Shut up and still be friends

di drosmigs_62
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


CAPITOLO I 

 

-Nagisa prendi!!-

La pallina saettò a tutta velocità da una parte all’altra del campo. 

-Eccomi Shiho!- Una ragazzina dai corti capelli aranciati si buttò a capofitto sull’erba del campo da lacrosse, la racchetta tesa in avanti. Con l’agilità di una vera atleta, Nagisa si rialzò e in un lampo…wamp! La palla finì dritta in rete, senza che il portiere potesse farci nulla. 

 

Un boato si levò dalla folla, quando, poco dopo il fischio di fine partita, la Verone Academy venne giudicata vincitrice. 

 

-Complimenti ragazze!- Un uomo alto di mezza età, aveva raggiunto la squadra vincente, intenta a dissetarsi. -Avete giocato proprio una splendida partita, davvero brave.- Proseguì arzillo l’uomo, con una voce stridula e fastidiosa. - Ma mi raccomando, la prossima partita deve essere altrettanto soddisfacente, la nostra è una scuola prestigiosa e voi dovete contribuire a tenerne alto il nome!- -Hemm…d’accordo vice preside, ma ora dovremmo andare a cambiarci!- Commentò stanca e annoiata una ragazzina dai capelli castani raccolti in due basse codine. Il volto del vicario si fece paonazzo per l’imbarazzo e in un attimo se ne andò via.

 

-Huffa e chi lo sopporta più quello!- Commentò seccata Nagisa, mentre entrava nello spogliatoio, seguita dal resto della squadra. - Sì, hai ragione…”ragazze qua, ragazze là” “dovete vincere” “è importante”…bla bla bla…- Canzonò Shiho, provocando le risate di tutte le sue compagne. -Hihihi l’hai imitato proprio bene…hahaha- -Dai Nagisa, non sono così brava!- Shiho guardò l’amica piegata in due dalle risate e alzò gli occhi al cielo. - A proposito di bravura, tu Nagisa sei stata fantastica in campo oggi!- La  rossa smise immediatamente di ride e ad un tratto divenne rigida, il volto sempre più scarlatto. -Ma no! Dai Rina cosa stai dicendo?? Hahaha …- La ragazza cercò inutilmente di nascondere l’imbarazzo, ma la cosa non le riuscì molto bene, così optò per cambiare discorso. -Comunque voi non avete un po’ di fame? Io sto morendo! Mi mangerei il modo!- Nagisa si guardò attorno in cerca degli sguardi delle sue compagne, ma notò che erano tutte intente a sistemarsi la divisa. -Dì un po’ Nagisa..- Domandò una ragazza con una bandana legata in testa. -…ma tu non ti cambi?- -Certo che mi cambio..perchè?- La rossa sbatté le palpebre disorientata. - Bhe, ti conviene sbrigarti se non vuoi fare tardi a lezione!- Spiegò ridacchiando Shiho, vestita di tutto punto e con la racchetta in spalla. -COSA?!!- Nagisa corse subito a guardare l’ora sull’orologio dello spogliatoio. -E’ TARDISSIMO E MI DEVO ANCORA CAMBIARE!!- Come un fulmine la ragazza si fiondò sulla borsa e cominciò a frugarvici dentro. “ma dov’è dov’è…dove l’ho messa??” -NON C’E’!!- Urlò talmente forte che costrinse tutte le ragazze a portare la loro attenzione su di lei. -Esattamente “cosa” non c’è, Nagisa?- Chiese preoccupata Rina, che, conoscendo bene l’amica, si aspettava il peggio. -La divisa!Non posso essermela dimenticata a casa, prima ce l’avevo…ora cosa faccio??- Nagisa si lasciò cadere a terra, sconsolata, continuando a lamentarsi. -Sei incredibile!- La rimproverò Shiho. -Aspettaci qui, andiamo a vedere se non l’hai lasciata a bordo campo…- Così dicendo le due ragazze, assieme alle ultime che erano rimaste in spogliatoio, uscirono, lasciando l’amica da sola, intenta a cambiarsi e a lavarsi.

-Finalmente se ne sono andate! Mepo. - 

Nagisa fece un salto e per poco non mollò un urlo. -Ma come ti salta in mente di sbucare fuori così tu!- Esclamò spaventata e irritata allo stesso tempo. Un piccolo animaletto beige della coda a forma di stella, era appena uscito dal borsone di Nagisa e la guardava come in attesa di qualcosa. -Cos’hai da guardare?!- Sbottò la ragazza, raccogliendo la maglietta che le era caduta di mano. -Io ho fame! Mepo. Voglio che tu mi dia subito qualcosa!- La ragazza saltò su tutte le furie. -Io non ti do proprio un bel niente! Inoltre potresti almeno chiedere “per favore” qualche volta e ora ritorna nella borsa!- 

A quelle parole la creatura del giardino della luce mise il broncio, indignata. -Io lì dentro non ci torno! Puzza come i tuoi calzettoni e c’è pochissimo spazio, mepo, se io non avessi buttato fuori la tua divisa scolastica sarei…- A sentire ciò Nagisa non ci vide più dalla rabbia, si riempì i polmoni più che potè per poi abbattersi contro Mepple. -TU HAI FATTO COOSAA??!!!- L’eroe prescelto si rannicchiò, tappandosi le orecchie. -S..sai che ti dico, mepo…improvvisamente mi è venuto un gran sonno. Ciao! Mepo!- Così dicendo prese le sembianze di uno strano cellulare e ricadde al suolo inerme. -No! Non te la svigni così, furbastro, ora mi dici esattamente dove hai nascosto i miei vestiti o io….- 

-NAGISA!- Una ragazza alta e snella, lunghi capelli corvini raccolti elegantemente dietro la testa con un fermaglio, la stava guardando con aria confusa. -Ho…Honoka!  Cosa sei venuta a fare qui?- Nagisa era seduta per terra e tentava di aprire il cellulare. -Nagisa, mi spieghi cosa staresti facendo?- Domandò autorevole Honoka, spostando lo sguardo su quello che poco prima era Mepple. - Non avrete litigato di nuovo…- L’atleta scattò in piedi agitando le mani difronte al volto. -Nononononononono! Hahaha ma cosa vai a pensare Honoka!- Era palesemente falsa, ma all’amica questo non colpì più di tanto. Rimase piuttosto in silenzio, le guance che divenivano via via sempre più rosse e il corpo più teso. Nagisa non ci fece subito caso, ma non appena notò il cambiamento della ragazza, si fece seria e preoccupata, al punto da parere quasi un’altra persona. -Honoka ti…ti senti bene?- 

La giovane pareva essere entrata in uno stato di trance, gli occhi sbarrati a fissare…solo in quel momento Nagisa realizzò di essere senza nulla addosso, fuorché i pantaloncini da ginnastica. -Aaagh! Me ne ero scordata! Potevi avvertirmi, perché non l’hai fatto? Invece di paralizzarti a guardare…aspetta! MI STAVI GUARDANDO LE …MMMMMFFGH!- Honoka le tappò improvvisamente la bocca con entrambe le mani, come se non volesse sentire ciò che l’altra stava indubbiamente per urlare. La corvina continuava a premere le mani sul volto dell’amica, mentre con la mente cercava di elaborare ciò che era appena successo, ma soprattutto voleva capire perché il suo cuore battesse tanto veloce da lasciarla quasi senza fiato. -Svelta!- Sibilò, cercando di sembrare più disinvolta possibile. - Rimettiti la tuta e vieni in classe, la signorina ci sta aspettando!- Detto questo, non lasciò neppure il tempo all’amica di rispondere e corse subito fuori dallo spogliatoio. 

Nagisa rimase in piedi, ferma a fissare il punto dove Honoka era sparita. Si sentiva confusa, non riusciva a capire il motivo dello strano comportamento della sua migliore amica, ma era sicura che qualcosa non andasse ed era altrettanto sicura che avrebbe fatto il possibile pur di aiutare Honoka. 

Con la mente ancora persa su quei pensieri, si rinfilò la maglia numero 7 e, una volta presa la borsa (e Mepple) uscì anche lei, diretta verso la classe. 

 

“Yukishiro, ma che cos’hai ultimamente?” 





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Spazio Autore

Okay, ciao a tutti e grazie per aver letto questa  mia storiella. (questo inizio diciamo) E' la prima volta che scrivo di questo Fandom, ma devo dire che mi paice un sacco e sono piena di idea per la testa. Spero però che la stroria vi piaccia e di incuriosirvi a continuare,  fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate!
Grazie ancora e alla prossima!!

P.S.
La storia è già finita, quindi non preoccupatevi, avrà una concolusione! ;) 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


                                    CAPITOLO II                                                      


                                      

I suoi piedi si muovevano veloci, da quelle che parevano ore, diretti verso un punto impreciso. Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Nagisa, o meglio di una parte di Nagisa. Sentiva un brivido correrle lungo la schiena, paura, la paura che tutte le sue ipotesi fossero fondate. 

