Magus beneficus veritasque

di Kira_chan88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-fuga ***
Capitolo 2: *** 2-Nuova vita, nuovi amici ***
Capitolo 3: *** 3-Un incontro celeste ***
Capitolo 4: *** 4-Passione e ricordi ***
Capitolo 5: *** 5-Perdono ***
Capitolo 6: *** 6-Addio ***
Capitolo 7: *** 7-Riconciliazione ***
Capitolo 8: *** 8-Paura nel bosco ***
Capitolo 9: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 10: *** Aggressione e verità ***
Capitolo 11: *** Cicatrice ***
Capitolo 12: *** La mia triste storia ***
Capitolo 13: *** Intermezzo: Attenzione-rating rosso ***
Capitolo 14: *** Liberazione ***
Capitolo 15: *** Verrò a prenderti ***
Capitolo 16: *** Incubo ***
Capitolo 17: *** Preoccupazioni ***
Capitolo 18: *** Ospite ***
Capitolo 19: *** Attenzione: storia sospesa momentaneamente(spero) ***
Capitolo 20: *** Port Angeles ***
Capitolo 21: *** Braccialetto ***
Capitolo 22: *** Violenza ***
Capitolo 23: *** Incinta ***
Capitolo 24: *** Gravidanza ***
Capitolo 25: *** Andrew ***
Capitolo 26: *** Crescita ***
Capitolo 27: *** Famiglia ***
Capitolo 28: *** Vita, morte, rinascita e miracoli ***
Capitolo 29: *** Partita ***
Capitolo 30: *** Rapimento ***
Capitolo 31: *** Lotta ***
Capitolo 32: *** Inganno ***
Capitolo 33: *** Proposta ***
Capitolo 34: *** Matrimonio ***
Capitolo 35: *** Honey moon ***
Capitolo 36: *** Love and sex ***
Capitolo 37: *** Caccia ***
Capitolo 38: *** Bordeaux ***
Capitolo 39: *** Vecchi amici ***
Capitolo 40: *** Desiderio ***
Capitolo 41: *** Rituale ***
Capitolo 42: *** Test ***
Capitolo 43: *** Lavoro part-time ***
Capitolo 44: *** Compleanno ***
Capitolo 45: *** La scelta migliore ***
Capitolo 46: *** Avviso ***
Capitolo 47: *** Risveglio ***
Capitolo 48: *** Importante, leggere con attenzione! ***



Capitolo 1
*** Prologo-fuga ***


Prologo-Fuga

In una tranquilla località nel nord dell’Italia, una ragazza, cioè io, sta fuggendo per trovare un luogo migliore in cui vivere. Non che la mia città natale non mi piaccia, sia chiaro, ma riporta alla mia mente solo brutti ricordi, così ho deciso di partire. In un albergo a due stelle, l’unico che posso permettermi senza spendere tanto, ho trascorso l’ultimo mese, ma non posso più viverci: è scomodo e comunque probabilmente lui mi troverebbe. Con questo pensiero in mente ho cercato un nuovo posto in cui vivere, un luogo in cui iniziare una nuova vita, ed era necessario che fosse lontano, molto lontano, dall’Italia: così  ho scelto l’America, anche se non mi piace.
Mi sono informata  sui vari paesi che compongono l’America ,  senza trovarne uno che mi soddisfacesse, ma alla fine ho scelto un anonimo paesino nelle montagne di Seattle: Forks. Da ciò che ho scoperto è molto piccolo, poco conosciuto, con pochi abitanti e anche con pochi che ci vanno in vacanza: direi che è perfetto per  me, visto che li ho la certezza che non mi troverà mai. Ho chiamato l’agenzia di viaggi per sapere se conoscevano Forks, ed ebbi come risposta quella che supponevo, ossia che non ne sapevano nulla e che mi avrebbero fatto sapere. Mi hanno richiamato qualche giorno dopo, dicendomi che avevano fatto ricerche sulla città e mi avevano detto di aver prenotato per me un incontro con l’ufficio di collocamento perché potessi comprarmi una casa. Dopo qualche giorno da questa chiamata, giusto il tempo di risolvere i vari problemi con l’albergo, ho comprato i biglietti che mi avrebbero condotta a Seattle; una volta li avrei dovuto comprarne degli altri per  prendere l’aereo che mi avrebbe condotto a Forks, la mia nuova casa. Ancora  qualche giorno e avrei potuto dire addio ai brutti ricordi che mi tenevano legata a questo posto; non rimpiango nulla della mia vita vissuta fino ad ora, ne la mia famiglia, ne tantomeno le mie “amiche”, che mi avevano abbandonata nel momento del bisogno; nessuno saprà che io me ne sono andata, nessuno soffrirà. E meglio così, per tutti.
Mi chiamo Shinri e tra qualche giorno potrò iniziare una nuova vita.   


Spero vi piaccia come capitolo! So che non si capisce molto(a partire dal titolo su cui potete fare delle domande) ma,  a voi lettrici(e lettori se ce n sono), non abbandonatemi! Un'altra cosa:COMMENTATE!!!
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Capitolo 2
*** 2-Nuova vita, nuovi amici ***


CAPITOLO 2: Nuova vita, nuovi amici
Ero arrivata da circa quattro ore e avevo già constatato una cosa: qui a Forks pioveva quasi ininterrottamente e io…non avevo l’ombrello!! Perché sui siti internet non mettevano anche le previsioni metereologiche?! E perché io ero l’unica vestita con abiti estivi?!  Mi sono guardata intorno per vedere dove fosse l’uscita, ed è stato allora che ho visto un’altra ragazza nelle mie stesse condizioni: la sua carnagione era pallida e aveva lunghi capelli ondulati color del  mogano. Decisi di chiedere a lei se sapeva da dove si usciva.
- Scusa!- l’ho chiamata per attirare la sua attenzione
- Cosa ti serve?- mi ha chiesto lei, rivolgendomi la sua attenzione
- Sapresti indicarmi l’uscita?- le ho chiesto, avvicinandomi con le mie valigie
- Certamente: vai dritta da quella parte poi svolta a destra- mi ha risposto lei, indicando una porta alla mia destra
- Ti ringrazio! Io mi chiamo Shinri, immagino che da domani saremo nella stessa scuola-
 - Davvero? Che incredibile coincidenza! Ma come facevi a sapere quando sarebbe iniziata a scuola? Non lo sapevo nemmeno io che conosco questo posto meglio di te…-
-Beh prima di venire qui mi sono informata, visto che volevo venire a vivere qui, dovevo essere sicura di avere tutte le informazioni.-
-Tu non sei di queste parti vero? Intendo non sei americana. Da dove vieni?-
- Ah…io vengo da una regione dell’Italia del Nord –
-Davvero?! E dimmi, è un bel posto?-
-Diciamo che non ho avuto molto tempo per esplorarla in tutti questi anni, visto che ho avuto non pochi problemi-
-Capisco…spero che qui non avrai problemi allora!-
-Di questo ne sono sicura!- infatti ero veramente sicura che i miei problemi non mi avrebbero trovata qui
-Oh a proposito io mi chiamo Isabel...-
-Ah Bella, scusa per il ritardo!- un uomo si stava avvicinando a noi: aveva  folti capelli castani, dei baffi dello stesso colore, e indossava la divisa della polizia
- ciao Char…papà . Shinri, lui è mio padre; papà, questa è Shinri e da domani sarà mia compagna di scuola. Mi ha chiesto delle informazioni e così ci siamo fermate a chiacchierare-
-Oh, è  un vero piacere conoscerti Shinri. Io sono Charlie Swan, l’ispettore capo della polizia qui a Forks, spero di non vederti mai in centrale-
-Il piacere è tutto mio signore, spero di rincontrarla in circostanze migliori di una centrale di polizia. Ora scusatemi ma devo andare, devo firmare un contratto per l’acquisto di una casa. Ispettore capo Swan, Bella, arrivederci- e detto questo mi sono avviata verso l’uscita.
Mi sono diretta senza problemi fino all’ ufficio  di collocamento e, dopo un’ora estenuante passata a parlare con una simpatica signora di mezza età, eravamo finalmente giunte alla parte che più mi premeva: l’acquisto della casa.
- Allora signorina, inizio col dire che la casa che volevo proporle è abbastanza ampia e spaziosa e che si trova fuori città, perciò potrebbe essere scomodo per lei che deve andare a scuola…scusi se glielo chiedo di nuovo, ma è sicura che per i suoi genitori vada bene che lei viva da sola? Sa non vorrei che ci fossero problemi…-
-Non si preoccupi, non c’è alcun tipo di problema-
-Bene. Per il pagamento direi che ci va bene qualsiasi tipo di cifra lei ritenga opportuna Sa coi tempi che ci sono nessuno viene ad abitare in un paesino piccolo e sperduto come questo e così abbiamo abbassato un po’ il prezzo-
-Perfetto, allora se non le spiace firmo e poi vorrei sapere in che via si trova la casa-
-Naturalmente. Ah un ultima cosa: la luce e il telefono non saranno disponibili per un paio di giorni, perciò se avrà qualche problema non potrà rivolgersi a nessuno-
-Nessun problema-
-Ne è sicura? Potremmo sempre avvertire il dottore del suo arrivo, così se dovesse aver bisogno di aiuto potrebbe occuparsi di lei-
-Le ripeto che non c’è problema, e poi anche lui farebbe fatica visto che non c’è il telefono-
-Come preferisce allora- ha concluso lei con voce incerta.
Arrivare alla mia nuova dimora si è dimostrato più difficile di quello che credevo, ma una volta arrivata ho concluso che ne era valsa la pena: la casa era veramente bella e non era solo spaziosa, ma enorme. Aveva una specie di giardino, e prima di entrare c’era un’ampia veranda. Entrata all’interno, sono rimasta a bocca aperta: un’enorme stanzone vuoto si presentava davanti hai miei occhi, che si apriva in un altrettanto ampio soggiorno ; la cucina era un po’ più piccola ma andava bene lo stesso. La casa era suddivisa in due piani, e al secondo c’era un lungo corridoio che dava su tre stanze: due camere e un balcone, anzi un terrazzo; le camere erano un bagno e quella che sarebbe diventata la mia stanza.
Subito ho disfatto le valigie, tirando fuori il cellulare da una tasca interna: c’era una chiamata persa ed era sua. Non ci ho fatto caso e ho buttato il cellulare sul pavimento: avevo cominciato una nuova vita, e presto avrei avuto nuovi amici perciò potevo non preoccuparmi del mio passato.

Vi ringrzio per avermi recensita, a quelle poche che lo hanno fatto. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

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Capitolo 3
*** 3-Un incontro celeste ***


CAPITOLO 3: Un incontro celeste
Ero arrivata da neanche un giorno e già si prospettava un nuovo problema:il cibo. Per la cena ero riuscita a cavarmela perché mi ero portata qualcosa dietro ma ora venivano i problemi: avrei dovuto andare al mercato per comprarmi i viveri, però avrei potuto farlo solo dopo essere andata a scuola, perciò ho dovuto saltare la colazione e dirigermi direttamente verso la scuola. Una volta arrivata davanti all’edificio scolastico, costituito da più costruzioni tutte uguali, ero giunta alla conclusione  che, anche se come posto era bello e tutto il resto, era anche abbastanza scomodo. Beh, avrei fatto esercizio. Dopo un pò mi sono sentita chiamare
-Shinri!!-
Mi sono voltata per seguire la voce, trovandomi di fronte Bella che mi correva incontro
-Ciao Bella, come va?-
-Bene grazie. Dimmi, questo vorrebbe saperlo Charlie, sei venuta a piedi fin qui?-
-Si, perché?-
-Beh, quando a saputo dove abitavi, voleva sapere come ti saresti spostata. Dice che nella zona in cui abiti ci sono molte bestie feroci e che quindi non è consigliabile aggirarsi li intorno da sola senza un mezzo di trasporto-
-Ma gli animali non attaccano gli uomini no?-
-Solitamente no, ma non si sa mai-
-E ora che lo saprà cosa ha intenzione di fare?-
-Più che altro era solo un avvertimento. Vogliamo andare?-
-Si, ormai mi sono rassegnata all’idea che sarò squadrata da tutti alla stregua di una aliena-
-Allora saremo in due-
-Non sarà la stessa cosa: io per loro sono…esotica. Sai, perché io vengo dall’Italia e tutto il resto-
-Non credo che dovresti preoccuparti più di tanto, in fondo non ti tormenteranno più di tanto. Comunque credo che tu avrai molto successo con i ragazzi-
- Perché lo pensi?-
-Perché io ti trovo molto carina, anzi molto bella-
-Tu dici?-
-Certo! Ti sei mai guardata allo specchio?-
Non le ho risposto: ovvio che mi ero guardata allo specchio, ma trovavo la mia bellezza una maledizione anziché un pregio. Con i miei capelli neri, la pelle bianchissima e gli occhi verdi, per non parlare del mio corpo(seno compreso) ero la calamita perfetta per ogni tipo di uomo, anche il più spregevole.
-Se lo dici tu…-
Ho scoperto ben presto che io avevo ragione e Bella torto: non appena entrata e fino all’ora della mensa tutti non hanno fatto altro che tempestarmi di domande sull’Italia, e hanno continuato fino a quando non siamo entrati nella sala
-Davvero tu vieni dall’Italia? E dimmi com’è?- mi aveva appena chiesto Jessica, una ragazza abbastanza impicciona, che sin da quando mi aveva vista non aveva fatto altro che tempestarmi di domande,probabilmente per raccontare tutto ciò che riguardava me  agli altri, per dare l’impressione di conoscermi bene
-Non posso dire di conoscerla. In tutti questi anni  non ho avuto molto tempo per visitarla-
-Ma il nome Shinri  non è italiano- ha constatato Angela, un’altra ragazza che faceva parte del giornale della scuola
-Non finirà sul giornale vero? Mia madre ha vissuto per molto tempo in Giappone e così mi ha chiamata con un nome giapponese-
-Veramente? Che figo!- hanno esclamato entrambe
-Chi sono quelli?- ha chiesto all’improvviso Bella.
Erano entrati in quel momento, infatti, un gruppo  di cinque ragazzi: i primi due erano entrati tenendosi per mano ed erano un ragazzo e una ragazza; la ragazza aveva lunghi capelli biondi , mentre l’altro era alto,muscoloso, con corti capelli neri. Li seguivano altri due ragazzi, sempre un ragazzo e una ragazza ,anche loro tenendosi per mano, lei bassa con i capelli corti e neri,lui alto con dei riccioli biondi sul capo. L’ultimo del corteo era un ragazzo con i capelli color del bronzo.
-Quelli sono i figli del dottor Cullen. Dico figli ma in realtà non sono realmente figli suoi, anzi nemmeno sono fratelli! Beh, in realtà  i due biondi sono gemelli, ma la cosa più sconvolgente è che loro stanno insieme! Insieme capisci?!Ad esempio il biondo e la mora,e il ragazzone con quella che sembra abbia la puzza sotto al naso. Li vedi come si comportano tra di loro? Sono strani davvero, stanno sempre in disparte e poi non mangiano mai nulla! Non ti consiglio di provarci Bella, è inutile: a lui noi non piacciamo- Jessica si era lanciata in una descrizione molto dettagliata di tutti i loro pettegolezzi, mentre Bella era rimasta colpita dal ragazzo dai capelli di bronzo
-Come si chiamano?- ho chiesto
-Allora, i due biondi si chiamano Jasper e Rosalie , la piccoletta si chiama Alice, quello alto è Emmett e l’ultimo si chiama Edward-
-Dimmi,ti piace quel tipo vero?- ho chiesto a Bella, guardando dubbiosa verso Edward
-No, figurati- ha detto lei, alzandosi
Mi sono alzata anch’io, ma proprio in quel momento mi sono sentita male e sono svenuta. Mi sono svegliata nell’infermeria e sia Bella che l’infermiera mi guardavano preoccupate
-Stai bene?- mi ha chiesto Bella ansiosamente
-Si, sto bene- ho risposto, facendo per alzarmi ma sono stata trattenuta dall’infermiera
-No cara, tu non stai per niente bene. Prima ho controllato le tue pupille mentre eri svenuta, ho provato a svegliarti in ogni modo ma non c’è stato verso: sembravi veramente in coma. Dimmi sono accadute spesso situazioni di questo genere?-
-Negli ultimi anni è capitato qualche volta, ma non credo sia nulla di grave-
-Ti consiglierei ugualmente di fare un controllo all’ospedale,non si sa mai-
-Bene lo farò- ma non pensavo di farlo veramente, anzi non credevo fosse necessario, ma Bella mi ci ha portato subito dopo aver sentito quella frase, lasciandomi poi da sola perché doveva tornare a scuola.
Un’infermiera sorridente mi ha fatto entrare in uno studio dicendomi che tra qualche minuto sarebbe arrivato un dottore a visitarmi, dopodiché  anche lei se ne andata uscendo dalla stanza; ho meditato molto a lungo sulla possibilità di andarmene prima che arrivasse qualcuno, e proprio quando finalmente mi ero decisa e alzata, è entrato il medico. Ho detto medico, ma la persona che era appena entrata sembrava un medico solo perché indossava il camice: era talmente bello con i suoi capelli biondi, il viso dolce e disponibile e la sua imponenza, che invece di fare il medico avrebbe dovuto essere attore o modello, e più che un essere umano sembrava uno degli angeli che abitavano in paradiso; sotto il camice indossava  una camicia azzurra con una cravatta dello stesso colore e la cosa ancora più affascinante che ho notato in lui è stato  il tenue bagliore dorato che emanavano i suoi occhi.
Appena entrato nella stanza però lui si è irrigidito e ha iniziato a scrutare con la fronte aggrottata e le narici dilatate la stanza fino a quando non mi ha notata: a quel punto ha cominciato ad avvicinasi a me, teso. Solo allora ho notato le sue occhiaie e lo sguardo stanco, e per un momento mi sono preoccupata per lui: sembrava stesse veramente male. Poi lui mi ha fatto un sorriso e ha iniziato a parlare
 -Allora, tu devi essere Shinri- ha cominciato lui
-Come fa a conoscermi?-
-Oh, andiamo, sei sulla bocca di tutti: è impossibile non sapere chi sei-
-Capisco-
-Allora, mi hanno detto che oggi sei svenuta e che questa cosa accade abbastanza spesso. E’ vero?-
-Si, ma…-
-Per caso ti sei procurata ferite di qualche tipo in questi anni?-
-No, non mi sembra…-
-Bene. Ora, se non ti spiace, vorrei prelevarti un campione di sangue da far analizzare, perciò potresti scoprirti il braccio?-
-Certo- Ho risposto, scoprendo il braccio destro e mettendo in mostra delle cicatrici sul polso
Quando ha visto quei segni, il dottore ha aggrottato per un attimo la fronte ma  ha eseguito lo stesso l’iniezione,uscendo col sangue dopo avermi lanciato  uno sguardo silenzioso che non ho saputo decifrare.
Sono rimasta ad aspettare i risultati per minuti che parevano interminabili, con l’ansia che cresceva secondo dopo secondo, ansia non per il risultato delle analisi ma per ciò che avevo mostrato involontariamente al dottore: probabilmente in quel momento stava chiamando la polizia, immaginando chissà quale abuso. Stavo pensando di nuovo di andarmene, quando lui è entrato, mi ha fatto un sorriso rassicurante che mi ha calmata anche dal punto di vista dell’ansia e mi ha esposto il referto medico
-Bene, direi che non hai niente di anomalo, a parte pochi zuccheri nel sangue, perciò non devi preoccuparti-
-Ah…grazie- ho sussurrato alzandomi e avviandomi verso la porta
-Dove stai andando?-
-A casa-      
-Aspetta ti accompagno, tanto ho finito il turno-
-Ma perché…?-
-Mi hanno chiesto di occuparmi di te per i primi giorni che passerai qui. Sono il dottor Carlisle Cullen e abito non molto lontano da casa tua-
-Capisco…- non avevo vie di scampo: voleva accompagnarmi a casa per interrogarmi sulle cicatrici, ne ero sicura. Per questo sono rimasta in silenzio ad aspettare mentre lui si toglieva il camice e mentre ci avviavamo verso la sua auto
Durante tutto il viaggio ho guardato tutto il tempo davanti a me senza rivolgergli uno sguardo, fino a quando lui non ha parlato
-Ascolta…-mi sono preparata al peggio -credo che non dovresti andare a scuola domani, devi riprenderti e cercare di ritornare in forma-
-D’accordo- ho  risposto deglutendo- ah, siamo arrivati si può fermare, grazie- e ho aperto la portiera dell’auto per poi avviarmi verso la porta di casa mia
-Aspetta, ho una cosa per te-mi ha fermato lui uscendo a sua volta dall’auto e raggiungendomi. Si è fermato davanti a me e ha inalato l’aria che proveniva da me con una sorta di…piacere? Non so dirlo con precisione ma poi ha continuato, guardandomi in maniera strana
-Ho fatto la spesa per te: immagino che tu non l’abbia ancora fatta- in quel momento mi sono accorta che reggeva dei sacchetti in mano
-G-grazie- ho mormorato io prendendo i sacchetti e chiudendo in fretta la porta. Che cos’era l’emozione che mi aveva attanagliato il cuore?

Ciao a tutti. Dopo giorni interminabili sono tornata! Come vi sembra stia procedendo la storia? Che relazione pensate ci sarà tra i due? Come vi sembra la descrizione fatta da lei di Carlisle? Fatemelo sapere presto e recensite, anzi ringrazio in anticipo coloro che lo faranno! Ciao!


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Capitolo 4
*** 4-Passione e ricordi ***


CAPITOLO 4: Passione e ricordi
Il giorno dopo mi  sono svegliata  dopo una notte tormentata e sono subito andata in cucina per fare colazione; potevo prendermela con calma dato che avevo deciso di non andare a scuola, seguendo il consiglio del dottor Cullen. Il dottor Cullen…ho pensato a lui praticamente tutta la mattina, mentre spolveravo, svuotavo le valige, lavavo i vetri, pulivo ogni stanza e mettevo in ordine ogni angolo della casa, fino a quando non è arrivato mezzogiorno. Dopo aver pranzato, ho deciso di occuparmi del giardino, ed è stato mentre mi trovavo li che ho sentito il rombo di un’automobile davanti al vialetto di casa. Mi sono avviata in quella direzione giusto in tempo per vedere il dottore che usciva dalla sua auto, e quando lui mi ha vista e salutata con un sorriso sulle labbra, il mio cuore ha fatto un salto. Sono riuscita a uscire con molta fatica  dai cespugli dove mi ero ficcata, e l’ho salutato tendendogli la mano e invitandolo in casa. Appena entrato si è guardato intorno sempre con le narici dilatate, che stesse annusando l’aria? Ho ricacciato indietro quel pensiero e l’ho invitato a seguirmi nella sala, facendolo accomodare su una sedia
-Posso offrirle qualcosa da bere?-
-No, non  ti scomodare-
-Perché è qui?-
-Volevo sapere come stavi. Ho notato con piacere che hai seguito il mio consiglio di ieri-
-Si…ho pensato che se era il medico a dirmi di farlo, dovevo farlo. Mi dica…- ho aggiunto, stringendo i jeans - è venuto qui anche per sapere qualcosa sulle cicatrici, vero?-
-Effettivamente…si. Vorrei sapere qualcosa su quelle cicatrici se non ti spiace: se stai tanto male da volerti suicidare, dovrei preoccuparmi, in fondo sei una mia paziente ora-
-Beh, allora…sappia che sono vecchie…perciò può anche rilassarsi. La fonte dei miei problemi non è più qui-
-I tuoi problemi?-
-Si, ma…non…non credo che la riguardino, sono personali-
-Naturalmente-
-E’ veramente sicuro di non volere niente?- ho chiesto nuovamente, cercando di trovare una scusa per allontanarmi
-No, ti ringrazio, non ti scomodare. Ero venuto qui solo per vedere come stavi, sai, con quelle cicatrici…comunque, visto che stai bene direi che posso andarmene. Scusa per il disturbo- ha fatto lui alzandosi
-N-nessun disturbo..- ho balbettato io accompagnandolo alla porta.
Eravamo sull'uscio, io sullo scalino, lui sul terreno, e io mi sono sporta in avanti per stringergli la mano, quando sono scivolata:  mentre cadevo in avanti ho chiuso gli occhi, pensando all’imminente caduta, quando ho avvertito qualcosa che mi afferrava la schiena; mi sono sentita sollevare e ho aperto gli occhi giusto per ritrovarmi a due centimetri dal viso del dottor Cullen. Il mio cuore rischiava di uscire fuori dal petto, e cercando di liberarmi ho notato una cosa strana: i suoi occhi, che solitamente erano color dell’ambra, in quel momento erano neri come la pece; poi, senza alcun preavviso, lui mi ha baciata di scatto, spingendomi dentro casa. Mi ha sbattuta contro il muro, continuando a baciarmi e devo ammettere che, dopo l’iniziale paura, cominciava pure a piacermi: è stato così che, invece di cacciarlo via, lo stringevo a me con sempre maggiore forza, baciandolo a mia volta, bramando le sue labbra sulle mie; il perché io mi stessi comportando così, dopo le brutte esperienze in quella situazione, non lo so, ma forse è successo perché a differenza di lui, il dottore faceva tutto con molta più dolcezza, da come mi stringeva il corpo, a come cercava di far entrare la sua lingua nella mia bocca…direi che mi stava facendo impazzire, così come io stavo facendo impazzire lui: le sue mani, che fino a quel momento aveva tenuto sulla mia schiena, avevano cominciato a salire su, sempre più su, fino a sfiorare il mio volto per poi tornare sui miei capelli,di cui ha preso una ciocca per annusarla con evidente piacere;poi si sono spostate sul collo, sono scivolate sulle mie braccia, hanno accarezzato languide i miei fianchi, per poi risalire verso i miei seni, sfiorandoli. Tutto questo provocava in me ondate di piacere, tanto che l’idea di fermarlo era sempre più lontana: gli ho messo le mani al collo e mi sono abbandonata completamente a lui, lasciando che facesse ciò che voleva; dopo essersi occupato della parte superiore è sceso giù e ha cominciato ad accarezzarmi la pancia. A quel gesto, un ricordo è riaffiorato nella mia mente:un’altra mano che toccava quella stessa pancia, con violenza però; senza staccarmi da lui ho preso le sue mani portandole sui miei fianchi, e, mentre facevo ciò, lui si è separato da me, mi ha guardato con uno sguardo accecato dal desiderio prima di abbassarsi sul mio collo per continuare la sua opera e ricoprirlo i baci; mentre io cercavo di dimenticare ciò che avevo ricordato, ho sentito qualcosa che pungeva il mio collo. Mi sono innervosita chiedendomi cosa fosse e mi sono voltata verso di lui mentre  tornava sulle mie labbra, e riprendeva a baciarmele, stavolta con più foga,  iniziando ad abbassare nuovamente le mani, per poi afferrarmi i fianchi e sollevarmi da terra; prima di stringermi nuovamente nel suo forte abbraccio, ha fatto aderire le mie gambe ai suoi fianchi e se prima non ci facevo caso,ora avevo iniziato a preoccuparmi sentendo qualcosa premere in mezzo alle mie gambe, mentre lui si muoveva su e giù. Sono stata presa dal panico e, staccandomi da lui, gli ho sussurrato di fermarsi, ma lui non mi ha ascoltato
-Ho detto BASTA!!- Ho gridato spingendolo lontano da me e serrando le gambe.
Dopo essermi calmata ho deciso di affrontarlo e ho alzato lo sguardo verso il suo, per poi rimanere di sasso: anche lui mi stava guardando, piccola e indifesa contro la fredda parete, con gli occhi, tornati di un colore dorato venato di nero, pieni di dolore, paura e sorpresa, come se neanche lui si fosse reso conto di ciò che aveva fatto. Ho aperto bocca per sapere il perché di quello sguardo, ma lui mi ha anticipato
-Mi dispiace, ti prego di scusarmi,io…-ma si è interrotto, ha scosso la testa ed è uscito dalla porta dell’ingresso, lasciandomi sola e piena di dubbi.

Vi ringrazio per avermi recensito! E ci terrei molto se continuaste a farlo! Comunque per tutte coloro che hanno iniziato a leggere la mia FF e sono fan della coppia Edward/Bella, mi dispiace sottolineare che non ci sarà molto spazio per suddetta coppia. Vi ha incuriosito la storia delle cicatrici? Devo dire che in questo capitolo si spiega da dove provengano, o almeno vi è un accenno, tanto per stuzzicare la vostra curiosità e inventiva: secondo voi perché se le è procurate? Attendo eventuali idee! A presto!!^__^

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Capitolo 5
*** 5-Perdono ***


CAPITOLO 5: Perdono
Erano passati parecchi giorni da quando io e il dottor Cullen ci eravamo visti, ed erano stati dei giorni tormentati: ovunque io guardassi in casa, sentivo il suo buon profumo, sulla poltrona dove si era seduto,oppure sui miei vestiti; cosa mi stava succedendo? Non mi ero mai comportata così nei confronti di qualcuno, ero arrivata perfino a sognarlo! E nel sogno lui entrava dalla porta da cui era uscito, e diceva di amarmi e di volermi salvare. Ogni volta che mi svegliavo da quel sogno, morivo dalla voglia di andarlo a cercare, di trovarlo e di dirgli che…non so cosa volessi dirgli una volta trovato anche perché mi fermavo prima, disgustata da me stessa. Fatto sta che ormai quel sogno iniziava a tormentarmi, lo facevo ogni notte, col risultato che ogni volta che mi svegliavo più stanca della sera precedente; probabilmente sarei stata male di nuovo, se non peggio. Anche stamattina non fa eccezione, anzi se possibile è anche peggio, spero non se ne accorga nessuno. A un certo punto mi sono sentita chiamare
-Ehi, Shinri, mi senti?-Bella mi chiamava con insistenza e alla fine mi sono voltata
-Insomma Shinri, ti sto chiamando da cinque minuti, si può saper a cosa…- si stava avvicinando a me e si è fermata all’improvviso, guardandomi inorridita-hai un aspetto orribile! Ma che hai fatto?-
-Non sono riuscita a dormire-
-Tutta la notte?-
-Già- perché avevo cercato di capire le scuse del dottore: in fondo se aveva cominciato a fare ciò che aveva fatto doveva essere in sé e quindi come mai aveva reagito così? Non capivo ed ero rimasta sveglia tutta la notte per farlo, dopo essermi svegliata dal solito sogno, senza peraltro riuscirci
-Comunque anche tu sembri turbata, che è successo?-
-Niente- ha risposto seccamente lei-e solo che ieri, durante l’ora di biologia mi sono seduta vicino a Edward Cullen e…ha storto il naso come se puzzassi-
-Non farci caso. Magari non gli piace il tuo profumo. Suo padre ha avuto una reazione opposta direi-
-Perché?-
-Perché quando ha sentito il mio odore la prima volta…lo ha annusato con una sorta di piacere, anzi  è addirittura venuto a casa mia, dove tra l'altro ha avuto la stessa reazione!-
-Davvero? Capisco perché non hai dormito allora! Dicono che il dottor Cullen sia un bel uomo, suppongo tu sia rimasta affascinata da lui… -
-No, è diverso…- evitando accuratamente di dirle che tra me e il dottore ci era stato più di un semplice incontro formale, e che probabilmente era rimasto lui affascinato, se così si poteva dire, da me.
-Beh, sarà meglio andare, le lezioni cominciano tra poco-ho cercato di sviarla
-Va bene, ci vediamo dopo-
Le lezioni sono passate in un lampo, anche se credo che questo sia dovuto anche al fatto che io abbia dormito durante la maggior parte di esse, e quindi sono potuta uscire da scuola molto più rilassata, ma è durato poco. Appena arrivata davanti a casa mia sono rimasta imbambolata di fronte a dei fiori, legati in un nastro azzurro con un biglietto, attaccati alla maniglia della mia porta. Mi sono avvicinata e ho slegato i fiori e il biglietto entrando in casa; i fiori erano una rosa bianca, una rosa canina e dei fiori di mirto, che ho poggiato sul tavolo per dedicarmi al biglietto che diceva:
“Scusami”
Non ho avuto dubbi su chi fosse l’autore di quel regalo e questo mi ha lasciato confusa: che significava questo?

Allora, che ve ne pare del mio capitolo? Vi è piaciuto? Spero di si. Comunque vorrei rispondere ad alcuni quesiti(cioè solo uno o due) che mi sono stati posti, anzi rispondo direttamente all'autrice:

Fracullen: come avrai visto Bella e Edward staranno insieme. Ho intenzione di ripercorrere le tappe più importanti della loro vita in coppia( compleanno di Bella, matrimonio, nascita di Renesmee) attraverso gli occhi di Shinri, perciò direi che loro staranno comunque insieme. Se lei è la cantante di Carlisle...perspicace, molto perspicace...Complimenti per averlo capito! ^_^

Detto questo spero mi recensirete ancora e, come ultima cosa, ringrazio tutte coloro che hanno meesso la mia ff tra i preferiti: GRAZIE, MI SOSTENETE DAVVERO!

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Capitolo 6
*** 6-Addio ***


CAPITOLO 6: Addio
Dopo il regalo del dottore la voglia di andare a cercarlo era troppa, soprattutto per ringraziarlo del pensiero, anche se non sapevo cosa volesse dire. Purtroppo però, dato che sono una gran codarda, non so proprio come fare: dovrei andare in ospedale, visto che non so dove abita, e poi? Non sto male, come farei a incontrarlo? A queste cose pensavo mentre mi dirigevo a scuola:perlomeno Bella non avrebbe potuto lamentarsi, visto che ero riuscita a dormire quella notte.
Infatti come supponevo appena mi ha visto è diventata raggiante
-Allora ti sei ripresa!-
-Anche tu mi sembra-
-Beh, effettivamente, si. Anche perché probabilmente non vedrò più Edward Cullen e non dovrò più preoccuparmi del mio odore-
-Dici davvero? Non ti dispiace neanche un po’? Mi sembrava ti interessasse quel tipo-
-No, non è vero…- ha ribattuto lei arrossendo- co…comunque oggi ti accompagnerò io a casa-
-Perché?-
-Per vendetta, è ovvio-
-Tuo padre?-
-Già. In questi giorni sono morti decine di animali, inoltre una persona è stata aggredita nella zona in cui abiti tu, perciò mi ha detto di controllarti affinché tu non ti faccia male-
-Capisco-
Le lezioni del mattino sono passate in un lampo, e in men che non si dica era arrivata l’ora del pranzo. Quando mi sono seduta col vassoio, ho notato che Bella guardava nella direzione del tavolo dei Cullen
-Bella che succede?-
-Niente, oggi è successa una cosa strana-
-Cosa?-
-Edward prima mi ha parlato-
-Davvero? Ma non odiava il tuo odore?-
-Infatti, era quello che pensavo anch’io  ma evidentemente mi sbagliavo: mi ha parlato ed è stato pure cordiale-
Stavo per risponderle quando Mike Newton ci ha proposto di uscire in gruppo tutti insieme quel pomeriggio: entrambe avevamo rifiutato e lui se n’era andato un po’ abbacchiato. Dopo le lezioni del pomeriggio, mi stavo dirigendo verso Bella, che era vicina al suo pick up, quando ho sentito un gran rumore di freni e ho visto il furgone di Tyler che si dirigeva sbandando verso il retro del pick up stesso, rischiando di schiacciarla. Sono rimasta pietrificata, non sapevo cosa fare, ma per fortuna qualcuno lo ha fatto per me: Edward, da vicino che era ai suoi fratelli, si era catapultato verso di lei, finendo anch’egli tra i due veicoli e rischiando di essere schiacciato a sua volta, ma incredibilmente era riuscito a fermare la macchina con una sola mano; sono rimasta sbigottita, ciò che avevo visto non poteva essere vero, così non me ne sono preoccupata e sono corsa come gli altri verso Bella, fortunatamente illesa
-Bella, stai bene?!-
-Si…Shinri lo hai visto anche tu…?-
Non ho avuto tempo di risponderle perché sono arrivati subito gli infermieri con l’ambulanza a prenderla e non ho potuto chiedere spiegazioni neanche a Edward, che si era volatilizzato, cosicché sono dovuta andare anch’io in ospedale per la seconda volta.
Mentre aspettavamo il dottore, Tyler, anche lui ricoverato, non faceva altro che scusarsi, fino a quando non ha dovuto smettere per l’arrivo del padre di Bella e del dottor Cullen, che le ha fatto una visita completa e le ha detto che era in perfetta salute, poi, prima di uscire, si è voltato verso di me e mi ha guardato intensamente prima di uscire. Io l’ho seguito per chiedergli se gli potevo parlare , ma mi sono ritrovata davanti a Rosalie, che mi ha guardato con disprezzo prima di dirmi con rancore
-Che cosa vuoi?-
Sono rimasta spiazzata da una domanda del genere, tanto che non sono riuscita a risponderle e lei ha continuato a incenerirmi con lo sguardo fino all’arrivo di suo padre che l’ha chiamata bruscamente
-Rosalie-
-Dobbiamo parlare-
-Dopo-
-Ma…-dopodiché ho sentito un basso ringhio soffocato prima che il dottore si avvicinasse a me  e mi dicesse
-Seguimi- cosa che io ho fatto
Mi ha condotta nel suo ufficio dove si è voltato a guardarmi
-Perché sei qui?-
-Perché volevo ringraziarla-
-Credo che dopo che siamo stati così…intimi tu possa darmi del tu. Comunque di cosa volevi ringraziarmi?-
-Ecco, io…volevo ringraziarla…cioè ringraziarti…per i fiori e il biglietto-
-Non credo ce ne sia bisogno, l’ho fatto perché tu potessi perdonare il mio comportamento –
-Ecco, veramente io…- volevo dirgli che in fondo ciò che avevamo quasi fatto non era stato tanto male, anzi mi era piaciuto, ma le parole non uscivano e io continuavo a torcermi le mani per il nervosismo, fino a quando lui non le ha prese tra le sue e mi ha alzato il viso cosicché io potessi guardarlo in volto
-Ascolta…credo che tu debba dimenticare ciò che è successo-
-Perché?-senza che potessi fermarli, i miei occhi si erano riempiti di lacrime, inspiegabilmente
Lui ha sgranato gli occhi davanti a quella reazione e improvvisamente mi ha abbracciata, arrestando le mie lacrime
-Questo è quello che vorrei fare: dimenticare te e tutto quello che è successo, ma non posso-ho sussurrato tra i singhiozzi.
-Perdonami, non volevo. Io…non volevo farti piangere- ha mormorato lui stringendomi più forte –spero tu possa perdonarmi un giorno, ma è meglio così: sarebbe pericoloso per te-
-Che cosa stai…? No, non importa- ho risposto, staccandomi dal suo abbraccio e asciugandomi gli occhi.
-Beh, allora…addio…- e mi sono voltata per andarmene, nascondendo le nuove lacrime che inumidivano i miei occhi.
Poi ho sentito  un soffio sul collo,ma quando mi sono voltata lui era nella posizione in cui lo avevo lasciato, segno che lo avevo immaginato.
Sono uscita, evitando accuratamente Rosalie, e sono tornata a casa; una volta li, ho buttato i fiori che mi aveva regalato e mi sono buttata sul divano in lacrime: perché lo aveva fatto? Perché anche lui voleva farmi soffrire? Proprio adesso che avevo trovato una persona di cui potermi fidare, questa mi sfuggiva via. Il dolore attanagliava il mio cuore ferito, ma non potevo ricominciare a soffrire, sarebbe stato troppo, e anche inutile: lui non sarebbe tornato. Dopo aver cenato, mi sono diretta in camera mia, per cambiarmi, quando ho avuto dei brividi lungo la schiena: mi sono voltata verso la finestra, notando una figura sull’albero che mi fissava; mi sono spaventata e sono scesa di sotto per chiamare la polizia, bloccata dal suono della porta. Il mio primo istinto era quello di non andare ad aprire ma l’ho fatto ugualmente, trovandomi davanti a Carlisle, che mi ha sorriso, incerto
-Buonasera, posso entrare?-
Io l’ho guardato tremando mentre le lacrime ricominciavano a sgorgare alla sua vista: perché Carlisle? Vuoi forse farmi soffrire ancora?


Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.Ringrazio coloro che hanno messo la mia FF tra i preferiti o tra le seguite( anche se non so che differenza ci sia tra le due). Grazie tante!

Nanerottola: spero ti abbia sorpreso questo capitolo e ciò che ha fatto Carlisle. Continua a seguirmi.

 

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Capitolo 7
*** 7-Riconciliazione ***


CAPITOLO 7: Riconciliazione
Dopo che lui mi aveva chiesto di entrare, ho fatto per chiudere la porta, per non vedere il suo dolce volto che mi guardava . La porta era quasi chiusa, quando una mano pallida è entrata dallo spiraglio che rimaneva e mi aveva afferrato il polso, costringendomi a riaprire; quando è ricomparso il suo volto io mi sono sentita morire: aveva lo sguardo preoccupato e triste allo stesso tempo
-Devo parlarti, è importante-
A quella richiesta, l’ho lasciato entrare, anche perché non avevo scelta; una volta dentro mi sono allontanata da lui, avvicinandomi alla parete opposta: non potevo guardarlo in volto, era troppo doloroso, soprattutto se pensavo che fino a qualche giorno prima, anche se per pochi minuti, quello stesso volto era stato mio. Sentivo che stava per parlare, probabilmente per imbastire una qualche scusa, e non ero pronta per ascoltare ancora la sua voce, così sono salita per le scale; sapevo che mi stava fissando, ma non mi importava: volevo allontanarmi da lui e volevo anche vedere se la figura che avevo visto poco prima dalla mia finestra era ancora li,dato che avevo una strana sensazione. Sono entrata e ho controllato subito quel albero: non c’era nessuno. Mi sono spaventata, soprattutto  quando ho pensato alla strana coincidenza che avevo appena notato: quella strana figura era apparsa a spiarmi sull’albero e, non appena mi ero allontanata dalla mia camera, Carlisle si era presentato alla mia porta, possibile che,come pensavo…
- Shinri-
Carlisle era appena entrato nella stanza e aveva interrotto i miei pensieri. Mi sono voltata verso di lui con il cuore a mille: cosa voleva? Si era forse accorto che io lo avevo scoperto? E se era così, era veramente lui a spiarmi poco prima?
-Ascolta, Shinri, io…-
-Cosa c’è? Vuoi forse inventarti una nuova scusa? Dato che ero troppo giovane per te hai detto che poteva essere pericoloso per me amarti, ed ora che ho scoperto che eri tu a spiarmi poco fa su quel albero, che cosa mi dirai? Che volevi proteggermi dalle bestie feroci che si aggirano qui intorno?-
-Beh, in un certo senso…-
-Non inventarti scuse Carlisle Cullen! Tanto lo so che eri tu, non ho dubbi! Visto che sei stato troppo codardo per avermi, hai deciso di spiarmi per evitare che qualcun altro facesse ciò che tu non hai fatto?! Beh sappi che è già successo e mi è anche piaciuto…- non sapevo più cosa stessi dicendo: per paura o più semplicemente per rabbia stavo dicendo cose che non erano vere, in parte, e visto che lui si stava arrabbiando, io ho deciso di continuare, per ripicca,per vendicarmi della sofferenza patita a causa sua, fino a quando lui non ha sbattuto le mani contro la parete, bloccandomi
-Smettila! Si può sapere che stai dicendo? Non credo a una sola parola di ciò che hai detto, basta! Secondo te dovrei pensare che tu sia stata con un uomo prima di venire qui?! Eri troppo giovane per farlo! Mi credi tanto stupido?-
-Se davvero non mi credi perché hai reagito così? Sei solo uno stupido, non sai niente di me e invece credi di sapere tutto! Sai, prima di venire qui io ero succube di tutte le persone che mi per me erano importanti e…qualcuno…- non riuscivo più a continuare: squarci del mio doloroso passato richiamati da me erano tornati a galla, facendo riaprire altrettante dolorose ferite. Ho alzato gli occhi verso di lui, e ho trattenuto il respiro: la sua espressione era cambiata di nuovo, sembrava sconcertato, ma si è ripreso quasi subito. Ha abbassato le mani sulle mie spalle e ha ripreso a parlare, con voce supplicante
-Per favore smettila. Io…mi dispiace di averti detto quelle cose stamattina: credevo fosse la cosa giusta da fare ma non pensavo che tu…quando te ne sei andata, ho capito che nonostante fosse pericoloso per entrambi, ma soprattutto per te, io non potevo perderti. Stasera sono venuto qui per via del mio egoismo, perché io non posso lasciarti andare, voglio che tu resti con me,perciò…voglio che tu sappia che io non farei mai ciò che tu affermi: pur di riaverti indietro sarei disposto anche a  buttarmi tra le fiamme dell’inferno e …beh ecco…credo che…beh…credo di provare qualcosa per te, perciò… ti prego di perdonarmi-
Sono rimasta sbigottita da quelle parole e in quel momento ho capito: come avevo potuto dirgli quelle cose? La verità era che nemmeno io pensavo  ciò che avevo detto, che anch’io provavo qualcosa per Carlisle:io avevo bisogno di lui, qualunque cosa avesse fatto o detto e alle parole da lui appena pronunciate non ho avuto più dubbi e ho allargato le braccia affinché lui capisse ciò che sentivo e desideravo. Non sono servite parole perché lui afferrasse il concetto:in un attimo era  su di me e mi abbracciava, mentre io versavo su di lui le mie lacrime di sollievo, poi ho alzato il viso per incontrare il suo, e il suo sguardo era cambiato ancora: mi guardava con gli occhi dorati venati appena da sottili linee nere come a richiedere una conferma, ed io per tutta risposta ho chiuso gli occhi, sentendo poco dopo le sue labbra sulle mie, segno che aveva preso il mio gesto come un permesso ad agire, cosa che era vera. Non appena ha iniziato a baciarmi io gli ho stretto le braccia al collo ampliando il bacio e cercando di aggrapparmi a lui, aiutata da quest’ultimo  che mi stringeva a sé convulsamente, fino a quando non ho sentito le forze abbandonarmi e mi sono addormentata.
Prima di cadere definitivamente nell’oblio ho sentito il mio angelo sussurrarmi all’orecchio
-Dormi tranquilla, piccola mia: ti proteggerò io, per sempre-

Piaciuto questo capitolo? Dato che mi sento generosa(e che ho molti capitoli scritti) ho deciso di pubblicare questo, ovvero il settimo! Che ve pare? Rileggendolo credo di essere stata un pò avventata a scrivere ciò che ho scritto ma ormai lo avevo già fatto, cambiarlo mi sembrava inutile e poi non avrei avuto sinceramente idee per fare altrimenti

Nanerottola: Dimmi, ti piace come ho risolto la situazione? Devo dire che con il capitolo precedente avevo fatto un pò di casini e con questo ho deciso di risolverli( cioè ho scritto e subito dopo mi sono resa conto di aver fatto un obbrobrio, qualcosa che non volevo, nel sesto capitolo ma poi ho risolto con un lampo di genio, ossia questo capitolo) e andando avanti ci sono ulteriori problemi( mi sto rivelando molto perfida). Comunque continua a seguirmi.

Dato che stiamo per salutarci(io e coloro i quali leggono la mia FF) ho deciso di farvi una piccola anticipazione sul capitolo otto: Un' orrendo omicidio sullo sfondo di un pericoloso incontro della protagonista con un uomo misterioso...Spero di avervi incuriosito! A presto!!!

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Capitolo 8
*** 8-Paura nel bosco ***


CAPITOLO 8: Paura nel bosco
Mi sono risvegliata nel mio letto, ancora vestita e sopra le coperte, così ho supposto che tutto ciò che avevo vissuto ieri, compresa la mia riconciliazione con Carlisle, era stato un sogno. Sono scesa di sotto per fare colazione e ho acceso la televisione: c’era il telegiornale
- Iniziamo il notiziario delle sette con una notizia alquanto spiacevole: stamani sono stati ritrovati i corpi senza vita di un uomo e di una donna. I due avevano gli abiti sgualciti e profonde ferite sul corpo, segno che sono stati uccisi dallo stesso animale che si aggira nei nostri boschi; i due erano privi di documenti e non riconoscibili dai tratti del volto, orribilmente sfigurato. A seguito di ciò, l’ispettore capo della polizia Charlie Swan ci assicura sul fatto che l’animale sarà presto catturato e ucciso,e ci chiede di non uscire di casa…-. Ho spento il televisore disgustata:ma quale animale! Nessun animale può fare una cosa simile! Incurante dell’avvertimento sono uscita di casa per prendere una boccata d’aria e mi sono diretta, appunto, nel bosco. Dovevo riflettere e l’aria calma e tranquilla dei boschi era l’ideale per farmi pensare su quanto accaduto negli ultimi giorni: ero quasi certa che ciò che era avvenuto la sera prima non fosse stato solo un sogno, perché sentivo il suo inebriante profumo sui miei capelli, sui i miei vestiti, dappertutto, e poi sentivo il suo sapore sulle mie labbra, come se lui mi avesse baciata. Ma allora era venuto a chiedere il mio perdono? E io? Lo avevo perdonato? Ero convinta di averlo fatto, in fondo solo facendolo lui avrebbe fatto ciò che aveva fatto, ne ero sicura. Ma allora perché quella sensazione di vuoto al risveglio…?
-Buongiorno-
Una voce bassa e suadente, simile a una che già conoscevo, mi aveva appena salutata; mi sono voltata di scatto spaventata, pensando di trovarmi di fronte il mio vecchio tormento, ma non fu così: davanti a me si ergeva l’imponente figura di un uomo sulla trentina, vestito di nero, pallido, con vistose occhiaie sotto gli occhi,il viso circondato da lunghi capelli ondulati e neri, un espressione sorridente sul suo volto e due occhi che pareva fossero plasmati nel sangue. Mi sono sentita sollevata ma allo stesso tempo spaventata: avevo inspiegabilmente paura di lui, ma non l’ho dato a vedere e ho risposto con voce affannata
-Buongiorno a lei signore. Ehm… posso sapere cosa vuole esattamente?-
-Mi scusi se l’ho spaventata, ma vedendola la da sola, con i tempi che corrono, sa, mi sono preoccupato e ho pensato di venirle incontro-
-La ringrazio ma posso sapere chi è lei?-
-Ah mi perdoni, il mio nome è Aaron. Posso sapere il suo?-
-Io…mi chiamo Shinri-
-Shinri…nome insolito per una ragazza che proviene dall’Italia…-
-Come?-
-No, nulla. Dica, non ha sentito i telegiornali stamattina? Dovrebbe stare attenta ad aggirarsi in questo modo per i boschi, potrebbe essere pericoloso: qualcosa o qualcuno potrebbe aggredirla-
Nonostante sembrasse preoccupato, io ho provato ancora più paura e sono fuggita via con tutta la velocità che mi consentivano le gambe: chiunque fosse quel individuo o cosa volesse da me non mi importava, purché mi stesse lontano. Sono arrivata in breve tempo davanti a casa mia e in quel momento ho avvertito un odore familiare davanti alla porta: Carlisle era in casa! Avevo lasciato la porta aperta e lui probabilmente era entrato! Con questo pensiero in testa sono entrata dentro e mi sono diretta in cucina, aspettandomi di trovarlo li pronto ad abbracciarmi e confortarmi, ma ho avuto un’amara sorpresa: Carlisle non c’era, o almeno non più, e sul tavolo aveva lasciato…una pervinca. Sono rimasta delusa mentre l’ansia ritornava, ma almeno ora ero sicura che lui era al mio fianco, visibile o meno, e che non mi avrebbe più lasciata

Cosa ve ne pare di questo capitolo? E' entrato in scena l'antagonista di questa storia, o almeno il primo, che ha preso il posto( anticipazione) di Laurent, Victoria e James( ha una compagna che lo segue). Devo dire che non è venuto molto lungo però mi sembra ben riuscito: voi che ne pensate?

Nanerottola: Che te ne pare di questo capitolo? Sappi che quest'Uomo avrà  un ruolo determinante più avanti, quindi non prenderlo sotto gamba...Spero tu sia contenta, visto che ho postato abbastanza presto! Ciao!!

Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa inaspettata! Alla prossima, ciao!!

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Capitolo 9
*** Nuovi arrivi ***


CAPITOLO 9: Nuovi arrivi
Domenica è passata senza intoppi di alcun genere ed è arrivato il lunedì. Come ogni mattina mi sono diretta a piedi fino a scuola, anche se questa volta ero più ansiosa, ma ci sono arrivata fortunatamente illesa. Come immaginavo, tutti parlavano del duplice omicidio avvenuto due giorni prima, ovviamente scambiandolo per un attacco di animale: sembrava che fatti del genere non accadessero spesso, e questo non mi ha stupito più di tanto, perché in fondo era una piccola cittadina. Poco dopo ho sentito una voce che mi che mi chiamava: era Bella.
-Ehi Shinri, ciao!- mi ha salutato sorridendo radiosa, avendo visto il mio bel aspetto.
Effettivamente, rispetto ai giorni prima, il mio aspetto era cambiato e credo di sapere benissimo  il perché: forse perché ogni volta che uscivo qualcuno mi faceva trovare dei regali sulla porta di casa o all’ interno, oppure perché mentre dormivo avevo sentito lo sguardo di qualcuno addosso e tocchi delicati sulla pelle del viso; non so se a causa di uno di questi o tutti insieme, comunque il mio aspetto e il mio umore erano migliorati.
-Perché mi guardi sorridendo?- le ho chiesto facendo finta di niente
-Beh mi sembri…diversa. Non so come spiegarlo, ma sembri felice-
-Anche tu mi sembri felice, come va con Edward?-
-Non lo so con esattezza. Dopo l’incidente era diventato freddo nei miei confronti e non mi rivolgeva più la parola, ma adesso…-
-Lo fa di nuovo. Secondo me quello  prova qualcosa per te-
-Dici?-
-Certo. Comunque hai sentito dell’ omicidio di qualche giorno fa?-
-Si ho sentito, anche se lo hanno definito un attacco di animale. Comunque ti consiglierei di stare attenta-
-Si, sta tranquilla-a quel punto ho trattenuto il fiato
Ero entrata all’interno dell’edificio scolastico e avevo visto due facce nuove nell’atrio: un uomo e una donna; la donna era vestita da ragazzina, gli abiti di colore nero, portava i capelli corti con le punte viola, ed era truccata piuttosto pesantemente, probabilmente per nascondere il suo pallore o le sue occhiaie, senza peraltro riuscirci. Dove avevo già visto tratti del genere? Ah, ma certo: probabilmente in quello che doveva essere suo fratello, situato al suo fianco, che, quando si è voltato e mi ha vista, mi ha salutata con la mano. Aaron…cosa ci faceva qui?Non ho avuto il tempo di trovare risposta, perché lui aveva iniziato ad avvicinarsi a me seguito da sua sorella, che, ho notato con orrore, aveva i suoi stessi occhi sanguigni.
-Ciao Shinri! E’ un piacere rivederti!-
-Anche per me…- ho risposto io gettando un’occhiata verso la donna, che mi ha sorriso mettendo in mostra dei denti bianchi e splendenti
-Oh, scusa non vi ho presentate: lei e mia sorella minore, Aira. Io e lei da oggi lavoreremo qui-
-Sul serio…?-
-Si! Io in veste di insegnante di educazione fisica e lei in veste di segretaria. Sai, quelli vecchi se ne sono andati- ha risposto entusiasta lui, scambiando il mio tono terrorizzato per stupore
-Capisco, allora immagino che ci rivedremo- ho cercato di sorridere, allontanandomi con Bella, che mi guardava curiosa. Non ho avuto il tempo di risponderle perché è suonata la campana che annunciava l’inizio delle lezioni. Dopo l’ora di spagnolo e biologia, prima della pausa pranzo ho avuto delle ore di educazione fisica e, con mio grande disappunto, Aaron non solo ha continuato a fissarmi durante le ore di lezione, ma anche durante la pausa pranzo. Dopo che mi sono liberata del suo sguardo, ho avuto altre ore di lezione durante le quali non riuscivo a concentrarmi, e poi sono potuta uscire, ma neanche allora lui ha voluto lasciarmi in pace
-Ah Shinri! Che ne dici di un po’ di allenamento pomeridiano per migliorare le tue prestazioni? Ti ho visto in palestra e mi sei sembrata un po’ fuori forma -
-Mi scusi ma non credo sia necessario, faccio già molto allenamento- ho sibilato allontanandomi in fretta, ricordando la gran corsa di due giorni prima
-Sai correre a volte può non essere sufficiente in certe situazioni. Beh quando vuoi dimmelo pure!- ha aggiunto vedendo che mi allontanavo  
Sono arrivata a casa continuando a guardarmi indietro: cosa voleva dire con la frase”correre a volte può non essere sufficiente”? I miei pensieri sono stati interrotti dal ritrovamento di una rosa gialla pallida sulla porta di casa con un biglietto
“Fai attenzione”
Sono entrata subito in casa chiudendomi la porta alle spalle

Grazie a tutti coloro che leggono la mia ff, mi fa molto piacere, continuate a seguirmi!

