L'inestimabile leggerezza dei nostri cuori

di Oo_Alice_oO
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 103 ***
Capitolo 2: *** 104 ***
Capitolo 3: *** 105 ***
Capitolo 4: *** 106 ***
Capitolo 5: *** 107 ***
Capitolo 6: *** 108 ***
Capitolo 7: *** 109 ***



Capitolo 1
*** 103 ***


- 103 -
 
 
La storia di Nakao ci aveva sconvolti un po’ tutti, ragazzi e adulti compresi. Non avrei mai immaginato fosse possibile, sin da giovani, trascinarsi il così forte peso della solitudine. Io, per fortuna, non sono mai stata sola, sono cresciuta circondata da tanti amici e affetti cari, senza contare i milioni di fan che non hanno mai smesso di scrivermi o gridare il mio nome. Heric, invece, capiva perfettamente di cosa Nakao stesse parlando; lui stesso ha detto che, prima che piombassi nella sua quotidianità, aveva spesso pensato di non avere poi molte ragioni per cui continuare a vivere.
Heric... Non dimenticherò mai il suo sguardo afflitto, carico di responsabilità che, come al solito, si era assunto ingiustamente per via del drastico gesto del nostro socio del Club di Karate e a causa di quel dannato professore che non gli dava tregua e lo accusava di tutto.  Per fortuna tutto è bene quel che finisce, il nostro compagno si è ripreso è ha scagionato il mio migliore amico da ogni colpa, mentre Sengoku è stato allontanato finalmente dalla scuola.
Questa faccenda ha riavvicinato molto me ed Heric. In seguito la sua storia con Fanny, per non parlare della mia fuga a New York e il mio non so che con Charles, avevamo preso un po’ le naturali distanze, ma adesso che siamo insieme qui, sul terrazzo della scuola, e mentre assaporiamo la prima brezza primaverile, capisco che i miei sentimenti per lui non sono mai cessati.
 Guarda dritto davanti a sé ed io mi sento bene accanto a lui, c’è una strana pace che ci circonda. Poi si volta verso me: << Hey Sana, sai che domani avrò la prova, quella decisiva? >> Uh, si riferisce alla sua prova di Karate, purtroppo l’ultima volta, in seguito alla sospensione, l’allenatore gli ha impedito di sostenere l’esame per il quale si era tanto impegnato. << E poi, se diventerò cintura nera, io… vorrei parlarti!  >>
Oh… non faccio nemmeno in tempo a riflettere su ciò che mi ha detto che una folata improvvisa di vento gli fa entrare qualcosa nell’occhio che inizia a strofinare! Gli porgo un fazzoletto e mi offro ingenuamente di aiutarlo, ma lui mi afferra il polso e mi attira a sé, baciandomi. Le nostre labbra restano unite per qualche secondo, è una bella sensazione, il mio cuore perde un battito. Eppure, per non smentirmi (perché? PERCHE?), mi separo da lui e lo picchio insultandolo. In fondo perché deve sempre approfittare di queste situazioni? Non siamo più sulla torre di Tokio in sesta elementare! Tutti questi baci rubati… questo era il terzo… quanto mi confondono! Mi fermo, perché il realtà solo la mia testa è confusa, il mio cuore sa esattamente cosa vuole e, per una volta, decido di ascoltarlo.
<< Heric, se prenderai la cintura nera… sappi che anch’io vorrei parlarti. Allora in bocca al lupo, e mi raccomando! >> e così dicendo, volta di spalle per nascondere il rossore sul mio viso, me ne vado.
 
***
 
Sana ha detto che anche lei vorrebbe parlarmi, non vorrei illudermi, non dovrei pensare a ciò che penso e smettere, invece, di sperare ciò spero voglia dirmi, in fondo è la solita ragazza strana. La solita ragazza stolta. Come ha potuto non capire che col bacio di oggi non volevo approfittare di lei? Ero solo stanco di aspettare e volevo colmare il vuoto tra di noi, tra le nostre labbra. E poi si è avvicinata lei a me, lo sa come reagisco quando è a così pochi centimetri dal mio viso. Avrei dovuto forse aspettarmi la sua esagitata reazione, ma mi ostino a non capire perché, al terzo bacio ormai, debba ancora scaldarsi così tanto… non le ho mica sollevato la gonna! Do un calcio alla mia scrivania, ma mi ritrovo a sorridere. Che diamine sta succedendo? Mi starà venendo l’influenza.
Esco per la mia corsa quotidiana, voglio essere in forma per domani, non sopporterei di non superare l’esame. Non sopporterei l’idea di dover rimandare ancora ciò che ho da dirle praticamente da sempre. Se solo avessi ascoltato la voce di Terence che mi diceva di dichiarare i miei sentimenti durante la nostra festa di metà compleanno… Certo che lui la faceva facile, aveva avuto la fortuna che Alyssa si dichiarasse al posto suo, chissà se, diversamente, lui oggi avrebbe imperterrita la faccia tosta di fare tanto l’esperto e dispenderebbe ancora così tanti consigli gratuiti! È vero che di occasioni ne ho avute più di una, allo zoo per esempio. La scorsa vigilia quando la incontrai per caso al parco, per esempio. O quando passò a salutarmi prima di partire per New York, o… Che ci posso fare se sono timido, se in ogni occasione non mi sentivo pronto o se non era mai l’occasione giusta? Tiro un calcio alla scrivania della mia stanza. Ok, sarò stato uno stupido, ma anche lei è mai possibile che non avesse intuito i miei sentimenti, prima del nostro chiarimento in infermeria, intendo?!?
Poi ci si era messo di mezzo l’orgoglio, non volevo ferire Fanny, non se lo meritava, nonostante in coscienza mia sapessi che era il mio “chiodo scaccia chiodo”. Mi chiusi nuovamente a riccio e cercato con, tutte mie forze, di non pensare più a lei, inutilmente. È lei che voglio e domani sarà la volta buona: rivelerò i miei sentimenti.
 
 


Ciao a tutti! Quando ci si innamora di questa coppia vorresti che la loro storia non finisse mai… perciò eccomi qua, a raccontarvi cosa potrebbe essere successo dopo l’ultimo episodio (il 102esimo) dell’anime. Spero che questo primo capitolo sia di vostro gradimento J E se non, sentitevi liberi di fare le vostre critiche ^^ Baci!
Alice
 

