scoprirsi diverso attraverso uno specchio...

di degah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** le lenzuola... ***
Capitolo 2: *** quello che non sapevo di me... ***
Capitolo 3: *** una ferita troppo profonda... ***
Capitolo 4: *** vendetta... ***
Capitolo 5: *** al cuor non si comanda... ***
Capitolo 6: *** lei... ***



Capitolo 1
*** le lenzuola... ***


Le lenzuola profumavano di buono… Gustav entrò in salotto in tutta fretta… ciò che vide non gli sembrò affatto strano… Una ragazza, a giudicare dall’aspetto sui 18, dormiva beata avvolta in un lenzuolo bianco e pulito… “Tom!!!!Tom dai svegliati!sono le 8 e mezzo e alle 10 abbiamo il sound-check!!!” La ragazza aprì gli occhi lentamente…la testa le doleva in maniera impressionante, ricordava pochi attimi della serata precedente: le luci, il bicchiere vuoto, il mondo che vorticava vertiginosamente intorno a lei… e poi il letto, e la passione… pensò… Gustav le sorrise… “buongiorno…tu sei…?” “Degah” rispose lei amareggiata… “qualcosa non va? Vuoi del caffè? Dei biscotti?” La ragazza sorrise imbarazzata, poi volse lo sguardo alle lenzuola e le sue gote si colorarono di un rosso acceso… Lei si tirò indietro i capelli corvini, perfettamente liscissimi dalla sera precedente e lunghi almeno fino al fondoschiena… “preferirei dei vestiti prima…potrei avere qualcosa da mettere addosso gentilmente? Me lo faresti questo favore?” Era scarlatta in volto, e Gustav non potè non intenerirsi di fronte a quegli occhioni neri, grandi e così profondi che lo fissavano… Il ragazzo sorrise lievemente: “certo!non sembri come tutte le ragazze di Tom…sei più pura…” Lei alzando un sopracciglio curvò il capo verso sinistra e si grattò il mento… “pura?” domandò, asciugandosi un tratto di matita ed eyeliner sbavati… “si” fece lui “nonostante il tuo aspetto da figlia di satana, si vede che sei buona!” Lei si grattò la nuca come era solita fare nei momenti di imbarazzo, poi ringraziò Gustav del complimento… “ora vado a prenderti dei vestiti puliti”… Tornò 5 secondi dopo con una camicia da notte nera e della biancheria intima sempre nera… “molte ragazze di Tom lasciano qui le loro cose, così noi le laviamo e le teniamo per sicurezza…e direi che facciamo abbastanza bene! Ora sveglio questo pigrone!!! Tom!!!!!” Scosse il corpo addormentato che giaceva accoccolato di fianco a Degah…dopo l’ennesimo tentativo di svegliarlo Gustav tirò via le coperte e ciò che vide lo lasciò di sasso… “Bill?!?!?!?!?!?!” Il vocalist giaceva lì immobile, a petto nudo, in posizione fetale; aveva il trucco nero sbavato, i capelli lisci che gli ricadevano sulle spalle morti, la sua espressione era alquanto serena… Gustav era impallidito di botto, scrutava Degah in maniera preoccupante tanto che lei si sentì più nuda di prima e pensò che un alieno le avesse mutato l’aspetto… “come diamine hai fatto a portarti a letto Bill? Quanto cazzo avete bevuto?” lei arrossì violentemente una seconda volta… “considera che io pensavo di essere stata con Tom…ma lui…ora che ci penso…no, non era neanche brillo…” Gustav sgranò gli occhi… “allora forse è meglio che lo svegli tu…” Fece per uscire ma, sulla soglia della porta si bloccò… “avresti preferito Tom?” Lei sorrise ancora un po’ imbarazzata: “Se devo essere sincera speravo vivamente che non fosse Tom, ma Bill…” Detto questo uscì dal salotto salendo le scale che lo avrebbero portato al piano di sopra… Degah si sdraiò sul fianco poggiando il gomito sul divano-letto e la testa sulla mano… Lo scosse delicatamente come per svegliarlo… … Il vocalist aprì dolcemente gli occhi color nocciola, fissandola in un modo che avrebbe potuto anche farla sciogliere…era incredulo…

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Capitolo 2
*** quello che non sapevo di me... ***


“Degah?!” Bill sgranò gli occhi… “ciao Bill…” Lei era serena, sorrideva… “noto con piacere che ti ricordi ancora il mio nome…” Lui scoppiò in una risata… “me lo ricordo eccome! Non ero mica ubriaco, io! Pensavo che te ne fossi già andata…” Lei fissava il pavimento con un’aria a dir poco cupa e tenebrosa… “Bill…” Il vocalist alzò di scatto lo sguardo puntandolo dritto negli occhi di lei, che arrossì vistosamente… “dimmi Degah…” lei sperava che lui avesse capito, ma poi si ricordò che anche se stava vivendo in una breve ma intensa favola, ancora nessuno l’aveva graziata del dono della telepatia… “Bill, forse dovrei andare…” Lui trasalì…a questa ipotesi non aveva