Nanerottola: stai scrivendo una storia? Sono veramente curiosa di leggerla e sono anche felice che tu mi permetta di farlo! Non dire che sono brava a scrivere, mi metti in imbarazzo!!^///^(ma se vuoi fallo pure, mica ti fermo!) Pensare che io credevo di non esserlo!(prendo a malapena la sufficienza nei temi...) Ma torniamo a noi....diciamo che in questo capitolo c'è una dichiarazione...floreale, direi( la rosa gialla pallida ha una significato di dichiarazione visto che vuol dire "amore che richiede conferma") poi...beh...una dichiarazione nuda e cruda non c'è però è facile coglierla dalle sue parole o dai gesti. Su cosa succederà...ti direi di continuare a leggere ma visto che sono buona ti dico che...si dichiarerà anche lei(vale la stessa cosa che dicevo prima di Carlisle) e...si metteranno insieme e, nel complesso, vivranno felici e contenti( dico così perché ho un'idea che potrebbe porre fine alla loro relazione, anche se ovviamente non succederà). Tanti baci anche a te, ciao!

Comunque continuate a seguirmi e nel prossimo capitolo la nostra povera Shinri si troverà in una situazione alquanto...spinosa. Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Aggressione e verità ***


CAPITOLO 10: Aggressione e verità
Appena entrata in casa mi sono diretta in cucina, dove ho poggiato la rosa e mi sono diretta ai fornelli, ma improvvisamente ho sentito un rumore alle mie spalle: mi sono voltata di scatto giusto in tempo per vedere qualcuno che atterrava sul tavolo esattamente sopra la rosa, schiacciandola, passando per la finestra aperta. Aaron era appena entrato ed era atterrato sul tavolo; in quel momento stava raccogliendo il biglietto che Carlisle mi aveva lasciato insieme alla rosa
-“Fa attenzione”? E’ tutta qui la protezione che vuole darti? Fare attenzione con me non serve ,sai, perché io ottengo sempre ciò che voglio-
-Come…?-
-Sono entrato? Non servono certo le porte per fermarci, sai? Solo i veri gentiluomini usano le porte, come il tuo amico-
-Cosa…vuoi…?-
-Oh esattamente ciò che vuole il tuo amichetto: te. Sai, lui pensava che proteggendoti e tenendoti d’occhio avrebbe potuto fermarmi e tenerti tutta per sé, ma si sbagliava: io ti ho presa lo stesso-
-Ma…-
-Si. Lui voleva proteggerti da me, perché ero io a spiarti due sere fa, non lui, come tu ingenuamente avevi pensato. Credeva che standoti vicino avrebbe potuto tenermi lontano, ma non è servito a niente, anche perché non sarebbe riuscito a farlo per il suo lavoro o  per il desiderio del tuo sangue; fa il medico vero? Davvero lodevole, prendersi cura delle sue vittime, mi chiedo come resista nello ucciderle. Sai che ora ha finito con l’innamorarsi di te? Lo dimostra la rosa che era sul tavolo e che ho malauguratamente schiacciato. Un vero peccato, anche se comunque non ha importanza, non avrai il tempo di ricambiarlo. Tra l’altro lo sto anche aiutando : innamorarsi di uno di voi umani è una cosa che non possiamo assolutamente fare , noi. Dimmi, tu ti innamoreresti di una mucca o un maiale?-
-N…no…-
-Ecco, vedi? Per questo dico che il suo è un comportamento stupido, perché è ciò che ha fatto: che onta per uno come noi, mi vergogno per lui!-
-Tu…parli di…”noi”… e di mucche e maiali…ma perché? Chi sei tu?-
-Scusa, hai ragione. Io,così come mia sorella e il tuo adorato dottore…sono  un vampiro. E  ti ho paragonata a una mucca o un maiale perché noi gli esseri umani come te…li mangiamo- mettendo in mostra dei canini affilati
-Vampiri…?-
-Già, è così. Il tuo odore è davvero buono sai? Tutti,oh si proprio tutti, adoriamo il tuo odore. Tutti,in fondo, ti vorremmo mangiare, e la nostra era una gara a chi arrivava prima, e io ora ho vinto. Anche il tuo dottore in fondo nutriva il desiderio di assaggiare il tuo sangue, come ti ho già detto, e sarebbe stato un vero peccato se, mentre ti baciava, o anche semplicemente mentre ti abbracciava, gli fosse capitato di morderti. Non se lo sarebbe mai perdonato, si sarebbe dannato per l’eternità, lo so: ho sentito il suo discorso. Voleva anche cercare di tenerti lontana da lui, senza peraltro riuscirci, per salvarti. Ora ci penserò  io a tenerti lontana per sempre, anche se temo non ti salverò-
A quelle parole, nonostante non  avessi capito molto, sono corsa via, subito raggiunta da lui che, ridendo, mi ha buttato a terra
-Calma cara, sentirai solo un leggero dolore, te lo prometto- poi ha alzato la testa, mettendo sempre più in mostra i canini affilati, per fermarsi di botto e guardare fuori dalla finestra, improvvisamente spaventato. Mi stavo giusto per chiedere cosa avesse visto, quando con uno schianto fragoroso la finestra dietro di noi si è rotta e una figura massiccia è entrata ringhiando dal varco che si era formato:credevo fosse l’animale che da giorni scorrazzava nei boschi, ma mi sbagliavo, quella figura era Carlisle. Non potevo credere che a fare quel ringhio disumano fosse proprio il mio dolce Carlisle, che mi regalava i fiori e mi guardava dormire, lo stesso che mi aveva abbracciato e baciato poche sere prima, ma dovevo ricredermi: era lui che in quel momento aveva cacciato Aaron da sopra di me e gli stava ringhiando contro, era lui il motivo per cui Aaron, spaventato, era scappato, ed era sempre lui che si era voltato verso di me preoccupato e mi aveva guardato ansimando
-Stai bene?- mi ha chiesto aiutandomi ad alzare
Io mi sono allontanata da lui spaventata, andandomi a rannicchiare contro la parete sotto il suo sguardo ferito
-Perché…? Io non ti farei mai del male, lo sai, ti ho detto che ti avrei protetta!-
Io ho alzato lo sguardo verso di lui, terrorizzata:le parole di Aaron mi turbinavano in testa, non riuscivo a eliminarle
-Ascolta tu…sei la mia rosa, io non ti farei mai del male, non permetterei a nessuno di fartene!- era disperato, lo sentivo e una parte di me voleva corrergli incontro, abbracciarlo, baciarlo e dirgli che andava tutto bene, che gli credevo; un’altra parte di me invece voleva sapere la verità e aveva paura
-La tua rosa…? Quello che rischia di farmi del male sei tu: le tue bugie sono come spine nel mio cuore già martoriato. Perciò ti prego, dimmi la verità. Quello che ha detto Aaron è vero? Tu sei un vampiro…?-
In quel momento ho sperato che lui smentisse tutto ma non è stato così
-Mi dispiace, ti prego di perdonarmi ma…è vero: io sono un vampiro-
E in quel preciso istante mi sono sentita svenire

Ciao! E' un piacere essere qui per l'ennesima volta! Vi ringrazio per aver seguito la mia ff, continuate a farlo per favore, ho bisogno del vostro sostegno, e questo che mi fa andare avanti a pubblicare. Un'altra cosa che mi aiuta molto è ricevere le vostre recensioni(anche se è solo una):

Nanerottola: So bene che è bello che tra loro nasca l'amore! Soprattutto se penso che questo personaggio l'ho inventato io! E' un peccato che nella mia FF non ci sia Esme, però se l'avessi messa avrei avuto dei problemi a farli mettere insieme( per come va avanti la storia, e non mi riferisco ai capitoli pubblicati, si sposeranno presto, credo) perciò...grazie per i tuoi complimenti e se dici che non fanno mai male, continua pure a farmeli!!

Come avrete intuito, nel prossimo capitolo ci saranno delle rivelazioni( e non mi riferisco al fatto che Carlisle sia un vampiro...)!!!A presto!

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Capitolo 11
*** Cicatrice ***


CAPITOLO 11: Cicatrice
Stavo per cadere a terra, svenuta, ma Carlisle mi ha afferrata immediatamente, mi ha sollevata e mi ha adagiata delicatamente sul tavolo
-Inizialmente non volevo dirtelo per paura che tu scappassi da me. Ma, dopo che ho scoperto di avere questi sentimenti per te, sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, e così ho deciso di dirti tutto oggi. Per questo ti ho lasciato la rosa, speravo infatti che avresti capito e mi avresti cercato, ma poi ho avuto una strana sensazione e sono tornato indietro. Ho sentito il suo odore provenire da dentro casa tua e…beh hai visto anche tu-
Ero ancora spaventata, però quando l’ho guardato negli occhi ho capito che non stava mentendo, che ciò che mi aveva detto era vero, così come erano veri i sentimenti che diceva di provare per me. Ma un ultimo dubbio mi assillava
-I vampiri di solito non stanno alla luce del sole perché muoiono, no? Tu invece puoi starci senza problemi, perché?-
-Oltre al fatto che  qui a Forks il sole c’è raramente, non tutte le leggende sui vampiri sono necessariamente vere. Vieni, voglio mostrarti una cosa affinché tu possa fidarti di me-
Fiducia. Tu, mio angelo, avevi fiducia in me?
Mi ha condotto al secondo piano, sul terrazzo, facendomi andare avanti da sola per l’ultimo pezzo di strada. Non riuscivo a capire quello che volesse mostrarmi, ma ho fatto ugualmente ciò che mi aveva chiesto, voltandomi verso la porta da dove di li a poco sarebbe uscito lui. Quando è finalmente comparso sulla soglia, ho trattenuto il respiro: si era sbottonato la camicia, mettendo in mostra la sua muscolatura perfetta, ma la cosa più bella che mi aveva colpito era la sua pelle illuminata dalla luce del sole, che sembrava ricoperta da piccoli diamanti. Mi sono avvicinata a lui, volevo toccare quei muscoli scolpiti, quella pelle luminosa, e così ho allungato la mano verso di lui, sfiorandolo con la punta delle dita: credevo fosse calda ma mi sbagliavo, infatti era fredda. Ora ne ero certa, finalmente potevo credergli con sicurezza, ma era veramente quello il corpo di un vampiro? Di certo non poteva appartenere a un essere umano: sembrava un dio di cui io potevo essere la sacerdotessa, una statua di cui io potevo essere la scultrice, un angelo di Dio inviato ad aiutarmi; angelo che si era innamorato di me, creatura impura che aveva osato amare il diavolo e che ora, amandolo a sua volta, rischiava di sporcare come lei anche  l’angelo. Già, io avevo conosciuto  il diavolo e sapevo quale aspetto avesse: quello di un essere umano dall’animo crudele e la pelle color della sabbia…
Improvvisamente mi sono intristita, pensando a questo amore di cui mi ero pentita ma che continuava a tornare a galla, ostacolando la mia vita. Non volevo che Carlisle se ne accorgesse, così ho nascosto il volto contro il suo petto, ma lui malauguratamente lo aveva già visto
-Shinri tutto bene?-
Sentivo il suo respiro sulla mia testa, segno che mi stava guardando, ed era preoccupato
-Si non temere- Dolce angelo perché ti preoccupi per me? Perché sei disposto a soffrire pur di stare con me?
-Sei sicura? Non ti sei spaventata per il mio aspetto? So che può far paura…ma volevo ugualmente mostrartelo perché tu potessi aver fiducia in me e dopo…anche amarmi -
l suo tono di voce era preoccupato mentre mi prendeva  il viso tra le mani grandi e mi faceva sedere sul davanzale, così che io fossi più in alto di lui
-No, il tuo aspetto è bellissimo, non sono assolutamente spaventata da te. Comunque…beh, io non sono brava con i fiori per esprimere ciò che provo, soprattutto perché non conosco il loro significato, perciò…te lo dirò a parole; non sarà un grande discorso, ma certamente sarà più comprensibile: Carlisle Cullen io…ti amo-
A quelle mie parole il suo volto si è illuminato e mi ha sorriso, dolcissimo. Anch’io, mio malgrado, gli ho sorriso, prendendo il suo viso tra le mani e delineando le sue labbra che tante volte avevano toccato le mie; se era questo che volevi, mio dolce angelo, se volevi sporcarti amandomi, allora ti avrei accontentato, ma prima tu dovevi sapere la verità
-Ascolta, io…-
Non mi ha dato il tempo  di  spiegargli nulla, perché ha cominciato a baciarmi dapprima dolcemente, poi con sempre maggiore passione, mentre con le mani cercava di sollevarmi la camicia, ed io, come incantata, mi facevo baciare senza pensare a ciò che sarebbe successo di li a poco, fino a quando lui non si è irrigidito, staccandosi da me e sbottonandomi la camicia, mettendo  in mostra una lunga cicatrice sulla mia pancia. Dopo averla vista meglio i suoi occhi sono ridiventati neri ed è rientrato in casa, arrabbiato, seguito da me
-Ti prego aspetta, mi dispiace di non avertelo detto ma…- ho quasi gridato riuscendo finalmente a raggiungerlo e cingendogli la vita con le braccia, con le lacrime agli occhi
-Per me quei ricordi sono troppo dolorosi per poterli rievocare in questo modo. So di averti deluso parlando delle tue menzogne e nascondendo le mie, però…però…- le lacrime avevano cominciato ad uscire,mentre io ero aggrappata a lui nel  tentativo di fermarlo. Ad un certo punto ho sentito le mie braccia stringere il vuoto poiché  lui si era voltato verso di me
-Ora ti racconterò tutto, per quanto doloroso possa essere ricordare, perciò ti prego di non essere in collera con me-
L’ho guardato supplicante, fino a quando il suo sguardo non si è rilassato tornando ad essere del solito color ambrato. Poi mi ha preso nuovamente il viso tra le mani poggiando un dito sulle mie labbra per farmi tacere e successivamente baciandomele, per guardarmi successivamente con sguardo apprensivo
-Non sono più arrabbiato, come potrei esserlo se mi guardi così? Ciò che voglio è sapere chi ha rovinato il  corpo della mia dea-
Quando ha pronunciato la parola dea, sono rimasta sorpresa: non credevo che mi amasse a tal punto
 -Allora ti devo raccontare tutta la storia perché tu possa capire fino in fondo. Comunque la cicatrice me l’ha fatta un dottore, perché era necessario-
-Perché…?-
-Sediamoci così potremo palare con calma-
Sentite le mie ultime parole mi ha preso tra le braccia, trasportandomi sul divano e facendomi sedere sulle sue ginocchia
-Bene allora incomincio a raccontare-

Ciao! Sono tornata come va? Spero bene! Piaciuto il capitolo? Quando l'ho scritto, l'ho trovato molto bello. Tra l'altro vorrei ringraziare le tre persone che mi hanno recensito: GRAZIE!!

Jadis96: Davvero credi siano dolci? Ne sono felice, infatti mi sarebbe piaciuto ricreare il tipo di rapporto che lui ha con Esme( anche se probabilmente non ci riuscirò...). Continua a seguirmi!

Nanerottola: Spero che con questo capitolo io abbia risposto alla tua domanda. Nuovi misteri all'orizzonte. Ti chiedi che cosa succederà? Continua a seguirmi!! A presto!

Alemasencullen: Ovvio che ti perdono! In fondo meglio tardi che mai no? Sono contenta che tu mi segua dall'inizio, e spero che continuerai a farlo! So già che è bella, me lo hanno detto in molti, ma ti ringrazio molto per averlo detto anche tu! Questo mi rende felice, continua a seguirmi!!

Arrivederci a presto e nel prossimo capitolo finalmente capirete perché ho definito la protagonista sfortunata, ciao!

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Capitolo 12
*** La mia triste storia ***


CAPITOLO 12: La mia triste storia
-La mia triste storia ha avuto inizio diciassette anni fa, ovvero l’anno della mia nascita. Mia madre morì dopo il parto a causa di un’emorragia interna, così io fin da piccola dovetti vivere sotto le rigide regole impostemi da mio padre, che era di origini indiane. Fin da quando mi ricordo però, mio padre non era mai a casa e, quando c’era, era ubriaco e non faceva altro che picchiarmi. Ora che sono qui ho  compreso che il motivo per cui lo faceva era che forse lui inconsciamente dava a me la colpa della morte di mia madre, ma allora vivevo  nel suo terrore e facevo tutto ciò che mi ordinava. Fu così che un giorno accettai di incontrare il figlio di un suo amico: me lo aveva chiesto quasi gentilmente e io ingenuamente avevo pensato che avesse voluto trovarmi un amico, ma non è andata propriamente così. Quando me lo presentarono avevo da poco compiuto i quindici anni e ricordo di essere rimasta a bocca aperta: era più grande di me di almeno tre anni, abbastanza carino, con i capelli neri, la pelle olivastra e gli occhi castani. Fin da subito mi presi una cotta per lui, e iniziammo a frequentarci per alcuni mesi, fino a quando mio padre non mi disse che ora ero ufficialmente fidanzata con lui e che di li a poco ci saremmo sposati. A quel punto io mi rifiutai di vederlo ancora, non potevo sopportare l’idea che lui fosse complice di un tale complotto verso la mia persona, e quando mio padre lo venne a sapere si adirò moltissimo e mi costrinse a sposarlo per forza dicendo che ormai quel suo amico lo aveva pagato affinché io divenissi la moglie di suo figlio e che ormai, se mi fossi tirata indietro, lui ci avrebbe perso la faccia, ed è stato così che ho capito che lui fin dall’inizio voleva liberarsi di me. Nonostante tutto io accettai di sposarlo volentieri, perché pensavo che stando lontana da mio padre la mia vita potesse migliorare e in effetti inizialmente fu così. Io e Rajat, così si chiamava mio marito, ci trasferimmo in un piccolo appartamento e lui mi trattava come si tratterebbe normalmente una moglie o una figlia; certo non mi permetteva di andare a scuola, perché dovevo pulire la casa, però mi permetteva di studiare. Ma un giorno tutto cambiò. Lui lavorava in un’officina e un giorno tornò dicendo che era stato licenziato; io ero a casa, visto che lui mi aveva proibito di andare a scuola, e ascoltai ciò che diceva provando a consolarlo, ma non era ciò che voleva. Infatti lui mi sbatté sul letto e…-non avevo la forza di continuare e così ho cercato la  mano di Carlisle per stringerla, ma è stato quest’ultimo a trovare la mia, prendendola e avvicinandola alle labbra, per rassicurarmi. Solo allora ha notato l’anello, che ormai portavo solo per abitudine in casa, al mio anulare sinistro: i suoi occhi per un attimo si sono incupiti, per poi tornare sereni quando io l’ho guardato e, dopo questo scambio di sguardi, sempre tenendomi la mano, mi ha trascinato nel suo abbraccio, dove io ho continuato a raccontare, poggiata al suo petto
-…praticamente mi ha violentata, perché voleva mostrare di essere superiore a qualcuno e quel qualcuno ero io. Ricordo di aver creduto che quella violenza inaspettata nei miei confronti fosse stata una cosa passeggera, ma non fu così: ogni sera era sempre peggio, perché lui andava a bere e tornava ubriaco e arrabbiato; ormai io non avevo la forza per oppormi, ma che dico, io quella forza non l’avevo mai avuta, e subivo senza battere ciglio. Poi un giorno scoprì di essere rimasta incinta: inizialmente volevo scappare per proteggere il bambino ma, sempre a causa della mia codardia, non lo feci, e così lui alla fine lo scoprì e, proprio come temevo, si adirò moltissimo, picchiandomi incurante del suo futuro figlio, ritenendomi direttamente responsabile. Non so come feci a sopravvivere, forse non volevo che mio figlio morisse, forse volevo essere una madre migliore della mia, fatto sta che arrivai al nono mese e lui, anche se contrariato, dovette portarmi in ospedale. Li ho passato una delle notti peggiori della mia vita e, quando mi svegliai, ero entrata in quella che comunemente si chiama depressione post-partum, accentuata dalla notizia che mio figlio era morto poco dopo la sua nascita. Incurante delle mie condizione fisiche e psichiche, Rajat mi riportò a casa, e da quel momento ricominciò la giostra:lui continuava a picchiarmi, e io non facevo nulla, impotente e sola. Un giorno tutto questo finì: il padre di Rajat, venuto a conoscenza delle condizioni finanziarie del figlio, gli aveva offerto un lavoro nel posto in cui lavorava lui, così che io potei vivere un po’ in pace, se così la si può definire. Io continuavo a soffrire per la mia grave perdita, fino a quando una sera non decisi di farla finita: stavo preparando la cena e avevo in mano un coltello con cui affettare la carne, quando mi venne in mente di andarmene da quella vita infernale e, poggiato il coltello, mi tagliai i polsi con una lama più piccola trovata in casa. Sarei morta dissanguata se non fosse arrivata la psicologa da cui ero in cura, preoccupata per la mia assenza alla seduta di quel giorno. Mi portò all’ospedale, dove mi chiesero come mi fossi procurata quel taglio e io mentii dicendo che mi ero tagliata mentre cucinavo. Sono rimasta qualche giorno in ospedale per poi ritornare a casa, dove mi aspettava lui che, non appena arrivai, mi picchiò ancora, perché lo avevo lasciato solo. Ho passato un altro anno con il sostegno della psicologa fino a quando, compiuti i diciassette anni, non sono fuggita di casa per rifugiarmi in un albergo e poi venire qui. Dimmi Carlisle,dopo aver sentito questo, credi ancora ciò che hai detto prima?- gli ho chiesto alzando lo sguardo verso il suo volto, scoprendo che non mi guardava, pensieroso
Cosa c’è ora nei tuoi pensieri, mio angelo?

Ciao a tutti! Come va?Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si, comunque ora avete capito perché anche nell'introduzione ho detto che lei era particolarmente sfortunata.

Nanerottola: Ciao! Ho letto la tua storia e ho anche recensito(anche se ho fatto un casino, infatti ho letto e recensito il primo capitolo, senza scrivere praticamente nulla, e poi ho letto i tre successivi! Sono proprio una scema!). Comunque la tua storia mi piace molto: solo una cosa, anche se non importa e non so se lo sapevi, ma la gravidanza di un piccolo vampiro dura solo un mese(mi sembra) e il bambino cresce molto velocemente.Allora, finalmente hai scoperto qual'è la verità sulla vita di Shinri. Che te ne pare?

Alemasencullen: Davvero credi sia dolce? Ne sono felice. Comunque come vedi ho aggiornato in fretta come mi avevi chiesto. Ti piace la verità? Allora continua a seguirmi(fallo anche se non ti piace please!)

Alla prossima e vi avviso che il prossimo capitolo sarà...audace( dovrò pur esercitarmi)


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Capitolo 13
*** Intermezzo: Attenzione-rating rosso ***


INTERMEZZO: Attenzione-rating rosso

Ebbene si, dal prossimo capitolo(questo è solo un intermezzo per avvertirvi) la mia storia diventerà una rating rosso. Volevo avere un parere prima di pubblicare il prossimo capitolo, per sapere che rating mettere(visto che non poteva restare verde), così ho chiesto alle mie amiche un parere, che è stato trovato:appunto rating rosso. Perciò ho deciso di dirvelo più che altro perché non abbiate brutte sorprese in seguito. Spero che d'ora in avanti la mia ff possa essere letta ancora da voi, alla prossima!

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Capitolo 14
*** Liberazione ***


CAPITOLO 13:  Liberazione
Avevo chiamato Carlisle, ma lui non mi aveva risposto, immerso com’era nei suoi pensieri
-Carl…?-
 Lui mi ha zittita baciandomi lievemente sulle labbra
-Ho sentito,cara,e ribadisco ciò che ho detto. Tu per me sei una dea, intoccabile da tutti, nonostante tutto-
-Sei sicuro di questo?-
-Ovviamente e non mi importa quello che dirai, perché non cambierò idea-
-Però, prima…-
-Ho avuto quella reazione pensando a come tuo “marito” abbia abusato di te senza amarti-
-Era a questo che pensavi allora?-
-Non proprio…-
-E allora a cosa? Sembravi molto concentrato, ti ha forse ricordato qualcosa di sgradevole?-
-No dovevo riflettere sul da farsi-
-Da fare che cosa?-
-Liberarti dalla presenza di quel uomo nella mente e nel corpo-
Liberarmi…? Intendeva forse…
-Cosa…-
-Shinri…accetteresti di fare l’amore con me pur sapendo che sono un vampiro?-
-Perché…vuoi farlo…?-
-Perché non posso sopportare che un uomo del genere abbia potuto violarti in quel modo, e non potendo fare niente per riportare le cose indietro…vorrei almeno che tu dimenticassi l’orribile sensazione che hai provato con lui-
Lui…voleva…fare l’amore…con…me..? Cosa dovevo rispondergli…? Anche se lui  mi aveva fatto sognare ad occhi aperti, come facevo ad essere sicura che non sarebbe cambiato…?
-Io…-
-Scusa, forse è troppo presto…-
-No! Cioè si, però…-
-Forse è meglio aspettare, però il saper che quel uomo ti ha violentata…che ti ha privato della tua purezza in quel modo…mi fa impazzire-
 Quando ho visto come era tormentato ho deciso cosa fare e gli ho preso le mani
-Succede qualcosa facendolo?-
-Beh, in realtà…durante un rapporto.. per i vampiri può capitare che perdano il controllo della loro forza e, se la loro partner è umana…per lei potrebbe essere rischioso-
-Che cosa succederebbe?-
-Quando …beh ecco, quando l’ho fatto con la mia prima ragazza …da vampiro,lei il giorno dopo era ricoperta di lividi-
-Solo…lividi…?-
-Si perché?-
Gli ho messo le braccia al collo
-Allora…accetto-
-Sei sicura? Una volta iniziato non so se riuscirò a fermarmi-
Non ero veramente sicura di ciò che stavamo per fare però…ormai non potevo tirarmi indietro. L’ho guardato in volto e  con le braccia l’ho trascinato verso di me, avvinghiandomi a lui, che aveva cominciato a baciarmi,stringendomi a sé. Mentre all’interno delle nostre bocche le nostre lingue erano coinvolte in una sfrenata danza di passione, lui con estrema lentezza aveva tolto l’anello  e l’aveva buttato in un angolo; a quel punto mi sono separata da lui per vedere dove  fosse caduto, trattenuta però da quest’ultimo che mi ha costretto a guardarlo
-Dimenticalo-
Gli occhi erano nuovamente neri quando ha ricominciato a baciarmi, cominciando ad abbassare la mia camicia già sbottonata e facendomi sdraiare sotto di lui, dopodiché si è fermato a guardarmi. Mi chiedevo cosa volesse fare, quando lui si è abbassato sul mio collo, iniziandolo a percorrerlo con dei piccoli e sensuali baci, scendendo sulla clavicola e poi ancora più giù, fino all’incavo tra i seni. A quel punto  ha percorso con la lingua tutto il perimetro della lunga cicatrice che avevo sul ventre, arrestandosi a pochi centimetri dai pantaloni…per poi fermarsi e alzare lo sguardo verso il mio: voleva che continuassi io, così l’ho accontentato sperando di riuscire a fare ciò che mi chiedeva. Ho preso il suo volto tra le mani, mentre lui mi sollevava portandomi in una posizione eretta e, dopo averlo baciato brevemente, ho iniziato anch’io ad abbassarmi, baciando ogni più piccola parte del suo corpo perfetto, passando con la lingua attorno all’ombelico,stuzzicandogli i capezzoli, mentre con le mani gli toglievo goffamente la camicia. Sentivo dei mugolii provenire da Carlisle e quando ho abbassato lo sguardo sui suoi pantaloni ho capito il perché: aveva una grossa erezione che premeva contro di essi e doveva essere molto dolorosa; l’ho sfiorata con la punta delle dita, facendogli provocare altri mugolii che, avevo capito, non erano di dolore ma di piacere. Sono risalita su verso il suo volto, sfiorando nuovamente con le labbra il suo petto e, una volta rialzatami alla sua stessa altezza, ho cominciato a baciarlo mentre con le mani sbottonavo i suoi pantaloni, mettendo in mostra i suoi boxer ormai troppo stretti e provocandogli nuovi mugolii. A quel punto ho sorriso e mi sono accovacciata per poi abbassare anche i boxer è poter vedere ciò che c’era sotto di essi; mi sono fermata un attimo per prepararmi a ciò che dovevo fare, quando lui mi ha preso la testa con una mano, guidandola verso la sua nuova meta. Ormai vicina a sfiorarlo sapevo già cosa fare così ho iniziato subito il mio lavoro, dapprima lentamente poi sempre più velocemente, seguendo il ritmo con cui la mano di Carlisle mi spingeva; poi, proprio al momento clou quella stessa mano che prima mi aveva spronato, ora mi stava tirando su, affinché fossi all’altezza del suo padrone, che aveva cominciato a mordicchiarmi le labbra. In quel momento le sue mani si stavano accingendo ad abbassarmi le spalline del reggiseno e, quando queste ultime hanno raggiunto metà braccio, mi ha fatto abbassare nuovamente sotto di lui, iniziando a baciare la parte esposta dei miei seni, per poi incominciare a massaggiarli e a stringerne i capezzoli. Quando mi aveva detto di volermi far dimenticare la mia prima brutta esperienza non gli credevo, ma ora ero costretta ad ammettere che aveva ragione: rispetto ai miei ricordi, questa volta c’era spazio anche per il mio divertimento e piacere, e non solo per quelli del mio partner; arrivata a quel punto, uno dei miei desideri era di essere sua, di fare tutto ciò che mi chiedeva, di abbandonarmi completamente a lui, così mi sono sollevata dalla mia posizione per avvicinarmi di più al mio uomo e lui ne ha approfittato slacciandomi il reggiseno e sfilandomelo, prima di farmi  distendere di nuovo sul divano e continuare la sua opera: ha cominciato a baciarne uno, leccandone e mordicchiandone delicatamente il capezzolo,mentre con la mano destra massaggiava l’altro. Al colmo dell’estasi ho stretto le mani sulla sua nuca, fino a quando lui non è tornato sul mio viso e me lo ha baciato, le labbra, le guance, la fronte, il naso,tutto, scendendo poi sul collo e cominciando a leccarlo e graffiarlo con i denti, come se così potesse placare l’impulso a morderlo, mentre le sue mani erano scese sui pantaloni e li avevano sbottonati, mettendo in mostra la mia biancheria: a quella visione si era fermato, ansimante, a contemplare il mio corpo, per poi riabbassarsi a baciarmi il ventre, mentre con le mani abbassava l’ultimo ostacolo che lo separava dal mio tesoro ormai profanato. Il mio desiderio stava forse per realizzarsi? Ero finita in un universo in cui c’eravamo solo io e lui, e la mia vera felicità…ma è bastato un solo squillo di cellulare a farmi tornare al mondo reale. Lui lo ha ignorato continuando il suo operato e avrei voluto farlo anch’io, ma la forza dell’abitudine mi ha fatto prendere il cellulare e, quando ho letto il numero sul display, mi sono come pietrificata; essendosene accorto, in un attimo Carlisle si è alzato da sopra di me e, in un battito di ciglia, era al mio fianco e mi stringeva delicatamente a sé, protettivo, con i boxer e pantaloni infilati.
-Chi è?- mi ha chiesto con la voce bassa e roca e gli occhi ancora neri
-…E’ lui- ero terrorizzata e lui mi ha abbracciata da dietro, cercando allo stesso tempo di coprirmi e tranquillizzarmi
-Sta tranquilla e rispondi. Ci sono io-mi ha sussurrato all’orecchio, baciandomi la spalla. Rassicurata da ciò che aveva detto, ho tratto un respiro profondo e ho premuto il tasto che azionava la chiamata
-Pronto?-

Ciao a tutti, che ve ne pare del capitolo? Ho deciso di mettere rating arancione dato che secondo me non è rosso, non temete potrete leggere per un altro pò(spero)!!!Fatemi sapere

Jadis96: Anche se è una cosa che non si può fare...perché non ti fai un'altro account non mi sembra tu abbia delle ff sul tuo no?(guarda è solo un suggerimento, non voglio perderti in futuro!ç_ç)

Alemasencullen: Stessa cosa per te (vedi sopra)

Alla prossima e nel prossimo capitolo se pensavate che Shinri e sfortunata aspettate di leggere questo! Ciao!!

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Capitolo 15
*** Verrò a prenderti ***


CAPITOLO 14: Verrò a prenderti
Avevo risposto con fermezza e coraggio ma, come immaginavo, non appena lui ha aperto bocca, tutto il coraggio accumulato si era dissolto
-Ciao piccola, come stai?- voce bassa e suadente, la stessa che mi aveva tratto in inganno due anni prima
-Bene, grazie. Tu?- la nostra conversazione poteva dirsi normale, non fosse stato per la paura che traspariva dalla mia voce
-A differenza di te, io non sto tanto bene, invece. Mi manchi-
-Sul serio? E pensi che io dovrei crederti?-
-Perché dovrei mentire, mi piaceva averti a casa, sai? Dove sei? Perché non sei tornata?Sai, all’inizio pensavo che ti fossi allontanata per un breve periodo per dimenticare la perdita del nostro bambino, e che saresti tornata subito, ma è già passato troppo tempo. Perché non sei ancora tornata?-
-Io…io non tornerò più, chiaro?! Non voglio avere più niente a che fare con te, niente!-
-Su amore, so che non pensi veramente ciò che hai detto,  perciò coraggio dimmi dove sei, non farti pregare-
-Sono in un posto dove tu non potrai raggiungermi. Io…vivo meglio adesso sai? Non ho più bisogno di te-
-Vivi in un posto dove non ti potrò raggiungere? Tsk, non dire sciocchezze, io verrò a prenderti ovunque ti trovi. E poi cos’è questa storia del ”io vivo molto meglio adesso”? Hai trovato un amico vero?-
-Si, è così ed è cento volte meglio di te- al mio fianco, Carlisle si è avvicinato per sentire il nostro discorso
-Davvero? E dimmi, cosa ti darebbe lui che io non ti abbia già dato? In fondo da me hai avuto ciò che desideravi no? Un figlio, amore…-
-Non puoi chiamarlo amore, quello!- ho gridato, arrabbiandomi, ma calmandomi immediatamente al tocco della mano del mio nuovo amore sulla guancia
-Va bene hai ragione: ammetto di aver esagerato a volte, però un figlio te l’ho fatto avere comunque no? Dovresti essere contenta di questo-
-Contenta?Aver un figlio non significa solo portare avanti una gravidanza sai? Mio figlio è morto, Rajat, morto!! E, come se non bastasse, tu non hai mosso un dito per consolarmi!-
-Morto? Ma lui non è morto sai? Non so chi te lo ha detto, ma è una menzogna. Nostro figlio è vivo-
-Ma cosa stai…?- mi aveva spiazzata: cosa voleva dire con questo?
-Sai che dovresti essere orgogliosa di tuo figlio, Shinri?Già, dovresti. Che madre ingrata che sei, a non compiacerti degli sforzi di tuo figlio per renderti felice-
-Eh?-
-Sai, eravamo in una situazione difficile quando è nato il nostro bambino, così ho dovuto effettuare una scelta: far vivere nostro figlio nella miseria col rischio che morisse, oppure donargli una vita migliore affidandolo a qualcuno che potesse farlo vivere meglio. E la scelta che ho fatto si è rivelata la migliore: ora nostro figlio sta bene ed è in salute, proprio come avresti voluto!-
-No…- ho sussurrato, cominciando ad avvicinarmi alla verità
-E invece si, hai capito bene. Quando prima ti dicevo di essere fiera di tuo figlio, intendevo proprio questo: chi credi ti abbia fornito i soldi che ti hanno permesso di partire?-
Sono rimasta pietrificata, incapace di rispondere, mentre la verità si faceva strada come un palla di ferro, spazzando via ogni mia convinzione: lui…lui aveva…venduto nostro figlio…
Ho iniziato a tremare e quasi non mi sono accorta del fatto che Carlisle avesse preso il mio cellulare e avesse iniziato a parlare. Come un automa avevo cominciato a rivestirmi, riuscendo però solo a infilarmi il reggiseno e la camicia senza abbottonarla, dopodiché ho ricominciato a tremare e mi sono rannicchiata sul divano, riuscendo finalmente a sentire quello che Carlisle e il mio ormai ex-marito si stavano dicendo
-…la pregherei di non tornare a disturbarla. Come? …Non mi interessa che lei sia suo marito, perché ora ha incominciato una nuova vita senza di lei…ascoltami bene- ha cambiato improvvisamente tono di voce, diventando aggressivo- prova anche solo ad avvicinarti a lei di qualche chilometro e ti posso assicurare che non risponderò più delle mie azioni, chiaro? Meglio per te. Come? Vorresti parlarle? Temo che al momento sia occupata- riattaccando bruscamente il telefono e buttandolo sul tavolo.
Ho sentito un altro peso sul divano prima che le sue braccia mi attirassero a sé e mi parlasse
-Shinri…?-
Non ricevendo una mia risposta, ha allungato le mani sollevando il mio volto rigato dalle lacrime. Dopo averlo visto, mi ha stretto ancora a lui baciandomi la testa
-Non temere non permetterò che ti faccia soffrire ancora, te lo prometto. Ora dormi- ha aggiunto premendo delicatamente con la mano la mia testa contro il suo petto, e io, quasi senza accorgermene, mi sono subito addormentata

Vi ringrazio per avermi recensita! Che ve ne pare di questo capitolo? Spero vi piaccia!

Alemasencullen: Che te ne pare? In fondo gliene ha dette quattro, anzi lo ha addirittura minacciato, quindi si deduce che se mai dovesse incontrarlo di persona non lo lascerebbe andare illeso. Comunque sia, potrai leggere questa storia ancora per un bel pò, visto che ci sono tanti capitoli prima che la ff diventi rating rosso.(se vuoi ci sarebbe una soluzione, sempre che ti interessi)

Jadis96: Allora che te ne pare di questo capitolo? Comunque sia, se tu volessi continuare a leggere la mia ff anche quando sarà rating rosso, ho la soluzione8sempre che ti interessi, ovviamente)

Uchiha_chan: Sono felice che ci sia un'altra persona che mi recensisca! Hai detto bene: infatti, la sua storia l'ho fatta simile apposta a quella di Esme, inoltre secondo me, è simile anche a quella di Carlisle, per certi versi. Spero tu possa seguirmi anche quando questa storia diverrà adatta ai maggiori di 18 anni!

Nanerottola: Mi dispiace che tu sia malata! Comunque sia Jacob, come hai visto non c'entra niente( o ti sei sbagliata a scrivere il nome?)Attenderò con impazienza la tua guarigione e il conseguente aggiornamento della tua ff. Comunque sono contenta he tu abbia diciotto anni( se ho capito bene)

Alla prossima e nel capitolo seguente la povera Shinri scaricherà la tensione della telefonata.

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Capitolo 16
*** Incubo ***


CAPITOLO 15: Incubo
Mi sono risvegliata nel mio letto, sopra le coperte, completamente vestita e ho avuto come un senso di dejà vu, come se questo momento lo avessi già vissuto. Mi sono alzata per dirigermi in cucina, visto che mi era venuta fame ma, arrivata alla fine delle scale, ho sentito dei rumori provenienti da quest’ultima e un forte odore di bruciato. Allarmata, ho fatto irruzione nella mia cucina, scoprendo Carlisle ai fornelli, che guardava con aria critica una pentola che emanava un denso fumo nero
-Che cosa stai facendo?- ho chiesto, rincuorata
-Ho cercato di prepararti qualcosa da mangiare…-
-….con scarsi risultati, a quanto vedo. Spostati, faccio io- ho aggiunto con un mezzo sorriso, avvicinandomi al piano cottura
-Va bene- ha risposto lui facendomi spazio e stringendomi i fianchi
-Ma cosa fai?!- ho ribattuto in seguito a quel suo gesto improvviso
-Imparo- ha mormorato sulla mia spalla
-Temo non imparerai niente standomi così vicino, visto che mi distrai- ho sbottato, voltandomi verso di lui
- Allora non insegnare- ha proposto lui sorridendo.
Stavo per dirgli che non volevo insegnargli ma solo prepararmi da mangiare, quando Carlisle mi ha tappato la bocca con un bacio, attirandomi a sé; inizialmente ero anche abbastanza contenta, però dopo un po’ di tempo ho sentito l’esigenza di ossigeno e ho provato a separarmi da lui, con scarsi risultati: nonostante i miei pugni, lui era imperturbabile. A un certo punto si è irrigidito e si è staccato da me voltandosi con un ringhio verso la porta; ho alzato anch’io lo sguardo verso la stessa porta. Sulla soglia c’era Rajat, con uno sguardo duro e un fucile a pallettoni tra le mani
-Te lo avevo detto che sarei venuto a prenderti, dolcezza- ha sussurrato dolcemente avvicinandosi a me.
Carlisle si è parato davanti a me, per mettersi tra me e il mio ex, che con un ghigno ha alzato il fucile, sparando un colpo contro il mio protettore, che è caduto in avanti. Preoccupata, mi sono avvicinata a lui, trattenuta però da Rajat, che mi ha trascinato fuori; ho cercato inutilmente di divincolarmi
- No, lasciami andare! Ti avevo detto di non voler tornare da te e poi dobbiamo aiutare Carlisle, è ferito!-
-No, non lo aiuteremo. Tra l’altro volevo farti vedere tuo figlio: la famiglia a cui l’ho affidato ha accettato di incontrarci. Ah, eccoli laggiù!-
Aveva indicato due persone che si trovavano alla fine del bosco: fin da subito mi erano sembrati strani, con i loro abiti scuri e l’aspetto giovanile, inoltre avevo come la strana sensazione di averli già visti
Quando mi sono avvicinata, mi sono accorta di avere ragione: davanti a me si stagliavano le figure di Aaron, sua sorella Aira e, in braccio a lei, il mio bambino.
Sono stata presa dal panico: perché lo avevano in braccia loro, un bimbo umano in mezzo a due vampiri? Mi sono voltata verso Rajat in cerca di risposte ma, notando il suo sguardo soddisfatto, non le ho cercate da lui e mi sono rivolta direttamente ad Aaron
-Che cosa state facendo col mio bambino?-
Entrambi hanno continuato a sorridermi, fino a quando lui non si è degnato di rispondermi
-Non si vede, Shinri? Ce ne stiamo prendendo cura!-
-Bugiardi! Tu mi hai aggredita, non negarlo!-
-Ma non è vero! Io mi sono occupato di questo bambino con mia sorella. Perché non lo chiedi anche a lei?-
-Perché so che non è vero! Comunque voi non vi occupate degli esseri umani, siete vampiri-
-Infatti è così- il sorriso di Aira si è fatto più ampio-lui diventerà il nostro pranzo: per questo deve restare in salute. In fondo ti avevo detto che noi gli umani non li amiamo, perciò perché ti stupisci? Non ce n’è bisogno-
Non volevo ascoltare altro, così sono corsa via. Non potevo crederci, non volevo crederci! Perché? Il mio bambino era nelle loro mani, e io non potevo fare niente per salvarlo. Perché? Non potevo fare nulla per salvare le persone che amavo, perché ero impotente di fronte al destino e non facevo nulla per cercare di cambiarlo! Prima Carlisle e poi mio figlio: cosa dovevo fare per essere lasciata in pace? Nonostante Carlisle fosse un vampiro…un vampiro! In quel momento avevo tutto chiaro: lui era un vampiro, non poteva morire, non mi avrebbe lasciato da sola! Animata da una nuova speranza ho alzato gli occhi verso la mia casa, vedendo una figura a me familiare: Carlisle era davanti a me in piedi e sorridente, come sempre. Sono corsa ad abbracciarlo, stringendomi a lui con le lacrime che uscivano senza sosta. Credevo finalmente di essere al sicuro quando ho sentito sogghignare sopra di me: ho alzato lo sguardo, trovandomi a pochi centimetri dal volto di Aaron. Sono rimasta pietrificata mentre lui mi sorrideva soavemente
-Ciao, cara-
-Ma tu…dov’è Carlisle?-
-Dovresti saperlo che lui è morto no?-
Mi sono sentita svuotata, e in quel momento l’ho guardato con sguardo vacuo
-Non mi chiedi più notizie di tuo figlio? Allora lascia che ti illumini io: tuo figlio è morto e tra poco tu lo seguirai-
Detto questo mi ha mostrato i suoi canini e mi ha morso il collo, mentre io lo fissavo, inerte.
E’ stato a quel punto che ho iniziato ad urlare

Ciao, come va? Direi che come capitolo non c'entra molto con la storia ma ho voluto scriverlo lo stesso perchè più avanti questo mi permetterà di far fare una bella figura a Carlisle. Ma passiamo ai ringraziamenti:

Uchiha_chan: Il suo precedente bambino con la storia non c'entra nulla(anche se più avanti comparirà in un capitolo). Sono felice che tu continuerai a seguirmi anche in seguito e ti assicuro che non te ne pentirai! Alla prossima!!

Jadis96: Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo, è piaciuto tanto anche a me lo scriverlo! Comunque riguardo al misterioso metodo che ti permetterebbe di continuare a leggere la mia ff è uno solo(che mi sia venuto in mente): hai msn? In questo modo potrei inviarti i capitoli che tu non potrai leggere e magari potresti darmi qualche consiglio. Che te ne pare? (mi farebbe piacere se tu rispondessi affermativamente ma fa come vuoi!)

Alemasencullen: Diciamo che quel bast...quello li non lo ha venduto, ma lo ha fatto adottare ricavando del profitto. Comunque riapparirà in seguito con la sua nuova famiglia e ti sarà tutto più chiaro! (per il metodo che ti permetterebbe di leggere la mia ff anche se rating rosso leggi sopra!) Alla prossima!

Nel prossimo capitolo ci sarà la spiegazione di questo sogno. Ciao!!!

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Capitolo 17
*** Preoccupazioni ***


CAPITOLO 16: Preoccupazioni
Avevo cominciato a urlare e dimenarmi mentre il mio incubo continuava, quando ho sentito due braccia che mi stringevano con forza e una voce spaventata che mi chiamava
-Shinri! Shinri, mi senti?!-
A quel punto ho aperto gli occhi, il mio volto una maschera di terrore, ma mai quanto il suo: mi guardava, i suoi occhi dorati pieni di paura, e le sue braccia che non smettevano di stringermi
-Carlisle…- ho sussurrato con voce spezzata, tanto da non essere sicura che lui mi avesse sentita; ma mi sbagliavo
-Sono qui, non ti preoccupare. Sono qui- aveva ripetuto più a se stesso che a me, stringendomi forte
-Lo so-. La mia voce era soffocata e lui si era sdraiato accanto a me per confortarmi
-Cosa hai visto?-
-Il…il mio bambino. Io…sono preoccupata-
-Vorresti che fosse con te?-
-Preferirei averlo vicino a me. Io…ho paura che possa stare male dove si trova ora-
-Se fosse con te saresti più tranquilla?-
Avendo intuito dove voleva andare a parare l’ho preso per un braccio
-No, non andare, resta con me! Io…ho bisogno di te in questo momento!!-
-Ho capito, no me ne andrò, tranquilla-
Resami conto di che giorno fosse mi sono alzata
-Che ore sono?-
-Le quattro del mattino-
-Grazie- ho mormorato spostando il suo braccio dal mio ventre
-Dove stai andando?- è scattato lui, vedendomi alzare
-Vado a fare una doccia. Mancano solo tre ore e poi dovrò uscire-
-Vuoi andare a scuola?-
-Si-
-Ma…-
-Ti prego, non posso farmi fermare dalla paura. Sono sicura che in mezzo agli altri non mi farà nulla-
-Ti accompagno-
-Non serve, davvero. Non voglio crearti problemi, immagino che dovrai lavorare-
-Non ti lascio andare da sola!-ha sbottato, guardandomi arrabbiato- non puoi sapere cosa potrebbe fare se fossi sola- stringendomi un braccio
-Saresti più tranquillo facendo così?-
-Un po’-
-Allora non ho problemi, a patto che tu non ti faccia vedere- l’ho rassicurato baciandolo dolcemente e alzandomi.
Ero ancora tesa, ma è bastata una doccia a farmi rilassare. Quando sono uscita dal bagno, ho sentito un buon profumo di uova e pancetta; mi sono diretta verso la cucina, dove ho trovato Carlisle ai fornelli, mentre svuotava il contenuto di una padella in un piatto
-Sai cucinare?- ho chiesto, avvicinandomi a lui mentre poggiava il piatto sul tavolo
-Si. Ti stupisce tanto?-
-Si. Non credevo che un vampiro avesse bisogno di cucinare-
-Perché non ne ha bisogno. Io ho imparato per un motivo che neppure conosco: forse sapevo che un giorno ti avrei incontrata-
Mi ero sentita lusingata da quelle parole, ma non l’ho dato a vedere e mi sono seduta di fronte al piatto
-Bene, ora vedremo se il sapore è buono come sembra dall’aspetto- ho detto allegra inforchettando  un boccone di pancetta
-Sicura di non rimanere avvelenata?- mi ha chiesto lui prima che potessi mangiarlo
-Perché, mi avveleneresti?- l’ho guardato, sicura della risposta
 -Certo che no . Non potrei mai farlo, sei troppo importante-
-E se io decidessi di lasciarti?-. Volevo metterlo alla prova, per questo gli avevo rivolto la domanda. Lui ha fatto una mezza risata, sfiorandomi una guancia con le dita fredde. Mi sono voltata, con le guance arrossate, e ho mangiato ciò che c’era sulla mia forchetta: era delizioso.
-Com’è?-
-Non rivolgermi la parola, non prendere così poco sul serio le mie minacce-
-Scusa, mi spiace per prima -
-Di un po’, i tuoi ragazzi mi conosceranno?-
-Di questo ne riparleremo più tardi, ok? Credevo volessi andare a scuola-
-Ho capito. Aspetta qui-
Mi sono fatta accompagnare fino all’ingresso del parcheggio, poi sono scesa. Avevo paura, dovevo ammetterlo, così sono entrata subito all’interno dell’edificio, ad aspettare. Intanto pensavo: perché non aveva voluto rispondermi? Pensavo che…fossi importante per lui, in fondo me lo aveva detto, ma allora perché quella esitazione? Era un problema per lui avermi affianco, oppure lo sarebbe stato per loro? Poco dopo per quella stessa entrata è passata Bella, seguita da Aaron e questo ha interrotto i miei pensieri. Solo allora mi sono accorta di Aira, che gli correva incontro. Perché se era li anche lei dall’inizio non mi aveva attaccata? In fondo anche lei era un vampiro, avrebbe potuto farlo benissimo. Poi ho capito: tra lei e suo fratello c’era un rapporto di sudditanza; lei non mi avrebbe mai toccata senza il consenso di lui, perché io gli appartenevo. Ho scacciato quel pensiero, e mi sono diretta velocemente verso l’aula dove si sarebbe tenuta la mia prima ora di lezione. La pausa pranzo è arrivata in un lampo e con lei delle sorprese: Edward Cullen non sedeva più con i suoi fratelli(l’avevo notato l’unica volta che avevo avuto il coraggio di guardare nella loro direzione) ma aveva un tavolo a parte dove ha fatto accomodare Bella. Rimasta “sola”, ho potuto pensare tranquillamente a ciò che mi era successo nelle ultime ventiquattro ore, ma non per molto: infatti Mike Newton mi ha bruscamente interrotta, cosa strana visto che non mi rivolgeva mai la parola
-Perché Bella è con quel tipo?-
-Forse stanno insieme-
-Come?-
-Perché ti stupisci? In fondo andavano d’accordo da un po’ di tempo no?-
Con queste parole ho concluso bruscamente allontanandomi dalla mensa. Mi sono diretta verso la palestra (avevo educazione fisica) con ansia crescente: non ero del tutto sicura delle parole dette a Carlisle quella mattina, temevo avrebbe tentato qualche cosa, ma con mia grande sorpresa sono uscita dalla palestra senza che lui mi avesse fissata o parlato. Con un sospiro di sollievo sono tornata a casa. Una volta li ho potuto farmi finalmente le domande che tanto mi erano turbinate in testa: perché dopo avermi aggredita ieri, Aaron non era tornato all’attacco? Che avesse avuto paura di Carlisle fino a quel punto? Eppure non mi convinceva, doveva esserci sotto qualcos’altro ma, pur pensandoci a lungo, non riuscivo ad arrivare a capo di nulla, così ho presto rinunciato a capire e mi sono dedicata a una cosa che  ha preso tutta la mia concentrazione: cucinare. Mi hanno sempre detto che la cucina è un’arte e io ho sempre negato con decisione: l’arte era un’altra cosa e non faceva impazzire le persone. Quando poi però ho cominciato entrambe le cose con assiduità mi sono dovuta ricredere, e le ho odiate allo stesso modo. Sfortunatamente però la cucina non potevo abbandonarla come avevo fatto con arte, ne andava della mia sopravvivenza, e col tempo sono anche diventata abbastanza brava, o almeno non mangio dei veri e propri obbrobri. Avevo appena iniziato a lavare le stoviglie quando due mani sono entrate nel mio campo visivo, oscurandolo. Sono stata presa dal panico e mi sono voltata di scatto, scoprendo che era Carlisle.
-Ah…sei solo tu, mi hai fatta spaventare…-
-Mi dispiace di averlo fatto, scusa-
Così dicendo mi ha passato le mani sui miei capelli neri e mi ha baciata trascinandomi sul divano
-Guarda che devo finire di lavare le stoviglie..-
-Lo farai dopo. Dimmi, com’è andata a scuola?-
-Bene, stranamente non sono stata aggredita. Questo ti dà da pensare?-
-Non so di cosa tu stia parlando-
-Non importa, ma avevo ragione io-
-D’accordo, avevi ragione tu-
-Ma perché mi da la caccia?-
-Beh, il tuo odore è molto buono e anche se su di me non ha molto effetto, ci sono altri vampiri che vorrebbero, ehm, assaggiarti-
-Tu no?-
-No, so resisterti-
-Sicuro?-
Mi sono avvicinata ancora di più a lui, mettendomi cavalcioni sulle sue gambe e avvicinandogli il mio viso al suo, soffiandogli in faccia, mentre con le mani giocavo con la sua cravatta, sciogliendola a poco a poco
-Ma che stai facendo?! Smettila!-
-Che succede? Non eri tu quello che diceva di riuscire a resistermi?-
Ho poggiato le mie labbra sulle sue, e gli ho mostrato il collo: ero curiosa di sapere cosa sarebbe successo. Come supponevo non ha resistito molto prima di sciogliersi: mi ha attirato a sé, baciandomi il collo, e successivamente graffiandolo coi denti. Ho chiuso gli occhi soddisfatta di me stessa, aspettando il colpo, che però non è arrivato
-Perché non lo hai fatto? Eppure ne avevi la possibilità-
-Non è il momento, ne il luogo, ne il modo in cui vorrei farti diventare come me-
-Perché no? In fondo così non avrei più problemi con Aaron e sua sorella-
Mi stavo alzando contrariata, ma lui mi ha costretta sulle sue ginocchia
-Non avrai problemi comunque, ci sarò io al tuo fianco-
-Però…-
-Vuoi rovinarti la vita?-
-La mia vita è già rovinata-
-Perché vuoi diventare come me?-
-Non importa-
-Io non ti lascerò mai-
-Sono io che non voglio lasciarti: quando morirò, tu che farai, vivrai nel mio ricordo o cercherai un’altra come me?-
-Non troverò mai un’altra come te: le “cantanti” sono rare da trovare-
-Cantanti?-
-E’ così che alcuni di noi chiamano gli umani il cui sangue attrae con maggiore forza un vampiro rispetto a quello degli altri-
-E allora perché non vuoi trasformarmi?-
-Ti trasformerò quando lo riterrò opportuno e quel momento non è ancora arrivato-
-Quanti anni hai?-
-Non si chiedono certe cose con così tanta naturalezza sai?-
-Dai, quanti anni hai?-
-Trecentosessantadue-
-Non scherzare-
-Non sto scherzando, è la verità-
-E non ti sei mai sentito solo?-
-Secondo te perché ho trasformato Edward e gli altri?-
-Allora anche loro…-
-Certo-
-E…Bella?-
-Edward non le farà del male, sta tranquilla-
-E tu? Riuscirai a non sfiorarmi neanche con un canino? Hai visto di cosa sono capace-
-Ora che so non mi farò più sorprendere-
E così, mentre mi facevo avvolgere dall’abbraccio del “mio” vampiro, ho potuto dire di essere veramente felice

Questo è il diciassettesimo capitolo, sono fiera di me stessa! Come vi è parso?

