Fuarce Zebre! (Udin Quidditch)

di harry_alexm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si cambia... beh, tutto; o quasi. ***
Capitolo 2: *** Una scelta combattuta. ***
Capitolo 3: *** La pazienza è la virtù dei forti. ***



Capitolo 1
*** Si cambia... beh, tutto; o quasi. ***


Si cambia... beh, tutto; o quasi.

 

Venerdì 10 giugno 2016.

Una semplice data, ma dal suono così drammatico, finché non si sa con esattezza cos'è successo. È buffo pensare che, fino all'anno scorso, la mia principale preoccupazione in questo periodo fosse di mettermi in pari con la maturità babbana.

Ma andiamo con ordine, altrimenti potrei perdermi in partenza ogni potenziale lettore.

 

Mi chiamo Giovanni Mancinelli, ho vent'anni e sono un mago. Sono nato a Trento, nell'Italia nord-orientale, da madre trentina e padre tosco-marchigian-romano, entrambi babbani, sono cresciuto amando i libri di Harry Potter finché, nel 2006, non sono stato ammesso all'Accademia di Magia di Boscobolla, sulle dolomiti.

A scuola mi sono distinto nella trasfigurazione, nella meteomagia e nel quidditch.

Nel biennio dopo il diploma ho studiato per ottenere un titolo di studio babbano e, parallelamente, ho giocato come riserva del grande Giovanni Fabbri nei Neptunes di Trento, finché, l'anno scorso, l'ormai trentaseienne cercatore nazionale si è ritirato.

 

A quanto pare, però, dopo una stagione inferiore alle altissime aspettative che gravavano sui Neptunes, i vertici societari hanno deciso che non sono ancora adatto a giocare in una squadra di livello internazionale, non perlomeno in un ruolo in cui non posso contare su dei compagni di reparto come quello del cercatore.

 

È andata più o meno così:

 

-Buongiorno presidentessa, voleva parlarmi?-

-Ciao Giovanni, accomodati. Come reputi, a livello personale, la stagione appena conclusa?-

-A livello personale? Positiva. Credo i essere migliorato molto sia a livello tecnico che tattico, fisico e soprattutto come persona.-

-Come giudichi il tuo apporto ai risultati della squadra?-

-I risultati sono frutto del gioco di tutta la squadra, non di un singolo. Sotto questo punto di vista, a volte ho avuto difficoltà a gestire il ritmo di gioco, e in alcuni casi questo è costato la vittoria, altre volte i miei compagni e il coach sono riusciti a "rimettermi in scia"...-

-Ti rendi conto che questa tua difficoltà viene esaltata dal tuo ruolo, vero?-

-Davvero, presidentessa, non capisco che cosa...-

-Ho parlato con l'allenatore e abbiamo deciso che le tue competenze attuali, nonostante il tuo potenziale non si discuta, non sono ancora tali da poter giocare titolare in una squadra con le ambizioni di Trento. Alla lunga, sarebbe uno stress eccessivo per te e per noi, sapere che non hai un controllo pressoché completo su ciò che succede in campo. Pertanto abbiamo deciso di transare il restante anno di contratto che ti lega ai Neptunes a favore di un'altra squadra, scaduto il quale potrai decidere di firmarne un altro per un'altra società, se non addirittura, se ci dovessero essere i presupposti, di tornare a Trento.-

-Ovvero...?-

-Volevo appunto parlarti di questo. Abbiamo ricevuto offerte economicamente e tatticamente valide da un numero di squadre abbastanza limitato: la più prestigiosa è sicuramente il Pride of Portee; è un bel viaggetto, ma ti permetterebbe di sperimentare direttamente le differenze tra il quidditch italiano e quello britannico. I Cap Corse Capitains sono alla disperata ricerca di un sostituto per Cavalieri e tu saresti tatticamente perfetto; inoltre la Corsica è geograficamente italiana, quindi non si porrebbe il problema del "lunghissimo viaggio in terre sconosciute". Anche i Bulls di Torino vorrebbero rilanciarsi con le tue prestazioni, oppure le neopromosse Zebre di Udine, che sono disposte a puntare quello che potrebbe essere metà del loro budget per assicurarsi il tuo contributo ai risultati della prossima stagione.-

-Forse dovrei parlarne col mio procuratore.-

-Un gufo gli sta già portando per iscritto quanto ti ho appena comunicato a voce, ma devo avvertirti che il tuo stipendio non varierà tra una scelta e l'altra, né sarà di tanto maggiore a quanto hai guadagnato quest'anno con noi.-

-Pensavo piuttosto all'eventualità del rinnovo contrattuale, ovvero alla possibilità per lui di agevolare il mercato di altri suoi assistiti... ad ogni modo, vi ringrazio per la possibilità di crescere che mi avete dato in questi tre anni.-

-Siamo noi che ringraziamo te per quello che hai fatto, cogliamo l'occasione per augurarti buona fortuna per il tuo futuro. Attendiamo notizie dal tuo procuratore.-

 

Così, insomma. Non mi ha neanche chiesto, che so, “come stai?”.

