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di janerizzoli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incidente ***
Capitolo 2: *** E questa chi é? ***
Capitolo 3: *** Ora mi vuoi spiegare? ***
Capitolo 4: *** L'omicidio ***
Capitolo 5: *** Gelosia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** I baci di Cupido ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Consapevolezza ***
Capitolo 10: *** ...Jane... ***
Capitolo 11: *** Dopo tutto non è così male ***
Capitolo 12: *** La fine della storia PARTE PRIMA ***
Capitolo 13: *** La fine della storia PERTE SECONDA ***



Capitolo 1
*** L'incidente ***


~~
Questo racconto lo avevo già pubblicato in passato, ma per problemi con il computer non ero riuscita a pubblicarlo come volevo io, così ho deciso di cancellarlo e riscriverlo adesso che ho il computer nuovo.
Spero che vi piaccia, premetto che non sono una grande scrittrice, quindi chiudete un occhio su eventuali errori ( o orrori ), ma recensioni e critiche sulla storia sono ben accette. Ciao.


Quella mattina Maura si era alzata prima del solito, voleva assolutamente passare in quella pasticceria, voleva comprare dei dolcetti molto speciali per farli assaggiare a Jane, perché da quando, per puro caso erano entrati nella sua vita non riusciva più a non pensarci e voleva che Jane li provasse.
In realtà non aveva mai amato particolarmente i dolci e ne faceva volentieri a meno, li mangiava solo alle grandi cene, o in occasioni particolarmente speciali, ma in quelli c'era qualcosa di stranamente meraviglioso, anche il loro nome la ispirava “ I baci di Cupido”.
Erano due dischetti uno , un pandispagna chiaro, morbido e soffice al tatto, profumato di vaniglia, l'altro era di pasta frolla al cioccolato che al primo impatto sembrava più duro e forte ma che una volta addentato si scioglieva in bocca, erano uniti insieme da una crema assolutamente incantevole, per quanto i due dischetti fossero diversi e a prima vista incompatibili erano fatti per stare insieme, per dare vita a quelli che per Maura erano i dolci più buoni che avesse mai assaggiato.
Prese l'auto e si recò in centro, a quell'ora era un grosso azzardo recarsi in quella zona, piena di uffici e negozi, arrivata nelle vicinanze della pasticceria iniziò a guardarsi in giro per cercare un posto dove poter lasciare l'auto, niente, neanche un posto, fece un secondo giro dell'isolato poi un terzo, stava decisamente facendo tardi, e lei non arrivava mai in ritardo non era da Signora educata, stava per perdere le speranze quando finalmente una luce infondo al tunnel illuminò la giornata, un'auto andava via proprio davanti alla pasticceria, non riusciva a credere alla fortuna che aveva avuto, parcheggiò, prese la borsa dal sedile accanto e distratta della fretta aprì lo sportello dell'auto senza controllare che non ci fosse nessuno, stava per mettere fuori il piede quando qualcosa lo urtò, provocando un terribile rumore e riportandola alla realtà.
Guardò fuori poco lontano dall'auto c'era una bicicletta a terra e nel mezzo della strada, sdraiata a terra una persona, un terribile stridere di pneumatici sull'asfalto si produsse alla sua sinistra, un auto in transito stava sopraggiungendo a velocità sostenuta, Maura volta la testa nella direzione dell'auto che sta arrivando, la deve fermare, la vuole fermare, ma non può, il tutto si svolge in un decimo di secondo, l'auto piomba a tutta velocità sulla bicicletta, passandoci sopra e distruggendola come se fosse di burro, si aspetta di sentire anche il rumore del corpo che viene travolto, il suo respiro si ferma, il cuore batte velocissimo...1, 2, 3 secondi, l'auto passa, lei la segue con lo sguardo, rimanendo letteralmente a bocca aperta alla scena che le si para davanti.

“ Non è possibile...non ci credo...ma...ma come ha fatto?”

Pensò Maura.
Il corpo che fino ad un attimo prima era disteso immobile a terra, si era alzato di scatto e come un agile gatto aveva saltato l'auto in corsa, ricadendo proprio davanti a lei, in piedi, sanguinante ma tutto sommato illesa, Maura continuava a far vagare il suo sguardo tra l'auto ferma poco più avanti e la ragazza davanti a lei che continuava a fissarla, poi fece qualcosa che Maura non si aspettava, le si avvicinò, si inginocchiò davanti a lei e le sorrise, i suoi occhi erano sereni, non c'era traccia di paura o rabbia, eppure avrebbe dovuto esserci l'aveva quasi fatta ammazzare.
La ragazza davanti a lei con voce tranquilla le disse.

“ Stai bene?”

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Capitolo 2
*** E questa chi é? ***


~~ capitolo 2 

“ Ahi!, fai piano per favore!”

“ Scusa ma devo pulire bene la ferita altrimenti s'infetta”

“ Ok, ok come vuoi”

In quel momento la porta dell'ufficio si aprì, ed entrò Jane con il caffè in mano, la sua espressione cambiò, dal solito “ Buon giorno Maura” a un misto di sorpresa e stupore...e qualcos'altro...
La scena si presentò a Jane più o meno così: Maura davanti e molto vicina  ad una ragazza, le sfiorava il viso con una mano, non riusciva a vederle il volto ma si capiva che erano molto vicini.
Il rumore aveva fatto voltare Maura poco dopo la sua entrata, così una volta ripresasi notò che la dottoressa teneva in mano un batuffolo di cotone, con cui stava medicando il labbro a questa sconosciuta, Jane le si avvicinò.

“ Maura, ma che diavolo è successo?”

Chiese.

“ Ehm, vedi Jane....”

“ Lei mi ha investita!”

Disse la ragazza, puntando il pollice verso Maura e ridendo.

“ Jane ti presento Alessandra Ferrari, detta Alex”

“ Alessandra lei è la detective Jane Rizzoli della omicidi di Boston...e IO non ti ho investita!”

“ Ok, ok mi hai “solo” fatto cadere a terra e qualcun'altro mi ha quasi investita”

Sorrise

“ Esatto, ma per fortuna hai dei muscoli tibiali anteriori e posteriori molto bel allenati, non che riflessi nervosi particolarmente accelerati e...”

“ Time out Maura, mi vuoi spiegare?”

Interruppe Jane.

“ Il riflesso nervoso non è altro che una risposta automatica e involontaria dell' organismo in seguito a uno stimolo proveniente dall'ambiente...”

“ No! Non quello Maura, ma questo”

Indicò la ragazza.

“ Come sarebbe che l'hai investita?”

“ Non l'ho investita!”

Corresse Maura.

“ L'ho fatta cadere ed accidentalmente l'hanno quasi investita”

“ Ma certo, adesso è tutto più chiaro, come ho fatto a non capirlo subito, che stupida che sono”

Rispose Jane con tono sarcastico battendosi la mano sulla fronte.

“ E di grazia, mi spieghi perché è qui invece di essere all'ospedale?”

“ Non era necessario l'ospedale, sto bene, ho solo qualche graffio”

Intervenne la ragazza.

“ E visto che per colpa mia la sua bici è finita distrutta mi sono offerta di portarla qui e curarla come si deve, anche se lei era contraria”

Disse Maura, guardando poi la ragazza con rimprovero.

“ Ma che gesto carino il tuo, potevi anche comprarli un cucciolo da coccolare visto che c'eri o un bel gelato perché no?”

“ Non credo che un cucciolo potesse servirle in quel momento, e il gelato non artigianale non è salutare, contiene molti grassi....”

“ MAURA!”

“ E io non ho posso tenere animali in casa, ”

 Jane poggiò il caffè che teneva in mano e che ormai era freddo, sulla scrivania di Maura, pensando ( queste due mi faranno venire il mal di testa).

Stava per dire qual' cosa quando il telefono suonò.

“ Salvate dal gong”

Disse per poi rispondere.

“Rizzoli!”

Quasi nello stesso istante suonò anche in telefono di Maura.

“  Dottoressa, Isles!”

“ Ok, arriviamo”

Jane chiuse la chiamata.

“ Dai Maura c'è un omicidio”

La bionda che aveva anche lei chiuso la chiamata rispose.

“ Accompagno Alex a casa e arrivo”

“ No, no, non importa, io sto bene, ho già creato abbastanza disturbo per oggi”

Intervenne la ragazza alzandosi dalla sedia, e avviandosi velocemente verso la porta, per poi voltarsi verso le due donne.

“ Ah e ricordati della promessa, me la devi!”

E gli strizzò l'occhio.

“ E' stato un piacere conoscerla detective Rizzoli, arrivederci, ciao Maura”

Dicendo questo in un lampo fu fuori dalla stanza.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Ora mi vuoi spiegare? ***


~~CAPITOLO   3

Sedute in auto, Jane e Maura stavano viaggiando verso la scena del crimine, quando la mora girandosi verso la donna seduta accanto partì all'attacco.

“ Ora mi puoi spiegare? Nei dettagli grazie!”

“ Va bene”

Rispose Maura arrendendosi, sapeva benissimo che quando Jane voleva sapere qualcosa poteva darti il tormento per ore fino a quando non ti fossi arresa, quindi era meglio non andare per le lunghe.

“ Stamani mi sono svegliata con un'irrefrenabile voglia di quei dolcetti, i Baci di Cupido quelli del Cake Shop, ricordi? te ne ho parlato, non riuscivo proprio a non pensarci così ho deciso di passare a prenderli, anche per farteli assaggiare”

“ Irrefrenabile voglia? Ma se non fai altro che mangiare Tofu, Canoa e broccoli dello Changchun”

Interruppe la mora.

“ Jane il Tofu si ottiene dalla “ cagliatura” dell'estratto di soia, ha un elevato valore nutrizionale ed è di facile digeribilità, fornisce inoltre proteine ed è un'ottima alternativa a formaggio, carne e uova; per seconda credo intendessi la Quinoa, anch'essa ricca di proteine e aminoacidi e i terzi non credo che esistano.”

“ Grazie Wikipedia”

“ Prego, ma per favore non mi paragonare a Wikipedia spesso non fornisce informazioni esatte, io si”

Rispose sorridendo orgogliosa.

“ Per favore Maura vai avanti con il racconto”

“ Come vuoi, volevo solo dire che...”

“ Maura!”

“ Certo; ero in enorme ritardo, non riuscivo a trovare un parcheggio decente , poi fortunatamente ne ho trovato uno, proprio davanti alla pasticceria, nella fretta però non ho guardato quando ho aperto lo sportello, Alex passava proprio in quel momento, non è riuscita a frenare, così per evitare di sbattere nello sportello ha sterzato finendo a terra nel mezzo della strada”

La bionda si fermò.

“ E poi?”

La incitò Jane con un energico gesto della mano.

“ Chi l'ha investita?”

“ Non è stata investita lei ma la sua bicicletta!”

“ Dai Maura più veloce o investo te!”

“ Ok, allora, in quel momento è sopraggiunta un'auto che l'ha quasi investita, fortunatamente Alex è riuscita ad alzarsi e balzare sul cofano della vettura per poi saltarla agilmente, atterrando davanti a me”

“ Cosa ha fatto? Ha saltato l'auto in corsa?”

“ Si! Se non l'avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto, è stata veramente eccezionale!”

“ Ma come ha fatto?”

“ Fa Parkour o Free Runner come lo chiamiamo qui”

“ Cioè salta i muri rischiando l'osso del collo solo per divertimento?”

“ Guarda che il Parkour è uno sport serio, nato e sviluppato negli anni '80 a Lisse in Francia”

“ E così te la sei portata in ufficio”

“ Non voleva andare in ospedale e io sono un medico, non era etico lasciarla andare via senza averle prestato le cure adeguate”

“ E' vero sei un medico ma dei morti!”

“ Ho basi mediche anche per i vivi, sai Jane! E poi è stata così gentile”

“ Lei? Perché?”

“ Quando ha visto che stavo piangendo per lo spavento mi ha perfino rassicurata, dicendomi che non era stata colpa mia, che era lei a non essere stata attenta, ha perfino tranquillizzato il conducente dell'auto, anche lui visibilmente scosso dall'accaduto”

“ Era scosso si! Quasi investe una che poi gli salta sul cofano, ma chi è questa Madre Teresa di Calcutta!”

“ Non dire così, mi sono spaventata molto, credevo di averla uccisa”

“ Tanto sei medico legale capo, no? E poi ho sentito parlare di una promessa, che promessa?”

“ Visto che l'ho quasi uccisa le ho promesso che l'avrei fatta assistere alla prossima autopsia”

“ Ma che dolce, come regalo per non esserci lei su quel tavolo? Non farmi regali per Natale!”

“  Guarda che me l'ha chiesto lei”

Mentre finiva di pronunciare queste parole arrivarono sulla scena del crimine, Jane fermò l'auto davanti ad una  bellissima villetta nella periferia sud di Boston, il nastro giallo tutto intorno ad essa stonava alquanto ma d'altronde il nastro giallo della scientifica stonava ovunque.

 

 

 

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Capitolo 4
*** L'omicidio ***


~~CAPITOLO 4  ( L'OMICIDIO)

Le due donne camminarono fino alla nastro giallo dove un agente, sollevandolo per farle passare gli diede il buon giorno e gli indicò dove si trovavano Korsak e Frost.

“ Che strano vero?”

Disse Jane.

“ Cosa?”

Rispose Maura.

“ Anche su una scena del crimine dove di sicuro c'è una persona uccisa dalla follia umana, per educazione bisogna dire buon giorno, cosa ci sarà poi così di buono non l'ho mai capito”

La bionda si soffermò un attimo a pensare a quanto in realtà Jane fosse sensibile, si atteggiava a dura e scostante ma non poteva sopportare il male che c'era in questo mondo e forse proprio per questo aveva scelto un lavoro tanto pericoloso come il detective, sospirò riprendendo a camminare per raggiungere l'altra che l'aspettava sulla porta rispose.

“ E' una di quelle cose socialmente accettabili, è meno accettata la maleducazione di un buon giorno mancato che l'omicidio di un essere umano”

“ Io continuo a non capirlo”

Disse Jane entrando nella casa.

“ Ehi, Korsak cosa abbiamo?”

“ Brutta storia Jane, ci sono tre cadaveri, una donna e i suoi due figli”

Jane non lo dette a vedere, doveva mantenere un distacco etico ma la rabbia iniziava a salirle al cervello, non sopportava quando c'erano di mezzo i bambini.

