Per amore di Lina

di lady lina 77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lina Inverse, sei in arresto! ***
Capitolo 2: *** In fuga ***
Capitolo 3: *** Nell'immensità del mare ***
Capitolo 4: *** Arrivo a Tortuga ***
Capitolo 5: *** Nella notte ***
Capitolo 6: *** Ciurma al completo! ***
Capitolo 7: *** Donne contro uomini ***
Capitolo 8: *** Dal passato di Lina e Jack... ***
Capitolo 9: *** L'invito ***
Capitolo 10: *** Una serata difficile ***
Capitolo 11: *** Yonas, che voleva volare ***
Capitolo 12: *** Saper ricominciare ***
Capitolo 13: *** La pergamena ***
Capitolo 14: *** Jack contro la Perla Nera ***
Capitolo 15: *** Naufraghi ***
Capitolo 16: *** Lasciar andare il passato ***
Capitolo 17: *** Le parole che non riesco a dirti ***
Capitolo 18: *** Parlami ***
Capitolo 19: *** Leesel ***
Capitolo 20: *** Puro come la neve ***
Capitolo 21: *** Tempo ***
Capitolo 22: *** L'amore ***
Capitolo 23: *** L'alba di un giorno nuovo ***
Capitolo 24: *** Riconquistare un sogno ***
Capitolo 25: *** Dove c'è Lina, c'è un tesoro ***
Capitolo 26: *** Famiglia, finalmente ***



Capitolo 1
*** Lina Inverse, sei in arresto! ***


Ta-daaammm! Eccomi col seguito de 'L'antica maledizione', ambientato oltre tre anni dopo la morte di Yoshy e Madeline. Se per L'antica Maledizione avevo preso spunto dai film de 'La mummia', quì invece verrete trasportati nelle ambientazioni de I Pirati dei Caraibi. Questa fanfiction infatti è un crossover con quei film e sarà presente nella storia niente poco di meno che Jack Sparrow in persona!

E' un seguito a cui tengo molto e spero che venga bene! Verrà scritto in alternanza all'altra mia storia nuova, Se un giorno mi diventassi estranea e gli aggiornamenti si alterneranno fra l'una e l'altra storia.

Spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate con i vostri commenti e critiche che davvero, mi fanno sempre piacere e mi spingono a produrre, produrre e produrre ancora!

A presto!






Lina Inverse, sei in arresto!



Porto di Seyruun ed una splendida giornata di sole...

Sembrava un deja vù, in effetti... Laggiù ci era già stata, in una giornata serenissima!

Una giovane donna di circa venticinque anni, dai lunghi capelli rossi come il fuoco camminava sulla banchina, accanto alle navi attraccate e pronte per la partenza verso il mare al di la della barriera dei demoni. Indossava un semplice abitino blu estivo, lungo fino alle ginocchia e legato in vita da un nastro bianco e sulla testa un cappello di paglia con un nastro del medesimo colore del vestito che le copriva parzialmente il viso. Camminava guardandosi attorno pensierosa, attenta a non perdere il cappello a causa della brezza marina che le scompigliava i lunghi capelli rossi, facendoli muovere ritmicamente al vento. "Se perdo il cappello e qualcuno mi riconosce, sono fritta!". Sospirò a quel pensiero, maledendo il giorno in cui aveva deciso di tornare in quel porto. Accidenti, lei non godeva propriamente di... una buona fama laggiù... Dubitava che gli abitanti di Seyruun avessero dimenticato quanto successo anni prima... Oh certo, si era trattato di uno spiacevole incidente ma... ecco... di sicuro chi viveva lì non si era probabilmente scordato quel Dragon Slave che aveva quasi raso al suolo la città quasi sette anni prima. Mh, non lo aveva fatto apposta, una certa draghetta di nome Philia aveva deciso di metterla alla prova proprio in quel tratto di mare e lei aveva dovuto agire di conseguenza... Però poi, lo tsunami generato dal suo incantesimo aveva in effetti combinato un macello...

Lina sospirò! Parevano passati secoli da allora... E anche la città era rifiorita, tornando ad essere il placido e fiorente porto di pochi anni prima. Però... restava comunque un fatto: Lina Inverse da quelle parti non era propriamente... amata... E passeggiare in incognito con quel cappello che le celava il viso, poteva contribuire a evitarle di essere riconosciuta e un bel pò di guai. Soprattutto perchè si trovava in... ehm... QUEL particolare periodo del mese. E non poteva di conseguenza usare la magia ancora per alcuni giorni... Essere donna era davvero una rottura di scatole, a volte!

Avrebbe volentieri fatto a meno di recarsi laggiù ad essere onesti. Ma... era anche molto tempo che non accettava lavori remunerati e il contante cominciava a scarseggiare. E quindi un lavoro, anche se l'offerta proveniva da Seyruun, era comunque ben accetto in quel periodo di magra. In realtà aveva ancora alcune esigue scorte di denaro ma le servivano per muoversi e per i bisogni primari come trovare locande dove alloggiare e ristoranti dove mangiare. Erano passati più di tre anni da quando aveva guadgnato la lauta ricompensa per la sconfitta di Yoshy, i lavori che aveva accettato successivamente erano stati scarsamente remunerativi e in più era stata inattiva per molto tempo. E ora il portafoglio piangeva!

Sospirò di nuovo, togliendo dalla tasca dell'abito una lettera stropicciata. Prese a rileggerla per l'ennesima volta, sperando di capirci qualcosa di più. Il mittente le era pressocché sconosciuto e la professione di tale sconosciuto non la esaltava granché... Un pirata... Categoria che non amava e di cui si fidava ancor meno! Prevedeva guai e fregature e di solito il suo istinto difficilmente sbagliava! Avrebbe rifiutato all'istante quella proposta, se non fosse stato per il modo con cui gli si rivolgeva la persona che gli chiedeva quella collaborazione. Come se la conoscesse, come se sapesse su cosa far leva per interessarla alla sua proposta... Ossia, incutendole curiosità e promettendole avventura e un guadagno che poteva essere illimitato.

Però...

"Accidenti, chi è questo dannato Jack Sparrow???". Mai, MAI udito quel nome!

Non sapeva a chi chiedere per riuscire a trovarlo e nemmeno si fidava a farlo, visto il tono della lettera:


"Lina Inverse, conosco il tuo nome e conosco la tua fama. Mi sei stata caldamente consigliata e mi è stato garantito che con te raggiungerò i miei scopi.

Mi chiamo Jack Sparrow, sono un pirata in cerca di tesori che si sta per imbarcare nei mari del sud, oltre la barriera. Ho bisogno di una persona esperta di magia che possa aiutarmi a combattere se necessario, che se ne intenda di oro e preziosi e che sia abbastanza forte e coraggiosa da imbarcarsi in territori inesplorati e tempestati di tesori. Ovviamente avrai la tua giusta ricompensa che, presumo, sarà di infinito valore se tutto girerà nel verso giusto. Ci sono altri dettagli che discuteremo appena ci troveremo faccia a faccia.

Ti aspetto nel porto di Seyruun, l'ultimo venerdì di questo mese. Saprò riconoscerti. Non chiedere in giro di me però!

Ti aspetto!

Capitan Jack Sparrow!".


Tipo sintetico, grafia elementare, frasi corte e un pò sgrammaticate... E il fatto che non volesse che si chiedesse in giro di lui le puzzava un pò... Che nemmeno lui, fosse troppo amato a Seyruun? Ma il lavoro pareva dannatamente interessante! E la prospettiva di partire per posti inesplorati la allettava e incuriosiva. Certo, la compagnia di un pirata e della sua ciurma non era il massimo ma se voleva visitare i mari del sud, le serviva una nave e qualcuno che la scarrozzasse in giro. Poteva sopportare questo fantomatico Jack Sparrow per un pò, dopo tutto...

Sempre se lo avesse trovato!

"Al diavolo!!! Sono ore che passeggio avanti e indietro con il sole, il caldo, la fame! Ti trovo io ahahahah! Spiritoso!!! Col cavolo Jack! Se non mi conosci, come farai a trovarmi??? E io come troverò te???".

Sbuffando, si sedette su una panchina del molo, guardando il mare. Si era già imbarcata in quelle acque viaggiando con Philia e i suoi vecchi compagni e ne conosceva quindi un tratto. Ma cosa c'era oltre, non lo sapeva... Molti in quegli ultimi anni si erano avventurati in esplorazioni fra quelle acque sconosciute e sapeva, dai racconti fatti, che il mare laggiù era trasparente e limpidissimo, che assumeva colori splendidi, turchesi, azzurro cobalto o verde smeraldo, che era costellato da piccolissimi atolli pieni di alte palme da cocco e che le loro spiaggie erano bianche e fini come farina e che il clima era sempre caldo. Un ottimo posto per una vacanza marina da sogno, in pratica! "Ma se sto Jack non arriva..." - canticchiò, in preda a una LEGGERISSIMA irritazione...

Dopo un bel pò che aspettava, sentì le campane suonare, annunciando il mezzogiorno. E, ormai stanca, si alzò dalla panchina stizzita. "Al diavolo Jack Sparrow, i pirati e questo dannatissimo porto! Io vado in una locanda a pranzare! Che si sbatta lui a trovarmi, come ha detto nella lettera! Me ne frego di tutto!".

E imbronciata, non lasciando mai che il suo fedele cappello le cadesse dalla testa, si diresse verso il paese. Cibo... Il pesce doveva essere ottimo laggiù, ricordava ancora con AMORE la mangiata che si erano fatti lei e Gourry mentre aspettavano Philia! Sorrise a quel pensiero... Era passato tanto tempo da allora e la vita di tutti era cambiata molto. Dopo la faccenda di Yoshy si era sentita qualche volta, frettolosamente, via lettera con Amelia e Zel ma poi i contatti fra loro si erano via via diradati fino a cessare. Loro avevano le loro cose da fare e lei aveva smesso da tempo di immischiarsi nelle vicende della famiglia reale. Aveva saputo comunque che i suoi due amici avevano annunciato il loro fidanzamento ufficiale alla popolazione di Saillune e che il matrimonio non era poi così lontano. Era felice per loro e in un certo senso se lo aspettava, come finale, che si sposassero! Doveva andare a trovarli prima o poi, desiderava vederli e passare un pò di tempo con loro come una volta.

Di Gourry invece aveva perso le tracce dopo la morte di Madeline. Quando si erano separati era stato chiaro ad entrambi che difficilmente si sarebbero rivisti e difatti, così era poi avvenuto. Non sapeva più nulla del suo vecchio compagno di avventure ma si augurava che stesse finalmente bene e avesse ripreso in mano la sua vita.

Per quanto riguardava lei... beh... Negli ultimi tre anni la sua vita aveva avuto tanti stravolgimenti che l'avevano fatta crescere e maturare, rendendola molto più adulta di come i suoi amici potevano ricordarla...

Anche se, i guai continuavano comunque ad attirarla come una calamita, visto il motivo per cui si trovava in quella città portuale!

Scocciata e vagamente irritata dal ritardo del suo pirata, si sedette al tavolo della prima locanda che incontrò sulla sua strada, a ridosso del porto, ordinando distrattamente le varie specialità di pesce riportate sul menù.

Fu solo quando arrivò la zuppa di pesce di mare che il suo umore migliorò. Ah, non c'era niente di meglio del buon cibo per riconciliarla col mondo! Prese il cucchiaio, pronta a divorarla, per poi passare al fritto misto di calamari...

Quando qualcuno la bloccò posandole una mano sulla spalla e irritandola nuovamente. "Lina Inverse, giusto?".

"Oh?". La maga si bloccò con viso furente, verso il malcapitato che aveva osato romperle le scatole nel miglior momento della sua giornata, quello del pranzo! Sollevò lo sguardo e alla vista dello strano uomo che le si parava davanti, la zuppa rischiò di andarle di traverso. E quello da dove era uscito, da un fumetto??? Lunghissimi capelli di un castano scuro, pettinati in tante strane treccine ornate da altrettante strane perline, grossa fascia rossa sulla fronte che teneva a bada la sua strana pettinatura, camicia bianca e blusa e pantaloni marroni, stivalazzi alti fin oltre le ginocchia, fisico magro e asciutto, faccia da schiaffi e un cappello sulla testa da... pirata. Deglutì con terrore... Se tanto le dava tanto, aveva davanti... "Jack Sparrow?".

"Shhh!". L'uomo allungò l'indice fino alle labbra della maga, avvicinando il viso al suo. "Mai dire il mio nome in pubblico, soprattutto quì a Sayruun! RICORDA!".

Lina sbuffò. I pirati non le erano mai particolarmente piaciuti e quello che aveva davanti non faceva eccezione. Timbro di voce caldo ma strano, da presa in giro, sguardo non proprio furbo e con probabili, infiniti precedenti penali che lo costringevano ad aggirarsi a Seyruun in incognito... La vocina interna della sua coscienza le suggeriva di negare la sua identità e lasciar perdere, prima di cacciarsi nei guai. La parte razionale le suggeriva invece che il suo conto corrente in rosso profondo non le permetteva di fare troppo la schizzinosa e che doveva quanto meno stare a sentire cosa gli proponeva quello strano tizio. E alla fine... "Sì, sono Lina Inverse e a quanto pare mi hai trovato! Come hai fatto?".

L'uomo alzò le spalle, con noncuranza. "Oh, è un pò che ti seguivo, ti ho vista al porto e aspettavo che ti recassi in un posto più... intimo... per fermarti e parlare con te!".

L'irritazione in Lina cresceva. "Cioè, mi hai fatta camminare SOTTO al sole per ORE aspettando che mi recassi in una locanda per pranzare?". Ok, cominciava ad odiarlo!

Jack si sedette al tavolo, davanti a lei. "Oh, te l'ho detto, non posso farmi vedere troppo in giro, c'è mezza guardia cittadina che mi da la caccia!".

Lina alzò gli occhi al cielo, sconsolata. Ma tutte a lei dovevano capitare!? "Lo immaginavo..." - si lamentò. "Che hai fatto, perchè ti danno la caccia?". Non era per farsi gli affari di quel tizio, ma se doveva collaborare con lui, desiderava sapere se questo avrebbe procurato guai a LEI.

Jack scosse la mano, tranquillo. "Oh, niente di che, le solite faccende per cui tutti danno la caccia ai pirati! E tu, che hai fatto per andartene in giro in incognito? Lo vedo che non vuoi toglierti quel cappello per non farti riconoscere...".

A quella domanda, Lina arrossì. Colpita e affondata! "Ahhh ecco io... Ma fatti gli affari tuoi!!". Imbarazzata, guardò fuori dalla finestra, cercando un modo per deviare la conversazione su altro. "Comunque, ora che sei quì, mi spieghi chi sei e cosa vuoi da me?".

Jack sorrise. Gliev'avevano detto che Lina era una tipa spiccia che amava poco le chiacchere e che invece arrivava subito al sodo. Una bella, giovane donna che sembrava molto in gamba e che sapeva cosa voleva... L'amico che gliel'aveva caldamente consigliata non si era sbagliato. "Ecco, il mio nome lo sai già! E anche la mia professione! Sono un pirata e fino a poco tempo fa ero un'autorità, una vera celebrità nel mio 'campo'. E guidavo la nave più magnifica, più maestosa, più sensazionale dei sette mari! La Perla Nera... Purtroppo però, ho perso la mia nave e il mio equipaggio e ora mi ritrovo senza un mezzo e senza uomini! E quì entri in scena tu!".

Lina sbuffò. Come pirata, quel Jack lasciava decisamente a desiderare... "Come mai hai perso ciurma e nave? E io in tutto questo cosa c'entro?".

Jack sospirò. "Beh, mi sono scontrato in battaglia con il mio acerrimo rivale, il pirata Morgan Alcantras. Avrei, anzi, STAVO per vincere ma avevo... finito le munizioni. Risultato: nave persa e il mio equipaggio mi ha mollato in tronco, mettendosi al servizio di quel viscido di un Morgan!".

Lina lo guardò storto. Non c'era che dire, quel Jack era un vero idiota! Ma dove mai si era sentito di un pirata battuto perchè aveva finito le munizioni??? Era senza speranza quel tipo, altro che Lina Inverse, gli serviva l'aiuto di LON in persona per combinare qualcosa di buono!!! "Ho capito, vuoi che rubi la nave a questo tuo avversario che te l'ha fregata, giusto?" - chiese in tono piatto e senza entusiasmo, vagamente annoiata.

Jack batté le mani sul tavolo, con forza. "NO! Non voglio che tu mi rubi la nave, voglio che tu mi aiuti a riconquistarla!!! Voglio farlo da persona coraggiosa, voglio che i miei uomini mi ammirino e tornino a me per questo e non per altri motivi! Rubare la nave non mi darà la dignità persa!".

Lina annuì. Quella parte del discorso la condivideva appieno. "E cosa hai in mente?".

Jack si appoggiò coi gomiti al tavolo, avvicinandosi a lei. "Questi mari sono territorio vergine, per la maggior parte, visto che finché la barriera non era caduta, era impossibile navigarli. Ma mille anni fa, prima della battaglia del gran demone, erano solcati da flotte di pirati che vi hanno nascosto grandi quantità di tesori e gioielli, nei suoi atolli. Ora, dopo la caduta della barriera seguita alla morte di Fibrizio, i mari sono stati di nuovo presi d'assalto da pirati e cacciatori d'oro ma la maggior parte di quei tesori giace ancora nascosta sotto le dune di sabbia o nei bassi fondali. Bene, se io troverò il tesoro più grande, più megafantastico, più... più...".

Lina lo guardò storto. Parlava come un bambino di tre anni! "Il tesoro più prezioso, volevi dire?".

"Ehm... sì, esattamente quello!" - mugugnò Jack imbarazzato dalla lingua lunga di quella ragazza – "Comunque, arriviamo al sodo! Se io trovassi tale tesoro, acquisirei notevole fama nell'ambiente e probabilmente, al prossimo raduno dei pirati all'isola di Tortuga, sarei nominato Re dei pirati dell'anno! E allora, il mio equipaggio tornerebbe da me e insieme recupereremmo la mia nave, la Perla Nera!".

Lina lo osservò incuriosita. Il discorso di Jack lo condivideva, così come intuiva cosa volesse da lei. Ed era anche ammirata dalla passione con cui parlava di cosa volesse fare. Fino a poco prima pareva un perfetto idiota, quello stano pirata, ma ora sembrava invece appassionato, deciso, serio. Probabilmente, come ogni buon uomo di mare, amava davvero la sua nave e rivoleva il suo equipaggio! Anche se scoprire che si teneva annualmente un convegno di pirati le faceva strano... Stranissimo!!! "Devo dire che sì, come filo logico, la tua idea la comprendo! E condivido, anche se con qualche... riserva! Vuoi che ti aiuti a cercare dei tesori e a difenderti nel caso di attacchi, esatto?".

Jack annuì. "Esatto! So che sei molto forte e che hai fiuto per questo genere di cose!La tua magia potrebbe esserci assolutamente utile in caso di pericoli e ci aiuterebbe ad arrivare alla nostra meta integri e in forze. E per primi! Se trovassimo tesori a palate, tu diventeresti ricca perchè ovviamente avrai la tua parte! Allora, accetti?".

Lina incrociò le braccia al petto. La proposta era allettante e al momento non aveva altre alternative di lavoro. Certo, l'dea di fidarsi di un pirata non la allettava particolarmente ma in fondo Jack non conosceva nulla di magia e se avesse cercato di fare il furbo gliel'avrebbe fatta pagare facendogli assaggiare qualche suo incantesimo. Appena la magia fosse tornata, certo... Rimanevano però dei punti oscuri nel piano del pirata. "Vorrei sapere alcune cose però! Primo: Se non hai una nave, come partiremo da quì?".

Jack sollevò le spalle. "Oh, la ruberemo! Mi risulta che sei brava in queste cose! E siamo in un porto, avrai l'imbarazzo della scelta".

"Che???. Ok, ora Lina era veramente alterata! Chi diavolo gli aveva detto quelle cose?

Jack la guardò storto. "Non è forse così?".

Lina gli volse la faccia, offesa. "FORSE! Ma dare della ladra a una signorina non è comunque elegante!".

Jack scosse la testa. "Ah, finiscila! Sai che questa cosa ti frutterà molti soldi, mi sembri una che sa bene cosa vuole e come condurre una trattativa, se sai che vale! Se no te ne saresti già andata! Giusto? Prendiamo una nave, ce la filiamo e io la guiderò fino al largo, verso nuove mete!".

Lina sospirò. Era vero, era rimasta perchè quella proposta di lavoro non era niente male, Jack aveva ragione. Soldi e avventure... Ne aveva bisogno, di entrambe le cose... "Che tesoro vorresti trovare? Hai già qualche traccia, per quando saremo arrivati laggiù?" - chiese, fingendo noncuranza.

Jack sorrise, trionfante. A quanto pareva, la ragazza aveva deciso di accettare, se faceva quella domanda! "Non ho ancora una traccia precisa ma... laggiù troveremo qualche informazione interessante, ne sono sicuro. Chiedere alla gente del posto che conosce leggende e storia locale aiuta sempre a trovare qualcosa di interessante!".

Lina lo guardò scettica. "Quindi, viaggeremo alla cieca? Senza una meta precisa, giusto? Conosci bene quei posti vero? Non vorrei perdermi e rischiare di navigare per l'eternità in quei mari sconosciuti ai più!".

Il pirata si battè il dito contro il mento, pensieroso. "Conosco bene il primo tratto ma poco quello che c'è oltre! E quì viene il bello! Perchè se scoprissimo nuove rotte e disegnassimo mappe per aituare i futuri naviganti, ne ricaveremmo altro denaro!".

"Ma io non so disegnare mappe!!" - sbottò Lina.

Jack ridacchiò. "Ma nemmeno io! Ci penseremo al momento! In fondo, ho bisogno di qualcun altro nel mio equipaggio, io e te siamo pochini! Strada facendo, cercheremo chi fa al caso nostro! Noi manterremo il comando ovviamente... Per ora... che ti devo dire? Accetti?".

Lina lo fissò in viso, pensierosa. Accettare? C'erano tanti di quei pro e tanti di quei contro che avrebbe dovuto stare a pensarci per settimane. Jack aveva poche idee, confuse... Ma comunque un progetto finale ben delineato! Era molto che non si imbarcava in qualcosa di simile e l'idea di cacciarsi nei guai forse la allettava ma forse l'avrebbe volentieri evitato... Rubare una nave poteva essere semplice per lei e viaggiare per mare poteva rivelarsi divertente, forse... Certo, la compagnia era quel che era ma... a conti fatti poteva fruttarle molto. Soldi e nuove conoscenze! Allontanarsi dalla costa e dalla penisola dei demoni era una cosa che non era preventivata nei suoi piani ma a fronte di necessità, ci si deve adattare, giusto? "Ok, accetto! Ma dovrai aspettare qualche giorno per il progetto di rubare una nave!".

"Perchè? Non sei mica una maga? Usa uno dei tuoi incantesimi e sbarazzati degli ostacoli... Se fai tutto ben bene, per stasera saremo già in mezzo al mare!" - commentò Jack entusiasta.

E Lina arrossì di nuovo. Accidenti, mica aveva voglia di spiegare a un perfetto sconosciuto che aveva il ciclo e che non poteva, a causa di ciò, usare la magia!!! "Senti, mi servono TRE giorni! Ora... non posso!".

Jack annuì. MAI contestare le idee di una donna che si stava innervosendo... Lo aveva imparato nei suoi vari giri nei bordelli delle periferie! "Ok, ma al porto andiamoci lo stesso! Così ci scegliamo la nave! E quando vorrai, la prenderemo... in prestito!".

Lina fece per replicare sullo strano concetto di prestito di Jack ma un rumore secco di una porta che si spalanca violentemente fece sobbalzare l'intera locanda. La maga e Jack si voltarono verso l'ingresso e viderono che era pieno di guardie armate fino ai denti.

La maga deglutì. Che stava succedendo???

Uno dei soldati indicò lei e Jack. "Eccoli, sono loro!!!".

Un uomo grande e grosso si fece avanti. La sua divisa era diversa, più maestosa di quella dalle altre guardie e probabilmente era il capitano. "Lina Inverse, Jack Sparrow, vi dichiaro in arresto?".

Lina osservò le guardie e poi Jack. Non capiva un accidente di quello che stesse succedendo ma una cosa l'aveva ben chiara in mente! Con un gesto veloce prese Jack per la camicia e lo trascinò in piedi. "Hei, la porta di servizio quì dietro di noi! SCAPPIAMO!!!".

Con uno scatto degno di un velocista, Lina e Jack imboccarono l'uscita secondaria indicata dalla maga a pochi passi dal loro tavolo mentre le guardie, prese momentaneamente alla sprovvista, si lanciavano al loro inseguimento.

In un attimo, Lina e Jack si trovarono nei vicoli stretti di Seyruun. Corsero come forsennati, il pirata davanti e la maga subito dietro di lui. E dietro di loro, i soldati inferociti che cercavano di catturarli.

Lina alzò gli occhi su Jack, scattante come se nella vita non avesse fatto altro che scappare da chi gli dava la caccia. Beh, non c'era da stupirsi, era un pirata! E i pirati non sono mai persone con la fedina penale immacolata! Ma da lei, che volevano??? Fissò il pirata che correva. Che c'entrasse qualcosa col fatto che si era scoperto che lei era in città? Era stata così attenta a non farsi scoprire che non si riusciva a dare altre spiegazioni... E poi, perchè Jack correva in quella maniera assolutamente IDIOTA??? "Hei tu, Jack, perchè corri e ti dimeni come una femminuccia?". Davvero, aveva un modo di correre assurdo, quel tizio. Simile a quello di una donnicciola traballante e ciondolante...

Jack si voltò verso di lei. "Perchè? Cosa c'è che non va nel mio modo di correre?".

Lina alzò gli occhi al cielo. Era un tipo strambo, l'aveva capito subito! Di che si stupiva? "Niente, niente! Lascia perdere! A proposito, tu sai cosa vogliono questi tizi?".

Jack ridacchiò, a quella domanda. "Eheh, arrestarci! Mi sa che sono stato troppo ingenuo...".

Lina sospirò, mentre gli inseguitori si avvicinavano inesorabilmente. "Lo sapevo che tu c'entravi! Mi dici cosa sta succedendo???". Cominciava ad essere esasperata!

Jack la prese per mano, svoltando l'angolo verso un piccolo e nascosto vicolo. "Beh, io sono SEMPRE ricercato! Cosa vuoi farci, sono un pirata... Sono venuto quì in incognito per incontrare te ma ho fatto l'errore di comunicare la mia presenza a vecchi amici che bivaccano al porto. Sai, ex galeotti, pirati senza ingaggio, locandieri di ostelli di terz'ordine... E ho detto, mi sono vantato che mi sarei incontrato con la grande Lina Inverse oggi! Mi sa che hanno spifferato tutto alle guardie, quei maledetti! Su di me c'era una taglia e si saranno ingolositi...".

In quel momento, Lina l'avrebbe volentieri preso a padellate sul muso! Ma come faceva ad essere così idiota! Certo che quei suoi strambi amici l'avrebbero tradito! Ex galeotti, truffatori... Cosa si aspettava, sincerità e amicizia incondizionata??? Era matematicamente certo che l'avrebbero tradito per intascare la taglia, ci sarebbe arrivato anche un bambino!!! Era facile capire cosa fosse successo: avevano denunciato Jack e comunicato i suoi movimenti e in più avevano fatto centro dicendo che con lui ci sarebbe stata anche lei, personaggio non proprio amato a Seyruun, a causa di quanto successo anni prima durante la prova fattale sostenere da Philia! E le guardie avevano aspettato di coglierli in fragrante insieme! Jack e Lina! Se si facevano catturare, quei soldati avrebbero avuto di certo una promozione! "Jack, io davvero, non ti dico cosa penso di te per DECENZA!!! Ma sappi che l'idea di ucciderti mi sta attraversando la mente... E SMETTILA DI CORRERE A QUEL MODO!!!".

Jack la guardò storto. Che cosa c'era che non andava, nel suo modo di correre!!!??? Sbucarono all'uscita del vicoletto, sicuri di essere giunti al porto e avere quindi più vie di fuga. I soldati erano ancora alle loro calcagna ma forse, in uno spazio aperto sarebbero riusciti a disperderli.

Lina odiava quella situazione! Diavolo, la magia le sarebbe servita eccome, in quel momento! Per far saltare in aria le guardie, Jack e tutto quel dannato porto!!!

Appena uscirono però dal vicolo, un'amara sopresa li attendeva. Un altro plotone che evidentemente li aspettava e aveva calcolato le loro mosse, si parò davanti ai due, bloccando loro ogni via di fuga. I soldati alle loro calcagna, che li inseguivano dalla locanda furono subito dietro ai due, cingendoli così fra due fuochi. Erano in trappola, circondati!

Lina digrignò i denti. Dannazione, non c'era possibilità di uscirne!!! E anche Jack pareva a corto di idee...

Il comandante della spedizione che avevano notato al ristorante si avvicinò ai due, minaccioso. "Lina Inverse, Jack Sparrow! Vi dichiaro in arresto!!!".

Lina alzò gli occhi al cielo, annoiata e vagamente irritata. "E si può sapere, con quale accusa?" - chiese per farlo innervosire e per prendere tempo.

Il comandante fece un ghigno, cui seguì uno sputo a terra. "Beh, Jack è in arresto perchè... Beh, ha talmente tanti capi d'accusa sulle spalle che se stessi ad elencarli tutti, ci metterei GIORNI!".

Il pirata annuì con la testa, lusinganto. "Modestamente...".

Il comandante finse di non notarlo e poi si indirizzò nuovamente su Lina. "E tu miss... credo ricordi cosa hai combinato con la tua magia quaggiù, quasi sette anni fa! Sai, non l'abbiamo dimenticato nemmeno noi e aspettavamo con ansia un tuo ritorno per renderti partecipe di quello che pensiamo di te!".

Lina sbuffò. "Che noia, per un piccolo Dragon Slave state facendo una questione di stato!".

"Aaaahhhh, come osi???". Il comandante divenne rosso in viso dalla rabbia. Gliel'avevano detto che Lina Inverse aveva una bella linguetta tagliente... "Beh donna, avrai modo di pensare meglio, nel tranquillo delle nostre celle, a quanto il tuo PICCOLO incantesimo abbia fatto a questo posto...".

Lina fissò Jack in viso, facendogli segno di assecondare quel soldato. Per il momento non potevano fare altro se non farsi arrestare e attendere che i poteri le tornassero.

A quanto pareva avrebbe conosciuto, oltre al porto, anche le prigioni di Seyruun. Di che si stupiva? Era da quella mattina che la sensazione di stare per cacciarsi nei guai non 'abbandonava neanche un attimo.

E, come sempre, il suo istinto non si era sbagliato!










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Capitolo 2
*** In fuga ***


Capitolo due! Grazie a tutti per il sostegno! Alla prossima, spero continui a piacervi la storia!


In fuga



Era IRRITATA! Ah, che meraviglia tornare a Seyruun!!! Arrestata, in prigione, senza poteri e nella stessa cella con un pirata idiota!

Lo sapeva, lo sapeva che non doveva venire a Seyruun, il suo istinto difficilmente sbagliava, doveva averlo imparato, no?

Fissò Sparrow con profonda irritazione. Lui se ne stava lì così tranquillo, svaccato sulla panca di legno della loro minuscola, sporca e maleodorante cella! Era dal giorno prima che erano rinchiusi lì in quel tugurio di rocce e sbarre vicino al porto e nessuno veniva a comunicare loro nulla di nulla! Si avvicinò furente a LUI, alla causa di tutti i suoi guai. "Jack!!! Come fai a startene così tranquillo! SIAMO in prigione! Senza possibilità di fuga!".

Jack si stiracchiò, mettendosi le mani dietro la nuca. "Ah, fra poco ti torneranno i poteri, no? E allora potremo scappare! Sempre che...".

Lina deglutì. "Sempre che... Cosa???". Odiava le frasi tronche! Portavano sempre brutte notizie...

Jack prese a giocare con una delle sue treccine, tranquillo come un bebé dopo la sua poppata. "Ah, sai come funziona con queste cose, no?! Insomma, mai stata in prigione in vita tua?".

"Che vuoi dire?". Ahhh, ora era IRRITATA per davvero. L'aria da maestrino NO!!! Non poteva sopportarla.

Jack ridacchiò. "Voglio dire... la condanna a morte potrebbe arrivare prima dei tuoi poteri!".

"E'???". Lina deglutì. Ok, era arrivato il momento di ammazzarlo! Non solo era in prigione per colpa SUA, ma ora si permetteva anche di parlarle della SUA morte con tutta quella leggerezza? "IO – TI – ODIO!!!".

Jack la fissò di sbieco, poi sbuffando si tirò su, mettendosi seduto sulla panca. "Ma c'è una vita d'uscita se le cose si mettessero male!".

"Cioè?". Lina era esasperata. Cosa glielo chiedeva a fare? Era OVVIO che quel tizio non avrebbe mai potuto partorire una buona idea.

Jack allargò le braccia. "Corruzione! Si da in cambio qualcosa di prezioso e si baratta la propria libertà!".

Lina sbuffò. Sapeva bene cosa voleva dire CORRUZIONE!!! A quello poteva arrivarci anche lei! Peccato che... "Già genio! Ma non abbiamo niente di prezioso noi, da barattare!".

Jack si alzò dal suo giaciglio, avvicinandosi a lei con circospezione. Allungò una mano fino al collo della ragazza, facendole scivolare fuori dall'abito una catenina con un ciondolo in cui era incastonato un diamante rosso che Lina teneva nascosto sotto al vestito ma che non era sfuggito al suo sguardo da pirata a caccia di tesori. "Oh bellezza, io no! Ma tu sì!" - disse, indicandoglielo e prendendo il gioiello fra le mani.

Colta di sorpresa e stupita che Jack avesse notato quel ciondolo che credeva ben nascosto sotto al vestito, Lina riprese il gioiello con un colpo secco e indietreggiò di alcuni passi con espressione furente sul viso. "Ahah, mi dispiace mio caro! Non vedo perchè io debba barattare qualcosa di MIO per ovviare a un casino fatto da TE! Perchè non baratti uno di quei tuoi anelli che tieni alle dita?" - disse, indicando le mani del pirata tempestate di grossi anellacci d'oro.

Il pirata agitò le mani, poco interessato all'idea della maga. "Ah, questi sono patacche! Valgono poco, te lo garantisco, metallo della peggior lega dipinto in color oro! Ma quel gioiellino che porti al collo... Catenina in oro bianco, un diamante vero, non troppo grosso da apparire esagerato, trasparente e lucente al punto giusto, fine, non pacchiano... Lina, deve valere parecchi soldi, vero?".

La maga gli diede le spalle, stufa di quell'assurda conversazione, nascondendo il ciondolo sotto al suo vestito. "Forse vale quanto dici tu! Ma rimane il fatto che non sono disposta a cederlo, fine del discorso!".

"Come vuoi!". Il pirata si stese di nuovo sulla panca, incrociando le braccia dietro la testa. "Ma quando ti metteranno sul rogo... ecco, allora ti pentirai di questa scelta!".

Lina si girò verso di lui, fissandolo con sguardo truce. "S... Sul rogo?".

Jack annuì, tranquillo. "Certo, è la fine che fanno fare alle streghe... Hai raso al suolo questa città qualche anno fa, con la tua magia! E' probabile che sarà questa la tua pena!".

La maga fece un sorrisetto freddo, pronta a rispondergli a tono e a non farsi spaventare dalle sue parole. "Può darsi! La fine che fanno fare ai pirati invece, è sulla forca! Ti mettono un cappio al collo e zac, ti ritrovi a penzolare nel vuoto come un salame!".

Jack si voltò verso di lei, anche lui pronto a non farsi schiacciare dalla maga. "Partiamo dal presupposto che mi hanno condannato alla forca già parecchie volte e ne sono sempre uscito, in qualche modo! Comunque, se proprio vogliamo analizzare le due situazioni, la morte sulla forca è veloce, quasi indolore mia cara... Quella sul rogo è lenta, dolorosa... Sentirai la carne che si stacca dalle ossa pian piano, il fuoco che ti avvolgerà il corpo, i capelli, il viso. Il dolore sarà lancinante... E non potrai scappare...".

Lina deglutì, momentaneamente spiazzata davanti a quella evenienza non troppo piacevole! ACCIDENTI A LUI!!! Ma comunque, anche lei ne era sempre uscita vincitrice, dalle situazioni difficili! Doveva solo pensarci su e avrebbe trovato la soluzione per tirarsi fuori da quel pasticcio in cui si era cacciata. Senza cedere ovviamente il suo ciondolo!

Si sedette per terra, volgendo le spalle a Jack e fissando le sbarre della cella, pensierosa. Doveva riflettere e non ci sarebbe riuscita, se continuava a parlare con quell'idiota!

Era quasi calato un tranquillo silenzio che Jack riprese la parola. "Secondo te insieme alla cena, ci porteranno anche un pò di rum?".

Lina strinse i lembi del suo vestito, nervosa e irritata. "STA ZITTO!".

Jack sbuffò. "Che caratteraccio! Ti farebbe bene un pò di alcol, te lo assicuro!".

La maga si voltò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. "A me farebbe bene non doverti sentire e non averti intorno!!!".

Il pirata scosse la testa. "Ma siamo soci, stesso lavoro e stessa cella! Ricorda che alla locanda hai accettato!".

"Non abbiamo firmato nessun contratto Jack!".

Il pirata fece per replicare ma il sommesso rumore di passi che veniva dal corridoio lo interruppe. "Lina, arriva qualcuno!".

La maga annuì. Se n'era accorta ed era decisamente ora che un qualche esponente della legge si facesse vedere e gli spiegasse quale sarebbe stato il loro destino!

I passi si avvicinarono. Erano due persone, due camminate diverse, una più pesante e l'altra più leggera e veloce. Parlottavano tra loro tranquillamente e le loro voci rimbombavano nei corridoi deserti.

Sembravano troppo tranquilli nel loro chiacchericcio. Lina sbuffò. Probabilmente non erano lì per parlare con lei e Jack ma semplicemente si stavano dirigendo verso l'uscita delle prigioni che dava sui vicoli del porto, pochi metri dopo la loro cella.

Però ecco... era curiosa lo stesso! Dal giorno prima non aveva visto che la faccia di Jack e aveva bisogno di vedere altri esseri umani prima di impazzire del tutto, in compagnia di quel pirata.

Ma MAI, mai si sarebbe aspettata che avrebbe rivisto lì, a sorpresa, proprio LUI!

Perchè quando i passi si fecero vicini alla sua cella, quando le due persone gli passarono accanto, Lina si accorse che uno di loro lei lo conosceva bene!

Erano due generali vestiti con un'elegante divisa, uno anziano e dal passo pesante e l'altro, giovane, dai lunghi capelli biondi e... 'Gourry!'. La sua mente urlò quel nome prima ancora che lui le fosse davanti, appena lo vide svoltare l'angolo e camminare in quei corridoi bui in direzione della sua cella. Ma non aprì bocca, non disse nulla. Per la sorpresa, per l'incredulità e perchè... non era il caso visto che lei era una prigioniera e lui il suo probabile carceriere!

Il generale più anziano non fece caso ai due, li passò senza degnarli di uno sguardo, diretto verso l'uscita.

Ma Gourry no! Con uno sguardo prima annoiato da quella conversazione e poi stupito, appena la vide, per un breve istante la fissò, arrestando la sua camminata.

Il suo superiore se ne accorse. "Gabriev, visto che bel bottino ieri?! Una maga terribile e un pirata pluri-ricercato finalmente dietro le sbarre e in attesa di processo! Ma non perdere tempo con loro, ci aspetta un ottimo ristorante quà fuori, lasciali perdere!".

Gourry non disse nulla. La fissò per un lungo istante e poi annuì al suo compagno, seguendolo fino all'uscita.

Lina rimase ferma, immobile, inebetita ad osservarlo mentre lui se ne andava. Gourry... GOURRY!!!Ma come poteva essere, che ci faceva lì, vestito così elegantemente, così maturo, così dannatamente cresciuto e affascinante nella sua divisa? Che dopo la morte di Madeline avesse deciso di lasciare Elmekia e di cambiare vita? Che lavorasse a Seyruun come guardia? Tutto poteva essere, non sapeva nulla ne di lui ne della sua vita e negli ultimi anni poteva essergli successo di tutto! Però... non capiva la sua reazione. L'aveva osservata, l'aveva riconosciuta, ne era certa! Ma quell'indifferenza, quella freddezza, quel far finta di niente? Certo, non poteva urlare il suo nome e abbracciarla come avrebbe fatto con una vecchia amica davanti al suo collega, visto anche l'icresciosa situazione in cui si trovava, però...

Però che strano...

Lon aveva riportato Gourry di nuovo sulla sua strada... Anche se la situazione in cui l'aveva rivisto, era decisamente imbarazzante...

Con un sospiro Lina incrociò le gambe, si appoggiò con la schiena al muro, reggendosi la testa con le mani. Non ci capiva un accidenti! E aveva fretta anche di risolvere quella situazione! Il giorno dopo i suoi poteri probabilmente sarebbero ritornati, anche se ancora un pò deboli, e sarebbe riuscita a fuggire! Ma l'idea di un'altra notte in quella cella con Jack non la allietava per niente! E ora, in quella strana situazione era entrato anche Gourry! Perchè il destino si ostinava a incasinare la sua vita???

Con un sospiro, Jack la riportò alla realtà. "Ci è andata male, pensavo ci portassero la cena!".

Lina non rispose nemmeno. Sospirò e chiuse gli occhi... Pensando che forse il rogo sarebbe stato meno peggio di un'altra nottata passata chiusa la dentro con Jack Sparrow!


...


Era ormai notte fonda, il buio e l'umidità avvolgevano ogni cosa e Jack Sparrow ormai dormiva dalla grossa.

Lina si rannicchiò nell'angolo della cella, cercando una posizione comoda per dormire. Oh, era abituata a dormire per terra, in anni di vagabondaggio lo aveva fatto tantissime volte, ma era molto che non le capitava! Non riusciva a prendere sonno, aveva fame, quel posto era sporco, era nei guai e Jack russava come un toro! Aaahhh, odiava quella prigione! "Appena evado, faccio saltare in aria TUTTO e TUTTI!!!". Guardò il pirata, nell'oscurità. Come facesse a dormire come un bambino, non riusciva proprio a capirlo!

Chiuse gli occhi, cercando di prendere sonno! Non che avesse troppe alternative per fare altro, dopo tutto...

E c'era quasi riuscita, ad addormentarsi, che di nuovo sentì altri passi. Felpati, leggeri, impercettibili ma veloci. Lì udì avvicinarsi, diretti proprio alla sua cella e poi udì il tintinnio di chiavi che aprivano la serratura della cella. Spalancò gli occhi sorpresa, ritrovandosi nuovamente davanti Gourry che apriva furtivamente la porta della sua prigione. Indossava ancora l'elegante divisa da generale, giacca azzurra, pantaloni neri e luci, spada alla fibbia di cuoio e lungo mantello blu a coprirli collo e schiena.

Colta alla sprovvista e senza parole, Lina indietreggiò d'istinto.

Ma Gourry non le diede tempo di rimettere in ordine le idee. La prese per il braccio, incitandola con un cenno del capo ad alzarsi, con urgenza. "Lina, davvero non capirò mai come tu faccia SEMPRE a cacciarti nei guai! Su, sbrigati ad uscire da quì prima che ci scoprano!". La sua frase avrebbe potuto apparire scherzosa ma l'espressione di Gourry era invece seria e nervosa. Non pareva troppo a suo agio, anzi, sembrava molto preoccupato.

Lina si alzò, meccanicamente, fissandolo in viso, incapace di dire qualsiasi cosa. Gourry... Era venuto davvero a salvarla?! Beh, una volta sarebbe stato normale ma ora... Cosa doveva fare, fidarsi o stare sulla difensiva? Lui era una guardia ora e lei una sua prigioniera... E non lo vedeva da molto... E non sapeva nulla ne di lui ne della sua vita da anni.

AL DIAVOLO!!! Era Gourry e si sarebbe fidata!!! Basta farsi seghe mentali, avrebbe seguito il suo istinto!

La maga annuì, alzandosi in piedi di scatto.

Gourry annuì, poi lanciò un'occhiata veloce al pirata, ancora profondamente addormentato. "E lui?".

Lina sbuffò. Oh, LUI si meritava di stare lì a marcire e lo avrebbe proposto volentieri a Gourry! Ma come socio in affari, gli serviva in vita! "Jack, svegliati! E' ora di sloggiare!" - sussurrò all'uomo lanciandogli un calcio nel fianco.

Il pirata si svegliò di scatto e la osservò stralunato. "Ehm... che succede?".

Gourry, nella penombra squadrò l'uomo. "Se vuoi scappare, ti conviene sbrigarti! Presto avremo dietro tutto il corpo di guardia!". Il suo tono era nervoso, frettoloso e freddo. Non sapeva cosa ci facesse Lina lì e nemmeno chi fosse quello strano tipo con cui divideva la cella. Quel pomeriggio era stato talmente sconvolto nel rivederla, a sorpresa, che per poco non si lasciava sfuggire qualche esclamazione di stupore che avrebbe potuto far mettere ancora più nei guai Lina. E se il suo compagno d'arme avesse scoperto che conosceva quella prigioniera, sarebbe finito anche lui nei pasticci, precludendosi ogni opportunità di salvarla. Aveva finto indifferenza, aspettando la notte per poterle permettere di fuggire. Non conosceva i motivi per cui fosse stata arrestata ma poteva immaginarli, in passato spesso loro due erano finiti dietro le sbarre... Era incredibile, Lina non aveva perso le vecchie abitudini di combinare casini, da quel che vedeva! E lui non aveva perso l'insana abitudine di correre in suo aiuto ogni dannata volta!

Jack rispose all'occhiataccia di Gourry ma decise di fidarsi, per il momento. Chi fosse quel tizio non lo sapeva, ma se Lina gli dava retta probabilmente era un suo conoscente. Anche se, il fatto che indossasse una divisa della guardia, non lo lasciava troppo tranquillo... Beh, avrebbe chiarito più tardi quell'aspetto!

Con un balzo si alzò in piedi e in pochi istanti i tre furono nei corridoi, liberi.

Gourry li precedette, indicando loro la strada verso l'uscita. "Di quì!".

Jack osservò Lina, mentre correva. La ragazza pareva stupita, stranamente silenziosa, quasi non capisse nemmeno lei la logica degli eventi. "Hei, dobbiamo fidarci?" - le sussurrò.

La maga annuì, pensierosa. Il suo istinto gli gridava di sì! Al momento non ci stava capendo nulla, ma l'aiuto di Gourry era provvidenziale in quel momento. Più tardi, sarebbero arrivate le spiegazioni. Però si sentiva strana... Mai, MAI avrebbe pensato di rivederlo! Dal loro ultimo incontro, tutto era cambiato per lei. Era una persona diversa, con una vita diversa e modi di pensare profondamente cambiati... Era strano trovarsi faccia a faccia con lui, che era stato tanto importante per lei in passato. Lui che conosceva a memoria come le sue tasche la Lina irrefrenabile, isterica, istintiva, forte e combattiva... E aveva conosciuto anche una Lina più intima, più fragile... Si erano amati in una situazione completamente sbagliata allora, in un modo che avrebbero dovuto evitare entrambi! Ora era facile capire gli errori di tre anni prima, capire il perchè di quelle scelte folli, perchè Gourry fosse così cambiato dopo il matrimonio con Madeline, capire come uscirne. Certo, se tre anni prima lei avesse avuto la saggezza e la maturità che ormai possedeva, forse le cose sarebbero andate diversamente per tutti... E ora, che sarebbe successo? Come doveva comportarsi con lui? Gourry probabilmente, incontrandola in quelle circonstanze probabilmente pensava che in lei nulla fosse cambiato, poteva credere di conoscerla ancora come una volta ma invece non sapeva niente. Nulla della Lina che era diventata, nulla della sua vita in quegli ultimi anni.

Svoltarono nelle vie che davano sul porto, verso i pontili dove erano attraccate le navi.

D'un tratto, un rumore di passi furiosi dietro di loro, li fece sussultare.

Gourry digrignò i denti. "Dannazione, ci hanno scoperti! Andiamo verso la spiaggia!" - intimò ai due.

Lina si voltò, notando in lontananza un drappello di guardie che correvano dietro di loro. Erano ancora molto lontani ma probabilmente li avrebbero raggiunti in fretta, se non si fossero sbrigati a trovare un nascondiglio. Sarebbe stato troppo bello passarla liscia, ma evidentemente lei e Jack erano ben sorvegliati e la loro fuga non sarebbe passata inosservata per troppo tempo. Osservò Gourry davanti a lei. Lui rischiava più di tutti pechè se li avessero catturati, sarebbe stato incriminato per alto tradimento. E per un soldato, questo equivaleva a una sola cosa: pena di morte! "Cosa facciamo?" - gli chiese, sperando che lui avesse una soluzione.

Gourry si voltò verso di lei. "Alla spiaggia! Nella zona dove ci sono le scogliere, esiste una piccola grotta che non conosce nessuno! Quando c'è l'alta marea ci vado a nuotare e pescare ed è sempre deserto! Ora è asciutta, il mare è basso! Possiamo nasconderci lì finché le acque non si saranno calmate!".

Jack annuì. "E' lontana?".

Gourry scosse la testa. "Non molto! Ma dobbiamo sbrigarci a far perdere le nostre traccie! Ci dirigeremo agli scogli passando dai vicoli interni dell'area adiacente al porto, così li confonderemo! Quei viottoli sono un labirinto!".

Il pirata lo fissò, scettico. "E tu sapresti non perderti in quel labirinto?". Era inutile, di quella guardia non si fidava.

Lina lo affiancò, nervosa. "Certo che non si perderà! Fidati, lui sa quello che fa!". Ne era convinta, al di la di tutto! Che Gourry, come una volta, fosse capace di proteggerla, se ce n'era bisogno. Non sapeva se meritarselo ma dopo tanto, era bello provare una consapevolezza del genere, la sensazione che qualcuno si prendesse cura di lei.

In effetti Lina non si sbagliava. Gourry li fece correre a zigzag nei vari vicoli, in un percorso apparentemente senza senso. Ma la maga se ne accorse, non stavano girando intorno ma semplicemente, cercavano di confondere i loro inseguitori. E al contempo si avvicinavano agli scogli che delimitavano la spiaggia. Gourry pareva conoscere bene quei posti, sapeva dove svoltare, dove girare, dove dirigersi. Con la massima sicurezza!

E infatti, ben presto i loro inseguitori furono distanziati. Era notte, era buio e le strade erano deserte e questo aveva aiutato, certo. Ma senza Gourry, difficilmente sarebbero riusciti a sfuggire alle guardie.

Con una corsa forsennata giunsero alle scogliere. Gourry fece cenno di seguirlo e nel buio più totale scivolarono fra le roccie, correndo con fatica sopra la sabbia morbida della spiaggia.

"Di qua!" - intimò loro Gourry conducendoli in un labirinto di massi.

Lina gli corse accanto. Era senza fiato e fuori allenamento e Gourry e Jack correvano come forsennati, con le gambe lunghe che si ritrovavano. Certo, Jack correva in quel modo assurdo che davvero, non riusciva a guardare, ma era maledettamente veloce. "Gourry, manca molto alla grotta?".

Gourry scosse la testa, continuando a correre nell'oscurità. "No tranquilla, siamo arrivati!".

Lasciandosi alle spalle il mare, si addentrarono dove le roccie erano più alte e aguzze e finalmente, quasi mimetizzata dai massi che la celavano a chi passava dalla spiaggia, comparve la grotta.

Lina se ne accorse subito, era un ottimo nascondiglio che non si riusciva a notare se non a pochi passi da esso. Protetto anche dalle alte maree che, quando arrivavano, ricoprivano tutta l'area che avevano percorso a piedi. Sorrise. Aveva fatto bene a fidarsi di Gourry, li aveva portati in salvo!

Anche Jack parve soddisfatto dalla soluzione trovata. "Ottimo, ottimo..." - sussurrò sparendo nella grotta, seguito da Lina e Gourry.

I tre si nascosero all'interno, lontani da ogni possibile occhio indiscreto e si sedettero per terra. Finalmente, potevano riprendere fiato!

"Siamo salvi!" - esclamò Lina, finalmente rinfrancata – "Dubito che quì ci troveranno!".

Jack la fissò, poi in cagnesco posò gli occhi su Gourry. Era ora di capire chi fosse quel tizio e magari di sfruttare la sua presenza in quel posto. "Già, non ci troveranno Lina! Ma se per sfortuna succedesse, possiamo usare quel biondino come ostaggio... Un capo delle guardie... La sua vita in cambio della nostra libertà!".

Lo sguardo di Gourry si fece sorpreso a quelle parole, mentre la sua mano raggiunse l'elsa della spada. Non sapeva chi fosse quel tipo e nemmeno in che rapporti fosse con Lina e il fatto che si trattasse di un pirata non lo lasciava tranquillo.

Lina si accorse del movimento di Gourry e si voltò furente verso Jack. Non voleva guai, non voleva lotte, non voleva nessun casino! Era stanca, affamata, infreddolita... E non avrebbe permesso a nessuno dei due di rovinare il primo attimo di pace dopo molte ore passate dietro le sbarre. "Jack, prova solo a pensarci un'altra volta, e io ti mollo quà! Dopo averti torturato con gli incantesimi più potenti che conosco... Lui è una persona fidata" – disse indicando Gourry – "e ci ha salvati! Lo conosco da molto e so che l'ha fatto solo per aiutarci, senza secondi fini! Inoltre, non ci provare a provocarlo... Ha messo la mano sull'elsa della spada e te lo assicuro, finiresti a fette prima ancora di accorgerti del suo attacco, se la sguainasse!".

Jack la squadrò, poi fissò nuovamente Gourry. Quindi sospirò, gettandosi a terra e calandosi sul viso il suo cappellaccio da pirata. "Ah, va bene! Quanto sei permalosa Lina, era solo un'idea nel caso le cose si mettano male! Tranquilla, se è tuo amico e dici che mi devo fidare, ok! Al massimo sfrutteremo la sua abilità con la spada se ce ne fosse bisogno!".

Lina sospirò. "Ti tengo d'occhio Jack...".

Il pirata le voltò le spalle, rannicchiandosi su se stesso. "Fai quel che vuoi, io ne approfitto per dormire!".

La maga alzò gli occhi al cielo. Dormire??? Come faceva a riuscirci, ovunque lui fosse??? Non ebbe nemmeno finito di formulare quel pensiero, che già il suo socio russava.

Imbronciata, si sedette a terra, stringendosi le spalle fra le braccia. Quel posto era umidissimo e si gelava! Con quell'abito blu e la gonna, era decisamente meno coperta rispetto a quando indossava i suoi abiti da viaggio!

"Lina, va tutto bene?".

La maga sussultò, quasi sorpresa dal sentire la voce di Gourry. Sembrava così irreale, quella situazione... Ora che Jack dormiva e il pericolo era lontano, erano soli... Dopo tanto tempo... Si sentì in imbarazzo. "Sì, tutto bene! Ho solo freddo!" - rispose frettolosamente.

Gourry la fissò, pensieroso. Poi si slegò il mantello, appoggiandoglielo sulle spalle. "Tieni, andrà meglio!".

"Gourry!?". Lina si voltò verso di lui, sorpresa da quel gesto. "No, non ce n'è bisogno, davvero!" - mormorò, facendo segno di volerglielo restituire.

Gourry le sorrise, sedendosi accanto a lei. "Lascia stare, non ho freddo! Ci sono abituato!".

Lina abbassò lo sguardo, nuovamente vinta dall'imbarazzo. Si strinse nel mantello, assaporando il calore che emanava. "Grazie...!".

"Lina, che sta succedendo? Perchè eri in prigione e chi è quello strano tizio?".

La maga sollevò lo sguardo, stupita dalla serietà e dalla pacatezza del tono di voce di Gourry. "Ah, stavolta non è colpa mia, non ho fatto niente! Almeno... recentemente!".

Lo spadaccino la fissò, perplesso. "Che... vuoi dire?".

La ragazza sospirò. "Beh, Seyruun mi odia! E il perchè lo sai anche tu, visto che eri con me quando ho lanciato quel Dragon Slave che l'ha quasi rasa al suolo sette anni fa!".

Gourry si grattò la guancia, pensieroso. "C'ero anch'io???".

Con un sospirò, Lina guardò al cielo. La memoria di Gourry non era migliorata molto, a quanto sembrava. "Sì... va beh, lascia perdere! In poche parole, sono tornata quì per affari e mi hanno arrestata, memore di quanto successo allora!".

"E lui?" - chiese Gourry, indicando il pirata che dormiva a pochi passi da loro.

Lina lanciò un'occhiata veloce a Jack. "Lui lo conosco da ieri! Mi ha contattata per chiedermi una collaborazione per trovare tesori nei mari del sud, oltre la barriera. E' un pirata che si è fatto soffiare la sua nave dal suo rivale e vuole recuperarla. Non combattendo però! E' alla ricerca di onore e gloria, di ricchezze. Vuole tornare a contare qualcosa, vuole che i suoi uomini tornino ammirati da lui, vuole dimostrare di essere il migliore! E visto che io ho la fama di ricercatrice di tesori, mi ha chiesto un aiuto. Se dimostrerà ai suoi uomini di essere capace di trovare nuove tracce, nuovi tesori, i più preziosi, di essere il pirata migliore dei sette mari, loro torneranno da lui e a quel punto insieme recupereranno la nave!". La maga si alzò, stringendosi nel mantello e camminando verso l'uscita, appoggiandosi poi a una roccia. Prese a fissare il cielo stellato, pensierosa. "Non è che questa proposta mi faccia proprio fare i salti di gioia perchè come sai, i pirati non mi sono mai piaciuti! Ma sono al verde e non posso che accettare. Le isole del sud, prima della barriera eretta mille anni fa dai demoni, erano solcate da grandi quantità di pirati e probabilmente brulicheranno d'oro! Questa missione potrebbe fruttarmi molto e al momento non ho moltre altre scelte se non accettare! Il piano prevede il furto di una nave dal porto di Seyruun e la partenza verso i mari del sud!".

"Non mi sembri convinta infatti!" - osservò Gourry – "Una volta invece, in un'avventura del genere ti saresti lanciata a capofitto!".

Lina sorrise tristemente, nell'oscurità. "Bah, è solo che solcare i sette mari con uno come Jack non mi lascia troppo tranquilla! E onestamente, non ho nemmeno troppa voglia di lasciare la penisola dei demoni...".

Gourry la osservò in silenzio. Poco prima, trovandola in quella cella, gli era sembrata tanto uguale alla Lina di tanti anni prima, scavezzacollo e attira-guai. Ora invece pareva diversa, più fragile, meno forte e meno determinata di allora. E infinitamente più adulta, più pacata nel modo di parlare, più propensa a valutare pro e contro di ciò che gli si presentava davanti. Sembrava così cresciuta, così una donna... "Sembri un pò fuori esercizio in effetti... Una volta un pò di umidità e l'idea di una nuova avventura non ti avrebbero scalfito minimamente, anzi..." - commentò, per alleggerire l'atmosfera.

Lina ridacchiò, continuando a fissare il cielo. "In effetti, SONO fuori esercizio! Era molto che non mi capitava di dormire all'addiaccio e di passare una giornata in prigione!". Poi però si voltò verso di lui, con sguardo interrogativo. "Gourry invece di parlare di me, mi spieghi perchè mi hai aiutata a fuggire?". Era molto, dall'inizio che voleva chiederglielo. Certo, loro in passato erano stati molto uniti ma perchè mai lui ora avrebbe dovuto rischiare carriera, onore e un lavoro sicuro per aiutare una persona che non vedeva da anni?

Gourry alzò le spalle. "Abitudine! Quando ti vedo nei guai, mi viene naturale... E ti conosco abbastanza per sapere che non puoi aver fatto davvero qualcosa di male a qualcuno e che quindi la cella non è posto per te!".

"Si ma... tu rischi molto ora..." - obbiettò Lina.

Gourry scosse la testa. "Ma no, figurati! Ho abbastanza prestigio quì, per non correre particolari rischi! Mi inventerò qualcosa e tutto si sistemerà, vedrai! Vivo a Seyruun da oltre un anno e quì mi stimano e rispettano tutti. Dopo la morte di Madeline sono tornato a casa nostra e ho fatto quello che dovevo. Ho fatto ammenda dei miei errori e ho cercato, seppur ormai tardivamente, di assumermi le mie responsabilità verso le nostre famiglie. Credevo che la cosa più difficile sarebbe stata trattare col padre di mia moglie ma lui non mi ha mai fatto colpe per quello che è successo. Ha sofferto e soffre ancora molto per la morte di Maddy ma credo che in realtà sapesse che in sua figlia c'era celato qualcosa pronto ad esplodere! E' stato lui a spingermi a partire dopo un pò, lui a spingermi a riprendermi in mano la mia vita. E così ho fatto! Ho lavorato come mercenario alcuni mesi e poi sono arrivato quì. Sono stato assunto prima come guardia e poi sono stato promosso a generale. Ho una casa modesta ma ci vivo bene e non mi manca niente... Sta tranquilla, andrà tutto bene per me! E poi, te lo dovevo... Tu tre anni fa mi hai aiutato e so quanto ti sia costato lottare per salvare Maddy e il mio matrimonio... Ho solo saldato il debito che avevo con te...".

Lina si strinse nel mantello, avvicinandosi a lui di alcuni passi. "Tu non mi devi niente! E io tre anni fa non ho salvato nessuno... Ho fallito allora e non ho salvato Maddy come ti avevo promesso!".

Gourry le sorrise. "Ci hai provato e di questo te ne sarò sempre grato. Ma la verità è che tu non potevi salvarla perchè lei non voleva essere salvata. Anzi no, lei voleva salvarsi, ma a modo suo! E l'ha fatto! Per quanto possa essere stato doloroso, Maddy ha preso la strada che voleva!". Lo spadaccino la fissò in viso. Lina sembrava stanca e assonnata. "Se non te la senti di partire e hai bisogno di soldi, posso aiutarti comunque...".

A quelle parole, la maga scosse con vigore la testa. "Non posso accettare ma ti ringrazio. Sono al verde, verde più profondo... E non potrei restituirteli... E poi, sono grande abbastanza per mantenermi da sola!".

Gourry annuì, capendo perfettamente i sentimenti di Lina. "Ok, come vuoi! Ma mi spieghi perchè...? Voglio dire, raramente ti ho vista a corto di soldi, sapevi bene come procurarteli, una volta...".

"Eheh..." - Lina abbassò il viso imbarazzata – "Diciamo che ultimamente sono stata un pò... pigra... Non ho lavorato ne cercato ingaggi per molto e alla fine le scorte di denaro sono finite! Tutto quì!".

Gourry parve perplesso. Era strano quel discorso, almeno per lei...

Fece per chiederle spiegazioni ma la voce assonnata di Jack li fece voltare entrambi.

"Hei spadaccino, perchè non ti unisci a noi? Non puoi certo tornare a casa dopo averci aiutato a scappare e ci serve qualcuno che ci aiuti nel nostro viaggio! Vi ho sentiti chiaccherare e tu fai al caso nostro!".

Gourry lo fissò, colto di sorpresa. Pensava dormisse! "Perchè non posso tornare a casa, scusa?".

Jack si alzò, dirigendosi verso i due. "Vedi, tu hai aiutato due prigionieri a fuggire! Mio caro, al comando ti aspettano solo per farti la pelle e credo che per te sia più consigliabile sparire per un pò, che stare quì! Giusto Lina?" - chiese, rivolgendosi alla maga.

La ragazza sussultò. Dannazione, ora che ci pensava meglio, Jack aveva ragione! Gourry non poteva tornare! Anche se era una persona stimata a Seyruun, il fatto di averli fatti scappare e di essersi fatti scoprire poteva diventare pericoloso per lui. "Beh... Gourry, lui ha ragione! Non ci ho pensato ma tu...".

Gourry sbiancò. Oh, non per il fatto di aver perso probabilmente il suo lavoro ma... navigare per mare??? Lui soffriva di mal di mare in maniera atroce!!! "N... no grazie! Non credo che potrei!".

Lina lo osservò. Gourry in quel momento era quanto di più stonato potesse entrare nella sua vita. Non c'entrava più niente con lei! Ma... l'opportunità di avere vicino un amico in quella situazione, un qualcuno su cui contare mentre intraprendeva quel viaggio non troppo voluto verso posti sconosciuti... Era una prospettiva che l'attirava... Non voleva intromettersi nella vita di Gourry di nuovo e si sentiva in colpa per il casino in cui si era cacciato a causa sua e di Jack... Però... Partire insieme a lui e non da sola con un pirata... "Vieni con noi..." - gli sussurrò. D'istinto, senza pensarci troppo su. In fondo, che aveva da perdere Gourry a Seyruun? E poi, tutto era diverso rispetto a tre anni prima. Le tensioni e il dolore parevano lontani, così come le incomprensioni... Avevano saputo crescere e avere a che fare con lui, chiacchierare con lui, era stato piacevole. Come una volta...

Lo spadaccino la fissò, sorpreso da quella richiesta. Viaggiare con Lina? Era un'ipotesi che non aveva contemplato. Ma ora, se le previsioni di Jack erano vere, era senza lavoro e ricercato da tutta la guardia cittadina! In fondo, perchè no? Con Lina, era sempre stato bello scoprire il mondo... "Beh...". Una strana leggerezza ed euforia si impossessò di lui, come non accadeva da tanto!

"Ci stai?" - insistette Jack.

Lina lo fissò, senza aggiungere altro.

Gourry annuì. "Ci sto! In fondo, perchè no?".

Jack sorrise soddisfatto. La sua nuova ciurma stava finalmente prendendo vita!






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Capitolo 3
*** Nell'immensità del mare ***


Eccomi quì, nuovo aggiornamento. Questo è un capitolo a cui tenevo molto e spero sia uscito bene. Si comincia a delineare qualcosa circa la trama, o quanto meno circa la vita di Lina. Spero mi sia venuto bene. Come sempre, commenti e critiche mi fanno solo che piacere :)

Alla prossima! E grazie per il sostegno, soprattutto tuo Raffy ♥




Nell'immensità del mare



Il mattino ha l'oro in bocca, dice un famoso detto... L'inizio di una giornata offre infinite possibilità come una buona colazione, una salutare passeggita, una nuova giornata di lavoro oppure... rubare la nave migliore, prima che i pescatori salpino per la loro abituale battuta di pesca.

Lina, Jack e Gourry erano rimasti rifugiati nella grotta tutta la giornata precedente per far calmare le acque dopo la loro evasione e per permettere a Lina di riacquistare i suoi poteri.

E ora se ne stavano rannicchiati in un vicolo stretto e sporco a ridosso del porto, indecisi su quale nave prendere... 'in prestito'...

"E allora Jack? Quale prendiamo?" - domandò Lina con urgenza. Aveva fretta di concludere, prima che venissero scoperti e tutto si incasinasse di nuovo! Le navi noleggiate al porto erano molte, sia piccole che grandi vascelli. Non se ne intendeva troppo di navi e aveva deciso di far prendere a Jack, sicuramente più esperto di lei e Gourry, la decisione su quale fosse l'imbarcazione più consona al viaggio che stavano per intraprendere.

Il pirata fissò le imbarcazioni. Era ancora molto presto e il porto era semi-deserto. Sarebbe stato un gioco da ragazzi prendere qualsiasi nave con i poteri di Lina. Certo, nessuna di quelle imbarcazioni era maestosa, bella e imponente come la sua Perla Nera ma alcune navi non erano niente male. Indicò a Lina un vascello di media grandezza, rosso e marrone. Non gigantesco ma nemmeno troppo piccolo. Solido e imponente quanto bastava per reggere alle intemperanze del mare aperto e, a giudicare dall'apparenza, con alcune cabine per riposarsi sotto coperta. "Quello!" - disse infine, convinto della sua scelta.

Lina annuì. "Non è male ma ce ne sono di più grandi!".

Jack scosse il capo. "Si, ma ho controllato i movimenti degli addetti ai carichi prima che il sole sorgesse. Su quel vascello c'è una grossa quantità di rum portata fresca fresca stamattina!".

"COSA???". Lina sentì nuovamente la voglia di fulminarlo con un Dragon Slave. Ah, quindi era questo il criterio di scelta usato per scegliere la nave dal GRANDE esperto di mare? E in fondo, perchè se ne stupiva? Ormai doveva cominciare a conoscerlo... "Jack, io NON voglio una nave carica di rum! Voglio una nave SICURA!!!".

"Oh, ma è sicura! Molto solida... E come ti ho detto, con buona scorta di provviste! Oltre al rum hanno caricato molto cibo! E inoltre, grande quanto basta per una piccola ciurma come la nostra, governabile meglio dei vascelli più grandi... Ti ricordo che siamo in pochi e una nave di grosse dimensioni è difficile da gestire, senza il numero sufficiente di marinai!".

"Oh...". Lina si accigliò stupita. Ok, rum a parte il discorso di Jack non faceva una piega... Aveva l'aria stralunata quel pirata, ma in fatto di navi e mare doveva sapere il fatto suo...

"Ok, come procediamo?" - chiese infine Gourry, rimasto in disparte e ancora stralunato dal cambiamento radicale che la sua vita stava avendo negli ultimi due giorni.

Jack si voltò verso di lui. "Esco per primo, allo scoperto e vedo di fare un pò di casino! Tu e Lina mi coprirete le spalle, pronti ad attaccare con gli incantesimi della tua amichetta! Raggiungeremo la nave, metteremo fuori gioco eventuali persone a bordo e io la manderò al largo!".

Lina sbuffò. "Che piano idiota! Troppi rischi di danneggiare la nave con la mia magia, se agissimo così! Possiamo fare prima e meglio, se lasci fare a me!".

"Che vuoi dire?" - chiese il pirata piccato.

Lina sorrise. "So volare! Con la levitazione sorvolo il porto, lancio qualche incantesimo che faccia accorrere tutti nella mia direzione e voi prenderete la nave! Vi raggiungerò volando quando sarete al largo!".

Jack annuì. "Uhm, buona idea!".

La maga si voltò verso di lui. "Ovvio! E' mia!".

Dietro di loro Gourry sorrise. In fatto di tattica e attacchi, Lina non aveva perso il suo smalto, negli anni...

Lina diede una veloce occhiata al porto. Ok, una piccola palla di fuoco a qualche centinaio di metri dalla nave scelta andava bene. Non danneggiava l'imbarcazione su cui avrebbero viaggiato e avrebbe comunque allontanato quella massa di marinai dal punto in cui sarebbero salpati. In un attimo fu in volo e dopo due secondi, nel porto era già scoppiato un parapiglia assurdo. Tipico delle azioni messe in atto da Lina Inverse...

Come d'accordo la maga fece esplodere alcune palle di fuoco nella zona a sud del porto, facendo accorrere marinai e guardie portuali. E fissando tutti dall'alto soddisfatta! Un gioco da ragazzi!

Approfittando dell'assenza di guardie o uomini di mare a presidiare le navi, Jack e Gourry corsero verso il loro vascello. Come da previsioni, la nave era deserta, dopo che era stata caricata di provviste. E le persone sul molo erano impegnate a inseguire Lina Inverse la strega... Il pirata raggiunse il timone e in un attimo salparono.

Gourry fissò Lina che in volo si divertiva come una matta a farsi inseguire dai marinai, terrorizzati da quelle esplosioni a catena. Lo spadaccino sorrise nuovamente... Stava facendo un gran macello, come ai vecchi tempi!

Dal canto suo, Lina osservò la scena dall'alto. Vide la nave prendere il largo, con Jack al timone. Beffardamente salutò i marinai e poi in volo raggiunse il vascello e i due compagni di viaggio!

L'avventura cominciava!


...


Gourry se ne stava seduto sul ponte della nave, con la schiena appoggiata al parapetto, l'aria visibilmente sofferente a causa del mal di mare che stava arrivando inesorabilmente... Fissò Jack, felice come un bambino, al timone della nave, finalmente in pace col mondo. "Lina, sei davvero sicura che possiamo fidarci di quel tizio?" - chiese alla maga, seduta accanto a lui. Jack lo conosceva poco niente ma non gli aveva fatto chissà quale grande impressione, per quanto concerneva intelligenza e serietà.

Lina fissò pensierosa il pirata che governava sapientemente la nave su cui ormai erano imbarcati da qualche ora. "Mh, all'apparenza sembra un perfetto idiota Gourry, è vero! Ma non so... quando parla della sua nave, del mare.... Sembra un altro! Una persona diversa, che sa quello che vuole, che lotta per ottenerlo e che sa usare il cervello per questo! Il mio istinto mi dice di fidarmi delle sue doti di navigante e per una volta ho deciso di farlo. Stando attenta comunque al fatto che non mi tiri giochi mancini, rimane sempre e comunque un pirata!".

Gourry sbuffò. "Se lo dici tu!" - commentò fiaccamente, spossato dagli spasmi che sentiva allo stomaco.

La maga lo fissò accigliata. "Gourry, sei sicuro di poter reggere?".

"Beh, di mal di mare non è mai morto nessuno, no?" - commentò lo spadaccino, non troppo convinto di quel che diceva.

Lina si incupì, preoccupata. "Beh, credo di no... Ma comunque, se peggiori, vedo di inventarmi qualcosa per risolvere o alleviare il problema!".

Gourry la fissò, ringraziandola con un cenno del capo. Pareva pensierosa, un pò incerta... Al porto era stata la fenomenale maga di un tempo ma una volta salpati, pareva essere diventata preda di mille ripensamenti. Non lo diceva apertamente ma... non sembrava ancora pienamente convinta di quel viaggio, benché avesse appena dichiarato il contrario. La conosceva bene, sapeva interpretarne i pensieri anche senza parole, ancora, anche dopo tanti anni di lontananza... Anche se sembrava così diversa dalla ragazza che aveva salutato in quel bosco tre anni prima... Lina indossava ancora l'abitino blu con cui l'aveva vista in prigione, un abbigliamento che le stava bene ma che era tanto inusuale per lei un tempo. "Lina... hai intenzione di viaggiare per mare vestita così?" - chiese, stranito.

"Oh!?". Lina si guardò. Ahhh, vero! Non era un abbigliamento adatto a lei e nemmeno al tipo di viaggio che si apprestava a fare! Se n'era completamente scordata, con tutti i macelli degli ultimi giorni! Fissò Jack al timone. "Hei, pirata! Che tu sappia, sotto coperta ci sono abiti con cui cambiarmi?".

Il pirata si voltò verso di lei. "Credo di si, c'è un baule pieno di stoffe giù nel magazzino!".

Lina si alzò. "Ok, vado a vedere se trovo qualcosa di più adatto a me!".

"Aspetta!" - la richiamò Jack, lasciando momentaneamente il timone e avvicinandosi a Lina e Gourry.

"Cosa c'è?" - chiese la maga, incuriosita.

Jack squadrò i due compagni di viaggio. "Dobbiamo organizzarci, questa nave ora è la nostra casa e va curata, pulita e conservata al meglio! Ora, io sono il capitano e...".

"E chi l'ha detto che sei il capitano, scusa?" - chiese Lina in tono piatto.

Jack le strizzò l'occhio. "Volete governarla voi questa nave? Ne siete capaci?".

Ahhh, il maledetto! Lina lo fulminò con lo sguardo. Colpita e affondata... "Ok, come vuoi organizzare il viaggio?" - disse, cambiando argomento per non ammettere di non saperne un accidenti ne di navi ne di mare.

Jack annuì. "Dunque, le cose fondamentali sono la pulizia del pontile e il cibo. Lina, sei donna, quindi le pulizie serali della nave spettano a te!".

"COSA???". Gli occhi di Lina presero a sprizzare fiamme e fuoco. Quel... quel brutto, cafone maschilista!!!

Gourry, temendo un macello che facesse ondeggiare ulteriormente la nave, si alzò di scatto, bloccando il tentativo di strozzamento di Lina ai danni di Jack. "No, ferma! Ok, faremo a turno io e Lina a gestire pulizia e cucina, un giorno io e un giorno lei!" - disse a Jack lanciandogli occhiatacce, sperando di calmare gli animi.

Jack lo squadrò. Bah, un uomo che cucinava e faceva le pulizie? Strano tipo quel Gabriev... Strana e vagamente isterica anche la maga... Ma... "Va beh, contenti voi..." - li liquidò con un'alzata di spalle.

Lina fulminò Gourry. Al divolo, perchè l'aveva fermata? Un calcione nel sedere di Jack l'avrebbe resa più serena e soddisfatta... "A turno..." - mugugnò, solo perchè lo spadaccino era sempre più pallido.

Si voltò poi verso il pirata, imbronciata. "Ok, c'è ancora una cosa che non ci hai spiegato? Che rotta hai intenzione di prendere?".

"Oh, già!" - esclamò Jack entusiasta, incurante dello sguardo omicida di Lina. "Vero, un aspetto non ancora affrontato! Dobbiamo dirigergi verso Tortuga! Isola splendida e la più sviluppata fra quelle oltre la barriera! Gabriev, posto spettacolare! Pieno di bordelli, ci sarà da divertirsi!".

Lina lo fissò, sempre più furente. Bordelli??? Guardò Gourry, vagamente imbarazzato, poi tornò a concentrarsi su Jack, sempre più furiosa. "Scusa, ma i tesori, ritrovare la tua nave e le altre cavolate che mi hai propinato al porto? Non mi avrai trascinata quì per scortarti mentre cerchi divertimento con le donnine a pagamento, spero?".

Jack scosse la testa. "Ma no, le donne sono solo un contorno! A Tortuga ci aspetta un altro membro dell'equipaggio, da caricare a bordo! La persona che mi ha messo sulla tua strada Lina, dicendomi di contattarti perché eri adatta a me e a quello che cercavo!".

Lina si fece pensierosa. Era vero, Jack le aveva spiegato, quando si erano conosciuti, che era stata sponsorizzata da un amico comune ma poi con l'arresto e il casino che ne era seguito, non gli era più venuto in mente di approfondire la cosa. "Jack, ma chi ti ha parlato di me? Chi ti ha detto che avrei potuto aiutarti? Alla fine, non me l'hai mai detto!".

Il pirata la fissò, ridacchiando. "Un mio vecchio caro amico, Daryl Dancan, mi ha detto che tu fai proprio al caso mio. Lo conosci, vero?".

"Ahhh!". Gourry deglutì, preso alla sprovvista e stupito di sentire nominare nuovamente quel nome. Quei giorni erano pieni di sorprese e di ritorni al passato. Era stato felice di rivedere Lina, ora era MENO felice di risentire il nome di Daryl Dancan, che credeva scomparso dalla vita della maga da tanto e per sempre. E invece... Fissò Lina per scrutarne la reazione. La maga fissava Jack a bocca aperta, incredula ma anche stranamente tranquilla. Non pareva turbata o altro, solo stupita e forse vagamente irritata. Una volta in una situazione del genere avrebbe sprizzato fuoco e fiamme, ora invece la reazione era decisamente più posata. Come se il nome di Daryl non le suscitasse più alcuna emozione e fosse solo un ricordo lontano e di poco conto...

La maga ticchettò nervosamente le dita sul parapetto della nave. "Daryl Dancan è?". Ora che ci pensava, tre anni prima, quando si erano separati, in effetti lui le aveva raccontato di amicizie fra i pirati... Accidenti, sperava di non averlo mai più fra i piedi quell'imbecille!!! NON voleva, non voleva, non voleva!!! Se fosse stata più vicina alla costa, in volo avrebbe fatto dietro front... Non perchè gliene importasse qualcosa, ma venire coinvolta in una missione da Daryl, a sua insaputa, la irritava terribilmente. Per il resto, l'avventuriero le era ormai completamente indifferente, tanta acqua sotto i ponti era passata e lui era un vago, non troppo felice ricordo che non la toccava più di tanto. Ma dubitava di riuscire ad argomentare con Jack sui tanti motivi che potevano spingerli a lasciar perdere Daryl, erano amiconi del cuore a quanto pareva. E inoltre, lei aveva bisogno di soldi. E quindi se lo sarebbe dovuta sorbire!

"Ehm... Lina?" - la richiamò Gourry alla realtà.

La maga scosse la testa. "Questa dev'essere la punizione divina di LON per essere andata a letto con lui... Non ho altra spiegazione!".

Lo disse con leggerezza, a modi battuta e Gourry non poté fare a meno di sorridere. Non c'erano particolari tensioni in quel momento e le liti fra lui e Lina a causa di Daryl ormai non erano che ricordi lontani...

La maga si voltò verso il pirata. "Jack, sappi che ti ODIO! E che odio Daryl!". Disse solo quello, non voleva assolutamente sapere cosa gli avesse raccontato il cercatore di tesori circa i loro rapporti di tre anni prima... Meglio non indagare!

Jack sbuffò. "Sta seguendo nuove rotte, sai che è un cercatore di tesori, no? Le rotte a sud sono sconosciute anche a lui e gli serviva qualcuno a cui aggregarsi! Ovvio, dopo Tortuga viaggeremo un pò alla cieca, non essendoci ancora mappe nautiche aggiornate sulle nuove rotte... Ma se a Tortuga riesco ad assoldare qualche esperto di rotte, insieme a Daryl, come ti dicevo quando ci siamo conosciuti, potremo redigere nuove piante e mappe di navigazione e fare soldi anche con quelle! Quei territori sono inesplorati, c'è tanta gente che vorrebbe avventurarsi laggiù ma non sa da che parte girarsi! Se avessero delle rotte invece, insieme a piantine aggiornate... A Tortuga dovremo darci da fare per ingrandire adeguatamente la nostra ciurma, in pratica!".

Gourry fissò il pirata, pensieroso. E una lampadina gli si accese nel cervello! Lui l'isola di Tortuga l'aveva già sentita nominare perchè... "Io conosco qualcuno a Tortuga che può fare al caso nostro!".

Lina e Jack si voltarono verso di lui, stupiti. "Davvero?" - chiese la maga, incuriosita.

Gourry annuì. "Certo! Sapete, al mio arrivo a Seyruun, l'anno scorso, all'inizio sono stato ingaggiato come guardia del corpo dal governatore locale, affinché vegliassi sull'incolumità di sua figlia, Alix De Guille. Alix è una donna di circa venticinque anni molto in gamba e già a Seyruun, quando l'ho conosciuta, collaborava con la marina e disegnava mappe di navigazione! Circa sei mesi fa, stanca della vita da nobile che conduceva a Seyruun e per essere più libera dal controllo paterno, si è trasferita a Tortuga, proprio per poter ampliare le sue conoscenze. Credo che se sapesse del nostro viaggio, sarebbe ben felice di darci una mano!".

Lina guardò Gourry storto. La figlia del Governatore di Seyruun è?...

Jack invece reagì con entusiasmo. "Ma bravo il mio biondino! Vedo che punti alto, chi l'avrebbe mai detto?! La figlia del governatore ahahah... "Ottimo Gourry! Appena arriveremo a Tortuga, tu ti metti sulle sue traccie, mentre io cerco Daryl!".

Lina incrociò le braccia al petto, imbronciata e vagamente irritata. Daryl... E ora questa Alix... Al diavolo! Non sapeva perchè, ma le giravano incredibilmente le scatole! Guardò di sbieco Gourry... Per tre anni non si erano visti! Ed ora era palese che entrambi non sapevano tante cose l'uno dell'altra...

"Ma è carina, questa Alix?" - insistette Jack.

Gourry ridacchiò, non capendo appieno – o fingendo di non capire – dove Jack volesse andare a parare. "Eheh... Beh, direi che è una bella donna!".

"Si, ma ti interessa?" - chiese ancora il pirata.

Gourry spalancò gli occhi. ORA capiva! "Ehm... no! Ma figurati, è la figlia del Governatore, ho lavorato per dei mesi per suo padre!".

Jack annuì, soddisfatto, tornando verso il timone della nave. "Ottimo, ottimo...".

Gourry si appoggiò al parapetto, sempre più bianco. La conversazione l'aveva momentaneamente distratto dal suo mal di mare, ma ora il suo stomaco tornava a farsi sentire.

Lina lo fissò, sbuffando. "Vai a stenderti..." - disse, in tono fiacco.

Gourry annuì, non riuscendo bene a interpretare il malumore della maga. "E... tu? Che farai?".

La maga alzò le spalle con noncuranza. "Vado a cercare qualche vestito più comodo da mettermi!" - disse, sparendo sottocoperta di controvoglia. Non aveva voluto fare quel viaggio, non se l'era sentita dall'inizio! E ora aveva ancora meno voglia di proseguirlo! Ma ormai era tardi, non poteva tirarsi indietro e nemmeno tornare a Seyruun. Era irrita, verso Jack, Daryl e forse anche verso questa misteriosa amica di Gourry... Non ne capiva il motivo ma era così, punto!

Gourry sbuffò e poi in silenzio la seguì, pronto a coricarsi un pò e sistemare almeno la faccenda del mal di mare.


...


Era ormai sera tardi e tutto era buio e scuro. Il mare era placido e tranquillo e Jack era ormai rintanato sotto coperta, probabilmente a cenare.

Gourry doveva essere ancora ko nella sua stanza e Lina alla fine era stata costretta a fare essa stessa le pulizie del ponte. Si era cambiata d'abito, indossando ora una più comoda canotta nera aderente e dei pantaloncini corti che le lasciavano libertà di movimento. Si sentiva decisamente più a suo agio e anche il malumore del pomeriggio era ormai passato.

Si appoggiò al parapetto, assaporando il silenzio, la pace e il rumore delle onde che si infrangevano contro la nave, osservando soddisfatta scope e stracci che, per effetto di un suo incantesimo, pulivano da soli la nave, muovendosi come se fossero manovrati da qualcuno. Rilassante modo di fare le pulizie, aveva fatto bene ad ampliare le sue conoscenze nelle arti magiche, includendo anche incantesimi non di attacco...

Si voltò poi verso il mare, gustando quel momento di solitudine. Aveva bisogno di stare sola, da tanto. Per riflettere e pensare, dopo gli avvenimenti concitati degli ultimi giorni. Lina fissò distrattamente le onde... Il buio della notte e il chiarore delle stelle rischiaravano quel blu cupo, colorandolo di mille tonalità che cambiavano continuamente forma e colorazione. Il mare era calmo, tranquillo, pareva quasi addormentato... E osservandolo, sul volto della maga comparve un sorriso triste. Con la mano tirò fuori da sotto la maglietta il ciondolo che teneva al collo, stringendo fra le mani il piccolo diamante rosso incastonato in esso. Non permetteva a nessuno di vedere, di toccare quel suo piccolo tesoro e quando Jack, in prigione, l'aveva notato, era stata colta alla sprovvista e aveva liquidato la faccenda con poche, secche parole. Osservò di nuovo il mare che placidamente accompagnava la loro traversata e una lacrima scese sul suo viso. Portò il diamante alle labbra, baciandolo piano. "Vorrei che tu fossi quì... Mi manchi... amore mio..." - sussurrò in una piccola confessione che mai nessuno avrebbe potuto udire – "Mi sto imbarcando in un'avventura con un pirata imbecille che probabilmente finirà per farmi cacciare nuovamente nei guai e con un uomo che, se non sto attenta, finirà di nuovo per sconvolgere la mia vita. E tu... non sei quì con me...". Il suo sguardo si perse nell'immensità del mare, nel rumore delle onde che accompagnavano il loro viaggio, nel chiarore della luna. Un amore lontano... Non avrebbe mai creduto di trovarsi in quella situazione... Non avrebbe mai creduto che partire l'avrebbe annientata a quel modo...