Poi c'è stato il colloquio col mio “pvocuvatove”, un ex-allenatore che ultimamente ha preso a cuore i contratti di gran parte dei giovani italiani, ma soprattutto ha le idee chiare su come si cresce un giocatore dentro e fuori dal campo, o almeno lo spero:

 

-Devi capive, cavo Giovanni, che sceglieve, una squadva non è come sceglieve dove andave in vacanza. Ci sono notevoli fattovi da teneve in considevazione; ad esempio: sapvesti vappovtavti con dei compagni di squadva in lingua inglese? E in fvancese?-

-In inglese penso di sì, in francese quasi certamente no, ma non so se in Corsica parlino francese...-

-Sono in Fvancia, che lingua dovvebbevo pavlave?-

-Dialetto corso?-

-E tu sai pavlave in dialetto covso?-

-No, ma credo sia simile all'italiano...-

-Ma non è questo il punto! Sono in Fvancia, quindi pavlano con i non-covsi in lingua fvancese. Qundi Cap Covse non ti vedvà giocave con lovo, l'anno che viene.-

-Aspetta, quindi quando dici “notevoli fattori da tenere in considerazione” intendi che le squadre francesi sono da scartare a prescindere?-

-No, ma pavtono semplicemente sfavovite. Povtvee savebbe una destinazione ideale, invece, salvo che non ha un pvogetto tecnico tangibile: andvesti lì per una stagione, ti mettevesti in mostva in un campionato pvestigioso, impavevesti qualcosa di tattico sul campo di gioco, se sei bvavo, e poi chissà.-

-Non suona tanto bene, infatti. Sei sicuro delle tue fonti?-

-Pev favove. Basta guavdave. Negli ultimi anni sono sempve avvivati tva la decima e l'ottava posizione senza mai cambiave più di un giocatove nella stessa estate, e mai uno tatticamente vilevante. Io ti dico “Lascia pevdeve, e vinci piuttosto da un'altva pavte”.-

-Ottimo, quindi avanzano Torino e Udine.-

-Tovino l'ultimo anno è avvivata decima, puv avendo un vostev da finale scudetto. Ova devono dave l'impvessione di potevci vipvovave subito, sostituendo i giocatovi più deludenti con altvi che vischiano di diventave a lovo volta cavne da macello: bvuttissima situazione pev tutti. Tovino non potva pvogvammare la pvossima stagione su otto mesi, ma dovvà vincere il più possibile, sia subito, sia a fine stagione.-

-Oppure Udine, che è neopromossa ed è disposta a puntare metà budget su un cercatore di vent'anni per una sola stagione.

-Sembva la pvoposta più debole, ma guavdala in faccia: non ci sono aspettative, ma c'è tantissimo entusiasmo e voglia di fave. C'è una squadva da costvuive col contvibuto di tutti. E a fine stagione puoi fave quello che vuoi senza che ti si possa dive nulla. In più vimani vicino a casa e alla tua famiglia: cosa vuoi di più?-

-Aspetta un attimo: che progetto tecnico ha Udine?-

-Beh, innanzitutto ha un allenatove stimabilissimo come Quentin Vavel*: hai visto come ha ovganizzato la stagione della pvomozione? È pavtito lavovando moltissimo sulla squadva e dedicando al piano pavtita poco tempo, e s'è visto dai visultati sul campo; poi, più o meno a dicembve, ha viportato quanto ha costvuito nei mesi pvecedenti sul campo, un vevo e pvopvio cvescendo Vaveliano, ed ha ottenuto la pvomozione. Comunque, se vuoi, posso ovganizzavti dei colloqui, anche con gli allenatovi di tutte e quattvo le squadve, così puoi favti un'idea più appvofondita dei singoli pvogetti. Ad ogni modo, il mio paveve l'hai sentito.-

 

Questo è il mio procuratore. Un tipo originale, senza dubbio, ma che sa il fatto suo.

