Come in guerra, così in pace

di Alsha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Neanche la morte ci separi - Maes, Glacier ***
Capitolo 2: *** Gioia - Denny Brosh, Maria Ross ***
Capitolo 3: *** Fante e regina - MaiOri ***
Capitolo 4: *** Cenere di sigaretta - HavBec ***
Capitolo 5: *** Memorie - VanHohenneim, Trisha Elric ***
Capitolo 6: *** Nemmeno un segreto - Izumi, Shigu ***
Capitolo 7: *** Dopo l'inferno - RoyAi ***
Capitolo 8: *** Sempre fedele - LingFan ***
Capitolo 9: *** Vita di coppia - AlMei ***
Capitolo 10: *** Parole, parole, parole... ***



Capitolo 1
*** Neanche la morte ci separi - Maes, Glacier ***


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{Tabella “Genere libero”; Prompt 03 “Chiudi gli occhi”}
{Maes e Glacier Hughes }



 
NEANCHE LA MORTE CI SEPARI

Glacier posò la testa sullo stipite della porta, guardando la piccola Elycia che correva in giardino inseguendo una palla.

Era in momenti come quelli che il ricordo di Maes era più vivido,  e proprio per questo la sua mancanza si sentiva maggiormente.

Soffriva, Glacier, ad immaginarlo appostato accanto alla cancellata a scattare una nuova foto alla sua –loro- bambina per mostrarla a chiunque gli prestasse sufficiente attenzione.

Era così facile immaginarlo in qualsiasi situazione che, in qualche modo, lei lo sentiva ancora vivo.

Ne sentiva la voce, ne percepiva il tocco premuroso delle mani sulle sue braccia, ne vedeva l’ombra mentre si muoveva per casa.

Lui, che era tornato dall’inferno di Ishval per lei, “il suo futuro felice” come amava chiamarla, e adesso non c’era più.

-Mamma? Sei triste? – Elycia tese le braccine verso di lei, che la prese in braccio.

-No piccina. Sto bene. – la strinse forte al seno, con tutto il suo amore e con l’amore di Maes -  Amore, chiudi gli occhi. Senti anche tu papà che ci abbraccia?


WRITER'S CORNER
Premetto che io non sono in grado di scrivere cose romantiche. Cose tenere sì (vedasi: Just family) cose romantiche no.
Purtroppo (per voi) pubblicare cose romantiche scritte da incapaci non è illegale, altrimenti mi arresterebbero e voi sareste salvi.
Comunque, spero vi piacciano. Nel caso, pareri (cordiali) sono sempre ben accetti!
Alsha
 

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Capitolo 2
*** Gioia - Denny Brosh, Maria Ross ***


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{Tabella “Genere libero”; Prompt 10 “Smetti di piangere”}
{Denny Brosh e Maria Ross}

GIOIA
Era finita, finalmente.

Qualsiasi cosa fosse accaduta, era finita.

Brosh si lasciò cadere mollemente all’indietro, cadendo di schiena sul pavimento sporco, tra i bossoli e il sangue e rise.

Ross lo guardò, così trasparente nella sua felicità, un po’ come un bambino, e scoppiò a ridere anche lei.

La gente gridava, correva, esultava, e loro due ridevano.

Ridevano, abbracciati visto che Denny –non più il sergente Brosh- aveva preso Maria –non più il sottotenente Ross- per un braccio e l’aveva portata a terra, vicina a lui, stretta a lui.

E ridevano, tanto da avere gli occhi che luccicavano. Inevitabilmente, cascate di lacrime iniziarono a scorrere sul volto del ragazzo, che rideva con la faccia premuta contro la spalla della soldatessa, senza imbarazzo.

“Smetti di piangere” avrebbe voluto dirgli, magari con il suo solito cipiglio scocciato, ma non lo fece perché, alla fine, piangeva anche lei.



WRITER'S CORNER
Ehm... sì. BroshRoss, perchè io può, credo.
E anche se non fosse, ormai l'ho pubblicata, quindi...
Ringrazio di cuore Laylath, Sophie-nee e Musa Talia per aver recensito e tutti quelli che hanno messo tra preferite e seguite. Grazie, davvero ^^
Baci
Alsha

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Capitolo 3
*** Fante e regina - MaiOri ***


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{Tabella “Genere libero”; Prompt 06 “Sì”}
{Olivier Milla Armstrong e Miles}

FANTE E REGINA

-Finalmente sei tornato dove devi stare.

