano prima che potesse uscire dalla stanza e lei si irrigidì. 
«Brad» disse lei, a mò di avvertimento. 
«Senti, Sue, lo so che te l’ho fatto capire in tutti i modi e che te l’ho detto all’infinito, ma prima non mi credevi e adesso lo prendi come un gioco, per cui meriti di sentirtelo dire come si deve» 
«Non è necessa…» 
«Mi piaci» buttò fuori lui tutto d’un fiato «Mi piaci tantissimo e quello che provo per te mi ha fatto mettere in discussione me stesso ogni giorno e mi ha fatto crescere» 
Suzanne, rossa in viso, lo guardò dritto negli occhi. 
«Cosa ti aspetti che ti dica?» 
«Nulla» disse il ragazzo, sincero «Volevo solo che lo sapessi. Non è un gioco, non lo è mai stato» 
Suzanne sorrise. 
«Grazie, Brad» 
La ragazza fece per andarsene, ma poi tornò indietro e si mise in punta di piedi per baciargli una guancia. 
«Io non ho fatto niente. Eri già una brava persona prima di conoscermi, solo che non lo sapevi ancora» 
Brad si aprì in un sorriso e lei gli allungò una mano. 
«Raggiungiamo gli altri?» 
Lui annuì, prima di prenderle la mano e stringerla. 



Erano tutti in cerchio. La signora Edith, assieme ai bambini dell’orfanotrofio, erano a dormire da ore, così come la madre di Alicia e Diana. 
Alicia aveva accettato il fatto che la madre volesse combattere al suo fianco, ma temeva che Diana potesse ritrovarsi da sola per sempre, se mai le cose si fossero messe davvero male. 
Lee, ancora una volta, era arrivato in suo soccorso e aveva promesso che i suoi genitori non avrebbero mai abbandonato Diana e Alicia si era subito sentita meglio. 
«Qual è il piano di domani allora?» se ne uscì Brad, rivolto a nessuno in particolare, ma fu Alicia a rispondergli. 
«Aspettiamo il segnale di Ginny. Lei non è più ad Hogwarts, ma se mai dovesse succedere qualcosa, Neville le ha detto che ci contatterà con la moneta dell’ES. » 
«Dovrei conoscere questi Ginny e Neville?» domandò Brad, guardando Suzanne che sorrise rassegnata e gli fece cenno di lasciar perdere. 
«Beh, almeno nostra sorella potresti memorizzarla» puntualizzò George con ironia e Fred sorrise, divertito, e continuò 
«Non è neanche così difficile memorizzare noi Weasley, Anderson. Capelli rossi, carattere tosto e una bellezza senza precedenti» 
«Per favore, sono abituato a vedere la mia meravigliosa faccia allo specchio ogni mattina. Ho uno standard elevato in materia di bellezza» 
«Non hai nessuno standard, hai solo un problema di vista» replicò Fred, facendo ridere tutti. 
«Un paio di occhiali e sarai come nuovo» aggiunse George e Brad gli lanciò una TuttiGusti che il ragazzo prese al volo e mangiò. 
«E dopo?» domandò Daphne, curiosa. 
«Dopo cosa?» chiese Jared che le era seduto accanto. 
«Nel caso dovessimo vincere, cosa faremo poi?» 
«Beh, vivremo finalmente le nostre vite tranquilli» disse Chris, sorprendendo tutti per la sua serietà «Avremo infinite possibilità davanti a noi» 
«Lo so, è solo che… Mi ero abituata a vivere qui con tutti voi» spiegò Daphne, sistemandosi i capelli dietro le orecchie «Era bello vivere insieme» 
Tutti sorrisero, persino Alicia che le parlò con dolcezza. 
«Daphne, questa casa sarà sempre aperta per te» Alicia guardò tutti «E questa cosa vale per ognuno di voi. Chiunque sarà sempre ben accetto qui dentro. È anche un po’ casa vostra, in fondo» 
«Vi voglio bene, ragazzi» disse Katie all’improvviso e si alzò in piedi quasi per dare ancora più importanza alla cosa. 
Tutti fecero lo stesso e, prima di salire ognuno in camera propria, si abbracciarono uno alla volta, come se fosse un addio. 



Alicia trascinò Lee fuori nel giardino. Era così buio che a malapena vedeva l’espressione del ragazzo che accese la bacchetta e la guardò con curiosità. 
«Tutto bene, Alicia?» 
«Io ti amo, Lee Jordan» disse lei, solenne. 
«Cos…» Alicia gli tappò la bocca con la mano e continuò. 
«Quello che provo per te non cambierà mai e sono sincera quando ti dico che sarai sempre nel mio cuore, qualunque cosa accada. Ma io è con Jared che devo stare» 
Alicia notò il cambio d’espressione negli occhi del ragazzo di fronte a sé e le sfuggì una lacrima. 
«Mi hai spezzato il cuore, Lee, e Jared ha raccolto i pezzi. Deve essere lui la persona giusta» 
Lee le tolse la sua mano dalla bocca e le asciugò la lacrima. 
«So di averti fatto soffrire in passato, ma non devi aver paura che accada di nuovo» 
«Non puoi saperlo» replicò lei, non trattenendo più le lacrime «Non dubito che tu mi ami, ma è difficile capirti a volte. Un giorno potresti svegliarti e decidere di lasciarmi di nuovo e io non posso rischiare di soffrire ancora per te. E non posso rischiare di non avere più Jared al mio fianco» 
«Non ti fidi di me?» 
«Certo che mi fido. Mi fido di te come persona, come amico, ma non come mio ragazzo» Alicia si asciugò le lacrime e disse «Forse la felicità che avrei con te sarebbe superiore a quella che avrò con Jared, ma con lui non avrò mai paura di stare male. E io non voglio più avere paura» 
«Non ha alcun senso, Spinnet» chiosò Lee, sperando che cambiasse idea, ma sapendo bene che non l’avrebbe mai fatto. Aveva imparato bene quanto le fragilità di Alicia le avessero sempre creato problemi e sapeva come la ragazza avesse sempre fatto di tutto per sopprimerle. Tornare insieme a lui voleva dire per Alicia accettare il fatto che ci sarebbe sempre stato qualcosa che non avrebbe potuto controllare. Quasi come ammettere che anche lei avesse un punto debole.
«Ne ha per me» disse lei, avvicinandosi a lui per dargli un leggero bacio sulle labbra «Quindi mi dispiace, ma non posso lasciare Jared» 
«Ti amo, Alicia» 
«Ti amo anch’io e volevo che lo sapessi» 
Lee sorrise e le accarezzò la testa. 
«L’ho sempre saputo» 
«Non sei così perspicace, Jordan» provò a scherzare lei.
Lee alzò gli occhi al cielo e rise. 
«Mi sottovaluti sempre, Spinnet. Mi sottovaluti sempre» 



George era nella sua stanza, in attesa di Angelina, quando Fred entrò senza tante cerimonie. 
«Ehi» disse George, non sorpreso di vederlo lì. 
«Ehi» lo scimmiottò lui e George rise. 
«Credevi davvero che saresti andato a dormire senza prima aver sopportato le mie paturnie da fratello maggiore?» 
«Il fatto di essere uscito prima di me, non ti da alcun diritto di anzianità» scherzò George «Anzi, negli anni sono sempre stato io a farti da fratello maggiore» 
Fred fece un debole sorriso e, mani nelle tasche, gli disse. 
«Sarai sempre la persona più importante della mia vita, Georgie. Sarai sempre il mio fratellino preferito» 
«Non parlare così» replicò l’altro, alzandosi dal letto. 
«Così come?» 
«Come se mi stessi dicendo addio» spiegò George, serio «Mi dovrai sopportare ancora per molto tempo, temo» 
«Volevo solo essere sicuro che sapessi che qualsiasi cosa sia successa in passato, non ha più importanza» 
Angelina entrò proprio in quel momento. 
«Oh, scusate. Ripasso più tardi, ragazzi» 
«No, rimani, Angelina» disse Fred con un sorriso «Questa cosa riguarda anche te» 
«Quando vi ho detto che non avrei mai potuto sopportare Angelina accanto ad un altro ragazzo, ho mentito» Fred guardò George e sorrise ancora «Ti voglio troppo bene per non volere la tua felicità» poi guardò Angelina «O la tua, Angie» 
Angelina si avvicinò per abbracciarlo, ma l’abbracciò duro poco perché la ragazza cedette subito il posto a George che Fred strinse forte a sé. 
«Ti voglio bene anch’io, Freddie» 
«Ci mancherebbe altro» disse Fred, tornato quello di sempre «Sono perfetto, come potresti non amarmi?» 
George rise e Fred sciolse l’abbraccio. 
«Beh, vi auguro una buona notte, ragazzi. Ci vediamo domani» 
«A domani» dissero George e Angelina e, prima di chiudere la porta, la ragazza sussurrò un “grazie” carico di significato a Fred che rispose. 
«Prenditi cura del mio fratellino, impiastro» 
«Lo farò» 


 


«Alicia!?» la voce sorpresa di un Jared assonnato la fece ridere, divertita. 
«Scusa se ti ho svegliato, ma volevo sapere se posso dormire accanto a te, stanotte» 
Jared, ancora inebetito dal sonno, sgranò gli occhi, provando a capire. 
«Non ho più bisogno di riflettere. Posso?» 
Jared sorrise e le allungò una mano che Alicia strinse con un sorriso. 
«Non c’è nessun’altra persona con cui vorrei stare stanotte» disse lui, facendola entrare. 
E chiuse la porta dietro di sé. 





Angolo Autrice:

Beh, che dire, non ci sono giustificazioni alla mia assenza.
In realtà ci sarebbero, perché ho vissuto all'estero per un sacco di tempo e ho fatto tantissimi cambiamenti nella mia vita, ma la passione per le storie mi è rimasta. Non è cambiata mai.
E questa storia è, come quasi tutte le mie storie, già completa nella mia testa quindi, quando i giorni scorsi ho riletto qualche capitolo, ho capito che non potevo lasciarla così in sospeso.
Non so dirvi quando riuscirò a pubblicare ancora, ma spero di farlo presto.
Come sempre, grazie infinite per la tantissima pazienza e il tantissimo amore che avete nei confronti di questa storia.
Un abbraccio :3

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Capitolo 54
*** Capitolo 52 ***


Capitolo 52


Stavano tutti facendo colazione, chi seduto sul divano e sulle poltrone della sala, chi in cucina, chi, come Lee, mangiava in piedi.
La signora Edith, i bambini dell’orfanotrofio e Diana, la sorellina di Alicia, erano partiti dieci minuti prima, scortati dai genitori di Lee in un luogo sicuro.
Diana, stranamente, non aveva fatto storie, ma aveva salutato tutti affettuosamente, dimostrando un coraggio incredibile per una bambina così piccola.
Nessuno parlava, nessuno ne aveva voglia, erano tutti in attesa, tesi come corde di violino e Lee si ritrovò a guardare il suo gruppo, come sempre: Angelina non aveva ancora toccato le sue uova, ma teneva stretta la mano di Katie, seduta accanto a lei, intenta in quel momento a bere il suo succo di zucca.
I gemelli stavano mangiando avidamente dai loro piatti, mentre Oliver stava leggendo il giornale. O almeno, era quello che sembrava, ma Lee era certo che stesse fissando la carta senza capire nulla delle parole scritte.
Alicia aveva già finito di fare colazione da un pezzo e si era concentrata a pulire intensamente la cucina, come se non avesse visto niente di più sporco in vita sua. Lee si scambiò un’occhiata con Jared e gli fece cenno verso la ragazza. Lui annuì e si avvicinò ad Alicia per sussurrarle qualcosa all’orecchio. Lei mise da parte lo strofinaccio e sospirò lentamente.
Guardò per un secondo Lee e tentò un sorriso incoraggiante che però si spense subito nel momento in cui George scattò in piedi all’improvviso.
«Che succede?» domandò Nolwenn, preoccupata. George si ritrovò tutti gli occhi addosso, ma non rispose. Prese una moneta dalla tasca e la alzò in alto, in modo che il messaggio fosse chiaro a chiunque.
«Ci siamo» soffiò Angelina e strinse a sé Katie, come a volerla proteggere.
Nora Spinnet si avvicinò alla figlia e Alicia, sorprendentemente, le prese una mano.
«Occorre organizzarci» disse Fred, pratico.
 