La prossima settimana viaggerò tra l'isola di Skye, Macinaggio, il Piemonte e il Friuli per i colloqui tecnici, dopodiché annuncerò pubblicamente la mia scelta. Sicuramente, però, parlare col “pvocuvatove” mi ha dato parecchio a cui pensare.

 

 

 

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* ”Vavel” significherebbe “Ravel” (con l'accento sulla “e”), ma il difetto di pronuncia del procuratore lo ha storpiato orribilmente. Mi sembrava difficile da capire, quindi ho messo la nota.

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Ciao.

Sì, è la mia prima fanfiction, o perlomeno la prima che pubblico.

Diventerà interattiva dal secondo-terzo capitolo, almeno secondo una personale concezione dell'interattività. Vi spiegherò tutto più avanti, non temete.

Per la struttura che avrà, è pensata per seguire in diretta l'andamento del campionato italiano di quidditch, quindi con una partita ogni due settimane, mentre gli aggiornamenti saranno settimanali per raccontare vari aneddoti che si svilupperanno tra i compagni di squadra; stiamo a vedere... (ovviamente gli aggiornamenti estivi saranno piuttosto sporadici, ma è nella logica dell'ordito).

Il primo capitolo ricorda molto un libro di storia campato in aria: ci sono due dialoghi e una descrizione molto precisa del background del protagonista, ma senza neanche accennare per sbaglio al suo colore di capelli. È una scelta mia, commentatela pure; il motivo per cui scrivo qui è quello di fare esperimenti e giudicarne l'impatto, oltre che per migliorare la mia scrittura.

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Capitolo 2
*** Una scelta combattuta. ***


Una scelta combattuta.

 

Tempo fa ho visto un cartone animato sui vichinghi e i draghi.

Sono pronto a scommettere che l'incipit di detto film è stato scritto pensando a Portree:

Questa è Portree. È dodici giorni a nord di disperazione e pochi gradi a sud di morire di freddo, si trova esattamente sul meridiano della miseria. Qui piove per nove mesi all'anno, e gli altri tre grandina. Ci sono poco meno di 3'000 abitanti, Abbiamo la brughiera, il Quidditch e un'incantevole vista del tramonto, l'unico problema sono le infestazioni: in molti posti hanno topi o zanzare, noi abbiamo i Neri delle Ebridi!”

Scherzi a parte, il “pvocuvatove” aveva perfettamente ragione: dopo un viaggio in passaporta dritto nel mezzo della brughiera e una camminata nel bel mezzo del nulla fino a questo minuscolo centro abitato, peraltro il più grande dell'isola di Skye, mi sono sentito dire che loro considerano la prossima stagione come una di transizione, che non contano di confermarmi per l'anno seguente a prescindere dai risultati e che, se ora accetto di giocare per loro nel campionato più bello del mondo, la squadra potrebbe addirittura arrivare ottava.

Grazie, ma non sono ancora così disperato.

 

Simile è ciò che mi hanno detto a Torino: il loro cercatore li ha molto delusi, allora hanno subito pensato a me perché, secondo loro, posso esprimere molto più di quanto abbia mostrato fin'ora, ma ciononostante ho dimostrato di saper vincere, quindi sperano che, giocando per loro, potrei rilanciare sia le mie che le loro quotazioni.

Forse dovrei specificare che il cercatore di Torino dell'anno scorso, Gui Colombo, è stato la riserva di Tony Silva ai mondiali di due anni fa, dove il Brasile è arrivato secondo, quindi non proprio l'ultimo arrivato.

Durante il viaggio di ritorno, il mio procuratore ha detto “Quelli ti vogliono solo pevché costi poco”, e penso che questo sia un bel riassunto dell'intero colloquio.

 

A Macinaggio ho trovato un clima molto accogliente; infatti al colloquio hanno partecipato, oltre al presidente e all'allenatore dei Capitains, anche Pietro Poli, cacciatore italo-francese che è stato mio compagno di stanza al raduno della nazionale sperimentale di due anni fa, e Gaetano Cavalieri, il cercatore italiano di cui andrei a rilevare il ruolo in squadra il prossimo anno. Mi hanno spiegato che la squadra si appresta ad affrontare il suo quinto anno in Ligue un, che negli ultimi anni i valori si sono molto livellati e che quindi ritengono il prossimo triennio adatto ad un tentativo di assalto al titolo di campioni di Francia. Poi Pietro e Gaetano hanno parlato dell'unità dello spogliatoio, il cui nucleo è rimasto invariato nell'ultimo lustro, in cui si sono integrati giovani molto promettenti provenienti da tutta la Francia. Il progetto mi è piaciuto moltissimo, ma come mi ha giustamente ricordato Pietro, se lo accetto mi conviene imparare il francese.

