Come mi sono innamorato di te

di gaialittrell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Pioveva.
Erano le 8:00 del mattino quando mi svegliai e mi accorsi che ero completamente solo nella mia stanza d’albergo, dove la sera prima io e il mio migliore amico avevamo fatto baldoria.
Non mi piaceva stare solo, perché mi faceva sentire escluso e non partecipante ai momenti mattutini del gruppo... Ma d’altronde, chi è che poteva essere sveglio a quell’ora?
Siccome non avevo nulla di interessante da fare a parte scrivere canzoni o inventare coreografie, decisi di andare alla finestra e osservare silenziosamente il ticchettio della pioggia contro il vetro.
Qualche ora dopo, sobbalzai per colpa di qualcuno che bussava violentemente alla porta.
Mi allontanai dalla finestra e mentre mi avvicinavo alla porta per aprirla, speravo che fosse lui, il mio biondino, il mio migliore amico, il mio Frack... E l’uomo che amavo.
“Chi è che fa tutto questo baccano alle 9:00 del mattino?!”
“Oh Frick, è mezzogiorno, non sono le 9:00.”
“Oh... Buongiorno Nick... Come stai?”
“Buongiorno Brian, comunque sto bene grazie... Un po’ stanco, ma sto bene.”
“Di solito alla mattina sono sempre io che ti devo svegliare... Oggi è stato il tuo turno.”
“Per gli amici questo e altro...”
Non faceva che ripetermi quella frase dal giorno in cui ci incontrammo per la prima volta. E io ne ero innamorato da 5 anni. Lui era il mio punto di riferimento, la mia spalla su cui piangere. E stessa cosa io per lui. Gli parlavo di tutto, di qualsiasi dubbio che avessi... Ma non della mia omosessualità. Gli unici a sapere del mio problema erano mio cugino Kevin e i miei due amici fidati AJ e Howie. Lui no. Perché sapevo che se lo avessi detto, lui mi avrebbe odiato ed escluso per il resto della mia vita. Avevo sempre avuto la voglia di dirgli ‘Ti amo.’, ma non potevo. Comunque, fui risvegliato dal sognare come sarebbe stata la mia vita se anche lui avesse ricambiato i miei sentimenti, da una pacca sulla spalla.
“Brian, stasera... Ti va se andiamo a mangiare fuori?”
Il mio cuore stava già battendo fortissimo dopo che ebbi sentito quella frase.
“Ehm... Si certo... Perché?”
“No, nulla di importante. Kevin ha proposto di fare una pizzata di gruppo... Come quelle che facevamo i primi tempi... Ricordi?”
“Si certo che ricordo quando tu mi vomitavi tutte le patatine su i pantaloni.”
“Ahah, scemo. Comunque stasera alle 19:00 ti voglio pronto giù nella hall.”
“Sarà fatto.”
Mi sorrise e uscì dalla stanza. Mi ero appena ricordato che lui non era gay e che non vedeva l’ora di uscire con delle donne tutte gonfiate di silicone.
Non sapevo certo cosa mettermi la sera. Perché io ero più un lupo solitario che un animale da festa. Così, presi il telefono e chiamai AJ, chiedendogli di venire in camera mia alle 17:00.
Nel frattempo, mi misi a comporre una canzone che un giorno, nessuno sapeva quando, avrei cantato a Nick. Il tempo passò in fretta e in un batter d’occhio, mi trovai AJ in camera.
“Bri, mi apri?”
“Si certo, entra.”
Appena entrato, si stese sul letto e cominciò a guardarmi perplesso, tipo ‘perché sono qui?’.
“Allora, fammi capire. Tu mi hai chiamato per chiedermi come vestirti stasera, giusto?”
“Giusto.”
“Ma amico, noi abbiamo due stili completamente diversi, cioè, io sono un metallaro e tu sei un ragazzo di campagna.”
“AJ, ti prego. Solo per stasera.”
Cominciai a fargli la faccina con gli occhi dolci che tanto gli piaceva.
“Non farmi quella faccia! Va bene, va bene, accetto. Però, ad una condizione...”
“Qualsiasi cosa.”
“Ti vestirai nel mio stile.”
“Benone, allora.”
Lui cominciò a rovistare nelle mie valigie e tutto quello che riuscì a tirare fuori furono solo una cintura nera e un paio di boxer neri.
“Brian... Ma lo stile? Non esiste per te?”
Uscì dalla stanza e tornò dopo 10 minuti con una borsa piena di roba. In un quarto d’ora mi ritrovai vestito in ‘totally black’. Però mi piaceva. Dopodiché aspettai che si fecero le sette per andare giù e aspettare l’arrivo di Nick. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando scesi le scale, vidi che Nick era già lì ad aspettarmi.