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Capitolo 2
*** 104 ***


- 104 -
 

POV Sana 
Aver passato la notte in bianco non ha di certo giovato alla mia faccia. Mi guardo allo specchio e penso che l’unica vera maschera di bellezza, che eliminerebbe queste terribili occhiaie e correggerebbe questo viso abbattuto, sarebbe una bella dormita. Peccato che la mia testa sia così impegnata a pensare, ultimamente, che il mio cervello si dovrà far pagare gli straordinari e la mia pelle chiedere un risarcimento. Tuttavia, mi ritrovo a sorridere come un ebete e il mio cuore a battere velocemente, le mie guance avvampare, a sentirmi una stupida. Una stupida innamorata.
Perché sì, la verità è che, dopo il bacio di ieri, i miei neuroni sono andati in tilt o in vacanza in una bella isola tropicale, e la sola idea che qualcosa oggi possa andare storto mi agita, mi manda in iperventilazione, mi fa camminare avanti e indietro per questa casa, suscitando una certa perplessità in un Robbie, timoroso ormai della mia salute mentale. Mia madre se la ride, lei ha capito tutto, ancor prima di me. Come sempre, d’altronde, il famoso sesto senso delle mamme.
Decido di prendere carta e penna e riportare nero su bianco i miei dubbi: Heric oggi ha l’esame di karate. Se Heric ottiene l’ambita cintura nera mi vorrà parlare. E a quel punto vorrei parlargli pure io. E se dovesse perdere l’incontro? E se non avesse il coraggio di dirmi quello che vorrebbe dirmi? E se alla fine non ne avessi il coraggio io? Ahhhhh, che confusione! Anche se sul foglio sembra tutto abbastanza chiaro, nella mia testa è ancora tutto molto complicato. Uff, a volte vorrei avere il coraggio di Funny, lei sì che è determinata, lei sì che sa come ottenere quello che vuole. Voleva Heric e ci si era fidanzata. Voleva Takaishi e se l’è ripreso. Voleva vincere i campionati di ginnastica e li ha vinti. Voleva ambire al massimo dei voti e li hai ottenuti. Sono certa che il giorno che desidererà vincere la lotteria sbancherà! Ed io, invece? Credo di avere un pessimo ascendente che mi porta controcorrente.
Heric mi direbbe di smetterla con tutte queste baggianate: “Ognuno è artefice del proprio destino!” e aggiungerebbe un “Sciocca!” particolarmente sentito alla fine della frase. Credo che seguirò il suo consiglio, anche perché, a furia di rimuginare, non ho dormito e invece perso solo tempo utile. Ma che ci posso fare? Non riesco a non pensare, anche se non tutti sarebbero d’accordo con la mia affermazione…  secondo Tsu, per fare un nome a caso, io la testa non la uso pressoché mai.
Sana, sei un’attrice, ripeti un’ultima volta la tua battuta ed esci di casa! << Heric, tiandrebbediuscireconme? >> Sì, direi che così è perfetto. Perfetto perché tanto non devo sostenere un vero provino. Per sicurezza ripeterò la battuta altre 50 volte strada facendo, giusto per sicurezza, giusto per disconnettere il cervello per un po’.
Anche se è arrivata la primavera, fuori fa ancora freschino, perciò sopra il mio vestito azzurro indosso il trench giallo, una sciarpina leggera e mi dirigo verso il gazebo. In realtà io e Lui non ci siamo dati un appuntamento, ma non so perché, ogni volta che ci dobbiamo parlare o abbiamo voglia di vederci…  eccoci lì, senza preavviso, in quel posto per noi così magico!
È quasi mezzogiorno. Chissà se ha già sostenuto l’esame. Sto ripensando, la smetto subito, e - come avevo deciso - ripeto il mio breve discorso.
<< Heric, ti andrebbe di uscire con me? >> Dire che così è perfetto, ma visto che ho tempo provo delle varianti. << Scimmione che non sei altro, cosa aspetti ad invitarmi ad uscire? >> No, conoscendolo si arrabbierebbe. << Tu, cosino biondo, hai impegni per domani pomeriggio? >> oppure << Che diamine, quanto vuoi farmi aspettare prima di invitarmi ad uscire? >>
<< E cosa ti fa pensare che ti inviterò mai ad uscire? Non ti sembra un po’ presuntuoso da parte tua? >> A furia di pensare, il mio cervello mi sta dando le risposte con la voce di Heric. La mancanza di sonno gioca brutti scherzi.
<< Dio, quanto non lo sopporto! Ma perché mi faccio pure queste domande? Tanto qualunque cosa io decida di dire, lui avrà sempre e a prescindere qualcosa da obiettare >>
<< Tu vaneggi! Non avrai mica la febbre? >> Porto la mia mano sulla fronte, forse la mia testa mi sta avvisando che le allucinazioni sono date dall’influenza. Certo, la mia fronte è un po’ calda, ma perché tra rabbia e arrossamenti vari mi scaldo facilmente! << Hey, sto parlando con te! >> Qualcosa mi tocca la spalla, oserei dire con un dito, e d’istinto mi giro.
Ed Heric eccolo qua (quello vero, o almeno credo); il mio viso si ridipinge di rosso e prego tutti i numi che si tratti solo di un’allucinazione bella e propria o un sogno, un sogno in cui faccio l’ennesima figura di merda.
 
POV Akito
<< Ehm… da quanto tempo sei qui? >> mi chiede. Se le dicessi la verità ci sarebbe troppo poco gusto, così decido di fare il vago.
<< Chissà, tre minuti, due, qualche secondo… >>
<< E sentiamo, tu cosa ci faresti qui? >> Cerca di mettersi sulla difensiva, forse con l’intento di recuperare qualche punto a suo favore in fatto di reputazione.
<< Potrei farti la stessa domanda >>
<< Eh? Ma tu rispondi mai come si deve? >> Se la conosco bene, scoppierà tra qualche secondo.
<< Dipende… >> 3,2,1…
<< Lo sai che è da maleducati? >> BOOM! Il suo tono di voce più alto di tre ottave. Inizio a divertirmi.
<< E tu sai che fai un sacco di domande? >> rispondo stavolta sollevando il sopracciglio.
Rimane a bocca aperta, le braccia tese e i pugni chiusi lungo i fianchi, i nervi scoperti sulla fronte che si fanno sempre più evidenti mentre cambia espressione emettendo un’aria minacciosa.
<< Come osi! >> scandisce. Cerca con forza di mantenere il contegno, si mette a braccia conserte, chiude gli occhi offesa e volta lo sguardo. Così è troppo facile, perché sa che quando è indifesa o distratta non posso resisterle. Sorrido. Sorrido un sacco quando lei ha gli occhi chiusi, ma questo non lo sa. Faccio un passo verso lei, con un braccio le stringo la vita e la bacio con passione. Non fa resistenza, sento le sue braccia strette al petto sciogliersi, per poi posarsi sulle mie spalle e dietro il mio collo.
Dopo non so quanto tempo le nostre labbra si separano, restiamo abbracciati fronte a fronte; tiene gli occhi chiusi, come per riassaporare il bacio e riviverlo nella mentre, e questo pensiero solleva automaticamente gli angoli della mia bocca.
<< Vedi, quando stai zitta sei quasi piacevole >> non potevo resistere, ma me ne pento subito dopo perché Sana ha appena preso il suo piko e me lo sta già picchiando in testa. Proprio mentre ero pronto a ricevere l’ennesimo colpo si ferma, tutto ad un tratto si calma, appoggia il dito indice sulle sue labbra e riprende lucidità:
<< Hey, ma questo vuol dire che hai ottenuto la cintura nera? >>
<< Eh già! >> La tolgo dalla mia sacca per mostrargliela fiero.
<< Oh, che bella! Congratulazioni Heric! >> dice sorridendomi. Emetto un verso e non so perché il mio cuore inizia a battere più veloce. Butto giù la saliva. Faccio una smorfia perché le parole mi sono rimaste in gola. Stringo i pugni e faccio un respiro profondo: so a cosa sta pensando, glielo leggo in quella stellina che ha preso a brillare nei suoi occhi.
<< Ecco… sì! >>
<< Sì? Sì cosa? >> mi chiede confusa e allo stesso tempo curiosa.
<< Sì a tutti i tuoi inviti ad uscire con te >>
Spalanca gli occhi ed emette un piccolo << Oh >>
<< Forza, ti riporto a casa, o resterai lì impalata fino a domani mattina! >> Le prendo la mano e la trascino fuori dal gazebo. Questa ragazza chiaramente non è più in grado di intendere e di volere.
Quasi a metà strada si risveglia dall’incantesimo.
<< Heric, qual era quella cosa che mi volevi dire? >>
<< Sai, Sana, oggi mi sembri particolarmente stupida! >> e le stringo più forte la mano. Non cambierà mai.
 