Ho spiegato a malincuore che per me l'ostacolo linguistico è maggiore di quanto sembri, che comunque farò sapere loro la mia decisione entro domenica.

 

Il colloquio di Udine è stato particolare, sotto un certo punto di vista, perché mi ha lasciato addosso il contagioso entusiasmo dell'allenatore Ravel: capelli e barba rossicci, lineamenti alla Van Gogh, fronte increspata in un'espressione di attenzione costante, sapevo che, prima di fare l'allenatore, avesse giocato come battitore, quindi mi sono un po' stupito scoprendolo più basso di me di oltre 10 cm.

S'è subito accorto, nonché voluto sincerare personalmente, della blanda scavigliata che ho rimediato all'arrivo della passaporta, neanche dieci minuti prima, poi siamo passati alla descrizione della sua offerta: vuole disegnare la nuova Udine di serie A mettendo sotto contratto i più promettenti giocatori di serie B che, secondo lui, possono meritare una chance “al piano di sopra”, nonché alcune “riserve” di serie A, mature per giocare titolari, ma che nella loro squadra hanno poche possibilità di mettersi in luce (io, ad esempio), oltre che ad un paio di conferme tra le “Zebre” che hanno conquistato la promozione. Mi ha detto un paio di nomi “caldi”, tanto per farmi chiarezza sulle sue idee, pur specificando che lui e la dirigenza stanno mettendo il naso in ogni trattativa che risponda ai requisiti di cui sopra.

L'obiettivo stagionale è chiaramente una salvezza tranquilla, ma non è escluso che, con un po' di fortuna sia in estate, sia durante la stagione, ci si possa togliere qualche soddisfazione in più.

Il progetto mi ricorda un po' quello di Cap Corse, solo molto meno maturo, ma potenzialmente anche più ambizioso. D'altra parte, non ci sarebbero problemi linguistici e, come dice il pvocuvatove, sarebbe un ambiente ideale in cui crescere senza pressioni, tra l'altro neanche troppo distante da Trento, dove vive la mia famiglia.

 

La notte tra sabato e domenica non ho dormito, ma mi sono rigirato nel mio letto finché non ho preso una decisione; domenica mattina ho fatto colazione col mio procuratore, poi siamo volati a Udine a firmare il contratto.

 

Ora, paradossalmente, sono in vacanza per quasi due mesi. Il ritiro di squadra, infatti, è programmato per metà agosto, quando tutti i roster saranno definiti e i giocatori cominceranno ad allenarsi insieme.

Ma è una data che è ancora lontana: penso che ora andrò in ferie al mare per qualche settimana, tenendomi aggiornato su tutte le manovre di mercato che possano coinvolgere Udine, la mia Udine.

 

 

 

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Ciao.

Ecco un capitolo tanto atteso, quello in cui, nonostante lo si sapesse già dal titolo, Giovanni firma per le Zebre.

Avrete notato che ho inserito anche una piccola descrizione dell'allenatore, la prima descrizione in assoluto di questa storia.

È anche il capitolo in cui si apre la porta all'iscrizione di altri giocatori, quindi passo subito ad introdurvi il modulo di presentazione.

 

Nome:

Cognome:

Genere (maschio o femmina?):

Ruolo (portiere, battitore, cacciatore):

Data di nascita (anteriore al 31/12/1999):

Luogo di nascita:

Altezza (in cm):

Peso (in kg):

Nazionalità (dovrebbe essere collegata al luogo di nascita, ma possono esistere eccezioni):

Breve descrizione dello stile di gioco (profilo tecnico):

Breve descrizione del carattere (introverso, rumoroso, timido, serio,... come si comporta nello spogliatoio?):

Breve curriculum sportivo:

Varie ed eventuali:

Nome e cognome dell'allenatore di Udine (anti-spam):

 

I moduli compilati andranno spediti via PM all'autore di questa storia (non via recensione!), dopodiché saranno visualizzati personalmente da coach Ravel, che contatterà poi per un colloquio i giocatori che riterrà idonei.

Ricordo che nel campionato italiano di quidditch i giocatori di nazionalità diversa da quella italiana sono limitati a due per ogni squadra.

Inoltre, sarebbe ideale se si iscrivesse anche qualcuno che “conosce” Udine, l'ha abitata o visitata approfonditamente a livello sociale e topografico.