Olivier intrecciò le dita, sdraiandosi sulla sedia e appoggiando i pesanti stivali dell’esercito sulla scrivania.

Sull’uscio dell’ufficio della regina delle nevi di Briggs, Miles scrutò quel volto tanto familiare nell’aria fresca che contraddistingueva il gelo del suo vecchio posto di lavoro, così diverso dal calore arido delle terre dei suoi antenati.

Una ciocca dorata scivolò davanti all’occhio della donna, e il suo sottoposto ebbe un sussulto.

Aveva trascorso mesi in cui il baluginio di capelli biondi lo aveva messo sull’allerta, rimanendo inevitabilmente deluso quando ricordava che era solo il tenente Hawkeye, e adesso non poteva capacitarsi di essere di nuovo al cospetto della sua regina.

-Ti è mancata Briggs, maggiore Miles?

-Più di quanto possa immaginare, signora.

-E com’è stato lavorare per Mustang? Ti sono mancata? – volendo cercare bene, Miles avrebbe potuto trovare una certa impazienza nel tono della donna, quasi fosse preoccupata della sua risposta.

-Sì signora. Ovviamente sì.



 

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Capitolo 4
*** Cenere di sigaretta - HavBec ***


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{Tabella “Genere Libero”; Prompt 11 “Baciami”}
{Jean Havoc e Rebecca Catalina}

 
CENERE DI SIGARETTA

-Ti sei messo comodo, eh, Havoc? Non lo sai che Mustang ti rivuole all’opera subito? – trillò la voce di Rebecca, mentre lei si sedeva su una panca della palestra dell’ospedale, accanto alla sedia a rotelle su cui sedeva l’uomo.

Havoc cercò istintivamente di sfilarsi la sigaretta di bocca, ma era vietato fumare in ospedale e lui si trovò ad annaspare con la mano a mezz’aria.

-Taci, Catalina. Non sai fare altro che parlare con quella boccaccia?

Subito un ghigno le si aprì in viso.

Inutile dire che lei accolse la sfida.

Gli prese il viso tra le mani e premette le labbra contro quelle di lui, che ben presto le schiuse, stringendola in vita e trascinandosela addosso per metà.

Fu Rebecca a staccarsi per prima, con il naso arricciato in una smorfia schifata a dispetto della foga che l’aveva presa, scivolandogli sulle ginocchia per guardarlo meglio in viso.

-Devi smettere di fumare, sembra di leccare un posacenere.

-Perché? Per caso hai intenzione di baciarmi ancora? – ghignò, ma rosso in viso e più in fibrillazione di quanto volesse ammettere - Se vuoi approfittarne, sono tutti in pausa pranzo.

-Sei un mollusco. – sbottò lei, voltandosi come per alzarsi e continuando - Come quando ti ho piantato e tu non hai provato nemmeno a farci tornare insieme, e lo sai quanto ho aspettato? – si voltò e gli puntò un dito contro il petto - Per una volta fai l’uomo e baciami tu, Jean.

Inutile dire che lui accolse la sfida.



 

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Capitolo 5
*** Memorie - VanHohenneim, Trisha Elric ***


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{Tabella “Genere libero”; Prompt 04 “Dimenticami”}
{Trisha Elric e Van Hohenheim}

 
MEMORIE

-Hohenheim! Aspetta!

Lui continuò ad avanzare lungo la strada, gli occhi bassi e una borsa di pelle in una mano.

-Ti prego, fermati. – la voce era spezzata dal fiatone e da un forte dispiacere.

Si sentì stupido a ubbidire, ma si voltò. Anche se non sapeva bene cosa fosse, sentiva che quello che provava era molto importante, troppo per sparire nel nulla.

-Trisha. – salutò, mentre la ragazza che riprendeva fiato. Era così bella, anche sconvolta dalla corsa.

Era imbarazzante fare certi pensieri su di lei, era molto più giovane in fondo. Quasi quattrocento anni.

