Intrecci

di Cinzia N Spurce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shock da ritorno ***
Capitolo 2: *** Il rumore della morte ***
Capitolo 3: *** Sbronze da luna piena ***
Capitolo 4: *** Appuntamenti impossibili ***



Capitolo 1
*** Shock da ritorno ***


Note: Buongiorno, ben trovati. Dopo aver pubblicato alcune storie della challenge in corso “Le situazioni di lui e lei”, dopo la fanfiction partecipante al contest “Il Citazionista”, dopo le oneshot partecipanti all’iniziativa “Piscina di prompt”, nel bel mezzo di una sessione di esami, mentre cerco di scribacchiare una fanfiction, che ha pure una trama abbastanza complicata, mente cerco di portare avanti un blog che ultimamente è stato bellamente abbandonato… comincio un’altra challenge, of course!
Questa raccolta partecipa alla challenge “Chi, con chi, che cosa facevano” indetta da kukiness sul forum di EFP. Il concept è abbastanza semplice: prendente dieci personaggi a caso di un fandom, poi portate avanti le tracce proposte. Il bello del gioco sta nel non far combaciare i personaggi leggendo prima le tracce. Io ho preso questi dieci personaggi e poi ho cominciato a scrivere. Non sempre le flash/oneshot saranno collegate tra loro, se riuscirò a legarle lo farò, ma a volte questo non sarà possibile. A volte queste saranno leggere e divertenti, senza spessore, come questa che è la prima, altre invece saranno più serie, alcune seguiranno il canon, altre invece saranno totalmente diverse. Tutto dipende da cosa mi ispira il prompt. Qui sotto vi lascio la lista dei dieci personaggi e il prompt che ho seguito.

Piccola postilla: Il rating è giallo, ma mi riservo di aumentarlo se sarà necessario, l'avvertimento è generale perché ogni one-sho è a sé e non posso mettere degli avvertimenti per tutti.
Adesso vi lascio alla lettura, spero vi piaccia. Ci vediamo giù.

  1. Derek Hale
  2. Scott McAll
  3. Stiles Stilinski
  4. Lydia Martin
  5. Allison Argent
  6. Isaac Lahey
  7. Malia Tate
  8. Liam Dunbar
  9. Kira Yukimura
  10. Peter Hale

Prompt: 6 (Isaac Lahey) e 8 (Liam Dunbar) hanno una relazione clandestina e 1 (Derek Hale) li scopre.

 

SHOCK DA RITORNO

 

Quando Derek si avvicina al loft, immerso nel silenzio della notte che lo vede tornare a Beacon Hills, non immagina di trovare quello che, effettivamente, trova. Anzi, più precisamente non si aspetta di sentirlo, con le sue orecchie che ha pensato di tagliare e con il suo naso che ha pensato di danneggiare in qualche modo. Pensa che deve domandare a Stiles come perdere l’olfatto, per tipo sempre, in modo parecchio definitivo, che impedisca ai suoi super sensi da lupo mannaro di riparare il danno.
Se solo potesse si caverebbe gli occhi, perché c’è un limite a quello che la vista umana, o lupesca in questo specifico caso, può sopportare e quello proprio no, si ripete scuotendo la testa di fronte a quei due imbecilli.
Crede di sentirsi violato in qualche modo, nella mente.
Quei due maledetti idioti gli devono un risarcimento danni bello grosso, per il trauma subito.
Quando Derek si avvicina al loft, dopo la chiamata preoccupata di Scott e le informazione parecchio laconiche e prive di una seria spiegazione da parte di Breaden su quanto stesse succedendo in quella maledetta cittadina porta guai, comincia a sentire degli ansiti, che si convince provengano dal vicinato, insomma, nel suo appartamento non può certo esserci nessuno.
Quando Derek sale le scale di quel maledettissimo posto – lo brucerà, ne è certo – comincia a sentire anche dei gemiti, poco casti e decisamente elevati, che cominciano a preoccuparlo, sul serio. Nel suo loft non dovrebbe esserci nessuno eppure qualcuno si sta divertendo e nega fino all’ultimo che quel qualcuno possa essere chi gli suggerisce il suo naso, perché sarebbe a dir poco ridicolo.
Quando apre la porta del loft, però, è costretto a constatare con amara rassegnazione e intrinseca rabbia crescente che quei due imbecilli sono proprio lì, proprio sul suo vecchio e spesso bistrattato divano, a fare cose.
La prima domanda che gli viene in mente è come sia possibile che quei due possano essere lì a divertirsi quando non si conoscevano nemmeno. Isaac ha lasciato il branco, partendo per la Francia con Chris, subito dopo la battaglia con il Nogitsune, Liam è diventato beta di Scott mesi dopo, quando quell’altro cerebroleso ha deciso di salvargli la vita afferrandolo con i denti, ottima mossa Vero Alpha del piffero, sul serio.
«Che diavolo...» singhiozza un attimo, decisamente sconvolto.
Liam è seduto sul divano e Isaac è… tra le sue gambe, con la testa, mentre il ragazzetto si lascia sfuggire versi davvero eccessivi, dovrebbe guardare meno porno.
Nessuno dei due si è accorto dell’odore di Derek, dei suoi passi, del suo sconcerto… che diamine, quella è casa sua, non un motel da quattro soldi dove potersi rintanare per fare sesso indisturbati.
Isaac sobbalza al sentire la voce di Derek, solleva la testa e si volta a guardarlo impaurito.

