“Loki!”
Thor lo guarda con gli occhi spalancati. L'ha cercato per mesi, da
quando Heimdall gli ha detto che era vivo, ora lui è lì
davanti. Seduto su un letto, che lo guarda con degli spaventati
occhi verde azzurri. Il suo viso è un po' più
affilato e i capelli più lunghi.
“Thor...”
Sembra
una supplica più che il suo nome. E in due secondi è
sul letto, lo stringe tra le braccia, lo sente tremare appena.
“Ti
ho trovato finalmente. Adesso possiamo tornare a casa.” A
quelle parole Loki non sa se ridere o piangere, tornare a casa, si
domanda. Nelle sue condizioni è impossibile.
“Padre
e madre ci aspettano, mi hanno pregato di riportarti indietro.”
Thor gli accarezza la schiena, coperta da pesanti pellicce.
“Hai
freddo?” Ne è sorpreso, suo fratello non ha mai avuto
freddo ne caldo, ma l'altro annuisce.
“Accendo
il fuoco, fuori c'è una tormenta, non è possibile
riattivare il bifrost per il momento, domattina partiremo.”
Si guardano negli occhi, alcuni minuti, poi Thor si decide a
muoversi. Esce a prendere dei pezzi di legna e appena rientra
accende il fuoco in un immenso camino nella stanza.
“Thor...
io...” Loki gli sembra spaventato, gli siede accanto.
“Avvicinati
al fuoco, così ti scalderai meglio.”
Loki
lo guarda e le lacrime iniziano a scivolargli sulle guance, le ha
trattenute troppo e ora non riesce a ricacciarle indietro. Thor lo
abbraccia con dolcezza, facendogli poggiare il viso nell'incavo del
suo collo, vuole cercare di calmarlo, di farlo parlare, ma sa che
deve solo aspettare che l'altro sia pronto a dirgli tutto. Sente
contro di se quel corpo che è nello stesso tempo conosciuto
e sconosciuto. Solo una volta si sono amati, ormai è certo
che non fosse un sogno, vorrebbe rifarlo, ora, per poter guardare
negli occhi il suo Loki mentre gli dice di amarlo.
Lo
stringe un po' di più e si rende conto che c'è
qualcosa di strano in quel corpo, nella sua posizione. Si chiede se
sia per colpa delle coperte che lo avvolgono, ma sente una strana
inquietudine. Heimdall gli ha detto che in Loki c'era qualcosa di
strano, che non riusciva a capire se fosse solo o se con lui ci
fosse qualcuno, era stato così per tutti quei mesi, mentre
cercavano di trovare il posto in cui si spostava. Ma su quel
pianeta non c'era nessuno, la strana costruzione dove si trovavano
era contro il crinale di una montagna, davanti un immensa pianura
si estendeva a perdita d'occhio. Non poteva esserci nessuno lì
oltre loro due.
“Puoi
mettere una delle coperte davanti al fuoco? Così posso
sedermi.” La voce di Loki è solo un sussurro, lui
vorrebbe accontentarlo, ma è bloccato dalle mani che gli
stringono con forza le vesti.
“Di
cosa hai paura?” Sorride, spera di calmarlo. Due occhi verde
azzurri lo fissano, spaventati, persi.
“Prima
giurami che non mi lascerai qui. Che non te ne andrai appena ti
dirò... Non mi lasciare solo.” La disperazione gli
smorza la voce, che esce come un flebile sussurro.
“Ti
giuro Loki, torneremo a casa insieme domani, non ti lascio qui
solo.” La voce di Thor è ferma e sincera, l'altro fa
un piccolissimo sorriso, che però non raggiunge gli occhi.
“Io...
E' tuo...” Gli manca il coraggio per finire la frase, Loki
prende la mano di Thor, scosta le coperte e se la poggia sul ventre
pieno. Per qualche minuto restano senza fiato, uno per la paura,
uno per la presa di consapevolezza. Loki aspetta un figlio, suo
figlio, il cuore di Thor impazzisce.
“Loki...
