Una figlia per Kazemaru Ichirouta

di MissMisteryy
(/viewuser.php?uid=913809)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'orfanotrofio ***
Capitolo 2: *** Strani incontri ***
Capitolo 3: *** Oche o Cigno? ***
Capitolo 4: *** Vieni con me ***
Capitolo 5: *** Festini in casa Ichirouta ***
Capitolo 6: *** Inizio di una vacanza ***



Capitolo 1
*** L'orfanotrofio ***


Nives

Mi sveglio quando il sole tramonta, non riconosco inizialmente il posto in cui mi trovo ma dopo svariati tentativi di aprire del tutto i miei occhi capisco dove sono, la mia casa è lontana...intendo...la mia VERA casa! Sono in un orfanotrofio e sono esausta come del resto tutti gli altri giorni, il tempo scorre come sabbia in una clessidra e man mano i battiti cardiaci rallentano, le assi del pavimento scricchiolano al mio passaggio e i miei coetanei non hanno paura perchè quando cala la notte i demoni dormono e perciò possono stare tranquilli, nessuno può fargli del male. Quando mi ritrovo da sola nel cuore della notte nel mio letto, tutto ciò che riesco a sentire è il mio respiro pesante, trattengo il fiato per un attimo rimanendo in silenzio e ascolto...riesco ancora a sentirlo, riesco ancora a percepire quel respiro affannoso, lui è lì e ora sa che anche io posso sentirlo ma non dice nulla, mi scruta dalla porta e poi come è entrato se ne và chiudendo la cella. Non riesco ad addormentarmi dato che mi sono appena svegliata ma loro vogliono che io dorma perciò mando giù tre pasticche trovate nel comodino accanto al letto e in meno di cinque minuti gli occhi mi si chiudono. Mi risveglio al mattino sola come sempre, la grande porta in cemento aperta da cui si intravede un debole raggio di luce, decido di vestirmi ed esco dalla cella passando davanti alle camere degli altri ragazzi che come me si vestono di abiti e di malinconia anche se in alcuni di essi si può notare una scintilla di speranza nelle loro pupille, oggi è il giorno delle adozioni e alcuni sono convinti di andarsene mentre altri come me si rassegnano a guardare gli altri andare via con quei maledetti sorrisi stampati sul volto. Vado a rifugiarmi nel mio piccolo angolo di serenità, le scuderie vicino alla fattoria del complesso, sto strigliando il mio cavallo quando sento la presenza di qualcuno alle mie spalle e voltandomi mi trovo di fronte ad un uomo sulla ventina, slanciato e con lunghi capelli azzurri che spezzano con le sue iridi marroncine rendendolo uno degli uomini più affascinanti che abbia mai incontrato. Mi porge la lunghina del mio cavallo.

-Credo che questa sia tua.- io la afferro facendo attenzione a prendere l'oggetto senza toccare l'uomo ricambiando il sorriso che mi ha rivolto.

-Grazie mille.- gli dico prima di voltarmi e tornare a pulire l'equino, non ho bisogno della lunghina dato che Calcifer conoscendomi bene non si muove di un passo, ma l'uomo dietro di me non è a conoscienza di ciò.

-Non ne hai bisogno?-

-Non proprio.-

-E' da tanto tempo che vi conoscete?- domanda diventando improvvisamente serio.

-Si abbastanza.-

L'uomo resta in silenzio ad osservarmi prima di essere chiamato da una delle maestre che mi scruta da lontano con fare spaventato, come ad aspettare una mia possibile reazione che però non arriva, intanto lo sconosciuto si è avvicinato alla donna per andarsene ma proprio sul punto di incamminarsi si volta nuovamente verso di me.

-Ci rivediamo tra un po'.-

Passano circa due ore dall'incontro nelle scuderie e di questo ne ho parlato solo con il mio amico Rick, l'unico con cui sono riuscita a entrare in sintonia da quando sono arrivata, anche a lui hanno fatto lo stesso trattamento della puntura colorata...quella maledettissima puntura...è per questo che noi due siamo gli unici ad avere una cella di isolamento come "casa",gli unici ad essere evitati dai demoni e dal diavolo, gi unici ad essere temuti qui dentro. Torno alla mia cella passando nuovamente nel lungo corridoio dove la luce non arriva, dove l'odio dei demoni si scatena senza la sorveglianza di occhi indiscreti o meglio carta bianca contro chi non ha la forza di reagire. Proprio davanti alla mia porta vi è uno dei medici del complesso e il suo nervosismo rende l'aria pesante, sa bene a chi si sta rivolgendo. infatti mi guarda con le gocce di sudore che gli scendono lungo tutto il collo e gli zigomi.

-Signorina è attesa in segreteria.-

Rimango immobile a guardarlo per poi tornare sui miei passi e dirigermi di nuovo verso la porta che separa l'inferno dal paradiso, arrivo in segreteria con molta calma e con voce altrettanto pacata chiedo chi desiderasse la mia presenza qualche minuto fa, scoprendo che si trattava del turchese con cui avevo parlato precedentemente. Accanto a lui si materializza la maestra di prima che sempre con molto riguardo si rivolge a me dicendomi:

-Cara quest'uomo è Kazemaru Ichirouta, ex giocatore della squadra della Raimon, è venuto qui oggi per portarti a casa con sé.-

Rimango allibita, non credevo che lui fosse un famoso giocatore di calcio nè tantomeno che appartenesse alla squadra della Raimon e inoltre non mi aspettavo proprio che scegliesse me come sua futura "figlia", anche se non lo chiamerò mai papà come sono sicura lui voglia che io faccia. Mentre il turchese inizia a compilare i fogli di adozione gli chiedo di potermi assentare per un minuto e mi dirigo nuovamente verso il corridoio infernale per andare ad avvertire Rick, quando busso alla sua cella la porta si apre automaticamente ma non ci faccio caso dato che tra me e lui queste cose sono normali, lo trovo sdraiato sul letto che lancia una palletta verde in aria per poi fermarla col pensiero senza dare peso al fatto che qualcuno oltre a me potesse vederlo, mi siedo accanto a lui e iniziamo a parlare.

