Bitches never cry

di Ilenia1605
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She-introduzione ***
Capitolo 2: *** He-introduzione ***
Capitolo 3: *** she- 1 capitolo ***
Capitolo 4: *** he-1 capitolo ***
Capitolo 5: *** She-2 capitolo ***
Capitolo 6: *** He- 2 capitolo ***
Capitolo 7: *** She- 3 capitolo ***
Capitolo 8: *** He- 3 capitolo ***
Capitolo 9: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 10: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 11: *** Capitolo sei ***
Capitolo 12: *** Capitolo sette ***
Capitolo 13: *** Capitolo otto ***
Capitolo 14: *** Capitolo nove ***
Capitolo 15: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 16: *** Capitolo undici ***



Capitolo 1
*** She-introduzione ***


Lei non aveva bisogno di piangere o di essere triste lo era stata fin troppo, aveva smesso di essere triste, aveva smesso di provare sentimenti o semplicemente di vivere.

Piangeva solo sotto la doccia in modo di non vedere le proprie lacrime, odiava la sensazione delle lacrime salate a contatto con la pelle asciutta e delicata.

Odiava essere debole.

Piangeva ascoltanto quella canzone che parlava così tanto di lei, che raccontava la sua storia nei minimi dettagli, nelle parti più tristi e oscure di essa.

Piangeva ogni notte pensando alla felicità che le era stata strappata con così tanta facilità, quasi senza rendersene conto, quasi senza fare alcun rumore e a tutti quegli attimi persi, quei futuri mai vissuti, e quegli uscuri passati da cui cercava di scappare in continuazione.

Eppure ci ricadeva sempre.

Faceva sempre lo stesso passo falso, lo stesso errore, ed era così cocciuta.

Non sapeva quello che sarebbe successo: grazie a i suoi errori e i suoi sbagli avrebbe vissuto di nuovo, avrebbe capito nuovamente cosa voleva dire amare, ma avrebbe anche riscoperto il dolore.

E inevitabilmente le ferite si sarebbero riaperte, una dopo l'altra provocando quel dolore profondo e intenso che portava alla morte dell'anima.

Aveva già provato quel dolore, la sua anima era lacerata, quei singoli tagli erano ricuciti solo con un po di nastro isolante per non farli più sanguinare.

Aveva smesso di piangere per gli altri, ora si rimproverava solo di non essere stata più forte.

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Capitolo 2
*** He-introduzione ***


Voleva essere  temuto. Voleva essere rispettato dagli altri.

Odiava essere debole.

Voleva essere visto come un ragazzo freddo, senza sentimenti.

Non sapeva amare o forse si era dimenticato come si faceva. Perchè in un angolo del suo cuore, se pur remoto lui continuava ad amare, continuava ad amarla, ma quel sentimento era nascosto troppo bene per tirarlo fuori da un momento all'altro.

Aveva imparato a controllare ogni emozione,tralasciando la rabbia e l'odio.

Non gli importava più di nulla ormai era vuoto.

Un vuoto buio, triste, solo. Un vuoto che nessuna parola poteva colmare, un vuoto così nero che le tenebre in confronto non erano nulla, un vuoto che lei aveva lasciato dopo essere andata via: la consapevolezza che non sarebbe mai ritornata.

Tutti finiamo per amare prima o poi, tutti ci sporchiamo di quel dolore che come un fiume esce dal nostro cuore un volta che l'amore finisce.

Lui lo sapeva bene, aveva provato ad amare e ci era anche riuscito, -forse troppo- era rimasto scottato, come quando si rimane per troppo al sole e la pelle inizia ad arrossarsi e a bruciare.

E per la prima volta il suo cuore aveva avuto la meglio su di lui, lasciandolo dolorante e bruciato da qualcosa che non aveva mai provato e che forse non proverà mai più.

Aveva imparato a rialzarsi, a non guardare in faccia a nessuno e continuare dritto per la sua strada, non avrebbe più sofferto per qualcosa che lui definiva così sciocco e inutile come l'amore.

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Capitolo 3
*** she- 1 capitolo ***


7:15

Mi svegliai stropicciandomi gli occhi sentendo gli ultimi caldi raggi del sole di fine estate colpirmi il viso.

-Oggi arrivano i nuovi- pensai ad alta voce, immaginando quali cattiveriepoter fare alle primine per dargli il benvenuto nella mia scuola. Mi preparai accuratamente uscendo di casa un po prima in modo da godermi meglio il viaggio a piedi. Amavo stare al sole quasi quanto amavo il fatto di essere la più stronza e popolare della scuola, era divertente.

Avevo un "ragazzo" che ovviamente era il più temuto della scuola, ma non ci amavamo, era solo il solito accordo: il più popolare e la più stronza devono per forza stare insieme, ma ovviamente noi potevamo frequentare anche altra gente e devo dire che Ashton prendeva il fatto di "frequentare altre ragazze " molto seriamente.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu il rumore di una moto che inchiodò all'improvviso a pochi centimetri da me.

-Ma cazzo attento! - gridai in faccia al ragazzo al volante

In realtà era davvero carino, mi colpirono particolarmente i suoi occhi, non erano di un azzurro comunque, l'azzurro che non avresti potuto trovare da nessun'altra parte.

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Capitolo 4
*** he-1 capitolo ***


7:15

Un nuovo anno di scuola in una nuova città, sospirai alzandomi dal letto e passandomi le mani sul viso per farmi svegliare.

Ripensai alla mia vita come fosse cambiata in questi anni, ora abitavo nella medesima città sconosciuta per scappare dai miei problemi, sono un codardo, non so affrontare le difficoltà io semplicemente scappo, lasciandomi tutto e tutti alle spalle.

Scossi leggermente la testa per risvegliarmi dai miei pensieri, poi mi avvicinai all'armadio e presi un paio di jeans strappati neri, una camicia a quadri rossa e nera e una canottiera bianca da mettere sotto la camicia aperta.

Mi vestii velocemente e scesi prendendo lo zaino e le chiavi della mia moto.

Misi in moto e iniziai a correre verso scuola pensando al mio passato, perché sono fatto così, vivo nel passato e ciò é così stupido, ma non posso far a meno di ricordare.

Assorto nei miei pensieri non mi accorsi della ragazza ~probabilmente aveva la mia etá~ che stava attraversando e quindi inchiodai di colpo.

-Ma che cazzo fai! - mi urlo contro scioccata dalla mia brusca frenata

-Stai attenta a dove guardi- gli dissi sprezzante e irritato

Allora lei si avvicinò a me dicendo con un sorrisetto maligno:

-Ancora non sai con chi hai a che fare- sorrise malignamente guardandomi negli occhi per poi continuare -ma non ti preoccupare lo scoprirai presto!-

Detto questo si girò e se ne andò lasciando oscillare i suoi capelli tra quella leggera brezza di fine estate.

Così rimisi in moto sorridendo leggermente pensando alla sfacciataggine di quella ragazza, un tempo nessuno gli avrebbe mai risposto a quel modo, ma lei non lo conosceva e lui non voleva che lo facesse

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Capitolo 5
*** She-2 capitolo ***


-Stai attenta a dove guardi- mi disse non tenendo conto del fatto che stava quasi per investirmi. Non poteva parlarmi in quel modo, nessuno poteva.

Allora mi avvicinai a lui e solo quando fui a pochi centimetri da lui gli dissi con un sorrisetto maligno sul volto:

-Ancora non sai con chi hai a che fare-mi fermai un istante per guardarlo negli occhi-ma non ti preoccupare lo scoprirai presto!- detto questo mi girai e continuai a camminare verso la mia scuola e lui ripartì con la sua moto rossa.

Arrivata davanti al cancello mi venneiro in contro le mie due amiche: Alice e Anima, che mi salutarono con un bacio sulla guancia.

-ciao Emma - mi dissero in coro e io ricambiai il saluto.

Attraversai il cortile a testa altra andando da Ashton che era appoggiato al muretto e chiaccherava con la sua solita conbricola e appena mi vide, mi sorrise e mi diede un bacio poco casto sulle labbra.

-Hey bellezza, come va? -mi disse staccandosi da me e sussurrandomi quelle parole all' orecchio.

Così io poggia la testa sulla sua spalla e dissi:

-Bene- pensai alla scena di questa mattina e continuai - tralasciando il fatto che stamattina stavano quasi per investirmi - aggiunsi staccandomi da lui, che mi guardo perplesso e poi mi chiese

-chi é stato? - potevo leggere nei suoi occhi un pizzico di rabbia.

-non lo so, non lo conosco, ma era in moto e penso sia uno nuovo della scuola-ridacchiai ripensando al fatto che oggi arrivavano i nuovi e quindi altre ragazze da far sentire inferiori e altri ragazzi da far cadere ai miei piedi.

-Oggi ci divertiremo-sorrise e poi continuò -arrivano le matricole- gli diedi un altro bacio ed entrai a scuola sotto gli occhi attenti di tutti.

CANE
okay questo é il mio primo spaziome .... che dire spero vi sia piaciuta la storia e spero che continuiate a leggerla
Baci 
-Ile♡

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Capitolo 6
*** He- 2 capitolo ***


Arrivai davanti a quella che sarebbe stata la mia scuola per il prossimo anno, era un edificio bianco leggermente ingiallito col passare del tempo, intorno ad essi c'era un vasto cortile e un piccolo bar dedicato agli studenti.

Non appena scesi dalla moto vidi un gruppo di ragazzi che mi guardavano in modo strano, uno di loro aveva una bandana blu che gli fasciava la testa e aveva una certa aria di sufficienza ma non ci diedi troppo conto e gli passai davanti andando verso l'entrata.

Presi i libri dal mio armadietto e andai verso quella che sarebbe dovuta essere la mia classe.

Quando entrai riconobbi subito la ragazza che avevo quasi investito quella mattina, non potevo negare il fatto che mi aveva leggermente colpito, quella sua sicurezza e quel suo modo di fare non era comune a tutti che devo ammettere mi piaceva.

Quando mi notò si avvicinò a me e mi salutò con un leggero sorriso che io ricambiai e si andò a sedere in uno dei posti infondo.

Mi sedetti anch'io iniziando a guardarmi attorno, c'erano alcune ragazze che mi guardavano, questo mi fece tornare indietro quando ero nella mia vecchia scuola, tutti mi guardavano con interesse e ammirazione e soprattutto mi portavano rispetto.

*Flashback*
-Hai visto luke?-
-cosa? - chiesi guardando il ragazzo dai capelli rossi di fianco a me 
-guarda-disse indicando col capo intorno a se -tutti sembrano ammirarci e rispettarci-ghignó guardandosi attorno
-com'é giusto che sia Mickey, ce lo meritiamo-
-sì, direi proprio di sì- conclude con una risata.

*Fine Flashback*

-potete andare- gracchió la prof avvisandoci della fine dell'ora.

Non mi ero accorto di come fosse passata in fretta l'ora, mi succede sempre quando penso al mio passato e a volte é anche doloroso.

Risvegliandomi dai miei pensieri presi le mie cose e mi avviai verso l'uscita dell'aula ma mi bloccai quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.

Mi girai e vidi la ragazza di quella mattina sorridermi

-Ciao-mi sorrise appena ma io non ricambiai

-Ciao ragazza che ho quasi investito-lei ridacchió appena

-Emma, mi chiamo Emma-sorrise nuovamente-e tu sei? -

-Luke -affermai mettendo le mani in tasca

-allora ci si vede in giro Luke- e se ne andó facendo ondeggiare i capelli nel vento

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Eccomi quà con un altro capitolo! 
Spero vi piaccia e se vi va lasciate una recensione.
-Ilexx

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Capitolo 7
*** She- 3 capitolo ***


Me ne andai facendo ondeggiare i miei capelli con un movimento secco della testa.

Iniziai a camminare per il corridoio affollato come i miei pensieri, c'era una domanda più di tutte che continuavo a ripetere a me stessa e non trovavo pace.

Non poteva essere lui.

No.

Il mio passato doveva rimanere in quella stupidissima città dove non avrei mai più messo piede. Avevo vissuto troppo a lungo nei ricordi, fino a quando non ho imparato a giocare con la cera e così mi sono costruita una maschera di strafottenza, arroganza e falsità. 

Non dimenticherò mai tutta la sofferenza che mi ha causato, avrei voluto vendicarmi e fargliela pagare nei peggiori dei modi ma non ho fatto in tempo, è successo tutto troppo velocemente.

Sono stata costretta a lasciare tutto.

La mia casa.

I miei parenti.

I miei amici.

E tutto quello a cui tenevo di più per colpa di quello stupido ragazzo che non aveva fatto altro che scombussolare la mia vita da quando aveva messo piede nella mia città.

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Risvegliandomi dai miei pensieri arrivai al mio armadietto dove presi i libri per la prossima lezione eandai in classe continuando a camminare a testa alta.

Le ore successive passarono velocemente immersa nei pensieri e nei ricordi oramai indelebili che più e più volte avevo ormai cercato di cancellare.

Ero  appoggiata su banco ripensando alle solite cose ripensando a quel maledetto ragazzo… per fortuna non mi aveva riconosciuta….

Luke.

Era così simile al mio…passato, tutto ciò che volevo dimenticare di nuovo davanti a me.

I miei occhi iniziarono a diventare lucidi.

Non potevo piangere lì davanti a tutti, mi avrebbero fatto troppe domande e la mia maschera di cera si sarebbe sciolta rivelando la vera me e questo non deve succedere.

-Prof posso andare al bagno?- chiesi alzando la mano  -Certo vada pure ma si sbrighi- così io aprii la porta e iniziai a camminare per il corridoio fino a quando non mi scontrai contro qualcuno

-Razza di imbecille guarda dove vai- dissi sistemandomi la divisa per poi alzare gli occhi al suono di quella voce

-Ragazzina è possibile che ogni volta che ti incontro vengo a sbatterti contro?- disse ridacchiando

Non risposi, ero immobile, non lui non ora, mi scese una lacrima ma la asciugai subito con la manica del mio maglione.

-Tutto bene? Ti ho fatto male?- disse lui alzandomi con un dito il viso che io avevo abbassato. No non devo piangere. Feci il sorriso più falso che avevo e gli risposi:

- Sì tutto okay e ora scusa ma devo andare Lucas- lo scansai e andai via camminando a passo svelto verso i bagni per poi chiudermi dentro uno di essi e iniziare a piangere tutto il mio dolore.

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Capitolo 8
*** He- 3 capitolo ***


NOTA DA LEGGERE

ho deciso che i capitoli non saranno più divisi in 'he' e 'she' ma ne farò uno unico in modo da farli più lunghi, questo dalla prossima volta.

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Ero rimasto li in mezzo al corridoio per una buona manciata di minuti. Fissavo il pavimento, quelle mattonelle bianche e consumate che contrastavano con le pareti rossicce scrostate.

Cos'era appena successo?

Quella ragazza....Emma era davvero strana e non so perchè ma mai ricordava una ragazza che abitava nella mia vecchia città.

Mi ricordava Catherine. Per quel poco che conoscevo Emma, i loro caratteri erano completamente identici.

Scontrosa.

Testarda.

Fragile.