è...” Stavolta è il biondo a non aver la voce
per continuare, si sente scoppiare, da quanto è felice.
“Ti
amo.” Gli sussurra prima di baciarlo sulle labbra, lo sente
tremare nel suo abbraccio. Sistema una coperta davanti al fuoco e
aiuta il moro ad alzarsi dal letto. Thor si ferma un attimo per
guardarlo, indossa solo un paio di pantaloni leggeri, il ventre
nudo gli sembra enorme. Loki tiene lo sguardo a terra.
“Sei
bellissimo.” Gli accarezza il viso con dolcezza, glielo alza
per farsi guardare negli occhi, per lasciargli leggere la verità
di quelle parole. Un piccolo sorriso spunta sulle labbra e negli
occhi del moro.
“Thor...
io...” Non riesce a finire la frase, una strana sensazione
gli attraversa il corpo, come un ondata di calore. Guarda la sua
mano in quella di Thor, è blu. Quello strano calore dura
pochi secondi, poi torna ad avere freddo e la sua pelle ritorna
rosa.
“E'
due giorni che succede, prima divento blu, poi sto male per un
po'.” La sua voce è solo un sussurro.
“E'
meglio se ti sdrai, sembri stanco.” Loki sembra spaventato,
annuisce. Fa un passo e un capogiro lo ferma, la sua pelle ritorna
blu. Non riesce a dire nulla, sente solo un profondo dolore al
ventre, geme.
“Il
bambino sta per nascere.” Thor sembra calmo, ma la sua mano
trema. Ha letto tutti i libri che ha trovato sugli jotun, ora si
dice che è stata una fortuna. Ha letto anche del parto e di
come debba essere una cosa solo tra compagni. Lui e Loki devono
essere soli. Per due giorni il suo amore è stato male, lo
aspettava, si domanda cosa sarebbe potuto succedere se non fosse
riuscito a trovarlo.
“Nascere...?”
La nota di panico è chiara nella sua voce, Thor si domanda
se l'altro abbia davvero capito cosa stia per succedere.
“Non
preoccuparti, sono qui con te.” Thor cerca di sorridere, di
apparire tranquillo e padrone della situazione.
“Thor...”
Dalla voce si capisce quanto Loki sia spaventato.
“Vuoi
sdraiarti sul letto o preferisci davanti al fuoco?” Thor
aspetta alcuni secondi la risposta, poi decide per il fuoco. Aiuta
Loki a sedersi per terra e va a prendere dei cuscini. Cerca di
sistemarli per far stare comodo il moro. Gli si siede accanto e gli
tiene la mano, cercando di dargli tutto il sostegno che può.
“Ascoltami,
devi stare calmo. Ti aiuterò, ma devi ascoltarmi. Va bene?”
Thor si sforza di sorridere, il primo che deve stare calmo è
lui. E non sa se potrà riuscirci. Sono lì, soli.
Nessuno potrà aiutarli finchè il bambino non sarà
nato.
“Sei
qui...” Loki si sposta per appoggiarsi a Thor, per sentirne
il calore. Si rende conto di avergli tolto l'armatura e la maglia
solo dopo averlo fatto. La sua magia negli ultimi mesi è
andata a scomparire, non pensava di esserne in grado. Ma ora,
sentire la pelle calda di Thor lo rilassa e tranquillizza.
“Torna
blu Loki, in quella forma ti sarà più facile.”
Il biondo sente il suo cuore battere impazzito. Sta facendo la cosa
giusta, come ha letto nei libri. Loki nasconde il viso contro al
suo collo, ma poco dopo acconsente e diventa blu. Pochi secondi
dopo lo sente gemere di dolore.
“Le
contrazioni... si, dobbiamo controllare ogni quanto le hai.”
Thor prende un orologio dalla tasca dei pantaloni.
“Devi
dirmi quando le hai... anche se posso immaginarlo da come mi
stringi.” Cerca di scherzare. In risposta Loki gli tira i
capelli.
“Era
una contrazione o una vendetta?” Sussurra cercando di
sembrare serio. Loki gli risponde con una piccola risata.