“ La donna è Laura Jones, 37 anni, insegnante alla St. John School”

“ Ha un marito?”

“ Si! Si chiama Peter Miller, è un rappresentante di articoli nautici, al momento è fuori per lavoro, lo stanno rintracciando”

“ Segni di scasso?”

“ Niente o l'assassino aveva le chiavi o la vittima lo conosceva”

“ Maura cosa ne pensi?”

Chiese Jane chinandosi accanto alla dottoressa che stava esaminando il corpo.

“ La vittima è stata colpita nove volte al petto e una alla gola, colpo che ha reciso la vena giugulare”

“ E' la causa di morte?”

“ Non posso ancora dirlo”

“ Un coltello è stato ritrovato vicino al corpo della vittima”

Intervenne Korsak.

“ Maura potrebbe essere l'arma del delitto?”

“ Jane, lo sai che odio tirare ad indovinare, lo sapremo dopo le analisi”

Jane si rialzò non era dell'umore adatto per discutere.

“ Dove sono i bambini?”

“ Al piano di sopra, nei loro letti”

Salirono le scale, entrarono nella prima stanza a destra.

“ Lui è Michael Miller, 12 anni, compiuti sabato, è il figlio maggiore della vittima”

Maura si avvicinò al corpo, disteso sul letto.

“ Anche lui ucciso da un colpo alla gola, che ha reciso la giugulare”

Constatò Maura.

“ Di qua abbiamo L'altra figlia”

Korsak fece strada alle due donne, nell'altra stanza.

“ Lei è Madison, 5 anni, secondogenita della vittima”

Maura si avvicinò anche a lei.

“ Stesso modus operandi dell'altro figlio, colpo singolo alla gola con recisione della vena giugulare”

“ Quindi è un solo assassino”

Disse Korsak.

“ Sembrerebbe di si, ma con loro è stato molto delicato un colpo solo alla gola, mentre dormivano probabilmente, non gli ha fatti soffrire, invece con la donna ha inferto molti più colpi, direi con rabbia di sicuro era lei la vittima designata”

“ Fate portare tutto in laboratorio, voglio cominciare subito le analisi, dobbiamo fermare questo mostro”

**********************************************************
Jane e Maura tornarono all'auto, quando furono vicine ad essa Jane sferrò un pugno sul tettuccio, con una tale violenza che fece sussultare Maura.

“ Accidenti! Ma quanto devi essere malato per fare una cosa del genere, cristo, erano due bambini!”

Maura le si avvicinò, posando una mano su quella dolorante di Jane, e una sul suo volto facendo in modo che la mora alzasse lo sguardo verso di lei,  accarezzandole poi la guancia con il pollice.

“ Calmati Jane, lo so, è una cosa terribile, ma devi mantenere la calma, prenderai l'assassino, lo fai sempre”

Le parole e il contatto con la bionda riuscivano sempre a calmarla, erano come un porto sicuro, poteva succedere di tutto ma fino a che Jane avesse potuto contare su Maura, tutto sarebbe andato bene.

“ Grazie, sai, tu sei il mio filo”

“ Il tuo filo?”

“ Si, io avvolte mi sento come un aquilone che prende il via volando troppo in alto, tu sei il filo che mi riporta a terra, che non mi fa volare via”

A Maura a quelle parole quasi vennero le lacrime agli occhi, in tutta la sua vita non aveva mai trovato nessuno che le parlasse in quel modo, Jane era speciale, non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lei.
Le sorrise, un sorriso comprensivo e rassicurante.

“ Non ti lascerò mai volare via”

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Capitolo 5
*** Gelosia ***


~~CAPITOLO 5       


Maura era a casa da sola, seduta sul suo costosissimo divano, ripensava a tutto quello che era successo quel giorno, alla donna uccisa con i suoi figli, a Jane, all'incidente con Alex...soprattutto ad Alex.
Perché quella ragazza l'aveva turbata tanto?
Ripensò alla mattinata, a quando aveva curato la ferita al labbro della giovane ragazza, e come era successo al mattino un fremito la scosse, ripensò a i suoi occhi, neri e penetranti, che la fissavano mentre con delicatezza cercava di disinfettare la ferita sul labbro, e al suo profumo di vaniglia che inondava le sue narici a ogni respiro; il tono di avviso del suo telefono la riscosse dai suoi pensieri, si chinò in avanti per vedere di chi era il messaggio, sul display apparve un nome, Alex, sorrise e lesse il messaggio.

( Ciao bella dottoressa, come promesso ti informo sul mio stato di salute, tutto ok, te come stai?)

( Ciao Alex, stavo proprio pensando a te e alle tue labbra, sono felice che la  ferita non ti faccia male, io ho avuto una giornata molto stressante, colpa di un brutto caso a lavoro)

Inviò il messaggio, solo dopo si rese conto di quello che aveva scritto.
Un' altro messaggio però attirò la sua attenzione, questa volta era Jane, che le diceva che tra cinque minuti sarebbe stata da lei.
Maura si fermò ancora un attimo a riflettere, Jane e Alex si assomigliavano davvero tanto, entrambe alte, molto più alte della media, con lunghi capelli color ebano e un fisico tonico e scattante, forgiato da anni di allenamento, potevano essere sorelle, probabilmente era quello che l'aveva spinta a curare con tanta insistenza Alex quella mattina, anche contro la sua volontà, l'aveva voluta curare come molte volte aveva curato le ferite di Jane.
Non si rese conto di quanto tempo fosse rimasta assorta nei suoi pensieri fino a quando non sentì la porta di casa aprirsi e una voce familiare, urlare.

“ Maura sono a casa!”

Si perché quella infondo era anche casa di Jane.

“ Sono in salotto!”

Rispose la dottoressa.
La mora entrò nella stanza, si diresse verso il divano e con poca grazia ci si fece cadere sopra.

“ Jane tutto bene?,avete trovato il marito?”

“ Tutto bene non direi, si, abbiamo rintracciato il marito,  e gli abbiamo detto che non ha più una famiglia da cui tornare”

Maura le prese la mano per confortarla, sapeva benissimo che dopo una giornata così Jane aveva bisogno di sfogarsi.

“ Ti alzi la mattina, che hai una bella moglie che ti ama, due splendidi bambini che vogliono giocare con te e una casa da sogno, vai a lavoro e la sera ti chiamano per dirti che è tutto finito, non hai più nessuno e ti ritrovi solo e in un pessimo hotel”

La mora si coprì gli occhi con il braccio libero.
Maura nel frattempo continuava ad accarezzare il dorso della mano di Jane.

“ Lo so, è dura dare queste notizie, ma so anche che prenderai l'assassino e pagherà per tutto il male che ha fatto”

Mentre diceva queste parole la prese tra le braccia e la strinse forte a se, come a proteggerla da quella brutta giornata, proteggerla da tutto il male del mondo, il suo volto era sfiorato dai capelli della detective che profumavano di vaniglia...avrebbe dato qualunque cosa perché quel  momento non finisse mai.
Jane dal canto suo, aveva sperato per tutto il giorno in quell'abbraccio, voleva quell'abbraccio più di qualunque altra cosa, si sentiva al sicuro, come quando da piccola sua madre l'abbracciava dopo che aveva fatto un brutto sogno, Maura era il suo porto sicuro, stava bene con lei, più che con qualsiasi altra persona, in quel momento era tutto perfetto.
Passarono il resto della serata, parlando del più e del meno, basta pensieri negativi, come diceva Maura, cenarono e guardarono un film, alla fine di esso Maura si alzò in piedi.

“ Su Jane, ormai è tardi, e hai anche bevuto tre birre, stanotte dormi qui, ti preparo il letto”

Dicendo questo si alzò e si diresse verso la camera da letto.
Jane la segui con lo sguardo, adorava quando dormivano insieme, l'una accanto all'altra, quante ore passate ad osservarla dormire accanto a lei.
In quel momento il telefono di Maura si illuminò, attirando l'attenzione di Jane, senza volerlo lesse il messaggio.

( Così pensavi alle mie labbra? Accidenti ho fatto veramente colpo, scherzo, comunque, non ti preoccupare ci vuole ben altro per far fuori una come me, mi dispiace che la tua sia stata una brutta giornata, ma domani è un' altro giorno, il sole torna sempre. P.S. Non ti dimenticare della promessa! Un bacio e a domani, buona notte bella dottoressa!)

Jane fissò lo schermo fino a che questo non divenne di nuovo nero...una strana sensazione le si levò dentro il petto...GELOSIA!

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


~~CAPITOLO 6

Erano le 7:30 e la sveglia suonò puntuale.

“ Oh no, mi sono ancora addormentata nel tuo letto”

Disse Jane con fare innocente.

“ Già, devo iniziare a farti pagare l'affitto e soprattutto devo smettere di prepararti il letto degli ospiti, appena poggi la testa sul cuscino parti per il mondo dei sogni, non c'è mai verso di fare due chiacchiere!”

Rispose Maura ironicamente, non voleva darlo a vedere ma era sempre felice quando Jane si addormentava accanto a lei, si sentiva al sicuro, protetta, sentiva che qualunque cosa fosse successa, Jane era al suo fianco.
Si prepararono, fecero colazione, uscirono e si recarono in centrale, dove si salutarono , ognuna diretta a fare quello che le riusciva meglio, catturare i cattivi.
Nell'ufficio; Maura, trovò una persona ad aspettarla.

“ Alex! Non ti avevo riconosciuta vestita così”

“ Buon giorno, dottoressa”

Le sorrise.

“ Cioè vestita bene e non da ciclista sanguinante che aveva appena fatto otto ore di lavoro?”

“ Buon giorno anche a te, in effetti stai molto meglio così, sei molto elegante, hai un ottimo gusto per la moda”

Osservò Maura, rimanendo anche piacevolmente sorpresa.

“ Grazie, essere italiana ha i suoi vantaggi, dopo tutto abbiamo inventato noi la moda...Gucci, Valentino, Versace ecc... In più sono di Firenze, quindi la bellezza è nel mio DNA, non che una gran dose di modestia”

Rispose Alex ridendo, e facendo finta di vantarsi.

“ Oh, davvero sei di Firenze? Io adoro Firenze, è la culla del rinascimento, dell'arte, ha visto la nascita di molti dei più grandi artisti che il mondo conosce come Dante Alighieri e Leonardo da Vinci, alla Galleria degli Uffizzi ci sei mai stata?”

“ Certo, è bellissima, anche se bellissima è molto riduttivo, non credo che ci siano parole per esprimere tanta bellezza concentrata in un solo posto, le opere di Giotto, Botticelli, Michelangelo... ti ritrovi circondata dalle opere più belle, ovunque guardi c'è arte, da sotto i piedi a sopra la testa, dopo tutto se la famosissima Sindrome di Stendhal viene anche chiamata la Sindrome di Firenze ci sarà pure un motivo.”

“ Un giorno voglio proprio vederla”

Maura si eccitava ogni volta che parlava della grandiosità delle opere contenute nella famosa Galleria, dopo tutto anche se sua madre non era stata proprio presente nella sua infanzia, le aveva trasmesso l'amore per l'arte e per le cose belle.

“ Vuol dire che quel giorno ti farò da cicerone, ok”

Rispose Alex facendo qualche passo verso Maura, che era appoggiata alla sua scrivania, così da rimanere intrappolata fra essa e Alex, adesso l'eccitazione per le grandi opere, si stava trasformando in agitazione per la troppa vicinanza con la ragazza.

“ L'espressione fare da cicerone, cioè fare da guida è ispirata alla personalità e alle opere di Marco Tullio Cicerone...”

Quando Maura era agitata iniziava a parlare senza sosta, e quella ragazza la agitava davvero tanto.

“ … Ah scusa sto parlando troppo, sai mi capita spesso quando sono agitata, scommetto che a te non interessa quello che dico...”

Alex sorrise a quella sua espressione.

“ Marco Tullio Cicerone, avvocato, filosofo, scrittore, e uomo politico 106 - 43 a.c., celebre per la sua straordinaria eloquenza, in particolare per le sue opere in cui, con grande perizia, descrive il suo viaggio in Grecia; e non non stai parlando troppo, amo le persone preparate, e poi come mai sei agitata?”

Rispose Alex, avvicinandosi ancora, non perdendo mai il contatto con i suoi occhi, anche Maura non perse mai il contatto, il suo volto era un misto di stupore e ammirazione.

“ Cosa c'è, ti ho sorpresa? Non credevi che fossi così preparata?”

Ormai le due erano vicinissime, solo due o tre cm le separavano.

“ Si! Cioè no!...è solo che non trovo molte persone così preparate, sono piacevolmente sorpresa di questo”
Dicendo questo usci dalla morsa in cui era intrappolata, un po perché era veramente tardi, ma soprattutto perché non reggeva più quella tensione.

“ Ottimo, amo sorprendere le persone”

“ Giusto questo, come mai sei qui oggi?”

“ Per la promessa che mi hai fatto, oggi è il mio giorno libero, e ne ho approfittato”

“ Sicura? Guarda che purtroppo le vittime sono...”

Maura non sapeva se era giusto dirglielo.

“ Sono?”

“ ….. sono due bambini e la loro madre”

“ Oh accidenti, mi dispiace tanto, facciamo così assisterò solo all'autopsia della madre ok?”

Maura ci pensò un attimo poi annuì.

“ Prima di andare, però, devi compilare e firmare questo foglio di responsabilità”

Disse Maura porgendo un documento prestampato.

“ Ah, ok, in poche parole, se durante l'autopsia svengo, e cadendo batto la testa, rovesciando il vassoio dei bisturi che mi trafiggono e poi nel tentativo di rialzarmi, scivolo sul mio stesso sangue per poi finire nella cella frigorifera che era rimasta aperta e morendo assiderata, non posso fare causa al dipartimento, giusto?”

Chiese Alex facendoli l'occhiolino.
Maura, ascoltava ridendo della situazione appena descritta da Alex, era abituata a questo tipo di battute, improbabili, Jane ne sparava come minimo tre o quattro al giorno.

“ Più o meno, non credo che una situazione del genere sia possibile, ma il dipartimento non vuole correre rischi”

Sorrise Maura.
 Alex lo prese, lo lesse con attenzione, lo compilò e lo porse di nuovo a Maura, che lo controllò.

“ Ottimo, è compilato correttamente in tutte le sue parti, hai davvero una bellissima calligrafia, molto simile a quella della detective Rizzoli, sai la calligrafia di un' individuo dice molto della sua personalità è un po come un DNA  dell'inconscio”

“ Ah si? E cosa ti dice la mia?”