Oh piccolo caro, fai così bene ad aver paura di me, pensa furibondo.
Liam si affretta a coprirsi, con le guance rosse e gli occhi sgranati, puzza di eccitazione, paura, imbarazzo e senso di colpa.

Stupidi ragazzini.
«Che. Diavolo. Fate. Qui.» è quello che gli preme sapere. Personalmente non gliene importa nulla se Isaac scopa con un ragazzo, una ragazza, entrambi, se si fa un’intera squadra di Lacrosse o un procione, quello che lo fa imbestialire, per la precisione, è che chicchessia se lo sia fatto suo divano, nel suo loft. E Isaac dovrebbe sapere quanto lui tenga che il mondo stia fuori dal suo di mondo.
Cosa è andato storto durante il suo addestramento, soprattutto quando cercava di inculcargli il concetto di spazio personale?
Era chiaro che il suo loft rientrasse nel concetto di spazio personale, no?
Evidentemente no.
Isaac deglutisce a vuoto, Liam si rannicchia dietro di lui per l’imbarazzo, Derek continua a guardarli in cagnesco, ringhia lievemente, mettendo ancora più paura al cucciolo.
«Derek, non andare fuori di testa»
Oh, lui non sta andando fuori di testa, vuole semplicemente staccargliela la testa, a quei dannati cretini, con i denti possibilmente, per poi esporle con delle picche ai lati della porta del loft e dare così un messaggio chiaro a chiunque decida di invadere il suo spazio personale, per fare sesso, poi.
«Gli hai fatto un pompino sul mio divano, Isaac» abbaia contro il ricciolino.
Doveva ucciderlo quando era ancora un cucciolo inesperto, l’idiota.
«Tecnicamente non ha completato...»
«Taci Liam, per il bene dell’umanità... taci!» ringhia frustrato schiaffandosi una mano in faccia.

Fai dei respiri profondi, Derek, si ripete con costanza.
Isaac continua a non spiccicare parola, ha sempre avuto questa specie di timore reverenziale e cieca fiducia nei confronti di Derek, come Alpha, come fratello maggiore, come punto fermo e uomo di fiducia, gli ha perdonato molto tempo fa di averlo cacciato come un cane, quella notte di molti anni prima.
«Isaac, mi avevi pure detto che eri ancora in Europa!» gli urla indignato, che poi il punto è proprio quello, in fondo. Isaac ha sempre potuto invadere tutti gli spazi personali che voleva, perché era più di semplice branco, era famiglia, e quando ha saputo che Scott aveva richiesto l’aiuto di tutti l’aveva subito contattato perché non lo vedeva da troppo tempo, e da quando aveva deciso di perdonarsi per la morte della sua famiglia faceva di tutto per non far trascorrere troppo tempo senza vedere Cora e Isaac.

Isaac invece aveva detto una cazzata per scopare con Liam?
Lo avrebbe ucciso in modo trucolento, aveva deciso.
«Stavo per dirti di essere a Beacon Hills, che c’era stato un cambio di programma con i Calavera e che avevo preso l’aereo prima, poi sono arrivato qui e ho trovato lui e… non sapevo dove altro andare» concluse mesto, con quei maledetti occhi da cucciolo abbandonato che sfoggiava ogni volta che Cora lo maltrattava.

Infido bastardo.
Avrebbe tanto voluto ammazzarlo, ma il fatto che a venticinque anni fosse ancora preda degli ormoni adolescenziali era una punizione abbastanza esemplare per infierire.
Sospira a fondo e si allontana, evitando accuratamente il suo divano e cercando di dimenticare l’immagine di Liam e Isaac intenti a… Cristo, era come vedere Cora fare sesso, terribile e raccapricciante.
«Mi dispiace, Der...» sussurra Isaac con sguardo basso e sente anche Liam dispiaciuto.
Prende un altro respiro, giusto per sapere di essersi calmato fino in fondo.
«Non scoperete mai più a casa mia»
«Ma... Derek, io non ho una casa»
«Usa la tua auto, allora» risponde piccato.
«Non ho nemmeno un auto, genio», Derek sta seriamente ripensando all’idea della picca e delle teste mozzate.
«Io ho una moto, ma quella non va bene per fare tutto, solo i pompini, al massimo»
Derek è basito.
«Hai davvero perso il tuo tempo dietro a questo deficiente?» domanda incredulo.
«Ti prometto che non ci troverai mai più in situazioni compromettenti» ripete lui, pregandolo e Derek non sa dirgli di no, perché Isaac è famiglia e alla famiglia non sa più negare nulla.
«Dio, d’accordo, ma non fatevi più trovare sul divano, hai una camera in questa casa» il sorriso di Isaac si è illuminato e Derek sente già parte di tutta quella rabbia passare.
«Grazie, Derek» dice felice e lui lo sente quell’aroma di lillà e sapone di cui odora la felicità mentre salgono su rincorrendosi come i cretini che sono.





