[Spada]

 

Nico prestava un’attenzione quasi maniacale alla cura della sua spada.

Non per qualche stronzata sentimentale – aveva deciso di lasciarle ben da parte quelle -, bensì perché impugnarla gli dava sicurezza, come se potesse scacciare tutte le sue paure.

Per questo, il giorno in cui la sua spada si scheggiò, Nico non ebbe altra scelta che rivolgersi all’unico fabbro con cui avesse mai scambiato più di una parola. Il problema era che il fabbro in questione di parole non era parco.

«Sicuro che mentre la riparo non appare un esercito di zombie alla The Walking Dead?»

…soprattutto di parole stupide.

 

 

N/A: fanfiction partecipante alla Corsa delle 24 ore . Cento parole esatte, prompt: “Spada”.

Stavolta ho pensato a una piccola raccolta di drabble su questa coppia, che creino una situazione consequenziale.

Valdangelo, perché sì. Mi piacciono un po’ tutte le coppie in Percy Jackson, ma visto che devo portare il cosplay di Nico e avrò un messicano rompiballe alle costole, partiamo con questa.

Premetto: amo la Calipso/Leo, quindi sarà un dolore smontarla in maniera seria (perché mi rifiuto di fare una Calipso bimbominchia e fastidiosa che: “si mette in mezzo al vero ammmmmmore!11!!!!1!”) in queste drabble, ma non vedo molte alternative, visto che sono ambientate in un ipotetico futuro post-libri in cui Leo è uscito da quella zona sospesa in cui si trova con Calipso. Non me ne vogliate.

 

 

[Spiare qualcuno]

 

Non era un buon giorno per un povero Valdez.

Non solo la prima persona che aveva incrociato era Nico, ma il figlio segreto di Frankenstein Junior gli aveva “gentilmente” chiesto di riparargli la spada.

Sarebbe stato stimolante lavorare sul ferro dello Stige, se Nico non avesse arbitrariamente deciso di piazzarsi nella fucina con lui, a spiare il lavoro, nel più completo e cupo dei silenzi.

«Ti si è decomposta la lingua?», chiese, dopo numerosi tentativi di conversare.

Non si aspettava risposta, quindi il caustico: «Ti si è bruciato il cervello?» di Nico non fece altro che lasciarlo basito e soddisfatto.

 

 

N/A: Il prompt questa volta è: “Spiare qualcuno”. Penso sia chiaro che ogni capitolo avrà il nome del prompt a cui è ispirato.

Sempre partecipante alla Corsa delle 24 ore.

 

 

 

 

[Trovare difetti in qualcuno]

 

Nico non riusciva proprio a sopportare l’incredibile vitalità e allegria di Leo Valdez.

Si chiese più volte dove fosse l’interruttore per spegnere quel fiume di parole e, soprattutto, perché fosse sempre così disgustosamente allegro.

Non c’era nulla – nulla! – in Valdez che riusciva ad apprezzare caratterialmente, ma la cosa che più lo irritava era il sorriso stampato sul volto di Leo. Un sorriso che in lui si era spento da tempo.

Fu per quella rabbia che, quando il lavoro terminò, Nico si limitò a ringraziare e non notò il volto di Valdez oscurarsi, appena fuori dalla sua vista.

 

 

[Ricordati che devi morire]

 

Nico cercò una scappatoia rapida con lo sguardo. Un’ ombra dove dissolversi, il ritorno di Gea…

Perfino trovarsi davanti a suo padre e Demetra mentre discutevano della sua alimentazione gli parve una prospettiva allettante, rispetto al socializzare con Leo che gli aveva circondato le spalle col braccio in un gesto fin troppo amichevole per i suoi gusti.

«Ho un problema… secondo te sono bello?»

Non poteva ucciderlo… O sì?

«Sei gay, no? Volevo il parere di un esperto».

«Valdez…»

«Sì?»

«I cadaveri non si preoccupano di queste cose», sibilò, imbarazzato e indignato, mentre cercava di estrarre la spada per infilzarlo.

 

[Battibeccare]

 

«Andiamo! – protestò Leo – Non te la sarai mica presa?»

«Taci, Valdez!», Nico accelerò il passo, cercando di distanziarlo.

«Non c’è motivo di arrabbiarsi così!»

Leo afferrò Nico per il braccio; il figlio di Ade lo fulminò con lo sguardo.

«Non capisci proprio, eh?»

«Invece di scappare potresti semplicemente dirmi qual è il problema! O preferisci fuggire, come sempre?»

Nico si liberò dalla stretta di Valdez, furibondo.

«Io non scappo», replicò.

«E io sono un appassionato di sport acquatici».

Di Angelo lanciò a Leo l’ ennesima occhiataccia.

«Allora affoga», rispose e si allontanò il più velocemente possibile.

In fuga, di nuovo.