La Solita Storia?

di WikiGabry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il prof. Gunner ***
Capitolo 2: *** La maestra Pax ***
Capitolo 3: *** Il Vero Volto di Attila ***
Capitolo 4: *** Profondo Rosso: Amore e Sangue ***
Capitolo 5: *** Imperativo: Salvare Roma! ***
Capitolo 6: *** La moglie del Papa ***
Capitolo 7: *** Ospiti alla corte di Spagna ***



Capitolo 1
*** Il prof. Gunner ***


La vita dei poveri studenti qualunque, si sa, può essere dura.
Se Madre Natura non ti ha dotato di un ingegno fuori dalla norma, non ti ha attrezzato con facoltà intuitive particolari o non ti ha regalato capacità di sintesi... Beh, cavarsela nello studio è una bella impresa!
Qualcuno di voi dirà: "Se l'intelligenza è quella che è, bisogna puntare tutto su impegno e sacrificio."
Come se fosse facile farsi venire la voglia di studiare!
Il nostro eroe, Shawn Bennett, fin dalla nascita difettava di queste caratteristiche: non che fosse stupido, ma non era intuitivo, né volenteroso.
Il risultato era molto semplice: per lui la scuola era una faticaccia dell'altro mondo...
 
Una mattina, come sempre, l'autobus era in arrivo:-Eccolo, sta arrivando!-annunciò Jasmine Bergin, una delle compagne di scuola di Shawn.
-Fatemi passare!-esclamò Tyler Oldring, un'altro studente della loro classe, tentando di sgomitare
-Stattene al tuo posto!-lo respinse in malo modo il suo nemico Alejandro Burromuerto
-Buoni ragazzi! Rispettate la fila!-incoraggiò Dawn Medrek, una delle studentesse più tranquille.
In quel momento arrivò Shawn, che tentò di salire sul bus, ma in quel momento...:-Permesso, permesso!-si intromise irruentemente Courtney Barlow, dando una cartellata in faccia a Shawn, facendolo cadere dall'autobus, che in quel momento partì.
Il ragazzo provò a rincorrerlo, ma non ce la fece, e fu costretto ad andare alla lontanissima scuola a piedi.
 
Quella scena si ripeteva ogni mattina, e Shawn arrivava inevitabilmente tardi al buongiorno scolastico della preside, da cui riceveva la solita ramanzina:-Signor Bennett, la sveglia si è inceppata anche stamattina?
Shawn tentava di giustificarsi, ma la donna lo stoppava sempre: il nostro eroe era decisamente sfortunato, ma nessuno gli credeva per davvero...
 
La mattinata scolastica era per lui una corsa ad ostacoli: interrogazioni, verifiche, interrogazioni programmate, interrogazioni a sorpresa, interrogazioni improvvisate: un delirio totale.
Ma questo era niente: c'era qualcosa di peggio...
Si trattava di una persona ben precisa e identificabile, che rappresentava per lui ciò che per una formica può essere un formichiere: il temutissimo professore di storia Oswald Gunner!
Dobbiamo premettere che Shawn, fin dalle elementari, odiava studiare storia, e il venerando prof. era la persona più barbosa e insopportabile dell'Universo: le sue lezioni, per il nostro eroe, erano la quintessenza della noia, visto che non riusciva a concentrarsi per più di 30/40 secondi, e nella sua testa c'era un minestrone pazzesco: nomi, date, battaglie, guerre, paci, nuove guerre, nuove paci, altri nomi...
Ma la cosa che mandava Shawn più in tilt era la passione che il prof. aveva per le relazioni di parentela...
 
Quella mattina, parlò dell'Impero Romano:-L'imperatore Augusto era figlio di Gaio Ottavo e di Azia maggiore, che era imparentata con Cesare e con Gneo Pompeo.
Se vogliamo dirla tutta, sua madre era la figlia della sorella di Cesare, Giulia minore, e di Marco Azio Balbo. Quindi il nostro Augusto era, di fatto, pronipote di Cesare.
-Caspita, com'è interessante!-commentava Courtney con sguardo sognante.
Courtney Barlow, nota secchiona e lecchina del prof., aveva tutti 10, anche in antipatia.
Vicino a lei sedeva Alejandro Burromuerto, che possedeva una memoria prodigiosa ed era l'incarnazione dell'altra mania del prof. Gunner: la conoscenza precisa delle date...
Ad esempio, quel giorno, Gunner gli chiese:-Burromuerto, mi dici in che anno salì al potere Augusto?
-Facilissimo!-rispose lui-Era il 44 a.C., aveva 19 anni, perché era nato nel 63, nel 59 aveva perso il padre e nel 51 era morta pure la nonna Giulia.
-Bravissimo!-lo lodò Gunner
 
Ma come facevano i suoi compagni a ricordarsi tutte quelle cose? Shawn se lo chiedeva in continuazione. Per fortuna, in classe c'erano anche Tyler, Jasmine e Dawm, che qualche cantonata ogni tanto la prendevano...
-Medrek, cosa sono le Guerre Puniche?-chiese Gunner
-Ehm...Sono guerre per punire qualcuno-disse la ragazza, titubante
-Potremmo essere un po' più precisi?-domandò Gunner-Forse Oldring ti può dare una mano...
-Le Guerre Puniche le ha fatte Roma-disse Tyler
-Bravo-disse il prof.-E contro chi le ha fatte la nostra amata Roma?
-Beh, se sono Guerre Puniche-fece il ragazzo-Le avrà fatte contro...i Puni! 
Non era errata come risposta, ma Courtney e Alejandro risero a crepapelle.
-Barlow, illumina questo somaro, per favore!-disse il professore a Courtney
-Le Guerre Puniche furono una serie di tre guerre combattute tra Roma e Cartagine-disse lei, da saputella qual era.
-Per essere precisi-aggiunse Alejandro, ancora più saccente-La prima va dal 241 al 218 a.C., la seconda dal 202 al 149 e la terza dal 149 al 146.
Poi lui e la vicina di banco si guardarono:-Sempre a.C., ovviamente!
-Bravissimi ragazzi!-si complimentò Gunner-Scrivete 10 sul vostro libretto dei voti!
I due scrissero il voto, e poi sventolarono i libretti in faccia ai compagni che non avevano risposto.
-Quei due non li sopporto proprio-sussurrò Jasmine, compagna di banco di Shawn
-A chi lo dici!-esclamò lui-Non so cosa ci vengano a fare a scuola. Sanno già tutto!
-Prima o poi qualcuno li beccherà impreparati-predisse Jasmine-E vedrai come rideremo...
-Figurati, non capiterà mai!-disse Shawn, sconsolato
 
