Lo sbaglio migliore che abbia mai fatto

di Allison93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo lavoro ***
Capitolo 2: *** Si festeggia! ***
Capitolo 3: *** Un viaggio poco gradito ***
Capitolo 4: *** un incontro inaspettato ***
Capitolo 5: *** Il passato torna sempre a bussare ***



Capitolo 1
*** Un nuovo lavoro ***


Capitolo 1 - Un nuovo lavoro
 
Seduta in quella grande sala continuo a battere i piedi sul pavimento a tempo di una canzoncina di cui non sa nemmeno io la provenienza. Sposto lo sguardo più volte intorno a me, come a memorizzare tutta la stanza, prima di soffermarsi sulla segretaria che, alla sua scrivania, digita pacifica al computer. La sua espressione è tutta l’opposto della mia, i miei occhioni azzurri riflettono tutta l’ansia che ho dentro mentre la mano destra passa sui lunghi capelli castano scuro legati ordinatamente in uno chignone. Ho optato per un trucco semplice, solo eyeliner e mascara nero con un po' di lucidalabbra, insieme ad un vestiario raffinato: giacca nera che copre una camicetta bianca lasciata appena aperta per creare una scollatura, non troppo pronunciata ovvio, insieme ad una gonna a tubino nera a vita alta che copre parte della camicetta stessa. Le lunghe gambe sono fasciate da delle calze color carne. Ho deciso di abbinare al tutto delle decoltè nere con tacco alto. La mano destra torna accanto alla sinistra a stringere forte il mio portfolio contenente le fotografie che ho scattate sia per lavoro che per piacere. Sono persa nei miei pensieri quando sente qualcuno chiamarmi
- Caitlin Bowman -
Faccio un profondo respiro e mi alzo, dirigendomi verso la porta che mi indica gentilmente la donna. Tentenno un attimo poi poso la mano sulla maniglia e apro la porta, davanti a me un uomo alto, di bella presenza con occhi scuri e capelli castani, che osserva con aria assorta dei documenti davanti a sé. Eccolo, il direttore del New Orleans Journal, e mio futuro capo… almeno si spera!
Non appena ho letto l’annuncio circa la ricerca di fotografi ho subito sistemato il mio curriculum e alcune mie opere e le ho inviate, ed eccomi qui, pronta a farmi strapazzare. L’uomo alza lo sguardo dai fogli e nota la mia presenza lì, ancora in piedi sulla porta. Mi sorride, un sorriso caldo e tranquillo mentre mi fa cenno di sedermi
- prego signorina Bowman, si accomodi -
Il tono di voce è basso, ma non tanto da risultare incomprensibile. Mi allunga una mano e io la stringo con delicatezza 
- Jasper Allen, piacere di conoscerla -
mormoro il mio nome e un piacere in risposta. Automaticamente prendo posto sulla sedia davanti a lui osservandolo in attesa, tesa come una corda di violino 
- allora, signorina Bowman… -
prende qualcosa dalla parte destra della scrivania e lo apre, è il mio curriculum insieme alle foto che ho allegato 
- foto davvero molto belle, complimenti… lei ha occhio - 
Continua ad osservare il mio curriculum mentre io osservo lui 
- uhm non male, ha lavorato in vari piccoli giornali vedo, freelance giusto? -
Mi ritrovo ad annuire, la gola secca non aiuta di certo a parlare per cui non lo faccio, non ancora almeno 
- bene bene - 
chiude il curriculum
- perché non mi dice qualcosa altro? tipo… perché ha scelto questa carriera, com’è che le piace tanto la fotografia… insomma mi parli di lei, qualcosa che non posso leggere qui –
e posa una mano sui fogli che mi riguardano
Mi schiarisco la voce e lo fisso, iniziando a parlare
- mio padre, ha un negozio di fotografia ed è lì che ho appresa quanto sia stupendo questo mondo, si può esprimere i propri pensieri, le proprie opinioni e il proprio modo di vedere tutto ciò che ci circonda con il semplice uso di una macchina fotografica. Per me le immagini parlano più delle parole stesse e ho deciso di fare di questa mia passione un lavoro perché, nel momento in cui ci si diverte non è più un lavoro ed è molto meno pesante - 
faccio una piccola pausa osservando il suo sguardo che sembra imperturbabile
- sono una persona testarda e determinata, e penso che questo possa essere considerato sia un difetto che un pregio, se mi metto in testa qualcosa faccio di tutto per raggiungere il mio obiettivo, nel bene e nel male -
Sono quasi pronta a continuare quando lui si limita ad annuire prima di parlare 
- signorina, sarò franco… ho visto persone più qualificate di lei sotto certi aspetti – 
eccolo, il mio umore sta peggiorando, lo sapevo… che mi è venuto in mente di provare’ io sono…
- ma le sue fotografie mi hanno fatto provare delle strane emozioni, sono davvero molto belle ma sono sicuro che può fare di meglio… - 
eccolo, mi sta per mandare a casa, senza quel lavoro che ho tanto sognato
- e spero vivamente che migliori insieme a noi – 
si alza fissandomi mentre io ricambio lo sguardo, per un attimo incredula e non capendo bene cosa questo significhi. Riacquisto finalmente un po' di lucidità e mi alzo in piedi, allungando la mano verso quella che lui mi offre
- quindi… quindi sono assunta? – 
domando titubante mentre gli occhi e la bocca si aprono sorpresi, tanto da far ridere l’uomo
- si signorina Bowman, lei fa ufficialmente parte del nostro organico… benvenuta al New Orleans Journal! – 
lo guardo ancora incredula mentre ringrazio e mi volto per uscire dall’ufficio e lasciare Jasper al suo lavoro. Una volta fuori, saluto distrattamente la segretaria e continuo verso l’uscita, ancora incredula da ciò che è successo in quelle quattro mura. 
Ho un lavoro, sono stata assunta, ho finalmente il lavoro dei miei sogni! 
Sembro realizzare tutto in un attimo ed è in quel momento, in strada, che urlo come una forsennata incurante della gente che passa e mi osserva come se fossi impazzita. In un impeto di gioia prendo il cellulare e compongo un numero, portandolo all’orecchio mentre un sorriso a trentadue denti mi appare sul volto. Non appena il mio interlocutore mi rispondo non lo saluto nemmeno 
- preparati! Questa sera si esce a festeggiare! – 
e quasi non attendo risposta prima di chiudere e alzare lo sguardo verso il cielo felice. Finalmente tutti i tasselli vanno al proprio posto, finalmente la mia vita sregolata sembra andare in una direzione, quella che ho sempre voluto, tutto sembra andare per il verso giusto senza più casini. 
Ancora non posso sapere quanto io mi stia sbagliando