 

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Angolo dell’autrice
Ciao a tutti! ^^ Ecco il secondo capitolo di questa FF che spero non vi sia dispiaciuto J
Ringrazio ninedda89 ed eleCorti per aver recensito il primo e tutti voi che vi siete comunque fermati a leggerlo!
Un abbraccio e a presto!
Alice

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Capitolo 3
*** 105 ***


-105-

 


POV Sana
Uno strano virus mai contratto prima d’ora mi affligge ormai da qualche giorno. I sintomi, che sorprendentemente preoccupano Robbie e per niente la mamma, sono i seguenti:
- euforia
- vampate
- gote spesso arrossate
- insonnia
- sogni ad occhi aperti
- disattenzione (più del solito)
- sospiri continui
- frequente voglia di cantare o danzare
- stordimento (anche questo più dell’usuale)
Per l’ennesima volta mi ritrovo a camminare su e giù per la mia stanza, con un costante sorriso stampato in faccia. Il motivo per cui gli angoli della mia bocca sono ormai sempre sollevati è che non riesco a smettere di pensare all’incontro casuale con Heric, l’altro giorno al parco… e a quel bacio… Ed ecco che le mie guance riprendono fuoco, il mio corpo riscaldarsi e percepisco del fumo fuoriuscirmi dalle orecchie come una locomotiva. Che ci sia un nesso tra lui e questa stramba influenza? Potrei essere allergica ad Heric e non saperlo, in effetti, se ci penso, in passato è stato causa di numerosi miei mal di testa e batticuori.
Mentre farnetico, il cicalino ha preso a vibrare; era da un po’ che non lo usavo e mi ero dimenticata di averlo, ma so che il mittente è proprio lui. C’è un messaggio che, decifrato, dice PARCO. Emano un urlo dei miei e, senza che io me ne accorga, sono già sotto la doccia e con lo shampoo in testa. In tempo record mi faccio la piega, indosso il mio vestito preferito e corro verso il cancello di casa.
Ed eccolo lì, il mio cuore perde un battito e tutti i neuroni del mio cervello si disattivano contemporaneamente. Una vena pulsante sulla sua fronte manifesta la sua irritazione ed io mi blocco  all’improvviso a mezzo metro di distanza.
<< Heric… >>
<< Hai forse un impegno di lavoro? >> chiede, dopo uno sguardo fugace.
<< Eh? >>
<< Ho detto: hai forse un impegno di lavoro? >> ripete, scandendo meglio la sua domanda.
<< Ma che dici? No, non ho un impegno di lavoro… >>
<< E allora perché ti sei conciata così? >> incrociando le braccia al petto e non guardandomi dritto in faccia.
Questa volta sono io ad irritarmi, perché io, stupida, ho perso tempo a farmi carina per lui (l’ho ammesso veramente? A volte mi sorprendo di me stessa…) e lui tergiversa sull’argomento e mi fa sentire come se avessi indossato un costume da pagliaccio. Incrocio altrettanto le braccia, offesa, e gli rispondo laconica volgendo lo sguardo ad un angolo indefinito del cielo:
<< Perché mi andava! >>
<< Stai bene >>
I miei occhi tornano a posarsi su di lui, le mie gote si dipingono per la milionesima volta e istintivamente una mia mano si riposa sulle mie labbra, come desiderose di essere ritoccate.
<< Gr… grazie… >> I suoi occhi tornano a posarsi su di me, sono certa di prendere fuoco e che lui abbia intuito la mia agitazione dentro e fuori. Perché improvvisamente mi fa questo effetto? Lo conosco ormai da tanto tempo e non mi era mai successa una cosa simile! Riconfermo l’ipotesi di un virus.
<< Allora? >>
<< Allora cosa? >> chiedo.
<< Mi è venuta fame >> mi comunica, un secondo prima che i nostri stomaci brontolassero all’unisono. Ridaccchio grattandomi la testa e anche lui è imbarazzato, ma prima che il mio cervello si rimetta a ragionare mi prende per mano trascinandomi lungo la strada. Mi godo questo contatto e senso di sicurezza finché, tenendo la mano salda alla sua, mi torna in mente qualcosa…
<< Ma non dovevamo andare al parco? >>
<< Certo, due ore fa! >>
 
POV Heric
Guardo Sana, oggi stranamente taciturna, addentare il suo cheeseburger. Oggi è anche stranamente più bella: i suoi lunghi capelli ramati ricadono morbidi sulle sue spalle e i raggi del sole si riflettono sulla sua chioma, rendendola ancora più splendente. C’è qualcosa di diverso anche nei suoi occhi, quando tiene la bocca chiusa, forse, comunicano in un modo tutto loro. Avverto un lieve rossore sul suo viso, ma non so se è merito di queste temperature quasi estive o del trucco che avrà utilizzato. Seduti su una panchina, in silenzio quasi religioso, consumiamo il nostro pranzo, uno accanto all’altra, mentre nella mia testa si formulano e si mescolano pensieri di natura diversa. Più che pensieri sono quasi tutte domande: questo varrà come appuntamento? Avrà capito le mie intenzioni? Cocciuta e tarda com’è, non mi sorprenderebbe se vedesse tutto ciò come un giorno ordinario, una domenica pomeriggio qualunque. Il problema principale è che se lei ha difficoltà a comprendere certe situazioni, io ne ho altrettanti nella comunicazione. Parole e frasi viaggiano nella mia mente che non pare collegata alla bocca, così spesso lascio che ad agire sia il mio corpo.
Le rubo una delle sue patatine in attesa di una sua reazione, non ci metterà molto a rendersi conto del torto subito, infatti sembra uscire dal suo stato di trance, spalanca gli occhi e colpisce la mia mano.
<< Ehi! >>
<< Uff, quante storie per una patatina! >> brontolo, riallungando svelto la mano verso il suo pacchetto e addentandone un’altra. Determinata cerca di bloccare il mio polso furtivo, ma, per fortuna, sono più sveglio di lei. Fermo io la sua presa e avvicino il mio viso al suo. Subito si blocca, i suoi occhi nei miei per un tempo indefinito, e con l’altra mia mano libera allungo il dito fino a toccarle l’angolo della bocca.
<< Avevi un po’ di salsa barbecue >> le comunico, leccandomi il dito sporco del mio bottino. Le sue sopracciglia si incurvano un attimo, ma la sua faccia cambia subito espressione e lei comincia a ridere come una matta, quale è.
Mi piace quando ride. Mi dà un colpo alla spalla, uomo mancato che non è altro, e fa cadere a terra il mio panino. Perplessi fissiamo l’erba: il mio pranzo è andato.
<< Scusa, scusa, scusa, non volevo! >> implora mortificata, e mentre stringe le mani dinnanzi a me in segno di perdono mi accorgo che il mio stomaco ha ormai fame di qualcos’altro. Con la mano pulita accarezzo la sua guancia e mi piego a baciarla. Labbra salate al gusto di bacon.
Avevo voglia proprio di questo.
 