-Zia Pinako mi ha detto che stavi partendo. – ansimò.

-Sì.

-Non voglio, rimani.

-Non… no. Devo andare.

-Starò malissimo. – Trisha lo fissò negli occhi, decisa a dimostrare che stava dicendo la verità

-Dimenticami, allora. –fece male dirlo, e lo fece sentire molto stupido oltre che masochista – Dimenticami e sarai felice.

Lo prese per la giacca, tirandosi in punta di piedi per raggiungere il suo viso e quello che Hohenheim sentì dopo fu solo un calore confuso all’altezza delle labbra e del cuore.

-Adesso sono felice.

 
-Caro, cosa c’è?

-Pensavo.

-E a cosa?

-Se quel giorno non mi avessi baciato sarei ancora vivo.


 
-Oh.

-Ma non avrei te e i ragazzi. Sarei vivo e triste, mentre adesso sono felice.

 
-E tu volevi che ti dimenticassi.

-Sai, amore, non dovresti ascoltare tutto quello che dico.
 
 
WRITER'S CORNER
Non sono pienamente convinta di questa flash, devo dire.

Da un lato mi piace, dall'altro mi guarda con la testolina inclinata e mi dice "no, questa volta non va bene per nulla". A voi lettori l'ardua sentenza.
Intanto ringrazio tutti quelli che leggono, seguono, e preferiscono addirittura! e le due fanciulle che periodicamente recensiscono, Sophie_moore e Laylath.
Per quanto riguarda quest'ultima, se conoscete la sua magnifica storia "Il volo della mosca bianca", qui trovate una oneshottina che ho scritto su Ying-Xi.
A presto!
 

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Capitolo 6
*** Nemmeno un segreto - Izumi, Shigu ***


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{Tabella “Genere libero”; Prompt 08 “Dimmelo”}
{Izumi e Shigu Curtis}

 
NEMMENO UN SEGRETO

-Caro? – Shigu si voltò, trovandosi davanti il volto inquisitore della moglie.

Inarcò un sopracciglio.

-Cos’era. Quel. Sorrisetto. – il tono di voce della sua adorata gli fece venire voglia di scomparire.

-Nulla. – borbottò.

Izumi negli ultimi giorni era davvero troppo nervosa, e secondo lui era dovuto ad una telefonata ricevuta da una Winry in lacrime.

Come a confermare la sua tesi, Izumi cercò di infilare nella sua valigia un coltellaccio ghignando come avrebbe fatto Barry lo squartatore, la chiazza d’infamia nell’onorevole mondo della macelleria di Amestris.

-Dimmi perché sorridevi. Dimmelo.

Lui deglutì a vuoto.

Perché Mason non tornava? Sua moglie avrebbe potuto occultare il suo enorme cadavere in un attimo con l’alchimia!
Izumi congiunse le mani.

-Dimmelo, tesoruccio.

Doveva essere uomo! Doveva mantenere alto l’onore, o con che faccia avrebbe potuto affrontare il suo amico?

Spinse il petto in fuori e respirò profondamente per prendere coraggio.

-Sei adorabile mentre vai ad ammazzare Edward per non averti detto di persona che diventerà padre. Sembri proprio una madre vera.


 

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Capitolo 7
*** Dopo l'inferno - RoyAi ***


Oggi mi sono comportata in maniera orribile con diverse persone, e anche se questa storia non è un gran che, e io non merito di essere scusata nemmeno a pagare, volevo dedicarvela ragazzi, perchè mi dispiace da morire.


 

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{Tabella “Genere libero”; Prompt 05 “Ti prego”}
{Roy Mustang e Riza Hawkeye}


DOPO L’INFERNO

-Ricordi tutto, vero?

Nelle quasi tenebre della stanza d’ospedale, Riza annuì.

-Bene, vi lascio soli allora. – il dottor Marchoc lo disse con una tenerezza tale che si sentì arrossire mentre l’uomo spariva nella luce del corridoio, richiudendosi dietro la porta.

-Posso aprire gli occhi ora? – domandò Roy, con il tono un po’ piagnucolante di un bambino che rivuole il suo giocattolo. Solo che, nel suo caso, non si trattava di un giocattolo ma della sua vista, e tutta l’attesa perché ci fosse la penombra adeguata a non ferire i suoi occhi ora sensibili lo stava snervando.