Note dell'autrice
Ecco il primo capitolo, so che non è granchè ma è solo uno di presentazione, diciamo così... introduce la protagonista, dal prossimo inizieremo a calarci di più nella sua vita e man mano scopriremo meglio chi è e come è arrivata al punto in cui è ora.
Spero la storia possa piacervi, al prossimo capitolo! :)
 

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Capitolo 2
*** Si festeggia! ***


Capitolo 2 - Si festeggia!
 
Ancora euforica per il nuovo impiego torno a casa, un piccolo appartamento in uno stabile poco lontano dal centro che divido con la mia migliore amica, Alyssa. Non appena metto piede in casa urlo a pieni polmoni
- Aly!!! –
La mia coinquilina spunta dalla porta della sua camera, affacciandosi sul corridoio e correndomi incontro
- Ce l’hai fatta! Ah lo sapevo! Non te l’avevo detto che ce l’avresti fatta? Te l’avevo detto io! –
Mi salta al collo strozzandomi quasi mentre io rido divertita dalla solita esuberanza di Alyssa
- Così non respiro! –
Continuo comunque a ridere mentre la mia amica mi stringe ancora un po' e mi lascia andare
- Allora, hai detto che vuoi festeggiare, dove vuoi andare baby? –
Eh già, ho già chiamato Alyssa non appena ho finito il colloquio per aggiornarla subito, ancor prima del mio ragazzo, William, che ci raggiungerà direttamente nel locale
- Bè ad ubriacarci ovviamente! Che ne dici, andiamo a festeggiare da Skitch? –
Alyssa mi guarda con gli occhi che le si illuminano
- Assolutamente si! –
- Perfetto, chiamo William e lo avviso, ci vedremo lì… sistemiamoci allora… -
Mi dirigo verso camera mia con il cellulare in mano ma la voce di Alyssa mi ferma
- Ah… ha chiamato tua madre –
Mi volto a fissarla in attesa che continui
- Voleva dirti di questo weekend, della festa in famiglia o che so io… non me ne avevi parlato –
Sospiro e scuote il capo
- Pensavo di non andarci in realtà ma so che mi odierebbe per tutta la vita per cui… penso che partirò venerdì pomeriggio, mi porterò comunque dietro William, sai quanto odio rimanere sola con loro –
Faccio una chiara smorfia
- Se vuoi venire sei la benvenuta eh! –
Scuote il capo in segno di diniego
- No grazie, questo weekend sai che lo passo da Drew –
Annuisco, me lo ricordo eccome. Alyssa e Drew, una coppia perfetta, qualcosa a cui ho sempre aspirato ma che non sono mai riuscita ad avere… nemmeno con William abbiamo un tale affiatamento come quello che c’è tra la mia migliore amica e il suo ragazzo. Certo, alla mia storia non manca nulla, va bene ma non come quella della mia amica e certe volte sono un po' gelosa di questo.
- Meglio se ci muoviamo, sai che William odia i ritardi –
E detto questo sparisco all’interno della mia camera
***
 
