Vacanze romane

di _Atlas_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vacanze romane ***
Capitolo 2: *** Un americano a Roma ***
Capitolo 3: *** Camera d'albergo ***
Capitolo 4: *** Io so che tu sai che io so ***
Capitolo 5: *** Amarsi un po' ***
Capitolo 6: *** La dolce vita ***
Capitolo 7: *** Arrivederci Roma ***



Capitolo 1
*** Vacanze romane ***



1.

Vacanze romane




"Ha intenzione di tenere il broncio per tutta la durata della vacanza?"

Virginia Potts sorrise adorabile. Sorrise perchè se avesse avuto il coraggio di parlare o di fare qualsiasi altra cosa, le conseguenze sarebbero state agghiaccianti, soprattutto per il suo interlocutore.

"Senta, mi sembrava di essere stato chiaro: quando torneremo a casa mi occuperò personalmente di tutta questa faccenda, glielo prometto. Ma adesso lasciamoci tutto alle spalle: Iron Man, la conferenza, le Industrie...solo io e lei per qualche giorno. E Roma." l'uomo allargò le labbra in un sorriso assolutamente sfacciato e rincarò la dose "A Venezia eravamo stati bene, ricorda? Neanche quella volta voleva partire e invece poi mi ha costretto a prenotare per altri due giorni al Cipriani."

"Era stata una sua idea!" parlò finalmente la donna, sorpresa di dover discutere di nuovo su una questione che riteneva chiusa da almeno due anni.

"Ancora con questa storia? Era stata lei a dirmi di rimandare la partenza, mi aveva pregato di farlo..."

"Ero ubriaca..." sillabò, arrossendo di colpo al ricordo di quella serata. Chiaramente era stata colpa di Tony anche in quell'occasione, ma evitò di specificarlo per non dover discutere con lui anche di quello, di nuovo.

"Questo me lo ricordo bene" disse infatti Tony, facendola arrossire ancora di più.

"...e così ha approfittato di me."

"Santo cielo, non lo farei mai!" si finse inorridito, ma solo per sperimentare quanto il viso della sua assistente potesse resistere prima di prendere fuoco.

Pepper incrociò le braccia sul petto e gli rivolse lo sguardo più gelido di cui era capace "Sa una cosa? Mi ha veramente stancata" proferì, riuscendo pian piano a tornare di un colorito semi-normale.
"Non faccio altro che rimediare ai suoi guai, tutti i santi giorni. E lei continua a scherzare, continua a fare finta di niente..."

"Era solo un gioco! Stavo scherzando..." si difese l'uomo.

"Non è mai solo un gioco, Tony! Lei non capisce, non ci pensa nemmeno!"

"Sì può sapere di cosa stiamo parlando adesso?" chiese iniziando ad agitarsi.

"Lo sa benissimo" appurò la donna "Ha confessato di essere Iron Man solo ventidue ore fa e adesso ci troviamo su un aereo diretto a Roma. A Roma! Ecco di cosa stiamo parlando, Tony."

"Mi sembrava di averle chiesto se preferiva andare a Parigi" disse non riuscendo proprio a trattenersi. Quella discussione lo stava facendo sentire improvvisamente a disagio.

"Continui pure" commentò la donna abbassando la voce, indecisa se essere più arrabbiata o delusa dal suo comportamento.

"Va bene, ho esagerato. Non volevo" si arrese infine Tony "Ma ho bisogno di questa vacanza, dico davvero. So bene cosa mi attende al nostro ritorno e proprio per questo voglio godermi qualche giorno di...tranquillità. Può capirmi?"

"Sinceramente? No."

Per Tony fu una pugnalata allo stomaco.

"Io non capisco perchè prima deve mettersi nei guai e poi fare di tutto per evitarne le conseguenze. E' facile scappare, ma ogni tanto dovrebbe prendersi le sue responsabilità, ci ha mai pensato a questo?"

"Sono stato prigioniero per tre mesi, signorina Potts, e nel frattempo ho avuto modo di riflettere su molte cose, mi creda" disse serio "Ci ho pensato a lungo, ho fatto quello che andava fatto e ora sono qui. Roma mi aspetta e a meno che non decida di saltare giù dall'aereo proprio adesso - cosa che per altro le sconsiglio - Roma aspetta anche lei."

Pepper avrebbe voluto replicare, avrebbe davvero voluto gridargli contro tutto ciò che c'era di sbagliato in quello che stavano facendo, ma decise di stare zitta e di assecondare l'ennesima pazzia dell'uomo.
E non perchè le aveva appena ricordato quello che aveva vissuto solo poche settimane prima, e nemmeno perchè si era sentita improvvisamente in colpa ascoltando le sue parole. Semplicemente, si disse, l'idea di saltare giù dall'aereo non era particolarmente invitante.

 
* * *



Abituati com'erano al caldo afoso della California, il vento primaverile che incontrarono appena arrivati a destinazione fu un vero toccasana.
Tony si passò una mano fra i capelli scompigliati e indossò i suoi Ray Ban nuovi di zecca, scendendo dalla scaletta dell'aereo con uno charme degno di un divo hollywoodiano. Pepper gli stava dietro e sebbene avesse avuto ben sei ore per dimenticare di essere molto arrabbiata con lui, ancora non riusciva a guardarlo in faccia senza che l'impulso di prenderlo a sberle emergesse nella sua mente. Comunque, per orgoglio personale decise di tenere il broncio ancora per un po'.

"Da questa parte, signori" li invitò uno steward accompagnadoli verso un'auto pronta a scortarli fino all'hotel in cui avrebbero soggiornato.

Per i primi cinque minuti di viaggio nessuno parlò, d'altra parte era difficile per due cittadini americani non essere attratti dalla vita frenetica delle strade di Roma e l'autista che li stava conducendo nel pieno centro della capitale direttamente da Fiumicino, ogni tanto si divertiva a guardare le loro espressioni dallo specchietto retrovisore.

"Ha perso la lingua per caso?" chiese a un tratto Tony, deciso a spezzare quel silenzio che era calato fra lui e la sua assistente.

"Sto cercando di non pensare al fatto che dovremmo trovarci dall'altra parte del mondo"

"Capisco. Beh, siamo a Roma ormai, cerchi di godersi la vacanza" disse abbassando il finestrino con l'intento di osservare il panorama, ma trovando davanti a sè solo una lunga e disordinata fila di macchine ferme a un incrocio.
Dopo dieci minuti di attesa nel traffico, l'austista si voltò verso di loro: "Chiedo scusa" disse pacato prima di abbassare il finestrino al suo fianco e mostrare una grande padronanza della situazione.

"AHO', CHE C'HAI PRESO 'A RESIDENZA A 'STO SEMAFORO?!" gridò diretto a qualcuno circa quattro macchine più avanti "Vedi de spicciatte!"

Tony deglutì.
Non ne sapeva quasi niente di italiano, ma percepì una certa tensione nell'aria ed era sicuro che non provenisse soltanto dallo sguardo di Pepper puntato pericolosamente sul suo viso. Si voltò con cautela e incrociò i suoi occhi azzurri che mai aveva visto così minacciosi.
"Ehm...siamo ancora in tempo ad andare a Parigi."

Passato il primo momento di sconforto Pepper decise che continuare a tenere il broncio non sarebbe servito a nulla, così iniziò a guardarsi intorno cercando di dare un senso a quei giorni di "pausa" e renderli quanto meno dignitosi, nonostante tutto.
L'hotel Fontana era situato a due passi da Piazza di Spagna e una volta giunti a destinazione la donna capì che anche in quell'occasione Tony aveva scelto probabilmente uno degli hotel più lussuosi e costosi della zona.

"Le piace?" le chiese l'uomo andando verso la reception "Non ho voluto esagerare questa volta..."

Pepper lo guardò di sbieco e lo seguì, già immaginando di doversi arrabbiare con lui per non essere riuscito - come d'abitudine - a prenotare due stanze differenti e/o non comunicanti fra loro.
Fu parecchio sorpresa quando si accorse che le stanze erano sì molto vicine, ma assolutamente divise l'una dall'altra.

"Non ci credo...come ha fatto?" chiese scettica.

"E' delusione quella che leggo nei suoi occhi, signorina Potts?" ribattè lui sfrontato.

"Sollievo" precisò Pepper avviandosi da sola verso la sua camera.