-Faccia pure. – e lui non se lo fece ripetere.

Per un attimo lo prese il terrore. Davanti agli occhi aveva il buio assoluto.

Poi ci fu un movimento, e la figura che nascondeva lo spiraglio di luce si mosse verso di lui, rassicurandolo con qualcosa che non fossero tenebre, finalmente.

-Come si sente? – solerte come sempre, Occhio di falco. O, come preferiva chiamarla ultimamente, “i suoi occhi”, non di falco, non letali o speciali. Solo il suo tramite con il mondo.

-Bene. – le prese la mano trovandola accanto a sé, e sorrise quando lei non si ritrasse – Molto bene.

-Adesso niente più balie. – commentò serafica Riza, e lui, come al solito, lesse il significato nascosto tra quelle parole.

Era più o meno la stessa sensazione che aveva provato quando era stata assegnata a King Bradley: dopo la simbiosi più assoluta, trovarsi improvvisamente soli.

In un silenzio imbarazzante, Roy avvertì la mano di Riza che tentava di scivolare fuori dalla sua e la strinse più forte.

-Siamo stati all’inferno già per la seconda volta però… Resta ancora con me. Ti prego. Promettimelo – le prese la mano e se la posò sulla guancia mal rasata – Ti prego. – lo ripeté un’altra volta, perché fosse chiaro che non era un ordine – Ti prego. – sussurrò un’ultima volta, nel silenzio.

Lasciò cadere la mano di lei, ma, contrariamente a quanto pensava, rimase premuta contro la sua pelle.

-Lo giuro. Sarò con te fino alla fine dei miei giorni. – “te” non “lei”.

Nell’aria al disinfettante di quella stanza d’ospedale, risuonò come un “sì, lo voglio”.
 

 

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Capitolo 8
*** Sempre fedele - LingFan ***


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{ Tabella “Genere libero”; Prompt 12 “Obbedisci”}
{Lan Fan e Ling Yao}

SEMPRE FEDELE

Lan Fan osservava dall’ombra l’imperatore di Xing che, sul suo letto, non stava fermo un attimo e continuava a borbottare, nervoso per l’ormai prossima entrata in vigore dell’editto su cui aveva lavorato per settimane.

Non che questo preoccupasse la guardia, a cui  importava solo l’incontro dell’indomani con la prima principessa per dare un erede al giovane.

Non che la cosa la disturbasse, ovviamente; le regole del gioco le conosceva anche lei.

-Lan Fan? – chiamò Ling - Sai che Greed pensava fossi stupido? – silenzio - Non chiedi perché? Se vieni qui te lo dico! – silenzio, di nuovo. Ling strinse i denti, irritato per costretto a esercitare il suo potere – È un ordine, vieni qui. Obbedisci.

Odiava essere autoritario con lei, ma aveva passato settimane a preparare quel momento, e sarebbe andato come voleva, a costo di doverla legare.

Lei si avvicinò, rigidissima, e si sedette a bordo del letto, obbligando il ragazzo a trascinarsi sul copriletto raffinato per raggiungerla. -Allora?

-Ah, sì. L’editto di domani.

-Come faceva Greed a sape- si interruppe: Ling si era steso poggiando la testa sulle sue ginocchia, sorridendo sornione.

-Greed pensava fossi stupido per rinunciare a cinquanta principesse pur di sposare te. - la anticipò lui, serafico come suo solito.

Lan Fan gelò.

No. Errore. Non poteva averlo fatto.

Ma Ling era serissimo, e lei lo sapeva.

Deglutì a vuoto.

-Concordo con Greed. – Ling sentì il cuore fermarsi dal terrore, gli occhi sgranati come mai erano fissi nel vuoto – Ma sono felice che lei sia così stupido. – il cuore dell’imperatore riprese a battere, e le mani gli tremarono quando le sfilò la maschera. Sorrise.

-Pensavo mi avresti ucciso, prima di arrossire.

-Posso sempre rimediare, signore.

-O puoi baciarmi.

Obbedì.




