Il ritorno del male

di The Edge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.1 ***
Capitolo 3: *** 2.2 ***
Capitolo 4: *** 3.3 ***
Capitolo 5: *** 4.4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sala comune, sotterranei, luce verde soffusa.

Solo due ragazzi erano ancora svegli a quell’ora: Albus Severus Potter e Scorpius Malfoy.

Scorpius osservava di sottecchi il compagno: suo padre gli aveva sempre raccontato di Potter, San Potter, però Albus non assomigliava per niente alle descrizioni di Draco.
Innanzitutto era bravissimo in Pozioni, era simpatico, abbastanza tranquillo e fondamentalmente non se la tirava per essere il figlio di Harry Potter, cosa che invece faceva James Sirius Potter.
Secondo la giovane mente brillante dell’erede del casato Malfoy, Albus Potter era una degna persona da frequentare.

Albus sedeva sulla poltrona di velluto verde, sulle ginocchia erano appoggiate le pergamene che stava scrupolosamente riordinando dopo un lungo pomeriggio di studi. La zia Hermione lo aveva condizionato fin da piccino, e le era grato, perché grazie ai suoi trucchi da secchiona, aveva imparato a prendere appunti in maniera efficace, e i voti lo dimostravano.
La sua natura da Serpe era ancora latente, o meglio, usciva allo scoperto solamente in presenza di suo fratello, il cui passatempo preferito era di prenderlo in giro e tiranneggiarlo.
Il giovane sentiva su di sé gli occhi chiari e gelidi del biondino, ma non gli davano fastidio: suo padre gli aveva raccontato quasi con affetto di Draco Malfoy e di suo figlio Scorpius, e agli occhi di Albus, quel tipetto gli sembrava uno a posto, forse un po’ altezzoso, ma gli piaceva.

Un leggero ma insistente ticchettio sulla porta fece inarcare il sopracciglio del giovane Malfoy, chi mai poteva essere a quell’ora?
Una beccata più forte e il conseguente verso di dolore fece spalancare gli occhi verdi di Albus, che riconobbe il gufo del nonno.
Si alzò ed aprì la porta, il gufo stanco si appollaiò sulla sua spalla e sprofondò nel sonno. Legata alla zampa dell’animale vi era una lettera, e Al riconobbe la grafia rotonda della nonna Molly.
 
Mio adorato nipotino verde e argento, come stai?
Mangi abbastanza? Ti trovi bene?James ti dà fastidio?Se sì, non mi faccio mica problemi a mandargli una strillettera, sai?
Ti scrivo perché se aspetto tuo fratello posso diventare bisnonna direttamente, almeno so che tu sei affidabile.
Sai bene che tuo padre e tua madre sono partiti qualche mese fa per una missione, e hanno affidato a me la piccola Lily, la quale ha già dato prova del suo acume, tant’è che sono sicura che ne vedremo delle belle l’anno prossimo, quando arriverà anche lei a scuola.
Amore di nonna, non sono qua a raccontarti della vita di tua sorella, ma tuttavia sono preoccupata: c’è qualcosa di cattivo, nell’aria. Me lo sento, il mondo magico sta per cambiare.
Temo che possa accadere qualcosa di brutto a Lily, e anche ad Hugo.
Non dire nulla a Rose, né tantomeno a James, quel ragazzino non sta mai zitto. Sii discreto come la Serpe che sei, sappi che io e il nonno ti amiamo lo stesso. Ah proposito, complimenti per l’Eccezionale in Difesa Contro Le Arti Oscure, si vede che hai preso il talento di Harry.
Tanti baci,
nonna Molly


p.s. Tesoro, sappi che ti arriverà il classico maglione a Natale, e avrai una sorpresa!

Albus sorrise divertito, anche se gli era difficile ammetterlo, visto il carattere orgoglioso da Serpe, adorava il fatto che la nonna lo trattasse come sempre. Dopo lo Smistamento aveva mandato una lettera a casa, raccontando dell’esperienza e del sollievo di non essere nello stesso dormitorio di James.
Harry aveva gioito e aveva trasmesso al figlio la sua contentezza, perché il Prescelto lo sapeva fin da subito che il suo ultimo figlio maschio era destinato alla stessa Casa di Severus Piton.
L’unico che aveva manifestato poco la sua allegria era stato lo zio Ron, ma ad Albus importava poco, era più legato alla zia, a Rose e al piccolo Hugo.
Il messaggio della nonna lo aveva messo leggermente in allarme: in che senso il mondo magico sta per cambiare?




Angolo dell'autrice:
Buonasera a tutti, sono nuova del fandom, nonostante io abbia letto l'intera saga svariate ed innumerevoli volte, tuttavia non ho mai scritto nulla a tema. 
Sono una fedele Serpeverde, e mi cimento per la prima volta qui.
L'idea è nata all'improvviso, spero di aver catturato la vostra attenzione, almeno un po'.
Vi pregherei di lasciarmi un commento, giusto per sapere come me la cavo.
Grazie mille per la lettura, 
alla prossima!
The Edge

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Capitolo 2
*** 1.1 ***


Harry Potter, con in braccio il piccolo Albus di quattro anni, camminava per le campagne.
Ginny era rimasta a casa: James di sei anni e Lily Luna di due, erano a letto con la febbre.