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Nicky99nicky99: grazie per i complimenti, in effetti ho voluto cominciare questa avventura perché non ho trovato null'altro di simile in giro. Sì, la storia diventa interattiva col prossimo capitolo, trovi il modulo qui sopra, ma ho visto che tu stai già scrivendo almeno altre 5-6 storie, sei sicuro/a di riuscire a spendere energie anche per questa? Permettimi di ricordarti le parole che Angelina Johnson spende su Vicky Frobisher a pag. 269 di HP5.

EDIT 20/07/2016: Ho preso un granchio colossale. Scusami, consultando il tuo account di lettore ho confuso le tue "storie preferite" con le "storie che scrivi tu", categoria quest'ultima peralto completamente vuota. Non puoi immaginare quanto me ne vergogni.

 

Zoey Charlotte Baston: non so se hai letto il contenuto esclusivo che JKR ha pubblicato su Pottermore a gennaio, dove si leggono utilissime notizie sull'istruzione magica nel mondo. In pratica, le scuole di magia consolidate e famose nel mondo sono solo 11, di cui nessuna italiana, ma in compenso ne esistono molte altre meno prestigiose e/o organizzate. Nelle mie ricerche ho scoperto che dei fan italiani, circa 10 anni fa, hanno ubicato una loro scuola di magia proprio dove io stavo “costruendo” la mia, ora, così ho deciso di dargli lo stesso nome, per non mettere troppa carne al fuoco. L'ordinamento scolastico da me progettato, comunque, era molto diverso da quello “originale”, il che avrebbe potuto essere un problema se la storia si fosse ambientata tra le aule; in effetti, ci hai azzeccato, così non è.

A parte ciò, quindi, la possibile esistenza di una fantomatica Accademia di Magia di Boscobolla/Blaserwald, non è assolutamente fuori canon (per ora). Non che abbia importanza, comunque.

Anche perché, non so se si è capito dal testo, né io né il mio personaggio parliamo, né capiamo, l'idioma d'oltralpe, e sarebbe stato difficile giustificare uno studente di Beauxbatons per questo...

Ad ogni modo, fonti vicine alla società mi hanno accennato al fatto che Ravel conti di mettere sotto contratto un giovane portiere di talento entro un paio di settimane: non so, forse è un posto che ti può interessare...?

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Capitolo 3
*** La pazienza è la virtù dei forti. ***


La pazienza è la virtù dei forti.

 

Dopo tre settimane di vacanze estive, posso constatare che, dopo il mio ingaggio, il mercato in entrata delle Zebre non si è mosso granché.

Rettifico, non si è mosso per niente.

Anzi, comincio a chiedermi se per caso non sia stato troppo ingenuo accettare di essere il primo tassello di una squadra in costruzione; sotto questo punto di vista, una risposta mi è stata data da coach Ravel, con cui sono riuscito a scambiare qualche parola venerdì, subito prima che partisse per l'Austria a caccia di nuovi talenti:

 

-Quando tu vuoi qualcosa fatto, devi farlo tu stesso, sì?- mi ha spiegato nel suo italiano tagliato col francese che gli è madrelingua; -Tanti sono capaci di aggiungersi in una squadra che già c'è, ma è più facile trovare uno spazio che ti va bene, dentro la squadra, se non ci sono altri che pensano quello che devi fare, è meglio.-

-Certo, è chiaro. Quello che volevo dire è che in questo momento io sono un po' in apprensione... non mi piace non sapere quello che succede o può succedere, ci sono troppe incognite perché riesca a rilassarmi, in più il fatto di non poter fare niente di utile alla causa attuale mi da sui nervi...

-Tu pensi troppo. Quello che succede è che la pista per il portiere che cercavamo si è complicata, quindi stiamo considerando altre possibilità, mentre adesso sto andando in Austria per parlare con un giovane giocatore che seguiamo da tempo. Comunque mancano sei settimane per trovare sei giocatori, penso che possono bastare. Sai, prima dell'inizio di luglio ci sono pochi giocatori che si aggiungono, poi è più facile. Intanto tu puoi cominciare ad allenarti da solo, se hai voglia, su cose vicino a terra, tipo lo slalom, o gli esercizi per i riflessi, anche, così quando cominciamo sei già pronto, sì?-

 

E su questa nota profetica ha accennato mezza piroetta ed è scomparso nel nulla, per riapparire probabilmente nei pressi di Vienna.