Quasi un’ora e mezzo dopo, per un caso fortunato oserei dire, siamo all’interno del locale, seduti ad un tavolino ad ingurgitare qualsiasi tipo di drink ci capiti a tiro. Al momento siamo al giro di rum e pera ed ecco infatti che io, Alyssa e William prendiamo il bicchierino di rum buttandolo giù in un fiato seguito subito dal succo alla pera. Faccio un profondo respiro e sorrido ai miei accompagnatori
- Adoro serate del genere, quando siamo tutti insieme! –
Mi stringo a William che mi deposita dolcemente un bacio sui capelli, lui è sempre così dolce… e io sono già un po' alticcia e la cosa non mi dispiace per niente, siamo qui per questo no? Rido e mi guardo intorno soffermandomi poi su Alyssa che sta ordinando un altro giro
- Ehi! Fammi riprendere fiato! –
- Siamo qui per festeggiare tesoro, e festeggiamo! È un giorno importante, hai ottenuto il lavoro che hai sempre voluto, se pensi che me ne starò buona buona te lo scordi! –
La solita Alyssa. Rido ancora mentre William mi stringe di più
- Non esagerare Alyssa, è già abbastanza alticcia, non va bene continuare… magari è meglio se torniamo a casa –
- Il solito perfettino! Lasciati andare un po' William, stiamo festeggiando, per una sera non fa male eh –
William guarda la mia amica con una faccia per niente contenta, borbottando un po' ma non aggiunge altro, si limita a stare al mio fianco e ad accettare passivamente le idee di Alyssa. Nel momento in cui lei si volta lui si avvicina con un orecchio a me sussurrandomi
- Sai che sei proprio sexy questa sera? Torniamo a casa… -
Cerca di insistere con me e per un attimo sto quasi per cedere, il suo fiato caldo sul collo mi invita ad allontanarmi con lui, che sia casa o altro non mi importa, seppur so bene che William amiil “classico”. Non centriamo nulla noi due ma ho scelto di stare con un uomo come lui perché volevo essere diversa, esorcizzare i miei demoni, lasciare indietro una parte di me chiudendola bene nel profondo per non farla riemergere mai, dimenticare il passato… ma certe volte mi sembra tutto così noioso.
Mi volto verso di lui e sorrido dolcemente
- Sii buono, restiamo altri cinque minuti e poi possiamo andare a casa, e potrei anche rimanere da te, che ne dici? –
Forse non sono poi così ubriaca. Lo vedo annuire felice come una Pasqua e quando mi volto noto lo sguardo attento di Alyssa che ci fissa. Lei non adora William ma se fa felice me allora lo accetta, a differenza dei miei che sono straentusiasti di lui. Lascio perdere questi pensieri e mi concentro sul prossimo giro che è appena arrivato
- Allora, questi? Non si bevono da soli! –
E giù a bere, ancora per un bel po'.
***
 
Saluto Alyssa che abbiamo appena riportato a casa allontanandomi poi insieme a William verso casa sua, una piccola villetta appena fuori dalla città.
Una volta rientrati in casa William mi guarda quasi incerto, forse per via della mia ubriachezza, non così esagerata devo ammettere, fortuna che lo reggo bene l’alcool.
Gli sorrido per fargli capire che va tutto bene, pregando dentro di me che molli tutte le sue remore e mi salti addosso ma è una speranza vaga, lo so bene, lo conosco ormai da un po'
- Sei stanca? Vuoi andare a dormire? –
Scuoto il capo mentre mi levo il giubbotto. Lui segue le mie movenze con attenzione, portando le mani in tasca e spostando la giacca nera che ha messo per l’occasione, una di quelle più sportive.
È un bel ragazzo infondo, capelli castani portati appena lunghi, occhi scuri come pozze in cui ci si perde… ho sempre avuto un debole per gli occhi, fisico asciutto che al momento è fasciato in una camicia che gli ho regalato io al nostro primo anniversario e si sa, gli uomini in camicia possono essere classificati tra le meraviglie del mondo. Faccio un profondo sospiro e mi avvicino a lui
- Non sono stanca, ho ben altro in mente… tranquillo, anche in quel caso serve un letto –
Un piccolo sorriso compare sul mio volto, così come sul suo e per un attimo il mio pensiero va al giorno in cui l’ho conosciuto.
Ero appena arrivata a New Orleans, ancora in cerca di lavoro quasi due anni fa. Ero in un bar, a prendere un caffè, dovevo correre ad un appuntamento con Alyssa ed ero anche troppo in ritardo, mi sono voltata e lui mi è finito addosso, sporcando la mia maglietta preferita di caffè. Stavo alzando lo sguardo per dirgliene quattro ma le parole mi si sono morte in bocca quando l’ho visto. Lui continuava a scusarsi, era vestito in modo impeccabile: giacca e cravatta. Ha insistito per offrirmi un altro caffè e non ho saputo rifiutare, al diavolo Alyssa! Siamo rimasti a chiacchierare finchè non è stato richiamato in tribunale, da bravo avvocato qual è. Ci siamo rivisti il giorno dopo, quello dopo ancora fino ad iniziare una vera e propria relazione che si è prolungata fino ad ora, quasi due anni.
Le mani di William che mi toccano la coscia scoperta mi fanno tornare al presente. Ho scelto questa gonna corta apposta, sperando di raggiungere questo momento.
Rialzo lo sguardo su William e gli sorrido dolcemente, allungandomi per baciarlo dolcemente, un bacio che va via scaldandosi mentre le mie mani ne cercano il petto per raggiungere le spalle e potergli togliere la giacca.
Le sue mani percorrono la coscia andando verso l’alto, insinuandosi sotto la gonna mentre io cerca di slacciargli la camicia con movimenti lenti. Le sue labbra si abbassano sul collo e mi fanno scappare un sospiro di piacere mentre gli accarezzo il petto scendendo sempre più giù, così come le sue labbra che esplorano il mio corpo fino ad arrivare al seno. Quando anche io sto per raggiungere il suo punto più debole mi prende in braccio trasportandomi verso la camera, per finire quello che abbiamo appena iniziato.
Nota dell'autrice
Eccoci ad un nuovo capitolo. La storia inizia a delinearsi e spero vada bene... Escono il famoso fidanzato, William, e la sua migliore amica Alyssa che sarà una parte fondamentale della storia e della vita di Caitlin, come tutte le migliori amiche ovviamente. Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 3
*** Un viaggio poco gradito ***