-Kazemaru Ichirouta ha deciso di adottarmi- dico per prima continuando ad osservare la pallina che volteggia nell'aria.Rick si alza di scatto rimanendo a pochi centimetri dal mio viso per guardarmi meglio come per cercare nei miei occhi la verità.

-Che hai detto?-

-Hai sentito bene.-

-Fammi capire, ti fidi ad andare via con lui?-

-Perché non dovrei?-

-Nives, con la storia che ti porti alle spalle devi considerare sempre tutte le alternative, forse vuole solamente adottarti, o forse ha intenzione di riportarti nelle mani di quei pazzi, nulla è da escludere.-

-A me sembrava più la prima e comunque saprò difendermi in caso contrario.-

-Spero solo tu abbia ragione.-

-Allora ci vediamo quando anche io me ne sarò andato via da qui.- dice Rick abbracciandomi per tornare a giocare con la sua pallina mentre io inizio a correre per il lungo corridoio e tornare alla segreteria. Lui è lì che mi guarda sorridente.

-Ho finito possiamo andare a casa ora.-

-Va bene, ancora un'ultima cosa.-

Mi volto verso la maestra di prima colorando le mie iridi di un color ambra chiaro mischiato a tanti altri colori, lei a quella visione impallidisce ma cerca di sorridere per non far notare l'accaduto al turchese che è dalla parte opposta del mio volto e quindi non può vedermi. Ci allontaniamo dal complesso e saliamo all'interno di una range rover bianca, il viaggio verso la mia nuova casa è molto silenzioso ma anche molto lungo e la noia si fa sentire,per fortuna Kazemaru lo affievolisce cominciando a conversare con me.

-Non ti chiederò nulla riguardo al tuo passato, quando sarai pronta per dirmelo ascolterò la tua storia. Ad una condizione, basta che non mi viene a raccontare le cose alle tre del mattino perché a quell'ora ho il quoziente intellettivo di un pesce rosso-

Rido a quell'affermazione, non credevo che fosse così simpatico, in genere chi ha i soldi è sempre un bastardo menefreghista pronto solo a pensare ai fatti suoi ma mi sbagliavo...o meglio... mi sbagliavo su di lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Strani incontri ***


La casa del turchese è qualcosa di estremamente imponente, per quel che ne sapevo io in Giappone le uniche case che si potevano trovare erano piccole e ben poco spaziose, ma mi sbagliavo. La villa in questione è in stile Cottage e ogni angolo è ben arredato e in ordine, deve avere per forza una servitù o qualcosa del genere per tenere tutto ciò in una totale perfezione. Dopo un lungo giro della casa arriviamo ad una porta ricoperta da un velo bianco.

-Da qui in poi è tutto tuo, puoi arredarlo come desideri, basta solo che tu me lo dica.- dice l'uomo davanti a me aprendo lentamente la porta. Davanti a noi si estende un lungo ponte in legno che arriva fino ad una stanza, credo sia la mia nuova camera. Ovviamente dentro non c'è nulla, il mio nuovo "padre" ha deciso di aspettare ad arredarla, in modo tale che io potessi fare tutto a modo mio. Mentre torniamo nel salone principale un uomo vestito di tutto punto si dirige verso di noi con un vasto sorriso, che viene ricambiato solo dall'uomo accanto a me.

-Piacere di fare la vostra conoscenza signorina, io sono Kite, il maggiordomo di casa Ichirouta- avevo ragione prima a pensare che ci fossero dei servitori all'interno della villa, gli sorrido debolmente abbassando un po' la testa ed indietreggiando. La mattinata passa velocemente e in pomeriggio decidiamo di andare a prendere l'arredamento da sistemare in camera, alla fine ho optato per lo stesso stile della casa con alcune modifiche. Il tempo che impieghiamo a mettere a posto tutti i mobili al piano di sopra è infinito infatti quando finiamo sono quasi le sei e per non recare ulteriore fastidio al turchese mi chiudo in cameretta e sistemo le poche cose che sono rimaste da fare. Dopo circa cinque minuti passati a leggere un buon libro sento suonare il campanello al piano di sotto, decido di rimanere in camera e di non farmi vedere, non ho intenzione di conoscere altre persone almeno per oggi, ma ad un tratto qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire trovandomi di fronte il maggiordomo che mi chiede di seguirlo al piano di sotto, chi dovrò incontrare adesso? Qualcun altro della vecchia squadra della Inazuma? Qualche suo amico? Non faccio domande e mi limito a seguire l'uomo accanto a me che sorride sereno. Arrivata al piano di sotto mi nascondo dietro a Kite per non farmi vedere.

-E' ancora molto timida.-

-Tranquillo è normale.- la voce appartiene ad una ragazzo che ha più o meno la mia età, mi sporgo leggermente da un lato per vedere a chi appartiene la voce. Un ragazzo dai lunghi capelli rosa raccolti da due codini sta parlando con il turchese, quasi come se potesse avvertire i miei occhi puntati su di sé si volta a guardarmi, ha gli occhi color azzurro mare con ciglia altrettanto lunghe, questi appena incontrano i miei del medesimo colore provocano un sorriso al loro proprietario, io non ricambio, anzi, mi nascondo come poco fa dietro la giacca nera del maggiordomo. Sento dei passi avvicinarsi pericolosamente a me mentre stringo i pugni contro la giacca di Kite, all'improvviso vedo il ragazzo in questione affacciarsi da davanti, a pochi centimetri dal mio viso facendomi sobbalzare dalla paura, per allontanarmi di nuovo da lui corro a nascondermi dietro a Kazemaru che ride del mio comportamento, grazie dell'aiuto eh? Quest'ultimo mi cinge la vita con un braccio e mi spinge in avanti per farmi uscire allo scoperto, io mi appiattisco istintivamente al suo corpo quando vedo il ragazzo avvicinarsi nuovamente a me. Lui mi porge cautamente una mano per stringerla, io esito un attimo per poi stringerla, a differenza di come mi aspettavo ha una pelle molto liscia e fresca, strano per un ragazzo.