NdA
Non chiedete. Non volete davvero sapere perchè mi sono dedicata a un'altra long pur avendone ancora tre da continuare.
Diciamo che mi mancano i Pepperony di una volta - mancanza a quanto pare condivisa da molti - così niente...li ho spediti entrambi a Roma per una vacanza di qualche giorno, in ricordo dei vecchi tempi.
Ammetto di essermi divertita un sacco a scrivere i primi capitoli e non vedo l'ora di finire anche gli altri :P
La storia riprende in grosso modo i punti principali del film Vacanze Romane, con Audrey Hepburn e Gregory Peck, location comprese, a parte qualche modifica qua e là. I capitoli successivi invece avranno i titoli di alcuni film ambientati a Roma.
Spero possa piacervi l'idea e, se vi va, fatemi sapere che ne pensate.
A presto
_Atlas_


P.S. Sinfonia d'Inverno verrà aggiornata sicuramente, solo non in questo periodo :P


 

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Capitolo 2
*** Un americano a Roma ***


 

2.

Un americano a Roma





Quando Virginia si chiuse alle spalle la porta della camera, rimase estasiata.
Tony Stark era sì un uomo egocentrico e presuntuoso, spesso irritante e intrattabile, ma in fatto di gusti davvero non gli si poteva rimproverare nulla.
La stanza era arredata con eleganza, in uno stile che richiamava sia il moderno che il classico, quel giusto compromesso che Pepper aveva sempre gradito molto.
Abbandonò la valigia ai piedi dell'enorme letto matrimoniale e si avvicinò al terrazzo che affacciava sulla via principale del centro. Osservando meglio, Pepper riconobbe in lontananza la scalinata di Piazza di Spagna e nonostante tutto pensò che non fosse poi così male trovarsi dall'altra parte del mondo in un momento come quello.
Prendersi una pausa dopo gli ultimi avvenimenti l'avrebbe aiutata ad affrontare meglio ciò che l'attendeva a casa e quindi tanto lavoro e ben poco relax.
Un improvviso toc toc la riportò alla realtà, ricordandole che essere in vacanza con Tony Stark non avrebbe mai potuto offrirle tutto il relax di cui avrebbe avuto bisogno.
Sospirò aprendo la porta e se lo trovò proprio davanti: sorriso a trentadue denti e sguardo pieno di sè.

"Le piace, non è vero?" le domandò sbirciando alle sue spalle per osservare la stanza.

Pepper alzò un sopracciglio e incrociò le braccia sotto al seno.

"Faccia pure l'indifferente, si vede lontano un miglio che è soddisfatta. Scommetto che ha già testato il materasso, è abbastanza soffice per lei?" insistette l'uomo.

"Tony..."

"Se non gradisce posso fare lamentele al personale, sa che adoro farlo."

"Tony."

"Il bagno l'ha visto? Le saponette sono straordinarie, le ha sentite? Ne ho già messe due in valigia, per non parlare degli asciugamani..."

"Tony!"

"Avanti, mi dica che le piace!" la supplicò infine.

Pepper sbuffò, ripensando a tutta quella riflessione sulla pausa lavorativa, sul relax e sulla concentrazione.
Già, concentrazione. Grazie al cielo riusciva sempre a conservarne un po' per sopravvivere a circostanze come quella.
"Mi piace, va bene?" esclamò seccata "E' tutto bellissimo, Tony: le tende, i mobili, il pavimento, il letto che no, ancora non ho avuto modo di provare. E' tutto meraviglioso e mi creda, lo sarebbe ancora di più se mi lasciasse almeno dieci minuti di privacy. Che ne dice?"

L'uomo la osservò imbambolato per qualche istante, giusto il tempo necessario per realizzare qual era stato il vero motivo che lo aveva spinto a bussare alla sua porta.
"Ehm, certo. Giusto. In realtà ero venuto per dirle...devo andare a sbrigare una commissione. Importante."

"Adesso? Qui?"

"Sì, più o meno. Sono anche in ritardo, veramente. Sarò di ritorno tra un'ora, mi aspetti nella hall."

Pepper lo vide allontarsi sgambettando qua e là come un bambino felice e non si chiese nemmeno che tipo di commissioni urgenti dovesse sbrigare proprio a quell'ora nel pieno di centro di Roma.
Richiuse la porta e una volta sola si lasciò sprofondare sul letto, realizzando che sì, il materasso era decisamente confortevole.

*

Un'ora e cinque minuti più tardi, Pepper sorseggiava un caffè espresso nella hall dell'albergo. Dopo un'ulteriore riflessione circa la dubbia moralità di quella vacanza, alla fine era riuscita a considerarsi non più arrabbiata con Tony, bensì tollerante, complice nel cambio d'opinione anche un lungo bagno rilassante al profumo di lavanda (e a proposito, le saponette erano davvero straordinarie).
Virginia era talmente rilassata in quel momento che non si scompose più di tanto nemmeno quando Tony Stark si presentò dall'altro lato della strada strombazzando qua e là in sella a una Vespa.

"Era questa la commissione importante di cui doveva occuparsi?" gli chiese stupita raggiungendolo sulla strada.

Tony si ravviò i capelli e si tolse i Ray-Ban sistemandoli nella tasca interna della giacca.
"Esatto. Le piace?"

"A cosa le serve?" lo ignorò Pepper incrociando le braccia sul petto.

"Per girare in città, mi sembra ovvio! Come facevano Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane"

Il commento lasciò Pepper piacevolmente sospresa: "Sta scherzando? Ha davvero visto quel film?"

"Già. Fa parte del bagaglio culturale lasciatomi in eredità da mia madre, insieme al pianoforte in salotto e ai tre volumi della Divina Commedia conservati in qualche angolo della casa. Mai aperti" spiegò sorridendo "Comunque, il modello della Vespa è proprio quello che si vede nel film: una 125 Farobasso verde metallizzato. Che ne dice?"

Pepper non potè fare a meno di sorridere e sfiorò con le dita la superficie dello scooter.
"Vuole davvero spostarsi per le vie di Roma con questa?"

"Certamente"

"E' sicuro di saperla guidare? Le cose sono un po' cambiate dal 1953" gli fece notare, non osando immaginare il caos in cui da lì a poco sarebbero finiti.

"Andiamo Pepper, è come guidare una bicicletta!"

*


Virginia pensò di aver preso troppo seriamente la questione della tolleranza. Un conto era seguire Tony Stark per una vacanza a Roma in un momento abbastanza critico per la vita di entrambi; un conto era lasciarsi convincere a vagare per le strade della città in sella a una Vespa con Stark alla guida.

"Potts, secondo lei che significa "te possin'ammazzà!" ?!" le urlò Tony sfrecciando in direzione Piazza Venezia, davanti a loro la maestosità dell'Altare della Patria.

"Non qualcosa di positivo, immagino. Potrebbe fare più attenzione alla strada, per favore?!" ribattè nervosamente lei, appigliandosi al busto dell'uomo come avrebbe fatto un koala con una pianta di ecaulipto.
Tony invece sembrava essere a proprio agio. Certo, guidare una Vespa per le vie di Roma non era di sicuro una delle sue abilità più grandi, ma a giudicare dalle sue risate si stava divertendo un mondo.

"Tony rallenti, la prego!" farfugliò Pepper lottando contro il vento che le aveva portato in bocca qualche ciocca di capelli e che le aveva pericolosamente alzato il vestito blu che indossava.

"A BELLA!!!" gridò un giovane sfrecciando in auto accanto a loro e puntando lo sguardo sulle gambe semiscoperte di Pepper.

"Oh, questa credo di averla capita" commentò lei a bassa voce arrossendo furiosamente.
Fu costretta tuttavia ad ammettere che, sebbene la confusione e i modi di fare delle persone non erano più quelli del 1953, la città era incantevole proprio come l'aveva sempre immaginata e che, anche quella volta, aveva fatto bene a seguire l'ennesima stravagante idea del suo capo.


* * *


Quattro giri della piazza e un mancato incidente più tardi, Virginia aveva in definitiva abbandonato l'idea della tolleranza ed era assolutamente e incondizionatamente fuoriosa con Stark.

"Mi chiedo come le sia venuto in mente! Andare a quella velocità...per poco non ci ammazzavamo!" gli urlò gesticolando in modo incontrollato.

Avevano parcheggiato la Vespa nei pressi di una Piazza di Spagna gremita di gente e Tony pensò che in effetti Roma mancava nella sua lista personale di città in cui aveva ricevuto sfuriate da parte di Pepper. Scrollò le spalle e si avvicinò di qualche passo alla donna.
"Le ho già chiesto ampiamente scusa, mi pare. Ora, se non le spiace, ci terrei a passare il resto della giornata senza litigare, chiedo troppo?"

Pepper sgranò gli occhi "Parla come se fosse colpa mia! E' stato lei a..."