Nanerottola: capito il significato del sogno? Spero tu stia meglio!

Jadis96: Hai capito ora? Grazie per la tua mail spero di varla scritta giusta!

Black_Berry: Una nuova lettrice che bello! Grazie per le tue parole pensavo fosse scritta male! Continua a seguirmi!!!

Uchiha_chan: Mi dispiace ma non lo mangerà. Cosa credi, Carlisle ha il palato raffinato, sai?

Alemasencullen: Non è successo niente, era solo un sogno tranquilla!

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Capitolo 18
*** Ospite ***


CAPITOLO 19: Ospite
La prima sera in cui sono stata a casa di Bella ero a disagio. Anzitutto qualunque cosa volessi fare mi era impedita: di cucinare non se ne parlava, infatti ero la prima a rifiutarmi, ma per quanto riguarda le altre cose( anche quelle che mi riguardavano), non mi era concesso di fare nulla
“ Sei un’ospite, rilassati” e io restavo con le mani in mano. Perlomeno avevo qualcuno con cui studiare e la verifica di trigonometria che c’è stata il giorno dopo non è stata così terribile, anche se ci ho sputato sopra sudore e sangue. Inoltre cominciavo a pentirmi di aver parlato del mio “ragazzo” con Jessica: ora non faceva altro che assillarmi per sapere chi era, e questo non faceva altro che provocare in me nervosismo e ansia, inoltre mi faceva sentire la mancanza del mio amore. Fortunatamente non ho dovuto attendere molto per rivederlo, a dispetto dell’accordo preso. A casa di Bella potevo fare quello che volevo e occupavo spazi importanti: avevo la precedenza in tutto, dormivo sul divano, nonostante fosse scomodo, e perfino il padre di Bella, Charlie, si era rivelato gentile nei miei confronti.
Durante la seconda sera di permanenza in quell’abitazione, siamo stati presi( io e Charlie) da una partita di baseball: nonostante il mio iniziale scetticismo, si era rivelato uno sport interessante, ma la conseguenza è stata che sono andata a dormire molto tardi. Mi pareva di essermi appena coricata quando mi sono svegliata improvvisamente: potevo dare la colpa al divano o a un sogno che non ricordavo, ma non era così: a fissarmi da seduto su una sedia di fronte al divano c’era Carlisle
-Che ci fai qui?-
-Sono venuto a trovarti-
-Ti avevo detto che non ci saremmo visti in questi giorni!-
-Tecnicamente se tu dormi e io vengo a trovarti non ci siamo visti, giusto?-
-Scusa, ma cosa ci trovi a osservare delle persone che dormono?-
-Innanzitutto tu non sei una persona qualunque e quindi non voglio sprecare neanche un momento lontano da te in qualunque situazione. In secondo luogo è interessante osservarti-
Ho ignorato quelle parole
-Come va in ospedale?-
-Molto meglio direi. I feriti gravi sono decisamente diminuiti, perciò credo che tra due giorni la situazione tornerà normale. Avevo bisogno di un attimo di pausa, così ho deciso di venire qui a trovarti-
-E non hai pensato che stessi dormendo?-
-Non mi pare che tu ora stia dormendo, o sbaglio? E poi è interessante starti accanto anche quando dormi: è decisamente meglio che guardare la televisione-
-Parlo nel sonno?-
Ha ridacchiato davanti al mio sguardo terrorizzato
-No, ma qualche volta mormori suoni senza senso e fai dei movimenti interessanti-
-In che senso?-
-Beh, ad esempio a volte stringi convulsamente il cuscino quasi fosse una persona, e mormori qualcosa che credo sia riconducibile a un “ti amo”. A chi ti riferisci?-
-Come se tu non lo sapessi-
-Sono curioso di sapere quali altri sogni fai . Me ne racconti qualcuno?-
-Alcuni non hanno proprio senso, e mi crederesti pazza se te li raccontassi, perciò è meglio se resti nell’ignoranza-
-Sono cento volte pazzo io ad amarti-
-Dico seriamente. Io non voglio raccontarteli anche perché devo dormire, quindi se non ti spiace…-
-Direi che è colpa tua se non stai dormendo, visto che hai iniziato una conversazione con me. E poi, scusami, ma domani sarai stanca ugualmente visto che sei andata a dormire lo stesso tardi. Che scusa ti inventerai?-
-Dirò la verità, ossia che non sono riuscita a dormire per via di…un sogno che ho fatto-
-Sarebbe la verità?-
-Per quello che ne so tu puoi essere anche uno scherzo della mia mente dovuto alla sofferenza derivante dalla tua lontananza-
-Tu hai avuto quest’idea no? E poi credevo che la tua verità fosse” Stanotte il dottor Cullen è venuto a farmi visita”-
L’ho guardato storto
-Intendo una verità plausibile-
-Mmmmh…che ne dici di” Ho fatto un sogno erotico sul dottor Cullen”?-
-Sarebbe plausibile anche se non accettabile, se non fosse per il fatto che certe sensazioni me le fai provare da sveglia…-
Dicendo questo mi ero avvicinata lentamente a lui, con indosso solo una camicia(avevo dimenticato il pigiama)
-Beh, anche tu mica scherzi…- ha mormorato lui accogliendomi tra le sue braccia
Non ho lasciato che continuasse perché gli ho tappato la bocca con un bacio, subito approfondito da quest’ultimo, che vi ha infilato la lingua
Subito dopo le sue mani si sono abbassate, andandomi ad accarezzare i glutei
Mi sono staccata da lui
-Maniaco…-
-Il bue che da del cornuto all’asino. Chi è stato a cominciare?-
-Non hai tutti i torti…-
Dopodiché ho ripreso a baciarlo, mentre una delle sue mani saliva a sfiorarmi il reggiseno sotto la camicia, pronta a slacciarlo. Intanto le mie mani sfilavano lentamente la giacca di quest’ultimo la quale lentamente scopriva lembi di una camicia azzurro pallido; ho staccato le sue mani dal mio corpo per riuscire a sfilargli meglio la giacca ingombrante, che è finita sul pavimento. Reso audace dai miei gesti, il vampiro ha cominciato a sbottonare lentamente la camicia che costituiva il mio pigiama, scoprendo il mio reggiseno, dopodiché, eccitato da quella visione, mi ha distesa sul divano
-Carlisle, domani devo andare a scuola, sai?-
 Ma lui si era fermato e aveva corrugato le sopracciglia annusando l’aria
-Che succede?- ho chiesto allarmata
-Edward-
-Edward?-
-Già. Immagino sia venuto da Bella-
-E’ meglio se vai ora-
-Già-
Detto questo a raccattato la giacca dal pavimento, mentre io mi stavo riabbottonando la camicia
-Dimmi un po’,- ho iniziato a parlare accompagnandolo verso la finestra aperta- quando potrò tornare a casa?-
-Presto: ti ho già detto che probabilmente il lavoro extra finirà sabato, quindi verrò a prenderti nel pomeriggio di quello stesso giorno-
-In che senso verrai a prendermi?-
Lui si è sporto in avanti per baciarmi dolcemente sulle labbra
-Non preoccuparti, me ne occuperò io-
Dopo averlo visto scomparire nell’oscurità mi sono avviata verso il divano dove ho finalmente potuto addormentarmi

Sono tornata, vi sono mancata? Mi dispiace se nello scorso capitolo ho risposto frettolosamente ma ero con l'acqua alla gola! Giuro che ora mi farò perdonare:

Nanerottola: Sono felice che tu ora abbia capito, ma ci si poteva arrivare per logica. Non aggiorni più la tua ff? Sarei curiosa di leggerla!

Jadis96: Ti è piaciuto questo capitolo? Spero di si!Sei stupita che lui sappia cucinare? in fondo nel film lo ha fatto(guidato da un video) perciò ho pensato fosse un'idea carina! Continua a seguirmi ma ricordati anche di studiare, che devi essere promossa! Ganbare*!!*= forza!!

Alemasencullen: Sono contenta che tu sia contenta che tu sia contenta! In fondo avevo detto che la storia di carlisle e Shinri sarebbe andata di pari passo(più o meno) con quella di Edward e Bella, No?

Uchiha_chan: Era ora che jmi si facessero delle domande! Sono lieta di poterti rispondere, anche se non so bene come: direi che i licantropi ci saranno e aiuteranno i Cullen ma non posso anticiparti nulla di più!(soprattutto perché neanch'io so bene quando ciò avverrà) p.s. : se ritieni che quella della mail sia una buona idea(sempre che io abbia capito bene, si intende) perché non mi dici qual'é la tua? Così anche quando sarà rating rosso non avrai problemi( e potrai darmi degli utili consigli)

Black_Berry: Mi dispiace di non averti accolta come si deve! Benvenuta! Grazie per avermelo fatto notare: so anch'io che faccio un sacco di errori e mi ero stupita di non vederne, o che nesuno me li facesse notare. Comunque non li correggo, non ritengo di dover essere per forza perfetta e per me l'importante è che voi riusciate a capire il discorso. Ho dato un occhiata alle tue ff: scrivi anche rating rosso? ne deduco che tu sia maggiorenne. Meglio così. Ancora una cosa: chi è il piccolo per cui speri? Suo figlio?

Nel prossimo capitolo la nostra protagonista andrà a Port Angeles! Inoltre vorrei informarvi che a breve pubblicherò un'altra FF

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Capitolo 19
*** Attenzione: storia sospesa momentaneamente(spero) ***


Storia sospesa momentaneamente(spero)

Storia sospesa in quanto ho perso gli ultimo capitoli e mi sto dedicando alla stesura di una nuova FF. Spero di riuscire a riprendere a breve. La mia nuova FF si intitolerà "Bambole" : spero la leggerete!!!

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Capitolo 20
*** Port Angeles ***


CAPITOLO 20: Port Angeles
Il giorno successivo ero felicissima: ancora un giorno, uno solo, è avrei potuto finalmente abbracciare Carlisle. Arrivata a scuola, sono rimasta sorpresa di sentir parlare del ballo di primavera: il ballo di primavera era una particolare circostanza in cui le ragazze invitavano i ragazzi; ovviamente si ballava e questo era uno dei motivi per cui io non vi avrei partecipato. Naturalmente c’era qualcuno che non la pensava come me: Jessica infatti aveva tanto insistito affinché io partecipassi, e continuava a farlo; quel giorno se n’era uscita fuori con un uscita tutte insieme( io, lei, Bella e Angela) per andare a Port Angeles
-Ti ho già detto che io non voglio partecipare a quel ballo!-
-Dai sarà un’occasione per farci conoscere il tuo ragazzo!-
Non avevo scelta e comunque non era detto che avrei partecipato per forza, così ho acconsentito ad accompagnarle. Una volta arrivate in quella città ci siamo infilate nel primo negozio di vestiti che abbiamo trovato: là è nata una sorta di dibattito su quale vestito comprare per il ballo e subito dopo si è deciso per il mio vestito(ovviamente senza il mio consenso) che consisteva in tubino verde con gli orli neri, il tutto in raso. Dopo il mio acquisto mi sono messa ad aspettare insieme a Bella che Angela e Jessica si decidessero, ma dato che ci mettevano troppo tempo, siamo uscite a dare un occhiata in giro per altri negozi: Volevo approfittare del tempo che avremmo trascorso insieme per parlarle di Carlisle e del fatto che sarebbe venuto a prendermi l’indomani pomeriggio, ma improvvisamente l’ho vista fermarsi inorridita e a quel punto mi sono fermata anch’io, guardandomi attorno. Effettivamente eravamo in una strada sconosciuta, sicuramente in una via secondaria e poco frequentata.
-Ehm…Shinri? Esattamente sai dove siamo?-
-Veramente…non ho fatto molto caso a dove stavamo andando- Preoccupata com’ero per quello che dovevo dirle, non ci avevo fatto praticamente caso
A quel punto ho cercato di capire dove ci trovavamo per orientarmi, guardandomi intorno, ma inutilmente: non conoscendo la città per me era impossibile trovare una via di fuga. Stavo per perdere la speranza e abbandonarmi al panico, come aveva già fatto Bella, quando dall’altra parte della buia via ho intravisto un gruppetto composto da quattro ragazzi, che non appena ci hanno visto hanno incominciato ad avvicinarsi. Non appena erano abbastanza vicini da poter essere visti chiaramente in volto, alle mie narici è arrivato un forte odore di birra e tutta la mia fiducia si è tramutata in diffidenza. Ciò che avevo notato io non era stato minimamente percepito da Bella, che si era avvicinata a loro come se niente fosse
-Scusate, potreste indicarci la strada per tornare sulla via principale?-
Subito dopo questa domanda io l’ho afferrata per il braccio, facendole cenno di no con la testa, ma lei non ci aveva fatto caso, continuando a fissare i nostri sedicenti “salvatori”
-Saremmo lieti di aiutarvi signorina, se la tua amica non fosse così poco incline ad accettare il nostro aiuto-
-Credo semplicemente che potremmo farne a meno-
-Che dici? Non sappiamo neanche dove siamo, come potremmo uscirne se non chiediamo aiuto?-
-La tua amica ha ragione, sai? Per il tragitto ci divertiremo dai!- ha aggiunto uno di quelli avvicinandosi e prendendomi per il braccio
-Lasciami andare, ubriacone! Ho un’idea molto precisa del genere di divertimento che avete in mente voi e sono costretta a declinare l’offerta: sono solita rifiutare gli inviti fatti da gente che beve alle sei del pomeriggio!-
-Cos’hai detto, eh?!- ha sbottato burberamente quello,assestandomi un calcio al ginocchio e facendomi scivolare a terra
Ho trattenuto a stento l’urlo che mi era nato in gola mentre Bella si rivolgeva a uno di loro, arrabbiata
-Si può sapere che cosa pensavate di fare?-
-Non ti preoccupare, sta bene-
A quelle parole avrei voluto volentieri tirargli un pugno, ma il vibrare improvviso del terreno mi ha fatto voltare: un’auto si stava avvicinando a una velocità folle e correva il rischio di schiacciarla. Appena in tempo l’ho trascinata fuori dalla traiettoria del veicolo impazzito, che si è fermato esattamente davanti a noi. Improvvisamente la portiera si è spalancata e una voce che entrambe conoscevamo ci ha intimato di entrare. Non appena sono riuscita a salire sull’automobile e ho chiuso la portiera, Edward è ripartito alla stessa velocità con cui era arrivato, rischiando di investire i brutti ceffi che ci stavano importunando e in poco tempo ci ha portato sulla strada maestra, esattamente davanti al ristorante dove io, Bella, Jessica e Angela ci eravamo date appuntamento. Da quello le due ragazze stavano appunto uscendo, quando ci hanno viste uscire dalla Volvo argentata e salutate con imbarazzo
-Scusateci, ma avevamo fame e voi non arrivavate, perciò…-
-Non preoccupatevi, anche se volete andarvene, noi avremo compagnia a cena- ho detto io alludendo a Edward
Poi mi sono voltata verso Bella, che mi guardava ansiosamente, come a volermi chiedere qualcosa
-Anzi ragazze aspettate- ho aggiunto io, capendo quello che cercava di dirmi- potete accompagnarmi a casa di Bella voi? Così li lasciamo soli…-
Loro hanno annuito dubbiose e io ho cominciato ad avvicinarmi all’auto di Jessica, fermata però da Edward, che si stava avvicinando portando con sé le mie borse
-Rischiavi di dimenticarle nella mia auto-
-Grazie…-
-Tra l’altro, dovresti dirglielo- ha aggiunto lui, parlando con un sussurro nel mio orecchio
-Non so a cosa tu ti stia riferendo- ho provato io ostentando indifferenza e sorpresa, mentre la paura si faceva largo nel mio cervello
-Non fare la finta tonta con me. So che hai una relazione con mio padre-
-Te lo ha detto lui?- ho chiesto io questa volta sorpresa per davvero , mentre con la coda dell’occhio osservavo Bella aggrottare le sopracciglia turbata
-Diciamo che non ce n’è stato bisogno- ha spiegato lui semplicemente
-Capisco…- ho fatto io allontanandomi nuovamente verso la vettura di Jess che, insieme a Angela, mi guardava perplessa
-Un’altra cosa- ha aggiunto lui venendomi alle spalle- quando Carlisle ti presenterà al resto della famiglia, io fingerò di non conoscerti, d’accordo?-
-S…si-
Accompagnata da Jessica sono tornata a casa e mi sono sistemata sul divano, l’unico posto che potessi raggiungere  senza sforzare troppo la gamba menomata. Qualche ora più tardi è tornata Bella e io ho approfittato del fatto che eravamo sole per riuscire finalmente a parlarle. Siamo salite in camera sue e abbiamo parlato
-Senti, domani verrà a prendermi…il mio ragazzo-
-Davvero? Allora finalmente potrò conoscerlo!-
-Di questo devo parlarti: potresti, ehm, rimanere sconvolta-
-Perché?-
-Beh, ecco, diciamo…dall’età-
-Non è un ragazzo?-
-Non proprio-
Lei si è morsa il labbro turbata
-So che…non è normale, però…-
-Non importa. Avanti dimmi chi è?-
Ora veniva la parte difficile: se aveva avuto quella reazione quando aveva sentito che era vecchio, figurati se avesse saputo il suo nome!
-Beh? Allora, chi è?-
-…Ecco…è…il dottor…-
-Non sarà il dottor Cullen?-ha quasi gridato lei
Le ho tappato la bocca
-Sssssh!!! Vuoi che ci sentano i vicini?!-
-Scusa! Ma…lui ha dei figli, no?-
-Infatti…-
-Ma non è solo quello…cioè…sai che lui è…?-
-Si, so che è un vampiro-
-E, ehm, tu stai lo stesso con lui…?-
-Certo! In fondo lo è anche Edward no?-
-Quindi lo sai…-
-Certo, mi ha detto di Edward e degli altri Cullen-
-Verrà domani?-
-Già, perciò…-
-Sarò felice di incontrarlo! Probabilmente mio padre non ci sarà domani pomeriggio, tranquilla- ha aggiunto davanti al mio sguardo interrogativo
Mi sentivo meglio adesso, ero più serena, e non vedevo l’ora che fosse già domani.

Sono tornata! Finalmente sono riuscita a scrivere il capitolo 20( e ci ho messo meno tempo di quanto credessi)!!! Spero vi piaccia e mi raccomando, commentate!!!

Jadis96: Mi dispiace di averti fatto andare incrisi d'astinenza da ff! Però in fondo non hai aspettato tanto, no?(con questo capitolo spero di farmi perdonare) Ti ringrazio per aver detto che la mia ff è tra le tue preferite, questo mi rallegra molto! Grazie!!!

Uchiha_chan: Sono tornata, sei contenta? per quanto riguarda la mia nuova ff, è ancora in fase di lavorazione, perciò non so dirti se sarà convolgente come questa, però secondo ciò che mi immagino io, potrebbe esserlo! Sarà una rating rosso, spero la leggerai( questa cosa non è sicura ma, sempre secondo come la immagino io, non sarà per stomaci delicati, quindi...)!!!!!

Nel prossimo capitolo Shinri tornerà a casa e, quindi, tra le braccia di Carlisle!

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Capitolo 21
*** Braccialetto ***


CAPITOLO 21: Braccialetto
Pensavo che avrei incontrato Carlisle soltanto nel pomeriggio ma le condizioni della mia gamba, sempre più gonfia, hanno accelerato i tempi. La mattina di sabato, dopo una notte insonne per il troppo dolore, ho deciso infatti di andare in ospedale: Charlie non poteva accompagnarmi, fortunatamente, così ha dovuto farlo Bella. Appena arrivate siamo state condotte da una sorridente infermiera nello studio che, a detta del cartellino sulla porta, apparteneva a un certo dottor Snow. Dopo dieci minuti d’attesa dalla porta da cui poco prima eravamo entrate noi, è entrato un dottore attempato, sulla quarantina, che si è avvicinato a me sorridendo
-Allora, cosa abbiamo qui?-
-Ecco, ieri mentre ero a fare una passeggiata, sono caduta e mi sono fatta male a un ginocchio-
-Vedo-
Il dottore ha esaminato la gamba e ha deciso di darmi dell’analgesico per contrastare il dolore, così mi ha chiesto se avevo qualche tipo di allergia che potesse presentarsi con l’analgesico che avevano in ospedale
-Io non lo so. Però tempo fa mi erano state fatte delle analisi. Magari attraverso quelle lo potrà scoprire-
-Buona idea. Torno subito-
Solo che non è tornato lui: ad entrare da quella porta è stato Carlisle, che sicuramente mi sarebbe corso in contro se non ci fosse stata Bella
-Allora, Shinri di nuovo in ospedale, eh?-
 -Già-
Lo vedevo fremere dal desiderio che aveva da toccarmi e non riuscivo a capire perché si stesse trattenendo, fino a quando Bella non ha parlato, dubbiosa
-Scusate, ma se vi metto in imbarazzo basta dirlo, sapete?-
Entrambi ci siamo voltati verso di lei, che ci ha guardati in maniera strana
-Beh, pensavo che l’unico motivo per cui eravate così formali fossi io-
Lui si è voltato verso di con uno sguardo sorpreso
-Ah. Sai, è che le ho detto di noi due-
-Perché?-
-Beh, dato che dovevi venire a prendermi oggi, avevo pensato fosse la scelta migliore…cos’hai da ridere?- ho aggiunto innervosita dalla sua risatina
-Beh, quando avevo detto che sarei venuto a prenderti, non intendevo necessariamente di farlo alla luce del giorno-
-Volevi rapirmi? Cioè…io mi sono preoccupata di dirglielo e tu…volevi venirmi  a prendere di nascosto per portarmi via?-
Mi sentivo terribilmente stupida e ho abbassato gli occhi, arrossendo per l’imbarazzo, ma lui mi ha sollevato il volto sempre sorridendo
-Non ti preoccupare, non è un problema. Vorrà dire che ti verrò a prendere in macchina. Su, non abbassare il viso a quel modo, io ti trovo molto carina quando arrossisci-
Quando i miei occhi si sono incrociati coi suoi, lui mi ha accarezzato la guancia e si è chinato in avanti per baciarmi; non era un semplice sfiorarsi di labbra, ma era un bacio lungo, sensuale, che aveva cominciato ad espandersi, con me che gli abbracciavo il collo, fino a quando non ho incrociato anche lo sguardo di Bella e mi sono staccata da lui
-Comunque- ha continuato lui, imbarazzato- cos’è successo?-
-Ieri siamo andate a Port Angeles, siamo state aggredite da dei molestatori e uno di quelli i ha colpito la gamba con un calcio-
-Capisco. Mi sembrava troppo inverosimile la caduta da parte tua, soprattutto mentre passeggiavi- mi ha sbeffeggiato lui, ma mi ero accorta del suo improvviso nervosismo quando mi aveva stretto la gamba infortunata e non avevo ribattuto niente, impegnata com’ero a fare una smorfia di dolore
-Ti fa tanto male?-
-Un po’, ma devo dire che hai fatto bene a venire tu al posto del dottor Snow e del suo analgesico perché per me sei meglio di qualsiasi analgesico-
Lui ha riso ancora in seguito a questa mia frase, facendomi arrossire ancora di più, dopodiché mi ha fatto una fasciatura e ci ha congedate
-Te la farò meglio oggi-
-Ci vediamo-
Mentre tornavamo verso il pick up( io arrancando) vedevo il viso di Bella corrucciato
-Che succede?-
-No, niente. E’ solo che…siete molto affiatati-
-Che intendi?-
-Il modo in cui ti tocca…Edward ha paura di fare certe cose-
-Immagino sia dovuto all’esperienza. Sai, Carlisle ha avuto altre relazioni prima della nostra. Non preoccuparti, Edward si abituerà presto-
Una volta tornate a casa abbiamo scoperto che Charlie era uscito in anticipo, così abbiamo avuto tempo per preparare la mia borsa e alle sei si è sentita da fuori un ‘automobile che parcheggiava. Io dalla finestra nella camera di Bella(in cui ero andata per prendere delle cose) ho visto un auto sconosciuta, da cui è uscito un uomo che indossava  un cappello nero, ma che, ho dedotto, era Carlisle. Mentre uscivo ho sentito Bella che lo faceva entrare, dicendogli che io ero al piano di sopra. Quando mi sono affacciata sulle scale lo visto alla fine di queste, mentre mi aspettava sorridendo; quando ho cominciato a scendere, con evidente fatica, le scale, lui è salito di quattro gradini e mi ha preso in braccio
-Come vi sentite, mia signora?-
-Ora che siete arrivato voi, messere, molto meglio ma, purtroppo, la gamba fa ancora meglio-
-Allora sarà meglio darvi un altro po’ di analgesico- e si è chinato a baciarmi le labbra
-Ora va meglio- ho replicato io sorridendo
Poi sono stata trasportata fuori dal ingresso e ho avuto appena il tempo di salutare Bella, che già ero in macchina
In poco tempo eravamo davanti a casa mia
Stavo togliendo le cinture di sicurezza quando Carlisle mi ha fermato e mi ha chiesto sorridente
-Ti fa ancora male la gamba?-
-Un po’- ho risposto io senza sapere quali erano le sue intenzioni. A quel punto si è chinato nuovamente su di me e ha cominciato a baciarmi, prendendo il mio volto tra  le mani e attirandomi a sé. A quel punto io mi sono avvinghiata a lui, che si è staccato da me con un sorriso di scusa sulle labbra perfette
-Ora sarà meglio entrare prima che la gamba si gonfi ulteriormente-
mi ha trasportata fino al divano, dove mi ha depositata. A quel punto ho espresso il desiderio di fare la doccia, dopodiché ho indossato il vestito per cui ero andata a Port Angeles e a fatica sono tornata al divano
-A cosa devo questa splendida visione?-
 -Ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Questo avrei dovuto indossarlo per andare al ballo con…te. Visto che non ci posso andare, voglio comunque farmi vedere da te-
-Hai buon gusto, non c’è che dire-
Mi ha fatto la fasciatura e poi mi ha fatta accoccolare contro il suo petto
-Ho una cosa che starà benissimo con il tuo vestito. Avanti, chiudi gli occhi-
Ho obbedito e quando ho riaperto gli occhi un braccialetto d’argento scintillava al mio polso
-E’…bellissimo. Grazie!-
- Pensavo ti saresti arrabbiata. Sai, avevo pensato che un anello fosse troppo vistoso per una ragazza di diciassette anni, così…-
-Infatti non avresti dovuto. Lo accetto, ma non avresti dovuto farmi un regalo del genere. Quanto ti è costato?-
-Troppo, se confrontata la sua bellezza alla tua. Indossato da te scompare-
Con quelle parole si era fatto perdonare la cosa, e lui lo sapeva, tanto che era stato lui ad abbracciarmi invece che io. Tra le sue braccia ho fatto la domanda che più mi terrorizzava fare
-Mi presenterai ai tuoi figli?-
-Direi che Alice, che prevede il futuro e quindi sa già di noi, e Edward, che hai incontrato ieri, ti conoscono già. Comunque, perché no? Anche se ti vorrei aver tutta per me, non vedo perché dovrei nasconderti a loro-
-E pensi che mi accetteranno per quello che sono?-
-Alice era entusiasta quando mi ha detto che ci vedeva insieme. Pensa che lei lo aveva previsto da quando avevamo saputo del tuo arrivo ed era già emozionata allora. Edward mi sembra abbastanza convinto. Jasper ha notato questo mio cambiamento di umore, e un suo particolare potere, e mi ha già detto che chiunque sia la ragazza che mi ha fatto cambiare a lui a andrà benissimo. Emmett credo che ti accetterà abbastanza in fretta. L’unica che potrebbe fare attrito potrebbe essere Rosalie, ma non mi importa-
ricordavo Rosalie e il suo sguardo di ghiaccio di quel giorno e mi sono stretta ancora di più al suo petto, colta da un improvviso brivido freddo. In quel momento ho sperato che nulla cambiasse da oggi fino al giorno in cui lui mi avrebbe presentato alla sua famiglia, ma non ero sicura che sarei stata esaudita

Allora, eccomi con il ventunesimo capitolo! Che ve ne pare? Io penso che sia un pò sdolcinato, ditemi i vostri pareri!!!

Uchiha_chan: Riguardo alla mia nuova ff, l'ho pubblicata! La troverai fra le originali horror rating rosso! Inoltre ne ho pubblicata anche una sovrannaturale, sempre originale, sui vampiri, se vuoi vacci a dare un'occhiata! Per quanto riguarda questa...effettivamente era un pò gelosa, si, ma quando ha sentito del suo ragazzo direi che tutti i suoi dubbi si siano dissipati, non ti pare? Ho letto la tua ff, quella in cui ci sono i personaggi misteriosi, di cui forse uno è un membro dei Volturi, e la trovo molto bella! Continua!

Jadis96: Se pensi che sia bello questo, figurati quelli a venire! Passa anche tu a leggere la mia sovrannaturale originale sui vampiri se ti va!

Alemasencullen: Bella non è idiota(quella del libro a volte, questa non mi sembra, e non sto difendendo la mia storia), solo che non è abituata a sentire l'odore del alcol come lo è Shinri, che lo sentiva sia nel padre che nel marito(con esiti devastanti). Se ti va(lo chiedo a tutti) va a dare un'occhiata alla mia nuova ff sovrannaturale sui vampiri tra le originali(pubblicità occulta)!!!

lady cat: Benvenuta!!! Davvero ti piace il personaggio di Shinri?! *o* Ne sono felice. Dato che (lo ammetto) mi sono presa una cotta per Carlisle(e quando succede, personaggio di libro, film o telefilm che sia, mi invento una storia) ho pensato a un personaggio con cui lui potesse avere una relazione. Quando poi l'ho scritta, le ho dato un nome e ho fatto un AU eliminando Esme(perché non sapevo dove infilarla). Per quanto concerne il suo bambino più avanti comparirà(faccio fare una bella Figura a Carlisle), ma non starà con lei, dato che è stato adottato e vive con un'altra famiglia. Il porco, come lo definisci tu, comparirà più avanti( e non farà decisamente una bella fine ;) )Per il momento tutto per loro, io non ho capito a cosa ti riferissi: questo va bene? Passa a dare un'occhiata alle altre mie ff se ti è piaciuta questa( tra l'altro sei maggiorenne?Solo per informazione dato che, come sai, diverrà una rating rosso)!!!

Nanerottola: Hai visto? Ti piace questo incontro? O forse è troppo sdolcinato(come credo io)? per la tua ff, non ti preoccupare devo ancora leggere l'ultimo capitolo(non ho avuto tempo visto che ho letto promessi sposi tutto il tempo)Passa a leggere le altre mie storie, mi piacerebbe avere un tuo commentino!!!

Nel prossimo capitolo...Shinri avrà un incontro moooooooooooooolto ravvicinato con Aaron*, che porterà a terribili conseguenze(anche se dipende dai punti di vista)*= ricordate chi è vero? Altrimenti rileggetevi la storia! :P

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Capitolo 22
*** Violenza ***


CAPITOLO 22: Violenza
Domenica era passata senza intoppi di alcun genere e velocemente era arrivato il lunedì: dovevo andare a scuola. Io la pensavo così, ma Carlisle non era d’accordo: lui pensava che dovessi ancora preoccuparmi per Aaron
-Devi fare attenzione, io non mi fido di quel tipo-
-Non dovresti essere così apprensivo, io credo che si sia rassegnato ormai-
-E tu non dovresti essere tanto tranquilla. Ho un brutto presentimento, non restare sola con quel tipo-
Ho annuito, mentre la paura mi aveva attanagliato lo stomaco. Fortunatamente per tutta la mattina non è successo nulla, anzi di Aaron non ho visto neanche l’ombra. Però, quando stavo tornando a casa ed ero in un vicolo buio, ho cominciato ad avere la fastidiosa sensazione di essere seguita ma, per quante volte mi voltassi a guardare indietro, non vedevo nessuno. Ero sempre più nervosa e avevo iniziato a correre(per quanto mi era possibile correre zoppicando) fermandomi non appena ho sentito una risata, che proveniva da una voce da me ben conosciuta
-Sei buffa sai? Perché corri a quel modo?-
Mi sono voltata di scatto, mentre Aaron si avvicinava rapidamente verso di me
-Cosa vuoi?-
-Niente, vorrei solo parlare-
Ora che mi si era fatto più vicino tutto il coraggio che avevo dimostrato con la frase di prima era scomparso
-Non posso fermarmi…Carlisle mi aspetta-
-Non temere, non durerà molto e poi, quando avrò finito, non so se avrai la forza di tornare a casa-
Spaventata da quelle parole mi sono voltata e ho iniziato a correre, corsa subito interrotta da una fitta alla gamba
-Inutile provarci, non puoi sfuggirmi-
Seguito da queste parole è arrivato un forte colpo alla nuca che mi ha spinto per terra. Lui mi sovrastava e con un sorriso soave si è chinato su di me e mi ha preso la testa fra le mani
-Scusa, ma ero curioso di sapere che cosa prova il tuo amico nei tuoi confronti- e detto questo mi ha caricata sulle sue spalle e mi ha portata in un luogo che non conoscevo, dopodiché mi ha buttato  a terra e mi ha guardato con uno sguardo che non preannunciava nulla di buono
-Adesso ci divertiamo-
In un attimo era su di me: ho chiuso gli occhi per non dover guardare e ho sentito un rumore come di tessuto strappato. Ero terrorizzata e avevo cominciato a tremare temendo per ciò che mi avrebbe fatto.
Mezz’ora dopo ero sdraiata sul pavimento: i resti di quelli che un tempo erano stati i miei vestiti mi attorniavano e il mio corpo era ricoperto di lividi. Avevo sicuramente qualcosa di rotto, data la violenza con cui mi aveva posseduta e faticavo a respirare. Ho aperto gli occhi e lentamente ho alzato lo sguardo per guardarlo: era sopra di me e mi guardava con uno sguardo quasi deluso
-Tutto qui? Sono veramente deluso: credevo che per piacere al tuo amico, dovesse essere chissà cosa, e invece…era come dicevo io- ha aggiunto sogghignando e avvicinandosi impercettibilmente- voi umani siete buoni solo come fonte di sostentamento- così dicendo si cera chinato davanti a me e aveva iniziato ad avvicinarsi con i canini ben in vista, pronto a mordermi, mentre io avevo chiuso gli occhi ormai rassegnata alla mia fine, quando…
-Allontanati da lei, maledetto!-
La voce che avevo appena sentito mi sembrava un sogno: lui non poteva essere qui…questo pensavo mentre ad occhi chiusi aspettavo il colpo che non è arrivato
-Shinri, stai bene?!-
Ho aperto gli occhi, trovandomi a pochi centimetri dal viso di Carlisle che mi guardava preoccupato e che, quando si è accorto che ero cosciente, mi ha sollevato portando con sé, oltre a me, anche la mia roba. Prima di partire mi ha coperto con la sua giacca, cercando di scaldarmi come meglio poteva mentre eravamo in viaggio. In poco tempo siamo arrivati a casa e, entrato nel soggiorno, mi ha depositata sul divano ed è rimasto in attesa. Senza nemmeno accorgermene avevo iniziato a tirare il braccialetto, cercando di toglierlo, fermata però da Carlisle, che mi aveva afferrato delicatamente il braccio
-Che cosa stai facendo?-
-Lasciami stare!!! Io…vattene!!! Vattene via!!!-
-Che cosa stai dicendo…?-
-Io…non posso più guardarti in faccia!! Perciò…perciò…ti prego, vattene per favore-
-Perché dici questo…?-
-Non fingere con me! So che quando hai sentito il mio odore hai storto il naso. Se ti da così tanto fastidio, puoi anche lasciarmi in pace!!-
-Non ho storto il naso per il tuo odore, ma per il suo! Ha impregnato tutto!!-
-Credi che questo faccia differenza? Ormai non conta più se è il suo odore o il mio, visto che…che….- non riuscivo a completare la frase- ormai non ha più importanza. Non devi fingere. Sei libero di andare-
-Se avessi pensato questo quando ti ho vista li per terra…se avessi pensato ciò che ora tu affermi…credi che ti avrei riportato qui? Che avrei scacciato quel…lurido bastardo?-
Ho spalancato gli occhi quando lui ha detto quella parolaccia e l’ho guardato: tremava di rabbia e non sembrava in collera con me
-La verità…la verità è che è tutta colpa mia! Se stamattina avessi insistito di più a quest’ora…-
-…No, non è vero…-
-Ma se tu volessi veramente lasciarmi…ti prego di non toglierti quel bracciale, per favore. Inoltre…sappi che io non mollerò tanto facilmente e ti farò ancora la corte, chiaro?-
Lui…non voleva lasciarmi? Dopo tutto quello che era successo? E io? Avrei avuto il coraggio di lasciarlo dopo che lui aveva rischiato così tanto per me? Guardandolo da sopra il divano, lo sguardo distrutto e in attesa della risposta che lo avrebbe dannato come benedetto per l’eternità, ho realizzato che non potevo…e non volevo
-No- ho risposto tendendo una mano verso di lui- non voglio lasciarti. Altrimenti come faresti senza di me?-
Lui si è avvicinato e ha preso la mia mano tra le sue, baciandola delicatamente
-Credo che questa sia stata la scelta più saggia-
E in quel momento l’ho pensato anch’io, la scelta più saggia che potessi fare.

Sono spiacente ma non ho tempo per rispondere alle vostre recensioni. Scusate

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Capitolo 23
*** Incinta ***


CAPITOLO 23: Incinta
Erano passati tre giorni da quando ero stata violentata da Aaron e i terribili ricordi di quel giorno riecheggiavano ancora nella mia mente. Fortunatamente c’era Carlisle ad alleviare le mie ferite, sia quelle fisiche causate dai lividi, sia quelle psicologiche causate dal trauma subito. Temevo che mi avrebbe abbandonata, ma mi sbagliavo fortunatamente, perché senza di lui probabilmente sarei morta, o meglio mi sarei lasciata morire; pensavo di essere un peso per lui, sempre pronta a creargli problemi, ma mi sbagliavo ancora: più problemi io credevo di creargli, più lui era contento, probabilmente perché poteva stare con me. Anche in quel momento lui era indaffarato a cercare di darmi sollievo e conforto come meglio poteva, ma per ora i risultati erano scarsi: avevo perso il conto delle innumerevoli volte in cui ero riuscita ad addormentarmi, svegliandomi poco dopo in preda agli incubi, di quante volte lui era rimasto al mio fianco cullandomi dolcemente, cercando di farmi addormentare di nuovo, inutilmente, dato che di li ha poco il circolo vizioso sarebbe ripreso esattamente come prima. Non ero in grado di muovermi e dovevo restare a letto senza poter fare nulla con Carlisle che si comportava quasi come un padre( molto più affascinante, sexy e gentile). Purtroppo però quando non c’era, ero costretta ad aspettare sdraiata su quel letto che avevo iniziato ad odiare. Quel giorno probabilmente avrei dovuto fare la stessa cosa ma non volevo: mi annoiavo a morte e poi come facevo a vedere se stavo meglio se non mi potevo alzare? Così mi sono sollevata e messa in piedi: nessun problema e nessun dolore. Contenta di ciò mi sono diretta in cucina con l’intenzione di mangiare qualcosa, ma mi sono bloccata all’udire di una voce
-E tu che ci fai in piedi?-
Carlisle mi guardava sbigottito sulla soglia della cucina: probabilmente era appena stata in camera mia e, non trovandomi, era sceso a cercarmi
-Sto solo cercando da mangiare. Ti stupisci? Perché credi sia davanti al frigorifero? Inoltre…sono guarita! Non ho neanche più un livido! Non è meraviglioso?-
-Mmmmm…sei sicura?-ha fatto lui dubbioso avvicinandosi e toccandomi in cerca di eventuali dolori
-Certo! Come medico sei strepitoso!-
Lui però non sembrava convinto e mi osservava meditabondo.
-Cosa succede?- ho chiesto avvicinandomi
-No, nulla. Solo che mi sembra strano che siano guarite in così poco tempo- ha espresso i suoi pensieri lui accogliendomi tra le braccia
-Forse hai ragione, è strano. Però non è meglio così? In fondo ora non dovrai più preoccuparti per me-
-Io non posso fare a meno di preoccuparmi per te, lo sai-
Sorridendo l’ho baciato sulle labbra
-Qualche volta preoccupati anche per te stesso-
-Io no mi caccio nei guai come fai tu. Sbaglio?-
-Come se lo facessi apposta-
Contrariata mi sono diretta fuori dalla stanza
-Ehi aspetta!- ha fatto lui prendendomi per la vita e baciandomi sul collo- scusa se ti ho offesa. La verità e che non è del tutto colpa tua : il problema è che hai un odore troppo buono-
-A cui solo tu puoi resistere, lo so-
-Per quanto riguarda i tuoi lividi miracolosamente svaniti…vorrei che tu rimanessi a casa ancora per qualche giorno, solo per vedere che succede. Va bene?-
-D’accordo…-
Così sono rimasta a casa ancora qualche giorno e in quel lasso di tempo ho notato alcuni eventi strani: innanzitutto non mi era venuto il ciclo, cosa strana visto che solitamente era abbastanza regolare, inoltre la mia pancia si era gonfiata. Questo mi portava ad avere dei sospetti circa la normalità della situazione: circa una settimana dopo la guarigione dei lividi mi trovavo con una pancia che di certo non mi apparteneva. Carlisle non ci faceva caso: cercava di sdrammatizzare la questione dicendo che in quelle condizioni ero adorabile, ma la verità era che neanche lui sapeva bene cosa stesse accadendo. Sempre più preoccupata mi ero diretta in cucina: volevo mangiare, così ho preso una mela. Appena addentata, però, ho avuto dei forti conati di vomito e ho rigettato sul pavimento. A quel punto non c’erano più dubbi: ho lasciato cadere il frutto incriminato e sono corsa sul terrazzo. Ero incinta, incinta del vampiro che Carlisle più odiava: che cosa avrei fatto adesso? Ammesso che fossi riuscita a sopravvivere, cosa avrei fatto del bambino? E Carlisle sarebbe rimasto al mio fianco? Ho sentito dei passi alle mie spalle e mi sono voltata di soprassalto: Carlisle veniva verso di me con la mia mela morsicata
-L’ho trovata sul pavimento, dove c’è anche del vomito. E tuo? Che cosa è successo?-
-Io…io…- sono scoppiata in lacrime
-Ehi! Che cos’hai?- ha chiesto lui allarmato prendendomi per le spalle
-Io…sono incinta- sono riuscita a dire prima di scoppiare in un pianto a dirotto
Lui si è come pietrificato, rimanendo a bocca aperta
-Di…lui?-
Ho annuito e la sua presa si è fatta più stretta, dopodiché mi ha abbracciata
-Tranquilla, va tutto bene-
Ho alzato lo sguardo verso il suo
-Perché capitano tutte a me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?!-
-Shhhh. Tu non hai fatto niente. Comunque sia, se ad avercela con te sia Dio o semplicemente quel bastardo, non mi importa: io resterò al tuo fianco qualunque cosa accada e ti aiuterò-
-Davvero?-
-Certo. Ti avevo promesso di non lasciarti mai no? Aspetto solo una tua decisione. Tu cosa vuoi fare?-
-Io…non lo so-
-Non ti preoccupare. Hai tutto il tempo di decidere-
Così pensavamo entrambi, ma ci sbagliavamo: probabilmente i veri guai dovevano ancora venire

Ciao! Che ve pare di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto! Devo dire che ho fatto Carlisle pittosto tenace, proprio come uno Scorpione(questa l'ho presa da un manga)
Passiamo oltre

Nanerottola: Direi che hai ragione! In fondo si vede anche in questo capitolo! Per quanto riguarda la tua domanda...più avanti ci sranno scene di sesso, ma non ora, devi aspettare ancora un pò, ma ti assicuro che non rimarrai delusa. Secondome era corto perché mancava questa parte

Uchiha_chan: Tranquilla lo ucciderà. Ti chiedi come abbia potuto? Beh non sono domande da fare queste, ti basta vedere il personaggio e le sue frasi. Lo so che è fantastico, voglio che sia così!!! Lo è anche in quiesto capitolo no?

Alemasencullen: La lascierà in pace...cioè prima o poi morirà no? Direi proprio che è una fortuna, ma lui è al suo fianco per quello! Spero di aver risposto alla tua domanda con questo capitolo

Lady cat: So che non se lo meritava ma...in fondo non è una situazione così terribile per lei. In fondo è sotto le amorevoli cure del suo amato vampiro...parole sante, sai quanto mi piacerebbe che un uomo così esistesse? Di dolcezza ce n'è tanta non credi? Probabilmente da sposati durante la luna di miele avranno felicità(enon solo quella...)

Jadis96: Semplicemente, non ce la farebbe, lo ha detto lei stessa. Sono arrivata presto, non credi?

Nel prossimo capitolo...che dolore per la povera Shinri!

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Capitolo 24
*** Gravidanza ***


CAPITOLO 24: Gravidanza
Ero nel mio letto e stavo sveglia a osservare le strane ombre  che si formavano sul soffitto: infatti non riuscivo a dormire. Infine mi sono alzata e mi sono diretta in bagno: il mio aspetto non era dei migliori e la pancia era sempre più grossa, segno che il bambino sarebbe nato presto. Troppo stanca per soffermarmi troppo a pensare sono scesa al piano di sotto e mi sono sdraiata sul divano. In poco tempo è arrivata la mattina e con lei anche il mio vampiro
-Scusa, ma il turno stanotte è durato più del previsto. Come ti senti?-
-Bene, credo-
-E…col bambino?-
-Credo che…non ci vorrà ancora molto prima della sua nascita- ho risposto osservando il luogo di residenza del mio futuro figlio
-E dimmi…cos’hai intenzione di fare con lui?-
-Se per te va bene, io…preferirei tenerlo e…mi piacerebbe che a fargli da padre…fossi tu- ho aggiunto guardandolo timidamente
-Sarò ben felice di accontentarti…- ha detto lui sorridendo e avvicinando le sue labbra alle mie.
Non appena il nostro bacio era iniziato, però, avevo sentito una fitta lancinante alla pancia e mi ero staccata da lui: le sue labbra erano sporche di sangue, certamente non suo. Mi sono toccata la bocca e una volta ritirata la mano ho notato con orrore che era sporca di sangue…il sangue…mi usciva dalla bocca! Intanto il dolore era diventato ancora più forte e con gli occhi lucidi ho guardato Carlisle che fissava sorpreso la mia pancia
-Che…che succede…?-
-Il bambino…sta nascendo..-
Ho abbassato lo sguardo sul mio ventre: un’ enorme chiazza  scura si stava formando, seguita dal pianto disperato di un bambino…
Mi sono svegliata di soprassalto, madida di sudore e con gli occhi sbarrati dal terrore. Rapidamente sono scesa dal letto e mi sono diretta verso il bagno: certamente non avevo un bel aspetto. Da molti giorni ero impossibilitata a mangiare e questo di sicuro non mi faceva bene. Ho abbassato gli occhi sul mio ventre: la pancia era sempre più grossa, segno che forse il momento del parto era vicino…che strano, avevo come una sensazione di dejà vu…Spaventata mi sono diretta lentamente giù per le scale e mi sono sdraiata sul divano, dove lentamente mi sono addormentata. Sono stata svegliata da qualcuno che mi scuoteva delicatamente le spalle
-Che cosa ci fai qui?- mi ha chiesto Carlisle
-Nulla, non ti preoccupare. Stavo solo dormendo…-
-Se vuoi dormire, non è meglio che tu lo faccia sul tuo letto?-
-Forse hai ragione tu…- ho fatto per alzarmi, ma un dolore lancinante al fianco mi ha fermata
-Che succede?!- ha chiesto allarmato Carlisle davanti alla mia smorfia di dolore
-Credo…credo di essermi rotta qualcosa..-
-Fa vedere…- ha detto lui tastando delicatamente il fianco
-AHI!-
-Accidenti…temo proprio che tu te lo sia rotto…-
-Il bambino…pensi sia colpa sua..?-
-Ho un’idea abbastanza precisa sulle gravidanze dei vampiri…-
-Del tipo…?-
-Beh…ad esempio credo che l’utero sia più duro di quello nelle normali gravidanze umane, proprio come la pelle di un vampiro…per questo ti sei quasi rotta l’anca-
-Fantastico…-
-Credo che ora tu debba stare a letto-
Così dicendo mi ha presa in braccio e trasportata nella mia camera, dove mi ha depositata sul letto.
Per dei giorni sono rimasta sdraiata su quel dannato letto, senza possibilità di movimento, rimuginando su un’idea che mi era balenata in testa, che ho esposto a Carlisle. Eravamo in camera mia(tanto per cambiare), e lui era intento ad accarezzarmi i capelli, quando io ho inserito la conversazione sul argomento che mi interessava
-Senti…-
-Dimmi-
-Stavo pensando…e se per stare meglio dovessi…bere sangue umano?-
-Ma tu sei già in splendida forma!-
-Per favore…-
-Non lo so…Potremmo provare, però…non sono sicuro sia la strada giusta-
-Tanto vale fare un tentativo, tanto peggio di così…-
Stava per rispondere quando si è sentito bussare alla porta. Rapidamente Carlisle è andato a vedere chi era per poi tornare accompagnato da Bella
-Shinri..!! Cosa ti è successo?!-
-Beh, è una lunga storia…-
Così le ho detto tutto e lei si è voltata disgustata verso Carlisle, che si era diretto verso di me e mi aveva preso una mano, baciandola delicatamente: non le avevo infatti detto chi era stato
-Non è colpa di Carlisle…-
-Quel…Il nostro professore?!-
-Già…-
Dopo averla rassicurata, le ho detto di non preoccuparsi, che sarebbe andato tutto bene, e l’ho congedata. A quel punto io e lui abbiamo ripreso il discorso di prima
-Allora?-
-Credo che tu abbia ragione, tanto vale fare un tentativo-
Così è uscito in tutta fretta ed è tornato quasi un’ora dopo, portando un bicchiere
-E’…quello?-
-Ho faticato per averlo, spero basti-
E’ bastato: già al primo sorso, che non mi era piaciuto per niente, mi sentivo meglio. Carlisle mi guardava soddisfatto
-Come ti senti?-
-Molto meglio-
-Anche il tuo colorito e molto aumentato!-
-Bene-
Detto questo mi sono addormentata. Quando mi sono svegliata, Carlisle non c’era. Chissà quanto avevo dormito…ho guardato l’orologio: quasi sei ore! Accidenti!! Mi sono sollevata per mettermi in una posizione più comoda, quando…si sono rotte le acque. Per un attimo mi sono sentita bene, ma è stato solo un attimo, perché dopo sono arrivati i dolori. Forti, molto forti, le contrazioni si sono fatte sentire. Mi sono alzata e, nonostante il dolore e le ossa che subito hanno ceduto, mi sono diretta verso il soggiorno: anche se ancora l’alba, c’era già una luce luminosa. Perché proprio in questo momento? Con le lacrime agli occhi, lanciavo forti urla di dolore, immaginando già come sarebbe nato il bambino e non era nulla di piacevole. Improvvisamente ho sentito un fruscio alle mie spalle e Carlisle si è messo al mio fianco
-Sono arrivato in tempo…! Fortuna che Alice…-
Come animato da uno spirito non suo si è avvicinato al telefono e ha composto un numero
-Fa che risponda lei…-diceva tra sé- Ah! Alice, meno male che hai risposto tu! Ah, sapevi che avrei chiamato…è proprio in questi momenti che ringrazio il cielo perché tu hai questo potere! Senti…si. E puoi portare…grazie. Non credo resista ancora a lungo…bene- ha chiuso la chiamata e mi ha guardata
-Non temere, Alice sarà qui tra poco. Tu cerca di resistere-

Scusate per il ritardo, ma ho avuto parecchie cose da fare! Però ora sono tornata!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!
Uchiha_chan: Come hai visto, è una gravidanza come quella di Bella. Ovviamente il dolore c'è, eccome se c'è. Per come ucciderò Aaron....a parte il fatto che è visto tutto dal punto di vista di Shinri(perciò credo che farò il capitolo dal punto di Carlisle), credi davvero che vedendo la sua amata sanguinante e svenuta, lui si preoccuperebbe di fare a pezzi il suo più acerrimo nemico? Come si dice prima il dovere e poi il piacere(il dovere e guarire la sua amata e il piacere, beh...quello che resta)...

Jadis96: Shinri non diventerà una vampira, o almeno non subito. Per capire le mie parole però devi continuare a leggere la storia

Lady_cat: un attimo di pace? Certo che lo avrà e l'ho già scritto(mi è piaciuto un sacco, anche e direi che si divertiranno molto). Ho fatto un pò di ritardo ma sono tornata. Contenta?