Il Prescelto era felice, quelle tre piccole pesti gli avevano riempito il cuore di gioia genuina.
La manina calda di Albus era appoggiata alla sua guancia, ed Harry lo strinse a sé con affetto.
Il piccolo Potter era l’unico dei suoi figli ad avere i suoi stessi vibranti occhi verdi, quelli di Lily Evans.
Harry lo sapeva, suo figlio era destinato a grandi cose, lo sentiva.

Arrivati nei pressi del laghetto, appoggiò Albus a terra, gli tolse le scarpe e lo lasciò correre a perdifiato, libero e gioioso, come tutti i bimbi a quell’età.
Il Prescelto osservava con occhio vigile suo figlio: se solo si fosse distratto un momento, ne avrebbe pagate lui le conseguenze, visto che sua moglie era molto premurosa ed apprensiva, nei confronti dei figli.

Il piccolo Al stava scoprendo il mondo, gli piaceva da morire camminare a piedini nudi sull’erba, e gli piaceva ancora di più quel laghetto poco distante da lui: gli dava un senso di pace.
Si sedette sull’erba, quando un movimento tra l’erba alta catturò la sua attenzione. Si mise a gattoni e seguì quello spostamento, ed involontariamente si nascose agli occhi del genitore.

Harry spalancò gli occhi: dov’era suo figlio? Un minuto prima era seduto, un minuto dopo era sparito.
Il piccolo non era lontano, anzi, era qualche metro più in là, che abbracciava con dolcezza un enorme serpente, il quale si trovava a suo agio, tra le esili braccia del bambino.
Albus lo accarezzava e gli parlava, allegro e spensierato, come se nulla fosse.
Il cuore di Harry fece una capriola, quando vide il piccolo Albus Severus affianco ad un serpente di quelle dimensioni.
Aveva già la fedele bacchetta nel pugno, pronto a colpire, quando si accorse che il serpente non minacciava il bambino, ma anzi, in qualche modo lo proteggeva.
Osservò la scena, incantato: suo figlio, di appena quattro anni, coccolava un rettile di discrete dimensioni. Osservandolo bene, il serpente non sembrava velenoso, né troppo pericoloso, tuttavia, la visione era scioccante.
Il colpo di grazia arrivò quando Harry si accorse che il suo secondogenito non stava parlando in inglese, ma dalla sua piccola bocca uscivano sibili sinistri.
Albus Severus Potter era un rettilofono.
 

Cinque anni dopo:

Cynthia dormiva tranquilla, ormai era l’animale domestico dei Potter da anni, ed era assolutamente suo diritto quello di dormire nella grossa nella camera del padroncino.
Tutti la rispettavano, più per paura che altro. L’unico che stravedeva per lei era Albus, ovviamente.
Da quel fantomatico giorno al laghetto erano diventati inseparabili, e lei era davvero felice del suo umano.

Harry non aveva dimenticato i capricci di Albus, quando lo aveva sollevato da terra e gli aveva detto che era il caso di tornare a casa.
Il bimbo lo aveva guardato con occhi supplicanti, non voleva lasciare da sola la sua nuova amica, gli aveva detto.


Nulla erano valse le proteste di Ginny, James e Lily, il piccolo Albus Severus era irremovibile: lui voleva che Cynthia rimanesse in casa con loro.  Aveva detto, con la sua vocina decisa, che il serpente era assolutamente innocuo, e che voleva semplicemente giocare.

Come ci era rimasto male, il piccolo Al, quando era venuto a conoscenza che ad Hogwarts non poteva portare la sua amata Cynthia.
Cosa se ne faceva di un gufo quando poteva giocare con il rettile? Agli occhi del giovane Albus era inammissibile lasciare a casa il serpente. Chi gli avrebbe fatto le coccole? Chi gli avrebbe dato da mangiare? Con chi avrebbe chiacchierato tutto il giorno?
Gli interrogativi riempivano la mente del piccolo Potter, e non si dava pace: lui, al momento giusto, voleva frequentare la scuola di magia e stregoneria con Cynthia.
La stragrande maggioranza della famiglia Potter – Weasley si era accorta che il secondogenito del salvatore del mondo magico non era un bambino comune, brillava di intelligenza e la sua affinità con il mondo dei serpeverde non passava inosservata.
 

Angolo dell'autrice:
Buonasera tutti! 
Scusate per la brevità del capitolo, ma ci tenevo a pubblicarlo ugualmente.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto il prologo iniziale, mi ha ha fatto molto piacere. 
Vi presento il personaggio di Cynthia, adorabile bestiolina d'appartamento, che anche lei farà la sua parte. 
Il prossimo capitolo sarà incentrato sulla figura di Scorpius, e sul rapporto con quel gnoccone  di suo padre Draco.
Spero vi sia piaciuto, lascetemi un commento, sono interessanti i vostri pareri.
A presto!
The Edge 

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Capitolo 3
*** 2.2 ***


Poche cose al mondo avevano reso Draco Malfoy una persona felice.
Era stato educato fin da bambino a reprimere i sentimenti, e ne aveva sofferto, all’inizio.
Scorpius Hyperion Malfoy gli aveva insegnato cosa significasse ricevere un amore incondizionato, e per questo motivo, doveva proteggerlo, anche al costo di morire.
 