 

Angolo autrice
Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo di questa FF! So che non è niente di speciale. ma spero possiate apprezzarne la semplicità! Mi piacerebbe scoprire le vostre opinioni, buone o cattive che siano, e ringrazio chiunque sia soffermato a leggere questa storia! ^^ Lo apprezzo tanto! In attesa del prossimo chapter, vi auguro buon week end!
Un abbraccio,
Alice

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Capitolo 4
*** 106 ***


- 106 -
 

 
 
POV Sana
 
Questa mattina mi sento una bugiarda, una bugiarda felice sicuramente, ma pur sempre una bugiarda.
Omissione, si chiama omissione, mi suggerisce la testa, ma sedermi tra i banchi di scuola come se niente fosse, non correre dalle mie amiche e raccontare loro gli sviluppi degli ultimi giorni, rivelarle che tra me ed Heric è scoccato qualcosa, mangiare in mensa come un giorno qualunque mentre Heric mi lancia qualche sguardo furtivo per cui devo mantenere il mille per cento della mia calma per non arrossire come un peperone, mi fa sentire una bugiarda.
<< Hey, Sana, c’è qualcosa che non va? Tutto ad un tratto sei diventata rossa! >> mi dice Fanny, guardandomi tra il preoccupato e il perplesso. Ecco, sono una bugiarda e per di più una pessima attrice. Purtroppo devo ammettere che far conciliare testa e corpo è più difficile di quanto temessi.
<< Io, rossa? Cosa? Ma che dici? >> Farnetico sentendomi colpita e affondata. Sana, fai un respiro profondo e contieniti!
<< Alyssa, Terence, non trovate che adesso sia diventata ancora più rossa? >> continua la mia amica. La ucciderò!
<< Sì, più che rossa sta diventando gradualmente porpora… >>
<< … o bordeaux ! >> suggerisce Terence, dopo una lezione sulle tonalità di rosso che gli avrà impartito la sua dolce metà. Insomma, proprio me devono guardare oggi? Fuori c’è il sole, i ciliegi in fiore, gli uccellini canterini, in carretto dei gelati e loro devono prestare attenzione proprio a me e al mio colorito?
<< Ragazzi, sto benissimo! Sarà per via di tutto questo caldo… >> mi giustifico, sventolandomi con un tovagliolo e cercando di evitare gli occhi indiscreti e divertiti di Heric che mi stanno comunicando “e adesso vediamo come te la cavi!”. Maledetto.
<< Forse ha la febbre! >>, diagnostica Fanny imperterrita. Insomma, perché non la smettono di fissarmi?
<< Oh, guardate, fuori vola un dirigibile a forma di arrosticino! >> esclamo, svignandomela di soppiatto mentre i miei amici sono intenti a guardare fuori dalla finestra; ringrazio i Kami di avere degli amici alquanto allocchi, forse non ho perso del tutto le mie doti recitative!
<< Dove pensi di andare? >> Mi ferma Heric, giunta ormai a metà corridoio che separa la mensa dalle aule. Finalmente mi sento libera di arrossire quanto voglio e di sorridere senza dovermi spiegare, non mi ero nemmeno accorta che si era alzato dal tavolo e che mi aveva seguita.
<< Hey, in realtà pensavo di godermi un po’ di sole sul prato, considerata la bellissima giornata e prima che ricomincino le lezioni! >>
<< Vengo con te >> Laconico come sempre, mi affianca e silenziosamente ci incamminiamo verso l’uscita. Giunti sotto un albero ci sdraiamo, il corpo al sole e la testa all’ombra. Avrei voglia di posare la testa sul suo petto, ma ancora un po’ di disagio ci impedisce di essere spontanei come vorremmo. In fondo cosa siamo noi? Ok, non siamo semplici amici, gli amici comuni non si baciano due volte nell’arco di due giorni. Per lo meno, io non ho voglia di baciare Terence, o Charles, o nessun’altro. E nessun altro vorrei che mi baciasse all’infuori di lui. E non credo che Heric abbia l’abitudine di baciare le sue amiche, le sue labbra non si sono posate mai su quelle di Fanny, nemmeno quando contava che stessero insieme. Decisamente l’episodio all’asilo non conta.
<< A che stai pensando? >> mi chiede Heric interrompendo il mio flusso di pensieri, i suoi occhi chiusi che mi concedono di guardarlo come non guardo nessuno mai e i suoi capelli dorati mossi dal vento.
<< A niente >> Mento, per l’ennesima volta in questa giornata, mentre sento le mie gote ridipingersi senza consenso e rifletto su quanto la sua vicinanza mi renda vulnerabile.
<< Se lo dici tu >>
<< Tu… stai pensando a qualcosa? >> Gli chiedo, per spezzare il silenzio che mi imbarazza.
<< Penso… >> le sue braccia incrociate che sorreggono la sua testa << che i nostri amici abbiano capito tutto. >> Spalanco gli occhi e nello stesso momento i suoi si schiudono e si posano sulla mia faccia ancora colorata. Sto decisamente andando in iperventilazione.
<< Cosa? Oh… >> In realtà non so che dire, so soltanto che un pochino mi sento sollevata, a volte preferisco che certe cose si spieghino da sole… perché fare un uso improprio di parole? Un scusa mi scappa dalla bocca e le sue sopracciglia si sollevano curiose. Mi sollevo col busto e nascondo il viso tra le ginocchia, perché sono nata così imbranata in questioni sentimentali?
<< Scusa per cosa? Non è colpa tua, in questo modo offendi la loro intelligenza >>
Risollevo il capo e mi volto per guardarlo dritto negli occhi, quegli occhi sicuri che mi fanno sentire sempre a casa e mi fanno venire voglia di fiondarmi tra le sue braccia. Contieniti Sana, sei a scuola! In realtà non so cosa obiettare e resto zitta, a volte è più semplice così.
<< … e poi… >> continua lui, sorprendendomi << ci stanno fissando dalla finestra da un bel po’ >>
 