Capitolo 3 – un viaggio poco gradito
 
Sono alla guida della mia giulietta diretta verso il luogo in cui sono nata, Asentar Church, un piccolo paesino di provincia a qualche ora di distanza da New Orleans pieno di campi verdi e dove tutti si conoscono l’un l’altro, è impossibile non riuscirci vista la bassa densità di popolazione presente.
Faccio un profondo sospiro mentre sposto lo sguardo verso il mio accompagnatore, William, che sta scegliendo un CD da mettere come sottofondo alla nostra conversazione quasi assente visto il mio pessimo umore.
Odio dover tornare ad Asentar Church e, per quanto la ami, odio dover trascorrere questi giorni con la mia famiglia, odio tutte le feste che ci ritrovano insieme e, appena posso, le salto tutte… sarà per questo che mia madre è quasi arrivata a minacciarmi pur di farmi tornare.
- Che razza di musica hai? –
Fisso William quasi a volerlo incenerire
- Quella che mi pare! –
- Ehi! Non parlarmi così nervosa, non è colpa mia se siamo qui lo sai… -
Sospiro, ha ragione da vendere per cui cerco di calmarmi, è anche il motivo per cui ho insistito per guidare, mi rilassa.
- Scusa… -
Riesco a dirlo, seppur mi costi un po' al momento. Lui si allunga per darmi un veloce bacio sulla guancia
- Nessun problema piccola –
Dio, perché dev’essere sempre così comprensivo? Potrebbe anche incazzarsi ogni tanto no?
Sembra quasi che io abbia voglia di litigare per cui me ne sto zitta lasciandogli scegliere un CD che piace a lui e cerco di rimanere in silenzio per tutto il viaggio, rispondendo solo quando serve.
 
***
 
Raggiungiamo casa mia in poco tempo, una casa su due piani dalla facciata bianca e un piccolo portico in cui passato le serate d’estate con gli amici. Osservo con attenzione la struttura e respiro a fondo prima di avvicinarmi a William e prenderlo per mano, quasi come se fosse un ancora, il mio porto sicuro, prima di dirigermi insieme a lui verso la porta che si apre di scatto rivelando mia madre che corre verso di noi a braccia aperte
- Caitlin! –
Sorrido un po' in imbarazzo stringendo di più la mano di William.
È ancora una bella donna, mia madre, con i suoi lunghi capelli biondo e gli occhi celesti, che ho ereditato. Da mio padre, ho preso i capelli castano scuro e la pelle chiara, più chiara del normale. Ed ecco uscire anche lui, con un sorriso a trentadue denti seppur con passo molto più calmo di quello di mia madre che al momento mi sta stritolando tra le sue braccia, contenta di vedermi.
Non appena mi lascia di avvicina anche mio padre ma solo per posarmi un dolce bacio sulla testa, un vero gesto d’amore. Gli sorrido e li osservo entrambi mentre loro si voltano a salutare anche il mio accompagnatore.
- Sono così contenta che siate qui! –
Mia madre quasi saltella per la felicità
- Entriamo, entriamo… sarete affamati, ho dell’arrosto in forno e ho già fatto un po' di pasta, che ne dite? Ceniamo? –
E si dirige verso casa senza aspettarci. Mio padre trattiene le risate e guarda sia me che William.
- Bentornati –
Seguiamo mia madre in casa e ci fermiamo un attimo all’entrata per togliere i cappotti prima di raggiungere la cucina e trovarci davanti una tavola già imbandita. Sorrido, non è cambiato nulla da quando me ne sono andata
- Allora… inizio quasi ad avere fame –
A mia madre si illuminano gli occhi e attende che siamo tutti seduti prima di iniziare a servire tutto
- Allora, Will –
Mio padre fissa il mio uomo dal suo posto a capotavola
- Come va il lavoro? Ho letto di un po' di crimini successi a New Orleans, e un paio di processi interessanti, come quello di quel uomo accusato di omicidio… -
William guarda mio padre e annuisce mentre ringrazia mia madre con il suo più bel sorriso che stenderebbe chiunque, tanto che mia madre sembra tornata ad essere una ragazzina davanti al suo idolo
- Si signore, è un caso che ho assunto io, non è ancora tutto definito ma sono vicinissimo a vincere la causa, sono sicurissimo di riuscirci –
Come sempre William è ottimista e, la cosa interessante, è che riesce davvero in tutto quello che vuole raggiungere, su questo non c’è niente da dire.
Mio padre sta per aggiungere qualcosa ma mia madre è a tavola e lo guarda torva
- Non si parla di lavoro a tavola –
Ammonisce entrambi e io ne sono più che felice. Resto in silenzio al mio posticino finchè mia madre non mi richiama sulla Terra
-Tesoro… tesoro? –
Alzo lo sguardo, lo ammetto per un attimo mi ero estraniata
- Si? –
Sbatto le palpebre sugli occhioni azzurri, osservando tutti che mi osservano a loro volta
- Chiedevo come sta Alyssa… e come procede a New Orleans –
- oh… tutto bene mamma, Alyssa sta bene e vi manda i suoi saluti, purtroppo doveva lavorare questo fine settimana –
Bugia, ma per una commessa di un centro commerciale è più che plausibile come scusa
- A New Orleans tutto bene… non è cambiato nulla dall’ultima volta che siete venuti… mesi fa –
Mia madre mi osserva con occhio critico
- Mmmm –
Non sembra convinta tanto che io alzo un sopracciglio e la guardo come a chiedere che succede
- Sei dimagrita tantissimo, stai bene? –
Dal suo sguardo si vede più che preoccupazione. Sospiro, so perfettamente cosa sta pensando, qualcosa che è legata al mio passato, qualcosa che non le fa affatto piacere e di cui io non vado fiera.
- Sto bene mamma, davvero… è tutto ok –
Le sorrido rassicurante prima di voltarmi verso William per chiedergli aiuto e lui coglie al volo la mia occhiata disperata
- Allora, Cathrine, come sta la famiglia? Quando arriveranno? Non vedo l’ora di vedere tutti… come sta Jessica? E i bambini? –
La conversazione riguardo mia cugina sembra deviare mia madre
- Oh arriveranno domani in mattinata! Stanno benissimo, i bambini sono stupendi, Steven e Joseph sono un amore, e pensa ora è di nuovo incinta! Ce l’ha detto l’altro giorno, vero John? –
Guarda mio padre che si limita ad annuire mentre si dedica alla sua cena
- E voi? Quando mi darete dei nipotini eh? –
La forchetta mi cade di mano facendo rumore sul piatto mentre mia madre continua a parlare, quasi non se ne fosse accorta
- Prima però vi dovete sposare eh, andiamo per gradi ok? –
Sbianco, inizio a sudare freddo mentre William guarda imbarazzato mia madre non sapendo bene come rispondere ed è in questo momento che entro in gioco io
- Mamma… -
Ma la voce non esce, se non un piccolo sussurro spaventato. Ci riprovo
- Mamma… -
La voce sembra attirare la sua attenzione per cui continuo
- Mamma mi sembra presto per parlare di figli e matrimonio, stiamo insieme da solo un anno, vorremo prima vivere un po' la nostra… privacy, diciamo così, mi sembra giusto no? –
William mi stringe la mano sotto il tavolo, ringraziandomi per l’intervento mentre mia madre mi fissa in silenzio, mio madre fissa lei
- Si… si penso… penso sia giusto –
Mi osserva quasi fossi un’aliena e poi torna al suo piatto. Consumiamo quel pasto in silenzio rotto solo dal rumore delle forchette sui piatti e da qualche chiacchiera occasionale sulla giornata di domani, l’incontro con l’intera famiglia.
 