Il momento più drammatico della giornata si consumava quando il prof. cominciava a roteare gli occhi in direzione della prima fila: in quel momento Shawn sapeva che da lì a poco sarebbero arrivate le celebri "cannonate" ("Gunner" in inglese vuol dire "cannone") ed era colto da un improvviso terrore, che gli causava una paralisi mascellare e gli provocava un attacco di tremarella isterica.
-Signor Bennett-disse Gunner quel giorno, mentre Shawn scivolava sotto il banco nel tentativo di nascondersi-Vorrebbe rispondere alla seguente domanda?
Ma Shawn non sentì quest'ultima parte: perse infatti conoscenza.
-Signor Bennett! Shawn!-lo chiamò Gunner
-Prof., credo che sia svenuto-disse Jasmine, tenendo la testa dell'amico sollevata.
-SHAWN BENNETT!-urlò il prof.
-Eh? Sì, sì! Ci sono!-rinvenne Shawn
-Vogliamo parlare di Attila, il flagello di Dio?-chiese il docente
-No, Attila no...la prego!-implorò il ragazzo 
-Devo dedurre che Attila non l'abbiamo studiato nemmeno per oggi, vero?-domandò ironico il prof.
-No, io...io l'ho studiato tutto il pomeriggio-dichiarò Shawn, tremante.
-Bene, me ne compiaccio-commentò Gunner-E quindi?
Shawn tentava di parlare, ma riusciva ad emettere solo strani versi gutturali.
-Ho chiesto Attila, signor Bennett, non di imitare l'uomo di Neanderthal!-esclamò il professore 
Nonostante gli incoraggiamenti di Tyler, Dawn e Jasmine, Shawn non riusciva a parlare: era bloccato dalla fifa.
-Ho capito, siamo alle solite!-disse Gunner-Favoriscimi il libretto dei voti, per favore!
Shawn ubbidì, e portò il libretto alla cattedra.
 
Il poveretto, ormai, percepiva Gunner come un incubo: vedeva il faccione del professore in ogni luogo, per cui i casi di allucinazione erano all'ordine del giorno.
Aveva provato a parlare con i genitori, ma suo padre aveva troncato la discussione con un "Studia di più e vedrai che ti passa tutto".
Ma più studiava, più i personaggi storici si trasformavano in incubi.
C'erano due personaggi in particolare, per cui Gunner aveva una venerazione speciale: Attila e Cristoforo Colombo.
Shawn temeva quei due uomini con tutte le sue forze, e anche loro si trasformavano regolarmente in brutti sogni che animavano negativamente le sue notti.
Finiva sempre e inevitabilmente così, fino a quando...
 
 

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Capitolo 2
*** La maestra Pax ***


ANGOLO AUTORE:
Questo capitolo è molto corto, lo so, ma è una sorta di introduzione ai prossimi :)
Enjoy it! :D
WikiGabry
 
Dopo due ore di studio, improvvisamente, un piccolo abbocco colpì Shawn, che si addormentò sulla scrivania di camera sua.
In quel momento, avvenne qualcosa di incredibile: dalla finestra aperta, una ragazza volò dentro la camera del nostro eroe, che si svegliò di soprassalto.
-Aaah!-urlò la giovane, per poi guardare fuori dalla finestra-Vogliamo sistemare questi atterraggi, per favore?!
Aveva dei lunghi capelli biondi, un seno prosperoso, un bizzarro e lungo vestito azzurro e uno strano capello a punta dello stesso colore.
-Ehm...Ciao, ragazzo!-disse, imbarazzata, massaggiandosi il sedere
-Lei...Lei chi è?!-chiese Shawn, quasi spaventato
-Io sono la maestra Lindsay Pax, che arriva più veloce di un fax!-si presentò la ragazza, per poi allungare una mano al nostro eroe-Piacere!
-Cooosa?-chiese Shawn, stringendole la mano
-Hai capito benissimo, ragazzino!-ribadì la maestra-Io sono la maestra Lindsay Pax e vengo dal Pronto Soccorso Scolastico, meglio noto come il PSS...
-Il PSS?-ripeté Shawn
-Siamo un gruppo organizzato di ex maestri, insegnanti e studiosi che hanno fondato un'associazione di aiuto per casi...Disperati, come il tuo...-spiegò Lindsay
-Ma...Come....Come ha fatto ad entrare...Qui?-chiese il ragazzo, stupefatto-Da dove viene?
-Che domanda assurda!-esclamò la bionda-Da dove vuoi che venga? Dal cielo, è ovvio!
-Dal cielo?-ripeté Shawn, allibito-E...Come ha fatto?
-Semplicissimo: noi del PSS entriamo nel materializzatore celeste e veniamo lanciati nell'Ipercielo per comparire nei sogni, negli stati di catalessi e negli svenimenti di gente disperata come te-spiegò la ragazza, toccandosi nuovamente il sedere-Dobbiamo migliorare gli atterraggi, però...
-Insomma...Siete degli angeli!-commentò il nostro eroe
-Beh, non ci sopravvalutare...Siamo un semplice aiutino-disse Lindsay, per poi aggiungere-Vogliamo cominciare o dobbiamo passare la notte a perdere tempo?
-Ma...Cominciare cosa?-chiese Shawn, frastornato
-Cominciare ad aprire gli occhi!-esclamò la maestra-È arrivato il momento di scoprire qualcosa che ti sorprenderà e che ti darà delle munizioni per rispondere alle famose "cannonate"!
-Tu conosci il prof. Gunner?!-le chiese il ragazzo, stupito
-Seh, come le mie tasche...-disse lei, quasi divertita-È un giovanotto con dei numeri, intendiamoci, però è un po' ottuso. Avrebbe bisogno di una regolata...
-Brava, sono d'accordo!-esclamò Shawn
-Zitto tu! Porta rispetto ai tuoi insegnanti!-esclamò Lindsay, leggermente stizzita, ma poi si addolcì-Io sono qui per farti scoprire che la storia non è andata esattamente come te l'ha raccontata Gunner. La storia vera è molto più...ESPLOSIVA! Andiamo!
Così dicendo, la ragazza avvolse Shawn nel suo mantello azzurro, e i due uscirono dalla finestra, scomparendo tra le stelle.
Shawn non aveva idea di dove quella sconosciuta lo stesse portando, ma se ne sarebbe accorto molto in fretta...