“Oh, finalmente! Ma fatti vedere! Sei un sex symbol stasera Bri.”
Non riuscii ad evitare di abbassare gli occhi sul mio outfit e arrossire leggermente.
“...Grazie...”
AJ mi guardò e io lo capii con lo sguardo.
“Si infatti, guarda come si veste tutto figo per fare colpo sulle ragazze...”
Gli diedi una leggera pacca sulla spalla, dopodiché entrai in macchina di Kevin insieme agli altri. Arrivammo al locale dopo un quarto d’ora circa e, grazie al cielo, non c’era nessuna fan scatenante attorno all’auto. Quando entrammo, fummo accolti da una cameriera che si avventò su di me.
“Cosa ti porto, bello?”
“Ehm... Un tavolo per 5 e un paio di mutandine nuove.”
Dissi così perché mi spaventò leggermente facendo in quel modo, io ero uno molto timido, e soprattutto quando una ragazza veniva da me io non sapevo che fare, dato che ero gay.
Quando fummo a sedere, io mi persi in un flashback avvenuto molti anni prima.
 
Era la notte di Natale, e ci eravamo tutti trovati a casa di Nick. Io ne ero già innamorato perso, ma ovviamente lui non ricambiava. Quella notte successe qualcosa di particolare. Molto particolare. Io avevo messo un bigliettino sotto l’albero dove c’era scritto “Caro Babbo Natale - non fraintendetemi - tutto quello che quest’anno sotto l’albero vorrei trovare sarebbe una persona da amare e coccolare.” E il mio desiderio si era quasi esaurito, perché io e Nick eravamo a pochissimi centimetri di distanza l’uno dall’altro e io avevo una voglia matta di baciarmelo, però non potevo... Mi avrebbero scambiato per pedofilo, così quando lui mi abbracciò, mi disse “Io ci sarò sempre per te, Bri. Qualsiasi cosa accada.” Si mise leggermente in punta di piedi per baciarmi sulla guancia, ma improvvisamente sentii le sue labbra toccare le mie e...
 
“Ehi... Brian... Tutto apposto?”
“Eh? Oh si..”
“Mangia o si raffredderà.”
Venni improvvisamente distratto dai miei pensieri da mio cugino che mi indicava il piatto dicendomi di mangiare. Dio quanto lo odiavo quando faceva così. Mi sembrava mia madre. Però, che ci potevo fare. Era fatto così.
“Kevin.. Non riesco a mangiare...”
Gli dissi io indicando con lo sguardo Nick e la cameriera.
“Brian, cugino... Vedrai... Un giorno anche tu sarai saziato come vuoi... Se una cosa non sta succedendo adesso non vuol dire che non accadrà mai.”
“E lo so... Ma guardami, cerco di salvare tutti e nessuno salva me. Devo vomitare.”
La visione che avevo certo non mi stuzzicava l’appetito, perciò mi alzai e andai in bagno. E in bagno trovai... Jessica.
Jessica fu la mia prima fidanzata. Lei non sapeva che io ero omosessuale, quindi si lasciò un po’ andare. Nonostante la rottura della relazione rimanemmo in “buoni rapporti”, diciamo.
“Brian? S.. Sei tu?”
“In carne ed ossa.”
“Oddio Bri fatti abbracciare! Guardati.. Sei diventato grande cucciolotto mio! Guarda quella barbettina sexy!”
Non smetteva di toccarmi.
“Si Jessica.. Io.. Dovrei dirti una cosa.. Però mi devi promettere che non strillerai o non piangerai o robe del genere.”
“Lo giuro sulla nostra amicizia.”
“Bene ecco... Io..”
“Ti sei sposato? Sei diventato sterile? Lavori in un NightClub?”
“Jessie lasciami parlare. Ecco io... Amo lui.”
E le indicai Nick dall’oblò del bagno. Lei non mi sembrò rimanerci molto contenta subito...
“Brian, sai che ti dico?”
“Sei libera di odiarmi, non mi offendo.”
“No... Non ti odio affatto. Sai, ti amo ancora di più. Perchè hai scoperto la tua vera natura e io ne sono felice. Ma lui... Ricambia?”
“No... Secondo te. E’ la che slimona con la cameriera.. Ti sembra gay?”
A me no. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mi sentii improvvisamente vuoto dentro. Quando giravo gli occhi per osservare quel ben di Dio vivente chiamato Nick Carter… Non riuscivo a guardarlo. Perché ogni volta mi veniva in mente che lui non mi avrebbe mai, e dico mai, ricambiato. E questo non mi faceva certo sentire meglio. Un altro flashback mi colpì la testa.
