Orphan lost

di Io_amo_Freezer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Orphan ***
Capitolo 2: *** Uniti ***
Capitolo 3: *** Punizione ***
Capitolo 4: *** Incubi ***
Capitolo 5: *** Una bella giornata ***
Capitolo 6: *** Pulizia ***
Capitolo 7: *** Promesso! ***
Capitolo 8: *** Adozione ***
Capitolo 9: *** Con noi ***
Capitolo 10: *** Scuola ***
Capitolo 11: *** Ladro ***
Capitolo 12: *** Michelangelo ***
Capitolo 13: *** Ricordi? ***
Capitolo 14: *** Figliolo ***
Capitolo 15: *** Casa ***
Capitolo 16: *** Ritrovato ***
Capitolo 17: *** Pizza ***
Capitolo 18: *** Famiglia ***
Capitolo 19: *** Mostro ***
Capitolo 20: *** Padrone ***
Capitolo 21: *** In gabbia ***
Capitolo 22: *** Speranza ***
Capitolo 23: *** Vi voglio bene ***
Capitolo 24: *** Attenderemo ***
Capitolo 25: *** Buio ***
Capitolo 26: *** Fratelli ***



Capitolo 1
*** Orphan ***


Orphan 
Quattro fratelli: uno posto in una cesta malridotta; un bambino in fasce, e tre di qualche anno più grandi. I più piccoli che piangevano ai piedi del portone di un vecchio orfanotrofio mentre i due, più grandi osservavano con le lacrime agli occhi, la macchina nera allontanarsi e che erano sicuri che non avrebbero più rivisto. Una signora sulla cinquantina, alta e magra dai capelli mossi, biondi e gli occhi grigi; venne ad aprire, lei era la proprietaria di quel posto. Guardò i piccoli e con uno sguardo annoiato, avendo visto scene simili migliaia di volte, gli accolse.
Quattro anni dopo, sempre in quell'orfanotrofio, quei quattro bambini erano cresciuti. Condividevano una stanza, con due letti a castello ad entrambi i lati della camera ed una piccola scrivania dove sopra erano appoggiati alcuni libri. Stavano ancora dormendo, quando si sentirono dei passi farsi sempre più vicino e poi un forte bussare contro la loro porta.
-E' l'ora della colazione, vedete di muovervi!- urlò una donna con voce roca e cupa, era la proprietaria, colei che gli aveva accolti in quel posto. 
-Si, ora scendiamo.- affermò un bambino dai capelli blu notte, lisci; aprì gli occhi blu mare ancora impastati dal sonno e sbadigliò. Sentendo i passi di Sandra farsi sempre più lontani, controvoglia scese dal letto, e cercò di svegliare il bambino che dormiva sopra. Quest'ultimo grugnì qualcosa, ma alla fine scese anche lui dal letto. Aveva i capelli marroni con alcune ciocche rosse, occhi verdi che si stropicciò con una mano, si tolse il pigiama e si mise dei jeans scuri ed una maglia un po' sgualcita di colore rosso a maniche corte, mentre il fratello svegliava gli altri due. Prima svegliò quello che dormiva sopra, che scese stiracchiandosi le braccia; aveva i capelli neri e gli occhi bordeaux, anche lui si cambiò mettendosi un jeans ed una maglia sul violetto, ed infine svegliò il più piccolo, lui mugugnò qualcosa in tono contrariato ma poi sbadigliò ed aprì i suoi occhi azzurri cielo, per poi alzarsi.
-Buongiorno Leo!- affermò con un immenso sorriso, mentre il suo fratellone gli spettinò i suoi capelli mossi ribelli, biondo miele
-Giorno a te, Mikey.- gli sorrise Leonardo, lui era il più grande; aveva solo otto anni ma dimostrava di essere il più responsabile. Mentre Michelangelo ne avevo solo quattro, ma era il più vivace del gruppo. Leo lo aiutò a cambiarsi, gli mise una maglietta gialla a strisce verticali arancioni ed un jeans chiaro, poi si cambiò anche lui; si mise una maglia blu ed un jeans nero.
-Andiamo, altrimenti chi la sente poi, quella megera..- borbottò Raphael, il bambino con gli occhi verdi, lui aveva un anno in meno di Leo, era una testa calda ma cercava sempre di proteggere i suoi fratelli a cui teneva molto.
-Si, andiamo.- disse Donatello il bambino con gli occhi bordeaux, lui aveva sei anni. Era il genio del gruppo perché leggeva svariati libri e sapeva ogni cosa, soprattutto sulle scienze. Dopo che Mikey si fu cambiato lo prese per mano e si diressero nella sala mensa, per fare colazione.  

N.d.A.
Salve a tutti! :) Da qualche giorno mi frullava quest'idea in testa e così ho deciso di pubblicarla. E' la mia prima fanfiction in questo fandom, questa è solo l'introduzione, spero vi piaccia. A presto! E cowabunga a tutti! XD
Io_amo_Freezer.  

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Capitolo 2
*** Uniti ***


Uniti
-Ce ne avete messo di tempo!- esclamò adirata Sandra appena i quattro fratelli varcarono la soglia della mensa, porse loro, in malo modo le solite tazze logore con un po' latte, per poi voltarsi e tornarsene in cucina. Raph sbuffò, ma non disse niente e si andò a sedere, seguito dai fratelli.
Iniziarono a parlare e a ridere ad ogni battuta di Mikey e quando ebbero finito quella misera colazione, si diressero, come ogni giorno, fuori in giardino. Donnie che si era portato un libro, si mise seduto sotto un albero a leggere con Leo disteso sull'erba accanto a lui, mentre Mikey si divertiva a rincorrere una lucertola. Raph, invece era andato da alcuni ragazzi più grandi. Non erano suoi amici, litigavano spesso ed il più delle volte finiva sempre di passare alle mani. E forse era per questo che gli frequentava ancora, adorava menare le mani, lo faceva sentire bene. Anche se poi si intrometteva Leo a intimargli di smetterla. 
-Che si dice?- chiese al gruppo, osservandoli a braccia conserte
-Niente.. Hai sentito di Rob?- disse Draw, un bambino di dieci anni, dai capelli corti ricci sul marrone scuro e gli occhi griggi
-Intendi quello nuovo?- chiese, stupito. Rob era un ragazzo alto, forte, dai capelli lisci e neri con gli occhi del medesimo colore; aveva cinque anni in più di Raphael. E per lui, ogni pretesto era buono per picchiare qualcuno. Infatti tutti stavano a debita distanza da Rob. Era arrivato all'orfanotrofio da circa una settimana, e per un motivo o per un altro, era finito tra le grazia di Sandra. Non era un tipo molto sociale, stava segregato nella sua stanza e quando usciva bisognava solo sperare di non essere nel suo mirino. Raph, era un po' intimidito ma soprattutto affascinato da Rob; non voleva essere come lui, bensì gli sarebbe solo piaciuto affrontarlo per testare le sue capacità.
-Si, ha rotto la finestra della stanza di Sandra. Chissà chi incolperà questa volta..- ghignò Lance, una ragazzo di tredici anni, biondo con gli occhi blu
-Tsk! E' solo un pallone gonfiato.- affermò a braccia incrociate, i suoi compagni risero a quell'affermazione. Continuarono a parlare ed il tempo passò in fretta. Il sole stava per tramontare e neanche oggi avevano pranzato, stava diventando un abitudine. Lo stomaco di Raph, iniziò a protestare, forse, pensò, che con un po' di fortuna, dopo sarebbe potuto entrare di nascosto in cucina insieme ai suoi fratelli. Ad'un tratto notò che i suoi compagni avevano assunto un colorito pallido. Stavano guardando dietro di lui, impauriti, curioso si voltò e vide in lontananza proprio lui, Rob che camminava come se nulla fosse, seguì il suo sguardo e, appena capì dov'era diretto, si irrigidì. Tra tutti i bambini che c'erano, aveva scelto proprio lui.. Proprio Mikey!
Senza rendersene conto, iniziò ad avanzare a passo spedito verso il suo fratellino. Mikey, non accortosi del pericolo continuava a fissare una farfalla poggiata su un fiore, allungando una manina, desideroso di toccarla. Rob, intuendo le intenzioni di Raphael, aveva aumentato il passo. E anche Leonardo e Donatello erano scattati in piedi, avanzando veloci per difendere Michelangelo: il primo con sguardo serio e passo deciso, ed il secondo, impaurito ma anche voglioso di dare una mano. Raph non aveva mai visto Leo in quel modo, non lo aveva mai visto quello sguardo nemmeno quando lo fermava da una lite, rimproverandolo.
Sorrise interiormente, vedendo quanto fossero uniti. Iniziarono a correre, Raph non pensava che il suo desiderio di affrontare Rob si sarebbe avverato proprio quel giorno, ma per un motivo ben diverso. Lo avevano quasi raggiunto, ma fu troppo tardi. 
Successe tutto così in fretta. Un grido si levò nell'aria, Rob lo aveva colpito, aveva ferito Michelangelo. Raph sentì una rabbia crescente, ribollirgli nelle vene, digrignò i denti e strinse i pugni talmente forte da conficcarsi le unghie nei palmi, lasciando dei profondi solchi. Fu un attimo, ed istinto si gettò su di lui, come un predatore. Iniziò a colpirlo come una furia, pugno dopo pugno. Come aveva osato? Non avrebbe avuto pietà, pensò. Lo colpì ancora e ancora, non smise nemmeno quando il sangue di Rob, forse rompendogli il naso si impregnò sulle sue nocche. Avrebbe tanto voluto continuare, ma la voce autorevole e sicura di Leo e la sua salda presa sui suoi polsi lo fece ridestare dalla sua rabbia. Volse lo sguardo verso il fratello per poi farlo ricadere su Mikey che era seduto sul prato e si teneva con le braccia lo stomaco, piagnucolando, mentre Donnie lo stringeva forte al suo petto, cullandolo. 
-Adesso basta!- aveva proclamato Leo, guardando truce Rob, per poi dare una mano a Raph per aiutarlo ad alzarsi. Rob, si alzò a fatica, tremando per poi voltarsi ed iniziare a correre all'interno dell'orfanotrofio, di sicuro stava andando a chiamare Sandra. Raph sapeva che sarebbe finito nei guai, ma almeno aveva difeso il suo fratellino. 

N.d.A.
Eccomi tornata. :3 Il titolo è tutto un programma. XD Ditemi, come vi sembra? E se ci sono errori fatemelo sapere. Accetto critiche e consigli. ^^
Cowabunga! XD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 3
*** Punizione ***


Punizione
Raph si avvicinò a Mikey, inseme a Leo, mentre la folla di bambini e ragazzi che si era formata, curiosa di vedere lo scontro, iniziò a dileguarsi.
-Ehi..- gli sussurrò dolce, mettendosi in ginocchio per essere alla sua altezza, mentre gli scompigliavi i capelli ribelli, lui lo guardò con un sorriso tremule.
-E' grave?- chiese Leo al genio, preoccupato.
-Non è nulla, gli ha solo dato un pugno allo stomaco. Passerà.- rispose diventando stranamente cupo, quando i maggiori si voltarono notando Sandra che si faceva avanti a grandi passi seguita da Rob, Raphael capì: Donnie era preoccupato per lui. Si alzò notando solo in quel momento che Rob aveva un cerotto sul naso, un occhio nero e un livido viola sulla guancia destra, ghignò fiero di sé.
-Chi è stato?- tuonò la donna, guardandoli truce. Appena Rob indicò il colpevole, lei chiese con tono, quasi beffardo: -Cos'hai da dire, a tua discolpa?-
-Lui ha osato picchiare mio fratello, non potevo stare fermo a guardare!- affermò Raph, nervoso per quel tono. Ma sapeva già, che qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe servita, lei lo avrebbe punito comunque.
-Sono sicura che Rob ha avuto i suoi buoni motivi per picchiare quella brutta peste. Non è vero, Rob?- chiese a lui, con tono più dolce. I fratelli cercarono di non far caso al "nomignolo" che quella donna aveva affibbiato al più piccolo, che si intristì a quel commento acido. Guardarono Rob annuire con la testa e quando Sandra tornò a squadrare Raph, Leonardo lo notò ghignare. Si incupì, chiedendosi cos'aveva in mente.
-Vede, signorina Sandra, ho picchiato Mikey perché è stato lui ha romperle la finestra.- spiegò con falso tono gentile. Tutti e quattro spalancarono gli occhi, mentre Raph si irrigidì all'istante preoccupato, ma subito prese posto la rabbia che ricominciò a ribollirgli dentro. Sarebbe saltato di nuovo addosso a Rob, se non fosse che Leonardo si mise davanti a lui.
-Quello che dice, è falso. Tutti qui sanno che è stato Rob ha rompere quella finestra. Mikey non lo farebbe mai, è innocente.- asserì con un tono, apparentemente calmo. Ma Sandra non lo ascoltò nemmeno, e dopo averlo sorpassato, prese Raphael per il colletto della maglia per poi dirigersi da Michelangelo, tirandolo per il braccio.
-Voi verrete con me!- sibilò trascinandoli, mentre il più piccolo ricominciò a piangere più forte, e Raph cercava di liberarsi.
-No! Non voglio!- protestò singhiozzando, allungando il braccio libero verso Leo e Donni che avanzarono a grandi solchi verso i fratelli, ma subito vennero bloccati da Rob che ghignò, scrocchiando le dita. Raphael, allora cercò con più foga di scivolare via da quella morsa per andare ad aiutare i suoi fratelli, ma ne ricavò solo una gomitata nello stomaco da parte di Sandra. Li trascinò dentro, un po' a fatica per via dei loro tentativi di scappare, ma lei li strattonò sempre più forte. Mikey non faceva altro che piangere e Sandra stufa iniziò ad urlargli di smetterla, riuscendo solo a farlo gridare più forte. Irritata stava per alzargli le mani addosso, ma d'istinto Raph si mise tra i due, venendo colpito al suo posto che per lo shock, Mikey guardò la schiena del suo fratellone con occhi sbarrati, smettendo, di colpo di piangere. Ci furono attimi di silenzio, lei, sorpresa rimase immobile, con la mano ancora impressa sulla sua guancia, poi si riprese da quello stato di trans e continuò a trascinarli per il braccio. Il più piccolo decise di non piagnucolare più, ma alcune lacrime silenziose continuavano a solcargli il viso. Vederlo in quel modo fece stringere il cuore a Raph, che avrebbe voluto abbracciarlo forte a sé, per poi prendere a pugni sia Sandra che Rob per averlo fatto soffrire in quel modo.
Dopo un tempo che per Raphael parve infinito, finalmente giunsero dinanzi ad una porta, Sandra l'aprì spingendoli dentro, per poi entrare anch'essa.
-Lui è Mikey, vedete di trattarlo bene.- aveva detto sghignazzando, ad un gruppo di ragazzi rompendo il silenzio che si era formato col loro arrivo. Non ci volle molto a Raphael per capire dov'erano: La stanza 654. Dove risiedevano la maggior parte del tempo i ragazzi pericolosi per eccellenza, come Rob. Era la stanza delle punizioni, con molti banchi e due finestre con le sbarre, da dove si poteva già notare che stava calando la notte. Raph guardò Sandra confuso, anche perché lei aveva presentato solo Mikey al gruppo; non che gli importasse molto essere conosciuto da quei ragazzi, però iniziava ad insinuarsi un dubbio in lui. E le sue preoccupazioni si avverarono quando, Sandra, riprendendolo per il braccio lo trascinò fuori dalla stanza, contro la sua volontà. L'ultima cosa che vide, fu suo fratello accerchiato da quei brutti ceffi.

N.d.A.
Ed eccomi di nuovo qui! Povero il mio Mikey, cosa gli accadrà? E Raph? L'autrice è in pensiero per loro.. No comment. XD
Cowabunga! :3
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 4
*** Incubi ***


Incubi
Era riuscito a proteggere il suo fratellino. Rob, dopo averlo picchiato si era avvicinato a Donatello, lasciando Leonardo a terra, agonizzante. Ma lui si era alzato; aveva imposto alle sue gambe di reggerlo, giusto il tempo per arrivare da Donnie. Ed infine era riuscito a mettersi in mezzo ai due, ricevendo il doppio delle botte da Rob. Sul suo corpo capeggiavano lividi ovunque, ma si disse che ne era valsa la pena. Appena tornati in stanza, suo fratello lo aveva medicato. Donnie gli era molto grato per come lo aveva protetto, ma se si era ridotto così era solo colpa sua. Leo appena comprese cosa affliggeva il più piccolo, lo rassicurò. Si ricordò di come erano uniti contro Rob e di come si era sentito così fiero di loro. Ma sarebbe stata una tremenda delusione per lui, stare fermo a guardare mentre Rob picchiava Donnie.
Ed ora, Leonardo, seduto sul suo letto a fissare le sbarre della finestra non poteva che pensare ai suoi fratelli. Fuori era buio ed aveva incominciato a piovere, mentre Donnie, seduto alla sua scrivania cercava di leggere per non pensare. Erano entrambi molto preoccupati, erano ore che non avevamo più notizie di Michelangelo e Raphael. E per ordine di Sandra non potevano nemmeno uscire dalla stanza, disubbidire avrebbe solo complicato la situazione. Sandra aveva messo Rob a guardia della porta, ma se ne era andato qualche ora fa, scocciato. Anche se per Leo era frustrante, sapeva che la cosa migliore, al momento era aspettare.
Quando la porta si aprì, guardando la persona che entrò, Leo non poté che trarne un sospiro di sollievo. Donnie gli corse in contro e lo abbracciò sollevato. Non sembrava ferito, solo stanco. Di certo Sandra lo aveva costretto a lavori forzati nell'intero istituto.
-Dov'è Mikey?- chiese Leo, mentre si avvicinava speranzoso ma appena Raph fece segno di no, col capo chiudendo la porta, i due fratelli sentirono un tuffo al cuore.
-Come.. non c'è?- balbettò Donnie, Leo allora lo abbracciò, sussurrandogli che andava tutto bene, mentre Raphael colmo di rabbia sferrò un calcio contro il suo letto. Sentirono di nuovo la porta aprirsi e si voltarono di scatto, colmi di speranza ma si incupirono vedendo che la persona in questione non era chi speravano.
-Cos'è questo fracasso?- domandò irritata, Sandra portando le mani ai fianchi. Passava di là e il calcio che Raph aveva tirato al letto, l'aveva costretta a controllare. Leonardo lasciò la presa su Donnie avvicinandosi con passo deciso, verso di lei.
-Dov'è Mikey?- chiese guardandola truce, lei lo fissò con sguardo beffardo e ghignò.
-Vedete di andare a dormire!- ordinò, sbattendo la porta. L'azzurro strinse i pugni, si sentiva così impotente, così inutile. Sentiva di averli delusi, aveva deluso i suoi fratelli. Lui era il più grande, aveva il compito di proteggerli, ed invece..
Passarono minuti interminabili, Raph tentava di sopprimere la rabbia, mentre era in piedi con sguardo chino, digrignando i denti. Donnie invece, si asciugava le lacrime con una mano, era stanco, lo erano tutti. Leo era così deluso di sé; consigliò al più piccolo di andare a dormire, ma lui scosse il capo negativamente.
-N-no.. A-andiamo a ce-rcare Mikey..- balbettò, tra un singhiozzo e l'altro. Leo guardò Raph che annuì deciso, ma un rumore li fece irrigidire di colpo. Il cigolio della porta e dei passi che si strascicavano stancamente sul pavimento li fece voltare in sincronia, e appena videro Michelangelo entrare zoppicando, tenendosi il braccio destro con le lacrime che gli rigavano le guance, da prima rimasero stupiti ma, poi corsero subito ad abbracciarlo. Lui iniziò a singhiozzare più forte e Donatello, come fece prima con Leonardo, prese la cassetta del pronto soccorso, nascosta sotto il letto ed iniziò a medicare il più piccolo, mentre gli sussurrava parole dolci per consolarlo e calmarlo.
-Mi dispiace, Mikey.. Non sono riuscito a proteggerti.- sibilò Rapheal a denti stretti e a capo chino.
-Non siamo riusciti a difenderti, ci dispiace tanto..- affermò Leonardo stringendo i pugni. Anche Donnie era deluso da se stesso, ma appena finì la medicazione Mikey si buttò fra le loro braccia, facendoli capire che non ce l'aveva con loro.
-G.. Grazie.. Mi avete.. protetto.. da quel ragazzo cattivo- aveva sussurrato, singhiozzando, riferendosi a Rob. I maggiori lo guardarono sorpresi ed insicuri, certi di non meritare il suo perdono. Ma vedendo quel dolce sorriso, loro non poterono che ricambiare, mentre Leo gli accarezzava amorevolmente i capelli.
-Sarai stanco, vai a dormire.- sussurrò poi Leonardo, mentre Raph lo aiutava a mettersi il pigiama arancione per poi rimboccargli le coperte ed infine gli diede un bacio sulla fronte. Anche Donatello, dopo essersi messo il suo pigiama viola andò a dormire, più tranquillo. Lo stesso fece Raph, che con uno sguardo più sollevato si mise il pigiama rosso, seguito da Leo con il suo, di colore blu.