Non so perchè piangesse, nel suo sguardo continuavano a passare mille emozioni differenti:  Rabbia, Rancore, Paura e sopratutto mi dava l'impressione che sotto quei capelli sicuramente tinti e quell' uniforme da cheerleaders, ci fosse una ragazza estremamente fragile.

Lasciai i miei pensieri li in quell' ampio corridoio e decisi di andare in classe, cercando di non pensare a quella ragazzina o al mio passato.

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Finite le noiosissime ore di lezione poggiai le mie cose nell'armadietto e mi incamminai per i corridoi in modo da raggiungere l'uscita e saltare in sella alla mia moto rossa, ma qualcuno mi tirò per il braccio. Emma.

Mi blocco contro il muro poi prese un respiro e iniziò a parlare:

-Senti Luke- si passò una mano tra i capelli con fare stanco e continuò -dimentica quello che è successo due ore fa,okay?- mi guardo negli occhi aspettandosi una risposta da me.

 Gli risposi semplicemente-Okay- ma lei continuò.

Mi puntò un dito contro con fare minaccioso -Non farne parola con nessuno, intesi? - Disse cercando di mostrarsi forte e a quel punto io scoppiai a ridere e spostai lentamente il suo dito dal mio petto con la mano  cercando di non interrompere il contatto visivo.

-Ah piccola Emma, vuoi sembrare così forte- feci una pausa avvicinandomi -Ma non lo sei per niente- mi avvicinai ancora per specchiarmi in quei suoi occhi blu cobalto ma lei si spostò di scatto. 

-Tu promettimelo- mi ringhiò contro creando nuovamente spazio fra i nostri due corpi.

Io roteai gli occhi e dissi-Come vuoi, te lo prometto- e lei si voltò e fece per andarsene.

Rimasi lì per qualche secondo fissando un punto indefinito mentre rielaboravo al nostra conversazione di due ore fa.

*Flashback*

-Razza di imbecille guarda dove vai-  Si rialzò dopo essere caduta scontrandomi.

-Ragazzina è possibile che ogni volta che ti incontro vengo a sbatterti contro?- ridacchiai di rimando.

Non rispose, era immobile, le scese una lacrima e se la asciugò velocemente abbassando il viso.

-Tutto bene? Ti ho fatto male?- dissi dispiaciuto rialzando quel bel visino. Si forzò a non piangere e fece il sorriso più falso che poteva fare.

- Sì tutto okay e ora scusa ma devo andare Lucas- mi scansò e andò via camminando a passo svelto verso i bagni per poi chiudersi dentro.

*fine flashback*

Ripensando alla conversazione con lei, mi resi conto di un piccolo ma essenziale particolare.

Mi aveva chiamato Lucas, non sentivo qualcuno pronunciare quel nome da un eternità, oramai tutti mi conoscevano come Luke, quello forte che non temeva nessuno, quello popolare a cui tutti vorrebbero essere amici, colui che non si sarebbe fatto mai mettere i piedi in testa da una piccola e insulsa ragazzina che non sa stare al posto suo.

Come lo sapeva? Nessuno conosceva il mio nome al di fuori di me, la mia "famiglia" e ..... Catherine.
Mi passarono mille ricordi per la testa e nessuno sembra darmi la risposta che cercavo. Così decisi di andarmela a cercare da solo.

Corsi verso di lei mentre sempre più domande continuavano ad affollarsi nei miei pensieri e l'agitazione cresceva seguita dai miei passi lungo quel corridoio che ora sembrava lunghissimo.

Finalmente l'afferrai e la feci voltare verso di me di scatto e lei sobbalzò e chiuse gli occhi  forzatamente quando vide che ero io, sembrava avere paura di me.

-Guardami.- gli ordinai per poter tornare a specchiarmi nei suoi occhi cobalto spaventati che scattarono sul suo braccio avvolto dalla mia presa. Non avevo intenzione di lasciarla.

-Come sai che il mio vero nome è Lucas?- le dissi continuando a trafiggergli l'anima attraverso l'intreccio  dei nostri occhi. Lei mi guardò terrorizzata per qualche minuto continuando a spostare lo sguardo da un punto  all'altro del corridoio in cerca di una risposta.

-Io...io non lo so- disse per poi iniziare a tremare. Gli faccio davvero paura. Le lasciai il braccio e le poggia la mano sulla guancia, mentre l'altra la tenevo intorno alla sua vita. Sembrava essersi leggermente calmata e io appoggiai la mia fronte alla mia facendo sfiorare i nostri nasi. Trattenne un respiro e mi guardò negli occhi.

-Scusami- le dissi facendo su e giù con la mano sulla sua schiena per calmarla, sembraa esserlo e così ricomincia a parlare.

-è che ho davvero bisogno di sapere come sai il mio nome- sospirai e lei non si mosse minimamente, fino a quando tentò di parlare.

-Ecco io penso, di aver. tirato a indovinare - disse insicura mentre spostava lo sguardo altrove e sospirai leggermente, non so perchè ma avrei voluto un' altra risposta.

-Va bene Cath- dissi emettendo un sospiro, lei sobbalzo e io in quel momento mi resi conto di averla chiamata in quel modo.

-Uhm volevo dire Emma .... credo- dissi staccando le nostre fronti e i nostri corpi. Mi ero abituato così bene al suo familiare profumo che quasi non volevo staccarmi ma lo feci.

-Devo andare Emma- dissi e mi avvicinai a lei e le presi le guance tra le mani e le baciai la fronte delicatamente. Non so perchè lo feci, solitamente io non sono ''delicato'',  ma credo che qualcosa mi abbia spinto a farlo, come se gli avessi dovuto chiedere scusa ancora per moltissime cose.

Mi girai e me ne andai, una volta quasi fuori sentii la sua voce sussurrare -Ciao Lucas- e così uscii dalla porta con un sorrisino sulle labbra e una fitta atroce nel cuore.

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Ciao ragazze, alla prossima!
-ileniaxx

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Capitolo 9
*** Capitolo quattro ***


Emma's point of view

Ero a casa sdraiata supina sul letto a fissare il soffitto della mia camera. Pensavo.

Come ho potuto essere così stupida da chiamarlo con il suo nome di battesimo? Ci mancava poco e mi avrebbe scoperto, allora non avrei più potuto mentire.

Mi passai una mano sulla guancia, nel punto in cui Luke mi aveva sfiorato sembrava bruciare, come se il mio corpo si fosse risvegliato dopo essere stato toccato nuovamente da quelle mani così incredibilmente morbide ma allo stesso tempo rudi. Era come se ogni suo tocco fosse qualcosa di unico e speciale, irripetibile.

Ero ancora sconvolta, con me non era mai stato così....delicato.

Mi aveva chiamato Cath, non sentivo quel suono pronunciato dalle sue labbra da tanto, troppo tempo. È passato così tanto dall' ultima volta che i nostri occhi si sono scontrati, dall'ultima vota che i nostri nasi si sono sfiorati, dall' ultima volta che i nostri corpi sono stati così vicini da bramarsi a vicenda.

*Flashback*

-Tu sei mia, chiaro?- mi mostrò uno dei suoi sorrisi più belli e io non potei far altro che essere felice. -Sì- risposi cercando di evitare di perdere la mascella per il sorriso troppo grande che si era formato sul mio viso -Dillo- mi istuì lui bonario - Sono tua- dissi guardandolo negli occhi e per la prima volta mi sentii veramente al sicuro, sentivo tutti i miei problemi scivolami addosso.

* Fine flashback*

Allora sembrava tutto così semplice e bello, niente e nessuno sembrava avrebbe potuto separarci, ma a quanto pare ci sbagliavamo. È stato così complicato lasciarsi tutto alle spalle, lasciarsi odiare dalla persona che più ti aveva amato non era stato semplice ma era tutto ciò che potevo fare per salvarlo.

Salvarlo da me.

Starmi accanto gli avrebbe portato solo dolore e in quel momento la cosa che desideravo di più al mondo era vederlo felice. Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso e io per Luke ero disposta a fare qualsiasi cosa.

Anche se avrei sofferto, anche se il mio cuore giorno dopo giorno si sarebbe lacerato sempre di più, io volevo solamente che lui non soffrisse per me, volevo ridurre i feriti nella mia guerra che aveva già causato troppo odio e troppi tagli nel mio cuore; tagli che non si sarebbero più richiusi.

Così lo lasciai, nonostante il mio cuore mi diceva che ce l'avremmo fatta, io ero convinta che quella fosse la mia guerra e lui non c'entrava nulla. Non volevo che altri soffrissero per me, io l'ho fatto per lui, ma a quanto pare ciò che è riuscito a darmi indietro è stato solo odio e rancore.

A risvegliarmi dalle mie paranoie fu Anima che entro nella stanza sorridendo

-Emma devi prendere le medicine- mi disse porgendomi un bicchiere d'acqua. Sbuffai sedendomi e incrociando le gambe, presi le pastiglie da sul comodino e le ingoiai velocemente con l'acqua, in modo da non sentire quel disgustoso retrogusto che ti lasciano in bocca. Poi poggia il bicchiere e mi lasciai cadere all'indietro sul letto sbuffando rumorosamente.

Anima e la sua famiglia mi hanno accolto in questa città, sapevano dei miei problemi ma mi hanno aiutata lo stesso, sono gli unici che mi sono stati veramente vicino, mi hanno accolto nella loro famiglia come una figlia e io non potrò mai ringraziarli abbastanza.

Lei sapeva benissimo ciò che avevo passato, lei sapeva tutto di me, lei sapeva di Luke.

Mi guardò dolcemente e si sedette vicino a me accarezzandomi i capelli come faceva sempre quando ero triste per consolarmi - È tutto passato Emma, non avrai più a che fare con lui, ti proteggerò io- mi disse cercando di non farmi piangere ma io non ce la feci e cedetti ad un pianto incontrollato.

Dopo essermi calmata decisi di raccontarle ciò che era successo, lei e Alice sono le uniche di cui mi fidavo ciecamente.

Lei mi guardò per qualche secondo -Emma non ti devi più preoccupare per lui, ci penserò io e se proverà ancora ad avvicinarsi se la vedrà con me.- così la strinsi in un abbraccio e mi lasciai trasportare dalle lacrime.

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Quella sera Anima decise che mi sarei dovuta divertire.

-Muoviti Emma, abbiamo solo un' ora e tu devi ancora scegliere cosa metterti!- mi gridò Anima dalla sua camera.-Aiutami non riesco a decidere- mi lamentai mentre riguardavo i vestiti sparsi disordinatamente sul letto. la mia amica dopo averli osservati attentamente decise che quello azzurro era perfetto, non era troppo corto, infatti mi arrivava a metà coscia, era aderente nei punti giusti e con qualche punto luce qua e la.

Dopo un'oretta buona passata a lisciarmi i capelli e a sistemarmi il trucco, Ashton mi inviò un messaggio per farci scendere.- Anima, Ashton è arrivato andiamo!- dissi facendo attenzione a non cadere mentre scendevo dalle scale con dei tacchi anche troppo alti.

Dopo aver salutato i genitori di Anima raggiungemmo Ashton, lui ci fece cenno di salire e dopo avermi guardato con un sorriso malizioso mi diede un bacio a stampo per poi partire verso la villa in cui si sarebbe dovuta tenere la festa.

Una volta arrivati li mi guardai attorno e mi incamminai con Ashton verso l'entrata e mentre lui si fermava a salutare i suoi amici, io e Anima andammo a cercare Alice.

Dopo circa mezz' ora la trovammo mentre parlava animatamente con un ragazzo, sempre la solita, pensai, ma appena mi avvicinai di più quasi non credetti a ciò che stavo vedendo. Alice stava parlando a Luke e lui si stava avvicinando di più a lei con un sorriso malizioso, strabuzzai gli occhi non riuscendo a distogliere lo sguardo da quella scena. Appena Anima vide dove stanco guardando si precipitò da Alice e la trascinò via, lasciando lì un Luke confuso e portandosi via un Alice furiosa. Luke si girò verso Anima e Alice che mi stavano venendo in contro e fece scontrare i nostri sguardi per dei secondi che sembrarono interminabili, fino a quando io non distolsi lo sguardo e cercai di allontanarmi il più possibile seguita da Anima e Alice che non la smettevano più di litigare.

-Perchè mi hai trascinato via in quel modo? avrei potuto concludere qualcosa, insomma, hai visto che figo?- Disse Alice alludendo a Luke

-Alice non è il tuo tipo- disse seria Anima

-Sì che è il mio tipo , è il tipo di qualsiasi ragazza, giusto Emma?- mi chiese facendomi fermare di scatto, ma non mi voltai - Non lo so non l'ho visto- mentii per archiviare la conversazione, ma non servì -Ma se te lo stavi mangiando con gli occhi!- ribadì lei maliziosa ma io la ignorai continuando a camminare per trovare Ashton avevo bisogno di lui.

Luke's point of view

Entrai dentro e cercai di farmi spazio tra i corpi viscidi e sudati dei ragazzi, che nonostante fossero solo le undici e mezza erano già ubriachi fradici, decisi di appoggiarmi al tavolino del salotto mentre mi guardavo in torno cercando di scorgere un viso conosciuto, cosa che probabilmente non sarebbe accaduta.

Dopo una decina di minuti vidi una ragazza che mi guardava maliziosa. Le sorrisi e lei si avvicinò, il che non mi dispiaceva dato che non era niente male davvero, cioè era passabile.... avevo visto di meglio.

- Hey, non ti ho mai visto da queste parti...sei nuovo?- mi disse attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno al dito con nonchalance

pff puttanella pensai mentre mi avvicinai a lei - Sì e nemmeno io ti ho mai visto- dissi e lei si morse il labbro - Sei tutto solo?- mi chiese cercando di provocarmi passandomi un dito su e giù sul petto. -sai, potrei farti compagnia- disse leccandosi il labbro, stavo per rifiutare ma una ragazza la strattonò via. Quando mi girai vidi Emma immobile che mi guardava scioccata. Devo dire che quella sera era davvero bella, quell'abitino azzurro le stava d'incanto. La vidi voltarsi e andare via allora decisi di seguirla fino a quando non la vidi più e mi arresi.

Passai tutta la serata a bere e divertirmi con qualche troietta di turno, tanto oramai non avevo nulla e nessuno da perdere, nessuno teneva a me, nessuno aveva bisogno di me.Era strano anche che fossi ancora vivo, siccome oramai non avevo più una ragione valida per far continuare quella che mai e poi mai avrei potuto chiamare "vita".

Ero leggermente brillo, ma non ancora del tutto ubriaco così decisi di far un giro per la villa. C'era gente che si strusciava e si dimenava ovunque. Poco più in fondo nell' immenso salone c'era un gruppo di persone che giocava probabilmente al gioco della bottiglia, così decisi di unirmi a loro, d'altronde mi stavo iniziando ad annoiare.