Note 2.0: Dunque, delucidazioni per la comprensione: è ambientato in un ipotetico futuro. Diciamo che c’è stato tutto quello che è accaduto nel canon, Allison è morta, Isaac è andato in Francia con Chris, Derek va via dopo Kate e i Berseker, Liam viene trasformato proprio in quel periodo. Qui Scott è ancora Alpha di Beacon Hills, è nei guai e chiama Isaac e Derek, entrambi lontani da BH. Derek e Isaac hanno mantenuto un buon rapporto, perché qualsiasi cosa diciate Derek lo ha trasformato, è il suo Alpha e quello che gli ha dato una casa, quindi Isaac lo perdona. Isaac è tornato anche altre volte, senza però incontrarsi con Derek, conosce Liam e scocca l’ammmore (Mai ship fu più brutta, lo ammetto, ho riso come una povera pazza mentre scrivevo). E poi succede questo xD.
È tutto, a presto Cinzia N.^^

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Capitolo 2
*** Il rumore della morte ***


Note: A distanza di una settimana dall’inizio di questa divertente challenge eccomi nuovamente con un nuovo capitolo di questa raccolta. Se le cose vanno come dovrebbero dovrei aggiornare una volta a settimana, ma comunque non vi prometto nulla.
Come potete ver intuito dalla prima minishot di questa raccolta, i racconti partecipano alla challenge “Chi, con chi, che cosa facevano” indetta da Kukiness sul forum di EFP, per il regolamento vi rimando al primo capitolo di questa raccolta o al bando della challenge.
Piccolo appunto: questa minishot è un po’ più cupa rispetto ai toni scanzonati e da commedia del primo capitolo, questa seconda shot non è collegata alla prima in alcun modo, quindi si possono leggere in maniera totalmente separata. Qualcosa del canon cambia in questa piccola storia: visto il plot suggerito e il personaggio capitato (che vi giuro non l’ho fatto di proposito) la situazione di Lydia e del suo essere banshee cambia lievemente. In questa storia, per poter usufruire del suo potere Lydia paga un prezzo e perde uno dei cinque sensi.
E niente, spero vi piaccia.

Plot: 4 (Lydia Martin) perde uno dei cinque sensi ma ne acquista un sesto


Lista personaggi scelti: 

  1. Derek Hale
  2. Scott McAll
  3. Stiles Stilinski
  4. Lydia Martin
  5. Allison Argent
  6. Isaac Lahey
  7. Malia Tate
  8. Liam Dunbar
  9. Kira Yukimura
  10. Peter Hale

 

IL RUMORE DELLA MORTE

 

Quando succede nessuno se l’era aspettato e Lydia non capisce bene di cosa si tratta.
Sto impazzendo, sussurra piano tra le lacrime, sul cuscino. Pensa di perdere la ragione, che quello non è normale. Proprio per nulla.
Allison cerca di aiutarla dicendole quel che sta loro intorno, mentre sono a scuola.
Jackson nemmeno la guarda, ma quello non è una novità per come si è evoluta la situazione.
Stiles continua a starle accanto in maniera tanto goffa e melensa da farle venire la nausea.
Persino Scott, che non l’aveva mai guardata, le gira intorno più insistentemente del previsto, immagina che abbia quegli occhi da cucciolo bisognoso d’affetto che lei ha tanto detestato nel corso della sua esistenza.