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Capitolo 3
*** Il Vero Volto di Attila ***


Dopo un'oretta di volo, Shawn e la Maestra Pax atterrarono in un grande accampamento, con diverse tende e un enorme braciere spento nel mezzo.
-Wow!-esclamò Shawn-Dove mi hai portato?
-Siamo nell'accampamento dell'orribile Attila, il mostruoso e spietato capo degli Unni-spiegò la Maestra, per poi indicare un punto all'orizzonte-Eccolo, guarda, sta arrivando proprio ora!
Il "flagello di Dio" stava infatti raggiungendo l'accampamento a cavallo, scortato da due guerrieri: era grossissimo, aveva lunghi capelli neri parzialmente nascosti da un grosso copricapo e un'armatura di ferro battuto molto resistente.
-Caspita!-esclamò il nostro eroe, quasi impaurito-È un gigante spaventoso!
-Osserva, mio caro, osserva bene...-fece Lindsay Pax, misteriosa
Attila si schiarì la voce e si rivolse ad uno dei suoi scudieri con un vocione penetrante:-Brick, nel pomeriggio sterminiamo i Visigoti poi, verso sera, vorrei distruggere anche i Traci...
-Certo, mio principe-rispose orgoglioso il guerriero, un ragazzo dai capelli neri rasati ai lati-Sarà un gioco da ragazzi!
-Grande principe-intervenne il secondo scortatore, un giovane dai lunghi capelli marroni-Cosa ne facciamo dei 1700 prigionieri Celti che abbiamo catturato stamattina?
-Ah, già, quelli...-rimemberò il capo degli Unni-Impalateli tutti, mentre io vado a pranzo...
-Come desidera, mio signore-commentò il guerriero 
-Tieni, Tyler-fece il re scendendo da cavallo e porgendo le redini allo scudiero dai capelli castani-Porta il mio fedele Satanio nella stalla, dagli del buon fieno e fagli bere il sangue dei Celti, che se l'è proprio meritato...
-Agli ordini, maestà!-obbedì Tyler prendendo il destriero del suo capo.
Tutti gli Unni si spostarono lontano da lui.
-Oooh, finalmente solo...-esclamò Attila, soddisfatto.
 
In realtà, il terrificante e maestoso Attila, soprannominato "il flagello di Dio", nascondeva un terribile segreto inconfessato.
Si trattava di un fatto privato, privatissimo, del quale una sola persona al mondo, oltre a lui, era a conoscenza: la sua fedele nutrice Katie.
Lei custodiva il segreto peggio di una tomba, anche perché, se solo avesse accennato alla benché minima cosa, nella tomba ci sarebbe finita lei con la testa decapitata.
Il re degli Unni entrò nella sua grande tenda e urlò:-Katie!
La donna arrivò, trafelata:-Sì, mio signore?
-Chiudi la tenda, sigillala e mettiti di guardia al buco di osservazione-ordinò Attila
-Subito, mio signore!-disse Katie, chiudendo con attenzione la capanna e cominciando a osservare da un foro
-Allora?-domandò il capo, speranzoso
-Via libera, mio signore!-annunciò la nutrice
-Molto bene...-fece Attila
Così dicendo, il capo degli Unni cominciò a togliersi un enorme quantità di vestiti ed imbottiture, compresa anche la parrucca.
-Vi sentite meglio, mio signore?-chiese Katie
L'aspetto del "flagello di Dio" era radicalmente cambiato: si trattava in realtà di un ragazzo basso e grassoccio, con dei capelli corti tinti di viola.
-Oooh, finalmente si respira!-esclamò Attila, che ora era vestito solo con dei calzoncini corti ed un lupetto attillato, e si stava infilando un bavaglino da neonati, pronto a mettersi a tavola.
 
Ebbene sì: nessuno l'avrebbe mai detto, ma il gigantesco e mostruoso Attila, in realtà, non era altro che un nanetto grassoccio.
Fin da bambino aveva avuto problemi di crescita: sua mamma non l'aveva allattato, suo padre l'aveva sempre preso in giro e lui era diventato alla fine un ragazzo scontroso ed un po' nervosetto.
All'età di dieci anni decapitò i suoi genitori, a undici, per sfogare la rabbia che aveva dentro, sterminò tutto il suo parentado, e a dodici diede fuoco alla scuola del suo paese dopo aver chiuso dentro a chiave tutti gli insegnanti: insomma, era quel che si dice un ragazzino un po' ipersensibile...
-Il mio signore gradisce una cenetta frugale, per caso?-domandò Katie
-Sì, brava Katie!-esclamò Attila-Però portami poca roba: entro stasera devo sterminare i Visigoti ed i Traci, e berrò molto del loro sangue, quindi non vorrei appensantirmi troppo...
-Certo, signore-acconsentì la nutrice-È una scelta molto saggia!
La donna portó così a tavola una quantità incredibile di cibo, e cominciò ad elencare:-Abbiamo un cinghialetto di antipasto, tre bistecche di manzo, due di cavallo, una minestra di lenticchie, una di carciofi ed un purè di patate lesse.
Attila divorò tutto, lanciando qualche rutto di soddisfazione ogni tanto:-Buonissime!
-Poi, di secondo, ho preparato due fagiani e tre piccioni in crosta-riprese Katie
-Piccioni? Ottimo, ottimo!-esclamò il re degli Unni, sbafando tutto, per poi alterarsi-Il vino, dannazione!
-Arrivo, arrivo subito!-disse la nutrice andandosene, per poi rientrare con diverse caraffe-Qui abbiamo il rosso indemoniato, la sanguinella, il bianco del morto e la vodka dei resuscitati...
Attila bevve tutto, smodatamente:-Buoni, buonissimi!
Poi ruttò in faccia a Katie:-Com'è il mio alito?
La nutrice, semisvenuta, rispose:-O...Ottimo, mio signore, pronto alla battaglia! Gradisce anche un dolcetto della casa?
Attila picchiò un pugno sul tavolo:-Ho detto che voglio stare leggero, per tutti i vampiri della Transilvania!
-Mi scusi, mio signore-fece Katie-Sparecchio e porto via tutto...
-Brava-approvò il re degli Unni-Portami solo due fette di tiramisù ed una ventina di cannoli siciliani, che vanno giù leggeri...
-Come desidera, mio signore-ubbidì la nutrice
 
Ebbene sì: il mostruoso Attila era un ingordo tale che neanche il Tyrannosaurus Rex sarebbe riuscito a stargli dietro.
Purtroppo per lui, però aveva uno stomaco che non assimilava bene le sostanze nutritive, quindi non c'era verso di guadagnare un centimetro, o un chiletto di muscoli.
Essi restavano flaccidi, ed i suoi pettorali erano più piatti della Pianura Padana.
Solo la sua rabbia cresceva a dismisura, ogni volta che si guardava allo specchio.
Per questo, ogni volta che usciva dalla sua tenda, doveva passare interminabili mezz'ore di toeletta, per diventare quel l'essere spaventoso che voleva essere.
Ma Attila era davvero così cattivo come i testi lo dipingono?

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Capitolo 4
*** Profondo Rosso: Amore e Sangue ***


Ma va'! Siamo di fronte ad una terribile esagerazione storica!
Attila aveva sì un bel caratterino, ma probabilmente questo era dovuto ad un fatto accaduto diversi anni prima...
Dovete infatti sapere che il giovane Attila, da ragazzo, si era perdutamente innamorato di una fanciulla dalla chioma, parole sue, più rovente del fuoco...
 