“ Vediamo, scrivi il alto, rappresenta il bene, la luce, lo spirito, intellettualità, l'immaginazione, mondo estetico e religioso, sentimento e aspirazione, poi c'è molta pressione, che è quella che l'individuo mette con gli altri e con l'ambiente, è indice di virilità, forza, protezione, è leggermente inclinata a destra, ottimo segno è indice di personalità estroversa, generosa, cordiale e affettuosa, poi c'è la firma, mentre il testo denota ciò che siamo, la firma allude a ciò che vorremmo essere, vedo che firmi molto sulla destra, sei una persona riflessiva e sicura di se con grandi progetti per il futuro ed è anche ben leggibile che è indice di chiarezza, sai cosa vuoi e quali sono le tue ambizioni”

“ Wow!, tutto questo è nella mia calligrafia? Forte!”

“ Allora, ho ragione?”

“ Direi di si”

“ Non è che sia proprio una scienza esatta, ma è molto accurata”

“ Dopo che hai scoperto tutto questo sul mio conto, cosa ne pensi di me?”

Chiese Alex, poggiandosi con le mani sulla scrivania della bionda e allungandosi verso di lei, Maura deglutì.

“ Direi, che...”

Il telefono della dottoressa suonò, riportandola alla realtà, la chiamavano dall'obitorio, era tutto pronto per iniziare l'autopsia.


Scesero in sala autopsie, Maura fece accomodare Alex accanto al lettino

“ Tu stai li e non toccare niente e se ti senti male esci pure”

“ Ok, capo”

Rispose Alex facendo il saluto militare.

“ Iniziamo, 13-02-2014, dottoressa Maura Isles, medico legale capo del Commowealth del Massachusetts inizia l'autopsia sul corpo X74F822, osservatore esterno Alessandra Ferrarri civile...”

Maura iniziò con un esame esterno poi passò alla pulitura del cadavere, andando ad esaminare più attentamente il taglio alla gola.

“ Il taglio alla gola non è molto profondo e sembra anche poco deciso, la mano era incerta..”

In quel momento entrò Jane che si fermò un attimo non aspettandosi la presenza di Alex, ricordandosi solo in un secondo momento della promessa che Maura le aveva fatto.

( “Certo non ha perso tempo”)

Pensò Jane.

“ Ciao, Jane”

Disse Maura.

“ Ti ricordi di Alex?”

“ Certo, certo come va Alex?”

La risposta della ragazza non gli interessava molto, vederla con Maura le dava fastidio e il fatto che non le avesse detto della sua visita ancora di più.

“ Bene grazie, a te?”

“ Quando avrò preso l'assassino starò meglio, novità dalle analisi?”

“ I campioni che ho raccolto nell'esame preliminare li ho già mandati in laboratorio, quello che non mi convince tanto è il taglio alla gola, ne prenderò un calco e lo esaminerò meglio ma non sembra che l'assassino fosse molto deciso”

Il telefono di Jane squillò.

“ Rizzoli; ok arrivo!”

Jane chiuse la chiamata.

“ Era Korsak, è arrivato il marito”

Uscì dalla stanza senza dire altro o salutare nessuno, non voleva lasciare Maura da sola con Alex, ma il dovere la chiamava.

“ Sai non credo di piacerli tanto”

Disse Alex.

“ No, è che odia quando ci sono di mezzo i bambini”

 

Le due erano sedute sul divanetto nell'ufficio di Maura.

“ Allora cosa ne pensi della tua prima autopsia? Sei stata davvero molto forte, ho visto molti tirocinanti cadere a terra per molto meno”

“ Vedi, è strano, ma che uno creda o no nell'anima, ad un cadavere manca qualcosa, non sono più le persone che erano, sono solo gusci vuoti, certo non dico che sia una passeggiata, ma quello che vedi è solo un corpo inanimato, la cosa che mi tira su è che non soffrirà mai più e che la sua morte non resterà impunita perché per fortuna ci sono persone come te e Jane che lottano per dare loro giustizia”

Maura ascoltava quelle parole, come incantata, non credeva che potessero provenire da una ragazza di poco più di vent'anni.

“ Sei molto sensibile, sai”

“ Grazie, io ti ammiro tanto, ci vuole molto coraggio per fare quello che fai”

Disse Alex avvicinandosi a Maura.

“ Non credo è solo scienza, sai, mi hanno sempre preso in giro a scuola per questa mi attitudine, sono sempre stata, quella strana”

Dicendo questo, la bionda abbassò lo sguardo sulle sua mani, Alex le prese nelle sue facendola sobbalzare a quel contatto.

“ Ti sbagli, non è solo scienza, e di sicuro non è stranezza è passione, è coraggio, è giustizia, non pensare più al passato, loro non capivano nulla, credimi sei davvero una donna speciale”

Maura era paralizzata dalla sensazione, il cuore le batteva forte, come poteva quella ragazza, che fino al giorno prima neanche conosceva farle quell'effetto.

“ Oh, scusa, che maleducata non ti ho neanche offerto qualcosa”

Si alzò allontanandosi da Alex.

“ Vuoi del tè o del caffè?”

“ Gradirei del tè, sai il caffè americano non mi va tanto a genio”

Maura preparò due tazze fumanti di tè, ne passò una ad Alex, stando bene attenta a non toccarla, per poi sedersi di nuovo accanto a lei, ma ad una distanza di sicurezza, poco dopo Jane entrò nella stanza.

(“ E' ancora qui con lei, ma non ce l'ha una casa?”)

Pensò Jane.

“ Vieni Jane, stavamo prendendo un tè, è un tè nero, biologico, il BACI ENI BANANA BLACK, originario degli altopiani del sud del Laos...”

“ Maura, Maura, non voglio sapere le generalità del tè BANANA BAY BAY”

Le due rimasero per un attimo in silenzio.

“ Bene, io me ne vado, ho già disturbato anche troppo, e voi dovete fare il vostro lavoro”

Disse Alex alzandosi e avviandosi verso la porta.

“ Ah Maura, quando vuoi vieni da me e ti mostrerò il mio di lavoro, non è interessante come il tuo, ma sono sicura che ti piacerà, ma solo di notte mi raccomando”

Detto questo uscì.

(“ Come di notte?”)

Pensò Maura.


Più tardi, quel pomeriggio, Maura era alla sua scrivania a sistemare alcuni rapporti, ma non riusciva a concentrarsi così prese il cellulare e inviò un messaggio ad Alex.

( Ciao, spero di non disturbarti, ma sei andata via così di fretta che non ti ho neanche chiesto che lavoro fai?)

Inviò il messaggio, e attese, la risposta che arrivò in breve tempo.

( Ciao, sai benissimo che non disturbi mai, sono pasticcera al Cake Shop)

Al Cake Shop?

( Davvero sei pasticcera al Cake Shop? Sono tuoi i Baci di Cupido?)

Invio.

( I Baci di Cupido sono una mia invenzione, quando li feci per la prima volta, non pensavo che avrebbero avuto tanto successo)

( Sai stavo proprio andando a comprarli quando...be quando ti ho “ incontrata”)

Invio.

( “ Incontrata?” Ora si dice così? :-P .  Allora li devo ringraziare per avermi dato l'occasione di conoscerti)

( Li ringrazierò anch'io e si ora si dice così)

Invio.

( Quando vuoi ti insegno a farli, ora scusami davvero ma devo andare. Ciao bella dottoressa)

( Ciao)

Invio.

Che strano il destino, il giorno prima si era alzata con una irresistibile voglia di quei dolci, lei che i dolci ne farebbe anche a meno, e ha urtato proprio colei che li ha creati, per un istante credette che forse una qualche potenza superiore le volesse far incontrare.

(“ Maura, ma a cosa pensi, sei una donna di scienza!”)

 

 

 

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Capitolo 7
*** I baci di Cupido ***


~~CAPITOLO 7

Maura guardò l'orologio, erano le 22:00, aveva passato il resto della serata a pensare alla coincidenza che le aveva fatto incontrare Alex, riguardò ancora l'orologio, le 22:06, non riusciva a capire cosa l'agitasse tanto, ancora l'orologio, le 22:10.

“ Chi sa se è già a lavoro?”

Fece ancora un giro intorno al tavolo in sala da pranzo.

“ Ma cosa stai facendo Maura perché non riesci a togliertela dalla testa, è una persona come un'altra”

Era ormai più di un'ora che girava e parlava da sola, si fermò e prese un bel respiro.

“ Al diavolo, io vado”

Prese il cappotto, la borsa le chiavi della macchina e corse via.


Jane entrò in casa ma non ci trovo nessuno.

“ Maura ci sei?”

Nessuna risposta, provò alzando un po la voce, ma ancora niente, dopo circa cinque minuti sua madre entro dalla porta.

“ Jane, guarda che Maura non c'è, non te l'ha detto?”

“ Come non c'è?”

“ Si, è uscita da circa mezz'ora, di fretta, l'ho salutata ma non mi ha neanche vista, doveva avere fretta”

“ E dove è andata?”

“ E io come faccio a saperlo, te l'ho detto non mi ha neanche sentita che la chiamavo”

“ Ok, la chiamo al cellulare, grazie, ciao Mà”

Jane corse via verso la sua auto.
“ Ciao tesoro, stai attenta”

Ma Jane neanche sentì le parole di sua madre, sospirando rientrò in casa.


Il vicolo dietro al Cake Shop era poco illuminato, cosa che a Maura metteva un po di agitazione, si avvicinò alle finestre che supponeva fossero del laboratorio visto che un profumo di vaniglia inondava tutta la zona, purtroppo i vetri erano opachi e non riusciva a vedere all'interno, ogni tanto un'ombra appariva e scompariva, si fece coraggio e bussò all'unica porta che c'era, dall'interno una voce a lei familiare chiese.

“ Chi è?”

“ Sono Maura!”

Poco dopo la porta si aprì, e apparve Alex con un grande sorriso sul viso, sporco di farina, che secondo un pensiero inconscio di Maura, la rendeva ancora più carina.

“ Ciao”

Disse Alex.

Maura prese coraggio e rispose.

“ Ciao, ecco io...be mi avevi detto quando volevo...così io...allora....”

Balbettò Maura.

“ Certo, prego entra, sei la benvenuta”

Maura entrò nel laboratorio, il profumo di vaniglia che si sentiva da fuori si accentuò, le sue narici furono pervase da tanta dolcezza, che proveniva da alcuni dolcetti,  appena sfornati, poggiati sul grande bancone davanti a lei, sentì la porta chiudersi alle sue spalle, e si voltò verso Alex che la stava raggiungendo, con ancora il sorriso sulle labbra, stava per dire qualcosa ma fu anticipata da Alex:

“ Adesso spogliati!”

“ Cosa?”

Rispose Maura colta alla sprovvista, mentre Alex era ormai a pochi centimetri da lei, il cuore della bionda iniziò ad accelerare.

“ Tranquilla, non ti mettere strane idee in testa”

Rise Alex alla faccia sbalordita dell'altra.

“ Sei vestita troppo bene per aggirarti tra la farina”

Maura riprese a respirare, quasi normalmente.

“ Certo, e cosa mi dovrei mettere?”

Chiese sollevata e...un po delusa?

“ La dietro c'è lo spogliatoio, nel mio armadietto tengo diversi cambi, prendi quello che vuoi”

Disse Alex, indicando alla bionda dove andare, dopo circa dieci minuti Maura fu di ritorno, indossava un paio di pantaloni bianchi e una maglia dello stesso colore, che le fasciava alla perfezione il corpo.

“ Come sto?”

Alex a quella domanda si voltò verso la donna.

“Stai benissimo,  ti stanno alla perfezione, ma con un corpo come il tuo ti sta bene ogni cosa, e poi non avrei mai voluto che ti rovinassi il tuo Giuseppe Zannotti”

Maura, arrossì a quella affermazione, e mettendosi una ciocca di capello dietro l'orecchio rispose.

“ Grazie”

Era di nuovo in agitazione, ed era tutta colpa di quella ragazza.

“ Così lo conosci?”

“ Si, certo è uno stilista di grande talento, e so anche che i suoi abiti costano un occhio della testa, dai ora avvicinati ti faccio vedere come nascono i Baci di Cupido”

Maura si avvicinò al banco da lavoro, Alex prese farina, uova cioccolato e se li posizionò tutti davanti a portata di mano:
“ Sai ora tutti i dolci, o quasi, vengono preparati con il mixer, o con farine già pronte dove devi solo aggiungere le uova, io invece preferisco fare tutto con le mie mani”

Disse Alex mentre iniziava a mescolare gli ingredienti, con le mani.

“ Allora per prima cosa facciamo il Pandispagna, perché deve cuocere e raffreddarsi prima si essere pronto”

Alex spiegò a Maura tutti i passaggi e poi infornarono il tutto.

“ Ora passiamo alla pasta frolla, ci vuole lo zucchero a velo, il burro, le uova e la farina poi aggiungeremo il cacao”

Anche qui furono spiegati a Maura tutti i passaggi, la donna ascoltava in religioso silenzio.

“ Bene ora provaci te”

“ Cosa? No,no rischierei di rovinare tutto”

“ Non rovinerai proprio niente, devi solo impastare la frolla, dai ti faccio vedere io come si fa”

Alex si mise alle spalle della bionda, passandole le braccia attorno alla vita e appoggiandosi alla sua schiena, le afferrò le mani poggiandole sull'impasto.

“ Senti com'è morbido l'impasto, va lavorato in questo modo fino ad ottenere un composto omogeneo”

Le braccia forti di Alex la stringevano, si muovevano all'unisono in quello che sembrava un ballo dove la musica la potevano udire solo loro, il cuore di Maura batteva all'impazzata, poteva sentire il respiro di Alex sul suo collo, il suo volto vicinissimo a quello della ragazza sapeva che se si fosse voltata l'avrebbe trovato li, era combattuta tra il farlo e il pensiero di quello che sarebbe potuto succedere, Maura perse la cognizione del tempo, si riprese solo quando le braccia di Alex si allontanarono da lei, lasciandole una sensazione di freddo.

“ Ecco fatto, la prossima volta però fai da sola, ok!”

Maura annuì ancora stordita.

“ Ehy, ma stai bene? Sei così silenziosa”

“ Em? Come? No, no è che sono concentrata”

“ Ok, ora dobbiamo stendere la frolla e fare i dischetti”

Stesero la frolla, con la macchina.