Odia sentirsi anormale, lo odia con tutto il cuore e tutti loro sono lì per ricordarglielo e di riflesso odia pure loro e la loro maledetta voglia di sentirsi utili.
Cosa è successo quella notte lei non lo ha ancora capito, era sul campo di Lacrosse e qualcosa l’ha morsa, poi si è svegliata cieca in una stanza d’ospedale. I dottori dicono che sia stata un’infezione, ma lei di un’infezione del genere non ne ha mai sentito parlare.
Quale che sia la causa della cecità, comunque, resta il fatto che lei adesso non ci vede e imparare di nuovo come è posizionato tutto nella sua vita la rende triste e frustrata. Sbatte continuamente contro ante e porte, non riesce a farsi i capelli e per truccarsi aspetta ogni mattina Allison che suona alla sua porta, e lei non può nemmeno aprirle, perché ogni volta ci mette quindici dannati minuti a capire anche solo dove è posizionato alla parete il citofono.
Lydia dall’incidente non ride più, ma non è nemmeno acida o polemica, sta semplicemente zitta, con un’espressione insofferente e apatica sul viso.
Quando però spezza il silenzio urlando, una sera in cui si trova con Allison, l’amica capisce che l’urlo non è solo un maledetto residuo di quello che qualcuno chiamerebbe disturbo post traumatico da stress.
Allora Allison fa delle ricerche, scopre qualcosa, ma come può dirle che i mostri esistono e che lei è uno di quelli, adesso? Allora parla con Stiles e Scott, chiede loro di aiutarla e salvaguardarla, perché presto o tardi capiterà: Lydia vedrà i morti e lei non dovrà essere da sola.
La prima volta che succede Lydia è negli spogliatoi, prima dell’urlo che le nasce spontaneo e che cerca di trattenere tra le corde vocali, sente un brusio alle orecchie, un voce acuta e lontana, un insieme inarticolato di mormorii che sembrano invaderle il cervello. Allison l’abbraccia e le poggia le labbra sulle tempie sudate, le sussurra qualcosa e lei non può far altro che gridare, in maniera disperata, quanto male facciano quelle voci.
La seconda volta che succede Lydia è in mezzo al cortile della scuola, con Stiles che la stordisce di chiacchiere, da minuti interi ormai non lo ascolta più, annuisce solamente mentre un sussurro improvviso e caldo le perfora i timpani e una voce stavolta si fa strada in maniera distinta e chiara «Eloise» dice di continuo. Lydia non sa perché ma sente il bisogno di buttarlo fuori quel nome, anche se non sa chi diavolo è questa ragazza.
Stiles grida con quanto fiato in gola mentre lei si lascia andare al richiamo delle voci.
«Urla Lydia. Urla»
E lei urla. Non sa nemmeno quale dolore, ma lo urla.
La terza volta che succede, dopo aver superato l‘urlo e il tremore che le lascia ogni attacco del genere, dopo aver sentito tutte le voci che nella sua testa urlano in contemporanea, li guarda con astio, vuole sapere cosa sta succedendo e Allison la porta in silenzio di fronte a Deaton.
A cosa serva un veterinario al momento le sfugge.
Una sola frase e il suo mondo cambia.
«Hai perso la vista per imparare a sentire la morte»
E le voci tornano, più prorompenti che mai.

Le sentirà sempre.




Note 2.0: E nulla, ecco qui la piccolissima storiella su Lydia. Che dire, Lydia con quel plot è capitata a fagiolo, come si suol dire. Allison con il bestiario degli Argent trova più informazioni di quante ne avessero nel canon. Finite le differenze con il canon. spero vi piaccia.

A presto, Cinzia N.^^

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Capitolo 3
*** Sbronze da luna piena ***


Note: Salve a tutti e ben trovati, questo è il terzo mercoledì consecutivo che riesco ad aggiornare questa raccolta, che traguardo, signori. 
Comunque, come al solito: questa storia partecipa alla challenge "Chi, con chi, che cosa facevano" indetta da Kukiness sul forum di efp. Per le regole della challenge vi rimando alle note del primo capitolo di questa challenge o al bando della challenge sul forum, di cui trovate il collegamento cliccando sul titolo. La mia lista dei personaggi potete trovarla nei capitoli precedenti. Gli eventi non seguono il canon, vista la presenza di Allison e Malia insieme.

Plot: 1 (Derek Hale) e 7 (Malia Tate) sono ubriachi e 5 (Allison Argent) ne approfitta.

 

SBRONZE DA LUNA PIENA

 

Allison, quella roba lì, proprio non se l’aspettava.
Da ben dieci minuti fissava la scena davanti a lei dubbiosa e incredula, mi stanno prendendo in giro, sussurrava tra sé e sé fissando la scena balorda che si trovava di fronte.
«Dai, Allison... andiamo» cercava di tirarla Scott, ma la ragazza sembrava irremovibile nel restare lì a fissare a bocca aperta e cipiglio confuso quei due antipatici e scorbutici mannari.
«No, aspetta... come diavolo hanno fatto a ubriacarsi?» domanda indicando i due piagnucolanti e fuori di sé di fronte a lei.
Scott li aveva trovati così, quella notte, dopo la telefonata abbastanza confusa di Derek. Il sole sarebbe sorto dopo almeno due ore e i due con in mano una bottiglia di vodka a testa stavano delirando su qualcosa che Scott e Allison non avevano ben capito.
«Sono così a causa dell’eclissi di luna, saranno totalmente umani fino al sorgere del sole e sono totalmente ubriachi. Dobbiamo metterli a letto e andarcene» le dice Scott sospirando, ad Allison, però, balena in mente un’idea che il suo caro e moralmente integro Scott non avrebbe apprezzato, ma che a lei faceva prudere le mani.
«Oh, ho un’idea migliore» dice in maniera inquietante e cattiva, prendendo il telefono dalla borsa e posandolo tra Derek e Malia, totalmente ignari di quello che la malefica cacciatrice sta architettando.
«Mi ha lasciata senza nemmeno dirmelo» biascica Malia, con gli occhi chiusi e un insistente tirare su del naso, portando la bottiglia di vodka alle labbra e buttando giù l’ennesimo sorso, cui segue una smorfia di disgusto.
«Eppure non capisco» continua con le lacrime agli occhi «facevamo dell’ottimo sesso» termina costernata.
«Immagino» le risponde Derek con un mormorio, dopo averla guardata tra l’indignato e l’invidioso, inclinando di lato la testa, quasi fosse troppo pesante per reggerla e aver buttato fuori un lamento dolorante, «sarà bravo a letto» butta fuori dopo un sorso di vodka e un colpo di tosse appena accennato.
«Dio mio, non voglio nemmeno sentirle queste cose» urla sconvolto Scott portando le mani a tapparsi le orecchie e cominciando a camminare freneticamente per il loft. Allison ghigna cattiva e sorride all’idea delle verità rivelate grazie ai superalcolici.