-Piacere di conoscerti sono Kirino Ranmaru- mi dice lui inclinando appena la testa, mi ricorda un po' un cane quando non capisce qualcosa ed inclina la testa.

-Piacere Nives.- mi affretto a dire prima di mollare la fievole presa. Il rosa non dice nulla mentre continua a sorridere, stavolta però in direzione del turchese dietro di me. Passano circa due ore dal mio incontro con quello strano ragazzo dai capelli rosa, è l'ora di cena e mentre io guardo la tv Kazemaru cucina da mangiare. Non sono ancora del tutto tranquilla in casa, ho provato ad abituarmi al nuovo ambiente da quando sono arrivata ma con scarsi risultati, ma d'altronde, come ci si può aspettare da una ragazza rinchiusa per cinque anni in un orfanotrofio, di abituarsi subito ad una nuova casa? Una mano leggera come la piuma si poggia sulla mia spalla, mi volto di scatto, non sono abituata a contatti fisici, la mano è del turchese che mi invita a sedermi a tavola. Cucina molto bene e anche se non dovrei, chiedo un secondo piatto di ogni cosa. Finiamo la cena in poco tempo e io vado a rifugiarmi in camera mia, la vernice passata oggi pomeriggio si è ben asciugata anche se l'odore impregna ancora la stanza, ma non mi da fastidio, apro la finestra che da sul giardino e abbasso la zanzariera, mi sdraio a terra per continuare a leggere il libro di prima, lasciando che la luce dell'abat jour sia l'unica cosa ad illuminare la stanza, non so quanto tempo impiego per finire il libro ma deduco che sia molto tardi dato che aprendo la porta, non noto nessuna luce proveniente dalle altre camere delle villa. Mi infilo nel letto e dopo un po' Morfeo si impadronisce di me.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Oche o Cigno? ***


Sono circa venti minuti che cammino ininterrottamente lungo i vari corridoi della scuola, cercando invano la scritta "2B". Mancano solo pochi istanti all'inizio delle lezioni e io sono ancora indaffarata a cercare la mia nuova classe, quando guardandomi intorno noto un bidello, così chiedo a lui dove si trova l'alula che sto cercando. Arrivata a destinazione attendo che il professore di turno mi faccia entrare per presentarmi ai miei nuovi compagni. Finalmente la porta si apre, mostrando un uomo alto che mi sorride, indicandomi di entrare dopo di lui. Mi guardo intorno, credevo di finire in classe con il ragazzo dai capelli rosa...aspetta come si chiamava? Ah sì Ranmaru! Purtroppo però lui non c'è, mi toccherà sopravvivere da sola qui dentro, fantastico. Non ascolto il discorso fatto dal professore per presentarmi, sono troppo occupata a squadrare uno ad uno tutti i ragazzi e le ragazze di fronte a me, sento poi una mano poggiarsi delicatamente sulla mia spalla, l'uomo accanto a me mi indica un banco in fondo alla classe dov'è seduto un ragazzo dai capelli blu, a quanto pare quello sarà il mio posto almeno per oggi. Mi siedo accanto al ragazzo in questione che appena mi vede mi sorride dolcemente, ricambio il "saluto" mentre cerco di tenere gli occhi fissi sul banco, odio quando la gente mi fissa e in questo istante l'intera classe si è voltata per guardarmi meglio. Manca solo mezz'ora alla ricreazione e sono totalmente disinteressata ai discorsi tra gli studenti, alcuni di loro hanno provato a parlarmi ma io mi sono limitata a fare piccoli sorrisi e veloci occhiate, inizio a fare dei disegni sul mio quaderno degli appunti, sento improvvisamente del calore accanto a me e voltandomi noto che la fonte di ciò è il mio compagno di banco.

"Anche a te non piace la geografia a quanto pare.", mi dice il blu sorridendo.

"A dir la verità è da circa due ore che non seguo più le chiacchiere dei professori.", non so cosa mi spinge a parlare con lui, ma ad un primo sguardo la sua anima è nera quanto la mia, ma che dico...niente riesce ad eguagliarmi...

"Comunque piacere, Tsurugi Kyousuke."

"Piacere mio."

Iniziamo a dialogare nonostante le varie occhiate dei nostri compagni, non saprei se sono sguardi di curiosità o altro, ma sinceramente non mi interessa. Improvvisamente la campanella suona e tutti si voltano verso di me, ti pareva. Alcuni dei ragazzi si avvicinano a me ma non fanno in tempo a raggiungermi che Kyousuke si intromette.

"E' appena arrivata e già gli state dietro come dei cagnolini sbavosi, fatela respirare almeno oggi.", dice sarcasticamente, ricevendo risposte come: se vuoi tenertela tutta per te puoi anche dirlo, oppure, guarda che non te la rubiamo mica. Ma lui fa finta di niente e mi trascina fuori dalla classe, in corridoio vedo Ranmaru parlare con delle ragazze, ma non si comporta come la sera che l'ho conosciuto, sembra annoiato, quasi seccato dalla presenza di quelle femmine intorno a lui. Kyousuke sembra leggermi nel pensiero.

"E' uno dei più adorati dalle ragazze della scuola, ma alcune di loro sanno essere davvero delle rompiscatole quando si impuntano.", vorrei dileguarmi da qui, anche perché tutte quelle ragazze mi stanno dando il voltastomaco, ma proprio quando faccio per voltarmi gli occhi azzurri del ragazzo si posano sui miei, vedo il rosa venire nella mia direzione così indietreggio un attimo, se ora cominciamo a conversare dovrò subirmi chissà quali commenti dalle ochette, non sono intimidita da loro...ma piuttosto da quello che potrei fargli io se le potessi avere tutte sotto mano.