I capelli neri volavano ovunque attorno al suo volto, impedendole quasi la vista, ma anche se così non fosse stato non sarebbe cambiato nulla, poiché i suoi occhi erano fissi sul suolo che scorreva rapido sotto di lei. -Cosa fai Honoka? Mipo.- La ragazza non rispose, anzi non si accorse nemmeno del quesito. -Honoka perché sei così triste?Mipo…- Delle lacrime si stavano formando alla base dei suoi splendidi occhi color pece. -Io…OUCH!- La sua testa sbatté con violenza contro qualcosa e la ragazza fu costretta a fermarsi. Senza nemmeno alzare lo sguardo, si piegò in un profondo inchino. -…scusami tanto sono costernata, non guardavo dove andavo…davvero scu…N.NAGISAA?!-Aveva sollevato appena un po’ la testa, quel tanto che le era bastato per riconoscere la giovane giocatrice di lacrosse. La ragazza dai capelli corti la guardava sorridente, stringendo salda la sua racchetta tra le mani. -Honoka! Finalmente ti ho trovata! - La mora non credeva ai suoi occhi. -Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?- Chiese con l’aria di una mamma preoccupata e severa. - Potrei farti la stessa domanda!- Nagisa era chiaramente irritata dall’atteggiamento dell’altra e stava squadrando l’amica dalla testa ai piedi. -Sei scappata e in classe non c’eri, così ho chiesto alla signorina se potevo venire a cercarti.- Honoka abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa per averla sgridata inutilmente. -Mi…- Improvvisamente una mano le afferrò salda la spalla, costringendo la giovane a concentrarsi sul volto dell’amica. Nagisa aveva lo sguardo più serio che le si fosse mai visto in volto, forse perfino più deciso di quello di Cure Black. Il che era paradossale. - Honoka, noi siamo amiche, TU sei la mia migliore amica, io sarò sempre qui per aiutarti, ricordatelo.- 

Honoka era confusa, ma solo in parte. In cuor suo sapeva che l’amica si era accorta del suo strano atteggiamento, d’altronde come non avrebbe potuto! L’unico problema era che la rossa non capiva, non poteva capire ed era più che lecito che pensasse di poterla aiutare, proprio come aveva fatto in passato. La mora sospirò, riflettendo velocemente sulle parole da dire. Non voleva ferire l’amica, ma nemmeno mentirle. -Nagisa, io ti voglio bene. So che faresti il possibile per aiutarmi, ma…- Si fermò, il cuore aveva preso a batterle più veloce del normale come Nagisa si mise a fissarla dritta negli occhi. -Dai Honoka continua!- Già, la poca concentrazione e la poca pazienza dell’atleta erano una sua caratteristica perenne. -…ma ci sono delle situazioni che devo affrontare da sola.- Concluse Honoka, sperando vivamente che l’amica accettasse la sua decisione e chiudesse lì l’argomento. 

In parte fu così, ma non aveva calcolato una cosa…che avrebbe peggiorato la situazione. -Honoka posso farti una domanda?- Nagisa aveva lo sguardo perplesso e dubbioso allo stesso tempo, mentre osservava l’amica con estrema attenzione. -Certo, chiedi pure! Di che si tratta?- Honoka sorrise dolcemente, ignara di ciò che stava passando per la testa dell’amica. -Okay allora, se ti piace Kiriya, perché mi fissavi le tette?- Con il tatto di un gorilla Nagisa aveva finalmente fatto quella domanda che le girava nella testa da quando si erano viste in spogliatoio. Honoka rimase paralizzata, non sapeva cosa dire, ne’ come comportarsi. Da un lato avrebbe dovuto ripensare a Kiriya, cosa che faceva spesso, ma era da sempre un argomento che preferiva non affrontare; dall’altro…bhe…non sapeva nemmeno lei cosa rispondere. Si sentiva male a ripensare a ciò che aveva fatto, era sbagliato, irrispettoso e subdolo tutte e tre le caratteristiche che ha sempre odiato.

Nagisa fissava ancora l’altra, stanca e in attesa di una risposta. -Non lo so…- In quel momento un sussurro un po’ incrinato attraversò l’aria, e la ragazza coi capelli corti dovette avvicinarsi di più per sentire. -Scusa, ma non ho capito, cosa hai detto??- Honoka sentì le lacrime rigarle le guance: perché piangeva? Che senso aveva? E perché proprio in quel momento? Basta, voleva andarsene. -NON LO SO! E adesso lasciami un po’ sola per favore!- Così dicendo superò l’amica e uscì da scuola correndo più veloce che poteva. 

-Oh no Honoka! Stai scappando da scuola, Mipo. Ti daranno una brutta punizione, su torna dentro.- La ragazza prese in mano il suo speciale cellulare. -Lo so Mipple, e mi dispiace. Ma non posso proprio tornare, non in questo stato. Devo andare a casa…- 

La Principessa della speranza tacque per un po’,mentre la ragazza attraversava le vie della città, diretta a casa. Poi riprese, non sicura di fare la cosa giusta. -Honoka?-  La giovane si fermò. -Sì Mipple, dimmi..- La creatura la guardò dritta in volto. -Ti sei innamorata? Mipo.-  

 

Un abbaiare deciso echeggiò tra le mura della grande casa Yukishiro, come la giovane ragazza varcò il cancello d’ingresso. -Hey, ciao Chutaro!- Mormorò Honoka accarezzando dolcemente la testa del suo enorme golden retriver -Fa piano, la nonna non deve accorgersi che sono qui, lo sai, ci rimarrebbe male se sapesse che…- -Honoka!- La ragazza scattò subito in piedi, mentre un’anziana signora le si avvicinava preoccupata. -Tesoro, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?- La giovane non sapeva cosa dire, avrebbe voluto raccontarle tutto, dirle cosa era successo e come si sentiva, ma al tempo stesso voleva nascondersi, chiudersi in camera e non parlare con nessuno. L’anziana signora dovette capire al volo quello a cui Honoka stava pensando, poiché le si avvicinò e con delicatezza la strinse in un dolce abbraccio. - Non ti preoccupare, so quanto tu ci tenga alla scuola e sono certa che se te ne sei andata lo hai fatto per un buon motivo…- Honoka si lasciò avvolgere completamente dalle braccia della nonna, cercando per un attimo di essere felice. -…ma con questo, non voglio dire che ti autorizzo a scappare quando ne hai voglia. Intesi?- La ragazza sorrise a quelle parole, ma i suoi occhi erano lucidi e acquosi. -Grazie nonna.- Mormorò chiudendo le palpebre  e lasciando scorrere una lacrima lungo tutto il suo viso.

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Spazio Autore

Spero che vi sia piaciuto anche questo secondo capitoletto. Mi rendo conto che sono corti, ma più avanti si allungheranno!!
Mi auguro di non aver fatto errori grammaticali o di forma, in tal caso avvertitemi! XD 
Ciao e alla prossima! 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


CAPITOLO III

Appoggiò di peso la sua borsa in un angolo della stanza, si tolse con noncuranza le scarpe e in un attimo si sdraiò a letto. Nagisa continuava a non capire le parole di Honoka, era da tanto ormai che ci rimuginava su, ma niente! -Huff…che stanca che sono…mi fa male la testa!- Si lamentò, portandosi le mani sulle tempie e sospirando pesantemente. -Nagisa! Sei in casa?- La voce della madre risuonò subito fuori dalla porta. In un primo momento la ragazza pensò di non rispondere, ma forse era meglio se la madre le avesse dato qualcosa da fare, così si distraeva un po’. -Sì mamma, sono appena tornata. - La porta si aprì e sua mamma entrò nella stanza. Non appena vi ebbe messo piede dentro, Nagisa realizzò che forse quella di rispondere era stata una pessima idea. “e quando mai le mie idee non lo sono?…” pensò rassegnata la ragazza, buttandosi sul letto, la faccia tra i pupazzi. -Signorinella, dovresti dare una ripulita a questa camera! E’ pieno di vestiti ovunque, per non parlare dell’immondizia….Nagisa mi stai ascoltando!?- L’improvviso cambiamento di tono fece sobbalzare la rossa, che si voltò a fissare la donna, lo sguardo a metà tra il terrorizzato e lo sconsolato. Sua madre era in piedi e reggeva due involucri di plastica, una volta contenenti patatine. -Hemm.. quelli li avrei buttati!- Sorrise, cercando di sdrammatizzare,  ma ciò ebbe l’effetto opposto. 

