DxD: A Dragon's Fate - False Phoenix

di Xephil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Life 0: Insoliti sviluppi ***
Capitolo 2: *** Life 1: Sfida ***
Capitolo 3: *** Life 2: Allenamento ***
Capitolo 4: *** Life 3: Essere leader ***
Capitolo 5: *** Life 4: Scontro impari ***
Capitolo 6: *** Newlife: Terrore ***



Capitolo 1
*** Life 0: Insoliti sviluppi ***


Life 0: Insoliti sviluppi

 

Put on your war paint

You are a brick tied to me that’s dragging me down
Strike a match and I’ll burn you to the ground
We are the jack-o-lanterns in July
Setting fire to the sky
Here, here comes this rising tide so come on

Put on your war paint

Cross walks and crossed hearts and hope to die
Seal the clouds with grey lining

So we can take the world back from a heart attack
One maniac at a time we will take it back
You know time crawls on when you’re waiting for the song to start
So dance along to the beat of your heart

Hey Youngblood doesn’t it feel like our time is running out
I’m going to change you like a remix
Then I’ll raise you like a phoenix
Wearing all vintage misery
No I think it looked a little better on me
I’m going to change you like a remix
Then I’ll raise you like a phoenix...

(Fall Out Boy – The Phoenix)
 

Sfregai con vigore le corde della mia chitarra con il plettro mentre cantavo più forte che potevo, come se avessi voluto far esplodere l'intera casa con la potenza della mia voce.
Dopotutto.. avevo una tonnellata di nervosismo da sfogare!

Era passata una settimana da quando ero stato 'costretto' a entrare nel Club di Ricerca dell'Occulto da Rias e dai suoi servi e, da allora, tutto era cambiato, soprattutto a scuola. La notizia che il nuovo studente straniero fosse diventato dopo nemmeno due settimane un membro onorario del club delle ragazze più popolari della scuola si era diffusa a macchia d'olio e, se già prima tutti mi guardavano con interesse e curiosità, ora mi guardavano pure con un insieme di emozioni a dir poco pauroso: invidia, rabbia, eccitazione, ammirazione... Insomma, chi più ne ha più ne metta!
Le ragazze erano ancora più interessate a me, ma nel contempo sembravano titubanti, come se temessero che fossi già impegnato o oggetto d'interesse delle loro idole, e dunque la maggior parte di loro mi fissava sempre emettendo sospiri e risatine per poi girarsi non appena voltavo lo sguardo in loro direzione. Le poche che avevano il coraggio di chiedermi se fossi impegnato con una ragazza del Club diventavano ancora più sognanti quando rispondevo che non erano affari loro.
I ragazzi, dall'altra parte, erano perlopiù invidiosi che avessi la possibilità di stare a contatto con le ragazze più belle e desiderate della scuola e perciò la maggior parte di essi mi rivolgeva occhiate o omicide o semplicemente cupe, o mi diceva quanto ero fortunato e pregava che mettessi una buona parola per far entrare anche loro nelle grazie delle ragazze. Due ragazzi in particolare, che tutti indicavano come gli studenti più pervertiti dell'intera scuola -mi pare si chiamino Matsuda e Motohama-, mi avevano addirittura chiesto se potevo recuperare loro qualche foto delle ragazze, possibilmente sexy, o persino qualche capo di biancheria intima. La mia risposta? Ai ragazzi un 'no' secco o un 'se ci tenete tanto, chiedete di entrare nel club'; ai due pervertiti.. due sonori calci in culo!

Che me ne fotteva se ero in una delle posizioni più ambite della scuola! Per quanto mi riguardava, ero solo finito nell'occhio di un ciclone, visto che ora tutti non mi staccavano gli occhi di dosso! E io detestavo essere continuamente osservato!
Come se non bastasse, come membro onorario del Club, dovevo aiutarli con le loro attività, presidiare a tutte le loro riunioni, dare il mio sincero parere su gestione, organizzazione delle attività, struttura, ecc. e suggerire possibili modi per migliorare i precedenti punti. In parole povere, un sacco di lavoro in più di cui avrei fatto molto volentieri a meno!

Tutto per colpa di quella dannata Rias! Studentessa modello un paio di cefali! È solo una stronzetta troppo scaltra e abituata a fare sempre tutto come vuole!, era diventato il mio pensiero costante mentre passeggiavo per i corridoi della scuola durante la ricreazione. Dire che ero costantemente nervoso era riduttivo.

Dall'altra parte, c'era stato anche un lato positivo: l'ingresso di Asia alla Kuoh Academy era andato magnificamente bene. La mia nuova amica, anzi la mia sorellina acquisita, era stata ben accolta nella sua nuova classe del secondo anno da tutti gli altri studenti e professori e, grazie alle sue innate gentilezza, dolcezza e bontà, aveva già fatto amicizia con tutti quanti. Inoltre, le lezioni le piacevano molto e ormai si trovava perfettamente a suo agio con i membri del gruppo di Rias, i quali non erano solo diventati suoi amici, ma facevano di tutto per aiutarla nella sua nuova vita, sia dal punto di vista scolastico che da quello dei suoi nuovi doveri come diavola. Insomma, se c'era una cosa di cui dovevo dar loro credito, era che avevano mantenuto fede alle loro parole e l'avevano fatta diventare parte della loro famiglia, una famiglia demoniaca, vero, ma sincera e premurosa come poche.
Asia, dal canto suo, sembrava più felice che mai e, se lei lo era, allora anch'io lo ero per lei e dunque non avevo niente da ridire sul suo essere serva di Rias Gremory.

Tuttavia.. il tiro mancino che mi avevano giocato quelli del gruppo Gremory me l'ero comunque legato al dito. Gliel'avrei fatta pagare in un modo o nell'altro, parola mia! Nessuno si prende gioco di Zayden Ward e la passa liscia!

Ma finché non avessi trovato il modo, l'unica cosa che potevo fare per sfogarmi almeno un po' era la musica... E dunque eccomi nella mia casa a suonare la chitarra e cantare con quanta più energia potevo.
Però, lo stesso... Che nervi!

Put on your war paint!

Con un ultimo colpo di plettro e quella frase conclusi la canzone, prendendo poi un grosso respiro per riprendere fiato. La musica è fantastica, ma per la gola è davvero una faticaccia! Peccato che la mia voce e le mie corde vocali siano sempre a un livello umano... Se avessi la stessa forza che ho nel combattimento... No, meglio non pensarci nemmeno. Nessuna abitazione sarebbe capace di reggere per più di tre secondi contro una simile potenza. In fondo, è meglio così!

Un improvviso applauso alle mie spalle mi fece voltare di scatto. “Fantastico, Zayden-san! Sai cantare benissimo!”

“Asia? S-sei già tornata?”

Eh già, avevo dimenticato di aggiungere una cosa.. e cioè che, da circa una settimana, Asia ha iniziato a vivere con me. Inizialmente Rias l'aveva fatta stare in un appartamento di sua proprietà, ma poi, per aiutare Asia a integrarsi meglio nel gruppo e ad abituarsi in fretta alla cultura del luogo, le aveva chiesto con chi avrebbe voluto andare a vivere e lei non c'aveva pensato due volte a fare il mio nome. Nonostante fosse ormai parte della famiglia Gremory, io continuavo a essere la persona di cui più si fidava, il suo nuovo 'fratellone', e così Rias aveva dato disposizione immediata perché si trasferisse a casa mia, affermando che, in questo modo, sarei stato capace di vegliare meglio su di lei. Aveva detto anche che, visto che anch'io mi stavo ancora adattando alla lingua e alla cultura giapponese, avrei potuto aiutarla con esse e nel contempo migliorare a mia volta facendo pratica grazie all'insegnamento.
Dal canto mio, non avevo problemi se Asia veniva a vivere con me, anzi era vero che così avrei potuto aiutarla e vegliare meglio su di lei.. ma, comunque, avere una ragazza in casa mi aveva costretto ad apportare alcune modifiche alla mia abitazione e alla mia quotidianità per potermi adeguare a lei. E così l'inutilizzata stanza per gli ospiti non era più inutilizzata e, per quanto Asia fosse una ragazza dolce e gentile, rimaneva il fatto che non ero più da solo in casa e dunque la mia libertà era più limitata... Inoltre, se volevo dedicarmi al mio hobby del canto, non potevo finché la camera non veniva lasciata libera, perciò dovevo ogni volta aspettare che Asia uscisse per il suo nuovo lavoro da diavola per potermici dedicare.
Utilizzare la mia camera in sostituzione? Sì, potevo farlo, ma non volevo perché non mi andava di attirare l'attenzione di Asia o eventualmente disturbarla con i miei generi di canzoni, sicuramente ben più forti e rumorosi dei generi a cui doveva essere abituata lei.

Difficile tornare a vivere in compagnia dopo che ti sei abituato a vivere da solo, soprattutto se, come me, non ti dispiaceva tale vita... Ah bé, pazienza.

Guardai un po' imbarazzato Asia ferma sulla soglia di quella che era ormai la sua camera. Ecco. Addio discrezione, pensai, ma mi limitai a dire: “Da quanto sei lì?”

“Forse da un minuto o poco più, non lo so esattamente. Comunque, incredibile!” esclamò lei trotterellando dentro la stanza. “Non sapevo fossi capace di cantare così bene! Quella canzone era tua?”

“Eh no, magari lo fosse! È di un gruppo statunitense chiamato 'Fall Out Boy' e s'intitola 'The Phoenix'. È una canzone che personalmente adoro, per questo mi piace suonarla.”

“Oh, capisco” rispose Asia. “Non li conosco e non l'avevo mai sentita, ma era davvero bella! E tu la cantavi davvero bene!”

La fissai sorpreso. “Davvero ti piaceva? Non ti sembrava troppo rumorosa o forte? In quanto ex-suora credevo che preferissi la musica lirica o classica.”

“Sì, infatti le amo entrambe, ma anche questa era molto bella! Non conosco il genere e non avevo mai sentito qualcosa di simile, però non mi dispiace affatto. Sento come se traboccasse di sentimento ed emozioni, per quello mi ha colpita!”

“Oh... Bé, in effetti non posso darti torto, dato che anch'io la penso come te! Sono queste le canzoni che preferisco: cariche di emozioni e parole significative! Il genere mi è fondamentalmente indifferente. Le melodie che mi attirano davvero sono quelle che mi suscitano una qualche particolare emozione e sono anche quelle che più mi piace suonare e cantare.”

“Si sente, visto quanto impegno con cui la cantavi! Come mai non me l'hai mai detto di avere questa passione, Zayden-san?”

Mi grattai la nuca lievemente imbarazzato. “Ecco.. non mi sembrava così importante come questione e poi credevo che non ti sarebbero piaciute canzoni e musiche di questo tipo...”

Asia sembrò innervosirsi. “Non pensare mai più questo, Zayden-san! Non avevi forse detto di essere mio amico? Sono inesperta al riguardo, ma so che gli amici devono sempre parlarsi e raccontare di se stessi tra loro per potersi fidare gli uni degli altri! E poi io sono solo felice se decidi di raccontarmi di più di te! Dopotutto, io di te so ancora veramente poco, perciò...”

Notai che i suoi occhi erano diventati più malinconici e dissi subito: “Non riesci a fidarti completamente di me, vero?”

“Non dirlo nemmeno!” rispose subito lei con forza. “Io mi fido ciecamente di te, Zayden-san! Come posso non fidarmi dopo tutto quello che hai fatto per me? È solo che.. parli sempre così poco di te stesso.. sembra che non vuoi mai far sapere nulla a riguardo.. perciò, io.. ecco...”

Le diedi un buffetto sulla testa. “Ho capito. Hai ragione, Asia, ma purtroppo il problema sono io. Vedi, non è che non mi fidi di te, ma il mio passato è pieno di cose di cui faccio molta fatica a parlare. La morte dei miei genitori e la distruzione della mia città natale sono state solo l'inizio. Non è che non possa parlare di ciò che avvenne dopo, ma è qualcosa che non riesco a raccontare facilmente agli altri, anche se sono amici. Come ho detto a Rias, mi ci vuole tempo per riuscire a narrarlo senza problemi, perciò ti dico questo, Asia: ti racconterò tutto un giorno. Tu dammi solo un po' di tempo, per favore.”

Lei mi guardò intensamente prima di sorridermi. “Va bene, Zayden-san. Ti posso capire e non voglio forzarti. Qualunque cosa tu vorrai raccontarmi, quando ti sentirai pronto, io sarò ben felice di ascoltarla, te lo prometto! Però, ti chiedo almeno una cosa: se non sul tuo passato, almeno parlami del tuo presente. Le tue passioni, quello che ti piace e quello che non ti piace, i tuoi luoghi o cibi preferiti.. insomma, parla un po' più di te stesso ogni tanto! Non solo io, ma tutti noi membri del gruppo vorremmo saperne di più su di te, perciò almeno apriti di più! Ti assicuro che siamo tutti curiosi!”

La guardai sorpreso per un momento, poi risi. “Se davvero a te e agli altri interessano i noiosi vizi del sottoscritto, allora va bene. Cercherò di aprirmi di più!” dissi accarezzandole di nuovo i biondi capelli e ottenendo un largo sorriso da lei.

Quando ritrassi la mano, Asia posò gli occhi sulla mia chitarra e la fissò ammirata. “Che bella! Che cos'è esattamente? Assomiglia a una chitarra, ma il suono che emette è diverso da quelle che ho visto e ascoltato finora. E quelle casse? Perché sono collegate a essa?”

La fissai incredulo prima di ricordare che, in effetti, le sue nozioni di società moderna erano molto scarse. “Eheh, mia cara Asia, questo è uno degli strumenti musicali più tosti che esistano: una chitarra elettrica. Puoi vederla come una chitarra molto più potente del normale.”

Asia la fissò ammirata. “Oh... In che cosa differisce dal normale?”

“Bé, diciamo che, mentre in una normale chitarra acustica il suono viene prodotto dalla risonanza generata nella cassa cava dello strumento e indotta dalle oscillazioni delle corde che vengono pizzicate, in una elettrica tali oscillazioni sono captate da un microfono elettrico che invia segnali a un amplificatore e a un gruppo di altoparlanti.” Staccai il filo collegato allo strumento e lo portai all'altezza del suo sguardo. “In parole povere, tramite questo filo, la chitarra si collega a quelle” indicai le casse alle mie spalle “e le oscillazioni delle corde che vengono pizzicate viaggiano così fino ad esse che provvedono poi ad amplificarle. In questo modo!” Ricollegai il filo e feci un paio di passi indietro per dare un assolo. Il suono che emise la chitarra fu abbastanza forte da far vibrare le pareti.

Malgrado la sorpresa provocata dalla potenza sonora che si era sprigionata, Asia fissò lo strumento ancora più ammirata. “Uao, è davvero incredibile, Zayden-san! Come è stata inventata una simile meraviglia? Ci sono altri strumenti così?”

Risi divertito. Era proprio una bambina. Una dolcissima e adorabile bambina. “Asia, direi che la tua prossima lezione sulla società moderna riguarderà il vero mondo della musica. Allora, vediamo un po' da dove iniziare...”
 

*


“Ma pensa! E quindi questi gruppi di cantanti fanno tutte queste canzoni così forti e incredibili?”

“Aha. Ci puoi scommettere. Una meglio dell'altra.”

Per tutta la sera precedente fino all'ora di andare a dormire e anche adesso, mentre camminavano insieme per andare a scuola, non avevo fatto altro che parlare ad Asia della storia della musica e dei suoi generi e gruppi del ventesimo e ventunesimo secolo. Dai Beatles ai Rolling Stones, dai 30 Seconds To Mars ai Linkin Park, le avevo raccontato tutto ciò che sapevo sull'argomento e lei aveva ascoltato tutto con occhi sempre più rapiti ed estasiati. La cosa mi rendeva molto felice: la musica era una delle mie più grandi passioni e vedere qualcuno, seppur praticamente nuovo ad essa, condividerla con tanto entusiasmo mi faceva sentire bene. Sia a me che ad Asia, la quale sembrava incredula che fuori da quella chiesa che era stata la sua casa per anni ci fossero e fossero accadute così tante cose e, per questo, era entusiasta di apprendere quanto più possibile sul mondo.
Era davvero una ragazza curiosa e intelligente.

“E dimmi: quali sono i tuoi preferiti?” mi chiese Asia.

“Ah, questa è una bella domanda!” risposi ridacchiando. “Mi piacciono praticamente tutti.. ma, se dovessi scegliere quelli che mi regalano più emozioni, allora direi i Linkin Park, gli Skillet e i Papa Roach. Sono quelli che mi fanno sempre sentire un fuoco dentro!”

“Mi piacerebbe sentire qualche loro canzone un giorno.”

La fissai sorpreso prima di annuire. “Se davvero ti fa piacere, la prossima volta te ne canterò una.”

“Sì! Per favore!”

Non potei non ridere al suo entusiasmo. Poi mi accorsi che eravamo arrivati alle porte della Kuoh Academy.
“Va bene, Asia. Andiamo a lezione adesso. Ti aspetto qui alla fine di esse, va bene?”

“Va be- no, aspetta!” Asia sembrò ricordarsi di qualcosa di colpo. “Ieri Buchou-san ha detto che dobbiamo trovarci al vecchio edificio scolastico dopo le lezioni. A quanto pare, ci sono degli altri impegni e richiede anche la nostra presenza.”

Mi accigliai sbuffando sonoramente. “Non le basta ancora quello che già facciamo?” In realtà avrei voluto dire 'quello che già faccio', ma così Asia si sarebbe insospettita sulla mia effettiva fedeltà al Club di Ricerca dell'Occulto e preferivo non dirle che ero stato forzato a entrare. “Quella rossa sta esagerando.”

“Non dire così, Zayden-san! Buchou-san e tutti gli altri hanno bisogno di noi e dunque noi dobbiamo essere pronti ad aiutarli in quanto amici, no?”

Sospirai. “Sì, suppongo tu abbia ragione.”

Asia sorrise e corse verso la scuola. “Allora a dopo, Zayden-san! Buona lezione!”

“Grazie! Anche a te!” Riuscii a dirle prima che il mio sorriso diventasse un cipiglio seccato ed entrassi a mia volta nell'edificio.
Arrivai in classe e mi sedetti al mio posto salutando distrattamente i miei compagni che mi avevano visto entrare.
Uno di loro, un ragazzo alto e dai corti capelli neri di nome Asano Ikeda, mi si avvicinò. “Ehi, Ward, tutto bene? Oggi sembri più annoiato e stufo del solito.”

“Eh, non è niente, Asano. Solo un po' di sonno arretrato, suppongo” mentii io sperando che gli bastasse. Era un bravo ragazzo e, in fondo, pure simpatico, ma aveva il difetto di essere un tantino impiccione e con una mente troppo maliziosa.

Le mie speranze svanirono quando notai con la coda nell'occhio la sua bocca piegarsi nel suo solito sorrisetto beffardo. “Ah, capisco! Allora il nostro caro Paladino ha colpito ancora? E quale delle nostre Oneesama hai fatto gridare stavolta? Rias-oneesama o Akeno-oneesama?” Si abbassò fino ad arrivare al mio orecchio. “O magari le hai prese tutte e due in-”

Un istante dopo, il mio braccio si mosse praticamente da solo e gli rifilò un montante sul mento abbastanza forte da fargli fare una capriola a mezz'aria prima che crollasse a pancia all'aria sul banco accanto, un'espressione intontita in volto. E che cazzo! Non impara proprio mai questo!

Un altro ragazzo, un tipo di media statura con i capelli castano-biondi pettinati all'indietro e l'aria responsabile e seria, si avvicinò ad Asano sospirando. “Tutti i giorni la stessa storia” mormorò annoiato. “Ehi, Asano, come va? Sei ancora vivo?”

L'altro non sembrò averlo sentito e nemmeno riconosciuto perché mormorò con voce stupida: “Avete preso il numero di targa di quel camion?”

“Sì, come sempre.” Il nuovo arrivato alzò lo sguardo su di me. “Per l'ennesima volta scusalo, Zayden-kun. So che può essere davvero irritante certe volte, ma lo fa solo per scherzare.”

“Lo so, Isogai. Non preoccuparti. Se fossi stato davvero irritato con lui, ora sarebbe in infermeria, fidati” risposi io agitando con nonchalance la mano. Isogai Kato era il nostro rappresentante di classe ed era il ragazzo con cui andavo più d'accordo a scuola; non era solo un tipo serio e responsabile che si premuniva sempre di mantenere l'ordine in classe, ma sapeva essere anche molto gentile e, quando voleva, decisamente spiritoso e per questo lo rispettavo e mi piaceva la sua compagnia.

Lui fissò il suo amico ancora disteso sul banco in stato di semi-incoscienza e rabbrividì. “Se questo è quando ci vai piano, non oso immaginare quando fai sul serio” commentò prima di aiutare Asano ad alzarsi e ad arrivare al suo posto. “Comunque non potresti semplicemente ignorarlo anziché mandarlo KO ogni volta?”

“No, perché sennò gli si dà solo altri motivi per continuare a romperti le palle. Diciamo che ogni volta spero che il colpo gli inculchi un pizzico di buon senso, perlomeno da piantarla di fare battute cretine.”

“In tal caso, la tua speranza è vana!” disse una presuntuosa voce femminile nella cui direzione non mi servì guardare per capire che apparteneva alla ragazza bionda e con gli occhi azzurri seduta qualche banco più a destra di me. Ci mancava lei!

“Ti prego, Rio. Non ti ci mettere anche tu!” replicai senza guardarla.

Rio Okada, una ragazza molto carina e intelligente ma un po' troppo arrogante e dalla lingua troppo affilata per i miei gusti, ridacchiò. “Oh, scusami per aver mandato in frantumi le tue speranze, ma dovresti aver già capito che Asano non la smetterà mai, nemmeno se lo mandassi all'ospedale! E comunque, perché te la prendi tanto se sono cazzate? Non è che nascondi davvero qualcosa?”

“Rio, non abusare anche tu della mia pazienza e della mia gentilezza solo perché sei una ragazza. Non vorrei dover trovare un modo che non mi faccia sembrare un bruto per zittire anche te...” dissi guardandola di traverso.

Lei, tuttavia, non si scompose, anzi, il suo volto divenne ancor più provocatorio. “Uhhh... Senti senti che minaccia! Il nostro caro Paladino non vuole colpire una donna, eh? Davvero galante come dice il suo soprannome! Anche se, sai, qualche punizione fisica da parte tua non mi dispiacerebbe affatto.. almeno quelle che ho in mente io... O sarebbe eccessivo per il tuo animo troppo candido?” E concluse con una delle sue solite risatine.

Mi passai la mano sugli occhi in esasperazione. Qualcuno prenda il mio posto...

Mai l'entrata del professore e l'annuncio dell'inizio della lezione mi sembrarono più simili a una benedizione divina che in quel momento.
 

*


“Prima o poi la ammazzo. Giuro che la ammazzo” mormorai al pensiero del sorrisetto beffardo di Rias Gremory.

Era tardo pomeriggio e, mentre mi dirigevo al vecchio edificio scolastico, facevo una fatica tremenda per non rilasciare il mio intento omicida nell'aria. Non solo avrei creato non pochi disturbi ai diversi gruppi di ragazzi e ragazze che mi passavano accanto diretti a casa, ma avrei anche rischiato di far collassare quelli più deboli o di lasciarli traumatizzati se l'avessi lasciato libero. Purtroppo undici anni di battaglie, sangue e violenza rendono tale intento qualcosa di troppo duro da sopportare per le persone normali.
Purtroppo, dato il mio nervosismo, non era affatto facile trattenerlo.
Ancora una volta, non solo dovevo sopportare le continue domande e frecciatine tirate dai miei compagni e da molte altre classi, ma dovevo pure andare a dare una mano con un'attività extrascolastica che non mi interessava nemmeno. E poi quel maledetto soprannome, 'Paladino'! Non avevo idea di chi l'avesse inventato per primo, ma sembrava che fosse stato dovuto alla mia provenienza occidentale, per la precisione al mio lato italiano, anzi europeo -visto che l'Europa era stata la patria dei cavalieri paladini durante il Medioevo-, e ai miei modi di fare che mi vedevano solitamente molto professionale e cortese coi professori, al punto, dicevano, da farmi sembrare più grande della mia età. Se poi si aggiungeva il fatto che non sfioravo le ragazze con un dito e mi mettevo sempre in loro difesa se qualcuno faceva il bullo o il galletto con loro, il gioco era fatto: ecco quello che ai loro occhi era l'immagine di un giovane, aspirante paladino occidentale!
Che stronzata pura! Se becco chi l'ha inventato, gli faccio passare il quarto d'ora più orripilante della sua vita! Tale da fargli sembrare un girone infernale dantesco una semplice passeggiata nel giardino di casa!

Quando giunsi alla sede del Club, entrai dall'ingresso principale e mi fermai davanti alla porta della sala principale esitando un attimo prima di bussare.

“Avanti” disse quella che riconobbi come la voce di Rias.

Entrai. Erano già tutti lì, Asia compresa, la quale mi salutò con un sorriso solare e un: “Ben arrivato, Zayden-san!”; Kiba mi rivolse il suo solito sorriso cortese e agitò una mano imitato da Akeno, mentre Koneko rimase silenziosa a sgranocchiare degli snack da un piatto in mezzo al tavolo.
Salutai tutti con un semplice “ciao” e mi appoggiai con la schiena al muro dietro al divano dov'erano sedute Asia e Koneko infilandomi le mani in tasca. “Che mi sono perso?”

“Niente d'importante. Ho solo messo al corrente tutti dei loro prossimi incarichi” mi rispose Rias con voce incolore. Mi sembrava stranamente pensierosa. “Volevo farti sapere che Asia ha fatto un ottimo lavoro con la consegna dei volantini anche grazie al tuo aiuto, perciò ti ringrazio anche a nome della casata dei Gremory.”

Ah già. Tra i vari compiti che mi erano toccati nell'ultima settimana, c'era stato anche l'aiutare Asia con i suoi primi doveri come diavolo servitore, per questo l'avevo trasportata in giro per tutta la città a distribuire volantini che avrebbero permesso agli umani interessati di poter invocare i membri del Club e chiedere loro dei favori in cambio di qualcos'altro del medesimo valore. Sì, avete capito bene: dei volantini. È questo il metodo corrente per invocare i diavoli.
In passato i diavoli erano invocati tramite un cerchio magico, ma nel secolo attuale, ovviamente, né ci sono molti esseri umani in grado di realizzare questi cerchi magici né ce ne sono molti che credono nei diavoli. Così la società dei diavoli, che si trovava in una situazione difficile, creò questi volantini per permettere agli umani d'invocarli. Ogni famiglia di diavoli ha il proprio cerchio magico personalizzato stampato sul foglietto illustrativo e, proprio come nella pubblicità ordinaria, hanno messo un preventivo per attirare l'attenzione degli umani. A quanto avevo appreso nei miei undici anni a contatto col sovrannaturale, i diavoli individuano gli esseri umani insoddisfatti del loro stile di vita e pieni di avidità tramite l'uso di un dispositivo portatile demoniaco e mettono un volantino nella loro buca delle lettere, per poi passare alla posizione successiva e ripetere il tutto. Se è interessato, l'umano invoca il diavolo, il quale garantisce i suoi desideri -anche con un tocco di magia- in cambio di un certo prezzo. E il primo incarico per i diavoli servitori appena reincarnati è proprio distribuire i suddetti volantini alle abitazioni interessate.
Volantini per invocare diavoli... Anche se l'avevo appreso molto tempo fa, continuava a sembrarmi una vera cretinata, una cosa surreale e folle, degna di film come Scary Movie... Ah bé, è il mondo in cui viviamo.

Scrollai le spalle mostrando un sorriso palesemente finto. “Di nulla.”

Rias mi ignorò e proseguì: “Ora che sei qui anche tu, possiamo andare alla questione principale: il debutto di Asia come diavola.”

La diretta interessata si sorprese. “D-debutto?”

“Sì, proprio così. Ora che hai terminato di consegnare i volantini, puoi iniziare a dedicarti alla risoluzione dei contratti: dovrai comparire davanti agli umani che ci invocano ed esaudire le loro richieste in cambio di un pagamento. Non preoccuparti: visto che sei inesperta, ti assegnerò solo incarichi semplici per ora.”

“Oh... Va-va bene. Farò del mio meglio, Buchou-san!”

Sorrisi per un attimo alla determinazione di Asia prima di tornare a guardare Rias con un sopracciglio inarcato. “Sei davvero sicura che siano affidabili? Non devo preoccuparmi che possa succedere qualcosa di strano o che le facciano qualche richiesta insolita?”

La rossa dovette capire cosa intendevo dire e mi rivolse uno sguardo lievemente indignato. “Zayden, noi membri della casata dei Gremory non accettiamo nessuna delle proposte a cui stai pensando tu, posso garantirtelo. Inoltre, ti ricordo che è pur sempre la mia famiglia quella di cui stiamo parlando: non assegnerei mai ai miei servitori degli incarichi se non fossi davvero sicura che possono portarli a termine.”

Anche gli altri membri del Club, eccetto Asia, sembrarono guardarmi un po' storto, ma mi limitai a ignorarli e a scrollare di nuovo le spalle. “Meglio così.”

Rias mi guardò seccata per un altro istante prima di rivolgere un nuovo sorriso ad Asia. “Ora, se permetti, voglio innanzitutto scoprire quanto il tuo potenziale magico sia alto. Akeno?”

“Sì, Buchou” rispose Akeno alzandosi e portando con sé Asia fino al centro della sala, per poi posarle la punta delle dita della mano destra sulla fronte. Una debole luce apparve su di esse per alcuni secondi, dopodiché la vice di Rias ritrasse la mano. “Ottime notizie, Buchou: il potenziale magico di Asia-chan è davvero buono. Non avrà problemi né con il cerchio magico di invocazione né coi suoi poteri di Alfiere.”

Secondo il sistema degli Evil Pieces, l'Alfiere è un pezzo che basa il suo potere soprattutto su magie di vario tipo -difensive, offensive, di supporto, ecc. a seconda del soggetto o della necessità- e dunque necessita solitamente di avere un grande potenziale magico a disposizione. Considerando che Asia possiede e controlla già con grande maestria la Sacred Gear di guarigione Twilight Healing, non c'è da sorprendersi che le sue abilità magiche siano superiori alla norma.
Poco dopo il grande cerchio magico sul pavimento della sala s'illuminò e Akeno iniziò a leggere le lettere demoniache che apparivano in una sezione del cerchio. “Ara ara, sembra ci sia già un cliente che ci sta convocando e, a quanto pare, ha un desiderio che anche Asia-chan può esaudire.”

Rias si voltò verso Asia. “Te la senti di cominciare subito?”

Asia sembrò esitare per un istante, ma poi scosse la testa e disse con voce decisa: “Sì! Sono pronta, Buchou-san!”

Io le rivolsi un sorriso d'incoraggiamento e un pollice all'insù. “Buona fortuna, Asia! Ti aspetto a casa con la cena pronta, perciò non fare troppo tardi! Ah, sappi che stasera ci sarà un piatto speciale per il tuo primo incarico!”

“Va bene, Zayden-san! A presto!” Ed entrò nel cerchio magico svanendo in un lampo di luce scarlatta.

A quel punto mi voltai verso Rias rimuovendo finalmente la maschera del 'bravo membro del club'. “Ok, si può sapere che cosa vuoi davvero da me? Dubito che tu mi abbia fatto venire qua solo per assistere alla prima convocazione di Asia” dissi senza nascondere il nervosismo nella mia voce.

“Come sempre sei fin troppo diretto. Dovresti essere un po' meno brusco con me, lo sai? Lo sei con tutte le ragazze in fondo.. perché con me, Akeno e Koneko no? Forse perché siamo diavoli, mio caro.. Paladino?” replicò lei con un sorrisetto malizioso che si allargò ancora di più quando mi vide tremare di rabbia all'udire quel termine. “Non è così che ti chiamano ora? È piuttosto carino, sai? Dovresti farci l'abitudine.”

Inghiottii a fatica il mare di impropri che stavano per lasciare le mie labbra e repressi il desiderio di prendere il suo bel collo tra le mani e stritolarlo, per poi mormorare solo: “Basta giocare. Dimmi che cosa c'è o, per quanto mi riguarda, posso anche andarmene.”

Rias ridacchiò un'ultima volta prima di estrarre una cartella da un cassetto e tirare fuori da essa alcuni fogli. “Rilassati, stavolta non ti ho convocato per assegnarti un lavoro. Volevo dirti che la tua proposta per l'organizzazione delle invocazioni con eventuali bonus o servizi extra in base ai giorni della settimana è stata valutata e approvata. Dunque sono stati applicati sui volantini delle norme che, a seconda dell'identità degli umani che ci invocano, indicano la possibilità di ottenere un semplice desiderio extra gratuito o sconti su desideri normalmente più impegnativi da esaudire in base ai giorni della settimana. In questo modo, i nostri contatti degli ultimi giorni sono stati più alti del solito e prevedo anche un certo incremento nel futuro. Una bella idea, devo dire. Non molto da noi diavoli, visto che siamo creature avide e dunque uno sconto sul prezzo da pagare è qualcosa contro natura per noi, ma bisogna ammettere che funziona.”

“Mi sembra ovvio: la mia è una mentalità da essere umano, infatti, non da diavolo. Per questo penso in modo diverso da voi” ribattei ghignando.

Rias sembrò sul punto di rispondermi per le rime, ma fu preceduta da una domanda di Kiba: “Tuttavia, le offerte che hai proposto di inserire erano semplici ma ben pensate e allettanti, perfino per gli umani meno avidi. Ti intendi di mercato ed economia, Zayden-senpai?”

“No, non proprio. Sono solo piuttosto bravo a capire quello che vuole la gente, perciò riesco a formulare con una certa facilità buone idee per guadagnare qualcosa. Tuttavia non mi piace granché l'economia, perciò di solito me ne tengo fuori. Comunque, idee a parte, non mi sorprende che nessuno di voi diavoli abbia mai pensato a qualcosa del genere per aumentare i propri contratti.. piuttosto mi sorprende che nemmeno tu che sei un diavolo reincarnato da un umano ci abbia mai pensato. Vi consiglio di non farvi influenzare troppo dalla vostra avidità. Vi porterà solo guai” conclusi con un ghigno più ampio del precedente.

Kiba sorrise nervoso, mentre Koneko mi rivolse un'occhiata tagliente e Akeno guardò in direzione di Rias con uno sguardo divertito; quando la guardai a mia volta, capii: mi fissava a denti stretti con una faccia a dir poco arrabbiata. Non riuscii a trattenere una risatina di soddisfazione e divertimento. Che bella la vendetta! “Ho solo detto il mio modesto parere. Non puoi biasimarmi se ho ragione.”

“Sei davvero un...” Non ebbe occasione di dirmi cosa fossi perché il cerchio magico sul pavimento brillò ancora e Akeno, dopo averlo esaminato, confermò l'arrivo di nuove richieste di invocazione. La rossa annuì esasperata e mandò Kiba e Koneko a occuparsene.

Allora fu Akeno a parlare: “Buchou, devi anche dirgli che il suo contributo nella ristrutturazione del piano inferiore dell'edificio e della nuova palestra è stata molto apprezzata dai professori e anche dal Consiglio Studentesco. Probabilmente vorranno complimentarsi con lui prima o poi.. e, se non sbaglio, anche tu volevi farlo, giusto?”

“Akeno!” sbottò Rias palesemente imbarazzata e infastidita da come la sua vice la stuzzicava a sua volta.

Quest'ultima ridacchiò prima di dirigersi verso la porta della stanza affermando di essersi ricordata di dover fare una cosa ed uscì ignorando palesemente la protesta della sua amica e signora.

Non mi era chiaro perché mi avesse dato una mano a provocarla o ci avesse lasciati soli, ma non potei non sorridere quando tornai a guardare Rias. “Oho. Quindi, per quanto io sia ciò che volevi dire, sei soddisfatta di me, eh? Ti è dura ammetterlo davanti a me, ma apprezzi eccome il mio lavoro! E te ne fai un vanto pure! Birbante...”

Rias mi guardò con un'espressione imbronciata che mi fece più divertire che altro. Sembrava una bambina alla quale è stata sbattuta in faccia la verità, ma che fatica comunque ad accettarla. Dopo alcuni secondi, sospirò pesantemente e disse: “Sì, va bene. Ammetto che te ne sono grata. Sei contento?”

La sua arrendevolezza mi sorprese: di solito era più difficile avere la meglio su di lei in uno scontro verbale.
Dopo lo scherzetto che mi aveva giocato, provocarci e stuzzicarci a vicenda era diventato il nostro pane quotidiano, al punto che perfino gli altri membri del Club sembravano non farci più troppo caso, e finiva sempre con me o lei che avevo o aveva l'ultima parola e l'altra o l'altro che si limitava ad annuire e sbuffare. Invece stavolta si era arresa molto più rapidamente e non solo: prima credevo fosse più un'impressione che altro, invece c'era davvero qualcosa che non andava. Mi aveva dato ragione come se avesse voluto concludere in fretta e non aveva il suo solito sguardo scocciato ma uno visibilmente esasperato, come se le pesasse continuare a discutere.
“Ehi, che hai?” non riuscii a non domandare. “Sembri piuttosto.. esaurita stasera.”

“Discutere ogni giorno con te è stancante. Non l'avevi ancora realizzato?” fu la sua secca replica.

“Intendo dire che lo sei più del solito. Non mi sembra normale.”

“Non è niente, non preoccuparti. È stata solo una giornata più pesante delle altre.”

Era chiaro che non mi stava dicendo la verità, o almeno non tutta, ma decisi di non insistere. Non mi piaceva forzare le persone e, a dire il vero, non me ne importava poi molto di quale fosse la risposta. Le diedi le spalle. “Ok, allora io vado. Se ti servo per qualcos'altro, sai dove trovarmi.. anche se preferirei non mi assegnassi altro lavoro. Ho anche la mia di vita da gestire dopotutto, lo sai, no?”

Stavo per uscire quando sentii la sua voce parlare di nuovo: “Posso farti una domanda? Perché se sei entrato nel mio club solo perché ti ho forzato, non solo fai quello che ti dico, ma ti impegni anche con tutto te stesso in ciò che fai? Mi aspettavo che ti saresti opposto ostinatamente ogni volta che ti avessi chiesto qualcosa e che avrei dovuto quasi costringerti in qualche modo per fartela fare... Oppure che cercassi di sabotarmi in qualche modo per convincermi a lasciarti andare... Invece, se non sapessi la verità sul perché sei qui, ti vedrei probabilmente come il membro più zelante e dedicato del mio club. Perché?”

Mi aspettavo questa domanda. “Hai ragione. In effetti avrei benissimo potuto sbattermene dei tuoi ordini o eseguirli in malo modo giusto per crearti dei problemi, come probabilmente avrebbe fatto quasi chiunque altro... Ma io non sono un moccioso petulante e immaturo. Sono diventato parte di qualcosa quando ho accettato di entrare nel club, giusto? E non sono il capo, ma uno dei collaboratori, per giunta l'ultimo arrivato, perciò è mio dovere eseguire gli ordini del presidente o della presidentessa di tale club e impegnarmi per migliorarlo.” Mi voltai per guardarla. “Quando divieni parte di qualcosa, non la abbandoni solo per ripicca, ma devi imparare ad accettarla e, se non ti piace, a modificarla in meglio sia per te che per gli altri.” Aprii la porta sorridendo lievemente. “E inoltre, se avessi fatto come dici tu, Asia se ne sarebbe rattristata e non voglio che la mia nuova sorellina abbia altre fonti di sconforto. Ha già sofferto abbastanza.”

Rias mi guardava piuttosto sorpresa. Era chiaro che la mia risposta l'aveva spiazzata, ma non era chiaro se volesse dire qualcosa a riguardo o meno. Dopo alcuni secondi di silenzio, decisi che non c'era altro da dire, perciò le augurai la buonanotte -non senza un'ultima, piccola dose di ironia- e me ne andai.
 

*


“Ed è andata così” concluse Asia prima di prendere un sorso d'acqua.

“Sul serio? Un aiuto con le faccende domestiche e i compiti dei figli?! Ha invocato dei diavoli per questo?! E poi ci si sorprende che il nostro mondo stia andando a quel paese... Per forza, la persona media non sa fare niente da sola!” esclamai mentre ascoltavo il racconto di com'era andato il primo lavoro della mia amica. Non posso credere che la gente abbia bisogno di aiuto anche per questo adesso! Ridicolo!

“Non essere così severo, Zayden-san. Forse aveva avuto molto da fare negli ultimi giorni e non voleva lasciare le cose incompiute.”

“Tu sei troppo gentile, Asia.”

“E tu sei troppo rigido, Zayden-san.”

A quel punto, entrambi scoppiammo a ridere.
La mia amica tornò poi a concentrarsi sul suo piatto, prendendo un altro boccone dallo stufato di carne ed emettendo un gridolino estasiato -il quarto dell'intera cena-. “È delizioso! Davvero l'hai preparato tu?”

“Aha. Ci puoi scommettere. Modestamente sono piuttosto bravo a cucinare!”

“Come mai hai deciso di preparare uno stufato?”

“Personalmente non ho niente contro la cucina giapponese, come non ne avevo per quella americana finché vivevo negli USA, ma rimango sempre dell'opinione che la cucina italiana sia la migliore di tutte. Mia madre era italiana, dunque sono cresciuto con i piatti delle sue parti e li ho sempre preferiti a qualunque altra ricetta al mondo. Considerato che anche tu sei italiana, ho pensato di realizzare un piatto di quelle parti, giusto per portare un po' di Occidente in Oriente e perché pensavo che ti mancassero le ricette del tuo Paese natale. A me, di tanto in tanto, mancano. O preferivi qualcos'altro?”

“No no! Mi va benissimo, anzi.. era da tanto che non mangiavo uno stufato... Però so che è un piatto lungo da preparare e non serviva che ti dessi tanto impegno...”

Le sorrisi. “Ah, non preoccuparti. Te l'ho detto: a me piace cucinare, perciò non mi è affatto pesato.”

Asia sorrise a sua volta prima di dire con decisione: “Allora la prossima volta cucinerò io per Zayden-san!”

“Come preferisci” risposi ridendo.

Passammo il resto della cena in pace e divertimento, parlando del più e del meno.
Una volta finita, Asia andò a lavarsi prima che la accompagnassi a letto, stanca per la lunga giornata di studio e lavoro; dopo averle dato la buonanotte, decisi di darmi anch'io una bella rinfrescata prima di dormire.

Un quarto d'ora dopo ero disteso sul mio letto con addosso solo i pantaloni di tuta che mi facevano da pigiama, mentre sospiravo beatamente godendomi la morbida sensazione del materasso sotto la mia schiena. “Ahhh... Ora sì che mi sento bene” non potei non mormorare.

[Ti trovo particolarmente rilassato quando torni a casa in questi ultimi giorni. Per la prima volta da quando sei in questo Paese, sei davvero tranquillo. La presenza di quella ragazza ti fa bene: finalmente hai un po' di vera compagnia anche qui] mi disse all'improvviso la voce di Ddraig.

Chiusi gli occhi e mi concentrai per ritrovarmi all'interno del Boosted Gear, disteso sopra la testa squamosa del mio compagno. “Ehi, sei vivo allora! È tutta oggi che non ti sento, credevo fossi in letargo.”

[Ahahah.. molto divertente, partner. Comunque è vero: adesso hai una persona cara anche qui e non solo. Anche il gruppo di Rias Gremory sembra farti stare meglio di quanto pensi.. soprattutto lei.]

Inarcai un sopracciglio battendogli una mano sopra la palpebra sinistra. “Ti posso anche dare ragione su Asia, ma su Rias.. spero tu stia scherzando. Mi ha incastrato nel suo gruppo, mi fa lavorare come se fossi un suo schiavo e mi stuzzica di continuo... Come dovrebbe farmi stare meglio questo?!”

[Non fai la stessa cosa anche tu con lei? La provochi e sfidi sempre e ti diverti pure a farlo! Inoltre, è interessante vedere una femmina che ti tiene testa in quel modo. Nemmeno le compagne del tuo gruppo, per quanto incredibili, riescono a farlo. E poi.. l'hai detto tu stesso l'altra volta, o ricordo male? Voi due siete più simili di quanto credi. Sinceramente sono d'accordo.]

“Bah! Intendevo solo che vi erano delle similitudini tra i nostri passati, nient'altro. Non mi sembra che siamo così simili dopotutto” sbottai lievemente infastidito.

[Questa volta devo contraddirti, partner. So bene cosa stavi pensando in quel momento.. tuttavia, so anche che non era solo quello... Forse non l'hai realizzato nemmeno tu, ma se ci pensi un po' su, senza farti influenzare dalla tua rabbia per il suo tiro mancino, sono sicuro che capiresti cosa intendo] replicò Ddraig concludendo con una lieve risatina sommessa. Da quando era così spiritoso?

“Tsk... Ne riparliamo in un altro momento. Adesso non ho voglia di pensare ancora a lei.” Con quelle parole mi ritornò in mente l'aria apparentemente stanca e pensierosa che aveva Rias oggi.. chissà a che pensava davvero... Oh bé, che me ne fregava in fondo?

Ritornato nel mondo reale, mi alzai con l'intenzione di recuperare un libro dalla mia libreria per una lettura 'pre-nanna'; dopo alcuni secondi, scelsi uno dei miei volumi preferiti: 'Mitologia del mondo'. Già, da quando ero diventato il Sekiryutei e avevo scoperto che tutte le mitologie non erano appunto miti ma verità, avevo deciso di documentarmi il più possibile su tutte quelle esistenti e così la lettura e lo studio dei miti era diventato uno dei miei passatempi preferiti. Certo, visto che sono stati scritti da esseri umani, non sono ovviamente libri o volumi affidabili al 100%, però davano diverse informazioni che raramente si allontanavano molto dalla realtà.
E, come tutti i saggi sanno, l'informazione e la conoscenza sono armi potenti, perciò leggere tali scritture diveniva un doppio piacere per me.
Mi distesi di nuovo, ma non avevo nemmeno fatto in tempo ad aprire il libro che subito la mia camera fu invasa da una luce scarlatta, mentre un cerchio di teletrasporto appariva sul pavimento.

Trasalii gettando il libro sul comodino. Com'è possibile?! Nessuno non autorizzato può teletrasportarsi attraverso la barriera che ho piazzato intorno alla casa! Proprio mentre stavo per mettermi in posizione di combattimento, riconobbi la forma del cerchio magico: era quella dei Gremory! Ecco perché la magia era passata attraverso la barriera: da quando Asia faceva parte della loro famiglia, li avevo autorizzati a teletrasportarsi dentro casa mia per facilitare i suoi spostamenti.
Come immaginavo, in un lampo di luce rossa, fu proprio Rias a comparirmi davanti.

Oh, fantastico! E ora cosa vuole?, pensai scocciato tirandomi in piedi. Notai che sembrava piuttosto nervosa, ma me ne importava poco in quel momento. “Lo sai che è notte, vero?” domandai sarcastico. “Se hai intenzione di assegnarmi un n-!”

“Fai l'amore con me.”

.Come scusa? “....Non credo di aver capito.”

“Voglio che tu prenda la mia verginità. Qui, in questo momento.”

“Sei ubriaca? Che cazzo stai dicendo?” Sembrava tutto fuorché ubriaca a dire il vero, ma non vedevo spiegazioni logiche per una simile, improvvisa richiesta.

“Che altro dovrei dire per farti capire?! Voglio che tu venga a letto con me, è così difficile da capire?! Stenditi, avanti! Sono pronta.”
Detto questo, mi spinse a sedere sul letto e iniziò poi a spogliarsi; si tolse la giacca e il fiocco, dopodiché si sbottonò e sfilò la camicetta dell'uniforme, che cadde a terra seguita subito dopo dalla minigonna. Ora era rimasta solo in biancheria intima.

Accidenti! Volevo dirle qualcosa indietro, ma quella vista celestiale mi zittì per qualche secondo. Quel corpo così magnifico e perfetto, coperto solo da quei due pezzi di pizzo nero, era ipnotizzante e ammaliante per qualunque uomo, persino per me. Due bellissime gambe lunghe e lisce salivano fino a dei fianchi superbi che si stringevano poi in una vita sottile al punto giusto, sopra alla quale facevano bella mostra i suoi enormi e incredibili seni, ben visibili perfino da sotto il reggiseno; il tutto era completato da quel viso più stupendo di qualunque opera d'arte, con le guance lievemente arrossate per l'imbarazzo e incorniciato da quei meravigliosi capelli rosso cremisi, un colore che mi faceva impazzire. Era l'immagine pura dei termini 'bellezza' e 'sensualità'.
Oddio.. comincio a sentirmi un po' troppo 'caldo'...

“R-Rias, aspetta! Che cosa..?! Non puoi dire sul serio!”

“Non sono abbastanza per te?”

“No, non è questo! Assolutamente, anzi!” Come potevo negarlo? Era la ragazza più bella e sexy che avessi mai visto, era ovvio che non potessi dire che, almeno fisicamente, non mi attraesse da matti! Nessuno avrebbe potuto...

“Perfetto. Allora funzionerà. Ho pensato a moltissime altre cose, ma questo è l'unico metodo possibile che mi è rimasto.”

Ma di che sta parlando?

“Yuuto non lo farebbe mai. È un cavaliere puro, perciò rifiuterebbe sicuramente. La mia unica scelta.. sei tu.”

“Si può sapere di che diamine stai parlando?! Cosa sta succedendo?!”

Invece di rispondermi, Rias mi spinse ancora facendomi distendere sul letto per poi mettersi a cavalcioni su di me, appoggiando sul mio 'amichetto' il soffice peso delle sue natiche. Oh cazzo.. era già passato a ore dodici!

Lei se ne accorse, ma, anziché agitarsi, sembrò diventare ancor più decisa. “Come immaginavo, sei l'unico che andrà fino in fondo. So che il nostro rapporto non è stato dei migliori finora e avrei voluto conoscere fino in fondo un uomo prima di fare tutto questo, ma so che sei un valoroso guerriero e una persona d'onore. Non credo che avrei una migliore possibilità di te.”

Continuavo a non capirci niente e la cosa mi irritava, ma prima che potessi combattere l'eccitazione con la rabbia, Rias portò le mani dietro alla schiena e sganciò il reggiseno per poi gettarlo a terra. Quelle due incredibili tette rimbalzarono per un istante davanti alla mia faccia mostrandosi in tutta la loro perfezione; i capezzoli erano già dritti e la pelle, come nel resto del corpo di Rias, stava diventando più rosata, probabilmente per effetto dell'eccitazione. In un solo istante, con quella vista, i miei livelli di lussuria balzarono alle stelle.

“È la tua prima volta, Zayden?”

“A-a dire il vero.. no.. non lo è...” riuscii solo a mormorare.

“Capisco. Meglio così in tal caso. Visto che già sai come fare, mi affido a te e alla tua esperienza. Ti chiedo solo una cosa: sii gentile quando lo farai.. è un punto molto sensibile per me...” concluse quelle parole indicando con le dita la sua intimità.. prima di alzarsi lievemente e sfilarsi anche le mutandine, l'unica cosa che le era rimasta addosso.

Nell'istante in cui si risedette sul mio inguine e sentii il suo fiore premere sulla mia eccitazione, i freni inibitori di coscienza e buon senso che mi stavano trattenendo disperatamente dall'agire come qualunque altro uomo rischiarono di esplodere.

Ok, non ero più vergine da tempo.. ma il punto era che il mio ultimo rapporto sessuale era stato due anni prima.. il primo e l'ultimo per la precisione... Motivo? Perché quella che credevo sarebbe stata la sera della mia vita si era convertita nel peggiore degli orrori non appena ero venuto e le uniche cose che mi erano rimaste erano una cicatrice tra il collo e la clavicola e altro sangue sulle mie mani... Sangue di una persona che credevo mi amasse quanto io amavo lei e che invece aveva tentato di uccidermi e che, pur non riuscendovi, si era portata via con la sua morte l'ultimo frammento della mia innocenza.
Per questo, da allora, non mi ero più fidato delle ragazze che mi chiedevano qualcosa oltre l'amicizia, nemmeno se intendevano semplice sesso. Non volevo innamorarmi mai più di nessuno. La vulnerabilità che avevo sentito in quel momento era qualcosa che non volevo mai più sentire in vita mia.
Purtroppo questa astinenza creava anche effetti collaterali spiacevoli, in particolare una notevole difficoltà a trattenere i miei istinti primitivi in più di un'occasione 'eccitante'... E, purtroppo, ero ovviamente più resistente quando le donne erano vestite.. davanti a uno spettacolo simile, offerto su un piatto d'argento per la seconda volta.. c'è davvero altro da aggiungere?
Questa diavola dai capelli rossi aveva già messo a durissima prova il mio autocontrollo appena tre settimane fa, ma ora..! Maledizione a lei!
Con una notevole fatica, la presi per le spalle e la spinsi indietro a sufficienza da mettermi seduto e guardarla negli occhi. “Aspetta, Rias... Si può.. sapere perché stai facendo così? Non.. non capisco...”

“Non c'è niente da spiegare. Ne ho bisogno ora.. ho davvero bisogno di te. Nonostante tutto, ero sincera prima: sono contenta di avere un compagno come te per la mia prima volta” rispose guardandomi negli occhi. In essi, notai un misto di eccitazione, nervosismo e.. era dolore quello? “Ti prego.”

“Ma Rias.. io...” Mi interruppi quando una delle sue piccole mani mi sfiorò la guancia in una carezza tanto lenta quanto dolce per poi spostarsi sul mio petto, appoggiandosi sopra al punto dove si trovava il cuore. Contemporaneamente, con l'altra, prese la mia mano destra.

“Allora sei nervoso anche tu? Lo sono anch'io, sai? Senti come mi batte il cuore.”

E posò la mia mano sopra al suo seno sinistro. Oh Cristo.. mai sentita una morbidezza simile.. era come se le mie dita stessero venendo intrappolate dalla sua carne! Così soffice e.. sensuale... Percepivo chiaramente il suo battito cardiaco accelerato sotto la mia mano e il rossore che aveva colorato le sue guance le dava un tocco di innocenza e timidezza che la rendevano praticamente irresistibile.
Non riuscii a resistere e diedi al suo seno una leggera palpata, assaporando quella morbidezza, quell'inebriante sensazione che non sentivo da anni e che sognavo quasi sempre.. anzi, no.. questa era addirittura meglio di quanto ricordassi... Oh no, cosa sto facendo?! Non posso..!
Contro il mio stesso pensiero, strinsi più forte.

“...Iyan.”

Quando quel gridolino di piacere sfuggì dalle labbra di Rias, gli ultimi freni inibitori che mi trattenevano saltarono e, senza più esitare, abbracciai con forza il suo corpo e rovesciai le nostre posizioni stendendola sul letto e ritrovandomi sopra di lei. Le mie mani si mossero da sole accarezzando e palpando di nuovo le sue tette, mentre scendevo a baciarle prima il collo e poi la clavicola. Oddio, anche il profumo e la liscezza della sua pelle erano inebrianti! Rias gemette di nuovo e portò le mani ai miei pantaloni, abbassandoli e liberando la mia virilità da quell'inutile indumento. Li calciai via e, salendo con le labbra lungo il suo collo fino al mento, portai i nostri inguini più vicini che mai. A quel punto, prima di andare oltre, mi sollevai per vedere il suo volto e catturare le sue labbra.

E fu in quel momento, nel mio ultimo sprazzo di lucidità in mezzo a quella lussuria da troppo repressa, che la vidi. Che vidi i suoi occhi lucidi guardarmi ancora con quel misto quasi indefinibile di sentimenti contrastanti. Vi erano eccitazione e desiderio, certo, ma ora vedevo chiaramente qual era l'emozione dominante nel suo animo mentre offriva il suo corpo, la sua prima volta, a me in quel modo così arrendevole.
Rimpianto. Rimpianto nel fare qualcosa che normalmente non avrebbe mai fatto o che avrebbe voluto fare sotto diverse circostanze. Rimpianto di aver dovuto praticamente forzare questo momento. Rimpianto.. di dover fare contro la sua stessa volontà quello che lei stessa mi chiedeva disperatamente di fare.
Si stava chiaramente trattenendo dal piangere, ma, alla fine, due lacrime sgorgarono dai suoi occhi e colarono simili a due brillanti sul suo volto.

Stavo per togliere la verginità a una ragazza contro la sua stessa volontà.

Ma che cazzo sto facendo? Non sono meglio di uno stupratore così!
Quell'unico pensiero fu sufficiente a ridarmi tutta la lucidità perduta e, con uno degli sforzi più grandi di tutta la mia vita, mi allontanai da Rias proprio quando le nostre labbra stavano per sfiorarsi. “Non.. non posso” mormorai a denti stretti. “Non possiamo.”

“Che cosa c'è? Che ti prende?” mi chiese Rias sorpresa alzandosi a sua volta e asciugandosi le lacrime.

“Che cazzo stiamo facendo? Fare sesso contro la propria volontà... C'è il fondo del fondo e poi c'è questo!”

“Vuoi forse mettermi ancora in imbarazzo?” fece lei infastidita.

“Io? Ti stai già mettendo tu in imbarazzo da sola, non te ne sei resa conto? Sei tu la prima a non voler fare questo, eppure continui ad andare avanti e a istigarmi a continuare a mia volta... Come pensi che mi senta a togliere ad una ragazza la sua purezza senza che lei lo voglia davvero? Questo non è fare l'amore e nemmeno sesso! È più simile a un atto di violenza!” La guardai severo negli occhi. “Rias, cosa c'è davvero sotto? Perché vuoi questo?”

Lei mi guardò con un'espressione a metà tra il sorpreso e il disperato, come se avesse inteso la gravità del suo gesto ma nel contempo non volesse ancora desistere dal compierlo. Proprio quando stava per parlare di nuovo, però, un nuovo cerchio magico comparve al centro della mia stanza; era molto simile a quello dei Gremory, ma, anziché rosso, era azzurro ghiaccio -forse era un altro componente della sua famiglia, ma non un diretto parente-. Mentre d'istinto mi alzavo in piedi e mettevo in guardia, sentii Rias mormorare: “A quanto pare è già troppo tardi...”

Volevo chiederle cosa intendesse, ma non ne ebbi il tempo perché dal cerchio comparve una nuova figura: una donna sui 25 anni con lunghi capelli argentati divisi in tre file annodate in trecce e vestita con un completo da cameriera blu e bianco; aveva un'espressione seria e glaciale e guardava Rias come se guardasse una bambina che ha appena compiuto una marachella. Nonostante l'aspetto umano, fui subito in grado di percepire l'incredibile aura demoniaca che proveniva da lei. Anche quella donna era una diavola e una dannatamente potente pure, molto più di Rias.
“Stai cercando di rompere l'accordo facendo qualcosa del genere?” chiese con voce fredda e di rimprovero.

“Se non facessi qualcosa del genere, né Otosama né Oniisama mi ascolterebbero” replicò Rias in tono deciso.

“Sia Sirzechs-sama che il padrone si rattristerebbero molto, se scoprissero che hai provato a dare la tua purezza a una persona come questa.”

Non ero sicuro di cosa intendesse dire con quel 'questa' così secco, ma sicuramente non era niente di gentile e questo m'innervosì un po'. “Non so chi tu sia, ma, con tutto il rispetto, non dovresti definire 'questa' una persona che nemmeno conosci, soprattutto se sei pure in casa sua. È alquanto irrispettoso e maleducato, persino per una diavola potente come te.”

La donna mi guardò inarcando un sopracciglio, chiaramente sorpresa dalla mia schiettezza e dalla mia apparente noncuranza del suo potere. Dopo qualche secondo parlò di nuovo: “Le mie scuse per la mia mancanza di tatto.. tuttavia.. date le tue condizioni attuali, non dovresti parlare con tanta leggerezza di rispetto, soprattutto se ti stai rivolgendo ad una donna...”

Non ebbi bisogno di seguire il suo sguardo per capire che alludeva alla mia nudità e all'evidente erezione che mi era rimasta. Mi grattai la nuca, più annoiato che imbarazzato. “Non posso darti torto su questo punto.. ma, dall'altra parte, tu puoi dare torto a me se sono in queste condizioni, visto quello che ho appena passato? E comunque, non cambia il fatto che siamo in casa mia, nella mia camera, e dunque non credo di dover rendere conto a nessuno di come mi presento o mi vesto qui. O sbaglio?”

La donna dai capelli argentei mi fissò tagliente per alcuni secondi, ma non replicò. Invece si chinò a terra a raccogliere la biancheria intima di Rias e gliela porse affermando: “Ora rivestiti, per favore. Nonostante tutto, rimani l'erede della casata dei Gremory, quindi non dovresti mostrare ad un uomo la tua pelle con tanta leggerezza, tantomeno se sei nel mezzo di una situazione come questa.”

Rias, che aveva osservato piuttosto sorpresa il nostro scambio, si riscosse e prese i vestiti non senza però smettere di fissare la donna con uno sguardo penetrante. “Ad ogni modo, ricordati che la mia purezza è solo mia e decido solo io cosa farne. Perché dovrebbe essere sbagliato donarla a una persona che ho riconosciuto come degna? E, inoltre, sappi che lui, anche se non è un membro della mia famiglia, è comunque parte del mio club, del nostro gruppo, e dunque non permetto nemmeno a te di trattarlo con leggerezza, Grayfia.”

Grayfia? Quel nome non mi era nuovo... Infatti, dopo averci pensato un attimo, mi ricordai. “Grayfia Lucifuge? La Regina del Maou Sirzechs Lucifer? Colei che viene definita la 'Regina Suprema'?”

Lei mi guardò stupita dalla mia conoscenza, poi si riscosse e chinò il capo. “Sì, esatto. Sono la Regina di Sirzechs-sama e una persona che serve la casata dei Gremory. Mi chiamo Grayfia Lucifuge, piacere di conoscerti” disse educatamente.

Mi rinfilai i pantaloni, così da essere un po' più presentabile, prima di ricambiare l'inchino. “Il piacere è mio. Mi chiamo Zayden Ward e sono l'attuale Sekiryutei.”

Grayfia non sembrò stupirsi più di tanto. “Allora è lui, Rias-sama?”

“Sì, esatto. È il possessore del Boosted Gear di cui ti avevo parlato” rispose lei mentre finiva di rivestirsi. “Grayfia, sei qui di tua spontanea volontà? O perché ti ha mandata la mia famiglia? O.. per Oniisama?”

“Per tutti e tre i motivi.”

Rias sospirò pesantemente dopo averla sentita, come se si stesse rassegnando. “Ho capito. Se tu, che sei la Regina di mio fratello, sei venuta qui di persona, allora può essere solo questo.” A quel punto si girò verso di me e mi guardò con un'espressione colpevole. “Zayden, dimentica quello che è successo stanotte. Facciamo che non è mai accaduto, va bene? Probabilmente non stavo nemmeno pensando molto quando ho deciso di farlo. E prima.. avevi ragione. Non dovevo fare una cosa del genere con leggerezza, non era giusta né per me.. né per te. Ho agito senza pensare a come ti saresti potuto sentire e mi dispiace molto. Ti prego, perdonami.” E si allungò in avanti per lasciarmi un bacio delicato sulla guancia.

Il suo tono e il suo sguardo mi lasciarono più perplesso che mai, ma, vedendoli, non riuscivo più a sentirmi arrabbiato con lei, perciò annuii. “Va bene.”

Rias mi sorrise prima di muoversi verso Grayfia. “Grayfia, torniamo nella mia camera. Ascolterò lì cosa hai da dire. Può partecipare anche Akeno, giusto?”

“La 'Sacerdotessa dei Fulmini'? Non ho nulla in contrario. Dopotutto è un dovere dei diavoli di Alta Classe avere accanto la loro Regina tutto il tempo” rispose la donna dai capelli argentati.

“Bene. Ci vediamo domani nella sala del club, Zayden. Per favore, porta anche Asia.” Detto questo, mi rivolse un ultimo, triste sorriso prima di sparire in un nuovo cerchio di teletrasporto insieme a Grayfia.

Rimasto solo, guardai il soffitto, come se mi avesse potuto dare delle risposte.

Ma che cazzo è appena successo? E perché?






Salve a tutti!! Sono tornato!! XD
Come vi avevo promesso, ho pubblicato il nuovo cap non oltre le 4 settimane dall'ultimo. Sto migliorando, eh? Sappiate che è soprattutto per il fatto che non voglio tenervi troppo sulle spine... ;)
Passiamo ai commenti sul seguente capitolo. Come avrete visto, ho voluto già lasciare intendere dal titolo del nuovo volume chi sarà il principale antagonista di esso... Avete già capito chi è, no? No?? Allora lo scoprirete nel prossimo! XD Per ora sappiate che troverà pane per i suoi denti quando incontrerà il nostro Sekiryutei... XD
E Rias? Vi è piaciuta la parte in cui lei ci prova con Zayden? Come saprete, lei in quel momento era disperata e non vedeva altre soluzioni se non concedersi a lui per uscire dai guai (anche se a mio parere, in realtà altre soluzioni c'erano...). Sono le prime volte che pubblico un rapporto così intimo tra i personaggi e anche se finisce dopo poco, spero di essere riuscito a renderlo bene. Se vi state chiedendo se ci saranno lime e anche lemon in questa storia, vi rispondo subito di sì, ma solo più avanti. Dovrete aspettare un po' di volumi prima di un qualcosa di erotico, perché voglio sviluppare bene i rapporti tra i personaggi e la loro progressiva evoluzione. Abbiate pazienza, vedrete che ne varrà la pena... Ma se siete invece degli ingrifati desiderosi di azione sotto le lenzuola, se volete, ho qualche bel titolo di hentai da suggerirvi nell'attesa, così sarete contenti... Scherzo! XD (non sulla conoscenza degli hentai, però! XD)
Passiamo invece al nostro protagonista. Più che sulla sua vita passata, qui ho voluto mostrare un po' di più del suo carattere e dei suoi interessi, visto che dopotutto si sa ancora poco di lui... Ho voluto renderlo un appassionato di musica perché è qualcosa che adoro e che, se avessi più talento, praticherei molto volentieri.. sappiate che Zayden stesso, ad un certo punto, ammetterà che, se fosse rimasto un umano normale, avrebbe voluto diventare una rockstar. Oltre a questo, l'ho reso un amante della buona cucina e un buon cuoco, non al livello di Soma Yukihira o Erina Nakiri di Food Wars! Shokugeki No Soma, splendido e spassosissimo manga/anime culinario, ma comunque piuttosto dotato (dopotutto, se vivi da solo per anni, devi imparare a cucinare prima o poi, no? XD), e una persona affamata di conoscenza che ama leggere e imparare. Era così già da piccolo, ma l'essere scaraventato da solo in mezzo agli esseri sovrannaturali l'ha costretto a cercare di scoprire e apprendere più cose possibile per sopravvivere. Come detto, la conoscenza è un'arma potente e, a mio avviso, un buon guerriero deve possedere non solo un potente fisico e grandi poteri, ma anche una mente intelligente, scaltra, astuta e curiosa. Per quanto riguarda invece la sua vita scolastica, ho voluto dargli un tocco d'ironia dopo lo scherzetto di Rias e, visto che molti personaggi della storia hanno un soprannome (Rias e Akeno sono le Oneesama della scuola, Kiba il Principe Azzurro, Issei e co erano il Trio dei Maniaci, Asia e co il Trio della Chiesa, ecc.), ho voluto crearne uno anche per lui che gli fosse adatto e 'Paladino' mi è sembrato perfetto. E voi che ne pensate? Vi piace? (A lui proprio no! XD) Ah, sappiate che per i compagni di classe mi sono invece ispirato a certi personaggi del manga/anime Assassination Classroom, un altro capolavoro degli ultimi tempi che consiglio molto come Food Wars!
Inoltre, ho voluto lasciare intendere qualcos'altro... La sua storia sentimentale... che, come avrete capito, non è stata nemmeno quella tutta rosa e fiori... Quella è anche un altro motivo per la sua attuale bipolarità, ma saprete di più a riguardo solo più avanti. Qui ho voluto mostrare anche che, pur volendo trattenersi e rispettare la purezza di una ragazza, rimane sempre un ragazzo coi suoi istinti e impulsi e dunque, di fronte a tanta seducente bellezza, è normale che fatichi a ragionare e sia piuttosto impetuoso. Per fortuna, il suo buon senso è più forte del suo membro! XD
Penso di non aver altro da dire perché il resto lo scoprirete molto presto. Cosa succede a Rias? Cosa farà Zayden? E come intende vendicarsi su di lei? Lo saprete nelle prossime puntate!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi do appuntamento al prossimo!! Leggete e recensite in tanti, mi date una gioia inestimabile!! ;)
Ja naa minna!!
Xephil

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Capitolo 2
*** Life 1: Sfida ***


Life 1: Sfida

 

Quando la mattina dopo mi risvegliai, la confusione che avevo in testa non aveva pari.
Gli eventi della notte appena trascorsa e lo strano comportamento di Rias mi avevano turbato al punto che, dopo che se n'era andata, avevo impiegato ore per riuscire a rilassarmi e addormentarmi. Mi era chiaro ben poco dei motivi che potevano averla spinta a fare qualcosa del genere, ma avevo capito una cosa: c'entrava con la sua famiglia, soprattutto con suo fratello, il Maou Lucifer.
Senza dubbio si è messa in qualche casino con loro e ha cercato di uscirne venendo qui e offrendosi a me... Ma perché? Che cosa può essere successo di così grave da farle compiere un gesto tanto incosciente?
Normalmente mi sarei infuriato all'idea di qualcuno che mi sfruttava per qualcosa, ma le circostanze e la tristezza che avevo visto sul volto di Rias mi rendevano più perplesso e preoccupato che arrabbiato. Doveva essere qualcosa di davvero grave.