Baekho: Prima di tutto...GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEE!!ç_______________ç Sono contenta che la mia storia ti piaccia, non ci speravo proprio!*strizz*(con te posso farlo) Ora rispondiamo alle tue due recensioni...anzi tre. Il fatto che tu conosca la storia, non ti aiuterà a capire quello che voglio scrivere perché posso sempre cambiare idea. Riguardo al capitolo 14...fai bene ad aver scritto di essere fucilata!!! E' esattamente ciò che avrei fatto! U_U Ora voi che leggete questa risposta...sappiate che è stata lei a chiedermi di non andare avanti a pubblicare capitoli(aiutata a questo scopo anche da fattori esterni).Inoltre...sono IO la mente dietro tutto questo, chiaro?! è.é Per l'ultima recensione...IO NON LA ODIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Solo che per scrivere devo farle accadere qualcosa. Inoltre...cosa hai censurato?<_< Il capitolo xxx te l'ho inviato! A proposito, che te ne pare? ^_^

Nel prossimo capitolo finalmente nascerà il bambino e capirete perché ho detto che lei non diverrà una vampira(per ora, almeno)

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Capitolo 25
*** Andrew ***


CAPITOLO 25: Andrew
Ero sul divano, intenta a patire le peggiori sofferenze che un essere umano può patire. Il mio bambino ormai stava per nascere e le contrazioni erano fortissime. Io cercavo di resistere più che potevo ma sapevo che prima o poi avrei ceduto. Carlisle cercava di farmi forza come poteva, rassicurandomi e parlandomi dolcemente. Io volevo fare ciò che mi chiedeva e aspettare Alice ma ormai non ce la facevo più: un po’ per la paura che il mio incubo, ossia quello del mio bambino che esce dalla mia pancia squarciandola, si avverasse, un po’ perché ormai il dolore era insopportabile, avevo iniziato a spingere, trattenendo a stento le smorfie di dolore. Improvvisamente Alice è comparsa al fianco di Carlisle, tendendogli una borsa nera, per poi correre al mio fianco e accarezzarmi la fronte madida di sudore
-Non temere, Shinri, andrà tutto bene- mi ha sussurrato per confortarmi
-Lo so…ho un ottimo medico…-ho replicato io cercando di sorridere
-Pensa a questo: in entrambi i casi potrai restare al fianco di Carlisle-
-Quali casi?!-aveva chiesto il padre preoccupato
-Le gravidanze di questo genere non si superano facilmente, lo sai. Inoltre, io la vedo già: sarà una bellissima vampira-
-Non è un’eventualità a cui voglio pensare!- ha quasi urlato lui
-Hai ragione. L’unica cosa a cui dobbiamo pensare adesso è far uscire quel bambino dal tuo corpo. Ho letto dei libri sul argomento: se la madre non li fa uscire…si creano un varco da soli-
Il mio sogno…inorridita ho cominciato a spingere con tutte le mie forze
-Coraggio Shinri. So che puoi farcela!- Insisteva intanto Carlisle, la voce velata di terrore ed emozione
-Avanti, so che ci puoi riuscire!L’ho visto, ho visto il tuo bambino! Sarà splendido! Devi farlo nascere, puoi farlo nascere. Non ti arrendere!!!- Alice mi stringeva una mano, pulendomi ogni tanto il volto con un fazzoletto. Io spingevo con tutte le mie forze, lottando contro il dolore e la paura: avrei avuto un bambino, non potevo arrendermi così
-Forza, vedo la testa! Spingi con tutte le tue forze, è quasi fatta!!-
Il dolore lancinante mi impediva quasi di sentire le parole del mio unico appiglio alla coscienza: la voce di Carlisle era infatti l’unica cosa che sentivo in quel momento, le note soavi di quella voce melodiosa l’unico suono che volessi sentire, e così seguendo quelle parole, ho spinto ancora, dando fondo a tutte le mie energie.
-Ce l’hai quasi fatta! Eccolo…eccolo!- a quelle parole il pianto disperato di un bambino è comparso nella stanza. Ero felice, molto felice, perché quello era mio figlio, il mio bellissimo bambino. Però c’era qualcosa di strano: pochi minuti dopo che mio figlio era uscito, la mia testa ha cominciato a girare e i rumori e le voci attorno a me si erano fatti più distanti, mentre un nuovo dolore, più forte del precedente, aveva invaso il mio corpo già straziato
-Oh no! Che succede?!-
-Ha delle emorragie interne Carlisle. Se continua così, morirà dissanguata-
-Maledizione! Alice prendi il bambino!-
Ho sentito un rumore come oggetti spostati mentre Carlisle evidentemente stava rovistando nella sua borsa, poi un altro dolore proveniente dal mio ventre si è frapposto al primo, venendo però coperto da questo.
-Tranquilla Shinri, troveremo una soluzione. Resisti, resisti!-
-Ascolta Carlisle- ha quasi urlato Alice cercando di sovrastare le urla del bambino- non hai scelta, devi trasformarla!-
Ho aperto gli occhi per vedere il suo viso, per quanto me lo permettesse la mia vista annebbiata: il suo volto era contratto dall’indecisione e dal dolore, i suoi occhi vagavano impazziti dal mio volto alle sue mani sporche di sangue, il mio sangue
-NO! Io voglio provare, voglio tentare un’altra volta!-
-Ascolta, se tenterai un’altra volta come dici tu, lei morirà. Devi prendere una decisione, adesso!- Alice era stata irremovibile. Stringeva tra le braccia mio figlio, lo sguardo duro e la postura eretta dell’imposizione
Lo sguardo dorato e bellissimo di Carlisle era il simbolo più evidente del suo grande sconvolgimento interiore: qualunque fosse la ragione, lui voleva che io restassi umana, però ora doveva effettuare una scelta, ossia il suo desiderio o la mia sopravvivenza.
Con gli occhi sempre più appannati, ho distolto lo sguardo dal mio grande amore per rivolgerlo verso Alice
-Alice…dammi…-non ero riuscita a terminare la frase e tendevo le mie braccia verso mio figlio
Improvvisamente lo sguardo di lei si è fatto vacuo e per un istante ho temuto stesse per far cadere il bambino, ma in un attimo si è ripresa e sul volto aveva un sorriso scintillante. Rapidamente mi si è avvicinata e mi ha messo tra le braccia il mio bambino, che piangendo mi si è attaccato ai vestiti
-Cosa stai facendo?- ha chiesto sbigottito il padre
-Fidati, so quello che faccio. Ho visto che è la scelta giusta da fare. Ora per favore estrai i ferri dal suo corpo e resta a guardare-
-Ma…- l’incertezza nella voce di Carlisle si rispecchiava perfettamente con quella nel mio sguardo rivolto verso Alice.
-Fallo- di nuovo quella voce imperiosa a cui Carlisle non poteva resistere
Cosa aveva in mente Alice? Perché aveva deciso di fare questo? Così facendo, io…io…
Il bambino nel frattempo si era messo a piangere più forte, probabilmente avvertendo il mio stato mentale e mi aveva stretto una manina attorno al dito. Improvvisamente e lentamente il dolore ha iniziato a diminuire, fino a scomparire del tutto, ma non era la sola cosa che stava succedendo: Alice esultante e Carlisle esterrefatto, entrambi i vampiri stavano osservando la miracolosa interruzione di tutte le emorragie, unita anche alla chiusura del taglio sulla pancia
-Hai tolto i tuoi strumenti vero? Oh, perfetto!-
-Ma cosa…sta succedendo?!-
-Le ferite si richiudono-
-Già, ma perché?-
-Probabilmente quel bambino ha qualche potere particolare-
Non capivo praticamente nulla di quello che si stavano dicendo i due vampiri: sapevo solo che non correvo più il rischio di morire e che il mio piccolo bambino ora dormiva sereno attaccato ai miei vestiti, il mio dito ancora stretto nella sua mano. Carlisle mi si è avvicinato e mi ha messo una mano sul viso
-Come ti senti?-
-Bene, anche se sono un po’ stanca…-
-Non senti nessuna ferita…?-
-No. Sei un mendico fantastico…-
Ho notato il dubbio nei suoi occhi, subito sostituito da uno sguardo sorridente
-Già. Ora però hai bisogno di riposare- così dicendo ha fatto per prendere il bambino in braccio, ma quello si è svegliato e ha ricominciato a piangere, costringendolo a rinunciare
-Non ti preoccupare…va tutto... Bene…- prima di addormentarmi ho visto chiaramente Alice lanciare un’occhiata ammiccante verso Carlisle, poi l’oblio. Non so quante ore ho dormito, ma quando mi sono svegliata il mio bambino era scomparso. Mi sono alzata e spostata faticosamente nell’altra stanza, per trovarmi Carlisle con in braccio mio figlio completamente vestito, mentre lo cullava canticchiando una melodia a labbra chiuse. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da come il mio bambino dormisse fra le sue braccia, e ho assistito in silenzio mentre lo metteva in un piccolo fascio di coperte, carezzandogli il viso. Silenziosamente mi sono avvicinata, ma non ho potuto fare che pochi passi prima che il piccolo cominciasse a piangere: che fosse la mia presenza ad averlo messo in agitazione? Carlisle si è affaccendato per farlo calmare, evidentemente temendo che potesse svegliarmi col suo pianto, così ho deciso di farmi vedere
-Carlisle, non ti sei accorto di me?-
-Ah…no ero concentrato su atre cose. Scusa…- ha aggiunto alludendo al bambino urlante
-Non temere, ero già sveglia. Lascia faccio io- con un gesto fluido ho preso mio figlio tra le braccia e ho iniziato a cullarlo; in poco tempo il bambino si era addormentato.
-Pensare che io ci ho messo mezz’ora per calmarlo….-ha fatto Carlisle ammirato
-Beh, io sono la madre, è normale-
-Che nome vuoi dargli?-
-Perché non glielo dai tu?-
-Ma…io…-
-Avanti. Ti ho visto insieme a lui. Sono sicura che ti farebbe piacere darglielo tu- ho spiegato mentre rimettevo il bambino tra le coperte
-Allora, a questo punto…che ne dici di Andrew?-
-Dico che è un bel nome, complimenti!- ho sussurrato abbracciandolo felice.
Tranquillo, piccolo Andrew, ci penseremo noi a prenderci cura di te

Dato che oggi mi sento gentile, ho deciso di pubblicare ben due capitoli! Allora che ve ne pare di questo Carlisle in versione"amorevole papà"?

Uchiha_chan: Mi dispiace ma i Volturi non appariranno, per il momento almeno, ma ti assicuro che più avanti avranno un ruolo "importante" e compariranno spesso, molto spesso. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo(tipo a me è piaciuto questo Carlisle: com'è tenero!!!!!^o^)

Jadis96: Ciao! Ho pubblicato questo capitolo(oltre perché mi sentivo magnanima) perché ero dispiaciuta, visto che tu dovendo anche(e soprattutto) studiare avessi potuto trovare il tempo per leggere e recensire la mia storia, così ho deciso di farmi perdonare con questo capitolo che io reputo molto dolce. Tu che dici? Inoltre mi dispiace ma come hai visto, il bambino è un...bambino appunto, ma non preoccuparti, molti fiocchi rosa si prospetteranno al orizzonte, e tutti con particolarità interessanti...Alla prossima!

Nel prossimo capitolo avremo la rapida crescita del piccolo Andrew! Ciao!!

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Capitolo 26
*** Crescita ***


CAPITOLO 26: Crescita
Andrew cresceva a vista d’occhio: già pochi giorni dopo la sua nascita, era molto cresciuto e sembrava avere un mese. La sua crescita spropositata non mi stupiva, anzi credevo fosse più che normale, in fondo era un mezzo vampiro. Comprendevo anche la sua sete di sangue, nonostante mi avesse fatto inorridire. Ma ciò che non capivo, che più mi spaventava, era il suo aspetto, così inconsueto in un bambino normale: aveva capelli neri, occhi portatori di speranza, così uguali ai miei, carnagione pallida, denti bianchi e appuntiti. Per quanto cercassi di non pensarci, ogni volta che lo guardavo la stessa cosa mi passava per la mente: era troppo simile a lui, il mostro che mi aveva violentato. Ogni volta che lo guardavo, ogni volta che il mio sguardo si posava sul mio bellissimo figlio, non potevo fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se io fossi riuscita a sfuggirgli: probabilmente ora sarei stata più felice, però…era impossibile. Sfuggire a un vampiro era impossibile per un umano, ormai lo avevo capito con la mia esperienza con Carlisle e Aaron, però… a quale destino avevo condannato il mio piccolo angelo, un angelo dannato? Temevo infatti il giorno in cui suo padre, nonostante pensare a quel mostro in quei termini mi facesse rabbrividire, sarebbe tornato per riprenderselo. Volevo tenere quei pensieri per me, sperare che nessuno potesse conoscerli, ma ovviamente neanche in questo caso sono stata esaudita. Carlisle è entrato nella stanza e, notandomi davanti al mio bambino finalmente dormiente, mi si è avvicinato
-C’è qualcosa che non va?-
-No, nulla-
-Mi sembri nervosa- ha obiettato lui appoggiandomi le mani sulle spalle
-Ti sbagli-
-No, non credo- mi ha risposto lui, contraddicendomi, mentre con le mani tracciava dei piccoli cerchi sulle mie spalle
-Su, smettila!- ho fatto io contrariata cercando di scrollarmi le sue mani di dosso
-Vedi che sei nervosa? Vieni, stare vicino a quel bambino non ti fa bene- così dicendo mi ha condotta in camera, dove mi ha fatta sedere sul letto- devi riposare, sarai sicuramente esausta-
-No, non…-
-Ordini del dottore!- ha sussurrato lui, costringendomi a sdraiarmi stretta contro il suo corpo gelato
-Ma…ma che fai?!- ho esclamato rossa in viso
-Tranquilla, non ti mangerò, anche se sei così invitante- ha scherzato lui
Rassegnata, ho chiuso gli occhi appoggiandomi contro il suo corpo. Cosa dovevo fare? Gli dovevo dire della mia preoccupazione? La risposta l’ho ottenuta quasi subito. Ho sentito la sua voce da sopra la mia testa,che, calma e rassicurante, mi ha tranquillizzata
-Che cos’hai?-
-Te ne sei accorto alla fine-
-Già. Sei troppo tesa. Che succede?-
-Beh…ho paura, ecco-
-Paura di cosa?-mi ha fatto eco lui
-Di veder tornare Aaron a riprendersi Andrew- ho mormorato contro la sua spalla
-Sai che non succederà. Io ho tutta l’intenzione di impedirglielo-
Mi sono stretta ancora di più contro di lui
-Non è tutto vero?-
Ho scosso la testa
-Inoltre…non lo so, non riesco a darmi pace.-
-Perché?-
-Beh, ecco…è che penso sempre a quel giorno- non ho dovuto specificare nulla perché lui ha annuito- e mi chiedo cosa sarebbe successo se io fossi riuscita a sfuggirgli-
-Ma cosa vai a pensare?! Non devi farti problemi su questo, è inutile! Non avresti potuto sfuggirgli, in ogni caso!-
-Hai ragione, è solo che…vorrei tanto che Andrew non fosse suo- ho alzato uno sguardo verso il suo volto che chiaramente stava a significare” ma tuo”
-Avremo molte altre occasioni, ma per ora l’importante è far crescere questo bambino- mi ha risposto lui baciandomi dolcemente. Come richiamato dal nostro discorso, il piccolo Andrew ha incominciato a piangere
-Tu resta qui, vado io- ha fatto Carlisle allontanandosi da me
-No, aspetta. Vengo anch’io-
Entrambi ci siamo diretti nell’altra stanza dove il piccolo, che si era trovato solo una volta svegliato, piangeva disperato. Carlisle è subito corso a prenderlo in braccio, ma a nulla erano valse le sue rassicurazioni
-Dallo a me- ho detto io tendendo le braccio.
Una volta preso in braccio, il bambino si è attaccato ai miei vestiti
-Mamma!- ha gridato in mezzo alle lacrime
Entrambi ci eravamo guardati sconvolti: aveva parlato! A soli pochi giorni di vita!!!Credevo di non poter essere più sorpresa, pensavo mentre lo cullavo dolcemente, ma mi sbagliavo: in quel momento lo ero, molto. Ma queste non erano le uniche sorprese che il piccolo vampiro aveva in serbo per noi: io, che dovevo restare a casa perché il bambino piangeva ogni volta che mi allontanavo, assistevo ogni giorno alla sua crescita spropositata e rapida e in due mesi aveva raggiunto già l’età di un anno, era capace di dire molte parole, tra le quali spiccava anche il nome di Carlisle, e sapeva camminare alla perfezione, il che comprendeva anche la corsa più sfrenata. Le sorprese però non erano finite: un pomeriggio stavo accarezzando il volto di Andrew, stremato dalla sua precedente corsa e quindi addormentato, quando ho sentito un fruscio alle mie spalle e in un attimo Carlisle era al mio fianco
-Ciao- gli ho sussurrato
-Ciao, come va?-
-Bene. Oggi non ha fatto altro che correre a destra e sinistra. Ora dorme finalmente-
-E tu?-
-Tutto bene, grazie-
-Devo dirti una cosa-
-Cosa?-
-Ecco…Alice mi ha chiesto quando avrei intenzione di presentarti alla famiglia-
-Ma…-
-Glielo ho detto ma lei ha insistito dicendo che è meglio farglielo conoscere ora che quando sarà grande come loro-
-Non ha tutti i torti…-
-Già, però…tu ti senti pronta?-
Aveva colto nel segno: ero pronta? In un lampo il mio pensiero è volato a Rosalie e al suo sguardo freddo nei miei confronti e sono rabbrividita, alzandomi. Subito si è alzato anche lui, guardandomi in cerca della risposta
-Io…no, non sono pronta-
Lui ha emesso un profondo sospiro
-Capisco-
-Se vuoi…posso provare lo stesso!- ho aggiunto frettolosamente
-No, non è necessario. Ma prima o poi…-
Già: prima ho poi avrei dovuto affrontare la mia paura peggiore, ho pensato stringendomi a lui ancora tremante.
-Stai tranquilla. Io sarò al tuo fianco quando succederà-
-Lo so e ti ringrazio- gli ho risposto
Subito dopo mi sono sporta verso di lui e le nostre bocche si sono unite in un profondo bacio. Le mie mani sono andate subito sul suo collo, ma…
-A cosa volete far assistere quel povero bambino?!- Subito ci siamo staccati l’uno dall’altra e il mio sguardo è volato verso Andrew, che ci fissava sorridendo: a parlare era stata Alice, che si stava avvicinando a noi
-Ti avevo chiesto di chiederle quella cosa, non di limonare con lei!- ha detto guardandolo torva
-Gliela ho chiesta e lei non si sente pronta-
-Non ti preoccupare Shinri, ho già chiesto ad Edward e lui ha detto che chiederà a Bella di venire con te-
-Sul serio?-
-Certo. Ero venuta solo per dirvi questo. Ora se volete potete continuare. In un’altra stanza- e esattamente come è venuta, è uscita quasi fluttuando. Appena l’ultimo capello nero è scomparso attraverso la porta, Carlisle mi ha preso in braccio, riprendendo a baciarmi.

Ciao! Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si! Ora una parte delle paure di Shinri si è avverata e anche quella più grande di tutte presto lo farà! XD

Uchiha_chan: Sempre in prima linea eh? XD Direi che ci hai azzeccato, anche se in teoria lui può anche procurarle le ferite...Ti piace come papà? Anche a me! Sono felice che ti sia piaciuta la mia descrizione, anche perché non vedo cosa avrei dovuto scrivere!

Nanerottola: Il nome Andrew si adatta molto al personaggio che ho creato(almeno da adulto, che sarà molto figo. Se conosci il telefilm Supernatural dovresti capire quando dico"Somiglierà a Dean"). Come ho detto nella recensione...non mi sembra diversa da come la spiegano nel libro(cioè lo immaginavo). Io spero tu posterai presto, perché come vedi con me non devi farlo! ;)

Jadis96: Io me lo immagino così invece. E poi sarà più impacciato con i suoi figli...Sono felice che ti sia piaciuto comunque. E la "questione fiocchi rosa" te l'ho già spiegata quindi...al prossimo capitolo!!!

Alemasencullen: So che è tenero, per questo l'ho scritto. La situazione con Renesmee non la conosco visto che devo ancora leggere il libro, comunque la posso immaginare!XD Per lo scorso capitolo ti ringrazio e non importa se non mi recensisci UN capitolo, riesco a sopravvivere lo stesso(se sono due no :P)

Nel prossimo capitolo(se non lo avete capito) Shinri incontrerà la famiglia di Carlisle! Spero di riuscire a fare una Rosalie pungente!!!Alla prossima!!!!!

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Capitolo 27
*** Famiglia ***


CAPITOLO 27: Famiglia
Dopo aver saputo del mio futuro incontro con la famiglia Cullen, il mio nervosismo era salito alle stelle. Alla fine è arrivato il fatidico giorno: sapevo che Edward sarebbe venuto a prendermi con la sua macchina e mi avrebbe condotta a casa sua con Bella, così ho potuto prepararmi per poi pensare ad Andrew . Già, Andrew…chissà cosa avrebbero pensato del mio bambino…
Non ho avuto tempo di pensarci molto perché dopo quelli che mi parevano pochi minuti, ho sentito qualcuno bussare alla mia porta. Sono andata ad aprire: davanti a me una Bella funerea; perlomeno non ero l’unica ad essere nervosa. Subito dopo mi è corso contro le gambe Andrew, cosicché Bella ha potuto vederlo
-Lui è…-
-Già-
-Spero che lo accettino-
-Anch’io-
Siamo salite in macchina e anche Edward ha visto il bambino, però contrariamente alle mie previsioni, ha sorriso
-Come si chiama?-
-…Lo sapevi?-
-Già. L’ho visto nella mente di Carlisle. Era davvero soddisfatto di questo bambino-
-Capisco… si chiama Andrew-
-Bel nome-
Il viaggio non è durato tanto, ma è stato una vera tortura, oltre ad essere stata una distesa infinita di alberi. Poco dopo(Edward  andava a velocità elevata) siamo arrivati in vista della casa, un imponente edificio a tre piani, di un bianco immacolato.
-Eccoci arrivati- ha fatto Edward uscendo; sono uscita anch’io rimanendo di sasso: la casa era circondata da un enorme giardino. Edward ci ha aperto la porta
-Benvenuti a casa Cullen -
-Grazie… - abbiamo risposto al unisono
-Immagino che gli altri vi aspettino di là. Andiamo -
-Va bene…-
Così ci siamo diretti nel salotto, una gigantesca stanza con le pareti color crema. Li ad attenderci c’erano tre persone: la bella, biondissima e statuaria Rosalie, il  grosso fratello…maggiore? Di Edward, Emmett, e Carlisle, che non appena mi ha vista mi è corso incontro, passandomi una mano sulla spalla, salutando Bella con un sorriso. Rosalie invece ha riservato per me e  Bella lo stesso trattamento: sguardo gelido. Però invece di parlare prima con lei, ha iniziato a torturare me
-Allora…tu saresti la compagna di nostro padre?-
-S…si-
-Così giovane?-
-Beh…-
-Rosalie, non è quello di cui ti devi occupare- ha obiettato Emmett
-Giusto. Vieni dall’Italia,vero? Raccontaci qualcosa del tuo paese. Come vivevi là?-
-Ecco…-come vivevo in Italia? Una serie di immagini, una più dolorosa dell’altra, sono riaffiorate nella mia mente
-Non credo ti debba interessare la sua vita. Sono io che dovrei passare il resto della mia con lei, mi sembra- è intervenuto il padre
-Rosalie ha corrugato la fronte: che sospettasse qualcosa? Infatti…
-Ci stai forse nascondendo qualcosa?- Una domanda che si aspettava una risposta negativa: beh, perlomeno Emmett non mi odiava già dal inizio…
-Ecco, veramente…- ho fatto stringendo la mano ad Andrew alle mie spalle, perché si mostrasse ai due vampiri…
-Scusate il ritardo!-
Leggera come un petalo di ciliegio, Alice ha fatto la sua teatrale entrata in scena, seguita dal biondo Jasper. Subito si è avvicinata a Bella e l’ha abbracciata, per poi rassicurarla
-Tranquilla, noi due diverremo ottime amiche-
Poi rivolgendosi a me
-E tu sarai una ottima moglie per nostro padre e una madre meravigliosa per i vostri figli-
E infine allungando il collo per scrutare Andrew
-E tu da grande diventerai un bellissimo ragazzo-
Insomma in pochi secondi aveva rovinato tutto
-Chi c’è alle tue spalle?- hanno chiesto Rosalie ed Emmett in coro
Ci ha pensato Alice a risponder loro, prendendo mio figlio per mano e trascinandoglielo davanti
-Questo è Andrew, il figlio di Shinri. Non è adorabile?-
Inutile immaginare le conseguenze: se avessero potuto, i capelli di Rosalie avrebbero fluttuato, tanto era arrabbiata
-Tuo…figlio?- i cui occhi passavano da me verso Carlisle
-Non è…figlio mio- ha precisato Carlisle dandosi una manata in faccia
-Tu…tu avresti avuto un figlio con un altro uomo…e vorresti stare con mio padre?-
-Veramente…sarebbero due- se volevano la verità, l’avrebbero avuta, per quanto dura potesse essere.
-E il secondo…dove sarebbe?-
-…In Italia…-
-E questo?-
-Un attimo…ma non è umano- ha fatto Emmett annusandolo
-Ecco, io stavo per dirvelo, ma…Alce mi ha interrotta e…-
-Di chi è quel bambino?- ha sibilato Rosalie
-Di…un altro vampiro-
-Un altro…vampiro? Tu vorresti stare con mio padre…dopo essere stata con un altro? Dopo aver avuto un figlio da un altro? E tu non dici niente?- rivolgendosi esterrefatta a Carlisle che la guardava mortificato
-E’ una decisione che spetta a me, quindi…. –
Lei mi ha guardata con odio
-Sappi che non intendo combattere con un altro vampiro per causa tua, chiaro?! -
-Ma, io…-
-Non dovremo combattere- ha protestato Carlisle
-Ah no? E dimmi, ti ha autorizzato lui a prenderti cura di suo figlio?-
-No, ma…-
-Io non la voglio nella famiglia. Sai- ha detto rivolgendosi a me- esiste un nome per quello che hai fatto tu, e non credo ti piaccia-
A quel punto Carlisle ha perso la sua calma: ha fatto un balzo in avanti, mettendo in mostra i denti in un ringhio basso e cupo
-Non ti permetto di dirle queste cose!-
-Perché non potrei? Cos’è lei per me? Non è tua moglie, non avete figli insieme, e lei va a letto con tutti quelli che le capitano!-
Se avesse potuto, Carlisle le sarebbe saltato addosso: Alice, Edward, Jasper e Emmett si erano messi in mezzo per separarli
 Ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: mi aveva dato della sgualdrina! Ho preso in braccio mio figlio, le ho rivolto una occhiata piena di disprezzo, e mi sono diretta verso la porta, con l’intenzione di uscire da quella casa, ma sono stata fermata da Carlisle prima che potessi toccare la maniglia della porta d’ingresso
.Dove credi di andare?-
-A casa!-
-Da sola? Non credo proprio! Ascolta…-
-Cosa dovrei ascoltare? Tua figlia che mi da della prostituta?! Beh, allora preferisco usare le mie orecchie in modo più proficuo!-
-Lo so. So che è stato spiacevole, ma cerca di ragionare..-
-Spiacevole?! E’ stato disgustoso! Credevo fosse cortese non dire certe cose in faccia alla gente! Evidentemente mi sbagliavo-
-No…aspetta…questo…questo non cambierà le cose tra noi, vero?-
-Chi può dirlo? In fondo tua figlia ha paura che io possa darti chissà quale malattia..-
-Per favore…-
-No davvero! E’ così che mi ha trattata sai? Lo hai visto anche tu!-
-…Almeno posso accompagnarti fino a casa?-
-No- ho risposto voltandomi verso la porta- non voglio crearti ulteriori problemi. In fondo ora dovrai combattere una guerra per causa mia-
-Sarei felice- ha risposto lui mestamente- di combattere una guerra se tu restassi con me-
Queste parole mi hanno fatto fermare
-Non puoi volere questo. Ti metteresti contro la tua famiglia-
-Contro Rosalie, vorrai dire-
-Anche Jasper se per questo. E emmett-
-Jasper non ti odia…solo che per lui è difficile stare vicino a un essere umano. Sai, lui si sta ancora abituando alla nostra dieta…-
Come richiamati da forze arcane, al nostro fianco sono apparsi Jasper e Alice
-Allora ti fermi ancora?- mi ha chiesto subito quest’ultima
-…Non potrei tornare comunque a casa da sola, quindi…-
-Perfetto!- ha fatto lei togliendomi Andrew dalle braccia
-Ma…- ho protestato guardando Jasper
-Tranquilla non c’è pericolo-
 -Ma…-
-Così potrete restare soli- e detto questo se n’è andata a passo di danza, lasciandomi imbambolata
-Allora, dato che devi restare forzatamente qui…ti va di fare un giro della casa?-
-D’accordo…-
Mi sono fatta prendere per mano e lui mi ha condotta su per le scale
-Ah proposito…il nero ti sta molto bene-
A seguito di questo commento sono arrossita: indossavo dei pantaloni di jeans, una camicetta senza maniche nera, una giacca leggera bianca e ai piedi calzavo delle ballerine nere, ma non credo che centrassero i vestiti
-Grazie…-
Mi ha condotta in un lungo corridoio e via via che ci muovevamo, mi indicava le varie stanze: quella di Rosalie ed Emmett, quella di Alice…
Mi sono fermata davanti a una grande croce in legno, affascinata
-Questa…-
-Era di mio padre-
-Le collezionava?-
-Le costruiva. Questa l’ha fatta lui-
Mi sono voltata verso di lui a bocca aperta. Lui ha sorriso di fronte al mio sguardo allibito.
-Credo che tu debba sapere un paio di cose. Vieni- così dicendo ha aperto una porta
-Questo è il mio studio-
Non c’era bisogno che lo dicesse: ogni angolo di quella stanza era ricoperto da enormi librerie, sicuramente piene di libri di medicina; tutte le pareti tranne una, piena di quadri colorati, dove lui mi ha condotta
-Questa è stata la mia vita finora-

Sono tornata con un nuovo capitolo!!! Come vi è sembrato?

Uchiha_chan: Come hai certamente notato, ti sei sbagliata. L'ho fatta perfida e stronza, ma è così che io me la sarei vista. Come posso dire... Io non conosco ancora Nessie, quindi come posso sapere com'è? ^_^ Alla prossima!

Jadis96: Speranza vana, oserei dire! Però Carlisle si è  fatto sentire, e parecchio anche! le sta bene, a me non è mai piaciuta molto Rosalie è-é So che somiglia molto a quel...capito no? ^_^ Però tiposso garantire che al PICCOLINO il padre non gli piace per niente e preferisce Carl(sfido io a fare il confronto!). Presto...(credo)...molto presto la vedrai, e avrà anche due begli occhioni azzurri!! Ma sarà l'unica bionda temo! Alla prossima!!

Baekho: Ho aggiornato perché...volevo che ci fossero più capitoli da leggere per te!ç__ç Sono contenta che tu conmtinuerai  a leggerla!! A presto cioè, a oggi!!(cioè a sabato, visto che ci vedremo)

Alemasencullen: E' possibilissiomo! U_U Ma c'è una ragione di fondo che la fa agire così...e che in un certo senso la perdona. In fondo lei si preoccupa per il padre! E il piccolo Andrew è tenero( e da grande sarà un gran figo u.u*decreta la sentenza*) Alla prossima!

Nel prossimo capitolo la vita di Carlisle raccontata finalmente da lui!

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Capitolo 28
*** Vita, morte, rinascita e miracoli ***


CAPITOLO 27: Vita, morte, rinascita e miracoli
Eravamo vicini ai numerosi quadri attaccati alla parete: molti erano belli e colorati, altri erano invece molto tetri, come ad esempio il primo
-Il primo quadro…-
-Diciamo che rappresenta la mia vita umana: quella è Londra-
-Davvero? La tua città natale? Allora perché è così tetra?-
-Beh, quello non è stato il periodo più bello della mia vita, diciamo-
-La tua vita…sarei interessata a conoscerla!-
-Se ti interessa…allora io sono nato nel 1600, circa negli anni quaranta di quel secolo. Mio padre era un pastore anglicano e, visto che mia madre era morta alla mia nascita, praticamente si prese lui cura di me- anche lui aveva perso sua madre prima ancora di poterla incontrare? Esattamente come me…- Mio padre voleva depurare il mondo così, insieme con altri pastori, iniziò  a dare la caccia ai mostri, ossia licantropi, streghe e…vampiri. Questo significava condannare molto spesso persone innocenti, lo sapevo, e per questo non ero d’accordo con il suo operato, ma non potevo oppormi. Purtroppo mio padre invecchiò e io fui costretto a prendere il suo posto. Al inizio fui una delusione, però volevo la sua approvazione, così continuai a cercare e cercare, finché non li trovai: dei veri vampiri. Ero riuscito a localizzare il loro covo, quello dei vampiri veri, e condussi un drappello di persone li, perché fossero pronti a eliminarli. Esattamente allo scoccare della mezzanotte, un vampiro uscì dalle fogne: era vecchio e affamato, e non appena sentì il nostro odore si voltò verso di noi. Però non ci attaccò: probabilmente eravamo troppi, fatto sta che è scappato richiamando in latino i suoi compagni. Vedendolo scappare, lo seguii: ero veloce e in poco tempo gli ero dietro. A quel punto mi saltò addosso e affondò i suoi canini nel mio collo, staccandosi da me solo quando la folla inferocita gli fu addosso. Rimasi sanguinante in terra per molto tempo, prima che mi decidessi ad andarmene: sapevo qual ‘era il destino che mio padre riservava agli infettati, un destino che non volevo per me. Fu così che mi sono rifugiato in un deposito. Tre giorni dopo ne riemersi, così come mi vedi ora, trasformato in vampiro. Al inizio ero disgustato dalla mia nuova forma e tentai più volte di uccidermi, buttandomi da rupi, avvelenandomi, restando senza cibo…- sentendo ciò che diceva mi sono spaventata e gli ho preso il volto tra le mani
-Cosa stai dicendo?!-
-Beh, ecco…inizialmente ci ho pensato- ha ammesso lui, prendendomi le mani e portandole alle labbra- diciamo che ho avuto un’educazione sbagliata-
-Non pensi più una cosa del genere vero?-
 Non avendo risposta ho abbassato lo sguardo, ma lui ha deciso di continuare
-Nonostante tutto non sono morto e la mia vita continuava a peggiorare: più andava avanti, più per me era difficile resistere al sangue umano, così scappai dai centri abitati e mi rifugiai nei boschi: là scoprii di potermi nutrire anche di sangue animale, ed è così che ho vissuto per alcuni mesi. In seguito ho sentito un nuovo bisogno nascere in me: un compagno. I vampiri londinesi li scartai subito e decisi così di dirigermi in altri luoghi. Attraversai a nuoto lo stretto della Manica e finalmente toccai la terra ferma-
-E sei andato qui?- ho chiesto indicando il quadro più sgargiante
-No. Ho studiato molto prima di andare in Italia e ho ottenuto molti riconoscimenti in merito. Però volevo dei compagni e continuai a cercare, finché non arrivai in Italia e li incontrai-
-Incontrasti chi?-
-I Volturi-
-Chi sono i Volturi?-
-Direi che sono…i capi di noi vampiri-
-E hai vissuto con loro?-
-Già, per un po’ almeno. Si chiamavano Aro, Caius e Marcus ed erano circondati da valenti vampiri, le loro guardie. Credo che ad Aro stessi simpatico, e per un po’ vivemmo in armonia. Ma non tutto dura per sempre: infatti abbiamo avuto delle… divergenze, diciamo-
-Di che genere?-
-Il sostentamento. Loro si nutrivano di sangue umano, io di sangue animale ed entrambi cercavamo di convincerci a fare il contrario, inutilmente. Alla fine me ne sono andato, dirigendomi in America. Arrivato li, non trovai ancora ciò che cercavo e iniziai seriamente a pensare a un progetto che mi era nato in testa da un po’-
-Cioè?-
-Crearmi un compagno. Pensavo da un po’ a questa idea e mi si presentò l’occasione migliore. Nella città in cui ero andato a esercitare la mia professione si era manifestata un epidemia di febbre spagnola. Lavorai più che potevo, costretto a stare in mezzo ad altri esseri umani, e fu in quel momento che la incontrai-
-Chi?-
-La donna che…mi ha convinto a trasformare Edward-
-Sua…madre?-
-Già. Suo padre era già morto ma lei resisteva e poteva guarire ancora meglio del figlio. Ma metteva a repentaglio il suo stato di salute per cercare di curarlo. Diciamo che…mi ero affezionato a quei due e cercai di aiutarli come meglio potevo, ma ormai per Edward si stava avvicinando la fine e anche per sua madre- Carlisle sembrava perso nei ricordi, intrappolato in quel momento di disperazione. Gli ho stretto la mano- Lei ormai stava cedendo, e io volevo consolarla, confortarla sul passo che stava per compiere, quello che io non avevo potuto fare, e che non potrò mai. Ma lei non si interessava delle mie parole, insisteva perché salvassi il suo unico figlio, diceva che io ero l’unico che poteva farlo…e in quel momento capii: lei sapeva tutto. Lei mi pregò e morì e io non avevo altra scelta se non quella di assecondare la sua volontà, così lo salvai. Lui non era felice: era anzi arrabbiato perché non avevo fatto lo stesso con la madre, e così iniziò ad odiarmi. Nel frattempo ci eravamo trasferiti nel Wisconsin. Li incontrai…quella che credevo fosse la donna della mia vita-
-Davvero?-
-Già. Era molto bella: aveva lunghi capelli castani lievemente tendenti al rosso, profondi occhi blu, e uno sguardo che stregava. Rimasi affascinato da lei, quasi soggiogato da tanta bellezza e volontà. Ci frequentammo per quasi due mesi: io ne ero veramente innamorato e in quel poco tempo avevo deciso di chiederle di sposarmi, ma lei rifiutò, dicendo che era troppo presto, che voleva aspettare qualche anno. Purtroppo però i suoi genitori non la pensavano così: organizzarono un matrimonio con un altro uomo e lei mi supplicò, cercò di convincermi a portarla via, ma non potevo, ormai per noi era troppo tardi. Intanto Edward se n’era andato, per cercare di trovare la sua strada in quella sua vita ormai rovinata, diceva, e mi aveva lasciato solo. Mentre lui viveva come voleva, io trovai una ragazza in un vicolo, ormai quasi morta: era stata stuprata ripetutamente e picchiata, ma oltre quei lividi potevo vedere una bellezza straordinaria e così la salvai, pensando che potesse diventare la compagna di Edward, se mai fosse tornato. Se non lo hai capito quella era Rosalie-
-Rosalie…?- ero sconvolta: anche lei…anche lei aveva provato ciò che avevo provato io? Sono tornato a guardarlo con occhi pieni di tristezza
-Già. Prima di calmarsi, però, ha avuto la sua vendetta, uccidendo chi le aveva fatto quella violenza. Poco dopo Edward tornò, ma, contrariamente a quanto speravo, tra i due non nacque mai la scintilla. In seguito Rosalie trovò un ragazzo nella foresta mentre cacciava e lo portò da me, temendo di non poter fare ciò che tanto bramava: salvargli la vita. Era stato quasi sbranato da un orso e non fu facile, ma lo salvai ugualmente: quel ragazzo era Emmett. Poco dopo i due si innamorarono e si sposarono. Trasferendoci di città in città, siamo stati trovati da Alice e Jasper, che ci stavano cercando. In questo modo il cerchio si è chiuso e la famiglia completata e tutto e rimasto uguale…fino al vostro arrivo-
Questa era la storia di Carlisle? Non credevo gli fossero accadute tante cose, ma in fondo era normale vista la sua età.
-Tutto bene?-
-Si, non preoccuparti-
Mi sono allontanata da lui, avvicinandomi invece ad una libreria, dove c’era anche una fotografia che li raffigurava
-Bellissimi come sempre. Gli anni non vi hanno cambiato…-
-Dici?- ha detto vicino al mio orecchio
Per lo spavento ho fatto cadere la foto, che si è infranta sul pavimento, sparpagliando frammenti di vetro ovunque
-Oh, mi dispiace!- ho esclamato accovacciandomi a raccogliere i cocci di vetro.
Pessima idea: mi sono tagliata
-Ahi!-
-Fa vedere-
Non credevo fosse la cosa migliore, ma ho fatto come mi chiedeva, mostrandogli il mio dito insanguinato. Infine sono accadute molte cose contemporaneamente: i suoi occhi sono diventati neri e ha leccato il sangue che usciva dalla mia ferita. Poi ha alzato lo sguardo su di me: i suoi occhi erano rossi. Cosa avrebbe fatto adesso?
Non ho dovuto attendere molto per scoprirlo: mi ha sospinto contro la libreria, baciandomi con foga, mentre abbassava violentemente la mia giacca, che era finita rapidamente in terra. Successivamente mi ha trascinata contro la scrivania, dove mi ha fatto sedere. La situazione che si era formata era piuttosto equivoca: le mie braccia erano attorno al suo collo, le sue stringevano i miei fianchi, le mie gambe erano strette contro i suoi fianchi, mentre il suo bacino spingeva contro il mio. Con le mani è risalito verso la schiena, sotto i vestiti, mentre si chinava a graffiarmi il collo. A quel punto ho sentito la sua voce, peccatrice e seducente
-Ti voglio…ti desidero troppo…-
-E’ il sangue a farti dire queste cose! Smettila per favore!-
Una delle sue mani si è abbassata sui miei pantaloni, sbottonandoli, prima di entrare in mezzo alle gambe, sfiorando delicatamente la mia femminilità. Ho avuto un fremito, mentre un gemito mi usciva dalle labbra
Le sue labbra si erano stirate in un ghigno divertito e con la stessa voce di prima mi ha provocata
-Ti piace, vero? Dillo: di che sei mia…pronuncia il mio nome…chiamami!-
-Si…- ho risposto soggiogata dalla sua volontà e dal mio desiderio di lui-…sono tua, per sempre…Carlisle…Carlisle!-
Appagato dalla mia reazione, è uscito dai miei pantaloni e con le mani è salito a prendermi i seni, massaggiandoli con tocchi delicati, mentre torturava le mie labbra con le sue infuocate, mordicchiandole e succhiandole. Aveva appena iniziato a sbottonarmi la camicia quando ha iniziato a squillare il telefono. Con un ringhio si è separato da me, evidentemente infastidito dal nuovo rumore, ma dopo un po’ ha deciso di ignorarlo, riprendendo quanto interrotto.
Tra una pausa e l’altra mi sono decisa a dirgli di rispondere
-E’ fastidioso…rispondi…- la mia voce non era convincente. Glielo leggevo in faccia- continueremo dopo…ora rispondi…- ho riprovato con maggior tono autoritario
Convinto, si è separato da me e ha alzato la cornetta
-Pronto? Come?...Si. Ma…D’accordo-
Ha chiuso la chiamata e mi si è avvicinato
-Scusa ma dovremo interrompere per ora…-
-Ho capito…-
Prima che potessi abbassarmi a raccogliere la giacca, però, mi ha ripresa fra le braccia, baciandomi di nuovo: questa volta la sua lingua si è insinuata immediatamente dentro la mia bocca, lasciandomi senza fiato. La porta si è aperta e Alice e Jasper sono entrati
-Scusate il disturbo. Ma Carlisle, non dovresti uscire?-
-Si…-
-Che ne dici di una partita …- la sua domanda è rimasta sospesa quando lo ha guardato in faccia- i tuoi occhi sono…rossi?-
-Si, una lunga storia…dicevi? Una partita? Mi piace l’idea!-
-Bene. Intanto che vai, porta Shinri e Andrew a casa. Non credo sia consigliabile lasciarli qui con Rosalie-
-D’accordo-
Detto questo ha preso Andrew in braccio e ci ha condotti alla sua macchina. Lungo il tragitto non una parola è uscita dalle nostre labbra, nonostante di domande ne avessi molte. Davanti casa finalmente mi sono decisa
-Una partita di cosa?-
-Baseball-
-Non….dovrò giocare anch’io vero?-
-No, tranquilla. Ci vediamo più tardi. Mettiti qualcosa di più comodo, e…-
-Cosa?-
-Credo sia meglio se Andrew non venisse con noi. Ti dispiace?-
-No. Suppongo tu abbia ragione.-
Mentre lui ritornava verso la sua macchina, io ho portato il mio bambino nella sua camera, chiedendomi se tutto avrebbe continuato a filare liscio.

Come vi è sembrato questo capitolo? Ho cercato di rendere la storia meglio che potevo, spero vi piaccia.Avrete notato dei cambiamenti, apportai per via della mancanza di Esme. Comunque vi consiglio di non sottovalutare la sua precedente compagna umana, ne l'effetto che aveva su di lui, perché...non ve lo dico! :P

Nanerottola: Ho postato presto, mi sembra. Ho pensato di fare Rosalie così perché, oltre al fatto che non mi piace, si era comportata così con Bella quindi... Spero ti piaccia la sua storia così come l'ho raccontata! ^_^

Uchiha_chan: Io invece la preferisco così: in fondo a me non piace un granché Rosalie, e poi questo è il carattere proposto dalla Meyer no? Io volevo riprodurlo il più fedelmente possibile. Ti assicuro che lo saprà, eccome se lo saprà. Lo sai che reagire si scirve con una g vero?

Jadis96: Una vera critica d'arte, complimenti! Forse ho fatto male a farla di ciamo litigare con Carl, però mi è piaciuto abbastanza. Sono contenta che tu abbia notato la somiglianza, che io ho cercato di imprimere in questi personaggi, col carattere ideato dalla Meyer e sono ancora più felice di sapere che sei una mia fan! Graziedavvero, ne sono molto orgogliosa!

Lady_cat: Certo che la saprà, almeno in parte e a quel punto si capirà perché lei fosse così contraria a rioceverla in famiglia( questo non è presente in ciò che ho scritto). Ti è piaciuta la mia versione della sua vita?

Alemasencullen: NON saranno amiche, non potrei mai farlo accadere, ma Rosalie la accetterà  alla fine, di questo puoi strarne certa!

Nel prossimo capitolo ci attende una bella partita di baseball!

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Capitolo 29
*** Partita ***


CAPITOLO 29: Partita
Dopo essere rimasta sola ho avuto molto tempo a disposizione per prepararmi e riflettere su quanto accaduto quel giorno: Carlisle mi aveva raccontato la storia della sua vita, dai risvolti anche piuttosto inquietanti, e così ora ero a conoscenza di tutto ciò che gli era successo in quei tre secoli di esistenza da vampiro, eppure sentivo che mi nascondeva qualcosa…
Mi sono cambiata quando finalmente il mio bambino dormiva e mi sono seduta su una sedia in attesa. La sua storia mia aveva incuriosita, soprattutto la parte che riguardava la sua precedente compagna:  sembrava quasi che mi avesse nascosto qualcosa…
Non ho fatto in tempo a finire i miei pensieri perché ho sentito suonare alla porta. Sono andata ad aprire e me lo sono trovato davanti: lui mi ha squadrata da capo a piedi e, trovandomi presentabile, mi ha condotta alla sua macchina. Una volta li ho voluto sanare tutti i miei dubbi
-Senti…riguardo a ieri…-
-Mi dispiace se ho perso la testa, ma il tuo sangue aveva un odore così…invitante e…-
-Non era questo. Riguarda la tua storia-
-La mia storia…?-
-Già. La parte sulla tua precedente ragazza-
Ha emesso un sospiro
-Cosa c’è?-
-Beh, ecco…se la amavi così tanto perché l’hai lasciata andare così facilmente? Con me non lo hai fatto-
-Sono due situazioni diverse-
-Però…vi siete rivisti, vero?-
-…………Si. Qualche anno dopo, precisamente il periodo dopo la “nascita”, se così la si può definire, di Rosalie. Lei era fuggita a cercare vendetta, Edward era tornato, ma probabilmente per vergogna non voleva vedermi e io vivevo da solo. Allora la rincontrai. Il tempo l’aveva cambiata, in un certo senso, e non solo quello; aveva delle cicatrici, segno che il matrimonio non era andato molto bene, ed è stato anche per questo che faticai a riconoscerla. Lei però ci riuscì, mi parlò e mi convinse a rimettermi con lei, anche se sapevo non sarebbe durata-
-Seppe mai il tuo segreto?-
-Volevo renderglielo noto, ma…lei non me ne diede il tempo. In tutto quel tempo gliene erano successe tante, cose che avevano infranto i suoi sogni. Era fuggita dalla sua vita infelice e mi aveva cercato a lungo per poter coronare l'unico che le rimaneva-
-Ovvero…?-
-Vivere la sua vita insieme a me, nel senso di unirci per tutta la vita e…di avere dei figli-
-Accettasti?-
-No, non volevo perché avrebbe sofferto troppo. Però non potei negarle l’altro suo desiderio, nonostante io non fossi pienamente convinto-
-Cercaste di procreare-
-Già. Credevo andasse tutto bene, ma non avevo previsto una cosa: il mio vero essere-
-Cioè?-
-Beh, ecco…non avevo mai avuto un’esperienza simile, perciò non sapevo se sarei stato capace di trattenermi, ma mi convinsi che potevo farcela, che sarebbe stato semplice riuscire a farcela. Mi sbagliavo-
-L’hai morsa?- ero sbigottita
La macchina intanto si era fermata vicino ad una radura
-Si. Non resistetti al odore del suo sangue che si era fatto più forte e…-
-L’hai uccisa?-
-No, non credo…mi ripresi prima e…scappai. Non sapevo cosa fare, l’unica cosa certa era che non potevo stare li con tutto quel sangue…-
-Lei sarà una vampira ora vero?-
-Probabilmente-
-Quindi…la tua paura…il tuo rifiuto di trasformarmi sta nel fatto che…temi di non essere in grado di fermarti quando assaggerai il mio sangue?-
-Esatto-
-Ma…-
-Il taglio al dito non era nulla se confrontato ad un taglio alla gola! Potrei ucciderti e…non voglio-
-Ma…sei diventato più forte rispetto ad allora…-
-No, non voglio rischiare di perderti-
-Non mi perderesti, sarei solo come te-
-Voglio che tu resti umana-
-Per espiare le tue colpe passate?-
-Per poterti proteggere come non ho saputo fare con Karen…-
-Ma da vampira…-
-Ammesso che tu possa diventarlo caso mai io ti mordessi-
-Ascolta- ho esclamato prendendogli il viso- tu non devi preoccuparti di questo. Io ho fiducia in te, Carlisle, ed è questo che conta. Sono certa che sarai pronto un giorno-
Il suo sguardo si era spostato
-Se tu non mi trasformassi…io potrei morire un giorno. Questa paura non può tormentarti per sempre. Ti prego…-
Lui si era sporto in avanti e mi aveva abbracciato poggiandosi al mio petto
-Sono io a pregarti. Voglio proteggerti, e questo è l’unico modo che conosco per poterlo fare, anche perché essendo tu la mia cantante, non so se potrei trasformarti. Ti trasformerò quando sarò pronto, ma non adesso. La verità è che…-
-Sarebbe meglio andare- ho fatto io uscendo dall’auto
-Aspetta!- uscendo e raggiungendomi mi ha fermata- non voglio trasformarti, non ancora, perché voglio che tu viva la tua vita, voglio che tu possa fare ciò che solo da umana puoi fare-
-E’ proprio perché sono umana che Rosalie non…-
-Non è il solo motivo. Tu non devi preoccuparti di questo ora-
-…D’accordo. Vogliamo andare?-
-Si-
Quando siamo arrivati tutti ci stavano aspettando. Io sono andata vicino a Bella, Carlisle dai suoi figli, e la partita è cominciata. Erano incredibilmente veloci e la palla quasi non si vedeva, ma era lampante che se la lanciassero dai loro movimenti. In quel momento ho capito il perché lui si fosse spaventato all’idea di farmi giocare: rischiavo di spezzarmi l’osso del collo. Lo vedevo nel bel mezzo della partita, bello e radioso, il suo sorriso una grande fonte di luce, correre da una parte all’altra, come se quello fosse lo sport più bello del mondo. Ora toccava a Rosalie battere: come un fulmine ha colpito la palla, eppure la sua posa era strana, visto che la mazza puntava verso di me. Ad un certo punto ho sentito una forte folata di vento e poi il contatto con della stoffa. Mi sono decisa ad aprire gli occhi e mi sono ritrovata contro il petto di Carlisle, stretta da un suo braccio, mentre con l’altro stringeva la minuscola pallina che avrebbe potuto uccidermi. Guardava Rosalie in cagnesco
-Si può sapere che cercavi di fare?!-
-Non l’ho fatto apposta. E’ stato un incidente-
-Avresti potuto ucciderla!-
-Solo perché lei è troppo fragile-
Lui ha deciso di ignorarla e si è rivolto a me
-Stai bene?-
Tremavo come una foglia, tanto da non riuscire a rispondergli. Lui ha preso il mio volto tra le mani, baciandomi lievemente le labbra, per poi ripetermi la domanda
-Si, non preoccuparti. Piuttosto, credo che Rosalie abbia ragione. Sono troppo fragile rispetto a te. Tu…-
-Per favore, non di nuovo. Vieni, allontanati, così non correrai più rischi…-
-Questo non risolve la situazione-
Lui si è allontanato da me amareggiato, lasciandomi contrariata.
La partita è ricominciata senza ulteriori incidenti, finché all’ improvviso Alice non si è irrigidita: in un attimo Jasper era al suo fianco. Mi sono avvicinata anch’io per sentire ciò che diceva ma alle parole” Andrew è in pericolo” mi ero nuovamente allontanata dal gruppo correndo come una matta. Poco dopo Carlisle era al mio fianco e mi prendeva in braccio, seguito dagli altri. Una volta arrivati a casa, mi sono diretta in camera mia. Aperta la porta, mi sono sentita svenire

Che ve ne pare del capitolo? Ammetto che non è fatto bene, ma così si spiega il perché Carlisle si sia rifiutato di trasformarla quando è nato Andrew

lady_cat: La verità la saprà a tempo debito. Sono contenta ti sia piaciuto!

Uchiha_chan: No, la donna non è Esme. In questa ff non c'è Esme, per questo è una what if. se vuoi sapere chi è continua a leggere. ti ringrazio per la tua lunga recensione e per aver notato le mie doti "Atmosferiche". A presto!

Jadis96:Come mi hai chiesto ho postato presto. Spero tu possa rispondermi da Paestum. In fondo leggere storie che prendono personaggi di libri già noti serve a scoprire i lati nascosti di questi personaggi che con la precedente autrice erano rimasti nascosti(scherzo!xD Ma a me piace molto questo Carlisle, anche perché nel libro della Meyer non è descritto). A presto!