 

Due ore dopo, la giovane aveva finalmente finito di lucidare la sua camera, e ora si era finalmente seduta sulla sedia osservando il risultato del suo duro lavoro. -Phant! Che faticaccia…la prossima volta col cavolo che le rispondo!- In quello la sua sacca da ginnastica prese a muoversi e la ragazza si chinò per aprirla. -Aria! Mepo.- Lo strano cellulare saltò fuori in un attimo per poi depositarsi sul terreno. -Heylà Nagisa, ti vedo peggio del solito oggi, mepo. …il che è tutto dire…- Nagisa afferrò saldamente l’oggetto e se lo portò all’altezza della bocca, prima di urlare. -COME TI PERMETTI A PARLARMI IN QUESTO MODO! IO SONO LA TUA PADRONCINA E MI MERITO MOLTO PIU’ RISPE….cos’hai?- Improvvisamente si calmò, guardando incuriosita il piccolo amico. -Nagisa, posso chiederti una cosa?- -mmm…non è che lo fai apposta per farmi cambiare discorso?- L’atleta assunse un’aria sospettosa, avvicinando ancor di più Mepple al suo volto. -No, no devi credermi. Volevo solo sapere se potevamo andare da Mipple….- Nagisa si sedette sul letto, incrociò le braccia e poi proseguì con voce decisa. -He no, caro “Romeo!” Ho un sacco di compiti da fare e anche se per un giorno non vedi la tua amata non succede nulla, sai?In più paghi il prezzo per avermi buttato la divisa sotto la cattedra della signorina Yoshimi! - Mepple scosse la sua piccola testina, che sporgeva fuori da dove avrebbe dovuto esserci lo schermo del cellulare. -Non hai capito…non è per Mipple, ma per Honoka. Mepo.- Nagisa inarcò un sopracciglio, come faceva a sapere quello che era successo tra loro e che la faceva stare così in pensiero. - Spiegati meglio!- L’animaletto sospirò. - Honoka è scappata via, secondo me ha bisogno del tuo sostegno, mepo. Oggi anche Mipple mi ha detto che ultimamente non sta tanto bene, ma tu sei insensibile e non ti preoccupi nemmeno! Mepo!- Nagisa non aspettò neppure che l’amico finisse di parlare e corse giù per le scale, diretta a casa Yukishiro. 

-Per una volta…hai ragione…Mepple!- Ammise la rossa, ansimando per via della corsa. -Honoka non mi…avrebbe mai abbandonata…- Continuò a correre fino a quando non fu difronte al cancello dell’immensa abitazione. -…e ora ha bisogno di un’amica che la sostenga!- 

Bussò con fermezza e attese che qualcuno le aprisse. Per sua fortuna non dovette aspettare molto, e la nonna di Honoka le aprì sorridente, felice che sua nipote potesse contare su un’amica come lei. -Salve signora Yukishiro, per caso Honoka è in casa?- Nagisa fece un profondo inchino in segno di rispetto, approfittando del gesto per dare una sbirciata dietro l’anziana e cercare la sua amica. -Ciao Nagisa, mi fa davvero piacere vederti, ma non occorre che spii. Ora ti dico subito dov’è. - La signora scoppiò in una lieve risata, come la faccia di Nagisa prese fuoco per l’imbarazzo. -No, no, no signora, io non stavo…quindi Honoka non c’è?- Domandò senza nemmeno finire il discorso, pronta a ripartire nel caso l’amica fosse stata fuori casa. -Hahaha, sei una ragazzina davvero adorabile. Tranquilla è in camera sua al momento, è un po’ giù di corda le farà solo che bene stare con un’amica. - La ragazza sorrise sicura. -Credo che abbia proprio ragione.- Così dicendo s’incamminò verso la camera di Honoka.

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Spazio Autore
Bene, ho voluto separare questo capitolo da quello precedente, anche se sono molto collegati, perchè volevo mostrare uno spaccato della vita di Nagisa e dare come una "pausa", per così dire! :P
Spero che anche questo vi sia piaciuto e ci si vede al prossimo capitolo!! XD
Ciao!!                                      

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


CAPITOLO IV


 

La ragazza dai capelli corvini era sdraiata sul suo letto, la testa fra le braccia cercando di soffocare le lacrime. Mipple seduta accanto a lei, cercava di rincuorarla. -Honoka non piangere…mipo. Andrà tutto bene, vedrai…- La ragazza alzò lievemente il capo, quanto bastava per intravedere la piccola amica. -Questa volta hai torto, Mipple. Non c’è verso che qualcosa possa concludersi positivamente.- Scoppiò nuovamente in lacrime, sollevandosi per afferrare un fazzoletto appoggiato alla sua scrivania. -Non puoi capire…- La piccola creatura della luce, le balzò accanto, e la guardò dritta negli occhi. -Prova a spiegarmelo, mipo. Vedrai che capirò…- Honoka sorrise amareggiata, ma non si scoraggiò e tentò di dare voce a tutti i suoi sentimenti. - E’ da un po’ di tempo che non mi sento bene…ma non sto male fisicamente, sento un costante vuoto, e riesco a riempirlo solo quando sono con Nagisa. Lei è la mia migliore amica, forse la mia unica vera amica, eppure sento che c’è qualcosa in lei che mi attira…- Si fermò un attimo, ora che lo diceva sembrava tutto ancor più assurdo. -già…quando mi guarda negli occhi mi gira la testa, sento un calore allo stomaco, ma al tempo stesso sono felice, molto felice.- La principessa della speranza ce la stava mettendo tutta per capire dove volesse arrivare la ragazza. -E’ normale tra amiche,mipo.- La corvina sorrise triste. -No, non lo è. Provo qualcosa di più, voglio di più, forse…ne sento perfino il bisogno. Oggi ho raggiunto il limite. Averla vista a petto nudo…no basta.- Si portò le mani alla testa, cercando di mandare vie tutti quei sentimenti completamente nuovi, ma comunque così forti e chiari. - Non è normale!- -Cosa non lo è? mipo.- Honoka aveva ripreso a piangere. -Volevo toccarla, stringerla a me, passare le mie dita su quella pelle morbida…volevo baciarla!- Le parole uscirono come lame per le sue orecchie. Andava contro tutto ciò che aveva sempre saputo, contro ciò che aveva provato in passato verso i ragazzi e, soprattutto, verso Kiryia. 

Eppure c’era qualcosa, qualcosa che con gli altri non aveva mai  percepito, quell’adrenalina che le scorreva nel sangue ogni volta che guardava l’amica negli occhi. -Mipple…cosa pensi che sia…- L’altra la guardava stranita, ma con le idee ben chiare. -E’ amore. Mipo. Ti sei innamorata di Nagi..- -NO! NON E’ POSSIBILE!- Honoka pareva quasi arrabbiata, ma più verso se stessa che verso la piccola creatura rosa. -Honoka, mipo, tu cosa vorresti fare?- La domanda era semplice, ma la ragazza non prestò abbastanza attenzione, tanto era concentrata a pensare a quella situazione e a ciò che provava. -…la voglio baciare…- La sua voce era fredda, staccata, quasi fosse un automa le cui parole escono in automatico. In un lampo la porta della camera si aprì, sbattendo violentemente. Lì, ferma sull’uscio c’era Nagisa. Gli occhi sbarrati, lucidi, corpo come pietrificato. Honoka parve ritornare in se stessa e scattò in piedi. -Nagisa! Cosa ci fai qui?- Fece un passo verso l’amica, nell’atto di abbracciarla, come da quotidiano, ma l’altra si allontanò all’istante. Il suo sguardo era carico d’odio e disgusto, mentre le sue guance ormai erano striate dalle lacrime. -Stammi lontana!- La sua voce era impaurita, come mai lo era stata prima d’ora. -Io…io mi fidavo…- La  corvina sentì il suo cuore spezzarsi, non appena capì che l’amica aveva sentito tutti i suoi discorsi. -Nagisa io ti posso spiegare, ti prego…- La ragazza dai capelli aranciati scosse la testa facendo altri due passi lontano dalla sua ex migliore amica. -Lasciami in pace. Non ti voglio più vedere e non provare a toccarmi…- Così dicendo si girò su se stessa e prese a correre fuori dalla casa, poi lungo le vie, d’ovunque purché l’allontanasse da Honoka. 

Sentiva che dentro di lei qualcosa si era rotto, non riusciva a credere che la sua amica provasse questi sentimenti verso di lei, lei che è da sempre perdutamente innamorata di Shogo. In un attimo capì molte cose, che la terrorizzarono e l’abbatterono ancora di più. 

“Ogni volta che mi prendeva per mano lei lo faceva solo per soddisfare un suo bisogno, ed è per questo che quella volta all’appuntamento con quel giocatore di basket (che figura non mi ricordo nemmeno il suo nome) lei mi ha pedinato.” Questi pensieri la facevano solo correre più veloce. -NON SIAMO PIU’ AMICHE YUKISHIRO!! TU L’HAI TRADITA LA NOSTRA AMICIZIA!!- Urlò con quanto fiato avesse in gola, lasciandosi cadere sulle ginocchia stremata dagli improvvisi sentimenti e dalla lunga corsa. 