POV Heric
 
Camminiamo tutti insieme lungo li viale ormai fiorito. Le ragazze (Terence), considerata la bella giornata, hanno deciso che un gelato prima di tornare a casa da scuola era di dovere. La mia opinione non conta ormai più niente, se obietto vengo azzittito, se non li seguo vengo trascinato, se dico sì non vengo nemmeno ascoltato. Pertanto cammino con le mani in tasca, apparentemente disinteressato ma con l’orecchio teso a sentire cosa hanno da dire qualche passo dietro di me. Spettegolano su un film trasmesso ieri sera in televisione, mentre il mio amico è il mio fianco con una faccia soddisfatta che mi irrita non poco.
<< Sentiamo >> gli dico, giunto al limite della sopportazione e con una vena che mi pulsa imperterrita sulla fronte. In realtà so già che cosa vuole dirmi, come lui sa che se non lo invito a parlare non smetterà mai di guardarmi con quel sorrisino compiaciuto che, al momento, vorrei tanto togliergli dalla faccia.
<< Credo che per questa volta ti passerò la palla >>. La mia irritazione si sta trasformando in emicrania e desidero prendere a calci il primo palo che trovo. Quanto è odioso, non ho mai compreso la necessità di parlare, di essere schietti, di confidarsi. Non sono mica una femminuccia, io.
<< E allora puoi stare anche fresco! >>, gli rispondo di malo modo, accelerando il passo verso la gelateria.
“Non cambierà mai”, riesco a percepire il suo tacito pensiero, ma d’altronde che ci posso fare se sono fatto così?
<< Ragazze >> gli sento dire, voltandomi e notando che si è avvicinato a Sana, la mia Sana, Fanny e Alyssa. Sento odore di guai. << Non trovate che Heric sia più strano del solito? >>
Lei mi guarda, paonazza, perché - per quanto sia un’attrice dalle grandi doti, a detta degli altri – è la persona che più si imbarazza sulla faccia della terra, e quando si imbarazza tende a nascondere la sua agitazione con scene plateali e rumorose. Come tre, due, uno…
<< Ah! Che cosa? Ma no, forse avrà mal di pancia, non è così Heric? >> esclama, causando l’ilarità dei nostri amici, mentre, con non chalance, mi cinge le spalle e posa una mano sulla mia pancia. Gesto che non lascia indifferente nemmeno me che inizio a percepire un certo calore dentro e fuori. Mi starà venendo l’influenza. O è solo vergogna?
<< È inutile che vi nascondiate dietro a un velo, sappiamo già tutto! >> ci annuncia Alyssa puntandoci un dito contro, facendomi sentire in trappola. Sana smette di fare la buffona e si gratta la testa, io alzo gli occhi al cielo e cerco di porre un punto alla discussione.
<< Non sono affari vostri! >>
<< Non saranno affari nostri, ma siamo i vostri amici e non siamo stupidi! Non capisco il senso di tutta questa segretezza, sappiamo benissimo che tra di voi c’è del tenero… >> Quanto vorrei cancellare la faccia di quel saccente per sempre… i miei pensieri omicidi vengono spazzolati dalla mia testa quando lei mi stringe forte la mano e la solleva in segno di resa!
<< Ok, ci avete scoperti, ma adesso finitela, non è carino metterci in imbarazzo! >> La guardo sorpreso; forse con quelle parole ha messo un po’ di chiarezza anche in me, su ciò che siamo, sui suoi sentimenti, e il mio cuore si riempie di gioia. Restano tutti zitti, fermi sul posto, sorridenti, irritanti, stranamente silenziosi.
<< Forza, andiamo! >> Dico, prima di voltarmi e avvolgere con un braccio le spalle di Sana e avviandomi verso la meta pomeridiana. Di nascosto di tutti mi rivolge un sorriso.
Di nascosto di tutti il mio cuore ricambia.
 
 

Angolo autrice
Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo di questa FF, spero vi piaccia! Personalmente mi divertita a scrivere questi momenti, chissà se strapperò un sorriso anche a voi… ;) Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male ^^ A presto!
Alice
 

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Capitolo 5
*** 107 ***


- 107 -
 

Pov Sana
 
Heric mi lancia occhiate eloquenti dall’inizio della lezione. La deve smettere o finirò per distrarmi per la milionesima volta da un quarto d’ora a questa parte. Ultimamente sono super impegnata con il lavoro, Robbie mi ha inserito in diecimila talk show perché la serie televisiva in cui recito sta riscuotendo piuttosto successo, e con le riprese faccio spesso assenza a scuola rimanendo indietro praticamente su tutto. Insomma, se non voglio ripetere l’anno dovrò pur stare attenta alla lezione, la volta buona che mi degno di presentarmi a scuola!
Lo fulmino con lo sguardo e lui soffia un ciuffo di capelli che gli è finito davanti agli occhi. Si annoia. Per lui è facile, è al passo con il programma e ha anche una media piuttosto alta, può permettersi di distrarsi ogni tanto, lui. Lui, non io.
Mi impongo di fissare il prof alle prese con non so quale rivoluzione industriale, ma i suoi occhi fissi sulla mia schiena stanno giocando come a freccette, lo percepisco.
Come ho già detto, ultimamente i miei impegni lavorativi mi stanno rubando un sacco di tempo ed è da un po’ che io ed Heric non ne passiamo un po’ insieme. Lui capisce, dice, ma tra il dire e il pensare ci sta di mezzo il mare, il mare d’ambra dei suoi occhi che oggi mi sembrano un po’ persi.
- Hai intenzione di fissarmi ancora per molto? – digito da sotto il banco.
Il suo cellulare vibra, guadagnandosi un ammonimento da parte del prof che non smette di parlare nemmeno per un secondo.
– leggo, in risposta qualche secondo dopo. Sorrido, e la voglia di abbracciarlo si impossessa di me.
- Perché non fissi il prof? Ha una nuova verruca sulla fronte che potrebbe scoppiare da un momento all’altro –
- Ahah – è la sua risposta breve. Mi giro e gli sorrido, prima di riscrivergli convinta:
- Saltiamo la prossima lezione? – Lo guardo leggere e mi mima un ok con il pollice e l’indice, poi torno a fissare il mio display dove compare un nuovo messaggio da parte sua.
- Comunque anche a te è spuntato un brufolo sul naso- Avvampo e medito vendetta.
 
Appena suona la campanella, Heric non mi dà nemmeno il tempo di racimolare le mie cose che già mi sta trascinando fuori dall’aula.
<< Hey, ma che modi sono? >>
<< Quanto ti lamenti… >>
<< Mi lamento lo stretto necessario! Ma si può sapere dove stiamo andando, almeno? >>
<< In palestra. >>
<< In palestra? A fare che? >>
<< Ginnastica! Sana, ma che domande fai? >>
<< Ma non ho la tuta! E poi perché dovrei fare ginnastica? >>
Sbuffa. << Fuori piove, la mensa è chiusa e non possiamo di certo gironzolare tranquilli per i corridoi o ci rispedirebbero in classe. A quest’ora la palestra è vuota, quindi andremo lì! >>
<< Ok… >> Mi limito a dire, godendomi il calore della sua mano sulla mia pelle dopo tanto tempo.
Lui si sdraia su un materassino e mi invita a fare altrettanto, non so perché ma nel silenzio della palestra riecheggiano tante parole non dette. Lo imito e subito col suo braccio mi cinge le spalle, ma i suoi occhi restano puntati sul soffitto, non di certo tempestato di stelle bensì ragnatele.
<< È da un po’ che non passiamo un po’ di tempo insieme… >> dico, tanto per avviare una conversazione.
<< Già… >>
<< Mi sei mancato, un po’… >>
<< Un po’? >>
<< Un po’, non darti troppa importanza! >> Subito una sua mano si posa leggera sulla mia bocca per mettermi a tacere.
<< Stai zitta, quando parli dici un sacco di baggianate! >> Al che miro alla sua bocca e lo bacio senza pensarci due volte.
 