pensato, ancora…non aveva fatto i conti con il cosiddetto dopo… “non ti fermi neanche a colazione?” deglutì a fatica… “forse non è il caso, Bill” lo guardò dispiaciuta… “ma almeno lasciami il tuo numero, ti richiamo e magari un giorno andiamo a prendere un gelato insieme, che ne dici?” “Bill…” lei lo guardava severa ora, lasciando però trasparire una nota di malinconia attraverso il nero velato di quegli occhi…l’insistenza con cui lei ripeteva il suo nome, quasi come per sottolineare quella magia che la stava avvolgendo ora, lo irritava, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di aizzarsi contro di lei in preda ad uno dei suoi soliti attacchi di isterismo acuto… “Bill, non dire scemenze…” la voce della moretta lo riportò alla realtà…la sua voce tradiva una sfumatura di disappunto… “io non sono come Tom!” sbraitò lui infuriandosi appena… Lei sogghignò a quell’affermazione… “non mi sembra che tu sia stato molto diverso dall’altra tua metà”…e uscì da quella casa lasciando Bill solo, vuoto e, cosa peggiore, perplesso… Tom scese le scale distrattamente, ancora un po’ assonnato… “wow, il mio fratellino si è appena sbattuto una sconosciuta!” “non è una sconosciuta!” replicò l’altro… “no, certo, l’hai conosciuta addirittura 12 ore fa, eravate amici per la pelle!!!!” esordì il rasta ridendo… Bill gli lanciò un’occhiata torva… “Tom, io non sono come te…” “e io sono allucinato, Bill!cazzo!smettila di fare il bravo ragazzo!!!!” Il vocalist si erse sul letto incrociando le gambe a mò di indiano… “dovresti saperlo che io SONO un bravo ragazzo…ti racconto cos’è successo dal principio…” Tom si accucciò di fronte al gemello, pronto ad ascoltarlo e a sapere cosa esattamente Bill avesse per la testa quella mattina… “allora…2 settimane fa, quando siamo arrivati…” *Flashback” Mentre Degah rimuginava tra sé e sé cose che il giorno dopo avrebbero perso il loro significato, camminava senza meta, lo sguardo fisso nel vuoto, apatica, ma solo dall’esterno, perché nel suo cuore le era stato conficcato un pugnale che l’aveva solcato per sempre … l’aborto l’aveva segnata a vita… Bill l’aveva scorta da lontano e ne era subito rimasto affascinato, così decise di seguirla, approfittando del suo travestimento anti-fan… la ragaza aveva girato…era entrata in un negozio di CD, e lì aveva salutato amabilmente il proprietario, facendo intuire di essere sua amica molto intima… “ciao Degah!che brutta cera … stai bene?” Il proprietario del locale conosceva molto bene la ragazza, che adorava comprare CD … la musica per lei era tutto e poi aveva una voce stupenda … “ciao Matthew, si tutto bene, sono solo un po’ giù di morale … sai, tra me e Jacopo oggi è finita e mi sento strana …” “capisco … dai passerà, tranquilla! Ora guarda! Sono arrivati i nuovi CD!” Degah sorrise debolmente, si avvicinò allo scaffale e aveva cominciato a scrutare curiosa tra le mensole che straripavano di opere che lei non aveva mai visto … Indietreggiò un po’ per vedere cosa ci fosse sulle mensole più alte, quando … Bill le passò dietro, quasi studiando tutti i suoi movimenti, fino a che… Degah lo aveva colpito, involontariamente, facendogli cadere tutti i CD dalle braccia… “scusa!” cinguettò lei … poi osservò la ragazza esterrefatta…le sembrava di conoscerla, eppure era strana… Capelli neri e lisci lunghi fino le spalle, un cappellino in testa, grossi occhiali che le coprivano gran parte del volto … eppure lei la conosceva, ne era sicura … le tipa misteriosa sorrise e Degah si convinse ancora di più di averla già vista … poi si chinò a raccogliere i CD caduti … erano tutti CD dei Tokio Hotel!!!! “Sei una fan dei …?” Degah alzò il capo ma la ragazza era sparita!!!! La vide sulla porta, aveva tolto gli occhiali … era Bill Kaulitz!!!! pensò Degah … *fine flashback* Da quel giorno Bill l’aveva sempre seguita, e aveva scoperto, grazie a Saki, innumerevoli cose su di lei… Si era appena lasciata con il suo ragazzo perché era rimasta incinta e non voleva dirglielo, o forse non si sentiva pronta per affrontare una simile sfida… Aveva abortito senza dir nulla a nessuno…eccetto alle sue due migliori amiche, che a quanto ne sapeva Bill, si chiamavano Charo e Alex… Inoltre il vocalist aveva scoperto che era figlia di un noto e rinomato uomo d’affari, morto l’anno precedente a causa di un attacco cardiaco… Degah viveva in un appartamentino in centro, mentre sua madre e sua sorella possedevano l’enorme villa che troneggiava nella