Sentì qualcuno scuoterlo dolcemente, aprì gli occhi, ritrovandosi nel buio più totale. Si chiese quando aveva dormito, gli sembrava solo pochi minuti. Si voltò, cercando di capire chi lo avesse ridestato dal suo sonno; assottigliò lo sguardo riuscendo ad intravedere una sagoma nel buio con un paio di occhi colmi di lacrime, non ci mise molto a capire che era Mikey.
-Ehi.. cosa c'è?- sussurrò dolce Leonardo, per non svegliare gli altri. Era sicuro che fosse molto tardi, visto che, dalle tapparelle che lui aveva abbassato non filtrava nemmeno un fascio di luce.
-H.. Ho fatto... un brutto sogno.. Posso dormire con te, stasera?- chiese singhiozzando. Non se lo fece ripetere e lo invitò, facendogli spazio. Mikey si raggomitolò sul suo petto, stringendogli un lembo della sua maglia. Il più grande sorrise amorevolmente, avvolgendolo in un forte abbraccio per poi tornare a dormire.

N.d.A
Eccomi. :) Ditemi, ho descritto bene Leo e Raph? Vorrei che il loro carattere rimanga originale ed essendo la prima volta che scrivo su di loro, ho paura di sbagliare. XD Accetto consigli. ^^
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 5
*** Una bella giornata ***


Una bella giornata
Un fascio di luce lo fece ridestare dai suoi sogni, ma ancora voglioso di dormire, invece che svegliarsi, si raggomitolò di più fra le coperte. In un lampo iniziò a ricordarsi degli avvenimenti di cui era stato protagonista ieri: Rob che lo picchiava, Sandra che lo portava nella stanza delle punizioni e poi i suoi fratelli che lo abbracciavano sollevati del suo ritorno. Ricordò allora, di non essere nel suo letto. Non era riuscito a dormire, la camera era così buia proprio come quella stanza, aveva l'impressione che da un momento all'altro sarebbero tornati quei ragazzi pronti a picchiarlo, così era andato da Leo, e con la sua approvazione si era rintanato nel suo letto.
Iniziò a cercarlo alla cieca, voglioso di coccole testando il materasso con le mani, non volendo aprire gli occhi. Appena prese un lembo di tessuto, capì che si trattaste del pigiama del suo fratellone e si accovacciò di più su di lui, sentì la pressione di una mano sui suoi capelli ed un braccio avvolgerlo, strofinandogli affettuosamente la schiena, e sorrise. Ieri era stata una giornata molto brutta per Michelangelo, quei cattivoni lo avevano ferito, non ricordava di aver pianto mai così tanto in vita sua, e se ripensava ai loro sguardi gli venivano ancora i brividi. Però ora era al sicuro, con i suoi fratelloni.
Ad un tratto, il forte bussare di Sandra si fece risentire come tutte le mattine, ma stavolta oltre al bussare era entrata come una furia, facendoli sobbalzare, e come soldati si alzarono mettendosi in riga.
-Tu!- quasi urlò, indicando Michelangelo. Tremando, l'interpellato, indietreggiò di qualche passo, mentre lei si avvicinava minacciosa, incutendoli molto terrore. -Chi ti ha dato il permesso di uscire dalla stanza 654, senza il mio permesso?- domandò furiosa
-E-ecco io..- balbettò, non sapendo come giustificarsi. Il fatto era, che tutti quei ragazzi se ne erano andati a dormire lasciandolo lì da solo e lui ne aveva approfittato per tornare dai suoi fratelli. Non pensava ci volesse il permesso, infondo loro se ne erano andati senza dire niente a nessuno, pensò titubante su cosa rispondere.
-Allora?- scattò lei, in attesa di una risposta. Il più piccolo chinò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore, sentiva le sue mani tremare. Aveva paura, tanta paura.
-Lo lasci in pace!- tuonò Raph, posizionandosi dinanzi al piccolo, imitato da Leo e Donnie. Mikey sgranò gli occhi, sorpreso ma anche colmo di gioia e sentendosi già più sicuro.
-Tsk.. Per stavolta chiuderò un occhio..- sbuffò lei. Si guardarono tutti stupiti, lei che chiudeva un occhio su una questione? Impossibile. Ma sorrisero contenti di quella situazione, mentre lei se ne andò, sbattendo la porta ancora furiosa.
Raph scompigliò i capelli ribelli del più piccolo, mentre quest'ultimo se la rideva. Leo lo aiutò a vestirsi come tutte le mattine, e dopo che anche gli altri si furono cambiati, scesero a fare colazione, Mikey non vedeva l'ora. Sopratutto perché ieri non aveva né pranzato né cenato ed anche se si era un po' abituato a quel ritmo, la fame si faceva sempre sentire. Quando uscirono in giardino, Mikey restò attaccato al braccio di Leo, avendo paura di incontrare di nuovo Rob. I più grandi erano un po' preoccupati, per via del fatto che il più piccolo non aveva ancora aperto bocca. In effetti, era strano anche per Michelangelo, solo che per un motivo o per un altro, non trovava niente di cui parlare.
Restò in silenzio a fissare Donnie che leggeva un libro di chimica. Mikey avrebbe voluto chiedergli se gli insegnava a leggere, ma non voleva disturbarlo. Rapheal ad un tratto, lasciato il suo gruppetto di amici e li raggiunse euforico.
-Ehi! Ho appena saputo che Rob è stato adottato!- esclamò entusiasta, rimasero sorpresi per qualche minuto ma poi sorrisero.
-Sentito Mikey? Ora non devi avere più paura.- disse Donnie ricevendo un enorme sorriso come risposta
Passarono la giornata a parlare, e Michelangelo, sentendosi più al sicuro tornò a fare battute e scherzi ai suoi fratelli che iniziarono a fargli il solletico come punizione.
Alla fine, Leonardo decise di andare a vedere se c'era qualcosa da mangiare, visto che il loro stomaco iniziava a farsi sentire. Si addentrarono in cucina, e vedendo che non c'era nessuno iniziarono a saccheggiarla. Leo e Donnie riuscirono a prendere del pane, Raph del formaggio, mentre Mikey un vasetto di marmellata. Corsero in camera, ridendo ed iniziarono a mangiare, conservandone un po' anche per domani. Infondo, oggi era stata davvero una bella giornata, pensò Mikey, ridendo, prima di addormentarsi abbracciato a Leo, nel suo letto.

N.d.A.
Pensavate che sarebbe stata un'altra giornata no, per i nostri beniamini, vero? Ed invece no! Sono stata tanto brava da non farli avere guai in questo chappy. Ma nel prossimo.. si vedrà. XD A presto. :)
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 6
*** Pulizia ***


Pulizia
-Ora della colazione!- l'urlo acido di Sandra, insieme al forte bussare, fece destare Donnie e i suoi fratelli dal mondo dei sogni.
Il genio guardò il soffitto della stanza, ancora un po' coperto dall'ombra della tapparella che, Leonardo si era premurato di semi aprire. Si stropicciò gli occhi per far scivolare via gli ultimi residui di sonno e per abituarli alla luce. Si prometteva un'altra giornata monotona in quell'orfanotrofio. Avrebbe tanto voluto andarsene insieme ai suoi fratelli, chiedendosi se qualcuno mai gli avrebbe adottati, sperando in genitori buoni e amorevoli che gli avrebbero presi tutti e quattro. Non voleva essere separato dai suoi fratelli, loro erano una famiglia. Questi pensieri affioravano, a volte anche in Rapheal e Leonardo, ma cercavano di non darci troppo peso, continuando però a sperarci; Michelangelo invece non aveva mai desiderato dei genitori, qualcuno poteva pensare che era perché troppo piccolo e quindi, il fatto di non sapere cosa fossero esattamente, lo conduceva a non darci troppa importava, troppo ingenuo e innocente, ma in realtà, a lui semplicemente bastavano i suoi fratelli, erano sempre e solo bastati loro. Forse, se lui era un bambino così solare e pieno di energie era in parte merito dei suoi fratelli e sentiva di non avere bisogno di altro.
La mano calda di Leo, toccò dolcemente la spalla sinistra di Donatello facendolo destare dai suoi pensieri, e ancora un po' assonnato scese dal letto salutando i fratelli, mentre Leo aiutava un Mikey ancora nel mondo dei sogni, a vestirsi. Era passata una settimana da quando il più piccolo aveva vissuto quella brutta esperienza, e da quel giorno, ogni sera dormiva con Leo, o con gli altri due, succube degli incubi. Donatello sperava che non avesse subito un trauma. Si cambiò, mettendosi gli stessi vestiti di sempre, un po' sgualciti e quando guardò fuori dalla finestra, Donnie sbuffò; anche oggi pioveva.
Dopo collazione, non avevano la minima idea di cosa fare, ma a quello ci pensò Sandra. Divise tutti i bambini e ragazzi in gruppi di cinque o quattro, ognuno con lo scopo di pulire una particolare stanza dell'istituto. E ai quattro toccò la cantina. Loro ritenevano inutile pulirla, ma a Sandra l'importante era farli lavorare. Mentre si dirigevano lì, muniti di tutto l'occorrente per pulire, Raph ghignando, suggeriva di cogliere l'occasione per non fare assolutamente niente.
-Non è una cattiva idea e se Sandra verrà a controllare, noi fingeremo di pulire.- affermò Leonardo, e tutti annuirono. Appena arrivarono, Raph aprì la porta ritrovandosi una rampa di scale, il tutto immerso nell'oscurità. Leo e Raph scesero per primi, con in mano spugne e spazzole, testando la parete nel vano tentativo di trovare un interruttore. Scese anche Donnie, imitando i gesti dei fratelli, aiutandosi con la scopa. Mikey che era l'unico a non aver ricevuto nessun materiale di pulizia, era rimasto indietro. Donnie si domandò se avrebbe dovuto aspettarlo, ma infondo si sarebbero tutti incontrati alla fine della scalinata, così continuò ad avanzare anche se un senso di preoccupazione continuava ad invaderli la mente, ma cercò di non darci troppo peso e mentre si avvicinava alla fine della scalinata si chiese, intrepido, quali misteri o tesori nascondeva quel posto, era certo che si sarebbero divertiti molto. Ma prima avrebbero dovuto cercare qualcosa per farsi luce.

N.d.A.
Yeah! Aggiornati due capitoli in un giorno! XD Comunque.. Cosa accadrà a Mikey? Quella di Donnie sarà solo una sensazione o..?
A presto! :3
Io_amo_Freezer <3

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Capitolo 7
*** Promesso! ***


Promesso!
Sussultò vedendo come fosse buio. I suoi fratelli si erano già avviati, e così scese per non rimanere indietro. Ma più scendeva e più la forza cominciava a farsi meno, poteva sentire i battiti del suo cuore accelerare, le gambe tremare e il suo respiro farsi più pesante. Non riusciva a vedere i suoi fratelli, era tutto così buio, ma in quell'oscurità intravedeva delle sagome, quelle dei ragazzi che lo avevano picchiato. Continuava a ripetersi che era frutto della sua immaginazione, mentre iniziava a tormentarsi le mani un rumore improvviso lo fece sussultare. Preso dal panico aumentò il passo, sperando di trovare i suoi fratelli o anche solo intravedere un fascio di luce. Quasi inciampò, ma finalmente arrivò alla fine delle scale, ma era ancora troppo buio e non vedeva niente.
-L.. Leo? ..Raph? Donnie?- chiamò guardandosi un po' in giro cercando di tranquillizzarsi. Non rispose nessuno e una forte preoccupazione si insediò in lui. Aveva paura, tanta paura. Continuò a guardarsi intorno nella speranza di riuscire a intravedere qualcosa, ma ad un tratto, di nuovo quelle sagome comparvero avvicinandosi lentamente. Mikey, spaventato, indietreggiò lentamente, poi, di scatto si voltò iniziando a correre. Sentiva le lacrime solcargli il volto, ma non gli importava, voleva solo fuggire da tutto quel buio. Andò a sbattere contro alcuni oggetti, ricavandone anche qualche graffio ma non si fermò, temeva che se lo avrebbe fatto loro lo avrebbero raggiunto, lo avrebbero punito. Ad un tratto, mentre ancora correva, finì addosso a qualcosa di consistente e caldo e capì che fosse una persona. Entrambi erano caduti a terra e Michelangelo tremava di paura; non osava alzare lo sguardo. Ma appena sentì delle braccia avvolgerlo iniziò a tranquillizzarsi.
-Mikey, che succede?- la voce calda e dolce di Leo, lo rassicurò mentre gli accarezzava la schiena. Un senso di sollievo si fece strada in Mikey, mentre un fascio di luce lo accecò per un istante, giusto il tempo che i suoi occhi si riabituassero di nuovo alla luce.
-Ti senti male?- chiese Donatello, mentre gli puntava contro una torcia che teneva in mano, per ispezionarlo, controllando non fosse ferito. Il più piccolo scuoté negativamente il capo, mentre Raph gli si inginocchiò accanto, anche lui con una torcia in mano, imitato da Donnie. Solo allora, Mikey si accorse di essere seduto sulle gambe di Leo, e che stava ancora piangendo.
-I-il b-uio..- sussurrò, mordendosi il labbro inferiore e chinando di più il capo
-Non dirmi che hai paura di un po' di oscurità?- chiese Raph, ridendo. Vide il più piccolo aprire la bocca, stava per dire qualcosa ma la richiuse un attimo dopo. Non sapeva se doveva parlarne con i suoi fratelli. Forse lo avrebbero ritenuto un codardo.. Mentre pensava ciò, copiose lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi. Cominciò a singhiozzare sempre più intensamente e si aggrappò forte alla maglia di Leonardo.
-E-era buio.. quando l-loro mi h-anno picchia-to.. Ed og-ni volta.. Mi sembra se-mpre di vederli.. di vedere quei ragazzi catti-vi, quando è bu-io.. Mi di-spiace.. so di e-ssere un cod-ardo..- balbettò tra i singhiozzi, decidendo di sfogarsi con loro. Rimasero tutti sorpresi a quella rivelazione inaspettata, e Raph si sentì un verme per aver riso di quella paura che tormentava il più piccolo da una settimana.
-No, no, Mikey, tu non sei un codardo. Anzi, sei il bambino più coraggioso che io conosca! E.. Scusami per prima.. Però ora ci siamo noi e ci saremo sempre.- disse il rosso, accarezzandoli i capelli per rassicurarlo
-Davvero?- chiese, tirando su col naso
-Certo! E nessuno ti farà più del male.- affermò il genio, deciso come non mai
-Noi ti proteggeremo.- gli sussurrò, infine Leo cullandolo stringendolo forte al petto
Michelangelo dopo aver sentito ciò, si calmò iniziando a ridacchiare felice, mentre i suoi fratelli lo abbracciarono forte. Ad un tratto il piccolo, notò di sottecchi che Donnie teneva nella mano destra delle bendane, e ne rimase sorpreso; gli cadde all'occhio quella arancione, e appena quest'ultimo capì cosa stesse fissando gli e la porse.
-Le abbiamo trovate accanto alle torce. Sono delle bendane.- spiegò il genio, sorridendogli dolce. Gli occhi di Mikey si illuminarono quando Leonardo gli e la legò al polso sinistro. Anche i suoi fratelli fecero altrettanto, rispettivamente presero: Leonardo quella blu, Raphael la bandana rossa e Donatello la viola.
-Promettiamo, su queste bendane che ci proteggeremo a vicenda e che, qualunque cosa accada resteremo sempre insieme, come una famiglia? Sarà il nostro simbolo.- propose ingenuamente Mikey, gioioso mettendosi a ridere. Dopo un momento di smarrimento per quell'inaspettata proposta, i suoi fratelli non poterono non sorridere e dopo essersi guardati, con un cenno di assenso esclamarono tutti e quattro: -Promesso!- per poi sorridere ampiamente e scoppiare in una grassa risata.

N.d.A
Mikey è così tenerone! *^* Ma ora cosa accadrà? XD A presto! :)
Io_amo_Freezer <3

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Capitolo 8
*** Adozione ***


Adozione
I mesi trascorsero felici, a volte con qualche guaio o con qualche bambino adottato o meno ma nulla di effettivamente nuovo. Finché, un giorno giunse un signore, dai capelli neri e gli occhi gialli accompagnato da sua moglie che teneva una bambina di quattro anni, in braccio.
-Buongiorno. Come posso aiutarvi?- chiese Sandra, sfoggiando uno dei suoi migliori falsi sorrisi.
-Vorremo adottare un bambino.- affermò l'uomo, con un sorriso
-Oh, ma prego. Accomodatevi.- fece Sandra, spostandosi per farli accomodare nell'ingresso di quel posto deprimente. -Il mio nome è Sandra Ridia.- si presentò, stringendogli la mano.
-Hamtato Yoshi Splinter. Lei, invece è mia moglie Tang Shen, mentre la piccola è nostra figlia, Miwa, di quattro anni.- disse, presentando la sua famiglia. Sandra sforzò un sorriso, tremendamente disgustata da quella scena pietosa. Ad un tratto Splinter notò, in lontananza il viso di un dolce bambino, che spiava ben nascosto da dietro al muro.
-Ehi, piccolo.. Come ti chiami?- chiese la madre di Miwa, sorridendogli
-I-io mi chiamo.. Donatello.- sussurrò, avvicinandosi timoroso mentre la bambina lo squadrava curioso.
-Quanti anni hai?- chiese, Tang Shen mentre Splinter gli si avvicinò, lui un po' spaventato aveva indietreggiato ma vedendo che non aveva cattive intenzioni si fece prendere in braccio.
-Sei.- disse, sorridendo un po' timido. I due adulti iniziarono a fargli alcune domande, a cui rispose un po' timoroso. Sandra se ne restò in disparte, sbuffando annoiata da tutte quelle moine
-Ti andrebbe di far parte della nostra famiglia?- chiese, ad un tratto Tang Shen, in tono dolce e amorevole. Donnie sussultò, ma si fece coraggio
-Si, s-se.. adotterete anche i miei fratelli.- sussurrò, iniziando a giocherellare con le mani, nervoso. Era ancora in braccio a Splinter, ed aveva abbassato lo sguardo. Pensava che avrebbero detto di no. Ma in quel momento arrivarono i suoi fratelli e sospirò, più sollevato.
-Eccoti, Donnie! Ti stavamo cercando, sai?- disse gioioso Michelangelo, saltellando
-Sono loro i tuoi fratelli?- chiese l'uomo, guardandoli con un sorriso per poi mettere giù Donatello.
-Come vi chiamate, piccoli? E quanti anni avete?- chiese la donna, accarezzando i capelli ribelli del più vivace.
-Io sono Michelangelo, ed ho quattro anni!- esultò quest'ultimo, ridendo. Metteva così tanta allegria
-Io, invece sono Raphael, ed ho sette anni.- si presentò il bambino che li fissava diffidente
-Mentre io ho otto anni, il mio nome è Leonardo.- disse l'ultimo, facendo un passo avanti
La donna guardò suo marito che capì al volo cosa stesse pensando, e si rivolse a Sandra.
-Abbiamo deciso. Adotteremo loro quattro.- affermò risoluto, mentre i fratelli lo guardarono a bocca aperta, stupiti
-D'accordo.. Però, signor Splinter, Michelangelo non può essere adottato.- rispose la proprietaria, facendo una faccia finta dispiaciuta. Mentre Mikey sussultò, come i fratelli che lo guardarono preoccupati.
-Per quale motivo?- chiese Tang Shen, delusa. Non voleva dividerli, erano fratelli.
-Vedete signori, per adottare un figlio di quattro anni, dovrete aspettare che la figlia già presente abbia cinque o sei anni. La legge lo dice.- spiegò ragionevole
-Non mi interessa! Non lasceremo Mikey in questo postaccio!- sbraitò Raphael, Leonardo cercò di calmarlo anche se il sentimento era reciproco
-Senta, Miwa compierà cinque anni la prossima settimana non potrebbe chiudere un occhio?- chiese la donna, speranzosa
-Non posso, signora. Però, potreste tornare a prendere Michelangelo appena vostra figlia festeggerà il compleanno.- affermò Sandra ragionevole
-Va bene.- rispose la donna, guardando il marito che fu d'accordo
-No!- urlò Raph, deciso ma venne interrotto dal più piccolo
-Per me è okay. Tanto è solo per una settimana.- disse Michelangelo sforzando un sorriso, mentre tentava di sopprimere i singhiozzi. I suoi fratelli lo guardarono tristemente, non volevano lasciarlo
-Mikey noi non vogliamo lasciarti solo.- disse Leonardo, mogio. Loro dovevano rimanere uniti, erano una famiglia.
-Voi non mi state lasciando ed io voglio che veniate adottati. E poi.. tornerete a prendermi, promesso?- chiese balbettando, con un sorriso tremule. Tese il braccio con la bandana verso i fratelli, che subito mostrarono i loro. Era il loro simbolo, lo sarebbe stato per sempre.
-Promesso!- affermarono all'unisono. E dopo che i due coniugi firmarono tutti i documenti e i fratelli prepararono le valigie salutando il più piccolo, si diressero mogi in quella macchina rossa che gli avrebbe condotti nella loro nuova casa. Erano felici di avere una famiglia, ma volevano che l'avesse anche Mikey, insieme a loro. Speravano solo che quella settimana sarebbe volata via.
Mikey, rimasto solo, corse nella sua camera buttandosi sul suo letto iniziando a piangere, stringendo forte il cuscino al petto. Sapeva che sarebbero tornati, ma gli mancavano.
-Sono curiosa di vedere come sopravviverai.. Ora che sei solo, chi ti proteggerà? Solo un consiglio; impara a cavartela da solo, d'ora in poi.- disse fredda, Sandra, ghignando per poi andarsene, ridendo malignamente, sbattendo la porta.