"Che palle!" borbottò Tony "E' stata colpa mia, gliel'ho già detto mille volte! Le sto solo chiedendo di lasciar perdere per una volta e di rilassarsi! Di cosa ha bisogno, di un massaggio? Posso rimediare. Oppure di un bel bagno in vasca idromassaggio? Quando arriviamo in albergo..."

"Oh, per favore! Crede di comprarmi così? Vorrei solo che..."

"Cosa? Me lo dica, vedo che posso fare"

"...che lei fosse più responsabile. Che fosse meno incosciente o...deve sempre cacciarsi nei guai" disse abbassando di colpo il tono di voce e assumendo un'espressione delusa.
Tony deglutì e la guardò spaesato, non riuscendo a comprendere fino in fondo la sua reazione. Non era di certo la prima volta che lo rimproverava per essere stato troppo avventato, eppure aveva percepito qualcosa di diverso nel suo tono di voce.

"Senta...mi dispiace. Dimentichiamoci tutto: siamo a Roma, troverò il modo per farmi perdonare" disse abbozzando un sorriso.

Pepper sospirò e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio "D'accordo."

"Le va un gelato?"



NdA
E niente...la vacanza vera e propria è iniziata.
Il modello della Vespa è davvero quello presente nel film con la Hepburn e mi piaceva l'idea che Tony e Pepper girassero la città proprio come accade nel film, tanto più OOC di così non posso andare :P
Il titolo del capitolo invece riprende quello di una commedia del 1954 con Alberto Sordi.
I prossimi capitoli arriveranno presto, nel frattempo spero di riuscire ad aggiornare Sinfonia d'Inverno!
Alla prossima,
_Atlas_

 

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Capitolo 3
*** Camera d'albergo ***


3.

Camera d'albergo




Seduta sulla scalinata di Piazza di Spagna e con un gelato alla nocciola tra le mani, Pepper era riuscita a ritrovare la pace interiore dopo il burrascoso inizio della giornata.
Chissà quanto durerà, pensò concedendosi un sospiro.

"Cosa le avevo detto in aereo?" le chiese Tony scrutandola attentamente, come se fosse in attesa di qualcosa.
La donna lo osservò con aria interrogativa mentre affondava il cucchiaino nel suo gelato.

"Il broncio, Pepper. Ce l'ha da quando siamo partiti..." la ammonì con la bocca piena.

"Oh, per favore" ribattè la donna "Se lei si comportasse in maniera diversa..."

"...non è carino."

"...forse eviterei di farlo."

"Insomma, è terribilmente sexy, ma..."

"Tony!" esclamò Pepper rossa in viso.

"Che c'è?" chiese l'uomo con sguardo innocente "Guardi che era un complimento."

La donna sospirò di nuovo e lo guardò seccata "La smetta. Non è divertente..."

"Invece lo è, Potts. Lei non sa quanto..." rispose Tony prima di avvicinare una mano alle labbra della giovane e rimuovere con l'indice un po' di gelato che le era rimasto all' angolo della bocca. Infine si portò il dito alle proprie labbra e lo assaporò.

Pepper, se possibile, divenne ancora più rossa e si voltò dall'altra parte, decisa a ignorare quell'ennesima provocazione da parte del suo capo.
Era incredibile come riuscisse a farle perdere le staffe e allo stesso tempo essere così incredibilmente...
Smettila, Pep- Virginia.

Per sua fortuna il pomeriggio passò senza causarle troppo danni, anzi, fu costretta ad ammettere di essersi proprio divertita. Certo, visitare Roma con la frenesia e la curiosità di Tony era sfiancante, ma in fondo aveva vissuto esperienze peggiori.
Le visite al Pantheon e al Colosseo l'avevano entusiasmata tantissimo, del resto negli anni aveva sempre coltivato autonomamente la sua passione per l'arte e girovagare in una città come Roma avrebbe potuto solo renderla felice.
Diversamente si può dire per Tony Stark, che in appena due ore di cammino era riuscito a comprarsi due paia di occhiali da sole con prezzi da capogiro, un orologio e sei o sette paia di scarpe assolutamente indispensabili, a sua detta.
La situazione aveva iniziato a prendere una brutta piega quando decisero di tornare in albergo, giusto il tempo necessario per darsi una sistemata e di scappare a cena fuori.
"Pepper, ho già avvistato un paio di ristoranti promettenti. Vedrà che le piaceranno" le aveva assicurato Tony un attimo prima di trovarsi coinvolto in una discussione a due passi dalla reception.

"Signor Tong, con tutto il rispetto, le ho già ripetuto più volte che la camera da lei richiesta non è attualmente disponibile, dev'esserci stato un errore con la prenotazione" disse pacato il concierge dell'albergo.

"E io le ho detto che non mi interessa. Ho prenotato due mesi fa e mi aspetto di ricevere il servizio che mi avevate promesso" ribattè stizzito un uomo sulla cinquantina, di nazionalità cinese.

"Signore, la 322 è attualmente occupata da..."

"...da me, in persona" si intromise Tony togliendosi gli occhiali e sorridendo ai due "C'è qualche problema, concierge?"

"No signor Stark, è tutto sotto..."

"Ovvio che sì!"

Risposero entrambi all'unisono.

"Ho prenotato questa stanza mesi fa e non intendo rinunciarvi" riprese il cinese con testardaggine.

"Signor Tong, l'hotel è attualmente al completo e a meno che non capiti un imprevisto, non credo riuscirà a pernottare qui. Mi rincresce tantissimo, provvederò io stesso a risarcirla fino all'ultimo centesimo."

"Possiamo trovarle un altro albergo!" propose Tony vagamente a disagio.

"Non mi interessa! Non è colpa mia se voi italiani siete incapaci di svolgere il vostro lavoro! Siete un popolo di nullafacenti!" brontolò quello di tutta risposta, non lasciandosi minimamente intimorire dall'espressione mortificata del concierge.

Pepper, che nel frattempo aveva assistito alla scena rimanendo in silenzio, ci mise poco a capire come avrebbero dovuto risolvere la situazione. Non che ne fosse entusiasta, per intenderci, ma tra un concierge visibilmente in difficoltà, un cinese estremamente irritante e un Tony Stark incredibilmente innocente, la soluzione non avrebbe potuto che essere una.

"Scusate l'intrusione..." disse schiarendosi la voce "...stavo pensando che forse una soluzione ci sarebbe."

"Davvero?" chiese speranzoso il concierge.

"Davvero?" chiese anche Tony, incuriosito.

"Sì, insomma, pensavo che se io e, uhm, il signor Stark dividessimo la mia camera...il signor Tong non perderebbe la sua prenotazione e...il problema si risolverebbe" spiegò avvampando e combattendo contro l'imbarazzo che l'aveva sommersa da capo a piedi.

A quelle parole gli occhi del concierge si illuminarono e si posarono su quelli del miliardario – americano – in attesa di una sua risposta.
Tony, che era rimasto piacevolmente colpito dall'entrata in scena della sua assistente, per una volta in vita sua si trovò in diffcoltà.
"Trovo impeccabile la soluzione proposta da lei, signorina Potts, sa che accetterei senza esitazioni" le disse con un lieve sorriso "Ma credo che per questa volta dovrò rinunciare. Non me ne voglia, signor Tong, ma la situazione è un po'...direi tanto...ehm, complicata" concluse non senza difficoltà e lasciando i presenti a bocca asciutta.
Pepper, in particolare, aveva colto qualcosa nelle sue parole che non era riuscita a comprendere.

"E' serio?" chiese titubante.

"Sì, Pepper. So che la cosa la scovolge, ma sono serio."

Un silenzio imbarazzante calò sui quattro, in particolare fra capo e assistente.

"E dunque? Non abbiamo risolto niente, vedo" commentò acido il cinese.

"Lei dovrebbe proprio darsi una calmata, lo sa?" lo rimbeccò stizzito Tony, che per quanto di presunzione ne avesse in abbondanza, quel tizio lo stava irritando non poco.

"Come si permette?" ribattè quindi quello.

"Tony..." lo chiamò di nuovo Pepper guardandolo implorante.
Si osservarono un'altra manciata di secondi, parlandosi attraverso lo sguardo ma senza capirsi come avrebbero voluto. Infine Tony cedette e accettò la proposta.

"D'accordo, va bene. Dividerò la stanza con la mia assistente e lei, signor Tong, se ne può anche andare a..."

"Perfetto!" intervenne il concierge evitando di far finire la serata in tragedia "Grazie per la sua collaborazione, signor Stark. Provvederemo a farle un sconto al termine del suo soggiorno, il suo aiuto ci è stato indispensabile."