periferia di Amburgo con una certa fierezza… Bill aveva capito che aveva a che fare con una tipetta semplice, la classica 18enne ribelle che voleva una vita alternativa, che cercava di scappare dai vizi e dal lusso… E che si ritrovava inevitabilmente a fare i conti con il destino, con l’ironia della sorte, con tutto ciò che una persna non avrebbe mai voluto affrontare… Poi l’aveva vista lì, al LORO concerto, che cantava don’t jump con le lacrime agli occhi…e se ne era letteralmente innamorato…era in prima fila, bellissima, semplice ma complessa…trasparente ma impenetrabilmente misteriosa…affascinante… E dopo il concerto, l’after… le si era avvicinato piano, le aveva offerto da bere…e il resto lo conosceva già… Tom lo guardava esterrefatto, non poteva credere alle sue orecchie… “Bill devi essere impazzito! Ma che hai in quel cervello, segatura? O vuoi lavorare per l’FBI?” Bill diventò paonazzo, si alzò di scatto furibondo: “mi dispiace per te, povero cretino, perché non saprai MAI cosa vuol dire amare! E non sai cosa ti perdi, Tom!” e salì in camera più furioso che mai… Inutile dire che Tom era allibito… “devo trovare questa Degah entro domani…o il mio caro fratellino impazzirà…” George sbucò in quell’attimo dal nulla, come se si fosse appena materializzato in quella casa e non sapesse neanche lui come… “ehi Tom! Bella la moretta di stanotte…me la passi poi?” e gli strizzò un occhio in segno di complicità… “non posso George caro” disse lui malizioso, “era di Bill, non mia!” George sentì che la sua mascella rasentava il pavimento e che gli occhi avrebbero potuto uscirgli tranquillamente dalle orbite… “Bill?o santo cielo, ma che gli è preso?” Tom sorrise benevolo… “credo si sia innamorato…” George lo stava ancora fissando incredulo…

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Capitolo 3
*** una ferita troppo profonda... ***


Quel pomeriggio Tom si incamminò per le vie deserte di Amburgo vagando alla ricerca di quella moretta che aveva fatto cambiare Bill in 2 sole settimane… Intanto era arrivato al negozio di CD di cui aveva parlato Bill… Il proprietario gli si accostò: “posso servirla?” “si” proferì il rasta… “ho bisogno di alcune informazioni su una certa ragazza…si chiama Degah, so che è cliente abituale di questo negozio…” “mmh” mugulò il proprietario… “lei sarebbe?” Il ragazzo lasciò che il suo travestimento lo abbandonasse e fieramente si annunciò… “Tom Kaulitz, occasionalmente investigatore privato!!” “piacere Sir Kaulitz, io sono Matthew, il proprietario del locale…sono a vostra disposizione, è un onore aiutarla!” Tom sorrise soddisfatto, quando il suo telefono squillò: David Jost… “Tom, per l’amor di Dio, dove sei finito?” “David mi dispiace, non posso esserci, ho una questione di vitale importanza da sbrigare!” “…ma…” “al diavolo il sound-check Jost!” Senza lasciare il tempo a Jost di dire altro, il rasta interruppe la chiamata per poi tornare a sorridere come se nulla fosse accaduto, aspettando l’aiuto miracoloso di Matthew… “allora, mi darai una mano per il mio fratellino?” I due ragazzi si strinsero la mano in segno di complicità… Matthew scrisse su un foglietto il numero di Degah… “quello di fronte è il suo palazzo…se aspetti 5 minuti dovrebbe uscire a prendere il caffè al bar…” “ma lo prende sola?”chiese Tom… “si, è una sua abitudine…poi in questo periodo è notevolmente giù di morale, chissà che le frulla per la testa…ah, Tom, ti consiglio di non farla arrabbiare MAI e per NESSUNA ragione al mondo…è schizzofrenica e psicopatica, potrebbe anche ucciderti!” e detto questo scoppiò in una fragorosa risata… Tom sorrise divertito: “sono abituato con Bill, ma cercherò di tenerlo a mente comunque!” E detto questo uscì dal negozio indossando il suo travestimento… Si sedette su una panchina piantata su un marciapiede ed estrasse una sigaretta in attesa che Degah uscisse di casa per il suo caffè… Passarono 3 minuti esatti, il rasta buttò per terra la sua sigaretta, la spense col piede e si avviò verso il bar… Era sicuro che fosse lei… capelli neri lunghissimi, grossi occhiali da sole scuri come la pece, giaccone nero che le arrivava sino a metà coscia, pantaloni neri attillatissimi, anfibi neri con una zeppa vertiginosa… Era esattamente la copia al femminile di Bill…sembrava la figlia di satana in tutto e per tutto e Tom non si stupì che suo fratello avesse perso la testa per una così… Entrata nel bar, la ragazza si tolse gli occhiali da sole, lasciando