Pov Heric
 
Il vantaggio del liceo è che ha donato a Sana un minimo di lungimiranza. E una seconda, il che è un progresso, ma questo è meglio non dirglielo o si arrabbierà.
Lo svantaggio dei nostri 16 anni è, però, che mentre io inizio ad aver sempre più bisogno di lei, lei è sempre più sfuggente e ingenua.
Lo svantaggio dei miei 16 anni è che non ho di certo imparato a parlare, mentre ho sviluppato una certa abilità ad urtarmi più facilmente perché lo svantaggio dei suoi 16 anni è che è sempre più bella, famosa e corteggiata dagli altri.
Il vantaggio dei nostri 16 anni è che non c’è più bisogno di parlare per capirci. Come adesso, che finalmente lei mi sta baciando senza che debba essere stato io a prendere l’iniziativa.
<< Questo non è da te. >> le dico, dopo un minuto interminabile.
<< Infatti questo è da te, ma se aspettavo un altro po’ diventavo pazza! >>
<< Sei già in vantaggio per quello… >> E mi colpisce, col suo martello che è ora che faccia sparire, dritto sul naso.
<< Visto, sei completamente matta! >>
<< Te lo sei meritato! >>
E la attiro nuovamente a me, perché abbiamo tutto il tempo del mondo per litigare e adesso ho semplicemente bisogno di lei.
Un vantaggio di questi momenti è che ci dimentichiamo di tutto il resto, lo svantaggio di essere a scuola è che il suono della campanella ci ha riportati troppo presto alla realtà.      
 
 
 

 Angolo Autrice
Ciao a tutti! Scusate l'assenza e per questo capitolo terribilmente breve e diverso dai precedenti, ma mi serviva per fare il passaggio d'età dei personaggi. Qua sono infatti più grandi, un po' meno spensierati, ma pur sempre Sana ed Heric! Il prossimo capitolo sarà sicuramente più allegro, non avrà questo tono malinconico, promesso! Spero che nella sua piccolezza vi sia piaciuto! Attendo i vostri commenti e vi mando un bacio!
Alla prossima,
Alice


 
 

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Capitolo 6
*** 108 ***



-108-


 
POV Sana

<< Sana, ma ti sembra una scelta ragionevole? >> sbraita Robbie in preda ad un crisi di nervi immotivata.
Sì, certo che sì, sarebbe la mia risposta, ma se c’è una cosa che ho imparato è che è meglio lasciarlo sbollire da solo e non dargli ragioni per innervosirsi ulteriormente.
<< Sana, hai intenzioni di ignorarmi, non è così? Quante volte abbiamo affrontato questa conversazione? E poi non credi di essere fin troppo grande per fare tutti questi capricci? >> Certo, per lui si tratta solo di capricci.
<< Robbie, ne abbiamo parlato mille volte e adesso sono irremovibile: mi dichiaro in ferie! >>
<< Sana, in questo modo non farai altro che generare altro gossip su di te, chissà cosa non s’inventeranno i giornalisti! >>
<< Non mi interessa! >>
<< Sana, ti prego! La tua carriera è all’apice, perché farla precipitare rovinosamente per niente? >>
<< Robbie, per due settimane di vacanza non morirà nessuno e nessuno si dimenticherà di me, tranquillo! Come dici tu, ci penseranno i giornalisti a chiacchierare su di me… >>
<< Sana, adesso basta! Non è il momento giusto per prendersi una vacanza, tu domani lavorerai e non voglio sentire scuse. >> Il polso: tattica numero 4 di Robbie. Obiettivo: mostrare autorevolezza per convincermi. Risultato: Questa volta non se ne parla! Nell’ultimo periodo sono rimasta indietro su tutto, sul programma scolastico, sulla vita dei miei amici e, assolutamente, devo passare un po’ di tempo da sola con Heric. Non perdo tempo, gli mando un messaggio e ancor prima di spedirglielo sono già con la giacca addosso, pronta per uscire.
<< Maestra, perché non mi aiuta a far ragionare sua figlia? >> La mamma: tattica numero 12 di Robbie. Obiettivo: crearsi un alleato che lo spalleggi. Risultato: stiamo parlando della mamma, questa tattica non funziona pressoché mai.
<< Robbie, ti consiglio di non insistere prima che mia figlia ti licenzi, di nuovo. >> e così dicendo la mamma se la svigna ridacchiando dietro il suo ventaglio.
Guardo il mio manager, sollevo il mento e lo saluto vittoriosa: << Sai cosa penso, Robbie? Una bella vacanza farebbe bene anche a te, stai iniziando a perdere i capelli! >> e così dicendo chiudo la porta e mi incammino, con il sole sopra la testa, verso casa sua.
Raggiungo la meta in men che non si dica ed eccolo qua, con l’aria assonnata e stropicciata sulla soglia della porta.
<< Heric, non stavi forse dormendo? >> gli chiedo, conoscendo già la risposta.
<< Io? Figurati… ho solo perso i sensi sul libro di storia… >>
Sorrido inevitabilmente, la sua ironia e il suo viso da cucciolo indifeso mi hanno sempre fatto uno strano effetto.
<< Allora, non mi inviti ad entrare? >>
<< Non si saluta più? >>
<< Non è bene rispondere con un'altra domanda. >> Che poi, se devo essere sincera, questo gioco l’ho invitato proprio io, ed è sempre così divertente perché, come previsto, mi cinge con un braccio attirandomi a sé e mi ruba un bacio che profuma proprio di lui.
Un colpo di tosse ci distrae e rimango pietrificata dalla vista di suo padre che non smette di fissarci.
<< Oh, ciao Sana cara. Non volevo disturbarvi, ma sto mettendo su il bollitore e volevo sapere se gradite una tazza di the pure voi. >>
<< Ehm, salve signor Hayama! No, grazie, io ed Heric stavamo giusto uscendo, non è così? >> rispondo, fissando il mio complice rossa dall’imbarazzo.
<< Bene bene, sarà per la prossima volta. >> risponde, senza schiodarsi di un millimetro, irritando visibilmente suo figlio che sta facendo del suo meglio per mantenere l’autocontrollo nascondendo lo sguardo sotto la frangia.
<< Papà, c’è dell’altro? >> Pian piano noto le dita della sua mano ancora appoggiata sulla mia schiena chiudersi a pugno.
<< In realtà sì, figliolo. Hai notato che stai uscendo in ciabatte? >>
<< Ho cambiato idea, resteremo a casa! >> e così dicendo mi trascina su per le scale che portano alla sua stanza.
 