Un improvviso bussare alla porta mi riscosse dai miei pensieri. “Zayden-san, sei sveglio? La colazione è quasi pronta!” mi gridò la voce di Asia da dietro di essa.

Mi schiarii la voce arrochita dalla notte. “Sì, arrivo subito! Aspettami pure a tavola!”

Sentii i passi della mia amica allontanarsi rapidamente e mi ricordai che, prima di andarsene, Rias ci aveva detto di venire al club oggi.
E va bene. Vuol dire che avrò le mie risposte quando ci rincontreremo, mi dissi alzandomi e dirigendomi all'armadio per prendere la mia uniforme.

 

*
 

“Buchou ha dei problemi? Forse hanno a che fare con la casata dei Gremory.”

Questa fu la risposta di Kiba quando gli chiesi se aveva notato che Rias era un po' diversa dal solito e se sapeva se le era successo qualcosa di particolare negli ultimi tempi. Io, lui e Asia ci stavamo dirigendo verso il Club di Ricerca dell'Occulto dopo la fine delle lezioni, come al solito.

“In effetti, anche a me è sembrato che fosse un po' strana ultimamente” si aggiunse Asia, lo sguardo pensieroso. “Speravo che fosse solo una mia impressione, ma se l'hai notata anche tu, allora forse c'è davvero qualcosa che non va.”

Ovviamente non avevo detto loro niente riguardo ciò che era successo la scorsa notte, ma non avevo potuto fare a meno di provare a indagare anche tra i pensieri degli altri membri del club. E così pure Kiba pensava che c'entrasse la famiglia di Rias con i suoi eventuali problemi.. comprensibile considerando che è la prossima erede ad una delle più antiche e nobili famiglie degli Inferi.. tuttavia, ci doveva essere qualcosa in particolare, vista la rabbia che aveva mostrato verso Grayfia...
Mi ricordai di una cosa e subito domandai: “Pensi che Akeno possa saperne di più?”

Kiba annuì. “Akeno-san è la serva più fidata di Buchou, quindi, se ci fosse qualche problema, lei dovrebbe ovviamente saperlo.”

Asia si accigliò lievemente. “Spero che non sia nulla di grave...”

Sorrisi alla sua gentilezza e le accarezzai rassicurante la testa. Quando però aprii la bocca per parlare, la stanchezza accumulata dalla notte insonne mi fece invece uscire uno sbadiglio tale da far impallidire un alligatore e non potei non strofinarmi gli occhi per tenerli aperti. Che palle, è tutto il giorno che sembro uno zombie!

Sia Asia che Kiba sembrarono notarlo perché la prima mi guardò perplessa e il secondo mi chiese: “Stai bene, Zayden-senpai? Sembri davvero esausto.”

“No.. non è niente. Solo un po' di sonno arretrato. Nessun problema, tranquilli” risposi cercando di sembrare più convincente possibile.

Mi mancava solo questa. Un altro motivo per attirare l'attenzione e sentirmi in imbarazzo... Rias Gremory, mi auguro per il tuo bene che tu abbia avuto una buona motivazione per ieri notte o la mia lista della vendetta si allungherà ancora di più...

Qualche minuto dopo arrivammo davanti alla porta del vecchio edificio scolastico. In quel momento, percepì una presenza insolita ma familiare all'interno; l'avevo sentita solo un'altra volta nella vita ed era stato solo poche ore fa, perciò mi fu subito chiaro chi fosse. Tuttavia, non era la sola cosa insolita: sentivo che c'era qualcos'altro che non mi piaceva, anche se non capivo ancora che cosa potesse essere.

Accanto a me, Kiba sembrò irrigidirsi. “...Rendermi conto di questa presenza solo dopo essere arrivato qui...” A quanto pareva, l'aveva percepito anche lui.

Entrammo nella sala del club e ci trovammo davanti Rias, Akeno e Koneko insieme alla Regina del Maou Lucifer, Grayfia Lucifuge. Ognuno di loro aveva un'espressione diversa: Grayfia era fredda e impassibile come la scorsa notte, Rias sembrava molto turbata, Akeno sorrideva come suo solito ma sembrava piuttosto tesa e Koneko se ne stava seduta su una sedia in un angolino in silenzio, come se non volesse essere coinvolta. Il silenzio che regnava nella stanza era a dir poco opprimente e nemmeno il nostro arrivo aveva alleggerito l'atmosfera abbastanza perché qualcuno si sentisse in vena di parlare per primo.
Sentii Kiba dire con calma dietro di me: “Questo è un male”, ma non seppi chiedergli cosa intendesse. Anche Asia non poté non sentirsi a disagio e strinse il mio blazer con una faccia preoccupata. Le accarezzai di nuovo la testa per calmarla, poi mi appoggiai al muro di schiena e incrociai le braccia al petto, in attesa che qualcuno parlasse.

Dopo averci guardati uno ad uno, Rias parlò: “Sembra che ci siamo tutti. Prima di iniziare con il club, c'è qualcosa che ho bisogno di dirvi.”

“Ojousama, vuole che spieghi io la situazione?” la interruppe Grayfia.

Rias rifiutò con un piccolo gesto della mano. “La verità è...”

Ancora una volta venne interrotta, ma stavolta da qualcos'altro: al centro della stanza era comparso all'improvviso un cerchio magico di teletrasporto diverso da quello dei Gremory. I simboli al suo interno erano differenti e il colore, invece che rosso cremisi, era dorato-ambrato; numerose fiamme stavano iniziando a formarsi da esso.

“...Phoenix.”

Quell'unica parola pronunciata da Kiba al mio fianco bastò a farmi capire chi stava arrivando: un componente della casata dei Phoenix, un'altra delle più antiche e nobili famiglie dei diavoli, alla pari o forse addirittura più importante di quella dei Gremory. Me la ricordavo bene quella casata perché avevo già avuto a che fare con essa qualche anno prima. Un'esperienza, per molti aspetti, decisamente spiacevole.

Dalle fiamme del cerchio, alla fine, si materializzò un giovane uomo che indossava un vestito casual con camicia bianca aperta fino al petto, pantaloni e giacca rossi. Dall'aspetto sembrava avere sui 20 anni o poco più; aveva corti capelli sparati biondi, occhi azzurri e un volto da 'bad guy': bello ma arrogante. Sembrava per certi versi un gigolò.
Il ragazzo sospirò. “Era da un po' che non venivo nel mondo umano” disse per poi guardarsi attorno. Dopo alcuni secondi, il suo sguardo si bloccò su Rias. “Mia amata Rias! Sono venuto a prenderti!”

 


Come? Mia amata? Ma chi è questo? Un suo spasimante?

Rias, dal canto suo, sembrava tutto fuorché contenta e la sua espressione s'irrigidì ancora di più quando quel ragazzo la prese per un polso con l'intento di trascinarla dicendo: “Allora, Rias, andiamo a dare un'occhiata alla sala della cerimonia. La data è decisa quindi dobbiamo controllarla prima di allora.”

“...Lasciami andare, Raiser” replicò freddamente lei prima di togliersi la sua mano di dosso.

L'altro, dal canto suo, non sembrò preoccuparsi della reazione di Rias, anzi pareva piuttosto divertito dalla sua evidente ostilità. Aveva il classico atteggiamento del bulletto che è sicuro d'imporsi su una tipa che gli piace e questo m'infastidiva parecchio; ho sempre odiato i prepotenti e quelli che fanno i galletti con le ragazze credendosi chissà chi.
In quel momento, gli occhi del ragazzo chiamato Raiser si posarono prima su Asia e poi su di me e il modo in cui ci guardò mi fece irritare ancora di più: era uno sguardo di pura superiorità, come se stesse guardando degli esseri inferiori o dei rifiuti.
“E loro? Sono tuoi nuovi servi, Rias?” chiese poi.

Un nuovo moto di nervosismo mi fece stringere i pugni. Lo sapevo. Ero sicuro che mi avrebbero preso per uno dei suoi servi solo perché sto in loro compagnia... Questa cosa mi dà davvero fastidio...

“A proposito, a parte la tua Regina, hai detto loro di noi due? Dovranno esserne al corrente per quando arriverà il momento della cerimonia” continuò Raiser senza attendere risposta alla sua precedente domanda, come se l'avesse data per scontata.

“No, non gli ho detto niente perché non ce n'era bisogno” replicò secca Rias.

“Ara ara, dura come sempre, eh? Ahahah!” rise il ragazzo.

Mentre discutevano, ripensai alle parole pronunciate da Raiser poco fa. Aveva menzionato una cerimonia, o sbaglio? Ed era chiaramente interessato a lei... Allora possibile che lui potesse essere..?

In quel momento s'intromise Grayfia: “Asia Argento-sama. Zayden Ward-san. Questi è Raiser Phoenix-sama. È un diavolo di Alta Classe e terzogenito dell'attuale capofamiglia della casata dei Phoenix.” Fece una pausa come a volerci far metabolizzare quelle informazioni prima di continuare: “Ed è anche il promesso sposo della futura erede della casata dei Gremory.”

Non mi servì nient'altro per capire. In parole povere questo tizio era...

“ È il fidanzato di Rias-ojousama.” Proprio come pensavo!

 

*


Qualche minuto dopo, Raiser era seduto accanto a Rias sul divano della sala del club intento a sorseggiare una tazza di tè preparata da Akeno e a flirtare con la sua presunta 'fidanzata'. Continuava a toccarle i capelli, le spalle, le braccia e qualche volta anche le cosce, solo per essere continuamente allontanato dalla rossa che mal nascondeva la sua insofferenza per quelle attenzioni indesiderate. Sicuramente anche Raiser aveva notato il suo fastidio, eppure non smetteva, anzi sembrava divertirsi ancora di più.
Dovevo ammettere che anche a me quel tipo dava sempre più sui nervi. Il suo comportamento spavaldo e irrispettoso era qualcosa che non riuscivo a sopportare, era il classico atteggiamento del nobile medio e io lo odiavo. Senza contare il suo modo di trattare le ragazze, da vero playboy che crede di poter farle cadere tutte ai suoi piedi e, per questo, di essere autorizzato a fare tutto quello che vuole con loro. Non potevo biasimare Rias se non le piaceva come fidanzato. Se lei faticava per stargli così vicino, io faticavo per non spaccargli quella faccia da culo.
Perché cazzo si è fidanzata con un tipo simile? Aspetta.. aveva problemi con la sua famiglia... Non dirmi che è una merda di matrimonio arrangiato?!

“Zayden-san, qualcosa non va?” sentii Asia chiedermi. Evidentemente, malgrado stessi facendo il possibile per nascondere la mia irritazione, un minimo di tensione dovevo averla mostrata.

La guardai sforzandomi di sorridere. “No, niente. Tranquilla, Asia.”

“Smettila!”

La voce rabbiosa di Rias richiamò l'attenzione di tutti. Era scattata in piedi e fissava malamente Raiser, che invece continuava a sorridere divertito. L'aura demoniaca della prima iniziò ad aumentare rapidamente. Era proprio incazzata nera!

“Raiser, te l'ho già detto prima! Non ti sposerò!”

“Sì, ti ho sentita. Ma sai che non andrà come vuoi, vero, Rias? Se non sbaglio, la tua casata è in piena corsa per superare la crisi.”

“Questi non sono affari tuoi! Se io sono la prossima erede della casata dei Gremory, allora ho il diritto di scegliere io chi diventerà mio marito! Mi era stato anche promesso che sarei stata libera fino alla laurea per l'università!”

“Proprio così. Infatti sarai libera. Potrai andare all'università e fare quello che vuoi con i tuoi servi. Ma tuo padre e Sirzechs-sama sono preoccupati. Hanno paura che la vostra casata si estingua. Nell'ultima guerra abbiamo perso un gran numero di diavoli purosangue e anche se ora la guerra è finita, le nostre rivalità con gli angeli caduti e Dio non sono ancora sparite. Non è raro che un diavolo purosangue venga ucciso a causa delle inutili battaglie fra di loro e che questo porti all'estinzione della sua casata. Quindi per i diavoli purosangue, tanto più se sono di Alta Classe, mettersi insieme sarebbe la soluzione migliore in assoluto per risolvere questo problema. Un diavolo purosangue di Alta Classe. Anche tu sai che i bambini che nasceranno da ora in poi saranno importanti, giusto?”

Anche se ancor furiosa, Rias sembrò calmarsi un po' quando Raiser tirò fuori quell'argomento.
Dopo aver bevuto il tè, quest'ultimo riprese a parlare: “La nuova generazione di diavoli. Quelli come i tuoi servi, i diavoli reincarnati, si stanno espandendo in termini di forza, ma questo sta facendo perdere a noi, i diavoli purosangue di Alta Classe con un lungo passato alle spalle, il nostro posto. Ci sono vecchi nobili che si avvicinano ai diavoli reincarnati perché sono molto potenti. Bé, anche questo va bene. Anche questa nuova generazione di diavoli è importante per il futuro. Ma non possiamo permettere che i diavoli purosangue si estinguano, giusto? Noi due siamo stati scelti allo scopo di evitare che i purosangue scompaiano. Nella mia casata ho i miei fratelli maggiori, quindi la sua sopravvivenza è assicurata. Ma poi ci sei tu, Rias, che sei invece la sola che può ereditare la casata dei Gremory. Se non prendi un marito, essa si estinguerà con la tua generazione. Stai cercando di distruggere la casata che è stata nella storia fin dai tempi antichi? Ricorda che, a causa della guerra passata, non c'è più nemmeno la metà dei diavoli che erano chiamati 'I 72 Pilastri'. Perciò, questo matrimonio ha il futuro dei diavoli nelle sue mani.”

Ora mi era davvero tutto chiaro. Anche il motivo per cui Rias aveva provato a sedurmi era ormai evidente. La famiglia dei Gremory, per assicurarsi una discendenza con il suo sangue e dunque la sua sopravvivenza, aveva promesso in sposa la propria erede a un figlio della famiglia dei Phoenix, cosa che andava a vantaggio anche di questi ultimi perché si sarebbero così legati a una delle casate più importanti e potenti e questo avrebbe aumentato enormemente il loro potere e prestigio. Due casate purosangue unite in matrimonio. Qualcosa che andava a vantaggio di tutti, meno che a una persona...

“Non ho intenzione di far estinguere la mia casata. Prenderò un marito” disse infine Rias con voce risoluta.

Raiser fece un gran sorriso a quelle parole. “Oh, come c'era da aspettarsi da Rias! Allora andiamo...”

“Ma non ti sposerò, Raiser. Sposerò solo colui che riconoscerò. Anche i diavoli delle vecchie casate nobili hanno il diritto di scegliere.”

Uhh.. l'ha detto! Allora ce l'ha la volontà di imporsi sulle decisioni della sua famiglia quando vuole, pensai divertito sapendo ciò che sarebbe successo tra poco.
Difatti, proprio come immaginavo, quel rifiuto così secco e deciso fece cambiare espressione a Raiser: il bulletto assunse un'espressione tagliente ed emise un suono con la lingua.

“...Lo sai, Rias. Sono anch'io un diavolo che porta sulle sue spalle il nome della casata dei Phoenix. Non posso permettere che quel nome venga infangato. A dire il vero, non volevo nemmeno venire in un piccolo, vecchio edificio nel mondo umano. Questo mondo non mi piace affatto. Il suo fuoco e il suo vento sono sporchi. Per un diavolo come me, che simboleggia il fuoco e il vento, è insopportabile!” La sua aura prese ad aumentare e dal suo corpo iniziarono a formarsi delle fiamme; anche intorno a noi si creò qualche lingua di fuoco. “Ti riporterò negli Inferi, anche se dovessi ridurre in cenere tutti i tuoi servi!”

L'ostilità e l'istinto omicida di Raiser aumentarono ancora e puntarono contro i servi di Rias e me. Quello stronzo faceva sul serio: se lei si fosse opposta ancora, ci avrebbe sicuramente attaccati.
Vidi Kiba e Koneko prepararsi a contrattaccare e sentii Asia stringersi al mio braccio, terrorizzata dall'aura e dall'istinto omicida emessi da Raiser. La avvicinai ancora di più a me per rassicurarla, mentre Rias si metteva in guardia ed espandeva a sua volta l'aura; intorno al suo corpo si formò uno strato di energia cremisi.
Le fiamme generate da Raiser aumentarono ancora e si convogliarono dietro alle sue spalle formando due ali di uccello, mentre la temperatura nella stanza aumentava considerevolmente. Potevo sentire chiaramente il suo desiderio di incenerirci tutti senza pietà, ma la cosa non mi dispiaceva affatto.

Bravo, continua così. Prova ad attaccarci, forza. Dammi un motivo per romperti il culo, non aspetto altro! Non vedo l'ora di ricacciarti in gola tutte le stronzate che hai detto! Avanti, fai il bravo bulletto e attacca! Che aspetti?!, pensai trattenendo a fatica un sorrisetto maligno e sentendo le dita della mano destra formicolarmi.

La mia speranza svanì quando, ad avanzare in mezzo ai due, fu Grayfia. “Ojousama, Raiser-sama, per favore, calmatevi” disse con voce perfettamente pacata ma risoluta. “Se entrambi continuaste, allora nemmeno io rimarrei più calma a riguardo. E per l'onore di Sirzechs-sama, non mi tratterrei.”

Non aveva emesso nessuna aura, ma le sue sole parole bastarono per rendere immediatamente più nervosi sia Rias che Raiser. Era comprensibile dopotutto: anche se l'avevo incontrata solo da poco, conoscevo fin troppo bene la fama di Grayfia Lucifuge e sapevo che non era solo la Regina di Sirzechs Lucifer e la serva della sua vecchia casata, ma anche la sua stessa moglie. Sì, proprio così. Quella era la moglie di Lucifero in persona! Dunque, in confronto a lei, era chiaro che due semplici diavoli di Alta Classe come loro fossero impotenti. Diamine, persino io avrei avuto qualche problema ad affrontarla se anche solo la metà dei racconti sulla sua presunta forza fossero stati veri.
Ora agiva da cameriera della casata Gremory, ma stava solo a Rias e Raiser se avesse continuato a comportarsi come tale o se avesse dovuto invece comportarsi come Regina del Maou Lucifer.
Qualche secondo dopo, le fiamme che circondavano Raiser e l'aura di Rias svanirono com'erano comparse ed entrambi sembrarono tranquillizzarsi almeno un po'.

“...Per essere chiamata la 'Regina Suprema', anche io ne sarei spaventato... Non ho assolutamente intenzione di combattere contro coloro che provengono dal gruppo di Sirzechs-sama, che si dice sia composto da mostri” disse Raiser alzando le mani in segno di resa. Vicino a lui, anche Rias abbandonò la posizione di guardia.

Bé, almeno non è così stupido da attaccar briga con qualcuno che sa essere chiaramente più forte, pensai lievemente deluso. Peccato. Ormai ci speravo che provasse ad attaccare. Così non solo gli avrei dato una lezione, ma mi sarei scrollato un po' di sonnolenza di dosso... Pazienza.
Notai in quel momento che alcune delle fiamme di Raiser che stavano ancora svanendo erano vicine al mio fianco e, con un gesto rapido, ne afferrai una piccola manciata con la mia mano destra senza che gli altri se ne accorgessero. Le tenni e sfregai tra le mie dita per qualche secondo, saggiandone il calore e l'intensità. Infine, simulando il volermi strofinare il naso, le portai alla bocca e le ingoiai dopo averle gustate per un po'.
Piuttosto fredda e.. insipida. Sembra più una goccia di rugiada che una fiamma. Davvero deludente per un membro della casata che porta il nome della leggendaria araba fenice. E si autodefinisce un diavolo che simboleggia il fuoco e il vento? Che patetico buffone. Faccio di meglio da quand'ero un marmocchio di nove anni...

Ero così impegnato a deridere Raiser mentalmente che quasi non mi accorsi che Grayfia stava di nuovo parlando: “Il padrone, Sirzechs-sama e le altre persone della casata dei Phoenix sapevano che sarebbe successo qualcosa del genere. A dire il vero, questo doveva essere l'ultimo incontro sulla discussione, però, tutti sapevano che non si sarebbe risolto nulla, così hanno deciso di ricorrere ad un'ultima risorsa.”

“Ultima risorsa? Che cosa vuoi dire, Grayfia?” chiese Rias perplessa.

“Ojousama, se è così decisa a far valere i propri desideri, che ne dice di risolvere la questione con Raiser-sama mediante un Rating Game?”

Rias rimase senza parole dopo aver sentito quel nome.

Un Rating Game. Lo conoscevo solo di fama: un gioco simile agli scacchi molto diffuso tra i diavoli di alto rango, nel quale questi combattevano usando i propri servi in un'ampia varietà di sfide anche molto diverse tra loro. Era anche per via di tali giochi che i poteri dei vari Evil Pieces dei diavoli servitori si basavano sugli scacchi. Per spiegarla in poche parole, in un Rating Game, il diavolo di alto rango assume il ruolo che negli scacchi avrebbe il 'Re', mentre i suoi servi acquisiscono un ruolo corrispondente agli Evil Pieces usati per reincarnarli: Regina, Alfiere, Cavallo, Torre e Pedone, ognuno dotato di capacità particolari proprio in base a tali pezzi. La vittoria si conquistava sconfiggendo il Re nemico -quindi una sorta di 'scacco matto'-, o costringendolo alla resa, o completando un particolare obiettivo o la sfida assegnata per quella partita. Almeno era quello che avevo sentito.

“Proprio come sa, Ojousama, il Rating Game può essere giocato solo da diavoli maturi” continuò a parlare Grayfia. “Ma se il match non è ufficiale, allora anche un diavolo che non ha raggiunto la maturità può partecipare. In questo caso...”

“È insolito che vengano immischiati i problemi della famiglia e della casata, giusto?” disse Rias facendo un sospiro. “In altre parole Otosama e gli altri hanno scelto di farci fare questo Game come ultima risorsa nel caso avessi rifiutato, vero? ...Quanto mi dà i nervi che debbano continuare a controllare la mia vita..!” Dire che era incazzata era un eufemismo.

“Sta dicendo che quindi intende rifiutare anche di partecipare al Game, Ojousama?” chiese Grayfia.

Lei scosse la testa. “No. Anche questa è una possibilità per sistemare le cose. E sia allora. Decidiamo con il Game, Raiser.”

Quest'ultimo, nell'udire quelle parole, fece un sorriso di sfida. “Davvero stai accettando? Oh bé, non importa. Io sono un diavolo maturo e ho già giocato molte partite vincendo la maggior parte delle volte, mentre tu non hai alcuna esperienza. Anche dopo aver sentito questo, vuoi ancora giocare, Rias?”

Rias lo guardò con una smorfia, ma sostenne il suo sguardo. “Giocherò. Giocherò e ti annienterò, Raiser!”

“Bene. Se vinci tu, farai quello che vuoi. Ma se vinco io, dovrai sposarmi subito senza fare storie!”

L'unica risposta alle condizioni poste fu un'occhiata tagliente.
Non ci credo. Quella sciocca sta davvero accettando?!

“Ho capito. Io, Grayfia, confermo le opinioni di entrambi i lati. Sarò la responsabile del Game tra le due parti. Va bene?”

“Sì.”

“Sì.”

Sia Rias che Raiser accettarono le parole della cameriera dai capelli argentati.

“Okay. Allora informerò le due casate” concluse chinando il capo.

Raiser passò poi a osservare il gruppo della sua 'fidanzata'/avversaria e fece una smorfia divertita. “Rias, solo per esserne sicuro, sono tutti qui i tuoi servi?”

“E se anche fosse?”

Il galletto scoppiò a ridere. “Allora questo Game sarà uno scherzo. Solo la tua Regina, la 'Sacerdotessa dei Fulmini', può combattere alla pari con le mie serve. Sai.. io ho un set completo.”
Detto questo, schioccò le dita e un nuovo cerchio magico col simbolo dei Phoenix comparve alle sue spalle. Da esso iniziarono ad apparire una serie di figure.. ma quante erano? In poco tempo, quindici diverse persone si erano materializzate nella sala ed erano.. tutte ragazze! Una indossava un'armatura da cavaliere, un'altra aveva un cappuccio da mago, un'altra ancora indossava un vestito di fattura cinese, due avevano delle curiose orecchie da gatto, altre due sembravano gemelle, un'altra aveva un abito da lolita, poi due ragazze più grandi molto formose e dai vestiti molto scollati, una che indossava un kimono, un'altra invece un vestito come quello di una principessa europea, un'altra ancora portava anch'ella un'armatura e uno spadone sulla sua schiena, poi vi era una ragazza che indossava un vestito da ballerina e, infine, una che portava una maschera che le nascondeva metà del viso.

 


“Queste sono le mie serve carine” le presentò Raiser con un ghigno. “ Vuoi ancora andare avanti, Rias? Pensi ancora di poter vincere?”

Si è fatto un set completo di quindici pezzi con solo ragazze? Che merda di playboy, mi fa davvero vomitare... E vuole pure la moglie? Ok che i diavoli accettano senza problemi la poligamia e gli harem, ma questo mi sembra davvero un po' troppo. Ci scommetto che per lui Rias sarebbe solo un'altra aggiunta al suo suddetto harem più che una moglie. Schifoso maniaco..., pensai guardando prima lui e poi la suddetta rossa, mentre il mio sguardo disgustato diventava uno più riflessivo. Ad ogni modo, è un bel guaio per lei. Mi secca essere d'accordo con quello stronzo, ma ha ragione: non ha possibilità di vittoria contro di lui. Oh bé, se Rias è davvero furba come pensa, saprà cosa fare per uscire da questa situazione senza troppi intoppi. Non deve partecipare a questa farsa, né ne ha certo bisogno...

Ma le parole successive di Rias smentirono i miei pensieri su di lei: “Non m'importa se siete in superiorità numerica e se non ho la tua esperienza. Raiser.. io, anzi noi ti sconfiggeremo comunque! Ad ogni costo!”

Intorno a me i membri del suo gruppo annuirono decisi e persino Asia cercò di assumere un'espressione risoluta. L'unico a rimanere impassibile fui io.
E probabilmente ero anche l'unico che stava pensando: Razza di stupida ragazza ingenua. Ti sei rovinata da sola.
Avevo visto e sentito anche troppo per i miei gusti e ne avevo abbastanza. Questa farsa non mi divertiva affatto, perciò mi staccai dal muro e, sotto lo sguardo perplesso di tutti i presenti, mi avviai verso la porta d'uscita.

“Dove stai andando, Zayden-san?” sentii Asia chiedermi.

Voltai la testa verso di lei. “Vado a casa.”

“Cosa? Così all'improvviso? Perché?” esclamò lei. Anche gli altri mi guardarono sorpresi, compresi Rias e Raiser. L'unica imperturbata era Grayfia.

“Perché sono stufo. Ora ho finalmente capito qual era il problema di Rias e vedere come è stata gestita la situazione finora mi ha dato sui nervi. Tutta questa storia del fidanzato della casata dei Phoenix, del matrimonio forzato e del Rating Game... Sinceramente non ho mai visto e sentito così tante stronzate in vita mia. Mi sono stancato di star ad ascoltare queste buffonate e di certo non starò a guardare una partita il cui risultato è già deciso. Non c'è niente di più noioso e patetico. Per questo me ne vado a casa. Ho perso anche troppo tempo.” E ripresi ad avanzare verso la porta.

“Che cosa vorresti dire?” Questa volta la voce era quella di Rias. Mi voltai di nuovo e vidi che mi fissava con uno sguardo ferito, come se non si aspettasse le mie parole. “Stronzate? Buffonate? Risultato già deciso? Come ti permetti di parlare con tanta leggerezza di questa storia! È molto seria per me! Per tutti noi!”

La mia risposta fu una risatina sarcastica. “Correggiti, bellezza: è importante per voi, non per me. Io non ho niente a che fare con tutto questo. E se parlo con quella che tu chiami leggerezza, è perché è la verità.” Le rivolsi uno sguardo più duro. “Io dico le cose come stanno, senza giri di parole, dovresti averlo capito ormai, no? E dico che la tua famiglia deve volerti davvero bene per importi i suoi voleri con una simile farsa. Inoltre, vista la tua intelligenza, dovresti aver capito anche tu che questo Game non è una sfida che puoi vincere, eppure invece di importi in altro modo facendo valere le tue più che giuste e legittime ragioni, accetti di stare a queste condizioni ridicole e di combattere una battaglia già persa. Praticamente stai solo ritardando l'inevitabile senza avere o anche solo pensare a un piano di scorta. Come dovrei giudicare questa storia se non una buffonata? Ti facevo più astuta e intraprendente, Rias Gremory.”

La sua espressione divenne di sorpresa prima di rabbuiarsi; piegò il capo verso terra nascondendo i suoi occhi con la frangia e vidi le sue labbra tremare, incapaci di controbattere. Koneko e Akeno mi rivolsero uno sguardo tagliente, Kiba uno accusatorio e Asia uno triste e un po' di disappunto.
Potevo capirli, non era piaciuto neanche a me essere così duro e diretto, ma non sono mai riuscito a non dire il mio reale pensiero in situazioni delicate come questa. Trovavo che una qualunque bugia sarebbe servita solo a peggiorare tutto. Perciò, mi limitai a scrollare le spalle e a rivolgermi di nuovo verso la porta.

Ancora una volta una voce mi fermò e, purtroppo, era quella di lui: “Ehi ehi, Rias. Ma che cosa insegni ai tuoi servi? Gli permetti davvero di essere così irrispettosi e di fare come gli pare? È un affronto bello e buono sia verso di te che verso tutti i diavoli dotati di un proprio set di Evil Pieces. Simili soggetti andrebbero puniti all'istante!”

Ok, ora mi sono stancato di questa storia del cazzo.
“Per tua informazione, Raiser P., io non sono un servo di Rias Gremory, per questo mi permetto di parlare come mi pare. Non te ne sei accorto? Io non ho una fottuta aura demoniaca!” sbottai girandomi verso di lui.

Raiser mi fissò interdetto per qualche secondo, poi parlò sprezzante: “...Ora capisco perché sentivo puzza di umano. Credevo fosse per via del fatto che siamo sulla Terra, invece c'era davvero un misero essere umano in questa stanza. Ehi, Rias, sei impazzita? Ora porti anche gli umani nel tuo gruppo? E perché sa di noi diavoli?”

“Fa parte anche lui del mio club scolastico e, perciò, ritenevo opportuno che partecipasse alla nostra riunione odierna. Per quanto riguarda la sua conoscenza, è un possessore di Sacred Gear, quindi sa tutto dei nostri mondi e dei loro abitanti” rispose Rias che sembrava essersi ripresa. “Non è un mio servo, vero, e difatti non era mia intenzione coinvolgerlo in questa storia, ma sei arrivato prima di quanto pensassi. Diciamo che è stato un caso che assistesse alla nostra discussione.”

“Capisco. Un possessore di Sacred Gear, eh?” Il galletto mi fissò con aria di scherno. “E hai pure una lingua bella lunga... Se fossi in te, la terrei a freno. Lo sai che siamo diavoli di Alta Classe che...”

PRRRRRTTT

Non appena feci quella pernacchia con la bocca, tutti mi guardarono interdetti, in particolare Raiser sembrava sconvolto.
Ghignai. “Scusa, non credo di aver capito. Stavi dicendo qualcosa riguardo ai diavoli, ma c'è stato un rumore di disturbo nel sottofondo. Potresti ripetere?”

Lui mi guardò chiaramente irritato, ma parlò di nuovo: “Stavo dicendo che dovresti imparare qual è il tuo posto, umano. Siamo diavoli di Alta...”

PRRRRRTTT

La seconda pernacchia suscitò delle risatine sommesse da parte del gruppo Gremory, Rias compresa, ma Raiser s'infuriò: “Adesso basta! Falla finita! Non ti permetto di..!”

PRRRRRTTT

L'aura demoniaca del galletto si espanse di nuovo e un alone incandescente lo avvolse, mentre i suoi occhi mandavano lampi di rabbia. “Ora ne ho abbastanza.” Si voltò verso il suo gruppo. “Mira.”

Si fece avanti una ragazza dai capelli blu minuta quanto Koneko, vestita con uno yukata bianco molto corto che si fermava a metà coscia, una giacca rossa, delle bende avvolte intorno alle caviglie e dei sandali; in mano maneggiava un lungo bastone. Percepivo un'aura piuttosto bassa proveniente da lei, anche rispetto a quasi tutte le sue compagne, quindi forse era la più debole o una delle più deboli.

 


Pensava forse di umiliarmi con il minimo della sua forza servitrice? Idiota.

“Procedi. Dagli un assaggio.”

“Sì, Raiser-sama.”

Detto questo, senza preavviso, la ragazzina scattò rapida in avanti e mi colpì allo stomaco con un affondo del bastone. Avrei potuto evitarla, ma volevo sentire sulla mia pelle la sua forza. Il colpo mi spinse indietro di qualche metro e mi fece tremare un po', ma il dolore che provavo non era niente in confronto a quello che mi ero abituato a provare in tutta la mia vita.
Rias e gli altri sobbalzarono per l'aggressione improvvisa, ma io alzai lo sguardo verso Mira e le feci un sorrisetto di scherno. “Tutto qua?”

Lei digrignò i denti e attaccò ancora, ma stavolta non avevo intenzione di subire. Non appena provò a colpirmi con una rotazione del bastone, alzai la mano destra e lo afferrai al volo per poi tirarla verso di me, prenderla sottobraccio col sinistro e sollevarla in modo da avere la sua testa dalla parte della mia schiena e il suo posteriore davanti a me. “Ehi, che stai facendo?!” strillò la ragazzina, agitata più per la posizione che per altro.

“Ti do una lezione. Se c'è una cosa che non sopporto, oltre ai galletti presuntuosi e strafottenti come il tuo padrone, sono le mocciose come te che si comportano in modo irrispettoso verso quelli più grandi solo per compiacere chi piace loro e che s'immischiano volontariamente in atti decisamente sconvenienti. E so bene qual è la punizione perfetta per quelle come te.” Alzai la mano destra e la abbattei con forza sulle sue natiche. Lei gridò di dolore, mentre ripetevo il colpo più volte. “Se c'è una cosa che rimette in riga le bambine cattive, è una sonora sculacciata! Così forse imparerai un minimo di decenza!”
Continuai a sculacciarla per un altro po', poi la lasciai andare tenendomi però il suo bastone. “Tornatene a casa ora!” esclamai spezzando l'arma in due e gettandola via.

Mira si alzò a fatica reggendosi il fondoschiena dolorante e corse dalle sue compagne con le lacrime agli occhi. Queste ultime mi fissarono con un misto di disgusto, rabbia, stupore e.. paura.
Raiser, dal canto suo, era livido. “Come hai osato... Tu, misero umano... Come hai..?”

“Io oso perché non m'interessa se siete creature sovrannaturali” replicai ripetendogli le stesse parole che avevo detto a Raynare. “Credi che solo perché sei un diavolo nobile, io debba portarti rispetto? Ma per favore! Io me ne sbatto di titoli o identità! Il rispetto è una cosa che va guadagnata, non pretesa, e tu, galletto dei miei stivali, non lo meriti affatto! Guardati, ai miei occhi sei solo un patetico playboy da quattro soldi che crede di poter fare tutto quello che vuole solo per il suo titolo. Hai accettato un matrimonio combinato solo per avere un'altra donna a tua disposizione e per aumentare la tua fama. Per giunta, visto che sei troppo codardo per sistemare da solo le cose in modo onorevole e da vero uomo, accetti una sfida fin troppo scontata alla 'ti piace vincere facile' e mandi avanti le tue servitrici a fare quello che dovresti fare tu. Sei un vigliacco senza palle e un arrogante galletto, ecco cosa penso tu sia, Raiser P.!”

Il suddetto galletto mi guardò ancor più furioso e sconvolto, era chiaro che nessuno gli aveva mai parlato così. “Tu, MALEDETTO! Non ti permetto di parlarmi così, schifoso umano! Io sono un diavolo di Alta Classe appartenente alla casata dei Phoenix e tu solo un mortale inferiore! Quelli come te non dovrebbero nemmeno osare rivolgersi a noi in quel tono così insolente e..!”

“Ma taci! Fai un favore a tutti: TACI! Piuttosto che continuare a sparare cazzate, è meglio se stai zitto! Da quando sei arrivato qui, ogni singola parola che hai detto non era che una stronzata! La più grande buffonata di questa storia è il fatto che la famiglia di Rias sia davvero d'accordo nel costringerla a sposare un demente stupido e arrogante come te! Perciò, stai zitto che è meglio, Raiser P.!”

“Non tollererò oltre questi tuoi insulti, sappilo! Come.. e poi come mi chiami? Perché storpi il mio nome? Io sono Raiser Phoenix!”

“Mi rifiuto.”

“...Cosa?”

Gli rivolsi un ghigno ancora più provocatorio e beffardo di prima. “Mi rifiuto di chiamarti così. È un insulto al nome della leggendaria araba fenice associare la tua faccia ad esso!” Mi godetti la sua faccia allibita e offesa oltre ogni immaginazione, ma non mi fermai lì: “Trovo invece che questo cognome ti si addica di più. Sai, è ispirato a un famoso romanzo italiano della mia razza... Come si chiamava... Ah, ecco: 'Cento colpi di spazzola'! È di tipo erotico, quindi sono sicuro che ti sarebbe piaciuto molto... A me ha convinto un amico a leggerlo, ma non l'ho apprezzato molto. Non è il mio genere.” Parlavo in modo tranquillo e schietto, come se mi stessi rivolgendo proprio a un amico, ma senza perdere l'evidente nota sarcastica che avevo. Lui mi guardava sempre più incazzato, mentre Rias e gli altri sembravano faticare per non ridere. “Ne hanno tratto anche un film e, nel suo titolo, era usata proprio la lettera P insieme al nome della protagonista. Sai che parole in lingua italiana possono iniziare con la 'P', no? Riesci a immaginare, se era di argomento erotico, quali parole le malelingue abbiano finito per associare a quel titolo? Ecco, direi che per te è esattamente la stessa cosa. Una fenice? Ma per favore! Se proprio ti devo associare il nome di un animale.. facciamo il.. il.. ecco! Il porco! No, anzi, il pollo! Così rimaniamo sempre tra gli uccelli! E se aggiungiamo il fuoco, facciamo un bel fritto! Raiser Pollo Fritto! Ci sta ancora meglio!”

“BASTAAAAAA!!!!!”

Quell'urlo rabbioso fu accompagnato dall'emissione improvvisa dalla mano alzata di Raiser di una grossa onda di fuoco diretta verso di me. La sua reazione era stata così impulsiva e immediata che ne fui sorpreso per un attimo e mi venne da alzare d'istinto le braccia per proteggermi. La fiammata mi investì sbattendomi indietro, bruciando la mia uniforme e distruggendo il muro alle mie spalle.
Mi ritrovai a precipitare nel vuoto e capii che mi aveva sbattuto fuori dall'edificio. Ero momentaneamente accecato dal colpo, ma sapevo qual era l'altezza del piano della sala e cosa c'era sotto di me, perciò mi limitai a piegare lievemente le gambe e, non appena sentii i miei piedi toccare qualcosa, cedetti in avanti trasformando così la caduta in una capriola sul prato su cui ero atterrato e rimettendomi in piedi all'istante. Mi guardai: la parte superiore della mia uniforme era a pezzi, a parte una piccola porzione di camicia bruciacchiata che ancora mi copriva la metà sinistra del busto, e i pantaloni erano anch'essi pieni di bruciature. Spensi con un gesto disinvolto una fiammella che mi ardeva ancora sulla spalla e notai che, come avevo immaginato, il colpo non mi aveva fatto niente. Anzi, avevo a malapena sentito calore quando mi aveva colpito.
Tsk! E questa è la potenza che attribuiscono attualmente all'araba fenice? Ma per favore! Si sentirebbe come minimo oltraggiata se venisse a sapere di essere accostata a queste fiammelle! Persino un phon mi avrebbe fatto sentire più caldo! Tuttavia.. non posso negare una cosa: quello era un colpo letale per un essere umano normale. Quello stronzo ha provato davvero a uccidermi.
Alzai lo sguardo e vidi che buona parte della parete del piano della sala era stata distrutta e un gran fumo usciva da essa; dall'interno sentivo le voci di Asia e Rias che rispettivamente urlavano di paura e imprecavano contro Raiser. Udii quest'ultimo ribattere: “Era solo un umano insolente e borioso! La vita di esseri come quello non vale niente, perciò non venirmi a fare la paternale, Rias! Devo dire che sei davvero caduta in basso a mescolarti con gente simile! Ad ogni modo, ora non potrà più..!”

“Non potrò più cosa, Pollo Fritto?”

Con mio sommo piacere, l'intera sala si ammutolì quando gridai quella frase. Concentrai tutta la mia forza nelle gambe e balzai nel buco che si era formato al secondo piano, ritrovandomi così di nuovo nella sala del club e facendo sobbalzare tutti i presenti. Raiser, in particolare, mi guardava sconvolto.

“Zayden-san! Stai bene!” mi gridò Asia sollevata.

Le sorrisi. “Certo che sto bene. Non sono un tipo che tira le cuoia così facilmente!” Poi mi voltai verso Raiser e, fissandolo tagliente, mi strappai di dosso ciò che restava della camicia e la agitai davanti a me. “Piuttosto.. lo sai che questa era l'unica uniforme che avevo?! Ed era pure nuova! Hai un qualche indirizzo a cui posso mandarti il conto della tintoria dopo che ti avrò rotto il culo?!”

Il galletto mi guardò sconvolto squadrandomi da capo a piedi, apparentemente incapace di parlare. Con la coda nell'occhio, mentre gettavo via la camicia strappata e bruciata, vidi che anche le sue serve e i membri del gruppo Gremory mi guardavano basiti. Il motivo mi fu subito chiaro: era la prima volta che mi vedevano davvero.. che vedevano il mio torso pieno zeppo di cicatrici.
Innumerevoli segni nodosi di tagli, abrasioni e vecchie ferite solcavano il mio petto e il mio addome in una sorta di inquietante ragnatela impressa sul mio corpo, le mie braccia presentavano soprattutto al di sopra dei gomiti tracce di squarci e lividi e due grosse cicatrici da ustione tiravano la mia pelle sulla scapola destra e sotto la spalla sinistra; su alcuni punti, inoltre, avevo dei piccoli segni circolari dai contorni frastagliati, indici di zone in cui ero stato trapassato da armi o altri attacchi.
Tutti mi fissavano sconvolti e inorriditi. Le serve di Raiser sembravano chiedersi che cosa mi fosse successo, mentre i membri del gruppo Gremory dovevano essersi resi conto per la prima volta di quanto fossero stati veramente duri quegli undici anni di scontri e sangue che dicevo di aver vissuto. L'unica che mi guardava un po' meno sorpresa degli altri era Rias; non mi stupiva visto che mi aveva già visto nudo almeno due volte, ma anche il suo sguardo era comunque rigido e addolorato mentre mi fissava. Similmente, Grayfia non aveva mostrato segni particolari di sorpresa quando mi aveva visto, ma mi sembrò che i suoi occhi fossero diventati più freddi di prima.

Raiser mi guardò con un'espressione insolita per qualche altro secondo, poi sghignazzò. “Ma guarda. A quanto pare non sei solo parole, umano. Tutte quelle cicatrici indicano chiaramente che devi aver vissuto una vita di battaglie. Mai visto niente di simile, sai? Impressionante.. e a dir poco ributtante. Non posso credere che tu non abbia cercato di far sparire quegli obbrobri e che nemmeno ti preoccupi di non mostrarli. Anzi, sembri quasi andarne fiero... Ridicolo! Non hai visto che reazione susciti in coloro che ti guardano, soprattutto nelle donne? Non ti vergogni a mostrare uno spettacolo tanto rivoltante? Sei rovinato, straziato, grottesco.. insomma, sei disgustoso!”

Io rivolsi un'altra occhiata alle sue serve prima di riportare gli occhi su di lui e, con sua somma sorpresa, gli restituì il suo stesso sghignazzo. Questo idiota non aveva ancora capito con chi aveva a che fare! “Tu dici che io sono disgustoso, eh? Dici che chi vede il mio corpo prova ribrezzo? Sì, probabilmente hai ragione... Tuttavia, anche se fosse vero, sappi che non me ne potrebbe fregare di meno. Queste cicatrici forse saranno brutte a vedersi dal punto di vista estetico, ma non me le farei mai rimuovere per due motivi. Uno, non m'importa granché della mia estetica, non sono vissuto finora per partecipare alle sfilate e ai concorsi di bellezza. Due, sono importanti per me perché simboleggiano quella che è stata la mia vita. Ognuna di esse è indice di un momento duro della mia vita, degli allenamenti che ho sostenuto per diventare più forte, degli avversari più forti che ho affrontato, delle mie vittorie e delle mie sconfitte e per questo significano molto per me. Ogni volta che le guardo, queste cicatrici mi ricordano a cosa sono passato attraverso nella mia vita, tutte le avversità che ho affrontato e superato per arrivare fin qui e tutte quelle che probabilmente dovrò ancora affrontare per raggiungere i miei obiettivi e i miei sogni e mi spronano per questo ad andare avanti senza voltarmi indietro. Ecco perché ne sono fiero e non faccio nulla per nasconderle o cancellarle.”
L'espressione assunta dal galletto era impagabile: evidentemente non si aspettava una risposta così convinta e forte da parte mia. Decisi di approfittarne per incalzare ancora di più: “Piuttosto.. sbaglio o mi hai fissato in modo strano prima di cercare di sfottermi? Non è che forse eri invidioso perché, sotto queste cicatrici, dimostro un fisico migliore del tuo? O sono proprio queste cicatrici che deridi ciò che, in realtà, vorresti avere anche tu? ”

La faccia di Raiser divenne ancor più comica quando annaspò alle mie parole come un pesce fuor d'acqua. “Co-cosa dici, maledetto? Io.. il grande Raiser Phoenix dovrei essere invidioso del corpo martoriato di un misero essere umano?! Non ho mai sentito una sciocchezza simile!”

Disse il pollo a cui tremava la voce davanti alla mannaia del cuoco! “Eppure mi fissavi come se stessi pensando: 'Però... Certo che ne ha di muscoli! Anche più di me!' e dopo che ho lodato le mie cicatrici ti sei ammutolito subito... Forse ora le vuoi anche tu? Dopotutto si dice che le cicatrici invece piacciano alle donne... Ora che ci penso, se non sbaglio i membri della tua casata hanno capacità rigenerative simili a quelle della fenice, giusto? Scommetto dunque che il tuo corpo è immacolato, candido come quello di un neonato, dal momento che non possono rimanerti cicatrici... Con un corpo così perfetto.. come puoi dimostrare che le tue battaglie sono state davvero così dure? Se poi sei anche il classico tipo 'ti piace vincere facile', allora non sei un potente diavolo, ma una barzelletta! E pure scadente!”

Raiser divenne praticamente viola, mentre digrignava i denti e la sua aura aumentava sempre di più, al punto da ricreare le fiamme di prima e riformare le sue ali da uccello; il suo stesso istinto omicida stava crescendo a un ritmo preoccupante. “Adesso BASTA! Mi hai STUFATO! Non tollererò oltre la tua insolenza, SCHIFOSO UMANO!”

Dovevo ammetterlo: anch'io mi ero stufato di sentirlo pronunciare la parola 'umano' come se stesse sputando qualcosa di disgustoso. È ora che qualcuno t'insegni quanto gli umani possono essere terrificanti..., pensai prima di rilasciare a mia volta la mia aura e il mio istinto omicida, generando un alone scarlatto intorno al mio corpo ancora più intenso del suo e facendo sì che l'atmosfera nella stanza diventasse immediatamente più opprimente.
Raiser sgranò gli occhi alla mia dimostrazione di potere e io, ghignando come mio solito, dissi: “Credo che tu abbia dimenticato un particolare molto importante, caro il mio Pollo Fritto... Io non sono un comune essere umano, ricordi? E sappi che non sono nemmeno un normale possessore di Sacred Gear. Dentro di me...” alzai il braccio destro e feci comparire il Boosted Gear “...alberga il Drago Celeste che faceva cagare sotto di paura sia Dio che Satana!”

Le serve di Raiser sbiancarono alle mie parole e lui stesso trasalì per un attimo, chiaramente preso in contropiede; dopo qualche secondo, però, riacquistò il suo sguardo arrogante. “Ora capisco. Ma certo, ecco perché sei sopravvissuto al mio precedente attacco. Allora non sei un semplice, fragile ammasso di carne e ossa... Il Drago Celeste, eh? Devo presumere che quello sia il tanto famigerato Longinus, Boosted Gear?”

Il mio ghigno si allargò mentre facevo sparire il guanto e m'inchinavo in modo palesemente provocatorio. “Permettimi di presentarmi formalmente, Raiser Pollo Fritto.” Alzai gli occhi giusto per godermi il lampo di stizza che gli attraversò il volto nel sentire quel nome prima di continuare: “Il mio nome è Zayden Ward, studente della Kuoh Academy, membro onorario del Club di Ricerca dell'Occulto di Rias Gremory e.. attuale Sekiryutei. Molto piacere di conoscerti.” Mi raddrizzai espandendo nel contempo ancora di più la mia aura, al punto che l'edificio iniziò a vibrare e delle crepe si formarono sul pavimento sotto i miei piedi. “E ora ti informo che sto per romperti il culo. È tempo per te di imparare un po' di educazione e soprattutto di umiltà! Scusami, Rias” le rivolsi una breve occhiata prima di iniziare a schioccarmi le nocche, “ma temo che non avrai mai occasione di sfidarlo.. perché sto per infliggergli una cicatrice che né sparirà né dimenticherà per tutta la sua vita!”

Raiser, dal canto suo, accolse le mie parole con un sorrisetto strafottente ed espanse a sua volta l'aura. “Forse sarai un avversario più divertente di quanto credessi, Sekiryutei... Ma ti consiglio di non farti illusioni! Il colpo con cui ti ho attaccato prima era solo una piccola parte della mia vera forza! Ora ti mostrerò cosa possono davvero le fiamme di un Phoenix! Sarai tu a rimpiangere questo scontro per il resto della tua vita!”

Che coglione... Credi davvero di spaventarmi? È tempo che ti mostri che cosa significa possedere la vera potenza del fuoco!

Proprio quando stavamo per scagliarci l'uno contro l'altro, tuttavia, fu l'urlo inatteso di Rias a fermarci: “FERMI DOVE SIETE!!”

Il grido era così carico di rabbia e autorevolezza che sia io che Raiser ci voltammo a guardarla sorpresi. La rossa era circondata dalla sua aura cremisi e aveva un cipiglio a dir poco furente. “Credete davvero di potermi mettere così da parte e di poter fare i vostri comodi come se niente fosse?! Bé, vi sbagliate di grosso!” sbottò ad alta voce. “Zayden, hai detto tu stesso che non hai nulla a che fare con noi della casata dei Gremory, giusto? È vero, hai assolutamente ragione! Proprio per questo, non ti permetto di intrometterti, anche indirettamente, in questa storia! Se sconfiggerai Raiser prima di me, considerando cosa fai ai tuoi avversari, non sarò più in grado di affrontarlo e non potrò dimostrare la mia risolutezza e far valere le mie ragioni! Perciò non ti permetterò di combatterci finché non avremo il nostro Rating Game!”

La sua determinazione e sicurezza mi sorpresero, ma nel contempo mi sentii ancor più frustrato per esse. “Possibile che tu non riesca a capirlo, principessina? Se farai quel Game, perderai e il destino a cui vuoi tanto sfuggire diventerà inevitabile!” replicai a voce altrettanto alta. “Perché ti ostini a voler risolvere la faccenda in questo modo?! Potresti benissimo farlo in altre maniere ben più sicure e giuste, parole comprese, e invece vuoi a tutti i costi combattere una battaglia già persa animata da chissà quale sicurezza o falsa speranza! Perché devi essere così immatura e irrazionale, eh?”

Rias si mise davanti a me e mi guardò dritto negli occhi, le mani ai fianchi e lo sguardo non più rabbioso ma pieno solo di determinazione. “E chi sei tu per dire che questo è uno scontro a senso unico? Come puoi dire con assoluta certezza che sono destinata a perdere in ogni caso? Se è vero che le cose non vanno mai come ci si aspetta, allora potrebbe anche essere che vadano come tu non pensi sia possibile! Potrai anche considerare la mia come una speranza infantile e forse hai ragione, ma, a differenza di quanto tu pensi, è anche la mia migliore e vera possibilità di uscire da questa dannata storia! Credi che non abbia pensato ad altri modi per cavarmela? Fidati se ti dico che ci ho provato per anni, ma ogni volta i miei sforzi venivano vanificati in qualche modo e mi ritrovavo così sempre al punto di partenza... Questa invece è un qualcosa a cui nessuno potrà più opporsi perché i Rating Game sono praticamente sacri per i diavoli nobili! Inoltre, non è solo per rompere il matrimonio che lo faccio...” I suoi occhi si abbassarono per un attimo prima di tornare a fissarmi ancor più carichi di ardore. “Un giorno dovrò anch'io partecipare ufficialmente ai Rating Game e questa è dunque anche un'ottima occasione per iniziare ad avere esperienza con il loro mondo. Io intendo diventare la prossima campionessa dei Rating Game degli Inferi e, perciò, non posso tirarmi indietro ora che mi è stata lanciata una sfida! Non ne va dell'onore della mia famiglia, ma del mio e dei miei obiettivi! Ecco perché io giocherò quella partita e vincerò! E questo è tutto!”

Dovevo ammetterlo: quella ragazza mi stava davvero dando sui nervi.. ma nel contempo ne ero ammirato. Il modo e la sicurezza con cui mi aveva risposto erano encomiabili. Quella risolutezza non era cosa da poco, né le sue parole erano campate per aria. Aveva parlato sicura di ogni singola cosa e, anche se sembrava sapere pure lei che la sua era una speranza vana, questo non le impediva di volerci provare lo stesso e smentire quel risultato già dato per scontato. Di ribaltarlo con la forza della sua volontà.
Questo, tuttavia, non cambiava niente. Espirai prima di parlare: “...Cocciuta fino alla fine, eh? Devo riconoscere che il tuo ardore è ammirevole... Ma non cambia il fatto che sei davvero troppo ingenua, ragazza!”

“E tu sei fin troppo petulante, ragazzo!” ribatté lei sarcastica.

“Vuoi forse provocarmi? Posso sistemarti anche prima di quel galletto se ti va!”

“Sempre che non sia io a sistemarti per prima!”

A quel punto Raiser, che doveva sentirsi messo da parte, tentò stupidamente di intervenire: “Ehi, voi due! Piantatela adesso! Come osate affermare di potermi sconfiggere senza..!”

““STAI ZITTO!!”” fu la risposta congiunta di me e Rias che lo fece ammutolire all'istante con un'espressione a dir poco nervosa stampata in volto.

“Ojousama, Zayden-san, ora vi prego di calmarvi” fu Grayfia a parlare stavolta, sempre nel suo solito tono calmo ma autorevole. “Capisco le ragioni di entrambi, ma devo dar ragione a Rias-ojousama. Zayden-san, lei non ha il diritto di imporsi sulle sue decisioni e nemmeno nel Game tra lei e Raiser-sama. Non può impedirlo semplicemente sfidando Raiser-sama e reclamando il diritto di affrontarlo per primo senza tenere conto dell'opinione di entrambe le parti, nemmeno se la sua sfida è stata già raccolta.” I suoi occhi si concentrarono sui miei e mi sembrò di vedere una strana luce in essi. Mi chiedo cosa stia pensando adesso... “A meno che, naturalmente, non intenda farlo con un tono diverso e proponendo determinate condizioni. Per essere giudicata alla pari di un Rating Game, non può essere una sfida normale.”

Non solo io, ma anche Rias e Raiser fissarono Grayfia ammutoliti. Davvero aveva detto questo? Che potevo sfidare lui ignorando le proteste di lei solo se avessi fatto le cose in grande stile? Non sapevo perché, ma avevo quasi l'impressione che la cosiddetta 'Regina Suprema' ci tenesse che io sconfiggessi quel pollo arrogante prima della sua padrona. Aspetta, non è che sa benissimo cosa succede a chi affronta impreparato un drago? Prima avevo detto che... Allora vuole davvero che lo faccia? O è qualcun altro che lo vuole e lei sta cercando di realizzare la sua volontà? Tsk! Non ho prove di ciò che penso, ma la sola idea di poter essere sfruttato mi fa incazzare... Oh bé, quello stronzo mi ha fatto già incazzare anche troppo, quindi va bene. Facciamo questo gioco, ma non sarà niente che chiunque possa pensare! Si gioca con le mie regole, gente!

“Ehi, Raiser Pollo Fritto” mi voltai verso il suddetto diavolo e proseguì prima che m'imprecasse dietro. “Visto che Rias è svantaggiata, pensavi di darle almeno qualche giorno per prepararsi al match?”

Raiser mi guardò in cagnesco per qualche secondo, ma poi rispose: “C'avevo pensato, sì. Per rendere le cose più divertenti, intendo darle 10 giorni a partire da domani per prepararsi e allenare i suoi servi per il nostro Game. Così sarebbe stato tutto molto più interessante. Perché me lo chiedi?”

Rias stava per replicare, ma bloccai anche lei alzando una mano e spostandomi poi verso il muro alle mie spalle in modo da avere entrambi gli interessati e Grayfia davanti a me. Incrociai le braccia e presi un bel respiro prima di parlare con voce chiara e decisa: “Sia ben chiaro: di questo matrimonio e delle vostre beghe con la famiglia, non me ne importa un accidente. Ad essere sincero, fino a poco fa avevo voglia di andarmene e fregarmene di tutto e tutti... Ma ora trovo che abbiate bisogno entrambi di una lezione di umiltà. Tu” guardai Rias “per imparare quali siano i tuoi limiti e non peccare di superbia come è solita fare la maggior parte di quelli della tua razza. E tu invece” guardai Raiser “perché è meglio se abbassi la cresta e capisci che l'essere parte di una potente e nobile casata non ti rende invincibile o ti dà il diritto di fare tutto ciò che vuoi.. e anche perché mi stai sulle palle e ho voglia di spaccarti la faccia. Perciò, ecco la mia sfida: io vi sfido entrambi a un game speciale in cui sarete voi e tutti i vostri servi contro di me da solo.” I due sobbalzarono alle mie parole facendomi ghignare. “Fra 10 giorni, quindi quando tu, Rias, e i tuoi servi avrete completato l'allenamento, voi per primi mi affronterete in uno scontro in cui io adotterò le regole del Rating Game e quindi dovrò solo e obbligatoriamente mettervi fuori combattimento, mentre voi potrete venire verso di me con l'intento di uccidermi. Potrai usare qualunque strategia o abilità per battermi o farmi fuori e, se riuscirai davvero a battermi, allora potrai affrontare Raiser nel vostro Game. Se invece perderai, sarò io ad affrontarlo il giorno dopo in una battaglia identica a quella avuta con te e, se lui vincerà, allora sarà libero di sposarti. Ma non solo: chiunque di voi riuscirà a sconfiggermi senza nel processo uccidermi.. riceverà la mia eterna fedeltà di Sekiryutei. Sarò ai vostri ordini e farò tutto ciò che vorrete proprio come se fossi un vostro servo.”

Difficile dire chi dei due fosse più sorpreso, ma il primo a replicare fu Raiser: “Tu contro tutti noi? Sei disposto a metterti in gioco così? Devi essere pazzo! E comunque, chi ci garantisce che possiamo fidarci? E perché dovremmo accettare?”

Il sorrisetto che gli rivolsi fu così inquietante che il galletto deglutì. “Vi do la mia parola di Sekiryutei, lo giuro sul mio onore e sulla mia vita. E, se anche voi avete davvero quel minimo di onore che sostenete di possedere come nobili, allora non potete rifiutare una simile sfida. Sarebbe disdicevole... E poi... Non ditemi che nessuno di voi non sarebbe entusiasta di possedere il potere di un Drago Celeste?”

Il silenzio regnò per circa un minuto prima che qualcuno parlasse di nuovo e stavolta fu Rias: “E se invece vincerai tu?”

Il mio ghigno si allargò ancora. “Nel tuo caso, dovrai sottostare senza storie ad una mia particolare condizione riguardo il nostro attuale.. chiamiamolo 'rapporto'.” Mi godetti lo sguardo confuso e un po' preoccupato della rossa, per poi voltarmi verso il galletto. “Quanto a te invece.. direi che un'altra bella punizione sia d'obbligo, perciò, se vinco io.. il matrimonio Gremory-Phoenix sarà annullato all'istante!”

“COSA?!” urlò Raiser, mentre Rias assumeva un'espressione esterrefatta. “Perché dovresti rovinare questo matrimonio? Che cazzo te ne frega, umano?”

“Per vendicarmi, Pollo Fritto. Tu hai sputato sulla mia identità e sul mio onore di essere umano e di Sekiryutei e questo è qualcosa che non ti farei passare liscia nemmeno se tu fossi Dio o Satana. Ritengo che rovinare i tuoi piani di gloria e lussuria sia la giusta punizione. Inoltre, è palese che questo matrimonio sia a senso unico.. e io odio queste cose, soprattutto se scherzano con la libertà di una persona.” Mi godetti la sua rabbia per qualche istante, poi, proprio quando stava per replicare, io mi rivolsi a Grayfia: “Grayfia Lucifuge. Io, Zayden Ward, attuale Sekiryutei, lancio questa sfida ai qui presenti Rias Gremory e Raiser P.” trattenni uno sghignazzo al ringhio che lasciò le labbra dello stronzo quando storpiai di nuovo e volutamente il suo cognome, persino davanti alla Regina del Maou Lucifer “confermando le condizioni che ho posto e chiedo per tale motivo la tua conferma in quanto emissaria della volontà del Principe dei Diavoli, Sirzechs Lucifer. È possibile tale sfida?”

Grayfia mi fissò per dei lunghissimi istanti con la sua solita espressione impassibile, ma alla fine disse: “Se vi è la conferma da entrambi i lati e un giuramento di rispetto delle condizioni poste, qualunque sfida è possibile.”

 


Ghignai di trionfo e riportai l'attenzione sui due davanti a me, che sembravano ancor più sconvolti di prima per la direzione presa dagli eventi. “Allora, cosa dite? Accettate.. o una sfida palesemente svantaggiosa per me è troppo per voi?”

Tutti e tre rimanemmo a fissarci per non so quanto tempo, con tre sguardi uno più diverso dell'altro; per un istante, mi sembrarono sul punto di rifiutare per poi ricredermi quando entrambi, praticamente nello stesso momento, dissero:

Sfida accettata
.”






Note:
Miei carissimi lettori, bentornati a tutti!! :D
Sì, lo so: sono passate un po' più di due settimane dall'ultimo aggiornamento, ma è sempre più difficile di quanto ogni volta pensi tenere due storie e mezzo insieme e contemporaneamente gestire gli esami o un trasloco imminente... Ma sapete una cosa: finché scrivere mi piacerà così tanto e voi sarete sempre contenti di leggere le mie storie, fregacazzi! Sarà sempre e solo un piacere per me continuare a farlo!! ;)
Passiamo ora al capitolo. Ditemi sinceramente: quanti di voi si aspettavano una simile proposta da parte di Zayden, o meglio una simile sfida? Vi posso assicurare che questo capitolo non è stato affatto facile perché non sapevo proprio come mettere la sfida verso Raiser. Dopotutto, Zayden non è un membro del gruppo Gremory e al momento non va nemmeno così tanto d'accordo con Rias da combattere al suo posto in maniera disinteressata, quindi non potevo fargli semplicemente sfidare quel galletto come se niente fosse... Alla fine, considerando come i nostri due rossi, Scarlatto-kun e Cremisi-chan, stavano discutendo, mi è venuto spontaneo: perché non una doppia sfida? Ci stava per regalare qualcosa di originale e poi era perfettamente in linea con il carattere di Zayden. Dunque ecco il risultato: il nostro Sekiryutei dovrà scontrarsi non con uno ma ben due diavoli di Alta Classe con in palio la sua stessa libertà e la sua stessa vita! Non male, eh? XD Vi anticipo subito che quella di Zayden non è arroganza, anche se può sembrare... è solo sicuro di sé perché conosce benissimo le proprie capacità e ha già anche una buona conoscenza di quelle dei suoi avversari. Inoltre, non è tipo da farsi scoraggiare per così poco o non sarebbe sopravvissuto per tutto questo tempo. Per quanto riguarda Rias e Raiser, beh, loro vedranno presto cosa vuol dire rompere le palle a un Drago Celeste... XD
Riguardo sempre Zayden, sappiate che le sue capacità col fuoco vanno ben oltre la semplice magia... ma credo che ve ne siate già accorti durante il capitolo, no? Vi anticipo subito che può sì mangiare le fiamme ed essere praticamente impermeabile ad esse, ma non è come il protagonista del manga/anime Fairy Tail, Natsu il Dragon Slayer del fuoco, il quale può divorare le fiamme per nutrirsi, ricaricare la propria energia e curare le proprie ferite. Il mio Sekiryutei può solo saggiare la forza del fuoco toccandolo ed eventualmente mangiandolo, ovvero dal calore e dal sapore può intuire quanto sia forte ma non ha nessun altro effetto benefico. Saprete di più sulla vera natura del suo potere tra qualche capitolo, ma vi anticipo che è qualcosa che ho inventato io di mia fantasia. Per quanto invece riguarda il suo carattere, che mi dite? Come avrete capito, è uno che non ha proprio peli sulla lingua, ma non è un semplice criticone: lui rimprovera più che criticare, perché in realtà certe situazioni fanno arrabbiare anche lui e ci resta male per le persone coinvolte più che per altro; insomma è dovuto più al fatto che tiene troppo a valori come libertà e altruismo per potersene stare tranquillo in silenzio davanti a simili ingiustizie. La sua sfuriata con Rias era invece più che altro per spronarla e cercare di farla ragionare, non per insultarla semplicemente (anche se alla fine ha finito per spazientirsi lo stesso... XD). Ah, a proposito, se volete avere un'idea di quante cicatrici abbia Zayden, date un'occhiata qui: 
http://www.geocities.ws/astainintime/pics/scars.jpg. Questo è Shinobu Sensui dal manga/anime Yu Yu Hakusho e le sue cicatrici sono quelle che più si avvicinano a quelle del mio protagonista sia per numero che per forma. Notevole, eh?
Per quanto invece riguarda Rias e Raiser, entrambi avranno la loro bella gatta da pelare, soprattutto il secondo... Ditemi, era stato anche a voi sulle palle quanto a me? Se sì, allora questo volume vi farà godere di brutto, fidatevi, perché indipendentemente dalla conclusione del primo scontro, lui vedrà il vero inferno... Sono malvagio, eh? XD
Giusto per dirlo, so che forse l'immagine di Grayfia non è del tutto necessaria qui, ma siccome nel precedente capitolo mi ero scordato di metterla, stavolta volevo almeno inserirla. Prometto di non scordarmi più delle immagini quando necessarie! XD
Non credo di avere altro da dire se non che spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e che spero di sentirvi numerosi ed entusiasti! Noi intanto ci rivediamo tra non meno di due o massimo tre settimane, tuttavia sappiate che dalla prossima settimana anche i miei esami saranno per il momento terminati e dunque spero di poter scrivere più spesso o almeno velocemente!! E se qualcosa non vi è chiaro, scrivete sempre per messaggio privato, mail, pagina FB o quello che vi pare, e io sarò sempre lieto di darvi risposta!! ;)
Ja naa minna!!