vedere a Tom due occhi scuri e profondissimi che ipnotizzarono perfino lui… pensò compiaciuto… Sentì la barista domandare a Degah cosa prendesse: “il solito caffè Degah?” “oggi no, Charo, preferisco un bel bicchiere di vodka…” “ma, Degah, sono le 11 di mattina!” “ti prego, Charo, non ho avuto un dolce risveglio…” “ok…” Charo, evidentemente una delle sue due amiche, la servì rassegnata… Tom le si avvicinò… “ciao…” Lei lo guardò svogliatamente mentre sorseggiava la sua vodka pesca lentamente, accennando un saluto con il capo, ma senza degnarlo di uno sguardo…sicuramente non aveva neanche capito chi fosse… Sembrava apatica, svuotata da qualsiasi tipo di emozione, sembrava vivere la vita giusto perché doveva…e Tom si rese anche conto del perché…lei non era una groupies, in fondo era buona, si vedeva da quegli occhi stanchi e assetati di giustizia…lei non era una fan qualunque, non era una di quelle ochette che dopo il sesso non chiedono nient’altro… Lei non era il tipo di ragazza con cui Tom era abituato ad avere a che fare, con lei non si poteva competere… “ciao Degah…” ripetè il rasta e questo sortì l’effetto sperato, infatti la ragazza si voltò… “saresti?” Tom la osservò attentamente: era molto bella, anche se triste… Tolse gli occhiali da sole tenendo il cappello e la ragazza sussultò: “Bill!” Il ragazzo sorrise e tolse il cappello lasciando ricadere i rasta biondi sulle spalle: “spiacente dolcezza, sono Tom”… Degah appoggiò il gomito al bancone: “se tuo fratello ti ha mandato da me con uno scopo preciso sappi che non voglio storie di sesso con nessuno”… “Degah, Bill non immagina neanche lontanamente che io sia qui…non mi ha detto niente…ci sono venuto io…perché so che Bill ci tiene a te e non sei stata la sua groupie, non voleva farti male…” “tom, lasciami in pace, ne ho abbastanza delle mie cazzate…” “Degah…!” “addio…non mi cercare mai più, ok?” Detto questo Degah uscì dal bar in tutta fretta e sparì all’interno del suo palazzo… <è proprio una schizzata> pensò il ragazzo… Riaccese una sigaretta… Un quarto d’ora dopo, Degah scese nuovamente da casa, si avvicinò a Tom poggiandogli una mano sulla spalla… “mi aiuterai davvero?” Tom sorrise compiaciuto e soddisfatto di se stesso: “fidati dello zio Tom, splendore!” Degah sorrise…aveva deciso di mandare la sua parte razionale a farsi fottere per una volta… Doveva lanciarsi e rischiare qualche volta, e quella era l’occasione giusta perché la posta in gioco era troppo alta e troppo importante…non si trattava più del suo stupido orgoglio, ma si trattava della sua vita, di quello che avrebbe potuto diventare…non voleva più avere rimorsi, non voleva essere come sua madre, vuota e arida, che non riusciva più ad amare…non voleva essere una donna come lei, che al funerale del marito non aveva neanche versato mezza lacrima, priva di sentimenti, attaccata ai soldi… Lei voleva essere diversa, lei voleva guardare negli occhi il suo angelo, quel vocalist che con la sua voce la faceva sognare, lei voleva amarlo, sentirsi amata, voleva lasciare il mondo esterno e la dura realtà agli altri e crogiolarsi nella sua magica fantasia… Voleva tornare bambina, per non dover soffrire, per non doversi rendere conto di essere cresciuta e di avere delle responsabilità che pesavano come massi sulle spalle… Tom la abbracciò: “a cosa pensi?” Degah si rese conto che una lacrima le stava percorrendo il volto…giunse alle sue labbra: era calda, salata, e il contrasto con la vodka la faceva sembrare amara alle papille della ragazza che la asciugò velocemente… “nulla, Tom…pensavo…” “l’avevo notato…tranquilla, andrà tutto bene, conosco Bill”… pensò lei… Dopo un lungo cammino giunsero davanti all’appartamento dei Tokio Hotel… Degah fissò il rasta in cerca di supporto morale, lui la strinse a sé e poi la abbandonò… “ti mando Bill…” “no, Tom!” Il rasta si voltò di scatto: “cosa c’è che non va?” “ho paura”…serrò i pugni e le sue unghie le lasciarono dei solchi dolorosi sui palmi delle mani… “vuoi rilassarti? Fidati di me! Oh, se tardiamo aspetta un poco…Bill è ansiosissimo, potrebbe agitarsi ed avere bisogno di tempo per calmarsi!!!!” le sorrise e si chiuse la porta alle spalle…

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Capitolo 4