 
Avevamo da poco finito le prove per il nostro prossimo tour mondiale, erano tutti usciti dalla sala tranne me e Nick. Dopo poco vidi quel ragazzo dai capelli d’oro avvicinarsi allo stereo. Una musica soft, o tango.. Non mi ricordo cosa fosse, ma mi ricordo il suo viso. Lui era tutto sudato, ma io non ci feci caso, io l’amavo. Venne verso di me e mi guardò molto profondamente.
“Ti va di ballare?”
“Nick, abbiamo ballato fino ad ora… Non sei stanco?”
La sua voce era così romantica…
“Si, ma per te faccio di tutto, lo sai.”
Mi prese la mano e cominciò a farmi ballare, la cosa che mi faceva ridere era che io dovevo sempre alzare la testa a 45° se volevo guardarlo negli occhi.
Eravamo molto vicini, molto… Io non riuscii a trattenermi, perciò…
 
“Brian? Svegliati…”
Quella voce mi era molto famigliare.
“Come sei bello quando dormi… Sembri un angelo.”
Sapevo che era lui, quindi feci finta di dormire.
“Non mi interessa se dormi o no, però ci tengo a dirti che ti adoro immensamente, come amico, perché ci sei sempre quando ho bisogno. Come fratello, perché ti sei sempre comportato da “padre” nei miei confronti. E anche qualcosa d’altro, ma non riesco ancora a capire bene cosa.”
Si avvicinò a me e mi baciò la fronte.
Io sbattei le palpebre e mi strofinai gli occhi, fingendo di essermi appena svegliato.
“NICK?! Che cosa ci fai qui?”
“Sono venuto nella stanza con te perché eri svenuto al ristorante. Jessica mi era venuta a chiamare dicendo che tu eri in bagno sdraiato a terra… E dato che Kevin è dovuto volare immediatamente a casa per un problema famigliare, io sono venuto a soccorrerti… Siamo migliori amici no?”
Il modo in cui mi raccontò quello che era successo mi fece sciogliere. Mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi, come per cercare una risposta a tutte le domande che avrei voluto fargli.
“Frick, devi chiedermi qualcosa? Qualcosa d’importante?”
Scossi leggermente la testa, quegli occhi mi incantavano.
“Nono, Frack, non ti preoccupare.”
Era molto difficile per me negare tutto. Avrei voluto dirgli che lo amavo da anni, che provavo cose immense per lui… Ma non potevo. O almeno, non ancora.
“Ho portato un film, Brian. Ti va di vederlo?”
“Certo, che film è?”
“Il tuo preferito. Ace Ventura.”
Lo sapeva che amavo quel film. Inoltre sapevo tutte le battute a memoria, e imitavo alla perfezione Jim Carrey.
Lui si alzò dal letto per andare ad accendere il televisore e inserire il dvd nell’apposito apparecchio elettronico, così io, vedendo dal termostato che la temperatura della stanza indicava 27°C, spensi il condizionatore e nascosi il telecomando.
Il film iniziò, così lui si venne a sedere accanto a me.
“Che caldo Bri, accendi il condizionatore?”
Sapevo lo avrebbe detto.
“Ehm no, non trovo più il telecomando, domani ne richiederò uno.”
Ero il più bravo a raccontare bugie.
“Beh vorrà dire che mi toglierò la maglietta e i pantaloni. Non ti scandalizzi se rimango in boxer, vero?”
Colpito.
“No, macchè.”
Qualche minuto più tardi mi ritrovai di fianco un Nick Carter con addominali scolpiti.
Io ero soprapensiero, perciò mentre guardavamo il film mi appoggiai a lui e gli presi la mano, facendola intrecciare con la mia.
Lui non fece gesti negativi, sembrava quasi che gli piacesse. Questo mi fece sentire bene. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La mattina seguente, mi risvegliai da solo nel letto. C’era solo un biglietto da Nick che diceva: “Raggiungimi nella hall appena puoi, devo parlarti.”
Ecco.
Il cuore cominciò a battere all’impazzata. Il “devo parlarti” è la cosa più preoccupante che una persona che ti piace può dirti. Non sapevo cosa mi voleva dire, ma immaginavo che fosse riguardo alla sera prima… Quando gli toccai la mano… Ma decisi di non fasciarmi la testa prima del previsto.
Mi squillò il cellulare, non feci in tempo a rispondere perché ero in bagno a farmi la barba. Quando tornai in camera, presi il cellulare e controllai le chiamate perse e tra quelle era presente: -Chiamata persa da Sconosciuto, alle ore 9:25 am.-
Le chiamate dai numeri sconosciuti non si potevano re-intercettare, perciò aspettai. Dovevo solo aspettare.
Quello era il problema minore, ma… Chissà cosa avrebbe voluto dirmi.
Mi preparai e dopo aver fatto colazione, raggiunsi Nick come richiesto.