 

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Capitolo 3
*** Life 2: Allenamento ***


Life 2: Allenamento

 

“Ma fammi capire bene... Hai sfidato due diavoli di Alta Classe, eredi di due delle più potenti e nobili famiglie degli Inferi, al loro stesso gioco?”

“Sì, esatto.”

“Tu da solo contro loro due e la loro intera 'scacchiera' di Evil Pieces?”

“Uno contro tutti, sì.”

“E hai scommesso la tua libertà o la tua vita, a seconda se sopravvivi o no ai due scontri, su di essi?”

“Già.”

“Mentre se vinci tu, lei dovrà sottostare a una tua condizione riguardo il vostro attuale.. chiamiamolo rapporto... E lui invece dovrà rinunciare al matrimonio con lei e si ritroverà a bocca asciutta sia nella politica che nel letto?”

“Yep.”

“E non c'hai pensato due volte prima di proporre una cosa del genere, eh?”

“Neanche mezza.”

“E loro hanno davvero accettato?”

“Entrambi.”

“E sai che questa storia sarà saputa da tutti gli Inferi una volta finita, qualunque sarà il suo esito?”

“Molto probabilmente lo sarà.”

“E non sei minimamente preoccupato per questo?”

“Perché, dovrei?”

Per diversi secondi, il silenzio regnò sovrano. Poi, senza preavviso, una risata roboante esplose dal ricevitore, facendomi allontanare il cellulare dall'orecchio per salvaguardare l'udito.
“Ahahahahah! L'ho sempre detto, bello: tu sei il mio fottuto eroe! Solo tu potevi proporre una cosa simile senza fare un piega! Come cazzo ti è venuto in mente non lo so, ma sei davvero uno con le palle quadrate!”

“Sbagliato!” risposi con un ghigno. “Io le ho cubiche, ricordatelo!”

“Per quello sei il nostro leader!” Dopo un'altra risata, il suo tono divenne più serio. “Ad ogni modo.. fra quanto avverranno i suddetti Game?”

“Fra dieci giorni il primo. In caso di mia vittoria, il secondo subito il giorno dopo.”

“Quindi vuoi tornare in piena forma in dieci giorni?”

“Se non meglio. Allora.. pensi di potermi aiutare? O servite tutti insieme per continuare con le ricerche? A proposito, come stanno gli altri?”

“Stanno tutti bene, non preoccuparti. Tora è stoico e serio come sempre -mai che riesca a farlo cazzeggiare un po'!-. Akiko è gentile e premurosa come suo solito -sia benedetta quella ragazza senza la quale saremmo perduti!-. Mentre Kayla si lamenta sempre che c'è troppa calma e, conoscendoti, crede che tu non sia affatto in pausa, ma che stia dando fuoco a qualche covo di yokai o simili -santo dio, che palle che è quando vuole!- ...Insomma, stiamo tutti bene!”

Non riuscii a trattenere una risata divertita prima di sentirlo dire con voce più malinconica: “Ci manchi, Z. Manchi a tutti qui...”

“lo so, B. Non sai quanto anche voi manchiate a me. Dì loro che ci rivedremo prima di quanto pensino. Probabilmente, tra non molto, dovrò farvi venire tutti qua.”

“Allora ci sono novità interessanti laggiù?”

“Non ancora. Tuttavia ho la sensazione che presto ve ne saranno, soprattutto quando questi giochetti saranno finiti.”

“Ho capito. Noi invece non abbiamo avuto molta più fortuna, ma qualcosa d'interessante siamo comunque riusciti a scoprirla.”

“Molto bene. Me ne parlerete quando saremo tutti insieme. Tornando agli allenamenti, puoi venire allora già domani?”

“Nessun problema! Gli altri se la possono cavare benissimo, pure senza di me. Posso venire anche subito se vuoi.”

“No, meglio domani quando avremo un campo di allenamento da sfruttare. Ti manderò le coordinate appena sarò lì.”

“Perfetto! Allora aspetto tue notizie. A presto, Z!”

“A domani, B! Stammi bene!”

Riagganciai con un sospiro.
Buon vecchio Blake. Sempre pronto ad aiutarmi con tutto se stesso. Il mio migliore amico.. praticamente un fratello. Tora.. Akiko.. Kayla... I miei amati compagni. Le sole persone di cui posso davvero fidarmi a parte mia nonna... Ormai sono più di due mesi che non li vedo e gli ho pure scaricato addosso tutto il lavoro delle ricerche su Zamiel per poter venire qui. Sono stati loro stessi a volerlo e a convincermi, ma dovrò davvero fare qualcosa per ricambiare quando li rivedo... Eheheh, se mi sentissero pensare questo, s'incazzerebbero di sicuro! Amici miei...
Mi cullai nel pensiero delle loro immagini ancora qualche secondo, poi ritornai all'enorme zaino da campeggio che avevo davanti e ricontrollai tutto ciò che vi avevo infilato, in modo da assicurarmi di non aver dimenticato niente.
Dopo che la mia doppia sfida con Raiser e Rias era stata accettata da entrambi e Grayfia aveva dato la propria -e di conseguenza del Maou che rappresentava- approvazione e si era posta come arbitro dei due scontri, la seconda mi aveva invitato ad andare in montagna con lei e i suoi servi in una villetta di proprietà della sua famiglia, dove aveva intenzione di allenarsi. A suo dire, era il luogo adatto per prepararsi e, dal momento che avevo bisogno anch'io di allenarmi, mi aveva offerto di condividerlo con loro per.. 'sportività', aveva detto.
Molto gentile da parte sua, devo ammetterlo, soprattutto considerando che l'ho provocata e sfidata così direttamente... Vorrà dire che prenderò ancora più seriamente i miei prossimi allenamenti.
Finii di ricontrollare per la quarta volta il contenuto dello zaino, poi, soddisfatto, me lo caricai in spalla e uscii dalla mia stanza dirigendomi verso la camera di Asia. Una volta arrivato bussai alla porta. “Asia, sono io! Come procede? Sei pronta?”

“Ehm... Sì, sì! S-sono pronta! Adesso arrivo!”

Un istante dopo sentii un pesante rumore di passi e la porta si aprì rivelando una Asia vestita con una tuta da ginnastica azzurra e portante in spalla uno zaino simile al mio ma più piccolo. La mia amica mi rivolse un piccolo sorriso prima di dire: “Eccomi! Possiamo andare!”

“Sicura di aver preso tutto?”

“Sì, sicurissima.”

“Allora avanti. In marcia!”

E uscimmo di casa diretti verso il luogo d'incontro con Rias da cui poi ci saremmo teletrasportati alla villa di montagna in questione.
Mentre camminavamo, tuttavia, mi accorsi che Asia mi rivolgeva di tanto in tanto un'occhiata pensierosa, quasi preoccupata, e ne fui sorpreso. Che cosa la turbava?
“Qualcosa non va, Asia?” le chiesi allora.

“Eh?! Oh, nono! N-niente, niente!” balbettò lei, chiaramente a disagio.

“Asia.” Alzai un sopracciglio. “Non mentirmi. Lo vedo bene che c'è qualcosa che ti turba. Su, forza dimmi cosa c'è.” Addolcii il mio tono sorridendole. “Non mi arrabbio se mi dici le tue preoccupazioni, nemmeno se ne sono io la causa, lo sai.”

Lei esitò un pochino, ma alla fine parlò: “E-ecco... Il fatto è che.. ieri, quando Raiser Phoenix ti ha attaccato.. e.. bé, ho visto...”

“Capito. Le mie cicatrici ti hanno spaventata.”

“S-sì, m-ma non per il motivo c-che diceva lui! È che.. per la prima volta ho capito quanti pericoli devi aver affrontato dalla.. cioè, da quando sei rimasto.. solo.” Mi guardò con occhi tristi. “Quanto hai sofferto, Zayden-san? E perché? Che cosa hai fatto per meritare tutto questo? Io.. io non capisco.. e non riesco ad accettarlo! Non è giusto che una persona gentile come te abbia dovuto provare così tanto dolore in vita sua! Non..!”

La interruppi mettendole una mano sulla spalla e voltandola verso di me in modo che potessi guardarla negli occhi. “Hai ragione, Asia. Ho sofferto tanto ed è stata una sofferenza che ben pochi si meriterebbero... Tuttavia, sono io che ho deciso di percorrere quel sentiero di dolore. Nessuno mi ha obbligato, sono stato io e solo io a sceglierlo. Ero ben consapevole delle sofferenze e delle difficoltà che avrei dovuto affrontare, ma l'ho scelto lo stesso. E, purtroppo, so che dovrò provare ancora molto altro dolore andando avanti.. eppure, così come quando presi la mia scelta, anche ora non m'importa di ciò che dovrò patire perché questa è la strada che ho deciso di percorrere. Se voglio realizzare i miei sogni, posso solo andare avanti lungo di essa. Perciò, non affliggerti pensando all'ingiustizia di ciò che ho subito o a come si sarebbe potuto evitare. Ormai il passato è passato e non bisogna impantanarsi in esso, ma imparare e andare avanti.”

“Zayden-san, ma tu...”

La abbracciai stretta. “Non preoccuparti per me. Io sono felice come sono. Forse la mia vita non è tra le più facili, ma non me ne lamento.. anzi, non cambierei niente di essa. Quindi non serve che ti rattristi, va bene? Sorridi come fai sempre, piuttosto. È rilassante per il mio animo.”

Asia ridacchiò prima di ricambiare l'abbraccio. “Se lo dici tu, allora mi fiderò e sorriderò sempre, Zayden-san!”

Restammo così per un altro po' prima di separarci e riprendere il cammino. Stavolta, fino a destinazione, Asia non mi guardò più né smise di sorridere per un solo secondo.
 

*


“Ehi, Rias! Manca ancora molto per arrivare?” chiesi mentre salivo lungo un sentiero di montagna piuttosto ripido. Intorno a me, i membri del gruppo Gremory camminavano portando bagagli o zaini molto simili al mio.

La suddetta rossa mi guardò con un sorrisetto provocatorio. “Oh, che c'è, Zayden? Sei già stanco? Questo sentiero è troppo faticoso per il potente Sekiryutei?”

Voleva già iniziare con le frecciatine? Molto bene. “No, affatto” le risposi beffardo. “Mi chiedevo se non era troppo faticoso per te, piuttosto. Sai, è risaputo che i nobili hanno poca voglia di muoversi e sudare, perciò mi dicevo: 'Probabilmente è abituata ad andare in montagna con un cerchio magico di teletrasporto. Va bene iniziare già a fare esercizio, ma ne sarà in grado?' Mi sbaglio, forse?”

Lei mi guardò di traverso stringendo i pugni. “Non tirare troppo la corda. Ricordati che ti sto facendo un favore permettendoti di venire con noi.”

“Favore che io non ti ho mai chiesto, bellezza. Hai fatto tutto da sola. E comunque sei tu che hai iniziato con le provocazioni. Io ho solo risposto.”

“Infatti, sto già cominciando a pentirmi di avertelo chiesto. In ogni caso, sbaglio o alla fine tu hai accettato di buon grado? Morale: questo favore ti fa comodo più di quanto tu voglia ammettere, quindi vedi di tenere un po' più a freno la lingua.”

Le rivolsi un ghigno. “Bé, almeno nei duelli verbali stai già migliorando. Comunque io terrò a freno la lingua se tu per prima imparerai a farlo. Dopotutto adesso hai iniziato tu e su questo non ci piove. O hai qualche dubbio a riguardo?”

Rias mi guardò ancor più arrabbiata, ma stavolta non rispose e si limitò ad accelerare il passo per starmi davanti e non vedermi.
Soffocai una risatina, quando accanto a me sentii Kiba dire: “Mai visto nessuno farle perdere le staffe così facilmente. Hai proprio un talento naturale per innervosire Buchou, Zayden-senpai.”

“Ara ara, come siete carini! Sembrate una vecchia coppia sposata” commentò Akeno in tono divertito.

“No, per niente! E non lo saremo mai!” sbottò Rias in testa al gruppo lanciando un'occhiataccia alla sua amica.

“Per una volta sono d'accordo con lei. Un'immagine agghiacciante e soprattutto impossibile quella che hai suggerito” borbottai a mia volta.

“Visto? Alla fine andate d'accordo. Comunque, se lo dite voi...”

Guardai Akeno di sbieco. Questo suo modo di fare mi ricorda una certa persona. Sarei pronto a scommettere che lei e Blake si starebbero simpatici se si conoscessero... Ah, giusto!
“Scusa, Rias, non è un problema se si aggiunge un'altra persona a noi, vero?”

Il gruppo mi guardò interdetto e anche Rias sembrò mettere da parte la sua irritazione per voltarsi a fissarmi sorpresa. “Che intendi? Vuoi far venire qualcuno?”

“Sì, esatto. È un mio compagno e amico al quale ho chiesto di farmi da.. diciamo 'personal trainer' per l'allenamento. È perfettamente a conoscenza della situazione e delle nostre identità e anche lui non è.. 'normale'. Non arrecherà alcun problema, mi aiuterà solo a tornare in forma più in fretta. Spero non ti dispiaccia...”

Rias mi guardò perplessa, ma alla fine fece un piccolo cenno col capo. “Va bene. Quando arriveremo, chiamalo e digli pure di venire. Come ho già detto, non voglio che ti risparmi per la nostra lotta e non avrebbe senso vincerti se non sei al tuo meglio.”

“Non temere: non mi risparmierò per nulla. Se c'è una cosa che ho imparato, è che non si deve mai sottovalutare l'avversario, debole o forte che sia. Tuttavia...” le rivolsi un sorriso spavaldo “...non ti augurerei nemmeno in sogno di affrontarmi quando sono al mio meglio.”

“Lo vedremo.” E con quello, la rossa chiuse la conversazione tornando a camminare più spedita di prima.

Fu allora Asia ad avvicinarsi e parlare: “Ehm, chi sarebbe questo tuo amico, Zayden-san? Non me ne hai mai parlato.”

“Te ne avevo accennato il giorno in cui ci siamo conosciuti, non ricordi? Vero che sono pochi, ma ho anche altri amici oltre a te. Lui è il mio migliore amico, per la precisione, ed è anche quello con cui riesco ad allenarmi meglio. Ecco perché gli ho chiesto di aiutarmi.”

“Ah sì! Ora ricordo! E.. che tipo di persona è?”

Ridacchiai. “Oh bé... Diciamo che è un tipo notevole. Un po' troppo iperattivo e vivace a volte, ma anche incredibilmente affidabile e altruista. Credo che ti piacerà.”
E le feci un occhiolino facendola sorridere.

Tornammo a concentrarci sul percorso e, qualche ora dopo, arrivammo finalmente a destinazione.
La villa che stava davanti ai nostri occhi era un magnifico rifugio di montagna di due piani, interamente in legno. Rias mi aveva detto che di solito la nascondevano agli esseri umani con la magia, ma ora che l'aveva rimossa era diventata perfettamente visibile. Mica male... Se fossimo a Cortina, una vagonata di persone farebbe a botte per poterla affittare!, pensai mentre inviavo un messaggio contenente le coordinate del luogo col cellulare; una volta mandato, diedi un'occhiata all'orologio che avevo al polso e mi misi a contare mentalmente i secondi.

“Hmm? Ehi, Zayden-senpai, che succede?” mi chiese Kiba vedendomi fissare l'ora.

Io alzai una mano facendogli segno di aspettare, poi dissi ad alta voce: “Cinque.. quattro.. tre.. due.. uno...”

Un cerchio magico di teletrasporto si formò a pochi metri di distanza da noi. Nel vederlo, non riuscii a trattenere una risatina. “Puntuale come un orologio svizzero.”

Dalla luce del cerchio si materializzò un giovane uomo sui 22 anni, alto più di un metro e novanta e molto muscoloso, capelli rasati castano scuro e occhi neri; indossava una canotta nera senza maniche, un paio di jeans blu aderenti con un cinturone alla vita e degli anfibi verde-marroni. Le sue braccia erano ricoperte di lunghi tatuaggi simili a tribali che s'inerpicavano fino alle spalle e, da quanto suggeriva il loro motivo, sembravano continuare anche sul busto al di sotto dei vestiti. Era incredibilmente robusto, almeno una volta e mezza me, ma la sua muscolatura non era quella gonfia e in qualche modo deforme dei modelli usanti steroidi quanto piuttosto quella di un atleta che si è allenato in modo sano e costante per tutta la vita per migliorarla. La sua stazza e il suo sguardo fiero e duro emanavano un'aura intimidatoria che fece istintivamente mettere all'erta i membri del gruppo Gremory.
Io, dal canto mio, mi limitai a fare un sorriso e muovere un passo avanti. “Sempre a portata di mano il cellulare, eh? Quante volte devo dirti che lo usi troppo?”

Nell'udire la mia battuta, il nuovo arrivato posò lo sguardo su di me e i suoi lineamenti si sciolsero subito in un enorme sorriso. “Z!”

Feci appena in tempo ad aprire la braccia che mi piombò addosso stringendomi in un abbraccio talmente forte che sentii la schiena scricchiolare preoccupantemente. Malgrado il dolore, ricambiai il gesto e lo strinsi forte a mia volta esclamando: “È bello rivederti, B!”

La presa sulla mia schiena aumentò ancora di più, al punto che mi ritrovai sollevato da terra e praticamente penzolante dalla sua spalla, mentre B diceva: “Madonna, quanto tempo! Finalmente ti sei deciso a dirmi di venire! Che cazzo ti ha trattenuto per così tanto tempo? E non dirmi le lezioni perché potevi benissimo venire a trovarci con un fottuto teletrasporto almeno ogni tanto!”

Annaspai all'aumentare ulteriore della stretta. Ormai non capivo se erano peggio le braccia che mi stringevano da dietro o la spalla che mi trafiggeva da davanti. Tuttavia, riuscii comunque a rispondere: “È una lunga storia che ti spiegherò appena possibile.. ma se non mi lasci andare.. non credo che vivrò abbastanza da potertela raccontare!”

Finalmente B mi rimise a terra; tirai un grosso respiro di sollievo. “Sbaglio o sei diventato ancora più forte?”

“Forse... O forse sei tu che, almeno da quanto mi hai detto, ti sei un po' rammollito... Eh, Z?” mi rispose in tono spavaldo.

“Mah, chi lo sa!” E scoppiammo entrambi a ridere di gusto.

“Ehm... Scusate, potreste darci la vostra attenzione?” La voce di Rias ci richiamò all'ordine. Notai divertito che in essa vi era una nota di stupore.

Mi voltai verso di lei. “Bé, direi che è meglio presentarsi subito. B, loro sono...”

“Oh, così siete voi il fantomatico gruppo Gremory di cui Zayden mi aveva parlato!” B avanzò subito verso i cinque diavoli. “Il mio nome è Blake Powell. Piacere di conoscervi! Per favore, abbiate cura di me!” E concluse la frase facendo un largo sorriso e un profondo inchino.

A mia differenza, B non aveva imparato il giapponese e, difatti, aveva parlato in inglese, ma sapevo che non c'era da preoccuparsi per eventuali incomprensioni: tra i vari poteri dei diavoli, vi era un'abilità molto utile chiamata 'Language', la quale permetteva loro di capire qualsiasi lingua udita e parlarla automaticamente in modo da poter comunicare con qualunque tipo di persona. Per questo non mi sorpresi quando, sorridendo, Rias rispose in un perfetto inglese inchinandosi a sua volta: “E tu sei la persona che Zayden ci aveva detto sarebbe venuta. Il piacere è nostro, Blake Powell. Sono Rias Gremory e loro sono i miei servi: la mia Regina, Akeno Himejima. Il mio Cavaliere, Yuuto Kiba. La mia Torre, Koneko Toujo. E infine il mio Alfiere, Asia Argento.”

Indicò uno ad uno i suddetti mentre li presentava e loro ricambiarono con un inchino e pronunciando: “Molto piacere!” quando furono nominati.

Al nome di Asia, B si avvicinò a lei e la fissò con espressione enigmatica. Considerando che gli avevo parlato di lei e di ciò a cui ero andato incontro per aiutarla e salvarla, la sua curiosità nei suoi confronti non mi sorprese; secondo lui, visto il mio carattere, tutti coloro che suscitavano la mia simpatia dovevano essere piuttosto interessanti. Un modo gentile per dire: 'Se piacciono perfino a uno come te, devono essere simpatici per forza!'
La mia amica sostenne il suo sguardo, ma era chiaro da come tremava che le costava una certa fatica e la metteva a disagio. Era comprensibile visto come torreggiava su di lei: con la sua statura ridotta, Asia arrivava a malapena allo sterno di B. La sua sola presenza così ravvicinata doveva bastare a farla sentire una formichina.

Ridacchiai sommessamente e decisi di intervenire per provare a tranquillizzarla: “Blake fa sempre questa impressione la prima volta che lo si incontra. Te l'avevo detto che era un tipo notevole, no?”

Asia sembrò riscuotersi dal nervosismo. “Ehhh? Bé, ecco.. sì.. sì! S-sembra una.. b-brava persona..!”

B la fissò per qualche altro istante prima di ridere rumorosamente. “Credo che sia tu qui la brava persona, piccola Asia! Dopo quello che Z mi ha raccontato di te, non mi sorprende che ti consideri già una sorellina!” Le batté una pacca affettuosa sulla testa. “Davvero lieto di conoscerti, Asia-chan!”

Dopo qualche istante di spaesamento, Asia sorrise a sua volta. “L-lo sono anch'io, Blake-san!”

“Ti prego: Blake basta e avanza.” Il mio amico voltò poi lo sguardo su Rias e gli altri. “E naturalmente sono davvero lieto di conoscere tutti voi! Devo ammetterlo: è la prima volta che vi vedo e già siete riusciti a sorprendermi!”

Tutti i membri del gruppo Gremory lo fissarono confusi. “Che vuoi dire?”

Già, di che diavolo parla? Aspetta.. non vorrà dire ciò che penso voglia dire? Ti prego, no! Non azzardarti..!

“Come, non ci arrivate? Z mi ha detto di come è entrato a far parte del vostro club. Di come avete agito! Diabolico, certo.. ma incredibile! Mai visto nessuno fregar- OUCH!!”

La violenta gomitata che gli rifilai in mezzo alle costole soffocò il resto della frase. Ecco, lo sapevo! Stare una volta zitto mai, eh?!

Mi avvicinai all'orecchio di B e sussurrai: “Deficiente, stai zitto! Asia non sa che sono entrato perché obbligato tramite la mia promessa verso di lei e non deve saperlo!”

“Zayden-san? Che succede? Come mai quella gomitata?”

Mi voltai di scatto verso Asia. “Oh.. niente, niente! Un semplice gesto affettuoso tra amici! Giusto, B?”

“Oh sì, assolutamente!” rispose lui massaggiandosi il fianco. “I veri uomini si salutano così! E a noi piace molto! Sbaglio, Z?”

Ebbi l'impressione di sentire una costola incrinarsi quando B imitò la gomitata che gli avevo assestato poco prima. Soffocai a fatica un gemito di dolore: “Proprio.. proprio così! Aiuta anche ad abituarsi ai colpi!”

Un attimo dopo non solo Asia, ma l'intero gruppo Gremory era scoppiato a ridere davanti al nostro scambio. Rias si rivolse direttamente al mio amico: “Ti do il benvenuto nella mia proprietà, Blake Powell. Spero che la tua permanenza sia piacevole e proficua. E spero che lo sia anche per una certa persona...”

Il suo sguardo si posò su di me e sentii chiaramente una lieve nota beffarda nella sua voce. Era chiaro che aveva capito ciò che B stava per dire e perché lo avevo fermato. Quanto la odiavo quando faceva così...
“Bé, direi di andare a mettere giù le nostre cose, no?” dissi dirigendomi frettolosamente verso l'interno della villetta, nella speranza di evitare altre battutine e imbarazzi fuori luogo.

Nessuno disse niente in contrario, ma non potei non sentire alle mie spalle la risatina beffarda di Rias Gremory quando le passai vicino. B, meno male che dovevi aiutarmi... Gran bell'inizio...
 

*


“Scusa, Z, ma non ho saputo resistere! Mi sembrava giusto dar loro qualche merito!”

“Ma davvero?! Dì piuttosto che volevi farti due risate alle mie spalle per farmela pagare per non aver mai chiamato tu o chiunque altro della squadra negli ultimi tempi! E non negarlo!”

B rise sonoramente mentre si sedeva sul letto. Avevamo concordato con Rias che io e lui avremmo condiviso con Kiba una delle camere della villetta in cui vi erano diversi letti, mentre le ragazze sarebbero andate insieme in un'altra camera. In quel momento Kiba era fuori con il resto del suo gruppo e la sua padrona a discutere sul da farsi per gli allenamenti e io e B stavamo facendo altrettanto nella camera assegnataci. Né io né Rias volevamo sentire il programma di allenamento dell'uno o dell'altra, in modo da partire alla pari senza esserci preparati preventivamente sul nostro avversario. Dopotutto, in una vera battaglia, si parte raramente con una perfetta conoscenza del nemico.

“Io? Ma come puoi dire queste cose? Mi sento offeso!”

“Vuoi che ti offenda sul serio, B?” E gli mostrai il pugno destro.

Invece che intimorirsi o irritarsi, B sembrò sorridere ancora di più. “Non sei proprio cambiato, eh, Z? Mi mancavano proprio questi momenti.”

Non potei trattenermi dal sorridere a mia volta “Già... Hai ragione, B. Non me ne ero davvero reso conto fino a questo momento.” Allungai il pugno verso di lui. “Sono contento di averti con me, fratello.”

B si alzò e batté il suo pugno sul mio. “Non sai quanto lo sono io. Scherzi a parte, non hai idea di quanto sia mancata non solo a me, ma anche agli altri la tua presenza.”

“Allora forse me la meritavo una punizione. Mi dispiace molto, non volevo ferirvi.”

“Non dire cazzate: tu non potresti mai ferirci. Quante volte devo ripetertelo? E sappi che anche gli altri la pensano così! Poco ma sicuro!”

Il contatto tra i nostri pugni mi permetteva di sentire la sua anima e percepivo che era sincero in ogni sua parola. Un senso di pace e nostalgia invase il mio spirito.
“Torneremo insieme molto presto, B. E rimarremo tali, puoi contarci.”

Restammo così per diversi secondi, poi, quando finalmente ci separammo, B riprese la parola: “Allora, come agiamo? Cominciamo subito o attendiamo domani?”

“Faremo come intende fare Rias: prendiamoci questa notte per riposare e da domani si inizierà ad allenarsi sul serio. Mi raccomando: ti voglio spietato.”

“Non preoccuparti. Lo sai bene che non ci vado mai piano con te.”

Sorrisi. “A proposito, ti sei già fatto un'idea?”

“Certo che sì. E posso essere sincero?” Lo vidi incrociare le braccia al petto e assumere un'espressione seria. “Prima l'avevo detto per scherzare, ma ora ne sono sicuro: ti sei davvero rammollito. Il tuo Ki è quasi completamente represso dentro il tuo corpo e il tuo attuale fisico è al livello di un comune diavolo di Bassa Classe. Posso capire che tu abbia soppresso fin quasi al limite la tua aura per non attirare l'attenzione, ma così facendo è come se non avessi fatto esercizio fisico da più di due mesi, quando prima lo facevi tutti i giorni. La tua forza è ancora tutta lì, l'ho sentita dal tuo pugno, ma è praticamente sopita. Dovremo darle una bella svegliata e riportare il tuo corpo alla sua vecchia forma. Abbiamo circa 10 giorni. Difficile? Certo. Impossibile? Per niente. Soprattutto se parliamo di te.”

Il mio solito ghigno riaffiorò. “Allora mi rimetto a te, B. Diamoci dentro.”

“Puoi scommetterci.”
 

*


Il giorno dopo io e B c'incontrammo con Rias e il suo gruppo e stabilimmo che avremmo sfruttato l'area circostante alla villetta per allenarci. Non avremmo interferito in alcun modo nei loro allenamenti, né avremmo provato a spiarli. Quando Rias promise a sua volta di non venire ad osservarci, tuttavia, feci un piccolo gesto con la mano dicendo: “Oh, non preoccuparti. Puoi osservare se vuoi, ma ti assicuro che non potresti farti un'idea migliore di quali sono le mie capacità.”

“Che vuoi dire? Che i tuoi sono allenamenti troppo difficili da comprendere per noi?” chiese lei un po' stizzita.

“No, l'esatto contrario” risposi tranquillo. “A dire il vero, consisteranno praticamente solo in esercizio fisico e meditazione. Se da questo pensi di poter capire tutto di me, allora prego, accomodati.”

La rossa mi guardò sorpresa e confusa, ma non disse altro. Si voltò invece verso i suoi servi e iniziò a dar loro istruzioni per gli allenamenti; a quel punto io e B decidemmo di attivarci a nostra volta e, dopo averli salutati, ci dirigemmo verso il retro della villa. Entrambi indossavamo una leggera tuta da ginnastica.
“Allora? Come iniziamo?” chiesi io.

“Con una corsetta. Niente di eccezionale, giusto 10 miglia per scaldarci” rispose B iniziando a saltellare sul posto.

“Solo tu puoi chiamare riscaldamento una cosa del genere” commentai sarcastico.

“Inizi già a lamentarti? Sbaglio o per i tuoi standard una cosa del genere sarebbe stata uno scherzo in passato?”

“Ho detto che è strano chiamarlo riscaldamento. Non che fosse difficile.”

“Allora facciamo 15 miglia, contento? Forza ora, si comincia!”

E iniziammo a correre. Procedevamo a un ritmo sostenuto, ma di tanto in tanto B accelerava o cambiava stile in una corsa laterale, all'indietro, calciata, ecc. costringendo anche me a imitarlo.
Il famoso 'allenamento alla Blake Powell' era iniziato.
 

*


Rias POV:

“Ce l'ho fatta!”

“Ara ara, come c'era da aspettarsi da Asia-chan. Il tuo talento con la magia è davvero notevole!”

Alzai un attimo gli occhi dai rapporti che stavo leggendo per osservare Asia e Akeno che si allenavano insieme nell'uso della magia. La mia nuova serva era riuscita a richiamare il suo potere magico dopo solo pochi minuti e ora reggeva tra le mani una luminosa sfera di luce verde delle dimensioni di una palla da basket; alla vista del suo sorriso così largo ed eccitato, anch'io non potei non sorridere.
Asia era una ragazza davvero talentuosa ed ero sicura che, con il tempo e la pratica, sarebbe diventata una risorsa fondamentale per il mio gruppo. Non solo, però: la sua gentilezza e la sua purezza, rimaste invariate persino dopo tutto quello che aveva passato, non finivano mai di stupirmi e contribuivano a creare un'atmosfera pacifica e serena tra noi. Non potevo essere più felice di avere qualcuno come lei tra noi: era come se avessi acquisito un'adorabile sorella minore.
E anche se non mi piaceva ammetterlo.. potevo ringraziare solo una persona per questo: il mio prossimo avversario, Zayden Ward.

Quel ragazzo era un vero mistero. Sembrava passare da una personalità ad un'altra con la stessa rapidità e frequenza con cui la gente normale sbatte le palpebre e sembrava non solo esserne consapevole, ma anche che lo facesse consapevolmente. Definirlo bipolare era riduttivo.
Inoltre, il suo modo di pensare era molto più maturo rispetto agli altri ragazzi della sua età e non aveva mai paura di dire la sua sincera opinione, indipendentemente da chi fosse il suo interlocutore. Inizialmente credevo che la sua fosse solo mancanza di rispetto, ma, dopo l'altro giorno con Raiser, avevo capito che portava rispetto solo se la persona che gli era davanti se lo meritava e su questo non transigeva. Persino se colui con cui parlava era un essere sovrannaturale, lui lo trattava in base all'impressione che gli aveva fatto, senza alcuna esitazione. Era come se non avesse paura di nulla.
Nel contempo, la determinazione con cui aveva cercato di salvare Asia, anche se non era da molto che si conoscevano, e la sua dedizione per aiutarla solo per la sua precedente triste vita e l'essere una posseditrice di Sacred Gear come lui facevano capire che, anche se poteva sembrarlo la maggior parte del tempo, era tutto fuorché disinteressato al bene degli altri.
Eppure, malgrado tutto, era anche capace di azioni inaspettate e folli come questa doppia sfida lanciata a me e Raiser. Una sfida svantaggiosa per lui sia in termini di capacità combattiva che per le condizioni poste in caso di sconfitta o vittoria. Cosa poteva avere in mente con un simile gesto? Davvero i motivi che lo spingevano erano tutti lì? O c'era altro sotto?
Non riuscivo proprio a capire. Era una persona davvero complessa.
Senza alcun dubbio il suo passato tragico aveva avuto un ruolo chiave nel renderlo così... Ma come? Mi aveva lasciato intendere che gli undici anni dopo la morte dei suoi genitori e la distruzione della sua città erano stati a dir poco infernali, ma non riuscivo davvero a immaginare che cosa potesse aver passato per diventare così. Solo dopo aver visto tutte quelle cicatrici ho potuto avere almeno un'idea di quanto fosse stata dura la sua vita.

Sospirai appoggiandomi allo schienale della sedia. Quel ragazzo... Devo ammetterlo: è l'unica persona che abbia mai conosciuto che non riesco a inquadrare. Più penso a lui, più mi accorgo di non sapere quasi niente di lui, né di riuscire a capirlo. Chi sei davvero, Zayden? Perché sembri tenere fuori dalla tua vita qualsiasi cosa che non sia di tuo interesse? E perché ci hai sfidato? Io... Ah, io non capisco nemmeno perché mi preoccupo tanto per lui. Non è un mio servo, è parte del mio club solo per la presenza di Asia e non fa altro che provocarmi o mettere alla prova la mia pazienza. Non siamo nemmeno amici, al massimo conoscenti o compagni di club. Allora perché mi interessa sapere di più di lui? Che sia perché devo affrontarlo e il non riuscire a capirlo mi mette a disagio e mi fa sentire in svantaggio? Sì, dev'essere così... Deve...

Sapevo che non era vero, almeno non del tutto. Certo, sapere così poco di un mio futuro avversario era un problema non irrilevante, ma ero interessata a sapere di più su di lui fin da quel tè che avevamo preso insieme. Eppure non riuscivo a comprendere il perché di tanto interesse...
Scossi la testa cercando di allontanare quei pensieri. Ora non era il momento di distrarsi o farsi domande. La sola cosa che importava al momento era che avrei dovuto affrontare il detentore del Boosted Gear, uno dei 13 Longinus e contenitore dell'anima di un Drago Celeste, e dopo di lui un componente della famiglia Phoenix, un diavolo di Alta Classe potente quanto me e ben più esperto, e dunque dovevo preparare al meglio sia me stessa che i miei servi.
Ritornai a concentrarmi sulle carte che avevo davanti. Erano tutti rapporti di diversi Rating Game avvenuti negli ultimi tempi, compresi un paio di quelli fatti da Raiser. Normalmente non era possibile per i diavoli non ancora iscritti al sistema dei Game visionare tali rapporti, ma ero riuscita a ottenere alcuni di quelli che riguardavano gli incontri meno importanti grazie all'indulgenza di Grayfia e Oniisama. In questo modo avrei potuto visionare le strategie impiegate e provare ad assimilarle per migliorare le mie stesse capacità strategiche. Quelli riguardo a Raiser mi erano stati invece forniti da lui stesso con la semplice motivazione: 'Ho già fin troppo vantaggio. Almeno così, se dovessimo affrontarci, le cose saranno più interessanti'. Quanto sapeva farmi infuriare.
Normalmente non avrei accettato simili aiuti o compromessi, ma le parole di Zayden sul mio svantaggio e la mia ostinazione a voler combattere una battaglia già persa mi avevano fatto riflettere e avevo compreso che erano qualcosa di cui avevo davvero bisogno. Inutile negarlo: ero sul serio molto svantaggiata al momento e, quindi, se non mi fossi preparata al meglio, usando ogni mezzo necessario, non ce l'avrei fatta. Se volevo avere una possibilità di vincere, dovevo ingoiare almeno in parte il mio orgoglio per il bene mio e della mia famiglia.

Posso farcela.. no, devo farcela! Per me e per Akeno, Yuuto, Koneko e Asia! Zayden, Raiser... Non sottovalutatemi!, pensai rafforzando la mia determinazione e riprendendo a studiare con più impegno di prima.
 

*


Zayden POV:

98.. 99.. 100!, contai mentre, appeso al ramo di un albero, allenavo gli addominali.

“Tempo! Cambio!”

Non appena B pronunciò quelle parole, mi sganciai con le gambe dal ramo e mi aggrappai invece con le mani iniziando a fare una serie di trazioni.
Dopo aver terminato la corsa, il mio amico aveva dato inizio al vero e proprio allenamento: legati diversi pesi ai miei arti e al mio torso, mi stava facendo passare attraverso una sfiancante serie di esercizi quali addominali, flessioni, piegamenti, sospensioni, trazioni e ancora corsa ma stavolta a ostacoli.
Strinsi i denti mentre mi tiravo su sul ramo con le braccia. Normalmente non mi sarebbe stato difficile, ma dopo tutte quelle repliche e il fatto di avere cinque pesi legati al corpo per un totale di 150 kg, iniziavo a sentire i muscoli in fiamme. Tuttavia, non potevo rallentare. Dovevo spingermi al massimo, al limite estremo! Solo allora avremmo potuto cominciare a fare sul serio!
Quando contai mentalmente 50, mi diedi una spinta con tutta la forza che avevo e mi aggrappai al ramo posto al di sopra di quello dove stavo e ricominciai le trazioni.

Alla decima, B urlò: “Cambia ramo ancora!”

Lasciai quello dov'ero e mi riattaccai a quello sotto. Altre 10 poi: “Ancora!” e mi riportai su quello sopra. 10 di nuovo: “Ancora!”
Continuammo così per un intero minuto prima che B dicesse: “Tempo! Cambio! A terra e flessioni!”

Obbedii e lasciai il ramo per tornare al suolo; tuttavia non feci in tempo a fare la prima flessione che sentii un altro forte peso cadermi addosso e capii che B doveva essermi salito sulla schiena. Tremai dalla fatica. Stavo iniziando a esaurire le forze.
“Forza, ne voglio almeno 50! Puoi e devi farcela!” urlò B.

Presi un bel respiro e feci come diceva. Le prime 20 furono abbastanza fluide, le successive 20 molto meno e le ultime 10 minacciarono di farmi cedere da un momento all'altro.
A quel punto, B saltò giù dalla mia schiena e indossò un paio di colpitori che aveva evocato poco prima per poi posizionarsi con le gambe semipiegate e le braccia aperte; i colpitori delle mani erano rivolti verso di me. “Ora combinazioni! Quattro pugni, due per colpitore, poi schiva! Forza, muoviti!”

Mi alzai ansimando e mi misi davanti a lui in posizione di guardia. Colpii un colpitore e poi l'altro per due volte prima di piegarmi per schivare un gancio micidiale alla mandibola.

“Ancora!” gridò B. Replicammo l'esercizio.

“Ancora!”

“Più veloce!”

“Di nuovo! Più veloce!”

Continuammo così per quasi 10 minuti prima di smettere, variando combinazioni su combinazioni: doppio pugno, doppia schivata, doppio pugno; pugno, schivata, pugno, schivata, doppio calcio; calcio, parata, calcio, parata, doppio pugno, doppia schivata, doppio calcio; doppia parata, doppio calcio, doppio pugno, doppia schivata, pugno, calcio, pugno, calcio...

Alla fine, B disse: “Ok, pausa di 5 minuti, poi continuiamo.”

“Non sono ancora esausto” dissi saltellando sul posto.

“Lo so, ma se continuiamo così senza interruzioni, esaurirai le tue energie in modo troppo rapido e brusco e finirai per avere un collasso. Procediamo per tappe.”

Gli feci un cenno di approvazione dopo averci pensato un attimo e mi sedetti a terra bevendo una delle bottiglie d'acqua che avevamo portato. B si mise accanto a me sorseggiando una bottiglia a sua volta.

“Per essere fuori forma, comunque, ti stai difendendo bene” disse con un sorrisetto.

Ricambiai con un mio ghigno. “Mi sembra ovvio. Devo recuperare in fretta, no? Non posso permettermi di andare lento, soprattutto considerando che questo è solo un riscaldamento per il vero allenamento.”

“Credevo che ti saresti stancato prima e invece stai durando più del previsto. Forse non lo inizieremo oggi, ma credo che per stasera ti avrò completamente sfiancato. Allora potrai almeno liberare il tuo Ki e domani saremo pronti per fare sul serio.”

Feci un grugnito di assenso e bevvi un altro sorso.
I 5 minuti passarono in fretta e ci rimettemmo in piedi, pronti a ricominciare.
B, che in precedenza aveva appeso ad un ramo un sacco da boxe e disteso dei pali di legno a terra, si posizionò accanto all'ultimo palo rimettendosi intanto i colpitori. “Un minuto di pugni e calci al sacco” disse, “poi skip laterale sui pali fino a che non arrivi davanti a me, allora due piegamenti, poi quattro pugni e ricominci! Chiaro?” Annuii. “Bene! Comincia!”

Senza farmelo ripetere due volte, iniziai il circuito di esercizi.
Colpii il sacco in più punti, saltai i pali muovendomi lateralmente, mi piegai e balzai per poi sferrare i quattro pugni ai colpitori di B, allora tornai indietro e ricominciai.
Lo feci di nuovo. E di nuovo.
E di nuovo.
E di nuovo.
I muscoli del mio corpo, non ancora ripresisi, iniziarono a gemere terribilmente, ma cercai di ignorarli e continuai a replicare l'esercizio mettendoci anzi sempre più impegno.

“Cambio! Stesso circuito, ma il sacco lo colpisci per due minuti e, quando arrivi da me, quattro pugni e quattro calci per arto! Forza!”

Obbedii senza replicare e iniziai a sferrare una serie di calci alternati ai pugni al sacco. Bisognava ammetterlo: B sapeva fin troppo bene come metterti alla prova e soprattutto che cosa fosse un allenamento infernale.
Fossi stato un comune essere umano, sarei già crollato da un pezzo... Ma per mia fortuna non lo ero. E non era nemmeno la prima volta che affrontavo allenamenti tanto devastanti. Mai arrendersi!

Non so quanto tempo era passato dall'inizio del circuito, ma d'un tratto B disse: “Ok, basta! Ultimo esercizio fisico: vedi quel tronco?” Mi indicò il tronco di un albero che doveva aver tagliato dal bosco confinante durante uno dei miei esercizi; era stato separato da rami e radici e diviso in diverse parti risultando così in un perfetto cilindro ligneo lungo un metro e mezzo e largo sessanta centimetri. “Caricatelo in spalla e piegamenti. Avanti!”

Questa volta non riuscii a trattenere un lieve sbuffo. Forse ora esagerava.
Portavo già un quintale e mezzo di peso aggiuntivo addosso e lui voleva mettermene ancora? Holy shit... Nelle mie attuali condizioni questa sarà dura...
Presi un bel respiro ed eseguii: raccolsi il tronco caricandomelo sulle spalle e, dopo aver faticato un po' per stabilizzarlo al meglio, iniziai a piegarmi sulle gambe e a saltare sul posto. Subito queste ultime sembrarono sul punto di spezzarsi per l'eccessivo peso, ma strinsi i denti ancora una volta.
Andiamo, forza! Resisti!, si dice che la mente domini sul proprio corpo.. era ora di dimostrare quanto fosse vera questa frase!

Mi piegai sulle gambe per diversi minuti senza mai rallentare, i muscoli che ormai mi bruciavano talmente tanto che quasi non ci badavo più. Eppure, malgrado la fatica immane, mi sentivo bene. Perché mi mancava impegnarmi così tanto, perché desideravo essere di nuovo in compagnia del mio amico.. perché.. mi sentivo bene quando mi spingevo al limite. Che sensazione!

Non so dopo quanto udii B urlare: “E.. STOP! Ok, basta così! Lascia pure il tronco e vieni qui!”

Obbedii all'istante e mi portai davanti a lui. Dire che ero ansimante era un eufemismo e iniziava a offuscarmisi la vista e girarmi la testa, ma non cedetti. Ora arrivava il momento più importante dell'allenamento odierno.

“Adesso puoi procedere. Libera il tuo Ki. Rilascialo senza limitarti più.”

Il Ki. L'aura, l'energia interiore. Ogni essere vivente ha la sua energia che, aggregandosi alle molecole, dà origine a quella che comunemente intendiamo per vita: il Ki delle piante, degli animali e dell’uomo. Per tale motivo, nella materia viva il Ki viene anche chiamato energia vitale, tuttavia non è solo questo ma molto di più. È l'energia che permea ogni cosa, sia vivente che non vivente, animata o inanimata; anche ciò che 'non è vivente' ha la sua energia interiore, il suo Ki che ne tiene insieme le molecole e le fa manifestare: il Ki del sole, della terra, del cielo, dell’acqua, della pietra, dell’aria, ecc..
La sola cosa che contraddistingue viventi dai non viventi è la capacità di poter manovrare e controllare il proprio Ki. Non è un'impresa facile: tutti gli esseri viventi sono inconsapevoli della loro aura finché non ne vengono a conoscenza tramite un uso involontario o indotto da terzi. Una volta che la scoprono, però, possono percepirla e imparare ad utilizzarla tramite un lungo allenamento fatto sostanzialmente di intensa concentrazione e meditazione; bisogna letteralmente entrare in contatto col proprio 'Io' interiore, con la propria anima, per poter controllare il proprio Ki.
Non è facile, per niente... Tuttavia, se l'impegno è costante e la volontà forte, è un'impresa tutt'altro che impossibile e, quando si impara a liberare il proprio Ki, i limiti di un corpo vengono sorpassati ed è possibile sfruttare appieno il proprio potenziale. Nel caso particolare dell'uomo, il rilascio e controllo del Ki è incredibilmente significativo perché permette al suo organismo, limitato normalmente a solo circa il 20% delle sue capacità, di sfruttarne il 100% e gli consente così di compiere imprese altrimenti impossibili.
Questo è il Ki. La forza nascosta che ogni essere vivente possiede.
Ed era il momento che io liberassi di nuovo il mio.

Chiusi gli occhi e controllai il mio respiro, mentre la mia mente si distaccava ancora dalla fatica fisica per entrare nella mia anima e trovare il flusso di energia vitale che essa governava.

Analogamente ad un sistema circolatorio, il Ki viaggia all'interno del corpo attraverso una fitta rete di canali che si estende lungo tutto l'organismo ed emerge all'esterno in corrispondenza di particolari pori sulla pelle. All'interno di tale rete vi sono tre principali nuclei che funzionano come limitatori per il flusso di energia, chiamati Tan T'ien: il Tan T'ien inferiore, chiamato Jin Chi, che rappresenta l'essenza, il Tan T'ien mediano, chiamato Chi, che rappresenta la vitalità, e il Tan T'ien superiore, chiamato Shen, che rappresenta la coscienza. Definiti i Tre Tesori della Vita, i Tan T'ien sono i tre nuclei principali di energia del corpo e riuscire a controllarli significa non solo permettere una buona circolazione del Ki, ma anche essere in grado di regolarne l'intensità. Normalmente essi sono praticamente chiusi, ma una volta che si è imparato a controllarli, è possibile regolare la loro apertura e con essa il flusso stesso di Ki; quando vengono aperti completamente, l'aura raggiunge la sua massima potenza e il corpo diviene così capace di sfruttare il 100% del suo potenziale.
Caso particolare è proprio quello di un possessore di Sacred Gear: quando questi impara a usarla, i suoi Tan T'ien iniziano ad aprirsi come effetto collaterale, dato che il corpo fatica a contenere e controllare quel nuovo potere in piena crescita e dunque si trova costretto a superare i propri limiti per poter gestire e sfruttare al meglio la Sacred Gear. Più si apprende come usarla e più diviene potente, più i tre centri di controllo del Ki si aprono per aumentare le abilità fisiche e mentali per sostenere il potere crescente della Sacred Gear e, inoltre, il Ki stesso viene in qualche modo guidato inconsciamente a migliorare le caratteristiche che il soggetto tende a favorire in combattimento. Se egli predilige la tecnica e la velocità, il Ki si concentra per aumentare l'elasticità dei muscoli e delle articolazioni e altri tratti che gli permettono di essere più veloce, mentre se è invece un tipo che si focalizza sulla potenza e la resistenza, allora saranno tratti come la forza e la massa muscolare a essere aumentati per migliorarle.
Insomma, un possessore di Sacred Gear acquisisce col tempo un corpo con capacità molto maggiori alla media proprio perché libera inconsciamente il proprio Ki per sostenerne la crescita. Per quanto possa sembrare vantaggioso, tuttavia, questo processo ha un difetto: è inconscio, ovvero segue passivamente la volontà del soggetto. Questo significa che non si può decidere cosa migliorerà il Ki e, anche se con il passare del tempo esso si orienterà sempre di più verso quelle aree che il soggetto tende a sviluppare, in questo modo ogni altra direzione di miglioramento verrà prevenuta e così le altre abilità fisiche e mentali rimarranno a un livello notevolmente inferiore rispetto alle prime.

Tuttavia, questo non era il mio caso.
Anche se all'inizio era il Gear a guidare il mio Ki, io non l'ho lasciato per sempre agire in modo indipendente, ma grazie al mio maestro ho imparato ad aprire e chiudere i miei Tan T'ien volontariamente. Il processo di potenziamento del Ki è diventato dunque cosciente e così ho potuto indirizzare liberamente la mia aura a potenziare anche quelle abilità che tendevo a usare meno. Come effetto collaterale, il potenziamento in aree specifiche risulta meno efficace, ma in questo modo si può bilanciare tutte le proprie capacità e migliorare in ogni singolo settore.

La prima volta che liberai il mio Ki impiegai un intero giorno per riuscirci e almeno tre mesi per riuscire a mantenerlo attivo in modo costante senza dover più richiudere i Tan T'ien, ma ora mi era molto più facile individuarli e aprirli. Grazie allo sfiancante allenamento fisico che avevo fatto con B poco fa, inoltre, dovevo applicare un notevole sforzo di volontà per controllare i Tan T'ien e nel contempo non collassare; in questo modo, il mio livello di concentrazione aumentava notevolmente, permettendomi di liberare il mio Ki senza troppe difficoltà.

Concentrandomi intensamente, raggiunsi i miei Tan T'ien con la coscienza. Il Jin Chi era semiaperto, ma il Chi era ben più chiuso e lo Shen lo era quasi del tutto, come se non fosse mai stato aperto. Non ne fui sorpreso: ero stato io stesso a decidere di chiuderlo in quel modo e di limitare anche l'apertura degli altri due, in questo modo la mia aura Ki sarebbe calata e mi sarebbe stato più facile sopprimerla per impedire alla maggior parte degli esseri sovrannaturali di percepire la mia natura anomala di possessore di Sacred Gear e potermi così nascondere. Beh.. ora il tempo di giocare a nascondino è finito. E, per quanto sia stato breve, per i miei gusti è durato anche troppo.

Con quel pensiero, respirai profondamente e mi concentrai per aprire i Tan T'ien. Lentamente ma inesorabilmente sentii la mia aura che iniziava a fluire più rapida e impetuosa attraverso il mio corpo, nel contempo la mia stanchezza svaniva e la mia forza aumentava.
Dopo pochi minuti, il Jin Chi e il Chi si aprirono del tutto e lo Shen si avvicinò a sua volta al punto di massima apertura; in quel momento l'aura che fluiva nel mio corpo sembrò raddoppiare e iniziò a uscire all'esterno. Non ne fui sorpreso: a differenza del primo Tesoro, che controlla la fluidità dell'aura, il secondo e il terzo Tesoro sono quelli che regolano stato e miglioramento rispettivamente del corpo e della mente, adattandoli al flusso di Ki in aumento. Così facendo, le capacità fisiche e mentali aumentano e divengono più adatte ad un'aura più potente, la quale è così in grado di espandersi ulteriormente per rispondere al nuovo potenziale e raggiungere i nuovi limiti acquisiti. Un vero e proprio processo di feedback positivo.

Nel giro di pochi secondi, anche lo Shen si aprì del tutto e la mia aura divenne abbastanza forte da creare un vortice di vento intorno a me, anche se cercavo di contenerla. Respirai di nuovo a fondo e, concentrandomi ancora un po', riuscii a placare il Ki e a rendere il suo flusso interiore costante e regolare. Malgrado avessi ripreso le forze, però, il senso di spossatezza non mi aveva lasciato del tutto.

“Molto bene, Z!” disse B battendo con forza le mani. “Ora sì che inizio a riconoscerti!” Incrociò le braccia squadrandomi da capo a piedi. “Come pensavo, la tua aura è ritornata al livello massimo, ma fai ancora fatica a controllarla visto che ti sei disabituato a tenere i tre Tesori aperti. Prossimo nonché principale obiettivo dell'allenamento: farti riabituare al tuo massimo Ki e, se possibile, migliorarti un altro po'. E per tale scopo niente è meglio di praticare i kata. Sei d'accordo?”

Gli risposi con un sorriso. “Assolutamente. Cominciamo.”

Sia io che B ci mettemmo in posizione di heiko dachi e, pronunciato in coro: “Hajime!”, iniziammo ad eseguire una serie di posizioni e movimenti coordinati, nel contempo io sfruttai la forte concentrazione e la massima calma richiesti dai kata per regolare al meglio il flusso del mio Ki. Non sarei certo riuscito a riportarlo alla normalità in un giorno, ma prima ci riuscivo e meglio era.

Mentre passavo da una posizione all'altra, mi concentravo sulla mia energia e la sentivo diventare sempre più placida, come un torrente che si placava dopo un evento di piena improvviso. Lento ma inesorabile, il mio potere originale stava tornando.

E ancor più di prima, non potei che sentire una sensazione incredibilmente piacevole pervadermi. Da quanto tempo non la provavo... Le imminenti battaglie con Rias e Raiser non centravano con essa, ero solo felice di poter tornare ad essere quello che ero fino a poco tempo fa.

Il drago addormentato.. si risveglierà molto presto!






Note:
Yokai = "apparizioni, spiriti.."; termine generale con cui vengono indicate le diverse tipologie di creature sovrannaturali della mitologia giapponese, come ad esempio gli oni o i tengu.
Language = "linguaggio"; abilità speciale passiva dei diavoli che consente loro di capire qualunque lingua parlata e parlare immediatamente in quella stessa lingua.
Ki = aura, energia interiore.
Tan T'ien = campo di cinabro.
Kata = "forma, modello, esempio"; serie di movimenti preordinati e codificati che rappresentano varie tecniche e tattiche di combattimento reale contro avversari immaginari evidenziandone i principi e le opportunità di esecuzione (spazio, tempo e velocità) dovendo essere della massima precisione nell'eseguire le tecniche.
Heiko dachi = posizione base del karate che consiste nel tenere i piedi paralleli tra loro alla stessa larghezza delle spalle.
Hajime = comunemente "iniziare, inizio"; comando verbale usato nelle arti marziali tradizionali giapponesi per indicare l'inizio della pratica marziale.


Eeeeee rieccomi qua finalmente!! Salve a tutti, minna!! XD
Ditemi, almeno qualcuno di voi si è chiesto che fine avessi fatto? (coro di grilli) No, nessuno? Nemmeno uno? Oh, beh, questo è deprimente.. e io che ho pensato solo a voi in questi giorni...
Ahahahah, scherzi a parte, scusate davvero questo ritardo pazzesco, ma ho dovuto traslocare da casa mia e la mia sistemazione di queste ultime settimane era priva di una rete fissa, di conseguenza non potevo pubblicare... Spero che il capitolo sia abbastanza buono da farmi perdonare l'attesa... ;)
E a proposito del capitolo, un bel po' di novità qui, eh? Finalmente facciamo la conoscenza di uno dei componenti della misteriosa squadra di Zayden: Blake Powell. Immaginatevi un The Rock più giovane, lievemente meno muscoloso, ricoperto di tribali e con i capelli rasati e avrete una sua immagine! XD Come dice Zayden, un tipo notevole, eh? Lui non è solo il suo migliore amico, ma sappiate che è anche il primo che si sia mai fatto dopo il fattaccio del passato... Ne saprete di più andando avanti, ma per ora ricordatevi che non è appunto un essere umano normale nemmeno lui e che quei tatuaggi non sono solo per bellezza... Credo che vi susciterà una certa sorpresa quando lo vedrete in azione. ;) Anche per gli altri componenti e amici del nostro Sekiryutei ci vorrà un altro po' di tempo per conoscerli tutti, ma sono sicuro che li apprezzerete molto quando li conoscerete... Fidatevi, sono tipi interessanti! XD
Poi viene finalmente il famoso allenamento e qui viene esaltato uno degli aspetti su cui ho più pensato per i poteri e le capacità di Zayden: il Ki. Questo termine viene usato in numerosissimi contesti marziali ed è tipicamente definito, come riportato sopra, come l'energia interiore di ogni essere vivente o cosa del mondo; personalmente io indico il Ki come la nostra energia, la nostra aura, quella che, parlando in termini di manga/anime, i personaggi di Dragon Ball sentono di solito provenire da ogni essere che incontrano, ma al tempo stesso la separo dall'energia vitale. Quest'ultima viene citata più di una volta anche nella trama originale: quando Saji la usa per potenziare i suoi colpi magici e soprattutto quando Issei viene posseduto dal Juggernaut Drive e la sua vita viene accorciata; tutti questi esempi mi suggeriscono l'esistenza di più di un tipo diverso di energia in ogni individuo, ma siccome l'autore non vi dà mai alcuna spiegazione, ne ho formulata una mia per la mia storia: per me, almeno in DxD, esistono due energie, il Ki o energia spirituale e l'energia vitale; la prima è quella che corrisponderebbe anche alla stamina del corpo, alla resistenza, e dunque di solito si esaurisce a seguito di grandi sforzi e il soggetto diviene esausto e non è più in grado di combattere; la seconda invece è quella corrispondente alla nostra durata vitale, quell'energia che mantiene in vita e permette la divisione delle nostre cellule e man mano che si esaurisce, anche la divisione cellulare diminuisce e dunque la vita del soggetto si accorcia, tipicamente a causa dell'invecchiamento. In seguito, ho preso la teoria orientale secondo cui il Ki circola nel nostro corpo tramite un sistema circolatorio simile a quello del sangue ed è controllato in particolare da quei tre centri definiti Tan T'ien, per i quali spero che la spiegazione soprastante sia stata esauriente. Inoltre, con la teoria del Ki e delle Sacred Gear, ho dato una mia spiegazione a un altro punto mai davvero spiegato dall'autore: se i corpi degli umani possessori di SG rimangono fondamentalmente invariati e 'normali', come possono essere in grado di competere con le creature sovrannaturali anche sul piano delle abilità fisiche senza che le loro SG siano per forza di tipo potenziamento? Io rispondo così: come detto di sopra, quando un umano si allena per usare la sua SG, il suo corpo tende ad aprire i propri centri del Ki e ad aumentarne così il flusso per potenziare il proprio fisico e riuscire a usare un potere che normalmente non potrebbe essere usato da un normale corpo umano, inoltre, con la teoria del potenziamento passivo del Ki verso le abilità fisiche preferite per volontà o tendenza, ho cercato di spiegare perché personaggi come Cao Cao sono capaci di contrastare diavoli e creature simili per velocità e tecnica ma non per forza o resistenza... Spero che le teorie in questione e le spiegazioni date vi soddisfino, ma se non vi è chiaro qualcosa, chiedete pure! ;)
Tra parentesi, i centri di controllo Tan T'ien e i Chakra NON sono la stessa cosa nella mia storia. La teoria dei Chakra esiste anche qui, ma sarà lievemente modificata per esigenze di trama e sarà approfondita solo più avanti. Perciò, non fate l'errore, almeno qui, di confonderli.
Che altro dire? Zayden ha avuto un maestro che gli ha insegnato ad aprire i Tan T'ien a comando e dunque a controllare il flusso di Ki per potenziare ogni area fisica. Anche questo l'ho preso da Dragon Ball: ricordate quando Gohan allena Videl a controllare il suo Ki per insegnarle a volare? La stessa cosa. Il Ki può essere usato e controllato da qualsiasi individuo tramite allenamento e volontà, ma i possessori di SG sono avvantaggiati proprio per l'influenza di quest'ultima... Chi sarà mai però questo fantomatico individuo? Dovrete anche qui aspettare per scoprirlo... XD
Infine pare che la nostra Rias si stia interessando sempre di più a Zayden, eh? Beh, diciamocelo, malgrado le provocazioni e tutto, sarebbe impossibile non essere interessati a un tipo simile, no? Una tale aura di mistero può attirare solo sguardi indesiderati, così come una personalità tanto particolare... Sulla nostra rossa, come avrete visto, ho cercato di elaborare come sarebbe stato il suo allenamento per il Game senza il dovere di allenare principalmente quel peso morto di Issei per renderlo pari ai suoi altri servi: considerando la sua personalità intelligente, ho pensato che, mentre tutti si allenano più che altro sui propri poteri, lei deve allenare soprattutto la mente perché in quanto leader deve saper elaborare strategie adatte agli incontri imminenti, dunque mi sembrava saggio farle ad esempio studiare rapporti su passati Rating Game, un ottimo aiuto per una totale novellina a tali incontri sia per capirne lo svolgimento che per farsi un'idea delle tattiche adottate. Inoltre, ho voluto renderla un po' meno orgogliosa di quanto poteva essere nell'originale visto che qui non ha il Sekiryutei dalla sua parte, ma bensì contro di lei e quindi è palese che è in svantaggio e, con quel poco tempo a disposizione, deve sapersi allenare al meglio e struttare ogni possibilità offertale. Logico, no? XD
Credo di aver detto tutto, o almeno spero... Se avete qualche interrogativo o qualcosa non vi è chiara, come ho già detto, scrivetemi su recensione, messaggio privato o canale Facebook e sarò ben lieto di rispondervi! E se il capitolo vi è piaciuto, vi invito a lasciarmi un pensierino anche piccolo: mi aiuta sempre per migliorare le mie scritture! Ricordatevi che è gratis e di libera opinione, positiva o negativa che sia, richiede solo un pizzico del vostro tempo! ;)
Io vi do appuntamento tra due settimane (spero!) e vi informo già che con il prossimo capitolo ci sarà una grande sorpresa: un ritratto disegnato del nostro protagonista Sekiryutei! Il vero volto di Zayden Ward! XD
A presto e auguro a tutti una buona estate e buone vacanze!!
Ja naa minna!!

 

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Capitolo 4
*** Life 3: Essere leader ***


Life 3: Essere leader

 

Seduto a torso nudo e con le gambe incrociate sopra una grossa pietra in mezzo al letto di un limpido ruscello, inspirai a fondo per poi espirare, mentre le dita delle mie mani si univano a livello dell'addome; ripetei la respirazione altre tre volte, prima di mormorare: “Aura.”
Lentamente iniziai a richiamare il mio potere magico e mi concentrai sull'aria che mi circondava, usando il primo per controllare e manipolare la seconda. Dopo circa dieci secondi, numerosi aliti di vento, lievi ma percepibili, cominciarono a convogliarsi all'interno dello spazio formato dalle mie mani unite e qui assunsero un movimento in senso circolare formando una sorta di sfera d'aria che diventava sempre più densa e vorticosa. Un rumore crescente e simile alle urla del vento riecheggiante tra le montagne iniziò ad invadermi le orecchie.
Piano piano, la sfera iniziò a divenire sempre più visibile e turbolenta, mentre il suono stava diventando così acuto da farmi vibrare i timpani e il vento che roteava tra le mie mani s'intensificava e pareva spingere per uscire da esse. Mi concentrai per continuare a convogliare le correnti d'aria e nel contempo mantenere il loro equilibrio all'interno di quello spazio così ristretto. D'un tratto, una di esse sfuggì al mio controllo e mi ferì il palmo destro, aprendo un lungo taglio sottile nella carne; non era profondo, ma bruciava e sentii un liquido caldo colare da esso.