Mi avvicinai e notai che nella cerchia c'era anche la ragazza che flirtava prima con me e Emma allora decisi che avrei giocato - Posso unirmi?- chiesi guardando Emma che appena mi vede mi congelò sul posto e al suo posto rispose il ragazzo di fianco a lei - E tu saresti?- disse sprezzante. Ora ricordavo di lui, era quello strano con la bandana, all' ingresso il primo giorno. - Luke- gli dissi e lui rispose semplicemente - Ashton- poi mi fece un cenno con la testa per dirmi di sedermi per terra. sentivo tutti gli occhi puntati addosso fino a quando non ripresero a far girare la bottiglia, che puntò a un ragazzo di fianco a me a cui toccò limonare con una ragazza che a dirla tutta mi sembrava tutto fuorchè un angioletto. Dopo qualche altro giro la bottiglia puntò contro Emma che scelse obbligo, a un certo punto quella ragazza che prima ci aveva provato con me si intromise - Emma ti obbligo ad andare su in una camera con Luke per venti minuti- gracchiò lei maliziosa. Mi girai per vedere la reazione di Emma e vidi che stava stringendo il braccio di Ashton, non so perchè lei abbia pura di me. Prese un respiro profondo e si alzò andando verso le scale e così mi alzai per seguirla, procurandomi qualche urletto emozionato da parte delle ragazze e lo sguardo severo di Ashton.

La raggiunsi mi sedetti sul letto, lei chiuse la porta dietro di me - Speriamo passi in fretta- sospirò con voce atona per poi girarsi e guardarmi allora decisi di iniziare a parlare io, ma lei mi zittì posizionandosi a cavalcioni su di me, il vestito azzurro le si alzò notevolmente, poi si sporse sfiorandomi le labbra e io rimasi quasi pietrificato da quel suo gesto.

No.

Non potevo farlo, ero venuto in questa nuova città per cambiare, o meglio per tornare come prima, ma ci stavo ricadendo con tutte le scarpe. Mi scostai leggermente mettendole le mani sulle spalle per allontanarla, lei mi guardò sorpresa e io portai le miei mani sui suoi fianchi - Emma non voglio approfittarmi di te- le dissi serio e lei scoppiò a ridere sonoramente- Oh avanti, Luke Hemmings che non si approfitta di una ragazza? Cos'è non sono abbastanza per i tuoi standard?- rise di gusto ma sta volta più forte. - E tu che ne sai Emma, mi conosci a malapena da due giorni- le dissi scostandole dietro all' orecchio una ciocca che le era ricaduta sul viso, lei si irrigidì e chinò la testa abbassando lo sguardo. Io le poggiai due dita sotto il mento per farle alzare lo sguardo - Emma- sospirai - Perchè hai paura di me?- le dissi prendendo e stringendo le sua mano con la mia per darle forza. - Ecco vedi Luke, tu mi conosci più di quanto pensi e questo mi spaventa- disse finalmente facendosi coraggio e rialzando lo sguardo nella mia direzione, la abbracciai e lei sobbalzo leggermente, ma poi ricambiò quell'abbraccio disperatamente bisognoso d'amore. - Non avere mai più paura di me Emma, non ti farei mai del male- dissi stringendola a me - Promettimi che non me ne farai più- disse nascondendo la testa nell' incavo del mio collo, lasciando che qualche ciocca mi solleticasse il collo -Non ho mai avuto intenzione di fartene- ammisi sincero prima di stringerla più forte a me quasi togliendoci il respiro, ma in quel momento ne avevo bisogno, avevo bisogno di lei.

*********************************************************************

Eccomi qui! sono riuscita ad aggiornare per miracolo.

-ileniaxx

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Capitolo 10
*** Capitolo cinque ***


Emma's point of view

Quell'abbraccio era stato spiazzante, è stato così dolce, così bisognoso, come se in quel momento non ci fosse più nulla intorno a noi. Rimanevano solo le sensazioni, le sue mani che mi accarezzavano lentamente la schiena tracciando una linea di fuoco, la sua bocca incastonata tra i miei capelli come fosse la gemma più rara e bella che abbia mai visto, e i nostri corpi stetti come se si volessero fondere in una sola anima. Le mie braccia gli circondavano il collo e la mia testa era appoggiata alla sua spalla, lasciando così pochi centimetri che distanziavano le mie labbra dal suo collo. Mi beai di tutte quelle sensazioni chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare lentamente da lui. Senza pensarci troppo gli lasciai un bacio leggero sul collo avvertendo un lieve sussulto da parte sua, ritornando poi posizione iniziale. Lui mi accarezzò la guancia dolcemente spostandosi in modo da potermi guardare negli occhi e poggio lentamente le sue labbra sulle mie, regalandomi un bacio a stampo appena accennato che suscito in me un esplosione di emozioni incontrollabili, ci stavo ricadendo.

-È così sbagliato Lucas- mormorai tra le sue braccia.

-No, se noi non vogliamo che lo sia- mi rassicurò stringendo la presa che prima aveva allentato per baciarmi.

-E tu lo vuoi? Vuoi che sia giusto?- gli chiesi guardandolo negli occhi, ma lui non fece in tempo a rispondere che qualcuno busso impazientemente alla porta dicendo che il nostro tempo era scaduto. A mala voglia mi staccai da Luke e mi scostai dalle sue gambe abbassandomi il vestito che mi si era alzato notevolmente. - Emma muoviti.- mi disse un voce duramente da dietro la porta.

Ashton.

Luke si alzò velocemente sistemandosi i pantaloni stropicciati per poi riavvicinarsi a me e posarmi sulle labbra un altro tenero bacio a stampo e io a quel punto non potei più controllare l'enorme sorriso che mi era comparso sul volto.

Ci staccammo nel momento preciso in cui la porta si spalancò rivelando la possente figura di Ashton, gli si leggeva in volto che era abbastanza infastidito dal fatto che io abbia passato del tempo da sola con Luke. Infatti fulminò Luke con lo sguardo per poi guardarmi con un' aria alquanto stizzita.

-Andiamo Emma- mi ordinò Ashton -Dove?- gli chiesi non avendo nessuna voglia di muovermi di lì -A giocare- disse evitando il mio sguardo - Oh certo- dissi risvegliandomi dai miei pensieri - Luke, tu vieni?- gli chiesi voltandomi verso di lui, accennando un sorriso. - Sì - mi raggiunse per camminare al mio fianco, sfiorandomi ogni tanto la mia mano con la sua.

Tornammo nel salone affollato e mi sedetti nuovamente nel cerchio ma questa volta Luke si sedette a fianco a me facendo sfiorare le nostre gambe. È incredibile come ogni piccolo gesto, affianco a lui venisse amplificato milioni e milioni di volte dentro di me, fino a rimbombare nel mio cuore a ogni battito, ad ogni respiro e a ogni sguardo. No. Luke faceva parte del mio passato.

E quel posto buio e tetro che era la mia anima dopo essermi trasferita, forse stava tornando a prendere colore, lasciando riaprire le ferite di un cuore malato che non poteva amare, che non voleva amare.

Basta.

Per il resto della serata mi imposi di non pensare al mio passato e godermi il mio presente. Luke apparteneva al mio passato, mi distanziai nuovamente da lui, il passato è passato, non va riportato a galla per nessuna ragione.

Quei pochi attimi di felicità che mi rimanevano me li sarei goduta fino i fondo, volevo circondarmi di persone che mi volevano bene e che mi avrebbero fatta sentire bene, volevo spendere bene quel poco tempo che mi rimaneva da trascorrere.

La bottiglia girò nuovamente e questa volta finì su Ashton, che fu obbligato a rimanere senza maglietta, cosa che fece crollare del tutto la mia sanità mentale, dovetti impedire mentalmente a me stessa di toccarlo e da li partì come sempre uno dei miei monologhi mentali sul suo petto muscoloso. Lo fissai forse per troppo tempo e quando lui se ne accorse era troppo tardi per distogliere lo sguardo e così decisi di non fare un tale torto ai miei occhi, rimanendo a fissarlo per altri buoni dieci minuti. Quando decisi di distogliere lo sguardo Ashton si avvicinò a me e mi avvolse la vita con il braccio attirandomi a se e io non opposi minimamente resistenza a quel contatto, mi piaceva stare vicino a lui, mi piaceva il suo profumo, sapeva di.....casa.

Dopo qualche minuto, quando tutti erano troppo presi dal gioco per prestarci attenzione Ashton si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi sensualmente- Oh tesoro, se ti piace così tanto osservare il mio petto, potrai vederlo ogni volta che lo desideri- disse per poi lasciarmi un bacio sul collo, che mi fece sorridere. -Ci conto- gli dissi per poi accoccolarmi comodamente su di lui. Con lui ero tranquilla, non mi preoccupavo delle persone intorno a me, mi faceva sentire protetta, può sembrare così stupido da dire, ma mi faceva sentire davvero bene. Mi faceva sentire felice, come quando ti mangi una fetta del tuo dolce preferito o come quando senti finalmente la campanella che annuncia la fine della scuola, ecco lui mi faceva sentire così. Era come se mi sussurrasse ''non ti preoccupare Emma io sono qui con te, nessuno ti farà più del male ora". Non avevo mai avuto un rapporto così speciale con nessuno prima d'ora, beh a parte Luke.

Con Luke era tutto più strano, tutto più diverso, con lui non avevo bisogno d'altro che di un suo abbraccio e potevo sentirmi forte, libera e unica. Se solo fossi stata così egoista da rimanere assieme a lui....ma penso abbia già sofferto abbastanza quindi è meglio che lasci perdere. Eppure non riesco a lasciarmelo alle spalle, quell' abbraccio avrebbe dovuto significare qualcosa, giusto? Sono così sciocca, a volte mi illudo troppo, era un semplice ebbraccio, ma io l'ho desiderato così tanto da farlo diventare unico e speciale per me. Mi lasciai trasportare dalle senzazioni che il ricordo di quell'abbraccio riusciva ancora a suscitare in me e caddi in un sonno profondo, sognai di luke. Fu un sogno a dir poco magnifico.

Luke's point of view

Cazzo, quanto era bella quando dormiva, quelle piccole ciocche bionde che le ricadevano davanti al viso che ti facevano venire voglia di spostargliele per poter vedere chiaramente il suo bellissimo viso ....NO, Luke riprenditi. La conosco da meno di una settimana, come è possibile che susciti in me tutte queste emozioni che nemmeno io so spiegare? Eppure mi sembrava di conoscerla così bene, attraverso i suoi occhi potevo vederle l'anima, potevo capire come si sentiva con uno sguardo, capire ogni emozione contenuta in ogni suo piccolo gesto. E la cosa più strana è che lei poteva fare lo stesso con me.

Continuai a osservarla di nascosto mentre tutti gli altri giocavano, quando mi accorsi che si era fatta ormai l'una.

-Ashton- richiamai l'attenzione del ragazzo al quale Emma si era appoggiata

-Dimmi- si girò verso di me scocciato, ma io non ci badai

-Dovresti portare Emma di sopra a dormire- dissi indicando la ragazza che si era ranicchiata ancora di più intorno al suo braccio

-Già, dovrei- disse sorridendo

-Se vuoi la porto io- dissi serio, si vedeva che era un po brillo e avevo paura che le sarebbe caduta dalle braccia.

-Grazie ma ce la faccio- Mi sorrise ironicamente e si mise in piedi barcollando leggermente, la prese tra le braccia e per un pelo non scivolò su un bicchiere, decisi di seguirlo in modo da poter prendere Emma se lui fosse caduto. Riuscì a salire le scale e entrare in una camera vuota per poi poggiarla sul letto.Mentre usciva feci finta di incontrarlo per caso e appena scese le scale mi precipitai nella camera da dove era uscito.

Lei era lì sul letto rannicchiata su se stessa, la presi in braccio e la portai in un altra stanza, questa probabilmente era già stata "usata". La posizionai sotto le coperte, e le tolsi le scarpe in modo che fosse più comoda, misi la chiave della stanza sul comodino di fianco al letto e le scrissi un bigliettino per poi uscire dalla mia stanza chiudendo la porta a chiave così che nessuno possa aprirla e darle fastidio. Io mi sistemai comodamente nella camera degli ospiti di fronte alla mia, in modo da poter sentire quando si sarebbe svegliata

Erano più o meno le dieci quando decisi di alzarmi a causa di alcuni rumori che provenivano dalla stanza di fronte.

Emma.

Mi sedetti sul letto e mi infilai velocemente dei pantaloncini da tuta che avevo portato con me la sera prima. Mi avvicinai pigramente alla porta e la aprii osservando l'ingresso della camera di fronte a me, indeciso se andare da lei o meno e alla fine mi convinsi, pensando che magari non avrebbe trovato la chiave, mi avvicinai alla porta e bussai. Non sentii nessun rumore provenire da dentro così mi decisi ad entrare e la vidi li sul letto mentre si contorceva vorticosamente probabilmente in preda ad un incubo. Mi precipitai immediatamente da lei per svegliarla, la bloccai dalle braccia e iniziai a smuoverla leggermente per svegliarla ma vedendo che non funzionava decisi di provarla a calmare in un altro modo. Mi stesi di fianco a lei e iniziai a sussurrarle le dolci note di una canzone al'orecchio mentre le accarezzavo i capelli inebriandomi completamente del profumo dello shampoo al cocco.

I drove by all the places we used to hang out getting wasted
I thought about our last kiss, how it felt the way you tasted
And even though your friends tell me you're doing fine

Are you somewhere feeling lonely even though he's right beside you?

La vidi rilassarsi leggermente e così continuai a cantargli quella canzone che per me aveva un significato così profondo e intimo, ma gliela avrei cantata anche cento volte se sarebbe servito a farla stare meglio

I remember the day you told me you were leaving
I remember the make-up running down your face
And the dreams you left behind you didn't need them
Like every single wish we ever made

Questa era in assoluto la parte più dolorosa e anche quella più vera, la verità fa così male ma di fianco a lei la verità mi sembrava inutile perchè è come se sapesse già tutte le risposte, come se sapesse far combaciare perfettamente i pezzi del puzzle incasinato che era la mia vita e in un certo senso lei era il mio pezzo mancante.

If today I woke up with you right beside me
Like all of this was just some twisted dream
I'd hold you closer than I ever did before
And you'd never slip away
And you'd never hear me say

La strinsi a me e lei si rannicchiò contro il mio petto come una bimba piccola, era così tenera con le guance arrossate e i capelli biondi scompigliati che le ricadevano su tutto il viso, gliene sposta qualche ciocca dietro alle orecchie in modo che non le dessero fastidio e poi pronuncia l'ultima frase di quella canzone, la frase che rappresentava la mia vita intera dopo Chaterine.

'Cause I'm not fine at all
No, I'm really not fine at all
Tell me this is just a dream
'Cause I'm really not fine at all

Gli diedi un leggero bacio sulla testa per poi addormentarmi con lei con la testa sul mio petto e le gambe intrecciate con le mie. Sognai noi due. Fu un sogno a dir poco magnifico.