Quella mattina era bellissimo, aveva una camicia di lino azzurra e dei jeans strappati qua e la. Per non parlare dei capelli. Erano tirati indietro dal gel, ciò faceva sembrare il suo viso più scarno, ma non importa.
Mi andai a sedere accanto a lui, mi guardò per 10-15 secondi, poi cominciò a parlare.
“Ehi… Ti ho chiesto di venire qui perché sentivo il bisogno di dirti delle cose importanti..”
“Si si.. Tranquillo. Sono tutt’orecchi.”
“Brian… Ieri sera… Quando mi hai preso la mano… Ho sentito qualcosa di strano. Non so.. Tipo brividi lungo la schiena, farfalle nello stomaco.. Ma non…”
Mi stava squillando il telefono, così lo bloccai.
“Non ti piaceva, lo so. Ora però scusami. Devo rispondere.”
Mi pentii subito della mia azione.
Mi alzai e risposi alla chiamata dello “sconosciuto”.
“Pronto?”
“Ciao, bastardo.”
“Ehi ehi, modera i termini. Con chi sto parlando?”
“Con una persona di cui non ti può importare niente, idiota.”
“Io esigo sapere chi tu sia.”
“Ti sto osservando, Brian.”
“E con questo cosa vuoi insinuare?”
Riattaccò.
Mi fece preoccupare molto questa chiamata. Più che altro, quella persona.
Mi girai per tornare a parlare con Nick, ma lui non c’era più.
Si era offeso.
Gli mandai un messaggio, ma non ricevetti risposta.
Andai alla reception, forse lo avevano visto.
“Scusi, salve.. Ha visto per caso un ragazzo molto carino, alto, capelli biondi..”
“Si, è andato verso gli ascensori.”
“Grazie mille.”
Corsi verso la direzione indicata, presi il primo ascensore libero e schiacciai il pulsante del ventiseiesimo piano, sapevo che si sarebbe trovato li.
Imprecai. L’ascensore doveva andare più veloce. Però finalmente arrivai.
Quando uscii e andai nello spazio aperto del tetto, ovvero la terrazza dove c’era la grande “H” circondata che indicava agli elicotteri dove atterrare, cercai il caschetto biondo ovunque. Non riuscii a trovare niente, fino a quando non udii un lamento, quasi come un ragazzo piangere.
Andai nel luogo da cui proveniva quel suono e vidi il diretto interessato sul precipizio del palazzo, che guardava verso il basso.
“Nick scendi subito da lì!”
“Non lo farò, mi hai umiliato. Ferito.”
“Ne possiamo parlare quando sei in salvo?”
“No. Perché fra poco io mi butterò. E tu ti pentirai di quello che hai perso.”
“Nick non agire da stupido come ho fatto io prima. Mi sono comportato da cretino, lo so. Però ora vieni qui.”
Iniziavo a temere il peggio.
I suoi occhi avevano un’espressione triste, arrabbiata, ma anche.. Innamorata?
“COME POSSO VENIRE DA TE QUANDO MI HAI LASCIATO SOLO GIU NELLA HALL  MENTRE IO CERCAVO DI DIRTI CHE TI AMO?!”
Mi si fermò il cuore. Mai più immaginavo che lui dicesse quelle due parole fatali per me.
Mi lasciai cadere per terra.
Capii cosa lui voleva dirmi. Voleva dirmi che non gli aveva dato fastidio.
Vidi Nick venire verso di me.
“Brian… Ehi… Tutto ok?”
“Si si… E’ solo che… Sono un po’ sotto shock…”
“Per quello che ti ho detto?”
Mi prese in braccio, ero talmente leggero che poteva tirarmi su anche un bambino.
“Si… Ma è uno shock di felicità.”
“Tu sei strano.”
Era bellissimo vederlo ridere.
Non resistetti più, così mi lasciai andare.
Mi feci forza con la mano sinistra per issarmi e poter arrivare al suo viso, appoggiai la mano destra sulla sua guancia e lo baciai.
Lui ricambiò il bacio in modo molto profondo.
“Scusa, ma non resistevo più.”
“Da quanto tempo eri innamorato di me?”
“Quando saremo in camera ti spiegherò come mi sono innamorato di te.”
Finalmente potevo dirgli apertamente, senza ristrettezze, quel “ti amo” a lungo aspettato.
L’unico problema che rimaneva era scoprire chi fosse lo sconosciuto che aveva quasi causato la morte del mio amato. Non gliel’avrei data per vinta.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Finalmente ero felice, non del tutto, perché c’era ancora da risolvere il problema della chiamata anonima, ma questo non importava molto. Quello che importava era che alla fine  anche Nick mi amava. Come gli avevo promesso, quando salimmo in camera, una volta seduti, gli raccontai di come mi ero innamorato di lui.