*** vendetta... ***


“Oh, ecco il SexGott che rientra a casa dopo aver mandato a fanculo il sound-check!!!! Tom cosa diamine ti dice quella testa che hai????????? Ti sembra un comportamento maturo????” “Bill…chiediti quanto sia maturo tu, per una volta!!!!” George e Gustav si guardarono sconsolati…ecco un altro dei tipici duelli tra Kaulitz, nei quali non si capiva mai bene, anzi per niente, chi vincesse… “e questa da dove l’hai pescata? Ci hai pensato durante tutta la mattinata?” “no bello, io ho fatto qualcosa di utile!!!!” “ah si? E in cosa consiste SexGott? Nel rimediare al TUO fiasco di ieri sera??” “perché il tuo non è stato un fiasco vero?” il vocalist abbassò lo sguardo afflitto, prendendo a fissarsi le scarpe con una certa insistenza che stava per mandare su tutte le furie persino Gustav, che normalmente non si sarebbe fatto scomporre neanche dall’Apocalisse… “sei cattivo, Tom…me ne vado in camera”… Il rasta lo bloccò per un braccio… “e a Degah cosa dico se ti rinchiudi nel tuo mondo?” Bill sbarrò gli occhi in una frazione di secondo, senza badare a nient’altro… stampò un bacio sonoro sulla guancia del fratello il quale, in tutta risposta si ripulì la guancia sgarbatamente, osservando il fratello che correva fuori dalla porta… Appena la vide si bloccò di scatto…lei lo fissava incredula… Le sorrise debolmente, non sapeva che dire, non ci aveva neanche minimamente pensato… Le si avvicinò e la abrracciò amichevolmente… Amichevolmente… Degah lo percepì…non era un abbraccio tra due innamorati…era un abbraccio tra due amici… Quel pensiero occupava gran parte della sua mente…se non tutta… Bill la fissò per tre brevi istanti in ognuno dei quali pensò tre cose diverse… 1. Ho leso la sua dignità umana 2. Si è pentita di quello che ha fatto 3. Meglio mettersi sulla difensiva “degah…inizio col dirti che mi dispiace averti fatta bere così tanto… mi spiace per tutto, io non volevo usarti…ma lo sai da te, non c’è bisogno che te lo dica io, tu sei bellissima e io non ci ho visto più…mi hai colpito da subito…e il mio lato bambino e capriccioso è venuto di nuovo fuori senza pietà…dovevo averti a tutti i costi e non ho pensato neanche per un istante a tutte le conseguenze… Sono un tipo istintivo e ho sbagliato…spero che perdonerai questo mio errore…” Degah lo ascoltava incredula… …errore…capriccio… Maledetta lei, Tom e Bill!!!! Come aveva potuto permettere alla sua irrazionalità di prevalere! “si Bill” rispose, notando l’espressione ebete che il vocalist aveva assunto non ricevendo risposta alcuna… “facciamo finta che non sia accaduto nulla…ma temo che nella vita non esista il tasto rewind…addio” Bill rimase immobile a fissarla mentre si allontanava e si chiedeva se avesse dovuto inseguirla, baciarla, supplicarla di rimanere lì con lui… Se lo chiedeva, ma era incapace di rispondersi…la desiderava, ma non avrebbe mai potuto sapere se avrebbe funzionato…era una tipa strana, indubbiamente, una che stava sulle sue e questo lui lo aveva capito…non capiva però perché tanta testardaggine, perché tutta quella ostinazione… Mentre pensava a tutto questo, Degah si allontanava piangendo… sentiva una voce dentro di sé, una voce molto, molto, molto, direi eccessivamente arrabbiata… Arrivata a casa sua, si buttò svogliatamente sul letto e, dopo aver chiuso gli occhi, si lasciò avvolgere dal sonno… Purtroppo ciò che vide nel suo sogno fu solo un paio di occhi nocciola e un sorriso perfetto…e quella voce…la SUA voce…si svegliò di scatto ansimante… E sentì una morsa allo stomaco… pensò…si rigirò nel suo letto abbracciando il cuscino… Si affacciò dalla finestra; erano le 5 del pomeriggio di una giornata di metà luglio calda ed afosa…Degah aveva voglia di un gelato, così estrasse la vaschetta dal freezer ed iniziò a divorarla davanti alla tv… Ciò che vide non le piacque affatto… Bill troneggiava davanti a lei spavaldo… Ma la ragazza sentì un pizzichio al cuore quando l’intervistatore chiese al vocalist notizie sull’amore… Bill aveva abbassato lo sguardo, poi aveva cercato quello di Tom, alla fine, torturandosi le mani aveva risposto che non c’era nessuno nella sua vita, che lui e gli altri della band erano single e che non c’era né il tempo né il posto per nessuna ragazza… … Degah lanciò il telecomando sul televisore e tornò in camera sua più depressa che mai… Iniziò a strappare tutti i poster dei Tokio Hotel che la fissavano dalle pareti: ne aveva a centinaia ma non ci mise molto a farli fuori tutti, uno per uno, ognuno strappato con la stessa medesima violenza, ognuno disprezzato allo stesso modo… Ogni strappo era una pugnalata al cuore, ogni sguardo tranciato di Bill era un lacerarsi di sentimenti