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Capitolo 30
*** Rapimento ***


CAPITOLO 30:  Rapimento
Appena visto ciò che avevo d’avanti agli occhi, ovvero una stanza vuota, sono caduta al indietro, sorretta però dalle braccia di qualcuno
-Shinri! Tutto bene?!- La voce di Carlisle faceva da sfondo al mio torpore. Evidentemente anche lui si era accorto del cambiamento nella stanza, data la sua esclamazione
-Oh Cristo…-
A quelle parole mi sono ripresa e mi sono staccata da lui, avvicinandomi al luogo ove poche ore prima era poggiato mio figlio dormiente, ora scomparso. Non potevo crederci, non volevo crederci: lui…me lo aveva portato via…
Lo sgomento e il torpore sono stati rimpiazzati dalla paura; sono scivolata lentamente a terra iniziando a tremare. Poco dopo Carlisle mi ha sollevata e mi ha abbracciata
-Shhhh. Va tutto bene- diceva
-Tutto bene?- anche la mia voce tremava- No, non va tutto bene! Mio figlio è stato portato via, chissà dove ora starà soffrendo, e tu mi dici che va tutto bene?! NO, Carlisle, non va tutto bene!!!-
-Sta calma. Non potrà fargli del male. Lo troveremo…-
-Non fare promesse che non puoi mantenere! Come puoi trovarlo? Come? Io…io avrei dovuto stare qui…-
-E magari farti uccidere subito. Cerca di stare calma e ascoltami. Lui non gli farà niente. Lui vuole te-
-Come fai a dire che non gli farà niente?! Come faccio a crederti?!- Le lacrime avevano iniziato a scorrere.
Lui mi ha stretto a sé, e sulla sua camicia ho versato tutte le lacrime che avevo in corpo
-Non mi sembra il caso di farne un dramma no? In fondo era suo padre e mi sembra normale che volesse vederlo-
A quelle parole la furia è scattata come una molla nel mio petto
-Vuoi sapere la verità Rosalie? Non mi importa niente di quello che dici! E sai perché? Perché tu non sai niente di ciò che ho dovuto passare, NIENTE!!!Oggi sono stata brava e ti ho fatto parlare, ma ora basta, ti dirò quello che devi sapere, chiaro?! Mi dispiace se ti sei fatta un’idea sbagliata di me, prendendomi per una prostituta, ma se dobbiamo dire la verità fino in fondo, se dobbiamo parlare in base al tuo ragionamento, allora anche tu sei una prostituta-
-Come ti permetti…?-
-Solo che tu, a differenza di me, nel tuo rapporto non hai avuto figli. Altrimenti, sai che macello per stabilire chi era il padre?- sorridendo, l’ho guardata in faccia beffarda
Improvvisamente Rosalie mi è saltata addosso, con l’intento di uccidermi, fermata da Emmett. Carlisle mi ha presa e voltata verso di lui
-Ma che cosa stai dicendo?-
-Lasciami. Dico solo la verità: in fondo anche a lei è successa la stessa cosa e ora lei può essere immortale e fortissima, mentre io sono costretta ad aspettare te per potermi difendere!-
Mi sono allontanata da lui senza dargli il tempo di ribattere e mi sono diretta alla porta d’ingresso
-Dove credi di andare?!- Carlisle mi era saltato praticamente addosso, spingendomi contro una parete. Ho cercato di divincolarmi
-Lasciami!! Visto che, per Rosalie, l’amorevole paparino è venuto a fare una visitina al suo pargoletto, allora credo di dover andare io a riprendermelo!-
-Sta calma! Andrò io, va bene? Non ti permetto di correre rischi inutili!-
l’ho guardato, mentre attorno a lui comparivano Jasper, Alice, Edward, Emmett e Rosalie.
-Noi verremo con te- ha dichiarato Alice
-Parla per te- ha ribattuto Rosalie guardandomi con odio
-Verrò anch’io- ha aggiunto Emmett
-Credo tu non abbia scelta Rose. Se vuoi sapere come sono realmente le cose vieni con noi- le ha detto Alice
Si erano decisi e probabilmente ora stavano riflettendo su dove andare, quando si sono improvvisamente irrigiditi tutti, le narici dilatate, e hanno guardato fuori
-Cosa succede?-
-Un vampiro, fuori e…Andrew- mi ha informato Carlisle
-Probabilmente è la sorella di Aaron, Aira- gli ho detto io
-Bene. Tu resta qui con Bella. Noi…staneremo la dolce sorellina-
Sono stata presa improvvisamente dalla paura, e gli ho preso la manica della giacca, preoccupata e soprattutto spaventata dall’idea che Carlisle si fronteggiasse nuovamente contro Aaron: nonostante con lui ci fossero i suoi figli,temevo che non ce l’avrebbero fatta
-Cosa c’è?- mi ha chiesto lui
-Volevo scusarmi per quello che ti ho detto prima, a te e…-
sporgendo il collo verso l’interessata, che però non mi ha rivolto uno sguardo- a Rosalie-
-Ti scuserai quando saremo di ritorno- ha ribattuto lui poggiando lievemente le sue labbra sulle mie- augurami buona fortuna-
-Buona fortuna- dopodiché tutti e sei sono usciti dalla porta. Quando mi sono sporta dalla finestra erano già scomparsi. Non ho fatto in tempo a tirare un forte sospiro che è squillato il telefono.
Sono andata a rispondere
-Pronto?-
-Sono usciti?-
-Aaron!- ho sussurrato terrorizzata
- Ciao dolcezza, come va?-
-Dove hai portato mio figlio?!-
-Le domande le faccio io: sono usciti?-
-Si-
-Bene. Ora dirigiti alla nostra amata scuola, nella palestra. Io ti aspetterò là. Se verrai, ti ridarò tuo figlio. Spero tu sia abbastanza coraggiosa-
-D’accordo- intanto Bella mi si era avvicinata per sentire meglio
-Un’ultima cosa: ti consiglio di venire da sola, senza nessun accompagnatore, se non vuoi che questi pianti fastidiosi- a quel punto ho sentito il mio bambino piangere disperato- non siano usati per qualcosa di più serio, come la propria morte o quella della madre. Siamo intesi?-
-S-si-
-Bene, a dopo- e la conversazione si è chiusa
Mi sono lasciata scivolare sul pavimento
-Chi era?- mi ha chiesto Bella
-…-
-Aaron?-
-…Si-
-Cosa ha detto?-
-Di andare a scuola. Se ci andrò, mi restituirà Andrew-
-Vengo con te-
-No! Ha detto che devo andarci da sola!-
-Ma…-
-Ti prego, non dirlo a Carlisle o a chiunque dei suoi figli, per favore. Ha detto che potrebbe fare del male ad Andrew se mi presento accompagnata-
-Va bene…-
-Grazie di tutto, Bella-
-Tornerai, non è vero?-
Non le ho dato una risposta, perché non ne avevo. Questa era l’unica incognita in questa faccenda.
 
Scusate ma non ho tempo per rispondere. Scusate ancora

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Capitolo 31
*** Lotta ***


CAPITOLO 31: Lotta
Camminavo in fretta, fendendo la folla. Dovevo arrivare presto alla mia scuola per salvare mio figlio da suo padre. Non mi importava quale sarebbe stato il mio destino, anche se fosse stato la morte, in quel momento; nessuno sarebbe venuto in mio soccorso stavolta, perché lui li aveva ingannati tutti e sarebbe stata una mia battaglia da vincere, per la mia felicità, per quella di mio figlio.
Sono arrivata davanti al edificio scolastico e ho avuto un fremito: senza studenti o macchine parcheggiate, faceva paura, se poi pensavo a chi avrei trovato al interno…non riuscivo a trattenere i brividi. Facendo un enorme sospiro, ho cercato il modo di entrare, ma l’unica via era quella offerta dalle alte inferriate, così non ho avuto altra scelta se non quella di arrampicarmi. Poco dopo sono entrata negli spogliatoi: lui mi aveva detto di andare in palestra ed era li che mi stavo dirigendo, con passo incerto. Sentivo i miei passi rimbombare nel silenzio, e al cigolio della porta poco mancava che lanciassi un urlo. La palestra era immersa nell’oscurità, ciò che un tempo mi era famigliare, ora era sconosciuto, motivo principale per cui non smettevo di guardarmi le spalle, finché non ho sentito la sua voce
-Benvenuta-
Mi sono voltata davanti a me: lui era li che mi sorrideva mellifluo
-Non hai dubbi-
-Sai, non aspettavo visite, e poi lui ti ha riconosciuta subito- indicando il mio bambino tra le sue braccia
Mi sono avvicinata a lui tendendo le braccia, attendendo mio figlio, e sono stata esaudita: poco dopo lo stringevo a me, mentre Aaron mi girava attorno
-Bene bene…sei sola?-
-Si, come mi avevi chiesto-
-Sono contento che tu abbia esaudito la mia richiesta, non ci speravo-
-Io mantengo sempre la parola-
-Meglio. Ora, cosa ne farò di te?-
-Immagino che lasciarmi andare sia fuori discussione-
-Già. Ma vedi, non è colpa tua, io non ce l’ho con te, ma con lui-
-Carlisle?-
-NON PRONUNCIARE QUEL NOME!!!!!- dandomi un forte schiaffo che mi ha fatta volare contro la parete
Andrew ha cominciato a piangere forte tra le mie braccia, mentre un rivolo di sangue colava dalla tempia dove ero andata a sbattere
-Lui mi ha umiliato per ben due volte! Non posso perdonarlo! Così mi vendicherò su di lui…torturando te-
L’ho guardato ad occhi sbarrati
-Vediamo…cosa potrei farti?- prendendo il mio viso tra le mani- forse…trasformarti in vampira?-
-Credi…di farmi un dispiacere?-
-A te no di sicuro, ma non posso garantire la stessa cosa per lui-
-Perché?- se mi avesse trasformato lui non ci sarebbero stati problemi, ma allora perché diceva quelle cose?
-Perché il tuo vampiro…è il classico tipo a cui piacciono le umane. Ora mi spiego: lui rimpiange la sua vita umana, perché ora non può avere una vita normale; credeva infatti che avrebbe potuto vivere solo con altre vampire, perciò non avrebbe avuto la gioia di essere padre. Poi ha incontrato te: bella, piccola, fragile umana e ha visto i suoi sogni riaccendersi di speranza, perché con un ‘umana avrebbe potuto avere ciò che desiderava. Da allora ogni notte veniva a casa tua e ti guardava dormire…patetico- ha dichiarato infine disgustato
-Perché dici questo?! Se voi foste tutti così non avreste problemi di convivenza con gli esseri umani e potreste vivere in pace! Perché…- ho ricevuto un altro schiaffo
-Zitta! Non è nella nostra natura vivere in pace con gli umani, il nostro sostentamento! Il fatto che alcuni vampiri vogliano questo è deplorevole! Io non posso sopportarlo! Ti racconterò un piccolo aneddoto della mia vita…vuoi? Bene. Dunque, qualche secolo fa io e mia sorella vivevamo in Finlandia, la nostra terra d’origine. Eravamo felici e lei aveva un compagno. Un giorno però lui si innamorò di una umana e la mise incinta. Ciò che patì mia sorella fu terribile e così decisi di vendicarmi del bastardo. Lo feci a pezzi e dopo toccò alla sua umana…i figli, gemelli, non li uccisi perché non li trovai. Mia sorella ha sofferto tanto per colpa di quello stupido vampiro, e anche tu soffrirai, perché lui non ti trasformerà e ti vedrà invecchiare, quindi per te ciò che sto per farti e solo un bene!-
-E…quando mi avrai trasformata…cosa farai a Carlisle?-
-Quando lui lo scoprirà andrà su tutte le furie e sicuramente mi attaccherà, e allora…lo ucciderò e mi vendicherò per ciò che mi ha fatto. Ora- prendendo il mio bambino dalle mie braccia inerti- porterò il piccolo in un’altra stanza, cosicché non assista alla trasformazione, altrimenti rischierebbe di essere ucciso. Comunque sappi che se mi intralcerai quando arriverà il tuo amore…ucciderò anche te insieme a lui-
-No!- ho gridato alzandomi e cercando di riprendere mio figlio
-Sta buona!- dandomi un pugno che mi ha stordita e ributtata a terra
-Bene. Andiamo-
-…Cattivo!!!!-
Mezza stordita ho sentito questa parola pronunciata da mio figlio seguita dalle urla di Aaron e mi sono sollevata tanto da poter vedere: orribili piaghe si erano create sulla sua pelle, esattamente nel punto in cui Andrew lo aveva preso con le manine. Aaron lo ha lasciato andare e lui dopo essere caduto mi è corso incontro, stringendosi a me e piangendo spaventato. Poco dopo è arrivato anche l’altro e ha iniziato a prendermi a calci, rivolti contro al piccolo che io proteggevo col mio corpo. Il dolore lancinante invadeva ogni cellula del mio corpo, mentre lacrime silenziose testimoniavano il mio dolore. Se avesse continuato così, sarei morta…non avrei più rivisto il mio Carlisle…davanti ai miei occhi appannati si è presentata un’immagine di lui sorridente a cui ho risposto allo stesso modo, mentre confusamente sentivo le urla del mio aggressore, i pianti di mio figlio e i gemiti uscenti dal mio corpo martoriato. Poi un nuovo suono è entrato nel mio campo uditivo: un ringhio basso e aggressivo, che io conoscevo, e una voce deformata dalla rabbia
-LASCIALA STAREEEE!!!-
-Carlisle…- ho avuto appena il tempo di sussurrare, prima che le tenebre offuscassero la mia vista e il mio dolore

Piaciuto il capitolo? Spero di si!

uchiha_chan: Certo che la ringrazierà, ci mancherebbe altro! Alla prossima!!

Nanerottola: Nel prossimo capitolo Rosalie saprà tutto! Alla prossima!!

Jadis96: No, non può!!! Las suspanse è finita come vedi! Alla prossima!!

Alemasencullen: Coff...è statacolpa mia questa, perché ero un pò arrabbiata e mi sono sfogata su Rosalie, quindi...lei un pò se lo meritava però!!!:P

Il prossimo capitolo avrà un cambio di prospettiva: Carl dove sei??? Cosa pensi??? Ne ho bisogno, vieni!!!

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Capitolo 32
*** Inganno ***


CAPITOLO 32: Inganno
Correvo senza sosta nel bosco, sempre più vicino alla mia meta, sempre che lei fosse ancora li. Quel maledetto ci aveva imbrogliati e noi ci eravamo caduti come degli sciocchi. Quando avevamo raggiunto il “rapitore”, che avevamo scoperto essere una giovane ragazza, probabilmente la sorella di Aaron, sgomenta ci aveva detto che il bambino non era con lei, che era tutto un imbroglio ordito dal fratello per prendere Shinri. Era spaventata, perché probabilmente non credeva l’avremmo raggiunta così in fretta e alla prima occasione era scappata. Ora stavamo tornando indietro e io speravo che lei fosse rimasta a casa sua, ma probabilmente non appena aveva saputo che suo figlio era in pericolo, era corsa verso quel dannato vampiro. Come una furia sono entrato dalla porta rimasta aperta, spaventando Bella che si era voltata verso il rumore: era sola
-Bella! Dov’è Shinri?-
-Io…-
-E’ importante che tu ce lo dica, ti prego!-
-Ecco…lei è andata a scuola da Aaron. Ho provato a fermarla ma…- ha aggiunto, mentre mi voltavo- lei me lo ha impedito-
-Lo so, non ti preoccupare-
E così era andata a scuola, beh, presto Aaron avrebbe avuto un’altra visita. Arrivato a scuola, chiusa, ho oltrepassato i cancelli, guardandomi intorno.
-Dividiamoci- ho ordinato ai ragazzi dietro di me- io mi dirigo da quella parte-
Dopo un po’ che correvo ho intravisto un edificio e sono entrato: davanti ai miei occhi si stagliava la figura di Aaron, che si stava accanendo su un’altra stesa a terra e vicino a questa c’era Andrew, che piangeva come un disperato. A quel punto ho riconosciuto Shinri, riversa sul pavimento, una macchia scura a formare una rosa di sangue sulla sua schiena
-LASCIALA STAREEEE!!!-
Ho corso verso quel farabutto e gli ho assestato un pugno sul suo viso beffardo, prima di occuparmi di Shinri, incosciente. Intanto erano arrivati Edward, Jasper, Rosalie, Alice e Emmett
- Occupatevi di lui- ho ordinato
- Questo qui ha dei profondi segni sul collo!- Ha gridato Emmett
-Fa che non ci siano solo dei segni allora!- ha urlato di rimando Alice saltando addosso al vampiro
Intanto Shinri si era risvegliata
-Carl…-
-Si, sono qui-
-Mi dispiace…-
-Va tutto bene. Hai male da qualche parte?-
-La schiena…mi ha preso a calci sulla schiena…-
-Lo so, aspetta-
L’ho sollevata delicatamente per vedere in che condizioni fosse la schiena : un taglio profondo spiccava su quella pelle bianchissima, uno di quelli che si sarebbe portata dietro per sempre.
- Non è niente di grave, tranquilla-
-Alle tue spalle…-
-Scusa- ho fatto coprendole gli occhi prima di voltarmi leggermente verso Aaron che correva verso di me. Un rumore sordo ha riempito la stanza non appena il mio pugno lo ha colpito, probabilmente rompendogli il cranio
-Alice-
-Si?-
-Portala in ospedale- ho chiesto indicando Shinri, nuovamente svenuta
-Ma…-
-Se lo facessi io potrebbero correre delle voci-
- Ok - ha risposto lei prendendola delicatamente tra le braccia e uscendo dalla stanza.
-Bene. Che ne dici di tornare a casa?- ha fatto a Andrew che mi fissava con occhi sgranati, dopodiché l’ho preso in braccio uscendo a mia volta.
- Bruciatelo- ho aggiunto prima di uscire definitivamente
Una volta a casa ho messo il piccolo sul divano
-Come stai?-
-Bene, e la mamma?-
Io e quel bambino condividevamo un segreto: oltre a essere cresciuto in fretta, quel bambino aveva sviluppato un intelligenza superiore alla sua età, cosa che la madre non sapeva.
-Starà bene. I segni sul collo glieli hai fatti tu?-
-Volevo toglierglielo-
-Capisco, sei un bambino eccezionale-
-No, altrimenti la mamma non sarebbe ridotta così-
-Sei ancora piccolo, non potevi farci niente-
-Odio essere piccolo! Se fossi stato grande come te la mamma non sarebbe ridotta così! Voglio essere grande come te!!!!-
-Lo sarai a tempo debito- gli ho rispostolo mentre uscivo dalla stanza
- ora…- un rumore come di vestiti strappati mi ha interrotto. Mi sono voltato trovandomi di fronte un ragazzo di circa diciassette anni che mi guardava con aria smarrita
-Che è successo?-
-Non lo so-
-Un altro dei tuoi poteri?-
-Io…può essere-
-Beh, torna come prima!-
Il ragazzo ha chiuso gli occhi per concentrarsi, ma dopo un po’ ha scosso la testa
-Non ci riesco-
-Accidenti- ho mormorato passandomi una mano tra i capelli- facciamo così: io vado a prenderti dei vestiti miei e poi vado in ospedale, tu resti qui. Chiaro?-
-Ma io…-
- No. Se Shinri ti vede in queste condizioni si spaventerà di sicuro, e nello stato in cui si trova non deve succedere-
Lui mi ha guardato deluso e, dopo avergli lanciato un’ultima occhiata, sono uscito dalla porta.

Sono tornata! Scusate il ritardo ma ho avuto alcuni problemi: in primis sono andata in vacanza, in secundis il mio pc era farcito con tanti virus e in terzis...non avevo voglia di scrivere! XD

Baekho: Cariiiiiiiiiiiissima! Sono contenta che ti piaccia la mia ff! ç_ç Comunque sia continua a leggere perché nel prossimo capitolo darò libero sfoggo alla mia vena comica. Spero davvero che la mia ff faccia capolino tra i tuoi preferiti.

Jadis96: Aveva ben altre cose da fare il mio Carl...quindi gli ha solo rotto il cranio, niente di che. Ovvio che Andrew è bravissimo, insomma devi guardare chi lo ha cresciuto...La vacanza è andata bene(contrariamente a quanto mi aspettavo) sarà merito del tuo augurio?

Uchiha_chan: Non lo ha smembrato, mi spiace. Carl cuce i tagli, non li produce. Per quello c'è Andrew!

Lady_cat: Ci ho messo un pò ma ce l'ho fatta. Contenta?

Nanerottola: Direi che Rose l'ha vista coi suoi occhi la verità. U_U

Al prossimo capitolo in cui ci saranno un pò di shopping e una grande sorpresa!

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Capitolo 33
*** Proposta ***


CAPITOLO 33: Proposta
Odore di antisettico, è questo ciò che sento nell’aria. Non devo aprire gli occhi per scoprire di essere in ospedale dunque. Lentamente ho iniziato a riemergere dal mio sonno e ho male dappertutto, nonché la mente offuscata: ciò che è successo con Aaron è rimasto vivido nella mia testa, ma chissà quanto tempo fa oramai era successo. Come stava Andrew? E Carlisle? Cosa era successo dopo che ero svenuta in quella palestra? Mentre rimuginavo su queste domande, la porta si è aperta silenziosamente ed è entrata un’infermiera, subito avvicinatasi vedendomi sveglia
-Signorina! Si è svegliata finalmente!-
-Si, ma cosa è successo…?-
-Ma come signorina, non ricorda cosa è successo tre giorni fa?-
Tre giorni…ero rimasta incosciente per tre giorni…
-No, sfortunatamente non riesco a ricordare. Potrebbe rinfrescarmi lei la memoria? Glielo avranno detto come sono finita qui, immagino-
-Oh si che me lo hanno detto, povera cara!-
Ecco, ero sicura che avessero inventato qualche scusa per spiegare come mi ero ridotta in questo stato
-vede, la signorina Alice me lo ha riferito quando l’ha portata qui: lei è stata aggredita-
-Aggredita?-
-Si, è così. Quel balordo voleva i soldi custoditi in casa sua e l’ha ridotta in questo stato per farsi dire dove fossero. Fortunatamente la signorina Alice passava proprio in quel momento per venire a farle visita e così il rapinatore è scappato via-
-Capisco…-
-Già. Il dottor Cullen si è preso molta cura di lei in questi giorni, sicuramente per premura verso i suoi figli che gli sono molto cari e che le sono molto amici. Ah, che brav’uomo- ha aggiunto emettendo un sospiro con sguardo sognante- comunque sia, tra mezz’ora verrà a farle visita per vedere le sue condizioni e sono certa che sarà molto contento di vederla cosciente. Sa, negli ultimi giorni, mentre si prendeva cura di lei, aveva uno sguardo molto ansioso, quasi temesse per la sua vita…beh, allora la lascio riposare!- ha concluso accingendosi ad uscire
Appena prima di varcare l'uscio mi ha rivolto un ultimo sorriso prima di voltarsi e urlare
-Che cosa ci fa qui?! Questo non è orario di visite ai pazienti!-
-Ma sono suo…fratello!-
-Non mi importa chi è, ma deve andarsene! Le ripeto che…-
-Si, ho capito! Mi faccia passare per cortesia-
-Ma…-
-Solo cinque minuti, va bene?-
-...Oh d’accordo, ma non di più!- ha sbottato infine lei facendo passare l’ospite misterioso che mi è venuto subito incontro
-Ciao-
I capelli neri lunghi fino alle spalle, lunghi fino a coprirgli gli occhi, la pallidezza: Aaron. Ho cominciato ad urlare.
-Mamma per favore smettila! Sono io, non mi riconosci?-
-Certo che ti riconosco brutto mostro!-
-Ma no, aspetta…io non sono lui, cioè…-
-Sei tu, sei tu! Non toccarmi!!- ho fatto scostandomi quando lui cercava di sfiorarmi
-Accidenti come faccio a dimostrarti che sono io? Aspetta…guardami negli occhi!-
-Non…non ho intenzione di farlo! So che sono rossi!!!-
-Accidenti…- ha mormorato guardato lo schermo che visualizzava i battiti del mio cuore, improvvisamente impazzito alla sua vista- calmati dai! Altrimenti tornerà quell‘arpia…volevo dire, l’infermiera-
Appena finito di dire queste parole che la porta si è spalancata ed è entrato qualcuno: non era l’infermiera, bensì Carlisle che mi è corso subito incontro
-Che succede?!-
Senza parole mi sono voltata verso Aaron, il quale stava rintanato in un angolino cercando evidentemente di mimetizzarsi , con gli occhi spalancati
-Tu qui!?-
-Non lo avevate ucciso…?-
-Lui…non è Aaron-
-No?-
-Lui è Andrew-
A quelle parole il suddetto si è fatto avanti mostrandomi le sue iridi verdi
-Cosa…-
-Sono cresciuto!-
-Questo lo vedo, ma…-
-E’ uno dei suoi poteri a quanto pare-
-E…non è un processo reversibile?-
-Non lo sappiamo ancora-
-Però è divertente non trovate?...A quanto pare no- si è risposto notando i nostri sguardi identici- Beh…ehm…io vi lascio da soli!- ed è uscito
Per un po’ ci siamo guardati poi mi sono informata
-Come sono ridotta?-
-Hai lividi e tagli curabili, ma…hai un taglio sulla schiena che rimarrà, temo-
-…Beh, poteva andare peggio-
-Ma non era questo di cui volevo parlarti…insomma, volevo chiederti una cosa-
-Dimmi-
-Io vorrei chiederti…-
-Si?-
-…-
-Allora?-
-…te lo dirò quando uscirai di qui-
-Cosa?-
-Non preoccuparti. E’ una cosa che possiamo rimandare-
-Bene-
Infine lui si è chinato in avanti e mi ha baciata prima di uscire dalla stanza. Sono rimasta in ospedale per altre due settimane poi finalmente sono uscita: non vedevo l’ora di uscire per sapere ciò che Carlisle voleva dirmi quella volta, ma non ho potuto vederlo perché appena tornata Alice mi ha trascinata a fare shopping, che immaginavo servisse per il ballo di fine anno, da come lei ne parlava
-Dobbiamo andare a comprare un po’ di cose per il gran giorno. Vediamo un po’…il vestito, direi, le decorazioni…-
-Anche quelle?-
-Certo. Devo farle io altrimenti non verrebbero bene. Dicevo…anche i fiori, va!-
Voleva mettere i fiori sul vestito? Non male…
-Bella come idea!-
-Dai è un classico!- davvero?- pensavo di mettere…orchidee, rose, viole e fiori di mirto. Tu che ne dici?-
-E’ una strana combinazione…-
-Tu dici? Per me è perfetta! Pensa alla situazione, ti sembra normale?-
-Con dei vampiri no-
-Appunto- ha tagliato corto lei
Siamo entrate in un negozio molto grande in cui erano esposti molti vestiti, tutti estremamente eleganti
-Perché dobbiamo prendere per forza uno di questi? Ne ho tanti a casa-
-Per un occasione speciale come quella per cui ci stiamo preparando gli abiti normali non vanno bene. Quel giorno sarai tu l’attrazione principale, perciò dovrai essere perfetta-
-Si, ma con delle vampire non credo che verrò notata…-
-Io dico di si. Che ne dici di questo?-
Mi ha indicato un abito molto bello e decisamente poco sobrio di un tenue color pesca con le maniche in pizzo e una scollatura molto ampia
-Non credo che per un’occasione del genere debba mettere questo-
-Invece si, perché sarà il giorno più importante della tua vita ed è giusto che sia memorabile-
-Ma non sarà l’unico…- in fondo di balli scolastici se ne fanno tutti gli anni no?
-Ah…dimenticavo che per te sarebbe la seconda volta, dopo il primo disastro, ma ti assicuro che non ce ne saranno più per te, ora che hai lui-
Questo era troppo: mi aveva scelto il cavaliere che mi avrebbe accompagnata!
-Ehi, non dovevi scegliere anche lui per me!-
-State insieme da mesi, io non ho fatto proprio nulla-
-Ma lui non può portarmi al ballo!-
-Ballo? Ti riferisci al ballo di fine anno?-
-Certo. Di cosa abbiamo parlato finora!?-
-Io parlavo del tuo matrimonio con Carlisle! Dei fiori che comporranno il bouquet, del tuo abito nuziale e delle decorazioni con cui adornare la casa per il gran giorno! Che c’entra il ballo?-
Mi sono sentita crollare il mondo addosso: matrimonio?
-Matrimonio?-
-Si! Carlisle te ne avrà parlato…-
-…-
-…No?-
-…-
-Ops!-
In quel momento mi sono crollate le gambe. Alice mi ha aiutata a sedermi
-Non lo sapevi?-
-No…-
-Avrebbe dovuto dirtelo in ospedale-
-Infatti voleva ma non lo ha fatto-
-Allora te lo voleva dire oggi…quando te lo dirà fingi di sorprenderti-
-Si…-
Una volta comprato il vestito ci siamo avviate verso casa e intanto riflettevo su come avrebbe voluto farmi la proposta.
Magari avrebbe acceso delle candele per la casa, mi avrebbe preparato una cena e poi avremmo ballato, dopodiché me lo avrebbe chiesto. Tra le sue braccia mi sarei sicuramente sciolta e per me sarebbe stato impossibile rifiutare...in realtà non avrei rifiutato in nessun caso…
Alice mi ha lasciata davanti a casa ed è tornata indietro. Prima che Carlisle tornasse sarebbero passate parecchie ore così ho avuto molto tempo per prepararmi e alla fine ho deciso di mettermi elegante e di prepararmi la cena. Arrivate le undici temevo che non tornasse più o che fosse tornato a casa sua, quando ho sentito la porta aprirsi e Carlisle e apparso sulla soglia rimanendo a bocca aperta per la sorpresa
-Perché sei vestita così?-
-Perché volevo passare una serata speciale con te ma tu sei arrivato adesso…-
-Non credo sia impossibile rimediare sai?-ha fatto lui avvicinandosi e prendendomi tra le braccia- balliamo?-
Come nella mia immaginazione abbiamo iniziato a muoverci al ritmo di un lento finché lui non mi fatta sedere sul divano e, prendendomi le mani, ha iniziato a parlare
-Ecco, io…vorrei chiederti una cosa-
-Si- voleva chiedermi di sposarlo
-In effetti avrei dovuto chiedertelo in ospedale, ma…ecco- portando una delle mani alle labbra- vorresti…-
La porta si è aperta ed è entrato Andrew, interrompendolo
Lui ha guardato prima lui poi me
-Che state facendo? Perché sei vestita così?-
L'ho guardato male
-Andrew…hai scelto un momento…delicato per entrare. Non potresti uscire un attimo?-
In quel momento non ho potuto fare a meno di notare la bellezza di mio figlio: aveva tagliato  i capelli neri che ora erano leggermente sparati e mi guardava con due incuriositi occhi verdi. Dopo un attimo il ragazzo ha capito
- Ah! Glielo stai chiedendo!-
-Si, quindi…-
-Però Alice mi aveva detto un’altra cosa quando l’ho incontrata-
-Cosa?-
-No, non dirlo!-
-Che lei lo sapeva già perché la stessa Alice glielo aveva detto per sbaglio-
Un silenzio carico di tensione è sceso nella stanza. Capendo il suo errore, Andrew ha fatto dietrofront
-Scusate, vi lascio soli…-
La porta si è richiusa con un tonfo cupo
-Quindi…lo sapevi…-
-Già, però…non ho detto nulla perché volevo che fossi tu a chiedermelo prima di dare una risposta…-
-In questo caso…Shinri, vuoi sposarmi?-
-Si, lo voglio!-


Bene! Che ne dite, vi è piaciuto il capitolo? Spero di si! Approfitto di questo capitolo per inaugurare un mio personale spazio nella ff! Fatemi sapere se vi piace così lo aggiungerò ai capitoli futuri! Alla fine di questo spazio ci sarà una notizia molto importante che vorrei voi sapeste, perciò...continuate a leggere!!!

SPAZIO DELLA AUTRICE
In questo spazio leggerò, anzi farò leggere a uno dei personaggi della storia a mia scelta, le vostre recensioni dello scorso capitolo e  saranno loro a rispondervi, inoltre porrò delle domande informative che potranno darvi delle piccole informazioni sulla storia. Per prima intervisteremo...Shinri!
*la ragaza entra nella stanza*
Bene prima di tutto leggiamo le recensioni dei nostri lettori. Come al solito siete numerosi, grazie!
-Bene la prima è di Baekho: "...KIRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ç_____________________ç *nasconde in una cassaforte il death note perché non si sa mai* si, lo so che la battuta ti fa arrabbiare, e lo faccio apposta =D MUHAHAHAHAHAHAHA! *fugge**torna* Allora, il capitolo l'avevo già letto, perciò sai già i miei commenti X° Secondo me sei riuscita bene a trasmettere le emozioni di Carlisle! Del resto tu credo che ormai lo abbia psicanalizzato bene, anche se secondo me non è poi così difficile XD Andiamo avOnti... Povera Shinri, con la schiena a pezzi e probabile rottura della colonna vertebrale ç__ç (?!) (che dici? °_° ndkira) in ogni caso, avrei voluto la descrizione di quando fanno a pezzi Hotc... volevo dire, Aaron!!! ^_________^""" Però immagino non si possa avere tutto çOç E poi... E Poi... E POI.... E' ENTRATO IN SCENA ANDEW GRANDE! SI! SI! SIIIIIIIIIIIII! *comincia a ballare il limbo* Non vedevo l'ora, e finalmente questo momento è arrivato! Il MIO Andrew! *___* (tuo? E io che sono sua madre? ndShinri)(E che mi importa? ndme)(*shinri carica bazooka*)(Hem... *si veste da principe* Mi conceda la mano di suo figlio ù_ù ndme)(°_______________° ndshinri) Ok, mi fermo perché qualunque cosa dica io la rapis... lo prendo lo stesso! ^__^"" Ok, ora mi fermo! Spero proprio che tu scriva presto il prossimo capitolo, e mi chiedo da che punto di vista lo scriverai... io intanto vado avanti con la tua! Chuuuuuuuuuuuuuuu! <3 *strizz* " Dunque, la prima parte per me è incomprensibile...-
Allora va avanti!
-Ok...Innanzitutto la mia colonna vertebrale è sanissima, poi questa ff non è rating rosso e certe scene non si possono mettere. Inoltre hai fatto bene a ricordarti che Andrew è mio figlio, io ho faticato per metterlo al mondo...scusa- *cambio di tono e picchiettio sulla spalla*
Si?
-Ma è sana di mente?-
^_^''''' Andiamoi avanti
-In ogni caso mio figlio è ancora un bambino, quindi la mia risposta è NO! Passiamo ad un'altra...-
*prende due fogli e li mette vicini: una linea orizzontale che non continua sotto*- le faccio insieme?-
Si! O_O'''
-"Che bello^.^ Tutto è bene quello che finisce bene,allora. La trasformazione di Andrew mi ha stupita... Posta presto
ben tornata ^.^ finalmente aaron è morto *me si lancia in samba XD* spero tu possa aggiornare presto ^.^
"
Come vedete è tornata, e anche in fretta. Il suo compito è sorprendervi, non vi pare? Altrimenti non scriverebbe!-
Ehi!
-Andiamo avanti...lo penso anch'io, quello iniziava a rompermi sul serio e se non l'avessero uicciso loro lo avrei fatto io!-
Ma tu sei la protagonista indifesa, quindi non fai nulla. Chiaro?!^_^**
-Bene "Ciao. BEN TORNATA^^^^. Sai, pensavo che non avresti più aggiornato... fortunatamente mi sbagliavo... me felicissima. Per, il capitolo è stato magnifico. D'accordo niente pezzetti-di-vampirelli ma mi piace il Falò. Il piccolo, in versione ragazzo, è interessante... penso, che riservi delle sorpresine. Bhe... aggiorna prestissimo... magari, vediamo un attimino anche la reazione di Rosalie... Ciao e alla prossima!!! "

La reazione di Rosalie ci sarà nel prossimo capitolo e mio figlio riserva molte sorprese! è.éL'ultima "Finalmente sei tornata!Mmm...io speravo che si chiarivano a voce...ma vabbè. Già la portano a fare shopping?Che bella l'idea di far diventare grande il piccolo!!!posta presto.baci "
Si loro sono veloci, molto veloci...lo avrai visto nel film no?-
Bene! E ora faremo delle domande alla nostra Shinri!
1) Come ti senti a essere protagonista di questa ff?
-Non credo ci siano particolari mutamenti, comunque mi piace parecchio-
2)Hai letto il copione: cosa ne pensi delle numerose scene che ritraggono le tue sofferenze? Credi che in quelle scene l'autrice sfoghi il suo odio verso di te? Se è così, cosa vorresti dirle?
-Penso che l'autrice si dirverta in questo senso, e mi ritengo fortunata per aver insistito nel fare molte scene in cui c'è sofferenza come esercizio, visto che mi è molto utile. Se credo che l'autrice mi odi? Personalmente si, anche se non capisco il motivo. Infine avrei molte cose da dirle, ma, ripeto, dato che questa ff non è rating rosso, non posso dire nulla, visto che sono parole molto pesanti-
3) Ultima domanda: Riguardo alla sua scelta di farti fare molti figli, cosa ti senti di dirle?
-No comment(v.m. 18) Però confido in una tranquilla e pacata vita da vampira-
...Ma allora non hai letto tutto il copione! èoé
-...No. Perché voglio confidare in un mio futuro pacato e tranquillo con mio marito quando sarò vampira!-
Povera illusa...-_-''

Bene salutiamo la nostra Shinri( molto diversa dal personaggio creato nella storia, direi quasi snob) e parliamo di cose serie. L'informazione che volevo darvi è che tra due, massimo tre, capitoli l'ff diverrà rating rosso, perciò alcuni di voi(spero non tanti) non potranno leggere ne recensire. Sappiate che mi dispiacerà perdervi, in quanto le vostre recensioni erano per me il carburante che mi faceva andare avanti. Grazie!* l'autrice fa un profondo inchino al indirizzo dei lettori che la lasceranno* Passando ad argomenti più allegri, nel prossimo capitolo ci sarà il matrimonio!


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Capitolo 34
*** Matrimonio ***


CAPITOLO 34: Matrimonio

 

 

La fine della scuola  e’ arrivata senza nemmeno che me ne accorgessi. Tutti parlavano del famoso ballo di fine anno, di chi sarebbe stato o stata il o la loro partner, che vestito avrebbero indossato e l’eccitazione era alle stelle. Anch’io ero eccitata, ma per ben altro avvenimento: le mie nozze...solo pensare questa parola mi suona strano, visto che da comune liceale certe cose non dovrebbero sfiorarmi, eppure e’ cio’ a cui mi sto preparando, ed e’ il motivo principale per cui ora sono nel bagno di Alice intenta a farmi diventare un mostro, anzi una bambola (detesto le bambole di porcellana coi loro vestiti ottocenteschi). Gia’, sembravo proprio una bambola con i capelli separati in candidi boccoli e la faccia tutti impiastricciata con cosmetici vari, non ultimo il fantastico rossetto color della passione che sfoggiavano le mie labbra.

-Bene, direi che ho finito. Perche’ non ti vai a guardare allo specchio?-

-Devo proprio?-

-Perche’, non ti piace? Io ti trovo splendida!-

-Ci credo, mi hai conciata tu cosi’!-

-Ti faccio notare che ci vorrebbero altre due ore per risistemarti. Vuoi forse andare senza trucco?-

-Potrebbe essere un’idea...-

- +_+-

-Ehm...pensandoci bene non sto cosi’ male-

All’improvviso la porta si e’ spalancata e Rosalie ha fatto capolino sulla soglia.

-Sei entrata al momento sbagliato, stavo finendo di prepararla- e’ intervenuta Alice ricordando i nostri vecchi dissapori.

-Vorrei parlarle prima che la cerimonia abbia inizio. Potresti uscire un attimo?-

-Perche’? Io so cosa stai per dirle-

-...Ah-

Entrambe ci siamo guardate in faccia

-Io...- abbiamo detto all’unisono

-Parla prima tu-

-Beh...io volevo scusarmi per averti detto quelle cose senza sapere come si erano svolti realmente i fatti, cosa che...ho capito troppo tardi-

-Ah...in realta’ anch’io volevo scusarmi per cio’ che ti ho detto, ma ero arrabbiata e...-

-Mi dispiace rovinare questo momento commovente, ma qui c’e’ un matrimonio da celebrare-

-Si...bene-

Poco dopo mi trovavo davanti alla porta che mi avrebbe condotta all’altare; l’ho spalancata, ho dato un’occhiata all’interno e ‘l’ho richiusa subito, tornando sui miei passi. Mentre mi avviavo verso la porta di ingresso, ho incontrato Alice.

-Scusami, vorrei uscire solo a prendere una boccata d’aria...-

ho balbettato poco convincente.

Lei non ha detto parola e mi ha lasciato passare guardandomi in maniera strana. Una volta fuori, mi sono diretta ai margini del bosco, e mi sono seduta su un ceppo d’albero, per riflettere. Mm... ripensandoci la risposta che avevo dato a Carlisle era stata troppo affrettata. Ora non ero più sicura di cosa stavo facendo: come potevo sapere se sarei stata realmente ciò che Carlisle desiderava? Sarei stata capace di dargli ciò che voleva? In effetti, non sapevo neanche cosa lui volesse!

Ho sentito dei passi alle mie spalle.

-Ah, allora eri qui che ti nascondevi!-

-Sei riuscito a trovarmi!-

Mi sono voltata, trovandomi di fronte Carlisle in smoking,

-Diciamo che ho avuto un aiutino.-

-Capisco...-

-Cosa ci fai qui?-

-Dovevo prendere una boccata d’aria...- ha inarcato il sopracciglio.

- E dovevo riflettere.-

-A che proposito?-

-Io…pensavo solo al motivo per cui mi hai scelta come tua moglie. Sai, non sono sicura di essere la persona giusta per te. Voglio dire che non sono più sicura della scelta fatta qualche settimana fa-

-Tu…ti stai chiedendo il motivo per cui voglio sposarti?-

-Si, effettivamente è così. Insomma, riflettendoci credo di non essere abbastanza per te-

-Se io credessi veramente a ciò che dici non ti avrei fatto la corte per tutti questi mesi. Inoltre, cosa credi che voglia da mia moglie? Ciò che conta per me è che tu mi stia accanto ogni giorno della nostra vita insieme-

-Davvero?-

-Davvero. Ora, dunque, cosa vuoi fare, mi sposerai o no?-

-Casomai decidessi di tornare sui miei passi tu cosa faresti?-

-Credo che ti farei la corte ogni giorno fino a quando non ti deciderai a cambire idea. E poi, vuoi veramente incontrare la rabbia di Alice per aver rovinato questo giorno?-

-Ma questo è il mio matrimonio!-

-Credi le interessi?-

-…Effettivamente temo di no-

-E quindi qual è la tua scelta?-

-La più sensata che possa scegliere, ovvero sposarti. Solo una cosa-

-Tutto quello che vuoi-

-A proposito di Alice…non è che potremmo sposarci qui?-

-Come desideri. Da questa parte-

Mi ha condotta in una radura circondata da tanti alberi di tipi diversi: c’èerano pini, abeti, salici, il tutto attorniato da un insolito silenzio…molto insolito…

-Qui c’è decisamente il suo zampino…Alice, vieni fuori!!!-

-Pensavate di poptervi sposare senza che lo sapessi?-

-Più che pensarlo, direi che quasi ci speravo- mi sono intromessa io- sai, non ho niente contro il tuo modo di organizzare le feste, ma trovo che sia un po’ troppo sfarzoso, il genere di cosa che non gradisco molto-

-Beh, direi che se hai deciso di sposarti qui sei decisamente una tipa che si accontenta di poco…vorrà dire che ci accontenteremo anche noi. Forza Jasper tira giù…tre di quegli alberi laggiù- ha detto indicando i tre alberi più vicini a quello dove io e Carlisle davamo le spalle

-Cosa state facendo?- abbiamo chiesto entrambi

-Semplice ci stiamo trovando dei posti a sedere per assistere al giuramento- ci ha risposto Emmett

-Edward, credo tu sia perfetto per fare da prete- ha aggiunto Alice spingendo il povero vampiro in mezzo a noi- direi che ora si può cominciare no?- ha esclamato soddisfatta dopo che i tre malcapitati alberi erano stati abbattuti

-Si, ma…io che devo fare?!- ha esclamato Edward

-Edward lascia stare ci penso io- ha fatto Carlisle lasciando passare il figlio che si è andato subito a sedere su uno dei tronchi- allora…-

Così è iniziata la cerimonia del mio matrimonio, a cui peraltro non ho dovuto partecipare attivamente se non verso la fine

-…Vuoi tu amarmi, onorarmi e rispettarmi da ora e per sempre, nel lungo cammino dell’eternità?-

-Beh…so che detto da una mortale come me può sembrare strano ma…si lo voglio-

-…-

-…beh, e allora?-

-Dato che Non c’è alcun prete a sposarci, la formula di giuramento devi farla tu-

-Devo ripetere le tue stesse parole?-

-Esattamente-

-Bene… vuoi tu amarmi, onorarmi e rispettarmi da ora e per sempre, nel lungo cammino dell’eternità?-

-Si, lo voglio-

-Bene, quindi possiamo scambiarci gli anelli-

Una mano ha messo nella mia un anello che io ho infilato al anulare sinistro di Carlisle, mentre lui faceva la stessa cosa con il mio.

-Direi che ora lo sposo può baciare la sposa- ho detto per concludere la cerimonia

Subito le sue labbra sono calate sulle mie a suggellare il giuramento appena fatto, chuso in un bacio come tanti che racchiudeva tutto l’amore che provava per me.

-Ora direi che possiamo passare ai festeggiamenti!- ha gridato Alice

Subito sono stata trascinata dentro casa nella sala da ballo, dove tutto era pronto a iniziare. Subito è partita la musica e tutte le coppie hanno iniziato a muoversi al ritmo di un lento

-Spero tu sappia ballare questo ballo- ha sussurrato Carlisle al mio orecchio

-Si, certo-

A quel punto una delle sue mani mi è passata attorno alla vita mentre l’altra ha stretto la mia e io gli ho passato l’altra mia mano sulla sua schiena. Ora ci muovevamo volteggiando per la stanza,gli occhi di una in quelli dell ‘ altro, la sua mano che mi accarezzava la schiena…tutto stupendo, non fosse stato per il crescente dolore ai talloni

-Hai male da qualche parte?- quest’uomo mi leggeva forse nel pensiero?

Alla mia espressione stupita è quasi scoppiato a ridere

-Che ci trovi da ridere?-

-Niente, è solo che la faccia che hai fatto era molto buffa. Sai, sei molto espressiva-

-Come?-

-Anche prima ho capito che ti faceva male da qualche parte dalle continue smorfie di dolore sul tuo viso-

-Ah, ok…-

-Che ne dici se usciamo un po’?-

-Non credi che si offenderanno?-

-No. Dai andiamo, tanto c’è ancora tempo-

 

Tempo per cosa?  Ma non gli ho posto la domanda e  mi sono fatta trascinare nel giardino e poi più giù, fino alla radura dove c’era stata la cerimonia. A quel punto lui si è voltato verso di me e mi ha preso anche l’altra mano

-Perché siamo venuti fin qui?-

-Perché dove eravamo prima non potevo fare questo- e così dicendo mi ha spinta per terra mettendosi sopra di me

-Cosa stai facendo?-

-Non è ovvio?-

-Era una cosa che potevamo fare in un letto non ti sembra?-

-Già, ma in un letto non avrei potuto sentire questo odore paradisiaco-

-Cioè il mio?-

-Non solo. Sai, il tuo odore si sposa perfettamente con quello dell’erba. L’ho notato prima-

-Oh, abbiamo un intenditore qui…-

-Come si dice “ A un buon intenditore poche parole”-

-Eh?-

Non ho potuto continuare perché Carlisle mi ha tappato la bocca con un bacio, molto più audace del precedente. Successivamente la sua mano è andata giù a cercare la cerniera del vestito, facendomi riprendere

-Non dovresti fare così…-

-No?- ha fatto lui , baciandomi il collo

-No…-

-E allora perché mi stai stringendo così?-

-Per favore, basta…-

Intanto lui era sceso sul mio petto, sfiorandolo con le labbra

-No! Avrete tempo dopo per queste cose!-

Entrambi ci siamo voltati verso la voce appena sentita: era Alice

-Scusate, ma volevo dire una cosa a te Carlisle-

-Si- ha fatto lui alzandosi

-Per quella cosa che mi avevi chiesto di fare, purtroppo è sorto un problema-

-Quale?-

-Beh, hanno perso l’aereo e non potranno venire qui-

-Capisco…-

-Ha detto che le dispiace-

-Si, lo so. Grazie Alice-

Dopo averla congedata si è voltato verso di me, che intanto mi ero alzata

-Che succede?-

-Beh, ecco…per oggi avevo in mente di farti una sorpresa. Ero sicuro che ti avrebbe fatto piacere, ma ormai i miei piani sono andati in fumo-

-Di che si tratta?-

-Grazie ad Alice ero riuscito a mettermi in contatto con la famiglia che aveva adottato il tuo bambino. Sapevo che ti avrebbe fatto piacere incontrarlo almeno una volta, da come ne avevi parlato, e così avevo pensato di farti una sorpresa invitando la sua nuova famiglia oggi. Solo che…hanno perso l’aereo e non potranno più venire-

-Avevi fatto questo per me?-

-Già-

-Ti ringrazio!- ho esclamato gettandogli le braccia al collo

-Ma non…-

-Non importa che non siano qui,anzi ciò che per me più conta è che tu abbia fatto questo per me, perché significa che mi ami più di nessun’altra. Perciò non mi dispiace che non siamo potuti venire, anche perché ora ho una nuova famiglia-

-Quale?-

-Quella che creerò insieme a te!- ho sussurrato prima di baciarlo

Dopo siamo tornati in casa, dove Alice mi ha dato il suo regalo di nozze, con il divieto tassativo di aprirlo fintantoché non fossi stata pronta, a cosa non lo so. Infine abbiamo ballato fino a tarda serata, orario in cui Carlisle non mi ha portata a casa

-Allora- mi ha chiesto mentre mi stavo cambiando- ti è piaciuta la festa?-

-Si, devo dire che è riuscita bene- ho risposto chiudendo l’armadio e avvicinandomi a lui- ma ora…- ho sussurrato slegandogli la cravatta

-Che stai facendo?-

-Beh, questa è la nostra prima notte di nozze e pensavo che l’avremmo passata insieme-

-Infatti è così-

-Da quando dormi vestito?-

-Io non dormo, ricordi?-

-Si, ma vorrei che facessi un’eccezione-

-D’accordo-

Così alla fine sono entrata nel letto e poco dopo ho sentito due braccia che mi stringevano a un corpo gelido

-Direi che ora posso dormire tranquilla- ho fatto stringendomi ancora di più al mio amato vampiro

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

*L’autrice era in una stanza buia, in attesa del suo prossimo ospite, che tardava ad arrivare. Era molto tesa e infatti è saltata come una molla quando il suo cellulare si è animato cominciando a suonare la sua terribile melodia( pensate che poi tutte le suonerie che ho sono opere di autori come Vivaldi…puah!ç.ç). Ancora tremando la ragazza ha aperto la comunicazione*

Pronto?

-Parlo con l’autrice?-

Certo! Hai appena chiamato il numero del mio cellulare Carlisle!

-Bene. Vorrei scusarmi anticipatamente per il mio tremendo ritardo, informandola che arriverò ancora più tardi-

Capisco. Tranquillo non c’è problema!

-La ringrazio!-*chiusa conversazione*

MALEDIZIONE!!!! Si può sapere cosa cavolo sta facendo?! Eppure gli avevo detto che era importante la puntualità…beh, perlomeno si è scusato…vorrà dire che mi accontenterò di rivedere gli errori sul set…*così dicendo l’autrice fa partire una delle scene tagliate*

[la scena parte da quando Shinri e Carlisle sono nel bosco, dopo la terribile notizia di Alice. Carlisle cerca di scusarsi con lei, che però è irremovibile]

Dopo averla congedata si è voltato verso di me, che intanto mi ero alzata

-Che succede?-

-Beh, ecco…per oggi avevo in mente di farti una sorpresa. Ero sicuro che ti avrebbe fatto piacere, ma ormai i miei piani sono andati in fumo-

-Di che si tratta?-

-Grazie ad Alice ero riuscito a mettermi in contatto con la famiglia che aveva adottato il tuo bambino. Sapevo che ti avrebbe fatto piacere incontrarlo almeno una volta, da come ne avevi parlato, e così avevo pensato di farti una sorpresa invitando la sua nuova famiglia oggi. Solo che…hanno perso l’aereo e non potranno più venire-

-Avevi fatto questo per me?-

-Già-

-Ti ringrazio!- ho esclamato gettandogli le braccia al collo

-Ma non…-

-Non importa che non siano qui,anzi ciò che per me più conta è che tu abbia fatto questo per me, perché significa che mi ami più di nessun’altra. Perciò non mi dispiace che non siamo potuti venire, anche perché ora ho una nuova famiglia-

-Quale?-

-Quella che creerò insieme a te, pirla!-

STOP!!! Ma cosa cavolo dici?!

-Oh, andiamo, in questa scena non è assolutamente intelligente!-

-Veramente io mi starei attenendo al copione…-

E’ esattamente quello che devi fare! E dovresti farlo anche tu…>_>

-E va bene. Ma secondo me è un po’ idiota-

ATTIENITI AL COPIONE E NON LAMENTARTI!!!!

[altra scena. Ci troviamo in camera da letto, ultima scena del capitolo. Shinri si sta preparando per andare a dormire è propone a Carlisle di starle accanto]

Infine abbiamo ballato fino a tarda serata, orario in cui Carlisle non mi ha portata a casa

-Allora- mi ha chiesto mentre mi stavo cambiando- ti è piaciuta la festa?-

-Si, devo dire che è riuscita bene- ho risposto chiudendo l’armadio e avvicinandomi a lui- ma ora…- ho sussurrato slegandogli la cravatta

-Che stai facendo?-

-Beh, questa è la nostra prima notte di nozze e pensavo che l’avremmo passata insieme-

-Infatti è così-

-Da quando dormi vestito?-

-Io non dormo, ricordi?-

-Si, ma vorrei che facessi un’eccezione-

-D’accordo-

-Bene, vieni qui…- ho fatto iniziando a sbottonargli la camicia, trascinandolo a letto

-Ma che…-

STOP! STOP!!!!! Non credevo di aver ingaggiato una maniaca tra i miei attori!

-Ma io credevo fosse questa la scena da girare-

……Si girerà, ma SE e QUANDO lo dirò IO!! CAPITO?!?

-Allora lo faremo?-

--Sul serio?-

Si, e sarà qualcosa di ben congegnato, non frutto della tua testa bacata!

-Come vuoi tu…-

Leggi il copione piuttosto!

*le scene si sono concluse, giusto in tempo per l’arrivo di qualcuno. L’autrice è andata ad aprire la porta*

Come può la dolce e remissiva Shinri essere interpretata da quella li? ;_;*intanto la porta si apre e l’autrice cambia tono di voce*

Ciao Carlisle!  ^_^…O_O…OoO*…e ha notato il camice sporco di sangue del vampiro*

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!* l’autrice spaventata ha trovato un riparo “sicuro” dietrro una sedia, e guardava il vampiro sconcertato come si guarderebbe un nemico da una barricata*

-Che succede?-

NON   TI  AVVICINARE!!!!!

-Ma-* il povero vampiro ha fatto un passo avanti, cosa che ha particolarmente scosso l’autrice, che si è messa a correre in tonto, creando in poco tempo un anello scavato nel pavimento*

POVERA ME!!! ORA SARO’ TORTURATA DA QUESTO MIETITORE DI VITEEEEEEEEEEEEE!!!!!!! DOVE SONO LE MIE GUARDIE DEL CORPO QUANDO NE HO BISOGNO?!?

-A cosa ti stai riferendo?-

A quella! Come hai potuto fare una cosa così spregievole? A degli esseri umani?

-Io non farei mai del male a degli esseri umani! Io cerco solo di salvarli!-

*lo sguardo improvvisamente vacuo dell’autrice incontra il viso perfetto e innocente del vampiro, per poi spostarsi su quella macchia*

NO, MI STAI MENTENDO! CREDEVO FOSSI UN VEGETARIANO!*tornando dietro la “sicura” e “impenetrabile” protezione tra lei e il vampiro, ovvero la sedia*

-Ma io SONO vegetariano! Però non puoi aspettarti che inizi a  mangiare carote per nutrirmi!-

Quindi…quello è…è…sangue animale?