Il nano biondo era un teppista, degno figlio di Draco Malfoy. Tuttavia aveva anche un lato tranquillo e calcolatore, che aveva ereditato dalla madre Astoria.
I due serpeverde avevano un tacito accordo sull’educare il bambino in maniera differente rispetto alle rigide tradizioni Malfoy e Greengrass.
Avevano entrambi sofferto per la mancanza di affetto dei genitori, e non volevano che l’unico figlio provasse lo stesso senso di smarrimento.

Scorpius Malfoy era un bambino molto intelligente e alla precoce età di dieci anni, sapeva già moltissime informazioni sul mondo magico, visto che amava passare tanto tempo nella ricca biblioteca di famiglia.
In quel luogo aveva assorbito quanto più poteva, e ne era profondamente soddisfatto. Aveva ereditato da Draco l’abilità di imparare alla svelta le nozioni, e conosceva già buona parte degli incantesimi più potenti.
La sua natura curiosa gli aveva fatto scoprire un’ala nascosta della biblioteca, dove il padre conservava gelosamente degli articoli di giornale.
Il soggetto era sempre lo stesso, un certo Harry Potter.

“Scorpius!”
L’interpellato si voltò e i suoi vibranti occhi grigi non lasciavano trasparire alcuna emozione per essere stato sorpreso in posto in cui non doveva mettere piede.
Suo padre se ne accorse e ne fu orgoglioso, un vero Malfoy in tutto e per tutto.
“Vedo che sei riuscito a scovare questo posto. Si può accedere solamente se si è mangiati dalla curiosità, dalla necessità di incrementare il Sapere.
Cosa ti affligge, figlio mio?”
Scorpius sorrise, l’occasione era perfetta “Vorrei sapere, padre, chi è l’uomo del giornale. Quel tale, quell’Harry Potter.”
Diretto e coinciso, senza troppi giri di parole. Il sangue dei Greengrass aveva colpito, ancora una volta.
Una calda e sonora risata riempì la biblioteca e Scorpius Malfoy inarcò un biondo sopracciglio, cosa c’era di così tanto esilarante?
Draco tentò di ricomporsi “Quel tale, come lo chiami tu, è stato un mio compagno di scuola, all’epoca. Eravamo nemici, io fiero Serpeverde, lui era una mezza tacca, un Grifondoro. Ho passato anni a prenderlo in giro e a schernirlo. Lui, però, ha fatto una cosa che non sopporto. Mi ha salvato la vita.”
Il bambino mantenne un’espressione poco convinta, nonostante il sangue da serpe gli scorresse nelle vene, ma proprio non capiva perché l’azione di Potter fosse sbagliata. Aveva salvato suo padre, quindi tanto male non doveva essere, no?
Draco intuì i pensieri del figlio e rispose alla domanda muta “All’epoca la situazione era ben diversa. Tuo nonno, Lucius, mi aveva fatto disprezzare i mezzosangue e mi aveva insegnato l’importanza di essere un Purosangue.
Potter era famoso perché era sopravvissuto all’anatema che uccide, e quando è arrivato a scuola, era praticamente un imbecille. L’ho preso in giro sempre, ho organizzato cose contro di lui e trovavo sempre l’occasione per metterlo in cattiva luce. Principalmente perché lui è un mezzosangue, e perché mi avevano sempre insegnato a comunicare in quel modo. San Potter, però, ha sempre avuto un’indole buona e ha sempre cercato di salvare tutti. A distanza di anni, non ho ancora capito se lo faceva apposta per mettersi in mostra, o se effettivamente è fatto così.”
“E a scuola com’era?” domandò Scorpius, più curioso che mai.
Draco ridacchiò “Aveva come amica la mezzosangue zannuta, che era un’insopportabile secchiona, una so-tutto-io tremenda. Questa grifondoro, sfortunatamente, aiutava San Potter e la donnola idiota, passando loro le pergamene. Potter aveva solamente due talenti: il quidditch e la difesa contro le arti oscure. Per il resto, era un completo incapace, semplicemente mediocre. Io, invece, ero tra i migliori della nobile casa Serpeverde.”
Scorpius sorrise compiaciuto, era riuscito a scoprire qualcosa in più su quel tizio, che aveva salvato la vita a suo padre. Il giovane Malfoy aveva altre mille domande da fare al genitore, era addirittura indeciso su quale scegliere per prima.


Padre e figlio furono interrotti dall’arrivo di Astoria, che teneva tra le mani una copia de La Gazzetta del Profeta.
La donna indossava un semplice ma elegante abito verde, che faceva risaltare gli occhi, del medesimo colore. L’incarnato della strega era sempre stato chiaro, ma in quel momento era ancor più pallida.
“Draco, siamo finiti in prima pagina. Di nuovo. Assieme ai Potter e ai Weasley.”
Draco inarcò elegantemente un sopracciglio biondo, i suoi occhi lasciavano trasparire della viva curiosità: erano anni che lui e Astoria mantenevano un profilo basso, entrambi avevano bisogno di tranquillità dopo la guerra, e non volevano saper nulla di paparazzi per un po’. Non avevano nemmeno comunicato alla stampa che era nato l’erede dei Malfoy, ma evidentemente, qualcuno se ne era accorto.
La testata del giornale recitava:

“La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts torna agli antichi splendori. Albus Potter, Rose Weasley e Scorpius Malfoy frequenteranno il primo anno, a settembre. La storia si ripeterà?”