L'aveva incontrata nel villaggio di "Indostai", durante una cavalcata digestiva con il suo fedele amico Dave.
I due stavano facendo il giro del paesino, quando videro tre bellissime fanciulle passeggiare: due di loro parevano gemelle, ed erano bionde con gli occhi verdi, mentre la terza (che stava in mezzo) aveva una folta chioma rossa e degli occhi ancora più smeraldini delle sue amiche.
Attila (nel suo corpo reale), impennò il cavallo:-Dave, vedi anche tu quello che vedo io?
-Ti riferisci alla ragazza in centro?-domandò l'amico
-Certo!-esclamò il futuro Re degli Unni-A quella gemma luminosa! È di una bellezza radiosa, ed il suo sorriso è...è...Dave...io...io sono perdutamente innamorato!
Attila era letteralmente accecato dall'amore: la sua mente era completamente stravolta, tanto che iniziò a non dormire più a causa dell'emozione, e occupò le sue notti scrivendo poesie per la bella Scarlett (questo era il nome della fanciulla).
Il giorno dopo, davanti a Dave, Attilla declamò:-O sconosciuta, sei così bella, che non vuoto più la padella. 
Ardo così tanto d'amore, che mi servirebbe proprio un dottore.
O fanciulla, il mio cuore hai rapito, e per te mi staccherei un dito.
Poi si rivolse all'amico:-Come ti sembra?
Il ragazzo arricciò il naso:-Mah...forse si può ancora limare qualcosina...
In attesa di trovare l'ispirazione giusta, Attila e Dave cominciarono a pedinare di nascosto i movimenti della bella Scarlett, riuscendo a scoprire dove ella viveva.
A questo punto fu facile per Attila assoldare tre valenti musicisti per suonare una serenata alla sua bella...
Una notte, Attila impartì loro i seguenti ordini:-È quella capanna là. Mi raccomando, dolcissimi!
-Lasci fare a noi, principe!-esclamarono i tre, cominciando a cantare e a suonare una rudimentale versione di "Jessica ti amo" nei pressi della capanna di Scarlett.
La ragazza uscì con un bastone e li inseguì:-Andate via, cornacchie!
I tre si rifugiarono da Attila:-Ci spiace, principe, non ha funzionato...
-Razza di impediti! Io sono Attila, il flagello di Dio!-urlò il principe, infilzando velocemente a morte i tre musicisti, per poi rivolgersi con tutta calma a Dave-Come musicisti erano proprio delle frane...
-Cosa vuoi, Attila?-rispose l'amico-O uno la musica ce l'ha nel sangue, oppure...perde sangue!
Detto questo, Dave estrasse la spada di Attila dal corpo di uno dei musicisti, la leccò e commentò:-Mh...saporito questo sangue...
 
La splendida storia d'amore con Scarlett doveva ancora sbocciare. 
Non passava giorno che Attila, insieme all'amico, non si appostasse da qualche parte per seguire i movimenti della giovane tanto amata.
Ovviamente, all'occhio della fanciulla non sfuggiva nulla...
Un giorno, infatti, Scarlett li notò e commentò:-Ragazze, ci sono ancora quei due tipi...
-Stanno guardando te, Scarlett-commentò Amy, una delle amiche
-Avete visto quanto è bello il tipo abbronzato?-commentò la rossa-Non il grassoccio, l'altro...
-Certo!-esclamò Sammy, la seconda amica-Quello sì che è un macho! Scommetto che hai già conquistato il suo cuore...
-Io ti consiglio di salutarlo con la mano e di mandagli un bacio...-consigliò Amy
-Sì, sì: vedrai che cadrà subito ai tuoi piedi...-concordò l'altra
-Avete proprio ragione!-esclamò Scarlett, eseguendo quanto le amiche le avevano consigliato, per poi andare via.
Attila era esaltatissimo:-Hai visto Dave? Hai visto anche tu?
-Certo, Attila, mica sono orbo!-rispose l'amico
-Mi ama, mi ama perdutamente!-esclamò Attila, cominciando poi a declamare-Oh amor ch'a nullo amato amar perdona! 
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole!
T'amo, pio bove!
E adesso voi direte "Ma...quelle poesie..."
Già...quello che vi hanno insegnato in letteratura è tutto falso: Attila inventò questi versi proprio dopo l'incontro definitivo con Scarlett.
Mi sembra quindi evidente che Dante, Leopardi e Carducci lo abbiano tutti copiato...
Ma torniamo a noi...
 
L'intrepido amante, ormai sicuro dei sentimenti della fanciulla, vinse la sua naturale timidezza e decise che era arrivato il momento di dichiararsi.
Una mattina di cielo azzurro, con piccole nuvole a forma di cuore, egli (da solo) si avvicinò alle fanciulle a passeggio e disse, timidamente:-Ehm...buongiorno...
-Sì? Desidera qualcosa?-chiese Sammy
-Vorrei avere...ehm...il permesso, cioè...cioè l'onore di poter parlare da solo con la signorina-fece lui, sempre più timido, indicando Scarlett
-Con me?-fece lei, sorpresa
-Ha detto con te-disse Amy-Noi ti lasciamo, ciaooo!
Le due bionde si scostarono, e osservarono ridacchiando la scena.
-Signorina...-cominciò Attila
-Scarlett-precisò la ragazza
-Ecco, sì: che nome delizioso-continuò timidamente il ragazzo-Signorina Scarlett, ho notato...e avrà sicuramente notato anche lei...che gli dei hanno fatto incrociare i nostri destini...
-Ah sì?-chiese la rossa
-Signorina, io...dal primo momento che l'ho vista, mi sono perdutamente innamorato di lei!-esclamò Attila, romantico
La ragazza sobbalzò, spaventata:-Ma cosa vuoi da me, nanerottolo? Pussa via! Chi ti vuole?!
Le due amiche scoppiarono a ridere a crepapelle.
Attila ebbe un leggero momento di sbandamento: non era di certo la risposta che si aspettava...
Per una trentina di secondi, gli venne un arresto cardiocircolatorio poi, dominando le sue emozioni, tentò di non perdere la calma: estrasse il suo arco e sterminò la fanciulla e le sue amiche.
-Non sono un nanerottolo!-urlò Attila, ferocemente-Io sono Attila, il flagello di Dio!!!
Tornato al suo accampamento, un pochino alterato, alla domanda di Dave su come era andata, rispose sgozzando l'amico del cuore con un colpo secco di machete.
 
È ora voi direte "Ma questo non era normale..."
Ma dai: eravamo solo davanti ad una personalità un po' fragile...
Il giovane Attila era solo un po' permaloso, tutto qua. 
Ma era comunque un adolescente: non possiamo colpevolizzarlo solo perché era un po' sensibile, diamine!
 
Dopo questa parentesi "amorosa", è il momento di tornare alla nostra storia...
 