“ Vedi i dischi non devono superare il mezzo centimetro e devono essere tutti uguali in modo da cuocere uniformemente”

Una volta fatti li misero in forno, presero il Pandispagna che ormai era freddo e fecero anche con esso i vari dischetti.

“ Bene ora la crema”

Anche qui Alex mostrò a Maura come prepararla, quando fu pronta gliela fece assaggiare, e come le succedeva ogni volta le sue papille gustative la portavano in estasi.
Fatto questo iniziarono ad assemblarli, finiti tutti, Alex ne prese uno e lo portò alle labbra di Maura.

“ Assaggia come sono appena fatti”

Maura lo morse, il sapore dolce le invase la bocca, seguito subito dietro dall'amaro della frolla al cioccolato.

“ Sono divini”

Disse ad Alex, la ragazza si era avvicinata e allungando la mano, tolse dalle labbra di Maura una piccola quantità di crema che si portò alla bocca.

“ Lo so, a prima vista sembrano incompatibili, ma una volta addentata capisci che nonostante siano così diversi, uno chiaro e uno scuro, uno morbido e uno duro, uno dolce e un amaro, sono fatti per baciarsi, perché ciò che li lega va ben oltre ciò che si vede”

Mentre parlava, si era spostata in avanti, bloccando ancora una volta Maura, i loro occhi erano incollati, ma questa volta Maura non riusciva davvero a muoversi...o forse semplicemente non voleva.
I loro respiri era uno solo.
La soneria di un cellulare ruppe il momento, era quello di Maura, che quasi con disappunto guardò chi fosse.

“ E' Jane”

Disse quasi per giustificarsi.

“ Rispondi pure io intanto sistemo qui”

Maura ci pensò un attimo, poi chiuse la chiamata.

“No, tanto la vedrò domani in ufficio”

 

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


~~CAPITOLO 8 

Maura era tornata molto tardi a casa, forse verso le tre o le quattro di notte, si era fatta un bagno, riposata un'oretta e poi era corsa a lavoro.
Jane entrò nel suo ufficio come al solito senza bussare.

“ Buon giorno Jane”

Disse Maura con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

“ Buon giorno”

Rispose Jane con tono neutro, sedendosi sulla poltrona davanti a lei.

“ Hai passato una buona nottata?”

Chiese Jane a Maura.

“ Si, grazie, è stata molto...come dire...illuminate”

Rispose Maura.

“ Sono passata da te ieri sera, ma non c'eri, mia madre mi ha detto che sei uscita in fretta e furia”

“ Dovevo andare in un posto”

“ Alle undici di sera?”

“ Si! Alle undici di sera!”

“ Doveva essere un bel posto, visto che non hai neanche risposto alla mia chiamata”

“ Ero occupata”

A Jane quelle risposte generiche iniziavano a far salire il sangue al cervello, ma cercò di rimanere il più calma possibile.

“ Sei andata da LEI vero, da Alex!”

“ No!”

“ Maura, ti ricordo che non sai mentire, e io sono una detective lo vedo lontano un km che mi stai mentendo”
Era vero, Maura non sapeva mentire, era più forte di lei, ogni volta che ci provava gli veniva l'orticaria, così prese un bel respiro, posò la penna che aveva in mano e rispose.

“ Ok, si, è vero ero da lei, non è mica un reato”

A quelle parole Jane perse quel poco di calma che le era rimasta.

“ HAI PASSATO LA NOTTE CON LEI?”
 
“ Ero DA lei, a lavoro,  mi ha insegnato a fare i Baci di Cupido”

Precisò Maura, quasi spaventata dalla reazione della donna davanti a lei.

“ Non voglio che tu vada da lei!”

Disse Jane, alzandosi in piedi e poggiando le mani sopra la scrivania.
A quell'attacco anche Maura si alzò in piedi sfidando la mora.

“ Io esco con chi voglio e quando voglio, sono una donna adulta, non puoi dirmi cosa fare, non sei mia madre”

Non era da lei attaccare in quel modo, soprattutto Jane, ma quella che aveva davanti non era Jane, la sua Jane non le avrebbe mai parlato in quel modo.
A quella risposta inaspettata della bionda Jane si calmò un attimo rimettendo insieme i pensieri.

“ Scusa, volevo dire che la conosci da quanto, due giorni, potrebbe essere una serial killer, e io non voglio che ti succeda nulla di male”

“ Sono uscita spesso da sola con uomini appena conosciuti, non hai mai fatto tante storie”

Semplicemente Jane non voleva che Maura passasse la notte da Alex perché voleva passare lei le serate con la bionda.

“ Si è vero ma...mi hai sempre avvertita...sono stata in pensiero tutto qui”

Maura a quelle parole si addolcì, la sua Jane era tornata.

“ Ok la prossima volta che succede ti avverto”

( come la prossima volta? Ha intenzione di vederla ancora?)

Pensò Jane, ma cerco di mantenere la calma sorridendogli.

“  Credimi, data la mia esperienza, chi riesce a creare cose tanto buone non può essere una seria killer, e poi io non ho mai paura, perché ho la mia super detective privata che scoverà il cattivo e mi salverà prima che mi possa succedere qualcosa di male”

Il cuore di Jane si riempì di calore sentendo quelle parole.

“ Non lascerò che nessuno ti faccia mai del male”

“ E poi è italiana”

Riprese Maura.

( Ancora parla di lei!)

“ Questo non vuol dire niente, non hanno serial killer in Italia? E in tutti i casi anche io sono italiana”

“ No Jane , tu non sei italiana tu sei di origini italiane, lei E' italiana, di Firenze, la città dell'arte e della bellezza”

“ Oh mio Dio! Ma non mi dire! Le farò suonare la banda la prossima volta che la vedo!”

“ Jane oggi sei strana, anche più del solito, hai forse dormito male?”

In realtà Jane non aveva dormito affatto, si era rigirata nel letto pensando a Maura e Alex insieme.

“ E' questo caso che non mi fa dormire bene, quando prenderemo l'assassino dormirò una meraviglia”

Si giustificò Jane.

“ Sai Jane un abbassamento della melatonina prodotta dalla ghiandola pineale può alterare il ciclo sonno-veglia facendo innalzare il livello di stress dell'organismo, è per questo che bisogna dormire almeno otto ore a notte”

( E' Alex che mi fa alzare il livello di stress)

Pensò Jane.

“Ok, ho capito, pensare meno, dormire di più, ora però parliamo del caso, sono arrivati gli esami?”

Maura abbassò lo sguardo sulla scrivania prendendo alcuni fogli.

“ Si, sono arrivati poco fa, non ho ancora avuto modo di controllargli, vediamo, le ferite sul corpo della donna sembrano inferte da un coltello a lama ricurva, non molto grande,  incompatibili con il coltello ritrovato accanto al corpo della vittima”

“ Che ci sia più di un assassino?”

Maura continuò ad esaminare i referti.

“ Non credo, anche le ferite sui bambini sono state inferte con la stessa lama, sembra che il coltello da cucina sia stato messo li dopo, su di esso non sono state ritrovate impronte”

“ L'assassino voleva sviare le indagini, non ha senso pulire l'arma del delitto per poi lasciarla li, voleva che credessimo che l'arma fosse stata presa nella casa, invece l'aveva portata lui”

“ o lei... non abbiamo ancora prove che sia un uomo”

“ ...o lei! Ma dalla mia esperienza, una donna non avrebbe mai usato tanta violenza”

Maura rimase un attimo ad osservare Jane che andava in su e in giù per la stanza riflettendo tra se e se, quella donna che aveva davanti era veramente incredibile, capiva le persone, il suo istinto raramente sbagliava.

“ Maura...Maura mi ascolti?”

La bionda tornò alla realtà.

“ Si, cosa?”

“ Ti stavo chiedendo del sangue”

“ Si, giusto, il sangue, dalle analisi risulta che quello della donna fosse pulito, invece quello dei bambini conteneva benzodiazepinici”

“ Sonnifero?”

Maura annuì.

“ Per l'esattezza Roipnol”

“ Quindi i bambini sono stati sedati perché non si svegliassero, è stato tutto premeditato e studiato bene, di sicuro non è stato il raptus di un estraneo”

Jane stava iniziando a mettere insieme i pezzi di questo orrendo puzzle.

“ Alex sospetta del marito”

A queste parole la mora si bloccò di colpo, voltandosi verso l'altra donna.

“ Alex? HAI PARLATO DEL CASO CON ALEX?”

“ No...si...no...cioè abbiamo parlato di tante cose, sai ho scoperto che è ambidestra, solo 1% della popolazione mondiale...”

“ MAURA, NON PUOI PARLARE DEL CASO!”

Jane alzò ancora la voce.

“ Non le ho detto niente del caso, anche perché non avevo nulla da dirgli, gli esami sono arrivati solo ora”

“ Se pensa che sia il marito vuol dire che le hai detto qualcosa”

“ Come ho già detto non le ho detto nulla, sa solo quello che ha sentito il sala autopsie, vedi mi ha detto che ha già una laurea in architettura, ma ha deciso di studiare anche psicologia e medicina”

“ Se è così intelligente perché vende dolci?”

“ Perché è quello che ama fare, vedi Alex ha una mente molto elastica ed eccezionalmente brillante, ma a deciso di seguire il suo cuore e fare ciò che la rende felice”

“ Allora puoi dire alla grande mente brillante che il marito ha un alibi di ferro perché era fuori città al momento dell'omicidio a vendere accessori nautici”

“ Accessori nautici?”

“ Si, accessori nautici, canne da pesca, motori fuoribordo, giubbotti di salvataggio...”

“ Quindi anche coltellini multiuso o per pulire il pesce?”

“ Si credo di si...perché?”

“ Perché ho appena letto che il termostato della casa è stato alterato, la temperatura presa sulla scena del crimine non era esatta, questo colloca la morte della donna e dei bambini verso le 6:30 -7:00 del mattino e non alle 8:30 come era stato ipotizzato all'inizio”

“ Il marito ha detto di essere uscito di casa alle 8:00, di aver salutato la moglie ed essere andato a fare colazione nel solito bar, ha fornito lo scontrino come prova, l'ora indicata era 8:13,  ma se l'ora della morte è cambiata può avere avuto tutto il tempo per commettere il delitto”

“ Ma che strano, sono in pochi a tenere lo scontrino di una colazione”

“ Già, guarda caso lo aveva proprio in tasca quando lo hanno portato qui, Maura puoi controllare se i coltelli che vende l'uomo sono compatibili con l'arma del delitto”

Maura appoggiò i fascicoli sulla scrivania e iniziò a cercare al computer.

“ Com'è il nome della società per cui lavora?”

“ E' la Nautic Atlantic”

“ Vediamo...ecco qua, ce ne sono di vari tipi e modelli a seconda dell'uso destinato”

La mora le si mise alle spalle, le immagini scorrevano sul monitor.

“ Ferma Maura, guarda, hai detto che la lama è ricurva potrebbe essere uno di quelli?”

“ Ad un primo esame visivo la lama è compatibile, però devo fare delle comparazioni”


Erano in laboratorio da ormai un'ora quando Franky arrivò di corsa con in mano dei coltellini nuovi di zecca.

“ Ehy, mi dovete una birra, anzi no almeno tre, ho dovuto girare mezza Boston per trovare i modelli che volevate”

“ Grazie Franky”

Rispose Maura prendendo gli oggetti dalle sue mani.

Passarono altri minuti cruciali, i due poliziotti erano in fermento, quando la dottoressa finalmente alzò gli occhi dal microscopio e confermò il coltello come possibile arma del delitto i due ripresero finalmente a respirare.

“ I calchi delle ferite combaciano alla perfezione con questo modello un coltello nautico MAC- 698E”

“ Beccato, brutto figlio...”

“ Jane!”

“ Ok, ok niente parolacce, Franky andiamo facciamoci dare un mandato”

 

 

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Capitolo 9
*** Consapevolezza ***


~~CAPITOLO 9

Jane era seduta alla sua scrivania, assorta nei suoi pensieri, quando vide passare Franky.

“ Ehy, Franky, vieni qui un attimo”

“ Si, Jane?”

“ Fammi un piacere, scopri tutto quello che c'è su una certa Alessandra Ferrari”

“ Ok, nessun problema, ma perché è una nuova sospettata?”

“ Ancora non lo so...”

In quel momento arrivò di corsa Frost.

“ Ehy, Jane, abbiamo il mandato”

“ Benissimo andiamo, Franky mi raccomando voglio sapere tutto di questa donna, da quando è nata, fino a cosa ha mangiato stamani a colazione”


Jane, Frost e Korsak si ritrovarono tutti e tre davanti all'hotel che ospitava il marito della vittima, bussarono alla sua porta e una voce dall'altra parte chiese.

“ Chi è?”

“ Sono la detective Rizzoli, con me ci sono anche i miei colleghi, per favore ci apra”

“ Certo solo un attimo”

La porta della camera si aprì e apparve l'uomo.

“ Sig. Miller, abbiamo un mandato di perquisizione, per la stanza e per la sua auto, la preghiamo di seguirci e di darci le chiavi”


L'auto fu trasportata alla centrale, Frost e Maura dettero un'occhiata, nel bagagliaio trovarono la valigia da lavoro dell'uomo, l'aprirono, al suo interno trovarono vari oggetti, molti cataloghi della Nautic Atlantic, e un set completo di coltelli da pesca.

“ Ehy, Maura guarda qua”

 Frost indicò i coltelli.

“ Ottimo, vediamo se qualcuno di questi e l'arma del delitto...iniziamo da questo con la lama curva”

Maura prese il tampone lo bagnò con l'acqua distillata, lo passò sulla lame del coltello, poi prese l'alcol etilico, il reagente e il perossido di idrogeno, al depositarvi di quest'ultimo sul tampone, esso divenne immediatamente fucsia.

“ Su questo coltello c'è del sangue, lo porto subito in laboratorio per vedere se coincide con quello delle vittime”


Jane era in trepidante attesa, il probabile assassino era li, davanti a lei, dietro a quel vetro, un rumore di passi la risvegliò dai suoi pensieri, si voltò e vide arrivare Maura.

“ Allora? Lo posso arrestare?”

“ Si, il sangue coincide con quello delle vittime e ci sono anche le sue impronte, anzi ci sono solo le sue impronte”

“ Benissimo!”

Dicendo questo entrò di filata nella stanza degli interrogatori.

“ Si può sapere perché sono tenuto prigioniero qua dentro da più di quattro ore?”

