You want to play? do not fall in love

di Robstenina97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti odio più di ogni altra cosa al mondo. ***
Capitolo 2: *** Si può odiare una persona così tanto? ***
Capitolo 3: *** Dolce senza nemmeno rendersene conto. ***
Capitolo 4: *** Stiamo parlando della stessa persona? ***
Capitolo 5: *** Ti proteggo. ***
Capitolo 6: *** Ma che cazzo ti salta in mente? ***
Capitolo 7: *** Il mio primo bacio. ***
Capitolo 8: *** Avviso! ***
Capitolo 9: *** Scommessa? ***
Capitolo 10: *** Mi piaci, ma... ***
Capitolo 11: *** Avviso importante ***
Capitolo 12: *** Cinema e Mc - Prima parte. ***
Capitolo 13: *** Cinema e Mc- Seconda parte ***
Capitolo 14: *** AVVISOO! ***
Capitolo 15: *** Fifa e baci? ***
Capitolo 16: *** Sono viva ***
Capitolo 17: *** Mettiti con me ***
Capitolo 18: *** Uscita da ***
Capitolo 19: *** Avviso importante ***
Capitolo 20: *** Appuntamento andato male? ***
Capitolo 21: *** Mia ***
Capitolo 22: *** Questa storia la potete trovare su Wattpad ***



Capitolo 1
*** Ti odio più di ogni altra cosa al mondo. ***


La mia sveglia suonò facendomi sobbalzare.
Aprii gli occhi sbuffando.
“Zitta sveglia, fammi dormire altri 5 minuti.”
La mia sveglia suonò di nuovo, così la presi e la buttai a terra sbadigliando.
“Stai zitta stupida sveglia del cavolo e non rompere le palle. Voglio fare la nanna.” Sussurrai abbracciando il mio cuscino.
Era così bello il mio cuscino di Frozen.
La sveglia suonò di nuovo.
“Zitta sveglia, non ti rompi mai?.” Sussurrai sbuffando.
‘SVEGLIA DORMIGLIONA!’Urlò la mia sveglia facendomi di nuovo sobbalzare.
Odiavo quella sveglia del cavolo.
Sospirai alzandomi dal letto e cascai sullo skate di mio fratello sbattendo la testa a terra.
Guardai male il mio pavimento.
“Buongiorno pure a te eh.” Dissi sbuffando e chiudendo gli occhi.
Avevo sonno e volevo dormire ancora.
Era comodo il mio bellissimo pavimento di legno.
“Ti odio pavimento, ma sei bello comodo.” Dissi ridendo come una cogliona.
“MUOVITI JULIA!!” urlò mio fratello dalla cucina.
Mi spaventai alzandomi in piedi, ma scivolai di nuovo sul cavolo di skateboard e cascai addosso al mio letto.
“Lo so che non vuoi lasciarmi amore mio, ma devo andare.” Sussurrai abbracciando il mio bellissimo letto.
“JULIA MUOVITI!!” Urlò di nuovo mio fratello.
Mi alzai dal mio letto e guardai l’orologio.
Erano le 6 del mattino e tra un ora c’era il treno per andare a quella merda di scuola che a parer mio era un carcere dove c’erano solo pecore.
Presi una felpa a maniche lunghe che mi stava 3 volte e me la misi.
Ci stavo bene e poi per mangiare e stare calda era perfetta.
Presi gli occhiali e mi feci una coda a merda.
Sbuffai uscendo da camera mia prendendo il cellulare.
Mandai il buongiorno ai miei due migliori amici, Cristina che aveva origini Italiane e Tony, il mio migliore amico da quasi dieci anni.
Li adoravo.
Cristina mi chiamò subito tutta assonnata:
“Buongiorno piccola, come stai?” chiese ridendo.
“Ho sonno e non ho voglia di venire a scuola.” Ammisi facendo un tono deciso.
“A chi lo dici, vado a fare colazione che mia mamma rompe le scatole. Ci vediamo dopo, okay?” sussurrò sbuffando.
Sua mamma non voleva che stava al telefono di mattina.
Non voleva che ci stava mai.
“Okay.” Dissi ridendo e staccando il cellulare.
Tony mi chiamò.
Sorrisi rispondendo:
“Ehi dormiglione come stai?”
“Sto bene scimmia e tu?” domandò ridendo.
“JULIA!!! MUOVITI!!” urlò quel pazzo di mio fratello.
Sbuffai e dissi:
“Ci vediamo dopo dormiglione, mio fratello scassa le palle come ogni mattina.” Risposi staccando il cellulare.
Scesi di sotto e andai a passi giganti in cucina sbadigliando.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile.
“Ehi zombie. Mi hai spaventato cogliona.” Disse ridendo il migliore amico di mio fratello squadrandomi e soffermandosi sulle mie gambe, coperte solo dalla felpa.
Avevo anche i pantaloncini,ma non si vedevano.
Erano piccoli dettagli.
Lo guardai male, mettendomi a sedere.
“Ehi imbecille senza cervello. Tu ogni giorno sei più coglione.” Dissi sbuffando.
Odiavo quel ragazzo.
Era il classico figo da paura che tutte le ragazze volevano e con cui tutte volevano andare a letto.
Era davvero figo, ma sapeva di esserlo e così rompeva le palle a tutti.
“Ma stai zitta zombie.” Disse bevendo del succo di frutta all’ananas.
Lo guardai di nuovo male.
“Ma stai zitto tu imbecille.” Dissi ringhiando.
Mi fece il verso provando ad imitare la mia voce:
“Ma stai zitto tu imbecille.”
“Io non parlo così.” Dissi irritata mangiandomi una fetta biscottata con la nutella.
“Ah è vero, tu parli così.” Disse sorridendo e tossendo.
“Sono uno zombie brutto che nessuno vuole. Rimarrò vergine a vita.” Disse cercando di imitare la mia voce.
Sbuffai facendoli il dito medio.
“Vai a quel paese.” Sussurrai sbuffando.
“Sai dove te lo devi mettere quel dito?” chiese ridendo.
Lo guardai male.
“Dove dovrei metterlo?” chiesi stringendo un pugno.
“In culo.” Disse ridendo di nuovo.
Lo odiavo da morire.
“Ah ah, che simpatico.” Sussurrai.
“Smettetela voi due, ogni giorno è sempre la stessa storia. Rompete le palle ragazzi.” Disse mio fratello guardandoci male come ogni mattina.
Odiava i nostri battibecchi.
“Ha cominciato lui.” Dissi irritata.
Quel coglione sorrise e le due fossette si impadronirono del suo volto.
Era troppo bello.
Scossi la testa maledicendomi per aver pensato a quel coglione di merda.
Adoravo quella fossetta.
Stupida fossetta del cavolo.
“Se sei uno zombie, non è colpa mia.” Disse ridendo di nuovo.
“Se sei un imbecille senza cervello non è colpa di nessuno, nemmeno di tua madre. Lei almeno il cervello lo ha e anche tuo padre ha il cervello.” Dissi sbuffando e mettendo un cucchiaio dentro la nutella.
“Ma fottiti zombie.” Disse sbuffando.
“Fa male la verità eh?” chiesi ridendo.
Mi fece il dito medio.
“Fottiti cogliona.” Disse sbuffando.
Gli feci di nuovo il dito medio  mangiandomi un cucchiaio di nutella.
Lo misi in bocca, leccandolo appena.
Mugugnai.
Adoravo la nutella.
Quel coglione mi guardò soffermandosi sulle mie labbra.
Sorrisi.
Poteva dire anche che ero brutta ecc, ma quel movimento gli era piaciuto.
Non che mi interessasse, ma vedere che gli era piaciuto era una cosa soddisfacente.
Lui sbuffò e sussurrò irritato:
“Ma quanto sei simpatica zombie.”
“La fate finita, per favore? Mangiate e non rompete le palle. Mi fa male la testa. Non ho dormito stanotte.” Disse mio fratello sospirando.
“Uuu e cosa hai fatto trombone?” domandò Peter tirandoli una pacca.
Mio fratello lo fulminò con lo sguardo.
Mi morsi il labbro, per non scoppiare a ridere.
“Stai zitto Peter e mangia.”
“E dai, cosa hai fatto con la tua ragazza?” chiese ridendo e tirandoli un pugno sul braccio.
“Peter mangia.” Disse sbuffando.
“Se lo zombie la smette di rompermi le palle.” Disse quel coglione guardandomi male.
“Fatela finita.” Disse di nuovo mio fratello.
Era quel coglione, che rompeva le palle appena mi vedeva.
“E’ lei che comincia a rompere le palle appena mi vede.” Disse Peter guardandomi male di nuovo.
Stava esagerando.
Era lui che mi rompeva le palle ogni mattina.
“Ma che dici? Ma fammi il piacere, se tu non venissi io sarei felice di mattina.” Dissi stringendo i pugni.
“Ma stai zitta e poi io vengo per tuo fratello, testa di gallina.” Disse irritato guardandomi negli occhi e mi mancò il respiro per due secondi.
Mi erano sempre piaciuti i suoi occhi, erano grigi chiaro e alla luce del sole diventavano celesti.
Scossi la testa riprendendomi e sbuffai.
“Ma senti chi parla. La testa di gallina sei tu e non io.” Dissi prendendo un altro cucchiaio di nutella.
Sospirò guardandomi le labbra.
Mio fratello gli tirò una manata sulla nuca, così scoppiai a ridere.
“Ahi, ma che sei coglione?” domandò Peter massaggiandosi la nuca.
“Ti eri incantato.” Disse guardandolo male.
“E su chi? Su tua sorella? Non mi interessa di lei.” Disse ridendo.
“Menomale.” Dissi sbuffando.
Peter fece un piccolo sorriso e disse:
“Non mi piaci, tranquilla Zombie.”
Sbuffai irritata leccando il cucchiaino di nutella e poi  bevvi il latte.
“Zombie, ma lo hai il fidanzato?” chiese Peter ridendo avvicinandosi con la sedia a me.
Lo guardai male e sussurrai:
“Fatti i cazzi tua imbecille senza cervello.”
“Io i cazzi non li prendo, li dovresti prendere tu.” Disse ridendo come un coglione.
Sbuffai.
Era proprio un imbecille senza cervello.
“Sei un coglione.” Ammisi appoggiando la tazza del latte sul tavolo.
Mi faceva passare la voglia anche di mangiare.
Peter sorrise e una sua mano si appoggiò al mio schienale.
“Non lo sono testa di gallina. Sono un figo e basta.” Sussurrò sorridendo.
“Tu figo? Ma fammi il piacere.” Dissi guardandolo male.
“Beh certo, mi hai visto? Sono troppo figo.” Sussurrò soddisfatto.
“Ma perché non ti levi dalle palle?” sussurrai fredda.
“Ti mancherei bimba.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
Gli feci di nuovo il dito medio e sussurrai:
“No, non mi mancheresti.”
“Io dico di si zombie.” Disse divertito.
“No, non mi mancheresti imbecille.” Sussurrai irritata.
“Io dico di si, ti mancherebbe tutto di me.” Sussurrò provocandomi.
“Ma fammi il piacere.” Dissi irritata guardandolo male.
“Ammettilo che non riusciresti a stare senza di me.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
Lo guardai male.
“Io senza di te, starei molto bene.” Dissi sbuffando.
“FATELA FINITA. MI AVETE ROTTO LE SCATOLE!! JULIA FILA SUBITO A CAMBIARTI E TU PETER ESCI FUORI A PRENDERE LA MACCHINA! E ANDIAMO ALLA STAZIONE!” urlò mio fratello incenerendoci con lo sguardo.
Mi alzai dalla sedia guardando di nuovo male quel coglione di Peter.
“Grazie eh.” Dissi sospirando.
Sorrise prendendo la tazza con il mio latte e la finì, come tutte le mattine.
“A dopo zombie.” Disse ridendo e posando la mia tazza sul tavolo.
“Ma hai visto!? È lui che scassa!!!” urlai sbuffando e saltellando come una bambina in crisi isterica.
 Non lo sopportavo quel coglione senza cervello.
Era un depravato mentale figo del cavolo.
“Sei tu che la stuzzichi eh.” Disse mio fratello ridendo a Peter.
“Se è uno zombie.” Disse Peter squadrandomi e soffermandosi di nuovo sulle mie gambe.
Avvicinai il mio viso al suo e sussurrai:
“Ti odio, più di ogni altra cosa al mondo.”

ANGOLO AUTRICE:
Ciao J
Ecco qua il primo capitolo di questa nuova storia hahahah.
Beh, non so che dire O.o
Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato :D
Al prossimo capitolo J
Ciao!!

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Capitolo 2
*** Si può odiare una persona così tanto? ***


“Ti odio, più di ogni altra cosa al mondo.”
“Ah si?” chiese sorridendo.
“Si, ti odio.” Ammisi sbuffando.
“E cosa odi di me zombie? Qualcosa in particolare? O semplicemente odi tutto di me?” chiese mordendosi il labbro.
Deglutii.
Le sue labbra erano bellissime.
Scossi la testa cercando di riprendermi.
“Dimmelo zombie, dimmi cosa odi di me.” Sussurrò piano.
“Odio tutto di te. Ti odio così tanto.”Ammisi deglutendo.
Lui fece un piccolo sorriso.
“L’odio è reciproco zombie.” Disse.
Strinsi i pugni.
Si poteva odiare una persona così tanto?
“Secondo me io ti piaccio.” Disse piano facendomi l’occhiolino.
Scoppiai a ridere.
“Tu a me? Ma fammi il piacere essere senza cervello. Non puoi piacermi, anche perché io voglio persone con il cervello e non uno senza nemmeno le palle.” Dissi ridendo.
“Senza palle?” chiese divertito.
Annuii.
“Tu lì sotto non hai niente.” Dissi sbuffando.
“Vuoi controllare zombie? Rimarresti meravigliata.” Sussurrò maliziosamente.
“Non ci tengo stupido.” Dissi sbuffando.
Sorrise e così mi allontanai.
Aveva un odore buonissimo e delle labbra perfette.
“Ti sei scottata zombie?” chiese ridendo.
Gli feci il dito medio.
“Gli dici qualcosa Max?” sussurrai irritata a mio fratello.
“Io con voi oramai ho perso le speranze.” Disse sbuffando e bevendo il suo latte.
Lo guardai male.
“Che simpatico che sei fratellone.” Dissi sbuffando.
Peter sorrise.
“Con una sorella come te si perdono facilmente le speranze.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
“Prendo un uncino e ti cavo quei maledetti occhi se non la smetti di farmi l’occhiolino testa di gallina pisciata da un anatra che è stata pisciata a sua volta.” Sussurrai prendendo un coltello.
“Eh?” chiese ridendo divertito.
Mio fratello mi guardò confuso.
“Come cavolo ti fanno a venire queste cose in mente?” chiese mio fratello scoppiando a ridere come un coglione.
“Zitto fratello che non difende la propria sorella da un essere del genere.” Dissi sbuffando indicando Peter.
Mio fratello sbuffò.
“Peter falla finita.” Disse al suo migliore amico.
“Ma è lei che rompe.” Disse ridendo.
Lo guardai male.
“Julia, sorellina cara vai a vestirti.” Disse dolcemente.
Guardai male Peter e appoggiai il coltello sul tavolo.
“A dopo zombie.” Disse ridendo.
Corsi in camera mia.
Lo odiavo da morire.
Presi la divisa della scuola che consisteva in una gonna a righe blu e bianche, una camicia bianca, una cravatta e una giacca blu.
Appoggiai gli occhiali sul comodino e vidi la foto dei miei genitori.
Sospirai mettendomi seduta sul letto e accarezzai la foto dei miei genitori prendendola in mano.
Mi mancavano ogni giorno di più.
Loro erano la mia vita e la mia vita da quando loro non c’erano più era diventata una merda.
Erano morti 2 anni fa in un incidente stradale ed era solo colpa mia.
Era solo colpa mia.
Era quello che mi ripetevo da due anni.
Il mio viso si rigò di lacrime.
“Mi mancate così tanto.” Sussurrai piano.
“ZOMBIE MUOVITI!!” urlò quel coglione entrando in camera mia.
Gli tirai un cuscino in viso.
“VATTENE!!” Urlai.
Non volevo che mi vedesse piangere.
“Perché cavolo mi hai tirato un cuscino?” chiese ridendo.
“NON ESISTE LA PRIVACY!?!” urlai piangendo.
“La privacy, ma che dici? Sei impazzita per caso?” Chiese ridendo di nuovo.
Non risposi.
Non volevo che mi vedesse piangere.
Non lo avrei sopportato.
Mi avrebbe ricattato.
“Zombie ti muovi? Sennò ti lascio qui e me ne vado con tuo fratello, anche perché ti devo portare io a scuola.” chiese ridendo.
“Se te ne vai mi vesto.” Sussurrai sbuffando.
“Ah si?” Chiese divertito.
Sbuffai.
“Te ne vai?” chiesi cercando di mantenere un tono calmo.
“Hai paura che ti veda nuda?” chiese sempre ridendo quel depravato mentale.
“Vattene.” Sussurrai mordendomi il labbro per non piangere.
“E dai, non guardo uno zombie come te.”
Lo guardai male.
“Vattene cazzo.”
“Stai …” sussurrò piano.
Non risposi.
Mi avrebbe ricattato.
Mi guardò confuso e poi posò i suoi occhi nella foto che stringevo nelle mie mani.
“Mi dispiace, non sapevo che tu stessi piangendo zombie.” Sussurrò passandosi una mano nei capelli castani.
“Non è vero, a te non frega niente di me.” Sussurrai singhiozzando.
Era una fottuta verità.
A quel ragazzo non importava niente di come mi sentivo.
“Sei la sorella del mio migliore amico e anche se sei brutta e non siamo amici mi dispiace che tu stia male. Mi dispiace davvero tanto.” Sussurrò sospirando e passandosi un'altra volta la  mano nei capelli.
Era agitato.
Si passava una mano nei capelli, solo se era agitato.
Lo odiavo da morire.
“Vattene, non ho voglia di parlare con te.” sussurrai stringendo la foto nelle mani.
Non avevo voglia che mi vedesse piangere, non lo avrei sopportato.
“Aiuta parlarne zombie.” Disse piano.
“Ma a te non frega un cazzo di come mi sento.” Dissi piangendo.
Lui non rispose.
“Sicchè perché dovrei parlare con te di come mi sento?” chiesi sospirando.
“E’ vero, a me non frega un bel niente di te … però sei la sorellina del mio migliore amico e lui ti vuole bene. Parlamene zombie.” Disse sospirando.
“Sinceramente? Non puoi capire quello che sento. Vattene.” Sussurrai sbuffando irritata.
Lui sospirò.
“E’ vero, non posso capirti. Però io volevo bene ai tuoi genitori … non siamo amici e ci odiamo, ma parlarne invece che piangere aiuta moltissimo.” Disse piano.
“Vorresti che avesse una sorella figa eh? Così te la potresti portare a letto per farla smettere di piangere. Mi fai schifo.” Dissi sbuffando.
“Come scusa?” chiese confuso.
Lo guardai di nuovo male e ammisi:
“Tu vuoi solo portarti a letto la gente e se io fossi stata figa, sicuramente per farmi smettere di piangere mi avresti portato a letto. Sai fare solo questo.”
Lui annuì.
“E’ vero, so fare solo questo .. però nessuna si è mai lamentata.” Disse sorridendo.
“Fai schifo.” Sussurrai disgustata.
“Però hai pienamente ragione zombie, se tuo fratello invece di avere te avesse avuto una bella topona come sorella me la sarei fatta, non credi?” chiese divertito.
Non risposi.
Non avevo voglia in quel momento delle sue battutine.
“Vattene e non parlare con mio fratello di questa cosa.” Dissi asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa
Si avvicinò a me e mi porse una mano.
“Vattene Peter.” Sussurrai sospirando.
“Dai zombie, non fare la bambina.” Sussurrò teneramente.
Lo guardai male.
“Non sono una bambina.” Dissi cercando di non piangere.
“Ah no? Sei sicura? Ti stai comportando come una bambina in questo momento.” Disse piano.
“Vattene.” Sussurrai singhiozzando.
Mi prese di forza e mi fece alzare, in un secondo mi ritrovai tra le sue braccia.
“Che cazzo stai facendo?” sussurrai dimenandomi.
“Zitta e non piangere zombie, loro non vorrebbero.” Sussurrò piano al mio orecchio.
Cercai di dimenarmi sussurrando:
“Lasciami in pace.”
Non mi stette a sentire e mi abbracciò stretta.
Mi sentivo bene e non andava affatto bene.
“Non piangere, non devi farlo.” Disse dolcemente.
“Lasciami ti prego.” Sussurrai piano.
Lui si staccò da me e mi porse un fazzolettino.
“Okay, me ne vado.” Sussurrò asciugandomi le lacrime.
Ero sconvolta.
Non mi stava offendendo e mi stava aiutando.
“Ti prego esci da camera mia.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore.
“Okay.” Disse sospirando.
“Esci.” Dissi chiudendo gli occhi.
Sentii la porta chiudersi.



ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qua!!
Sono tornata con un nuovo capitolo di questo sclero, se così possiamo chiamarlo della mia nuova storia O.o
Beh che dire?
Sono felice che vi sia piaciuto il primo capitolo, mi piace sapere cosa ne pensate *-*
E poi ho anche una ragazza che segue un altro mio sclero che mi ha scritto cosa ne pensa di questo primo capitolo!!
Ahahahah, me ne sto zitta :D
Domanda a bruciapelo, cosa ne pensate di Peter? Vi piace come personaggio?
Ora vado ad aggiornare il capitolo di un'altra storia, sennò mi uccidono :D
Ciaoo!!

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Capitolo 3
*** Dolce senza nemmeno rendersene conto. ***


Mi spogliai e mi vestii con la divisa.
Mi guardai allo specchio e mi feci la coda.
Presi la foto, la baciai e la rimisi sul comodino.
Presi la cartella e uscii fuori dalla mia camera, ma inciampai e cascai addosso a Peter.
Lo guardai per qualche secondo.
Si morse il labbro.
“Cosa ci fai ancora qui?” chiesi ricomponendomi.
Lui si aggiustò la cravatta.
“Ho scordato la cartella in camera tua zombie.” Disse sussurrando e bloccandomi per un polso.
“Valla a prendere allora.” Dissi cercando di scostarmi da lui.
Lui annuì lasciandomi il polso entrando in camera mia.
Sospirai e lui uscì.
“Stai bene?” chiese mettendosi una mano dentro ai pantaloni neri della divisa.
“Ti interessa?” chiesi guardandolo male.
Lui scoppiò a ridere.
“No, ma volevo solo saperlo.”
Gli feci il dito medio.
“Non rompere.”sussurrai sbuffando.
“Ti aspettiamo giù zombie.” Disse scendendo le scale.
Sospirai scendendo le scale controvoglia e presi il mio mazzo di chiavi.
Uscii da casa mia e chiusi la porta a chiave.
“Zombie è arrivata.” Disse quel coglione ridendo.
Mi girai incazzata nera.
Non avevo voglia di battutine del cazzo.
“Falla finita testa di muco ammarcito.” Dissi guardandolo male.
Scoppiò a ridere e sussurrò:
“Muco ammarcito?”
“Si, sei solo un ammasso di muco ammarcito.” Dissi stringendo i pugni.
“Sai che non è così zombie. Ammetti che vuoi venire a letto con me.” Sussurrò avvicinandosi pericolosamente a me.
Scoppiai a ridere e sussurrai:
“Ma fottiti, preferisco morire muco ammarcito. Preferisco rimanere zitella a vita.”
“Ah si? Non te ne pentiresti zombie. Qui sotto sono molta roba, come del resto.” Disse leccandosi le labbra e indicandosi la sporgenza dei pantaloni.
Deglutii.
Non poteva piacermi quella testa di rapa.
Era bello, ma no.
Era figo, ma no.
Dovevo odiarlo.
Era messo bene però, ma non gli avrei dato la soddisfazione di saperlo.
“Non preoccuparti muco ammarcito, non mi interessi.” Sussurrai schifata da quello che stavo pensando.
“Ma non te ne pentiresti zombie, sarà solo del bellissimo sesso con me.” Sussurrò mordendosi le labbra.
“Non ci tengo a venire a fare sesso con te.” dissi acida.
Lui mi sorrise.
“Dillo che invece non muori dalla voglia.”
“SALITE IN MACCHINA, NON FATE I COGLIONI!!” urlò mio fratello facendoci girare verso la macchina.
Per un momento mi ero scordata di tutto e mi succedeva sempre quando battibeccavo con testa di muco.
Guardai male Peter, che sorrideva come un bambino e aprii la portiera.
Cazzo che sorriso perfetto.
“Stai davanti Julia, perché Peter deve andare a prendere la mia ragazza e voglio baciarmela e sta dietro con me.” Disse mio fratello sorridendo.
Sgranai gli occhi scuotendo la testa.
“Non sto davanti con questo coglione di merda.” Sussurrai irritata guardandolo.
“Nemmeno io ti voglio davanti zombie.” Disse Peter affiancandomi.
“Non fatemi sclerare di nuovo.” Disse mio fratello guardandoci.
“Ma .. ma ti prego.” Sussurrai pregando mio fratello.
Non avrei sopportato l’essere accanto a me.
“Ti prego Julia, fallo per me.” Disse mio fratello accarezzandomi una guancia.
“Max non puoi chiedermi questo, non voglio lo zombie davanti.” Disse testa di gallina pregandolo.
Max lo guardò male.
“Peter per favore.”
“Ma non posso stare dietro con te e la tua ragazza?” chiesi guardandolo con una faccia cucciolosa.
Lui scosse la testa.
“Per favore ragazzi.” Disse pregandoci.
Io e il coglione annuimmo e sussurrammo:
“Va bene.”
Mio fratello sorrise ringraziandoci e così salimmo in macchina.
“Zombie mettiti la cintura, non voglio prendere una multa per colpa tua. Se la prendo me la paghi tu.”
Sbuffai prendendo la cintura e la tirai cercando di abbottonarla.
Non riuscivo a tirarla, accidenti alla cintura.
Non mi riusciva.
“Zombie ci riesci?” chiese ridendo quel coglione.
Sbuffai incenerendolo con lo sguardo.
“Certo che mi riesce.” Dissi sbuffando tirandola più forte.
Sorrise e si avvicinò pericolosamente a me.
“Non sai fare niente.” Sussurrò provocandomi.
“E’ colpa della tua macchina.” Sussurrai sbuffando.
Prese la cintura e la allacciò.
“Oh certo zombie, ora è colpa della mia adorata macchina.”
Lo guardai male.
“Si, è solo colpa della tua macchina.”
“E’ colpa tua, le ragazze che entrano nella mia macchina ci riescono sempre.” Sussurrò mordendosi il labbro.
Era davvero un rompi palle.
Lo odiavo da morire.
“Fottiti.” Dissi sbuffando.
Sorrise di nuovo guardandomi negli occhi e una sua mano mi sfiorò una gamba.
Mi irrigidii e lui si allontanò.
Quel piccolo contatto mi fece paura.
Si mise la cintura e poi mise in moto e la macchina partì.
Aveva una bella macchina e quando guidava era ancora più bello.
“Ma che cazzo?” sussurrai maledicendomi.
Non potevo essere io a parlare.
“Hai detto qualcosa zombie?” chiese Peter.
“No.” Dissi sbuffando
“Hai della musica?” domandai sbuffando.
“Ho qualche cd nuovo.” Disse aprendo un cassettino nella macchina e c’erano un infinità di cd di tutti i tipi.
Sgranai gli occhi.
Sembrava il paradiso.
“Guarda pure zombie, tanto di buona musica non ne capisci nulla.” disse ridendo.
“Senti chi parla.”
Cercai di rovistare, ma la cintura non mi dava libero accesso.
“Ci riesci zombie?” chiese quel coglione ridendo.
“E’ colpa della cintura.” Sussurrai irritata.
“No, sei nana.” Disse ridendo.
“Non è vero.” Risposi offesa.
Lui sorrise e sempre guardando davanti a se stese un braccio e prese dei cd e me li mise sulle gambe.
Quel contatto mi provocò una scarica di elettricità.
“Guardali pure zombie.”
C’erano cd di tutti i tipi.
Ne tirai fuori uno, del mio gruppo preferito.
I Muse.
Sgranai gli occhi.
Era il loro primo cd.
“Ti piacciono i Muse?” chiesi rivolta a Peter.
Sorrise annuendo.
“Certo che mi piacciono i muse, zombie.” Disse ridendo.
“Oh mio Dio, me lo regali per favore? È il loro primo cd!” urlai guardando quella bellissima meraviglia tra le mie mani.
“Col cazzo zombie, c’è la loro firma.” Disse ridendo.
Aprii il cd e c’era una dedica con la loro firma.
“Hai visto i Muse?” sussurrai.
“Si, una decina di volte e li vedrò di nuovo” Disse ridendo.
“Li vedrai di nuovo?” sussurrai sconvolta.
“Si, ho due biglietti.” Disse sorridendo.
“Me ne regali uno?” chiesi speranzosa.
“Col cazzo.” Sussurrò serio.
“Imbecille senza cuore.” Dissi sbuffando e guardandolo male.
“Che esagerata.” Disse ridendo.
Sbuffai guardandolo male.
Ci fermammo davanti a casa della ragazza di mio fratello.
Tanya era bellissima e sapeva di esserlo.
Era alta, bionda con gli occhi azzurri.
Sbuffai mettendo il cd dei Muse.
“Ciao ragazzi.” Disse Tanya salendo in macchina e dando un bacio a mio fratello.
Io e lei non andavamo molto d’accordo.
“Ciao bellissima.” Disse Peter ridendo.
“Ciao a te.” disse lei sorridendo maliziosamente e sporgendosi per dare un bacio sulla guancia di Peter.
Stavo per vomitare.
“Un bacino sulla guancia?” sussurrò lui piano.
“Dove lo vuoi stupidino?” chiese lei leccandoli il lobo dell’orecchio.
Peter si morse il labbro.
“Così va meglio.” Disse lui facendoli l’occhiolino.
Quella si doveva solo vergognare.
Era un troia di merda.
La odiavo.
Sorrise e si mise di nuovo dietro.
Guardai male Peter e mio fratello cominciò a baciarsi con la sua ragazza.
“Che vuoi zombie?” chiese fermandosi ad uno stop.
“Fai schifo.” Ammisi sbuffando.
Peter si leccò il labbro inferiore sorridendo.
“Vuoi farlo anche tu zombie?”
Lo guardai confusa e chiesi:
“Che?”
Sorrise di nuovo e sussurrò:
“Baciamoci, non te ne pentirai.”
“ma fammi il piacere.” Dissi sbuffando.
Sbuffai e ci fermammo davanti alla stazione dei treni.
“Eccoci arrivati a destinazione.” Disse il coglione girandosi verso mio fratello e la sua ragazza.
“Ci si vede dopo.” Dissero scendendo e sorridendo.
Peter rise annuendo.
“A dopo trombone.” Disse il coglione di mio fratello.
Peter sorrise.
Aprii la portiera, ma Peter mi prese per un polso e sussurrò:
“Vado a parcheggiare, vieni con me?”
“Perché?” chiesi confusa.
Avevo di sicuro capito male.
“Così.” Disse ridendo.
“Dai stupido, non rompere.” Dissi sbuffando.
Non mi rispose e così chiusi la portiera.
Ero curiosa di quello che volesse dirmi.
Ci fermammo in un parcheggio lì vicino e lui sorrise.
Adoravo quella fossetta del cazzo.
“Ehi zombie, lo vuoi un cd vecchio dei muse?”
“Siii!” urlai in preda al panico.
Il coglione sorrise e sussurrò guardandomi intensamente negli occhi:
“Ad un patto.”
“Quale?.” Chiesi confusa.
Non avevo nulla che a lui potesse interessare.
“Leccamelo.”
Scoppiai a ridere.
Dovevo fare una battutina cattiva.
Voleva scherzare, a me piaceva scherzare.
Scherzare con lui e farci queste battutine era la cosa migliore di tutte le mattine, anche se dicevo di no.
“Te lo leccherei, solo se lo trovassi.” Sussurrai leccandomi il labbro inferiore.
Lo vidi deglutire.
Mi piaceva vedere che a lui piaceva quando lo facevo.
Diceva che ero uno zombie, ma non poteva negare che mi guardava sempre.
Potevo anche non piacer veramente a quel coglione, ma gli piaceva che gli tenevo testa.
“Non preoccuparti, c’è. Nessuna si è mai lamentata.” Disse soddisfatto di se stesso.
“Se come no, io vado eh.” Dissi aprendo la portiera.
“Se vuoi te lo faccio toccare, almeno vedi che c’è.” Disse ridendo.
Scoppiai a ridere.
“Non ci tengo a toccare qualcosa di piccolo.” Dissi scendendo dalla macchina.
Lo vidi sorridere.
“Non preoccuparti zombie, è molto ma molto lungo e poi sono dotato.” Disse ridendo.
“Non ci credo.” Sussurrai sorridendo.
Sorrise di nuovo.
“Chiudi la portiera zombie.”
Gli feci la linguaccia chiudendo la portiera.
“Zombie chiudi a modo.”
“Ma ho chiuso a modo.” Dissi confusa.
“No.” Disse ridendo.
Sorrisi chiudendo di nuovo la portiera e poi mi avviai verso la stazione
.
 “Ehi bellissima.”
Mi girai e vidi il mio migliore amico con la mia migliore amica.
Li abbracciai forte.
“Ciao ragazzi.” Dissi sorridendo felice.
“Come stai patatina?” chiese la mia migliore amica ridendo.
Scoppiai a ridere.
“Tutto bene e tu scimmietta?” domandai ridendo.
“Tutto bene, dovrei parlarti di una cosa però.” Disse guardando Tony.
Ero confusa.
“Dovrei essere preoccupata?” Chiesi guardando i miei due migliori amici.
Tony guardò a terra e anche Cris.
“Ragazzi mi devo preoccupare?” chiesi di nuovo.
Tony alzò il viso e mi guardò negli occhi.
“Julia ci vuoi bene, vero?” chiese sospirando.
“Okay, ora mi state preoccupando seriamente.” Dissi seria.
Cris alzò il viso e mi prese per una mano, così la guardai negli occhi.
“Cosa succede?” chiesi accarezzandoli le nocche.
Ero preoccupata.
“Cri vai.” Disse Tony stringendo i pugni per dirli di andare.
Li guardai confusa.
“Cris ti prego, sono la tua migliore amica.” Dissi sbuffando.
Non si stava fidando di me.
“Lo so che sei la mia migliore amica e sai quanto bene ti voglio, ma … ho paura.” Sussurrò piano.
“Non devi averla, ti voglio bene.” Ammisi piano.
“Ecco beh .. Peter …” cercò di dire, ma poi si chetò girandosi.
“Peter che?” chiesi irritata.
Cosa cavolo c’entrava quel coglione?
“Peter …” cercò di dire di nuovo.
Posai le mie mani sulle sue spalle e sussurrai irritata:
“Ti ha fatto del male? Lo uccido. Uccido quella testa di gallina.”
“No.” Disse lei sospirando.
“Allora cosa c’è? Cosa ha fatto quel coglione senza cervello?” Chiesi rivolgendomi a Tony.
Tony sospirò.
Vidi quel coglione di Peter avvicinarsi a noi.
Era stato con la mia migliore amica e l’aveva tradita.
Mi parai davanti a lei.
“Cosa fai zombie?”  chiese confuso.
Non risposi e lo guardai male.
“Ciao Cris.” Disse facendoli l’occhiolino.
Lo guardai male e sussurrai:
“Stupido imbecille senza cervello, lasciala stare o ti spacco la faccia.”
Cris mi mise le mani sulle spalle e sussurrò:
“Ehi calmati.”
“Che cosa mi fai?” chiese divertito.
“Ti spacco la faccia.” Dissi irritata.
Lui sbuffò.
“Quanto sei noiosa zombie.”
Lo guardai male.
“Non quanto te.” ammisi sbuffando.
Peter scoppiò a ridere e prese l’accendino e la sigaretta.
Mi mancò il fiato in gola mentre guardavo l’accendino accendere la sigaretta.
Mi ricordai dell’incidente dei miei genitori.
“Ehi.” Sussurrò la mia migliore amica abbracciandomi.
Deglutii, cercando di non piangere.
“Che cazzo succede?” chiese Peter buttando la sigaretta a terra e prendendomi per le spalle.
Mi scosse forte.
“Non toccarmi.” Sussurrai scostandomi e riprendendomi.
“Ma che dici?” sussurrò guardandomi di nuovo negli occhi.
Delle lacrime rigarono il mio viso, così corsi dentro la stazione e corsi in bagno.
Qualcuno mi spiaccicò al muro con il suo peso.
“Che cazzo ti succede zombie?” chiese Peter irritato.
“Non te ne frega niente, vattene via. Non posso nemmeno stare da sola?.” Sussurrai cercando si abbassare il viso per non farmi vedere piangere.
Lui sospirò.
“Per favore Julia, parlami.”
“Mi hai chiamato per nome?” sussurrai sconvolta.
Lui annuì e sussurrò:
“Dimmi che cosa è successo due minuti fa.”
Sospirai.
“Il fuoco, cioè l’accendino mi ha … fatto ricordare l’incidente.” Sussurrai guardandolo negli occhi.
“Mi dispiace, non volevo farti ricordare l’incidente.” Disse sospirando.
Sospirai.
“Non preoccuparti, ora potresti mollarmi?” sussurrai piano.
Rise e mi guardò negli occhi avvicinandosi a me pericolosamente. Mi spiaccicò al muro con il suo corpo.
“Sei molto più bella quando non parli.”
Cominciai a dimenarmi. Sussurrò:
“Spero solo che tu non ti dimeni così mentre scopi.”
Ecco che era tornato il maiale di prima.
“Vuoi scopare con me?” sussurrò malizioso.
Sgranai gli occhi schifata e cominciai a spingerlo. Il suo petto era così duro. Mi prese i polsi e me li mise al di sopra della testa.
“Dai,so che ne hai voglia.” Disse soddisfatto.
Gli ringhiai contro di nuovo e ammisi:
“Sei solo un coglione di merda e non voglio venire a letto con te.”
Sorrise tenendomi sempre i polsi sopra la testa con una mano. L’altra mano cominciò a scendere sulla mia schiena procurandomi dei brividi ….
 Di eccitazione.
No non era possibile.
Non poteva farmi eccitare.
Deglutii diventando rossa. Quel coglione sorrise avvicinandosi alle mie labbra.
“Vieni a letto con me, non te ne pentirai zombie.”
Cercai di dimenarmi, ma mi spinse di più con il suo corpo alla parete facendomi entrare dentro un bagno. Chiuse la porta sorridendomi. Sgranai gli occhi e lui mi spinse contro la parete. Sussurrai spaventata:
“Cosa cazzo fai Peter?”
“Mi hai chiamato Peter?” chiese malizioso.
“Si, ti ho chiamato con il tuo nome. Ora per favore, mi lasci andare.” Sussurrai impaurita.
Tirò un sospiro rassegnato.
“Hai paura?” chiese confuso.
“Si, ho paura.” Ammisi.
Non sapevo il perché avessi paura.
Era Peter, non mi avrebbe mai fatto del male.
Con una mano accarezzò la mia guancia e poi mi sfiorò l’incavo del collo con le dita. Sussurrò:
“Sai cosa penso? Non dovresti aver paura di me. Mi conosci. Sai che non ti farei mai niente. Sei la sorella del mio migliore amico e posso odiarti quanto voglio, ma non dovresti aver paura.”
“Lo so, ma non so perché ho paura.” Ammisi sospirando.
“Va bene.” Sussurrò scostandosi.
Era offeso e ne aveva tutti i diritti.
“Mi dispiace ancora per l’accendino.” Disse sospirando.
“Non preoccuparti.” Sussurrai piano.
“Comunque non voglio più che tu pianga. Mi darebbe noia, perché non potrei fare nulla.” disse guardandomi.
Deglutii piano.
Non potevo crederci.
Era così tenero qualche volta.
Mi porse una mano.
“Pace?” chiese facendo un piccolo sorriso.
“Davvero?” chiesi confusa.
Lui scoppiò a ridere scuotendo la testa.
Mi ricomposi e lui mi tirò una pacca dietro alla nuca ridendo.
“A dopo zombie.”
Lo fulminai con lo sguardo e andai fuori dal bagno.
“Ehi troietta, non sapevo che prima di scopare con me Peter scopasse con uno stuzzicadenti come te.” disse Jessica, la più puttana della scuola.
La troia che l’aveva data a tutti.
La odiavo da morire.
Si era scopata quasi tutti i più belli della scuola e anche Peter, molte volte.
“Come scusa? Tu chiami me troietta? Siamo messe male. Se io sono troia tu non hai mai scopato, cosa che la sanno cani e porci.” chiesi ridendo.
“Cosa ridi troia? Ti fai pure Peter?” domandò guardandomi male.
Mi facevo pure Peter?
Stava dando di matto.
“Ma chi te lo piglia Peter? Scopatelo pure. Non ci tengo a scoparmelo.” chiesi ridendo di nuovo.
“Troietta del cazzo.” Disse spingendomi e facendomi andare a sbattere addosso a Peter.
“Non chiamarla troietta, stavamo solo parlando.” Disse Peter sospirando.
Lo guardai negli occhi.
“Non mi serve la tua difesa.” Dissi irritata.
“Non ti sto difendendo cogliona. Se lei pensa che io mi scopi uno zombie come te la mia reputazione va a puttane.” Disse ridendo.
Lo guardai male.
“Maiale senza cervello.” Dissi sbuffando.
Lui mi sorrise.
“Dai tesoro, voglio farlo con te.” disse la zoccolona prendendolo per mano.
Gli feci il verso e me ne uscii dal bagno.
Odiavo quella zoccola e quel coglione che mi trattava sempre come una merda e poi diventava dolce senza un motivo valido.
Stupidi babbani.
Uscii fuori dalla stazione e la mia migliore amica mi abbracciò.
“Stai bene patatina?” chiese teneramente.
“Si,sto bene.” Ammisi sorridendo teneramente.
Tony mi accarezzò i capelli.
“Dopo quello che ti dirà Cris, non starai bene.”
Guardai Cris negli occhi e chiesi:
“Che cosa mi devi dire, anzi cosa mi volevi dire prima?”
“Ecco beh ... Io e Peter …” Sgranai gli occhi scuotendo la testa.
“Non dirmi che …” sussurrai sconvolta.
“Si … Lo abbiamo fatto ieri sera sul tardi.” Ammise sconvolta.