 

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Capitolo 5
*** Imperativo: Salvare Roma! ***


Siamo nel 452 d.C. e, dopo aver imperversato in mezza Europa, il feroce Attila puntava sull'Italia.
Per conquistarla, oltre ai suoi spietati Unni, Attila si portò dietro i terribili alleati Ostrogoti, Gepidi, Rugi, Sciri e Turingi.
Appena varcò le frontiere italiche, ogni città venne impietosamente spazzata via: crollò Aquileia, crollò Padova, crollò Milano...insomma, in un battibaleno tutta la Padania fu sua.
A questo punto non restava che attraversare il Po e marciare su Roma...

Arrivati nei pressi dell'odierna Cremona, gli Unni, notando la larghezza del fiume, decisero di rimandare l'attraversamento, fermandosi a riposare per un po'.
L'avete capita? No? Vabbè, andiamo avanti...
Intanto le notizie volarono in tutto il resto dell'Italia e giunsero anche nella grande e maestosa Urbe millenaria, ossia Roma.
Più precisamente, nella stanza da letto del pontefice, Leone I Magno...
Alle 5:30 del mattino, infatti, una suora dai capelli rossi e con gli occhi castani, chiamò:-Santo Padre! Santo Padre!
Il pontefice, un omone grassoccio con i capelli biondi, uscì dalla camera in vestaglia e chiese:-Suor Zoey, ma che ore sono?
-Le 5 e mezza, Santo Padre-disse lei
-Allora perché mi sveglia?-chiese il Papa, ancora assonnato
-Mi perdoni, ma il prefetto Mike Trigrezio desidera vederla...-disse suor Zoey
-Ma il prefetto non dorme la notte?-
-È molto spaventato, Santo Padre, e dice che è molto urgente!-
-Va bene, lo faccia passare...-
Mentre la suora andava a chiamare il prefetto, Leone borbottò:-Ma guarda te se si può svegliare un povero Papa nel cuore della notte...
Mike Trigrezio, un uomo con la pelle abbronzata ed i capelli neri, entrò agitatissimo, baciando l'anello del pontefice.
-Prefetto, ma cosa le prende? Cosa ci fa qui nel cuore della notte?-chiese Leone
-Attila, Santo Padre, ATTILA!-esclamò l'uomo, terrorizzato
-Attila?-
-Attila, il Flagello di Dio, sta arrivando!-
Papa Leone stava cominciando a spaventarsi:-Qui?
-Ha già conquistato tutta la Padania!-
-E adesso?-
-Adesso è accampato col suo spaventoso esercito sulle rive del Po, e ha deciso di venire a prendersi Roma!-
Il pontefice stava tremando:-È...è sicuro Trigrezio di quanto mi dice? 
-Certissimo!-
-E allora mettete in piedi un esercito e affrontatelo!-
-Ma sta scherzando, Santo Padre? Dove passa Attila non cresce più l'erba!-
-Chiamate dei giardinieri, allora...-
-È talmente feroce che si è mangiato i suoi figli!-
-Oh, Santa Claus! È ora che facciamo?!-
-Santo Padre, LO FERMI LEI!-
Il Papa era sbigottito:-Ioooo?
-Solo lei, il vicario di Cristo, può fermare quel demonio!-
-Sì, ok, ma andiamoci piano-disse Papa Leone-Quello scortica, sbudella e mangia i figli arrostiti...
Mentre parlava, il pontefice era stato colto da un attacco di tremarella isterica ma, cedendo alle lacrime supplichevoli del prefetto, prese una decisione: sarebbe partito per il Po, prendendo il toro per le corna e andando probabilmente incontro al martirio...

Apro una piccola parentesi su questo Papa: fondamentalmente, era un cagasotto...
E ora voi direte "Ma come? È passato alla storia come l'uomo che fermò Attila, ed è stato chiamato "Magno" per questo!"
In realtà, Papa Leone I era detto "Magno" perché...magnava di brutto! 
Era una buona forchetta: faceva due colazioni, mangiava come un bue a pranzo, faceva due merende e la sera prendeva sempre due piatti di trippa, tre cosce d'angelo e cinque fette di anguria...
Poi, il nome non l'aveva mica scelto lui: il pontefice avrebbe voluto chiamarsi Papa Pacifico, o Papa Tranquillo, ma i cardinali volevano un nome da battaglia, un po' animalesco...
Come ben capite, nomi come Papa Coniglio, o Papa Agnello, forse più adatti al personaggio, non si potevano accettare: venne proposto "Leone" e il buon uomo accettò.
Parentesi chiusa: torniamo a noi...

Qualche ora dopo, il Papa ed il prefetto Trigrezio si trovavano sulle rive del Po, nei pressi dell'accampamento unno.
Appena Trigrezio scorse Attila (ovviamente imbottito) con i suoi scudieri, si nascose dietro a Leone, terrorizzato, dicendo:-Ecco, Santo Padre...è quello lì...quello gigantesco...
-Ma va? Non l'avevo capito...-gli rispose ironicamente il Papa, terrorizzato anche lui.
Poi i due si avvicinarono al Re degli Unni, ed il pontefice prese la parola:-Buon...buongiorno...sono...sono Papa Leone...
-Papà Leone?-ripeté Attila, capendo male-E quanti figli hai?
-Figli? Nessuno...-disse il Papa
-E allora che papà sei?-domandò Attila
-No, mi scusi, signor Attila-fece Leone-C'è stato un equivoco linguistico: sono papa, non papà...
-E le tue mogli? Dove sono le tue mogli?-
-Mi scusi...forse non ha presente...io non ho mogli-
Attila ed i suoi scudieri scoppiarono a ridere:-Ahahahahah! L'avete sentito? Il Re di Roma non ha mogli!
Poi il Re degli Unni tornò serio, e osservò minacciosamente Leone:-Osi prendere in giro Attila, il Flagello di Dio? Guarda che ti faccio subito strappare la lingua...
-No, per carità!-fece il Papa, tutto tremante-Comunque, io...ho sposato la Chiesa!
-Aaaah!-disse Attila-Allora vedi che una moglie ce l'hai, furbacchione?
Papa Leone cambiò discorso:-Se lasciate l'Italia e tornate da dove siete venuti, noi vi daremo tutto quello che abbiamo! Vi daremo quaranta classe d'oro e gioielli
-Quaranta casse d'oro?-ripeté Attila
Poi confabulò un attimo con gli scudieri e disse:-Va bene, vecchio, ma in più...
-In più?-chiesero il Papa ed il prefetto
-In più voglio tua moglie Chiesa tra le schiave del mio harem!-disse Attila
-Cosa?-fece Papà Leone-Ma...non è possibile...
-Tsè, dicono tutti così...-affermò Attila-O mi dai tua moglie o vi sterminerò tutti, setaccerò Roma e la brucerò!
-C'è un terribile equivoco...-disse il pontefice, tremante-Prefetto, glielo spieghi lei...
-Niente spiegazioni!-esclamò Attila, perentorio, estraendo la spada-Entro tre giorni voglio qui, ai piedi del mio cavallo, le quaranta casse d'oro e tua moglie Chiesa. Prendere o morire...
Il prefetto si intromise, terrorizzato:-Prendiamo...ci mancherebbe...
-Ma scusi, prefetto-obiettò il Papa-Come si fa a...
-Santo Padre, dia retta a me, deve accettare il supremo sacrificio e rinunciare alla sua amata mogliettina-disse Trigrezio, facendo l'occhiolino al pontefice, per poi rivolgersi ad Attila e agli scudieri-Allora affare fatto! Arrivederci...
-Ma, prefetto...-provò a convincerlo il Papa, mentre i due tornavano sulla carrozza che li avrebbe riportati a Roma
-Lasci fare a me, Santo Padre-disse il prefetto sottovoce-O vuole la testa mozzata?
-No, no! Per carità...