"Ehilà! Non fare caso a loro.", dice il mio amico quando mi raggiunge, si volta verso di loro e con un gesto della mano tutte le ragazze si dileguano, ovviamente senza avermi fatto prima delle occhiatacce.

"Bella seccatura avere a che fare con delle oche del genere.", non ho intenzione di nascondere quello che penso, soprattutto se si parla di quelle là. Kyousuke alla mia destra sembra sconvolto della mia affermazione, mente Ranmaru alla mia sinistra ride compiaciuto.

"Un'oca non potrà mai contrastare un bellissimo cigno.", risponde allora Ranmaru. Sento improvvisamente le guance che mi tirano, che diavolo sta succedendo? Cos'è questa emozione mai provata prima? Il cuore sembra che debba uscire da un momento all'altro dalla mia gabbia toracica mentre sento tutto intorno a me farsi più caldo. Devo andare in fondo a questa storia, o meglio a questo sentimento. Facciamo merenda sotto un albero che si trova nel giardino posteriore della scuola, i ragazzi parlano fra di loro mentre io mi limito ad ascoltarli, evidentemente i due si conoscono molto bene dato che parlano tranquillamente del più e del meno.

"Ma voi due da quanto vi conoscete?", loro si voltano a guardarmi, come se avessi interrotto qualcosa, anche se in realtà la domanda gliel'ho posta in un attimo di silenzio.

"Da due anni esatti, e siamo entrambi nella squadra di calcio della scuola.", mi dice il rosato con uno dei suoi soliti sorrisi, azzarderei anche a dire che somigliano tanto a quelli del mio nuovo padre. La campanella suona di nuovo e siamo costretti a tornare nelle nostre rispettive classi. Le ore che seguono sono per lo più interessanti, mi piace molto l'italiano quindi seguo attentamente le ultime due ore di lezione, subendo sguardi un po' scettici da parte del mio compagno di banco. Suonata anche l'ultima campanella della giornata, mi dirigo al grande cancello della scuola per poter tornare a casa quando vedo l'auto di Kazemaru fermarsi davanti a me.

"Scusa per esserti venuta a prendere, ma oggi devo andare al campo da calcio, non volevo lasciarti sola a casa quindi che ne dici di venire con me?". Ripenso un attimo alle parole di Kirino: siamo entrambi nella squadra di calcio della scuola. Credo che la squadra che andremo a vedere oggi siano loro.

"Volentieri.", dico entrando di buon umore in macchina.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Vieni con me ***


POV KIRINO

Sto salendo le scale per andare al piano di sopra, precisamente alla camera di Nives. I miei genitori e Kazemaru lavorano insieme e non hanno molto tempo libero, oggi è uno dei classici giorni in cui partono la mattina presto per poi tornare la sera, infatti per oggi il turchese mi ha chiesto di "badare" a Nives. Busso leggermente alla porta, senza però ricevere alcun risposta così entro lentamente e trovo la ragazza a terra concentrata a fare qualcosa, mi avvicino maggiormente a lei per vedere cosa sta facendo e quando sono a quasi due passi da lei, si volta. Ha uno sguardo che potrebbe far invidia alla persona più fredda di questo mondo, mi vengono i brividi, più la guardo più mi accorgo che ho talmente tanto da scoprire su di lei che non mi basterebbe una vita intera. Senza parlare mi fa vedere un quadro che stava dipingendo, ci sono schizzi qua e là con accenni a lunghe strisce colorate.

"Astrattismo?", le chiedo in tono pacato e abbozzando un piccolo sorriso.

"Esatto.",dice lei senza alcun minimo sentimento, non voglio avvicinarmi troppo a lei, così inizio a vagare con lo sguardo per osservare meglio la camera. Lo stile di arredamento è in Cottage ma lei lo ha rimodernato mettendo dei teloni con dei soli disegnati sopra, mentre vicino al comodino c'è un mobiletto con delle pietre colorate. Mi avvicino maggiormente per guardarle meglio.

"A cosa servono?.", non ci capisco niente di questa roba, che stile è?

"Cristalloterapia.", mi dice lei sempre in tono rigido.

"Crista che??", che parolone ha tirato fuori? Ora anche lei parla con parole in aramaico? Sembra mia cugina quando impreca contro di me. Nives si alza e viene nella mia direzione, ecco che ora mi mena, prima o poi dovrò farmi spiegare da qualcuno come sopravvivere a lungo con una donna.

"E' una pratica terapeutica che utilizza i cristalli per curare gli squilibri del campo energetico delle persone, armonizzare e mantenere il benessere fisico."

"E fammi capire tu te li mani e poi ti senti bene con te stesso?", la ragazza accanto a me scoppia a ridere, una risata che si differenzia da tutte quelle che ho dovuto sentire per anni, c'è qualcosa di diverso in lei, di nuovo.

"No, ad esempio se vuoi curare l'insonnia devi mettere una di queste pietre sotto al cuscino, se vuoi curare l'anima devi metterlo vicino al cuore e se vuoi purificare l'ambiente deve prendere grandi pezzi di pietra e sistemarli nella stanza dove preferisci."

"E quale tra queste usi di più?", chiedo osservando uno ad uno tutti quei sassolini colorati.

"Per ora l'azzurrite.", tra tutti gli spazi etichettati c'è un solo buco vuoto, c'è scritto Ametista, chissà perché non c'è. Forse non è riuscita a completare la raccolta.

"Fammi indovinare, Kazemaru ti ha chiesto di passare del tempo con me in sua assenza?", la sua voce mi fa ritornare alla realtà.

"Più o meno.", non ho la più pallida idea di quando i miei genitori torneranno, potrebbero tornare all'ora di cena come potrebbero tornare a tarda notte, maledizione.