di rabbia misti ad amore, odio e disappunto… Degah si sedette sul pavimento circondata da tutti quei pezzi di poster… “non voglio più avere niente a che fare con te!” urlò a squarciagola…poi prese la sua borsa e uscì frettolosamente da casa… Camminava per le vie di Amburgo desolata, affranta, sconfitta… Lei che aveva creduto nell’amore anche solo per una frazione di secondo, lei che aveva sperato che lui fosse diverso… Ma in realtà aveva ricevuto solo un’altra, dolorosa, inammissibile pugnalata… E stavolta non le sarebbe passata tanto facilmente… “Degah!” Si voltò… Una visione, un lampo di genio improvviso…una vendetta ingiusta, ma pur sempre una vendetta… “Jacopo, come stai?” esclamò sorpresa… Erano pochi giorni che si erano lasciati, pochi, insulsi, miseri giorni in cui Degah era riuscita a scoprire che le tenebre erano ben più nera di quanto lei stessa potesse immaginare, e che il pozzo di disperazione in cui si cadeva non ce l’aveva affatto un fondo… Voleva farla pagare al mondo, a Bill…perché Bill per lei era il mondo… Scrollò il capo per scacciare via quei pensieri così scomodi e si accorse che Jacopo stava parlando e, a giudicare dall’enfasi che metteva nel suo discorso, si sarebbe detto che stava parlando già da tanto… “…insomma, Degah…io ci ho riflettuto…la nostra storia è durata 2 anni, io non so come possa concludersi così…io ti amo, lo sai…” pensò la ragazza, ma le sue parole dissero tutt’altro… “neanch’io avrei voluto che finisse…” “e allora torniamo insieme, no?” Degah sorrise meglio che potè, anche se il tentativo fu abbastanza vano, ma per fortuna Jacopo non se ne accorse… “si”… e il ragazzo ignorò anche quel tono poco convinto… , pensò mentre Jacopo le cingeva la vita baciandola appassionatamente… Ecco, quello era l’abbraccio di un innamorato…no quello di Bill… È giunta l’ora di vendicarsi…

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Capitolo 5
*** al cuor non si comanda... ***


“sei un idiota, Bill!!!!!!!!!!!!” Tom tuonava sul gemello senza la minima ombra di pietà… Il vocalist si stava facendo piccolo piccolo dalla paura… Il rasta era sconvolto… “come puoi essere così stupido, Bill? Me lo spieghi il perché metti sempre il tuo orgoglio personale davanti a TUTTO, eh?sei un ragazzino viziato e testardo, Bill, lo sai questo, eh?!?!?!” Bill aveva gli occhi che gli pizzicavano, ma non aveva nessuna, e ripeto, nessuna intenzione di mettersi a frignare davanti al suo gemello… Tirò rumorosamente su con il naso… “Tomi, lei non voleva rimanere…” e sfoderò i suoi potentissimi occhi da cucciolo bastonato nel (vano) tentativo di ricevere compassione dal gemello… “Billy, tesorino di mamma…quella lì l’unica cosa che voleva era rimanere QUI, ESATTAMENTE IN QUESTO LUOGO, CON TE!!! Quanto sei ottuso, me lo spieghi?!?!?!” E Bill, risentendo quel fastidioso pizzachio agli occhi, si alzò e sparì salla vista di tutti… … Erano passati esattamente 2 anni da quando Degah aveva detto addio a Bill, da quando aveva ucciso la sua storia d’amore con il ragazzo dei suoi sogni ancora prima che cominciasse… , pensava ogni giorno tra sé e sé, osservando nostalgica quello schermo chiamato televisione se cui ogni tanto poteva scorgere il sorriso di LUI…che ormai lei non osava neanche più chiamare per nome… E lo pensava sempre, rigirandosi la fede d’oro tra le mani…baciando Jacopo, suo marito…e guardando Evelyn… Chi era Evelyn?… lei era una bambina di poco più di un anno, che aveva lunghi e lisci capelli biondo cenere e due occhi nocciola da far paura…e che voleva essere la figlia di Degah e Jacopo, ma, inutile prendersi in giro, non lo era affatto… E Degah si era sentita morire quando suo marito le aveva detto ironicamente che la loro figlia non assomigliava a nessuno dei due, e che aveva un non so che di strano… E nella mente della ragazza, risuonava echeggiante un solo, semplice, corto, soave e conciso nome… Bill… Era scappata letteralmente da lui… quella notte, senza preservativo, nel suo periodo fertile, la loro passione si era consumata tra quelle lenzuola candide e bianche, che avevano ospitato i loro corpi, non altrettanto puri, mentre si congiungevano spinti dal desiderio…o dall’amore? Ecco quello che si chiedeva sempre Degah, ma sapeva benissimo che sarebbe rimasta sempre nel dubbio… no, non aveva neanche la minima intenzione di rivedere Bill…il padre di sua figlia… Si era vendicata…ma era stata una vendetta stupida…aveva sposato un altro, che credeva di essere