-No, è umano, non ho specializzazioni in campo v…-

…AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!*la scena ricomincia da capo, ovvero la suddetta autrice fa un nuovo buco scavato nel pavimento*

-Ma…un momento…ehi…insomma basta! Ero in sala operatoria! Facevo una delicata operazone chirurgica e quando ho finito sono venuto fin qui ancora con il camice-

Davvero?

-Certo!-

Bene!* l’autrice riprende a parlare con un sorriso falsissimo, come se tutto ciò non fosse mai successo*

Ora inizia il tuo lavoro! Dovrai leggere le lettere dei fan e rispondere loro! Sei pronto? Comincia!

...UN ALTRO CAPITOLOOOOOOOOOOOOO *_________________* Allora, bellissimo come gli altri! Devo dire che questa FF mi piace moltissimo! Però... ebbene si, c'è un però. anzi 2. =D Prima di tutto trovo alcune scene sbrigative, come per esempio il periodo in ospedale, ma quello posso capirlo... quello che mi avrei voluto vedere descritto è il ballo, perché secondo me così è veramente troppo essenziale... di certo non puoi descrivere tutti i passi dei due, ma qualche riga in più non sarebbe stata male xD. In secondo luogo, non c'è bisogno che tu copi la recensione, nell'angolo dell'autrice, puoi benissimo dire solo il nome di chi l'ha fatta X°D ma questi sono gusti. Andando avanti... LO SAI CHE MI HAI FATTO VENIRE UN INFARTO CON ANDREW COI CAPELLI LUNGHIIIIIIIII ç__________ç (tutti i presenti fanno una caduta stile manga) Oddioddioddioddio! Credevo de schiattà çOOOOç Fortunatamente MUHAHAHAHAHAHA! +_____+ Ok, andiamo avanti... bellissima la scena in ospedale e di quando lui sta per dichiararsi... rovina sempre tutto! Sembra proprio lui! X°°°D Kira, ti adoro <3 oh, a proposito di questo... Shinri cara, il fatto che tu non sappia di death note è SCONVOLGENTE °________° Fila subito a guardarlo! *intanto rapisco Andrew* Spero di potergli saltare addosso ora che è grande X°°D in ogni caso, questo capitolo è bellissimo lo stesso, quindi vedi di aggiornare presto è_é Per le meno io continuerò a recensirti ^^ A presto, Ordunque!!!!!! Chuuuuuuuu! <333 *stritola*”

-Bene, inizio col dire che l’autrice è molto felice che a te piaccia la sua storia, cara Baekho! Poi continuo dicendo(a detta dell’autrice ovviamente) che stavolta le scene sono abbastanza descritte. Inoltre per quanto riguarda Andrew, ti posso assicurare che su questo fronte l’autricce sta già facendo pericolosi progetti*lancia al’autrice una strana occhiata*. Alla prossima!

 

“Ciao. L'idea, dello spazio-autrice, è molto divertente e gradevole... da leggere. Quindi, sarebbe fantastico averlo anche nei prossimi capitoli. Per, questo "Capitolo" diciamo che è stato molto ironico. Dico, occorreva un qualcosa che andasse a stemperare l'atmosfera e tu l'hai creato. Alice è stata favolosa... diciamo, il solito-elfo. Aggiorna, prestissimo. Ciao!!!”

-Iniziamo col dire che l’autrice ti ringrazia per la sincerità*l’autrice gongola dalla felicità*. Dice anche che si è molto impegnata per quel capitolo e che è contenta ti sia piaciuto. Come richiesto ha rimesso questo spazio, senza peraltro togliere spazio al capitolo in sé( anzi, il capitolo è venuto più lungo del normale, più di sei pagine! Personalmente un mio record personale! Nd autrice)-

Bene ora passiamo alle domande, che saranno sulla tua vita privata…

*suona il cercapersone del dottore*

-Scusa, devo proprio scappare. Sarà per la prossima volta!-

Ma….ç_ç

Beh, pazienza. Vi avviso che non pubblicherò più così spesso purtroppo, a causa della scuola. Alla prossima!

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Honey moon ***


CAPITOLO 35: Honey moon

Le prime luci del mattino erano sul mio volto quando mi sono svegliata. Tutto quello che era accaduto il giorno prima mi sembrava ancora un sogno, ma una rapida occhiata sul mio ventre è bastata a confutare ogni possibile dubbio: esattamente posizionate attorno alla mia vita c’erano due braccia bianche come il marmo e, come questo, fredde come il ghiaccio. Molto lentamente sono riuscita ad allentare la presa di quegli arti per potermi voltare verso il loro possessore. Era di fianco a me, bello come il sole, un dio fra gli uomini, disteso su un fianco, con la pelle sorprendentemente arcobalenante ai raggi solari, gli occhi semichiusi che celavano iridi di miele, addormentato…o almeno questo sarebbe stato ciò che avrei pensato se non avessi saputo quale fosse il suo vero essere; vampiro, ecco ciò che avevo davanti a me.. Tuttavia, in questo momento io ho davanti a me il dottor Cullen, mio marito,e per questo non ho paura e posso guardarlo senza temere nulla, godendomi le sorprese che il corpo di un uomo può nascondere sotto la camicia: lui infatti se l'era tolta e ora il suo torace dava bella mostra di sé accomodato sul mio letto, con i suoi pettorali e bicipiti di marmo bianco e la sottile peluria bionda che ricopriva tutto il busto, fino ad arrivare al basso ventre dove c'erano i pantaloni, la cui cintura era sbottonata. In quel momento ho voluto toccarlo per accertarmi che ciò che mi stava davanti era reale e non soltanto un sogno, ma non appena la mia mano ha sfiorato quella pelle bianchissima e splendente, una delle sue mani me l'afferrata portandola alle labbra del vampiro gentiluomo che mi fissava con uno sguardo color del topazio più puro.

-Buon giorno, principessa-

-Buongiorno a te. Come hai passato la nottata?-

-Magnificamente, direi. Sai, ho fatto uno splendido sogno-

-Ma davvero? E di che genere?-

-Oh, nulla di che. Mi sono sposato con la ragazza più bella del pianeta e ho passato la notte con lei, nel suo...volevo dire, nel nostro letto. Ma...- ha aggiunto, trascinandomi tra le sue braccia e sollevando il mio volto cosicché potessi vedere il suo- a quanto pare non è stato un sogno. Dico bene?-

Prima che potessi rispondergli mi ha chiuso la bocca con un bacio mettendosi sopra di me

-Direi di no- gli ho risposto non appena sono stata di nuovo in grado di respirare normalmente- e ti sarei grata se mi lasciassi andare. E' tardi-

-Cerchi forse qualche scusa per scappare?-

-...Può darsi. Però in fondo abbiamo molto tempo per questo, perciò, se no ti spiace, vorrei andare a fare un bagno. Posso? -

-Certo, amore. Anche se non ne capisco il motivo, visto che hai un buon odore- ha fatto lui spostandosi per farmi passare

L'ho guardato con uno sguardo sconcertato

-Cosa c'è? Non posso chiamarti “amore”? E pensare che desideravo molto farlo...-

-In realtà era per il mio odore, ma..beh, ecco...è che suona strano, non trovi? Preferirei se mi chiamassi in un altro modo-

-Allora...cucciola?-

-No-

-Pulcino?-

-No!-

-Cerbiatta?-

-Assolutamente no-

Intanto mi dirigevo verso il bagno con lui al seguito

-Che ne dici di...-

-Ma...-

-Allora...che ne dci di micia? Secondo me ti sta bene-

-N...perché dici che mi sta bene?- mi ero voltata verso di lui per dirgli di no ma la curiosità era stata troppo forte

-Beh, perché ho notato che mentre dormi russi leggermente, e quel lieve brontolio mi ha ricordato un gatto che fa le fusa. Inoltre ti eri praticamente acciambellata contro il mio petto, e così...-

-Senti...perché non puoi chiamarmi semplicemente con il mio nome?- ho esclamato con le guance arrossate per la vergogna

-Perché tu per me sei diversa dagli altri, perciò vorrei chiamarti con un soprannome. Per favore...-

-E va bene- ho tagliato corto, mettendo fine al discorso chiudendo la porta del bagno

poco dopo mi trovavo nella vasca, immersa in un are di schiuma, e riflettevo; l'idea dei nomignoli mi aveva messa a disagio, forse perché ancora non ero abituata all'idea di essere sposata con lui...o forse perché mi vergognavo e non volevo che altri sentissero, anche se poi effettivamente ero io. Mi sono lavata i capelli con essenza di pino, così simile all'odore che lui emanava...e ho concluso con un balsamo con estratti di noce. Mi sono sporta verso il gancio attaccato al muro che solitamente ospitava il mio accappatoio, che però era assente, e in quel momento mi sono ricordata di averlo lavato e di non averlo messo a posto. Poco dopo sono uscita dal bagno con indosso uno striminzito asciugamano

-Ma dimmi te se me ne devo andare in giro con sto coso scomodo! Non mi piace...-

-A me si e anche tanto-

Carlisle era alle mie spalle, le braccia sui miei fianchi, e annusava il mio odore con evidente piacere

-Comunque avevi ragione: hai un profumo ancora più buono dopo un bagno...-

-Mi stai assaporando con gli occhi? Credevo fossi vegetariano-

-Sto assaporando ogni singolo aspetto di te. E non vedo l'ora che tu sia mia-

-Ma io sono già tua-

-Non come lo intendo io-

Così dicendo ha toccato l'asciugamano, allentandolo

-D-devo andare a vestirmi. E anche tu dovresti farlo o sbaglio? Non devi andare in ospedale?-

-Si...- ha risposto con un sospiro

In camera, dopo avergli chiesto di non guardare, ho tolto l'asciugamano e mi sono vestita. Con una t-shirt e dei pantaloncini mi sono diretta in cucina, dove ho trovato Andrew, intento a rovistare nel frigorifero

-Ma tu...che ci fai qui?-

-Come, non posso stare a casa mia?- ha fatto lui voltandosi verso di me: aveva la bocca piena di cibo e in mano un voluminoso panino con ingredienti che messi insieme i facevano venire il voltastomaco

-Prima di tutto, non si parla a bocca piena!- ho gridato puntandogli un dito contro e lui ha faticosamente e miracolosamente deglutito- e comunque io mi riferivo al perché tu fossi in cucina, davanti a un frigorifero! Voi vampiri non vi nutrite solo di sangue? E poi...cos'è quello?- ho aggiunto disgustata indicando lo strano panino

-Ah beh, io non sono un vampiro completo, quindi posso mangiare anche il cibo umano. Per quanto riguarda il panino, non so cosa ci ho messo dentro, ma è buono-

-Hai appena messo insieme mela, cipolla e carne cruda. Come puoi mangiarlo?-

Lui ha fatto un'alzata di spalle, addentando un altro pezzo

-Com'è, buono?- ha chiesto Carlisle con tono un po' schifato un po' divertito, comparendo alle mie spalle e attirandomi a sé

-Non è male, ma preferisco il sangue. Stasera andiamo a caccia insieme?-

-Si, è una buona idea-

-Quindi stasera sarò da sola-

-Si, stare con te mi fa male e ogni tanto devo staccare- ha scherzato lui

-Ok...- ho mormorato poggiando la testa al suo petto

-Non ti preoccupare, siamo vampiri!- ha protestato Andrew

-Se ci saranno problemi, torno subito, va bene?-

-D'accordo- ho risposto

-Ora vado- mi ha detto sfiorando le mie labbra con le sue

-Sto mangiando!-

Carlisle si è congedato con un largo sorriso

-Beh, me ne andrei anch'io...-

-Dopo il casino che hai lasciato?-

-Non penserai mica che io mi metta a pulire?- mi ha chiesto lui con sguardo sorpreso

Prima di rispondere ho ripensato a ciò che aveva mangiato. Se lo avessi lasciato da solo a pulire...meglio non pensarci.

-Va bene. Vattene-

Dopo che anche Andrew è uscito, ho pulito la cucina e rifatto il letto, poi ho lavato il pavimento...insomma ho fatto le faccende domestiche.

Rapidamente è scesa la sera, portando con sé anche Carlisle e Andrw.

Io ero sdraiata sul divano, incapace di muovermi per la stanchezza

-Che hai fatto?!- mi ha chiesto carlisle allarmato, venendomi incontro

-Oh nulla, solo dei lavori domestici...-

-Avresti potuto aspettare che tornassi! Guarda come ti sei ridotta!-

-Non è per quello che sono ridotta così. Sai, i miei problemi con l'ipoglicemia...-

-Non avresti dovuto sforzarti! Hai mangiato?-

-Si...-

-Allora ti porto nel letto-

-Va bene-

A quel punto mi ha presa in braccio, portandomi nel letto, dove mi sono addormentata quasi subito..

Dopo quel giorno, molti altri sono seguiti, fino a quando non è passato un mese esatto: eravamo in luglio e si avvicinava il mio compleanno.

Improvvisamente Alice ha iniziato a frequentare casa mia, facendomi vedere molte foto di varie isole, tutte molto belle e ricche di foreste

-scusa- le ho chiesto alla terza foto- ma perché mi fai vedere queste foto?-

-Beh, ma per la vostra luna di miele no? Carlisle ha detto di far scegliere a te dove la farete-

-E queste sono...-

-Nostre isole-

-Capisco. Devo sceglierne una?-

-Si!-

-Allora...direi questa!-

-Bene! La partenza è fissata per la prossima settimana, perciò dovrò prenderti qualche altro indumento. Poi penseremo alle valigie. Ok?-

-Va bene...-

Così è cominciata l'odissea dei negozi di vestiti: quelli che visitavamo non erano mai abbastanza e alla fine della settimana avevo il guardaroba completamente rifatto. Io assistevo all'inesorabile fine dei miei vecchi abiti,m finiti tutti nella spazzatura,oppure venduti nei mercatini dell'usato. Alla fine la dolce vampira ha deciso di farmi anche la valigia e alla fine l'unico paio di indumenti che potevo indossare erano una minigonna e una camicetta, più ovviamente tacchi. Siamo partiti il giorno dopo: non appena mi ha vista, Carlisle ha fatto una faccia stupita

-Co...come mai ti sei vestita così?-

-Alice. Dice che tra noi non c'è abbastanza movimento e ha deciso di darci una mano-

-Movimento? Non intendeva mica...? -

-Si. Lei ha avuto la visione e si è convinta che sarà lei stessa a farci...hai capito-

-Bene. Vogliamo andare?-

Il viaggio è durato relativamente poco (quello in macchina almeno), poi ci siamo fatti un giro su una delle loro barche, ovviamente nascoste in un luogo poco frequentate. Durante la maggior parte del viaggio in barca ho dormito, perciç sono rimasta molto sorpresa di trovare un'isola ricoperta di verde al mio risveglio. Ci siamo fermati su una spiaggia bianca, dopodiché siamo scesi:attorno a noi un'intera distesa di alberi. Carlisle ha portato le valigie, addentrandosi nel cuore della foresta con me al suo seguito; siamo passati per uno stretto passaggio tra gli alberi, fino ad arrivare in una radura, al centro della quale c'era una casetta di due piani con una veranda. Sono salita per tre gradini prima di trovare la porta che mi ha condotta dentro casa: l'ingresso era ampio è dava su un arco che conduce in un salotto, nel quale potevo intravedere una porta che probabilmente portava nella cucina; di fianco all'arco c'era un'altra porta, chiusa, e le scale. Dopo averle salite mi sono trovata davanti ad uno stretto corridoio che portava direttamente ad un ampio balcone sul retro della casa; ai lati di questo corridoio c'erano due stanze, una di fronte all'altra. Subito mi sono diretta verso il balcone e sono uscita: davanti a me c'era uno spettacolo magnifico, un'intera distesa di acqua salata, punteggiata di qua e di là da scogli scuri, con una striscia di sabbia appena visibile; in lontananza, probabilmente su un promontorio, c'era una fitta area boschiva, su cui però non mi sono concentrata molto, tornando con lo sguardo verso il mare, lievemente increspato dal leggero vento che in quel momento stava soffiando. Affacciata da quel balcone ho potuto osservare dei gabbiani banchettare coi pesci del grande oceano.

-Ti piace?- Carlisle era arrivato alle mie spalle, cingendomi i fianchi

Ho annuito

-Bene, allora preparati, te lo faccio vedere più da vicino-

Dopodiché sono entrata nella camera da letto e ho aperto l mia valigia, trovando quasi subito quel che cercavo, ovvero un costume da bagno: Alice non aveva dimenticato niente. Sopra il bikini esageratamente colorato ho messo una maglietta, poi delle ciabatte e sono uscita

-Non credo ti serviranno quelle-

Carlisle era alle mie spalle e mi stava osservando

-Andiamo-

Così siamo scesi sulla spiaggia, proprio una striscia come l'avevo vista, con un mare stupendo

-Se vuoi precedermi...- ha proposto lui indicando la grande distesa salata e io non me lo sono fatto ripetere due volte: sono entrata immergendomi completamente e stendendomi sul pelo dell'acqua.

Poi mi sono voltata verso la spiaggia, dove mio marito mi osservava divertito e sono rimasta li, a farmi accarezzare la pelle dai raggi solari; poco dopo ho sentito qualcosa afferrarmi e mi sono ritrovata davanti Carlisle in costume da bagno, gocciolante e sorridente.

-Cosa....come...?-

-Io no ho bisogno di respirare sott'acqua-

-ma un attimo fa eri li e adesso...-

-Noi vampiri siamo veloci, ricordi?-

Io l'ho guardato con espressione corrucciata, finché lui per scherzo non mi ha schizzato l'acqua in faccia

-Ehi!- ho fatto schizzandolo a mia volta: è così iniziata una battaglia tra schizzi d'acqua, da cui ovviamente io sono ucita sconfitta, dato che a lui gli schizzi d'acqua non facevano nulla.

Sono tornata a casa stanchissima e sono andata a farmi la doccia per togliermi il sale dai capelli e dalla pelle, poi sono entrata in camera da letto, dove ho visto Carlisle seduto sul bordo del letto

-Non voltarti- gli ho detto, anche se non ce n'era bisogno, dato che lui non mi ha ascoltata. Dopo che mi sono vestita, però mi sono avvicinata

-Che succede?- gli ho chiesto sedendomi dietro di lui e sporgendomi dalla sua spalla per vedere meglio- cosa fai col mio cellulare?-

-Alice ti ha mandato un messaggio: ti fa gli auguri per il tuo compleanno-

In quel momento ho capito il problema- Oh, non ti preoccupare, non importa- gli ho baciato una guancia

-A me si!- mi ha risposto, voltandosi di scatto e facendomi spostare- insomma, sei mia moglie e non so neanche quando è il tuo compleanno!-

-Scusa...- ho mormorato cercando di sfiorarlo

-Non è questo...avrei voluto farti un regalo...-

-Tranquillo, non importa. Avrei dovuto dirtelo, ma quando ho visto questo posto mi è passato di mente- gli ho preso il volto tra le mani- e per quanto riguarda il regalo, non lo voglio da te: mi hai già dato più di quanto meritassi. D'accordo?- gli ho baciato leggermente le labbra

-Va bene...- ha sussurrato sulle mie labbra, prima di baciarmi di nuovo

L'ho attirato a me, passandogli le mani attorno al collo, bacandolo con foga, mentre lui mi passava le sue mani dietro la schiena, sotto la maglietta che avevo indossato; poco dopo una delle sue mani è andata ad accarezzare una delle mie cosce, mentre l'altra tentava di sfilarmi la maglietta. A quel punto ho avuto un ripensamento e mi sono separata da lui

-Che succede?- ha chiesto respirando in fretta, mentre gli occhi tornavano del loro consueto colore

-Scusa- sono riuscita a dire in un sussurro

-Non importa- mi ha risposto lui abbracciandomi, con una nota di risentimento nella voce.

Spazio dell'autrice

Nella sua solita stanza, l'autrice attendeva che il suo prossimo ospite arrivasse. Improvvisamente ha sentito degli strani rumori nella stanza affianco, quella dove era custodito l'unico mezzo per sopravvivere conosciuto dall'autrice(Oltre ai manga e al computer, ovviamente Nd autrice), ovvero il frigorifero. Con una mazza da baseball ha aperto lentamente la porta della stanza in questione, trovandosi davanti...Andrew!”

Che ci fai qui?! Io ti aspettavo nell'altra stanza!

-Beh, avevo un certo languorino e così...-

Mangia la roba altrui allora! Comunque, cominciamo leggendo le recensioni delle nostre lettrici, a cui tu ovviamente dovrai rispondere

-Va bene “

Ciao. Un matrimonio molto singolare ma ciò non toglie che sia stato speciale. Divertente, soprattutto la scena del pastore... Carlisle è un ottimo officiante. Lo spazio-autrice è stato, come se fosse possibile, ancora più comico. Alla prossima. Ciao!!!”


Iniziamo col dire che io al matrimonio non c'ero...ho avuto un po' di problemi...-

Come non sapere dove si sarebbe tenuta la cerimonia

-Mica è colpa mia se non lo sapevo! Andiamo avanti: Carlisle ha avuto come maestro suo padre e suppongo che oltre a condannare innocenti i pastori anglicani facessero matrimoni...anche se in realtà potrebbe averlo imparato dalla televisione...andando avanti, posso dire che l'autrice si sforza molto per far si che questo angolo vi possa piacere. Ora passiamo all'altra “

è stato bellissimooooo!!! Alla parte del matrimonio mi sono fatta un sacco di risate! e poi all'angolo autrice... sei davvero bravissima! Spero che aggiornerai presto, morsetti by Jadis”

Allora...l'autrice è contenta che ti sia divertita, perché in questi momenti di inizio scolastico serve ridere. L'autrice mi dice di dirti che comunque non sarò mai brava come te in fatto di risate, inoltre si scusa di non poter recensire la tua storia(la mia nuova vita a Fox) anche se legge tutti i capitoli. Diciamo che non ha aggiornato prestissimo, però il capitolo è lungo...9 pagine. Bene, direi che ho finito. Ora avrei una richiesta-

Dimmi pure! ^_^

-Ecco...in questa storia potrò avere una ragazza? Ti prego, ti preeeeeeeeeeego....-”si trasforma in bambino di due anni e fa all'autrice gli occhi dolci”

Per quanto tu possa essere carino...la risposta è...forse

-Davvero?-

Ma certo!”l'autrice apre una porta e una figura vestita di nero entra e afferra il malcapitato Andrew”

Non temere! Con Baekho sarai in ottime mani!

-Un attimo!!!!-

Ciao! Bene dire che con questo io concludo e vi avviso che dal prossimo capitolo la storia sarà rating rosso! Ciao!!!!!

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Capitolo 36
*** Love and sex ***


Capitolo 36: Love and sex


Il giorno dopo lui era andato nuovamente a caccia e mi aveva lasciata sola, cosicché io ho potuto pensare a ciò che era successo ieri: era stato bellissimo immergersi nell’acqua salmastra, avere il sole caldo sulla pelle e poter ammirare il meraviglioso spettacolo di luce delle gocce d’acqua sulla pelle illuminata dal sole di Carlisle. Era stata una giornata perfetta, perfetta fino a quando lui non mi aveva chiesto…di fare l’amore, anche se non lo aveva detto con le parole. La verità era che non mi sentivo ancora pronta, dopo che Aaron aveva abusato di me, e così avevo rifiutato. La delusione sul suo volto era molta ma aveva accettato di buon grado capendo che questo mi avrebbe rassicurata. In quel momento mi ero chiesta se per lui fosse un problema, ma non avevo trovato una risposta. Alla fine, però, questa mia paura non aveva senso: temevo infatti che anche lui potesse farmi del male, ma era una cosa impossibile, perché ormai avevo capito che lui non lo avrebbe fatto volontariamente. Affacciandomi alla finestra e guardando lo spettacolo che mi si presentava d’avanti mi chiedevo quanto tempo saremmo rimasti in questo posto meraviglioso. Non avendo una risposta ho deciso di svuotare la valigia e così facendo ho trovato il regalo di Alice. Mi aveva detto di non aprirlo fino a quando non fossi stata pronta e io, non avendo mai capito cosa intendesse, non lo avevo ancora scartato. Una volta tolta la carta ne è uscito fuori un abito nero; l’ho sollevato davanti a me e ho visto inorridita che era una sottoveste nera trasparente. Alice…Alice mi aveva regalato…questo?! Avrei dovuto indossare questo?! Credeva veramente che a Carlisle sarebbe piaciuta questa cosa? Con ogni probabilità, forse…beh, tanto valeva provarlo. Una volta indossato, mi sono diretta davanti allo specchio e mi sono osservata. Non ero male, in effetti, forse fin troppo appetibile, però. Improvvisamente ho sentito un rumore alle mie spalle e, voltandomi, ho incrociato lo sguardo di Carlisle, che mi guardava esterrefatto.

-Che cos’è quel vestito?-

-Un regalo di Alice- ho risposto semplicemente

-E…perché lo staresti indossando?-

-Volevo vedere come mi stava. Che te ne pare?- gli ho chiesto facendo un giro su me stessa

-Dire che ti sta bene sarebbe un eufemismo. Sei splendida - ha risposto lui

avvicinandosi – e direi che Alice ha avuto buon gusto come sempre. Questo tessuto sta molto bene sulla tua pelle- ha aggiunto accarezzandola

-Sei serio?-

-Ovviamente- il suo volto era sempre più vicino, sentivo il suo dolce respiro sulla pelle

-Cosa vuoi fare?- l’ho stuzzicato io

-Come se tu non lo sapessi. Se non lo avessi saputo non ti saresti vestita così- ha fatto lui sorridendo e avvicinando ancora di più il suo volto al mio, tanto che le nostre labbra potevano sfiorarsi

-E allora cosa aspetti?-

-Che tu me lo chieda, amore-

Finito questo scambio di battute le nostre labbra si sono unite e le sue braccia mi hanno cinto i fianchi. Immediatamente il nostro bacio si è ampliato e le nostre lingue si sono intrecciate nelle nostre bocche; nel frattempo le mie mani erano andate sotto la sua camicia e in quel momento la stavano sbottonando, scoprendo il suo marmoreo petto bianco. Lui si è staccato da me con un sorriso e mi ha spinto sul letto, baciandomi il collo, mentre io lo attiravo a me. Così come tutto era iniziato, però, tutto era finito, con Carlisle che si è separato da me, gli occhi completamente neri, e si è allontanato

-Che succede?-

-Non…posso. Il tuo sangue…-

-Cosa succede col mio sangue?-

-Ecco…quando ti emozioni.. la tua pressione sanguigna aumenta e.. per me risulta abbastanza difficile restare calmo e non morderti-

-…D’accordo, allora…credo che andrò a mangiare qualcosa- ho fatto io cercando dei vestiti più adatti, ovvero una camicetta a fiori e un paio di pantaloni di jeans

-Ah, no aspetta. Lascia fare a me- mi ha gridato lui mentre si risistemava la camicia

Così ci eravamo diretti in cucina, dove lui mi aveva deliziato con la sua cucina sempre impeccabile, e rapidamente è scesa la sera. Ero estremamente nervosa e avevo deciso di farmi un bagno per rilassarmi. Ancora vestita, ho riempito la vasca con dell’acqua, successivamente riempita di bagno schiuma. Finito di riempire la vasca, ho cominciato a svestirmi. Sentendo la porta aprirsi piano, però, mi sono subito fermata. Poco dopo due mani mi hanno cinto i fianchi e Carlisle mi ha baciato alla base del collo.

Mi sono voltata verso di lui sbigottita: non era forse lui che si era fermato poche ore prima dicendo che non poteva per non rischiare di uccidermi? Ma allora cosa stava facendo? Non ho avuto il coraggio di chiederglielo, mentre lui mi spingeva verso la vasca, fino a quando non ci siamo finiti dentro: poco dopo siamo riemersi entrambi, bagnati fradici. Esattamente come era accaduto ieri sulla spiaggia sono rimasta piacevolmente sorpresa da come i suoi capelli biondi bagnati sembrassero fili d’oro sul suo volto perfetto. Mi guardava come un puma guarda una renna, con i suoi profondi occhi neri, due pozzi senza fondo di lussuria. Si è staccato da me e mi ha sfiorato il viso, le labbra, il collo, le guance avvicinandosi

-Posso?- mi ha chiesto poi ha ripreso a baciarmi, senza darmi il tempo di rispondere mentre con le mani esplorava il mio corpo sotto la camicia bagnata, raggiungendo il reggiseno. Una volta là, ha incominciato a palparmi i seni, finché non ha tirato fuori le mani e mi ha sbottonato lentamente la camicia, buttandola successivamente sul pavimento fuori dalla vasca. E va bene, in fondo sapevo che lui non avrebbe osato farmi del male. Così l’ho baciato e lui mi ha fatto sbattere la spalla contro il bordo della vasca

Ho emesso un verso strozzato di dolore

-Scusa! Ti ho fatto male?- mi ha chiesto spaventato toccandomi la spalla ferita

-No, continua...- ho sussurrato al suo orecchio, così che lui ha continuato, abbassandomi le spalline e baciando i lembi di pelle scoperti e non. A quel punto è tornato sulle mie labbra e mi ha stretta a sé, mentre le nostre lingue si erano intrecciate in una danza di passione e lussuria, mentre slacciava il reggiseno, sfilandolo e gettandolo in un angolo, per poi dedicarsi ai miei seni, i cui capezzoli erano turgidi; ogni volta che lui li toccava un nuovo gemito usciva dalle mie labbra . Mentre ero stretta contro la sua camicia bagnata, l’ho staccato da me e gliel’ho sbottonata con dita frementi, liberando i suoi muscoli granitici. A quel punto mi sono avvicinata al suo petto e ho iniziato a baciarlo, piccoli baci che hanno lambito ogni centimetro di quella pelle ghiacciata. Anche lui aveva emesso dei piccoli gemiti, la sua voce una soave melodia alle mie orecchie, prima di abbassare le mani sotto l’acqua, mentre la mia pelle bollente era percorsa dai suoi freddi baci, che lentamente scendevano verso il mio basso ventre, avvicinandosi al mio bacino. Intanto aveva sbottonato e tolto i pantaloni, che erano finiti, come gli altri miei indumenti, sul pavimento; arrivato infine alla mia biancheria, l’ha abbassata lentamente coi denti, scoprendo pian piano la mia femminilità, per poi fermarsi ad osservare il mio corpo nudo che gli si presentava davanti. Subito dopo, avvicinandosi a me e guardandomi con sguardo eccitato, con una voce che non sembrava sua, bassa e seducente com’era, mi ha sussurrato

-Sai, pensavo di doverti ripagare per il favore che mi hai fatto alcuni mesi fa-

-Cosa…?- non ho fatto in tempo a completare la frase che lui mi si era fatto nuovamente vicino e mi aveva bloccato il respiro:aveva fatto entrare qualcosa nella mia femminilità e adesso spingeva dentro e tirava fuori in continuazione, sicuramente intenzionato a farmi sciogliere. Notando il mio ansimare e la mia presa che si era fatta più stretta sulle sue spalle, ha aumentato la velocità, provocando in me altri gridolini soffocati. Evidentemente appagato dal suo operato ha tirato fuori due dita dall’acqua e le ha portate alle labbra per poi leccarle

-Mmmmm…hai un buon sapore- mi ha informato lui dolcemente, facendomi avvampare, dopodiché mi ha sollevata delicatamente per farmi sedere sul bordo della vasca, dove io ho chiuso le gambe ancora rossa in viso. Lui mi ha sorriso prima di aprirle delicatamente ed abbassarsi rapidamente: da dove ero posizionata potevo vedere tutto quello che faceva, e quella vista mi piaceva. Con la lingua aveva iniziato a sfiorare delicatamente il mio sesso, divenendo sempre più audace. Dopo cinque minuti di quel lavoro avevo circondato il suo collo con le mie gambe ma lui non ci aveva fatto caso e mi aveva sollevato le cosce per poter operare meglio. Non appena ha iniziato, le mie mani sono andate ad afferrare i suoi capelli, spronandolo a continuare: mi piaceva, eccome se mi piaceva, ciò che faceva con la lingua; mi stava facendo impazzire e, lo sentivo, presto sarebbe arrivato il momento tanto agognato. Però, proprio quando stavo per venire, lui si è fermato. Non volevo lo facesse, volevo invece che lui arrivasse fino in fondo, così gli ho spinto la testa nuovamente verso il mio sesso, perché terminasse ciò che aveva iniziato, cosa che lui ha fatto, sempre più velocemente. Con un forte gemito mi sono liberata dal dolore. Ho abbassato lo sguardo per incontrare il suo: mi osservava leccandosi le labbra, mentre un liquido trasparente gli usciva dalla bocca. Non potevo sopportare oltre: credevo di potercela fare, ma mi sbagliavo, avevo solo 18 anni e non mi sentivo ancora pronta. Ero ridicola! Mi sono alzata,coprendomi come potevo cn la schiuma, con l’intenzione di uscire dalla vasca, ma lui mi ha bloccata prendendomi per le gambe e rischiando di farmi cadere, dopodiché si è rialzato, baciando sensualmente ogni centimetro della mia pelle nella sua risalita,molto lenta e altrettanto sensuale. Una volta alla stessa altezza, per quanto differente potesse essere, lui mi ha guardato sorridendo e mi ha sussurrato in un orecchio

-Non vorrai veramente fermarti qui?- e me lo ha morsicato

-N…no…- ed era vero: ormai non potevo più fermarmi, lo volevo con tutta me stessa

Subito dopo lui mi ha sollevata e trasportata fuori dall’acqua, facendomi poggiare contro una parete, dove ha preso a leccarmi, facendo scomparire così le gocce d’acqua che mi ricoprivano, per poi tornare sulle mie labbra, baciandomele e mordicchiandomele. Mentre lui faceva questo, io svelta gli slacciavo i pantaloni, che si erano ammucchiati ai suoi piedi, seguiti dai suoi boxer. Ora la sua erezione era ben visibile ed io eccitata l’ho sfiorata, prima di stringermi a lui con un brivido. Lui, pensando fosse di freddo, ha preso un asciugamano e mi ci ha avvolto, ma io l’ho attirato a me prima che potesse rinchiudermi in quella prigione di cotone, cosicché ci siamo ritrovati entrambi avvinti in quel rotolo colorato,avvinghiati e inseparabili, fuoco e ghiaccio, caldo e freddo. In quella posizione la nostra passione non ha fatto altro che aumentare: stretti l’uno contro l’altra, i nostri baci erano sempre più ardenti, mentre lentamente ci stavamo dirigendo verso la camera da letto. Una volta li, ci siamo liberati del asciugamano ingombrante, abbracciati e pronti al atto finale. Gli ho stretto le braccia al collo, mentre le nostre labbra tornavano ad unirsi e alla fine lui è entrato dentro di me. Contrariamente a quanto immaginassi, è stato molto delicato e ha cercato di farmi male il meno possibile

-Se ti faccio male, fermami-

-Non preoccuparti. Sono sicura che non succederà-

-No… io non lo sono. E non voglio che tu ti riduca come con quel…-

-Tranquillo, sono certa che non succederà. A rendere la situazione più sicura ci sei tu, perciò io non ho paura. E poi oltre a essere un vampiro, sei anche un medico, quindi ho molta fiducia sul fatto che dopo saprai come lenire le mie ferite- l’ho tranquillizzato io prima di baciarlo dolcemente e lui, seppur riluttante, ha continuato. Come immaginavo il dolore non era presente, anzi! Era meglio di quanto avessi mai potuto immaginare ma sentivo anche che Carlisle avrebbe voluto smettere, per evitare di provocarmi dolore, e non volevo, per questo gli sussurravo al orecchio di non fermarsi, di continuare perché questo era ciò che volevo. Infatti c’era il piacere, inesprimibile con gesti e parole, che mi spingeva a desiderarlo, fino a farmi male. Le nostre labbra erano unite in baci ardenti, mentre lui abbassava le mie braccia e ci poggiava sopra le sue mani per darsi maggiore spinta e entrare meglio in me. Io mi sono attaccata a lui, inarcando leggermente la schiena, unendo nuovamente le mie labbra in un bacio con le sue; ad un certo punto abbiamo invertito le nostre posizioni ed io mi sono ritrovata sopra di lui e le sue mani, che fino a quel momento erano state sulle mie gambe, si sono spostate sui miei seni, massaggiandoli ritmicamente. Al culmine dell'estasi ho gettato la testa indietro, ansimando, prima di chinarmi nuovamente su di lui baciandogli il collo, il petto e ha volte mordicchiandoli, mentre lui passava le sue mani su miei capelli, scendendo sulle spalle e accarezzando la schiena, prima di farmi risalire sulle sue labbra e riprendermi a baciarmi. Alla fine, con una forte spinta e un ruggito, lui è venuto dentro di me, facendomi sussultare e provocando in me gemiti di piacere. Poi, con un tenero bacio, lui è uscito per poi mettersi al mio fianco ad osservarmi. Continuavo ad ansimare, senza fiato ma felice e, dalla sua espressione, capivo benissimo cosa stesse pensando, anche se non usava le parole e gli ho poggiato la mano su una guancia per rassicurarlo. La situazione non era peggio di quello che avevo immaginato, anzi a parte la stanchezza, stavo benissimo

-Come ti senti?- mi ha chiesto con apprensione

-Non posso dire di stare bene… ma, a parte questo… a meraviglia:… è stato fantastico…!- faticavo a parlare e a respirare, ma ero felice: finalmente io e lui eravamo una cosa sola, ci eravamo uniti non solo simbolicamente, ma anche fisicamente. Improvvisamente l’ho visto alzarsi

-Dove vai?-

-Devo allontanarmi da te: non è ancora detto che non possa farti del male-

-No, aspetta- ho sussurrato afferrandogli la mano- non te ne andare, resta con me almeno finché non mi sarò addormentata-

Così dicendo, l'ho tirato di nuovo sul letto per poi raggomitolarmi su di lui, stringendogli la schiena con le braccia. Al suo sguardo stupefatto ho fatto una risata

-Che c'è? Non dicevi che ero la tua gattina?-

-Ora ricordo! Hai ragione- ha fatto lui sfiorandomi la testa con le labbra

-Già-


Ehilà! Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo, che era da tanto che avevo scritto! Cosa ve ne pare! Spero vi sia piaciuto, perché di meglio non posso fare, ho usato tutta la mia vena erotica! Per oggi non ci sarà nessuno spazio autrice per due motivi: nessuno si è offerto volontario dopo ciò che è successo con Andrew ed io sono troppo arrendevole per costringerli a partecipare, perciò ora sarò io a rispondere alle vostre recensioni(spero non vi dispiaccia! ;) )


Uchiha_chan: credo che ormai tu abbia capito cosa terrorizzasse Shinri, quindi non te lo spiego, anche perché era una paura irrazionale. Per quanto riguarda la descrizione, anch'io sono rimasta molto sorpresa di riuscire a farne una, figurati due(anche se una mia amica ha detto che più che descriverlo, io ho osannato Carlisle all'inizio) Spero che tu continuerai a seguirmi! Alla prossima!!!


Jadis96: ti dispiace che sia lunghetto? Vuoi tutto e subito? Poveretta! XD Sei capitata un po' male, perché, non solo ho in mente delle idee “filler” per introdurre nuovi personaggi anche secondari, ma sto iniziando a scrivere taaaante righe in più rispetto a prima! E poi secondo me anche la tua storia merita, in fondo con lei mi sono fatta quattro risate!


Tra l'altro avete detto entrambe che lo scorso capitolo è stato dolce e che loro due erano dolci, ma una mia amica ha detto che Carlisle era un po' perverso, voi che cosa ne pensate? Tra l'altro nella prima stesura c'era il dolore che si prova facendolo con un vampiro, ma io l'ho tolto per comodità; voi cosa ne pensate: è meglio con o senza?

Ora vi lascio, Alla prossima!!!

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Capitolo 37
*** Caccia ***


CAPITOLO 37: Caccia


Mi sono svegliata nel letto, acciambellata nella stessa posizione fetale con la quale mi ero addormentata, sola. Evidentemente Carlisle era andato a caccia. Non volevo stare senza far nulla, così svelta mi sono vestita e mi sono diretta in bagno, dove la sera prima avevamo fatto un po' di macello, per pulirlo, scoprendo che un angelo lo aveva fatto per me per non fari sforzare, memore del mio malore di qualche mese prima; senza speranza ho cercato i nostri vestiti, scoprendo che anche quelli erano passati tra le sue mani ed erano stesi fuori. Mentre io dormivo lui aveva fatto tutto, così senza niente da fare sono uscita dalla casa, fermandomi per decidere dove andare e il mio sguardo è stato attirato dalla foresta, dove infine mi sono diretta. Poco dopo essere entrata, però, mi sono persa; non riuscivo più a capire dove fossi e una sensazione di panico improvvisa mi ha colto, spingendomi ad andare contro un albero, dove mi sono poggiata,lasciandomi scivolare lentamente a terra: ma cosa stavo facendo? Non avrei dovuto essere li, dovevo stare a casa e aspettare il suo ritorno. Pensando ciò, mi sono alzata e mossa, cercando di orientarmi, quando un rumore mi ha fatto voltare ed andare a nascondermi dietro il “mio” albero: un orso si stava avvicinando a grande velocità e correva nella mia direzione; mi sono ritratta spaventata, senza riuscire a proferir verbo o a muovere un passo, inerme, come in attesa di essere colpita dall'animale impazzito, ma all'improvviso una fugra è comparsa nel mio campo visivo, andandosi a schiantare contro il grosso orso ed abbattendolo. L'animale rantolava a terra agonizzante ed il suo aggressore era sopra di lui: Carlisle; mi sono immediatamente nascosta dietro lo stesso albero, con il fiato corto e il cuore a mille, mentre mio marito faceva colazione. Ad un certo punto questi ha alzato la testa,col sangue che gli gocciolava da un lato della bocca, visibilmente frustrato e sorpreso: che avesse fiutato il mio odore? Non sono voluta restare per scoprirlo e sono scappata via, correndo verso la casa e riuscendo miracolosamente a trovare la strada; una volta arrivata, però, mi sono diretta verso gli scogli, dove mi sono seduta ad osservare l'infrangersi delle onde del mare sugli scogli. Un rumore di passi mi ha annunciato che avevo compagnia e con uno scatto mi sono alzata voltandomi verso il nuovo arrivato: carlisle mi guardava sorpreso e preoccupato, come se volesse chedermi qualcosa. Incertamente ha fatto un passo avanti ed io, quasi senza accorgermene, ne ho fatto uno indietro, finendo con il piede nel vuoto e perdendo così l'equilibrio; non ho fatto in tempo ad urlare però, che un braccio mi ha afferrata e successivamente due braccia mi hanno stretto contro un petto roccioso

-Stai bene?- mi ha sussurrato Carlisle all'orecchio

-Si...- ho risposto senza fiato

-Per caso prima eri nella foresta?-

-S-si...- ho risposto senza riuscire ad arrestare il tremore nella mia voce

-Hai visto?- non c'era bisogno di dire che cosa.

Ho deglutito prima di rispondere

-Si, ho visto-

-Ti ho fatto paura?- la presa attorno a me si è fatta più forte

-No- ho risposto senza pensare- non sei stato tu a spaventarmi, anzi ti sono riconoscente. Senza il tuo intervento probabilmente quell'orso mi avrebbe calpestata-

-E allora, perché sei scappata quando mi sono accorto di te?

-Perché...- ho esitato, cercando le parole adatte- perché io...non volevo farti preoccupare ancora di più per me-

-io mi preoccupo per te perchè ti amo!-

-Lo so, ma questo non può paralizzarci entrambi. E poi io non voglio svegliarmi in un letto vuoto o restare a casa senza fare nulla come una bambola di porcellana, intoccabile e fragile-

-Ma io l'ho fatto conoscendo i tuoi problemi di salute!-

-Non temere, non morirò per così poco. E non morirò neanche se tu mi stai vicino-

-Questo non puoi dirlo, io...-

-Tu sei padrone di te stesso e capace di controllarti adesso più di allora, non succederà la stessa cosa che è accaduta con Karen, è chiaro?-

-Ma io non so se...-

-Non puoi sapere quali siano i tuoi limiti limiti se non provi ad oltrepassarli! Ieri non è successo niente, mi sembra, e poi...- la mia voce si è fatta supplicante- io voglio stare accanto a mio marito, ti prego!-

Il suo sguardo si è fatto pensieroso e alla fine ha abbassato la testa

-Va bene, ci proverò-

-Grazie...tesoro-

A quella parola lui quasi non mi ha stritolato, felice


Ecco, ora il capitolo 37 è fatto. Neanche oggi ci sarà un angolo autrice. Andrew alla fine è riuscito a fuggire ed ora è latitante, e alla fine non sono riuscita a convincere nessuno a venire(anche se forse Alice verrà la prossima volta, dato che l'ho comprata dandole i miei soldi per fare shopping). Che ve ne pare di questo capitolo(che non c'entra niente con la storia)? E del nomignolo che Shinri ha dato a Carlisle? Ho optato per il più decente.

Ora passiamo ai ringraziamenti:


Uchiha_chan: come potevi pensare che potessi essere volgare a descrivere certe cose?! Mi ritengo offesa! Comunque sia sono contenta che tu la pensi così riguardo al cambiamento dal Carlisle originale da questo Carlisle e sono anche felice che tu pensi che il dolore fosse superfluo, perché ero un po' in dubbio! Continua a seguirmi!!!


Baekho: Innanzitutto grazie per l'aiuto con il nomignolo(vabé). Grazie per i complimenti, sono contenta che alla fine tu abbia cambiato idea! XD Continua a seguirmi!!!


Jadis96: Ciao cara. Innanzitutto, mi dispiace che tu non abbia letto la mia rating rosso, anche se è un vero peccato... Tu comunque sai cosa ho deciso di fare, spero ti piaccia!!!! Continua a seguirmi se puoi!


Ora vi lascio! Tornerò presto con un nuovo capitolo! Ciao!!!

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Capitolo 38
*** Bordeaux ***


CAPITOLO 38: Bordeaux


Sole. Luce accecante. Tende aperte. Questi i motivi per cui mi sono svegliata. Subito ho guardato l'orologio sul comodino e ho sbuffato: le sei e quarantacinque del mattino. Ho fatto per muovermi, scoprendo che due braccia mi bloccavano i movimenti

-Sei sveglia?- mi ha sussurrato Carlisle, baciandomi una spalla scoperta

-Si, lo sono- ho risposto rassegnata voltandomi verso di lui

-Già nervosa di prima mattina?- mi ha chiesto lui baciandomi lievemente- ho qualcosa che forse potrebbe migliorare il tuo umore. Aspetta qui-ha detto alzandosi e uscendo dal letto- non muoverti- mi ha ammonita mentre io buttavo da un lato le coperte per seguirlo.

Poco dopo è tornato portando con sé un vassoio con un piatto di frittelle dolci, una tazza di te, un bicchiere di succo d'arancia, dello zucchero e del latte, mi ha poggiato delicatamente il vassoio sulle ginocchia e si è rimesso nel letto, esattamente dietro di me, che ero seduta sul materasso

-Il latte e lo zucchero sono per il te: quale preferisci?-

-Lo zucchero-

-Bene. Allora porto via il latte- ha fatto alzandosi e prendendo il piccolo bricco che conteneva il liquido bianco

-Perché non lo bevi tu? In fondo puoi mangiare il cibo umano no?-

Mi ha fatto la sua miglior espressione schifata

-Il latte non mi piaceva nemmeno quando ero umano-

E così avevo scoperto qualcosa di Carlisle il cacciatore di streghe: chissà com'era all'epoca della sua trasformazione? Quando è tornato io ero tutta presa da questo interrogativo

-Non hai fame?- mi ha chiesto mentre si riposizionava dietro di me

-No, è che stavo pensando-

-A cosa?-

-Al tuo periodo da umano-

-Mi sembrava di averti detto tutto di quel periodo-

-Si, certo. Però non mi hai parlato di com'eri in quel periodo. Di carattere intendo-

-Beh, devoto a mio padre, timido, riservato, introverso, gentile e...una frana in campo sentimentale-

-Il contrario di ora, insomma-

-Non proprio. Ora sono devoto al mio lavoro e alla donna che amo. A quelle parole mi ha accarezzato il volto- e...direi che anche in campo sentimentale-

-A me non sembra- ricordando com'era dolce con me e il modo in cui mi ha conquistata

-Beh...il problema non è la conquista: anche se poche, ne ho fatte. Solo che...non riuscivo mai a dimostrare completamente i miei sentimenti e le mie emozioni...e anche i miei desideri. Non mi esprimevo mai chiaramente e tutte le mie conquiste mi lasciavano una dopo l'altra, lasciandomi distrutto. Io non mi fidato di loro, e a causa di ciò non mi aprivo completamente; in realtà, però io non mi fidavo di me stesso e avevo pura che cio che provavo o volevo fosse rifiutato non appena provavo ad esprimerlo. Sei stat tu a farmelo capire, ti ringrazio-

Senza accorgermene, avevo stretto una delle sue mani tra le mie e lo guardavo rattristata

-Ma questo non...-

-Se ci pensi bene, vedrai che ti sbagli-

In effetti, c'erano state molte occasioni in cui si erano mostrate queste sue paure: quando stavamo insieme e lui si tratteneva dal dire ciò che provava, oppure aveva paura di un rifiuto, i suoi ripensamenti, i suoi sguardi...non mi ero mai accorta di nulla...

Mi dispiace, io...-

-Forse è stato un bene che tu non sapessi quali fossero i miei pensieri, in certe occasioni-

-Della serie” l'aria innocente del dottor Cullen è solo una facciata”?-

-Esatto. Ogni volta che ti vedevo, o che ti toccavo, o che ti baciavo...provavo il desiderio di farti mia. Ma...forse perché il ricordo dell'aria terrorizzata che avevi la prima volta che ci abbiamo provato...non ho mai voluto chiedertelo, tirandomi indietro quando invece quando me lo chiedevi tu, anche se lo volevo-

-Ho capito...ti ringrazio-

-Per cosa?-

Mi sono messa cavalcioni su di lui e gli ho preso il volto fra le mani

-Per avermi mostrato una parte di te. Io non ti conoscevo così profondamente prima e temevo che con certi miei comportamenti potessi metterti in imbarazzo o ferirti; però, grazie alla nostra conversazione, ora so cosa provi. Grazie-

-Non c'è di che- ha risosto lui un po' perplesso

-Un giorno di questi, però dovremo quietare questi tuoi desideri...d'accordo?- ho sussurrato contro il suo petto

-...Va bene...- mi ha risposto lui un po' a disagio

Improvvisamente è squillato il suo cellulare

-Pronto? Oh, ciao Alice! Come va la nostra vacanza? A meraviglia! Mi hai chiamato per...? Ah...davvero? Mi fa piacere! Come? Davvero?... Mi piacerebbe ma non saprei...Mi daresti il loro numero, così magari li richiamo io per confermare....si, un attimo- si è alzato per prendere un pezzo di carta e una penna, poi ha iniziato a scrivere ciò che gli dettava Alice- Hm...si, ho scritto. Magari vi avvertirò se partiremo. Bene, è tutto?-

Intanto gli avevo fatto cenno di tornare nel letto, dopodiché mi sono sistemata contro il suo petto, sporgendomi verso il cellulare per sentire un frammento di conversazione

-Cosa? Oh, si va tutto bene-

-E in quel fronte?-

-Alice...lo sai-

-Dovresti darti da fare-

-Perché?-

-Vuoi avere dei figli o no?-

-Senti tu...!-

Con una risata il piccolo elfo ha chiuso la chiamata

-Hai sentito?-

-Si!- ho risposto, trattenendo una risata- ma di chi parlavate prima?-

-Di alcuni miei amici che vivono in Francia. Mi hanno invitato ad andare da loro per qualche giorno, non hanno specificato quanto-

-Posso venire con te?-

-Si, ma devo dirti una cosa su questi miei amici...beh, ecco, loro non sono vegetariani-

-E perché...?-

-Avevano molte cose che potevo apprendere e così in poco tempo siamo diventati amici. Ti assicuro che sono delle persone cordiali e non ti torceranno un capello se glielo chiedo-

-Allora va bene. Mi dispiacerà un po' lasciare questa isola però...-

-Se vuoi, possiamo restare ancora qualche giorno...-

-...No, non importa. Se ti fa piacere, possiamo andare in Francia. Dove sarebbe di preciso la loro dimora?-

-A Bordeaux-

-Bene, allora partiamo!-

L'ultimo giorno di permanenza lo abbiamo trascorso in spiaggia, poi siamo tornati in casa e abbiamo fatto le valigie. La sera abbiamo preso la barca e siamo tornati sulla terraferma, nel caos della città. Con la macchina siamo arrivati al aeroporto, dove abbiamo comprato due biglietti per Bordeaux. Siamo rimasti ad aspettare tutta al notte il nostro volo e, dopo che siamo partiti, mi sono addormentata per quasi tutto il viaggio, sorvegliata amorevolmente da Carlisle.

Dopo quasi quarantotto ore di viaggio, siamo arrivati al aeroporto di Bordeaux, dove Carlisle ha contattato quei suo famosi amici, che hanno mandato una limousine a prenderci. Abbiamo aspettato la famosa limousine per un quarto d'ora, dopodiché è arrivata e un uomo umano ha caricato i nostri bagagli e ci ha fatti sedere all'interno dell'auto; dopo che abbiamo iniziato a viaggiare mi sono sporta dal finestrino per osservare il paesaggio, così diverso da quello americano o italiano: tante case di mattoni mi sono passate davanti agli occhi , seguiti da fitti boschetti e parchi, mentre ci dirigevamo sempre più fuori città. Dopo un po' mi sono allontanata dal finestrino, poggiando la testa contro il sedile. Carlisle ha preso la mia mano tra le sue

-Stai bene?-

-Sono solo stanca, non preoccuparti-

-Vieni qui- mi ha attirata a sé, facendomi poggiare contro il suo petto e circondandomi con le braccia, dopo avermi coperto con la sua giacca.. In quella posizione stavo comoda e così mi sono addormentata subito. Dopo quelli che mi sono parsi minuti, Carlisle mi ha svegliata a malincuore conducendomi dentro quello che sembrava un vecchio castello medievale, poi per un lungo corridoio buio illuminato solo dalla tetra luce di alcune torce attaccate alle pareti, fino ad una stanza grande e ben illuminata, occupata per la maggior parte da divani e poltrone, dalle qualli tre persone ci stavano fissando.

-Carlisle!-. Una delle tre figure, una ragazza, si era alzata e aveva abbracciato Carlisle coprendolo con i suoi lunghi capelli rossi

-ciao, Gerlinde...-

Cosa stava succedendo?


Bene, vi è piaciuto il capitolo? Ho deciso di farli andare in trasferta perché non sapevo che fargli fare tutto il tempo sull'isola(a parte giocare a briscola). Dato che Alice non è ancora arrivata leggo e rispondo io alle vostre recensioni


Uchiha_chan: Io no potrei essere volgare descrivendo questi dettagli, anche perché non potrei descriverli! XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e ti faccio un piccolo spoiler: Shinri si preoccupava di non conoscere Carlisle da umano...beh, lo conoscerà e anche bene!


Baekho: Spero tu abbia abbastanza soldi nella tua trasferta, perché ti chiamerò spesso. Mi raccomando, non spupazzare troppo Andrew!


Alice è in ritardo!!!! squilla il cellulare

Pronto?