Appena Draco lesse l’articolo, sbottò in un’imprecazione molto colorita.
Chi sapeva di Scorpius? Lo aveva detto a Blaise, e basta.
Astoria, essendo molto riservata, lo aveva riferito solamente alla sorella, nessun’altro oltre a loro sapeva dell’erede dei Malfoy.
Scorpius non capiva, cosa c’era di così scandaloso? Perché suo padre e sua madre erano così arrabbiati?

“Astoria, non siamo al sicuro. Qualcuno ci ha spiati, ci sono delle immagini, sotto l’articolo. Ci sono tutti e tre, Scorpius, la figlia di Weasley e il marmocchio di Potter.” Draco era furibondo, e allo stesso tempo molto preoccupato. Chi mai poteva averli spiati?




Angolo dell'autrice:
Domando umilmente perdono, ma ho avuto non pochi problemi che mi hanno impedito di andare avanti nella scrittura e pubblicazione. 
Solo oggi ho avuto l'accortezza di andare avanti, e finalmente, mostrarlo al pubblico. 
Spero che vi sia piaciuto, lasciatemi i vostri commenti, per favore. 
A presto! 
The Edge 

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Capitolo 4
*** 3.3 ***


Ron Weasley, nel corso degli anni, aveva capito una cosa semplice ma fondamentale.
Quando i cognomi Potter, Weasley, Granger e Malfoy comparivano in un’unica frase, c’era da aspettarsi qualcosa di brutto, molto brutto.

La Gazzetta del Profeta, in casa Weasley, non veniva più letta da molto tempo, tuttavia quel giorno arrivò ugualmente una copia, mandata da Ginny al fratello.
Ron ed Hermione rimasero alquanto sorpresi, leggendo di Scorpius.
Nessuno sapeva nulla, e sì che Hermione, per questioni lavorative, si era trovata spesso gomito a gomito con Malfoy, e, tralasciando il passato, i due si salutavano con fredda cortesia, ma pur sempre in maniera civile.

“E così Malfoy ha un figlio.” esclamò Ron, ripetendo ciò che recitava il giornale.
“Scorpius.” -Hermione sorrise- “Tipico dei Malfoy. Gli hanno dato il nome di una costellazione. Figlio di Draco e Astoria, chissà che tipo è. Dalle immagini sembra la fotocopia di suo padre.”

I due furono interrotti da un sonoro crack, nel salotto di casa Granger-Weasley si erano appena smaterializzati Harry e Ginny, che furono accolti con vivo stupore.
Harry si sistemò gli occhiali sul naso e si sedette per terra, stravolto.
“Ditemi perché, perché ora? Quando è andato a scuola James nessuno ha detto nulla. Ed è il mio primogenito. C’è qualcosa che non torna.”
“Non lo so, Harry. Anche io e Ron siamo rimasti molto sorpresi. Specialmente per via del figlio di Draco. Non ne sapevamo nulla, avevo notato che i giornali non citavano più la famiglia purosangue come se fossero i padroni del mondo. Draco ed Astoria hanno tenuto nascosto un figlio, per dieci, undici anni!”

Ginny guardò l’amica e fece un’osservazione: “C’è da tener da conto il fatto che Draco Malfoy è un ex mangiamorte e probabilmente voleva che suo figlio crescesse in un ambiente tranquillo, per quanto possibile. Non ha tutti i torti, e le vecchie famiglie di purosangue, ad eccezione dei Weasley, hanno cercato di rimanere nell’ombra e stare lontano dalla mondanità. I Malfoy non venivano citati nel mondo magico da qualche anno, idem i Greengrass, nonostante siano le famiglie più ricche del mondo magico.”
“Okay, e fino a qua non ho nulla da obbiettare. Le scelte di Draco, sono le scelte di Draco, e finché non fa del male a nessuno, tutto mi va bene. Può fare tutto quello che vuole, per quello che mi riguarda, può anche prendere un the con un Ungaro Spinato e non avrei nulla da ridire. Mi preoccupo quando la testata giornalistica del Profeta nomina MIO figlio, come se fosse una sottospecie di animale raro, e per di più viene nominato il figlio di Malfoy. Non ho nulla contro di lui, ma temo per mio figlio. Sento che c’è qualcosa che puzza.” Sentenziò Harry, con voce decisa.
Gli occhi di Ron si spalancarono, un’idea gli era balenata nella mente ed era quasi preoccupato, non sapeva se esporre o meno il suo timore al suo migliore amico.
Hermione notò il cambiamento di postura dell’uomo, e inarcò elegantemente un sopracciglio in una domanda muta, ma Ginny fu più veloce e domandò, senza peli sulla lingua, al fratello cosa stesse pensando.
Il rosso fece una smorfia, non era molto convinto. Cominciò a dondolare, facendo spostare il peso da una gamba all’altra. Dopo una breve pausa sospirò, e prima che qualcuno potesse esortarlo a parlare, disse “Harry, la cicatrice… ti fa male?”
Le dita dell’interpellato corsero automaticamente alla fronte, ed accarezzano la cicatrice “No, non mi fa male da molto tempo. Perché?”
“Non lo so, è stata una domanda sciocca e priva di senso, scusami.” Rispose debolmente Ron, come se si vergognasse della sua intuizione.
“No, Ronald. Non è una domanda stupida, è lecita. Non si può mai sapere, nel mondo magico cosa può accadere. Tuttavia, credo che la cosa sia palese: qualcuno ci ha spiato, così come ha spiato la famiglia di Harry e quella di Draco. Non c’è altra spiegazione, ma chi?”-
Hermione non si dava pace, i capelli stavano diventando sempre più ricci, segno che la preoccupazione la stava divorando.
Sua figlia Rose era a dir poco entusiasta, non vedeva l’ora di studiare ed apprendere la magia. Non voleva che le accadesse nulla di male.