“Dai racconta sono curioso.”
Pestava più i piedi lui di un bambino di quattro anni.
“Si si ma stai calmo!”
Andai verso il mini-bar e tirai fuori una bottiglia di Chardonnay del ’68, poi presi due calici dal ripiano sovrastante il frigo.
“E’ quello in sconto ad 1,25 $ del supermercato?”
“Ehm.. No?”
“Dai lo so che è quello, ammettilo.”
“Va bene va bene lo ammetto.”
Gli versai il vino nel suo bicchiere, poi eseguii lo stesso con il mio.
Dopo mi misi a sedere.
“Okay… Non mi giudicare male eh? Allora. Io ti amo da esattamente… Sette anni. Non te l’ho mai detto perché… A vedere come ti comportavi con le ragazze, non sembravi gay. Sembravi molto molto etero. Tu non immagini quanta fatica ho fatto per tenerlo dentro e non dirtelo. Poi ogni volta che uscivamo con gli altri e tu stavi con le donne che ti si appiccicavano come pulci, io ci stavo male perché pensavo che tu non mi avresti mai ricambiato. Tu non te ne rendevi conto, ma AJ mi copriva sempre le spalle in modo tale che tu non capissi e non sapessi nulla della mia omosessualità. Perché io ti conosco Nick. Sapevo che tu mi avresti parlato dietro, e questo non mi avrebbe certo fatto sentire meglio. Già ero triste perché tu non mi amavi, o almeno, non sapevi di amarmi, poi ci si metteva anche il fatto delle prese in giro.. Capisci?”
“Oh… Mi dispiace di averti fatto soffrire così tanto Brian… Se me lo avessi detto forse avremmo cominciato prima. Ma come hai detto tu io sono ipercritico, critico tutto. Ma gli altri sanno di tutto questo?”
“Oh certo che lo sanno. Lo sanno tutti.”
“Davvero? E io ero l’unico che non ne sapeva nulla?”
“Si ma non prenderla come un’offesa.”
“Però con Jessica ci sei stato no?”
“No. Mai amata. E’ stata una copertura, ma lei non lo sapeva. Io ti ho sempre amato Nick, solo tu.”
“Cavolo, mi sento in colpa ora. Mi sento in colpa di non esserti stato vicino in questo tempo.”
Prese un altro po’ di champagne, poi mi guardò.
“Nick io ho sempre voluto dirti “ti amo”, e ora che lo sai, non riesco a dirtelo. Buffo no?”
“Beh se non riesci a dirlo tu, lo dico io.”
Si alzò, e andò ad accendere lo stereo, dove inserì una base karaoke della canzone “I Don’t Want To Miss A Thing” degli Aerosmith.
 
‘Cause I miss you babe,
and I don’t want to miss a thing..
 
 
La sua voce suonava come una melodia completamente adiacente alla canzone.
Il momento era perfetto, la canzone era perfetta… Lui era perfetto.
Quando finì la canzone, lui mi prese la mano e mi tirò verso di lui, ancora tenendo il microfono.
“Ti amo, Brian.”
Sentire quelle parole pronunciate da lui all’altoparlante era come udire un canto d’usignolo.
Qualche minuto dopo avermi guardato profondamente negli occhi, posò una mano sotto il mio mento e mi baciò.
Le sue labbra erano morbide come la seta, e la sua pelle era soffice come quella di un neonato. La mia invece era ruvida per via della barba, ma non gli dava fastidio.
“Comunque, chi era al telefono quando mi hai lasciato solo?”
“Era uno sconosciuto.”
“E cosa voleva da te?”
“Non lo so, mi disse che mi stava osservando, poi quando gli ho chiesto cosa voleva dire… Ha riattaccato.”
“E sei preoccupato?”
“Un po’.. Ma non facciamoci prendere dal panico per una cosa che non ha senso, ora.”
Volevo pensare solo a lui. Solo a noi.
“Però Brian, non voglio deluderti, ma non sono ancora pronto a dire agli altri di noi.”
“Non ti preoccupare, fingerò. Come ho sempre fatto.”
Non mi costava nulla fingere. Ma questa volta, avrei finto per coprirlo, per lui. Lo avrei fatto volentieri.
Mentre noi eravamo in una sorta di intimità, qualcuno bussò alla porta.
Quando andai ad aprire, però, non c’era nessuno. Solo una lettera in cui era segnato solo il destinatario, niente mittente.
Ritornai nella stanza e la feci vedere a Nick.
“Che non sia lo sconosciuto della chiamata..?”
“Può darsi.”
Aprii la lettera.
 
“Ciao gay.
Non mi dilungherò per molto, ma volevo solo precisare delle cose.
Io non smetterò di osservarti. Mai.