"...a dormire nella sua stanza" concluse Tony osservando in cagnesco il cinese e voltandosi poi verso la sua assistente.

"A quanto pare dovremmo dividere il letto" disse spavaldo, ma stranamente serio in volto.

"A quanto pare..." gli fece eco Pepper, pensando di essersi illusa di aver avuto, per una volta, una camera d'albergo tutta per sè.
 
* * *

Dimenticato l'incidente di poche ore prima, i due vacanzieri decisero di andare a cena in un noto (e parecchio costoso, anche) ristorante a due passi da Piazza di Spagna.
Pepper aveva insistito a rimanere vicino all'albergo, del resto dopo diverse ore di viaggio e una giornata passata a camminare per le vie della città, la stanchezza aveva iniziato a farsi sentire.
Senza contare poi che Tony Stark non era certo un soggetto facile da gestire in vacanza.
Al ristorante era riuscito a sgraffignarsi due piatti di carbonara che Pepper sarebbe riuscita a mangiare nell'arco di tre giorni, una bottiglia di vino pregiatissimo e un pezzo di dolce che lei aveva visto solo da lontano.
Ma si era divertita anche lì e per quanto si sforzasse di ingnorarlo, doveva riconoscere che la compagnia di Tony era piacevole più di quella di chiunque altro.
Arrivati in albergo sentì crescere sempre di più la tensione: dividere la camera con il suo capo era una cosa che l'aveva sempre messa in soggezione, non tanto per il comportamento dell'uomo – che del resto non si era mai permesso di muovere un dito di fornte ai suoi rifiuti – quanto più per le chiacchiere che avrebbe potuto fare la gente.
Si disse che quella volta era stata spinta da necessità più importanti e che non avessero nulla a che fare con i soliti capricci dell'uomo, tuttavia la tensione che sentiva non era dovuta solo a quello.
Tony si era comportato in modo strano e anche adesso che era appena entrato in camera sembrava si sentisse a disagio.

"Si può sapere che le prende?" chiese in tono scherzoso ma senza esagerare.

L'uomo la osservò perplesso e Pepper ci mise un nanosecondo a capire che stava solo fingendo.
"Che mi prende?" chiese retorico "Io sto benissimo, Potts."

"Si comporta in modo strano."

"In che senso?"

Pepper sbuffò, pensando che a volte sembrava proprio un bambino "Nel senso che una volta avrebbe fatto salti mortali pur di dividere una stanza d'albergo con me e invece adesso ne sembra quasi dispiaciuto" disse scocciata e pensando solo dopo quali effetti avrebbe potuto avere quella frase detta in quelle circostanze.

"Quindi lei si sta preoccupando di non vedermi entusiasta di dover dividere il letto con lei?" chiese godendosi l'imbarazzo della donna.

"Sa bene quello che volevo dire, signor Stark. La smetta di interpretare a suo piacimento ogni cosa che dico" disse quella sperando di risultare convincente e il più distaccata possibile.

"C'è da dire che me le serve su un piatto d'argento...Comunque e per inciso, non sono affatto dispiaciuto di dover dividere il letto con lei, Pepper..."

"Tony!"

"...ma, per una volta, avrei preferito che le cose fossero andate diversamente. Tutto qui" spiegò vago e con un tono di voce che non lasciava spazio a ulteriori obiezioni e chiarimenti.

D'altra parte Pepper rinunciò al dialogo, anche perchè se avesse parlato ancora sarebbe probabilmente riuscita a fare l'ennesima gaffe di fronte al suo capo. Quindi optò per il silenzio e sperò che le cose procedessero per il meglio.
Tony la osservò chiudersi in bagno e sorrise tristemente, pensando che dopotutto la vicinanza della donna avrebbe solo potuto essergli d'aiuto.




NdA
Dopo mesi ho finalmente trovato il tempo e la voglia di continuare questa long, ringraziate WildestDream per questo, perchè ultimamente si sta divertendo a riesumare la mia autostima e quindi gnnieeente, eccomi di nuovo qui.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e a questo punto spero a presto, tanto io devo giusto fare quattro esami nel giro di dieci giorni e....ahahah mi viene da piangere perchè invece di studiare penso a scrivere fanfiction, lel.
Il titolo del capito è come sempre quello di un film e in questo caso si tratta di una pellicola di Mario Monicelli del 1981.
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere, alla prossima!
_Atlas_

P.S. E un bacione immenso a WildestDream, che se lo merita tutto <3

 

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Capitolo 4
*** Io so che tu sai che io so ***



4.

Io so che tu sai che io so




Alle tre di notte gli occhi di Tony Stark erano ancora spalancati nel buio.
Sarebbe stato bello se lo fossero stati anche quelli della sua assistente, magari un po' più vicina al suo fianco e non rannicchiata dalla parte opposta del letto, correndo per altro il rischio di cadere sul pavimento. Sarebbe bello, pensò, soprattutto perchè il motivo che lo teneva sveglio a quell'ora della notte era decisamente di un'altra natura.
Non si era ancora del tutto abituato al reattore arc, per esempio. Nonostante fosse ormai passato un mese dal suo viaggetto in Afghanistan, quella presenza innaturale nel suo petto lo faceva sentire a disagio e strano.
Fosse solo questo, poi.
Già, perchè per quanto se ne dicesse di Tony Stark, nessuno aveva mai osato definirlo una persona instabile, insicura o tantomeno fragile, o almeno se le ultime vicende che lo avevano coinvolto fossero state lasciate da parte.
Nelle ultime settimane dovette combattere contro se stesso e contro la sua mente per realizzare che sì, Tony Stark era diventato decisamente un uomo fragile; gli incubi lo tormentavano ogni notte e spesso si svegliava in un lago di sudore, con il cuore palpitante e il fiato corto. Era terribile e stava diventando pericolosamente insopportabile.
Tuttavia, poichè gli rimaneva un briciolo di dignità e orgoglio, aveva deciso di nascondere di sana pianta quelle sue debolezze, di armarsi di sorrisi sornioni e battute pungenti e infine di chiuderla lì. Le paure sarebbero scomparse col tempo.
Si voltò lentamente, percependo appena il corpo di Pepper muoversi sotto le coperte per cercare una posizione più comoda; la osservò con un mezzo sorriso stampato sul volto e pensò che quella vacanza avrebbe fatto bene a entrambi, dopotutto.
Un sospiro, chiuse gli occhi e li riaprì subito dopo; intanto l'orologio alla parete segnava le quattro e tre minuti.

 
* * *


L'indomani Pepper si svegliò alle otto in punto. Rimase qualche istante nel letto prima di rendersi conto che Tony doveva essersi alzato molto presto e che probabilmente era già andato a combinare guai in qualche vicolo di Roma.
Si stiracchiò qualche secondo e notò i pallidi raggi del sole che illuminavano appena la stanza, lasciandole presagire che la giornata sarebbe stata incantevole e decisamente primaverile.
Con in mente quel pensiero positivo si alzò e si avviò verso il bagno con l'intenzione di farsi una doccia.
Aprì la porta e...
"Tony!"

"Pepper!"

"Tony!" esclamò di nuovo chiudendosi la porta alle spalle e desiderando di scomparire ora, ti prego fammi sparire ora.
Era stato una frazione di secondi, ma erano bastati per farle vedere ciò che non avrebbe dovuto affatto vedere.
Ok, calmati Pepp- Virginia. In fondo non era neanche nudo, insomma, non era del tutto nudo...perchè grazie a Dio ha avuto l'accortezza di coprirsi con l'asciugamano. Ma sì, in fondo era nudo, lo sai benissimo.

"Eccomi" disse Tony pochi minuti dopo uscendo dal bagno, fresco di doccia "Può anche togliersi le mani dalla faccia, sono vestito. E comunque avrebbe potuto bussare..." concluse trattenendo a stento una risata.

"Sì, beh, e lei avrebbe potuto chiudersi a chiave visto che non è neanche camera sua" ribattè la donna, rossa come un peperone e consapevole di aver appena pronunciato una frase priva di senso logico.
Pazienza, tanto peggio di così...
Filò dritta in bagno senza neanche degnare l'uomo di un misero sguardo, mentre lui gongolava sorridente come una ragazzina con gli ormoni impazziti.



Circa un'ora dopo stavano facendo colazione insieme nella hall dell'albergo; Pepper era ancora imbarazzata per l'incidente accaduto poco prima e si irritò ancora di più quando l'uomo decise che girare il coltello nella piaga era diventato il suo nuovo passatempo preferito.
"Si sente bene? Ha una faccia..." le fece notare, nascondendo un sorriso dietro a una tazza colma di cappuccino "Di solito di fronte a certe cose reagite in maniera, come dire...diversa" aggiunse.