Harry si alzò di scatto e, inspiegabilmente, sorrise: “Stare qui e piangerci addosso è assolutamente inutile. Chiederò a Teddy se può controllare i nostri ragazzi. Mi ha detto, tempo fa, che occuperà la cattedra di Difesa contro le arti oscure per due anni, al fine di mostrare agli studenti come la materia sia in continua evoluzione e quanto sia importante padroneggiarla alla perfezione. Per cui, gli chiederò di tenere d’occhio i nostri figli, compreso quello di Draco Malfoy.”


In quello stesso momento in casa Potter stava succedendo il finimondo.
James Sirius non solo portava il nome di due malandrini, ma era di natura un ragazzo molto dispettoso, e la sua vittima preferita era il fratello.
In quell’occasione lo stava tormentando in maniera molto spinta, e il giovane Albus si stava innervosendo parecchio, non era dell’umore adatto per stare agli scherzi di James.
All’improvviso, un sibilo alquanto minaccioso riecheggiò nella stanza.
Cynthia aveva percepito il disagio del suo umano, temendo che fosse in pericolo, era uscita dalla sua teca per raggiungere Albus.

James impallidì, comprese di essersi spinto un po’ troppo in là.
In genere Al stava sempre ai suoi giochi, e il serpente non era mai uscito di sua volontà, né si era dimostrato ostile nei confronti di qualche membro della famiglia Potter.
Solo una volta Cynthia aveva provato ad uscire, ma semplicemente perché il piccolo Albus era scivolato e aveva battuto il sedere per terra, e quindi il bambino era scoppiato a piangere.

La mano bianca e sottile di Albus corse ad accarezzare il serpente, il quale si tranquillizzò e sibilò, in maniera più quieta.
James puntò gli occhi color cioccolato in quelli verdi del fratello e per la prima volta ebbe paura di Albus, nonostante fosse lui nel torto.
“Hai finito?” domandò il più giovane. Gli occhi brillanti erano più espressivi che mai, la sua natura da Serpeverde stava lentamente emergendo, ma James non poteva notarlo.
L’edere dei malandrini sorrise, sghembo, e sembrò riacquistare la sicurezza e la sfrontatezza che lo contraddistinguevano “Sì, anche perché sei talmente debole da farti difendere da Cynthia.”

“BASTA!” strillò una vocina.
James e Albus si voltarono di scatto e videro la piccola Lily imbronciata.
“Siete noiosi. Litigate tutti i giorni. Quando non ci sei, Jamie, Albus è più tranquillo e più simpatico. Anche Cynthia lo è. Si fa persino accarezzare.
Quando sei a casa tu, James Sirius Potter, porti solo la gente all’esasperazione.” Sibilò infastidita la piccola di casa.
James gonfiò il petto e sbottò “Siete voi che siete maledettamente noiosi!”.
Detto ciò, girò i tacchi e uscì dalla porta, facendola sbattere.
Lily si avvicinò al fratello e lo abbracciò goffamente, Albus sorrise e le diede un dolce bacino sui capelli rossi “Grazie, sorellina.”.
 
James spalancò la porta e si buttò sul letto, arrabbiato ed offeso come non mai. Ai suoi occhi, era completamente innocente. Aveva sempre fatto scherzi e burle ai danni di Albus, buona parte delle marachelle gliele aveva insegnate lo zio George.
Nessuno si era mai lamentato, perché quindi Albus e Cynthia non avevano apprezzato? James era confuso, molto. Si sentiva come se avesse sbagliato tutto fin dalla sua prima parola, che era stata “Quidditch”.
Era talmente offeso da tutti che non si accorse del sonoro crack che risuonò in casa, né si accorse di un secondo crack poco dopo il primo.
Riconobbe la voce del padre e della madre, ma non ci fece assolutamente caso.

Un leggero, ma insistente bussare alla sua porta gli fece alzare gli occhi.
“Avanti” bofonchiò a mezza bocca, sicuro che fosse la madre, pronta a fargli la predica per il suo comportamento nei confronti di Albus.
A posto della folta chioma rossa di Ginny, James vide per prima cosa un ciuffo blu elettrico e il suo cuore aumentò i battiti.

“Teddy!”
 

Angolo dell'autrice:
Sono le 06.49 e io sono qua ad aggiornare! Mi scuso del ritardo, sono tornata alla base solo per qualche giorno, per cui ne approfitto per aggiornare ora; visto che in genere sono collocata (a forza) nel paesino di campagna che è privo di connessione internet. 
Che dire, come avete potuto notare, qua si può vedere la reazione del magico trio/quartetto (Ginny, ti vogliamo bene) alla notizia della testata giornalistica. 
Salvo eccezioni, addirittura domani, dovrei riuscire a pubblicare il prossimo capitolo, nel quale vedrete un piccolo assaggio del rapporto tra James e Teddy.
Ringrazio tutte le simpatiche persone che seguono il mio racconto, vi ringrazio tantissimo!
Lasciatemi, per favore, le vostre recensioni con i vostri pareri, che mi fanno un immenso piacere. 