Honoka l’aveva quasi raggiunta, le lacrime le impedivano la vista, quando sentì l’urlo dell’amica e s’immobilizzò. Quello era stato il colpo decisivo. La ragazza si portò una mano al cuore, il dolore are tale che pareva le si stesse per spezzare veramente. -Ma..perchè? Perché fa così male…?- Mormorò appoggiandosi al muro di fianco al marciapiede. Una terribile vergogna si sommò al dolore, non appena ricordò il volto con cui Nagaica l’aveva guardata, era troppo. -Mi dispiace…ho sbagliato…..è solo colpa mia.- 

Improvvisamente la terra tremò sotto i suoi piedi e, contemporaneamente sotto quelli di Nagisa, la quale si rialzò allarmata e prese a guardarsi attorno. 

 

Come per magia un enorme albero prese vita: dal tronco si spalancarono delle enormi fauci e dalle foglie sbucarono lunghi rami affilati, pronti a colpire. -ZAKENNAAA!!- Il mostro urlò e prese a sferrare colpi contro la ragazza. -Oh no! Ti devi trasformare, mepo!- Nagisa correva cercando di non essere colpita. -Hai scelto il momento peggiore per farti vivo, amico!- In quello si voltò di scatto serrando i pungi e portandoseli a proteggere la faccia. -Ti avverto, vattene subito…o sarà peggio per te!- Aveva appena finito di parlare quando sentì dei passi subito dietro di lei. -Presto! Mipo. Trasformatevi! -  -Certo!- La ragazza dai capelli corti serrò gli occhi, come sentì la voce di Honoka alle sue spalle. Non voleva, voleva stare lontano da tutti, no! Lontano da Honoka. Il destino però glielo impediva, così a malincuore estrasse la carta della regina e in un lampo si ritrovò a pronunciare la fatidica frase accanto all’altra ragazza. -Doppia aurora boreale!- Un lampo di luce, ormai familiare, le avvolse per condurle verso l’alto trasformandole così nelle leggendarie guerriere.

-Io sono Cure Black, la protettrice della luce! - -Io sono Cure White, la protettrice della luce!

-SIAMO LE PRETTY CURE!- Annunciarono all’unisono, come i loro poteri volevano.

-Soldato dell’esercito delle tenebre…- Iniziò  Cure White. -…tornatene subito da dove sei venuto!- Concluse Cure Black a suo malgrado. Ora però erano pronte per combattere.

-Ti concedo un’ultima possibilità. Oggi non è affatto una buona giornata!- Intimò Black puntando il dito contro Zakenna. Aveva appena finito di pronunciare queste parole, quando un pezzo di cemento volò verso di lei con tutta la forza possibile. -Hai fatto la tua scelta…- Mormorò. -AAAAAHHH!!- Con un rapido balzò schivò l’attacco, utilizzando l’enorme maceria come piattaforma di lancio, per saltare e superare in altezza il suo nemico. Con un’agilità felina roteò in aria e si lasciò cadere a capofitto contro Zakenna, il pugno teso in avanti pronto a colpire. Sentì le sue nocche bruciare, come entrarono in collisione contro la dura corteccia, per poi lasciarsi atterrare a terra. Alzò lo sguardo, il mostro era destabilizzato dal colpo, ma ancora integro e in grado di contrattaccare. Un lungo ramo partì proprio nella sua direzione, ma la cure non aveva intenzione di  scappare. Attese il colpo, immobile, e quando fu l’ora afferrò il ramo con entrambe le mani, lo scavalcò e prese a correrci sopra. La rabbia e il dolore che le bollivano dentro, aumentavano sia la sua forza sia la sua determinazione, rendendola ancor più pericolosa. Voleva che lo scontro finisse al più presto e così sarebbe stato. 

Una volta raggiunta, quella che avrebbe dovuto essere la faccia, prese a colpirla senza pietà un colpo dietro l’altro, veloce, con forza! Le sue braccia parevano meccaniche, continuava ad attaccare incurante del dolore che provava ogni volta che le sue mani grattavano la superficie dell’albero. Zakenna si divincolava cercando di colpire la ragazza, non riuscendovi portò la sua attenzione su Cure White, la quale non aveva avuto il tempo di attaccare, sopraffatta dalla furia e dalla velocità di Cure Black. -ZAKENNA!!- Un altro urlo e il mutante afferrò White con una liana; la ragazza fu più agile e con un calciò riuscì a liberarsi dalla stretta. Veloce scavalcò il mostro per poi atterrarvici dietro. A differenza della compagna, Honoka combatteva d’astuzia, calcolava le mosse e attaccava solo quando necessario. Nagisa, da canto suo, era violenta si faceva prendere dalle emozioni e attaccava senza pensare alle conseguenze. Fu proprio per questi motivi che la cure nera non si accorse della radice che si stava legando attorno alla sua caviglia, tanto era accecata dalla rabbia. Con estrema brutalità Zakenna sollevò la paladina da terra per poi farcela schiantare, creando un enorme cratere. -Aaaaah!- L’urlo di dolore di Black attraversò Cure White dalla testa ai piedi. -Hey brutto mostro! Lasciala stare e prenditela con me!- Detto ciò corse in avanti e con una grazia letale colpì l’essere dritto nel busto provocandogli una crepa che per poco non lo divise in due. La ragazza si allontanò in attesa della mossa dell’avversario, osservò con calma e notò che delle foglie avevano preso a muoversi troppo velocemente. Come aveva immaginato un altro ramo saettò verso di lei, la quale aveva previsto tutto e con eleganza balzò in aria e schivò il colpo. Zakenna rimase incastrato nel cemento. Cure Black nel frattempo si era rialzata. Un rivolo di sangue le scendeva dalla fronte, ma per il resto era ancora pronta combattere. -Cure Black, presto dobbiamo fare il doppio vortice!- L’altra cure le si era avvicinata e la guardava in attesa di una risposta. -E sia! Uccidiamo quel bastardo!- Black si preparò e in un attimo furono travolte da un lampo di luce. 

-Questa è la forza venefica delle Pretty Cure!- -Per combattere le forze del male!- Terminò Cure Black, fece per allungare il braccio e stringere la mano di Cure White, quando improvvisamente realizzò. “Honoka…lei è pur sempre Honoka e io le ho stretto la mano e devo…devo… stringere la mano di Honoka, ma lei …” In quel momento si sentì invadere dal terrore, non voleva toccare l’amica, nemmeno se era così necessario, non ne aveva la forza. Cura White aveva la mano aperta, in attesa di sentire la stretta dell’amica, ma dopo un po’ che era messa in quella posizione, decise di voltarsi verso Black. -Cure Black ma che stai facendo? Dobbiamo usare il doppio vortice per sconfiggerlo!- In cuor suo Honoka sapeva che Nagisa non avrebbe ceduto tanto facilmente, ma la speranza era l’ultima a morire. -Mi dispiace, White, ma non voglio.- Detto questo l’energia attorno a loro svanì in un istante e Zakenna fu nuovamente libero di attaccarle. Honoka sentì che tutte le sue speranze, benché minime, svanirono all’istante e il dolore che provavo parve moltiplicarsi. 

 -Cure Black, ma che fai?Mepo. Sei impazzita!?-

-ZAKENNA!- Un esplosione, come una quindicina di rami affilati arpionarono il terreno. -Ora mi hai fatto veramente arrabbiare!- Cure Black faceva paura, tutta la sua collera aveva raggiunto il limite. -Yyyhaaaaaaaaa!!- Le sue gambe si muovevano forti e veloci, evitando ogni colpo. Aspettò di essere esattamente sotto al mostro, poi saltò con tutta la forza che aveva e trafisse il tronco, infilandocisi dentro. Schegge le si infilarono ovunque e dovette mordersi la lingua per non urlare. Era dura, ma voleva finirla la. Con fatica si chiuse su se stessa, caricò tutta l’energia che aveva e poi….SBAAAMM!! Colpì violentemente con tutti e quattro gli arti, riducendo in mille legnetti il corpo di Zakenna. Alla sua sconfitta il mostro uscì dall’albero e esplose in tante piccole stelline che fuggirono via. Cure Black era in piedi in mezzo a macerie e rami spezzati, la testa china e il fiato pesante. Dalle mani gocciolava caldo del liquido rosso, mentre tutta la faccia le bruciava per via delle mille schegge conficcate al suo interno. Cure White si portò le mani alla bocca, come i suoi occhi si riempirono di lacrime. Non aveva mai visto l’amica ridotta in quello stato. Black si voltò a guardarla, ma come fece un passo in avanti cadde rovinosamente al suolo, stremata e priva di coscienza. -Nagisa!- Urlò Cure White correndo verso l’amica, mentre le divise  e tutti i segni del combattimento sparivano lentamente. -Nagisa ti prego svegliati. - Nonostante le ferite fossero scomparse la ragazza non riprendeva conoscenza e Honoka aveva preso a piangere disperata. -Perdonami! E’ colpa mia, davvero! Io non volevo…non voglio che ti accada niente. Io ti amo….- la sua voce era rotta dal pianto, mentre stringeva fra le braccia la testa inerme di Nagisa. Rimase ferma così per parecchio tempo, non voleva allontanarsi dall’amica nemmeno per un secondo. 