Non hai molto tempo per stare li con il tuo frocio da compagnia, perché un giorno io vi dividerò e ti farò provare cosa vuol dire essere torturati.
So cosa stai pensando.
Io so tutto quello che fai in ogni momento della giornata.
Non avrai la libertà a lungo.”
 
Di certo questa lettera non mi fece sentire meglio. Vidi la faccia di Nick molto preoccupata.
“Ehi che c’è?”
“Nulla… Minaccioso questo tipo eh?”
“Abbastanza… Ma se lo dico a Kevin, non mi crederà di certo.”
“Tranquillo, nemmeno Howie e AJ… E nemmeno l’FBI.”
“L’unica cosa brutta è che ci sei di mezzo anche tu. Questo non ci voleva.”
“Tranquillo. Lo risolveremo insieme. Siamo o no una coppia?”
Si alzò e venne da me per baciarmi sulla fronte e abbracciarmi.
“L’ultima volta che hai detto una frase del genere è stato ieri mattina, ma al posto di ‘coppia’ c’era ‘migliori amici’. Nick, tu non sai quanto mi hai reso felice oggi.”
Ricambiai l’abbraccio in modo molto stretto, in modo tale che i miei tentacoli – le braccia, avvolgessero completamente il suo cuore, per tenerlo costantemente legato al mio. Era quello che desideravo da anni.
Finalmente era mio.
Non mi sarebbe più scappato da quel giorno.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Era già passato un giorno da quel “ti amo”, e io ancora non riuscivo a crederci. Mi aveva stupito, sorpreso.
“Buongiorno Brian… Già sveglio? Sono appena le 9:00…”
Prese la mia mano e mi tirò a lui, era troppo dolce appena sveglio, non ci avrei messo tanto a mangiarlo dato che ero anche affamato.
Gli arruffai leggermente i capelli.
“Dai Nick alzati, oggi ci aspetta una dura giornata di lavoro, mi ha inviato un messaggio Kevin e ha detto di farsi trovare in studio tra un’ora.”
Lui mi guardò, poi, riuscì ad alzarsi.
“Non voglio più fare il cantante.”
Non si era mai lamentato così. Si vede che quel giorno non ne voleva sapere.
Io volai in bagno, perché dovevo urinare da ore. Non mi alzai prima perché non volevo farlo sentire solo, un’altra volta.
Approfittai del momento per darmi una controllata e radermi un po’ le basette, erano cresciute tanto!
“Dai femminuccia ti muovi? Ho la pipì..”
“Entra, non sono nudo. Ma prima… Parola d’ordine!”
“Zuppa di pesce alla crema o crema di zuppa alla pesce…”
“Vino rosso o bianco?”
“Bianco. Dai…”
“Entra ho detto!”
Come temevo, si mise ad urinare nel lavandino.
“Ti ricordo che questa è la mia stanza, quindi ti prego di non schizzare la pipì ovunque. Grazie!”
Uscii dal bagno e mi misi i vestiti, la notte dormivo solo in boxer.
“Ti muovi?”
“Eh si calma! Mi devo pettinare!”
Beh era ovvio, doveva pettinarsi lui. Aveva i capelli stupendi, non c’era il senso di pettinarli.
Nel frattempo allora, mi preparai un caffè dalla macchinetta che avevo in camera.
Finalmente Nick uscì dal bagno, così ci muovemmo verso lo studio di registrazione.
Arrivammo davanti agli studi della Jive Records puntuali, il che era da mettere nel nostro registro.
Dovemmo correre come ghepardi se volevamo evitare che Kevin ci facesse la paternale. Per fortuna nostra, quando arrivammo su, Kevin non c’era ancora. Oh, che strano. Lui ci aveva raccomandato di essere puntali per le 10:00 e lui non era ancora arrivato? Sacrilegio.
“Ehi Rok, perché siete arrivati insieme?”
AJ era troppo impiccione per i miei gusti.
“Perché lui ha avuto un problema con la sua chiave e non riusciva più a rientrare in stanza, quindi ha dovuto dormire da me.”
“Non mi convinci.”
“Perché non ti convinco? Sentiamo.”
“Perché boh, sembrate molto uniti… Si voi due vi siedevate sempre vicini, okay. Ma stamattina non sei triste come sempre. Come mai?”
“AJ, finiscila.”
Mi aveva incominciato a seccare quel suo comportamento. Di solito era sempre stato buono e comprensivo nei miei confronti, ma quel giorno…
“Eccomi sono arrivato, ragazzi scusate ho fatto tardi.”
“Oh finalmente Fata Madrina eccoti.”
“C’era traffico AJ.”
Che cattivo e scorbutico.
Mi alzai e presi AJ da parte.
“Tutto okay?”
“Ehm… No.”
“Parla.”