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Capitolo 5
*** 4.4 ***


James Sirius Potter era in quell’età in cui gli ormoni saltellavano e non lo facevano ragionare più di tanto.
Ginny non faceva domande, quando trovava macchie bianchicce sul copriletto o sulle lenzuola. Essendo cresciuta con ben sei fratelli maggiori, sapeva bene com’era la faccenda. Non aveva mai detto nulla a suo figlio, anzi, era contenta perché significava che il suo piccolino stava scoprendo il suo corpo, e questo la faceva sorridere. L’importante era che James fosse cosciente di ciò che faceva, e che fosse in pace con se stesso.
Tuttavia, quello che Ginny Potter non si aspettava, era che al suo primogenito non interessassero le ragazze.
James Sirius Potter aveva dedicato molte attenzioni solamente ad una persona, e quella persona era Ted Lupin.
Il primogenito dei Potter non sapeva se dirsi innamorato o meno, non ne era ancora ben sicuro, l’unica cosa che sapeva era che provava una forte attrazione fisica per il figlioccio di Harry.
Ciò che intimoriva James era il fatto che Teddy non aveva mai mostrato nulla, se non dell’immenso affetto fraterno, nei suoi confronti.
Il giovane Potter pativa in silenzio le sue pene d’amore, o d’attrazione, a dir si voglia.

“James!” rispose sorridendo Teddy.
L’interpellato si alzò dal letto a velocità della luce e con slancio lo abbracciò, e dalla foga gli diede anche una testata, che fece molto male ad entrambi.
James arrossì fino alla punta delle orecchie, per la figuraccia. Evitò accuratamente di fissare il maggiore e mugugnò uno “Scusami”. Teddy ridacchiò e lo abbracciò ugualmente, nonostante il dolore alla testa “Sei sempre il solito Jamie, anche l’ultima volta ne avevi combinata una. Mi eri atterrato proprio sui gioielli di famiglia, e lì sì che ho capito cosa fosse veramente il dolore.”

James avvampò al ricordo di quella scena: l’anno prima Teddy aveva passato con loro il Natale, e siccome al giovane Lupin piaceva dare i singoli regali ai diretti interessati, aveva optato di dare al suo migliore amico il suo dono per ultimo, per godersi appieno la reazione di gioia.
Ted aveva dimenticato che James fosse un dormiglione e che tendeva a comportarsi come un orso in letargo, e che fosse veramente sensibile al solletico, specialmente di prima mattina.
James, per liberarsi dal peso di Teddy che lo sovrastava, lo aveva spinto via e, rendendosi conto troppo tardi dell’errore, ovvero sia, la prorompente erezione mattutina da nascondere, aveva fatto finta di cadere di lato, per mascherare il tutto, solamente che non aveva fatto i conti con Lupin.
Teddy, infatti, si era aggrappato al pigiama di James, e ricevendo la spinta da parte di quest’ultimo, lo aveva trascinato con sé nella caduta.
Trovandosi sopra al ragazzo che gli piaceva, James realizzò due cose: la prima era la sua erezione era ben evidente e dura; la seconda che stava schiacciando con il suo peso, il bacino di Teddy.
Rendendosi conto dell’equivoco, si alzò in fretta e furia, balbettando scuse imbarazzate, e tentando di salvare le apparenze, era scappato in bagno e aveva chiuso la porta a chiave.
Una volta al sicuro, il giovane grifondoro aveva constatato che aveva già macchiato un poco i boxer blu. Se li tolse e li ripose delicatamente nella cesta, dopodiché si infilò nella doccia e si svuotò sotto il getto d’acqua.
 

“Jamie?” domandò Teddy, sventolando una mano davanti al viso dell’altro, che sembrava perso nel suo mondo.
Potter sbatté le palpebre un paio di volte e scosse la testa, riemergendo dal passato “Teddy! Come stai? A parte la testata, intendo….”
“Sto bene, sono venuto a cena da voi perché tuo padre mi ha invitato qualche ora fa. A proposito, sappi che ci rivediamo a Settembre! Sarò il tuo professore e di Albus per ben due anni, sei contento?”
James inghiottì la saliva e si stampò sulle labbra il suo migliore sorriso convinto, ma nel profondo del cuore era turbato.
Già era difficile stare vicino a Teddy quando veniva a trovarli, figuriamoci vederlo tutti i giorni a scuola. E lì non poteva saltare le lezioni, perché altrimenti Teddy lo avrebbe detto a sua madre e sua madre avrebbe preteso delle risposte.

“Grandioso” -rispose il giovane dai capelli arruffati- “Spero per te che tu sia un buon insegnante, altrimenti non starò attento alle tue lezioni”.
Teddy rise e gli fece la linguaccia, a risposta della frecciatina “Tanto so che sarai il migliore.”.
Durante la cena, Harry fu allegro e gioviale, non sgridò James né fece alcuna predica a Lily, visto che aveva la tendenza a mangiare con notevole lentezza.
Teddy osservò il padrino e comprese che dietro a quella allegria c’era altro. Gli occhi dell’uomo lasciavano trasparire una preoccupazione velata, e il giovane intuì che fosse successo qualcosa di grave.