N.d.A
Allora, ho dato quei due nomi a Splinter perché.. Sinceramente, non lo so. Mi andava e così.. XD Non vi dispiace, vero? ^^''
Riguardo Mikey, mi sono informata un po' sulle adozioni, e su qualche sito ho letto una cosa del genere e così.. ^^''' Chissà cosa gli accadrà in questa settimana.. Non uccidetemi. XD
Cowabunga! :3
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 9
*** Con noi ***


Con noi
-Mikey noi non vogliamo lasciarti solo.- disse Leonardo, mogio
-Voi non mi state lasciando ed io voglio che veniate adottati. E poi.. tornerete a prendermi, promesso?- chiese balbettando con un sorriso tremule. Tese il braccio con la bandana verso i fratelli, che subito mostrarono i loro. Era il loro simbolo, lo sarebbe stato per sempre.
-Promesso!- affermarono all'unisono.


Ed invece non erano tornati. Successero così tante cose, tanto dolore, tanti imprevisti.. Ricordava ancora quando lasciarono l'orfanotrofio, con Mikey che li salutava con la mano, ridendo. Erano passati otto anni da quel giorno, dall'ultima volta che videro il loro fratellino. Non riusciva a ricordare più la sua voce, quella voce che riusciva a contagiare tutti con quell'allegria, che sapeva toccarti il cuore. A mala pena riusciva a ricordarsi il suo volto, i suoi capelli.. Solo una sagoma dai colori sbiaditi, ma ricordava ancora i suoi occhi, di quell'azzurro cielo. Ricordava ancora l'ultima volta che li vide; cercavano di sopprimere le lacrime; erano così pieni di speranza, pieni di vita. 
Se non erano tornati, era per via di quel incidente; la piccola Miwa morì insieme a Tang Shen in un incidente stradale, mentre stavano tornando a casa per festeggiare il suo compleanno. Erano rimasti tutti sorpresi quando, aprendo la porta si ritrovarono due poliziotti e quanto furono sconvolti, quando quest'ultimi rivelarono il motivo della loro presenza. Sentirono un dolore atroce al petto, come un vuoto e gli occhi pizzicargli. Non potevano crederci, nessuno voleva. Splinter era talmente disperato, cercò di farsi forza e i suoi figli lo aiutarono. 
Decisero di traslocare in una casa più grande; non perché la prima non andasse bene, ma c'erano troppi ricordi ed era difficile non affogare nel dolore. Passarono giorni, settimane, mesi e quando il dolore non fu più così opprimente, Splinter decise di tornare all'orfanotrofio per adottare anche Michelangelo. Ricordava ancora come furono estasiati all'idea di poterlo rivedere, e allo shock appena scoprirono che l'orfanotrofio, o quello che ne rimaneva aveva chiuso dopo un incendio per mancanza di fondi. Si sentirono così vuoti, colmi di dolore e delusi di se stessi. Il pensiero che Mikey non c'è l'aveva fatta continuava a martellare la loro testa ma non osavano crederci nemmeno per un'istante. 
Splinter, però non demorse e cercò di rintracciare Sandra in ogni modo, e quando le speranze stavano ormai svanendo, la trovò. Lei lo informò che l'orfanotrofio, per via di un incendio da cui non riuscì a ripagare i danni, fu chiuso; rimase basito quando disse che la maggior parte dei bambini fu tratta in salvo dalle fiamme e condotta in una casa famiglia mentre alcuni, per via della confusione, scomparvero, e tra loro c'era anche Michelangelo. Aggiunse che, forse quei bambini erano finiti in strada, e Splinter sapeva che le probabilità di un bambino di quattro anni di sopravvivere in una grande metropoli, la qual'era New York erano quasi nulle. E da allora, loro, rimasti in tre, iniziarono ad essere più uniti, e non si separarono mai da quelle bendane e dal loro significato. Per loro era l'ultimo ricordo di Michelangelo, ed era il loro simbolo di famiglia. Splinter gli insegnò l'arte del ninjutsu ed iniziarono ad andare a scuola. Riuscirono anche a convincere loro padre a farli pattugliare le strade per difendere i civili; bastò la frase detta da Leo: "Non e forse per questo motivo che tu ci hai insegnato l'arte del ninjustu? Che senso avrebbe, non usarla per scopi puri?". E quel giorno, Splinter, il nostro Sensei e padre assegnò il titolo da Leader della squadra a Leonardo, con grande risentimento da parte di Raphael, che avrebbe voluto esserlo al suo posto. Erano riusciti a farsi una vita. Ma sentivano sempre la mancanza del più piccolo, di quel raggio di sole tramontato troppo presto.
A questo pensava Raphael, mentre guardava la bandana rossa al polso, con malinconia. Erano sopra un tetto, mentre osservavano la città come ogni sera. Era cresciuto, come i suoi fratelli; i suoi capelli erano cambiati, ma non di molto; erano diventati marrone scuro con le punte che sfumavano sul rosso fiamma, li teneva sempre a furiosa; in più possedeva dei Sai per combattere, se la battaglia lo riteneva, che portava nei foderi della cinta. Leo, invece non era cambiato di una virgola, apparte l'altezza e l'essere ancora più responsabile, anche lui era cresciuto molto e come armi aveva due katane che portava, grazie ad un attaccatura, alle spalle. Donatello, invece era il più alto fra i tre; e la sua arma era un Bo. Indossavano tutti e tre delle tute nere con cappuccio, per mimmettizarsi meglio nella notte.
-Ehi, Raph!- disse Leo, scuotendolo lentamente
-Che c'è?- sbottò lui, risvegliandosi da quei pensieri, mentre Donnie osservava col suo binocolo se c'erano pericoli.
-Sei distratto oggi, a che pensi?- chiese Leo, curioso. Raphael sospirò, indeciso se rivelare i suoi pensieri e quello che tanto lo affliggeva
-A Mikey..- sussurrò infine, divenendo cupo. Mentre gli altri due si bloccarono di colpo, per poi rattristarsi, mancava anche a loro. Calò un silenziò tenebroso e malinconico, interrotto solo dal rumore della città in movimento.
-Sono certo che ora sia in un posto migliore..- sussurrò ad un tratto Donnie, mogio
-Grr.. Invece no! L'unico posto migliore sarebbe qui! Con noi!- urlò Raph avvicinandosi a Donatello, minaccioso. Ma Leonardo lo fermò, prima che potesse fare qualcosa di cui si sarebbe pentito
-Basta! E' vero, Michelangelo doveva stare con noi, sarebbe stato meglio qui, questo è ovvio. Non avremmo dovuto lasciarlo solo.. Ma sono sicuro che ora è in un posto migliore e ci protegge.- affermò Leo, calmando tutti che tornarono alle loro postazioni.
-Ci sono dei Purple Dragon a due isolati da qui, e non sembrano promettere nulla di buono.- affermò, posando il binocolo nel suo borsone a taccola. I Purple Dragon erano una gang capitanata da un certo Hun, rapinavano molto spesso i negozi, ma prontamente i tre fratelli sventavano ogni loro piano, consegnandoli alle autorità quando riuscivano ad avere delle prove che gli incastravano. Solo, che il capo riusciva sempre a sfuggirli e a trovare altri scagnozzi al suo seguito. E così i tre fratelli ninja, andarono a risolvere la situazione, anche per quella notte.

N.d.A
Ho ucciso Mikey, no!! ç_ç Cioè.. non faccio spoiler. XD Sono crudele, vero? :P  
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 10
*** Scuola ***


Scuola
Il mattino seguente, dopo la consueta colazione i tre fratelli andarono al liceo scientifico mentre Splinter si diresse a lavoro, presso un immensa palestra dove lavorava come maestro di ninjutsu.
I tre, appena scesi dall'autobus si diressero dai loro amici. Una ragazza quattordicenne con i capelli castani che tendevano all'arancione, legati con una coda e con due occhi azzurri; si chiamava April O'Neir, indossava una maglia gialla a maniche corte, dei pantaloncini di jeans e con degli stivali neri. Lei andava in classe con Donatello e prendeva insegnamenti di ninjutsu da Splinter mentre al suo fianco c'era un ragazzo, dagli occhi e capelli neri, gli mancavano alcuni denti; il suo nome era Casey Jones. Erano gli unici a sapere della loro "doppia vita", e Casey, che era il migliore amico di Raphael gli aiutava a pattugliare a volte, la città. Entrarono nell'istituto, continuando a parlare del più e del meno fino a quando, ognuno di loro non raggiunse la propria classe; e quando suonò la campanella si ritrovarono per fare ricreazione.
-Allora, che si dice?- chiese Casey avvicinandosi al gruppo, insieme a Raph, mentre mangiavano un panino; infatti entrambi facevano il II°A.
-Nulla. Voi?- domandò Donatello, che insieme ad April e i suoi fratelli mangiavano dei mikado
-Il prof ci ha assegnato una ricerca da fare in gruppo per domani.- sbuffò Raph nervoso
-Di che ti lamenti? Il prof mi ha messo con te.- disse Casey con un sorriso, prendendo dieci bastoncini dalla confezione
-Appunto! Tu non sei di aiuto nello studio e non sappiamo niente di Re Luigi XVI.- ringhiò il rosso, mentre April e i fratelli se la risero
-Vedrai che troveremo un modo.- affermò Casey, cercando di essere positivo.
-Per fortuna che oggi è il 6 Maggio. Manca poco e poi addio scuola!- disse Raph sollevato.
Sentirono delle urla ed in sincronia si voltarono, riconoscendo Rob, il bullo della scuola che picchiava un ragazzino biondo, a terra. Il loro primo giorno di scuola, rimasero tutti sorpresi nel rivederlo, non si aspettavano di certo, che le loro strade si sarebbero di nuovo incrociate.
Non faceva altro che picchiare chi era più debole di lui, e purtroppo essendo stato adottato dal preside di quell'istituto ne ricavava giusto un rimprovero ma che non serviva a farlo smettere di essere un prepotente.
-Ancora qua, Rob? Quanto ancora dovrò darti una lezione?- domandò Raph, prendendogli il polso
-Grr.. Non sta volta.- rispose sfoderando un pugno che venne bloccato dal focoso con molta facilità
-Devi farne di strada, prima di raggiungermi.- rise colpendolo con una ginocchiata nello stomaco facendolo indietreggiare e cadere di botto, seduto a terra. Lui sbuffò e ringhiò mentre Leo e Donnie aiutavano il ragazzo biondo a rialzarsi.
-Tutto bene?- chiesero, mentre Casey ed April andarono a chiamare il professore
-Si, grazie.- sussurrò, mentre vedeva il prof. di matematica avvicinarsi, furioso insieme ai due ragazzi che lo avevano avvisato di ciò che stava accadendo nel corridoio
-Cosa succede qui?- domandò osservando prima il ragazzo e poi i protagonisti di tutto quel caos -Ancora un'altra delle tue bravate, Rob? E tu, Raph sempre a fare l'eroe, immagino. Chi è la vittima, oggi?- sbuffò, poi. Ormai era routine.
-Io.- disse il ragazzo, facendo un passo avanti. Anche lui sapeva come andava poi, non era la prima volta che veniva tratto in salvo dai tre fratelli
-Marco, giusto? Vai in infermeria.- disse il prof, già stanco di tutto ciò mentre lui si avviò.
-Voi ormai lo sapete, no?- domandò brusco, avviandosi con Rob e Raph dal preside. Sarebbe stata la solita sgridata e poi, di nuovo in classe. Mentre i fratelli, insieme ad April e Casey se ne tornarono in classe, tranquilli.
Appena uscirono da scuola, si ritrovarono continuando a parlare finché i tre non giunsero al pullman per tornare a casa, visto che i due ragazzi abitavano lì vicino si avviarono a piedi.
-Ben tornati, figlioli.- gli salutò, Splinter invitandogli a tavola. Parlarono della mattinata e anche della lite con Rob. Splinter non poté che sospirare affranto, ormai credeva che quel ragazzo non sarebbe mai cambiato. Poi, mentre Splinter usciva per tornare a lavoro, i ragazzi si diressero ognuno nelle proprie stanze per dedicarsi allo studio. Raphael invece, si diresse in soggiorno a guardare un po' di televisione in attesa dell'arrivo del suo amico che appena arrivò, non persero tempo cercando di finire in fretta la ricerca.
Dopo i compiti, si ritrovarono tutti in soggiorno a ridere e scherzare. E quando iniziò a farsi buio e le prime luci dei lampioni si accesero, decisero di andare a pattugliare insieme a Casey che si era portato il suo travestimento da casa; ovvero una maschera da scheletro, armato di mazze da baseball, da golf e da hockey, dischi, guanto chiodato e rollerblade.

N.d.A
Ho voluto descrivere una loro "normale" giornata, così anche per far entrare in scena April e Casey. ^^ Al prossimo se ne vedranno di tutti i colori. XD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 11
*** Ladro ***


Ladro
Erano di nuovo a pattugliare le strade. Ognuno di loro era concentrato, gli attacchi dei Purple Dragon erano dimezzati, questo era un bene ma sentivano che c'era sotto qualcosa. Da quanto ne sapevano, Hun era ancora a piede libero e lo stesso valeva per i suoi scagnozzi.
-Direi che, a parte quel ragazzo incappucciato con una felpa nera che sta sporcando, o meglio, disegnando sul muro del palazzo sottostante con delle bombolette spray di svariati colori, non c'è assolutamente niente di sospetto.- affermò Donnie, alzandosi per poi indicare un ragazzo non tanto alto, con una felpa nera con delle maniche troppo lunghe, e dei pantaloni da tuta verde, un po' rovinati; un gatto marroncino gli strusciava amorevolmente la gamba destra. 
-Penso sia inutile intromettersi, infondo non sta facendo nulla di male.- disse Leonardo; stava disegnato il paesaggio di New York ritraendolo durante un magnifico tramonto. Appena mise la sua firma; ovvero due strisce verticali e tre laterali arancioni, segno che aveva finito il suo lavoro. Si voltò incamminandosi ma appena una donna si avvicinò il tanto che bastava, lui la urtò di proposito facendola cadere per poi mettersi a correre, seguito dal gatto. 
-A ladro!- urlò la donna, appena si accorse di non avere più la sua borsa
Raphael allora saltò giù dal palazzo e corse in strada, cercando di raggiungerlo seguito subito da Leo e Donnie. Dovevano ammettere che il ragazzo era abbastanza agile e veloce, forse anche troppo; infatti, dopo essersi arrampicato, saltò di palazzo in palazzo, svanendo nella notte, seminando i ragazzi. Loro si fermarono su un tetto per riprendere fiato, sbalorditi. E rimasero lì, a fissare quell'oscurità, da sempre loro alleata che aveva inghiottito il giovane, e alla fine, ormai tardi decisero di tornarsene a casa.
Passò una settimana, e quel ragazzo riusciva sempre a seminarli. Aveva iniziato con poco, fino ad arrivare a derubare un negozio, ma ora aveva davvero esagerato, aveva osato infiltrarsi nelle industrie chimiche O'Nair & Corporetion, ma erano riusciti a fermarlo appena in tempo. La situazione era critica, quale sarebbe stato il suo prossimo bersaglio? 
-Grr.. Ad ogni suo passaggio lascia la sua firma, pensa di essere divertente?- ringhiò Raph, voleva averlo tra le mani solo per poter sfogare la sua rabbia
-Figlioli, dovreste riposare. Domani c'è scuola.- consigliò Splinter, varcando la porta viola della camera di Donnie; era una stanza molto grande, ad un lato c'era il letto dalle lenzuola lilla e viola, la scrivania ed un enorme libreria piena di libri mentre il resto era provvisto di ampolle, computer, server e tutti gli oggetti che di solito si trovavano in un soffisticcato laboratorio. 
-Ma padre quel ragazzo potrebbe attaccare l'industria O'Nair da un momento all'altro, non possiamo permetterlo!- affermò Leonardo deciso e risoluto
-Leo ha ragione. Quell'industria produce medicine in fase di progresso, non sono testati sull'uomo e se cadono in mani sbagliate potrebbero essere tramutati in veleno. Se lasciamo che accada, chissà cosa accadrebbe! E poi, quell'industria appartiene al padre di April.- esclamò Donnie che smise un attimo di decifrare strani codici che servivano a rintracciare il ladro. Guardò suo padre; mentre era seduto sulla sua poltrona girevole, e i suoi fratelli annuivano decisi, affiancandolo.
-Comprendo la situazione e i pericoli che potremmo correre, ma non potete affrontare il crimine senza una buona dose di riposo.- disse saggio il Sensei, e dopo che i tre sospirarono si avviarono ognuno nelle proprie stanze, augurando un buon riposo a loro padre.
Dopo scuola, appena il cielo si oscurò e i primi lampioni si accesero decisero, come sempre di andare a pattugliare la città.
-State attenti.- disse Splinter, prima di vederli uscire. Era diventata un abitudine, gli e lo ripeteva ogni sera. Il timore che loro fossero lì, fuori, in pericolo mentre lui nella loro accogliente dimora lo attanagliava fino al loro ritorno. Non riusciva, ma sopratutto non poteva dormire, non sapendoli nei loro letti.
Erano quasi le 01:30, ma di quel ragazzo nessuna traccia. Che oggi avesse rinunciato? No, impossibile; pensò Leo. Iniziò a piovere, i minuti passarono e proprio quando Leonardo stava per dire di rinunciare, i tre fratelli notarono il gatto marroncino, ed avevano imparato che dove c'era lui, c'era anche il suo padrone; il ragazzo. Ed infatti, videro una figura incappucciata scattare nelle ombre, aveva sempre gli stessi vestiti; pantaloni verdi della tuta ed una felpa nera. Si diresse verso l'industria chimica. Lo rincorsero, mentre la pioggia iniziava a farsi più forte accompagnata da lampi e fulmini. Raggiunsero l'enorme edificio, il ragazzo stava per entrare dal condotto dell'aria che stava sul tetto, ma Raphael lanciò il suo Sai che andò a conficcarsi nella apertura del condotto, impedendogli di aprirla.
-Penso che sia l'ora che qualcuno ti insegni a rispettare le proprietà altrui.- disse Raph ghignando, avvicinandosi insieme ai suoi fratelli. Mentre il ragazzo, sempre incappucciato per non farsi vedere in volto, aveva impugnato, dai foderi della sua cinta marrone dei nunjaku, i tre notarono che uno dei due era stato modificato in maniera tale da allungarsi ed estrarre una lama diventando una kusarigama.
I fratelli, sorpresi decisero di impugnare le loro armi, mettendosi in posa di combattimento. Sentirono il ragazzo sussultare e Raph ghignò; già pregustando la vittoria. Iniziò a diluviare, ma questo non fece demordere i tre ragazzi che avanzarono di qualche passo. Si scrutarono, potevano sentire i loro respiri insieme al forte scrosciare della pioggia. Ad un tratto, il ragazzo fece fuoriuscire la lama dal suo nuncjaku, facendo volteggiare la catena per poi lanciarla contro Raph che si difese con il suo Sai, che vene legato dalla catena. Il ragazzo sorrise e tirò forte, facendo volare via l'arma del nemico, lasciandolo disarmato. Raphael innervosito da quel gesto, si avvicinò al ragazzo e gli tirò un pugno che venne schivato senza problemi, il rosso rimase stupito ma non demorse e riprovò con calci e pungi. Il ragazzo non era veloce ed abile solo a scappare, constatò Raph che lo colpì con un pugno allo stomaco ma prontamente venne schivato, il rosso allora ne approfittò facendoli lo sgambetto, atterrandolo. Ma il ragazzo, non perse tempo e usò i suoi nunjaku per far cadere anche Raph, lui scattò in piedi ma vide gli altri due ragazzi avvicinarsi ed indietreggiò, consapevole di non potercela fare ed iniziò a scappare. Correre sotto la pioggia era molto difficile, con la poca aderenza al suolo. Si girò, vedendo i tre ragazzi che lo seguivano, ma quella distrazione gli fu fatale; scivolò andando a sbattere contro la sporgenza del tetto, perdendo i sensi. 
-Finite le corse.- affermò tra un affanno e l'altro, il ragazzo contro cui aveva lottato.
-Non abbiamo prove contro di lui, per ora è meglio portarlo a casa..- consigliò quello con le due katane. L'ultima cosa che vide furono i tre ragazzi avvicinarsi, ed uno che lo prese in braccio. Poi il buio.