***
 
La serata è finalmente giunta alla fine e ci congediamo dai miei genitori dirigendoci verso la nostra camera da letto, la mia camera da letto che non utilizzo più. Apro la porta e la osservo, quando sono andata via ho tolto tutto, lasciando solo i mobili e le cose indispensabili come qualche libro e foto di famiglia. William entra con entrambe le valigie e le posa in un angolo, guardandomi con attenzione
- Stai bene? –
Mi volto verso di lui e lo osservo con attenzione, sembra seriamente preoccupato ma io sono completamente priva di sentimenti, apatica. Annuisco meccanicamente e guardo la stanza
- Si, sto bene… è solo stata una lunga serata –
Lui annuisce e si avvicina per abbracciarlo e darmi un dolce bacio sulle labbra che ricambio senza passione. mi lascia andare, capendo che non è serata e mi osserva con occhi critico
- Vuoi… stare da sola? –
Sa perfettamente che io ho questi momenti, momenti in cui preferirei restare in solitudine a pensare, a riflettere. Annuisco verso di lui e mi avvicino
- Si… esco a fare un giro, non tornerò tardi –
Gli do un leggero bacio sulle labbra e, senza voltarmi, lascio la stanza. So che capirà, lo capisce già.
Scendo in fretta le scale e prendo al volo il cappotto. I miei sono già andati a letto e io non ho intenzione di disturbarli. Salgo in fretta in auto e guido fino al primo supermercato aperto. Compro la prima bottiglia di vodka che trovo e, ignorando la sensazione di déjà vu guido fino ad un prato al limitare del bosco che circonda la cittadina. Parcheggio l’auto e scendo, andando a sedermi sull’erba fredda a fissare le stelle e a bere vodka liscia senza poi farmi tanti problemi, iniziando a pensare alla mia vita e a quel vuoto che sento più di quanto dovrei.
Sono tanto presa dai miei pensieri che quell’improvvisa voce mi fa sobbalzare. Mi volto di scatto, non mi ero accorta di essere in compagnia. Poco lontano, al buio, è stesa una sagoma nera di un uomo. Aguzzo lo sguardo e lui si alza mostrandosi alla luce lontana del portico di una casa.
Lo fisso non riconoscendolo, studiandone in lineamenti, la mascella, le labbra e salendo verso gli occhi ed è qui che mi raggelo, fissando quegli occhi glaciali che riflettono il sorriso beffardo che ha sulle labbra
- Ciao Caitlin –
La bocca si apre automaticamente fissando l’uomo davanti a me. Mi sarei aspettato di vedere chiunque, qualsiasi altro uomo ma non lui, non Keenan Cooper.

Note dell'autrice
Ecco un altro capitolo, lo so, è un pò in ritardo ma con gli esami universitari imminenti cercherò di postare quanto più costantemente possibile. 
Allora ecco il tanto atteso viaggio, l'incontro con i genitori ed ecco la figura di Keenan fare il suo ingresso, chi sarà? lo sapremo al prossimo capitolo

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Capitolo 4
*** un incontro inaspettato ***