Il sole si stava apprestando a calare, quando l’atleta finalmente si mosse. Honoka, fu subito colta da un improvviso spavento, non voleva che l’amica la vedesse lì accanto a lei. Nella sua mente aveva ancora impresso lo sguardo di Cure Black, carico di disgusto. Non poteva rischiare. Così adagiò l’amica al suolo, si alzò di scatto e corse via, trattenendo le lacrime.



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Spazio Autore
Ed ecco un nuovo capitolo! Questo è un po' diverso dai precedenti, anche perchè ha una lunghezza maggiore! Spero che la storia vi piaccia e inoltre mi auguro di non aver fatto troppi errori, in caso contrario non esitate a dirmelo! ^^  E con questo vi saluto, ciao e al prossimo capitolo!! 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


CAPITOLO V 

-Mmmmgg…- La rossa aprì lentamente gli occhi, per poi richiuderli abbagliata dalla luce che si rifletteva sulle nuvole. Lentamente si girò e appoggiò le ginocchia a terra. La testa le girava e un forte senso di nausea le invase il corpo. -Oddio…ma cosa è successo?- Domandò una volta in piedi, massaggiandosi la nuca. -E’ successo che hai rischiato di lasciarci la pelle, mepo!- Una vocina arrabbiata provenne dalla sua tasca. La ragazza sbuffò e si incamminò verso casa, decisa ad ignorare l’amico, almeno fino a quando non avesse messo qualcosa sotto ai denti. 

“Cavolo che giornata!” Pensò tra se Nagisa camminando. Ai ricordi di tutto quello che era successo, un peso al petto cresceva in lei. Ora che era passato del tempo, stava riflettendo veramente su quello che aveva sentito dire da Honoka, ma ancora non riusciva a vederla nuovamente come un’amica. 

In pochi minuti raggiunse la palazzina dove abitava. Sua mamma aveva appena finito di cucinare la cena e stava mettendo i piatti a tavola. -Nagisa! Si può spere dove eri andata?- la ragazzina alzò gli occhi, interrompendo i suoi pensieri e cercando di seguire il discorso. -Uh? Io?- Sua madre sbuffò rassegnata. -Non importa, va a cambiarti che è pronto da mangiare e chiama tuo fratello!- Nagisa sorrise annuendo con la testa, per poi dirigersi verso camera sua. -RYOTAA!!- Urlò da dentro alla stanza mentre si toglieva il giubbotto. - E’ pronto da mangiare, sbrigati!- Così dicendo uscì dalla stanza, per sentire la risposta del fratellino.

Ryota era in camera sua, intento a leggere un manga su giganteschi robot guerrieri. -Sì, sì…un attimo Nagisa. Tanto di solito sei tu quella che è sempre in ritardo.- Aveva appena finito la frase, quando la porta si spalancò furiosamente e la minacciosa sagoma della sorella apparve sull’uscio. -Come come come??- Aveva un sorriso isterico, ma sotto sotto affettuoso. (cioè molto sotto) Il bambino scattò in piedi. -Aaaahhh! Nagisa!- Corse verso l’uscita ma la ragazza lo placcò, immobilizzandogli braccia e gambe. -E così pensavi di scappare? Quando ti dico di venire devi ubbidirmi subito, intesi?- -MAMMAA!! Nagisa mi sta facendo male, mamma!!- La madre non si preoccupò nemmeno di intervenire, ormai abituata a quelle continue liti. -Dai ragazzi basta! Venite che questa sera ho fatto l’aragosta.- Nagisa alzò la testa e prese ad annusare l’aria, un delizioso profumino aveva invaso la camera e il suo stomaco prese a gorgogliare dalla fame. -Aragosta?? ARRIVOO!!!- Poi corse come un fulmine in sala da pranzo, lasciando il fratellino disteso per terra. 

-Meno male che se n’è andata…-
 

La cena passò veloce e ben presto la famiglia si salutò per andare a letto.
Erano le tre passate, ma Nagisa non era ancora riuscita a chiudere occhio. Ogni volta che provava ad appisolarsi, il volto di Honoka appariva difronte a lei, costringendola a riaprire gli occhi. Continuava a pensare e ripensare a quell’orribile situazione, non riusciva a trovarne un’uscita; forse dovevano parlare, confrontarsi, ma il solo pensare a lei la metteva a disagio. Avevano passato molte notti assieme, o a casa di una o dell’altra, ma erano sempre state serate normali, anzi qualche volta Nagisa invitava pure altre amic….già, era sempre Nagisa a portare altra gente, mai una volta Honoka. Tutte queste riflessioni la stavano facendo agitare ancor di più e , poiché non voleva saperne di dormire, si diresse in cucina a bersi un bel bicchiere di latte. La casa era buia, ma comunque accogliente e famigliare. Tornò tranquilla in camera con l’intero cartone, nel caso il sonno non arrivasse affatto. -Hufff….- Sbuffò silenziosamente sedendosi alla scrivania. -Nagisa? mepo. Sei ancora sveglia?- Mepple era sbucato fuori dal telefonino e guardava incuriosito la ragazza. -Di solito dormi sempre come un ghiro e russi per giunta! Mepo. Hihihihi- Solitamente una frase del genere avrebbe mandato la giovane su tutte le furie, ma questa volta fu diverso. Non vi fu nessuna reazione. -Stai bene, mepo?- -Perchè…?- La voce della ragazza fu quasi un sussurro. La creatura del giardino della luce le si avvicinò, per riuscire a sentirla meglio. -Perchè è successo a me? Perché proprio Honoka…- Nagisa teneva gli occhi bassi verso la scrivania, aperti ma vitrei. -Non è così grave. Mepo…- Cominciò Mepple, non sapendo nemmeno lui cosa fosse meglio fare in quella situazione. Non aveva mai visto l’amica in quello stato, mai. -Forse no..ma per me sì. Non ci sono abituata, è così strano…- -Non ci sei abituata? Ma come? Mepo. Non ricevi quasi ogni giorno lettere d’amore da altre ragazze?(figurati che io all’inizio ero dell’idea che tu fossi un maschio, mepo.)- La ragazza scosse vigorosamente la testa e chiuse gli occhi. -Quelle sono diverse! Io non le conosco, non mi importa quali siano i loro sentimenti. Ma che anche Honoka provasse queste cose…per me. Lei è la più ricercata da tutti i ragazzi, riceve almeno tre inviti a settimana, da quando l’ho conosciuta avrei sempre voluto essere come lei. Ora è tutto cambiato…- Ci fu un momento di pausa seguito da lievi singhiozzi. -Io la odio! Come ha potuto farmi questo! Non ha la minima idea di quanto io ci stia soffrendo, mi fidavo di lei…ma mi sbagliavo. Lei mi ha sempre mentito, non eravamo vere amiche…lei stava con me solo per soddisfare un suo bisogno personale! Chissà, magari lo ha fatto apposta a diventare una pretty cure!-
Le parole della ragazza erano insensate e cariche d’odio e di dolore. Nagisa stringeva i pugni cercando di ignorare la fitta lancinante che provava al petto, perchè in fondo il bene che provava per Honoka era forte e puro. -ORA BASTA! Ma dico ti sei sentita?! mepo. Sei un’egoista, pensi solo a te stessa!- La rossa rimase pietrificata da quelle parole e fissò l’amico con uno sguardo perso. -Se fosse successo a te? Mepo. Se tu ti fossi confessata a Shogo e lui fosse scappato disgustato come hai fatto tu?- Nagisa cercò di cambiare il discorso, irritata e ferita da quelle parole. -Cosa centra Fuji-p adesso?! La situazione è completamente diversa!- -Invece ti sbagli, mepo. L’amore è un sentimento ed è uguale per tutti! Pensa a come sta ora…anche lei si fidava di te, mepo. Vederti scappare in quel modo deve averla distrutta, ma nonostante tutto è rimasta al tuo fianco quando sei svenuta. Mepo. - Nagisa spalancò gli occhi. In effetti non aveva mai pensato a come potesse stare Honoka, era convinta che la ragazza provasse cose ben diverse da ciò che provava lei verso Shogo, ma ora che ci rifletteva cominciava a capire… - Lei è …è rimasta con me? Ma perché al mio risveglio non c’era?! Pensavo che mi avesse lasciata lì da sola!- Mepple scosse lentamente la sua morbida testa. -Ti sbagli, mepo. Lei se ne andata solo quando ha visto che stavi riprendendo conoscenza, per paura credo…- La ragazza si portò le mani nei capelli. -Sono stata una stupida! Mi dispiace così tanto. Deve soffrire parecchio…io starei malissimo se Fuji-p mi trattasse così male, ma lo supererei perché non siamo molto legati. Ma con noi è diverso…lei è la mia migliore amica e io la sua…- Si alzò e si diresse in silenzio alla finestra, le stelle brillavano alte nel cielo, mentre una lieve luce si innalzava dalla città.
“Forse non potrò ricambiare il suo amore, ma non voglio abbandonarla…resterò sua amica, per sempre!”
Improvvisamente sentì il sonno calare su di lei, le palpebre divennero sempre più pesanti e faticava a reggersi in piedi. Si distese a letto, senza nemmeno richiudere la finestra. -Domani ti devo parlare Honoka Yukishiro….-
Così dicendo si addormentò profondamente. 