Sia benedetto l’alcol e le sbronze devastanti da luna piena, pensa allegra.
«Sì» mormora Malia in risposta al cugino «fa tutte quelle cose con le dita, che sono luuuunghe. Lunghiiissime» indica in maniera goffa con le mani.
«Oh» si lascia sfuggire Derek con gli occhi vacui «...che entrano e escono» sussurra.
«E roteano. Cazzo, se roteano» continua Malia cominciando a muovere il polso.
È sentendo il gemito di Derek che Scott decide di strappare via il telefono ad Allison e interrompere la registrazione.
«Scott» si lascia sfuggire indignata la ragazza.
«Cristo, non ho alcuna intenzione di continuare ad ascoltare quanto Stiles sia bravo con le dita e quanto Derek voglia quelle dita, okay? Gesù, è mio fratello. Che schifo
la trascina su dopo il fiume di parole appena dette e decidendo di lasciare Derek e Malia esattamente dove sono, distesi tra il divano e il basso tavolinetto, con le bottiglie di vodka in mano e le confessioni sessuali su Stiles. Dio, quella cosa gli bloccherà la crescita.
«E poi, che hai intenzione di fare con questa registrazione?» le domanda tra il furioso e l’imbarazzato.
«Ohhhhhh» ghigna soddisfatta Allison «lo vedrai, Scottie»
Il giorno dopo Scott non sa cosa sia successo, o cosa Allison abbia fatto nel dettaglio, ma sa che c’entra la registrazione della notte prima e le confessioni di Derek, quando il ragazzo impreca e cede le proprie chiavi alla cacciatrice, che sorride angelica e gli sussurra qualcosa all’orecchio che lo fa diventare rosso e che gli fa mormorare qualcosa di indistinto.
«Allison?» chiede Scoot con un filo di paura quando sono a bordo della Camaro.
«Oh, ha soltanto imparato che non si sfida una cacciatrice, Scottie» le risponde Allisan premendo forte sull’acceleratore.




Note 2.0: Dunque, nulla di troppo pesante, Derek e Malia si ubriacano e così viene fuori la cotta di Derek per Stiles... e vi giuro che non posso credere di averlo scritto davvero. Scott non doveva esserci, come avete intuito dal plot, ma si è inserito a forza, è stato un male necessario, ma alla fine il piccolo e tenero Scott mi diverte tanto xD Tutto molto comico e divertente, spero vi piaccia. 
Cinzia N. ^^

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Capitolo 4
*** Appuntamenti impossibili ***


Note: Salve, eccomi, in ritardo, a postarvi un capitolo della raccolta partecipante alla challenge "Chi? Con chi? Che cosa facevano?" indetta da kuiness sul forum di EFP. Questa oneshot è una continuazione della prima postata: "Shok da ritorno". Se non volete leggere la prima ve la riassumo in breve: Derek trova Liam e Isaac intenti a fare roba, ne resta sconvolto, ma poi lo accetta a patto che non lo facciano più sul suo divano, Isaac ha venticinque anni, così come gli altri ragazzi, ad eccezione di Liam che ne ha ventitré perché se la memoria non mi inganna lui è di due anni più piccolo del resto del branco, ergo è ambientata nel futuro. Il canon viene rispettato, più o meno fino alla quinta stagione, ricordo ch non tutte le flash/shot siano collegate tra loro.

Plot: 3 (Stiles Stilinski) vuole chiedere un appuntamento a 8 (Liam Dunbar) ma qualcuno o qualcosa gli metterà i bastoni tra le ruote.