Angolo Autrice:
Eccomi qua con il nuovo capitolo :D
Mi state dicendo che Peter è cotto a puntino da Julia, ma ne siete davvero convinte?
Vorrei sapere il perchè ne siete così convinte!!
Parliamo dello stesso Peter stronzo?
Hahahah
Come vi sembra questo capitolo? 
Cosa ne pensate del nostro Peter?
Vi piacciono Cris e Tony?

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Capitolo 4
*** Stiamo parlando della stessa persona? ***


Gli tirai uno schiaffo senza accorgermene e sussurrai irritata:
“Stai scherzando, vero?”
Lei deglutì.
Non poteva essere vero.
Non volevo che fosse vero.
L’aveva tradita e lei aveva pianto così tanto da uccidermi lentamente.
Odiavo vederla piangere.
“Mi dispiace Julia.” Sussurrò piano.
“Sei una cogliona, lui si sta scopando Jessica nel bagno in questo momento. Mi avevi giurato che ti eri dimenticata di lui. Me lo avevi giurato.”
Lei sgranò di poco gli occhi.
“Cosa?” chiese confusa.
“Hai capito bene, quel coglione è in bagno a scoparsi Jessica.” Dissi sbuffando.
Lei chiuse gli occhi.
“Mi fai schifo.” Sussurrai andandomene.
Non potevo crederci.
Non volevo che lei stette di nuovo male per Peter.
Non si meritava di stare male.
“Julia fermati.” Disse Tony prendendomi per un polso.
Mi girai fulminandolo con lo sguardo e dissi irritata:
“Lasciami Tony, non voglio litigare anche con te.”
“Sai che a lei piace.”
“Ma Peter è uno stronzo di merda.” Ammisi.
Lui annuì lasciandomi.
“Lo so.” Ammise lui.
“Ecco perché sono arrabbiata con lei.” Risposi chiudendo gli occhi.
Tony annuì.
“Fai bene, ma è la tua migliore amica.”
Sbuffai irritata.
“Ha fatto male Tony, lo sai pure tu. Lui vuole solo sesso e basta. La farà soffrire di nuovo e sinceramente non voglio che soffra..” Ammisi.
Lui annuì.
“Hai ragione Julia, ma cerca di capirla.” Sussurrò piano.
“Cosa dovrei capire?” chiesi deglutendo.
Lui sospirò.
“A lei piace.”
Sospirai scuotendo la testa.
“Non la capisco, è solo un maiale senza cuore e senza cervello. Non gli frega niente di quello che la gente prova e non posso capirla.” Detto questo me ne andai verso una panchina.
Presi il libro di storia e cominciai a ripassare.
“Ehi scimmietta.”
Alzai il viso e incontrai gli occhi della mia migliore amica.
“Mi perdoni?” chiese sussurrando appena.
Sospirai.
Cristina si mise a sedere accanto a me.
“Non essere arrabbiata con me Julia. Sai che a me piace.” Sussurrò piangendo.
Non mi piaceva vederla piangere.
Tirai un respiro grandissimo e posai il libro sulla panchina e la abbracciai.
“Non piangere per uno che non ti merita. Non lo fare. Non voglio vederti piangere per lui. Non si merita nemmeno una tua lacrima. Non si merita nemmeno di venire a fare sesso con te.”
“Lui mi piace e lo sai.” Sussurrò sconvolta.
Non risposi.
Non capivo il perché a lei piacesse.
“Ehi.” Alzai il viso e vidi Kevin, il fidanzato di Tony.
Sorrisi e sussurrai:
“Ehi Kevin.”
“Che succede qui?” chiese mettendosi a sedere e accarezzando i capelli della mia migliore amica.
“Peter.” Sussurrò lei.
“Di nuovo quello?” chiese ridendo.
“Già.” Disse Cris.
Lui sospirò.
“Questo Peter deve essere messo molto bene se tutte lo volete.”
“Beh si, è messo bene.” Disse Cris singhiozzando.
Guardai male Kevin e sussurrai:
“Io non lo voglio quel coglione senza cervello.”
“Okay okay Julia, lo vogliono tutte tranne te.” disse ridendo.
Sorrisi.
“Esatto.” Dissi.
“Come fai?” chiese la mia migliore amica.
“A fare che?” chiesi confusa.
“A non provare niente per lui.” Chiese piano.
Sospirai.
“Sinceramente? Penso sia un bel ragazzo, ma sa di esserlo. Non ci trovo niente in lui.” Ammisi più a me stessa che a lei.
Peter sapeva l’effetto che faceva alle ragazze, ma era sempre stato così.
Era sempre stato un bel ragazzo a cui piaceva solo fare roba con le ragazze.
“Ma anche tuo fratello è topo e sa di esserlo.” Disse Cris tirando su con il naso.
“Infatti sono migliori amici, ma mio fratello è più dolce di lui, anzi Peter non lo è nemmeno un pochino.. Peter è solo un coglione del cavolo a cui piace scopare.” Ammisi sbuffando.
“Lo fa bene però.” Disse la mia migliore amica ridendo.
“Cogliona.” Sussurrai divertita.
“E dai, è figo. Sono una cogliona perché mi piace e hai ragione, ma non riesco a farne a meno. Peter sembra uno stronzo, ma qualche volta è dolce e premuroso … Qualche volta è così carino ....” Sussurrò alzando il viso dalla mia spalla.
Mi guardò negli occhi.
“Lui dolce e premuroso? Stiamo parlando della stessa persona?” chiesi ridendo.
Aveva sbattuto la testa per caso?
“E’ venuto da te quando te ne sei corsa in bagno, è corso subito da te. Era davvero preoccupato.” Disse piano.
Sospirai.
Non era venuto per me.
A lui non fregava nulla di me.
Lui mi odiava.
“Solo perché doveva incontrarsi con Jessica e non mi voleva in mezzo.” Ammisi.
Lei scosse la testa.
“Non è vero, lui ci tiene a te e lo sai.” Disse sorridendomi.
“No, lui tiene solo a se stesso.” Dissi.
“Se lo dici tu.” Disse sorridendomi di nuovo.
Arrivò il treno, così Cris si staccò da me.
“Grazie patatina.” Sussurrò dandomi un bacio sulla fronte.
“Di niente scimmietta.”
Lei mi sorrise incamminandosi con Kevin.
Sorrisi alzandomi e andai verso il treno
“ZOMBIE!!” Urlò quel coglione di Peter.
Mi girai e vidi che aveva il mio libro di storia.
“LO LASCI QUA?!?” Chiese ridendo e correndo verso di me.
“Grazie.” Risposi sbuffando.
Sorrise e sussurrò:
“Come scusa? Non ho capito bene.”
“Non lo ripeto un'altra volta coglione.” Dissi sbuffando.
Sorrise di nuovo mettendosi il libro dietro la schiena.
“Come si dice?”
“Fottiti.” Sussurrai esasperata.
Sorrise di nuovo e si avvicinò pericolosamente a me.
“Okay, niente libro.” Disse soddisfatto.
“Cosa vuoi che ti dica? Ti ho già detto grazie e non te lo ripeto.” chiesi sbuffando.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Di che vuoi venire a letto con me.”
Lo spinsi disgustata.
“Scordatelo.”
“Sei proprio uno zombie antipatico.” Disse ridendo.
“Dammi il libro.” Dissi cercando di prenderlo.
Scoppiò a ridere divertito e senza farlo apposta toccai la patta dei suoi pantaloni per prendere il libro di storia.
Deglutì e io feci lo stesso.
“Beh zombie, vuoi farlo qui? Davanti a tutti? Non che mi dispiaccia, però mi rovinerei la reputazione a farlo con uno zombie come te.” chiese ridendo.
“Fottiti.” Dissi sbuffando.
“Dai zombie.” Disse leccandosi il labbro inferiore.
Lo guardai male.
“Dai, il libro è della prof.” Dissi sbuffando.
“Dimmi che vuoi venire a letto con me e io ti do il libro.” Disse sorridendomi.
Sbuffai.
“Fai come cazzo ti pare, non ho voglia di scherzare con te.” dissi incamminandomi verso il treno
Peter mi prese per un polso e sussurrò:
“Tieni zombie antipatico.”
Mi girai per guardarlo e mi porse il libro.
“Sei antipatica e acida.”
“Solo con te.” dissi sbuffando.
Sorrise di nuovo dandomi il libro.
Sbuffai di nuovo prendendolo e andai verso il treno.
Quanto odiavo quel ragazzo.
“Cosa ti ha detto Peter?” chiese la mia migliore amica affiancandomi.
“Mi ero dimenticata il libro e così mi ha chiamato.” Dissi salendo sul treno.
“Che carino che è.” Disse con occhi sognanti.
“E’ solo un coglione.” Risposi.
“Beata te che puoi vederlo tutti i giorni.” Sussurrò mordendosi il labbro.
“Guarda come sono contenta.” Dissi prendendola in giro.
“Piccola vado a sedermi accanto a Tony, ti dispiace?” chiese la mia migliore amica abbracciandomi.
“Vai pure.” Dissi facendo un piccolo sorriso.
Mi misi a sedere.
“Ehi, posso sedermi?” chiese l’imbecille senza cervello mettendosi a sedere.
“Non puoi, ma evidentemente non ti frega.” Risposi sbuffando.
“Te sei una che sbuffa sempre eh.” Disse ridendo.
“Mi conosci oramai e poi in tua presenza mi viene naturale.” Risposi sorridendo falsamente.
“Beh si, ti conosco da molto.” Disse sospirando.
Lo guardai ed era così bello.
Se non fosse stato stronzo avrei provato qualcosa per lui.
Era bello.
Era così bello che toglieva il fiato.
Sospirai.
Cosa cavolo stavo dicendo?
Ero davvero fusa.
“A cosa pensi zombie?” chiese confuso.
“A te.” risposi senza accorgermene.
Deglutii.
Non potevo averlo detto davvero.
“Cioè … no … ehm. ..” balbettai.
Lui sorrise.
“Anche a me capita spesso.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
Senza accorgermene mi avvicinai a lui e lui fece lo stesso.
“Ti sei avvicinata a me zombie.” Sussurrò appena.
“Lo hai fatto anche tu testa di gallina.” Dissi sospirando.
Lui sorrise di nuovo.
“Ti capita spesso di pensare a chi?” chiesi sussurrando appena.
“Vuoi veramente saperlo?” sussurrò avvicinandosi di più.
Le nostre labbra erano a due centimetri di distanza.
“Si, voglio saperlo.” Ammisi deglutendo di nuovo.
“Indovina zombie.” Sussurrò maliziosamente.
“Non mi piacciono i giochini Peter.” Sussurrai provocandolo.
Quel gioco stava diventando molto pericoloso, ,ma non volevo fermarmi.
“Peter!!” urlò Jessica facendoci sobbalzare.
Peter sorrise e lei gli andò addosso.
“Ciao piccola.” Sussurrò maliziosamente.
Cominciò a baciarlo sul collo.
“Sei così topo, stasera voglio farlo con te.” sussurrò lei leccandoli il labbro.
Stavo davvero per vomitare.
Peter mi guardò e mi fece l’occhiolino.
Gli feci il dito medio e chiusi gli occhi.
Mi stava quasi per baciare, anzi ci stavamo per baciare.
Non poteva accadere veramente.
Presi un libro e mi misi le cuffie.
Senza accorgermene mi addormentai.
Qualcuno mi scosse violentemente, così aprii gli occhi e vidi Jessica.
“Svegliati cogliona.”
Sbadigliai guardando Peter.
“Zombie svegliati dai.” Disse ridendo quel coglione.
Sbuffai alzandomi e misi il libro che ancora avevo in mano nello zaino.
Guardai dietro di me e non vidi né Cris né Tony.
Sbuffai scendendo dal treno e mi avviai verso il carcere-scuola.
“Ehi zombie!” mi girai fermandomi e vidi Peter che stava correndo verso di me.
“Che vuoi ancora?” chiesi sbuffando.
“Sbuffi sempre zombie.”
“Come ti ho già detto, quando sono in tua presenza si. Mi viene naturale.” Dissi irritata.
“Solo in mia presenza?” chiese ridendo.
Lo guardai male e annuii.
“Solo in tua presenza. Sei la persona che odio di più al mondo. È naturale, no?” chiesi sospirando.
Sorrise porgendomi il mio Mp3.
“Lo avevi dimenticato sul sedile del treno.”
“Grazie.” Dissi prendendolo.
Non potevo vivere senza il mio lettore Mp3.
“De nada zombie.” Disse ridendo e avviandosi verso la scuola.
Sorrisi.
Era stato davvero gentile.
“Non sorridere stupida, vuole solo portarti a letto.” Disse Jessica affiancandomi.
“Come scusa?” chiesi confusa.
“Ha fatto una scommessa con dei suoi amici e con me.” Disse sbuffando e andando verso la scuola.
Deglutii.
Ci stavo quasi per cascare.
Era strano che mi avesse riportato il mio Mp3 o il libro di storia.
Era strano che era gentile.
Mi incamminai verso la scuola e appena entrai vidi Jessica e Peter che si stavano slinguando e attorno a loro delle ragazzine che volevano essere al posto di Jessica.
Sbuffai andando verso il mio armadietto e appena lo aprii qualcuno mi spiaccicò a terra con il suo peso.
Della vernice ci cascò addosso.
Chiusi gli occhi, ma la vernice mi cascò addosso.
Un altro scherzo dalle puttane della mia classe e di Peter.
“Stai bene?” chiese qualcuno.
Aprii gli occhi e vidi degli occhi marroni che mettevano allegria.
“Scusami se mi sono fiondato addosso a te, ma avevo visto lo scherzo che ti volevano fare e così ti ho salvata.” Disse sorridendo.
Era davvero bello, una bellezza diversa da quella di quel coglione di Peter.
Scossi la testa.
Non dovevo pensare a quello stupido donnaiolo che si stava slinguando una pu …
“Sto bene, grazie.” Dissi imbarazzata.
I suoi lineamenti erano belli, ma non aveva quelle bellissime fossette che aveva Peter.
Stupide fossette e stupido Peter.
“Mi hai salvato la vita, anche se era solo e molta vernice.” Dissi sorridendo.
“Esagerata, è stato solo perché mi ha dato noia. Ti vedo sempre quando ti fanno questi scherzi e così ho reagito. Lo avresti fatto pure tu.” Disse dolcemente.
“Beh si certo.” Dissi ridendo.
“Beh … non è una posizione strana?” chiese ridendo.
Aveva una risata bellissima.
Sorrisi imbarazzata.
“Si è vero.” Ammisi.
“Però con te mi piace.” Sussurrò imbarazzato sorridendo.
“Beh, sarebbe meglio con una bella ragazza … No?” chiesi ridendo.
“Tu lo sei e molto anche.” Sussurrò lui imbarazzato.
“Ehi zombie, da quando in qua va di moda farlo nei corridoi?” chiese il mio peggior incubo.
Sospirai.
Il ragazzo si alzò sbuffando e mi porse la mano.
Mi aiutò ad alzarmi e mi tenne stretta, facendo attenzione a non farmi cascare.
“Grazie.” Sussurrai al ragazzo che era pieno di vernice.
Fulminai con lo sguardo quel lurido babbano di Peter e sussurrai:
“Hai già finito di baciarti con perfettina?”
“Si zombie, volevo assistere allo scherzo, ma me lo sono perso.” Disse ridendo.
Sbuffai irritata.
“Ecco di chi era l’idea geniale.” Dissi esasperata.
“Beh certo, sono figo, ma sono anche un bravo burlone.” Disse ridendo.
Deglutii.
Quanto cazzo era perfetto?
“Tu figo e burlone? Non lo sei.” Dissi sbuffando.
Lui sorrise senza rispondere alla mia provocazione.
“Allora? Va di moda farlo nei corridoi?” chiese ridendo.
“Fatti i cazzi tua muco.” Sussurrai guardandolo male e scostandomi da Louis.
Eravamo a due centimetri di distanza.
I suoi occhi mi fissavano e le sue labbra carnose mi sorridevano.
“Ah si?” chiese avvicinandosi un po’ di più a me.
Mi mancò il fiato.
Eravamo attaccati, se mi fossi solo avvicinata di un millimetro le mie labbra sarebbero finite sulle sue.
“Mi vuoi baciare zombie?” chiese maliziosamente.
Lo spinsi e vidi che aveva la cerniera dei pantaloni della divisa aperta e si vedeva che aveva proprio un bel pacchetto da regalo.
Mi diedi della pervertita alzando subito lo sguardo su di lui.
“Hai visto qualcosa che ti piace?” chiese malizioso.
“Mi dispiace, ma no.” Dissi fulminandolo con lo sguardo.
Aveva anche la camicia della divisa tutta abbottonata male e tutta fuori dai pantaloni e la cravatta era tutta messa male.
“Prima di uscire, guardati allo specchio.” Dissi sorridendo irritata.
Lui sorrise facendomi l’occhiolino.
“Gelosa zombie che lei lo possa toccare e tu no?” chiese sfidandomi.
Sorrisi disgustata.
“Non hai niente lì sotto.” Sussurrai.
“Vuoi provare? Ti farei urlare zombie, non sai quanto.” Sussurrò piano.
“Andiamo Peter?” chiese Jessica avvicinandosi.
Lui annuì sbuffando.
“Ah … alle due ti aspetto fuori scuola.” Disse sbuffando verso di me.
“Mio fratello?” chiesi confusa.
“Con la sua ragazza.” Disse mordendosi il labbro inferiore.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, per così dire.
Mi guardò male e prese Jessica per mano e se la portò dietro con se.
“Stai insieme a lui?” chiese il ragazzo prendendo un fazzoletto di carta e porgendomelo.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa.
“Oddio no, io e lui? Non succederà mai e non voglio che succeda.” Dissi pulendomi gli occhiali dalla vernice.
“Io sono Louis comunque.” Disse porgendomi la mano.
Sorrisi stringendola e sussurrai:
“Sono Julia.”
“Ah bene, allora posso invitarti a cena stasera?” chiese dolcemente sorridendomi.
“Ehm … beh .. ecco … io … certo.” Balbettai.
Louis sorrise e prese un foglio e una penna dal suo zaino. Scrisse un numero e me lo mise dentro la giacca.
“Chiamami e dimmi dove stai, che vengo a prenderti.” Disse dolcemente dandomi un bacio sulla guancia e poi andandosene.
Sorrisi incamminandomi verso la mia classe, appena entrai la professoressa mi guardò male.
“Sei in ritardo e sei tutta macchiata di vernice.” Disse.
“Ma .. ma .. io.” Cercai di spiegare.
Lei mi guardò male.
“Vai a fare le fotocopie per la tua classe e rimani fuori ... ” Disse sbuffando.
Strinsi i pugni guardando le oche della mia classe.
Sospirai uscendo e cascai addosso a qualcuno.
“Ehi, attenta a dove metti i piedi.”
Alzai lo sguardo e vidi due occhi grigi.
“Ciao mio peggior incubo.” Sussurrai sbuffando.

Angolo Autrice:
Eccomi qua con un nuovo capitolo!!
Che dirvi?
Alcune di voi mi dicono che Peter è pazzo di Julia, ma altre che non è vero proprio niente hahahah, chi ha ragione?
Non ve lo dico, lo scoprirete solo vivendo questa storia :D
Una domanda velocissima!!
Cosa ne pensate di questo nuovo personaggio? (Louis.) vi piace?
Come sarà la loro serata?
Dovete aspettare ancora qualche capitolo per saperlo.
Cosa farà quel coglione di Peter?
Ora vi saluto
J
Ciao!!!

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Capitolo 5
*** Ti proteggo. ***