 
 
 
 
 
 
 
«Allora, ricapitoliamo» disse Alicia, provando a concentrarsi «Ci divideremo in gruppi, per non dare nell’occhio. I gemelli e Lee hanno appuntamento con Ginny davanti alla Testa di Porco. Neville dovrebbe già aver informato Aberforth»
Fred annuì, mentre Tamara e Suzanne scendevano per ultime le scale e raggiungevano gli altri. Ora erano davvero tutti pronti per andare a combattere.
«Poi toccherà a noi» continuò Alicia, tenendo il conto sulle dita di una mano «Angelina, Oliver, Katie ed io»
«Dovreste trovare Lupin e Kingsley già lì» disse George, avvicinandosi ad Angelina per darle un bacio sulla testa «È meglio se noi tre iniziamo ad andare»
«Un attimo» mormorò Angelina, mordendosi le labbra. Era così difficile vederli andare via senza che lei potesse seguirli per tenerli d’occhio.
«Magnifici sette» urlò Fred a pieni polmoni, capendo il disagio della ragazza «Un attimo in giardino, ragazzi»
George, Lee, Oliver, Katie, Alicia ed Angelina lo seguirono fuori, lentamente, come se stessero andando al patibolo. Era una tortura non poter rimanere tutti e sette insieme.
Fred guardò le espressioni degli amici: Angelina, Katie e Oliver non trattennero le lacrime e persino Alicia era lì lì per cedere.
«Ragazzi, non sta ancora succedendo nulla e non ci stiamo dicendo addio, per cui tranquillizzatevi tutti»
«Magari non ci sarà neanche la guerra» lo appoggiò Lee, lanciando poi uno sguardo divertito a Katie e dandole un buffetto sulla testa «Magari la pulce è una pessima veggente e abbiamo travisato tutto»
«Come quando Lee scambiò la lacca per capelli di Alicia per un deodorante» buttò lì George, provando a sdrammatizzare e Alicia si voltò verso Lee, in cerca di spiegazioni.
«Ero di fretta quella mattina e l’avevi lasciata tu nel nostro dormitorio» provò a giustificarsi lui e a tutti, bene o male, venne da sorridere.
«Vi voglio bene, amici» disse Alicia e Oliver fu il primo ad abbracciarla.
«Ci voleva la fine del mondo per fartelo dire, uragano?»
Si abbracciarono tutti e sette e Angelina parlò.
«Ne abbiamo passate tante insieme e siamo riusciti a tenere in piedi questo gruppo nonostante tutto» guardò uno ad uno i suoi amici «Non osate farvi ammazzare oggi, non potrei mai perdonarvelo»
«Adesso sì che non ci sentiamo la pressione addosso, Angie» scherzò Fred, ma nessuno sciolse l’abbraccio tanto presto.
 
 
 
 
 
«Allora, tu andrai con Jared, Nolwenn e Paul, mamma» disse Alicia, uscendo dalla sua stanza e legandosi i capelli in una coda alta «Finn, un amico di Paul, dovrebbe raggiungervi presto ed entrerete dalla Stamberga Strillante. Vi troverete…»
«All’interno del Platano Picchiatore» la interruppe lei, facendole un piccolo sorriso «Me l’hai ripetuto almeno tre volte, Alicia. Andrà bene»
Alicia espirò dal naso.
«D’accordo»
«Senti, Alicia…»
«Non dire niente che non diresti in una situazione normale» la frenò Alicia, spaventata «Non dimenticare che hai ancora una figlia da crescere, per cui prova a non fare l’eroina oggi»
«Tenterò. Ma se proprio dovesse finire male…»
«Non dirlo!»
«Se proprio dovesse finire male, so che Diana avrà sempre te. Ti sei trasformata in una donna meravigliosa, figlia mia, e saprai crescere tua sorella magnificamente»
Alicia arrossì, stupita da quei complimenti. Era raro che la madre le parlasse in quel modo.
«Sono fiera di te»
«Mamma» sussurrò Alicia, imbarazzata.
«So che pensi che io e tuo padre vivessimo in un matrimonio infelice, ma non è così» continuò Nora, seria «Ho amato tuo padre con tutta me stessa e non potevamo desiderare niente di meglio di te e Diana»
«Perché mi stai dicendo tutto questo?»
«Perché la sera di Natale di due anni fa, quando ci hai presentato Jared e tu ed io abbiamo discusso, proprio quella sera tuo padre mi ha fatto capire quanto tu fossi davvero innamorata di Lee Jordan»
Alicia quasi sobbalzò al suono di quel nome e guardò la madre ad occhi sbarrati.
«Il mio ragazzo è Jared, mamma»
«Lo so» confermò Nora, controllando di aver preso la bacchetta «Ma non lo ami come ami Lee. E non so cosa ti spinga a respingere quel ragazzo, ma tuo padre avrebbe voluto vederti felice. Pienamente felice. Come lo eravamo io e lui»
«Non capisci» provò a spiegare Alicia, nervosa «Lee ed io… Siamo troppo diversi»
Nora quasi rise di fronte a quell’affermazione e scosse la testa.
«Oh, Alicia, quando imparerai a trovare scuse più plausibili?» la donna le appoggiò una mano sulla spalla «Se vuoi continuare a negarti la felicità, fa’ pure, ma almeno non negarla a Jared»
 
 
 
 
 
 
«Beh, direi che ci siamo» disse Tamara, rivolta al suo gruppo, riunito nella sala da pranzo.
Paul le si avvicinò per prenderle una mano e Katie nuovamente non trattenne le lacrime. Non era bello pensarlo, ma oramai era troppo tardi: avrebbe potuto perdere tutti i suoi amici quel giorno.
«Non ti preoccupare, Paul, mi prenderò io cura della mamma» dichiarò Suzanne, provando a infondere coraggio a tutti, ma non riuscendoci del tutto.
Paul annuì, andando poi ad abbracciare la migliore amica senza dire una parola.
«Ci siamo allenati tanto e i Mangiamorte sono perlopiù un branco di idioti» disse Chris, Leanne era appoggiata sulla sua spalla «È impensabile che perderemo»
Daphne e Katie provarono a ridere e Suzanne alzò gli occhi al cielo, rassegnata dall’atteggiamento dell’amico.
«E non dimenticate che vi voglio al mio matrimonio e non giustificherò alcuna assenza» continuò lui e Leanne si allontanò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
«È una proposta questa!?»
Chris scrollò le spalle, facendo una risatina.
«Può essere, ma se ne vuoi una come si deve, cerca di rimanere viva, Lea»
Leanne gli diede un bacio sulla guancia e poi guardò verso i suoi amici.
«Un ultimo abbraccio, prima di andare»
Si misero in cerchio, stringendosi gli uni con gli altri, e tutti espressero il desiderio che quello non fosse davvero il loro ultimo abbraccio.
 
 
 
 
«Quindi, fatemi capire bene, ora tu stai con Angelina Johnson» disse Percy, voltandosi verso George che camminava alla sua sinistra «E tu stai con…?»
Fred, che camminava alla sua destra, fece un sorrisetto furbetto prima di rispondere.
«Con nessuno. Sono uno scapolo d’oro adesso»
Bill e Fleur, che stavano facendo le scale proprio due passi dietro di loro, le mani intrecciate, fecero una risatina e Percy scosse la testa con un sorriso.
«E tu, Perce?» chiese poi George, scambiandosi uno sguardo complice con il gemello «Novità da quel punto di vista?»
Le orecchie di Percy divennero scarlatte e i gemelli videro Bill avvicinarsi ai fratelli, curioso anche lui di sapere tutto.
«A dir la verità, ci sarebbe una ragazza che…»
Il sopraggiungere di Kingsley e Lupin fece zittire Percy, imbarazzato, e Fred e George non poterono non nascondere un sorriso divertito di fronte a quella scena.
Entrarono nella Sala Grande e subito lo sguardo di entrambi corse al loro gruppo, in piedi fra il tavolo dei Grifondoro e quello dei Corvonero. Angelina si voltò verso di loro come se avesse percepito la loro presenza ed entrambi sorrisero per tranquillizzarla.
E poi la sentirono. Una voce fredda, acuta e ben udibile a tutti. La voce di Lord Voldermort.
«So che vi state preparando a combattere»
Qualche studente urlò, terrorizzato. I gemelli videro Oliver avvicinare automaticamente verso sé Katie. Non si vedeva ancora alcuna traccia dell’altro gruppo della pulce.
«I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago»
George non resistette più. Fece un cenno a Fred che lo seguì per raggiungere il loro gruppo. Angelina allungò verso George una mano, che il ragazzo strinse forte, mentre Fred si metteva fra Alicia e Lee. Si guardarono tutti e tre, provando a farsi forza a vicenda.
«Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte»
Il gruppo guardò Harry. Con uno sguardo confuso, il ragazzo era vicino alla professoressa McGranitt, incapace di reagire a quelle parole. I gemelli si stupirono dell’assenza di Ron e Hermione, sperando che il fratello e la ragazza stessero bene.
«… Qualcuno lo prenda!»
Pansy Parkinson aveva iniziato ad indicare verso Harry con sguardo famelico, come una preda che ha adocchiato la sua prossima preda. I Grifondoro seduti al tavolo si alzarono per mettersi contro i Serpeverde, le mani del gruppo corsero subito alle loro bacchette, pronti a combattere. I Tassorosso e i Corvonero imitarono i Grifondoro, tutti uniti contro i Serpeverde.
«Dannata Parkinson!» sputò Lee, furioso «Possibile che i Serpeverde non riescano a mettere da parte la loro rivalità con noi neanche in quest’occasione?»
«Sono stati indottrinati fin dall’infanzia, Jordan» rispose Brad, spuntando all’improvviso dietro di loro. Le ragazze ed Oliver sobbalzarono per la sorpresa, ma nessuno disse nulla «Non è poi così facile cambiare idea»
«Tu l’hai fatto» lo difese Lee ed Alicia si stupì di quelle parole, così come Brad, che però non lo diede a vedere.
«Gli altri?» domandò George, guardandosi intorno. 
«Aspettano un mio segnale» replicò Brad, puntando il suo sguardo verso la McGranitt che urlava indicazioni «Non aveva senso fare irruzione senza la certezza di una guerra, ma direi che non ci sono più dubbi, no?»
«Si combatte» disse Fred, sospirando verso il soffitto della Sala Grande. Il cielo stellato risplendeva sulle loro teste.
«Si combatte» ripeterono tutti gli altri, all’unisono.
Si avvicinarono tutti alla McGranitt e quando Kingsley iniziò ad assegnare i compiti, i gemelli si proposero per la difesa dei passaggi della scuola. Nessuno, in fondo, li conosceva come loro due.
Angelina si era morsa il labbro quando Fred si era subito offerto volontario con George, ma sapeva che non poteva proteggerli per sempre. E, soprattutto, non poteva proteggerli in quel momento.
I gemelli decisero di portare con loro anche Lee, mentre Oliver e le ragazze vennero assegnati ad un’altra divisione. Brad era di nuovo scomparso, forse era andato a chiamare tutti gli altri.
Non si salutarono, era finito il tempo dei saluti, ma si guardarono tutti e sette intensamente, prima di andare ognuno per la propria strada.
 
 
 
Successe all’improvviso, l’attimo prima Oliver stava coordinando alcuni ragazzi su come agire e l’attimo dopo un boato lo scosse da dentro. E capì.
I Mangiamorte avevano abbattuto la barriera attorno al castello ed erano entrati ad Hogwarts.
Seamus Finnigan e Neville Paciock si scambiarono un’occhiata prima di guardare verso di lui.
«Sì, direi basta strategie, ragazzi» Oliver diede voce ai loro pensieri «È ora di far veder loro quello che sappiamo fare»
Come se l’avessero sentito, alcuni uomini incappucciati comparvero proprio di fronte a loro con le bacchette sguainate. Il primo Mangiamorte fu velocissimo, colpì uno dei ragazzi del gruppo senza nemmeno emettere una parola e ad Oliver gelò il sangue nelle vene.
Provò a focalizzarsi su qualcosa di bello e subito pensò al sorriso radioso di Katie. Scosse la testa. No, non era il momento di avere paura.
Si lanciò verso il primo uomo ed iniziarono a duellare. Era bravo, si disse Oliver, ma non abbastanza bravo, perché al terzo incantesimo il ragazzo riuscì a stenderlo e ad aiutare Neville, Seamus e gli altri con il resto dei Mangiamorte.
Un forte fracasso, seguito da una pioggia di vetri, li colse tutti di sorpresa e Oliver vide che alcuni Dissennatori avevano fatto irruzione da una delle ampie finestre del piano. 
Freddo e oscurità fecero per impossessarsi di Oliver, quando un leone e una volpe lo riportarono alla luce. Quando vide il Patronus di Neville, Oliver pensò a Fred, che condivideva con il ragazzo la stessa forma del Patronus, e un nodo gli strinse lo stomaco. Sapere che i suoi amici erano lì, in mezzo a quella baraonda, lo mandava in escandescenza.
«Oliver, coraggio! Pensa a qualcosa di bello!» lo incoraggiò Neville, rimettendolo in piedi. Oliver non ricordava quando fosse caduto. Gli ci volle meno di un secondo per tornare con la mente ai tempi di Hogwarts, quando sei sconosciuti erano diventati la sua famiglia.
Il sorriso di Katie, gli occhi da mamma di Angelina, i capelli rossi dei gemelli, il tic di Lee di grattarsi la testa quand’era confuso e i rari abbracci di Alicia.
Oliver ricordava tutto come se non fosse passato neanche un minuto dai quei momenti.
Strinse forte i denti e si frugò nella tasca, in cerca di uno dei marchingegni dei gemelli, e si rilassò quando tastò la superficie fredda e liscia dell'apparecchio. Si era ripromesso di non utilizzarlo e aveva detto a se stesso che l’avrebbe portato solo per sicurezza. In caso fosse stato disperato. Beh, era disperato.
Emanò il suo Patronus, un airone si librò nel cielo contro i Dissennatori che continuavano ad entrare dalla finestra. Poi fece un cenno a Neville, facendogli capire che da quel momento in poi il comando passava a lui. Neville annuì e Oliver corse via, in cerca di Katie.
 