“Ok,
era vendetta.” Thor gli da un bacio sul collo. Loki ride di
nuovo.
“Cosa
succederà ora?” La voce di Loki è incerta.
“Succederà
che le contrazioni si avvicineranno sempre di più. Poi
sentirai il bisogno di spingere. E farai nascere questo bambino.”
Thor riassume semplicemente quello che ha letto. In mezzo c'era
anche tanto dolore e modi in cui sistemare il partoriente e
consigli e suggerimenti... E un sacco di cose che lui, lì,
non ha.
“Devo
farlo io?” Loki trema tra le sue braccia.
“Il
tuo corpo sa cosa deve fare, ora che ci sono io non si fermerà
come i giorni scorsi amore.” Il biondo cerca di farla
semplice.
“Ho
paura...” Loki lo sussurra. Stringe Thor a se per una
contrazione.
“Anche
io.” Thor lo ammette. Fingere di non averne sarebbe stupido.
“Perchè
mi chiami amore?” Loki è sull'orlo delle lacrime.
“Perchè
ti amo. Anche se sono stupido e me ne sono accorto solo ora.”
Thor si sente bene a dirlo.
“Ti
amo Loki.” Lo ripete. Ed è una sensazione magnifica
poterlo dire. Loki inizia a piangere.
“Amore
mio, che succede? Sono qui, non aver paura.” Gli accarezza la
testa, gli sposta i capelli dal viso.
“Vedrai
che andrà tutto bene.” Gli da piccoli baci sul collo,
fin dove riesce ad arrivare. Loki si tende, una contrazione. Thor
ha un brivido, troppo frequenti, non gli si sono nemmeno rotte le
acque. Ha letto quei libri talmente tante volte che li sa a
memoria. Fasi del parto comprese. Costringe Loki ad alzarsi.
“Devi
camminare. Fai come ti dico Loki. Per una volta, fidati davvero di
me.” Thor gli alza il viso per guardarlo negli occhi. L'altro
annuisce, e lascia che sia lui a guidarlo.
“Devono
rompersi le acque, così il bambino potrà nascere.
Camminare aiuterà.” Spiega il biondo. Loki gli stringe
le mani, un altra contrazione.
“Fa
male come sembra?” Domanda, anche se gli sembra stupida.
Infatti riceve un occhiataccia dal moro. Che però poi
sorride e lo abbraccia.
“Non
sapevo più cosa fare. Mi sentivo così male senza di
te. Ho cercato di mettere fine a tutto. Mi ha fermato lui. Voleva
vivere. Quando ho avvicinato il pugnale al mio cuore gli ha dato
una piccola scarica elettrica. Ho pianto e riso insieme. Sarà
uguale a te. Bellissimo e amato da tutti...” Loki continua a
parlare tenendo il viso nascosto contro al collo del suo amore.
“Io
però lo vorrei un po' più come te. Affascinante,
intelligente. Stupendo.” Thor inizia a baciargli il collo,
spostandogli i capelli, gli accarezza la schiena. Loki alza il viso
e si baciano, inizialmente con dolcezza. Assaporandosi piano. Ma
poi diventano passionali, in un gioco di lingue che si rincorrono
fameliche. Si staccano a corto d'aria.
“Thor...
ho bisogno di sentirti... i...io...” Loki non sa bene cosa
gli prenda, ma lo vuole, il suo corpo lo vuole. Il biondo capisce.
Lo spoglia lentamente. Si sente impacciato. Mentre si toglie i
pantaloni il moro si volta, dandogli le spalle, un po' si vergogna
per quello che sta facendo, ma il suo corpo sembra non ascoltarlo.
Si piega in avanti poggiando le mani sul letto. Allarga le gambe,
chiude gli occhi, si sente esposto.
“Ti
amo.”Thor lo sussurra, con il cuore impazzito. Quando lo
accarezza sente Loki fremere al suo tocco. Lo ama con dolcezza.
Vorrebbe fargli capire quanto profondo è il suo amore. Il
loro amplesso è lento, entrambi lo sentono fin dentro
l'anima.