“Che ci fai qui fuori?” Chiese Peter divertito guardandomi la camicetta piena di vernice.
Lo guardai male, si era incantato sulla mia camicetta.
Mi schiarii la voce e sussurrai provocandolo:
“Vedi qualcosa che ti piace?”
Lui sorrise scuotendo la testa e alzò il viso.
“Non preoccuparti zombie, tu non hai nulla che mi piace.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
“Nemmeno tu imbecille senza palle.” Sussurrai guardandolo male.
Si mise una mano in tasca e chiese di nuovo:
“Che ci fai qui fuori?”
“Devo andare a fare delle fotocopie per colpa tua e delle tue troiette che sono in classe mia.” Risposi incamminandomi verso l’ascensore.
Lo sentii seguirmi e sussurrare:
“Le palle le ho zombie.”
Nascosi un sorriso.
Mi superò dandomi una pacca sulla nuca.
“Sei scarsa zombie.”
Si fermò davanti all’ascensore.
“Entri da sola?” chiese divertito.
Sapeva che odiavo li ascensori.
Lo guardai male.
“Sai che odio questi cosi.”
“Lo so zombie, ma non entro per te, non farti strane idee. Entro dentro con te perché anche io devo fare delle fotocopie, sicchè ti accompagno..” Disse divertito chiamando l’ascensore.
Sbuffai.
Non avevo voglia di stare con lui.
“Dove vuoi mangiare a pranzo?” chiese entrando nell’ascensore.
Entrai nell’ascensore senza rispondere.
Sospirò e mi chiese di nuovo:
“Dove vuoi mangiare a pranzo?”
“Non lo so, se ti va puoi andare dove vuoi e io me ne sto da sola a casa senza fare niente.” Risposi con il sorriso più docile che potessi fare.
“Scordatelo zombie.” Disse divertito aprendo il libro e uscendo dall’ascensore.
Io non sapevo usare quella fottuta macchina, così seguii Peter.
Sorrise ad una ragazza che era ad una macchinetta.
Gli tirai un pugno sul braccio.
“Fai schifo Peter.” Dissi disgustata.
“Scommetti che mi da il suo numero?” chiese facendomi l’occhiolino.
“Se come no.” Risposi.
Avrebbe preso di sicuro il numero a quella povera ragazza.
“Okay, scommetti che mi da un bacio?” chiese divertito.
“Certo che scommetto. Non te lo darà mai.” Dissi sorridendo.
“Cosa ci scommetti?” chiese divertito.
“Quello che vuoi.” Dissi.
Avrei vinto.
“Se vinco io cucini per me oggi.” Disse sfidandomi.
“Okay.” Risposi sbuffando.
“E se vinci tu? Cosa che non succederà mai.” Disse divertito.
Lo guardai male.
“Mi regali il cd dei muse.”
Lui sorrise aggiustandosi la cravatta, mise il libro di matematica sopra alla fotocopiatrice e andò vicino alla ragazza, che non riusciva a prendere l’acqua dalla macchinetta.
“Cosa devi prendere?” chiese Peter sorridendo alla ragazza.
“acqua, c’è solo quella.” Disse mordendosi il labbro.
Peter sorrise di nuovo.
“Costa 1 euro.” Disse appoggiandosi alla macchinetta.
“Oddio, ecco perché non me la dava.” Disse ridendo.
Peter sorrise di nuovo e mise i soldi dentro la macchinetta.
“Ma no, non dovevi farlo.” Disse la ragazza attorcigliandosi una ciocca di capelli neri intorno all’indice.
Era veramente bravo.
Avrei perso quella scommessa e non volevo perdere.
“Come posso ringraziarti?” chiese sorridendo la ragazza.
Peter si leccò il labbro inferiore e si avvicinò piano e pericolosamente a quella ragazza.
“Mi potresti ringraziare in un modo davvero eccitante.” Sussurrò lui maliziosamente.
Lei sospirò eccitata e lo baciò.
Sgranai gli occhi.
Lo aveva davvero baciato.
Lui la strinse a se e si strusciò un po’.
“Dammi il tuo numero, ti chiamo.” Disse leccandoli il collo.
“Okay.” Disse eccitata mettendoli un bigliettino dentro la giacca della divisa.
Lei sorrise baciandolo di nuovo.
“Allora ciao.” Disse Peter.
Lei sorrise e se ne andò in classe.
Peter sorrise leccandosi le labbra e si avvicinò a me.
“Fai schifo.” Sussurrai sbuffando e aprendo il libro di storia.
“Volevi esserci tu al suo posto?” chiese maliziosamente al mio orecchio.
“Bleah, mica voglio prendere l’Aids.” Dissi schifata.
Scoppiò a ridere.
“Non ho l’Aids, tranquilla.” Disse.
“Avrei dei dubbi al riguardo.” Dissi girandomi verso di lui.
Eravamo a due centimetri di distanza.
“Tranquilla zombie.”
Deglutii.
“Non me ne frega se lo hai o no.” Dissi sbuffando.
Lui sorrise e aprì il libro di matematica.
“Che fotocopie devi fare?” chiesi arrendendomi.
“Matematica, delle pagine per la vostra classe.”
“Bleah.” Dissi disgustata.
Sorrise.
“Perché per la nostra classe?” chiesi confusa.
“La tua professoressa mi adora e così mi ha mandato a fare le fotocopie, perché a matematica sono invincibile.” Disse ridendo.
“Bleah.” Dissi di nuovo facendo finta di vomitare.
“Non ti piace?” chiese guardandomi.
“La odio da morire, come anche storia.” Dissi sbuffando e facendoli vedere il libro di storia.
Lui sorrise prendendomi il libro e chiese:
“Non ti riesce neppure storia?”
“La odio da morire.” Ammisi.
Lui sorrise.
“Che fotocopie devo farti?” chiese sfogliando il mio libro di storia.
“Fai prima le mie?” chiesi confusa.
“Non ci prendere gusto zombie.” Disse ridendo.
Sorrisi.
“Allora? Quale devo farti?” chiese di nuovo diventando serio.
“Questa.” Dissi alzandomi sulle punte.
Mi squadrò.
“Sei davvero nana.” Disse sorridendomi.
“Sei tu che sei alto, come si dice? I ragazzi alti lo hanno mignon.” Risposi provocandolo.
Scoppiò a ridere.
“Io sono l’eccezione allora.” Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.
Mi scostai scuotendo la testa.
“Le fotocopie.” Sussurrai guardandolo
Lui annuì.
“Si, hai ragione, quante ne devo fare?” disse mettendo il libro dentro la fotocopiatrice.
“20.” Dissi deglutendo di nuovo.
Sorrise e la mise in funzione.
“Devi cucinarmi baby.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Lo so, ti avvelenerò.” Dissi ridendo come una pazza.
Sorrise.
“Ma come? Poi chi ti porta a scuola?” chiese facendo il finto offeso.
“Prendo la macchina.” Dissi divertita.
Lui scosse la testa.
“Tra un anno zombie.” Disse porgendomi il libro e le fotocopie e mettendo il suo.
“E cosa c’entra scusa?” chiesi guardandolo male.
“Non potresti stare senza di me. Io sono io e non puoi stare senza di me. Due stronzi come noi devono stare insieme.” Disse facendomi l’occhiolino.
Il libro mi cascò per terra.
Avevo capito sicuramente male.
La mia mente malata aveva capito sicuramente male.
Non poteva davvero aver detto: ‘Due stronzi come noi devono stare insieme.’
Mi inginocchiai a terra con il cuore che batteva all’impazzata.
Avevo paura, paura di quello che stavo provando.
“Sei davvero una frana.” Disse Peter inginocchiandosi e raccogliendo il mio libro e i fogli sparsi.
Lo aiutai.
Lo sfiorai senza farlo apposta.
“Non sono una frana.” Borbottai sbuffando.
“Ah no?” chiese ironico.
Lo guardai per rispondere qualcosa, ma appena incontrai i suoi occhi mi mancò il fiato.
Mi morsi il labbro.
Lui si soffermò sulle mie labbra.
Appoggiò il libro, con le fotocopie dentro sul pavimento e poi si alzò.
Lo sentii sospirare e prendere il libro di matematica.
Mi alzai prendendo il libro di storia.
“Grazie.” Dissi non guardandolo nemmeno.
“Niente.” Disse incamminandosi verso l’ascensore.
Sospirò.
Non sapevo cosa dire.
Entrammo dentro l’ascensore e non parlammo.
Arrivammo a destinazione e uscii da lì.
“Ci vediamo oggi alle 2 zombie.” Disse Peter andandosene.
Sospirai e vidi che c’era Louis.
Mi sorrise salutandomi con la mano e mi venne davanti.
“Che ci fai qui?” chiese teneramente.
“Beh, niente di che e tu? Domandai sorridendo.
Mi stava davvero simpatico e poi era carino.
“Ho la febbre.” Disse sbuffando.
“Mi dispiace.” Ammisi abbassando il viso.
Mi accarezzò una guancia.
“Esco lo stesso con te.” sussurrò deglutendo.
“No, ti sentirai male.” Dissi guardandolo negli occhi.
Lui scosse la testa.
“Non mi interessa, voglio uscire con te.”
Sorrisi mordendomi il labbro.
“Ora vado, sennò la bidella scassa.” Disse divertito dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
Sorrisi di nuovo e lui se ne andò.
 “Ah bene.” Disse Peter facendomi sobbalzare.
Mi misi una mano sul cuore che batteva all’impazzata.
“Sei impazzito?” chiesi sbuffando.
“Non sbuffare.” Rispose senza guardarmi e andando verso il corridoio.
Lo seguii.
“Devo entrare in classe tua zombie.” Disse facendomi vedere dei fogli.
“Che fogli sono?” chiesi confusa.
“E’ un questionario per voi ragazze.”
Ero più confusa di prima.
“Quante volte sei stata a letto con un ragazzo, senza farci niente?” chiese leggendo.
Sgranai gli occhi.
“Ma che cavolo di questionario di merda è?” chiesi sconvolta.
Sorrise.
“E’ così.” Disse divertito bussando alla porta della mia classe.
La professoressa disse avanti e così Peter entrò.
“Buongiorno professoressa. Il preside mi ha detto di consegnare questi.” Disse lasciandoli sulla cattedra e sorridendo a qualche ragazza.
Sospirai.
“Grazie Peter.” Disse la professoressa.
Lui sorrise uscendo dalla mia classe e chiuse la porta.
“Lo vuoi fare?” chiese divertito.
“Cosa?” chiesi confusa.
“Il questionario.” Disse ridendo.
“Okay, tanto non so che fare.” Risposi sbuffando.
Lui sorrise mettendosi seduto a terra, lontano dalla mia classe.
Mi misi a sedere accanto a lui.
Le nostre gambe si sfioravano.
Prese una penna e lesse la prima domanda:
“Quante volte hai fatto sesso in questo mese?”
Deglutii.
Non volevo che sapesse che ero vergine.
“In questo mese? 5.” Sparai lì.
Lui scrisse 5.
“5 volte? Wow.” Disse ridendo.
“Cosa c’è da ridere?” chiesi guardandolo male.
“Niente, è solo che non me lo sarei mai aspettato. Pensavo fossi ancora vergine.” Sussurrò divertito.
Aveva ragione, troppa ragione.
“Seconda domanda: Prima volta che lo hai fatto?” Chiese.
“Ehm … quando avevo 15 anni.” Dissi maledicendomi.
“Wow.” Disse divertito.
Scrisse 15 sul foglio.
“Quando fai sesso ti piace stare sotto o sopra?” chiese guardandomi negli occhi.
Deglutii.
Non lo sapevo.
“Sopra.” Sparai l’unica cavolata che mi venne in mente.
“Mmm, allora sei molto aggressiva.” Disse leccandosi il labbro inferiore.
Lo guardai male.
“Usi precauzioni?” chiese scrivendo.
“Si.” Dissi deglutendo.
“A me non piace usarle, ma qualche volta le uso.” Disse scrivendo.
“Prima cotta? Nome e età.”
“Cosa?” chiesi confusa.
Non avrei mai detto la mia prima cotta a lui.
“C’è scritto così.” Sussurrò sorridendomi.
La mia prima cotta era stato lui, quando avevo solo 5 anni e mi salvò da un bambino che voleva picchiarmi.
“Ehm... beh … avevo 5 anni.” Ammisi.
Lui sorrise.
“Mmm e chi era il bambino sfortunato?” chiese ridendo.
“Ehm ….” Cercai di dire.
Avevo sparato un sacco di cavolate.
“Un bambino di cui non mi ricordo nemmeno il nome.” Mentii.
Lui lo scrisse.
“Se rimanessi incinta, abortiresti?” chiese guardandomi negli occhi.
Mi mancò un colpo al cuore.
non avrei mai abortito se fossi rimasta incinta.
“No.” Ammisi.
Era l’unica cosa vera che avevo detto.
Lui lo scrisse.
“Nemmeno se il ragazzo che ti ha messo incinta ti dicesse: Abortisci o ti lascio?” Chiese.
“No, non abortirei.” Ammisi.
Lui lo scrisse sul foglio.
Aveva un bella calligrafia.
“Quante volte sei stata a letto con un ragazzo, senza farci niente?” chiese sospirando.
“Non lo so.” Ammisi.
“Contale.” Disse divertito.
“2 o 3.” Ammisi pensando a quando avevo dormito con lui, quando eravamo piccoli in campeggio.
Era così carino quando era piccolo.
“Hai mai fatto dei preliminari prima del sesso?” Chiese scrivendo.
“Si.” Mentii di nuovo.
Non vedevo l’ora che quella stupida cosa finisse.
“Sei fidanzata?”
“Per adesso no.” Sussurrai sbuffando.
“Le 5 volte con chi le hai fatte?” chiese scrivendo.
“E’ una domanda che c’è sul questionario?” chiesi confusa.
Lui scosse la testa.
“Voglio saperlo io.”
“Non te lo dico.” Dissi ridendo.
Sorrise alzandosi e mi porse una mano.
La guardai per qualche secondo e la campanella suonò.
Deglutii prendendo la sua mano e mi alzò da terra.
“Ci vediamo a ricreazione zombie, solo se ne hai voglia.” Disse sorridendo e andandosene.
Mi appoggiai al muro sbuffando e poi entrai in classe.
“Hai fatto le fotocopie?”
Annuii porgendo il libro con le fotocopie dentro alla professoressa.
“Bene, a lunedì.”
Mi misi a sedere vicino alla mia migliore amica.
“Tutto bene?” chiese teneramente.
Annuii.
“Si, tutto bene.”
“La prof mi ha detto di darti questa scheda.” Disse appoggiandomi una scheda sul banco.
La guardai.
“Che roba è?”
“E’ storia scema, ha dato una scheda per lunedì.” Sbuffai appoggiando la testa sul banco.
Annuii.
Avevo sonno.
Mi appoggiai sul banco, ma qualcuno molto delicatamente (Cosa non vera.) mi spintonò.
Aprii gli occhi e vidi Peter.
“Che ci fai in classe mia depravato?” chiesi.
“Stai male cogliona?” chiese inginocchiandosi davanti al mio banco.
“No, non sto male.” Ammisi.
“Cris, puoi andare in un altro banco?” chiese il mio peggior incubo.
La mia migliore amica annuì alzandosi.
“Non andare via.” Sussurrai prendendola per un polso.
“Sono dietro di te.” sussurrò dandomi un piccolo bacio sulla tempia.
Peter si alzò e si mise a sedere accanto a me.
“Ci hanno divisi in classi.” Sussurrò al mio orecchio.
“Mhm … non mi frega niente.” mugolai coprendomi la testa con le mani.
Sentii le labbra di Peter a contatto con la mia mano.
Mi morsi il labbro.
“Hai sonno zombie?” chiese quel coglione.
“Non si vede?” chiesi incenerendolo con gli occhi.
Sorrise annuendo.
“Dormi pure, prenderò gli appunti per te.” disse prendendomi il quaderno e una penna.
“Okay.” Dissi cadendo in un sonno bellissimo.
“Zombie ti svegli.” Disse qualcuno spingendomi e per poco non caddi a terra.
Aprii gli occhi e mi stiracchiai come un gatto.
“Muoviti cogliona, devi andare in palestra e io vengo con voi.”
“Non ho voglia.” Dissi sbuffando.
“Dai scema, sei l’unica rimasta.” Disse Peter alzandosi e prendendomi per un polso.
Mi accoccolai a lui, come un gatto che vuole le coccole.
“Fammi dormire.” Sussurrai sospirando.
“Dobbiamo andare in palestra.” Disse prendendo il suo zaino e mettendoselo in spalla.
Mi aiutò a mettermi lo zaino e chiese:
“Sei pronta per andare?”
Annuii camminando verso l’uscita.
Peter mi prese per un polso e chiese:
“Vuoi un caffè per svegliarti zombie?”
“Se me lo offri si.” Ammisi.
Lui sorrise e prese un caffè alla macchinetta.
“Quanto zucchero ci vuoi?” chiese.
“Amaro, così mi sveglio.”
Scoppiò a ridere annuendo e poi mi porse il caffè.
Lo bevvi tutto d’un fiato e mi sentii un po’ meglio.
“Meglio?” chiese Peter uscendo.
“Si.” Sussurrai sorridendo.
Lo seguii e andammo in palestra.
“Zombie, vuoi che venga a cambiarti?” chiese quel coglione ridendo.
“Ho sonno Peter, ma so cambiarmi anche da sola.” Dissi ridendo e salendo le scale.
“Forse si, ma forse no.” Disse ridendo e entrando nello spogliatoio maschile.
Entrai dentro allo spogliatoio e vidi Cris parlare con le troie della mia classe.
Sbuffai.
“Peter è un figo da paura, domani voglio scoparmelo, stasera ha da fare. E’ troppo figo.” Disse Jessica sorridendo.
Una delle ochette sorrise.
“Anche io vorrei farmelo, ho perso la mia verginità con lui in uno sgabuzzino.” Disse quella ochetta levandosi la maglia e mettendosi una canottiera che a malapena copriva la pancia.
Jesica sorrise.
“E’ un figo da paura, poi è molto dotato.” Disse leccandosi le labbra.
Mi facevano schifo.
Strinsi i pugni disgustata e presi la mia maglia a mezze maniche bianca con la scritta nera:
‘Sono una fan girl e me ne vanto.’
Cercai i miei pantaloncini e quando li trovai andai in bagno.
Mi vestii e poi uscii.
Mi feci la coda meglio e guardai le mie gambe.
Quegli shorts non coprivano quasi nulla, ma la professoressa ci obbligava a metterceli.
Mi misi le mie adorate air force e uscii dallo spogliatoio.
“DAI PETER!” urlò una gallina della mia classe.
Lo sentii ridere.
Scesi le scale e lo vidi.
Mi guardò per qualche secondo, soffermandosi sulle mie gambe.
Jessica lo baciò distraendolo da me.
Sbuffai entrando dentro la palestra e presi un pallone da basket.
Adoravo il basket.
Tirai la palla e feci canestro.
Sorrisi riprendendo la palla e la tirai di nuovo facendo un altro canestro.
“Sei brava zombie.”
Mi girai e vidi Peter con una maglia bianca che metteva in risalto quel petto muscoloso e quelle braccia muscolose, un paio di pantaloncini neri che gli stavano a pannello e le sue air force.
Come poteva essere così bello e così stronzo allo stesso tempo.
“Passa la palla zombie.” Disse sorridendomi.
“Prendimela.” Sussurrai provocandolo.
Fece uno scatto felino facendomi indietreggiare per lo spavento, mi prese per un polso e mi attirò a se.
“Non provocarmi zombie.” Sussurrò piano a due centimetri dalle mie labbra.
Deglutii.
“Ti va di fare una sfida?” chiese prendendomi la palla.
“Accetto.” Risposi ridendo.
“Prova a prendermi la palla e se la prendi mi fai fare una penitenza, se non me la prendi ti faccio fare una penitenza.” Disse facendomi l’occhiolino.
Annuii.
Lui sorrise cominciando a palleggiare.
Lo guardai negli occhi mordendomi il labbro.
Quanto cazzo era bono.
Scossi la testa maledicendomi.
“Pronta?” chiese sostenendo il mio sguardo.
“Sono nata pronta.” Dissi facendo uno scatto felino e provando a prendere la palla, ma lui non se la fece prendere.
“Dai zombie.” Disse ridendo e palleggiando.
Guardai la palla e feci un altro scatto felino.
Mi evitò sorridendomi.
“Che gatto sei? Non riesci a prendere nemmeno una palla.” Disse ridendo.
Ringhiai.
“Muoviti scema.” Disse quel coglione ridendo.
Strinsi i pugni placcandolo.
“Dai prendimela.” Disse provocandomi e cominciando a correre per tutta la palestra.
Cominciai a correre anche io cercando di prenderli la palla.
“Dai schiappa!! Muoviti!” Urlò ridendo come un coglione.
Lo guardai male.
Era veloce.
Tirò la palla e fece canestro.
Mi guardò e scattammo tutti e due per prenderla.
La prese ridendo e disse:
“Dai prendila.”
Ero senza fiato.
Mi fermai per prendere fiato.
“Dai, sei già stanca?” chiese ridendo.
“No, non sono stanca.” Dissi sbuffando.
Lo vidi ridere e tirare di nuovo la palla dentro al canestro.
Scattai per prenderla, ma lui scattò anche e la prese di nuovo.
Mi inginocchiai a terra per la mancanza di ossigeno.
“Stanca?” chiese palleggiando.
Lo guardai male.
“Non sono stanca.” Sussurrai alzandomi e scattando per prendere la palla, che lui scansò di nuovo e la tirò per fare canestro.
“Questo è il meglio che sai fare?” chiese divertito.
Mi inginocchiai di nuovo a terra.
“Mi arrendo.” Sussurrai portandomi una mano sul fianco per il troppo dolore.
“Fai schifo.” Rispose ridendo e avvicinandosi a me.
Tirò la palla e fece di nuovo canestro.
“Devi fare una penitenza zombie.” Disse sorridendo.
“Okay va bene.” Dissi guardandolo.
Avevo paura delle sue penitenze.
Sorrise.
Mi alzai.
“Baciami zombie.” Sussurrò rocamente.
Sgranai gli occhi.
Mi alzai sulle punte.
Sentivo il suo respiro caldo a contatto con le mie labbra.
Ero solo a due centimetri da quelle labbra perfette.
“Baciami.” Sussurrò di nuovo.
Chiusi gli occhi e lo baciai sulla guancia destra, la sua barba mi pizzicò e mi fece il solletico.
“Ma dai, non vale zombie.” Disse ridendo.
“Non hai specificato dove dovevo baciarti pallone gonfiato.” Risposi facendoli l’occhiolino.
“RAGAZZI MUOVETEVI!! SCEGLIETE UN COMPAGNO E FATE UNA LOTTA!!” Urlò la professoressa.
Sbuffai guardando la mia migliore amica che sorrise correndomi incontro con Tony.
“Vieni piccola?” chiese Tony prendendomi per mano.
Sorrisi annuendo.
“Tu stai con me.” Disse il mio peggior incubo al mio orecchio.
“Scordatelo.” Risposi girandomi verso di lui e guardandolo male.
Mi sentivo una nana.
“Non puoi obbligarla a stare con te Peter.” Disse Cris piano.
Lui sbuffò.
“Dai Cris, me lo devi.” Sussurrò maliziosamente.
Lo guardai di nuovo male.
Era un coglione del cavolo.
“Fai schifo.” Sussurrai disgustata.
Lui mi sorrise.
“Dai, hai paura di perdere?” chiese divertito.
“Io non perdo mai.” Dissi sbuffando.
“Con me si, prima hai perso.” Disse ridendo.
Gli tirai un pugno sul petto.
“Fanculo.” Sussurrai.
“Come scusa?” chiese divertito.
“Devi andare a fanculo.” Sussurrai guardandolo male.
Sorrise divertito prendendomi per un polso e attirandomi a sé e facendo quasi cascare Tony addosso a me.
Tony mi lasciò il polso.
“Stai bene?” chiesi preoccupata.
“Si piccola, ci vediamo dopo.” Disse andandosene da una parte con Cris.
“Come ti liberi zombie?” chiese serio.
Stava stringendomi un po’ troppo.
“Peter mi stai facendo male.” Sussurrai deglutendo.
“Liberati zombie.” Disse.
Gli tirai un pugno nello stomaco e un calcio negli stinchi.
Si piegò in due dalle risate cascando a terra e trascinandomi sopra di sé.
“Bella posizione, no?” chiese facendomi l’occhiolino.
Sentivo il suo corpo a contatto con il mio.
Era una sensazione unica.
Il suo respiro era calmo, invece il mio era accelerato.
“Con te no.” Dissi provando ad alzarmi, ma lui mi strinse a sé.
“Non te ne andare.” Sussurrò leccandosi il labbro inferiore.
“Dai Peter, mi si vede pure l’anima.” Dissi ricordandomi dei pantaloncini corti.
“E’ un bello spettacolo.” Sussurrò sorridendo.
Lo guardai male.
“Vorresti dire che ho un bel culo?” chiesi provocandolo.
“Forse si.” Sussurrò appoggiando una mano sul mio fondoschiena.
Sgranai gli occhi e gli tirai uno schiaffo.
Sorrise non levando la mano.
“Peter leva le mani dal mio culo.” Sussurrai decisa.
“Hai un bel culo.” Disse divertito da quella situazione di merda.
Mi strinse le chiappe tra le sue mani.
“Coglione leva subito la mano.” Dissi provando a dimenarmi, mi strusciai su di lui e lo sentii gemere piano.
“Zombie se fai così ti scopo.” Sussurrò piano.
Ero sconvolta.
“VOI DUE!! ALZATEVI!!” Peter sorrise levando la mano dal mio sedere e così mi alzai.
“Scusi professoressa, stavo cercando di liberarmi e …” non mi fece finire di parlare che mi guardò male.
“Jessica starà con voi.” Disse la professoressa andandosene.
La guardai male.
“Che devo fare tesoro?” chiese l’oca avvicinandosi a Peter.
A lei si che si vedevo pure l’anima.
Lui sorrise prendendola per un polso.
“Dimmi che cosa faresti ora.” Sussurrò lui guardandola.
Lei sorrise e cominciò a baciarlo.
Sgranai gli occhi e lui la attirò di più a sé stringendo il suo sedere tra le mani.
Lei si strusciò su di lui.
Gemette e se la scrollò di dosso.
“Lo facciamo dopo.” Sussurrò lui maliziosamente.
Li guardai male.
“Ehi.” Mi girai e vidi Louis.
Sorrisi andandoli incontro e lo abbracciai.
Non sapevo il perché di quel gesto.
Mi piaceva quel ragazzo.
“Anche io sono felice di vederti.” Disse ridendo e prendendomi in braccio.
“Non avevi la febbre?” chiesi ridendo a crepa pelle.
Sorrise.
“Era solo un calo di zuccheri.” Disse ridendo pure lui.
“Devo andare adesso.” Disse mettendomi a terra.
“Ci vediamo stasera.” Sussurrai dandoli un bacio sulla guancia.
Lui sorrise.
“Mandami l’indirizzo dopo.” Sussurrò teneramente andandosene.
Sorrisi.
Mi arrivò un pugno sul braccio.
“Ti muovi?” chiese Peter guardandomi male.
“Cosa c’è? Tu ti baci la tua amichetta.” Dissi acida.
Sbuffò infastidito prendendomi per tutti e due i polsi e me li mise dietro alla schiena.
Lo guardai male.
“Liberati.”
“Peter mollami.” Sussurrai a denti stretti.
Non avevo voglia di giocare con lui.
“Liberati.” Ripetè.
Cercai di liberarmi, ma non ci riuscì.
Gli tirai un calcio, ma che lui bloccò prendendomi in braccio.
“Ma che cosa cavolo fai?” chiesi disperata.
“Liberati zombie.” Sussurrò divertito.
Scoppiai a ridere senza accorgermene.
Mi arrivò una pallonata sulla schiena che mi fece mancare il fiato per qualche secondo.
“Stai bene?” chiese confuso Peter mettendomi a terra.
Andò verso il ragazzo che mi aveva tirato la palla.
“MA CHE CAZZO TI SALTA IN MENTE!?!” urlò Peter tirandoli un pugno nello stomaco.

Angolo Autrice:
Oh Mio Dio!!
In questo capitolo sono successe un bel po’ di cose eh?
Si scopre un Peter molto più dolce hahah.
Beh che dirvi?
Avete detto che Louis vi piace e volete vedere l’uscita, nel prossimo capitolo ci sarà ;)
E’ un capitolo molto lungo eh.
Concludo con questo piccolo spoiler:

“Mi hai difesa.” Sussurrai abbassando il viso.
“Come quando eravamo piccoli.” Disse teneramente.
Se lo ricordava.
“Pensavi che non me lo ricordassi?” chiese sorridendomi.
“beh, forse.” Ammisi.



CIAO!!!

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Capitolo 6
*** Ma che cazzo ti salta in mente? ***


“MA CHE CAZZO TI SALTA IN MENTE!?!” urlò Peter tirandoli un pugno nello stomaco.
Corsi verso di lui e gli appoggiai una mano sulla spalla.
“Non lo ha fatto apposta Peter, per favore..” Sussurrai guardando il ragazzo a terra.
Peter mi guardò male.
“Invece si, lo ha fatto apposta.” Disse sbuffando.
“Peter, sto bene.” Dissi.
Non capivo il perché mi stava difendendo.
Lui era Peter.
Lui mi odiava.
“Ti poteva fare del male Julia.” Disse guardando male il ragazzo a terra.
Appoggiai di nuovo la mano sulla sua spalla e sussurrai:
“Peter sto bene, non lo ha fatto apposta.”
Lui sbuffò guardando il ragazzo a terra.
“Chiedili scusa, sennò ti spacco la faccia in due pezzi.” Disse Peter.
“Scordatelo, non chiedo scusa ad una puttanella.” Disse alzandosi e ridendo.
Tutti guardavano la scena meravigliati.
Mi aveva davvero chiamata puttana?
Io che non avevo mai fatto niente con nessun ragazzo.
“Come mi hai chiamato?” chiesi ironicamente mettendomi davanti a Peter.
“Hai capito bene, ti scopi pure Peter ora?” chiese guardandolo male e guardandomi male anche me.
“Ma che cazzo stai dicendo?” chiesi confusa.
“Ti sei scopata Peter nei bagni della scuola, proprio una troietta da quattro soldi..” Disse ridendo.
Lo guardai male.
“Io non mi sono scopata nessuno, pensa a te brutto coglione.” Dissi stringendo i pugni.
Tutti erano sorpresi.
Avrei ucciso quella puttana di Jessica.
Peter si mise davanti a me.
“Ripetilo se ne hai il coraggio.” Lo provocò ringhiando.
Joe sorrise guardandomi.
“Me la dai pure a me nei bagni della scuola puttanella?” chiese maliziosamente.
Vidi Peter stringere i pugni e gli tirò un calcio in pieno viso.
“NON PROVARE A CHIAMARLA PUTTANELLA! NON MI SONO SCOPATO JULIA NEI BAGNI DELLA SCUOLA TESTA DI CAZZO!!” urlò.