TRE COSE:
1) The writer regrets nothing (ma non è comunque molto convinta. Amen.)
2) Qui il tumblr che uso come copertura per i miei loschi traffici di angst. Venite, miei fedeli.
3) Rimando paleserrimo a QUESTA fic della raccolta Just family



 

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Capitolo 9
*** Vita di coppia - AlMei ***


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{ Tabella “Genere libero”; Prompt “Non farlo”}
{Alphonse Elric e Mei Chang}

 
VITA DI COPPIA

-Non fallo! Te lo ploibisco!

Alphonse si gelò sulla soglia dei suoi appartamenti nel palazzo reale di Xing, il piede appena sollevato nell’atto di entrare.

All’interno, Mei si ergeva in tutta la sua minacciosa (e piccola) statura. Gli occhi fiammeggiavano, fissi sul fagottino che Al reggeva tra le braccia.

-Fare cosa, Mei? Non sto facendo nulla di male!

-Miao. – lo sostenne il gattino, sbucando da sotto le coperte.

-Torna sotto tu. Non è il momento. – gli bisbigliò spingendo il musetto sotto con due dita.

-Non possiamo adottale altli gatti! Ne abbiamo già quattlo! – sentenziò, incrociando le braccia e serrando gli occhi.

Lo sapevano tutti che in quella coppia era Mei quella a portare i pantaloni.

-Solo per una notte! Poi prometto che gli troverò una casa che non sarà la nostra!

-No! Poltalo via subito! Ho detto che non- ma aveva socchiuso gli occhi ed era caduta nella trappola degli occhioni castani di Al e nel musetto smarrito del gattino – Quanto è calino!

E Al ghignò di nascosto, perché anche se Mei lo rimproverava, alla fine vinceva sempre lui.


 

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Capitolo 10
*** Parole, parole, parole... ***


 
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{ Tabella “Genere libero”; Prompt “Scusa”}
{Edward Elric e Winry Rockbell}

 
PAROLE, PAROLE, PAROLE…


Non c’era nessuno ad attenderlo in stazione. Eppure zia Pinako gli aveva assicurato che avrebbe detto a Winry di venirlo a prendere…
 

Quando entrò in casa, trovò solo l’anziana intenta a lavorare.

-È dovuta andare a Rush Valley. – aveva spiegato e lui era tornato indietro alla stazione per cercare un altro treno. Senza salutare.

 
Aveva chiamato l’officina di Garfiel e fissato un appuntamento.

Quando lo aveva visto, il meccanico si era sicuramente immaginato il perché della visita, dato lo sguardo con cui l’aveva accolto, senza dire una parola ma con un eloquente cuoricino luccicante.

E così, da solo nella sala d’attesa dell’officina, su una scomodissima panca di legno, era tornato con la mente sul problema che aveva occupato i suoi pensieri da Resembool: in tutto il viaggio non aveva pensato a cosa dire a Winry.

E, anche se proprio in quegli ultimi minuti prima di incontrarla i neuroni avevano iniziato a macinare parole a ritmo impossibile, tutte gli erano sembrate fuori luogo.

Preso dal panico, aveva persino pensato ad una sfuriata quando si era visto passare davanti l’ultimo cliente, un ragazzo belloccio con tre dita della mano in automail e un’espressione ambigua e maliziosa mentre ringrazia Winry, ma in fondo che diritto aveva?

Già, che diritto aveva di presentarsi lì dopo essere stato via quasi un anno senza nemmeno chiamarla?

Winry arrivò che stava cercando di sgattaiolare fuori dall’officina. Non servì nemmeno che parlasse, Ed si voltò automaticamente e rimasero lì a fissarsi per chissà quanto.

-Scusa. – la parola gli sfuggì dalle labbra senza che l’avesse nemmeno pensata, e subito si  chiese se andasse bene mostrarsi così debole, se chinare la testa fosse il modo giusto per affrontare la cosa.

Smise di farsi domande stupide quando lei lo baciò, e lui si rese conto che all’improvviso si doveva scusare per molte altre cose.




WRITER'S CORNER
Ecco Alsha, che conclude, finalmente, anche questa raccolta. Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto, seguito e recensito questa raccolta.
Grazie di cuore, davvero ^.^
E... niente, è baci a tutti.
Alsha

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