Quando
finiscono a Loki cedono le gambe. Si lascia scivolare a terra, in
ginocchio. Ansima, si sente stranamente bene. Cerca di riprendere
il controllo del respiro. Sente Thor che lo abbraccia da dietro. Si
rilassa e si appoggia contro quel calore che tanto ama. Chiude gli
occhi. Cullato dalle braccia forti del suo dio del tuono. Scivola
lentamente nell'incoscienza. Si rende a malapena conto che Thor lo
prende in braccio e lo stende sul letto, sdraiandoglisi accanto.
“Thor...”
Loki lo sveglia, scuotendolo appena.
“Devo
vomitare...” Il moro sussurra. Ma lui sente l'urgenza dietro
quelle parole. Si alza e lo aiuta ad arrivare fino alla porta di
ingresso. Loki vomita sulla neve, aggrappandosi a lui. Thor si
preoccupa. Non dovrebbe stare così male. Non dovrebbe essere
così debole. Se continua così ha paura di quello che
potrebbe accadere. Lo riporta in casa. Lo fa bere, ma non riesce a
farlo mangiare, nemmeno dopo un paio di ore. In compenso le doglie
sono tornate a tormentare il suo amore. Che sembra soffrire sempre
di più.
“Non
so come farei se non fossi con me. Non me lo porterai via? Vero?
Non mi lascerai più solo?” Loki glielo sussurra dopo
alcune ore, gli sembra sfinito e disperato.
“No
amore, lo cresceremo insieme, non ti lascerò più
solo.” Thor se lo stringe addosso, lo sente tremare. L'aiuta
ad alzarsi dal letto. Spera che accanto al fuoco possa sentirsi
meglio.
Alzarsi
in piedi costa molta fatica a Loki. Un altra contrazione lo fa
gemere, gli cedono le gambe, ma Thor lo sostiene. Sente qualcosa di
caldo scivolargli tra le gambe.
“Bene.
Si sono rotte le acque. Manca poco ormai.” Thor gli sembra
così sicuro e forte. Cerca di sorridergli. Fa altri due
passi e un altra contrazione lo blocca, togliendogli il fiato. Era
diversa dalle altre, più forte. Thor deve portarlo di peso
fino al fuoco. L'aiuta a stendersi tra i cuscini. Un altra
contrazione arriva, facendolo gemere forte.
“Su
amore, ora devi spingere. Ne senti il bisogno, vero?” La voce
di Thor gli fa riaprire gli occhi.
“Si.”
Risponde flebile. Thor gli apre le gambe, gli sistema i cuscini. Un
altra contrazione gli strappa un urlo. Il suo dio binodo gli è
subito accanto, gli tiene la mano.
“Alla
prossima devi spingere. Il bambino deve nascere.” Thor spera
che la sua voce sembri abbastanza sicura. Ha paura. Loki ha le
doglie da troppo, gli sembra esausto. Quando arriva la contrazione
il moro urla, non gli stringe nemmeno più la mano con forza.
“Loki,
ascoltami, devi spingere. Hai capito?” Cerca di
ordinarglielo. Lo vede annuire debolmente. Pensa hai libri, a
quello che ha letto. Gli servirebbe aiuto. Ma lì non può
averne. E Loki ha bisogno che sia lui ad aiutarlo. Si ricorda che
uno dei libri indicava una posizione per aiutare il partoriente.
Sposta i cuscini e si tira Loki addosso. Il suo petto contro la
schiena di Loki, le sue gambe che aprono quelle dell'altro. I visi
vicini. È una posizione così intima che a entrambi il
cuore inizia a battere più forte.
“Ti
aiuto io amore. Respira. Alla prossima contrazione spingi...”
Thor posa la mano sul ventre teso. Sente che si irrigidisce.
“Spingi
Loki. Spingi!” Gli sussurra quell'ordine nell'orecchio.
Loki
cerca di assecondarlo, spinge, ma gli mancano le forze. Ansima.