Le vene del collo li pulsavano.
“Ma che sei scemo? Ti piace Julia e ora la difendi? E’ brava a letto?” chiese ridendo il ragazzo.
Lui lo guardò male e gli saltò addosso facendolo cascare a terra.
Gli tirò un sacco di pugni.
“PETER FERMATI!” Urlai andandoli incontro.
Gli appoggiai una mano sulla spalla.
“Fermati Peter.” Sussurrai.
Scrollò le spalle non ascoltandomi e cominciò a tirarli dei pugni più forti.
“PETER FERMATI TI PREGO!!” urlai impaurita.
Lui si girò confuso, ma Joe capovolse i ruoli e cominciò a picchiarlo.
Peter si copriva la faccia con un braccio e con l’altro parava qualche pugno.
“FATE QUALCOSA!!” Urlai ai miei compagni.
Loro scossero la testa.
“Non vogliamo mica morire.” Disse un ragazzo alzando le mani.
“Siete dei cagasotto.” Ammisi guardando male i miei e i loro compagni di classe.
Peter tirò un cazzotto in pieno viso a Joe che cascò a terra.
Andai di corsa davanti a Peter inginocchiandomi.
Aveva un occhio viola, il sangue che usciva dal naso e il labbro un po’ spaccato ed era perfetto lo stesso.
“Stai bene?” chiesi confusa.
“Sei preoccupata?” chiese provocandomi.
Lo guardai male e lui sorrise.
“Sto bene tranquilla, lui è messo peggio.”
“Non dovevi farlo per me.” Dissi piano.
“Non l’ho fatto per te zombie, mi sono divertito e le ragazze mi vorranno di più.” Sussurrò provocandomi.
Sbuffai.
Lui sorrise alzandosi da terra e guardò il ragazzo a terra.
“Scusami, io non volevo.” Disse dispiaciuto e impaurito Joe.
Peter sbuffò.
“La prossima volta non ci sarà nessuno a difenderti Joe. Non chiamarla mai più puttana, la prossima volta ti uccido con le mie stesse mani.” Disse Peter quasi ringhiando.
Il ragazzo lo guardò male.
“Me la paghi Peter, anzi me la paga pure lei.”
“Oddio, sto morendo di paura.” Disse Peter ridendo.
Mi guardò.
Indietreggiai di un passo impaurita.
“Scusami, ma nessuno deve chiamarti puttana.” Sussurrò avvicinandosi un po’.
“RAGAZZI COSA SUCCEDE QUI!?!” urlò la professoressa guardando il ragazzo a terra.
Guardai Peter e feci un passo in avanti.
Era colpa mia d’altronde.
“Che cazzo fai Julia?” chiese Peter prendendomi per un polso e strattonandomi all’indietro.
“E’ colpa mia se lo hai picchiato, sicchè mi devo prendere la colpa e non rompere le palle..” Dissi guardandolo male.
Lui sospirò.
“Lascia stare Julia, è colpa mia se io ho perso la pazienza.” Disse guardando la professoressa.
“Non ti prenderai la colpa per avermi difesa.” Sussurrai incazzandomi.
Mi aveva protetto.
“Professoressa, Peter mi ha aggredito.” Disse il ragazzo alzandosi.
Strinsi i pugni e urlai:
“MA NON DIRE SCEMENZE!! NON TI HA AGGREDITO! HAI COMINCIATO TU A DARMI DELLA POCO DI BUONO. LUI MI HA SOLO DIFESO!”
La professoressa mi guardò.
“Dici la verità Julia?”
Annuii.
“Si professoressa, Peter mi ha solo difesa.” Ammisi.
Lei annuì e portò fuori il ragazzo.
“Mi hai difesa.” Sussurrai abbassando il viso.
“Come quando eravamo piccoli.” Disse teneramente.
Se lo ricordava.
“Pensavi che non me lo ricordassi?” chiese sorridendomi.
“beh, forse.” Ammisi.
Lui sorrise di nuovo e si mise seduto su una trave di legno.
Andai a sedermi accanto a lui.
“Stai bene?” chiesi preoccupata.
Non sapevo il motivo della mia preoccupazione.
Conoscevo Peter.
Sembrava strano.
“Si, sto bene.” Disse sorridendomi.
Annuii.
“Ti va di fare un'altra partitina a basket?” chiese scendendo dalla trave.
“No hahah.” Scoppiai a ridere.
“Mmm, allora una bella gara di corsa?” chiese sorridendo.
“Ci sto.” Ammisi scendendo dalla trave di legno.
Sorrise mettendosi in posa.
“5 giri completi.” Disse.
“Okay.” Sussurrai.
Lui cominciò a contare e poi al tre partimmo.
Scoppiammo a ridere.
Era divertente.
Mi fermai per riprendere fiato.
“Stai bene?” chiese anche lui ridendo e fermandosi.
Era sudato.
Era troppo bello.
Scossi la testa dandomi della depravata mentale.
“Io vado a bere.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Vengo anche io.” Dissi seguendolo.
Ci fermammo davanti alla fontanella.
“Vuoi bere prima te?” chiese Peter guardandomi serio.
“Stai scherzando?” Chiesi confusa.
“Si.” Disse bevendo e bagnandosi un po’ i capelli.
Scosse i la testa e delle goccioline di acqua mi arrivarono in pieno viso.
“Coglione.” Dissi bevendo e rinfrescandomi il viso.
“Io entro dentro.” Disse Peter andandosene.
Mi sgranchii le braccia.
Venne il ragazzo di prima.
“Per colpa tua troietta ho 3 giorni di sospensione.”
“Non dovevi chiamarmi puttanella.” Dissi acida guardandomi intorno.
Non c’era nessuno.
“Non c’è il tuo ragazzo a proteggerti.” Disse guardandomi male.
“Peter non è il mio ragazzo.” Dissi sbuffando.
“Non me ne frega di ciò che è. Sei solo una troietta e se vuoi possiamo scopare come fai con lui.”
“Non te la darei neanche se tu fossi l’ultimo uomo sulla terra.” Dissi ringhiando.
“Che troietta che sei.” Disse ridendo.
Gli tirai uno schiaffo cominciando a correre, ma lui mi prese per un polso e mi tirò a terra
L’impatto con il cemento mi fece mancare il fiato.
Stavo perdendo i sensi e mi sanguinava la testa.
“Ma che sei coglione?”chiesi alzandomi.
Lui sorrise andandosene.
“Zombie.” Disse Peter correndo verso di me.
Mi prese tra le braccia e sussurrò:
“Che hai fatto?”
“Sono scivolata.” Mentii.
Non volevo che andasse nei casini per colpa mia.
“Che frana che sei.” Disse divertito prendendomi in braccio.
Chiusi gli occhi.
“Non chiudere gli occhi zombie, parla con me.” Disse Peter entrando dentro la palestra.
Vidi la mia migliore amica correre verso di me agitata.
“Cosa cavolo hai fatto?”
“Sono scivolata.” Dissi sorridendo.
“Cosa cavolo gli hai fatto?” chiese di nuovo guardando male Peter.
“Non c’entra niente Peter, sono scivolata.” Dissi difendendolo.
“Mi stai difendendo?” chiese Peter al mio orecchio.
Lo guardai male.
“Io spero per te che sia vero.” Disse la mia migliore amica.
“Peter non ha fatto nulla.” ammisi sorridendo.
“Cosa è successo?” chiese la professoressa preoccupata.
“Una botta in testa, niente di grave. La porto su. Gli metto del ghiaccio. Me lo procuri.” Disse Peter salendo le scale con me in braccio.
“So camminare pure da sola.” Dissi sbuffando.
“Oh si certo.” Disse sorridendomi.
Mugugnai.
“Ma ti peso.” Dissi appoggiando la fronte sulla sua spalla.
“Oh si certo, pesi tantissimo.” Mi stava prendendo in giro.
Entrammo dentro lo spogliatoio.
Mi mise seduta sulla panca.
“Ecco qua.” Disse prendendo un panno.
Era senza maglia.
Deglutii.
Era davvero la perfezione in persona.
“Come fai ad essere così perfetto?” chiesi senza rendermene conto.
Avevo preso una bella testata.
“L’hai presa forte la testata zombie.” Disse tamponandomi.
Gli accarezzai i pettorali, lo sentii irrigidirsi.
Scostai subito la mano.
“Se vuoi tocca pure zombie.” Disse divertito.
“Okay.” Dissi sfiorandoli i pettorali.
Erano così massicci e perfetti.
Aveva dei tatuaggi, non gli avevo mai visti.
Tosccai una scritta, anzi era una data.
“Che data è?” chiesi.
“5 Gennaio del 2002.”
“Ho fatto 5 anni.” Dissi divertita.
“Lo so, è stata la prima volta che ti ho vista.” Sussurrò piano.
Lo guardai sconvolta.
“Cioè che ho visto la tua famiglia.” Disse ridendo imbarazzato.
“Che carino.” Dissi piano.
Era così tenero quando non era stronzo.
“La testata dovresti prenderla sempre.” Sussurrò accarezzandomi i capelli.
“Ne hai tanti di tatuaggi.” Dissi guardando un altro tatuaggio sul fianco destro.
“Una j?” chiesi confusa.
“Jhon cena, il mio idolo da piccolo.” Disse ridendo.
“Stupido.” Dissi divertita.
“Beh si.” Disse piano.
“Non ci avevo mai fatto caso.” Sussurrai ridendo.
“Forse perché non ti interesso.” Sussurrò.
“Mhm si hai pienamente ragione.” Dissi chiudendo gli occhi.
Peter si mise inginocchiato e sussurrò:
“Dammi un bacio sulle labbra.”
“Ho preso una testata, non sono impazzita.” Dissi divertita.
Sorrise.
“Volevo vedere se avevi un crollo.” Disse.
La professoressa venne con il ghiaccio.
“Come sta?” chiese.
“Sta meglio, mi sono levato la maglia per tamponarli la ferita.” Disse prendendo il ghiaccio.
Me lo appoggiò sulla testa.
“Come ti senti?” chiese.
Sorrisi appoggiando la mia fronte sul suo torace.
“Sto meglio.” Ammisi.
“Dormi pure zombie.” Disse accarezzandomi la schiena.
Sorrisi addormentandomi.
Aprii gli occhi ed ero accoccolata a Peter che stava aggeggiando con il suo telefono.
“Ehi dormigliona. Hai dormito per un ora e mezzo.” Disse divertito mettendosi il cellulare in tasca.
Sorrisi.
“Tra 10 minuti sono le 2.” Sussurrò dandomi un panino.
“Il panino?” chiesi confusa.
“Non hai fatto merenda.” Disse dolcemente.
Sorrisi mordendo un pezzo di panino.
Era con il crudo.
“Grazie.” Dissi sorridendo.
“Di niente.” Disse.
Mi scostai da lui e mi stiracchiai mangiando il panino.
“Appena finisci di mangiare mettiti la felpa e ti porto a casa.”
“Mmm okay.” Dissi appoggiando di nuovo la testa sulla sua spalla.
“Hai ancora sonno?” chiese divertito.
Mugugnai annuendo e mi addormentai.
“Zombie svegliati.” Sussurrò scuotendomi Peter.
Aprii gli occhi ed ero nel mio letto.
Sbadigliai.
“Ti ho portata in braccio fino alla stazione e poi fino alla mia macchina e poi fino a qui.” Disse divertito.
“Tu?” chiesi ridendo.
“Io sono un vero principe.” Disse ridendo.
Gli tirai un pugno sul petto.
“Dai muoviti a scendere, ho preparato il pranzo.” Disse alzandosi dal mio letto.
“Mi dispiace, dovevo farlo io il pranzo.” Sussurrai alzandomi e mi mancò il fiato.
Cascai addosso a Peter.
“Che hai?” chiese preoccupato accarezzandomi la schiena.
“Nulla, mi girava la testa.” Ammisi.
“Vieni a provare la mia pasta.” Disse dolcemente prendendomi in braccio.
“Come mai sei così dolce?” chiesi confusa.
Lui mi sorrise.
“Non ti va bene se sono stronzo, non ti va bene se sono dolce. Cosa devo fare?” chiese mordendosi il labbro inferiore.
“Boh.” Dissi ridendo.
Lui sorrise di nuovo mettendomi meglio tra le sue braccia.
“Ma dai! So camminare pure da sola.” Dissi ridendo.
“Si si.” Disse annuendo e scendendo le scale, anzi correndo.
Cominciai a ridere ed era strano.
Io odiavo Peter, ma in quel momento non mi importava niente.
Mi stava facendo sentire bene.
Ci fermammo in cucina e un odore buonissimo mi invase le narici.
“Eccoci qui.” Disse mettendomi a terra.
Sorrisi mettendomi a sedere su una sedia.
Prese la pentola e la mise sul tavolo.
“Per primo ho preparato il tuo piatto preferito, cioè pasta ai funghi con panna.” Disse dandomi un piatto della mia pasta preferita.
Sgranai gli occhi.
Sapeva il mio piatto preferito.
“Sai il mio piatto preferito?” chiesi mente lui si toglieva un piatto di pasta.
Ero davvero sconvolta.
“Rompi sempre le palle con la pasta ai funghi.” Disse divertito mettendosi a sedere.
“Stasera ti cucino io.” Dissi mangiando.
Mugugnai.
Era buonissima.
“Ti piace?” chiese divertito.
“E’ buonissima.” Dissi sconvolta.
“Pensavi che non sapessi cucinare?” domandò inarcando le sopracciglia.
Scossi la testa ridendo.
“Sono offeso.” Disse ridendo.
“Oh mi dispiace.” Dissi prendendolo per il culo.
Lui sorrise mangiando.
Mi morsi il labbro.
Era stato davvero carino.
“Stasera non puoi cucinarmi, devi uscire con Louis.” Disse guardandomi.
Me lo ero completamente dimenticata.
Ero una cogliona.
“Ehm si è vero.” Dissi sorridendo.
“Sarà per un'altra volta.” Disse sorridendo falsamente.
“Mi dispiace.” Ammisi.
Lui era stato così carino e io non gli avevo nemmeno cucinato.
“Non preoccuparti.” Disse versandosi un bicchiere di coca.
“Domani ti cucino.” Dissi ridendo.
“Domani non posso stare con te.” disse guardandomi.
“Perché?” chiesi confusa.
“Domani è il compleanno di mamma.” Disse sorridendo.
“Aww, voglio fargli gli auguri.”
Adoravo sua mamma.
Era una donna fantastica.
“Gli farebbe piacere se tu venissi da noi.”
“Non voglio disturbarvi.” Ammisi imbarazzata.
“Non disturbi, domani tuo fratello non c’è. Puoi venire da noi.” Disse sorridendomi.
“Macchè, non preoccuparti.” Dissi versandomi della coca.
Prese il cellulare e chiamò qualcuno.
Mi alzai di scatto e gli andai addosso, cercando di prendere il cellulare.
“Peter dai!” dissi sbuffando.
“Zitta zombie.” Disse prendendomi per un polso e tirandomi.
Mi fece mettere seduta sulle sue gambe.
“Ehi mà, che fai?” domandò Peter sorridendomi.
“Dai coglione.” Dissi sbuffando.
Non volevo disturbare.
“Si mamma, sono con lo zombie.” Disse guardandomi.
Scoppiai a ridere.
“Ti saluta.” Disse ridendo.
“Risalutamela.” Dissi.
“Ti risaluta mamma.” Disse Peter sorridendo.
Mi passò il cellulare.
“Ti vuole.”  Disse ridendo.
Presi il cellulare e risposi:
“Ciao.”
“Ehi bellissima, come stai?” chiese dolcemente.
Diventai rossa.
“Mettiti gli occhiali hahahah, sto bene e tu?” chiesi ridendo.
“Ci vedo bene, anche se sono vecchia signorina.”  Disse ridendo.
Scoppiai a ridere.
“Io se fossi in te mi farei controllare da uno più bravo.” Scherzai.
Adoravo scherzare con lei.
“Ma stai zitta. Domani ci sei al mio compleanno capra?” domandò ridendo.
“Non voglio disturbarti Monica.” Dissi imbarazzata.
“Non disturbi mai, quando me lo fai il nipotino con mio figlio?” domandò ridendo.
Cominciai a tossire.
“Ma che dici Monica!?!” chiesi sgranando gli occhi.
“Tanto vi metterete assieme.” Disse ridendo.
“Io e tuo figlio?” chiesi diventando rossa.
Era pazza.
“Lo dice pure a me, tranquilla.” Disse Peter ridendo.
Gli tirai un pugno sul petto.
“Ahi.” Disse.
“Domani vieni con mio figlio.” Disse staccando.
Peter rise.
“E’ pazza, lo so.” Disse prendendomi il cellulare e mettendoselo in tasca.
Sorrisi alzandmi e andai al mio posto.
“Appena finisci la pasta dimmelo.” Disse scrivendo a qualcuno.
“Okay, con chi scrivi?” chiesi mangiando.
“Con la ragazza di oggi.” Disse ridendo.
“Vuoi già portarla a letto?” chiesi ridendo.
“Yes.” Disse ridendo.
“Fai schifo.” Ammisi ridendo.
Ero un po’ gelosa di quello che avrebbe potuto fare con lei.
Dovevo ammetterlo.
Sentivo il mio stomaco contorcersi.
“Grazie zombie.” Disse facendomi l’occhiolino.
Il mio cellulare cominciò a squillare.
Risposi senza guardare il numero.
“Ehi bellissima.”
“Ciao, chi sei?” chiesi confusa.
Peter mi guardò attentamente.
“Sono Louis.” Disse ridendo.
Sorrisi imbarazzata.
“Ehi ciao Louis.” Risposi ridendo.
Peter sospirò alzandosi e andò ai fornelli.
“A che ora stasera?” chiese ridendo.
“Alle 20?” chiesi confusa.
“Va bene bellezza, a dopo.” Rispose staccando.
Sorrisi finendo di mangiare.
“Ti piace Louis?” chiese Peter appoggiando una padella con del pesce dentro.
Era il mio secondo piatto preferito.
“Ehm si.” Sussurrai confusa.
“Okay,” rispose prendendo il piatto vuoto davanti a me e porgendomi un altro piatto.
Mi mise dentro il pesce.
“Ecco qua il tuo secondo piatto preferito zombie.” Disse ridendo.
Sorrisi.
“Come fai a saperlo? Questo non lo mangio da tantissimo.” Sussurrai sospirando.
L’ultima volta che mangiai il pesce fritto era un giorno prima della morte dei miei genitori.
Peter si inginocchiò e mi accarezzò una guancia.
Quel contatto mi provocò dei brividi.
“Lo so che non lo mangi da tantissimo. L’ultima volta c’ero pure io. Era il 2 Dicembre del 2013.” Sussurrò piano.
Delle lacrime cominciarono a rigare il mio viso.
“Ehi zombie.” Disse alzandosi e abbracciandomi.
Il mio viso era spiaccicato contro il suo torace.
Mi sentivo bene.
Mi mancavano più di tutti.
Era solo colpa mia.
“Zombie non piangere.” Disse teneramente Peter.
“E’ colpa mia.” Singhiozzai.
“Non è colpa tua.” Disse serio.
“Si invece, dovevo esserci io al loro posto. Dovevo esserci io in quella fottuta macchina, erano lì per colpa mia.” Ero in preda al panico.
Era solo colpa mia.
Dovevo morire io e non loro.
Peter mi alzò dalla sedia abbracciandomi più forte.
“Ssch zombie, non darti la colpa. Ti prego.” Disse piano.
Non riuscivo a calmarmi.
Stavo per avere una crisi di panico grave.
Avevo bisogno delle mie medicine.
“Zombie non farmi questi scherzi.” Sussurrò Peter preoccupato.
Sentivo il suo cuore battere all’impazzata peggio del mio.
“E’ colpa mia.” Dissi stringendolo più forte a me.
“Che cosa posso fare Julia? Dove sono quelle cazzo di medicine che avevi?” chiese staccandosi da me e prendendo la mia cartella agitato.
Mi mancava il fiato.
Non riuscivo a respirare.
“JULIA PARLAMI!! DIMMI DOVE SONO!!” urlò preoccupato.
Scossi la testa.
Non lo sapevo.
Non mi ricordavo dove le avevo messe.
Non avevo crisi di panico da qualche mese oramai.
Peter si riavvicinò a me e e sussurrò:
“Julia per favore, calmati. Non so cosa fare.”
Era agitato.
“Guardami Julia.” Disse mettendo due dita sotto al mio mento e alzandomi il viso costringendomi a guardarlo.
“Mi mancano Peter, dovevo morire anche io. Dovevo morire io e non loro..” Sussurrai piangendo.
Mi accarezzò una guancia.
“Stai calma, guardami negli occhi.” Feci come mi aveva detto.
“Sai che una volta ho avuto anche io un attacco di panico?” chiese facendomi sorridere.
“Davvero?” chiesi piano.
“Si, era un bell’attacco di panico. È stato due anni fa.” Sussurrò triste accarezzandomi i capelli.
“Perché lo hai avuto?” chiesi e senza accorgermene accarezzai una sua guancia con della barba.
Sorrise.
“Non posso dirtelo zombie, la mia reputazione andrebbe a puttane. Voglio dirti solo una cosa zombie. Me lo disse mia mamma e te lo dico a te, loro non vorrebbero che tu piangessi.” Sussurrò teneramente.
“Non puoi sapere quello che vogliono.” Dissi tirando su con il naso.
“E’ vero, non posso saperlo. Ti volevano bene e te ne vogliono ancora. Sono sempre con te Julia. Non potrebbero mai lasciarti.” Disse asciugandomi le lacrime con i pollici.
“Non potrebbero mai lasciarti.” Sussurrò di nuovo dandomi un bacio sulla fronte.
“Ma è colpa mia Peter.” Sussurrai stringendo la sua maglia.
“No, non è colpa tua Julia. Non darti la colpa per una cosa che non è vera. Io dovrei darmi un sacco di colpe, ma non lo faccio. Se lo facessi affonderei.” Sussurrò dolcemente.
Lo abbracciai più forte.
“Colpe per cosa? Chiesi singhiozzando.
“Per trattarti male ogni giorno. Per andare a letto con una ragazza diversa ogni sera e poi mollarla.Riesco a fare solo questo.” Sussurrò calmo.
Scossi la testa.
“Non darti la colpa per me, anche se sei davvero una testa di cazzo.” Sussurrai sorridendo.
“Ora mangia dai.” Sussurrò.
Annuii staccandomi da lui e mi misi a sedere.
Si mise a sedere anche lui e cominciai a mangiare il pesce.
Era davvero buono.
Non sapevo che sapesse cucinare così bene.
Sorrisi.
“Grazie Peter.”
Lui sorrise.
“Di niente.” Sussurrò
Mi venne una cosa in mente.
La scommessa.
Lui era così bravo con me solo per una fottuta scommessa.
Smisi di mangiare.
“Che hai zombie? Non ti piace?” chiese confuso.
“SEI UN COGLIONE!!” urlai alzandomi dalla sedia, così in fretta che vidi le stelle.
Sorrise.
“Ora cosa avrei fatto?” chiese ridendo.
“Mi hai mentito.” Dissi saltandoli addosso e cominciando a tirarli dei pugni sul petto.
“Di cosa parli?” chiese confuso.
“Della scommessa.” Sussurrai disgustata.
“Quale scommessa?” chiese ridendo.
“Jessica mi ha detto della scommessa.” Dissi sbuffando tirandoli un pugno sul petto.
“Che scommessa zombie? Ne faccio troppe.” Disse ridendo.
Lo guardai male.
“Che vuoi zombie? Faccio troppe scommesse.” chiese ridendo.
“La scommessa che hai fatto su di me. Vuoi portarmi a letto.” Dissi sbuffando.
“Come scusa?” Domandò sospirando.
“Sei uno stronzo Peter. Pensavo davvero che stavi cambiando. Eri gentile con me, invece era solo una cazzata per portarmi a letto.” Dissi offesa.
Ci stavo anche quasi per credere.
“Cosa vuoi che ti dica zombie?Non devo darti spiegazioni di alcun genere. Pensala come vuoi. Pensala come cazzo vuoi.” Disse irritato.
Era lui nel torto.
“Ma almeno io non faccio scommesse su di te Peter. Non ne ho mai fatte su delle persone.” Dissi offesa più di prima.
Deglutì sbuffando.
Mi alzai da sopra di lui.
“Pensavo davvero che tu stessi cambiando. Pensavo davvero che ti importasse di me.” Dissi mettendomi a sedere su un'altra sedia.
“Hai ragione zombie, a me non mi importa un cazzo di te. Ho fatto tutto questo solo perché voglio portarti a letto. Ti ho cucinato i tuoi due piatti preferiti solo perché voglio che me la dai. Hai ragione, hai pienamente ragione. MI interessa solo quella cosa.” Disse alzandosi in piedi e passandosi una mano nei capelli.
Lo guardai male.
“Sicchè okay, pensala come vuoi. Credi a Jessica.” Disse sbuffando e uscendo dalla cucina.
Sbuffai bevendo.
Non sapevo più cosa pensare.
Mi alzai dalla sedia e andai in salotto.
“Mi dispiace se mi sono comportato da stronzo, hai ragione. Non faccio mai il carino, ma cazzo… vederti piangere mi distrugge … non so cosa cavolo mi succeda con te ...” Disse sbuffando.
“Perché fai il carino con me?” chiesi confusa.
“Perché sei la sorellina del mio migliore amico e anche se non siamo amici mi dispiace vederti star male. Mi distrugge vederti star male e se posso fare qualcosa per farti sorridere lo faccio ..Ti odio è vero e tu odi me .. però non voglio che tu stia male.” Disse alzandosi e venendomi incontro.
“Sicchè non c’è nessuna scommessa?” chiesi imbarazzata.
“No.” Sussurrò imbarazzato passandosi una mano nei capelli.
“Okay, ma ora vieni a mangiare.” Dissi ridendo.
“Okay va bene.” Disse seguendomi e mettendosi a sedere.
Sorrisi cominciando a mangiare.
Appena finimmo ero strapiena.
“Grazie del pranzo.” Sussurrai ridendo.
“Di niente, ma lavi te i piatti.” Disse divertito.
“Okay va bene, ma solo se mi aiuti.” Dissi sfidandolo.
“Okay va bene.” Disse ridendo e si alzò.
sorrisi alzandomi e mi avvicinai al lavabo.
“Portami i piatti.” Dissi facendomi meglio la coda.
“Ecco qua.” Sussurrò al mio orecchio.
Mi venne la pelle d’oca.
Mi appoggiò i piatti sul bancone.
Cominciai a lavarli, sentivo i suoi occhi sul mio corpo.
Mi girai e sussurrai:
“La smetti di guardarmi, per favore?”
Lui sorrise scuotendo la testa.
Gli tirai uno straccio ridendo.
Scoppiò a ridere venendomi incontro.
Mi prese in braccio e corse su per le scale.
“METTIMI GIU!!” Urlai ridendo.
“NON DOVEVI FARLO!” urlò entrando in bagno.
“DAI PETER!!” Urlai ridendo.
Entrammo nella doccia e aprì la doccia.
Era fredda. Scoppiai a ridere dimenandomi, ma ero appiccicata a lui.
“PETER E’ FREDDA!” Urlai tirandoli uno schiaffo.
“Chiedimi scusa.” Rispose ridendo.
Si stava bagnando anche lui.
“Scordatelo.” Dissi ridendo.
Mi guardò negli occhi.
Senza accorgermene appoggiai una mano nei suoi capelli.
Erano bagnati.
Lui deglutì.
Chiusi gli occhi.
“Vai a cambiarti.” Sussurrò uscendo dalla doccia.
La chiusi appoggiandomi al muro.
Cosa cavolo mi stava succedendo?
“Io vado a casa a cambiarmi, poi ritorno.” Disse senza aspettare una mia risposta.
Annuii uscendo dalla doccia e andai in camera mia.
Mi spogliai e mi asciugai di fretta.
Mi misi un pantalone di tuta largo e una felpa gigante.
Mi sdraiai sul letto e senza accorgermene mi addormentai.
Aprii gli occhi sbadigliando.
Mi alzai dal letto e guardai l’orologio.
Erano le 19.30.
Sgranai gli occhi.
Andai verso il mio armadio e cercai qualcosa di carino.
Avevo solo jeans e felpe.
Tirai una testata al mio cavolo di armadio e sussurrai:
“E ora che mi metto?”
Non ero mai uscita con un ragazzo.
Presi un vestitino corto fino alle ginocchia, nero e attillato che mi aveva regalato la mia migliore amica per una serata, come diceva lei ‘Sano sesso da conigli arrapati.’
Lo guardai per qualche secondo.
Sbuffai appoggiandolo sul letto e presi i tacchi, che mi mettevo solo quando avevo un battesimo o qualcos’altro di importante.
Uscii in fretta dalla mia stanza e andai in bagno.
Mi feci una doccia di fretta e furie mi asciugai i capelli lasciandoli mossi.
Mi guardai allo specchio e mi truccai un po’.
Non stavo male.
Andai di nuovo in camera mia e mi vestii.
Guardai l’orologio ed erano le 19.55.
Mancavano solo 5 minuti.
Sbuffai.
Non avevo mai baciato nessuno e non sapevo come si facesse.
Qualcuno aprì la porta.
Guardai davanti a me e c’era Peter.
Sgranò di poco gli occhi e sussurrò:
“Stai bene Zombie così. Non sembri nemmeno tu.”
Lo guardai male, lui sorrise e quella bellissima fossetta si impadronì del suo bellissimo viso.
Alzò le mani in segno di resa e si mise accanto a me.
“Okay okay, me ne resto zitto.”
“Faresti un favore all’umanita.” Dissi sbuffando
“Non credi sia troppo per te?” chiese ridendo.
“Ma stai zitto.” Dissi irritata.
Rise e disse:
“Preferisco le donne senza vestito. Sono molto più sexy. Tutte nude a sussurrare ansimando il mio nome, sudate. È la cosa più bella.”
“Sei un maiale senza cervello.” Dissi incenerendolo con lo sguardo.
Sorrise annuendo.
“Non posso essere perfetto zombie.”
“Non sei perfetto imbecille.” Sussurrai acida.
Rise e sussurrò:
“Oh si che lo sono lì sotto. Ho un pene molto dotato, vuoi usufruire?”
“Ma falla finita, sicuramente non hai nulla lì sotto.” Dissi guardandolo male.
“Se lo dici te.” disse ridendo come un coglione e prendendomi una mano.
“Ma che cazzo fai?” chiesi sconvolta.
Lui sorrise e si mise la mia mano sulla patta dei suoi pantaloni.
Sgranai gli occhi e gli tirai uno schiaffo con la mano libera.
Sorrise divertito e mi lasciò la mano che io levai immediatamente.
“Visto zombie? Sono dotato.” Sussurrò sorridendo.
Non avevo voglia di scherzare con lui.
“Che hai?” chiese teneramente.
Lo guardai confusa e sussurrai:
“Come scusa?”
“Non stai dando il meglio di te zombie, cosa hai?” domandò dolcemente.
Sospirai.
“Dai dimmi, non ti dico niente. Non ti giudico.”
Sbuffai e sussurrai:
“Mi ascolterai senza pregiudizi?”
“Certo zombie.” Disse ridendo.
Sbuffai di nuovo e sussurrai:
“Smettila di chiamarmi zombie.”
“Scordatelo zombie.” Disse divertito.
“Devo uscire con Louis e ….” Sussurrai sospirando.
Lui mi guardò confuso e prese il suo portafoglio.
“So io di cosa hai bisogno zombie.” Disse aprendo il portafoglio.
Lo guardai confusa.
“Vuoi uno di questi?” Chiese mostrandomi un preservativo.
Gli tirai una pacca sulla mano e urlai:
“NO!”
“Dai zombie, è alla fragola. Dicono che sia buono.” Sussurrò leccandosi le labbra.
“Maiale.” Sussurrai irritata.
“Allora cosa vuoi?” chiese ridendo e mettendosi di nuovo il portafoglio in tasca.
“Perché tieni un preservativo nel portafoglio?” chiesi confusa.
Sorrise e quella bellissima fossetta si impadronì del suo bellissimo viso.
“Beh sai, serve sempre. Fino a ieri sera ne avevo 2” Disse facendomi l’occhiolino.
“Perché sei andato a letto con Cris?” chiesi sospirando.
“E tu come fai a saperlo? Domanda stupida. Lei è la tua migliore amica.” Disse annuendo.
Sbuffai.
“Devi lasciarla stare. Non voglio che soffra.” Sussurrai sospirando.
“Okay zombie, la lascerò stare.” Disse sorridendo.
“Davvero?” chiesi sconvolta.
“Certo, ma solo se me lo lecchi.” Disse ridendo.
Gli tirai un pugno sul petto.
“Mi fai schifo.”
“Dimmi comunque zombie, cosa volevi dirmi?” Sussurrò grattandosi il mento.
“Sono agitata ..” ammisi.
Lui sorrise avvicinandosi di più a me.
“Oh si lo sono anche io. Vorrei sbatterti su questo letto e farti mia.” Sussurrò appoggiando una sua mano su una mia coscia.
Gli levai la mano e sussurrai:
“Fai la persona seria per una buona volta in vita tua.”
“Ma io la faccio zombie.” Sussurrò mettendo una mano su un mio seno e stringendolo appena.
Gli tirai uno schiaffo e sussurrai irritata:
“Falla finita.”
“Te la prendi troppo zombie.” Disse divertito.
“La smetti per favore? Fai il serio.” Sbottai irritata.
“Okay, ma che palle. Racconta.” Disse sdraiandosi sul mio letto.
“Non ho mai … baciato un ragazzo e ho paura che non lo sappia fare e non so … come si fa?” Sussurrai sospirando.
Lui non rispose, così continuai:
“Dicono che provare con un pupazzo funzioni e così volevo che tu mi vedessi baciare un pupazzo e dirmi come bacio.”
Scoppiò a ridere alzandosi di nuovo a sedere e chiese:
“Stai scherzando?”
“No.” Sussurrai sbuffando.
Ora sapeva che ero una verginella del cavolo.
“Mi hai mentito zombie? Mi avevi detto che avevi anche scopato con qualche ragazzo.” chiese ridendo.
“Si, ti ho mentito. Sono ancora vergine e non ho mai baciato un ragazzo.” Dissi sbuffando.
“Non hai mai baciato un ragazzo? Sei proprio una stupida. Non mi sorprende, però. Sei uno zombie. Fai schifo. Io alla tua età mi ero slinguato un casino di ragazze fighe, non come te. Zombie fai pena.”
“Avevi detto che …” non mi fece finire di parlare che in un momento mi ritrovai tra le sue braccia sdraiata sul letto con lui sopra.
“Non parlare zombie.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
 “Cosa?” chiesi confusa.

Angolo Autrice:
Ciao a tutti!!
Come state? Che mi raccontate? Procedono bene le vacanze?
Eccomi di nuovo qua con questo capitolo che è un colpo al cuore per quelle che shippano Julia e Peter, spero che vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato.
In questo capitolo, Peter cambia molto *-*
Cosa succederà tra questi due?
Si baceranno o non si baceranno?
Vi lascio con il dubbio
J
Prima di salutarvi vi volevo dire grazie, grazie perché sapere che questa storia vi piaccia mi rende felice J

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Capitolo 7
*** Il mio primo bacio. ***