***********************

Hi bitches

Spero vi piaccia, baci

-Ilexx

 

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Capitolo 11
*** Capitolo sei ***


Emma's point of view

Appena aprii gli occhi, un odore familiare mi travolse completamente, cercai di mettere a fuoco e vidi un ombra, qualcuno era in un letto con me e mi stava abbracciando, potevo sentire chiaramente che non aveva la maglietta dal momento che ero praticamente appiccicata al suo torace.Non riuscivo a capire chi fosse perchè ero troppo attaccata a lui per vederlo in faccia, però quel profumo totalmente familiare in qualche modo mi rassicurava e nello stesso momento, faceva crescere in me la voglia di scoprire chi fosse colui che mi teneva stretta così possessivamente che avevo paura di non riuscire più a respirare. Cercai di divincolarmi dalla sua presa in modo di vederlo in faccia, ma non ci riuscii perchè ogni volta lui mi ristringeva a se, così decisi che se non voleva lasciarmi di sua spontanea volontà lo avrei costretto con la forza. Avvicinai la mano al suo fianco e iniziai a fargli il solletico sfregando delicatamente i polpastrelli contro la sua pelle sghignazzando. Il ragazzo misterioso iniziò a contorcersi appena emettendo dei versi di disapprovazione e dopo qualche secondo scoppiò a ridere improvvisamente contorcendosi sempre di più. Quella risata. Luke. Merda. Le miei dita si bloccarono sui suoi fianchi e il mio corpo si irrigidì a contatto col suo nel momento in cui lui si girò di scatto e io mi ritrovai distesa sopra il suo corpo ai piedi del letto. Avevo le mani poggiate sul suo torace e la testa rannicchiata sul suo petto mentre lui mi stringeva a se per proteggermi dalla piccola caduta. Alzai il capo per poterlo guardare negli occhi e fui subito travolta da quel meraviglioso azzurro, lui ricambiò lo sguardo e poi cercò di trarsi su scostandosi da me in assoluto silenzio.

-Luke- dissi io mentre mi alzavo da terra per poi sedermi sul letto, lui si girò e mi guardò nervosamente mentre si tirava quel dannatissimo piercing tra i denti in modo provocante.

- Umh dimmi Emma- disse come se fosse totalmente normale che io abbia passato la notte con lui.

-Per prima cosa, che ci faccio io qui?- dissi gesticolando ma poi parlai di nuovo senza dargli il tempo di spiegare -Che ci fai tu qui? Perchè eravamo nel letto insieme? Ho dormito con te? Perchè non ho le scarpe cazzo. Anima sarà preoccupatissima per me- dissi tutto quello che pensavo in quel momento di fretta senza dar aria ai polmoni e mi ritrovai col fiatone.Luke ridacchiò e poi mi rispose.

- Okay, okay una cosa per volta. Ieri sera eri stanca e ti sei addormentata, allora ti ho portato nella mia stanza e io ho dormito in quella degli ospiti di fronte, stamattina ho sentito dei rumori provenire da qui e sono venuto a vedere, stavi facendo un brutto sogno e mi sono messo vicino a te per calmarti e poi mi sono addormentato. Tutto qui.- disse lui altrettanto velocemente

-Grazie- dissi notando il mio cellulare sul comodino vicino a un biglietto, mi avvicinai e li presi entrambi e dopo aver cercato di riaccendere il telefono ormai completamente morto, presi il biglietto e lo lessi:

Buon giorno piccola,

Se hai bisogno sono nella camera di fronte, il bagno è l'ultima porta in fondo a destra

-Luke

Rabbrividii leggendo il bigliettino, mi aveva chiamato piccola, mi mancava, non glielo sentivo dire da così tanto tempo.

-Piccola?- gli chiesi con voce tremante mentre gli davo ancora le spalle intenta a rileggere il bigliettino fino a consumarlo con gli occhi.

-Umh sì, ti da fastidio?- chiese lui massaggiandosi la nuca chiaramente imbarazzato, mordendosi il labbro.

-No, cioè è stano ma non mi da fastidio, mi piace- dissi tutto d'un fiato girandomi e rivolgendogli un sorriso sincero e lui si tranquillizzò sedendosi sul letto.

Mi concessi qualche secondo per ammirarlo in tutta la sua bellezza, aveva addosso solo un paio di pantaloncini larghi della tuta che lasciavano decisamente poco all'immaginazione, la schiena leggermente piegata in avanti, i gomiti poggiati sulle gambe con le mani a sorreggere la testa. Se ne stava li a gambe incrociate con lo sguardo perso nel vuoto, immerso nei suoi pensieri, mi piacerebbe sapere a cosa sta pensando, mi piacerebbe capire che cosa lo tormenta, che cosa lo fa sorridere fissando il parquet e mordendosi insistentemente il labbro come al suo solito. È uno spettacolo meraviglioso.

Dopo qualche secondo si destò dai suoi pensieri e ritornò a guardarmi per poi schiudere le labbra e parlarmi -Emh, ti va di andare a fare colazione?- mi disse fissandomi speranzoso.

Andai a controllare se nella borsa avevo con me le medicine ma come immaginavo non me le ero portate perchè ero convinta che sarei tornata a casa. Cavolo, avrei voluto davvero tanto restare a fare colazione con lui, ma ùnùpurtroppo non potevo, avrei potuto passare del tempo con la persona che più mi ha reso felice ma la mia malattia mi impediva ancora una volta di esserlo.

-Scusa ma non posso, devo tornare a casa- dissi senza guardarlo negli occhi per poi iniziare a raccogliere tutte le mie cose

-Non ti preoccupare lo capisco- mi rispose sorridendo appena. No, no lo avrebbe mai capito.

-Grazie- dissi rivolgendogli un sorriso sincero

-Vuoi un passaggio?- mi chiese alzandosi dal letto avvicinandosi alla porta della stanza

-Sì grazie- dissi mettendomi le scarpe

-Ti aspetto giù- disse aprendo la porta e scomparire dietro a essa

Lasciai uscire un sospiro di disperazione cadendo a peso morto su quel letto che aveva il suo odore.

Mi ricomposi velocemente e scesi nel salotto, dove lui mi aspettava seduto sul divano a guardare la tv, si era messo una maglietta nera e un paio di scarpe da ginnastica. Quando mi vide spense e mi fece segno di seguirlo fuori dalla porta e così feci, ritrovandomi a camminare fino al garage per poi salire sulla sua auto sportiva nera.

Il viaggio proseguì tra le occhiate sfuggenti di luke e la musica di sottofondo che trasmetteva la radio, conoscevo quella canzone, era in assoluto una delle mie preferite: Talking To The Moon di Bruno Mars.

-Amo questa canzone- sussurrai chiudendo gli occhi in modo da assaporare ogni singola nota

- Anch'io- disse lui e io annuii lasciandolo continuare a parlare -Diciamo che rappresenta un periodo della mia vita in particolare- concluse ridacchiando.

Luke's point of view

- Anch'io- dissi sovrappensiero -Diciamo che rappresenta un periodo della mia vita in particolare- conclusi ridacchiando. Questa canzone in realtà rappresenta tutta la mia storia con Chaterine, rappresenta un pezzo di me, un pezzo di noi.

Arrivai davanti alla casa giallognola seguendo le indicazioni della ragazza al mio fianco, mi fermai sul vialetto aspettando che scendesse dall'auto ma non lo fece, rimase lì immobile, aspettando che la canzone alla radio finisse e poi si slacciò la cintura, aprì la portella e se ne andò senza guardarsi indietro.

Appena abbassai lo sguardo sul suo sedile notai il suo cellulare ancora lì e scesi dalla sua macchina per raggiungerla

-Emma!- gli gridai andandole incontro e la vidi girarsi per guardarmi curiosa -Il cellulare- dissi porgendole l'oggetto nelle mie mani, lei lo prese e per un secondo le nostre dita si sfiorarono, oh dannazione! Sto diventando una femminuccia che diamine! -Grazie- rispose giocherellando con le mani -Emh prego, credo- dissi massaggiandomi la nuca - Beh ci vediamo a scuola Lukey- disse lei sorridendo per poi rientrare in casa, lasciandomi lì, in mezzo al cortile di casa sua.

_______

Ah, ho bisogno di una pausa. Ho bisogno di non pensare a niente, di non pensare ai miei sentimenti, di non pensare al mio stupido passato e staccare tutto almeno per un ora.

Mi infilai una felpa e un paio di scarpe da ginnastica e uscii da casa iniziando a correre, correvo sempre più forte, mi piaceva l'idea di rincorrere qualcosa, correre verso una vita diversa, verso una decisione sbagliata, correre in un burrone senza ripensamenti, correre per la mia vita per sapere quello che verrà dopo, liberarmi dalla realtà e correre verso un mondo nuovo che aspetta di essere scoperto. Correvo sempre nella mia vita e non riuscivo mai a godermi le piccole cose, non riuscivo a trovare la bellezza in un fiore, in un disegno o semplicemente in una canzone. La mia vita era fatta di attimi sfuggenti, cicatrici e piccoli taglietti che a volte non ti accorgi nemmeno di farti, era tutto troppo veloce e confuso e nemmeno io a volte i capivo, nemmeno io riuscivo a capire cosa volessi da me stesso. Non ho mai preteso che qualcuno mi capisse perchè è qualcosa di troppo coplicato e contorto addirittura per me, figuriamoci per qualcun'altro.

Mi fermai con il fiato corto nel bel mezzo del parco, non mi ero accorto di quanta strada avevo fatto e per una volta mi concessi di osservare tutto ciò che mi circondava. Mi sedetti su una panchina e iniziai a osservare le persone intorno a me, c'era un ragazzo che ascoltava la musica in silenzio con lo sguardo vuoto sulla panchina affianco alla mia, poco più in là una donna stava cullando un bambino e dall'altra parte del marciapiede una signora anziana stava portando delle buste della spesa.

Questo mi fece riflettere

Qualche giorno prima mentre ero in autobus e osservavo le persone dal finestrino avevo elaborato una teoria tutta mia. Ognuno di noi guarda il mondo con occhi diversi, ognuno vive la sua vita in maniera differente, con scelte differenti e obbiettivi diversi. Ognuno vive nel suo piccolo mondo fatto di certezze, paure, ansie, felicità, gioia.... Ma nessuno potrà mai vivere una vita identica a quella di qualcun' altro è come se ognuno di noi vivesse nel suo piccolo mondo separato dagli altri.... 7 miliardi e passa di mondi, che incastrati e combinati fra loro ne creano e distruggono altri, un ciclo unico e differente ogni volta. Qualche volta quando vedo qualcuno con lo sguardo perso nel vuoto mi viene da chiedermi a cosa starà mai pensando, alla sua famiglia? A qualcuno che gli è caro? A qualcuno che ha perso o a qualcuno che lo rende felice?

Io non potrò mai saperlo, perchè nessuno a parte lui vive nel suo mondo e nessuno a parte lui saprà mai cosa pensa e in un certo senso è bello poter pensare di essere unici.

Mi risvegliai dai miei pensieri e tornai a casa. Dopo essermi fatto una doccia e vestito giacevo sul letto con l'intenzione di viverci per sempre senza rialzarmi mai più, ma qualcosa mi fa venir voglia di prendere in mano il telefonino e aprire la rubrica e scorrendo i numeri di bloccarmi su quello di Emma, sono indeciso se scriverle o meno, cioè non voglio risultare appiccicoso, io odio le persone appiccicose. Resto li a fissare la sua chat aperta per almeno venti minuti, sembro una ragazzina in piena crisi ormonale che aspetta la risposta della sua cotta storica. Mi decido e finalmente le invio un messaggio.

A: Emma

Hey

Wow Lucas sei davvero geniale, vedrai che con ''hey'' tutto ciò che otterrai sono due stanghette blu, arrenditi, sei un deficiente. Mentre sto per posare il cellulare lo sento vibrare e riporto subito l'attenzione sullo schermo illuminato.

Da: Emma

Ehm ... Hey chi sei?

Non c'è limite alla mia stupida stupidità! Come faccio a non ricordarmi che non ha il mio numero. Stupido.

A: Emma

Luke xx

Digitai indeciso se mandarlo con le ''xx'' o meno ma alla fine lo feci

Da: Emma

Ciao Lukey, hai bisogno di qualcosa?

Aggrotto le sopracciglia non capendo la sua domanda, dovevo per forza volere qualcosa? Non potevo averle scritto solo per non annoiarmi?

A: Emma

Niente. Mi annoiavo e mi sei venuta in mente, così ho deciso di scriverti

Okay forse questo è troppo

Da: Emma

Ti sono venuta in mente?

Cazzo

A: Emma

L'ho già detto di essere un cretino? Beh perchè lo sono.

Da: Emma

Come hai intenzione di smettere di annoiarti?

Eh, bella domanda. Quello a cui sto pensando sarebbe troppo sconcio per scriverlo per messaggio quindi decido di non fare il coglione per una volta

A: Emma

Qualsiasi cosa mi a bene purchè tu mi aiuti, non sono abbastanza forte da sconfiggere la noia da solo ;)xx

**********************************

Hi bitches 

Vi voglio bene.

Alla prossima

-Ilexx

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Capitolo 12
*** Capitolo sette ***


Emma's point of view

 

L'avrei salvato volentieri dalla noia, o da qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto anche minimamente avvicinarsi all'idea di fargli del male.

 

Da: Luke

Ci possiamo vedere?

 

Diamine, che mi metto. E se mettessi i pantaloncini neri? O forse meglio quelli in jeans? Basta vado in pigiama. Ah già devo rispondere

 

A:Luke

Certo, a che ora?

 

Oh cielo, potrei svenire qui all'istante se non bevo un bicchiere d'acqua per riprendermi dallo shock. Cazzo

 

Da:Luke

Anche subito, se ti a bene ;)xx

 

Okay emma, calmati, respira....1..2..3

 

A:Luke

Certo, va benissimo

 

Lanciai il telefono sul letto dopo aver mandato il messaggio e mi fiondai davanti all'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da mettermi. Odiavo andare di fretta, anche perchè quando sei di corsa ti sembra improvvisamente che l'armadio sia vuoto e che tu non abbia più nulla da metterti.

Optai per i pantaloncini neri e una magliettina leggera a maniche lunghe rossa, mi truccai come al solito, mi lavai i denti ( non si sa mai) e mi infilai le mie converse nere. Feci appena in tempo a sistemarmi i capelli che il cellulare sul letto iniziò a vibrare.

Mi stava chiamando.

Panico.

E se la mia voce usciva fuori stridula? E se non sarei riuscita a spiccicare parola? E se mi fosse scappato uno starnuto mentre parlavo?

Strinsi il telefono tra le mani e accettai la chiamata titubante:

 

Emma: Pronto?

Luke: Hey, ti aspetto a un isolato prima di casa tua, magari non è una buona idea farmi vedere dai tuoi genitori, non voglio che pensino male.

Emma: Okay, ti raggiungo

 

Dissi lasciando cadere il telefono sul letto sconsolata, fissavo un punto impreciso da qualche minuto mentre le parole nella mia testa continuavano a ripetersi come se fosse tutto scolpito a caratteri cubitali, cosa voleva dire che non voleva che i miei si facessero un idea sbagliata? Che idea si sarebbero potuti fare (se solo fossero qui) ? Che idea si sarebbero dovuti fare? Che cosa pensava di fare?

Troppe domande e nessuna risposta mi affollavano la mente, uscii dalla mia stanza e lo raggiunsi senza mai fissare un punto preciso, guardando ogni millimetro del marciapiede, come se avessi potuto trovare li le mie risposte.

