Tra perle e sangue... oro

di koorime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuto al mondo ***
Capitolo 2: *** Paure ***



Capitolo 1
*** Benvenuto al mondo ***


Titolo

Titolo: Tra perle e sangue... oro.

Autrice: Koorime

Beta: Thalia, che io ringrazio non solo per aver betato il capitolo a tempo di record ma anche per avermi dato una mano a trovare un titolo carino ed evocativo che secondo me è perfetto per la storia.

Trama: Davanti a tutti c’era Sasuke, o almeno uno che gli assomigliava parecchio. Camminava avanti e indietro senza sosta con le mani dietro la schiena e lo sguardo più truce che gli si fosse mai visto in faccia da quando aveva otto anni.

Disclaimer: Naruto e tutti i personaggi del manga appartengono a Kishimoto sensei e alle case editrici che ne detengono i diritti. La fic non è quindi scritta a scopo di lucro, ma solo per festeggiare il compleanno di una persona speciale. Kin invece è tutto mio! *-*

Avvertimenti: Mpreng, mpreng, mpreng! Questo significa che ci saranno maschietti incinti sparsi per la fic.

Una piccolissima precisazione: il titolo deriva dal fatto che Kin in giapponese significa oro.

Note dell’autrice: Questa storia è tutta da dedicare a una persona, per il suo compleanno.

TANTI AUGURI STAT!

 Lo so, sono in ritardo di ventiquattro ore... ma tanto tu non potevi leggerla prima, quindi sono perdonata, vero, amore? *sfarfalla le ciglia*

Mi avevi chiesto il sequel di Our little treasure quindi eccolo qui, tutto per te. Ti faccio ancora tanti auguri e ti strapazzo di coccole  (XD) in attesa di incontrarti, finalmente.

Per tutti gli altri buona lettura, Yu.

 

 

 

 

 

 

Tra perle e sangue... oro

Benvenuto al mondo.

 

 

 

La porta si chiuse con uno scatto dietro di lui e Naruto avanzò a passo spedito tra i corridoi asettici dell’ospedale. Svoltò più e più volte fino a quando non sbucò nel reparto maternità, dove lo accolse un campanello di teste more.

Fu accolto dai pianti di Gai Maito e Rock Lee e i tentativi di Hinata di calmarli prima che le infermiere li sbattessero fuori per tutti quegli schiamazzi. Ten Ten si massaggiava le tempie e probabilmente era solo per il fatto che si trovassero in ospedale che ancora non aveva picchiato a sangue i suoi due compagni di squadra, e al diavolo che uno fosse il suo ex sensei!

Davanti a tutti c’era Sasuke, o almeno uno che gli assomigliava parecchio. Camminava avanti e indietro senza sosta con le mani dietro la schiena e lo sguardo più truce che gli si fosse mai visto in faccia da quando aveva otto anni. Naruto gli si fece accanto con un leggero fiatone e palesò la sua presenza toccandogli la spalla leggermente. Lui gli concesse una singola occhiata e riprese a scavare la sua trincea con lunghe falcate, su e giù per il corridoio immacolato.

-Ho bisogno di una sigaretta!-

Naruto, che era rimasto a guardarlo, sbatté le palpebre confuso –Sasuke, tu non fumi.- Constatò a onor del vero.

-Beh, questo mi sembra il momento adatto per cominciare, non credi?- Sbottò quello voltandosi a fulminarlo.

-Okay, adesso calmati.- Il biondo lo prese per le spalle e lo trascinò senza troppi problemi verso una delle sedie poste contro il muro –Stai esagerando, vedi di riprendere il controllo di te o ti faccio internare!-

Sasuke lo fulminò con un’occhiataccia ma non fiatò e si lasciò spingere a sedere. Si prese la testa tra le mani e sbuffò esasperato, fissando il pavimento lucido. Una volta tanto Naruto aveva ragione, doveva calmarsi, assolutamente, o avrebbe sfasciato tutto, ma non era facile quando il proprio compagno era in sala parto a dare alla luce il loro primogenito e lui era lasciato lì fuori ad aspettare. Si sentiva impotente e inutile, e non era una sensazione piacevole, affatto, proprio come quella volta per il referendum.