"Vuoi dipingere?", ci penso un attimo, effettivamente non abbiamo niente di meglio da fare, mi ritrovo ad annuire. Passiamo circa due ore a schizzare colori sulle tele e alla fine (non so come) sono ancora tutto intatto senza nessuna goccia di colore addosso. Finita "l'ora ricreativa" propongo di andare a fare un giro fuori, sono quasi le sei, non ci sono molte persone al parco vicino casa, strano. Non so esattamente cosa fare, nei primi giorni in cui ho conosciuto Nives sembrava disposta a parlare con chiunque, ma è passato un bel po' di tempo e sinceramente invece di andare avanti sembra che regredisce man mano, o forse sono io che non ci ho mai capito niente. La ragazza in questione è intenta ad osservare dei ragazzini giocare a palla nel campetto dinanzi a noi, ha gli occhi color acqua marina che contrastano perfettamente con i capelli blu notte, pelle bianca quanto quella di Tsurugi e sopracciglia così lunghe da far invidia ad una bambola. Stranamente mi ricorda la signorina Haruna, forse un giorno proverò a mettergli i suoi stessi occhiali. Nell'ultimo periodo ha avuto a che fare con la squadra...vi lascio immaginare la reazione degli alti ragazzi quando l'anno vista la prima volta, per non parlare delle pallonate che ho preso in faccia io tutte le volte che mi voltavo a guardarla. Per ora è vicina solo a me, Kyousuke, Shindou e Masaki, anche se in genere sono io quello che ha più a che fare con lei (un punto in più per me). Improvvisamente il mio telefono inizia a squillare, la chiamata è di mio padre, ascolto tutto quello che ha da dirmi per poi riagganciare.

"Vieni.", dico a Nives trascinandomela dietro, ricevendo sguardi misti tra timore e stupore, non so se è dato dal fatto che non le ho detto niente riguardo a dove ci stiamo dirigendo, o forse perché le sto tenendo la mano, ma sinceramente non mi dispiace affatto il contatto con la sua pelle fredda, fredda tanto quanto lei. Quella maledetta di...

POV NIVES

Dove diavolo stiamo andando e perché Kirino mi tiene la mano? Odio quando le persone mi toccano e il rosa non fa eccezione. Stiamo correndo in un quartiere fatto da case a schiera e a soli tre piani. Vedo il mio amico tirar fuori dalla tasca dei jeans un mazzo di chiavi, perciò questa deve essere la sua casa, per sbaglio alzo lo sguardo un attimo verso una delle finestre, percepisco del calore umano in casa, chi c'è nell'abitazione se noi siamo qui fuori e i genitori di Ranmaru sono a lavoro? Il ragazzo accanto a me si dirige a passo spedito verso il piano di sopra sbuffando sonoramente, lo seguo silenziosamente guardandomi intorno per squadrare meglio l'ambiente. Ci fermiamo davanti ad una porta in fondo al corridoio, era qui che percepivo la presenza di quelle persone.

POV KIRINO

Apro la porta facendola sbattere sonoramente al muro, mia cugina e la sua cerchia di amiche si sono sistemate tutte sul mio letto a chiacchierare e mangiare popcorn sporcandomi il letto!

"Tu, sottospecie di nana malefica!"

"Ma senti chi parla! Non ti stiamo mica distruggendo la camera, e poi tu eri in giro quindi ho approfittato sia del fatto che tu eri fuori, sia del fatto che i miei zii non ci sono.", dice mia cugina con tono sarcastico.

"Mi prendi per il culo? Stai sporcando tutte le lenzuola, per non parlare di tutto il resto della camera!"

"Ranmaru calmati, sono solo ragazze.", la voce di Nives alle mie spalle mi distoglie dalla situazione come un fischietto, un fischietto candido e gentile.

"A..aspetta t..tu sei Nives!", ma perché quel verme non chiude mai la bocca?

"Sì è lei, torniamo a noi.", ma non vengo minimamente calcolato, le ragazze intente prima a fissarmi con disappunto, ora fissano la ragazza accanto a me come fosse un trofeo luccicante.

"Si noi andiamo al piano di sopra, e bada a voi che se trovo anche solo qualcosa fuori posto domani vi strangolo una ad una!", cerco di finire la frase ma il "trofeo" mi spinge lontano dalla porta, forse è meglio così, se avessi continuato a dare addosso a mia cugina probabilmente ora si sarebbe creata una lite assai accesa. Mi dirigo al piano di sopra, l'unico rifugio che ho in questa casa.

"Questa è la mia seconda camera, sarà meglio sistemarci qui prima che succeda qualcosa di brutto di sotto."

"Come sarebbe a dire che ci dobbiamo sistemare qua?", chiede Nives abbastanza stralunata.

"Purtroppo Kazemaru e i miei genitori dovranno fare il turno di notte e dato che Kaito non c'è, il tuo nuovo tutore mi ha chiesto di poterti far dormire qui, ovviamente dormirai sul mio letto da sola."

"E tu?", chiede lei.

"Sul divano o a terra se riesco a ritrovare il mio sacco a pelo."

Dato che questa camera ha il ripiano cottura decido di cucinare qui, non ho intenzione di condividere ulteriormente il mio spazio con le pazze al piano di sotto.

"Chi era quella ragazza al piano di sotto?", chiede ad un tratto Nives.

"Mia cugina.", le rispondo sorridendo anche se non può vedermi bene, lei è davanti alla tv a schermo piatto nel salottino ed è nel senso opposto al mio.

"Come si chiama?"

"Harumi."

"Come fa a conoscermi?" come mai questa sera tutte queste domande? Non abbiamo mai parlato così tanto insieme senza che lei finisse sempre per rimanere in silenzio.

"Teoricamente sei il suo idolo. Ti adora. Ogni volta che viene qui mi parla sempre di te, di come vorrebbe avere i tuoi capelli, cerca sempre di assomigliare a te, capelli, trucco, vestiti e tanta altra roba. Ora che ti ho portato qui temo che non avrai più pace."... e purtroppo mia cugina non è la sola ad adorare tutto di lei...