Si asciugò le lacrime con il braccio. Che faceva? Piangere non sarebbe servito a nulla, non avrebbe risolto nulla! Si sentiva persa, sola, senza un appiglio. Ma frignare come una bambina non avrebbe portato a nessun risultato. Era in ballo ormai e non poteva certo tirarsi indietro come una mocciosa, a quel punto!

Un rumore sordo la fece sussultare. Colta di sorpresa, si voltò verso le scale che portavano alle stanze sottocoperta e vide Gourry bianco come un cencio, abbandonato contro lo scorrimano. A quanto pareva, non stava meglio e doveva essere salito a prendere un pò d'aria. Ma la domanda era... Da quanto tempo era lì? L'aveva vista piangere? Con un gesto veloce nascose nuovamente sotto la maglia il ciondolo e poi, d'istinto e preoccupata, gli corse incontro. "Gourry, ma che ti prende? Perchè ti sei alzato?" - esclamò, inginocchiandosi accanto a lui.

Lo spadaccino chiuse gli occhi, dilaniato dal mal di mare e dall'emicrania. "Ho bisogno d'aria... Sto malissimo!".

Lina sbuffò. Di bene in meglio! E il mare era pure tranquillo, cosa sarebbe successo se si fosse scatenato un temporale? "Vieni, ti riaccompagno nella tua camera e ti preparo qualcosa per farti stare meglio!".

Gourry annuì e la osservò di sfuggita. Quando era giunto sul ponte l'aveva vista, nonostante stesse da cani, appoggiata a quel parapetto... Sembrava triste e... in lacrime... Piangeva e stringeva fra le mani qualcosa, un ciondolo che teneva al collo, forse... Ne era sicuro! O aveva visto male? Lina che piangeva era quasi un'eresia, dopo tutto! Magari se l'era solo sognato ma da quando l'aveva rincontrata, aveva avuto la sensazione che Lina nascondesse qualcosa, che non fosse serena o felice ma al contrario fragile e quella sera ne aveva probabilmente avuto la conferma, se ci aveva visto giusto. La conosceva dannatamente bene dopo tutto... Ma sapeva anche che se Lina non voleva parlare di qualcosa, difficilmente gli avrebbe estorto delle parole, se gli avesse chiesto. Osservò quindi, facendo finta di nulla per il momento, la scena sul pontile. Scope e ramazze parevano aver preso vita... "M... Ma Lina?" - disse, indicandole.

La maga ridacchiò. "Faccio le pulizie, come ha detto Jack! A modo mio... E ora sul alzati e fatti riaccompagnare in camera tua!" - ordinò prendendolo per la vita e aiutandolo a tirarsi su.

Gourry annuì, rimettendosi in piedi. "Wow... Allora domani, quando sarà il mio turno – se il mal di mare non mi avrà ucciso – potresti aiutarmi e fare lo stesso giochetto!".

Lina scosse la testa, vagamente divertita. "Scordatelo! La magia costa fatica mio caro!" - esclamò, accompagnandolo giù per le scale.

Gourry sospirò. "Sei una donna crudele, sai?". Si sentiva sollevato nonostante tutto... Ora Lina sembrava più serena, dopo lo scambio di battute fra di loro.

Lina ridacchiò. "E tu sei un disastro!" - osservò, riferendosi al suo mal di mare.

Accompagnò Gourry fino alla sua minuscola stanza e lo aiutò a coricarsi sul letto. "Aspetta un momento, ti preparo una bevanda che ti aiuterà a stare meglio".

Lo spadaccino annuì, sistemandosi meglio sul cuscino e chiudendo gli occhi per trovare sollievo dall'oscurità. Sentì Lina andare e venire dalla sua camera e poi armeggiare sulla sua scrivania ma non ce la faceva a chiederle cosa stesse facendo... Probabilmente si trattava di qualche intruglio magico dal – sperava – buon sapore.

Dopo qualche minuto, Lina si sedette sul letto accanto a lui. Osservò Gourry, bianco come un cencio e con la faccia sempre più sofferente. "Su, bevi questo, ti sistemerà un pò lo stomaco e ti aiuterà a dormire!" - disse, porgendogli una tazza fumante che emanava un forte profumo di liquirizia e anice.

Gourry aprì debolmente gli occhi. "Stare meglio? Lina, io mi sento che morirò!".

La maga gli lanciò un'occhiataccia. "Gourry, è SOLO mal di mare, non sei moribondo e ti assicuro che non morirai per questo! Fra l'altro, poco fa Jack ha detto che presto ti abituerai alla navigazione e starai meglio e credo che dovremmo credergli, visto che è il suo campo. E ora, bevi questo decotto, l'ho preparato per te! E' fatto con radici di liquirizia, menta e anice, trattate con la magia e ti rimetteranno in sesto!".

Gourry la fissò in quell'insolita veste da guaritrice che mai gli era appartenuta. Evidentemente, negli anni aveva esplorato nuovi campi della magia... "Come sei gentile! A dispetto di quello che dici, sono grave, vero?".

"NOOOOOOO! Ma sei insopportabile!!! E ora BEVI, per favore Gourry!!!".

Lo spadaccino prese in mano il bicchiere con la tisana bollente. "Mi passerà davvero?" - chiese, poco convinto.

Lina annuì. "Starai meglio. So che è una rottura il mal di mare e che si sta male da cani! Mi spiace che tu stia poco bene e mi sento anche in colpa perchè siamo stati io e Jack a coinvolgerti in questa faccenda" – aggiunse in tono più gentile e dolce – "Quindi per favore bevi! Se starai meglio, io mi sentirò più sollevata e meno in colpa!".

Gourry spalancò gli occhi. "Sei... sei preoccupata per me?".

Lina sorrise, dolcemente. "Beh, un pò si, è normale! Sei mio amico dopo tutto...".

Gourry annuì, assaporando il sapore della tisana preparata da Lina. Era buona, dal sapore intenso e piacevole... Uno strano torpore unito a un meraviglioso senso di benessere si impossessarono di lui quasi all'istante, forse a causa della magia con cui era stata trattata quella bevanda. "Oh si, sono tuo amico... E anche tu sei la mia migliore amica, lo sai? O almeno... una volta...".

Lina lo guardò, stupita da quelle parole. Forse Gourry era quasi nel mondo dei sogni, forse non si rendeva nemmeno troppo conto di quello che diceva ma... era bello sentirsi dire certe cose. Il loro rapporto aveva attraversato tempeste terribili e nonostante tutto erano stati capaci di ritrovarsi ancora, anche se in una situazione totalmente diversa. "Beh, che vuol dire una volta? Spero di non aver perso il mio scettro di migliore amica, in questi anni!" - sussurrò piano, baciandogli la fronte, mentre gli rimboccava le coperte.

Gourry annuì, quasi addormentato. Sentiva la voce della maga lontana... "Lina... tu sei cambiata... Sei dolce e gentile... Anche una volta lo eri ma lo nascondevi sempre... Ora invece no... Però a volte adesso... mi sembri anche un pò...". Voleva dire triste... Ma, vinto dal sonno, non ci riuscì. E si addormentò serenamente.

Lina rimase ferma a fissarlo per alcuni istanti, colpita dalle sue parole e per il modo in cui, ancora una volta, Gourry era riuscito a guardarla dentro, a percepire tante cose di lei non dette e che aveva cercato di nascondere. Il suo viso si incupì e sorrise tristemente. "Hai ragione Gourry, sono cambiata! Tutto è cambiato e come sempre, ci hai visto giusto...". Era incredibile quanto quel biondo spadaccino, nonostante i tanti anni di lontananza, ancora la conoscesse bene.

Si fermò per alcuni istanti a fissarlo mentre dormiva, per accertarsi che stesse bene e alla fine, stancamente, si avviò alla porta per andare nella sua stanza a riposare un pò.

Ma una volta nel corridoio, i suoi piani furono nuovamente interrotti a sorpresa da Jack che, appoggiato alla parete, la stava evidentemente aspettando.

"E allora, il nostro spadaccino è ancora preda del mal di mare?" - chiese il pirata senza giri di parole.

Lina sospirò. "Già, è uno straccio! Gli ho preparato un decotto e spero che lo faccia stare meglio perchè non so davvero, in caso contrario, come farebbe a continuare la navigazione".

Jack alzò le spalle con noncuranza. "Oh, tranquilla! Come ti ho detto, si abituerà presto al dondolio del mare! Non starà male per sempre, fidati!".

La maga lo fissò, scettica. "Sarà... Ma cambiando discorso, che ci fai quì? Aspettavi me?".

Jack annuì, poi si avvicinò d'impeto a lei prendendola per il polso e trascinandola su, sul ponte della nave. "Si, aspettavo te! Devo parlarti e aspettavo che fossimo soli!".

"Che?". Lina fu colta da panico... Da soli PER COSA??? "Ehm... Jack, mi spieghi!".

Jack non rispose subito. La trascinò sulla poppa della nave, indicandole poi, una volta giunti, l'infinito blu che li circondava. "Cosa vedi?" - chiese, semplicemente.

La maga si appoggiò al parapetto, interdetta e assolutamente confusa dallo strano comportamento del pirata. "Vedo... il mare... E allora?". Davvero, non capiva...

L'uomo scosse la testa. "No, non è SOLO acqua, il mare è molto di più!".

"Non riesco a capirti Jack, cosa stai cercando di dirmi? Cosa dovrei vedere?" - insistette Lina.

Il pirata osservò l'immensità dell'oceano che si stagliava davanti a loro. Era notte, le acque erano calme e placide e il blu del mare si confondeva con quello del cielo. "Ti sto facendo questo discorso perchè tu... non mi sembri molto convinta di questo viaggio che stiamo facendo... E vorrei farti vedere le cose da un'altra prospettiva. Il mare non è solo acqua ma è soprattutto vita, è adrenalina, è emozione pura oppure anche calma piatta come stasera. Non è mai uguale a se stesso, ogni giorno offre qualcosa di nuovo. Nasconde infiniti misteri sotto la sua superficie e creature dai mille colori e dai mille aspetti. Un giorno il mare sembra calmo e tranquillo, quasi amico... E in poche ore può scatenare la sua furia che, a potenza, non è seconda nemmeno al più potente dei tuoi incantesimi. Il mare nasconde conoscenze perdute, mondi da esplorare e conoscere, sa essere affascinante ma anche implacabile, quando è arrabbiato. Il mare è fascino, forza, la vera essenza della vita... Ci hai mai pensato? O sei una delle tante persone che pensano che sia solo acqua? Tu da questa avventura puoi ricavare molto. Oro e denaro, certo! Ma anche infinite nuove conoscenze, posti nuovi da esplorare, cose nuove da imparare...".

Lina rimase immobile, a bocca aperta, a fissare Jack con occhi nuovi. Non era solo un pirata imbecille, era anche altro... Il suo istinto ci aveva visto giusto, se c'era qualcuno con cui esplorare quei mari sconosciuti, quello era Jack Sparrow! Per questo aveva accettato, nonostante tutto! E quello che le aveva appena detto... denotava grande amore per quella vita fra le onde e grande conoscenza del mare. E soprattutto rispetto per esso, grande rispetto... Non aveva mai pensato in effetti, al mare, in quei termini e ora che lui glielo faceva notare, quell'avventura le proponeva nuove, infinite aspettative. Sorrise. "Si, credo che tu abbia ragione e che io non abbia mai pensato a questo viaggio in questi termini. E ti ringrazio perchè ne avevo bisogno... Ma... perchè mi stai dicendo queste cose? Ormai sono quì, non posso tornare indietro...".

Jack fissò distrattamente l'orizzonte con un'espressione stranamente seria. "Vedi, tu non sei la prima donna con cui ho solcato i mari. Ho conosciuto, un pò di tempo fa, una ragazza che ti somigliava molto per carattere. Grande forza, grande coraggio, una vera piratessa... Grandi aspettative, poteva avere tutto, diventare tutto col suo carattere, con le sue capacità... La condizione di nobile non le si addiceva per niente, le era stretta, lei aveva il cuore di un pirata. Il suo nome è Elizabeth Swann e ai tempi era una forza della natura, come te...".

"E allora?" - chiese Lina, incuriosita da quella storia.

Jack scosse la testa. "Aveva però, come te, un punto debole... L'amore... E per amore ha rinunciato a tutto... Non fare lo stesso errore Lina, tu vali molto e lo sai!".

A quelle parole, Lina arrossì di colpo e il suo sguardo si indurì. "D... di cosa parli?". Il bel discorso stava prendendo una brutta piega...

Jack fece un sorrisetto impertinente. "Eheh, del tuo ciondolo! E' un pegno d'amore quello, non sono tanto stupido da non essermene accorto, in prigione, quando l'ho visto. E lo collego al tuo malumore nel partire. Dammi retta, se ti ama, ti aspetterà... Chiunque lui sia!".

Lina lo fulminò con lo sguardo. Odiava che qualcuno si intromettesse nella sua vita privata! E a quanto pare il suo amico pirata era dannatamente un buon osservatore! "Jack, ascolta" – disse seria, per mettere subito le cose in chiaro – "Se vuoi andare d'accordo con me, impara una cosa: io odio parlare della mia vita privata e non lo faccio mai! E non mi piace nemmeno immischiarmi in quella degli altri. Ragion per cui, finita questa conversazione, di questa faccenda non voglio più parlarne, ne con te, ne con nessun altro!".

"Colpita e affondata allora! Ci ho visto giusto?" - insistette Jack.

Lina sbuffò, affondando il viso fra le braccia, appoggiata al parapetto. "Jack... tu non sai nemmeno di cosa parli... Lascia stare!" - disse, tristemente...

Il pirata le si mise a fianco. "Forse no! Ma ricorda che chi ti ama davvero, ti aspetterà al tuo ritorno. Se sa quello che vali, ovvio!".

Lina fece un sorriso triste. No, le cose non stavano esattamente come intendeva Jack ma di certo non si sarebbe messa a spiegargli la sua vita e perchè si sentisse tanto giù... Decise di cambiare argomento, imbarazzata dai toni che aveva preso la loro conversazione. "Il mare è conoscenza e vita è?".

"Esatto!".

Lina annuì. "Quella Elizabeth, che fine ha fatto poi?".

Jack sospirò. "Storia un pò lunga... Ora ha un figlio e vede ogni dieci anni il suo amore perduto...".

"Oh...". Lina lo fissò, stranita. Che storia strana... Ma decise di non indagare oltre, non erano affari suoi e d'istinto decise che non era meglio sentire una faccenda che si preannunciava abbastanza tragica. Non c'era motivo di proseguire oltre quella chiaccherata imbarazzante per lei. "Vado a dormire ora Jack, sono stanca! E da domani, per favore, di me e del mio ciondolo non voglio parlarne mai più!".

"Come vuoi!" - ribatté Jack – "Ma se accetti un consiglio, se sei tanto giù, fatti un bel pianto e poi finiscila lì! Vedrai che poi starai meglio...".

Lina lo fissò, senza sapere bene cosa rispondere. Piangere... Lo aveva fatto già innumerevoli volte a dire il vero... E non era servito a niente! "Grazie per la chiaccherata Jack..." - concluse frettolosamente per chiudere il discorso, senza aggiungere altro. Non aveva voglia di parlare dei suoi sentimenti, non con lui e nemmeno con Gourry. Ma apprezzava il discorso sul mare che Jack gli aveva fatto. Metteva tutto, pirata compreso, sotto una luce nuova.

Arrivò alla sua stanza e si buttò sul letto, mentre le parole di Jack continuavano a rimbombarle in testa. Piangere, ancora... Ne aveva forse bisogno, di nuovo. Era da quando si era avventurata in quella missione che ne aveva voglia, si rese conto. Strinse nella mano il piccolo diamante rosso del ciondolo, lo strinse tanto forte da rischiare di tagliarsi la mano con esso... E scoppiò a piangere, rannicchiandosi su se stessa sotto le coperte. "Il mare... Forse ha ragione Jack, è meraviglioso ma... Io in questo momento vorrei essere lontana da quì, a casa mia, nel mio letto, con te... Yonas...". I singhiozzi divennero ininterrotti, come se Lina non avesse desiderato fare altro, da giorni... Strinse ancora più forte quel ciondolo che teneva al collo, ricordando quando ne era venuta in possesso...


"Lina, questo è per te! Così, quando saremo lontani, mi sentirai un pò più vicino...".

"Se è per questo che me lo regali Yonas, allora non lo voglio!".

"Sai che succederà e che sarà molto presto! Devi iniziare a pensarci".

"Riprenditelo allora!".

Yonas allungò la mano ad accarezzarle la guancia, turbato dal vederla così agitata e contrariata. Odiava vederla triste e arrabbiata. "D'accordo Lina, scherzavo... E' solo un regalo di un uomo alla donna che ama... Solo questo...".

"Sei un bugiardo!".

Yonas sorrise. "E' un regalo, dico sul serio! E sai perchè l'ho scelto... Il suo colore... E' uguale a quello dei tuoi capelli, con gli stessi riflessi. L'ho notato subito, fra centinaia di altri diamanti nella vetrina. Questo diamante è fatto per essere indossato da te e da nessun'altra!". Non era proprio la verità ma il motivo per cui aveva scelto proprio quel gioiello era davvero quello. Splendido, come i lunghi capelli della sua Lina.

La ragazza sorrise, finalmente rasserenata, anche se sapeva che quello che diceva Yonas, prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo per davvero. "E allora, lo accetto! E non me ne separerò mai!".


Cullata da quei ricordi, pian piano smise di singhiozzare. E continuando a stringere il suo ciondolo, si addormentò cullata dalle onde.







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Capitolo 4
*** Arrivo a Tortuga ***


Aggiornamento!!! :)

Grazie a tutti quelli che leggono e mi sostengono, come sempre vi adoro!

Alla prossima, spero che il capitolo vi piaccia!


Arrivo a Tortuga


Erano ormai quasi due settimane che navigavano per mare e a parte acqua, qualche piccolo atollo e branchi di delfini, non avevano visto null'altro.

Jack era entusiasta, amava la vita in mare e soprattutto amava governare una nave. Lina e Gourry invece cominciavano a dare segni di cedimento e di noia profonda. Certo, Lina sapeva che il viaggio sarebbe stato lungo ma sperava quanto meno in un pò più di movimento... Qualche lotta con pirati nemici, un temporale... Invece niente, mare calmo, nemici assenti... Una barba insomma! Gourry invece sperava di attraccare presto... Certo, come gli aveva anticipato Jack, si era abbastanza abituato al mare e non stava più così male come all'inizio del viaggio però... la terra ferma era decisamente un'altra cosa!

Era un pomeriggio assolato quello... Jack aveva annunciato loro che presto sarebbero arrivati a Tortuga, prima di sera se le correnti fossero state favorevoli, e se ne stava col binocolo in mano a osservare l'orizzonte.

Lina e Gourry invece si erano messi in una zona all'ombra sul pontile, a intrecciare delle corde in strani nodi che per Jack erano di importanza basilare. Lina aveva provato a chiedere al pirata del perchè di quei cappi, ma non ci aveva capito troppo della spiegazione marittina che aveva ricevuto. E ora se ne stava a litigare con matasse di corda ruvide e umide. "Come fai?" - chiese scocciata a Gourry, seduto accanto a lei, che invece sembrava più a suo agio a svolgere quel lavoro.

Gourry fissò il nodo appena finito. "Beh, non è che sia proprio sicuro di quel che sto facendo e i nodi più difficili ancora non mi è riuscito di terminarli! Ma è un lavoro rilassante, non trovi?".

Lina lo fissò in tralice. "No, mi si stanno screpolando le mani!".

Gourry sorrise. "Dai, presto saremo arrivati a Tortuga e spero che poi, con l'arrivo di Alix e Daryl, ci sia meno lavoro da fare per noi! Certo, di Daryl ne farei a meno ma...".

Lina sbuffò. "Anche io!".

Lo spadaccino ridacchiò, pronto a punzecchiarla. "Non mi sembri turbata dal fatto che lo riavrai fra i piedi!".

La maga alzò le spalle. "Non lo sono... Voglio dire, è passato talmente tanto tempo e sono successe talmente tante cose che ormai Daryl sta in fondo ai miei pensieri... Basta che non rompa eccessivamente e a me sta bene!".

"Come sei diventata saggia!" - commentò Gourry pensieroso.

Lina si voltò verso di lui, incuriosita. "Anche tu! Tre anni fa Daryl ti faceva andare in escandescenze, lo ricordo bene!".

Gourry annuì. "Si, vero! Ma ora mi sembri... matura... Abbastanza per non farti rovinare la vita da lui!".

Lina volse la testa, a fissare l'orizzonte, distrattamente... "Beh, si! Credo tu abbia ragione!".

Gourry la guardò, attento. Era così cambiata, così cresciuta Lina. Era stata molto evasiva circa la sua vita negli ultimi anni ma visto che era tanto serena, perchè non chiederle qualcosa e sanare le sua curiosità. Cosa le era successo per farla crescere così tanto? "Lina...?".

"Si?".

Lo spadaccino ridacchiò. "Che ti è successo negli ultimi anni? Sei così matura e saggia ora!". Lo disse con una punta di ironia, per non farla innervosire e per non dare l'impressione di impicciarsi di fatti non di sua competenza.

A quella domanda, Lina sussultò. Accidenti, temeva quel momento!!! "Beh... che... che vuoi che mi sia successo? Niente di che, le solite cose!" - rispose, evitando di guardarlo in viso. "E tu..." - abbozzò, per cambiare discorso SUBITO – "Tu invece? Che hai fatto? Scommetto che ti sei fatto consolare da un sacco di belle donzelle a Seyruun... Pronte a coccolare la bionda e affascinante guardia senza più una moglie!".

Gourry scoppiò a ridere, sentendo quelle parole. Era evidente che Lina stesse cercando di volgere il discorso altrove per non dargli risposte, ma lo divertiva comunque quel rapporto rilassato e tranquillo che si era instaurato fra loro, tanto simile a molti anni prima. "Ma no, figurati!".

"Si si, come no?" - insistette Lina, divertita dall'imbarazzo del suo interlocutore.

Gourry sorrise, assumendo però un'aria più seria. "No, dico davvero... Non sono stato un buon marito e non sono stato un buon compagno nemmeno per te... Sono giunto alla conclusione che è meglio che io stia lontano dalle donne! Quanto meno, non faccio guai!".

A quel cambiamento di tono, Lina si voltò verso di lui. La frase di Gourry era un misto fra una battuta e una confessione malinconica... Qualunque cosa fosse comunque, non era d'accordo! Lo spadaccino era uno degli uomini migliori che avesse mai conosciuto! Dolce, gentile, altruista, pronto a combattere come un dannato per proteggere chi amava! Certo, aveva sbagliato molto in passato, però in modo dannatamente umano. Ma aveva saputo riprendersi, ritrovare se stesso e ricominciare una nuova vita. "Quante sciocchezze... Non sei così male e non saresti certo una 'minaccia' per la felicità di una donna! Semplicemente... non hai incontrato la persona giusta, tutto quì! Ricordi cosa mi dicesti, quando ci siamo separati tre anni fa? Che prima o poi avrei incontrato qualcuno di speciale, che io l'avessi voluto o no! Beh, ti rigiro le stesse parole! Capiterà anche a te!".

Gourry alzò il sopracciglio. "ANCHE? Quindi, avevo ragione allora? Tu hai incontrato...".

"Ahhh!". Lina divenne rossissima in viso, accorgendosi BENE della direzione in cui aveva involontariamente diretto la conversazione. "Hei, quì non stiamo parlando di ME ma di TE! Era un discorso GENERALE! Capito???".

Lo spadaccino ridacchiò, suo malgrado. "Si, si, come no!?". Decise di metterla sul ridere, anche se quella strana conversazione in un certo senso lo turbava. La reazione di Lina... Da sempre era stata una persona molto evasiva e riservata, sulle sue faccende personali ma... c'era qualcosa di diverso questa volta... Tre anni prima le aveva promesso di non intromettersi più nella sua vita e con quel tono ironico che stava usando, lei non avrebbe pensato che lui volesse impicciarsi degli affari suoi. E forse era meglio così, non indagare oltre... Perchè immaginava, temeva che le risposte che avrebbe potuto ottenere non sarebbero state piacevoli per lui. Perchè Lina era cambiata, cresciuta, maturata... E in fondo non sarebbe stato così strano che nella sua vita fosse entrato qualcuno di importante... Era un pensiero che faceva male, ma che doveva anche accettare, se le cose stavano davvero così...

La voce di Jack tolse entrambi dall'imbarazzo di quella strana discussione. "Ragazzi!!! Correte, siamo a Tortuga!!! Guardatela, è lei, in lontananza!!!".

Lina e Gourry sobbalzarono a quella notizia tanto attesa, dimenticando le corde e la loro conversazione. Finalmente si stava per attraccare, sembrava un sogno!!! Dopo giorni di navigazione avrebbero messo piede a terra, mangiato in un ristorante, dormito in un letto che non sobbalzava a ogni onda!!! I due ragazzi corsero vicino a Jack appoggiandosi al parapetto della nave.

Lina si arrampicò, per vedere meglio. E infine la vide, la tanto chiaccherata Tortuga, l'isola che si diceva, era patria di pirati, di buon vino, di bella vita, di belle donne e di sano divertimento e perdizione. In lontananza si accorse che, a differenza di quello che pensava, era più grande di quando si raccontasse in giro. Dalla nave, benché distanti ancora un pò di miglia, poteva intravedere il porto, il grosso paesotto dalle case di legno alle sue spalle e che occupava quasi tutta la costa e poi, dietro, una rigogliosa foresta tropicale verdeggiante. Un posto forse spartano a prima vista, ma che sicuramente brulicava di vita, essendo l'isola che faceva da spartiacque fra la penisola dei demoni e i nuovi e inesplorati mari del sud. Un porto d'arrivo che apriva infinite nuove opportunità... "Quanto manca all'attracco?" - chiese a Jack.

Il pirata sorrise. "Un paio d'ore al massimo e saremo a terra!".

Gourry osservò distrattamente l'isola e poi il pirata. "E una volta lì? Che si fa, come ci si organizza? Non ci hai ancora detto nulla? Dobbiamo trovarci una locanda o ripartiremo subito dopo che avremo incontrato Daryl e Alix e fatto provviste per il viaggio?".

Jack scosse la testa. "No, niente locanda! Io e Daryl quì abbiamo un appartamento, la nostra comoda base dove riposarci, bivaccare e divertirci con le bellezze che circolano per il porto! Ha tre camere, una mia, una di Daryl e una per gli ospiti! Dovrete condividerla, finché siamo quì, voi due! A meno che Lina... voglia dormire con me o con Daryl...".

La maga sospirò, VAGAMENTE irritata da quelle allusioni che finse di non cogliere. Ahhh, ecco che l'intoppo c'era anche lì! Di dormire con Jack e Daryl non se ne parlava!!! Dormire con Gourry invece... Beh, sarebbe stato imbarazzante dopo tanti anni, ma... era capitato spesso ai tempi della loro convivenza e alla fine si era sempre rivelato piacevole condividere con lui le camere da letto dei vari ostelli che visitavano. Gourry era un gentiluomo, non invadente, gentile... Ed era sicura che in questo non era cambiato. Certo, la cosa la irritava verso Jack ma fare storie non sarebbe servito a niente. Aveva voglia di scendere un pò da quella nave, sgranchire le gambe, farsi un bagno caldo e poi riposare! "Gourry, che ne dici?".

Quasi intuendo i suoi pensieri, lo spadaccino annuì. "Beh, in fondo ci è capitato tante volte in passato! Per me va bene!".

Lina gli sorrise, poi si voltò nuovamente verso il pirata. "Sappi che ti ODIO per tutto questo! Ma come vedi, ci siamo sistemati! Camere a parte... per il resto, come vuoi agire?".

Jack si appoggiò con la schiena al parapetto, incrociando le braccia al petto. "Appena a terra, vi porterò a casa e potrete riposarvi! Si vede che non ne potete più della vita di mare e avete bisogno di uno stacco! Voi mi servite in forze, ricordatevelo! Io invece poi, lasciati voi due, vado alla ricerca di Daryl, tanto sò dove trovarlo!".

Lina sospirò. "Nei bordelli del porto, suppongo...".

Jack ridacchiò. "Eheh, Daryl è un uomo che sà divertirsi! Comunque sia, voi riposerete stanotte, mentre io recupero Daryl e mi do un pò alla sana vita notturna di Tortuga! Domani, vi metterete alla ricerca di questa Alix, la convincerete a partire con noi e quando avremo trovato le provviste necessarie al viaggio, ripartiremo! Chiaro? Massimo tre giorni, io voglio ripartire!".

Lina annuì, poco entusiasta. "Cristallino!". Beh, quanto meno apprezzava l'idea di Jack di lasciar riposare lei e Gourry tranquilli, per una notte...


...


L'attracco era stato abbastanza caotico! Il porto di Tortuga era un'immensa accozzaglia di grosse navi sistemate abbastanza alla rinfusa e viveva perennemente in una situazione di grande via vai di marinai, pirati, gente del posto, commercianti che urlavano e lanciavano schiamazzi ininterrottamente.

Appena scesi dalla loro nave con Jack, Lina e Gourry si sentirono leggermente spiazzati. Era un posto piuttosto sporco, le case erano poco più che baracche di legno e ovunque c'erano faccie che era decisamente meglio non incontrare in luoghi bui e appartati. Tutti correvano, urlavano, sembravano presi da una strana frenesia e fretta che probabilmente faceva parte del clima lascivo dell'isola, famosa per la sua malavita e per la sua scarsa morale. Pirati e guardie passeggiavano per il porto insieme, quasi fossero amici e questo non poteva che confermare quanto fossero sporchi e loschi gli affari che potevano unire persone all'apparenza tanto diverse. Donne svestite e piuttosto libertine giravano per il porto, lasciando intravedere dalle ampie scollature dei loro corpetti dei vistosi seni che mostravano senza imbarazzo ai naviganti appena giunti al porto. Mocciosi scalzi e sporchi correvano fra le persone, spintonandosi e urlando indisturbati, rubando qualche frutto dalle bancarelle del piccolo mercato a ridosso degli attracchi.

Lina sbuffò. Non era un periodo della sua vita troppo festaiolo e tutto quel casino le dava fastidio. O forse, era solo la stanchezza che la rendeva così intollerante verso un mondo dentro il quale, una volta, si muoveva senza difficoltà. "Casa tua è vicina, vero? Non vedo l'ora di lasciarmi tutto questo alle spalle, ho sonno e sono molto stanca! Voglio un VERO letto!!!" - si lamentò, come spesso Gourry l'aveva vista fare anche tanti anni prima.

Jack annuì, lanciando al contempo allusive occhiate a una giovane donna mora e prosperosa che non smetteva di fissarlo. "Si Lina, è vicina! Ma allo stesso tempo abbastanza lontana da tutto il caos del porto! Dieci minuti di strada e ci siamo!".

Lina annuì. "Meno male!" - esclamò, senza alcun entusiasmo.

Jack la fissò brevemente, poi la sua attenzione fu catturata nuovamente dalla donna che aveva osservato fino a pochi istanti prima. "DORIS!!!" - urlò entusiasta, mentre allargava le braccia e si avvicinava a lei.

La donna fece un sorriso malizioso e si avvicinò al pirata. "Jack Sparrow! E' un pò che non ti fai vedere!" - esclamò.

"Ti sono mancato? Stasera recupererò il tempo perso, tranquilla!" - esclamò Jack strizzandole l'occhio.

Doris ci pensò su un attimo. E poi alzò la mano, tirandogli un micidiale pugno in faccia. "Questo te lo sei meritato!" - urlò stizzita, allontanandosi da lui – "E stasera, ti aspetto comunque alla locanda, dove riceverai... il resto!" - concluse, con voce stavolta più calda e maliziosa.

Jack la osservò allontanarsi, massaggiandosi la guancia. "A stasera..." - mormorò dolorante e divertito.

Lina e Gourry lo fissarono, a occhi spalancati. "Donna intelligente quella Doris, sa come trattarti!" - commentò la maga con sarcasmo.

Jack allargò le braccia. "Mh... me lo sono meritato, sì!".

Lina fissò Gourry negli occhi divertita da quella ammissione del pirata. "Beh, quanto meno lo ammette...".

Jack finse di stare al gioco, poi si voltò verso Gourry, pronto a prendersi una rivincita verso le prese in giro della maga. Quale miglior modo, se non ingelosirla? "Amico, sei sicuro di voler andare a dormire? Hai visto che donne girano quì? Secondo me, dovresti unirti a me e Daryl stanotte...".

Lina lo fulminò con lo sguardo, poi corrucciata si voltò verso Gourry. Oh, beh, poteva fare quel che voleva ma... Al diavolo, anche se non erano affari suoi, se Gourry si fosse dato allo stile di vita di Jack e Daryl, le avrebbe dato fastidio!!! Lui era dannatamente diverso da loro! "E allora?" - gli chiese col muso lungo– "Che vuoi fare?".

Gourry si grattò la guancia, imbarazzato. "Ehm... Grazie Jack ma credo di non essere il tipo da vita notturna... Credo che sarebbe meglio riposare, per me! Così domani sarò in forze per cercare Alix!".

Jack alzò le spalle. Gourry era irrecuperabile, non sapeva godersi la vita!!! "Come vuoi amico! E ora sù, in marcia! Vi porto a casa!".

Lina annuì. Finalmente!!!

Si incamminarono in silenzio, con le loro sacche in spalla, costeggiando il molo invaso da una miriade di persone, poi si addentrarono negli stretti vicoli che portavano alla città vecchia. Case fatiscenti, diroccate ma piene di vita salutavano il loro passaggio.

E dopo dieci minuti, come aveva detto Jack, giunsero all'angolo di una via che portava a un piccolo porticciolo più distaccato rispetto a quello dove avevano attraccato poco prima. E finalmente la videro. Piccola, in legno, sobria, una casa modesta comparve davanti a loro.

"Siamo arrivati!" - esclamò Jack tirando fuori dalla tasca una chiave e aprendo poi la porta d'ingresso.

Lina e Gourry entrarono, incuriositi. Una piccola cucina, una camera da letto appena a lato dell'ingresso e un piccolo corridoio dove c'erano altre due stanze. E null'altro. La casa era tutta lì, raccolta in quei pochi metri, in quei piccoli ambienti... Arredata con pochi e spartani armadi, un piccolo tavolo e un cuoci vivande arrugginito contro alla parete.

"La vostra camera è questa!" - disse loro Jack, indicando la porta subito dopo l'ingresso. "C'è solo un letto matrimoniale e un piccolo armadio! Arrangiatevi come meglio potete! Io ora vado a cercare Daryl, buon riposo! Ci rivediamo domattina!".

"Hei, aspetta!" - lo bloccò Lina – "Te ne vai così? Ci sono scorte di cibo quì o dobbiamo uscire a fare acquisti? Non ci spieghi nulla!".

Jack le indicò una piccola credenza sopra il cuoci vivande. "Lì troverai qualcosa da sgranocchiare. Fagioli o altri legumi secchi, niente di più! Se ti accontenti... Se no, esci e cerca qualcosa, io ora ho fretta di ritrovare Daryl!".

"Beh, potresti darci almeno cinque minuti per ambientarci, prima di sparire!" - lo rimbeccò Lina.

Jack scosse la testa. "Ho fretta! Di ritrovare il mio amico, ripartire e recuperare la mia Perla Nera!".

Lina si accigliò. Già, la Perla Nera... La nave di Jack... Non sapeva come fosse fatta ma nel porto, quando erano arrivati, aveva visto molte navi bellissime e maestose. E anche l'imbarcazione su cui erano giunti lì, era di tutto rispetto. Non capiva forse appieno ne la vita di mare ne la filosofia di un pirata ma... Perchè Jack si era fissato con quella nave perduta, ora che ne aveva un'altra? "Ma Jack... la nave su cui abbiamo viaggiato è ottima! E al porto, se ne volessi di migliori, non avresti che l'imbarazzo della scelta! Ti aiuterei a prenderne una, quella che vuoi, come abbiamo fatto a Seyruun! E insieme potremmo poi cercare oro e tesori nelle isole inesplorate! Perchè faticare per recuperare qualcosa che in fondo hai già, uguale?". Non era una critica verso Jack la sua... Ma voleva capire qualcosa che ancora le sfuggiva...

Jack assunse un'espressione stranamente seria. Era una domanda pertinente quella di Lina, era normale che lei non capisse... "Vedi Lina... Non è UNA nave quella che voglio! E' la MIA nave che desidero riavere e non un'imbarcazione qualsiasi! Anche se dovesse costarmi pericoli, lotte, sofferenze, io rivoglio la MIA Perla Nera! Ne vale la pena, per me! Ci sono cose, persone, che possono giustificare una vita intera... Anche se costa sofferenza averle e tenerle con sè! Per me è la Perla Nera la mia ragione di lotta! Averla, da un senso alla mia vita! Per altri può non valere niente, per me vale tutto!".

A quelle parole Lina sussultò e si rabbuiò... Non tanto per quello che aveva detto Jack, che forse comprendeva e di cui capiva il senso. Ma... Involontariamente il pirata, con quelle parole, aveva risvegliato in lei ricordi lontani, sofferenze che cercava di tenere celate a tutti perchè era troppo doloroso parlarne... Un'altra persona le aveva rivolto, in passato, parole simili...


"Sai Lina, tu... Tu per me sei tutto, hai dato un senso alla mia vita! Per quanto possa essere breve tutto questo, nonostante tutto quello che verrà e che sarà poco piacevole... TU vali la pena di esistere per ME! Tu giustifichi tutto... Sei la mia ragione di lotta... Avrei voluto che tu te ne andassi all'inizio, ho provato ad allontanarti con tutte le mie forze per non trascinarti a fondo con me... Avrei voluto che tu fossi meno coraggiosa e più egoista, che fuggissi... Ma sei rimasta, nonostante tutto! E mi hai insegnato a vedere le cose da un'altra prospettiva... Tu dai un senso alla mia vita... Per quanto la mia vita possa valere...".


La maga tremò a quel ricordo lontano, a quelle parole... La voce di Jack e quella di Yonas parevano fondersi nella sua mente... Si odiò! Perchè aveva rivolto quella dannata domanda al pirata??? Non poteva lasciarlo andare e basta??? Sentì gli occhi inumidirsi e si accorse che ancora, aveva voglia di piangere. Ma non lo avrebbe mai fatto, non davanti a Jack e a Gourry. "Hai detto che questa è la mia camera vero? Ecco, se non vi dispiace, ho bisogno di ritirarmi!" - disse in tono duro, cambiando completamente espressione rispetto a pochi istanti prima, chiudendo ogni discorso. Aprì la porta e poi, con un gesto secco la richiuse dentro di se, isolandosi nella stanza e gettandosi sul letto, stringendo fra le mani il ciondolo che portava al collo.

Jack si accigliò, non capendo un accidente di quello che stava succedendo. Che aveva detto di male? Osservò Gourry, che però pareva smarrito quanto lui, davanti allo strano comportamento di Lina. "Che le prende?" - chiese infine il pirata.

"Non lo sò..." - ammise Gourry, preoccupato. Quell'espressione sul viso di Lina... L'aveva già vista, la prima notte di navigazione, quando le era sembrato di vederla piangere, sul ponte della nave. Non capiva, non LA capiva...

Jack alzò le spalle. "Che vuoi farci!? Donne!!! Beh, io vado! Buona serata!" - disse infine prendendo l'uscita, non troppo turbato dal cambio d'umore della ragazza.

Gourry tirò un sospiro di sollievo, vedendolo uscire. Senza Jack intorno, avrebbe potuto occuparsi meglio di Lina e forse capire cosa avesse che non andava. Si avvicinò alla stanza da letto, aprì la porta piano ed entrò.

La maga se ne stava rannicchiata, stesa di lato, con gli occhi chiusi e umidi. Sulle sue guancie scorrevano calde lacrime silenziose e fra le mani... Non si era sbagliato quella sera, al collo portava un ciondolo che stringeva con tutte le sue forze, fra le dita! E come quella notte, mentre lo stringeva, piangeva. Era preoccupato! Non sapeva cosa avesse ne come aiutarla... E temeva che le risposte che avrebbe avuto sarebbero state forse dolorose per lui. Ma non poteva essere codardo, non in quel momento. Si sedette sul bordo del letto, accanto a lei, che non si era mossa minimamente dalla sua posizione sentendolo entrare.

Gourry la fissò, preoccupato. Lina, a parte quei brevi momenti di sconforto, sembrava stare bene, sembrava serena, la solita maga di sempre... Ma lui la conosceva dannatamente bene e la sensazione che Lina fingesse uno stato sereno che in realtà non possedeva, stava diventando certezza. Cos'era quella tristezza che di tanto in tanto le trapassava il viso, cos'erano quelle lacrime, tanto inusuali per lei? "Lina, cosa c'è? Sembri così triste... soprattutto quando... stringi quel ciondolo... Che cosa succede, che cosa significa?". Lo disse con dolcezza, in modo lento e gentile. Non voleva che Lina pensasse che si stava immischiando nella sua vita ma solo che capisse che era preoccupato per lei e che per qualunque cosa, lui ci sarebbe stato, se avesse avuto bisogno di aiuto.

La maga gli voltò le spalle a quella domanda, girandosi di lato e dandogli la schiena. Non aveva voglia di parlare, non in quel momento e non con lui! Voleva solo stare sola, ci voleva tanto a capirlo? Nascose sotto la maglia il ciondolo che Gourry aveva ormai evidentemente notato e il suo viso si incupì. "Non sono cose che ti riguardano Gourry, non mi va di... parlarne" – disse in tono duro, che non ammetteva repliche. No, non avrebbe permesso a nessuno di entrare nel suo dolore, nella sua storia, nella storia di Yonas...

Gourry sospirò. La immaginava, quella risposta. "Come vuoi... Ma se hai bisogno io sono quì, a dormire sul pavimento! Come una volta!" - disse in tono più leggero, alzandosi dal letto.

"Puoi anche dormire sul letto, è abbastanza grande per non darci fastidio!" - commentò Lina freddamente, senza voltarsi verso di lui – "Siamo grandi abbastanza per non fare i bambini imbarazzati e non vedo perchè non approfittare di un comodo letto di cui abbiamo bisogno entrambi!". Al diavolo, che Gourry dormisse in terra come tanti anni prima era stupido ormai! Erano adulti, non bambini! E il suo umore era talmente nero che nemmeno si sarebbe accorta della sua presenza, quella notte.

"D'accordo, come vuoi!" - disse Gourry assecondandola. Si stese accanto a lei, mantenendo le distanze. E il silenzio cadde nella stanza.



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Capitolo 5
*** Nella notte ***


Eccomi e scusate per il mega ritardo con cui aggiorno! Ma fra Natale, fics per i regali del forum, lavoro e influenza, è stato un periodo molto caotico.

Comunque, eccovi questo capitolo, non molto lungo a dire il vero ma che spero vi piaccia! Commenti e critiche sono graditi come sempre!

E a proposito, visto che non c'è stata occasione prima, buon 2014!!!





Nella notte



Stava albeggiando ma Tortuga era ancora immersa nel buio della notte. I rumori e il trambusto della cittadina portuale avevano lasciato posto al silenzio, interrotto solo dal placido rumore delle onde che si andavano ad adagiare dolcemente sulla battigia.

Il momento giusto, il clima giusto, l'atmosfera giusta per dormire. Però alla maga, tutto questo sembrava non giovare! Lina se ne stava seduta sul letto, gambe incrociate, labbra corrucciate... A quell'ora avrebbe dovuto dormire dalla grossa ma aveva avuto un sonno inquieto, un risveglio brusco e da almeno venti minuti fissava il vuoto della stanza, immersa nei suoi pensieri.

Odiava il suo comportamento della sera prima, il modo in cui aveva ceduto ai ricordi e al dolore e soprattutto si detestava per averlo fatto davanti a Jack e a Gourry! Certo, il pirata non ci aveva fatto molto caso ma Gourry sì! E questo la disturbava, così come il ricordo di come gli aveva parlato stizzita poche ore prima, quando lui aveva chiesto, preoccupato, cosa stesse succedendo!

Non era più la disperazione della sera prima e il dolore dei ricordi a tenerla sveglia, a quelli aveva imparato ad abituarsi, a combatterli e a rimettersi in fretta, dopo gli attimi di scoramento che a volte sembravano vincerla.

Era altro a tenerla sveglia...

Gli dispiaceva aver risposto male allo spadaccino! Gourry, da quando lo aveva rincontrato, era sempre stato gentile, disponibile, genuinamente preoccupato per lei e per quello che la riguardava. Erano lontani i tempi in cui liti e incomprensioni li avevano divisi e l'amicizia che tanto li aveva uniti una volta sembrava riaffiorare pian piano... Certo, fino alla sera prima. Lui era preoccupato per lei, lo sapeva e sapeva che i sentimenti del giovane erano genuini! Ma Gourry non sapeva, non poteva sapere tante cose... Cose di cui lei non voleva parlare, di cui non voleva renderlo partecipe! Ne lui ne nessun altro! Forse un giorno sarebbe stata pronta per parlarne con qualcuno ma non allora, non in quel momento! Lui non poteva aiutarla e lei non avrebbe mai amato, mai sopportato l'idea che lui la vedesse disperata e in lacrime... Era più forte di lei ma l'insana abitudine, la testa dura, il fatto di non voler appoggiarsi a nessuno, di non voler far vedere quanto fosse vulnerabile in quel momento, non l'avrebbero mai abbandonata!

Ma nonostante questo, un pensiero la tormentava, più di tutto! E se Gourry si fosse arrabbiato a causa del suo comportamento e delle sue risposte poco gentili? Lo fissò, nella penombra... Lo spadaccino pareva dormire placidamente e profondamente accanto a lei, apparentemente tranquillo e sereno... Beh, forse si stava preoccupando per niente ma...

Beh, era inutile in fondo, arrovellarsi e stare lì come una cretina sul letto, senza far niente, a riempirsi la testa di paranoie, giusto? Quindi, non rimaneva che una cosa da fare! Allungò le braccia e con una sonora e rumorosa pacca sulla schiena dello spadaccino, lo svegliò non proprio 'dolcemente' dal mondo dei sogni. "Hei!!!".

A quel tenero risveglio, i capelli di Gourry si rizzarono in piedi per lo spavento e in due secondi, mezzo assonnato e con le ciocche bionde in piedi, era seduto sul letto, preso a fissarla come uno stoccafisso. "H... hei, che succede? Terremoto? Maremoto?" - domandò, con le idee ancora confuse nella testa, stropicciandosi gli occhi.

Lina sbuffò un pò seccata. "Non essere catastrofico! Ti ho svegliato io!".

Il giovane si grattò la testa, confuso. "Perchè scusa?". Era ancora buio, tutto pareva tranquillo quindi... Perchè Lina l'aveva svegliato? Che stava succedendo?

La maga giocò nervosamente col lenzuolo, non sapendo bene da dove cominciare il discorso e sentendosi al contempo un pò ridicola in quella situazione. In Gourry non c'era la minima traccia di rabbia o altro, pareva solo assonnato e lei probabilmente si era arrovellata per lunghi minuti in inutili paranoie! Va beh, ormai lui era sveglio, quindi perchè non togliersi tutti i dubbi? "Sei... sei arrabbiato con me?".

Gourry, ancora più confuso, si grattò la testa. "Arrabbiato? E perchè?".

Lina sbuffò. O Gourry la stava prendendo in giro o non era davvero arrabbiato oppure aveva capito benissimo cosa la stesse tormentando e faceva finta di niente per non metterla in ulteriore difficoltà... Ma comunque non era affatto d'aiuto in nessun caso! "Per come ti ho risposto ieri sera! Voglio dire... Non sono stata troppo... ehm... educata verso chi si stava preoccupando per me!" - ammise infine secca, senza troppi inutili giri di parole.

"Oh!". L'espressione di Gourry si fece prima stupita e poi seria. Adesso capiva a cosa alludesse Lina! Lo strano comportamento della sera prima, le lacrime improvvise, il modo stizzito e rabbioso in cui l'aveva allontanato quando lui si era preoccupato per lei... Ma la verità era che non se l'era presa. Qualunque cosa Lina avesse, dovevano essere faccende personali e tre anni prima la maga era stata molto chiara con lui, circa quanto la infastidisse il suo intromettersi in faccende che la riguardavano. Le aveva promesso, allora, che non l'avrebbe più fatto e aveva ancora tutta l'intenzione di mantenere quell'impegno con lei! Se Lina gli avesse voluto parlare di cosa la tormentava, l'avrebbe ascoltata e consolata con piacere ma se non aveva voluto farlo... beh, doveva accettare la situazione! "No, non sono arrabbiato Lina!" - ammise, in tutta sincerità.

La maga lo fissò in viso, concentrata a capire se stesse mentendo o fosse serio. Gourry non era ne rabbioso ne secco nel modo di parlare ma anzi, le si era rivolto nel suo consueto tono pacato e gentile. No, non era arrabbiato, era palese! E si sentì stupida per aver dato vita a quella conversazione assurda! Prese il suo cuscino e in tutta risposta glielo tirò sulla faccia. "Al diavolo!" - esclamò nel suo usuale tono di voce aggressivo.

"Hei Lina! Ma che ti ho fatto?" - domandò Gourry accigliato.

La maga fece il viso imbronciato. "Ecco... Io non ho dormito bene perchè pensavo che tu fossi arrabbiato con me e invece non lo sei affatto! Per colpa tua, ho sprecato ore di sonno preziose per niente!!!".

Gourry sbatté i suoi occhioni blu, indeciso se scoppiare a ridere oppure no. E alla fine, non ce la fece e iniziò a sghignazzare di gusto. "Scusa Lina ma... ecco... non ti pare una conversazione un pò assurda? Cioè, vuoi che mi arrabbi con te allora?".

Lina fece ancora di più il broncio, divertita nonostante tutto, ma comunque intenzionata a mantenere il suo ruolo burbero. "Idiota!" - esclamò infine, gettandosi sul cuscino e volgendogli le spalle, perchè lui non la vedesse ridere. Si sentiva meglio, in effetti... E parlare con Gourry alla fine non era stato così inutile come le era sembrato all'inizio, l'aveva rasserenata!

Gourry smise di ridere e si voltò verso di lei, l'espressione più seria, fissando i lunghi capelli rossi che riposavano sul cuscino. Si sentiva più tranquillo perchè Lina in quel momento gli pareva serena e qualunque cosa l'avesse turbata la sera prima, pareva essersi risolta. E poi era un buon segno che avesse dato sfogo al suo miglior caratteraccio e che, come una volta, la colpa di tutto l'avesse fatta ricadere su di lui! Sì, stava meglio, non c'erano decisamente dubbi! Gli mise una mano sulla spalla, gentilmente. "Lina, dico davvero, non ero arrabbiato! Ero preoccupato per te, certo... Eri diventata così strana, tutto d'improvviso! Ti ho chiesto cosa avessi e mi hai detto di farmi, giustamente, gli affari miei... E hai ragione, non è giusto che ficchi il naso in faccende che non mi riguardano! Dimmi solo una cosa... Ora stai meglio?".

Lina sospirò. Aveva ascoltato attentamente le parole di Gourry e ne aveva capito perfettamente il senso. Ricordava quando, tre anni prima, gli aveva intimato di non intromettersi nella sua vita e sapeva perfettamente che Gourry stava continuando a mantenere quel proposito, seppur con tutte le preoccupazioni del caso nei suoi confronti. Lo apprezzava, davvero! Ma in un certo senso la intristiva perchè ormai questo significava che loro due erano lontani, che le loro vite avevano preso strade differenti e che nulla era come una volta, quando vivevano fianco a fianco condividendo tutto. Ogni cosa era cambiata, lei era cambiata! E anche lui! "Sto meglio ora, grazie! La verità è che questo per me non è un periodo troppo esaltante e felice. Tutto quì!" - rispose, in tono gentile.

Gourry si morse il labbro, cercando le parole giuste e ponderare così la sua risposta. "Beh, i momenti negativi li passiamo un pò tutti, prima o poi! La cosa positiva è che poi passano!" - disse infine, con semplicità. Già, ci era passato anche lui, anche lui aveva vissuto l'inferno e ora, pian piano si era rialzato, si era ripreso la sua vita. Era stato difficile, certo! Ma Lina era forte e di sicuro ce l'avrebbe fatta anche lei, qualunque cosa gli fosse successa.

Lina si voltò verso di lui, abbozzando un lieve sorriso. "Non è sempre così facile, sai! Da certe cose non se ne esce, non così facilmente almeno! Però ho anche imparato, quando mi gira male, a farmela passare abbastanza in fretta, come puoi vedere!".

"Beh, si... Però...".

"Shhh". Lina gli mise gentilmente l'indice sulle labbra, intimandolo a non proseguire. "Gourry, io sto facendo questo viaggio perchè DEVO farlo per tanti motivi di cui non sei a conoscenza! In realtà non vorrei essere quì e non avevo nemmeno troppa voglia di partire ma...".

Questa volta fu Gourry a interromperla. "Lina, questo non è un viaggio senza ritorno! Se partire era inevitabile per te, una volta ottenuto quel che vuoi, potrai tornare dove desideri, no? In fondo è semplice! E poi tu ami viaggiare e alla fine, a conti fatti, sono sicuro che troverai tutto questo entusiasmante".

Lina sospirò. Bah, non ci sperava troppo ma... "Beh, lo sai Gourry? Sono felice di averti rincontrato a Seyruun, un vero colpo di fortuna! Averti con me rende tutto questo meno complicato e difficile! Se fossi sola con Jack e Daryl, forse avrei già fatto dietro front!".

Lo spadaccino scosse la testa. "Dovresti avere più fiducia in te Lina, come una volta! Non saresti tornata indietro e te la saresti cavata benissimo anche senza di me, te lo assicuro!".

La ragazza scosse la testa. "Non sono più la Lina di una volta, forte come una volta! Ti ringrazio per la fiducia che riponi in me ma io... credo di essere molto debole, allo stato attuale!".

Gourry la fissò nella penombra, in viso. Poi fece scorrere le braccia attorno alla vita della ragazza, amichevolmente, attirandola a se in un abbraccio a cui Lina non si oppose, di cui aveva forse disperatamente bisogno. "Tu sei più forte di quello che pensi e lo sai benissimo! Al momento giusto, vedrai che tirerai fuori la tua grinta e combatterai come sai, come un tempo!".

Lina lo fissò negli occhi blu e poi fece scorrere le braccia attorno al collo di Gourry, sprofondando il viso sopra la sua spalla. Ne aveva bisogno! Di un amico, di un abbraccio, di non sentirsi così disperatamente sola! Nessuno come Gourry avrebbe potuto starle vicino in quel momento, solo lui sembrava sapere le parole giuste da dirle, il modo giusto in cui starle vicino. "Gourry, grazie!" - sussurrò, baciandolo lievemente sulla guancia.

Gourry inspirò profondamente, turbato da quella vicinanza inaspettata. "Che ne dici di dormire ora?" - propose infine, non muovendosi di un millimetro da quella posizione e non sapendo che altro dire.

Lina annuì, sorridendo nella penombra. "Direi che è un'ottima idea! Per colpa tua ho già perso troppe ore di sonno e la mia bellezza eterea ne risentirà!".

Gourry ridacchiò. "Ancora con questa storia! Guarda che mica te l'ho detto io di non dormire! Anzi, se dobbiamo proprio dirla tutta, ora che ci penso, potrei essere arrabbiato con te in effetti! Mi hai disturbato mentre dormivo come un bambino, se non te ne fossi accorta!".

Lina alzò il viso, facendogli la linguaccia. "Te lo meriti! E' perchè ti comporti fuori dagli schemi, fuori dalla comune logica umana!".

Gourry sbuffò. "Con te non l'avrò mai vinta, vero?".

Lina rise. "Direi di no! E ora a nanna, abbiamo ancora due ore buone di sonno prima di alzarci e andare a cercare la tua amica Alix!". In effetti l'idea continuava a non sorriderle troppo, così come la futura vicinanza con questa misteriosa conoscente di Gourry... Ma visto che se la doveva far andar bene...

"Parli come se fossi gelosa!" - la punzecchiò Gourry, a cui non era sfuggito il tono di voce acido della maga.

Lina lo fronteggiò con il suo migliore sguardo di sfida. "Oh Gourry, ma io SONO GELOSA! Dei mei amici e delle persone a cui tengo! Ricordatelo bene! E insegnalo anche a questa Alix, tanto che ci sei!".

Gourry deglutì. Lo sguardo di Lina prometteva scintille. "Sembra una minaccia!".

La maga annuì minacciosa. "E' una minaccia...".

Gourry sospirò, gettandosi nuovamente sul cuscino. "E meno male che poco fa asserivi di essere debole! Beh, forse ci conviene dormire, vista la direzione che ha preso la nostra conversazione!".

Lina sorrise, stendendosi accanto a lui. "Si, TI CONVIENE dormire! E speriamo che, rientrando, Jack e Daryl non facciano troppo casino e finiscano con lo svegliarci di nuovo!".

"Dici che ancora non sono a casa?" - chiese Gourry.

"Non credo! Saranno nel letto di qualche prosperosa e disponibile donnina del porto a quest'ora, ci scommetto! Torneranno in mattinata!".

Gourry sbadigliò. "Li hai inquadrati bene quei due, vedo!".

Lina si stropicciò gli occhi, assonnata. "Tu no? Voglio dire, sono due idioti che non sanno resistere al fascino femminile. E quì è pieno di donnine disponibili a concedersi un pò di sano divertimento sotto le lenzuola con degli affascinanti uomini di mare che magari portano con loro un bel carico di monete d'oro! Tutto semplice quì a Tortuga per Jack e Daryl, tutto nel loro stile. E' il loro mondo!".

Gourry annuì, d'accordo con lei. Sì, quello era il mondo di Jack e Daryl, non c'erano dubbi. Un mondo che non faceva per lui ma che indubbiamente affascinava due uomini di mare e di mondo come loro. "Beh, contenti loro... Comunque, buona notte Lina!".

"Buona notte Gourry!".

E il silenzio, questa volta tranquillo, ricadde nella stanza.







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Capitolo 6
*** Ciurma al completo! ***


Capitolo dedicato a CatLina, la più fedele fra le lettrici GLADS che continua a seguire le mie storie. Lettrice di più vecchia data per giunta, dovrò studiarmi per te un premio fedeltà XD! Grazie mille per il supporto che mi dai da tanto tanto tempo e che non mi fai mai mancare! :) Spero che il capitolo ti piaccia! Ovviamente, saranno a te dedicati anche i prossimi, che saranno (piccolo anticipo), MOLTO GLADS!

Alla prossima!





Ciurma al completo!



"Ah, ma che casino quest'isola, al mattino!" - sbottò Lina, facendosi spazio fra le centinaia di persone che affollavano il mercato cittadino a ridosso del porto, la mattina dopo il loro arrivo. Lei e Gourry si erano svegliati presto e dopo una frettolosa colazione, erano usciti per andare a cercare Alix, l'amica cartografa di Gourry che viveva a Tortuga. Di Daryl e Jack non c'era nemmeno l'ombra in casa, segno che erano ancora in giro a smaltire i postumi della loro notte brava e visto che la ricerca di Alix poteva essere lunga dato che non avevano idea di dove vivesse, avevano deciso di accelerare i tempi e uscire subito, senza aspettare il ritorno dei loro due compagni di viaggio. Certo, Lina non immaginava che la vita, a Tortuga, iniziasse tanto presto e in modo tanto frenetico. Era certa di trovare i vicoli ancora deserti e sonnolenti a quell'ora e invece era tutto un brulicare di persone di andavano quà e là senza un ordine preciso, immersi in un grande e chiassoso caos. Fra massaie, marinai, pirati e venditori che urlavano a più non posso per richiamare l'attenzione della gente e vendere la propria merce, Tortuga era un macello incredibile.

Gourry si guardò in giro, vagamente disorientato in mezzo a quella folla. "Credi che quì sia sempre così?".

Lina sbuffò. "Mi sa di sì! Credo che potrei impazzire, se restiamo quì troppo a lungo! Odio la gente che urla sempre, senza motivo! Troviamo questa Alix e sbrighiamoci a partire!". Ok, la folla e il casino non riusciva più a sopportarli! Per molto tempo, prima di quel viaggio, era stata lontana da quel tipo di vita frenetica e la tranquillità e la placida vita che aveva condotto nella regione di Zephilia erano state piacevoli compagne per lei, a cui si era abituata senza problemi, che ben si adattavano al tipo di esistenza che aveva condotto fino all'arrivo della lettera di Jack.

Gourry annuì, d'accordo con lei. In realtà a lui piacevano gli ambienti vivi e frenetici, lo facevano sentire vivo in un certo senso, soprattutto in quegli ultimi anni in cui era sempre stato solo, ma... Tortuga era decisamente troppo anche per lui! "Già, se troviamo Alix e lei accetta di venire con noi, credo che potremmo partire abbastanza in fretta. Certo, sempre che Jack e Daryl si sbrighino a farsi vivi! A proposito, dove credi che siano ora?".

Lina si voltò verso di lui, guardandolo storto. "Sei davvero tanto sicuro di voler sapere dove sono e cosa stanno facendo?".

Lo spadaccino sospirò. In effetti... "No, forse non voglio saperlo, dopo tutto!". Da quei due in fondo, non potevano aspettarsi altro che locande della peggior specie e bordelli pieni di donnine disponibili... Dubitava fossero chiusi in qualche biblioteca a studiare rotte o storia locale...

Lina si affiancò a lui, osservando l'ambiente e le strade circostanti. "Dove credi che possa vivere questa Alix? Insomma, è la figlia del governatore di Seyruun e quindi suppongo che abbia scelto la sua casa nella zona ricca di Tortuga, non credi? Voglio dire, dubito che una nobile si adatterebbe a vivere in mezzo a questo macello... Quì al porto stiamo perdendo solo tempo, temo!".

Gourry si guardò in giro, pensieroso. In realtà, se tanto gli dava tanto, Lina si sbagliava ed era proprio al porto che dovevano cercare Alix. Lei era diversa dalle altre nobili. Era un tipo spiccio, concreto, non amava l'etichetta e le costrizioni sociali mentre adorava l'indipendenza, conoscere gente e posti nuovi, vivere fuori dagli schemi e dalle etichette. E inoltre, per il suo lavoro, per la sua sete di conoscenza, il porto faceva per lei. Lì poteva svolgere il suo lavoro di cartografa e lì di certo avrebbe avuto più occasioni per conoscere gente interessante. "No Lina! Se Alix è ancora a Tortuga, di certo è quì che la troveremo, stanne certa!".

Lina lo fissò, accigliata e sempre più incuriosita da questa strana amica di Gourry. "Sarà anche come dici tu ma, come la troviamo? Di certo non possiamo metterci a bussare a ogni porta di ogni casa! E se anche fosse quì in giro, in mezzo a tutta questa gente sarebbe pressocché impossibile notarla, a meno che non ci passi davanti!".

Gourry sbuffò. Immaginava che non sarebbe stato facile! Si guardò in giro, in cerca di un'idea, di una soluzione ai loro problemi. Finché in un angolo, intento ad osservare il piazzale del mercato, vide una persona che forse poteva essere la soluzione a tutto. "La guardia cittadina Lina!!!". Senza pensarci due volte, prese d'impulso la ragazza per mano, trascinandola nell'angolo della strada dove aveva notato l'uomo in uniforme.

"La guardia cittadina? Ma che ti prende Gourry?" - chiese Lina, guardandolo senza capire, mentre lui non fermava la sua avanzata.

Lo spadaccino la guardo, sorridendo. "Ma certo Lina! La guardia cittadina conosce bene posti e persone e una come Alix di certo non è passata inosservata. Straniera, giovane, nobile e affascinante. E in più cartografa! Non una persona comune, quindi! Di certo Alix ha chiesto in giro informazioni per lavorare e chi meglio della guardia cittadina potrebbe sapere dove vive?".

"Oh...". Lina ci pensò sù. In effetti, come idea non era così malvagia. Rispose al sorriso del suo compagno, stringendo la sua mano in quella di lui. "Bravo Gourry, ottima idea!". In effetti, come aveva fatto a non pensarci prima lei stessa?

Facendosi strada fra le persone, Lina e Gourry giunsero finalmente al cospetto della guardia che, con sguardo annoiato e assonnato, dava un occhio alla piazza. L'uomo, un giovane sui trent'anni magro come un chiodo e quasi calvo, li squadrò, smettendo momentaneamente di fumare il sigaro che teneva fra le labbra. "Avete bisogno di qualcosa?" - disse sgarbatamente, irritato da quella interruzione in quella pratica che considerava estremamente rilassante.

Lina sospirò. A quanto pare aveva davanti un perfetto rappresentante della legge che non aveva voglia di fare un emerito nulla. Ma decise di essere accomodante ed evitare inutili discussioni che avrebbero rimandato ulteriormente il loro incontro con Alix. Sorrise quindi, con finta cortesia. "Ecco, noi stiamo cercando una persona e volevamo sapere se potevate darci qualche indicazione!".

La guardia fissò la moltitudine di gente che invadeva le bancarelle del mercato. "Se cercate qualcuno che avete perso in mezzo a questa folla, rinunciateci!".

Gourry scosse la testa. "No, no! Non cerchiamo qualcuno che abbiamo perso quì, stiamo cercando informazioni su una donna che vive a Tortuga e che vogliamo contattare per un lavoro. Come guardia cittadina, magari voi signore, potreste esserci d'aiuto!".

"Chi cercate?" - chiese l'uomo, annoiato, mentre continuava a fissare il mercato.

"Alix De Guille! E' una giovane donna di venticinque anni che arriva da Seyruun, una città portuale della Penisola dei Demoni. Si è trasferita quì da un anno e fa la cartografa. La conoscete per caso? E' una donna che di certo non passa inosservata!" - rispose Gourry.

La giovane guardia si grattò la guancia, pensierosa. "Alix De Guille hai detto? Lunghi capelli neri come la notte, occhi da cerbiatta, sguardo ammaliante, alta e snella, formosa e con una enorme faccia tosta?".

Gourry sorrise. "Sì, direi che la descrizione corrisponde!". Era un colpo di fortuna aver trovato al primo colpo qualcuno che, a quanto sembrava, conosceva Alix!

"E dove vive?" - chiese Lina, frettolosa e imbronciata. E così questa Alix era una stangona maggiorata, è? Il suo umore peggiorava, mentre il suo sguardo faceva scintille verso Gourry. Di che aiuto poteva mai essere una nobile dal fisico perfetto e dalle mille pazze idee in testa? Probabilmente non era in grado nemmeno di tenere in mano una matita, altro che cartografa! Accidenti a Gourry, alle sue idee e alle sue amiche! Presto si sarebbe trovata su una nave, in mezzo al mare, sola con Jack-pirata-idiota, con Daryl e con una stangona che le avrebbe ricordato OGNI momento che lei quel tipo di fisico non l'avrebbe avuto MAI!

La guardia indicò loro un vicolo che portava verso gli imbarchi delle navi. "Seguite questa strada e arrivate fino in fondo alla via! L'ultima casa gialla, prima dei moli, è la sua. A quest'ora dovrebbe esserci, difficile vederla in giro al mattino presto, dovreste trovarla senza problemi, se siete fortunati!".

"Grazie!" - commentò in tono piatto Lina.

"Grazie!" - esclamò Gourry in modo più allegro. In realtà era curioso di sapere come Alix e quella guardia si conoscessero ma immaginava e ne era sempre stato certo, che Alix in quel posto si sarebbe fatta conoscere presto! Probabilmente, se avesse chiesto a qualsiasi guardia, tutte sarebbero state in grado di aiutarlo! Era in gamba, troppo fuori dagli schemi per passare inosservata.

"Non c'è di che!" - commentò la guardia, poco entusiasta. Non voleva essere ne gentile ne d'aiuto a quei due che lo avevano disturbato, ma non se li sarebbe più tolti di torno se non avesse risposto loro. Per questo aveva dato loro subito le informazioni richieste, senza chiedere null'altro! Voleva toglierseli di torno e basta! Riprese avidamente fra le labbra il suo sigaro, finalmente libero di poterselo gustare di nuovo, mentre i due ragazzi se ne andavano verso il vicolo che gli aveva indicato.

"Fantastico vero!" - commentò Gourry, allegro – "E' meno difficile di quello che pensavamo!".

"Sì, sì, fantastico! Mai stata eccitata come in questo momento Gourry..." - commentò Lina in tono piatto, con sarcasmo.

"Che ti prende?" - chiese Gourry, stranito dal malumore di Lina. Perchè ora aveva il muso, se le cose si stavano mettendo così bene?

Lina sbuffò. "Lascia stare, lascia stare...". Già, era meglio lasciar stare! E sperare solamente che questa Alix fosse quanto meno un tantino simpatica. O l'avrebbe fatta saltare in aria immediatamente, con un Dragon Slave in mezzo alla fronte. Anche se era amica di Gourry! Anche se era bella, intelligente, formosa e tutto il resto! Quella mattina non aveva voglia di essere diplomatica! Soprattutto con una maggiorata!!!

Gourry le si avvicinò, scompigliandole i capelli con la mano, come tante volte aveva fatto in passato. "Hei Lina, sai che sei diventata davvero una musona?" - commentò ridacchiando.

Lina lo guardò di traverso. Se fosse stata un cane, gli avrebbe volentieri ringhiato dietro. "Gourry, ma la tua massima aspirazione, oggi, è farti mandare al diavolo di prima mattina?".

Lo spadaccino non si fece intimorire dal tono minaccioso di lei, continuando a ridacchiare. "Eheh, musona e anche... temo... un pochino gelosa!".

Lina gli fece il broncio a quelle parole, voltando di scatto la faccia dal lato opposto. Colpita e affondata! "Io NON sono gelosa! Mi sono solo alzata nervosa, stamattina! Che c'è, non è consentito dalla legge?".

Gourry gli fece la linguaccia. "Sei gelosa, sei gelosa, sei gelosa! Se lo ammetti, vedrai che dopo ti sentirai meglio!".

Lo sguardo di Lina fece scintille. "Scusa Gourry, ma di cosa dovrei essere gelosa, io? Sono solo sospettosa con chi non conosco, tutto quì! E ho le scatole girate stamattina, ok? Quindi finiscila o ti tiro un mega calcio in mezzo alla fronte!".

Gourry fece per replicare a tono, ma due colpi di fucile che provenivano dal fondo della via in cui si erano incamminati, lo fece sobbalzare. Il ragazzo guardò Lina e dallo sguardo accigliato della maga capì che lei aveva avuto la sua stessa percezione. Colpi di fucile! Dalla direzione dove c'era la casa di Alix! "Corriamo a vedere!" - disse con urgenza, mettendosi a correre nel vicolo. Probabilmente Alix non c'entrava nulla, probabilmente era consuetudine, a Tortuga, sistemare così le faccende... Ma beh, per il suo modo di pensare, due colpi di fucile in pieno giorno non erano normali!

Lina gli corse dietro, curiosa quanto lui. E sempre più convinta che quell'isola non facesse per lei!

Corsero per alcuni minuti, finchè incrociarono due tipi strani e sospetti che correvano loro incontro, in direzione opposta. Correvano come due forsennati, quasi stessero fuggendo da qualcuno. Avevano un aspetto trasandato, una faccia non troppo sveglia e un'espressione spaventata in viso. Raggiunsero e sorpassarono Lina e Gourry senza mai fermarsi, dando l'impressione di non vederli nemmeno, continuando la loro folle corsa fino a scomparire in fondo al vicolo.

"Sembravano due ladri maldestri colti in fallo e in fuga!" - commentò Lina rallentando la corsa e osservando incuriosita il vicolo dove erano spariti alla velocità della luce i due uomini.

"Si, ho avuto la tua stessa impressione! Credi che i colpi di fucile fossero collegati a quei due?" - chiese Gourry prendendo fiato dalla corsa.

Lina alzò le spalle. "Boh, forse! Comunque, direi che non è il caso di immischiarsi in queste cose! Proseguiamo, dai!". In fondo, perchè immischiarsi in faccende che non li riguardavano e perdere così tempo?

Gourry annuì, d'accordo con lei, e i due fecero per riprendere il cammino quando furono bloccati da una terza persona che veniva verso di loro di corsa.

Lo spadaccino spalancò gli occhi dalla sorpresa. Tutto si sarebbe aspettato ma non lei! Non lì, non in quel modo! Una figura femminile, alta, slanciata, dalle curve giuste al punto giusto, dai lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo, dagli occhi verde smeraldo, con indosso solo una canottierina aderente bianca e un paio di cortissimi pantaloncini blu che lasciavano completamente scoperte le lunghe gambe... E in mano un fucile carico. "Alix!" - urlò correndole incontro, al colmo dello stupore.

La giovane donna fece ancora alcuni passi verso di lui, sorpresa almeno quanto il suo interlocutore di quell'incontro. "G... Gourry Gabriev!? Sto sognando! Che ci fai quì?".

Lo spadaccino le si avvicinò ulteriormente, sempre più confuso e sorpreso. "E tu che ci fai in giro a quest'ora del mattino, con un fucile in mano?".

La giovane Alix rallentò il passo e camminò fino a trovarsi faccia a faccia con lo spadaccino. "Ti ho fatto per prima la domanda! Gourry Gabriev, Gourry Gabriev!!!" - ripeté ancora, incredula di trovarlo a Tortuga – "Sei davvero tu! Ma... Come può essere?". Non capiva! Era un sogno per caso?

Lo spadaccino sorrise gentilmente. In effetti capiva lo stupore di Alix, al suo posto avrebbe reagito allo stesso modo. "Sono in viaggio e Tortuga è una tappa! A dire il vero ricordavo che vivi quì da un anno e ti stavo cercando. Ho chiesto di te al mercato e una guardia mi ha indicato dove vivi! Tutto quì! E tu, che combini con quel fucile in mano?".

Alix sbuffò, cominciando a rimettere in ordine le idee e a capirci qualcosa. "Ho fatto scappare due dannati ladri che hanno cercato di svaligiarmi la casa! Quì tutti pensano che se una donna vive sola, allora sono autorizzati a farle tutto quello che vogliono senza consueguenze! Compreso rubare i suoi averi! Questi due pensavano di trovarsi davanti una donnicciola piangente, invece ho fatto veder loro che so come impugnare un fucile. E che sò anche usarlo, all'occorrenza".

Gourry ridacchiò, capendo infine chi erano i due fuggiaschi! Tanto tipico di Alix, in fondo, quel modo di fare di chi non vuole farsi mettere i piedi in testa! "Oh... Quindi i due tizi che ho incrociato poco fa, erano...".

Alix alzò le spalle. "I due malviventi che ho messo in fuga!" - concluse.

A pochi passi di distanza, Lina sbuffò. Si sentiva a disagio, in imbarazzo e fuori luogo in quella situazione, ad assistere a quella conversazione in cui il suo compagno sembrava trovarsi tanto a suo agio. Forse Gourry avrebbe dovuto andare da solo a cercare Alix, almeno lei non si sarebbe sentita di troppo. Osservò di sottecchi la ragazza. Le voci su di lei erano veritiere... Purtroppo! Bellissima e molto attraente, sveglia e pronta a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno! E Gourry pareva andare molto d'accordo con lei. Inspirò profondamente. Ok, starsene impalata non era ne intelligente ne di alcuna utilità. Via il dente, via il dolore! "Ehm..." - mugugno, avvicinandosi ai due.

Alix sussultò a quella interruzione e la fissò incuriosita, notandola solo in quel momento, mentre Gourry le faceva segno di avvicinarsi a loro. "Alix, ti presento Lina Inverse, una... ehm..." - la sua voce si fece imbarazzata – "ecco... Lina è una vecchia amica che sta facendo il viaggio con me! Lina, lei è Alix!" - concluse, frettolosamente e improvvisamente a disagio.

Lina fissò Gourry... Una vecchia amica, aveva detto? Beh, in fondo era vero, non c'era altro modo per definire il loro rapporto. Ma... qualcosa in quella presentazione le stonava. Non sapeva ancora cosa però... Al diavolo, era quella situazione che era strana! E il fatto che si sentisse di troppo la prendisponeva malamente verso tutto e tutti! "Piacere!" - commentò, fiaccamente, non sapendo che altro dire.

"Beh, piacere mio!" - rispose Alix, incuriosita da quella strana ed imbronciata ragazza dai capelli rossi. Poi si girò di nuovo verso Gourry. "E' tanto che non ci vediamo e prima mi hai detto che mi stavi cercando! Sù, venite a casa mia!" - propose entusiasta – "Così mi racconti cosa ti ha portato quì! Ormai i ladri saranno scappati e dubito torneranno, quindi è inutile stare quì col fucile in mano!".

Gourry sorrise. "Ottima idea, ti ringrazio per l'invito!".

Si voltò verso Lina. "Ti va?" - domandò, ricordando quanto nero fosse l'umore della maga.

Lina sbuffò. "Ho qualche altra scelta?" - bisbigliò per non essere udita da Alix.

Gourry le si avvicinò, appoggiandole delicatamente una mano sulla spalla. "Dai Lina, per favore..." - chiese, in tono gentile.

Lina sbuffò di nuovo. In fondo, perchè no? Se davvero doveva essere compagna di viaggio di quella tipa, tanto valeva fare la sua conoscenza. "Sù, andiamo!" - disse infine fiaccamente dopo qualche secondo, accennando un tirato sorriso.

Alix si voltò verso di loro, allegra. "Casa mia non è lontana, qualche passo e saremo arrivati!".

"Arriviamo!" - rispose Gourry, incamminandosi con Lina nei vicoli del porto di Tortuga.


...


Alix non aveva mentito circa le distanze da percorrere. In cinque minuti erano comodamente seduti nel piccolo salotto della sua casa. Un posto modesto, curato ma non ricco ne pacchiano. Una normale casa del porto, così diversa da come Lina aveva immaginato. Forse Gourry aveva ragione, Alix era diversa dagli altri nobili. In fondo, il modo in cui si era presentata a loro era assolutamente inusuale per una ragazza di buona famiglia! FORSE, ma proprio FORSE, questa Alix tanto male non era... Certo, eccetto la taglia di seno e il fisico pressocché perfetto! Sembrava sveglia, non certo stupida, con le idee chiare e in gamba, dopo tutto...

"Su, accomodatevi sul divano!" - propose Alix, servendo in tavola dei biscotti e delle fumanti tazze di caffè!".

Gourry e Lina raccolsero l'invito, sedendosi.

Alix fece lo stesso, accomodandosi su una sedia. "E allora Gourry, cosa ti porta quì?" - chiese infine incuriosita, sorseggiando lentamente il caffè.

Lo spadaccino ridacchiò. "Beh ecco... diciamo che ho perso il mio lavoro di guardia a Seyruun e una serie di circostanze mi hanno indotto a partire".

Alix lo fissò, incuriosita. "Hai perso il tuo lavoro? Ma come, TU??? Il pupillo del corpo d'armata, l'uomo di fiducia di mio padre, alias il Governatore?".

Gourry sospirò. "Credo che tuo padre e tutto il corpo d'armata, se mi avessero fra le mani, mi farebbero volentieri la pelle!".

A quelle parole, Alix scoppiò a ridere. "Oh bene, hai fatto girare le scatole al mio paparino allora! E chiunque ci riesce, è ovviamente amico mio! Fantastico Gourry, davvero! Non ho capito molto della tua storia ma sappi che sono davvero felice di rivederti!".

Gourry sorrise. "Beh, anch'io! Comunque, in poche parole, ho rincotrato e aiutato Lina e un suo socio d'affari a fuggire di prigione, dopo che erano stati arrestati... ehm... più o meno ingiustamente. E loro mi hanno proposto, visto che mi ero cacciato nei guai per aiutarli, di unirmi al loro gruppo e di partire tutti insieme verso i mari oltre la barriera! E quindi, eccomi quì!". Raccontò brevemente di chi fosse Lina e di come si fossero rincontrati dopo anni, di come erano andate le cose a Seyruun, di Jack Sparrow e della sua nave perduta, della loro ricerca di un tesoro che facesse riacquistare notorietà e fama al pirata, di Daryl e infine della loro decisione di avere a bordo un'esperta di mappe che potesse disegnare nuove piantine e nuove rotte da illustrare poi ai futuri viaggiatori venuti a espolorare quei mari ancora sconosciuti.

Alix finì di sorseggiare il suo caffè. Aveva ascoltato attentamente il racconto di Gourry e ne era incuriosita. Oh, non si formalizzava del fatto che Lina fosse una maga che praticasse magia nera, ne del fatto che a bordo ci sarebbe stato un latin lover della peggior specie, ne del fatto che avrebbero corso forse rischi e che si sarebbero potuti trovare coinvolti in qualche battaglia con altri pirati. Solo una cosa voleva chiedere... "Hai detto che il vostro amico pirata si chiama Jack Sparrow, vero?".

Gourry annuì. "Sì, lo conosci?".

Alix scosse la testa. "Non di persona, ma ne ho sentito parlare spesso, al porto! Un mascalzone della peggior specie, un tipo strambo e inaffidabile. Anche se si dice che sia abbastanza affascinante e simpatico! O almeno, così raccontano le innumerevoli donnine che gravitano attorno al porto e che, suppongo, si siano intrattenute con lui!".

Lina sospirò. "Sì, direi che la descrizione calza a pennello!".

Al sentire la voce della maga, Alix si voltò a fissarla, incuriosita. Finalmente quella taciturna ragazza si decideva a parlare! "Credevo fossi muta!" - commentò con sarcasmo.

Gourry rise, a quella affermazione. "Oggi è taciturna, ma ti assicuro che di solito ha una lingua molto lunga!".

Lina si voltò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. Si permetteva anche di fare lo spiritoso? Vendetta, TREMENDA vendetta!!! A Gourry non bastava averla messa in quella situazione imbarazzante dove si sentiva il terzo incomodo, si permetteva pure di fare lo spiritoso! Evidentemente aveva bisogno di un bel ripasso circa le tecniche di tortura che gli aveva riservato in passato, quando faceva l'idiota! Doveva aver dimenticato...

Gourry si accorse dello sguardo omicida dell'amica, ma finse di ignorarlo, volutamente. Si voltò ancora verso Alix, speranzoso che la ragazza accettasse la sua proposta e partisse con loro. Perchè sapeva quanto fosse in gamba e riteneva che a bordo sarebbe stata molto utile e che quell'esperienza poi sarebbe potuta utile a lei. E poi per Lina... Non sapeva cosa tormentasse la maga, cosa la rendesse a volte triste e a volte nervosa ma era convinto che la vicinanza con un'altra ragazza l'avrebbe forse aiutata. "E allora, che ne dici, parti con noi? O hai altre proposte e lavori interessanti che ti tengono inchiodata quì?".

Alix sbuffò. "Lavori interessanti? Vivo quì da un anno e MAI, a parte qualche piccola gita in barca a ridosso delle isole confinanti, sono riuscita a imbarcarmi in un viaggio decente! Il mio sogno era venire quì, viaggiare per studiare e disegnare nuove rotte, illustrare isole sconosciute ma... a parte qualche misero lavoro, nulla! A Tortuga hanno una strana opinione delle donne: servono solo a letto, per divertirsi, per gli uomini di quì! Ma non le prendono minimamente in considerazione per lavori interessanti e ritenuti da uomini. Come il viaggiare per mare! Appena chiedevo di imbarcarmi, pirati o marinai che fossero, mi ridevano dietro! Quì, a parte la donnina da osteria o la cameriera, non puoi fare altro!".

Lina si accigliò. Come aveva immaginato, Tortuga era un posto pessimo, maschilista e invivibile! No, non era il posto per lei! Il suo sguardo cadde sul tavolino davanti a loro, dove sparpagliati, c'erano degli abbozzi di piantine disegnate da Alix. Un bel tratto, pulito e soprattutto preciso. Non era un'esperta di mappe ma non ci voleva un genio per capire che Alix aveva talento. E forse, gli uomini che quella ragazza aveva contattato in passato per partire, se avessero osservato quei bozzetti, sarebbero giunti alle sue stesse conclusioni. Era in gamba nella sua professione, indubbiamente. "Se accetti, credo che ne trarresti molti benefici e a conti fatti otterresti quello che volevi quando sei partita! Mi sembri in gamba e adatta a questo tipo di viaggio" - ammise infine. Ok, gelosia o non gelosia, questa Alix sapeva il fatto suo e non poteva negarlo.

Alix le sorrise. "Ti ringrazio!". Si alzò dalla sedia, fissando Lina e Gourry pensierosa. "Disegnare rotte e scoprire nuovi posti è sempre stato il mio sogno! Mi offrite un'ottima opportunità ossia un lavoro che potrebbe fruttarmi molto, un viaggio che si preannuncia avventuroso ma anche piacevole e la possibilità di lasciare per un pò questo posto, per poi tornare vincitrice, se tutto andasse nel verso giusto! Ci sto, vengo con voi! Quando avete intenzione di partire?".

Lina sospirò. "Quando i due nostri compagni di viaggio avranno finito di sbrigare le loro... faccende... Sono spariti ieri sera, risucchiati dalla movida di Tortuga! Non ti aspettare molto da loro! Anche se sono esperti di mare e tesori, sono due idioti, a conti fatti! E ti avverto, ci proveranno con te!". Meglio metterla in guardia dall'inizio per evitare problemi poi. Ricordava bene, tre anni prima, quanto macello avesse causato la sua relazione con Daryl!

Alix rise, indicando il fucile appoggiato alla parete. "Come hai potuto vedere prima Lina, sò bene come trattare la gente, quando diventa inopportuna!". Si avvicinò a un armadio a lato della stanza, prendendo un grosso borsone. "Comunque, se mi date qualche minuto, prendo un pò di abiti, i miei fogli da disegno, le mie matite e poi sono pronta per venire con voi!".

Gourry le sorrise. "Fai pure!". Poi, mentre Alix era intenta a preparare le sue cose e non pareva più badare a loro, si voltò verso Lina, accarezzandole gentilmente i capelli. "Passato il malumore, vedo?".

Lina lo fissò, in tralice. "Gourry, TU- SEI- NEI- GUAI!".

Gourry rise. "Perchè?".

La maga gli fece la linguaccia. Oh, al diavolo! Adesso avrebbe spiegato due o tre cosine sul modo di ragionare delle donne, a Gourry! "Quella Alix... TROPPO carina per i miei gusti! E se mi vieni a propinare la storiella che non te ne sei accorto, che è una tua amica e basta e che non ci hai nemmeno mai fatto un pensierino, ti spedisco sulla luna con un Dragon Slave! Non che mi interessi quello che fai ma... ecco... non raccontarmi storielle, come se fossi una bambina!".

Gourry sorrise, dolcemente. ORA capiva cosa avesse Lina per essere tanto di malumore! "Innanzitutto, non ti ritengo una bambina! Secondo, io non sono come Daryl o Jack e non cerco quello che cercano loro in una donna! Terzo... Vero, Alix è carina! Anzi, è bella, una bella donna! Però no, non ho mai pensato a lei in QUEL modo che credi tu! Perchè te l'ho già detto, non cerco una donna, non cerco una storia e ho deciso di stare solo, dopo la morte di Madeline! Alix è attraente, certo! Ma se proprio volessi una notte di divertimento con una donna, non la cercherei con una che ritengo in gamba e un'amica ma andrei a cercare altrove! E per la cronaca, sulla nostra nave ci saranno due donne! E non sò se poi ti interessa davvero saperlo ma, per quel che mi riguarda, la più bella fra le due non è Alix!".

Lina sussultò a quelle parole inaspettate. Si voltò verso di lui per rispondergli qualcosa di sensato ma Gourry non gliene diede il tempo.

Il giovane si alzò dal divano, avvicinandosi ad Alix e prendendo in mano il suo borsone ormai pronto. Poi si girò verso Lina. "E' tutto a posto, valigia finita!Andiamo?".