Un anno prima era stato fatto un referendum sui matrimoni omosessuali per decidere la politica internazionale da seguire, e uno interno ad ognuno dei Paesi per decidere la linea da seguire singolarmente. Konoha aveva votato no ad entrambi, così come gli altri Paesi, ad esclusione solo del Villaggio della Sabbia. Suna era stato l’unico a votare favorevole, probabilmente influenzati dalle vicende personali del Kazekage, sentimentalmente legato da anni ormai a Rock Lee della Foglia.

La questione era stata alquanto spinosa e aveva visto grosse lamentele da parte di chi invece era favorevole a quella svolta perché si sentiva chiamato in causa o semplicemente perché credeva nell’amore senza confini e nella legalizzazione dei rapporti omosessuali. I capi dei Paesi si erano purtroppo ritrovati con le mani legate e avevano dovuto sottostare al volere del popolo cercando di sedare i malcontenti con la diplomazia.

Nessuno sapeva che Tsunade aveva distrutto il suo ufficio più volte presa dalla rabbia per l’ingiustizia fatta dal suo popolo, o che era stata lei a fermare la rabbia di Sasuke e Naruto, quelli che avevano sofferto di più per quella negazione, quelli che sognavano da un’intera vita di ricostruirsi una famiglia ed essere felici.

Alla fine più o meno tutti si erano rassegnati a quel dato di fatto e la vita aveva ripreso a scorrere tranquilla, fino a quando Neji Hyuga non aveva fatto scandalo rimanendo incinto del suo compagno. A quel punto Tsunade aveva agito d’anticipo e aveva preservato il diritto di ogni coppia di adottare un bambino, supportata da tutti gli shinobi del Villaggio.

Sasuke stava solo aspettando che il bambino nascesse per poter avviare le pratiche dell’adozione.

Una gomitata lo distrasse dai suoi pensieri e si voltò a guardare Naruto che fissava il gruppetto poco distante.

-Perché sono tutti qui?-

-Erano con Neji quando... si è sentito male.-

-Sentito male?-

-Sì, insomma... quando sono cominciati i dolori.-

Naruto ridacchiò un po’ –Non sei proprio in pace con la questione della rottura delle acque, vero?-

Il moro fece una faccia scura ed era già pronto a rispondergli male quando la porta della sala parto si aprì e calamitò tutta la sua attenzione. Ne uscì una Sakura stanca e sudata, ma con un sorriso gentile sulle labbra.

Lei si avvicinò ai due suoi compagni di squadra e fissò lo sguardo in quello nero dell’Uchiha.

-Congratulazioni, Sasuke. Sei papà di un bel bimbo di tre chili e ottocento.-

Naruto esultò dandogli una pacca poderosa sulla schiena e Sasuke espirò, senza neanche rendersi conto di aver trattenuto il fiato fino a quel momento. Il gruppetto attorno a loro lo riempì di auguri e felicitazioni ma lui neanche li sentiva, troppo preso a ripetersi mentalmente che era diventato padre. Non riusciva a crederci sul serio.

-E... e Neji? Sta bene?- Chiese con apprensione, ritornando con la mente al suo compagno.  Sakura sorrise, intenerita.

-Sta bene. Vuoi andare da lui?- Sasuke annuì e lei lo guidò nella  stanza singola dove avevano spostato lo shinobi –Ora è sotto sedativi, perché abbiamo dovuto operare per la posizione scorretta del bambino, ma stanno bene entrambi.-

La voce di Sakura nella sua mente si affievolì fino a scomparire nell’istante in cui vide sul suo compagno addormentato in quel letto, con la flebo nel braccio e l’espressione serena di chi dorme. Fu accanto a lui in pochi istanti, i suoi occhi a scrutare febbrili il suo incarnato in cerca di qualcosa che non andasse.

-Sta bene, non preoccuparti.-

Registrò appena la voce di Tsunade, insieme alla presenza di Shizune, e il suo tono rassicurante e con una nota di presa in giro per l’apprensione che sapeva irradiava il suo intero corpo.