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Spazio Autore
Finalmente Nagisa comincia a capire meglio l'amica, ma riusciranno a chiarirsi? Bhe, lo scorpirete presto, nel frattempo spero (come sempre) che anche questo capitolo vi sia piaciuto, vi chiedo di farmelo sapere anche con un brevissimo commento, così potrò migliorarmi sepre di più o addirittura attuare delle modifiche nei capitoli già postati! Grazie ancora per la vostra pazienza XD
Ciao, alla prossima!  

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


CAPITOLO VI

 

Quella mattina, il cielo era grigio ed enormi nuvoloni neri annunciavano una giornata piovosa. Honoka camminava a testa bassa, la borsa sulle spalle. Altri studenti in divisa correvano da tutte le parti, ognuno intento a cercare i propri amici. La ragazza si fermò improvvisamente, come raggiunse la stazione ferroviaria; solitamente aspettava con tranquillità l’arrivo di Nagisa, ma questa volta non lo avrebbe fatto. Sapeva che l’amica non voleva vederla e nemmeno lei aveva voglia di ricevere altre ferite al cuore, così si fece coraggio e proseguì dritta verso scuola. -Ciao Honoka!- la ragazza sobbalzò spaventata all’improvvisa botta sulla spalla. Shiho, un’amica di Nagisa, le si era avvinghiata addosso sorridente, quasi fossero amiche da sempre. -Allora Yukishiro, come mai tutta sola oggi?- Domandò serena la ragazzina, continuando a tenere un braccio attorno al collo della mora. -Bhe..ecco io..- Honoka non sapeva cosa rispondere, non aveva pensato al fatto che anche gli altri si sarebbero domandati il perché del loro improvviso allontanamento e avrebbe fatto meglio a inventarsi una scusa plausibile. Sì, ma come farlo senza poter parlare con Nagisa?? -In effetti Nagisa non c’è…- Osservo Rina che era sbucata da dietro Shiho. -Tu di solito non l’aspetti in stazione?- A quella domanda la giovane scienziata si sentì più confusa che mai: come facevano a sapere che lei l’aspettava? Ogni giorno le incontravano difronte a scuola, non c’era nulla che facesse intendere che lei e Nagisa si incontrassero direttamente in stazione. -Sì…è solo che oggi…c’è..c’è la veri…- -Giusto! Ora capisco!- Shiho si sbatte una mano sulla fronte. -Nagisa è sempre in ritardo e tu non vuoi rischiare di prendere un brutto voto nel compito per causa sua! Ti capisco, hai tutto il mio appoggio!- La corvina era perplessa, ma decise di stare al gioco. -Sì…è esatto.- Ci fu una lieve risata da parte delle due giocatrici di lacrosse e poi le tre s’incamminarono tranquillamente verso scuola. 

Come avevano predetto Nagisa entrò in aula mezz’ora dopo il suono della campanella e, come da manuale, fu cacciata fuori dall’aula. 

-Te lo avevo detto, mepo!- Nagisa digrignò i denti guardando il cellulare appeso alla gonna.- Stai zitto tu! Sai benissimo che se sono stanca la sveglia non la sento!- Aveva le occhiaie marcate e ancora un po’ di latte dalla sera prima vicino alla bocca. -Sarà, ma se non mi svegliavo io oggi a scuola non ci saresti mai arrivata! Mepo.- La ragazza sospirò rassegnata, inutile controbattere quando sapeva di aver torto. 

Le ore passarono, ma Nagisa non ebbe mai il tempo di avvicinarsi ad Honoka, anzi, sembrava quasi che fosse proprio lei ad allontanarla. L’unico momento in cui le aveva rivolto la parola era stato in palestra, per sbaglio, poiché era convinta di parlare a Rina. 

La campanella suonò segnando la fine delle lezioni. Nagisa si voltò di scatto per raggiungere l’amica, ma questa era già fuori dall’aula. -Incredibile! Quando vuole Honoka sa essere davvero veloce!- -Oppure sei tu che hai l’andamento di una lumaca, mepo.- -CHIUDI IL BECCO!- L’urlo fece voltare tutte le compagne verso di lei , tutte eccetto Yukishiro. -Nagisa, hai preso freddo? Ti senti bene?- Domandò con una punta di sarcasmo Shiho. In quello Honoka stava per uscire definitivamente dalla classe, non poteva più aspettare. -HONOKA!! HONOKA YUKISHIRO!!- Shiho fece un balzo indietro e la guardo esterrefatta. -Ugh! Forse stai davvero male, ma che ti prende??- La mora si fermò un secondo colpita e confusa dalle parole dell’amica. Forse voleva dirle su, voleva intimarla di starle lontano, o forse…cosa che sperava più di tutte… forse voleva solo parlarle. Improvvisamente un tuono squarciò il cielo e tutte le luci della scuola si spensero. Benché fosse giorno l’ambiente era abbastanza buio e tra le ragazze si sparsero forti richieste d’aiuto e tutte si affrettarono a rientrare dentro all’edificio. Tutte tranne una, che approfittò del caos per scappare da una situazione davvero spiacevole. 

-Ma che succede qui?- Gridò Nagisa alle compagne. -Non lo so, forse un fulmine ha fatto saltare la centrale oppure è solo un fusibile…ma è meglio non uscire a controllare, il tempo fuori è davvero spaventoso. - Commentò Rina, voltandosi a guardare fuori dalla finestra. Enormi fulmini brillavano nel cielo, mentre un forte vento faceva piegare perfino le chiome degli alberi più robusti. Nagisa si avvicinò al vetro per osservare meglio la scena, ma non appena guardò più lontano, sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene. Honoka stava correndo in mezzo alla tempesta! Senza riflettere la ragazza si fece largo tra le studenti e si fiondò fuori dall’edificio. Era quasi uscita quando una mano la fermò. -Nagisa ma che fai? Sei impazzita?- Shiho l’aveva rincorsa ed era riuscita a fermarla appena in tempo. Nagisa aveva gli occhi spalancati e guardava l’amica con pietà. -Ti prego Shiho. Lasciami andare, devo! Lo so che è pericoloso, ma Honoka è la fuori e so che non sta bene. Ti prego lasciami!!- La ragazza non era mai stata così seria verso una delle sue amiche, cosa che spaventò veramente Shiho. -D’accordo Nagisa, ma promettimi che farai attenzione.- La ragazza annuì, felice che l’amica avesse capito e corse subito verso la mora. -E NAGISA FAI ATTENZIONE!!- La ragazza dai capelli aranciati sollevò il braccio, come per dimostrare di aver capito. 

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Spazio Autore
Ciao di nuovo! Mi voglio scusare per il ritardo nel postare questo capitolo, ma purtroppo ero in montagna (dove il wifi non prende mai!) Vabbhe....questo ora non centra ^^
Nagisa ha deciso di riallacciarsi con Honoka e per questo rischia perfino la vita gettandosi nella tempesta. Poveri Mipple e Mepple che in tutto sto casino non ci capiscono più nulla! XD
Come sempre spero che vi sia piaciuto anche questo capitoletto e ormai la storia è verso la fine. Vi chiedo lasciare un commentino se vi va, giusto per farmi sapere se la storia fa proprio schifo schifo o no ^^ (tanto lo vedo che leggete!! Muahhahahah..*no okay scherzo!*)
Ci vediamo al prossimo capitolo!! 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