Lina ricambiò il suo sguardo, interdetta. E stranita! Quello che aveva detto Gourry poco prima, era quello che voleva sentirsi dire? Era così confusa... Forse sì, forse ne aveva davvero bisogno di quelle parole. Soprattutto in quel periodo della sua vita così difficile, in cui si sentiva tanto fragile, insicura e assolutamente non in grado di affrontare ne i paragoni con un'altra donna ne, forse, un viaggio come quello che aveva intrapreso. Sì, aveva bisogno di quelle parole e solo dopo che Gourry le aveva pronunciate se ne accorse. Era tanto che nessuno le diceva che era bella, che era in gamba... Era tanto che nessuno le stava accanto, dandole, dicendole ciò di cui aveva bisogno. Sorrise. In fondo, poteva anche risparmiargliele per un pò, a Gourry, le torture che aveva in mente. "Andiamo!" - rispose infine semplicemente, sospirando e alzandosi dal divano col cuore più leggero.


...


Circa mezz'ora dopo, superata e oltrepassata nuovamente la bolgia del mercato, erano tornati al punto di partenza, ossia alla casa di Jack e Daryl. Che, con gran sorpresa di Lina e Gourry, erano finalmente tornati e se ne stavano seduti tranquillamente sulla panca davanti all'ingresso, osservando la strada.

Lina sospirò. Era decisamente ora! Non che smaniasse all'idea di rivedere Daryl dopo tre anni ma quanto meno, via il dente, via il dolore, visto che comunque avrebbe dovuto ritrovarselo nuovamente nei piedi! E forse, visto che ormai c'erano tutti, si poteva finalmente lasciare quella dannata e incasinatissima isola!

Appena Jack li vide tornare, li salutò allegro, agitando la mano. Daryl invece, apparentemente in perfetta forma e per nulla invecchiato rispetto a tre anni prima, squadrò la maga con un ampio sorriso. Si alzò dalla panca, andando loro incontro come se nulla fosse. "Ragazzi, quanto tempo! Molto, molto felice di rivedervi!".

Lina fissò brevemente Gourry, annoiata, poi il cercatore di tesori. Non provava nulla nel rivederlo. Ne angoscia, ne rabbia ma nemmeno gioia... Era abbastanza indifferente e se lui l'avesse lasciata in pace, la traversata forse sarebbe filata via liscia, in sua compagnia. Era decisamente passata molta acqua sotto i ponti rispetto a tre anni prima, se ne rendeva benissimo conto in quel momento, riavendolo davanti agli occhi. "Molto felice Daryl? Bah, vorrei poter dire lo stesso..." - commentò sarcasticamente, ricordando come fosse stato lui a metterla in quella situazione, mettendo Jack Sparrow sulle sue tracce.

Daryl ridacchiò. "Hai ancora l'abitudine di tenere il muso? Se fai così, mi fai pensare che non sei contenta di rivedermi! Comunque, contenta del bell'ingaggio che ti ho trovato? Te l'avevo detto tre anni fa che ci saremmo rivisti, ricordi?". Le parlò con lo stesso tono allegro e un pò di presa in giro che aveva usato spesso tre anni prima. Come se il tempo non fosse passato, come se tutto fosse rimasto uguale ad allora. Lina lo fissò, pensierosa, davanti al suo modo di fare. Con quel tono Daryl l'aveva sfidata, stuzzicata tre anni prima... E in un certo senso, allora, l'aveva anche trovato stimolante! Daryl era la persona più egocentrica, superficiale e approssimativa che avesse mai conosciuto, non poteva aspettarsi altro comportamento da lui, nel ritrovarselo nuovamente faccia a faccia! Anche se certo, questo lato del suo carattere, in quel momento della sua vita, in un certo senso la aiutava e rendeva le cose più facili per tutti. "Daryl, io non sono contenta di rivederti, infatti! E per quanto riguarda l'ingaggio che 'gentilmente' mi hai trovato... vederemo a conti fatti quanto ne sarà valsa la pena!". Ahah, col cavolo che gli avrebbe dato qualche soddisfazione!

Daryl sorrise, a quel tono di sfida della maga. "Ricordi che ho un ottimo fiuto per gli affari, vero?".

Lina sospirò, oltrepassandolo e dirigendosi verso Jack. "Vedremo..." - commentò semplicemente.

Daryl annuì, davanti a quel tono della maga che in fondo conosceva tanto bene. Noncuranza, apparentemente... Ma sapeva bene che dietro quella facciata, Lina nascondeva già una moltitudine di idee per portare brillantemente a termine quella missione. In cui doveva credere, se aveva accettato di partire! Non si sarebbe imbarcata, se non avesse fiutato un buon affare, ne era certo! In fondo non le pareva poi così cambiata in quei tre anni, almeno a prima vista. Come del resto, non era cambiato lui! Si voltò verso Gourry con un ampio sorriso. "Amico, che sorpresa trovarti quì! Quando Jack mi ha detto che c'eri anche tu e di come vi siete rincontrati a Seyruun, non ci potevo credere! Spero andremo più d'accordo noi due, rispetto a tre anni fa!".

Gourry annuì, squadrandolo dalla testa ai piedi. Daryl non gli era mai piaciuto molto, anzi, non gli era piaciuto per niente in CERTI frangenti del passato. Ma ora era diverso, Lina era diversa e anche lui era cambiato. Erano tutti più adulti e forse più capaci di evitare errori. O di saperli gestire! "Andare d'accordo? Dipende da tante cose Daryl...".

Daryl fece per rispondergli ma la sua attenzione fu catturata dalla visione di Alix, rimasta in disparte ad osservare la scena, incuriosita. E le conversazioni con Lina e Gourry passarono immediatamente in secondo piano, per lui. "E questa splendida fanciulla chi sarebbe?".

Alix fissò l'uomo, indentificando immediatamente il tipo di soggetto che aveva davanti. Avventuriero, borioso, sicuro di se stesso e del suo fascino... Il classico tipo da bordello del porto, in pratica! Da mettere subito al suo posto, se necessario! "Mi chiamo Alix De Guille, sono una cartografa e una vecchia amica di Gourry!" - rispose in tono piatto.

Jack, rimasto in disparte ad osservare la sua ciurma, le si avvicinò incuriosito. Finalmente questa misteriosa amica di Gourry! Gran bella donna, in effetti! E anche sicura nei modi! Gli piaceva, non c'era che dire! E probabilmente ci sapeva fare, col suo lavoro. "Alix... Finalmente! Il fatto che tu sia quì, significa che accetterai l'incarico e che Gourry quindi ti ha convinta a partire con noi?". Non era mai stato un tipo di troppe parole, Jack. Arrivava sempre e subito al nocciolo della questione!

Alix annuì, studiando il volto e il modo di fare di quello strano pirata, Jack Sparrow, di cui tanto aveva sentito parlare. Non c'era che dire, negli atteggiamenti e nel modo di vestire era proprio bizzarro, come aveva sentito dire in giro! "Sì, Gourry e Lina me ne hanno parlato! E accetto l'incarico volentieri!".

"Sarai dei nostri, evviva!" - commentò Daryl, avvicinandosi a lei e mettendogli famigliarmente una mano sulla spalla. "Così, potremo fare meglio conoscenza, noi due..." - sussurrò, maliziosamente.

Alix, con un gesto deciso e veloce, si divincolò da quella specie di abbraccio. "Anche no, grazie!".

Daryl ridacchiò. "Tipina difficile come piace a me, perfetto!".

Alix sbuffò, voltandosi verso Jack, Lina e Gourry. "Sò che magari non è carino, visto che l'ho appena conosciuto ma... mi date il permesso di dargli subito un calcio nelle palle?".

"Permesso accardato!" - rispose immediatamente Lina, anticipando qualsiasi risposta di Gourry e Jack. Sì, in fondo Alix le poteva anche piacere. E le sarebbe piaciuta anche di più, se avesse assestato un calcio ben assestato dove non batte il sole, a Daryl Dancan.

"Hei, hei!" - commentò Daryl arretrando – "Farete comunella, voi due?". Quando le donne si alleano, diventano sempre pericolose. Doveva tenerlo ben presente!

Lina lo fissò, con sguardo di sfida, gelida. "Faremo quello che sarà più giusto, mio caro...".

Daryl deglutì, lentamente. Forse era il caso di andarci coi piedi di piombo... Una donna battagliera era una bella sfida e poteva tenerla a bada, due no! Soprattutto se una era Lina Inverse! Decise di cambiare argomento. "Ehm... Giusto per riabilitare la mia persona, sappiate che mentre non c'eravate, io e Jack abbiamo predisposto tutto per la partenza e al porto ci hanno già caricato la nave con le provviste necessarie al viaggio!".

Gourry e Lina fissarono Jack e Daryl, stupiti. "Volete dire che non siete stati a divertirvi stanotte ma che avete LAVORATO?" - chiese Gourry con gli occhi spalancati.

Jack scosse la testa. "No no, ci siamo anche divertiti! Non sia mai che non godiamo delle BELLEZZe di Tortuga! Ma dopo il divertimento, stamattina ci siamo dati da fare e per questo non siamo tornati subito!".

Il buonumore tornò immediatamente a Lina. Si poteva partire subito? Fantastico!!! Aveva incredibilmente voglia di lasciare quel macello d'isola! "Ottimo! E tu Daryl, ti sei risparmiato, PER ORA, qualche dolorosa tortura!" - commentò fissando l'avventuriero.

Daryl la fissò imbronciato, ma poi scoppiò a ridere. Adorava il carattere tutto pepe di Lina! Fra lei e Alix, sarebbe stata una dolce traversata, pensava... "Beh, che aspettate allora? Partiamo?".

"Partiamo!" - risposero insieme Gourry, Lina e Alix, entusiasti.

Jack fissò i suoi quattro compagni di viaggio. La più piccola e stramba ciurma che avesse mai avuto. Ma gli piacevano! Motivati, decisi, forti e di carattere! Non importava il numero di persone che componevano una ciurma ma il loro valore, in fondo! E, ne era convinto, insieme avrebbero fatto grandi cose. E avrebbe riconquistato la Perla Nera!

Il viaggio riprendeva!







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Capitolo 7
*** Donne contro uomini ***


Regalino in anticipo per Pasqua!

Capitolo dedicato, come regalino extra per la fantastica laurea, a Raffychan! Sei stata BRAVISSIMA!!! E spero che ti piaccia!

Grazie come sempre a chi legge e sostiene questa storia!



Donne contro uomini



Jack Sparrow amava l'odore del mare, il rumore delle onde che si infrangevano contro la nave, i branchi di delfini che talvolta sembravano seguire il suo percorso, il senso di infinito che il navigare regalava alla sua mente... Era un pirata e il mare era la sua vita! Partire significava, ogni volta, rinascere a nuova vita, andare incontro a nuove avventure, imparare cose nuove da nuove scoperte.

E partire con quello strano equipaggio, tanto diverso da quello a cui era abituato, gli dava una specie di ebbrezza in più. Quelle persone che stavano viaggiando con lui non erano rozzi loschi figuri, non erano marinai ne tanto meno navigati pirati. Ma anche se col mare non c'entravano nulla, anche se erano solo in cinque, il suo equipaggio era composto da persone di tale grande valore che, si sentiva, poteva raggiungere ogni obbiettivo si fosse prefissato. Certo, c'era da organizzare la vita sulla nave da zero, si dovevano inventare ruoli e incombenze per ognuno affinché tutto filasse liscio ma era certo che ogni cosa sarebbe andata al giusto posto, che tutto sarebbe andato bene. Era bello tornare a navigare ed era bello per lui predisporre tutto da capo. Come se fosse stato il suo primo viaggio... Era questo che lo inebriava, l'organizzazione, il compito supremo di ogni capitano.

Camminò assorto per alcuni minuti, fissando di sbieco i suoi quattro compagni di viaggio che lo guardavano incuriositi. Erano partiti da poche ore da Tortuga e Jack li aveva radunati sul ponte per comunicar loro cose importanti. Così aveva detto il pirata, anche se fino a quel momento non aveva aperto bocca, continuando ininterrottamente il suo andirivieni.

"E allora Jack?" - chiese infine Lina, spazientita.

Il pirata si fermò, fissandola serio ed alzando un indice verso di lei. "Shhh, sto ragionando!".

Lina sospirò. "Su cosa?".

Jack sorrise. "Su come organizzare la nave! Voglio dire, ognuno dovrà avere compiti ben precisi affinché tutto fili liscio, esatto?".

Gourry annuì. "Beh, mi pare giusto!".

Jack si avvicinò a Gourry, battendogli una mano sulla spalla. "Bravo, vedo che capisci il mio ragionamento! Dovremo dividerci i compiti per gestire al meglio la nave! Siamo in mezzo al mare, ci staremo parecchi giorni e non possiamo contare sull'aiuto di nessun altro se non di noi stessi! Quindi, ognuno dovrà fare qualcosa!".

Alix guardò di sfuggita Lina, poi il pirata. "E cosa avresti in mente? Mi sembra giusto il tuo ragionamento, ma cosa dovremmo fare, in termini pratici?". Era pronta e aveva voglia di lavorare, ci era abituata e in fin dei conti aveva imparato a badare a se stessa da quando aveva lasciato la casa paterna per quell'avventura a Tortuga. Era curiosa di cosa avesse in mente Jack per loro. Il suo primo viaggio in mare stava iniziando per davvero, ora!

Il pirata li guardò di nuovo, uno a uno. Poi... "Dunque, io sono il capitano, a me spetta la gestione della rotta, del timone, delle decisioni da prendere per quel che concerne la navigazione e la rotta da seguire. Gourry e Daryl sono giovani, forti, valorosi. E sono uomini! Direi che si dovranno occupare di tenere in ordine il materiale utile alla nave. Funi, munizioni e simili, in pratica!".

Lina sbuffò. "Non mi sembrano poi granché, come cose da fare, per due uomini! Insomma, mica potranno passare la giornata a fare nodi alle corde e a lucidare palle di cannone, no?".

Jack scosse la testa. Era ovvio, Lina era una donna, NON poteva capire! "No, sono lavori FONDAMENTALI per una nave!" - si intestardì.

Alix si avvicinò a Lina, con sguardo deciso. Non le piaceva il nocciolo della questione, lo strano ragionamento di Jack che posizionava solo gli uomini a fare lavori sì sciocchi e leggeri, ma comunque importanti per la nave e ne lasciava completamente fuori le donne. "Possiamo farli anche io e Lina, quei lavori! Forse meglio di loro!".

A quell'affermazione, Daryl scoppiò a ridere. "Ahah, VOI due fare lavori che concernono il funzionamento della nave? Ma dai, si è mai vista in giro una nave pirata dove sono le donne a lucidare le palle dei cannoni?".

"E allora?" - chiese Lina, gelida. Ahhh, che voglia di far finire Daryl in mare, con una palla di fuoco in mezzo alla fronte!!!

"Hei, hei, non litigate!" - si intromise Jack, mettendosi fra Lina e Daryl. "Ragazze, anche per voi due ci sarà del lavoro, tranquille!" - disse, con tono conciliante.

Alix lo fissò, scettica, intuendo quale sarebbe stato il 'meraviglioso' compito che sarebbe toccato a lei e a Lina. "Sù sù, dicci pure quale sarà il nostro lavoro!".

Sul viso di Jack si disegnò un sorriso trionfante. "Cucinare e tenere pulita la nave, ovvio!".

"Scortatelo!" - rispose subito Alix, pronta. Se l'aspettava, cosa poteva essere se non questo? Classico cliché degli uomini maschilisti: le donne servono a lavare, cucinare, andarci a letto e stop. Col cavolo, non era partita per fare la domestica, era partita per lavorare come cartografa, scoprire il mondo e fare esperienza!

Alle sue spalle, una vocina sommessa fece voltare tutti... "E' più oscuro del crepuscolo, è più...".

"NOOOOOO!!!". Con un balzo, Gourry fu addosso a Lina, bloccandola prima che potesse finire QUELLA formula e far saltare all'aria tutti loro, nave compresa. Conosceva bene quella formula, conosceva bene le reazioni di Lina e il perchè la stesse recitando. Era incavolata nera! E in fondo doveva aspettarselo, maschilismo e idee arcaiche erano quanto di più utile a farle saltare i nervi! "Sù Lina, non fare così!" - tentò, con tono accomodante, tenendole una mano sulla bocca – Sono sicuro che Jack vi ha proposto il lavoro in cucina per risparmiarvi dalle fatiche della nave, dai lavori pesanti! Non per altro!". Ok, era una balla e Lina non se la sarebbe di certo bevuta, ma meglio calmare le acque!

Lina si voltò verso di lui, furente. "Finiscila! Non ci credi nemmeno tu alle cretinate che hai appena detto! Ci ha proposto cucina e pulizia perchè siamo DONNE e quindi, per lui, inadatte ad altro! E se lo difendi, vuol dire che la pensi anche tu allo stesso modo! E sei NOSTRO nemico, ora!".

Gourry deglutì ed indietreggiò. Ok, era furiosa ANCHE con lui! In realtà non la pensava come Jack e Daryl, in realtà odiava quelle idee maschiliste ma non voleva schierarsi in quella stupida schermaglia, solo calmare le acque. Lina era incavolata e quando era così era meglio starle lontani o sarebbe finito arrosto anche lui, insieme alla cena. "M... Ma no! E' che non voglio...".

Alix osservò la scena, poi a uno a uno gli uomini. Come la pensava Jack ormai lo sapeva, Gourry non avrebbe di certo voluto partecipare alla contesa e Daryl... beh, maschilismo allo stato pure, da lui non poteva aspettarsi nulla. Una idea però, guardandoli, le frullò nella testa. E poteva tutto tornare utile, divertente, se avesse funzionato! Sorrise, freddamente, avvicinandosi a Lina. Le prese il polso e l'avvicinò a se, gentilmente. "Ok, non facciamo storie! Faremo quello che vogliono loro! In fondo questo che ci propongono è un lavoro tranquillo e adatto a noi! Stare a discutere non serve a nulla, siamo solo in cinque e qualcuno comunque dovrebbe cucinare e tenere in ordine, a meno che non vogliamo vivere come maiali!".

"Già, ma perchè dovremmo farlo noi?" - chiese Lina, adirata e confusa dalle parole di Alix. Tanta remissività, da lei, non se la sarebbe mai aspettata, per quel poco che la conosceva.

Senza essere vista, Alix le strizzò velocemente un occhio, in segno di intesa. "Perchè siamo indubbiamente più brave di loro!" - rispose infine con fare ammiccante, facendo in modo che tutti la sentissero.

Lina la fissò, scettica. Non capiva cosa avesse in testa, a dire il vero... Ma forse, se fosse stata a quello strano gioco, avrebbe capito! "Come vuoi!" - concluse infine, con scarso entusiasmo.

"Bene!" - esclamò a quel punto Daryl, non togliendo gli occhi di dosso da Alix – "l'ho detto subito che sei una donna intelligente!".

Alix fece finta di non sentirlo. Si voltò verso Jack. "Le chiavi della dispensa, grazie!" - domandò, allungando la mano.

Jack annuì e gliele diede, togliendole dal mazzo di chiavi che teneva legato in vita. "Mi sembra giusto!".

Alix le prese, con un gesto veloce. "Grazie! D'ora in poi, QUESTE, le gestiamo NOI!".

Daryl si grattò il mento. "E quando vogliamo bere rum, che facciamo?".

Alix gli sorrise, freddamente. "Dovrete chiederci il permesso! La cucina, il cibo e le vivande sono TUTTE di nostra competenza, come da ordini del capitano, del resto".

"Hei hei!" - si intromise Jack con tono di voce molto allarmato, intuendo quale sarebbe stato il loro 'triste' destino – "No, il rum no! Quello...".

Alix riservò al pirata lo stesso sguardo riservato a Daryl poco prima. "Il rum è una bevanda, le bevande stanno in cucina e la cucina è il regno mio e di Lina. E ora, se permettete, andiamo a preparare la cena!". Non diede modo a nessuno di rispondere. Trascinò per le scale Lina che dentro di se ridacchiava di gusto. ORA capiva più o meno cosa avesse in mente Alix. Buona tattica, doveva ammetterlo! Invece di una palla di fuoco, Alix si stava preparando una LENTA vendetta. Da gustarsi piano piano! Le vendette migliori, forse... Si lasciò trascinare sotto coperta, fino alla cucina, curiosa di vedere cosa avesse ancora in mente Alix, pronta a darle man forte.

Daryl e Jack rimasero come amebi sul ponte, ad osservare le scale che avevano percorso le ragazze. "Jack, mi sa che ci siamo fatti fregare!" - commentò Daryl, grattandosi la testa.

Jack annuì. Stava quasi per piangere!!! Senza rum, quelle lo avrebbero fatto davvero! Dannazione, non esiste niente di più perverso di una donna arrabbiata! Anche Elizabeth l'aveva fatto, tempo prima! Ed era stata irremovibile! Con Alix e Lina sarebbe stato anche peggio, se lo sentiva...

Gourry invece sembrava sollevato. Avevano scampato un incantesimo di Lina. E Jack non poteva ancora saperlo ma era una delle più grosse fortune occorse alla sua nave. In fondo, la mancanza di rum non poteva mica essere questa gran tragedia se paragonata al Fulmine Rosso o alle Palle di Fuoco, no? Osservò i due uomini accanto a lui. No, FORSE per loro era una tragedia la mancanza di rum, stavano quasi per piangere! Gli venne da ridere, era una situazione quasi comica. Se ne sarebbe tenuto fuori però, anche perchè se fosse intervenuto, la sua posizione sarebbe peggiorata agli occhi delle ragazze. Lina e Alix pensavano fosse dalla parte degli uomini, meglio non agire e non fare altre mosse. O la vendetta delle donne si sarebbe abbattuta in qualche modo anche su di lui, ne era certo!


...


"E allora, che cosa hai in mente Alix?" - chiese Lina, non appena furono sole nella cucina.

La ragazza ridacchiò, sedendosi sul tavolo. "Combattere il maschilismo dilagante che c'è su questa nave! A modo nostro, ovvio! Sai cucinare Lina?" - domando con fare furbo.

La maga scosse la testa. "Assolutamente no!".

Alix sorrise nuovamente. "Perfetto, nemmeno io! Ci sarà da divertirsi a preparare la cena! Divertimento solo nostro, ovvio! Non vorrei essere nei panni di Jack, Daryl e Gourry quando assaggeranno i nostri piatti!".

"Oh... OHHH!!!". Lina rispose al sorriso. ORA capiva! "Hai intenzione di cucinare schifezze? Non che mi ci voglia impegno, non saprei farmi nemmeno un the, da sola!".

Alix annuì. "Sì, l'importante è che il cibo si presenti bene, altrimenti non vorranno assaggiarlo! E appena lo metteranno in bocca, li stroncheremo!".

Lina scoppiò a ridere. "Vuoi dire che cucinerai utilizzando al posto del sale lo zucchero o viceversa!". Forse infantile come vendetta, ma efficace.

Alix si avvicinò a un armadietto che stava sopra al tavolo. "Più o meno! A dire il vero però avevo in mente altro...". Aprì la credenza e tirò fuori un vasetto contenente della polvere rossa, mostrandolo poi a Lina. "Peperoncino tritato! Pizzica da morire! Cucineremo della carne e la infarciremo con questo! Gli brucieranno anche le budella, dopo appena un paio di morsi!".

Lina le strizzò l'occhio, le si avvicinò, prese dalle sue mani il vasetto e lo osservò. "Mi sembra un'ottima idea, brava! Non vedo l'ora di vedere la loro faccia! Daryl e Jack sono abituati a pesce o ad altre schifezze da osteria, Gourry è già ko di suo col mal di mare e non ha mai apprezzato il cibo piccante! Li distruggeremo!".

"Bene!". Alix si avvicinò ai fornelli, divertita e contenta che la sua idea piacesse a Lina. "Direi che possiamo fare delle bistecche, dovrebbero essere facili da cuocere!".

Lina le si affiancò. "Oh sì, la carne la so fare! Quando vivevo senza fissa dimora, spesso ho cotto la caggiagione che riuscivo a catturare. Basta scaldare questa pietra che sta sopra al braciere e metterci sopra le bistecche, appena sarà calda! Cuoceranno in pochi minuti e il colore della carne cotta nasconderà il peperoncino che ci metteremo sopra!".

"Bene, accendiamo il fuoco?" - chiese Alix.

Lina annuì. "Sì, ma prima, giusto per non essere avare, cospargiamo anche sopra la pietra che si riscalda un pò di peperoncino, almeno quando ci metteremo sopra la carne, lo assorbirà tutto! E mentre la assorbe da un lato, ne butteremo altra sulla parte di bistecca sopra!".

Alix scoppiò a ridere. "Wow, sei perfida quasi quanto me! Sapevo che avrei trovato una buona alleata in te!".

Lina ridacchiò. "Odio gli uomini maschilisti e ho un paio di conti in sospeso sia con Jack che mi ha fatto cacciare in un sacco di guai a Seyruun, sia con Daryl! E Gourry... beh, lui imparerà quanto meno con chi allearsi!".

Alix la fissò di sfuggita, incuriosita. "Con Daryl? Che cos'hai in sospeso con quell'idiota?".

Lina inspirò profondamente. "Un mucchio di cosette!". Non aveva voglia di parlare di Daryl. Ma chiaccherare con Alix era piacevole e in fondo due pettegolezzi fra donne adulte poteva anche essere divertente.

Alix ci pensò su un attimo, poi capì all'improvviso. "Ci sei andata a letto?" - chiese quasi di getto, senza giri di parole.

Lina sospirò. Colpita e affondata! "Già, tre anni fa!" - ammise.

Alix sorrise. "Mamma mia, con quell'idiota! E sì che sei una in gamba! Comunque, hai tutte le ragioni allora, per vendicarti, ti darò una mano! Almeno farò capire a quel cretino che deve finirla di provarci con me ogni due secondi!".

"Grazie della comprensione!" - rispose Lina, ironica.

Alix annuì. "Figurati!". Non aggiunse altro. Si mise a scaldare la pietra per cuocere, con Lina, incuriosita comunque dalla sua nuova compagna di viaggio. Quando l'aveva incontrata poco prima, a Tortuga, le era sembrata una persona scostante e musona, ora si accorgeva che era molto altro. Determinata, intelligente, ironica e forse anche un pò misteriosa e sospettosa... Era una donna interessante Lina Inverse! Sarebbe stato bello conoscerla meglio, si sentiva che avrebbero potuto andare d'accordo loro due. E di tempo per chiaccherare ne avrebbero avuto tanto, poteva nascere una bella amicizia su quella nave. E quale miglior modo che un'alleanza contro i maschi?


...


"Eccovi la cena!" - esclamarono Lina e Alix sorridenti, mentre ormai imbruniva e il cielo diventata rosso fuoco.

Era tutto perfetto, tavolo apparecchiato per tre sul ponte della nave, candela accesa, carne fumante e ben cotta nel vassoio. Gourry, Jack e Daryl erano sbalorditi, avevano davanti tre massaie perfette, a quanto sembrava!

Lo spadaccino si sedetta sulla sedia, studiando il volto di Lina. Qualcosa non tornava... Quella carineria, quel suo accettare quella situazione che di norma l'avrebbe fatta imbestialire, il suo essere tanto arrendevole e bendisposta... Sì, doveva esserci qualcosa che non andava, indubbiamente! "Ma voi due non mangiate?" - chiese titubante, notando che avevano apparecchiato solo per tre.

Alix sorrise, amabilmente. "Noi donne, come è giusto che sia, mangeremo dopo di voi, in cucina. Se dobbiamo rispettare le regole come ha detto Jack quando ha diviso i compiti, le rispetteremo fino alla fine! Prima mangiano gli uomini che fanno un lavoro DURO, poi le donne".

"E poi, abbiamo assaggiato un sacco di cose mentre cucinavamo, non abbiamo fame ora!" - agginse Lina gentilmente, per convincerli che era giusto così.

Gourry si grattò la guancia, sempre più stranito. In realtà non gli piaceva molto che le ragazze non cenassero con loro, così come non gli garbava la divisione dei compiti che aveva stabilito Jack. "Sì, però...".

Lina lo spinse sulla sedia, gentilmente, poi gli riempì il piatto con una enorme bistecca fumante. "Gourry, l'ho cucinata per te! Mangiala tutta, mi raccomando!" - gli sussurrò in tono sensuale all'orecchio.

"Eheh...". Gourry deglutì. Doveva aspettarsi di TUTTO, ormai ne era certo! "Ecco io... a dire il vero ho lo stomaco sotto-sopra a causa del mal di mare e non ho troppa fame".

"Oh, ti passerà se mangerai qualcosa!" - rispose Alix mentre riempiva i piatti di Daryl e Jack che si erano accomodati tranquillamente, pronti a gustarsi la cena.

"Verissimo, con lo stomaco pieno tutto gira meglio Gourry!" - aggiunse Jack – "Guarda questa bistecca! E' cotta divinamente, ha quel colore rossiccio sui lati poi, che fa venire ancora più voglia di azzannarla!".

Lina e Alix si lanciarono un'occhiata divertita. Presto Jack avrebbe scoperto il perchè di quel colore rossiccio... Se non fosse stato che si sarebbero tradite, sarebbero scoppiate entrambe a ridere in quel momento!

"Dolce Alix, hai cucinato per me come Lina l'ha fatto per Gourry, vero?" - chiese in tono caldo Daryl, tagliando la sua bistecca.

"Certo caro! E pretendo che tu la mangi TUTTA!" - rispose Alix, sensualmente.

Beh, a quel punto non c'era altro da fare che mangiare...

I tre uomini tagliarono nello stesso momento il primo pezzo di carne, nello stesso momento lo inforchettarono, nello stesso momento lo misero in bocca.

E nello stesso momento...

"AHHHHHHHHHH, VADO A FUOCOOOOOOO!!!" - urlò Daryl, prendendo avidamente in mano la brocca dell'acqua, tracannandola all'istante.

Jack divenne rosso come un peperone mentre Gourry rischiò quasi di soffocare dalla tosse.

Tutti e tre col viso bordeaux, tutti e tre con gli occhi fuori dalle orbite, tutti e tre con la voce resa roca dal peperoncino che gli corrodeva anche le tonsille.

"Oh... Abbiamo esagerato col peperoncino, FORSE..." - commentò Lina con tono di finta ingenuità.

Alix finse dispiacere. "Cavolo, ci dispiace! Ci siamo impegnate tanto ma magari abbiamo un pò sbagliato le dosi... Mangerete tutto lo stesso, vero?".

I tre uomini si voltarono verso di loro, con gli occhi fuori iniettati di sangue. "St... stai scherzando, vero?" - chiese Gourry, il cui stomaco stava per esplodere in quel mix letale di mal di mare e cibo iper-piccante-immangiabile.

Lina fece il broncio. "Non ti piace? Vuoi lasciarlo lì?".

"E... Ecco...". Gourry deglutì. Non c'era scampo, ne era conscio... Doveva aspettarselo da Lina!

Alix invece pose gli occhi su Daryl. "Hai detto che avresti mangiato tutto! E se non lo farai, ci resterei davvero molto male!".

Daryl inspirò profondamente. Doveva farlo! Per una donna, per averla, questo e altro! I veri uomini affrontano sempre le avversità!

Jack osservò i due compagni che, stoicamente, a piccolissimi morsi, continuavano a mangiare carne. Non poteva tirarsi indietro, avrebbe fatto la figura dell'allocco e della mezza tacca! Guardò velocemente le due ragazze accanto a lui. Accidenti, doveva aspettarselo quel tiro mancino e avrebbe dovuto evitarlo! Lina e Alix erano come Elizabeth, in fondo lo sapeva che non erano tipe adatte a fare le massaie e le donne di casa. "Da domani si cucina a turno, tutti e cinque! E a turno tutti faremo tutto!" - disse infine, con aria sconfitta. Prima di ricominciare ad addentare quella carne infernale. Sarebbe stata una lunga e infernale notte quella, per lo stomaco suo e dei suoi due compagni maschi. E senza nemmeno un pò di rum a consolarli...


...


Era ormai quasi mezzanotte e Lina e Alix, sedute su due sedie sul pontile, coi piedi appoggiati al parapetto della nave, se la ridevano di gusto ricordando gli eventi della serata, gustandosi una bottiglia a testa del prezioso rum di Jack.

I tre uomini erano a letto, ko, stroncati da quella cena piccantissima e le ragazze, anche un pò brille, non la smettevano di sghignazzare nel ricordare i loro visi mentre mangiavano.

"Credo che soffriranno d'ulcera per un pò!" - esclamò Alix sorseggiando un pò di rum dalla bottiglia che aveva in mano.

Lina rise. "Lo credo anch'io! Certo che però, un pò per Gourry mi spiace, soffre pure il mal di mare e noi due gli abbiamo dato la mazzata finale!".

Alix scosse la testa. "Non farti intenerire, doveva spalleggiarci di più!".

"Sì, però...". Però le spiaceva per Gourry, non poteva non ammetterlo. Da quando lo aveva rincontrato erano stati sempre insieme e in un certo senso... le era mancato quel pomeriggio. Anche perchè in cuor suo sapeva benissimo quanto fosse diverso da Daryl e Jack e dalle loro idee maschiliste. "Gourry non è come gli altri due però, te lo garantisco! Lo conosco da molto, come le mie tasche!" - ammise Lina, quasi a giustificarsi.

Alix la fissò, incuriosita. "Vero! Ora che ci penso, volevo chiedertelo! Tu e Gourry da quanto vi conoscete? Sembrate molto legati in effetti...".

Lina le sorrise. "Beh, da tantissimo, sono ormai dieci anni! Anche se negli ultimi sei, siamo stati insieme pochissimo. L'ho rincontrato per caso tre anni fa e ancora per caso ora, a Seyruun, prima di partire. E' stato per anni la mia spalla, il mio compagno di viaggio, il mio migliore amico e probabilmente molto più di questo, anche se ero troppo giovane per capire l'esatta natura del nostro rapporto! Ma insieme io e lui abbiamo combattuto mille battaglie memorabili, abbiamo vissuto talmente tante avventure che probabilmente nemmeno cento uomini ordinari riuscirebbero a vivere, sommando le loro vite!".

"Sembri nostalgica... a parlare di te e lui..." - commentò Alix, osservandola in viso.

Lina scosse la testa. "Che vuoi che ti dica? Gourry è sempre stato la mia più grande forza... E probabilmente la mia più grande debolezza! Con lui sono stata imbattibile in passato, per lui, fra le tante follie che ho fatto, ho rischiato di far finire il mondo intero nel Mare del Caos".

Alix divenne pensierosa. Non tanto per quello che aveva appena sentito ma perchè le parole di Lina sembravano tanto le parole di una donna innamorata. O che lo era stata... "Lo ami?".

"Cosa?".

Alix sorrise. "E' una domanda facile e sei ormai grande per imbarazzarti! Mi siete sembrati subito molto uniti voi due e tu me lo stai confermando!".

Lina sospirò, poi sorseggiò un'altra boccata di rum. L'alcol aiutava a parlare in effetti, a tirarsi fuori quel che di solito si nasconde anche a noi stessi. Cosa che lei era sempre stata bravissima a fare. "L'ho amato!" - ammise infine – "E forse in un certo senso, in modi diversi, non smetterò mai di farlo... Ma il nostro tempo è passato, è questa la verità!".

Alix picchiettò le dita sul bracciolo della sedia, pensierosa. "Dunque, ci sono tre uomini su questa nave. Hai detto che sei stata con Daryl, mi stai dicendo che hai amato Gourry... Wow Lina, sai che non credevo che fossi tanto esperta con gli uomini? Ti credevo più ragazzina innocente, a prima vista! Non è che anche con Jack...".

"NOOOO!" - la bloccò subito la maga, imbarazzata da quello che la sua compagna di viaggio stava per chiederle. Prima di scoppiare a ridere, divertita in fondo dalle parole di Alix e da quanto in effetti fosse assurda quella situazione. "No guarda, l'apparenza inganna, te lo garantisco! Con Daryl è stata una BREVE cavolata assurda, ci sono stata perchè ero ferita, perchè ero gelosa, perchè volevo dimostrare a me stessa chissà che! Con Gourry... è... capitato una sola volta... Ed è stato anche lì un grosso errore, momento sbagliato, decisioni sbagliate, confusione totale in entrambi... Avremmo dovuto evitarlo! In realtà non sono così esperta di uomini, ne ho avuti solo tre nella mia vita!".

Alix era incuriosita. "Lasciando stare il fatto che secondo me anche una sola volta, con Gourry, dev'essere... WOW! E non aggiungo altro! Ma per il resto... Tre uomini è! Daryl, Gourry... Pensa che casino se su questa nave ci fosse stato anche l'amante numero tre! Ti saresti sparata!".

Lina ci pensò su. In effetti... "Oh Lon, sarebbe stato un enorme macello!". Non ci aveva mica pensato, a quella eventualità!

Alix proseguì con le domande, in quella convesazione del tutto femminile che la stava davvero incuriosendo. Tipa davvero complessa, questa Lina... "E il terzo uomo? Chi è?".

A quella domanda il viso di Lina divenne prima serio e poi la sua espressione si addolcì. "Il terzo uomo è l'amore! Quello con cui ho vissuto davvero una storia importante. Senza se, senza ma, senza terzi incomodi... Solo noi!" - concluse, stringendo nella mano il ciondolo che portava al collo.

Alix sorrise. "Quel ciondolo l'ho notato prima mentre cucinavamo ed è bellissimo, l'adoro!".

Lina rispose al sorriso. "Anch'io!".

"Te l'ha regalato lui?" - insistette Alix.

Lina annuì.

"Deve amarti davvero molto quest'uomo! Ha buon gusto, ha scelto un diamante coi riflessi uguali al colore dei tuoi capelli, segno che è un buon osservatore e ama e sa riconoscere le cose belle che gli stanno accanto. Pochi uomini hanno un animo tanto sensibile e raffinato!".

Lina sospirò, sorseggiando ancora un pò di rum e perdendosi nel contemplare il mare placido che accompagnava la loro traversata. Poi, stanca di quell'improvviso silenzio che si era creato fra loro, decise di cambiare argomento e di alleggerire i toni della conversazione. Non aveva voglia di intristirsi in ricordi dolorosi, non quella sera! E in fondo Alix aveva fatto mille domande, era ora che raccontasse anche lei qualcosa della sua vita! "E tu, come hai conosciuto Gourry? Lui mi ha detto che sei la figlia del Governatore e che vi siete incontrati a Seyruun quando Gourry ha lavorato per tuo padre!".

Alix annuì. "Sì, è vero! A dire la verità di Gourry ne avevo sentito parlare anche prima, il suo arrivo a Seyruun non era passato certo inosservato!".

"E perchè?" - chiese Lina, incuriosita.

Alix rise. "Beh, in città arriva una bella ed affascinante guardia dai lucenti e lunghi capelli biondi, dagli occhi azzurri, dal fisico perfetto e dal passato misterioso. Figurati, ogni donna in ogni salotto ne parlava. E anche nelle vie più di basso rango piaceva parecchio. Bello, affascinante e tenebroso. Tutte le ruffiane che venivano a prendere il the da mia madre volevano conoscerlo ma dicevano che era un tipo chiuso, solitario, che dava poca confidenza. Mi ero convinta che fosse il classico belloccio che era consapevole del suo fascino e che faceva lo stronzo irraggiungibile solo per assecondare il suo ego! Non ne avevo una bella opinione...".

"E poi?" - chiese Lina.

Alix alzò le spalle. "Poi venne a casa mia, a presiedere alla sicurezza durante un ballo col nostro sovrano. E lì l'ho avvicinato! E ho scoperto che non avevo affatto davanti un pallone gonfiato arrogante ma anzi, una persona gentile, dalle buone maniere, solare e che non agiva affatto per secondi fini. Insomma, un vero signore! Era molto chiuso, questo è vero, ma solo perchè era una persona riservata, questo l'ho capito in seguito".

"E così, avete iniziato a frequentarvi?". Lina era curiosa di sapere. Cosa aveva legato davvero Gourry ad Alix. Solo amicizia, come aveva detto lui, o anche altro? E cosa pensava Alix di lui?

Alix scosse la testa. "Beh, frequentarci? Un termine bello grosso, ti assicuro! In pratica, lui era piaciuto a mio padre e l'aveva chiamato spesso a guardia di casa nostra. E spesso mi intrattenevo a chiaccherare con lui, se lo incontravo. Tutto quì. In realtà ero io a parlare, lui ascoltava e basta, a volte consigliava ma sempre in modo non invadente. Io gli raccontavo della mia voglia di evadere da quelle regole, da quella nobilità pomposa, della mia voglia di viaggiare e di fare la cartografa. Lui mi ascoltava, mentre di se stesso invece non ha mai amato parlare troppo a dire il vero... Lo conosco poco, a conti fatti! In città si diceva che era stato sposato ma che la moglie era morta ma non ho mai capito se erano fantasie di paese o realtà, a lui non ho mai osato chiedere, visto che non ne aveva mai voluto parlare!".

Lina chiuse gli occhi, mentre le immagini di Madeline scorrevano nella sue mente, vorticosamente. "Sì, era sposato! Sei anni fa suo padre gli ha imposto un matrimonio concordato a cui, per tanti motivi, non ha potuto sottrarsi. Per questo le nostre strade si sono divise. Sua moglie è morta tre anni fa!".

"Oh, e di cosa?". Ora Alix era DAVVERO curiosa!

Lina scosse la testa. "Forse non dovremmo parlare di queste cose, sono fatti privati di cui Gourry non vuole parlare e quindi credo sia scorretto...".

Alix sospirò. "Sì, forse hai ragione! Ma almeno, mi dici lei che tipa era? Non riesco proprio a immaginarmela, sua moglie!".

A quella domanda, per parlare di Madeline, c'era bisogno di una GROSSA sorsata di rum. Ricordava bene quanto fosse stata gelosa di lei, in passato! "Era bella. E in gamba! Una persona che aveva molti interessi, intelligente e con un carattere molto forte!" - ammise infine Lina, con grande fatica. Madeline era un ricordo lontano e ancora molto doloroso anche per lei. Aveva cercato di cancellare dalla sua mente gli istanti della sua morte, il ricordo di non essere riuscita a salvarla, la disperazione di Gourry. Lei dopo quella faccenda aveva conosciuto Yonas, aveva voltato pagina, aveva accantonato quei ricordi in un angolo remoto della sua mente. Ma per Gourry, quanto potevano ancora essere dolorosi quegli avvenimenti?

Alix si stiracchiò. Il rum cominciava a fare effetto e il sonno sembrava impossessarsi di lei. "Ora capisco tante cose, capisco il perchè dell'espressione sempre malinconica di Gourry. I suoi occhi, quelli mi hanno colpito subito! Erano tristi, senza luce... Ora ne sò il motivo!".

"Cosa?". Lina si voltò verso di lei, colpita da quell'affermazione. L'espressione di Gourry era triste? Da quando l'aveva rincontrato non se ne era mai accorta! O forse, troppo presa da se stessa, dalla nostalgia per Yonas, dai suoi problemi, non si era nemmeno soffermata troppo a osservare Gourry, a chiedersi davvero come stesse dopo quei tre anni di lontananza. Si era appoggiata a lui perchè lui sapeva farla stare meglio, sembrava sapere cosa dire, cosa fare per tirarle su il morale. L'aveva usato, in un certo senso! Si sentì improvvisamente in colpa. Lui le era stato accanto, l'aveva consolata, l'aveva fatta sorridere, pur non capendo il perchè di tanti suoi comportamenti. E lei, cosa aveva fatto per lui? Niente... In fondo non era poi così cambiata da quando aveva avuto quindi anni, era rimasta la stessa egoista di allora.

"Sì!" - rispose Alix, inconsapevole del turbinìo di emozioni che agitavano l'animo di Lina – "Non te ne sei mai accorta? I suoi occhi non ridono mai...".

La maga sorseggiò nuovamente il rum. "No...". Si alzò dalla sedia. Era ormai tardi, il rum che aveva bevuto cominciava a stordirla e improvvisamente si sentiva a disagio a proseguire quella conversazione. In realtà, non era lì che voleva essere, dopo le parole di Alix... "Forse comunque, è meglio che vada da lui a vedere come sta! L'altra volta, col mal di mare, era davvero uno straccio e dopo la carne di questa sera, sarà messo ancora peggio!".

Alix sorrise maliziosamente, alzandosi anch'essa dalla sedia. "Hai il cuore tenero e un pò confuso nei sentimenti, Lina! Comunque, credo che andrò a dormire anche io, ora! A causa di questo rum, mi gira la testa! Domani mattina staremo entrambe da cani, dopo questa sbornia!".

Lina si morse il labbro ma non rispose. Alix aveva ragione, si sentiva confusa. Non sapeva se dipendesse solo da quella conversazione o dall'alcol che aveva in corpo ma... si sentiva come se le poche certezze che credeva di avere si fossero frantumate. Salutò Alix e poi andò in cucina a preparare la sua tisana e alla fine scese da Gourry per vedere come stava.

Aprì la porta della stanza dello spadaccino e lo trovò apparentemente addormentato, steso sul suo letto, girato verso il muro. Si sedette accanto a lui, scuotendogli gentilmente una spalla. "Hei, Gourry, sei sveglio?".

"Mh...". Lo spadaccino mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi lentamente si voltò verso di lei. "Sì, direi di sì! Ho lo stomaco a pezzi a causa tua e di Alix e il mal di mare è la ciliegina sulla torta! Non potrei dormire nemmeno se lo volessi!".

Lina lo studiò in viso. Non sembrava arrabbiato ma solo debole. E poi... Alix aveva ragione, gli occhi di Gourry sembravano tristi, spenti, senza più quella luce che gli aveva visto brillare tanti anni prima, quando insieme giravano per il mondo. Era forse la prima volta da quando si erano rivisti che lo guardava davvero negli occhi. Gli sorrise, nonostante le fosse difficile farlo. "Ti ho portato la tua tisana! Dai, tirati su e bevila, dopo ti sentirai meglio!".

Gourry ridacchiò. "Prima mi pugnali e poi mi curi?".

Lina gli diede un pizzicotto sulla guancia. "Te lo sei meritato!".

Gourry prese la tazza con la tisana, poi si soffermò a guardarla in viso. Sembrava pallida... "Hei, nemmeno tu mi sembri in forma!".

La maga sospirò e infine ammise. "Ho bevuto un sacco di rum con Alix, credo di essere quasi ubriaca! Domani starò peggio di te, credo!".

"Perch...".

"Hei!". Lina lo bloccò, prima che potesse dire QUALSIASI cosa. "Se ti azzardi a dire che non devo bere perchè sono una ragazzina, ti stronco!".

Gourry scoppiò a ridere, nonostante tutto. "Ma no, non volevo dire questo! Ma hai comunque un fisico minuto, l'alcol non ci mette troppo a fare effetto! Non dovresti bere quella roba...".

"Parli come mia madre!" - commentò Lina, fiaccamente.

Lo spadaccino sorrise, poi gli porse la tazza di tisana fumante. "Beh forse! E visto che sono quello che al momento ha più sale in zucca, ti consiglio di berne un pò anche tu, oppure domani mattina starai malissimo!".

Lina fissò la tazza, poi fissò lui. Mentre le tornavano prepotentemente in mente le parole di poco prima di Alix. Gourry si preoccupava sempre per lei, anche in quel momento! E lei... A parte fargli qualche tisana per lo stomaco, che aveva fatto per lui? Si era mai preoccupata davvero per lui, da quando lo aveva rivisto? "Gourry..." - la sua voce era titubante... - "Tu... sei una persona felice?". Dei, si sentiva stupida a chiederglielo! Ma si sarebbe arrovellata per giorni se non l'avesse fatto...

"Cosa?". Gourry spalancò gli occhi, sorpreso da quella strana e inattesa domanda.

Lina parve stranirsi, a quella reazione. "Non mi pare di averti chiesto chissà cosa! Non è mica una domanda difficile...".

Gourry parve impacciato e imbarazzato. "Me lo chiedi mentre sto soffrendo le pene dell'inferno per il mal di mare e per l'ulcera che mi ha causato la tua cena? Magari, domandamelo quando starò meglio, ora la mia risposta sarebbe troppo ovvia!". Forse era meglio per lui alleggerire la situazione scherzandoci un pò su.

Lina non parve però gradire molto. "Cretino, io sto parlando seriamente!".

"Beh, anche io!" - si giustificò Gourry. "E' che è una domanda strana la tua, non so come risponderti! Dici che è facile ma non lo è per niente! Ad esempio, se te lo chiedessi io, che mi risponderesti? Tu sei una persona felice?". Era serio ora. E disorientato da quella strana conversazione.

Lina si imbronciò. "Non si risponde a una domanda con un'altra domanda! E poi, io te l'ho già detto a Tortuga! No, non sono felice in questo periodo!".

Gourry sbuffò. Sì, la ricordava bene la loro conversazione a Tortuga, ricordava le parole di Lina, ricordava quando gli aveva raccontato – pur non entrando nei particolari – che non era un periodo felice per lei. Ma in realtà, non sapeva rispondere per se stesso, per questo ci stava girando tanto intorno. "Ecco... io... non lo sò come sto! Vivo... Se mi capita qualcosa di positivo l'accetto, se mi capita qualcosa di negativo accetto anche questo, come se fosse inevitabile. Non cerco niente, non chiedo niente, lascio che sia la vita, o il caso, o il destino, o Lon... o semplicemente la fortuna o la sfortuna a decidere per me! In realtà credo che siano ben poche le cose che mi interessano e la mia vita non è una di quelle. In fondo, a parte un breve periodo della mia esistenza, ho sempre ragionato così".

Lina lo fissò in silenzio, stordita. Era l'alcol o quello strano discorso fatto da Gourry? Qualunque cosa fosse, non le piaceva quello che lui aveva detto, comunque! Anche se era ubriaca, confusa, piena di sensi di colpa, quelle parole stridevano e non le condivideva... C'era qualcosa di oscuro, profondo, nero nella mente di Gourry, qualcosa che non gli era mai appartenuto quando vivevano assieme tanti anni prima, un aspetto di lui che le era sconosciuto. Prima del ritorno di suo padre, prima di Madeline, prima di Yoshy, quando aveva conosciuto Gourry, lui non era così! Forse lo era stato da piccolo, forse lo era diventato di nuovo dopo il matrimonio e la morte di Madeline. Ma era un qualcosa di lui che le era totalmente estraneo e che la faceva sentire confusa. "Sai una cosa Gourry? Si chiama apatia... Il tuo modo di vedere le cose intendo!". Non avrebbe saputo definirla in un altro modo!

Gourry alzò le spalle, con noncuranza. "Forse sì! Ma mi va bene così, ci sono abituato e in fondo l'apatia per me è diventata una buona compagna di vita! Ma tu che ne sai di questo genere di cose, scusa?".

Lina si morse il labbro. In realtà, ne sapeva più di quanto Gourry pensasse. "Per mesi, fino a prima di partire per questo viaggio... credo di essere stata la persona più apatica del mondo Gourry!". Dannazione all'alcol, fa sempre parlare troppo! Se ne rendeva conto che stava dicendo cose che non avrebbe voluto rivelare e che invece sgusciavano fuori dalla sua bocca con una facilità estrema! No, non avrebbe mai più bevuto altro rum in vita sua!

Gourry scoppiò a ridere. "Apatica tu? Ma dai, tu e l'apatia siete agli antipodi, non ho mai conosciuto una persona più vitale di te!".

Lo sguardo di Lina parve annebbiarsi a quelle parole. Gourry non sapeva niente! Si rannicchiò sul letto, accanto a lui, dopo aver appoggiato sul comodino la tazza con la tisana. "Per tanto tempo io... me ne sono stata stesa... su quell'amaca... in quel giardino... a fissare il nulla...". Parlò più a se stessa che a Gourry, mentre uno strano sonno la catturava. Un sonno che sembrava volerla condurre lontano e allo stesso tempo vicino a ciò che l'aveva fatta soffrire. Chiuse gli occhi, mentre quei ricordi lontani parevano investirla, improvvisamente.


"Il tempo era nuvoloso quel giorno, minacciava temporale. E la ragazza coi capelli rossi se ne stava come sempre stesa su quell'amaca in giardino, circondata da immensi alberi secolari. Tutto era silenzio e solo il vento sembrava farle compagnia.

"Miss Lina, tornate dentro, fra poco pioverà! Minaccia temporale, guardate il cielo! Sta calando anche la temperatura, venite dentro o vi ammalerete!" - le consigliò preoccupata l'anziana domestica del piccolo castello che era diventato la sua casa. La cercava da diversi minuti, anche se in fondo sapeva dove l'avrebbe trovata.

Lina non si voltò verso di lei, non ebbe alcuna reazione. Guardò il cielo scuro sopra di lei, incantata dal lampeggiare che si intravedeva fra le nuvole. In fondo la domestica Lotte non poteva sapere che in passato era stata abituata a dormire all'aperto e a sfidare ogni genere di intemperie. Un pò di pioggia non l'avrebbe spaventata di certo.

Lotte insistette. "Miss Lina, credete che Yonas sarebbe contento di sapervi quà fuori, al freddo?".

Lina sbuffò, spazientita. "Non credo che Yonas abbia mai preteso da te un servizio di baby sitter per me! E se la cosa lo disturba... allora che venga lui a dirmi di rientrare!". Finì la frase in un sibilo arrabbiato e frustrato insieme...

Lotte scosse la testa. "Benedetta ragazza, quì fuori fra poco si scatenerà il finimondo! Se non volete rientrare per voi, fatelo almeno per Aubree. E' piccola, si ammalerebbe se rimanesse fuori con questo tempo da lupi!".

Lina fissò la domestica, poi la neonata che teneva appoggiata sul suo petto, fra le sue braccia. Erano ore che stava lì su quell'amaca, con lei. "Dorme e sta benissimo! Se avesse freddo me l'avrebbe fatto capire, te lo assicuro! Strilla come una pazza, quando è arrabbiata o disturbata da qualcosa!".

"Miss, per favore!" - la implorò Lotte, nuovamente.

Lina fece per risponderle ma fu interrotta dalla prima goccia di pioggia che, impertinente, si era posata sulla sua fronte. Osservò di nuovo la piccola fra le sue braccia. "Aubree Hayden, a quanto pare dobbiamo davvero rientrare!" - sussurrò contrariata, senza alcun altro tipo di emozione. E si lasciò guidare da Lotte dentro casa".


"Hei Lina?" - chiese Gourry, preoccupato. Si era bloccata di colpo, come catturata da un sonno pesante e oscuro. Dormiva, quasi si fosse addormentata di colpo, vinta da chissà quali pensieri... Era preoccupato per lei. C'erano poche cose di cui gli importava nella vita, come le aveva detto poco prima. Poche cose... E Lina era una di queste!






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Capitolo 8
*** Dal passato di Lina e Jack... ***


Periodo di iper lavoro terminato, si torna nei ranghi e si torna ad aggiornare!

Grazie a chi ha letto e recensito e a chi leggerà e magari recensirà ;)

Spero vi piaccia!

A presto!!!


Dal passato di Lina e Jack...


Cinque lunghe settimane di navigazione sfiancano chiunque. Era stato pesante navigare per tanti giorni, lontano dalla terra ferma, in mari sconosciuti, con temperature sempre più calde, senza la possibilità di sgranchirsi le gambe in un posto abitato. Però era stato anche decisamente interessante per tutti. Il mare, man mano che procedevano, si faceva sempre più bello, dai colori più limpidi che andavano dal turchese all'azzurro intenso. E balene, branchi di delfini, pesci dai colori più variopinti avevano accompagnato il loro navigare, offrendo spettacoli di una natura di rara bellezza. Avevano anche oltrepassato, senza comunque fermarsi, dei piccoli atolli disabitati, dalla rigogliosa vegetazione di palme e dalla spiaggia con una sabbia bianca e finissima come farina. Il loro bagnasciuga era uno spettacolo di rara bellezza, con l'acqua trasparente e turchese che costeggiava tutto l'atollo. Un vero paradiso, un posto dove perdersi nella meraviglia della natura selvaggia e incontaminata per passare giorni di autentico riposo, lontani da tutto e da tutti. Posti così diversi da quelli a cui erano abituati nella Penisola dei Demoni.

Alix aveva potuto disegnare nuove rotte nautiche, Jack aveva potuto sfoggiare le sue doti di navigante mentre Daryl, Lina e Gourry si erano abituati gradualmente alla vita di mare e avevano finito anch'essi per rilassarsi, nonostante la stanchezza per quella lunga permanenza in mare.

Permanenza che stava però, anche se momentaneamente, per finire...

Jack aveva comunicato loro, solo il giorno prima, la loro prossima tappa per fare rifornimento di viveri e riprendersi dalle fatiche del viaggio. Si trattava di un'isola di nome Ihurun, infinitamente più piccola di Tortuga, scarsamente abitata, con un piccolo borgo dove risiedevano solo alcuni pescatori e alcuni ambasciatori della penisola dei demoni che si erano trasferiti lì dopo la caduta della barriera, inviati dai rispettivi regni. Era un'isola piccola, ancora vergine, con solo alcune piccole e spartane locande sperdute lungo la spiaggia per accogliere i visitatori che attraccavano al porto che invece, a differenza del villaggio, era piuttosto grande e con un discreto via vai di navi. O almeno, così aveva spiegato loro il pirata.

"Ci sei mai stato, Jack?" - chiese Lina, appoggiata alla balaustra, scorgendo in lontananza la sagoma dell'isola.

Il pirata scosse la testa. "No, a dire il vero non mi sono mai spinto fin quì, su questa rotta! Ma me ne hanno parlato altri pirati. Non è niente di che, i nativi sono gente semplice che si è integrata piuttosto bene, più che altro per curiosità, con gli inviati del vostro regno. Pescatori e qualche marinaio, nulla più! Non aspettatevi il casino di Tortuga, quì non c'è nulla di paragonabile. Direi che è un posto... romantico! Spiagge incontaminate, piccole locande sparse quà e là e un minuscolo villaggio con in più qualche sparuta grande casa dei nuovi arrivati, alla periferia".

Lina alzò le spalle. "Beh, un pò di tranquillità a me fa solo piacere!". Già ricordava bene quanto la frenesia di Tortuga l'aveva irritata. Voleva pace e forse quell'isola faceva al caso suo! Però... "Jack, scusa, ma perchè dei diplomatici vivono quì? Insomma, è strano... Da come dici, è un posto sperduto, dalla vita semplice, senza attrattive...".

Jack alzò le spalle con noncuranza. "Boh, che ne so?! Insomma, che ti importa Lina? Vivono quì perchè i loro regnanti li hanno mandati...".

"Si, ma perchè?" - insistette la maga. Ah, quanto odiava quando Jack si metteva a ragionare come un poppante di cinque anni!!!

Daryl si avvicinò ai due. "Inverse, sei una lagna! Ma che te ne frega? Noi dobbiamo fare solo rifornimento, mica dobbiamo indagare sulla vita degli ambasciatori che vivono quì! Saran fatti loro, no? Magari, semplicemente, amano questo clima caldo e asciutto!".

Lina sbuffò. Accidenti, aveva a che fare con due cervelli assolutamente VUOTI!!! "Siete due idioti! Se quella gente è stata mandata quì, c'è un motivo ben preciso! Che magari dovremmo conoscere perchè potrebbe toccarci da vicino e crearci problemi nel viaggio! E' un'isoletta del cavolo, se dei diplomatici sono stati mandati quì c'è un perchè! E dubito sia per una questione di clima, spiagge bianche o altre cavolate!".

"Tu sei troppo paranoica Lina!" - commentò Jack, apparentemente annoiato.

La maga lo guardò storto. "No! Sò solo vedere più lontano di voi e sò anche fiutare i guai, quando stanno per arrivare...".

Vedendo il clima farsi incandescente, Gourry e Alix che erano rimasti in disparte, si avvicinarono al gruppetto.

"Dai, non c'è mica bisogno di litigare, no? Attracchiamo e vediamo che succede! Se ci saranno problemi, penseremo semplicemente a un modo per risolverli. Una soluzione c'è sempre!" - si intromise Gourry, avvicinandosi a Lina e strizzandole l'occhio.

La maga sospirò, propensa a non proseguire quella stupida conversazione che tanto, non l'avrebbe portata a nulla di intelligente, visti i suoi due interlocutori. "Bah, vedremo... Del resto, il capitano è Jack e se non si preoccupa lui...".

"Esatto!" - esclamò Jack soddisfatto – "Io sono il capitano e sò che sta andando tutto bene e tu dovresti fidarti e basta!".

"Anche prima che ti fregassero la Perla Nera, scommetto, avevi detto una frase del genere!" - commentò Lina, sibillina.

"Ehm...". Jack tossicchiò – "Comunque... ecco... sarà ora che proceda e che mi metta in ballo a fare le manovre per attraccare!" - esclamò frettolosamente, con una voglia matta di chiudere il discorso. Quella Lina, quella piccola streghetta... Sapeva fin troppo bene come colpire il bersaglio, LEI. Era meglio non contraddirla troppo, sapeva sempre come rispondergli per le rime e far finire la conversazione a suo favore, facendolo apparire come un cretino! D'altronde, mai, MAI litigare o argomentare con una donna! Gliel'aveva insegnato Elizabeth, ai tempi dopo tutto. E Lina gli stava dando un bel ripasso a questa regola fondamentale di vita. Si mise al timone, imbronciato. E nel giro di un'ora, con abili manovre degne di un capitano dei pirati, attraccarono senza problemi nel porto di Ihurun.

"TERRAAAAAA!!!" - esclamò felice Gourry, appena i suoi piedi toccarono la terra ferma. Ah, che meraviglia, niente mal di mare per un paio di giorni! Si guardò intorno, imitato dai suoi compagni. Come aveva detto Jack, era un posto piccolo, spartano, con un porto ben organizzato ma che aveva di contorno solo piccoli viottoli con minuscole e semplici case in legno. Un borgo e niente più, oltre il quale si intravedevano la rigogliosa foresta tropicale e la lunga spiaggia bianca intervallata da piccole costruzioni. E sulla collina oltre il borgo, sparute ville circondate da grandi giardini che dovevano appartenere ai diplomatici di cui aveva parlato Jack. In giro c'era poca gente, quel posto non doveva avere più di cento abitanti al massimo e si respirava un'aria tranquilla e serena.

"Carino quì! Spartano ma... intimo... Mi piace l'atmosfera di questo posto!" - disse Alix guardandosi intorno.

"Sì si, carino ma non statevene quì impalati come mummie! Dobbiamo trovare dove alloggiare di notte e un qualche negozio dove fare provviste!" - esclamò Jack interrompendo quel momento tranquillo e rilassato.

Lina sbuffò, irritata dalla fretta di Jack. Ma aveva ragione in fondo, il pomeriggio era già iniziato e dovevano trovare alloggio per la notte, sistemarsi e poi guardarsi in giro per procurarsi il necessario per il proseguimento del viaggio. Guardò il porto. A parte la loro nave c'erano ormeggiate solo altre due imbarcazioni. Piccole, di certo appartenenti a pescatori del luogo. Quindi, in parole povere, non c'erano in giro altri viaggiatori a cui chiedere consiglio. Dovevano fidarsi degli isolani del posto, sperando di non incorrere in qualche fregatura. Mh... aveva il sospetto che sarebbe stato difficile in quel posto tanto isolato, trovare vitto, alloggio e tutto l'occorrente per proseguire il viaggio. "Mi spiace ammetterlo ragazzi, ma Jack ha ragione! Questo posto offre pochissima scelta di alloggi e sarà meglio muoversi per trovare un tetto sulla testa per la notte!".

Jack fece per risponderle, ma la frase gli morì in gola. Una visione, inaspettata, si palesò gradualmente innanzi a lui, giungendo dalla stradina che costeggiava la spiaggia... Una visione, una donna che non vedeva da tanto e che di certo non credeva di trovare lì, in quell'isola sperduta in mezzo all'oceano... Erano poche le donne di cui si era fidato in passato, di cui aveva avuto rispetto e ammirazione. E una di queste era di certo Elizabeth Swann! "Elizabeth..." - sussurrò col fiato mozzato.

"Elizabeth???". All'udire quel nome, Lina si voltò sorpresa ed incuriosita ad osservare nella direzione dove era stato catturato lo sguardo di Jack. E la vide. Una giovane donna dai lunghi capelli castani, dal fisico minuto ed atletico, dal viso ancora da bambina. Elizabeth... Jack gli aveva parlato di una ragazza con quel nome all'inizio del loro viaggio, la prima sera di navigazione, lo ricordava bene! Elizabeth, la piratessa, la donna che aveva navigato a lungo per i sette mari con i pirati della peggior specie, uscendone integra e rispettata da tutti quegli uomini che di certo non avevano ideali romantici e rispetto per il gentil sesso. La donna che Jack Sparrow pareva ammirare, rispettare e rimpiangere... Che fosse davvero lei? E soprattutto, se era lei, che ci faceva lì?

La nuova arrivata si avvicinò loro. Giovane, sorridente, vestita con abiti maschili che ben dovevano denotare il suo caratterino e che sapeva ben portare, teneva fra le braccia un bambino di circa un anno. "E allora pirata, finalmente sei arrivato! Ti stavo aspettando Jack!" - disse semplicemente, sorridendo con fare furbo.

Jack la osservò in silenzio, pensieroso, stupito. Poi si grattò la testa perplesso. "Elizabeth Swann! Ma che diavolo ci fai quì? E come mai mi aspettavi?".

Diretto, deciso, senza troppi giri di parole. Tipico modo di fare e di parlare di quello strambo pirata... Elizabeth non ne sembrava molto stupita. Sorrise nuovamente. "Elizabeth, come sono contento di rivederti, come stai? E' tanto che non ci vediamo, ti trovo bene eccetera eccetera" – commentò la ragazza divertita, scimmiottando la voce del pirata e rimarcando la sua assoluta mancanza di tatto ed educazione in una conversazione con una donna.

"Si, guarda, a buone maniera lui lascia decisamente a desiderare!!!" - commentò Lina in tono piatto lanciando un'occhiataccia a Jack, vagamente divertita.

"Ehm..." - il pirata tossicchiò – "Comunque Elizabeth cara, ti trovo proprio bene! E quel... quel..." - indicò col dito il bimbo che la donna teneva fra le braccia.

Elizabeth sospirò. "Bambino Jack, BAMBINO! Si chiamano così, nel vocabolario!".

Il pirata si imbrociò. "Lo sò!!! Ma è per caso QUEL bambino? Di Will Turner?".

La donna sospirò di nuovo. "Certo! E di chi dovrebbe essere, scusa?".

"Beh, non si sa mai!" - si intromise Daryl, allegro.

Elizabeth si voltò verso di lui con sguardo truce. "Oh, guarda chi si rivede!" - commentò sarcastica e con scarso entusiasmo.

Daryl allargò le braccia. "Se parli così, mi fai pensare che non sei felice di questo incontro!".

Elizabeth alzò le spalle. "Infatti Daryl, speravo fossi stato sbranato da un branco di squali, se devo essere sincera...".

Daryl sorrise, col suo classico sorriso da malandrino. "Sempre tutto pepe è, Elizabeth? Grave perdita non averti più nel nostro giro, non perdonerò mai Will per averti fatta innamorare, per averti messa incinta e tolta dalla circolazione!".

Elizabeth finse di non ascoltarlo nemmeno. Si rivolse invece di nuovo a Jack, questa volta con tono più serio. "Sapevo saresti arrivato! Per questo mi tenevo dalle parti del porto, ti aspettavo...". Diede una veloce occhiata a Lina, Alix e Gourry che erano rimasti in disparte, incuriositi da quella strana ragazza e dalla conversazione fra lei, Jack e Daryl. "Loro chi sono?".

Jack sorrise. "Il mio nuovo equipaggio! La ragazza coi capelli rossi è Lina Inverse, potentissima maga della penisola dei demoni. Poi ci sono Gourry Gabriev, valente spadaccino e Alix De Guille, una cartografa".

"Un nuovo equipaggio, giusto!". Elizabeth fissò lo sguardo su Lina, pensierosa. "Lina Inverse è? Ho sentito parlare di te...".

Lina si accigliò. "Davvero? La mia fama è arrivata fin quì?". Questa cosa, in un certo senso la lusingava...

Elizabeth sorrise. "No, non quì! Io sono originaria della Penisola dei Demoni a dire il vero! Mi sono trasferita sulle isole a ridosso della barriera da bambina, ma durante i miei viaggi con Jack mi è capitato di tornare sulla terra ferma e lì devo aver sentito parlare di te, qualche volta! Beh, piacere di conoscerti, Lina Inverse".

"Piacere mio!". La maga la fissò, brevemente. All'inizio di quel viaggio, Jack aveva detto che lei ed Elizabeth avevano molto in comune e in quei pochi minuti di conoscenza in effetti aveva appurato che all'apparenza il pirata aveva ragione. Elizabeth sembrava una tipa in gamba, sveglia, dalla lingua lunga e pronta a rispondere a tono a chiunque".

Jack a quel punto, riprese la parola. "Parliamo di cose serie Elizabeth! Come mai mi stavi aspettando? Come facevi a sapere che sarei arrivato quì!".

Il viso di Elizabeth si oscurò. "Semplice! Perchè dove va la Perla Nera, vai tu!".

"L... La Perla Nera???". Jack cambiò improvvisamente espressione, afferrando violentemente Elizabeth per le spalle e strattonandola con forza. Il nome, il dolce nome della sua nave perduta... "Hai visto la Perla Nera? Dove, quando?".

Il tono di voce del pirata divenne improvvisamente serio e concitato, tanto che il bimbo della donna che fino a quel momento era rimasto tranquillo, scoppiò a piangere. Elizabeth si scrollò le mani del pirata dalle spalle, irritata, arretrando di qualche passo. "Jack, lo spaventi!".

Lina sospirò, avvicinandosi ai due. Capiva la reazione di Jack, il suo stupore, la sua frustrazione ad aver perso quella nave che per lui doveva rappresentare una specie di famiglia. E poteva anche capire che era agitato dall'idea che Elizabeth fosse a conoscenza di qualcosa che lui ancora ignorava. Ma... forse era meglio che quei due parlassero a tu per tu, senza bambini in giro. Se Elizabeth sapeva qualcosa di interessante sulla Perla Nera, ne avrebbe avuto beneficio tutto il gruppo, dopo tutto. "Se dovete parlare, se vuoi posso tenertelo io il bambino!" - disse semplicemente .

Elizabeth sussultò, la fissò pensierosa e poi sorrise. "Ti ringrazio! Se resta quì, questo idiota rischia di fargli venire gli incubi per i prossimi vent'anni!". E porse il bimbo a Lina che lo prese saldamente fra le braccia, allontanandosi poi da lei e dal pirata.

Il piccolo la osservò stranito ma poi si rilassò, trovandosi a suo agio fra le braccia della maga.

"E allora?" - insistette Jack serio, rivolto ad Elizabeth.

Il viso di Elizabeth si fece serio. "E' stato circa tre settimane fa Jack. Stavo passeggiando al porto e all'improvviso l'ho vista arrivare. La Perla Nera... Ero stupita di vederla perchè questo non è un tratto di mare che tu solitamente attraversi ma allo stesso tempo... rivedere QUELLA nave... mi ero emozionata, davvero... Sapeva di... antico... Puoi immaginare cosa ho provato quando ho visto scendere, come capitano, Morgan Alcantras invece che te, vero?".

Le mani di Jack si strinsero in un pugno rabbioso. Quel maledetto, maledettissimo Morgan!!! E così il bastardo se ne stava tranquillo, solcando i mari con la SUA nave e il SUO equipaggio. L'aveva visto Elizabeth, l'avevano visto probabilmente anche le altre ciurme di pirati che lo conoscevano e che aveva incontrato nei suoi viaggi, in passato. Probabilmente ormai era lo zimbello di tutti, il pirata rimasto senza munizioni che si era fatto fregare la sua nave e i suoi uomini. "Ho perso una battaglia Elizabeth, una SOLA battaglia! In modo stupido, certo, ma una battaglia persa non è la fine di tutto! La guerra la vincerò io ed è questo che conta!".

Il volto di Elizabeth si indurì e la sua voce assunse il tono di un rimprovero. "Ti sei fatto fregare la Perla Nera da Morgan! Dannazione Jack, come hai fatto, come hai potuto? Era la tua nave, la NOSTRA nave! Tua, ma anche mia e di Will... E di tutti quegli uomini che ci hanno vissuto con te e che con te, su di essa, hanno lottato e solcato ogni tipo di avversità! Morgan... Si vantava di avertela rubata, di averti fregato! Che hai perso come un pivello perchè hai ingaggiato una battaglia con lui senza munizioni sufficienti a disposizione! Jack, dimmi che scherzava!".

Il pirata abbassò la testa. Le sfuriate di Elizabeth erano come le ricordava: taglienti, pungenti e che arrivavano dritte dritte al punto più dolente per lui. Si sentiva un fallito in quel momento... "Eh... In realtà è andata così...".

La donna scosse la testa e sospirò. "Sei il solito... Jack, non cambierai mai! Devi calcolare le tue mosse, fermarti a pensare prima di agire e buttarti in battaglia senza avere i mezzi per farlo! E ora come farai?".

"La riprenderò, con loro! Vero, a parte forse Alix, non sono uomini di mare ma Lina è la maga più forte della Penisola dei Demoni e Gourry e Daryl ottimi guerrieri. " - rispose il pirata, indicando i suoi compagni di viaggio – "Dimostrerò a tutti che sono il pirata migliore, troverò tesori immensi, dimostrando che sono un pirata di cui fidarsi e che sa far soldi, batterò Morgan e riconquisterò il rispetto dei miei uomini e il controllo della mia nave! E' stato quì poco fa, quindi non mi ci vorrà molto per ritrovarlo e riaffrontarlo se necessario!".

Elizabeth incrociò le braccia al petto. "E come farai? Ok, hai con te delle persone valenti ma siete comunque solo in cinque! E poi... Morgan è partito verso i mari del sud, quelli con tante isole piene dei tesori a cui a quanto pare punti anche tu... Ma Jack, come farai a raggiungerlo?".

Jack a quelle parole parve riprendere possesso della sua parlantina e del suo abituale buon umore. "Ma che domande! Faccio rifornimento di viveri e mi rimetto in mare sulle sue traccie!".

"Hai il lasciapassare?" - chiese Elizabeth in tono grave.

"Il lasciapassare?" - si intromise Lina. Ecco che i suoi timori prendevano forma... Lo sapeva, lo sapeva che c'era un intoppo!!!

Elizabeth fissò Jack e poi Lina e dalle loro espressioni capì che non sapevano di cosa lei parlasse. "Sì, il lasciapassare! Quest'isola dove ci troviamo ora, Ihurun, è un'isola di confine, una specie di frontiera sul mare. E' controllata dagli ambasciatori degli stati della Penisola dei Demoni che, come potete immaginare, sono interessati ai tesori antichi nascosti nelle isole che si trovano a sud. Ragion per cui hanno tutto l'interesse a non permettere a chiunque di solcare quei mari e di appropriarsi di tesori che invece fanno gola ai vari regni della penisola che loro rappresentano. Per questo quì vivono molte famiglie di ambasciatori. Amministrano gli... interessi dei regni che li hanno mandati come uomini di massima fiducia. E sono solo loro che rilasciano i lasciapassare. Se non ne avete uno sarete costretti a tornare indietro o vi sequestreranno la nave. Funziona così, quì a Ihurun Le guardia del porto probabilmente tengono già sotto controllo la vostra imbarcazione, pronti a portarvela via se le circostanze lo richiedessero!".

Lina squadrò Elizabeth e poi fulminò con lo sguardo Jack. Chi era la paranoica repressa? Dei, l'avrebbe spedito volentieri in mare con un calcio nel sedere, se avesse potuto, in quel momento! Era un irresponsabile che agiva con una leggerezza che nemmeno un bambino di pochi anni avrebbe avuto! Perchè, perchè, PERCHE' non pensava MAI a possibili intoppi, prevenendoli? "E allora Jack?" - disse in tono maligno.

Jack deglutì, ricordando la conversazione avvenuta con la maga poco prima di attraccare. Non era una bella giornata per lui, quella! La lavata di capo di Elizabeth di poco prima non era stata piacevole ma quella di Lina avrebbe potuto essere ancora peggio. "Tutto si risolve!" - asserì con la sua migliore faccia tosta, guardando altrove per non incrociare lo sguardo furente di Lina.

Sul volto della maga apparve un sorrisetto maligno. "Paranoica, vero? Aspetto le tue scuse Jack e vorrei anche sentirmi dire che invece sono intelligente e previdente, oltre che bellissima!".

Elizabeth scosse di nuovo la testa, ora divertita. "Lina, con lui è una battaglia persa! Credo di sapere com'è andata, copione già visto e rivisto! Lo avrai avvertito della stranezza del fatto che degli ambasciatori vivano in un posto tanto sperduto e ti sarai chiesta il perchè e lui ti avrà risposto che non c'erano problemi! Sai quante volte l'ho avvertito di guai imminenti e quante volte non mi ha ascoltata? Beh, ho perso il conto! Lascia perdere, è un consiglio da amica!".

Lina sospirò, divertita anch'essa, in fondo. Elizabeth doveva conoscere Jack molto bene. "Lo sò, me ne sono accorta da subito! Però...". Si voltò verso Elizabeth, curiosa. "Questo lasciapassare... Hai detto che solo gli ambasciatori presenti su quest'isola possono rilasciarne e suppongo che vengano dati col contagoccie, solo a pochissime persone...".

"Si, è così".

"E allora come mai questo pirata Morgan è riuscito a ripartire verso i mari del sud? Come è riuscito a ottenere il lasciapassare?". Era alquanto strano per Lina che una persona poco rispettabile come un pirata potesse avere avuto il permesso di solcare quei mari tanto preziosi da degli ambasciatori.

Elizabeth alzò le spalle. "Che vuoi che ti dica? E' una persona potente, Morgan! Con molte conoscenze... Sei una donna di mondo, sai bene come funzionano queste cose, vero? Suppongo che abbia da queste parti qualche amichetto potente che gli ha dato una mano in cambio di qualcosa".

Lina annuì. Beh, si, sapeva come girava il mondo, ricordava bene quanto presto avesse appreso, in passato, che con la corruzione si può arrivare molto lontano. Beh, il problema comunque rimaneva! Loro invece, a differenza di questo Morgan, non avevano amici influenti laggiù. E quindi, come potevano partire?

Jack si avvicinò alla maga. "Ehm, Lina, qualche idea delle tue?".

Lina gli fece la linguaccia. Si avvicinò a Elizabeth restituendole il figlio e poi si voltò a fronteggiarlo. "Assolutamente no! Sei TU il capitano e TU ci tiri fuori dai guai! Io ho cercato di avvertiri, ora ti arrangi!".

Jack alzò il dito indice. "Devo riordinare le idee! Tu potresti darmi una mano però, sei o non sei stata ingaggiata come mia aiutante, in questo viaggio?".

Lina alzò gli occhi al cielo, inspirò profondamente e poi annuì, con un sorriso furbo sul viso. "Vero! E sarò magnanima con te, visto che ad oggi non ho visto nemmeno un quattrino di ricompensa! Quindi... mi impegnerò a trovare un posto decente dove passare la notte, nell'attesa che TU decida cosa fare! Il mio contributo finisce quì!".

A quelle parole, Elizabeth sorrise. "Oh non è un problema, conosco una buona locandina sulla spiaggia, appena fuori dal villaggio. Un posto un pò spartano e molto semplice ma con un'ottima cucina. Il proprietario è un vecchio isolano che è nato e vissuto sempre quì ed è un amico mio e di mio figlio. Non ha molti visitatori e sarà felice di avervi come clienti! Non preoccupatevi, i prezzi sono più che buoni, soprattutto per i miei amici!" - concluse strizzando loro un occhio.

Lina annuì. "Bene! Quindi... non abbiamo più il problema dell'alloggio. Io ho finito il mio compito!".

"Ahhh, Lina!!!". Jack fece per balzarle addosso, visto il tono da presa in giro della maga, ma Elizabeth lo bloccò, prendendolo per la camicia. "Finiscila di fare l'idiota! Vi accompagno alla locanda dove potrete mangiare e riposare e poi, a stomaco pieno, decidere il da farsi! Lina mica ha torto, caro Jack!". Non aveva mai sopportato le scenate infantili di Jack e Lina le stava troppo simpatica per non aiutarla mettendo ancora più in difficoltà il pirata!

Jack sbuffò. Due donne erano troppe, da combattere! "Ok, andiamo a questa locanda!" - disse stancamente.

Il gruppo si incamminò dietro a Elizabeth che faceva loro strada. Gourry si affiancò a Lina, divertita e per nulla preoccupata dalla storia del lasciapassare. "Hei, davvero vuoi lasciar fare a Jack? Non risolveremo mai la situazione e resteremo bloccati quì per sempre!" - le bisbigliò all'orecchio.

La maga gli sorrise. "Ah, certo che no! Mi sto solo divertendo un pò a prenderlo in giro!".

Gourry annuì. Sempre la solita... "Beh, quindi sai già cosa fare?".

"No, non lo sò! Però se si mettesse male... con un Dragon Slave risolveremmo tutto e riusciremmo a partire senza problemi!". Lina ne era convinta! Era una situazione a lei congeniale e in cui in fondo si era già trovata tante volte. E inoltre... era tanto che non lanciava un Dragon Slave! Certo, uscirne con regolare lasciapasasre sarebbe stato il top ma anche lanciare quell'incantesimo sarebbe stato meraviglioso per lei! Ne aveva voglia, se ne accorse in quell'istante... Voglia di tornare a sentire l'adrenalina scorrerle nelle vene, quella strana sensazione di euforia che aveva provato tante volte in passato, quando aveva lanciato i suoi incantesimi più potenti...

Gourry, quasi avvertendo i suoi penseri, rabbrividì. "Guai in arrivo è?!" - disse, mascherando nonostante tutto, a malapena, un sorriso. Amava quando quella luce si accendeva negli occhi di Lina. Era tanto che non la vedeva e in fondo un Dragon Slave valeva la candela. Perchè Lina amava la magia, ERA magia!

Lina rise. "Eheh, è stato un viaggio un pò fiacco fin'ora, sarebbe giusto animarlo un pò, non trovi?".

Lo spadaccino scosse la testa. "Se lo dici tu!". E con il cuore sereno si avviarono insieme agli altri alla locanda.


...


La locanda era, come detto da Elizabeth, un posto semplice e gestito da una piccola famiglia originaria dell'isola. Una piccola costruzione in legno con poche camere e un grazioso portico sul davanti che si affacciava su una splendida e incontaminata spiaggia di sabbia bianchissima come farina, costellata da una fila di palme che la percorrevano in tutta la sua lunghezza, davanti a un un mare azzurro smeraldo e trasparente.

Si erano sistemati subito e il prezzo di vitto e alloggio era più che onesto.

"Beh, è tardi, devo tornare a casa!" - disse Elizabeth alla fine, quando tutti si erano sistemati.

"Te ne vai già?" - chiese Alix, incuriosita da quella strana ragazza.

Elizabeth annuì. "Sì, devo prepare la cena al piccolo o fra poco strillerà come un'aquila!".

Jack la squadrò, stranamente serio in viso. E infine, dopo lunga meditazione... "Vieni con noi, torna a viaggiare con me! Ci riprenderemo la Perla Nera e tutto tornerà come prima! Beh... QUASI tutto..." - concluse, ricordandosi che no, non sarebbe tornato tutto come prima. La mancanza di Will avrebbe sempre pesato come un macigno su di loro.

A quella domanda, Elizabeth si morse il labbro. Era una proposta allettante, invitante come il miele ma... quei tempi erano finiti per lei. "Non posso Jack, ora c'è lui..." - disse pensierosa, osservando suo figlio – "E' la mia proriorità!".

"Ma..." - insistette Jack.

Elizabeth lo bloccò, posandogli gentilmente un dito sulle labbra. "Jack, non chiedermelo di nuovo, ti prego! Perchè potrei finire per dirti sì! Ora la mia vita è quì e tu solo puoi riconquistare la tua nave! Ce la farai, ne sono certa!".

"Come vuoi..." - rispose Jack, apparentemente con fare tranquillo. Doveva essere distaccato, non poteva fare altro, anche se il rifiuto di Elizabeth gli bruciava, benché lo capisse.

Elizabeth gli sorrise grata, poi si voltò verso gli altri. "E' stato un piacere conoscervi. Vi auguro buona fortuna!".

"Anche a te!" - rispose Lina.

"Beh, allora ti salutiamo Elizabeth" – si intromise il pirata con una strana fretta nel tono di voce – "Noi andiamo al villaggio a fare ricognizione di cibo di scorta per il viaggio". Voleva andarsene, non vederla ancora davanti ai suoi occhi. Non riusciva ad ammetterlo ancora appieno a se stesso, ma viaggiare con Elizabeth era stato quanto di più eccitante gli fosse capitato negli ultimi anni. Una grande piratessa quella ragazza e difficilmente ne avrebbe incontrate di simili.

"Ok, buon viaggio Jack! Buon viaggio a tutti voi!".

Si salutarono e poi Jack e il suo equipaggio si avviarono a piedi verso il villaggio.

Elizabeth li guardò allontanarsi ma prima di prendere la sua strada si affiancò a Lina che era rimasta qualche passo indietro rispetto agli altri. "Hei, posso dirti un'ultima cosa?" - le sussurrò camminandole a fianco.

Lina annuì. "Certo!".

Elizabeth fissò di sfuggita il pirata, davanti a lei di una ventina di passi. "Lui... Jack... Ricordati questo Lina! Può sembrare il più idiota fra gli uomini ma... in mezzo al mare, se io fossi in pericolo serio... non esiste altro uomo a cui affiderei la mia vita! Quando fa il pirata, quando lo fa seriamente, Jack Sparrow non ha rivali! Aiutalo e da lui potrai imparare molto!".

A quelle parole, Lina sorrise. "Lo sò... Cioè, in realtà è più una sensazione perchè non me l'ha ancora dimostrato ma dal primo minuto che l'ho visto ho capito che era una persona interessante, diversa dagli altri, che quando è in mare sa quello che fa nei minimi dettagli! Il mare per lui è una ragione di vita, proprio come è stata per me la magia. Cambia espressione, quando è al timone e sicuramente nel mare vede quello che noi non sappiamo vedere!".

"Hai buon occhio Lina, si vede che sei anche tu una persona fuori dall'ordinario!" - asserì Elizabeth con un sorriso. "Poi, volevo anche ringraziarti per esserti presa cura, prima, di mio figlio! Ci sai fare coi bambini!".

A quelle parole, Lina si morse il labbro. Già, ci sapeva fare coi bambini... "Non c'è di che!" - concluse frettolosamente.

Elizabeth annuì, intuendo che Lina non volesse toccare quel discorso. Forse, era ora di andare per davvero. "Ti saluto Lina Inverse, è stato un piacere conoscerti!".

"Anche per me!" - rispose Lina. Prima di correre avanti per raggiungere i suoi compagni. Una volta Jack le aveva detto che lei e quella ragazza si assomigliavano. Ora che l'aveva conosciuta, poteva affermare che sì, era vero, c'era molto di Elizabeth, in lei!

Elizabeth li osservò allontanarsi. Sfiorare quel mondo che tanto aveva amato era stato bello e doloroso insieme... "Riprenditi la Perla Nera Jack! Fallo per me, per te, per Will..." - sussurrò baciando la fronte del suo bambino.


...


"Ci saranno negozi abbastanza forniti per fare scorta per il viaggio, quì?" - chiese Daryl mentre camminavano sulla spiaggia in direzione del villaggio.

"Prima dei viveri, dovremmo pensare a come rimediare il lasciapassare!" - lo corresse Lina osservando il meraviglioso tramonto sul mare. Lingue di fuoco sembravano bruciare quell'acqua splendida e cristallina, mentre le loro ombre si allungavano sempre più sulla sabbia bianca.