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Festini in casa Ichirouta ***


°

POV NIVES


L'aria pullula di svariati suoni e profumi. La brezza accarezza silenziosa i rami degli alberi facendoli ondeggiare sinuosamente e facendomi ben presto perdere interesse per tutto ciò che mi circonda. Sono talmente presa che quasi mi dimentico del gran baccano provenire dai saloni della villa...quasi. Ammetto di essere molto tentata dal scendere ed unirmi al "festino" organizzato dalla squadra dei ragazzi (evento organizzato irreparabilmente da Endou e Tenma in onore di non so che), ma sentendo le loro urla di tanto in tanto mi convinco che infondo un po' di aria fresca non fa mai male. Non mi sono ancor ben integrata nel gruppo, quindi gli sforzi per avvicinarsi li fanno sempre loro, non che mi dispiaccia la loro compagnia, ma abituarsi al nuovo non è mai facile. Sento dei passi avvicinarsi alla stanza, e quasi rassegnata mi volto convinta di trovarmi davanti un Tenma bambinesco che mi chiede di unirmi alla festa. Non sentendo alcuna moina attendo paziente di scoprire chi sia salito. Profumo forte irriconoscibile.

-Ero sicuro di trovarti qui. - la voce del rosa mi risuona nella testa come un suono cristallino ma allo stesso tempo deciso. Rimane dietro le mie spalle aspettando una risposta che non arriva, solo un piccolo sorriso, ma sembra comunque apprezzare.

-So che forse per te è più conveniente rimanere qui piuttosto che immischiarti nel delirio al piano di sotto ma... - non gli lascio finire la frase.

-Conveniente?

-Sì beh, abbiamo deciso che chiacchierare non era una cosa fattibile almeno per stasera. Quindi siamo passati a vari giochi online sul calcio, e come dire...forse stiamo iniziando a dare un po' i numeri ahah.

-Mi sembri abbastanza contenuto per qualcuno che ha dato un po' i numeri. - rispondo piano, continuando a fissare gli alberi che nella tangente continuano a muoversi sinuosi.

-E tu mi sembra un po' troppo eloquente stasera. - controbatte subito il rosa. Quante parole gli avrò detto mai per fargli dire una cosa del genere? Mi volto a guardarlo con sguardo interrogativo. Lui sorride abbassando la testa.

-Dico solo che rispetto alle altre volte ti vedo più interessata a ciò che ti circonda. - ora ha rialzato la testa per guardarmi. Ha uno sguardo dolce, come se sapesse che una sua parola sbagliata potrebbe far cadere un castello di carte. Guardo indietro e noto luci soffuse che si alternano all'interno della stanza, sono quelle della sala di sotto.

-Scendiamo? - Mi chiede poi Ran vedendomi interessata al salone. Acconsento scendendo le scale con lui, a debita distanza per quanto le pareti lo permettano, ma comunque vicini.


Ranmaru aveva detto il vero, tutti i ragazzi compresi Endou e Kazemaru erano concentrati a guardare lo schermo piatto davanti a loro dove vi erano raffigurati un campo da calcio e undici persone distribuite in modo simmetrico per tutta la sua lunghezza. Stranamente però era calato il silenzio. Cosa molto insolita se mettiamo insieme Endou e Tenma nella stessa stanza, figuriamoci l'intera squadra di calcio. Inizialmente non capivo ma con il tempo e l'esperienza in seguito capii che quella sera, in quel fatidico momento di silenzio, tutti aspettavano che alcuni giocatori venissero scartati dalla squadra. Difatti appena alcuni di questi giocatori si presentarono uno ad uno davanti lo schermo ci fu il panico. Chi strillava dalla gioia e chi dalla rabbia, da una parte Endou, Kazemaru e altri 5 che si battevano il cinque e si abbracciavano fraternamente mentre dall'altra gli altri 5 che restavano, se avessero potuto, avrebbero fatto volentieri un pianto greco...maschi... Li guardavo accigliata mentre Kirino accanto a me rideva.

Seguirono svariate partite tra i vari ragazzi della squadra e quando Kirino era tornato a giocare mi aveva proposto di sedermi accanto a lui sul divano. Lo seguii senza fiatare mentre tutti facevano finta di parlare e giocare, ma si notavano bene le occhiate che tutti mandavano nella mia direzione.

Diverse ore dopo capii che avremmo passato tutti la notte in bianco a fare i nerd della situazione. O almeno gli altri. Difatti ad un certo punto mi congedai dando la buonanotte a tutti, sperando che la piantassero con le loro urla. Ok che abitiamo in una villa enorme dove da di fuori non si sente nulla, ma io da dentro sentivo bene e chiaro. Ero quasi arrivata alla porta che mi avrebbe portato al porticciolo in legno della mia stanza quando udii qualcuno chiamarmi da dietro, mi voltai e vidi Kirino con l'affanno.

-Sei venuto per chiedermi in anticipo scusa di tutte le urla che lancerai fra poco? - domandai ironica.

-No, no. - disse lui ridendo e avvicinandosi.

-Volevo solo darti la buonanotte. -lo guardai girando un po' la testa, confusa dalla sua affermazione.

-Non me l'avevi già data prima?. - un rossore adesso si stava dipingendo man mano sulle sue guance. Ultimamente accadeva spesso.

-Si, ma...volevo augurarmi che stessi bene.

-Io sto bene. Forse sei tu quello che non sta bene. Sicuro di non avere la febbre? Ultimamente hai sempre le guance rosse. - D'improvviso il suo viso diventò ancor più rosso di prima per quanto possibile.

-No no! Figurati! Sto benissimo! - Lo guardai non molto convinta ma decisi comunque di sorpassare l'argomento.

-Quindi, la buonanotte? - Provai a chiedere ma non feci in tempo.

-Senti Nives, posso chiederti una cosa?

-Dimmi.

-Ti piace qualcuno della squadra?- Come gli veniva in mente una cosa del genere? Quasi non sapevo i loro nomi figuriamoci a provare chissà quale sentimento. Lo guardai con uno sguardo che in qualche modo gli fece capire bene i mie pensieri. Sembrava contento.

-Come mai questa domanda?

-Niente figurati, puro interesse. - Delle voci dalla sala richiamavano il rosa.

-Credo che tu debba andare.