 
 
 
 
 
 
Jared abbatté un altro Mangiamorte e si sentì tirare per la felpa verso un corridoio secondario. Alicia l’aveva afferrato giusto in tempo, prima che un’orda di ragni investisse il corridoio proprio nel punto in cui un attimo prima Jared aveva sconfitto l’uomo incappucciato.
«Ottimi riflessi, ragazzina» disse lui, una felicità famelica sul viso. Era contento di poter finalmente dare sfogo a tutta la sua violenza. Alicia lo rimproverò con lo sguardo e lui provò a rilassarsi «Oh, andiamo. Un po’ è divertente»
«No, per niente» il tono di Alicia era preoccupato, ma non fu quello che fece mutare l’espressione di Jared. 
Aveva notato lo sguardo di Alicia fin dal primo momento. Da quando aveva lasciato i suoi amici per combattere fianco fianco con lui; e anche adesso, nel bel mezzo della battaglia, Jared capiva il vero problema della ragazza.
«Va’ da lui» disse lui, non nascondendo la durezza nella sua voce.
Alicia si spostò un ciuffo biondo, scappato dalla coda di cavallo.
«Cosa?»
«C’è una guerra in corso e io voglio che tu sia assolutamente concentrata su quello che stai facendo»
«E allora smetti di parlare e combattiamo» replicò lei. Il tono infastidito non sfuggì a Jared, che continuò.
«Non sei concentrata, perché vorresti essere da un’altra parte adesso»
«Certo! Come tutti, del resto» Alicia lo squadrò da capo a piedi «Tu sembri l’unico che si diverte»
«Non lo nego» ammise Jared, facendole un sorriso «Va’ da Lee, Alicia. È con lui che dovresti essere ora»
«C’è un motivo preciso per cui tutti mi dite che dovrei stare con Lee Jordan!? Persino tu!?» Alicia fu attirata da un ragazzino che stava correndo verso di loro «Ehi, tu non sei Colin Canon? Non sei maggiorenne, non dovresti essere qui!»
Il ragazzino si scusò e corse via, ma Alicia fece per seguirlo.
«Lascia perdere. Non puoi obbligare le persone a fare quello che vuoi tu» disse Jared e poi riprese «E per rispondere alla tua domanda, tutti ti dicono che devi stare con lui, perché tutti vogliono vederti felice. E anch’io»
«Jared…»
«Dimmi che mi sbaglio, che non è a lui che pensi da quando i Mangiamorte sono entrati ad Hogwarts, che non è per lui che sei preoccupata da morire»
Alicia non riuscì a rispondere nulla e Jared si allungò per darle un bacio sulla guancia.
«È tutto a posto, ragazzina. Era così che doveva andare»
La ragazza piegò le labbra, provando a non piangere e si slanciò ad abbracciarlo. Era inutile continuare a negare l’innegabile, soprattutto in un momento come quello.
«Grazie mille, Jared»
E si allontanò da lui, lasciandolo solo nel corridoio buio.
 
 
 
 
 
Angelina e Katie stavano affrontando due Mangiamorte per le scale del terzo piano. Alcuni studenti li superarono, ma tutti e quattro erano troppo concentrati sui loro avversari per prestare attenzione ad altro.
Angelina riconobbe quello che stava combattendo contro di lei. Era Rookwood, che rideva tutte le volte che l’incantesimo la sfiorava per un pelo. Voleva ucciderla, lo vedeva nei suoi occhi, ma non riusciva a non avere ansia anche per la piccola Katie, che combatteva affianco a lei. La sentiva muoversi, saltare da un gradino all’altro, e poi successe.
L’incantesimo di Rookwood rimbalzò sulle scale, troppo forte per non causare un’esplosione e le scale sotto di lei cedettero.
«Angie!» udì Katie chiamarla, ma non la vedeva. C’era troppo fumo, troppo caos e troppo incantesimi che rimbalzavano da una parte all’altra.
Angelina stringeva le mani su un gradino malfermo, le gambe penzoloni che si muovevano nell’aria. Era troppo in alto per lasciarsi cadere, non c’era nulla sotto di lei, e la sua bacchetta era finita chissà dove.
«Katie!» urlò a pieni polmoni, ma non sentiva più la voce dell’amica che la chiamava e iniziò a temere il peggio. Dov’era finita Katie? Perché non le rispondeva? «Katie, dove sei? Stai bene?»
Nulla.
Solo i rumori di una battaglia che non era ancora finita, eppure Angelina credeva che non potesse esserci niente di peggio. Lei stava per morire, le mani iniziavano a scivolare, e Merlino solo sapeva cosa fosse successo a Katie. E il resto del gruppo… Non voleva nemmeno pensarci.
Angelina provò a farsi forza con le braccia, tentando di tirarsi su, ma lo sforzò fu troppo e le mani non resistettero più. Si sentì cadere nell’oscurità e non era vero quello che si diceva, prima di morire non si vede tutta la propria vita scorrere velocemente, perché Angelina Johnson vedeva solo il volto di George che le sorrideva e allora chiuse gli occhi, aspettandosi un impatto che non avvenne.
Era leggera come una piuma ed era come se stesse volando. Librò per pochi secondi prima di finire fra le braccia di Fred Weasley.
Non era un sogno, vero? No. Se avesse potuto sognare, Angelina non avrebbe sognato lui, ma George. Fred era il suo migliore amico, la sua roccia, ma il suo cuore non gli apparteneva più.
«Fred» sussurrò lei e solo in quel momento si accorse di quanta paura avesse avuto «Stai bene?»
«Non ero io che stavo precipitando nel vuoto, Johnson» le sorrise. Il solito sorriso di Fred che le metteva sempre il buonumore «E sei stata proprio tu a minacciarci di rimanere vivi!»
«Infatti parlavo di voi, non di me» il tono doveva essere divertito, ma la paura la stava ancora facendo tremare e Fred la rimise a terra, squadrandola bene per capire se fosse ferita
«Non puoi morire, Angie» disse lui, l’espressione era una linea sottile fra lo scherzoso e il serio «Devi badare al mio fratellino, ricordi?»
Angelina sospirò con un sorriso e gli diede una spallata. Fred si allungò per abbracciarla e le passò la bacchetta.
«Questa è tua. Sono riuscito a recuperarla»
«Grazie» Angelina fece per parlare ancora, ma Fred le fece un occhiolino prima di allontanarsi.
«Mi raccomando, Johnson, ti affido mio fratello. Occupati di lui»
 
 
 
 
 
Brad, Suzanne e Tamara corsero al riparo quando un centinaio di ragni si abbatterono su di loro. Lanciavano incantesimi contro di loro, ma erano davvero troppi.
«Per di qua!» tuonò Brad, aprendo un’aula a caso e spingendo le due ragazze dentro. Con loro entrarono anche alcuni studenti, tutti con le bacchette alla mano in caso di necessità.
Una Tassorosso dai folti ricci rossi si tolse il mantello rovinato e lo lanciò in un angolo. L’amico, accanto a lei, fece lo stesso.
Suzanne aveva il respiro affannoso e lanciò uno sguardo verso Tamara, sporca di polvere, ma illesa. Tamara deglutì prima di parlare.
«Stare qui è troppo pericoloso»
«Al momento anche uscire lo è» replicò Brad, passandosi una mano su un grosso taglio che aveva sotto l’occhio. Il sangue gli macchiò il palmo, ma non sembrava importargliene «Aspettiamo un attimo e poi…»
Suzanne lo fissò, interrogativa. Non capiva perché si fosse interrotto, ma quando seguì il suo sguardo gelò sul posto. Uno dei ragazzi si era avvicinato a loro, ma non era uno studente.
Era Phil.
Brad le si mise davanti e, appena Suzanne provò a spostarsi, lui si spostò con lei.
«Continui a stare dalla parte sbagliata» disse Phil e Suzanne notò il tatuaggio dei Mangiamorte sul suo avambraccio «Proteggere Nati Babbani… Sei proprio caduto in basso»
«Ti sei fatto marchiare come una mucca destinata al macello, vedo» ribatté Brad quasi ridendo. Poi la rabbia sembrò esplodere «Hai ucciso Henry e vuoi uccidere anche a me. Hai perso i tuoi migliori amici e per cosa? Per seguire le idee di un pazzo e diventare uno dei suoi galoppini?»
Phil digrignò i denti, furioso.
«Ero un tuo galoppino, ma ora sono qualcosa di più. Sono potente, incuto terrore» si voltò verso gli altri ragazzi e solo in quel momento Suzanne si accorse che erano come bloccati. Congelati da un incantesimo «E stasera finirò il lavoro che mi ha affidato tuo padre. E quando l’Oscuro Signore avrà messo a tacere per sempre Harry Potter, il mondo sarà dei Mangiamorte»
«Sei un folle» disse Suzanne, trattenuta per un braccio da Brad «Hai ucciso la mia amica Agnes e pagherai per il male che hai fatto!»
Suzanne spinse Brad di lato e lanciò un incantesimo, che Phil riuscì a schivare. Iniziarono a duellare, mentre Brad provava a prendere la mira per colpire solo Phil, ma era impossibile senza correre il rischio di colpire anche Sue.
Tamara lo bloccò, capendo anche lei l’azzardo, ma la ragazza non staccava gli occhi dai due che lottavano.
«Stai soffrendo, sudicia sanguesporco?» rise Phil, schivando un altro colpo «Vediamo quello che proverai quando vedrai morire il tuo prezioso ragazzo»
Phil si voltò verso Brad, ma Suzanne fu veloce e corse da lui, provando a fargli scudo con il proprio corpo. Brad la spinse, provando a fare lo stesso, ma, impegnati com’erano a proteggersi a vicenda, non si accorsero che Phil aveva riso forte prima di puntare la bacchetta sui ragazzi bloccati all’altro angolo della stanza.
Tamara si tuffò verso di loro, tentando di lanciare un incantesimo Scudo, ma oramai era troppo tardi. L’incantesimo di Phil fu potente, si abbatté sui ragazzi e parte della stanza venne disintegrata.
Suzanne ebbe giusto il tempo di vedere l’espressione sorpresa di Tamara quando l’esplosione inghiottì anche l'amica.
Suzanne sentiva le orecchie fischiare e il cuore le faceva male. Cadde sulle ginocchia, incapace di tirarsi su, perché era semplicemente impossibile credere che Tamara fosse morta.
La risata di Phil la riportò alla realtà, Brad era di nuovo di fronte a lei, le copriva la visuale.
«Sai, credo che prima ucciderò tutti i suoi amici» stava dicendo Phil, divertito «Ti odierà così tanto che sarà lei ad ucciderti»
«Brad…» tossì Suzanne. Il fumo dell’esplosione le riempì i polmoni, mozzandole il respiro.
«Tutte le persone che ami muoiono» la voce di Phil era un rasoio «Tuo nonno, Henry e prima o poi toccherà anche a lei»
Un crollo interruppe il discorso di Phil. Parte del soffitto cedette e Brad la fece alzare per allontanarla dal fuoco e dai calcinacci. Un occhio gigante li spiò dall’apertura causata dall’esplosione e loro indietreggiarono ancora.
Il gigante infilò una mano enorme all’interno della stanza e afferrò Phil prima che potesse scappare. Suzanne lo vide guardare il simbolo del teschio e del serpente sul braccio del ragazzo prima di schiacciarlo fra le sue mani senza dire una parola.
Il rumore di ossa rotte e la vista del sangue del suo ex amico fu troppo per Brad che si accasciò al suolo, la schiena appoggiata a una delle tre pareti rimaste. Il gigante lanciò il cadavere lontano e, silenzioso com’era arrivato, se ne andò.
Suzanne vide Brad prima guardare verso il buco della stanza, laddove Tamara e gli altri studenti erano scomparsi, e poi il punto esatto in cui Phil era stato preso. Era a pezzi.
La ragazza notò la rassegnazione nei suoi occhi, come se si fosse improvvisamente accorto che quella era una guerra e che avrebbero anche potuto non farcela.
«Ehi» gracchiò lei, sedendosi accanto a lui. Parlare era ancora difficile per via di tutto quel fumo «Dobbiamo andare via di qui»
«Tamara è…» Brad la guardò con una fragilità negli occhi che colpì Suzanne. Lui, che di solito era lo spaccone del gruppo, aveva paura.
«Lo so» Suzanne ingoiò il groppo in gola, non poteva cedere anche lei. Non poteva pensare a Tamara, a Paul o a tutti gli altri. Uno di loro doveva rimanere forte «Ma noi no, per cui dobbiamo andare. Non è ancora finita»
«Ne sei sicura?»
Suzanne si spinse in avanti e posò le labbra su quelle di Brad che sobbalzò per la stranezza di quel gesto.
«Se ti alzi adesso e vieni via con me, ti prometto che uscirò con te. Una volta finita la guerra»
Brad si lasciò scappare un sorriso. Era la dichiarazione più strana che avesse mai ricevuto, ma gli diede la forza di rimettersi in piedi. Le prese la mano e Suzanne si sentì stranamente meglio.
Uscirono dalla stanza, ributtandosi nel mezzo della battaglia.
 