POV Heric

<< Ahahahah! >>
<< Che ridi, sciocca? >> le chiedo, incrociando le braccia al petto una volta sbattuta la porta della mia camera. Sento che una vena ha appena preso a pulsarmi imperterrita sulla fronte, che noia!
<< Siete così buffi! >>
<< Buffi? >> le chiedo. Ma se siamo buffi io e mio padre, allora che dovremmo dire di sua madre?
<< Buffi e carini! >> Certo, meglio lasciare perdere.
<< Allora? Quale sarebbe questa grande notizia che vuoi dirmi? >> tergiverso.
<< Ah, giusto! Niente lavoro per due settimane! >> mi comunica aprendosi in un sorriso che non le vedevo da un po’. La verità è che non so come reagire, perché quando si tratta dei suoi impegni ne salta spesso fuori uno nuovo all’improvviso e addio tempo libero. << Allora, non dici niente? Non sei contento? >>
<< Sì, certo. >>
<< Mmh, non mi sembri molto convinto… >> posa il pollice e l’indice sotto il mento pensierosa e comincia a fissarmi come con l’intento di leggermi nella mente. Credo le stiano spuntando pure delle antenne aliene… Sospiro.
<< Se ti rapissi, Occhiali da Sole o qualcuno della troupe verrebbero a cercarti per proporti chissà cosa? >>
<< Se mi rapissi credo che verrebbe a cercarmi la polizia! Però, adesso che ci penso, la troupe potrebbe filmare il mio rilascio… ci guadagnerebbero sicuramente un sacco di soldi… >>
Perché prende sempre tutto alla lettera?
<< Sana… >>
<< Heric… mi stai forse proponendo una fuga d’amore? >> mi chiede, sbattendo le sue lunghe ciglia e guardandomi speranzosa con quegli occhioni nocciola.
<< Chissà, può darsi… >> Meglio restare sul vago con lei, in qualunque occasione, soprattutto se vi serve ancora un po’ di tempo per formulare una risposta azzeccata: prendete nota!
<< E la scuola? >>
<< Bhe, fra nemmeno tre giorni inizieranno le vacanze primaverili… >> La sua cognizione del tempo ha un non so che di inquietante.
<< Di già? >>
<< Già! >>
<< Allora, dove mi porti? >> mi chiede, cominciando a saltellare come un coniglio per tutti i metri quadri della stanza.
<< Dove vorresti andare? >> chiedo, più per me che per lei.
<< Oh, ho sempre sognato andare alle Hawaii! >> i suoi occhi sbrilluccicano e i miei si riempiono di perplessità. A volte torna ad avere dodici anni…
<< Un posto un po’ più fattibile? >>, più vicino, più economico, dove non servano documenti?
<< Uff, ma non dovresti organizzare tutto quanto tu visto che non possiamo andare proprio ovunque? Ovunque io voglia…>> Gonfia le guance e si siede sul letto fissando il muro. Un pensiero decente si insinua finalmente nella mia mente…
<< Ti andrebbe di andare alla casa sul lago? >> La butto lì, non saranno le Hawaii ma c’è pur sempre vegetazione e acqua!
<< Lago? Casa? >>
<< Si, ecco, abbiamo una casa sul lago, non ci andiamo da secoli, sarà piena di polvere, però è un bel posto, se non ricordo male… >>
<< Oh, sì, che bella idea!!! Perché non lo chiediamo pure ai ragazzi? Verrebbero sicuro! >> Io lo so che nella sua mente ha già organizzato tutto: spesa, valigia, giochi, roba da femminucce, turni di pulizia, come schiavizzare noi ragazzi, come andare, quando andare, cosa fare, come personalizzare il posto, caricato la macchina fotografica, scelto l’abbigliamento per l’intero periodo di vacanza. Naturalmente non ha pensato, invece, che magari avrei il piacere di passare un po’ di tempo da solo con lei.
<< Hai già deciso, vero? >> chiedo più per formalità che altro, rassegnandomi in partenza.
<< Naturale! Anzi, adesso vado così faccio la lista delle cose da comprare, avviso tutti e preparo le valigie. Tu resta qua a studiare storia così poi me la spieghi in parole semplici, che ne dici? Vedrai, ci divertiremo un sacco, non te ne pentirai! >>
Sbuffo. Io me ne sono già pentito, ma ho forse altra scelta?
<< Sana… >>
<< Sì? >> Lei è già sulla porta, radiosa, pronta a sfrecciare verso casa sua o chissà dove.
<< Perché non resti per due coccole? >>
<< Ma quanto sei scemo, ahah! Ci vediamo domani a scuola, studia bene! >> Mai che studi lei al posto mio, non che ci sia da fidarsi molto, ma quel che conta è il pensiero, no? E mai che lei pensi a noi due in situazioni differenti, intime.
Chi la capisce è bravo, eppure non posso fare a meno di lei.
 
Angolo Autrice
Ciao a tutti! Spero che questo capitolo non vi sia dispiaciuto ;) Devo ammettere che, rispetto al precedente, mi sono divertita un po' di più a scriverlo e spero altrettanto per voi a leggerlo! Grazie a tutti, davvero <3 
A presto, Alice

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Capitolo 7
*** 109 ***


- 109 -

 

 

POV Heric

Donne. Si portano dietro metà casa e poi lasciano a noi poveri uomini il ruolo di facchino personale.

Quel che doveva essere il week end decisivo per farle aprire gli occhi sui miei sentimenti e sulle mie necessità, si sta rivelando un incubo ad occhi aperti.

<< Forza pelandroni! >> Grida lei, cento metri più avanti, libera da ogni peso o fatica.

<< Non battete la fiacca! >> le dà corda Alyssa, contagiata dalla carica di Sana.

<< Arriviamo tesoruccio! >> Voglio bene a Terence, è il mio migliore amico, ma a volte non lo sopporto! Tirerà mai fuori i benedetti attributi? Intanto che zampetta verso la sua amata, gli faccio lo sgambetto e cade a faccia a terra come un salame.

<< Forza amico, chi dorme non piglia pesci! >> gli comunico innocente, intanto che si sistema gli occhiali sul naso chiedendosi tra sé e sé come abbia mai fatto a cadere così sbadatamente.

La casa sul lago non è proprio come me la immaginavo, dall’esterno ha un’aria un po’ decadente e trascurata per via delle erbacce selvatiche che sono cresciute incolte lì attorno; all’interno, per fortuna, non si è formata della muffa, ma necessita sicuramente di una pulita.

<< Etciù >> starnutisce Terence seguendomi all’interno. << Mannaggia alla mia allergia alla polvere! >> A sentire questa frase il mio sopracciglio si è sollevato in automatico e naturalmente non è sfuggito a quell’impicciona.

<< Heric, non osare pronunciare quella frase che sta formulando la tua testolina, te lo leggo in faccia! Terence è esonerato dalle pulizie, tu no, quindi ti conviene darti una mossa cominciando dal piano di sopra! >> e dicendo questo mi consegna un detergente e un panno che ha pescato da chissà dove.

<< Scordatelo! >> le rispondo, incrociando le braccia al petto.

<< Heric >> Ripete il mio nome con aria minacciosa, ma so di certo tenerle testa continuando il suo stesso gioco, se non altro mi diverto un poco.

<< Sana >> pronuncio, notando la sua irritazione aumentare attraverso le sue vene della fronte.

<< Heric >>

<< Sana >> Se c’è una cosa per cui non è nota, a differenza mia, è la pazienza.