-Ti accompagno in camera e scendo, tranquilla.


Aprendo la porta faccio spazio a Ranmaru per salire insieme il ponticello in legno che porta alla mia stanza. Aprendola noto che la finestra è aperta. Lo stomaco mi si contorce in modo analogo nel mio stomaco facendomi ritrarre e andare quindi contro al petto di Kirino che non si era minimamente accorto di nulla fino ad allora, sentii la sua voce chiedermi se era tutto ok, ma non ricevendo risposta guardò il punto esatto in cui stavo fissando il vuoto, andando quindi a chiudere sia le finestre che le tende. Sono passati anni, eppure solo la visione di quella finestra aperta mi ha fatto riaffiorare tutto...

-Forse è solo la stanchezza che ti gioca brutti scherzi, mettiti a letto e vedrai che domattina starai meglio, intanto chiedo di sotto di fare meno baccano. - dice il rosa premuroso.

-Va bene, grazie. - ma non soddisfatto di ciò che vede decide di darmi la sua felpa ordinandomi di andare subito a letto. Forse sto tremando, non me ne rendo nemmeno conto. Lui decide finalmente di tornare dagli altri dopo però avermi toccato i capelli in modo circolare, quello che voi chiamate "grattino" e avermi augurato buona notte. Mi addormento sentendo l'odore della felpa di Ran, forse l'unica cosa buona di questa serata.


Angolo Autrice: Salve a tutti e bentornati in questa fic! Era da molto tempo che desideravo continuare questa storia e alla fine ho deciso che meritava una seconda possibilità. Ho deciso infatti di scrivere altri capitoli che vanno però inseriti prima di altri (motivo per cui alcuni li ho dovuti cancellare, ma saranno inseriti in un secondo momento), dato che ad una seconda occhiata mi è sembrato che la storia stesse procedendo troppo velocemente. Detto questo, spero di poter aggiornare presto. Buona Lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Inizio di una vacanza ***



POV NIVES
E' una solita mattina di fine luglio e il caldo afoso, classico di questo periodo, non attende a incombere sul nostro piccolo paesino. Un vento leggero soffia portandosi con se piccole foglie o rametti lasciati soffrire sotto il sole dirompente, salvandoli. Osservo il panorama dal finestrone che dà sul giardino interno, senza alcun punto di riferimento in particolare, semplice svago mattutino per i miei occhi. Sono ancora le otto e quasi tutti nella villa dormono ancora, chi mezzo sveglio per il fastidioso caldo, chi dorme senza batter ciglio. Da qualche giorno il gruppo di calcio della Inazuma ha organizzato una gita al mare più vicino, la partenza è fissata tra qualche ora e mi stupisce che Kazemaru non sia già svegliato,sono qui da poco lo ammetto, ma non mi è mai parso che il turchese sia un ritardatario, anzi. Decido comunque di darmi il beneficio del dubbio e continuare ad ammirare lo splendido cortile. Avrei volentieri evitato questa gita ma un po' d'aria non fa mai male, né tantomeno un bel bagno al mare. La sveglia ticchetta le otto e mezza, è passato tutto questo tempo? Richiudo le finestre attenta a non farle sbattere fra loro creando baccano e mi dirigo al bagno. Guradandomi allo specchio noto il mio viso pallido come un pavimento ben lustrato, solitamente ad una vista del genere qualcuno direbbe che ho una bruttissima cera, ma sono abituata al mio candido colorito, quasi come fosse uno splendido tesoro da proteggere. I capelli invece sono arruffati e pagliericci, non perdo tempo a sistemarli.
Mi abbandono al tocco gelido delle goccioline d'acqua della doccia mentre creano piccole increspature lungo tutto il mio corpo, un sottile velo di pelle d'oca, piacevole e rilassante.



POV KAZEMARU
Mi sveglio in ritardo, sudante come un porco tirato fuori lì per lì da un forno e con occhi ancora mezzi chiusi. Possibile mi sia dimenticato di mettere la sveglia? Che mi sia passato di mente ieri sera? Proprio io?
Decido di non perdere altro tempo in pensieri inutili, devo sbrigarmi se voglio partire in tempo con la macchina e con tutti i bagagli già pronti. Mi soffermo a lungo (perdendo altro tempo) dinanzi all'armadio a muro per scegliere quale abbigliamento sia più consono per questa occasione, optando infine per una camicia coreana bianca molto leggera e dei semplici jeans  corti fin sopra il ginocchio. Precipitandomi in bagno al piano superiore noto una piccola nebbiolina sul vetro sopra il lavandino e il pavimento umido e caldo, intuendo quindi che Nives è già sveglia e ha giocato anche d'anticipo!
Mi lavo di corsa senza far caso neanche se quello con qui mi sto lavando sia effettivamente un bagno schiuma o il balsamo, le confezioni sono uguali diamine! Scendo nuovamente le scale per raggiungere la cucina e noto con piacere che la ragazza è lì, intenta a creare qualcosa di buono sui fornelli.

-Hey! Già sveglia eh?-  Aprendo il frigo osservo pensieroso il contenuto per scegliere la giusta bevanda.

-Da un bel po' in realtà. Se credi che qualcosa lì dentro ti aiuterà a svegliarti meglio, ti consiglio di chiuderlo e andare alla macchinetta del caffè.- non si volta a guardarmi ma sento comunque una punta di sarcasmo.

Mentre aspetto che il caffè riempia la macchinetta mangio qualche boccone del preparato di Nives. Nulla di speciale in realtà, uova strapazzate e qualche fetta dorata di pane scaldata nel tostapane, al burro. Solita colazione americana per intenderci, devo prendere seriamente in considerazione l'idea di istruirla sulla cultura giapponese, altrimenti diventeremo ben presto delle palle rotolanti. Sono così perso in pensieri di cucina che quasi non noto uno strano e amarognolo odore, è fastidioso, ti entra a forza nelle narici facendogli chiedere pietà. Con lo sguardo ancora interrogativo e confuso guardo la mia pupilla, che dall'altro lato del tavolino, intenta a inforchettare la sua colazione alza a sua volta lo sguardo, il suo a differenza del mio è pacato, gentile e quasi disinteressato, con l'unico braccio libero mi indica la macchinetta del caffè alla nostra destra che dal canto suo, sputa senza freni una sostanza nera bollente e macchiante. Merda il caffè!