Anche se avevo pronunciato 'Aura', in realtà, stavo allenando i miei poteri magici senza l'uso dei miei anelli; la pronuncia dell'incantesimo era una semplice abitudine, che avevo comunque mantenuto perché mi aiutava a pensare a ciò che dovevo fare.
Tolti quegli anelli e ad esclusione del mio elemento primario -il fuoco-, era molto più difficile controllare gli altri elementi con la magia, perfino il loro semplice richiamo necessitava di una notevole concentrazione e io, a differenza degli incantatori, non avevo mai avuto eccezionali capacità magiche. Avevo molto potere, certo, ma non riuscivo a sfruttarlo al meglio per le magie, per questo mia nonna aveva creato quegli anelli marchiati con rune speciali per aiutarmi con quella che si potrebbe definire 'invocazione della magia degli elementi'. Tali rune erano costituite dai nomi dei quattro elementi di aria, acqua, terra e fulmine in latino -uno per anello- e, quando ne pronunciavo uno, la magia runica si attivava e attingeva dal mio potere magico per richiamare automaticamente l'elemento voluto, permettendomi così di concentrarmi solo sulla sua alterazione e successivo impiego. Richiamare un elemento rappresentava infatti il punto più difficile della magia elementale perché richiedeva non solo un incredibile sforzo mentale, ma anche un notevole controllo sul potere magico per manipolarlo in modo da ottenere l'elemento desiderato.
Una grande forza di volontà l'ho sempre avuta, ma il controllo sul potere magico... Mica tanto.
In passato, eccezion fatta per il fuoco, non riuscivo nemmeno a richiamare gli elementi senza gli anelli, ma dopo anni di allenamenti sfiancanti ero riuscito a imparare a usarli in modo accettabile anche senza. Per la precisione, quando ero in meditazione, riuscivo a richiamare e manipolare piuttosto bene tutti gli elementi anche privo della magia runica, ma avevo ancora problemi a utilizzarli quando invece ero impegnato in un combattimento in quanto gran parte delle mie attenzioni ed energie erano rivolte all'avversario. Malgrado ciò, rispetto al passato, ero comunque abbastanza migliorato da poterli impiegare con una discreta abilità anche durante uno scontro, con o senza anelli.
Ritornando alla meditazione, questa rappresentava l'ultima parte del mio regime di allenamento, ormai arrivato già al suo settimo giorno. Io e B avevamo trovato questo ruscello durante la corsa del primo giorno e avevamo subito deciso d'impiegarlo per gli esercizi meditativi.
Ogni giorno, dopo gli esercizi fisici e la pratica dei kata, mi sedevo su questa roccia liscia in mezzo alle acque del piccolo fiume e svuotavo la mia testa di qualunque pensiero per poi iniziare a concentrarmi sul rilascio del potere magico, il richiamo e la manipolazione di ciascun elemento. La pace del luogo e la vicinanza alla natura erano perfetti per rilassare e allenare la mente e permettevano anche una sorta di contatto diretto con gli elementi stessi, in quanto parti integranti del medesimo ambiente in cui sedevo. Oltretutto, grazie alla meditazione, avevo allenato il controllo del potere magico contemporaneamente a quello del mio Ki e così ora avevo riacquisito la piena padronanza di esso ed ero in grado di mantenere aperti tutti e tre i Tan T'ien senza problemi. Il mio potere era tornato a sua volta al suo vecchio, reale livello e ora mi stavo allenando per raffinarlo ulteriormente. Dopotutto, non si finisce mai di imparare o di diventare più forti.

Un nuovo taglio si aprì stavolta sul pollice della mia mano sinistra e, pochi secondi dopo, un altro mi attraversò l'anulare destro. Contrassi lievemente le palpebre per i nuovi bruciori, ma non persi la concentrazione; dovevo stare attento o avrei rischiato di far esplodere l'intero potere magico che stavo raccogliendo con risultati a dir poco catastrofici. Respirai ancora a fondo e ridussi lievemente l'afflusso di correnti d'aria, senza però mai interromperlo del tutto, concentrandomi maggiormente sul controllo della rotazione e della forza dei venti che costituivano la sfera tra le mie dita.
Dopo circa un minuto, la sfera d'aria raggiunse il suo limite e smisi di pompare nuovi venti al suo interno focalizzandomi invece sulla sua rotazione, portando in breve anch'essa al suo massimo. Quando riaprii gli occhi, potei osservare tra le mie mani un etereo globo vorticante ad altissima velocità, che emetteva un suono fischiante così forte da far male alle orecchie; alzai le braccia per guardarlo meglio, senza ovviamente mai smettere di concentrarmi, per poi scagliarlo contro una roccia poco lontana, sulla sponda del ruscello alla mia destra. Una fortissima esplosione accompagnò l'impatto, quasi subito sostituita dal rumore tagliente di quelle che sembravano una miriade di lame in azione, mentre la roccia veniva ridotta in briciole dalla forza dei venti sprigionatisi.

Appena l'attacco si esaurì, udii un piccolo applauso e mi voltai verso la riva alla mia sinistra, dove B mi osservava con un gran sorriso. “Ottimo, Z! Davvero incredibile! Dopo sette giorni non solo sei tornato più in forma che mai, ma hai addirittura già elaborato una nuova tecnica!”

Ricambiai il sorriso e mi osservai i palmi e le dita piene di tagli, constatando con soddisfazione che il sangue aveva smesso di colare e le ferite si stavano già cicatrizzando. Un altro vantaggio dell'apertura dei Tan T'ien era che la guarigione di qualunque ferita diventava molto più rapida. Non istantanea, certo, ma sufficiente a far sparire ferite lievi in una sola notte e far guarire quelle gravi in metà del tempo normalmente necessario. “Grazie, B, ma a dire il vero è già da un po' che avevo in mente questo colpo, solo che i miei poteri soppressi m'impedivano di esprimermi al meglio e di realizzarla in tempi più brevi. Diciamo che la teoria c'era già tutta, ma la pratica era stata poco toccata. Inoltre, non è solo merito mio: se non avessi avuto un allenatore in gamba e serio come te, non ce l'avrei mai fatta a recuperare così bene in così poco tempo.”

“Ah, sei troppo modesto, amico mio! Dovresti tirartela un po' di più ogni tanto, dopotutto nessuno potrebbe dire niente per contraddirti!”

“B...”

“Eheh... Sì, lo so, lo so. Non sei mai stato un tipo superbo e, in fondo, è meglio così. Comunque devo ammettere che sei proprio migliorato nell'uso della magia di tutti gli elementi. Tua nonna ne sarà fiera quando lo saprà!” Lo vidi poi abbassare lo sguardo per controllare l'ora sull'orologio al polso sinistro. “Caspita, sono già le sette e mezza! Per oggi basta così, Z. Torniamo al rifugio, diamoci una bella lavata e rifocilliamoci! Dopotutto le ragazze dovrebbero iniziare a preparare la cena tra poco...”

“E Akeno cucina bene, eh?” chiesi con nonchalance tenendo d'occhio la sua reazione.

“Ah, puoi ben dirlo! Quella ragazza ha le mani d'oro! Una vera..!” Il mio amico si bloccò di colpo e la sua espressione sognante fu sostituita da una stizzita. “Ehi, da quando la elogi così? Come... Un attimo... L'hai fatto apposta, vero?!”

“Di che parli? Non capisco” replicai con finta indifferenza tirandomi in piedi.

“Ah, stai negando! Allora l'hai fatto apposta!”

“Era confusione, non negazione quella. Non so davvero che cosa tu intenda.” E saltai dalla roccia alla riva per poi dirigermi verso la villetta.

“Non provare a fare lo gnorri! Ehi, dove vai? Torna qui!”

Lo ignorai e iniziai invece a correre verso la destinazione, rapidamente seguito da un B urlante e imprecante. Payback for the first day, dude!, pensai ghignante.
 

*


“Potete mangiare anche più lentamente... Nessuno ve lo ruba il cibo!” disse in tono di rimprovero Rias, anche se sulle sue labbra era spuntato un sorrisetto divertito, osservando me e B divorare le nostre porzioni con voracità.

Da quando ci eravamo trasferiti lì in montagna per gli allenamenti, ci eravamo suddivisi i compiti in base ai sessi: le femmine si occupavano della cucina, i maschi delle pulizie, della manutenzione della villetta, del recupero del cibo e tutto il resto. Equo, eh?
Data l'abilità delle ragazze ai fornelli, però, alla fine non ce n'eravamo lamentati e, anzi, avevamo potuto godere ad ogni pasto di piatti a dir poco squisiti. Un po' mi dispiaceva non poter cucinare visto che mi divertivo sempre a farlo, ma dal momento che avevamo stabilito così, avevo deciso di lasciar stare.
E poi.. in fondo non mi dispiaceva affatto approfittare di quelle bontà!

“Purtroppo è inevitabile, Miss Rias” disse B, il quale si rivolgeva sempre in modo formale alla rossa, affermando che era d'obbligo essendo lei la padrona di casa e lui un semplice ospite. Mi sembrava un po' esagerato, ma era anche logico e sapevo che lui era uno che ci teneva a certe etichette. “Come ci si può trattenere quando c'è qualcosa di così buono in tavola? Assolutamente impossibile!” Lo vidi illuminarsi nel momento in cui mangiò un nuovo boccone di riso. “Hmmm! Com'è possibile che qualcosa di così semplice come il riso bianco possa essere resa così saporita?! Akeno, sei una regina anche ai fornelli! Da sposare!”

“Ara ara, mi fai arrossire! Sono lusingata” gli rispose l'interpellata sorridendo e mettendosi una mano sulla guancia con fare grazioso.

Come avevo previsto, B e Akeno avevano trovato diversi tratti in comune tra loro e avevano fatto rapidamente amicizia. Anzi, ero pronto a scommettere che B si era pure preso un bel colpo di fulmine per lei -letteralmente!-, ma la posizione di lei non mi era ancora chiara: visto il carattere apparentemente disinvolto e disinibito di Akeno era difficile capire se provava interesse anche lei o se si stava solo divertendo a scherzare. Per il bene del mio amico, spero che sia più vera la prima ipotesi...
Per essere chiari, non avevo alcun problema se i miei amici frequentavano o s'innamoravano di un'altra razza, persino se era demoniaca, ma volevo essere sicuro che i loro sentimenti venissero sinceramente considerati e ricambiati, se possibile. Nessuno dovrebbe soffrire qualcosa di doloroso come le pene d'amore. Nessuno.
Un volto sorridente incorniciato da splendidi e fluenti capelli castano scuro mi balenò davanti le pupille.. seguito da una terribile fitta al cuore. Dannazione, non di nuovo.
Chiusi le palpebre scuotendo la testa e quell'immagine sparì.
Sospirai di sollievo prima di tornare a concentrarmi sul piatto davanti a me. Il cinghiale arrosto che stavo mangiando in quel momento era una vera prelibatezza e la voracità con cui divoravo la carne tenera e succosa non nascondeva nulla del mio apprezzamento.

“Guarda guarda... Ti piace la mia cucina, eh?” mi disse provocante Rias piegando le belle labbra in un sorriso furbetto.

Ti pareva se proprio la carne l'aveva cucinata lei... Bé, mi possono accusare di molte cose, ma non di essere un ipocrita, pensai con un sospiro rassegnato prima di dire: “Ammetto che cucini davvero bene. Nemmeno io, malgrado la mia esperienza ai fornelli, saprei fare di meglio.”

“...Tu sai cucinare?” Il volto di Rias era passato dal soddisfatto al sorpreso. Perché le donne pensano sempre che gli uomini non sappiano nemmeno cos'è la cucina?

“Ed è anche bravo! È sempre stato lui a preparare il cibo da quando viviamo insieme!” esclamò Asia sorridendo gentile.

“Eccome se lo sa!” le diede manforte B sollevandosi finalmente almeno un po' dalla sua ciotola. “Z non è solo il leader, ma è anche il cuoco del nostro gruppo, o almeno uno dei due che cucinano più spesso. L'altra è una delle nostre due compagne di squadra, Akiko. Z è indubbiamente molto bravo, ma lei è imbattibile in tale ambito!”

“Già, sono d'accordo. Perciò, se ve lo steste chiedendo, rispondo sì: lei è la migliore tra noi a cucinare” aggiunsi io prima di prendere un altro boccone, stavolta dalla zuppa di cipolle vicino alla carne. Sorseggiai la minestra assaporandone il gusto semplice ma genuino, tipico di un piatto casalingo.

“Qu-quella l'ho preparata io...” mormorò timidamente Asia.

La vidi guardarmi con occhi nervosi, come se non aspettasse altro che un mio giudizio. Forse si sentiva un po' messa da parte visti i complimenti che stavamo facendo alle altre ragazze? Sorrisi a quel pensiero e mandai giù un altro cucchiaio di zuppa prima di dirle: “Come avevi detto, stavolta hai cucinato tu per me... Ed è ottima, Asia. Davvero buona.”

“Sul serio?! Sono così felice! Allora sono stata brava? Anch'io sono come la tua compagna di squadra?”

Non capii il perché di tale paragone, ma mi limitai a sorridere. “Tu e Akiko vi somigliate molto, in effetti. Avete entrambe un cuore puro e gentile e vi preoccupate sempre per gli altri, soprattutto se sono persone a voi care. Sono sicuro che diventereste ottime amiche.” E le diedi uno dei miei soliti buffetti sulla testa facendola ridacchiare contenta.

Prima che potessi concentrarmi di nuovo sul mio piatto, però, Rias parlò ancora a me e B: “Avete detto il vostro gruppo? Intendete dire che siete parte di una squadra?”

“Sì, esatto. Anche se in realtà, considerando il nostro legame, siamo più una famiglia. Un po' come voi Gremory” risposi io.

“Siamo in cinque componenti, ci siamo incontrati tutti in circostanze diverse e siamo insieme ormai da diversi anni... E il nostro leader è proprio Z! Vero o no, amico?” aggiunse B dandomi una gomitata affettuosa sul fianco.
Io mi limitai a sospirare, lievemente divertito.

“Ma se siete un gruppo così unito... Allora come mai eri qui in Giappone da solo, Zayden? E perché non ne hai mai parlato?” domandò Rias e anche tutti gli altri presenti si mostrarono interessati alla risposta.

Io e B ci guardammo un secondo, poi dissi: “Lunga storia. Diciamo che in parte c'entra con il mio obiettivo primario... Non chiedete di più, è meglio che per il momento non sappiate altro. Fidatevi.”

Rias dovette comprendere che parlavo della mia vendetta su Zamiel perché non fece più domande; pure gli altri sembrarono convinti delle mie parole e non toccarono più l'argomento. Per qualche minuto, ci limitammo a mangiare e basta, ma poi la rossa si rivolse di nuovo a me: “A proposito, ormai manca poco al nostro scontro. Ti senti pronto, Zayden?”

Percepii chiaramente il suo tono provocatorio e ghignai. “Dovrei farti io questa domanda. Ti, anzi, vi sentite pronti? Vi ricordo che sarete contro un Drago Celeste.”

“Puoi contarci. Tutti noi ci stiamo preparando al meglio e saremo pronti per affrontare sia te che Raiser quando sarà il momento!” Le sue parole furono accompagnate da un cenno affermativo di tutti gli altri membri del suo gruppo, anche se Asia sembrava un po' titubante.

“Mi piace la vostra risolutezza... Ma sei davvero sicura che tu e i tuoi servi possiate già affrontarmi?” Volli stuzzicarla ancora di più: “Se proprio vuoi, potremmo sentire se riescono a concederti altri giorni extra di allenamento, ma dubito che ti sarebbero sufficienti anche solo per farmi sudare.”

“Attento a quello che dici. Potresti pentirti della tua arroganza” replicò lei stizzita.

“Tu, una diavola di Alta Classe, parli a me di arroganza? Pff... Davvero esilarante.”

“Non provare a giudicarmi per il mio titolo! Io non sono solo ciò che è affiancato ad esso! Non sono semplicemente una nobile, una Gremory!”

Punta nel vivo, eh? “Finora non è che tu mi abbia dato molto per pensare il contrario. Sbaglio o hai detto tu stessa che continuano a controllare la tua vita? E l'hanno fatto anche stavolta, facendoti accettare questa barzelletta di Game.”

La rossa batté violentemente una mano sul tavolo. “Ti ho già detto che ho i miei buoni motivi per accettare questa soluzione e che, a parte la questione della mia libertà, lo faccio perché lo voglio! Perché un giorno voglio competere anch'io nei Rating Game!”

La guardai con occhi stavolta duri e per nulla scherzosi. “Insomma lo fai esclusivamente per te stessa, per il tuo orgoglio. Davvero egoistico, degno di una diavola nobile. Se tu avessi pensato un po' più alla tua vita e a quella del tuo gruppo, non avresti accettato, ma ti saresti opposta in tutt'altro modo. Invece eccoci qua. E poi hai anche la faccia tosta di dare a me dell'arrogante...”

Rias mi guardò confusa. “Che intendi? Che c'entra il mio gruppo? Loro non saranno toccati da...”

Scossi la testa, chiaramente deluso. Proprio non capiva. “Come pensavo, non capisci.. o non ci arrivi ancora. Mettere così a rischio i propri servi e familiari... Per essere il 'Re' del gruppo Gremory, sei piuttosto deludente...”

Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Rias scattò in piedi fissandomi furiosa. “Non permetto che mi sia detta qualcosa del genere da qualcuno che sembra aver abbandonato i propri compagni per nascondersi!”

L'intera costruzione venne scossa violentemente, come se fosse stata colpita da un terremoto, quando B pestò senza preavviso il piede per terra. Diverse assi in legno tra quelle che componevano il pavimento vennero spezzate o incrinate dalla forza del colpo e numerose schegge volarono ovunque. Non ebbi bisogno di fissare il mio amico per sapere che stava fissando Rias con il suo peggiore sguardo omicida.
“Osa ancora dire qualcosa del genere su Z e ti farò rimpiangere di essere nata” sussurrò gelido, la giovialità e la gentilezza di poco prima completamente scomparse. “Tu non sai niente di lui... Non hai il diritto di..!” S'interruppe nel vedere la mia mano destra alzata, in un muto segno di tacere. “Ma Z..!”

“Blake, basta” dissi perentorio. Lui non aggiunse altro, sapeva che ogni volta che lo chiamavo per il suo nome completo era perché ero tremendamente serio e non accettavo repliche. Poi mi voltai di nuovo verso Rias, la quale era stata a dir poco intimorita dalla reazione inaspettata di B e ora ci fissava con sguardo nervoso; anche gli altri erano tesi come corde di violino. “Sai, Rias Gremory, non dovresti parlare di cose che non sai con tanta leggerezza, soprattutto con me... La prossima volta potresti prendermi in un momento in cui sono molto meno tollerante...” dissi in tono ancor più glaciale di B per poi alzarmi e dirigermi verso l'uscita.

“Aspetta! Dove vai?” La voce della rossa mi raggiunse da dietro, lievemente insicura, come se non sapesse più cosa aspettarsi da me.

“Vado a farmi un bagno. Non ho più fame, né ho voglia di conversare oltre. Dopotutto, noi siamo avversari in questo momento, giusto? Allora è meglio che i nostri contatti s'interrompano, per ora. Riparleremo tra tre giorni.”

“Zayden-san, aspetta un attimo!” Stavolta la voce era di Asia. “Che ti prende? Perché ti comporti così?”

Mi dispiaceva farla stare male, ma la morsa che aveva ripreso ad affliggermi il cuore era insopportabile ed era solo colpa di quella conversazione e della mia incapacità a perdonare me stesso. Mi voltai leggermente rivolgendole un piccolo sorriso. “Ci sono tante cose di me che ancora non sai, Asia... Molte delle quali, preferirei che non venissero mai scoperte. Non preoccuparti: quando tutto sarà finito, sarò di nuovo il tuo fratellone. Ma ora.. devo stare solo. Scusami. Scusatemi tutti.”

E senza dire altro uscii dalla stanza.
Quando poco dopo mi immersi nell'acqua calda delle enormi terme che erano presenti sul retro della villetta, la mia mente era ancora preda di continue visioni maledette, ricordi dolorosi che niente avrebbe mai cancellato.
L'ultima frase di Rias, per quanto sapessi che non era vera, mi aveva fatto più male di quanto potessi dare a vedere. In fondo, pensavo che forse non aveva tutti i torti e quel solo pensiero di aver lasciato i miei amici, i miei amati compagni che per me erano come una famiglia, faceva riaffiorare le mie peggiori memorie. I momenti in cui avevo davvero fallito sia come amico che come leader.

[Maledizione, partner, perché devi angustiarti tanto?] L'improvviso vociare di Ddraig mi riscosse da quei pensieri. [È solo una mocciosa viziata che non sa nulla di quali siano le vere difficoltà della vita o quali siano le sue vere priorità. Perché le dai così tanto credito?]

“Perché sai anche tu che ho commesso fin troppi errori nella mia vita e non posso fare a meno di ripensarci. Più di una volta avrei potuto fare di più e invece... Inoltre, questo ritiro qui in Giappone era destinato fin da subito a non durare, perciò sento che è come se avessi cercato di scappare...”

Il tono del mio compagno drago risuonò più cupo e malinconico. [Quando capirai che hanno cercato solo di aiutarti e tu hai soltanto voluto dar loro una possibilità? Nessuno ha sbagliato, quindi non tormentarti tanto. Per quanto riguarda il passato, devi imparare a lasciarlo andare... Non puoi caricarti del peso di tutti, partner. Nessuno può farlo. Nemmeno tu.]

Sospirai immergendomi completamente sott'acqua, fino ad appoggiarmi sul fondo con la schiena. Le bollicine che uscivano dalla mia bocca formarono una nebulosa torbida che distorceva la luce proveniente dall'esterno, rendendo l'acqua superficiale un confuso insieme di ombre e immagini deformi. “Forse, ma devo provarci lo stesso, altrimenti il mio stesso potere non avrebbe altro senso oltre la vendetta. Anche per questo, devo combattere.”

[Perché ci tieni tanto? Dopo quello che ti ha detto.. perché vuoi ancora farlo?]

“Perché in fondo avevi ragione. Lei è simile al me di tanto tempo fa e, se non voglio che replichi i miei stessi errori, deve imparare quali sono le sue vere responsabilità. Non le devo niente, vero, ma non merita di subire ciò che ho patito io, soprattutto visto quanto tiene ai suoi servi. Se vuole davvero crescere, deve capire... E io le farò capire nel modo più duro possibile.”

[E la vendetta non c'entra, vero?]

Soffocai un ghigno. “Forse.”

Un'improvvisa vibrazione dell'acqua mi fece capire che qualcuno era entrato nelle terme; mi risollevai dal fondale per riemergere e vidi B che mi si avvicinava. Il suo possente torso muscoloso, ora nudo, metteva in mostra una complessa ragnatela di tatuaggi formati dai prolungamenti di quelli sulle braccia, anch'essi simili a tribali, e, attraverso l'acqua, si poteva notare che essi si estendevano anche lungo le gambe; in mano reggeva quello che sembrava un fazzoletto bianco. Senza dire niente, si fermò a circa due metri da me e aprì il fazzoletto, estraendone qualcosa che poi mi lanciò.
La afferrai al volo e vidi con sorpresa che era una stupenda armonica a bocca cromatica, con il corpo centrale argenteo e sulla cui superficie erano incise le lettere 'Z' e 'W' nell'angolo inferiore destro.

“Ho supposto che ti mancasse e così te l'ho portata” lo sentii dire e alzai gli occhi per vedere un sorriso comparire sulle sue labbra. “Suona la tua canzone. Vedrai che ti farà bene.”

Strinsi lo strumento ricambiando il sorriso. “Ti preoccupi sempre, eh?”

“Perché tu non lo fai mai per te stesso. Se non lo facessi io o gli altri, chi lo farebbe?”

Non potei non annuire prima di soffiare un po' d'aria nei fori delle ance per pulirle; a quel punto portai l'armonica a livello delle labbra e soffiai di nuovo in essi, stavolta più forte e modulando il respiro.
Una melodia intensa e gentile, ma nel contempo anche malinconica e triste, risuonò per tutte le terme, portandosi via una buona parte del mio dolore e placando così il mio animo.
 

*


Rias POV:

Il giorno era infine giunto. La mia sfida contro Zayden stava per avere luogo.
Eppure, malgrado i progressi fatti da tutti noi, non riuscivo più a sentirmi sicura come tre giorni fa, ovvero da quando avevo avuto la mia ultima discussione con lui.
Lo sguardo e le parole che mi aveva rivolto in quel momento erano marchiate a fuoco nella mia mente e ogni volta che ci ripensavo non potevo non rabbrividire tanta era stata la loro freddezza; era stata una silente minaccia di morte, come non ne avevo mai sentite né avrei mai immaginato di sentire.
Analogamente, anche ciò che mi aveva detto Blake-san prima di andarsene per seguirlo mi aveva turbato non poco: “Siamo stati noi a volere che lui se ne andasse e ci lasciasse agire in solitaria per un certo periodo di tempo. L'abbiamo fatto per cercare di dargli un po' di pace, quella che lui si è adoperato con tutto se stesso per farci trovare. Credevo che tu, sapendo almeno in parte quanto fosse stato duro il suo passato, potessi capire quanto sono importanti per lui dei compagni, degli amici... E invece non potevi essere più ottusa e insensibile. Lui forse avrà il difetto di essere troppo schietto e diretto nel dire le cose, ma se avevi anche solo un minimo di rispetto per lui, non l'avresti insultato in quel modo facendo riaffiorare le sue disgraziate memorie! Mi hai deluso, Rias Gremory... E ti sei scavata una fossa bella profonda da sola. Ti consiglio di prepararti al meglio che puoi, perché tra tre giorni vedrai il vero inferno.”
Dopo quella notte, né io né nessun altro del mio gruppo aveva mai più avuto modo di scambiare più di poche parole con Zayden, nemmeno Asia. Rimaneva fuori tutto il giorno ad allenarsi e rientrava solo per recuperare la cena, consumandola poi separatamente insieme a Blake-san; non ci aveva parlato quasi più né era parso interessato a farlo. Si era praticamente estraniato da noi e, nel contempo, l'aura di mistero e potere che lo avvolgeva era diventata ancor più intensa e cupa, abbastanza da farmi tremare ogni volta che lo vedevo.
E poi quella musica che avevo sentito suonare più tardi quella notte e che Yuuto mi aveva riferito essere opera proprio di Zayden... Non avevo mai sentito una melodia così dolce e triste al tempo stesso. Nessuno avrebbe mai potuto produrla senza aver provato i sentimenti più intensi e dolorosi immaginabili... Davvero era quella la sofferenza che aveva provato in vita sua?
Per questo, mentre io e i miei servi ci dirigevamo all'esterno della villa, dove Grayfia ci aspettava davanti a un grande cerchio magico col simbolo della mia casata, non riuscivo a scacciare quelle tremende sensazioni di ansia e pericolo incombente che mi opprimevano. Che significava che mi aspettava il vero inferno? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe seguito ancora le regole autoimpostatesi oppure..?
No, non devo pensarci! Ora devo solo concentrarmi su come vincere questa battaglia! Anche se la situazione sembra a nostro vantaggio, ho già sentito più di una volta quanto possa essere grande il suo reale potere. Non devo assolutamente abbassare la guardia. Devo farcela! Devo vincere ad ogni costo!

“Ben arrivata, Ojousama. Sono lieta di rivederla” mi salutò Grayfia inchinandosi quando ci fermammo dinanzi a lei.

Ricambiai l'inchino e mi costrinsi a sorridere. “Il piacere è tutto mio, Grayfia. Z.. voglio dire, il mio avversario non è ancora arrivato?”

Prima che potessi ricevere risposta, un cerchio magico rosso scarlatto si generò a breve distanza da noi e, contemporaneamente, una melodia invase l'aria. Rabbrividii. L'avevo sentita solo una volta pochi giorni prima, ma, anche se fossero passati anni, non avrei mai potuto dimenticarla.
Dal portale emerse l'alta figura di Zayden, il quale sembrava però completamente diverso dal ragazzo che ricordavo. Indossava un lungo impermeabile blu notte con delle fiamme scarlatte ricamate sulla parte bassa, una maglietta smanicata rossa, lunghi pantaloni lucidi neri, un paio di anfibi scuri ai piedi e mezziguanti neri alle mani; di queste ultime, la destra reggeva l'armonica cromatica che stava suonando e presentava due anelli, uno azzurro sull'indice e uno bruno sull'anulare, mentre la sinistra ne aveva uno argenteo sul pollice e un ditale metallico artigliato sul medio. Al suo fianco sinistro, pendeva la stessa katana che aveva usato durante la notte del salvataggio di Asia dagli Angeli Caduti. Teneva gli occhi chiusi, apparentemente concentrato sulla musica, e camminava con passo lento e pacato; i suoi capelli ricadevano come sempre liberi sulle spalle, agitati leggermente dalla brezza che soffiava, ma ebbi l'impressione che la parte rossa delle sue ciocche fosse diventata di una tonalità più viva.
Ciò che più mi colpì, però, era l'aura che lo circondava. Invisibile ad occhio nudo ma più o meno evidente alle percezioni di un essere inumano come me, un sottilissimo strato di energia sembrava ricoprire il suo intero corpo come una seconda pelle e, al suo interno, mi parve essercene una fonte ancora più grande e pulsante. La sensazione che dava era quella di un vaso talmente pieno d'acqua da sembrare sul punto di traboccare, ma senza in realtà correre davvero tale rischio. Quanto potere aveva dentro di sé?
Nel momento in cui si fermò a lato di Grayfia, Zayden smise di suonare e mise via l'armonica prima di aprire gli occhi. In quel momento trasalii: le sue iridi smeraldo erano diventate ancor più luminose e le pupille erano leggermente allungate, con una forma simile a quelle dei gatti mentre si adattano alle variazioni di luce. Tuttavia la cosa più impressionante era lo sguardo al loro interno, sicuro, forte e determinato come mai l'avevo visto; se il suo corpo sembrava contenere un immenso potere, i suoi occhi parevano emanarlo senza inibizioni. Era questo il vero aspetto del detentore di un Longinus? Del Sekiryutei?

Zayden s'inchinò a Grayfia. “Buongiorno, Grayfia Lucifuge. Rias, Asia, Akeno, Kiba, Koneko, ben ritrovati. Se sono in ritardo, scusatemi.” Anche il suo tono era cambiato: aveva parlato con cortesia, ma la sua voce era stata ferma e pacata come mai; sembrava quasi priva di emozioni e questo era insolito per uno come lui. La sua personalità sembrava essere cambiata del tutto un'altra volta.

Grayfia rispose con una lieve scossa del capo e un altro inchino. “Nessun ritardo, Zayden-san. È arrivato giusto in tempo a dire il vero: il match inizierà tra pochi minuti.” Si rivolse a tutti i presenti: “Quando sarà il momento, sarete teletrasportati nel campo di battaglia usando questo cerchio magico. Il luogo che verrà usato per l'incontro non è solo in una posizione diversa, ma anche in uno spazio diverso. Si tratta di uno spazio artificiale monouso in cui sarete liberi di combattere con tutto il vostro potere senza bisogno di trattenervi. Pur non essendo un vero e proprio Rating Game, questa battaglia verrà considerata come tale e verrà osservata anche dai membri della casata Gremory da diverse posizioni tramite un broadcast. Anche il Maou Lucifer-sama guarderà lo scontro. Per favore, non dimenticatelo.”

Quelle parole mi scioccarono. “Oniisama è... Allora è così... Così anche lui ha intenzione di osservare la partita...” Sentii il mio nervosismo aumentare ulteriormente, ma anche la mia determinazione crebbe. Non posso fare una figuraccia davanti a Oniisama. Non posso assolutamente perdere! Vincerò, vincerò a tutti i costi!

“Dunque saremo praticamente in diretta TV per i diavoli coinvolti, eh? Beh, per me è irrilevante che guardino o meno. Facciano come gli pare.” Zayden aveva parlato con la massima calma. Anche se non l'avrei mai ammesso, in quel momento invidiavo il suo autocontrollo e la sua apparente indifferenza. E dire che la posta in gioco non è bassa nemmeno per lui... Chissà come fa a restare così tranquillo...

“Il tempo è arrivato. Rias-ojousama, lei e il vostro gruppo entrate nel cerchio, per favore” disse d'un tratto Grayfia.

Inspirai a fondo e obbedii. Non appena entrai con i miei servi nel cerchio, questo brillò di una luce ancora più intensa, accecandomi per alcuni istanti...
 

*


Quando riaprii gli occhi, ci trovavamo davanti alla villetta di montagna della mia famiglia in cui avevamo alloggiato durante questi 10 giorni di allenamento. Qualcun altro avrebbe potuto pensare che il teletrasporto non aveva funzionato, ma io sapevo che non era così.
Difatti, la voce di Grayfia, che iniziò improvvisamente a risuonare nell'aria, mi diede conferma: “Salve a tutti, sono una cameriera della casata dei Gremory, Grayfia Lucifuge, e farò da arbitro per l'odierna sfida tra l'ereditiera della suddetta casata Rias Gremory e il Sekiryutei Zayden Ward. In nome del mio padrone, Sirzechs Lucifer, terrò d'occhio e giudicherò questo match. Le regole e il campo da gioco sono state sentite e accettate da entrambi i duellanti, ma andrò a ripeterle ancora una volta per eliminare qualunque possibile dubbio. Pur non essendo un Rating Game vero e proprio, questa battaglia riprenderà parte delle regole normali. I suddetti duellanti saranno i rispettivi Re di questo scontro, dunque la vittoria si otterrà con lo 'scacco matto' di uno dei due Re o quando tutti i componenti di una delle due squadre saranno sconfitti. Tuttavia, lo sfidante Zayden Ward dovrà sconfiggere ogni avversario o eventualmente il Re nemico senza provocare morti o lesioni permanenti, altrimenti avrà automaticamente perso, mentre Rias Gremory e i suoi servi non avranno tale limitazione e potranno combattere senza preoccuparsi di causare tali danni al loro sfidante. Il terreno di gioco consiste in una perfetta riproduzione in ogni singolo dettaglio dell'ambiente di montagna in cui vi siete sottoposti agli allenamenti, tuttavia, siccome Zayden Ward è un 'Re solitario' e Rias Gremory non possiede Pedoni tra i suoi pezzi attuali, non vi sarà una vera e propria base personale in cui effettuare la Promozione. I luoghi in cui siete stati trasportati sono rispettivamente la villa di proprietà dei Gremory per la loro erede e la sorgente del torrente montano che scorre in zona per il Sekiryutei, i quali fungeranno solo come punti di partenza. Non vi saranno limiti di tempo e la sfida si concluderà solo al momento della sconfitta o resa di una delle due parti. Detto questo, è il momento di cominciare la battaglia. Iniziate e buona fortuna ad entrambi.”

Non appena la voce di Grayfia smise di parlare, presi un altro bel respiro e mi voltai verso i miei amati servi, guardando per prima la mia Regina: “Akeno, piazza subito una barriera intorno a quest'intera area che possa proteggerci e avvertire quando un estraneo si avvicina. Dobbiamo preparare un piano di attacco, ma, considerando la sua mancanza di supporto, potrebbe decidere di compiere un assalto fulmineo ed è meglio prevenire tale eventualità.”

“Sì, Buchou” rispose Akeno lanciando subito una magia che avvolse tutta la zona intorno a noi per un raggio di almeno 50 metri in una barriera di energia trasparente.

Non appena concluse, le chiesi di distribuire a tutti delle piccole ricetrasmittenti magiche simili a minuscole sfere di luce. “Per favore, mettete queste nelle orecchie. Le useremo per comunicare tra di noi nel campo di battaglia.” Quando tutti ebbero eseguito, ripresi a parlare mentre stendevo a terra una mappa del territorio della montagna: “Noi ci troviamo qui e, se ho ben capito, lui si trova invece in questa posizione.” Indicai due punti a circa due chilometri di distanza tra loro. “Dobbiamo innanzitutto tenere d'occhio le sue mosse. Akeno, Yuuto, Koneko, mandate i vostri famigli a perlustrare questo punto e l'intera area circostante, è meglio individuarlo subito.”
I tre interpellati obbedirono e invocarono subito i loro famigli mandandoli a eseguire i miei ordini; nel contempo io alzai una mano e, tramite un piccolo cerchio magico, feci comparire anche il mio famiglio, un piccolo pipistrello di colore rosso scuro, che mandai in perlustrazione insieme a quelli degli altri. Allora mi rivolsi di nuovo a tutti: “Mentre attendiamo le informazioni, procederò a dirvi subito parte del mio piano. Non conosciamo la piena entità del suo potere, perciò non possiamo rischiare un attacco diretto. Anche se siamo più numerosi e abbiamo diverse abilità a nostra disposizione, l'aura che prima ho percepito provenire da lui non mi piace affatto... Mi fa pensare che finora non abbiamo visto che la superficie della sua vera forza. La miglior cosa da fare dunque è indebolirlo e intrappolarlo in una barriera prima di ingaggiarlo direttamente. Dobbiamo fargli consumare più energie possibile e impedirgli qualunque via di fuga. Ascoltatemi bene, faremo così...”
Poco dopo, proprio quando avevo appena finito di spiegare il piano d'azione, i nostri famigli tornarono e si posarono sulle nostre mani alzate, pronti a trasferire le loro conoscenze su di noi. Ma ciò che ci dissero mi lasciò più sorpresa e confusa che mai.

“Come sarebbe che non si è ancora mosso?”

“Buchou, anche il mio famiglio dice la stessa cosa: Zayden-kun non si è nemmeno spostato dal suo luogo di inizio” mi disse Akeno.

“Confermo le sue parole. Non si è proprio mosso per la precisione: si è seduto in seiza su una roccia in mezzo al torrente ed è rimasto finora immobile lì. Se non fosse per la posa delle mani e l'espressione ad occhi chiusi ma concentrata, mi verrebbe da pensare che si è addormentato” si aggiunse Yuuto.

“...Non capisco. Perché non ha provato nemmeno a cercarci?” chiese Koneko chiaramente perplessa, come tutti del resto.

“Buchou-san, cosa pensi che voglia fare?” mi domandò Asia preoccupata.

Le sorrisi. “Non lo so. Forse preferisce non affrontarci direttamente, visto che nemmeno lui conosce appieno i nostri poteri... Forse ha preparato delle trappole e ci sta attendendo come avevo pensato di fare anch'io, oppure vuole lasciare a noi la prima mossa e poi agire di conseguenza... Non saprei proprio, ma gioca a nostro favore: ne approfitteremo subito per entrare in azione. Dovrò modificare un po' il piano, tuttavia ci sarà più facile eseguirlo. Avanti, miei adorati servi, mostriamo al Sekiryutei che non bisogna mai sottovalutare la famiglia dei Gremory!”

Tutti quanti risposero con enfasi alle mie parole per poi mettersi all'opera. Mentre si allontanavano, mi voltai verso Asia, l'unica rimasta con me in quanto guaritrice del gruppo e non combattente, e notai lo sguardo afflitto che traspariva dai suoi occhi verdi. Mi avvicinai a lei e le presi delicatamente una mano: “Asia, che cosa c'è?”

“N-no no.. niente, Buchou-san... Solo che.. ecco.. io.. io...” balbettò lei, faticando apparentemente a guardarmi in faccia.

“Sei turbata all'idea di dover combattere contro Zayden, vero? Temi di non riuscire a supportarci come vorresti?”

Lei rimase silenziosa per qualche secondo, tormentandosi le dita delle mani, ma alla fine annuì. “Io.. io non capisco. Non capisco perché voglia così tanto combattere anche contro di te oltre che con Raiser Phoenix. Ho provato a parlargli più di una volta per farlo desistere o almeno capire il motivo, ma non ha mai voluto spiegarmelo chiaramente. Ha detto solo che non poteva rinunciare, che doveva farlo e che avrei capito anch'io al momento giusto. E poi, tre giorni fa.. lui.. ha praticamente smesso di parlarmi.. e allora.. io.. io...” Il suo tono divenne quasi singhiozzante. “Io voglio davvero aiutarti, Buchou-san. Voglio lottare con tutte le mie forze per riuscire a salvarti... Ma Zayden-san.. lui è la persona più importante per me ora... Non posso affrontarlo, non ci riesco. E se venisse ferito, non sarei mai in grado di non correre a curarlo, tuttavia così potrei dare problemi a te e a tutti gli altri e potrei anche esporvi a dei rischi... E se poi lui mi trattasse come una nemica? Non potrei mai sopportarlo!” I suoi occhi s'inumidirono sensibilmente. “Io non voglio essere un peso per nessuno, ma non so.. non so cosa fare... Non lo so! Mi dispiace, Buchou-san! Sono così confusa! Non voglio crearti problemi, però..!”

Le presi con delicatezza anche l'altra mano e la guardai dritta negli occhi lucidi. “Posso capirti, Asia. Anche se sei diventata una diavola, nel profondo tu sei ancora la ragazza dall'animo più generoso e gentile che io abbia mai conosciuto e questa è la qualità che io più ammiro e apprezzo di te. Posso comprendere i tuoi dubbi e i tuoi sentimenti, per questo sappi che non ti riterrò mai un peso o un problema. Tu non affliggerti e non pensare a cosa potrebbe succederti, pensa solo ad aiutarci al meglio che puoi e io mi farò carico di tutta la tua sofferenza e insicurezza. Non ti abbandonerò mai, Asia, te lo prometto. Inoltre, sono sicura che nemmeno Zayden potrebbe mai vederti come una nemica. Lui ha rischiato la vita per te, ricordalo! Nessuno lo farebbe se non tenesse davvero a quella persona! Non capisco neanch'io quali siano le sue vere motivazioni, ma sono sicura che non sarebbe mai capace di vederti in modo diverso da come ti vede nella vostra vita di tutti i giorni, né potrebbe mai volerti o farti del male per combattere dalla nostra parte. Ne sono sicura. Perciò, fidati di me, Asia. Rasserena il tuo animo e restami accanto. Io non ti lascerò.”

La vidi guardarmi prima sorpresa, poi commossa e, infine, un sorriso radioso le solcò le labbra, mentre ricambiava la mia stretta. “Sì, Buchou-san!”

Nel momento in cui le nostre mani si separarono, sentii una voce parlarmi dalla ricetrasmittente: “Buchou, mi ricevi?”

“Sì, ti ricevo, Yuuto. Che succede?” risposi subito io.

“Io e Koneko-chan abbiamo finito di disporre le trappole e Akeno-san sta per completare gli incantesimi intorno all'area prestabilita. Tuttavia, c'è un piccolo problema: Zayden-kun ha iniziato a muoversi finalmente. E sa dove sono.”

Quelle parole e il suo tono mi preoccuparono. “Che intendi? Ti ha forse visto?”

“Avevo posizionato l'ultima trappola nelle vicinanze della sua area e, a quel punto, ho seguito il piano e sono andato a cercarlo per attirarlo nei punti interessati... E l'ho trovato ancora seduto sul masso con gli occhi chiusi. È rimasto così per un altro minuto, poi, quando stavo per manifestare la mia presenza abbastanza da farmi percepire, si è alzato e ha detto: 'Ok, i 10 minuti sono passati. Tempo scaduto, gruppo Gremory. Ora vengo a prendervi.. iniziando da te, Kiba!' E si è voltato nella mia direzione, come se fosse già a conoscenza di dov'ero!”

Cosa? Non si stava preparando o qualcosa di simile? Non aveva preparato delle trappole né aspettava una nostra prima mossa? Ci ha.. semplicemente dato dei minuti di vantaggio?! Quel pensiero mi fece bruciare di rabbia. Allora ci sottovalutava davvero quel maledetto..!
Cercai di mantenere la calma. “Yuuto, ti ha già raggiunto? Non l'hai ancora ingaggiato, vero?”

“No, mi sta solo seguendo. Non capisco come abbia fatto a trovarmi, ma ora lo sto attirando nelle trappole come da piano. Ciò che mi preoccupa, però, è che mi segue camminando con calma, senza alcuna fretta. Mi sente, sa dove sono, eppure non prova nemmeno ad assalirmi. Segue i miei movimenti quasi ciecamente.”

Non capii se quel comportamento mi rendeva più nervosa o furiosa. Sapeva che lo stavamo attirando in una trappola o ci prendeva semplicemente in giro? Non riuscivo a capire, ma non potevo nemmeno farmi cogliere da dubbi o incertezze, altrimenti la mia mente ne avrebbe risentito. Dovevamo agire subito. “Non farti distrarre e attieniti alla strategia. Guidalo su più trappole possibili fino al luogo prestabilito e non ingaggiarlo mai direttamente. Anche io e Asia ci stiamo muovendo, quindi siate pronti.”

“Ricevuto.”

“Fai attenzione, Yuuto. Quel ragazzo è imprevedibile.”

“Lo farò sicuramente, non temere. Passo e chiudo.”

Riattivai la ricetrasmittente: “Koneko, rapporto.”

“Sì, Buchou. Ho appena raggiunto il punto indicato e mi sto mettendo in posizione” mi rispose lei con la sua solita imperturbabilità.

“Ottimo. Attieniti al piano e attendi.”

“Ricevuto. Passo e chiudo.”

Chiamai l'ultima persona: “Akeno, rapporto.”

“Ho completato gli incantesimi e ora sono in posizione. Tra qualche minuto sarò pronta ad agire” fu la risposta della mia Regina e migliore amica.

“Perfetto. Allora stai pronta perché quel momento arriverà molto presto.”

Lei ridacchiò. “Sì, Buchou. Passo e chiudo.”

Bene. Era quasi tutto pronto. Ora dovevamo solo arrivare al punto d'incontro fissato per l'attacco a sorpresa e...
L'eco improvviso di un'esplosione mi riscosse dai miei pensieri e vidi un piccolo pennacchio di fumo risalire dalla foresta a sud; dopo nemmeno mezzo minuto un'altra identica esplose poco più vicino alla posizione mia e di Asia. Molto probabilmente erano alcune delle trappole piazzate da Yuuto e Koneko che stavano venendo attivate. Perfetto! Non sarebbero bastate a fermare il possessore di un Longinus, ma sicuramente l'avrebbero rallentato e indebolito, anche se di poco.
Continuai a procedere decisa verso sud con Asia al seguito e percepii chiaramente le aure di Akeno, Koneko e Yuuto che convergevano verso la posizione prestabilita e, dietro a quest'ultimo e dai punti in cui le trappole scattavano, sentivo anche quella di Zayden che si avvicinava, lento ma costante. Stava andando tutto bene. Anche troppo bene.
Mi ero accorta che c'era qualcosa di strano, ma non capivo cosa.
Poi vidi le esplosioni e i fasci di luce delle trappole divenire sempre più numerosi e intensi, come se si stessero attivando sempre più velocemente. Possibile che le stesse subendo tutte? No, non era possibile. Almeno qualcuna doveva averla evitata o neutralizzata, non poteva non aver realizzato che era circondato da trappole o vi stava venendo trascinato sopra...
La voce di Yuuto dalla ricetrasmittente mi riscosse: “Buchou, sto arrivando in posizione e Akeno-san mi ha appena riferito che è pronta quando vuoi.”

Non mi era affatto sfuggito il suo tono nervoso e incredulo. “Ricevuto, Yuuto. Ma che succede? Le trappole si stanno attivando o Zayden le sta neutralizzando?”

“Non ne sta disattivando nessuna... Ci passa semplicemente sopra e le ignora... E non subisce alcun danno.”

“...Cosa hai detto?”

“Le trappole sono inutili, Buchou! Non so come, ma riesce ogni volta che le attiva a salvarsi e uscirne sempre incolume! Sembra addirittura che sappia dove sono collocate, ma che non gliene importi proprio perché non le ritiene una minaccia! Che le stia schivando, bloccando o altro non ha importanza: non hanno effetto!”

Era assurdo. Pur essendo così forte, rimaneva pur sempre un essere umano.. non poteva subire tutte quelle trappole senza risentirne minimamente! Com'era possibile?! Che stava succedendo?! Cacciai via quelle preoccupazioni e ripresi la concentrazione: “Non abbiamo tempo di capirlo ora. Continua con la strategia e comunica ad Akeno di procedere non appena l'incantesimo si attiverà.”

“Ricevuto!” E chiuse la comunicazione.

Diedi un rapido sguardo ad Asia e lei annuì risoluta; le sorrisi soddisfatta ed entrammo nella foresta. Continuammo per un altro paio di minuti fino a fermarci vicino ad un'enorme roccia, dietro la quale era visibile un'ampia radura circondata dagli alberi. Percepii le aure di Yuuto e Zayden avvicinarsi ed eressi subito una barriera intorno a me e Asia che avrebbe celato del tutto le nostre presenze; sapevo sopprimere l'aura e avevo insegnato anche a lei a farlo, ma non doveva percepirci in alcun modo. Stare così vicini al luogo prestabilito per l'assalto era un azzardo considerando i nostri rispettivi ruoli di Re e guaritrice, ma dovevo rischiare: non potevo semplicemente comunicare gli ordini via radio, dovevo vedere direttamente la situazione e lo svolgimento degli eventi per comportarmi di conseguenza.
Pochi istanti dopo, Yuuto spuntò nella radura e corse rapido fino al centro per poi girarsi verso la direzione da cui era arrivato, assumendo anche una posizione di guardia con la spada sguainata.
L'ennesima esplosione luminosa fece stavolta scoppiare in schegge o prendere fuoco alcuni degli alberi che delimitavano il perimetro della radura e, dalle fiamme ardenti che si erano formate, emerse il profilo di Zayden. Nel vedere la sua alta figura oscurata e circondata dalle fiamme, gli scintillanti occhi simili più che mai a due smeraldi e il sorrisetto beffardo che gli piegava le labbra, non potei non rabbrividire: ogni volta che veniva in qualche modo associato a quell'elemento, la sua stessa essenza sembrava divenire più vivida e forte che mai, come se si fondesse con esso. Sembrava quasi uno spirito del fuoco.
E come aveva detto Yuuto, era completamente illeso. Non era stato né rallentato né tantomeno indebolito. Assurdo a dir poco.
In quel momento, il sorrisetto di Zayden si tramutò in un ghigno. Cos..? I suoi canini sono sempre stati così appuntiti? Lo vidi poi puntare un dito contro Yuuto. “Tutto qui il vostro grande piano per battermi? Attirarmi in un paio di patetiche trappole per indebolirmi e poi portarmi in questo luogo aperto ed esposto per finirmi? Devo forse aspettarmi un attacco totale da tutti voi insieme adesso? Lasciatemelo dire: se la vostra strategia è quella, vi avevo sopravvalutati più di quanto pensassi.” Il suo tono era sprezzante e di scherno.

Digrignai i denti per la rabbia. No, non è tutto lì! E ora te ne accorgerai! “Akeno, procedi pure! Adesso!”

Al mio ordine, una cupola di pura luce argentea si formò sopra alla radura, avvolgendola completamente e richiudendo così al suo interno Yuuto e Zayden. Quest'ultimo si guardò intorno con aria perplessa per poi toccare la superficie della barriera con una mano, ritraendola subito dopo quando gli diede una scarica elettrica sufficiente a bruciacchiargli leggermente il palmo. Stavolta ghignai io: forse questo non se l'aspettava! E non era tutto. Quella barriera era di un tipo particolare che richiedeva tempo per la preparazione dato che era tanto complicata quanto potente; tuttavia, una volta attivata, non solo bloccava il nemico al suo interno, ma indeboliva anche progressivamente la sua energia, risucchiandola lentamente ma inesorabilmente. Inoltre, siccome era legata alla volontà dell'utilizzatore, assorbiva l'energia solo di quelli che erano considerati nemici senza toccare gli altri. Avevo letto di essa in uno dei rapporti dei precedenti Rating Game che avevo studiato: uno dei Re aveva utilizzato tale barriera per intrappolare ben metà dei servi dell'altro, Regina compresa, ed era riuscito a indebolirli al punto da sopraffarli senza difficoltà con un numero ben inferiore di servi. Io e Akeno avevamo dovuto studiare e fare molta pratica per riprodurla e lei aveva impiegato gran parte del tempo a nostra disposizione per poterla usare, mentre nel contempo mi aiutava ad allenare Asia, ma ne era valsa la pena: era una barriera tanto complicata quanto resistente, dunque non sarebbe scappato facilmente da lì.
Inoltre.. non avevamo certo finito!
“Koneko, Yuuto, procedete!”

E con quell'ordine il terreno sotto Zayden mutò di colpo divenendo sabbioso e facendolo sprofondare fino a metà polpaccio; nello stesso istante, numerose spade di varie forme, colori e dimensioni spuntarono dal suolo circondando la parte rimasta scoperta delle sue gambe e il suo addome in modo tale che, se avesse provato a muoversi dalla vita in giù, si sarebbe immediatamente tagliato sulle loro lame. Sorrisi a quella vista: in questi 10 giorni, Yuuto si era allenato soprattutto per migliorare l'uso della sua Sacred Gear, Sword Birth. Questa gli permetteva di creare qualunque tipo di spada demoniaca sia in singolo che in massa e lui si era allenato non solo per aumentare il numero di spade, ma anche il loro controllo, così da poterle usare con massima precisione.
Gli avevo ordinato di non attaccare direttamente Zayden proprio in virtù dei suoi incredibili riflessi e della sua percezione dei pericoli; se avesse subito un attacco diretto, avrebbe schivato d'istinto il colpo, ma proprio perché non aveva mirato al suo corpo, non aveva percepito un vero rischio e, quindi, non aveva potuto togliersi con altrettanta prontezza. Inoltre, lui e Koneko avevano imparato insieme ad usare un incantesimo per modificare la composizione del terreno e così erano stati in grado di intrappolarlo ancora di più. Ora non avrebbe potuto muoversi senza ferirsi gravemente, dunque era completamente immobilizzato!
Non ebbi bisogno d'impartire l'ultimo ordine: non appena il terreno cambiò e le spade spuntarono, Akeno, apparsa sopra il nostro avversario nella sua forma da battaglia di miko, generò un immenso cerchio magico e gli fece cadere addosso un gigantesco fulmine dorato caricato con tutta la sua energia magica. Così bloccato avrebbe dovuto per forza provare a bloccarlo con qualche barriera magica e, anche ci fosse riuscito, si sarebbe sicuramente stancato e allora Yuuto e Koneko lo avrebbero subito attaccato a loro volta per indebolirlo ancora e permettere poi a me e Akeno di finirlo con un ultimo colpo combinato. Sì, avrebbe funzionato!
O almeno così credevo.
Ero così presa da quella ipotetica sequenza nella mia mente che quasi non mi accorsi che il ghigno di Zayden non era scomparso e che la sua unica reazione era stata far scattare verso il fulmine in arrivo la sua mano sinistra aperta a taglio, mentre la sua bocca pronunciava una sola parola: “FULGOR!”
Un bagliore azzurro scaturì dal ditale al suo dito medio e avvolse in un fascio di elettricità del medesimo colore la sua mano, che andò poi a impattare contro il fulmine di Akeno causando un forte suono assordante e stridente. Sotto gli occhi increduli di tutti noi, la saetta generata dalla mia Regina venne letteralmente tagliata in due dallo scontro con quella che rivestiva la mano di Zayden, per poi disperdersi in una miriade di scariche luminose.
Impossibile! Ha respinto il colpo di Akeno, colei che è stata soprannominata la 'Sacerdotessa dei Fulmini', con il suo stesso elemento! Come ha fatto?!, pensai sconvolta, notando con la coda dell'occhio la stessa espressione sul volto della mia migliore amica. Era sconvolta quanto me, anzi ben di più e non potevo non capirla.

Zayden, dal canto suo, si guardò la mano sinistra, dalla quale ora colavano alcune gocce di liquido scuro che identificai subito come il suo sangue, e ridacchiò divertito. “Sono sorpreso. Credevo di averlo bloccato completamente, invece mi sono ferito lo stesso” disse osservando il fluido vitale che gocciolava. “Sei davvero degna della tua fama, Akeno Himejima: pochi sono riusciti a eguagliare la mia potenza magica in uno scontro diretto. Certo, sfidarti con il tuo elemento dominante, che tra parentesi controlli molto meglio di me, non è stata una delle mie migliori idee, ma, visto come sono intrappolato, contrattaccare è il modo migliore per difendermi. Se avessi eretto una barriera, avrei perso più energie e mi sarei esposto di più... E poi il mio proverbio preferito dice: 'combatti il fuoco col fuoco', anche se in questo caso dovrei dire il fulmine con il fulmine... Devo dire che è stato più impressionante di quanto credessi. Tagliare un fulmine con un altro.. non male davvero! Questo mio nuovo colpo mi è piaciuto proprio.. vediamo.. fulmine.. tagliare... Lightning B... No, mi sa di già visto. Si è sviluppato un forte rumore quando ho colpito, quasi un tuono.. tuono... Thunder... Thunder Slash! Sì, mi piace! Mica male come nuova tecnica inventata quasi per caso!”

Parlava in modo del tutto rilassato e sembrava rivolgersi solamente a se stesso, come se si fosse già dimenticato di essere circondato e bloccato. Come poteva essere così rilassato da mettersi ad inventare nomi per i suoi colpi con tanta tranquillità e disinvoltura nel bel mezzo di una battaglia?! La cosa mi diede non poco fastidio e, scuotendo la testa, mi ripresi dallo stupore. Avevamo ancora un vantaggio e dovevamo sfruttarlo subito!
Attivai il comunicatore. “Yuuto, stringi le spade e tienilo fermo più che puoi! Koneko, colpiscilo ora!”

““Sì, Buchou!!”” fu la loro risposta simultanea. Poi Yuuto urlò: “Sword Birth!”

Un istante dopo, nuove spade sorsero dal terreno stringendo ancora di più la morsa intorno alla parte inferiore del corpo di Zayden e formando una sorta di punto d'appoggio con le loro parti non affilate. Quasi contemporaneamente, Koneko saltò fuori da un cerchio magico comparso all'improvviso sul terreno adiacente le lame e atterrò sopra quel punto d'appoggio per poi sferrare un micidiale pugno all'addome del mio avversario; questi sembrò vacillare dal colpo, ma non fece in tempo a riprendersi che la mia Torre gli tempestò il torso e il volto con una serie di potenti pugni e calci abbastanza forti da risuonare come piccoli rombi nella radura.
Così come Yuuto, anche Koneko si era allenata più che poteva nel breve tempo a disposizione per questo scontro e potei vederlo dai suoi movimenti più rapidi e agili di quanto ricordassi; non solo era migliorata fisicamente, ma anche la sua tecnica era superiore a prima e la vidi far barcollare il nostro avversario, il quale sembrava gemere ad ogni colpo.
Vedendo quella scena e l'apparente sofferenza di Zayden, non potei non pensare che forse era troppo per il suo corpo umano subire i colpi di una Torre demoniaca, nota per la sua forza e resistenza. Dopotutto non volevo assolutamente ucciderlo, perciò feci per fermare Koneko, ma ciò che vidi e sentii poi mi paralizzò.
Zayden aveva alzato all'improvviso la testa, un rivolo di sangue che gli colava da uno spacco sul labbro causato da uno dei pugni di Koneko.. e stava ridendo! Sembrava non essere stato minimamente intaccato da quella raffica di colpi e che anzi si stesse divertendo come un pazzo! Come diamine era possibile?! Persino la mia serva era rimasta talmente sconvolta da fermarsi e probabilmente farsi la mia stessa domanda: come poteva un essere umano, seppur possessore di una Sacred Gear, resistere con tanta facilità ai colpi di un diavolo? Non la stava nemmeno usando la sua Sacred Gear, maledizione!
Quella realizzazione così improvvisa mi sconvolse ancora di più: non aveva ancora nemmeno usato il Boosted Gear e già era così forte... Cosa sarebbe successo se mai avesse deciso di usarlo?

La voce di Zayden mi riscosse da quei pensieri: “La vostra strategia non era così male, ma, come pensavo, non siete in grado di battermi. Se foste stati davvero determinati, la seconda volta non avreste usato queste spade per imprigionarmi, ma per attaccarmi. Sono rimasto apposta fermo per vedere cosa avreste fatto e, come pensavo, non avete colpito nemmeno una volta con l'istinto di uccidere. Non ha più senso restare impassibile e osservarvi... Ho già capito più o meno tutto.”
Alzò la mano destra in aria e stavolta furono le rune dell'anello portato sull'anulare a brillare di una luce bronzea all'esclamazione: “Terra!”
Con un rumore di rottura quasi assordante, il terreno sotto di lui si alzò di scatto spazzando via le spade di Kiba, liberando le sue gambe dalla sabbia e formando un'enorme colonna sulla cui cima il nostro avversario ci osservava ora dall'alto, fiero e ghignante. Con un balzo Zayden atterrò elegantemente a breve distanza da Yuuto e Koneko e il suo sguardo divenne ancor più inquietante, mentre il suo ghigno si allargava ulteriormente.

Non mi piacque per niente quello sguardo, così parlai alla ricetrasmittente: “Akeno, non importa se non hai ripristinato completamente il tuo potere magico, ora devi supportare Yuuto e Koneko il più possibile. Ho una gran brutta sensazione sulla piega che sta prendendo questa battaglia.”

Akeno non dovette nemmeno rispondermi per dire di aver compreso, tuttavia, quando fece per attaccare, sentii la voce di Zayden dire: “Non penso proprio.”

Un istante dopo, si era portato esattamente in mezzo ai miei due servitori impedendo così alla mia Regina di attaccare senza rischiare di colpire anche loro! Com'era possibile? Come poteva sapere cosa intendevo fare? Non poteva vedermi o percepirmi da là dentro, era impossibile! Le mie domande furono interrotte dai violenti rumori causati dai dorsi delle mani di Zayden che avevano appena impattato contro le mascelle di Yuuto e Koneko, sbattendoli a terra prima ancora che potessero reagire. Era stato velocissimo! Nemmeno Yuuto, pur essendo un Cavaliere, aveva saputo stargli dietro!
Fu proprio su quest'ultimo che Zayden si scagliò, raggiungendolo prima che Akeno potesse provare ad attaccarlo e accingendosi a colpirlo con un calcio. Yuuto evitò il colpo e brandì la spada contro il suo avversario, il quale, diversamente da quanto mi sarei aspettata, non estrasse la sua di spada, ma fece comparire il Boosted Gear e lo usò per bloccare la lama. Yuuto incalzò ancora cercando di colpirlo in tutti i modi, tuttavia Zayden bloccava ogni fendente o affondo con una precisione incredibile, utilizzando solamente i suoi artigli e muovendosi con una velocità apparentemente eguale a quella del mio Cavaliere, senza mai perdere quel suo ghigno spavaldo. Sembrava davvero divertirsi un mondo.
Inoltre, ero sicura che la barriera stesse avendo effetto in quanto percepivo la sua aura affievolirsi sempre di più, eppure non pareva stancarsi minimamente... Com'era possibile?! Quanta energia possedeva?!
Poi, un improvviso calcio del Sekiryutei andò a segno colpendo Yuuto sull'interno coscia della gamba sinistra e facendolo vacillare, prima di spedirlo a rotolare per terra con un violento montante. Digrignai i denti per la rabbia, ma non feci in tempo a dare altri ordini che Akeno aveva approfittato del momento per scagliare diversi fulmini su Zayden, che riuscì però a evitarli correndo via e dirigendosi.. verso Koneko! Quest'ultima, dopo essersi ripresa, non aveva fatto nemmeno in tempo a raggiungerlo per supportare Yuuto che ora era lui che le si scagliava addosso! Maledetto, vuole impedirci a tutti i costi di attaccare simultaneamente!
Koneko non si fece intimidire e, essendo Zayden troppo vicino, non ebbe altra scelta che andargli incontro per contrastarlo, mentre Akeno si trovava costretta a interrompere di nuovo il suo attacco per non colpire anche la mia Torre. Potei notare sul suo volto un'espressione afflitta e delusa; probabilmente si stava rimproverando il fatto di non poterla supportare, ma non poteva fare davvero nulla al momento: purtroppo gli incantesimi erano troppo rischiosi e le sue abilità nel corpo a corpo non erano granché.
Riportai gli occhi sullo scontro e, per l'ennesima volta dall'inizio dello scontro, rimasi incredula nel vedere Zayden deviare o respingere con il solo braccio sinistro ogni singolo colpo di Koneko. Non ero mai stata un'esperta di arti marziali, ma perfino io riuscivo a vedere che la sua guardia era praticamente perfetta e priva di aperture e la sua forma di combattimento era fluida e flessibile ma al contempo resistente e forte. Perfino una Torre demoniaca non riusciva a superare la sua difesa.
D'un tratto, Koneko balzò in avanti e, pur subendo una potente ginocchiata al ventre, si avvinghiò al torso di Zayden e piantò saldi i piedi a terra, tenendolo fermo. I miei occhi si spalancarono stupiti quando realizzai cosa intendeva fare.

“Akeno-san, colpiscimi insieme a lui! Presto!” urlò infatti la mia amata serva.

Quelle parole mi strinsero il cuore in una morsa. Se avessi dato l'ordine e il colpo fosse andato a segno, avremmo potuto vincere.. ma con che cuore potevo dare un simile ordine? Sapevo che, grazie al sistema di ritiro dei Rating Game che era stato applicato per questa battaglia, lei non avrebbe rischiato di morire, ma di certo ne sarebbe uscita con ferite anche molto gravi e io non volevo. Erano i miei servi, vero, ma erano anche tra le persone che più amavo; non potevo far loro del male in questo modo.
Tuttavia, una vocina sussurrava da una parte nascosta della mia mente e mi ricordava che vincere questa battaglia era l'unico modo per essere in grado di sconfiggere anche Raiser e prendere finalmente in mano il mio destino. Dovevo farlo o le conseguenze non avrebbero riguardato solo me, ma anche i miei stessi servi...
Quel pensiero improvviso mi scosse. È vero: non sono coinvolta solo io. Se perderò, anche i miei amati servi saranno costretti ad assecondare le volontà delle nostre famiglie e io non posso permettere che anche loro soffrano! Devo vincere a tutti i costi! Devo farlo!
Ripetendomi continuamente quelle parole, abbassai lo sguardo e attivai la ricetrasmittente: “Akeno...” ogni parola mi sembrò un macigno sul mio cuore, “...fallo.”

“Sì, Buchou” fu la sua triste risposta prima di scagliare un immenso fulmine su Koneko e Zayden; non era grande come il primo visto che non aveva ancora recuperato del tutto il suo potere, ma era comunque molto potente.

[BOOST!]

Quella parola accompagnata dall'emissione di luce verde dal gioiello del Boosted Gear mi fece alzare la testa di scatto e vidi che Zayden aveva abbracciato Koneko e la teneva stretta a sé, con gli occhi chiusi e il volto rilassato. Poi le sue labbra mormorarono qualcosa che suonò come: “Kham!”

E sotto lo sguardo incredulo di tutti noi, una sfera di turbinante energia rossa avvolse entrambi creando una cupola scarlatta che vorticava come un tornado intorno ai loro corpi. E fu su quella cupola che il fulmine di Akeno si abbatté disperdendosi subito dopo come se avesse colpito un parafulmine.
Impossibile! Si è salvato di nuovo! Visto che non sarebbe riuscito a liberarsi, ha protetto anche Koneko con quel colpo!
Passarono alcuni secondi, poi la sfera scomparve nell'eco di un nuovo [BOOST!] e vidi Zayden che, spostate le braccia ora intorno alla nuca e al collo di Koneko, la stringeva a sé con tale forza che lei pareva annaspare. Stava cercando di farle perdere conoscenza!
“Yuuto! Fermalo!” gridai alla ricetrasmittente.
Il mio Cavaliere non esitò un istante e, mentre la spada nelle sue mani mutava in una lama azzurra, scattò in avanti cercando di colpire Zayden alla schiena. Incredibilmente, però, questi si avvide ancora una volta dell'attacco e ruotò di scatto lanciando Koneko contro Yuuto e costringendolo ad arrestarsi per afferrarla al volo; nel momento in cui lui la prese, il nostro avversario li aveva già caricati e investiti col suo intero corpo mandandoli a rotolare al suolo.
L'istante dopo, però, lo vidi accasciarsi a terra con il fiatone e le spalle tremanti, apparentemente esausto. Finalmente risente degli effetti della barriera!, pensai trionfante prima di gridare alla ricetrasmittente: “Akeno, ora!”

Una moltitudine di saette fuoriuscirono dalle dita protese della mia Regina e si diressero implacabili verso Zayden, ormai inerme. Era fatta!

[BOOST! EXPLOSION!!!!]