<< HERIC! >>

<< Ci sento perfettamente, babbea, non c’è bisogno di urlare! >>

<< Cosa credi… >> esordisce, avvicinandosi al mio orecchio << che io non abbia capito le tue intenzioni? >> Deglutisco. << Se non ti metti subito a pulire, puoi benissimo scordarti qualunque cosa e questa notte la passerai con George! >>

Questo è troppo!

<< E va bene! >> rispondo scocciato, strappandole l’occorrente di mano e filando al piano di sopra con la coda tra le gambe. Altro che donne e il sesso debole, sono delle ricattatrici!

<< Beh >> ammicca George, dandomi una gomitata sul fianco. << Te e Sana avete fatto piani per queste sere, eh? >> Lo fulmino con lo sguardo. << E dai, amico! Vorresti dire che giocherete a scarabeo per tutto il tempo? >>

<< Non ti riguarda! >> gli rispondo, scocciato. Quella ragazza mi farà impazzire, di questo passo… Ultimamente è più distante e sfuggente che mai e sembrerebbe che eviti in tutti i modi possibili il contatto fisico. All’andata ha voluto persino andare in auto con quelle pettegole che adesso sento canticchiare giulive l’hit del momento.

Che ho fatto di male, adesso? D’istinto tiro un calcio al mobile del corridoio sollevando un polverone che adesso mi toccherà, tra l’altro, pulire. Dannazione!

 

POV Sana

Per l’ora di pranzo riusciamo a dare una pulita generale alla casa che adesso, con qualche aggiustatina, ha un’aria davvero graziosa!

<< Batti cinque! >> diciamo all’unisono io, Fanny, Alyssa e Margaret!

<< Che fame! >> esclamo, massaggiandomi lo stomaco che prende subito a brontolare. Meno male che Patricia ha provveduto a prepararci un sacco di prelibatezze per farci cucinare il meno possibile in questi giorni di relax. Chiamiamo i ragazzi e ci distribuiamo attorno al tavolo dove iniziamo ad aprire i vari contenitori succulenti.

<< Sana, scommetto che è tutta opera di Patricia! >> azzarda Fanny.

<< Mi pare ovvio, o tutto questo ben di dio non avrebbe questo aspetto! >>, risponde una persona che conosco molto bene e che è in procinto di addentare il primo Hosomaki. La reazione generale è una grassa risata, che simpaticoni!

<< Grazie Patricia! >> sottolineano tutti, comprese quelle traditrici delle mie amiche.

<< E comunque io ho altre doti! >> dichiaro, un po’ offesa. A George va di traverso un po’ di riso dando vita a ulteriore ilarità, mentre Heric gli dà un colpo secco alla schiena.

<< Sei un maiale, George! >>

<< Maschi… >> commentano le ragazze. O mio dio, ma non è che hanno colto qualche allusione nella mia frase? Mi coloro di rosso e ricorro subito ai ripari, peggiorando forse la situazione.

<< Doti recitative, gente, mi riferivo a quello! Mi pareva ovvio… >> A me pareva ovvio per davvero! Che ingenua, forse hanno ragione a dire che dovrei darmi una svegliata. Heric incrocia il mio sguardo preoccupato che distolgo subito e arrossisco.

Un disastro, sono un disastro!

<< Vieni >>, mi dice lui mentre sono concentrata ad asciugare un piatto dopo mangiato.

<< Devo finire prima qui. >>

<< Dai, lo farai dopo! I piatti non scappano… >>

<< Ma… >>

<< Che c’è, hai paura di stare da sola con me? >> mi chiede, con lo sguardo un po’ tormentato dalla mia reazione. Forse ha ragione, non mi va molto di restare da sola con lui, più che altro per evitare di aprire discorsi che mi agitano e per cui mi sento impreparata ad affrontare.

<< Tranquilla, ti voglio solo far vedere il lago da vicino. >> Come al solito mi ha letto nel pensiero, come mi conosce lui probabilmente nemmeno mia madre. Mi porge la mano che gli stringo intrecciandola alla sua e mi lascio guidare fuori.

Il panorama è unico, i raggi di sole riflettono sull’acqua cristallina e cheta, la vegetazione avvolge il lago donandogli armonia e la melodia dei cinguettii e una famiglia di anatre poco lontana, che si accinge a tuffarsi uno alla volta, contribuiscono alla magia del luogo.

<< Che bello, Heric! Hai avuto un’idea fantastica. >> gli dico, dandogli un bacio a fior di labbra.

<< Già. >>

Ci sdraiamo sull’erba per goderci il sole temperato di questa magnifica giornata primaverile. Lui chiude gli occhi per godersi al meglio la sensazione di calore sul viso, intanto che io delineo i lineamenti del suo viso con un filo d’erba e penso quanto io mi senta in pace con lui.

<< A che pensi? >>, mi chiede all’improvviso.

<< A niente… >>

<< Certo. A che pensi? >>. Mi conosce troppo bene.

<< A niente! >>, ritento. Al che blocca la mia mano che era ancora assorta a giocare col suo viso e mi attira a sé, stringendomi in un abbraccio. Sento il battito regolare del suo cuore, mentre il mio accelera un poco.

<< Sana… >>

<< Sì? >>

<< Ti stai facendo paranoie inutili. >>

<< Mmh… >>

<< Dico sul serio… >>

<< Ok… >>

<< Di che hai paura? >> Bella domanda. Non è che io abbia paura di lui, che scemenze, lui è una delle persone di cui mi fidi di più al mondo, e non ho paura di noi, perché lui non me ne dà mai motivo. Forse temo un po’ me stessa o, come dice lui, mi sto facendo solo delle paranoie.

<< Dei ragni… >>, tergiverso, intanto che faccio chiarezza nella mia testa.

<< Sono i ragni ad avere paura di te. >>

Silenzio. Sta aspettando che io mi apra, perché nonostante mi conosca come le sue tasche questa volta vuole che sia io a parlare.

<< Io… ho paura di deluderti, credo… >> accenno, senza trovare il coraggio di guardarlo negli occhi che percepisco ormai come aperti.

<< Baggianate… >>

<< Io dico sul serio! >>

<< Anche io! >>

Mi accarezza i capelli per tranquillizzarmi, ma non è facile placare l’uragano che ho dentro.

<< Heric, stanotte non voglio che tu dorma con George per davvero… >>

<< Oh no, io e George stiamo aspettando questa notte da sempre! >>

<< Anche io! >> e sollevo gli occhi finché non fanno specchio coi suoi. Lo bacio come non lo baciavo da un bel po’, rimpiangendo tutte le volte che non l’ho fatto perché ero indaffarata con cose decisamente meno interessanti. Lui ricambia, facendo fare i salti mortali al mio cuore.

<< Ti ho mai detto che non mi dispiaci? >> mi domanda, dopo un po’.

<< Ti ho mai detto che non mi dispiaci affatto? >>.

E rincorrendoci nel campo recuperiamo tutto il tempo perduto.

 

Ciao a tutti! Scusate l’attesa per questo capitolo che si è fatto un po’ desiderare :D È piuttosto breve, lo so, ma credo che racchiuda in poche righe, a volte implicite, le preoccupazioni e i desideri dei nostri beniamini.

Che ne pensate? Vi mando un bacio! Al prossimo capitolo! Alice

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