“Bravo
amore, ancora un po'. Poi ti sentirai meglio.” Thor gli
sembra così sicuro...
“Spingi!
Spingi! Spingi!” La voce del suo dio gli sembra lontana, ma
lui cerca di spingere con tutte le forze.
“Su
amore, ce la fai.” Thor cerca di incoraggiarlo, ma ogni
minuto che passa si sente sempre più disperato. Loki urla,
non sembra nemmeno accorgersene. Le sue spinte sono deboli. Sente
qualcosa che gli cola addosso e può solo immaginare che sia
sangue. Quello rende il suo dio moro ancora più debole. Un
altra contrazione e lui ordina ancora a Loki di spingere. Preme
leggermente con la mano, un altra cosa che ha letto nei libri, ma
ha anche letto che da un dolore maggiore. Infatti sente Loki urlare
e stringergli il polso.
“Perdonami
amore, ma se non ti aiuto rischiate di morire entrambi.” Thor
si arrende. Inizia a piangere. Potrebbe perderli senza nemmeno
averli mai avuti davvero.
Loki
sente il suo amore piangere, si scuote dal torpore in cui stava
lentamente scivolando.
“Thor...”
Lo chiama. Un altra contrazione arriva e lui spinge con tutte le
forze. La mano sul suo ventre amplifica il dolore. Urla. Se ne
rende conto solo quando smette.
“Ci
siamo quasi amore, ancora un po'. Ce la faremo angelo mio. Avremo
nostro figlio e saremo felici, insieme.” Thor singhiozza.
Loki si volta e lo bacia. I loro sguardi in intrecciano. Un altra
contrazione, una spinta, Thor sente qualcosa che gli sfiora la
mano. Il bambino, sta uscendo...
“Sento
la testa amore. Ancora un ultima spinta e sarà nato.”
Si sente il cuore scoppiare. Ma la contrazione arriva e Loki non
riesce a spingere abbastanza.
“Forza
amore... Devi spingere. Lo so che fa male, lo so che sei stanco. Ma
lui ha bisogno di te. Io ho bisogno di te. Ti prego Loki.”
Thor si sente il cuore pesante. Se Loki non ci riesce deve decidere
se agire e togliere lui il bambino, rischiando di ucciderlo o se
aspettare e rischiare di perdere il loro bambino.
“Spingi
Loki! Ora!” Glielo ordina, quasi urla. Loki cerca ancora di
spingere. Vuole questo bambino. Vuole sentirlo ridere e stringerlo
mentre piange. Stringe il polso di Thor, che gli sta facendo male.
Urla e poi... non sente più nulla. Nessun dolore, nessun
urgenza di spingere, nulla. Si stupisce. Ma poi vede la mano di
Thor che si alza con il bambino. È piccolo e rosa. Con i
capelli biondi. Il suo dio glielo poggia sul petto. Il bambino
piange debolmente, anche lui sfinito dal parto. Loki singhiozza
appena.
“E'
bellissimo amore. Nostro figlio...” La voce di Thor è
carica di emozione. Ha avuto così tanta paura, ora è
felice. Loki lo guarda mentre lega il cordone ombelicale con un
laccio e lo taglia. Un altra contrazione lo fa sussultare. Sente
qualcosa di liquido che gli scivola tra le gambe.
“Ora
vi porto a casa, dovremo lavarci, che ne dici?” Thor sorride,
Loki lo ricambia debolmente. Chiude gli occhi. Il bambino è
un piccolo peso contro al suo cuore. Non si rende nemmeno conto di
essere ritornato rosa. Lascia che Thor gli avvolga in qualcosa, non
ha la forza per aprire gli occhi.
Thor
ha avvolto il bambino nella sua maglia e Loki nel suo mantello.
Anche il bagno dopo il parto devono farlo da soli. Non sa se sia
una tradizione o se serva veramente a qualcosa. Li prende in
braccio. Ed esce da quel loro strano rifugio. Sarà
divertente raccontarlo al figlio quando sarà grande...
Il
bifrost si attiva appena lui lo chiama.