-Scusa, ma non credo che potrò venire oggi-

Perché Alice cara?

-Faccio shopping!-

...RIDAMMI I MIEI SOLDI SCIAGURATAAAAAAAAAAAAA!!!

-Non posso! Ciao!-

la chiamata si conclude

MALEDETTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!Brutta...

*la trasmissione si interrompe per uso di parole volgari*

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Capitolo 39
*** Vecchi amici ***


CAPITOLO 39: Vecchi amici


Appena arrivati siamo stati ricevuti da tre vampiri, una delle quali si chiamava Gerlinde, la quale si è gettata addosso a Carlisle

-Ciao Carlisle! Da quanto tempo!-

-Ciao Gerlinde-

Subito dopo anche gli altri due vampiri si sono alzati per salutare il loro amico: uno era un uomo molto alto e biondo, con i tratti marcati e duri e l'altra era una donna piuttosto anziana, con lunghi capelli bianchi che le cadevano sulle spalle; Gerlinde invece aveva i capelli rossi leggermente ondulati che le ricadevano sulle spalle.

-Ciao Karl! Chloe, è sempre un piacere!...Dov'è André?-

-Uhm...non credo sia in casa, io l'ho visto uscire...- ha iniziato il vampiro di nome Karl, massaggiandosi il mento: indossava un completo formato da giacca e pantaloni color crema e una camicia nera

-O forse è di sopra a divertirsi con Carol...- ha ipotizzato la rossa Gerlinde, gli occhi rossi che brillavano di malizia; lei invece indossava dei pantaloni che arrivavano al polpaccio con un tema fiorato e un top verde chiaro, legato da due lacci, uno dietro il collo e l'altro dietro la schiena

-Chi è Carol? Mi sembra un nome nuovo...- ha chiesto Carlisle perplesso

-Piuttosto Carlisle- lo ha interrotto Chloe, che indossava una veste leggera color pervinca- chi è la fanciulla che è con te?-

-Già- ha aggiunto Gerlinde, i suoi occhi rossi scintillanti come rubini sul volto perfetto che mi fissavano- chi è questa?-

Anche Karl mi fissava con un misto di sorpresa e curiosità sul volto

-Oh, lei è Shinri, mia...- mi ha passato un braccio attorno alle spalle, attirandomi a sé- moglie-

-Tua...?! Accidenti! E pensare che quando ci siamo incontrati la prima volta, ottant'anni fa, piangevi la scomparsa dell'amore della tua vita- Gerlinde mi guardava a bocca aperta

-Piacere di conoscerti Shinri- mi ha salutato Chloe, sporgendosi in avanti per baciarmi in fronte

-Piacere- mi ha salutato Karl

-Così vi siete conosciuti ottant'anni fa-

-Già. Carlisle era venuto per curiosità: cercava altri suoi simili. Per lui non è stato difficile trovarci, poiché riusciva a sentire il nostro odore. Appena incontrati era molto diffidente nei nostri confronti, in quanto noi ci nutrivamo di sangue umano, ma poi ci ha conosciuti meglio ed ha imparato a guardare oltre ciò che l'occhio può vedere. Ci ha guardato nell'anima, capendo che non eravamo malvagi come gli altri vampiri...”carnivori”- mi ha spiegato Chloe sorridendomi affettuosamente

-Capisco...- ho sussurrato ancora confusa

-Ma parliamo di te, ché a parlare solo di noi mi annoio- si è lagnata Gerlinde- Allora: che ci ha trovato in te Carlisle, perché sei diversa dalle altre che ha conosciuto?-

-Perché lei è la mia cantante-

-Ah, Carlisle...sei sempre stato un tipo romantico! Solo perché il suo sangue canta per te non significa che sia la donna della tua vita...ma immagino che saresti in grado di capire se fossi come noi-

La voce che era giunta alle mie orecchie non mi era conosciuta, così mi sono voltata verso la sua origine: un uomo sulla trentina, vestito completamente di nero, con la pelle olivastra nonostante il pallore tipico dei vampiri, i capelli neri sparati e gli occhi di un rosso scuro, quasi nero.

Nonostante lo stupore iniziale, è sopraggiunta subito una gran rabbia e avrei voluto dirgliene quattro per avermi paragonata a del cibo, ma sono stata fermata dal comportamento di Carlisle, che gli era corso incontro e lo aveva abbracciato come un fratello, quello che probabilmente non aveva potuto avere

-Oh, André, come è bello rivederti!-

-Anche per Carlisle, te lo assicuro. Ma riguardo alla mia battuta di prima, in parte ero sincero-

-Si,si. Ti presento...-

-Lascia stare. So farlo anche da solo- mi si è avvicinato- Piacere di conoscerti, io sono André, come avrai capito. Tu sei Shinri, la moglie di Carlisle- mi ha anticipato-...Belle comme une fée, proprio come ti aveva descritto Carlisle. Sono onorato- mi ha fatto il baciamano

Io sono arrossita, senza peraltro capire cosa mi aveva detto in francese

-Un semplice elogio alla tua grande bellezza-mi ha detto lui

-Grazie...-ho sussurrato arrossendo ancora di più

-Immagino che sarai stanca. Vi accompagno alla vostra stanza?- ha domandato rivolto a Carlisle

-Si, grazie-

Infine siamo stati condotti da André su per una rampa di scale, poi più giù, nel lungo corridoio, fino all'ultima stanza, dove si è fermato indicandoci la porta

-Questa sarà la vostra stanza per tutto il tempo che resterete qui. Al suo interno troverete tutto ciò che vi serve, per il resto chiedete alla cameriera. Per quanto riguarda colazione, pranzo e cena, a meno che non siate fuori, questi verranno serviti in camera sempre dalla cameriera. Vi auguro un buon riposo- e si è congedato.

Subito siamo entrati nella grande stanza: aveva la pavimentazione rivestita con moquette rossa, tende in broccato color vinaccia, con un grande letto matrimoniale con fodera rossa, due comodini, una specchiera, un grande armadio a quattro ante e un'altra stanza che conduceva nel bagno; avevo proprio bisogno di un bel bagno per riprendermi dal viaggio, così ci sono entrata subito: pavimentazione in mattonella, una grande vasca, bagnoschiuma vari, una finestra senza tende, un lavandino con un grande specchio. Sono rimasta immersa nell'acqua per mezz'ora poi sono uscita, prendendo dal letto una camicia e sistemandomi sopra le coperte, appisolandomi quasi all'istante



Appena entrati nella stanza è subito corsa a farsi un bagno, per poi infilarsi distrattamente una mia camicia ed addormentarsi all'istante. Non immaginavo fosse tanto stanca, forse perché faceva di tutto per non mostrarlo. Mi sono avvicinato a lei, sfiorandola delicatamente. Com'era bella...il più sublime dei fiori, una fata, proprio come aveva detto André, bella e irraggiungibile, intoccabile, nonostante la desiderassi tanto. Le ho toccato le labbra semi dischiuse, rubando un po' del suo calore; calore...avrei tanto voluto poterla riscaldare come lei faceva con me, ed invece ogni sera quando l'abbracciavo non facevo che raffreddare quello che possedeva... avrei voluto essere umano...già, solo per lei avrei voluto tornare ad essere umano...

Qualcuno ha bussato delicatamente alla porta. Sono andato ad aprire, badando a fare attenzione per non svegliare lei: era André

-Scusa il disturbo, Carl, ma abbiamo un problema-

-Di che si tratta?-

-Beh, ecco...è appena arrivato un mio vecchio amico e...ha sentito l'odore di Shinri. Fai attenzione, lui non è come noi, potrebbe volerla assaggiare-

-Grazie-

-Farò il possibile per allontanarlo-

-Certo...-

Mi sono richiuso la porta alle spalle, guardando la mia sposa: possibile che ovunque andasse non fosse al sicuro? Ma cosa pensavo...non era al sicuro nemmeno da me...Mi sono riavvicinato a lei e le ho poggiato una mano sulla guancia, provocandole un brivido di freddo; che sciocco ero stato...lei era diversa da me, era umana,...l'ho sollevata per metterla sotto le coperte

-Carlisle...-

La sua voce assonnata mi ha fatto sussultare

-Scusa, non volevo svegliarti. Ti sto mettendo sotto le coperte-

-Ah...-

Mentre la tenevo sollevata la camicia, che le stava larga, è scivolata via dalla sua spalla ed il mio desiderio verso di lei è esploso: l'ho rimessa sul letto

-Cosa...?-

La mia bocca ha tappato la sua, mentre il mio corpo premeva contro il suo; una delle sue manine ha provato a spingermi via ma io gliel'ho spostata portandola contro la spalliera del letto, mentre l'altra mia mano le stringeva la spalla scoperta. Poco dopo ho cominciato a baciarle la spalla, lasciandola a sospirare, mentre con la mano libera prendevo la camicia e con uno strattone la laceravo.

Quel suono mi ha ridestato e mi sono subito staccata da lei, guardandola mentre si portava le mani alla bocca, gli occhi lucidi, la mia camicia lacera che mostrava il suo seno destro coperto dal suo reggiseno. Immediatamente mi sono voltato andando sul bordo del letto, vergognandomi di me stesso: come avevo potuto provare ad abusare di lei, la mia unica ragione di vita? Provavo disgusto per me stesso, ero diventato come l'uomo che l'aveva fatta soffrire...

Due mani piccole e delicate si sono strette attorno al mio petto

-Carlisle...-

La sua voce una melodia, la melodia più dolce che io avessi mai ascoltato...

Come potevi provare ancora amore per me dopo che avevo cercato di violentarti?

-Carlisle?-

La sua voce un sussurro, spaventata dal mio silenzio.

Mollemente mi sono lasciato andare contro di lei

-Scusa...perdonami!-

Con dolcezza sono stato trascinato nel letto, tra le sue braccia; poco dopo mi aveva abbracciato, la mia testa fra i suoi seni, le sue mani che mi accarezzavano i capelli, come se fossi un bambino

-Non ti preoccupare. Andrà tutto bene-

Mi diceva dolcemente lei, poggiando le labbra sui miei capelli

In quel momento mi è sembrato di stare tra le braccia di mia madre.

In quel momento avrei voluto piangere e ho creduto di addormentarmi



Evviva, finalmente anche questo capitolo è concluso! Vi è piaciuto? Spero di si! Ora ecco a voi il tanto atteso angolo dell'autrice, e mi raccomando recensite ché mi sento sola!


ANGOLO DELL?AUTRICE


    *L'autrice sedeva nella sua stanza, in attesa del suo ospite. Dato che nessuno aveva voluto venire, aveva lasciato libero arbitrio ed ora aspettava con trepidazione*

La porta si apre


Benvenuto, ospite misterioso!


l'ospite si avvicina, si avvicina, si avvicina e l'autrice lo riconosce


Aaron! Che ci fai qui?!

-Fino a prova contraria, io sono stato l'antagonista principale della storia finora, quindi mi è sembrato giusto partecipare-

Giusto...Come ti sei sentito a far parte di questo film?

-Direi bene, anche se mi stupisco che un attore del mio calibro non venga preso in considerazione per interpretare altri ruoli. Io sono famoso, sai?-

Veramente? E in che film avresti recitato?

-Beh...ho recitato nel Signore degli Anelli: ero uno degli orchi; poi ho recitato in King Kong: ero King Kong; ho recitato anche in Van Helsing: facevo la parte di Frankenstein; poi ho recitato anche in Shrek; ero Shrek. Infine ho anche recitato in Jurassic Park: avevo l'importante ruolo del tirannosauro!-

Capisco...-_-''' Credo che potremmo saltare le domande dopo...Ehm, che ne dici di leggere le nostre recensioni? ^_^

-Va bene: “

Ciao. Grazie, per l'anticipazione... molto gradita. Dunque, il capitolo è stato fantastico... diciamo, un bel momento romantico. Questa cosa della trasferta mi aggrada: ottimo. Bhe, alla prossima... sono sicura che, ovviamente, ci saranno delle sorprese... enormi. Ciao!!!


. Bene, io no ho letto il capitolo, visto che non ho più il copione, ma sono certo che fosse fantastico...-

Non fare il lecchino! -_-*

-Comunque sia le sorprese non mancano di certo. Sapevo che Carlisle in fondo non era diverso da me...-

Bene, direi che abbiamo finito!^_^ Grazie, arrivederci, è stato un PIACERE!!

    *butta fuori a calci nel sedere*

    Bene al prossimo capitolo che, si spera, posterò presto!

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Capitolo 40
*** Desiderio ***


CAPITOLO 40: Desiderio


Il mattino dopo, quando mi sono svegliata, Carlisle era ancora tra le mie braccia e sembrava stesse dormendo. Che espressione serena che aveva, così indifeso, sembrava quasi umano...e pensare che ieri mi aveva spaventata: non credevo potesse avere quel lato nascosto, o che comunque mi desiderasse a tal punto, ma ciò che più mi aveva spaventata era la vergogna, il disgusto che dopo provava per se stesso ed era stato questo infine a farmi comportare in modo così materno con lui.

Gli ho sfiorato il volto, così freddo, e l'ho sfiorato con le labbra, volendo scaldare quella pelle gelata; quando mi sono staccata da lui, mi stava osservando

-Stai bene?-

-Si. Tu?-

La domanda era retorica: era ovvio che non stesse bene, doveva star morendo di sete con gli occhi neri a dimostrarlo

-No...dovrei andare a caccia, ma...non lo farò-

-Perché? In fondo ne hai bisogno, no?-

-Si, ma...non mi fido a lasciarti qui da sola-

-Non ti fidi dei tuoi amici?-

-Non è così: ieri è venuto un amico di André che io non conosco e André ha detto che gli piace il tuo odore-

Ho centrato il punto

-Temi voglia farmi del male?-

-Spero di sbagliarmi, ma ho come una brutta sensazione. Credo che rimarrò qui-

-No- ho ribattuto avvicinandomi a lui e abbracciandolo. Come immaginavo ha sussultato e ha digrignato i denti per resistere alla sete che lo attanagliava- devi andare. In queste condizioni non posso fidarmi di te; tu non puoi fidarti di te stesso-

-Ma...-

-Tranquillo. Neanche io rimarrò qui-

Come rispondendo alla mia chiamata, la porta si è aperta e Gerlinde ha fatto la sua aggraziata entrata in scena

-Ta-dan! Ho portato la tua colazione, Shinri! Oh, stai uscendo Carlisle?-

-Si. Devo andare a caccia-

-Va bene-

Lui si è voltato verso di me e mi ha guardato preoccupato prima di varcare la soglia; io con lo sguardo gli ho detto di non preoccuparsi.

Appena chiusa la porta, Gerlinde ha guardato con aria critica la camicia strappata ed è esplosa

-Allora, cosa è successo?-

Dopo averle spiegato l'accaduto, lei ha annuito con la testa

-Immaginavo una cosa del genere. Quando hai finito, vestiti: dobbiamo dare un tocco nuovo al tuo look-

-Cosa?-

-Ti porto a fare shopping! Vedrai le boutiques qui a Bordeaux, sono strepitose!-

Finito di fare colazione sono uscita con Gerlinde; insieme abbiamo preso la limousine, che ci ha portata nel centro della città.

Subito siamo entrate in un negozio, poi in un altro e in un altro ancora: Gerlinde aveva deciso di riformare il mio guardaroba, già riformato da Alice, con indumenti ben più audaci

-Indossa questo- ha detto dandomi un abito nero che mi arrivava al ginocchio e aveva una grande scollatura all'altezza del seno

-Ma non è il mio genere...-

-Ascolta- mi ha fatto lei brusca, in filandomi a forza l'indumento dopo avermi tolto l'altro, identico al primo tranne che per i colore, bianco perla- hai un bel corpo, devi valorizzarlo, mostrare la tua femminilità- mi ha passato le mani sul corpo, saggiando con il tatto il tessuto- Bene, direi che questo è perfetto. Vedi- ha continuato a spiegare- il fatto che tu sia la sua cantante non significa che lui sia attratto solo dal tuo sangue, o meglio, non del tutto; sei tu ad attrarlo: il tuo corpo, il suono della tua voce, il tuo profumo, il tuo atteggiamento nei suoi confronti...tutto. Devi capire che come uomo ha delle esigenze, io lo so bene e immagino che ora anche tu lo sappia. In certi momenti lui deve essere padrone della situazione, come ad esempio quando è nervoso o spossato; ha bisogno di un punto di riferimento, di un appoggio e tu glielo devi dare, qualunque cosa lui voglia-

-Cioè, anche...-

-Si, mi riferisco anche al sesso. Non devi essere restia, altrimenti lui inizierà ad avere paura.-

-Di cosa?-

-Di un tuo rifiuto nei suoi confronti. Perciò...prendi anche questo vestito, stasera ci sarà una festa in vostro onore. Dicevo, perciò, quando lui oggi tornerà, dovrai farti perdonare-

-Quindi...-

-Si, fallo felice, rendilo soddisfatto. Voglio che il mio amico sia contento di sua moglie-

-Bene...-

Dopo altre due ore siamo tornate al castello, con due borse per mano, tutte contenenti miei vestiti. Passando davanti al salotto ho scorto un vampiro, biondo con gli occhi rossi, che mi fissava in modo strano; subito questi mi si è avvicinato ed io mi sono sentita risucchiare dal suo sguardo

-Ciao, bella. Finalmente ci incontriamo...-

Voce suadente, mi stava intrappolando

I suoi denti mi sono sembrati un delizioso invito e ho piegato la testa perché mi mordesse...volevo mi mordesse, tanto...

Com'era iniziato, così l'incantesimo che mi aveva soggiogata era finito, e traballante mi sono accasciata tra le braccia di Gerlinde, che ringhiava al nuovo vampiro

-Stalle lontano, Stephane! Andiamo-

Ancora scossa sono stata trascinata su per le scale, nella mia stanza; li, sotto la promessa di non dire nulla di ciò che era accaduto, Gerlinde mi aveva preparata, mettendomi il nuovo vestito, del profumo e legandomi i capelli in una coda, dopodiché è uscita, augurandomi buona fortuna.

Ho tratto dei profondi sospiri e mi sono sdraiata sul letto: chissà se sarei riuscita a fare una cosa del genere...non avevo mai pensato di provarci, non era il genere di cosa che avrei mai voluto fare...Impaziente, mi sono alzata e diretta verso la libreria, prendendo un libro a caso e leggendo per un po'. Sono sobbalzata sentendo la porta aprirsi

-Scusa il ritardo, ma mi sono attardato in centro. Com'è andata la giornata?-

-Bene. Cos'hai fatto in centro?-

-Ho comprato una cosa per te-

-Cosa?-

-Una collana-

-Perché?-

-Per farmi perdonare. Non la vuoi?-

-No, mi fa piacere, anche se non ce n'era bisogno-

-Voglio vedere come stai...come ti sei vestita?!-

-Oggi sono andata in giro per negozi con Gerlinde e ho comprato questo. Volevo sapere cosa ne pensavi, così l'ho messo. Come ti sembro?-

-Stupenda-

Mi si è avvicinato,sedendomi accanto e mettendomi la collana al collo: era d'argento con un piccolo smeraldo incastonato al centro

-Grazie, non dovevi...-

-Non dovevo, ma volevo ...e ho fatto bene: si intona perfettamente ai tuoi occhi- mi ha sorriso

Impercettibilmente mi sono avvicinata, baciandolo sulla guancia

-Ma cosa...?- ha domandato lui spaventato

La mia mano si è infilata furtivamente in mezzo alle sue gambe, mentre mi spingevo in avanti a baciargli sensualmente le labbra

-Ma...cosa...?- ha sussurrato lui tra un bacio e l'altro

Mi sono sporta ancora più in avanti, lasciandolo senza risposta, mentre l'altra mia mano vagava sulla sua camicia, verso i bottoni.

Alla fine lui si è sciolto, baciandomi a sua volta; a quel punto mi sono separata da lui, tracciando il contorno delle sue labbra con un dito, mentre con l'altra mano toccavo il suo membro ormai duro

Dopo un po' che giocavo con lui, mi sono messa cavalcioni sulle sue ginocchia, mentre con la lingua gli stuzzicavo le labbra, e l'ho spinto sul letto, chinandomi sopra di lui.

Dopo poco le nostre posizioni si sono invertite e lui mi stava sopra, baciandomi con foga, carezzandomi il corpo...le mie mani sono volate sul suo volto, fra i suoi capelli,accarezzandoli e scompigliandoli; lui si è staccato dalle mie labbra iniziando a baciare la mia gola, arrivando fino alla spalla destra e denudandola della spallina del vestito, mentre io mi adoperavo con la sua giacca, che lentamente è finita ai piedi del letto.

Le sue mani, che fino a quel momento erano rimaste sui miei fianchi, si sono abbassate e sono scese sulle mie cosce, alzando il vestito e sfiorando la mia biancheria; bruscamente ho sollevato il suo volto, riprendendo a baciarlo, sollevandolo per poter sbottonare i suoi pantaloni.

Siamo stati interrotti da qualcuno che bussava alla porta

-Chi...chi è?-

-Sono Gerlinde. Posso entrare?-

-Si, fai pure- abbiamo risposto entrambi mentre ci rimettevamo in delle posizioni composte

-Bene, direi che un po' del lavoro è già fatto- ha detto lei appena ci ha visti- comunque voglio preparare la cara mogliettina-

Appena rimaste da sole mi ha chiesto come stava andando e alla mia risposta si è mostrata sorpresa; mi ha fatto indossare l'abito nuovo: un abito formale lungo fino ai piedi, nero, con una scollatura appena accennata e delle spalline spesse, dopodiché mi ha fatto indossare un copri-spalle, sempre nero, con dei ricami viola raffiguranti dei fiori, così come erano fiori quelli con cui mi ha adornato i capelli, uniti in una lunga treccia nera, che serpeggiava fino a metà schiena.

Mi ha truccata solo come Alice avrebbe saputo fare e mi ha fatto vedere allo specchio, soddisfatta, dopodiché è uscita.

Lentamente mi sono diretta nella camera da letto e ho alzato timidamente lo sguardo verso quello di Carlisle, che mi fissava con dei profondi occhi neri; con pochi passi lui è arrivato al mio fianco e, cinti i miei fianchi con le sue mani, mi ha sussurrato all'orecchio

-Sei stupenda. Vogliamo andare?-

-Ok...-

Scesi per la lunga scalinata, ci siamo trovati davanti al salone riccamente illuminato e addobbato a festa, con ricchi tavoli imbanditi. Tutti ci stavano aspettando e Andrè ci è subito venuto incontro, portando con sé una donna bionda sui venticinque anni

-Ben arrivati. Vi presento Carol- ha fatto volgendo il suo sguardo verso la donna al suo fianco, che aveva gli occhi azzurri come il suo vestito- l'attrazione principale, se si pensa ai progetti di questa settimana. Beh, vogliamo iniziare?-

Così dicendo mi si è avvicinato

-Mi concede questo ballo, mademoiselle?-

-Certo, monsieur- ho risposto, dicendo l'unica parola francese che conoscevo

Subito mi sono voltata verso Carlisle, ma André mi ha preceduta

-Avanti, Carl, solo uno, poi te la lascio-

-Va bene...-

André mi ha trascinata al centro della sala, iniziando a ballare con me un lento, forse valzer, non lo so, ero come ipnotizzata.

La sua voce mi ha svegliata

-Sai perché siete qui?

-Veramente...so solo che voi volevate rivedere un vecchio amico-

Ha emesso un sospiro, rassegnato

-Sapevo non ti avrebbe detto nulla, è sempre stato così. Beh, il vero motivo è che volevamo mostrargli una cosa e abbiamo pensato che anche a te avrebbe potuto interessare-

-Cosa?- ho chiesto incuriosita

-Beh...un rituale. Precisamente, un rituale per la trasformazione in vampiro-

-Esistono rituali del genere?-

-Beh, tecnicamente è più semplice mordere l'umano e basta, ma noi abbiamo inventato un metodo un po' più...consenziente-

-Che vuoi dire?-

-Che noi con questo rituale permettiamo anche all'umano di partecipare. Carlisle era molto incuriosito da questo nostro metodo particolare, voleva creare qualcuno come lui, non avendolo ancora trovato, e ci chiese come si facesse; non abbiamo mai potuto accontentarlo-

-E adesso potete?-

-Si. Carol- ha fatto un cenno verso la donna che ballava con Carlisle- vorrebbe diventare un vampiro, così le abbiamo proposto di eseguire questo rituale e lei ha accettato, nonostante non sia proprio una passeggiata-

-Che intendi?-

-Oh, non vorrei rovinare la tua serata o i tuoi desideri dicendotelo e poi so che Carlisle non approverebbe se lo facessi-

-Ma lo vedrò no? Quindi cosa importa se...?-

-Importa. Ora pensa a goderti la serata-

Finito il ballo ne è cominciato un secondo e André è esploso in una risata

-Credo che Carl rimarrà deluso; un altro ballo!-

L'ho guardato corrucciata

-Puoi rispondere alla mia domanda?-

-Oh...- la sua espressione è diventata per un momento seria, ma poi è tornata quella di prima- hai sete? Vieni!-

Mi ha trascinata vicino ad un tavolo con sopra varie bottiglie di vino con nomi stranieri

-Mi spiace, ma posso offrirti solo vino: lo puoi bere?- mi ha chiesto facendo cenno a qualcuno di avvicinarsi

-Si, ma...-

-Tieni allora- mi ha detto gioviale, rifilandomi un bicchiere pieno di vino rosso

-Vuoi farla ubriacare?- ha sussurrato una voce alle mie spalle

-Ti sto facendo un favore!- ha esclamato André

-Oh, allora grazie...-

Mi sono voltata verso la fonte della voce e ho scorto Carlisle; il vino che avevo in bocca mi è andato di traverso ed è uscito in un rivoletto violaceo da un angolo della bocca: sembravo una vera vampira...

Velocemente lui è calato su di me, leccando il vino fuggiasco; con un piccolo fremito ho finito il vino che avevo nel bicchiere e mi stavo voltando verso il tavolo per poggiarcelo sopra, quando Carlisle mi ha bloccato il mento con una mano, facendomi voltare verso di lui e mi ha baciata: sentivo la sua lingua farsi strada nella mia bocca piena di vino e portarne via un po' di esso, trasportandolo all'interno della sua, dopodiché si è staccato da me

-Sai, mi è sempre piaciuto il sapore del vino...-

A fatica ho deglutito, ignorando le implicazioni di quella frase; quando ho finito, ho alzato lo sguardo verso i suoi occhi, incontrando le sue labbra vogliose che hanno accolto le mie in un sensuale bacio, mentre una della sue mani faceva sparire il bicchiere dalle mie dita, intrecciandole con le sue...

-Scusate!- ha gridato la voce divertita di Gerlinde- gradiamo molto il vostro spettacolo improvvisato, ma non potreste andare nella vostra stanza a fare certe cose?-

Carlisle non se lo è fatto ripetere due volte: mi ha preso in braccio, trasportandomi velocemente lontano dalla festa, su per le scale, dritto nella nostra camera.

Una volta li, mi ha poggiata a terra, avvinghiandosi a me e baciandomi avidamente; abbiamo volteggiato per la stanza diretti vero il letto, lasciandoci alle spalle le mie scarpe e il mio copri-spalle.

Una volta davanti al letto, anche il vestito è scivolato via dal mio corpo e prima di coricarci anche la giacca e la camicia di Carlisle erano in terra; una volta sul letto ho stretto le gambe attorno ai suoi fianchi, mentre le mie mani trafficavano con la cintura dei suoi pantaloni.

E mentre lui mi abbassava le spalline del reggiseno e io tiravo la testa all'indietro, ai miei occhi compariva una distesa infinita di universo con soltanto noi due, le stelle più brillanti del firmamento.


ANGOLO DELL'AUTRICE


Ecco a voi il capitolo 40, gentili donzelle( e cavalieri, boh! XD). Come vi è sembrato? Per inciso, la vena di erotismo che è in me è letteralmente esplosa, come avrete letto. Ora spazio al vero angolo autrice:


*l'autrice era intenta a firmare delle carte, quando una figura sinistra le è comparsa alle spalle*


AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGHHHHHHHHHHH!!!*rivolta verso la figura sinistra”,*

-Calma, sono io!-

NOOOOOOOOOOOOOOO, ANCORA TUUUUUU!

-Autrice!- Aaron le si parava davanti con un sorriso a trentadue denti

Che ci fai qui?

-Beh, ho sentito che avevi bisogno di me per le risposte alle lettere arrivate e così...-

Flashback

La porta della casa della autrice si apre lentamente, provocando un rumore degno di un film dell'orrore e una losca figura entra all'interno del piccolo appartamento: Aaron.

All'interno della casa non si sente nessun rumore, tranne quelli provenienti da una stanza chiusa a chiave, che sembrano gorgheggi umani; Aaron si avvia lentamente per lo stretto corridoio con in mano un mazzo di fiori con annesso biglietto: aveva infatti intenzione di consegnarli all'autrice, un piccolo regalo per comprarl...convincerla a dargli un altro ruolo nel cast.

Passando davanti alla suddetta porta(vedi righe prima), gli sconnessi suoni divengono pian piano delle parole

-Ah, Baekho mi ha chiesto di far tornare Aaron nella prossima lettura delle lettere...cosa faccio? Magari...-

Aaron si è staccato dalla porta con un volto soddisfatto, pregustandosi la sua vittoria e posizionando i fiori davanti alla porta, per poi uscire sbattendo la porta d'ingresso.

Intanto l'autrice continuava a blaterare

-...potrei farlo tornare...ma no! Che sciocca che sono!-

Fine flashback


-...così oggi sono tornato come volevi-

* l'autrice è impietrita di fronte a tali rivelazioni: non sa infatti se uccidere Aaron o solamente picchiarlo, ma prima di pensare ciò...*

Ah! Ecco di chi erano quei fiori e quel biglietto anonimi! Sappi che comunque non volevo tornassi! Ma prima di questo...MALEDETTO MANIACOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

-Ma io non ho aperto la porta!-

Già...MA CHE DICO?! NON HA IMPORTANZA...ERO KYU UKETSUKI!!!( pervertito di un vampiro nda)

l'autrice comincia a scaraventare oggetti vari contro il poveretto, inveendogli contro

MALEDETTO! MUORI, MUORI, MUORI...

-Calma!-

...Hai ragione. PRIMA di finirti devi rispondere alle lettere! ^_^

-Bene...”

Ciao, sappi che leggo da sempre la tua ff ma non ho mai avuto il tempo di recensire... hihi!! è bellissima... sono contenta che hai inserito dei personaggi nuovi, ce n'era davvero bisogno ^^ Un kiss ;)


. Allora, innanzitutto piacere!*si mette in posa plastica*

Baka...(idiota nda)

-So anch'io che ci volevano dei personaggi nuovi, ma non pensi che ci sia anche bisogno del mio glorioso ritorno?-

Va avanti...-_-***

-”

Ciao. Il capitolo, come del resto l'angolo autrice, è stato fantastico. Nel primo caso soprattutto verso la fine mi sono commossa: Carlisle adagiato sul seno di lei... è stata una scena sublime... molto dolce e, ovviamente, romantica. In generale, il tutto, è stato molto carino... Per l'angolo autrice, invece, sono... quasi... morta dal riso... molto comico. Ciao e alla prossima!!!


. So bene che è stato molto spassoso, modestamente è tutto merito del mio benefico influsso. So anche che l'autrice è molto brava a scrivere certe cose, l'ho sempre saputo...-

Smettila, lecchino...avanti, leggi l'ultima...-_-****

-”

E finalmente commento il nuovo capitoloS! <--?! Allora... bello come al solito! +_+ i nuovi vampiri non mi paiono dei MOSTRI di simpatia (ah, che battuta! XD)(=____=*** ndkira) *coff*... andiamo avanti. L'arredamento di quella camera piacerebbe da morire a Darky, lo sai? xDD e poi è da perfetto vampiro ù_ù ma questa prima parte è trascurabile... (COSA?! +___+ ndkira) infatti devo passare alla seconda, e devo farti i miei più sinceri COMPLIMENTI! Lei è il milionesimo cliente della ditta "un uovo sodo al giorno, fa si che gli scones siano ancora più cattivi!" A_A (Baekhoooooooo! +________+ ndIgirisu)(Baekhoooooooooo! +_______________+ ndkira)(HEEEEEELP! O_O *fugge* ndme) dicevo, non mi aspettavo che il POV cambiasse così all'improvviso!! All'inizio credevo ti fossi dimenticata chi parlava XDDDDD hem... comunque povero Carl, ha una personalità nascosta che non vuole fare emergere... è_e *pat* il pezzo finale era ancora molto tenero! Adoro la tenerezza! (ammetto). Non vedo l'ora di vedere il prossimo capitolo! A presto! BYBIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! ;D


. Un'altra delle splendide qualità dell'autrice! Tra l'altro devo ringraziarti, cara Baekho, è solo grazie a testa se sono ancora qui...-*fa inchino profondo*

Credimi, rimarrai in questa terra per poco...^_^**

-Ben. Purtroppo anche questa volta il nostro spazio insieme è finito!-*aria tragica*- Ma per le ie fans sono sempre presente! ;) Contattatemi al numero...-*la trasmissione si interrompe bruscamente*

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Capitolo 41
*** Rituale ***


CAPITOLO 41: Rituale


Quando mi sono svegliata, gli occhi di Carlisle mi fissavano: lui era sopra di me ed entrambi eravamo coperti con il lenzuolo

-Ben svegliata, principessa- ha sussurrato baciandomi dolcemente

-'Giorno...-

Mi sono alzata ed ero nuda. Dopo un attimo di sgomento ho ricordato

-Com'è stato?-

-Cosa?- mi ha chiesto lui, facendo camminare le dita sul mio addome e tirandomi sul materasso

-Non credo di dovermi spiegare- ho risposto arrossendo

-Come! Sei così spigliata con i gesti, ma non riesci a dirlo a voce?-

-IO...immagino tu abbia ragione...-

-Stavo scherzando. Sei stata brava, sia nel sedurmi che nel resto-

-Sono sollevata...ho molto improvvisato...-

-Se improvvisi sempre così, allora ti invito a continuare...- ha mormorato lui baciandomi la spalla

Subito si è spostato sul mio volto, baciandomi la fronte, le guance, le labbra...specialmente le labbra: le baciava, le succhiava, le mordeva, mentre le sue braccia mi stringevano senza tregua; distesi sul letto, lui sopra, ho sentito il suo membro entrare dentro di me e mi sono piegata in avanti, afferrandogli le spalle

-Comunque cosa facciamo oggi?- ho chiesto prima di leccargli il lobo dell'orecchio

-Pensavo di portarti a fare un giro-

-Meta?-

-Decidi pure tu. Io ho già visto tutto-

-Non ho in mente un posto particolare, potremmo visitare semplicemente la città. Che ne pensi?-

-Va bene-

Poi mi sono alzata, andando a farmi un bagno ed al mio ritorno Carlisle era perfettamente vestito, così mi sono messa alla ricerca della mia biancheria, quando ho sentito un tocco freddo sulle mie spalle,seguito da un lieve massaggio

-Mmmmmm....grazie, ora va meglio...-

-Allora vestiti prima di farmi perdere il controllo-

Poco dopo siamo usciti dalla camera e ci siamo diretti giù per le scale, incontrando Gerlinde

-Buongiorno piccioncini. Com'è andata ieri?-

-Bene-

-State uscendo? Tornate entro le sette, stasera ci sarà il rituale-

-Stasera?-

-Già. Il rituale si fa quando c'è luna piena e quest'anno la furbacchiona ha deciso di venire prima del previsto-

-Ci saremo-

Siamo usciti, accompagnati in limousine fino al centro città, dove abbiamo fatto una passeggiata, restando nell'ombra delle abitazioni; le case, così come tutti gli edifici che abbiamo visto erano in stile romanico, anche se siamo passati davanti ad una chiesa in stile gotico, le cui guglie sembravano sfiorare il cielo. Verso l'una ci siamo diretti verso uno dei tanti ristoranti presenti in zona ed entrambi abbiamo ordinato del pesce; dopo un paio di bocconi, però, Carlisle ha poggiato le posate sul piatto

-Immagino non ti piaccia-

-No, è...buono. Solo che non è tra i miei gusti preferiti-

-Allora è meglio che io mi sbrighi, non vorrei farti aspettare troppo-

-Non preoccuparti-

In dieci minuti avevo finito; siamo subito andati a pagare e ci siamo diretti in un parco li vicino, dove abbiamo sostato nella frescura degli alberi. Così è passato velocemente il primo pomeriggio e, intorno alle cinque, Carlisle mi ha portata su un ponte, vecchio almeno di trecento anni

-Questo ponte ha quasi la mia età- ci ha scherzato sopra

-Oh...tu non sei affatto vecchio, te lo assicuro...-

-Ma l'età è quella-

-Avanti...ti reputo molto giovane...devi pensare alle energie che spendi ogni giorno. Ti giuro che se fossi anziano non riusciresti a starmi dietro-

-L'essere un vampiro in questo frangente è molto utile-

Prima di prendere qualunque decisione mi sono poggiata contro il ponte e ho tratto un sospiro, pensando all'imminente cerimonia

-Che succede?- Carlisle mi si era avvicinato, sentivo il suo respiro sopra la testa

-Niente, sono solo nervosa per la cerimonia-

-Non sei tu a dovervi partecipare-

-Ma mi riguarda, in fondo presto sarò vampira e forse lo diventerò così-

Lui mi cinse i fianchi

-Non farò mai nulla che possa farti del male, lo sai-

-Si, lo so- ho risposto afferrandogli le braccia- ma sono preoccupata ugualmente-

-Non devi diventarlo per forza-

-Ma voglio diventarlo-

-Come vuoi-

-Avanti è meglio tornare a casa. Dobbiamo essere presentabili alla cerimonia-

Intorno alle sette ci hanno condotti in una stanza molto grande, illuminata solo da candele; fuori la luna illuminava con il suo opaco bagliore gli alberi della collina.

Mentre aspettavamo avevo i brividi, dati dall'inquietudine di trovarmi in quella stanza, le cui pareti avevano un vago colore rossastro, come il sangue...Prima ci avevano spiegato in breve come si svolgeva la cerimonia e ciò mi aveva sconvolta: Carol avrebbe dovuto bere il sangue di André e viceversa, anche se immaginavo che ciò che ella doveva bere fosse il veleno. Nervosamente mi sono voltata verso una delle due entrate laterali, in attesa che la cerimonia avesse inizio.

Poco dopo Carol ha fatto la sua apparizione lasciandomi a bocca aperta: indossava una lunga tunica bianca, fermata sulle spalle da spille d'argento; aveva i capelli legati con un giglio ed era scalza.

Ha camminato fino al centro della stanza poi si è inginocchiata, attendendo l'arrivo del suo compagno, che non si è fatto aspettare: André è entrato dall'altra porta, anche lui con la tunica, con una corona di alloro sul capo, scalzo; una volta inginocchiati l'uno davanti all'altra, Chloe si è avvicinata loro, trasportando un cuscino scarlatto con sopra un coltello d'argento e lo ha consegnato ad André, che si è reciso una vena, da cui ha iniziato a sgorgare un liquido scuro; subito Carol gli si è avvicinata e ha messo la bocca contro la ferita, bevendo ciò che usciva.

Il processo è durato circa mezz'ora poi lei si è separata da lui tornando nella posizione originale.

Pallida, ho stretto convulsamente la mano di Carlisle, ricambiata: non credevo fosse una cosa del genere...

Non ho fatto in tempo a riprendermi dallo shock che André si è avvicinato a lei e l'ha morsa iniziando a bere il suo sangue: lo sguardo che aveva Carol mi ha spaventata, era insieme terrorizzato e sorpreso...che non glielo avessero detto? Dopo circa cinque minuti dall'inizio dii quella che doveva essere la parte finale sono uscita in preda a conati e mi sono poggiata alla parete accanto alla porta.

Poco dopo Carlisle ha fatto capolino dalla porta e mi è venuto incontro

-Stai bene?-

-Si...- La mia voce era flebile ed ero pallida come un cadavere

-Non mentire per farmi un piacere, non mi piace- ha fatto lui stringendomi fra le braccia, dove io mi sono lasciata andare in un pianto silenzioso

-Carlisle...lei...non lo sapeva...?-

-Non lo so, ma credo di si. Ha accettato di farlo-

-Però...-

-Non temere, starà bene. Dopo che André avrà bevuto il sangue, nel corpo di Carol resterà solo il veleno e lei sarà una vampira. Non soffrirà più-

-...Io...non voglio diventare vampira in questo modo-

-Non farei mai diventare vampiro qualcuno in questo modo. E comunque...non so se voglio trasformarti-

-Perché...?-

Le sue braccia mi hanno stretto più forte e i suoi occhi sono entrati nei miei

-Voglio che tu abbia ciò che io non posso avere-

-Io voglio te, per sempre-

Lui si è chinato su di me, baciandomi dolcemente e guardandomi tristemente

-Se è questo ciò che vuoi...-

Il giorno dopo eravamo nel salotto con Gerlinde quando André è entrato trafelato nella stanza

-Scusate se vi interrompo ma è sorto un problema-

-Di che genere?-

-Ehm...Carol ha sete...non è il caso che Shinri stia qui ora che Carol è così senza controllo-

-Capisco. Ce ne andremo subito- ha risposto Carlisle

Pochi minuti dopo eravamo in aeroporto ed io mi sono voltata verso la limousine che ci aveva accompagnati per l'ultima volta, chiedendomi se avrei mai più rivisto André e la sua famiglia.


Scusate, ma sono mentalmente stanca(la scuola) per cui non rispondo alle recensioni(ringraziate che abbia finito il capitolo). Alla prossima!!!

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Capitolo 42
*** Test ***


CAPITOLO 42: Test


Il viaggio in aereo è durato quasi un giorno intero ed all'arrivo siamo andati a prendere la macchina per poi dirigerci verso casa; il viaggio in aereo mi aveva spossata così ero rimasta per tutto il tempo poggiata contro il sedile dell'auto. Una volta arrivati, Carlisle è venuto per aprirmi la portiera e mi ha aiutata a scendere. Io non mi reggevo in piedi ed avevo la vista annebbiata

-Ti porto dentro?- mi ha proposto lui

-No, ce la faccio-

Una volta dentro,Andrew ci è corso incontro

-Avevo sentito il vostro odore da un po'. Com'è andato il viaggio?-

-Bene-

-L'hai trattata bene?- ha chiesto lui osservando la mia faccia sciupata

-Come una principessa. Però ora deve riposare: il viaggio è stato stancante per lei-

-Io non sono stanca, devo mangiare solo qualcosa, poi starò meglio...- ho borbottato dirigendomi verso la cucina

-Mangiare? Non ti preoccupare, ci penso io!- ha esclamato Andrew piuttosto agitato

-Cos'hai combinato?-

-Tranquilla, nulla di irrimediabile! Perché tu e Carlisle non ve la spassate un po' mentre io sistemo il mac...la cucina?-

-Ma...- ho fatto muovendomi nella sua direzione

-Niente ma! Su, vai!- ha risposto lui buttandomi tra le braccia di mio marito per poi dirigersi velocemente in cucina

Carlisle mi ha stretto a sé baciandomi la testa

-Preoccupata?-

-Non oso immaginare cosa avrà combinato. Inoltre sarò io a dover pulire-

-No, non ho dimenticato i tuoi problemi. Inoltre sei stanca, perciò riposa-

-Resti con me?- ho chiesto affondando il volto nella sua camicia

-Certo...-

Il suo cerca-persone ha iniziato a suonare

-Oh- ha mormorato deluso- devo andare-

-Lo avevi acceso?-

-Dovere-

-D'accordo...-

Mi sono spinta in avanti per baciarlo dolcemente

-Buon lavoro allora!-

Una volta uscito, mi sono diretta in cucina, dove ho scoperto ciò che aveva fatto Andrew, anche se in realtà già lo immaginavo: piatti sporchi riempivano il lavandino, avanzi di cibo erano sparsi per terra, la puzza era insopportabile

-Andrew?-

-Lo so. Non ho avuto il tempo di pulire-

-Lascia, faccio io-

-Ma Carlisle ha detto...-

-Non ti preoccupare, non morirò. Puoi andare-

-Va bene...-

Dopo che Andrew è uscito, ho pulito ogni angolo della cucina, prima di stendermi sul divano e schiacciare un pisolino.

Sono stata svegliata da qualcuno che bussava alla porta; quando sono andata ad aprire mi sono trovata davanti Alice, che mi ha abbracciata

-Ciao Shinri, come stai?-

-Bene grazie-

-Piaciuta la luna di miele?-

-Abbastanza-

-Beh, meglio così. Tieni- ha aggiunto mettendomi in mano una bustina

-Cos'è?-

-Beh...credo ti servirà. Per il test di gravidanza, intendo-

-Test di gravidanza?-

-Certo. Ti vedo con un gran pancione nel tuo futuro-

-Bene, vorrà dire che dopo vedrò di verificare. Sei venuta solo per dirmi questo?-

-Certo che no. Tra un paio di settimane ci sarà il compleanno di Bella, ricordi? Ero venuta per discutere con te su come organizzare la festa. Che ne pensi?-

-Posso dirti che certe cose non sono di mia competenza, come questa, perciò non saprei: fa come credi-

-Bene, perché avevo in mente un paio di cosette...-

Così ha iniziato a parlarmi dei suoi grandiosi progetti, forse un po' utopistici, se pensavo alla reazione che avrebbe potuto avere Bella, di certo non positiva; quando alla fine Alice se n'è andata, però, avevo già cambiato idea: fondamentalmente era fattibile e poi Bella non avrebbe potuto ribattere.

Accantonata la questione, mi sono dedicata a qualcosa che mi riguardava più da vicino: il test di gravidanza; con trepidazione ho tirato fuori il piccolo bastoncino che mi avrebbe consentito di scoprire se ero effettivamente incinta; dopo cinque minuti in bagno sono uscita dalla stanza tenendo in mano il test: per scoprire se aspettavo un bambino non ci sarebbe voluto molto, così mi sono seduta sul divano, in attesa.

Dopo poco la striscia colorata che componeva il bastoncino ha cambiato colore, coprendosi di segni di colore differente: il segnale che aspettavo con ansia; sono balzata in piedi senza riuscire a trattenere la mia gioia. Incinta. Dell'uomo che amavo e con cui avrei probabilmente condiviso il resto della vita. Niente a che vedere con le volte successive.

Non vedevo l'ora che Carlisle tornasse per riferirgli la lieta notizia, sicuramente anche lui sarebbe stato contento.

Aspettando il suo ritorno ho sistemato un po' la casa, cenato e dormicchiato un po'.

Intorno alle nove di sera ho sentito armeggiare con la porta d'ingresso e sono andata ad aprire: come mi aspettavo, Carlisle era davanti a me; mentre mi accingevo a salutarlo, mi è passato davanti senza degnarmi di uno sguardo, scuro in volto, e si è diretto verso il salotto.

Contrariata l'ho seguito e l'ho visto sedersi su una sedia, dandomi le spalle; un po' preoccupata mi sono avvicinata a lui cingendogli la vita e baciandolo sulla guancia

-Ehi, come è andata al lavoro?-

Lui no mi ha risposto, così l'ho scosso un po', svegliandolo da una sorta di torpore

-Ti ho chiesto com'è andato il lavoro-

-Come al solito-

Il suo tono di voce era strano, distaccato e non mi convinceva

-E' successo qualcosa? Puoi dirmelo sai?-

Lui mi ha preso il braccio, baciando ogni piccolo centimetro di pelle, prima di rispondere

-Ecco...io...devo andare a caccia-

-Cerchi di nascondermi qualcosa?-

-No- ha risposto lui trascinandomi tra le sue braccia, così che potessi vedere i suoi occhi, neri come la pece, ed anche come il suo umore

-Non mi pare sia mai stato un problema-

-Lo è, invece-

-Perché?-

-Beh...non è proprio fame in realtà-

-E che cos'è?-

-...Oggi una mia collega mi ha invitato ad unirmi a lei durante il pranzo e...non per parlare di lavoro-

-Ha provato a sedurti?-

-Si, sai nessuno sa che noi...cioè...-

-Che tu sei sposato-

-Poi, mentre uscivo, la stessa collega mi si è avvicinata...mi ha baciato e...si strusciava contro di me e...mi ha chiesto di andare fuori a cena-

-Se sei qui immagino tu abbia rifiutato-

-Certo, ma...il suo modo di fare mi...ha eccitato- ha concluso con vergogna

-Come? Cosa avrebbe fatto per ridurti così?- La mia voce era cambiata, ero esterrefatta

-Beh...-

Non riusciva ad esprimerlo a parole, ma avevo capito

-Non importa, puoi anche non dirmelo- ho sussurrato con voce dura.

Probabilmente lui aveva preso il mio tono di voce come una accusa nei suoi confronti, perché aveva chinato ancora di più la testa, sconsolato; i miei pensieri, la mia rabbia, erano invece rivolti verso quella donna: come si era permessa di fargli questo?!

-E' carina almeno?-

Ha alzato lo sguardo sorpreso cercando di scrutare qualche emozione nei miei occhi, senza riuscirci: il mio sguardo era assente, la mia domanda non era dettata da alcuna emozione particolare

-Si...ma non quanto te, mai quanto te! Solo che...- si è interrotto, sprofondando nella vergogna

A quel punto il mio sguardo si è lievemente addolcito; gli ho preso il volto tra le mani e l'ho guardato dritto negli occhi

-Non ce l'ho con te, ma con lei. Tu non hai colpa...almeno non del tutto-

-Io no ti tradirei mai, non potrei mai farlo, lo sai...-

Gli ho messo un dito sulle labbra per farlo tacere, poi gli ho accarezzato la guancia

-Lo so, sono state le tue parole a farmelo capire. Grazie-

Detto questo, l'ho baciato dolcemente e subito sono stata stretta tra le sue braccia, che mi hanno avvicinata a lui; le sue mani hanno incominciato a vagare sulla camicia, passando poi sotto di essa ed accarezzando la pelle nuda.

Intanto le sue labbra e le mie erano unite in un bacio instancabile, finito quando lui si è abbassato sul mio collo, che ha iniziato a baciare e leccare, mentre le sue mani sollevavano la camicia, scoprendo il reggiseno, dopodiché ha ripreso a baciarmi, per poi passare sul mio corpo, sfiorando l'ombelico e accingendosi a sbottonare i pantaloni.

A quel punto l'ho fermato

-Aspetta...-

Mi sono risistemata i vestiti, prima di guardarlo

-Io...sono incinta-

-Incinta...?-

-Già. Ho fatto il test di gravidanza ed è risultato così-

-Vuoi dire che...presto avrò un figlio?-

-Già-

Con eccitazione e timore Carlisle mi ha sfiorato il ventre, carezzandolo dolcemente

-Mi dispiace...nello stato in cui ero avrei potuto fare del male ad entrambi...-

-Sono sicura che non sarebbe accaduto. So che mi ami e che non faresti nulla per farmi soffrire e il piccolo sa che gli vuoi bene, ne sono certa. Inoltre io credo che sarai un padre fantastico, così come sei un fantastico marito-

Detto questo mi sono alzata dalle sue ginocchia dirigendomi verso le scale, fermata però da lui che mi ha stretto tra le braccia, con delicatezza, prima di inginocchiarsi davanti a me e baciarmi la mano

-Ti prometto che non permetterò più al mio essere di vampiro di prendere il sopravvento. Lo farò per te, per noi, per il nostro bambino. Io non ti abbandonerò mai-

-Certe promesse sono pericolose...- ho sussurrato guardandolo tristemente

-Ma vere, o almeno questa lo è- ha mormorato di risposta lui baciandomi

-Comunque, neanch'io ti abbandonerò...quando verrà il momento, mi trasformerai?-

La mia domanda rimase sospesa nel vuoto

-Sono stanca- ho detto sospirando, così lui mi ha condotta in camera da letto, dove mi sono messa il pigiama e coricata nel letto, subito raggiunta da lui

Dopo un po' la sua voce è arrivata alle mie orecchie

-Quando sarò pronto lo farò, ma non ora. Voglio che tu viva, non una vita fasulla, ma la tua, questa. Esaudisci questo mio desiderio, ti prego-

Ho trattenuto il respiro a lungo prima di rispondere e voltarmi

-Cercherò di godermi la mia vera vita allora. Non voglio perderti-

Era così: non volevo perderlo, volevo che stesse sempre con me, ma non immaginavo che presto si sarebbe presentata l'occasione in cui mi avrebbe abbandonata, forse per sempre.


ANGOLO DELL' AUTRICE

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e mi scuso per il fatto che neanche ora ci sarà la parte demenziale, ma purtroppo non sono dell'umore adatto(la scuola mi distrugge). Volevo anche avvisarvi che probabilmente non sarò in grado di aggiornare per una settimana o più( in realtà non so neanche se riuscirò a scrivere). Scusatemi davvero, ma la scuola si sta dimostrando piuttosto stressante e pressante(una verifica al giorno, o quasi), per cui godetevi questo capitolo. A presto!

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Capitolo 43
*** Lavoro part-time ***


CAPITOLO 43: Lavoro part-time


Il giorno dopo mi sono svegliata sola nel letto e mi sono alzata andando verso lo specchio: la mia pancia era diventata ancora più visibile, segno che la gravidanza procedeva bene. Lentamente sono scesa al piano di sotto, diretta verso cucina. Appena entrata nella stanza, ho scorto Carlisle intento a prepararmi la colazione e mi sono avvicinata al tavolo; poco dopo lui mi ha raggiunta con il piatto contenente la mia colazione e,mentre lo poggiava sul tavolo, mi ha sfiorato la guancia con le labbra

-Buongiorno-

-Buongiorno a te...-

-Mi sembri stanca, stai bene?-

-Mi sono appena svegliata, dammi un po' di tempo prima d sentirmi male-

Sorridendo, mi ha stretta a sé, prima di sfiorarmi la pancia

-E la nostra creatura come sta?-

-Direi bene. Sicuramente è più sveglia di me-

Dopo queste parole sono stata nuovamente abbracciata da lui, che ha sussurrato sui miei capelli

-Non sforzarti troppo, mi raccomando-

-Si, certo-

Dopodiché Carlisle è andato al lavoro, lasciandomi sola. Alle sette meno un quarto sono partita per andare a scuola, uscendo dall'edificio alle quattro passate, esausta.

Arrivata a casa ho deciso di andare a fare la spesa, scoprendo di non avere più soldi e rinunciando quindi all'idea.

Alle otto passate Carlisle è tornato a casa, dirigendosi immediatamente verso la cucina: i sacchetti nelle sue mani non mi hanno lasciato dubbi

-Sei andato a fare la spesa?- gli ho chiesto raggiungendolo

-Si, perché?-

-Lascia, faccio io- ho sussurrato io prendendo le buste dalle sue mani ed iniziando a svuotarle

-Cos'hai?- mi ha chiesto lui

-Niente. Sai, avrei voluto andare io a fare la spesa oggi-

-E cosa è successo?-

-Non avevo soldi, così non ci sono andata-

-Come no?-

-Non ne avevo di miei, si sono esauriti-

-E perché non me lo hai detto subito? Quanto ti serve? Anzi, non hai bisogno di chiedermeli, in fondo sono anche tuoi-

-Io...non voglio dipendere continuamente da te, fai già tanto e...mi dispiace, non vorrei essere un peso per te-

-Ma non lo sei! Quello che faccio, lo faccio per te, per renderti felice! Non dipendi da me, siamo sposati!-

-Lo so ma...vorrei trovarmi un lavoro. Che ne dici?-

-No. Non in questo momento-

-Per favore!-

-Io...finché non sarà troppo stancante, poi basta-

-Va bene-

Ero felice: non volevo essere un peso, ma indipendente, guadagnando soldi per me, anche perché non mi piaceva fare la casalinga. E poi ero sicura non mi avrebbe stancato.