L'uomo alla vista della detective si alzò in piedi urlando contro di lei.

“ Calma, calma”

Intervenne Frost.

“ Si sieda e mi spieghi”

Continuò Jane.

“ Cosa le dovrei spiegare, siete voi che mi dovete dare una spiegazione”

“ Lo riconosce questo?”

Jane mostrò il coltello all'uomo seduto davanti e lei.

“ Certo è uno dei coltelli che vendo per lavoro”

“ “ Sopra ci sono le sue impronte”

“ Certo che ci sono le mie impronte, come le ho già detto li vendo per lavoro, e per lavorare li devo toccare, sa detective la facevo più sveglia”

Jane era sul punto di saltargli al collo, ma non sarebbe stato professionale.

“ Certo capisco, e mi spiega, visto che sono poco sveglia come mai li vende con sopra il sangue di sua moglie e dei suoi figli?”

L'uomo a quella dichiarazione sbiancò di colpo.

“ Vedo che ha già capito tutto, il laboratorio ha rinvenuto sul coltello tracce di sangue che corrispondono a quelle di sua moglie e dei suoi figli, sa non è saggio tenersi l'arma del delitto come ricordo, anche se si crede di averla pulita bene”

“ Che dice non sono stato io, io ero lontano quando è successo”

“ Sig. Miller, il suo alibi è stato smontato, il suo trucchetto per alterare la temperatura è stato scoperto, e sappiamo che lei era in casa all'ora del delitto, forse io non sarò molto sveglia, ma in laboratorio abbiamo un vero genio, che odia dover fare autopsie su dei bambini, e io mi fido ciecamente di lei, affiderei la mia vita nelle sue mani, non solo ha trovato il sangue sul coltello ma anche su i vestiti che ha indossato per uccidere la sua famiglia, quindi mi dica, perché ha ucciso le persone che più l'amavano al mondo ”

Jane non staccava gli occhi da quelli dell'uomo, che all'improvviso crollò.

“ Volevo solo essere libero”

Dicendo questo si coprì il volto con le mani e iniziò a piangere.

“ Io e mia moglie stavamo insieme dal liceo, sempre insieme, sempre, costantemente, mi ero ritrovato ad avere una famiglia senza aver fatto altro nella vita, ero condannato a quella rutine, volevo solo essere libero, non aver più obblighi con nessuno”

“ Se per lei una bella moglie e due splendidi bambini erano una condanna, chissà cosa penserà dell'ergastolo, passerà il resto della sua vita a ripensare a cosa ha perso, mentre asseconderà le attenzioni di qualche altro detenuto”

“ Io...io...non volevo...ma ero stanco”

“ ERA STANCO? LEI ERA STANCO?  LI HA UCCISI A SANGUE FREDDO PERCHE' ERA STANCO? NON CI SI STANCA DI CHI SI AMA, LE SI STA ACCANTO, SEMPRE, E SI RINGRAZIA IL CIELO OGNI GIORNO DI POTERLA AVERE NELLA PROPRIA VITA”

Maura, che era rimasta dall'altra parte del vetro, ebbe come un sussulto, ebbe come la sensazione che quelle parole fossero dirette a lei più che all'uomo.
Jane uscì di corsa dalla sala interrogatori.

“ Frost pensaci tu a leggerli i suoi diritti, io se lo rivedo lo strangolo”

Stava tornando a passo svelto verso la sua scrivania.

( Ma non lo sanno che esiste il divorzio?)

Pensò, in quel momento Franky la raggiunse.

“ Jane, ho i risultati su Alessandra Ferrari”

“ Allora sputa il rospo, trovato niente di interessante?”

“ Calma, calma”

Franky aprì il fascicolo e iniziò a leggere.

“ Non c'è niente che non vada, non ha neanche mai preso una multa per divieto di sosta...”

( ci credo va in bicicletta)

Pensò Jane.

“ Vediamo...27 anni, italiana, figlia unica di Antonio e Maria Ferrari, viene da una famiglia molto facoltosa, il padre è morto qualche anno fa, la madre vive ancora in Italia, ha vissuto a Firenze dalla nascita, poi si è trasferita a Roma per studiare all'Università La Sapienza, una fra le più prestigiose, si è laureata con 110 e lode con un anno di anticipo, per qualche tempo ha gestito l'azienda di famiglia, da poco più di un anno vive qui a Boston, dove lavora come pasticcera al Cake Shop...cosa ha mangiato a colazione, però non sono riuscito a scoprirlo...in compenso devo dire che è davvero molto carina, ci uscirei volentieri...”

Jane era rimasta in silenzio per tutto il tempo ma a quella frase non ci vide più.

“ Ma cosa dici Franky!”

Disse sfilandogli di mano il fascicolo per poterlo controllare lei stessa.

“ Ehy, Ehy calma, perché te la prendi tanto?”

Jane non fece in tempo a rispondere, qualcuno la chiamava e lei conosceva bene quella voce.

“ Ciao Vaniglia, ciao Franky”

“ Ciao Rondo, come va?”

Chiese Franky.

“ Tutto bene, sono passato a ringraziare tua madre, per le cose che ci ha portato”

Mentre parlava il suo sguardo cadde sul fascicolo che Jane teneva in mano e che stava leggendo.

“ Ehy, ma quella è Angel! Perché prendete informazioni su di lei? Le è forse successo qualcosa? E' nei guai?”

“ Come l'hai chiamata? Angel? Ma non si chiama Alessandra o Alex?”

Chiese Jane, incuriosita.

“ Si certo, ma per noi, è Angel, l' ANGELO!”

“ Per voi?”

Domandò Franky.

“ Si, Angel fa volontariato alla mensa dei poveri e al rifugio dei senza tetto, e …se non mi sbaglio va anche a giocare con i bambini dell'ospedale, per fargli passare qualche ora in allegria, la chiamano così dopo che una madre le disse SEI UN ANGELO VENUTO DAL CIELO PER RIDARMI MIO FIGLIO,  si era tuffata nel Mystic River per salvare un bambino, lo ha riportato a riva e rianimato”

“ Cavolo, ora si che ci voglio uscire”

“ In effetti è eccezionale, è bella, simpatica, estroversa e...gay”

“ Come gay?”

“ Si, le piacciono le donne, quindi caro Franky non credo che tu saresti il suo tipo”

Jane, era immobile, con lo sguardo fisso davanti a se, poi  senza neanche salutare corse via, si fermò alla sua scrivania a pensare, la sua paura più grande si era avverata, come poteva competere con quella ragazza, era bella, intelligente, ricca e altruista, tutte cose che lei non era, e di sicuro aveva messo gli occhi su Maura, e Maura,  non faceva altro che parlare di lei, aveva persino passato la notte da lei, facevano parte dello stesso mondo, era perfetta per lei.
 Lei invece era solo una semplice detective di Boston, figlia di un idraulico fedifrago e di una casalinga, senza laurea e senza un soldo, il suo cuore batteva all'impazzata, non si era mai resa conto del vero sentimento che la legava a Maura, non era una semplice amicizia la sua, era qualcosa di più, era qualcosa di profondo, di intenso, e che si era resa conto stava per perdere ancora prima di trovare.
Si alzò e corse via.

( La devo trovare, le devo parlare, Peter Miller ha buttato via l'amore che solo una famiglia ti può dare, io non commetterò lo stesso errore senza lottare, Alex non avrà Maura....LEI E' MIA!)

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** ...Jane... ***


~~CAPITOLO 10

Maura era seduta da più di un'ora su gli scalini di una casa al 234 di Clarecon Street, aspettava il rientro della proprietaria, non sapeva perché era li, solo le sue gambe l'avevano portata a quell'indirizzo, l'aria era fresca e tirava un leggerissimo vento, che cullava i suoi pensieri, quando una voce la riportò alla realtà.

“ Ciao, bella dottoressa che ci fai qui?”

Alex era appena tornata da una corsetta per le vie di Boston, Maura rimase immobile alla vita della ragazza, al suo fisico atletico e scolpito, i pantaloncini, lunghi fino al ginocchio, evidenziavano le sue fasce muscolari, la canotta, invece faceva risaltare il suo seno proporzionato e il ventre completamente piatto, ripresasi dallo “ Shock” iniziale rispose.

“ Ti aspettavo”

Alex le si avvicinò e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.

“ E' molto che aspetti?”

“ Un oretta”

“ Mi spiace, se mi avessi chiamata non sarei uscita”

“ Non ti preoccupare, non sapevo neanche io che sarei venuta qui”

Solo in quel momento si accorse che Alex le teneva ancora la mano, che tirò via con un movimento un po più brusco di quello che voleva.

“ Lo sai hai davvero delle bellissime ossa lunghe, non che dei quadricipiti molto sviluppati”

Ancora una volta il nervosismo prese il sopravvento, Alex lo notò e rispose sorridendo.

“ Grazie, vuoi salire da me, ti offro un caffè, per scusarmi di averti fatto aspettare al freddo”

“ Si, grazie, sei molto gentile”

Rispose Maura mentre Alex apriva il grande portone e si scostava per lasciar entrare la bionda.

“ Prego prima le signore”

Disse inchinandosi davanti a lei.

“ Ma che galante, allora le buone maniere non sono morte”

“ Mi hanno educata bene”

Le due entrarono e la porta si richiuse alle loro spalle.

“ Il mio appartamento è al quarto piano, io di solito faccio le scale ma non credo che con quelle scarpe tu possa fare quattro piani a piedi”

Maura si guardò i piedi e le sue Jimmy Choo, tacco 12.

“ Prendiamo l'ascensore”

Le porte si chiusero e l'ascensore partì, ma arrivato tra il primo e secondo piano, improvvisamente la luce andò via, bloccando la cabina e facendo rimanere le due al buio.

“ Perfetto ci mancava anche questo, ora ci tocca aspettare, ultimamente in questa zona ci sono stati molti black out, pare ci sia un mal funzionamento della centralina di quartiere”

“ Ci vorrà molto?”

Quella situazione rendeva Maura alquanto nervosa.

“ Di solito torna entro una mezz'ora, comunque stai tranquilla ci sono io qui con te”

“ Oh, io sono tranquillissima, statisticamente solo 9 ascensori su 100.000 hanno una discesa rapida dovuta ad un mal funzionamento...”

Alex che aveva intuito dalla voce della bionda il suo stato d'animo cercò di rassicurarla.

“ Lo so e poi siamo solo tra il primo e il secondo piano, quindi circa 3-4 metri da terra anche se l'ascensore cadesse, cosa che non farà, sai che V=gt  se V=150 km/h cioè = a 41,6 m/s  e  t=( v/g) 4,24  circa 4 secondi di caduta libera e se S (spazio) = ½ gt* = 9,8* (4,2*2) = 86,4 m se tra noi e il suolo ci sono solo 3-4 metri, calcolando la velocità e il peso, se proprio ci va male, possiamo al massimo romperci le gambe”

Maura ascoltava quella voce nella semi oscurità, la scienza l'aveva sempre tranquillizzata, il sapere che le cose hanno un preciso ordine di funzionamento la faceva sentire al sicuro, e quella spiegazione così scientifica era stata come un paracadute in quel momento, che l'aveva distratta dalla situazione in cui si trovava.

“ Ma conosci anche le leggi della Fisica? Non smetterai mai di stupirmi”

“ Adoro leggere, leggo di tutto, adoro conoscere il funzionamento delle cose, il perché esistono, il perché ad ogni azione corrisponde una reazione, la conoscenza è la più grande conquista dell'umanità e più sai meno hai paura, credo che se il mondo iniziasse a voler conoscere e comprendere ciò che è diverso e che gli fa paura, invece di distruggerlo, forse ci sarebbero meno morti inutili; la paura è figlia dell'ignoranza, e quando l'uomo ha paura di qualcosa lo distrugge”

Maura ancora una volta era rimasta di sasso davanti a quella ragazza, che nonostante fosse così giovane portava con se tutta quella saggezza.

“ Sono parole molto belle”

“ Grazie, e parlando di conoscenza vorrei proprio sapere chi è quel genio che ha spento il riscaldamento”

Disse ridendo Alex, in effetti insieme alla luce si era bloccato anche il sistema di riscaldamento.

“ Ora mi ci vorrebbe proprio quel caffè per riscaldarmi”

Commentò Maura.

“ Be, ci sono molti altri modi per tenerci al caldo”

La voce di Alex era cambiata, risuonò nelle sue orecchie, insieme al battito del suo cuore, ma non ci fu il tempo di dire o fare altro perché la luce tornò, l'ascensore ripartì e le portò al loro piano, le porte si aprirono e le due scesero, arrivate davanti alla porta Alex l'aprì e come poco prima fece entrare per prima Maura.

“ Prego, accomodati, ti dispiace se prima di prepararti il caffè mi faccio una doccia veloce?”

“ Certo, sei stata troppo tempo ferma, e al freddo rischi di prenderti un malanno”

“ Grazie, faccio in un attimo, tu fai come se fossi a casa tua”

La ragazza sparì dietro una porta, e Maura iniziò a guardarsi intorno, l'appartamento non era molto spazioso, ma per una persona sola era più che confortevole, l'arredamento era al quanto minimalista, giusto l'essenziale, l'unica cosa che abbondava erano le foto, erano ovunque, Maura si avvicinò ad alcune di esse, erano tutte foto di famiglia, nella bambina riconobbe i lineamenti di Alex, una la ritraeva appena nata in braccio a quelli che dovevano essere i suoi genitori, anche se un po avanti con l'età, poi il primo giorno di scuola, da adolescente e la laurea poi tutto ad un tratto l'uomo non c'era più in nessuna foto, solo Alex e la madre.
Ne prese una in mano.

“ Chissà cosa gli è successo?”

Pensò ad alta voce.

“ E' morto”

Maura si voltò di scatto.

“ Scusa non volevo essere invadente”

“ Non ti preoccupare, ti ho detto io di fare come a casa tua”

“ Sono i tuoi genitori?”

Alex annuì, prendendo in mano la foto.

“ Lei è mia madre, si chiama Maria, vive a Firenze, ci sentiamo tutti i giorni, lui invece...”

Disse indicando un'altra foto.