Lo vidi appoggiato alla macchina intento a fissare la casa davanti a se, lui mi vide e mi aprì la portiera sorridendo, io salii rivolgendogli uno dei miei falsi sorrisi migliori, in quel momento avrei preferito rimanere a casa a rotolarmi nelle coperte mangiando gelato al pistacchio, ma avevo già detto di sì e io non mi tiravo mai indietro.

Mise in moto la macchina e partimmo, non avevo decisamente voglia di parlargli, cosa pensava? Che fossi una puttanella che lui poteva usare per quando si annoiava? Non questa volta mio caro, non questa volta.

Si era creato uno strano silenzio nell'abitacolo della macchina, lui guardava la strada sorridendo come un bambino a cui hanno comprato un gelato, mentre io guardavo fuori dal finestrino inespressiva, fino a quando lui decise di parlare.

 

-Allora...dove andiamo?- Disse lui continuando a sorridere

Quel sorrisetto odioso iniziava a darmi fastidio.

 

-Stai guidando tu giusto?- Sputai atona non distogliendo mai lo sguardo dal finestrino, lui non ci badò tanto e continuò

 

-Esatto, io sono l'autista, dove ti porto?- Ero tentata di rispondergli " a casa, grazie" ma decisi di rimanere al suo gioco, mi volevo divertire.

 

-Ho sete, portami a bere qualcosa- dissi altezzosamente

 

---

 

Avevamo lasciato l'auto al parcheggio più vicino e stavamo camminando tranquillamente fino a quando lui ebbe la felice idea di prendermi per mano, ma io mi scostai subito, lui si girò e mi guardò stranito alche decisi di parlare e prendermi la mia piccola rivincita.

 

-Luke! non vorrai mica che qualcuno vedendoci possa pensare male!- dissi sconvolta, ma dentro di me stavo morendo dal ridere

 

- Perchè due amici non possono prendersi per mano?- disse lui sogghignando

 

-Oh Luke, sei davvero ingenuo. La gente è maliziosa e poi chi ti ha detto che siamo amici?- dissi ridacchiando e lui si fermò un momento a rimuginare su queste parole e poi mi raggiunse

 

-La gente si dovrebbe fare un po di cazzi loro. Noi siamo amici- disse convinto annuendo

 

-Io non ne sarei così sicura- dissi seria

 

-Cara la mia Emma, noi siamo amici- disse lui prendendomi nuovamente a mano

 

-Contento tu- dissi poco convinta

 

-Molto- bisbigliò abbassando la testa guardando le nostre mani e appena lo notai roteai gli occhi sbuffando.

La voglia di conoscere Luke Hemmings mi era del tutto passata era come mangiare tutti i giorni la stessa cosa, dopo un po diventa noioso e nauseante.

E in lui non c'era nulla di nuovo da scoprire, era sempre la stessa solfa, nulla di eccezionale o vagamente misterioso, solo e sempre Luke.

 

Mentre comminavamo ogni tanto faceva oscillare le nostre mani su e giù e a me veniva da ridere per la sua stupidità, non di certo per le sue battute scadenti, anche se lui credeva di essere divertente.

 

Una volta arrivati al bar mi aprì la porta ed entrò dopo di me, ci sedemmo ad un tavolino vicino alla finestra, aveva iniziato a piovigginare poco prima e con le luci soffuse e l'arredamento vintage si creava un atmosfera fantastica

 

-Mi piace questo posto- dissi distrattamente continuando a guardarmi attorno

 

-Anche a me- disse lui sorridendo verso di me

 

-Cosa?- dissi ritornando a prestargli attenzione

 

-Anche a me pace molto questo posto- disse lui distogliendo lo sguardo da me per poi posarlo sulla cameriera che ci veniva in contro

 

-Luke!- esclamò lei sorridendo

 

- June!- disse lui altrettanto felice, oh perfetto, ora è il momento in cui faccio finta di essere invisibile, mi accucciai un po sulla sedia e mi misi a guardare le gocce sul vetro alla mia destra fare a gara, senza prestare attenzione ai due ragazzi di fronte a me

 

-Oh, lei è Emma - disse Luke imbarazzato per essersi dimenticato di me, stronzo.

 

-Piacere, June- disse lei porgendomi la mano, mano che io mi limitai a guardare con disappunto fino a quando capì che non gliela avrei stretta e lei la ritirò con imbarazzo

 

-Beh, che prendete- disse June tirando fuori dalla tasca posteriore un taccuino

 

-Due caffè- disse Luke e io annuii e proprio mentre la ragazza se ne stava per andare Luke parlò di nuovo

 

-June! Ci sarai stasera?-

 

-Contaci!- disse lei raggiante. Dove dovevano andare stasera? Perchè non ne sapevo nulla? Era un appuntamento? Bah, Stupido Hemmings!

 

Luke's point of view

 

 

Non vedevo l'ora che fosse sera, insomma, era il mio compleanno ma Emma a quanto pare non ne sapeva nulla, anzi oggi sembrava che le davo fastidio solo respirando.

 

-Simpatica vero?- mi girai verso di lei, mentre June camminava verso il bancone

 

-Non lo so dimmelo tu- disse atona, oh ma che cavolo aveva oggi?

 

-Emma guardami- dissi serio e lei distolse lo sguardo dalle gocce sul vetro e lo posò su di me.

 

-Ti guardo- disse lei inarcando un sopracciglio e io sbuffai leggermente

 

-Che hai?- dissi curioso

 

-Cosa?- chiese fingendo palesemente

 

-Oh avanti, è tutto il pomeriggio che fai la sgorbutica, che ti ho fatto?- dissi dispiaciuto

 

-Nulla Luke, non ho nulla, calmati- disse in modo convincente

 

-Sicura?- feci un ultimo tentativo

 

-Non sono sgorbutica- mise il broncio da bambina che la rendeva assolutamente adorabile e incrociando le braccia al petto

 

-No no- mi misi a ridere e dopo qualche secondo anche lei.

 

Ci portarono il caffè e uscimmo da quel bar per continuare la nostra passeggiata, camminammo fino ad un piccolo parco vuoto dato che aveva appena smesso di piovere e ci sedemmo su una panchina che si era salvata dalla pioggia grazie ad una piccola tettoia. Lei si mise comoda incrociando le gambe e poggiando la testa sullo schienale mentre io mi sedetti normalmente afflosciandomi solo un po.

 

-Allora, Luke Hemmings- disse lei con voce roca

 

-Dimmi Emma- risposi curioso di sentire quello che avesse da dirmi

 

-Cosa succede stasera?- mi chiese altrettanto curiosa ruotando la testa verso di me in modo da far scontrare la sua guancia arrossata dal freddo contro la panchina gelata

 

-Emh, perchè me lo chiedi?-dissi sorpreso da questa domanda

 

-Pura e semplice curiosità- disse scrollando le spalle

 

-È il mio compleanno- dissi come se fosse un giorno tra tanti e lei si giro altrettanto tranquilla

 

-Davvero?- disse guardandomi

 

-Già- dissi annuendo

 

-Auguri- disse priva di emozioni

 

-Grazie- ribattei

 

-E quindi come lo festeggerai?- ritornò lei sul discorso dopo alcuni minuti di silenzio

 

-Penso che inviterò a casa mia un paio di amici- dissi sempre guardando un punto indefinito di fronte a me

 

-Capisco- disse lei giocando con le sue mani -Ora però dovrei proprio tornare a casa- continuò alzandosi di scatto e io la seguii più lentamente

Peccato, stavo bene con lei.

 

Arrivammo in silenzio fino alla macchina, niente battute, nulla di nulla, solo noi due.

 

Il resto del viaggio lo passammo tra occhiate sfuggenti e sospiri silenziosi.

 

-Siamo arrivati- dissi fermando l'auto e guardando verso di lei

 

-Allora ciao Lucas- disse accennando un sorriso per poi aprire la portiera

 

-Aspetta!- dissi afferrandole il braccio

-Se vuoi puoi venire anche tu stasera- dissi mordendomi il labbro nervosamente

 

-Lucas qualcosa mi dice che noi non siamo amici- disse lei sorridendo appena

All'inizio non avevo capito che cosa intendesse ma poi ci arrivai: noi non saremmo mai stati solo amici.

 

-Hai ragione- dissi ricambiando il suo sorriso lasciandole il braccio, così scese e io ripartii tornando a casa sorridendo

 

---

 

Mi preparai velocemente per la piccola festicciola che avevo intenzione di dare, ci sarebbe stato anche Ashton e il suo gruppo e la cosa mi faceva agitare leggermente, avevo paura che mi avrebbe detto cose tipo "stai lontano da Emma" anche perchè non ci sarei riuscirei anche se volessi.

 

Era quasi ora e decisi di scrivere a Emma:

 

A : Emma

Hey :)xx

 

Ero abbastanza nervoso perchè avrei voluto che ci fosse anche lei quella sera e questo era l'ultimo tentativo per convincerla

 

Da:Emma

Hey festeggiato!

 

Okay okay fin ora tutto bene

 

A : Emma

Hey persona che dovrebbe assolutamente venire stasera ;) xx

 

O accetta o rifiuta, respira

 

Da: Emma

Non mi convincerai :P

 

Vedremo

 

A: Emma

Giuro che ti divertirai, daii ;) xx

 

Sicuramente si divertirà molto con me

 

Da: Emma

Come faccio a esserne sicura?

 

Oh fidati tesoro

 

A: Emma

Ci sarà anche Ashton e delle mie amiche, potresti volerne conoscere qualcuna

 

Non volevo giocarmi la carta di Ashton ma ormai era troppo tardi

 

Da: Emma

Daccordo, a che ora?7

 

(P.S. non voglio conoscere le tue amichette)

 

Anche se è per Ash, almeno verrà

 

A: Emma

 

Per le nove e mezza a casa mia, conosci la strada

--

 

Hey bitches

 

Vi assicuro che ora cercherò di aggiornare di più e inoltre vi comunico anche che ho iniziato una nuova fanfiction su Ashton:

 

Abrasiveness

 

Passate in tante, a presto

 

-ilexx

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Capitolo 13
*** Capitolo otto ***


Emma's point of view

20.03

Ero da ore davanti all'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, ma come sempre quando devo uscire sembra che tutti i miei vestititi spariscano. Presi un paio di pantaloncini a caso e una magliettina corta quasi trasparente e mi asciugai i capelli. Mi truccai velocemente e feci appena in tempo a prendere la borsa che si erano fatte già le nove e se non mi fossi sbrigata sarei arrivata in ritardo, così uscii salutando i genitori di anima e anche lei raccontandogli una balla, altrimenti lei non mi avrebbe mai permesso di andare a quella festa. Presi le chiavi della macchina e arrivai fino a casa di Luke, parcheggiai a qualche isolato e quando arrivai davanti a casa sua rimasi leggermente sorpresa, insomma, aveva detto un paio di amici intimi e li c'era già metà scuola.

Entrai facendomi spazio tra bicchieri di carta rossi e ragazze che filtravano spudoratamente con degli amici di Luke. La musica era altissima e così decisi di rifugiarmi in cucina dove rincontrai June, quella ragazza spuntava proprio ovunque, come i funghi. Pregai perchè non mi avesse visto ma non feci in tempo a nascondermi che la vidi venirmi incontro, fantastico.

-Hey Emma- disse lei sorridendo, ma che si rideva?

-Hey June, non ti avevo vista- bugia

-Mi fa piacere vederti- disse lei continuando a sorridere

-Anche a me- altra bugia

-Bene, ora però devo andare, mi aspettano- disse lei ridacchiando e io la salutai.

Grazie al cielo era andata via, non la sopportavo, così decisi di andare a cercare Luke ma appena uscii dalla cucina vidi qualcosa, anzi qualcuno che non avrei mai voluto vedere, non poteva essere lui.

Se ne stava li spavaldo appoggiato alla porta d'entrata guardando tutti gli altri in silenzio dall'alto al basso con quegli occhi dal colore indecifrabile, lo faceva sempre, si sentiva potente così. Però con me non aveva mai funzionato, non ci ero mai cascata i suoi occhi mi guardavano senza leggermi, non mi aveva mai capita e questo per me era sempre stato un bene.

Michael

*Flashback*

Stavo tranquillamente camminando per il corridoio della mia scuola quando un ragazzo che vedevo solitamente insieme a Luke mi prese il braccio e mi trascinò nel bagno dei ragazzi nonostante io cercavo di dimenarmi sempre di più.

-E tu chi diamine sei?- gli gridai appena decise di lasciarmi il braccio

-Calmati- mi disse come se non mi avesse appena trascinato in bagno chiudendolo a chiave

-Ma chi cazzo ti credi di essere? Fammi uscire!- dissi cercando di aprire la porta ma fu tutto inutile -Che cosa vuoi da me- gli chiesi quando mi calmai e rinunciai all'idea di riuscire ad aprire la porta

-Avvertirti- disse continuando a fissarmi con le mani in tasca tranquillo

-A proposito di cosa?- dissi iniziando a innervosirmi

-Luke- che? Luke era il mio ragazzo, che cosa avrei dovuto sapere?

-Insomma parla, di che cosa volevi avvertirmi?- dissi ormai al limite del nervoso

-Non lasciarlo, te ne farebbe pentire fino alla fine dei tuoi giorni- disse ghignando e lanciandomi la chiave della porta che io presi al volo aprendola e uscendo senza aggiungere nient'altro.

*Fine Flashback*

Mi risvegliai dal mare di ricordi che mi stava travolgendo ed andai sul balcone per prendere un po d'aria trovandolo per fortuna libero, mi poggiai alla ringhiera guardando di sotto e respirando faticosamente e quando mi fui calmata del tutto tornai dentro cercando Luke tra i corpi sudaticci delle persone che "ballavano" in salotto e quando intravidi i suoi capelli biondi lo raggiunsi con fatica, ma quando lo vidi mi venne solo voglia di cadere per terra. June era li con lui e non stavano certamente chiaccherando come due buoni amici, anche perchè le loro bocche erano impegnate in altro. Mi fermai sul posto e gli guardai per qualche istante immobile fino a quando lei non si accorse di me e si bloccò, come se fosse stata sorpresa a rubare. Vidi lui girarsi e sbiancare appena, rendendosi conto del'enorme cazzata che aveva appena fatto e cominciò a venire verso di me ma io ormai mi sentivo davvero di troppo e andai verso l'uscita incrociando lo sguardo con quello di michael che spalancò gli occhi sorpreso di vedermi lì. Non importava se lui mi aveva vista, non importava se Luke mi stava inseguendo insieme a Michael per il marciapiede, questo non sarebbe mai dovuto accadere, non sarei dovuta venire a questa festa, non mi sarei dovuta innamorare di Luke quattro anni fa e il mio passato non sarebbe dovuto tornare.

-Emma! Aspetta, fammi spiegare- disse lui correndomi dietro e affiancandosi a me mentre io stavo semplicemente camminando fregandomene di lui e del suo amichetto.