il padre di sua figlia…ma a Bill non sarebbe mai importato…perché Bill non lo sapeva! Era una vendetta interiore, fine a se stessa!!!! Degah si odiava per aver pronunciato quel maledetto si, detto trattenendo a stento le lacrime, i denti stretti nel disperato tentativo di non farli tremare…i pugni doloranti…le unghie che le segnavano i palmi delle mani…come quel giorno in cui aveva confessato a Tom la sua paura di aprire il suo cuore a Bill…cosa che non aveva fatto…e che non avrebbe mai più avuto occasione di farlo! Mentre si perdeva per l’ennesima volta in quei pensieri così dolorosi, una manina piccola le afferrò il lembo del golfo che portava… “mamma, mamma, ho fame!” Degah sorrise al suo piccolo angioletto, si alzò e la fece mangiare… “mamma posso mangiare il cioccolato?” pensò lei… “no tesoro, ti fa male ai dentini quella porcheria!” La bambina arricciò il naso, corrugando la fronte, si stroppicciò gli occhi con le mani e tirò su col nasino: “ma è buono!!!” strillò acuta… “basta Evy, niente storie!” “ma mami…”…la bimba aveva la faccetta da cucciolotto abbandonato, l’arma segreta di Bill.. “e niente ma!”… La bimba si alzò sbuffando dal tavolo e si buttò sul divano con le braccia conserte, il musetto lungo…dopo dieci minuti si addormentò… Degah la guardava sorridendo; quando dormiva le veniva in mente Bill, avvolto nelle lenzuola… Bill, Bill, Bill… Lo pensava sempre, comunque e dovunque si trovasse… Si tappò le orecchie, piangeva… pensò…e una strana voglia di urlare la assalì… In quell’istante entrò Jacopo, ritiratosi dal lavoro…era serio, la fissava, non parlava… Degah si sentì smarrita per una frazione di secondo…poi si ricompose… “cosa succede?perché piangi?” Erano passati due anni da quando si erano rimessi insieme, due anni in cui sia lei che lui erano cresciuti e maturati… E man mano che il tempo passava, diventava sempre più difficile, per Degah, mentire a Jacopo, far finta di amarlo e di voler passare il resto della sua vita con lui… Voleva liberarsi, si sentiva in gabbia…voleva il suo angioletto tutto per sé, sentiva che ogni volta che suo marito sfiorava Evelyn, violava un angolo del suo cuore, le strappava una parte di vita, un respiro, un soffio… Erano mesi che non facevano l’amore, mesi che lei trovava mille scuse per non stare con lui, mesi che lui non vedeva un sorriso sincero sul suo volto… “allora?” chiese Jacopo… “mi spieghi cosa ti prende?”… Degah si voltò di scatto di spalle, sempre restando muta, immobile, fredda, vuota… “Degah, merda! Voglio la verità!” La ragazza serrò i pugni… “non ti voglio più in questa casa, Jacopo!mi fa male la tua presenza!” Sentì sul suo volto di nuovo quelle lacrime, così calde, così salate, amare, distruttive, corrosive… Voleva sparire sotto terra, sperava che il pavimento la ingoiasse sedutastante… Poi la voce di suo marito la riportò bruscamente alla realtà… “la bambina la dai a me, però!non voglio che cresca con una madre psicopatica come te!” le sbraitò contro… E Degah fece una cosa che non avrebbe neanche lontanamente immaginato di fare…gli disse la verità… “non hai alcun diritto su Evelyn! Lei non è tua figlia!!!” Jacopo si sentì mancare…un tonfo, quelle parole…la nuda e cruda verità servita su un piatto d’argento con contorno di malignità… Quel qualcosa che lui aveva sempre saputo ma che non voleva ammettere a se stesso…non si somigliavano affatto, lui se ne era reso conto…quella freddezza di sua moglie…il fatto che Evelyn si rifiutasse a chiamarlo papà… Prese le sue valige e senza proferir parola uscì silenziosamente dalla vita di Degah e di Evy, che sentirono parlare di lui solo per le pratiche di divorzio… Ed Evy si ostinava a dire di volere il suo papà…il suo VERO papà… “mamma perché tutte le mie amiche hanno un papà e io no?” Eccola, la domanda di Evy che Degah temeva da sempre… Non sapeva cosa rispondere…erano passati due anni e mezzo dalla separazione con Jacopo, Evy aveva ormai 5 anni e delle innegabili esigenze… La ragazza cercava di evitare il più possibile quel discorso così imbarazzante e scomodo, ma senza particolare successo… Un giorno, mentre faceva la spesa nel supermercato con Evelyn, la situazione le sfuggì di mano… Si girò…Evelyn non c’era più, era scomparsa, e lei non se ne era neanche accorta…

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Capitolo 6