Capitolo 4 – un incontro inaspettato
 
Continuo a fissare l’unica persona che non mi sarei aspettata di vedere, anzi ero più che sicura che non l’avrei mai più rivista. Deglutisco a fatica mentre lui mi fissa con quel suo sguardo penetrante e quel sorrisino che non sembra voglia andar via
- Sembra tu abbia visto un fantasma, Cat –
Mi prende in giro mentre io cerco di riprendere un po' di contegno e riuscire a parlare. Mi schiarisco la voce e cambio sguardo assumendone assolutamente neutro, o almeno è quello che punto a fare
- Ciao anche a te Keenan, non pensavo di rivederti in questo buco di paese –
Il suo sorriso si allarga ancora di più, se solo possibile, alle mie parole, le esatte parole che ha usato lui quando ha lasciato Asentar Church
- Sai com’è, non si possono ignorare le proprie origini per sempre –
Il mio sguardo vaga su tutto il suo corpo, non è cambiato poi tanto, è sempre il ragazzo da cui stare alla larga, quello che rischia di portarti sulla cattiva strada. Osservo i suoi abiti: una maglietta bianca, semplice sotto un giubbotto in pelle nero. Le lunghe gambe magre e allenate sono fasciate da dei jeans neri. I capelli biondi sono corti, quasi rasati oserei dire e una barbetta incolta gli ricopre tutto il mento e le mascelle. Gli occhi azzurri continuano a fissarmi quasi mi stessero studiando. Qualcosa nella sua voce mi dice che non è solo una visita di cortesia, anzi tutt’altro… dev’essere successo qualcosa.
- Tua nonna? –
Lui si limita ad annuire e per un attimo un velo di tristezza gli ricopre quei bellissimi occhi azzurri
- Mi… mi dispiace –
Non riesco a dire altro, mi dispiace sul serio, sua nonna era una delle più brave e dolci donne che io abbia mai conosciuto, mi trattava come una figlia ai tempi del liceo, quando io e Keenan eravamo migliori amici prima che lui abbandonasse tutti senza dire niente a nessuno, una cosa che mi ha enormemente ferito… e che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai miei genitori seppur vedere la propria figlia distrutta non dev’essere stato semplice per loro. È stato allora che è avvenuto il cambiamento, mi sono trasformata in quello che sono oggi…
- E tu perché sei qui? Pensavo te ne fossi andata… -
Le sue parole mi ridestano e mi ritrovo a fissarlo per un po' prima di parlare
- Cena in famiglia, è una specie di festa, devo ancora capire quale –
- Oh, le fate ancora? –
Mi limito ad annuire mentre mi rigiro tra le mani la bottiglia di vodka che lui nota subito. Un sorriso spontaneo compare sulle sue labbra
- Quella mi fa pensare alla prima volta che ci siamo ubriacati… eravamo dei ragazzini –
Fisso anche io la bottiglia e annuisce, un sorriso amaro mi compare sul volto
- Già… quanti anni avevamo, quattordici? –
Anche lui annuisce continuando a fissarmi. Sa perfettamente dove sta vagando la mia mente, a quali ricordi e non potrebbe essere altrimenti, lui è la persona che mi conosce perfettamente, anche meglio di Alyssa che è arrivata solo dopo, quando mi sono trasferita a New Orleans una volta finita la scuola seppur sappia tutto di me perché le ho raccontato tutto io.
- Mi mancano quei tempi sai? –
Faccio una smorfia e mando giù un lungo sorso di vodka
- Ah si? È per questo che hai fatto tutte quelle telefonate? Perché ti mancavo? –
Il mio tono diventa acido. Sento il suo sospiro pesante ma si prende un po' di tempo per rispondere
- Mi spiace Cat, dovevo andare via… lo sai anche tu che qui… stava andando tutto male –
Lo sapevo si, e sapevo che la sua è stata una decisione sensata ma andare via senza nemmeno un bigliettino, senza sue notizie per mesi gli fa decisamente perdere punti in classifica. Sta per aggiungere altro ma io lo blocco
- Non importa Keenan, è andata, hai fatto le tue scelte e io le mie… è andata così e mi va benissimo, sono cambiata e la cosa non mi dispiace –
Mi alzo osservandolo mentre stringo tra le mani la bottiglia di vodka, perfetto… e io che ero venuta qui a rilassarmi
- Non mi sembra che tu invece sia cambiato tanto… -
E di nuovo il mio sguardo indugia sui suoi abiti
- Ovunque tu sia stato… -
Mi avvicino a lui mollandogli la bottiglia di vodka, improvvisamente non ne ho più voglia
- Bentornato! –
Mi volto per andare via e lui rimane lì a fissarmi per un po' prima di parlare
- Ci vediamo in giro allora… o, male che vada, ti troverò a New Orleans –
Sentendo il nome della mia attuale residenza mi blocco congelata e mi volto lentamente fissandolo ad occhi sbarrati
- Come sai che vivo a New Orleans? –
Una domanda più che legittima seppur…
- Le voci girano Cat, siamo in una piccola cittadina e io sono qui da un po'… -
Come immaginavo, qualcuno ha parlato un po' troppo e la cosa mi infastidisce profondamente. Rimango bloccata mentre lui mi raggiunge stringendosi la bottiglia in mano e con quel sorriso che promette tante cose proibite, peggio di un diavolo
- E cosa ci faresti tu a New Orleans? –
Lui alza le spalle e si avvicina ancora di più, è almeno venti centimetri più alto di me e io non sono di certo bassissima, insomma sono nella media con il mio metro e settanta.
- Lavoro ovviamente… ho aperto un nuovo negozio di auto e moto, con annessa officina… è un business niente male sai? si guadagna bene –
Il suo sorriso però mi fa intuire che c’è dell’altro e riesco subito a capire cosa, è un vizio che si porta fin da quando era ragazzino
- Corri ancora? –
La cosa non mi fa affatto piacere e un pizzico di preoccupazione inizia a farsi strada dentro di me ma la spazzo via in un attimo, lui non la merita
- Si e no… diciamo che non sono uscito dal giro –
Mi fa l’occhiolino e mi rimette la bottiglia tra le mani
- Divertiti Cat e salutami i tuoi… magari non davanti al tuo bell’avvocato, non vorrei diventasse geloso –
Ecco, sa anche questo… lo seguo con lo sguardo mentre lui si allontana e raggiunge la sua moto, nera e rossa, una di quelle da corsa, che mi rievoca ancor di più l’immagine di un diavolo che viene sovrapposta alla figura di Keenan.
Incapace di fare altro lo guardo mentre si allontana sulla moto e solo quando ormai è fuori dalla mia visuale che riesco a riprendermi. Faccio una smorfia eloquente incazzandomi con me stessa per la mia faccia da pesce lesso. Sbuffo e tenendo stretta la bottiglia mi dirigo verso la mia auto, destinazione casa ne ho avute abbastanza di sorpresa, per oggi.