Quando la carrozza papale si fu allontanata a sufficienza, Attila urlò:-Ah ah! Che molluschi! Mi farò portare l'oro, farò schiava la sua bella moglie e poi distruggeremo lo stesso Roma, perché...IO SONO ATTILA, IL FLAGELLO DI DIO!
-Grande!-approvarono Tyler e Brick, tornando alla loro tenda.
Insomma, per Roma la situazione si stava mettendo davvero male...

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Capitolo 6
*** La moglie del Papa ***


Tornati a Roma, Papa Leone fu assalito da una febbre cavallina a 40 gradi.
Del resto, lo spavento era stato talmente forte che le sue fibre avevano retto a fatica...
Continuava a camminare avanti e indietro per i suoi appartamenti, con del ghiaccio sulla testa per abbassare la temperatura corporea, ripetendo tra sé e sé:-Ma come faccio? Dove la trovo una moglie per quel demonio?
In quel momento, Suor Zoey comparve sulla soglia della camera papale:-Santo Padre, il prefetto Mike Trigrezio desidera vederla, e dice che ha delle notizie importantissime per lei...
Il pontefice sospirò:-E che dobbiamo fare? Lo faccia passare...
La suora andò a chiamare il prefetto, che entrò nella stanza poco dopo, baldanzoso:-Santo Padre, HO TROVATO!
-Cosa, prefetto?-domandò il Papa
-Beh, con tutto il rispetto, ho trovato sua moglie...-
-Ma che sta dicendo?-
-Il nostro caro Attila vuole che le offriamo sua moglie Chiesa? Bene, visto che lui è un perfetto ignorante e non ha fatto un minimo di catechismo, e quindi crede che Chiesa sia una persona, le offriremo una donna che faccia il finto ruolo di sua moglie, salvandoci dal disastro...-
-Ah, ma questa signora lo sa che diventerebbe schiava di quel mostro?-
-Certo, e ne è felicissima!-
Papa Leone era esterrefatto:-Ma dove l'ha trovata?! In un manicomio?!
-No, Santo Padre-rispose il prefetto-L'ho trovata nel mio parentado...
-Davvero?-
-Sì, si tratta di mia zia Barbara Eva Maria Gesualda Trigrezio degli Albricchi, monaca di clausura da vent'anni. Ma per noi è semplicemente Suor Barba.
-Suor BarbaRA vorrà dire...-
-No, ha capito bene: Suor BARBA. Quando la vedrà, capirà anche meglio...-

Forse è bene che raccontiamo la vicenda di questa suor Barba.
La piccola, quando nacque, aveva un piccolissimo difetto congenito: era mostruosamente brutta, tanto che quando la madre Caterina la vide provò uno shock tremendo e si rifiutò categoricamente di allattarla.
Era così mostruosa che vennero addirittura consultati dei veterinari, per capire se la bambina potesse appartenere a qualche razza affine a quella umana, ma essi confermarono che, seppur orrenda, era umana al 100%.
La crescita non migliorò la sua situazione: la giovane era di animo buono e servizievole, ma era rimasta bruttissima.
La giovane Barbara capì allora che solo il Signore l'avrebbe amata per davvero, e pertanto scelse con gioia la via del monastero di clausura, per stare lontano dagli sguardi crudeli del mondo...
La giovane suora, inoltre aveva un grande desiderio nel cuore: sognava di morire MARTIRE, e quando il nipote le propese di sacrificare la sua vita per il bene della Chiesa e di Roma consegnandosi al terribile Attila, ella capì che la sua occasione era finalmente arrivata...

Il prefetto Mike Trigrezio aveva spiegato tutti questo al pontefice, che commentò:-Quindi la sua santa zia aspira ardentemente al martirio...
-Glielo posso assicurare, Santo Padre-garantì il prefetto-Lo desidera più di ogni altra cosa al mondo!
-Ma lei le ha spiegato che razza di satanasso sia quello sbudellatore di Attila?-
-Per filo e per segno, Santo Padre. E le dirò di più: più le parlavo di scorticamenti e torture e più lei si commuoveva e esaltava...-
-Sarà-fece il Papa, perplesso-E quindi come dovremmo procedere?
-Mi perdoni, Santo Padre, ma mi sono già permesso di procedere-annunciò Trigrezio-Ho portato qui la mia santa zia, che all'idea di incontrare il Papa per poco non mi sveniva dall'emozione. Se lei acconsente, Santo Padre, io la farei entrare...
-Ma certo, ci mancherebbe!-
-Grazie, Santo Padre. Ora corro a chiamarla...-
Il prefetto corse via, e rientrò poco dopo in compagnia di una donna abbastanza bassa, con un vestito da suora e con il volto coperto dal velo.
-Santo Padre-disse Trigrezio-Le presento mia zia Suor Barbara Maria Gesualda!
La donna si inginocchiò davanti al Papa, e scoprì il viso:-Santo Padre...
Il pontefice cacciò un urlo e, dallo spavento, fece un balzo all'indietro: la donna aveva capelli neri, un monociglio, gli occhi gialli, un neo sopra la bocca e una faccia da uomo, con qualche pelo nei pressi del mento.
Papa Leone si ricompose, e porse alla suora la mano con l'anello da baciare:-Suora...è...davvero un piacere conoscere un'anima così bella come la vostra...un'ANIMA così bella, sì...
-Oh, Santo Padre-sospirò la "donna"-Amerò il terribile unno e, se servirà a salvare la cristianità, subirò torture e morte col cuore lieto!
-Figlia mia-commentò il Papa-Lei ha il paradiso assicurato, glielo garantisco...
-Oh, che gioia!-esclamò Suor Barba
-Ecco, sì, brava-disse Leone-Intanto, però, si ricopra il volto...faccia come Mosè!
La suora ubbidì, e il prefetto prese in disparte il Papa:-Allora, che gliene pare?
-Ma...ma...c'ha la barba!-balbettò il Papa, ancora terrorizzato-È mostruosa!
-Per questo la chiamiamo così...comunque, guardi che è perfetta!-
-Sarà, ora vado a riprendermi dallo shock...-
-A domani, Santo Padre!-
-Arrivederci, prefetto!-