N.d.A 
Ed ora.. Cosa succederà? Chi si nasconde sotto quel cappuccio? XD 
A presto. :)
Io_amo_Freezer<3

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Capitolo 12
*** Michelangelo ***


Michelangelo
Il ragazzo si svegliò disteso su un divano marroncino, si guardò intorno e costatò di trovarsi in un soggiorno molto grande ed accogliente. Era circondato da tre ragazzi ed un signore; forse loro padre. Rimase sorpreso vedendo che gli avevano mostrato il loro volto, si erano cambiati.
Si alzò e d'istinto portò le mani sulla sua cintura per sfoderare i nunjaku ma rimase interdetto, scoprendo di non averla più e nemmeno i suoi quotidiani indumenti; infatti lo avevano cambiato mentre dormiva. Ora indossava dei jeans scuri ed una maglia rossa, un po' larga. Mentre comprendeva questo suo nuovo look, si ricordò di non essere più incappucciato. Sussultò intimorito; avevano visto il suo volto. Era un ragazzo dai capelli mossi, ribelli e gli occhi azzurri con una spruzzata di lentiggini sulle guance.
-Biondino, cercavi queste per caso?- domandò Raph mentre gli sventolò da sotto il naso, la sua cinta. Lì fissò confuso e spaventato ma subito si mise all'erta, pronto a lottare. Doveva riprendersi le sue armi. D'un tratto si ricordò di una cosa e, preoccupato iniziò ad osservare la stanza in cerca di qualcosa, mentre loro lo fissavano straniti, ma senza abbassare la guardia. 
Ad un tratto li vide, poggiati su una sedia; i suoi vestiti. La raggiunse di corsa ed iniziò a frugare dentro i pantaloni della tuta, mentre i quattro rimasero sconcertati da quell'atteggiamento. Quando trovò quello che cercava, trasse un sospiro di sollievo.
-U.. Una bandana arancione? Dove l'hai presa?- chiese Donnie, sconvolto. Non poteva crederci; per lui era impossibile. Quel ragazzo non poteva essere suo fratello, scomparso otto anni or sono. Lo studiò meglio, ed un senso di felicità impregnò tutto il suo cuore, mentre un mezzo sorriso si fece largo sul suo volto. Qualcosa; la speranza, l'intuito, il cuore.. Tutti i suoi sensi, da ninja o meno gli stavano urlando contro, dicendogli che: sì, era lui.
-E' mia da quando avevo quattro anni, ha un significato molto importante.. E' un simbolo di famiglia.. P-Perché?- chiese timoroso, indietreggiando. Non sapeva esattamente perché gli e lo aveva detto ma, stranamente sentiva che poteva fidarsi. I tre ragazzi lo fissarono sconvolti e felici al tempo stesso mentre loro padre rimase incredulo.
-Come ti chiami?- gli chiese speranzoso, Leo con gli occhi blu che luccicarono, avvicinandosi imitato dagli altri due. Dire che erano al settimo cielo, era un eufemismo.
Il ragazzo però, approfittando di quel momento di distrazione; con uno scatto felino riuscì a riprendersi la cintura con le sue armi e di corsa si precipitò verso la prima finestra aperta che c'era, tuffandosi a capofitto. Usufruì della sua kusarigama, come rampino per raggiungere il tetto di un altro palazzo. Il suo sguardo ricade sulla finestra; lo stavano osservando ma, stranamente non lo seguirono. Non ci fece caso e tornò a saltare di palazzo in palazzo notando di sottecchi, il suo gatto che lo stava rincorrendo. Si tranquillizzò; era il suo unico amico ma adesso era meglio tornare alla sua dimora.

Leonardo era così confuso, fissò suo padre in cerca di una risposta che lui non trovava e temeva di conoscere. Non capiva davvero. Quel ragazzo era davvero Mikey? Se sì, significava che aveva vissuto tutti quegli anni da solo, abbandonato al suo destino senza di loro a proteggerlo. Costretto a rubare, a rischiare ogni giorno solo per sopravvivere. Ma se invece si fossero sbagliati? Se avessero tratto conclusioni affrettate? Continuò a domandarsi chinando il capo, rassegnato.
Tutti erano confusi, e Splinter non sapeva cosa dire per confortarli. Se quel ragazzo fosse davvero Michelangelo, la notizia avrebbe scosso tutti con rimorsi e sensi di colpa, sospirò affranto. 
Raph fissava il vuoto, sconvolto, stringendo i pugni. Voleva e non voleva, che quel ragazzo fosse il loro Mikey. Scoprire che aveva vissuto tutti quegli anni in completa solitudine, in agonia.. Chissà quanto aveva sofferto.
Donatello guardava i vestiti di quel ragazzo. Continuava a sperare, doveva crederci. Così, con un colpo di genio, si precipitò con quegli indumenti nella sua camera seguito dalla sua famiglia. Si mise al computer, mentre uno strano macchinario analizzava il DNA di quei vestiti comparandolo con il suo e quello dei fratelli. Per poco non cadde dalla sedia, leggendo i risultati.
-Non posso crederci..- aveva sussurrato, esterrefatto mentre alcune lacrime di commozione sgorgarono dai suoi occhi
-Cosa Donnie?- domandò Leo, in ansia da tutti quei dati che non riusciva a decifrare e dalla nuova reazione del minore  
-Quel ragazzo.. Lui è nostro fratello.- aveva balbettato sconvolto, riprese fiato e continuò:- Quel ragazzo è il nostro Michelangelo!- affermò alzandosi. I due rimasero con il fiato sospeso, sconvolti ma poi la felicità prese posto e si abbracciarono colmi di gioia mentre un senso di sollievo si faceva largo nei loro cuori alla notizia, alla nuova consapevolezza che lui fosse vivo.  
-Lui è vivo! Michelangelo è vivo!- esultarono in coro, tra le lacrime, mentre loro padre sorrideva intenerito da quella scena unendosi all'abbraccio. Finalmente si calmarono ma erano ancora troppo felici ed euforici.
-Non posso crederci.. E' vivo.- aveva sussurrato Raph con un enorme sorriso, era così entusiasta
-Però questo significa che è sempre stato solo, costretto a vivere in strada.- disse Leo cupo, facendo ammutolire tutti e la felicità scomparve lasciando posto allo sconforto e ai timori che gli avevano assaliti poco tempo fa. 
-Ma ora non lo sarà più!- affermò d'un tratto, Raph, stringendo i pugni, convinto
-Dobbiamo ritrovarlo!- propose Donnie deciso, facendo un passo avanti
-Figlioli calmatevi. Siete molto stanchi e sono sicuro che Michelangelo sia molto lontano ora. La città è immensa. Ci penseremo domani, ora andate a riposare.- disse Splinter con un sorriso forzato. I tre sospirarono e tutti insieme si diressero nelle loro stanze, sapendo che sarebbe stato difficile prendere sonno con la consapevolezza che Mikey fosse lì fuori, al freddo e, ancora, da solo. 

N.d.A
Ehilà! E così sotto il cappuccio c'era il mio Mikey! :3 (Non era poi così difficile capirlo. ^^'')Riusciranno a ritrovarlo?  XD
Io_amo_Freezer<3

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Capitolo 13
*** Ricordi? ***


Ricordi?
Erano settimane che pattugliavano la città senza risultati, iniziavano a temere che non lo avrebbero più ritrovato. Si fermarono su un tetto di un palazzo di venti piani, erano stanchi e affannati. Avevano corso senza sosta per ore, ma non volevano darsi per vinti
-Ho avvistato dei Purple Dragon..- disse Donnie, mogio. Non voleva lottare contro quella gang, suo fratello aveva bisogno di lui, di loro.
-Andiamo!- affermò Leonardo deciso a finire la questione in fretta, correndo e saltando da un palazzo all'altro seguito dai due. Appena giunsero nel vicolo videro i Purple Dragon combattere contro un ragazzo. I tre ebbero un sussulto; era lui, lo avevano ritrovato. Michelangelo era proprio lì, incappucciato con una felpa nera ed i jeans che gli avevano dato. Combatteva contro quella gang, ma lo avevano messo con le spalle al muro, accerchiandolo. I tre, allora iniziarono a combattere per dargli una mano, per fortuna non c'era Hun, constatò Leonardo.
Michelangelo, appena vide il ragazzo dai doppi Sai arrivargli dinanzi, proteggendolo, rimase interdetto. Anche gli altri due avevano iniziato a lottare al suo fianco e questo lo confuse di più, non capiva il motivo del perché lo stavano aiutando. Si ridestò dai suoi pensieri e notò che i tre li avevano stesi quasi tutti, mentre atri, spaventati se ne scapparono. Appena in tempo, schivò un pugno e contrattaccò con i suoi nunjaku, stava per finire il nemico con la lama della sua kusarigama, ma una mano lo fermò.  
-Fermo!- ordinò il ragazzo con le katane, prendendogli i polsi. Si fissarono alcuni istanti, il primo con uno sguardo deciso e risoluto mentre il secondo curioso e innocente. Gli altri due si avvicinarono, mentre i restanti della gang si davano alla fuga, portandosi via anche la vittima scampata per miracolo dal giovane dai nunjaku. 
-Cosa volevi fare? Ucciderlo?- lo rimproverò il ragazzo con il Bo. Il giovane continuava a fissarli curioso e confuso, ma non disse niente. Era la seconda volta che si destreggiava in un combattimento, dopo quello avuto con loro e sapeva che doveva finire la sua vittima.
Ad un tratto, di scatto si liberò dalla presa e corse via. I tre, allora iniziarono a seguirlo, non potevano lasciarlo scappare di nuovo, non volevano lasciarlo più solo. Corsero a per di fiato, riuscivano a malapena a stargli dietro. Stava per sfuggirli per l'ennesima volta ma ad un tratto, i tre videro il suo gatto che, agilmente saltava e correva per raggiungerlo, come sempre. Raph allora si lanciò su di lui, e riuscì ad acciuffarlo. Il gatto iniziò a miagolare e a graffiargli le braccia, attirando l'attenzione del padrone che si fermò di colpo. Osservò la situazione, preoccupato; i tre erano sul palazzo di fronte e tenevano come ostaggio il suo amico. Sospirò rassegnato e li raggiunse, restando a distanza ravvicinata sfoderando le sue armi. 
-Michelangelo noi non vogliamo farti del male. Mi presento, sono Leonardo.- disse il ragazzo, togliendosi il cappuccio imitato dai due, lasciandolo confuso  
-Come fai a conoscere il mio nome?- chiese poi, timoroso. Era sconcertato, non capiva come potesse sapere il suo nome ma forse era colpa dei vestiti che aveva lasciato in quell'abitazione. Una delle regole che aveva imparato era di non lasciare mai prove e, lasciando lì gli indumenti l'aveva infranta.  
-Michelangelo, non ti ricordi di noi?- si fece avanti, quello con i doppi Sai tenendo ancora in braccio il gatto che si dimenava; Mikey in risposta diede un cenno negativo.
-Io sono Donatello, mentre lui è Raphael.- disse il ragazzo con il Bo, presentando sia lui che il fratello. Mikey li fissò incredulo, era come se quei nomi li avesse già sentiti ma non ricordava dove. Forse perché erano nomi conosciuti o famosi. No, non era per quello, allora per cosa? pensò, nervoso. 
-P-potreste lasciare Klunk? Vi prego.- chiese in un sussurrò, chinando il capo. Era confuso, continuava a ripetere i loro nomi nella testa ma non riusciva a ricordare. Eppure sapeva che gli aveva già sentiti e forse aveva anche conosciuto quei ragazzi. Appena liberarono il gatto lui lo prese in braccio stringendolo a sé, accarezzandolo. Sapeva che doveva scappare, ma non voleva. Qualcosa gli diceva che doveva restare, che poteva fidarsi.
-Vieni a casa con noi.- disse Donnie, speranzoso porgendogli la mano, avvicinandosi piano
-I-io..- balbettò, guardò i loro occhi cercando di capire, e tese piano la mano ma la ritrasse subito dopo:- No.- sussurrò. Calò il silenzio mentre iniziava a piovere
-Mikey.. ti prego. Noi vogliamo solo proteggerti.. e poi, lo avevamo promesso. Ricordi? Lo hai detto tu che qualunque cosa accada resteremo sempre insieme, come una famiglia.- disse Leo, sorridendo. Mikey si bloccò nel sentirlo e rimase ancora più interdetto quando gli mostrarono le loro bandane. Li guardò con il fiato sospeso, mentre copiose lacrime scendevano dai suoi occhi.
-Promettiamo, su queste bandane che ci proteggeremo a vicenda.. e che qualunque cosa accada resteremo sempre insieme, come una famiglia?- domandò tra i singhiozzi scoprendo il volto per poi sorridergli, loro ricambiarono e si avvicinarono per poterlo stringere in un forte a abbraccio
-Promesso.- sussurrarono, mentre il più piccolo iniziò a ridere, sollevato. Erano venuti a prenderlo, proprio come avevano promesso otto anni fa. Era così felice, non voleva più staccarsi da quell'abbraccio così pieno di amore e denso di affetto.
-Voi siete i miei fratelloni.. Allora non vi siete dimenticati di me..- balbettò poi, era così euforico mentre singhiozzava 
-No, Mikey. Come avremmo potuto dimenticarti? Noi siamo una famiglia solo se restiamo insieme.- affermò Leonardo mentre si staccarono un po' a malincuore
-Andiamo a casa?- chiese dolce Donatello, prendendogli la mano. Lui  accennò un sì, sorridendo e asciugandosi le lacrime. Non riusciva a crederci, aveva di nuovo i suoi fratelli, aveva di nuovo una famiglia.

N.d.A.
Mhm.. Sembra tutto così tranquillo. Direi che le cose si sono risolte per il meglio ma non faccio spoiler. XD
Io_amo_Freezer<3

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Capitolo 14
*** Figliolo ***


Figliolo
Tornò di nuovo in quella dimora così calda ed accogliente. I suoi fratelli gli presentarono Splinter, che gli diede dei vestiti asciutti così si andò a cambiare, imitato dai fratelli. Quando tornò in soggiorno, Splinter lo fece accomodare sul divano insieme ai fratelli e gli offrì anche una tazza di tè caldo mentre iniziò a raccontare quello che era successo dopo l'adozione dei tre, compreso l'incidente ed il trasloco in quella casa. Mikey rimase sconvolto e anche un po' dispiaciuto scoprendo la morte di Miwa e Tang Shen, ma fu sereno di sapere che i suoi fratelli avevano avuto una vita felice.
-Mikey, tu.. cos'hai fatto dopo l'incendio? E come sei sopravvissuto?- chiese Donnie, con uno sguardo dispiaciuto ricevendo un occhiataccia da parte di Raph. Nemmeno lui avrebbe voluto chiederglielo, ma dovevano sapere.
-E-ecco.. io..- sussurrò cupo, chinando il capo. Ricordare faceva così male.
-Figliolo, non devi rispondere per forza.- disse Splinter dolce, Mikey sussultò, sorpreso da come gli si era rivolto. Lo aveva chiamato "figliolo". 
-Beh.. Io ero in camera quando.. ci fu l'incendio, riuscii a salvarmi grazie a Lance e Draw, che mi aiutarono ad uscire da quel posto appena in tempo. Siamo scappati in città e da lì, per via della confusione ci siamo divisi. Da quel momento ho vissuto in strada, cominciando a rubare per vivere..- sussurrò mogio, sempre a capo chino; non aveva il coraggio di guardarli negli occhi mentre Klunk, seduto sulle sue gambe aveva iniziato a leccargli le dita, cercando di consolarlo.
-Mikey ora sei con noi, sei al sicuro. Non devi più preoccuparti.- disse Leonardo, sorridendogli poggiandogli una mano sulla spalla
-Mi dispiace..- disse poi, cercando di sopprimere i singhiozzi
-Di cosa?- chiese Raph confuso, mentre si avvicinava di più al suo fianco, per confortarlo
-Sono diventato un ladro.. Vi ho delusi.. M-mi dispiace tanto..- sussurrò, mentre copiose lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.
-No, Mikey! Tu non ci hai deluso, se hai rubato lo hai fatto solo per sopravvivere. Noi siamo così fieri di te, e non immagini la felicità che stiamo provando ora, nell'avverti qui. D'ora in poi resteremmo sempre insieme.- disse Raph abbracciandolo forte, mentre si univano anche Leo e Donnie
-Davvero?- chiese timoroso, ma felice di quel caloroso abbraccio
-Domani mattina, chiamerò la casa famiglia e gli chiederò di poterti tenere in affido. Se accetteranno, mi basterà firmare alcuni documenti e dopo farai ufficialmente parte della famiglia.- spiegò Splinter felice -Ma potrei chiederti chi ti ha insegnato ad usare i nunjaku? E dove li hai trovati?- domandò gentile, mentre i fratelli lo fissavano curiosi, staccandosi forse si erano chiesti la medesima cosa.
-Ah.. Nessuno. Io.. gli ho rubati per potermi difendermi dai Purple Dragon e pian piano ho capito come dovevano essere usati.. Ma non sono molto bravo.- disse sorridendo, mentre il gatto si appisolò tra le sue braccia
-Capisco. Hai fame, figliolo?- chiese Splinter premuroso. Mikey fece cenno di no col capo, era ancora un po' interdetto per quel termine con cui lo chiamava ma, infondo gli piaceva. 
-Mikey.. Posso chiederti perché sei andato alle industrie O'Neal?- chiese Donnie, rompendo il silenzio creatosi e beccandosi l'ennesima occhiataccia da Raph, ma anche da Leo e lui sospirò, capiva che le meritava tutte.
-Beh.. Io.. Sono andato lì per rubare un po' di soldi.- disse mortificato, mordendosi il labbro inferiore 
-Non importa ma adesso basta con le domande. Andate a riposare, Michelangelo sarà molto stanco e domani voi avete scuola.- ricordò Splinter, dirigendosi nelle sue stanze appena i figli gli augurarono buona notte    
-Vieni, ti mostriamo la tua camera.- disse Donnie, sorridendogli conducendolo al piano superiore. Mikey rimase estasiato quando giunsero in una stanza dalle pareti arancioni, era molto bella e grande. Aveva anche una finestra che si affacciava al paesaggio serale Newyorchese. 
-Questa casa l'avevamo presa sopratutto perché aveva quattro stanze ed una matrimoniale. Questa è la tua, aspetta solo un attimo.- disse Leo, mentre lui e i suoi fratelli iniziarono a preparare il letto prendendo il cuscino, le lenzuola e le coperte pulite dall'armadio azzurro. Intanto che aspettava, Mikey si mise seduto sulla sedia bianca della sua scrivania di colore giallo mentre accarezzava Klunk che, intanto si era addormentato. Appena finirono Mikey li ringraziò, e dopo che adagiò il suo gatto sul letto, gli abbracciò.
-Vi voglio bene.- aveva sussurrato stringendoli forte, con un enorme sorriso stampato in faccia
-Anche noi te ne vogliamo, e tanto.- rispose dolce, Leo accarezzandogli i capelli mentre gli porse un pigiama della sua misura; aveva una maglia arancione e un pantalone, lungo bianco. Dopo un ultimo saluto, se ne andarono augurandoli buona notte. 
 