Appuntamenti impossibili

Stiles ha sempre saputo di essere diverso dagli altri, mentalmente aperto, favorevole alla sperimentazione e dannatamente curioso. Per questo, quando comincia la maledetta fase della pubertà – che tutto era stata meno che una passeggiata per lui – non si stupisce più di tanto del fatto che guarda indifferentemente, pieno di curiosità, sia i maschi che le femmine.
Qualche tempo dopo, tempo scandito da circa un miliardo di video porno di varia natura, arriva alla conclusione che è bisessuale, senza farsene un particolare cruccio.
Ama le forme gentili delle ragazze e quelle spigolose dei ragazzi, non riesce a trovarci qualcosa di sbagliato, in fondo. Ha sempre vissuto quella sua parte in maniera privata, un po’ come una seconda identità, messa a tacere dalla cotta per Lydia e poi dalla vita frenetica cui si è trovato a prendere parte.
Di quelle sue inclinazioni ne è a conoscenza solo Scott, gliene ha parlato perché è suo fratello e la conversazione è andata avanti in fretta e in maniera grottesca culminando in un:
«Ti piace il cazzo quindi?»
«Sì, Scott, in sintesi mi piace anche il cazzo.»
«Non è che ti piace il mio, per caso?»
«Cristo, no! Certo che no. Mio Dio è una cosa abominevole, sei mio fratello!»
«Grazie al cielo, amico!»
Stiles sospira mentre ripensa a quella sua primissima forma di outing, prima che cominciasse ad andare per locali con Danny, cosa che avveniva prima che la licantropia cambiasse per sempre le sue abitudini.
Addio serate a sperimentare la propria sessualità.
Benvenute serate a sperimentare la propria mortalità.
Da un po’ di tempo Stiles ha ricominciato a pensare a quella parte della propria vita, dopo Malia, mentre prende confidenza con il nuovo beta di Scott, mentre inizia ad apprezzarlo e il problema è che non sa nemmeno lui per cosa lo apprezza, Liam non brilla in acume, però gli piace. È sceso a patti, ormai, con la sua capacità di farsi piacere persone che sono totalmente diverse da lui, se si considera la sua biblica cotta per la rossa.
Il fatto però che sia sceso a patti con il fattaccio non gli dà comunque il coraggio di fare il primo passo, anche perché effettivamente dei gusti sessuali di Liam ne sa poco e il fatto che facciano parte dello stesso branco è un forte deterrente, preferisce evitare certe situazioni imbarazzanti.
Ma Stiles non è mai stato in grado di mettere da parte un pensiero, proprio non sa come si fa. Più cerca di relegarlo da qualche parte della propria mente, in un luogo abbastanza remoto da far sì che non gli dia molto fastidio, più questo diventa molesto infastidendolo fino a diventare ossessione.
E, dannazione, lui ha venticinque anni, non dodici, dovrebbe riuscire a gestire una cotta in maniera sana.
Evidentemente non è così, allora decide di parlargliene una volta per tutte, di chiedergli di uscire con tutta la dignità che possiede, con tutto l’amor proprio di cui è capace e se Liam declinerà, Stiles troverà il modo di riprendersi dal rifiuto in maniera fiera e matura uccidendosi di videogames e piangendo, in maniera virile, sulla spalla di Scott.
Alla riunione del branco, quando devono affrontare i nuovi omicidi che imperversano e Stiles decide che è il momento di agire, prima della fine di quella serata parlerà con Liam, magari lontano da orecchie indiscrete.
Il suo sguardo è determinato, la sua volontà di ferro, alla fine della riunione troverà il modo di allontanarsi dal branco con lui e glielo dirà.
Malia sospira e lo guarda esasperata, è sempre stata sensibile ai cambiamenti nell’umore di Stiles e l’averlo avuto accanto non ha fatto altro che acuire quel legame.
«Sei sicuro?» gli domanda atona, cercando di sondarlo per capire qualcosa su quella situazione.
«Sicurissimo» e Malia nota che sicurissimo lo è davvero, nel tono, nel battito, forse è solo un po’ ansioso, che è come dire che è tutto nella norma nel suo caso.
Mentre stanno discutendo su come affrontare le indagini, in maniera impercettibile, senza nemmeno rendersene conto, sposta di continuo lo sguardo su Liam.
Di questo, però, si rende conto Derek, che si trova quasi di fronte a Stiles, accanto a Isaac, e impallidisce quando comprende ciò che emana l’odore di Stiles: attrazione.
Al termine della riunione, quando Stiles sta per andare a braccare Liam, Derek comprende di dover intervenire, per il bene di tutti e tre quei deficienti e soprattutto per il bene di Isaac, che sembra davvero preso dal ragazzo, o forse per il bene di Stiles che verrebbe picchiato selvaggiamente da Isaac, o forse per il bene del suo pavimento che di sangue ne ha visto fin troppo.
Stiles è solo in procinto di pronunciare il nome di Liam, quando Derek lo afferra per il colletto della camicia e lo trascina di nuovo dentro il loft ringhiando uno «Stilinski» che fa perdere a Stiles l’occasione per parlare con Liam e lo fa puzzare di tristezza per un attimo.
«Che diavolo vuoi, Derek?» si scosta scontroso risistemandosi la camicia.
Derek sembra preso alla sprovvista, non ha pensato a cosa dirgli, ma solo a salvare la tresca di Liam e Isaac. Stiles esce dal loft sbuffando una serie di imprecazioni colorite verso Derek che geme frustrato, se solo quei due deficienti uscissero allo scoperto lui potrebbe risparmiarsi tutti quei teatrini.