Jack diede un calcio a un sassolino. "Accidenti, non ci voleva proprio!" - disse con stizza.

Lina sospirò. "Sì, ma arrabbiarsi non serve! Cioè... avere il lasciapassare ci aiuterebbe a partire senza difficoltà e senza inseguitori, ma se proprio non ci riusciamo... passaremo alle man...".

"Lina! Lina, sei proprio tu!".

La maga non fece in tempo a terminare la frase. Una voce maschile sorpresa, non più giovane, conosciuta, la raggiunse alle spalle come una folata di vento gelido e glaciale. Si bloccò instantaneamente, sorpresa, ammutolita, mentre il suo viso impallidiva improvvisamente. Non... non poteva essere...

Anche gli altri si voltarono, sorpresi che qualcuno laggiù conoscesse Lina.

Una coppia non più giovane li osservava dal sentiero a ridosso della spiaggia, fra le palme. Elegantemente vestiti, sulla sessantina, dai lineamenti fini e delicati, i due guardavano Lina con gli occhi spalancati. L'uomo aveva i capelli grigi e ricci e una corporatura robusta, la donna dei capelli rossicci raccolti in una fine pettinatura e teneva fra le braccia una bimba molto piccola che, vista Lina, prese ad agitare le braccia contenta.

"Lina, che cosa ci fai quì?" - chiese l'uomo avvicinandosi a lei emozionato e assolutamente sorpreso.

La maga indietreggiò mentre il suo viso si oscurava. Non aveva una buona opinione di quelle persone, non voleva certo incontrarle ma la sua mente aveva subito ben capito cosa ci facessero lì. Ihurun, l'isola dove vivevano gli ambasciatori dei regni della Penisola dei Demoni... E quelle persone erano famosi ambasciatori di Zephilia... E i genitori di Yonas. E lei era la piccola Aubree...

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Capitolo 9
*** L'invito ***


Aggiornamento vacanziero e agostino per voi!

Grazie come sempre a chi legge, commenta e mi sprona ad andare avanti con le mie storie!

Spero che anche questo capitolo vi piaccia!

Commenti e critiche sono come sempre graditissimi!

A... buone vacanze a tutti!


L'invito



Quando era piccola, sua sorella Luna le aveva insegnato che il destino non esiste e che ciò che ci succede è sempre dettato dal caso, sia nel bene che nel male. Variabili, intrecci di vite e di vicende che si incastrano l'un l'altra senza un vero perchè, regalandoci a volte sorprese negative, a volte positive. A quel tempo Lina non aveva ben capito la spiegazione della sorella ma quel giorno ne comprese appieno il significato. C'erano mille posti, mille strade, mille momenti che le avrebbero potuto evitare di trovarsi proprio a quell'ora, proprio in quell'isola, proprio in quella spiaggia dove nel medesimo momento stavano camminando in direzione opposta i genitori di Yonas. In fondo il mondo era tanto grande... E invece quegli intrecci, quelle variabili casuali di cui le aveva parlato Luna, le avevano giocato un tiro mancino non da poco! Non voleva incontrare quelle persone, non ne aveva alcuna voglia dannazione! Soprattutto lì, con Gourry, Daryl, Jack e Alix a cui avrebbe dovuto dare probabilmente spiegazioni, se gliele avessero chieste... In fondo non era così normale che lei potesse conoscere qualcuno in quell'isola sperduta dove metteva piede per la prima volta! Non si aspettava di trovarli sulla sua strada, non di certo in un posto del genere e durante quel viaggio, anche se immaginava il perchè fossero lì. Gotfried e Margareth Hayden, due importanti ambasciatori di Zephilia... Aveva senso che persone che godevano di tanta fama presso la corte della sua regione natale fossero inviate come ambasciatori in luoghi inesplorati, terre di futuri scambi commerciali e di possibili grandi ricchezze. Però porca miseria, perchè, PERCHE'??? Perchè doveva incontrarli, intrecciare la loro strada, con tutte le isole che c'erano? Ok, Luna le aveva spiegato che il destino non esiste e sua sorella difficilmente si sbagliava! Ma doveva raccontarle, una volta che l'avesse vista, che invece la sfortuna esiste e lei ne era la dimostrazione vivente! Non aveva voglia di mischiare la sua storia e la sua vita dei tempi in cui stava con Yonas con quanto stava vivendo in quel momento e soprattutto non aveva granché piacere a parlare con quelle due persone le cui scelte, le cui decisioni passate, ancora faticava ad accettare e capire.

"Lina, ma sei davvero tu?" - chiese l'uomo, avvicinandosi alla ragazza che lo fissava a bocca aperta, a corto di parole.

Lina deglutì lentamente, in un miscuglio fra imbarazzo e senso di impotenza. Non sapeva cosa dire, cosa fare... "A quanto pare..." - commentò infine freddamente. "Strana la vita signor Hayden, bizzarra...".

"Lina, conosci queste persone?" - si intromise Jack, incuriosito da quella strana situazione.

Lina sussultò nel sentire la voce del pirata. Per un istante si era come dimenticata di lui e degli altri, come se fosse stata ricatturata dalla vita che aveva lasciato sulla penisola dei demoni quando era salpata. "Sì, li conosco..." - sussurrò abbassando il capo, cupa – "Loro sono... ambasciatori di Zephilia...". In fondo, anche se non aveva voglia di parlarne, il suo gruppo di amici avrebbe presto scoperto chi erano le persone che l'avevano fermata e quindi meglio tagliare la testa al toro, dicendo quanto meno il minimo indispensabile.

L'uomo squadrò Lina per un istante, stranito dalla presentazione frettolosa che la maga aveva fatto di loro e poi si voltò verso Jack, annuendo pacatamente e facendo segno alla moglie di avvicinarsi. " Gotfried e Margareth Hayden, ambasciatori di Zephilia, come ha detto Lina poco fa. Con chi ho il piacere di conferire?".

Jack lo fissò un lungo istante, mentre nella sua mente balenavano mille idee su come sfruttare l'inaspettata conoscenza di Lina con quei pezzi grossi della penisola. "Jack Sparrow... Capitan Jack Sparrow, per essere preciso!".

"Oh, siete un uomo di mare?" - domandò Gotfried, perplesso.

Jack annuì, orgoglioso. "Pirata, per essere precisi!".

A quel punto, Gotfried era totalmente spaesato, come la moglie giunta accanto a lui. "Pirata? M... Ma Lina?".

La maga scosse la testa, sospirando. Bene, in un nano-millesimo di secondo Jack era riuscito a complicare ancora di più quella spiacevolissima situazione. "Ecco... viaggio d'affari, tutto quì... Non è cattivo come può sembrare, anche se è un pirata..." - mormorò frettolosamente, desiderando sprofondare nella sabbia bianca.

"Ha qualcosa contro i pirati, questo tizio?" - mormorò Jack all'orecchio di Lina, notando la faccia perplessa di Gotfried.

Lina lo fulminò con lo sguardo. "Secondo te?" - sibilò. Ma perchè proprio il pirata più deficente di tutti, doveva toccarle??? In vita sua non si era mai sentita tanto in imbarazzo e in difficoltà come in quel momento. Lanciò uno sguardo veloce a Daryl, Gourry e Alix che erano rimasti in disparte, perplessi e silenziosi. E si sentì ancora più in trappola.

Fu la piccola bambina che Margareth teneva fra le braccia a toglierla momentaneamente da quella situazione difficile. Aubree, che l'aveva guardata attenta e assorta fino a quel momento, si illuminò in un sorriso e tese le braccia in avanti verso di lei, intenzionata a farsi prendere in braccio.

Lina sussultò, osservò la piccola e in un istante fu investita da una marea di ricordi dolci e dolorosi insieme... Aubree... Era cresciuta e ora aveva un faccino furbo e biricchino, gli occhioni verdi e i capelli chiari, tendenti a un biondo dorato. Aveva quasi un anno e sicuramente presto avrebbe camminato e imparato a conoscere il mondo... Eppure nei suoi ricordi lei era rimasta la neonata che teneva sul petto, la neonata di cui si era presa cura con Yonas...


"Lina, te l'avevo detto che Aubree era un'idea fantastica!".

"Io continuo a pensare che sia stato un azzardo ma... col tempo vedremo, Yonas!".

Il giovane sorrise. "Il tempo ti dimostrerà che avevo ragione io...".


Lina sorrise alla piccola che evidentemente l'aveva riconosciuta e voleva essere presa in braccio da lei. Aubree riusciva a rasserenare il suo animo, ci era riuscita dal primo istante che l'aveva vista. Perchè lei le ricordava Yonas e la parte più bella di quello che erano stati. Non le importava cosa avessero pensato i suoi compagni di viaggio, delle domande che le avrebbero fatto, di come a loro sarebbe sembrato strano vederla in quella assurda situazione, alle prese con una neonata. Ma non gliene fregava niente, in quel momento! Aveva solo voglia di riabbracciare Aubree come aveva fatto tante volte a Zephilia, ne aveva bisogno come dell'aria, ora che le era apparsa magicamente davanti. Solo quella piccola avrebbe potuto lenire quel dolore che si portava dentro fin dalla sua partenza, lo sapeva! Allungò le braccia e prese la bimba. "Aubree..." - sussurrò, stringendola a se.

"Ti ha riconosciuta, hai visto?" - esclamò Margareth.

Lina sorrise. "E' una bambina intelligente!".

Margareth annuì. "Sì, ci darà molte soddisfazioni!".

Lina abbracciò ancora più forte la piccola, prendendo ad accarezzarle i sottili e morbidi capelli biondi. "Sono felice di rivederti, piccola!" - le sussurrò.

Aubree alzò il visino, ridendo contenta. Era vivace e piena di vita, caratteristiche che Lina aveva sempre amato in lei. "Aubree Hayden, sei meravigliosa... Come lui..." - le sussurrò all'orecchio.

La bimba prese a giocare coi capelli rossi della maga e Margareth le si avvicinò per impedirglielo. "Lina, attenta! Quando tira i capelli, fa davvero male!".

Lina sorrise. "Ah, non è un problema! Può fare quello che vuole, da quanto sono contenta di averla rivista! Non credevo che l'avrei ricontrata, di certo non ora e non quì!".

"E noi... Sei felice di aver incontrato noi?" - chiese Gotfried, spezzando improvvisamente quel momento di serenità.

Il viso della maga, a quella domanda, si rabbuiò e tornò improvvisamente serio. "Sono sorpresa... Non so che altro dire, se devo essere onesta! E credo lo siate anche voi! Insomma, quante probabilità c'erano che ci ritrovassimo quì, a migliaia di miglia di distanza dalla nostra regione, ora, nello stesso posto e alla stessa ora?".

Gotfried annuì. "Beh, decisamente poche. Era evidentemente destino!".

Lina fece un sorrisetto sarcastico. "Destino... o piuttosto... buona e cattiva sorte...". Ecco, desiderava ardentemente che loro capissero che, Aubree a parte, la cosa non la rendeva felice.

"Buona sorte!". Daryl si intromise nel discorso, incurante dell'aria pesante e della strana tensione che si stava creando, anzi, deciso a spezzarla a suo favore. "Daryl Dancan, piacere! Sono socio in affari di Lina Inverse!" - esclamò, presentandosi ai due.

Lina si voltò verso di lui, apparentemente furiosa, con uno sguardo freddo che faceva presagire scintille. "Daryl... Tornatene al TUO posto!".

Margareth si avvicinò al giovane. "Ma no Lina, non disturba affatto! Ci fa piacere conoscere i tuoi amici!".

Daryl fece un sorriso a trentasei denti. "Lina ha detto che siete ambasciatori di Zephilia, giusto? Siete stati inviati quì dal vostro regno per sorvegliare le rotte verso i mari del sud immagino...".

"Sì, è così!" - ammise Gotfried. "Avevamo bisogno di cambiare aria e il nostro sovrano ci ha dato il grande onore di fare da apripista a nuove rotte commerciali in questi mari. Così siamo partiti subito, io, mia moglie e Aubree, la nostra bambina".

Daryl fissò la piccola, in braccio a Lina. Come facevano quei tipi di circa sessant'anni ad avere... "Vostra...?" - commentò, consapevole della mega gaffe in cui stava incappando. Magari, semplicemente, portavano male i loro anni, quei due...

"Figlia adottiva, ragazzo!" - rispose Margareth con tranquillità, capendo subito cosa volesse dire il giovane. Ormai a quello stupore e a quella domanda ci era abituata...

Daryl si grattò la guancia, imbarazzato. "Ah, ecco! Scusi signora...".

"DARYL!". Lina disintegrò con lo sguardo il ragazzo. In quel momento l'avrebbe volentieri ucciso sul posto.

Ma il giovane finse di non vederla, intenzionato a proseguire nella sua conversazione coi due sedicenti ambasciatori di Zephilia. "Quindi voi due... siete diplomatici, giusto?".

"Certo!" - rispose Gotfried.

Lo sguardo di Jack si accese. "Di quei diplomatici che rilasciano i lasciapassare per proseguire nei mari del sud?".

Lina sbuffò e scosse la testa. Ora capiva il perchè dell'interesse di Jack e Daryl verso i genitori di Yonas... Doveva fermarli, SUBITO! Avrebbe risolto lei stessa, in altro modo, il problema del lasciapassare. Senza l'aiuto dei coniugi Hayden. Il loro incontro era stato fortuito e non piacevole per lei e i loro rapporti non si sarebbero protratti oltre quella conversazione. Certo, le spiaceva salutare la piccola Aubree ma non avrebbe permesso a nessuno dei suoi compagni di viaggio di proseguire nella conoscenza di quelle persone. "Jack, stai diventado IMPERTINENTE! Non li conosci nemmeno e non chiederai NIENTE a queste persone!". Lo disse con tono basso, minaccioso, scandendo le parole una ad una.

Gotfried fissò la maga e poi di nuovo Jack e Daryl. "Siete diretti ai mari del sud, quindi? E vi serve un lasciapassare..." - commentò con ovvietà.

Lina si intromise nella conversazione. "Si, come ho detto prima è un viaggio d'affari. Il lasciapassare è un problema che risolveremo noi con tranquillità appena ci saremo sistemati per la notte alla locanda, senza disturbarvi oltre!".

Gotfried si accigliò. Il tono di Lina era sbrigativo, nervoso. Era palese che non volesse proseguire oltre quella discussione e che volesse congedarli il prima possibile. La cosa lo incuriosiva e allo stesso tempo lo metteva di cattivo umore. Lina in quel momento era molto diversa dalla ragazza che aveva conosciuto a Zephilia e che aveva visto per anni accanto al figlio. "E come farai, senza l'aiuto di una autorità che ti rilasci il lasciapassare, Lina?" - chiese in uno strano tono di rimprovero.

Lina fissò lo sguardo su quello di lui. Se Gotfried cercava di provocarla, beh, gli avrebbe risposto a tono. "Ho i miei metodi per ottenere quello che voglio!" - commentò in modo sibillino.

"E quali sarebbero?" - insistette Gotfried.

Lina si morse il labbro. Osservò brevemente Aubree che se ne stava comoda fra le sue braccia, la baciò sulla fronte e la restituì alla madre. Poi il suo sguardo si fece duro. "Signor Hayden, io credo che voi non mi conosciate per niente! Se voglio qualcosa, io la ottengo SEMPRE! E non sarà certo qualche stupido cavillo o legge locale a impedirmelo!". Il suo tono era impertinente, di sfida.

Gli occhi di Gotfried si assottigliarono. "Conosco la tua fama e quello che si dice di te ma onestamente non ci ho mai creduto fino in fondo. Conoscendoti, mi sono sempre sembrate esagerazioni...".

"A volte le leggende invece sono vere!" - ribatté Lina.

I pugni di Gotfried si strinsero fino quasi a fargli male. "Lui... lui ti conosceva sotto questo aspetto?".

Lui... Lina deglutì. Non doveva, NON poteva pronunciare quel nome. Non voleva udirlo e non voleva che i suoi amici lo sentissero! "Ora basta! Queste non sono cose di cui discutere ORA!".

"Rispondi!" - ribatté Gotfried.

Lina scosse la testa. Quella convesazione doveva finire in qualche modo! E se Gotfried voleva una risposta per farla finita, se questo in qualche modo avesse spento la sua curiosità facendolo TACERE, gliel'avrebbe data. "Lui... mi conosceva meglio di quanto io conosca me stessa!".

Gotfried sospirò, rilasciando l'aria che si era accumulata dolorosamente nei suoi polmoni nell'ultimo minuto. La maga non poteva saperlo ma quella convesazione era dolorosa tanto per lei quanto per lui. "Ascolta Lina... Incontrarti mi ha fatto piacere, come a mia moglie del resto! Non so cosa tu ci faccia quì, in che affari sei invischiata e dove vuoi arrivare. Ma in virtù di cosa ti ha portato in passato sulla nostra strada... per quello che hai rappresentato per tutti noi, voglio fidarmi di te! Per me non è un problema rilasciarti il lasciapassare e...".

"Ho detto che ci penserò IO, da sola!" - lo interruppe Lina in tono perentorio.

L'espressione di Gotfried si fece severa, di muto rimprovero. "Non lo faccio per te, lo faccio perchè so che è quello che mio figlio vorrebbe, se fosse quì con noi adesso!".

Daryl e Jack a quel punto intervennero, bloccando ogni possibile reazione della maga, pur non capendo un accidente della concitata discussione fra la ragazza e l'ambasciatore. "Lina scherza monsieur! Accettiamo con piacere il vostro aiuto e ve ne saremo per sempre riconoscenti!".

La maga si voltò verso di loro, furente! Al diavolo, in cosa si immischiavano?

"Lina, per favore, accetta il nostro aiuto... Torneremo a casa e ti prepareremo il lasciapasare e stasera, se verrai a cena da noi, te lo consegneremo! E potrete partire senza problemi. Lascia stare il tuo orgoglio e lasciati aiutare da noi!" - la supplicò Margareth, gentilmente, capendo cosa stesse provando la ragazza in quel momento.

"Lei accetta l'invito a cena e stasera sarà a casa vostra, garantito!" - rispose Daryl al posto della maga.

Lina scosse la testa, incapace di andare avanti, vinta dagli eventi e dalla logica del ragionamento di Daryl. Anche se l'avrebbe volentieri ucciso all'istante, lui aveva ragione. Perchè rifiutare un aiuto così, che le veniva servito su un piatto d'argento? Sua sorella le aveva insegnato che non si deve guardare in faccia a nessuno se questo giova al proprio tornaconto, che il fine giustifica i mezzi e quindi doveva prendere quello che le serviva, fottendosene del resto... Ma era difficile, troppo! "Non so nemmeno dove vivete..." - bofonchiò sotto voce, come per trovare una scusa.

"Ti faremo venire a prendere!" - rispose Margareth – "Dove alloggi?".

"Nella locanda in fondo alla spiaggia, quella prima della foresta di palme!" - rispose Jack per lei, notando lo stato catatonico di Lina.

Margareth annuì. "Bene, ti manderemo il nostro cocchiere alle otto!".

Gotfried si avvicinò alla moglie, prendendola a braccetto. Poi si avvicinò alla maga, fino a sussurrarle nell'orecchio. "So cosa pensi di noi Lina e forse in parte hai ragione. Ma ascolta! Come ti ho detto prima lo faccio per Yonas ma non solo! Aiutarti è un modo per sdebitarmi con te e per riabilitarmi ai tuoi occhi, se ce ne fosse bisogno per qualche motivo... Fai parte della nostra famiglia, non dimenticarlo...".

Era troppo, più di quello che poteva sopportare di sentire. "Ok, ora basta! Verrò a cena, non è il caso di dilungarci ancora in chiacchere!". Lina interruppe Gotfried che si stava spingendo troppo oltre con le sue parole e poi fulminò con lo sguardo Daryl e Jack che si erano intromessi e infine, con un cenno del capo salutò i coniugi Hayden. Voleva farla finita subito, con quella conversazione! Al diavolo TUTTI!

"A stasera allora!" - disse infine Gotfried, facendo segno alla moglie che era ora di andarsene. Il tono di Lina era più che chiaro...

La coppia, con la bambina, salutò il gruppo e si allontanò sullo sterrato a ridosso della spiaggia.

Senza dire nulla, quando furono lontani, Lina si incamminò cupa e silenziosa verso la locanda. Era arrabbiata, ferita, si sentiva in trappola... Sapeva che il peso di quel passato che tanto l'aveva fatta soffrire, quella sera si sarebbe abbattuto nuovamente su di lei...

"Hei Lina, aspetta!" - la raggiunse Alix – "E' fantastico, non trovi? Le tue conoscenze ci toglieranno dai guai!".

"Già!" - incalzò Daryl, fiero del risultato ottenuto col minimo sforzo.

"Come fai a conoscere quei pezzi grossi?" - insistette Alix.

Gourry si avvicinò alla maga. Era stato in silenzio durante tutta la sua convesazione con gli Hayden, non capendo cosa succedesse e cosa la turbasse tanto ma percependo quanto Lina aveva avuto bisogno che nessuno si mettesse fra lei e quelle persone che, evidentemente, erano più che semplici conoscenti per lei. "Li conosce e basta! Lina conosce un sacco di gente importante!" - disse, per toglierla dall'imbarazzo. La maga in quel momento era cupa, stava male come già altre volte gli era capitato di vedere, durante quel viaggio. Era preoccupato e non sapeva che altro fare per aiutarla, se non fosse allontanare da lei le domande degli altri.

"Già, conosco un sacco di gente importante io...". Lina non aggiunse altro. Raggiunse la locanda, entrò nella sua stanza e ci si chiuse dentro a chiave. Poi si lasciò cadere sul letto, a peso morto. Aveva tempo forse un'ora prima di iniziare a prepararsi per la cena e aveva bisogno di riposo e di riprendere un pò di coraggio e possesso di se. O quella serata sarebbe stata infinitamente più difficile di come si prospettava già.


...


Mancava forse un quarto d'ora all'appuntamento col cocchiere e Lina, chiusa nella sua stanza, era quasi pronta per uscire. Aveva chiesto ad Alix, contro voglia, di prestarle uno degli abiti da sera che si era portata dietro e l'amica gliene aveva prestato uno azzurro, con un corpetto aderente e una lunga gonna che le cadeva morbida sulla gambe, fino a coprirle le caviglie. Si era legata i capelli, si era messa scarpe femminili e con un pò di tacco, anch'esse prestito di Alix e ora era pronta per quella dannata cena. Abbigliarsi a quel modo era molto inusuale per lei durante i suoi viaggi ma era stato un abbigliamento che aveva spesso usato durante il suo soggiorno a Zephilia, quando viveva con Yonas. Ed era per questo che aveva scelto di vestirsi a quel modo. Se gli Hayden l'avessero vista come era abituati da sempre, avrebbero fatto meno domane e forse la cena sarebbe durata meno. Oh, sarebbe stata comunque una tortura ma ormai non poteva più tirarsi indietro. Sarebbe voluta scappare, andare via lontano da tutto e tutti e invece era bloccata in quel dannato posto, con quelle persone che facevano parte di un passato tanto doloroso che rischiava di annientarla. Non aveva voglia di andare a quella cena, non voleva parlare nuovamente con gli Hayden, non voleva sentir parlare di Yonas e invece sarebbe inevitabilmente successo! Sarebbe stata dura... Certo, poi avrebbe avuto in mano quel dannato lasciapassare a cui sembravano tenere tanto sia Jack che Daryl i quali, se le fossero stati davanti in quel momenti, sarebbero finiti sulla luna con una Fire Ball in mezzo alla fronte. Quel lasciapassare lo avrebbero ottenuto a un prezzo molto alto, per lei... Sarebbe bastato un buon Dragon Slave con qualche signorotto del posto per ottenerlo in fretta e senza gli Hayden e invece...

Un mesto bussare alla sua porta la fece sussultare. E ora chi diavolo era? Possibile che NESSUNO capisse che per quella giornata aveva avuto fin troppe rotture e che voleva essere lasciata in pace? Era nervosa, arrabbiata, coi nervi a fior di pelle... E con una voglia di conferire con CHIUNQUE pari allo zero. Aprì la porta, esibendo il suo miglior sguardo minaccioso. E si trovò davanti Gourry. "Che diavolo vuoi?" - chiese, fredda.

Lo spadaccino la squadrò, sorpreso di vederla vestita tanto elegantemente per quella cena a cui non voleva partecipare, da quel che aveva intuito. "E'... è strano vederti vestita così..." - riuscì a balbettare, confuso.

La maga sbuffò. Lo fece entrare, chiuse la porta dietro di loro e poi finì di pettinarsi i capelli, senza degnarlo di uno sguardo. "Sei venuto quì per parlare di abbigliamento femminile per caso?".

Gourry inspirò, ponderando accuratamente la sua risposta. Era palesemente nervosa come un gatto! "No, certo! Ero solo preoccupato e volevo sapere se c'era qualcosa che...".

"Non c'è niente che puoi fare, quindi puoi anche andartene!" - lo bloccò la maga, intuendo cosa stesse per dire.

Il tono di Lina era freddo, rabbioso, ostile. Gourry deglutì. Era nervosa e probabilmente pronta ad esplodere davanti a chiunque gli fosse capitato a tiro. "Lina, che succede?" - disse infine. Al diavolo, era preoccupato per lei e aveva bisogno di risposte! Forse, se avesse saputo cosa le succedeva, avrebbe potuto aiutarla!

La maga gli lanciò un'occhiata furtiva e decisa a farlo smettere subito. "Succede che devo andare ad una cena con dei diplomatici che ci daranno il lasciapassare per ripartire, tutto quì! E siccome sono persone influenti nella mia regione, direi che andarci abbigliata non da piratessa sarebbe educato da parte mia!".

"Ma Lina, tu hai conosciuto tante persone influenti in passato e non ti è mai interessato nulla dei tuoi abiti!" - ribatté Gourry.

Lina strinse la spazzola rabbiosamente, fra le mani. Perchè, perchè Gourry voleva irritarla e beccarsi poi le spiacevoli conseguenze? Perchè diavolo faceva tante domande idiote? Perchè non se ne era rimasto nella sua stanza o nella sala da pranzo con gli altri? Quella sera non sopportava nessuno, non voleva che le si facessero domande e voleva allontanare da lei chiunque! A costo di essere brusca, cattiva, maleducata verso chi si preoccupava per lei, lo avrebbe fatto! Nessuno la capiva e quindi era meglio se tutti se ne fossero stati alla larga! "Qual'è il problema Gourry? Il vestito? O che sia IO a indossarlo?".

"Ma che dici? Lina stai benissimo ma mi sembri solo... strana..." - ribatté lui.

Lina posò su di lui uno sguardo freddo e rabbioso insieme. Ok, Gourry doveva SPARIRE! Subito! E quella sera era talmente rabbiosa e nervosa che non le sarebbe servito chissà quale impegno per rendersi odiosa ai suoi occhi e farlo allontanare. "Quando eri sposato con la TUA Madeline e qualcuno vi invitava a cena, lei come si vestiva?".

"Scusa?". Gourry parve confuso da quella strana domanda...

Lina gli si avvicinò con uno sguardo accusatore. "Si vestiva con abiti da sera, no?".

Gourry annuì, sempre più confuso. "Beh, sì...".

"E facevi le stesse domande che stai facendo a me, a lei?" - insistette Lina, maliziosamente.

Gourry indietreggiò, rabbuiandosi. Parlare di Madeline era ancora molto doloroso per lui e in quel momento inoltre non capiva cosa c'entrasse. "No perchè era normale per lei vestirsi così, quando non eravamo in viaggio! E' cresciuta nell'alta società di Elmekia, essere elegante quando era a casa era normale per lei! Ma... ma che c'entra Madeline adesso?".

Ecco, era quello che lei voleva. Lina fece un sorrisetto freddo e maligno. "Oh, non le facevi domande perchè consideravi Madeline una donna e quindi era normale per te che si vestisse così! Anzi, magari questo ti lusingava perchè avevi una bella bambolina da esibire in giro... Io invece sono solo Lina la maga scavezzacollo, vero? Un maschiaccio, una ragazzina forse... Ma di certo non una donna come Madeline o Alix...".

Gourry sussultò a quelle parole. Lina stava cercando deliberatamente di colpirlo, di farlo soffrire, di ferirlo. O di irritarlo! E sembrava sapere alla perfezione come fare, come colpirlo con calcolo. Faceva male... Non pensava a Lina in quei termini che diceva lei e anzi, la considerava la donna più bella del mondo! E gliel'aveva anche detto, a Tortuga! "Smettila, lo sai che le cose non stanno così... E poi, NON parlare di Madeline! Lei non c'entra, non è quì e non può ribattere! E io non ho mai considerato ne LEI, ne TE, ne nessun'altra donna una bambolina da esibire!".

Il tono di voce di Gourry si era alzato, alterato. Lina sorrise. Aveva raggiunto il suo scopo e ora se ne sarebbe andato! "Come ti scaldi, quando si tocca la tua mogliettina... Avresti dovuto starci più attento, se ci tenevi tanto...". Si voltò verso lo specchio, riprese in mano la spazzola e riprese a spazzolarsi i capelli, pronta a rispondere a tono a qualsiasi contromossa di Gourry.

Ma dallo spadaccino non venne alcuna risposta. La maga si voltò giusto in tempo per vedere la sua faccia scura e ferita. "Gourry...".

Lo spadaccino non replicò. Si voltò, riaprì la porta, uscì dalla stanza sbattendola con forza e sparì nel corridoio.

Lina rimase per un attimo in tranche, subito pentita di quello che aveva fatto. Non si aspettava che Gourry reagisse a quel modo, credeva che avrebbe alzato la voce, che si sarebbe difeso, che avrebbe controbattuto e che ne fosse nata una qualsiasi discussione in cui avrebbe potuto sfogare la sua rabbia... Però in effetti, non era da Gourry arrabbiarsi con lei... Dei, lo aveva ferito in modo atroce e Gourry non lo meritava... Lui era stato dolce, gentile, premuroso con lei, fin dal loro primo incontro al porto. Che le era preso? Era nervosa certo, aveva bisogno di scaricare i nervi e Gourry era stata l'inconsapevole valvola di sfogo! Lo spadaccino non le aveva fatto nulla di male, si era solo genuinamente preoccupato per lei. E lei lo aveva allontanato, colpendolo di proposito proprio in quegli aspetti della sua vita che ancora lo facevano soffrire. In un attimo la rabbia e la frustrazione lasciarono spazio alla tristezza e a una infinita stanchezza. Lina si guardò allo specchio, stentando a riconoscersi. Già, era proprio strana vestita così, in fondo Gourry aveva ragione! Sorrise tristemente... Si vedeva diversa non solo per gli abiti ma anche per il modo di fare che aveva appena tenuto con Gourry e che di certo non gli apparteneva. "Devo chiedergli scusa...".

Fece per uscire dalla camera per cercarlo ma il nitrito dei cavalli della carrozza mandata dagli Hayden la bloccarono. Sbuffò. La sua solita sfortuna, supponeva... "Beh, mi scuserò con lui appena tornerò da questa maledetta cena..." - pensò. Convinta, in cuor suo, che chiedere scusa a Gourry sarebbe stato infinitamente più piacevole di una serata con la famiglia di Yonas, a ricordare quel passato da cui stava in qualche modo fuggendo.


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Capitolo 10
*** Una serata difficile ***


Ci ho messo una vita a scrivere questo capitolo, per tanti motivi e sfighe varie. Spero sia uscito qualcosa di decente XD

Grazie come sempre a voi che leggete, commentate e mi sostenete!

Spero vi piaccia e mi facciate sapere cosa ne pensate! Alla prossima!


Una serata difficile


La casa, anzi, la villa degli Hayden era una specie di costruzione colonica al centro di una collina, circondanta dalla rigogliosa natura della piccola isola di Ihurun. Leggermente isolata dal piccolo paese portuale, disposta più all'interno del territorio dell'isola, la villa era sorta in un posto tranquillo e allo stesso tempo maestoso. La foresta tropicale, coi suoi mille colori, accompagnava tutta la strada che dalla spiaggia arrivava alla casa e finiva con l'ampio e curato giardino che i giardinieri degli Hayden accudivano con cura. La villa, di colore rosso, sorgeva tutta su un piano. Era grande ma comunque più modesta di quella che l'ambasciatore aveva a Zephilia e più o meno simile come dimensioni alle altre ville fuori paese che Lina aveva incontrato durante il tragitto e che, immaginava, dovevano appartenere agli altri diplomatici ospiti di Ihurun. Appena arrivata, scendendo dalla carrozza, si guardò in giro. Un ampio porticato sul retro portava alla zona del giardino più riservata, usata esclusivamente dai membri della famiglia. Testimonianza ne erano il piccolo tavolo da the sulla veranda e i giochi di Aubree sparsi in un angolo del giardino.

Quando la carrozza si fu allontanata, il maggiordomo che era uscito di casa per ricevere la maga, fece cenno a Lina di seguirlo, conducendola attraverso la scalinata all'ingresso, nell'ampio soggiorno per poi farla accomodare nella grande sala da pranzo dove la famiglia Hayden al completo la aspettava.

Lina si sentiva a disagio. Non era una situazione voluta e quella tavolata, quel modo di apparecchiare, quelle posate, quelle tovaglie... Tutto le ricordava Yonas e la vita che aveva condotto a Zephilia insieme alla sua famiglia. Sapeva che quella cena avrebbe riportato alla luce ricordi dolorosi e lontani ed era quello che avrebbe voluto evitare! Al diavolo Jack e al diavolo Daryl che l'avevano costretta a subire quella specie di tortura!

Quando la ragazza fece il suo ingresso, Gotfried la salutò con cenno del capo. "Benvenuta nella nostra casa, Lina!".

Margareth, con la piccola Aubree in braccio, le andò incontro emozionata. "Lina, mia cara, non sai quanto sono felice di vederti quì. E che alla fine tu abbia accettato il nostro invito. Sei davvero molto bella stasera!" - disse infine, osservando gli eleganti abiti della ragazza.

Lina abbassò lo sguardo, imbarazzata. Margareth era sempre stata molto gentile con lei, dolce e affettuosa ma... c'erano tante altre cose di quella donna che invece la maga non riusciva ad accettare e a capire. "Grazie!" - commentò infine, a corto di parole.

Aubree, appena vista Lina, si mise ad agitare le braccia per farsi prendere in braccio da lei. Margareth sorrise. "Ti adora!".

La maga si grattò la guancia imbarazzata. "Già!". Voleva prenderla in braccio ma allo stesso tempo non lo voleva! Era troppo affezionata ad Aubree e sarebbe stato meglio non lo fosse stata! Perchè quella piccola non era sua figlia e benché il suo rapporto con lei ai tempi di Zephilia fosse molto stretto, ora era meglio che le cose cambiassero. Era giusto che Aubree si legasse di più a sua madre e che lei invece se ne allontanasse. Per il bene di tutti! "Aubree, devi stare con la mamma adesso! E' ora di mangiare!" - disse infine, quasi facendo violenza a se stessa.

Margareth la fissò per un attimo accigliata ma non fece domande, benché il comportamento di Lina la sorprendesse un pò. Sapeva quando adorava Aubree e le pareva tanto strano che non volesse approfittarne per stare con lei. Ma non chiese spiegazioni, la curiosità era cattiva compagna della buona educazione, dopo tutto. "Lina, cara, perchè non ti siedi al tavolo? Ricordo il tuo amore per le pietanze a base di carne e il menù di stasera si addice perfettamene ai tuoi gusti!" - concluse infine, da brava padrona di casa.

La maga fissò la tavola imbandita. Arrosti con patate, pollo, costate di carne condite con miele e aromi, un fragrante profumo di pane appena sfornato... In effetti aveva dimenticato quanto buone fossero le abitudini culinarie degli Hayden! Anche se, per la prima volta in vita sua, avrebbe preferito rinunciare a tutto quel cibo per essere da qualche altra parte. Fece buon viso a cattivo gioco, comunque. Annuì a Margareth e si sedette composta ad una delle sedie del tavolo. Meglio evitare i convenevoli e fare il più in fretta possibile. Veloce, indolore e di poche parole, solo così poteva sopravvivere a quella dannata cena! 'Pensa al cibo Lina, solo al cibo! E ignora tutto quello che ci sta attorno!' - pensò fra se e se.

"E' stata davvero una sorpresa trovarti quì a Ihurun, Lina!" - commentò Gotfried scrutandola in volto mentre si sedeva davanti a lei.

Lina rispose alle occhiataccie dell'uomo che non smetteva di fissarla accigliato. Gotfried aveva uno sguardo indagatore che la infastidiva. Era un uomo con cui aveva poco in comune e verso il quale non aveva mai provato troppa simpatia. Ma era anche una persona dall'intelligenza fine, questo glielo doveva riconoscere. Sapeva fare bene il suo lavoro, era stato uno degli uomini di massima fiducia del sovrano di Zephilia e per questo gli era stato affidato l'incarico tanto importante di controllare le nuove rotte al sud della penisola che lo avevano portato con la sua famiglia a Ihurun. Un uomo in gamba, benché non più giovane, ma con idee e modi di fare talmente rigidi da scontrarsi con la voglia di scoperta e libertà che aveva animato Lina in passato e che aveva finito per contagiare anche Yonas. Molti erano stati i motivi di scontro fra lei e Gotfried a Zephilia e Lina allora, per amore verso Yonas e forse per la prima volta in vita sua, aveva deciso di non imbarcarsi in discussioni con quell'uomo, se non quando questo era stato strettamente necessario. Allora sapeva che Yonas voleva bene ai genitori ed era cosciente che eventuali discussioni fra lei e loro lo avrebbero ferito. Ma ora a Ihurun, Yonas non c'era! E se Gotfried l'avesse provocata, forse non sarebbe riuscita a tenere a freno la lingua. C'erano un paio di cose che non le erano andate giù in passato e gliele avrebbe felicemente spiattellate in faccia, se la situazione si fosse fatta pesante. "Una sorpresa davvero, signore!" - rispose infine, sostenendo lo sguardo dell'uomo.

"Una graditissima sorpresa!" - commentò Margareth per stemperare quella strana tensione che si stava creando fra il marito e Lina. "Perchè non iniziamo a cenare, Aubree è affamatissima!" - disse indicando la bimba sulle sue ginocchia che non stava ferma un attimo e che con le mani cercava di afferrare il pane sulla tavola.

Gotfried osservò la figlia. "Aubree ancora non ha imparato come si sta a tavola composti!".

Lina strinse la forchetta che aveva preso in mano. "Aubree ha solo un anno e forse è decisamente troppo piccola per essere una perfetta lady!".

"Non è mai troppo presto per essere educati, Lina! Ho cresciuto Yonas con questo principio e a te piaceva il risultato, se non mi sbaglio. Ora faccio lo stesso con Aubree!".

Lina sospirò e rimase in silenzio. Era inutile discutere su quello perchè in fondo Aubree non era figlia sua ma loro. Osservò di sbieco Margareth, imbarazzata dai modi di fare burberi del marito, e pregò silenziosamente perchè imparasse a controbattere al marito e ad avere una parte più attiva nell'educazione della figlia. Che sapesse opporsi agli insegnamenti rigidi che Gotfried intendeva usare con Aubree e che desse alla bambina l'opportunità di crescere libera e serena, lontana da quegli schemi rigidi. Era vero, Yonas aveva avuto un'educazione perfetta che lo aveva portato a diventare un vero signore, gentile, altruista ed educato. Ma sapeva anche quanto aveva sofferto per l'estrema rigidità del padre e per la mancanza di un rapporto più stretto e intimo con entrambi i genitori, durante la crescita. "Beh, gli esperti nel campo siete voi, immagino..." - commentò fiaccamente per finire lì la questione.

Gotfried parve sorpreso dal comportamento poco combattivo di Lina. "Ti trovo taciturna stasera!".

Lina abbozzò un sorriso forzato. "Sono solo affamata!". Che altro avrebbe dovuto dire a quell'uomo? Non capiva che per lei era una situazione difficile quella?

"E allora cominciamo a mangiare, prima che si freddi!" - si intromise Margareth, intuendo il disagio di Lina.

"Buona idea!" - le rispose il marito.

Nella stanza calò un silenzio pesante. Lina mangiò senza fiatare, educatamente ma con fretta, quasi non assaporando quel cibo che in altre situazioni l'avrebbe mandata in visibilio. La realtà era che non vedeva l'ora di finire, di prendere il lasciapassare e di tornare alla sua locanda. Quella cena, stare con quelle persone aveva un sapore amaro di cose passate che un tempo erano state piacevoli ma che non sarebbero mai tornate. Rivedere loro ed Aubree era stato devastante oltre ogni misura per lei e avrebbe preferito continuare nel suo viaggio, nella sua fuga, senza incontrare quel suo passato che tanto l'aveva fatta soffrire. Certo, l'aiuto di Gotfried per il lasciapassare era stato provvidenziale ma lei lo stava pagando a caro prezzo, nessuno immaginava quanto!

Nel giro di una decina di minuti le pietanze di carne erano state quasi consumate del tutto. Gotfried si pulì col tovagliolo la bocca, Margareth invece si alzò per andare dalla servitù a predisporre per il dolce.

Rimasta sola con Gotfried, Lina trovò di nuovo la voce per parlare. "Era tutto buonissimo e vi ringrazio. Ma come ricordate, non sono venuta quì per cenare!". Ok, andare subito al sodo! Il lasciapassare! Dopo tutto, lei era sempre stata una donna spiccia e pratica!

Gotfried annuì, si alzò dalla sedia e si diresse alla cassettiera di fianco al tavolo da dove tirò fuori una piccola pergamena elegantemente arrotolata su se stessa. "Certo Lina, sono stato di parola come vedi! Eccoti il tuo lasciapassare! Domani o quando vorrete, potrete partire!" - rispose, porgendole il lasciapassare.

Lina inspirò e prese il documento, osservandolo brevemente. A quanto pare il suo interlocutore era stato di parola. "Vi ringrazio signore!".

"Di nulla!" - rispose Gotfried tornando a sedersi alla sua sedia. "Ma ora vorrei sapere cosa ti spinge quì con quelle persone con cui viaggi! In fondo qualche spiegazione me la devi Lina, visto l'aiuto che ti sto dando! Stai viaggiando con un pirata dopo tutto e il mio aiuto non era poi così scontato...".

Lina ticchettò nervosamente le dita sul tavolo, ponderando la sua risposta. Che avrebbe dovuto dirgli? Che era partita per dimenticare? Che era partita perchè a Zephilia si sentiva impazzire? Che era partita per ritrovare se stessa? Beh, Gotfried era una persona intelligente ma molto rigida nelle sue idee e difficilmente avrebbe capito cosa significasse davvero per lei quel viaggio. Ma raccontargli una palese bugia sarebbe stata comunque una scelta sbagliata perchè il suo interlocutore era un ottimo osservatore e l'avrebbe capito subito...Quindi una mezza verità sarebbe andata bene perchè in effetti, visto il suo aiuto, Gotfried meritava una qualche spiegazione da parte sua. "Semplicemente... avevo bisogno di soldi e quindi di un lavoro! E Jack Sparrow me ne ha offerto uno, tutto quì!". In fondo era anche vero, la mancanza di denaro era stata una buona spinta per farla partire e farle vincere tutte le insicurezze che l'avevano travolta quando aveva ricevuto la lettera con la strana offerta di lavoro del pirata.

Gli occhi di Gotfried si assottigliarono. "Soldi? TU avevi bisogno di soldi? Lina, l'intero patrimonio di Yonas è a tua disposizione! Così come il castello!".

Ecco, Gotfried aveva pronunciato il nome che NON non voleva sentire! Sapeva che sarebbe successo e che non avrebbe potuto evitarlo... Un nodo le strinse la gola. "Il patrimonio e il castello... Di Yonas appunto! Non sono mia proprietà!".

Gotfried scosse la testa. "Dici cose senza senso, Lina!".

Lina abbassò lo sguardo. "Non pretendo che voi capiate, signore!".

Il tono di voce di Gotfried si fece più basso e cupo. "Tu Lina hai delle responsabilità precise! Sei partita e hai lasciato il castello incustodito e non ti sei curata del denaro che avevi a disposizione! Io non ti capisco davvero!".

A quelle parole, Lina rialzò lo sguardo, rabbiosa. "Responsabilità? IO avrei delle responsabilità? Beh, forse... Ma non più di VOI, signore! Io sono quì e voi anche! La resposabilità delle vostre tenute è più vostra, che mia, mi pare! Non sono una ragazzina irresponsabile e non me ne sono andata lasciando tutto allo sbaraglio come avete fatto voi! Mi spiace ma... la paternale da chi è fuggito invece che rimanere, non la accetto!". Ok, l'aveva detto! Il groppo che si teneva in gola, la maggior causa di incomprensioni fra lei e loro finalmente erano venuti allo scoperto. Responsabilità... Ai suoi occhi i veri irresponsabili erano stati da sempre Gotfried e la moglie. Quell'uomo la stava rimproverando di essersene fregata di tutto quando invece il primo a non essersi interessato minimamente della sua casa e dei suoi affetti era stato lui! Questo non poteva perdonare a Gotfried e a Margareth, perchè era stato ciò che aveva fatto soffrire di più Yonas! Responsabilità... Lei se le era assunte in pieno, Gotfried che la rimproverava poteva dire altrettanto?

"Per favore, non litigate ora!".

Lina e Gotfried si voltarono verso l'ingresso del salone, all'udire la voce improvvisa e allarmata di Margareth.

La donna, con in braccio Aubree che pareva disorientata da quella discussione e se ne stava rannicchiata contro il seno della madre, li fissava pallida. "Vi prego, non litigate! Ognuno di voi ha le sue ragioni e le capisco ma ora... è comunque troppo tardi per discuterne! Non serve a nulla e questa cena non è la sede adatta per parlarne".

Lina fissò la donna in silenzio. In Margareth vedeva la sofferenza, il dolore, la debolezza di una donna schiacciata da tanti sensi di colpa e da tante decisioni che si rimproverava di non aver avuto il coraggio di prendere. Le fece pena in quel momento, anche se era un sentimento che non amava provare e che non voleva avvertire verso i membri di quella famiglia. Ma lo sentiva lo stesso perchè nonostante tutto, Lina si accorse di quella strana empatia che sembrava provare verso di lei. Erano l'una l'opposto dell'altra per carattere ed esperienze di vita eppure la giovane in quel momento si sentiva simile in tutto e per tutto a lei. Capiva, avvertiva che in quel momento i suoi sentimenti combaciavano con quelli di Margareth. "Mi dispiace di aver alzato la voce!" - disse infine, tentando di tornare a un tono più calmo. In fondo Margareth aveva ragione, era ormai troppo tardi per qualsiasi discussione.

"Non stavamo discutendo, stavo solo illustrando a Lina quali erano le sue responsabilità!" - insistette Gotfried.

Lina sospirò, stringendo quel dannato lasciapassare fra le mani. Ok, forse spiegando, Gotfried avrebbe capito che lei non era poi così irresponsabile come pensava! "Le conosco le mie responsabilità...". Tentò di tenere un tono pacato, benché avrebbe volentieri mandato tutti a quel paese. Ma urlare, litigare avrebbe spaventato Aubree e non lo voleva! E avrebbe messo ancora più in difficoltà Margareth. E non voleva nemmeno quello. "Io ho affidato la casa alla domestica, a Lotte. Con lei ho predisposto tutto prima di partire e lei si occupa del castello come se fosse casa sua. E' stata la bambinaia di Yonas quando era piccolo e so che per questo e per la fedeltà che vi ha dimostrato negli anni, Lotte gode della massima fiducia da parte vostra. Per Yonas è stata come una madre e le ha sempre dato massima fiducia. Lotte è stata la mia salvezza dopo la vostra partenza ed è sempre stata un sostegno costante sia per me che per vostro figlio. Come sapete, ne io ne Yonas abbiamo mai avuto la vocazione dei perfetti casalinghi e il castello sarebbe andato in rovina in un attimo, nelle nostre mani... Ma c'era lei! E per me e Yonas è stato quanto di più prezioso possedessimo, durante la nostra convivenza". Sul volto della maga comparve un sorriso triste a quei ricordi, a quando lei e Yonas vivevano a Zephilia insieme e Lotte si curava con affetto di tutto quello che li circondava, non lasciando loro alcuna incombenza, come avrebbe fatto una buona madre o una nonna. Ma c'era dell'altro nelle parole di Lina, un muto rimprovero verso gli Hayden. Già... Lotte era stata loro vicino come avrebbero dovuto invece fare Gotfried e Margareth. Avrebbero dovuto esserci... Non per lei ma per Yonas! E avevano mancato al loro compito!

Sentendo quella spiegazione, Gotfried parve tranquillizzarsi. In realtà aveva ben inteso cosa volesse dire veramente Lina ma decise di non accettare la provocazione. I suoi sentimenti, il perchè delle sue scelte erano una sfera di se stesso che non desiderava condividere con nessuno. Giudicava i sentimenti qualcosa di talmente personale che non contemplava nemmeno la possibilità di esternarli a qualcuno, anche solo per discolparsi davanti a delle velate accuse. "Beh, se Lotte si occupa di tutto, allora va bene! Ovviamente questa è una soluzione temporanea Lina! Il desiderio di Yonas era che tu ti occupassi di tutto!" - si risolse infine a rispondere.

Lina scosse la testa. A dire il vero, prima di imbarcarsi in quel viaggio aveva dato per scontato il fatto che sarebbe tornata a Zephilia ma ora non ne era più convinta perchè aveva capito quanto quel posto la annientasse. Non c'era più ragione che lei rimanesse in quel castello e si sentisse responsabile di possedimenti non suoi, ora era tutto cambiato! "Non sono così sicura di tornare signore!".

"Perchè?" - chiese severamente Gotfried.

A quel punto, Margareth si avvicinò a Lina, porgendole Aubree e costringendola a prenderla fra le braccia. Poi si avvicinò al marito. "Gotfried, Lina ha ragione, è una responsabilità nostra e non sua! Ricordi perchè siamo partiti? Credo che per Lina sia stata la stessa cosa! E' rimasta a sistemare le cose che noi abbiamo lasciato in sospeso e ora è giusto che lei segua la sua strada e riprenda in mano la sua vita". Poi, non consentendo al marito di replicare, si rivolse a Lina. "Mi faresti un favore? Potresti portare Aubree in giardino e fare due passi con lei in modo che si addormenti? Devo parlare in privato con mio marito un attimo, se non ti dispiace!".

La situazione era piuttosto pesante in quel momento e in effetti a Lina non sarebbe dispiaciuto allontanarsene. Fissò Aubree che in effetti era un pò agitata da quella tensione e da quel trambusto. L'aveva addormentata tante volte a Zephilia e nonostante le sue reticenze, le sarebbe piaciuto passare un pò di tempo sola con lei, prima di partire. "D'accordo!". Si alzò dalla sedia con la piccola in braccio e prima che Gotfried dicesse alcunché, uscì in giardino.

Margareth la osservò allontanarsi. Poi affrontò il marito. Pacata e gentile come nella sua natura, sola con lui forse sarebbe riuscita a fargli capire i sentimenti che credeva di aver captato in Lina.


...


Il grande giardino tropicale era immerso in un quieto silenzio. Alte palme, intervallate da panchine e fontane, formavano una specie di sentiero fra la vegetazione all'interno della recinzione della casa. Passeggiando in quel giardino, con sottofondo quell'assenza di suoni, con in braccio Aubree, a Lina parve per un attimo di tornare ai tempi di Zephilia. Ma durò solo un attimo. Non era mai stata una sognatrice e non mancò molto affinché la realtà le si palesasse davanti in tutta la sua crudezza. Non era a Zephilia e in casa non c'era Yonas ad aspettarla... Questa era la semplice, dolorosa verità che non riusciva ad accettare.

Fissò Aubree che sembrava ancora nervosa a causa dei malumori dei genitori. La strinse a se, godendo del calore della bambina e della sensazione di pace che sembrava infondergli. Era sempre stato così con quella bimba. Lei, piccola e inconsapevole del mondo che la circondava, riusciva sempre a placare il suo animo e il suo dolore, infondedogli un senso di tranquillità e serenità. Guardando Aubree e il suo sorriso genuino, la sua voglia di giocare, era come se percepisse che un giorno tutto sarebbe tornato a girare nel verso giusto, che tutto era possibile. "Sono contenta di essere quì con te!" - le sussurrò accarezzandogli la testa – "E tu devi stare tranquilla perchè, anche se hai un papà brontolone e una mamma con poco carattere, sei una bambina amata e vivi in una bellissima casa". Le parlò con tono calmo, pacato, per cercare di rasserenare la bambina.

Aubree la guardò curiosa, allungando le manine a prendergli una ciocca di capelli per giocare.

Lina si mise a ridere. "Se resto troppo con te, finisce che divento calva!".

La bimba ridacchiò, poi si rannicchiò contro la sua spalla, giocando con la ciocca che teneva fra le mani.

Lina sospirò, passeggiando fra gli alberi, a piccoli passi. Con la mano prese ad accarezzare la schiena di Aubree, nel tentativo di farla finalmente addormentare. Dopo l'avrebbe consegnata ai suoi genitori e se ne sarebbe andata. Sapeva che allontanarsi da lei le avrebbe procurato un nuovo dolore ma era cosciente che non poteva fare altro. Per il bene suo e di Aubree era giusto che le loro strade si separassero! "Ti ricordi di quando eravamo a Zephilia, e passeggiavamo nel nostro giardino? E ci dondolavamo sull'amaca, io e te soltanto... E la notte, quando dormivi nel letto con me e Yonas... Ti ricordi Aubree? Era bello, credevo, mi illudevo che sarebbe stato così per sempre. Tu dormivi, io facevo finta e di sottecchi lo osservavo... Yonas, che rimaneva a guardarci per ore, accarezzandoti i capelli ed accarezzando i miei... Ti ricordi, Aubree?" - chiese ancora, parlando più a se stessa che alla bambina.

Dalla piccola non arrivò nessun suono. Lina, quasi svegliandosi improvvisamente dallo strano stato di tranche in cui era caduta in preda a quei ricordi, la osservò per scoprire che si era addormentata serenamente. Sorrise, di un sorriso triste. Era ora di portarla da Margareth e di riconsegnargliela. Non sapeva cosa si stessero dicendo lei e il marito e non gli importava in fondo. Cosa pensassero di lei non aveva più alcuna importanza! Aveva assistito a quella cena, fatto fronte ai suoi doveri e aveva ottenuto il lasciapassare. Era ora di andarsene, finalmente, solo questo contava!

Si avviò verso la porta d'ingresso alla sala da pranzo ma si bloccò quando vide Margareth che la aspettava seduta su una panca di pietra del parco, a pochi metri dalla casa. Beh Margareth era sola, così era anche più veloce e più facile, dopo tutto! Lina si avvicinò a piccoli passi alla donna. "Si è addormentata!" - disse semplicemente.

Margareth annuì, non prendendo tuttavia Aubree in braccio ma facendo invece cenno a Lina di sedersi accanto a lei. "Ti prego, aspetta ancora un attimo prima di andartene! Ho qualcosa da dirti, Lina!",.

La ragazza sbuffò. I suoi piani fallivano ogni volta che tentava di allontanarsi da quella casa, era una scocciatura. Tuttavia, senza replicare, si sedette accanto a lei con Aubree fra le braccia. "Ditemi pure, signora!".

Margareth scosse la testa. "Niente di che Lina, volevo solo ringraziarti per essere venuta quì. E' stato bello riaverti con noi, questa cena per me e mio marito aveva un sapore antico, di cose belle che ci siamo lasciati però tutti alle spalle. E ti ringrazio per esserti occupata di Aubree stasera. Mi spiace per il caratteraccio di Gotfried e ti chiedo scusa per lui! Lo conosci, non è una cattiva persona, è solo molto rigido verso se stesso e verso gli altri!".

Lina annuì, continuando ad accarezzare la schiena di Aubree. "Lo so signora. Vostro marito è una brava persona ma... è rigido, come dite voi! Rigido come un fusto di legno! E il problema è che questa sua rigidità ricade sulla sua famiglia. Non permettetegli di ripetere gli stessi errori fatti con Yonas, con Aubree!".

"Ormai lui è così, come potrei cambiarlo alla sua età?" - obbiettò Margareth.

Lina fece un sorrisetto sarcastico. "Senza offesa signora ma lei... dovrebbe imparare un pò a tirare fuori le palle! E visto che anche lei è genitore di Aubree, avere più voce in capitolo nella gestione della bambina".

Margareth spalancò gli occhi. Che Lina avesse la lingua lunga l'aveva sempre saputo, ma mai si era permessa tanta confidenza con lei. Però la cosa non la irritava ma in un certo senso... divertiva. Era in fondo un piacevole scambio di vedute fra donne, in fondo. "Si, forse!" - rispose con un sorriso.

Lina sospirò, guardando distrattamente il giardino che la circondava. Era ormai buio e si sentiva solo il chiacciericcio delle cicale. Era quasi rilassante, quella visione... "La verità è che voi... dovreste apprezzare Aubree per quello che è, non per quello che voi vorreste lei fosse! Dovreste ridere con lei quando ride o davanti ai suoi pasticci o quando fa qualcosa in modo goffo. I bambini piccoli sono divertenti, oltre che molto impegnativi! Dimenticatevi regole ed etichette e imparate a viverla questa bambina, giorno per giorno, scoprendo il mondo insieme a lei. Imparerà lo stesso, senza correre e in maniera naturale a comportarsi bene e sicuramente da grande vi darà tante soddisfazioni. Ma non abbiate fretta e soprattutto... rispettatela per quello che è, per la sua natura vivace e allegra! Yonas vi ha fatto un grande regalo, portandovela ed ora avrete la possibilità di rimediare agli errori fatti con lui e di rifarvi una vita. Io non ero d'accordo con vostro figlio, quando ha deciso di prendere Aubree con se, mi sono opposta perchè credevo che fosse un'idea stupida e senza senso. Ma non ho insistito più di tanto perchè in fondo voi eravate la sua famiglia e non la mia e perchè... sì, perchè mi fidavo di lui e delle sue scelte! Inoltre, la testa dura di Yonas superava di gran lunga la mia e alla fine... ha fatto come desiderava lui! Non sprecate l'opportunità che vi ha offerto vostro figlio, siate felici con Aubree e sarà felice anche Yonas!".

Margareth parve sorpresa dalle parole di Lina. "Davvero eri contraria all'arrivo di Aubree? Mi sei sempre sembrata tanto affezionata a lei!".

Lina scosse la testa. "Aubree mi piace, molto! Se devo essere onesta, mi piace più di come dovrebbe piacermi e separarmi da lei è stato devastante a Zephilia, quando siete partiti. E lo sarà anche questa sera, già lo so. Ma in effetti... ero contraria al suo arrivo all'inizio, sì! Yonas voleva portarvi Aubree perchè aveste un'altra figlia e io... beh, non vi ritenevo adatti a una cosa del genere. Per la vostra età non più giovane e perchè il vostro stile di vita non si adattava all'arrivo di una bambina piccola. Ma forse aveva ragione lui... Aubree è felice, amata, ha tutto quello di cui ha bisogno. Cosa che non sarebbe successa se fosse rimasta in quell'istituto dove l'abbiamo trovata". Lina fissò il vuoto, mentre le tornavano in mente le circostanze che l'avevano condotta sulla strada della bambina. Una tempesta inaspettata che aveva colto di sorpresa sia lei che Yonas in un luogo di aperta campagna, durante il ritorno da un breve viaggio di rappresentanza, la corsa per ripararsi verso quello che credevano un isolato convento di sacerdoti e la scoperta che invece si trattava di un rifugio per bambini senza famiglia. Lì avevano conosciuto Aubree, la più piccola fra quegli orfani e lì Yonas se n'era innamorato, decidendo all'istante di portarla nella sua casa affinché i genitori l'accogliessero nella loro famiglia. Si era opposta allora, lo ricordava bene! Perchè detesteva quell'idea e quello che c'era dietro. Lina sapeva bene cosa spingesse Yonas, oltre all'affetto che nutriva per quella bambina, a portarla a vivere con loro. E sapeva che non sarebbe MAI riuscita ad accettarlo! Un figlio in cambio di un altro... Yonas non l'aveva mai ammesso apertamente ma lei aveva capito che era quello che lo spingeva a farlo...

Margareth, all'oscuro dei pensieri di Lina sul passato, annuì. "Credo che tu abbia ragione! Spesso mi chiedo... se per Aubree sia giusta questa sistemazione!".

Lina sorrise. "Beh, ormai lo deve essere per forza! E' tardi per tornare indietro ed è per questo che voi dovete impegnarvi. Ce la farete, ne sono sicura!".

"Beh, speriamo Lina! Ma... posso chiederti una cosa?".

Lina si accigliò. "Dite pure!".

Margareth inspirò profondamente. "Non resteremo quì per sempre e fra due anni torneremo a Zephilia. Quando saremo tornati, se sarai nei paraggi... non scomparire dalla vita di Aubree. Crescendo, potrebbe avere molto bisogno di una persona giovane e in gamba come te vicino e noi saremo forse troppo anziani per esserle d'aiuto. Te lo chiedo col cuore Lina, stalle accanto se ne avrai l'occasione!".

Lina annuì. In realtà aveva temuto che Margareth le potesse proporre di prendere Aubree con se... Non era pronta per una responsabilità del genere ma quanto le aveva chiesto poteva essere fattibile. Ringraziò silenziosamente LON... Se Margareth le avesse chiesto di portarsi via Aubree, forse avrebbe fatto il madornale errore di non opporsi perchè sapeva benissimo di non avere la forza per farlo, in quel momento. Le sarebbe piaciuto però avere ancora a che fare con Aubree, in futuro. Non da madre perchè in quel momento della sua vita non era in grado nemmeno di badare a se stessa, ma come una presenza costante, un aiuto nella crescita della piccola, forse sì, anche se non sapeva ancora bene come. "Lo farò!".

"Bene!". Margareth, apparentemente meno tesa, fissò la maga con fare attento. Era tutta la sera che voleva chiederle come stesse davvero ma non ci era mai riuscita a causa della presenza di Gotfried durante la cena. "Mio marito prima ha detto che ti trova bene ma in realtà a me tu sembri molto stanca... Non va tutto bene come vuoi far sembrare, vero Lina?".

Lo sguardo della maga si fece serio. "Come volete che stia? Mi alzo al mattino, faccio quello che devo fare e aspetto che arrivi la sera per andare a letto... E' diventato tutto molto difficile e io non lo so sopportare. E' stato... ehm... complicato per me venire quì stasera perchè... una cena con voi, senza Yonas. Rende la sua assenza... reale...".

Margareth le appoggiò familiarmente una mano sulla spalla. "Ma è reale Lina. Impara ad accettarlo, indietro non si può tornare!".

"Lo so. Ma non incontravi, continuare a fuggire lontano da lui e dal suo mondo era più facile. Vedervi mi ha riportato dolorosamente indietro nel tempo. Una volta ero forte... O forse credevo di esserlo! Ora non riesco più a gestire nulla, ne la mia vita, ne le mie emozioni!". Lina fece un lungo sospiro. Era difficile, da sempre, esternare i suoi sentimenti per lei. Ma quella sera era talmente esausta che le parole uscivano dalla sua bocca senza che lei quasi se ne accorgesse. Strinse a se Aubree che dormiva profondamente e tranquillamente, sperando di attingere a quella serenità essa stessa.

Margareth le sorrise. "Lo so come ti senti, Lina! Io e mio marito abbiamo vissuto le tue stesse esperienze. Negli anni, prima che arrivassi tu, è stata dura! Non è stato facile avere Yonas come figlio per noi, crescerlo e sapere a cosa saremmo andati incontro. Anno dopo anno è stato logorante e non abbiamo potuto far altro che... sopravvivere! Ma Lina, tu sei giovane e per te è diverso! Per quanto importante, per te Yonas è stato una parentesi nella tua vita che è ancora lunghissima e che ti riserverà cose meravigliose, se saprai coglierle! Stai facendo un bel viaggio, stai attraversando posti bellissimi e sicuramente ti stai trovando in una situazione a te congeniale da sempre. Insomma, prima di incontrare Yonas eri una viaggiatrice, giusto?".

Lina alzò le spalle, poco convinta ma allo stesso tempo colpita dalle parole di Margareth che raramente esternava i suoi sentimenti tanto apertamente. "Giusto...".

"E poi..." - proseguì Margareth – "Viaggi con persone che sembrano davvero in gamba, simpatiche. E che ti sono amiche... Sembrano davvero dei bravi ragazzi, anche quel pirata!".

Lina sorrise nell'oscurità, mentre le parole di Margareth le riportavano alla mente la lite con Gourry di poco prima. "Sì è vero, sono brave persone e viaggiare con loro non è poi così male". In fondo non poteva dire di non apprezzare quel viaggio... Stava bene con i suoi compagni di avventura, anche con Daryl e Jack che all'inizio credeva sarebbero stati fonte di problemi. Alix si era rivelata una buona compagna di viaggio e Gourry... Gourry era stato dall'inizio la sua ancora di salvezza, la sua unica vera forza. "La verità è che sono io che a volte sono pessima con loro!". Il senso di colpa verso lo spadaccino, man mano che parlavano, sembrava aumentare sempre di più. In realtà, era da quando aveva lasciato la locanda che desiderava tornare sui suoi passi e chiarirsi con lui, chiedergli scusa e sperare in un suo perdono.

Margarth scosse la testa. "Sei una bellissima persona Lina e tuoi amici lo sanno. E lo ha sempre saputo anche Yonas. Non ho mai visto i suoi occhi brillare come facevano quando ti guardava. Fidati di te stessa e torna ad essere la ragazza forte di una volta. Tu ce la farai, io ne sono sicura! E ne è sicuro anche Yonas, potrei giurarci!".

"Mah, chissà!". Lina si alzò dalla panchina, porgendo Aubree a Margareth. Era ora di andare! Parlare di Gourry le aveva rimesso fretta di andarsene.

La donna annuì, prendendo la piccola in braccio.

Lina la salutò con un cenno del capo, accorgendosi solo in quel momento della presenza di Gotfried che silenzioso sulla soglia della porta, le osservava assorto. Da quanto tempo era lì?

L'uomo si avvicinò loro. "Te ne volevi andare senza salutarmi, Lina?".

La maga lo fissò accigliata. Il suo tono di voce... sembrava quasi dispiaciuto e... commosso? "Ma no, sarei entrata in casa prima di andar via!".

Gotfried annuì. Era un uomo serio, messo a dura prova dalla vita e poco avvezzo a dimostrare i suoi sentimenti. Ma a differenza di quello che Lina pensava, lui la apprezzava. "Buon viaggio e sìì prudente!" - disse semplicemente. Era quanto di meglio la sua rigidità gli permettesse di fare. Salutare quella strana ragazza entrata come un uragano nella vita sua e della sua famiglia... Era stato piacevole conoscerla e il fatto che ora le loro strade si sarebbero divise per sempre lo intristiva.

"Lo farò! E grazie ancora per l'aiuto". Lina diede un'ultima occhiata alla piccola Aubree che ormai dormiva profondamente. Deglutì, quasi sopraffatta dal dispiacere di lasciarla ma non si scompose. Salutò di nuovo con un cenno del capo i genitori di Yonas e poi si diresse verso la carrozza con cui era arrivata poche ore prima. Ce l'aveva fatta, aveva il lasciapassare e la serata era finalmente finita! In fondo era stata meno dura di quanto si sarebbe aspettata, grazie alle confidenze e alla chiaccherata con Margareth. C'erano ancora tante cose che di loro non accettava ma... quella sera gli erano apparsi più umani di quanto le fossero sembrati a Zephilia. E col tempo forse, avrebbe capito le loro scelte verso Yonas...

Salì sulla carrozza e nel giro di dieci minuti era di nuovo davanti alla locanda. Scese, ringraziò il cocchiere e si diresse subito verso l'ingresso. Il salone era deserto e dalle stanze non proveniva alcun rumore. Che i suoi amici fossero già a dormire? Eppure era ancora presto... Salì le scale e bussò alla porta di Gourry ma dall'interno non arrivò alcuna risposta. La maga deglutì, mentre un sordo terrore prendeva possesso di lei. E se Gourry se ne fosse andato? Aprì la porta che non era chiusa a chiave e constatò che la stanza era effettivamente deserta. Quasi presa dal panico corse di sotto, dove il locandiere stava lucidando dei grossi boccali di birra. "Scusi, i miei compagni di viaggio? Sa dove possono essere? Le camere di sopra sembrano deserte!".

Il vecchio alzò lo sguardo, annoiato. "Oh, quei simpatici ragazzi! Il pirata, il suo amico e la ragazza sono andati al villaggio per vedere di divertirsi un pò! E il giovane biondo è uscito da solo, penso a farsi una passeggiata anche lui!".

"Grazie!". Lina corse fuori dalla locanda, verso la spiaggia. La luna si specchiava nel mare e si rifletteva in esso in mille tonalità di giallo. Tutto intorno era silenzioso e tranquillo, l'unico rumore era il fruscio delle palme sfiorate dalla leggera brezza notturna che ne scuoteva le ampie foglie. Tutto deserto, non si vedeva nessuno. "Gourry...". Si sentiva persa, ancora più disperata di quanto si fosse sentita nel pomeriggio davanti alla prospettiva della cena con gli Hayden. Lui era stata la sua ancora di salvezza alla quale aggrapparsi quando si era sentita disperata e senza via di scampo. E se ora se ne fosse andato... Non voleva nemmeno pensarci! Gourry era rientrato nella sua vita per caso ma era stato come un dono di LON averlo accanto e ora LON non poteva portarglielo via. Era l'unico che era riuscito a farla sentire al sicuro, serena, a farla sorridere in qualche modo. Con discrezione, dolcezza, senza chiederle nulla in cambio. Ma Gourry era sempre stato così in fondo e nemmeno le tempeste che avevano affrontato entrambi erano riuscite a cambiare davvero il loro legame. Per quanti anni aveva dimenticato cosa fossero Lina e Gourry insieme? Tanti, troppi... Non se n'era resa conto fino a quel momento di qualcosa che invece era sempre stato tanto chiaro e limpido. Si tolse le scarpe col tacco che le aveva prestato Alix, prendendo a camminare sul bagnasciuga, mentre inconsapevoli lacrime prendevano a rigarle le guancie. "Non andartene anche tu...".

Camminò senza accorgersene forse per alcuni chilometri, allontanadosi sempre più dalla locanda e dal centro abitato. Non aveva la minima idea di dove stesse andando ma non sembrava importarle! La foresta diventava sempre più invadente e la striscia di sabbia sempre più sottile. Un paesaggio maestoso e selvaggio insieme... E finalmente lo vide.

Nel nulla, seduto su uno scoglio, Gourry osservava silenziosamente il mare davanti a se. Non riusciva ad intravederne l'espressione ma quella visione la catturò come una strana magia. Fortuna o destino, l'aveva trovato! Si diresse verso di lui senza sapere esattamente cosa dirgli, cosa fare, cosa aspettarsi... Quando gli arrivò alle spalle, silenziosa come un gatto, si fermò come in tranche ad osservare la sua schiena. Forte, muscolosa... Quante volte l'aveva portata su quelle spalle, da ragazzina? Sorrise a quel ricordo... "Gourry..." - mormorò. Erano solo lei, lui, le palme e il mare...

Lo spadaccino, assorto nei suoi pensieri, sussultò al suono della sua voce. Si voltò verso di lei, colto totalmente di sorpresa. "Oh, sei tu! Mi hai spaventato..." - disse impacciato, tornando subito a voltarsi verso il mare.

Lina deglutì. Quel tono freddo e distante... Sembrava tutto così terribilmente somigliante a quanto successo tre anni prima, durante lo scontro con Yoshy. No, non doveva ripetersi quanto successo allora! La tensione, le liti, la lontananza... Gourry era il suo migliore amico, un compagno insostituibile ed erano riusciti a ricostruire durante quel viaggio un rapporto forte come una volta! Non potevano allontanarsi di nuovo! "Ho... il lasciapassare!" - farfugliò impacciata, sentendosi stupida perchè non sapeva cosa dire. Il lasciapassare! A Gourry cosa poteva fregarne??? Si stava rincretinendo? Di tutte le cose che avrebbe potuto dire, quella era la più idiota!

Gourry alzò le spalle. "Dovresti darlo a Jack, non a me!".

Ancora quel tono freddo... Faceva male più di mille stilettate! Non poteva girarci in giro, fuggire. Lui non lo meritava... "Gourry... scusa... Per prima... intendo...".

Il giovane scosse la testa. Prese un sassolino e lo lanciò in mare, facendolo rimbalzare più volte. "Lascia perdere, non mi va di parlarne!".

"Ma...".

"Lascia perdere!". Il tono di voce di Gourry si alzò, diventando vagamente rabbioso. Ma poi parve imporsi di tornare calmo. "Senti Lina, domani non me ne ricorderò nemmeno. Te lo ripeto, non voglio parlarne!".

Lina lo fissò in silenzio. Gourry non le avrebbe sorriso quella sera, non l'avrebbe fatta sentire al sicuro, non le sarebbe stato accanto anche se ne aveva terribilmente bisogno. Le lacrime presero nuovamente a cadere e Lina si coprì le guancie con le mani, perchè lui non le vedesse.

Sentendola singhiozzare, però Gourry si voltò verso di lei. Spalancò gli occhi, sorpreso di vederla piangere a quel modo. Poi, dimentico della freddezza di poco prima, si alzò e si diresse verso di lei. Poche cose al mondo erano capaci di sconvolgerlo come le lacrime di Lina. Stava piangendo per la loro lite? Non poteva essere! "Hei... hei che succede? Stai male? Ti hanno fatto del male?".

Lina si coprì con vergogna il volto con le mani. Odiava che lui la vedesse piangere!!! Ma poi, vinta dalla stanchezza, dal dolore, da quel malessere che sembrava volerla schiacciare ogni giorno, si accasciò contro il suo petto, scoppiando definitivamente a piangere. "Gourry, aiutami! Non... non mi lasciare anche tu..." - gridò quasi, disperata.

Gourry, attonito, la strinse a se accarezzandole la schiena, piano. Era preoccupato e confuso, non capiva cosa stesse succedendo, cosa lei avesse. Non l'aveva mai vista così... "Lina, va tutto bene, davvero...".

"Non è vero! E io sono un'idiota e tu fai bene ad odiarmi". Lina strinse la camicia di Gourry fra le mani, affondando il viso nel suo petto. Piangendo e maledicendosi per la sua debolezza e per quel pianto disperato davanti a lui. Ma non riusciva a fermarsi!

Gourry sospirò. Ormai rabbia e dolore per quanto successo con lei, lontani... "No che non ti odio... Dai, tranquilla!" - sussurrò dolcemente, accarezzandole i capelli. "Non ti odierò mai e tu lo sai! Ma vorrei solo riuscire a capirti di più. E non ci riesco! Dimmi cosa c'è Lina, ti prego! Non per me o perchè sono curioso ma perchè così... io forse saprei come comportarmi...".

Lina annuì. Era giusto! Lei lo aveva cercato su quella spiaggia e ora doveva essere sincera. Non perchè Gourry fosse curioso, lo pretendesse da lei o altro ma perchè era l'unico che avrebbe potuto capirla e aiutarla, l'unico che forse avrebbe potuto salvarla davvero da se stessa e da quello che era diventata la sua vita. "Gourry, ne sei sicuro? Davvero vuoi sapere?".

"Davvero!".

Lina lo abbracciò ancora più forte. "Ti racconterò la mia storia allora. La storia mia e di Yonas...".

"Yonas?". Gourry la strinse a se, accigliato. Sospettava, temeva, si sarebbe trattato di una lunga notte.

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Capitolo 11
*** Yonas, che voleva volare ***


Questo capitolo doveva nascere come un lungo racconto di Lina. Ma poi ho pensato che si sarebbero perse tante cose sulla storia di Yonas e su loro due e quindi ho deciso di dividerlo in tanti flash back che non sarebbero altro che i ricordi di Lina, elaborati uno per uno prima di parlare a Gourry. Solo così, ho pensato, potrete conoscere Yonas come io che l'ho creato, potrete conoscere la sua storia con Lina e il perchè di tante cose della maga, dopo il suo incontro con Jack. Spero di essere riuscita a trasmettere quello che volevo!

Grazie come sempre a chi seguirà, commenti e critiche sono come sempre graditi! Spero di cuore che il capitolo vi piaccia e che potrete amare Yonas come l'ho amato io quando ho concepito questo personaggio. Alla prossima!



Yonas, che voleva volare


Il silenzio della sera avvolgeva ogni cosa su quella spiaggia, conferendo a tutto uno strano alone di tranquillità e di pace. Lina, seduta nella sabbia, decise che quell'atmosfera era quanto di più stonato in quel momento, paragonata al suo animo tormentato. Fissò Gourry, seduto e silenzioso accanto a lei. Che lui non ci stesse capendo un accidenti, stavolta era normale. Ed era già tantissimo che fosse ancora lì con lei, invece che mandarla a quel paese come qualsiasi essere umano avrebbe fatto al suo posto. Si chiedeva cosa avesse pensato davvero in quelle settimane Gourry, di lei, del suo modo di fare scostante, a volte aggressivo, a volte triste e a volte chiuso. E sempre incomprensibile. Una volta, tanti anni prima, fra loro non c'erano segreti e bastava uno sguardo per capirsi subito. Lina sapeva che quel tempo era passato, che Gourry era cambiato e che lo era anche lei. Ed era anche consapevole che fra di loro c'erano tante cose taciute e che ormai tanti aspetti della vita di entrambi erano sconosciuti sia a lei che a lui. Eppure... in quel momento nonostante tutto, erano lì insieme. Lei aveva cercato lui, solo lui. E lui non l'aveva abbandonata come avrebbe avuto tutti i diritti di fare! E se ne stava lì in silenzio, lasciandole tutto il tempo di cui aveva bisogno per iniziare quel racconto che aveva celato al mondo da quando erano partiti. Sapeva di antico quella situazione... Ed era una bella sensazione, dopo tutto, decise...

La maga sospirò. Raccontargli tutto... Era difficile per molti motivi e perchè da tanto aveva represso nella sua mente e nel suo cuore quei ricordi. Già... I ricordi... Quelli dolorosi erano laceranti come mille ferite ma quelli belli erano ancora peggio perchè ti facevano sentire vuota, ti davano la consapevolezza che non sarebbero tornati quei giorni e che nulla sarebbe riuscito a renderti felice come allora. Le cose brutte se n'erano andate. E, irrimediabilmente, anche quelle belle...

Lina alzò il viso, a fissare la placida luna che si specchiava in acqua. Poi chiuse gli occhi, facendo scorrere nella sua mente, prima di raccontarlo a parole, tutti i momenti più importanti del suo rapporto con Yonas. Strinse il ciondolo che teneva al collo fra le mani. E in quel momento le sembrò che gli occhi verde smeraldo di Yonas fossero lì, davanti a lei, come quel giorno in cui l'aveva incontrato per la prima volta.


...


Era un bel bosco e quello era un bell'albero comodo su cui stare appoggiata mentre traduceva quella mole infinita di libri che la Gilda dei maghi di Zephilia le aveva affidato per trascrivere in lingua corrente quegli antichi testi magici scritti nell'idioma dialettale della sua regione. Un lavoretto facile, tranquillo, rilassante... Ecco quello che aveva pensato quando aveva accettato! Tanti soldi con il minimo sforzo! Certo, sarebbe stato il più barboso dei lavori ma dopo quanto successo solo qualche mese prima era quello di cui aveva bisogno... Pace, solo pace. Spesso di notte si era svegliata in preda agli incubi... Yoshy, il corpo senza vita di Madeline, la disperazione di Gourry, il suo rapporto con lui andato in frantumi e forse recuperato in parte solo all'ultimo, gli errori con Daryl... Aveva sempre amato fare una vita intensa ma in quel momento voleva solo pace. Tornare a Zephilia e iniziare quel lavoro l'aveva assorbita subito però, riuscendo a distrarla in parte da quei ricordi. Lavorare nella casa che le aveva dato la Gilda la annoiava e aveva preferito tradurre i testi all'aperto, trovando in quel bosco il suo ambiente ideale. Nessuno in giro, silenzio assoluto e pace. Settimana dopo settimana, il animo si era rasserenato, preso da quella nuova esperienza. Che però si stava rivelando più complicata del previsto. Chi l'avrebbe mai detto che il dialetto antico di Zephilia fosse tanto difficile da tradurre? C'erano momenti in cui avrebbe volentieri urlato, lanciato in aria il libro per poi colpirlo con una palla di fuoco. Ok, la Gilda non avrebbe apprezzato... Ma visto che era sola, magari qualche parolaccia se la poteva permettere, senza correre il rischio di venire ripresa da qualche bigotto di passaggio.

Quindi...

"Aaaaahhhh, dannato LON, dannata Chepied, dannati gli dei tutti! E dannato chi diavolo ha inventato questo dialetto infernale!!!". Ok, il testo di magia di Tolomeus era un osso duro! E quindi... "E dannato sia anche tu, Tolomeus!".

Bene, ora che l'aveva detto, si sentiva meglio...

Se non fosse stato per quel rumore di zoccoli di cavallo giunti alle sue spalle. Lina sospirò. Ok, chi era che si stava avvicinando, interrompendo il suo più che giustificato momento di rabbia? Si voltò, pronta a maledire anche il povero malcapitato che aveva osato vagabondare in quel bosco. E si trovò davanti un magnifico stallone nero, cavalcato da un giovane sui venticinque anni, dall'aspetto nobile, dai capelli ricci e neri come la pece e con due grandi e trasparenti occhi verde smeraldo.

Lina deglutì. Ok, era un bel tipetto, nell'insieme! Ma questo non l'avrebbe salvato dalla sua ira.

Il ragazzo però fu più veloce di lei. Strabuzzò gli occhi e la fissò incuriosito. E vagamente divertito. Poi... "Vocina d'angelo che bestemmia più di uno scaricatore di porto. Che binomio strano! Passavo nel bosco e non ho potuto fare a meno di sentirti!" - disse come a giustificarsi, quasi avvertendo i pensieri nefasti della maga nei suoi confronti.

"E non avevi altri boschi in cui passare?!" - chiese Lina, acida.

Il ragazzo alzò le spalle. "Si, forse si. Ma questo bosco è mio e sarebbe mio anche per moltri altri ettari dopo di noi!".

"Ah...". Lina arrossì. Ok, forse era meglio cambiare tattica vista l'incresciosa situazione... "Ehm... Non immaginavo fosse proprietà privata..." - si giustificò con aria civettuola, cambiando immediatamente tono di voce rispetto a poco prima.

Il giovane scese da cavallo, avvicinandosi a lei incuriosito. Strana ragazza. Sembrava piccola e delicata ma in realtà pareva sprizzare energia da tutti i pori. "Beh, non importa! E' solo un bosco e ci puoi stare quanto vuoi. Quì ci vengo solo io a cavallo, di tanto in tanto!".

Lina lo fissò sospettosa. Ok, dove stava la fregatura? No, perchè se uno sconosciuto si dimostra gentile, di solito vuole qualcosa in cambio. "Ti ringrazio, ma cambierò bosco, credo!" - disse alzandosi e prendendo il libro con se.

Il ragazzo sorrise. "Dico sul serio, se ti piace stare quì, fai pure! E' solo un bosco dopo tutto!".

Lina sbuffò. "Certo! E poi magari mi presenterai la fattura per l'occupazione di una tua proprietà privata! No grazie!". Era risoluta ad andarsene e a chiudere quell'incresciosa discussione.

Il giovane scosse la testa. "Non ho bisogno di soldi, tranquilla!".

Lo sguardo di Lina si fece curioso. Non ci aveva pensato, in effetti... "Hai detto che questo bosco è tuo? Scusa ma chi sei, il figlio di qualche re o conte della zona? Se il bosco era davvero suo, non si trovava davanti a un tizio qualunque.

Il ragazzo scosse la testa. "Oh, non sono nobile ma la mia famiglia gode di prestigio a corte, questo sì! Mio padre, Gotfried Hayden è l'ambasciatore del nostro sovrano, il suo uomo di massima fiducia!

Lina si grattò il mento. Hayden, Hayden...? Oh, ricordava quel nome! Sì, l'uomo di fiducia del re di Zephilia, il suo ambasciatore personale. Ne aveva sentito parlare, in effetti! "Si, credo di aver capito! Non sapevo che avesse un figlio..." - disse, infine, alzando le spalle.

Il ragazzo alzò le spalle. "Non sono un tipo troppo mondano e la gente trova noioso parlare di me! Comunque, dicevo sul serio prima! Puoi restare, se ti va!".

"Grazie...". Lina si bloccò. Come diavolo si chiamava quel tizio?

Capendo a cosa pensasse, il ragazzo scoppiò a ridere. "Mi chiamo Yonas, scusa, non mi sono ancora presentato!".

"Bene! Grazie Yonas ma davvero, non posso accettare la tua offerta!" - ribatté Lina.

Yonas la squadrò, ancora più incuriosito. Testarda, oltre che urlatrice, quella strana minuta ragazza! Poi il suo sguardo ricadde sul libro che Lina teneva fra le mani. "Dev'essere proprio brutto quel libro, per averti mandata su tutte le furie poco fa!".

Ricordandosi in quel momento di quello che stava facendo, Lina sbuffò. "Oh, si il libro! Non è brutto! E' solo complicato da tradurre!".

Yonas, sempre più curioso, si avvicinò a lei, prendendole il libro dalle mani. "Un libro di magia antico?" - disse stupito, osservandolo.

"La gilda dei maghi di Zephilia mi ha incaricata di tradurne un pò!" - commentò fiaccamente Lina. Ma perchè quel tizio non si faceva gli affari suoi? E perchè lei gli stava raccontando del libro? Certo, non era una questione di stato segreta ma... al diavolo, che si facesse gli affari suoi quel tizio!!!

Per nulla turbato dallo sguardo guardingo della maga, Yonas la guardò storto. "Scusa, ma perchè la gilda dei maghi di Zephilia avrebbe chiesto a TE di tradurre dei tomi tanto preziosi?". Chi aveva davanti? In effetti la strana ragazza non gli aveva ancora detto il suo nome.

Lina, con un gesto secco, gli prese il libro dalle mani. "Lina Inverse, questo è il mio nome, se te lo stessi chiedendo! Ti dice niente?" - disse sibillina. Ohoh, erano a Zephilia e lì TUTTI conoscevamo la sua fama. Presto il baldo giovanotto avrebbe saputo con chi aveva avuto la sfortuna di incontrarsi...

Yonas la fissò per un attimo spiazzato, senza dire una parola.

E Lina sbuffò... Beh, si, il copione ormai lo conosceva a memoria. Ora lui sapeva il suo nome e quindi prima l'avrebbe guardata stupito, poi avrebbe iniziato la tiritera che non era possibile che la grande Lina Inverse fosse una ragazzina minuta, poi avrebbe fatto commenti poco lusinghieri sul suo seno e lei avrebbe concluso il tutto facendolo saltare in aria. Beh, che questo Yonas si sbrigasse a farle girare le scatole, così avrebbe concluso la faccenda in breve!

Yonas però scombinò i suoi piani. Si grattò i riccioli neri, pensieroso. Poi... "Lina Inverse? Urka!!!" - disse, sinceramente stupito dal trovarsi davanti quella maga su cui circolavano mille leggende.

Lina sbattè gli occhi. Urka? Tutto qua? "Cioè... niente commenti sul fatto che son bassa e con poco seno?". Su, bisognava instradarlo un pò questo Yonas, per fargli dire quelle cose che gli avrebbero fatto meritare una palla di fuoco nella fronte.

Yonas la fissò, stranito. "Scusa, perchè dovrei mettermi a fare commenti sul seno di una ragazza che conosco da... tre minuti?".