*** lei... ***


Evelyn vagava nel supermercato senza una meta, il ditino in bocca, gli occhi nocciola tempestati di diamanti chiamati lacrime… Ad un certo punto si asciugò gli occhi e la sua espressione mutò di colpo… Corse verso un uomo a lei sconosciuto, ben convinta di ciò che stava per fare, determinata a farlo e coscenziosa di tutto… Gli si aggrappò alla veste… “papà…” Bill si voltò di scatto…una bambina esattamente uguale a lui e Tom da piccoli lo stava fissando e chiamando papà… Lui le sorrise bonario, ignaro della così visibile somiglianza… “vieni piccolina, ti riporto dalla tua mamma…come ti chiami?” Lei sorrise… “Evelyne, ma la mia mamma mi chiama sempre Evy!” Bill le scompigliò i capelli biondi…la bambina gli prese la mano e lo trascinò… “davvero mi accompagni dalla mamma?” “si, certo…” rispose lui allegro… Era strana quella bimba…gli sembrava di conoscerla… Arrivò davanti ad una ragazza che cercava disperata qualcosa…o QUALCUNO… Aveva lunghi capelli neri, occhi velatamente scuri come la pece…era LEI… LEI che aveva pensato per 5 lunghissimi anni… Si inginocchiò davnti alla bimba… “è lei la mia mamma…” gli disse… pensò Bill…”quanti anni hai Evy?” La bambina aprì la mano mostrando le 5 ditine sottili e minuscole… Bill si alzò in piedi di scatto…si avvicinò alla madre della piccina… “Degah…” tuonò… Lei si voltò… Tum…tum…tum…tum…tum… Poteva sentire i battiti del suo cuore scandire una strana e melaconica melodia… Poteva sentire il suo respiro fermarsi di colpo… Poteva vedere il terrore specchiato nei suoi occhi… E lei restava immobile, fissa…guardava Bill per mano ad Evelyn…poteva vedere sua figlia con una sorriso sulle labbra, serena…poteva vedere Bill che la fissava severo… Evy ruppe il silenzio… “mamma, lui è il mio papà…” Degah sentì che il cuore avrebbe potuto uscirle dalla gola in un istante… …il suo papà… Bill prese in braccio Evy… “Bill, ridammi mia figlia…” il tono della sua voce tradiva in lei tristezza…era smorzato, spezzato dai singhiozzi… “Degah…” riuscì a dire lui…posò Evy a terra, la quale corse verso la madre gioiosa, non potendo capire né percepire quell’aria così tesa che regnava… “degah non puoi farmi questo…” La ragazza, che stava andando via, si bloccò… non riusciva a pensare ad altro… “esci dalla mia vita, Bill…escine per piacere…non voglio niente da te…tranquillo…” Lui sentiva il rabbro inferiore che gli tremava a vista d’occhio… “e se io volessi qualcosa da te invece?”…non sapeva con quale coraggio avesse potuto pronunciare quelle poche, semplici, disastrose parole… ma il suo buonsenso le impedì di dar suono ai suoi pensieri… Mentre andava via, una luce la accecò… Flash, milioni di flash…paparazzi, da tutti i lati… Degah coprì Evelyn meglio che potè, Bill si fiondò su di loro e le trascinò via… “lascia che prenda in braccio Evy, dammi la mano e corri!” Senza lasciarselo ripetere due volte, Degah seguì le istruzioni e dopo 5 minuti di corsa, svoltato un angolo, si fermarono esausti… “tutto bene?” domandò Bill… Degah annuì… “tesoro stai bene?” fece rivolta ad Evelyn che fissava entrambi sconvolta…la piccina annuì col capo… “mamma…” “si?”… “ma lui è davvero il mio papà?” Degah non sapeva davvero cosa rispondere… Bill accarezzò il volto della bambina… “si, amore…sono il tuo papà…” Degah si sentì mancare…quello era un enorme, immenso casino… “e perché non vive con noi?” La bimba era insistente, come se si sentisse privata da qualcosa che sapeva le spettava di diritto… “ma papà da oggi vivrà con voi!” disse un Bill sorridente e spensierato… Degah lo prese per un braccio trascinandolo in disparte… “tu cosa???????????????” tuonò su di lui… “tu, Bill Kaulitz, non sei stato presente per 5 anni e non te ne faccio una colpa perché l’unica colpevole sono io, ma non provare a mettere la MIA famiglia a soqquadro, non ti permettere a gettare MIA figlia in pasto ai paparazzi, ai media e a quant’altro…non ti permettere ad entrare nelle nostre vite!!!!hai fatto di me la tua puttana, non sei obbligato a stare con noi solo per un incidente di percorso, chiaro?NON TI VOGLIO MAI PIU’ VEDERE, KAULITZ, MAI PIU’!” Detto questo girò i tacchi e lasciò Bill solo con la sua tristezza, con i suoi dubbi, la sua rabbia e un pizzico di terrore, che Degah non avrebbe mai cambiato idea… Per i 3 mesi successivi continuò a mandare montagne di rose rosse a Degah, ma non ricevette mai una risposta, un segnale… E né rivide Evelyn… Quando i suoi compagni avevano visto i giornali, soprattutto Tom, erano rimasti sconvolti… Bill papà…assurdo…

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