Le intuizioni di Teddy erano fondate, infatti, appena finita la consumazione del pasto, Harry lo chiamò e gli chiese la cortesia di seguirlo. Una volta appurato che nessuno potesse sentirli, Harry espose i suoi problemi a riguardo, riferendosi all’articolo di giornale.
Teddy promise di tenere particolarmente d’occhio i tre ragazzi e la discussione finì lì. Il giovane e futuro professore aveva capito che qualcosa nel mondo magico stava cambiando.

“Teddy, un’ultima cosa.” Disse Harry a bassa voce.
“Dimmi.”
“Non una parola con Albus, né con James né Lily.”
“Posso sapere il motivo?”
“Voglio tenerli al sicuro, fino all’ultimo.”
Al contrario, in casa Granger-Weasley venne trattato l’argomento della testata giornalistica.
Hermione fu irremovibile e risoluta: Rose doveva sapere, e doveva essere informata. La strega aveva i suoi buoni motivi per rendere partecipe la figlia, e voleva assolutamente che fosse preparata. Dopotutto lei aveva tirato fuori dai guai innumerevoli volte, Harry e Ron, per cui anche Rose doveva rimanere in allerta.
Ron si era arreso da tempo, quando la moglie si metteva in testa qualcosa, non doveva azzardarsi a contraddirla. L’ultima volta che aveva provato a farlo, si era trovato ricoperto di pannolini sporchi, di Hugo.


“Rose, mi raccomando. Ascolta bene la mamma, e ti prego, se un domani Albus farà qualcosa di estremamente stupido, cerca di farlo rinsavire.” dichiarò Ron, sedendosi sulla poltrona. Hermione sorrise, anche Ron aveva percepito la serietà della situazione.
Rose osservò con tanto d’occhi i genitori, e la sua mano corse immediatamente a stringere quella di Hugo.
La ragazzina ascoltò con attenzione ogni singola parola, archiviò le nozioni e i fatti narrati.
Anche la giovane Weasley sapeva di quello che stava accadendo.

I mesi rimanenti passarono in fretta, il primo Settembre si faceva sempre più vicino.
Albus era inquieto: suo fratello continuava imperterrito a prenderlo in giro, da ormai tre settimane abbondanti. James si era accorto del disagio del fratellino, e pur di mascherare il suo, aveva intrapreso la via dello scherno.
Lily, invece, non ne poteva più, dato che i due passavano le ore a litigare.
Ginny ed Harry si erano accorti del senso di inquietudine del loro secondogenito, ma avevano preferito rimanere in silenzio. Toccava ad Al, ora, e doveva farcela da solo.

Rose, dal canto suo, era emozionatissima e, come sua madre aveva fatto al suo tempo, aveva già letto quasi tutti i libri di magia, e non vedeva l’ora di mettersi all’opera.
Di nascosto, o almeno così credeva, si era provata la divisa di Hogwarts e anche quella da portiere, che Ron conservava per ricordo.
La giovane Weasley aveva ereditato il talento naturale di Fred e George nel Quidditch, ed era piuttosto bravina a volare con il manico di scopa.

Scorpius era abbastanza tranquillo, aveva già comprato tutto l’occorrente ed era in una botte di ferro. Non percepiva totalmente la preoccupazione dei suoi genitori, specialmente quella di suo padre. Draco, infatti, viveva una situazione di angoscia, temeva molto per Scorpius.  
Essere etichettato come il figlio di un ex-mangiamorte non è sempre piacevole, e la paura più grande di Draco Malfoy era che qualcuno potesse far del male a suo figlio.
 
Il fantomatico giorno arrivò, e notoriamente tutti i futuri studenti erano a dir poco agitati.
Al binario 9 ¾ vi erano numerosissime famiglie, genitori emozionati che salutavano i figli, i quali non stavano più nella pelle.
Albus era teso come una corda di violino. Era arrivato ai limiti della sopportazione con suo fratello, ed era anche giù di morale perché non aveva avuto il permesso di portare Cynthia, essendo lei troppo grossa per essere trasportata su un treno. Senza contare il fatto che James aveva notato la sua paura per lo Smistamento, e ne aveva trovato motivo di derisione.
Harry si accorse del disagio del figlio, e tentò di tranquillizzarlo dicendogli che la vita è una questione di scelte e che lui poteva decidere, a prescindere dal resto.

Albus fu l’ultimo a salire sul treno; Rose era salita per prima e già aveva cominciato a chiacchierare con un’altra ragazzina dall’aspetto simpatico, la quale le stava chiedendo proprio in quel momento se le sarebbe piaciuto sedersi accanto a lei in uno dei vagoni.
James era sparito, era subito corso dai suoi amici nell’ultimo vagone del treno.
Il ragazzino si sentiva solo, nonostante il mezzo di trasporto fosse gremito di studenti. Camminò un poco in corridoio, lanciando occhiate all’interno degli scompartimenti. Ne vide uno praticamente vuoto, vi era solo un ragazzino.
Aprì lentamente la porta e, titubante, disse “Posso?”.
L’altro lo guardò e lo investì con i suoi enormi occhi grigi “Certo, siediti pure. Sei la prima persona che me lo chiede.”
Albus sorrise timidamente e si accomodò di fronte al coetaneo “Io mi chiamo Albus, tu?” e gli porse la mano.
Il biondo inclinò leggermente la testa e lo osservò attentamente “Io mi chiamo Scorpius.” -rispose stringendogli la mano- “Quindi sei tu, quello del giornale.” Azzardò.