“ E' mio padre, Antonio, purtroppo è venuto a mancare, qualche anno fa”

“ Sembrate molto felici”

“ Lo eravamo, lo eravamo davvero, eravamo felici e non lo sapevamo, poi un giorno uscì di casa, ci disse “torno presto”, ma non è più tornato, era andato in una gioielleria per prendere il  regalo per il mio compleanno, insieme a lui, nel negozio, c'era anche una madre e la sua bambina di pochi mesi, entrò un rapinatore che prese in ostaggio la bambina, lui cercò di reagire e nella colluttazione partirono dei colpi, il rapinatore rimase ferito, ma mio padre non ebbe scampo, quel giorno compresi il significato della frase di Alice nel Paese delle Meraviglie, quella che dice : Per quanto tempo è per sempre? Avvolte solo un secondo”

“ Mi spiace tanto”

“ E' passato, lui era fatto così, odiava l' ingiustizie, mi diceva sempre “ Il principale scopo nella vita è aiutare gli altri, e se proprio non puoi aiutarli almeno non ferirli”, Maura ricorda sempre, quando sei felice facci caso, fermati e guarda chi è con te, e vedrai chi veramente ti rende felice”

“ Non lo conoscevo, ma credo proprio che tu gli assomigli tanto”

“ Dai adesso basta, ci siamo depresse anche troppo....caffè?”

“ Si, grazie”

“ Espresso all'italiana, spero che ti piaccia, come ti ho già detto il caffè americano non mi entusiasma per niente”

“ Adoro l'espresso”

Le due si diressero in cucina.

“ Oh, anche tu hai una Pavoni?”

“ Si, secondo me è la migliore”

“ Si, fa un buon caffè”

“ Questa è una miscela speciale, certo non è il Bontadi Indonesia Kopi Luwak, ma è buono lo stesso”

“ Conosci proprio tutto, in pochi sanno della sua esistenza e ancora meno si ricordano il nome, anche perché quando dici che le sue drupe assumono quel sapore per via del fatto che vengono ingerite dal Luwak così da arricchirsi di enzimi zuccherini e che poi vengono raccolte dalle sue ...”

Maura si fermò.

“ Scusa, parlo troppo lo so, Jane odia quando parlo a vanvera di cose inutili”

“ Non dici mai cose inutili, e poi a me piace molto sentirti parlare”

Dicendo questo le porse la sua tazzina di caffè.

“ Vogliamo accomodarci sul divano?”

Maura prese la tazzina e annuì, Alex le fece strada fino al divano dove si accomodarono, prendendo entrambe un sorso di caffè.

“ Allora come va il caso?”

“ Il caso? A si, sono passata proprio per dirti questo, sai avevi ragione, è stato il marito”

“ E' quasi sempre qualcuno vicino a noi, qualcuno da cui non pensiamo di doverci difendere, e come mai? Ha dato una spiegazione?”

“ Voleva essere libero, non avere più obblighi verso nessuno, così li ha uccisi tutti”

Maura scosse il capo.

“ E' triste, la famiglia non dovrebbe essere un obbligo, dovrebbe essere la luce che ti fa andare avanti”

“ Ha detto che lui e sua moglie stavano insieme dal liceo, e che si è ritrovato marito e padre senza rendersene conto”

“ Tutte balle, se non vuoi fare una cosa non la fai, è colpa della società che ci mette in testa come dobbiamo essere, non devi fare una cosa se non sei pronto per farla, solo perché hai l'età per farla”

Maura annuì, anche questa volta Alex si era mostrata più matura dei suoi anni.

“ E poi i bambini, nessuno dovrebbe mai osare mettere le mani sui bambini, soprattutto la famiglia, la famiglia ti dovrebbe proteggere...e invece, se un giorno avrò mai dei figli, gli proteggerò fino alla morte”

“ Alex? Posso farti una domanda?”

“ Certo”

“ Tu uccideresti un' altro essere umano?”

La domanda spiazzò Alex per un attimo, che per poco non soffocò con il sorso di caffè che aveva preso.

“ Wow! Accidenti che domanda”

“ Per favore rispondimi”

Alex tornò seria, ci pensò per un attimo, poi disse.

“ Non credo ci sia una risposta certa, non sai di cosa sei capace fino a che non ti ci trovi davanti, ma, si! Credo che per qualcosa o qualcuno di veramente importante potrei anche uccidere un' altro essere umano...”

Maura fissava negli occhi la ragazza davanti a lei, e così facendo non riuscì a poggiare bene la tazzina sul tavolino che cadde, istintivamente fece per prenderla ma la mano di Alex afferrò la sua, il suo sguardo tornò su di lei.

“...Per te potrei uccidere”

Fu un attimo, le due si guardarono, il tempo si era fermato, le loro bocche si avvicinarono fino a scontrarsi, da prima in modo delicato, poi sempre più intenso, quando finalmente si staccarono per riprendere aria, poggiarono le fronti una su quella dell'altra, dalle labbra di Maura uscì un sussurro flebile quasi impercettibile.

“...Jane...”

 

 

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Capitolo 11
*** Dopo tutto non è così male ***


~~CAPITOLO 11

Jane doveva assolutamente parlare con Maura, doveva dirle quello che provava per lei, quello che aveva sempre provato per lei ma che solo ora aveva accettato come tale, doveva correre prima che fosse troppo tardi.
Da quando conosceva Maura, non aveva mai provato una tale rabbia e gelosia, Maura era uscita con molti uomini  e lei non era mai stata gelosa...o forse si, si lei era sempre stata gelosa degli uomini con cui Maura usciva ora se ne rendeva conto, nessuno di loro era all'altezza della dottoressa, nessuno la meritava, nessuno l'avrebbe resa  felice come avrebbe potuto fare lei, per lei avrebbe sfidato il mondo, e lo stava già facendo, per lei si sarebbe buttata nel fuoco, per lei...solo per lei.

“LEI E' MIA!”

Urlò nell'abitacolo dell'auto che sfrecciava a folle velocità per le vie di Boston.
L'auto si fermo' nel vialetto della grande villa.
La donna scese di corsa fiondandosi verso la porta, l'aprì entrando come una furia e urlando il nome di Maura.

“ MAURA!  MAURA! “

( No, non c'è)

Pensò Jane.
Una voce alle sue spalle la fece voltare.

“ Jane, Maura non c'è, non è ancora tornata”

Era Angela che avendo sentito le urla di sua figlia era corsa per vedere cosa stava succedendo.

“ MAMMA LA DEVO TROVARE”

Urlò Jane.

“ Ok cara la troveremo, ma adesso calmati”

“ No mamma non capisci, non posso perderla, IO LA AMO!”

Guardò sua madre negli occhi, mentre i suoi si annebbiavano di lacrime, le mani sulla bocca come a voler fermare quelle parole, quelle tre semplici parole che rendevano tutto più reale.
Angela le sorrise, le prese le mani e le strinse forte.

“ Lo so Jane, lo so”

Jane rimase per un attimo interdetta dalle parole della madre.

“ Come lo sai? Non lo sapevo neanche io fino a poco fa”

“ Bambina mia, sono tua madre e ti conosco, conosco il tuo cuore, il tuo bellissimo cuore, che ostini a voler celare al mondo, vi ho viste in tutti questi anni, e anche Maura ti ama credimi, se non fosse così credi che mi avrebbe offerto di vivere da lei?”

“ Ma...”

“ Niente ma, ascoltami, Maura è una brava ragazza, e mi piacerebbe molto averla come nuora”

“ Non sei arrabbiata con me?”

“ Arrabbiata? E perché dovrei? Mi arrabbierei se invece di seguire il tuo cuore scegliesse una vita senza amore a fianco di qualcuno che non ti ama; ascolta figlia mia, le famiglie non sono perfette, le persone non sono perfette, l'importante è amare ed essere amati”

Ora anche gli occhi di Angela erano un fiume di lacrime.

“ Oh, mamma, grazie...io...”

“ Non stare qui a perdere tempo con me, vai e trovala!”

“ Si mamma”
Jane corse via.

“ AH, Jane”

Urlò Angela.

“ NON TORNARE A CASA SENZA DI LEI!”

Jane salì in auto.

“ E' da lei ci scommetto”

Prese la cartellina con il rapporto che Franky le aveva dato, al suo interno ci doveva per forza essere l'indirizzo di casa sua; e infatti eccolo lì, 234 Clarecon Street, appartamento 4B.

( Ottimo non è molto lontano)

L'auto partì a folle velocità, sgommando alla prima curva.
Si fermò con un forte stridio di gomme, scese e corse all'interno del palazzo, per fortuna qualcuno era appena entrato e fece appena a tempo ad afferrare la porta prima che si chiudesse, fece due a due gli scalini fino al quarto piano, in cima alle scale si guardò in torno.

“ Eccolo li”

Corse fino alla porta e bussò, il cuore le martellava nel petto.

“ Per favore, per favore, lei è mia!”

“ Chi è?”
Chiese una voce familiare dall'interno dell'appartamento.

“ Sono la detective Jane Rizzoli apri per favore”

La porta si aprì; Jane si trovò davanti Alex.

“ E' successo qualc...”

Non fece in tempo a finire la frase che Jane la interruppe.

“ Dov'è Maura? E' qui lo so”

“ No, non è qui”

Rispose Alex.

“ Non è vero! Fammi passare!”

Con impeto entrò nella casa, guardandosi attorno.

“ MAURA, MAURA SEI QUI?”

Nessuna risposta.

“ Maura è andata via da poco”

Disse Alex chiudendo la porta.

“ LEI E' MIA! IO LA AMO!”

Urlò Jane con tutta la forza che aveva.

“ Lo so, e lei ama te”

Quelle parole colpirono Jane come un macigno, e le fecero perdere tutta la rabbia che aveva in corpo.

“ Come? Te lo ha detto lei?”

“ Si e no, siediti per favore, ti racconto tutto”

Disse Alex indicando il divano dietro la mora.

“ Non voglio sedermi, voglio Maura”

“ Per favore siediti”

Quelle parole dette con tale calma ed educazione, calmarono Jane,  era lo stesso modo che usava Maura quando c'era qualcosa che la turbava.
Si sedette continuando ad fissare Alex che le si era messa accanto.

“ Maura ed io eravamo sedute proprio qui, a prendere un caffè, mi stava raccontando che eravate riuscita a far confessare il marito, poi l'ho baciata”

A Jane quelle ultime due parole rimbombarono nelle orecchie.

“ Cosa? No, no,no “

Le lacrime le rigavano il volto, non aveva più neanche la forza di arrabbiarsi, tanto le faceva male il cuore.

“ Non ho finito, dopo il bacio, ha sussurrato, un nome, il tuo nome, non ero io quella che voleva, eri tu, baciava me ma nei suoi pensieri c'eri tu”

“ Dici sul serio?”

All'improvviso era tornata la luce, il suo cuore batteva di gioia, e un sorriso le apparve sulle labbra, Alex le posò le mai sulle spalle e le disse guardandola negli occhi.

“ Jane, non ti mentirò, a me piace molto Maura, e in circostanze diverse avrei lottato per lei senza tregua, ma ho visto che per me non c'è speranza, nei suoi pensieri ci sei solo tu”

“ Io...”

“ Credo che tutto accada per un motivo, e se ti viene data un'opportunità afferrala con tutte e due le mani, se la tua vita cambia, lascia che cambi, ognuno di noi ha il suo destino, che a volte quando si è davvero fortunati, coincide con quello di qualcun' altro”

Jane era sorpresa da quelle parole.

“ Ti vedevo così perfetta che ho avuto paura di perderla”

“ Come ti ho già detto a me piace molto Maura, e voglio che sia felice, io non posso dargli quella felicità che si merita ma tu si, l'amore è cieco perché non guarda con gli occhi ma con il cuore”

Jane non aveva parole, rimase per un po a fissarsi le mani, incapace di dire una sola parola.
Di colpo Alex si mise in piedi.

“ Dai andiamo, sistemeremo tutto!”

Dicendo questo porse la mano a Jane per aiutarla ad alzarsi, la mora la afferrò, dopo tutto non era così male.

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Capitolo 12
*** La fine della storia PARTE PRIMA ***


~~CAPITOLO 12


Maura era nel suo ufficio, fissava un punto indefinito davanti a se, ripensava a tutto quello che era successo, al bacio con Alex, alle sue emozioni, all'unico pensiero che avuto in quel momento...Jane.
Nel giro di pochi giorni la sua vita era cambiata, è proprio vero, quello che non accade in una vita intera accade in un secondo.
Era stato quel bacio a svelargli quello che provava per Jane o lo aveva sempre saputo?
Certo era felice quando passava le giornate  con lei, ma non le era mai sembrato strano, dopo tutto erano amiche...si amiche...o forse no...solo in quel momento rivide tutti gli sguardi di Jane verso di lei, quelli sguardi erano pieni di amore...si amore!
Sbatte le mani sulla scrivania, alzandosi di colpo.
Era Jane che voleva, ora l'aveva capito, e doveva assolutamente dirglielo.

“ Ho deciso, vado da lei, e gli dico tutto, vada come vada”

La sua immensa conoscenza scientifica non le era di aiuto in quel momento, non c'erano dati empirici da analizzare, niente algoritmi, niente statistiche, non c'erano certezze su come Jane avrebbe reagito, ma era giusto tentare, la poteva rifiutare e allontanarla per sempre da se, ma non sarebbe stato da Jane, forse sarebbero rimaste buone conoscenti...ma l'avrebbe anche potuta ricambiare e...amare.
Il tragitto in ascensore non le era mai sembrato così lungo, quando le porte si aprirono invece avrebbe voluto avere altro tempo.
Si diresse verso le scrivanie, e con sua grande sorpresa non trovò Jane.

“ Buona sera Tenente Korsak, ha visto Jane?”

L'uomo alzò lo sguardo su di lei, sorridendogli.

“ Buona sera Dottoressa, Jane non è ancora rientrata, ma sarà qui a momenti se vuole la può aspettare qui”

In quell'istante alle loro spalle udirono un gran fracasso, oggetti che volavano e urla che un presagivano nulla di buono.

“ FERMATELO PRESTO E' ARMATO!!”


Jane e Alex entrarono proprio in quel momento, la scena che si presentò hai loro occhi fu terribile, Korsak riverso a terra, con una mano sull'addome dove cercava di bloccare il flusso di sangue che usciva da una ferita, gli altri poliziotti con le armi puntate e Maura...Maura aveva una pistola alla tempia.
Jane estrasse la sua e come gli altri la puntò verso l'uomo, che non sembrava del tutto lucido, cosa che rendeva ancora più pericolosa la situazione.