 

Ho fatto come mi ha detto lui.

Ho passato il finesettimana a ripassare i fondamentali sia in volo che a terra, dapprima, con molta cautela, in aperta campagna, successivamente ho ottenuto il permesso di accedere al campo di gioco dei Neptunes, a Trento, sotto la sorveglianza e la supervisione del grande Giovanni Fabbri, il cercatore con cui ho diviso lo spogliatoio per due anni, prima del suo ritiro.

Devo dire che allenarmi con un volatore esperto come lui mi è stato piuttosto utile: è riuscito a darmi molte dritte per velocizzare le manovre di picchiata e cabrata, sfruttando un mezzo avvitamento sull'asse longitudinale che mi consente di ridurre in qualche modo la forza centrifuga e quindi mantenere la velocità, trasferendola in un'altra direzione... non è facilissimo da spiegare, ma temo dobbiate farvelo bastare, a meno che non vogliate venire a vedermi di persona.

In un momento di pausa, Giovanni mi ha raccomandato di insistere, nei miei allenamenti, sull'agilità e sulla rapidità dei cambi di direzione, perché la mia statura è mediamente superiore a quella dei miei pari ruolo e se questo può occasionalmente portarmi vantaggi, ad esempio in caso di meteo ventoso, oppure in caso di volo ravvicinato col cercatore avversario, la maggior parte delle volte è un punto debole, e come tale va rinforzato.

Abbiamo concluso l'allenamento lanciandoci vicendevolmente delle palline da golf da una distanza di 5-6 metri, giocando ad afferrarle al volo, e credo che anche lui non si divertisse così da un po' di tempo.

 

 

 

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Ciao.

Potete ammirare qui sopra un capitolo scritto “per far tornare in alto la storia”, che però, perlomeno a giudizio dell'autore, risulta essere uno Slice of Life mica male, oltre a trasmettere bene, specialmente nella prima metà, i pensieri dello scrittore stesso.

 

Zoey Baston mi fa giustamente notare che non ho specificato i dettagli di quella che nel primo capitolo definisco “la mia personale concezione di interattività”, quindi vi allego parte della risposta delucidatoria (pubblica) che ho dato alla sua recensione:

 

Sotto un certo punto di vista quello che chiedo a chi vuole provare a partecipare a questa "interattiva" non è altro che voglia di mettersi in gioco, pur ognuno seguendo le proprie peculiarità.
Mi spiego meglio: con buona approssimazione, si conosce già il "cosa", il "dove", il "quando" e alla fine anche il "chi" (solo che questi "chi" non hanno ancora un nome) di questa storia. Ignorando il "perché", che si calcola alla fine e non sempre è di immediata codifica, mi aspetto che chi partecipa mi suggerisca il "come", non so se mi spiego.
No? Non proprio? Ok, just follow me, provo a fare un esempio pratico: il risultato di ogni singola partita in programma verrà stabilito tramite un collaudato algoritmo combinatorio di mia invenzione, ma l'andamento della partita, ovvero cosa succederà, come e quando, all'interno di questo vincolo posto dalla matematica, lo deciderete voi. Anzi, lo decideremo noi!
Allo stesso modo, quando ci saranno, una settimana ogni due, sabato e domenica liberi, mi aspetto che capiti con buona frequenza che qualcuno mi chieda/suggerisca: -E se organizzassimo tutti insieme una gita a Trieste? E perché non Venezia? E se andassimo a sciare sulle Alpi Carniche? O magari a Lignano Sabbiadoro, quando comincia a fare caldo?- piuttosto che -Conosco un locale, nel centro storico di Udine, che prepara un Liptauer che non vi dico: dovete assaggiarlo!- e a quel punto, qualcun'altro potrebbe dire -No, mi spiace, sono vegano...-.

Queste sono solo le varianti babbane del tema, confido che ognuno riuscirà a propormi perle di fantasia e creatività che, prima di venire "accettate", verranno regolarmente condivise e "messe al voto" tra compagni di squadra... D'altronde nulla vieta a chi non dovesse voler partecipare ad un singolo evento di ribattere: -Mi dispiace, questo fine settimana volevo tornare a Ravenna a trovare i miei genitori...-

 

 

Ora, con tre settimane in più di esperienza, posso rassicurare sul fatto che i capitoli Slice of Life non abbiano velleità di essere molto più importanti di quello che avete appena finito di leggere, sempre a meno che non lo vogliate voi.

 

Comunque avete afferrato il concetto, gente: sei settimane, sei giocatori.

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