-Spiegare cosa Luke?- dissi io ridendo tranquillamente per poi continuare - Noi non stiamo insieme, non più, siamo a stento amici, non mi devi spiegare nulla, io posso stare con chi voglio e anche tu- dissi indifferente lasciandomelo alle spalle per poi sentirlo raggiungermi

-Ferma- mi ordinò e io non so perchè, ma lo feci sentendolo poi continuare alle mie spalle -Cosa vuol dire che "non più"- disse serio riferendosi alla mia frase precedente e io mi pietrificai cercando una via di fuga ma quando sentii un altra voce alquanto familiare capii di non avere più scampo

-Avanti, digli perchè- disse michael probabilmente ghignando

-Michael, tu come la conosci?- disse Luke sorpreso mentre cercava di capirci qualcosa mentre io non riuscivo più a spiccicare parola

-Emma mi vuoi spiegare che succede?- disse lui rivolgendosi a me ma io non avevo nemmeno la forza di girarmi, figuriamoci di rispondergli

-Emma? Perchè non la chiami con il suo vero nome?- disse michael tranquillamente, lui aveva sempre saputo tutto eppure non aveva mai detto nulla a luke, preferiva vedere le persone soffrire e pentirsi delle proprie azioni, lo divertiva.

-Che cosa? Quale nome, lei si chiama Emma.- affermò luke sempre più confuso

-No, lei si chiama Catherine- disse michael e poi non sentii nient'altro, non un fiato, sentii solo il sapore salato dell'unica lacrima che mi solcava il viso immacolato ormai da troppo tempo.

Luke's point of view 

00.04

Vuoto. Tutte le mie sicurezze caddero nell'istante in cui michael pronunciò quel nome, tutto iniziò a roteare vorticosamente, capii tutto, ecco perchè mi conosceva così bene, ecco perchè mi ero subito affezionato a lei. Lei era la mia Catherine, una lacrima mi rigò il viso per la prima volta dopo quelli che sembravano secoli e non so come ma trovai la forza di parlare con la voce spezzata da le emozioni totalmente contrastanti che stavo provando

-È vero Emma?- dissi inghiottendo tutta l'ansia e la paura di una risposta negativa ma quella risposta non arrivò, lei si limitò a chinare la testa e tirare su col naso, era lei.

-Cath- dissi sbattendo più volte le palpebre -Di qualcosa cazzo- dissi ormai distrutto, il mio cuore si era bloccato, la pietra intorno ad esso iniziava a sgretolarsi, le emozioni iniziavano a sopraffarmi, camminai verso di lei e mi parai davanti al suo viso alzandolo da sotto al mento e vedendo che guardava verso il basso.

-Guardami- gli ordinai e lei mi ascoltò alzando lo sguardo e ritrovai in lei per la prima volta la fragilità della ragazza di cui ero innamorato follemente quattro anni fa e che non avevo mai dimenticato, ma c'era dell'altro era diverso, lei sembrava diversa, era tutto così confuso e feci la prima cosa che mi venne in mente e l'abbraccia stretta a me. Mi era scivolata via così tante volte che avevo paura che una folata di vento potesse portarla di nuovo via da me, per sempre. Non si mosse, non ricambiò il mio abbraccio, capii, non era più la mia Cath, ora era Emma e io ero sempre lo stesso Luke così lasciai cadere le mie braccia lungo i fianchi liberandola e lasciandola andare via o abbracciarmi nuovamente e con tutto me stesso sperai mi avesse abbracciato, ma lei si allontanò camminando in direzione della macchina, sul marciapiede i suoi passi echeggiavano nel vuoto, mise in moto e partì. L'avevo persa di nuovo, come avevo potuto? L'unica cosa che mi faceva sentire vivo mi era scivolata nuovamente di mano e la pietra intorno al mio cuore ricominciava a rigenerarsi e le lacrime sulle mie guance si asciugavano.

------------------

Il mattino dopo mi alzai a stento dal letto per andare a scuola, ero così confuso che pensai che quello che era successo la sera prima fosse un sogno, ma quando mi strofinai il viso e sentii le lacrime indurite della sera prima sul viso, capii che era successo tutto veramente e la verità mi piombò addosso più pesante che mai. Ma mi costrinsi a far finta di niente preparando la cartella e vestendomi per poi fare colazione, anche se non riuscii a mangiare nulla, e uscire di casa. Accesi la mia moto e partii in direzione della scuola e una volta arrivato parcheggiai ed entrai attraverso il cancello principale attraversando tutto il cortile con le mani in tasca sotto lo sguardo di tutti, come sempre, ma ce ne era uno che mi appesantiva a ogni passo, a ogni battito. Alzai lo sguardo i direzione di Cath e i nostri occhi di incrociarono, blu e verde, terra e cielo. Distolsi lo sguardo quasi subito ed entrai nel grande e vecchio portone in legno camminando silenziosamente per il corridoio candido e tutto mi ricordava di lei. Mi ritornò in mente quella volta che la incontrai proprio in quel corridoi mentre piangeva, mi domando se per colpa mia. Mi ricordo di quando eravamo nella nostra città natale e andavamo nella stessa scuola e ogni giorno ci trovavamo al suo armadietto. Mi mancano quei piccoli e semplici gesti che non ho mai saputo apprezzare abbastanza e che ora mi mancano più che mai, la rivoglio. Rivoglio quei momenti, rivoglio la mia Catherine e se non potrò riaverla in dietro, voglio per lo meno sapere il perchè lei mi abbia abbandonato senza pensarci due volte, voglio capire perchè non ci abbia provato nemmeno un po. Voglio solo capire come abbia fatto a dimenticarsi di me così facilmente.

L'aspettai davanti alla porta della classe di biologia e appena mi vide si blocco e io gli andai in contro deciso per poi sussurrargli all'orecchio

-Dobbiamo parlare Cath- per poi prenderle il braccio facendo in modo che mi segua senza dare troppo nell'occhio, la nostra accoppiata veniva già spettegolata abbastanza per i corridoi e non ci servivano altre voci false in giro. La portai in bagno e chiusi la porta dietro di me per poi poggiarmi di schiena contro il muro. Presi un grosso respiro per poi buttare fuori tutta l'aria che avevo in corpo preparandomi ad affrontare la verità, che sapevo che mi avrebbe fatto male come nient'altro avrebbe potuto mai.

-Parla- gli dissi incrociando le braccia

-Cosa vuoi sapere?- disse sospirando

-Mi hai mai amato?-dissi avendo paura di una risposta negativa

-Sì Luke, ti ho amato come non ho mai amato nessuno- disse inghiottendo a vuoto

-E perchè non hai lottato per me, per noi?-dissi titubante e con voce quasi rotta

-Perchè sarebbe stato inutile, io non ti meritavo Luke, io non merito nessuno. Ti giuro che sei stata la persona più importante della mia vita ma tu non meritavi di soffrire per me, nessuno deve soffrire per me.- disse cercando di trattenere le lacrime e lui colpi forte con il pugno le piastrelle bianche del muro al suo fianco provocando un rumore sordo

-Cazzate- disse lui chinando la testa -Io avrei sopportato qualsiasi tortura pur di stare con te e tu lo sapevi, solo non mi amavi abbastanza per lasciarmelo fare- disse lui leggermente arrabbiato

-È qui che ti sbagli Luke- disse lei sorridendo appena e lui notò quel sorriso che per qualche secondo gli riaggiustò il cuore ormai in frantumi -Io ti amavo troppo per condividere il mio dolore con te, sono stata egoista, volevo tenermi tutto il dolore per averti felice tutto per me ma sono anche stata stupida, perchè ti ho perso per sempre ma l'ho capito troppo tardi-disse lei lasciando cadere una lacrima sul suo viso candido

-Ti ho amato Cathrine- disse lui con gli occhi lucidi

-Anch'io Lucas, con tutta me stessa- disse lei asciugandosi la lacrima e sbloccando la porta per poi uscire e lasciare luke lì da solo ancora una volta.

*****************************

Rieccomi, lo so sono cattiva e non ve lo aspettavate così presto, eh eh

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-Ileniaxx

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Capitolo 14
*** Capitolo nove ***


Catherine point's of view

 Vuota, inutile, priva di contenuto.

Queste tre parole sono sinonimi e riuscivano perfettamente a interpretare il mio stato d'animo in quel momento, mi sentivo svuotata da tutto, come le zucche che si usano decorare ad halloween, beh, forse un po meno arancione, fatto  sta che probabilmente avevo appena chiuso un importante capitolo della mia vita e ora arrivava la parte che da sempre per ogni scrittrice era difficile, iniziare un nuovo capitolo.

Chiusi la porta del bagno iniziando a camminare come un anima in pena per i corridoi della Riverston High School, ma alla fine ero questo che ero, giusto? dovevo capire che cosa fare della mia vita ora, ma quello non era il momento e  decisi che ci avrei pensato una volta tornata a casa.

---

Finalmente era finita anche l'ultima ora di lezione della giornata, così presi la mia borsa e uscii di fretta dall'aula precipitandomi nel corridoio tra gli altri ragazzi che, come me, avevano solo voglia di tornarsene alle proprie case per riposarsi dopo una stancante giornata. Uscii dal maestoso portone in legno e scesi lentamente i gradini e mentre stavo andando verso la mia auto, avvertii il bisogno di girarmi e lo feci, lo vidi dall'altra parte del cortile, seduto per terra con la schiena appoggiata al muretto che mi guardava e quando si accorse di essere stato scoperto non distolse lo sguardo, anzi si passò una mano tra i capelli biondo cenere per ravvivarli e poi iniziò a mordicchiare il piercing nero posto all'estremità del suo labbro. Sembrava così fragile e solo. Ma la cosa peggiore è che solo io potevo capire cosa provava lui davvero e nonostante questo non potevo fare nulla comunque, il nostro momento era passato e doveva farsene una ragione. E dovevo farmene una ragione. La vita continuava, ci sarebbero successe altre cose, saremmo cresciuti e probabilmente un giorno racconteremo di questo come una "storiella d'amore" che non è durata a lungo. Ma so per certo che non lo dimenticherò mai perchè è stata una persona importante per me.

------- 

Il soffitto. Lo stavo fissando ormai da ore, avete presente quando guardate qualcosa ma non lo state veramente osservando perchè pensate ad altro? Ecco. Anche se non avrei dovuto, stavo pensando a Lucas, non riuscivo ad aprire un nuovo capitolo della mia vita senza includerlo in esso. Volevo scrivergli, ma non volevo, ero estremamente indecisa e nella mia testa regnava la confusione più assoluta e alla fine non mi accorsi che stavo già digitando.

A: Lucas

Non ce la faccio

Non so dove trovai la forza o solamente il coraggio di digitare quelle parole, ma era proprio quello che stavo pensando da un ora e mezza. Inizia a fissare insistentemente il telefono come se facendolo lui mi avrebbe risposto per magia. Dopo una decina abbondante di minuti che fissavo lo schermo del mio cellulare decisi di staccarmi da esso e lo lasciai sul letto  per poi  scendere in cucina dove bevvi un bicchiere d'acqua cercando di ingoiare anche la tensione è l'agitazione. La porta si aprì di scatto facendomi quasi strozzare per lo spavento e Anima mi corse subito in contro afferrandomi per le spalle agitata senza preoccuparsi minimamente del fatto che stavo per morire.

-Luke lo sa- disse scuotendomi leggermente, io la fissai per qualche secondo indecisa se confessare che ero stata io a dirglielo o meno

-Lo so- dissi senza guardarla negli occhi 

-Chi è stato? Come lo sai? Avete già parlato?- inizio a farmi domande a raffica e io la feci sedere dandogli un bicchiere d'acqua per calmarla e  poi le raccontai tutto nei minimi dettagli omettendo però l'incontro di stamattina nel bagno.

-Quindi ora che si fa?- mi disse con più calma

-Non lo so Anima, ti giuro che io ci provo a dimenticarlo, ma ogni volta mi viene in mente  la sua voce spezzata dai singhiozzi e i suoi occhi lucidi-  dissi mettendomi le mani tra i capelli sconsolata e Anima fece proprio quello di cui avevo bisogno, mi abbracciò forte a se e mi sussurrò le parole che io non avevo nemmeno il coraggio di pensare

-Non devi dimenticarlo per forza se non vuoi- e sciolse l'abbraccio per poi tornare in cucina con la scusa di dover preparare la cena perchè oggi non c'erano i suoi genitori e io tornai su ricordandomi del mio messaggio

Mi buttai sul letto a peso morto e presi il telefono e non appena accesi lo schermo trovai la notifica di un nuovo messaggio e per sbaglio il telefono mi cadde sulla faccia sbattendomi sul naso per poi cadere sul letto ma non mi preoccupai troppo del dolore al naso e ripresi il telefono sbloccandolo velocemente e sbagliando il segno per una  decina di volte.

Da: Lucas

Nemmeno io

Il mio povero cuore aveva mancato un battito mentre i miei occhi non potevano fare a meno di rileggere quella  frase in continuazione, non volevo farlo aspettare ma allo stesso tempo  non sapevo che cosa dirgli

A: Lucas

E ora cosa si fa?

Gli chiesi sull'orlo di un attacco di panico. Le  mani mi tremavano e il mio labbro era sicuramente arrossato più del solito perchè continuavo a mordicchiarlo con insistenza.

Da: Lucas

Forse potresti amarmi, io già lo faccio.

Se prima respiravo a fatica ora  non ci riuscivo più e dovetti prendere alcune medicine perchè non potevo affaticare troppo il cuore e quando mi ripresi leggermente gli risposi.

A: Lucas

Fa male?

Gli chiesi tremando appena

Da: Lucas

Che cosa?

Sapeva benissimo di cosa parlavo

A: Lucas

Amarmi

Dissi provando a immaginare tutto il dolore che gli provocai lasciandolo e li capii di aver sbagliato in tutto

Da: Lucas

Fa male. Ma è il dolore più bello e piacevole che abbia mai provato in tutta la mia vita, per te soffrirei di tutto e lo sai. Questo è amare qualcuno.

Mi scivolò una lacrima che era rimasta per troppo tempo in me, piena di emozioni, piena di quel dolore piacevole che finalmente avevo ricominciato a provare

A: Lucas

Dobbiamo parlare, ti prego

Digitai velocemente sperando in una risposta positiva

Da: Lucas

Sto arrivando

Lucas point's of view

Misi in moto e partii cercando di andare il più veloce possibile per raggiungerla, sentivo che sarebbe successo qualcosa di importante. Non vedevo l'ora di vederla ma mi faceva male il fatto che non avesse detto  nemmeno una volta di amarmi ma questo non importava. 

Le cose che le ho scritto sono tutte vere, io la amo anche se fa male. Ogni volta che la vedo sento come se mi graffiassero il cuore, perchè so che lei non prova più quello che io provo per lei  e ci sto davvero malissimo, ogni volta che la guardo ho la consapevolezza che lei non mi guarderà mai in quel modo e questa cosa mi distrugge più di qualsiasi altra.