Pepper ridusse gli occhi a due fessure e digrignò i denti.
"Fossi in lei mi preoccuperei più delle borse che le incorniciano gli occhi. Non ha un bell'aspetto, lo sa?"

"Ho dormito male. Capita. E a parte questo la mia faccia è perfetta come sempre"

"Sì, certo. Come ho fatto a dubitarne...che sbadata" lo schernì la donna.

Tony sorrise sotto ai baffi e posò la tazza ormai vuota sul tavolino.
"Che ne dice di dimenticare l'incidente di poco fa e tornare a comportarci come due persone normali? Gliene sarei grato..."

"Ne sarebbe grato? Accidenti, questa sì che è bella..."

"Pepper, la prego"

La donna terminò a sua volta il cappuccino e addentò un cornetto alla crema "Qual è il programma di oggi?"

"Programma?" ripetè Tony perplesso "Non c'è nessun programma: Pepper, siamo in vacanza, quante volte devo ripeterglielo? Andiamo dove vogliamo" le sillabò facendole un occhiolino.

Pepper sospirò rassegnata e capì che l'unica cosa che le restasse da fare era lasciarsi trasportare dagli eventi.

 
* * *


Gli eventi – o per meglio dire, la Vespa – la trasportarono niente di meno che davanti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
"Che ci facciamo qui?" chiese scendendo dal motorino e guardandosi attorno. La chiesa era molto bella, nulla da dire, ma non era esattamente il posto in cui si sarebbe aspettata di arrivare, soprattutto in compagnia di Tony Stark.

"Sicuramente non a visitare la chiesa. Venga Potts" la invitò infatti Tony trascinandola per un braccio verso una parente adiacente all'edificio. Fu lì che la donna capì.

"La Bocca della Verità, sul serio?" chiese guardandolo perplessa.

"Certo! Ho sempre desiderato vederla..."

"Come no..."

"Scherza? Un monumento oscuro e intrigante come questo, capace di strapparti via la mano alla minima bugia...andiamo, chi non vorrebbe vederlo dal vivo?" esclamò l'uomo con entusiasmo.

"D'accordo, d'accordo. Ma mi risparmi la scena del film, la prego(*)" si portò avanti la donna, già immaginando il possibile spavento che avrebbe potuto prendersi.

"Nah...farò il bravo. Allora...chi comincia?" le chiese.
"Il giochino" spiegò poi osservando lo sguardo interrogativo della giovane "Io le faccio una domanda e la bocca deciderà se la risposta che mi darà sarà vera o falsa."

"D'accordo. Ma inizio io..." disse Pepper scrutandolo con sospetto.

Tony alzò le mani e la invitò a procedere "Croce sul cuore che dirò la verità..."

Pepper incrociò le braccia sotto al seno e pensò alla domanda.
"Vediamo...promette di rimediare a ogni cosa lasciata in sospeso una volta tornati a casa? Intendo la faccenda di Iron Man e della sua azienza, in particolare.
Nello specifico: vorrei evitare che di tutto il lavoro che resta da fare debba occuparsene la sottoscritta" concluse con sarcasmo.

Tony sorrise e annuì "Bene, è facile. Lo prometto" disse con solennità avvicinando la mano alla Bocca.
Attese qualche secondo, poi la ritirò compiaciuto.
"Visto? Basta essere sinceri..."

"Certo..." mormorò la donna pensando che al loro ritorno l'avrebbero attesa mesi e mesi e mesi di duro lavoro, se tutto fosse andato bene.

"Allora: adesso tocca a me. E' pronta?" le chiese poi l'uomo.

"Pronta."

"D'accordo...dunque: lei è segretamente innamorata di me ma ha una tremenda paura di ammetterlo in primis a se stessa e da questo ne deriva l' atteggiamento quasi sempre scostante e distaccato che ha nei miei confonti. Vero o falso?" concluse Tony mostrando un enorme sorriso raggiante.

"Cosa?! Non può chiedermi questo!" si ribellò la donna sentendosi avvolgere dall'imbarazzo.

"Davvero? E perchè mai?"

"Perchè...non è una domanda da fare! Che razza di domanda è, sono cose personali!" si infuriò diventando completamente e irrimediabilmente rossa come un peperoncino.

"Non capisco perchè la cosa la turbi tanto, è solo una domanda!"

"Non è solo una domanda, è una provocazione! Lei..." disse puntandogli contro l'indice della mano "...lei mi sta provocando" sillabò.

"Cosa?" si finse inorridito l'uomo, in realtà divertito dalla reazione della sua assistente "E' solo una domanda, santo cielo."

"Una domanda assolutamente falsa che lei non aveva il diritto di farmi."

"Non capisco perchè si agita tanto. Se la risposta è negativa non ha nulla da temere..." le disse Tony gustandosi il suo imbarazzo.

Pepper sembrò sul punto di prenderlo a schiaffi, ma si fermò quando la parte razionale della sua mente sembrò avere la meglio sull'imbarazzo: in effetti perchè scaldarsi tanto se l'insinuazione di Tony era indiscutibilmente falsa? E poi andiamo, si trattava solo di una stupida e vecchia leggenda.
"D'accordo. Così sia" disse quindi ricomponendosi; prese un sospiro a pieni polmoni e avvicinò la mano alla Bocca della Verità con estrema cautela.

"Più audace, Potts. Non morde se ha detto la verità."

Pepper gli sorrise digrignando i denti di nascosto e inserì ancora di qualche centimentro in più la mano.
Fu troppo tardi quando realizzò in che razza di situzione si fosse appena cacciata.

"AAARRGGHH!!" urlò Tony alle sue spalle facendola gridare a sua volta per lo spavento.

"TONY!!!" esclamò Pepper togliendo subito la mano e iniziando a dargli colpi a un braccio "Lei è un idiota! Non posso crederci! E' un maledettissimo..." continuò a lamentarsi tra le risate dell'uomo, che tra le altre cose era piacevolmente sorpreso da come si stesse evolvendo la giornata.

"Eddai Pep! Era uno scherzo!"

"Uno scherzo pessimo, avrei dovuto aspettarmelo" borbottò la donna cercando di nascondere il rossore che di nuovo le aveva colorato il volto.

"Andiamo, mi farò perdonare" le disse senza smettere di ridere.

"Continui pure, ne sta collezionando parecchie di cose da farsi perdonare..."

"Le va un gelato? Prometto di portarla nella migliore gelateria di Roma" le disse con un sorriso.

Pepper lo osservò rassegnata e si lasciò scappare a sua volta un timido e appena accennato sorriso.
"Ci vada piano con le promesse, signor Stark..."






NdA
Buondì! Come promesso sto cercando di continuare le long che ultimamente avevo messo da parte e ho pensato di aggiornare prima Vacanze Romane.
Che dire, questo capitolo era tutto diverso nella mia mente e non so se l'effetto"commedia" vi sia arrivato, ammetto di non essere proprio in grado di descrivere certe situazioni; la scena della Bocca della Verità è presente ovviamente nel film con la Hepburn ed è anche quella a cui fa riferimento Pepper non appena arriva sul posto insieme a Tony (per chi non avesse visto il film, Gregory Peck mettendo la mano nella Bocca della Verità finge che la statua gliela strappi via...)
Il titolo del capitolo invece è un film di Alberto Sordi uscito nel 1982; un po' azzardato, lo riconosco, ma tra i tanti mi sembrava il più adatto.
Un ultimo appunto circa la situazione di Tony: ovviamente ho cercato di limitarmi con l'angst, alla fine questa è una commedia e non mi sembrava appropriato sfociare nel drammatico (per una volta ve lo risparmio, amatemi <3).
Ora chiudo qui perchè sento la voce di Aristotele chiamarmi da lontano e devo assssssolutamente ascoltarla.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero a presto!
_Atlas_

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Capitolo 5
*** Amarsi un po' ***


5.

Amarsi un po'




La mezzanotte era passata da parecchio quando Tony e Pepper rientrarono in albergo e dopo una giornata piena come quella che avevano passato, erano entrambi stanchissimi.
Tony, che in effetti non dormiva da ventiquattro ore, crollò addormentato non appena posò la testa sul cuscino, complice in questo anche un'eccellente cena gustata sul terrazzo di un noto ristorante in pieno centro.
Pepper, ancora vagamente turbata per come si era evoluta la giornata – non riuscì a togliersi dalla mente la domanda ingannevole del suo capo per diverse ore – ci mise di più ad addormentarsi, mentre nel silenzio della notte continuava a ripensare alle parole di Tony e all'effetto che avevano avuto su di lei.