Mh... Lina incrociò le braccia al petto, un pò in difficoltà. La stava prendendo in contropiede... Era evidentemente un tipo gentile ed educato. Con due occhi splendidi, per giunta! Beh, FORSE poteva risparmiargli la vita.

Yonas si avvicinò nuovamente a lei, deciso a far cadere lo strambo discorso della maga. "Senti, se vuoi ti aiuto io con questi libri. Avevo un precettore da bambino, fissato con la storia antica di Zephilia. E quindi mi ha insegnato anche il dialetto!".

"E perchè vorresti aiutarmi?". La voce di Lina era guardinga, sospettosa.

Yonas alzò le spalle. "Così, non ho niente di meglio da fare! Tutto quì!". Le prese il libro dalle mani, nuovamente, sfogliandolo attentamente. "Quì hai tradotto in modo inesatto ad esempio" – disse, indicandogli una nota che lei aveva scritto a matita a bordo pagina.

Lina sbuffò. Quel tizio era strano e non lo capiva. "Mi vorresti aiutare, quindi, perchè ti annoi?".

Yonas sorrise. "Beh, in poche parole sì!".

"Mh... sei figlio di gente alto locata! Se ti annoi tanto, perchè non fai come gli altri rampolli dell'alta società? Partecipi a una bella battuta militare da qualche parte e magicamente riempiresti le tue noiose giornate! Zephilia sta facendo proprio ora una bellissima e stimolante campagna militare sul confine orientale, che ci fa quì un giovane di belle speranze come te? Guarda, saresti perfetto laggiù". Ok, doveva sbolognarlo in qualche modo e indorargli la pillola su quanto fosse bella e divertente una guerra poteva essere un buon modo per farlo!

Ma Yonas la stupì di nuovo. "Mh, credo di essere uno di quelli che si definiscono... raccomandati... Mio padre ha chiesto e ottenuto dal re di lasciarmi a casa, lontano dai pericoli. E così sono quì, ad annoiarmi!".

Lina sospirò, ormai vinta. "Senti, sei gentile, davvero! Ma perchè vuoi farlo? Se anche ti permettessi di aiutarmi, non ti pagherei un soldo alla fine!". Bene, messo in chiaro questo... Meglio mettere da subito i puntini sulle i!

Yonas scosse la testa. "Te l'ho detto, io non ho bisogno di soldi. Trovo semplicemente che sarebbe una cosa interessante da fare!".

Lina lo guardò storto, ancora un pò scettica. "Sicuro? Niente secondi fini?".

Il giovane sorrise. "Niente secondi fini!".

E Lina capitolò. Ok, sembrava una brava persona e il suo sesto senso non gli trasmetteva nessuna particolare sensazione di pericolo. Si offriva GRATIS di aiutarla a tradurre quei libri, perchè non accettare? "Beh, in fondo perchè no? Se va bene a te lavorare gratis, va bene anche a me permetterti di farlo! D'accordo, TI CONCEDO di aiutarmi!".

Yonas sorrise. "Va bene! E allora, da domani, ci troveremo quì a quest'ora e tradurremo tutti i libri che ti hanno affidato! Ci stai?".

Lina sorrise. Miglior risultato col minimo sforzo, era la sua giornata fortunata! "Ci sto" – disse, rispondendo al sorriso del ragazzo.


...


Non era poi così male, Yonas Hayden. Le ritrosie iniziali con cui Lina aveva accettato di farsi aiutare da lui erano sparite, giorno per giorno. Credeva che la gentilezza e la disponibilità iniziali sarebbero presto scemati in richieste assurde o in qualche spiacevole situazione ma aveva dovuto ricredersi. Yonas non era così, non aveva secondi fini e la stava aiutando in maniera assolutamente disinteressata. Era una persona gentile, educata, dai modi fini, che si entusiasmava di quello che stavano facendo insieme e davvero, considerava interessante tradurre quei libri insieme a lei. Era piuttosto chiuso e non si perdeva in chiaccere su di se, difficilmente parlava di lui ma in fondo a Lina andava bene così perchè nemmeno lei aveva troppa voglia di esporsi, di raccontare di lei, della sua vita, del suo passato. Le ferite riportate dopo lo scontro con Yoshy erano ancora fresche e lei era ancora alla ricerca della serenità.

Però in un certo senso, a contatto con lui, aveva preso giorno per giorno a stare meglio e a placare l'ansia che si portava dietro da mesi. Come se Yonas con la sua tranquillità, la sua serenità, riuscisse a trasmettere anche a lei quello stato d'animo positivo.

"Sai, all'inizio credevo che mi stessi fregando e che volessi qualcosa da me, in cambio del tuo aiuto! Ci ho messo un pò a fidarmi di te!" - disse sincera, un pomeriggio come tanti, mentre seduti sotto al loro albero stavano traducendo il quinto libro della raccolta della Gilda.

A quelle parole Yonas sorrise. "Oh, non ne dubito! Si vede che sei una persona sospettosa!".

Lina alzò le spalle. "Beh, più che altro non riuscivo a capire come potesse interessarti fare QUESTO!" - disse, indicando il libro fra le mani di Yonas. "Voglio dire, è noioso, il lavoro più barboso che abbia mai fatto! Trenta libri in tutto Yonas! Ce ne mancano venticinque! E tu sembri trovarlo esaltante!".

Yonas sorrise di nuovo, finendo di scrivere con la matita una annotazione a margine del libro che teneva in mano. "E' interessante per me, invece! A parte la traduzione in lingua corrente, questi libri sono una fonte inestimabile di antico sapere!".

Lina guardò il libro. "Si, forse per te! Ma per me che studio magia da sempre, sono nozioni trite e ritrite! E comunque, è noioso!".

"Sicuramente per te è noioso Lina perchè tu hai avuto una vita molto piena fin'ora! Una vita avventurosa e meravigliosa che ti ha portato a vivere esperienze ben più elettrizzanti del tradurre libri! Ma per me è diverso, io non ho mai fatto niente di veramente emozionante! Quando ti ho detto che mi avrebbe fatto piacere aiutarti perchè non avevo niente di meglio da fare, dicevo la verità! E tradurre questi libri mi piace, non avevo mai avuto niente del genere fra le mani".

A quelle parole, Lina lo fissò perplessa. C'erano cose di Yonas che non capiva, anche se ormai lo conosceva da due mesi. Perchè un giovane come lui, di belle speranze, con tante possibilità economiche, che avrebbe potuto fare tutto, si tarpava le ali rimanendo in quella piccola e sperduta provincia? "Yonas, posso farti una domanda?".

"Certo!".

Lina ci pensò su. Ecco, odiava farsi gli affari degli altri (anzi, di solito le piaceva ma in un certo senso con Yonas si faceva delle remore perchè lui non le aveva mai chiesto nulla di se stessa) e non voleva sembrare inopportuna. "Senti... ma perchè non... Cioè...".

"Mh?".

Lina sospirò, sentendosi in imbarazzo davanti all'espressione curiosa di lui. "Ecco, tu potresti fare quello che vuoi della tua vita... Perchè resti quì se questo genere di esistenza ti annoia tanto?". Se lo era chiesto da subito e quella domanda, man mano che erano passate le settimane era diventata sempre più insistente dentro di lei...

A quella domanda, l'espressione di Yonas parve incrinarsi e il suo viso divenne stranamente cupo. Smise di guardarla negli occhi e abbassò il capo, pensieroso. "Perchè non posso farlo..." - disse infine, sotto voce.

La maga si morse il labbro, pentendosi immediatamente di aver posto quella domanda evidentemente poco gradita. Probabilmente Yonas ora pensava che fosse un'impicciona! E si stupì a pensare che il parere di quel ragazzo, cosa lui pensasse di lei, la interessava. "Scusa, non volevo essere invadente..." - disse infine. Scusa... era una parola che non usava spesso eppure vedendo la reazione di lui, sempre sorridente e tranquillo, era quella che gli era venuta più naturale. Non sapeva niente di Yonas e non sapeva il perchè di tante cose che lo riguardavano. Però in quel momento, davanti a lui, avvertì che c'era qualcosa di oscuro in quel ragazzo, qualcosa che lo faceva soffrire... Era una domanda semplice la sua, perchè quella reazione?

Yonas sollevò di nuovo il capo. "Scusa tu, non volevo sembrarti scortese!" - disse, in tono gentile.

Lina sorrise, mentre uno strano senso di colpa di cui non capiva l'origine, prendeva strisciante possesso di lei. Le spiaceva averlo ferito, anche se non ne capiva il motivo... "Non sei scortese, sono io che ho la lingua lunga! Me lo dicono sempre!".

Il giovane si voltò verso di lei. La osservò a lungo, in silenzio, pensieroso. Quei lunghi capelli rossi lo avevano stregato dall'inizio. Era bella Lina, appoggiata contro quell'albero, coi capelli mossi dalla leggera brezza del pomeriggio. Bella e di una intelligenza rara, era splendido stare ad ascoltarla mentre parlava di quei libri e del suo lavoro con passione. Sarebbe stato ore ad ascoltarla, incantato da tutto quello che lei sembrava conoscere. Non era come le altre donne, attenta al suo aspetto e alle romanticherie, Lina era una ragazza giovane e piena d'energia, che aveva vissuto intensamente cose leggendarie. Sembrava quasi impossibile pensarlo, vedendola tanto minuta... Eppure era così, piccola, giovane e con una forza immensa. "E' vero, hai la lingua lunga! Ma nel tuo caso, non credo che sia un difetto!".

Lina arrossì. Ecco, era un bel complimento quello. Semplice e genuino. Pensò a Daryl, che trattava le donne come oggetti, pensò alla rabbia e alla disperazione che avevano portato Gourry a perdersi nel suo dolore e nei suoi problemi. Yonas sembrava tanto diverso da loro, tanto limpido, tanto puro nei suoi modi di fare. "Ti ringrazio! Sei gentile Yonas!".

Il ragazzo sorrise, il malumore di poco prima ormai scomparso. Decise di cambiare argomento, per portare anche un pò di serenità in quella conversazione che sembrava essersi inclinata poco prima e che aveva messo a disagio entrambi. "Senti Lina, so che il mio compito è aiutarti a tradurre questi libri e che ti ho promesso di farlo ogni giorno! Ma mi chiedevo se tu...".

"Se io?".

Yonas sospirò, quasi imbarazzato. "Se tu volessi venire con me a un ballo di rappresentanza, settimana prossima. I miei genitori avrebbero dovuto presenziarvi ma vivono nella capitale e non sono potuti partire. E hanno lasciato a me l'incombenza di rappresentarli. Vedi, tu dici che tradurre questi libri è noioso ma ti assicuro che una festa a casa di conti è ancora peggio. Ti andrebbe di venire con me a tenermi compagnia? Solo poche ore, non è niente di che! Ma mi aiuteresti a non annoiarmi a morte!".

Lina spalancò gli occhi sorpresa. Ecco, non se lo aspettava! Però... vedere Yonas anche la sera... Il suo cuore prese a battere in fretta e non se lo aspettava. La sua presenza era diventata una piacevole costante il pomeriggio ma non pensava che l'opportunità di vederlo anche la sera l'avrebbe resa... felice... Però... "Ecco... io credo che ti farei fare una pessima figura! Non conosco ne il bon ton ne le buone maniere...". Era imbarazzata, ecco! Yonas era un perfetto gentiluomo! Lei... era un maschiaccio e basta! "E non ho nemmeno abiti adatti!". Già, non poteva andare a un ballo di nobili in pantaloni!

Yonas annuì. "Per l'abito non c'è problema, ti farò recapitare tutto quello che vuoi a casa! Per il resto, nemmeno c'è problema! Per quanto mi riguarda, vali molto più di quel branco di nobili noiosi e pomposi!".

Lina sospirò, pensandoci su. Beh, le stava chiedendo un piccolo aiuto e visto anche l'increscioso episodio di poco prima, Yonas si meritava una mano. E poi era tanto gentile, dolce il modo in cui glielo stava chiedendo... "Cucinano bene questi nobili, quanto meno?".

"Si, il banchetto sarà ricco!".

Beh, in fondo perchè no? Lina annuì. "D'accordo Yonas, se ci tieni tanto a non morire di noia, verrò con te!". Stava ricambiando un favore dopo tutto, non c'era niente di male. Eppure Lina non capiva il perchè quella richiesta di Yonas l'avesse messa di buonumore ed emozionata tanto... Era solo uno stupido ballo. Ma lui le aveva chiesto di accompagnarlo. A lei! E a nessun altro! Il cuore prese a batterle nuovamente forte! Che diavolo le stava succedendo?

Una leggera brezza le mosse nuovamente i capelli. Yonas incatenò lo sguardo sul viso della ragazza, incantato nuovamente da quei capelli rosso fuoco. Anche il suo cuore batteva forte... Non avrebbe dovuto permetterlo, non avrebbe dovuto avvicinarsi troppo a lei, lo sapeva. Eppure, non poteva fare a meno di farlo...


...


In effetti sì, sarebbe anche stata una serata noiosa quella! Insomma, per due persone giovani come Lina e Yonas dover cenare con delle mummie aristocratiche e rinsecchite non era esattamente il modo più divertente per passare la serata. Però in un certo senso sopravvissero lo stesso, scambiandosi ogni tanto, di nascosto, occhiate furtive e di presa in giro verso i loro interlocutori che nemmeno si accorgevano di quanto i due fossero divertiti dal burlarsi di loro.

Finito di cenare, approfittando del fatto che Lina era andata in una camera a sistemarsi i capelli, Yonas si era allontanato dalla sala del ricevimento, appoggiandosi alla balconata del grande terrazzo che dava sui giardini della villa e che in quel momento era deserta. Era una serata stellata con un cielo limpido che permetteva di vedere molto lontano, fino alla sagoma scura delle montagne. Era un'immagine che dava serenità, tranquillità. Non era stata una serata così malvagia dopo tutto e gran parte del merito era stato di Lina che si era comportata come una vera dama ma non aveva mancato, di nascosto, di scherzare con lui facendolo divertire. Era sempre più estasiato da lei, sempre più attratto da quella ragazza vivace, piena di vita, allegra. E quella sera, con quell'abito lungo e scuro, con quei capelli color fuoco racchiusi in una coda da un fermaglio dalla forma di una rosa, gli era sembrata ancora più bella. Più adulta ma allo stesso tempo ancora più pura, come se fosse una bambina.

"Stai tentando un modo per fuggire?" - lo interruppe Lina, arrivando alle sue spalle con un bicchiere di vino bianco in mano.

Yonas guardò lei, poi il giardino. "Beh, non sarebbe una cattiva idea! Il mio lavoro da bravo rappresentante di mio padre l'ho fatto, ora potremmo andarcene in qualche modo, in effetti. Tanto i padroni di casa, dall'alto dei loro novant'anni, presto cadranno nelle braccia di Morfeo!".

Lina sorrise, appoggiandosi essa stessa alla balconata. "Ah, lascia stare le fughe Yonas! Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno! E aspettiamo che siano i padroni di casa a darci il commiato! Oppure tutta la fatica di fare i bravi e gli educati per fare buona impressione stasera, ce la giochiamo in un nulla!".

"Ti sei annoiata?".

Lina sorseggiò il vino. "Mh, non è il mio ambiente! Ma pensavo peggio!".

Yonas scosse la testa, divertito. "Non è nemmeno il mio di ambiente, se devo essere onesto! Te l'ho detto, non sono un tipo mondano!".

"Nemmeno io!" - commentò Lina ridacchiando – "Qualche anno fa, da un posto del genere sarei scappata a gambe levate, in volo!".

A quelle parole Yonas si voltò verso di lei, incuriosito. "Già è vero! Sei una maga e quindi sai volare! Com'è?". Non ci aveva mai pensato in effetti perchè Lina non aveva mai fatto incantesimi davanti a lui.

"Vuoi sapere com'è quando si vola?". Lina alzò lo sguardo, fissando il cielo stellato. "Volare... Volare è libertà Yonas! E' sentire il vento fresco, pungente e pulito sul viso, è sfidare il vento, è immergersi nelle nuvole, è volare con le aquile, è guardare tutto e tutti da una prospettiva diversa. Ti senti vivo, leggero, libero, intoccabile, quando voli!". Era vero, la levitazione era un incantesimo dei più semplici. Ma uno dei suoi preferiti!

Gli occhi di Yonas brillarono, davanti a quelle parole. "Dev'essere meraviglioso, da come lo racconti, Lina...".

La maga ricambiò il suo sguardo. Sembrava ammirato, colpito da quelle parole. "Si, lo è! Ti piacerebbe provare?".

Yonas spalancò gli occhi. "Cosa?".

Lina gli si avvicinò. "Vuoi provarci?" - ripeté.

Yonas, a quelle parole, fece un sorriso furbo. "Ora non sarai tu, a voler tentare la fuga, vero?".

Anche Lina rise. "Oh, ma non intendevo stasera! Però se vuoi...".

"Lo voglio!" - rispose lui, improvvisamente serio.

Lina annuì. "E allora ti faccio una promessa Yonas. Avrai la tua ricompensa per l'aiuto che mi stai dando coi libri. Quando avremo finito di tradurli tutti e trenta, allora ti porterò con me, in alto, in cielo! Dove vorrai".

Yonas sussultò, i suoi occhi speranzosi fissi su quelli di Lina. "Davvero?".

La ragazza annuì. "Davvero! Ogni promessa è debito Yonas! Se prometto, poi mantengo, sempre! Che siano promesse, minacce, Lina Inverse mantiene sempre la parola data!".


...


"Dieci libri!". Evvai, un terzo del lavoro era fatto!

Yonas ridacchiò. "Accidenti, quanto entusiasmo!".

Lina si sedette davanti a lui, fissandolo con sguardo furbo. "Comincio a sentire il tintinnio della ricompensa Yonas". Poi il suo viso si addolcì. "Ti ringrazio, senza il tuo aiuto sarei stata ancora in alto mare!".

"Beh, non è mai stato un problema per me, aiutarti! Mi sono affezionato a questo bosco, a questi libri, a questo spiazzo! Credo che tutto questo mi mancherà, quando avremo finito tutti e trenta i volumi!".

A quelle parole, improvvisamente Lina tornò seria, rendendosi conto di una cosa a cui non aveva mai pensato. Anche lei si era affezionata a quei pomeriggi con lui, a quel piccolo mondo che si erano costruiti insieme. Una volta finiti i libri, tutto questo sarebbe finito, non avrebbe avuto più motivo di esistere. Lei avrebbe riconsegnato i volumi alla Gilda dei maghi e... Già, e poi? Si ricordava quanto si sentiva ferita e persa quando era arrivata molti mesi prima a Zephilia, la sua incertezza, il suo dolore, la caduta di tutte le sue certezze dopo la morte di Madeline e la partenza di Gourry. Ma pian piano si era tirata su, aveva ricominciato a sorridere ad avere progetti, ad emozionarsi a quello che faceva. E non ci voleva molto a capire che il merito fosse in gran parte di Yonas, di quello strano ragazzo dai modi di fare gentili, che si entusiasmava per le piccole cose, che le era stato accanto come una specie di protettore fin dal loro primo incontro. Finito di tradurre i libri, sarebbe riuscita ad andarsene via, lontana da lui e da quel loro piccolo mondo formato da una radura in un bosco e dalla corteccia di un grande albero su cui appoggiavano le loro schiene mentre lavoravano? Per un attimo lo guardò e si fermò incantata a fissare i suoi meravigliosi occhi verdi. Gli occhi di Yonas erano magnetici, bellissimi, puri e trasparenti e allo stesso tempo selvaggi e profondi come i più bei mari del mondo. "Da chi hai preso i tuoi occhi?" - chiese quasi in tranche, avvicinando ulteriormente il viso a quello del giovane.

Yonas sussultò. Lina era vicina, così vicina... Avrebbe potuto senza fatica allungare una mano per accarezzare quei lunghi capelli rossi che lo stregavano fin dal loro primo incontro. "E tu da chi hai preso questi splendidi capelli?".

Da Lina non arrivò nessuna risposta. Del resto nemmeno Yonas le aveva detto da chi aveva preso il colore degli occhi...

Il silenzio calò nella radura...

Fu un attimo. Si fissarono per qualche secondo ancora, poi in contemporanea i loro visi si avvicinarono e le loro labbra si sfiorarono.

La mano di Yonas accarezzò quei lunghi capelli rossi che tanto amava mentre la mano di Lina gli sfiorava la guancia.

Ma fu breve, troppo breve...

Di colpo Yonas si staccò da lei, allontanandosi bruscamente.

Lina, ancora inebetita da quel bacio non programmato, lo fissò stranita. Sembrava... spaventato... Cioè, lo era anche lei! Spaventata e stupita... Ma Yonas...

"Scusa, non avrei dovuto!" - disse infine il ragazzo, schiarendosi la voce.

Lina scosse la testa. Era un bacio evidentemente voluto da entrambi! Perchè Yonas ora si stava scusando? Non erano bambini, poteva succedere che ci si avvicinasse troppo fino a che... "Non devi scusarti, l'hai fatto tu, l'ho fatto io... Nello stesso momento!".

Yonas scosse la testa. "Si, ma non avrei dovuto permetterlo! E avrei dovuto fermare te!".

"Perchè?". Lina non capiva. Sembrava che a lui lei piacesse...

Yonas alzò lo sguardo. La sua espressione era dolce e triste allo stesso momento. "Lina...". Le accarezzò brevemente una ciocca di capelli che le cadeva sulla spalla... "Dammi retta, è meglio di no! Ci sono cose che non sai e che potrebbero farti soffrire! Non affezionarti troppo a me, fammi questo favore!".

"Non capisco...".

Yonas scosse la testa. "Fidati di me se ti dico di teneremi lontano! Per il tuo bene è meglio così!".

Lo sguardo di Lina si fece duro. Ecco, era stufa di gente che pensava di sapere cosa fosse meglio per lei! Al diavolo, a lei Yonas piaceva! Forse da molto prima di quel bacio che in realtà non aveva fatto altro che mettere alla luce del sole qualcosa che era cresciuto in lei dal primo momento che l'aveva incontrato! E lei piaceva a lui! Non era una bimbetta sciocca e quel bacio, benché breve, era stato dato col cuore. Da lei e da lui. Non sapeva che problemi avesse Yonas ma gli avrebbe fatto capire che non le importava di nessuna delle cose che lui temeva per lei. "Beh, è troppo tardi!" - commentò, risoluta. Poi si avvicinò nuovamente a lui, baciandolo nuovamente sulla labbra prima che il giovane potesse sottrarsi. "Se volevi che ti stessi lontana Yonas, dovevi essere diverso! Meno gentile e disponibile!".

Yonas, il fiato corto per il bacio, incatenò gli occhi su di lei. "Io sono così, come mi hai conosciuto!".

"Beh, e allora accetta il fatto di essere una persona che risulta gradevole e che sa farsi volere bene!" - ribatté Lina, seria.

"Lina" – protestò nuovamente Yonas – "Non farlo, non affezionarti a me!" - chiese nuovamente, quasi implorandola.

"Te l'ho detto, troppo tardi!" - ribatté Lina, chiudendo definitivamente il discorso. La sua mente tornò per un attimo a Gourry, alle ultime parole che le aveva rivolto prima che si separassero...

Ti innamorerai Lina... E fai in modo che chiunque sia, ami te più di se stesso...

Quel cretino! Se lo avesse rincontrato, avrebbe suggerito a Gourry di lasciare il mestiere di spadaccino per iniziare una brillante carriera di chiromante...

Si baciarono ancora. Lei risoluta, lui con una strana sensazione di sconfitta che gli trafiggeva il petto. Non poteva farle questo, non a lei. Ma non era abbastanza forte per allontanarla. Lina aveva ragione, era troppo tardi per tornare indietro... E ora, che sarebbe successo?


...


Tutto ad un tratto Yonas sparì. Da un giorno all'altro, così come era comparso inaspettatamente tanti mesi mesi, inaspettatamente sembrava essersi volatilizzato nell'aria.

Lina lo aspettò per lunghi pomeriggi ma lui non arrivò. Non capiva... O forse sì! Da quel pomeriggio, da quei loro primi baci, qualcosa si era come rotto fra loro. Yonas quel giorno aveva ceduto ma poi nei successivi le aveva detto no. Se c'era qualcosa fra loro, Yonas era ben intenzionato a farla finire. In maniera garbata, gentile, le aveva detto che la preferiva come amica e che qualunque altra cosa avrebbe dovuto essere taciuta ai cuori di entrambi. Lina si era morsa le labbra, ne aveva sofferto, aveva provato a capire ma Yonas, dimostrando una volontà e una testa ben più dura di quella della maga, non aveva ceduto. E alla fine Lina si era arresa... Ok, l'avrebbe aiutata nonostante tutto a terminare il lavoro sui libri e questo le andava bene! Per il resto non l'avrebbe pregato, aveva troppo amor proprio per implorarlo a starle accanto! Se lui non voleva, lo avrebbe accettato! In fondo non aveva mai avuto nemmeno voglia di innamorarsi, non era stato nei suoi piani fin dall'inizio! In realtà sapeva benissimo di piacere a Yonas ma se lui per qualche assurdo e oscuro motivo non voleva un rapporto più stretto con lei, beh, non avrebbe insistito di certo! Ma da quel giorno le cose fra loro erano cambiate. La spensieratezza e la serenità che avevano contraddistinto da subito il loro rapporto era via via scemata, lasciando spazio a una quotidianità più rigida, meno sbarazzina, ad un clima di tensione mal celata da entrambi. La spontaneità del rapporto fra di loro sembrava sparita per lasciare spazio a un rapporto forzatamente formale! Lina lo sapeva e Yonas anche! Sapevano che stare insieme stava diventando una tortura perchè combattere contro quel qualcosa che sembrava unirli, stava diventando una guerra dura per entrambi.

E quindi... che Yonas si fosse stancato? Ok, non era obbligato ad aiutarla coi libri, questo era certo! Ma nonostante tutto, sparire così non era dannatamente da lui!

Giunta al quinto giorno della sua assenza, decise di cercarlo! Non capiva e avrebbe voluto capire! Al diavolo il suo amor proprio e la strana volontà di Yonas di proteggerla da chissà che! Voleva trovarlo, affrontarlo e chiudere quella strana partita fra loro. In un modo o nell'altro, Yonas le doveva dire la verità. Le aveva celato troppe cose in quei mesi e lei voleva sapere! Oh, Yonas Hayden avrebbe presto imparato che Lina Inverse era in grado di estorcere qualsiasi segreto a chiunque, se si metteva di guizzo giusto!

Lo cercò, chiedendo informazioni al villaggio, su dove vivesse. Perchè Yonas non le aveva mai detto dove fosse casa sua, ora che ci pensava... Però era una persona conosciuta e quindi difficilmente le sarebbe sfuggito!

E infatti in breve le fu indicata la sua casa. A ridosso del bosco dove avevano trascorso tanti pomeriggi, sorgeva un piccolo castello circondato da uno splendido rigoglioso giardino pieno di piante alte e secolari, dal largo fusto. Non era un castello grande e lussuoso come si sarebbe aspettata. Era isolato, perso nella foresta ma sembrava accogliente, come quel giardino che lo circondava, ben curato e seguito. Probabilmente Yonas aveva della servitù a suo servizio.

Lina inspirò, facendosi coraggio prima di bussare. In realtà non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, quando lo avesse avuto davanti! Ma sapeva che voleva affrontarlo!

Bussò. E pochi istanti dopo una cameriera anziana le aprì la porta. Aveva sui settant'anni, un viso rotondo e gentile e un fisico minuto. Lina provò un'innata e istantanea simpatia verso di lei.

"Avete bisogno, signorina?".

Lina si morse il labbro, imbarazzata. "Sto cercando Yonas Hayden. Ho bisogno di parlare con lui!".

La donna scosse la testa, risoluta. "Yonas ora non può parlare con voi, mi spiace signorina!".

"Per favore, è importante! Ditegli che Lina Inverse è quì, vi prego!".

"Siete una sua amica?".

Lina degluitì. Già, che era lei per Yonas? "Si...".

La domestica parve esitare davanti all'insistenza e alla determinazione di Lina. Poi... "Entrate! Vi farò accomodare nel salotto e proverò a chiedere a Yonas se vuole ricevervi. Ma non vi garantisco nulla! Se dirà di no, dovrete andarvene".

Lina entrò e si accomodò su un elegante divano della sala principale. Si guardò attorno... Era una casa bella, elegante ma allo stesso tempo semplice nell'arredamento. Rifletteva un pò il carattere pacato e gentile di Yonas, ora che ci pensava! Quella casa sembrava trasmettere, nonostante gli arazzi e i grossi quadri appesi alle pareti, un senso di calore e di famiglia. Anche la cameriera! Lo aveva chiamato Yonas e non 'Signor Hayden', notò. Doveva essere molto legata a lui e alla sua famiglia.

Sovrapensiero, quasi sussultò quando Yonas le comparve davanti. Indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloni da casa e i suoi capelli erano arruffati, come se si fosse svegliato da poco. "Yonas?". Lina si accigliò. Era pallido, sembrava sofferente...

Il giovane sospirò. "Come hai fatto a trovarmi?".

Lina sorrise, sarcastica. "Non era così difficile! Sei il figlio dell'ambasciatore di Zephilia, ti conoscono tutti!".

Yonas sospirò, davanti all'ovvietà di quella spiegazione. Si sedette accanto a lei, osservandola pensieroso. "Mi spiace non essere venuto questi giorni!".

"Non sei obbligato a farlo! Io... Io non sono venuta per i libri... Volevo...". Accidenti a lei! Non riusciva a dirlo, non riusciva a fargli quella domanda! Era così dannatamente difficile chiedergli se si era allontanato a causa sua, a causa di quanto successo fra loro...

Yonas parve intuire i suoi pensieri ma li ignorò, volutamente. "Scusa, volevo avvisarti ma non ne ho avuto modo. Ho solo un pò di influenza, per questo non sono venuto!".

Lina sollevò il viso. Influenza? Si, poteva avere senso, era autunno dopo tutto! Oh, beh, forse non c'era bisogno di mettere quindi il discorso su binari che la facevano imbarazzare tanto... Se era solo influenza, allora tutto andava bene e non c'era nessun discorso da affrontare! "Beh, nel giro di qualche giorno quindi starai bene!".

Yonas sospirò, soppesando le parole che le doveva rivolgere. "Beh... si, nel giro di qualche giorno... starò bene...".

Lina si accigliò. Yonas aveva usato un tono di voce strano, si era come incupito, di nuovo. Ok, Yonas era un maschio e i maschi hanno poco coraggio e poca resistenza alle intemperie della vita e alle malattie. Per un raffreddore diventavano moribondi! Però era decisamente il caso che lui si togliesse dal viso quella faccia da funerale, per una semplice influenza! "Non stai morendo, Yonas!" - disse scherzosamente.

Yonas deglutì, a quelle parole. Lina non sapeva nulla, era logico che non capisse... "Senti" – tagliò corto - "Ormai siamo quasi in inverno e non avremmo comunque potuto vederci a lungo nel bosco. Facciamo così, vieni a casa mia coi libri, da domani, alla solita ora. Finiremo il nostro lavoro quì, tanto ormai sai dove abito. Saremo più comodi e più al caldo!".

"Non sei obbligato Yonas!" - ribadì Lina. Voleva che capisse che i libri non erano un dannato obbligo, dannazione! Che capisse che se lei era lì... era solo perchè si era preoccupata per lui!

Yonas sorrise. "Lo so, ma voglio farlo! Così potremo volare, quando avremo finito!".

Inaspettatamente, Lina rise a quelle parole. Yonas non aveva quindi dimenticato la promessa che gli aveva fatto la sera del ballo! "Si Yonas, voleremo! Voleremo... molto in alto...".


...


"Oggi Lina è meglio che torni a casa!".

Lina fissò Lotte, la domestica, accigliata. Cos'era quella storia? Ormai erano due settimane che veniva tutti i pomeriggi in quella casa e lei sapeva che Yonas la stava aspettando. Che diavolo stava succedendo? Il giorno prima Yonas l'aveva salutata come al solito dopo tutto, con la promessa di rivedersi come sempre la giornata successiva. "Perchè?".

Lotte scosse la testa. "Lina, per favore non fare domande!".

Ok, a lei quella donna piaceva, così come le piaceva il rapporto che, aveva notato in quelle settimane, aveva con Yonas. Quasi fossero madre e figlio, piuttosto che domestica e padrone. Si vedeva che Lotte adorava Yonas e si vedeva che quel sentimento era ricambiato. Ma ora Lotte la stava innervosendo. "Cosa c'è di nuovo che non va?".

Lotte si appoggiò alla porta. Sembrava infinitamente stanca, con delle grosse occhiaie che gli ferivano il viso. "Lina, se te ne parlo, Yonas si arrabbierebbe molto con me!".

"Io non me ne vado Lotte! E al diavolo, che tu lo voglia o no, entrerò in questa dannata casa e scoprirò cosa mi sta nascondendo Yonas!".

Lotte strinse fra le mani il grembiule. Tremava... "Yonas sta male Lina!" - si risolse infine a dire. "Molto male...".

"Cosa?". Lina spalancò gli occhi.

"Hai capito benissimo! Non è in grado di stare con te, oggi...".

Lina si accigliò, mentre una strana ansia sembrava attanagliarle lo stomaco. "Ha di nuovo l'influenza?". Che diavolo stava succedendo a Yonas? Erano almeno tre settimane che si era ammalato e di fatto, si accorse, non si era mai ripreso del tutto.

Lotte scosse la testa, trattenendo a stento le lacrime. Non avrebbe dovuto parlarne con Lina, lo sapeva. Ma sapeva anche quanto quella strana ragazza tenesse a lui e quanto avrebbe potuto essere importante per Yonas in quel momento. "Yonas non ha l'influenza Lina. Lui è malato, da sempre! E' da quando è nato che la sua vita è appesa a un filo. Il suo sangue Lina, è come veleno. Il sangue porta vita Lina, ma quello che scorre nelle sue vene è distruttivo e se lo sta mangiando poco per volta. I suoi genitori, quando era piccolo, lo hanno fatto visitare dai migliori medici ma tutti hanno concordato che non avrebbe vissuto più di vent'anni. Ora ne ha venticinque e ha già vissuto cinque anni in più di quelli preventivati. Lo abbiamo sempre fatto vivere nella comodità, non gli abbiamo mai fatto mancare niente e forse questo lo ha aiutato fin'ora. Ma sappiamo bene tutti che prima o poi Yonas cederà, che arriverà la crisi che se lo porterà via. Abbiamo avuto in regalo cinque anni in più...". Le sue parole erano uscite come un fiume in piena, quasi che Lotte non aspettasse altro che di sfogarsi...

Lina trattenne il fiato, mentre Lotte le parlava. Dei, non se lo aspettava dannazione! Ora capiva un sacco di cose che fino a quel momento le erano sfuggite. Questo era quindi quello che Yonas cercava di nasconderle dal primo giorno. Questo era il motivo che non gli aveva permesso di partire, di viaggiare, di scoprire il mondo come invece avrebbe voluto fare. Questo era forse il motivo che lo aveva spinto ad allontanarla da lui, quando il loro rapporto si era fatto più stretto. Yonas sapeva evidentemente molto bene quali erano le sue condizioni e... aveva semplicemente voluto proteggerla... "Che cosa gli succede, quando sta male?" - chiese, la voce spezzata.

Lotte sospirò. "Quando va bene, ha la febbre molto alta. Quando va male perde conoscenza a volte per giorni, urla per il dolore, non riconosce nessuno, non ha nemmeno la forza di alzarsi dal letto. A volte le sue braccia e le sue gambe si riempiono di lividi, a causa delle vene che cedono... Lui è sempre stato molto forte e ha sempre superato ogni crisi. A volte sta bene per mesi, come quest'estate. Ma poi le ricadute arrivano, sempre! Mi chiedo fin quando avrà la forza di lottare... Yonas per me è come un figlio, sono stata la sua balia e l'ho cresciuto in questa casa, da sola, mentre i suoi genitori vivevano nella capitale a causa del lavoro del signor Hayden. Loro vogliono molto bene a Yonas ma lo hanno sempre seguito da lontano. Vederlo star male per loro è da sempre uno strazio, soprattutto per la signora".

Lina la guardò, storto. Che razza di genitori aveva Yonas? Loro se ne tenevano lontani per non soffrire? Al diavolo, se c'era uno che soffriva quello era Yonas, non certo loro! Ma non commentò oltre... Non era quella la cosa importante, in quel momento! "Voglio vederlo Lotte, devo parlare con lui!".

"Lina..." - la supplicò la donna.

Lina fece un sorriso triste. "Non si arrabbierà con te, giuro che non glielo permetterò. Ma io... ormai ci sono troppo dentro! Devo parlare con lui!".

"Sei arrabbiata perchè non te ne ha parlato?".

Lina scosse la testa. "No, non lo sono. Io lo capisco... Ma ora che so, possiamo parlarci faccia a faccia io e lui. Finalmente senza segreti!".

Lotte annuì. Da sempre sapeva qual'era il bene di Yonas. Ed era conscia che Lina poteva fare la differenza. "Va da lui, la sua stanza sai dov'è!".

"Si, so dov'è!".

Lina salì le scale, il silenzio della casa che la attorniava. Ed entrò nella sua stanza.

Il letto era in penombra e Yonas sembrava dormire di un sonno cupo. Il suo viso era bianco come il lenzuolo e la sua espressione distrutta e stanca. Gli spiaceva svegliarlo ma al diavolo, non era un tipo da troppi preamboli, lei! Sbatté la porta, facendolo sussultare e svegliare di colpo.

"Lina...?" - sussurrò Yonas con un filo di voce, stupito di trovarsela di fronte.

Gli occhi della maga si assottiliarono. "Perchè non me l'hai detto?". Precisa e diretta, i giri di parole non avevano mai fatto per lei!

Yonas parve smarrito davanti alla faccia seria di Lina. E capì... "Che cosa ti ha detto Lotte?". Sembrava contrariato...

"Quello che avresti dovuto dirmi tu, Yonas!".

Il ragazzo deglutì. Il tono di voce di Lina era freddo e arrabbiato. "Non avrebbe dovuto...".

Lina sospirò, imponendosi di stare calma. Poi si avvicinò al letto, sedendosi accanto a lui. "Yonas, ora giochiamo a carte scoperte! E non te lo sto chiedendo, te lo sto ORDINANDO! Era per questo che mi hai allontanata, che mi hai detto di non affezionarmi a te?".

Yonas girò il viso verso il muro. Non riusciva ad affrontare lo sguardo di muto rimprovero di Lina, in quel momento. "Esattamente... Volevo tenerti lontana dal mio mondo perchè il mio mondo è un inferno Lina! E non volevo coinvolgere anche te! Ti faresti male, insieme a me!".

L'espressione di Lina si indurì. "Questo, se permetti, avrei dovuto deciderlo da sola! Se esserne coinvolta o no era una decisione che spettava a me! Quì non si tratta della tua malattia Yonas, quì si tratta di me e di te! E di cosa vogliamo l'uno dall'altra!".

A quelle parole Yonas ebbe un moto di rabbia. Strinse convulsamente il lenzuolo, tornando a fronteggiarla. "E invece si tratta esattamente di questo. Io non posso offrirti niente Lina, niente oltre il breve termine. E mi chiedo come una come te possa trovare interessante uno come me!".

Lina scosse la testa. Era un faccia a faccia piuttosto duro quello che stava avvenendo fra loro e faceva male! Ma doveva affrontarlo, era la prima volta che lei e Yonas si dicevano in faccia la verità. "Non volevo innamorarmi, te lo giuro! Ma è successo! E se mi chiedi il perchè non so risponderti! Succede e basta! E ora voglio sapere TU cosa provi per me, perchè è questo il perno del discorso!".

"Sono malato Lina, dannazione! Malato di una malattia che a breve mi porterà nella tomba!". Yonas alzò la voce, rabbioso. Non verso di lei ma verso la sua malattia...

Il viso di Lina si incupì e divenne ancora più determinata. "Al diavolo Yonas! Non sto parlando con la tua malattia! Sto parlando con TE! Non me ne frega niente di quello che hai, voglio sapere quello che vuoi TU!".

"E' la stessa cosa Lina! Io e la mia malattia siamo la stessa cosa!".

Lina scosse la testa. "Ok Yonas, mettiamola così... Io non sopporto chi si piange addosso e si da per vinto senza lottare. Permetti che sia la tua malattia a decidere per te e questo mi manda in bestia, sappilo! Ma se a te sta bene così, allora me lo devi dire in faccia. Dimmi che TU non provi niente per me e io me ne andrò, non mi rivedrai mai più! Coraggio, dimmi che non mi ami! Sono solo poche parole Yonas, facili facili! Poi sparirò dalla tua vita!".

Yonas sussultò. Non era facile, era quanto di più difficile avesse fatto nella sua vita. Osservò il lenzuolo, lo strinse fra le mani e abbassò il capo. Doveva farlo, doveva dirlo e lei se ne sarebbe andata. E non avrebbe sofferto insieme a lui. "Io... non ti amo Lina!".

"Guardami in faccia, quando lo dici!".

Yonas strinse i denti, mentre calde lacrime prendevano a rigargli il viso. "Lina ti prego...".

"Guardami in faccia quando mi parli!" - ribadì lei, severa. Si stava giocando tutto, non poteva cedere. Anche se l'unica cosa che desiderava era stringerlo a se!

"Non posso dirtelo, guardandoti negli occhi!". Yonas appoggiò il viso sulle ginocchia di Lina e pianse. In silenzio. Era una sconfitta! Non poteva, non sarebbe mai riuscito a lasciarla andare. Lei era troppo forte e determinata e lui troppo debole e soprattutto perdutamente innamorato di lei. Non sarebbe mai riuscito a dirle che non la amava perchè non era vero. Era stregato da Lina, tutto di lei lo faceva sentire... vivo...

E finalmente Lina sorrise. "Ce l'abbiamo fatta allora a essere onesti fra di noi! Visto che non era poi così difficile? Più che la tua malattia, era questo che ci teneva divisi! Permettimi di starti accanto, Yonas!" - chiese, dolcemente, accarezzandogli i capelli.

"Soffrirai Lina e se resti, io non posso impedire che accada! Tu non sai com'è, quando sto male!".

Lina si stese nel letto, gli prese il viso fra le mani e lo baciò sulle labbra. "E' vero, non lo so ma lo imparerò! Imparerò a starti accanto e affronteremo i problemi uno alla volta!Yonas, io so che a tutto c'è rimedio, basta cercarlo!".

Yonas scosse la testa. "Non a questo Lina! Non pensarlo, non credere che potrò guarire perchè è impossibile. Io l'ho accettato e se hai intenzione di stare con me dovrai farlo anche tu! O sarà ancora peggio, quando io...".

Lina lo baciò di nuovo, per zittirlo. Non voleva sentire! Yonas ancora non lo sapeva ma lei era la più cocciuta delle maghe. Aveva sempre cercato e trovato una soluzione per tutto! E di certo non si sarebbe fermata davanti a una stupida malattia, dopo che era riuscita a sconfiggere i più potenti Dark Lords! "Per ora, pensiamo a come farti stare meglio! A tutto il resto penseremo dopo Yonas!". Si baciarono di nuovo, a lungo, mentre il tramonto incombeva su di loro.

E da quel giorno, quella stanza divenne la loro stanza.

E quella casa la loro casa.


...


Amava Yonas, amava tutto di lui... E amava soprattutto il modo in cui la sua presenza sembrava darle pace. Quella pace, quella serenità che aveva perso il giorno in cui Gourry se n'era andato con Madeline e successivamente, il giorno in cui aveva incrociato la strada di Daryl e si era scontrata con la maledizione di Yoshy. Yonas sembrava aver allontanato tutto quel dolore, quella confusione che aveva finito per impossessarsi con lei, allora. Stare con lui era... pulito, puro... Lei e lui, senza guerre da combattere, senza dolore e rabbia, senza confusione nel proprio cuore e nei propri sentimenti... "Mi piace fare l'amore con te, Yonas!" - esclamò baciandolo delicatamente sulle labbra. Era stata una notte fantastica, quella... Anche se, maliziosamente, pensò che avevano dormito ben poco! L'alba era giunta da qualche minuto e tutto era ancora avvolto nel silenzio tranquillo della prima mattina. Adorava tutto di loro, insieme! Era inebriata dalla dolcezza e dalla passione con cui Yonas la amava, adorava il modo in cui lui la faceva sentire... La più importante, la più bella, la più preziosa donna al mondo... Era così diverso dal rapporto burrascoso che aveva avuto con Daryl e diverso anche dalla rabbia e dal dolore che l'avevano unita a Gourry. Yonas era quanto di meglio potesse capitargli, in quel momento della sua vita. Amava condividere con lui quella casa dove ormai si era trasferita da mesi, amava la vita accanto a lui, giorno per giorno. Una vita diversa da quella vissuta fino a quel momento, una vita semplice e tranquilla, il tipo di vita di cui aveva bisogno in quel momento della sua esistenza. Yonas si era pian piano ripreso ed erano ormai molti mesi che non stava più male. Come aveva detto Lotte, lui era in grado di superare anche le crisi più forti. Era un lottatore, non si sarebbe mai arreso! Ne era certa! Continuavano a tradurre insieme i libri della Gilda, ormai erano arrivati a due terzi del lavoro e presto lo avrebbero concluso! E nel frattempo aveva conosciuto ogni aspetto della sua vita, i suoi genitori che di tanto in tanto venivano e di cui aveva una pessima opinione per la freddezza con cui trattavano il figlio. Yonas sembrava adorarli ma lei percepiva benissimo quanto lo facesse soffrire il loro mondo perbenista e borghese che li portava sempre lontano. Avevano paura di soffrire, se fossero stati troppo col figlio, tanta paura da non preoccuparsi minimamente di quali fossero i reali sentimenti di Yonas. Fuggivano, di fatto, spaventati da quella malattia che si stava divorando il figlio... Fuggivano per non esserne troppo coinvolti, come Yonas aveva desiderato facesse anche lei!

"Anche a me piace fare l'amore con te! Sei... unica!" - rispose Yonas all'oscuro di quei pensieri, baciandola fra i capelli.

Lina appoggiò il viso sul petto nudo del suo uomo. "Sai che ci conosciamo ormai da un sacco di tempo? Più di un anno e mezzo... Ed è un anno che vivo quì!".

"Si, è vero!".

Lina alzò lo sguardo. "Ti ricordi, volevi allontanarmi da te...".

Yonas sospirò. "Non sono così convinto che sia stata la scelta giusta farti restare! Per me lo è di certo, io sono felice con te, ma tu... Ho paura Lina, ho tanta paura per te e per quello che ti succederà!".

"Dai Yonas, smettila! Stai bene da un bel pò, perchè continui a pensare alla tua malattia! Stai bene e starai bene anche in futuro!". Non era una cosa razionale, sapeva bene come fosse la malattia di Yonas perchè in quei mesi, di nascosto da lui, aveva studiato libri su libri per cercare una soluzione. Che non aveva trovato! Ma in fondo, che importanza aveva quanto scritto su un libro? I libri non conoscevano le persone! Yonas aveva una volontà di ferro e ce l'avrebbe fatta, per sempre! Avrebbe affrontato ogni cosa e ne sarebbe uscito vincitore, ne era certa! E lei lo avrebbe aiutato a risollevarsi, ogni volta! Aveva fiducia in lui e in se stessa! Lei e Yonas erano una bella squadra... E le belle squadre vincono sempre!

Ma Yonas sembrava di altro avviso. "Lina, non farlo, me lo hai promesso! Non cercare soluzioni, non sperare l'insperabile. Perchè poi ti faresti male! Io so com'è la mia malattia, so a cosa vado incontro! Lo so da sempre e ho accettato il mio destino! Se mi ami come dici, promettimi che non perderai tempo a cercare soluzioni perchè non ne esistono. Viviamo quello che ci è concesso, insieme! Io sono felice così e sono contento di aver trovato te! Hai dato un senso alla mia vita... Sei folle, coraggiosa, chiunque sarebbe scappato al tuo posto ma tu... sei rimasta!".

Lina sospirò. "Non c'è proprio nulla di folle in quello che sto facendo. Sto con l'uomo che amo, tutto quì! Ho fatto cose ben più folli, se proprio vuoi saperlo".

"Del tipo?". Yonas era curioso. Lina non parlava mai troppo volentieri della sua vita prima del loro incontro. Certo, conosceva le leggende che circolavano su di lei ma null'altro...

Lina si strinse ancora più a lui. "Del tipo che una volta ho lanciato un Giga Slave, la magia proibita... E' un incantesimo che, se sfuggisse al controllo di chi lo casta, distruggerebbe l'intero mondo. E l'ho fatto unicamente per salvare una persona... La sua vita in cambio dell'intero universo... E nonostante questo, non me ne sono mai pentita!". Già, Fibrizio... Ricordare quegli avvenimenti era ancora molto doloroso per lei... Le sue paure più profonde, ogni volta che ci ripensava, riaffioravano con prepotenza...

Yonas deglutì. "Beh, se siamo quì vuol dire che è andata bene! E se l'hai fatto, è perchè ci tenevi molto a quella persona, giusto?". Non la avrebbe mai giudicata! Per quanto folle potesse apparire, Lina era la persona più intelligente che avesse mai conosciuto e l'avrebbe appoggiata sempre, in ogni cosa che avesse voluto fare. Lei ci credeva, in ogni cosa che faceva ci metteva il cuore e tutta se stessa. Come stava facendo con lui. "Lo rifaresti?".

Nella semi oscurità, Lina sorrise. "Si, lo rifarei altre mille volte se fosse necessario".

"E allora hai fatto bene Lina, vuol dire che ne valeva la pena". Yonas non disse null'altro. Non chiese, non domandò chi fosse la persona a cui Lina aveva salvato la vita in quell'occasione. Ma doveva essere qualcuno di importante, ne era certo! Gli occhi di Lina avevano brillato di una luce particolare, mentre ne parlava. E pregò che un giorno lei lo rincontrasse, chiunque lui fosse... Lina ne avrebbe avuto bisogno molto presto. Era vero, stava bene da oltre un anno... Ma il suo sesto senso sembrava avvertirlo del pericolo incombente. E difficilmente si sbagliava. Era ora di cominciare a sistemare i conti con tutte le persone che amava...


...


Amava da morire il ciondolo rosso che Yonas le aveva regalato. Rosso come i suoi capelli, che lui amava tanto... Per questo lo aveva scelto, fra tanti! Un regalo di un uomo alla donna che amava, aveva detto... Anche se l'aveva fatta arrabbiare quando aveva detto, non troppo velatamente, che un giorno quel ciondolo gli avrebbe ricordato lui... Odiava quando Yonas faceva così, quando si dava per vinto!

E anche quel giorno Yonas ce l'aveva messa tutta per farla arrabbiare! Erano su quella carrozza, diretti nella capitale per fare visita ai genitori di Yonas e lei lo avrebbe fulminato con un incantesimo, se avesse potuto. Yonas a volte aveva la testa dura come il cemento, a volte aveva idee strane... Ma quel giorno si era decisamente superato. Lo fissò storto, mentre dal lato opposto della carrozza lui la guardava felice, con in braccio un fagottino avvolto in una logora coperta.

Erano partiti a piedi, desiderosi di godersi il caldo estivo. Yonas stava bene e fare due passi per arrivare fino al primo villaggio non gli avrebbe fatto male. Peccato che un temporale li avesse colti di sorpresa, facendoli rifugiare in quel piccolo monastero sperduto nel bosco, dove delle missionarie accoglievano gli orfani. E lì era successo il patatrak! Yonas aveva visto quella piccola neonata di poche settimane che dormiva in una culla spoglia. Nel degrado, nella sporcizia, l'aveva notata su tutti gli altri bambini. Carina, dal faccino tondo e dagli occhi chiari. E Yonas aveva, contro ogni umana logica, deciso di prenderla, di portarla con se dai suoi genitori. Ovviamente le missionarie, venendo a sapere chi lui fosse e quanto importante fosse la sua famiglia, gliela avevano affidata senza problemi... Già, peccato che lei invece la ritenesse la più idiota delle idee! Una marmocchia agli Hayden? Non erano stati capaci di occuparsi del figlio naturale, come avrebbero potuto occuparsi di una sconosciuta neonata, alla loro veneranda età? Una neonata che fra l'altro, nemmeno avevano voluto e di cui non sospettavano neanche l'esistenza...

"Non sei un pò troppo grande per desiderare una sorellina?" - chiese Lina acida, osservandolo in cagnesco mentre cullava la bambina, sulla carrozza. "Se ne volevi una bastava dirlo, ti prestavo un paio di giorni la mia... Ti sarebbe passata ogni fregola, te lo assicuro!" - borbottò, pensando a Luna.

"E dai Lina, non ti piace? E' così carina!".

Lina sospirò. Il cervello di Yonas doveva essere andato in letargo quel giorno, probabilmente. "Oh, lei mi piace ma non è questo il punto! Prenderla con te per... regalarla ai tuoi genitori??? Yonas, io di cose strane nella vita ne ho viste tante, ma questa le batte tutti! Se volevi far loro un regalo, potevi portare un mazzo di fiori a tua madre e del buon vino a tuo padre! Non una nuova figlia, trovata chissà dove! Sappi che se si arrabbieranno, io sarò solidale con loro!".

Yonas a quelle parole ridacchiò. "Lina, allora è servito a qualcosa prenderci Aubree! Finalmente avrai l'occasione di stare dalla parte dei miei genitori!".

Lina lo fissò storto. "Guarda che non sto scherzando!". Oh, non amava per niente i genitori di Yonas che considerava menefreghisti ed egoisti. E lui lo sapeva molto bene! Ma se si fossero arrabbiati, avrebbero avuto dannatamente ragione... "Quando arriveremo comunque, metti in chiaro una cosa: è stata un'idea SOLO tua! Non ho voglia di litigare con tua madre e soprattutto con tuo padre!".

"Io sono sicuro che non si arrabbieranno!" - ribadì Yonas, sicuro. In tutta la sua vita, i suoi genitori non si erano mai adirati con lui.

Lina sospirò, di nuovo. In effetti no, non si sarebbero arrabbiati e avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco, già lo sapeva... Nei momenti in cui erano stati a casa loro, i coniugi Hayden avevano sempre accontentato Yonas in tutto, non l'avevano mai contrariato. Yonas non era viziato e probabilmente l'atteggiamento dei genitori era dovuto a una forma di apprensione per la sua salute malferma e di compensazione per la lontananza da lui, per la loro assenza... Si sarebbero tenuti la bambina, fingendo contentezza, davanti al figlio... Ma poi... "Vuoi che ti faccia un disegnino su come finirà questa storia? Loro prenderanno Aubree e si diranno felici. Poi, con la scusa dei loro viaggi, del fatto che l'aria di campagna è migliore e blablabla, la sbologneranno a me, te e Lotte! I tuoi genitori non volevano un altro figlio, Yonas perchè l'hai fatto? Non sarebbero capaci nemmeno di occuparsi di un cane, scommetto! E anche Lotte non ne sarà felice! Sta tutto il giorno a rimbrottarci perchè siamo disordinati, figurati come sarà contenta quando avrà anche una neonata di cui occuparsi". Non capiva, era una cosa tanto assurda... Possibile che Yonas non pensasse a tutte le implicazioni che avrebbe portato quella bambina?

A quelle parole, il volto di Yonas, fino a quel momento rilassato e sorridente, si incupì. "Ne avranno bisogno, di lei... I miei genitori intendo... Tutto il resto ha poca importanza per me!" - mormorò, stringendo la piccola a se.

Anche l'espressione di Lina si incrinò. Quel cretino... Ora capiva! Odiava quando Yonas faceva così, quando si dava per vinto, quando riteneva la sua morte come un fatto certo e ineluttabile... Aveva preso Aubree perchè i suoi genitori non rimanessero soli! Diede un pugno rabbioso alla carrozza. "Smettila! Se l'hai fatto per quello che penso, sei un cretino!". Aubree non poteva sostituirlo e non era giusto darle quella responsabilità. E Yonas, dannazione, doveva essere più combattivo! Non sopportava sentire quelle allusioni non troppo velate alla sua malattia e alla sua morte. Stava bene in quel momento, che si concentrasse su quello! "Non dimentichi proprio mai quello che hai..." - mormorò scura in viso.

Yonas annuì, fissandola negli occhi serio. "Non posso permettermelo".

Calò un silenzio pesante e improvviso fra loro. Rotto solo poco dopo da un forte tuono e dal successivo pianto della piccola Aubree che si era svegliata a causa di quel baccano.

Lina sospirò, osservando Yonas in evidente difficoltà con la bimba. "Cosa sai di bambini?" - chiese fiaccamente mentre gli strilli di Aubree riempivano la carrozza. Ok, non era decisamente il momento per litigare ma era il momento di pensare alle cose pratiche ossia, come sopravvivere a un neonato!

Yonas fissò nel panico prima lei e poi la bambina. "Niente!" - ammise.

"Fantastico...". La maga prese una ciocca di capelli fra le mani, giocando nervosamente con i ciuffi rossi. Ok, non c'erano strade alternative, doveva prendere in mano lei la situazione o entrambi avrebbero dato fuori di matto nel giro di ventiquattro ore! "Senti, fare tutta la strada di filato fino alla capitale a questo punto è fuori discussione". Guardò fuori dal finestrino, erano giunti in un piccolo villaggio e forse, vista la pioggia e la presenza di Aubree che doveva riposare, sarebbe stato meglio fermarsi. "Ci fermeremo in questo villaggio stanotte e dai tuoi genitori ci arriveremo solo domani. Tu andrai con lei in una locanda all'asciutto, io vedrò di recuperare qualcosa per la bambina. Non abbiamo niente per lei, a parte quella tutina usata che indossa e quella coperta logora che ci hanno dato all'istituto. Così potrai riposarti, lei si tranquillizzerà e non prenderete quintalate d'acqua. Se tu ti ammalassi ora Yonas, saremmo nei guai!".

Yonas annuì. Se c'era una cosa che ammirava in Lina, era come affrontava l'aspetto pratico in ogni cosa, l'intelligenza che usava per affrontare ogni situazione, anche quelle di cui non si intendeva. Occuparsi di un neonato, si accorse, non era così semplice come pensava. "E cosa vorresti comprare?".

Lina alzò gli occhi al cielo. "Sveglia Yonas! Pannolini, abiti caldi, coperte, latte in polvere, biberon! Come credi che possiamo gestirla fino a casa dei tuoi, così come siamo adesso?". Nemmeno lei si intendeva di bambini ma al diavolo, Yonas era un disastro su tutta la linea!

Il giovane si grattò la guancia, in difficoltà. "Quindi ora tu mi lasci da SOLO con LEI in una locanda?".

"Esatto!" - rispose Lina, sibillina.

"Ma se poi piange, se stanotte piangerà come adesso, noi che faremo?" - insistette lui, ormai nel panico per gli strilli della piccola.

Un sorriso maligno comparve sul viso di Lina. "Hai sbagliato a porti la domanda mio caro... La domanda giusta che dovresti farti non è 'Cosa faremo NOI stanotte, se piangerà' ma... 'Cosa farò IO, Yonas, stanotte, se piangerà'? Ti è chiaro il concetto? Io ora ti aiuto ma sappi che appena appoggerò la testa fra mille splendidi e morbidi cuscini, Aubree sarà un problema tuo. Io mi limiterò a sdraiarmi, a mettere le mani dietro la nuca e a godermi lo spettacolo!". Oh, era arrabbiata, dannatamente arrabbiata con lui quel giorno, per mille ottimi motivi. Gliel'avrebbe fatta pagare! Diede un nuovo pugno alla carrozza, facendo cenno al cocchiere di fermarsi. Erano giunti davanti ad una locanda che tanto le ricordava quelle frequentate in passato, quando viaggiava insieme a Gourry. Sarebbe andata benissimo per passarci la notte! "Io vado, buona fortuna, ci vediamo dopo!" - disse, aprendo lo sportello.

"Ma Lina!" - protestò Yonas.

Lina lo guardò storto. "Hai voluto una sorellina? Bene, ora ce l'hai mio caro fratello maggiore! In tutto il suo splendore... Goditela!". E così dicendo saltò giù dalla carrozza, lasciandolo solo con Aubree che piangeva.

Yonas fissò il portellone aperto e poi Aubree. Il suo viso si addolcì, mentre stringeva a se la piccola. "Lina non capisce...". Erano giorni che aveva una dannata, spiacevole sensazione... Che la sabbia della clessidra della sua vita stesse scivolando via sempre più velocemente, che si stesse quasi esaurendo... Doveva fare in modo che dopo di lui, quelli che aveva amato sarebbero stati il più bene possibile. Avrebbe pensato prima ai suoi genitori e poi a lei, a Lina. Che testardamente non voleva capire... Era arrivato il momento dei discorsi seri... La manina di Aubree strinse una delle sue dita. Yonas gli sorrise. "Che ne dici, ti va di aiutarmi, sorella?".


...


Un silenzio tranquillo avvolgeva il giardino. Era autunno inoltrato e le foglie, le piante e i prati si erano colorati di una miriade di colori che andavano dal rosso al giallo...

Era piacevole stare stesa su quell'amaca ad osservare la natura che si addormentava, in vista dei primi rigori invernali. Era il posto preferito di Yonas quell'amaca fra gli alberi e dopo esserci salita una volta, era diventato il posto preferito anche di Lina. Le piaceva star li a fare nulla, a fissare il cielo, a pensare o semplicemente a dondolarsi nel vuoto... E piaceva anche ad Aubree. Lina fissò la piccola che dormiva placidamente sul suo petto, avvolta in una calda coperta bianca. Come da previsioni, Aubree era più spesso a casa loro che a casa con quelli che avrebbero dovuto essere i suoi legittimi genitori. Ma era ormai molto che Lina non se ne lamentava. Adorava quella bambina e le piaceva occuparsi di lei con Yonas. Verso Aubree, Lina aveva sviluppato, man mano che passavano i giorni, un attaccamento molto forte, quasi materno... D'altronde, a paragone con la madre di Yonas, era lei che si occupava della maggior parte delle esigenze della piccola.

"Vi ho trovate, finalmente!" - esclamò Yonas, giunto all'improvviso alle loro spalle.

"Shhh!". Lina gli fece cenno di parlar piano, indicandogli la piccola che dormiva.

Yonas sorrise e poi salì anch'esso sull'amaca, stendendosi delicatamente accanto a loro e prendendole fra le braccia. "Lo sapevo che le avresti voluto bene!" - sussurrò piano, baciando Lina sulla punta del naso.

La maga scosse la testa. "Ho qualche alternativa? E' sempre quì da noi!".

Yonas ridacchiò. "Beh, i miei genitori sono spesso in viaggio e lei è ancora troppo piccola per seguirli. Ma comunque, vedo che ne sei contenta!".

Lina sospirò. "Yonas... lasciamo perdere il discorso sui tuoi genitori! Te l'avevo detto che sarebbe finita così, se non ricordi!".

"Sai prevedere il futuro?".

Lina gli fece la linguaccia. "No Yonas, semplicemente conosco i miei polli! Ma comunque ormai lei c'è e a conti fatti, possiamo offrirle una vita migliore di quella che avrebbe avuto in quel posto dove l'abbiamo trovata!".

Yonas sorrise e poi allungò una mano ad accarezzare la guancia della bambina.

"Yonas?". Lina fece per parlare ma poi si bloccò, pensierosa. Lui era così dolce con sua sorella, sembrava amarla molto... Ripensò alla vera motivazione per cui aveva deciso di prenderla e... "Tu...".

"Cosa?" - chiese lui, curioso.

Lina si morse il labbro. "Tu... io... Ci conosciamo da oltre due anni! Non ti piacerebbe avere un figlio nostro?".

A quella domanda, Yonas spalancò gli occhi. Poi... "No!" - disse, secco.

Lina lo guardò storto. "Beh, detto così... potrei anche offendermi!".

Lo sguardo di Yonas divenne serio. "Lina... dimmi la verità! Vuoi un figlio? Lo vuoi perchè senti quel famoso istinto materno di cui tutti parlano? Lo vuoi perchè vuoi essere madre o è un altro il motivo?".

Lina abbassò lo sguardo. Yonas la conosceva dannatamente bene, colpita e affondata! Mentire non sarebbe servito a molto... "Non è che lo voglia per me... Vorrei dare una buona motivazione a TE per smetterla di pensare alla tua malattia e smetterla di ritenere inevitabile la tua morte!".

Yonas sospirò. "Lo sapevo...". Allungò una mano e le accarezzò la guancia, piano. Il suo sguardo si addolcì. "Lina, se fosse una questione di motivazione, la mia motivazione per guarire saresti TU! Non un figlio! Ma lo sai, non dipende da questo, potrei avere mille ottimi motivi per campare mille anni e non servirebbe a niente! Se tutto fosse diverso io lo vorrei un figlio da te, lo giuro! Ma non così, non possiamo permettercelo! Lo sai bene com'è la mia malattia ormai. Se ci mettessimo a cercare un figlio, se non usassimo più alcuna precauzione quando facciamo l'amore e tu rimanessi incinta, io potrei anche non esserci quando nostro figlio nascerà. E nella migliore delle ipotesi, non lo vedrei comunque diventare grande! E comunque, alla base c'è il problema che la tua è una motivazione sbagliata! Un giorno avrai un figlio, quando desidererai diventare madre per un tuo desiderio, quando vorrai dare la vita a qualcuno per il semplice fatto di volerlo amare. Non si fa un figlio perchè ci si aspetta che possa salvare un genitore! Avrai dei figli ma non oggi, non con me... Li avrai quando sarai pronta davvero! Sarebbe sbagliato, un inferno se diventassimo genitori ora. Per me, per te e..." - la sua mano si poggiò sul ventre di Lina – "E per lui...".

Lina abbassò lo sguardo. "Io non riesco ad arrendermi Yonas... Ci dev'essere un dannato modo per...".

Yonas sospirò. "Lina ascolta, ti ricordi cosa ti ho chiesto quando sei venuta a vivere quì? Di non perdere tempo a cercare soluzioni che non esistono. Ma tu l'hai fatto, so che hai studiato la mia malattia su molti libri... Ti ringrazio ma desidererei che tu non lo faccia più! Quando ho deciso che sì, avrei voluto averti vicina, quando mi hai detto che era una cosa fra me e te e non fra noi e la mia malattia, ho capito che avevi ragione, che finché avevo una vita, dovevo viverla! Ti ho detto che ti amavo, allora! E ti amo ancor di più adesso! Amo te e non quello che potresti fare per me! Quando ti ho chiesto di venire a vivere quì l'ho fatto perchè volevo te, solo te! Null'altro! Sei il miglior dono che la vita mi abbia fatto, non sprechiamo il tempo che ci è concesso in ricerche vane, per favore! Se davvero vuoi sfogliare dei libri, allora finiamo quelli della Gilda che stavamo traducendo insieme! Sono mesi che non li tocchiamo! Quanti ne mancano?".

"Cinque..." - rispose Lina, sguardo basso. Si rannicchiò contro al petto di Yonas, stanca e con gli occhi che le pungevano. Era la prima volta che parlavano apertamente di quella malattia... Odiava, aveva sempre impedito a Yonas di parlarne, quasi come se non parlandone, non fosse reale... Lui aveva ragione, razionalmente lo sapeva! Ma quello che le aveva appena detto era difficile da accettare! Lei aveva sempre ottenuto tutto dalla vita, perchè non le era concesso salvare la vita dell'uomo che amava?

Yonas la strinse a se. "Ok, allora da domani riprenderemo a tradurli. Come una volta!".


...


"Lotte, Lotte corri! Yonas sta male!". Era cominciata così, all'mprovviso, la discesa verso l'incubo. Yonas nei giorni precedenti era spesso stanco ma Lina non aveva percepito o non aveva voluto farlo, il pericolo incombente. Si erano addormentati tranquillamente la sera prima e al mattino Lina era stata svegliata da Yonas che si agitava nel letto e si lamentava. Aveva provato a svegliarlo ma non ci era riuscita. Poi erano iniziate le urla. Lancinanti, di dolore... Non l'aveva mai visto così!

Lotte era corsa come una forsennata in camera e si era dimostrata capace e lucida nel gestire la situazione, a differenza di Lina che era terrorizzata... Ricordava quando Lotte le aveva raccontato delle crisi di Yonas, di come sapeva gestirle, del fatto che ci fosse abituata. Anche lei aveva imparato a convivere con la malattia del ragazzo ma non riusciva ad essere altrettanto lucida. Yonas era stato male, spesso. Ma mai come quella mattina! E ora, cosa sarebbe successo?

"Lotte?".

L'anziana domestica si voltò. Lina sembrava... terrorizzata! "Lina, non devi perdere la testa, adesso!" - disse, accarezzando delicatamente il petto di Yonas che respirava in maniera convulsa. "Ascolta, porta fuori Aubree dalla stanza o si spaventerà se lui urlerà di nuovo! Poi torna quì e sta con lui, io devo andare a chiamare il medico e mandare qualcuno ad avvertire i genitori di Yonas!".

Calde lacrime presero a scendere dalle guancie di Lina. Le sue paure stavano prendendo forma, ciò che aveva sempre rifiutato e creduto impossibile si stava palesando davanti ai suoi occhi in tutta la sua crudezza. "Cosa succede ora, Lotte? Non si sveglia, prima urlava per il dolore...".

La mano gentile della domestica le accarezzò la guancia. "Chi lo sa... Io l'ho visto star male molte volte Lina... Potrebbe riprendersi come portrebbe non farlo!".

Lina osservò Yonas, esanime sul letto. Stava male, dannatamente male! "Lotte, io non voglio che lui muoia..." - sussurrò abbracciandola. Non credeva che l'avrebbe detto! Era la sua paura più grande! Esternarla significava ammettere che era reale, quell'eventualità... Yonas l'aveva sempre saputo, lei non aveva mai voluto davvero crederci.

Lotte la fissò in silenzio, poi si alzò momentaneamente dal letto, prese Aubree dalla culla e la diede in braccio a Lina. "Portala fuori, nell'altra stanza, per favore...".

Lina strinse fra le braccia la piccola. "Non ce la faccio..." - mormorò.

Il viso di Lotte si addolcì. "Lina, tu sei forte ed è ora di dimostrarlo! Lo so che hai paura ma se lo ami, questo è il momento di mettere da parte te stessa per occuparti di lui!".

"Io voglio solo che lui stia bene! Farei di tutto per farlo stare bene".

Lotte scosse la testa, accarezzandole nuovamente la guancia. "Tu ora devi desiderare il meglio per lui... E Lina, il meglio per lui potrebbe anche non essere quello che desideri tu! Yonas soffre da sempre, da quando è nato non ha fatto altro che lottare come un leone. Ha pianto, urlato, è stato mesi a letto, certe volte... Si è sempre rialzato ma anche quando stava bene, la sua vita è trascorsa nel pensiero della malattia, nella paura della crisi successiva... E' stanco ora. Di soffrire e di avere paura. Certe volte lo guardo e penso che forse il suo bene è che chiuda gli occhi, che trovi la pace!".

"No...". Lina tremò, a quelle parole. Tremò e strinse a se Aubree ancora più forte.

"Lina...". Lotte le accarezzò i capelli. "So che lo ami e lui ama te! Per te combatterebbe fino alla morte, con ogni mezzo! Hai reso la sua vita, in questi ultimi anni, meravigliosa! Lui ti ha sempre adorata e tu l'hai reso felice, con te ha vissuto! Ma ora sei tu che devi aiutarlo, che devi stargli vicino e sperare nel meglio per lui... Tu sai qual'è il meglio, vero? Sei testarda ragazza mia ma ora devi lasciare perdere quello che vuoi per te stessa... Fatti guidare dal tuo cuore, il tuo cuore sa quel che è meglio per lui. So che sarà difficile ed è quello che lui voleva evitarti dall'inizio. Amare Yonas significa questo Lina, ora lo sai...".

"Perchè mi parli così? Lotte, tu l'hai visto star male tante volte e ce l'ha sempre fatta! Perchè ora dovrebbe essere diverso?".

La donna scosse la testa. Osservò Yonas che aveva smesso di agitarsi e ora era riverso sul letto, pallido e sudato, senza nemmeno la forza di lamentarsi. Già, l'aveva visto star male tante volte ma... stavolta le sembrava diverso... "Lina... è così stanco, stravolto... Non ce la fa più! Io lo conosco bene, come se fossi sua madre... E ora su, fa quello che ti ho detto!" - disse risoluta, indicando Aubree. "Porta fuori la piccola e poi torna quì. Devo chiamare il medico e i suoi genitori!".

"Va bene!". Come un automa, Lina si alzò dal letto, guardando dolorosamente Yonas. Poi guardò Lotte... Era stata una madre per lui, più della sua vera madre. E ora si stava dimostrando una specie di madre anche per lei. Non avrebbe mai creduto di averne bisogno, ma la presenza di Lotte era l'unica cosa che riusciva a tranquillizzarla in quel momento. Lotte conosceva Yonas, lo adorava quanto lei... E sapeva quanto le fosse costato, poco prima, parlare della morte di Yonas quasi come se per lui potesse essere una liberazione... Quelle parole l'avevano colpita. Amare Yonas ora, forse, significava lasciarlo andare... Non erano più i suoi desideri ad essere importanti... Ripensò ai primi tempi con lui, a quando Yonas voleva proteggerla dalla sua malattia... Ora capiva quali erano le difficoltà che lui temeva! Ma non si pentiva della scelta fatta, Yonas era stato un grande regalo in un momento della sua vita in cui si sentiva sola e senza un appiglio... L'aveva amata, con lui aveva riso, gioito, lavorato, diviso ogni attimo della sua vita. Ora era arrivato il momento di affrontare la parte più dura! Sospirò, uscendo con Aubree dalla stanza. Doveva farcela! Sarebbe stata la più difficile delle battaglie. Ma l'avrebbe combattuta per lui, per quanto doloroso potesse essere!


...


I signori Hayden erano giunti trafelati dalla capitale, appena saputo delle condizioni molto gravi del figlio.

Lina non li aveva mai sopportati troppo e spesso nei due anni precedenti si era scontrata con loro, ma in quei giorni quasi non si accorse che erano lì. Solo Yonas riempiva i suoi pensieri e le sue giornate, quasi che tutto il resto non la toccasse e la riguardasse. Come se non percepisse la realtà che la circondava... Aveva paura come poche volte nella sua vita le era capitato di provare e si sentiva come quando era giunta a Zephilia più di due anni prima, senza un appiglio, con una vita tutta da ricostruire e con poche certezze.

Erano ormai tre giorni che Yonas era riverso, senza conoscenza, a letto. Giorni alternati da febbri altissime, da lamenti perenni, da urla di dolore anche... Non aveva più riaperto gli occhi da quando era stato male e Lina non aveva mai abbandonato il suo capezzale, sperando in un risveglio, in un cenno, in un dannato qualcosa che lo riportasse da lei.

La maga era stravolta, così come Lotte e Margareth, la madre di Yonas che stava lì, appoggiata alla parete della stanza, a fissare il figlio in silenzio, senza dire una parola, senza versare una lacrima, quasi fosse una statua di cera.

Lina, seduta su una sedia e appoggiata con la fronte al letto, se ne stava ore su ore nel silenzio, nell'attesa di qualcosa. Era tutto così difficile...

Poi al terzo giorno, d'un tratto Yonas mosse la mano e aprì gli occhi. Si guardò attorno spaesato, quasi non percepisse dove si trovasse. Poi la vide accanto a se e le accarezzò lentamente i capelli.

"Yonas!". Gli occhi di Lina si spalancarono e tornarono vivi appena avvertì il suo tocco leggero.

Margareth corse vicino al letto e Lina si tirò su, stupita, sorpresa. Desiderava più di ogni altra cosa che si svegliasse ma in un certo senso si era arresa al fatto che forse non l'avrebbe fatto mai più.

"Lina..." - mormorò Yonas, accarezzandole la guancia.

La maga gli strinse la mano nella sua, portandola alle labbra e baciandola piano. "Sono quì...".

Yonas la fissò, rapito da quei capelli rosso fuoco che tanto adorava e preoccupato per le profonde occhiaie che coloravano di un colore cupo il viso della maga. Sembrava stanca, distrutta... E lui aveva una tale confusione nella testa da non capire appieno cosa stesse succedendo... Solo una cosa gli balenò in mente. "Il... libro... Dobbiamo finire il libro..." - mormorò, a fatica.

"Di cosa parli Yonas? Sta tranquillo, non devi agitarti!" - sussurrò Margareth al figlio.

Con un cenno del capo, Yonas si ribellò alle parole della madre. "No... Lina... Porta il libro! E' l'ultimo, ci manca poco!".

Lina lo fissò perplessa, confusa. "Di cosa parli?".

Yonas, col fiato corto, tentò di alzarsi ma cadde rovinosamente sul materasso. "Il libro della Gilda, Lina! Ci mancano solo poche pagine dell'ultimo volume... Trenta libri... Li abbiamo quasi finiti...".

Lina si sedette accanto a lui nel letto, facendo cenno a Margareth di allontanarsi. Ora capiva e Margareth invece non avrebbe capito affatto! "Yonas ascolta! Non preoccuparti del libro, devi riposare e basta! Lo finirò io da sola, mancano solo alcune pagine e ormai tu mi hai insegnato più che bene come tradurre!" - sussurrò, in tono dolce.

Yonas scosse la testa. "No... Lo abbiamo iniziato insieme quel lavoro, lo dobbiamo finire insieme!".

Margareth, che non si era allontanata dal capezzale del figlio, scosse la testa. "Yonas, basta!" - disse, perentoria.

Lina si morse il labbro, poi si chinò a baciare i capelli di Yonas. Margareth non capiva quanto Yonas ci tenesse... Nemmeno lei si capacitava del fatto che in quel momento Yonas pensasse ai libri della Gilda a dire il vero, ma se era quello che desiderava, lo avrebbe accontentato. Ricordò le parole di Lotte di pochi giorni prima...

Ascolta il tuo cuore...

Il suo cuore le stava dicendo che doveva prendere quel libro, se Yonas lo desiderava tanto. "Ok Yonas, come vuoi tu!" - disse, alzandosi dal letto e andando verso la scrivania su cui riposava un vecchio libro dalla copertina rossa. L'ultimo libro della Gilda... Le mani di Lina tremavano, mentre un fosco presentimento si affacciava nella sua mente. Avevano cominicato quel lavoro insieme lei e Yonas e ora lo avrebbero finito. Già... Quei libri erano stati i silenziosi testimoni della loro storia d'amore... Conclusi la traduzione e il lavoro su di essi, che ne sarebbe stato di lei e Yonas? Finito quel lavoro, cosa ne sarebbe stato di loro...?

"Lina!". La voce di Margareth ora era severa.

La maga la fissò, con aria stanca e allo stesso tempo nervosa. "Se vuole questo libro, lo avrà! Se lei non è d'accordo, può benissimo fare qualcosa di più produttivo che stare quì a impedire a Yonas di fare quel che vuole e desidera! Vada a chiamare suo marito in giardino ad esempio, e gli dica che Yonas si è svegliato! O vada ad occuparsi di Aubree! Ecco, quello sarebbe utile!".

Margareth squadrò la maga, pronta a ribattere. Ma la mano gentile di Lotte, arrivata in quel momento nella stanza, la fermò. "Mia signora, stia tranquilla, Lina sa quel che fa! E sa occuparsi di Yonas!".

Margareth non aggiunse nulla. Lotte e Lina sembravano coese e lei non aveva la forza di controbattere. Si sedette sulla sedia, decisa a rimanere però in quella stanza.

Lina non disse nulla. Di Margareth in quel momento le interessava meno di zero! Si sedette accanto a Yonas, sul letto, lo aiutò a sollevarsi leggermente, facendolo appoggiare alla sua spalla. Poi aprì il libro e gli diede la matita in mano, aiutandolo a tenerla fra le dita, guidandolo nella scrittura delle ultime frasi mancanti. "Ok, lo finiremo insieme Yonas..." - mormorò mentre la voce le tremava.

Scrissero in silenzio, quasi che le loro mani unite sapessero muoversi all'unisono senza il bisogno di parlarsi. La mano di Yonas tremava, la scrittura era malferma ma scrivere insieme a Lina, con Lina, gli sembrava comunque la cosa più facile che avesse mai fatto.

Lentamente, le frasi presero vita nella forma di lingua corrente, pagina dopo pagina, frase dopo frase. Fino all'ultima parola... Lina sorrise, baciandolo sulla guancia. "Ce l'abbiamo fatta, hai visto? Ci abbiamo messo più di due anni, trenta libri tradotti e sono fiera di noi due!".

Yonas si lasciò cadere sul cuscino, distrutto. La guardò, Lina sembrava tanto stanca, tanto provata... Era stato un lungo viaggio il loro, da quel primo incontro nel bosco, da quel primo libro... "Lina... ora... ricordi la promessa?".

Lina scosse la testa. "Di quale promessa parli?".

Yonas inspirò, profondamente. "Volare... Me lo avevi promesso... Quando avremmo finito, mi avresti portato in cielo con te!".

La mano di Lina tremò. Strinse quella di Yonas nella sua, sedendosi accanto a lui e fronteggiandolo. Era così bello risentire la sua voce, benché tanto debole e sofferente... "Si, lo ricordo! E ti porterò, lo giuro! Quando starai meglio andremo dove vorrai!".

"No, io voglio andare adesso!".

Lina si morse il labbro. Non riusciva nemmeno a stare seduto, come avrebbe potuto sopportare un volo? L'aria fuori era frizzante, l'autunno era inoltrato. Sarebbe stato un suicidio... "Yonas ti prego...".

"Yonas, NO!" - intervenne Margareth, nuovamente. Non capiva cosa stesse dicendo il figlio, non sapeva della promessa di Lina e pensava che Yonas straparlasse! Comunque sia, qualunque cosa fosse, doveva frenarlo!

"Mamma, smettila!" - disse Yonas, rabbioso. Poi fissò di nuovo Lina. I suoi occhi verdi sembravano catturati dalla figura di lei e parevano brillare come nei giorni in cui era stato bene. "Ti prego Lina... oggi... Andiamo via da quì, solo io e te!".

Lina lo osservò in silenzio, seria. Poi diede un'occhiata a Lotte, l'unica di cui si fidava davvero, l'unica che capisse appieno i desideri di Yonas, l'unica che sapesse sempre qual'era il meglio per lui. L'anziana donna annuì. E Lina decise. Avrebbe seguito il suo cuore anche quella volta, costasse quel che costasse. Glielo doveva e lui non sembrava desiderare che quello! Si sarebbe gettata nel fuoco in quel momento per Yonas. Anche se, digli di si gli costava. Perchè significava ammettere che forse non ci sarebbero stati altri giorni per mantenere quella promessa, significava accettare che la partita si stava per chiudere e che la sua battaglia per salvarlo era persa. Beh, avrebbe messo da parte i suoi sentimenti, il suo dolore, la sua rabbia verso quella malattia che glielo stava portando via. "Ok Yonas, come vuoi!".

"Lina!". Margareth le si parò davanti, terrorizzata.

Lo sguardo della maga fece scintille. "E' adulto, sa quello che fa! Lo accetti signora Hayden... Se vuole bene a Yonas, lo lasci fare! Lo lasci... andare...". Il tono di voce di Lina scemò fino a diventare impercettibile.

Margareth tremò, visibilmente. Guardò suo figlio, guardò Lina e poi Lotte. E capì... Se la guerra era finita, era giunto il momento di permettere a Yonas di vivere ciò che gli rimaneva come meglio preferiva. Tenerlo in quella stanza, segregato a letto non lo avrebbe comunque salvato. "Va bene Yonas... Se lo desideri davvero, fallo!". Gli si avvicinò e lo baciò sulla fronte. "Spero che sia emozionante come sogni da sempre!".

Lotte prese una coperta e gliela mise sulla spalle. "Signorino Yonas, la tenga! Fuori, in cielo, fa molto freddo!" - mormorò con le lacrime agli occhi.

Yonas sorrise, appoggiando il viso sulla sua spalla. "Grazie Lotte, grazie di tutto!".

Lina li guardò, tutti! Guardò quel letto dove Yonas aveva sofferto ma anche dove lei e lui si erano amati appassionatamente, in quei due lunghi anni. Ne era conscia, difficilmente Yonas sarebbe tornato in quella stanza... Poi, decisa a non far trapelare le sue emozioni, decisa a essere forte, aprì la finestra e gli si avvicinò. "Coraggio Yonas, tieniti forte, aggrappati alle mie spalle!".

Yonas annuì. Mentalmente Lina recitò la formula della Levitazione e in un attimo furono fuori, nel cielo azzurro del primo pomeriggio. "Guarda Yonas, siamo in alto!" - gli disse, mentre lui, appoggiato alla sua schiena, guardava il suo mondo, la sua casa dall'alto. "Hai paura?".

Yonas appoggiò la fronte alla sua spalla. "No...".

Lina sorrise. "Ok, e allora si parte!". Sfrecciò nel cielo, nell'aria, libera. Era tanto che non lo faceva, che non sentiva il vento fresco sul viso, quel senso di libertà e di vita che il volere le faceva provare, da sempre. E sperò che per Yonas fosse lo stesso, di riuscire a trasmettergli quelle sue impressioni, quelle sue emozioni perchè lui le facesse sue.

Yonas guardò le punte degli alberi, che sfioravano senza tuttavia toccare. Era bello il mondo dall'alto, Lina aveva avuto ragione quando gli aveva parlato della levitazione. Si sentiva libero, senza vincoli, catene, quasi come se nemmeno la malattia potesse toccarlo. Non aveva mai provato nulla del genere! Di sbieco osservò gli occhi della maga. Brillavano di una luce che non gli sembrava di aver mai visto. Sembravano bruciare quegli occhi, bruciavano di quell'energia che Lina pareva emanare dal suo corpo. Era una cretura nata libera, che sapeva guardare senza paura il mondo dall'alto. Era questa la vera natura di Lina, ciò che la rendeva tanto speciale, tanto diversa da tutte le persone che aveva incontrato nella sua vita. Lina amava la magia, Lina era magia! Ed era giusto che tornasse alla sua vita, a quell'esistenza, a quella libertà che tanto amava e che la facevano sembrare tanto felice quando usava i suoi incantesimi.

D'un tratto un falco si affiancò a loro, osservandoli di soppiatto.

"Lina, sapresti volare più forte di lui?" - chiese Yonas.

La maga fece un sorriso furbo. "Puoi scommetterci! Tieniti forte Yonas!". Aumentò la velocità del volo. Non sarebbe andata piano, non avrebbe volato diversamente da come aveva fatto tante volte in passato. Yonas voleva provare il vero brivido che si prova in volo e glielo avrebbe dato. Non avrebbe avuto, forse, altre occasioni. Volò forte, lasciando il falco a parecchie leghe di distanza da loro. Sorvolarono il bosco, sfiorarono le montagne, toccarono le nuvole bianche e infine, dopo molte decine di minuti, Lina tornò indietro, atterrando in una piccola radura fra gli alberi. Scese a terra, aiutando Yonas a sedersi. "Sono stanca e questo è un buon posto per riposarci!" - disse semplicemente, sedendosi accanto a lui e aiutandolo a stendersi e facendogli appoggiare poi la testa sulle sue gambe. Prese ad accarezzargli dolcemente i riccioli neri, godendo di ogni secondo con lui. Si sentiva serena, a dispetto di tutto! Quasi che anche lei, come Yonas, non aspettasse altro che quel volo, che quella sensazione di libertà...

"Credevo mi avresti riportato a casa...".

Lina sorrise. "No, niente casa! Quì è perfetto dopo aver volato, non trovi?".