Una volta arrivato davanti al vialetto di casa sua, parcheggia la moto e tolsi il casco appendendolo al manubrio, stavo per suonare il campanello ma poi pensai  che non fosse una buona idea e le inviai un messaggio dicendo che ero davanti alla porta e aspettai che lei scendesse

-Ciao Lucas- disse lei nervosamente

-Ciao- le dissi senza dire alcun nome, anche perchè non sapevo quale usare

-Dobbiamo parlare, facciamo una passeggiata?- disse lei iniziando a camminare lungo il viale e io accanto a lei

-Allora, di cosa volevi parlare? Mi sembrava non avessi altro da dire stamattina- dissi duramente

-Ti voglio dire la verità, dall' inizio alla fine- disse lei senza esitare

-Ti ascolto- dissi continuando a camminare

-Sono malata- disse tutto in un fiato e io rimasi letteralmente senza parole

-In che sens- non mi fece nemmeno finire la frase che stava ricominciando a parlare a macchinetta

- Ho una malattia al cuore, non funziona molto bene e questo mi provoca asma, tachicardia e una serie di cosa infinite per cui prendo tante medicine-disse  guardandomi di sfuggita per poi continuare

-Io non ti ho lasciato perchè non ti amavo più o perchè c'era un altro ma semplicemente perchè non volevo che tu soffrissi a causa mia, so cosa vuol dire amare una persona malata e so che non è bello e tu eri davvero troppo per me, nessuno avrebbe dovuto soffrire per me- disse asciugandosi una lacrima -Fui costretta da me stessa a lasciarti senza dirti nulla e per rendere tutto più credibile ho inventato la scusa di un nuovo ragazzo e poi tu hai iniziato a insultarmi e a trattarmi male ma questo non c'è bisogno di ricordarselo e francamente capisco il motivo per cui lo hai fatto, lo avrei fatto anch'io- fece un respiro profondo e continuò di nuovo -I miei genitori avevano già deciso di farmi trasferire qui a Riverston da Anima, la mia migliore amica. Loro dicevano che era per fare delle cure speciali, ma la verità è che non sopportavano di vedere la loro unica figlia femmina malata, come se loro soffrissero il doppio di me-  disse ormai tra i singhiozzi ma non smettendo di camminare -So di aver sbagliato tante volte in tante cose, so che avrei dovuto dirti tutto prima, so che non avrei dovuto mentirti e che probabilmente non me lo perdonerai mai ma tutto quello che volevo è che tu non soffrissi e non mi rendevo conto di averlo fatto comunque, ti chiedo solo una cosa, non provare mai pietà per me perchè è la cosa che odio più di tutte al mondo- disse asciugandosi le ultime lacrime e  poi girandosi verso di me con tutto il trucco colato

Io avevo le braccia lungo i fianchi e ascoltavo ogni sua minima parola incassando ogni sua sofferenza a causa mia e a causa della sua malattia. Avevo così tanta voglia di baciarla e così feci, portai le mani sulle sue guance e avvicinai le sue labbra alle mie baciandola delicatamente, come il più delicato tra i fiori poi mi staccai da lei lasciando però le mani sul suo viso

-Assaggia il mio dolore e fallo tuo- gli sussurrai sulle labbra

-Vedrai che non c'è dolore più dolce e aspro dell'amarmi, dell'amarti- dissi sfiorando nuovamente le labbra sulle sue

-Varrà sempre la pena soffrire per te perchè il dolore che provochi non è nulla in confronto all'amore che mi dai Catherine- dissi  facendo scivolare lentamente il suo nome sul mio palato per poi fiondarmi sulle sua  labbra sempre con quella delicatezza che rendeva unici al mondo i nostri baci. Poi lei si staccò e mi guardò negli occhi

-Non ti importa se sono malata? Non ti importa di quello che ti ho fatto passare? No ti importa che ti abbia mentito- disse lei incredula

-Mi ami?- gli dissi titubante e lei annui semplicemente -Allora non mi importa del resto- dissi sorridendo e lei si fiondò tra le mie braccia versando le ultime lacrime, ma questa volta di felicità e io ricambiai l'abbraccio stringendola delicatamente per poi darle un bacio sui capelli e lei mi guardò negli occhi, il suo trucco era tutto sciolto e i suoi occhi leggermente rossi per il pianto. Il suo sguardo finalmente era quello con cui io l'ho sempre guardata, con lo sguardo di chi soffre, con lo sguardo di chi ama e lotta per farlo e con lo sguardo di chi non ha paura del dolore quando questo porta a qualcosa di buono. Finalmente Catherine mi guardava con lo sguardo di chi ama. Lei mi amava e io amavo lei.

***************************************************

Heyy, volevo solo dirvi che questo e i due precedenti sono in assoluto i miei capitoli preferiti e in questo momento sono fangirl mode on

Anywayyy

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Capitolo 15
*** Capitolo dieci ***


Emma point's of view

Mentre camminavo tranquillamente per i corridoi affollati della Riverston High School cercavo di capire che tipo di relazione c'era al momento tra me e luke e la cosa non era per niente facile, tra noi era un continuo tira e molla. Noi due eravamo come due calamite, per quanto si cerca di separarle tornano sempre insieme ed infatti era così. Non me la sentivo ancora di dichiararci alla gente come "fidanzati" voglio fare le cose abbastanza con calma con lui questa volta. Mi avvicinai al mio armadietto e inserii la combinazione in modo da sbloccarlo e poterlo aprire per poi poggiarci all'interno i  libri che mi sarebbero serviti per la giornata. Appena chiusi l'anta dell'armadietto ci trovai dietro luke e per poco non saltai in aria dallo spavento, dopo essermi ripresa un poco tornai a guardare verso di lui che se ne stava li appoggiato all'armadietto accanto al mio con le braccia incrociate mentre mi osservava silenzioso e sorridente

-Non è stato divertente- dissi ridacchiando appena per poi bloccare nuovamente il mio armadietto e camminare per i corridoi con lui al mio fianco che ogni tanto mi lanciava qualche occhiata silenziosa

-Io mi sono divertito- disse lui infilando le mani in tasca e alzando leggermente le spalle, sembrava così rilassato con me affianco

Stavo per rispondergli ma purtroppo la campanella suonò e gli diedi appuntamento all'uscita di scuola  dicendogli che dovevamo parlare ma che non era nulla di preoccupante e che poteva stare tranquillo. Io invece non lo ero affatto, non sapevo come chiedergli cosa eravamo, non volevo spaventarlo e non volevo nemmeno che si facesse un idea sbagliata sul nostro rapporto. La prima ora di lezione passò velocemente e nella pausa di cinque minuti andai in bagno e quando sentii dei passi di alcune ragazze che stavano entrando dopo di me mi chiusi in uno dei gabinetti in modo da  poter sentire la loro conversazione, anche perchè mi era giunta voce che luke aveva acquistato popolarità tra il genere femminile e questo non andava bene.

-Te lo dico io, gli occhi di Hemmings sono azzurri non verdi- disse la prima ridacchiando

-Non mi importa del colore dei suoi occhi, piuttosto hai visto che figo che è?- disse l'altra maliziosamente, dio mi stava salendo il vomito e anche brutti istinti omicidi verso quelle due

-Ho sentito che si vede con una ragazza misteriosa- disse la prima con voce leggermente disgustata

-E tu come lo sai?- disse la prima scocciata

-Beh, pare che ne abbia parlato con Calum, i due hanno fatto amicizia, e mentre lo diceva, Bethany il capo cheerleader gli ha sentiti e poi come sempre si è sparsa la voce- disse la prima, stavo per esplodere e volevo uscire e dirgli che potevano andare a raccattarsi qualche altro ragazzo sulla strada come sempre e lasciare stare Luke, ma decisi che era meglio calmarsi prima di fare qualcosa di sbagliato poi la prima parlò di nuovo

-Sarà di sicuro una troia, vedrai che la lascerà entro qualche giorno- li non ci vidi più e tirai lo scarico, per essere più credibile, e poi andai al lavandino di mezzo libero lavandomi le mani per poi parlare

-È vero ragazze ho sentito parlare anch'io della misteriosa ragazza di Luke e fidatevi di me se vi dico che tra loro durerà- dissi distrattamente e la prima ragazza mi guardo sorpresa ma poi continuò

-Beh se lo dici tu Emma che di ragazzi te ne intendi, dopo tutto stai con quel figo di Ashton Irwin- disse lei ma io non mi  curai del fatto che conosceva il mio nome anche se io non sapevo il suo e non mi preoccupai nemmeno che pensasse che stessi con Ashton, ci vedevano sempre tutti insieme anche se non eravamo una vera coppia

-Già io me ne intendo di ragazzi e ti posso assicurare che Luke vale di più di tutti quei ragazzi che raccatti sulla strada la sera- dissi sorridendole da stronza per poi congedarle con un -Ci vediamo in giro ragazze- ed uscii dal bagno.

Okay era arrivato il momento di mettere in chiaro che tipo di relazione avevamo io e Luke perchè non credo che avrei retto altri commenti del genere, soprattutto da dei puttanoni da strada come quelle due, per carità.

Aspettai la fine delle lezioni impazientemente guardando e riguardando l'orologio più volte ma il tempo sembrava tornare indietro piuttosto di andare avanti, mi sentivo soffocare dalle parole che avrei dovuto dire a Luke e volevo chiarire la situazione con lui al più presto. Finalmente anche l'ultima ora di lezione finì e io mi precipitai fuori dalla classe prendendo le mie cose velocemente dall'armadietto e aspettandolo impaziente all'uscita. 

Appena lo vidi arrivare notai che con lui c'era anche Calum e Ashton e mi maledissi mentalmente per non averlo avvisato che Ash non sapeva nulla, allora gli invai un messaggio dove dicevo che l'avrei aspettato nel giardinetto sul retro della scuola da solo per parlare di quella cosa che gli avevo accennato la mattina e lui rispose che stava arrivando. Mi sedetti su una panchina stringendomi nella giacca mentre aspettavo Luke. Lo vidi comparire qualche secondo dopo e mi diede un leggero bacio sulle labbra per poi sedersi affianco a me 

-Di che cosa volevi parlarmi?- chiese curioso, okay era arrivato il momento di vuotare il sacco e di dire a Luke quello  per cui gli avevo chiesto di venire, ma da cosa iniziavo? da Ashton o dal discorso sulla nostra relazione? iniziai a giocare nervosamente con le mani e gli dissi tutto d'un fiato come facevo di solito.

-Ecco ti volevo chiedere che cosa siamo noi, cioè volevo dire insieme, non volevo metterti assolutamente fretta anzi te lo sto chiedendo apposta solo che sai oggi c'erano delle tipe in bagno che parlavano di te e io ero tipo gelosa e boh dovrei parlare di noi anche ad Ashton ma prima dovrei sapere cosa siamo....- Continuavo a parlare a macchinetta facendo discorsi stupidi e insensati mentre gesticolavo nervosamente con le mani fino a quando luke mi prese le mani fermando così anche la mia parlantina e mi disse

-Non voglio andare di fretta, questa volta voglio fare le cose con calma con te e se vuoi di ad Ashton che ci frequentiamo o quello che vuoi, per me va bene- disse lui sorridendomi affettuosamente e io mi sentii così stupida per essermi agitata in quel modo.

Luke point's of view

Quando era agitata lei continuava a gesticolare  e l'unico modo di fare placare la sua parlantina era bloccarle le mani e così feci spiegandole che avrebbe potuto definire la nostra relazione come voleva ma che questa volta volevo andare con calma e fare tutto per bene e se devo dire la verità, volevo farlo perchè avevo la costante paura di perderla di nuovo, non che non mi fidassi di lei ma non avrei potuto superare un altro ripensamento su di noi, ne sarei rimasto distrutto.

-Davvero hai risposto in quel modo a quella ragazza in bagno?- chiesi ridacchiando appena per poi guardarla negli occhi mordendomi appena il labbro

-Emh.. già, avresti dovuto vedere la sua faccia- disse lei inizialmente imbarazzata per poi scoppiare a ridere insieme a me e una volta che le risate si furono calmate sentii il forte bisogno di baciarla e così feci, la strinsi forte a me come se non credessi ancora di averla tra le braccia un altra volta. È vero che la vita dona un grande amore solo una volta ma se è destino, nulla potrà far separare due persone che si amano. Credo di non aver mai amato nessuno nel modo in cui amo lei. 

-Dio, sei fantastica- gli dissi staccandomi da lei per poi darle un ultimo bacetto leggero sulle labbra e tornare nel cortile della scuola dove ormai erano rimaste solo poche persone a parte Cal e Ashton 

-Non ti dispiace se ci accompagna Cal, vero?- le dissi quando eravamo ancora abbastanza lontani perchè lui non ci sentisse

-Va benissimo, solo che prima devo parlare ad Ashton di noi, sai per evitare momenti imbarazzanti e robe varie- disse e si vedeva che era molto imbarazzata

-Certo- acconsentii lasciandole fare quello che riteneva più giusto 

La vidi allontanarsi con Ashton stando comunque in un punto in cui io potessi vederli vidi lei iniziare a gesticolare nervosamente come faceva quando affrontava un discorso serio ed era agitata, lui invece l'ascoltava con attenzione ma quando lei finì di parlare mi accorsi che lui aveva le braccia lungo ai fianchi rigide e i pugni serrati, sembrava quasi arrabbiato. Poi lui disse qualcosa e vidi il viso di cath intristirsi appena e questo non mi piaceva affatto, non volevo che fosse triste per Ashton, lui l'amava o forse ero io che non piacevo a lui? Mi faceva imbestialire l'idea  che qualcuno amava Cath anche solo di un briciolo di come la amo io. Non ero geloso di lei oppure di lui ma ero geloso dell'amore che Ashton chiaramente provava per Cath.  Lui continuava a parlare e lei lo guardava negli occhi poi lei si fiondò nelle sue braccia e lo strinse forte a se e la cosa più brutta fu che lui ricambio il suo abbraccio con trasporto.

-E poi potremmo cavalcare un unicorno- disse Calum e io lo guardai male accorgendomi solo adesso di non aver prestato la minima attenzione a quello che stava dicendo

-Scusa amico mi ero distratto- dissi distogliendo lo sguardo da Cath e Ash  

-L'ami- disse Calum guardandomi

-Sì, da cinque anni- dissi passandomi una mano tra i capelli

-Sono sicuro che anche lei ti ama- disse sorridendo verso di me

-Lo so- dissi sorridendo mentre vedevo Cath tornare da me

Ashton point's of view

Si avvicinò a me cautamente e mi prese il braccio trascinandomi in un angolino in disparte  dicendo che aveva qualcosa di importante da dirmi e io la seguii

-Senti Ashton ti devo dire una cosa- disse guardandomi negli occhi

-Dimmi Emma- gli dissi sorridente ma non sapevo che a momenti avrei perso quel sorriso

-Io e luke ci frequentiamo, cioè usciamo insieme- disse lei gesticolando 

-Cosa?- dissi io sperando di aver capito male

- Io e luke si frequentiamo-disse lei stavolta con più fermezza e le mie braccia  si irrigidirono e sentii la rabbia entrare in me

-Lo conosci da solo due settimane e già state insieme- dissi stringendo i denti

-In realtà lo conosco da cinque anni e non stiamo insieme- disse lei abbassando la voce

-Cazzate, voi state insieme si vede da come lo guardi Emma, lo ami- dissi ringhiando

-Sì- disse abbassando la testa, sentii come se qualcuno mi graffiasse il cuore e poi ci conficcasse all'interno uno spillo

-Per quattro anni sono stato al tuo fianco e mi sono preso cura di te, sei come una sorella per me e non voglio vederti soffrire, capisci- dissi guardandola mentre lei abbassava la testa 

-Ti voglio bene Emma- dissi affondando il mio stesso cuore lei si fiondò tra le mie braccia stringendomi forte e io feci lo stesso con lei, volevo che restasse con me per sempre ma a quanto pare non era possibile infatti si staccò e andammo verso gli altri dove c'erano luke e Calum che ci aspettavano ma io no avevo proprio voglia di stare con loro in quel momento 

-Ragazzi io vado a casa da solo, ci si vede domani- dissi salutandoli con un cenno della mano per poi voltarmi e andare via e una volta lontano dalla loro visuale scagliai un pugno contro il muro così forte che si crepò appena. La mano mi bruciava ma non era niente in confronto al dolore che mi aveva provocato lei.