“Praticamente è successo che… Mi hanno ritirato la patente perché mi hanno beccato mentre facevo “tusaicosa” con una prostituta.”
“E cosa aspettavi a dirmelo?”
“Non riuscivo a dirtelo Brian. Tu sei un ecclesiastico, e io non volevo ferire i tuoi sentimenti dicendoti così.”
“Ma AJ, io ci sono sempre per te. Qualsiasi cosa succeda.”
“Ora però mi dici perché tu e Nick siete venuti insieme?”
“Tu non lo dire a nessuno però. Ti spiegherà poi lui con calma quando sarà pronto ma… Ecco noi… Ci amiamo, ma non siamo fidanzati.”
“CHE COSA?!”
“Si. Hai capito bene.”
Non riuscivo a smettere di sorridere.
“Brian sono troppo felice per te! Fatti abbracciare Rokstar!”
I suoi abbracci erano come quelli di un orso, non potevi scappare.
Dopo ritornammo nella sala prove, dove Kevin ci aspettava.
“Oggi ragazzi registreremo l’ultima canzone del nostro nuovo album, Black & Blue. La canzone si chiamerà How Did I Fall in Love with You.”
Io e Nick ci guardammo e non riuscimmo a non prenderci la mano. Vidi Howie che ci guardava perplesso, ma io gli feci una smorfia per dirgli “non fare domande”.
Prima o poi lo avrebbe saputo anche lui, ma ogni cosa a suo tempo.
Mentre guardavo Nick, come al solito, ecco un flashback.
 
Era il 1995. In quell’anno io ebbi la mia seconda chirurgia a cuore aperto per via del mio problema. Stavamo provando, come sempre, ma io quel giorno ricordo di non essere stato così simpatico e spensierato… Infatti, alle 3:45 pm ebbi un malore. Mi accasciai a terra. Subito tutti i ragazzi vennero ad aiutarmi per rialzarmi, pensavano fossi caduto. Ma Nick no. Nick ricordo che non voleva farmi alzare. Aveva già capito che non mi sentivo bene.
“Bri, cosa ti senti?”
“Mi gira la testa… Faccio fatica a respirare…”
Nick guardò gli altri.
“Chiamate subito un’ambulanza. Brian ha male al cuore.”
Quando arrivò l’ambulanza, gli altri ci seguirono con il loro caravan, mentre Nick decise di venire con me. Mi tenne una mano sul cuore per tutto il viaggio, l’altra invece la fece intrecciare con la mia.
“Nick…”
“Dimmi.”
“Io non… Non voglio andarmene.”
“Non te ne andrai Brian.. Questi dottori vedrai che ti rimetteranno a posto.”
“Non voglio perderti Nick.”
Cominciai a tossire.
“Ehi ehi, non parlare.”
Mi fece un leggero sorriso. Anche lui era nel panico.
Mi sentivo svenire, ma cercai di resistere il più possibile per continuare a vedere il mio biondino… Non volevo perderlo.
Però non resistetti a lungo, quindi mi lasciai andare.
“BRIAN!”
 
“Brian?”
Scossi leggermente la testa.
“Eh.. Si Kevin?”
“A cosa stavi pensando?”
“Nulla… Nulla.”
Sorrisi.
“Dai allora. Al lavoro ragazzi.”
Quella canzone la cantammo solo io ed Howie, dato che l’avevamo anche scritta.
Durante tutta la registrazione, io non feci altro che pensare a Nick.
Guardai fuori dalla vetrata, e notai un individuo sinistro, tutto vestito di nero. Cappotto nero, pantaloni neri, cappello nero e occhiali neri. Diciamo che sembrava una versione malefica di AJ, per intenderci.
Appena notò che io lo stavo guardando, scomparse.
Che non fosse lo sconosciuto?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Qualche mese più avanti, il nostro tour ebbe inizio. E noi, purtroppo, non avevamo un solo tour bus… Ma avevamo due tour bus. Uno era occupato da me, Kevin, Howie e AJ, mentre l’altro solo da Nick. Perché lui, povero, puzzava come una capra quando andavamo in tour. Ma nonostante tutto, io l’amavo.
Siccome non potevo vederlo li da solo, decisi di fare una scommessa con AJ.
Dovevamo andare a mangiare da un mio amico per la prima tappa, io sapevo già il suo nome, ma feci lo gnorri, così AJ avrebbe potuto vincere la scommessa.
“Oh, andiamo da David stasera?”
“No AJ, si chiama Philip.”
“David.”
“Philip.”
“Facciamo una scommessa. Chi perde va nel bus di Nick.”
“Ci sto.”
Ci sputammo nelle rispettive mani e le unimmo.
“Ragazzi voi siete stupidi. E i vostri giochetti sono molto stupidi.”
“Zitto Howard!”
Io sapevo già che si chiamava David.