“ GETTA L'ARMA A TERRA, E LASCIA L'OSTAGGIO, SEI CIRCONDATO”

“ NO, GETTATELE VOI O LE FACCIO UN BUCO SU QUESTO BEL FACCINO, NON SCHERZO!”

“ Ok, ragazzi gettate le armi”

Disse Jane, tutti compresa lei le fecero cadere.

“ Dateli un calcio, un sono così stupido”

Incalzò l'uomo, Jane calciò la sua indietro, con la coda dell'occhio aveva visto Alex che era rimasta nascosta alla vista dell'uomo, sperò che la ragazza capisse il suo gesto e che avesse abbastanza coraggio da poter salvare Maura.
Alex vide Jane tirargli la pistola e vide anche il suo sguardo.
Prese l'arma e senza farsi notare fece il giro dell'ufficio arrivando alle spalle dell'uomo.
Usando tutta la forza che aveva lo colpì alla testa con il calcio della pistola, l'uomo barcollò lasciando andare Maura che cadde a terra, ma purtroppo il colpo non bastò a fermarlo, ancora intontito fece fuoco verso l'unica cosa che riusciva a vedere... Maura.
Uno colpo...due...tre...poi il silenzio.
Gli occhi di Jane videro tutta la scena come al rallentatore, poi senza neanche rendersene conto iniziò a correre, il criminale era esanime con due colpi in pieno petto, si avvicinò a Maura che era a terra, una macchia di colore rosso scuro si stava spargendo sul pavimento sotto di lei,  gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.

“ No, no, ti prego non morire”

La voce di Maura era rotta anch'essa dal pianto mentre le sue mani premevano sulla ferita per arrestare l'emorragia.
La donna si voltò verso l'amica.

“ Jane, Alex è stata colpita chiama aiuto”

Poi voltandosi verso la giovane disse.

“ Resisti piccola, stanno arrivando i soccorsi”

In lontananza si udivano le sirene delle ambulanze, Jane si inginocchiò accanto alle due, si tolse la giacca, piegandola, con molta delicatezza la mise sotto la testa di Alex in modo che stesse più comoda.
La ferita non accennava a volersi fermare.
Alex quando aveva visto che l'uomo stava puntando l'arma verso Maura era scattata in avanti, mettendosi fra lui e la bionda in modo da fare scudo con il suo corpo, per poi sparare a sua volta all'uomo, aveva sparato due colpi che per fortuna essendo a distanza ravvicinata erano andati tutti e due a bersaglio uccidendo l'uomo sul colpo, ma purtroppo anche lei era rimasta ferita.

“ Maura”

La voce della giovane, risuonò nell'aria, attirando l'attenzione delle due donne.

“ Hai visto, ho avuto il coraggio, per un motivo importante posso anche uccidere... e tu per me sei importante”

 Un colpo di tosse la fermò, facendo uscire un rivolo di sangue dalla bocca della ragazza, cosa che Maura interpretò subito come una lesione a un polmone.
Alex stava morendo soffocata e lei non poteva fare nulla.

“ Shhhhh, non parlare”

Le disse, ma Alex sapeva di non avere molto tempo, sentiva che la vita la stava abbandonando così prese le mani delle due e le unì.

“ VOI, siete importanti, non lasciate che qualcuno vi separi per via stupidi pregiudizi o che la paura di non essere accettate vi impedisca di amarvi, avvolte bisogna dare fiducia alle persone perché spesso ci sorprendono”

Ancora un colpo di tosse la bloccò.

“ Non parlare, risparmi le forze”

Le disse Jane.
Le due donne non vedevano più niente tante erano le lacrime che inondavano i loro occhi.
Alex portò una mano sulla guancia della bionda che prontamente ci poggiò sopra la sua.

“ Maura mi sa che non potrò portarti tanto presto a vedere gli Uffiz...”

Il respiro della giovane era sempre più debole, la mano perse forza, cadendo leggera.
Un 'ultimo respiro, profondo, uscì dalle sue labbra come a voler trattenere quell'attimo il più a lungo possibile, poi chiuse gli occhi per sempre.
Il viso che prima era segnato dal dolore ora era sereno.
Alex non c'era più.
Maura la strinse forte a se piangendo e Jane fece lo stesso con lei, rimasero così fino all'arrivo dei paramedici che poterono solo constatarne il decesso.
Le due donne videro mettere il corpo nel sacco nero a loro tanto familiare ma che in quel momento pareva così alieno, lo guardarono fino a che non sparì dietro la porta.

“ Sai una cosa Jane?”

“ Cosa?”

“ Aveva ragione Alex quando diceva che mancava qualcosa”

“ Cosa manca?”

“ L'anima, non ci avevo mai fatto caso”

“ Tu non credi all'anima”

“ Non ci credevo perché nessuno non me l'aveva mai fatta vedere”

Jane capì cosa volesse dire Maura.

“ Andiamo Maura dobbiamo parlare”

La bionda annuì.
Lungo il tragitto non dissero niente.
Entrarono nell'ufficio di Maura ancora in silenzio.

“ Ti devo parlare”

Dissero in coro.

“ Prima tu”

Incitò Maura.

“ OK”

La mora fece sedere la Dottoressa sul divano poi prese un lungo respiro.

“ IO TI AMO! Ecco l'ho detto”

La bionda era in silenzio con il cuore che batteva a mille.
Jane non sentendo risposta ebbe un po di paura, ma si fece coraggio e continuò mettendosi in ginocchio davanti all'altra per poterla guardare negli occhi.

“ Non so dove conduca la mia strada, ma cammino meglio quando la mia mano stringe la tua”

Lacrime profonde uscivano dagli occhi della Dottoressa, ma questa volta erano di gioia non di dolore.

“ Maura capirò se non mi vuoi, mi allontanerò, ma non potevo continuare a vivere così”

Ancora una volta la detective non ottenne risposta.

“ Ti prego Maura dì qualcosa”

La bionda le saltò letteralmente al collo.

“ Ti prego Jane non lasciarmi mai”

La mora si rilassò a quelle parole.

“ Non ti lascerò mai”

“ Giuralo”

“ Lo giuro sulla mia vita”

Si guardarono negli occhi, poi con delicatezza quasi poggiasse le labbra su un bicchiere di cristallo, Jane baciò  Maura, quanto aveva sognato di farlo,  si rese conto che il sogno non era niente confrontato alla realtà, Maura ricambiò quel bacio, il loro primo bacio, giurò a se stessa che quelle sarebbero state le uniche labbra che avrebbe sfiorato da quel giorno in avanti, perché ne era sicura, in tutto il mondo non potevano esistere altre labbra così perfette.


Aprirono la porta di quella che era stata la casa di Alex, la ragazza non aveva nessuno a Boston e volevano che la madre riavesse le cose della figlia, visto che lei non sarebbe più tornata.

“ Eccoci qua, cosa prendiamo?”

“ Direi di cercare un bel vestito per il funerale e poi impacchettiamo le foto e tutto quello che ci sembra importante”

“ Uh, ho come la sensazione di mancarle di rispetto frugando nella sua roba”

Iniziarono a guardarsi in giro, Maura si diresse il camera da letto, Jane si mise a osservare le foto, sembrava davvero felice, poi la sua attenzione ricadde su una busta bianca, si avvicinò, sopra c'era scritto “ PER MAURA E JANE”.

“ Maura vieni a vedere”

“ Che c'è? Cosa hai trovato?”

La detective le mostrò la lettera.

“ E' per noi”

“ Aprila”

( CARE MAURA E JANE, VOI SIETE SPECIALI MA LO SAPETE BENISSIMO, E' STATO UN PIACERE CONOSCERVI, GRAZIE A VOI HO CAPITO CHE C'E' ANCORA DELL'AMORE INCONDIZIONATO A QUESTO MONDO, PER QUESTO HO DECISO DI TORNARE A CASA, A FIRENZE, RIABBRACCIARE MIA MADRE CHE MI MANCA MOLTISSIMO E RICOMINCIARE LA MIA VITA DA CAPO, VOGLIO PROVARE A DARE UNA POSSIBILITA' ALLA PERSONA CHE HO SEMPRE AMATO E CHE HO RIFIUTATO PERCHE' LA CREDEVO CHE NON MI AVREBBE MAI CORRISPOSTO, COSI' SONO SCAPPATA, MA FINCHE' NON LE APRIRO' IL MIO CUORE NON SAPRO' MAI SE POSSO AVEVRE UNA POSSIBILITA' , SPERO CHE LEI MI VOGLIA ANCORA NELLA SUA VITA, PERCHE' HO VISTO CHE ANCHE SE SIAMO PROFONDAMENTE DIVERSE POSSIAMO ESSERE FELICI, PERCHE' LE NOSTRE IMPERFEZIONI COMBACIANO PERFETTMENTE, PERCHE' INFONODO CI INNAMORIAMO DI CHI E' IN GRADO DI TENERCI TESTA, DI CHI NON CEDE, DI CHI CI STIMOLA, DI CHI E' IN GRADO DI DISTRUGGERCI, QUELLA PERSONA CON CUI SIAMO ALLA PARI PER GUSTI E PENSIERI, CI INNAMORIAMO DELL'IMPOSSIBILE PERCHE' SIAMO FATTI COSI', IN FONDO CI INNAMORIAMO DI CHI CI SOMIGLIA MA NON HA TUTTI I NOSTRI DIFETTI O LI HA MA LI RENDE PERFETTI,
E QUESTO VALE ANCHE PER VOI, INIZIARE UN MUOVO CAMMINO VI SPAVENTA, LO SO, MA DOPO OGNI PASSO VI RENDERETE CONTO DI QUANTO FOSSE SCIOCCO RIMANERE FERMI, PER QUESTO VI SALUTO CON QUESTA LETTERE, LO SO NON E' CARINO MA NON SONO BRAVA CON GLI ADDII E SOPRATTUTTO NON VOGLIO CHE QUESTO SIA UN ADDIO, VOI SARETE SEMPRE NEI MIEI RICORDI E SPERO DI ESSERCI NEI VOSTRI.
CIAO.)

Maura finì di leggere la lettera, una lacrima solcò il suo volto,per poi cadere sul foglio bianco.

“ Ciao piccola”

Jane abbracciò Maura, consolandola.

“ Dobbiamo andare a Firenze con lei”

“ Cosa?”

“ Voglio riportarla a casa”

Jane le sorrise, amava quel faccino serio di quando si metteva in testa una cosa.

“ Va bene”


La bara fu calata nella fossa, sopra di essa una rosa rossa, accanto a essa centinaia di persone.
Maura si fece largo, tirò fuori un foglio dalla borsa e disse in italiano.

“ Spero di non sbagliare niente, non ho mai parlato italiano fino ad ora”

Le persone intorno a lei la osservavano in silenzio.
Schiarendosi la voce iniziò.

“ Non dovremmo essere qui oggi.
Alessandra...Alex era così giovane e così buona che non dovremmo essere qui.
Ma ...siamo qui.
Ho ricevuto il grande onore di raccontarvi quanto tutti amavamo Alex e io potrei dirvi tanto e andare via ma così non gli renderei giustizia.
Alex era...importante per molte persone.
Una figlia...un'amica.
Ho conosciuto Alex non molto tempo fa purtroppo, vorrei poterla avere conosciuta meglio, ma purtroppo la vita ha i suoi piani.
Voleva dare il meglio di se, lavorava sodo, era in gamba, sfidava se stessa senza risparmio e io ammiravo...la passione che metteva nel suo lavoro.
Come ho detto l'ho conosciuta per poco, ma è bastato perché mi entrasse nel cuore.
Sentirò la sua mancanza come amica.
Ma mentre stavo preparando questo discorso, sentivo che non volevo solo parlare di quello che abbiamo perso, volevo anche trovare qualcosa che potessimo conservare, perciò pensando ad Alex e a quello che amavamo di lei, una cosa mi è comparsa nella mente.
Adoravo come mi faceva ridere...mi mancherà quel suo sorriso contagioso e la gioia con cui rischiava ogni giorno solo per essere felice.
Per cui in questo momento così duro e triste...io vedo un raggio di luce.
La morte ci ha tolto Alex...ma i suoi ricordi non li porterà via mai...ricordi meravigliosi e...splendidi, belli e dolcissimi...che restano con noi per sempre.*

Un applauso inondò il silenzio del cimitero mentre Maura tornava accanto a Jane.
Piano piano le persone defluirono fino a che non rimasero solo Jane, Maura, una ragazza sulla sedia a rotelle e una donna anziana dalla minuta corporatura.
La ragazza si allontanò.
La donna invece si avvicinò loro e in perfetto americano disse.

“ Voi siete le sue amiche di Boston, vero?”

Le due annuirono.

“ Si signora, io sono la Dottoressa Maura Isles, ci siamo sentite per telefono”

Disse Maura porgendo la mano alla donna che la strinse, dalla corporatura non l'avrebbe mai detto ma aveva una stretta molto forte e sicura.

“ Io sono la detective Jane Rizzoli”

Anche a Jane strinse la mano.

“ Io sono la madre di Alessandra, le cose si sono svolte così in fretta che non ho neanche avuto il tempo di presentarmi, mi chiamo Maria Ferrari, e sarei davvero lieta se voleste venire a cena da me stasera, siete state le ultime a vederla, mi farebbe molto piacere se mi raccontaste cosa faceva, se era felice”

“ Certo signora ci farebbe davvero molto piacere”


In albergo Maura si stava dannando l'anima per trovare un vestito adatto.

“ Accidenti perché non  mi sono portata quello grigio”

“ Dai Maura stai benissimo con qualsiasi cosa”

“ No, no questi non vanno bene, devo uscire e andare a comprare qualcosa”

“ Maura non devi comprare un' altro vestito”

“ Certo che devo, è la madre di Alex, non voglio fare brutta figura”

“ Hai detto bene, è la madre di Alex e se è lei che l'ha cresciuta, per quel poco che l'ho conosciuta, non penso che dia molta importanza alle apparenze”

Maura la guardò attraverso lo specchio.

“ Hai ragione, ad Alex non importava cosa avevi addosso ma cosa avevi nel cuore”

Jane le si portò alle spalle abbracciandola e poggiando la testa sulla sua spalla.

“ E tu hai un bellissimo cuore che indossi altrettanto stupendamente”


Suonarono alla porta, l'anziana donna le fece entrare  con un grande sorriso.

“ Prego entrate la cena è quasi pronta”

Prese i loro cappotti e poi le fece accomodare a tavola.
C'era un silenzio imbarazzante ma che fu prontamente spezzato non appena Jane addentò il primo boccone.