Yonas si guardò intorno e lo riconobbe. Quel posto, quella radura. Era lì che l'aveva conosciuta, era lì che si erano scoperti innamorati, era lì che era cominciato tutto... "Perfetto... Nessun posto è bello come questo, per me".

"Anche io amo questo posto. E amo te!" - mormorò Lina.

Yonas le prese la mano. "Me lo sono sempre chiesto sai? Come può una come te, essersi innamorata di uno come me... Non me l'hai mai detto sai?".

Lina lo strinse a se, baciandolo sulla fronte. "Mi hai dato la pace, la serenità! Quando ti ho conosciuto, credevo che nessuno ci sarebbe riuscito... Non avevo più ne certezze ne fiducia in me stessa! Mi hai aiutata senza chiedere nulla in cambio, mi hai amata davvero come non credevo che qualcuno avrebbe mai fatto e mi hai fatta crescere e diventare una persona migliore di quello che ero quando sono arrivata quì".

"Ma la vita che hai vissuto con me, non è la vita che tu sognavi..." - ribatté Yonas a fatica. Si sentiva mancare il fiato...

"E' la vita che mi ha reso felice in questi anni!" - rispose lei, tranquilla. Era vero, con Yonas aveva vissuto una vita che non credeva adatta a lei. Ma era stata felice lo stesso e il merito era solo suo. "Tu mi hai dato tanto, mi hai fatto sentire amata. E mi hai insegnato un sacco di cose Yonas...".

"Io... cosa ti avrei insegnato io, a parte il dialetto antico?" - commentò lui, divertito nonostante tutto.

Lina lo strinse a se. "Mi hai insegnato a essere paziente, a esprimere i miei sentimenti senza paura, a prendermi cura di te... Mi hai insegnato che per essere grandi combattenti non è necessario usare armi o spade ma che basta il coraggio nella lotta, in ogni lotta, per esserlo... Mi hai insegnato che anche se a un certo punto..." - la sua voce si incrinò – "che se a un certo punto si depongono le armi, non ha importanza, non si è vinti, se si è combattuto come dei leoni... Si è eroi lo stesso. Sei stato forte Yonas, un vero e glorioso combattente! E io ho sbagliato, sono stata egoista ad aver preteso da te che lo facessi per sempre, solo perchè io lo desideravo...". Le lacrime presero a rigarle il volto... Era ora, doveva farlo, digli quello che provava davvero, digli che qualunque cosa fosse successa, sarebbe stata per sempre fiera di lui... "Yonas, fa quello che devi, quello che ti senti... A me andrà bene, lo giuro... L'unica cosa che voglio è che tu non soffra...".

Yonas sorrise. Il mondo attorno a lui cominicava ad offuscarsi, il respiro diventava sempre più affannoso... Ma non aveva paura, si sentiva sereno e pronto. "Lina, amarti è stato così bello, così facile... Volerti bene è una cosa che viene così naturale, sei un essere unico, è impossibile non innamorarsi di te... Sei bellissima quando usi la magia, i tuoi occhi brillano... Sei bellissima sempre a dire il vero! Quando ridi, quando sei arrabbiata, quando sei imbronciata, quando siamo insieme, quando ti prendi cura di Aubree! Sei bellissima SEMRE! Promettimi che ovunque andrai, quando volerai, penserai a me, di tanto in tanto... Volerai molto in alto, ne sono certo! Io so che il mondo sentirà di nuovo parlare di Lina Inverse!".

"Te lo prometto!". Lina piangeva, in silenzio. "Penserò a te, ogni volta che volerò! Anche se a dire il vero, non voglio andare da nessuna parte ora...". Andare, dove? Doveva essere forte ma davanti a se vedeva il baratro.

"Casa mia è casa tua, tutto cio che è mio è tuo. Sarà casa tua per sempre o finché lo vorrai! Ma Lina, tu sei molto più di quello che può offrirti Zephilia... Vola, vola libera appena potrai farlo...".

"D'accordo...". Lina chiuse gli occhi, poco convinta. Era annientata! Ma voleva tranquillizzarlo, voleva che fosse sereno, che pensasse che sarebbe stata bene... Calò il silenzio, un silenzio tranquillo e dolce. Lina accarezzò i suoi capelli piano, a lungo, mentre una leggera brezza sfiorava i loro corpi. Poi, dopo quelli che le erano semrbati parecchi minuti, lo guardò. Sembrava dormisse sereno... I suoi occhi erano chiusi e ogni traccia di sofferenza pareva scomparsa dal suo viso... "Yonas?".

Non arrivò nessuna risposta. La mano del giovane, ancora stretta nella sua, lasciò la presa, cadendo delicatamente sul suo petto.

Credeva che avrebbe urlato, che avrebbe pianto disperata quando fosse successo... E invece, silenziose, le lacrime scendevano sul suo viso, senza che lei dicesse alcunché. Non aveva nemmeno la forza di gridare il suo dolore. Era come se la sua anima, il suo cuore si stessero rompendo in mille pezzi. Si accasciò accanto a lui, e strinse il viso del giovane fra le sue braccia. "Yonas... buon viaggio amore mio... Ora potrai volare anche senza di me, libero...". Lo strinse a se ancora più forte. Pensò ai suoi meravigliosi occhi verdi che non avrebbe più rivisto, al suo sorriso, alla sua voce calda e gentile, all'amore che provava per lei, per Aubree, alle mille cose vissute insieme. Tutto svanito in quel sonno eterno nel quale era scivolato dolcemente. Era sola, di nuovo. E il volto senza vita di Yonas sarebbe stato l'ultimo ricordo che avrebbe serbato di lui...


...


La sabbia della spiaggia era gelida e i brividi di freddo le percorrevano tutto il corpo. "Lina, tirati su!" - le intimò gentilmente Gourry.

Le lacrime le rigavano il viso, in quel pianto silenzioso tanto simile al pianto di quel giorno di parecchi mesi prima. "Già, rovinerò l'abito di Alix se me ne sto stesa nella sabbia!".

Gourry si inginocchiò davanti a lei, preoccupato. La prese per la vita, costringendola a sedersi. "Alix non dirà nulla. Ma mi stai facendo paura Lina! Che succede? Chi è Yonas?".

Lina inspirò profondamente. Come in un veloce flash, tutta la sua storia con Yonas, le fasi salienti, erano sfilate velocemente nella sua mente come non aveva mai permesso al suo cervello di fare, dalla sua morte. "Gourry, io non ce la faccio! Non riesco a fare nulla, mi sento come se fossi... morta!".

L'espressione di Gourry si fece ancora più preoccupata. Non aveva mai visto Lina così a pezzi, a terra. Aveva paura, paura per lei... "Lina, dimmi cosa c'è..." - implorò, di nuovo...

Lina strinse della sabbia nel pugno della mano. "Lui... lui si chiamava Yonas e aveva degli splendidi occhi verdi, come questo mare alle prime luci dell'alba.

Io lo amavo...

E lui è morto...".












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Capitolo 12
*** Saper ricominciare ***


So che dovevo scrivere prima il capitolo dell'altra mia fanfiction, ma questa parte era concatenata al capitolo precedente e volevo che gli aggiornamenti fossero vicini. Ho amato molto scrivere queste righe e spero vi piacciano!

Come sempre, grazie a chi leggerà e grazie a chi mi segue, sia con le recensioni che in silenzio. A prestissimo!




Saper ricominciare


C'era qualcosa che gli faceva male e non era quel racconto frammentato, interrotto da lacrime silenziose che Lina gli aveva fatto. Non era nemmeno la consapevolezza che lei, la sua Lina, avesse amato un'altra persona e che quell'altra persona avesse amato lei a sua volta. No, non era questo che atterriva Gourry. Non c'era gelosia in lui, non c'erano ne rancore ne rabbia per quanto si era lasciato scivolare dalle mani più di sei anni prima, quando aveva piegato la testa davanti a suo padre.

Erano quelle lacrime su quel volto che tanto amava che lo ferivano più di mille lame. Da sempre per lui, veder piangere Lina era stata una vera e propria agonia. Non era capitato spesso che succedesse in passato, ma quelle poche volte lo avevano scosso, quasi provasse esso stesso il dolore che attraversava il corpo e la mente della maga. L'aveva vista piangere di rabbia dopo che lui e Daryl si erano presi a botte tre anni prima, aveva visto la delusione sul suo volto quel giorno, la delusione per quello che lui era diventato. Quelle lacrime lo avevano scosso, erano state la molla per aiutarlo a ritirare su la testa, a cambiare rotta, a tornare ad essere fedele a quello che era sempre stato il loro rapporto. Per far si che lei tornasse a vedere in lui l'amico che era stato. Quelle lacrime di tre anni prima erano state una cosa fra lui e lei, solo loro due!

Ma ora era diverso...

Quelle lacrime erano il risultato di qualcosa che lui non conosceva, gli erano estranee, così come il rapporto che Lina aveva avuto con l'uomo per il quale stava piangendo. Non era stata troppo lunga, non si era soffermata molto sui particolari, mentre parlava con lui di Yonas e della loro storia. In fondo Lina era sempre stata così, restìa a parlare dei propri sentimenti. Anche se stavolta era diverso, lo sapeva che non erano ne timidezza ne imbarazzo. Lo aveva avvertito, mentre lei parlava, il grande dolore e l'immensa fatica che lei stava facendo nel confidargli cose tanto private. Gli stava raccontando qualcosa di cui non voleva parlare, che voleva rimuovere dalla sua testa con tutte le forze. Se c'era una cosa che Gourry sapeva fare, era leggerle nella mente. Dalle parole di Lina aveva capito solo che aveva amato un uomo che poi era morto di malattia. Ma era dal suo volto, dalle sue lacrime che aveva capito davvero quanto quel rapporto potesse essere stato forte ed importante per lei... Senza che Lina avesse avuto bisogno di dirlo!

Ora capiva. Cosa l'aveva fatta maturare tanto in fretta, cos'era quel dolore che ogni tanto le trapassava il viso, cos'era quella rabbia che certe volte le esplodeva dentro, ferendo chiunque si trovasse nei paraggi. Lina era annientata! E soprattutto, arrabbiata! Col mondo, col destino, con quella malattia che si era portata via l'uomo che aveva amato, forse anche con se stessa. Non aveva importanza in fondo, con chi lei ce l'avesse davvero! Era arrabbiata come non lo era mai stata in vita sua, di una rabbia che pareva corroderla dentro, svuotandola di tutte le energie. Era preoccupato... Aveva capito da subito che qualcosa non andava in lei, ma mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Lui, seppur in maniera diversa, ci era passato tre anni prima. Mai avrebbe voluto che Lina vivesse un'esperienza simile, sapeva quanto facesse male veder morire qualcuno che ha fatto parte di te, vederlo andarsene senza avere voce in capitolo per salvarlo...

La guardò. I suoi occhi erano gonfi e la sua espressione infinitamente stanca. Nemmeno quando aveva lanciato il Giga Slave le era sembrata tanto stravolta... Stava lì, seduta su quella sabbia fredda, le gambe piegate, il viso appoggiato sopra le ginocchia e lo sguardo perso nel vuoto del mare davanti a loro.

"Ora sai tutto, Gourry..." - disse infine, facendolo sussultare, dopo infiniti minuti di silenzio.

Lo spadaccino la fissò, incerto su cosa dire. "Si, ora so tutto..." - rispose infine, in un soffio.

"Sei arrabbiato?".

A quella domanda, Gourry spalancò gli occhi. Arrabbiato? E perchè mai avrebbe dovuto esserlo? "Sono preoccupato, non arrabbiato!" - rispose, in tono dolce.

Lina si voltò verso di lui, incerta. In realtà, non sapeva bene come raffrontarsi a lui, ora. Non aveva parlato mai con nessuno di Yonas e alla fine aveva scelto il confidente più difficile con cui rapportarsi. Gourry era una persona di cui gli importava, che adorava e forse l'unica di cui gli interessasse il parere che aveva di lei. Non era facile, non lo era per niente! Era una situazione nuova per loro e lei non aveva la forza per affrontarla. "Sei preoccupato?" - balbettò, osservandolo in viso.

Gourry annuì. "E' così inusuale vederti piangere...".

Lina, con la mano, si asciugò le lacrime che le rigavano le guancie. "Si, forse non dovrei farlo. Piangere non serve a niente, se non a farti sembrare patetica!".

La mano di Gourry raggiunse la sua guancia, accarezzandola piano. "Non è vero, piangere serve per tirar fuori tutto quello che ci fa soffrire, per alleggerirci dal male che ci portiamo dentro. Non sei patetica, sei solo umana e soffri, come tutti".

A dispetto di tutto, Lina sorrise. Il tono di Gourry era dolce, riusciva a scaldarle il cuore... "Beh, però resta il fatto che io ho sempre odiato i piagnistei".

Anche lo spadaccino sorrise. "Lo so! Ma in questo caso, piangere ti farà bene Lina! Anche se, se devo essere onesto, credo che tu ora stia piangendo per i motivi sbagliati...".

"Cosa?".

Gourry si avvicinò, sedendosi accanto a lei. "Tu... Io ti conosco come le mie tasche Lina! Stai piangendo perchè sei arrabbiata ora! Verso tutto e tutti, probabilmente. E questo va bene in un certo senso ma... Starai meglio solo quando piangerai per lui perchè non c'è più. Tu non stai piangendo per Yonas ora ma perchè TU lo hai perso! Quando invece piangerai per la sua morte, per il dolore dato dalla sua assenza allora vorrà dire che sarai pronta a lasciarlo andare davvero. Ecco, quando succederà, le lacrime ti sembreranno bruciare come fuoco, ti sembrerà che il cuore ti si spezzi, starai male come non mai. Quello sarà il momento in cui gli dirai addio... Farà male, malissimo Lina! Ma poi ti sentirai più leggera e troverai in te la forza per ricominciare! Da lì rinizierà la salita!".

Lina rimase per un attimo in silenzio, colpita da quelle parole. Gourry sembrava conoscerla tanto bene, tanto profondamente da capire tante cose di lei e Yonas che nemmeno gli aveva raccontato. E quello che aveva detto... Era arrabbiata, non se n'era mai davvero accorta! E mai si era chiesta il significato delle sue lacrime. Aveva sempre pensato che le lacrime fossero semplicemente... lacrime! Punto! C'era una saggezza infinita nelle parole pacate di Gourry e sapeva il perchè, sapeva che aveva affrontato lo stesso inferno solo poco tempo prima di lei. E l'aveva fatto da solo, senza nessun appiglio. Solo con le sue colpe, il suo dolore e le sue paure. Gli sorrise. "Come sei confortante!" - commentò, ironica.

Gourry alzò le spalle. "Beh, ti ho detto la verità! Tu odi quando ti raccontano frottole! Non posso dirti che sarà facile perchè sarebbe una palese bugia. Sarà dura, questa è la semplice verità".

La maga fissò il suo viso. L'espressione di Gourry era tranquilla, serena, pacata. Eppure c'era sempre quell'ombra nei suoi occhi, quell'alone di tristezza di cui si era accorta prima di tutti Alix. Gourry era così bravo a starle accanto, a confortarla... Lei invece non era riuscita a vedere più in la del suo naso, a percepire che forse anche lui aveva bisogno di aiuto. Era sempre stata un'egoista dopo tutto, lo aveva sempre saputo. Mentre Gourry le stava accanto sempre, senza chiederle nulla, senza pretendere alcunché. Si sporse verso di lui e lo abbracciò, affondando il viso contro il suo petto. "Gourry... Grazie!".

"Di cosa?" - sussurrò lui, stringendola a se.

"Di tutto! Di essere quì, di essere così, di non giudicarmi, di non arrabbiarti!".

Gourry le sollevò il mento, guardandola serio negli occhi. "Lina, ma perchè hai tanta paura che io mi possa arrabbiare con te?".

La maga si morse il labbro, mentre i ricordi di quanto successo con lui tre anni prima le passavano davanti agli occhi. "Perchè... eri così arrabbiato quando sono stata con Daryl. Non eravamo più noi, non riuscivo più a trovare in te l'amico e il compagno che eri stato. Mi sfuggivi. Non ti capivo, non ci capivamo!".

Gourry sospirò. Ora era tutto chiaro! "Beh, lo sai perchè ero arrabbiato, vero? Ti sei buttata via, con Daryl. Lui non ti ha mai meritata! E ho sofferto da cani quando l'hai fatto! Anche se era illogico, anche se c'era Madeline, io non facevo altro che osservarti mentre buttavi via te stessa. Mi faceva male! Ma poi ho capito che dovevo lasciarti fare, provare, magari anche sbagliare se era questo che davvero volevi. Io non avevo più voce in capitolo, era la tua vita e io mi ero allontanato da te! E si, ero anche geloso, tre anni fa ho dato il peggio di me, venendo meno a tutto quello che era il nostro rapporto. E non smetterò mai di chiederti scusa per questo... Ma ora è diverso... Tu hai incontrato qualcuno che..." - deglutì, faceva un male cane dirlo – "che... ti ha amata davvero, che ti ha rispettata, che si è preso cura di te, che ha saputo renderti felice come... come non sono riuscito a fare io... Lo sapevo che sarebbe successo, te l'avevo anche detto quando ci siamo separati, tre anni fa. Eri a pezzi e vulnerabile, ne siamo usciti tutti con le ossa rotte dalla morte di Maddy. E speravo tu trovassi la pace e la serenità e qualcuno che sapesse starti vicino. Non sono arrabbiato, giuro! Sono triste per te, mi spiace... Non avrei mai voluto che tu vivessi un dolore del genere. Ma sono anche fiero di quello che sei diventata. Hai imparato ad amare senza riserve, senza paura, sei stata accanto con pazienza a qualcuno che aveva bisogno di te e non lo hai abbandonato fino alla fine. L'hai amato, al di la di tutto, al di la della malattia, al di la di ogni difficoltà. Non sei scappata e hai combattuto per lui, con lui. Io non lo conosco questo Yonas e mai lo conoscerò. Ma con lui sei diventata... grande... Una gran bella persona. E quindi lui merita il mio rispetto, chiunque sia".

"Gourry...". Le sue parole sapevano scaldarle il cuore. Sapeva fidarsi così incondizionatamente di lei, sapeva farla sentire così bene, così in pace con se stessa, nonostante tutto... "Ti ringrazio ma io... non credo di meritarmi queste parole. Yonas con me è vero, è stato favoloso. Ma io non credo di essere stata una buona compagna per lui".

"Lina, ma perchè?". Le mani di Gourry le sfiorarono le guancie, costringendola a guardarlo in viso.

Lina strinse i pugni delle mani, rabbiosa. "Perchè non l'ho salvato ed era l'unica cosa che volevo fare! Non ho saputo ascoltarlo, non volevo nemmeno che nominasse quella dannata malattia. Come se non esistesse... E lui aveva bisogno di parlarne, di sapere cosa pensassi, di sapere che sarei riuscita ad andare avanti, che ero preparata a tutto quello che ci aspettava! Ho ceduto solo alla fine, quando non c'era più nulla per cui lottare. E' stato doloroso ma l'ho fatto per lui. Solo alla fine ho accettato quella malattia e il fatto che me l'avrebbe portato via. Solo alla fine gli ho detto di fare come credeva, di smettere di lottare, se soffriva tanto. Che lo avrei amato lo stesso, anche se se ne fosse andato via, lontano da me. Ma io non posso perdonare me stessa, ora! Ho sconfitto alcuni fra i signori dei demoni più potenti e non sono riuscita a salvare l'uomo che amavo. Non sono poi così speciale come dici tu...".

Gourry sospirò, accarezzandole la guancia. "Lina... Tu sei la persona più testarda che io abbia mai conosciuto, giuro! Combatti sempre, fino alla fine, anche nelle battaglie più disperate dove è quasi impossibile vincere. Ma di solito ci riesci sempre! Ma in questo caso è diverso... Non potevi salvarlo, era una guerra che non potevi vincere e lo hai sempre saputo anche tu. Anche se non ci hai mai voluto pensare, anche se hai sempre rifiutato l'idea che potesse succedere, dentro di te sapevi quale sarebbe stato l'epilogo! Sei troppo intelligente per illuderti! Mi hai detto che lui ti amava e io ti credo! E tu hai fatto per lui quello che si aspettava da te. Non voleva un'infermiera o un medico, voleva passare il suo tempo con te che eri la sua compagna. E tu l'hai fatto! Non voleva null'altro... Non stava a te salvarlo, non potevi! Io non so che malattia lui avesse ma da quello che mi hai detto, ne aveva pienamente coscienza. Conosceva il suo problema e tu mi hai detto che all'inizio voleva allontanarti proprio per evitare di complicarti la vita. Quando ha scelto di farti restare, credo, lo ha fatto unicamente per stare con te! Per nessun altro motivo... So che fa male Lina, ma tu sei riuscita a fare con lui l'unica cosa che ti ha sempre chiesto. L'hai amato! Devi esserne fiera e deve essere un buon motivo di consolazione per te, ora!".

"Ma io volevo che lui vivesse... Non è giusto che sia morto, non è giusto e basta!".

Lo spadaccino abbassò lo sguardo. Era difficile consolarla, trovarle un appiglio che la facesse stare meglio. Perchè Lina era testarda e pareva vivere la morte di Yonas come un fallimento personale. "Ascolta... Ne io ne te possiamo sapere come la vivesse lui, come sia convivere giorno per giorno, anno dopo anno, con una malattia grave. Però io so una cosa Lina! Per quanto la vita sia corta, ha senso se le si è dato un significato, se la si è vissuta intensamente fino alla fine! Tu hai dato un senso alla sua vita, con te è stato sereno e felice. Hai fatto il massimo che potevi fare, devi fartene una ragione. Io non so nulla di voi, a parte le poche cose che mi hai raccontato però una cosa credo di averla capita. Non avete avuto molto tempo a disposizione, entrambi sapevate che sarebbe potuta finire da un momento all'altro. E avete vissuto intensamente ogni istante insieme, avete condensato in pochi anni le emozioni di una vita intera. Per questo ora ti senti così! Ma guardala da un altro punto di vista Lina! Sei stata la sua ragione di lotta e la sua ragione di vita!". Le cinse la vita, costringendola a sedersi davanti a lui, fra le sue braccia. Gourry la strinse a se e Lina non oppose resistenza, appoggiando il viso al suo petto. "So che è difficile ma devi imparare a essere forte, tu lo sei! Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto! Sai arrivare molto lontano Lina, senza l'aiuto di nessuno! Non dimenticarlo mai!".

La maga scosse la testa. "Io non sono forte Gourry, non più almeno. Mi basta molto poco per crollare, come vedi...".

Gourry osservò il lasciapassare che Lina teneva fra le mani. Era da quando avevano incontrato nel pomeriggio quegli amasciatori di Zephilia, che Lina era crollata. Non gli aveva ancora detto chi fossero ma sospettava che c'entrassero qualcosa con Yonas. "Lina, chi erano le persone da cui sei andata a cena stasera?" - chiese, in tono pacato.

Lina sorrise. Gourry a quanto pareva aveva centrato il problema... "I genitori di Yonas... Sono ambasciatori di Zephilia e si sono trasferiti quì dopo la morte del figlio. Lui è un uomo di massima fiducia del nostro re, per questo a Ihurun. Non credevo di rincontrarli, è stata una... sgradita... sorpresa... Quando son partiti, non mi avevano comunicato il luogo in cui sarebbero stati mandati!".

Gourry annuì. Ora capiva! Vederli doveva aver riaperto tutte le vecchie ferite che Lina, pur con fatica, era riuscita a rimarginare durante il viaggio. Poi improvvisamente sussultò, ricordandosi di un piccolo particolare. Le prese il mento con la mano, costringendola a guardarlo in viso. "Lina... ti prego, dimmi una cosa! La bambina che era con loro... Tu e lei... non avete legami di sangue in nessun modo, vero?". Era una cosa che gli era balenata in testa, all'improvviso. In effetti si era anche stupito di quanto lei sembrasse affezionata a quella bambina e di come sapesse rapportarsi a lei senza difficoltà, quando le aveva viste insieme nel pomeriggio.

Lina lo fissò stranita per un attimo, poi capì. "Non è mia figlia, se è questo che stai pensando! Si chiama Aubree ed è la loro figlia adottiva. E' stato Yonas a portargliela, l'anno scorso. L'avevamo incontrata per caso in un istituto per orfani e lui ha deciso di prenderla per i suoi genitori. Voleva che avessero un figlio dopo la sua morte, che non fossero soli...". I pugni di Lina si strinsero rabbiosamente, a quel ricordo. "Io ero contraria, ero furiosa con lui quel giorno. Mi sembrava una scelta assurda! Ma Yonas aveva una testa tremendamente dura e l'ha avuta vinta lui!".

Gourry alzò un sopracciglio. "L'ha avuta vinta su di te? Ammirevole...".

Lina lo guardò storto. "Idiota! Non è che potessi troppo metterci becco nei suoi affari di famiglia. Erano i suoi genitori e se li gestiva lui. Io non volevo saperne niente, perchè a me, per inciso, non sono mai piaciuti. Non ci sono mai andata d'accordo e meno li avevo intorno e meglio era! La cena di prima mi è andata di traverso, con loro, se devo essere onesta. Sono stati genitori assenti e disastrosi per Yonas e onestamente ho seri dubbi che possano crescere Aubree nel migliore dei modi. Anche se devo ammetterlo, Margareth si sta impegnando, ci sta provando... Quando l'abbiamo presa, Aubree è stata praticamente sempre a casa nostra, me ne sono occupata io e solo io i primi mesi. Loro non c'erano mai e Yonas da solo, ad occuparsi di lei, era un disastro! Non era molto bravo a gestire le cose pratiche della vita, aveva sempre avuto qualcuno che le aveva fatte per lui. Io di Aubree conoscevo ogni espressione, il motivo di ogni pianto, ogni sua richiesta, solo da uno sguardo! Quando Yonas è morto, Aubree è stata l'unica ragione che mi spingesse ad alzarmi dal letto la mattina. Me ne prendevo cura in suo ricordo, perchè sapevo che lui la adorava e i suoi genitori erano troppo fuori di se per occuparsene, in quei giorni. E perchè la adoravo, nonostante all'inizio fossi contraria al suo arrivo. Poi li ha chiamati il nostro sovrano, gli ha proposto questo viaggio. E... sono partiti, se la sono portata via...". Lina si fermò. Il groppo che le stringeva la gola stava diventando opprimente...

Gourry chiuse gli occhi e la strinse ancora di più a se. Lina aveva sofferto, passato l'inferno. Aveva amato un uomo che non aveva potuto salvare dalla morte e poi gli avevano portato via una bambina verso la quale provava un affetto profondo. Non era giusto! Avrebbe voluto proteggerla, salvarla da tutto questo...

Lina si strinse a lui, affondando il viso nel suo collo. "Gourry, io non ce la faccio a proseguire... Non ne ho la forza, non riesco a fare niente! Non sarei dovuta partire, sarei dovuta rimanere dov'ero! Voglio tornare a casa, mettermi sotto le coperte e non fare niente! Io non ci riesco, sono completamente inutile in questo viaggio!".

"E invece rimarrai perchè è questo di cui hai bisogno! Io sono partito solo perchè tu me l'hai chiesto e ora questo dannato viaggio lo faremo insieme, capito? Non sei una che si arrende e te ne pentiresti, se tornassi indietro. E io ti impedirò di farlo! Anche perchè se no, avrei sopportato giorni e giorni di mal di mare per niente!".

Il tono di voce di Gourry era serio e non ammetteva repliche, Lina deglutì lentamente davanti alla determinazione di lui. "Ne va del mio amor proprio, se rimango! Sono solo l'ombra di quello che ero una volta!".

"Beh" – obiettò Gourry – "Credo che al tuo amor proprio non farebbe bene nemmeno una tua resa e un tuo ritorno a casa, se devo essere onesto! Anzi...".

Lina sospirò, aveva dannatamente ragione. Ma... "Non credo di riuscirci Gourry..." - sussurrò, sprofondando il viso nel suo collo e piangendo silenziose lacrime.

Gourry sussultò. Piangeva, ancora. E questo riusciva a sconvolgerlo ogni volta. Le sfiorò i lunghi capelli rossi, accarezzandoli piano. "E allora appoggiati a me, ogni volta che ti sentirai di non farcela. Con me non devi fingere, con me è più semplice perchè ora so tutto e soprattutto, perchè nessuno ti conosce come me! Sono tuo amico, puoi contare su di me ogni volta che ne avrai bisogno. Finché non ritroverai la forza per andare avanti da sola, vieni da me e io sarò li per te! Non sei sola Lina e tu ce la puoi fare! Io lo so e tu lo sai, ne sono certo!".

Lina si morse il labbro. "Non è giusto che tu lo faccia Gourry. Perchè so che per te è difficile e perchè io... in fondo non credo nemmeno di meritarmelo...".

"Perchè?".

Le mani di Lina strinsero la sua maglia. "Perchè... sono una maledetta egoista, perchè ti ho ferito intenzionalmente oggi pomeriggio e perchè... perchè non siamo bambini e io so benissimo cosa ci ha uniti in passato e quanto questa situazione ti stia ferendo! Siamo sinceri, tu mi stai offrendo tanto, a costo di farti male. E io non lo merito!".

"Oh Lina...". Gourry spalancò gli occhi, sorpreso dalle parole di Lina. C'era saggezza in lei, nel saper ammettere i suoi sbagli e i propri sentimenti... Era cresciuta, molto! "Ti ho detto che non fa niente, non sono arrabbiato per oggi pomeriggio! Capita di discutere dopo tutto! In fondo una volta ti arrabbiavi spesso con me, quando non capivo o non seguivo i tuoi discorsi" – disse, in tono forzatamente leggero.

Lina si morse il labbro e alzò il viso, fronteggiandolo. "Gourry, io non sto scherzando! Sai benissimo che le cose non sono così semplici e che non è come una volta. Oggi con te, ho dato il peggio di me! E tu eri l'ultima persona al mondo che meritavi di essere trattata così. Vuoi la verità? Volevo allontanarti, volevo che sparissi, volevo stare sola! E ti ho ferito di proposito, parlandoti di Madeline in quel modo, perchè sapevo che ti avrei fatto del male. Odiami ora, ti giuro che mi farebbe sentire meglio!".

"Non posso e non voglio odiarti, Lina. Anche se si, mi hai ferito, se vogliamo essere sinceri del tutto. E sai perchè è successo?".

"No".

Gourry sospirò. "Perchè mi conosci dannatamente bene. Come io conosco te! Sappiamo come sostenerci e sappiamo come farci del male a vicenda perchè entrambi siamo come libri aperti l'uno per l'altra. Comunque alla fine, hai detto cose che corrispondono a verità, quindi non ho nulla da recriminare... Madeline è morta e io sono stato un pessimo marito. E' la verità e non c'è altro da dire!".

A quelle parole, Lina scosse la testa e allungò una mano ad accarezzargli il viso. In quel momento, benché stesse da cani, sentiva che doveva trovare la forza necessaria per prendersi cura di lui... "Gourry, scusami! Davvero, mi dispiace!".

Lo spadaccino le sorrise dolcemente, prendendo la mano di Lina che riposava sulla sua guancia e portandosela alle labbra per baciarla. "Non è successo nulla di grave dai, è passata. Solo ti prego, non parlare più di Madeline se ti riesce, in futuro. Mi fa ancora abbastanza male ricordarla...".

Lina lo fissò negli occhi, pensierosa e seria. Anche se Gourry non voleva parlarne, forse era il caso di affrontare quel problema a cui pensava da quando aveva parlato con Alix durante il loro viaggio in nave. "Gourry, io sono preoccupata per te!".

Lo spadaccino si accigliò. "Perchè?".

"Perchè alcune delle cose che mi hai detto non mi sono piaciute. L'hai detto prima, noi ci conosciamo bene e ci è difficile nasconderci qualcosa a vicenda. Ma la verità è che mi sembri triste e...".

Gourry sorrise, interrompendola. "Scusa se te lo faccio notare, ma quello preoccupato per te dovrei essere io! Sei tu che fino a pochi minuti fa te ne sei stata stesa nella sabbia a piangere, non certo io!".

Il tono di voce di Gourry era forzatamente leggero, se ne accorse subito. "Gourry, sono dannatamente seria! Potresti riuscire a esserlo anche tu, per cinque minuti?".

Lo spadaccino sospirò. Ok, non sarebbe riuscito ad alleggerire il tono del discorso, benché desiderasse ardentemente farlo. Lina lo stava mettendo seriamente in difficoltà. "D'accordo! Cosa c'è che ti preoccupa, di me?".

Lina alzò lo sguardo, fissandolo dritto negli occhi. "Non mi piace quando dici che hai deciso di stare da solo per sempre perchè pensi di non essere in grado di rendere felice nessuno. Perchè non è vero! Non mi piace vedere che continui ad auto punirti per la morte di Madeline. E ora ascoltami bene e rispondi a questa domanda: ti fidi di me, come maga?".

"Certo!".

La mano di Lina scese ed intrecciò quella di Gourry, stringendola nella sua. "E allora ascoltami! Lei sarebbe morta comunque! Se anche tu fossi stato un marito perfetto, se anche tu le avessi dato tutto l'amore e le attenzioni del mondo, se anche tu fossi stato più attento, Madeline prima o poi avrebbe ceduto al suo passato e alla forza sopita in lei. Era nata per questo e non avrebbe trovato pace in alcun altro modo! Quando ci siamo separati, tre anni fa, io, fra una cosa e l'altra, a Zephilia ho studiato l'antica storia degli Ossyani. Volevo capire, studiare, venirne a capo. Beh, ho scoperto che non c'era nulla da fare per lei. Tu non potevi salvarla e lei non voleva essere salvata! Mettiti il cuore in pace Gourry, smettila di tormentarti!".

Lo spadaccino scosse la testa. "Avrei comunque dovuto impegnarmi per essere un marito migliore. Lei ci ha provato a far funzionare il nostro matrimonio, io no! E avrei dovuto farlo dal primo momento in cui mi sono piegato a mio padre e a quel matrimonio imposto!".

Lina sospirò. "Non si può amare a comando, Gourry! Se la fiamma non c'è, non c'è! E non puoi farci niente! Potevate essere buoni amici tu e lei, ma nulla più. Il vostro matrimonio sarebbe stato comunque vuoto, ci sarebbe stato l'affetto ma non amore ne passione. E senza quelli, non si va da nessuna parte! Lo so che lo sai ma per qualche dannato motivo tu invece ti ostini a volerti incolpare di tutto. Sei stato un buon marito nonostante tutto, e lei lo sapeva, te lo assicuro. E credo proprio che non vorrebbe vederti così, ora! E adesso, visto che me l'hai chiesto, basta parlare di lei! Ma ti prego, pensa a quello che ti ho appena detto!".

Gourry non rispose nulla. Si limitò a cingerle la vita con le braccia e a stringerla a se. Il calore di Lina, la dolcezza della sua voce e delle sue parole riuscivano a scaldargli il cuore, a farlo sentire meno solo. Sapeva, si fidava di Lina e delle sue conoscenze e sapeva che non gli aveva mentito per farlo sentire meglio. Sapeva che, se Lina diceva che non c'era nulla da fare per Madeline, probabilmente era vero. Ma il suo era un altro problema. Prima di Yoshy, prima della maledizione, lui comunque non si era preso cura della donna che aveva sposato. Questa era la verità! "Va bene, ci penserò!" - disse poco convinto, per chiudere il discorso. Si sentiva a disagio ora, anche se quanto meno, parlare di lui aveva distolto momentaneamente Lina dal ricordo di Yonas. La strinse a se più forte e la maga non obbiettò, appoggiando la testa sulla sua spalla. "Se qualcuno passasse di quì ora Lina, penserebbe che siamo una coppia, temo..." - le sussurrò all'orecchio.

"Già, lo so...". Lina deglutì. "Lo saremmo stati sai? Saremmo stati una bella coppia se avessimo avuto la forza di vivere i nostri sentimenti e di mandare al diavolo tuo padre. Ce la siamo giocata male ma io so che con te, sarei stata la più felice fra le donne. Lo ricordo, sai? Ricordo ogni cosa di me e te, di quello che è successo fra noi tre anni fa. Anche per questo non volevo parlarti di Yonas, perchè sapevo che ne avresti sofferto. Perchè per quanto ci possiamo sforzare, io e te avremo sempre un rapporto che andrà oltre l'amicizia. Ma abbiamo perso il nostro attimo, sei anni fa e non si può tornare indietro!".

"Lina...".

La maga scosse la testa. "Non dire niente! Noi lo sappiamo bene cosa ci ha uniti quella notte e cosa abbiamo provato e questo deve bastarci. E' stato un errore fra noi in quel momento ma è stato bello e intenso lo stesso. Era il nostro sogno, giusto? E' inutile nasconderselo, ora! Non ho mai dimenticato cosa siamo stati io e te, nemmeno quando vivevo a Zephilia con Yonas. Sono stata felice di rivederti! Quando ci siamo rincontrati a Seyruun però era difficile per me parlarti della mia vita e ti ho detto una mezza bugia. Non era vero che dovevo partire perchè non avevo soldi, io sentivo di dover partire perchè avevo bisogno di una scossa, di tirarmi su dall'apatia che mi aveva presa dopo la morte di Yonas e la partenza di Aubree. Yonas mi aveva lasciato il castello e i suoi averi, ma io non ho mai voluto usufruirne. Erano suoi e avrei desiderato che li usasse lui. E poi non eravamo nemmeno sposati in fondo. Non è stato facile partire, te lo assicuro! Non viaggiavo da anni, mi sentivo spaesata e persa, senza forze. Ma sentivo che avevo bisogno di fare qualcosa che mi facesse sentire fiera di me stessa e soprattutto, viva. Quando Jack mi ha scritto, non volevo accettare il lavoro che mi aveva offerto e ti assicuro che prendere la decisione di lasciare la casa di Yonas è stata sofferta. Lì potevo chiedermi dentro, lasciare fuori tutto il resto del mondo, immergermi nei ricordi, piangere e cullarmi nel mio dolore. Fuori da quella casa sarei stata sola e spersa nel mondo e per la prima volta in vita mia mi pesava, mi spaventava! Incontrarti a Seyruun è stato il miglior colpo di fortuna che mi sia capitato da anni".

"Cosa ti ha spinta a prendere la decisione di partire?".

A quella domanda, Lina sorrise. "E' stata Lotte, la domestica mia e di Yonas... Lei è stata la nostra salvezza, la MIA salvezza!". I suoi ricordi si spostarono a qualche mese prima, in un assolato pomeriggio di primavera.


"Lina, sono ore che sei stesa su questa amaca, con quella lettera sul viso. Stai riflettendo su qualcosa o stai solo facendo finta?" - chiese Lotte, divertita.

Lina alzò il foglio che teneva appoggiato sulla faccia. "A dire il vero non sto nemmeno facendo finta! Mi sto riparando dal sole, tutto quì!".

Lotte si avvicinò, cercando di salire essa stessa sull'amaca. "Oh Lina, sai che io non capirò mai come facciate tu, Yonas e Aubree a trovare confortevole questo aggeggio infernale! Sembra di essere in alto mare!" - disse, sedendosi a fatica accanto a lei.

Lina sorrise. "Yonas la trovava rilassante! E anche io e Aubree quì sopra, ci siamo fatte delle gran dormite!".

Lotte scosse la testa. "E allora Lina, cos'è quella lettera? Chi te la manda?".

La maga sbuffò. "Boh, un tipo strano che probabilmente è semi analfabeta. Un pirata credo, un tal Jack Sparrow!".

"E cosa vuole da te un pirata?".

Lina alzò le spalle. "Offrirmi una specie di lavoro nei mari del sud. Una richiesta di collaborazione, in pratica".

"Accetterai?".

Lina scosse la testa. "No, non credo! Sembra un tipo sospetto da quel che scrive, e io non ho nessuna voglia di partire e di cacciarmi nei guai. A dire il vero, non ho voglia di fare niente, per dirla tutta!".

Lotte le sorrise, dolcemente. "Beh, credo che questo tipo di offerte di lavoro, sia stato all'ordine del giorno per te una volta! Io accetterei se fossi in te, ti farebbe bene cambiare aria!".

"Mi stai cacciando, Lotte?" - chiese Lina, divertita.

La donna scosse la testa. "No, non ti sto cacciando! A me fa piacere averti quì, mi fai compagnia! Ma sei giovane, hai una vita davanti e non puoi passarla nell'apatia. Yonas è morto ormai da oltre sei mesi, è ora che cominci a tirarti su, a ricominciare a vivere. Parti, questa casa non scomparirà! E quando vorrai tornare, sarà quì ad aspettarti! E' giusto così Lina, ascolta i consigli di una donna anziana! Se Yonas fosse quì ora, ti direbbe la stessa cosa!".

Lina sospirò. "Beh, ci penserò...". Poi sorrise. "Lotte, io non so proprio che farei, senza di te!".

Lotte ridacchiò. "Oh, io lo so invece! Ridurresti a un enorme macello questa casa, sei terribilmente disordinata e passo ore a sistemare le tue cose! Parti, così mi riposerò un pò anch'io!".


Gourry rise. "Sembra una brava persona!".

Lina ricambiò il sorriso. "Lo è! E' stata una madre per Yonas e ha voluto bene a me allo stesso modo!".

Gourry le strizzò l'occhio. "Ecco, vedi perchè non devi gettare la spugna? Anche per lei, per non deluderla! Hai avuto accanto persone che ti hanno voluto bene, continua questo viaggio anche per loro, perchè siano fieri di te!".

"Davvero mi aiuterai, se non dovessi farcela?".

Gourry annuì. "Certo, te lo prometto!".

Lina sospirò, stringendo a se il ciondolo che portava al collo. "Essere fieri di me... Credi che Yonas lo sarebbe, ora?".

Gourry scosse la testa. "Beh, se ti vedesse piangere sulla spiaggia, no!".

Lina lo guardò storto. "Da quando sei diventato così dannatamente diretto?".

Gourry sorrise. Allungò la mano, prendendo fra le dita il ciondolo che Lina teneva al collo. Lo osservò attentamente. "Questo te l'ha regalato lui?".

"Si!".

Lo spadaccino fece scivolare il gioiello fra sue dita, catturato dai riflessi rossi del diamante incastonato in esso. "Doveva amarti davvero molto".

"Beh... lo capisci da un semplice ciondolo?". Si, insomma, lei sapeva cosa c'era dietro quel gioiello ma Gourry come poteva...?

Gourry scosse la testa. "Non è un semplice ciondolo, se lo osservi bene! Da questo gioiello capisco più cose di lui di quelle che mi hai raccontato tu a voce!".

Lina spalancò gli occhi, fissando il ciondolo incuriosita. "Cioè?".

Gourry sorrise. "Capisco che era un buon osservatore e che sapeva riconoscere le cose belle che ci sono in te. Questo ciondolo ha i riflessi dei tuoi capelli, è identico al loro colore! Non te l'ha regalato per impressionarti o per lusingarti, te l'ha regalato per farti capire quanto ti amasse, quanto amasse tutto di te! Era una brava persona e io..." - chiuse gli occhi, era difficile ammetterlo – "Sono contento che tu l'abbia incontrato! Contento per te e per lui!". Già, Yonas era stato bravo, Yonas era stato capace di amarla davvero. Yonas era riuscito dove lui aveva fallito.

Lina osservò il ciondolo, guardandolo con occhi nuovi. Il colore dei suoi capelli... Yonas lo aveva adorato... E Gourry come sempre, aveva saputo guardare più in la di lei, entrando in sintonia coi pensieri di una persona che nemmeno aveva conosciuto. Gli piaceva quello che lui aveva appena detto, la faceva sentire meglio. "Già! Peccato per l'epilogo, però!".

Gourry alzò la mano ad accarezzarle la guancia. "Ascolta Lina, tu gli sei stata accanto fino alla fine. E per quanto lui abbia sofferto, per quanto lui sia stato fortunato, ha avuto vicino delle persone che lo amavano e che tenevano a lui. Persone che lo amano ancora e lo compiangono. Non è morto da solo ma con te accanto! Tante persone non avranno la sua stessa fortuna. Guarda me, io sono solo da sempre, da quando sono nato! Ho avuto vicino davvero solo te e poi ti ho persa! E oggi a nessuno importa della mia vita. Io morirò solo, un giorno! E nessuno piangerà per me".

A quelle parole, Lina alzò il viso di scatto, ferita. Quella frase aveva avuto l'effetto di uno schiaffo. Provò la voglia picchiarlo! E anche l'istinto di abbracciarlo, di stringerlo a se e di non lasciarlo mai. Come poteva essere che una persona dolce e buona come Gourry si sentisse tanto sola, triste e che pensasse che a nessuno importava di lui? La vita di Gourry doveva essere davvero solitaria e vuota e non era giusto! Lui era buono e sensibile, meritava il meglio, quel meglio che nessuno era mai riuscito a regalargli. "Cervello di medusa, finiscila! E ricorda una cosa: io anni fa per salvare te ho lanciato il Giga Slave! Potevo distruggere il mondo e non me ne è fregato nulla, volevo solo riaverti accanto a me! E quindi ora non penserai alla tua morte per almeno mille anni, lo devi a me e al mondo intero! Non azzartarti nemmeno a pensare di morire! E a credere che nessuno soffrirebbe per te!". Lo abbracciò, sprofondando il viso nel suo petto. "Io sarei persa se tu non esistessi più, capito?! Non dire MAI più una frase del genere in mia presenza perchè mi fai del male. E non ne ho bisogno, in questo momento!".

Gourry le accarezzò i capelli, piano. Non credeva di ferirla, con quella confessione. Era strano avere la consapevolezza che a lei interessasse ancora la sua vita. Averla vicina, fra le sue braccia, lo faceva sentire vivo. Nonostante Yonas, nonostante tutto, sapevano stare bene come una volta, insieme. "Scusa, non volevo farti del male!". La guardò e si accorse che piangeva. "Lina?".

La maga scosse la testa. "E' colpa tua! Mi fai piangere come una scema!".

Gourry la abbracciò ancora più forte. Si sentiva in colpa... "Sai cosa faremo? Io sosterrò te e tu sosterrai me! E sapremo ricominciare a vivere con più ottimismo. Sei d'accordo?".

Fra le sue braccia, col viso nascosto contro il suo petto, Lina sorrise. "Va bene, ci sto! Ma cerca di non deprimerti più di me, perchè se no saremmo persi!".

Gourry ridacchiò a quelle parole e le accarezzò le braccia strette intorno alla sua vita. Erano fredde. "Torniamo alla locanda, stai gelando!".

"No, voglio stare quì! Sono tanto stanca, Gourry!".

Lo spadaccino scosse la testa. "Ti ammalerai, fa freddo ora. Ti ci porto io, in braccio, come una volta, se non hai voglia di camminare!".

Lina sospirò. Non aveva la forza di opporsi... "Come vuoi... Però, mi fai un favore, prima di tornare?".

"Certo, dimmi!".

Lina si rabbuiò. "Non dire a nessuno di Yonas. E non dire a nessuno che ho pianto come una fontana, stasera! Per favore...".

Gourry sorrise. In quella frase c'era tanto della Lina orgogliosa di un tempo. "Te lo prometto!". La strinse a se, cullandola fra le braccia, in silenzio. La sentì rilassarsi e poi cadere in un sonno profondo. E finalmente tranquillo. Guardò il suo viso, quel viso che tanto amava. Sembrava così stanca, stravolta. Sarebbe stata una strada lunga ma ne era sicuro, lei ce l'avrebbe fatta. Non conosceva nessuno forte quanto lei! Delicatamente si alzò in piedi, tenendola in braccio. E si avviò alla locanda in silenzio, in compagnia del rumore delle onde del mare e del chiarore della luna. Si sentiva in pace con se stesso, stranamente, come non gli succedeva da tantissimo tempo. Non sapeva se fossero le parole che si erano scambiati o la vicinanza di lei. Stava semplicemente bene. La guardò nuovamente, rapito. L'avrebbe sorretta ogni volta che ne avesse avuto bisogno, l'avrebbe aiutata e difesa da qualsiasi dolore e pericolo, come sempre. Non poteva non amarla, non avrebbe mai potuto smettere di farlo. In silenzio, l'avrebbe amata sempre!

Giunse alla locanda e incrociò lo sguardo accigliato di Daryl che stava seduto sulla veranda, pensieroso. Gourry prese il lasciapassare dalle mani di Lina e glielo diede. "Eccovi il vostro documento!".

Daryl osservò la maga, addormentata. "Cos'ha?".

Lo sguardo di Gourry si indurì. Voleva che le stessero tutti lontani, per quella sera, voleva che la lasciassero in pace! "Lasciala stare, è solo stanca!". E senza aggiungere altro salì le scale ed entrò nella stanza di lei, adagiandola dolcemente sul letto. La coprì con una coperta, mentre lei si rannicchiava sul materasso, sfinita. "Dormi Lina, ti farà bene!" - sussurrò, rapito dall'immagine della donna. La trovava bellissima, con quei lunghi capelli di fuoco che erano riusciti a stregare anche Yonas. Lina in quel momento dormiva di un sonno profondo, ristoratore, lontana da tutto quello che la faceva soffrire. Ed era giusto così... E lui avrebbe vegliato su di lei...









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Capitolo 13
*** La pergamena ***


Settimana scorsa vi ho fatto un regalo di Natale con l'aggiornamento dell'altra mia fanfiction. Con questo aggiornamento vi faccio il regalo di Capodanno. Buon 2015 a tutti! Grazie come sempre a chi mi segue, i vostri commenti sono un grande stimolo per me, mentre scrivo. Come sempre, mi farà piacere sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo.

Auguri ancora e al prossimo aggiornamento!


La pergamena


Quando Lina riaprì gli occhi, il sole era alto in cielo e la luce inondava la sua stanza. Si guardò attorno confusa, poi realizzò che doveva essere stato Gourry a portarla a letto, alla locanda. L'ultima cosa che ricordava era di essersi addormentata in spiaggia, in effetti... Già, fra le braccia di Gourry, dopo aver pianto per ore. Scosse la testa a quel pensiero. Non aveva mai amato piangere e soprattutto non avrebbe mai voluto che qualcuno la vedesse farlo, ma essersi sfogata con Gourry la faceva sentire più leggera. Sorrise... Si stiracchiò rilassata e poi si sfregò le palpebre. Doveva essere tardissimo e forse era il caso che si alzasse dal letto e raggiungesse gli altri. Anche perché, aveva una fame dell'accidenti! "Beh, buon segno..." - mormorò fra se e se, tirandosi su dal materasso.

Si lavò e si vestì in fretta, indossando una canottiera bianca, leggera e attillata e dei pantaloncini corti. Faceva un caldo tremendo! Poi si legò i capelli in una coda di cavallo e uscì, pronta ad addentare qualsiasi cosa di commestibile ci fosse nei paraggi. Aveva lo stomaco completamente vuoto, le pareva di essere a digiuno da giorni!

Uscì nel breve corridoio che separava le camere dalla piccola scala in legno che portava al piano a terra, dove si trovavano la cucina e la veranda sulla spiaggia. Non vedeva l'ora di mangiare, lo stomaco le si contorceva in corpo, da quanto era affamata! Ma i suoi piani furono interrotti miseramente.

"Ferma un attimo!" - mormorò Daryl, arrivato dalle scale e apparsole dal nulla davanti. L'uomo le bloccò il passaggio, appoggiando la mano sulla parete del corridoio.

Lina roteò gli occhi al cielo. "Daryl ti avverto che ho fame e che stai rischiando la vita! Fammi passare, per favore!".

Per nulla intimorito, l'uomo le fece un sorrisetto furbo. "Dubito che troverai qualcosa in cucina, a quest'ora. Sono le dieci passate, ormai avranno ritirato tutto dai tavoli. E ci credo che hai fame, hai fatto la bella addormentata tutto ieri! Hai dormito più di ventiquattr'ore, mi chiedo come tu abbia fatto!".

Lina spalancò gli occhi. "Cosa? Cioè, vuoi dire che oggi non è il giorno successivo alla cena dagli ambasciatori di Zephilia ma che sono passati due giorni?". Era stupita! Ecco perchè aveva tanta fame, erano più di trenta ore che non metteva qualcosa sotto i denti. Accidenti, doveva essere davvero stanca per essersi addormentata a quel modo, non le era mai capitato di dormire tanto a lungo. Comunque... "Beh, sia quel che sia, se permetti andrei a cercarmi qualcosa da mangiare da qualche parte!".

Daryl scosse la testa. "Ti ho detto di aspettare un attimo, devo parlarti".

Lina sbuffò. "Daryl che diavolo vuoi da me, a quest'ora del mattino?".

L'uomo la fissò intensamente. Il suo sguardo era serio ed indagatore. "Cosa c'è che non va, Inverse?".

Lina si accigliò. "In che senso, scusa?".

Daryl le si avvicinò di alcuni passi, fronteggiandola. "Oh beh, sei decisamente fuori fase, sotto tono rispetto ad una volta. Non urli, non strepiti, non cerchi di comandare e ti lasci guidare dalle decisioni di Jack Sparrow in tutto e per tutto. Non è da te! Tu ami dettar legge ed ami essere la protagonista della storia".

Lina lo fissò, stranita. In effetti aveva dimenticato quanto Daryl sembrasse capire i suoi stati d'animo, quanto fosse bravo a prevederla e prevenirla. Una caratteristica strana, una specie di alchimia che l'aveva messa in difficoltà in passato. "Beh, non è un periodo troppo esaltante per me, tutto quì! E per quanto riguarda Jack e questo viaggio, mi stupisce che tu mi chieda perchè mi affido a lui, visto che è tuo amico credevo che la cosa ti facesse piacere!".

"Non ho detto che non mi fa piacere vederti tanto arrendevole. Ho solo detto che è strano da parte tua, Lina!".

La maga sospirò. "E' la sua nave, la sua missione, il suo sogno. E ha tutti i diritti di inseguirlo nel modo che crede più opportuno. Mi ha chiesto aiuto e ho accettato di lavorare per lui per recuperare la Perla Nera. E' lui il capo della missione, lui comanda, non io. E' giusto che faccia come meglio crede, per ritrovare quella nave che, da quel che ho capito, considera la sua casa. Il mio compito è aiutarlo quando ce ne sarà la necessità, per il resto io ne sto fuori. Ho altro a cui pensare in questo momento".

Daryl scosse la testa, agitandole davanti al naso l'indice della sua mano. "No, no mia cara, così non va bene! Mi stai dicendo che non sai più elaborare strategie vincenti?".

Lina sospirò. Ma perchè Daryl doveva romperle le palle di prima mattina? "Non ho detto questo, ho detto solo che sto facendo fare a Jack come preferisce. Lui ha un sogno, come tutti, e lo insegue come meglio crede. Non ho mai detto, mi pare, di essere d'accordo con le sue scelte e che farei lo stesso, se fossi al suo posto".

"Quindi, pensi anche tu che recuperare la nave, facendo leva su ipotetici tesori da trovare che possano far gola al suo vecchio equipaggio, sia una scelta sbagliata?".

Lina scosse la testa. "Mh, da un certo punto di vista capisco la sua logica di pensiero. E' un pirata e per un pirata trovare molto oro è il top! Però onestamente no, non credo sia la soluzione giusta. Credo invece che dovrebbe affrontare il suo rivale e batterlo, davanti ai suoi uomini. Solo così otterrebbe il loro rispetto e la loro collaborazione. E riavrebbe indietro la sua nave. Una volta fatto questo, si potrebbe partire alla ricerca dell'oro. Queste isole devono esserne piene".

Daryl le strizzò l'occhio. "Bene, vedo che non hai perso il tuo cervellino, mi stavo preoccupando... E devo essere onesto, trovo il tuo modo di pensare molto in sintonia con il mio. Quindi ti sarei grato se cercassi di instradare Jack sulla via giusta. O gireremo a vuoto senza concludere niente!".

La maga sospirò. "Daryl, non so se sia il caso. Tralasciando il fatto che potresti consigliarlo anche tu, visto che sei suo amico da tanto, potrei provarci o in alternativa potrei tentare di trovare qualche buona pista che ci metta sulle traccie di qualcosa di veramente prezioso e sostanzioso. Qualcosa per cui valga la pena cercare".

"Un colpo alla botte e uno al cerchio, in definitiva!" - commentò Jack. Poteva aver senso... Trovare buone piste avrebbe permesso a Jack di inseguire la strada che aveva deciso prima della partenza, senza fargli cambiare idea dai suoi propositi originali e permettendo loro di non girare a vuoto.

Lina annuì. "In definitiva, sì! In caso contrario, se non trovassimo niente di interessante però, io potrei solo consigliarlo ma non insisterei per fargli cambiare idea. Come ti ho detto, è la sua missione questa, non la mia!".

Daryl la fissò negli occhi. "Lina avanti, non prendiamoci in giro! Tu se volessi, coi tuoi poteri, potresti recuperare la Perla Nera in un niente".

"E' vero, potrei... Ma non lo farei nemmeno se fosse Jack in persona a chiedermelo. La deve recuperare LUI, quella nave!".

Daryl fece un sorrisetto irriverente. "Sei diventata saggia, te ne devo rendere merito! Potresti in effetti, se tirassi fuori un pò le palle e non te ne stessi mogia come hai fatto fin'ora, essere una buona sostituta di Elizabeth!".

Lina si accigliò. Già, Elizabeth... Jack gliene aveva parlato ad inizio viaggio e le aveva fatto piacere conoscerla. A pelle, sentiva di avere molto in comune con lei. Anche se, la sua storia, per certi versi le sembrava davvero misteriosa. "Cosa sai di lei, Daryl?".

"Oh beh, Elizabeth è una piratessa nata! Non farti ingannare dalla sua immagine di madre, lei è una forza della natura! Ha sottomesso e comandato i pirati della peggior specie, non temeva nulla in mare. Aveva il loro rispetto, la temevano... E' una delle persone più coraggiose che abbia mai conosciuto!".

"Non mi dire Daryl, ci hai provato anche con lei..." - commentò Lina, fiaccamente. Si, in fondo conosceva Daryl...

Ma l'uomo la stupì. Scosse la testa, deciso. "Oh no, non con Elizabeth. Quella mi avrebbe fatto a pezzi. Ed è sempre stata perdutamente innamorata di Will Turner, non avevo speranze. Troppo faticoso provarci con lei. E non avrei concluso niente!".

Lina assunse un'aria interessata e curiosa. "Will Turner è? Il padre di suo figlio? Quello che rivede ogni dieci anni?". Quella storia la incuriosiva un sacco...

Daryl scosse la testa. "Esatto Lina. E' una storia oscura e di cui non amo parlare molto. Will era un amico per me e la sua assenza mi pesa. Come pesa ad Elizabeth e a Jack. Ma sai, ogni scelta comporta delle conseguenze. Ma ricordo che siamo stati una grande squadra, noi, sulla Perla Nera".

Lina lo fissò, stranamente ammirata. A volte Daryl riusciva ad essere profondo. Certo, MOLTO, raramente. Ma evidentemente aveva anche lui affetti e amicizie a cui teneva. In fondo, alla fine una morale ce l'hanno tutti, no? "Beh, ti ringrazio della spiegazione. Per quanto riguarda Jack, ti prometto che cercherò di inventarmi qualcosa, contento?".

Daryl sospirò. "Brava!" - sussurrò appoggiandole la mano su una spalla. "E qualunque cosa tu abbia, su col morale!".

"Ma... Daryl, sei davvero preoccupato per me?". Era incredula.

L'uomo sospirò. "Sai, io ho sempre tenuto a te, anche se non ci credi! Cioè, ho imparato ad apprezzarti, conoscendoti".

Lina sorrise. "Beh... Apprezzo lo sforzo, Daryl! E anche il fatto che fin'ora non hai cercato di portarmi a letto! Soprattutto di questa cosa, te ne sono AMPIAMENTE grata!".

Daryl sbuffò. "Oh avanti, non ho speranze nemmeno con te! C'è qui il tuo principe azzurro che ti protegge, no?" - disse, riferendosi a Gourry e facendola arrossire. "E poi... sono più concentrato su Alix in questo momento!".

A quell'affermazione, Lina ridacchiò. "Alix? Vuoi portarti a letto Alix? Daryl, riponi ogni speranza, te lo consiglio!".

Daryl arrossì. "Non è che voglio portarmela a letto... Cioè, vorrei ma...".

Lina spalancò gli occhi, sorpresa. Il tono di Daryl era stranamente serio... Ohoh, a quanto sembrava, qualcuno si stava innamorando... "Ti piace davvero? Oh santo cielo, Daryl... Ti farà a pezzi!".

"Beh... Guarda che sono serio, Lina! Talmente serio che da quando la conosco, non sono più andato in un bordello. Nemmeno quì, a Ihurun!".

Lina lo guardò storto. "Certo, sai che sforzo! Quest'isola è un buco, non ci sono bordelli quì!".

Daryl arretrò di qualche passo. Colto in castagna! "Ecco ma... se ci fossero, io non ci andrei!".

Lina scoppiò a ridere. Di gusto, come non le succedeva da tanto. "Ahah, Daryl spero tu sia conscio che Alix ti spezzerà le ossa, una ad una! Buona fortuna, comunque! Devi impegnarti, se vuoi che almeno ti degni di uno sguardo...".

"Come sei carina..." - commentò lui, sarcastico.

La maga sospirò, appoggiando una mano sulla guancia dell'uomo. "Sono sincera! Sei un idiota e non ho idea di come tu possa convincere Alix del contrario. Ma..." - la sua espressione si fece seria e il suo sguardo si addolcì – "Ti ringrazio per esserti preoccupato per me. Lo apprezzo, davvero!".

Daryl annuì. La vicinanza con Lina riusciva sempre, nonostante fossero passati anni, a turbarlo. "Beh... ora vai a mangiare, dai! Se no rischi di digiunare davvero! E entrambi rischiamo di diventare sdolcinati e patetici. Non sarebbe da noi, giusto?" - disse, improvvisamente in imbarazzo.

Lina annuì, sorridendo. "Giusto! Per una volta, ti do ragione". E sparì nella rampa di scale, decisa a raggiungere la veranda. La fame la stava divorando!

Uscì all'esterno, venendo investita dai forti raggi di sole e dal caldo che le baciava la pelle. Era una sensazione piacevole, dopo tutto. E la giornata era splendida, serena e dal cielo limpido e terso. La spiaggia era deserta e il mare era di uno splendido colore azzurro, trasparente. Camminò sulla veranda e poi raggiunse gli scalini in legno che portavano alla spiaggia. E vi trovò Gourry, seduto su di essi, che mangiava tranquillamente uno strano frutto bianco dalla buccia marrone. Ne aveva visti molti di quei frutti sulle palme, quando erano arrivati giorni prima, notò fra se e se. E a giudicare dall'aria soddisfatta dello spadaccino, dovevano essere davvero buoni.

Sentendola arrivare, Gourry si voltò verso di lei, sorridendo. "Hei finalmente! Buon giorno, Lina!".

La maga si sedette accanto a lui, indiscutibilmente interessata al frutto che il suo amico teneva fra le mani. Non poteva farci niente, aveva una fame da lupi! "Buongiorno un corno! Sto morendo di fame, perchè non mi hai svegliata all'ora di pranzo e cena, ieri? Daryl mi ha detto che ho dormito più di un giorno". In effetti era ancora sconvolta dalla cosa. Non si era resa conto di essere tanto stanca, prima di scoprire che aveva dormito più di trenta ore. Il suo stomaco brontolò. "Accidenti Gourry, è dalla 'fantastica' cena coi miei 'amatissimi' quasi-suoceri che non metto niente sotto i denti, in questo momento divorerei di tutto!".

Gourry ridacchiò. Era incuriosito dallo strano rapporto di Lina con gli Hayden, in effetti. E gli faceva piacere che lei ne parlasse tanto tranquillamente in quel momento, dopo le lacrime versate la notte precedente. E che avesse appetito! "Scusa! A dire il vero ho pensato di svegliarti ma poi ho capito che se dormivi tanto, evidentemente ne avevi davvero bisogno e ti ho lasciato stare, tranquilla. E ho impedito a chiunque di venirti a disturbare".

"Oh...". Lina sorrise. Gourry sapeva essere davvero dolce e le piaceva il modo in cui si stava prendendo cura di lei. Era tutto così strano e aveva avuto paura, la sera precedente, quando gli aveva raccontato tutto... Che il loro rapporto cambiasse, che LUI cambiasse nei suoi confronti, dopo aver saputo di Yonas. Beh, era evidente che non era così, Gourry era sempre lo stesso uomo, limpido, buono e gentile. E questo le faceva piacere e la faceva star bene. Si rese conto che senza di lui, in quel momento della sua vita, sarebbe stata davvero persa. Gli si avvicinò, dandogli un bacio sulla guancia. "Ti ringrazio, guardia del corpo!" - gli sussurrò piano, in un orecchio.

"Beh, prego!". Guardia del corpo... Erano talmente tanti anni che non lo chiamava a quel modo... Prese il frutto che teneva fra le mani, dandogliene alcune fette. "Prendi, è molto dolce. Se hai fame, questo andrà benissimo!".

Lina osservò il frutto fra le sue mani. Aveva una consistenza dura e un profumo dolcissimo. "Cos'è?".

Gourry alzò le spalle. "Lo chiamano cocco. E' buono, appena colto, se lo tagli a metà, puoi berne anche il latte contenuto all'interno".

Lina addentò una fetta di cocco. Gourry aveva ragione, il gusto era fantastico.

"Ti piace?" - chiese lo spadaccino.

Lina ridacchiò. "Si! Ma ne mangi ancora?" - disse, indicando le altre fette a lato dello spadaccino.

Gourry sospirò. Erano alle solite! "No, ormai sono pieno. Tieni!" - sussurrò, passandogli tutte le altre fette.

Lina addentò il cocco, fetta per fetta. Era fantastico! Non sapeva se fosse dovuto alla fame o al fatto che quel frutto tropicale era davvero buono ma... le sembrò che il suo stomaco rinascesse. Finito di mangiare, si stiracchiò. "Ora sì che sto bene!".

"Mi fa piacere! Almeno ora potrai aiutarmi a fare qualcosa di utile!". La voce di Daryl arrivò alle loro spalle. Si era cambiato, mettendosi una semplice camicia da lavoro.

"Che dovrei fare, scusa?" - chiese Lina, accigliata. Uffa, quel giorno Daryl era una persecuzione!

Daryl scosse la testa, sospirando. "Jack ha intenzione di partire oggi pomeriggio, prima del tramonto. E' già al porto a caricare le provviste che abbiamo recuperato ieri, mentre tu, principessa, dormivi tranquilla. Servono mani per caricare la nave, quindi ora alzerete le chiappe e verrete con me al porto a lavorare!".

Lina sbuffò. Odiava il lavoro fisico. Cercò lo sguardo di Gourry, sperando che lui le desse un qualche appiglio e trovare una scusa per non andare con Daryl. Ma lo spadaccino si era già alzato, pronto a fare il suo dovere. Beh, Gourry non si tirava mai indietro, quando c'era da lavorare.

Fu Alix a toglierla dall'impaccio. Arrivata dalla spiaggia con indosso uno striminzito bichini rosso, la salutò affettuosamente. "Lina, finalmente sei sveglia! Mi sei mancata!". Esclamò, allegra.

Daryl deglutì. Alix in costume da bagno era... da urlo.

La ragazza ssi accorso del suo sguardo sognante e lo prese ad osservare, con fare ammiccante. Era ora di approfittarne, anche perché immaginava cosa volesse Daryl da loro, in quel momento. "Non sarai mica venuto quì per farci lavorare, vero Daryl? Insomma, con questo splendido sole, volevo approfittarne per stare un po' in spiaggia ad abbronzarmi e a sistemare le mappe che ho disegnato fin'ora... Ma se proprio vuoi che venga a rovinarmi le unghie e le mani con i lavori pesanti..." - concluse con fare triste e civettuolo insieme.

Daryl deglutì, mentre Lina e Gourry osservavano la scena, incuriositi e divertiti. "Ma... ma no Alix, tu hai il tuo lavoro da fare. Con le mappe, intendo... Sta pure quì tranquilla, mi aiuteranno Lina e Gourry a caricare le provviste".

Alix, a quelle parole, si voltò furtiva verso Lina, stizzandole l'occhio. "Oh Daryl, insomma! Vuoi dirmi che un uomo valoroso e forzuto come te, ha bisogno di aiuto per caricare due o tre casse di viveri? Ti pensavo più virile, mi deludi..." - commentò, con voce sensuale.

Lina si voltò verso il cacciatore di tesori, pronta a sfruttare fino in fondo l'aiuto che le offriva Alix. In fondo, in virtù della loro conversazione di poco prima... "Già Daryl... faresti una ben misera figura se ti farai aiutare da noi. La tua virilità che fine ha fatto?".

Alix lo fissò in viso, avvicinandosi a lui di qualche passo. Gli fece scorrere l'indice della mano su una guancia, piano, con fare ammiccante e provocatorio. "Credo che... se facessi da solo, ne sarei piacevolmente colpita... O non ce la fai?".

Daryl assunse un'aria fiera. Oh, lo sapeva che lo stavano usando ma... come resistere alla dolce e splendida Alix? In costume da bagno, poi... "Alix, posso fare tutto da solo, anche senza Jack! Vedrai...". Poi si voltò verso Lina e Gourry. "Avete la giornata libera, fate quel che volete. Ma mi raccomando, cercate di essere puntuali, alle cinque del pomeriggio vi voglio al porto!".

"Agli ordini!" - commentò Lina, divertita.

Daryl sparì di corsa sulla spiaggia e quando se ne fu andato, la maga e Alix si guardarono in faccia, scoppiando a ridere, mentre Gourry le guardava con gli occhi spalancati. "Siete... siete perfide, lo sapete?".

Alix gli si avvicinò, dandogli un pizzicotto sul braccio. "E smettila! Ti ho risparmiato un bel po' di lavoro! Per fortuna che Lina mi ha retto il gioco... Voi maschi siete troppo poco calcolatori e non sapete cogliere le occasioni. Avete un modo di ragionare così elementare...".

"Noi maschi siamo poco perfidi, vorrai dire..." - ribattè Gourry, divertito nonostante tutto. "Daryl a me non è mai piaciuto ma... ecco... così mi fa quasi pena!".

Alix sbuffò. "Beh, io me ne torno in spiaggia. Lina, vuoi venire con me a prendere un po' di sole?".

La maga scosse la testa. "Mh, no grazie! Preferisco farmi una passeggiata a Ihurun, in fin dei conti non l'ho ancora vista bene. Così più tardi faccio un salto al porto. Nonostante tutto, vorrei appurarmi che Jack e Daryl non carichino solamente bottiglie di rum, lasciandoci a secco di cibo. Con quei due non si sa mai e io non vorrei rischiare di patire la fame".

Alix sorrise. "Come vuoi! Allora, ci vediamo dopo". Con un salto scese dagli scalini, sparendo nella sabbia bianca.

Gourry la fissò, pensieroso. "Si sa divertire, lei".

Lina annuì. "Sì, Alix ha un meraviglioso stile di vita! Sa godersela".

Gourry la guardò. Lina sembrava tranquilla, serena, quella mattina. Era stato così peroccupato per lei, il giorno precedente. E ora si sentiva rincuorato nel vederla in piedi e grintosa. "E tu invece, tutto ok?".

Lina ricambiò il suo sguardo, tornando seria. Sapeva a cosa alludeva... "Si, è stato un buon risveglio. Grazie Gourry...".

"E di che?". Con un gesto gentile, lo spadaccino le accarezzò i capelli. "Non ho fatto niente di particolare in fondo, ti ho solo ascoltata".

Lina scosse la testa. Era bello, pulito, semplice il modo di ragionare di Gourry. Sapeva fare cose bellissime per gli altri, quasi senza rendersene conto. Gli veniva naturale... E non chiedeva mai nulla in cambio. "Sai, in realtà sono poche le persone che sanno ascoltare per davvero".

Gourry ricambiò il suo sguardo, pensieroso. Poi sorrise, tranquillamente, lasciando cadere il discorso. "Posso accompagnarti, nella tua passeggiata?".

"Direi di sì, se ti va!".

Lo spadaccino sorrise, le porse la mano e la aiutò a rialzarsi dagli scalini su cui era seduta. "Su, andiamo! Se seguiamo la spiaggia, in circa un paio d'ore gireremo tutta l'isola. Ihurun è davvero piccola, non ci vuole molto a visitarla tutta. Ieri l'ho esplorata un po'".

Lina osservò il mare limpido. Sì, in fondo non le avrebbe davvero fatto male fare due passi. Si incamminarono tranquilli e in silenzio, camminando a piedi scalzi sul bagnasciuga. L'acqua cristallina lambiva i loro piedi, massaggiandone le caviglie e i polpacci. I gabbiani svettavano alti in cielo e parevano accompagnarli nel loro cammino. "E' davvero bello, quì. L'altro ieri non mi ero accorta di quanto quest'isola fosse affascinante".

"Già". Gourry si stiracchiò, rilassato. Aveva sempre trovato molto piacevole camminare con Lina e in fondo era davvero da tanto tempo che non lo facevano, insieme. Così, senza nessun fine... Camminare e basta, godendosi la strada che si dipanava davanti a loro...

Guardò la maga e si accorse che quella mattina sembrava davvero serena. Oh almeno, molto più di quanto lo fosse stata dall'inizio di quel viaggio. E in quel momento capì che ne era sicuro, lei ce l'avrebbe fatta! Quella mattina Lina sembrava attiva, aveva appetito, aveva finalmente voglia di fare qualcosa. Certo, una semplice passeggiata ma... era già una conquista, considerando il fatto che la notte precedente, fra le sue braccia, aveva desiderato gettare la spugna e tornare a casa sua e di Yonas. Beh, vedere quel viso sereno e quello sguardo intelligente, di chi sta macerando nella mente qualcosa, lo faceva sentire più leggero e meno preoccupato. "A cosa stai pensando?" - chiese, incuriosito. La conosceva dannatamente bene e sapeva che quando lei aveva quel cipiglio assorto, il suo cervello stava macchinando qualcosa.

Lina sospirò, guardandolo in viso. "Beh, a niente di particolare. Solo, a una cosa di cui ho parlato con Daryl stamattina. Si insomma, stavo riflettendo sulle modalità di questo viaggio e su come rendere la nostra traversata il più produttiva possibile. Per tutti".

"Mh... Che ti ha detto Daryl, stamattina?".

"Niente di che. Solo, mi ha fatto notare che in effetti stiamo viaggiando un po' alla cieca e che così non verremo mai a capo di niente. E che sono troppo remissiva e lascio tutto nelle mani di Jack, invece che proporre idee alternative, come mio solito. In fondo, penso che abbia ragione. Ci sarebbero mille modi più efficaci di riprenderci la Perla Nera, che la ricerca disperata di oro, da parte di Jack".

Gourry sbuffò. Beh, in effetti era d'accordo su quel discorso... Però, in un certo senso era preoccupato. Quando Daryl si avvicinava troppo a Lina, quando si trovavano a collaborare gomito a gomito, di solito succedevano macelli. Avevano una strana e deleteria alchimia, quei due... Certo, Lina ormai sapeva come tenergli testa e di certo Daryl era l'ultimo dei suoi pensieri ma... era meglio stare con gli occhi aperti. "Avete parlato solo di questo?" - chiese, cauto.

Lina si accigliò. Mh, quella domanda di Gourry, posta in quel modo, con quel tono... Era inutile, non sarebbe mai corso buon sangue, fra lui e il cercatore di tesori. E in fondo ne capiva appieno i motivi. "Sì, solo di questo. E del fatto che si è preso una cotta per Alix" – aggiunse, forse per tranquillizzarlo e fargli capire che no, non ci sarebbero stati problemi fra lei e Daryl.

"Cosa?". Gourry scoppiò a ridere. "Una cotta, Daryl? Per Alix? Beh, digli pure che non ha speranze, con lei".

Lina ridacchiò. "Si, è più o meno quello che gli ho fatto capire".

"E per il resto, che gli hai risposto? Per Jack, intendo...".

La maga alzò gli occhi, guardando il cielo azzurro sopra di loro. "Gli ho detto che dobbiamo trovare qualche buona pista, qualcosa che valga davvero. Se Jack vuole trovare qualcosa di prezioso per recuperare nave ed equipaggio, tanto vale puntare su qualcosa che valga davvero. Oppure, l'alternativa valida, sarebbe uno scontro fra Jack e il suo rivale. Chi vince, si prende tutto. E' un rischio ma da sempre, credo che sarebbe la soluzione più logica. L'ho sempre pensato, da quando siam partiti da Seyruun... Non ho detto nulla perché credo che Jack debba prendere da solo le sue decisioni ma... forse sarebbe buona cosa dargli qualche suggerimento".

Gourry sorrise, più tranquillo di quanto fosse pochi istanti prima, quando Lina gli aveva parlato di Daryl. "Sai, sono contento. A quanto pare, nonostante tutto, il tuo cervello ha pensato a tutti gli aspetti di questa missione, nelle settimane in cui siamo stati in viaggio. Come hai sempre fatto da quando ti conosco, del resto! Sei sempre stata una grande stratega e non hai pensato solo a Yonas in questi giorni, anche se sembravi completamente assorta dalla vostra storia. Significa che non hai perso il tuo smalto".

"Beh, ti ringrazio, Gourry". Gli piaceva... Che Gourry non avesse perso la fiducia che riponeva in lei da sempre, era già una gran cosa! La faceva star bene, quella consapevolezza. "Avrei dovuto cercare qualcosa di interessante a Tortuga. Lì sicuramente c'erano biblioteche dove potevo trovare informazioni utili su queste isole. Quì a Ihurun non credo che troverò qualcosa, dannazione! Tu hai detto che ieri sei stato in giro, a perlustrare l'isola. Sai se ci sono biblioteche, anche piccole, quì?".

"Beh...". Gourry deglutì... "Ecco... a dire il vero non mi ha nemmeno sfiorato il cervello, di chiedere in giro se ce ne fossero...". Biblioteche – uguale – libri... Binomio che non aveva mai amato molto, fin da piccolo.

Lina sospirò. In fondo era anche divertita, Gourry non sarebbe cambiato mai. "Lo immaginavo..." - commentò fiaccamente. Fece per aggiungere altro, ma la sua attenzione fu catturata da due figure sulla spiaggia, a diverse decine di metri da loro. Una donna non più giovane, giocava sul bagnasciuga con una bimba molto piccola. Serene, modellavano la sabbia, mentre le onde facevano il solletico ai piedini della bambina che rideva divertita, muovendo le gambine. "Aubree e Margareth?!". Non poteva crederci. Margareth sulla spiaggia, seduta nella sabbia, che faceva giocare Aubree? Se gliel'avessero raccontato, non ci avrebbe mai creduto!

Gourry accortosi del suo sguardo stupito, osservò le due figure da cui era stata catturata l'attenzione di Lina. E riconobbe la moglie dell'ambasciatore incontrato due giorni prima su quella stessa spiaggia. Ora lo sapeva, era la madre di Yonas, quella. E la bambina era Aubree, la piccola a cui Lina era tanto affezionata. Deglutì. Forse non era il caso, forse sarebbe stato meglio non incontrarle. Lina avrebbe sofferto nuovamente, separandosi da quella bambina. E le sue ferite si sarebbero riaperte... Non voleva che succedesse, sembrava tanto serena quella mattina. "Lina...". Fece per fermarla ma la ragazza, senza ascoltarlo, andò verso Margareth e Aubree, quasi fosse in tranche. Con un sospiro, Gourry la seguì. Doveva essere pronto a tutto.

Accortasi della sua presenza, quando le fu davanti, Margareth la fissò, sorpresa. Poi le sorrise. "Lina... Non mi aspettavo di rivederti quì. Pensavo fossi già ripartita".

Lina annuì, poi si inginocchiò davanti ad Aubree che, appena l'ebbe vista, le andò incontro gattonando. Le mise le braccia al collo, rise e si arrampicò su di lei, lasciandosi prendere fra le braccia. "Parto oggi pomeriggio". Sorrise, stringendo a se la piccola. Era felice perché finalmente vide che Aubree aveva una mamma, che Margareth si stava impegnando. Non avrebbe mai creduto di poterla vedere su una spiaggia, alla faccia delle etichette dell'alta società, con abiti semplici, intenta a far giocare la sua bambina. Forse... forse potevano davvero farcela, gli Hayden, forse Yonas ci aveva visto giusto. Nonostante la sua ritrosia verso di loro, forse Margareth poteva davvero crescere quella bambina. E magari anche Gotfried, con un po' di impegno. "Nemmeno io credevo di rivedervi quì. Stavo andando verso il porto, a controllare che tutto fosse a posto per la partenza. Vi ringrazio ancora per il lasciapassare" – mormorò.

Margareth le sorrise e si avvicinò, sistemando un ciuffo ribelle dalla frangetta di Aubree. "Oh, io e lei veniamo quì tutte le mattine a giocare. Ad Aubree piace molto rotolarsi nella sabbia e credo che stare all'aria aperta le faccia bene. E poi, mi diverto anch'io. Questa bambina mi fa sentire viva, mi ha fatta rinascere e ringiovanire".

Lina annuì, poi mise la piccola nella sabbia, perché continuasse a giocare. Si sedette davanti a lei e Aubree gattonò fino alle sue ginocchia, arrampicandosi su di lei ed abbracciandola. La ragazza si lasciò cadere nella sabbia, ridendo, mentre Aubree si aggrappava alle sue spalle, tentando di giocare coi suoi lunghi capelli rossi.

Gourry si mise in disparte, sedendosi sotto una palma. In realtà si sentiva di troppo, a disagio in quel momento. Quella era stata la famiglia di Lina nei tre anni precedenti, era imbarazzato. Ma anche curioso... Osservò Margareth. Dai suoi racconti, Lina non sembrava avere avuto un buon rapporto con lei ma in realtà a lui quella donna sembrava, a prima vista, pacata e gentile. E soprattutto, sembrava davvero affezionata a Lina, contenta di rivederla. Ma quello che lo colpiva di più erano i suoi occhi. La stessa espressione, lo stesso dolore celato e onnipresente che aveva notato negli occhi del padre di Madeline, dopo la sua morte. Quella donna si portava dietro un dolore che l'avrebbe logorata per sempre e poteva solo immaginare cosa avesse provato negli anni, davanti alla malattia del figlio. Probabilmente lei e Lina erano molto diverse per carattere e non si erano mai capite perché avevano modi di fare e di affrontare le cose, totalmente opposte. E sicuramente non si erano mai parlate apertamente, rimandendo ognuna rintanata nel proprio dolore e non percependo quello degli altri. Non erano state ne complici ne alleate ma mai nemiche, realizzò.

Poi guardò Lina. Rideva, giocando con Aubree... Rideva felice, come non la vedeva da tantissimo tempo. Sembrava così serena, con quella bambina fra le braccia, così a suo agio, così naturale nel suo rapporto giocoso con lei. Doveva amarla molto quella piccola e probabilmente gli Hayden avevano sbagliato, non avrebbero dovuto permettere che lei le si affezionasse tanto, sapendo poi che se ne sarebbero andati. Ma indipendentemente da ciò, era bello vederle insieme. Forse per Lina era stato un bene rivederla, realizzò. Perchè Lina ne aveva bisogno, di ridere e giocare con lei! Aubree era stata la sua ancora di salvezza in fondo, quando Yonas era morto. Le lasciò giocare insieme, stando in disparte, sperando con tutto il cuore che poi Lina fosse capace di separarsene, senza sprofondare nuovamente nella disperazione, come era successo la sera prima.

"Hei Gourry, che ci fai lì tutto solo?" - chiese improvvisamente la maga, notandolo in disparte, seduto sotto la palma.

Gourry si grattò la guancia, imbarazzato ed indeciso su cosa risponderle. "Beh ecco... niente di che" – borbottò.

Margareth, accortasi solo in quel momento di lui, lo guardò incuriosita. "Oh, lo ricordo! E' uno dei tuoi amici, giusto Lina?".

Lina si tirò su, sedendosi più composta nella sabbia, con Aubree fra le sue braccia. "Sì. Lui è Gourry Gabriev, un mio vecchio e caro amico. Un ottimo spadaccino, il migliore, direi".

Margareth annuì e lo salutò con un cenno del capo. "E' un piacere conoscerti, Gourry Gabriev".

"Hei Gourry, non startene lì!" - lo ammonì di nuovo Lina, rialzandosi dalla sabbia.

Lo spadaccino sospirò, poi si avvicinò a loro, controvoglia. Beh, gli toccava! Le andò a fianco, osservando incuriosito Aubree. Non ci sapeva per niente fare coi bambini ma quella piccoletta era in effetti molto carina, col suo visino rotondo, i suoi occhi vispi e i capelli color miele, liscissimi, che le contornavano le guancie.

Margareth sorrise. "Lina, se vuoi puoi tenerla qualche ora! Hai detto che partirete oggi pomeriggio, giusto? Credo che Aubree sarebbe davvero contenta di stare con te per un po', come a Zephilia".

Lina spalancò gli occhi. "Davvero?".

"Certo tesoro!". Margareth le si avvicinò, accarezzandole dolcemente una guancia. "Sei stata la prima, fra noi, a prenderti cura di lei e nessuno sa farci quanto te, con Aubree. Se ne hai voglia, portala pure con te a passeggio. In fondo, una volta che sarai partita, non vi rivedrete per molto".

Lina deglutì, stringendo a se Aubree. Era tentata, dannatamente tentata... Ma... Scosse la testa. "Meglio di no" – rispose, risoluta. Era grata a Margareth per quella proposta e le costava non accettare ma quando era arrivata aveva visto Aubree felice con lei, le aveva viste giocare insieme, serene, complici. Ed era giusto così! Margareth era sua madre ed era giusto che fosse lei e solo lei il perno della vita di Aubree, il suo più grande affetto. Era ora che lei si facesse da parte. Se n'era presa cura quando era piccolissima, quando gli Hayden e Yonas non erano stati in grado di farlo. Ma ora... ora era il loro momento, con lei. Doveva separarsene, allontanarsi da lei...

"Lina, perché no?". Margareth era stupita.

Lina sorrise, tristemente, porgendole la bimba. "E' giusto così, Margareth. Deve stare con voi, adesso. Manterrò la promessa che vi ho fatto, giuro che non sparirò dalla vita di Aubree e che per lei ci sarò sempre, se ne avesse bisogno. Ma ora... ora è giusto che stia con voi, che consideri lei e suo marito la sua unica famiglia e il suo più grande affetto. Mi costa lasciarvela ma è vostra e io devo andare per la mia strada".

Margareth non rispose. Annuì silenziosamente, capendo fino in fondo il perché di quel rifiuto. Lina stava facendo violenza a se stessa nell'allontanarsi da Aubree e lo stava facendo per il bene suo e per quello della piccola. "Sei davvero una brava persona Lina e non mi stupisco che Yonas ti amasse così tanto" – commentò sotto voce, commossa. Era come se la stesse conoscendo per la prima volta... Era come se in quel momento la stesse guardando con gli occhi di suo figlio.

"Già". Lina abbassò lo sguardo. Di nuovo quel dannato groppo alla gola... Fu Gourry a salvarla dallo scoppiare nuovamente a piangere. Dolcemente le mise una mano sulla spalla, imponendole di alzare il viso.

"Andiamo al porto, ora?" - le chiese gentilmente.

"Sì, forse è meglio" – rispose, grata che la stesse aiutando in quel momento. Gourry era sempre così ricettivo, verso i suoi stati d'animo...

"Buona fortuna allora, Lina" – mormorò Margareth, stringendo Aubree a se.

La maga diede un'ultima occhiata alla bambina. Era ora, doveva salutarla... Le diede una carezza sulla testolina, le baciò la fronte e Aubree reagì guardandola incuriosita. Poi le sorrise, mostrandole i due dentini che le erano cresciuti nell'arcata inferiore, proprio nel mezzo. "Fai la brava, piccola mia!" - sussurrò sotto voce. Poi diede un'ultima occhiata a Margareth. "Io la mia promessa la manterrò. Voi mantenete la vostra. Trattatela bene, siate dei buoni genitori. E soprattutto, siate presenti con lei".