Quelle due parole urlate furono accompagnate da un'impressionante eruzione di pura aura scarlatta dal corpo di Zayden, tanto potente da formare una colonna di luce e incrinare visibilmente il terreno sotto i suoi piedi. Il ragazzo si tirò in piedi all'istante e, alzando la mano sinistra, creò una barriera rossa che bloccò tutti i fulmini con una facilità assurda. Impossibile! Cosa stava succedendo?!?!
Vidi Akeno lanciare un altro fulmine, ma stavolta Zayden lo respinse con un mero gesto del guanto, neanche fosse stato una scintilla, e squadrò i miei servitori con aria divertita. La sua aura, che fino ad alcuni istanti fa sembrava esaurita, ora splendeva intorno al suo corpo con un'intensità tre o forse quattro volte superiore a quella di quando era iniziata la battaglia.

“Ve ne do atto” disse. “Siete stati più determinati e creativi di quanto credessi, ma è palese quale sia il vostro limite, così come è ormai scontato l'esito di questo scontro. Dimmi, Rias Gremory.. sì, so che ci stai guardando da qualche parte fuori dalla barriera insieme ad Asia, e perciò ti chiedo direttamente: hai altre frecce al tuo arco? Io non credo e anche le avessi, non potete battermi. L'hai compreso questo?”

Digrignai i denti, mentre Asia sembrò stringersi al mio fianco, apparentemente nervosa; non potevo darle torto: l'atteggiamento di quel ragazzo era cambiato di nuovo, ma manteneva la sua solita sicurezza, come se stesse andando tutto come voleva lui. La cosa mi irritava terribilmente, ma dovevo restare calma e concentrarmi per elaborare un nuovo piano per contrattaccare. Stavo per dare l'ordine di tenerlo impegnato il più possibile mentre la barriera lo indeboliva di nuovo, quando riprese a parlare sorprendendomi per l'ennesima volta:

“Sono sicuro che ti stai sforzando per elaborare un'altra strategia, vero? Provaci pure, ma non cambierà nulla. E vuoi sapere perché? Te lo dirò in quattro motivi.” Alzò una mano e la aprì mostrando bene le ultime quattro dita, per poi piegarne tre e lasciarne uno solo alzato. Ma che stava facendo? Una lezione? “Ragione numero 1 per cui non riuscirai a battere né me né Raiser P.: la differenza di esperienza. Ti sarai chiesta più di una volta come ho fatto a prevedere o a rispondere così bene ad ogni mossa tua o dei tuoi servi... Ebbene la risposta è semplice esperienza, così come questa è anche la risposta per cui le tue strategie, anche se efficaci, sono fin troppo limitate o semplici da sventare. Non l'hai detto tu stessa? Questo è il tuo primo Game e le tue battaglie reali sono state piuttosto poche e solo contro Diavoli Randagi o angeli caduti di basso livello se non sbaglio. Quello stesso galletto di Raiser ha molta più esperienza di te e ha vinto diversi Game, già questo lo pone in notevole vantaggio rispetto a te. Per quanto riguarda me, invece.. io combatto da undici anni scontri in cui metto a rischio la mia vita, spesso contro nemici più forti.. devo continuare?”

Mentirei se dicessi che non ero impressionata o nervosa, tuttavia non volevo arrendermi. La differenza di esperienza era effettivamente abissale, ma non era tutto! Non poteva batterci solo in base ad essa! In quel momento riprese a parlare:
“Ragione numero 2, questa è più legata al pollo: l'inferiorità numerica. E prima che tu possa rinfacciarmi che questa è a mio sfavore, ti comunico subito la terza ragione, collegata direttamente alla seconda: la differenza di potere. Raiser è sicuramente super avvantaggiato dal punto di vista numerico visto che conta ben 15 pezzi, ma non è tanto il numero il problema quanto il potere di tali pezzi. Ho percepito bene l'aura delle sue serve e posso dire che voi le battete in qualità: ognuno di voi può battere singolarmente una o anche un trio di loro senza troppe difficoltà e se agite in gruppo anche di più... Ma rimane il fatto che sono molti più di voi e la differenza di potere che avete non è sufficiente a ribaltare le carte in tavola. Ad esempio, se tu, Kiba, dovessi affrontare in un uno contro uno i Cavalieri di Raiser, potresti sicuramente vincere.. ma se li affrontassi insieme o supportati da Alfieri o Pedoni? Stessa cosa tu, Koneko, se lottassi contro le Torri... Vogliamo menzionare la sua Regina? Tra voi solo Akeno e tu, Rias, potete contrastare lei o Raiser, ma se lei attaccasse uno di voi due, non durereste un minuto. Asia non può essere considerata in quanto non combattente e da qua si può giungere alla conclusione ovvia che voi, per vincere, non dovreste subire nemmeno una perdita fino alla fine, cosa pressoché impossibile e lo sapete anche voi. Loro possono perdere anche 10 pezzi senza battere ciglio.. ma a voi basta perderne uno e tutto si complica enormemente. Morale: siete in un enorme svantaggio.”

Parlava a voce calma e scandita, proprio come se stesse tenendo una lezione, e nessuno di noi seppe dare una replica alle sue parole, allo stesso modo di una classe ignorante davanti all'insegnante. E più parlava, più sentivo che la risolutezza mia e dei miei servi diminuiva. Certo, le sapevamo già queste cose, ma vedersele sbattute in faccia in questo modo mentre stavamo perdendo la battaglia in corso, ci aveva turbati enormemente... Dannazione..!

“Per quanto riguarda me...” continuò mentre il suo ghigno, mai sparito finora, si allargava e le sue dita artigliate schioccavano. “Io non posso essere considerato tale proprio per la ragione 3: perché il mio potere è molto superiore sia al vostro che a quello del nostro Pollo Fritto e, quando la differenza di potere è netta, allora i numeri non contano nulla. Mettiamola così, Rias: se poniamo come esempio che la tua aura, la più forte tra le vostre, sia pari a un valore di 10.. allora la mia sarebbe almeno 100!”

Quelle parole ci scioccarono tutti.

“Tu ti consideri almeno dieci volte più forte di Buchou? Sei pazzo!” sbottò Yuuto brandendo la sua spada.

“Credi? Hai fatto presente che ho attivato il potere del Boosted Gear solo da un paio di minuti e che, anche senza di esso e intrappolato in una barriera che mi risucchia di continuo l'aura, vi stavo tenendo a bada senza problemi mantenendomi per giunta quasi sempre sulla difensiva? A proposito...”
Alzò la mano avvolta nel guanto col palmo rivolto verso l'alto e da esso si generò un'onda di aura rossa simile a un raggio che sembrò dirigersi verso Akeno.. salvo poi sorpassarla.. e colpire invece la nostra barriera!
Il raggio la perforò come se fosse stata fatta di carta e proseguì la sua traiettoria sparendo in cielo ed esplodendo pochi secondi dopo con un'esplosione spaventosa che colorò di luce sanguigna l'intero campo di battaglia. Nel contempo, la barriera si riempì rapidamente di crepe e crollò su se stessa come un immenso mosaico di vetro. Al centro dei frammenti simili a schegge argentee che precipitavano al suolo, Zayden stava in piedi schioccando ancora le dita artigliate del Boosted Gear e osservando famelico i miei servi come un predatore con le sue prede.
“Quella barriera mi aveva proprio stufato” commentò con un lieve sbuffo. “Potevo distruggerla quando volevo, ma ho deciso di darvi l'opportunità di fare la prima mossa e scoprire così il vostro piano. Vi ho assecondato finora limitandomi a difendermi, ma ormai mi è chiaro sia il vostro livello che la vostra volontà... Dunque, come si usa dire in questi casi... Fine dei giochi.”

Aveva appena pronunciato l'ultima parola che scomparve dalla mia vista come un fantasma. Mi guardai intorno per trovarlo, quando sentii un forte colpo e un grido soffocato: Zayden era apparso davanti a Koneko e l'aveva colpita con una tremenda ginocchiata all'addome, subito dopo ruotò su se stesso e la colpì con una gomitata al volto che la mandò a schiantarsi al suolo con tanta forza da romperlo.

“Koneko-chan!” urlò Yuuto prima di scagliarsi furioso sull'avversario. “Sword Birth!”
Numerose spade demoniache di varia natura spuntarono tutte intorno a Zayden dirette stavolta verso le sue gambe e busto; tuttavia, questi girò ancora su se stesso e colpì con gli artigli ogni singola spada mandandola in frantumi.

“Ma guarda, allora come pensavo hai anche tu una Sacred Gear” fu il suo commento divertito senza badare minimamente alla carica supersonica del mio Cavaliere. “A quanto vedo puoi generare in massa spade demoniache di vari attributi e usarle sia come arma ravvicinata che a distanza, facendole persino spuntare dal suolo. Molto interessante... Però...”
Un forte stridio metallico invase l'aria quando la lama di Yuuto fu incredibilmente fermata dal solo indice artigliato di Zayden, lasciandolo a dir poco sconvolto. Un lieve strato di ghiaccio iniziò a formarsi intorno al suo dito, ma lui sembrò ignorarlo.
“...Non è sufficiente. Per essere uno definito cavaliere, usi piuttosto male le tue spade. Le tratti come mere armi, non come prolungamenti del tuo stesso corpo, e così non sai sprigionarne il vero potenziale. Patetico.” Il suo sguardo sprezzante si portò sul ghiaccio che ormai gli avvolgeva mezza mano, mentre Yuuto continuava a spingere senza però riuscire a far avanzare di un solo centimetro la lama. “Oh, una spada congelante, eh? Astuto.”
Un calcio terribile sullo stesso punto dell'interno coscia di poco prima fece gemere di dolore Yuuto. “Conosco bene i vostri punti di forza e debolezza. I Cavalieri sono veloci e abili, ma la loro difesa e forza sono poca cosa” disse Zayden prima di colpirlo di nuovo nel medesimo punto. Stavolta Yuuto crollò in ginocchio. “Perse le vostre gambe, siete inermi come uccelli senza ali.” Tirò indietro il Boosted Gear e, mentre la sua aura sembrava concentrarsi intorno al guanto e il ghiaccio si frantumava, lo portò avanti centrando la fronte di Yuuto con un pugno così forte che, perfino da dentro la barriera, sentii l'aria vibrare per l'impatto.
Il corpo del mio Cavaliere volò in aria, mentre un grosso fiotto di sangue schizzava dal punto colpito e una luce azzurra lo avvolgeva a mezz'aria. I miei occhi si spalancarono e il mio cuore si strinse quando svanì nel nulla e l'eco della voce di Grayfia annunciava:

“Il Cavaliere di Rias Gremory si ritira.”

Accanto a me, Asia gemette portandosi le mani alla bocca, probabilmente stentando a credere a ciò che aveva visto. Il suo amato fratellone aveva appena eliminato il mio Cavaliere. Era vero che in realtà era stato solo teletrasportato fuori dal campo di battaglia perché non più in grado di combattere, ma la vista era stata comunque terribile. Lo aveva sconfitto in un istante e senza esitazione, brutale e freddo come una macchina. Insieme al dolore per la perdita di Yuuto, sentii un misto di rabbia e timore invadermi. Non doveva finire così!

“Maledetto! Prendi questo!” sentii urlare la voce di Akeno e alzai lo sguardo in tempo per vederla scagliare numerose saette su Zayden, il quale, però, le evitava tutte con quelli che sembravano semplici spostamenti laterali talmente rapidi da lasciare una sorta di ombra residua dietro di sé. Poi, mentre il suo ghigno diventava malevolo, i piccoli fuochi ancora accesi per la radura dall'esplosione dell'ultima trappola e dai colpi di Akeno sembrarono animarsi e, con somma sorpresa mia e della mia amica, si alzarono all'improvviso in aria ingigantendosi e formando delle immense colonne fiammeggianti. Com'era riuscito a creare fiamme tanto grandi e potenti partendo da quei minuscoli fuocherelli senza nemmeno usare la magia?

“Non l'avete ancora realizzato appieno, vero?” disse in tono provocatorio e spavaldo. “Non sono più come quando mi avete incontrato a scuola o con Raynare... Allora mi ero indebolito apposta per restare tra la gente normale senza dare nell'occhio, ma il vero me è questo, il mio vero potere è questo! E pochi minuti fa, grazie alla capacità del mio Boosted Gear, tale potere è raddoppiato per tre volte, ripristinando l'energia persa a causa della vostra barriera e diventando poi ben più grande che in origine. Ditemi sinceramente: considerando che non siete stati capaci di sconfiggermi col mio potere base.. come potete sperare di farlo ora?”
Le colonne di fuoco parvero animarsi a un gesto delle sue mani e si dispersero in una moltitudine di lingue fiammeggianti che si agitavano come serpenti vivi, per poi scagliarsi su Akeno. La mia Regina iniziò ad evitare i colpi o a respingerli coi suoi fulmini, ma era chiaro che era in grave difficoltà: quell'attacco era semplicemente troppo aggressivo e pressante! Il controllo del fuoco di Zayden surclassava di gran lunga quello dei suoi fulmini!
Dovevo pensare in fretta a un modo per aiutarla, ma ormai c'era poco da fare e le mie opzioni si erano praticamente azzerate... Forse, per quanto rischioso, era il momento che scendessi in campo anch'io... Non potevo più restare semplicemente in disparte a dare ordini!

In quel momento una figura minuta e dai capelli argentei entrò nel mio campo visivo e si scagliò su Zayden: Koneko! Aveva diversi lividi in volto e la bocca insanguinata, ma i suoi occhi erano ancora determinati a combattere.
Tuttavia.. non poteva caricarlo così! Era troppo pericoloso! “Koneko, ferma!”
Il mio richiamo arrivò troppo tardi in quanto la mia Torre aveva già raggiunto Zayden e affondato il suo pugno nel torace di quest'ultimo con tanta forza da causare un rombo attraverso la radura; per un solo, brevissimo istante, ebbi l'impressione che avesse funzionato, ma tale illusione svanì quando vidi il volto sempre ghignante del nostro avversario guardarla sprezzante e il pugno di lei bloccato dalla mano sinistra di lui a pochi centimetri dal petto. Koneko ricambiò lo sguardo con uno stupefatto.

“Le Torri sono forti e resistenti, mi aspettavo ti saresti rialzata.” La sua mano artigliata scattò e posò le punte acuminate delle dita sulla porzione di petto sopra al seno di Koneko. “Ma attaccarmi così anche solo per salvare la tua compagna... Pessima mossa.”
La afferrò saldamente per la gola e, dopo averla scossa da una parte all'altra come uno straccio, la schiantò al suolo con tanta forza da farla sprofondare nel terreno. Koneko gemette e sputò sangue, ma un improvviso fulmine di Akeno, non più inseguita dalle fiamme, costrinse Zayden a retrocedere per non essere colpito.

“Koneko-chan! No!” urlò Asia correndo senza preavviso verso di lei.

“No, ferma, Asia! Non allontanarti da me!”
Troppo tardi: era già uscita dalla barriera e stava correndo al fianco della mia Torre. Evidentemente tutta quella violenza era troppo da sopportare per lei.
Vidi Zayden guardarla fisso, ma non fece niente per attaccarla, limitandosi a schivare gli attacchi di Akeno. Come immaginavo, noi eravamo un conto, ma non avrebbe mai potuto attaccare Asia. Per un attimo mi ero preoccupata, tuttavia, grazie al cielo non era andata come temevo... Inoltre, potevamo anche approfittarne.
La barriera era ormai superflua, perciò la rimossi e feci un passo avanti rivolgendomi ad Asia, la quale stava già avvolgendo Koneko nell'aura curativa della sua Sacred Gear: “Asia, portala qui! Devi starmi vicina mentre la curi o potresti comunque rimanere coinvolta nello scontro!”
Lei annuì con forza e fece per sollevare Koneko...

“Ragione numero 4 per cui non riuscirete a battermi, la più importante: la tua, anzi la vostra determinazione, per quanto encomiabile, non è minimamente sufficiente. Quando lottate con un nemico sconosciuto o più forte di voi, non potete trattenervi nemmeno per un istante. Invece voi, fin dall'inizio di questa battaglia, non mi avete mai attaccato con l'intento di uccidermi, né avete mai saputo sferrare un assalto col chiaro obiettivo di neutralizzarmi completamente. La vostra volontà non è forte abbastanza. Avete paura di uccidere qualcuno che non sia un vostro nemico, perfino se ne va della vostra vita o dei vostri compagni e amici... La vostra morale offusca le vostre decisioni e annebbia la vostra determinazione. Quando prima hai dato l'ordine di colpirci insieme, credevo avessi capito... Invece non sai né capire quando serve né anche solo prendere decisioni veramente drastiche... Non sei in grado di fare o comprendere questo.”

Quelle parole risuonavano ancora nell'aria, quando la mano destra di Zayden si alzò e strinse a pugno alla frase: “Enveloping Flames.”
Le fiamme sulla radura intorno ad Asia e Koneko si animarono e racchiusero all'istante le due ragazze in un bozzolo di fuoco. L'urlo disperato e terrorizzato di Asia squarciò l'aria e mi lacerò letteralmente il cuore, mentre una luce azzurra appariva all'interno di quella trappola incandescente; il bozzolo implose e sotto di esso non restava più nessuno.

“La Torre e l'Alfiere di Rias Gremory si ritirano.”

I miei occhi sconvolti si spostarono dal punto in cui fino a un istante prima vi erano Asia e Koneko e si posarono su Zayden. In breve dolore e incredulità furono rimpiazzate da rabbia e disgusto. Non potevo credere a ciò che aveva appena fatto... La persona che credevo vedesse come una sorellina.. non aveva esitato due volte ad attaccarla!
“Come hai potuto..? Asia era.. era... PERCHE'?!” non potei non urlare furiosamente. “COME HAI POTUTO ESSERE COSI' SPIETATO?! PERCHE'?!”

I suoi occhi sostennero il mio sguardo senza vacillare, apparentemente indifferenti. “La guerra e le battaglie non sono mai né giuste né prive di sofferenza. E chiunque le combatta, deve essere pronto a tutto se vuole sopravvivere o proteggere i propri compagni. Cosa che tu non sei stata in grado di fare ritenendo erroneamente che non l'avrei attaccata... Sai, prima volevo vedere che ordine avresti dato, perciò non ho attaccato subito, e tu cos'hai fatto? Le hai detto di ritornare da te, sicura che non avrei reagito, per rimanere a tenermi d'occhio. Un errore da dilettante, penoso e imperdonabile.” Il suo guanto rosso si alzò mostrandomi gli artigli scintillanti e schioccando le dita. “Credi di sapere davvero qualcosa su di me? Di capirmi? Non hai capito nulla. Io non vedo alleati qui ora.. solo avversari...”

In quel momento realizzai. Era qualcosa di cui non me ne sarei mai potuta rendere veramente conto senza vederlo coi miei occhi, ma che ora mi era chiara. Non era in niente un ragazzo normale. Né nel corpo né nella mente.
Zayden Ward era pazzo. Non era umano. Era un.. un...

“MOSTRO!!” fu il mio urlo mentre la mia aura esplodeva e creavo un immenso cerchio magico cremisi sopra le nostre teste. “AKENO!!”
La risposta della mia Regina fu di scagliare un potentissimo fulmine che attraversò il mio cerchio, combinando così la sua potenza con quella del mio Potere della Distruzione, l'abilità speciale che avevo ereditato da mia madre. Il risultato fu un colossale fulmine dorato completamente rivestito da un alone cremisi, che si diresse a velocità incredibile contro il nostro avversario. Stavolta non ti salverai!
Ancora una volta, mi sbagliavo.

Le labbra di Zayden si schiusero in un ghigno tutto denti, prima di aprirsi di scatto all'urlo: “Blazing Breath!
Una gigantesca fiammata scarlatta proruppe dalla sua bocca e si scontrò a mezz'aria con il nostro attacco combinato. Dopo alcuni secondi in cui i due colpi sembrarono equivalersi, però, il suo fuoco divorò il fulmine potenziato con la Distruzione e si diresse verso Akeno aprendosi e allargandosi come un enorme paio di fauci fameliche, ansiose di divorarla viva.

“Akeno, scappa! PRESTO!” urlai disperata osservando le fiamme avvicinarsi pericolosamente e iniziare a chiudersi su di lei.
Con mio sommo sollievo, Akeno riuscì ad evitare il colpo all'ultimo istante, ma, proprio come prima, il fuoco sembrò animarsi di vita propria e vorticò in aria tornando indietro verso di lei. Maledizione! Com'era possibile?!
Un improvviso rumore stridente mi fece voltare e vidi Zayden fissarmi, circondato da correnti d'aria e con le mani unite davanti al petto, in mezzo alle quali una vorticante sfera di vento andava a formarsi; potei percepire la pericolosità di quel colpo solo osservando la velocità che le correnti stavano acquisendo al suo interno. E sia la suddetta velocità che lo stridio continuavano ad aumentare.
Non dovevo farmi colpire da quella sfera o avrei subito danni davvero pesanti, perciò mi girai del tutto per fronteggiarlo e iniziai a espandere di nuovo la mia aura, pronta al contrattacco. Sono pronta! Fatti sotto!, pensai vedendolo finalmente tirare indietro la mano destra, nel cui palmo la sfera di vento turbinava con veemenza.
Ma quando fu sul punto di scagliarmela addosso, vidi il ghigno sul suo volto divenire beffardo, mentre il suo busto ruotava di almeno 90° e il suo braccio scagliava così la sfera in cielo.. verso Akeno! No, maledizione! Era ancora impegnata a schivare o respingere le fiamme, non se ne sarebbe accorta in tempo!
“AKENO!! ATTENTA!!” urlai vedendo la sfera avvicinarsi pericolosamente alla sua schiena. Lei si voltò e i suoi occhi si dilatarono dalla sorpresa nel vedere il colpo in arrivo... Trattenni il fiato nel vederla piegarsi subito all'indietro in un disperato tentativo di schivare... E non potei non sorridere quando la massa d'aria passò a un soffio dal suo ventre, lacerandole il kimono ma mancandola. C'era mancato poco.. per fortuna...

Blazing Breath + Helix Furious Sphere... Combo Fire/Wind!

Quando quel grido squarciò l'aria, le fiamme che invadevano il cielo si chiusero all'istante sulla sfera che aveva appena mancato Akeno, nel tentativo apparente di schiacciarla. Un istante prima che il globo di vento implodesse, avevo già capito cosa stava per succedere e non potei non impallidire a quel pensiero mentre aprivo la bocca in un muto urlo...

Great Explosive Storm!!

Una tremenda esplosione di fuoco e vento si espanse nell'aria, spazzando via tutto ciò che la circondava. Le fiamme danzarono e turbinarono selvagge ricoprendo l'intero campo di battaglia con una luce accecante e arrivando fino al suolo, bruciando qualunque cosa incontrassero e arroventando l'atmosfera peggio di un vulcano in eruzione. Un vero inferno di fuoco.
Malgrado lo stupore e l'intensità dell'esplosione, riuscii ad erigere una barriera protettiva in tempo e vidi che anche Akeno era riuscita a crearne una in tempo davanti a sé, ma stava lottando strenuamente per resistere alla forza della violentissima esplosione.
Poi lui apparve dietro di lei, una luce feroce nel suo sguardo, il suo ghigno sempre ampio e beffardo.. e due enormi ali membranose, simili più a quelle di uno pterosauro che di un pipistrello, che si aprivano sulla sua schiena come due enormi teli rossastri e solcati da venature... Può anche volare..?

“Mai dare le spalle all'avversario, Sacerdotessa dei Fulmini.”
Furono le uniche parole che udii prima di osservare con orrore il suo gomito sinistro affondare con violenza nella schiena di Akeno; lei urlò di dolore e la barriera che stava reggendo andò in frantumi.
Ed entrambi furono avvolti dall'esplosione che ancora si propagava.

“NOOO!! AKENO!!” urlai con tutte le mie forze, mentre osservavo le fiamme infuriare e divorare apparentemente la figura della mia Regina, la mia migliore amica, la persona a me più cara e quella che sapeva capirmi, sostenermi e aiutarmi come nessun altro.. che era sempre stata al mio fianco qualunque cosa fosse successa.. e che ora invece...

“La Regina di Rias Gremory si ritira.”

Quell'annuncio mi lacerò ancora una volta il cuore. Ora li avevo persi tutti. Pur sapendo che non erano davvero morti, non potevo non pensare che avevano tutti sofferto a causa mia.. che avevano tutti combattuto per me fino alla fine a costo di essere feriti e umiliati.. che erano state le mie decisioni a condannarli tutti...
E adesso non erano più qui accanto a me. Ero rimasta...

“Sola.” Quella parola gelida mi fece alzare lo sguardo. La massa di fuoco e fiamme si stava diradando a una velocità fin troppo alta per essere naturale e, difatti, vidi un corpo infuocato emergere da essa e atterrare a circa dieci metri da me. La figura agitò quello che sembrava un braccio e le fiamme che l'avvolgevano scivolarono via dalla sua pelle e dai suoi vestiti come grasso su un ferro incandescente, lasciandola totalmente illesa e intoccata.
Zayden Ward mi guardò con sguardo serio, il ghigno incredibilmente sparito. “Ora sei sola. Pensavi questo, vero? Purtroppo è questa la natura della battaglia” disse. “Cominci a capire un po' di più ciò di cui parlavo quella sera? Comprendi ora cosa significhi davvero essere un leader?”

Non capivo dove volesse arrivare e, a dire il vero, non me ne importava niente. Ero troppo furibonda con lui per ciò che aveva fatto e non avrei mai potuto perdonarlo!
Perciò, la mia sola risposta fu di espandere la mia aura al punto da creare una potente colonna di luce cremisi intorno a me. Lo scontro non era ancora finito e io non intendevo arrendermi finché non gliel'avessi fatta pagare!

Lui mi guardò con uno sguardo vagamente deluso prima di ripiegare le labbra nel suo solito ghigno. “Ancora non ti basta? Testarda fino alla fine... Ma va bene così, in fondo me l'aspettavo. In tal caso, ti propongo l'ultima sfida!” Unì le mani all'altezza dello sterno e la sua aura ricominciò a espandersi. “Il tuo Potere della Distruzione contro il mio Kham. Se riuscirai anche solo a superare la mia difesa, avrai vinto tu!”
E, chiusi gli occhi, pronunciò nuovamente quel nome e venne avvolto dalla medesima barriera turbinante a forma di cupola che aveva usato prima.

Tratta ancora la cosa come un gioco?! Ora basta!, pensai furiosa incrociando le braccia e convogliando tutto il potere di cui ero capace, preparandomi a colpire con quello che, ero sicura, sarebbe stato l'attacco definitivo. Non mi era ancora chiaro se quella tecnica che chiamava Kham aveva uno scopo puramente difensivo o poteva avere anche altri effetti, tuttavia non sarebbe di certo bastato a scoraggiarmi!
Raccolsi tutte le mie forze, concentrai nelle mani tutto il Potere della Distruzione che riuscivo a richiamare e controllare e, con un urlo selvaggio che non credevo nemmeno essere in grado di emettere, mossi le braccia rilasciandolo contro il mio avversario in un unico colpo.
Un'enorme massa di puro Potere della Distruzione, rilucente di luce nera e cremisi, attraversò la distanza che ci separava in un istante, disintegrando completamente qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino, e investì la cupola di energia. Le due aure si contrastarono a vicenda mandando lampi rossi in tutte le direzioni e sprigionando onde d'urlo che fecero tremare il terreno, mentre tentavano di sopraffarsi a vicenda. Dalla mia parte, io riuscivo solo a pensare: Non cederò mai! Non ti permetterò di vincere a qualunque costo!
Ma, per mia suprema delusione, il mio attacco venne infine disperso dopo diversi secondi di lotta estenuante; la sfera protettiva di Zayden era invece illesa.
“Com'è possibile.. il Potere della Distruzione non dovrebbe conoscere resistenze... Perché? Perché non funziona? Perché non posso fare NIENTE?!” urlai ansimante per la fatica ed esasperata da quei continui fallimenti. Sì, perché fin dall'inizio il Game era stato solo questo: un fallimento totale.

“Perché sei ancora troppo debole. Non hai né la forza né la volontà sufficienti per sconfiggermi” fu l'improvvisa risposta del ragazzo mentre la cupola svaniva. Sotto di essa, lui non sembrava nemmeno stanco. “Ora il combattimento è davvero finito. Non c'è più niente che tu possa fare, perciò sii saggia e arrenditi. Risparmiamoci entrambi un epilogo che era scontato fin dall'inizio...”
Ero sul punto di replicare che non ero ancora stata sconfitta quando lui riprese a parlare, il ghigno completamente svanito dalla sua faccia e rimpiazzato da uno sguardo di ghiaccio: “...tuttavia, considerando il tuo carattere, so già che le parole non sono sufficienti, dunque ti dirò solo un'ultima cosa: hai tempo di arrenderti finché non ti raggiungerò, poi verrai sconfitta nel modo più atroce possibile. Pensa bene a ciò che ti ho detto perché, da adesso in poi.. non mi tratterrò più.”

Un'aura smisurata.. potentissima.. opprimente.. soffocante.. terribile...
Questo è ciò che percepii e vidi davanti a me non appena quelle ultime quattro parole lasciarono le sue labbra. L'energia emessa dal suo corpo aumentò al punto da avvolgerlo completamente, lasciando intravedere solo una sagoma nera in mezzo a quella che era ormai diventata una vera e propria eruzione di potere. Potere che, potevo sentirlo chiaramente, sovrastava di gran lunga quello dei diavoli di Alta Classe e probabilmente anche di quelli di Classe Suprema!
La colonna scarlatta si espanse ancora e la sagoma nera al suo interno iniziò di colpo a mutare: divenne più grande, il suo profilo si deformò e diventò più mostruoso con evidenti tratti da rettile quali testa appuntita, artigli e superficie del corpo spigolosa, come se si fosse ricoperta di squame. Due scintillanti smeraldi brillavano in mezzo a quel fiume di energia apparentemente incessante e potevo sentirli puntare proprio su di me il loro istinto omicida, talmente forte che iniziai ad ansimare senza rendermene conto. Respirare divenne uno sforzo immane, le mie membra sembrarono diventare pesanti come piombo e l'unica cosa che fui capace di provare fu terrore puro; tutta la rabbia e la frustrazione erano svanite, rimpiazzate da una paura mai sentita prima, qualcosa alla quale nessuno poteva restare indifferente. La paura primordiale della preda che sta per essere divorata dal predatore.
La colonna di energia e la sagoma divennero ancora più grandi e vicine... Si stava avvicinando? O stava diventando così grande da avvicinarsi di conseguenza? Non riuscivo a capirlo, né ero in grado di reagire.. ero lì, paralizzata dal panico al punto da non essere in grado di muovere nemmeno un muscolo.. il sudore colava copioso sulla mia pelle.. le mie labbra socchiuse inspiravano ed espiravano sempre più faticosamente e i polmoni sembravano di fuoco, mentre l'aura e l'istinto omicida dell'essere che mi stava davanti crescevano ancora di più... Che cos'era questo? Era questo un drago? Un Drago Celeste? Era questo ciò che aspettava chi osava avere la presunzione di sfidarne uno?
Mi sentii una formica. Un insetto.. di fronte a un gigante...
Lui mi era davanti ormai... Quando mi ha raggiunta? Che cosa mi farà? Quegli occhi.. sembrano volermi sbranare viva... Non riesco a respirare... Non riesco a stare in piedi... Devo inginocchiarmi... Ho paura... Quella mano artigliata.. viene verso di me! Dovrei fermarla, ma come..? Non posso reagire.. non posso difendermi... Cosa.. aspetta, devo.. arrendermi... Sì, devo farlo.. ma non ci riesco.. devo parlare ora! Le mie labbra non si muovono..! Non respiro..! Cielo, quella mano! Mi ucciderà! Morirò.. così?! No, devo farcela... Mi arrendo... Mi.. arrendo! Devo dirlo..! No.. non ce la.. faccio! Ho paura... No, ti prego..! Non voglio.. morire! Aiutatemi..! Qualcuno mi aiuti.. vi prego! Basta! Mi arrendo..! Mi.. arrendo! MI...!

Mi arrendo.
Con lo sforzo più grande di tutta la mia vita, pronunciai quelle parole proprio quando la punta degli artigli si posò sui miei capelli.
Una scarica improvvisa di energia si propagò dal palmo che aveva appena sfiorato la mia testa e mi attraversò tutto il corpo fino ai piedi. Gemetti, ma non perché avevo sentito dolore, bensì per il sollievo improvviso che provai quasi immediatamente. Fino a quel momento, quell'aura opprimente e immensa mi aveva annichilita sia fisicamente che psicologicamente al punto da non riuscire quasi nemmeno più a pensare in modo logico, ma ora... Mi sentivo bene, sana come dopo un pisolino, e la mia mente era sgombra, non più stretta in una morsa d'acciaio che minacciava di distruggerla da un momento all'altro. Cos'è successo?

“Brava ragazza. Sei stata assennata alla fine.” Conoscevo quella voce, ma la dolcezza e la gentilezza che ora la pervadevano mi fecero dubitare che potesse appartenere davvero allo stesso individuo che fino a ora mi aveva arrecato tanta sofferenza. La stessa mano di prima, adesso non più artigliata, aveva iniziato ad accarezzarmi i capelli con una delicatezza impensabile e io mi ritrovai, alzando lo sguardo, a fissare due meravigliosi occhi smeraldini e un sorriso puro e genuino che solo un'altra volta avevo visto su quel volto. Il mostro che credevo volesse trucidarmi fino a pochi secondi fa era scomparso e ora solo Zayden Ward mi guardava e... Cielo, ma è sempre stato così bello?
“Ho trasferito un pizzico della mia energia in te quando ti ho toccata. Poca ma sufficiente a schiarire la tua mente e risollevare la tua anima, altrimenti ora queste sarebbero oppresse dal potere del drago e tu saresti spezzata” disse continuando ad accarezzarmi rassicurante. “E prima che tu voglia accusarmi, sappi che anche gli altri stanno bene. Non ti sto mentendo” aggiunse subito non appena mi vide sul punto di replicare. “Ho chiesto un favore a Grayfia prima del Game: volevo che attivasse il trasferimento fuori dal campo prima che potessi arrecare lesioni troppo gravi ai tuoi servi. In fondo, non ho alcun vero motivo per volervi male e odio arrecare dolore a chi non lo merita. Li ha trasferiti ogni volta che il colpo che stavano ricevendo o stavano per ricevere era sufficiente per sconfiggerli, senza così che lo subissero realmente. Sono comunque un po' ammaccati, ma non è niente di grave, posso giurartelo, e, nel caso di Asia, lei è illesa. Come hai detto tu, come potrei fare davvero del male alla mia sorellina? Bastava solo farvi credere che fossi intenzionato a vincere ad ogni costo e che stessi sul serio cercando di sconfiggervi nel modo peggiore possibile, così voi vi sareste impegnati al massimo per battermi. So che non è stato piacevole e per questo mi devo scusare con tutti voi, ma era necessario.”

Lo fissai sconvolta da quelle rivelazioni e una sola parola uscì dalla mia bocca: “Perché?”

“Perché volevo che tu capissi. Come ti sei sentita a perdere le persone che amavi una dopo l'altra? A vedere che le tue decisioni le hanno portate alla rovina?”

Istintivamente scostai lo sguardo, ma la sua mano si spostò sulla mia guancia e mi costrinse gentilmente a guardarlo di nuovo. Tentennai prima di parlare: “Fa male... La loro sofferenza è stata colpa mia... Non riesco a perdonarmelo...”

Le sue dita mi accarezzarono ancora, stavolta sul volto. I suoi occhi brillarono di una luce gentile ma triste. “Esatto. È proprio così ed è un dolore che io conosco anche troppo bene. Ora sai cosa significa davvero essere un leader: le tue decisioni non riguardano solo te, ma anche coloro che stanno sotto il tuo comando. Un buon capo si preoccupa sempre per i suoi subordinati prima che di se stesso, tanto più se vuole loro bene e gli sono state affidate le loro vite da loro stessi. Tu li chiami servi, ma vedo benissimo che per te sono molto di più di questo.. sono i tuoi amici, la tua famiglia e, come loro sono pronti a tutto per te, anche tu devi esserlo. Per questo ero arrabbiato quando hai accettato la sfida di Raiser: non solo perché era uno scontro che non potevi vincere, ma anche e soprattutto perché non ti rendevi conto che la tua decisione avrebbe influenzato irrimediabilmente anche loro. Cosa pensi che sarebbe successo se tu avessi perso e fossi stata costretta a sposare quel galletto? Pensi che i tuoi servi sarebbero stati esenti dalle conseguenze? No, invece. Proprio come in questa battaglia, qualunque decisione importante tu prenda nella tua vita influenzerà inevitabilmente anche loro e, se tu gli vuoi davvero bene, devi pensare al meglio per tutti voi.” La sua espressione divenne talmente malinconica che mi sembrò sul punto di piangere. “Io lo capisco. So cosa significa prendere decisioni sbagliate e pagarne le conseguenze. Io l'ho imparato nel peggiore dei modi e non volevo che accadesse anche a te perché, in fondo, è più vero di quanto voglia ammettere... Io e te siamo simili, o meglio, assomigli molto al me del passato e non voglio che tu commetta gli stessi errori.” Le sue dita fecero scorrere alcune delle mie ciocche tra i polpastrelli, saggiandone la liscezza. “Hai davvero dei capelli meravigliosi.. quanto amo questo colore.”

Quel complimento fatto con quella voce così dolce e innocente mi fece arrossire, ma fu la luce dei suoi occhi a catturarmi davvero. Così profonda e.. misteriosa...
In quel momento, inoltre, mi resi anche conto del suo odore: un curioso misto di aghi di pino e cenere ardente, intenso ed emanante un senso di natura selvaggia ma per nulla sgradevole, anzi.. mi piacque a tal punto che provai l'istinto di avvicinarmi a lui, mentre uno strano calore si propagava dal mio petto verso il bassoventre...

Zayden accarezzò un'ultima volta i miei capelli prima di raddrizzarsi e porgermi una mano per aiutarmi ad alzarmi; mi scrollai di dosso quella curiosa sensazione e, con un cenno cortese, accettai il suo aiuto.

“Un'ultima cosa” disse poi, sempre sorridendo. “Non devi sentirti per forza umiliata nella sconfitta. Perdere non è mai qualcosa di completamente negativo, perché è proprio dalle sconfitte che si traggono le lezioni più importanti. Una vittoria può essere anche priva di significato, ma una sconfitta non lo è mai. Non c'è niente di male nell'essere sconfitti se puoi trarne insegnamenti grazie ai quali sarai in grado di vincere nelle sfide successive. La resa non è per forza un atto da codardi, non se stai combattendo una battaglia già persa e se, ritirandoti, puoi salvare sia la tua che altre vite e vivere per combattere un altro giorno. Ricordatelo sempre, Rias.” E si voltò dirigendosi verso il limitare della radura.

Io rimasi ferma a osservarlo mentre si allontanava, confusa e nel contempo illuminata come mai ero stata in vita mia. Ora molte cose mi erano più chiare e finalmente comprendevo quanto ero stata stolta e cieca nella mia ostinazione a voler combattere Raiser in queste condizioni. Aveva ragione: non avrei mai potuto vincere... Ma non l'avrei neanche mai realizzato senza questa battaglia...
Possibile che abbia voluto combattere solo per impartirmi questa lezione? Era questo dunque il suo obiettivo fin dall'inizio..? Per questo lui ha..? Io...
C'erano ancora tante domande che fluttuavano nella mia mente, ma avevo realizzato una cosa importante: Zayden Ward non era pazzo.. o almeno non lo era completamente... In lui c'era davvero molto più di quanto uno potesse vedere e nessuno di noi, nemmeno Asia, aveva fatto altro che scalfire la superficie della sua corazza esterna e scorgere sotto la sua maschera ghignante e indifferente.
La sua vita.. le sue esperienze.. il suo potere.. la sua personalità così mutevole... Erano tutte cose che nessuno poteva comprendere appieno senza provarle sulla propria pelle e lo facevano apparire molto più vecchio di quanto fosse in realtà... Quante difficoltà aveva dovuto affrontare per diventare così?
Una strana compassione e un nuovo, insolito calore pervasero il mio corpo mentre guardavo la sua schiena e quasi non sentii l'annuncio finale di Grayfia:

“Il Game è finito. Il Sekiryutei Zayden Ward è il vincitore.”






Note:
Sword Birth = Sacred Gear capace di generare un numero praticamente illimitato di spade demoniache di qualunque attributo o abilità; le spade possono essere usate sia come arma ravvicinata che a distanza, facendole anche spuntare dal suolo.
Potere della Distruzione = abilità speciale trasmessa per via genetica ereditaria tra i membri della nobile famiglia demoniaca dei Bael; consiste in un'aura cremisi capace di disintegrare qualunque cosa e contro la quale non esistono solitamente difese fisiche.
Kham = abilità speciale basata sulla manipolazione del Ki come difesa (ulteriori spiegazioni solo col proseguire della storia, spiacente... XD).
Thunder Slash = squarcio del tuono
Enveloping Flames = fiamme avvolgenti
Blazing Breath = respiro fiammeggiante
Helix Furious Sphere = sfera furiosa a spirale
Great Explosive Storm = grande tempesta esplosiva




 

Salve! Salve! Salve, salve, salve, SALVE A TUTTI!!!!
Ebbene sì: sono vivo e... Finalmente sono tornato!! XD
Lo so, lo so. Sono imperdonabile per questo ritardo a dir poco mostruoso, lo so. E so già cosa starete dicendo: “Xephil, ma dove cazzo eri? Avevi detto due settimane e invece è da più di un mese e mezzo che non ti fai sentire! Tu non rispetti i tuoi impegni!”; “Xephil, allora ci sei ancora! Ti sei fatto vivo finalmente, ma come osi farci attendere tanto?!”; “Ma Xephil, ogni volta fai sempre più tardi! Cosa credi, anche noi abbiamo i nostri impegni! Mica possiamo star qui ad aspettare i tuoi comodi!”; ecc ecc...
Ehhh avete ragione tutti quanti e non sapete quanto sia mortificato per questo mio ritardo. Purtroppo sto affrontando il periodo più complicato della mia vita e dunque non riesco a mantenere i miei normali tempi o sistemare le cose prima perché sono incasinato come non mai... Aggiungeteci l'ancora mancanza di una buona rete fissa e potrete capirmi...
Mi dispiace non solo perché non mi piace ritardare, ma anche perché sento di deludere le vostre aspettative ed è la cosa che più mi fa male... Però voglio che sappiate subito che non intendo andare da nessuna parte e abbandonarvi e nemmeno lasciare in sospeso le mie storie a vita, perciò non preoccupatevi: presto o tardi, io tornerò sempre per completare le mie storie perché amo scrivere e darvi piacere e gioia con la mia scrittura! Dunque non dubitate di me, perché io ritorno sempre!! ;)
Detto questo, passiamo al capitolo, che ne dite? Spero che almeno la sua lunghezza compensi un po' la vostra attesa... :)
So che molti di voi volevano già vedere il pestaggio a sangue di Raiser da parte del nostro protagonista, ma volevo concentrarmi per prima cosa sul suo Game con Rias perché lo trovo altrettanto importante e il capitolo mi è così uscito più lungo del previsto. Non preoccupatevi: il massacro del galletto è già fissato per il prossimo capitolo e sarà molto molto soddisfacente per tutti i sadici... XD
Che ne dite del nostro Zayden a proposito? Qui volevo mostrare un pizzico delle sue vere capacità, ma al tempo stesso non volevo che deduceste subito come funzionano i suoi poteri e così ho deciso di rendere l'intero scontro in POV Rias, in modo da rendere la figura del Sekiryutei ancora più misteriosa e suggestiva e farlo sembrare una sorta di guerriero invincibile, almeno per gli avversari attuali... Inoltre, come avrete potuto osservare, altro del suo passato e della sua vera personalità viene un po' a galla. Ebbene sì: il suo motivo principale per sfidare Rias era proprio per insegnarle la responsabilità che ha un leader verso i suoi sottoposti e per farle capire che non bisogna mai peccare di arroganza o eccessiva fiducia in se stessi.. e poi sì, voleva anche vendicarsi per tutte i casini che gli ha fatto passare dopo averlo incastrato... XD Come vi ho già detto, ho costruito Zayden in modo che fosse una figura complessa e impossibile da inquadrare appieno e la frase “definirlo bipolare era riduttivo” non è affatto casuale, ma indica perfettamente il mio protagonista. Vuole vendetta, certo, ma non è un banale vendicatore come Sasuke (mi dispiace per tutti quelli a cui piace, ma io dopo la morte di Itachi l'ho sempre trovato un vero coglione incapace di capire e vedere la verità, perfino con gli occhi più potenti del mondo.. è e rimane un cieco fissato che non capisce niente finché non gli sbatti le cose in faccia con la forza e ho sempre voluto che venisse ammazzato una volta per tutte. Se non siete d'accordo, rispetto le vostre scelte, ma non provate ad aprire una discussione qua sotto a riguardo perché questa storia non c'entra nulla con lui... Se volete discuterne per forza, sarò felice di ascoltarvi tramite messaggi privati, ma solo se sono punti di vista ben pensati e giustificati.. qualunque roba da fan minchioni sarà ignorata e cancellata all'istante! XD), ma è già andato oltre la vendetta e desidera anche qualcos'altro di ben più importante. Se ci pensate bene, potreste anche riuscire a dedurre qualcosa, ma vi assicuro che è qualcosa per nulla banale...
Come vi sembrano invece i suoi poteri? E il suo comportamento in battaglia? Come avrete notato, non è un guerriero impulsivo o che carica frontalmente, ma uno che riflette sulle mosse degli avversari e si comporta di conseguenza, che pensa e agisce al tempo stesso e, soprattutto, che colpisce sia fisicamente che psicologicamente i suoi avversari. Sa usare efficacemente varie tecniche e ha ottime conoscenze nell'arte del combattimento, oltre a saper usare in modo eccellente il Boosted Gear. Per lui la sua Sacred Gear è dunque solo una delle sue armi, di certo non l'unica; anche senza può essere molto pericoloso... Tenete conto che è rimasto quasi sempre sulla difensiva durante la prima fase del duello, prima dei Boost... E sappiate che quelli sono solo una parte dei suoi poteri.. aspettate e vedrete! ;) Inoltre, purtroppo, avrete notato che sa essere anche spietato quando vuole... Non crediate che con Rias ci sia andato leggero perché non l'ha mai colpita: guardate che stava cercando di sopprimerla con la sua aura e il suo potere come era successo a Diodora nella saga originale, ma in modo molto peggiore.. se non si fosse arresa l'avrebbe resa un vegetale. L'unica con cui c'è andato leggero è Asia. Al tempo stesso, però, lui non ha mai voluto fargli davvero del male perché, nonostante tutto non ha niente contro di loro, anzi si sta lentamente affezionando al gruppo (anche se non vuole ammetterlo), perciò ha fatto quel patto con Grayfia. Era più una vera lezione che un combattimento... XD
Ah, a proposito del nostro Sekiryutei.. vi avevo promesso un'immagine, no? E allora... TA-DAH!! Eccolo qui:

 

Che ne dite, eh? Vi piace? Dà l'idea dell'uomo un po' selvaggio, eh? Ma d'altronde è uno che ha passato 11 anni di vita a combattere esseri sovrannaturali e non, perciò... XD Il suo abbigliamento è quello che aveva nel Game ed è anche il suo tipico abito da battaglia; l'impermeabile è tipo quello di Dante di Devil May Cry, ma ha un disegno come quello di Minato Namikaze o Naruto Uzumaki di Naruto, solo di colore blu notte con le fiamme sul fondo arancio-rosse (qui purtroppo non sono visibili). Per il disegno, ringraziate come sempre il mio artista di fiducia: il mio amico Marcello, autore anche di tutti i ritratti che avete visto nella mia fanfic di Bleach. Come sempre, è un mito a disegnare!! Non siete d'accordo? ;)
Tornando al capitolo... Per quanto riguarda Rias e il suo gruppo, come vi sono sembrati? Ho cercato di potenziare anche loro, ma purtroppo in soli 10 giorni e senza un vero allenatore potete facilmente intuire che non possono ricevere power up enormi, perciò ho cercato di concentrarmi più sulla strategia. La mia Rias sarà infatti più riflessiva e astuta dell'originale proprio perché, in mancanza di un Pedone potente e avendo continuamente a che fare con nemici potenti dovrà allenare molto di più il cervello. Anche gli altri dovranno migliorare molto di più per star dietro ai miei nuovi personaggi. Per il resto, ho valorizzato i loro singoli poteri e cercato di farli agire al meglio insieme utilizzando anche qualche nuova tecnica semplice ma efficace, ma tenete conto che la cosa che davvero gli mancava era un maggiore istinto omicida: è chiaro che non ce l'avevano con Zayden come con Raiser, di conseguenza difficilmente l'avrebbero attaccato con l'intento di uccidere se lui non li avesse stuzzicati... Peccato che era davvero un avversario troppo forte per loro... A proposito, per chi di voi che non ha compreso il mirare alle gambe anziché al corpo, questo viene dalla cosiddetta percezione del pericolo: se notate, la maggior parte dei personaggi di alto livello di manga/anime non schiva i colpi se questi non sono diretti direttamente a loro e sono in grado di capire che saranno colpiti oppure no solo tramite i loro sensi, pur non potendo saperlo con certezza. Chiunque percepisca un pericolo imminente si mette in guardia, ma se invece un'azione non causa pericolo immediato o una vera minaccia, allora il personaggio tende a rimanere fermo e ignorarlo, preferendo osservare cosa succede piuttosto che sprecare energie per evitarlo inutilmente. Zayden non ha percepito un pericolo perché le spade non miravano a lui e di conseguenza non ha schivato.
A proposito, per chi se ne fosse accorto, confermo che i due attacchi Thunder Slash e Helix Furious Sphere sono ispirati rispettivamente al Chidori e al Rasengan del Vento di Naruto. Ho sempre amato quelle due mosse e volevo riprodurle in qualche modo... XD
Per quanto riguarda la misteriosa melodia suonata da Zayden, sappiate che è ispirata a quella suonata da Tapion, l'eroe del pianeta Conuts apparso nell'omonimo film di Dragon Ball, solo usando un'armonica a bocca anziché un'ocarina. Tale melodia rappresenta una composizione originale del nostro Sekiryutei ed è la musica che rappresenta tutta la sua vita passata. Col tempo, scoprirete come è arrivato a comporla e sappiate che sarà fondamentale andando avanti...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi assicuro che capirete meglio l'entità delle capacità di Zayden nel prossimo.. oltre ad assistere a un altro bel massacro... XD Come sempre, se vi è piaciuto o meno e avete tempo e voglia, lasciatemi una piccola recensione qui sotto che leggerò più che felicemente! E se avete dubbi, domande o altro, potete contattarmi tramite recensioni, messaggio privato, canale Facebook che trovate nel mio canale EFP e io sarò più che entusiasta di rispondervi!!
Il prossimo capitolo è in produzione, ma questa volta preferisco non sbilanciarmi con previsioni errate e vi dico che ci vorrà un po' per poterlo leggere, ma varrà bene l'attesa, parola mia!! ;)
Scusate ancora per il terribile ritardo e a presto a tutti!! Mi auguro di sentirvi numerosi!!
Ja naa minna!!

 

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Capitolo 5
*** Life 4: Scontro impari ***


Life 4: Scontro impari

 

Sospirai pesantemente mentre osservavo i componenti del gruppo Gremory guardarmi con un misto di emozioni fin troppo contrastanti per i miei gusti.
Dopo che i membri del gruppo Gremory erano stati teletrasportati fuori dal campo di battaglia creato per il Game tra me e Rias, vari diavoli medici avevano subito prestato loro soccorso per le ferite riportate. Tuttavia, grazie al trasferimento anticipato che io e Grayfia avevamo concordato prima dello scontro, nessuno di loro aveva subito gravi danni ed erano stati così dimessi rapidamente dopo alcune semplici medicazioni. Kiba, Koneko e Akeno ne erano usciti solo con alcuni tagli, lividi, lievissime ustioni e un paio di contusioni lì dove avevo colpito un po' più forte per attivare il trasferimento; Asia invece, dato che era stata teletrasportata via insieme a Koneko un istante prima che le mie fiamme le colpissero, ne era uscita indenne. Era l'unica, a parte Rias, a non aver subito alcuna ferita o trauma a parte un forte spavento.
Dopo che erano stati dimessi nello stesso pomeriggio successivo al Game, Rias e gli altri erano tornati nella villetta di montagna della famiglia Gremory e qui si erano incontrati con me e B, che li attendevamo per parlare dell'accaduto e dare qualche spiegazione e scusa. Kiba, che aveva subito una lieve commozione cerebrale per il mio pugno, ora aveva la testa fasciata, Koneko invece presentava sia la testa che il collo fasciati e un paio di cerotti sulle guance e infine Akeno aveva le braccia e i palmi delle mani bendati. Tuttavia, rispetto a prima del match, la più grande differenza che avevo subito notato era che tutti, fin da quando erano arrivati e si erano accomodati sul divano nella sala della villetta, mi guardavano con occhi diversi rispetto a prima, come se mi vedessero per la prima volta.
Mentirei se dicessi che non me l'aspettavo: anche se in fondo avevo agito per il bene di tutti loro, avevo finito per mostrargli un lato di me che, di solito, non mi piace mostrare se non ai miei nemici, perciò non potevo biasimarli se ora erano più diffidenti nei miei confronti... Inoltre, Rias poteva aver compreso le mie ragioni, ma avevo la sensazione che non riuscisse ancora a perdonarmi del tutto l'aver fatto del male ai suoi amati servi, mentre Asia sembrava a disagio al pensiero di avermi vicino, apparentemente timorosa che potessi farle qualcosa d'inaspettato. Potevo solo sperare che non avesse perso completamente la sua fiducia in me...

Decisi di buttare fuori tutto subito, era molto meglio per tutti: “So che non è stata un'esperienza piacevole per nessuno di voi e vi chiedo scusa per questo e per quello che vi ho fatto. Tuttavia, vorrei anche che provaste a capire il mio punto di vista e le mie ragioni e vi metteste nei miei panni. Tutti voi dovevate comprendere la follia che stavate per compiere e non avevo altra scelta se non usare le maniere forti perché in questa storia, in realtà, siete tutti colpevoli. Rias in primis per aver accettato una sfida tanto sconsiderata” suddetta rossa vacillò a quell'affermazione, ma non replicò, consapevole che avevo ragione, “e voi in secundis per averla assecondata in modo cieco, quasi senza riflettere.” Tutti qui mi guardarono interrogativi e io proseguii subito: “Lei potrà anche essere la vostra signora e padrona, ma, se volete davvero essere qualcosa di più di semplici servi e divenire una vera famiglia per lei, dovete anche essere capaci di contestare le sue scelte nel caso le riteniate sbagliate. Ricordatevi sempre che nessun leader può crescere da solo e sordo ai richiami dei suoi stessi subordinati, egli ha bisogno anche di ascoltare i loro pareri e le loro opinioni e decidere di conseguenza pensando non solo a se stesso, ma anche a loro perché soltanto in questo modo può fare davvero la cosa giusta per tutti. Non negherò di aver voluto usare intenzionalmente una mano pesante e di essermi anche divertito a darvi una bella lezione, ma vi posso assicurare che il mio obiettivo principale era proprio che comprendeste qual è il vero dovere di un leader e della sua squadra e che cosa significa davvero essere non solo un gruppo unito, ma anche una famiglia i cui legami vanno oltre i semplici vincoli di sangue. Dovete obbedire agli ordini della vostra padrona, certo, ma al tempo stesso dovete pensare con la vostra testa per poterla supportare e aiutare al meglio. Sono tutte cose che io ho imparato tramite esperienze molto più dolorose e traumatiche, dunque non sono capace di insegnarle in modo indolore, purtroppo. Per questo, non ho avuto altra scelta che sfidarvi e sconfiggervi nel modo più esplicativo e psicologicamente duro possibile, così che capiste questa fondamentale lezione. Posso assicurarvi che non ho alcun rancore verso di voi e che sono sinceramente dispiaciuto per il male che vi ho arrecato. Spero possiate almeno capirmi.”

I membri del gruppo Gremory sembrarono più a disagio di prima. Era evidente che non potevano negare la verità delle mie parole, ma al tempo stesso sembravano combattuti, o meglio.. esitanti. Sì, 'esitanti' era la parola giusta dato che mi davano l'impressione di voler dire qualcosa a tutti i costi, senza però avere idea di cosa dire in primo luogo. Uff... Dovevo immaginarmelo. Suppongo che dovrò semplicemente attendere che assimilino tutto e mi dicano il loro sincero pensiero. Spero solo che non ce l'avranno con me a vita... Un momento, da quando m'importa così tanto del loro giudizio? Che capiscano o meno, che me ne importa davvero?
Ma a chi volevo darla a bere? Per quanto mi costasse ammetterlo, stavo iniziando lentamente a legarmi a quel gruppo di diavoli, a tutti loro, e vederli guardarmi in quel modo mi addolorava. In particolare Asia.. potevo solo sperare che non avesse perso definitivamente la fiducia e l'affetto verso di me.

Dopo qualche minuto, proprio quando credevo che nessuno avrebbe detto niente, fu Kiba a prendere la parola: “Va bene che dovevi sembrare convincente.. ma non potevi colpirmi un po' meno forte allora? Mi sembra di essere stato investito da un treno in corsa...” disse accarezzandosi la testa fasciata con una smorfia di dolore.

Non riuscii a trattenere un sogghigno. “Oh, non fare il bambino! Sei un uomo, no? Quindi è tuo dovere imparare a sopportare il dolore, anche per i tuoi compagni!” replicai con nonchalance.

“...Hai picchiato piuttosto forte anche me... E non sono un uomo, io...” fece Koneko fissandomi tagliente. Sembrava suggerirmi implicitamente: Sarà meglio che il motivo non sia perché sembro piccola e debole, oppure...

“L'avevo già detto prima, no? Le Torri come te sono forti e resistenti, perciò non potevo andarci tanto leggero o non sarei riuscito a metterti al tappeto. Ho semplicemente considerato la tua forza e mi sono comportato di conseguenza” le risposi in tono serio e vidi la sua espressione divenire una di sorpresa. Chiaramente non si aspettava una simile risposta, ma non sembrava dispiacerle affatto.

“Ara ara, ad ogni modo non credevo che saremmo stati sconfitti così. Ci hai davvero conciati per le feste, eh, Zayden-kun?” disse Akeno osservandosi le braccia fasciate.

Vicino a loro, Rias e Asia mi fissarono, la prima con uno sguardo di biasimo, la seconda con uno nervoso.
Sospirai intuendo i loro pensieri, ma non dissi nulla. Avrei solo ripetuto cose già dette e io odiavo ripetermi, era più che altro una perdita di tempo. Mi limitai ad assumere un'espressione colpevole e aspettai di sentirle parlare.

“Noi... Noi ti capiamo, Zayden” disse infine Rias sorprendendomi. “Prima di tornare, Grayfia è venuta a parlarci: ci ha raccontato e così confermato il patto che aveva stretto con te. Così, abbiamo parlato tra noi e abbiamo cercato di vedere le cose da altri punti di vista, compreso il tuo... E abbiamo effettivamente dovuto ammettere che stavamo facendo un colossale errore. Io stavo facendo un colossale errore...”

“Noi, Buchou. Noi” la corresse Akeno. “Come Zayden-kun ha detto poco fa, tutti noi abbiamo sbagliato, perciò è giusto che ciascuno si prenda le sue responsabilità.”

Kiba e Koneko annuirono con forza alle sue parole.

“D'accordo. Noi tutti abbiamo sbagliato... E abbiamo inoltre compreso che, malgrado il tuo comportamento e le tue azioni, non ci hai mai visto realmente come nemici nemmeno tu, hai solo messo su una messinscena molto realistica.” Il suo sguardo s'indurì. “Non lo negherò: sono arrabbiata con te per quello che hai fatto loro e il modo in cui ci hai umiliati... Tuttavia, al tempo stesso, posso comprendere che erano qualcosa di necessario per noi tutti. Perciò, voglio comunque dirti che nessuno di noi cova risentimento od odio verso di te.”

Fissai prima lei e poi gli altri nella stanza, soffermandomi su ognuno di loro e tutti mi rivolsero uno sguardo comprensivo e un cenno della testa. L'ultima che guardai, Asia, mi rivolse un timido sorriso prima di parlare: “S-Sono d'accordo anch'io con Buchou-san e i miei compagni. Sono a-ancora un po' scossa.. ma n-non provo alcun rancore nei tuoi confronti, Zayden-san. Credimi.”

Ok, devo ammetterlo: non credevo che mi avrebbero risposto in questo modo, né che mi avrebbero ancora accettato dopo quello che avevo fatto, almeno non in modo così comprensivo... Sentii un forte sollievo pervadermi insieme a una strana gioia e istintivamente mi voltai verso B: il mio amico mi guardò anche lui con una certa sorpresa, ma poi sorrise e mi fece un occhiolino. Io riportai lo sguardo sul gruppo Gremory e, alla fine, sorrisi a mia volta: “Vi ringrazio. Sono felice che siate stati in grado di capirmi.”

“Comunque...” aggiunse subito Rias con uno strano ghigno. “Aspettati di dover lavorare un bel po' quando torneremo alle attività del club. Direi che è il minimo per aver mancato di rispetto ai tuoi senpai in questo modo.”

Sgranai gli occhi. “Stai scherzando, vero? E da quando sareste i miei senpai?”

“Non mi hai detto tu stesso che sei l'ultimo arrivato del Club?”

“Sì, ma...”

“Questo, almeno all'interno del Club, ti rende automaticamente un nostro kohai tanto quanto Asia. E i kohai devono sempre rispettare i loro senpai.”

“Ma...”

“Vuoi riguadagnarti la nostra piena fiducia, no?”

“Bé, ecco... Sì, però...”

“Allora niente 'ma' o 'però'! Ti devi riscattare pienamente. Non siete d'accordo?”

Kiba, Koneko e Akeno annuirono tutti e tre con delle espressioni fin troppo soddisfatte, mentre Asia si limitò ad arrossire e distogliere lo sguardo.
Che strano... Di colpo, non mi sento più così in colpa per averli malmenati. Anzi, comincio a pensare che ci sono andato fin troppo piano... Maledetti diavoli approfittatori! La prossima volta non andrò leggero con nessuno di voi! E tu goditi pure il tuo momento di gloria, rossa.. almeno finché puoi, perché presto verrò a riscuotere il mio premio per la vittoria... Vedremo se allora sorriderai ancora!

Una risata sommessa provenne dalle mie spalle e, voltandomi, vidi B che si copriva la bocca con una mano in un vano tentativo di rimanere serio. “Ti ha fregato per la seconda volta, Z! Perdi colpi o sbaglio?” disse prima di lasciarsi andare e riempire l'intera sala con una risata roboante.

Digrignai i denti dal nervoso per poi fulminarlo col mio peggiore sguardo omicida. “Ti diverte, eh? Bene, ridi ridi...” La mia bocca si piegò nel mio solito ghigno e B smise di ridere non appena lo vide. “Caro il mio migliore amico, credo sia bene ricordarti perché sono io il leader del nostro gruppo...”

B iniziò a sudare visibilmente e si allontanò di qualche passo da me. “Non è necessario, Z... Sono molto dispiaciuto per...”

“Sei dispiaciuto, eh? Temo che non sia sufficiente dire 'mi dispiace'. Ci vuole una manifestazione concreta di dispiacere.. e una bella lezione per insegnarti a non tirare troppo la corda... Ti ricordi l'ultima volta, vero?”

“No, Z, no... Parliamone un attimo...”

“Sì, parliamo.. fuori di qui magari...”
Fu l'ultima cosa che dissi prima di scattare in avanti e piantare il mio montante destro dritto sul mento di B, mandandolo a schiantarsi sul soffitto e ricadere con un pesante tonfo. Il mio 'amico' rimase a terra con un'espressione ebete e intontita; se era svenuto o ancora cosciente, non si riusciva a capirlo.
Lo presi per il colletto e iniziai a trascinarlo verso la porta d'uscita. A quel punto, mi voltai di nuovo verso il gruppo Gremory, che mi guardava con un misto di stupore e divertimento, e dissi: “Con permesso, vado a fare quattro chiacchiere col mio 'amico'. Non aspettateci per cena perché probabilmente faremo tardi.”

“Ara ara, non vorrai fargli qualcosa di permanente, vero?” mi chiese Akeno col suo solito sorriso, anche se percepii una lieve nota preoccupata nella sua voce.

“No, niente di permanente, tranquilla.” Ghignai. “Forse.”

Mentre stavo per uscire, Rias mi richiamò: “Zayden, aspetta un momento. Devo chiederti una cosa.”

Mi voltai e la fissai interrogativo, incitandola a proseguire.

“E adesso?”

Erano due semplici parole, ma capii subito che cosa intendeva dire. “Adesso voi vi riposate e vi riprendete completamente dalle vostre ferite. Io...” il mio ghigno si allargò “...ho un altro Game da vincere domani, per giunta contro un patetico galletto del quale voglio fare un arrosto. E stavolta.. non ho fatto alcun patto di salvaguardia anticipata e non ho nemmeno intenzione di trattenermi.”

L'atmosfera divenne subito più tesa, ma io non vi badai e uscii dalla sala tirandomi dietro il corpo ancora tramortito di B.
 

*


Sospirai profondamente osservando l'immenso cielo notturno, tappezzato di migliaia di stelle simili a sciami luminescenti di lucciole.
Dopo la conversazione col gruppo Gremory e 'l'amichevole chiacchierata' con B, era finalmente scesa la notte, ma, malgrado l'ora tarda, non riuscivo a dormire. Il pensiero della seconda battaglia che mi aspettava ormai a sole poche ore di distanza non mi faceva stare tranquillo e non certo perché avessi paura o fossi preoccupato, ma per il semplice motivo che ero ansioso di iniziarlo il prima possibile per dare una bella lezione a quel galletto arrogante di Raiser. Inoltre, lo scontro che avevo avuto con Rias e gli altri solo stamattina aveva finito per regalarmi comunque una certa quantità di adrenalina che non ero ancora riuscito a smaltire e così mi ritrovavo all'una passata di notte, più sveglio che mai.
Non sapendo che altro fare, mi ero alzato ed ero andato a sedermi sul tetto della villetta, in modo così da godere sia del meraviglioso spettacolo offertomi dallo stellato cielo notturno di montagna che della brezza fresca e rilassante che soffiava.
Devo pazientare solo un altro po' e poi, finalmente, potrò insegnare a quello stronzetto che cosa succede a rompere le scatole al tipo sbagliato... Manca poco...
Nel frattempo, però, rimaneva il fatto che non riuscivo ad addormentarmi e stavo pure iniziando ad annoiarmi lì sopra. Pensavo che l'osservazione dell'immensità della notte mi avrebbe conciliato il sonno, ma a quanto pareva non bastava affatto.
Con un altro sospiro, estrassi dalla tasca destra la mia armonica a bocca e, dopo averla pulita, vi soffiai dentro iniziando a modulare e riprodurre la mia melodia personale, l'unica che avessi creato in vita mia fino ad allora, o meglio, che avessi reso mia.
Infatti, derivava da una ninnananna che mia madre era solita cantarmi per farmi addormentare o, quando ero triste e malinconico per qualcosa, per calmarmi e rallegrarmi. Era una canzone davvero bellissima e dolcissima, proprio come lei.
Col tempo anch'io avevo imparato a cantarla e pure a suonarla con i miei strumenti preferiti, tuttavia, dopo la morte dei miei genitori e l'inizio della mia crociata per la vendetta, avevo smesso di suonarla perché non mi sentivo più meritevole di essa. Era una canzone troppo dolce e benevola, qualità che io ormai non possedevo più e così mi sembrava di 'sporcarla' quando la suonavo o cantavo... Al tempo stesso, però, non volevo abbandonarla perché era la sola melodia capace di portare davvero un po' di vera pace nel mio animo e così decisi di realizzarne una mia versione personale, qualcosa che me la ricordasse ma che al tempo stesso fosse completamente diversa da essa, qualcosa che mi rappresentava e che dunque solo io potevo creare.
E così, dopo aver analizzato quella melodia in ogni suo più piccolo dettaglio e aver raccolto tutti i miei sentimenti e le mie esperienze di vita, ho finito per realizzare questa canzone, simile di base a quella di mia madre ma molto più malinconica ed emotiva, intensa, morbida e nel contempo triste. In essa, era contenuta tutta la mia vita fino ad allora e, proprio come quella che mi cantava mia madre, era un vero balsamo per il mio cuore e le mie emozioni. Mi bastava suonarla e la mia anima sembrava trovare per breve tempo la pace che mi era preclusa.
Suonai per qualche minuto, assaporando le note che si propagavano attraverso l'aria e sembravano accarezzare i miei timpani come delicate carezze, prima di sentirmi soddisfatto e rilassato a sufficienza. Rivolsi un ultimo sguardo al cielo stellato e mi alzai per andare a letto.