Erano circa le due quando riaprì gli occhi, sicura di aver sentito nella stanza qualcosa di insolito. Una manciata di secondi dopo il suono che aveva sentito si ripetè più forte e nello stesso istante percepì il corpo di Tony muoversi agitato sotto le coperte.
Aspettò un istante prima di verificare ciò che nella sua mente era già diventato certezza: l'uomo stava sognando e probabilmente qualcosa di molto brutto, perchè i lamenti e i gemiti che emetteva non erano per nulla rassicuranti.
Incerta su come comportarsi aspettò ancora, sperando che l'incubo andasse via e che tutto tornasse alla normalità.

"N-no...no..." lo sentì lamentarsi e Pepper non riuscì più a rimanere indifferente.

Si voltò dalla sua parte sperando che anche il minimo rumore potesse distrarlo dal sogno e tranquillizzarlo, ma invece i suoi lamenti divennero più intensi e quando iniziò a sentirlo gemere per mancanza di aria, decise di svegliarlo.

"Tony..." lo chiamò piano, senza ottenere risultato "Tony..."

In quello stesso istante Tony tossì violentemente e sbarrò gli occhi, realizzando solo in quel momento cosa stesse succedendo.

"Sta bene...?"

"Sì" mormorò alzandosi dal letto; aveva il viso sconvolto e cercava, senza riuscirci, di nascondersi dallo sguardo attento della donna. Infine, oppresso da un senso di umiliazione e dalle scene ancora vivide dell'incubo, si diresse verso il bagno e si chiuse la porta alle spalle.




Tornò nella stanza una trentina di minuti dopo, fresco di doccia e con un'espressione che si ostinava a mostrare un sorriso più finto che mai. Pepper non fece fatica a riconoscerlo e nel tempo in cui lui era stato in bagno aveva pensato parecchio a quel che era successo: non poteva dirlo con certezza, ma conoscendo Tony e il suo carattere da ormai molto tempo, era chiaro che quegli incubi avessero un'origine ben precisa.

"Sto bene, Potts" le disse lui allegro tornando a letto "E' stato solo un sogno poco piacevole, tutto qui."

"E' per questo che non ha chiuso occhio neanche ieri notte?" chiese Pepper ignorando il suo commento.

"Come?"

"O perchè questa volta ha preferito prendere le stanze separate...?"

Tony deglutì pensando che avrebbe tanto voluto mentirle, ma i suoi occhi profondi ed estremamente seri gli impedirono di farlo, così si limitò ad annuire.
"Beccato..." mormorò rassegnato.

"Da quanto tempo va avanti?" chiese quindi Pepper, cercando di nascondere la sorpresa per quella confessione.

"Più o meno da...poco. Qualche settimana. Ma non è niente di preoccupante, davvero. Torni pure a dormire." la rassicurò l'uomo, che d'altra parte stava iniziando a sentirsi a disagio, nonchè turbato.

"E' per quello che è successo in Afghanistan?" sussurrò Pepper, indecisa se continuare o meno quella conversazione.
Tony sospirò pesantemente e si lasciò cadere con la testa sul cuscino; si passò una mano sulle palpebre appesantite e prese fiato un'altra volta.
"Sì..." ammise senza aggiungere altro. Non aveva previsto una simile conversazione, soprattutto non a quell'ora e sopratutto non con Pepper.

La donna d'altra parte trovandosi in difficoltà non seppe bene comportarsi; una parte di lei avrebbe voluto tranquillizzarlo, rassicurarlo, ma la parte più razionale la costringeva a non spezzare ancora una volta quel legame professionale già abbastanza complicato.
Così si limitò a posare una mano sulla spalla dell'uomo, in un gesto che sperò potesse comprendere e che mirava a infondergli quella sicurezza che, all'improvviso, era scomparsa dal suo viso.
Tony le sorrise grato e ricambiò stingendole appena la mano, prima di chiudere gli occhi e sperare in un sonno meno agitato.
 
* * *


"Mmmm, questa è decisamente la carbonara più buona che ho mangiato da quando siamo a Roma" disse Tony assaporando l'ultimo boccone di pasta con sguardo soddisfatto.

Pepper rise del suo entusiasmo e fu costretta a dargli ragione, la cena era stata squisita e finalmente le era chiaro come mai la cucina italiana fosse sempre così apprezzata all'estero.
Inoltre la vista dal ristorante offriva un meraviglioso Castel sant'Angelo al tramonto e Pepper pensò con un pizzico di nostalgia che presto la vacanza sarebbe finita e con lei anche quell'atmosfera magica che solo a Roma era riuscita a vivere pienamente.

"Non è che per caso mi vuole chiedere di prolungare la vacanza?" le domandò Tony che evidentemente aveva interpretato bene il suo sguardo.

"No..direi che una settimana è più che sufficiente."

"Davvero? La sua faccia dice il contrario..."

Pepper arrossì appena e si schiarì la voce "Stavo solo osservando il panorama. Da qui è magnifico" disse giustificandosi.

"Oh...concordo" commentò osservandolo a sua volta "Che ne dice di fare due passi?"



Mezz'ora più tardi Castel sant'Angelo appariva immenso davanti ai loro occhi, silenzioso e brillante in quella serata primaverile.
Tony e Pepper passeggiavano lungo il ponte parlando del più e del meno, intervallando semplici conversazioni a battibecchi sfiancanti. Ad esempio quello sull'ennesimo invito dell'uomo a prolungare la vacanza a cui Pepper aveva dovuto mettere fine con minacce e ricatti.

"E comunque mancano ancora due giorni alla partenza..." chiarì prima che la sua coscienza riuscisse ad accusarla persino di spadroneggiare su quello che era a tutti gli effetti il suo datore di lavoro.

"Va bene, va bene...stavolta ha vinto lei" si arrese Tony affacciandosi dal ponte con aria pensierosa.
Era stata una giornata splendida, finalmente la sua assistente era riuscita a fargli apprezzare – si fa per dire – qualche opera d'arte classica e i monumenti più famosi, tuttavia il pensiero di quello che era accaduto durante la notte non lo aveva abbandonato un istante e sapeva che il silenzio di Pepper al riguardo era rispetto nei suoi confonti.
Nonostante questo però, si sentì in dovere di dire qualcosa.

"Mi spiace per questa notte...di averla svegliata, intendo" disse sospirando.

La donna parve sorpresa per quelle parole ma finse indifferenza.
"Oh, non fa niente. Piuttosto, lei sta bene? Non sarebbe il caso di..."

"Sto bene" annuì Tony voltandosi per guardarla "Non è stress post-traumatico, non è...niente di quello che dicono i media."

"Non intendevo questo."

"Insomma...non sono stati esattamente piacevoli gli ultimi mesi della mia vita, ma ci sto lavorando. Non so ancora come allontanare gli incubi ma mi inventerò qualcosa...stia tranquilla" concluse con un sorriso, alludendo alla preoccupazione che la donna sembrava di continuo nutrire nei suoi confronti.

Pepper gli sorrise a sua volta e sembrò rilassarsi un po'.
"Lo sa che se ha bisogno di parlare o di...non lo so, qualunque cosa, sa che la aiuterei più che volentieri" mormorò senza nascondere l'imbarazzo.
Era sempre stato così fra loro, nel bene e nel male, e quelle parole lo rassicurarono enormemente.

"Grazie Pepper" mormorò sincero prima di sfiorarle una mano con la propria.
Fu breve, rapido, ma nell'istante in cui le sue dita si posarono sulla sua pelle lo scatto e il flash di una macchina fotografica li sorpresero alle spalle.
"Che diavolo...?"
Il tempo di voltarsi e il fotografo era già in fuga in sella a una moto e ormai troppo distante per poter essere rincorso.
"Ah...paparazzi" commentò Tony con disgusto.

"E adesso?" chiese Pepper già allarmata per quel che sarebbe potuto succedere.

"E adesso metterano la foto sul primo social network che gli capiterà a tiro. Non è la prima volta..." disse l'uomo con noncuranza, dopotutto lui era abituato a questo genere di incidenti.

"Cos- come?!"

"Si rilassi, non stavamo facendo niente..." la rassicurò Tony osservando il suo viso sconvolto.

"Sì, ma.."

"...e lei non ha un vestito con le spalle scoperte. Direi che siamo perfettamente al sicuro da possibili pettegolezzi sul nostro conto, anche se non mi dispiacerebb-"

"Tony!!!" esclamò Pepper completamente allibita.

"Sto scherzando! Stia tranquilla...dopotutto lei è la mia assistente, è una cosa normale che facciano queste cose" cercò di spiegarle divertito.