“Cosa?” chiesi confusa.
“Non parlare zombie, le labbra usale per fare un'altra cosa che ti piacerà molto.” Sussurrò di nuovo.
“Non capisco.” sussurrai confusa.
Lo vidi avvicinarsi di più a me e in un momento le sue labbra si appiccicarono alle mie.
Mi mancò il fiato per un secondo.
Peter mi stava baciando!
Cercai di scostarmi, ma lui mi appoggiò una mano su una guancia e sussurrò:
“Dai zombie, fammi vedere quanto vali. Fammi vedere come baci. Fammi pentire di chiamarti sempre zombie, dai.” Sussurrò leccandomi le labbra.
Mi dimenai sotto al suo peso e sussurrai:
“Dai imbecille mollami. Che cazzo stai facendo? Non voglio dare il mio primo bacio a te.”
Mi diede un altro bacio sulle labbra.
“Zombie, falla finita di dimenarti.” Disse irritato.
“Non voglio baciarti.” Sussurrai irritata.
Mi diede un morso sul collo e sussurrò:
“Si che lo vuoi.”
“Dai Peter lasciami.” Sussurrai dimenandomi.
Sbuffò e cominciò di nuovo a baciarmi e in un secondo mi ritrovai la sua lingua dentro alla mia bocca.
“Zombie muovi quella fottuta lingua.” Sussurrò leccandomi le labbra.
“Peter falla finita.” Sussurrai mordendoli la lingua.
Scoppiò a ridere leccandosi le labbra.
“Sei davvero sexy quando fai così.” Sussurrò piano.
Lo guardai male.
“Spostati.” Dissi irritata.
“Muovi quella fottuta lingua o te la mordo io e ti faccio male e alle ragazze piace quando lo faccio.” Disse sbuffando e baciandomi.
Rimasi immobile per qualche secondo, ma poi senza accorgermene la mia lingua sfiorò la sua e le sue labbra si muovevano dolcemente sulle mie.
Si strusciò un po’ su di me.
Una sua mano mi stava accarezzando una coscia.
Gemette e la sua lingua cercava violentemente la mia.
“Cazzo che belle gambe che hai.”
Sorrisi appena.
Ero tra le sue braccia e non volevo essere altrove.
Le nostre lingue si intrecciavano ed era bello, molto bello.
Aveva delle labbra bellissime.
Non potevo stare così bene tra quelle braccia.
Le mie mani strinsero la sua camicia attirandolo di più a me.
Sentivo i suoi muscoli nelle mie mani.
Si strusciò di nuovo su di me.
Questa volta gemetti anche io.
Le sue mani andarono a finire sul mio fondoschiena e mi strinsero a se.
“Cazzo zombie.” Sussurrò sulle mie labbra facendomi strusciare di nuovo su di lui.
Mi scappò un altro gemito.
Le mie mani strinsero i suoi capelli.
Erano così morbidi.
Si staccò ansimando.
“Tranquilla zombie, baci bene.”
Ero troppo sconvolta per rispondere male o per dire qualunque altra cosa.
Sorrise, gli era rimasto un po’ di rossetto sulle labbra.
Scoppiai a ridere divertita e sussurrai:
“Hai un po’ di rossetto.”
Si leccò le labbra sensualmente e sussurrò:
“Ti si è sciupato un po’ anche  a te, ma sai che vuoi dire? Che hai baciato molto anche me.”
“Cosa è successo?” chiesi sconvolta.
Lui sorrise appena.
“Beh mia cara zombie, lo stavamo per fare se non mi fossi fermato.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Mi sarei fermata prima imbecille. Non voglio e non vorrò scopare mai con te.” dissi guardandolo male.
Lui sorrise alzandosi da sopra di me e mettendosi a sedere sul letto.
“Certo come no, tutte cedono zombie.” Disse ridendo.
“Vai a cagare imbecille.” Dissi sconvolta.
“Se come no zombie.” Disse ridendo.
Mi misi di nuovo a sedere sul letto ancora sconvolta per quello che era successo.
“Peter devi darmi delle spiegazioni.” Sussurrai deglutendo.
“Che spiegazioni vuoi zombie?” chiese divertito.
“Mi hai baciato.” Dissi sbuffando.
Lui sorrise.
“Si.” Disse facendomi l’occhiolino.
Sospirai.
“Vorrei delle spiegazioni.” Dissi seria.
“Hai delle belle labbra, sarebbero perfette per un bel pomp …” non lo feci finire che gli tirai un altro schiaffo.
Lo guardai male.
Lui sorrise di nuovo.
“Non posso nemmeno farti un complimento?” chiese.
“Dicendomi che sono una puttana mi fai il complimento?” chiesi irritata.
“Ma che cazzo di problemi hai zombie? Non mi permetterei mai di dirti che sei una puttana. Ho solo detto che hai delle belle labbra. Non mi permetto di darti della puttana.” Disse sconvolto.
“Lo so, scusami è che … mi sento una puttana in questo momento, forse Joe ha ragione” Ammisi mettendomi le mani sul viso per non scoppiare a piangere.
Sentii Peter avvicinarsi di più a me.
“Non lo sei Julia, non ascoltare quel coglione. Tu non sei una puttana.” Sussurrò preoccupato.
“Ti ho baciato Peter e lo stavamo per fare cazzo.” Ammisi sconvolta.
“Zombie era solo un bacio. Non fare così.” Disse sospirando e levandomi le mani dal viso.
Mi costrinse a guardarlo negli occhi.
“Non sei una puttana, sei solo uno stupido zombie … anzi sei il mio zombie.” Disse ridendo.
“Il tuo zombie?” chiesi confusa tirando su con il naso.
“Eh certo, solo io posso chiamarti zombie.” Sussurrò divertito.
“Mi sento una puttana Peter.” Sussurrai piangendo.
“Non lo sei zombie, le conosco le puttane. Tu non sei una di quelle. Fammi un piccolo sorriso dai.” Sussurrò teneramente abbracciandomi.
“Ti ho baciato.” Sussurrai sconvolta.
“Julia era solo un bacio, okay?” sussurrò sospirando.
Annuii.
Era solo un bacio, un fottuto bacio.
Un fottuto bacio che mi era piaciuto da far schifo.
Mi diede un bacio sui capelli.
“Fammi un sorriso dai.” Disse ridendo scostandomi un po’ da lui.
Feci un piccolo sorriso e lui prese un fazzolettino e mi pulì le labbra, dove c’era del rossetto.
“Ora niente più rossetto sciupato.”
“Okay.” Dissi guardandolo negli occhi.
Era davvero bellissimo.
“Stai bene?” chiese confuso.
“Okay.” Risposi.
“Dici solo okay?” chiese ridendo.
“Si.” Sussurrai divertita.
“Ora va meglio.” Sussurrò dandomi un altro bacio sulle labbra.
Lo guardai male.
“Falla finita.” Dissi freddamente.
Suonarono al campanello e saltai in aria.
“Hai avuto paura zombie?” chiese divertito.
“Vai a fare in culo.” Dissi sbuffando.
“Buona serata zombie.” Disse quel coglione alzandosi dal letto.
Tirai un sospiro alzandomi.
Avevo dato il mio primo bacio a quel coglione.
Sorrise accarezzandomi il sedere.
Lo spinsi e lui mi attirò di nuovo a se e mi diede un altro bacio.
“La fai finita? Ci stai prendendo un po’ troppo gusto.” Sussurrai irritata.
“Beh zombie, le tue labbra mi piacciono e anche il tuo sedere.” Sussurrò ridendo e stringendomi una chiappa.
Lo guardai male.
“Sei un maiale.
Ero appiccicata a lui.
Mi morsi il labbro.
“Mi piacciono molto.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
Lo guardai male.
“Sicchè stai ammettendo che io ti piaccio?” chiesi provocandolo.
Scosse la testa ridendo.
“Ho solo detto che mi piacciono le tue labbra e il tuo sedere.” Disse Mordendosi il labbro.
“Maiale.” Sussurrai divertita.
Volevo essere arrabbiata con lui, ma non ci riuscivo.
Non poteva davvero piacermi Peter.
“Divertiti zombie.”
“Lo farò.” Sussurrai.
“Ma non troppo.” Sussurrò divertito.
“Potrò fare ciò che voglio?” chiesi provocandolo.
Sorrise avvicinandosi di nuovo un po’ alle mie labbra.
“Si puoi fare ciò che vuoi con quel pivello.”
Sbuffai infastidita cercando di scostarmi.
Mi strinse di nuovo a se e mi diede un bacio.
“Non baciare quel pivello, bacia me e basta.” Sussurrò serio guardandomi intensamente negli occhi.
Ero sconvolta.
Lo spinsi e sussurrai:
“Io faccio ciò che voglio Peter e se voglio bacio Louis. Per me i baci che ci siamo dati sono solo una fottuta messinscena e a me non va bene. Non volevo darti il mio primo bacio, tu me lo hai rovinato.”
Delle lacrime scesero dai miei occhi.
Peter appoggiò una mano sulla mia guancia.
“Ascoltami Julia, io …” non riuscì a finire la frase, perché il campanello cominciò a suonare di nuovo.
Peter scosse la testa, lo presi per un polso e sussurrai:
“Tu cosa?”
Lui sorrise baciandomi la fronte e sussurrò:
“Niente, era una cosa stupida. Ora vai e divertiti con il pivellino.”
Mi fece l’occhiolino e uscì dalla mia stanza e corse giù.
Presi il mio telefono e mi guardai allo specchio.
Tirai un respiro e mi rimisi il rossetto pensando a quelle labbra bellissime che avevo baciato poco fa.
Scossi la testa riprendendomi.
“Non devo pensare a quel coglione.” Sussurrai sospirando e scesi di sotto.
Vidi Louis.
Era perfetto.
Indossava una camicia bianca, infilata dentro ai pantaloni neri, una giacca e una cravatta nera.
Sorrisi.
“Sei bellissima.” Disse prendendomi per mano e baciandomi il palmo della mano.
“Anche tu.” Dissi imbarazzata.
Sorrise guardandomi negli occhi.
“Sei pronta?” chiese sorridendomi elegantemente.
Annuii guardando Peter.
Lui mi sorrise stringendo i pugni.
“Buona serata ragazzi.” Disse cercando di fare il prepotente.
Odiavo quel ragazzo.
Scossi la testa e la mia dea interiore mi mandò a cagare per la cosa stupida che avevo pensato.
NON ODI PETER!
“Buona serata anche a te Peter.” Sussurrai piano.
Lui si avvicinò a me e mi prese una mano, mi attirò a se e si abbassò fino al mio orecchio.
“Sei davvero bellissima stasera.”
Il mio cuore perse un battito e mi mancò il fiato.
Mi aveva detto che ero bellissima.
“Divertiti zombie, te lo meriti.” Sussurrò piano scostandosi.
Si passò una mano nei capelli e poi in un momento mi ritrovai le sue labbra sulla mia fronte.
Mi morsi il labbro chiudendo appena gli occhi.
“Possiamo andare?” chiese Peter tossendo.
Annuii aprendo gli occhi.
“Buona serata Peter.” Disse Louis.
Peter sorrise e disse:
“Anche a te.”
Louis sorrise e mi portò fuori.
“Dove vuoi andare?” chiese porgendomi il casco.
“Andiamo con la moto?” chiesi spaventata.
“Non ti va bene?” chiese confuso.
“Si certo.” Dissi ridendo e prendendo il casco.
Sorrise allacciandomelo.
“Non ti preoccupare, non ti farò cascare.” Sussurrò dolcemente.
“Mi fido.” Dissi.
“Sei davvero bella, giuro.” Disse dandomi un piccolo bacio sulla punta del naso.
Sorrisi imbarazzata salendo sulla moto.
“Stringiti forte.” Disse ridendo e mettendo in moto.
Mi strinsi a lui e per un secondo pensai a Peter.
Scossi la testa.
Non dovevo pensare a lui.
Partimmo.
Dopo 10 minuti ci fermammo davanti ad un ristorante italiano.
Sorrisi e lui scese.
“Spero che l’italiano ti piaccia.”
Sorrisi annuendo e scesi dalla moto slacciandomi il casco.
Lui sorrise teneramente e mi prese per mano.
Entrammo dentro al ristorante.
“Sono felice che tu abbia accettato di uscire con me.” Disse dolcemente.
“Sono felice anche io.” Ammisi sorridendo.
Era tenero e carino.
Non era stronzo come Peter.
Scossi la testa.
Dovevo smetterla di pensare a lui.
Ci mettemmo a sedere ad un tavolo.
“Che mi racconti di te?” chiese versandosi un po’ di acqua.
Sorrisi imbarazzata.
“Non ho niente da raccontarti, non sono niente di che.”
“Invece sbagli, sei bellissima.” Disse imbarazzato bevendo.
“Non è vero.” Ammisi imbarazzata.
“Si invece.” Sussurrò prendendomi una mano.
Diventai rossa come un peperone.
“Sei bellissima Julia, davvero bella.” Disse guardando le nostre mani.
Sorrisi imbarazzata.
“Anche tu lo sei Louis.” Ammisi piano.
Lui sorrise.
Era così tenero.
Venne il cameriere.
“Ciao ragazzi, cosa vi porto?” chiese cordialmente.
“Prima le donne.” Rispose Louis.
Mi morsi il labbro sorridendo.
“Grazie Louis, io vorrei una fettina di carne con i piselli.” Dissi.
“Sei sicura di non volere altro?” chiese Louis dolcemente.
Scossi la testa.
“No grazie.” Risposi dolcemente.
“Okay, io vorrei una bistecca con le patatine.” Disse Louis.
Il cameriere annuì andandosene.
“Ti mantieni in linea.” Dissi ridendo.
“Della linea non mi frega niente.” Disse ridendo.
Sorrisi.
“Raccontami qualcosa di te, sono curioso.” Sussurrò teneramente.
“Mi piace leggere e guardare serie tv.”
“Mmm .. poi?” chiese accarezzandomi le nocche.
“E basta.” Dissi divertita.
“Mmm interessante.” Disse ridendo.
Sorrisi di nuovo.
Mi stavo divertendo.
Arrivò la cena e cominciammo a mangiare.
Era squisita.
Ti piace?” chiese Louis teneramente.
Sorrisi annuendo.
“E’ davvero buona.” Ammisi mangiando quella carne buonissima.
Sorrise porgendomi una patatina.
“Senti qua.” Disse divertito.
La presi e la mangiai.
“Anche le patatine sono buone.” Dissi divertita.
Il mio cellulare cominciò a squillare.
Sbuffai.
“Scusami un secondo.” Dissi prendendo il telefonino dalla borsa.
“Certo, non preoccuparti.” Disse Louis dolcemente.
Non guardai nemmeno chi era e risposi:
“Pronto?”
Non mi rispose nessuno.
Guardai lo schermo.
Era un numero privato.
“Pronto?” chiesi di nuovo.
Sbuffai staccando e dissi:
“Non era nessuno.”
Louis sorrise dolcemente.
“Di sicuro era un amante segreto.” Disse ridendo.
“Oh si guarda, ne ho tantissimi eh.” Dissi ridendo anche io.
“Lo sapevo hahahah, allora non ho proprio speranze.”
Scossi la testa sorridendo.
“Nessuna speranza.” Dissi divertita.
Lui sorrise.
“Come fanno a dire che non piaci a nessuno, se ti vedessero così quelle stupide persone cambierebbero idea immediatamente.”
Diventai rossa.
Troppi complimenti.
“Che c’è?” chiese confuso.
“Non mi hanno mai fatto tutti questi complimenti, anzi non ne ricevo proprio.” Ammisi sorridendo imbarazzata.
“Fanno male, tutti dovrebbero farti dei complimenti. Sei un angelo che dovrebbe essere riempito di complimenti. Sei bellissima.”
Deglutii.
Lui si alzò dalla sedia e mi porse una mano.
“Vuoi ballare con me principessa?”
Annuii alzandomi e lui mi strinse a se piano.
Cominciammo a fare piccoli passi mentre la musica si diffondeva in tutta la sala.
Stavo bene con lui.
Era carino, era dolce.
Era perfetto.
Appoggiai la testa sul suo petto.
“Mi piaci Julia.” Sussurrò piano.
“Mi piaci anche tu Louis.” Ammisi alzando il viso per guardarlo negli occhi.
Sorrise.
“Davvero?” chiese confuso.
“Si.” Ammisi piano.
“Pensavo che ti piacesse Peter.” Disse imbarazzato.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa.
“Non c’è niente di niente tra noi due, io e lui ci conosciamo da quando eravamo bambini e ci odiamo.” Ammisi facendo un piccolo sorriso.
“Menomale, anche perché lui non ti merita.” Sussurrò piano.
Sorrisi dandoli un bacio sulla guancia.
Era così carino a dire quelle cose.
“Sei troppo perfetta per lui e poi non ti merita. Lui non merita nemmeno di essere chiamato uomo. Lui è solo un donnaiolo.” Sussurrò piano.
“Non sono perfetta e Peter ha i suoi momenti.” Ammisi pensando a oggi a pranzo.
Si vedeva che era agitato.
Si vedeva che era preoccupato per me.
Mi aveva salvata senza nemmeno rendersene conto.
Mi era stato accanto.
Mi aveva consolata.
“Lo sei invece Julia, sei perfetta e Peter è solo un coglione che non merita nemmeno di starti accanto. Tu sei davvero speciale..” Sussurrò teneramente appoggiandomi le labbra sulla fronte.
Sorrisi.
“Ti ringrazio, anche se non è vero.” Sussurrai piano.
“Vado a pagare.” Disse teneramente.
“Facciamo a metà.” Sussurrai prendendo il portafoglio.
“Neanche per sogno.” Disse ridendo.
Sorrisi.
“Ma dai, per favore. Non voglio che paghi solo tu.” Dissi.
Lui sorrise scuotendo la testa e se ne andò.
Il mio cellulare cominciò di nuovo a squillare.
Risposi:
“Pronto?”
“Sono Peter.”
Il mio cuore perse un battito e mi maledii.
“Che vuoi?” chiesi sbuffando.
“Tuo fratello è da Tanya, dorme lì. Ti aspetto a casa tua, almeno ti apro.” Disse sbadigliando.
“Poi te ne vai, vero?” chiesi mordendomi il labbro inferiore.
“Vuoi che non me ne vada? Vuoi che dorma con te zombie?” chiese ridendo.
“Coglione.” Sussurrai sbuffando, ma nascondendo un sorriso.
“Tuo fratello mi ha obbligato a stare a casa tua.” Disse.
“Che palle.” Sussurrai sbuffando.
“Dai zombie, so che mi vuoi nel tuo letto.” Rispose ridendo.
Scoppiai a ridere.
“Sei serio? Sei tu quello che mi ha detto che vorrebbe sbattermi sul mio letto.” Risposi piano.
“Beh certo, sei l’unica con cui non ho scopato.” Disse come se fosse una cosa ovvia.
Sbuffai.
“Sei un maiale.” Ammisi.
“Ti è piaciuto il bacio zombie?” chiese maliziosamente.
“Sinceramente? Non mi è piaciuto affatto.” Mentii.
Era stato un bacio bellissimo.
“Bugiarda, non si è mai lamentata nessuno.” Disse ridendo.
“A me non piaci Peter.” Sussurrai piano.
“Se come no, io ti aspetto a casa per farti il bacetto della buonanotte.” Disse ridendo.
La mia me interiore stava ballando la samba.
Mi schiarii la voce.
“Sei davvero un coglione senza cervello.” Dissi mordendomi il labbro inferiore.
“A che ora vieni? “ chiese divertito.
“Quando ho voglia.” Risposi staccando il cellulare.
Venne Louis e mi porse una mano, che accettai molto volentieri.
Sorrise e uscimmo dal ristorante.
“Wow, sono già le 22.00.”
Sorrisi.
“Ti riporto a casa.” Sussurrò porgendomi il casco.
“Okay.” Sussurrai provandolo ad allacciare.
“Aspetta, ti aiuto.” Disse legandomi il casco e salendo sulla moto.
Sorrisi di nuovo salendo sulla moto e lo abbracciai da dietro.
Mise in moto e partì.
Ci fermammo davanti a casa mia.
“Eccoci qua principessa.” Disse ridendo.
Risi anche io scendendo dalla moto e provai a slacciarmi il casco.
“Aspetta.” Disse slacciandomi il casco.
“Grazie.” Sussurrai.
Lui sorrise levandosi il casco.
“Vorrei fare una cosa, ma ..” sussurrò teneramente.
“Cosa?” chiesi imbarazzata.
Lui si leccò il labbro inferiore.
“Posso?” sussurrò piano.
“Si.” Sussurrai a mia volta.
Appoggiò le labbra sulle mie.
Deglutii e le nostre labbra cominciarono ad esplorarsi teneramente.
La sua lingua sfiorava la mia.
Lo strinsi a me approfondendo il bacio.
Le sue labbra si muovevano piano sulle mie e non come quelle di Peter.
Le labbra di Peter erano morbide.
Scossi la testa cercando di non pensare a Peter.
Mi abbracciò dolcemente approfondendo il bacio.
Sorrise staccandosi.
“Wow, baci bene. Lo sapevo.”
Sorrisi abbracciandolo.
“E’ stata una serata stratosferica.” Sussurrò dolcemente.
“Anche per me, mi sono divertita un sacco.” Ammisi dandoli un altro bacio sulle labbra.
Sorrise.
“Ci vediamo domani? Voglio portarti a fare colazione fuori.” Sussurrò teneramente.
Annuii, ma poi pensai al compleanno della mamma di Peter.
“Domani non posso.” Dissi sospirando.
“Perché?” chiese confuso.
“Devo andare ad un compleanno.” Dissi abbassando il viso.
Mi accarezzò una guancia.
“Anche domani mattina? Ti riporto io a casa. Mandami un messaggio appena ti svegli e io vengo. Solo per vederti 10 minuti e per baciare queste bellissime labbra.” Sussurrò baciandomi.
“Okay va bene.” Sussurrai.
“A domani principessa.” Disse dandomi un altro bacio e poi salì sulla moto.
“A domani.” Dissi vedendolo andare via.
Sorrisi andando verso la porta di casa mia.
Bussai piano.
Qualcuno aprì la porta e uscì la ragazza di oggi delle macchinette con un vestitino scollato tutta sorridente.
Spalancai la bocca.
Vidi Peter dietro con solo dei boxer blu chiari.
Sgranai gli occhi.
Era davvero perfetto.
Scossi la testa cercando di riprendermi.
“COSA CAZZO SUCCEDE QUI?!?” Urlai.
Avevano scopato in casa mia.
“Ehi zombie calmati.” Disse Peter ridendo.
Lo guardai male.
“Tu vai via.” Dissi riferendomi alla ragazza.
Non mi rispose.
“Vai via.” Dissi sbuffando decisa.
Lei sorrise baciandolo, anzi mangiandolo.
Sembrava una medusa.
“HO DETTO CHE DEVI ANDARTENE!!” Urlai facendoli staccare.
Lei sbuffò.
“Ci vediamo domani.” Disse Peter.
“A domani.” Sussurrò lei.
Lui gli diede una pacca sul culo e poi lei se ne andò ridendo.
Gli tirai uno schiaffo.
“Ma che cazzo fai coglione?”
“Non hai visto?” chiese lui ridendo.
“Sei un coglione, cosa ci faceva lei in casa mia?” chiesi sbuffando.
“Ho scopato.” Disse ridendo e entrando in casa mia.
“Non lo avevo notato.” Dissi ironicamente entrando e chiudendo la porta.
Lui mi sorrise facendomi l’occhiolino.
“Divertita zombie?” chiese mettendosi a sedere.
Guardai a terra e c’era un preservativo.
“LEVA IL PRESERVATIVO DA TERRA COGLIONE!!” Urlai.
Lui sbuffò.
“Se me lo dici con quel tono te lo scordi.”
“Leva il preservativo da terra e non farmi incazzare.” Sussurrai irritata.
Lui rise alzandosi e lo raccolse e lo buttò nel cestino.
“Contenta zombie?” chiese mettendosi di nuovo seduto.
“Sei un maledetto coglione.” Dissi sbuffando.
Scoppiò a ridere accendendo la televisione.
“Un maledetto coglione? Solo perché mi sono fatto una bella scopata?” chiese ridendo e spostando i canali.
Mi parai davanti alla televisione.
“Ascoltami, sei solo un imbecille. Non puoi scoparti cani e porci in casa mia. È casa mia sbruffone e non ti permetto di scoparci.” Sbuffò.
“Come te la prendi.” Disse guardandomi male.
“Non me la prendo,ma non mi sembra il caso che tu venga in casa mia a scopare.” Dissi sbuffando.
Lui sbuffò alzandosi e appoggiò il telecomando sul tavolo.
“Te la prendi troppo, volevo divertirmi.”
“PROPRIO IN CASA MIA!?! POTEVI ANDARE IN MACCHINA O A CASA TUA!” Chiesi urlando e avvicinandomi a lui.
“Non urlare zombie, volevo solo divertirmi e il tuo divano è comodo.” Sussurrò incatenando i suoi occhi nei miei.
Gli tirai un altro schiaffo.
“Ehi zombie ci stai prendendo troppo gusto nel tirarmi gli schiaffi.” Disse sbuffando.
“HAI SCOPATO SUL MIO DIVANO! TI MERITI TUTTI I MIEI SCHIAFFI!!” Urlai offesa senza nemmeno rispondere alla sua provocazione.
“E’ comodo zombie.” Disse divertito.
“Fottiti Peter.” Dissi tirandoli un pugno sul petto.
“Ah si?” chiese ridendo e mettendosi a sedere di nuovo sul divano.
“Io me ne vado a letto.” Dissi sbuffando.
“Notte zombie.”
“Vestiti coglione.” Dissi salendo le scale.
Lo odiavo da morire.
Mi arrivò un messaggio, così presi il cellulare.
‘Sono arrivato ora a casa e già mi manchi. Notte principessa <3’
Sorrisi.
“Il fidanzatino ti messaggia?” chiese Peter facendomi sobbalzare.
Mi girai.
“Fatti gli affari tua.” Dissi guardandolo male.
“Uuu che paura.” Disse ridendo e salendo le scale.
“NON SCOPARE PIU’ SUL MIO DIVANO.” Urlai.
“Scopo sul tuo letto allora.” Disse ridendo.
Mi levai un tacco e lo lanciai.
Lui lo scansò ridendo.
“Sei stupida o cosa?”
“L’altro ti arriverà direttamente in faccia.” Dissi levandomi l’altro tacco.
Entrò in bagno.
Sbuffai e risposi:
‘Notte <3.’
Sorrisi entrando in camera mia e cominciai a spogliarmi.
“Zombie …”
Mi girai sconvolta e tirai un cuscino in faccia a Peter.
“DEPRAVATO MENTALE!!! BUSSA PRIMA DI ENTRARE!!”
Lui scoppiò a ridere.
Presi una coperta e me la attorcigliai intorno al corpo.
“Cosa vuoi?” chiesi sbuffando.
“Io dormo sul divano.” Disse sorridendomi.
Lo guardai male.
“Ora esci.” Dissi.
“Okay, ma prima voglio dirti una cosa.” Rispose avvicinandosi.
Indietreggiai fino a sbattere al muro.
Era a due centimetri da me.
Mi levò un ciuffo ribelle dagli occhi.
Quel contatto mi provocò un battito cardiaco accelerato.
Si allontanò di nuovo da me.
“Domani a mezzogiorno dobbiamo essere a casa mia.” Disse uscendo.
Sospirai mettendomi il pigiama e mi buttai sul letto.
Chiamai Louis.
“Ehi principessa, ti stavo per chiamare.”
“Ehi ciao, per domani va bene.” Dissi dolcemente.
“Che bello, non vedo l’ora.” Disse teneramente.
“A domani.” Sussurrai mordendomi il labbro.
“A domani, chiamami appena ti svegli.” Sussurrò.
“Okay.” Risposi e staccammo tutti e due.
Sorrisi addormentandomi.
Aprii gli occhi e mi ritrovai stretta a qualcuno.
Girai il viso e incontrai il viso di quello stupido imbecille senza cervello di Peter.
Provai a dimenarmi, ma lui non si mosse di un millimetro.
Che cazzo ci faceva nel mio letto?!?
Avevo le sue labbra a due centimetri dalle mie e il suo alito puzzava di birra e di fumo, ma era anche un mix che a me piaceva.
Era un mix eccitante.
Ero spiaccicata al suo corpo senza maglia.
“Mmm stai ferma zombie. Ho sonno.” Disse sbadigliando.
Lo guardai male e sbuffai.
“Cosa ci fai nel mio letto? Dovevi dormire sul divano.” chiesi irritata fermandomi.
Non riuscivo a uscire.
“Avevo sonno e il divano e scomodo, così sono venuto in camera tua.” Disse assonnato.
“E chi ti ha dato il diritto di dormire qui?” Chiesi sbuffando.
“Nessuno.” Disse aprendo gli occhi.
Mi mancò il respiro per qualche secondo, ma come cazzo era bello.
Mi diedi della scema da sola, ma che cavolo stavo sparando?
Stavo sparando cazzate a raffica.
Lui era solo un coglione.
Avevo un ragazzo che mi voleva bene.
“Dormi, è domenica.” Disse dandomi un bacio sul naso.
“Spostati imbecille.” Dissi sbuffando.
“Zombie sono le 5 del mattino, dormi un pochino.” Disse sbuffando.
Lo guardai di nuovo male.
“Te ne vai sul divano, mi dai noia.” Sussurrai.
Lui sorrise.
“Hai paura che io possa scoparti?” chiese maliziosamente.
Gli tirai uno schiaffo.
“Fai schifo e poi non scoperei mai con te.” dissi sbuffando.
“Dormi ti prego, stiamo solo dormendo. Non faremo niente, ma ora fammi dormire zombie.” Disse sbadigliando.
Sbuffai prendendo il cellulare.
Guardai l’orario ed era vero erano solo le 5 del mattino.
Misi la sveglia per le 9.
“Dove devi andare?” mi chiese appena.
Appoggiai il telefono sul comodino.
“A fare colazione fuori con Louis.” Ammisi sorridendo.
“Mmm .. è ufficiale?” chiese divertito.
Lo guardai male.
“Non sono affari tuoi.” Sussurrai.
“Era solo una domanda.” Rispose piano.
Sbuffai.
“Allora non vieni al compleanno sbuffona?” chiese ridendo.
“Sbuffona?” chiesi divertita.
“Si, sei proprio una sbuffona. Sbuffi sempre.” Disse assonnato stringendomi a se.
“Si che vengo al compleanno di tua mamma.” Ammisi.
Lui annuì appoggiando la sua testa sul mio petto.
I suoi capelli profumavano di vaniglia.
“Io spero solo che tu indossi i pantaloni.” Ammisi sospirando.
“Controlla se vuoi.” Disse divertito.
“Non ci tengo.” Risposi ridendo.
“Non te ne pentiresti.” Sussurrò piano.
“Maiale senza cervello.” Dissi ridendo.
Alzò il viso e mi guardò negli occhi.
Non lo vedevo bene, ma quegli occhi grigi li vedevo benissimo.
“Ho i pantaloni e pure la maglia, non preoccuparti zombie.”
“Menomale.” Sussurrai scostandomi un po’.
Mise di nuovo la sua testa sul cuscino e mi strinse a se.
“Sto bene così, non ti muovere.” Sussurrò.
Sgranai gli occhi, ma lui si addormentò di nuovo.
Sbuffai chiudendo gli occhi e mi costrinsi a dormire.

Angolo Autrice:
Eccomi qua, mi scuso per il tremendo ritardo … non volevo farvi aspettare così tanto, ma non ho avuto tempo né per aggiornare questa e né per aggiornare l’altra mia storia…
Oggi aggiorno questa e domani aggiornerò l’altra.
Allora, veniamo a noi!!!
Julia ha dato il suo primo bacio!!
Cosa ne pensate?
Per quale coppia tifate?
Peter e Julia o Julia e Louis?
Al prossimo capitolo e buone vacanze!!


 

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Capitolo 8
*** Avviso! ***


Ehiiii ciao!! Mi dispiace un casino perché non sto aggiornando. Perdonatemi!!! Sono venuti i miei cugini dalla Calabria e sto sempre con loro :( Scusatemi. Torno a casa stanca morta :( Vi prometto che farò di tutto per aggiornare al più presto :)

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Capitolo 9
*** Scommessa? ***


La mia sveglia cominciò a suonare e partì una canzone dei muse.
Sbadigliai sgranchendomi, ma non potevo muovermi molto.
Peter mi stringeva a se e io avevo la testa appoggiata sul suo petto, coperto solo dalla maglia a mezze maniche.
Ero avvinghiata a lui e sentivo il suo dolce profumo invadermi le narici.
Adoravo quel profumo.
Mi morsi il labbro inferiore guardandolo.
Appoggiai una mano su una sua guancia.
“Che fai zombie?” chiese piano.
Ritrassi subito la mano e balbettai imbarazzata:
“N .. niente … a .. avevi … una … ehm … mosca.”
“Certo come no.” Disse sbadigliando e stringendomi più forte a se.
Cercai di dimenarmi.
“Spegni quel telefono zombie, sto morendo di sonno e vorrei dormire.” Disse Peter sbuffando.
“Scordatelo, sono i Muse e mi piace svegliarmi con le loro canzoni, mi rilassa un sacco.” Dissi con gli occhi a cuoricino.
“Se non levi la canzone ti bacio e sai che lo faccio, ho sonno e farei di tutto per dormire altri 30 minuti. Sicchè chiudi quella dannata sveglia e non rompere..” Disse aprendo gli occhi.
Sorrisi.
“Mi baci?” chiesi provocandolo.
“Si, se non levi la musica.” Disse sospirando.
“Ma a te piacciono i Muse.” Dissi.
“Certo, ma non voglio ascoltarli adesso. Sto morendo di sonno.” Rispose sbadigliando.
“Non me ne frega, io ascolto i Muse di mattina.” Risposi.
“Se non levi la canzone, io ti bacio.” Disse sfidandomi.
Scoppiai a ridere.
Non avrebbe avuto il coraggio di farlo.
“Non hai il coraggio.” Dissi provocandolo.
Lui sorrise e in un momento mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Gli tirai uno schiaffo.
“Ma che cazzo fai?” chiesi confusa.
“Ai, mi hai fatto male e poi mi hai provocato zombie.” Disse ridendo.
“Io sono fidanzata e poi non puoi baciarmi quando vuoi.” Dissi guardandolo male.
“Oh si zombie lo so che non posso baciarti quando voglio, ma ti ho insegnato a baciare.” Disse come se fosse ovvio.
“E chi se ne frega?” risposi dandoli un cazzotto sulla schiena.
“Se vuoi posso insegnarti pure a fare sesso.” Disse maliziosamente.
“Scordatelo, non faccio sesso con te.” dissi divertita.
“Te ne penti zombie, ma ora chiudi la musica. Ho sonno.”disse mettendosi di nuovo a pancia sotto.
Sorrisi prendendo il telefono e lo misi nel suo orecchio.
Lui ringhiò, così scoppiai a ridere.
“Zombie spegni quel dannato telefono o te lo butto a terra e sai che non scherzo.” Disse girandosi su un fianco e mettendosi il cuscino in testa.
Alzai il volume e cominciai a cantare a squarcia gola.
“DAI!! HO SONNO!! SEI STONATA!” urlò stringendosi il cuscino sopra la testa.
“NON E’ VERO!! NON SONO STONATA!!” Urlai a mia volta tirandoli un pugno sulla schiena..
“Okay okay, non lo sei. Mi fa male la testa però, sicchè chiudi quella dannata musica e fammi dormire fino alle 11.” Disse sbuffando.
Sorrisi alzandomi.
“Devi uscire Peter, devo cambiarmi.”
“Non ti guardo zombie, non sei il mio tipo.” Sussurrò piano.
“Nemmeno tu lo sei.” Dissi sbuffando.
“Io sono il tipo di tutte le ragazze zombie.” Disse divertito.
Scoppiai a ridere.
“Se come no, ma ora esci da camera mia.”
Non mi rispose.
“Esci da camera mia stupido babbuino senza cervello.” Dissi ridendo.
Lui sbuffò alzandosi e si tolse la maglia.
“Così siamo pari, ora tocca a te.” disse provocandomi.
Sgranai di poco gli occhi.
“Tu stai male.”
“E’ il sonno che mi fa stare male.” Disse sbadigliando e buttandosi di nuovo sul mio letto.
“PETER ESCI IMMEDIATAMENTE!!” urlai sbuffando.
“Sei carina quando ti arrabbi.”
“Mi hai detto che sono carina?” chiesi confusa.
“Si, ma non montarti la testa zombie.” Disse divertito.

 “Esci da camera mia dai.” Dissi buttandoli un cuscino su quella schiena perfetta.
“Non ti guardo zombie.” Disse ridendo.
“Non me ne fotte nulla Peter, levati.” Dissi prendendo un altro cuscino.
“Zombie non ti guardo.” Disse di nuovo.
Gli buttai di nuovo il cuscino sulla schiena.
“Finiscila.” Disse divertito.
Vidi che aveva una scritta sulla schiena. Mi avvicinai piano e la lessi:
“Una persona non muore, ma rimane sempre con noi. Rimane sempre nei nostri cuori.”
Sorrisi.
“E’ dedicata ai tuoi genitori.” Disse piano.
“Quando lo hai fatto?” chiesi sfiorando la scritta.
“E’ il secondo tatuaggio che mi sono fatto. Avevo 16 anni.” Sussurrò girandosi a pancia all’aria e facendomi cascare addosso a lui.
Mi strinse a se.
“Non lo sapevo.” Ammisi cercando di scostarmi.
“Non sai molte cose di me zombie.” Sussurrò teneramente.
Sorrisi.
“Forse perché a me non fotte nulla di te?” chiesi provocandolo.
Sorrise.
“Sicuramente.” Ammise.
“Hai tatuaggi che riguardano la mia famiglia, dovevo saperlo.” Dissi sospirando e appoggiando una mano sul suo petto.
“Siete la mia seconda famiglia e poi ne ho altri riguardanti la mia vera famiglia,ne ho davvero molti.” Sussurrò piano appoggiando la mano su un cuore che aveva sul petto.
Sfiorai la sua mano e sussurrai:
“Posso vedere?”
Lui levò la mano annuendo.
Era un cuore bellissimo, non era tanto grande. Dentro al cuore c’era una specie di segno e vicino al cuore c’era un omino che lo cuciva.
“Cosa significa?”
“Vuoi sapere troppo zombie.” Disse divertito.
“Dai dimmelo.” Dissi ridendo.
“C’è scritto l’iniziale della bambina che amavo da piccolo e che beh … mi piace ancora un po’ adesso. È una lettera cinese.” Sussurrò imbarazzato.
“Non sapevo questo tuo lato romantico e poi scusa la mia ignoranza, ma tu ti scopi cani e porci e ti fai un tatuaggio riguardante la ragazza che ti piace?” chiesi ridendo.
“Beh, forse scopo così tanto solo per dimenticarmi di lei” disse provocandomi e leccandosi il labbro inferiore.
“Se fai così, sicuramente te la scorderai.” Dissi ridendo.
“Invece ti sbagli, ogni giorno quello che provo per lei diventa più forte.” Disse sospirando.
“Chi è la sfortunata che ti ha rubato il cuore?” domandai ridendo.
Lui mi sorrise accarezzandomi la schiena e dei brividi bellissimi mi corsero per tutta la schiena.
“Una ragazza.”
“Con cui hai scopato?” chiesi deglutendo.
Ero un po’ gelosa, dovevo ammetterlo.
“No.” Disse piano.
Scoppiai a ridere.
“Tu che non scopi con una ragazza? Perdi i colpi ragazzino.” chiesi divertita, ma anche sollevata.
“Ehi, ho un cuore pure io e questa ragazza me lo ha rubato … almeno penso.” Disse divertito tirandomi una pacca sulla testa.
“Si, come no, tu non hai un cuore. Tu ragioni solo con il tuo amichetto là sotto.” Dissi divertita.
Sorrise guardandomi le labbra.
“Beh, il mio amichetto là sotto è messo strabene.” Disse divertito.
“Sei un maiale.” Dissi ridendo.
“Ieri sera ti sei divertita?” chiese deglutendo.
“Si, mi sono divertita.” ammisi piano.
Lui annuì accarezzandomi la schiena.
“Sono felice che tu ti sia … divertita.” sussurrò.
Sorrisi.
“Grazie.” Sussurrai.
“Di niente.” Disse divertito.
“Me lo dici chi è la sfortunata?” chiesi di nuovo.
Lui scoppiò a ridere.
“Non posso e poi non la conosci zombie.” Disse divertito.
“Dai dimmelo, è un motivo in più per dirmi chi è la sfortunata.” Dissi appoggiando una mano nei suoi capelli.
Mi guardò.
“Non posso dirti chi mi piace Julia.” Sussurrò appena.
“Non la conosco Peter.” Dissi sbuffando e ritraendo la mano.
Lui appoggiò le mani sul letto.
“Non posso dirti di chi parlo.” Disse irritato.
Sbuffai alzandomi da sopra di lui e mi misi seduta sul letto.
“Peter puoi dirmi chi ti piace, tanto non la conosco.” Dissi guardandolo male.
“Invece si, la conosci.” Disse mettendosi seduto sul letto e passandosi una mano nei capelli.
“Non capisco di chi stai parlando.” Ammisi piano.
“Non sono affari tua.” Disse sbuffando e alzandosi dal letto.
Mi alzai pure io e sussurrai:
“Era solo una domanda.”
“Si lo so Julia …  ma ora vado di sotto.” Disse rimettendosi la maglia e uscendo da camera mia.
Sbuffai prendendo un paio di jeans neri, una camicetta bianca e un paio di air force.
Mi guardai allo specchio e cominciai a pettinarmi.
Mi misi gli occhiali e cominciai a vestirmi.
Uscii da camera mia.
Scesi le scale.
“Ehi, ti stavo aspettando.”
Il mio sorriso si allargò appena vidi Louis.
Gli saltai addosso abbracciandolo.
“Mi sei mancata anche tu principessa.” Disse ridendo.
Lo baciai sulle labbra.
“Mi sei mancato anche tu.” Dissi ridendo.
“Volevo solo dirti che non possiamo stare insieme oggi, mia mamma vuole che vada con lei in un posto.” Disse sbuffando.
“E sei passato per dirmelo?” chiesi sorridendo teneramente.
“Certo e poi avevo una voglia matta di baciarti.” Sussurrò dolcemente appoggiando di nuovo le labbra sulle mie.
Sorrisi.
“Anche io.” Ammisi accarezzandoli i capelli.
“Ti scrivo.” Sussurrò approfondendo il bacio.
Mi mise a terra.
“Okay.”
“Ciao principessa.” Disse baciandomi di nuovo e uscendo da casa mia.
Sorrisi mordendomi il labbro.
“Allora fai colazione con me?” chiese Peter alle mie spalle.
Mi girai annuendo.
“Si, faccio colazione con te.”
“Okay.” Disse andando in cucina.
Mi misi a sedere prendendo una fetta biscottata con la nutella.
“Devo andare a comprare un regalo a tua mamma.” Dissi mangiando.
“Non preoccuparti zombie, a lei non interessano i regali.”
“Non mi interessa, voglio regalarli qualcosa.” Dissi ridendo.
Sorrise annuendo.
“Come vuoi.” Disse mangiando una fetta biscottata con la nutella.
Sorrisi.
“Una collana?” chiesi guardandolo.
“Mm si, ma l’ho già fatta io.” Disse prendendo una scatolina dai suoi jeans e me la porse.
La aprii e c’era un ciondolo oro, con un cuore.
“E’ bellissima.” Sussurrai sconvolta sfiorandola.
“Ti piace?” chiese confuso.
Annuii meravigliata.
Era un ciondolo bellissimo.
“E’ meraviglioso.”
“Sono felice che ti piaccia.” Disse teneramente.
Sorrisi e il mio cellulare cominciò a squillare.
“Scusami.”
“Fai con comodo.” Disse levando la scatolina e rimettendosela in tasca.
Risposi.
“Pronto?” Sussurrai al numero privato.
“Sono Max.”
“Ciao fratellone, come va?” chiesi ridendo.
“Tutto bene e tu?” chiese anche lui ridendo.
“Tutto bene, che fai di bello fratellone?” chiesi mangiandomi una fetta biscottata.
“mah niente, sono con la mia ragazza. Peter è lì con te?” Chiese serio.
“Si fratellone, non preoccuparti.” Dissi ridendo.
“Bene, salutamelo.” Disse staccando.
Peter mi guardò confuso.
“Ti saluta Max.” dissi bevendo un po’ di latte.
“Okay.” Disse ridendo.
Finimmo di mangiare in silenzio.
“Io posso andarmi a fare una doccia?” chiese Peter.
“Si certo.” Dissi annuendo.
“Okay, vado a farmi una doccia. Vuoi usufruire della doccia con me?” chiese ridendo.
“Fottiti.” Dissi ridendo.
“L’acqua costa zombie.” Disse serio facendomi sorridere.
“Non preoccuparti.” Dissi sorridendo.
Lui mi sorrise andandosene.
Mi morsi il labbro e mangiai un'altra fetta biscottata.
Il mio cellulare cominciò a squillare, finii la fetta biscottata e risposi:
“Pronto?”
“Mi manchi già e ho voglia di baciarti.” Disse Louis teneramente.
Sorrisi.
“Anche tu mi manchi di già.” Dissi sorridendo.
Era così carino.
“Sicchè stasera non possiamo vederci?” chiese teneramente.
“Mi dispiace, ma non possiamo vederci. Sono al compleanno della mamma di Peter e sicuramente mi inviterà a cena come tutte le volte.” Dissi triste.
“Che peccato principessa bellissima.” Disse dolcemente.
“Così mi fai arrossire.” Ammisi imbarazzata.
“Ora devo andare, ciao principessa.” Disse teneramente.
“Ciao principe.” Dissi staccando.