La situazione con gli omicidi sembra non trovare una via d’uscita, tutti sono tesi e frustrati, e l’odore di Stiles puzza sempre più di nervosismo, per i sensi di Derek diventa una specie di puzza rancida troppo penetrante che non riesce a sopportare. Derek si rende conto che Liam e Isaac sono un po’ stralunati dall’umore dell’umano, Malia lo guarda e sospira e Scott fa finta di nulla, ogni tanto semplicemente viene a sapere delle serate passate in compagnia di videogiochi e vodka, cosa che il giorno dopo rende Stiles ancora più detestabile.
La seconda volta che preso dal coraggio e dall’impazienza decide di parlare con Liam, Derek riesce a salvare la relazione di Isaac giusto per un pelo. Stiles aveva già cominciato a parlare.
«Liam?» il ragazzo si volta sorridendogli e Derek lo sente il battito del cuore leggermente accelerato di Stiles a quella visione. La cosa lo fa intristire un po’, nonostante le varie minacce di morte gli dispiace ferire indirettamente Stiles.
«Sì, dimmi» Stiles si avvicina un po’ e vede che le sue mani tremano leggermente, sente la sua gola secca e il cuore che sembra il battito d’ali di un insetto tanto è veloce.
«Senti, volevo domandarti se ti anda-» ma Derek non gli fa finire nemmeno la frase, arriva in fretta, fuori dal bar dove stanno parlando, spintona lievemente Liam fulminandolo con lo sguardo e gli intima di andare perché “Isaac è nei guai”.
Sente Stiles combattuto tra l’essere preoccupato e l’essere irritato, va via borbottando qualcosa, mentre Derek vorrebbe fermarlo un attimo. Spera ardentemente che quella situazione del cavolo si risolva al più presto, così da smetterla di fare lo stalker seriale.
La terza volta che Stiles ci prova succede dopo aver risolto il caso degli omicidi seriali, tutto opera di un Darach: grazie Nemeton, è sempre un piacere avere a che fare con i tuoi psicopatici. Stiles è rimasto ferito, un po’ come tutti, ma lui impiega più tempo a guarire, ha visto tutto il branco fare la spola tra la sua camera in ospedale e l’appartamento di Scott. Persino Isaac è andato a trovarlo, preoccupandosi lievemente per l’umano dalle ossa fragili.
Liam è rimasto lì, con Stiles, su richiesta di Scott, da Alpha non riesce proprio a farsi andare bene l’idea di lasciare qualcuno del branco da solo, dopo un evento del genere, perciò ha costretto tutti a fare a turni per fargli la guardia, per tenergli compagnia, per rassicurarlo sebbene Stiles gli avesse più volte ribadito che era tranquillo, stava bene.
A Stiles sembrava l’occasione perfetta, sembrava una scena da film, il ragazzo malridotto a causa di un’azione finale andata bene per miracolo che fa leva sulla possibilità di cogliere ogni occasione per vivere il resto di vita che gli rimane.