Quando arrivammo sul luogo, dopo le prove, vidi Nick triste che veniva verso di me.
“Ehi.. Che ti succede?”
“Niente… Solo che voi siete cattivi eh?”
“Perché?”
“Perché mi avete messo da solo in un tour bus. Io ho paura tutto solo..”
“Non fare il bambinone… Da stasera o io o AJ verremo nel tuo bus.”
Entrammo nel locale, dove il mio amico ci attendeva all’uscio.
Io e AJ ci guardammo in aria di sfida.
“Ciao, tu. Io e il mio amico Brian, abbiamo fatto una scommessa su come ti chiami. Lui sostiene che ti chiami Philip, mentre io dico che tu ti chiami David. Ora, ci faresti la cortesia di dire il tuo nome?”
Lui esitò.
“Ragazzi, mi dispiace deludervi ma io.. Sono il fratello gemello di David.”
Io sbattei le palpebre sorpreso.
“Beh, non importa. Abbiamo capito che si chiama David. Quindi Brian, da stasera, nel bus di Nick. Per tutta la durata del tour.”
“Oh, ne sono onorato. Però AJ, posso dirti una cosa? Io sapevo già che si chiamava David, perché è mio amico. Volevo che tu vincessi la scommessa perché così ero io ad andare nel bus di Nick. Non mi piace vederlo solo.”
Girai gli occhi verso Carter, il quale mi sorrise.
Andai verso di lui per dargli la notizia, lui fu così felice che mi saltò in spalla.
Durante la serata, magnifica oltretutto, AJ prese il microfono di sua volontà, non lo faceva mai.
“Bene signori… E’ giunto il momento di annunciarvi qualcosa di importante.”
Prese una bottiglia d’acqua e si bagnò completamente, poi spruzzò il liquido restante sul pubblico.
“Nick e Brian, che fin’ora sono sempre stati single, dovranno prendere una ragazza molto fortunata dal pubblico e baciarla, qui. Sul palco. Ora, non voglio far ingelosire nessuna. Voglio solo dare un’opportunità ai ragazzi di trovare delle fidanzate.”
Io guardai Nick.
“Dai, andrà tutto bene.”
“AJ, mi spieghi perché dobbiamo sempre farla noi questa cosa?”
“Perché siete i più belli.”
Tirai un respiro profondo e andai al centro del palco.
“Okay, io ho baciato una ragazza in passato, ma non provavo nulla. Ora con una di voi, vedrò cosa succederà. Bene… Io ora penserò all’alfabeto, voi mi direte stop, e io mi fermerò sulla lettera, e poi dirò il nome di una di voi, sperando di azzeccarlo.”
Cominciai a ripetermi l’alfabeto nella testa, e quando mi arrivò lo stop, la lettera su cui mi fermai fu, straordinariamente, la “n”.
“Bene, siamo alla “N”… Nicole? Nessuna risponde? Perfetto. Nina? Nikita?”
Per l’ultimo nome, una ragazza rispose. Così io ordinai a una delle guardie di andare a prenderla e portarla sul palco.
Assomigliava molto a Nick, che strano.
“Piacere, Brian.”
“Nikita…”
Era molto imbarazzata, così io le presi subito la mano. Il fatto che assomigliava al mio uomo mi facilitava molto.
“Bene, da quanto tempo sei fan?”
“Da 10 anni…”
“E ora quanti anni hai?”
“22.. Abbiamo solo un anno di differenza… Buffo eh?”
“Si okay però stringiamo. Perché AJ ce le da.”
La guardai negli occhi, poi mi avvicinai leggermente e la tirai verso di me.
Lei era paonazza, troppo dolce.
La baciai, così non ci pensavo più, perché io ero omosessuale e non ce la facevo a stare con le donne.
“Wow… E’ stato… Meraviglioso.. Grazie Brian..”
Mi abbracciò, prima di scendere e tornare alla sua postazione.
“Ora è il turno di Nick! Prego, venghi venghi.”
Io tornai nel mio angolino, e osservai Nick mentre faceva l’operazione.
“Bene… Speravo di non farlo io questa volta, ma purtroppo mi tocca. Un giorno mi verrà la mononucleosi con tutte le ragazze che ho baciato. Io sarò più selettivo. Quindi… Uno, due tre, a baciarmi tocca a te.”
Venne sul palco una ragazza rossa di capelli.
Si guardarono per alcuni minuti, poi lei gli disse qualcosa nell’orecchio.
“Sono lesbica, quindi non proverò nulla.”
“Non ti preoccupare.”
Si baciarono subito, senza conversare nemmeno un po’. Che determinazione.
“Bene ragazzi ora… Chi vuole altra musica?!”
Io e AJ dovevamo fare un bel discorsetto. 

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