"Appunto! Tony, ci siamo passati una volta da questa conversazione, sa bene come la penso..."

L'uomo la osservò qualche istante e si accarezzò il pizzetto "Vuole che le vada a prendere un Martini?"

Pepper suo malgrado scoppiò a ridere, ripensando alla cena di beneficienza di qualche settimana prima e sentendo scivolarle addosso tutta la tensione che aveva accumulato nelle ultime ore e in particolare negli ultimi mimuti.
Conosceva Tony da molti anni, sapeva che nonostante il suo comportamento la dicesse lunga su molte cose non avrebbe mai messo sotto i riflettori il loro rapporto, soprattutto in un momento delicato come quello.

"Per stasera posso accontentarmi di tornare in albergo senza rischiare altri imprevisti" si arrese quindi.




NdA
Non sono al massimo della forma e probabilmente questo capitolo ne risente un po', ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso perchè è da circa dieci giorni che ci sbatto la testa senza trovare soluzioni.
Aaaah, la sessione estiva, il caldo, la residenza universitaria senza condizionatori funzionanti...evviva!
Scrivere (e studiare) in queste condizioni mi ha fatto passare una settimana d'inferno, letteralmente, quindi se notate errori o imprecisioni fatemele notare assolutamente, purtroppo la concentrazione mi sta abbandonando T.T
Qualche precisazione riguardo al capitolo: il titolo è un film di Carlo Vanzina uscito nel 1984, mentre il resto riprende come sempre qualche episodio di Vacanze Romane. Qui nello specifico ho voluto riprendere la scena a Castel sant'Angelo in cui Gregory Peck si ritrova a fare una rissa con un fotografo...ovviamente è ripresa solo a grandi linee ;)
Detto questo, vi auguro un buona giornata e spero a presto!
_Atlas_

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Capitolo 6
*** La dolce vita ***



6.

La dolce vita



I vicoli della città avevano un aspetto tutto diverso di notte e nonostante la settimana di vacanza stesse ormai per volgere al termine, Tony e Pepper riuscirono lo stesso a godersi le ultime ore di quella magica atmosfera.

"E' proprio vero quel che dicono di Roma..." mormorò la donna osservando le vie illuminate.
Allo scoccare dell'una e mezza restavano ancora poche persone ad ammirare la città notturna e con quella quiete ogni cosa sembrava essere lì per loro.

"Non abbiamo ancora visto il meglio" commentò Tony infilandosi le mani in tasca e guardandosi intorno.

"Vale a dire...?"

"Non le viene in mente? Mi sorprende..."

Pepper ripensò a tutto ciò che avevano visto durante la settimana e solo dopo qualche minuto ricordò che a causa della folla avevano tralasciato una parte significativa del centro.
"La Fontana di Trevi?"

"Già...andiamo?"

"Ma siamo lontani..."
In effetti distava giusto un paio di km a piedi dal punto in cui erano, ma dopotutto avevano a disposizione un mezzo di trasporto da non sottovalutare.

"Abbiamo la Vespa" disse Tony facendole l'occhiolino.
 
*

La 125 Farobasso sfrecciò rumorosa per le strade cittadine e se non fosse stato per qualche edificio e qualche automobile di nuova generazione, entrambi avrebbero potuto giurare di trovarsi in una Roma degli anni '60.

"Eccola qui..." esclamò Tony raggiungendo la fontana. L'acqua limpida brillava luminosa davanti alle scalinate.
"Ne è valsa la pena aspettare."

"E' meravigliosa" mormorò Pepper completamente rapita da quello che vedevano i suoi occhi.
Con la luce del giorno e con la calca di gente che si fermava a fare foto e a lanciare monetine l'atmosfera senza tempo di quel luogo andava svanendo, ma adesso tutto era incredibilmente perfetto e se non fosse stato per doveri più urgenti da sistemare, Pepper avrebbe voluto rimanere lì per sempre.

"E' perfetta" concordò Tony avvicinandosi per sfiorarne l'acqua. Fu con qualche secondo di ritardo che Pepper si accorse delle sue vere intenzioni.

"Tony! Esca fuori di lì, non può farlo!" esclamò mentre entrava nella fontana e ne raggiungeva il centro.

"Fare cosa? Questo?" chiese iniziando a schizzarla con l'acqua.

"Tony! La smetta, non è una piscina!"

"Eddai Pepper! Si rilassi...chi vuole che ci veda a quest'ora?" le disse ridendo e iniziando ad atteggiarsi come una diva del cinema.

"Per favore, questa me la risparmi...Non ha proprio niente di Anita Ekberg" lo rimbrottò Pepper, esasperata dal suo comportamente infantile.
Tony d'altra parte le si fece più vicino e continuò a schizzarla con l'acqua.

"Dovrebbe lasciarsi andare a volte, lo sa?"

"Tony, per favore. Se arriva qualcuno..."

"...ci dirà di uscire di qui e di tornarcene a casa. Niente di così sconvolgente, giusto?" ammiccò.

Pepper sbuffò e si sistemò i capelli bagnati sulla fronte; doveva aspettarsi un gesto simile da Tony, del resto era come avere a che fare con un bimbo capriccioso.

"Tanto lo so che si sta divertendo" le disse quello con aria di sfida.

"Continui a crederlo..." borbottò lei, accorgendosi solo in quel momento che la distanza tra i loro corpi si era pericolosamente accorciata.
"Tony..."

L'uomo decise una volta per tutte di mettere fine alla proteste della donna e senza pensarci avvicinò le labbra alle sue e la catturò in un bacio improvviso.
Con sua enorme sorpresa Pepper non si scansò, non si arrabbiò e non si mise a gridare, anzi. In quel momento realizzò quanto le labbra di Tony fossero fresche e invitanti e solo per un momento si abbandonò a quel dolce contatto.

"O mio Dio!" esclamò poi interrompendo la magia e rendendosi finalmente conto di quello che era appena successo.

"Pep-"

"Tony! Non posso credere che...LEI E' COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA!"

"Calma! Stia calma! Non è successo niente...non è..." tentò di fermarla l'uomo.

"Ma se mi ha appena baciata! Si rende conto di quello che...Come si è permesso, dannazione?!"

"Cosa? Non mi sembra che lei si sia tirata indietro o abbia tentato di fermarmi in qualche modo!" obiettò Tony.

"Adesso sarebbe colpa mia?"

Tony incrociò le braccia sul petto e la guardò con aria di sfida "Non sarebbe la prima volta, del resto" disse andando a rispolverare ricordi che infiammarono gli occhi di Pepper.
"O devo forse ricordarle una certa serata di beneficienza?"

"Per favore, evitiamo di riparlarne. Sa benissimo come la penso al riguardo" rispose stizzita la donna che, memore di come fosse poi andata a finire la serata, voleva ben evitare che la storia si ripetesse di nuovo.

"Mi sembrava di essermi scusato per...insomma, i Martini."

"I Martini" gli fece eco la donna "Come se il problema fossero loro. Tony, lei non si rende conto di quello che questo gesto potrebbe rappresentare....per me, non per lei. Non posso mettere a rischio la mia carriera o...la mia dignità per una notte di follia...io non sono così, non.."

"Non sarebbe stato per una notte, Pepper. Nè tantomento una follia..." disse Tony con sguardo molto serio, tanto da far vacillare l'animo della donna "Ma ha ragione, sappiamo entrambi come la pensa a questo proposito" aggiunse con un sorriso.

Pepper abbassò lo sguardo e cercò invano di evitare il suo "Non sono pronta. Non ancora..." mormorò sincera, sperando che Tony potesse comprendere davvero le sue parole.
La osservò per qualche istante, indeciso se chiudere lì il discorso oppure chiedere spiegazioni e proprio quando fu sul punto di parlare, qualcun altro ruppe il silenzio al suo posto.

"Aò!!! Che ve salta in mente di entrare nella fontana, dico io? Siete americani, vero?" esclamò quella che doveva essere una guardia notturna della città "Uscite da lì, li mortacci vostra!"

I due turisti si scambiarono un'occhiata colpevole e prima che Pepper potesse iniziare l'interminabile elenco di scuse e attenuanti rivolte alla guardia romana, Tony la prese da un braccio e la trascinò di corsa verso la Vespa.

"Tony! Non possiamo andarcene così! Cosa penserà quell'uo-" cercò di richiamarlo, ma Tony aveva già messo in moto e la 125 Farobasso correva di nuovo per le strade buie e trafficate di Roma.