“Eccomi qua zombie, hai finito di mangiare?” chiese Peter facendomi sobbalzare.
Mi girai guardandolo male e lui scoppiò a ridere.
Aveva ancora tutti i capelli bagnati, ma era un figo da paura.
“Andiamo con la moto di tuo fratello zombie, non ho benzina.” Disse Peter facendomi vedere le chiavi della moto.
“Scordatelo, non vengo con te nella moto.” Dissi sbuffando.
“Zombie devi fidarti di me.” Disse facendomi l’occhiolino.
“Non ispiri molta fiducia.” Dissi squadrandolo.
“Lo so zombie, io ispiro sesso violento.” Disse ridendo e andando in salotto.
Sorrisi seguendolo.
“Non ispiri nulla faccia a schiaffi.” Dissi uscendo da casa mia.
Mi tirò una pacca sul sedere e sussurrò:
“Ammetti che vuoi che venga a letto con te.” disse ridendo.
“Ma vai a farti un giro.” Dissi andando verso il mio garage.
Mi seguì e così entrammo dentro al garage.
Un odore di benzina mi invase le narici.
Mio padre adorava l’odore di benzina.
“Dai zombie muoviamoci.” Disse sbadigliando.
Mi girai verso di lui e sussurrai:
“Non mi fido di te.”
Mi sorrise porgendomi il casco.
“Dai zombie, fidati di me.”
“Non mi metto il casco rosa.” Dissi guardandolo male.
“E dai zombie.” Disse ridendo e prendendo un altro casco nero.
“Dammi quello nero.” Dissi sbuffando.
“Scordatelo zombie, io non mi metto quello rosa.” Disse ridendo.
“Allora resto senza casco.” Dissi guardandolo male.
Sbuffò.
“Non puoi stare senza casco, non fare la bambina e mettiti questo cazzo di casco.” Disse.
“Lo so che non posso stare senza casco.” Ammisi.
Non mi sarei mai messa quel casco.
Si passò una mano tra i capelli sbuffando di nuovo e salì sulla moto.
Mise in moto, ma non partì.
“Da quanto non usa questo catorcio di moto tuo fratello?” chiese sbuffando.
“Penso da qualche anno, sei sempre tu che ci porti a scuola.” Dissi ridendo.
“Non parte.” Disse scendendo e poi guardò la macchina di mio padre.
Mi guardò chiedendomi il permesso ed era una cosa così carina che mi fece venire le lacrime agli occhi.
Da quando i miei erano morti non ero mai più salita su quella macchina, mi ricordava troppo quella dell’incidente.
“Julia…” cercò di dire.
Non risposi.
“Stai bene? Se vuoi andiamo con il pullman.” Disse Peter accarezzandomi una guancia.
Alzai il viso e lo guardai negli occhi.
“Non ci riesco a salire su quella macchina Peter.” Ammisi guardandola di nuovo.
“Non preoccuparti, andiamo con il pullman.” Disse costringendomi a guardarlo.
Le sue mano erano così delicate sul mio viso.
“Non ti scoccia?” chiesi confusa.
Lui sorrise scuotendo la testa.
“Certo che no, ma ora andiamo .. sennò perdiamo il bus.” Disse prendendomi una mano e correndo fuori dal garage.
Chiuse il garage e poi si guardò intorno.
“A breve comincerà a piovere.”
“Lì c’è una fermata.” Dissi trascinandolo verso la fermata dei bus.
Davanti a noi passò Jessica, così lasciai subito la mano di Peter e mi allontanai da lui.
Lei sorrise senza nemmeno degnarmi di uno sguardo e saltò addosso a Peter.
“Ehi.” Disse lei cominciando a baciarlo.
Lui la strinse a se palpandole il sedere.
Sbuffai stringendo i pugni e vidi che Peter mi guardava.
Peter si staccò e disse:
“Ci si vede stasera, se ne hai voglia.”
Jessica mi guardò male e chiese:
“Che ci fai con lei?”
“Devo accompagnarla in un posto.” Rispose Peter guardandomi.
Lei sbuffò appoggiando una mano sulla patta dei pantaloni di Peter e lui sorrise.
“Tu sei solo mio.” Sussurrò quella troia baciandolo di nuovo.
“Io non sono di nessuno baby.” Sussurrò lui approfondendo il bacio.
Lei sorrise e poi se ne andò sculettando.
L’autobus si fermò davanti a noi e così salimmo.
Era strapieno e solo due posti all’inizio erano liberi.
“Vorrei due biglietti.” Disse Peter all’autista.
Lo guardai male.
Non volevo che mi pagasse il biglietto.
Lui sorrise facendomi l’occhiolino e poi si mise a sedere.
Sbuffai e mi misi a sedere anche io.
“Hai deciso che regalo fare?” chiese guardando fuori dal finestrino.
“Ancora no.” Ammisi.
“Se mi dai un bacio, farai felice mia madre.” Disse ridendo.
“Ma certo, che bella idea.” Dissi prendendolo per il culo.
Scoppiò a ridere e poi in un momento mi ritrovai tra le sue braccia con le sue labbra che si muovevano sulle mie.
Lo spinsi, ma era molto più forte di me.
Era come se tradissi Louis e io non volevo tradire il mio ragazzo.
Le mie labbra si muovevano sulle sue.
la sua lingua sfiorava la mia.
Le sue mani stringevano il mio sedere.
In un solo secondo una mia mano andò a sbattere su una sua guancia.
Lui si staccò sorpreso.
Si leccò le labbra e disse:
“Me lo sono meritato.”
Vidi una ragazza troppo carina guardare Peter.
“Una ragazza ti sta mangiando con gli occhi.” Dissi stringendo i pugni.
Lui sorrise.
“Lo so, ecco perché ti ho baciata.” Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Lo guardai male cercando di alzarmi.
“Cosa c’è? Sono un maschietto e mi piace farmi desiderare.” Disse maliziosamente.
“Sei davvero un coglione.” Dissi mettendomi a sedere al mio posto.
Peter sorrise.
“Scommettiamo che mi faccio baciare da quella?” chiese piano.
“Non ci riuscirai mai.” Dissi guardandolo male.
Sorrise dandomi un altro bacio sulle labbra e poi si alzò.
“Se vinci tu cosa vuoi?” chiese incatenando i suoi occhi nei miei.
“Mmm che mi insegni a guidare con la tua macchina.” Dissi ridendo.
“Scordatelo zombie.” Disse ridendo.
“Hai paura di perdere?” chiesi alzandomi anche io, cercando di non cascare.
Peter mi prese per i fianchi e mi attirò a se.
“Io non perdo mai.” Sussurrò dandomi un altro bacio sulle labbra.
“Lo dici tu.” Dissi divertita.
“Se vinco io dovrai far finta di essere la mia ragazza a casa mia, solo per oggi.” Disse quasi implorante.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa.
“Ti prego Julia, ci sarà mia nonna e sai che lei ti adora.” Disse guardandomi con gli occhi a cucciolo.
Sbuffai annuendo.
Non riuscivo a resistere a quei suoi occhi.
Sorrise lasciandomi e andò da quella ragazza.
Pov Peter:
“Ciao, scusa potrei sedermi?” chiesi sorridendo e facendo l’occhiolino.
La ragazza mi guardò inarcando le sopracciglia.
“Non eri con la tua ragazza?” Chiese seria.
Sospirai sconfitto.
Sarebbe stato bello se quella cogliona sarebbe stata la mia ragazza.
Sarei stato il ragazzo più felice al mondo.
Mi misi le mani in tasca e scossi la testa.
“Magari fosse la mia ragazza.” Dissi piano.
“La stavi baciando.” Disse lei seria.
Sorrisi e lei levò la sua borsa dal posto vuoto.
Mi misi a sedere e mi passai una mano tra i capelli.
“Beh si, la stavo baciando.. ma non stiamo insieme anche se vorrei con tutto me stesso.” Ammisi ripensando a tutti i nostri baci.
Quando baciavo Julia era come se nel mondo ci fossimo solo noi due e nessun’altro.
“Allora siete scopa amici?” Chiese ridendo la ragazza.
“Nemmeno quello, penso proprio che non siamo proprio niente.” Ammisi sorridendo triste.
La ragazza mi prese una mano, così la guardai e lei sussurrò:
“Fate una bella coppia, sul serio.”
“Lei mi odia.” Dissi guardando Julia che stava messaggiando al cellulare.
“E tu?” chiese la ragazza con i capelli neri.
“Io cosa?” chiesi guardando di nuovo la ragazza dai capelli neri.
“Tu la odi?” chiese guardando Julia.
“Non lo so, quando la vedo il mio cuore comincia a battere all’impazzata.”
“Tu la ami.”
“Non penso.”
“Si invece, si vede da come la guardi e da come la baci.”
“Da come la bacio?”
“Se una persona si ama si bacia con urgenza, si bacia come se non ci fosse un domani. Quando la baci sei tenero e carino allo stesso tempo.”
Scoppiai a ridere.
“Vuoi attirare la sua attenzione.”
“Come scusa?”
“Digli che la ami.”
“Lei è fidanzata e io … non sono giusto per lei.”
“E cosa ne sai?”
“Lo so e basta. Io sono un fottuto coglione. Mi scopo delle ragazze e poi le mollo, poi arriva lei e mi ruba il cuore.”
“Non lo sei. Quella ragazza è cotta di te.”
Scossi la testa sorridendo amaramente.
Julia mi odiava con tutta se stessa.
“Dovresti dirli quello che provi.” Disse teneramente.
“Oggi è il compleanno di mia madre, lei adora Julia. Mia nonna sta quasi per morire, ha un tumore. Ho chiesto a Giulia se fa la mia finta ragazza per questo giorno .. lei non sa di mia nonna.” Dissi piano e delle lacrime rigarono il mio volto.
La ragazza mi accarezzò una guancia e poi posò le labbra sulle mie.
“Così sarà per un giorno la tua ragazza.”
“Hai sentito la scommessa?” chiesi piano.
“Si, ma ora vai da lei. Digli che la ami da morire.” Sussurrò piano.
Sorrisi.
“Grazie.” Ammisi.
“Grazie a te.” disse lei sorridendomi.
Mi alzai e andai verso Julia.
“Ho vinto la scommessa.” Sussurrai piano al suo orecchio.
Lei sussultò.
Sorrisi mettendomi a sedere e la presi per mano.
“Preparati ai baci più belli al mondo.” Dissi ridendo.
Lei non mi rispose.
Appoggia una mano sul suo viso e la costrinsi a guardarmi.
“Che hai zombie?”
“E se facessi la figura della stupida?” chiese teneramente.
“Mia nonna ti adora Julia.” Dissi piano.
Lei annuì ed era così bella.
Sospirai.
Mi faceva male sapere che ora stava con Louis.



Angolo Autrice:
Eccomi qua, mi scuso per il tremendo ritardo … non volevo farvi aspettare così tanto, ma non ho avuto tempo né per aggiornare questa e né per aggiornare l’altra mia storia…
Avevo detto che avrei aggiornato, ma non ho mai tempo!!
Scusatemi!!

Allora, veniamo a noi!!!
Peter sta scoprendo nuove emozioni, è innamorato secondo voi?
Vi è piaciuto il pov Peter?
Ci saranno altri pov di lui, ma lo scriverò
J
La storia procederà da parte della nostra beniamina Julia.
Come andrà il compleanno?
Peter riuscirà a dire qualcosa?
Piccolo Spoiler:

“Cosa vuoi Peter?” chiesi alterata alzandomi dalla sedia.
“Fate una bella coppia tu e il pivello.” Disse disgustato.
Mi avvicinai a lui e sussurrai:
“Cosa vuoi? Prima mi hai detto che devo andare da lui. Deciditi, non sono un gioco. A me Louis piace.” Ammisi.
“A me piaci tu.” Disse alterato stringendomi un polso.
Deglutii.
“Hai capito? A me piaci zombie e non me ne frega niente se a te piace quel pivellino.” Sussurrò piano.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Mi aveva detto che gli piacevo.
“C .. cosa?” chiesi piano.
“Non farmelo ripetere.” Disse sbuffando.
Non potevo crederci.
“Negavo a me stesso ciò che provavo e che provo per te, ma ora è troppo difficile Julia. Mi piaci da morire. Mi piaci così tanto che mi fai stare male.” Sussurrò accarezzandomi una guancia con la mano libera.
“No, non posso piacerti.” Dissi scostandomi.

Fine Spoiler!!
OMG!!
HA AMMESSO CHE JULIA GLI PIACE!!
COSA SUCCEDERA’?
Vi prometto che cercherò di aggiornare presto
J
CIAOO!!!!
PS: Non ho risposto ai vostri commenti perchè ho un sonno che sto morendo.
Ho aggiornato, perchè ve lo meritate.
Siete davvero fantastiche, grazie mille.
Domani o dopodomani risponderò a tutte le recensioni.
Buonanotte :)

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Capitolo 10
*** Mi piaci, ma... ***


“Siamo arrivati zombie.” Disse Peter.

“Lo so.” Dissi alzandomi e sgranchendomi le braccia.

Peter si alzò e sorrise alla ragazza a cui aveva dato il bacio.

Lei sorrise facendoli l’occhiolino.

“Dovresti essere il mio ragazzo, non di quella e io sono una tipa gelosa.” Dissi guardandolo male.

Peter sorrise annuendo.

“Ma certo zombie, sono solo tuo e di nessun’altra ragazza la mondo. Sono tutto tuo.” Disse dandomi un bacio sulla testa.

Sorrisi.

Odiavo quando faceva il coglione, ma era troppo carino.

Io e Peter scendemmo dal bus e mi prese per mano.

Me la strinse piano.
“Sei pronta per vedere la peste della mia sorellina?” chiese ridendo.
“Certo che si e non capisco come lei faccia ad essere così carina.” Dissi ridendo.
Sua sorella era così carina e dolce.
Kim aveva 15 anni, ma andava in una scuola privata.
Lui sorrise abbracciandomi.
Il suo odore era così dolce.
Stava diventando troppo carino e mi piaceva stare in sua compagnia.

“Quella peste ti sta aspettando. Mi ha fatto una testa come un pallone solo perchè voleva vederti.” Sussurrò teneramente al mio orecchio.

Sorrisi.

“Non vedo l’ora di vederla.” Ammisi piano.

“Ah si? E non hai mai voglia di vedere me?” chiese al mio orecchio.

Il suo respiro era così caldo.

Avevo mai voglia di vedere quei suoi occhi? Avevo mai voglia di vedere quel suo viso così bello per essere vero?
Scossi la testa e sussurrai piano:
“No, non ho mai voglia di vederti.”
“Che peccato.” Sussurrò dandomi un bacio sulle labbra.
“Peter ..” sussurrai appoggiando le mani sul suo petto.
“EHI VOI DUE!! NON FATELO IN PUBBLICO!!” 
Sorrisi di nuovo staccandomi da Peter e guardai Kim.
Lei mi sorrise correndomi incontro e così corsi anche io verso di lei.
Ci abbracciammo forte.
“Così tu e mio fratello state insieme eh?” chiese piano ridendo.
“Ehm .. beh .. così sembra.” Dissi cercando di non mentire.
Facevo pena a dire le bugie.
“Lo avete già fatto?” chiese maliziosamente.
Scoppiai a ridere.
“Ma che ti frega?” chiesi ridendo imbarazzata.
“Almeno usate le precauzioni.” Disse ridendo.
“Lascia stare la mia ragazza.” Disse Peter ridendo.
Peter e lei erano ugualissimi.
Erano perfetti.
Kim sembrava un angelo sceso in terra con quei suoi occhi e con quel suo visino angelico.
“Beh, almeno ti sei deciso a metterti con la ragazza di cui sei cotto da quando avevi 8 anni.” Disse Kim ridendo.
Diventai rossa come un peperone e guardai Peter.
Si passò una mano tra i capelli e guardò male sua sorella.
“Ma che cosa stai dicendo sorellina?” chiese mordendosi il labbro inferiore.
“Non vuole ammetterlo, ma è pazzo di te.” disse Kim facendomi l’occhiolino.
“Macchè dai, lui è Peter.” Dissi come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Lei sorrise.
“la mamma vi aspetta dentro.” Disse incamminandosi verso casa sua.
Chiamarla casa era un offesa.
Avevano una villa stratosferica.
Peter mi prese la mano e mi attirò a se.
“Non credere a quella scema di mia sorella, dice cavolate su cavolate.” Sussurrò a due centimetri dalle mie labbra.
“Non ci credo infatti, sarebbe stupido.” Sussurrai piano.
Lui annuì deglutendo e poi mi trascinò verso la sua mega villa.
Sua madre stava cantando e aveva una voce così bella.
“MAMMA SONO A CASA!” Urlò Peter ridendo.
Lei smise di cantare e in un secondo me la ritrovai davanti agli occhi.
Era una donna bellissima.
Era alta, meno del figlio.
Aveva i capelli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle.
Occhi come Peter e Kim.
Un viso perfetto.
Sorrise guardando le mani intrecciate.
“Finalmente ti sei deciso a stare con la ragazza dei tuoi sogni.” Disse felice.
Scoppiai a ridere.
Tutti avevano la stessa idea.
“Mamma ti prego, non è vero niente.” Disse Peter imbarazzato.
Sorrisi imbarazzata.
“Me lo dai un abbraccio capra?” chiese ridendo rivolta a me.
Scoppiai a ridere annuendo e la abbracciai forte a me.
“Io lo sapevo che voi due eravate destinati a stare insieme.”
 “Mamma ma che stai dicendo?”
 “Vai subito a cambiarti Peter, non vorrai stare così al mio compleanno.”
 “Cosa c'è di male mamma?”
 “Cosa c'è di male? Anche tu fila subito in camera mia. Ti ho comprato un vestitino che è la fine del mondo.” Disse tutta contenta.

 “Ma io ..” cercai di dire.

Odiavo i vestitini.

“Zitti e muovetevi.” Disse guardandoci male
“Va bene mamma.” Disse Peter arrendendosi.

Sorrisi e sussurrai:

 “Va bene Monica.”

 “Ora baciatevi.” Disse battendo le mani

“Mamma per favore.” Disse Peter tossendo.

 “È il mio compleanno e voglio che vi diate un bacio.” Peter mi guardò chiedendomi il permesso, chiusi gli occhi annuendo e lui mi diede un bacio piccolo sulle labbra. Era un bacio piccolo e tenero.

“Ragazzi voglio un bacio vero, non questo.” Disse Monica ridendo.

 “Mamma, a me e a Julia non piace darci baci in pubblico.” Disse Peter imbarazzato.

“Dai ragazzi.” Disse ridendo.

In un secondo mi ritrovai tra le braccia di Peter e le sue labbra sulle mie e la sua lingua che sfiorava dolcemente la mia.

“Sono così felice.” disse Monica ridendo.

Peter si staccò dalle mie labbra.

Adoravo le sue labbra.

“Di là c’è una bottiglia di vino, appena aperta. Andate pure a prenderne un bicchiere e poi andate a cambiarvi immediatamente.”

Peter sorrise annuendo e mi prese per mano.

Arrivammo in cucina e vidi un ragazzo bellissimo.

Mi morsi il labbro inferiore.

Era bello, anche se non quanto Peter.

Era alto, meno di Peter.

Aveva i capelli neri a spazzola, un fisico palestrato e indossava una camicia che metteva in risalto quel fisico mozzafiato.

“Ehi, io sono geloso.” disse Peter al mio orecchio.

“Però è carino, chi è?” chiesi girandomi verso Peter.

“Si chiama Nick, è mio cugino.” Disse sbuffando.

Sorrisi.

“Se ti piace quel genere sei messa male.” Disse sbadigliando.

“Vedo un po’ di gelosia nel tuo tono.” Dissi provocandolo.

Scoppiò a ridere prendendo un bicchiere di vino.

“Io non sono mai geloso.” disse bevendo.

“Allora non ti scoccia se io ci provo con tuo cugino?” chiesi provocandolo.

Peter prese un altro bicchiere di vino.

“Sei fidanzata con il pivellino.” Disse ridendo.

“Provarci non costa niente.” Dissi provocandolo.

“Cerchi di farmi ingelosire?” chiese divertito.

“No, non me ne frega nulla di te. Nick è un bel ragazzo e poi sicuramente è molto meglio di te.” dissi sbuffando.

Doveva sempre rovinare ogni momento.

“Se ti piacciono i tipi come lui e non come me sei messa male.” Disse divertito bevendo altro vino.

“Sei un coglione.” Dissi esasperata.

“Se ti piace il tipo provaci, ma ci perdi tu.” Disse facendomi l’occhiolino e bevendo.

Gli feci il verso.

“Me ne vado in camera a vestirmi, vuoi venire?” chiese maliziosamente.

“Sto meglio qui.” Dissi guardando Nick che mi fissava.

“Bene.” Disse Peter sbattendo il bicchiere sul tavolo e andandosene.



Pov Peter:

Entrai dentro camera mia sbuffando.

Ero geloso di mio cugino, aveva sempre detto che Julia era una bella ragazza e che se la sarebbe fatta.

Non doveva toccarla nemmeno con un dito.

Lei era mia, anche se non sapeva di esserlo.

Stavo diventando patetico.

Dovevo rimanere calmo, Julia era fidanzata.

Louis era un bravo ragazzo per lei.

Io non meritavo Julia.

Lei meritava di meglio.

Strinsi i pugni mettendomi seduto sul letto e guardai l’anello che avevo al pollice.

Me lo tolsi e guardai la scritta rigirandomi l’anello tra le dita.

Era in svedese:
jag älskar dig.”
Sorrisi e qualcuno bussò alla porta.
Mi rimisi l’anello alzandomi dal letto.
Mia sorella entrò in camera mia tutta sorridente.
“Allora?” chiese ridendo.
“Allora che?” chiesi confuso.
“Come sto?” chiese sorridendomi.
Sorrisi guardando il vestito di Kim.
Era davvero bella.
“Sei perfetta.”
Sorrise facendo un inchino.
“La ringrazio.”

Sorrisi.

“Sei innamorato fratellino.” Disse Kim come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

“Non sono innamorato.” Dissi ridendo imbarazzato.

“Vestiti, la mamma ti aspetta giù.”
Annuii e mia sorella andò via.
Mi spogliai e presi il completo che comprendeva una camicia bianca, un gilet nero, una cravatta nera, un pantalone nero e delle scarpe nere.
Sbuffai mettendomi quelle cose, che odiavo più di ogni altra cosa al mondo.
Mi aggiustai i capelli uscendo dalla mia camera, ma qualcuno mi cascò addosso.

“Oddio scusami.” Disse Julia guardandomi negli occhi.

La guardai.

“Sei bellissima.” Ero meravigliato.

Era sempre bella, ma con quel vestitino nero che le arrivava appena alle cosce era stupenda.

“Anche tu.” Sussurrò imbarazzata.

Ci guardammo per qualche secondo negli occhi.

“Meglio se scendiamo.” Dissi piano.

Lei annuì staccandosi da me.

Sorrisi prendendola per un polso e la attirai a me.

“Non tradirmi con mio cugino zombie.” Dissi ridendo per poi baciare quelle labbra perfette.

“Ci proverò, sarà una dura sfida.” Sussurrò provocandomi.

La strinsi a me e approfondimmo il bacio.

Le nostre lingue si sfioravano teneramente.

Le nostre labbra si muovevano senza fretta.

“Non posso Peter.” Sussurrò appoggiando una mano sul mio petto.

Sbuffai annuendo e levai le mani.

“Okay.”

Lei sospirò e mi prese per mano.

Scendemmo le scale e mio cugino la fissò.

La strinsi a me.

“Ehi, ci stai prendendo un po’ troppo la mano a stringermi Peter.” Sussurrò Julia al mio orecchio.

Sorrisi.

“Lo faccio perché quello non si deve permettere di guardarti.” Dissi piano.

“Vedo gelosia dentro alle parole.” Sussurrò dandomi un bacio sulla guancia.

“Beh, devo farlo bene il finto ragazzo.” Dissi ridendo e andando in cucina.

Lei mi sorrise.

“Amo il tuo sorriso Julia.” Dissi senza accorgermene.

Mi guardò sorpresa.

“Ehm ecco .. c’è mio cugino.” Dissi guardandomi intorno.

“Ah scusa, ci stavo per credere.” Disse ridendo imbarazzata.
Mio cugino si avvicinò a noi e fece un inchino.

“Che numero di ragazza sei?” chiese sorridendo  a Julia.

“Come scusa?” chiese Julia piano.

Odiavo quel coglione.

“Peter da i numeri alle ragazze che si porta a letto.” Disse come se fosse la cosa più bella al mondo.

Julia sorrise.

“Almeno lui se le porta le ragazze a letto, ora se permetti vogliamo finire la serata perché abbiamo del sesso sfrenato da fare in macchina.” Disse Julia sorprendendo pure me.

Sorrisi e lei mi diede un bacio sulle labbra.

Nick sbuffò andandosene.
“Sei stata troppo figa.” Dissi ridendo.
“Modestamente.” Disse ridendo.
Pov Julia:
Era bellissimo il cielo.
Mio padre adorava le stelle.
Quando ero piccola mi diceva sempre che erano lì solo per proteggerci da ogni cosa.
“Ehi.” Mi girai sorridendo.
Peter si mise a sedere accanto a me.
“Che fai qui tutta sola?” chiese guardando il cielo.
“Niente di che.” Dissi ridendo.
“Guardavi il cielo? Lo fai sempre quando sei depressa.” Disse piano.
“Come fai a saperlo?” chiesi confusa.
Solo le persone che mi volevano bene sapevano quella piccola cosa.
“Beh devo sapere qualcosa della mia finta ragazza.” Disse ridendo.

Sorrisi.

“Te lo ha detto Max?” chiesi guardando il cielo.

“No, l’ho notato da solo.” Disse piano.

Abbassai il viso e guardai Peter.

“Mi hai visto mentre lo facevo?” chiesi confusa.

“So molte piccole cose su di te.” sussurrò piano avvicinando le sue labbra alle mie.

Chiuse gli occhi e appoggiò le sue labbra sulle mie.

“So che quando devi fare un interrogazione importante o una verifica importante vai al cimitero a parlare con i tuoi genitori e scoppi a piangere.” Sussurrò piano.

“Questo non lo sa nessuno.” Sussurrai piano con le lacrime che rigavano il mio volto.

“Julia devo dirti una cosa.”

“Dimmi.” Sussurrai confusa.

Peter mi fissò le labbra e poi mi prese una mano.

“E’ difficile per me dire ciò che provo per te.” sussurrò confuso.

“Come scusa?” chiesi più confusa di lui.

Stava ammattendo.

“Cazzo, io sono confuso.” Disse sospirando.

“Io lo sono più di te.” ammisi deglutendo.

“Mi serve da bere, torno subito.” Disse alzandosi e andandosene.

Era davvero strano certe volte.

“Ti stai divertendo?” chiese Monica mettendosi a sedere accanto a me in veranda.

Sorrisi annuendo.

“Certo Monica, però mi mancano i miei genitori.” Ammisi bevendo un po’ di cocacola.

Monica mi appoggiò una mano sulla spalla.

“Mancano anche a me, ogni giorno.” Disse dolcemente.
Scoppiai a piangere come una bambina e Monica mi abbracciò.

“Mi dispiace Monica, mi dispiace tanto.” Sussurrai singhiozzando.

“Ehi piccola, non piangere. Loro sono con noi.” Disse teneramente coccolandomi.

Sentii dei passi, ma non me ne fregava nulla.

Mi serviva un abbraccio da madre.

“Che succede?” chiese una voce maliziosa.

Non era la voce del mio Peter.
Il mio Peter?
Avevo davvero detto quell’aggettivo.
“Nick vai via.” Disse Monica.
“Ma dai zia, sono bravo a consolare le belle ragazze che si sono mollate con tuo figlio.” Disse ridendo.
Quel ragazzo mi faceva venire il vomito.

Era di un antipatia pazzesca.

“Mi dispiace per te, ma questa donzella non si è mollata con mio figlio.” Disse Monica teneramente dandomi un bacio sui capelli.

Sorrisi staccandomi da lei e lei mi asciugò le lacrime.

“Stai meglio?” chiese teneramente.
“Si, grazie.” Ammisi.
Lei si alzò dalla panchina.
“Entri con me?” chiese porgendomi una mano.

“No, sto un pochino fuori.” Dissi ringraziandola con lo sguardo.

Lei annuì e poi andò dentro.

Nick si mise a sedere sulla panchina.

“Così tu e Peter state insieme?” chiese leccandosi il labbro inferiore.

“Si.” Dissi.

Non avevo voglia di parlare con lui.

“Mio cugino ti tradirà.” Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

“Non sono affari tua.” Dissi sbuffando.

“La vuoi fare una scopata con me?” chiese maliziosamente.

“Io scopo solo con Peter.” Dissi guardandolo male.

“Lascia stare la mia ragazza.” Disse Peter venendo davanti a noi.

“Era lei che ci provava.” Disse ridendo.

“Lei che ci prova con te, ma fammi il piacere.” Disse ridendo.

Sorrisi alzandomi e presi una mano di Peter.

“Allora, i tuoi genitori dove sono Julia?” chiese Nick.

Strinsi i pugni e così Peter si mise dietro di me.

Mi strinse a se, appoggiando le sue mani sui miei pugni.

“Sei un coglione Nick, ti credi di essere Mr Universo solo perché piaci alle ragazze?io sono figo e piaccio alle ragazze, ma non sono così coglione. Sai che a lei sono morti i genitori.” Disse Peter incazzato come una iena.

Gli strinsi una mano.

Mi diede un bacio sul collo.

“E’ un coglione, lascialo stare.” Sussurrò calmo.

“Lo so, non preoccuparti.” Ammisi piano.

“Io non sono un coglione, da quanto sono morti?” chiese Nick maliziosamente.

Era davvero un coglione.

Peter fece dei respiri profondi.

Sentivo il suo torace muoversi velocemente.

“Ehm …” cazzo, stavo quasi per piangere.

“La lasci stare, vai da qualcuna a cui interessa scopare con te.” disse Peter sbuffando.

“Oh mi dispiace non lo sapevo che erano morti.” Disse a presa per il culo.

Non volevo incazzarmi con quel coglione di merda.

“SI CHE LO SAPEVI COGLIONE!!” urlò Peter staccandosi da me e andando davanti a Nick.

Gli puntò il dito contro.
“LO SAPEVI TESTA DI CAZZO!!” urlò ringhiando.

“Peter calmati …” sussurrai piano prendendoli una mano.

Lui si girò verso di me.

“Non deve prendere per il culo i tuoi genitori e tanto meno te. Non lo sopporto, l’unico che può prenderti in giro sono io e basta.” Disse teneramente.

Lo guardai negli occhi e lo baciai.

Si meritava quel bacio.

Lui era il ragazzo più nobile al mondo.

“Grazie.” Ammisi abbracciandolo.
Mi strinse a se.
“Grazie a te.”
Pov Peter:
“Buon pranzo ragazzi.” Disse mia madre sorridendo felice.
Adoravo vederla felice.
Si meritava di essere felice.
Diede un bacio a mio padre sorridendo.
Vidi Julia sorridere triste.
“Stai bene?” chiesi a Julia piano.
Lei annuì con le lacrime agli occhi.
“Vuoi uscire a parlarne fuori?” chiesi accarezzando una sua mano.
Lei annuì scusandosi con mia madre e poi si alzò senza aspettare una risposta.
Mi alzai anche io e dissi:
“Scusate, vado a vedere cosa abbia la mia ragazza.” Mia madre sorrise annuendo, così andai fuori.
C’era un po’ di fresco, così mi tolsi la giacca e mi misi a sedere accanto a Julia.
“Tieni la mia giacca, sicuramente starai morendo di freddo.” Lei mi sorrise mettendosi la mia giacca e poi appoggiò la testa sulla mia spalla.
La strinsi a me prendendole una mano.
“Che hai piccoletta?” chiesi piano.
“Vedere i tuoi genitori così affiatati mi ha fatto ritornare in mente i miei.” Disse piano.
Sorrisi.
“I tuoi erano una bella coppia.” Dissi accarezzandole la mano che avevo preso.
“Si.” Disse dolcemente.
“Vorrei un amore come il loro.” Ammisi guardando Julia.
Lei mi sorrise.
“Anche io lo vorrei.” Sussurrò guardandomi negli occhi.
Deglutimmo avvicinando le nostre labbra in contemporanea.
Mi strinse una mano.
Le nostre labbra si sfiorarono dolcemente.
Sorridemmo.
“Ragazzi, ma venite a mangiare.” Disse Nick piombando in veranda.
Sbuffai scostandomi da Julia.
Lei sospirò annuendo.
“Piombi sempre nei momenti migliori cuginetto.” Dissi stringendo i pugni.
Julia sorrise alzandosi.
Andammo a sederci di nuovo ai nostri posti e mangiammo in silenzio.
“Julia cosa ti piace di mio nipote?” chiese mia zia sorprendendomi.
Julia mi guardò divertita.
“Sinceramente non lo so. È davvero un coglione.” Disse ridendo.
“Infatti.” Disse mia zia.
Guardai male Julia che mi sorrise.
“Però mi piace tutto di lui, la cosa che mi piace di più di lui è quando è preoccupato per me.” Disse guardandomi.
Sorrisi.
“Lui preoccupato per te?” chiese mio cugino ridendo.
“Non sono tutti cafoni come te.” disse Julia sbuffando.
Scoppiammo a ridere tutti e presi una mano di Julia.
“Sei fantastica.” Ammisi sorridendo.
“Anche tu lo sei, ma ora vado un po’ a letto. Ho un sonno che muoio.” Disse dolcemente la mia finta ragazza.
“Vai pure in camera di Peter, io ti preparo la camera per questa notte.” Disse mia madre ridendo.
“Non voglio disturbare Monica.” Disse Julia imbarazzata.
Lei non disturbava mai.
“Non cominciare.” Disse mia madre non accettando storie.
Lei annuì ridendo e si alzò dalla sedia lasciandomi la mano.
Mi alzai anche io e sussurrai:
“Ti accompagno.”
“Macchè, non preoccuparti.” Disse Julia sorridendomi.
Quei sorrisi mi piacevano troppo.
Erano la cosa più adorabile al mondo.
“Sono il tuo ragazzo.” Dissi ridendo e prendendola per mano.
Lei mi sorrise e così ci incamminammo per la mia stanza.
Mi piaceva così tanto stare in sua compagnia.
Entrammo dentro la mia stanza e lei vide un quadro che ritraeva me e lei.
Avevo fatto dipingere quella foto da mio zio che era un pittore.
“Oh Mio Dio, ma quel quadro è stupendo.” Disse meravigliata.
Sorrisi annuendo.
“E’ il mio quadro preferito, perché ci sei tu.” Sussurrai a bassa voce.
Lei si girò confusa.
“Prima hai detto una cosa in veranda.” Disse confusa torturandosi il labbro inferiore.
“Ne ho dette tante.”dissi deglutendo.
“Hai detto che è difficile spiegare ciò che provi per me.”sussurrò abbassando il viso.
Sospirai annuendo e ammisi:
“Si, l’ho detto.”
“Cosa significava?” chiese piano.
“Significa questo.” Dissi appoggiando due dita sotto al suo mento per farle alzare il viso.
La guardai negli occhi.
“Significa quello che ho detto, è troppo difficile per me. Non posso spiegartelo.” Sussurrai appoggiando le labbra sulla sua fronte.
“Ho sonno.” Sussurrò piano.
Sospirai annuendo e le diedi un bacio sulla guancia.

“A dopo.” Sussurrai uscendo da camera mia.

Pov Julia:
Aprii gli occhi sbadigliando e mi stiracchiai.
Guardai l’orologio sul comodino ed erano le 8 di sera.
Ero davvero una cogliona.
“Buonasera zombie.” Mi girai sorridendo e vidi Peter con un libro in mano.
Sorrise alzandosi dalla sedia e si mise accanto a me.
“Stai meglio dormigliona?” chiese dandomi un bacio sulla fronte.
“Stai diventando troppo carino e non va bene questa cosa.” Dissi.
Non poteva davvero piacermi.
“Perché non ti piaccio così?” chiese ridendo.
“Mi piaci troppo.” Dissi senza accorgermene.
“Wow.” Disse meravigliato.
Scoppiai a ridere cercando di rimediare.
“Beh, però mi piace Louis.” Sussurrai deglutendo.
“Io non sono geloso.” disse ridendo.
Sorrisi.
Adoravo così tanto stare in sua compagnia.
Mi porse un piatto con della torta dentro.
“Ecco qua la torta più buona al mondo.” Disse ridendo.
“Volevo fare gli auguri a tua mamma.” Dissi triste.
Monica entrò in camera sorridendo con un bicchiere di vino.
“Peter io e tuo padre andiamo fuori.”
Peter annuì imbarazzato.
“Non aspettarci.” Disse ridendo.
“Dopo posso farmi una doccia?” chiesi imbarazzata.