Albus aggrottò le sopracciglia, confuso. Giornale? Cosa? Che giornale?
“Scusami? Non penso di aver capito.”
Le certezze di Scorpius crollarono come un castello di carte sotto ad un uragano.
“Qualche mese fa, il giornale dei maghi, La Gazzetta del Profeta ha pubblicato un articolo e citava tre nomi. Il mio, quello di un certo Albus e una… Rose, mi sembra.”
“Rose è mia cugina! Ah! Ho capito di cosa stai parlando. Era arrivata anche a casa mia una copia, ma mio padre non  ha voluto farmi leggere l’articolo. Era molto scioccato e non capiva come fosse successo.”
Scorpius fece un respiro profondo e domandò “Tuo padre è Harry Potter?”
Gli occhi di Albus si intristirono, a quella domanda. Non gli piaceva essere ricordato solamente perché era il figlio del bambino che è sopravvissuto.
“Sì, lui è mio padre. Ho anche un fratello insopportabile e una sorella più piccola.” Rispose a mezza bocca.
Fece una cosa inusuale, per il suo carattere, portò le ginocchia al petto e le strinse tra le braccia, a disagio.
I due rimasero in silenzio fino all’arrivo.
 
“PRIMO ANNO, PRIMO ANNO. SEGUITEMI, MARMOCCHI.” con il suo vocione, appesantito dall’età, Hagrid accoglieva, come da consuetudine, i nuovi arrivati.
Al sorrise, finalmente qualche viso conosciuto! La presenza di Hagrid lo tranquillizzò e finalmente riprese a respirare con calma.

La meraviglia lo stravolse, come ad ogni studente accadeva nel corso della storia. Al osservava rapito il castello, le mura, i fantasmi, tutto.
La Sala Grande era addobbata, e il giovane mago cominciava a sentire un leggero senso di fame, non avendo mangiato nulla dalla mattina.
Camminando, non si accorse del cappello appoggiato sullo sgabello.

Neville Paciock accolse i nuovi studenti e, srotolando la pergamena, cominciò a leggere i nomi dei ragazzi per lo Smistamento.

“Buckle Sheila” che Albus riconobbe come la ragazzina che aveva trascinato con sé Rose nel vagone, fu smistata in Corvonero.
“Constance Edward” venne accolto nella casa Serpeverde.
Vennero smistati buona parte dei ragazzi nelle varie Case, ed erano solamente alla lettera L.
“Malfoy Scorpius Hyperion”
Tutta la scuola rimase in silenzio, mentre il giovane erede dei Malfoy si avvicinava allo sgabello. Il capello Parlante fu appoggiato delicatamente sulla sua testa e dopo un breve momento, esso esclamò “SERPEVERDE”.
Scorpius accennò un sorriso e raggiunse il tavolo dei verde e argento.
Dopo qualche ragazza, fu il turno di Albus.
“Potter Albus Severus” la voce del professore di Erbologia rimase ferma, nonostante fosse un po’ emozionato all’idea di avere un altro figlio di uno dei suoi amici come studente.
Il ragazzino si sentiva gli occhi addosso, ma lui non se ne curava.
Non aveva preferenze di Case, solamente non voleva essere nella stessa di James.
Non appena il cappello venne posato sui suoi capelli corvini, pensò con tutte le sue forze Mi vanno bene tutte le opzioni, ma ti prego: non farmi finire assieme a James. Mio padre ha detto che posso scegliere, e io scelgo di non andare con mio fratello.
“Sei proprio figlio di tuo padre… Se le cose stanno così, allora è meglio SERPEVERDE!”.
“Grazie.” Disse il ragazzo, immensamente sollevato.
Finalmente poteva essere sé stesso.

La notizia sconvolse praticamente l’intera Sala Grande.
Il figlio di Harry Potter smistato in Serpeverde?
James aveva gli occhi spalancati dallo stupore, suo fratello non era un grifondoro? Con lo sguardo cercò gli occhi di Teddy, seduto al tavolo dei professori, ma contrariamente alle aspettative del maggiore dei Potter, il nuovo insegnante era tutto fuorché sorpreso.
L’ultima ad essere smistata fu Rose, e venne mandata in Grifondoro, anche se il cappello Parlante aveva avuto il medesimo dubbio: Grifondoro o Corvonero?

Finita la cerimonia, la professoressa McGranitt prese parola e diede il benvenuto ai nuovi arrivati e presentò il nuovo professore: Ted Lupin, che, come il padre, avrebbe insegnato Difesa contro le arti oscure.
Il giovane professore ringraziò la collega e fece un piccolo inchino, in segno di rispetto e saluto. Augurò buon appetito e tutti i ragazzi, docenti compresi, di lanciarono sul delizioso banchetto e cenarono con gusto.
Per tutti i neo studenti era appena iniziata una nuova avventura. 



Angolo dell'autrice:
Buonasera a tutti, chiedo venia per il ritardo della pubblicazione. Ho avuto vari problemi, che mi hanno impedito di andare avanti con la stesura dei capitoli e di pubblicare questo. 
Mi piacerebbe ricevere recensioni da parte vostra, per sapere cosa ne pensate e se è di vostro gradimento. 
Nel caso vogliate anche fare direttamente quattro chiacchiere con la sottoscritta, aggiungetemi tranquillamente su facebook, rispondo al nome di Nao Mullen. 
Vi ringrazio già in anticipo. 
The Edge

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