-Ci crederò quando si sveglierà e me lo dirà lui.- La sua risposa fece sbuffare divertite le tre donne, ma nessuna si sentì di ribattere. L’Hokage e la sua assistente se ne andarono per la necessità di controllare altri pazienti, e Sakura si avvicinò a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.

-Vuoi vedere...-

-No. Non senza Neji.-

La donna annuì e con un sorriso lo lasciò solo di vegliare sul proprio compagno. Quando la porta si chiuse, Sasuke prese la sedia poggiata al muro e si accosto al letto, tenendo sempre sotto controllo Neji. Si appoggiò alla spalliera della sedia ed aspettò.

 

 

____________________________

Quando, ore dopo, Neji socchiuse gli occhi, agitandosi nel letto, Sasuke scattò subito verso di lui per controllarlo. Lo Hyuga si muoveva con lentezza, guardandosi attorno per fare luce su dove si trovasse e perché. Poi tutti i ricordi esplosero nella sua mente alla sola vista del viso teso del proprio compagno e lui sorrise, pigro.

-Ciao.-

-Come stai? Senti male da qualche parte?- Sasuke continuava a studiarlo, non fidandosi delle mille altre volte in cui aveva controllato che fosse tutto a posto. Neji voltò meglio il capo sul cuscino e sorrise ancora, allungando una mano per fermare quelle del compagno che continuavano ad esaminare la flebo nel suo braccio.

-Sasuke, sto bene.-

-Sei sicuro? forse dovrei chiamare Sakura, o Tsunade...-

-Sì, ma solo per farci portare il nostro bambino.-

Sasuke Uchiha si bloccò completamente e se non l’avesse conosciuto bene, Neji avrebbe potuto credere che stesse tergiversando, preso dal panico. Se avessero portato il bambino da loro tutta la questione dell’essere padri sarebbe diventata vera.

Con le poche forze che gli erano rimaste, Neji strinse una delle sue mani e sorrise di nuovo, socchiudendo gli occhi perlacei e fissandoli in quelli mori del suo compagno.

-Va’ a prendere il nostro bambino, Sasuke.-

Quello tentennò ancora un istante, ma lasciò andare la sua mano, adagiandola gentilmente sulle lenzuola candide e si alzò, andando in cerca di qualcuno che avrebbe potuto rendere reale la sua paternità.

 

Parlò con un’infermiera che sorrise e lo rimandò in camera, mentre lei andava al Nido.

Entrò nella camera del paziente Hyuga spingendo un box trasparente occupato. Gli occhi dei due uomini vennero calamitati da ciò che lo occupava e attorno a cui si affaccendava la donna.

Il box venne posizionato accanto al letto e Neji fu aiutato a sedersi contro i cuscini prima che l’infermiera prendesse quella cosina e gliela mettesse tra le braccia.

Sasuke sgranò gli occhi, completamente preso da quella visione. C’era un affarino piccolissimo e tutto rugoso tra le braccia del suo uomo, e l’unica cosa che faceva era respirare. Neji invece tratteneva il fiato mentre cercava di poggiarselo contro il petto e sostenerlo con un solo braccio, così da avere l’altra mano libera per toccarlo, e fu quello che fece per tutto il tempo. Studiò le mani microscopiche e i piedini coperti dal pagliaccetto azzurro, le gambine erano piegate a ranocchia e non volevano saperne di rimanere stese, mentre il nasino all’insù e il labbro superiore leggermente sporgente gli davano un’aria imbronciata che li faceva sorridere emozionati e increduli.

La testolina era ricoperta già da un mare di sottili capelli neri e dalle palpebre socchiuse si potevano intravedere due perle lucide.

Sasuke si accomodò sul bordo del letto, accanto al suo compagno e studiò suo figlio fin nell’ultimo particolare, per accertarsi che stesse bene, fosse sano e forte, proprio come i suoi papà.

Il piccolo fagottino fece uno sbadiglio con la sua boccuccia sdentata e Sasuke scoprì di essere già completamente perso per suo figlio. Allungò un dito e tracciò una piccola carezza dalla guancia paffuta, lungo il braccino, fino al pugnetto soffice, e sorrise, poggiando la testa contro quella castana di Neji.