 
 
Angolo Kimly:
 
Primo capitolo della guerra!
Volevo che questo capitolo finisse in un altro modo, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo, per cui ho dovuto tagliarlo. Credo che la battaglia durerà per altri due capitoli e poi… poi la storia finirà. In realtà, QUESTA storia finirà, perché ovviamente il dopoguerra verrà raccontato. Ci saranno lutti da affrontare, dolori da superare e vita da ricostruire. E la mia idea è quella di creare un’altra storia, un sequel di quest’immensa long. Perché, ovviamente, il titolo “FAG’s Hogwarts” non avrebbe più senso dopo la battaglia finale.
Passando a questo capitolo: rileggendolo mi sono resa conto che il salvataggio di Angelina da parte di Fred sembra quasi un salvataggio “divino”. Fred non è ancora morto, non è il suo fantasma a salvare la ragazza, quindi ci tengo a chiarire questa cosa xD E anche qui ho rispettato il canon della Rowling; non ricordo dove, ma l’autrice ha dichiarato che Angelina, durante la battaglia di Hogwarts, è stata salvata prima da Fred e poi da George, sottolineando ancora una volta quanto il suo legame con i gemelli sia forte.
Oliver ha qualcosa in mente, ma non spaventatevi, non è nulla di “mortale”!
Le parti in corsivo sono, ovviamente, prese dall’ultimo libro della saga, quando Voldemort parla a tutte le persone presenti nel Castello.
E purtroppo abbiamo perso Tamara. So che molti di voi non sono poi così affezionati agli amici di Katie, però devo dire che un po’ mi dispiace che sia morta. Lei e Paul erano davvero molto carini insieme e, ovviamente, Paul non la prenderà affatto bene.
Alicia e Jared.
Prometto, niente più ripensamenti da parte della ragazza. Lei aveva scelto Jared – e spero si sia capito perché l’avesse fatto – ma alla fine gli orrori della guerra le hanno sbattuto in faccia quello che lei aveva sempre cercato di soffocare. Non può scappare più da quello che prova per Lee. E Jared, ancora una volta, si è dimostrato più maturo di lei.
Credo di aver detto tutto, ma per qualsiasi dubbio sapete dove trovarmi.
Alla prossima, con un altro capitolo :3
 
 
 

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Capitolo 55
*** Capitolo 53 ***


 
Capitolo 53
 
 
Katie Bell stringeva la bacchetta con forza, come se quel bastoncino di legno fosse l’unica cosa davvero importante in quel momento.
Ma si sbagliava.
La cosa davvero importante in quel momento era sapere che Angelina stava bene, che era sopravvissuta al crollo delle scale che per poco non aveva ucciso anche Katie.
“No, non anche.” Pensò la ragazza, con un groppo in gola. “Angie sta bene!”
Katie vide Anthony Goldstein e Terry Steeval affrontare tre Mangiamorte e corse a dar loro una mano.
«Katie!» trillò Terry appena la vide «Sei Katie Bell, vero?»
Katie, per tutta risposta, schiantò un Mangiamorte, mentre Anthony metteva fuori gioco gli altri due.
«Avete visto qualcuno delle vecchia squadra di Grifondoro?» domandò la ragazza, agitata «I gemelli Weasley, Angelina Johnson o Alicia Spinnet?»
Entrambi fecero no con la testa e Katie fece uno sbuffo.
«Pulce!»
La ragazza si voltò con una velocità tale che credette di aver sentito il collo scricchiolare.
Lee Jordan stava correndo verso di lei e i due Corvonero li lasciarono soli, correndo chissà dove. Sicuramente Katie non era la sola preoccupata per i propri amici.
Lee la ispezionò con cura prima di abbracciarla stretta.
«Fortuna che stai bene. Stai bene, vero?»
«Bene, sì. Ma ho perso Angie» spiegò Katie, trattenendo a stento le lacrime, «Stavamo combattendo, quando le scale hanno ceduto e io non so… non so se Angelina ce l’abbia fatta».
Lee le accarezzò la testa, mal celando la sua preoccupazione.
«Vedrai che se l’è cavata».
«Lee! Katie!»
Le voci di Alicia e Oliver li colpirono come pioggia fresca e Katie e Lee furono sollevati nel vedere che almeno loro erano illesi. Katie pregò ardentemente che anche i gemelli e Angelina stessero bene.
«Katie, sei ferita?» chiese Oliver, prendendole le mani sbucciate, «Perdi sangue».
«Sono solo dei graffi, non è niente».
«Non dire che non è niente, se perdi sangue!»
Oliver le fece un incantesimo, ma le ferite rimasero lì. Alicia gli fece segno di spostarsi e agitò la sua bacchetta. Questa volta le ferite si rimarginarono del tutto.
«Ora calmati, Ollie, sta bene» gli disse Alicia, facendo suo malgrado un sorriso.
Lee continuava a guardarla come se avesse paura di vederla sparire da un momento all’altro e Alicia gli fece cenno di seguirla. La ragazza fece capire a Oliver e a Katie di aspettarli lì.
«Non credo che sia il momento, ragazzi» borbottò Oliver, spaventato, «Potrete parlare dopo».
«Potrebbe non esserci un dopo, Capitano» replicò Alicia.
«E dicono che io sia il pessimista del gruppo!»
Lontani da Katie e Oliver, Alicia e Lee si guardarono per pochi secondi prima che la ragazza parlò.
«Ho lasciato Jared» dichiarò Alicia, torturandosi le mani «O meglio, lui ha lasciato me perché ha capito che non è con lui che voglio stare».
«Forse Oliver ha ragione, Alicia, non dovremmo stare qui a parlare di queste cose proprio adesso» disse Lee, nervoso. Preferiva rimandare un discorso simile.
«Ci metto due secondi, Jordan».
«D’accordo».
«Ho paura».
Lee le si avvicinò per prenderle una mano e provare a calmarla.
«Andrà bene».
«Ho paura» ripeté lei, avvicinandosi a sua volta «Ma, nonostante tutto, sono qui a rischiare ogni cosa. E voglio fare lo stesso con te. Voglio rischiare, Jordan».
Lee le diede un bacio veloce sulle labbra, ma Alicia lo attirò di nuovo a sé per dargli un bacio più profondo.
«Va bene, adesso basta, ragazzi» Oliver li interruppe, rosso in viso. Katie, mano nella mano con lui, sorrideva felice «Non c’è proprio tempo per questo».
Mentre Katie si allontanava da Oliver per congratularsi con Alicia, Oliver si allungò verso Lee per bisbigliargli qualcosa all’orecchio e Lee, dopo aver ascoltato, sembrò rifletterci su.
«Dobbiamo trovare gli altri» disse Alicia, tenendo per mano Katie «Voglio assicurarmi che stiano tutti bene».
«Lo faremo noi» ribatté Lee, facendo un cenno di assenso verso Oliver e le due ragazze non capirono.
«Voi rimarrete qui. Al sicuro» continuò Oliver, sfilandosi dalla tasca un oggetto metallico, simile a una bussola.
«Al sicuro? Siamo in un castello pieno di nemici! Nessun posto è al sicuro!» sbottò Katie, incapace di comprendere. Alicia, invece, che aveva già visto quell’oggetto, passò lo sguardo da Oliver e Lee. Prima che potesse aprire bocca, però, Oliver azionò la bussola e Alicia e Katie vennero sbalzate all’indietro.
«Merlino! Cos’è successo?» domandò Katie, che era caduta a terra. Si rialzò, tastandosi la testa.
Alicia si diede un’occhiata intorno. Dei raggi luminosi le tenevano prigioniere. 
«Ci hanno messo in gabbia».
 
 
 
 
 
 
 
 
Angelina aveva provato a seguire Fred, ma poi l’aveva perso. Aveva visto il ragazzo correre dietro Rookwood, il Mangiamorte che l’aveva quasi uccisa, e poi aveva notato Percy Weasley raggiungerlo, pronto ad aiutarlo.
Decisa a ritrovare gli altri suoi amici, Angelina aveva preso un’altra strada. Era certa che Fred stesse bene, ma non aveva alcuna notizia di Alicia, Lee, Oliver, Katie o George.
Il pensiero di George le diede la forza di non cedere, nonostante le braccia le facessero ancora male.
Angelina vide Luna Lovegood e Ginny Weasley emettere i loro Patronus contro i Dissennatori e la ragazza cambiò di nuovo corridoio. Non aveva pensieri felici in quel momento, non avrebbe avuto la forza di fare quell’incantesimo.
Hannah Abbott stava avendo la peggio contro un ragno gigante e Angelina corse ad aiutarla.
Hannah si teneva una gamba insanguinata, ma la ringraziò con un sorriso, nonostante il dolore.
«Non credo di potertela mettere a posto» ammise Angelina, dispiaciuta. La gamba era messa davvero male e solo qualcuno esperto, come Alicia o Jared, sarebbe riuscito a guarirla «Riesci a metterti in piedi?»
«Ci provo».
Hannah, aiutata da Angelina, tentò di tirarsi su, ma fece una smorfia di dolore e cadde di nuovo a terra.
«Non ce la faccio».
Neville Paciock e Seamus Finnigan corsero verso di loro.
«Scappate! I giganti stanno arrivando!»
Neville ci mise meno di un secondo per capire che Hannah non poteva muoversi. La prese fra le braccia velocemente e corse via, mentre Seamus faceva cenno ad Angelina di seguirli.
La ragazza sentì un boato e il pavimento cedette sotto i suoi piedi. Si aggrappò più che poté, mentre udiva le voci di Seamus e Neville sempre più ovattate.
Lo scoppio le aveva quasi tappato le orecchie e il fumo le impediva di vedere e parlare. Le braccia avrebbero ceduto presto, ancora provate dall’ultima caduta.
Angelina guardò sotto di sé: la voragine era troppo profonda, ma questa volta la bacchetta era a qualche metro da lei, nonostante stesse per precipitare nella voragine. Angelina provò a farsi forza con le braccia per raggiungerla.
Allungò una mano per prenderla, quando un’altra mano strinse la sua.
Il volto di George Weasley sbucò dal buco del pavimento e le fece un sorriso.
«Vai da qualche parte, signorina Johnson?»
George la tirò su con facilità e le passò la bacchetta. Angelina gli passò le mani attorno al collo e lo abbracciò stretto.
«Grazie al cielo sei vivo» sussurrò lei, mentre George ricambiava l’abbraccio.
«Grazie al cielo sono arrivato in tempo» ribatté lui, sorridendo ancora «Per quanto ti ami, ti preferirei intera. Non mi piacerebbe il paté di Angelina Johnson!»
Angelina rise e George sciolse l’abbraccio.
«Devi essere davvero sotto shock per ridere di una battuta così pessima».
«Ho visto Fred» disse lei, sapendo quanto George fosse in pensiero per il fratello «Mi ha salvata ed è corso via. Ma c’è Percy con lui».
«Adesso sì che mi sento meglio» ironizzò George, ma le diede un bacio sulla testa per farle capire che la ringraziava di quella notizia «Certo che oggi ti diverti proprio a fare la donzella in difficoltà».
«Con i Weasley pronti a salvarmi, potresti biasimarmi?» scherzò Angelina e George le prese una mano, scuotendo la testa.
«Rimaniamo insieme, prima che ti venga in mente un altro modo per farti uccidere».
«Cerchiamo il gruppo» disse Angelina, intrecciando le dite a quelle di George.
«Affare fatto».
 