“È una melodia davvero bellissima.”

Mi voltai sorpreso verso il basso e vidi Rias seduta su una delle sedie sul terrazzo della villetta, posto solo pochi metri sotto di me. Ero così concentrato sulla canzone che non mi ero nemmeno accorto del suo arrivo. “Che ci fai qui? Mi stavi spiando, per caso?”

“No, affatto. Non sapevo nemmeno che fossi qui finché non ti ho sentito suonare. Non riuscivo a dormire e così ho deciso di alzarmi e leggere qualcosa per distrarmi.” Alzò le mani mostrando un libro stretto tra di esse. “Casualmente, tu hai iniziato a suonare proprio quando stavo per uscire e sono rimasta qui ad ascoltare. Perdonami se ti ho turbato, ma mi piaceva davvero quella melodia.”

La osservai per qualche secondo e non vidi traccia di menzogna sul suo volto, né ne percepii nella sua voce. Così mi limitai a sorriderle: “Non mi hai dato alcun fastidio, non preoccuparti. Mi hai solo colto di sorpresa.”

Rias mi sorrise a sua volta. “Non riesci a dormire neanche tu, eh? In tal caso, vieni qui e parliamo un po'. Credo possa aiutare entrambi.”

Ci riflettei un attimo e mi dissi che non aveva tutti i torti. “Va bene.”
Scesi dal tetto e mi sedetti sulla sedia alla destra della sua. La ragazza indossava una vestaglia rosso chiaro semitrasparente che lasciava intravedere la pelle sottostante, i suoi lunghi capelli cremisi erano raccolti dietro le spalle in una coda di cavallo e in volto portava un paio di occhiali. Era un'immagine così delicata e nel contempo velatamente sensuale che ebbi l'impressione di essere arrossito per mezzo secondo... Doveva essere solo la mia immaginazione.
“Hai problemi di vista? Non te li ho mai visti addosso” iniziai indicando gli occhiali.

“Oh, questi? No, in realtà sono solo per bellezza. Non so perché, ma indossarli quando leggo mi aiuta a concentrarmi. Credo sia un'altra conseguenza dell'aver passato troppo tempo nel mondo umano” rispose Rias sorridendo e togliendosi gli occhiali, osservandoli per qualche istante prima di posarli su un tavolino alla sua sinistra insieme al libro che aveva portato.

Quella risposta mi fece sorridere istintivamente: chissà perché, l'idea di una diavola così influenzata e abituata a vivere tra gli umani da adottare inconsciamente comportamenti e usanze simili alle loro non mi dispiaceva affatto. Dimostrava che le piaceva davvero il mondo umano e lo stare in mezzo agli umani, comportandosi come una loro pari malgrado la sua natura demoniaca. Non era un atteggiamento comune tra i diavoli nobili, sempre abituati a fare i propri comodi ritenendosi superiori a chiunque altro solo per i loro poteri e il loro rango. Arroganti bastardi.
“Ti donano.”

Il volto di Rias fu attraversato da un breve lampo di sorpresa prima di piegarsi in un altro sorriso. “Grazie per il complimento.” Il suo sguardo si spostò poi al cielo e rimase ad ammirare la splendente volta celeste del firmamento. La imitai e, per diversi secondi, nessuno di noi due disse nulla. “Zayden, potresti parlarmi un po' della tua infanzia?”

La domanda mi sorprese, anche se non più di tanto. “Vuoi capire come ho fatto a diventare così, forse?”

“Non esattamente.” Quando si accorse che la stavo fissando perplesso, si affrettò ad aggiungere: “Non fraintendere: sono molto curiosa di sapere cosa ti è successo nel corso della tua vita, ma vorrei per prima cosa iniziare a capire chi sei davvero. Non puoi comprendere pienamente una persona se non la conosci a fondo e, per farlo, bisogna partire dall'inizio.”

“Insomma vuoi confrontare il me o i me del passato con il me attuale per comprendere fino in fondo l'entità di un presunto cambiamento che credi io abbia subito nel corso del tempo, e da qui capire anche quali esperienze traumatiche io abbia subito per divenire così, giusto?”

“Più o meno.”

“Cosa ti fa pensare che sia cambiato nel corso del tempo? Perché non potrei semplicemente essere sempre stato così o esserlo diventato subito dopo la perdita dei miei genitori?”

“Non è possibile.” Quelle tre parole erano state pronunciate con tanta sicurezza che mi sorpresero. “I tuoi occhi contengono troppo dolore, le tue parole sono fin troppo mature e cariche di esperienza per qualcuno della tua età, le tue emozioni sembrano controllate ma in realtà sono mutevoli e intense come quelle di nessun altro abbia mai conosciuto e la tua personalità è troppo insolita e bipolare per essere solo frutto di un capriccio o un vizio. Forse la prima volta che ti si incontra non dai tutte queste impressioni, ma appena si prova a conoscerti un po' di più, si nota subito che tutto di te sembra gridare di aver affrontato l'Inferno in terra ed esserne uscito vivo ma completamente diverso rispetto a prima. Questa almeno è l'impressione che ho avuto io poco prima e subito dopo il nostro Game. Infine, quella canzone: io non credo possa averla creata qualcun altro che non fossi tu perché non solo ci sei molto legato, ma essa stessa è piena di emozioni forti e contrastanti almeno quanto quelle che sembri suggerire tu, pare una vera e propria rappresentazione della tua vita e della tua anima. Io.. vorrei capire queste ultime più di ogni altra cosa, ecco tutto.”

La fissai stupito: una simile analisi non me l'ero aspettata, ma più di tutto non potevo non chiedermi: perché? Che cosa le importava di cos'era successo nella mia vita? Perché era così desiderosa di conoscermi meglio? Di certo, nessuno aveva mai dimostrato un simile, immediato interesse verso me e la mia vita. “Perché?”

Rias si strinse nelle spalle. “Non lo so. Ho perso contro di te perché sono stata troppo ingenua e inesperta e perché non ti conoscevo abbastanza.. anzi, ormai ho capito che non ti conosco affatto. Il piccolo frammento di passato che mi avevi raccontato mi aveva suggerito qualcosa di te, ma solo oggi ho compreso che quello non era altro che la punta dell'iceberg che è stata la tua vita da undici anni a questa parte. E non so perché di preciso.. ma dopo che mi hai impartito quelle lezioni e dopo aver ascoltato le tue parole e la tua melodia, desidero solo poterne sapere di più su di te. Voglio conoscerti.. voglio sapere chi sei davvero.. e non per un motivo preciso.. ma solo perché lo voglio.”

Ora ero ancor più confuso e interdetto. Possibile che fosse solo per curiosità e desiderio di conoscenza che voleva saperne di più su di me? Nessuno me l'aveva mai chiesto in questo modo diretto.. persino i miei compagni, per quanto curiosi, avevano lasciato che mi aprissi a loro con il tempo, senza mai chiedermi nulla ma lasciando sempre a me la prima parola. Tuttavia, sapevo che il loro era un caso a parte perché anche la loro vita era stata dura come la mia, perciò avevamo sempre dei punti in comune da condividere, dei quali, però, non riuscivamo né volevamo parlarne subito... Rias invece era totalmente diversa da noi ed era cresciuta in un clima completamente differente, eppure voleva lo stesso conoscermi meglio.. capirmi meglio. Era davvero così interessata a me?

La rossa dovette percepire il mio silenzio come un rifiuto perché disse in tono lievemente mesto: “Se non vuoi proprio parlarne, non sei obbligato. Non intendo forzarti, perciò, se non vuoi, puoi anche non rispondermi.”

Sospirai per poi alzare di nuovo gli occhi al cielo. “...Da piccolo, prima della distruzione della mia città.. ero un tipo piuttosto allegro, direi. Non ero molto diverso dagli altri bambini: giocoso, vivace, rumoroso, combinaguai, a volte goffo e dispettoso, socievole, curioso, ecc.. Sorridevo sempre e i miei genitori, soprattutto mia madre, dicevano che avevo un sorriso molto contagioso e sincero perché veniva istintivo sorridere anche alla maggior parte di coloro che mi vedevano farlo. Tuttavia, già allora avevo sviluppato alcuni dei miei tratti distintivi che ho ancora oggi: la passione per la musica e qualunque strumento musicale, per la natura, per la mitologia e per la lettura. Mia madre fu la prima a comprarmi dei libri per diletto e non semplice educazione, mentre mio padre mi regalò a cinque anni il mio primo strumento musicale: una chitarra. Eheh, ancora ricordo il casino che feci quando la vidi la prima volta... Iniziai a strimpellarla gridando e saltando come un pazzo per tutta la casa, finché mio padre mi riportò alla ragione con un sonoro scappellotto sulla nuca. Neanche un minuto dopo, i vicini si erano riuniti fuori da casa nostra, agitati e parecchio innervositi dal rumore che avevo fatto. Ci volle quasi un quarto d'ora di discussioni per calmarli e farli andare via e, da allora, mio padre si premunì di insegnarmi a suonare in modo decente il prima possibile.”

Una risata cristallina sfuggì alle labbra di Rias, la stessa che avevo sentito quel giorno di qualche settimana fa, quando avevo espresso le mie preoccupazioni sul futuro scolastico di Asia. Curiosamente, mi fece sentire più rilassato. “Non riesco davvero a immaginarti così, nemmeno da bambino!” disse lei faticando a smettere di ridere. “E osi pure dire che non sei cambiato da allora... Scommetto che eri davvero carino da piccolo...”

“Non so se prendere le tue parole come offese o complimenti...” feci sarcastico. “Ad ogni modo, secondo mia madre almeno, lo ero. Mio padre mi definiva invece una seccatura.. ovviamente in senso ironico, tuttavia io ero molto ingenuo e lo prendevo sempre sul serio, così mi offendevo e piantavo il muso per ore, finché non mi prometteva di insegnarmi una nuova canzone o comprarmi un nuovo libro per farsi perdonare. Suppongo che potessi essere visto come un paraculo capriccioso in quei casi.”

“Accidenti, eri un vero birbante...” ridacchiò ancora lei prima di ritornare più seria. “I tuoi genitori dovevano essere davvero delle brave persone. Quando ne parli, si sente solo affetto e amore nelle tue parole.”

“Lo erano.” Normalmente non avrei mai portato avanti quest'argomento con una persona che conoscevo da così poco tempo e che, di tutte le creature inumane esistenti, era pure un diavolo... Tuttavia c'era qualcosa in lei che mi rendeva facile aprirmi: quella sua innata, innocente e sincera curiosità, che prima avevo visto solo accennata ma che ora era più evidente che mai. La stessa che avevo visto anche in Asia e che mi faceva sentire sicuro nel parlarle. Inspiegabilmente, però, trovai persino più facile aprirmi con lei che con la mia sorellina acquisita. “Lo erano davvero. Non erano ricconi o di famiglia nobile, ma erano grandi lavoratori che si facevano in quattro per poter far vivere la nostra famiglia in modo dignitoso. Mia madre era una fioraia e lavorava anche in un negozio di moda come commessa e assistente, mentre mio padre era uno dei pochi giudici della nostra città. Amavano il loro lavoro e, grazie al loro impegno, riuscivano a far vivere a tutti e tre una vita abbastanza benestante. Ancora più importante, erano entrambi delle persone oneste e generose, sempre gentili verso il prossimo e sempre pronti ad aiutare i loro amici quando ne avevano bisogno. Più di tutto, erano dei genitori amorevoli e dolci, che sapevano anche essere severi quando volevano, certo, ma che non mi hanno mai né abbandonato a me stesso né fatto sentire solo. Erano delle persone che m'insegnavano tutto ciò che c'era da sapere, ma che al tempo stesso mi dicevano di seguire il cuore e l'istinto, di proteggere la mia libertà e di fare sempre ciò che sentivo essere giusto. Infine, sempre loro mi hanno insegnato a proteggere coloro che amo con tutte le mie forze, anche con la vita se necessario.”

“...Erano davvero delle persone straordinarie.”

“Già.”

“Ti mancano?”

“Ogni giorno. Ogni giorno come il primo. E ogni notte sogno la nostra vita perduta e desidero di non svegliarmi più. So che loro, nel profondo, sono sempre con me.. ma non riesco ad andare oltre la loro morte. Mi mancano troppo e non posso dimenticare l'ingiustizia e la crudeltà con cui sono morti... Per questo, anche se so che la vendetta non è mai giusta, non posso comunque abbandonarla. Forse, quando finalmente troverò e ucciderò Zamiel, potrò davvero andare avanti... Forse.”
Per diversi secondi non udii risposta, poi, voltandomi, vidi Rias che mi guardava con aria intimorita e nervosa e mi accorsi che avevo involontariamente emanato una certa quantità d'istinto omicida. Pensare a quel bastardo di Zamiel aveva sempre quest'effetto su di me...
Presi un bel respiro e repressi quel pensiero, mentre l'istinto omicida svaniva quasi istantaneamente. “Scusami. Non riesco mai a controllare le mie emozioni quando ripenso a lui e a quella maledetta notte...”

“N-non preoccuparti. Posso capirti” rispose lei riprendendo piano piano la sua compostezza. “Scusami tu, ma da quando ti ho affrontato.. bé, ecco.. io...”

“Hai paura di me, vero?”

“Non tanto di te, più di quello di cui puoi essere capace quando sei serio.”

“Vuoi dire quando perdo il controllo.”

“Non hai perso il controllo. Intendevo dire-”

“Lo stavo perdendo appena mezzo minuto fa e quello è stato solo un piccolo accenno durato un istante. Altre volte ho perso il controllo e ciò che sono diventato e ho fatto in quello stato.. sappi solo che è qualcosa di cui bisogna avere paura. Non sono controllato e posato come pensi tu, Rias, ma un turbinio di emozioni diverse che vengono costantemente represse, per poi essere liberate solo quando combatto. L'hai visto anche oggi, no? E sappi che era solo un assaggio di quello che posso fare veramente...”

La sua espressione divenne prima sconvolta, poi compassionevole. “Ma cosa ti è successo per diventare così..?”

“Non guardarmi così, non la voglio la tua pietà.” Non volevo essere brusco, ma odiavo quando mi guardavano in quel modo nel momento in cui iniziavo ad aprirmi. “Per quanto riguarda la risposta alla tua domanda, è meglio che tu non lo sappia.”
Distolsi lo sguardo dal suo e tornai a guardare il cielo stellato della notte, cercando nella sua pace un po' di sollievo dalla piega deprimente che aveva preso il nostro discorso. Fui sorpreso, tuttavia, quando sentii delle dita morbide e delicate posarsi sulla mia mano sinistra e accarezzarla leggermente; mi voltai verso Rias e la vidi sorridermi dolcemente, la compassione di prima completamente scomparsa. La luce dei suoi occhi verde acqua unita a quel tocco così piacevole mi accesero uno strano calore in petto.

“Non volevo offenderti, perdonami. È solo che.. mi dispiace per te, ecco tutto. Mi dispiace che tu abbia dovuto patire una sofferenza simile e non sia ancora in grado di muoverti avanti. Non so spiegarti perché.. ma mi piacerebbe poterti aiutare.. poter fare qualcosa per te come tu l'hai fatto per me oggi” disse con un misto di gentilezza e sincerità. “So che, nonostante ciò che ti abbiamo detto, un certo pensiero ti sta ancora perseguitando, perciò volevo dirtelo di nuovo: nessuno di noi prova rancore per te, Zayden, e nessuno vuole allontanarti malgrado ciò che sei e puoi fare. Inoltre, volevo chiederti scusa: non avrei dovuto dirti quelle cose quella sera a cena... Hai ragione: io non so niente di te e di quello che hai passato nella tua vita, non ho alcun diritto di giudicarti o di discutere le tue scelte e azioni. Scusami.. e scusami anche per quello che ti ho detto nel Game: non dovevo chiamarti mostro, è stato orribile da dire. Sappi che per nessuno di noi lo sei, nemmeno per me. Tu non sei un mostro, al contrario, sei una persona che ammiro per quello che hai saputo fare, per come sei stato capace di riprendere in mano la tua vita. Io probabilmente non ci sarei riuscita.. perciò diciamo che, in fondo, un po' anche t'invidio.” Ritrasse la mano prima di rivolgermi un piccolo sogghigno. “E sai una cosa? Mentre non negherò di provare un certo timore per le tue capacità e di far spesso fatica a star dietro ai tuoi sbalzi di personalità, devo anche ammettere che questa tua bipolarità non mi dispiace.”

Ok.. se avessi detto che non ero sorpreso, sarei stato un bugiardo di prima categoria. Per la prima volta da quando la conoscevo, non solo Rias era stata capace di stupirmi, ma addirittura di ammutolirmi. Per quanto pensassi ad una possibile risposta, non riuscii a dire niente, completamente spiazzato dalla sue parole.
Alla fine, mi coprii gli occhi con una mano e scoppiai a ridere.

“Perché stai ridendo?” sentii Rias chiedermi con una certa sorpresa.

“Niente di che. È solo che, per la prima volta da quando ci conosciamo, non so che cosa risponderti... Sei riuscita a fare quello che pochissimi sono riusciti a fare finora: mi hai lasciato senza parole. Questo tuo discorso.. non ho idea di come risponderti.”

“Ti dispiace? Ti ho forse turbato?”

“Bé, turbato un po' sì... Ma dispiaciuto affatto. Anzi, forse qualcosa so dirtela: grazie.” Ero sincero: le sue parole così gentili ed empatiche mi avevano riempito di gioia perché nessuno mi aveva mai parlato così a cuore aperto, cercando non solo di alleviare i miei tormenti, ma anche di aiutarmi e capirmi al meglio delle sue possibilità. Stavolta ero io ad esserle grato.

Lei mi rivolse un altro, dolce sorriso. Poi, mentre tornava a fissare il cielo, notai il suo volto incupirsi leggermente. “Sai, a dire il vero, t'invidio anche per un'altra cosa.” Fece una pausa. “Invidio il tuo cognome.”

Ero sul punto di chiederle cosa intendesse dire, ma poi realizzai: “Perché sei una Gremory? L'erede di una delle famiglie di diavoli più importanti degli Inferi?”

Rias annuì. “Anche se benestante, la tua famiglia non era nobile, giusto? Non hai mai dovuto portare il peso di un nome sulle tue spalle. Inoltre, da quanto ho capito dei tuoi genitori, dovevano essere persone aperte e comprensive, che né ti avrebbero mai obbligato ad ereditare il loro lavoro né avrebbero provato a tracciare la tua strada, dico bene?” Le rivolsi un cenno affermativo. “In questo, credo di essere stata più sfortunata di te. Non fraintendere: sono fiera di essere una Gremory. Tuttavia, è anche un peso per me: tutti mi guardano come Rias della casata dei Gremory, non mi guardano come Rias. Ecco perché mi sto godendo la mia vita nel mondo umano: nessuno qui sa che sono una diavola, né tantomeno che sono l'erede dei Gremory. Tutti mi guardano come Rias e basta. Mi piace questa sensazione. Non ho mai sentito una cosa del genere nella società dei diavoli e probabilmente mai la sentirò. L'unico momento in cui mi sento davvero me stessa è quando sono nel mondo umano, per questo mi piace tanto stare qui e voglio continuare a studiare e vivere qui.” Il suo sguardo divenne distante e sognante, mentre il suo tono si riempiva di malinconia. “Ed è per questo che odio Raiser e non voglio sposarlo: anche lui mi vede solo come Rias dei Gremory e mi ama come Rias dei Gremory. Ecco perché ero pronta a tutto pur di evitare il matrimonio. Io voglio stare con qualcuno che mi ami come Rias. Questo è il mio piccolo sogno... Tuttavia, anche l'orgoglio di essere una Gremory è molto importante. Non posso e non voglio disonorare la mia famiglia né causarne la scomparsa, ma nemmeno voglio rinunciare a ciò che desidero. Potrebbe essere una situazione complicata, ma voglio coltivare lo stesso questo mio sogno.”

Erano tutte cose che avevo già più o meno intuito, ma sentirgliele dire con tanta schiettezza e con quell'espressione così sconsolata, era tutta un'altra cosa e mi suscitò una certa empatia. Era vero: tra tutti i pesi che avevo portato e quelli che continuavo a portare, perlomeno non c'era il buon nome di una casata nobile.. grazie al cielo. Odiavo le stronzate del tipo: “Tieni alto il nome della nostra famiglia!”, o “Non fare nulla per disonorare il nostro nome!”. Non erano altro che un modo per limitare la libertà dei propri discendenti e renderli miseri burattini obbedienti e privi di sogni propri. Per questo, non potei non provare una certa ammirazione per Rias, la quale, pur intenzionata a mantenere alto il nome della sua casata, non aveva comunque intenzione di rinunciare ai suoi sogni. Per essi, lei era pronta a battersi con tutta se stessa, anche in modo avventato e poco saggio. Questo non l'avevo realizzato fino a quel momento.. continuavo a ritenere una follia la sua decisione di accettare e affrontare una sfida contro avversari palesemente troppo forti, ma solo ora vedevo davvero che non era affatto un semplice capriccio, ma una forte e determinata decisione per difendere la sua libertà.
Senza dubbio era molto impulsiva.. ma anche ammirevole, dopotutto.
“Per la prima volta da quando questa storia è iniziata, ti vedo davvero di nuovo” dissi attirando il suo sguardo interrogativo. “Ora hai davvero parlato come Rias e non come Rias Gremory.. ed è in questo modo che dovresti parlare ai tuoi genitori. Forse saranno legati alla tradizione e al loro nome, ma se ti vogliono sinceramente bene, allora sapranno capirti. L'importante è che parli loro come hai parlato a me adesso, con la stessa passione e decisione. In questo modo, nessuno potrebbe mai negare la tua determinazione e non prenderti sul serio.”

Rias mi guardò stupefatta, a quanto pare stavolta ero stato io a lasciarla senza parole. Vidi le sue guance arrossarsi e una mano salire a coprirle la bocca, chiaramente a disagio. Probabilmente nessuno le aveva mai parlato così, né l'aveva mai spinta a discutere coi suoi genitori su simili questioni.
Rimasi ad osservarla per diversi secondi, lievemente divertito dal suo grazioso imbarazzo, quando lei sembrò realizzare qualcosa: “...Perché hai detto 'ti vedo davvero di nuovo'? Che intendi con 'di nuovo'?”

“Intendo che finalmente ti rivedo com'ero sempre solito vederti prima che Raiser venisse a rompere le scatole: come te stessa. Non negherò che, agli inizi e dopo aver ricordato l'identità della tua famiglia, ti abbia vista come la solita diavola nobile e viziata, ma, a seguito della reincarnazione di Asia, ho capito che non sei così. Da allora ti vedo semplicemente come Rias e sarai sempre e solo Rias ai miei occhi. Non ti vedo come una diavola nobile.. ma sempre come la stessa ragazza dai capelli cremisi cocciuta, testarda, capricciosa e subdola che mi ha incastrato nel suo club di diavoli con un bieco inganno da quattro soldi.”

Rias arrossì ancora di più, mentre i suoi occhi si dilatavano di una sorpresa ancora maggiore e un mosaico di emozioni contrastanti si alternavano al loro interno. A quanto pareva, l'avevo spiazzata ancora di più di prima!
Alla fine, parve calmarsi e riprendere l'uso della parola perché disse con un sorrisetto malizioso: “Se era da quattro soldi, significa che non sei poi questo granché, visto che ti sei fatto ingannare così facilmente...”

Ma che razza di..! Eh.. a quanto pare, è tornata se stessa al 100%, pensai prima di assumere il mio solito ghigno. “Touché. Sei migliorata sul serio negli scontri verbali.”

“Ho avuto un avversario piuttosto impegnativo” fu la sua risposta divertita.

Ci fissammo per qualche istante, poi, senza preavviso, scoppiammo a ridere. Non l'avremmo mai ammesso, ma evidentemente ad entrambi piaceva parlare e discutere l'uno con l'altra.
Quando smettemmo di ridere, mi feci serio. “Credo inoltre di doverti anch'io delle scuse: credevo che la tua ostinazione fosse solo un'ingenua quanto impulsiva protesta, invece, per quanto insufficiente, era vera determinazione e il tuo sogno non è affatto sbagliato, anzi lo trovo davvero ammirevole. Alla fine anch'io sono stato in parte cieco e mi dispiace per questo... Ma sinceramente, Rias: quando questa storia sarà finita, dovrai parlare coi tuoi genitori. È più che giusto che fai valere ancora una volta le tue ragioni e i tuoi sogni. Se ci tieni davvero, allora devi sempre combattere per essi, anche quando tutti sono contro di te. Se sei nel giusto e hai la volontà necessaria, allora non potrai fallire.”

Rias s'incupì leggermente, combattuta, ma alla fine annuì. “Ci proverò.”

Le rivolsi un cenno di approvazione. “Ora ti consiglio di andare a dormire e riposare. Per quanto riguarda il matrimonio, non preoccuparti di nulla: domani sarà tutto finito e non in meglio per il tuo arrogante spasimante, ci puoi scommettere.”

“Sicuramente non ne avrai bisogno, considerando le tue capacità... Ma per favore: fai attenzione, Zayden. Non sopporterei di vederti assoggettato a Raiser.”

“Su questo, non avere dubbi: nessuno mi metterà mai un guinzaglio e di certo non sarà lui. Ho lanciato questa sfida e non la perderò, parola mia. L'unico che ci rimetterà sarà proprio quel pollo... E forse imparerà un'importante lezione: il valore dell'umiltà. Forse. Solitamente, i tipi come lui sono un caso disperato.”

Rias fece una risatina divertita. Poi, mi guardò in modo strano: “Senti.. prima di andare a letto.. non potresti suonare quella melodia ancora una volta?”

La fissai perplesso. “Certo, per me non c'è problema... Ma perché?”

“Mi piace e ho voglia di risentirla, tutto qui. È una tua creazione, vero? Non la conoscevo prima che la suonassi.”

“Diciamo di sì. È ispirata di base ad una canzone che mi cantava mia madre quando ero piccolo per farmi rilassare e dormire. Io l'ho modificata nel corso del tempo in modo che diventasse una melodia che riflettesse quella che è stata la mia vita finora e tutto ciò che ho fatto nel corso di essa, cose sia positive che negative.”

L'espressione di Rias si fece addolorata. “Scusa, non avrei dovuto chiedertelo...”

“Non c'è problema, sul serio. L'ho realizzata apposta per placare il mio animo e sono sempre felice di suonarla.”
Ritirai fuori la mia armonica e iniziai a soffiarvi dentro. Un attimo dopo, la mia melodia riempì ancora una volta l'aria, dolce e malinconica al tempo stesso.
Accanto a me, Rias mi ascoltava con aria rapita, le mani giunte in grembo e gli occhi scintillanti di un misto indefinibile di sentimenti. Non seppi perché, ma saperla lì ad ascoltarmi, mi rese felice.
Quando ebbi finito, ci augurammo la buonanotte e andammo nei nostri rispettivi letti. Stavolta mi addormentai quasi subito, sempre col sorriso sulle labbra.
Che cosa strana.
 

*


Rias POV:

“Buchou, va tutto bene? Buchou? Buchou, mi senti? Buchou! Rias!”

Quel richiamo improvviso mi fece sussultare. “Eh? Che cosa c'è, Akeno?”

La mia Regina e migliore amica mi guardava preoccupata. “Ti eri bloccata a fissare il vuoto, sembravi quasi in trance. Stai bene?”

“Oh sì, non agitarti. È solo che ho dormito poco stanotte e adesso sono un po' stanca” risposi io sorridendole rassicurante.
Era vero solo in parte: dopo che Zayden mi aveva dato la buonanotte, ero riuscita ad addormentarmi piuttosto in fretta, eppure non mi ero svegliata riposata come mi sarei aspettata. E questo per due motivi: primo, la meravigliosa melodia del nostro Sekiryutei; secondo, le parole che mi aveva rivolto ieri notte. Riguardo il primo motivo, più ascoltavo quella canzone e più ne ero affascinata, non solo per la sua bellezza ma anche e soprattutto per le emozioni che lasciava trasparire; era come se quelle note contenessero l'insieme più ricco e variegato di sentimenti che potesse mai essere concepito ed era impossibile non percepirli. Bastava ascoltarla e ti sembrava di udire la narrazione dell'anima di una persona, del suo essere più profondo... Ed era un essere così complicato e profondo che era quasi spontaneo esserne colpiti. Mi rendeva ancora più convinta a saperne di più su di lui... Il secondo motivo invece era perché le sue erano le parole che io avevo sempre desiderato sentire da parte di qualcuno che non fosse della mia famiglia di servitori e compagni, qualcuno che, nonostante tutto, mi aveva sempre vista come me e non come qualcun altro. Mi era difficile pensare che fosse stato proprio Zayden a pronunciarle, visto che ancora non riuscivo nemmeno a definire qual era il nostro rapporto -forse, dopo ieri notte, potevamo almeno considerarci amici? Non ne avevo idea-, ma mi avevano reso felice come mai e adesso non riuscivo a smettere di pensarci.
Proprio come pensavo, solo qui posso essere me stessa.. ma se voglio esserlo davvero in modo completo, allora prima o poi dovrò sul serio parlare coi miei genitori... Spero che intanto questa storia del matrimonio si risolva per il meglio.
Vidi Akeno continuare a guardarmi poco convinta e cercai di sorridere ancora di più. Era meglio che, almeno per ora, lei non sapesse niente di ieri notte, o mi avrebbe preso in giro a vita con una mia presunta cotta per Zayden! “Dico davvero, Akeno. Sto bene, non è niente.”

“Se lo dici tu...” fu la sua sola risposta prima di tornare verso Koneko, Yuuto e Asia, seduti sul divano nel salotto della mia villetta di montagna. Poco lontano da loro, Blake-san stava in piedi, appoggiato con la schiena al muro, le braccia incrociate, gli occhi chiusi e un'espressione calma e posata in volto. Sembrava quasi in attesa di qualcosa.

Stavo per chiedergli qualcosa quando un cerchio magico di teletrasporto apparve in mezzo alla sala. Con mia somma sorpresa, riconobbi i simboli cremisi usati dai miei parenti anziché quelli azzurro ghiaccio di Grayfia.. e rimasi ancor più stupita quando dal cerchio si materializzò... “Oniisama?!”
 


“Ben ritrovata, Rias. Sono contento di vedere che stai bene” mi rispose lui col suo solito sorriso gentile.

Subito i miei servi furono al mio fianco e s'inchinarono davanti a lui. “Sirzechs-sama, benvenuto. Siamo onorati di rivedervi” disse Akeno con professionalità da vera Regina.

“Il piacere è tutto mio, Akeno. Giovani Koneko e Yuuto, sono lieto di trovare anche voi in forma. E tu sei la nuova Alfiere di mia sorella... Asia Argento, giusto?”

“S-sì, e-esatto! Sono A-Asia Argento! È un o-onore conoscervi, S-Sirzechs-sama!” rispose nervosissima Asia con un profondo inchino. Povera piccola, non potevo darle torto: per una ex-suora come lei, incontrare il Principe dei Diavoli doveva essere un'esperienza a dir poco sconvolgente.

“Anche per me è un onore conoscere la nuova membra della Scacchiera di mia sorella. Ho sentito molte cose buone su di te e ti ringrazio per aver aiutato Rias.”

“S-sono lusingata!”

“Non c'è bisogno di agitarti. Mi auguro che-”

“Oniisama, come mai sei qui? Credevo che sarebbe venuta Grayfia a portarci a vedere il Game in una sala riservata” lo interruppi per capire come mai si fosse scomodato lui stesso a venire da noi. Un momento.. da quando mi permetto di interrompere mio fratello nelle sue vesti di Maou?

Oniisama non sembrò affatto offeso, anzi mi rivolse un sorriso ancora più grande. “Desidero poter assistere all'incontro insieme alla mia cara sorellina e ai suoi servi, ecco tutto. Inoltre, ero anche curioso di saperne di più su questo Sekiryutei così insolito, perciò...”

“...Perciò sono invitato anch'io, giusto?” Ad aver parlato, era stato Blake-san. Si era staccato dal muro e avvicinato a noi con una rapidità e furtività impensabili per uno della sua taglia. “Ero sicuro che sarebbe venuto qualcuno di importante, ma non credevo così importante... Onorato di conoscerti, Sirzechs Lucifer. Mi chiamo Blake Powell e sono un compagno del Sekiryutei.” Concluse con un inchino.

L'impersonalità con cui si era presentato mi sorprese almeno quanto la sua schiettezza. Possibile che anche i membri del gruppo di Zayden fossero totalmente a loro agio davanti ai vari esseri sovrannaturali, persino alle cariche più alte delle Tre Grandi Fazioni?!
Oniisama scoppiò a ridere. “Sei un giovane piuttosto arguto e interessante, Blake Powell. Mi piace quando gli altri mi parlano senza sentirsi a disagio. Il piacere è tutto mio e sarei ancora più contento se, in cambio del mio invito, tu potessi dirmi qualcosa di più sul tuo compagno durante la visione dell'incontro.”

“Temo di doverti deludere: non sono autorizzato a cedere informazioni personali sul mio leader e amico senza la sua approvazione. È una promessa che gli feci quando entrai nella sua squadra molto tempo fa e nemmeno se fossero tutti gli dei esistenti a chiedermelo risponderei. Sono desolato... Tuttavia, potrei comunque illuminarvi su alcuni suoi poteri mentre lo scontro procederà, non ho restrizioni particolari su quello” rispose Blake-san ergendosi in tutta la sua altezza, tanto imponente da sovrastare persino mio fratello.

Non era stato né maleducato né irrispettoso, tutt'altro, eppure la sicurezza nella sua voce nel rivolgersi e negare in quel modo uno richiesta dallo stesso Maou Lucifer sconvolsero non solo me, ma anche tutti i miei servi. Probabilmente nemmeno sotto tortura avrebbe parlato. Era proprio vero: Blake-san era davvero devoto a Zayden e probabilmente valeva lo stesso anche per gli altri suoi compagni... Che legame incredibile.

Anche Oniisama stavolta sembrò sorpreso, ma quando riprese a parlare non vi era alcun rancore o delusione nella sua voce. “Hai un bello sguardo, Blake Powell. Sicuramente non mi diresti nulla nemmeno se insistessi, quindi credo che accetterò la tua proposta e ti farò venire. Mi sembra giusto anche nei tuoi confronti farti assistere, visto che è un tuo amico a essere coinvolto. E poi ammiro la tua lealtà, è raro vederne di così forti.”

Blake-san s'inchinò ancora. “Ti ringrazio per la comprensione e l'invito.”

Oniisama sorrise e tornò a rivolgersi a me mentre avanzava verso il cerchio di teletrasporto rimasto al centro della stanza. “Vogliamo andare? La sfida comincerà a breve.”

Eravamo tutti così sorpresi da quello scambio che annuimmo istintivamente e seguimmo Oniisama all'interno del cerchio, insieme a un sornione Blake-san.
 

*


Zayden POV:

“Salve a tutti, sono una cameriera della casata dei Gremory, Grayfia Lucifuge, e sarò colei che agirà come arbitro per l'odierna sfida tra l'erede della casata dei Phoenix, Raiser Phoenix, e il Sekiryutei Zayden Ward. In nome del mio padrone, Sirzechs Lucifer, terrò d'occhio e giudicherò questo match. Le regole e il campo da gioco sono state sentite e accettate da entrambi i duellanti, ma le ripeterò ancora una volta prima che la sfida inizi per fugare ogni dubbio residuo. Pur non essendo un Rating Game vero e proprio, questa battaglia riprenderà parte delle regole normali. I suddetti duellanti saranno i rispettivi Re di questo scontro, dunque la vittoria si otterrà con lo 'scacco matto' di uno dei due Re o quando tutti i componenti di una delle due squadre saranno sconfitti. Tuttavia, lo sfidante Zayden Ward dovrà sconfiggere ogni avversario o eventualmente il Re nemico senza provocare morti o lesioni permanenti, altrimenti avrà automaticamente perso, mentre Raiser Phoenix e i suoi servi non avranno tale limitazione e potranno combattere senza preoccuparsi di causare tali danni al loro sfidante. Il terreno di gioco consiste in una perfetta riproduzione in ogni singolo dettaglio di una zona di montagna consistente in foreste e un'ampia radura consigliata dallo stesso Zayden Ward e approvata dal suo sfidante. Poiché Raiser Phoenix è l'unico dei due Re a possedere Pedoni, solo per lui sarà fornita una zona in cui i suoi pezzi potranno effettuare la Promozione. Le basi in cui siete stati trasportati sono il limitare di una foresta a ovest per Raiser Phoenix e la base del grande ammasso roccioso davanti al quale si estende la suddetta radura per Zayden Ward. Nel caso di quest'ultimo, inoltre, tale zona fungerà anche da base per la Promozione dei Pedoni del suo avversario. Non vi saranno limiti di tempo e la sfida si concluderà solo al momento della sconfitta o resa di una delle due parti. Detto questo, è il momento di cominciare la battaglia. Iniziate e buona fortuna ad entrambi.”

Con la fine dell'annuncio di Grayfia, riaprii gli occhi per ritrovarmi ai piedi di un'imponente roccia simile a un piccolo monte e davanti alla quale si apriva una grande pianura circondata da alberi. Il luogo era un'altra delle zone montane che avevo scoperto durante il mio allenamento con B e corrispondeva proprio alla radura dove mi aveva trascinato Rias durante il nostro Game del giorno prima. A Raiser non era stato permesso osservare tale Game proprio per mantenere la sfida su un piano equo, tuttavia gli erano state fornite in anticipo le mappe per analizzare al meglio quel territorio che io già conoscevo, in modo da non far partire nemmeno me in vantaggio.
Il motivo per cui avevo scelto quel luogo? Niente di speciale, in realtà. Lì la prima sfida era iniziata e lì volevo che iniziasse e finisse anche la seconda. Inoltre, la sua natura pianeggiante rendeva più facile combattere in quel luogo e impediva di poter organizzare attacchi a sorpresa; così sarei stato sicuro di farmi attaccare frontalmente da quel galletto arrogante.
Certo, a dire il vero, ero sicuro che la mia precauzione sarebbe stata inutile: Raiser era senza dubbio fin troppo sicuro della sua vittoria, visto il vantaggio numerico schiacciante con cui partiva e la sua sicurezza nei poteri della sua famiglia, dunque probabilmente mi avrebbe attaccato frontalmente in ogni caso. Tanto meglio.
Mi diressi verso l'ampia radura e mi piazzai esattamente al centro di essa, in piedi. Attesi circa un minuto, poi percepii una presenza familiare avvicinarsi a me e, abbassando gli occhi, vidi una piccola lucertola verde muoversi verso i miei anfibi; mi piegai e allungai una mano verso il rettile, il quale si arrampicò subito su di essa e prese a risalirmi lungo il braccio, diretto verso la mia testa. Mentre si arrampicava, il suo corpo iniziò a mutare: il busto si allungò e affusolò, le zampe scomparvero progressivamente e le scaglie divennero più spesse e colorate.
Quando infine arrivò sulla mia spalla, la lucertola si era completamente metamorfosata in un piccolo serpente lungo circa 20 centimetri, con il dorso blu indaco screziato di verde e argento, il ventre rosso-arancio e gli occhi dorati e con pupille dritte e sottili come i gatti. Con un movimento fluido, il serpente mi scivolò sulla spalla e sollevò il primo terzo del suo corpo per avvicinare la testa al mio orecchio.

“Stanno arrivando” mi disse con voce sibilante e roca, la sottile lingua biforcuta che guizzava dentro e fuori la bocca.

“Trappole? Ne hanno piazzate? Stanno preparando forse un agguato?” chiesi io ispezionando i dintorni con gli occhi.

“Affatto. A quanto pare, si stanno solo muovendo per circondarti e attaccarti in una volta. Se dovessi azzardare -e forse non si potrebbe nemmeno definire un azzardo-, contano di sopraffarti con la pura forza dei numeri e del loro cosiddetto sangue di fenice. Proprio come avevi ipotizzato.”

“Che idioti.”

[“Concordo”] dissero in coro le voci del serpente e di Ddraig.

“Li sento chiaramente. Si stanno avvicinando a gran velocità e sono intorno alla radura. Attaccheranno a momenti. Bé, tanto meglio: sarà più breve di quanto pensassi.”

“Vuoi che ci pensi io a sistemare perlomeno le sue serve? Sai che mi basterebbe poco per eliminarle tutte.”

“No, Darak. Se fosse uno scontro reale, avrei potuto prendere in considerazione quest'idea, ma sono limitato in questo combattimento. Niente lesioni permanenti o morti e sappiamo entrambi che tu non sei uno che ci va leggero.”

Darak soffiò scocciato. “Che noia, però... Spero che tu non accetta più sfide tanto noiose o almeno con regole tanto restrittive.”

“Probabilmente no, non piacciono neanche a me. Grazie mille, Darak, ora puoi andare. Se avrò bisogno di aiuto, ti chiamerò subito.”

“Posso anche andare a dormire in tal caso: figurati se per queste mezze calzette ti posso davvero servire...” Detto questo, il serpente saltò giù dalla mia spalla e scomparve tra i fili d'erba con una rapidità impressionante.

[Sempre scontroso, eh?]

“Solo un pochino.” Ridacchiai. “Che ci vuoi fare? I rettili sono sempre tipi alquanto difficili, persino nel sovrannaturale.”

[Dunque, come vuoi procedere? Suppongo che tu voglia arrivare subito a Raiser.]

“Sì, ma voglio dare anche a lui la paura del rimanere soli e non voglio che quelle sue servette mi creino problemi.”

[Allora le finiamo in fretta?]

“Inizialmente volevo fare così, ma credo che invece darò loro tre minuti di tempo per attaccarmi come vogliono, una volta arrivate, mentre io ci andrò leggero. È giusto dare anche a loro l'opportunità di provare a fare qualcosa. Alla fine di essi, le finirò in fretta e mi dedicherò al padroncino. Comincia a cronometrare.”

[Ricevuto. Buon divertimento, partner.]

Ghignai per poi incrociare le braccia e chiudere gli occhi, prendendo un bel respiro.
Quando li riaprii, tredici ragazze erano spuntate dagli alberi circostanti e mi avevano circondato; otto di loro urlarono subito: ““““““““Promozione! Regina!”””””””” e percepii il loro potere aumentare.
Osservai bene le mie avversarie e, tra le otto che erano appena state Promosse, individuai Mira, due ragazzine gemelle con capelli verdi e vestite con tute da ginnastica, altre due identiche di aspetto ma con capelli di colore e acconciatura diversi -una rosa in una treccia, l'altra azzurri in una coda di cavallo- vestite con uniformi scolastiche e presentanti tratti animali quali orecchie e code da gatto, una ragazza mora con un'uniforme da cameriera blu, una castana con lo stesso completo ma verde e una coi capelli blu-grigi sistemati in un'acconciatura selvaggia e vestita solo con un reggiseno, un perizoma e una gonna con due lunghi spacchi laterali. Oltre a loro, vi erano due ragazze armate con spade e presentanti una un'armatura su arti e torso e una bandana intorno la testa e l'altra solo bracciali e schinieri corazzati oltre a una veste lunga, una vestita con un abito cinese, una indossante una mezza maschera bianca, giacca e pantaloni verde militari e una con un kimono colorato dall'aspetto costoso.
Escludendo le otto che erano Pedoni -anzi Regine, essendosi appena promosse-, identificai le due con armature e spade come i Cavalieri di Raiser, mentre delle ultime tre, a giudicare dalla loro aura, quelle con l'abito cinese e la maschera erano probabilmente le sue Torri e la ragazza col kimono uno dei suoi Alfieri. Ben 13 delle 15 servitrici del galletto erano qui.
Mentre mi chiedevo chi avrebbe fatto la prima mossa, un'altra figura emerse dalla linea degli alberi e si affiancò all'Alfiere: una ragazza con lunghi capelli biondi raccolti in due code laterali a trapano e vestita con un abito rosa da principessa occidentale. Osservandola, notai che era diversa dalle altre sia per aura che per atteggiamento e portamento. Quella non poteva essere una semplice servitrice di un diavolo di Alta Classe, era ben di più. Un momento. La sua aura mi è molto familiare... Anzi, è praticamente identica a quella di..!

“Per essere uno dei tanto decantati e temuti Draghi Celesti, ti sei lasciato circondare fin troppo facilmente” disse all'improvviso l'ultima arrivata con un sorrisetto beffardo. “Credi forse di poterci sconfiggere tutte senza problemi? La tua arroganza ti costerà cara, umano!”

Ok, dopo questo suo modo di parlare e rivolgermisi, non ho più dubbi. “Sei per caso una parente del galletto, biondina?”

Lei mi guardò con un misto di sorpresa e fastidio, probabilmente per come l'avevo nominata, poi riprese a sorridere malevola. “Hai indovinato, umano, complimenti! Il mio nome è Ravel Phoenix e sono la sorella minore di Raiser-oniisama, nonché uno dei suoi Alfieri.”
 


“Cioè, fammi capire: tuo fratello ti ha preso nella sua Scacchiera come sua serva? Nel suo gruppo di schiave e concubine? E tu hai accettato?! Oh cielo, siete davvero una famiglia deviata...”

Ravel mi mostro una faccia furiosa e scandalizzata. “Ma come OSI?! Io non sono una semplice serva di mio fratello, né tantomeno una sua concubina! Noi non abbiamo quel tipo di rapporto, schifoso depravato!”

“Tuo fratello si fa un set di quindici ragazze da usare a suo piacimento e sarei io lo schifoso depravato? Beh, per fortuna ho capito male.. l'incesto è una cosa che trovo disgustosa in ogni caso o tipo di razza... Ma allora perché stai nella sua Scacchiera?”

“Diciamo che Oniisama la pensa così: 'Avere tua sorella nel tuo harem ha un significato importante. Conoscete il complesso per le sorelline? Sapete che ci sono persone che ci guardano e diventano gelose perché le bramano? Beh, io non sono uno di loro e non sono attaccato a mia sorella in questo modo, quindi l’ho resa una mia servitrice solo per figura'. O qualcosa del genere.”

...Credevo che fosse solo un coglione pervertito, ma a quanto pare mi sbagliavo... È anche peggio. È un totale demente, un idiota deviato, un'arrogante testa di cazzo... Molto bene, vorrà dire che renderò la sua punizione ancora più severa.
“Lasciamo perdere, è meglio. Piuttosto, come volete procedere? Mi attaccate a turni o tutte insieme? Per me non c'è differenza, ma magari tutte insieme facciamo prima” dissi assumendo il mio solito ghigno e allargando le braccia in un chiaro invito ad attaccarmi.

“Questa tua saccente sicurezza è davvero irritante. Ti pentirai amaramente di averci sfidato con tanta superbia, sappilo! Noi non siamo come Rias Gremory, non ti tratteremo coi guanti nemmeno per un momento!” Detto questo, Ravel fece un cenno con la mano e gli otto Pedoni si misero in posizione. “Non ho intenzione di combattere con te, ma mi assicurerò di fornirti la battaglia che tanto desideri!”
E in un istante, tutte e otto le diavole partirono all'attacco.

Non mi tratteranno coi guanti, eh? Bene. Allora, scaduti i tre minuti, nemmeno io lo farò... Chissà se saranno almeno capaci di scalfirmi...
Le prime a raggiungermi furono le ragazze vestite da cameriere e le gemelle dai capelli verdi, le quali mi aggredirono con alcuni incantesimi e delle... Cazzo, ma sono motoseghe, quelle!? Sì, lo erano eccome! Le gemelle avevano tirato fuori delle seghe elettriche da chissà dove e stavano chiaramente mirando ad affettarmi! Con un paio di schivate, evitai sia gli incantesimi che le lame ruggenti delle motoseghe, per poi concentrare tutti i miei sensi sui dintorni. Percepii altre due presenze che mi stavano per colpire e, con un rapido balzo, passai sopra la testa della ragazza dai capelli selvaggi che aveva provato ad attaccarmi alle spalle con un altro incantesimo e mi ritrovai davanti a Mira, che roteava con veemenza il suo bastone. La sua velocità era molto maggiore rispetto alla prima volta che mi aveva affrontato, sicuramente grazie alla Promozione a Regina, tuttavia non era comunque niente di che.
Muovendo in un gesto semplice ma fulmineo la mia mano, afferrai il bastone della ragazzina a mezz'aria e le rivolsi un ghigno, mentre le mostravo il palmo dell'altra. “Ancora non hai imparato la lezione, mocciosetta?”
Mira rabbrividì visibilmente nel vedere la mia mano alzata. Dunque si ricordava ancora dell'umiliante sculacciata che le avevo dato l'ultima volta... Perfetto.
Approfittando della sua momentanea paralisi per la paura, la tirai a me dando uno strattone al bastone e la colpii al ventre con una ginocchiata mandandola a rotolare a terra. Un istante dopo, mi spostai rapidamente per evitare l'attacco combinato delle due gemelle Pedoni coi tratti animali, le quali presero a incalzarmi cercando di colpirmi con pugni simili a zampate feline; erano decisamente molto rapide e i loro movimenti ricordavano molto quelli dei gatti, senza alcun dubbio erano combattenti-animali femmine... Divertente. Sì, era davvero divertente! Non erano avversarie così temibili singolarmente, ma insieme tutte le serve di Raiser erano abbastanza variegate da creare una notevole serie di attacchi diversi, che potevano rivelarsi una spina nel fianco se presi alla leggera. Combatterle non era così male come modo di ammazzare il tempo in fondo...
Evitai o deviai senza problemi i colpi delle gemelle animali, per poi muovermi di nuovo per evitare le lame delle motoseghe delle altre due gemelle e gli attacchi della ragazza dalla chioma selvaggia, rimanendo però sempre a distanza ravvicinata tra loro per prevenire un'eventuale aggressione con incantesimi da parte loro o delle loro compagne. D'un tratto, evitai il pugno della gemella animale coi capelli azzurri, le afferrai il braccio e, con un rapido ribaltamento, la spedii addosso alla sua gemella rosa sbattendole entrambe a terra; subito dopo scattai verso le ragazze vestite da cameriere, le quali provarono a scagliarmi un paio di incantesimi frontalmente, ma li evitai facilmente e, arrivato in mezzo a loro, balzai in aria e le atterrai entrambe con un calcio rotante. A quel punto, mi abbassai per evitare le motoseghe delle gemelle dai capelli verdi e, piantando saldamente le mani a terra, le usai come sostegno per alzare entrambe le gambe e calciare in pieno addome le due ragazzine, mandandole a rotolare al suolo. Era rimasta solo la ragazza dalla chioma selvaggia, ma quando mi voltai verso di lei, notai che non sembrava più così ansiosa di attaccarmi, almeno non da sola. Intorno a lei, le neo-Regine che avevo atterrato iniziavano a rialzarsi, ma anche loro ora mi guardavano con aria più timorata.
“Che c'è che non va? Non siete più così sicure?” le schernii allargando di nuovo le braccia e ghignando.

In quel momento, percepii un rapido colpo in arrivo e mi voltai in tempo per parare il pugno che mi era stato scagliato dalla nuova avversaria appena sopraggiunta, la ragazza con la maschera.
“Sono Izabella, una delle Torri di Raiser-sama” disse spingendo il suo pugno contro il mio palmo. “Preparati, Sekiryutei, perché ora dovrai affrontare sfide più ardue!”
 


Subito dopo provò a colpirmi con una serie di pugni e ganci che riconobbi come tecniche appartenenti al pugilato. Una Torre pugile, eh? Non male.. e anche il suo spirito combattivo è buono, pensai notando la luce nei suoi occhi. Quella ragazza era una vera guerriera, sarebbe stata interessante da affrontare.
Una nuova, improvvisa sensazione di pericolo e la percezione di un assalto non visibile in arrivo mi costrinsero a balzare di lato per evitare il colpo di tallone che si piantò invece nel terreno, incrinandolo vistosamente. Stavolta era stata la ragazza con l'abito cinese ad attaccarmi. “Sono Xuelan, l'altra Torre di Raiser-sama, e sono qui per sconfiggerti, Sekiryutei!” esclamò prima di attaccarmi insieme a Izabella.
 


Due Torri insieme... Il divertimento andava aumentando!
Iniziai a schivare o deviare tutti i loro colpi in contemporanea, muovendomi intorno a loro per impedirgli di circondarmi e tenendo sempre d'occhio anche le altre avversarie, così da evitare attacchi a sorpresa. Intanto, capii in fretta che, mentre Izabella era una pugile, Xuelan era invece una praticante di Kung Fu ed era inoltre in grado di avvolgere con la magia i suoi arti nel fuoco per aumentarne forza e pericolosità. Due tecniche così insieme sarebbero state un problema per qualcun altro.. ma non per me.
Decisi di dar loro un'altra dimostrazione di quanto fosse inutile attaccarmi col fuoco: nel momento in cui Xuelan provò a colpirmi con un calcio, abbassai la guardia e lo lasciai impattare contro il mio fianco; l'impatto mi fece vibrare il costato, ma il mio Ki aveva attutito buona parte del colpo ed ero anche abituato a calci ben peggiori di quello. Come avevo previsto, il fuoco intorno alla gamba della ragazza non mi aveva nemmeno bruciacchiato i vestiti. Le rivolsi un sorrisetto maligno: “Tutto qui, Torre?”
Xuelan mi guardò sconvolta prima di digrignare i denti e sferrare un calcio rotante alla mia testa, che evitai con un semplice passo all'indietro. In quel momento, percepii Izabella avvicinarsi a me con il pugno proteso e decisi di mettere alla prova anche lei: rimasi immobile e incassai il suo gancio destro alla mandibola. Il colpo non fu niente di speciale, ma sentii comunque un certo dolore e la testa mi si girò dalla parte opposta per l'impatto.
“Non male come gancio...” mormorai mentre lei me ne sferrava un altro, stavolta sinistro. “Però...” E piegai di scatto la testa in avanti, in modo che la sua mano impattasse contro la sommità della mia fronte, il punto più duro della testa.
Un suono sordo riverberò per la radura e Izabella si fece indietro gemendo e tenendosi la mano sinistra.

“M-ma come hai fatto..?” balbettò incredula.

“Ho solo una buona conoscenza del corpo umano e so quali punti è saggio colpire e quali invece è meglio evitare o si possono usare come difesa. Questo” picchiettai il punto colpito sulla fronte, che non era né arrossato né mi faceva male “è uno di quelli più resistenti e dunque è ottimo come difesa.” Mi godetti lo sguardo attonito delle due Torri e delle neo-Regine intorno a loro prima di riassumere il mio ghigno. “Fidatevi delle mie parole: non vi conviene affrontarmi nel combattimento corpo a corpo. È la mia specialità.”

“Molto bene. In tal caso, che ne dici di un combattimento all'arma bianca?”

Mentre quelle parole riecheggiavano, percepii una lama diretta alla mia testa e mi abbassai repentinamente per evitare lo spadone che mi passò sopra la testa un istante dopo. Intravidi la ragazza con bracciali e schinieri che maneggiava abilmente la suddetta arma e la dirigeva di nuovo verso di me; stavolta evocai il Boosted Gear e lo usai per parare il colpo per poi balzare indietro in modo da riprendere terreno.
 


“Sieris. Un Cavaliere non attacca alle spalle il proprio avversario. Non è onorevole” disse un'altra voce. Voltai lievemente il capo, incuriosito da quella affermazione, e notai che si era avvicinata anche l'altra ragazza armata di spada e indossante l'armatura su tutto il corpo e la bandana. Sembrava alquanto scocciata.
 


“Karlamine, questo non è il momento per parlare di onore e rispetto del nemico” ribatté l'altra ragazza. “Raiser-sama ci ha ordinato di sconfiggere il Sekiryutei a tutti i costi e ci sta guardando, l'hai dimenticato? Io non intendo deluderlo per nessun motivo. E tu? Vuoi forse deludere il nostro padrone?”

La ragazza chiamata Karlamine sembrò combattuta, ma alla fine scosse il capo. “Certo che no. E va bene, solo per stavolta farò a modo tuo.” Il suo sguardo si posò su di me, mentre sguainava la sua spada. “Non avermene a male se ti affrontiamo in gruppo, Sekiryutei, ma gli ordini del nostro padrone sono legge per noi!” E partì all'attacco insieme all'altra ragazza, Sieris.

Le due si mossero intorno a me con notevole rapidità, degna della loro identità di Cavalieri, e presero ad attaccarmi con numerosissimi fendenti e stoccate che io evitai o parai con il Boosted Gear senza troppe difficoltà. Erano rapide e agili, certo, ma Kiba lo era stato altrettanto se non di più.. e avevo affrontato nemici ben peggiori di loro innumerevoli volte nel corso della mia vita. Un improvviso pensiero mi fece sogghignare: contavano davvero più che altro sulla loro superiorità numerica e sul loro nome per battermi... A dir poco ridicolo!
Continuai a respingere le spade dei due Cavalieri, mentre nel contempo notavo le altre serve di Raiser che, ripresesi dai colpi e dallo stupore, si scagliavano di nuovo verso di me in un'aggressione di massa. Provateci pure quanto volete, ma sarà meglio che v'inventiate qualcos'altro al più presto... Il vostro tempo sta scadendo!
 

*


Rias POV:

“Impressionante” fu il commento di Oniisama.

Non potevo essere più d'accordo con lui: il modo in cui Zayden stava tenendo testa a tutte le serve di Raiser con difficoltà minima e mantenendosi quasi sempre sulla difensiva era sconvolgente. Certo, era stata la stessa cosa quando aveva affrontato noi, ma osservarlo dall'esterno era ben diverso. Per giunta, stavolta non era contro cinque avversari, ma addirittura tredici insieme e di questi otto erano Pedoni promossi a Regine, due Cavalieri, due Torri e un Alfiere.
Una differenza numerica schiacciante.. eppure sembrava totalmente inutile contro Zayden, il quale non si scomponeva nemmeno mentre combatteva. Solo ora il discorso che mi aveva fatto sul mio svantaggio rivelava tutta la sua veridicità e vederlo in prima persona dava un'impressione ancora più incredibile.

“È proprio come ieri.” Quel mormorio appena percettibile era venuto da Koneko.

Io, i miei servi, Oniisama, Grayfia e Blake-san eravamo seduti su delle comode poltrone nella stanza privata di mio fratello per osservare il match, trasmesso su una TV digitale a schermo gigante appesa alla parete davanti a noi. E tutti guardavamo il Game con la stessa sorpresa e incredulità, tranne Oniisama che pareva divertito, Grayfia che si manteneva impassibile per agire come arbitro se necessario, e Blake-san che teneva le braccia incrociate con un sorrisetto divertito.
Mi concentrai sulla mia Torre: “Cosa vuoi dire, Koneko?”

“Anche ieri, mentre combattevo con lui, succedeva la stessa cosa: io lo attaccavo e lui prevedeva e controbatteva le mie mosse in modo praticamente perfetto. Lo colpivo solo se era lui a volerlo e, anche in quei casi, i miei colpi avevano poco o nessun effetto. Era come colpire un muro di gomma.” Mi guardò con sguardo serio. “Nessun essere umano ha un corpo tanto resistente.”

Tornai a guardare lo schermo, dove Zayden stava ancora respingendo i colpi delle Torri e di alcune delle neo-Regine di Raiser e, in quel momento, notai di nuovo una cosa che mi fece riflettere: “La sua aura non lo sta semplicemente avvolgendo. Possibile che lo stia..?”

“Proteggendo.” Stavolta era stato Oniisama a parlare. “Le arti marziali insegnano spesso ai loro praticanti ad usare il Ki per aumentare le loro abilità dentro e fuori il combattimento, ma solitamente non sono in grado di manipolarlo a un tale livello... È chiaro che Zayden-kun non è un semplice artista marziale... Giusto, Blake-kun?”

Ci voltammo tutti verso Blake-san e il suo sorrisetto si allargò. “Z conosce numerosi stili di arti marziali, ma è un maestro soprattutto di Kung Fu, Karate, Taekwondo, Judo e Muay Thai... Inoltre, hai indovinato: non è un semplice praticante di arti marziali, né di semplici arti marziali. Lui è uno dei praticanti dello stile.” Fece una pausa, apparentemente per assicurarsi che gli stessimo prestando la massima attenzione. Doveva piacergli molto la suspance. “La Via dello Spirito. Il Seishin-Do.”

Quel nome non mi diceva niente, ma sentii Oniisama dire: “Il leggendario stile che si dice essere praticato solo da un ordine segreto di artisti marziali?” La sua voce aveva perso il suo solito tono allegro e, quando lo guardai, vidi che i suoi occhi erano pieni di serietà. Ne fui stupita: davvero era qualcosa di così impressionante da sorprendere persino lui?

“Che cos'è, Oniisama? Non ho mai sentito un'arte marziale con questo nome.”

“Nemmeno io ne so molto, Rias, poiché solo i suoi praticanti lo conoscono, ma posso dirvi che è soprannominato 'lo Stile Supremo' perché supera qualunque altro stile di combattimento. Si dice sia un'arte marziale che riunisce gli elementi migliori di tutte le altre esistenti, in modo da permettere al suo utilizzatore di sfruttare ogni singola parte del corpo in combattimento con assoluta naturalezza e, nel contempo, di prevedere le mosse di qualunque altro stile usato contro di lui. Inoltre, sembra che sia l'unico, vero stile marziale ad insegnare come liberare e sfruttare al massimo il proprio Ki o aura e usarlo poi anche in combattimento, così che il suo praticante possa liberare il 100% delle sue capacità e del suo potenziale.”

“Proprio quello.” Mi voltai verso Blake-san, il cui sorriso era diventato sornione. “Dal momento che nemmeno io sono un praticante del Seishin-Do, non posso dirvi molto di più, ma posso assicurarvi che quel suo soprannome è ben meritato. Ed è vera anche la storia del Ki.” Il suo sguardo si spostò poi su di noi. “Sapete che quando avete conosciuto Z, i suoi Tan T'ien, i principali centri di controllo del Ki nel corpo, erano completamente chiusi? E allora il suo livello di base era quello di un comune diavolo di Bassa Classe, ma ora che li ha aperti tutti con gli allenamenti degli ultimi 10 giorni, il suo fisico e le sue abilità normali sono stati potenziati dal nuovo flusso di energia, divenendo pari a quelle di un diavolo di Media Classe di alto livello. Tutto senza contare il suo Boosted Gear e le sue abilità di praticante di arti marziali e combattente all'arma bianca.”

Tutti sgranammo gli occhi a quelle parole. Un umano che arrivava a tali livelli senza aiuti sovrannaturali o influenze estranee sul suo corpo era a dir poco incredibile. La sua vera forza sembrava diventare sempre più difficile da misurare.

“Vedete quello strato di Ki che lo avvolge?” continuò poi. “Quella è una delle tecniche del Seishin-Do: immettendo e manipolando all'esterno del corpo l'aura, questa crea una sorta di barriera che non solo attutisce i colpi degli avversari, ma conferisce all'utilizzatore anche un vero e proprio 'sesto senso'. Qualunque attacco si avvicini troppo al suo corpo turba il flusso esterno di Ki e gli permette così di percepire il colpo in arrivo con estrema precisione, persino se gli altri cinque sensi sono stati ingannati, ma costringe ad allenare al meglio i riflessi per poter reagire con sufficiente rapidità da evitarlo. Ecco perché è quasi impossibile attaccarlo di sorpresa e i suoi tempi di reazione sono tanto alti.” Si appoggiò allo schienale della poltrona sorridendo ancora di più. “Nessuno può battere Z nel corpo a corpo."

“Eppure... Perché non usa anche la sua spada? Non mi avevi detto che era molto abile con essa, Yuuto? E se ora è pure al meglio delle sue capacità, non gli sarebbe più facile combattere utilizzandola?” chiesi perplessa al mio Cavaliere.

“No, Buchou. Non è del tutto esatto. Non è che non usi la sua spada perché non voglia... Semplicemente è già armato” mi rispose Yuuto osservando lo scontro con tanto di occhi.

“Allora te ne sei accorto, eh, Kiba?” domandò Blake-san.

“Durante il nostro duello non me n'ero reso conto, ma adesso che lo vedo dall'esterno della battaglia e ripenso alle parole che mi ha rivolto ieri e alla tua spiegazione delle sue abilità, ho capito. Quella katana non è la sua sola arma. Per lui, ogni singola parte del suo corpo è un'arma. La spada funge solo come prolungamento in caso voglia aumentare la sua portata e aumentare la pericolosità dei suoi colpi, ma non necessita di usarla per pareggiare i ruoli. In parole povere, tratta la sua katana come ogni altra parte del suo corpo: se non gli serve in quel momento, non la usa.”

“Proprio così” confermò Blake-san. “Questo è un altro dei principi della più forte delle arti marziali: rendere armi e corpo un tutt'uno, al punto da porli praticamente sullo stesso piano e usare l'uno per potenziare l'altro e viceversa. A mani nude o con una qualsiasi arma, non cambia nulla per Z. Se non sentirà di aver bisogno della katana, allora non la userà.” Il suo sorriso si fece più serio. “Vi siete mai chiesti quale fosse la vera forza di Z, gruppo Gremory? Scommetto di sì. La risposta è che, a parte il suo Longinus, lui aveva due sole cose che poteva allenare e usare per combattere: il suo stesso corpo e il suo Ki. Ed è quello che ha fatto. Sottoponendosi agli allenamenti più duri e affrontando le sfide più difficili, è diventato sempre più forte ed è riuscito infine a diventare un vero guerriero. Un combattente potente. Il mio, no, nostro leader.”

Fissai il ragazzo che combatteva nell'immagine virtuale, sorpresa come mai. Sapevo che Zayden era forte, ma non avrei mai immaginato fino a questo punto. Davvero era riuscito a migliorare tanto allenando semplicemente la sua forza umana? La risposta era sullo schermo davanti a noi. Incredibile... Mi ricorda tanto mio cugino...
In quel momento, vedemmo Zayden venire apparentemente bloccato da un cerchio magico invocato dall'Alfiere di Raiser.. subito dopo, un'esplosione improvvisa invase l'intero schermo, inghiottendo il Sekiryutei in un bozzolo di fuoco. “Cos'è successo?” esclamai preoccupata.

“Sembra che Raiser-sama abbia deciso di far intervenire la sua Regina” mi rispose Grayfia con la sua solita pacatezza.