N.d.A
Eccomi. :3 Ditemi, vi piace? XD 
Io_amo_Freezer <3

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Capitolo 15
*** Casa ***


Casa
Michelangelo era così felice di aver ritrovato la sua famiglia, ma sapeva di non poter rimanere. Avrebbe ricordato tutto ciò come un bel sogno ma da cui ora doveva svegliarsi. Era stato bello finché era durato. Si era rivestito ed aveva fatto il letto ed ora, accovacciato al davanzale della finestra, fissava con sguardo malinconico il sole che stava appena sorgendo. Aveva riflettuto molto sul da farsi ed era pronto ad andarsene. Volse un ultimo sguardo alla stanza e poi al suo gatto che era pronto a seguirlo, fedele come sempre.
-Mi dispiace tantissimo..- sussurrò con voce rauca per via delle lacrime che sgorgavano copiose sul suo viso. Fece un profondo respiro per farsi forza e si lanciò, raggiungendo il tetto di un palazzo. Corse veloce, senza mai voltarsi indietro mentre sentì un senso di oppressione al petto e le lacrime continuavano ad uscire, copiose. Urlò contro quel cielo così sereno. Sfogò il suo dolore verso una New York silenziosa, tranquilla e dormiente come mai. Doveva sfogarsi apertamente contro quel mondo, che era stato così crudele con lui senza un apparente motivo, o sarebbe crollato. Lo sentiva; il dolore. Da otto anni ci conviveva ma adesso era come se tutto quello che avesse patito gli fosse crollato addosso, di colpo, lasciandolo straziato e senza via di fuga.
Quel dolore gli impediva di respirare e impregnava tutto il suo cuore rendendolo debole fisicamente e mentalmente. E, mentre sentiva le forze farsi meno un senso di nausea si fece strada dentro lui ma doveva continuare a correre. Anche se faceva male. Nonostante facesse così dannatamente male doversi separare da loro dopo che il destino li aveva ricongiunti. Non voleva farlo, ma aveva dovuto. Continuò a correre mentre cercava di calmarsi da quel dolore così straziante. Sentiva la paura penetrargli dentro, fin dentro le ossa. Un po' come da piccolo, quando Sandra gli urlava contro o quando era circondato da quei ragazzi, o da Rob ma ora non c'erano i suoi fratelli a difenderlo. Proprio come in quegli otto anni, loro non c'erano e non ci sarebbero stati mai. 
Il pensiero che non gli avrebbe più rivisti continuava ad assalire la sua mente ed il suo cuore. Lo faceva disperare. Fissò l'orizzonte mentre con una mano si asciugò velocemente le lacrime. 
Corse per minuti che parvero ore, finché non giunse in prossimità di un enorme palazzo. Era tornato a casa. Cadde in ginocchio mentre osservava il cielo azzurro ed il sole ormai alto; non voleva tornare lì dentro. Sbatté il pugno contro il cemento freddo del tetto. La colpa del suo dolore era lì e attendeva solo lui. Prese un enorme boccata d'aria cercando di non piangere e appena si calmò, alzandosi in piedi si incamminò lì dentro, dove lo attendeva il suo peggior incubo. Il suo padrone.

I tre fratelli si alzarono presto, e dirigendosi in cucina trovarono Splinter che stava cucinando la colazione, come ogni mattina.
-Buongiorno figlioli.- salutò cordiale, mentre apparecchiava -Andate a svegliare vostro fratello, Michelangelo. Così faremo colazione tutti insieme.- concluse. 
I tre sorrisero entusiasti e andarono in camera di Michelangelo, ma appena varcarono la soglia rimasero scioccati vedendo il letto in ordine, con, appoggiato sopra il pigiama messo anch'esso in ordine. Videro la la finestra aperta e subito una sensazione di ansia e preoccupazione si insediò nei loro cuori ma prima di dare conclusioni affrettate, iniziarono a cercarlo in casa. 
Si ritrovarono tutti, di nuovo in cucina, ormai consapevoli. Guardarono loro padre, sconvolti.
-Cosa succede, figlioli?- si affrettò a chiedere, preoccupato
-M-Mikey non è nella sua camera.. Abbiamo p-provato a cercarlo, ma..- balbettò Donnie che continuava a chiedersi perché lo avesse fatto, perché se ne fosse andato. Non capiva, nessuno capiva.
-Michelangelo è scapato.- Leonardo riuscì a pronunciare quelle amare parole disperato e incredulo lasciando basito il padre. Non riusciva a comprendere il motivo del perché fosse andato via, ieri gli era sembrato così felice. Si accasciò a terra, pieno di sensi di colpa. Non poteva crederci, lo avevano perso di nuovo. Strinse i pugni, deluso da se stesso. Non era stato capace di tenere unita la famiglia, di proteggerli, di essere un bravo fratello maggiore ma poteva ancora fare qualcosa, alzò lo sguardo verso i fratelli, deciso. -Cerchiamolo!- affermò prendendo le sue katane, lo avrebbero trovato e aiutato a risolvere il motivo di quella sua inaspettata fuga, qualsiasi esso fosse. Perché era ovvio che ci fosse sotto qualcosa, altrimenti Michelangelo non gli avrebbe mai lasciati, ne era sicuro.
Osservò suo padre che accennò ad un sì col capo, capendo il suo stato d'animo mentre i due fratelli, sorpresi da quella reazione ma anch'essi decisi presero le loro armi e anche se era giorno uscirono alla ricerca del loro fratellino, senza farsi vedere dai passanti di New York.

N.d.A.
Arg.. Mi sento così male per come sto trattando il mio Mikey.. Povero. ç_ç 
Io_amo_Freezer <3

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Capitolo 16
*** Ritrovato ***


Ritrovato
Erano passate tre settimane, nelle quali avevano dedicato anima e corpo nelle ricerche di Michelangelo. E lo avevano ritrovato, per molti giorni lo videro mentre rapinava le industrie O'Neal. Avevano tentato di catturarlo, di parlarci ma era diventato più veloce e sfuggevole. Era come se non volesse più avere contatti con loro, come se non volesse più essere loro fratello e non riuscivano a comprenderne il motivo. 
-Grr.. E solo colpa tua, Fearless! Se saremmo rimasti con lui all'orfanotrofio, tutto questo non sarebbe accaduto!- sbuffò Raph, erano appena tornati da scuola e lui buttò, in molo modo lo zaino accanto al divano
-Ah, si? Beh, mi sembrava che tu non avessi niente in contrario a lasciarlo lì, non vedevi l'ora di andartene da quel posto!- urlò Leonardo ma subito se ne pentì, si era lasciato controllare dalla rabbia e dalla frustazzione, non pensava davvero quelle cose e sapeva che non erano vere. Ad un tratto si sentì sollevare, Raph lo aveva preso per il colletto della maglia mentre Donatello rimase in disparte, a capo chino
-Come, scusa?- ringhiò il fratello che stava per colpirlo ma venne fermato prontamente dal Sensei, giunto appena in tempo
-Figlioli non è colpa di nessuno di voi. Michelangelo ha fatto la sua scelta: essere un ladro. Ma forse, se resterete uniti riuscirete a riportarlo sulla giusta strada.- concluse il Sensei, calmandoli
-Si, padre.- disse Leo chinando il capo, deluso mentre i due annuirono. Raph era ancora furioso, doveva sfogarsi e così si diresse nella sua stanza, sbattendo la porta, dove ad attenderlo c'era il suo sacco da box e la sua amata tartaruga, Spike con cui si confidava.
-Ditemi figlioli, com'è andata oggi a scuola?- domandò per rincuorarli da quell'aria cupa
-Come al solito.. Ah, ora che ci penso, Raph deve andare alla gita. Tra.. due ore.- disse Donatello controllando l'orologio e mettendosi seduto. Non voleva pranzare, non aveva fame.
-Dove di preciso?- chiese Leo curioso, sedendosi accanto al fratello mentre Splinter si sedette sulla sua poltrona
-Alle industrie chimiche e scientifiche Oroku.- rispose cupo, sapendo che tra suo padre e Saki, il proprietario dell'industria, non scorreva buon sangue. Erano stati amici ma da quando Saki si era innamorato di Tan Shen, dopo che Yoshi la sposò iniziò a portargli astio che si trasformò, poi in odio.
-Spero non combini guai, come suo solito.- disse Leonardo per smorzare gli animi dei due che si erano incupiti a sentire quel nome
-Ne dubito, visto che con lui ci sarà anche Casey.- affermò Donnie ridendo, contagiando il maggiore e Splinter, che sorrise
Le due ore passarono, alla fine, e Raphael, contro voglia si avviò sull'autobus insieme al suo migliore amico.
Quando giunsero, la classe seguì la guida che spiegava loro tutto ciò che c'era da sapere su quel posto ma Raph era troppo adirato e depresso per cercare di rimanere attento. Casey lo notò e appena i prof diedero le ultime ore libere, attuò un piano
-Raph ho un idea. Dai, seguimi.- disse prendendolo per un braccio e, senza che lui potesse acconsentire o dire qualsiasi cosa si addentrarono in quei laboratori di nascosto. 
-Mi dici cos'hai in mente?- chiese ad un tratto il rosso, stufo mentre scendevano le scale
-Si dice che nascondano qualcosa nei sotterranei. Non sei curioso?- domandò entusiasta, ormai erano vicini. Lo sentiva.
-No, e comunque saranno ore che giriamo a vuoto. Ammettilo che ci siamo persi.- affermò Raph che stava per tornarsene indietro ma sentendo delle guardie arrivare cambiò idea ed aprì, o meglio forzò la serratura con una graffetta, della prima porta che si era trovato davanti, entrando di corsa insieme a Casey.
Ciò che si trovarono dinanzi fu scioccante. Era un laboratorio ma c'erano delle armi da tortura e gabbie vuote ricoperte di sangue. Ciò che colpì maggiormente Raph fu una gabbia in particolare, dove giaceva un ragazzo, vestito solo con un jeans ed una cinta, con dei nunjaku e con, al polso una bandana arancione, sembrava svenuto. La parte superiore era ricoperta da ferite, tagli e sangue.
-Mikey..- riuscì a sussurrare, mentre si precipitò verso di lui. Sentiva una rabbia percorrergli tutta la schiena mentre strinse i pugni così forte da far sbiancare le nocche. Voleva sapere chi fosse il colpevole, solo per poterlo ridurre peggio. 
-Dobbiamo portarlo via! Subito!- disse Casey, deciso. Non aveva ben chiaro come facesse Raphael a conoscere quel ragazzo, ma non gli serviva per sapere che dovevano aiutarlo. Raph come risvegliatosi a sentire quelle parole, accennò ad un sì per poi iniziare a cercare la chiave. Dovevano fare in fretta, se gli avessero trovati lì sarebbero stati nei guai e doveva salvare suo fratello.
-Dove sono? Dove sono?- chiedeva frenetico, Casey cercando ovunque ansioso di trovarle.
-Trovate!- esultò il focoso sfoggiandola in alto per poi liberare il fratello, prendendolo in braccio cercando di non fargli male
-Si, ma.. Ora come lo portiamo via da qui?- chiese Casey in ansia. Sentiva come se da un momento all'altro la porta si sarebbe aperta, e se questo sarebbe accaduto per loro sarebbe finita davvero male. 
Raphael iniziò a studiare la stanza e gli venne un idea. Guardò in un angolo, dove c'era una barella e vi adagiò sopra Michelangelo, prese degli indumenti da medico e gli indossò in fretta e furia imitato dall'amico. Iniziarono a trasportare la barella verso la porta, ma si fermarono alla vista di tutte quelle scale.
-Ed ora?- chiese Casey, poi notò un ascensore e ci salirono in fretta e furia, salendo nei parcheggi sotterranei. Appena arrivarono, Raph prese il fratello in braccio iniziando a correre fuori dall'edificio, per poi arrampicarsi su un tetto per non farsi vedere da nessuno. Adagiò delicatamente Michelangelo a terra mentre i due si tolsero il travestimento.
-Finiremo in grossi guai con il preside, spero in un rimprovero o dei lavori a scuola.. Ma almeno posso chiederti come fai a conoscerlo?- domandò poi Casey, curioso
-Me ne infischio della scuola. E comunque, lui è mio fratello.- affermò ancora pieno di rabbia mentre l'amico rimase shockato a quella notizia, Raph gli aveva accennato qualcosa ma non pensava che fosse ancora vivo.
Iniziarono a correre verso casa Hamato e appena giunsero dentro si ritrovarono tutta la famiglia ad attenderli all'ingresso, la scuola gli aveva avvisati della loro improvvisa sparizione; infatti Splinter era pronto a chiedere spiegazioni ma appena videro chi, Raph teneva in braccio i volti dei tre mutarono in preoccupazione e Donnie lo condusse in camera sua, la quale fungeva anche da ambulatorio.
-Mi dici dove lo hai trovato?- chiese Leonardo, sconvolto
-Nelle industrie Oroku, dove sennò!- urlò fuori di sè, era così frustrato. Non era riuscito a proteggerlo quando aveva quattro anni e non riusciva a farlo nemmeno ora. Leonardo rimase sorpreso a quella risposta e alla reazione di Raph, sapevano che Saki era una persona crudele e senza scrupoli ma non credeva potesse arrivare a tanto.
-Calmati Raphael. Donnie puoi dirci le sue condizioni?- chiese Splinter avvicinandosi al letto dove vi era Mikey. 
-Ha perso molto sangue, ma nulla di grave.. Con un po' di riposo si riprenderà. Però mi preoccupa il fatto che sia così magro.. Sembra che non mangi da settimane..- disse mentre finì di medicarlo e di bendargli le ferite. Avevano già notato la scorsa volta che era troppo magro e, purtroppo non ci avevano dato molto peso ma ora era davvero troppo denutrito -Mhm.. mi chiedo come mai Saki lo abbia catturato.. E come ci sia riuscito, poi! Veloce com'è.- commentò sedendosi sulla sedia, riflettendo. Mentre Splinter gli rimboccava le coperte, e Raph e Leo lo guardavano cupi
-Scusatemi ma.. Come mai quel gatto continua a fissarci? Inizia ad essere inquietante..- disse Casey che era rimasto in silenzio fino ad ora. Tutti si voltarono a fissarlo interdetti per poi volgere lo sguardo verso la finestra, dove c'era Klunk. Leonardo l'aprì, facendolo entrare, ed il gatto andò sul letto, raggomitolandosi sulle coperte facendo le fusa. Guardava il suo padrone preoccupato da dietro la coda voluminosa, che saettava lentamente su e giù. 
-Non preoccupatevi per la scuola. Ho convinto il preside ha chiudere un occhio, per stavolta.- disse Splinter rivolto ai due "fuggiaschi" che sorrisero in segno di gratitudine
Dopo che Casey se ne fu andato, tutti vollero restare a vegliare su Mikey. Temevano che appena sveglio se ne sarebbe scappato, e poi non volevano che al suo risveglio si ritrovasse solo. 

N.d.A.
Okay, non uccidetemi, ma.. Non potevo non mettere il famigerato Shredder! XD Chissà cosa succederà.. :3
Io_amo_Freezer <3

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Capitolo 17
*** Pizza ***


Pizza
Appena si svegliò la prima cosa che gli cadde all'occhio fu subito Klunk appisolato sul suo petto. Sorrise, felice di averlo accanto ma poi si chiese come mai fosse lì, lo aspettava sempre fuori dal palazzo, nei parcheggi sotterranei. Solo allora capì che non era più nella sua casa, bensì in un letto e constatò di essere stato anche medicato.
-Buongiorno.- salutò gentile Splinter facendolo sussultare. Si guardò intorno, accorgendosi di essere vestito con il pigiama arancione dell'altra volta e strinse nervosamente le coperte appena vide i suoi fratelli che si stavano avvicinando.
-Come ti senti?- chiese Leonardo, stava per appoggiargli la mano sulla spalla ma la scansò, voltando lo sguardo. Si morse il labbro inferiore, lui non doveva essere lì. Doveva andarsene, e subito.
-Beh? E così che ci ringrazi dopo che ti abbiamo salvato e curato?- domandò bruscò Raph a braccia incrociate, innervosito da quel suo atteggiamento
-Salvato?- chiese confuso, voltandosi. Poi comprese; non era nella sua gabbia, il che significava che lo avevano tirato fuori da lì. Ma se il padrone non sapeva dove fosse e se al suo ritorno non lo avesse trovato dove lo aveva lasciato sarebbero stati dolori per lui. Non voleva essere punito, non di nuovo.
-Cos'è, non ricordi? Eri ferito in una gabbia ed io ti ho portato via con l'aiuto di Casey- spiegò Raphael, Mikey lì fissò non sapendo bene cosa dire. Sapeva solo che doveva tornare a casa. Chinò lo sguardo, sconfitto; di certo loro non lo avrebbero fatto andare via.
-Hai fame?- chiese Donnie, lui scosse il capo negativamente -Mikey sei denutrito, devi mangiare!- affermò poi, preoccupato
-Dì un po', a che ti servono i soldi se non mangi? Sempre se è questo quello che rubi.- commentò acidamente il rosso. Era ancora arrabbiato contro chi lo avesse ridotto in quel modo, doveva sfogarsi con il suo sacco da box ma non poteva lasciare il suo fratellino proprio ora che si era ripreso, e l'atteggiamento distaccato di Mikey non lo aiutava di certo a calmarsi
-Raph, smettila!- lo rimproverò Leonardo, poi si rivolse dolce a Mikey -Ehi.. cosa c'è?-
-I-io.. - sussurrò a capo chino, continuando a stringere convulsamente le coperte. 
-Perché fai così? Cosa ti spinge ad allontanarti da noi? Sei un ladro e non vuoi cambiare, da quanto ho visto. Ma noi ti vogliamo bene, vogliamo aiutarti!- inveì Raph, stringendo i pugni. Mikey lo fissò impaurito, non poteva dargli torto ma se loro avrebbero saputo del padrone avrebbero cercato di proteggerlo e non voleva che rischiassero la vita per lui. Il padrone era crudele, non aveva scrupoli e se lui era ancora vivo lo doveva solo alla sua grande abilità nel rubare ciò che gli veniva richiesto.
-Mi dispiace..- riuscì solo a dire, loro lo fissarono tristemente mentre Raph cercava di sopprimere la rabbia. Fece un profondo respiro, si fece coraggio e tra i singhiozzi, balbetto -P-posso andare via?- 
Tutti rimasero sorpresi, non si aspettavano una richiesta del genere e non capivano.
-Michelangelo perché vuoi allontanarti dalla tua famiglia? I tuoi fratelli vogliono che resti, perché continuare a scappare? Non farai altro che avvicinargli di più, loro sono ostinati. Non ti lasceranno, finché tu non starai con loro.- disse Splinter, dolce accarezzandogli i capelli ma lui non lo guardò, ignorando quelle parole. Si portò le gambe al petto avvolgendole con le braccia e nascondendo il volto, ignorando le fitte di dolore.
-Forse è meglio lasciarlo da solo.- disse poi, il Sensei, avviandosi fuori seguito dai figli 
Appena furono usciti, lui si alzò di scatto; attento a non far rumore, e si avviò alla finestra. Scoprì con rammarico che era stata sigillata. Sospirò, scivolando a terra con una smorfia di dolore e si mise a gambe incrociate mentre Klunk si avvicinava facendogli le fusa, Mikey gli sorrise, accarezzandolo.
Ormai era notte inoltrata, ed era certo che il suo padrone fosse più che furioso della sua improvvisa scomparsa. Se non ricordava male, quella sera doveva rubare altre medicine dall'industria O'Neal e alcune armi nell'industria Walker. Sbuffò, al suo ritorno sarebbe stato punito per bene.
 
-Ehi..- la voce di Donatello fece capolino da dietro la porta, mentre bussava -Posso entrare?- chiese, gli sembrava così strano dirlo; infondo quella era la sua stanza. Non ricevendo risposta, iniziò a preoccuparsi e così entrò ritrovando Michelangelo disteso per terra, vicino alla finestra che dormiva mentre stringeva al petto il suo gatto. Sorrise intenerito a quella scena anche se si rattristò, se era lì significava che aveva provato a fuggire. Sospirò rammaricato mentre si avvicinò piano, chinandosi e accarezzandogli i capelli. 
-Mhm..- mugugnò, aprendo piano gli occhi. -Che c'è?- chiese con la voce impastata dal sonno mentre si alzava per mettersi seduto. Klunk, svegliatosi decise di incamminarsi verso il corridoio, curioso di vedere la casa. 
-Scusa, non volevo svegliarti. Vieni a mangiare?- domandò, era quasi mezzanotte ma voleva invogliarlo, altrimenti sarebbe morto di fame. Lui esitò un po', ma poi fece cenno di sì. Donnie, contento gli porse la mano e scesero in soggiorno, ritrovando tutti gli altri seduti sul divano, a parte Splinter che era sulla poltrona.
-Aspetta qui.- disse Donnie, avviandosi in cucina mentre Mikey restò in piedi davanti a loro, nervoso. 
-Dai, siediti.- fece Leo, sorridendogli invitandolo sul divano facendogli posto. Lui lo fissò timoroso ma poi si sedette in mezzo ai due. Guardò di sottecchi Raph che non lo degnava di uno sguardo, ancora arrabbiato 
-Eccomi!- esclamò felice Donnie, tornando con un piatto con tre fette di pizza margherita, porgendoglielo
-Ma è pizza!- disse estasiato, mentre prendeva il piatto. Non ne aveva mai mangiato una
-Si, provala. E' buona.- lo incoraggiò Leo, mentre Donnie si sedette al suo fianco
-Mhm! Ma è squisita!- affermò con gli occhi luccicanti di felicità, continuando a mangiare mentre i fratelli ridevano, ed anche Raph lasciato il cipiglio nervoso si abbandono alle risate, contagiato dai fratelli.
Dopo che ebbe finito di cenare, i fratelli iniziarono a discutere mentre Mikey li ascoltava. Il Sensei se ne era andato già da un po', dicendogli di non far tardi. Ad un tratto Mikey vide tornare il suo gatto, che si avviò tranquillo in cucina.
-Gli ho lasciato un po' di latte e del pesce.- gli spiegò Donnie, sorridendo -Forse è meglio andare a dormire.- affermò poi, stiracchiandosi per poi alzarsi imitato dagli altri, tranne da Mikey che era ancora seduto
-Tu non vieni?- chiese dolce Leo, avvicinandosi, lui scosse il capo in segno di assenso
-M-mi puoi aiutare?- chiese, era stanco e le ferite si facevano ancora sentire. Chinò lo sguardo, afflitto se dirgli una cosa, o meno -Leo.. posso dormire con te? Solo per stasera..-sussurrò, mordendosi il labbro inferiore, il fratello rimase sorpreso da quella proposta, ma acconsentì con un sorriso. Anche gli altri  fratelli sorrisero, felici che Mikey si stesse avvicinando a loro, che si stesse fidando.
-Certo.- disse mentre lo aiutava ad alzarsi, e dopo che si furono augurati la buona notte, i due fratelli, insieme a Klunk si avviarono nella stanza di Leonardo.
 