“Vai pure adesso a farti una doccia capra, se vuoi.” Sorrisi alzandomi e Peter si alzò.
Mi strinse a se e sussurrò:
“Vengo pure io, se vuoi zombie.”
Sorrisi.
“Non ci tengo a bloccarmi la crescita.” Sussurrai.
Mi diede un bacio sul collo ridendo.
“Te la sei già bloccata zombie, sei una nana bellissima.” Sussurrò piano.
Mi aveva detto che ero una nana bellissima.
“Nana bellissima?” chiesi per averne una conferma.
“Si, sei una nana bellissima.” Sussurrò piano al mio orecchio.
Sorrisi.
Mi diede un bacio sulle labbra.
“A dopo allora.” Disse dolcemente.
Sorrisi annuendo.
“Siete troppo carini insieme.” Disse Monica felice.
Scoppiai a ridere.
“Dammi un abbraccio capretta, mi hai fatto il regalo più bello di sempre.” Disse Monica.
Mi staccai da Peter e abbracciai Monica forte.
“Grazie del bellissimo regalo, mio figlio sorride solo con te.” sussurrò al mio orecchio.
Mi faceva piacere che era felice.
“Io vado ragazzi.” Disse dandomi un bacio sulla fronte.
Io e Peter annuimmo e Monica andò via.
Peter si avvicinò a me.
“Sei stupenda stasera.” Disse dolcemente al mio orecchio.
“Grazie.” Sussurrai.
Da lui i complimenti erano la fine del mondo.
“Ti va di andare al parco?” chiese sussurrando.
“Adesso?” chiesi piano.
“Adesso.” Sussurrò lui prendendomi per mano.
Sorrisi annuendo e uscimmo dalla sua stanza.
“Andiamo a piedi?” chiese scendendo le scale.
Annuii.
Mi piaceva camminare a piedi.
Uscimmo fuori e c’era un freddo.
Peter si tolse la giacca e me la mise sulle spalle.
“Andiamo.” Disse sorridendo.
Era così carino.
Mi strinse a se camminando.
Non parlammo, ma era bello stare lì insieme a lui.
Vidi un negozio aperto.
Sorrisi fermandomi.
“Perché sorridi?” chiese divertito.
“C’è una gioielleria aperta.” Dissi ridendo e trascinandolo con me.
“Oh Mio Dio e cosa vuoi farci?” chiese confuso.
Scoppiai a ridere.
“Comprare un regalo a tua mamma.” Dissi entrando con lui.
“Sei una cogliona.” Disse ridendo.
Scoppiai di nuovo a ridere.
“Buonasera, come posso esservi utile?” chiese una signorina guardando Peter come se non ci fosse cosa più bella al mondo.
Era vero.
Era uno strafigo, ma era MIO e basta.
Scossi la testa.
“ Buonasera a lei.” Disse Peter sorridendo.
“Peter ma sei tu.” Disse ridendo.
Peter sorrise e mi lasciò.
Abbracciò quella ragazza forte e lei gli stampò un bacio sulle labbra.
Strinsi i pugni.
“Cazzo, sei cresciuta.” Disse Peter ridendo.
“Anche tu.” Disse lei passandoli una mano sulla camicia.
“ Scusate se vi interrompo, ma vorrei che mi serviste.” Dissi alla ragazza.
Lei sbuffò annuendo e sorrise a Peter.
“Cosa ti serve?” chiese andando dietro al bancone.
“Vorrei questa collana.” Dissi indicandone una oro con un cuore e la lettera M.
La signorina troia la prese e me la porse.
“Costa 350 euro.”
Deglutii.
Costava un botto ed erano tutti i soldi che avevo nel portafoglio.
“La prendo.” Dissi prendendo i soldi.
“Te la pago io.” Disse Peter al mio orecchio.
“No.” Dissi.
Lui sbuffò annuendo.
Presi la collana e uscii fuori.
Era solo un donnaiolo del cazzo che voleva solo scopare.
“Ma che cazzo fai? Te ne esci così?” chiese esasperato.
“Voglio andare a casa a farmi una doccia.” Dissi sbuffando.
“Sei impossibile.” Disse sbuffando e incamminandosi.
Lo seguii per poi fermarmi subito.
C’era un signore che vendeva zuccheri filato.
Mi leccai le labbra.
“Lo zucchero filato, è da un botto che non lo mangio.” Dissi mordendomi il labbro.
Stavo quasi per sbavare.
“Lo vuoi?” Chiese Peter sorridendomi.
“Ho speso tutti i soldi che avevo per il regalo.” Dissi sorridendo.
Monica era più importante di uno zucchero filato.
“Te lo compro io.” Disse prendendo il portafoglio e andando da quel signore.
Ne prese uno e me lo porse.
“Ecco qua.” Disse teneramente.
“Grazie.” Sussurrai dandoli un bacio sulla guancia.
“Di nulla.” disse mangiandone un pezzo.
Sorrisi incamminandomi e mangiando il mio zucchero filato.
Peter mi strinse a se.
“Dammene un pezzo.” Disse ridendo.
Sorrisi staccandone un pezzo e gli e lo misi in bocca.
“Mmm eccitante.” Disse fermandosi in mezzo alla strada e baciandomi.
“ ma che cavolo fai?” chiesi ridendo.
“E’ davvero eccitante con lo zucchero filato.” Disse ridendo e incamminandosi di nuovo.
“Sei un coglione.” Dissi ridendo.
Sorrise.
Arrivammo a casa sua e finimmo lo zucchero filato assieme.
Entrammo in casa.
“Vai a farti la doccia dai.” Disse levandomi la giacca sensualmente.
Annuii senza muovermi.
Mi diede un bacio sulla fronte.
Annuii staccandomi da lui e andai in bagno.
Mi spogliai e il mio cellulare cominciò a squillare.
Non guardai nemmeno in numero e risposi:
“Pronto?”
“Ciao principessa.” Disse Louis felice.
Sorrisi.
“Ciao Louis.” Dissi.
“Volevo dirti una cosa, anche se a te sembrerà affrettata.” Disse piano.
“Dimmi pure.” Sussurrai confusa.
“Io ti amo.” Disse tutto d’un fiato.
Mi cascò il telefono a terra e sgranai gli occhi.
Non poteva essere vero.
Non volevo che Louis soffrisse per colpa mia.
Io non sapevo amare.
“Ehi zombie, tutto bene lì dentro?” chiese Peter bussando alla porta forte.
Presi il telefono e sussurrai:
“Possiamo parlarne dopo?”
“Certo amore mio, io ti aspetto.” Disse staccando.
Appoggiai il telefono sul lavandino.
“Zombie rispondi. Stai bene?” chiese sbuffando.
“Sto bene.” Dissi entrando nella doccia.
Mi sciacquai alla meglio e uscii subito.
Stare dentro dove si lavava pure Peter mi faceva venire un formicolio strano alla pancia.
“Finalmente sei uscita.” Disse Peter ridendo.
Saltai in aria sbuffando e mi premetti una mano sul cuore.
“Che cazzo ci fai qui?” chiesi sgranando gli occhi.
“Voglio fare una cosa.” Sussurrò avvicinandosi.
Mi coprii alla meglio e così indietreggiai.
“Non indietreggiare Julia.” Sussurrò bloccandomi per un polso.
Avvicinò le sue labbra alle mie, ma scossi la testa.
“Sto con Louis e ora non c’è nessuno che può vederci.” Sussurrai piano.
Lui mi accarezzò una guancia sospirando.
“Che cazzo mi hai fatto?” chiese chiudendo gli occhi.
“Come scusa?” chiesi piano.
“Cosa hai tu di speciale che le altre non hanno?” chiese confuso.
Scossi la testa.
Non sapevo di cosa stesse parlando.
“Cosa stai dicendo?” chiesi piano.
“Niente.” Disse allontanandosi e andandosene.
Ma cosa cavolo ci succedeva.
Noi dovevamo odiarci.
Io non potevo innamorarmi di lui e lui non poteva innamorarsi di me.
Mi misi un asciugamano intorno alla vita.
Scossi la testa guardandomi allo specchio.
“Non devo innamorarmi di Peter.” Sussurrai decisa.
“E io non devo innamorarmi di te.” sussurrò Peter piano alle mie spalle.
Mi girai sconvolta.
“Tu non puoi piacermi. Io devo odiarti.” Disse sbuffando.
“Infatti. Noi due ci odiamo. Non possiamo piacerci.” Ammisi piano cercando di auto convincermi.
“Oh Mio Dio, cosa cavolo ci succede?” chiese avvicinandosi a me e facendomi sbattere al lavandino.
“Non ne ho idea.” Ammisi mordendomi il labbro inferiore.
“Devo odiarti Julia, è la cosa migliore.” Disse accarezzandomi una guancia.
“Si, è la cosa migliore.” Ammisi piano.
Lui sospirò.
“Vai da Louis, lui è un bravo ragazzo.” Disse andandosene.
Non poteva fare così.
Non poteva dirmi quelle cose.
Non poteva dire quelle cose e poi andarsene.
Sbuffai uscendo dal bagno e andai nella camera dove avrei dormito.
Chiusi la porta e mi misi un pantaloncino di Kim e una maglia di Peter.
Odorava di lui.
Sorrisi e il mio cellulare cominciò a squillare.
“Pronto?” risposi sdraiandomi sul letto pensando a quelle labbra perfette che combaciavano perfettamente con le mie.
“Dovevamo parlare. Io ti amo Julia.” Disse Louis dolcemente.
Sospirai.
“Louis a me piaci, sei un bravo ragazzo e sto bene con te.” ammisi deglutendo.
Stavo davvero bene con lui, ma il mio cuore e la mia testa volevano altro.
“Ma non mi ami, giusto?” chiese deluso.
“Giusto.” Dissi sbuffando.
Mi stavo odiando così tanto per quello.
Louis era troppo carino.
“E chi ami? Peter?” chiese sbuffando.
“Come scusa?” chiesi deglutendo di nuovo.
“Pensi che io sia uno stupido? Voi due siete pazzi l’uno dell’altra.” Disse sbuffando
“A me piaci Louis e voglio continuare la nostra storia.” Dissi cercando di non pensare a due occhi grigi, a due labbra perfette.
“Lo so principessa e la continuiamo, non ti lascio a quello.” Disse teneramente staccando.
“Wow.” Disse Peter.
Saltai in aria per lo spavento e mi misi in piedi mettendomi una mano sul cuore e mi misi a sedere sulla sedia.
Mi girai sbuffando e mi si bloccò il fiato.
Peter era tutto bagnato e con un solo asciugamano che copriva solo un po’ di gambe.
Quanto cazzo era perfetto.
“Con chi parlavi? Con il pivellino?” chiese disgustato
“Cosa vuoi Peter?” chiesi alterata alzandomi dalla sedia.
“Fate una bella coppia tu e il pivello.” Disse disgustato.
Mi avvicinai a lui e sussurrai:
“Cosa vuoi? Prima mi hai detto che devo andare da lui. Deciditi, non sono un gioco. A me Louis piace.” Ammisi.
“A me piaci tu.” Disse alterato stringendomi un polso.
Deglutii.
“Hai capito? A me piaci zombie e non me ne frega niente se a te piace quel pivellino. Non me ne frega un cazzo se a te lui piace.” Sussurrò piano.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Mi aveva detto che gli piacevo.
“C .. cosa?” chiesi piano.
“Non farmelo ripetere.” Disse sbuffando.
Non potevo crederci.
“Negavo a me stesso ciò che provavo e che provo per te, ma ora è troppo difficile Julia. Mi piaci da morire. Mi piaci così tanto che mi fai stare male.” Sussurrò accarezzandomi una guancia con la mano libera.
“No, non posso piacerti.” Dissi scostandomi.
“Si, mi piaci Julia, troppo. Vederti con un altro mi ha fatto scattare qualcosa. Sapevo che a me piacevi, però ho sempre negato che mi piacessi e che mi sarei dimenticato di te andando con altre ragazze.” Sussurrò prendendomi una mano.
Scossi la testa.
“Non può essere vero. Mi hai sempre offeso.”
“Lo so e me ne pento, ma io dovevo tenere alta la mia reputazione. Sono Peter, il classico figo del cazzo  che non si innamora di nessuna..” Disse piano.
Lo guardai negli occhi.
“Mi hai sempre offeso.” Dissi stringendo i pugni.
“Che devo dire per farmi perdonare?” chiese teneramente.
“Non ne ho idea.” Dissi piano.
Voleva davvero che lo perdonassi.
Mi morsi il labbro.
“Se vuoi mi faccio perdonare con quello che ho sotto.” Disse ridendo.
“Sei uno stronzo.” Dissi irritata tirandoli un sonoro schiaffo sulla guancia.
Lui sospirò annuendo e si massaggiò la guancia.
Sorrisi.
“Ti fa male?” chiesi ridendo.
Lui annuì e sussurrò:
“Hai ragione zombie, sono uno stronzo.” Ammise piano.
Sorrisi vittoriosa.
“Menomale che te lo dici anche, è una buona cosa.” Ammisi sbuffando.
“Però si vede che se due stronzi si incontrano finiscono per amarsi.”  Disse piano toccandosi la guancia dolorante dove prima avevo tirato lo schiaffo.
“E’ un modo carino per dirmi che sono stronza?” chiesi irritata più di prima preparando un nuovo schiaffo da tirarli sulla sua guancia.
Scosse la testa e sussurrò piano:
“E’ un modo carino per dirti che ti amo zombie.”
ANGOLO AUTRICE:
SONO VIVA!!
Scusatemi per questo tremendo ritardo!!
Vi chiedo umilmente perdono!!
Tenete lontani i forconi!!
ECCO QUA IL CAPITOLO TANTO ATTESO DA TUTTE!!
SIETE FELICI DI QUESTO CAPITOLO?!?
vi è piaciuto o ve lo immaginavate diverso?
Spero che vi sia piaciuto.
Lo so, l’ho fatto finire sul momento più bello, ma dovevo farlo hahahah
SONO CATTIVA Muahahahah
JULER ACCANITE ALLA PROSSIMA!!!

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Capitolo 11
*** Avviso importante ***


Non sono morta, ma in questi giorni ho molto da fare. Tra poco avrò l’esame di teoria per la patente e sto facendo tantissimi quiz e così non posso mai aggiornare. Mi scuso davvero tanto per questo contrattempo, ma vi prometto che aggiornerò al più presto. Scusate se non rispondo alle vostre recensioni, ma davvero non posso. Scusatemi vi prego!! Vi prometto che non ve ne pentirete. CIAO!!!

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Capitolo 12
*** Cinema e Mc - Prima parte. ***


Pov Julia:
Sbadigliai alzandomi dal letto e mi guardai allo specchio.
Era passata una settimana da quel ti amo maledetto.
Ero subito corsa via appena me lo aveva detto.
Era solo una falsa cosa, non poteva davvero amare me e infatti non si era nemmeno fatto sentire.
Gli avevo scritto che forse un po’ piaceva pure a me e lui mi aveva scritto che era tutta una presa per il culo.
Ogni mattina era sempre dura vederlo parlare con quelle oche della mia scuola.
Presi il telefono e risposi al buongiorno di Louis.
Louis era sempre più carino con me, era davvero un bravo ragazzo.
Mi misi a sedere sulla mia sedia e guardai una foto che ritraeva me, Peter e Max con i miei genitori.
“Non so cosa fare mamma, non voglio lasciare Louis. Lui ci tiene a me e io tengo a lui.” Dissi abbracciando la foto.
Mi mancavano così tanto quei momenti.
“Ehi piccola.” Disse mio fratello entrando in camera mia.
Sorrisi alzandomi e posai la foto sulla scrivania.
“Ehi fratellino.”
“Stasera ti va di venire al cinema?” chiese sorridendomi.
“Certo, posso invitare Louis?” chiesi speranzosa.
“Sai che quel figliolo non lo sopporto.” Disse ridendo.
Sorrisi tirandoli un pugno sul petto.
“E’ un bravo ragazzo e poi noi due stiamo insieme.” Dissi quasi pregandolo.
“Viene anche Peter.” Disse guardandomi serio.
Cominciai a tossire.
“Che è successo tra voi due? Non sembrate più quelli di una volta. Non vi calcolate nemmeno più” Disse accarezzandomi la schiena.
“Nulla.” dissi facendo un finto sorriso.
Mi diede un bacio sulla fronte abbracciandomi.
“Me lo diresti se fosse successo qualcosa?” chiese piano.
“Max io e Peter ci odiamo a morte e oramai siamo grandi per litigare sempre ...” Dissi imbarazzata.
Lui annuì sospirando e poi se ne andò.
Louis mi chiamò, così risposi:
“Pronto?”
“Ciao piccola.” Disse teneramente.
Feci un piccolo sorriso.
“Come stai?” chiesi teneramente mettendomi seduta sul letto.
“Benissimo amore e tu?” domandò dolcemente.
“Bene.”risposi sospirando.
Non sapevo dire quelle paroline e lui non vedeva l’ora che le dicessi.
“Che fai stasera amore mio?”
“Vado al cinema con Max … e anche con Peter.” Dissi tossendo.
Dire il suo nome mi procurava una fitta al cuore.
“Ah … ehm .. Peter?” chiese sbuffando.
“Louis .. Peter è il migliore amico di mio fratello e sai che non posso dire a mio fratello che non voglio andare con lui e Peter, sennò se la prende.” Dissi sospirando.
Lui sbuffò.
“Odio quel Peter, non merita di starti accanto mia principessa.” Disse piano.
“Esageri, Peter quando vuole sa essere un bravo ragazzo.” Sussurrai piano.
“Se come no.”
Sorrisi.
“JULIA!!” urlò mio fratello.
“Devo staccare, ci sentiamo più tardi.” Dissi alzandomi dal letto.
“Va benissimo.” Disse staccando.
Era arrabbiato e ne aveva tutta la ragione del mondo.
Non avevo voglia di vedere Peter, anche se una parte di me stava ballando la salsa.
Uscii da camera mia cascando addosso a qualcuno.
“Julia.” La sua voce, Dio come mi era mancata.
Avrei riconosciuto quella voce tra mille altre voci.
Alzai gli occhi.
“Stai bene?” chiese teneramente.
“Da quanto ti importa se io stia bene o no?” domandai irritata dal suo comportamento.
Mi staccai vedendo mio fratello guardarci male.
“Che succede qua?” chiese irritato.
“Lo zombie stava per cascare e così l’ho aiutata.” Disse Peter ridendo.
“Ti odio.” Sussurrai sbuffando e poi scesi le scale.
Andai dritta in cucina con il cuore che batteva all’impazzata e presi un bicchiere di succo di frutta.
Sentii dei passi dietro di me e un profumo che non avrei dimenticato nemmeno se avessi voluto.
“Julia dobbiamo parlare.” Disse Peter prendendomi il succo di frutta dalle mani.
“Non voglio parlare con te Peter.” Dissi sbuffando e mi misi a sedere.
“Dobbiamo parlare Julia.” Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Scossi la testa, non avevo voglia di parlare con lui.
Peter si mise a sedere davanti a me e bevve il mio succo di frutta.
“Come va con il pivellino?” Chiese non guardandomi nemmeno.
“Va bene.” Ammisi guardandolo male.
“Ne sono felice.” disse sbuffando.
Sbuffai alzandomi dalla sedia e lo guardai male.
Lui si alzò sbuffando.
“Cosa vuoi che ti dica?” chiese guardandomi male.
“Nulla, non ho niente da dire a te.” dissi incenerendolo con lo sguardo.
La giornata passò in fretta e andammo a vedere un film di merda, che io non seguii nemmeno perché guardavo quel coglione provarci con una ragazza.
Era un fottuto coglione, per conquistarla faceva di tutto e quella ci stava pure.
Uscimmo dal cinema e Peter sorrise alla sua nuova conquista.
“Ci si becca in giro.” Disse lei baciandolo.
Deglutii sbuffando.
Mi dava noia quel bacio, quelle labbra dovevano essere solo mie e di nessun’altra ragazza.
La ragazza se ne andò via.

“È stato un bel film, vero?” chiese Peter sorridendo e guardando davanti a se.
Sbuffai.
Non avevo voglia di stare in compagnia di quel coglione che pensava solo a rimorchiare le ragazze.
Era stato tutto il tempo del film a provarci con una che gli dava pure corda.
“Se tu lo avessi seguito.” Dissi guardandolo male.
“Ho seguito il film, anche se penso che tu non lo abbia fatto.” Disse ridendo.
“Ho seguito il film.” Dissi sbuffando.
 “Si, è stato un bel film.” disse mio fratello ridendo e mettendomi una mano intorno alle spalle.
“Stai bene capretta?” chiese mio fratello sorridendo.
“Si scemo.” dissi ridendo.
“Va bene.” disse dolcemente.
 Sorrisi.
“Vi va di andare a cenare al MC?” chiese quel coglione del mio peggior nemico prendendo un pacchetto di sigarette dal giacchetto di pelle.

Angolo Autrice:
Haloa, non uccidetemi ma sto studiando come una pazza per l’esame di teoria della patente!! Non ho mai tempo per scrivere e nemmeno per aggiornare.
Solo stasera hpo trovato due minuti e ho aggiornato, ma non posso rispondere alle recensioni.
Devo andare a letto, domani la sveglia suona presto O.o
Mi dispiace, mi scuso per questo enorme ritardo e per questo capitolo che fa cagare pure la merda sciolta come ho scritto anche nell’altro.
Lo so che non spiega nulla, ma spero che lo accettiate lo stesso anche se è davvero corto.
Cercherò di aggiornare il prima possibile, farò di tutto.
Scusate se non rispondo alle recensioni, lo farò appena avrò del tempo.
Grazie mille a tutte.
Prometto che cercherò di aggiornare <3

 

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Capitolo 13
*** Cinema e Mc- Seconda parte ***


Lo guardai male, sapeva che odiavo il fumo.
Lui sbuffò e chiese:
 “Cosa vuoi zombie? Non ti piace il MC?”
“Vai a cacare stupido imbecille senza cervello.” dissi ringhiando.
Lui rise di nuovo.
“Uuu ringhi pure?” chiese divertito.
Sbuffai.
“Non fumo davanti a te nana malefica senza ...” si chetò.
Lo guardai e sussurrai irritata:
“Nana senza?”
“Non voglio offendere. ” sussurrò facendo l'occhiolino.
Lo guardai male.
“Coglione senza palle.” sussurrai irritata.
“Le ho zombie, ti piacerebbero molto.” disse ridendo.
“Coglione.” sussurrai di nuovo piú irritata di prima.
Mi faceva salire il Nazismo.
“Mi fai salire il nazismo.” sussurrai sbuffando.
“Te mi fai salire qualcos’altro.” Sussurrò al mio orecchio ridendo.
Cominciai a tossire come una cogliona.
“Non ti affogare zombie.” Disse facendomi l’occhiolino.
Lo guardai male.
Lui rise e ci fermammo davanti al MC.
“Voi entrate, io fumo.” disse sorridendo verso mio fratello.
Lo guardai di nuovo male maledicendolo in tutte le lingue del mondo.
“Ti odio.” ammisi sbuffando.
Una ragazza si avvicinò a lui guardandolo eccitata.
 “Mi dai una sigaretta per favore?”
Lui sorrise annuendo.
Lo guardai incenerendolo con lo sguardo e pensai a quello che avrei voluto dirli.
Stupido maiale pervertito senza cervello e senza cuore.
Mio fratello mi trascinò dentro, c'erano pochissime persone.
Ci avvicinammo al bancone e una ragazza ci chiese cortesemente:
“Buonasera, cosa desiderate?”
 Mio fratello sorrise e disse:
 “Prima le donne.” Sorrisi e ordinai un hamburger, delle patatine e una coca media.
La ragazza me li porse.
“Vado a prendere un tavolo fratellino.”
Lui annuí.
Presi il vassoio e andai a sedermi ad un tavolino.
Dopo 10 minuti venne mio fratello tutto sorridente e disse:
“Ci sta ancora provando con quella.”
Sospirai guardando fuori.
Quel deficente si stava baciando con quella che conosceva da pochissimo.
“È solo un coglione che pensa solo al sesso.” sussurrai stringendo i pugni da sotto al tavolo.
“Hai pienamente ragione, ma dicono anche che sia bravo ahahah.”disse ridendo.
“Secondo me non è poi così bravo.” dissi ridendo.
“Hai provato?” chiese mio fratello guardandomi male.
“Oddio no.” dissi con disgusto.
“Menomale ahahah.” disse ridendo e mangiando il panino.
Sorrisi mangiando il panino.
“Sorellina a te piace Peter?” chiese mio fratello bevendo.
Lo guardai male ridendo.
“Ma nemmeno morta.” dissi.
Da una parte era vero, però mi piaceva.
Era un bel ragazzo e quando non faceva il coglione era pure sopportabile.
Non sapevo cosa cazzo provassi per lui.
Venne quel coglione con un vassoio pieno di cose e si mise accanto a me.
“Cazzo amico, ma quanto mangi?" chiese ridendo mio fratello.
Lui sorrise guardandomi.
“Devo mantenermi in forze per scopare le belle ragazze.” disse bevendo la coca.
“Ti sei divertito?” chiesi guardandolo male.
“Sei gelosa?”chiese divertito.
Lo guardai male di nuovo e sussurrai schifata:
“Di te? Ma nemmeno se mi paghi.”
“So che in realtà mi desideri ,ma continui a mentire a te stessa per paura di poterti fare una sana scopata con me zombie.” disse ridendo come un coglione.
Strinsi i pugni e mio fratello disse:
“Ti ricordo che stai parlando con mia sorella mio caro.” Peter mi guardò male e disse irritato:
“Allora falla stare a cuccia.” Disse irritato.
Mio fratello scoppiò a ridere pensando che stesse scherzando.
Guardai male Peter.
“Che vuoi zombie? Stai a cuccia.” disse irritato mangiandosi il panino.
Posai la coca sul vassoio e alzandomi dissi irritata:
“Quello che dovrebbe stare a cuccia saresti tu. Una come me te la puoi solamente sognare. Continua pure ad andare con delle galline senza cervello perché saresti troppo inferiore per qualcosa di più. Non ne sei all'altezza.” Mi guardò sconvolto e così senza farlo parlare me ne uscii da lì.
Lo odiavo con tutta me stessa.
Era solo un coglione che non valeva niente.
Mi stavo invaghendo di lui ed era stupido.
Mi aveva sempre offeso, ma poi qualche volta era stato davvero tenero.
Mi aveva detto quel ti amo maledetto, ma andava a sbaciucchiarsi le altre.
Sbuffai mettendomi a sedere su una sedia che era lí vicino.
“Ehi zombie.” disse Peter mettendosi a sedere accanto a me.
Lo guardai male e sussurrai più per convincere me stessa che lui:
“Sei un coglione di merda e io ti odio da morire.”
“Okay.” disse sorridendo.
Quella bellissima fossetta si impadroní del suo bellissimo viso.
Lui annuí e mi avvicinò a sé tirando la mia sedia.
 “Sono un fottuto coglione, ma anche tu lo sei.”
Gli tirai uno schiaffo.
“Non sono una cogliona.” Dissi sbuffando.
“Si, lo sei.” Disse piano.
“Lasciami stare.” dissi irritata alzandomi.
Mi prese per un polso e mi attirò a sè. Gli cascai addosso.
“Hai ragione. ” Lo guardai confusa.
“Non sono all'altezza per qualcosa in più. Ho paura, ti ho detto che ti amo e te ne sei andata.” sussurrò.
Lo guardai sconvolta e sussurrai per autoconvincermi:
“Ti odio, lasciami in pace.”
“Non è vero, sai che non è così. ” sussurrò guardandomi dritta negli occhi.
“Invece si, ti odio da morire.” dissi guardandoli le labbra.
Lui sorrise mordendosi quelle labbra perfette e poi sussurrò:
“Ho paura di innamorarmi, ma oramai lo sono. Ho cosí paura ad essere innamorato che non so nemmeno come cavolo  si faccia. Non so come fare ...” Lo guardai confusa.
Mi batteva forte il cuore e avrei voluto che mi baciasse.
“Non ti obbligo a capirmi, io sono difficile. Prova a farlo però. Prova a capirmi, so che ne sei capace. Julia non ho mai detto a nessuno le cose che ti sto dicendo, non ho mai detto a nessuno quelle due paroline …” sussurrò guardandosi intorno.
“Non ci riesco. Mi stai antipatico. Io ti odio.” sussurrai chiudendo gli occhi. Sentii le sue labbra sulle mie e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata.
“Ti amo Julia, te lo giuro. Ti amo così tanto che mi fa male il pensiero di te con quello.” Sussurrò piano.
Mi alzai di scatto, volevo andarmene via.
“No.” Dissi scuotendo la testa.
“Julia ti prego, devi credermi.” Disse accarezzandomi una guancia.
“Non posso.” Dissi scostandomi.
“Tu non mi ami?” chiese piano.
Amavo Peter? Non lo sapevo.
Quello che provavo per lui non so se era amore o no.
Scossi la testa, lui sospirò guardando dentro al Mc e poi sussurrò:
“Sta uscendo tuo fratello.”
Max uscì dal Mc e chiese:
“Andiamo a casa Julia? Ho troppo sonno.” Chiese ridendo.
Annuii guardando Peter.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia.
“Ti amo.” Disse a bassa voce.
Il mio cuore batteva fortissimo, come se volesse uscire dal mio petto.
“Ci vediamo.” Disse Peter andandosene.
Sbuffai seguendo mio fratello.
Non parlammo proprio, non sapevo cosa pensare.
Non sapevo se fosse vero o no quello che Peter provava per me.
Da una parte speravo fosse vero, perché il suo ti amo lo avrei voluto sentire per sempre.
Entrai in casa e andai di corsa in camera mia per buttarmi sul letto.
Pensai a quelle labbra bellissime e mi addormentai.



Angolo Autrice:
Sono ancora viva, non preoccupatevi!!! Scusate se non rispondo alle recensioni, ma avendo l’esame di patente sto studiando tantissimo, tra poco dovrei farlo e tornerò ad aggiornare quasi tutti i giorni, ve lo prometto <3
Scusatemi ancora J

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Capitolo 14
*** AVVISOO! ***


Non sono morta, non preoccupatevi!!! Sono Viva e vegeta, ma sto avendo un pò di problemi e sto studiando per l'esame della patente che a breve darò e così potrò tornare ad aggiornare quasi sempre :D

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Capitolo 15
*** Fifa e baci? ***


Pov Peter:
Sbadigliai mettendomi seduto sul letto.
Non avevo chiuso occhio.
Era da due settimane che non chiudevo occhio.
Julia mi aveva lasciato come un coglione andandosene via e poi non mi aveva nemmeno più cercato.
Eravamo usciti la sera del cinema e mi aveva lasciato come un coglione lo stesso.
Ero stato uno  stupido.
Pensavo che lei provasse i miei stessi sentimenti.
Era da due settimane che mi ignorava come se io non esistessi, come se fossi uno stupido babbano che non valeva nulla.
Oddio, mi aveva contagiato.
La vedevo solo un minuto la mattina prima che se ne andava a scuola con quel pivellino del cavolo.
Nei corridoi della scuola era sempre con lui e si baciavano, si tenevano per mano.
Presi il mio telefono e chiamai Max, era il mio migliore amico e lui doveva sapere quello che provavo per sua sorella.
“Ehi bello, che c’è?” chiese preoccupato.
Mi passai una mano nei capelli.
Non potevo fare il coglione.
Julia non era innamorata di me e non potevo rischiare di non vederla mai più e di perdere anche il mio migliore amico.
“Niente di che, volevo sentire come stavi.” Dissi ridendo.
“Amico stai male? Mi preoccupi.” Disse ridendo anche lui.
Sorrisi.
“Sto bene grazie per l’interessamento.”dissi ridendo.
“Oggi vieni da me?” chiese.
“Certo, va bene.” Dissi ridendo.
“Se vuoi vieni a pranzo qua.” Disse staccando senza ammettere repliche.
Il mio cuore stava battendo all’impazzata.
Potevo vedere Julia.
Appoggiai il mio telefono sul comodino e sbuffai.
“Ehi nipotino.” Mi girai verso mia nonna e mi alzai dal letto.
Sorrisi.
“Nonna dovresti essere a letto, non puoi affaticarti tanto.” Dissi avvicinandomi a lei.
Lei mi sorrise.
“Sei sempre stato così carino con me Peter, non voglio che tu soffra. E’ mattina ed è domenica. Vai da Julia e dille che la ami.”.” Disse mia nonna aprendo le braccia.
Sorrisi abbracciandola abbassandomi per stringerla dolcemente a me.
Mia nonna era la mia ancora di salvezza.
“Quella ragazza non vede l’ora che tu vada da lei.” Disse mia nonna ridendo.
“Nonna no. Julia mi odia.”dissi piano.
Se non mi avesse odiato avrebbe risposto ai miei messaggi o alle mie chiamate.
“Ma te sei scemo sodo nipote, quella ragazza è pazza di te. Vi guardate come si guardano due che si ameranno per tutta la vita. Corri da lei.” Disse staccandosi dall’abbraccio.
Si tolse la collana che aveva sempre portato al collo e mi prese la mano destra.
“Questa me la regalò tuo nonno. Se ami quella ragazza e il tuo cuore è solo suo vai subito a darle questa collana.” Sussurrò appoggiandomi la collana sul palmo della mano.
“Nonna ti voglio bene.” Sussurrai trattenendo le lacrime.
Mi abbracciò.
“Te ne voglio anche io campione.”
Scoppiai a piangere come un bambino e mi abbassai per mettere la testa sulla sua spalla.
Non volevo che lei morisse.
“Campione non piangere.” Sussurrò mia nonna teneramente accarezzandomi i capelli.
“Scusa, ma qualche volta succede anche a me.” Dissi singhiozzando.
“Anche i campioni devono piangere. Tu hai un cuore grandissimo, Julia è fortunata ad averlo preso.” Sussurrò appoggiandomi una mano sul cuore.
Sorrisi.
“Ora vai da lei.”
Sorrisi annuendo.
“Grazie nonna.” Dissi piano.
Sorrise uscendo da camera mia.
Andai verso il mio comodino e presi il cellulare.
Scrissi un messaggio a Max e andai a farmi una doccia.