Riportai gli occhi sulla TV e notai una nuova figura volteggiare in aria: una bella donna dai lunghi capelli viola che indossava una toga bianca a maniche lunghe sopra un vestito blu e viola molto scollato e portava in mano un bastone la cui estremità terminava in una curiosa forma a mezzaluna. La riconobbi subito come Yubelluna, la Regina di Raiser, nonché sua serva preferita, una diavola abbastanza potente da essere paragonabile ai diavoli di Alta Classe e meritarsi il soprannome di 'Regina Bomba' per la potenza della sua magia esplosiva di fuoco.
 


“Certo che quei cosiddetti 'Phoenix' o sono ottusi o semplicemente duri di comprendonio...” fu il commento annoiato di Blake-san. “Attaccare Z col fuoco è la peggiore idea possibile... E dire che glielo ha già dimostrato più di una volta...”

“Che vuoi dire?” gli chiese Oniisama.

La sua risposta fu un ghigno. “Guardate voi stessi e capirete...”
E indicò lo schermo, dove il fumo iniziava a diradarsi.. per svelare la figura di Zayden completamente illesa! Neppure i suoi vestiti erano danneggiati!
E, sempre in quel momento, un altro suono risuonò, anzi, una voce:

[BOOST!]
 

*


Zayden POV:

Fissai il Boosted Gear con aria delusa. “Ma come, il tempo è già scaduto?”

[Invece è proprio così, partner. Morale: finiscile in fretta e vai a prendere quel borioso moccioso. Tanto Darak ti ha già detto dov'è.]

Ridacchiai. “Come vuoi tu, compagno.”

“Assurdo! Come puoi non avere nemmeno un graffio dopo che ti ho colpito con la mia magia più forte?!” sentii gridare di colpo la nuova arrivata, che avevo già identificato come la Regina del suddetto moccioso per la sua aura demoniaca superiore a quella delle altre serve.

La guardai roteando gli occhi. Che noia, questi idioti. Gli basta un nome altisonante e credono subito di avere di diritto tutto ciò che deriva da esso... Ridicolo. “Ah, era la tua magia migliore? E allora dimmi: volevi ferirmi o darmi una scaldatina con quella? Perché hai fallito in entrambi i casi!”
Mi godetti lo sguardo sconvolto non solo suo ma di tutte le mie avversarie, poi mostrai loro il mio guanto. “Avete sentito quel suono di poco fa, vero? Quel suono vuol dire solo una cosa per voi: fine dei giochi.

[EXPLOSION!!]

Un'aura scarlatta doppia rispetto a quella che emanavo a inizio battaglia esplose dal mio corpo, creando un piccolo terremoto in tutta la radura. Tutte le serve di Raiser retrocedettero lievemente a quella vista.
Io invece rivolsi il mio sguardo alla foresta alle loro spalle e, con tutte le mie forze, gridai: “Vieni fuori, Pollo Fritto! Lo so che sei lì dietro a nasconderti come il vigliacco senza palle che sei!”
La provocazione ebbe l'effetto sperato: dagli alberi al limitare della radura si alzò la figura di Raiser, le ali da uccello che brillavano da dietro la schiena e il fisico asciutto ma robusto vestito con un pantalone bianco e una giacca blu aperta sul davanti; in volto aveva un'espressione chiaramente furente che mi fece sghignazzare d'istinto.

Lui dovette notarlo perché sbottò: “La tua insolenza mi ha davvero stufato! Ammetto che la tua resistenza mi ha finora sorpreso, ma ora sono stanco di vederti e ascoltare la tua impertinenza! Imparerai a rispettare il nome di Phoenix con le cattive, visto che ci tieni tanto! Mie serve carine, usate il vostro massimo potere e fatelo fuori!”

L'aura della sua intera Scacchiera crebbe e la determinazione di tutte aumentò notevolmente prima che mi caricassero. Ne fui sorpreso: allora gli erano davvero devote. Ammirevole.. ma peggio per loro.
Le prime a raggiungermi furono i Cavalieri, Karlamine e Sieris, le quali mi caricarono brandendo all'unisono le loro spade avvolte rispettivamente nel fuoco e nel vento. “Visto che ci tenevate tanto a vedermi usare la mia spada, solo per stavolta vi accontenterò... Ma solo per un istante” dissi prima di portare la mano destra sull'impugnatura della katana legata al mio fianco sinistro.
Nel momento in cui mi raggiunsero, mi mossi, evitai i loro attacchi e, in contemporanea, usai una tecnica di iaido: sguainai la lama, colpii e la rinfoderai con un movimento fluido di rotazione. Il tintinnio della guardia della katana contro il fodero fu subito seguito dal tonfo di due corpi che crollavano al suolo e da alcuni rantoli di dolore.

“Ma come..?!”

Voltai leggermente la testa per osservare Karlamine e Sieris che venivano avvolte dalla luce azzurra che annunciava il loro ritiro dal Game. Entrambe erano tagliate in cinque punti diversi del corpo ed erano coperte di sangue. “Ve l'avevo detto che, se mai avessi usato la mia spada, l'avreste vista solo per un istante” mi limitai a replicare mentre svanivano nel nulla.

“Due Cavalieri di Raiser Phoenix si ritirano” annunciò la voce di Grayfia Lucifuge.

Mi guardai intorno e notai subito lo stupore che traspariva chiaro dagli occhi delle serve di Raiser, allibite che due loro compagne fossero state sconfitte in meno di un secondo. Rivolsi loro un ghigno e, per mia gioia, sembrarono farsi ancor più titubanti. Altra regola fondamentale del combattimento: mai perdere la poker face! Sempre attaccare il nemico tanto fisicamente quanto psicologicamente!, pensai prima di parlare: “Volete arrendervi ora?”

“MAI! ATTACCATE, FORZA!” fu l'urlo di risposta della Regina di Raiser e le altre serve, ad eccezione degli Alfieri, lo seguirono a ruota attaccandomi tutte insieme da ogni direzione, senza dubbio per prevenire una mia eventuale fuga e far valere il loro numero.

Proprio quello che volevo.
Quando stavano per raggiungermi, unii le mani all'altezza dello sterno, chiusi gli occhi e manipolai il mio Ki, mentre esclamavo: “Kham!”
Una cupola di vorticante energia rossa circondò il mio corpo, respingendo o fermando qualunque attacco avessero sferrato.
Il Kham era la tecnica difensiva più potente del Seishin-Do, la quale, a differenza delle normali barriere o scudi creati tramite l'alterazione della propria energia in magia, consisteva nel trasformare la stessa aura posseduta dal soggetto nella sua difesa, proiettandola all'esterno e controllandola in modo che girasse velocemente intorno al corpo per creare una protezione a 360°. Non era niente di più che usare la propria aura o Ki come scudo, tanto semplice quanto efficace: non importava quanto i colpi dell'avversario fossero forti o di che natura, se non erano più potenti dell'aura avversaria o capaci di bypassarla, erano inefficaci. L'unico difetto della tecnica era che richiedeva di non muoversi per raggiungere la massima efficacia, ma compensava con un'altra caratteristica: la più potente difesa poteva diventare anche il più potente e inaspettato degli attacchi.
Sogghignai prima di prendere un bel respiro profondo e aumentare l'aura del Kham, rilasciandola tutta in un'unica volta. In un attimo, la cupola di energia che mi circondava si espanse trasformandosi in un'enorme esplosione scarlatta che inghiottì tutta la radura e, con essa, tutte le serve di Raiser al suo interno, compreso l'Alfiere che era rimasto più in disparte.
Quando il mio Ki si ritirò, l'intero spazio erboso era stato completamente spianato dal mio attacco e fumava come se fosse appena stato in preda a un incendio. Notai subito che eravamo rimasti solo in quattro: io, Raiser, la sua Regina -che volava troppo in alto per essere colpita dalla mia tecnica- e Ravel -che doveva aver evitato l'esplosione all'ultimo istante perché piuttosto lontana dal suo centro-.

“Otto Pedoni, due Torri e un Alfiere di Raiser Phoenix si ritirano.”

L'espressione del galletto non aveva rivali: la sua mandibola sembrava essersi dislocata da quanto era aperta e i suoi occhi erano diventati larghi come piatti.
Mi godetti quella vista per un secondo, poi, immisi tutta la mia energia nelle gambe e saltai abbastanza in alto da arrivare a livello della sua Regina; subito dopo , spalancai le mie ali di drago e mi scagliai su di lei. La diavola, ancora sconvolta dall'eliminazione fulminea delle sue compagne e sorpresa dal fatto che sapessi volare anch'io, riuscì solo a puntare il bastone verso di me e scagliare un altro, patetico incantesimo di fuoco. Lo attraversai senza battere ciglio e le arrivai di fronte, le sferrai un potente destro allo stomaco e, quando si piegò in avanti per la violenza del colpo, le afferrai la testa con la sinistra.
“Ci vediamo, bellezza” le dissi ghignante prima di urlare: “Fulgor!”
Un accecante bagliore azzurro seguì il mio grido, mentre una fortissima scarica elettrica prorompeva dal ditale sul mio medio sinistro e attraversava l'intero corpo della diavola che stringevo nella mia morsa. La mia avversaria emise un solo, breve strillo di dolore prima che interrompessi la scarica e la lasciassi andare; precipitò per diversi metri con un'espressione vuota in volto, poi scomparve in un bagliore di luce.

“La Regina di Raiser Phoenix si ritira.”

A quel punto riportai l'attenzione proprio su quest'ultimo, il cui sguardo mostrava un misto di rabbia, sorpresa e.. paura. Sì, esatto. Quel galletto iniziava ad avere paura di me. E faceva bene.
“Allora, adesso ce le hai le palle di affrontarmi faccia a faccia? O ti è passata la voglia?” gli domandai ghignante. Poi mi ricordai che c'era ancora un'altra persona oltre a noi e spostai gli occhi su Ravel. “Oh, che sbadato. In realtà, hai ancora una serva a disposizione... Che dici, devo far fuori anche lei prima di convincerti a combattere?”
In un istante, atterrai davanti alla sorella minore del galletto e ricambiai il suo sguardo terrorizzato con uno di perfida soddisfazione: era chiaro che ora anche lei aveva paura di me e ben più del fratello, all'apparenza. Alzai la mano destra aperta ad artiglio e pronta a colpire.

“NON TI AZZARDARE, DANNATO!” ruggì Raiser prima di scendere in picchiata contro di me. Balzai indietro un paio di volte per evitarlo e prendere un po' di distanza, per poi osservarlo porsi davanti alla sorella. “Ravel, fatti da parte. Da ora in poi, è solo mio” le disse in tono autoritario ma non brusco.

Ravel si limitò ad annuire prima di assecondare la richiesta del fratello.

Lanciai un sorrisetto a Raiser. “Allora ci tieni alla tua famiglia, eh? Almeno una buona qualità ce l'hai!”

“Sta' zitto, sporco umano!” fu la sua velenosa replica. “Hai commesso un grave errore a umiliarmi e farmi infuriare fino a questo punto! Hai ridicolizzato la mia Scacchiera di fronte alla mia famiglia e al Maou Lucifer in persona e me la pagherai molto cara per questo! Ti batterò nel modo più brutale possibile e mi assicurerò di strapparti ogni singolo brandello di libertà quando avrò finito!”

Povero idiota. Non hai capito ancora un bel niente di me e del vero dislivello che c'è fra di noi... Bene, vorrà dire che sarò io a inculcartelo fino in fondo a quella zucca piena di merda che tu chiami testa.

[Dunque, come conti di procedere, partner? Il Boost che hai fatto si è già in parte consumato per eliminare rapidamente le sue serve e l'energia rimasta è sufficiente per eguagliarlo per un po' di tempo. Se fossi in te, anticiperei il Reset e poi guadagnerei tempo per fare almeno tre o quattro Boost. Allora l'aumento di potere dovrebbe bastare per sconfiggerlo.]

Come sempre, i tuoi consigli sono saggi e ben accetti, compagno. Tuttavia, ho già deciso come voglio procedere e sistemarlo. Sai cosa sto pensando, no?

Ddraig sbuffò leggermente. [Certo che ho visto, però non approvo del tutto. Il Balance Breaker è piuttosto sprecato con uno come lui...]

Non posso darti torto, nemmeno io lo userei normalmente per qualcuno del suo livello. Però, è anche il modo migliore per gestire il combattimento come preferisco e per mostrargli la netta differenza tra di noi, inoltre, così potrò dargli la lezione che merita senza preoccuparmi di eventuali limiti di tempo.

[Ho capito. E va bene, facciamo a modo tuo, partner.] Un gutturale sghignazzo risuonò nella mia mente. [Mostragli qual è il nostro vero potere.]

Con immenso piacere. Con quell'ultima replica, tornai a concentrarmi su Raiser: “L'unico ad aver commesso un grave errore qui sei tu, Pollo Fritto. E sempre tu sei quello che uscirà da questo campo di combattimento in una barella d'ospedale. Come tutti gli altri arroganti spocchiosi che ho affrontato in vita mia, non sai minimamente valutare i tuoi limiti e quelli dei tuoi avversari... Ma ti farò vedere io quali sono e lo farò nel modo più duro possibile.” Aumentai di colpo il mio Ki, creando così un alone di energia scarlatta intorno al mio corpo, mentre alzavo il Boosted Gear verso il cielo, la gemma sul dorso della mano che splendeva di un'accecante luce smeraldo. Ghignai. “Sentiti onorato, galletto: stai per conoscere il vero potere di un Drago Celeste! Balance Breaker!!”

[WELSH DRAGON BALANCE BREAKER!!]

Una quantità spaventosa di aura esplose dal guanto e avvolse completamente il mio corpo, modellandosi intorno ad esso e assumendo progressivamente una forma sempre più definita e dotata di consistenza. È ora di divertirsi sul serio!
“Ti presento la forma finale del mio Longinus, il Balance Breaker! Boosted Gear Scale Mail!!”
 

*


Rias POV:

“Balance Breaker?! La tecnica proibita?!” esclamai incredula quando la luce si dissipò e, sotto di essa, stava la figura di Zayden completamente avvolta da una splendida armatura scarlatta la cui forma resemblava un drago umanoide. Era a scaglie, aveva dei gioielli verdi identici a quelli sul braccio destro ora anche sul sinistro, sul petto e sulle ginocchia, una lunga coda dentellata e appuntita che spuntava dal centro delle scapole, artigli affilati su mani e piedi e un elmo lievemente allungato e a punta, con due zanne gialle rivolte all'indietro che spuntavano da dove avrebbe dovuto esserci la bocca. Le stesse ali di drago che avevo visto durante il nostro scontro e poco prima emersero dalla sua schiena e si dispiegarono in tutta la loro ampiezza; come avevo già notato, ricordavano quelle degli pterosauri più che dei pipistrelli: membranose ma sostenute da un solo dito allungato, mentre altri tre spuntavano dalla metà dell'ala ed erano artigliati.
L'aspetto era davvero terrificante, ma l'aura che emanava lo era ben di più.
 


“Sembra proprio che si tratti del potere proibito delle Sacred Gear. Poter ammirare addirittura quello di un Longinus...” disse Oniisama in un tono tra il pensieroso e il divertito. “Affascinante.”

“Il Balance Breaker? Oddio, avevo un mezzo sospetto che volesse farlo, ma non pensavo sarebbe davvero arrivato a tanto...” Stavolta era stato Blake-san a parlare. Sembrava stranamente nervoso. “Ora quel pollo rischia davvero grosso...”

Stavo per chiedergli cosa intendesse, quando una serie di intensi rumori richiamarono l'attenzione mia e di tutti gli altri verso lo schermo: Zayden e Raiser si erano alzati in volo e avevano iniziato a scontrarsi a mezz'aria, incrociando i loro pugni più volte e provocando dei piccoli rombi ad ogni impatto. L'aura di fuoco che circondava Raiser era aumentata enormemente e ora le sue ali erano così grandi da farlo sembrare un enorme uccello infuocato, tuttavia Zayden non retrocedeva mai ogni volta che il suo avversario lo attaccava, anzi gli andava incontro ogni volta e controbatteva mossa su mossa. Erano scatenati!
Mi accorsi subito di una cosa, però: malgrado le parole di Blake-san, era proprio Zayden quello più in difficoltà. Potevo vedere Raiser colpirlo molte più volte di quante riuscisse a colpirlo lui e sembrava faticare a resistere o parare tutti i suoi attacchi. Il suo Seishin-Do sembrava aver perso improvvisamente efficacia e stentava a stare dietro all'abilità di Raiser.
Com'è possibile?! Nonostante il Balance Breaker, Raiser riesce a contrastare Zayden senza problemi! Possibile che sia davvero così forte?! Eppure ho percepito l'aura di Zayden nel nostro scontro ed era ben oltre quella di Raiser! Possibile che mi sia sbagliata?! No, non può essere!
Eppure il duello in corso mi diceva tutt'altro: Raiser aveva sbattuto indietro Zayden con una fiammata e l'aveva subito dopo raggiunto per colpirlo allo stomaco con un calcio e, in seguito, al volto con un pugno rivestito di fuoco. Zayden parò il calcio successivo e colpì lui Raiser con un gancio al volto, ma questi recuperò rapidamente e, prima che Zayden potesse incalzarlo, si era portato alle sue spalle e l'aveva colpito con una serie di pugni alla schiena. Il Sekiryutei barcollò e Raiser ne approfittò per scagliarlo indietro con un violento calcio, per poi caricarlo ancora. I due si scambiarono diversi colpi, ma alla fine fu di nuovo Raiser a superare la guardia di Zayden e gli tempestò di pugni il volto, mentre Zayden sembrava quasi inerme davanti alla sua furia.

“Zayden-san! NO!” strillò Asia, chiaramente disperata nel vedere quello che era più un pestaggio che un duello. “Lo ucciderà di questo passo! Vi prego, fermateli!”

Spostai lo sguardo su Akeno, Yuuto e Koneko e tutti mi risposero con uno sguardo preoccupato. Tornai su Asia e la vidi guardarmi implorante, al punto che fui quasi tentata di chiedere a Oniisama di dichiarare concluso il match. Non m'importava delle conseguenze, non potevo permettere che Zayden venisse ucciso! Per qualche motivo, quel pensiero mi spaventava molto di più del matrimonio con Raiser...

La voce allegra di Blake-san ci interruppe: “Siete davvero gentili a preoccuparvi per il mio amico, vi ringrazio molto! Sono felice di sentire che ci sono altre persone oltre a noi che gli vogliono bene. Comunque la vostra preoccupazione è infondata. Posso assicurarvi che va tutto bene.”

Lo guardai come se fosse impazzito. Come poteva star andando tutto bene se era palese che era Raiser a essere in vantaggio? Eppure la sua espressione serena e per nulla preoccupata diceva tutt'altro.

“Rias, Asia-chan” Stavolta era stato Oniisama a parlare. “Ha ragione. Va tutto bene. Tutti voi non ve ne siete ancora accorti perché non avete ancora occhi sufficientemente esperti in fatto di guerra e battaglie, ma posso assicurarvi una cosa: Zayden-kun non ha usato la benché minima forza finora. Anche se è entrato in Balance Breaker, si sta ancora trattenendo, come se volesse rendersi conto della portata effettiva dei poteri di Raiser-kun prima di contrattaccare veramente.” Si portò una mano al mento con aria divertita. “Se dovessi azzardare.. direi che Zayden-kun sta usando meno del 20% della sua vera forza in quella forma.”

Meno del 20%?! Ed era sufficiente a tenere quasi testa a un diavolo di Alta Classe?! Ma che... Lasciai perdere. Ormai era chiaro che intorno a quel ragazzo non potevi sorprenderti di nulla...
Riportai gli occhi sullo schermo e ciò che vidi mi lasciò ancor più sconvolta: Zayden aveva appena fatto scomparire l'elmo della sua armatura, esponendo così il suo volto piegato in un'espressione serena e sicura di sé, e aveva lasciato cadere le braccia lungo i fianchi. Raiser ne aveva subito approfittato e si era rigettato su di lui tempestandogli di nuovo la faccia di pugni. In quel momento, guardando con occhi diversi, potei però constatare che non era che Zayden non riuscisse a parare quei colpi.. semplicemente non si stava difendendo da essi. Si stava letteralmente lasciando picchiare.
In parole povere, ci stavamo preoccupando per nulla... Quel disgraziato...
 

*


Zayden POV:

Delusione. Noia. Irritazione.
Queste erano le tre emozioni predominanti nel mio animo, mentre il galletto continuava a colpirmi la faccia. Quasi non sentivo il bisogno di difendermi, visto che più che pugni mi sembravano carezze... Nient'altro che colpi portati con la pura forza fisica senza una vera volontà d'acciaio dentro, vuoti e superficiali proprio come lui. Facevano male, ma non erano niente di che e di certo non erano minimamente sufficienti per mettermi K.O., nemmeno dopo essermi tolto l'elmo. Patetico.
Alzai lo sguardo su Raiser e gli rivolsi un piccolo ghigno di scherno.

“Cos'hai da ridere?” fu la sua rabbiosa risposta seguita da un altro pugno che mi fece girare la testa e mi spinse leggermente indietro. Mi aveva picchiato fino a quel momento, eppure era lui quello ad avere il fiatone per la fatica mentre io ero fresco come una rosa.

Mi asciugai un rivolo di sangue che mi colava dalla bocca e gli rivolsi un altro ghigno. “No, perdonami. È solo che.. non immaginavo che sarebbe stato così semplice combatterti.”

“Tu.. tu sei pazzo...” Malgrado quella replica, potevo vedere che la paura iniziava a farsi largo nell'animo di Raiser. Cominciava a capire anche lui ormai.

“Sai... Finora tutti i tuoi colpi.. mi hanno fatto il solletico!”

“BRUTTO INSOLENTE!!”

Con quell'urlo, mi colpì con entrambi i pugni spedendomi contro il suolo. Feci una capriola all'indietro a mezz'aria per atterrare in piedi e mi stiracchiai un po' il collo prima di riportare la mia attenzione sul mio avversario. In tempo per vederlo spedirmi un'enorme fiammata lucente contro.

“SPARISCI TRA LE FIAMME DELLA FENICE, UMANO!! UNA VOLTA PER TUTTE!!”

Ancora si ostina a chiamare quella roba le fiamme della fenice? Ma per favore... Vorrà dire che gli mostrerò io cosa vuol dire dominare davvero il fuoco.
Avrei potuto incassare il suo colpo a occhi chiusi senza armatura, ma decisi di fare qualcos'altro: incrociai le braccia, chiusi le ali e gli occhi e mi concentrai sulla fiammata che mi stava per colpire. La percepii, sentii il suo potere, la sua anima bruciante tipica del suo elemento, e sincronizzai le pulsazioni che sembrava emanare con il mio respiro. Inspirai, espirai e, concentrandomi intensamente, pensai: Disperditi!
E, un istante prima di colpirmi, le fiamme si dispersero e scomparvero nell'aria.
Aprii gli occhi e mi godetti la faccia sconvolta del galletto prima di sorridergli beffardo. “Sei sorpreso, Raiser P.? Non ti ho già dimostrato più di una volta che quello che tu e le tue serve chiamate fuoco è inutile contro di me? O sei solo troppo stupido per capire? In ogni caso, sappi che tecniche elementali come questa sono inutili contro un'Anima Elementale!”

“Una.. cosa?” La faccia di Raiser ora era confusa e pallida: era chiaro che non sapeva cos'era un'Anima Elementale, ma non prendeva nemmeno più le mie parole come semplice aria uscita dalla bocca. Finalmente iniziava a capire che non ero un avversario alla sua portata... E io intendevo dimostrargli quanto avesse ragione.
 

*


Rias POV:

“Un'Anima Elementale?! Impossibile!” esclamai sconvolta quando udii Zayden pronunciare quelle parole. Anche questo è?! Persino quel potere possiede?! Non posso crederci!

“...Un'Anima Elementale... Una vera Anima Elementale... Incredibile.” Anche Oniisama era stupito.

“Che cos'è un'Anima Elementale?” mi chiese Asia, confusa.

“Nemmeno io, malgrado i miei studi e la mia conoscenza, ne ho mai sentito parlare. Cosa sono, Buchou?” Yuuto era curioso quanto lei, così come Koneko e Akeno.

Sospirai. “Ne ho sentito parlare solo poche volte, ma so che sono qualcosa che definire unico è riduttivo. Le Anime Elementali sono particolari anime che nascono ogni 5000 anni in 5 determinati giorni di 5 mesi zodiacali casuali dell'ultimo anno e ne nascono appunto solo 5 ogni volta. A seconda del giorno, tali Anime possono essere del fuoco, del vento, dell'acqua, della terra o del fulmine e la loro particolarità è che sanno controllare quel determinato elemento con una maestria impareggiabile. Si dice addirittura che, all'apice delle sue capacità, un'Anima Elementale possieda un tale controllo e potere sull'elemento corrispondente da surclassare completamente ogni altro utilizzatore di esso, persino se è un dio.”
Tutti mi guardarono sconvolti. Come potevo dar loro torto? I poteri di Zayden erano sul serio più unici che rari.

Qualunque altra domanda fu interrotta dalla trasmissione delle successive parole del diretto interessato: “Ora tocca a me.”
 

*


Zayden POV:

Dispiegai di nuovo le ali e mi lanciai contro Raiser, attivando anche i propulsori a razzo nascosti sulla schiena dell'armatura in modo da darmi una velocità maggiore. Gli arrivai davanti e gli sferrai una ginocchiata allo stomaco prima che potesse anche solo provare a difendersi, subito dopo un gancio destro al volto seguito da un sinistro, entrambi tanto forti che la bocca e il naso del diavolo iniziarono a sanguinare; senza fermarmi, ruotai su me stesso e lo colpii con un calcio all'indietro di nuovo allo stomaco, scagliandolo via di diversi metri. A quel punto, lo inseguii e, con un altro colpo di propulsori, gli arrivai dietro mentre era ancora preda dell'impeto del mio ultimo attacco e gli piantai un calcio in mezzo alla schiena con tutta la mia forza, spezzandogli probabilmente la colonna vertebrale a giudicare dal rumore sordo di rottura che seguì. Subito dopo, alzai una mano e gliela portai davanti al volto; con un ghigno, accumulai una grande quantità di Ki nel palmo e gliela sparai dritta in faccia sotto forma di una potente onda d'energia rossa che lo mandò a schiantarsi al suolo per poi scatenare una violenta esplosione.
Atterrai a breve distanza dal grosso polverone sollevato dal mio corpo e aspettai a braccia conserte di vederlo rialzarsi. Non dovetti aspettare molto: dopo circa una decina di secondi, un'esplosione di fuoco spazzò via il fumo e Raiser atterrò davanti al cratere creato dal mio colpo, a pochi metri di distanza da me. Proprio come prevedevo, il suo corpo si era già completamente rigenerato e non mostrava ferite dai miei precedenti attacchi; tuttavia, il fiatone che aveva mi fece capire che non era stato facile per lui guarire così in fretta.

“Tutto.. qui, umano?” mi disse mettendo su una pallida imitazione della sua normale espressione spavalda. Era ovvio che stesse cercando di fare la voce grossa per darsi maggiore sicurezza. “Mi aspettavo di più dal grande Sekiryutei... Non ti ricordi che la nostra famiglia ha i poteri dell'immortale fenice? Non importa quanto mi ferisci.. guarirò sempre!”

“E allora?” Faticai a non ridere quando vidi la sua espressione mutare in una di puro stupore. “So benissimo quali sono i poteri della tua famiglia e, dunque, so anche che sono tutt'altro che perfetti. La tua, anzi, la vostra rigenerazione dipende dalla vostra energia, no? Più aura usate per combattere e guarire, più la vostra capacità viene meno, finché, all'esaurirsi della vostra energia, anche la vostra rigenerazione si esaurisce. Mi sbaglio? Inoltre, più gli attacchi che subite sono potenti, più vi è difficile rigenerarvi in fretta e quindi vi stancate più rapidamente.” Sghignazzai quando vidi il pallore sul suo volto. “Potete chiamarvi Phoenix o esaltare la vostra abilità innata quanto volete, ma la verità è che siete molto lontani dall'eguagliare il potere della vera fenice. Tra parentesi, lo sai che io l'ho vista, quella reale?”

Lo sguardo di Raiser divenne ancora più sconvolto e incredulo. “Tu cosa?!”

“Io ho visto la vera Araba fenice e ho ammirato la sua vera magnificenza, il suo vero potere, il suo vero fuoco.” Chiusi gli occhi perdendomi un istante in quel ricordo ancora così vivido nella mia mente. “Non puoi immaginare che spettacolo sia. Quale bellezza la avvolga e quale potenza emani con la sua sola presenza... Al confronto, la tua è meno di quella di un pulcino appena uscito dall'uovo.” Gli rivolsi un ghigno maligno. “Puoi rigenerarti finché rimani in piedi? In tal caso.. dovrò solo pestarti finché non sarai in ginocchio! E sappi che posso farlo e lo farò!”
Detto questo, mi scagliai di nuovo contro di lui e tentai di sferrargli un pugno; lui lo bloccò incrociando le braccia davanti a sé, ma così si schermò involontariamente gli occhi e non vide il mio calcio successivo che lo colpì proprio in mezzo alle gambe, sulla sua attrezzatura da uomo. Il colpo lo piegò in due ed emise un urlo di dolore strozzato mentre si copriva i genitali, così ne approfittai e lo colpii con due ganci al volto, costringendolo a raddrizzarsi. Allora, tirai indietro il destro e, caricandovi tutta la mia forza, lo affondai nel lato sinistro del suo costato con sufficiente forza da rompergli alcune costole verso l'interno; subito Raiser indietreggiò boccheggiante, probabilmente per un polmone perforato, mentre le fiamme delle sue ali avvolgevano il suo corpo nel tentativo di guarirlo. Ne approfittai ancora: lo afferrai al volto, sollevai e schiantai a terra con tanta violenza da spaccare il suolo, dopodiché lo sollevai di nuovo e lo scagliai via, spedendogli dietro nel processo una sfera di Ki che lo centrò in pieno ed esplose con un'altra forte esplosione.
A quel punto, presi ad avvicinarmi al nuovo polverone che si era sollevato e, mentre si diradava, vidi Raiser rialzarsi a fatica, ancora più ansimante di prima e barcollante come un ubriaco. Le ali sulla sua schiena si erano rimpicciolite e alcune ferite si stavano ancora rigenerando, mentre la sua aura era calata parecchio. Era chiaro che non avrebbe resistito molto, se avessi continuato a colpirlo con attacchi così forti. “Allora? Hai compreso qual è la vera differenza di potere tra noi?” chiesi fermandomi a meno di due metri da lui. “Sii saggio una volta nella tua vita e arrenditi, Raiser. Risparmierai a me del tempo e a te un mucchio di altro dolore.”

Malgrado la fatica che gli doveva costare parlare, il diavolo urlò: “Mai! Io sono un membro della nobile famiglia dei Phoenix! Non intendo macchiare il nome mio e della mia casata con la sconfitta! Mai e poi mai!” Vi era determinazione nelle sue parole e la sua aria da galletto arrogante era praticamente sparita, ma era comunque troppo cocciuto e ottuso per ascoltarmi.
Con un urlo più disperato che rabbioso e uno sguardo carico d'odio, Raiser prese a scagliarmi contro una serie di fiammate che, stavolta, lasciai che mi colpissero. Ognuna di esse mi scivolò sulla pelle del volto come una calda carezza senza scottarmi minimamente, ma ebbero anche l'effetto di confermarmi una cosa: a differenza di Rias, non sarei mai riuscito a farlo arrendere. Inoltre, quel discorso sul nome di famiglia mi aveva irritato non poco, dopotutto era per colpa delle loro famiglie se si era arrivati a questo punto.

Va bene. Così sia, diavolo, pensai mentre le ultime fiammate mi colpivano e lasciavano il mio corpo illeso e un Raiser esausto e basito dietro di esse. La paura che aveva iniziato a farsi largo nei suoi occhi stava ormai diventando terrore.
“Proprio non vuoi capire, eh, Raiser P.?” domandai grattandomi il mento. “Ti faccio una domanda: tu sai come nascono le Anime Elementali?” Al suo silenzio, proseguii: “Come pensavo. Noi nasciamo solo una volta ogni 5000 anni in un giorno preciso di 5 mesi precisi dell'anno prescelto, dunque nasciamo solo in 5 ogni volta. Ma sai qual è la causa della nostra nascita? Vedi, una volta ogni 5000 anni, gli elementi si concentrano per ripristinare le loro piene energie, consumate durante quel periodo di tempo per sostenere il flusso vitale della natura e del mondo stesso. Così facendo, emanano un'aura particolare e molto potente che diviene particolarmente intensa proprio in quei 5 mesi e finisce così per influenzare le anime di coloro che sono nati in quel periodo, dandogli così dei poteri speciali nel momento in cui, durante quei precisi 5 giorni, l'energia emanata arriva al suo apice.” In quel momento, notai la sua espressione confusa e incredula e realizzai una cosa: “Pensi che gli elementi non possano fare una cosa del genere? Che non siano vivi? Li vedi solo come attrezzi da usare? Sei più idiota di quanto pensassi... E ti consideri pure il portatore dei poteri dell'Araba fenice?! Mi disgusti!” Ora ero davvero furioso. “Avevo quasi pensato di abbreviare la tua pena.. ma tu.. devi conoscere il dolore!”

Accesi una fiamma nel mio stomaco e la infusi con la mia aura e la mia volontà, potenziandola. “Adesso t'insegno io qual è il vero potere del fuoco! Blazing Breath!”
Spalancai la bocca ed espirai una colossale fiammata, almeno venti volte più grande e intensa di quelle che aveva scagliato lui, investendolo in pieno. Lui gridò di dolore e, quando interruppi la tecnica, lo trovai in ginocchio a diversi metri da me, ricoperto di gravi ustioni e coi vestiti bruciati, mentre la foresta dietro di lui era stata completamente ridotta in cenere e il terreno era annerito dal calore. Mi avvicinai lentamente a Raiser, il quale provava a rialzarsi a fatica e, una volta giunto davanti a lui, lo afferrai per i capelli e lo tirai in piedi. “Alzati! Non ho ancora finito con te!”
Il diavolo barcollò, ma riuscì a rimanere in piedi e mi guardò con un misto di odio, rabbia e paura prima di provare a colpirmi con un pugno; lasciai rimbalzare il colpo sulla mia armatura, poi lo colpii allo stomaco con un pugno a mia volta, facendogli sputare sangue.
“Sai, mi ero accorto anche di un'altra cosa: la tua abilità nel corpo a corpo è patetica e insulsa, le tue arti marziali sono deboli e immature!” Il mio Ki si concentrò intorno ai miei pugni fino a diventare visibile e gli diedi un gancio al volto. Il Seishin-Do era davvero sprecato con lui, ma volevo procurargli più danni e dolore possibile. “Non ti sei mai allenato in vita tua, vero? Sei nato con questi poteri di Alta Classe e ti sei montato la testa da subito, eh?” Un altro pugno. “Hai imparato le basi del combattimento e poi hai pensato: 'Allenarmi ancora non ha senso. Sono un diavolo nobile, un Phoenix, il potere che possiedo è sufficiente a vincere chiunque!', non è così? Patetico!” Un calcio. “Non hai mai combattuto contro qualcuno più forte di te, vero? Per questo ti reputi tanto forte? Ridicolo!” Un montante al mento seguito da una ginocchiata. “Debole!” Un gancio alla tempia. “Rammollito!” Un altro stavolta al costato. “Pietoso!” Un diretto al naso. “Spreco di sperma e carne!” Un affondo al ventre. “Sei come la stragrande maggioranza di voi, diavoli nobili dal cazzo!” Una gomitata al volto. “Sempre a ritenervi superiori per la vostra carica e i poteri ereditati in famiglia!” Un gancio. “Sempre a elogiare il vostro nome e a dire: 'Devo tenerlo alto! Cosa pensano gli altri non mi riguarda!', merdosi arroganti!” Un calcio. “Stupidi bastardi! Sapete solo sputare sentenze e idiozie con la vostra bocca, ma a fatti non siete buoni a nulla!” Un altro calcio e poi un gancio alla tempia. “E ti chiedi perché non ho rispetto per voi coglioni? Datti le risposte da solo, idiota!” Gli diedi una ginocchiata allo stomaco tale da piegarlo in avanti di quasi 90°, poi alzai il braccio sinistro e lo colpii alla nuca con la punta aguzza sul gomito dell'armatura, trapassandogli il cranio. “Non abbasserò mai la testa davanti a un merdoso come te, né tantomeno perderò contro di te!”
Estrassi la punta e lo sbattei indietro con un calcio in pieno volto. Raiser rotolò a terra e lì rimase, rantolante e sanguinante, con la testa perforata tra le mani, prima di fare un tentativo di alzarsi sulle ginocchia. Le sue ali avevano ormai solo un terzo della dimensione e dell'intensità dell'inizio e le ferite faticavano a rigenerarsi; rimasi a guardarlo per quasi un minuto prima che riuscisse a rimettersi in piedi e le ferite più gravi scomparissero del tutto, tuttavia era ansimante, rimaneva in piedi a fatica e alcuni lividi causati dai miei pugni erano rimasti.

“Non.. non hai.. ancora.. vinto...” riuscì solo a mormorare mentre stentava a stare in piedi. “Non.. pensare.. di.. potermi...”

Inarcai un sopracciglio. “Credi ancora di poter vincere? Che non continuerò a massacrarti di colpi per chissà quale motivo? Che abbia paura della tua famiglia o qualcosa di simile? Ma non farmi ridere. Sappi che io ho affrontato avversari molto più temibili per la maggior parte della mia vita, molti dei quali erano ben più forti di me, e, tra le tante cose che ho imparato in questi scontri, una era costante e sempre più importante di ogni altra: la necessità di avere una volontà di ferro. Se sei pronto a sfidare il mondo per ciò in cui credi, niente è impossibile! E di certo non mi piegherò a qualcuno come te che non possiede alcuna volontà!”
Aprii la mano destra mormorando: “Aqua” e iniziai a formare un alone di acqua infuso del mio Ki intorno ad essa. Poi, usando il mio potere, iniziai ad abbassare la sua temperatura, finché da acqua non divenne ghiaccio. “Visto che non vuoi andare giù con le cattive.. userò le molto cattive.”
Raiser urlò e mi corse addosso, ormai preso dalla più completa disperazione. Sorridendo del suo errore, concentrai l'energia ghiacciata intorno a indice e medio e, con uno scatto del polso, scagliai da queste dita due dardi di ghiaccio che si piantarono negli occhi del galletto, il quale gridò di dolore portandosi le mani al volto. Non gli diedi il tempo di fare altro che balzai in avanti con la mano destra aperta a taglio e totalmente avvolta dall'aura magica. Mormorai: “Aura” e immisi con la magia anche del vento nel Ki della mia mano destra; manipolandolo, formai intorno ad essa un alone vorticante di aria ghiacciata.
Wind Break: Ice Mode! Icecutter!
Con un fendente della mano, gli mozzai il braccio destro mentre gli passavo accanto e, sulla ferita, si formò all'istante uno strato di ghiaccio; arrivato dietro di lui, mi voltai e, con altri due fendenti, gli tagliai via prima anche il sinistro e poi i legamenti dietro le gambe, facendolo così crollare in ginocchio. Solo allora mi fermai e ritornai davanti a lui, camminando lentamente e osservandolo mentre faticava ad alzare il volto in alto; le punte che gli avevo piantato negli occhi erano state sciolte dalle sue fiamme, ma i suoi bulbi oculari erano ancora arrossati e sanguinanti. Mi abbassai abbastanza da poggiargli la destra sulla spalla, ma continuai a rimanergli sopra. “Allora, come ci si sente a essere guardati dall'alto?” chiesi con un ghigno.
La sua unica risposta fu uno sguardo furente, mentre le sue ali stentavano a rimanere accese, come candele mosse dal vento, e tentavano di sciogliere il ghiaccio che gli copriva le ferite di braccia e gambe.
Feci un sorrisetto, indietreggiai di qualche passo e, infine, schioccai le dita dicendo: “Che ne dici di un'altra rinfrescatina?”
Un istante dopo, una luce rossa apparve sul suo petto per poi scoppiare in una massa di ghiaccio che avvolse il suo torso, bloccandolo in una morsa gelida. Raiser si guardò sconvolto prima di iniziare a tremare di freddo e dolore per le punte di ghiaccio che gli si erano piantate nella carne. Le sue ali presero a lampeggiare ancora più forte, ma ormai erano così deboli che solo la superficie del ghiaccio si sciolse, prima che la loro intensità venisse ancora meno. “Se fossi in te, non proverei a scioglierlo” feci con un ghigno.

“C-cosa.. c-che c-cosa.. mi.. h-hai.. f-fatto..?” mormorò con un filo di voce.

“Oh, è solo un'altra delle mie tecniche: ho imparato a lasciare un residuo della mia energia magica sul corpo di un avversario quando lo tocco, dopodiché, con un comando, attivo e rilascio quell'energia in modo esplosivo così che gli causi danni, un po' come una bomba a orologeria. Inoltre, se avevo imbevuto l'energia di magia elementale, l'esplosione sprigiona proprio l'elemento scelto che può avere conseguenze diverse a seconda di quale esso sia. Interessante, non credi?” Alzai poi un dito a indicare l'acqua che gli colava addosso. “Non ci sei ancora arrivato? Se ti sforzi a sciogliere quel ghiaccio, finirai solo per impregnarti di altra acqua che consumerà ulteriormente le tue fiamme. Se tu fossi nel pieno delle tue forze e questo fosse ghiaccio normale, allora non avresti problemi... Ma questo ghiaccio e l'acqua che ne deriva sono impregnati con il mio Ki, la mia aura, la quale contiene anche l'aura di un Drago Celeste, perciò non puoi eliminarli con tanta facilità, tantomeno in quelle condizioni pietose. Tra parentesi, se non elimini quel ghiaccio, andrai in ipotermia e perderai i sensi molto presto.” Ghignai. “In parole povere.. you have lost, Raiser.” Allargai le braccia facendo schioccare le dita artigliate e iniziando a espandere il mio Ki. “Ma non temere: non soffrirai oltre. La farò finita qui e ora.”

Il volto di Raiser divenne in un istante ancor più disperato e supplichevole. “A-aspetta! N-non farlo! N-non te ne rendi conto?!” Doveva star impiegando tutte le sue forze rimaste per balbettare il meno possibile. “Q-questo fidanzamento è fondamentale e n-necessario per il futuro dei diavoli! Perché v-vuoi ostacolarci a t-tutti i costi?! P-perché t'importa?! U-uno come te, che non ha n-niente a che fare con il n-nostro mondo, non d-dovrebbe intromettersi!”

Ora che sa di non poter vincere, vuole forse impietosirmi o convincermi a tornare sui miei passi? Sempre più patetico. “Io non ho alcun interesse per queste cose e hai ragione a dire che non mi riguardano. Tuttavia, hai commesso due gravi errori: il primo è stato quello di sfidarmi dopo aver schernito e disprezzato la mia natura umana con tanta leggerezza, il secondo invece è che tu e tutti gli altri dietro questa storia avete cercato di forzare il vostro volere su una persona che non voleva affatto assecondarlo! Avete cercato di portare via a qualcuno la sua libertà per i vostri comodi e questo è qualcosa che io non posso e non voglio accettare! E queste due ragioni mi sono più che sufficienti per picchiare perfino gli dei!”
Questo gioco è durato abbastanza. Chiudiamo la partita, Ddraig!

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Il mio Ki esplose scatenato, avvolgendomi e formando una colonna di pura energia scarlatta proprio come durante i momenti finali del match contro Rias. La mia aura si espanse al suo massimo insieme a quella di Ddraig, incrinando il terreno sotto i miei piedi e creando un vento vorticoso per tutta la radura.
Davanti a me, Raiser mi fissava con lo sguardo più sconvolto e terrorizzato che si potesse immaginare, gli occhi sbarrati e svuotati di ogni altra emozione che non fosse il panico assoluto. Lo vedevo bene: il suo animo era stato oppresso e schiacciato in maniera definitiva dal mio potere di drago. Non era più in grado di combattere, o tantomeno di opporsi alla mia offensiva.
Ghignai vedendo i miei occhi, divenuti verde brillante e con le pupille verticali, riflessi nei suoi e alzai la mano destra chiusa a pugno, intorno alla quale l'aura iniziò a concentrarsi fino a formare una massa rossa palpitante che sembrava quasi avere una consistenza solida.

Gli occhi di Raiser si spalancarono e divennero ancor più vitrei. “No.. ti prego.. no.. non farlo.. ti supplico.. no...”

Aveva compreso: quello non era un colpo per metterlo fuori combattimento. Era un colpo per uccidere. Non avrebbe mai potuto sopravvivere se l'avessi colpito con esso e di certo non nelle sue attuali condizioni.
“Avresti dovuto supplicarmi prima. Ora è troppo tardi. Say goodbye!
Tirai indietro il pugno, pronto a colpire.

“ONIISAMA! NO!!” Con quell'urlo, Ravel mi si piazzò davanti con le braccia allargate, ponendosi a scudo per suo fratello. I suoi occhi erano terrorizzati quasi quanto quelli di Raiser, ma non vacillarono davanti al mio sguardo implacabile e al colpo che stavo per sferrare, che sarebbe stato probabilmente letale anche per lei.

Portai in avanti il pugno verso il viso di Ravel, la quale perse il poco colore rimastole in viso quando lo vide venire verso di lei... Ma, all'ultimo istante, bloccai il colpo proprio a mezzo centimetro dalla punta del suo naso e lasciai che l'aura accumulata si disperdesse ai lati della ragazza; la potenza emanata fu sufficiente a spazzare via completamente il terreno ai suoi fianchi e alle spalle di lei e Raiser, creando un enorme cratere a cono su tutta la radura e parte dell'orizzonte. Sospirando, abbassai il braccio e mi ritrovai a fissare il volto spaventato e incredulo di Ravel.
“Non preoccuparti, non ho mai avuto intenzione di ucciderlo davvero. Dopotutto, i patti erano che non causassi lesioni permanenti o morte, giusto?” le dissi per rassicurarla. “Volevo solo sconvolgerlo e piegarlo al punto da fargli perdere ogni volontà di combattere e niente funziona meglio del sano terrore. E non temere per quelle ferite: basta che sciogliate il ghiaccio e gli diate un po' di riposo e la sua rigenerazione farà il resto. Probabilmente domani sarà già come nuovo.” Alzai di nuovo il pugno e lo riportai a breve distanza dalla sua faccia. “Se però avrai ancora dei problemi con me e desidererai vendicarlo.. vieni pure da me quando vuoi. Sarò sempre pronto ad affrontarti!”

Ravel mi rivolse un'espressione ancor più allibita, chiaramente presa in contropiede da quelle parole, prima di voltarsi e sostenere suo fratello, il quale, come notai di sfuggita, aveva perso i sensi. Dev'essere successo quando Ravel si è messa in mezzo.
Feci sparire il Balance Breaker e mi voltai per allontanarmi dai due diavoli, mentre la voce di Grayfia Lucifuge risuonava un'ultima volta:

“Il Game è finito. Il Sekiryutei Zayden Ward è il vincitore.”
 




Note:
Promozione = abilità esclusiva dei Pedoni, permette loro di trasformarsi in qualunque altro pezzo (Alfiere, Torre, Cavallo, Regina) eccetto il Re.
Seishin-Do = via dello spirito.
Kendo = stile di spada tratto dall'antico kenjutsu (stile di combattimento dei samurai antichi), basato sull'impugnare la spada con due mani e colpire 4 punti specifici del corpo (men = testa, do = corpo, kote = polso, tsuki = gola).
Iaido = stile di spada tratto dall'antico iaijutsu (stile di combattimento usato solitamente dai samurai nei duelli tra loro), è l'arte dell'estrazione della spada, basata sullo sfoderare, colpire e rinfoderare in modo fulmineo l'arma in questione.
Kham = tecnica difensiva del Seishin-Do, basata sull'emissione e la manipolazione del Ki
, controllandolo in modo che giri velocemente intorno al corpo per creare una protezione a 360°.
Balance Breaker = forma finale delle Sacred Gear; considerato un errore, il nome viene dal fatto che la potenza liberata è tale da sconvolgere l'equilibrio del mondo
Boosted Gear Scale Mail = Balance Breaker del Boosted Gear, produce un'armatura che aumenta attacco e difesa del possessore e gli permette di raddoppiare il suo potere senza attendere 10 secondi tra un Boost e il successivo.
Wind Break: Ice Mode - Icecutter = frattura del vento: modalità ghiaccio - tagliaghiaccio.





Salve a TUUUTTTTTTIIIIIIIIII!!!!!!!!!
Rieccomi di nuovo qui, con il capitolo nuovo di zecca che vi avevo promesso!
Certo, so che l'ora non è delle migliori ma ci tenevo a pubblicare prima di sabato giorno... XD
Lo so, lo so: ancora una volta ho fatto più tardi di quanto pensassi.. addirittura un mese e tre settimane... Mi spiace, ma gli impegni della vita reale mi stanno impegnando come mai e il tempo per scrivere è sempre minore.. se poi aggiungiamo che sto cercando di stare dietro a tre storie in contemporanea e ne sto anche pensando altre nel frattempo... Diciamo che la mia velocità di completamento scrittura si è ridotta parecchio... Spero possiate capirmi.

Ad ogni modo, ripago l'attesa con la quantità e, spero, la qualità: questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto, ben 55 pagine di delirio!! Sì, avete capito bene ed è un altro dei motivi per cui c'ho messo tanto. E se la qualità è buona anche solo la metà della sua lunghezza, beh, direi che siamo a cavallo, no? XD Ma questo lo lascio giudicare a voi! ;)
Allora innanzitutto la conversazione iniziale tra Zayden e il gruppo Gremory. So che forse qualcuno di voi potrebbe pensare che il primo se l'è cavata con poco, ma in tal caso vi chiedo di riosservare bene l'intero discorso. Prima che avvenisse ci sono stati due importanti eventi: Grayfia ha parlato con loro confermando le parole di Zayden e Rias ha ripetuto ciò che lui le ha detto durante e alla fine dello scontro. È chiaro che, almeno per un po', tutti i membri del club saranno un po' più a disagio intorno a Zayden, visto che ora conoscono la sua vera forza, ma al tempo stesso non hanno un vero motivo per avercela con lui, anche perché in fondo le sue intenzioni erano giuste. Pensate bene a quanto piano c'è andato il nostro Sekiryutei: poteva spedirli in ospedale tutti anche per settimane, ma non ha fatto altro che metterli KO e, per tutto il tempo, ha dato loro consigli e lezioni mascherati da provocazioni. Perciò, ora vi chiedo: davvero avrebbero potuto avercela con lui al punto da odiarlo o rifiutare anche solo di stargli vicino? Io non credo proprio... Però, hanno comunque deciso di dargli una punizione a modo loro come avete visto... Eheh, è vero che Zayden ha esperienza con i diavoli, ma a combatterli, non a conviverci... XD Sappiate comunque che avrà un dialogo anche con Asia nel prossimo capitolo in modo da ricucire del tutto il loro rapporto. Mi sembra giusto verso la sua sorellina acquisita, no?
Poi, il suo dialogo privato con Rias. Non vi nego che è stata una delle parti più difficili da scrivere perché non avevo idea di quanto dire e quanto lasciare ancora in sospeso... Alla fine, mi è venuto più lungo di quanto pensassi e spero altrettanto bene. A mio avviso, questo è un punto importante sia per la maturazione del carattere di Rias che per quella della sua relazione con Zayden: come penso avrete capito, lei gli ha chiesto quelle cose non solo per curiosità, ma anche per cercare subito di vedere le cose da un'altra prospettiva. Lei ha perso contro di lui non solo perché era più debole, ma anche perché non lo conosceva affatto come pensava, di conseguenza ha compreso che non si deve mai fare l'errore di giudicare una persona superficialmente e solo conoscendolo a fondo la si può comprendere. La prospettiva di scoprire come Zayden sia diventato così è qualcosa di molto intrigante per lei ormai, per questo ora è ancora più interessata a lui. A proposito, che mi dite del passato di Zayden? E del modo in cui ha creato la sua canzone personale? Ho cercato di unire più elementi possibile per dare logica e fascino a entrambi, perciò spero vi sia piaciuto... Alla nostra rossa, di sicuro sì! XD A parte questo, volevo anche mostrare quanto il nostro Sekiryutei sia cambiato da quando era bambino e lasciare intuire qualcos'altro sul suo passato. Suppongo abbiate capito cosa intendeva dire quando ha parlato di perdere il controllo, ma ve lo confermo subito io: per quanto potente, Zayden è ancora lontano da dominare completamente i poteri di Ddraig, morale: più potere usa e più le sue emozioni sono forti, più è probabile che possa impazzire e diventare qualcosa di troppo pericoloso...
Infine, passiamo alla parte principale: il tanto atteso Game con Raiser. Ho deciso di mantenere un terreno di gioco identico al precedente con l'unica variazione della disposizione delle basi per il semplice fatto che l'edificio scolastico aveva poca rilevanza in questo caso: non è ancora un luogo d'interesse o con chissà quale significato per Zayden e di certo non lo è per Raiser, perciò mi sembrava strano scegliere quello... Ho quindi riutilizzato il precedente perché è nel carattere del protagonista far finire tutto lì in un unico luogo e perché mi piaceva di più un campo di battaglia in mezzo alle valli montuose perché offre molte possibilità di scontro (anche se qui non mi è stato possibile sfruttarle a causa dell'arroganza del galletto... E non lamentatevi perché sapete anche voi che uno come Raiser non si sarebbe sprecato in chissà quale strategia all'idea di affrontare un avversario singolo e sul quale credeva di dominare! XD). Per quanto invece riguarda lo svolgimento, ho pensato di creare quest'alternanza tra partecipanti e spettatori per variare la scena, mostrare le differenti spiegazioni e spiegare i poteri del nostro Sekiryutei, cosa che non avrei potuto fare se avessi usato solo il suo punto di vista (suvvia, chi mai pensa sul serio ai poteri che possiede e ne dà una spiegazione dettagliata a se stesso, se non per ripetersi che attacco è meglio usare sul momento? XD). A proposito, colgo l'occasione per chiarirvi un dubbio: come verrà detto più avanti, l'aura di Zayden e quella draconica di Ddraig convivono da così tanto tempo che ormai si mescolano tra loro e dunque è difficile distinguerle.. tuttavia, diciamo che normalmente usa il suo Ki personale che viene raddoppiato dal BG, ma quando attiva il BB, allora viene liberata una gran quantità di Ki draconico che va a combinarsi con quello originale per massimizzare le sue abilità.
Passando ai fatti, c'è stata anche una piccola apparizione di quello che, confermo, è il famiglio e compagno personale di Zayden: Darak. Tipetto interessante, eh? Per ora posso solo dirvi che è un serpente molto particolare e speciale, ha poteri di mutaforma, capacità di mimetismo e percezione incredibili e molti altri ancora che scoprirete col tempo. Ah, dimenticavo di dire che ha un carattere alquanto complicato, tipico dei rettili come lui... XD Per quanto riguarda il suo padrone, che ne pensate dei poteri di Zayden? Qui sono stati rivelati i 2 principali oltre al Boosted Gear, ma vi anticipo che sono stati ancora poco esplorati, visto che la battaglia non era tanto impegnativa da richiedere le sue piene capacità... Sia il Seishin-Do che il concetto delle Anime Elementali sono cose inventate da me e saranno spiegate meglio nei prossimi volumi. Il primo è praticamente una fusione di ogni singola arte marziale esistente in un unico stile che passa con naturalezza da uno all'altro, ma ho favorito in particolare quei 5 stili perché messi insieme offrono un misto di attacco e difesa quasi perfetti (il Kung Fu e il Taekwondo insegnano a combattere con pugni e calci sia in attacco che in difesa, il Karate è una delle arti marziali più antiche e come pratica di autodifesa è tra i migliori, il Judo insegna a usare la forza stessa degli avversari contro di loro e il Muay Thai insegna a usare ogni singola parte del proprio corpo per infliggere danni pesanti con un singolo colpo), tuttavia vi anticipo che quello di questo capitolo era solo un assaggio del potere di quell'arte marziale, solo contro avversari più forti vedrete le sue tecniche migliori. Aggiungendo il fatto che insegna anche a usare il Ki come arma difensiva e offensiva, possiamo dire che, per le sue abilità nel corpo a corpo e nell'uso dell'aura di Zayden, mi sono ispirato ai Saiyan di Dragon Ball (niente Zenkai Power, ovviamente!), in quanto corpo e Ki sono le uniche cose su cui gli umani possono davvero contare anche senza Sacred Gear o capacità e armi magiche; inoltre, come varie altre arti marziali, anche il Seishin-Do insegna a usare con grande abilità non solo il corpo ma anche vari tipi di armi con diversi stili, come nel caso delle spade dove insegna sia il kendo che lo iaido. L'Anima Elementale è invece un qualcosa che ho voluto creare io per portare altra novità nella novel; vi anticipo subito che conoscerete anche le altre 4 con il tempo e che le loro abilità in quel determinato elemento saranno superiori perfino agli dei stessi una volta sviluppati al massimo. Il loro concetto sarà approfondito più avanti, per ora sappiate che ho scelto di fare 5 elementi anziché 4 perché mi piace vedere il fulmine come un altro elemento.
Tra parentesi, sì. Zayden ha davvero incontrato in passato la vera Araba fenice, ma i dettagli saranno svelati solo molto più avanti (prego i più impazienti di avere appunto pazienza! XD)...

Infine, il pestaggio di Raiser. Allora, che dite? Vi ha soddisfatto o è stato troppo leggero? Per me no. In fondo è solo un presuntuoso maleducato e pervertito, non certo un cattivo di prim'ordine... Meritava di vivere ;) (credo... XD) E si è visto anche il Balance Breaker di Zayden. Vi dico subito che è quello che aveva visto anche Rias nel precedente scontro: lui è andato in BB e ha poi Boostato il suo potere a ogni secondo; 30 Boost in BB sono anche troppi per la mente di un avversario più debole, per questo Rias e Raiser hanno avuto rispettivamente un quasi e un totale collasso mentale. Per chi si aspettava altri poteri, non temete: Zayden Ward ha appena iniziato a rivelarli!! ;) Per ora, mi sembra comunque degno del suo titolo di Sekiryutei, non credete? Ah, a proposito, voglio porre il neo sulle ali di Zayden perché molti errano a immaginarselo: se guardate le ali di Ddraig nell'ep. 12 della prima stagione dell'anime e la descrizione delle ali nel volume 7 originale, vedrete che sono appunto più simili a quelle di uno pterosauro che di un pipistrello, perciò gli ho messo i tre artigli tipici delle loro ali sopra e per questo non ho usato il BB alato dell'anime: quelle ali sono totalmente sbagliate... Se volete la versione giusta,immaginatevi il BB con le ali di Ddraig dell'ep. 12 della prima stagione. Vi anticipo inoltre che questo tratto tornerà molto utile più avanti.
Credo di aver detto tutto, ma qualunque domanda, come sapete, è ben accetta! E se avete voglia, lasciatemi una bella recensione, visto che mi aiutano sempre a migliorare la qualità dei miei lavori!! Spero tanto vi sia piaciuto e vi annuncio che con il prossimo capitolo verrà la Newlife e dunque la fine anche di questa seconda novel... E non solo vi anticipo che ne verrà presto un altro, ma anche che per chiunque abbia amato il mio primo lavoro, Shinigami Gaiden, appartenente al fandom di Bleach, sta per arrivare una bella notizia: Bleach tornerà questo 28 novembre con la seconda serie dal titolo Shinigami Gaiden 2: Legami Indissolubili. Non perdetelo!! ;)
Credo di aver detto davvero tutto, quindi vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo!! Spero stiate tutti bene e mi auguro di vedervi numerosi!! ;)
Ja naa minna!!!

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Capitolo 6
*** Newlife: Terrore ***


Newlife: Terrore


 

Esterno POV:

“Lord Phoenix. Sono molto dispiaciuto che il fidanzamento sia finito in questo modo. Lo so che è scortese, ma questa unione...”


“Non dovete dire nient'altro, Lord Gremory. Per i diavoli purosangue era un'ottima cosa, ma pare che entrambi siamo stati troppo avidi. Entrambi abbiamo già dei nipotini purosangue, ma anche così ne bramavamo ancora. Forse perché l'avidità è nella natura di noi diavoli. O forse perché nell'ultima guerra abbiamo visto l'inferno.”

“...No. Ho anche imposto la mia avidità a mia figlia.”

“Cercate di non pensarci. Piuttosto m'interessa quel ragazzo. Il suo nome era Zayden Ward, giusto? Mi dispiace che se ne sia andato subito. Volevo ringraziarlo. Quello che mancava a mio figlio era la sconfitta. Ha sopravvalutato l'abilità del nostro clan. Questa sarà una buona lezione per lui. I Phoenix non sono assoluti. Solo capirlo era sufficiente per questo fidanzamento, Lord Gremory.”

“Lord Phoenix...”

“Vostra figlia ha trovato un buon alleato. Sembra che gli Inferi in futuro non saranno noiosi... Però non posso fare a meno di pensare: perché l'ha fatto? Non è un servo di vostra figlia e, a quanto ho capito, non le doveva favori particolari, giusto? Allora perché ha rischiato di inimicarsi addirittura ben due famiglie nobili dei diavoli?”

“...Non ho potuto fare a meno di chiedermelo anch'io. Eppure che ci crediate o meno, secondo quanto raccontatomi da Grayfia, non aveva nessun altro motivo se non il desiderio di dare una lezione ai nostri figli. Una lezione di umiltà, ha detto.”

“...Soltanto questo? Davvero?”

“Almeno a quanto ne sa Grayfia, sì. Mi ha detto che è un tipo.. piuttosto singolare.”

“Singolare è un eufemismo. Tuttavia, ammetto che m'incuriosisce ancora di più. Sarà interessante vedere a cosa porterà il suo legame con vostra figlia.”

“La curiosità è reciproca... Anche se non avrei mai pensato che sarebbe stata proprio mia figlia a incontrare un tale umano.”

“Welsh Dragon. Se non l'avessi visto, non avrei mai creduto possibile che quell'odioso essere potesse stringere un qualche rapporto con noi diavoli.”

“Sono d'accordo, ma temo sia ancora presto per capire se sarà un rapporto positivo o negativo. Da quanto mi è stato detto, non ha molto in simpatia la nostra razza. Persino il suo legame con mia figlia e i suoi servi è ancora difficile da definire.”

“Credete che possa diventare un pericolo per noi? Come il... Nero?”

“Non lo so. Tuttavia dubito che possa diventare addirittura come quella creatura...”

“Death Dragon. 'Il flagello degli Inferi'. Chi lo sa, forse un'eventuale alleanza col Sekiryutei potrebbe aiutarci a scoprire qualcosa di più sulla sua vera identità.”

“Questo se mai si alleerà con noi... Tuttavia, non dovremmo escludere una simile possibilità. Al tempo stesso non dobbiamo dimenticarci anche dell'altro. È molto probabile che sarà il prossimo...”

“Sì, deve esserlo. No, forse già esiste.”

“Vanishing Dragon. È solo questione di tempo prima che il Rosso incontri il Bianco. Tuttavia mi chiedo cosa potrebbe accadere se s'incontrassero anche col Nero.”

“I Draghi Celesti sono sempre stati due, in ogni secolo.. tranne quello attuale.”

“Il Nero non è un Drago Celeste.”

“Ma è indubbio che ha un potere paragonabile al loro. Forse centra qualcosa con essi. E forse uno dei due sa in realtà qualcosa di più sul terzo...”

“Ma chi sarebbe dei due in questo caso? E cosa significa la loro presenza in questo secolo?”

“Chi lo sa. Mi auguro solo che questo non sia il preludio a una futura catastrofe.”

 

*

 

Zayden POV:

“Così dobbiamo salutarci di nuovo, eh?” B aveva un'aria triste e sconsolata.

Ridacchiai e gli diedi una pacca scherzosa sulla spalla. “Ehi, bestione, non mi farai la tragedia greca ora, vero? Guarda che mica non ci vedremo mai più! Voglio solo che tu ti riunisca agli altri per continuare a dar loro una mano e prepararli a venire qui.” Mi feci più serio. “Fidati, ormai ho compreso una cosa: in questa città sono concentrati molti più poteri di quanti pensassimo e sai bene che il potere chiama a sé altro potere. Se ne concentreremo ancora, senza dubbio molti altri eventi si verificheranno, eventi che, probabilmente, potrebbero darci una mano non indifferente. Per ora voglio continuare a tenere d'occhio da me la situazione, mentre voi raccogliete quante più informazioni possibili dai miei contatti, ma ti assicuro che presto avrò bisogno di voi. Me lo sento. E per questo, ho bisogno che tutti voi stiate uniti e pronti, in modo che sia tu a guidare il gruppo qui quando sarà il momento.”

“E quando sarà il momento?” domandò B con altrettanta serietà.

“Prima di quanto immagini. Fidati di me.”

B annuì per poi infilare una mano in una tasca interna della giacca che indossava ed estrarne una lettera. “Tora l'ha preparata per te. Poco prima che venissi qua, ne avevamo trovati altri due e lui ha ritenuto che fosse meglio se te ne occupassi tu di persona. Tu sai perché.”

Presi la lettera e riconobbi il simbolo runico impresso sulla parte frontale. Senza perdere tempo, immisi un po' del mio Ki nella carta: il simbolo brillò prima di svanire e io sentii una serie di informazioni e immagini pervadermi la mente. “Ho capito” dissi qualche secondo dopo, quando il flusso informativo s'interruppe. “Come sempre, avete fatto un ottimo lavoro. Dì agli altri di non preoccuparsi e che da qui me ne occuperò io personalmente.”

B annuì di nuovo prima di sorridere malizioso. “Hai intenzione di riscuotere il tuo premio adesso?”

Ghignai. “Ci puoi scommettere. E non ti nego che sono impaziente di farlo.”

“Solo tu potevi pensare a qualcosa del genere come premio. Se fossi stato chiunque altro, avresti chiesto ben altro da una bellissima ragazza come quella.”

“Io non sono chiunque altro, infatti.”

“Suppongo di no.” Rise ancora e io lo seguii a ruota.
Quando smettemmo, B mi rivolse un altro sorriso, gentile ma triste. “Allora io mi avvio. Ci vediamo presto, Z.”

Feci un passo avanti e lo strinsi in un caloroso abbraccio che lui ricambiò subito. “A presto, B. Stammi bene e salutami gli altri, mi raccomando.”

“Saranno arrabbiati che vuoi tenerci ancora divisi da te. Soprattutto Akiko e Kayla.”

“Scusati da parte mia e dì loro che presto saremo insieme e stavolta niente più separazioni a lungo termine. È una promessa.”

“Lo farò.”

Rimanemmo così un altro po', poi B si staccò da me e indietreggiò di un paio di passi unendo le mani in vita ed emanando una lieve aura che formò sotto i suoi piedi un cerchio magico. “Alla prossima, Z!”

“Ci si vede, B!” E lo vidi sparire in un bagliore di luce.
Rimasto solo nella mia camera, ero sul punto di uscire per andare al Club di Ricerca dell'Occulto dove dovevo incontrarmi con Rias, ma non avevo fatto nemmeno il primo passo che sentii la porta dell'ingresso al piano di sotto aprirsi e chiudersi e dei passi risuonare nel salotto.

“Ehm... Zayden-san? Sei di sopra?” Era Asia. Sembrava nervosa dal tono di voce.