NdA
Macciao!
Le mie vacanze sono finite – come ormai anche quelle di Tony e Pepper – e finalmente posso di nuovo dedicare un po' di tempo a Efp.
Non sono molto soddisfatta di questo capitolo (credo di essere andata completamente OOC), ma riprendere storia e personaggi dopo tanto tempo – soprattutto in questo contesto particolare – non è stato per niente facile.
In ogni caso la storia è ormai giunta al termine e non vedo l'ora di dedicarmi ad altri scenari che mi sono venuti in mente tra una tintarella e l'altra; non vi prometto nulla, anche perchè i corsi all'università inizieranno a breve e quindi avrò altri impegni...ma insomma, uno spazietto per i Pepperony lo lascio sempre :3
Un abbraccio enorme a chi continua a seguire questa storia, grazie!
_Atlas_

P.S. La dolce vita è un film di Federico Fellini, uscito nel 1960; la scena alla Fontana di Trevi è ripresa proprio da lì e Anita Ekberg è la co-protagonista insieme a Marcello Mastroianni.

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Capitolo 7
*** Arrivederci Roma ***



7.

Arrivederci Roma




Il rientro in albergo fu carico di silenzi imbarazzanti e persino Tony a un certo punto preferì rintanarsi nei propri pensieri.
Non era stato solo quel bacio improvviso a scuotergli la mente, ma il susseguirsi di immagini poco chiare e apparentemente prive di senso; il contatto con Pepper lo aveva portato a pensare alla sua vita, ai suoi cambiamenti, ai suoi errori, all'Afghanistan e a tutto il resto...
Per la prima volta dopo tanto tempo aveva iniziato a pensare alle conseguenze delle sue azioni e alle sue responsabilità, ma evidentemente c'era qualcosa che ancora non riusciva a dimostrare e che aveva portato Pepper a reagire in quel modo; qualcosa che, forse, avrebbe potuto fare la differenza.

"Buonanotte, Tony" mormorò la giovane sistemandosi sotto le lenzuola al suo fianco e dandogli le spalle; Tony era sicuro che nessuno dei due quella notte sarebbe riuscito a chiudere occhio. L''indomani mattina poi avrebbero preso il jet per tornare a casa e allora tutto sarebbe tornato alla normalità, era solo questione di poche ore.

"Mi dispiace per prima...Di averla messa in difficoltà" disse sincero. Non si aspettava una risposta, ma improvvisamente capì che la donna meritava se non altro, almeno le sue scuse.
Seguì un lungo silenzio, tanto che a un certo punto Tony pensò che Pepper si fosse ormai addormentata, ma
fu costretto a ricredersi.

"Non è colpa sua, Tony. O forse lo è solo in parte..." la sentì dire mentre tornava a girarsi per guardarlo in volto "Voglio dire, sono successe così tante cose ultimamente e non so neanch'io come..."

"Lo so, ho capito" le venne incontro l'uomo "Per me è lo stesso. Solo...non pensi che voglia approfittarmi di lei, o cose simili, sa...ha capito. Questo davvero vorrei che non lo pensasse mai" concluse con un lieve sorriso.

Anche Pepper sorrise e annuì lentamente "D'accordo."

"Domani si torna a casa" disse ancora Tony, sperando di smorzare la tensione che si era nuovamente venuta a creare fra loro.

"Già...è stata una bella vacanza. Ammetto di averne avuto bisogno."

"Lo sa che ho sempre ragione...dovrebbe ammetterlo anche lei di tanto in tanto."

Pepper sollevò un sopracciglio e lo guardò con superiorità, forse per quella notte glielo avrebbe lasciato credere.
"Buonanotte, Tony"

"Notte, Pepper."
 
*


"Pepper, lei sa cucinare la carbonara?"

La giovane, che si stava godendo una meravigliosa panoramica della città dal finestrino dell'aereo, si voltò verso Tony con sguardo perplesso.
"Come?"

"La carbonara...Credo sarà la cosa che mi mancherà di più quando torneremo a casa."

"Con tutte le cose che abbiamo visto, la carbonara è quella che riuscirà meno a dimenticare?"

"Beh..." disse l'uomo grattandosi il pizzetto "Senza nulla togliere ai monumenti e tutte quelle cose che piacciono tanto a lei...sì, credo che la carbonara mi rimarrà impressa per un po' di tempo. Insieme ad altre due o tre cose, ecco...diciamo..." mormorò impacciato.

"Uhm, intende l'atmosfera della città?" terminò Pepper al suo posto, evitando di portare la conversazione in territori pericolosi.

Tony la osservò intensamente e annuì "Ovviamente! Specialmente di notte, Roma è...fantastica, già."
"Le saponette dell'albergo poi..."

"Quelle erano fantastiche"

"Per non parlare di tutti quei gelati che si è mangiato..."

"Sì beh, anche lei mi sembra che li abbia graditi parecchio, sbaglio?"

"Affatto..."

"Giusto..." mormorò Tony sorridendole e guardando a sua volta dal finestrino. Roma era ormai lontana e il suo sguardo divenne man mano sempre più malinconico.
"Sa..." disse dopo un po' "...vorrei che le cose fossero differenti quando torneremo a casa"

A quelle parole Pepper lo osservò allarmata ma Tony si affrettò a chiarire.
"Intendo con la faccenda di Iron Man e tutto il resto...Voglio che le Stark Industries prendano una direzione diversa, con le armi ho chiuso definitivamente. Lei che ne pensa?"

La giovane sorrise e sembrò riflettere qualche momento.
"Se è questo quello che vuole davvero, io sono pronta a seguirla..."

"Ma?"

"Ma...ammetto che "Iron Man" mi spaventa un po' . Tutta la faccenda con Obadiah mi ha sconvolta e mi è difficile vederlo come un supereroe, non saprei che pensare al riguardo."

"Beh...forse le sembra strano che uno come me possa rappresentare sicurezza per la gente?" commentò con un velo di amarezza.

"In realtà ho paura che si possa spingere troppo oltre e che finisca per...mettersi in situazioni pericolose. Saperla disperso in Afghanistan non è stato piacevole e non vorrei che accadesse di nuovo, ecco tutto..." ammise chiedendosi perchè i viaggi di ritorno dovessero prendere ogni volta una piega triste e malinconica.

"Non succederà, Pepper. Glielo prometto" disse Tony con sguardo serio e non seppe dire perchè (o forse sì), ma a Pepper tornò in mente una promessa che l'uomo le aveva fatto giusto qualche giorno prima.

"A proposito di promesse..." disse quindi "...lo sa che quando torneremo a casa dovrà occuparsi di tutta questa faccenda e che se non lo farà sarò costretta a-"

"Ehi, alt, alt. Lo so bene, non mi metta ansia già da adesso, la prego. Appena arriveremo informerò Happy e...risolverò la cosa" concluse con un sorriso fin troppo rassicurante. Pepper lo conosceva bene e, di solito, non prometteva nulla di buono.

"Vedremo..." mormorò con un sospiro e ricambiando il sorriso. Tanto lo sapeva come sarebbe andata realmente.
In ogni caso fu costretta ad ammettere di aver apprezzato molto quei giorni di vacanza; dire che non ne avesse bisogno sarebbe stato un errore, ma la compagnia di Tony si era rivelata più piacevole del solito – certo, tornando indietro avrebbe sicuramente fatto a meno di giusto uno o due inconventienti – e infondo si era divertita parecchio.

"Pepper?" la richiamò l'uomo dopo qualche momento.

"Sì?"

"Lo sa che questo è il periodo perfetto per visitare la Spagna? Le città non sono ancora invase dai turisti e inoltre il clima è..."

"Tony?"

"...sì?"

"Non ci provi nemmeno."





NdA
Ed eccoci giunti alla fine...la vacanza è finita e i nostri eroi (?) tornano a casa.
Non so perchè questo capitolo mi ha messo addosso una tristezza infinita, ma dopotutto è sempre così quando si finisce una long :)
Voglio ringraziare tantissimo chi ha seguito la storia in tutto questo tempo - nonostante i miei ritardi nell'aggiornarla lel – e soprattutto chi ha speso un po' del suo tempo per lasciarmi recensioni; come qualcuno sa la mia autistima fa spesso i capricci e le vostre parole mi hanno sempre incoraggiata ad andare avanti, per cui grazie davvero. Alla fine anche se si tratta di fanfiction è sempre bello ricevere complimenti :3
Ora, tanto perchè già mi sta venendo la depressione infinita, posso anticiparvi che mi sto impegnando in una long/raccolta sui Pepperony che spero di poter pubblicare il prima possibile...quindi non mi abbandonate, sigh.
Un bacione grandissimo a tutte e alla prossima! <3
_Atlas_


P.S. Arrivederci Roma è un film del 1958, diretto da Roy Rowland.

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