"Faremo del nostro meglio" – ribadì Margareth, seria.

Lina non aggiunse altro. Con un cenno del capo le salutò, poi a passi veloci riprese a camminare sulla sabbia. Il porto, doveva andare al porto... Lontano da lì, a perdersi nei discorsi sconclusionati di Jack Sparrow e nelle mirabolanti storie d'amore non corrisposte di Daryl. Ecco... in quel momento gli sarebbero andati bene anche quei due, per dimenticare, distrarsi.

Gourry le si affiancò, prendendole un polso e costringendola a fermarsi. "Lina...".

"Cosa?".

Lo spadaccino si morse il labbro. Sembrava nuovamente triste Lina, ora, e sapeva il perché. Sapeva, poteva intuire cosa l'avesse spinta a rifiutare, benché desiderasse tenere Aubree con se più di qualsiasi altra cosa. Vedendola giocare con quella bambina, poco prima, aveva visto tanto nitidamente, tanto distintamente la donna che Lina era diventata, la persona splendida, dolce e matura che ora era. Sembrava tanto adulta, ormai... Adulta e pronta a farsi da parte, pur soffrendo, per il bene delle persone che amava. Con Yonas era cresciuta molto, rapporandosi col dolore degli altri, imparando a farsene carico e a sacrificarsi senza ottenere nulla in cambio. La abbracciò, stringendola a se, accarezzandole i capelli. "Sono davvero fiero di te!" - le sussurrò.

Lina affondò il viso nel suo petto. No, non avrebbe pianto, non quel giorno! Era giusto così, che Aubree stesse con sua madre. Aveva fatto la scelta giusta e non aveva senso mettersi a frignare. Annuì, sollevando il viso verso Gourry e guardandolo con determinazione e gratitudine. "Ti ringrazio ma ora...". Si staccò da lui, riprendendo possesso di se stessa. "Ma ora andiamo al porto, dai... Abbiamo da fare".

Gourry annuì. Per Lina il discorso su Aubree era chiuso, evidentemente. Non voleva parlarne e avrebbe rispettato la sua decisione.

Camminarono in silenzio fino al porto, non incontrando più nessuno sulla spiaggia. Gourry, silenzioso, osservò il viso di Lina rasserenarsi, passo dopo passo. E tirò un sospiro di sollievo. Per quanto doloroso fosse allontanarsi da Aubree, lei sapeva farvi fronte.

Arrivarono al porto dopo diverse decine di minuti. C'era un via vai esiguo, poca gente e poche navi e anche il piccolo borgo abitato sembrava quasi deserto. Era ora di pranzo, forse era normale che ci fossero così poche persone in giro. Ihurun doveva comunque essere davvero un mortorio! Solo le voci in lontananza di Jack e Daryl, rompevano quella monotonia e quel silenzio.

"Seguiamo le loro voci e li troveremo!" - commentò Lina sarcastica. Quei due si facevano riconoscere ovunque!

Gourry annuì e si incamminarono sulla banchina, fra casse di legno e ormeggi. E finalmente li videro, il pirata e il cercatore di tesori, intenti a lavorare e a caricare merce sulla nave.

Daryl li notò per primo. "Hei, la principessina e lo spadaccino sono venuti ad aiutarci! Jack, guarda chi c'è!" - urlò al pirata che doveva essere salito a bordo della nave.

Dal parapetto, Jack si sporse. "Hei, ragazzi! Siete venuti a dare una mano?".

Lina sbuffò. "A controllarvi, a dire il vero! Volevo essere sicura che caricaste anche del cibo, oltre al rum!".

"Hai fatto bene!" - commentò una voce femminile ed allegra, dalla nave, alle spalle di Jack.

Lina spalancò gli occhi. Quella voce era di...

Dal nulla, Elizabeth sbucò a fianco di Jack, appoggiandosi al parapetto ed osservandoli dall'alto dell'imbarcazione. "Ciao Lina, è un vero piacere rivederti! Capiti davvero a proposito! Ero venuta a parlare con Jack ma in realtà speravo proprio di trovare te. Sono davvero contenta che tu sia quì".

Lina si accigliò. Era davvero sorpresa di trovarsela davanti. "Beh, fa piacere anche a me rivederti! E a questo punto, sono anche curiosa di sapere cosa devi dirmi".

Elizabeth sorrise, furba. Poi con un gesto agile e veloce, scavalcò il parapetto della nave e saltò giù, sul molto, davanti a Lina e Gourry.

Lina la osservò in silenzio, pensierosa. Non aveva il figlio con se, era atletica, in gamba e sapeva come muoversi su una nave. Ripensò al racconto di Daryl di qualche ora prima e capì che il suo compagno di viaggio non aveva esagerato, parlandogli di lei. Elizabeth doveva essere tremendamente in gamba... E Jack sembrava davvero rispettoso e ammirato da lei.

"Lina, ascolta quello che ha da dirti!" - urlò Jack dalla nave – "Ha qualcosa di interessante da mostrarti e da darci. Dicci se ne vale la pena, l'esperta nel campo sei tu!".

Daryl diede alla maga una veloce occhiata, implorandola silenziosamente di fare quanto le veniva chiesto dal pirata. "Dimmi pure!" - disse infine ad Elizabeth, curiosa.

Elizabeth tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo papiro ingiallito. "Volevo mostrarvi questo. L'altro ieri, tornando a casa e ripensando al nostro incontro e ai piani di Jack, mi sono ricordata di averlo e ho pensato che forse potrebbe tornarvi utile" – commentò, porgendolo a Lina. "Quando ero incinta, sono stata a Tortuga un paio di mesi. E ne ho approfittato per girare e studiare un po' di testi antichi nelle biblioteche delle città. Si trovano un sacco di cose interessanti sulla pirateria e molti manufatti veramente datati sui pirati che hanno solcato questi mari secoli fa. E mi è caduto l'occhio su questo, curiosando fra i reperti attribuiti al pirata Jean Morgan. Era un pirata piuttosto famoso e misterioso, vissuti parecchi secoli fa e su cui si narrano mille leggende" – concluse, indicando la piccola pergamena che aveva dato a Lina.

La maga osservò attentamente quanto le aveva consegnato Elizabeth. Era davvero incuriosita da quello strano mondo di pirati che stava scoprendo pian piano. "Posso srotolarla?" - chiese.

"Ovviamente!".

Lina sciolse il nastro rosso che teneva arrotolato il documento e aprì piano la pergamena. Era ingiallita e la carta sembrava davvero consumata dal tempo. Se non la maneggiava con cura, avrebbe rischiato di romperla. Sembrava davvero antica. Diede una veloce lettura alle poche frasi contenute in essa, dando la giusta attenzione ad ogni singola parola. Se Elizabeth era stata colpita da quella pergamena, doveva essere qualcosa di davvero interessante. Benché non la conoscesse, in un certo senso si fidava di lei, del suo sesto senso e del suo occhio critico. Lesse le iscrizioni, attentamente.


"La ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più effimere. Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una risposta. Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi sarà data. Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".


Lina si accigliò. In realtà doveva analizzare con più attenzione quella pergamena, non ci aveva capito molto ma... era un qualcosa di estremamente interessante. Non sapeva il perché ma aveva il sospetto che, senza la minima fatica, aveva finalmente trovato una buona pista da seguire, per la missione di Jack Sparrow. Certo, doveva studiarla attentamente e non giudicare quella pergamena su due piedi ma... si sentiva ottimista!

Elizabeth la precedette, nel commentare quel documento. "Il mio sesto senso di regina dei pirati, mi ha suggerito che dev'essere qualcosa di davvero interessante...".

Lina sorrise, furba. "Il mio sesto senso di maga, mi suggerisce che hai fatto bene!". Poi le diede uno sguardo d'intesa, furbo. "Regina dei pirati, è?".

Elizabeth le strizzò l'occhio. "Sai, mi chiamavano così!".

"Beh, noi donne sappiamo distinguerci in ogni campo, a quanto pare!" - commentò ironicamente la maga.

Elizabeth ridacchiò. "Puoi dirlo forte Lina Inverse, sterminatrice di Draghi!".

La maga sorrise, ricordando i numerosi appellativi con cui l'avevano chiamata in passato. "Beh, ognuno ha il soprannome che si merita, no?" - esclamò divertita. "Comunque, posso tenerla per studiarmela? O la vuoi tenere tu?".

Elizabeth sospirò. "Ma no, tenetela pure. Allo stato attuale delle cose, io non saprei cosa farmene. Ovviamente, con un figlio tanto piccolo, non posso certo partire per mare. Sono bloccata quì per parecchi anni e quindi... largo a voi. Sono sicura Lina, che ne saprai fare buon uso. Guida Jack... Se saprai consigliarlo per il meglio, se saprai essere la sua stratega, riuscirete a conquistare tutto quello che vorrete. E' troppo sconvolto dalla perdita della Perla Nera, per ragionare lucidamente. Aiutalo, tu puoi farlo".

Lina annuì. "Lo farò. Anche se mi sarebbe davvero piaciuto che tu venissi con noi. Ma immagino che sia impossibile". Era sincera. Non poteva dire di conoscere Elizabeth eppure... la trovava tanto simile a lei. C'era una strana alchimia fra loro due, un modo di vedere lo cose identico, un modo di agire simile, un'intelligenza e uno spirito di avventure indomito ed innato in entrambe. Sarebbe stato bello conoscerla meglio, avevano tante cose in comune, ne era certa.

"Allora Lina, che ne pensi?" - chiese Jack, arrivato improvvisamente alle loro spalle, dopo essere sceso dalla nave.

Lina sorrise. Finalmente avevano una meta. Poteva trattarsi di un buco nell'acqua ma... avevano una traccia e questo avrebbe permesso loro di non girare a vuoto. Magari si sarebbe rivelato un fallimento ma forse... forse quella pergamena avrebbe risolto i problemi di tutti. Il suo istinto le suggeriva di rischiare... "Beh, direi di andare in quest'isola. Turkos, giusto? Che cosa sai di questo posto, Jack?".

Il pirata si grattò il mento, assorto. "Turkos è un'isola piuttosto estesa, con un vulcano al centro. E' inattivo da secoli, quindi non da problemi. E' un'isola rigogliosa, con una grandissima foresta che arriva fino alle sue coste. E' scarsamente abitata e su di lei circolano moltissime leggende. Sono molti i pirati che, nei secoli, hanno cercato di raggiungerla ma a dire il vero, nessuno ci ha mai trovato niente di interessante. Vive della gloria del passato, in pratica. Si trova molto a sud, lontana da quì, e per arrivarci bisogna attraversare un tratto di mare piuttosto burrascoso. Molte imbarcazioni sono colate a picco, negli anni, in quel tratto. Si scatenano, dal nulla, violenti temporali e le onde assumono proporzioni gigantesche. Certe volte diventa difficile, impossibile governare una nave. Io non l'ho mai vista Turkos e questo è tutto quello che so di quel posto".

Gourry deglutì. Accidenti, mare mosso... Quindi, mal di mare assicurato!

Lina guardò Jack, seria. "Saresti in grado di governare una nave in mare aperto, in condizioni avverse?".

Jack le si parò davanti, arrivando col viso a pochi millimetri da lei. Il suo sguardo era serio e penetrante. "Ovviamente!".

Lina sorrise. Lo sapeva che avrebbe accettato quella sfida. "E allora, andiamo a Turkos e vediamo quel che c'è!". Poi si voltò verso Gourry, non troppo entusiasta di quel programma. "Tu sta tranquillo, ci penserò io al tuo mal di mare".

Elizabeth sorrise. "Beh, sono contenta di esservi stata utile". Poi il suo sguardo si fece serio, malinconico. Avrebbe desiderato partire, più di ogni altra cosa. Il mare, quella vita erano tutto per lei. Ma sapeva che il suo tempo era passato e che c'era qualcosa di più prezioso a cui pensare e di cui prendersi cura. "Jack, recupera la Perla Nera, fai di tutto per riaverla. Per te, per me e soprattutto per Will... Fallo per noi! Mi fido di te".

Jack annuì, stranamente serio. "Te lo prometto! Mi hai mai visto fallire in un'impresa?".

Elizabeth si grattò la nuca, perplessa. "Beh, a dire il vero...".

Jack tossicchiò. "Ehm... Credo che sia ora di tornare ognuno alle nostre faccende, giusto?". Sì, meglio non rivangare troppo il passato, con lei...

Elizabeth sospirò. Jack era sempre il solito. "Sì, vero!". Poi abbracciò il pirata, Daryl e salutò Lina e Gourry. Era ora di tornare a casa, da suo figlio. Non poteva fare altro, per loro.

Lina la guardò allontanarsi. Strinse fra le mani la pergamena e in silenzio, promise a se stessa che avrebbe recuperato quella nave. Anche per Elizabeth. Soprattutto per Elizabeth.


...


Ihurun era ormai lontana e la sera era calata inesorabilmente. Avevano recuperato le loro cose alla locanda, Alix li aveva raggiunti ed erano salpati prima del tramonto. Ormai navigavano in mare aperto da ore, in un mare liscio e calmo come l'olio. La sagoma di Ihurun era ormai un ricordo lontano...

Lina appoggiò la fronte all'oblò del piccolo corridoio che portava alle camere da letto. Intorno a lei era silenzio, probabilmente stavano dormendo tutti dalla grossa. Alix, Daryl, Gourry e forse anche Jack, davanti al timone della loro imbarcazione. "Aubree...". Si sentiva il cuore a pezzi, nel pensare a lei. Più navigavano, più si allontanava dalla piccola e sapeva che non avrebbe potuto rivederla per molto tempo.

"Lina, che c'è?". Gourry giunse alle sue spalle, silenzioso e preoccupato. Lina sembrava nuovamente triste e la cosa lo turbava.

La maga scosse la testa. "Niente..." - rispose vaga.

Gourry sospirò. In realtà immaginava cosa la tormentasse tanto e in fondo era più che normale. Si avvicinò a lei, appoggiandole famigliarmente una mano sulla spalla. "Starà bene, puoi esserne certa".

"Di cosa parli?".

"Di Aubree. So che sei preoccupata per lei ma mi sembra in ottime mani. Quella donna è una brava persona e saprà essere una madre fantastica per lei" – disse, cercando di tranquillizzarla. Credeva a quel che aveva appena detto, Margareth a lui aveva fatto un'ottima impressione.

"Non li conosci per niente!" - ribattè Lina, leggermente risentita.

Gourry sospirò. "Sì ma quella donna e quella bambina, sembravano tanto felici insieme, su quella spiaggia. Hai fatto la cosa giusta oggi, decidendo di non portarla con te. Sono brave persone e sono certo che saranno ottimi genitori per Aubree. Forse, negli anni, non vi siete capiti e non avete saputo trovare un punto d'accordo ma... credo che meritino il tuo rispetto e la tua fiducia. E ora, puoi anche torturarmi come vuoi, visto che sto osando parlar bene degli Hayden. Sono pronto a tutto quello che hai in mente per punirmi" – concluse, cercando di alleggerire quella conversazione e di tirarla su di morale.

Lina sospirò. In realtà le parole di Gourry, più che irritarla, sembravano infonderle uno strano senso di pace. Ma era meglio non farglielo sapere... "Oh beh, io avrei tanti modi per torturarti, in effetti". Si avvicinò e lo prese per la maglia, trascinandolo nella sua cabina. "Vieni con me!" - gli intimò, spingendolo nella sua stanza. Unire l'utile al dilettevole... Ci stava, aveva bisogno del suo aiuto e Gourry le capitava sotto tiro proprio a fagiolo. E visto che era stato lui, a lanciare l'idea della tortura...

Giunto nella stanza, Gourry deglutì preoccupato quando notò che la ragazza chiudeva a chiave la porta. "Che... che cosa hai in mente?".

Lina si avvicinò alla sua scrivania, prendendo fra le mani la pergamena di Elizabeth. Poi si sedette sul letto, facendogli segno di fare altrettanto. "Studiamoci un po' questa! Ho bisogno di qualcuno che ascolti i miei ragionamenti. Confrontarmi, mi serve a ragionare meglio. E propinarti una buona lezione di storia sulla pirateria è un buon modo per punirti" – concluse, strizzandogli l'occhio.

Gourry si sedette accanto a lei, sospirando. "Sì, direi di sì" – concluse, sconfitto.

Lina srotolò la pergamena e poi si stese sul letto, osservandola meglio. Doveva studiarla, capirci di più. "Cosa noti?" - chiese a Gourry.

Lo spadaccino si stese accanto a lei, guardando il documento fra le mani di Lina. "Dovrei notare qualcosa?".

La maga sbuffò. "Beh, è una pergamena, carta da papiro, in pratica. Questo cosa dovrebbe suggerirci?".

Gourry si grattò il mento. "Non lo so...".

Lina alzò gli occhi al cielo e gli tirò una manata sulla fronte. "Gourry dai, collabora! E ragiona! Il papiro si usava secoli e secoli fa. La persona di cui si parla in questo documento, probabilmente sarà morta e non ci saranno più nemmeno le ossa!".

"Beh, e allora perché hai detto ad Elizabeth che era una pista interessante?".

La maga si accigliò. "Sesto senso, credo... Perché in realtà questa iscrizione dice cose su cui mi trovo d'accordo. La conoscenza porta alla ricchezza ed è vero. Se non sai, non ottieni. Non so cosa troveremo a Turkos, forse niente ma... il mio istinto mi dice di andarci".

Gourry sorrise, scompigliandole la frangia. "Beh, il tuo istinto non ha mai sbagliato, da che ti conosco!".

"Beh, speriamo". Lina divenne pensierosa, rileggendo quelle iscrizioni. "Poi ascolta... Leesel, Leesel... Ma che razza di nome è? Mai sentito nulla del genere! Non so nemmeno se sia un nome maschile o un nome femminile".

Gourry, a quelle parole, sorrise. "E' un nome femminile, il nome di una fata" – asserì, sicuro.

Lina si accigliò e lo guardò incuriosita. "E tu come lo sai?".

"Beh, era il nome della mia migliore amica d'infanzia. Leesel Ryner. Mia nonna mi diceva che ero un bambino fortunato, ad avere per compagna di giochi un'amica che portava il nome di una fata. Per questo lo so!".

La maga scosse la testa, sbuffando. "Beh, mi spiace spezzare i tuoi sogni romantici ma... dubito che la tua amica Leesel e la Leesel di cui si parla quì, abbiano a che fare con le fate".

Gourry sorrise. "Beh, in effetti lo credo anch'io".

"Già". Lina lo guardò storto. "Comunque, potresti essermi più d'aiuto! Non è che tu stia collaborando molto, è!".

Gourry scoppiò a ridere. "Beh, mica sono un mago, io!". Poi guardò distrattamente la scrivania e la sua attenzione fu catturata da un tomo rosso, appoggiato su di essa. Fissò Lina, accigliato. "Cambiando discorso... Lina, tu hai riconsegnato alla Gilda di Zephilia i libri tradotti con Yonas, vero?".

"Mh?". Lina lo guardò stranita, poi diede un'occhiata veloce nella direzione dove guardava Gourry. E ridacchiò. "A dire il vero... no! Ci ero troppo affezionata e sono ancora tutti a casa di Yonas. Eccetto quello che stai guardando tu! E' stato l'ultimo volume che abbiamo tradotto e l'ho portato con me quando son partita, nella mia sacca da viaggio. Suppongo però, che debba riconsegnare tutto alla Gilda, quando torneremo da questo viaggio. Io e Yonas ci abbiamo lavorato tanto, insieme...".

Gourry allungò il braccio, prendendo il libro fra le mani. "Posso guardarlo?".

"Certo".

Lo spadaccino sfogliò le pagine, velocemente. Riconosceva la scrittura di Lina e quella di Yonas, tanto diversa da quella della maga. Deglutì... Quel libro era stato il silenzioso testimone di quella storia d'amore... Sfogliandolo, si sentiva un intruso... La scrittura di Lina era elegante e precisa, quella di Yonas tremolante, soprattutto nelle ultime pagine... "Dev'essere stato davvero un lavoraccio" – mormorò, non sapendo cosa dire ed improvvisamente in imbarazzo.

"Sì, lo è stato! Senza Yonas, sarei stata ancora in alto mare". Poi guardò Gourry, incuriosita. "Tu, al suo posto, mi avresti aiutato? Cioè, a tradurli, intendo...".

A quella domanda, Gourry scoppiò a ridere. "Scordatelo!".

"Hei". Lina finse di imbronciarsi. Lo prese scherzosamente per il collo, salendo a cavalcioni sul suo petto. "Sai che sei antipatico? Yonas mi ha aiutata senza protestare, sai?".

Gourry ridacchiò. Era divertito ed era tanto che... Lina non gli metteva le mani al collo... Sapeva di antico, di cose belle, quella strana serata. Amava stuzzicarla, farla ridere e ridere con lei. "Certo, lui era il tuo fidanzato, doveva farlo. Gli toccava! Sul protestare, probabilmente aveva capito che non ne avrebbe ricavato un gran che e ha fatto buon viso a cattivo gioco... Ma dubito che si sia divertito! E per quanto mi riguarda, io non so nemmeno il dialetto di Elmekia, come avrei potuto aiutarti con quello ANTICO di Zephilia?".

Lina scosse la testa, sconsolata. Gourry era senza speranze... E finse di imbronciarsi. "Guarda che a lui quei libri interessavano. Mi faceva sempre un sacco di domande, man mano che li traducevamo".

"Sì, sì certo, come no!?" - rispose, continuando a provocarla.

La maga gli diede un altro colpetto sulla fronte. "Sì, lui di domande ne faceva tante. E a differenza tua che ti addormenti sempre, ascoltava anche le risposte" – concluse, facendogli la linguaccia. Poi gli prese il libro dalle mani, rimettendolo sulla scrivania. "E ora, basta divagare, Gourry! Parliamo di cose serie! La pergamena, ad esempio".

Lo spadaccino sospirò. Non aveva scampo... "Scommetto che vuoi propinarmi una lezione di storia sulla pirateria antica".

Lina sorrise, furba. "Esatto! Te lo meriti, visto che stasera sembri intenzionato a fare il cretino".

Gourry si arrese all'evidenza di non avere scampo, mise le mani dietro alla nuca e sorrise tranquillo. "Su, dimmi cosa ne pensi, ti ascolto. E prometto che non farò l'idiota".

"Beh, grazie del gentile e soprattutto, spontaneo aiuto!". Con un sospiro assorto, Lina cominciò a ragionare di storia, pirati, mappe e messaggi antichi ma dopo pochi minuti dovette interrompersi. Guardò Gourry e... dovette constatare che stava già dormendo della grossa. Sbuffò, divertita nonostante tutto. Sembrava tanto sereno, tranquillo, nel sonno. Il suo sguardo si addolcì. Adorava Gourry, anche se si addormentava sempre durante le sue più che interessanti lezioni e spiegazioni. Lo adorava e basta, per come riusciva a farla sentire bene. Si alzò piano, attenta a non svegliarlo. Gli tolse gli stivali e gli mise una coperta addosso perché stesse al caldo durante la notte. Poi si ristese accanto a lui, prendendo ad accarezzargli i lunghi capelli biondi, con la testa dello spadaccino appoggiata alla sua spalla. Osservò nuovamente la pergamena fra le sue mani, assorta... "Leesel, Leesel... Il nome di una fata... Chissà se a Turkos c'è nascosto qualcosa di simile, chissà se a Turkos troveremo davvero una favola...".














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Capitolo 14
*** Jack contro la Perla Nera ***


Scusate la lunga attesa di questo aggiornamento ma fra lavoro, emicrania che mi perseguita e altre cose in cui mi sono impegnata a scrivere, il tempo è passato molto in fretta.

Come sempre, grazie a chi segue me e le mie storie. Spero che anche questo capitolo vi piaccia e se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, mi renderete come al solito molto contenta.

Comunque, il mio cervellino non è stato inattivo e ho in mente una fanfiction di carattere Dark che inizierò a scrivere appena avrò finito 'Se un giorno mi diventassi estranea', di cui mi manca davvero poco alla conclusione.

Beh, per ora, alla prossima!!!



Jack contro la Perla Nera


Alix, seduta su una sdraio sul ponte della nave, intenta a sistemare alcune mappe appena disegnate, alzò gli occhi al cielo, accigliata. Il suo sguardo divenne scuro, mentre una strana e inspiegabile sensazione di imminente pericolo si faceva strada sulla sua pelle e nella sua mente. Il cielo non era più azzurro ma cupo e prometteva tempesta. E questo la inquietava. Come Jack aveva spiegato subito dopo la partenza da Ihurun, il tratto di mare che stavano attraversando, era soggetto a tempeste violentissime che molte navi aveva fatto colare a picco, insieme agli sfortunati naviganti che viaggiavano su di esse. In lontananza si sentiva il borbottìo dei tuoni e il cielo stava diventando color pece. Fino a quel momento erano stati fortunati e in mare non avevano trovato nessun tipo di particolare problema. Ma Alix sentiva che la fortuna stava cominciando a girare nel senso opposto a loro e di solito il suo sesto senso non si sbagliava mai. "Non mi piace per niente" – borbottò, osservando il cielo, mentre un forte vento si alzava intorno a loro. Sperava vivamente che, se fosse davvero scoppiata una tempesta, Jack sarebbe stato in grado di governare quella nave. Conosceva le leggende e sapeva che molti esperti marinai, in quel tratto di mare, avevano fallito. E per quanto ritenesse Jack Sparrow un esperto uomo di mare, avvertiva in se un' inquietudine che di solito portava guai. No, non sarebbe stata una traversata tranquilla, quella. Ne era piuttosto certa!

A pochi passi da lei, sentendola borbottare, Lina alzò gli occhi al cielo, accigliandosi essa stessa, davanti alle condizioni del tempo. "Sembra che verrà un temporale. Il mare comincia ad essere agitato".

Alix guardò i foschi nuvoloni neri che si stavano addossando gli uni agli altri in cielo. "Già, puoi starne certa! Non sono per niente tranquilla, Lina".

"Che vuoi dire?".

Lo sguardo di Alix si fece scuro. "Ho una strana sensazione! Non lo so ma, credo che i guai non vengano mai da soli e che il temporale non sarà l'unica sfortuna della giornata".

Lina ridacchiò. "Non dirmi che sei una maga anche tu e che sai prevedere il futuro!".

Alix rispose al sorriso di Lina. "Nooo! Figurati, mi ci vedi a fare intrugli e pozioni? Però un po' strega lo sono, in effetti... Da piccola mi dicevano che avevo un sesto senso da far paura".

Lina si morse il labbro a quelle parole, tornando a fissare il cielo. Non prometteva davvero niente di buono e il fatto che quel tratto di mare avesse già mietuto molte vittime in passato a causa del maltempo, non la lasciava tranquilla per niente. Osservò di soppiatto Jack, saldamente al comando della nave. Lui pareva tranquillo, benché stranamente assorto e silenzioso. Si fidava delle capacità del pirata ma... quella loro nave, tanto misera rispetto alle altre che solcavano quei mari, avrebbe retto a una eventuale forte tempesta? Sotto di lei sentiva il mare ingrossarsi e le onde farsi più gonfie e impetuose. "Beh Alix, speriamo di essere in grado di fronteggiare qualsiasi cosa! Altrimenti saremmo in guai seri. E speriamo che Jack sia davvero bravo quanto dice, in caso di problemi".

Alix sospirò. "Mi stavo chiedendo, se non sia il caso di fare sosta da qualche parte, finché il mare non si sarà calmato. Abbiamo superato diversi piccoli atolli e, anche se sono deserti, sicuramente saranno più sicuri che rimanere in mare aperto durante una tempesta. Credo che in questo tratto di mare, ci siano moltissime piccole isole disabitate, dove approdare. Credi che dovremmo proporre la cosa a Jack?".

Lina scosse la testa. "Non lo so! Faccio affidamento su di lui e sul fatto che voglio sperare che sappia quel che fa".

Un tuono forte e sordo le fece sobbalzare entrambe. Il cielo era diventato nero come la pece e il mare stava perdendo i suoi riflessi blu e azzurri, diventando un'infinita pozza grigia, vorticante e minacciosa.

La nave prese ad alzarsi e abbassarsi in maniera fastidiosa, svegliando Daryl dal suo riposino sul pontile della nave.

"Hei Daryl!" - urlò Lina, notando che si era svegliato – "Cosa dobbiamo fare?".

Ancora mezzo assonnato e intontito dal risveglio brusco, Daryl si grattò la fronte. "Ehm... temporale?".

Lina e Alix si guardarono negli occhi, poi lo raggiunsero. "Certo! Non ci stanno attaccando dei demoni, va tranquillo" – rispose a tono la maga, con sarcasmo.

Daryl la guardò storto. "Ahah, spiritosa! Comunque, perché vi allarmate tanto? Un temporalino... Che volete che sia? Capita in mare, sapete?".

Alix lo fulminò con lo sguardo. "Mh... A me pare più di un temporalino! Non dovremmo suggerire a Jack di sostare da qualche parte finché non sarà passato il maltempo?".

A quelle parole, Daryl osservò il suo amico pirata al timone. Sembrava completamente assorto dalla navigazione ed incurante delle onde sempre più alte e del cielo sempre più minaccioso. Sembrava tranquillo e a suo agio, in quella situazione. E in fondo, a differenza di Alix e Lina che non potevano dire di conoscerlo bene, lui non se ne stupiva affatto. "Ma no ragazze! Jack ha affrontato mille tempeste in passato. Per lui è routine. Come per Lina affrontare un mazoku, in pratica".

Lina sbuffò. "Sì ma... Le sue mille tempeste le ha affrontate sulla Perla Nera che, da quel che mi risulta, è molto più grossa dell'imbarcazione su cui stiamo navigando noi. Mi pare che ci sia una bella differenza fra le due navi, sulla tenuta in mare, in mezzo ad un uragano. No?".

Daryl si accigliò. In effetti, non aveva pensato a quel piccolo particolare. Osservò di soppiatto il cielo e il mare in tempesta attorno a loro e alla fine decise il da farsi. "Ok, vado a parlarci io".

"Era ora!" - sbuffò Alix.

Daryl si alzò in piedi, diretto verso il pontile della nave, quando una brusca ed improvvisa virata di Jack lo fece cadere a terra, insieme a Lina ed Alix. L'imbarcazione si era mossa in maniera anormale, di colpo aveva cambiato rotta, inclinandosi pericolosamente su un fianco. E non era a causa del mare mosso. Daryl alzò gli occhi verso il suo amico pirata, accorgendosi che stava governando la nave in maniera diversa dal solito. Nervoso, a scatti, Jack stava tormentando il timone che teneva fra le mani e per qualche strano e insolito motivo aveva cambiato la rotta che stava seguendo fino a quel momento.

Lina si sollevò da terra, massaggiandosi il fondo schiena. "Ma accidenti! Jack vuole ucciderci?". Il suo pensiero andò a Gourry, in cabina a riposare, preda nuovamente del mal di mare. Se Jack continuava a governare la nave a quel modo, il mal di mare sarebbe venuto a tutti! "Senti, ci vado io da lui" – disse perentoria e seccata, rivolta a Daryl.

L'uomo scosse la testa, accigliato. Osservò di nuovo Jack, mordendosi il labbro... C'era qualcosa che non quadrava... "Sta succedendo qualcosa!" - asserì, convinto. La nave aveva preso velocità, sembrava che il pirata non percepisse niente, ne il maltempo, ne il temporale incombente, ne il mare sempre più grosso e nemmeno i pericoli in cui potevano incorrere, sfidando a quel modo la tempesta.

"Andiamoci tutti e tre, da lui!" - concluse infine Alix, con la più ovvia delle soluzioni.

Gli altri due annuirono, avvicinandosi con fatica al pirata, mentre la nave vibrava pericolosamente sotto i loro piedi.

Appena gli fu dietro, Lina lo guardò con occhi che sprizzavano nervosismo da ogni lato. Ahhh, il mal di mare! Gliel'avrebbe fatta pagare, se gli fosse venuto! "Jack, che diavolo stai combinando?" - sbottò.

Stranamente, dal pirata non arrivò alcuna risposta. Il suo sguardo era fisso sul mare, stranamente serio e assorto. Lontano da tutto e da tutti, perso in strani pensieri. E la sua espressione... Quella colpì Lina più di tutto. Combattiva, quasi furente. Non aveva mai visto Jack così. "Che diavolo sta succedendo?".

Anche Daryl sembrava sorpreso. Jack Sparrow era di solito uno sbruffone, uno che ti ubriacava con mille parole. Quando era silenzioso, quando era assorto, solitamente la situazione diventava esplosiva. Scrutò il mare in tempesta e il suo sguardo si colorò di stupore. Davanti a loro, a diverse miglia di distanza... L'avrebbe riconosciuta fra mille navi, in mezzo alle onde più alte e impetuose. E capì il perché del comportamento di Jack. "La Perla Nera..." - mormorò, osservando la sagoma della nave che, sicura, solcava le onde a diverse miglia da loro. Era imponente, maestosa, tanto forte da non sembrare minimamente scalfita dalla tempesta attorno a lei.

"Cosa?". Lina e Alix si voltarono verso il cercatore di tesori, poi guardarono Jack. E infine il mare. E la videro, finalmente.

Lina spalancò gli occhi. Era lei, la mitica Perla Nera. La fantomatica, fantastica nave della quale Jack non faceva altro che parlare, fin dalla loro partenza da Seyruun. Era enorme, imponente, maestosa, talmente grande da poter contenere anche un centinaio di uomini. Una nave che poteva solcare qualsiasi mare, affrontare qualsiasi tempesta, da quanto era robusta e forte. L'orgoglio per ogni uomo di mare che l'avesse posseduta. La guardò, poi fissò nuovamente il pirata. Ora capiva il perché del suo attaccamento a quella nave. La Perla Nera doveva essere come la magia, per lei. Un qualcosa che gli apparteneva, che aveva nel sangue, che diventava un tutt'uno con chi aveva avuto a che fare con lei almeno una volta. Jack Sparrow in quel momento le ricordava prepotentemente la se stessa di tanti anni prima, quando si impratichiva con l'uso della magia ed era inebriata da ogni suo successo, da ogni sua conquista in quel campo. "Grandiosa..." - riuscì solo a mormorare.

Daryl si morse il labbro. "Fantastico, ma... Se c'è la Perla Nera, sopra c'è anche il tuo caro nemico. Morgan Alcantras, Jack... E' quì a pochi passi da te".

Gli occhi del pirata si assottigliarono, rabbiosi come quelli di un amante a cui qualcuno ha sottratto la sua donna. "Esatto... E io ora me la riprendo, la mia nave".

Un'onda molto forte li fece sobbalzare, rischiando di rovesciare la loro imbarcazione. Il temporale, unito alla navigazione spericolata che stava tenendo Jack in quel momento, erano quanto di più deleterio per la stabilità della loro piccola nave.

"Ehm... Jack... Se vai avanti così, ti ammazzi prima che il tuo nemico possa notarti!" - borbottò Lina, tenendosi al parapetto della nave.

Il pirata scosse la testa. Era serio, intenzionato al tutto per tutto, a dispetto di ogni logica e fregandosene di ogni pericolo. "Io me la riprendo, Lina" – ripeté, accelerando la sua andatura.

La nave sobbalzò nuovamente, facendo cadere Alix addosso a Daryl e catapultando all'indietro Lina.

La maga chiuse gli occhi, preparandosi a ricevere un sonoro tonfo sul fondo schiena. Ma cadde sul morbido... Sollevò lo sguardo, trovandosi davanti il viso pallido di Gourry che l'aveva ricevuta saldamente fra le braccia. "Tutto bene?" - domandò, poco convinto.

Lina sospirò, rimettendosi in piedi. "Tutto bene un corno, Jack ci farà ammazzare! Siamo in mezzo a una tempesta e lui pensa solo alla Perla Nera!".

Gourry si grattò la fronte, perplesso e all'oscuro di tutto. "La Perla Nera? Che c'entra adesso?".

Lina scosse la testa, rassegnanta a vivere un pomeriggio d'inferno. "Sorpresa, sorpresa! E' quì, in questo sconfinato mare, a poche miglia da noi! Jack l'ha scorta in mezzo alle onde e ora la sta inseguendo come un forsennato. Con questo tempo e questo mare, ci farà ammazzare tutti". Fissò il suo compagno, pallido come un cencio. "Ti ringrazio, mi hai salvato la schiena, poco fa! Ma... che ci fai alzato? Dovresti stare a letto, nelle tue condizioni".

Gourry si massaggiò lo stomaco. Stava da cani, il mal di mare non gli dava tregua. "Mh, stare steso è ancora peggio, con questo mare mosso. Non ce la facevo più a stare a letto".

Lina gli sorrise, dolcemente. Era dispiaciuta per lui, odiava vederlo stare tanto male ma con quel mare, nemmeno le sue tisane magiche sembravano fare troppo effetto. Allungò una mano, accarezzandogli la guancia. "Stattene seduto quì sul pontile, appoggiato a qualcosa. Quanto meno, forse, l'aria fresca ti aiuterà un pochino".

Gourry la guardò, poi osservò Jack. Era preoccupato, non tanto per il mal di mare ma perché per la prima volta da quando erano partiti, sentiva incombere il pericolo. Prese il polso di Lina, stringendolo piano ed attirandola a se. "Resta quì vicino a me. Non ho una bella sensazione" – le sussurrò preoccupato.

Lina scosse la testa. "Nemmeno io! Ma devo andare da Jack e cercare di farlo ragionare! Combattere Morgan Alcantras quì, in mare aperto, in mezzo ad una tempesta, con questa piccola nave e solo in cinque, è un suicidio! Dobbiamo organizzarci meglio, se vuole avere un'opportunità di vincere". Guardò Daryl e Alix, a pochi passi da loro. Anche i loro sguardi sembravano smarriti e pieni di ansie. "Vado a parlare con Jack" – mormorò risoluta, facendo scivolare il polso fuori dalla presa di Gourry.

"Lina...". Lo spadaccino tentò di fermarla, ma la ragazza sgattaiolò lontano da lui, cercando di avvicinarsi carponi a Jack, sul pontile.

"Sta tranquillo, Gourry. Non ho mica intenzione di farmi male" – gli sussurrò allontanandosi da lui.

A fatica raggiunse il pirata, mettendosi al suo fianco accanto al timone. Jack aveva ancora lo sguardo fisso perso nel mare e sembrava che nemmeno la pioggia e i violenti schizzi che gli finivano in faccia a causa del mare in tempesta, lo scalfissero. Era energia e concentrazione pura, in quel momento. E Lina ne era stranamente affascinata. Ricordò le parole di Elizabeth, a Ihurun...


"Lui... Jack... Ricordati questo Lina! Può sembrare il più idiota fra gli uomini ma... in mezzo al mare, se io fossi in pericolo serio... non esiste altro uomo a cui affiderei la mia vita! Quando fa il pirata, quando lo fa seriamente, Jack Sparrow non ha rivali! Aiutalo e da lui potrai imparare molto!".


In quel momento capì il significato di quelle parole. Jack era un uomo di mare, vero! E ora ne avrebbe avuto la prova. In un certo senso, non era poi così convinta di volerlo limitare, fermare. Voleva vederlo in azione, capire davvero quanto valesse! Sapeva essere temeraria e avventata quanto lui, nelle situazioni che le erano congeniali, dopo tutto. Lei era stata così, esattamente come lui, un tempo. Ma... era anche cresciuta e aveva imparato a ponderare rischi e benefici delle proprie azioni. Ripensò a Yonas. Rischiare la vita, morire forse... Lui ne sarebbe stato deluso, se lei lo avesse fatto avventatamente... Lui, che la vita l'aveva persa e che invece non avrebbe desiderato altro che viverla appieno. Guardò il mare. La Perla Nera era a pochi metri da loro. Jack l'aveva raggiunta. O forse, semplicemente e più realisticamente, Morgan li aveva notati e aveva rallentato apposta la sua corsa. Combattere in mezzo al mare e a una tempesta non era l'ideale, soprattutto in inferiorità numerica. Ma se fosse stato necessario... beh, lei non si sarebbe tirata indietro! Avrebbe tentato di evitarlo, di far ragionare il pirata, ma... Al diavolo, se loro li avessero attaccati, lei avrebbe spinto Jack a rispondere. In fondo, pure Yonas aveva amato il suo carattere ribelle e combattivo. Gli appoggiò una mano sul braccio, cercando la sua attenzione. "Jack...".

Il pirata scosse la testa. "Non ora, Lina!".

La maga si morse il labbro, indecisa sul da farsi. Osservò la Perla Nera che si stava accostando pericolosamente a loro. Era enorme, sembrava un muro invalicabile a loro confronto, talmente grande da non venire minimamente scalfita dal mare mosso e agitato. I suoi occhi si assottigliarono, cercando di metterne a fuoco il pontile. Era pieno di uomini, pirati della peggior specie, persone dalla dubbia moralità e sicuramente, dalla dubbia forza. Pronti a tutto per servire uomini di potere e per soldi, però. Gli uomini che avevano combattuto per Jack con gli uomini di Morgan, mischiati fra di essi, erano lì davanti a loro. Potevano anche essere fastidiosi, tutti insieme. Anche se, beh, sommandoli, probabilmente i loro cervelli non avrebbero potuto competere nemmeno con l'intelligenza di un mollusco. E di certo, non si aspettava nulla di diverso perché da un certo punto di vista, erano la controparte marina dei briganti che lei attaccava nei boschi. Loro in fondo, ripensandoci, non sarebbero stati un problema. Se non ci fosse stata la tempesta, ovvio. E la grossa disparità di potenza fra le due imbarcazioni non aiutava di certo.

Un uomo, apparso all'improvviso davanti a loro, sulla prua della nave, catturò la sua attenzione e quella di Jack. Troppo diverso da quelli che lo circondavano per non essere notato, era decisamente meno giovane della marmaglia che si portava appresso e poteva avere sui cinquant'anni, se non sessanta. Sovrappeso, non troppo alto e all'apparenza ingobbito, era una nota decisamente stonata in mezzo agli altri pirati. Una lunga e ispida barba grigia gli ornava il mento, cadendo disordinata fino al suo petto. Gli occhi erano piccoli e scuri e i capelli disordinati e quasi bianchi. Portava al collo e alle mani anellacci e collane di dubbio gusto, pacchiane e per nulla fini. I suoi abiti erano di colori sgargianti e mal amalgamati fra loro e alla fibbia teneva allacciata una grossa spada. Il classico pirata, insomma...

"Morgan, suppongo..." - commentò fiaccamente Lina, guardando Jack in attesa di un suo cenno affermativo.

Il pirata annuì, fissando con odio il suo avversario. "Già" – mormorò, sputando davanti a lui.

Dall'alto della Perla Nera, Morgan li fissava, con un odioso ghigno sul viso. "Jack Sparrow! Ma che piacere rivederti per mare, non me lo aspettavo proprio di trovarti da queste parti! Dopo che hai PERSO la tua nave, ti credevo a fare il garzone in qualche mercato di Tortuga".

La mano di Jack tremò visibilmente, stringendo il timone in modo convulso. "G... garzone? Io?".

Lina strinse il braccio dell'uomo. "Ti sta solo provocando, Jack! Mantieni la calma".

Morgan fissò la maga, accigliato. Si lisciò la barba, esibendo un ampio e beffardo sorriso. "Oh Jack, vedo che non hai perso la cattiva abitudine di portarti delle donnicciole isteriche sulle navi che porti in mare! Ne hai persa una, e ne hai subito trovata un'altra che magari è anche peggio!". Poi osservò Gourry, Daryl e Alix a pochi passi dal pirata e da Lina. "Anzi, DUE donne addirittura! Ti vuoi proprio male, amico! Ma ti capisco, in fondo i tuoi uomini ora sono... miei. Dovevi trovare pur qualcuno che li sostituisse" – concluse, mostrandogli un la mano l'equipaggio dietro di lui.

Jack alzò lo sguardo verso il suo avversario, furente. Le goccie di pioggia gli rigavano il viso, ma sembrava non rendersene conto. "E me li riprendo! Hai capito Morgan? Io me li riprendo! Insieme alla MIA nave!".

A quelle parole, Morgan scoppiò a ridere sguaiatamente. "Te li riprendi? E come? Con una bagnarola, in compagnia di due soli uomini e due donnicciole? Jack, ritirati e non umiliarti ulteriormente... E' un consiglio da amico, il mio".

Lina fossò Morgan, poi Jack. Ok, l'idea, la voglia di volare fino a Morgan e fargli saltare i denti uno ad uno, a suon di incantesimi e di pugni, la allettava terribilmente. Ma sapeva che non spettava a lei farlo... Toccava a Jack quell'onore e lei, forse, avrebbe dovuto accontentarsi di insegnare due o tre cosette agli altri scalcinati pirati della Perla Nera. Ma ci voleva un piano che in quel momento non avevano! E una situazione più tranquilla di un mare in tempesta, con un temporale sopra la testa. In cinque contro cento, se lei usava la sua magia, potevano anche vincere. Ma se avesse usato i suoi incantesimi contro la Perla Nera in quel momento, l'avrebbe mandata a picco. E Jack la sua nave la rivoleva intera. Non c'erano dannatamente sbocchi, in quel momento! Ci voleva un'altra situazione, altri bersagli da colpire per indebolire i loro nemici. E in quel momento l'unica cosa da colpire era la nave di Jack. Un vicolo cieco, una buona opportunità capitata però nel momento sbagliato. "Jack, non ora" – gli mormorò sotto voce. Andava contro a tutto quello che era stata in passato, quel consiglio. Ma con gli anni, Lina aveva imparato che non tutto si ottiene, con la fretta.

"Jack!". Anche Daryl chiamò l'amico, preoccupato che potesse fare sciocchezze.

Il pirata si morse il labbro. "Lina, tu coi tuoi poteri potresti...".

"Potrei mandarla a picco, sì! Ma non è quello che vuoi, giusto?".

Jack scosse la testa. "E allora cosa dovremmo fare? Hai idee migliori?".

Lina abbassò lo sguardo, in difficoltà. Il tono di Jack era duro ora, arrabbiato. E lo capiva, davvero! Era impulsivo come lo era stata lei un tempo, dopo tutto. Comprendeva la sua rabbia, la sua frustrazione ma sapeva anche che cadere nelle provocazioni di Morgan, in quel momento, non avrebbe portato a nulla di buono per loro. "Jack, sì, la mia idea è che prima di affrontarlo, dovremmo avere quanto meno un piano. Un buon piano! Ma ora, con la nave in balia delle onde, cosa potresti fare contro di lui? Siamo in cinque, non riusciamo quasi a rimanere a galla, fra queste onde e se non stiamo attenti, coleremo a picco noi stessi. Anche senza che Morgan ci metta del suo! E in più, Gourry sta pure male e non potrebbe aiutarci. Jack, sii più uomo di lui e andiamocene. A volte una resa può essere più onorevole di una sconfitta, te lo assicuro! Sai, è facile per Morgan fare la voce grossa, ora! La farei anche io, nelle sue condizioni di vantaggio. Se lo affronti adesso, perderai. E la cosa grave, è che succederà davanti a quelli che sono stati i tuoi uomini".

Jack la guardò in viso, accigliato. "Tu... Tu, Lina Inverse, mi stai dicendo che dovrei fuggire? Non ci credi nemmeno tu, a quello che dici".

"E allora Jack, che hai intenzione di fare?" - chiese nuovamente, beffarda, la voce di Morgan, interrompendo il discorso fra il pirata e la maga.

Lina sbuffò. Dire a Jack che in quel momento avrebbe volentieri ucciso quel dannato pirata, non la avrebbe di certo aiutata, giusto? Doveva usare logica, astuzia e tutte le sue doti diplomatiche per convincerlo. "Jack, tu mi hai chiamata per aiutarti perché ti fidi di me, giusto? Hai anche detto che ti ricordo Elizabeth e dopo averla conosciuta, posso dire di prenderlo come un complimento. Mi hai chiesto collaborazione e ti assicuro che dartela, in questo momento della mia vita, è molto difficile per me. Fin'ora non ti ho chiesto nulla, mi sono affidata a te in tutto e per tutto e in ogni tua decisione. Ma ora, per una volta Jack, cerca di essere tu a fidarti di me. Siamo soci, in fondo. Ricordi?".

"Lina?". Il pirata la guardò, sorpreso da quelle parole. Si fidava di Lina, ammirava il suo coraggio ed era affascinato dalle leggende che circolavano su di lei. Non aveva ancora dimostrato quanto valesse, in quel viaggio, ma ora lo stava facendo. Non con incantesimi o combattimenti all'ultimo sangue, come si sarebbe aspettato, ma usando il suo cervello e quella intelligenza che l'aveva resa famosa. "Ti ho scelta, sì. Ho occhio io, sai, a trovarmi i miei collaboratori".

Lina sorrise. "Beh, direi di sì. Ti sei scelto la migliore. E considerati fortunato dal fatto che ho accettato e che mi hai quì, al tuo fianco".

Il pirata scosse la testa, stranamente convinto dalla logica di Lina. Lei aveva ragione, ne era certo! Era difficile però chinare il capo, nuovamente, davanti a Morgan. Ma sapeva anche che, in quelle condizioni, se l'avesse affrontato, sarebbe stato sconfitto. Oppure no, forse avrebbe vinto grazie alla magia di Lina. Ma anche in quel caso, la Perla Nera sarebbe andata persa per sempre sotto gli attacchi della maga. Alzò gli occhi verso Morgan, esibendo la sua migliore faccia da schiaffi. "Mi sto bagnando i miei meravigliosi capelli con la pioggia, a perdere tempo a parlare con te! Me ne vado, mio caro! Ti affronterò quando il tempo sarà migliore... Non vorrei che le mie meravigliose treccine si increspino, con tutta questa umidità!".

Lina sorrise. Ed eccolo, il caro vecchio Jack-faccia-da-schiaffi! Un problema, forse, era risolto. Certo, sempre che Morgan non li avesse attaccati.

Ma il loro rivale corse in suo aiuto. Morgan scoppiò a ridere, di gusto. "Oh Jack Sparrow, sei davvero un codardo! Ma ti capisco, anche io avrei paura, ad affrontarmi. Vai, vai avanti con la tua bagnarola e il tuo striminzito equipaggio. Non vali nemmeno una delle mie palle di cannone". Si voltò verso i suoi uomini, facendo cenno di riprendere a pieno ritmo la navigazione. E senza aspettare altre risposte da Jack, ingorandolo quasi con dispresso, la Perla Nera riprese la sua strada, scomparendo fra i flutti del mare.

Jack si voltò verso Lina. Aveva un'espressione stanca e distrutta. Aveva fatto violenza a se stesso, per fare quello che aveva appena fatto. "Spero di non pentirmene...".

Lina sorrise. "Non te ne pentirai. Ricorda, Jack, perdere una battaglia è meno umiliante che perdere una guerra. Ora ha vinto lui ma alla fine, ti giuro, tu riavrai la tua dannata nave. E anche quegli idioti dei tuoi uomini, se davvero li rivorrai indietro. E' una questione di principio anche per me, in fondo! Lui mi ha chiamata donnicciola, ricorda! E io lo massacrerò, per questo".

Alix, Daryl e Gourry giunsero alle loro spalle, apparentemente più tranquilli per la piega che avevano preso gli eventi.

"Per un attimo ho temuto che ci lanciassimo all'attacco di quel veliero enorme!" - commentò Alix, squadrando il pirata. "Brava Lina, l'intelligenza e la logica femminile hanno trionfato ancora una volta!" - disse ridendo e battendo amichevolmente una mano sulla spalla della maga.

"Beh, so essere persuasiva" – rispose Lina, ridendo.

Ma la pace ritrovata durò poco. Un violento tuono e una grossa onda fecero sobbalzare loro e la nave.

No, i guai non erano finiti. E la tempesta ora era proprio sopra la loro testa.





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Capitolo 15
*** Naufraghi ***


Capitolo nuovo, scritto pure in tempi brevi. E' un capitolo un pochino rocambolesco e spero che le vicende risultino chiare a chi legge.

Grazie come sempre a tutti voi che mi seguite, attendo con ansia i vostri commenti ;)

A prestissimo!!!





Naufraghi


Lina non aveva mai avuto paura dei temporali, da bambina. A differenza dei suoi compagni di giochi prima, e dei suoi pari all'accademia di magia, aveva sempre guardato con interesse e curiosità a quella manifestazione tanto violenta, forte e maestosa che la natura dava di se stessa, quando si scatenava. Era facile, quando era piccola. Si correva in casa o nel fienile e si stava lì, all'asciutto, a guardare quella pioggia furiosa, quel vento impetuoso che sapeva fischiare, gli alberi che si piegavano e il cielo che diventava nero e plumbeo come la notte. E infine, quando tutto era finito, si poteva talvolta rimanere incantati ad ammirare uno splendido arcobaleno.

Ma lì, in mezzo al mare, Lina si rese conto che era un'altra cosa... E cominciava a percepire, capire, cosa terrorizzasse tanto i suoi compagni d'infanzia. La sensazione di essere piccolo piccolo, in balìa della natura e dei suoi capricci, assolutamente inerme ed impreparato a fronteggiare la furia dei venti e del mare. Certo, aveva la magia, avrebbe potuto volare, avrebbe potuto fare mille cose ma... era quella sensazione di inferiorità che la colpiva e a cui mai aveva pensato. L'uomo, per quanto forte, era nulla in confronto alla furia di madre natura e dei suoi elementi. Si voltò verso Jack che, a fatica, reggeva il timone fra le mani. Pensava di aver risolto il grosso dei problemi, allontanando Morgan, ma non era decisamente così. "Credi di farcela?".

Jack si morse il labbro. "Ho già affrontato mille tempeste".

"Sì, ma...". La maga si morse il labbro e tacque. Rivelargli le sue paure e i suoi dubbi, forse sarebbe stato deleterio. Lui era un uomo di mare, avvezzo a questo genere di esperienze. E la fiducia che sembrava riporre in se stesso era un buon aiuto, meglio non minarla con i suoi stupidi dubbi. E pensare a cose più pratiche, come ad esempio... tenere a galla la nave! "Jack, noi che dobbiamo fare per esserti d'aiuto?".

Il pirata alzò gli occhi al cielo, poi guardò lei con aria pensierosa. "Sei una maga! Hai in serbo qualche buona magia per far smettere il temporale?".

"Seriamente Jack!" - lo fulminò Lina.

L'uomo scosse la testa. Sarebbe stato troppo bello se ne fosse stata capace e invece gli toccava faticare! "Ammainate le vele, o il vento le farà in mille pezzi" – rispose infine in tono pratico. Poi la guardò, accigliato. "Lina, tu SAI cosa vuol dire, ammainare le vele, vero?".

"Jack...". Oh beh, visto che faceva l'idiota, in fondo forse poteva sfogare sul suo amico pirata, il nervoso fattole venire prima da Morgan, vero? Giusto un paio di pugni...

Quasi prevedendo i suoi pensieri, Jack ridacchiò. "Eheh, non ti conviene! Se metti fuori gioco me, sei fregata! Tu, questa nave e tutti gli altri! Prendila come... una piccola vendetta per avermi impedito di combattere con Morgan".

"Io ti odio, certe volte!" - borbottò la maga, imbronciata. Prima di lasciarlo solo col suo timone e tornare dagli altri che combattevano contro la furia del mare che rovesciava ogni cosa ci fosse sulla nave.

Si avvicinò a Daryl, l'unico in quel momento, in grado di esserle d'aiuto. "Jack ha detto di ammainare le vele. Gourry sta male, io non ne sono capace. Potresti farlo tu?" - gli urlò, mentre la pioggia e il vento, sempre più forti, le sferzavano il viso.

Daryl sbuffò. "Ma devo SEMPRE farli io, i lavori di forza?".

Alix guardò Lina e Gourry, bianco come un cencio. "Avanti grande uomo, ti aiuto io!" - commentò fiaccamente.

"Davvero?". Il viso di Daryl si illuminò. Beh, se la dolce Alix gli dava una mano... Si arrampicò con agilità sull'albero maestro, raggiungendo le funi che tenevano legate le vele. "Alix, mettiti sotto e afferra tutto quello che ti lancio giù!" - le urlò dall'alto, prendendo a sganciare le imbragature che tenevano issata la vela.

Lina li guardò, attenta ad imparare dai movimenti di Daryl, tutto quello che poteva. In fondo, apprendere in qualsiasi campo, poteva rivelarsi utile, l'aveva sempre saputo. Poi, notando l'ottima coordinazione fra il suo vecchio compagno e Alix, si avvicinò a Gourry che se ne stava seduto a terra, pallido e sudato. Stava malissimo, era evidente che lo spadaccino non poteva essere di nessun aiuto in quel momento. Quel mare mosso, quelle onde che sballottavano la nave ovunque, dovevano essere una tortura per lui. "Gourry, tornatene nella tua cabina. Quì ci pensiamo noi" – gli intimò, gentilmente.

Ma lo spadaccino scosse la testa, in segno di diniego. "No, scordatelo! Non me ne starò a letto a poltrire, mentre quì fuori c'è bisogno di aiuto". Si alzò a fatica, aggrappandosi al parapetto della nave. Ogni movimento gli costava una fatica enorme, non ricordava di essere mai stato tanto male in vita sua... "Lina, diamoci da fare anche noi e aiutami a mettere al riparo le botti con gli alimenti e ogni altra cosa che potrebbe tornarci utile, che ora rischia di finire in mare!".

"Gourry, dannazione!". Lina gli corse vicino, sorreggendolo per la vita. "Non puoi farlo, non stai in piedi!".

"E' solo mal di mare, nulla di più! E voglio rendermi utile".

Lina sospirò. Gourry non sarebbe mai cambiato, la sua correttezza e la sua voglia di aiutare gli altri lo avrebbero accompagnato per sempre. "Sei un testone, lo sai?" - borbottò, ormai arresa alla sua testardaggine.

Gourry, a dispetto di tutto, sorrise. "Senti chi parla!".

La ragazza scosse la testa. "Farò finta di non aver sentito...". Poi, a fatica, scivolando sul pavimento reso umido dalla pioggia, con Gourry raggiunse delle grosse botti che sbattevano contro il parapetto della nave, rischiando di finire in mare. Dentro c'erano viveri e bevande e se li avessero persi, sarebbero stati guai. E digiuno assicurato! "Gourry, facciamoli rotolare fino alle scale, giù nella dispensa" – urlò al compagno, mentre la sua voce veniva sovrastata da un ennesimo, violento tuono.

L'acqua prese a cadere ancora più forte, violenta, intensa, tanto che era difficile vedere oltre al proprio naso, quasi. E ad essa, quasi per un beffardo scherzo del destino, si aggiunse la grandine. Piccola, ghiacciata e pronta a trafiggere chiunque trovasse sul proprio cammino.

"Hei, ma dannazione!". Lina si coprì col braccio la testa, cercando di ripararsi da quei piccoli proiettili gelati che piombavano giù dal cielo. "Gourry, sbrighiamoci con queste dannate botti, mettiamo tutto al riparo e poi cerchiamo un posto asciutto anche noi!". Odiava la pioggia, odiava la grandine, odiava tutto di quel dannatissimo temporale.

Gourry annuì, spingendo a fatica la botte davanti a se, verso la rampa di scale. Farla rotolare giù era un modo piuttosto spartano di metterla in salvo, ma viste le condizioni in cui si trovavano, meglio non guardare troppo di fino. E considerando che stava da cani, non aveva comunque la forza per ribattere alle idee di una Lina piuttosto nervosa. La maga non era mai stata amante delle avversità del meteo, in questo, negli anni, non era cambiata.

Ginsero alla rampa di scale con enorme fatica, combattendo contro il violento sali-scendi della nave, percossa da enormi scossoni. Sembravano miseri moscerini, in quel mare in tempesta, sotto quel cielo cupo e carico di pioggia ed energia. E lo erano! I lampi rischiaravano il cielo a giorno, per poi sparire e lasciare il posto al nero più profondo. Faceva quasi paura, quel cielo. Sembrava notte ed invece era solo pomeriggio. E Lina si rese conto di quanto fossero vere le leggende che Jack aveva raccontato loro a Ihurun, circa quel tratto di mare. Ora ci credeva, era una certezza quello che lui aveva detto. Fra quelle acque, in quelle condizioni, dovevano essere state molte le navi colate a picco, insieme ai propri marinai. Scosse la testa. Beh, era sopravvissuta ai più potenti Dark Lord e di certo non sarebbe morta in una stupida tempesta in mare. No, loro erano un'altra storia e ne sarebbero usciti. Anche se le onde erano alte, il mare in tempesta e la pioggia e la grandine violentissime. Se la sarebbero cavati e basta, come sempre. Con un gesto rabbioso, aiutata da Gourry, spinse la botte giù per le scale, facendola sobbalzare malamente ad ogni gradino. Resse senza spezzarsi, rotolando poi nel buio della stiva. Lina annuì, notando che per fortuna il legno con cui era fatta, aveva retto ai colpi. "Ok, possiamo passare alle altre sul pontile!" - disse, rivolta a Gourry.

Lo spadaccino annuì, camminado a tentoni sul pontile umido di pioggia. Osservò Jack che a fatica teneva in mano il timone. E Alix e Daryl che avevano quasi finito il loro lavoro con le vele. Prese Lina per mano, aiutandola a rimanere in piedi e poi giunsero fino alle altre botti sul pontile. In quel momento, una grossa onda fece inclinare la nave, facendo scivolare entrambi contro il parapetto dell'imbarcazione. Lo spadaccino cadde e rovinò dolorosamente con la schiena contro il duro legno, bloccando e stringendo al suo petto Lina e riparandola col suo corpo. Strinse i denti per il dolore alla schiena e prima che potesse cercare di rialzarsi, vide una delle botti sobbalzare a causa delle onde altissime. Si rovesciò su se stessa e poi rotolò pericolosamente verso di loro, rischiando di travolgerli.

"Gourry!". Lina chiuse gli occhi e si strinse a lui, pronta a ricevere il colpo.

Ma lo spadaccino, con un gesto tanto veloce che di solito usava nel maneggiare la spada, scansò all'ultimo la botte, dandole una botta col braccio e facendola cadere al loro lato. Poi si abbandonò contro il parapetto, dolorante. Gli facevano male tutte le ossa ora, oltre lo stomaco. Strinse a se Lina, accarezzandole i capelli. "Tutto bene?".

"Sì, tutto bene". La maga si rialzò e lo guardò, sorridendogli. "Ti ringrazio, mi hai appena salvato la vita. Di nuovo!" - osservò, ironica.

Gourry sbuffò, cercando di rispondere al sorriso, nonostante tutto. "Beh, per così poco...". Tentò di rialzarsi ma il forte dolore alla schiena lo costrinse ad accasciarsi al suolo.

"Gourry!". Preoccupata, Lina gli si inchinò davanti, aiutandolo ad appoggiare la schiena. "Mi dispiace... Ti sei fatto male per salvare me...".

Lo spadaccino le sorrise. "Beh, è meglio che uno dei due resti sano oggi, no? Io stavo già male in partenza ma tu sei in forma ed è meglio che continui ad essere così, visto il casino in cui ci troviamo. Non preoccuparti, sono abituato a ben altro. Due secondi e mi rialzo".

"Scordatelo!". La maga gli si inginocchiò davanti, con sguardo risoluto. "Ora resti quì tranquillo. Oppure, ancora meglio, vai in cabina a riposare. Ci penseremo noi a tutto il resto".

A quelle parole, tranquillo, Gourry scosse la testa. "Io non ti lascio sola in mezzo a tutto questo. Te l'ho promesso, no? Che ti avrei aiutata ogni volta che ne avessi avuto bisogno...".

"Gourry". Lina arrossì lievemente alle sue parole. Gourry sapeva essere tanto dolce e riusciva a farla stare tanto bene, con poche e semplici parole. E sapeva starle accanto, sempre. Era vero, lo aveva promesso a Ihurun. Ma non credeva che avrebbe preso tanto alla lettera quel dolce impegno che si era preso nei suoi confronti. "Ascolta" – sussurrò, in tono più gentile – "Stai male, ti sei fatto male! Non puoi aiutarci, ora! E non sarò sola, ci sono Jack, Alix e Daryl, con me. E anche se non sono guardie del corpo perfette come sei tu, ce la sapremo cavare. Vai a riposare, Gourry. Per favore".

"No". Con fatica, Gourry si tirò su in piedi. Non se ne sarebbe stato a letto a poltrire, mentre gli altri affrontavano la tempesta. Anche se era Lina a chiederglielo!

La maga alzò gli occhi al cielo. Gourry sapeva essere più testardo di lei! Non ricordava che avesse la testa tanto dura. "Una volta eri più ubbidiente" – mormorò, arrendendosi. Si guardò attorno, notando che Alix e Daryl avevano terminato il loro lavoro con le vele. "Hei, aiutateci a mettere in salvo le botti!" - urlò loro.

I due annuirono, raggiungendoli, sotto la pioggia battente. Stare in piedi senza capitombolare al suolo, era una fatica immane. Daryl si morse il labbro, dando occhiate nervose a Jack. "Spero che riesca a non far ribaltare la nave!".

Lina, Alix e Gourry spalancarono gli occhi. Alla faccia dell'ottimismo!

"Oh Lon, potresti essere meno catastrofico, per favore?!" - sbottò Alix.

Il cercatore di tesori ridacchiò. "Vuoi dire, meno realista? Quì stiam rischiando di brutto, bellezza, se non te ne fossi accorta". Guardò il mare, nero quanto il cielo e agitato come se fosse percosso da un terremoto sotterraneo.

In quel momento un fulmine fece tremare la nave, vigorosamente, abbattendosi contro l'albero maestro e spezzandolo in due. La trave di legno scricchiolò sinistramente, tremò su se stessa e poi cadde giù, diretta su di loro.

Daryl prese Alix per la vita, la strinse e con un saltò si spostò all'ultimo dalla sua traiettoria. Gourry spinse Lina lontano, con forza. Poi con un balzo, cercò di evitare esso stesso di essere travolto, cadendo pesantemente all'indietro e sbattendo violentemente la testa contro il parapetto della nave. Rimase tramortito, immobile e senza sensi per lunghi istanti. La trave si frantumò di lato a lui, a pochi centimetri dal suo corpo. Per poi accasciarsi su se stessa sbattendo sul parapetto dell'imbarcazione, rompendolo e aprendo una voragine che dava direttamente sul mare.

Lina si rialzò, tramortita. Riuscì a vedere la trave spezzata e il corpo inerme di Gourry, senza sensi, accanto ad essa. Prima che potesse fare qualcosa, la nave, percossa dall'ennesima onda, fece rotolare il corpo dello spadaccino, avvicinandolo pericolosamente alla voragine appena aperta e facendolo cadere a peso morto in mare, senza che lui opponesse alcuna resistenza.

"Gourry!". A Lina sembrò che il suo cuore si fermasse. "Gourry, Gourry!!!". Corse verso la voragine, cercando di recuperarlo, pronta a tuffarsi in quel mare in tempesta per recuperarlo. Ma Daryl, resosi conto delle sue intenzioni, si lanciò su di lei, bloccandola. "Ferma! Lina, che vuoi fare?".

La maga cercò di divincolarsi, dandogli violenti strattoni per liberarsi dalla sua stretta. "Lasciami Daryl! Gourry, dobbiamo aiutare Gourry! E' finito in mare!".

Daryl la strinse più forte. Capiva come potesse sentirsi Lina, capiva che era sconvolta ma non le avrebbe permesso di fare alcuna sciocchezza. "L'ho visto, Lina! E' perso, Gourry è perso! E tu non seguirai il suo destino! Lina, fermati dannazione! Nemmeno lui lo vorrebbe!" - le urlò, mantenendo la stretta su di lei.

La ragazza si voltò verso di lui, rabbiosa. No, non gli avrebbe permesso di fermarla, non avrebbe mai abbandonato Gourry al suo destino. Avvicinò una mano al petto di Daryl mormorando sotto voce una formula magina. "Mono volt!" - esclamò, liberando una piccola quantità di corrente che tramortì Daryl, facendolo cadere a terra. Non aveva usato molta potenza, si sarebbe ripreso nel giro di qualche minuto. Ma almeno lei avrebbe avuto il tempo di salvare Gourry.

"Lina, non farlo!" - urlò Alix, disperatamente.

La maga non la ascoltò, le sue parole non la sfioravano minimamente. Corse verso lo squarcio, diede un'occhiata veloce al mare in tempesta e poi si buttò giù, fra le onde del mare. Lo avrebbe trovato, lo avrebbe salvato, pensò, prendendo un ampio respiro ed immergendosi di sotto, nell'oscurità delle acque. Erano gelide, scure e furiose... Fece comparire davanti a se una piccola sfera di luce per riuscire a vedere in quell'abisso di oscurità. Poi nuotò, cercando il suo compagno. Doveva fare in fretta, ogni istante perso poteva essere fatale. 'Gourry, Gourry dove diavolo sei?' - pensò, scendendo sempre più in profondità. Il terrore... Non aveva mai provato tanta paura come in quel momento... Perdere Gourry... No, non poteva essere, non doveva permettere che quella dolce luce venuta ad illuminare il buio che la circondava, si spegnesse. Non lui, non Gourry! Lo avrebbe trovato, salvato e poi l'avrebbe preso a cazzotti in faccia, per averla fatta preoccupare tanto!

Nuotò sempre più in profondità, respirando a fatica e spinta solamente dalla forza della disperazione. Lui era caduto in quel punto e non doveva essere poi così lontano da lei. Era irrazionale, sapeva che il suo comportamento era folle e che, in altre situazioni, avrebbe biasimato chiunque altro avesse fatto lo stesso. Ma non le importava, in quel momento era guidata solo dal suo istinto che le diceva che perdere Gourry avrebbe significato perdere per sempre anche se stessa.

Nuotò, nell'oscurità rotta solo dal suo incantesimo. E finalmente, sotto di lei, lo vide. Inerme, sballottato dalle correnti marine come se fosse stato un burattino, Gourry scivolava sempre più giù, senza opporre resistenza. La sua coscienza era scivolata lontano e se lei non lo avesse raggiunto, quel mare se lo sarebbe inghiottito per sempre. Con veloci bracciate, disperata, riuscì a spingersi fino a lui, afferrendolo per la maglia ed attirandolo a se. Lo aveva trovato ma non aveva tempo per esultare! Cominciava a mancarle seriamente il fiato e, se non si fosse sbrigata a risalire, entrambi ci sarebbero morti, in quel mare! Attirò Gourry a se, abbracciandolo e stringendolo fra le braccia. Lo spadaccino era incosciente e non aveva idea di quanto fosse grave la sua situazione. Nuotò verso l'alto, con una forza che non credeva di possedere, dettata solo dalla disperazione e dal terrore che si erano impossessati di lei. Riaffiorò fra le onde del mare in tempesta, venendo investita dalla pioggia violentissima. Respirò affannosamente, continuando a tenere Gourry stretto a se e cercando di recuperare quel minimo di calma che le sarebbe servito per uscire da quella situazione. Le sue mani sfiorarono i lunghi capelli biondi dell'uomo e la sua stretta su di lui aumentò. "Gourry, coraggio..." - mormorò più a se stessa che a lui, che non poteva sentirla.

La maga si guardò attorno, cercando di visualizzare dove fosse la loro nave. Ma attorno a lei c'erano solo onde furiose e acqua. Della loro imbarcazione, di Jack, Alix e Daryl nemmeno l'ombra. E quel cielo nero come la notte era ancora sopra le loro teste. La corrente doveva averli spinti lontani dalla barca e ora non aveva la minima idea di come raggiungerli e di dove fossero. Per un attimo, il panico tornò ad impossessarsi di lei. Aveva un dannato bisogno di uscire dal mare, andare all'asciutto ed accertarsi delle condizioni di Gourry! Fece mente locale e ricordò che, prima del temporale, avevano sorpassato una grossa isola. Non era lontana e probabilmente pure Jack ci si stava dirigendo. Era logico, era l'unico approdo sicuro, in quell'inferno. Ma da che parte andare? Aveva perso ogni senso dell'orientamento, ormai. Si guardò attorno, mentre le onde del mare rischiavano di travolgerli ancora. E poi decise. Strinse il ciondolo che teneva al collo, ricordando quanto Yonas avesse amato volare. Sarebbe stato difficile volare, trascinandosi dietro un corpo a peso morto, stanca, ma doveva usare la magia e uscire dall'acqua. Non aveva alternative! "Levitazione" – urlò, allo stremo delle forze. Guardò il cielo, cercando sostegno in esso. "Yonas, ovunque tu sia, aiutami a volare".

La magia la sollevò dall'acqua e Lina strinse i denti. Gourry era pesante e lei era sfinita. Ma doveva portarlo in salvo! Volò alla cieca, guardandosi attorno alla ricerca di un appiglio e sperando, al contempo, che Gourry si svegliasse. Ma dallo spadaccino non pareva arrivare alcun segno di vita. Doveva fare in fretta!

Una serie di lampi, illuminarono il cielo a giorno. La maga si guardò attorno, alla ricerca della salvezza. E in lontananza, finalmente, vide la sagoma scura di un'isola. Era a diverse miglia da loro ma l'avrebbe raggiunta. Era la sua unica possibilità di salvarsi. Era l'unica possibilità di salvare Gourry. Era sfinita, non ce la faceva più! Ma ce l'avrebbe fatta!

Volò, spinta dalla forza della disperazione, a filo d'acqua, col corpo dello spadaccino stretto a se. "Coraggio Gourry, ci siamo quasi!". Doveva crederci, che ce l'avrebbe fatta! Volò veloce, non seppe nemmeno lei come riuscì a farlo. E quando giunse alla spiaggia, si accasciò senza più forza sopra di essa. La sabbia era bagnata, le onde le sfioravano i piedi, la pioggia era ancora violentissima e non sapeva dove fosse finita la sua nave. Ma non le importava, a quello ci avrebbe pensato dopo, con Gourry! Ora, l'unica cosa importante era salvarlo!

Stese il corpo dello spadaccino sulla sabbia, piano. Poi gli sfiorò il petto e le labbra. E il cuore le si fermò. Non respirava... Gourry non stava respirando! Non sapeva da quanto, non sapeva se ci potesse essere una strada di ritorno, non sapeva nulla e le sembrava di non capire più niente.

Guardò il suo viso. Aveva lo stesso colorito che aveva Yonas quel giorno, quando aveva dovuto dirgli addio nel loro bosco, quando era morto fra le sue braccia. Gourry era uguale a lui, in quel momento! Bianco come la cera, immobile e terreo. Prese a tremare, convulsamente. Le braccia, le sue mani, tutto il suo corpo sembravano non rispondere più ad alcun suo comando. "Lina, stai calma! Se dai fuori di testa, non potrai aiutarlo! Non è Yonas, non è come Yonas! Puoi salvarlo..." - urlò, verso se stessa. Era annientata, terrorizzata! E doveva farsela passare o non sarebbe stata di alcun aiuto a Gourry. Si chinò su di lui, accarezzandogli la guancia. "Gourry, ti prego, non farmi questo! Non PUOI farlo! Me lo hai promesso... Mi hai giurato che non mi avresti lasciata sola, che avrei potuto contare su di te. E io ho bisogno che tu ci sia! Non andartene... Ti odierei per sempre, se lo facessi. Respira, Gourry respira dannazione! Fallo per me". Strinse i denti, rabbiosa. Sapeva cosa si doveva fare in quei casi, giusto? Beh, non poteva permettersi di piangere, in quel momento! Si chinò sul suo viso, sfiorando le labbra dello spadaccino con le sue, soffiando nella sua bocca quell'aria di cui lui aveva dannatamente bisogno. Doveva stare calma, essere lucida! Le labbra di Gourry erano morbide e carnose come le ricordava, ma in quel momento non era importante! Non era un bacio, era una lotta contro la morte, quella! Alzò il viso e premette con forza sullo stomaco dello spadaccino per far uscire l'acqua che aveva bevuto, dal suo corpo. Schiacciò una, due, tre volte, poi tornò a sfiorargli le labbra con un lungo respiro. "GOURRY, DANNAZIONE, SVEGLIATI!!!" - urlò.

Lo spadaccino non diede alcun segno di vita...

Lina tornò a premere con forza sullo stomaco dell'uomo. Non poteva essere troppo tardi, doveva tornare da lei! Poi si chinò nuovamente sulle sue labbra. "Respira..." - sussurrò nuovamente, ormai quasi arresa alla disperazione, prima di sfiorargli la bocca.

Il corpo dello spadaccino, di colpo, fu scosso da un forte tremito. Prese a tossire e a rantolare convulsamente e Lina meccanicamente si alzò da lui, costringendolo a girarsi di lato e a vomitare tutta l'acqua che aveva in corpo. "Coraggio, sputa!" - gli ordinò, quasi con rabbia. E con un improvviso senso di sollievo che le invadeva ogni fibra del corpo. Forse almeno quell'incubo era finito... E il finale era diverso, da quello vissuto con Yonas...

Gourry tossì furiosamente per lunghi istanti, prendendo a fatica grossi respiri. Aprì gli occhi e vide il cielo nero sopra di lui, la pioggia che gli batteva sul corpo e avvertendo al contempo la morbidezza della sabbia su cui era adagiato. Non capiva dov'era, cosa gli fosse successo e perché stesse tanto male. Non ricordava nulla, eccetto quel temporale e quei tuoni fragorosi che li avevano sorpresi sulla nave. Era tutto così confuso, nella sua mente... Abbandonò la testa sulla sabbia e Lina si accasciò a peso morto sopra di lui, distrutta dalla paura, dalla fatica e dalla tensione accumulata. La ragazza diede un rabbioso pugno sulla sabbia. Ne aveva bisogno, se non avesse scaricato quella tensione che le attanagliava la mente e lo stomaco, sarebbe esplosa. "Dannazione, dannazione, dannazione!!!" - urlò, abbandonandosi definitivamente sopra il corpo di lui e affondando il viso contro al suo collo. Calde e silenziose lacrime presero a rigarle le guancie e si odiò. Non voleva piangere, non voleva che lui la vedesse, che si accorgesse di quanto era scossa. E poi, era vivo! Che dannato bisogno aveva, di frignare? Era arrabbiata, oltre che sollevata. Arrabbiata con se stessa, con lui, col temporale, con le sue dannate paure e i suoi ricordi che la annientavano e la rendevano talvolta poco lucida e debole.

"Lina..." - mormorò Gourry, a fatica.

Dalla maga non arrivò alcuna risposta. Non era in grado di parlare, in quel momento.

Gourry, con enorme fatica, la strinse a se. Aveva dolori ovunque, sentiva i polmoni bruciargli dentro il petto ma non gli importava. In quel momento sentiva solo l'esile corpo di Lina sopra il suo. E lei tremava, tremava come non l'aveva vista fare nemmeno contro i più potenti Dark Lord. La abbracciò, prendendo ad accarezzarle i lunghi capelli rossi ormai fradici. Erano soli, non sapeva cosa fosse successo agli altri e il perché si trovassero lì. Sapeva solo che Lina tremava e che voleva proteggerla da quello che le faceva tanta paura. Appoggiò il viso contro la nuca della ragazza, cercando di proteggerla dalla pioggia. E quando avvertì il suo corpo rilassarsi, si rilassò anche lui. Persero entrambi i sensi e si abbandonarono a un sonno profondo, che nemmeno la furia della tempesta riusciva a disturbare.


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Capitolo 16
*** Lasciar andare il passato ***


Scrivere questo capitolo è stata un'epopea, una faticaccia. E spero sia uscito qualcosa di non confuso ed accettabile. Lina mi ha fatta sudare XD

Spero che i capitolo vi piaccia. Come sempre, grazie a chi segue e a chi vorrà farmi sapere cosa ne pensa :)

Alla prossima!





Lasciar andare il passato



Fu il rumore del mare, unito allo schiamazzo dei gabbiani, a svegliarlo, dopo quelli che gli erano parsi secoli. Gourry aprì a fatica gli occhi, accecato dalla luce del sole e trafitto da forti dolori alle ossa e ai muscoli, che gli percorrevano tutto il corpo. "Accidenti, sembra che mi abbia camminato sopra un elefante!" - borbottò, cercando di mettere a fuoco gli avvenimenti delle ultime ore. Con la mente rivide la tempesta, le onde, avvertì il ricordo del vuoto sotto di lui, la caduta in mare e... poi il nulla... Eccetto Lina, accanto a lui... "Lina". La cercò disperatamente con gli occhi e la vide, percepì la sua presenza accanto a lui. La maga sembrava ancora dormire e se ne stava raggomitolata contro il suo corpo, le braccia strette attorno alla sua vita e il viso affondato nel suo petto. Ricordò il suo viso stravolto, il modo in cui tremava, come sembrava spaventata. Gli si contorse lo stomaco a quei pensieri, realizzando che l'aveva vista in quello stato solo una volta: quando gli aveva raccontato la sua storia con Yonas. Si sentì in colpa verso di lei, per quello che aveva passato anche a causa sua, lui che invece aveva promesso di proteggerla e di sorreggerla. E invece, come al solito, era stata Lina a salvare lui. Gettò uno sguardo al cielo sopra di loro. Era azzurro, limpido, senza una nuvola. La tempesta doveva essere passata da un pezzo, così come la notte. Sfiniti e stravolti com'erano, dovevano aver dormito per ore, incuranti di pioggia e vento e nemmeno si erano accorti del sorgere del sole. Con la mano raggiunse i capelli della maga, accarezzandoli piano. "Lina" – sussurrò, stringendola a se.

La ragazza mugugnò qualcosa, poi a fatica aprì gli occhi, al suono della sua voce. Lo guardò in viso e poi si guardò attorno, smarrita. Infine, con un sospiro, si abbandonò contro al corpo dello spadaccino, senza dire una parola.

"Lina?". Gourry la richiamò, preoccupato per quello strano comportamento. Non era da lei quel silenzio, quell'espressione stanca e assente... "Tutto bene?".

"Tutto bene un corno!" - rispose lei in tono basso e rabbioso, senza sollevare il viso.

Gourry chiuse brevemente gli occhi, sospirando. Ok, ora era chiaro, Lina si era svegliata di pessimo umore! E lui era troppo confuso e malconcio per capirne il perché. "Sei arrabbiata?".

A quella domanda, Lina si alzò di scatto, allontanandosi da lui. Gli diede una spinta sulla spalla, facendolo cadere fra la sabbia, e poi lo fulminò con uno sguardo che prometteva scintille. "Arrabbiata? Puoi dirlo forte, Gourry Gabriev!".

Lo spadaccino deglutì. La sua esperienza gli suggeriva che, quando qualcuno ti chiamava col tuo nome per intero, significava che era arrabbiato con lui. "Ma...". Era confuso, non ricordava di aver mai visto Lina furibonda come in quel momento.

La maga gli diede un'occhiata fredda, poi si alzò da terra, pulendosi le gambe e la maglia dalla sabbia che vi si era incollata addosso. Lo guardò, rabbiosa, parlandogli prima a tono basso, via via sempre più alto e gridato. "Sei quasi morto, come un idiota! E avresti avuto mille modi per evitarlo, se avessi fatto quello che ti avevo chiesto! Mi hai fatta spaventare, mi hai terrorizzata! Sei caduto in mare e quando ti ho recuperato, non respiravi nemmeno! Ti ho odiato in quel momento, ti ho odiato come non ho mai odiato nessuno! Per un attimo eri morto, per un attimo ho creduto che non ti avrei rivisto, che non avrei sentito più la tua voce, che non avresti più riaperto gli occhi. Che non avresti mantenuto la promessa che mi hai fatto a Ihurun! Per un attimo, mi hai fatto la stessa cosa che mi ha fatto Yonas... E non ti avrei mai, MAI perdonato". Le parole le erano uscite di bocca come un fiume in piena, impetuose, rabbiose e piene di frustrazione. Avrebbe volentieri urlato, distrutto qualsiasi cosa con gli incantesimi più potenti che conosceva, in quel momento. Ma tutto quello che riusciva a fare, era urlare in faccia a lui tutta la sua rabbia e tutta la sua frustrazione. Se non l'avesse fatto, quei sentimenti tanto forti e brucianti, l'avrebbero divorata.

Gourry spalancò gli occhi, davanti a quella reazione tanto forte. Si sollevò dalla sabbia, incurante della testa che gli girava e gli faceva male e delle gambe molli che rischiavano di farlo rovinare a terra ad ogni movimento, e gli si avvicinò, prendendola per i polsi ed attirandola a se. "Sta calma, Lina! E' tutto a posto ora, sto bene". Ora capiva perché era tanto sconvolta. Era spaventata perché aveva rivissuto, tramite lui, un trauma che ancora non era riuscita a superare. Non era rabbia, quella di Lina, ma una paura profonda e ancora non metabolizzata che rischiva di schiacciarla e spezzarla, appena aveva l'occasione di venire alla luce. La attirò a se, abbracciandola ed accarezzandole le lunghe ciocche di fuoco. "Lina..." - gli sussurrò fra i capelli – "Sono vivo, sto bene. Non è come l'altra volta, TU mi hai salvato! Hai capito, Lina? Ce l'hai fatta, se non fosse stato per te, io non sarei quì. Sei stata brava e io non sono come Yonas, non sono malato. Sono solo, come dici tu, uno stupido idiota che ha rischiato di morire come un imbecille. Sta tranquilla, ora...".

Lina si morse il labbro, trattenendo a stento le lacrime e lasciandosi andare a quell'abbraccio. Appoggiò la fronte contro il mento di Gourry, prendendo profonde boccate d'aria per calmarsi e tornare padrona di se. "Come stai ora?" - chiese, in un soffio, con un tono di voce stanco.

La stretta di Gourry si intensificò. "Sto bene adesso. E mi dispiace di averti fatta preoccupare".

Lina sollevò il viso. Gourry era ancora pallido ed era evidente che stava mentendo, che ancora non era in perfetta forma. Sarebbe stato strano il contrario, dopo tutto... E lei non stava meglio, ancora non riusciva a scrollarsi di dosso la paura, la frustrazione, il terrore che l'avevano invasa quando Gourry aveva smesso di respirare. Era stato troppo per lei, era stato come rivivere la morte di Yonas. Ma a differenza di quanto successo con lui, con Gourry era stato forse peggio. Una corsa contro il tempo, una lotta contro il destino, una sfida con se stessa. Con Yonas non aveva avuta chances, con Gourry si era giocata il tutto per tutto. Lui avrebbe potuto morire ma lei aveva nelle sue mani gli strumenti per impedirlo, ogni cosa era dipesa da lei, in quegli istanti. E questo l'avrebbe trovato inebriante un tempo, l'avrebbe fatta sentire forte. Ma ora... era stato troppo da sopportare, da rivivere... Allungò la mano, accarezzandogli la guancia, non smettendo di guardarlo negli occhi. Si sentiva confusa, spersa e infinitamente stanca. Era come se il peso di quei mesi lunghi e difficili seguiti alla morte di Yonas, durante i quali aveva lottato per non cedere alla disperazione e alla consapevolezza che se ne fosse andato per sempre, si stesse abbattendo su di lei tutto d'un colpo. E l'abbraccio di Gourry era caldo, gentile, la faceva sentire meno smarrita... "Se fossi morto... io non avrei avuto via di scampo...".

Gourry scosse la testa, turbato da quel contatto tanto ravvicinato. Era strana Lina in quel momento, non riusciva a capirne appieno né le azioni né lo stato d'animo. Ma una cosa era certa: mai gli era apparsa tanto fragile ed insicura. "Non sarei morto perché tu non me lo avresti permesso. E io ti ho fatto una promessa". Il suo tono era calmo e tutto quello che voleva, era trasmettere pure a lei una parvenza di tranquillità. "Va tutto bene, Lina" – sussurrò ancora, mentre la mano della ragazza non abbandonava la sua guancia.