 
 
 
 
 
 
«Alicia mi ucciderà quando troverà il modo di uscire da lì» disse Lee, preoccupato «Forse non è stato un buon modo per ricominciare la nostra storia».
«Hai visto com’erano ridotte! Ci siamo solo assicurati che fossero al sicuro».
«Non abbiamo rispettato le loro scelte» perdurò Lee, a disagio «Alicia mi ucciderà».
«Anche Katie» ammise Oliver, la bacchetta puntata di fronte a sé, pronto a cogliere il minimo movimento «Ma se ci uccideranno, vorrà dire che saranno sopravvissute alla guerra. E questo mi basta».
«Sei sicuro che quel coso funzionerà?»
«Fred mi ha assicurato di sì» rispose Oliver, ma c’era una nota dubbiosa nella sua voce «È come se fossero in un’altra dimensione, o qualcosa del genere, dove nessuno le può sentire né vedere».
«Ma loro vedranno e sentiranno tutto».
«Esatto» Oliver si voltò verso Lee e fece una risatina «Se sopravviviamo a tutto questo, ci converrà cambiare paese, vero?»
«Bingo!»
Si ritrovarono in un corridoio ancora perfettamente integro, ma videro Leanne, Jared e Nolwenn accucciati attorno a qualcosa.
O meglio, qualcuno, dato che intravidero Christopher appena si avvicinarono.
«Che è successo?» soffiò Lee, facendo tanto d’occhi alla vista di Nolwenn. Un lungo taglio le divideva il volto in due metà irregolari.
«È brutta, vero?» disse lei, toccandosi la ferita «E tanti saluti al mondo della moda».
«Sei stata una stupida! Potevi evitare di metterti in mezzo» sbottò Jared, furioso.
«Stavo cercando di salvarti la vita». Nolwenn si strinse nelle spalle, colpita da quel tono arrabbiato.
Oliver li ignorò e si piegò sulle ginocchia. Leanne si fece da parte, il volto una maschera di orrore. Il ragazzo provò a non mostrare alcuna espressione quando notò che a Christopher mancava una gamba.
«Cavolo» sussurrò invece Lee e Oliver gli lanciò un’occhiataccia.
«Non perde più sangue, ma ha bisogno di riposo» disse Jared e solo in quel momento Lee si accorse di come anche lui fosse ricoperto di sangue.
«Non è suo» sussurrò Leanne, notando lo sguardo del ragazzo «Jared ha detto che Chris si rimetterà, ma non è più in grado di combattere e non sappiamo…» 
Non terminò la frase, scossa da un singhiozzo. 
Lee le strinse una spalla e si avvicinò a Chris, che fortunatamente era svenuto, per prenderlo sulla schiena.
«Troviamo un posto più riparato» disse lui, guardando poi Oliver «Tu rimani con loro e cerca gli altri. A Leanne e a Chris ci penso io».
Oliver annuì e i due gruppi si separarono.
 
 
 
 
 
 
«Giuro che appena esco di qui, Lee Jordan è un uomo morto!» urlò Alicia, tentando di forzare quella specie di gabbia. Tutte le fatture le rimbalzavano contro e una per poco non le colpì un braccio.
Katie, seduta a terra, stava giocando con la sua bacchetta e aveva messo su il muso.
Alicia si voltò verso l’amica, si sistemò i capelli e provò a pulirsi i vestiti, sotto l’occhio attento di Katie, sconvolta di quanto Alicia fosse se stessa sempre e comunque.
«In due potremmo farcela» disse la più grande, allusiva.
«Quell’idiota di Oliver non crede che io possa farcela» Katie saltò su, arrabbiata «Non sono più la piccola del gruppo. Io posso combattere!»
«Certo che puoi» sbuffò Alicia, un ciuffo biondo le copriva un occhio. Lei se lo spostò e continuò «Ollie è solo un gran fifone. Vuole proteggerti. In una maniera sbagliata e contorta, ma lo fa per proteggerti. Lee è uguale a lui».
«È una cosa stupida. E medioevale» perdurò Katie, infastidita «Loro non possono decidere per noi solo perché sono i nostri ragazzi».
«Lo sanno anche loro, Katie, ma la paura ha avuto il sopravvento».
«Non ti ho mai vista così tranquilla».
«Non lo sono» ammise Alicia, dandole una spallata affettuosa «Ma devo mantenere il controllo per poter uscire da qui e uccidere Lee. Quindi, mi darai una mano?»
Katie rise e annuì.
«Idee?»
«Una» rispose Alicia, preoccupata «Ma è molto, molto stupida».
«E sarebbe?»
«Quell’oggetto che Oliver ha usato contro di noi, l’avevo già visto nel negozio dei gemelli» disse Alicia «In realtà, George mi aveva detto che ci stavano ancora lavorando. Quindi era in fase di collaudo».
«Aha» trillò Katie, capendo «Deve esserci un punto debole!»
«Già»
Alicia puntò la bacchetta per terra.
«Se facessi saltare in aria il pavimento, credo che la gabbia potrebbe cedere» spiegò la ragazza, soppesando anche lei stessa le sue parole «Ma non so com’è ridotto il piano inferiore, quindi è un salto nel buio».
Katie le prese una mano e puntò anche lei la bacchetta a terra.
«Tu lo fai saltare in aria, io mi preoccupo di non farci precipitare».
«Al mio tre».
Katie annuì, concentrandosi.
«Uno, due… Tre!» 
 
 
 
 
 
«Perché ti sei rimesso il cappuccio, Rookwood?» chiese Fred, fra un colpo e un altro «Sei ancora convinto ti poter continuare a fare il doppiogioco?»
«Stupidaggini!» continuò Percy, mentre duellava con un altro uomo «Il doppiogioco di Rookwood è stato scoperto secoli fa. Nemmeno uno come lui, per quanto stupido, potrebbe mai pensare che non tornerà ad Azkaban dopo stasera».
«Se sopravvivrà a questa sera» gli fece eco Fred, notando a malapena Ron, Hermione e Harry che si avvicinavano con le bacchette alzate.
Il cappuccio di O’Tusoe gli cadde dalla testa e Fred sentì distintamente la frase di Percy circa le sue dimissioni.
«Hai fatto una battuta, Perce!» rise il ragazzo, come ringalluzzito. Era davvero la fine del mondo se Percy Weasley si lasciava andare a dell’umorismo «Hai davvero fatto una battuta, Perce… L’ultima che ti avevo sentito fare era…»
E poi udì un’esplosione, qualcosa colpì Fred in pieno petto, ma non sentì dolore. Non sentì nulla.
Era leggero, come se fosse improvvisamente fatto d’aria. La preoccupazione, il dolore, l’ansia non c’erano più. Era una sensazione bellissima e, prima di lasciarsi andare completamente, Fred ebbe giusto il pensiero fugace dei suoi amici.
Oliver, Katie, Alicia, Lee, Angelina.
E George.
 
 
 
 
Angolo Kimly
 
Eccoci arrivati ad un capitolo che non avrei mai voluto scrivere.
Quando ho iniziato la storia, sapevo che Fred sarebbe morto e sapevo che sarebbe stato difficile descrivere quel momento; però, dopo 54 capitoli di risate, litigi ed abbracci dei magnifici sette, arrivare alla morte di Fred è stata dura.
Avrei voluto non descrivere la sua morte – ci aveva già pensato la Rowling, in fondo – però volevo, seppur in una scena molto breve, scrivere le ultime sensazioni di Fred.
Spero di non aver esagerato.
Per il resto, ora sappiamo cos’è successo anche ad altri personaggi: Christopher e Nolwenn sono feriti, mentre Jared e Leanne al momento stanno bene.
Mancano all’appello ancora Paul, Daphne e Finn, ma si vedranno le loro sorti nel prossimo capitolo.
Tra l’altro non credevo che la guerra avrebbe occupato più di due capitoli, ma non avevo fatto i conti con tutti i personaggi che ho introdotto e con tutte le scene che avevo in mente. Mea culpa.
Il prossimo dovrebbe essere l’ultimo prima dell’epilogo, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Forse l’avevo scritto anche l’altra volta, quindi non saprei con certezza.
Grazie a tutti, come sempre <3
Alla prossima :3

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Capitolo 56
*** Capitolo 54 ***


Capitolo 54
 
 
Daphne intravide tre figure familiari e corse verso di loro. Neville Paciock e Seamus Finnigan stavano trascinando Hannah Abbott, quando si avvicinò.
«Hannah?» soffiò lei e la ragazza aprì gli occhi.
«Daphne. Come stai?»
Daphne chiese spiegazione con gli occhi ai due ragazzi.
«Non può camminare, quindi stiamo cercando un posto dove possa stare al sicuro» disse Neville e, ad un’occhiata scioccata di Daphne, aggiunse «Sì, è un po’ difficile trovare un posto al sicuro in questa situazione, ma che altra scelta abbiamo?»
«Stai cercando i tuoi amici?» domandò Hannah, che era della stessa Casa di Daphne e conosceva bene il suo gruppo.
«Li hai visti?»
Hannah annuì con un’espressione dolorosa.
«Ero con Leanne e il suo ragazzo, ma poi ci siamo divisi. Stavano bene prima che li perdessi di vista».
«Almeno loro».
«Non eri con Finn Eagle e Paul Ranson, di Grifondoro?» chiese Seamus.
«Sì, ma poi…»
«Daphne!»
La ragazza alzò lo sguardo nel sentire quella voce e corse con sollievo fra le braccia della sua amica Leanne. 
«Merlino, stai bene!» disse Daphne, prima di sciogliere l’abbraccio e concentrarsi su Lee e Christopher, che sembrava svenuto.
«Perché stai portando Chris in braccio?» domandò lei, quasi divertita, ma la risata le morì in gola quando vide le condizioni del suo amico.
«Ma… la gamba…»
«Maledizione Oscura» mormorò Leanne, a labbra strette «Non credo che potranno fare molto».
«L’importante è che sia vivo» disse Lee con sicurezza, poi rivolto a Neville e a Seamus «Proviamo a trovare un luogo più riparato. Poi devo tornare dagli altri».
«Rimango io con loro» dichiarò Daphne «Però ho perso la mia bacchetta da qualche parte».
«Prendi la mia» replicò subito Lee «Non mi fido a lasciarti senza protezione».
«E io non mi fido a lasciare te» disse Leanne, mettendosi in mezzo fra i due «Tieni la tua bacchetta e a Daphne darò quella di Chris. Se ti dovesse succedere qualcosa, non vorremmo incorrere nella follia della Spinnet».
Daphne non riuscì a non ridere, e Leanne con un sorriso aggiunse.
«Grazie, Lee»
«Sì, grazie» le fece eco Daphne, e Lee sorrise ad entrambe.
«Grazie a voi, ragazze. Di tutto».
 
 
 
 
 
 
Oliver stava camminando da più di mezz’ora affiancato da Nolwenn e Jared, ma nessuno aveva voglia di parlare.
Avevano atterrato alcuni Mangiamorte poco prima e Jared si era ferito un braccio. Perdeva sangue e Nolwenn stava cercando di aiutarlo, ma lui continuava ad allontanarla.
«Perché non vuoi che ti dia una mano?» domandò lei, dispiaciuta.
«Non voglio alcun aiuto. Men che meno da te, okay?» sbottò lui. Poi, dopo averle dato una rapida occhiata al viso, distolse velocemente lo sguardo.
«Lo so che sono diventata orrenda, ma non c’è bisogno di essere così superficiale. Cos’è, eh? Ti saresti fatto aiutare, se fossi stata ancora bella come un tempo?»
«Ragazzi, non penso che sia il momento giusto per parlare di queste cose» disse Oliver, guardando poi attentamente il volto sfigurato di Nolwenn «E comunque io ti trovo bella come sempre. Se non di più».
Nolwenn piegò le labbra in un sorriso imbarazzato e Jared sbuffò rumorosamente.
«Oh, ma, per favore, non dargli retta! Avevi tutta una carriera davanti e l’hai buttata al vento solo per proteggermi!»
«Non era solo per proteggerti» spiegò lei «Sei un mio amico ed è normale che io ti abbia voluto salvare la vita. Probabilmente l’avrei fatto anche per uno sconosciuto, per cui non scaricare la tua rabbia su di me solo perché ti senti in colpa, perché non ce n’è bisogno. È stata una scelta mia e non me ne pento».
«Sei stata una stupida. Tu… non hai idea…» Jared si voltò verso di lei, ma alla vista della profonda ferita non riuscì a sostenere lo sguardo «Sei irriconoscibile, Nolwenn! Non tornerai mai più come prima».
«Credo che questo sia un problema mio» continuò lei, stanca di tutta quella situazione «A meno che tu non sia diventato mio amico esclusivamente per la mia bellezza e per la mia fama».
«Certo che no!»
«E allora che senso ha parlarne ancora? So benissimo anch’io quanto fosse importante per me il mio aspetto, ma va bene così. Anzi, va meglio in effetti. Per molte persone ero fin troppo vanitosa».
Oliver fece una mezza risatina e Nolwenn fece lo stesso. 
Jared li guardò come se fossero pazzi, fino a che si ritrovarono in un corridoio mezzo distrutto.
«Quella… Qua non ci sarebbe dovuta essere la Stanza delle Necessità?» domandò Oliver, ma non udì le risposte di Jared e Nolwenn, perché il ragazzo iniziò a sentire molto freddo e capì che i Dissennatori li avevano circondati.
«Ex… Expect…»
Oliver non riuscì a finire, sentiva Katie urlare, e nel profondo sapeva che nessuno di loro sarebbe riuscito a sopravvivere. 
«Expecto Patronum!»
Una piccola fenice argentea lo riportò alla realtà, l’oscurità sembrava così distante oramai. Quando riaprì gli occhi, vide Lee allungargli una mano. Oliver non ricordava nemmeno di essere caduto a terra.
«Nolwenn e Jared?» tossì il ragazzo più grande, una volta in piedi.
«Io non li ho visti» chiarì Lee, guardandosi intorno «Ma laggiù sembra esserci qualcuno. In quella nicchia là».
«Andiamo a vedere».
 