Scesi dalla macchina e mi incamminai verso la casa del mio migliore amico e della ragazza che amavo.
Era strano dire quella frase.
Sbuffai suonando il campanello e presi il mio cellulare.
Sbuffai rispondendo a Jessica:
“Stasera non penso di venire alla tua festa.”
“Ehi Louis.” Disse Julia aprendo.
Alzai gli occhi e incontrai i suoi.
Lei distolse lo sguardo.
“Scusa, pensavo tu fossi ..” non riusciva a continuare, così presi il coraggio e dissi irritato:
“Pensavi fossi quel pivellino del tuo ragazzo.”
“Falla finita, sei tu il pivellino qua.” Disse irritata puntandomi il dito contro.
La presi per un polso e la costrinsi a guardarmi.
“Ma sentitela, sei tu che stai facendo la pivellina.” Dissi così irritato da stringerle il polso.
“Io?”chiese provocandomi e dimenando il polso dalla mia mano.
“Si tu, perché cazzo non mi hai risposto ai messaggi che ti inviavo? Perché mi hai ignorato?” chiesi sibilando a denti stretti.
Mi stava facendo montare il nervoso.
Lei mi guardò confusa.
“I messaggi che mi inviavi?” chiese fermandosi.
“Si, non fare la finta tonta.” Dissi sbuffando.
“Sei tu quello che sta mentendo, il giorno dopo che mi hai detto che mi amavi mi è arrivato un solo messaggio con scritto che era stata tutta una presa per il culo. Ti ho risposto che forse mi piacevi anche tu e che forse stavo per commettere l’errore più stupido della mia vita,mi mancavi e mi hai mandato a cagare.”disse con le lacrime agli occhi.
“Io cosa?” chiesi piano rallentando la presa sul suo polso.
Lei levò il polso dalla mia presa e entrò in casa.
“Non fare il finto tonto.” Disse irritata.
La presi per mano e sussurrai al suo orecchio:
“Io non ti ho scritto quel messaggio Julia.Non mi è arrivato nessun tuo messaggio, ho aspettato un tuo fottuto messaggio per giorni. Sembravo un coglione che vagava per casa o per le strade … è così fottutamente difficile per me dirti quello che provo.”
“E’ stato un fantasma?” chiese non credendomi.
Deglutii.
“Devi credermi Julia, a me piaci davvero. Non ti sto mentendo.” Dissi dandole un bacio sulla tempia.
Lei si girò verso di me.
“E allora chi sarebbe stato? Non ti credo Peter.” Sussurrò sbuffando.
“Ti do il mio telefono e guarda. Sei sempre stata nei miei pensieri. Guarda i miei messaggi.”
“Mi dai il tuo telefono?”
“Non ho niente da nasconderti.” Dissi sospirando e porgendole il mio telefono.
Lei lo prese.
“Allora forse ti piaccio?” chiesi sorridendo.
“Forse un po’ troppo.” Sussurrò lei appena.
Sorrisi di nuovo guardandomi intorno e le stampai un bacio sulle labbra.
Lei sgranò di poco gli occhi e mi spinse.
“Sto con Louis ancora, lui mi piace.” Disse piano.
“Mi sono mancate tantissimo le tue labbra zombie.” Sussurrai sorridendo.
“Stai diventando troppo dolce.” Sussurrò divertita.
Sorrisi.
“E non ti piace questo mio nuovo lato?” chiesi divertito.
“A me piaci tu e basta.” Disse lei dandomi un altro bacio sulle labbra.
Mi staccai teneramente e chiesi:
“Ti piaccio davvero?”
Volevo solo una conferma e sarei stato felice.
“A me Louis piace.” Disse piano.
“Però lui non ti fa sentire come ti faccio sentire io.”sussurrai al suo orecchio.
Lei si appoggiò al mio petto.
Appoggiai una mia mano sulla sua pancia e sussurrai al suo orecchio:
“Lui ti fa provare questi brividi che ti faccio provare io?” Le diedi un bacio sul collo.
La vidi deglutire.
“Ti fa provare i brividi che ti faccio provare io?” chiesi di nuovo.
Lei scosse la testa.
“Lui ti tocca così?” chiesi accarezzandole la pancia e con una mano le presi una mano.
Me la strinse.
“Di là c’è mio fratello Peter.” Sussurrò piano.
Sentimmo Max scendere le scale, così ci allontanammo di scatto.
“Ehi bello, che fai?” chiese Max sorridendomi.
“Nulla di che.” Dissi ridendo e guardai Julia.
“Io e Tanya andiamo a ordinare cinese, voi due state qua.” Disse Max uscendo con Tanya.
Guardai Julia, era davvero imbarazzante.
“Ti va di fare una partita alla wii?” chiese non guardandomi nemmeno.
“Certo.” Dissi sorridendo.
Sorrise andando verso il salotto e la seguii.
“A cosa vuoi giocare?” chiese felice.
“A Fifa?” domandai ridendo.
Lei annuì mettendo il gioco.
“Pronta a perdere?” domandai ridendo.
“Certo come no.” Disse guardandomi male.
Giocammo per più di un ora a Fifa e ogni volta beccavo gol solo perché mi fermavo a guardare Julia, volevo baciarla.
Misi start e posai il Joystick sul divano.
“Che fai?” chiese confusa.
Presi il  suo viso tra le mie mani e posai le labbra sulle sue.
“Volevo fare questo.” Sussurrai piano, mentre le sue mani si posarono delicatamente sul mio petto.
“Peter … io …” Sentimmo la porta aprirsi, così mi staccai subito da Julia.
“Ragazzi ecco qua il pranzo.” Disse Max tutto sorridente.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Rieccomi qui!! scusatemi se non aggiorno, ma tra pochissimo ho l'esame e ho una paura!!! spero solo di passarlo O.o
Scusate se non rispondo alle recensioni, ma vi ringrazio per gli auguri :)
Questo capitolo è tutto per voi, spero vi piaccia :)
Manca poco e tornerò attiva come sempre :)

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Capitolo 16
*** Sono viva ***


Ragazze sono viva hahahah, mi scuso se ancora non ho pubblicato ... Cercherò di pubblicare al più presto, ma tre giorni fa il mio po' si è rotto e così ora l'ho mandato a riparare e uso quello di mio fratello. Ho cercato di pubblicare con il suo, ma avevo già scritto un capitolo nel mio. Dovrei avere la storia nella mia chiavetta, appena la trovo la pubblico con il Pc di mio fratello, scusatemi di nuovo :(

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Capitolo 17
*** Mettiti con me ***


“Ragazzi ecco qua il pranzo.” Disse Max tutto sorridente.
Sorrisi alzandomi.
“Finalmente, stavo morendo di fame.” Disse Julia ridendo.
Andammo tutti in cucina e mi misi a sedere accanto a Julia, anzi fui obbligato da Tanya a sedermi accanto a lei.
Il suo telefono cominciò a squillare, lo prese e vidi che c’era scritto Louis.
Sbuffai mangiando.
Appena finimmo di mangiare Tanya portò Max in camera, guardai Julia che sparecchiava, così mi offrii di aiutarla.
“Grazie” disse dolcemente, era così tenera.
Come avevo fatto ad essere così stupido, lei era la ragazza che avevo sempre voluto e l’avevo persa perché ero un orgoglioso di merda.
Le diedi un bacio sul collo e lei sussultò.
“Peter c’è mio fratello” sussurrò cercando di farmi ragionare.

“E’ in camera sua con la sua ragazza e non verrà di certo qua Julia.” Sussurrai facendola girare per poi baciarla.
Mi mise le mani sul petto.
“Non posso Peter.” Sussurrò piano.
“Non puoi?” chiesi baciandole il collo.
Il campanello suonò facendola sobbalzare.
Sorrisi staccandomi da lei.
“Non aprire” sussurrai dolcemente baciandola.
Andò verso il salotto così la seguii.
Lei aprì la porta e in un secondo quel coglione di Louis cominciò a baciarla.
Sbuffai uscendo da casa sua e salii in macchina.
Dovevo assolutamente dimenticarmi di lei, non poteva essere sempre nei miei pensieri.
Stavo diventando un pappamolla e non mi andava bene.
Pov Julia:
Sorrisi baciando Louis e lui mi accarezzò dolcemente una guancia.
“Io vado allora, grazie per la bellissima giornata che abbiamo passato insieme.” Disse teneramente.
Annuii, Peter se ne era andato e non era nemmeno più tornato.
Mio fratello e la sua ragazza erano usciti e io avevo passato una bellissima giornata romantica insieme a Louis facendoci qualche coccola e dandoci qualche bacio sul divano.
“Vuoi che rimanga qui amore?” chiese dandomi un altro bacio.
“No, non preoccuparti.” Dissi sorridendo.
“Okay amore mio, anche perché è l’una di notte.” Disse dandomi un altro bacio.
“Vai pure.” Dissi.
Lui annuì e se ne andò.
Chiusi la porta prendendo il telefono e chiamai Peter, volevo vedere dove era andato.
Mi stavo preoccupando.
Il suo cellulare cominciò a squillare, lo avevo io.
Chiusi la chiamata e presi il suo telefono.
Mi misi a sedere a terra e andai sulla galleria, era piena di foto con lui con delle ragazze.
Sbuffai.
Andai sui suoi messaggi e vidi delle conversazioni con qualche ragazza.
Cliccai su Amour.
Ero io.
Sorrisi a quel pensiero e cominciai a leggere le nostre conversazioni.
Aveva ragione, mi aveva mandato un messaggio che non mi era mai arrivato.
I messaggi che mi erano arrivati erano stati cancellati e i miei che avevo mandato non c’erano.
Chiusi il telefono, qualcuno a nostra insaputa aveva mandato e cancellato i messaggi.
Qualcuno bussò alla porta.
Mi alzai e guardai dallo spioncino, vedevo solo una camicia bianca e un fisico stupendo.
“So che sei lì dietro Julia.” Disse una voce tutta roca.
Era una voce ubriaca, ma che avrei riconosciuto ovunque.
Aprii la porta un po’ impaurita e vidi Peter tutto pieno di sangue.
“Che cazzo ti è successo?” chiesi allarmata prendendolo per un polso e facendolo entrare dentro.
Scoppiò a ridere cascando a terra seduto.
“Peter.” Sussurrai inginocchiandomi.
Aveva il labbro spaccato, il naso che gocciolava di sangue che ricadeva sulla camicia bianca e puzzava di birra.
“Ho fatto a botte.” Disse ridendo.
“Si vedo che hai fatto a botte.” Dissi levandoli una ciocca tutta bagnata dal viso.
Era bellissimo.
“Stai fermo qua, vado a prendere del cotone per tamponarti la ferita.” Sussurrai alzandomi.
Lui scosse la testa alzandosi e mi guardò con la faccia a cucciolo.
“Non andare via. Resta qui con me per sempre.” Sussurrò abbracciandomi.
“Peter sei tutto sporco di sangue.” sussurrai piano.
Lui si allontanò e si cominciò a sbottonare la camicia, ma non ci riusciva.
“Sono troppo ubriaco per farlo.” Disse triste.
“Vuoi che lo faccia io?” chiesi piano.
Lui annuì.
Appoggiai le mani sulla sua camicia e lo guardai negli occhi.
Cominciai a sbottonarli la camicia e qualche volta toccavo il suo petto senza farlo apposta.
Sentire quei muscoli sotto le mie mani era la cosa più bella del mondo.
Appena gli levai la camicia lui mi strinse a se.
“Tu non capisci quanto tu mi faccia stare bene? Ho bevuto come un dannato. Mi sono dimenticato come mi chiamo, quando sono nato. L’unica cosa che non ho dimenticato è il tuo nome Julia. Non ho dimenticato il modo in cui mi fai sentire.” Sussurrò piano al mio orecchio.
“Sei ubriaco Peter.”sussurrai sospirando.
Lui annuì.
“Però quello che provo per te non cambiato nemmeno per un secondo zombie.” Disse piano.
“Con chi hai fatto a botte?” chiesi accarezzandoli i capelli.
Appoggiò la testa nell’incavo del mio collo.
“Non ne ho idea.” Disse triste.
Sospirai.
“Ballavo con la sua tipa, ero davvero ubriaco hahah.” Disse ridendo come un coglione.
“Appoggiati a me, ti porto sul divano.” Dissi e lui fece come avevo detto.
Pesava troppo.
Mi trascinai a fatica sul divano e ci cascammo sopra.
Lui scoppiò a ridere e vidi che aveva anche un occhio nero.
“Peter hai anche un occhio nero.” Sussurrai piano.
Mi diede un bacio sulle labbra annuendo.
“Peter sto con Louis.” Dissi allontanandomi, ma lui mi strinse di più a se.
“Resta qui, non andare via.” Disse chiudendo gli occhi.
“Vado a prendere il kit del pronto soccorso.” Dissi piano cercando di alzarmi.
Lui sbuffò.
“Io sto bene.” Disse ridendo, ma poi mugugnò.
Mi alzai di scatto, mntre lui aveva tolto le braccia dal mio corpo.
Andai in bagno e aprii l’armadietto.
Mi girai e vidi Peter seduto dentro la vasca.
“Mi curi infermiera?” chiese sorridendo.
Sorrisi mordendomi il labbro inferiore e mi inginocchiai vicino alla vasca.
Presi un pezzo di cotone e ci misi sopra un po’ di alcool.
“Brucerà un pochino.” Sussurrai mettendo il pezzo di cotone sul labbro.
Mugugnò.
“Non fare la femminuccia Peter.”dissi tamponandolo piano.
Gli misi una mano su una guancia.
Lui alzò di poco il viso.
“Non sto facendo la femminuccia, ma brucia.” Disse guardandomi imbronciato.
Sorrisi.
Era davvero tenero.
Mugugnò di nuovo.
“Non ti hanno mai medicato le tue sgualdrine?”chiesi sbuffando.
“Gelosa?” chiese ridendo.
Nascosi un sorriso e buttai il cotone dentro al cestino, presi un cerotto e lo misi sopra la ferita.
“Sei mai stata gelosa di me Julia?” chiese prendendomi il viso tra le sue mani.
“No.” Sussurrai mentendo.
Presi un altro pezzo di cotone e ci misi un po’ di alcool sopra.
Appoggiai il cotone sulla ferita e lui sussultò appena.
“Mi sta bruciando.” Disse triste.
“Soffri un altro pochino.” Sussurrai piano.
Odiavo vederlo star male.
“Odio soffrire.” Disse sbuffando.
“Soffrire fa bene.” Dissi triste.
Lui sospirò agitato e strinse i pugni.
“Soffro già abbastanza Julia, mia nonna sta per morire.” Disse tutto d’un fiato.
Feci cascare il cotone nella vasca e sussurrai balbettando:
“C .. che?”
“Si, è anche per quello che sono andato ad ubriacarmi.” Disse Peter sospirando.
Se era uno scherzo, era proprio di cattivo gusto.
“E’ uno scherzo?” chiesi sperando che mi dicesse di si, sperando solo che mi dicesse che era tutta una cazzata.
Lui scosse la testa.
“Non mentirei mai su questo Julia.” Disse offeso.
Lo sapevo che non lo avrebbe mai fatto, ma volevo che fosse uno scherzo.
Mi alzai come una furia.
“Dovevi dirmelo.”urlai con le lacrime agli occhi.
“Lo so.” Disse Peter alzandosi e uscendo dalla vasca.
Non ci potevo credere, non poteva essere vero.
Non poteva succedere di nuovo.
Mi stava venendo un altro attacco di panico.
Cominciai a respirare male, mi mancò l’aria nei polmoni.
In un secondo cascai addosso a Peter.
Lui mi prese per le spalle e mi scosse.
“COSA CAZZO TI SUCCEDE?!?” Urlò preoccupato.
Deglutii.
“Hai un altro attacco?” chiese piano.
Annuii agitata, non riuscivo a respirare.
“Dove sono le pasticche?” Chiese più calmo.
Scossi la testa, non lo sapevo.
Mi mancava l’aria, non riuscivo più a respirare.
“Julia stai calma, ti prego.” Sussurrò stringendomi a se.
Mi accarezzò la schiena.
Nelle sue braccia mi sentivo protetta.
“Stai calma amore mio.” Sussurrò dolcemente stringendomi forte a se.
“Amore mio?” chiesi deglutendo.
“Mi sono fatto prendere dallo spavento.” Disse piano.
“E’ il secondo attacco di panico in un mese Peter.” Sussurrai piangendo.
Mi coccolò un pochino cercando di calmarmi.
“Stai calma, ti prego. Io sono qui e non me ne vado per nessuna ragione al mondo, nemmeno se mi danno un milione. Io non ti lascio Julia, non ti lascerò mai..”sussurrò baciandomi la fronte.
Singhiozzai.
Non volevo che Adriana morisse, non si meritava di andarsene.
“Non può morire.” Dissi stringendo più forte Peter a me.
Il mio viso toccava appena il suo petto.
“Lo so.” Disse piano con la voce rotta dal pianto.

Pov Peter:
Strinsi a me Julia che stava dormendo come una bambina accoccolata a me.
Aveva pianto tantissimo e io odiavo vederla piangere, non se lo meritava non dopo tutto quello che aveva passato.
“Ti amo Julia, ti amo così tanto che mi fa male.” Sussurrai piano al suo orecchio.
Si strinse di più a me.
“Sono ancora sveglia lo sai ..” sussurrò teneramente baciandomi il collo.
Sorrisi.
“Sei una nana malefica ..” dissi accarezzandole il collo.
Sorrise e mi diede un altro bacio sul collo.
“Julia mettiti con me.” Dissi prendendo il suo viso tra le mie mani e poi la costrinsi a guardarmi.
“Sono fidanzata.” Disse abbassando lo sguardo.
La baciai, un bacio piccolo e casto.
“Ti aspetterò.” Dissi sospirando.
 
ANGOLO AUTRICE: 
Ehilà ciao a tutti, mi dispiace per questo enorme ritardo e mi scuso davvero con il cuore in mano.
Spero che non vi siate arrabbiate perchè non ho aggiornato, sò che ne avreste tutte le ragioni al mondo.
Vi voglio ringraziare perchè mi avete fatto gli auguri per la patente, però mi hanno spostato l'esame e lo darò a Gennaio O.o Sono arrabbiata per questo, ma okayy!! Voi che mi raccontate? come state?
Il capitolo vi è piaciuto? Una mia amica che ha letto la storia shippa Louis e Julia!! Voi che ne pensate?!? Shippate Louis e Julia o Peter e Julia? Voglio saperlo eh ;)
Ora mi dileguo perchè mio fratello vuole il pc e sennò rooooooompe ahahhaha :D
SCIAO"!!!!

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Capitolo 18
*** Uscita da ***


“Ti aspetterò.” Dissi sospirando.
Il suo telefono cominciò a squillare, lei sorrise.
“Vado di là.” Dissi alzandomi e me ne andai in salotto.
Mi misi a sedere sulla poltrona e sbuffai.
Era fidanzata e non mi voleva, dovevo farmene una ragione.
Lei doveva essere felice e se non era felice con me andava bene.
Accesi il televisore e partii una canzone dei Muse, così sorrisi.
Sapevo cosa fare per conquistarla.
Mi alzai dalla poltrona e la vidi correre verso di me e poi mi tirò un pugno in pieno viso.
“Ma che ti prende?”
“Sei un fottuto coglione.” Disse guardandomi male.
Si massaggiò le nocche.
“C .. cosa?” balbettai stupito.

“Louis mi ha mollato per colpa tua.” Sbottò guardandomi male.
Ero confuso, io non avevo fatto niente.
“Per colpa mia?” chiesi passandomi una mano nei capelli.
Lei mi guardò male e sbottò:
“Si, ha detto che io sono innamorata di te.”
“Ed è vero?”chiesi sorridendo.
Pensare che lei fosse innamorata di me era una cosa bella, ma sapevo che non era vero.
“No!”
Infatti lei non mi amava.
“Sicura?”chiesi prendendole una mano.
“Falla finita Peter!” disse spingendomi, però mi avvicinai di più a lei.
“Dai ammettilo …”sussurrai baciandole il collo.
Sbuffò esasperata.
“Ha detto che gli piace un'altra e così mi ha mollato …” disse quasi gemendo.
“Che stronzo, non c’è nessuna ragazza che può competere con te …” ammisi dolcemente al suo orecchio.
Lei mi guardò confusa negli occhi.
“Peter …”
“Okay, me ne vado ..” dissi sospirando.
“No aspetta ..”dissi prendendolo per un polso.

Pov Julia:
Si girò verso di me e io non sapevo che fare.
Mi avvicinai a lui e lo baciai.
Sgranò di poco gli occhi senza ricambiare il bacio, ma poi mi strinse a se approfondendo il bacio. La sua lingua cercava la mia e le sue labbra si muovevano fameliche sulle mie.
Le sue mani stringevano il mio fondoschiena per appiccicarmi a lui.
I nostri corpi si cercavano muovendosi.
Si strusciavano tra di loro.
I nostri denti si scontravano. Era un bacio pieno di passione.
Avevo bisogno di lui. Gemetti e lui anche.
Mi stringeva come se non ci fosse un domani. Le mie gambe si attorcigliarono ai suoi fianchi e poi in un momento sentii la mia schiena a contatto con il muro e lui che muoveva le mani sulla mia schiena. Le sue labbra non si erano staccate un secondo. Sentii la sua erezione spingere. Gemetti.
Si staccò dalle mie labbra e mi guardò confuso.
“Cosa significa?”
“Che mi stai sulle palle.” sussurrai ridendo. Era davvero stupido.
“E mi baci?” chiese confuso e irritato.
“Beh certo.”
“Ah bene. Goditi il bacio allora.” sussurrò sbuffando e lasciandomi.
Sorrisi.
“Non me lo sono goduto molto. ” dissi provocandolo.
“Nessuna si è mai lamentata …” disse provocandomi.”
“Mi stai davvero antipatico.” sussurrai avvicinandomi a lui di nuovo.
Mi guardò male.
“Non sembrava prima, ti appiccicavi a me come se volessi sbattermi da un momento all’altro.” sussurrò provocandomi.
“Vuoi provocarmi o baciarmi?” chiesi bisognosa di un suo bacio.
Sbuffò.
“A me piaci tu Peter, io e Louis abbiamo deciso insieme di lasciarci …” Lui sorrise stringendomi a se.
Gli accarezzai il petto.
“Significa che … noi due … beh …” blaterai e in un momento le labbra di Peter furono sulle mie.
“Significa che siamo fidanzati.” Disse alzandomi da terra per poi ridere.
Scoppiai a ridere.
FIDANZATI!!
IO CON PETER!?!
WOOW!!
“Non posso crederci …” disse baciandomi.
Sorrisi e lui mi mise a terra, ci mettemmo a sedere sul divano e lui mi strinse a se.
“Domani sera ti va di uscire?” chiese mordendosi il labbro.
“Certo.” Dissi sorridendo.
“Un appuntamento zombie?” sorrisi annuendo, non potevo credere che stavo insieme al mio peggior nemico.
Sorrise e in un momento si addormentò.
Appoggiai la testa nell’incavo del suo collo e mi addormentai anche io.

La mia sveglia cominciò a suonare, facendo partire una canzone dei Muse.
Guardai vicino a me e vidi Peter che ancora stava dormendo.
Sorrisi accarezzandoli una guancia e lui aprì gli occhi.
Mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
“Buongiorno …”
“Giorno …” risposi approfondendo il bacio.
Era un bellissimo buongiorno.
Appoggiai una mano sul suo petto.
“Scusa per la mia erezione mattutina …” disse ridendo.
“Mhm penso che dovrei farci l’abitudine.” Dissi succhiandoli il labbro inferiore.
Gemette annuendo e mi prese in braccio, facendomi aderire perfettamente al suo corpo.
“Sai che ho sempre voluto baciarti di mattina ..” sussurrò baciandomi.
La mattina passò in fretta, come il pomeriggio.
Peter era andato via di pomeriggio e mi aveva detto che sarebbe passato verso le 20.00.
Ero felice e non ne sapevo nemmeno il motivo, con lui stavo bene anche se mi aveva sempre trattato male.
Non sapevo chi fosse stato a fare quei messaggi, ma in quel momento a me non me ne fregava niente.
Louis mi piaceva, ma non lo amavo e lui lo sapeva.
non amavo nemmeno Peter, ma forse con il tempo mi sarei innamorata di lui.
Sorrisi di nuovo facendomi una doccia e poi mi misi un vestito nero corto fino alle ginocchia e un paio di tacchi, dissi a mio fratello che uscivo con Louis e lui sorrise annuendo.
Uscii di casa e due minuti dopo la macchina di Peter si fermò davanti a casa mia, non scese dalla macchina e così salii.
“Ciao zombie” disse baciandomi sulle labbra, sorrisi divertita.
“Ciao” Sorrise di nuovo, era così bello.
Indossava una camicia bianca e dei jeans neri, era perfetto.
Mise un cd dei muse e ascoltammo fino a quando arrivammo al ristorante.
Era un ristorante di lusso.
“Peter ma …” mi diede un bacio sulle labbra per zittirmi e scese dalla macchina.
Non mi venne ad aprire, non mi aspettavo che lo facesse ma vabè.
Peter non era dolce, ma sapeva esserlo.
“Buonasera signorina, posso complimentarmi?” sorrisi imbarazzata.
“Grazie” Dissi.
Peter mi prese per mano e guardò male il ragazzo davanti a me.
“Evapora bello, lei è con me” lui alzò le mani in segno di resa e se ne andò facendomi l’occhiolino.
Peter mi guardò male.
“Chi cazzo era quello?” chiese fulminandomi con lo sguardo.

“Sei un rompi palle Peter, non era nessuno e non devi essere geloso.” dissi sbuffando e mettendomi le mani sui fianchi.
“Io? Sei te la rompi palle qui e sono il tuo ragazzo e devo essere geloso se tu ci provi con un ragazzo che non sono io, cazzo.” disse incazzato nero accendendosi una sigaretta.
“Ma sei scemo o cosa? Non ci stavo provando. Sei tu il mio ragazzo e sicuramente non vado a tradirti, stiamo insieme da nemmeno un giorno e non sono una cazzo di puttana.” dissi guardandolo male.
Non rispose.
“Non ho detto che sei una puttana Julia” disse irritato stringendo i pugni.
Non volevo fare una scenata del cazzo davanti a tutta quella gente.
“Non voglio fare scenate.” sussurrò piano guardandomi freddamente.
”Nemmeno io e poi sai che ho ragione.” dissi sbuffando.
Lui mi guardò male.
“Entriamo.” dissi sospirando.
“Meglio.” disse buttando la sigaretta a terra.
Entrammo dentro al locale.
Era pieno di coppiette che si sbaciucchiavano.
“Buonasera signorina, ho prenotato un tavolo per due.” disse facendole l'occhiolino.
Era davvero un coglione quando faceva così.
La signorina sorrise maliziosamente.
“Seguimi.” disse sculettando davanti a noi.
Gli feci il verso e vidi Peter nascondere un sorriso.
Sorrisi anche io mordendomi il labbro.
Provai a prendere una mano di Peter, ma lui si mise le mani in tasca.
La signorina si fermò.
Si girò verso di noi e accarezzò il petto del mio ragazzo.
“Ecco qua il vostro tavolo.”
Peter sorrise.
“Ehm ehm ... Se permetti, lui è mio.” dissi guardandola male.
Lei sbuffò andandosene.
“Fai schifo Peter.” dissi sbuffando.
Peter si mise a sedere su una sedia fulminandomi con lo sguardo.
Come prima uscita da fidanzati stava diventato una vera merda.
Avevamo già litigato ed eravamo insieme da solo 45 minuti e per soli 5 minuti avevamo parlato normalmente.
Mi misi a sedere guardando Peter.
Peter non mi calcolò nemmeno, prese il telefono e scrisse qualcosa a qualcuno.
“Se vuoi me ne vado, così puoi messaggiare con una delle tante troiette.” dissi alzandomi irritata.
Lui mi guardò male.
“Non fare una scenata di gelosia proprio adesso.” disse calmo.
“Sono io a fare le scenate? Mi prendi per il culo?” chiesi ironica.
“Mettiti a sedere Julia.” disse sbuffando.
Strinsi i pugni.
Era davvero un antipatico di merda quando faceva cosí.
“Stronzo.” dissi piano.
“Buonasera ragazzi, cosa posso portarvi?” chiese un ragazzo bellissimo dagli occhi verdi.
Sorrisi cordialmente guardandolo.
Lui mi sorrise.
“Buonasera bellissima.” sussurrò teneramente.
Sorrisi mettendomi a sedere.
Diventai rossa come un peperone.
Non ero abituata a sentire complimenti.
Peter non era uno da complimenti.
“Ehm ehm ...” il ragazzo si girò verso Peter.
“Mi scusi, vuole che vi faccia prima voi?” chiese in imbarazzo.
Quanto cavolo era tenero questo ragazzo.
Era un bel ragazzo, ma non sapeva nemmeno di esserlo.
Peter sbuffò scuotendo la testa.
“Fai prima lei, ma muoviti che ho fame pure io.” disse indicandomi. Peter era davvero un coglione di merda.
Il ragazzo sorrise girandosi verso di me.
“Cosa ti porto?” mi chiese teneramente.
“Cosa mi consigli?” chiesi facendo un piccolo sorriso.
“Beh dipende ... Oggi il piatto forte della casa è una zuppa di pesce.” disse ridendo.
“Mi piace il pesce. Prendo quella.” dissi. Lui mi sorrise scrivendo sul taccuino.
“Di secondo cosa ti porto?” chiese teneramente. Sorrisi. “Pesce e un insalata.” dissi.
Lui scrisse.
“Da bere?”
“Cocacola.” dissi. Lui mi sorrise di nuovo scrivendo.
Aveva un sorriso carino.
Si girò verso Peter che lo guardava male.
Gli tirai un calcio da sotto il tavolo. Lui sussultò incenerendomi con lo sguardo.
“Falla finita.” sussurrai piano. Lui sbuffò.
“Non scassare.” disse.
Il ragazzo deglutí.
“Per me un piatto di lasagne, una bistecca con le patatine fritte e una birra.” disse guardando male il ragazzo.
Lui scrisse deglutendo di nuovo.
“Va bene.” disse andandosene.
“Smettila Peter” dissi irritata.
Sbuffò.
Mangiammo in silenzio e appena avevamo finito Peter pagò il conto e uscimmo dal ristorante, faceva un freddo cane e così Peter mi mise la sua giacca di pelle sulle spalle.
Lo ringraziai ed entrammo in macchina, bella uscita da fidanzati.
Forse non era destino che io e lui stessimo assieme.

“Siamo arrivati.” disse stringendo il manubrio della macchina.
Sbuffai. 
Angolo Autrice:
Rieccomi qua come vi avevo promesso, che dire? si sono messi insieme e hanno già litigato ahahahaha. Mi scuso per averlo fatto finire così a merda, ma ragazze dovete odiarmi per forza.
MAAAAAAAAAAAA Stanno insieme per adesso, chissà se stando insieme Peter si stuferà o che Julia si innamorerà o che si rimetterà insieme a Louis ;) (IN FONDO IO SO CHE SHIPPATE LOUIS E JULIA!!! (Se come no)
Ora mi dileguo, ma prima di dileguarmi passate a leggere questa storia: Tutta colpa di un post *-*
MERITA DAVVERO!!!

  scusate se per adesso non rispondo alle recensioni, ma mio fratello vuole il pc O.o

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Capitolo 19
*** Avviso importante ***


Ragazze non sono morta, ma ho problemi con il pc 😱 Quindi state tranquille, aggiornerò il prima possibile appena funziona

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Capitolo 20
*** Appuntamento andato male? ***


"Cazzo sbuffi a fare Julia?" Chiese Peter stringendo il manubrio della macchina così forte che le nocche diventarono violacee. Volevo abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene, volevo baciarlo e dirgli che lui era quello che volevo ma era duro. "Peter ma vai in culo" sbottai uscendo dalla macchina con le lacrime agli occhi. Stupido babbuino del cavolo! Strinsi i pugni tirando un bel respiro. Lo sentii blaterare qualcosa e scendere dalla macchina sbattendo la portiera. "Volevo solo essere gentile ma tu complichi solo le cose!" Urlò. Mi girai per fulminarlo con lo sguardo ed era a due centimetri dal mio viso. Il suo alito sapeva di pizza, menta e coca. "Io le complico?!?" Urlai spingendolo, ma non si mosse nemmeno di un millimetro. "Si tu Julia" disse calmo. Alzai gli occhi al cielo. "Peter sei tu che sei troppo geloso!" Sbottai. "Ci credo che sono geloso cazzo, sei bellissima e non riesco nemmeno a capire cosa tu ci trovi in me!" Urlò girandosi e tirando un calcio alla ruota della macchina. Era impazzito. Appoggiai una mano sulla sua spalla e lo sentii rilassarsi sotto le mie dita. "Sei impazzito Peter? Sono io a non capire" sussurrai confusa. Lui sospirò. "Sono geloso Julia, sono un coglione ma questo ... Tutto questo è nuovo per me, non ho mai avuto una vera e propria relazione" disse piano. Era così dolce quando voleva. "Lo so" ammisi avvicinandomi un pò a lui. Lui si girò e i suoi occhi si incatenarono ai miei. Una sua mano si posò dolcemente su una mia guancia. "Non posso competere con Louis, non sono un principe azzurro Julia" disse con voce roca. "Lo so" ammisi ma io volevo lui. Litigavamo sempre e forse non sarebbe nemmeno durata, ma stavamo bene. "Ma so che ti amo e che non voglio perderti" sussurrò dandomi un bacio sulla fronte. "Non mi perderai Peter" ammisi piano. Era vero, non mi avrebbe persa. Infondo anche io avevo paura di perderlo ma non lo avrei ammesso. "Mi dispiace per essere stato così coglione" sussurrò deglutendo. "Lo sei sempre" ammisi ridendo. "Già" sussurrò sorridendo. Adoravo il suo sorriso. "Beh si è fatto tardi zombie" disse scoppiando a ridere. Lo spinsi nascondendo un sorriso. "Imbecille senza cervello" lui sorrise dandomi un bacio sulle labbra. Mi strinse a se approfondendo il bacio e Dio, era magnifico. Le sue labbra si muovevano fameliche sulle mie e la sua lingua si muoveva insieme alla mia. Le mie mani erano appoggiate sul suo petto mentre le sue mi tenevano stretta. Mi staccai per mancanza di ossigeno. "A domani Zombie" disse Peter sorridendo. "A domani" dissi baciandolo. Sorrise. "Notte" disse facendomi l'occhiolino. Lo salutai sorridendo come una ragazzina e mi incamminai verso casa. Peter appena fui entrata in casa mise in moto e se ne andò. Sorrisi e andai piano in camera mia. Angolo Autrice: Non odiatemi per favore!!! Il mio pc fa schifo ma non volevo farvi aspettare più e quindi ho aggiornato con il telefono!!! Mi scuso per questo enorme ritardo, perdonatemi se non ho risposto a nessuna recensione ma con il telefono mi torna malissimo e mi scuso anche perché è scritto a cazzo 😔 ma con il telefono viene così. Spero vi piaccia e spero che mi facciate sapere come vi sembra.

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Capitolo 21
*** Mia ***


Pov Peter: Mi svegliai infastidito per quel cazzo di suono della mia sveglia di merda e mi alzai dal letto, sbadigliai e presi il mio cellulare. Mia madre mi aveva scritto che aveva preso la mia macchina perché la sua era rotta e quindi dovevo prendere il bus o il motorino. Sbuffai alzandomi dal letto e posai il cellulare sul comodino. Presi una maglietta a mezze maniche griglia con lo scollo a V e dei jeans neri e le mie adorate Timberland. Andai in bagno e mi feci una doccia veloce sorridendo come un ebete quando pensai alle labbra di Julia. Ero un imbecille ma ero davvero innamorato di quella ragazza. Appena uscii dalla doccia mi asciugai velocemente e mi vestii. Ero in ritardo e dovevo anche scrivere a Julia che dovevamo prendere il bus. Scesi di corsa le scale quasi cascando, presi il mio zaino e la mia giacca di pelle e feci in tempo a mandare un messaggio a Julia e a prendere il bus. "Quindi non possiamo stare accanto?" Scrisse. Non ci avevo pensato, ma io la volevo accanto a me. "Come vuoi" scrissi soltanto. Appena ci fermammo davanti alla fermata dove lei saliva il mio cuore perse un battito. La vidi salire insieme a Cristina che mi lanciò uno sguardo malizioso. Quindi ... Julia non aveva detto niente a Cristina. Ci rimasi un pò male sinceramente. Si misero a sedere davanti a me. "Ehi zombie potresti salutarmi" dissi ridendo. Vidi Julia abbozzare un sorriso e si girò verso di me. "Perché dovrei salutarti testa di gallina?" Chiese ridendo e alzando gli occhi al cielo. "Perché sono io" dissi sorridendo. Lei rise mandandomi gentilmente a cagare. Quanto cavolo adoravo quella splendida risata. Mi appoggiai allo schienale e la guardai mentre parlava con Cristina, si toccava i capelli. Sorrisi. Appena ci fermammo davanti alla scuola scesi dal bus, cascando accidentalmente su Julia che mi guardò male. "Stupida guarda dove vai" dissi ridendo. Mi tirò uno schiaffo nascondendo un sorriso. Sorrisi andandomene. Mi misi vicino ad un muretto e mi fumai una sigaretta. Presi il mio telefono e cazzeggiai per un pò. Julia mi fece segno di andare dietro la scuola, annuii e la seguii. Appena la vidi mi diede un bacio sulle labbra. "Ehi" disse sorridendo. "Ehi" dissi dolcemente. La strinsi a me approfondendo il bacio. "Sei solo mia" dissi piano. "Forse" disse ridendo. Sentimmo la campanella suonare, sbuffai. "Ci vediamo a pranzo zombie" dissi baciandola di nuovo e andandomene. Angolo autrice: Rieccoci qua con un nuovo capitolo, mi scuso e mi metto in ginocchio. Mi dispiace tantissimo per non aver aggiornato prima ma i problemi con il pc sono sempre più frequenti e così ho pensato: Hanno gradito il capitolo scritto al telefono e quindi eccone uno nuovo scritto al telefono.

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Capitolo 22
*** Questa storia la potete trovare su Wattpad ***


Ciao ragazze, questa storia la potete trovare su Wattpad. Per adesso posso scrivere solo lì, fatevi un salto 😏❤️

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