N.d.A
Che tenerone! <3 Mah.. Secondo voi cosa farà Mikey? Chissà.. :3
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 18
*** Famiglia ***


Famiglia
Appena si svegliò, Leonardo, decise di alzarsi facendo il meno rumore possibile per lasciar riposare ancora suo fratello. Si recò in cucina dove ad attenderlo c'era la sua famiglia che faceva colazione e dopo averli salutati si accomodò, iniziando a mangiare.
-Ma dobbiamo proprio andare a scuola?- chiese Donatello, sbuffando posando la tazza di caffè nel lavabo. Era strano detto da lui che non si perdeva mai un giorno scolastico, neanche quando era malato ma infondo, nessuno oggi voleva andarci. Non volevano lasciare Mikey a casa, da solo. 
-Posso capire la vostra preoccupazione, ma dobbiamo adempire ai nostri doveri quotidiani. Lasciare solo Michelangelo può sembrare una cattiva idea, ma prendetela come una prova di fiducia. E poi, da quello che ho capito, Donatello ha reso questa casa a prova di fuga.- disse Splinter, calmo finendo il suo tè
-Si, però..- borbottò Donnie, che non volendo stare in piedi si rimise seduto
-Buon giorno..- disse la voce, ancora assonnata di Michelangelo varcando la soglia mentre si stropicciava un occhio
-Buongiorno!- salutarono felici i fratelli mentre Splinter, con un sorriso lo invitò ad accomodarsi, porgendogli una tazza con un po' di latte e dei biscotti
-Noi dobbiamo andare a scuola, mentre papà va a lavorare. Te la senti di stare a casa, solo?- chiese Leonardo apprensivo, lui rimase un po' interdetto, non capiva. Davvero erano certi a tal punto, che lui non sarebbe scappato? Rimase molto sorpreso ma fece cenno di sì col capo.
Appena se ne andarono, Mikey si mise seduto sul divano insieme a Klunk. Era così indeciso; sapeva che appena tornato il padrone lo avrebbe punito severamente e doveva muoversi ad andarsene ma non voleva, non se la sentiva di tradire i suoi fratelli, e poi, dopo quello che avevano fatto per lui, non poteva. Insomma, loro gli volevano bene, lo consideravano ancora parte della famiglia. Sospirò affranto, e si avviò al piano di sopra.

Splinter quel giorno era stato trattenuto a lavoro e questo lo costrinse a tornare a casa un po' in ritardo. Giunse a casa proprio in sincronia con i suoi figli che si fiondarono al piano di sopra mentre lui iniziò a preparare il pranzo, sicuro che Michelangelo fosse ancora a casa.
I tre appena giunsero nel corridoio rimasero sorpresi vedendo come erano state decorate le porte delle loro camere. Ognuna aveva i loro nomi abbreviati, scritti lateralmente con il colore della stessa porta ma un po' più scuro. La porta viola di Donnie era stata decorata con un ampolla, un reattore, una buretta, un microscopio ed infine il suo Bo mentre quella rossa di Raph con alcuni teschi neri sparsi ed il disegno dei suoi Sai. La porta azzurra di Leo invece aveva il disegno delle sue katane ed era stato scritto, con gli ideogrammi giapponesi, il kanji di "famiglia". Notarono che il loro fratellino, seduto a gambe incrociate stava disegnando la porta arancione della sua camera, decorandola con alcuni disegni.
-Wow! Sei stato bravissimo!- esclamò Raph euforico dell'aspetto della sua porta
-Grazie.- disse Mikey, sorridendogli mentre lui gli si avvicinò per poi scompigliarli i capelli -Non sei più arrabbiato con me?- chiese ingenuamente lasciando, sorpreso il maggiore
-No, non ero arrabbiato con te.. Solo contro chi ti aveva ridotto in quello stato e poi tu che continuavi ad allontanarci, mi hai dato l'impressione che ci odiavi ma.. Io ti voglio bene.- gli rispose venendo avvolto da un forte abbraccio
-Anch'io te ne voglio, fratellone.- sussurrò Mikey per poi ridacchiare, staccandosi
-Dicci, dove hai trovato il materiale per fare tutto ciò?- chiese il genio incuriosito, avvicinandosi 
-Nella tua stanza. E' piena di cose scolastiche e c'erano anche i pennelli con i colori.- affermò ridendo mentre il suddetto sorrise intenerito
-Sai il giapponese?- chiese Leonardo riferendosi all'ideogramma sulla sua porta
-No, l'ho trovato su un libro che era in soggiorno, vedendo il significato ho pensato che ti si addiceva.- rise ancora ed i fratelli intuirono che parlava del libro di Splinter
-Che ne dici di andare a mangiare? Ma prima è meglio lavarsi prima.- affermò Donnie ridendo, notando il viso del fratellino che era macchiato di colore che gli fece una linguaccia e si avviò in bagno. I tre si guardarono più sollevati, erano certi che sarebbe cambiato, non sarebbe più stato un ladro e, forse si sarebbe unito a loro come ninja. 
Dopo mangiato decisero di giocare un po' alla console, tutti insieme mentre Splinter andò a meditare. Mikey fissava lo schermo, incuriosito da quel videogame 
-Vuoi provare?- chiese divertito da quello sguardo, Leonardo, passandogli un joystick. Lui esultò, iniziando a giocare mentre cercava di capire come funzionasse
Era di nuovo loro fratello, erano di nuovo uniti come prima, poté constatare il leader della squadra, felice. Pensava che, forse ci sarebbero stati dei momenti in cui Mikey avrebbe avuto l'istinto di scappare o di rubare, ancora ma loro lo avrebbero aiutato a migliorarsi e a lasciarsi indietro il suo tormentoso passato. 

N.d.A.
Aww.. Mikey cute! *^* E Leo sempre così esigente e responsabile. :3 Ma.. non ci stiamo dimenticando di qualcuno? Un certo Shredder, forse? Non è ancora comparso, al momento.. XD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 19
*** Mostro ***


Mostro
-Figlioli, è l'ora dell'allenamento.- disse Splinter tornando in soggiorno con in mano una scatola -Vuoi unirti a noi, Michelangelo?- chiese dolce, porgendogli la cinta con i suoi nunjaku
-Si, però non ho la mia tuta..- rispose prendendoli, infatti era ancora vestito con il pigiama; l'unico indumento della sua taglia.
-Non preoccuparti per questo, ho comprato una tuta della tua misura.- affermò dandogli la scatola dove dentro vi era una tuta da ninja verde e nera. I suoi occhi si illuminarono, felici e corse a provarla. 
Appena tornò, euforico ringraziò il Sensei per poi raggiungere, insieme ai fratelli un dojo molto grande e spazioso. La prima ora la passarono a meditare, poi, mentre i fratelli combattevano a turni, il Sensei fece fare degli allenamenti base del ninjitsu a Michelangelo e non poté non notare la sua bravura. 
-Sei più bravo di quanto credessi, e pensare che è la tua prima lezione.- disse Splinter pensieroso
-Grazie.- rispose Mikey, felice del complimento
-Te la senti di combattere contro i tuoi fratelli? Vorrei vederti all'opera.- affermò, poi mentre i tre si avvicinarono 
I combattimenti si svolsero a due squadre; Raphael e Donatello contro Leonardo e Michelangelo.
Raphael partì all'attacco con i suoi Sai andando a scontrarsi con Leo che parò gli attacchi, facilmente con le sue katane, cercando di tenergli testa mentre il genio se la vedeva con Michelangelo che parava abilmente ogni suo attacco con le sue armi. Schivò di lato un calcio del maggiore, poi saltò facendo una capriola in aria e atterrando in piedi dietro le spalle di Donnie, attaccandolo con una giravolta in aria, di lato colpendolo con entrambi i piedi scaraventandolo a terra. Puntò la sua kusarigma alla gola del genio, facendo scorrere un rivolo di sangue sulla lama.
-Basta Michelangelo!- tuonò il Sensei battendo il bastone a terra, per poi correre in soccorso di Donnie insieme ai due fratelli che erano rimasti shockati da quell'atteggiamento da parte del più piccolo. Mikey si allontanò dal maggiore lasciando cadere la sua arma ai suoi piedi mentre le sue mani tremavano di paura ed alcune lacrime solcarono il suo viso; si sentì così in colpa. Gli era stato insegnato ad uccidere sempre e chiunque, ed ora quell'istinto lo stava portando a ferire mortalmente suo fratello, colui che gli era stato vicino da piccolo, che lo aveva curato e che gli voleva bene. Di certo ora non lo avrebbero più accettato, non lo avrebbero più voluto.
E con questi pensieri, raccogliendo in fretta i suoi nunjiaku si voltò, correndo nella sua stanza. Cercò di aprire la finestra ma era anch'ella sigillata. Quando sentì i passi del Sensei e dei suoi fratelli farsi più vicini, spinto dal panico e dalla paura iniziò a rompere il vetro con la sua arma, era molto resistente ma riuscì a spaccarlo, scappando. Anche se sarebbe stato punito non gli importava, non poteva restare lì. Temeva lo avrebbero ritenuto per ciò che era diventato, ciò che lui era da tempo; un mostro. Così tornò a casa.
 
N.d.A.
Finalmente! XD Ahahah.. Che succederà? :3
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 20
*** Padrone ***


Padrone
Corse a per di fiato nella notte mentre le lacrime continuavano a solcargli il viso. Era quasi arrivato quando si ritrovò faccia a terra con un peso sulla schiena che premeva sui suoi polsi, cercò di divincolarsi da quella presa ma essa si fece più forte.
-Smettila!- urlò Raph. A sentire quella voce rimase incredulo, volse il suo sguardo incontrando quello dei suoi fratelli
-Non è successo niente, Mikey.- gli assicurò Danatello, lui guardò la sua gola dove nel punto in cui gli aveva procurato quel piccolo taglio ora vi era un cerotto mentre Raph, intuendo che non sarebbe scappato mollò la presa, facendolo alzare. Mikey tenne il capo chino mentre notò il suo gatto venirgli incontro e salendogli in grembo.
-Davvero, non devi preoccuparti. Infondo è solo un piccolo taglio.- affermò Donnie cercando di sollevargli il morale, accarezzandogli i capelli
-I-io devo andare a casa..- disse alzandosi e lasciando Klunk a terra. Loro lo fissarono interdetti
-Tu hai una casa?- domandò Raph sconvolto, non voleva crederci. Significava che era stato adottato e questo complicava le cose. -Perché non c'è l'hai detto?- sbottò con un fremito di rabbia
-E solo che..- non riuscì a finire la frase che qualcosa lo colpì, facendolo finire, sbattuto di petto sul terreno. Si alzò a carponi, tremando di paura mentre sentiva la schiena bruciarli e il sangue caldo, colare dalla nuova ferita. I suoi fratelli si avvicinarono per soccorrerlo, per poi voltare lo sguardo, furiosi verso la figura nell'oscurità
-Chi sei?- ringhiò Raph, stringendo i pugni mentre Mikey iniziò ad indietreggiare; aveva le pupille dilatate ed il respiro gli si fece affannato. I fratelli lo guardarono preoccupati, sfoderarono le armi pronti a proteggerlo
-Michelangelo e questo il modo? Scomparire senza avvertire! Mi hai fatto preoccupare.- esclamò l'uomo con un tono calmo di rimprovero, ridendo cupamente e avanzando permettendo ai quattro di poterne scoprire l'aspetto. Era una figura corazzata con un'artiglieria di combattimento. La divisa era composta da pantaloncini color nero, stivali fasciati porpora e da una maglia sbracciata rossa, stretta in vita da una grande fasciatura. In testa portava un elmo ornato; ed il volto era celato da una maschera metallica, liscia e disadorna sul lato esterno, che copriva tutto il volto lasciando scoperto solo la fascia visiva degli occhi. Notarono che aveva dei guanti composti da una fascetta in acciaio che ricopriva tutta la mano, lasciando libere solo le dita, ognuno dei quali era munito di due affilatissime lame sul dorso, con cui aveva colpito Michelangelo.
-P-Padrone p-osso spiegarle!- balbettò Mikey cercando di farsi coraggio, forse se trovava una scusa plausibile non sarebbe stato punito troppo
-Come, padrone?- domandarono all'unisono i fratelli, sconvolti guardando il più piccolo in cerca di risposte ma era troppo spaventato per poter anche solo sentire le loro parole.
-Lo spero proprio..- disse assottigliando lo sguardo su di lui, poi fissò i tre ragazzi armati -E loro? Se volete combattere fatevi pure avanti, voi potete chiamarmi Shredder.- gli invitò l'uomo, ghignando ed i tre non se lo fecero ripetere vogliosi di difendere il più piccolo. Si fiondarono su di lui attaccandolo, ma l'uomo si scoprì troppo forte e veloce per loro ed uno alla volta vennero scaraventati al suolo, doloranti. Shredder si avvicinò per dare il colpo di grazia ai tre fratelli ma Michelangelo, con uno scatto si alzò mettendosi in mezzo. Shredder non ne fu affatto felice e lo fissò adirato per essere stato interrotto sul più bello.
-La prego non lo faccia! Non scapperò mai più, ma la prego non li uccida!- lo supplicò tra i singhiozzi
-Osi darmi ordini?- domandò furioso, sollevandolo per il colletto della maglia
-N-no.. Non oserei mai.- affermò piangendo venendo, poi scaraventato a terra. Shredder lo fissò, ringhiando e stringendo i pugni
-Allora.. Ricapitoliamo, tu sei scappato dalla tua gabbia ed ora pretendi che lasci vivi questi mocciosi?- domandò calmo -Perché?- chiese minaccioso
Lui chinò lo sguardo senza rispondere, facendo innervosire Shredder che gli diede un calcio nelle costole. Mikey mugugnò, distendendosi su un fianco e stringendo la parte dolente con le braccia ma Shredder lo costrinse a guardarlo negli occhi, sollevandolo per i capelli
-Rispondi!- gli urlò contro facendolo sussultare, guardò i suoi fratelli che cercavano di rimettersi in piedi per aiutarlo, così fece un profondo respiro rivolgendo lo sguardo di nuovo al suo padrone
-Loro sono.. la mia famiglia.- disse piano, per poi fare un sorriso tremolante. Sapeva, lo sentiva; il padrone non lo avrebbe lasciato andare, non gli avrebbe permesso di essere felice. Gli serviva e di conseguenza sarebbe stato suo schiavo per sempre, lo avrebbe incatenato al muro, punendolo per essere scappato, ma Mikey era deciso, per la prima volta a lottare per quella felicità. Non voleva lasciare la sua famiglia e avrebbe lottato per riaverla, lo avrebbe fatto per loro, per i suoi fratelli. Non voleva più rimanere solo, al buio. Desiderava con tutto il suo cuore tornare a far parte di quella famiglia, sempre se loro gli e lo avrebbero concesso.
-La tua famiglia, eh?- disse in tono beffardo -Dopo tutto ciò che ho fatto per te, dopo che ti ho salvato dalla strada, insegnandoti il ninjiutsu, insegnandoti a difenderti, a combattere.. Ad uccidere! Ed è così che mi ripaghi? Tradendomi!- urlò furioso, stringendogli la gola impedendogli di respirare mentre lui cercava di liberarsi colpendogli il braccio, usando la sua kusarigama
-Costringerlo a rubare, punirlo e farlo vivere in gabbia ti sembra niente?- domandò Raph furioso, alzandosi per poi correre e colpirlo, liberando Mikey da quella presa che cadde a terra privo di sensi
-Tu non ti avvicinerai più a lui! Non permetterò che soffra ancora!- urlò Raph colpendolo con le sue armi, la rabbia aveva preso il sopravvento dandogli la forza di tener testa a Shredder
-Raphael andiamo! Dobbiamo scappare, non possiamo batterlo!- urlò Donnie mentre iniziò a balbettare ed alcune lacrime scorrevano sul suo volto, sì sentì così inutile. Inginocchio accanto a Mikey, voleva e doveva aiutare i suoi fratelli ma le mani tremavano e la vista si era fatta offuscata, la paura aveva preso il sopravvento. Non riusciva a muoversi mentre vedeva, con orrore come Leo aveva iniziato a combattere dando man forte al focoso.
Shredder aveva ricominciato ad attaccare ma era troppo forte ed infatti ferì Raph al braccio destro con le sue lame. Il rosso urlò di dolore, lasciando cadere le sue armi e accasciandosi a terra. Strinse forte a sé il braccio sanguinante; la ferita gli bruciava terribilmente ed il dolore era così forte da impedirgli di tornare all'attacco. Leonardo, capendo di avere la vita dei suoi fratelli nelle sue mani si diede la spinta puntando in avanti le sue katane, stava per colpire Shredder allo stomaco ma lui le bloccò usando le sue lame per poi spingere il leader oltre l'estremità del tetto. Cadde ma riuscì ad aggrapparsi, con una mano al cornicione del palazzo mentre penzolava nel vuoto e le sue katane scivolarono sul cemento, poco lontano dal nemico.
-Leo!- urlò Mikey che si era ripreso, sfoderò le sue armi mettendosi in posa di combattimento e lanciò la catena, che si andò ad attorcigliare contro il braccio del suo padrone, impedendogli di far del male al fratello
-Non preoccuparti, non li ucciderò.. Infondo, mi hanno divertito. Ma, tu.. Vedi di tornare a casa.- affermò tirando il braccio facendolo volare verso di lui, gli diede un pugno con il braccio libero facendolo schiantare a terra sotto il peso di quel enorme arto -Vedi di ubbidirmi, o potrei cambiare idea.- affermò, lasciando la presa mentre lui inghiottì un groppo di saliva, le sue pupille si restrinsero consapevole delle conseguenze della sua scelta e si alzò, piano. Gettò un ultimo sguardo ai suoi fratelli e svanì nelle ombre insieme a Shredder.

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Capitolo 21
*** In gabbia ***


In gabbia
Tornarono a casa distrutti e feriti, sia nell'animo che nel corpo mentre loro padre, preoccupato gli accolse, facendoli sedere sul divano, chiedendo cosa fosse accaduto. Appena Leonardo raccontò tutto, Splinter sussultò interdetto.
-Shredder?- disse non potendo credere che Michelangelo fosse un suo allievo
-Lo conosci, papà?- domandò Donnie, cupo mentre curava i fratelli. Era così deluso da se stesso, era stato inutile, non aveva aiutato i suoi fratelli e quel che è peggio, è che Mikey era di nuovo tra le grinfie di quell'essere.
-Si, purtroppo e lo conoscete anche voi ma con un altro nome, ovvero Oroku Saki.- rispose cupamente mentre i tre sussultarono, sconvolti da quella notizia
-Dobbiamo andare a salvare Mikey!- proclamò Raph alzandosi di scatto, fregandosene di chi fosse chi. Suo fratello era in pericolo non poteva starsene con le mani in mano
-Calmo, Raphael. Tutto a tempo debito, per ora è meglio calmarsi ed organizzare un piano.- disse saggio il Sensei, afflitto da quella situazione. Raph serrò i pugni, ignorando il dolore al braccio, non poteva rimanere lì ma sapeva che, agire senza un buon piano li avrebbe condotti certamente ad un'amara sconfitta
-Si, papà. Attaccheremo domani notte.- affermò Leonardo deciso, serrando i pugni mentre i fratelli e Splinter annuivano. Donnie si fece avanti, confrontandosi con la sua famiglia, consigliandoli un buon piano. Doveva rimediare ai suoi errori, doveva essere coraggioso, per poter aiutare suo fratello.
 