CAPITOLO VII

I suoi piedi parevano non toccare nemmeno terra da quanto andava veloce, gli occhi socchiusi per non essere colpiti dalle gocce di pioggia che le graffiavano il volto. Il tempo attorno a lei era peggiorato terribilmente, il vento la faceva rallentare sempre di più, a volte non riusciva nemmeno a respirare. Un tuono squarciò impetuoso il cielo e Nagisa affrettò il passo, verso la figura indistinta che un tempo era Honoka. -Mepo!Mepo! Fa paura qui, Nagisa! Corri a ripararti!!- Il piccolo eroe prescelto si agitava come un matto, cercando di far cambiare idea alla sua padroncina! -Ti prego, mepo! Torna indietro, torna indietro!!- Nagisa continuava ad avanzare ignorando le richieste disperate dell’amico. -Io..non posso abbandonare Honoka! Lei non lo ha mai fatto. Io invece l’ho delusa, se non peggio…- La sua voce si sentiva a malapena sotto gli ululati del vento. -Questo ora non ha importanza, mepo! Facendo così non risolverai nulla!- La ragazza strinse i pugni, sapendo benissimo che Mepple aveva ragione. -Aaaahh TI SBAGLI!!- Prese a correre, più veloce che mai, facendo ricorso alle ultime energie che aveva.
Era sempre più vicina ad Honoka, riusciva ad intravederla dietro al fitto muro di pioggia.
Era lì.
-HONOKAA!!- La ragazza dai lunghi capelli neri si voltò. Lì davanti a lei, fradicia e ansimante c’era Nagisa Misumi. Per un attimo tutto tacque. -Cosa ci fate qui, mipo!- Mipple pareva disperata quanto il suo amato. -Non lo so, mepo! Nagisa si era messa in testa di…mmmph!- La ragazza lo aveva zittito chiudendolo nel suo cellulare. -Honoka io e te dobbiamo parlare…- Un altro tuono echeggiò attorno a loro. Le due ragazze si avvicinarono l’una all’altra istintivamente. -Nagisa è pericoloso stare qui fuori!- Honoka aveva parlato, la voce le tremava, ma non sapeva nemmeno lei se era per la paura o per l’estrema vicinanza al corpo dell’amica. -Lo so, cosa facciamo?- Intorno a loro non si riusciva a distinguere nulla, solo gli alberi più vicini. - Non ne ho idea, non so nemmeno dove ci troviamo. E’ tutta colpa mia…- Improvvisamente Honoka scoppiò a piangere e si lasciò cadere al suolo,bagnato e fangoso. -NO! Non è questo il momento di farsi travolgere dai sentimenti! Coraggio rialzati!- Così dicendo Nagisa afferrò l’amica sotto alle braccia e la sollevò di peso. La mora spalancò gli occhi, come avvertì il tocco dell’amica. Era sconvolta, solo il giorno prima pareva che l’altra ragazza non volesse più nemmeno sfiorarla e ora la stava tenendo in braccio…
TENENDO IN BRACCIO!?
In quel momento Honoka realizzò di non avere più i piedi a terra e si trovò la faccia dell’amica spiaccicata contro la sua. -Nagisa ma che stai facendo?!- Era terrorizzata, voleva scendere, ma la presa della rossa era salda. -Ho capito dove ci troviamo e so dove ci possiamo riparare!- -Sì okay, ma questo cosa centra adesso?- Nagisa le sorrise beffarda. -Centra che io sono molto più veloce di te e mi saresti solo d’impiccio a piedi!- Detto questo prese a correre, usando tutta la sua forza di volontà per non far cadere Honoka. “Lo so che data la situazione tra noi non dovrei farlo, ma lei è mia amica. In fin dei conti le voglio bene e farei di tutto per proteggerla!” Respirava velocemente, e il sudore le colava lungo il volto per poi sciogliersi con la pioggia. -Ci siamo! - Davanti a loro c’era la discesa che conduceva al fiume. -Nagisa! Ma sei impazzita fermati!- Così dicendo la ragazza si liberò dalla presa e ritornò nuovamente in piedi. -Honoka si può sapere che ti prende?- Nagisa iniziava a perdere la pazienza, non era una di quelle ragazze che venivano definite “intelligenti”, ma non era neppure stupida o incosciente! -So quello che faccio! Voglio raggiungere il ponte, così avremmo qualcosa sopra la testa!- Honoka pareva non volerla neppure ascoltare. -Nagisa perché?- La domanda la spiazzò, lasciandola senza parole. Aveva cambiato discorso. -Perché mi hai seguita, perché mi stai aiutando con così tanta premura?- La rossa non sapeva cosa rispondere. -Pe…perché?- -Insomma! Io ti amo Nagisa! Non ci avevo mai fatto caso, ma ultimamente non faccio che pensare a te, te Nagisa.- La ragazza coi capelli corti rimase pietrificata. Sapeva già quello che provava Honoka, ma sentirglielo dire direttamente, mentre la guardava negli occhi era spiazzante. Solo in quel momento era riuscita a capire VERAMENTE quello che Honoka sentiva nei suoi confronti e quanto stesse soffrendo per questo.
Non era giusto.
-Honoka…- Nagisa le si avvicinò cautamente. -…io sono qui. Capisco quello che provi…- La mora scosse la testa. -No Nagisa, tu non puoi comprendere. Non fino in fondo. Avere la persona che ami accanto a te sempre, poterla stringere in un abbraccio, consolare, prenderla per mano e sapere che nulla che per te è speciale lo è anche per l’alta fa male, tanto male. Io…- S’interruppe, passandosi una mano sul volto per asciugarsi le lacrime, inutilmente vista la pioggia continua che correva su di loro. Nagisa si sentiva malissimo, non sapeva come consolare l’amica. Non le era mai capitata una situazione del genere e sperava che tutto finisse il prima possibile, che si potessero chiarire e tornare amiche come prima. -Honoka io…- Non fece a tempo a finire la frase, poiché l’amica l’aveva avvicinata a se con una tale forza che nessuno avrebbe mai giurato potesse avere, e ora aveva appoggiato le sue morbide labbra su quelle di Nagisa. La rossa non sapeva più cosa fare. Non riusciva a muoversi, gli occhi spalancati a fissare una parte del volto di Honoka, mentre sentiva la lingua della ragazza cercare di entrare nella sua bocca. “cosa sta succedendo? Honoka mi sta veramente baciando? E io la sto baciando…o forse no. Io non voglio…NON VOGLIO”
Improvvisamente avvertì qualcosa di caldo scivolarle dentro la bocca. Stinse gli occhi, ora era troppo! Afferrò l’amica per le spalle con l’intenzione di allontanarla, ma il suolo bagnato la face sbilanciare e cadde all’indietro, giù per la discesa, portando con se anche l’altra ragazza. Il dolore era sempre più forte ogni volta che la sua testa colpiva il terreno, mentre rotolavano velocemente verso il fiume. Improvvisamente andò a sbattere contro un masso addossato alla riva e si fermò. -Kyyahhhaahhhh…- Le lacrime calde si mischiarono alla pioggia, un dolore terrificante alla schiena le oscurò completamente la vista, ma fu questione di un attimo. Aveva appena ripreso lucidità quando un urlo agghiacciante le fece venire la pelle d’oca. Honoka era finita dritta dentro le acque torbide del fiume. -HONOKA!- Era strano, da un lato non voleva più avere nulla a che fare con quella ragazza, che si era permessa di baciarla; dall’altro provava un dolore tremendo nel vederla soffrire e sentiva che la colpa era sua. Senza riflettere (ma davvero!) si tuffò in acqua cercando di raggiungere la sua migliore amica. 

“Ti salverò Honoka!”



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Spazio Autore
Bene, bene, siamo quasi giunti alla fine! Un saluto a tutti quelli che sono riusciti a sopportarmi fino a qui XD Spero di cuore che anche questo capitolo vi sia piaciuto! ^^ 
Cosa succederà ora alle due sventurate? (se le si può definire così) ...hehehe, vedrete! 
Come al solito avvisatemi se trovate degli errori  e non esitate a lasciare un commento, anche negativo, in modo che io possa migliorarmi e rendere ciò che scrivo più piacevole anche per voi! Okay,okay,okay, detto questo, vi auguro un buon weekend a tutti!!
Alla prossima :) 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