 
 
 
Alicia tossì un paio di volte prima di aprire gli occhi e vedere solo macerie intorno a sé. Guardò in alto, dallo squarcio che aveva creato per liberarsi dalla gabbia, e provò a capire in che piano fossero finite lei e Katie.
«Alicia, sei tutta intera?»
«Sì» la ragazza si alzò in piedi e aiutò Katie a fare lo stesso «Pensi di sapere a che piano siamo?»
«Al quarto, credo» disse lei e Alicia le diede un’occhiata per controllare che stesse davvero bene «Niente di rotto, quindi possiamo cercare Ollie e Lee».
«Va bene. Io li ho visti salire».
Katie annuì e Alicia le prese una mano, prima di condurla lungo le scale del Castello.
Ovunque si girasse, la ragazza vedeva solo distruzione e morte. Hogwarts non sarebbe stata mai più la stessa. I quadri erano tutti vuoti, mentre qui e là squarci aprivano buchi nelle pareti.
Superarono alcuni cadaveri e, nonostante Katie la pregasse di fermarsi a controllare, Alicia la spronava ad andare avanti. Non aveva il coraggio di guardare quei volti. Ricordava ancora l’espressione di Cedric Diggory al sesto anno e non aveva alcuna voglia di rivivere quel momento.
«Sono loro?» sussurrò Katie, quando salirono al settimo piano, indicando due figure che davano loro le spalle, immobili.
«Sembrerebbe di sì» replicò Alicia, ma la rabbia per Lee sembrava essere scemata all’improvviso, perché c’era qualcosa di strano in quella scena.
Katie le lanciò un’occhiata confusa, avendo anche lei capito che qualcosa non andava.
Si avvicinarono lentamente e scorsero qualcuno a terra, come addormentato.
E poi lo videro. 
Era Fred. E non era addormentato.
Alicia sentì tutta l’aria nei polmoni sparire. Fu come se un buco le si fosse aperto nel petto e sembrò diventare via via sempre più grande e doloroso. Provò a parlare, ma dalle labbra non le uscì nulla. Guardava quasi morbosamente il corpo del suo amico, aspettandosi di vederlo ridere all’improvvisare, dichiarandolo come il miglior scherzo di sempre.
Ma Alicia conosceva fin troppo bene Fred: non avrebbe mai fatto una cosa del genere in quella situazione, neanche per sdrammatizzare.
Gli occhi del ragazzo erano ancora aperti e c’era quasi un sorriso sul suo volto. Non ne capì il motivo, ma quei dettagli le fecero crescere il buco nel petto ancora di più. Faceva male, faceva malissimo essere così impotenti di fronte a quel corpo.
“Non è un corpo, è…”
«Fred…» riuscì a mormorare, ma non udì le sue parole. 
Era così abituata alla morte, al San Mungo, che non avrebbe dovuto essere così debole di fronte ad un altro cadavere, ma nessuno l’aveva mai preparata alla perdita di uno dei suoi migliori amici.
Si accorse che qualcuno stava urlando e Alicia sbatté gli occhi, tornando alla realtà. Riuscì a distogliere lo sguardo da Fred e lo puntò su Katie, che stava piangendo disperata, accasciata sul corpo del ragazzo.
Era una disperazione che faceva venire i brividi, un’angoscia che le saliva dal petto e le usciva dalla gola. Oliver, il volto arrossato dalle lacrime, si abbassò verso Katie per cercare di tranquillizzarla, ma la ragazza era appoggiata al petto di Fred e lo stringeva convulsamente.
«Fred, alzati! Fred!! Ti prego, alzati!» continuava ad urlare Katie e Alicia, impaurita, si tappò le orecchie, non volendo più ascoltare quelle parole. Guardò verso Lee, che si era appoggiato alla parete, il volto nascosto dalle mani, mentre scuoteva la testa, come se non volesse credere ai suoi occhi.
Sentirono delle esplosioni e Alicia abbassò le mani per poter capire cosa stesse succedendo.
«… Mio fratello Fred!»
Alla ragazza bastarono quelle parole per lasciare lì i suoi amici e correre verso la voce. Udì le urla di Lee dietro di lei, ma non ci badò, troppo preoccupata a vedere lo scontro fra Percy Weasley e un Mangiamorte, il cui volto era tagliato da una ferita aperta.
«Percy!» disse Lee, arrivato al fianco di Alicia e Percy, con la coda dell’occhio, li vide.
«Non provate ad aiutarmi! Ha ucciso Fred, è mio!»
Quella frase fece scattare Alicia come una molla. Aveva davanti l’assassino di Fred, colui che aveva posto fine alla sua vita. Un Mangiamorte spietato era lì, che se la rideva, mentre Fred Weasley, con i suoi sorrisi e le sue battute, non c'era più.
«Alicia, no!» urlò Lee, prevedendo le intenzioni della ragazza, ma oramai lei aveva già deciso cosa fare.
Iniziò a lanciare un incantesimo dietro l’altro, fregandosene delle imprecazioni di Percy vicino a lei. Era scontato che anche lui volesse vendetta, ma Percy non provava la rabbia che aveva Alicia in quel momento.
Con furia cieca, Alicia spinse il fratello di Fred lontano, mettendosi di fronte al Mangiamorte per fargli capire chi fosse ora il suo rivale.
«Vuoi morire anche tu, ragazzina?» la stuzzicò lui, ma lei non si deconcentrò. Continuava a colpirlo - sempre più forte, sempre più arrabbiata - e sul corpo dell’uomo iniziarono ad aprirsi squarci su squarci. Completamente coperto dal suo sangue, il Mangiamorte aveva perso il sorriso, ma non la voglia di combattere, continuando a rispondere agli incantesimi di Alicia senza cedere.
Un colpo deciso della ragazza lo buttò a terra, facendogli volare lontano la bacchetta.
«Avada Kedavra» disse Alicia, puntandogli la bacchetta al petto senza alcun tipo di emozione.
Non successe nulla. Il Mangiamorte fece una mezza risatina, che si trasformò in una risata irriverente.
«Avada Kedavra!» provò ancora lei, ma l’uomo continuava ad essere vivo, divertito da quei miseri tentativi.
«Dannazione! Perché non ci riesco!?» sbottò Alicia, incapace di capire. Lei, che era sempre stata un asso negli incantesimi, nel momento più importante non riusciva ad uccidere l’assassino di Fred.
Lee, vedendo la violenza della ragazza sgonfiarsi dentro di lei, si avvicinò per toglierle la bacchetta. 
«Non ci riesco, Lee. Perché non ci riesco!?» domandò ancora Alicia, in lacrime, mentre Lee provava a prenderle una mano «No, no, non trattarmi come una bambina che ha bisogno di essere consolata! Voglio ucciderlo, voglio vederlo soffrire! Merita di morire!»
Il Mangiamorte rise ancora, e troppo tardi Lee si accorse che si era avvicinato alla sua bacchetta. Si alzò velocemente e scappò lontano da loro, mentre Percy si precipitava dietro di lui.
Alicia tentò di imitarlo, ma venne trattenuta da Lee.
«Lasciami andare!»
«No» disse Lee, irremovibile «Tanto non riusciresti a farlo fuori».
«Tu credi?»
«Ne sono sicuro».
Alicia prese a singhiozzare e Lee si avvicinò ancora per abbracciarla.
«Avrei dovuto vendicare Fred» disse lei, contro il suo petto, «Ma sono troppo debole».
«Non sei debole, Alicia, sei una Guaritrice» Lee le alzò il mento per farle capire «Le tue mani sono fatte per guarire le persone, non per ucciderle».
Alicia tentò di asciugarsi le lacrime, ma era impossibile fermarle.
«Fred è morto».
Lee deglutì a fatica.
«Sì».
«Una cosa del genere non la potrà superare neanche il nostro gruppo».
Lee la strinse ancora, non dicendo più niente. Oliver e Katie li avevano raggiunti, entrambi i volti sfatti dalle lacrime.
Lee allora chiuse gli occhi, cercando di dimenticare tutto: la guerra, il dolore dei suoi amici, la furia di Alicia. Ma, soprattutto, provando a dimenticare il volto privo di vita di Fred.
Almeno per un minuto.
 
 
Note:
 
Eccomi di ritorno!
E alla fine avevo sbagliato i conti ancora una volta. In teoria, il prossimo dovrebbe essere l’ultimo capitolo, prima dell’epilogo.
Volevo che fosse un unico capitolo, in realtà, ma sarebbe stato eccessivamente lungo, mancando ancora tutta la parte della tregua e dello scontro finale fra Voldemort e Harry.
Nel prossimo, ovviamente, rivedremo tutti e vedremo anche le reazioni alla perdita di Fred e Tamara.
Passando a questo capitolo, sono sempre un po’ “meh” quando devo scrivere dei sentimenti di persone che hanno perso qualcuno. Credo che sia una delle cose più difficili da scrivere, perché ognuno di noi ha una reazione diversa di fronte alla morte, sia per via del proprio carattere sia per via delle proprie esperienze passate. Spero almeno di aver dato un quadro decente di Oliver, Katie, Alicia e Lee: Ollie e Katie sono più “emotivi” e piangere per loro due è lo sfogo migliore; Lee cerca di essere quello più forte, chiudendosi in un lutto silenzioso; infine Alicia passa dall’apatia alla furia cieca.
Quest’anno, poi, mi porterò anche il pc in vacanza, quindi sicuramente la storia si concluderà prima della fine dell’estate.
Grazie, come sempre, a tutti coloro che continuano a seguire questa storia infinita. È stato un viaggio lunghissimo, e ora che ci stiamo avvicinando alla fine inizio a sentire già nostalgia. Come anticipato, questa storia finirà con la battaglia di Hogwarts, ma da settembre vorrei scrivere un continuo sul dopoguerra, per capire come i nostri protagonisti siano andati avanti dopo tutto quello che hanno subìto. Sarà sicuramente una storia più breve, ma mi piacerebbe dare una chiusura totale ad ognuno dei personaggi, quindi, se interessati, stay tuned! xD
Credo di aver chiarito.
A presto :3

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Capitolo 57
*** Capitolo 55 ***