Il giorno dopo, una fredda mattina di fine estate, il Papa e il prefetto si trovavano sulle rive del Po, in attesa dell'arrivo di Attila.
Avevano lasciato la suora nella carrozza che li aveva portati laggiù, per poi chiamarla al momento opportuno.
Il Re degli Unni arrivò, accompagnato dai due scudieri Tyler e Brick.
Brick chiese:-Mio signore, per cena vuole la carne abbrustolita del capo romano che si fa chiamare "Papa"?
-Ma è ovvio che la vuole!-intervenne Tyler-Io propongo di fare una bella porchetta anche con il corpo del suo leccapiedi...
-Ma certo!-acconsentì Brick-Mio signore, ci invita ad assaggiare una costolina di quei due?
-No!-disse Attila, perentorio-Li voglio tutti per me!
-E te pareva?-borbottò Tyler
-Come?!-urlò Attila, che aveva sentito tutto
-Niente, niente-fece lo scudiero, terrorizzato-Le auguro buon appetito!
In quel momento, il prefetto Trigrezio mandò due soldati romani, Rodney Claudio e Leonard Tazio, a consegnare una delle casse ad Attila & Co., dicendo al Re unno:-Grande Attila, come vede, Roma ha mantenuto la sua promessa. Ecco la prima delle 40 casse d'oro. Se vuole controllare...
Attila ed i suoi due scudieri rimanevano immobili, mentre i due soldati romani erano esitanti, non sapevano dove mettere la cassa e tremavano furiosamente.
Rimasero così per un po', finché Tyler su avvicinò ai due e fece loro:-Buh!
-Aaaaah!-urlarono terrorizzati i romani, mollando la cassa, che cadde sul piede dello scudiero, che urlò di dolore tra le risate di Attila e Brick.
-Ci scusi, signor unno-balbettò Rodney
-È...è tutto ok...vero?-domandò Leonard
-Tutto a posto, grazie-rispose Tyler, per poi sguainare la spada e ammazzare sul posto i due soldati romani
-Ma...ma...signor Attila!-esclamò Brunzio
-I miei uomini non gradiscono gli incidenti-borbottò Attila, per poi domandare al Papa-Allora, dov'è la tua donna?
-Ecco...io...-balbettò il pontefice
-Signor Attila, la signora Chiesa è venuta qui con noi, ma il Papa è molto affezionato a lei-commentò Trigrezio-Non potrebbe risparmiargli questa terribile sofferenza?
-Io GODO a vedere i nemici soffrire!-urlò Attila-Dov'è la femmina?
-Contento lei...io...gliela porto-acconsentì il prefetto, per poi rivolgersi al Papa-Santità, io ci ho provato, ma se per la mia povera zia deve essere martirio, che martirio sia...
-Le ho già dato l'estrema unzione, poveretta...-compatì il Papa
Trigrezio andò a chiamare la zia, dicendole rassegnato:-Cara zia, non c'è stato nulla da fare: il terribile Attila vuole portarti nel suo harem...
La suora commentó:-Sia fatta la sua volontà: ardo dal desiderio di offrirmi in sacrificio!
-Ammazzate, zia!-esclamò il prefetto-Sei proprio santa!
La suora avanzava verso Attila con il volto coperto dal velo, mentre Papa Leone pregava sottovoce:-L'eterno riposo dona a lei, o Signore...
-Eccomi, potente Attila!-disse suor Barba-Mi offro a te, come ardente tua sposa!
-Brava donna!-commentò Attila-Con il mio bacio sulle labbra diventerai la mia trecentosessantacinquesima moglie.
Il Re unno alzò il velo e la suora gli sorrise: tutto sembrò paralizzarsi per un attimo, poi Attila ed i due scudieri urlarono, terrorizzati:-AAAAAAAAAAAAAAAH!
Il Re degli Unni si strappò addirittura le vesti, rivelando il suo vero corpo com'era finora apparso solo a Katie, e strillò:-Via, scappiamo!
-Ehi, ma dove va?-domandó Trigrezio, sorpreso-E le casse d'oro?
-Tenetevi tutto, tenetevi tutto!-urlò Attila, fuggendo di corsa a cavallo insieme a tutto il suo esercito
-Amore, portami via con te!-gli urlava suor Barba-Voglio morire martire!
Ma il Re unno non la sentì, poiché era già lontano.
-Zia, non ho proprio parole...Sei stata grande!-si complimentò Trigrezio
-Ma...ma...il mio martirio?-chiese suor Barba
-Sorella-le disse il Papa, coprendole il volto-Ritorni in convento. Vedrà che alla prima occasione per martirizzarsi la chiamo, eh?
-Grazie, Santo Padre-ringraziò la suora-Le bacio la mano...
-Ma no, guardi, non è il caso-commentò il pontefice-Sono io che dovrei...lasciamo perdere!
Il prefetto, a questo punto, prese un attimo in disparte il Papa:-Santità, pensa che...lei possa liberare Suor Zoey dai voti? È da tanto che sogno una vita con lei...
-Dopo tutto quello che ha fatto per Roma-disse Papa Leone-Se ella acconsentirà, lo farò volentieri...
-La ringrazio infinitamente!-lo ringraziò il prefetto
Una volta giunti a Roma, Zoey accettò di spogliarsi di ogni voto, e lei e Mike Trigrezio andarono a vivere in una domus fuori città.
Il grande Attila, invece, scoperto nanetto, fuggi per sempre dall'Italia e venne dilaniato dai suoi comandanti in una notte di luna piena...

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Capitolo 7
*** Ospiti alla corte di Spagna ***


Shawn e Lindsay Pax fecero ritorno nella camera del ragazzo.
Egli era ancora un po' frastornato per quanto aveva visto:-Non ci posso credere...è incredibile!-continuava a mormorare-Gunner ci ha spacciato una storia completamente diversa!
-Eh, sapessi quanti prof. le sparano grosse-commentò la maestra-Il problema è che poi i ragazzini sprovveduti come te ci credono...
-Ma...ma...se vado a dire a Gunner che Attila era un possibile testimonial del McDonald's non mi crederà mai!-fece notare Shawn
-Questo non importa! Ciò che conta è che tu conosca la verità!-asserì Lindsay-Non sarai mica attaccato al vile votuccio sulla pagella?
-Beh...insomma...sai com'è...-
-Ragazzo mio, ricordati: la conoscenza della verità offre sempre delle armi per difendersi...anche a scuola!-
-Sarà...-
-Comunque, il nostro viaggio non è finito qui-annunciò la maestra-Ora faremo un salto in avanti di mille anni rispetto a ciò che hai visto poco fa: ti porto in pieno Rinascimento!
Detto questo, i due volarono di nuovo fuori dalla finestra.