Era notte fonda e mentre Donatello controllava il perimetro, Leonardo e Raphael stesero le due guardie principali, poi, i tre si intrufolarono nelle industrie dalla porta secondaria, senza farsi vedere salirono le scale. Sentirono delle guardie avvicinarsi e si addentrarono nel condotto dell'aria, penetrando, poi fuori dal laboratorio dove, Raph aveva trovato Mikey e forzarono la porta, ritrovandosi nella stanza, avvolti dall'oscurità.
 
Era tutto così buio e freddo. Sentiva brividi percorrergli tutto il suo corpo mentre il dolore continuava a martellargli la testa, non dandogli un attimo di pace. Era debole e sfinito, perdeva ancora sangue dalle profonde ferite inflettigli e le palpebre gli si facevano pesanti ogni minuto che passava. Sentiva che non c'è l'avrebbe fatta ma non poteva mollare, non ora. Lui doveva tornare dai suoi fratelli. Ad un tratto la porta si aprì e sussultò, chiudendo per un attimo gli occhi, venendo investito da un fascio di luce. Appena gli riaprì notò tre persone ed ingoiò un groppo di saliva, temendo per quello che gli sarebbe accaduto.
 
-Dov'è?- domandò Raph, spaventato quando Leonardo accese la luce. Non c'era, solo gabbie vuote. Un tonfo e la porta si chiuse di botto, dietro di loro.
-Oh, no!- urlò preoccupato Donnie mentre dava pugni all'enorme barriera metallica che li separava dall'uscita. Erano in gabbia.
-Così siete voi, i figli di Hamato Yoshi.- affermò, cupo una figura nell'ombra facendosi avanti e che, loro riconobbero come Shredder
-Che cos'hai fatto a Mikey?- ringhiò Raphael lanciandosi alla carica, attaccandolo con i suoi Sai ma Shredder le bloccò e con un pugno stese il rosso. Leo e Donnie subito scattarono sul nemico, mettendolo alle strette.
-Yoshi vi ha addestrati bene.. Ma non abbastanza da sconfiggermi.- proclamò affondando le lame nella gamba di Leonardo che urlò di dolore, ma non mollò. Si issò in piedi, le gambe tremolavano ma non poteva permettersi di abbandonare i suoi fratelli e così cercò di restare in piedi, affondando, poi la sua katana nella spalla corazzata di Shredder che, sorpreso indietreggiò, sfilandola. Vide il sangue sulla lama e la rabbia lo impossessò, colpì al volto i due con un calcio facendoli cadere a terra, storditi.
-Ed ora la pagherai.- esclamò furioso verso il leader, stava per dargli il colpo di grazia ma Raph, ripresosi lo attaccò da dietro con i suoi Sai che penetrarono nell'armatura. Li tolse di scatto mentre lui si voltò, dandogli un pugno nello stomaco, si piegò in due dal dolore e Shredder lo colpì con un calcio rotante.
-Certo, Yoshi avrebbe più corpi su cui piangere e questo mi darebbe solo piacere ma, uccidervi ora non mi darebbe alcuna soddisfazione.. Vi userò come cavie.- affermò, ridendo cupamente e gettandoli tutti in una gabbia, per poi andarsene
 
-Sveglia, forza! Il capo ti vuole vedere.- urlò uno di quei quattro ninja, trascinandolo malamente fuori dalla gabbia e lasciando una macabra scia di sangue sul terreno -Forza, alzati!- esclamò dandogli un calcio. Lui sussultò, prese un profondo respiro e, stringendo i denti, ignorando il dolore si issò sulle sue braccia per poi alzarsi in piedi, ed un po' zoppicando si avviò nella stanza del suo padrone per il quotidiano allenamento.

N.d.A.
Okay.. Cosa ho fatto? o.o Gli ho condannati! XD Per non parlare di Mikey che l'ho ridotto ad uno straccio. ^^''
Io_amo_Freezer <3 

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Capitolo 22
*** Speranza ***


Speranza
Lo rigettò nella sua cella, però stavolta, invece di andare a sbattere contro il duro cemento finì addosso a qualcosa di consistente e caldo, quando sentì quest'ultimo sussultare all'impatto, capì che fosse una persona. Una smorfia di dolore si fece largo sul suo viso mentre in fretta e furia si allontanò, strisciando con i gomiti all'indietro, andando di spalle al muro. Si raggomitolò su se stesso, allontanandosi da chiunque fosse quella sagoma. 
-Così avrai un po' di compagnia.- commentò ridendo, Shredder sbattendo forte la porta
Era così stanco e a malapena aveva capito ciò che gli aveva detto il padrone, però, quando vide non una, ma ben tre sagome avvicinarsi a lui, si strinse di più contro la parete, temendo che la punizione non fosse ancora finita. Sussultò quando sentì una mano accarezzargli la guancia con delicatezza.
-Shss.. Va tutto bene.- sussurrò la voce di Leonardo che lo avvolse in un abbraccio mentre Donatello fece un po' di luce con il telefono. I due rabbrividirono vedendo le condizioni del loro fratello mentre Raph venne colto da una furia omicida contro Shredder per quello che aveva osato fare a Mikey. Era ricoperto, in vari punti con ferite profonde da cui fuoriusciva ancora molto sangue.
-V.. Voi? Ma, come..?- domandò balbettando, era confuso. Perché erano lì? Il padrone non poteva averli catturati, aveva promesso che non gli avrebbe fatto del male se sarebbe rimasto al suo fianco. Non capiva, forse lo aveva fatto arrabbiare; non gli aveva ancora perdonato la fuga?
-Stai tranquillo, ora c'è ne andiamo.- lo rassicurò Donnie che si destreggiava ad aprire la gabbia con i suoi attrezzi, presi dai foderi della cinta. Sentirono un lieve crack ed il viola fece segno di andare.
Leonardo uscì per primo, prendendo le sue armi e quelle dei fratelli mentre Raphael prese, il più delicatamente possibile, Mikey in braccio. Donatello invece si occupava di aprire la porta principale della stanza.
-Okay, ragazzi. La prima cosa da fare è uscire di qui, muoviamoci.- affermò Leo, sussurrando
-Lo sappiamo anche noi, genio.- proclamò Raph, sbuffando
-Senza offesa, ma il genio sono io.- lo corresse Donnie ancora indaffarato ad aprire la porta
-Era un modo di dire.- rispose il rosso, roteando gli occhi
-Fate silenzio o ci scopprirano!- si lamentò il leader con un occhiataccia
-Hai cominciato tu!- sbuffò il rosso a tono basso mentre Mikey iniziò a ridacchiare per quella scena
-Ci sei mancato.- commentò dolce, Donnie al suono di quella risata, accarezzandogli i capelli. -Resisti un altro po', okay?- chiese, ricevendo un segno di assenso dal minore. Un altro crack e la porta fu aperta, si avviarono fuori iniziando a scendere le scale, in silenzio mentre stesero alcune guardie ninja lungo la strada. Alla fine si ritrovarono fuori e saltarono di tetto in tetto, finché non furono circondati da Shredder ed il suo Clan.
-Maledizione!- ringhiò Raph, stringendo a sé il fratello con fare protettivo. Non lo avrebbe lasciato, né ora né mai.
-Uccideteli!- ordinò Shredder ed i ninja si lanciarono all'attacco, Donnie cercò di difendere i due fratelli mentre Leonardo attaccò il capo. Raphael ringhiò, non voleva lasciare Mikey indifeso, a terra, ma non poteva stare a guardare, doveva dare una mano.
-Raph..- sussurrò il minore, capendo la sua frustrazione. Il rosso lo guardò preoccupato -Lasciami a terra. Tanto ho le mie armi.- affermò piano mostrandogli i nunjaku, nella mano tremante. Raphael lo fissò shockato e preoccupato, come se gli stesse chiedendo di commettere un omicidio.
-No!- protestò alla fine mentre schivava alcuni shuriken
-Ti prego! Leonardo non può battere il padrone, non da solo.- sussurrò mentre alcune lacrime solcarono il suo volto insanguinato. Raph ringhiò più forte, era arrabbiato ma non con Mikey, con Shredder. Era tutta colpa sua, voleva fargliela pagare ma non poteva abbandonare il fratello al suo destino
-Donnie! Ti affido Mikey, io vado ad aiutare Leo!- urlò al genio che era situato qualche passo più avanti a lui. Adagiò il minore a terra e dopo aver gettato un ultimo sguardo, prima a Donatello e poi a Michelangelo corse dal leader, sfoderando i suoi Sai.
Donnie aveva ascoltato tutto e si tenne a distanza ravvicinata per proteggere meglio Mikey da qualsiasi attacco nemico, anche se un senso di preoccupazione continuava ad assediargli la mente e il cuore. Non poteva non considerare il fatto che Michelangelo avesse perso troppo sangue, ed era certo che non avrebbe resistito a lungo. Si morse il labbro inferiore, scacciando quei pensieri negativi e volse, per un'attimo il suo guardo a Shredder che sembrava in difficoltà contro i suoi fratelli, e sorrise, forse c'era ancora una speranza. Tornò ai ninja, non poteva distrarsi per nessun motivo, doveva batterli in fretta per poter raggiungere gli altri.

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Capitolo 23
*** Vi voglio bene ***


Vi voglio bene
Shredder atterrò, con un calcio Leo che cadde, rovinosamente a terra. Raph ringhiò, stringendo la presa sulle sue armi, e andando alla carica, cercando di colpirlo con i suoi Sai, ma venne attaccato da quelle lame, che affondarono nelle sue carni, facendolo urlare come non mai. Leonardo, si rialzò di scatto, colpendo Shredder con un calcio ed un affondo di katana, riuscendo ad allontanarlo, abbastanza per poter andare a soccorrere il fratello
-Raph! Dimmi qualcosa!- implorò, avvicinandosi, mentre lui rantolava di dolore. Piegato in due, stringeva il fianco sinistro che continuava sanguinare copioso. Il rosso, però accennò ad un sì, serrando la mascella e rimettendosi in posa di combattimento, mentre Leo lo guardava preoccupato, ma vedendo quello sguardo, capì, che non potevano mollare, non ora. C'era troppo in ballo.
 
Mikey era ancora seduto contro il cornicione del palazzo, cercando di resistere alla tentazione di chiudere gli occhi, ma le palpebre erano così pesanti, mentre veniva scosso da brividi, e sentiva il freddo avvolgere tutto il suo corpo. Sussultò, uno dei foot ninja si stava avvicinando a lui, e Donnie non se ne era accorto. Ingoiò un groppo di saliva, facendo un profondo respiro, e strinse saldamente i suoi nunjaku, deciso a combattere. Ma prima che il nemico potesse fare un'altro passo, si sentì un ringhio animale, e venne aggredito da una palla di pelo, marroncino.
-Klunk..- sussurrò sorpreso, mordendosi talmente forte il labbro inferiore da farlo spaccare, facendo fuori uscire un rivolo di sangue, il suo amico lo stava difendendo. Ingoiò un altro groppo di saliva, mentre osservava la scena, preoccupato ed incapace di intervenire. 
Ma le sue pupille si restrinsero, quando il ninja lanciò il suo amico contro il cornicione, poco lontano da lui. Il gatto cercò di muoversi per tornare all'attacco per proteggere il suo padrone, non ci riuscì, mentre un ultimo miagolare uscì dalla sua bocca, prima di chiudere gli occhi. Mikey boccheggiò incredulo, sentendo un dolore atroce al petto che non gli permetteva di respirare; era come se gli avessero appena conficcato un pugnale nel cuore. Gli occhi iniziarono a pizzicarli, mentre alcuni ricordi si fecero strada nella sua mente; come il primo giorno che lo aveva trovato in uno scatolone bagnato, infreddolito e solo, proprio come lui. Lo aveva preso e nutrito, portandolo nei parcheggi del palazzo del suo padrone, dove sapeva che sarebbe stato al sicuro, e non si erano mai separati. Ed ora, ora non poteva credere che lui fosse morto, proprio davanti ai suoi occhi, senza che potesse fare qualcosa per aiutarlo. Desiderava solo andare dal suo amico; gli e lo doveva, anche solo per un ultimo saluto, ma ogni suo tentativo di alzarsi fu smorzato da delle fitte atroce che percorrevano tutto il suo corpo, impedendogli qualsiasi movimento. 
Il ninja di prima si stava di nuovo avvicinando, ma Donnie, attirato dai rumori, lo raggiunse, sconfiggendolo facilmente. Ormai, erano rimasti in pochi, i ninja coscienti.
-Mikey, stai bene?- domandò frettolosamente, il genio, ma il minore continuava a guardare con occhi sbarrati e vuoti il suo gatto, a poca distanza da lui. Senza rispondere, iniziò a strisciare verso di lui, facendosi forza con le braccia. Donnie lo osservò tristemente, ma poi tornò a combattere contro gli ultimi ninja rimasti, prima che loro lo attaccassero. Doveva sbrigarsi e correre in aiuto dei maggiori che stavano ancora combattendo contro Shredder.
Raphael affondò i suoi Sai nel fianco destro dell'armatura corazzata del nemico, ed appena li ritrasse, ghignò alla vista di sangue sulle proprie lame. Era riuscito a ferirlo, ma Shredder non ne fu così contento, ed una tremenda rabbia lo assalì alla vista di quella ferita, attaccando con ferocia Raphael con le sue lame. Stava per colpirlo mortalmente, ma Leonardo gli e lo impedì, fermandolo con le sue katane. Si osservarono per alcuni istanti, ed alla fine, l'azzurro lo respinse via. Il nemico vacillò, in bilico sull'estremità del tetto, ma poi, riprendendo saldamente l'equilibrio, tornò alla carica contro i due ragazzi. Colpì con un calcio Raph che andò a sbattere contro il leader, ed entrambi caddero, rovinosamente a terra.
-E' giunta la vostra ora.- proclamò ridendo cupo, stava per affondare le lame nel loro petto, ma un Bo gli e lo impedì, riuscendo a farlo retrocedere
-Sta lontano dai miei fratelli!- urlò Donatello, deciso, facendo volteggiare abilmente la sua arma, minaccioso mentre i suoi fratelli gli si affiancarono. 
Ad un tratto sentirono le sirene della polizia in lontananza, si osservarono con sguardo complice, e Leo andò alla carica per primo con le sue katane, attaccando la corazza di Shredder per renderla più vulnerabile, Raph allora, con un salto, affondò abilmente i suoi Sai nell'addome del nemico per poi rimuoverli un attimo dopo, mentre Donnie lo attaccò con la punta del suo Bo, da cui fuoriuscì una lama, che si andò a conficcare nell'addome del nemico, facendolo retrocedere, ormai vicino alla fine del tetto. 
Mikey rimase strabiliato vedendo come combattevano, sembravano così uniti, proprio come una squadra. Diede un ultimo sguardo a Klunk, ancora così distante, e decise che il suo ultimo respiro lo avrebbe esalato in libertà. Si alzò in piedi a fatica, era deciso, non sarebbe morto da schiavo. Notò che Shredder stava per attaccare Donnie con le sue lame, così, lanciò la sua kusarigama, legando la catena alle sue braccia, facendole unire. Lui, non aspettandoselo, vacillò, e così Leonardo ne approfittò. Si diede la spinta, tese le lame delle katane verso di lui e lo colpì allo stomaco, facendolo cadere all'indietro.
Ci furono attimi di silenzio, mentre lui sorrise vittorioso, inginocchiandosi a terra, sfinito. Avevano davvero vinto. Leonardo si voltò verso i fratelli, per poi sporgersi e volgere lo sguardo infondo alla strada, vedendo il corpo corazzato di Shredder steso a terra, inerme, venire circondato dalle macchine della polizia, mentre i suoi foot ninja, che si erano ripresi, spaventati, scomparvero nella notte. Decise di alzarsi, ma proprio in quel momento, Mikey crollò a terra. I tre, da prima si fissarono shockati per poi correre in suo soccorso.
-Mikey!- urlarono, inginocchiandosi accanto a lui, che sfinito e affannato ormai si stava abbandonando alle braccia di Morfeo, per sempre. Temeva di morire, non poter più vedere i suoi fratelli lo avvolgeva nell'angoscia più nera, voleva di nuovo avere una famiglia, e desiderava fosse con i suoi fratelli. Non poteva morire, non così almeno. Lui era ancora così giovane, non era affatto giusto! Iniziò a singhiozzare, ma poi si fece forza, prendendo fiato
-Mi.. dispiace.. Non vorrei.. mai.. lasciarvi.. ma non ho più forza.. perdonatemi...- sussurrò quelle parole, quasi impercettibili, ma sapeva che i suoi fratelli erano abbastanza vicini, e lo avevano sentito
-Non dire così..- sussurrò Donnie tra i singhiozzi, mentre Leonardo lo fissava ad occhi sbarrati, troppo sconcertato ed incapace di, poter credere che fosse davvero finita per lui. Troppo dolore aleggiava nel suo cuore per poter dire qualcosa, non poteva essere vero. Non doveva morire, continuava a pensare, mentre alcune lacrime solcarono il suo viso, venendo percorso da singhiozzi.
-No!- urlò il rosso, con sguardo deciso, che si asciugò le lacrime -Ora, ti portiamo all'ospedale e tu non fare scherzi, okay?- ringhiò Raph con voce spezzata ignorando il dolore al fianco, ancora sanguinante, mentre quello al petto si faceva più grande e disperato. Lo prese di peso correndo verso la meta seguito dai fratelli, con ancora un barlume di speranza. Michelangelo sorrise, commosso, vedendo che i suoi fratelli gli volessero bene, che si preoccupassero così tanto per lui nonostante fossero stati separati otto anni fa. Osservò il cielo notturno, malinconico, sarebbe stata, per lui l'ultima volta di poter vedere le stelle, poi rivolse lo sguardo ai suoi fratelli. 
-Vi voglio bene, ragazzi.- riuscì a dire, facendoli sussultare, ma loro non demorsero e continuarono a correre, più veloci. Mentre lui chiuse gli occhi, con un sorriso sulle labbra, anche se era dispiaciuto di non poter restare ancora con loro, non era pentito di niente. Infondo, era stata una bella vita.

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Capitolo 24
*** Attenderemo ***


Attenderemo
-Muovetevi! Non possiamo perderlo!- urlò Raphael con voce roca, mentre copiose lacrime solcavano il suo viso, contratto in una smorfia di rabbia e di dolore. Sentiva la ferita peggiorare, ma continuò ad avanzare, non doveva mollare. -Donnie! Da che parte è l'ospedale più vicino? Sbrigati!- ringhiò, mentre sentiva la gola bruciarli per le troppe urla
-E' a due isolati da qui.- rispose il genio, mentre teneva in braccio Klunk, sorpassando i fratelli, per farli strada
-Ti prego non morire, ti prego non morire!- ripeteva frenetico, Leonardo, disperato, la gamba ferita gli doleva, ma la sensazione che provava, ogni volta che voltava lo sguardo verso Mikey era una stretta al cuore più grande. Doveva farcela, per lui, per i suoi fratelli.
-Mikey, ti prego. Non lasciarci.- lo implorarono i tre, tra gli affanni

Finalmente arrivarono all'ospedale, entrando in tutta furia, chiedendo aiuto. Tutti i presenti si fermarono a guardarli, shockati per il loro aspetto, mentre un dottore, attirato dai rumori, li si avvicinò di corsa.
-Cos'è successo?- domandò, sconcertato alla vista di quei ragazzi e di come fossero ridotti 
-La prego, ci deve aiutare!- urlarono in coro, disperati. Il dottore li guardò, ed in fretta chiamò le infermiere con la barella, che, mentre lo trasportavano verso la sala operatoria, cercavano di far ripartire il suo cuore con il defibrillatore. Dopo che Donnie affidò il gatto nelle mani di un infermiera, seguì i fratelli affiancati alla barella, dove avevano adagiato Michelangelo, ma i medici gli impedirono di entrare nella sala, consigliandoli di farsi visitare nell'attesa, viste le loro condizioni. Tentennarono, ma alla fine, accettarono. Furono ore sofferenti, per loro. Mentre si lasciavano medicare, non riuscivano a non pensare, con rammarico al loro fratellino, e a come era ridotto. Si sentivano da schifo, lo avevano lasciato in balia di un mostro sadico; solo, di nuovo. 
Appena finirono di essere stati medicati tornarono, in tutta fretta, con la disapprovazione delle infermiere e dei dottori, dove avevano visto entrare Mikey, qualche ora fa. Chiesero informazioni, ma, a parte, sapere che fosse ancora lì dentro, nessuno gli disse altro; né come stesse, né se fosse ancora vivo.
Tra la rabbia, la frustrazione e il dolore, Raph si lasciò scivolare per terra, sopraffatto dall'angoscia e, sedendosi, con la schiena al muro, tenendosi la testa fra le mani. Donnie, invece fissava intensamente la porta dove avevano portato Mikey, continuando a piangere, disperato, temendo per la sua vita. Mentre Klunk, ripresosi; secondo il medico ed il veterinario, miracolosamente, con una fasciatura sulla schiena e sul petto, un po' zoppicando si andò a sedere vicino alla porta, in attesa del suo amato padrone. Al genio scappò un sorriso per quanto fosse leale, quel gatto.
-I-io, vado a chiamare nostro padre.. Sarà preoccupato.- sussurrò Leonardo a capo chino, interrompendo il silenzio, e avviandosi stancamente verso un posto isolato per parlare, mentre prendeva il suo cellulare, sopravvissuto a tutto l'accaduto.