Il giorno dopo al mio risveglio Carlisle non c'era; scesa in cucina, mi sono preparata la colazione e sono andata a scuola.

Quel giorno ho cercato un lavoro e sono riuscita a trovarlo: avrei dovuto fare la cameriera, ma mi andava bene.

Il giorno dopo ho iniziato a lavorare: al mattino la scuola, al pomeriggio il lavoro e, molto presto, la stanchezza ha iniziato a farsi sentire.

Ma ero felice, inoltre pensavo che sarebbe passato, quel momento di debolezza; fingevo, facevo finta di nulla, mentivo: tutto perché Carlisle, che era sempre più preoccupato, non sospettasse nulla. Ma ci sono momenti in cui non puoi più fingere, ed il mio è arrivato prima di quanto pensassi, circa dopo una settimana dalla scoperta della mia gravidanza: i giorni passati, anzi, tutta la settimana era stata stancante e alla sera crollavo sfinita e mi svegliavo più stanca di quando andavo a dormire; non ricordavo le conversazioni intrattenute con gli altri, forse non le ascoltavo, e non sapevo nemmeno cosa dicevo, non mi rendevo conto di nulla.

Eppure continuavo a fingere, le mie giornate erano una finzione: dicevo di avere impegni per dormire in tranquillità, quando Carlisle mi chiedeva come era trascorsa la giornata mentivo, perché non avevo coscienza degli eventi accaduti.

Eppure continuavo a fingere...anche quando sono tornata a casa, quel giorno sapevo che avrei mentito, preso in giro l'intelligenza di chi avevo intorno, e con calma ho lavato la tazza della mia colazione; un attimo ero sveglia, un attimo dopo la mia vista era annebbiata, barcollavo e perdevo conoscenza, forse per un secondo o meno, ma quando mi sono ripresa la mia tazza era in terra, a pezzi; sconvolta mi sono chinata a raccogliere i cocci e mi sono tagliata.

Sembrava profondo, pensavo sarebbe uscito molto sangue e sono rimasta stupita quando ho visto una sottile striscia rossa vagare solitaria sul mio palmo; spaventata mi sono diretta barcollando verso il divano e li sono crollata, perdendo definitivamente perdendo conoscenza.



Ero al lavoro, ma era come se non ci fossi stato. Avevo perso il conto dei pazienti che avevo visitato o delle ore passate: la mia mente era tutta su di lei, Shinri.

Ero preoccupato, da una settimana la vedevo mandare avanti la sua vita, sempre più stanca, sempre meno cosciente di ciò che le accadeva.

Eppure continuavo a fingere: fingevo di non vedere quando mentre mangiava, si addormentava sul piatto che le avevo cucinato, fingevo di non vedere quando si addormentava nel bel mezzo di una conversazione.

Eppure non volevo più fingere, volevo salvarla da se stessa, ma non potevo: le rare volte che ci provavo, lei mi allontanava, credendo di poter risolvere la situazione da sola anche se non poteva; questa situazione, questa nostra vita, io non potevo più sopportarla e oramai avevo deciso di parlarle al mio ritorno.

Ho accolto con un certo sollievo la fine del mio turno e mi sono diretto immediatamente a casa; appena entrato l'ho chiamata, non ottenendo risposta. Così sono entrato in soggiorno e l'ho trovata. Come supponevo, stava dormendo, beata, sul divano; mi sono avvicinato piano, sedendomi sul bordo del divano e scuotendola delicatamente. Non si è mossa. Allora ho sfiorato le sue labbra: neanche una piega, e poi....erano fredde. Lei che mi scaldava col suo corpo tiepido aveva le labbra fredde...Spaventato, l'ho scossa più violentemente, ottenendo si un movimento, ma non volontario; l'ho sollevata, e le sue braccia si sono abbassate mollemente sfiorando delicatamente il divano e allora l'ho visto: un taglio, in apparenza profondo, senza traccia di sangue, a parte un sottilissimo rivolo di sangue ormai secco. Inoltre, era pallida. Velocemente l'ho poggiata nuovamente sul divano e le ho sentito il polso, che era molto debole. Dopo averle fatto il massaggio cardiaco ho ottenuto una risposta: uno e i suoi occhi si era aperto e mi fissava

-Bentornato...-

-Shinri, cos'hai?!-

-Stanca...-

Tremando l'ho condotta nella camera da letto, dove l'ho lasciata per chiamare Andrew. Rapidamente è tornato a casa e subito a tentato di guarirla, inutilmente. Aveva perso conoscenza e non rinveniva

-Ma si può sapere cosa le è successo?!-

-Non...non lo so!-

-E' possibile che c'entri con la gravidanza?-

-Può essere, ma...ma non è successo quando era incinta di te!-

-Capisco...ora però c'è bisogno di sangue. Ormai lei..-

-Quanto?-

-Credo che una sacca possa andare, poi ci penso io-

Correndo mi sono diretto nuovamente in ospedale, entrando da una finestra e dirigendomi in magazzino, dove ho trovato ciò che mi serviva; ancora più in fretta sono tornato a casa, per dare quel liquido prezioso alla mia amata.

La parte più difficile era farglielo bere

-Tesoro, starai meglio dopo! Per favore, ti prego!-

Con gli occhi semi aperti lei sembrava non capire

-Non c'è scelta...- ho sussurrato aprendo la sacca e mettendo in bocca un sorso di sangue, che le ho fatto bere a forza. Così anche i restanti sorsi, che lei ha bevuto senza fiatare.

Dopodiché Andrew ha usato il suo potere e un po' del colorito che avevo imparato a conoscere le era tornato in volto. Stavo per rilassarmi, quando mi sono accorto che respirava affannosamente; le ho sfiorato la fronte: era calda.

-Ha la febbre-

-Ma che gruppo sanguigno le hai dato?!-

-Zero negativo...-

-Allora...credo sia normale-

-Come?-

-Intendo, ora può guarire-

Detto questo ci ha lasciato soli. Poco dopo lei si è svegliata

-Carlisle...- ha sussurrato senza aprire gli occhi

-Sono qui- ho risposto stringendole la mano

-Lo so...-

-Ora pensa a dormire. Ho sussurrato stringendola a me

-Carlisle... ho caldo...-

Dopo averci pensato, ho sbottonato la camicia e, a petto nudo, l'ho stretta a me

-Grazie...-

Tranquillo ho chiuso gli occhi, pronto a riposarmi con lei

-Carlisle...il compleanno...-

-Io non credo...-

-Voglio farlo per Bella...-

-Vedremo...-

-Grazie...-


Anche questo capitolo è concluso!!! Non ho molto tempo, perciò ringrazio coloro che hanno recensito!!! Spero vi piaccia il capitolo! Se volete sapere perché Shinri ha avuto questo...malessere, lo saprete la prossima volta!

Uchiha_chan ho una domanda per te: perché hai detto quelle cose nella tua recensione?

Un grosso bacio, alla prossima!!!!!!

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Capitolo 44
*** Compleanno ***


CAPITOLO 44: Compleanno


I primi raggi del sole hanno illuminato il mio volto, svegliandomi. Mi sono ritrovata nel letto, sopra la coperta, abbracciata ad un petto bianco. Ho alzato lo sguardo e l'ho visto: Carlisle era rilassato al mio fianco, gli occhi chiusi e le braccia attorno ai miei fianchi; il suo sguardo era preoccupato, le sopracciglia erano contratte, i muscoli tesi: evidentemente lo avevo fatto preoccupare, anche se io di ieri non ricordavo quasi niente. L'ho guardato in faccia: quell'uomo era la mia vita, il mio grande amore, e si era preoccupato così tanto per me, continuava a preoccuparsi per me, ed io ero felice di questo, felice di tanta attenzione; sorridendo mi sono avvicinata al suo volto e l'ho baciato. Immediatamente ha aperto gli occhi e mi ha baciata a sua volta, stringendomi ancora di più.

-Come ti senti?-

-Ora molto meglio-

Ho fatto per alzarmi ma sono stata bloccata da lui, che mi fissava ansioso

-Non alzarti, non ho dimenticato cosa è successo. Per favore, mi occuperò io del resto-

-Ma devi andare al lavoro e...-

-E' qui il mio lavoro- ha sussurrato lui baciandomi sulle labbra

-Ah...-

-Cosa vuoi per colazione?-

Alla sola parola il mio stomaco ha iniziato a brontolare

-Non credo mangerò-

-Oh-

-Comunque devo alzarmi. Ho bisogno di Alice-

-Per il compleanno di Bella?-

-Si, devo chiederle un consiglio-

-Che genere di consiglio?-

-Beh...- ho iniziato a parlare sollevandomi dal cuscino, sorretta da Carlisle -..devo trovare un modo per nascondere questa- e così dicendo mi sono toccata la pancia

-Perché devi nasconderla?-

-Sarà il giorno di Bella ed io non voglio che a causa delle mie condizioni le cose cambino; voglio chiedere ad Alice se ha qualche vestito che possa coprirla-

-Io non capisco, ma...se vuoi fare così ti appoggerò-

-Grazie-

Poco dopo, sorretta da Carl, sono arrivata al telefono e ho contattato Alice, chiedendole di venire al più presto. Neanche mezz'ora dopo Alice stava frugando frenetica all'interno del mio guardaroba, alla ricerca di qualcosa che evidentemente non aveva trovato, visto lo sguardo che mi aveva lanciato riemergendo dall'armadio

-Tu devi andare al più presto in qualche negozio di vestiti...ovviamente in un altro momento. Fortunatamente per te ho avuto il buonsenso di portare qualcosa di mio. Tieni.- ha aggiunto passandomi una maglia di colore viola molto larga.

Dopo averla osservata l'ho faticosamente indossata: era pefetta, anche se Alice non era convinta

-Bisognerebbe mettere una cintura...-

-No, si vedrebbe la pancia-

-E se...mettessimo una fascia sotto il petto? Non si vedrebbe nulla e staresti decisamente meglio-

-Fa come vuoi-

Dopo avermi fatto indossare una cintura mi ha aiutata ad alzarmi ed ad avvicinarmi ad uno specchio

-Perfetta!-

-Dici?-

-Lo penso anch'io- ha aggiunto Carlisle entrando nella stanza e avvicinandosi a me- sarai bellissima vedrai-

-Piuttosto...per il regalo...?-

-Beh, ci ho pensato io: tu non eri nelle condizioni per farlo. Sono certo che le piacerà-

-Speriamo...-

-Suvvia, basta preoccupazioni- è intervenuta Alice- ho deciso: prima che inizi la festa ti sistemerò un po' la faccia, sembri un cadavere-

-Non pensarci nemmeno! Non mi farò truccare da te!!!!-

-Ahahahahah! Vedremo!-

La sera della festa siamo andati a casa Cullen, arrivando prima di Bella ed Edward; tutto era pronto: le decorazioni(opera di Alice), la torta(acquistata da Alice), il mucchio di regali sopra il tavolo. Prima di arrivare avevo bevuto un po' di sangue perciò stavo abbastanza bene e nessuno sapeva niente. 

Infine è arrivata Bella che come mi aspettavo, sembrava scontenta dei regali e della torta e gli addobbi; tutti le sono corsi incontro per farle gli auguri, tranne me, che mi sono giustificata, sostenuta da Carlisle ed Andrew, dicendo di stare ancora male, cosa a cui lei ha creduto. Subito Alice le ha messo in mano uno dei regali, che aveva forma rettangolare: esso si è rivelato essere un'autoradio, che era già stata montata da Emmett, il quale si era momentaneamente assentato nel momento in cui Bella stava scartando il regalo. Successivamente Alice le ha messo in mano un altro regalo, piatto e di forma quadrangolare, e a quel punto è accaduto l'irreparabile:inizialmente sembrava tutto a posto poi ho iniziato a sentire il tenue odore dolciastro del sangue e lei ad osservare preoccupata il dito tagliato.

Gli eventi si sono succeduti in maniera molto rapida: dapprima Jasper si era scagliato famelico verso di Bella, poi Edward si era frapposto tra loro, scagliando quest'ultima verso il tavolo ed infine il tavolo si è rovesciato e Bella si è procurata  un lungo taglio sanguinante al braccio. A fatica mi sono alzata avvicinandomi a lei per aiutarla, ma subito quest'intenzione era stata sostituita da un'altra più forte: la brama di sangue aveva bloccato i miei pensieri, fermandoli sul desiderio di bere quello di Bella. Ero sempre più vicina a perseguire il mio nuovo obiettivo e stringevo già il braccio di Bella che mi guardava confusa, quando qualcuno mi ha afferrato la spalla bruscamente facendomi riprendere: Andrew aveva iniziato a trascinarmi in un'altra stanza

-Che stavi facendo?-

-Io...non lo so- ho risposto io ancora confusa

-Accidenti...resta qui. Dopo Carlisle verrà da te. Ti ho fatto male?-

-Non tu, il movimento improvviso-

-Scusami-

Detto questo mi ha riparato il bacino, dopodiché è uscito ed io sono rimasta sola.

Quasi un'ora dopo Carlisle mi ha raggiunta

-Come ti senti?- mi ha chiesto correndomi incontro

-Bene...Io...vorrei tornare a casa-

-D'accordo-

Dopo aver salutato tutti gli altri, io e Carlisle siamo tornati a casa, dove io ancora vestita mi sono fatta portar a letto e li sono rimasta, immobile, raggiunta subito da Carlisle, che mi ha baciato la spalla prima di parlare

-Cos'hai?-

-Ecco....io...volevo mordere Bella. Tutto quel sangue...-

-Shhh...va tutto bene, tranquilla. E poi non è successo niente, no?-

-Solo perché Andrew mi ha fermata, altrimenti...-

-No. Non è colpa tua: tu sei la persone più dolce che conosca e so che non le avresti mai fatto del male-

-Però...-

-Niente però. Ora dormi. Vedrai che domani ti sentirai meglio-

Lentamente ho chiuso gli occhi, facendomi cullare dal freddo abbraccio del mio amato. Non so dire esattamente quando mi sono svegliata, ma nel momento in cui ho aperto gli occhi ho realizzato di essere solo e che qualcuno stava discutendo a bassa voce nella stanza accanto.

Vi chiedo immensamente scusa!!! Mi dispiace per il terribile ritardo, non so come giustificarmi! Spero con tutto il cuore che questo capitolo possa piacervi e mi auguro che tutti coloro che seguivano fedelmente la storia continuino a farlo nonostante questa mia mancanza!!! Scusatemi davvero! A presto!!

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Capitolo 45
*** La scelta migliore ***


CAPITOLO 45: La scelta migliore

Mi sono svegliata sentendo delle voci nella stanza accanto ed incuriosita mi sono alzata con lentezza dal letto per avvicinarmi alla porta e poter vedere chi stava parlando: attraverso la piccola fessura che ero riuscita a creare senza fare rumore potevo vedere i due volti pallidi di Edward e Carlisle che si fronteggiavano, uno di fronte all'altro, cercando di far valere le proprie idee

-...cerca di essere ragionevole Edward! Non devi reagire così, ci sono molte altre soluzioni e lo sai-

-Si, lo so, ma questa è la migliore. Se devo scegliere tra il rimanere qui sapendola in pericolo o l'andarmene e lasciarle vivere una vita serena, allora la scelta non si pone-

-Si, capisco le tue ragioni, ma...ne hai già parlato con lei?-

-Sai com'è fatta: è troppo testarda per darmi ragione, non accetterebbe mai la mia scelta-

-Beh, neanch'io. Sono convinto che eventi come quello di questa sera non si ripeteranno-

-Io non voglio che si ripetano!-

-Abbassa la voce o la sveglierai!- ha sibilato Carlisle facndo un cenno nella mia direzione

-Ecco: pensa a Shinri, Carlisle. Se la sua vita fosse a rischio a causa tua, per il suo bene la lasceresti?-

Ho trattenuto il respiro: cosa avrebbe risposto a questa domanda?

-se rispondessi che si, lo farei sarei un incredibile bugiardo: anche se la sua vita fosse in pericolo a causa mia, anche se avesse tutto il mondo contro, non potrei mai lasciarla andare. Ci ho già provato in passato e ho sempre fallito, perciò...-

-Io invece lo farei ed è per questo che ti sto chiedendo di appoggiarmi-

-io ti appoggio volentieri nella tua scelta-chi sono per oppormi?-anche se in fondo penso che sia quella sbagliata: pensi che riuscirà mai a dimenticarti?-

So che non sarà facile ma...sarà costretta a farlo-

-E tu? Anche tu sarai costretto a farlo? Sei ingiusto Edward, come puoi volere questo per lei?-

-Io non lo voglio, Carlisle, ma serve affinché Bella sia salva-

-Spero tu non ti penta di questa decisione. Però...io non posso seguirti-

-Perché?-

-Non posso abbandonare mia moglie-

-Ma non dovresti, anche lei può venire con...-

-No, non può-

-Perché?-

-Non sopporterebbe il viaggio, sarebbe troppo stressante nelle sue condizioni-

-Quali condizioni?-

-E' incinta. Non posso farle correre rischi inutili, dopo quello che aha corso recentemente-

-Ma..-

-Niente ma. L'argomento è chiuso-

-Non sarà per sempre..-

-E dovrei perdermi la nascita di mio figlio per un tuo capriccio?-

-Non è un capriccio! Insomma, anche lei corre dei rischi e lo sai. Lo faresti per il bene di entrambi!-

Quello che avevo ascoltato era abbastanza: Edward cercava di separarmi da mio marito ed io non potevo permetterlo. Incurante delle ossa che cedevano, mi sono lanciata dalla porta aperta direttamente tra le braccia di Carlisle

-Shinri, tu...-

-Non te ne andrai vero? E' così no? Non ci lascerai soli no?- ho esclamato con gli occhi lucidi toccandomi la pancia

-Hai sentito tutto?-

-Ti prego non lasciarmi!- e sono scoppiata in lacrime

-Carlisle...-

-Vattene Edward-

-Ma...-

-Vattene-

Dopo che è uscito, Carlisle mi ha preso in braccio, portandomi sul letto

-Non lasciarmi...non lasciarmi....- sussurravo in lacrime come un disco rotto, cullata e tranquillizzata da Carlisle che cercava di farmi addormentare, cosa che alla fine gli è riuscita.

Nei giorni seguenti Carlisle ha provato a non farmi pensare alla sua discussione con Edward, ma io sapevo che ogni notte lo riaffrontava con lo stesso argomento, ogni volta con meno convinzione della precedente, e che il giorno della loro partenza era vicino, anche se non volevo crederci

Una sera però Carlisle è entrato in camera con una faccia grave e gli occchi incupiti; si è avvicinato a me, inginocchiandosi e prendendo la mia mano tra le sue per poi portarla alle sue labbra

-Che succede?-

-Ecco....ti chiedo di perdonarmi-

-Perché?-

-Io...parto-

-Cosa.....?-

-Penso che Edward abbia bisogno di tempo per riflettere, così lo accompagnerò dove vorrà. Non credo ci vorrà molto-

-Ma....io e....il nostro bambino..!-

-Voglio occuparmi di mio figlio. Per questo tornerò più velocemente possibile. Aspetterai fino ad allora?- mentre parlava la sua mano aveva portato la mia sulla sua guancia fredda

-Ma...non...-

-Facciamo così- ha proposto lui prendendo la mia mano e sfilando l'anello che avevo all'anulare per poi rimpiazzarlo col suo- io terrò il tuo anello e tu il mio: così sarò “costretto” a tornare. Che ne dici?-

Senza parlare ho annuito, mentre nuove lacrime rigavano il mio viso

-Su non fare così: come faccio ad andarmene se vedo il tuo visino in lacrime?-

-Allora non andare!- ho sussurrato tra i singhiozzi

-per questo mi mostri le tue lacrime? Non ti facevo così subdola!- ha iniziato a scherzare lui

-N-no. Devi andare, però...-

-Cosa?-

-Vorrei che restassi con me stanotte-

-E' tutto ciò che desidero- ha risposto lui

Così mi sono addormentata, ma al momento del mio risveglio ho sentito la prima traccia dell'abbandono: il vuoto che mi circondava.

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Capitolo 46
*** Avviso ***


Scusate il ritardo nello scrivere la ff, ma in questi mesi sono stata e sono molto impegnata e la mia concentrazione e ispirazione non è al suo massimo. Si può dire quindi che la mia storia sia in un lungo periodo di pausa e non so quando aggiornerò un nuovo capitolo, perciò vi prego di aspettare ancora e di non abbandonarmi! Alla prossima!!!!

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Capitolo 47
*** Risveglio ***


Capitolo 46: Risveglio


La notte è sembrata passare in un lampo quando ho aperto gli occhi scorgendo la luce del sole attraverso la finestra.

...Non che avessi dormito, ovvio: ciò che era successo l'altra sera mi aveva impedito di farlo, tenendomi in stato di veglia e di grande preoccupazione.

Incapace di rimanere a letto, ho aperto la porta della mia stanza, avventurandomi nel resto della casa e constatando subito la mancanza di quell'uomo: certamente aveva fatto tutto nel modo più impeccabile, come suo solito, facendo sparire ogni traccia della sua permanenza all'interno della casa; il sollievo derivante da tale scoperta mi ha tolto l'enorme peso che avevo sullo stomaco e con questa nuova serenità mi sono diretto in cucina, con l'intenzione di preparare la colazione.

Mezz'ora dopo stavo salendo le scale con un vassoio tra le mani, diretto nella stanza dei miei genitori; con delicatezza ho aperto la porta, entrando silenziosamente all'interno

-Mamma, ti ho portato la..-

Nel dire quella frase mi ero voltato, bloccandomi nell'atto di concluderla.

La figura che, davanti a me, sedeva con la schiena poggiata contro il guanciale mi ha fatto sentire immediatamente un verme: in seguito alla scelta di Carlisle di abbandonare mia madre, è nato dell'odio nei suoi confronti, odio al quale era però contrapposto il sentimento di gratitudine e amore che provavo da quando ero venuto al mondo, sentimento che mi impediva di punirlo per la sofferenza che stava arrecando a colei che mi aveva dato la vita come avrei voluto. Il sollievo provato fino a quel momento era dovuto al fatto che tale scontro non era fortunatamente avvenuto e il terribile peso che gravava sul mio stomaco era scomparso con tale certezza.

Ora però mi scontravo con la dura e dolorosa verità: se per me la preoccupazione, il dolore e la paura erano completamente scomparsi, sostituiti da un profondo senso di beatitudine, per mia madre non era lo stesso, ed ella vagava ancora in un tunnel oscuro e senza fine, come testimoniato dalla sua reazione...anzi dalla sua non-reazione alla mia entrata in scena: come avevo notato fin dal principio, sedeva poggiata con la schiena al morbido cuscino, rannicchiata su se stessa- come a volersi proteggere da qualcosa di invisibile-, con i lunghi capelli neri a coprirle scompostamente il viso.

Quella visione mi inquietava: non un suono, non un movimento, come se fosse stata pietrificata. Lentamente ho iniziato ad avvicinarmi, scoprendo mano a mano dei nuovi particolari allo scenario nella mia mente: le sue mani erano strette attorno al ventre e...cantava.

Una triste melodia, appena udibile, usciva dalle sue labbra...quasi una ninna nanna, accompagnata da un lento muoversi di pochi centimetri delle sue dita esili, nell'atto di accarezzare la sede del bambino che doveva ancora nascere.

Lei- ho notato con una fitta allo stomaco- non proteggeva se stessa, ma...

Dopo aver poggiato il vassoio sul lato libero del letto, ho fatto un giro attorno ad esso, andando a prendere la mano di lei, stringendola delicatamente

-Mamma- ho ripetuto

Al suono della mia voce si è mossa come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno, anche se sapevo che non aveva dormito per nulla, e, quasi tremando, ha sollevato la testa incontrando finalmente il mio sguardo e facendomi trattenere il respiro: i suoi occhi, solitamente brillanti, ora erano spenti, gonfi per il pianto e circondati da delle leggere occhiaie, inoltre sembrava più pallida del solito, quasi grigiastra, anche se credevo che questo fosse dovuto ad una mia impressione...o almeno così speravo.

-Andrew- ha sussurrato infine con un filo di voce

-Ehm...ti ho portato la colazione- ho detto esitante

-Non la voglio- ha replicato lei, dopo aver dato un fugace sguardo al vassoio al suo fianco ed aver quasi simultaneamente voltato la testa a guardarmi

-Devi mangiare-

-Non voglio...non posso- si è corretta deglutendo-...non farebbe bene al bambino- ha aggiunto tornando ad osservarsi la pancia

-...Farebbe bene a te, però-

-Non importa. Mangialo tu. Prendi il vassoio, io...voglio restare sola- ha mormorato infine, congedandomi

Io ho ignorato le sue parole, sedendomi sul bordo del letto affianco a lei

-Che stavi facendo prima?-

Ha puntato i suoi occhi su di me, sorpresa- Prima?- ha chiesto incerta

-Ecco...cantavi-

-Ah...si, era per tranquillizzare il bambino. Sai, ha avvertito il mio umore ed ha iniziato...- ha fatto una smorfia di dolore tastandosi il fianco-...a muoversi-

-Cosa ti ha fatto?!- sono scattato, avvicinandomi per guarirla

-Tranquillo- ha sussurrato lei, poggiando una mano pallida sulla mia- non aver paura. Andrew- con tono di voce più duro, mi ha trafitto con lo sguardo- parla con un tono di voce più basso. Lo stai spaventando!-

Quel tono di accusa mi ha colpito nel profondo, facendomi innervosire

-Ehi, ma...è il bambino che ti fa male!-

-Non lo fa apposta, e poi...anche tu lo facevi-

-...Si, va bene- Un punto a suo favore

Poi ho notato un anello al suo anulare sinistro

-Ehi...quello è...-

-Si. Carlisle me lo ha dato-

-Perché?-

-Perché...è un pretesto affinché torni presto-

-Torni...?-

-A riprenderlo e...a restituirmi il mio-

Un lampo di comprensione mi ha rischiarato la mente

-E tu...stai proteggendo il suo bambino...in attesa del suo ritorno?-

-Esatto. Ha promesso che tornerà presto- ha affermato senza incertezze

Nel dire quelle parole il suo sguardo era tornato a brillare....lei... credeva così ciecamente in quell'uomo...

Però soffriva...a causa sua

-Come fai a dire che tornerà?-

-Lui...lo ha promesso. Manterrà la parola-

-Ne sei sicura?-

-...Assolutamente-

-Eppure nemmeno tu sei convinta-

-No, io...-

-Non lo sei. E' solo un modo per combattere la tristezza-

-No...-

-Ammettilo e accettalo-

-No!- quasi ha gridato lei iniziando a piangere

-Invece si, e se fossi in te al suo ritorno non lo perdonerei- ho concluso io, riprendendo il vassoio ed uscendo

Chiudendo la porta, ho sentito distintamente i suoi singhiozzi farsi più forti e mi sono sentito ancora peggio di prima: non volevo essere duro o cattivo con lei, ma le false speranze non dovevano essere alimentate, anche perché probabilmente non sarebbe tornato...teneva molto al giudizio dei suoi figli e sapeva che mia madre lo avrebbe aspettato finché non fosse tornato, punto.

Non volevo soffrisse ulteriormente

Le ore passavano lente, come se volessero prolungare il mio tormento, o punirmi per il mio comportamento...e ci riuscivano, dannazione!

Frustrato mi sono alzato di scatto e sono uscito di corsa da casa.

Il fuoco della speranza doveva ancora ardere, per lei

Circa due ore dopo sono rientrato nella stanza di mia madre e ho poggiato un bicchiere colmo di un liquido rosso

-Bevilo, ti farà bene-

-Perché vuoi aiutare il bambino?-

-Io voglio aiutare te, non il bambino. E poi...Carlisle lo vorrebbe-

-Tu non credi che tornerà, quindi...perché lo fai?-

-Perché tu ci credi, mamma. E, a proposito di questo, voglio farti le mie scuse: sono stato indelicato prima; mi sono reso conto che...non ho nessun diritto di criticare la tua scelta di aspettarlo, anche se ritengo che sia sbagliata. Inoltre confido nel fatto che non ti farà soffrire. Però...se invece ciò dovesse capitare, gliela farò pagare cara. Ed io non dimentico. Lascia il bicchiere sul comodino quando hai finito e riposa-

Detto questo ho concluso la conversazione, avviandomi a grandi passi verso l'uscita

-Grazie-

Quella semplice parola è bastata a rischiararmi la giornata



Al mio risveglio il suo odore, il fresco aroma dei pini, aleggiava ancora nell'aria; in realtà ero sveglia da parecchio tempo, forse addirittura da quando lui se n'era andato: possibile che il suo odore fosse rimasto così a lungo all'interno della stanza, che avesse impregnato così tanto ogni singolo oggetto? O forse ero io ad esserne impregnata? Cosa mi era rimasto? Perché mi trovavo in questa situazione? Sapevo che dovevo riprendermi, eppure...le sue parole echeggiavano nella mia testa...facevano male....dovevano smettere! Temevo di non riuscire a riprendermi e mi ero rifugiata nella mia mente, nei ricordi che mi restavano per poter mantenere quel filo che mi teneva ancorata alla realtà....dovevo restare in questo mondo, non ero così patetica da fare di un singolo individuo il mio intero mondo...o si? Forse...lo ero. Credevo veramente di essere forte e indipendente?...era un'illusione, però...dovevo trovare qualcosa che mi salvasse...di tangibile...i ricordi facevano molto più male, soprattutto se felici e poi scivolavano via troppo in fretta...non volevo perdermi nella nebbia dell'incoscienza

Il bambino. Si, avevo promesso a Carlisle che me ne sarei presa cura...lui era la mia ancora di salvezza...ciò che mi avrebbe permesso di aspettare...io lo avrei protetto...

Dopo quelli che mi sono parsi attimi interminabili la porta si è aperta con un lieve cigolio

-Mamma, ti ho portato la...-

Andrew

Non avevo la forza di alzare lo sguardo e fissarlo negli occhi

Sicuramente era arrabbiato. Sicuramente

Sentivo dei passi avvicinarsi, poi un peso e una mano estranea stringere la mia...no, non voglio la realtà...devo restare a galla ma...

Andrew mi stava parlando, lo sapevo. Ma non sentivo realmente le sue parole...eppure gli stavo rispondendo. Perché? Sembra preoccupato...mi tocca il fianco...fa male...si, il bambino lo ha spezzato...Andrew continuava a parlare, a gesticolare..io non capivo...poi una frase mi ha colpito il petto, come una freccia

-Come fai a dire che tornerà?-

Che domanda è? Io lo so, lui lo ha promesso...vero? E' questa la mia risposta

-Ne sei sicura?-

Si...io...io...ne ero veramente sicura?...lui non ha mai mentito

E' la mia risposta. Assolutamente

-Eppure neanche tu ne sei convinta-

Si...pensavo questo ma...una nuova idea si stava facendo strada nella mia mente, graffiandola e lacerandola...il mio mondo va a pezzi...

Tristezza...un modo per combattere la tristezza...Si...No...io non lo so

...si spezza e si sgretola...il mio mondo

-Ammettilo e accettalo-

Non tornerà, è vero

-No!- Le mie lacrime cadono, il mio grido riecheggia...lui è sorpreso

Vattene.

Perché sto male? Eppure lo sapevo, sapevo che non sarebbe tornato. Volevo solo...combattere la tristezza.

Volevo solo...che qualcuno mi proteggesse, che mi salvasse

Andrew

E' tornato. Con del sangue

Stavolta lo ascolto mentre parla e lo vedo andare via

-Grazie-

Dal profondo del mio cuore



Era incredibile come fosse mutevole l'umore di un essere umano: un giorno fa mia madre sedeva sul letto con aria afflitta e depressa, mentre oggi continuava ad alzarsi da quello, ed era allegra. O almeno lo sembrava.

Non credevo in un tale cambiamento, non potevo crederci; questa situazione mi preoccupava sempre più, anche perché nelle sue condizioni non doveva fare movimenti bruschi.

Come se non bastasse, sembravo un ladro! Dopo tre volte che la riportavo a letto e le raccomandavo di non muoversi e tre volte in cui lei puntualmente ignorava i miei avvertimenti, avevo deciso di non correre più quando sentivo i suoi gridi soffocati, ma di anticiparla sul tempo, appostandomi in un angolo ed aspettando pazientemente il momento giusto. Proprio come da copione la porta proprio nel momento in cui formulavo questi pensieri si è aperta facendo uscire mia madre che, dopo essersi data un'occhiata intorno, si è diretta verso le scale

-Ehi! Non dovresti essere in piedi. Te l'ho già detto tre volte! Finirò con lo sgolarmi!- ho quasi gridato prendendole una spalla

-Non gridarmi addosso! E poi non posso stare sdraiata in quel letto- ha dichiarato lei distogliendo lo sguardo

-Il tour guidato della casa per il bambino lo farai un altra volta! Su, ora torna a sdraiarti!- ho ordinato iniziando a spingerla indietro nella camera dalla quale era uscita pochi istanti prima

-Per tua informazione, il bambino o la bambina non può ancora vedere l'esterno ne immaginarselo! E poi...non era mica quello il motivo!!- ha ribattuto stizzita

-...Lo avevo capito perfettamente, cosa credi? Era solo che non volevo fartelo pesare!-

Che figuraccia

Sono uscito molto rapidamente dalla stanza...anzi, a dire la verità dalla casa

Ho anch'io le mie esigenze, eh!



Molto in fretta è trascorsa una settimana. Un vero inferno: Andrew è diventato improvvisamente iperprotettivo, intransigente, qualunque cosa facessi per lui non andava bene e mi opprimeva imponendomi il riposo forzato, anche se io avevo bisogno di vedere la luce.

Oltre a ciò, non era quasi mai a casa: sembra comparisse soltanto per rimproverarmi, mentre nelle giornate in cui ero brava non lo vedevo mai. E la cosa mi rendeva un po' depressa...anzi, ma cosa dico, FURIOSA!!! Trascorrevo ore ed ore a girarmi i pollici guardando il soffitto, senza niente da leggere e impossibilitata a muovermi, mentre lui se ne andava chissà dove. Per fare cosa poi??? Cosa cavolo richiedeva così tanto tempo da trattenerlo per intere giornate?! Non potevo credere che stesse a caccia tutto quel tempo, mi rifiutavo di farlo! La cosa mi puzzava parecchio...anche perché una volta era entrato in camera con un libro sotto il braccio! UN LIBRO! Lui che non leggeva MAI!! Oh....in quello stesso istante ho giurato su...su...su qualsiasi cosa che non appena avessi potuto muovermi lo avrei sbattuto contro un muro e costretto a spifferare tutto, anche a costo di prenderlo a pugni!!!

Al pensiero “pugni” ho tirato con enfasi e molta eloquenza un pugno contro il cuscino affianco a me, trattenendo poi a stento un urlo e portandomi subito una mano al ventre

Non era possibile. Non poteva essere vero, non poteva essere già passato un mese! O si? Possibile che avessi perso la cognizione del tempo? Eppure non c'erano dubbi, non potevo sbagliarmi. Avevo provato una sola volta un dolore del genere, e non potevo di certo confonderlo col dolore dovuto alla rottura delle ossa, anche perché...quello non cresceva.

Era arrivato il momento...possibile che dovessi sempre trovarmi in situazioni del genere quando mi si rompevano le acque???

Faticosamente mi sono puntellata sui gomiti per tirarmi su e aggrappandomi ad ogni cosa-nonché spezzandomi molteplici ossa- ero riuscita ad arrivare fino alla porta e ad aprirla, ritrovandomi nel corridoio, che tanto avevo sognato fino a pochi minuti prima; arrivata alla ringhiera mi sono sporta di sotto e ho chiamato a gran voce mio figlio, sperando che in quel momento fosse in casa.

Fortunatamente lassù qualche angelo mi aveva presa sotto la sua ala protettrice, perché subito la faccia di Andrew è apparsa sotto la mia visuale, guardandomi dubbioso

-Smettila di fissarmi in quel modo e dammi una mano!- gli ho gridato

immediatamente lui si è precipitato verso di me, mi ha preso in braccio, ma invece di dirigersi verso la camera da letto come sarebbe stato naturale fare, ha ridisceso le scale e mi ha portata sul divano

-Ok...ora respira- mi ha detto lui in preda al panico- io intanto mi faccio venire in mente qualcosa-

Annuendo, ho cominciato a respirare, cercando al contempo di calmarmi, quando sono stata distratta da un oggetto entrato nel mio campo visivo. Un libro.

QUEL libro

Quel DANNATISSIMO libro, quello che volevo avere ardentemente avere tra le mani da giorni, e di cui soprattutto volevo sapere l'argomento! E ora che finalmente potevo porre fine ai miei dubbi, venivo a scoprire che era messo col titolo rivolto contro il divano e, soprattutto, che non ero nella condizioni per prenderlo!! Proprio mentre formulavo questo pensiero una nuova fitta mi ha strappato un urlo di dolore

-Non c'è più tempo!-

-Oh, e va bene! In qualche modo ce la caveremo!-

-Come in qualche modo?!-

-Avanti, non sono proprio inesperto sull'argomento!- ora sembrava più convinto

-...- Ero semplicemente sconvolta

-Non è come pensi: ho visto un sacco di film in cui erano presenti scene di parti in sala operatoria. Non sembrava così difficile-

-Ma che razza di film guardi?!-

-Non è colpa mia se scene del genere sono presenti in tutti i film ormai! Avanti, ora...respira...- detto ciò, ha iniziato a farmi vedere come si respirava, imitando le infermiere nelle scene di parto: in un'altra occasione avrei riso

-Bene....Ora spingi!- Andrew si era completamente immedesimato

Io spingevo con tutte le mie forze, ansimando per lo sforzo e gemendo per il dolore provocato dalle ossa che si spezzavano come ramoscelli

-Avanti, vedo la testa!- ha gridato Andrew con la stessa intonazione dei medici nei telefilm

Sforzandomi di rimanere cosciente ho continuato a spingere, spingere, spingere finché non avevo più la forza di gridare dal dolore...poi all'improvviso si è sentito un vagito rimanere sospeso nell'aria, breve, preludio di ciò che sarebbe seguito a breve, ovvero il pianto disperato di un neonato.

Improvvisamente ho sentito la testa molto più leggera e i suoni sono diventati ovattati: mi sentivo trascinare via, stavo per...

-Ehi!-

Mi sono sentita trascinare bruscamente verso la realtà da una mano calda: i colori attorno a me si sono fatti più nitidi, i suoni chiari e distinti, il dolore sempre più tenue

-Non puoi morire. Guarda, è una bambina- mi ha rimproverato Andrew, sollevando leggermente la piccola creatura perché mi accorgessi di lei: ella, la mia bambina, piangeva forte, i pugnetti chiusi, rannicchiata su se stessa e infagottata in un asciugamano bianco preso chissà dove. Sono tornata a fissare negli occhi mio figlio, notando che aveva uno sguardo corrucciato e che fissava la bambina; incuriosita mi sono sollevata leggermente, cercando di avvicinarmi ai due e ho allungato le mani nella sua direzione, sfiorandolo appena. Egli, capendo la mia muta richiesta, mi si è avvicinato e, sorreggendo delicatamente la testa della sua sorellastra, me l'ha posizionata in grembo

A quel punto ho potuto iniziare ad osservarla ed ho immediatamente notato con meraviglia dei ciuffi biondi fuoriuscire dal tessuto bianco; tremando ne ho accarezzato uno, soffice e setoso, per poi arrivare a sfiorare una delle guance della bambina, rosea e vellutata come quella di una pesca. E così facendo mi sono ritrovata a fissare i suoi occhi spalancati e spauriti

Azzurri come il più limpido dei cieli


I giorni passavano lenti e monotoni, uno uguale a quello precedente, e mi vedevano impegnato sempre nelle solite mansioni : rubare il sangue per mia madre, premurarmi che stesse ferma a letto, tenere in ordine la casa, prepararmi la cena le volte che non avevo voglia di cacciare o non potevo farlo...e studiare per procurarmi la patente

Eh già. Nella sua vita un uomo ha bisogno di una compagna che gli sia fedele, che lo assista nella buona e nella cattiva sorte, che non lo abbandoni mai, che lo faccia sentire sempre a suo agio e che lo riscaldi nelle gelide giornate invernali fuori casa...No, non mi sto riferendo a una donna, bensì alla Macchina, anche se di certo non voglio sminuire la donna, sia chiaro

Fino a prova contraria io ero un uomo e come tale avevo dei bisogni, tra i quali figurava il possedere un'automobile. E non un'auto qualsiasi: io l'avevo vista, l'auto dei miei sogni, ed essa aveva il nome di Chevrolet Impala, targata 1967, nera metallizzata.

Wow, una vera favola. L'avevo vista una volta passando davanti al rivenditore di auto usate e da allora è stato amore a prima vista, tanto che non potevo fare a meno di tornare ogni giorno a contemplarla e a controllare che nessuno me la soffiasse, perché, Dio, quell'auto doveva essere mia. Ecco il motivo del mio impegno nello studio, motivo che mi aveva spinto a iscrivermi al corso di guida e a frequentarlo assiduamente. Certo, notavo gli sguardi stralunati che ogni volta mi lanciava mia madre quando mi vedeva, e notavo sempre le sue labbra tremare nel tentativo di trattenere la domanda che la sua curiosità la spingeva a fare, curiosità stuzzicata il giorno in cui mi sono mostrato a lei col libro sotto il braccio.

Però avevo deciso di tacerle la verità, almeno fino a quando non avessi ottenuto la macchina, perché a quel punto non avrebbe potuto più fare nulla....le madri sanno essere fastidiose a volte.

In attesa dell'esame per la patente, mi sono messo all'opera per cercare un lavoro al fine di potermi comprare l'auto. Ed è stato allora che ho notato l'inserzione affissa contro il muro della centrale di polizia. Cercavano qualcuno per poter controllare i boschi dove miriadi di animali stavano pian piano morendo, “per mano di un cacciatore”. Mi è venuto da ridere leggendo quell'ultima frase: beh, non che fosse sbagliata...ero io il cacciatore! Con un'alzata di spalle mi sono avviato verso la porta della centrale e l'ho aperta: in fondo era un lavoro come un altro.

Mi sono aggirato per i corridoi, aspettandomi di trovare molta attività, che invece era completamente assente: qua e la, attraverso i vetri delle porte, potevo vedere qualche agente solitario che leggeva dei fascicoli, ma nei corridoi non c'era nessuno; ora capivo perché cercavano aiutanti. Sembrava che in quella cittadina la carriera del poliziotto non fosse la più gettonata

-Ehi!-

Una voce mi aveva chiamato urlando, proveniente da oltre una porta spalancata alla mia destra.

Incuriosito mi sono sporto oltre l'uscio per vedere il volto della persona che mi aveva interpellato e mi sono trovato davanti a un uomo di mezza età con folti riccioli color mogano e baffi dello stesso colore, uomo che in quel momento mi stava invitando ad entrare con dei cenni

-Ragazzo, vieni dentro!- Ha sbraitato infine, infastidito dal fatto che non avessi capito i suoi cenni

-S-si, subito!- Sono entrato immediatamente nella stanza, chiudendomela alle spalle e andandomi velocemente a sedere sulla sedia posta di fronte alla scrivania

-Bene ragazzo, che cosa fai qui? Questa è una centrale di polizia sai?- ha sbottato infine lui, dopo avermi osservato a lungo

-Questo lo so. Sono venuto qui dopo aver letto l'inserzione che diceva che voi stavate cercando degli aiutanti. Ho bisogno di un lavoro, quindi sono disposto a prendere l'incarico: andrò nella foresta a stanare i cacciatori-

l'uomo ha emesso un lungo sospiro, prima di rispondere scocciato

-Senti ragazzo, non siamo qui per giocare ed io non ho intenzione di mandarti nella foresta da solo: sei ancora giovane, per fare questo genere di lavoro c'è sempre tempo-

-Ma...ho l'esperienza che cercate! So orientarmi perfettamente all'interno della foresta e ho la forza necessaria a mettere fuori combattimento uno o due cacciatori!-

-Fosse così semplice non mi preoccuperei, ma i cacciatori di cui stiamo parlando sono brutali...anzi direi che sono anomali: non so cosa facciano a quegli animali, ma li ritroviamo col collo spezzato, senza che gli siano state prelevate parti del corpo, il che è molto strano, per gente di quel genere, visto che solitamente si portano dei trofei della loro caccia a casa. E poi- ha aggiunto tornando a guardarmi- hai sentito il parere di tua sorella prima di decidere?-

-Mia sorella?-

-Certo. Osservandoti ho notato una certa somiglianza tra te e una ragazza amica di mia figlia, anzi, direi che siete praticamente identici. Lei cosa ne dice?-

-Ah...- avevo capito cosa intendeva- si, mia sorella...oh, lei è d'accordo. Dice che sarebbe un'esperienza utile per la mia maturazione, e via dicendo. Come se non fossi maturato abbastanza nelle ultime settimane!-

-Molte cose da fare in casa? A proposito, come sta ora tua sorella? Bella mi aveva detto che circa una settimana fa era malata: si è ripresa?-

-Bella?- ho chiesto incuriosito

-Mia figlia. Shinri non ti ha mai parlato di lei?-

-Oh...si, certo! L'ho incontrata alla sua festa di compleanno!- in realtà l'avevo già incontrata molto tempo prima, ma questo ho evitato di dirlo- Scusi, sa...mia sorella mi ha messo in testa molte preoccupazioni-

-Non sta ancora bene?-

-Ehm...no. Lei è di...salute cagionevole, le basta un niente per ammalarsi. In queste settimane è stata molto sotto pressione ed alla fine si è ammalata. Si stava riprendendo quando è capitata l'occasione del compleanno di Bella, ed alla fine ha avuto una ricaduta. Sarà molto felice di sapere che Bella si preoccupa per lei; comunque stia tranquillo, è in via di guarigione- ne ero convinto: in fondo quanto mancava alla nascita?- Molto presto sarà fuori di casa-

-Ne sono felice, anche perché Bella in questi giorni non sta bene e mi piacerebbe che ricevesse una visita da parte di un'amica: sai, è rimasta sola-

-Capisco- La situazione era più tragica del previsto- glielo riferirò. Per quanto riguarda il lavoro?-

-Ah- ha sospirato lui di rimando- anche se non sono molto convinto...benvenuto a bordo, ragazzo. Spero sinceramente che la tua presunta esperienza sia effettivamente adeguata al compito da svolgere. Io sono Charlie, il capo della polizia, e da domani tu comincerai a lavorare alla centrale-

Bene, avevo un lavoro! La prospettiva della mia nuova macchina non era più così lontana!

Circa due giorni dopo il mio incontro con Charlie, ciò che avevo predetto si è realizzato e a mia madre si sono rotte le acque. Era arrivata incespicando fino alla ringhiera delle scale, iniziando a chiamarmi a gran voce, mentre io studiavo per scuola guida; rapidamente mi ero catapultato da lei, l'avevo presa in braccio e l'avevo trasportata sul divano, dopodiché ho iniziato a recitare, impersonando i dottori che tante volte avevo visto nei film. Dopo quasi un quarto d'ora stringevo tra le braccia un piccolo scricciolo urlante dai sottili capelli biondi, che subito ho avvolto in un asciugamano, prima di dedicarmi a sua madre, che stava letteralmente toccando il cielo con un dito.

Dopo averla curata, le ho dato in braccio la bambina ed è stato allora che ho visto mutare il suo sguardo, che divenne dolce, quasi adorante, nei confronti della creatura. Incuriosito, mi sono avvicinato anch'io ad osservarla, notando solo allora che aveva gli occhi celesti. Solo allora ho capito il perché di quello sguardo: in tutto e per tutto quella bambina somigliava a suo padre.

-Che nome vuoi darle?- le ho chiesto

-...Claire- mi ha risposto subito lei

A quel punto pensavo che le cose si fossero sistemate, ma sbagliavo. Era solo l'inizio; infatti nelle successive due settimane lei non fece altro che stare con la piccola, senza preoccuparsi di nient'altro, fino a quando non ho perso la pazienza.


Era una mattina come tutte le altre: puntuale come un orologio svizzero, alle cinque in punto la piccola Claire si era svegliata ed aveva cominciato a piangere; come ogni mattina da due settimane a questa parte io mi ero alzata, mi ero diretta verso la culla e avevo preso in braccio il mio grazioso angelo biondo, spostandomi poi verso la cucina per darle da mangiare.

Era tutto normale...o almeno così credevo.

Il primo evento fuori dalla norma è avvenuto tre ore più tardi, durante la colazione. La mia bambina dormiva candidamente nella sua culla ed io e l'altro mio figlio eravamo impegnati a mangiare silenziosamente la colazione...Ecco, era proprio questo il punto. Il silenzio. Di solito l loro colazioni erano chiassose

Ad un certo punto non l'ho più sopportato

-Ehi, che cos'hai stamattina?- ho chiesto cauta, non ottenendo una risposta

Andrew fissava ostentatamente il piatto davanti a sé con sguardo truce. Era concentrato...ma su cosa?

-Andrew...?- ho riprovato, cercando di attirare la sua attenzione- Si può sapere che ti prende? Avanti, dimmelo!- gli ho intimato infine: ero sua madre, accidenti!

Ed alla fine è esploso

-E' che Bella sta male, dannazione!- ha sbottato, sbattendo un pugno sul tavolo

-...Come?- ho chiesto dopo un attimo di riflessione. Quella sua uscita mi aveva lasciata senza parole

-...Cavolo! Mi sono preparato questo discorso tutta la notte, che diavolo!- ha imprecato il moro prendendosi la testa tra le mani, resosi conto della confusione di Shinri- Allora...ricominciamo con calma- diceva ora a se stesso- dunque...Non possiamo andare avanti così! Non puoi andare avanti così! Sono mesi che non esci di casa! Charlie...Il padre di Bella, chiede di te in continuazione! Vuole che tu vada a trovare la figlia, che ultimamente è molto giù ed è rimasta sola, ed ogni volta che lo fa io non posso che rispondere che tu sei malata! Ma non ti importa di quella ragazza?!-

-Certo che mi importa!-Come poteva chiedermi una cosa del genere, era mia amica!- Io...io non lo sapevo...-

Ero mortificata, e lui lo sapeva: era quello a cui puntava, evidentemente

-Lo vedi?! Tu non lo sapevi! E' a questo che ti sei ridotta a rinchiuderti qui dentro! VIVI, per l'amor del cielo, mamma! Io non posso né voglio continuare a mentire per te con gli altri!- ha sentenziato convinto Andrew

Ora era sicuro, sicuro che avrebbe avuto ciò che voleva, caricandomi coi sensi di colpa, ma non l'avrebbe vinta lui

-Mentire per me...mentire per me?! Non farla passare come una mia richiesta, perché io non te l'ho mai fatta!- ora era il mio turno di gridargli contro

-”Non farla passare come una mia richiesta!”- Mi ha scimmiottato lui in falsetto, punto sul vivo- Eh beh, certo!- mi ha attaccato poi- Perché OVVIAMENTE io potevo andare in giro dicendo a quelli che me lo chiedevano che tu eri sposata, tra l'altro non legalmente, col dottor Cullen e che aspettavi un figlio da lui. Oh, è che non potevi uscire, perché tale gravidanza non è UMANA, ma è...vampira?...Si, credo che questo aggettivo potrebbe andare...e quindi rischiavi di rompersi le ossa mentre camminavi e avresti potuto voler bere il loro sangue? Era questo che avrei dovuto dir loro?-

-Beh, non ho detto questo...E comunque cosa vuoi che faccia?- ho chiesto infine

-Voglio che tu esca, che tu respiri aria pulita, che tu viva lontana dall'ombra di quell'uomo!-

-Ma io non...- Non sapevo cosa rispondere, dove poter trovare un appiglio: sembrava proprio averla vinta lui

-Se è per Claire che ti preoccupi, me ne occuperò io- si è offerto lui sicuro di sé

-NO!- questo era poco ma sicuro

-Su, non fare storie, è deciso!- ha dichiarato lui, afferrandomi saldamente per il polso e trascinandomi verso la porta di ingresso- io approfondirò il mio rapporto con Claire, mentre tu recupererai la tua vita sociale al di fuori di queste mura-

-Ehi! Ma queste sono tutte TUE decisioni!- ho protestato io cercando di oppormi

Lui si è voltato a guardarmi

-Già- ha concordato tranquillamente- e non ho nessuna intenzione di negoziare. Perciò...-ha continuato mentre armeggiava con la porta di ingresso-...fuori!- ha concluso spingendomi nel portico e chiudendo la porta alle mie spalle.

Io sono rabbrividita: faceva freddo, accidenti! Ed io...ero in pigiama!!!

Ho picchiato forte contro il legno della porta, non ottenendo risposta

-Non voglio stare in casa! Voglio solo dei vestiti: sono in pigiama!-

Poco dopo aver proferito queste parole ho sentito la finestra della mia camera spalancarsi e una pioggia di vestiti venirne fuori

-...Grazie-


Scusate il terribile ritardo, ma tra scuola e cose varie(tra cui figurava la mia voglia di scrivere) questo capitolo ci ha messo un bel po' ad uscire, e me ne dispiaccio molto.

Mi dispiace anche perché questo capitolo era già quasi scritto da febbraio, quindi...

Spero mi perdoniate! Per ogni evenienza l'ho fatto bello lungo ed anche ricco di eventi!

!

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Capitolo 48
*** Importante, leggere con attenzione! ***


IMPORTANTE, LEGGERE CON ATTENZIONE!


Dopo anni dall'ultimo capitolo, un po' per nostalgia un po' perché avevo una mezza idea di riprendere a scrivere dopo la prolungata attività, mi sono decisa a rileggere la storia quasi per intero, in modo da riprendere il filo e poter, dunque, avviarmi verso la stesura del proseguo della storia.

Purtroppo, dubito di poterla riprendere.

Rileggendola, infatti, ho trovato non solo molti errori di battitura che sinceramente non so da dove vengano fuori ma, complessivamente, mi sono ritrovata di fronte una storia che, visto il tempo trascorso, per me non aveva molto senso – troppo affrettata nel suo svolgimento, infantile per certi verso (e me lo dico da me).

Insomma, anche se a malincuore mi sono ritrovata a riflettere sul da farsi, con di fronte a me due strade: la prima dettata dalla nostalgia e dall'affetto nutrito verso la storia – e magari verso chi è rimasto in questi anni ad attenderla, se ve ne fosse ancora qualcuno – che mi vede a proseguire questa FF nonostante tutto, proseguendo senza guardarmi eccessivamente indietro (giusto correggendo gli errori di battitura, per intenderci), e la seconda che, al contrario, mi vede ad abbandonarla e rimuoverla, magari per dedicarmi a una nuova FF, sempre in tema, ma maggiormente nelle mie corde (giusto perché ho già in mente, complessivamente, lo svolgimento dei primi capitoli).

Ebbene, visto che sto scrivendo questo messaggio, sono portata a dirigermi più verso la seconda strada che verso la prima, a malincuore: ringrazio, pertanto, chiunque abbia seguito questa storia e in questi anni l'abbia attesa, con la speranza che, nel momento in cui pubblicassi il racconto che ho in mente, veniate a darci un'occhiata, magari per farmi sapere cosa ne pensate.

Arrivederci – prossimamente procederò con il cancellare l'FF!

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