Dopo un po' di tempo, Shawn e Lindsay atterrarono in una sala molto elegante, con al centro un trono, agghindata a festa.
Il ragazzo si guardò intorno, stupito:-Ma dove siamo?
-Siamo alla maestosa corte di Spagna, dalla Regina Isabella di Castiglia-spiegò Lindsay
-In che anno siamo?-
-Nel 1492, e tra pochi mesi Cristoforo Colombo partirà per l'America-
-Colombo quindi è tra questi uomini? Chi è? Chi è?
-Un po' di pazienza, Shawn. Osserva attentamente e scoprirai molte curiosità sul famoso Cristoforo che tanto piace al prof. Gunner...
Al centro del salone, vari nobili spagnoli e stranieri tenevano sottobraccio le proprie nobildame, le quali erano un esempio fulgido di galanteria e buone manier...oh, ma chi voglio prendere in giro? Erano delle grandissime pettegole, e usavano i loro ventagli per coprirsi la bocca e impedire che gli altri leggessero il labiale delle loro cattiverie.
Una di loro, donna Josee, domandò alle amiche:-Avete visto la dama al braccio del marchese De Brut?
-Quella racchia spelacchiata vorrai dire?-chiese con una smorfia donna Heather, una della compagnia-È la classica francesina slavata...
-Secondo me il marchese le offre il braccio solo perché è ricca sfondata-commentò donna Stephanie, la terza dama, per poi fare una pausa e aggiungere-Soprattutto sfondata...
Donna Josee ridacchiò, per poi aggiungere:-A proposito, sapete cosa è successo al maggiordomo della Regina?
-Chi? Santiago Pinolo? Quello con la faccia da babbuino?-chiese donna Stephanie
-Proprio lui!-confermò la dama-Pare che la regina sia entrata nella sua stanza a sorpresa, beccandolo mentre si sistemava la parrucca...
-È davvero pelato come una boccia da biliardo?-domandò donna Heather
L'amica annuì, e le tre donne risero spiritosamente, per poi zittirsi all'arrivo della Regina Isabella, una donna con capelli bruni, qualche lentiggine e la pelle leggermente abbronzata che, accompagnata dalla cerimoniera Beth, fece il suo ingresso in sala con una musica regale in sottofondo, e annunciò l'inizio delle danze, sedendosi sul suo trono.
Le coppie ballarono per circa un'oretta, poi la musica si interruppe, e la regina sussurrò qualcosa all'orecchio della cerimoniera:-Non ne ho idea, mia Regina, ma provvedo subito a cercarlo...-disse lei, per poi chiedere ai presenti-C'è qualcuno che ha visto il signor Colombo?
 -Intende quello che sta entrando proprio ora?-chiese don Alejandro, il compagno di donna Heather, indicando un ragazzo non molto alto, con due grandi occhi azzurri e i capelli castani, che era entrato di corsa nella sala, dicendo imbarazzato:-Ehm...scusatemi, mi ero perso...
-Perso?-domandò don Jacques, sposo di donna Josee
-Cioè, no...io volevo dire...-balbettò Cristoforo-Credevo che il palazzo fosse dall'altra parte...
-Quindi è andato alla cattedrale!-asserì donna Stephanie
-Che era pure chiusa...-commentò sconsolato Colombo, mentre i presenti ridevano 
-E lei sarebbe un grande navigatore? Ma se si perde al primo crocevia come pretende di navigare in mare aperto?-commentò divertito don Alejandro, suscitando altre risate.
La cerimoniera salvò Cristoforo dall'imbarazzo, informandolo:-Signor Colombo, Sua Maestà desidera parlarle...
Il navigatore si inginocchiò davanti a donna Heather:-Maestà!
-Ehm...signor Colombo...-sussurrò Beth, indicando la vera Regina
-Ops! Mi perdoni, signora-si scusò Colombo con la dama, correndo a inchinarsi davanti a Isabella
-Ma dove l'hanno trovato questo imbecille?-chiese donna Josee
-Cosa vuoi? È italiano...-ridacchiò donna Stephanie
-Signor Colombo, sua Maestà la Regina vorrebbe sentire la storia dell'"uovo di Colombo", di cui tutta Cordoba sta parlando...-disse Beth al genovese
-Dunque, dunque...-disse il navigatore, estraendo un uovo dalla tasca-Se vostra Maestà permette, questo è un uovo...
-Lo vediamo tutti...-borbottò la cerimoniera
-Ed io ne vado matto...-continuò Colombo
-Veniamo al dunque, signor Colombo-fece Beth, spazientita
-Beh, ecco, il mese scorso avevo in mano un uovo bello fresco appena deposto: dovevate sentire che profumo, Maestà!
-Signor Colombo!-lo rimproverò la cerimoniera
-Va bene, dicevo...avevo in mano questo bellissimo uovo, che già sognavo di mangiare, ma ad un tratto ho premuto troppo e...-disse Colombo rompendo l'uovo che teneva in mano, facendone cadere il contenuto sul lucidissimo pavimento della reggia-Crack! Rotto...
-È matto da legare!-commentò donna Heather, mentre tutta la sala rideva
-Evidentemente l'hanno chiamato per fare il buffone e per far ridere la Regina...-aggiunse suo marito, divertito.
Le riserve di pazienza della cerimoniera Beth si stavano per esaurire, ma ella ebbe ancora la forza di dire al marinaio:-Gira voce, inoltre, che lei abbia un'idea rivoluzionaria da presentarci...
-Beh, in effetti...-disse Colombo, per poi annunciare-Mettendo in conto che, come immagino, la Terra sia rotonda, sostengo che, invece di raggiungere le Indie andando verso est, lo si potrebbe fare anche facendo il giro dall'altra parte.
-Colombo, si vergogni!-urlò don Alejandro, furioso-Dire simili stupidaggini davanti a sua Maestà Purissima la Regina è una vergogna, lei è un marrano e io le lancio il mio guanto di sfida!
Così dicendo, si sfilò un guanto e lo tirò in faccia allo stupito Colombo
-Lei spande falsità davanti alla grande Isabella di Castiglia!-rincarò la dose don Jacques, imitando don Alejandro al grido di-Anch'io le lancio il mio guanto di sfida!
Tutta la gente in sala si stava accalcando intorno a Cristoforo urlando:-Vergogna! Fuori di qui!
Alla Regina, però bastò un imperioso gesto delle braccia per placare gli animi: la gente si allargò e Isabella si alzò, declamando:-Io, Isabella di Castiglia e di Aragona, ordino a lei, signor Colombo, di prendere il mare e portare la bandiera della grande Spagna nelle Indie attraverso l'oceano. Vada.
-Certo, sua Santità...ehm...sua Maestà, io...io...sono fiero di...e le assicuro che...-balbettò l'italiano, impacciato ed emozionato.
-Vada!-ripeté la cerimoniera, per poi notare la direzione presa da Colombo e ricordandogli-Signor Colombo, l'uscita è dall'altra parte!
Il marinaio tornò indietro e, fra mille inchini e scuse imbarazzate, uscì dal palazzo.
Sulla sala era calato un silenzio d'alta montagna: nessuno credeva che la regina avesse veramente dato credito all'imbranato genovese...

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