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Hello everyonee spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

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-Abrasiveness 

-Ileniaxx

 

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Capitolo 16
*** Capitolo undici ***


Luke's point of view

Stavo camminando tranquillamente per le stradine poco affollate della mia nuova città cercando di trovare la via di casa siccome non mi ero ancora propriamente orientato.

Camminai così tanto che dovetti fermarmi a riposarmi più volte, okay lo ammetto mi ero perso, provai a guardarmi attorno alla ricerca di qualcosa di conosciuto, un punto di riferimento insomma, ma quello che vidi fu totalmente diverso da quello che mi sarei mai aspettato di vedere.

Ashton e Anima abbracciati su una panchina nel parco, strano. Sembravano tristi, sembrava che stessero piangendo. Poco mi importava delle loro lacrime in questo momento, avevo ben altre cose a cui pensare, ma provai comunque a chiedermi perchè stessero piangendo. Non avevo mai visto quei due così uniti come in questo momento, ma cosa la cosa che mi premeva di più sapere era che cosa avevano di così importante in comune. Insomma stavano chiaramente singhiozzando, non ci misi molto a fare due più due, piangevano per Emma, forse credevano che io gli avrei fatto di nuovo del male, forse Emma stava peggio di quel che dava a vedere. Non me ne curai troppo ed entrai in un locale alla ricerca di qualcuno che avrebbe potuto darmi delle indicazioni per trovare casa mia, ero anche abbastanza stanco e avevo voglia solo di tornarmene a casa.

Entrai e mi sedetti ad un tavolino per riposarmi dopo una lunga camminata e una cameriera piuttosto bella si avvicinò a me e mi chiese cosa avrei preso, così ordinai un cocktail, dopotutto come potevo dire di no a una ragazza come quella? Mi fece un sorrisino ed andò al bancone per poi iniziare a preparare il mio cocktail senza perdere il contatto visivo con me, in realtà non ricordo moltissimo di quel pomeriggio, credo di essermi ubriacato un pochino ma dopotutto che importa? Mi svegliai quella sera tardi nel mio letto mezzo nudo, bah. Almeno ero ritornato a casa, girai un po per casa mia per vedere se c'era qualcuno, per fortuna non c'era nessuno, un altra rogna in meno. Decisi di farmi una doccia rilassante, mi svertii in fretta ed entrai nella doccia, azionai l'acqua che mi percorse tutto il corpo lavandomi di dosso tutte le mie colpe e le brutte sensazioni che mi attraversavano l'anima ogni volta che pensavo a tutto quello che avevo fatto nella mia vita, dio. Ero stato una persona spregevole a momenti mi facevo schifo da solo. Ma dopotutto nessuno può cambiare il proprio passato.

*Flashback*

-Mi dispiace Luke- disse lei facendo dissolvere in pochi secondi tutto quello in cui speravo, rompendo in piccoli pezzi la mia anima, frantumando il mio cuore che aveva lasciato frammenti di dolore in tutto il mio corpo. Avrebbe tranquillamente potuto prendermi a pugni e io avrei sofferto molto meno. Mi sentii come svuotato di tutto, nessun emozione, nessun sentimento, solo lei. Mi stava lasciando. Non chiesi nulla, non dissi una parola, non una lacrima, nessuna espressione. Un dolore che mai avevo provato nella mia vita, un misto di delusione e tristezza, provai ad incolparmi del suo gesto ma io non avevo nessuna colpa, dopotutto mi ero sempre comportato bene con lei, amandola più di ogni altra cosa e lei mi aveva lasciato.

No, nessuno farebbe un gesto del genere se solo avesse un po di cuore.

*Fine flashback*

Avrei dovuto mangiare qualcosa o magari uscire ma il soffitto era molto più interessante di quanto si possa pensare, avevo voglia a malapena di respirare figuriamoci di alzarmi dal mio comodissimo letto, però dovetti farlo a causa di una chiamata che mi arrivò da parte di Michael

-Luke- disse subito lui appena aprii la chiamata

-Dimmi michey- dissi curioso, michael non mi chiamava quasi mai, usava quasi sempre i messaggi

-Ho bisogno di un favore- disse bruscamente e non mi fece neanche rispondere che riprese a parlare

-È una cosa seria e se non vuoi va bene- disse con tono inespressivo come sempre

-Dimmi di cosa si tratta Michael- dissi sempre più curioso

-Devi aiutarmi sabato sera con un carico di insalata- cazzo, l'ultima volta non era andata proprio benissimo, ci avevano quasi beccati

-La solita "insalata"?- per insalata solitamente intendevamo l'hashish, ovviamente era più prudente usare nomi in codice per ridurre il rischio di essere beccati

-Sì Luke, ci stai?- non mi ci volle molto per accettare, dopotutto il guadagno non era male e in più sabato sera non avevo nulla da fare

-Okay Michey- dissi tranquillamente al mio amico

-Okay allora ti invierò i dettagli sabato mattina per messaggio- disse salutandomi per poi attaccare

Quella sarebbe stata una settimana bella lunga.

Ashton point's of view

È vero, il dolore avvicina le persone. Il dolore che provavamo per le scelte di Emma ci aveva in un certo senso avvicinati, avevo imparato a conoscerla meglio cosa di cui prima non mi sarebbe minimamente importato mente ora la cosa più importante per me era che lei stesse bene, non so se questa cosa però avrebbe fatto bene anche a me. Anima non sembrava il tipo di persona che si lascia troppo trasportare dai sentimenti. Proprio il contrario di me che mi perdo tra le mie emozioni e mi faccio trasportare dal momento. Tante persone affermano che gli opposti si attraggono ma io ho sempre più paura che questa frase valga solo per la chimica. Dopotutto come possono due persone completamente diverse a trovare un intesa? Credo che se lei si lasciasse un po andare andremmo subito daccordo. In realtà non so perchè mi sto facendo tutti questi problemi per una ragazza che a malapena conosco. Non riesco nemmeno più a capire che cosa provo, un secondoo prima mi incazzo perchè la mia migliore amica è tornata insieme al suo ex aka ragazzo più stronzo dell universo e un secondo dopo inizio a provare dei sentimenti per la sua migliore amica. Il mio cervello in questo momento è come una bolla di sapone pronta a scoppiare in qualsiasi momento, non ci capisco più nulla, credo di aver bisogno di parlare con Emma di tutto questo ma non so come potrebbe pensarla, non la vedo da quando mi ha comunicato che si era rimessa insieme a Luke. Ma avevo troppo bisogno di parlare con la mia migliore amica in quel momento e così decisi di chiamarla nonostante fossi ancora incazzato con lei a causa di Luke.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Quattro squilli.

Cinque squilli.

Pensai al peggio, credetti che lui le avesse fatto del male, credetti che qualcuno l'avesse rapita, insomma pensai al peggio, dio mio ma perchè non si può stare tranquilli due minuti? Con Luke di nuovo in circolazioni bisognava stare sempre all'erta.

-Pronto?- Niente era mai stato confortante come quella parola che in qualche secondo dissolse tutte le mie paranoie

-Oh Emma- dissi sollevato di sentirla di nuovo

-Che succede Ash?- disse lei allarmata per il mio tono di voce

-Oh, niente mi ero solo preoccupato perchè non rispondevi- dissi leggermente in imbarazzo per le mie stupide paranoie

-Scusami, non trovavo il telefono- disse lei ridacchiando appena e sospirando leggermente -Comunque perchè mi hai chiamata?- chiese ritornando seria

-Volevo solo dirti che avevo bisogno di parlare con te- dissi leggermente titubante

-Di cosa?- mi chiese leggermente preoccupata

-Un po di tutto, sai non parliamo da tempo e tu sei la mia migliore amica- dissi io sovrapensiero

-Okay, ti va di venire a casa mia?- disse lei tranquillamente

-Fra dieci minuti sono li- dissi io per poi salutare e attaccare.

Emma points of view

Mi sistemai appena togliendomi il trucco sciolto della sera precedente e mi legai i capelli disordinatamente per poi scendere al piano di sotto a preparare due belle cioccolate calde che sarebbero state ottime per accompagnare la nostra chiaccherata.

Appena sentii suonare il campanello mi precipitai alla porta ad aprire, dopotutto non vedevo ashton da molto tempo e mi mancava tanto il mio migliore amico. Aprii e me lo trovai davanti con ancora lo sguardo puntato sul campanello, non ci pensai mezza volta e mi precipitai tra le sue braccia stringendolo a me con prepotenza.

-Ash non devi farmi mai più una cosa del genere- dissi

-Che intendi?- disse lui non capendo

-Non sparire mai più per tutto questo tempo, okay-dissi io leggermente arrabbiata

-Nemmeno tu ti sei più fatta sentire disse lui mentre io mi staccavo dall abbraccio facendolo entrare in casa

-Perchè pensavo fossi arrabbiato con me- dissi titubante

-E per cosa dovrei essere arrabbiato?- disse lui visibilmente perplesso dalle mie continue affermazioni incomprensibili

-Beh sai per il fatto che mi sono rimessa assieme a Luke..-dissi cercando di non pronunciare comprensibilmente il nome di Luke

-È una tua scelta- disse lui non provando nemmeno a dare un espressione al suo tono di voce, erano solo un mucchio di lettere messe li per caso quasi come se qualcuno le avesse pronunciate per lui

-Oh, beh okay- dissi io contenta che infondo Ashton non fosse arrabbiato con me -Comunque, di cosa volevi parlarmi?- dissi facendolo accomodare al tavolo e porgendogli la cioccolata fumante

-Oh, sì ecco non saprei proprio da dove iniziare-disse grattandosi la nuca leggermente imbarazzato e io mi incuriosii ancora di più

-Dai ash, mi stai facendo morire dalla curiosità!- dissi cercando di capire tramite i suoi gesti se centrasse una nuova ragazza

-Beh sai, c'entra una ragazza- ecco lo sapevo! oddio e chi sarà, sarà carina? simpatica?alta?

-E la conosco?- chiesi io ridacchiando

-Direi di sì- disse lui sorridendo, sembrava felice mentre pensava a lei e io non vedevo l'ora di sapere chi fosse questa ragazza misteriosa, speravo solamente che non fosse una di quelle troiette che rendono la nostra scuola un puttanaio

-Non mi fare stare in ansia avanti!- dissi visibilmente incuriosita

-Oh, beh.. ecco..il suo nome..-disse lui quasi balbettando poi prese un grande respiro e pronunciò finalmente il nome della ragazza misteriosa -Il suo nome è Anima- disse mordicchiandosi il labbro

-Si chiama come la mia migliore amic- no aspetta, no no no, Ash e Anima no. -No aspetta ma è la stessa Anima?- dissi io sconvolta, forse non avevo avuto proprio una bella reazione

-Emh, sì- disse lui giocando nervosamente con le mani

-Ma quando, come, perchè? Insomma tu e Anima, non capisco, oddio.- ero confusa e scioccata allo stesso tempo, non ci capivo più nulla.

-Sì insomma non so se le piaccio, credo solo che lei mi piaccia e boh davvero non so che fare- disse leggermente in imbarazzo

-Oh tesoro deve piacerti proprio tanto- dissi io intenerita dalla sua goffaggine

-Credo.... credo di si- disse prendendo un sorso dalla sua cioccolata che probabilmente si era raffreddata

-Ah beh allora vorrà dire che scoprirò se anche tu le piaci!- dissi entusiasta della mia splendida proporta

-COSA? No! Sei pazza!- disse come se gli avessi proposto di aiutarmi a seppellire un cadavere e per poco non si strozzò con la sua bevanda

-Ma perchè?- chiese io cautamente, dopotutto che cosa sarebbe potuto accadere?

-Perchè potrebbe capire e preferisco dirglielo io al momento giusto- disse lui con calma sorseggiando la sua cioccolata

-Oh daccordo- dissi io annuendo ma sapendo che glielo avrei chiesto ugualmente

- Davvero Emma, non farlo- io annuii nuovamente mettendo la sua tazza vuota nel lavandino, tanto lo avrei fatto e lui ne era consapevole

-Tu cosa mi consigli?- disse lui di nuovo

-Di farla innamorare di te- dissi io ovvia

-Fino a li c'ero, ma come?- disse mordicchiandosi appena il labbro inferiore

-No so, stalle accanto, fai piccoli gesti che la facciano sentire speciale e importante per te e poi sarà tua- dissi io sorridendogli, dopotutto luke aveva fatto così con me e ci era riuscito benissimo

- Grazie Emma, non so come farei senza di te- lui venendomi incontro per abbracciarmi

-Di nulla Ash- dissi io stringendolo tra le mie braccia per quanto io possa essere forte e in quel momento il campanello suonò e io dovetti staccarmi da lui per poter andare alla porta

Aprii e mi ritrovai davanti Luke che si mordeva le labbra mentre si fissava le scarpe, non avevo mai visto qualcosa di più bello, gli sorrisi e lui mi sorrise a sua volta ma ad un certo punto qualcosa fece spegnere il suo bellissimo sorriso. Mi girai e vidi Ash poggiato con la spalla alla parete che guardava luke inespressivo.

-Oh Luke ciao- dissi invitandolo ad entrare

-Ciao Emma- appena vidi Luke mettere un piede in casa, Ashton venne verso di me e mi diede un leggero bacio sulla guancia che fece visibilmente arrabbiare luke

-Ci vediamo domani Emma, grazie per la cioccolata- disse Ash sorridendo dopo essere uscito da casa mia.

Appena la porta fu chiusa mi girai trovandomi di fronte un Luke a dir poco furioso.

-Che ci faceva qui?- disse stringendo i pugni con forza

-Luke, lui è il mio migliore amico, stai calmo- dissi io rassicurandolo

-Daccordo ma non voglio che stiate troppo appiccicati- disse visibilmente geloso

-Andiamo a vedere un film- dissi io ridacchiando appena per la sua insensata gelosia e dandogli un leggero bacio a stampo e lui si calmò seguendomi in salotto.

Non capisco il motivo per cui Luke sia così geloso.

 

***********************

Ed eccomi di nuovo dopo così tanto tempo, scusate nuovamente

Questa volta però ho una cosa importante da dirvi, il 30 novembre questa storia fa un anno e io colgo l'occasione per esprimervi la mia gratitudine. Perchè senza di voi che leggete niente di tutto ciò sarebbe possibile.

Grazie

-ileniaxx

 

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