Note dell'autrice
Ed ecco che si inizia a capire meglio chi è Keenan e cos'è successo. Si conosce un pò il passato dei due ma fidatevi, c'è ancora tanto da scoprire.
Spero la storia vi piaccia, fatemi sapere :)
 

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Capitolo 5
*** Il passato torna sempre a bussare ***


Capitolo 5 – Il passato torna sempre a bussare
 
- Allora com’è andata? –
Il lunedì mattina è traumatizzante, se poi ci mettiamo anche la mia migliore amica che continua a martellarmi con le sue milioni di domande sul weekend mentre siamo in fila da starbucks
- Bene Aly, te l’ho detto… non è successo niente di speciale –
Non le ho ancora raccontato della comparsa di Keenan, lei sa praticamente tutto di lui, tutto quello che le ho detto insomma seppur ci siano cose di cui nemmeno lei è a conoscenza, cose solo mie e del mio ex migliore amico. Cerco di non ammazzare la mia amica, infondo le voglio bene
- Suvvia c’è sempre qualcosa! Anche semplicemente la vecchia zia che continua a chiedere quando ti sposerai! –
Sbuffo mentre arriva il nostro turno e ordino due frappuccini
- No, quella è stata mia madre –
Lo dico con nonchalance tanto che faccio rimanere basita Alyssa
- Davvero? E tu che le hai risposto? –
- Che le dovevo rispondere? Che è presto! Insomma stiamo insieme da un anno, sto ancora imparando a conoscere William… non voglio affrettare le cose –
- Certo per non parlare del fatto che William non è assolutamente adatto a te, ammettilo ci stai solo perché con lui scarichi tutte le tue frustrazioni, non so se mi spiego –
Fa un sorrisino malizioso mentre mi avvio verso la porta d’uscita, siamo tutte e due pronte per il lavoro seppur io sia vestita in modo un po' più elegante, pantaloni neri e una camicia bianca che ben presto verrà irreparabilmente macchiata visto che nel momento in cui mi volto verso la porta questa mi si sbatte in faccia aperta da un altro cliente e mi ritrovo con faccia e il resto appiccicata sul vetro. Mi volto per urlare contro al nuovo entrato, e che cavolo deve fare attenzione, ma mi si bloccano le parole in gola nel momento in cui lo riconosco. Alzo lo sguardo su un viso familiare tempestato dalla barbetta incolta bionda, sugli occhi di ghiaccio che mi fissano beffardi e mi blocco sul posto
- Ehi zuccherino! Che piacere rivederti –
Keenan mi fissa dall’alto mentre io rimango a bocca aperta con la camicia sporca e il frappuccino spalmato sulla stessa. Alyssa ci fissa in silenzio da dietro, senza dire nulla. quando ritrovo il dono della parola assumo l’aria più incazzata che posso e lo fisso
- Mi segui per caso? –
Sul bel volto da Dio di Keenan appare una smorfia di sorpresa e poi scuote il capo
- No, certo che no… te l’ho detto, sono qui per lavoro –
La nostra conversazione mi riaffiora in mente e mi fa innervosire ancora di più
- Bene perfetto, allora stai alla larga da me! –
Keenan mi fissa ricominciando a sorridere
- Non sono sicuro di riuscirci bimba, ma ci proverò se ci tieni –
Si abbassa quindi verso di me per sussurrarmi in un orecchio
- Bisogna vedere se tu riuscirai a stare lontana da me… nel caso ti venisse voglia di rivedermi mi trovi poco lontano dalla stazione questa sera, vicino al Flag bar-
Rimango ferma e, quando si allontana sbuffo
- Certo, contaci Cooper… và al diavolo! –
E in un attimo prendo Alyssa e la trascino fuori dallo Starbucks sotto lo sguardo divertito di Keenan. Non appena siamo fuori la mia amica mi fissa sbalordita
- wow! Chi era quel figo eh? Conosci gente così e non me li presenti? –
- perché da certi tipi è meglio stare lontani… -
- ehi ehi, parla per te, io ad un tipo del genere mi ci attaccherei stile polipo, ma l’hai visto? È… cioè è perfetto… -
Blocco il continuo chiacchiericcio della mia amica e mi volto alzando gli occhi al cielo
- quello è Keenan Cooper, Alyssa –
Al sentire quel nome lei si blocca fissandomi come se avesse visto un fantasma
- Già… e tu farai meglio a stargli alla larga, tipi come lui non sono adatti a te –
Non mi aspetto nemmeno una sua risposta, la saluto e corro verso l’ufficio, per quanto riguarda la camicia terrò chiusa la giacca addosso.
 