Era quasi l'alba, nessuno aveva dato notizie di Mikey, e loro erano bilico; non sapevano se era vivo, se era in quarantena, o chissà cosa. Splinter era arrivato da tempo, preoccupato per le condizioni di Michelangelo, ma anche dei suoi figli, che tentò di confortare. Donnie lo aveva informato che Shredder era stato arrestato, spiegandoli che era riuscito a criptare i file della sua industria, inviando tutte le prove che lo incastravano alla polizia, ed il Sensei fu molto fiero di lui. 
Leonardo continuava a fare avanti e indietro tra i corridoi, stressato e incapace di restare fermo; Raph, invece non si era mosso, era ancora seduto nella stessa posizione da ore, troppo arrabbiato e angosciato. Splinter aveva provato a parlargli, ma non era servito a niente se non ad alterarlo di più, così aveva deciso di lasciarlo da solo, a pensare. Mentre Donnie, lui, era vuoto, dopo avergli parlato non aveva più detto niente, ed il padre, sospirò, angosciato da tutto ciò, prendendo in braccio il gatto e offrendogli del latte che aveva portato l'infermiera, per lui, in una ciotola. Sorrise, vedendo che almeno qualcuno, lì avesse fame 
Le ore continuarono a passare, si fece pomeriggio, erano stanchi, ma ancora nessuna notizia di Michelangelo. Ormai temevano solo il peggio. Leo, finalmente si era fermato da quell'andirivieni, accasciandosi al suolo, con la schiena appoggiata al muro, vicino a Raph. Anche Donnie si unì al duo, sedendosi e portandosi le ginocchia al petto, per poi avvolgerci le braccia, appoggiandoci sopra, il mento. Raphael alzò lo sguardo, posandolo sui fratelli che lo fissarono con un sorriso incoraggiante, mentre Leonardo appoggiò la sua mano sulla spalla del rosso, che ricambiò il gesto, ai due con un mezzo sorriso tremolante, in segno di gratitudine. Splinter si rallegrò, vedendo come continuassero ad essere uniti, anche in momenti tragici come quelli, poi volse lo sguardo alla porta, chiusa, e sospirò ancora. Ma proprio in quel momento, si aprì e tutti la guardarono speranzosi, alzandosi di scatto. Videro le infermiere portare Mikey in un'altra stanza, con tutta calma, mentre un medico si avvicinò alla famiglia.
-Sono il dottor House. Lei è il padre del ragazzo?- domandò il dottore, che si tolse la mascherina
-No.- rispose, Splinter con rammarico, per poi osservare i figli
-Però noi siamo i suoi fratelli!- affermò Leonardo avvicinandosi, seguito dagli altri. Il dottore li fissò diffidente e indeciso, ma poi parlò.
-Il ragazzo, aveva profonde lesioni fisiche, e delle emorragie traumatiche dovute a contusioni importanti della rottura di organi profondi. Ha perso molto sangue, ed il cuore si è fermato per tre minuti. Siamo riusciti a stabilizzarlo per miracolo, ma ha avuto molte ricadute.- spiegò, lasciandoli interdetti e con il fiato sospeso 
-M-Ma.. Ora, come sta?- osò chiedere Donnie, balbettando 
-E' in coma. Rimarrà in osservazione, ma le probabilità che si risvegli, nelle condizioni in cui è ora sono quasi nulle. E' consigliabile staccare la spina.- disse serio cercando di essere il più chiaro possibile, lasciandoli sconvolti. Era in coma, ed era quasi certo che non si sarebbe più risvegliato.
-No! Voi non staccherete un bel niente! Siete dottori? Beh, allora dimostratelo e curatelo!- urlò Raph adirato, preso dal panico
-Raphael!- lo richiamò il padre, che poi si rivolse al dottore -Lo predoni, siamo tutti sconvolti.- spiegò, mentre il diretto interessato annuì
-Non si preoccupi. Non staccheremo la spina, e penso di parlare a nome di tutti i dottori quando dico, che cercheremmo di fare del nostro meglio per fare in modo che si risvegli.- affermò, mentre i tre, e Splinter si guardarono sorridendo, più speranzosi
-Possiamo vederlo?- domandò, poi Splinter, il dottore accennò ad un sì e li fece strada
Si ritrovarono in una camera di ospedale dove, al centro c'era un letto con adagiato sopra il loro fratellino, che aveva attaccato al braccio delle flebo, mentre un macchinario monitorava i suoi parametri vitali, con frequenti "Bip". 
-Ehi..- sussurrò Donatello, ma si bloccò non sapendo, esattamente cosa dire, mentre gli accarezzò la mano, sembrava che stesse solo dormendo. Ad un tratto, Klunk, scese dalle braccia del Sensei e si andò a raggomitolare sul petto del suo padrone, che si alzava e abbassava ritmicamente
-Mikey, noi siamo qui. E attenderemo il tuo risveglio.. Perché noi siamo la tua casa, la tua famiglia. Spero solo, tu possa sentirci.- sussurrò Leo, sorridendo 
-Ti vogliamo bene.- disse Raph, facendo un sorriso forzato e sedendosi accanto a lui, immitato dagli altri che presero altre sedie, mentre Splinter venne condotto fuori dal dottore, per parlare di cosa era successo ai ragazzi, di chi avrebbe preso, in affido l'orfano, e di chi avrebbe pagato tutte le operazioni.

-Scusi, ma l'orario delle visite è finito, e i ragazzi devono tornare nelle loro stanze.- disse il dottore, che ormai sera, era entrato nella camera per avvisarli. Infatti, i fratelli sarebbero dovuti restare lì per una settimana, per degli accertamenti sulle loro condizioni fisiche
-Non potrebbero restare qui ancora un po'? Sa, non vogliono che al suo risveglio si ritrovasse da solo.- spiegò Splinter, volgendo, poi lo sguardo ai suoi figli, che stremati si erano finalmente addormentati 
-Va bene, se vuole può restare anche lei.- disse, gentile, osservando i fratelli
-Si, la ringrazio. Attenderemo qui il suo risveglio.- affermò deciso, osservandolo con gratitudine
-Allora, vi auguro buona notte.- augurò andandosene, e lasciandoli lì, chiudendo, piano la porta
Splinter sorrise, mentre accarezzava i capelli dei suoi figli. Era sicuro che Michelangelo si sarebbe svegliato presto, e dopo sarebbero stati una famiglia ancora più unita; perché lui sarebbe stato un Hamato.

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Capitolo 25
*** Buio ***


Buio
-Mikey, ti prego! Non lasciarci!- 
Quelle voci continuavano ad urlare nelle sue orecchie, tormentandogli la mente. Perché non lo lasciavano in pace? Lui non li conosceva nemmeno. Perché lo volevano? Non riusciva a capire, perché dicevano che non doveva lasciarli? E poi, non lasciare chi?
Si mise seduto, portandosi le gambe al petto e, tenendosi la testa fra le mani. Quelle voci continuavano ad urlare, gli davano fastidio, anche se erano rassicuranti. Si guardò intorno, ma come sempre era tutto avvolto nell'oscurità. Mugugnò, la testa gli faceva così male e, non capiva il perché, loro continuassero ad urlare la stessa frase, mandandolo in panico, ma anche, stranamente felice. Sospirò, era così confuso e il posto dov'era gli incuteva così tanta paura. Nascose il volto, deciso a non muoversi da lì, pensando, che, se restava fermo sarebbe stato al sicuro, insieme a quelle voci.
-Mikey, noi siamo qui. E attenderemo il tuo risveglio.. Perché noi siamo la tua casa, la tua famiglia. Spero solo, tu possa sentirci.- 
Sta volta era solo una, la voce che parlava, e che lo tranquillizzò. Era dolce e calma, a differenza di quelle di prima. Alzò lo sguardo verso quel posto nella completa oscurità. Si sentì, stranamente più sicuro, e, deciso si alzò. Era come se, qualcosa gli dicesse che doveva andare avanti, che era vero che delle persone lo stavano aspettando. S'incamminò, senza una meta precisa, ma, ad un tratto un varco, di una strana luce biancastra, intensa e calda apparì di fronte a lui. Titubante si guardò prima indietro, dove lo attendeva solo il buio e poi avanti, verso quella luce. Non sapeva cosa fare, esattamente, la sensazione di prima, che lo stava guidando era svanita ed ora si sentiva perso. Cosa doveva fare? Quella luce gli sembrava la via giusta, e più sicura da seguire; meglio che restarsene al buio, da solo. Almeno lo avrebbe portato da qualche parte. Fece una smorfia, indeciso, cosa doveva fare? Sentiva che, qualsiasi scelta avrebbe fatto non sarebbe più potuto tornare indietro, e non voleva deludere quelle voci, anche se non ne sapeva il motivo. Sospirò, angosciato, mordendosi il labbro inferiore; guardando prima la luce e poi il buio. Quale strada scegliere? Una delle due lo avrebbe portato da quelle voci, ma quale? Come voleva che fosse più facile, e desiderava sentirle ancora. Era strano, prima lo infastidivano ed ora gli mancavano. Ma sapevano guidarlo, lo rassicuravano, infondo. E l'ultima lo aveva anche incoraggiato; con loro si sentiva più al sicuro.
-Ti vogliamo bene.-
Si voltò di scatto verso la luce, le voci provenivano da lì. Che avessero deciso di aiutarlo a trovare la strada, verso casa? Sta volta gli avevano anche detto un'altra frase, gli avevano detto che gli volevano bene. E questo lo fece sentire così bene, così felice. Guardò intensamente la luce, con un enorme sorriso, più sicuro delle sue scelte. E si avviò verso essa, che lo avvolse, come in un abbraccio amorevole, facendolo sentire, stranamente in pace.

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Capitolo 26
*** Fratelli ***


Fratelli
Aprì gli occhi, mettendo a fuoco il luogo dove si trovava, e guardandosi attorno, confuso. Si issò sui gomiti, e la coperta gli ricadde sull'addome, facendoli scoprire delle bende sul suo corpo, un po' ovunque. Si osservò il braccio fasciato, facendo ricadere lo sguardo sul suo polso, dove c'era ancora la bandana arancione, e sorrise più sollevato. Poi studiò la stanza, curioso, era in una camera di un ospedale e si chiese come mai fosse lì. 
Un miagolio si insinuò nelle sue orecchie, facendolo voltare, di scatto. Rimase di sasso, troppo incredulo ma felice al tempo stesso, alla vista di quel gatto, mentre una sensazione di dolore, nel suo cuore si fece meno opprimente e, che lasciò posto ad un senso di piena gioia. Non riuscì a trattenere l'euforia ed esultò, abbracciando il suo gatto, ricevendo delle, gradite fusa.
-Klunk! Sei vivo!- esclamò euforico, mentre dalla porta entrarono delle infermiere, attirate dal caos, e che rimasero incredule alla vista di quel ragazzo, ormai dato per perso
-Si è svegliato..- sussurrò una di loro, che andò, di corsa a chiamare il dottore
-Come ti senti, ragazzo?- domandò un'altra infermiera avvicinandosi, mentre entrava House che gli fece dei piccoli controlli, per constatare che fosse tutto a posto
-Mi sento bene.- rispose, osservando il dottore che controllava i suoi parametri vitali -Dove sono i miei fratelli?- chiese, poi, curioso, non vedendoli.
-Sono a scuola.- gli disse il dottore osservandolo scettico; il ragazzo lo fissò interdetto, non capendo il motivo di quello sguardo.
-Cosa c'è?- domandò, interrompendo il silenzio che si era formato
-E' solo che, tu sei stato in coma per quattro mesi.- spiegò calmo, lasciandolo basito, poi si rivolse all'infermiera -Vai ad informare i familiari.- lei annuì, e si diresse verso la segreteria 
-Me ne posso andare?- chiese, euforico, credendo che i suoi fratelli lo sarebbero venuti a prendere.
-No, rimarrai un altro po', per degli accertamenti, e dopo potrai tornare a casa.- affermò gentile, per poi lasciarlo, andandosene 
Lui non ci rimase troppo male, ricordava che avevano sconfitto Shredder, quindi poteva riavere la sua famiglia. Continuò ad accarezzare Klunk, ma era troppo felice. Voleva rivedere i suoi fratelli, il più presto possibile.

La porta si aprì di botto, andando a sbattere contro la parete. Raph aveva un'affanno, e guardava con occhi increduli davanti a sé, mentre stringeva la maniglia con foga; erano stati informati che Michelangelo era uscito dal coma e si erano tutti precipitati, letteralmente, di corsa all'ospedale. Donnie e Leo, anche loro affannati, fissavano la figura, seduta a gambe incrociate sul letto, euforici. Il genio, però si dette un pizzicotto sulla guancia, pensando fosse solo un sogno, ma, sentendo il dolore e vedendo che fosse ancora lì, che non si fosse svegliato nel suo letto, un enorme sorriso varcò il suo volto, mentre qualche lacrima di gioia solcò sulle sue guancia. Leonardo, si avvicinò per primo, titubante anche lui che fosse solo un bel sogno. Non potevano credere, che proprio lì, di fronte a loro, c'era Mikey che stava ridendo, mentre osservava le loro facce incredule ed inebetite, nel vederlo, dopo mesi, finalmente sveglio.
-Ma cosa ridi? Ci hai fatto prendere un colpo!- sbuffò Raph, avvicinandosi, ma si bloccò, notando che il suo fratellino avesse iniziato a piangere, sempre con un enorme sorriso sulle labbra. Non capirono, mentre lo fissarono preoccupati, avvicinandosi in fretta. Stavano per chiedergli cosa avesse, ma si ritrovarono tutti e tre per terra, abbracciati da quella furia.
-Vi voglio bene, fratelloni!- urlò, tra i singhiozzi, mentre qualche risolino usciva dalla sua bocca. Era felice di essere vivo, di essere, dopo tanto, libero; e di poter stare con loro, sicuro che non lo avrebbero mai più lasciato solo. I tre si tranquillizzarono, ricambiando l'abbraccio, più sollevati. Lui era sveglio. Era vivo. Mentre Splinter, appena arrivato con la macchina, se la rideva osservandoli dall'alto e, attirando la loro attenzione.
-Ciao.. Mhm..- mugugnò Mikey indeciso, mentre si alzarono da terra -Posso.. chiamarti papà?- domandò un po' imbarazzato, lasciando sorpreso il Sensei, che gli sorrise commosso. Aveva un altro figlio e non poté che esserne più fiero e felice, mentre Mikey lo abbracciava in cerca del suo primo contatto paterno. 
-Certo figliolo, mesi fa ho parlato con la casa famiglia, e sono orgoglioso di annunciarti che sei ufficialmente un Hamato!- proclamò, accarezzandogli, dolcemente i capelli, mentre lui si staccò di colpo, esultando, per poi abbracciare, di nuovo i fratelli, entusiasta 
-Volete fare silenzio! Siete in un ospedale, la gente riposa!- sentirono un urlò di disapprovazione e si voltarono verso la porta, da dove fece capolino il volto di un infermiera, attirata dagli schiamazzi, che li rimproverò. Splinter domandò scusa, mentre calò un silenzio di tomba e, appena se ne andò, Mikey scoppiò a ridere contagiando, anche gli altri.  
Iniziarono a parlare; seduti sul letto, raccontandogli tutti gli avvenimenti che erano accaduti durante i suoi quattro mesi di sonno, compreso l'arresto di Shredder. Mentre Splinter parlava con il dottore, fuori dalla stanza.
-Il padrone è stato arrestato?- domandò incredulo, ma anche felice. Non doveva più sottostare ai suoi ordini, non sarebbe stato più costretto a rubare.
-Non devi più chiamarlo così!- ringhiò Raph, ma poi si calmò, scompigliandogli i capelli -Ora tu sei libero.- disse sorridendogli, mentre il diretto interessato se la rideva di gusto.
-Scusate, ma è l'ora delle medicine.- affermò, dolce un'infermiera, entrando e portando un vassoio, con un piatto di brodo ed una mela, mentre metteva una pillola nel bicchiere con l'acqua -Forza.- lo incoraggiò
-Ma non ho fame.- disse, mettendo il broncio. L'infermiera appoggiò sul comodino il vassoio e portò le braccia ai fianchi, ma sempre con un sorriso sulle labbra.  
-Su, è per il tuo bene. Ora vado, confido nei tuoi fratelli.- fece andandosene. Mikey fissò i fratelli, implorandoli con lo sguardo, ma non ci fu verso.
-Dai, mangia.- disse Leo, ridendo, mentre gli accarezzava i capelli
-Uffa!- brontolò, prendendo, di malavoglia la forchetta -Però appena esco di qui, posso mangiare la pizza?- chiese con un sorriso, i tre si guardarono, per poi scoppiare a ridere
-Certo, ma ora mangia.- affermò Donnie. 
Dopo quel pranzo, iniziò a divertirsi con i suoi fratelli, facendogli scherzi, grazie, sopratutto ai palloncini d'acqua che aveva preso in prestito dal pagliaccio dell'ospedale. Gli buttò maggiormente a Raph, che lo rincorse infuriato per tutto l'istituto medico, anche se, in realtà si stava divertendo molto; mentre il fratellino se la rideva, scappando ovunque, inseguito sia dai fratelli che dalle infermiere che tentavano di bloccarlo, visto che faceva troppo baccano, disturbando tutti i pazienti. Alla fine, fu Spllinter a fermare quella specie di acchiapparello, troppo prolungato. Gli rimproverò, ma non troppo, capendo lo stato d'animo del più giovane, che si sentiva finalmente libero. Così, Splinter gli suggerì di giocare nella camera di Mikey, ma sempre senza fare baccano; loro accettarono, e corsero, euforici a divertirsi, ancora; con grande felicità, da parte del più piccolo.

Trascorsero i giorni ed i fratelli e Splinter li passarono, maggiormente con Mikey, in ospedale. E finalmente, dopo una settimana venne dimesso. 
Ora, nella sua camera, stava disegnando su un foglio, seduto sulla sua scrivania. Appena ebbe finito, scese, di corsa le scale arrivando in soggiorno. Trovò i suoi fratelli, seduti sul divano, insieme a Splinter a discutere, ed appena lo notarono, gli sorrisero.
-Ehi, come mai così gioioso?- chiese curioso, Leonardo, mentre il più piccolo si avvicinava gioioso.
-Per questo. Vi piace?- chiese, sfoggiando un disegno di loro cinque, tutti insieme, fatto ad opera d'arte
-Wow!- esclamò Raph, davvero stupito dalla dote artistica del minore e, scompigliandoli i capelli.
-Vedo che il nome è tutto un programma.- ironizzò il genio, sul fatto che il più piccolo si chiamasse come il famoso pittore
-Ma sei bravissimo!- si complimentò Leonardo con un sorriso, mentre lui rise avvolgendolo in un forte abbraccio, che coinvolse anche agli altri due. Splinter osservò, intenerito la scena, prendendo, poi il disegno e decidendo di incorniciarlo, per appenderlo sul muro.
-A chi va una partita?- domandò, poi, tra le risa, Michelangelo, prendendo, poi, di corsa il joystick
-Io. E sta volta vincerò!- si fece avanti Raphael sedendosi accanto al fratello, mentre si unirono anche gli altri. Alla fine la giornata si concluse tra mille risate e con qualche fetta di pizza. 
Ormai Mikey era ciò che non era da troppo tempo; felice. E finalmente aveva riavuto quello che gli era stato sottratto con tanta avidità da quel mondo crudele, scoperto troppo presto; una famiglia. La sua famiglia. Loro erano insieme, proprio come tempo fa, in quell'orfanotrofio. 
Erano di nuovo uniti, erano quello che erano sempre stati. Fratelli.

The End

N.d.A.
E' finita, e non sapete come mi dispiace. :/
Mi mancheranno le emozioni che ho lasciato in questi capitoli. Comunque, ringrazio chi l'ha seguita e chi ha lasciato commenti. Grazie a tutti. :*
A presto. :)
Io_amo_Freezer. <3

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