POV TENMA
Finalmente sono le dieci! Manca veramente pochissimo per partire e siamo già quasi tutti riuniti intorno al nostro adorato pullman. Gli ultimi ad arrivare sono Kariya, le ragazze e Nives. Noto una strana espressione sul volto del coach Kazemaru, che si sia svegliato con il piede sbagliato? Chi lo sa, l'importante ora è divertirsi, gli faremo tirare noi su il morale!

Il viaggio non è molto lungo, ma per chi ha fatto fatica a dormire stamane si è addormentato sul pullman, ricevendo beffe, strane battute ambigue e scherzi dagli altri che a volte sono sfociati in litigi e promesse di botte. Le ragazze fortunatamente sono avanti con i coach, chissà cosa sarebbe successo con loro quaggiù, immagino i loro sguardi alle strane battute. La nostra navigazione procede fino ad una tratta dove si deve per forza procedere a piedi tra vie alberate e cariche di aria pulita. Appena arrivati ci sistemiamo in un angolo di spiaggia dove non vi è nessuno e dove è permesso sostare senza alcun distrubo altrui. L'acqua è talmente limpida che si vede il fondale e i piccoli pesci rincorrersi fra loro non curanti dei nostri enormi passi, uno vero spettacolo. Qualche scoglio qua e là a dominare le basse acque ricoperte da cozze, alghe e ricci di mare di tutti i colori!
Iniziamo a montare le tende prima che faccia troppo caldo e in meno di un'ora siamo tutti in acqua!



POV NIVES
E' quasi mezzogiorno e siamo tutti in acqua per il troppo caldo. Da lontano vedo Ryoma fare lo spavaldo e mettere un dito in acqua, tempo qualche secondo un pesce gli afferra il dito facendogli ululare un bel po' di parole che ora non sto a ripetervi...
Mentre i maschi sono intenti a salirsi uno sulle spalle dell'altro e tuffarsi all'indietro con strane e storte capovolte o a combattere fra loro, noi ragazze passiamo il tempo ad osservare gli scogli sotto di noi. Sono molto viscidi quindi decidiamo prontamente di restare a distanza ed osservare i pesci passarci a poca distaza da noi.Mentre nuotiamo beate qualcuno prende Midori dal piede e la trascina in superficie, incuriosite e impaurite, io e le altre, la seguiamo fino a quando non vediamo il cielo distintamente. Guardandoci intorno vediamo Amagi tenere in braccio Midori.

-Ehi ragazzi, ho catturato un salame! 50 kl per ignoranza, chi la vuole? Ahaha- i ragazzi alla sua affermazione ridono all'unisono mentre la ragazza si dimena dando calci e pugni a raffica, fino a quando il ragazzo viene costretto a rimetterla giù.

Dopo poco siamo tutti in tenda a pranzare chiacchierando del più e del meno, la maggior parte dei coach sono già quasi tutti a dormire...vent'anni e non sentirtli eh? Avendo finito prima delle altre ragazze mi sistemo alla tenda più vicina all'acqua per osservarla meglio, nonostante la distanza di circa venti metri. Sento qualcunoavvicinarsi alla tenda, pur sentendo odore di sale riconosco un familiare profumo. Mi volto a guardare il mio tutore entre mi copro il viso con una mano dai raggi del sole che puntano proprio nella sua direzione.

-Credevo stessi dormendo come i tuoi coetanei.- Gli faccio spazio abbastanza per sedersi ed evitare il sole cocente.

-Non tirartela troppo novella, io e te non abbiamo così tanti anni di differenza.- lo sento ridere di gusto, facendomi scappare una piccola risata di risposta.

-Secondo te quanto duriamo in tenda? Da quel che ho capito rimarremo qualche giorno.-

-Sì, ma solo stasera rimarremo in tenda. Da domani in albergo.- lo guardo con la coda dell'occhio. Nonostante i capeli arruffati raccolti in una specie di chignon sfatto e dei piccoli arrossamenti sulle guance, rimane sempre e comunque un bell'uomo, o ragazzo se preferite. Non è molto muscoloso, ma si distinguono bene gli addominali e le gambe che a differenza di quelle secche e quasi scheletriche di Endou sono abbastanza piazzate. Lo sguardo sereno, nulla lo turba, è in pace con ciò che lo circonda, anche con me.

-Quindi niente riposino da vecchietto eh?- inarco un sopracciglio e guardo l'acqua che avanza e si ritrae, come una persona che incoscente fa il salto più lungo della gamba e invano cerca di rimediare ai suoi errori tornando sui suoi passi. Chissà se anche Ichirouta tra qualche tempo, finirà nella medesima situazione dopo aver riflettuto meglio su di me.

-Vuoi forse finire in acqua Nives Hawkins?-

-Non direi Kazemaru Ichirouta.- sorridiamo guardandoci, nulla di troppo buono, nulla di troppo ambiguo. Lo saluto vedendolo scomparire dopo qualche tenda.

Rimango sola a guardare l'orizzonte luminoso, speranzoso. Torno ben presto alla mia tenda con gli occhi che mi bruciano dal sonno, mi ero dimenticata di essermi alzata presto stamattina, ma per fortuna il mio corpo mi manda il conto. Divido la tenda con Aoi, sebbene avrei volentieri scelto la tenda di Kazemaru. E' una ragazza molto tranquilla e dolce anche se riesce ad essere autoritaria quando vuole. La ammiro anche per i sentimenti che nasconde per il suo migliore amico Tenma, spero che un giorno decida a farsi avanti, per il suo bene. Mentre rifletto sui suoi sicuri e i miei possibili sentimenti, mi lascio abbandonare in un esausto sonno. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3450592