Era fottutamente perfetto e melodrammatico.
Stiles fa un respiro profondo, guarda Liam concentrato sul suo cellulare intento a fare chissà che, si schiarisce la voce per richiamare la sua attenzione. Tossicchia un paio di volte, poi lo chiama lievemente. Liam gli risponde mugugnando qualcosa, troppo concentrato per ascoltarlo davvero.
«Ehi, Liam?» Stiles ci riprova e il suo cuore comincia a battere furiosamente. È sul punto di dirglielo, “Liam, vuoi uscire con me, qualche volta?” ma Derek Hale Lord da Pessimo Tempismo invade nuovamente i suoi spazi. Entra dentro la stanza, con due caffè tra le mani e un’espressione imbarazzata.
«Ehi… oh… Liam, sei qui?» domanda incerto e lievemente preoccupato.
«Ciao Derek» sorride Liam.
«Ciao Derek» mormora Stiles risentito, sta cominciando a detestarlo.
Derek nota la puzza di nervosismo e rabbia e in parte si sente dispiaciuto per Stiles, anche Liam nota quel tanfo provenire da Stiles. «Amico, c’è qualche problema?» gli domanda preoccupato e Derek non ha mai amato tanto l’ingenuità del cucciolo, fortunatamente è arrivato in tempo, Stiles non ha detto niente.
«No, sono solo stanco, tranquillo» risponde strascicando le parole e cercando di mostrarsi veramente tranquillo.
«Liam, puoi andare se vuoi, resto io con Stiles» dice Derek fissando con la coda dell’occhio Stiles, ma è il suo odore a sbattergli in faccia tutta l’irritazione che prova nei confronti del licantropo. Derek spera vivamente che Stiles resti zitto, ma le cose non vanno come si aspetta, Stiles sbotta arrabbiato e frustrato.
«Quale diavolo è il tuo problema?» lo addita stringendo gli occhi in due fessure «Perché stai sempre in mezzo ai piedi, eh?» sbuffa seccato, si passa una mano sugli occhi e Derek non sa proprio cosa dirgli, come farlo stare meglio.
«Stiles…» tenta insicuro.
«Dio, sta’ zitto» sibila infuriato. «Anzi, no… spiegami, cortesemente, che ci fai qui? Non te ne è mai fregato niente e da qualche settimana sei sempre in mezzo alle scatole. Che cosa cavolo vuoi?»
«Non so proprio di-» ma gli è impossibile continuare perché Stiles continua a imprecare a mezza voce non ascoltandolo minimamente.
«Senti…»
«No, senti tu: qual è il punto? Una qualche sorta di divinità ti ha dato l’incarico di rovinarmi l’esistenza?» batte le mani sulle coperte e Derek comincia a farsi prendere dall’irritazione, perché di rovinargli l’esistenza proprio non ne ha intenzione, vuole soltanto la serenità di Isaac.
«Senti, idiota, nessuno vuole rovinarti l’esistenza» alza il tono della voce per farlo stare zitto, almeno un po’. «Semplicemente, lascia perdere Liam, okay?» continua poi imperativo fissandolo negli occhi, ha cercato di farlo in maniera non traumatica ma non ce l’ha fatta.
«Cos- Oh. Mio. Dio.» esclama incredulo «Hai una cotta per Liam» Derek soffoca con il proprio caffè, cominciando a tossire e guardandolo schifato.
«Come diavolo ti viene in mente, stupido. Cristo, certo che no!»
Gli occhi di Stiles si spalancano e inizia a boccheggiare, dal suo odore Derek percepisce incredulità, imbarazzo, un pizzico di inquietudine ed è un attimo prima che Derek comprenda a quale verità, decisamente sbagliata, è giunto quel ragazzo. «Stiles non ho nemmeno una cotta per te, okay? Non mi interessi né tu, né tantomeno Liam. Solo… lascialo in pace, torna a pensare a Lydia» cerca di chiudere lì quella conversazione.
Stiles lo guarda scettico «Allora mi spieghi perché ti sei impegnato tanto per far sì che io non parlassi con Liam e, domanda ancora più importante, come facevi a saperlo?»
«Il tuo odore è un libro aperto e…» non sa come dirgli che Liam ha una tresca con Isaac.
«E?» gli fa eco Stiles invitandolo a proseguire.
Derek mormora impaciato qualche imprecazione «Isaac e Liam si vedono, okay? Tipo che escono insieme, capisci adesso?»
Stiles boccheggia confuso, quando si è perso un simile passaggio?
«Scott e Malia non lo sanno perché quei due imbecilli fanno ben attenzione a coprire i loro odori quando hanno finito… di… ecco…» le guance di Derek si velano di rosso per l’imbarazzo, come un riflesso di quelle di Stiles.
«Tu come…» lo sai? Vorrebbe domandare ma non conclude, confidando nella perspicacia di Derek.
«Fidati, non vuoi saperlo» mormora asciutto, gracchiando un po’ alla fine.
«Perché non me lo hai detto prima?» domanda Stiles cauto.
«Non volevo ferirti, ma so che ad Isaac comincia a piacere davvero Liam e dovevo fermarti in qualche modo.»
«E piombare nel bel mezzo di ogni mia conversazione con Liam come se fossi uno stalker o un maniaco omicida invece era una buona idea?» Stiles sbuffa un sorriso a quella domanda.
«Non sapevo cosa fare, okay? Dammi un Kanima e so come affrontarlo, dammi dei ragazzi che si sentono ancora adolescenti e vado in paranoia» sbotta esasperato.
«A dire il vero all’inizio non sapevi affrontare nemmeno quello» lo stuzzica Stiles ghignando un po’ e prendendolo in giro.
Derek ringhia lievemente. «Ti strappo la gola» sputa dopo un po’.
«Sì, sì, con i tuoi denti, solita storia» continua Stiles ridendo apertamente adesso e reggendosi di poco un fianco.
«Ti fa ancora male?»
«Sono sopravvissuto a case peggiori» e Derek sa che si riferisce a un po’ tutto, alla ferita alla lieve cotta per Liam.
«Okay, allora»
gli mormora Derek accennando un sorriso.
«Okay» gli risponde Stiles sentendosi più disteso.




Note 2.0: Eccoci giunti alla fine, questa shot mi è venuta più lunga delle altre, ero particolarmente ispirata xD
Non ho molto da dire, spero solo vi sia piaciuta.
A presto, Cinzia N.^^

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