“ Ma è buonissimo”

“ Jane un po di contegno”

La donna anziana sorrise a quel gesto.

“ Scusi ma è davvero buonissimo, mi deve dare la ricetta farà impazzire mie madre”

“ Grazie, sarò ben lieta di dartela e non mi date del lei, diamoci del tu, potreste essere mie figlie, se non sbaglio fai Rizzoli di cognome sei di origini italiane?”

“ Si la famiglia di mio padre è italiana”

“ Sai questo piatto era il preferito di Alex, adorava le lasagne”

La donna abbassò lo sguardo sul proprio piatto.

“ Era davvero una brava ragazza”

Disse Maura per cercare di consolarla.

“ Grazie, io e mio marito abbiamo cercato di crescerla al meglio delle nostre capacità, volevamo che diventasse una bella persona”

“ Oh signora, lo era, era davvero una ragazza speciale”

A Maura iniziarono a diventare gli occhi lucidi.

“ Ed è colpa mia se ora non è qui”

“ Oh no cara, non è vero”

“ Si invece, non è qui perché ha salvato me, aveva una vita intera davanti, e per colpa mia non l'ha potrà vivere, non mi conosceva neanche”

“ Credi davvero che voglia sentirti dire queste parole”

La bionda la osservò.

“ La mia Alessandra dava importanza solo alle cose speciali, sai io e mio marito eravamo di già avanti con l'età quando ho saputo di aspettarla, la gravidanza non fu facile e lei nacque prematura, era un' esserino di appena seicento grammi, e i dottori dicevano che non aveva molte possibilità di farcela, ma lei ha combattuto e contro ogni pronostico ha vinto la sua battaglia per la vita, li ho capito che sarebbe stata forte, ma la vera conferma l'ho avuta quando aveva solo quattro anni, eravamo al parco, lei andava tranquilla in bicicletta, poco lontano da noi una bambina veniva preso in giro da un gruppetto di ragazzini perché aveva le stampelle, be lei non curante del fatto che fossero il doppio di lei li affrontò poi quando se ne andarono giocò con la bambina tutto il tempo, quando tornò da me le chiesi perché aveva fatto una cosa simile e lei mi rispose, che aveva visto in lei qualcosa di speciale, da quel giorno diventarono inseparabili, quindi fidata se ti dico che se ha fatto quel gesto è perché aveva visto in te qualcosa di veramente speciale”

Maura l'ascoltava in silenzio.

“ E credo che quel qualcosa lo veda anche Jane, non è vero mia cara?”

Disse rivolta alla mora.

“ Cosa?...io...”

“ Tesoro non avere paura, si vede lontano un chilometro che ami questa ragazza e lei ama te, l'amore non lo puoi nascondere”

Jane sorrise a Maura.

“ Questa è forse l'unica cosa che avrei da rimproverare ad Alex, non aver avuto il coraggio di essere felice con la persona che amava, L'avete vista era quella ragazza sulla sedia a rotelle,  la bambina del parco, anche lei l'amava e anche lei non glielo ha mai detto”

“ Ci voleva provare...prima di...”

“ Lo puoi dire cara, prima di MORIRE, ecco il punto, abbiamo una sola vita e una sola opportunità per essere felici, non dobbiamo lasciarcela scappare per colpa della paura, la paura è stupida e lo sono anche i rimpianti”

Il resto della serata passò in modo più rilassato, guardarono vecchie foto e si raccontarono aneddoti delle loro vite, stranamente Jane e Maura non si sentivano più delle estranee, si lasciarono, Jane con la sua ricetta, Maura con il cuore più leggero e con la promessa di sentirsi spesso.

Jane e Maura passarono ancora diversi giorni a Firenze, visitarono gli Uffizzi, come promesso ad Alex, non si persero niente delle bellezze di quella città.
L'ultima sera si ritrovarono al piazzale Michelangelo, il sole stava tramontando proprio dietro Ponte Vecchio, la città era inondata di quella calda luce che ti fa vedere le cose in una prospettiva migliore, l'Arno d'argento brillava sotto hai suoi raggi,  in lontananza spiccava maestosa la cupola del Brunelleschi**, il campanile di Giotto e il bellissimo Palazzo Vecchio.

“ Jane?”

“ Si?”

“ Ora capisco perché Alex amava questa città, è bellissima”

Jane la strinse forte a se, guardandola negli occhi.

“ Si, è bella, ma impallidisce al cospetto di un'altra bellezza”

“ Quale?”

“ La tua”

La bionda sorrise.

“ Ti amo Jane”

“ Ti amo Maura”


Eccoci qua che ne dite di questo finale?
Se non vi è piaciuto ne ho un' altro, poi starà a voi decidere quale vi sia piaciuto di più.
Ciao, al prossimo e ultimo capitolo.


*Non so se lo avete notato, ma il discorso che Maura fa al funerale è lo stesso, riadattato per la situazione, che Jane fa al funerale di Frost, volevo, in questo modo onorare la sua memoria,   e dare un addio anche alla serie che ha appena trasmesso l'ultima puntata.
Ciao Jane, Ciao Maura, grazie per averci regalato sette anni stupendi con le vostre avventure.

 


**« Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e' cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto? »
(Leon Battista Alberti, De pictura)

 

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Capitolo 13
*** La fine della storia PERTE SECONDA ***


~~Capitolo 13
( dalla fine capitolo 11)
 … “ Dai andiamo, sistemeremo tutto”

Alex prese per una mano Jane tirandola verso la porta.

“ Ehi, ehi piano!...ma ...dove siamo? E soprattutto come ci siamo arrivate?”

“ Jane!”

La voce di Maura la fece voltare.

“ Maura, che succede?”

Le chiese andandole incontro preoccupata.

“ Non lo so, ero a casa mia e di colpo mi sono ritrovata qui, e poi sei apparsa tu, non capisco...”

Si guardarono intorno.

“ Questo è il bar del distretto, ma non c'è nessuno, dove sono finiti tutti?”

“ Vi ho portate dove tutto ha avuto inizio”

Le due donne si voltarono nella direzione da dove proveniva la voce.

“ Alex!”

Dissero all'unisono.

“ Cosa sta succedendo?”

Chiese Maura.

“ E' uno scherzo? Perché se lo è non è divertente”

Incalzò Jane.

“ Non è uno scherzo, davvero ragazze questo posto non vi dice nulla?”

Le due donne si guardarono, non capendo quello che volesse dire.

“ Tutto ha avuto inizio qui, molti anni fa”

“Cosa è iniziato qui?”

Chiese Jane.

“NOI!”

Rispose Maura.

“ Il nostro primo incontro, ricordi?, eri alla narcotici, volevi un caffè ma non avevi i soldi così io mi offrii di pagartelo”

“ Oh si, è vero, ora ricordo”

“ Ragazze lasciate che vi spieghi tutto, innanzi tutto mi presento, io sono un angelo o meglio sono un Cupido, il vostro Cupido”

“ Un Cupido? Tu? Ma dai, avevano finito i bambini biondi paffuti con arco e frecce?”

Disse Jane sarcastica.
Alex tirò un grande sospiro portandosi una mano alla tempia.

“ Si cara! Vi dovrete accontentare di me”

“ Ma come? Cioè non è scientificamente possibile questo, non ci sono prove dell'esistenza di angeli...o Cupidi”

“ Maura davvero vuoi prove scientifiche?  Non ti preoccupare non tutto può essere spiegato dalla scienza, soprattutto l'Amore, quando andrò via non vi ricorderete di me ma solo del mio operato, è così che funziona”

“ Allora fino ad ora mi hai mentito”

Continuò Maura.

“ No, io non posso mentire”

“ Ma le foto a casa tua, il tuo lavoro....”

“ Le foto sono vere, fanno parte della mia vita precedente, vedete io ero un essere umano proprio come voi, e c'ero anche io in quella gioielleria insieme a mio padre, e il rapinatore ci uccise tutti e due, io fui “ Arruolata” come cupido, avevo omesso di dire quello che provavo alla persona che amavo e per me era troppo tardi, così decisi che non avrei fatto fare lo stesso errore ad altri”

Dicendo questo Alex si avvicinò alle due donne.

“ Voi due siete legate da molto tempo, e non parlo solo del vostro lavoro, vi conoscete fin da piccole”

“ Casa?”

“ Venite vi mostro”

Dicendo questo prese le mani delle due donne.
Una serie di immagini apparvero alle due, Jane e Maura da piccole, da adolescenti e da ragazze, pochi e fugaci ma significativi incontri che mostravano loro come continuavano a trovarsi nonostante i loro mondi fossero così distanti.
Le due donne erano a bocca aperta.

“ Sapete ragazze, voi due siete state una vera e propria spina nel fianco, non avete idea quanti di noi hanno rinunciato in tutti questi anni, soprattutto per colpa tua Jane”

“ Come? Io non sono una spina nel fianco”

Alex rise.

“ A no? Non è che tu abbia un carattere così socievole, ammettilo!
ma dopo che anche l'ultimo Cupido aveva rinunciato, siete capitate a me, ho studiato attentamente i vostri fascicoli, ho visto il vostro affetto crescere sempre più, la vostra amicizia trasformarsi in qualcosa di più, così sono potuta intervenire, vi ho dato migliaia di opportunità per farvi esprimere i vostri sentimenti, ma puntualmente l'una o l'altra si tirava indietro, ho aspettato e aspettato, ma era come se voi non voleste essere felici, così mi sono mostrata, sapete noi non ci mostriamo mai hai nostri protetti, quindi per voi ho infranto circa un milione di regole, spero che questo ne sia valso la pena, visto che siete un caso disperato”

“ Ehi! Io non sono un caso disperato”
Disse Maura offesa.

“ Allora ditemi, quanti anni volete ancora far passare, prima di essere felici?”

“ NESSUNO!”

Disse Jane, facendosi coraggio, il cuore le martellava nel petto, si voltò verso la bionda che la guardava e le prese le mani, per poi immergere i suoi occhi in quelli della donna che aveva davanti.

“ Maura, da quel giorno qui al caffè non ho fatto altro che amarti, solo ora me ne rendo conto, è stato sufficiente incrociare il tuo sguardo una volta e senza rendermene conto da incompleta ero diventata intera, tu per me sei l'altra metà, forse ti chiederai come faccio ad esserne sicura, be, non posso esserne sicura, ma ho deciso di buttarmi lo stesso, perché si è sicuri quando non si ama abbastanza”

Si fermò per riprendere fiato.

“ Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore perché E' la mia vita, amo tutto di te, perfino le tue cervellotiche statistiche scientifiche che mi fanno venire il mal di testa”

Maura era senza parole, come aveva fatto a non accorgersi di nulla, ascoltava quelle parole e le sembravano la poesia più bella mai sentita.

“ Maura, io non voglio qualcuno con cui andare a letto ma qualcuno con cui essere felice di svegliarmi la mattina, ogni volta che ho dormito da te ho sempre avuto paura di addormentarmi perché sapevo che mai un sogno sarebbe stato tanto bello come quello che vivevo ad occhi aperti”

Ancora una volta la mora si fermò.

“ O, Jane, io non avevo capito”

Le guance di Maura erano rigate da lacrime di felicità.
La mora si portò una mano alla tasca della giacca.

“ Non so neanche perché l'ho comprato, credevo che non avrei mai avuto la possibilità di dartelo, ma quando l'ho visto in quella vetrina ho pensati subito a te, e una flebile speranza ha invaso il mio cuore”
Dalla tasca tirò fuori una scatolina di velluto nero.

“ Lo porto con me da quasi due anni”

Maura si portò le mani tremanti alla bocca.

“ Non so quale sarà la tua risposta, ma non posso più stare in silenzio”

Jane si inginocchiò davanti a Maura.

“ Non sono ricca, e so di avere un brutto carattere, e non posso prometterti cieli sereni e splendidi arcobaleni, non posso neanche prometterti che la vita sarà sempre facile, ma una cosa posso promettertela, che ci sarò sempre nel bene e nel male, perché ti amo e ti amerò per sempre”

Prese un lungo respiro.

“ Maura Dorothea Isles, vuoi tu sposarmi e rendermi la donna più felice e fortunata del mondo?”

Maura non riusciva a crederci, Jane le aveva fatto al proposta, proprio come nelle favole, proprio come nei suoi sogni di bambina, era come aveva sempre sognato, il suo principe dalla sfavillante armatura o in questo caso, la sua principessa dal distintivo scintillante, era li chiedendole di amarla e di stare con lei per sempre.
Prese un bel respiro.

“ Si, Jane, si, lo voglio! Voglio sposarti”

Jane sorrise, era felice, prese l'anello e lo mise all'anulare sinistro della bionda dottoressa.

“ Su di te è ancora più bello!”

Si alzò, e la baciò, un bacio intenso, eterno, un bacio atteso da anni.
Quando si staccarono per riprendere fiato e riaprirono gli occhi erano a casa di Maura, non vi era più alcun ricordo di Alex, soltanto la consapevolezza del loro amore, rimasero ancora un po abbracciate, in silenzio, un silenzio velato da mille parole, i loro sguardi combaciavano alla perfezione così come i loro sorrisi, erano fatti per incastrarsi insieme.

“ Posso offrire un bicchiere di vino alla mia futura sposa?”

Disse Maura incamminandosi verso la cucina.

“ Non è che hai una birra?”

Rispose Jane correndogli dietro.


Ecco qua il mio secondo finale, qui è uscita fuori la mia vena romantica, spero vi sia piaciuto, o almeno uno dei due.

Saluto tutti quelli che hanno letto fino a qui, che non si sono arresi, Grazie, grazie mille.

P.S.
Ricordatevi.
La vita deve essere vissuta non pensata...la felicità non la trovi in assenza di problemi. La trovi nonostante i problemi.
Quando uscite da casa, alzate il mento, su la testa, respirate a fondo, assaporate la luce del sole, salutate gli amici con un sorriso e mettete l'anima in ogni stretta di mano. Non abbiate il timore di venire fraintesi e non sprecate nemmeno un minuto a pensare ai vostri nemici. Pensate alle cose belle e positive che volete fare, un giorno, l'occasione per coronare i vostri sogni vi si presenterà senza che neppure ve ne accorgiate.
Non chiedetevi di cosa ha bisogno il mondo, chiedetevi cosa vi rende felici e fatelo, il mondo ha bisogno di persone felici.
E amate, e ditelo alle persone che le amate perché magari poi la vita vi ruba il tempo per dirlo.

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