Capitolo 55
 
 
«Avete combattuto valorosamente. Lord Voldemort sa apprezzare il coraggio».
George e Angelina si fermarono di colpo, quando sentirono quella voce nella loro testa. Si guardarono negli occhi, dandosi coraggio con lo sguardo, mentre ascoltavano le parole di Voldemort. Le mani ancora intrecciate, i due si avvicinarono ancora di più l’uno all’altro. George vide il disagio trasparire sul volto della ragazza e alzò la mano libera per accarezzarle il viso, facendola sorridere. Angelina rimaneva sempre stupida di quanto George riuscisse a tranquillizzarla in qualsiasi situazione.
«Andiamo nella Sala Grande» propose George, una volta che Voldemort terminò il suo discorso «Credo che tutti gli altri si riuniranno lì».
Angelina annuì e fece un sospiro profondo.
«Credi che Harry raggiungerà davvero Voldemort nella Foresta Proibita?»
George piegò le labbra e provò a farle un sorriso.
«Non preoccuparti, Angie. Harry saprà cavarsela, come sempre».
Angelina annuì ancora ed insieme al ragazzo si avviò verso la Sala Grande, nella speranza che, rivedendo il suo gruppo sano e salvo, quel groppo allo stomaco sarebbe svanito veloce com’era arrivato.
Camminando in silenzio, Angelina notò quanto la scuola avesse risentito di quella guerra. Ogni corridoio era distrutto e pullulava di cadaveri. Entrambi non ebbero la forza di scoprire a chi appartenessero quei corpi, si fermavano solo quando sembravano riconoscere qualche dettaglio dei loro amici: dei capelli rossi o biondi, della pelle scura o dei corpi particolarmente minuti. Tutte le volte che si accertavano che nessuno di quei corpi fosse di Fred, Alicia, Lee, Oliver o Katie, sospiravano di sollievo, sentendosi poi in colpa di fronte a quei cadaveri. Per qualcuno, quelle persone erano state – ed erano ancora – importanti.
«Weasley!»
George, che stava controllando un corpo che fisicamente ricordava Oliver, alzò di scatto la testa e si voltò verso la voce che chiamava il suo nome. Paul stava correndo nella sua direzione assieme a Finn, entrambi scossi, ma fortunatamente illesi.
«Avete sentito, vero?» domandò Paul, una volta che li ebbe raggiunti.
«Sì, stavamo andando verso la Sala Grande» spiegò George «Di solito è sempre quello il punto di raccolta».
Finn, che stava dando un’occhiata ai corpi intorno a loro, alzò poi lo sguardo verso gli altri tre, non lasciando trasparire alcuna emozione. George non sapeva cosa pensare: quel ragazzo era sempre ai margini di tutto e solo Paul e Suzanne riuscivano a capirlo davvero.
«Non eravate con Daphne voi due?» chiese poi Angelina, temendo la risposta.
«Ci hanno attaccati all’improvviso e l’abbiamo persa» disse Paul, abbassando gli occhi, e la ragazza capì che si sarebbe sentito responsabile se le fosse successo qualcosa.
«Andiamo».
Fu Finn a parlare e tutti si stupirono della cosa: non era uno di molte parole e, soprattutto in quella situazione, era strano che dicesse la sua.
«Prima arriviamo, prima sapremo cos’è successo ai nostri amici».
Nessuno replicò e i quattro ripresero a camminare in silenzio. George allungò nuovamente una mano verso Angelina, che la strinse con forza, quasi aggrappandosi al ragazzo.
Quando entrarono nella Sala Grande, George e Angelina dovettero stringere i denti per non cedere all’angoscia. Avevano spostato i tavoli delle Case e Madama Chips stava curando i feriti. Videro Jared ed altri aiutarla, e Angelina cercò con gli occhi nel gruppo di volontari, sperando di scorgere Alicia.
«Non c’è» le sussurrò George all’orecchio e lei deglutì a fatica. 
«Almeno sappiamo che Jared sta bene». Ma era una magra consolazione: per quanto Jared fosse un loro amico, George e Angelina sarebbero stati tranquilli solo dopo aver visto il loro gruppo sano e salvo.
«George, là c’è la tua famiglia!» urlò all’improvviso la ragazza e George fu sollevato nel vederli tutti illesi. I suoi genitori, Bill, Fleur e Ginny stavano bene.
«Dove diavolo è Fred!?» domandò George, provando ad usare un tono scherzoso, ma Angelina udì benissimo la nota disperata in quelle parole.
«Arriverà. Lo sai com’è fatto» provò a tranquillizzarlo lei «Deve sempre fare un’entrata scenica».
George provò a fare un mezzo sorriso e poi la guardò. Una muta domanda alla quale Angelina annuì. Il ragazzo le lasciò la mano e corse dai suoi familiari. Appena lo vide, la signora Weasley si fece largo per abbracciarlo stretto, commossa nel vederlo vivo. Ginny gli stringeva una mano, mentre Bill e il signor Weasley gli davano pacche e sorrisi affettuosi.
Angelina era felice di vederli così sereni e pensò alla sua famiglia, fortunatamente al sicuro in quel momento.
La ragazza continuò a cercare i suoi amici e sorrise a Daphne e a Leanne, che erano sedute a terra, vicino ad alcuni feriti.
«Ragazze, allora state bene!»
«Sì, noi sì» disse Daphne, abbassando poi lo sguardo «Ma Chris e Nolwenn sono stati gravemente feriti».
Leanne indicò i due amici e Angelina notò con orrore la gamba mancante di Chris e lo sfregio sul viso di Nolwenn. 
«Niente di mortale fortunatamente» ammise Leanne, guardando con amore Chris «Poteva andare molto peggio».
«Hai ragione» disse Angelina, avvicinandosi per darle un abbraccio «Paul e Finn stanno bene, Daphne. Siamo arrivati insieme». E la ragazza fece cenno ai due, alzando poi un braccio per attirare la loro attenzione. Quando videro Leanne e Daphne, Paul e Finn corsero da loro e Angelina preferì lasciarli soli. Erano un gruppo anche loro, in fondo, e meritavano di stare insieme in quel momento.
La ragazza percorse la Sala Grande in lungo e in largo, provando a chiedere dei suoi amici ogniqualvolta vedeva un volto familiare. Stava perdendo la testa. Perché non erano lì? Non potevano non aver sentito la tregua proposta da Voldemort. Angelina tentò di non pensare alla peggiore delle ipotesi, ma una parte di lei iniziava ad avere davvero paura. E se nessuno di loro ce l’avesse fatta? Se il suo gruppo fosse stato per sempre annientato? Se fossero rimasti solo lei e George?
No, non doveva pensarci. Era impossibile immaginare una cosa del genere.
Pianse quasi di gioia quando intravide, all’improvviso, Katie, Lee e Alicia sulla soglia della Sala Grande. Si tenevano tutti e tre per mano e sembravano stare bene.
Si precipitò da loro, ma a metà strada si bloccò di colpo. Furono le espressioni dei suoi amici a farla fermare, ma non ebbe il tempo di farsi domande, perché dietro di loro arrivò Oliver. 
Fra le braccia c’era il corpo di Fred.
Angelina smise di respirare. Era come se tutte le voci della Sala Grande fossero di colpo sparite, diventando via via sempre più ovattate. Non sentiva più nessuno, non vedeva più nessuno, tranne il cadavere del suo primo amore.
Fece alcuni passi in avanti, ma poi cadde sul pavimento della sala, perché non riusciva più a reggersi in piedi. Improvvisamente tutta l’angoscia della guerra si fece sentire e sembrava schiacciarla sempre più a terra.
“Fred è morto. Fred è morto. Fred è morto. Fred è morto” continuava a ripetere il suo cervello e le lacrime le pizzicavano gli occhi tanto da farle male.
Immagini di Fred le passarono davanti agli occhi velati di lacrime: il loro primo incontro sul treno, la prima volta che l’aveva fatta ridere, il loro primo sorriso insieme, il bacio che le aveva rubato al Ballo del Ceppo, i loro appuntamenti, la prima volta che avevano fatto l’amore… Ogni singola esperienza vissuta con Fred le sembrava ora così preziosa, così essenziale.
Non gli aveva mai detto quanto fosse stato importante per lei.
Non gli aveva mai detto quanto l’avesse amato, nonostante ora amasse un altro.
Non gli aveva mai detto quanto fosse grata di averlo incontrato, di essere stata parte della sua vita, di essere stata speciale per lui.
Il pensiero che George potesse provare lo stesso dolore che stava provando lei la fece rialzare in piedi. George non sarebbe sopravvissuto alla notizia. Non sarebbe mai più stato lo stesso e Angelina si voltò verso la famiglia Weasley, sperando che nessuno di loro si fosse accorto della presenza di Fred.
George, però, come se l’avesse sentita, alzò lo sguardo dalla sorella per posare gli occhi su Angelina e ci mise poco per raggiungerla, preoccupato.
«Angie, cosa…»
Non finì la frase. Aveva individuato i loro amici e Angelina notò lo sguardo spalancarsi leggermente alla vista del corpo di Fred. Fece per prendergli una mano, ma non ne ebbe il coraggio. A cosa sarebbe servito? Non ci sarebbe stato niente che avrebbe dato conforto a George, perché niente sarebbe mai stato importante quanto suo fratello Fred.
Oliver si avvicinò a loro e senza dire una parola depose delicatamente il cadavere ai loro piedi. Qualcuno urlò e Angelina fu spostata dalla signora Weasley, corsa da loro per avvicinarsi al corpo del figlio. Bill e Fleur piangevano in silenzio, così come Ginny, stretta dal padre. 
«Mi dispiace, mamma» disse Percy, e Angelina si chiese quando fosse arrivato lì «Non sono riuscito a proteggerlo».
Una confessione così spontanea da parte del fratello maggiore di Fred fu quasi un campanello per Angelina. Era come se fino a quel momento non avesse ben realizzato la morte del suo migliore amico. Un singulto le fuoriuscì dalla bocca e si mise a carponi, avvicinandosi al corpo del ragazzo per stringergli una mano.
«Fred…» sussurrò fra le lacrime, senza saper bene cosa dire.
Lee le toccò una spalla e le fece capire di lasciare sola la famiglia Weasley. Angelina si portò le mani alla bocca, quando vide George mormorare un “no” fra i denti, tra disperazione e rabbia. Avvicinando la fronte a quella del gemello, il ragazzo chiuse gli occhi, le lacrime che gli scorrevano lungo il viso.
«George…» fece Angelina, ma Lee l’aveva tirata su e la stava allontanando da lui e da Fred.
«Lasciali da soli, mamma. Lascia che gli dica addio» disse Lee, abbracciandola teneramente. Katie e Alicia si tenevano ancora per mano, entrambe avevano gli occhi vacui di chi sembra non provare più niente.
«Ci…» iniziò Oliver, le labbra ancora rosse dal troppo piangere «Ci sono altri corpi da recuperare… Io… Io vado a dare una mano».
Katie non fece obiezioni, ben sapendo quanto il ragazzo avesse il bisogno fisico di stare lontano da quella sala.
Alicia guardò Lee, provando a capire se anche lui avesse la necessità di fare lo stesso, ma lui scosse il capo e fece cenno a lei e a Katie di unirsi all’abbraccio.
«Voglio stare con voi» le mormorò una volta che si furono avvicinate, e le ragazze si bearono di quelle parole «Sempre».
 
 
 
 
Brad e Suzanne entrarono nella Sala Grande non sapendo bene cos’aspettarsi. L’unica cosa certa era che Tamara non c’era più e Suzanne avrebbe dovuto dare la notizia ai suoi amici, ma soprattutto dare la notizia a Paul.
Paul era sempre stato il suo migliore amico fin dal loro primo incontro, quando lei viveva in un orfanotrofio e lui nella grande casa di fronte.
Quando aveva ricevuto la lettera per Hogwarts, Paul le aveva confidato di essere lui stesso un mago, e avevano intrapreso il viaggio verso il castello carichi di felicità ed eccitazione. Suzanne aveva visto Paul innamorarsi di Tamara poco alla volta. Anzi, era stata lei a far capire al ragazzo quanto tenesse a Tamara.
Come avrebbe potuto dirgli che non l’avrebbe mai potuta rivedere? Come avrebbe potuto confidargli che non avrebbe avuto neanche un corpo su cui piangere?
«Ci sono io con te» le disse Brad, come se avesse percepito la sua preoccupazione. Suzanne non si seppe spiegare il perché, ma la sua mano si avvicinò per stringere quella del ragazzo che la prese non nascondendo un sorriso. Indicò le loro mani con gli occhi e Suzanne alzò gli occhi al cielo.
«Non dire niente».
Brad provò a fare una risatina, ma il suono era diverso dal solito. Quella battaglia aveva messo alla prova anche lui.
«Sue! Brad!»
La voce di Leanne li fece scattare. Videro la ragazza seduta accanto a Daphne, Paul e Finn. 
«Come state?» chiese Suzanne, spingendosi per abbracciare tutti e quattro. Brad strinse solo le ragazze e Paul, facendo solo un cenno con la testa a Finn, che lo ricambiò. Brad vide lo sguardo di Finn scendere verso le loro mani intrecciate e il ragazzo strinse la presa con Suzanne, che non badò alla cosa.
«Bene. Voi?» domandò Paul, scrutandoli con attenzione.
«Stanchi e con qualche ferita» ammise Brad «Ma nulla di grave».
«Chris?» soffiò Suzanne, preoccupata.
«Ci sta pensando Madama Chips» spiegò Leanne «Ha perso una gamba, ma si dovrebbe rimettere completamente».
«Ce la farà, è un vero soldato» disse Brad e Leanne gli fece il suo più bel sorriso.
«Anche Nolwenn è stata ferita pesantemente, ma sopravvivrà» continuò Leanne, provando a dare un quadro generale della situazione «Jared sta dando una mano con i feriti e abbiamo visto Angelina e George prima. Anche loro stanno bene, ma non sappiamo nulla degli altri».
«Né di Tamara» concluse Paul con tristezza.
Brad si scambiò uno sguardo con Suzanne e lei provò a farsi coraggio.
«Ragazzi…» iniziò lei, guardando poi verso Paul, che comprese subito i suoi occhi. Il ragazzo scosse il capo.
«No… Non è vero».
Suzanne si lasciò scappare una lacrima e si morse le labbra.
«Si è sacrificata per salvare alcuni studenti».
Paul continuava a scuotere il capo, le mani strette a pugno.
«È colpa mia» se ne uscì Brad e Suzanne lo guardò come se fosse pazzo «È stato Phil ad ucciderla ed è sempre stato lui ad uccidere Agnes. Per colpa mia avete perso due persone importanti». Si voltò verso Suzanne «Mi dispiace tanto, Sue».
«Non sei tu il responsabile, ma Phil» disse Paul con durezza «Non… Non incolparti di nulla».
«Ma Tamara… Sei sicura di averla vista… morire?» mormorò Daphne, mentre Leanne si passava una mano sul volto, incapace di credere a quelle parole.
Suzanne annuì e Finn le si avvicinò per stringerla a sé. Brad non poté ribattere nulla, le lasciò la mano e guardò impotente il ragazzo confortare Sue. Daphne e Leanne si abbracciarono strette, mentre Brad si mise accanto a Paul, che sembrava non voler cedere alle lacrime. Rimase lì, in silenzio, a guardare i suoi amici disperarsi per sua moglie, senza mostrare alcun tipo di emozione. Brad gli mise una mano sulla spalla e gliela strinse, facendogli capire che sarebbe stato lì per lui. Paul gli lanciò uno sguardo carico di gratitudine, chiudendosi poi nel suo dolore.
 
