I'll be your Kate

di ExVeronikaArianator03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il sole filtrava attraverso la finestra.
Il letto era un bagno di sole.
Celeste, controvoglia, si alzò.

Celeste non si poteva definire. Semplicemente, era indescrivibile.
Lei non era niente di speciale: ma era unica nella sua normalità.

Aveva dei capelli lunghi, mossi, tra il biondo e il castano.
I suoi occhi, erano limpidi. Non si oserebbe a dire "strani". Erano limpidi.
Uno sguardo penetrante, lasciava un segno dentro di te. Lasciava una strana sensazione.
Erano tra il miele puro e il verde. Un colore strano? Un colore raro.

Celeste non si pensava magra. E non lo era.
Non era una di quelle anoressiche Miss California Teen.
Ma non era grassa, no.
Era slanciata, era diciamo nella norma.
Celeste era un misto di tutto.

Le compagne di scuola le invidiavano le gambe perchè erano lunghe, e questo spiccava in lei.

Corse in cucina, e contrariamente alle sue origini italiane, scaldò dei pancake.
Suo nonno si sarebbe rivoltato nella tomba, pensò.

I suoi genitori intanto erano già in sartoria.
Andava abbastanza bene, si tirava avanti.
I tessuti ricercati erano un fiore all'occhiello.
Si diceva che a breve si sarebbero trasferiti i Watson ma nessuno ci credeva.
Insomma, dai: era un quartiere di piccolo borghesi, per la maggior parte immigrati che erano riusciti a fare fortuna.
I Watson non potevano lasciare il loro villone di LA per un tranquillo quartiere di San Diego.
Loro erano ricchissimi, la loro casa di moda, la H & P faceva milioni in tutto il mondo.

Probabilmente avrebbero aperto un punto vendita anche nel quartiere. Che odio. La sartoria di sicuro sarebbe andata in bancarotta.

Il timer suonò. I pancake erano pronti.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Aveva appena finito di fare le valigie.
Tom non voleva trasferirsi a San Diego, per vari motivi.

Gli sarebbe mancata la sua casa.
Le piscine, la sala giochi, gli infiniti saloni, la palestra...
E poi, il giardino dei Watson si poteva definire in qualunque modo, tranne che giardino.
Era più una foresta vera e propria.
Ettari ed ettari di verde, e  spesso, chissà come, v'erano animali selvatici, come volpi, lepri, orsetti lavatori.

La foresta è sempre stato il rifugio di Tom.
Lì, immerso nel verde, non avrebbe sentito la solitudine. Sembra strano da dire, visto che stare soli in una foresta può sembrare perfino inquietante.
Ma lui là si sentiva a casa. Conosceva ogni singolo metro quadrato di quella distesa verde.
Ogni albero aveva la sua storia, ogni felce un ricordo del passato.
Lì, non sentiva l'assenza dei suoi genitori. Sembravano una famiglia felice, dalle copertine delle riviste patinate. Beh, il direttore di Vanity Fair non capiva un tubo, sentenziò il ragazzo.

La mamma era sempre ubicata nel suo ufficio al terzo piano della loro grande casa, oppure nella sede principale della H & P Company.
Quella casa di moda era famosa in tutto il mondo, il patrimonio dei suoi genitori era vicino ad un miliardo di dollari...
Ma chi ci pensava a lui? Se non la madre, il padre. Invece no. Suo padre a malapena sapeva della sua esistenza.
I suoi genitori non erano separati o divorziati ma il lavoro li teneva spesso distanti, soprattutto il padre, e litigavano spesso.
"Hey, come va..ehm, Riddle?" 
"Mi chiamo Tom."

Un altro motivo era il fatto che la nuova casa si trovasse in un quartiere di borghesi a San Diego.
Borghesi? Non voleva averci nulla a che fare.
La maggior parte erano immigrati, magari clandestini, che soffiando il lavoro agli altri si erano arricchiti.
Tom non era razzista, solo che, cresciuto in certi ambienti per 16 anni, alla fine si diventa snob.
Non riusciva ad immaginare una vita senza galà, cene, grandi eventi e senza abiti firmati. H & P, ovvio.
Lui a essere sincero non idolatrava particolarmente la ditta dei genitori, ma loro lo costringevano fin da bambino a vestirsi con gli abiti

Disprezzava chiunque non avesse almeno un paio di Vans, o un telefono decente.
Ed era certo che nel quartiere in cui sarebbero andati ad abitare erano tutti dei poveracci.

Lui non voleva andare a San Diego, non ci sarebbe andato per nessun motivo al mondo.
 

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