CAPITOLO VIII
 

L’acqua era ghiacciata. Una strana sensazione di vuoto la stava avvolgendo, come scendeva sempre più sotto quel manto trasparente. Sapeva che doveva muoversi, cercare di tornare in superficie, ma la quiete che la circondava era spiazzante. Tutto taceva, tutta la confusione che aveva pareva essersi dissolta in un attimo. “che strano…non capisco…” In quello vide una figura avanzare verso di lei, goffamente. -Nagisa?!- Parlò, o per così dire, dato che l’acqua rese impossibile la fuoriuscita di un vocabolo sensato. La ragazza dai capelli aranciati teneva gli occhi chiusi mentre cercava con la mano di trovare l’amica. Honoka riuscì improvvisamente a svegliarsi da quello stato di trance dovuto dal freddo e afferrò stretta la mano della compagna. Lentamente entrambe tornarono in superficie, ma appena emersa Honoka rimpianse la tranquillità dell’acqua. Il vento era veloce e tagliente, la pioggia si abbatteva con violenza e fulmini illuminavano il cielo sopra di loro. -Presto usciamo da qui!- Le loro voci si perdevano nella tempesta. Nagisa guardò l’amica e annuì decisa, tentando di uscire dal fiume. Honoka respirava a fatica, ma nonostante questo fu lei a tirare fuori l’altra ragazza dalle acque e insieme raggiunsero finalmente il ponte. Il vento soffiava anche lì, ma la certezza di essere riparate e il non avere più la pioggia che si abbatteva su di loro, rendeva quel posto il migliore rifugio di sempre. La corvina chiuse gli occhi e si distese sull’erba umida, il volto rivolto verso l’alto.
Sentiva il cuore batterle fortissimo, aveva paura di quello che l’amica le avrebbe detto..se prima c’era qualche possibilità di far tornare tutto come prima, ora era svanita definitivamente. Nagisa non le avrebbe mai perdonato quel bacio. Perché l’aveva fatto poi? Sapeva che l’amica non avrebbe ricambiato, ma la voglia era stata troppo forte e se ne vergognava…se ne vergognava da morire. Istintivamente si portò le mani al volto, per coprirsi e nascondere i suoi sentimenti. -Nagisa non dovevi tuffarti!- Sentenziò, la voce smorzata dalle mani. L’altra si voltò a guardarla. Nemmeno lei riusciva a capire ciò che stava succedendo. -Perchè scusa?- Honoka si sollevò e si sedette per guardarla in volto. -Tu..tu non sai nemmeno nuotare e poi dopo quello che ti ho fatto…- La sua voce andò a infievolirsi, mentre le lacrime si formavano alla base dei suoi occhi. Nagisa strinse la mascella. Sapeva dove l’amica voleva arrivare e l’avrebbe preceduta. - Non dovevi baciarmi.- La sua voce era fredda, ma sincera. Honoka rimase pietrificata da quelle parole, non si aspettava una reazione del genere dall’amica. -No, non dovevi affatto!- Nagisa si alzò, ma qualcosa nel suo atteggiamento stava cambiando, sembrava più  dolce. -Lo so…- La mora abbassò lo sguardo, pentita della sua azione. -Bene. Però non ti biasimo, avrei fatto lo stesso con il ragazzo che mi piace!- Ora la rossa sembrava veramente tranquilla e serena. Portò lo sguardo sull’amica e le sorrise raggiante. -Sai Honoka, io non avevo capito cosa provavi veramente per me e mi dispiace. Mi dispiace che tu abbia sofferto così tanto, però non per questo cambierò come sono.- Si accucciò per riuscire ad avere un contatto diretto con gli occhi pece di Honoka. -Io ti voglio bene, ma amo i ragazzi…sì, almeno credo! Sicuramente uno in particolare!- Sorrise, facendole l’occhiolino. L’amica era confusa, non riusciva a capire se l’altra la stesse allontanando, rifiutando, consolando o altro. -Questo non centra Nagisa!- Urlò, ma si fermò subito, poichè non era sua intenzione. -Io sono una pessima amica, guarda cosa ti ho fatto passare…e non dovevo baciarti! Sono costernata! Ho violato la tua fiducia e non meri…Ummphh!- Nagisa aveva portato le sue mani a coprirle la bocca, esattamente come lei aveva fatto quel giorno in spogliatoio. -Zitta e restiamo amiche!- Sorrideva, ma al tempo stesso era severa.
-Non voglio perderti Yukishiro. Ti voglio bene e non mi interessa se quello che hai fatto era sbagliato. Io stessa mi sono comportata male nei tuoi confronti. Ti ho allontanata, non ho nemmeno pensato a cosa stessi provando tu.-
Ci fu un minuto di pausa, ma la ragazza continuava a tenere le mani sul volto dell’amica.
-Io ti ammiro, ammiro il tuo coraggio. Io non riesco nemmeno a ragionare quando sono con la persona che mi piace, eppure tu eri sempre tranquilla  disposta a darmi una mano, nonostante questo ti facesse stare male. Sei forte Honoka e sei mia! Sono felice che sia tu la persona con cui sono diventata una Pretty Cure, non ci sarebbe stata compagna migliore!- Così dicendo si sporse in avanti e abbracciò l’amica con tutta la forza che aveva. -Nagisa…- Honoka piangeva, ma erano lacrime di felicità. Sapeva che l’amica non l’avrebbe mai amata come lei, ma era felice. Felice perché non aveva perso quello che era ormai tutto il suo mondo, anzi ora il loro legame si era consolidato ancor di più! Chiuse gli occhi, lasciandosi inebriare del profumo dell’amica, mentre lasciava che tutte le tensioni abbandonassero definitivamente il suo corpo, avvinghiandosi a sua volta a Nagisa. Rimasero ferme così per molto tempo, sembrava quasi per sempre, mentre la pioggia si diradava, ascoltando il respiro l’una dell’altra. 

-Il sole…è tornato il sole! Mepo!- Una vocina risuonò attorno a loro, mentre i raggi del sole sbucavano da dietro le ultime nuvole rimaste andando a scaldare e ad illuminare il mondo sottostante. -Che bello, mipo! Un arcobaleno!- Le due ragazze si staccarono, tenendosi per mano, e alzarono lo sguardo meravigliate. Un fascia di colori sgargianti si estendeva sopra tutta la città, portando allegria e pace. -Andiamo a casa!- La voce calda di Nagisa costrinse Honoka a voltarsi. La ragazza le sorrideva e le fece l’occhiolino. La corvina sentì scaldarsi il cuore e un enorme sorriso spuntò anche sul suo volto. -Certo!- Così dicendo le due s’incamminarono lungo la riva, in silenzio, ammirando quel panorama splendido e straordinario. 

 

FINE.

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Spazio Autore 
Ed eccoci giunti alla fine! Bhe, che dire? Spero tanto che questa storia vi sia piaciuta ^^ 
Se vi va fatemi sapere che ne pensate, le critiche sono sempre ben accette XD 
Ciao a tuttiii!! 
Drosmigs

P.s.
Non andete via, mi raccomando, c'è un ultimo capitoetto "extra" ;P 

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Capitolo 9
*** EPILOGO ***


EPILOGO
( O lieto fine ^^) 

*un mese dopo*

 

-Ciao Shiho, ciao Rina!- Nagisa entrò in classe in perfetto orario, lasciando tutte a bocca aperta. -Hey Nagisa, come mai puntuale oggi?- La ragazza alzò le spalle. -Non lo so, mi sentivo frizzante e attiva, così mi sono svegliata presto!-

In quel momento la porta si aprì e una ragazza dai lunghi capelli neri fece capolino. -Buongiorno ragazze!- Spalancò gli occhi alla vista della sua migliore amica, già seduta al suo banco. -Buongiorno Nagisa! Che bello vederti in classe così presto!- Era raggiante e appoggiò lo zaino accanto alla sedia. -Già, per una volta mi sono sbrigata!.- Rispose sorridente Nagisa alzandosi, per raggiungere l’amica. -Tutto bene ieri Honoka?- La corvina la guardò, serena e tranquilla. -Certo! Ho fatto tutti i compiti per oggi e anche quelli per i prossimi due giorni!- Dicendo ciò tirò fuori due libri e un testo ben scritto e allineato. -COSAA?? C’era un testo da scrivere per oggi??- Nagisa spalancò gli occhi, sentendosi male. -Nooo! Io non l’ho fatto! Ahh e adesso che faccio??- Delle risate accompagnarono la sua disperazione. -Hahahaha! Non cambierai mai, vero Nagisa?- Scherzò Shiho. In quel momento la campanella suonò segnando l’inizio delle lezioni e le ragazze tornarono ai propri posti.

 

La lezione passò veloce. Nagisa venne cacciata dall’aula, come quasi ogni giorno, e Honoka ricevette gli elogi per il tema da lei scritto.

-Meno male che anche oggi è finita!- Sbuffò la rossa, portandosi le mani dietro alla testa. -Già e sono davvero felice.- -Uh? E perché scusa?- Domandò Nagisa incuriosita. -Non lo so, so solo che mi sento felice.- Spiegò tranquilla Honoka continuando a camminare. -Ah! Hehehe Giusto! Anch'io sono felice, sono felice soprattutto di avere un’amica come te!- Così dicendo le saltò addosso avvinghiando le braccia attorno alla sua vita. Honoka sentì il volto arrossarsi, ma ormai non ci faceva quasi più caso. Sapeva che la loro amicizia non sarebbe mai divenuta amore, eppure quei piccoli gesti di affetto che Nagisa aveva cominciato a fare, la facevano sperare e sentire più felice che mai. Continuarono a camminare, parlando del più e del meno. Il tempo scorreva veloce, proprio come capita quando si sta bene e ci si diverte. Nagisa ogni tanto ripensava a tutto ciò che avevano passato, e a volte si domandava se anche lei non provasse qualcosa di più per Honoka, ma per adesso non voleva darci troppo peso, le andava bene così com’era.

 

Stavano per tornare a casa quando il cielo si oscurò immediatamente.-Attenzione mepo!- -Avverto qualcosa, mipo!- Un enorme sorriso apparve sul volto delle due ragazze. Entrambe sapevano cosa fare ed erano pronte a dare il massimo! -Pronta Cure White?- -Certo Cure Black!- Si strinsero le mani ed estrassero le carte della regina. All’unisono le strisciarono e in un batter d’occhio erano diventate le leggendarie guerriere. Nagisa si voltò verso Honoka che le sorrise sicura, facendole cenno col capo di essere pronta, poi si girò verso il nemico:

 

-E allora andiamo!- 



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Spazio Autore
He sì, vi rompo le scatole anche sta volta XD 
Grazie di cuore se sei arrivato a leggere fin qui, vuol dire che ho raggiunto il mio obbiettivo.
Un salutone a tutti!! <3
 
Dromsigs

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