 
 
«Harry Potter è morto. È stato ucciso. Stava fuggendo».
Oliver, Katie, Alicia, Lee e Angelina si scambiarono sguardi terrorizzati, mentre Voldemort proseguiva con la sua arringa finale. Era finita. Avevano perso. 
Era stato tutto inutile: il piano di Alicia e Brad per salvare Suzanne, gli allenamenti per prepararsi alla battaglia, i duelli e gli scontri che avevano affrontato quella sera e non solo, la fine di tutte quelle persone.
La morte di Fred era stata vana, così come quella di Agnes, Henry e Tamara.
Oliver guardò verso il piccolo corpo di Colin Canon, che poco prima aveva trasportato lui stesso all’interno della Sala Grande. Poco più in là, la famiglia Weasley era ancora raccolta attorno al corpo di Fred, che giaceva a pochi metri da quelli di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.
I cinque ragazzi si chiesero come sarebbe stata la loro vita da quel momento in poi, con i Mangiamorte a spadroneggiare nel mondo magico e non. 
Leanne, Daphne, Paul e Finn, invece, fissarono Suzanne, l’unica Nata Babbana del loro gruppo. Cosa le avrebbero fatto? Brad la circondò con le braccia, una muta promessa che stava a significare che l’avrebbe protetta nonostante tutto.
La prima a muoversi fu la professoressa McGranitt, che si alzò in piedi per raggiungere l’ingresso del castello. Come sotto l’effetto di un incantesimo, tutti i presenti la imitarono. Era come se ognuno di loro volesse vedere con i propri occhi la fine del Prescelto.
Angelina notò che George ci mise qualche secondo di più per lasciare la Sala Grande, lo vide accarezzare la testa di Fred prima di mettersi in marcia con uno sguardo nuovo sul volto. Lo sguardo di chi non ha perso ancora la speranza. Lo sguardo di chi avrebbe combattuto fino alla fine, con o senza Harry Potter.
La ragazza decise di non raggiungerlo, ma di rimanere con gli altri, e Katie le si avvicinò per farle un piccolo sorriso incoraggiante. Uscirono tutti e cinque insieme, così come avevano fatto tante volte durante i loro anni ad Hogwarts, ma stavolta avevano un macigno sullo stomaco che li accompagnò per tutto il tragitto fino all’ingresso.
Un cordone di Mangiamorte si estendeva davanti a loro. Hagrid teneva fra le braccia il corpo di Harry, così come qualche ora prima Oliver aveva fatto con quello di Fred. Le voci di Ron, Hermione e Ginny erano piene di dolore. 
«SILENZIO!» l’urlo di Voldemort sembrò fendere l’aria «È finita! Posalo ai miei piedi, Hagrid, dov’è giusto che stia!»
Mentre Voldemort continuava a crogiolarsi nel suo furore, i cinque ragazzi si avvicinarono fra di loro, provando a non farsi sopraffare dalle sue parole. Quando Ron gli urlò di rimando, la paura di tutti sembrò sfumare sempre di più. Come durante una partita di Quidditch, sembrava di sentire le tifoserie gridare per il proprio campione. Prima che potessero capire chi stesse urlando e cosa fosse urlato, videro Neville Paciock lanciarsi contro Voldemort con tutta la rabbia che aveva in corpo. Katie trattenne il respiro, temendo per la vita di Neville, ma Voldemort non lo uccise. Lo scagliò a terra, disarmandolo. Poi domandò il suo nome, ma i cinque erano troppo lontani per capire cosa stessero dicendo. All'improvviso Neville urlò e le sue parole furono come pioggia fresca.
«ESERCITO DI SILENTE!»
Un boato di voci si sovrapposero l’una sull’altra e Lee si unì al coro con un sorriso, rammentando bene il suo ultimo anno ad Hogwarts, l’anno in cui lui e i suoi amici avevano, ancora una volta, infranto le regole per farla sotto al naso della Umbridge.
Tutta l’eccitazione svanì quando Voldemort, più inferocito che mai, posò il Cappello Parlante sulla testa di Neville e gli diede fuoco. Katie sobbalzò di terrore e Oliver se la portò dietro di sé, come a proteggerla da quella visione.
Poi accadde tutto di colpo. Centinaia di uomini stavano correndo in direzione del castello e il rumore di zoccoli interruppe le grida di Neville. Le frecce dei centauri vennero scagliate contro i Mangiamorte e Neville riuscì a liberarsi dalla trappola di fuoco. Poi non videro più nulla, la folla iniziò a spingere e i cinque ragazzi vennero divisi. 
«Lee!» urlò senza pensarci Alicia, ma la tregua era finita e i Mangiamorte tornarono alla carica. Il caos regnava sovrano, ovunque guardasse Alicia vedeva gente combattere: c’erano i giganti, i centauri e gli uomini che erano corsi ad aiutarli.
Vide tutti rientrare nel castello e lei fece lo stesso, scagliando a destra e a manca più incantesimi possibili. Si tuffò verso la Sala Grande, temendo per i feriti, e intravide Jared imitarla. Sorrise: erano Guaritori, la loro priorità sarebbe sempre stata per i più deboli.
Alicia si voltò quando vide una zazzera rossa e si stupì di vedere Charlie Weasley. Provò a raggiungerlo, sperando che la riconoscesse, ma non ne ebbe il tempo. La folla continuava a spingere ed era impossibile andare contro la corrente.
Entrò nella Sala Grande, provando a concentrarsi sui duelli, ma la testa era da un’altra parte. Lee e i suoi amici erano in mezzo a quella baraonda e non poteva rischiare di perdere qualcun altro.
Poi sentì altre urla, ma questa volta erano di gioia. Non ne capì il motivo, ma poi vide Harry Potter in piedi in mezzo alla sala. Un nuovo sentimento le crebbe nel petto: era la speranza vivida che ce l’avrebbero fatta. Harry Potter era vivo, pronto a combattere, così come tutti gli altri. Alicia fece un sorriso e poi udì il dialogo fra il ragazzo e Voldemort. Provò a stare dietro alle parole di entrambi. Lei e il suo gruppo conoscevano tutta la storia, ma alcuni punti non li potevano sapere ed era bello avere finalmente chiara la situazione degli Horcrux. Quando la ragazza sentì Voldemort dire di aver ucciso Piton, non seppe bene come reagire alla notizia. Nessun Grifondoro aveva mai provato troppa simpatia per l’insegnante e la cosa era stata reciproca, ma dal discorso di Harry era chiaro che Piton non era solo l’uomo burbero che aveva percorso i corridoi di Hogwarts. Sembrava essere stato molto di più.
«Avada Kedavra!»
«Expelliarmus!»
Lo scontro finale sembrò durare pochi secondi. Rimasero tutti con il fiato sospeso, incapaci di muovere un muscolo. E poi videro Lord Voldemort perire di fronte ai loro occhi.
Ci fu silenzio, un attimo in cui tutti provarono a capire se quello che avevano visto fosse vero, e poi esclamazioni di felicità si levarono in coro. La paura, il dolore, l’angoscia lasciarono posto al sollievo e alla gioia. Lee si fece largo tra la folla per raggiungere Alicia. La sollevò da terra, una mano fra i capelli biondi e l’altra stretta alla sua vita. Katie e Oliver furono accanto a loro in breve tempo e si strinsero in un abbraccio stretto, confortati di poterlo ancora fare. Angelina, che aveva cercato George in mezzo alla gente, lo trovò da solo al centro della sala. Guardava in alto, un sorriso sereno gli spuntava sul volto, un sorriso che era diretto a Fred e che sembrava dire “ce l’abbiamo fatta”. 
«George, è finita» gli disse Angelina, avvicinandosi a lui, ma non toccandolo.
«No» le rispose lui, continuando a fissare il soffitto «È finalmente iniziata».
Angelina fece per replicare, ma i loro amici li circondarono: Alicia e Katie abbracciarono George, che però rimase con le braccia lungo i fianchi, Lee e Oliver baciarono Angelina sulle guance. E la ragazza realizzò che qualsiasi altra prova avrebbero dovuto affrontare in futuro, ci sarebbero stati gli uni per gli altri. Per sempre.

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Capitolo 58
*** Epilogo ***


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Epilogo
 
Ci sono ancora quei sette ragazzi.
Se si presta attenzione, si possono ancora sentire gli echi delle loro risate che risuonano per il castello distrutto, i loro litigi durante i pranzi e le cene nella Sala Grande e le loro innumerevoli avventure.
Ci sono ancora i gemelli Weasley, Fred e George, che sono ancora la mente diabolica del gruppo, sempre pronti a mettersi in mostra di fronte ad Angelina Johnson, fedele nel suo ruolo di mamma.
C’è ancora Lee Jordan, sempre a discutere con Alicia Spinnet, il cui caratterino non cambierà mai.
E ci sono ancora Oliver Baston e Katie Bell, il Capitano e la pulce.
Ci sono ancora tutti e ci saranno sempre.
Hogwarts non dimenticherà la loro storia.
Hogwarts rimarrà per sempre la loro casa.
Loro saranno per sempre i Magnifici Sette.
 
 
 
 
 
Note:
 
Non so come iniziare questo ultimo spazio se non con un GRAZIE.
Grazie per tutti questi anni di supporto, di recensioni meravigliose, di sfoghi perché “no, daiii, perché è tutto così triste?”, grazie davvero di tutto.
Ho iniziato questa storia al mio ultimo anno di liceo e ora, dopo nove anni, ho finalmente scritto la parola FINE. Ed è quasi simbolico concludere questa storia proprio oggi, il 1 settembre.
Devo ammetterlo, non credevo che ce l’avrei fatta. Sembrava un’impresa titanica, a volte quasi impossibile, perché i personaggi non volevano collaborare e io non sapevo bene come far conciliare tutto.
Sono cresciuta con i Magnifici Sette, ho imparato ad amare pregi e difetti di ognuno di loro. E nonostante non siano stati creati da me, li reputo un po’ miei. Mi mancherà scrivere della loro amicizia, delle loro litigate e dei loro strambi modi per far pace.
Come dicevo, non è proprio finita qui. Scriverò una storia sul dopoguerra. La morte di Fred segnerà inevitabilmente la vita dei nostri protagonisti, quindi scriverò del loro futuro. Sarà sicuramente più breve di questa, ma darà una conclusione degna – o almeno spero – a tutti i personaggi, originali e OC.
La storia dei Magnifici Sette, però, si conclude qui. O meglio, credo che con questa storia si concluda la loro adolescenza. 
Quando pubblicherò il seguito, metterò il link qui per chi fosse interessato.
Per chi, invece, preferisce fermarsi qui, dico ancora grazie, grazie e grazie.
È stato un lungo viaggio, ma è stato bello.
A presto :3

 
 
 

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