-Benvenuto al mondo, Kin.-

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Capitolo 2
*** Paure ***


Mi prostro ai vostri piedi per l

 

Mi prostro ai vostri piedi per l’enorme ritardo, non ho scusanti, lo so (_ _)

Ricordo che questa storia è nata solo ed esclusivamente per puro diletto della mia Stat.

Per tutti gli altri, buona lettura!

 

Tra perle e sangue... oro

 

 

 

-Mi raccomando!-

-Sì, ho capito, ho capito.-

-Sasuke!-

Sasuke alzò gli occhi al cielo in modo quasi impercettibile, ma per chi, come Sakura, lo conosceva da una vita, era un gesto più che evidente.

-Guarda che parlo sul serio. Neji deve riposare, assolutamente. È ancora debilitato dal parto, quindi vedi di tenere le mani a posto per le prossime settimane! Completamente!-

-E io ti ripeto che ho capito! Smettila di assillarmi!-

Sakura lo fisso per un po’, incerta se credergli o no, poi però prese un sospiro e fece un piccolo cenno con la testa.

-Per qualunque cosa chiamami, okay? A qualunque ora.-

Sasuke rispose con un ghignetto dei suoi.

-Oh, lo farò senz’altro. Non mi faccio certo scrupoli, io!-

Dopo di che, con un braccio alzato in saluto, Sasuke Uchiha uscì dall’ospedale di Konoha diretto a casa.

 

___________________

Sasuke entrò nella camera da letto e si fermò di botto, accigliandosi.

-Che diavolo stai facendo?-

Neji si voltò a guardarlo appena, le cinghie ancora tra le mani. Gli concesse solo un’occhiata e riprese la sua opera di allacciarsi la vestaglia, senza rispondergli in altro modo.

Sasuke si incupì e fece qualche passo verso di lui.

-Sakura ha detto che non devi stancarti!-

-Sakura non ha mai parlato di non andare in bagno.- Rispose quello pacatamente, con cipiglio ironico.

Le sopracciglia di Sasuke si aggrottarono ancora di più mentre lo fissava quasi a volersi accertare del suo stato di salute attraverso quegli occhi candidi.

Neji scosse appena la testa sbuffando una risatina e si sporse a posargli un bacio sulle labbra.

-Torno subito, promesso.- Mormorò, scivolando oltre per uscire dalla stanza.

 

Quando rientrò in camera si godette la vista del suo compagno steso nel loro letto tutto intento a osservare il loro bambino.

Kin gorgogliava pieno di vita, gli occhioni perlacei spalancati a fissare il suo papà, stringendogli orgoglioso un dito nella manina piccola. La agitava, felice di quella piccola vittoria sul suo grande papà e pigolava soddisfatto, guadagnandosi uno dei rari sorrisi che il suo papà concedeva al mondo.

Neji si sfilò la vestaglia e scivolò silenzioso accanto a loro, accarezzando con un dito il piccolo torace nel pagliaccetto chiaro.

-Ehi, ciao piccolino.-

Kin gorgogliò in risposta scattando con i pugnetti e le gambine arricciate e facendolo ridere quietamente. Poi sbadigliò e Neji gli picchiettò la boccuccia arricciata con il dito, che si ritrovò imprigionato in men che non si dica e succhiato dolcemente. I due suoi papà sgranarono appena gli occhi e ridacchiarono.

-Hai fame, piccolo Kin?- sussurrò Neji sorridendo per il solletico che il ciucciare del suo bambino gli provocava.

Sasuke sorrise e liberò il proprio dito dalla morsa del neonato.

-Vado a preparargli il biberon.-

Neji aspettò che il suo compagno fosse uscito dalla stanza, per scivolare più giù disteso, mettere la mano ben aperta sul corpicino del suo piccolo tesoro e sorridere. Rimase così fino a quando non percepì la presenza di Sasuke nella stanza, vicino a lui, e un attimo dopo il suo compagno entrò nel suo campo visivo con un biberon nella mano.