***
 
La giornata lavorativa è stata alquanto pesante, ho dovuto lavorare parecchio su delle foto che dovevano essere pronte entro domani da ficcare in degli articoli. Sospiro pesantemente, fuori il sole è ormai calato ed è sceso il buio. Mi strofino forte gli occhi, spengo il pc e prendo la borsa andando vero l’uscita dell’edificio. Una volta fuori mi metto a frugare nella borsa in cerca delle chiavi dell’auto. Nel momento in cui rialzo lo sguardo una figura è tranquillamente appoggiata alla mia giulietta. Riconoscendola sbuffo e mi avvio verso di lui
- Non ti avevo detto di starmi lontano? –
Keenan mi fissa ridendo e alza le spalle mentre aspetta che sia abbastanza vicina
- Sai ci ho pensato e credo che questa storia della distanza sia una fregatura, non ho intenzione di starti lontano, tranne quando sei con il tuo bell’avvocato ovvio… lì temo proprio che ti lascerò in pace, a meno che tu non voglia una cosa a tre… la vuoi? –
Per un attimo lo fisso silenziosa paragonando l’uomo che mi trovo davanti con quello che ho rivisto ad Asentar Church, noto il suo atteggiamento più beffardo e non posso fare a meno di pensare che sia una corazza. Lascio perdere tutti questi pensieri e quasi ringhio
- No… e ora fuori dai piedi! Sono stanca, voglio tornare a casa –
- Oh, suvvia Cat… sono qui con un’offerta di pace –
Alza entrambe le mani, in una regge una canna, nell’altra una bottiglia di Jack Daniel’s. scuoto il capo e cerco di spostarlo dal mio sportello
- Ho smesso… almeno con le canne –
Lui abbassa quella mano e allunga il Jack Daniel’s
- ok ma a questo non puoi dire di no… dai.. volevo parlare e spiegarti i miei motivi… -
So a cosa si riferisce. Lo fisso in volto, fisso la sua moto e poi sbuffo
- ok Sali! Ti do un’ora, non di più… -
Non se lo fa ripetere due volte e prende posto sul sedile del passeggero aprendo subito la bottiglia e passandomela
- perché proprio questo? Sai che lo reggo poco… -
- perché così ti ubriachi e mi stai ad ascoltare, ecco perché! –
Alzo gli occhi al cielo e prendo quella dannata bottiglia da cui bevo un lungo sorso prima di passargliela. Lui mi guarda sorridendo, sembra felice della cosa mentre la mia espressione dice il contrario
- Che vuoi da me Keenan? Mi hai mollata e sei sparito e ora riappari dopo quasi sette anni e pretendi che io ti perdoni… -
Per un attimo sembra rabbuiarsi
- Sai perché sono andato via, sai che non era la mia vita quella, sai che dovevo sparire… -
- A me sembra fosse esattamente la tua vita, non sei cambiato… continui a correre, a fare casini… a farti le canne –
Indico la tasca dov’è sparita la suddetta
- E poi pretendi di tornare come se niente fosse, come se io fossi la stessa persona –
Prendo la bottiglia dalle sue mani e comincio a bere
- Notizia Flash, non lo sono! Sono cambiata e non puoi piombare nella mia vita così, improvvisamente… ho un nuovo lavoro, un fidanzato che mi ama e la mia vita va verso la perfezione e non ti permetterò di portarmi tutto via, non di nuovo –
Mentre parlo alterno parole a sorso di Jack Daniel’s, continuando a sfogarmi e a prenderlo a parole mentre lui mi osserva in silenzio, lasciando che mi sfoghi, lasciando che esprima tutti i sentimenti repressi, sentimenti di cui non ho parlato a nessuno tanto che, alla fine, mi ritrovo alticcia e finalmente in silenzio
- Hai ragione Cat, sono stato un pessimo amico, avrei dovuto spiegarti tutto, avrei dovuto scriverti, avrei dovuto metterti al corrente delle mie intenzioni ma non l’ho fatto, sono semplicemente sparito, ho raggiunto alcuni amici a New York e ho lasciato indietro la vecchia vita, ho lasciato indietro te ma non c’è giorno che è passato senza che io ti pensassi –
Rieccolo, il Keenan dolce, la versione di lui che è permesso solo a me vedere, è sempre stato così e sempre lo sarà temo.
- Non hai idea quanto è stato difficile ma pensavo fosse la cosa migliore anche per te, dopo quello che è successo, volevo avessi una vita migliore, e forse ce l’hai e io non ho nessun diritto di rovinarla ma quando sono tornato e ho saputo che eri lì ho chiesto in giro informazioni su di te, tutto quello che riuscivo a trovare e il nostro incontro… -
Scuote il capo, sembra decisamente abbattuto
- Mi manchi, mi manca la mia migliore amica… insomma non ripensi mai a quelle sere in cui parlavamo come due idioti mentre eravamo stesi a fissare le stelle? Eri così credulona… ti potevo raccontare di tutto –
Continuo ad osservarlo parlare e per un attimo le sue parole diventano incomprensibili, non lo ascolto più mentre lo sguardo si concentra sulle labbra che si muovono. Mi allungo verso di lui e premo le mie labbra sulle sue, baciandolo, un bacio che viene ben presto ricambiato da lui.
In men che non si dica mi ritrovo anche io sul sedile del passeggero, a cavalcioni sull’unico uomo che avrei dovuto lasciar perdere.

Note dell'autrice
eccoci ad un altro capitolo, spero la storia vi stia piacendo e sia apprezzata, al massimo fatemi sapere con un commentino. Al prossimo capitolo :)

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