Sospirai immaginando già di che cosa volesse parlarmi. “Sì, sono in camera mia, Asia. Vieni pure!”

La sentii salire le scale e, qualche secondo dopo, la porta della stanza si aprì e la mia sorellina acquisita entrò. Come sospettavo, aveva uno sguardo chiaramente nervoso, il che non mi piaceva affatto. “Ciao” mi limitai a dire con un piccolo sorriso.

“Ciao” mi rispose lei con uno identico prima di tornare ad assumere l'espressione precedente.

Avevo compreso che voleva parlare, ma chiaramente non sapeva da dove iniziare né come iniziare. Decisi di venirle incontro e aprii io bocca: “Vieni qui, Asia. So che vuoi parlarmi, perciò mettiti comoda prima.” E mi sedetti sul mio letto battendo la mano accanto a me sul materasso per dirle di sedersi e sperando che non rifiutasse.
Per mio sollievo, lei si sorprese per un attimo, ma poi annuì e si sedette nel punto che le avevo indicato.
Sempre per aiutarla, presi di nuovo io l'iniziativa: “Dimmelo sinceramente, Asia. Tu ora provi paura verso di me?”

Lei mi guardò con uno sguardo a metà tra il dispiaciuto e l'imbarazzato. “Z-Zayden-san, ti ho g-già detto che...”

“Non provi rancore, lo so. Ma io non ho detto rancore, ho detto paura. Vorrei una risposta sincera... Devo saperlo, Asia, per favore.”

Asia esitò, chiaramente combattuta, ma alla fine parlò: “...Non è paura. O meglio, ammetto che ho avuto un po' di paura durante il Game, quando.. ho visto le fiamme avvolgermi... Ma ora non provo paura verso di te. Solo.. sono triste.”

...Questo non me l'aspettavo... “Triste? Perché?”

“Perché mi sono resa conto che non so praticamente nulla di te. Non solo: ho anche realizzato di non aver capito proprio niente di te. Ti chiamo mio amico, sei diventato praticamente la famiglia che non ho mai avuto.. eppure non so nulla di te. E questo o perché tu non ti fidi abbastanza di me per parlarmi e raccontarmi di te stesso, o perché sono io stessa incapace di capire davvero ciò che hai attraversato nel corso della tua vita e come sei veramente. So che mi avevi detto che mi avresti raccontato tutto con il tempo, ma credevo di averti compreso almeno in minima parte... Invece non avevo compreso niente.”

“Asia, ma tu-”

“Abbiamo sofferto un dolore simile, mi hai detto una volta... Ma la verità è che il dolore che hai provato tu è stato ben oltre quello che ho provato io e che è stato a causa di esso se sei diventato ciò che sei ora. Non ho mai realizzato veramente ciò di cui potevi essere capace e quale fosse davvero il tuo carattere... Finché non ho visto il tuo match contro Raiser Phoenix. Mentre ti guardavo, ho compreso solo in quel momento ciò di cui puoi essere capace se ti trovi di fronte a un reale nemico e quanto davvero ci sei andato piano con noi.. e ho anche capito quanto tu possa essere davvero terribile, se solo lo vuoi... Perciò, sì: sono triste. Triste di definirti la mia famiglia, ma poi non sapere nemmeno chi tu sia realmente...”

Non resistetti e, anche se sapevo che era un gesto un po' avventato in queste circostanze, le impedii di dire altro stringendola senza preavviso in un forte abbraccio. La sentii irrigidirsi tra le mie braccia, ma non fece nulla per scostarsi o allontanarmi.
“Non è colpa tua, Asia. La colpa è mia.” Lei provò a replicare, ma io la zittii stringendo la presa. “Ho passato undici anni a scappare dalle più disparate creature sovrannaturali e a ricercare il diavolo che ha distrutto la mia vita, e nel mentre osservavo tutto il male che ogni razza, umana o inumana che fosse, infliggeva ad altri più deboli, spesso subendone a mia volta. Questo mi ha reso diffidente nei confronti di tutto il mondo e ora faccio una fatica tremenda a fidarmi o aprirmi con gli altri. Blake, Tora, Akiko e Kayla sono le uniche vere persone di cui mi fido, ma mi ci è voluto tempo per conoscerli e riuscire a fidarmi di loro. Ora darei loro la mia vita senza pensarci nemmeno per un istante, ma all'inizio ero più o meno come sono con te in questo momento.” Mi scostai da lei per posargli le mani sulle spalle e guardarla dritta negli occhi. “Purtroppo.. io ho perso la capacità di riuscire ad aprirmi liberamente con gli altri, persino se sono amici... Con questo, non voglio dire che non mi fidi o che non ti voglia bene, Asia, ma fatico comunque a parlare di me stesso e questo non solo perché mi fa rivivere ricordi dolorosi, ma soprattutto perché non so mai come chi ascolta potrebbe reagire. Ho paura che possa cambiare atteggiamento verso di me, non vedermi più come chi sono davvero o addirittura.. avere paura di me...”

Per tutto il tempo in cui avevo parlato, Asia mi aveva osservato con uno sguardo sempre più sorpreso e incredulo, come se si fosse resa conto solo ora dello sforzo che avevo dovuto fare per parlarle a cuore aperto e del perché finora non l'avessi fatto. “Zayden-san, ma allora tu.. non volevi parlarmene.. perché credevi che avrei potuto guardarti in modo diverso? Perché temevi.. che potessi avere.. paura di te?”

Sospirai prima di rispondere: “Fondamentalmente sì. E a buon motivo considerando quello di cui sono capace... Hai visto con Raiser cosa sono stato capace di fare, vero? Come potevo dirti che, quando combatto sul serio, posso diventare un guerriero spietato e sadico? Come potevo dirti che non sono poi così diverso da quei mostri dai quali ti ho-”
Non potei continuare perché Asia mi si gettò contro, affondando la faccia nel mio petto e stringendo la maglietta che indossavo tra le dita; un secondo dopo, sentii la parte frontale del mio indumento inumidirsi. “Asia, perché piangi..?!”

“Sei uno stupido, Zayden-san!” Il suo strillo mi sorprese ancora di più delle sue lacrime. “Te l'ho detto fin dall'inizio! Da quando viviamo insieme te lo ripeto, eppure tu non sembri riuscire a comprenderlo! A me non importa ciò che tu hai fatto o sei capace di fare! Io so che, nel profondo, tu sei una persona buona e gentile come nessun altra! Lo so perché tu sei colui che mi ha aiutata quand'ero in difficoltà, che mi ha salvata quand'ero in pericolo, che mi ha offerto la sua amicizia quando ha saputo che non ne avevo mai avuta una e che mi ha reso parte di una famiglia quando non avevo più niente! Hai fatto così tanto per me e non hai chiesto mai nulla in cambio! E anche se tu l'avessi fatto solo per solidarietà verso un altro possessore di Sacred Gear, non cambia il fatto che tu mi hai letteralmente dato una nuova vita quando la mia vecchia era andata ormai in frantumi! Davvero non comprendi quanto questo sia importante per me?! Non importa cosa tu abbia fatto o farai... Io non potrò mai avere paura o non fidarmi di te! Zayden-san per me sarà sempre Zayden-san, la persona insieme alla quale voglio passare la mia vita! Ed è per questo che voglio che anche tu possa fidarti di me come io mi fido di te!”

Ero talmente sconvolto che non riuscii a proferire parola per diversi secondi. Davvero Asia pensava tutto questo di me? Era per questo che era triste?
Ora mi era tutto chiaro. Avevo sbagliato tutto con lei: a causa della mia istintiva diffidenza e paranoia verso tutto e tutti, non avevo realizzato fino in fondo quanto la sua vita fosse ora dipendente da me. Anzi, dal suo punto di vista, ora dovevamo essere io e il gruppo Gremory la sua vita. Tuttavia, Rias e gli altri erano stati capaci di aprirsi a lei, mentre io, colui che l'aveva introdotta a una famiglia e che lei riteneva essere diventato il suo fratello maggiore, non le avevo detto ancora praticamente nulla di me e lei aveva finito per interpretare questo silenzio come una sfiducia nei suoi confronti e una minore considerazione del nostro rapporto.
L'avevo ferita di nuovo quando avevo promesso che non avrebbe più dovuto soffrire dal momento della sua prima morte in poi. E meno male che avevo detto che ero riuscito a salvarla... Ha ragione, sono un vero stupido. Non posso e non voglio assolutamente che soffra ancora, non per colpa mia.
Per tutta risposta, la abbracciai ancora più forte accarezzandole delicatamente i lunghi capelli biondi con una mano e la schiena con l'altra, cercando di rassicurarla; dopo un po', la sentii calmarsi e smettere di piangere. “Hai ragione, Asia. Sono stato davvero uno stupido a non volerti parlare prima di me e a costringerti a scoprirlo nel peggiore dei modi. Ti chiedo scusa per questo. Non avevo compreso che potessi prenderla così... Ti ho fatto credere che non ti ritenessi davvero un membro di famiglia e che dunque non mi fidassi di te... Che idiota che sono. Ti prego perdonami, Asia. Posso assicurarti che non è così: per me tu sei davvero una persona importante, una cara amica e una preziosa sorellina. Il mio affetto per te è reale, puoi credermi. Non ho mai voluto che soffrissi così.. non posso sopportare che tu soffra ancora...”

“Dici.. davvero, Zayden-san? Mi.. sbagliavo, allora?” mugolò lei con un filo di voce.

Decisi di essere più convincente: mi scostai leggermente da lei per guardarla dritta negli occhi, le sorrisi e parlai con il mio tono più sincero: “Tu sei diventata una delle persone più preziose per me da quando hai accettato la mia amicizia e lo sarai sempre. Ho sbagliato a non aprirmi prima con te, ma ti giuro che non succederà più. Niente più scuse o dubbi: se vorrai sapere qualcosa di me, dovrai solo chiedere. Non voglio che ricapiti mai più che tu abbia dei dubbi sul mio affetto nei tuoi confronti. Tu sei e sarai sempre la mia amata sorellina, Asia.” E conclusi posandole un bacio delicato sulla fronte.

La vidi arrossire vistosamente ed era chiaramente sorpresa dal mio ultimo gesto, ma nel giro di qualche istante, la sua bocca si allargò nel sorriso più luminoso che mai le avessi visto fare e le lacrime ricominciarono a scendere copiose dai suoi occhi, anche se stavolta erano chiaramente di gioia. La lasciai posare di nuovo la testa sul mio petto mentre la abbracciavo di nuovo e sentii le sue braccia stingersi a loro volta intorno alla mia vita. “Grazie, Zayden-san...”

“E di cosa, Asia? È a questo che servono gli amici.. che serve una famiglia.”
Già. Una famiglia... E dire che dovrei essere il primo a sapere cosa vuol dire riaverne una dopo tanto tempo...

“Zayden-san?”

“Mh?”

“So che dovresti uscire tra poco per andare da Buchou-san... Ma potresti.. restare così ancora per un po', per favore?”

In tutta risposta sorrisi e rafforzai l'abbraccio, mentre ricominciavo anche ad accarezzarle la schiena in modo rassicurante. “Tutto il tempo che vuoi, Asia.”

 

*

 

“Alla fine ce l'hai fatta davvero.”

“Beh, te l'avevo detto che non avevi nulla di cui preoccuparti.”

“Sì, ma non mi aspettavo che l'avresti ridotto così male...”

“Oh, cosa succede? La nostra cara Rias Gremory ora prova compassione per il suo odiato ex-promesso sposo? Forse dovevo lasciare stare la cosa fin dall'inizio e permettere che vi sposaste?”

L'unica risposta che ottenni da Rias fu un'occhiataccia che sembrava significare: un'altra battuta come questa e ti disintegro l'attrezzatura che hai in mezzo alle gambe...
Sogghignai, ma non espletai i miei pensieri: Sì, certo. Come se ne fossi davvero capace, rossa...
Dopo il chiarimento con Asia e il nostro momento affettivo, avevo lasciato la mia sorellina acquisita a riposare a casa per dirigermi alla sede scolastica del Club di Ricerca dell'Occulto, dove Rias mi attendeva per chiarire i termini della mia vittoria contro lei e Raiser nei Rating Game. Gli altri membri erano momentaneamente assenti, proprio perché dovevamo discutere della faccenda solo noi due che eravamo i diretti interessati e questo mi faceva sentire meglio: meno gente partecipava agli scambi diplomatici e più facili e rapidi erano.

“Scherzi a parte.. mi spieghi perché all'inizio ti sei fatto picchiare in quel modo da Raiser? Mi hai fatto preoccupare terribilmente, credevo ti uccidesse a un certo punto!” disse poi Rias guardandomi con un misto di rabbia e tristezza. La diavola era seduta dietro la scrivania della sala del Club e, a giudicare da alcuni documenti su di esso, stava probabilmente sistemando alcune scartoffie della sua attività extrascolastica prima che arrivassi. Io, dal canto mio, me ne stavo appoggiato con la schiena a una delle pareti a lato alla scrivania e tenevo le braccia incrociate al petto.

Ancora una volta, il fatto che si preoccupasse tanto per me e le mie condizioni mi sorprese. Anche se ormai avevo intuito che provava un certo interesse nei miei confronti e che mi riteneva a tutti gli effetti un membro del suo gruppo pur senza essere un suo servo, non credevo che si sarebbe agitata tanto per il mio match, soprattutto dopo che le avevo detto di stare tranquilla. “Oh, solo per quello? Sul serio mi credi così debole da essere steso da quei quattro pugnetti da bimbo?”

“Ti stava pestando a sangue!” Si stava arrabbiando eccome.

“L'unico sangue che mi ha fatto partire è quello schizzetto dal labbro perché mi ha colpito mentre ridevo e così me lo sono morso accidentalmente. Persino senza l'elmo non erano niente di speciale, tutta forza e niente o poca volontà. Pugni così non vale nemmeno la pena schivarli.”

“Ma perché farti colpire in questo modo quando potevi sconfiggerlo in pochi minuti senza subire nemmeno un colpo?! Cosa ti ha spinto-”

“Per spezzarlo dentro.” A quelle mie parole, Rias si arrestò di colpo e mi fissò confusa. “Non ci vuole niente a spezzare un corpo esterno, ma per rompere qualcosa di interno ci vuole ben altro. Ricordi cosa avevo detto prima dei Game, Rias? Ciò di cui entrambi avevate bisogno era una lezione di umiltà e lui più di te. Era troppo arrogante e superbo, convinto di poter sempre vincere e avere tutto ciò che vuole per sé.” Indurii lo sguardo. “Un atteggiamento che io odio con ogni fibra del mio essere. La superbia, quando in misura eccessiva, è come una malattia. Una malattia molto brutta, aggiungerei... Per la quale esiste una sola cura: l'umiliazione.”

Rias mi guardò con sguardo assorto, probabilmente riflettendo su ciò che stavo dicendo. “Vuoi dire che anche farsi picchiare era parte del tuo..?!” Poi, di colpo, i suoi occhi si allargarono dalla consapevolezza. “Volevi che capisse di non poter fare nulla per sconfiggerti..!”

Sorrisi in risposta. “Brava, Rias Gremory! Molto perspicace! Vedi, per curare davvero un malato di superbia bisogna fare due cose: primo, mostrargli che ogni sua singola azione è assolutamente inutile, secondo, affermare e dimostrare la superiorità di qualcosa o qualcuno che invece lui credeva essere inferiore. Ed è ciò che ho fatto io.” Feci una pausa e il mio sorriso divenne un mezzo ghigno. “Anche se...”

“Anche se?”

“...Forse mi sono voluto divertire un po' più del dovuto...”

L'espressione di Rias divenne sarcastica. “Ma va', sul serio?”

“Diciamo che picchiare la sua faccia da galletto stronzo era davvero molto liberatorio e soddisfacente... C'ho preso gusto. Non puoi immaginare quanto piacere mi dia distruggere quell'ego da palloni gonfiati che quelli come lui si ritrovano.. vedere la faccia che fanno mentre il loro orgoglio viene fatto a pezzi. È proprio come bucare e sgonfiare un pallone, solo mille volte più soddisfacente...”

“...Lo sai che ti sono venuti gli occhi spiritati adesso, vero? Sembri un pazzo...”

“Non ho mai detto di essere sano di mente. Almeno non del tutto...”

“Sei davvero impossibile...” commentò Rias fissandomi con uno sguardo a metà tra l'esasperato e il divertito.

Per tutta risposta, feci spallucce e assunsi un'espressione fin troppo innocente.
Un paio di secondi dopo, ridevamo entrambi con un certo gusto.

“Allora... Dovevi parlarmi di qualcosa, o sbaglio?” chiese la rossa dopo aver smesso di ridere, assumendo un'espressione seria.

Smisi di ridere anch'io, ma il mio ghigno divenne se possibile ancor più largo. “Ah, giusto... Vedi, ho vinto entrambi i Game, no? Dunque ho diritto di riscuotere le mie ricompense adesso. Una l'ho già presa, visto che quel galletto di Raiser ha perso il suo diritto al matrimonio con te e si è anche preso il pestaggio della sua vita... Ma ora intendo riscuotere anche quella per la mia vittoria contro di te... Ricordi cosa avevamo stabilito?”

“Certo che ricordo. Mi avevi detto che, se tu avessi vinto, io avrei dovuto sottostare ad una determinata condizione riguardo il nostro attuale rapporto... O sbaglio?”

“No, affatto. Ricordi perfettamente.”

“Ordunque...” continuò Rias alzandosi in piedi e spostandosi alla mia destra, per poi incrociare le braccia sotto il seno. “Quale sarebbe questa condizione?”

Decisi di giocare un po': “Quanto entusiasmo nel voler sapere.. cos'è forse volevi propormi tu qualcosa? O speri che ti proponga io qualcosa di particolare?”

Rias sembrò agitarsi. “Ma-ma che stai dicendo?! Io non pensavo né volevo proporre proprio niente! Piuttosto ero sicura che sapessi già cosa volevi..!”

“Oh, infatti io lo so eccome... Ma tu sei sicura di volerlo sapere? Sai che posso chiedere qualunque cosa, vero?”

“Co-cosa stai dicendo?! Non ho mai detto che-”

“Giusto ed errato insieme. Non hai detto niente quando ho posto la mia condizione per la vittoria... Ma io non ho mai detto in anticipo quale fosse quella condizione, non te ne sei accorta? Tuttavia, poiché tu non hai avanzato domande o chiarimenti su che cosa io avrei chiesto, non mi hai automaticamente dato limitazioni su cosa chiedere.” Notai i suoi occhi allargarsi di colpo, chiaramente sorpresi e pieni di improvvisa consapevolezza e ghignai di nuovo. “Eri talmente presa dalla sfida e impegnata a concentrarti su come poter vincere e sul matrimonio da evitare che non ti sei accorta di non sapere proprio nulla sui termini della mia vincita... Un errore davvero molto grave, mia cara signorina Gremory... Non lo sapete? Non si devono mai firmare o stringere patti senza sapere tutte le clausole. Potrebbero saltare fuori conseguenze completamente impreviste...”
Mi staccai dal muro e iniziai ad avvicinarmi a lei, lento ma inesorabile.

Rias notò il mio atteggiamento e, come immaginavo, iniziò a indietreggiare, lo sguardo ora leggermente preoccupato e timoroso. “Un vero.. errore.. già, hai proprio ragione... Perciò, cos'è che vuoi? Qualunque cosa sia, se è in mio potere dartela, lo farò” disse mantenendo comunque un tono serio e deciso.

“Ripeto: sei davvero sicura di essere pronta? Potrei chiederti qualsiasi cosa e tu non potresti replicare od opporti in alcun modo...” Avanzai ancora.

Lei indietreggiò. “A che gioco stai giocando? Qualunque sia, non è divertente, Zayden... E smettila di guardarmi così...”

“E chi ti dice che stia giocando? Io sto solo dicendo il vero: posso chiederti davvero ciò che voglio senza che tu possa opporti... Perché ti agiti tanto ora?”

“Mi metti a disagio, ecco perché! Smettila subito!”

“Oh... E perché ora ti senti a disagio se fino a poco fa eri tranquilla? Forse ti stai rendendo conto di cosa potrebbe comportare il tuo errore?”

Avanzai di nuovo e lei indietreggiò a sua volta, per poi sussultare quando la sua schiena toccò la parete alle sue spalle. La sua espressione ora iniziava a essere spaventata, tuttavia replicò con sicurezza: “...Me ne sono resa conto, sì... Ma sono anche sicura che tu non chiederai niente di preoccupante o discutibile...”

Con un gesto rapido e improvviso, schiantai la mano destra al fianco della testa della rossa intrappolandola contro il muro; lei sobbalzò sorpresa prima che le prendessi il mento con l'altra mano e la costringessi a guardarmi in faccia. “Cosa te lo fa pensare, bellezza? Vorrei ricordarti che non mi conosci ancora così bene.”
Sempre sorridendo beffardo, mi abbassai fino ad arrivare all'altezza dei suoi occhi, le mie iridi che si riflettevano nelle sue e i nostri nasi separati solo da qualche centimetro scarso.

Nuova ansia e nervosismo riempirono gli occhi di Rias, eppure lei non fece niente per allontanarmi. Osservandola meglio, ebbi l'impressione che, oltre al timore, nel suo sguardo ci fosse anche una certa curiosità. Ma guarda... Vuoi vedere che un minimo le piacerebbe sapere che cosa potrei chiederle o farle?

“Perché ho l'impressione che tu sia interessata a ciò che potrei chiederti o farti?” chiesi avvicinandomi ancora un po' al suo volto, le punte dei nostri nasi che ormai si sfioravano.

“Non.. lo sono affatto..! E comunque cosa vorresti-” La replica di Rias fu bloccata dall'aumento dell'intensità del mio sguardo, mentre la mia mano sinistra le prendeva una ciocca di capelli e la rigirava tra le dita. Dio, se erano belli...

“E se ora volessi fare qualcosa di.. diciamo particolare.. e se volessi poi renderla parte del nostro patto.. tu cosa faresti, Rias?” chiesi con voce profonda e accarezzandole ancora quegli splendidi filamenti cremisi. Il suo volto era arrossito e il suo respiro sembrava essere diventato più pesante, dando origine ancora una volta a una combinazione di dolcezza e sensualità che mi rendeva davvero difficile non voler poggiare le mie labbra sulle sue.
Da quando guardarla mentre ha questo tipo di espressioni in volto mi dà questo effetto?

“...Non lo farai.” La sua voce mi distolse dai miei pensieri confusi. Il suo sguardo era ancora apparentemente perso e stava tremando leggermente, ma non vi era esitazione nella sua voce: “Non ti conosco ancora bene, vero... Ma so che non mi costringeresti mai a qualcosa che sai potrebbe andare contro la mia volontà. L'ho capito.. quella notte...”

Quella notte? Ah, intende quella... Uhm, in effetti non posso negare nulla qui senza passare per bugiardo o ipocrita e non intendo passare per tali individui. Tsk... Speravo di divertirmi un altro po', ma si è imbarazzata meno di quanto pensassi... Oh bé, a questo punto chissenefrega.
Sospirai prima di allontanarmi da lei. “Beh, bella risposta. Su questo non posso contraddirti, in effetti. Puoi pure rilassarti adesso.”

Rias mi guardò storto e.. era delusione quella? “Perché questa stupida commedia?”

“Perché era divertente” replicai io con un sorrisetto birbante.

“No, non lo era affatto.”

“Oh sì che lo era! E avresti dovuto vedere la tua faccia! Sembravi letteralmente persa in un tuo mondo immaginario... E credo che non ti sarebbe dispiaciuto, se avessi proseguito...” Aggiunsi con una risatina maliziosa.

“Ma tu..! Razza di... Vuoi smetterla?!” sbottò la ragazza battendo un piede per terra. Era diventata più rossa dei suoi capelli se possibile... Che divertimento!

“Attenta, diavoletta! Finirai per scoppiare se continui a scaldarti così! Fidati, io di calore me ne intendo...”

“Vuoi litigare, per caso?! Falla finita, non sei divertente!”

“Io penso di sì, invece...”

“...Vuoi arrivare al maledetto dunque, sì o no?! Dì cosa vuoi e basta!”

Sembrava davvero esasperata, così feci spallucce e allargai le braccia con fare rilassato. “Va bene, va bene. Adesso calmati, rossa. È bene che impari a resistere di più alle provocazioni e agli scherzi, altrimenti finirai per cadere in qualche trappola del nemico in caso di una vera battaglia...” Incrociai di nuovo le braccia e mi feci serio. “Ad ogni modo, non scherzavo quando intendevo che volevo qualcosa da te come condizione. Qualcosa legato a questo.” E mi picchiettai la testa con l'indice sinistro.

L'espressione di Rias passò da irritata a confusa. “Che intendi?”

“Io non cerco solo la forza e l'abilità fisica, ma anche la conoscenza e l'informazione, Rias, perché anche una sola goccia di esse può superare enormemente qualunque mare di forza o potenza. E io, al momento, ricerco in modo particolare l'informazione. Soprattutto quella riguardo un certo individuo...”

La vidi sgranare gli occhi, indubbiamente per aver realizzato qualcosa. “Vuoi dire che vuoi sapere su..?”

“Zamiel. Voglio sapere tutto quello che voi diavoli sapete a riguardo, visto che dopotutto lui è uno della vostra razza. Perciò, la mia condizione è questa: io rimarrò con il tuo Club e continuerò ad agire da suo membro come ho sempre fatto finora, aiutandovi in ogni modo che posso.. ma in cambio, voglio tutte le informazioni che puoi rimediare su Zamiel, anche la più piccola e apparentemente insulsa o insignificante. Non ti chiedo di andare contro le regole” aggiunsi subito quando la vidi assumere un'espressione preoccupata all'idea di dover raccogliere informazioni, magari non in modo legale, “non ho intenzione di farti mettere nei guai, non temere. Ti chiedo solo di fornirmi tutte le informazioni che sei in grado di raccogliere e tutte le eventuali notizie che acquisirai da ora in poi e che potrebbero essermi sfuggite. Tutto qui.”

“'Tutto qui' non mi sembra esattamente l'affermazione giusta... Dopotutto, spero tu ti renda conto che mi stai chiedendo molto costringendomi a indagare su un diavolo ricercato e pericoloso, con il quale la mia stessa famiglia non ha un buon rapporto passato...” Rias sospirò esasperata quando non mi vide cambiare minimamente espressione. “Suppongo che però non te ne importi granché di questo.. e come sono sicura che non cambierai idea o condizione, comprendo anche che sarebbe inutile provare a chiedertelo.. inoltre, ti ho dato la mia parola prima del nostro match e non intendo rimangiarmela, ne va del mio onore.. perciò, va bene. Così sia. Zayden Ward, io ti fornirò tutte le informazioni che mi sarà possibile raccogliere sul diavolo ricercato Zamiel, il Nero Cacciatore.”

Sorrisi soddisfatto. “Allora abbiamo finito, Rias Gremory. In cambio, come da condizioni, io continuerò a restare nel tuo Club di Ricerca dell'Occulto come suo membro e tuo sottoposto all'interno della sua attività.” Mi ricordai di una cosa: “Dimmi, hai detto a qualcuno del tuo gruppo del mio passato e di Zamiel, per caso?”

“No, non ho detto loro ancora niente. Siccome è qualcosa di molto personale per te e non mi avevi detto se potevo raccontarglielo o meno, ho ritenuto opportuno non dire niente a nessun altro. D'altronde, ritengo anche che non dovrei essere io a raccontare certi fatti della tua vita.”

La sua discrezione e il rispetto per la mia storia personale mi rassicurarono e rallegrarono al tempo stesso. “Meglio così. Ad ogni modo, so che di loro ti fidi e che sono persone di cui ci si può fidare, perciò, se mai dovessero chiederti che accordo abbiamo stretto, puoi dirgli qual è e perché, ma lascia pure che sia io a dirgli cosa mi lega a quel maledetto. Ah, e dì anche loro di non parlarne a nessuno. Meno persone lo sanno all'interno della vostra razza e meglio è: non voglio rischiare un'eventuale fuga di informazioni e perdere l'elemento sorpresa sul mio obbiettivo.”

“Ho capito. Allora, per questa volta, farò come vuoi tu.”

Annuì sorridendo in ringraziamento, mentre, con una certa fatica, soffocavo uno sbadiglio che minacciava di uscire. “Ora se permetti, vorrei andare a riposare. Usare tutta quell'energia a fine Game mi ha un po' stancato e domani è lunedì, dunque riprendono le lezioni.”

“Certo, vai pure” rispose Rias prima di farmi un sorrisetto malizioso. “Dopotutto dovrai essere in forma da domani, visto che ti toccheranno un bel po' di straordinari per rimediare al tuo giochetto e farti completamente perdonare...”

“...Sai, è in questi momenti che mi pento di non avervi fatto più male quando potevo...” commentai io incupendomi al pensiero che, come semplice membro, non potevo oppormi alle sue richieste come presidentessa del Club e per il fatto che se ne stesse chiaramente approfittando per farmela pagare per il Game. Alla fine sbuffai. “Beh, chissenefrega. Ho approvato di rimanere parte del tuo gruppo e dunque è giusto che ne segua le regole, almeno finché si parla della vostra cosiddetta attività scolastica. Tuttavia, non ti aspettare che m'immischi ancora nelle vostre faccende tra diavoli. Quelle non fanno parte del patto.”

“Non avevo la minima intenzione di chiedertelo” replicò la rossa, per nulla turbata. “Non voglio obbligarti a nulla del genere, soprattutto dopo quello che hai appena fatto. So che non centri niente con certe faccende.”

La guardai un attimo sorpreso, ma poi non potei non sorridere. “Grazie, Rias. Te ne sono grato.” Feci per andarmene. “Buonanotte, rossa. A domani!”

“Aspetta!”

Mi fermai e voltai verso di lei per chiederle cosa volesse, ma non riuscii a proseguire quando sentii due sottili braccia stringersi intorno al mio busto. Guardai verso il basso e la vidi premere il suo volto contro il mio petto. “Rias?”

“Grazie, Zayden.” L'umidità che prese a propagarsi sulla mia maglietta mi fece capire che stava piangendo. “Forse per te non è stato altro che uno svago, un capriccio o un semplice desiderio di darci una lezione.. ma per me significa davvero molto ciò che hai fatto. Sia per l'annullamento del matrimonio che per l'insegnamento su cosa vuol dire davvero essere un leader. Hai fatto più di quanto tu possa credere per me. Per questo, volevo dirti solo.. grazie. Grazie davvero.”

Non mi aspettavo un simile ringraziamento e ne fui in parte spiazzato.. tuttavia, dall'altra parte, non potei non sentirmi lusingato e felice più di quanto potessi credere. Quasi istintivamente, sorrisi e ricambiai l'abbraccio stringendola a me e affondando il volto in quel mare cremisi che erano i suoi capelli. Avevano un profumo inebriante, come quello di un campo fiorito in piena primavera. “Non c'era alcun bisogno che mi ringraziassi... Ma comunque.. non c'è di che, Rias. Spero solo che da ora tu riesca a vivere la tua vita come vuoi tu.”

“Ci riuscirò di sicuro.”

“Molto bene.”

Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione, ma inaspettatamente mi godetti talmente tanto quel contatto con quel corpo così morbido, caldo e gentile che, quando ci separammo, mi sembrò di aver perso un pezzettino di me.
Sarà solo una mia impressione dovuta al contatto con una ragazza con la quale ho ancora un rapporto abbastanza indefinito..., mi dissi, anche se non troppo convinto.
Salutai ancora Rias e stavolta lasciai la stanza sul serio. Mentre percorrevo la strada verso casa, tirai fuori e guardai di nuovo il messaggio di Tora lasciatomi da B, indurendo il volto mentre ripensavo a cosa mi aveva comunicato. Con un gesto secco, accartocciai la carta e ci soffiai sopra una lieve fiammata incenerendola.

[Dunque il tuo tempo di pace da normale umano è finito un'altra volta e forse stavolta in modo definitivo?] mi chiese di colpo la voce di Ddraig.

“Non ho mai pensato che quel tempo sarebbe durato. Ho voluto assaporarlo un altro po' solo per assecondare la richiesta dei miei cari, ma sapevo che sarebbe finito prima o poi. E, a mio parere, forse non è stato nemmeno così breve, in realtà” risposi io. “Dopotutto non l'hai detto tu stesso? La vita del Sekiryutei non potrà mai essere in pace.”

[Purtroppo è la maledizione del potere, partner. È sempre stato così e sempre lo sarà, anche nel futuro più remoto. Tuttavia, da quando ti conosco, non posso fare a meno di chiedermi se non esiste davvero una soluzione...]

“Per quanto mi riguarda, solo la realizzazione dei miei obiettivi mi porterà la vera pace. Dunque è bene tornare a darsi da fare per la loro realizzazione. Sei pronto a ricominciare, compagno?”

[Sono sempre pronto, partner.]

 

*

 

Rias POV:

Non appena Zayden uscì dalla sala del Club, non riuscii a fare a meno di stringermi le braccia; avevo l'impressione di avere i brividi, eppure non avevo affatto freddo.
Che cosa mi è preso? Volevo ringraziarlo, tutto qui! Allora perché mi sento così imbarazzata? E perché finché mi teneva stretta a sé il mio cuore batteva più forte? Possibile che mi faccia davvero tutto questo effetto? No, probabilmente al momento sono solo più emotiva del normale a causa dei recenti Game e del racconto sul suo passato... Sì, dev'essere così.
O almeno cercavo di convincermi che fosse così, ma dentro di me sentivo che non ero sincera con me stessa. Provavo qualcosa per lui, dunque? Forse no.. o forse sì...
Scossi la testa per liberarmi da quei pensieri e concentrarmi sulla situazione attuale. Ciò che mi aveva chiesto Zayden non mi aveva sorpreso più di tanto, tuttavia non era qualcosa di semplice, soprattutto se dovevo cercare e nel contempo mantenere un basso profilo sulle ricerche... Tuttavia questo mi aveva dato anche un'idea alquanto intrigante su ciò che potevo fare ora... E se avesse portato i risultati che speravo io, sarei riuscita, anche se non nel modo che avevo inizialmente sperato, a rendere Zayden un nostro alleato e compagno di gruppo al 100%.
Era meglio iniziare a muoversi subito: per mettere in atto la mia idea occorreva tempo e non potevo indugiare troppo.
Alzai la mano destra e vi creai un cerchio magico di comunicazione; dopo pochi secondi, un'immagine olografica in miniatura di Grayfia apparve sopra il mio palmo.

“Rias-ojousama. Desideravate parlarmi?” mi salutò con un inchino rispettoso.

“Sì, Grayfia. Avevo bisogno di un favore molto importante e urgente. Ho bisogno che contatti per me una certa persona.”

Se la mia richiesta l'aveva incuriosita, come al solito non lo diede a vedere. “Potrei sapere chi volete che contatti?”

Sorrisi. “Pheles Mephisto-san.”

 

*

 

POV Esterno:

La cupa oscurità della notte e il vento gelido e carico di neve della bufera infuriante avvolgevano la città in un abbraccio opprimente, le luci brillanti degli edifici a malapena visibili in mezzo alle forze della natura che imperversavano. Solo l'enorme piazza cinta da altrettanto imponenti palazzi spiccava per la sua incredibile luminosità in quell'atmosfera quasi soffocante. Al centro di essa, un'alta colonna monolitica pareva quasi svanire e ricomparire tra le fredde raffiche.
Due individui avvolti da pesanti cappotti scuri attraversarono la piazza, fermandosi sotto la colonna solo per qualche secondo, apparentemente per contemplarla, prima di riprendere il cammino e imboccare una delle strade vicine.

“Un meraviglioso spettacolo architettonico, non trovi?” chiese la figura più bassa.

“Bah! Non capisco mai che ci trovi di così interessante nelle opere umane. Certo, ammetto che alcune di esse, come quella, sono abbastanza impressionanti, o almeno lo sono per i loro standard.. ma non riesco proprio a capire il tuo entusiasmo” rispose il suo compagno in tono annoiato.

“Appunto per questo: mi sorprende che gli umani, nella loro semplicità e primitività, siano in grado di costruire opere monumentali come quelle. Non solo riescono a progettarle, ma anche a metterle in pratica senza alcun bisogno di aiuto da altre forze che non siano le loro semplici energie fisiche e mentali. Lo trovo.. intrigante” replicò il primo sorridendo sotto la sciarpa di lana avvolta intorno al suo collo.

“Ripeto che non capisco tutto questo interesse, soprattutto se paragoniamo questi edifici alle nostre città giù negli Inferi...”

“Forse sono molto meno imponenti, vero, ma dobbiamo tenere anche conto che noi diavoli abbiamo molte più possibilità e capacità di loro. In un confronto diretto possono non sembrare granché, ma ritengo meritino comunque un po' di credit
o. E San Pietroburgo è senza dubbio uno degli esempi più affascinanti, a mio parere.

“Oh bé, non che m'importi più di tanto. Come si dice in questi casi? Ah sì: contento te...” Detto questo, il secondo individuo si voltò verso il compagno, uno sguardo lascivo che compariva attraverso la fessura tra il collo chiuso alto del cappotto e il cappuccio sulla testa. “Facciamo un giro al nostro solito posto, allora? È stata una giornata stancante, ho bisogno di un bel goccetto e di qualche dolce compagnia per scaldarmi...”

L'altro sbuffò e si tenne il cappello che aveva in testa quando una raffica più forte delle altre minacciò di farlo volare via. “Ancora non ne hai abbastanza? È la quarta volta questa settimana.”

“Che ti devo dire, mi sto stancando parecchio ultimamente...”

“Sì, certo. Come no... Credo piuttosto che per te ogni scusa sia buona per andare a spassartela tra le umane...”

“Ehi, non fare l'innocente con me! So benissimo che piace anche a te, forse più che a me! Quindi, vedi di non rompermi le palle!” Con un grugnito seccato, l'incappucciato accelerò il passo, superando il compagno prima di voltarsi verso di lui. “Allora, tu che fai? Vieni o no?”

Sistemandosi di nuovo il cappello, quello sospirò. “Come ti pare. Va bene, andiamo. Un po' di svago farà bene anche a me...”

L'altro sogghignò. “Bravo, così mi piaci! Muoviamoci allora! Non vedo l'ora di uscire da questa bufera del cazzo...”

Ed entrambi allungarono il passo.

Fu un istante.
Senza preavviso, l'aria sembrò farsi improvvisamente più pesante e la bufera di neve rallentò fino a divenire nient'altro che una lieve brezza, permettendo così ai candidi fiocchi di cadere al suolo privi di impedimenti; sullo sfondo della notte ora placida, tuttavia, essi sembrarono più simili a fiocchi di cenere che di neve.
Quasi contemporaneamente, tutti i lampioni che delimitavano la strada ai lati lampeggiarono e sfrigolarono per poi spegnersi con acuti suoni di cortocircuito.
Prima che i due individui potessero chiedersi cosa stesse accadendo, qualcos'altro di imprevisto li agitò ancora di più: c'era qualcosa in quella strada apparentemente deserta insieme a loro. O qualcuno.
Qualcosa che non sapevano identificare.
Qualcuno che non conoscevano.
E che stava venendo verso di loro.
Sentivano i suoi passi sul tappeto nevoso sotto i loro piedi.

“Ma che cosa..?” iniziò l'individuo col cappello prima di bloccarsi nell'udire qualcos'altro.
Ma stavolta non erano passi. Erano parole. E intonavano qualcosa...

One, Two: The Black's coming for you

Quelle parole riverberarono nell'aria, cupe e metalliche, accompagnate dall'improvvisa emissione di un istinto omicida talmente intenso che entrambi gli individui si trovarono a faticare a respirare.

Three, Four: Your blood will taint the floor

Tutti e due iniziarono a guardarsi freneticamente intorno alla ricerca di chiunque stesse parlando. I loro occhi vedevano ogni dettaglio della strada sprofondata nell'oscurità assoluta come se fosse giorno. Eppure, quando nulla gli apparve alla vista, i due, per la prima volta in vita loro, iniziarono a chiedersi se non era questo che significava essere al buio.
“Dove sei?! Fatti vedere!” urlò l'incappucciato, seppur con voce tremante.

Five, Six: It'll shred you to bits

I passi aumentarono d'intensità e un rumore ticchettante fu percepibile in essi, come se fossero stati provocati da piedi artigliati, mentre la voce misteriosa divenne ancor più intensa e inquietante. Anche l'istinto omicida cresceva ad ogni secondo che passava ed era ormai diventato così forte che i due lottavano per non cadere in ginocchio. Si guardarono intorno con ancor più agitazione; ora iniziavano ad avere davvero paura.

Seven, Eight: The end will come for your fate

Finalmente, dalle tenebre in fondo alla strada, una sagoma emerse. Una sagoma più nera dello stesso buio notturno, la cui forma apparentemente umanoide era tuttavia lucida e spigolosa e dai contorni affilati, come se fosse stata avvolta da spesse scaglie. Diversi punti di quel corpo brillavano di una luce rossa, come se vi fossero stati incastonati dei rubini. Lunghi artigli scuri spuntavano dalle sue estremità e, mentre si avvicinava, due enormi ali spuntarono dalle sue spalle, simili a quelle dei pipistrelli ma la cui membrana era lacerata e sfregiata in più punti, dando l'idea di qualcosa di morto.
Quando fu a meno di dieci metri dai due individui, il suo volto divenne visibile: una terrificante testa draconica sulla quale erano visibili una chiostra di denti aguzzi e lunghe corna rivolte all'indietro. Senza preavviso, due occhi scarlatti, simili a tizzoni incandescenti e privi di pupilla e iride visibili, si aprirono e squadrarono i due con tale brama omicida che entrambi sbiancarono e aprirono la bocca per urlare.

Nine, Ten: You'll never be again

“AHHH!! È LUI!! IL NERO!! DEATH DRAGON!!!!” gridò terrorizzato quello con il cappello voltandosi per scappare, imitato all'istante dal suo compagno altrettanto atterrito.
Tentativo di fuga che si rivelò inutile quando si ritrovarono davanti alla stessa distanza la stessa creatura che avrebbe invece dovuto essere alle loro spalle, il cui corpo era ora avvolto da un'aura nera coi contorni cremisi, tanto intensa da far evaporare qualunque fiocco di neve cadesse a meno di mezzo metro di distanza.
A quel punto, dalla schiena del tizio col cappello, si aprì a sua volta un paio di ali da pipistrello nere e questi fece per spiccare il volo. Ma non aveva nemmeno fatto in tempo a batterle una volta che due mani artigliate si chiusero su di esse e le tirarono con tale forza e violenza da strapparle brutalmente via. Enormi fiotti di sangue schizzarono in aria e macchiarono di rosso il manto nevoso che ricopriva il suolo, mentre l'individuo mutilato crollava a terra, urlando e dimenandosi per il dolore.

“MALEDETTO BASTARDO!!” ruggì il tizio incappucciato guardando prima le ali ancora tremanti strette tra gli artigli della terrificante creatura e poi il suo compagno a terra, agonizzante. “ME LA PAGHERAI!!”
Malgrado l'estrema paura che provava in quel momento, l'incappucciato alzò le mani contro la minaccia e davanti ad esse comparve un cerchio luminoso ricolmo di simboli, nel quale prese subito ad accumularsi una notevole quantità di energia color bronzo.
L'istante prima di scagliare il colpo, tuttavia, il cerchio magico s'infranse e l'incappucciato si ritrovò a fissare i suoi polsi mutilati da quello che era stato di nuovo un attacco troppo veloce da vedere. Talmente fulmineo che non aveva sentito nemmeno il dolore, se non dopo aver realizzato che le sue braccia stavano sanguinando copiosamente e che non percepiva più le proprie mani. Urlando più per paura che altro, l'individuo crollò in ginocchio davanti al Nero, perdendo nel contempo anche il cappuccio e rivelandosi così come un uomo sui quaranta con corti capelli castani e una cicatrice da taglio sulla guancia destra.

Ti consiglio di non riprovarci più. Prova anche solo ad accennare una minaccia verso di me e saranno le tue gambe stavolta a rimetterci” disse questi con voce riecheggiante e metallica prima di spostare il suo sguardo di fuoco sull'altro individuo, ancora a terra rantolante e con la schiena sanguinante; il cappello gli era caduto rivelando un uomo anch'egli nei suoi tardi trenta, con capelli grigio-neri e la barba ben curata. “E questo vale anche per te. Non osate ribellarvi ancora.

I due lo fissarono con un misto di rabbia e paura, ma non provarono a fare altro; l'aura che quell'essere emanava era opprimente e, lo percepivano chiaramente, molto più elevata della loro. Se solo avesse voluto, loro sarebbero già morti.
“Che.. che cosa.. vuoi?” riuscì a domandare l'uomo a terra.

Dayu Botis. Bakin Abrahel” replicò il Nero guardando prima quello che gli aveva posto la domanda, poi il suo compagno che si teneva i moncherini stretti al petto. “Diavoli di Alta Classe. Ex-sostenitori della Fazione dei Vecchi Maou durante la guerra civile degli Inferi. Arresisi e convertitisi alla fazione avversaria poco prima della fine del conflitto, a causa della scomparsa di colui che consideravano come il loro vero signore. Ora semplici nobili che si tengono fuori dalle questioni politiche delle Tre Grandi Fazioni.” Fece una pausa, come per lasciare che prendessero consapevolezza di ciò che sapeva su di loro. “Voi sapete chi sono io?

Dopo qualche secondo, fu l'uomo chiamato Dayu Botis a rispondere: “Sei.. il Death Dragon... 'Il flagello degli Inferi'...”

E sapete perché mi faccio chiamare così?

“Perché.. ammazzi d-diavoli.. senza motivo.. perché s-sei.. un maledetto assassino!” rispose stavolta l'altro, Bakin Abrahel.
Un istante dopo, la vista dell'uomo -o diavolo, com'era stato identificato- venne parzialmente oscurata da qualcosa che entrò prepotente e fulminea nel suo campo visivo, poco prima che un dolore lancinante gli trapassasse il cranio e un caldo liquido prendesse a colargli lungo il volto.

Io non uccido mai senza motivo, farai meglio a ricordartelo. A meno che tu non voglia perdere anche l'altro, ovvio” disse il Nero mostrando stretto tra i primi tre artigli della mano sinistra, ora grondanti sangue, l'occhio destro di Abrahel. “Inoltre, se io sono un assassino, allora il vostro signore cos'era? Non era forse.. Zamiel.. il suo nome? Il Nero Cacciatore? L'Assassino Infernale?

A quel nome, Botis assunse un'espressione sconvolta e anche Abrahel, malgrado l'orribile ferita al volto, sembrò sorprendersi. “Che.. cosa vuoi?” domandò il primo con un filo di voce.

Sapere tutto ciò che sapete su di lui. Voglio sapere dov'è Zamiel.” L'istinto omicida del Death Dragon ebbe un improvviso picco e, in un istante, divenne tanto forte che i due diavoli annasparono e crollarono proni al suolo. Gli artigli si strinsero e l'occhio che reggevano divenne una disgustosa poltiglia insanguinata. “E, se siete intelligenti e tenete alle vostre miserabili vite da voltafaccia, vi conviene iniziare a parlare subito. O finirete molto peggio di quanto possiate immaginare.

Nonostante il dolore e il terrore fossero tali da farlo lacrimare dall'occhio rimasto e da rischiare di fargli perdere i sensi da un momento all'altro, Abrahel trovò la forza di gridare: “Non ti diremo un bel niente! Maledetto figlio di p-”

Il tempo sembrò quasi rallentare quando il diavolo fu sollevato in aria da un calcio del Nero e l'artiglio di quest'ultimo affondò nel suo stomaco, tenendolo sospeso a mezz'aria, il volto esattamente davanti a quello del suo aguzzino. “Forza. Finisci quella frase.

Abrahel ansimò sputando una grossa boccata di sangue, ma non riuscì a dire nulla, paralizzato dal dolore e dalla paura. L'orrenda sensazione di stretta all'interno del busto gli fece capire che gli artigli del Death Dragon gli stavano tenendo la colonna vertebrale in una presa ferrea, minacciando di romperla come un grissino da un momento all'altro.
Provò a sforzarsi a parlare, ma un aumento della stretta sul suo scheletro interno trasformò qualunque cosa volesse dire in un gemito strozzato.

Ti consiglio di iniziare a parlare se vuoi che le tue sofferenze abbiano fine” disse il Death Dragon sollevandolo ancora più in alto.

“Se.. io parlo e ti dico ciò che vuoi sapere...” parlò esitante Botis, tremante e terrorizzato dal supplizio che stava subendo il suo compagno “...tu ci.. lascerai andare?”

Gli occhi fiammeggianti del Nero si posarono su di lui, fissandolo silenti; per diversi secondi non disse nulla, poi abbassò lentamente il braccio e lo fece scivolare fuori dal corpo del malcapitato, il quale si accasciò al suolo annaspando come un pesce fuor d'acqua. Sanguinava copiosamente dalle varie ferite ed era chiaro che non se la sarebbe cavata di quel passo, tuttavia il fatto che l'avesse lasciato andare fu sufficiente a dare una speranza di salvezza ad entrambi i diavoli.
Quanto si sbagliavano entrambi.
L'improvviso schiocco delle dita del Death Dragon spense le speranze dei due insieme alla vita di uno di loro: nel momento in cui quel suono secco riverberò nell'aria, fiamme scarlatte esplosero dal busto di Abrahel, consumandolo completamente in poco tempo. Il diavolo non riuscì ad emettere nemmeno un fiato prima di morire.
Il suo compagno guardò la scena con occhi atterriti e sconvolti, quasi non sentendo il Nero che aveva ripreso a parlare:

Le tue parole mi fanno comprendere che tu sai davvero qualcosa e, anche se non so fino a che punto, tanto basta. Dunque, ora mi risponderai senza discutere. Puoi fare il duro se vuoi...” aggiunse notando che Botis stava per parlare ancora “...ma così facendo renderai solo le cose peggiori per te, perché io ti farò tante domande e, per ognuna alla quale non risponderai, soffrirai. Soffrirai e soffrirai ancora. E poi, quando non sarai più utile o in grado di sopportare il dolore.. solo allora morirai. Proprio come il tuo compagno.

Il diavolo non disse nulla, troppo terrorizzato per parlare, ma poggiò la fronte al suolo e lasciò nuove lacrime, stavolta di disperazione, uscire copiose dai suoi occhi. Ormai aveva capito fin troppo bene che non sarebbe uscito vivo dalle grinfie di quell'essere tanto misterioso quanto spaventoso e, di conseguenza, non era più in grado di controllarsi. “Sei.. un mostro...”

Sono un mostro che si nutre di altri mostri peggiori di lui.

Senza dire altro, il Death Dragon alzò una mano artigliata e lo afferrò alla testa prima di emettere da essa una notevole quantità di aura; Botis tremò qualche altro secondo prima di perdere i sensi. A quel punto il Nero lo afferrò e se lo mise sottobraccio prima di rivolgere uno sguardo al buio cielo notturno.
Con un rumore metallico, il suo volto si aprì, rivelandosi essere un elmo e mostrando un'altra faccia sotto di esso, una faccia umana dai capelli castani con le punte rosse e gli occhi verde smeraldo. Un cipiglio malinconico e distante rovinava i suoi lineamenti altrimenti affascinanti.

“Purtroppo, per quanto detesti ammetterlo, su una cosa avevi ragione quella volta. Io sono davvero un mostro.”
E scomparve in un cerchio magico di teletrasporto nero e rosso. In quel momento, il tempo sembrò tornare normale, la bufera riprese ad infuriare e i lampioni si riaccesero. La neve coprì presto qualunque traccia e macchia di sangue presente e sembrò che nulla fosse accaduto in quella strada.

Un mostro che divora altri mostri. Questo è il Death Dragon. Questo sono io.







Note:

Indovinate un po', minna? I'M BACK HERE TOO!!!
Lo so ancora una volta cosa starete pensando e vorrete dirmi sputandomi in faccia: “Sei in ritardo mostruoso, Xephil!! Sono tre mesi, TRE MESI, che attendiamo questa Newlife!! Quanto volevi metterci ancora, brutto stronzo?! Vergognati! E noi che ti abbiamo atteso finora! Non hai un minimo di considerazione per noi?!?!”. O almeno credo che sia questo quello che stiate pensando, almeno una parte di voi (spero sinceramente non tutti... XD)... E vi rispondo ancora una volta: mi dispiace tanto, ma davvero tanto. Come vi avevo scritto nell'ultimo capitolo pubblicato di Bleach, purtroppo il trasloco, la sessione esami, il lavoro, l'ispirazione altalenante peggio di un pendolo della morte e lo star lavorando su ben tre long diverse mi hanno tirato via molto più tempo di quanto credessi e non ho potuto fare altro che scrivere alla velocità di un'ameba.. le lumache mi sgommano vicino da quanto sono lento...XD
Comunque sul serio, non sapete quanto mi dispiaccia di avervi fatto attendere così a lungo... Non posso promettervi una pubblicazione regolare purtroppo, ma vi prometto che un periodo così lungo tra una pubblicazione e l'altra cercherò di non farlo più passare. Nel frattempo, spero che la qualità del nuovo capitolo (che non avete idea quanto sia stato difficile scriverlo in modo soddisfacente) sia all'altezza della vostra lunga attesa e che non vogliate abbandonarmi per questo...
E parlando proprio di quest'ultimo, come avrete visto, è una Newlife che chiude diverse questioni, ma nel contempo ne apre molte altre. Tralasciando un attimo la prima parte tra i due Lord diabolici, passiamo ai protagonisti: purtroppo Blake ci deve momentaneamente lasciare e vi anticipo che tornerà solo nel volume 4... Per chi di voi si era affezionato a lui, dico che dispiace anche a me doverlo togliere dalla scena, ma non preoccupatevi perché tornerà presto e stavolta per restare fino alla fine, per giunta insieme anche al resto della truppa di Zayden ;) . Per quanto invece riguarda quest'ultimo, vi sono piaciute le interazioni tra lui e Asia prima e con Rias poi? Con Asia, ho preferito rendere il suo disagio dovuto a una comprensione di quanto lei sapesse poco della persona che già sente praticamente di amare piuttosto che a paura per le sue recenti azioni, questo perché vi faccio presente che Asia, almeno per quanto riguarda il protagonista, è praticamente incapace di provare veri sentimenti negativi perché in primis non sono nella sua natura, in secundis perché lui è pur sempre colui che gli ha praticamente ridato la vita. È stata Rias a reincarnarla, vero, ma l'ha fatto solo su sua approvazione e complicità, altrimenti lei sarebbe morta in quella chiesa, perciò è come se fosse stato lui a chiedere che fosse resuscitata; inoltre, ricordiamoci che erano già diventati buoni amici da prima e che sta vivendo con lui come un membro di famiglia. In parole povere, il legame attuale tra Zayden e Asia è già più profondo di quello che c'era tra lei e Issei a questo punto della novel, dunque credete davvero che lei potrebbe essere mai capace di guardarlo con occhi di colpa o paura? Con tutto il rispetto, io non credo proprio... Con il suo sfogo, ho voluto evidenziare al massimo il suo pensiero e i suoi sentimenti per Zayden in modo da far valere le sue ragioni e, con quella discussione, ho rafforzato ulteriormente il loro legame. Vi è piaciuto come modo di buttare fuori tutto? Vi dico subito che da ora in poi Asia si rafforzerà molto e diventerà ben più forte e intraprendente che nell'originale, proprio come gli altri personaggi. Inoltre, conoscerà sempre di più del suo fratellone, anche le parti meno piacevoli... E chissà cos'altro accadrà in futuro... ;)
Tuttavia Rias non poteva certo restare indietro, no? XD Vi ricordo che sarà lei la prima e principale donna del pairing con Zayden, dunque deve mantenere un profilo crescente e in continuo sviluppo per poter rimanere in pari con le mie aspettative e poter finalmente infilarsi sotto la corazza indurita del nostro Sekiryutei... XD Ad ogni modo, vi aspettavate quella richiesta da Zayden come suo premio? Secondo me, qualcuno di voi, conoscendo l'obiettivo del protagonista, si era già fatto quest'idea e io ve la confermo in tal caso: in parole povere, ora anche Rias è un'informatrice per Zayden su Zamiel da dentro le fila dei diavoli. Vi anticipo che non è l'unica sua fonte d'informazioni tra quelli della sua razza, ma è l'unica nobile ovviamente, quindi può avere canali che molti altri non sarebbero in grado di reperire... E dall'altra parte, vi aspettavate che Rias decidesse alla fine di chiamare proprio Mephisto Pheles? Ebbene questa è una delle vere novità del capitolo. Per chi non ricorda, in DxD, Mephisto è il diavolo di Alta Classe che si occupa della stesura e della compilazione dei contratti e dei patti che vengono stretti tra i diavoli e le altre creature, i cosiddetti veri “patti col Diavolo” e appare solo dal volume 14. Mi chiedo se abbiate già capito cosa vuole Rias da lui (ma certo che l'avrete capito, no? XD)... Dall'altra parte, anche il legame tra lei e Zayden, come avrete notato, cresce visibilmente e ormai è palese che lei prova qualcosa per lui, anzi lo sta già iniziando ad ammettere. Lui invece è ancora molto insicuro sui suoi sentimenti e vi assicuro che questi non sono ancora al livello di amore, tuttavia si sente bene intorno a lei e ora apprezza la sua compagnia. Tuttavia, come avrete notato, ho deciso di far sì che Rias non ringraziasse Zayden con il suo primo bacio come nell'originale, questo perché lei, dopo ciò che è successo nella Life 0 di questo volume, ha l'impressione di azzardare troppo considerando come lui l'aveva presa e teme di sembrargli troppo sfrontata o facile, perciò ha deciso di esprimergli la sua gratitudine in un modo meno esplicito, ma forse anche più profondo. Quell'abbraccio conteneva tutto l'affetto che provano al momento l'uno per l'altra e ho voluto evidenziare che ora la presenza dell'uno fa stare bene l'altra e viceversa e questo, se ci pensate, la dice lunga. Se state attendendo con ansia il loro primo bacio, vi dico che dovrete attendere il prossimo volume, ma come vi ho promesso ogni vostra attesa sarà ben ricompensata, quindi attendete con fiducia i futuri sviluppi: sono certo vi piaceranno molto! ;)
Infine, ecco gli altri veri momenti clou: il dialogo tra i Lord sul Nero e l'apparizione di quest'ultimo alla fine. Avete capito chi è questo Death Dragon in realtà, vero? Per mettervela in breve sul pensiero attuale del mondo su di esso, invece, diciamo che si tratta di un'entità comparsa da alcuni anni, simile ai Draghi Celesti e potente forse quanto loro, che flagella ogni razza, in particolare i diavoli, prendendo di mira tipicamente malvagi o individui dal passato oscuro, come una sorta di cupo giustiziere dai metodi tuttavia brutali e paurosi. La stessa canzone che intona mentre arriva, l'avrete capito suppongo, è tratta dalla filastrocca che nei film della serie Nightmare accompagna l'arrivo del serial killer Freddy Krueger, modificata anche grazie alla lettura di un'altra novel e adattata alle mie esigenze, ed è fatta apposta per creare paura in coloro per i quali giunge. Maggiori spiegazioni su questa figura saranno date in futuro, perciò non preoccupatevi se per ora vi sembra poco.. e sarà anche spiegato il motivo per questa forma e soprattutto come l'ha creata. Perché voglio subito mettere in chiaro una cosa: quello non è il normale Balance Breaker colorato diversamente, è una variazione ad esso, quasi una sottospecie ma anche qualcosa di ben diverso. Se vi chiedete poi perché ho voluto rendere la sua vera identità subito evidente, l'ho fatto uno perché sarebbe stato abbastanza facile da capire considerando chi prende di mira e il suo essere legato ai Draghi Celesti, e soprattutto perché volevo far capire una cosa: il nostro protagonista potrà sembrare un buono, e in effetti lo è eccome, ma non è un eroe. Non si fa scrupoli a combattere l'oscurità con luce e oscurità all'unisono. Come dice alla fine, è un mostro che divora altri mostri. Penso che non potrei dargli definizione più azzeccata...
Tra parentesi, i cognomi dei due diavoli che sono stati attaccati li ho presi davvero dalla mitologia cristiana, mentre i nomi li ho inventati. Diciamo che, nella mia storia almeno, sono nobili parzialmente decaduti con la fine della guerra e che stavano coi vecchi Maou. Hanno evitato di decadere del tutto tramite il pentimento... Ma tutti pagano prima o poi, giusto?

Beh, direi che è tutto! Accidenti, credo sia tra le note più lunghe che abbia mai fatto... XD Spero comunque di aver risolto i vostri dubbi, che il capitolo vi sia piaciuto e di avervi intrigato a proseguire con la mia storia anche dopo un'attesa così lunga. Mi scuso ancora per essa e vi assicuro che farò del mio meglio perché non si ripeta visto che, come vi ho sempre detto, io potrò essere lento, ma non vi mollo!! È una promessa!!! ;)
Inoltre, con questa Newlife, dichiaro concluso anche il secondo volume della mia novel di High School DxD e vi do appuntamento al prossimo volume, il terzo, dal titolo: 'A Dragon's Fate – Swords And Fallen Angels' !!! E preparatevi perché da questo in poi le cose si scalderanno sempre più rapidamente!!! XD
Essendo inoltre la fine del volume, colgo l'occasione per i ringraziamenti ai miei amati lettori e recensori!!
Per le recensioni ringrazio: _Fedra_ (la mia amata e formidabile amazzone che non finisce mai di rendere luminosa la mia vita, della quale consiglio vivamente le sue meravigliose storie, prima tra tutte la saga del fandom di Claymore, 'Occhi d'argento'! Ti amo, mia amata <3 ), Death Crow e Re Nero (i miei simpaticissimi e geniali fratelli che con la loro storia di High School DxD, la saga di 'A DxD Chronicles', non finiscono mai d'intrattenermi e divertirmi al massimo! Consigliata al 100%!), fenris, Lorenxis94, Baris D Lawrence, Shenron87, nemesis47, Zephiel97 e Nefer666.
Per le preferite ringrazio: andres_x, Baris D Lawrenced4rkr4198, Death Crow e Re Nero, Nefer666, Rafael12, Wolf31187174 e Zephiel97.
Per le ricordate ringrazio: Death Crow e Re Nero.
Per le seguite ringrazio: Brmm24, d4rkr4198, Deader, fenris, Lorenxis94 e white_chaos_dragon.
Sul serio, ragazzi, siete tutti fantastici e scrivere per diletto mio e vostro è uno dei piaceri più grandi della mia vita!! Vi voglio tanto bene!!!
Ma aspettate ad andare via perché non ho ancora finito! Vedete, essendo una conclusione, per variare dal solito e avere anche un aiuto da voi, miei amati lettori, voglio indire un sondaggio: dal momento che sto progettando altre storie anche mentre scrivo quelle attuali, volevo chiedere un parere su quale iniziare a voi stessi. Sto elaborando circa tre nuove long delle quali ho già in mente lo scheletro e una quarta sulla quale però non so ancora bene come partire ed è dunque parecchio frammentaria. Siccome però non ho idea da quale nuova partire visto che mi piacciono tutte come opportunità di scrittura, vi voglio proporre direttamente questo sondaggio per informarvi sui miei progetti e sapere quale v'intriga di più. Perciò per stavolta vi chiederei veramente di lasciarmi una recensione, sia per sapere il vostro parere che per sapere cosa votereste. Come sempre, non importa se è positiva o negativa, a me farà sempre piacere sapere il vostro pensiero ;) .
Vi anticipo che queste storie le scriverò comunque tutte nel tempo, ma intanto mi piacerebbe sapere da quale vorreste iniziassi per sapere come regolarmi... Dunque a voi, miei lettori:
  • Long su Naruto: ambientata dopo la fine della guerra tra i capitoli 699 e 700 e dopo il film The Last, racconta della sfida più grande affrontata da Naruto e compagni contro un nuovo nemico, un nemico ancora più potente e pericoloso di Kaguya, per combattere il quale dovranno riscoprire alcuni dei più grandi misteri del loro mondo e delle forze ancestrali che l'hanno interessato. Storia a saga unica. Rating rosso.

  • Long su Naruto: stavolta una riscrittura totale della storia dalle origini fino alla fine del manga, dove riadatterò tutta la storia alle mie alterazioni e cercando di soddisfare diverse lacune che ho percepito in essa. Nuovi alleati ed eventi appariranno ed accadranno, in particolare un altro Uchiha scampato al massacro farà la sua comparsa come uno dei coprotagonisti, prendendo Naruto e Sasuke sotto la sua ala e cercando di aiutarli a dare un futuro diverso alla loro vita disastrata. Naruto e compagni avranno tutti dei potenziamenti maggiori nel corso del tempo, le squadre saranno forse cambiate e lui avrà un'abilità nuovissima tutta sua che gli permetterà di essere un avversario straordinariamente temibile anche senza per forza ricorrere al potere di Kurama. Storia a più saghe. Rating variabile a seconda della saga, rosso solo dall'arrivo allo Shippuden.

  • Crossover tra più manga: i protagonisti di 8 dei manga/anime più famosi di tutti i tempi (confermati per ora Dragon Ball, Naruto, Bleach, One Piece e Fairy Tail) sono trascinati da una misteriosa entità ad un misterioso torneo al quale dovranno prendere parte per decretare il più forte eroe delle varie dimensioni. Tuttavia, presto gli otto si renderanno conto che questo torneo nasconde ben altro obiettivo e dovranno unire le forze per sventare una minaccia ben più seria di quanto potessero anche solo immaginare. Storia a saga unica. Solo i protagonisti dei manga/anime scelti saranno presenti come loro rappresentanti, eccezion fatta per eventuali camei. Rating arancione.

  • (Questa non ero sicuro se metterla o no, visto che è la più incompleta al momento, ma voglio sentire la vostra opinione e, a seconda del vostro sostegno ad essa, potrei anche renderla la prima se v'intriga più delle altre) Long su Tokyo Ghoul, possibile crossover con un altro manga/anime: in un'altra era, un nuovo Ken Kaneki, nato come ibrido umano/ghoul tra due dei rappresentanti più forti delle due razze e addestrato da alcuni dei ghoul più forti esistenti, si muove in un mondo più pericoloso che mai in cerca di risposte su se stesso, sul suo mondo e sull'assassino della sua famiglia, colui che viene definito come il leggendario e temuto Re con un Occhio Solo, l'individuo che si dice essere il più terribile e potente essere presente sul pianeta. Ma rifiutato da entrambe le razze da cui è nato, riuscirà a trovare il suo posto nel mondo? Potrebbe essere magari lui quel ponte tra le due razze che potrebbe portare finalmente la pace tanto agognata tra di esse? E potrà davvero sconfiggere la minaccia del fantomatico Re? Numerose sfide e nemici lo attendono davanti a sé, ma per superarle potrà contare sull'aiuto di formidabili e fidati compagni, nonché di un affascinante e combattivo amore. Storia a una sola saga, possibile crossover. Rating rosso.

E con questo è davvero tutto. Per favore, se siete invogliati a saperne di più, ditemi cosa ne pensate e votate per la storia che preferite scriva per prima. La prescelta sarà ovviamente la più votata e potrete leggerne l'inizio tra qualche mese, quando mi sarò stabilizzato bene con le altre storie.
Io mi auguro di avervi intrigato e che il capitolo vi sia piaciuto! Come sempre, per domande, chiarimenti o altro, scrivetemi in recensione o un qualunque degli altri mezzi e ditemi pure!! A presto!! ;)
Ja naa minna!!!

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