Kin prese subito a succhiare con voglia la tettarella, con gli occhi sempre aperti e attenti a qualunque movimento, curiosi e vispi per rincorrere le figure dei suoi due papà sorridenti.  Lo sapevano loro, che in realtà non vedeva altro che due macchie indistinte, ma l’idea che li seguisse sempre gli scaldava il cuore.

Rimasero così, in silenzio, a fissare il loro bambino che succhiava il suo biberon e emetteva tutti quei suoni umidi e teneri che li facevano sorridere e ridere, finché non ebbe finito. Neji allora lo prese delicatamente tra le mani, sostenendogli la testolina, e se lo portò al petto, dove Sasuke gli aveva già preventivamente posizionato un asciugamano sulla spalla.

 

Passarono la giornata su quel letto, tra quelle lenzuola, combattendo con il cambio dei pannolini e le poppate ogni tre ore, coccolandoselo, litigando per chi dovesse cullarlo, fino a quando non calò la sera.

Kin venne adagiato nella culletta, nella sua cameretta azzurrina, mentre Sasuke si preoccupava di preparare una cena leggera da poter consumare a letto con il suo compagno.

Aveva disposto tutto perfettamente su un ampio vassoio quando entrò nella camera da letto e si fermò.

Neji non era lì.

Si avvicinò al letto sfatto e vi appoggiò le pietanze sopra, voltandosi e andando alla ricerca del suo compagno che non seguiva gli ordini del medico.

Lo trovò nella cameretta di Kin fermo davanti alla culletta stretto nella sua vestaglia chiara con i capelli lunghi sciolti sulle spalle.

Sasuke si fece avanti e lo raggiunse alle spalle.

-Ehi.- Lo abbracciò da dietro e gli posò un bacio leggero sul collo.

Neji si lasciò subito andare tra quelle braccia amate, rilassandosi completamente e trovandovi sostegno.

-Ehi.- rispose con un filo di voce.

Rimasero così per un tempo che parve infinito, intenti com’erano a osservare il loro bambino dormire in pace.

Fu Neji a rompere il silenzio pacifico di quella sera, dando voce alle sue paure.

-È uno Hyuga.-

Sasuke se lo strinse di più al petto –Starà bene.-

-È della casata cadetta.-

-Lo proteggeremo.-

A quel punto Neji si voltò, gli occhi perlacei sgranati e il panico a fargli vibrare la voce.

-E se non ci riuscissimo? Se... è segnato, come tutti noi.-

-Neji, ascoltami.- Cominciò il moro, guardandolo serio –Lo proteggeremo noi e crescerà forte e sano.-

Chiuse gli occhi e poggiò la fronte contro quella del suo compagno –Crescerà e sarà schifosamente felice, è una promessa.-

Neji chiuse anche lui gli occhi, sospirando in risposta per riprendere il controllo delle sue emozioni, e annuì appena stringendosi ancora un po’ contro il petto del suo uomo.

Kin era ancora piccolo e loro... avevano quattro anni davanti per prendere quella maledetta decisione.

 

 

***

 

Noticina: per chi non lo ricordasse nella famiglia Hyuga la casata cadetta è la seconda casata, quella cioè costretta a difendere la prima per proteggere il segreto del Byakugan. È per questo motivo che verso i quattro anni viene impresso sulla fronte di tutti quelli che non sono primogeniti il Sigillo maledetto, questo per capirci. Oltre a essere un segno distintivo di subordinazione, quel tatuaggio, tramite un jitsu, opera sui nervi di chi lo porta, obbligandolo a sottostare alle regole della famiglia, pena la pazzia comportata dal dolore. Inoltre, dopo la morte, funge da sigillo che impedisce a chiunque di scoprire i segreti del Byakugan. È infatti per questo motivo che Hizashi, padre di Neji, si uccise per prendere il posto del gemello Hiashi, padre di Hinata, quando il capo del Paese del Fulmine, tramite un complotto, pretese la testa del capofamiglia, Hiashi per l’appunto.

Spero di essere stata esauriente. Se no... andate a cercare notizie su Santa Wiki, pigroni! XDDD

Alla prossima!

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