Lina scosse la testa. Il suo sguardo era assente, come se in quel momento non percepisse cosa la circondava, chi aveva davanti e cosa l'aveva portata lì. Per un attimo il passato e il presente sembravano mischiarsi nella sua mente, rendendole impossibile capire la realtà. Si sentiva confusa, smarrita... "La gente muore... E spesso nessuno può salvarla..." - sussurrò, in tono assente. L'immagine di Yonas le danzò davanti agli occhi, mischiando la sua immagine con quella di Gourry, dandole l'illusione che davanti a lei non ci fosse lo spadaccino ma il suo compagno di Zephilia. "Ma ora... sei quì..." - sussurrò, avvicinando le labbra a quelle di Gourry.

Lo spadaccino spalancò gli occhi, capendo benissimo cosa stesse per succedere e quanto la maga fosse confusa in quel momento. Lina non era in sè, era smarrita e spaventata e probabilmente non era nemmeno padrona delle sue azioni. Doveva fermarla, non poteva permettere che accadesse, per il bene di entrambi. Ma sentirla vicina, tanto vicina... Lina, da sempre, era una calamita per lui ed era così difficile resisterle. Era così difficile mettere a tacere quei sentimenti tanto forti che provava da sempre verso di lei. "Lina... non..." - tentò, poco convinto, frapponendo fra lui e lei una tenue resistenza. Ma non ebbe tempo di aggiungere altro. Le labbra della maga furono più veloci e chiusero le sue, con un bacio tanto improvviso, quanto inatteso.

Per un istante, a Gourry parve che le vertigini aumentassero. Era lì, in piedi, con Lina fra le braccia e non riusciva a fare altro che rispondere al suo bacio, seppur in modo stentato e incerto. Sapeva che non sarebbe dovuto succedere, sapeva che questo avrebbe portato guai e che non era quello che Lina voleva davvero. Era cosciente che lei, in quel momento, non vedeva che Yonas, in lui... E sapeva anche che quel che stava accadendo stava andando contro a tutti i buoni propositi che si era prefissato dopo la morte di Madeline. Ma – e si sentì un verme – non riusciva ad allontanarla. Le sue labbra erano da sempre un suo sogno, così dolci, morbide e calde... E cedette, incapace di tirarsi indietro e di interromperla...

Fu Lina, quando lui cominciò a rilassarsi e a farsi trasportare da quel bacio, a interrompersi, staccandosi da lui bruscamente. La ragazza lo fissò, prima smarrita, poi sorpresa da se stessa e poi con un'espressione rabbiosa in viso. "NO!" - gridò, spingendolo lontano da lei. Indietreggiò di alcuni passi, toccandosi le labbra, stupita di quel gesto e allo stesso tempo furiosa. Con ste stessa. E con Gourry! "Come hai potuto...?" - sussurrò, minacciosa.

Gourry si morse il labbro, confuso e in preda a un enorme senso di colpa per non essere riuscito ad impedire quel che era appena successo. "Lina... ascolta!". Quella reazione di Lina lo stava spaventando.

"Sta lontano da me!" - rispose lei, di rimando, indietreggiando nuovamente, mentre gli occhi sembravano bruciarle dalla rabbia.

Gourry scosse la testa ma non si arrese. Con un movimento veloce, la raggiuse, prendendola per i polsi ed attirandola a lui. Doveva far qualcosa, calmarla, non permetterle di farsi sopraffare dalla rabbia e dai sensi di colpa. Lina era confusa, stava male, era spaventata e preda di mille sentimenti contrastanti. E doveva vincerli, se voleva stare meglio. Era stato un errore quel bacio, ma forse era la cosa giusta, la cosa che le avrebbe permesso di buttare fuori ogni suo dolore e ogni sua paura. "Lina, calmati! Va tutto bene..." - le sussurrò.

"Non va tutto bene!" - rispose lei, di rimando, fulminandolo con lo sguardo. "Come hai potuto farlo?".

"Non sono stato io a baciarti!". Sapeva di arrecarle una ferita, di farle del male. Ma doveva farla ragionare, farla tornare in se e dirle quello che lei non voleva sentire, perché per quanto doloroso fosse, era l'unico modo che aveva a disposizione per aiutarla. "Lina, TU mi hai baciato! E d'accordo, io non te l'ho impedito! Ma non ho preso io l'iniziativa. Sei fuori di te, calmati dannazione!".

Lina gli diede uno strattone, liberandosi dalla sua presa ed indietreggiando, fino a giungere a ridosso di una grossa roccia bianca a pochi metri dal mare. Si abbandonò contro di essa, scivolando seduta sulla sabbia. "Io non volevo baciarti! Non volevo baciare TE! Io voglio Yonas e..." - diede un pugno alla sabbia, con rabbia – "E non vorrei essere quì con te ma con lui! Hai capito Gourry? Voglio Yonas, Yonas e solo Yonas! E ti odio perché è colpa tua se mi sento così!".

Gourry sussultò, non tanto per quelle parole che, sapeva, dettate dalla frustrazione e dalla rabbia. Era perché... Lina stava piangendo... Odiava vederla così, fragile, insicura, confusa e disperata ed odiava sentirsi impotente e il sapere di non poter far nulla per lei. Sapeva che era sconvolta e che non era nemmeno pienamente cosciente di quello che stava dicendo e sentirle pronunciare quel nome... Yonas... Il suo sguardo si indurì e gli si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lei e prendendole nuovamente i polsi fra le mani, bloccandola. Non poteva essere accondiscente, non poteva permetterle di crogiolarsi nel dolore e per quanto doloroso fosse, sapeva che in quel momento, il modo di aiutarla era un altro. "Smettila Lina! FINISCILA! E guardami in faccia!".

"Lasciami Gourry!!!" - urlò lei, disperata e fra le lacrime.

"NO!". Lo sguardo dello spadaccino si incupì ulteriormente. Il suo viso si avvicinò a quello di Lina, fino a fronteggiarlo. "Puoi urlare il suo nome quanto vuoi, cercarlo, implorarlo di tornare ma non lo vedrai più. E' morto, Lina! MORTO!!! Ed è ora che tu lo accetti e che lo lasci andare, è ora che tu torni a vivere! La sua vita è finita, la tua NO! Piangi, disperati perché se n'è andato, ma non piangere per rabbia e perché cerchi un modo per riaverlo indietro. Lui non c'è più e non tornerà! E non vorrebbe questo da te, ora!".

"Sta zitto! E non parlare di Yonas! Non farlo mai più... Tu non sei lui e non lo conosci, non hai il diritto nemmeno di nominare il suo nome. O di dire quello che vorrebbe o non vorrebbe per me!".

Gourry si morse il labbro ma non si tirò indietro. Era il momento della resa dei conti, era il momento di aiutarla per davvero. Sapeva di farle del male ma sapeva anche che Lina aveva bisogno di affrontare quella verità da cui fuggiva fin dalla morte di Yonas. "Hai ragione, non lo conoscevo. Ma parlerò lo stesso, che ti piaccia o no! E non lo faccio per me ma per te! Lo capisci, Lina? Sai perché ti sto parlando a questo modo?".

"Lasciami!!!". Lina tentò di divincolarsi ancora, senza successo. Voleva solo fuggire da lui e dalle sue parole che la colpivano e trafiggevano più di mille frecce. Non voleva sentirlo, non voleva ascoltarlo! "Sta zitto Gourry! Yonas... lui ha rimesso insieme i cocci della mia vita che TU hai mandato in frantumi anni fa. Tu, insieme a tuo padre, a Madeline e a Daryl! Hai capito ora? Yonas mi ha ridato la pace, mi ha fatta star bene! E io lo volevo salvare!".

"Lina...". Gourry scosse la testa. Era sconvolta, piangeva e gli si spezzava il cuore nel vederla così. E soffriva perché sapeva bene di quali colpe si fosse macchiato, in passato, nei suoi confronti. Capiva quanto fosse doloroso quello che Lina stava passando e avrebbe fatto di tutto per tentare di farla star bene ma per farlo, doveva aiutarla a superare la morte di Yonas e ad accettarla per davvero! "Lina, ascolta... Non potevi aiutarlo, non potevi salvarlo. Ma lo hai amato e hai fatto l'unica cosa di cui lui aveva davvero bisogno. Se potessi riportartelo indietro, se esistesse un modo, ti giuro che lo farei. Ma non esiste e tu non puoi passare tutta la tua vita ad inseguire il suo ricordo. Se n'è andato e tu invece sei rimasta. E, anche se non lo conoscevo, so che lui ora vorrebbe il meglio per te. Che non sarò io, non sarà questa missione probabilmente, ma può essere qualsiasi cosa o persona che incontrerai nella tua vita. Se ti rintanerai nei ricordi, nella malinconia, nella ricerca di qualcosa che non esiste più, non noterai e nemmeno vivrai tutto quello che di buono la vita può riservarti. Digli addio Lina, lascialo andare. Farà bene a te... E anche a lui...".

Le lacrime continuavano a rigarle il viso. Lina si accasciò contro la roccia, senza la forza di reagire, di controbattere, di lottare con lui. "Sta zitto..." - ripeté con un filo di voce, senza avere tuttavia la forza di zittirlo davvero. Si sentiva confusa, disperata e sola. E lacerata dalle parole che Gourry le aveva rivolto. Nessuno, dalla morte di Yonas, le aveva mai parlato a quel modo, con quella franchezza, con quella rabbia e con quella passione...

Gourry le lasciò i polsi, stremato quanto lei da quella conversazione. Si alzò in piedi e, senza aggiungere altro, si allontanò di qualche metro, stendendosi sulla sabbia calda. Era esausto, quanto lei probabilmente... E non aveva la forza di dire altro, di sopportare la vista di altre lacrime sul viso di Lina. Era difficile, dannatamente complicato starle vicino, tentare di aiutarla, ascoltarla e mettere a tacere quello che provava per lei. Alzò gli occhi al cielo azzurro, formulando un pensiero che non aveva avuto il coraggio di esprimere nemmeno nei confronti di se stesso, quando era morta Madeline. 'Non ti conosco Yonas... Ma, ovunque tu sia, se puoi, aiutala per favore'. Poi rimase in silenzio, disteso su quella sabbia bianca come farina, incapace di dire altro, di formulare alcun pensiero. La sentiva singhiozzare a pochi metri da lui e non sapeva cosa fare, cosa altro dire. Ora dipendeva tutto da Lina, lui era totalmente impotente.

Dopo lunghi istanti di oblio, fissando il cielo azzurro e la natura rigogliosa a pochi metri da loro, Gourry decise che aveva bisogno di camminare. Aveva bisogno di riordinare le idee, di muoversi e anche di scoprire dove diavolo fossero finiti, se era un'isola deserta, se c'erano abitanti, se gli altri avevano fatto naufragio su quelle stesse spiagge. Si alzò in piedi, guardandosi attorno smarrito. La spiaggia era ampia, meravigliosa ed incontaminata, ed il mare di un azzurro limpido e trasparente. Dietro di loro una grandissima foresta cresceva rigogliosa, inghiottendo ampie parti dell'isola. Non erano finiti su un piccolo atollo ma su un lembo di terra piuttosto ampio ed esteso. Ed era ora di capire come uscire da quel guaio.

"Dove vai?" - chiese improvvisamente, rompendo il silenzio, la voce fredda di Lina.

Gourry si scrollò la sabbia di dosso, evitando di guardarla in viso. Era troppo difficile... "Vado a fare due passi e a cercare di capire dove siamo finiti" – rispose, in tono freddo. Era stanco, confuso e fisicamente a pezzi. Non riusciva ad essere accomodante in quel momento, per quanto si sforzasse, gli risultava impossibile.

Lina si asciugò, con il braccio, le lacrime che le rigavano le guance. Si sentiva svuotata, stanca e confusa. E non voleva che Gourry si allontanasse da lei. "Non voglio stare sola".

"Starò via poco" – ribatté Gourry.

Lina si morse il labbro, rabbiosa. "Ma non voglio stare sola lo stesso".

Gourry sospirò. "E allora alzati e vieni con me" – disse, senza tuttavia aspettarla, incamminandosi verso la foresta tropicale dietro di loro.

Lina gli diede una veloce occhiata. Gourry era freddo, sembrava volesse scappare da lei. Lo capiva, lo capiva benissimo! Avere a che fare con una persona come lei, che diceva quello che aveva appena detto lei, doveva essere un inferno per chiunque. Anche per un uomo dolce e comprensivo come lo spadaccino. Si alzò stancamente, imponendosi di smettere di piangere. E si avviò dietro di lui, che la precedeva a grandi falciate, di parecchi metri.

Lina accelerò il passo, per riuscire a raggiungerlo. Era stanca e senza forze, ma sapeva che Gourry stavolta non si sarebbe fermato per aspettarla. Si odiò, si sentì in colpa per averlo trattato a quel modo, per avergli urlato in faccia delle cose che non pensava. Era vero, lei aveva sofferto per Gourry, e Yonas l'aveva aiutata. Ma quanto successo anni prima fra lei e lo spadaccino era acqua passata, entrambi erano riusciti a superare le divisioni e a darsi appoggio e conforto l'uno con l'altra, riuscendo a ricostruire un rapporto fortissimo e profondo. La verità era che era arrabbiata con se stessa, con la malattia di Yonas e con il fato, che gliel'aveva strappato senza pietà. E prendersela con Gourry, in fondo non era che una valvola di sfogo. Ma era sbagliato, sapeva che non avrebbe dovuto farlo, che non avrebbe dovuto tirare ulteriormente la corda con lui. E sapeva anche che sì, era stata lei a baciarlo e non il contrario! In un momento di confusione, non era riuscita più a distinguere il passato dal presente. E Gourry ne aveva pagato le conseguenze, ingiustamente.

Lina fissò la schiena grande e forte di quell'uomo biondo che adorava e che camminava davanti a lei. Odiava essersi comportata così, essersi fatta vedere da LUI così e avere avuto quelle reazioni. E odiava quel silenzio, quella tensione che si era venuta a creare fra di loro. E se, col suo comportamento, avesse rovinato tutto, se avesse distrutto tutto quello che di buono erano riusciti a ricostruire insieme?

Gourry aveva ragione su tutto quello che le aveva detto, lo sapeva ed era abbastanza grande da saper mettere da parte il suo orgoglio per ammetterlo... Sapeva di fuggire dalla realtà, di non riuscire ad accettare la morte di Yonas, era cosciente di essere rimasta aggrappata ad un passato che non esisteva più.

Allungò una mano, raggiunse quella dello spadaccino e la strinse, affiancandosi a lui. Non disse nulla, non fece nulla, solo quel piccolo gesto. Lo fissò in viso, cercando di carpirne i pensieri, accorgendosi che lo stava guardando con occhi diversi e allo stesso tempo uguali a quelli di un tempo che pareva lontanissimo. Aveva bisogno di lui... Ebbe paura di quei pensieri, ma allo stesso tempo sentì nel suo cuore una specie di conforto e benessere che credeva non sarebbe più stata capace di provare. Lui era stato la sua forza, lui solo l'aveva sostenuta... E capiva quanto fosse stato difficile per Gourry, starle accanto. Come un'onda violenta che si infrange sulla battigia, le fu improvvisamente chiaro quanto lei lo avesse cercato, sempre, nei momenti bui e fin dal loro incontro al porto di Seyruun.

Al tocco della sua mano, Gourry non si voltò verso di lei e non aggiunse nulla a quanto già detto in precedenza. Era piacevole quel contatto e non riusciva più, come lei, a sopportare quel silenzio e quella tensione. Si limitò a sorridere e a stringerle la mano, sussurrando... "Lina, ti hanno mai detto che sei una donna davvero complicata?".

La maga annuì. "Beh, complicata, testarda e tanti altri bei vezzeggiativi... Sì Gourry, me l'hanno detto in tanti e in tanti mi hanno appioppato un sacco di soprannomi" – ammise, mascherando un sorriso.

"Tutti meritati?".

Lina annuì. "Tutti meritati!" - rispose, con una punta di orgoglio nella voce.

"Già...". Gourry strinse la sua mano, non sapendo cosa dire. Era una situazione strana, quella che si era creata fra loro.

"Gourry, aspetta, fermati un attimo!". Lina si bloccò, costringendolo a fermare il suo cammino e a voltarsi verso di lei. Anche la maga si sentiva in imbarazzo e strana... E odiava se stessa per il comportamento avuto poco prima verso di lui. Probabilmente Gourry avrebbe fatto finta di niente e forse sarebbe anche stato più facile così. Ma non poteva essere tanto codarda con lui, non poteva fingere che non fosse successo nulla, non poteva non chiedere scusa per le cose che gli aveva urlato in faccia poco prima, con rabbia e senza che lui le meritasse.

"Cosa c'è?".

Lina abbassò il viso, avvicinandosi a lui ed appoggiando la fronte contro il suo mento. "Mi dispiace... Per prima, intendo! Ero fuori di me, non so cosa mi sia preso. Cioè, ero anche arrabbiata con te ma non avevo il diritto di urlarti in faccia cose che riguardano solo me e la morte di Yonas. Tu non c'entri nulla".

Gourry si morse il labbro, indeciso su cosa fare. Non era necessario che Lina si scusasse con lui, capiva benissimo come doveva sentirsi in quel momento. "Eri solo sconvolta, tutto quì".

Lina scosse la testa, non allontanandosi da lui. "Tu avevi ragione, prima. Ti ho ascoltato, sai? Anche se sembravo isterica, ho capito cosa volevi dirmi. Devo accettare la morte di Yonas, lasciarlo andare e ricominciare a vivere. Ed è vero, era quello che lui voleva per me. Ma è difficile farlo, la morte di Yonas è il mio fallimento, la mia sconfitta. Lui mi manca e io non sono abituata a perdere nessuna battaglia. Ma suppongo che ora sia arrivato il momento di alzare bandiera bianca e accettare la sua morte, come hai detto tu, come avrebbe voluto lui...".

"Lina...". Gourry le sfiorò lievemente i capelli, stringendola a se. "La morte di Yonas non è un tuo fallimento. Io so che sei combattiva, che tenti di vincere ogni battaglia che intraprendi ma... quì non dipendeva da te. Né da lui. Era così che doveva essere, era così che doveva finire. Accettalo Lina e anzi, sorridi al pensiero di averlo reso felice. Tu, questo puoi farlo! A differenza mia, non avrai sensi di colpa da portarti dietro perché sai di aver fatto tutto il possibile per rendergli la vita piacevole".

Lina sospirò nell'udire quelle parole. Gourry si portava dietro, ancora, tanti sensi di colpa per Madeline. Avrebbe voluto essere come lui, avere la forza di rassicurarlo, di consigliarlo, di fargli vedere le cose da un'altra angolazione, di strargli accanto come lui sapeva fare con lei. Ma non ne aveva la forza, non riusciva nemmeno a sostenere se stessa, come avrebbe potuto aiutare lui? Doveva darsi una scrollata, uscire da quel guscio che si era costruita attorno da quando Yonas era morto, se voleva essere utile a se stessa e alle persone a cui teneva. "Sai Gourry, io lo vorrei davvero... Saper amare, saperlo dimostrare... Avrei voluto davvero quel bacio... in altre circostanze... Ma non ci riesco! E non so nemmeno se ci riuscirò in futuro. Non è colpa tua, sono io ad essere sbagliata, adesso".

"Lina!". Gourry le sfiorò il mento, costringendola ad alzare il viso e a guardarlo negli occhi. "Tu non sei sbagliata e non devi giustificarti con me. Non ti ho chiesto nulla, non mi devi nulla. Sono tuo amico e questo è quello che conta! Solo questo...".

Lina scosse la testa. Non era vero, loro non erano semplici amici, per quanto potessero fingere, sapevano entrambi che non era così. "Sai Gourry, ci sono un sacco di cose che vorrei dirti e giuro che te le dirò, quando avrò messo ordine nella mia vita e nel mio cervello". Sì, lo avrebbe fatto! Anche Gourry aveva un passato da affrontare, da lasciar andare via, da accettare, un passato che ancora lo tormentava e di cui non riusciva a liberarsi. E lo avrebbe aiutato, come lui stava facendo con lei.

Gourry, in difficoltà, capendo a cosa alludesse, non rispose nulla. Si guardò attorno, osservando distrattamente la fitta vegetazione tropicale accanto a loro. Palme altissime, piante percorse da intricati fili di liane, canti allegri di uccelli dai più svariati colori, accompagnavano il loro cammino. "Cambiando discorso, che si fa? Hai idea di dove siamo finiti?".

Lina sospirò. A quanto sembrava, Gourry non aveva decisamente voglia di affrontare certi argomenti. "Dovrei usare la levitazione per dare un'occhiata dall'alto ma... onestamente mi sento a pezzi e non me la sento di usare la magia. Stanotte, per salvarti, ho dato a fondo a tutte le mie energie. Camminiamo fino al lato opposto dell'isola e vediamo che c'è e se ci sono delle persone che vivono quì. Che ne dici?".

Gourry annuì, notando le profonde occhiaie che le solcavano il viso. Era stanca, non stava mentendo. "Direi che è un'ottima idea. Arriviamo alla spiaggia al lato opposto dell'isola, prendiamoci della frutta dalle piante di questa foresta e al massimo, se non troviamo nessuno, passeremo la notte a pancia piena, sotto le stelle. Domani, riposati, riusciremo ad elaborare meglio un buon piano".

Lina sorrise, inginocchiandosi a raccogliere una noce di cocco caduta da una palma. "Bene, è deciso! Faremo così".


...


Era ormai buio e una miriade di stelle, insieme ad una splendente luna, illuminavano la spiaggia. Era un'isola deserta, quella, indubbiamente. Nel loro cammino non avevano incontrato anima viva e si erano ritrovati in un'ampissima spiaggia bianca, uguale a quella su cui avevano fatto naufragio, dopo lunghe ore di cammino. Avevano raccolto banane e noci di cocco e infine della legna, con cui avevano acceso un fuoco per scaldarsi.

Un piacevole silenzio avvolgeva ogni cosa, tutto sembrava riposare. Eccetto il mare, le cui piccole onde si infrangevano, dolcemente, sulla battigia.

"E' così diverso dal mare in tempesta di ieri sera".

Gourry, intento a riattizzare il fuoco, alzò la testa. "Già, vero! Ieri sera ci ha quasi uccisi!".

Lina, a pochi metri da lui, seduta contro una roccia, a pochi centimetri dal mare, sorrise debolmente. "Ti ricordo che la colpa non sarebbe del mare, ma tua!".

Anche Gourry sorrise. "Non smetterai mai di rinfacciarmelo, vero?".

"Probabilmente no". Lina si abbandonò contro la roccia, stringendo fra le dita il ciondolo rosso che portava al collo. Il suo sguardo si incupì, al ricordo delle parole che le aveva rivolto Gourry quella mattina. Quel ciondolo glielo aveva regalato Yonas perché lei avesse un suo ricordo... E tale era, ormai! Yonas era morto e non sarebbe più tornato. E lei, di lui, non avrebbe avuto che quel ciondolo. Nient'altro... Doveva accettarlo o sarebbe impazzita. Doveva accettarlo per se stessa e perché era quello che Yonas voleva. "Gourry, accettare la morte di qualcuno, non significa tradire la sua memoria? Tradire il rapporto che si aveva con quella persona?".

Gourry alzò lo sguardo, gettando distrattamente dei legnetti nel fuoco. Sorrise, debolmente. Forse Lina aveva capito, forse era pronta a dire addio a Yonas. "No, non vuol dire niente di tutto questo. Accettare la morte di qualcuno, non significa dimenticarlo! Significa solo andare avanti, col suo ricordo nel cuore. E finché una persona vive nei ricordi di qualcuno, non sarà mai morta del tutto. Tu pensi che ti sia rimasto solo quel ciondolo, di Yonas, ma non è così. Lui è in quello che fai, che sei diventata, nei tuoi ricordi e nei tuoi pensieri. E questo vale di più di un semplice oggetto".

"Ma fa male lo stesso, Gourry!". Era vero, era come se il cuore le si spezzasse in due, era come se i polmoni le bruciassero in petto, era come se lo stomaco le si contorcesse... Era puro dolore, fisico e della mente. Ed era un male profondo, più della rabbia che aveva covato in quei lunghi mesi dopo la morte di Yonas. Gourry le aveva detto che sarebbe stato così, che avrebbe fatto male... Ed era vero! Si sentiva svuotata, persa, percorsa da dolori terribili che le percorrevano le membra senza pietà.

"Passerà! Ora ti sembra di star talmente male da non avere la forza di fare nulla. Piangi, digli addio, promettigli che non lo dimenticherai. E poi dormi, riposa... E domani ti sentirai leggera, tanto leggera che ti sembrerà di non esserti mai sentita così".

Lina annuì, gettando un sassolino nell'acqua. "E' così che è stato per te?".

Gourry si incupì. Per lui era diverso, lui aveva la sua coscienza con cui fare i conti... "No, per me è stato un pò diverso. Ma la mia è un'altra storia". Si alzò in piedi, gettando gli ultimi pezzi di legno nel fuoco e scrollandosi la sabbia di dosso. "Vado a cercare altra legna".

"Ok. Ti da fastidio se resto quì? Ho bisogno di stare un pò sola".

Gourry sorrise, scuotendo la testa. Era giusto così... "Resta quì, tranquilla. Non starò via molto".

Lina chiuse gli occhi, piegando le ginocchia ed appoggiando la fronte su di esse. Sentì i passi di Gourry allontanarsi e il silenzio calare su di lei. Guardò il mare, stringendo il ciondolo fra le mani. Lo baciò, mentre nella sua mente si materializzava il viso gentile di Yonas, con quei suoi occhi verdi che l'avevano fatta innamorare. "Yonas, mi hai detto addio quasi un anno fa, mentre io non sono ancora riuscita a farlo... Ovunque tu sia, sappi che non ti dimenticherò mai e che non smetterò mai di amare quei tuoi occhi fantastici e la tua voce, calda e gentile. Sei quello che mi ha insegnato a sorridere di nuovo, che mi ha dato la pace, che mi è stato accanto e mi ha aiutata senza chiedere nulla in cambio. Ti porterò sempre con me, ovunque andrò. Non dimenticherò mai il tuo sorriso, la tua voglia di scoprire cose nuove, di imparare, il tuo entusiasmo per la mia magia e poi... quel nostro volo, insieme, sopra Zephilia. Non dimenticherò MAI, noi... Il modo in cui mi guardavi, mi parlavi, il modo in cui mi facevi sentire amata e ciò che siamo stati. Grazie di tutto quello che hai fatto per me... Vivrò, lo farò in modo che tu possa essere orgoglioso di me, lo farò perché è quello che ti aspettavi che facessi e perché per noi due non può esserci una strada di ritorno e io saprò accettarlo. E saprò fare tesoro del tempo che la vita ci ha concesso di vivere insieme, è stato un regalo. Ovunque tu sia ora, spero che ti sia concesso di poter volare in alto, libero da ogni costrizione e dolore. Ora potrai farlo, lo so! E quando lo farai, ti ricorderai di me, ne sono sicura... Quando lo farai, ti ricorderai di una maga dai capelli rossi che per prima ti ha insegnato che volare è possibile e che vedere il mondo dall'alto è meraviglioso". Le lacrime, calde e brucianti, cominciarono a rigarle le guance. Si accasciò su se stessa, sprofondando nella sabbia e sighiozzando sommessamente, con quel ciondolo rosso fra le mani. Era vero, Gourry aveva ragione! Le lacrime di dolore sono diverse da quelle di rabbia. Bruciano di più, lacerano l'anima e il corpo e sembrano corrodere la superficie sulla quale scorrono. Pianse, a lungo, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. Pianse e disse quell'addio a cui tanto a lungo si era opposta, che tanto a lungo aveva combattuto. Poi, esausta, si addormentò, cullata dal suono del mare e delle onde.

Quando Gourry tornò, la trovò rannicchiata contro la roccia, profondamente addormentata. Le lacrime ancora le rigavano le guance e il suo viso era stanco e triste. Attento a non fare rumore, mise la legna appena raccolta nel fuoco, poi le si avvicinò, prendendola fra le braccia e sistemandola accanto alle calde fiamme. La guardò, pensieroso. Sembrava dormire profondamente, tanto che non si era nemmeno accorta del suo arrivo. Ed era giusto così, era stata una giornata difficile per lei. "Dormi Lina, riposa. Domani tutto ti sembrerà diverso, domani starai meglio... E non avrai più bisogno di me...". Sapeva che era stata dura per lei, poteva solo immaginare la sua battaglia interiore per accettare la morte di Yonas. Ma era anche cosciente che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stata presto capace di vivere di nuovo, appieno, la sua vita. Aveva fatto per lei tutto quello che un buon amico poteva fare, non c'era più null'altro che giustificasse la sua presenza accanto a Lina. All'inizio partire con lei era stato rocambolesco, era stato difficile dirle di no, catturato dalle sue parole e dal susseguirsi concitato degli eventi. Ma poi, quando aveva capito che era in difficoltà, nei guai, come sempre, non era riuscito a non starle vicino. E averla accanto, riavvicinarsi a lei, gli aveva fatto capire quanto ancora fossero forti i sentimenti per quella ragazza dai lunghi capelli rossi. Sentimenti che non poteva, che non DOVEVA più permettersi di provare per nessuno. Aveva preso una decisione e un impegno preciso, verso di se e verso Madeline, dopo la sua morte. E doveva rimanervi fedele. Aveva fallito, come uomo e come marito. Ed era giusto che ne sopportasse le conseguenze, che rimanesse da solo, senza correre il rischio di rovinare la vita di qualcuno, come aveva fatto con sua moglie. Era giusto che, finché fosse vissuto, scontasse il peso dei suoi errori. Non si era perdonato e non sarebbe mai stato capace di farlo. E i sentimenti verso Lina rischiavano di farlo cedere e di farlo venire meno a tutto quello che si era imposto. Lo aveva capito a Seyruun, quando aveva pianto fra le sue braccia. E quella mattina, quando non era riuscito ad allontanarla da lui, in un bacio che avrebbe voluto fosse eterno. Faceva male averla accanto e non poterla amare. Ma lo aveva sopportato, finché Lina aveva avuto bisogno di lui. Ma ora, era il momento di iniziare ad allontanarsi e di farla camminare da sola. Lei ce l'avrebbe fatta. E per lui, decise, quel viaggio si stava avviando alla conclusione.

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Capitolo 17
*** Le parole che non riesco a dirti ***


Massima ispirazione: aggiornamenti veloci :D

Grazie come sempre a tutti quelli che leggono questa storia. Le vostre recensioni mi fanno sempre piacere. Spero che anche questo capitolo vi piaccia!

Alla prossima!!!



Le parole che non riesco a dirti



Il pallido sole dell'alba le baciò il viso, scaldandole le guance con un lieve tepore. Lina si stiracchiò, aprendo lentamente gli occhi e tirandosi sù a sedere. Gourry dormiva ancora, accanto a lei, e tutto attorno era pace e quiete. La spiaggia assumeva i riflessi rossastri del sole che nasceva e il mare era azzurro e cristallino e brillava, sulla superficie, baciato dalla luce del nuovo giorno che iniziava.

Lina guardò il cielo, azzurro e limpidissimo, solcato da stormi di gabbiani. Si sentiva leggera quella mattina, svuotata e allo stesso tempo piena di energia. Aveva pianto tanto, la notte precedente, lasciando scivolare fuori da lei tutto il dolore che aveva covato in quegli ultimi, terribili mesi. E versando quelle lacrime brucianti era finalmente riuscita a dire addio a Yonas e ad accettare la sua morte. Faceva male, era stato come essere trafitta da mille frecce, era stato doloroso proprio come le aveva detto Gourry. Ma aveva dovuto farlo, per non impazzire e per tornare ad essere se stessa e vivere. Come, del resto, aveva desiderato Yonas per lei.

Incrociò le gambe, osservando il placido andirivieni delle onde. Il mare era calmo e meraviglioso e sembrava invitarla ad immergersi in esso. Fissò Gourry che ancora dormiva, a pochi passi da lei, apparentemente tranquillo. Certe volte non riusciva a capire come lui facesse a sopportare il suo carattere impossibile, la sua rabbia, i suoi sfoghi. Sempre, senza lamentarsi mai, le era stato vicino senza chiederle nulla in cambio. Lo adorava, voleva bene a Gourry in un modo talmente profondo da lasciarla disorientata. Amava Yonas e avrebbe portato sempre nel cuore il suo ricordo, ma allo stesso tempo sapeva che non sarebbe riuscita a fare a meno della vicinanza di Gourry tanto facilmente. Lo spadaccino era stato la sua spalla, la sua forza, l'unico che l'avesse davvero capita e sorretta, da subito. Senza sapere nulla, senza chiederle niente, le era stato accanto con infinita pazienza e affetto. La faceva sentire bene, al sicuro, al caldo e protetta, averlo a fianco. Sorrise a quel pensiero, osservandolo respirare piano nel sonno. In fondo era sempre stato così, fra loro, non se ne stupiva. Ma ora però... tutto le appariva diverso, più profondo... Ancora non riusciva a decifrare bene cosa la unisse tanto profondamente a lui ma quell'incertezza non le faceva paura. Lui era lì e lei stava bene. Solo quello importava, per il momento!

Poi si alzò, stiracchiandosi nuovamente. Si avvicinò al mare, immergendo i piedi in quella splendida acqua trasparente, desiderando, forse per la prima volta da quando aveva intrapreso quel viaggio in quelle acque cristalline, di nuotare libera per una manciata di minuti. Camminò lentamente, mentre l'acqua le sfiorava prima le caviglie, poi le ginocchia, la vita ed infine le spalle. Indossava solo una canottierina nera e dei pantaloncini corti che si sarebbero asciugati in un niente, una volta uscita dall'acqua, sotto il sole cocente del mattino. L'acqua era fresca e cristallina e sembrava avere il potere di risvegliarla dal torpore del sonno e di ripulire le sue guancie dalle lacrime che si erano cristallizzate su di esse. Nuotò, sfiorata dalle onde, inseguita da una moltitudine di piccoli pesciolini coloratissimi ed incuriositi dalla sua presenza. E ad ogni bracciata si sentiva più forte, sollevata e piena di energia. Aveva bisogno di quel bagno, di quella sensazione di libertà e di infinito, che solo il mare riusciva a farle scorgere davanti a se, nella sua immensa vastità. Il mare, come la vita, in fondo racchiudevano in sé infinite possibilità e avventure. Ricordò quanto le aveva detto Jack nella loro prima notte di navigazione e finalmente capì il significato delle parole che le aveva rivolto il pirata in quell'occasione. Era vero, il mare non era mai uguale a se stesso e bisognava conoscerlo, amarlo e rispettarlo per sopravvivergli e trarre da esso insegnamenti importanti. Il mare era vita e maestro insieme, se lo si sapeva guardare dalla giusta angolazione...

Prese un profondo respiro e si immerse completamente nell'acqua, sfiorando i fondali tempestati di coralli e poi tornò a galla, respirando a pieni polmoni. E sorrise. Era vero, era stata annientata dalla morte di Yonas. Ma allo stesso tempo, in quel momento, provò l'immensa felicità di essere viva. Ed era da tanto che non le capitava. Strinse il ciondolo al suo collo, con forza. "Sei in me, in ogni cosa che farò. E se saprò essere felice, lo sarai anche tu, lo so..." - sussurrò, lasciando finalmente che i ricordi felici prevalessero su quelli tristi che l'avevano tormentata tanto a lungo in quegli ultimi mesi.

Poi, con le ultime bracciate, raggiunse la riva, lasciando che il sole le baciasse il viso e i lunghi capelli, fradici. Poi si inginocchiò accanto a Gourry, bagnandogli il viso con le goccioline d'acqua che le scivolavano dalle ciocche rosse.

Lo spadaccino mugugnò nel sonno, come lottando per non svegliarsi. Ma quando una minuscola gocciolina d'acqua fredda gli cadde sul petto, fu costretto a spalancare gli occhi, rabbrividendo. "Lina!" - esclamò, trovandosela davanti fradicia – "Ma che diavolo hai combinato?".

La maga ridacchiò. "Ho fatto una fantastica nuotata! L'acqua è splendida, dovresti farlo anche tu!".

Gourry alzò gli occhi al cielo rosato del primo mattino. L'alba non doveva essere passata da molto e l'acqua probabilmente era ancora gelida. Non erano bastate che poche gocce per farlo rabbrividire, dopo tutto. "Non ci penso nemmeno! Cosa ti è saltato in testa, Lina?".

"Gourry!". La maga si impuntò, prendendolo per il braccio e costringendolo a tirarsi su, contro voglia. "Ti serve un bagno! Mi servi sveglio e attivo, quindi, in acqua!".

"Linaaaa" – protestò Gourry, inutilmente, prima che la ragazza lo gettasse nel mare con uno spintone.

Lo spadaccino cadde in acqua, finendo per bagnarsi dalla testa ai piedi. Rabbrividì, mentre il fiato gli si mozzava in gola per il freddo che gli invadeva le ossa senza pietà. Non capiva davvero come facesse Lina a trovare piacevole quel bagno ghiacciato. "Se vuoi la guerra... ti accontento subito, Lina" - sussurrò minaccioso, alzandosi in piedi ed avvicinandosi a lei a grandi passi.

Lina fece un sorriso furbo, arretrando fra la sabbia. "Basta giocare Gourry! Fatti una nuotata e vedrai che ti scalderai. E lascia in pac...".

Con un balzo Gourry le fu addosso. La prese fra le braccia con un gesto veloce, impedendole di parlare e di reagire in alcun modo. Poi di corsa tornò in acqua, facendola cadere fra le onde del mare. Ora erano pari, pensò soddisfatto.

"Non vale, io avevo già fatto il mio bagno!" - protestò la maga, cercando di mettergli una mano sulla testa e di spingerlo sott'acqua. Ma lo spadaccino fu più forte di lei, bloccandole ogni movimento e stringendole i polsi fra le mani. "Fregata!".

"Non vale usare la forza bruta su una dolce e delicata fanciulla che dopo tutto ti ha aiutato a lavarti" - mormorò la maga, non distogliendo lo sguardo da lui. "Sveglio e pulito come non ti capitava da tanto, Gourry Gabriev! Per merito SOLO mio!".

Gourry tentò di sostenere quegli occhi rosso smeraldo, ma dopo un pò di secondi dovette volgere lo sguardo altrove. Lina era vicina, così vicina a lui da poterne avvertire il respiro sulla sua pelle. Quei capelli rosso fuoco bagnati che le ricadevano disordinati sulle spalle, il viso abbronzato, quel corpo minuto e assolutamente perfetto che adorava, quel sorriso allegro che vestiva quella mattina. Era bellissima, di una bellezza che gli faceva quasi male perché non avrebbe mai potuto gridarle quanto lo inebriava, la desiderava, la amava. In quel momento il peso della decisione che ormai si era radicata in lui, si abbatté sulle sue spalle con violenza. La adorava, sarebbe stato infernale separarsi da lei ma Gourry era convinto delle sue scelte, era consapevole che per Lina sarebbe stato meglio così. Lei cercava in lui amicizia e lui non poteva che darle quella e null'altro. Anche se la amava, anche se la desiderava, si era imposto di porre rimedio ai suoi errori passati, errori che facevano di lui un uomo finito, un uomo che non si meritava nulla e che non avrebbe mai potuto rendere felice nessuno. E Lina meritava di meglio, meritava qualcuno come Yonas. Lei ora sembrava stare meglio e ne era contento. Finalmente rideva, serena, ed era per quel sorriso che si era battuto fin dall'inizio. Ed ora che era riaffiorato sulle sue labbra, era arrivato il momento di togliere il disturbo, per sempre. Lina non aveva più bisogno di lui, era pronta a riprendersi in mano la sua vita e ricostruirla. E lui doveva andarsene prima che quei sentimenti che provava verso di lei diventassero tanto forti da distruggerlo. Doveva andarsene prima di cedere alla tentazione di allungare una mano, stringerla a se e amarla. "Usciamo dall'acqua, dai!" - si risolse a dire, improvvisamente serio, quasi a disagio dal sentirla tanto vicina. Ne era attratto, non poteva negarlo a se stesso, la desiderava con talmente tanta violenza da farsi quasi paura da solo. Il giorno prima, quando lei l'aveva baciato, aveva dovuto ammetterlo a se stesso, non poteva più continuare a mentirsi. Aveva voluto essere suo amico, un buon amico. Lo era e lo sarebbe sempre stato, certo, ne era consapevole! Ma al contempo avrebbe desiderato che quel bacio continuasse, che non finisse mai... Avrebbe desiderato toglierle di dosso quei pochi vestiti che indossava, sprofondare con lei nella sabbia bianca e fare l'amore finché ne avessero avuto la forza. Se solo Lina l'avesse desiderato e amato come aveva amato Yonas... Se solo lui fosse stato un uomo migliore, senza tanti errori nel suo passato da scontare per il resto della vita...

"Che ti prende?". Lina si accigliò, davanti al repentino cambio di espressione del suo compagno.

Gourry sciolse la stretta sui suoi polsi, allontanandola lievemente da lui. "Niente. E' solo che... ecco... non dovremmo stare quì a giocare nell'acqua. Siamo dispersi su un'isola deserta, non abbiamo una nave e non sappiamo che fine abbiano fatto i nostri compagni. Dovremmo cercare di elaborare un piano per uscire da questa situazione. Tutto quì!". Si allontanò bruscamente da lei, improvvisamente scuro in volto, raggiungendo a grandi falcate la riva, scappando da lei, da quel desiderio che rischiava di travolgerlo ogni volta che l'aveva vicina.

Lina sospirò. Si, Gourry aveva ragione, ma... Il suo comportamento la straniva. Era come se lui avesse fretta di allontanarsi da lei, dall'acqua, da quella specie di gioco tanto piacevole a cui avevano dato vita fra le onde. Le spiaceva porre fine a quel momento che aveva il sapore di cose antiche, di tempi passati in cui lei e Gourry sapevano ridere e scherzare insieme. Ma in effetti, lo spadaccino aveva ragione. Erano in grossi guai, sperduti chissà dove e senza la minima idea su come uscire da quel pasticcio. Il giorno prima era stata sopraffatta dal suo passato, aveva pianto, non era riuscita a pensare a nulla che non fosse la morte di Yonas. Ma ora era un giorno diverso, lei si sentiva diversa. Carica di energia, forza, con la voglia di fare mille cose. Certo, sapeva che ci sarebbero stati ancora momenti bui, che il dolore per Yonas sarebbe ancora affiorato in lei tante e tante volte ma... ora si sentiva pronta ad affrontarlo e a non farsi sopraffare da lui. "Sì, forse hai ragione" – commentò, uscendo dall'acqua. Si strizzò i capelli e si stiracchiò, mentre Gourry gettava della sabbia sugli ultimi rimasugli di cenere del fuoco che avevano acceso la notte precedente. Lo osservò, stranita. Gourry era diventato improvvisamente silenzioso e cupo e non ne capiva il motivo. Certo, non era una situazione rosea la loro, ma... "Che cosa faremo?" - chiese infine, più per dire qualcosa che perché si aspettasse qualche soluzione da lui.

Gourry sollevò lo sguardo su di lei. "Sei tu la coordinatrice, di solito". Sorrise. "Mi affido a te e alle tue idee, di solito sempre vincenti".

La maga rispose al sorriso. Forse non c'era proprio niente che non andava, forse erano solo paranoie sue e Gourry in realtà era semplicemente stanco e preoccupato per la situazione. "Esploriamo l'isola, per tutto il suo perimetro, a piedi. Noteremo prima, dalla spiaggia, eventuali segni di vita, se ce ne fossero. E forse qualche nave, se qualcun altro è approdato quì in seguito alla tempesta. Esplorare l'isola dall'interno non ci servirebbe a nulla se non a perderci. E' ampia, montuosa all'interno e non sappiamo che animali ci vivano e se sono pericolosi. Al massimo dopo aver fatto il giro dell'isola dalla spiaggia, la esplorerò dall'alto con la levitazione".

Gourry annuì. "Buona idea. Ma... E se non trovassimo nessuno?".

"Ci penseremo a tempo debito".

"D'accordo! E allora, in marcia!" - esclamò lo spadaccino alzandosi in piedi.

"In marcia" – rispose di rimando Lina, fiaccamente. Fissò Gourry, pensierosa, mentre si accodava a lui. Era strano quella mattina, non riusciva a toglierselo dalla testa. Ma non capiva a cosa fosse dovuto quell'umore torvo che si era improvvisamente impossessato di lui. Non era da Gourry! Certo, era gentile e dolce come sempre, dimostrava fiducia in lei ma... c'era qualcosa che gli sfuggiva, se lo sentiva. Forse ne capiva anche il motivo, pensandoci bene. Il giorno prima era stata pessima con lui, gli aveva urlato cose che non pensava, in preda alla disperazione, alla rabbia e al dolore. Ma la verità era diversa da quelle parole che gli aveva gridato, in lacrime, su quelle stesse spiagge. "Gourry!".

Lo spadaccino si fermò, voltandosi verso di lei accigliato davanti al suo tono di voce serio. "Dimmi".

Lina abbassò lo sguardo, giocando distrattamente con la sabbia, smuovendola coi piedi. Era morbida e fresca, piacevole. "Ieri...".

"Non parliamo di ieri, è tutto a posto".

"E invece c'è qualcosa che ti devo dire". Si avvicinò a lui a piccoli passi, fino a fronteggiarlo. "Ieri ti ho detto che avrei voluto essere su quest'isola con Yonas. E non è vero, non del tutto almeno. Sono contenta che ci sia tu quì con me, sono contenta di vivere questa avventura con te. Nessun altro sarebbe riuscito a starmi vicino, in questo periodo della mia vita. Viaggiare con te, cacciarmi nei guai con te... l'ho sempre trovato fantastico. E le cose non sono cambiate. Ieri ero sconvolta, fuori di me ed arrabbiata con te. Se fossi morto, io...". Le parole le morirono in gola. Già, se Gourry fosse morto, lei si sarebbe sentita persa davvero, per sempre. Non si sarebbe più rialzata, non avrebbe trovato più alcun appiglio per tornare a vivere, alcuna persona che avrebbe potuto consolarla.

La mano di Gourry si appoggiò alla sua fronte, scostandole i ciuffi di capelli che le cadevano disordinati su di essa, poi andò a riposarsi sulla sua guancia. "Non sono morto ed è per merito tuo. E sai, anche a me piace cacciarmi nei guai insieme a te. Ti ringrazio per queste parole ma davvero, non c'era bisogno che me le dicessi. Sono felice che tu oggi stia meglio, tutto quì. Era l'unica cosa di cui mi importasse. Mi spiace di essere stato tanto duro con te, ieri. Ma...".

"Ma ne avevo bisogno. Qualcuno doveva dirmela in faccia, quella verità da cui fuggivo! Solo tu potevi riuscirci, solo tu hai trovato il modo e le parole giuste per aiutarmi davvero. E' vero, oggi sto meglio, oggi sono contenta di vivere e di essere quì, anche in mezzo a mille guai. Ed è solo grazie a te".

Gourry alzò le spalle. "Non ho fatto niente di eccezionale".

"Non è vero". Lina scosse la testa, avvicinandosi a lui ed accarezzandogli la guancia col palmo di una mano. "Mi sei stato amico, un vero amico. Hai avuto una pazienza infinita con me, mi sei stato accanto e mi hai aiutata a rialzarmi, lo hai fatto senza aspettarti nulla in cambio da me e so che è stato difficile perché anche tu hai i tuoi problemi da affrontare e lo fai da solo, senza farli pesare a nessuno. Non avevi certo bisogno di sobbarcarti anche i miei, in fondo".

Gourry abbassò lo sguardo. "Non... non ho nessun problema serio in questo momento".

"E allora perché sei così triste? Sei così strano oggi, cosa c'è che non va?".

Gourry, con un gesto gentile, scostò la mano della maga dalla sua guancia, allontanandosi da lei. "Non ho niente, te l'ho detto! E' solo una tua impressione, sono solo stanco e preoccupato ma in fondo so che ne usciremo come sempre. Però adesso dai, riprendiamo a camminare o finirà che non combineremo niente oggi".

"Come vuoi". Lina sospirò, affiancandosi a lui e camminando in silenzio. Il sole ora scaldava la sabbia e il caldo cominciava a farsi sentire. Ormai i loro capelli e i loro abiti erano asciutti e l'acqua del mare che lambiva i loro piedi era diventata calda. Se non fossero stati nei guai, sarebbe stata una splendida passeggiata, quella. Ma nonostante il pericolo incombente, nonostante non ci fosse anima viva che potesse autarli, nonostante non sapesse che fine avessero fatto i suoi compagni, non riusciva ad essere preoccupata davvero. Con Gourry era sempre stato così, dopo tutto. Nemmeno davanti ai pericoli più mostruosi aveva avuto paura, mai si era sentita persa quando aveva combattuto con lui al suo fianco. E dopo tutto, Alix e Daryl erano con Jack e lui era un pirata esperto. Idiota ma esperto! Di certo stavano tutti quanti bene e in un modo o nell'altro si sarebbero rivisti. Guardò Gourry, ancora silenzioso e cupo. E si chiese cosa sarebbe successo a loro due, una volta finita quell'avventura. Lo spadaccino aveva sempre dato per scontato che le loro strade si sarebbero separate e pure lei aveva dato per implicita quell'eventualità. Eppure, ora, non riusciva a credere che si sarebbero separati di nuovo, che ancora una volta avrebbero preso strade diverse. Voleva averlo a fianco come una volta, ridere con lui, scherzare, vivere ogni tipo di stramba avventura che il destino avesse posto sul loro cammino. Non voleva che lui se ne andasse... Fino a poco tempo prima aveva dato per scontato che, finito quel viaggio, sarebbe tornata a Zephilia, a casa di Yonas. Ma ora... ora non desiderava farlo. Perché tornare in una casa vuota che di fatto apparteneva a un uomo che non c'era più? Perché farsi del male, tornando in un posto che gli ricordava costantemente un amore perduto? Perché allontanarsi ancora da quel mondo e quel modo di vivere che tanto amava e che anche Yonas desiderava per lei? Perché viaggiare sola, quando il destino gli aveva rimesso a fianco, come un regalo, il migliore amico che avesse mai avuto? Avrebbe potuto girare il mondo il lungo e in largo ma, ne era certa, un altra persona come Gourry non l'avrebbe mai incontrata. Era unico, era buono e gentile, la conosceva meglio di chiunque altro e sapeva farla sentire bene. Non voleva che se ne andasse ed era un sentimento, un desiderio che, inconsciamente, aveva sempre cullato in se, ma che solo ora veniva alla luce, con prepotenza. "Gourry?" - lo chiamò, ancora.

"Cosa c'è?".

"Ecco io...". Deglutì. Perché diavolo le riusciva tanto difficile dirglielo, chiedergli di rimanere con lei, tornare a viaggiare insieme come una volta? Perché quelle parole non riuscivano a prendere forma fra le sue labbra? C'era qualcosa che ancora gli sfuggiva, qualcosa che ancora non aveva compreso di loro... Non sapeva ancora cosa voleva dalla vita, ma sapeva che Gourry lo avrebbe voluto accanto. Avevano attraversato mille guerre loro due, avevano rischiato di perdersi, si erano allontanati e ritrovati tante volte. E la loro amicizia, benché messa a dura prova, aveva superato ogni battaglia, anche la più dolorosa. Se insieme sapevano vivere e stare tanto bene, perché non proseguire per la stessa strada? Era un concetto tanto semplice, un desiderio talmente genuino eppure non riusciva a formularlo...

"Lina?".

La maga strinse i pugni, si fermò e lo guardò in volto. Oh, al diavolo, era Gourry, si erano sempre detti tutto! Di cosa aveva paura? Di stravolgersi la vita, di intraprendere strade nuove che non aveva preso in considerazione fino a quel momento, certo... Ma era cosciente che con sarebbe stato facile, divertente, bello. Come una volta! Erano amici, lo sarebbero sempre stati e quindi, forte di questa certezza... "Cosa farai quando questo viaggio sarà finito?".

Gourry spalancò gli occhi, colto di sorpresa. Scostò lo sguardo da lei, prendendo a guardare distrattamente il mare, improvvisamente a disagio. "Beh ecco... Dovrò cercarmi un altro incarico, un nuovo lavoro. Ormai a Sayruun non ho più un lavoro, anzi, visto il modo in cui siamo fuggiti, sarà meglio che mi tenga alla larga da quel posto per un bel pò! Non so cosa farò, per ora non ci penso. Perché lo vuoi sapere?".

"Così, sono curiosa, lo sai!".

Gourry sospirò. Non amava la piega che aveva preso il discorso, lo metteva in difficoltà. Ma doveva far finta di niente e fingere che tutto sarebbe andato per il meglio. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto alla fine di quel viaggio, sapeva solo che sarebbe stato solo per sempre. Era questa la vita che si era scelto e avrebbe mantenuto fede a quell'impegno che si era preso dopo la morte di Madeline. Sapeva che lasciare Lina lo avrebbe devastato, che avrebbe pensato a lei ogni giorno della sua vita, che le sarebbe mancata sempre, sapeva che se ne sarebbe andato in silenzio senza dirle nulla perché altrimenti sarebbe stato troppo difficile allontanarsi da lei. No, non sarebbe mai riuscito a dirle faccia a faccia addio per sempre, non avrebbe mai trovato le parole adatte per farlo e sarebbe stato troppo doloroso. Forse lo avrebbe odiato, probabilmente non lo avrebbe mai perdonato ma era meglio così. L'importante era che Lina ora stesse bene, solo quello contava per lui. In fondo lei era forte, non aveva più bisogno di averlo attorno ai piedi. E per quanto lo riguardava, sapeva che senza di lei nulla lo avrebbe più riscaldato e fatto sentire vivo, nemmeno il più cocente dei soli. E che in fondo era giusto così, si riteneva una persona orribile e questo era esattamente quello che si meritava. "Tu che farai? Tornerai a casa di Yonas o ti metterai nuovamente a mettere a ferro e fuoco l'intera penisola dei demoni?" - chiese, in tono forzatamente leggero.

"Entrambe le cose, probabilmente. Dovrò tornare a Zephilia perché ho delle cose in sospeso da sistemare, ma poi... credo che tornerò a viaggiare. Non posso continuare a vivere rintanata in casa di Yonas, a piangere la sua morte per sempre. Se lo facessi, probabilmente mi apparirebbe il suo fantasma a tormentarmi. Lui voleva che fossi felice e io tenterò di esserlo. Però... tu ecco... se davvero non sai cosa fare, dove andare... ti piac...".

"INVERSE!!! GABRIEV!!!".

Una voce improvvisa, forte, ruppe il silenzio che li circondava. Lina e Gourry si allontanarono l'una dall'altro di scatto, stupiti da quella interruzione.

Si voltarono verso la direzione dalla quale proveniva la voce, notando un uomo che correva verso di loro. La maga spalancò gli occhi, riconoscendolo all'istante. "Ma quello è Daryl!".

"Già!". Gourry sospirò, sollevato. Non era mai stato tanto contento di vederlo come in quel momento. Se Daryl era lì, probabilmente c'erano anche Jack e Alix. Erano salvi! "Hei, Daryl!" - gli urlò alzando la mano in segno di saluto, dirigendosi verso di lui.

Lina sbuffò. Ok, vedere Daryl in quel frangente era una cosa positiva. Ma... la aveva interrotta proprio quando aveva trovato la forza per chiedere a Gourry di tornare a viaggiare con lei. E ora, quando avrebbe ritrovato il coraggio e il momento giusto per farlo?

Daryl corse verso di loro, raggiungendoli in una manciata di secondi. "Finalmente vi abbiamo trovati! Temevo foste morti nella tempesta, giuro! Avete più vite di un gatto, voi due!" - esclamò, trafelato dalla corsa.

Lina gli si avvicinò, stupita. Che diavolo stava succedendo? "Che cosa ci fai quì?".

Daryl la guardò storto. "Stavo cercando noci di cocco! Da spaccarvi in testa, nel caso vi avessi trovato!".

"DARYL!!!" - lo fulminò la maga.

L'uomo sbuffò, sostenendo lo sguardo della ragazza. "Oh bellezza, vedi di non arrabbiarti! È da quasi due giorni che vaghiamo per mare, alla vostra ricerca. Io e Jack vi credavamo morti, ma vi abbiamo cercato nonostante la nave fosse in pessime condizioni a causa dei danni riportati nella tempesta. Abbiamo attraccato quì alla ricerca di legna per riparare i danni ed Alix ha insistito affinché mi mettessi ad esplorare l'isola, alla vostra ricerca. Le ho detto che sarebbe stato inutile ma lei ha insistito. E ora che scoprirà che ha ragione, me la farà pesare a vita. E' tanto bella quanto impossibile, quella donna! Quindi ora, Lina Inverse, in virtù di tutto questo, sta zitta e fai la brava!".

"Siamo felici di rivederti Daryl! E soprattutto di sapere che siete tutti sani e salvi. Io e Lina stavamo esplorando l'isola alla vostra ricerca, disperavamo di trovarvi ed invece..." - rispose Gourry, notando lo sguardo truce che Lina stava rivolgendo a Daryl.

"Che danni avrebbe riportato la nave?" - chiese Lina, gelida.

"Lesioni alla chiglia e allo scafo. E l'albero maestro è spezzato. Su, venite con me, vi porterò dagli altri" – propose Daryl, facendo loro segno di seguirlo.

Lina guardò Gourry negli occhi ma non aggiunse altro. Era sollevata e allo stesso tempo irritata. Non ne capiva il motivo ma era così. Sapeva solo che avrebbe desiderato che Daryl arrivasse qualche manciata di secondi dopo...

Camminarono dietro il cercatore di tesori per quasi un'ora, sotto al sole cocente. Finché, adagiata mollemente sulla riva, videro la loro imbarcazione e Jack e Alix sulla spiaggia, indaffarati a sistemare le parti della nave danneggiate.

Daryl alzò la mano, per richiamare la loro attenzione. "Hei ragazzi! Guardate chi ho trovato?".

Alix alzò lo sguardo e il suo viso si illuminò. Si alzò e di corsa li raggiunse, abbracciando Lina. "Sei viva, siete vivi! Ahhh, sono contentissima".

"Già!". Lina le sorrise, strizzandole l'occhio. "Come vedi, io e Gourry abbiamo la pellaccia dura".

Anche Jack si avvicinò a loro. "Finalmente vi abbiamo trovati! Vi credevamo morti, ad essere onesto. L'unica vostra speranza era quest'isola. Solo lei avrebbe potuto salvarvi, era l'unico lembo di terra su cui potevate rifugiarvi. Siete stati fortunati a raggiungerlo, in quelle condizioni".

"Ti sono mancata, Jack?" - chiese Lina, divertita dal tono sollevato del pirata.

Jack le diede un pizzicotto sulla guancia. Lina gli sembrava diversa, con una luce nuova negli occhi e una forte determinazione nello sguardo. "Mancata? Non proprio... Ma sei il mio asso nella manica e fai parte del mio piano per recuperare la Perla Nera! Mi sarebbe seccato ripartire da capo e cercarmi un'altra socia".

"Ahah, quanto sei gentile!!!". Lina ricambiò il pizzicotto, rifilandogliene uno fortissimo a sua volta. Poi osservò in tono accigliato la loro nave. Era danneggiata piuttosto malamente e grosse falle nella chiglia non la rendevano né stabile né sicura in mare. Avrebbero imbarcato acqua senza dubbio, finendo a picco al primo accenno di mare mosso. Dovevano richiudere quegli squarci e quanto meno si trovavano in un'isola piena di alberi. "Possiamo ripararla ma... dubito che sarà stabile come prima. Dobbiamo alleggerire il carico affinché sia il più stabile possibile".

"Se lavoreremo bene, non sarà necessario preoccuparsi troppo per questo!" - asserì Daryl in tono convinto.

Jack scosse la testa. "Forse Lina ha ragione, ma rimane il fatto che non abbiamo nulla di inutile di cui disfarci, sulla nave. Abbiamo portato dietro solo l'indispensabile".

"Sbagliato!". Lina si avvicinò all'imbarcazione, sopra pensiero. Poi sorrise, furba. La soluzione era così facile, come poteva non esserci arrivato prima, Jack? C'era decisamente bisogno che lei prendesse in mano la situazione, finalmente! "E tutte quelle casse di rum? Pesano e sono inutili. Le scaricheremo, useremo il rum per accenderci il fuoco la sera e il legno delle casse per riparare la nave. Piano perfetto, massimo risultato con il minimo sforzo. Sì, faremo così!".

"IL RUM? HAI DETTO RUM? TU VUOI BRUCIARE IL MIO RUM?". Jack si avvicinò a Lina con gli occhi fuori dalle orbite. "No, non ti permetterò di farlo! Lina Inverse, mi hai capito? Tu, NON toccherai il mio amato, prezioso rum! O mi pentirò per sempre di essere venuto fin quì a cercarti!".

Lina gli picchiettò la mano sulla spalla, per nulla intimorita dalla scena madre del pirata. "Avanti Jack, fai il bravo! E' necessario e tu lo sai...".

Gli occhi del pirata si fecero lucidi. "Ma perché proprio il rum? Daryl dille qualcosa".

"Lina senti..." - tentò Daryl.

Ma Alix lo bloccò. "Ottima idea Lina, peccato non averci pensato prima! Ti do una mano a scaricare le casse!".

Daryl la guardò con gli occhi lucidi a sua volta. "Ma no Alix, ti ci metti pure tu adesso? Gourry, aiutaci a fermare questo delirio!" - implorò, come ultima risorsa, lo spadaccino.

Gourry tossicchiò. Lui se ne teneva fuori, decisamente! Non conveniva inimicarsi Lina, quando faceva qualcosa con quella convinzione. Ed inoltre la riteneva un'idea saggia, come tutte quelle di Lina del resto.

Jack corse davanti alla nave, sbarrando il passaggio a Lina ed Alix. "NO! Avete capito? NO!!! La nave è mia, io sono il capitano e il rum non si tocca! Già ho dovuto sorbirmi Elizabeth, quando ha sua volta ha fatto la stessa cosa dopo un naufragio. Non posso sopportare di vedere nuovamente il mio rum bruciare. Ne morirei!".

Lina sbuffò, annoiata, imitata da Alix. "Sopravviverai, tranquillo...". Ridacchiò, fra se e se. Aveva già avuto modo di apprezzare Elizabeth e dopo quel che aveva appena detto Jack, le piaceva ancora di più. Lei ed Alix sarebbero state un bel gruppo insieme alla piratessa, in quel viaggio...

Gourry si avvicinò loro, divertito. "Lascia perdere, è una battaglia persa con loro due e tu lo sai" – disse, ponendo amichevolmente una mano sulla spalla di Jack e strizzandogli l'occhio. Gli spiaceva per lui e allo stesso tempo si sentiva sollevato. Per la prima volta da quando erano partiti, Lina aveva tenuto testa al pirata, aveva preso in mano la situazione, si era incaponita su qualcosa e sicuramente l'avrebbe avuta vinta senza difficoltà. Era felice per lei, finalmente stava ritrovando in se stessa quella forza che sembrava sopita e sopraffatta dal dolore. Ora la riconosceva, quella era la sua Lina! Avrebbe rivoluzionato il mondo, i sette mari e recuperato insieme a Jack Sparrow la Perla Nera, senza difficoltà. Sorrise, di un sorriso in parte triste... Era davvero arrivato il momento di dirle addio e di lasciare che vivesse la sua vita. Lina non aveva più bisogno di lui e appena gli fosse stato possibile, appena avesse trovato i mezzi per andarsene, avrebbe dovuto dirle addio per sempre...





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Capitolo 18
*** Parlami ***


Finalmente si comincia, con questo capitolo, ad intravedere un pò di romance. Ancora abbozzata, ma spero che dopo tutto l'angst che vi ho fatto leggere, sarà di vostro gradimento.

Come sempre, grazie a tutti voi che mi leggete ed incoraggiate! Soprattutto a Raffy e Cat, amiche oltre che lettrici affezionate!

Al prossimo capitolo!



Parlami



Ci era voluta quasi una settimana per sistemare i danni che la loro nave aveva riportato allo scavo e all'abero maestro, ma finalmente ci erano riusciti! Ed ora erano di nuovo in mare aperto, diretti verso l'isola di Turkos.

Lina era curiosa di scoprire cosa si nascondesse su quell'isola, il senso delle parole scritte sulla pergamena donatagli da Elizabeth e l'identità di questa misteriosa Leesel. In fondo era sempre stata così, curiosa e scalpitante di scoprire cose nuove. Era un suo modo di essere che le era sempre appartenuto ma che ora gli appariva nuovo, ritrovato, come se a lungo lo avesse perso per strada. Solo una cosa la disturbava in quel momento, nel mare, mentre si allontanavano dall'isola deserta che li aveva ospitati in tutti quei giorni. Era come se sentisse un pò di nostalgia e una specie di rimpianto che ancora non aveva ben focalizzato in sé. Perché era stato bello stare lì, era stato divertente e per la prima volta da tanto tempo aveva riso. La sua espressione si addolcì, pensando alla mattina in cui lei e Gourry avevano giocato fra le onde del mare. Si erano divertiti, per un breve attimo erano stati sereni e spensierati come tanti anni prima. Per un breve attimo la tristezza non le era stata compagna e si era sentita di nuovo forte, pronta a spaccare il mondo e a prendere in mano il suo destino. Per un breve attimo... erano stati di nuovo Lina e Gourry... Era stato bello ridere, scherzare, giocare e prendersi in giro assieme a lui. Finché non era successo, finché non erano stati davvero insieme come un tempo, non si era mai soffermata a pensare a quanto le mancassero quei momenti e al modo in cui entrambi li avevano seppelliti nella loro mente e nei loro ricordi di tanti anni prima. Le sarebbe piaciuto rimanere lì su quella spiaggia, lontano dal mondo e da tutti, solo lei e Gourry. C'era uno strano senso di amarezza in lei, un rimpianto... C'era qualcosa che avrebbe dovuto dirgli, qualcosa che avrebbe dovuto fare... E ancora non aveva capito di cosa si trattasse. Ma sapeva che, da quella mattina, uno strano senso come di un qualcosa lasciato incompiuto si era impadronito di lei.

Avrebbe avuto bisogno di più tempo sola con lui per capire, capirsi e sapere cosa fare e cosa dire...

Era stato breve, quel momento magico...

Sospirò, pensando a quanto quell'isola le avesse fatto bene. Lì, con l'aiuto di Gourry, era riuscita a dare una svolta alla sua vita, a mandare giù quel groppone amaro che la opprimeva da mesi e ad accettare la morte di Yonas. Ed ora si sentiva di nuovo bene, più serena, più leggera e pronta ad andare avanti, con il ricordo di Yonas incastonato nel suo cuore, per il resto della sua vita. Sarebbe stato per sempre il suo compagno dolce e silenzioso, avrebbe sempre continuato a vivere dentro di lei quell'uomo che le era capitato davanti per caso, restandole accanto in un momento difficile della sua vita.

Ora una cosa però la preoccupava.

Gourry...

Gourry era strano, era cambiato, era distante e assente. Come se dopo quelle risate, quei giochi nell'acqua, si fosse spento qualcosa in lui. Ci pensava e ripensava, cercava di capire ma non ci riusciva. Non avevano litigato, le cose lasciate in sospeso fra loro erano state chiarite e lui, quando lei chiedeva se ci fosse qualcosa che non andava, rispondeva evasivamente che era tutto a posto. Ma mentiva e macinava qualcosa dentro di sé di cui non voleva parlare. Per quanto si sforzasse di fingere, Lina lo avrebbe sempre capito quando lui mentiva. Lo conosceva bene, dannatamente bene. Come le sue tasche. Lo conosceva come lui conosceva lei.

"Trovo tutto questo molto maschilista!".

Lina sussultò, presa alla sprovvista dall'improvvisa comparsa di Alix alle sue spalle. La ragazza si era seduta sul parapetto, al suo fianco, ed osservava in cagnesco Jack Sparrow che governava la nave.

"In che senso, Alix?".

"Ma dai, Lina! Guardalo!" - esclamò, indicando il pirata con il dito indice della mano. "Quel dannato timone! Non lo molla mai! Voglio provare anche io a condurre la nave e dovresti provarci anche tu! Invece a noi toccano i lavori in cucina e i maschi si tengono i lavori più interessanti e prestigiosi. Voglio governare la nave, voglio essere anche io il capitano!".

Lina alzò il sopracciglio, divertita. "Beh, prova a chiederglielo! Temo però che ti manderà a quel paese in cinque secondi. Ha un rapporto morboso col timone della nave, Jack non lo mollerebbe per tutto l'oro del mondo. E per quanto mi riguarda, non ci tengo per niente, ti lascio tutto il divertimento!".

"Vuoi il timone?". Giunto alle spalle delle ragazze, Gourry osservava Alix con gli occhi spalancati e un'espressione preoccupata sul viso.

"Sì".

Lo spadaccino sorrise, appoggiando a terra il grosso sacco di farina che stava portando sotto coperta. "Jack non te lo lascerà mai fare! E' ancora arrabbiato con voi per la questione del rum".

Lina incrociò le braccia al petto. "Siamo state magnanime. Ne abbiamo tenuto un pò, una decina di bottiglie se non ricordo male. Eravamo talmente stufe di sentirlo frignare...".

Gourry ridacchiò, appoggiandosi al parapetto della nave. "Ma il timone non ve lo lascerà lo stesso".

Alix assunse un'aria di sfida, a quell'esclamazione. "Scommettiamo?".

Lo spadaccino sorrise, ma evitò di rispondere. "Beh, tu provaci! Hai la testa dura e la lingua abbastanza lunga per far ammattire un uomo e costringerlo a fare tutto quello che vuoi".

"Lo prendo come un complimento!" - rispose Alix, dandogli una pacca sulla spalla ed avviandosi verso il pirata.

Gourry e Lina la guardarono allontanarsi, incuriositi. "Credi che ce la farà?"- chiese Lina, divertita.

"Conoscendola... direi di sì! Alix ottiene sempre tutto quello che vuole, in un modo o nell'altro". Lo spadaccino guardò Alix allontanarsi e poi fissò la maga, turbato dall'evidenza di trovarsi su quel ponte da solo, con lei. Da quando erano ripartiti aveva cercato disperatamente di starle lontano, di evitare la sua vicinanza. Ogni scusa era stata buona, per lui, per starsene da solo e cominciare a tagliare i ponti con quelle persone a cui, durante quel viaggio, aveva voluto bene e che per lui erano diventati come una famiglia. Ma era difficile, troppo... Soprattutto con Lina. Soprattutto alla Lina che in quel momento aveva davanti agli occhi, coi capelli lasciati liberi e sciolti, ribelli e che danzavano con il vento, con indosso un leggero abitino verde sbracciato che le copriva a malapena le gambe sopra le ginocchia. Era talmente bella da fargli quasi male. Separarsi nuovamente da lei sarebbe stato devastante ma doveva farlo per il suo bene, per quanto doloroso fosse per lui. Lina meritava di riprendersi in mano la sua vita e di circondarsi di persone che valessero quanto valeva lei. Non c'era spazio per lui ed era giusto così.

Si chinò, riprendendo in mano il sacco di farina. "Vado a finire di sistemare questi sacchi e poi me ne vado a letto. Ci vediamo".

"Hei, aspetta!". Ma Gourry non si voltò, fingendo di non sentirla. Lina si rabbuiò. Gourry era sfuggente e non ne capiva il motivo. Era come se volesse sempre scappare da lei e questo le faceva stranamente male. Si morse il labbro, irritata. "Al diavolo!" - sbottò, seguendolo a passo spedito. "Gourry, aspettami!".

Gli si parò davanti, bloccandolo nel suo cammino. "Devo parlarti!".

Gourry si accigliò. "Dimmi".

"Beh...". Improvvisamente, la lingua sembrò come paralizzarsi. Lo aveva seguito, spinta da un impulso istintivo ma ora che ce l'aveva davanti non sapeva bene cosa dire, cosa chiedergli. Si sentiva stupida e ridicola, davanti al tono assolutamente tranquillo e vagamente freddo di Gourry. "Perché vuoi andartene già a letto, finito il tuo lavoro?" - domandò, titubante.

Gourry distolse lo sguardo da lei. Non riusciva a mentirle, se la guardava in viso. "Beh ho ancora un pò di mal di mare e ho voglia di coricarmi un pò".

"Ok, va bene. Lascia che ti aiuti coi sacchi allora!" - rispose la maga, avvicinandosi e cercando di prendere il carico che Gourry teneva fra le braccia.

Lo spadaccino indietreggiò. "No, fa niente. Ho quasi finito e davvero, non ho bisogno di aiuto".

"E allora lascia che ti prepari una tisana. Te la porto in camera, come le altre volte".

"Lina, no!".

La maga sussultò, davanti al tono di voce di Gourry. Era una delle prime volte da quando lo conosceva che sbottava così, davanti a lei, senza un apparente motivo. Era preoccupata e soprattutto, terribilmente irritata davanti a quel comportamento tanto strano ed inspiegabile del suo vecchio amico. "Gourry...".

L'uomo indietreggiò, scurendosi in volto. "Scusa, non volevo essere scortese e tu sei davvero gentile ma... ho solo voglia di sdraiarmi e dormire. Non ho bisogno d'altro" – disse, riprendendo il suo cammino verso il magazzino della nave.

Lina si rabbuiò ma non rispose nulla. Non sapeva cosa fare, cosa dire, come stargli vicino. C'era qualcosa che lo tormentava, lo percepiva a pelle ma lei, a differenza di Gourry, non era così brava a stare accanto a qualcuno e ad aiutarlo. Non sapeva trovare le parole giuste, il modo giusto per arrivare a lui. Ed era irritata verso Gourry che aveva eretto un muro fra loro ma soprattutto verso se stessa perché non riusciva ad abbatterlo, quel muro.

Sospirò, tornando di malumore a sedersi sul pontile.

Nello stesso istante Alix, dopo un'accesa discussione con Jack, prendeva possesso del timone della nave.


...


Era stata una notte tormentata quella. Lina si era girata e rigirata nel letto per ore, senza riuscire a prendere sonno. Nella sua mente continuavano a scorrere le immagini della discussione avuta con Gourry e una strana ansia le attanagliava lo stomaco, a quei pensieri. Cos'aveva Gourry? Perché la evitava? Perché non le parlava? Perché era diventato improvvisamente così difficile stare insieme, per loro due?

Si strinse fra le mani il ciondolo che portava al collo, ricordando quanto invece fosse tutto più facile con Yonas. Lui era solare, un libro aperto per lei, difficilmente si erano trovati in situazioni simili a quella che stava vivendo con Gourry. Eccetto quando... Lina spalancò gli occhi, mettendosi a sedere sul letto. Non era vero, era successo anche con Yonas, ora che ci pensava bene! All'inizio lui aveva cercato di allontanarla, di evitarla, nascondendosi dietro un muro invisibile che proteggeva lui e il segreto che si portava appresso. E se tanto le dava tanto, pure Gourry stava facendo la stessa cosa. Ma... che segreto poteva custodire Gourry, l'uomo più limpido e cristallino che avesse mai conosciuto? Cosa lo tormentava? Cosa lo intristiva così tanto da farlo chiudere al mondo?

Si buttò di nuovo sul materasso, osservando irritata il soffitto. Beh, di prendere sonno non c'era verso e rimanere lì a tormentarsi non le piaceva per niente. Con un gesto secco si alzò in piedi, infilandosi il vestito verde che aveva indossato durante il giorno appena trascorso. In fondo era il suo turno di cuoca quello e avrebbe comunque dovuto alzarsi per preparare la colazione a tutti. O almeno, provarci. Come cuoca non era migliorata per niente, durante quei mesi di navigazione!

Mestamente si avviò nei corridoi bui della nave, avvolti nel silenzio del sonno e della notte. Stavano tutti dormendo ancora, beatamente e in un certo senso li invidiava. "Chissà se anche Gourry sta dormendo..." - sussurrò, passando davanti alla porta della sua camera, chiusa. Era dal pomeriggio che non lo vedeva, lo spadaccino aveva anche saltato la cena.

Lina scosse la testa, indecisa per un attimo se bussare a quella porta oppure proseguire. Ma alla fine desistette e, stancamente, si avviò verso il pontile.

L'aria fresca e frizzante della notte la fece rabbrividire, appena giunta all'esterno. In lontananza il cielo cominciava a rischiararsi, colorandosi di tinte gialle e rosate. L'alba sarebbe presto giunta e con essa un nuovo giorno.

Sospirando, camminò sul pontile, ammirando il mare placido e tranquillo attorno a lei. Era oscuro e profondo, immenso ed affascinante, impetuoso e misterioso. Jack aveva ragione, non puoi non innamorarti del mare, quando diventa la tua casa per tanti mesi. Si appoggiò al parapetto, fissando le onde e pensando a come si era sentita spersa e sola quando erano partiti da Seyruun. Pensò alle sue lacrime per Yonas, alla sua arrendevolezza nei confronti delle decisioni del pirata, al suo scarso entusiasmo ad accettare quella missione in cui, anni prima, si sarebbe lanciata subito a capofitto e senza pensarci, con entusiasmo. Ora si sentiva diversa, rispetto a quei primi giorni di navigazione, si sentiva più forte, più motivata, pronta ad affrontare qualsiasi situazione le si fosse parata davanti. Era una bella sensazione, dopo tutto, tornare padrona di se stessa dopo che per tanto tempo aveva creduto che la sua vita fosse finita con la morte di Yonas.

"Lina, ma che ci fai quì a quest'ora?".

A quella voce, Lina sussultò. Si voltò stupita, trovandosi davanti Gourry. "Che cosa ci fai tu, quì?" - disse, vagamente irritata e senza capirne il motivo. "Non avevi detto che stavi male?".

Gourry alzò le spalle. "Beh, ero stufo di stare a letto e sono uscito a fare due passi".

"E io non riuscivo a dormire e mi sono alzata perché a letto stavo impazzendo, a furia di rigirarmi fra le coperte. E comunque avrei dovuto alzarmi presto in ogni caso, visto che è il mio turno in cucina e Jack si sveglierà fra poco". Poi si accigliò, notando che Gourry teneva una delle preziose bottiglie di rum del pirata fra le mani. "Quella non è decisamente un'idea saggia, per il tuo mal di mare. E Jack ti ucciderà, appena saprà che hai bevuto il suo prezioso rum". Dei, era arrabbiata! Con lui e con quel suo cavolo di atteggiamento! Che gli prendeva? Non era da Gourry comportarsi a quel modo.

Lo spadaccino osservò la bottiglia nella sua mano, ormai vuota. Poi, con un gesto veloce, la lanciò in mare. "E' solo alcol e in fondo ho sempre amato il buon vino. Bere qualcosa, ogni tanto, non fa poi così male. Anzi, mi pare addirittura di essere guarito dal mal di mare!".

Lina scosse la testa. Le parole uscivano dalla bocca di Gourry sbiascicate, impastate. Doveva essere ubriaco. O molto giù di morale. O entrambe le cose. "Gourry, che ti prende?".

"Niente, perché?".

"Non è vero! Non mentirmi, ti conosco come le mie tasche!".

L'uomo abbassò lo sguardo, appoggiandosi al parapetto. "Ti ho detto che non ho niente, non preoccuparti".

Lina si morse il labbro, arrabbiata e confusa. Poi si avvicinò a lui, dandogli un forte spintone e facendolo arretrare di alcuni passi. "Perché...? Io non capisco, non ci riesco! Mi eviti, sei strano, fai persino fatica a parlarmi e a guardarmi negli occhi. Cosa ti ho fatto stavolta, perché sei arrabbiato con me?".

Gourry spalancò gli occhi. "Lina, ma cosa dici? Non mi hai fatto niente! Non sono arrabbiato con te".

"Beh, io sì! Sono arrabbiata perché io mi sono fidata di te, io a te ho confidato ogni aspetto della mia vita, ti ho raccontato cose private e intime di cui non avevo parlato con nessuno. Tu invece... tu non mi parli, tu mi nascondi qualcosa... Tu non ti fidi di me e io sono una stupida perché dovrei fregarmene e invece...". Si interruppe. Che senso aveva parlare, se lui non la voleva ascoltare? Al diavolo, era Lina Inverse dopo tutto e Lina Inverse non era certo persona da implorare qualcuno. Se Gourry non voleva parlarle di quello che gli stava passando per la testa, beh, che se ne restasse nel suo brodo. Non si sarebbe umiliata, proprio no! "Beh, arrangiati!".

Gli diede un'ultima occhiataccia, poi allontanò a grandi passi da lui, con una camminata rabbiosa. Raggiunse le scale, diretta verso la cucina, decisa a chiudere quella sgradevole conversazione con lui.

"Lina!".

Un attimo prima era sola ed arrabbiata... Poi sentì i suoi passi dietro di lei e le sue braccia che la raggiungevano. Gourry le sfiorò prima il polso e poi le spalle, bloccandola e stringendola a se. "Gourry..." - sussurrò stupita, appoggiando la schiena contro il petto forte dell'uomo, lasciando che la stringesse a se e dimenticando la rabbia di pochi istanti prima.

Lo spadaccino le cinse prima le spalle, scendendo poi alla vita, affondando il viso fra i suoi lunghi capelli rossi. "Non pensarlo nemmeno, non pensarlo MAI. Sei l'unica persona al mondo di cui mi fidi, l'unica a cui affiderei la mia vita ad occhi chiusi. L'unica a cui tenga davvero... Sei l'unica ragione che mi spinge ad alzarmi al mattino e a sorridere. L'unica, Lina...".

Le mani di Lina sfiorarono quelle dell'uomo. Le accarezzò piano, prima di voltarsi verso di lui per guardarlo in viso. "E allora perché? Perché mi eviti, perché non mi dici cosa c'è che non va, cosa c'è che ti tormenta?".

Gourry la guardò negli occhi, ci si sarebbe perso in quei due zaffiri color del fuoco. "E' difficile Lina...".

"Cosa è difficile?".

Le labbra dello spadaccino le sfiorarono la fronte. "Tutto quanto. E' tutto sbagliato, io sono sbagliato!".

Lina si strinse ancora più forte a lui. Quel bacio sulle fronte... Le era corso un brivido lungo la schiena, uno di quei brividi caldi e piacevoli, che ti fanno star bene e sentire viva. Dei, era così dannatamente bello stare fra le sue braccia, era una sensazione che aveva nascosto nei meandri dei suoi ricordi per tanto tempo ma che non aveva mai dimenticato. "Tu non sei sbagliato. Sei la persona meno sbagliata che conosca!" - sussurrò.

Gourry le accarezzò i capelli. Poi la sua mano scese al collo della donna, prendendo fra le mani il ciondolo rosso che riposava sul suo petto. "E invece sì. E tu non dovresti perdere tempo a preoccuparti di uno come me. Ora stai meglio, stai tornando grintosa e forte come una volta e hai una missione importante da compiere con Jack. Non pensare a me, pensa a te stessa. Ritroverete la Perla Nera tu e Jack e poi riprenderai la tua vita in mano, mettendo a ferro e fuoco la Penisola dei Demoni. Presto non ti ricorderai nemmeno più di me ed è meglio così. Saprai trovare persone in gamba che meriteranno di stare al tuo fianco, persone come Yonas. E allora sì, in quel caso dovrai farlo, dovrai preoccuparti per loro e prendertene cura. Ma non farlo con me, ti assicuro che non ne vale la pena".

"Gourry...". Rimase in silenzio, ammutolita davanti alle sue parole. Rendendosi conto solo in quel momento di una cosa che aveva sempre saputo ma che non aveva ancora realizzato appieno. Non voleva avere nessuno al suo fianco dopo Yonas. O meglio... non voleva nessuno che non fosse Gourry... Come faceva a non capire quanto fosse importante per lei e quanto si sentisse legata a lui? Solo Gourry era stato capace di comprendere il suo dolore con dolcezza e pazienza, solo lui aveva saputo starle vicino ed aiutarla, facendola stare di nuovo bene con se stessa e con il mondo che la circondava. No, lui non lo capiva... Non lo capiva perché lei non glielo aveva mai detto. Ma non ci riusciva, non era ancora pronta! A dirgli che lo voleva vicino, che amava il modo in cui l'abbracciava, il suono dolce della sua voce, la morbidezza delle sue labbra quando le sfioravano la fronte, ridere con lui e sentirsi a casa in qualsiasi luogo in cui si trovassero. "Le cose non stanno come dici tu".

"E invece sì" – rispose lui, in tono dolce, prima di allontanarsi da lei.

Lina lo osservò scendere le scale, sentendosi improvvisamente sola dopo che lui aveva sciolto quel loro tenero abbraccio. "Gourry, me lo dirai un giorno?".

"Cosa?".

"Il motivo che ti rende tanto triste".

Gourry scosse la testa. "Non ce ne sarà bisogno, Lina".

La maga avrebbe voluto replicare, cercare di capire il senso di quella risposta. Ma la voce di Jack, dal pontile, la interruppe.

"Ragazzi, svegliatevi! Ci siamo, la vedo! Laggiù c'è Turkos".



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Capitolo 19
*** Leesel ***


Capitolo nuovo, scritto con un caldo atroce. Quindi siate clementi, spero non sia sconclusionato XD

Grazie come sempre a tutte voi! :D



Leesel


L'isola di Turkos era enorme, immensa, molto più grande dell'isola su cui lei e Gourry avevano fatto naufragio durante la tempesta. La spiaggia era molto ampia e la natura al suo interno rigogliosa e selvaggia. In un grosso spiazzo, avvicinandosi ad essa, Lina intravide altre navi ormeggiate in quello che doveva essere una specie di porto improvvisato per le navi pirata. La maga ricordava i racconti di Jack, quando Elizabeth aveva donato loro la pergamena che li aveva condotti fin lì. Su Turkos, aveva detto il pirata, circolavano molte leggende che raccontavano di preziosi tesori nascosti fra la foresta o sotto la sabbia della spiaggia. Nessuno aveva mai trovato nulla ma molti cercavano comunque la fortuna in quel lembo di terra ai confini del mondo, sperando di essere coloro che dessero conferma della veridicità di tutte quelle antiche leggende.

Lina sospirò. Beh, loro al momento non cercavano nessun tesoro ma una fantomatica donna di cui si raccontava su una pergamena vecchia di secoli. Dubitava di trovarla ancora in vita, ma comunque era incuriosita da quell'isola. Da subito, dal primo momento in cui Elizabeth le aveva dato in mano la pergamena, aveva avvertito il suo sesto senso gridarle a tutta voce che Turkos era la sua meta e che lì avrebbero trovato qualcosa di importante. Non sapeva cosa ma sapeva, si sentiva che Turkos custodisse qualcosa di importante e leggendario dentro di se.

"Non siamo soli, a quanto vedo" – commentò Jack giungendole a fianco ed osservando le altre navi pirata a riva.

"Credi che ci daranno dei problemi?".

Jack scosse la testa. "No. E' l'oro quello che vogliono, non certo scatenare un'inutile ed infruttuosa lite con noi. Quì a Turkos si arriva ed ognuno cerca il suo tesoro. E poi, di solito, a mani vuote si va via".

Sospirando, Lina si appoggiò al parapetto. "Cosa ne pensi di questa Leesel? Non hai paura che arrivare fin quì possa rivelarsi un grosso buco nell'acqua?".

"No".

Il tono sicuro di Jack la stupì. "Come fai a saperlo con tanta certezza?".

Il pirata si grattò la guancia e si lisciò poi fra le dita una delle sue lunghe treccine. "Elizabeth è una vera piratessa e ha buon occhio nel fiutare le piste giuste. Mi scoccia ammetterlo ma spesso, in passato, lei ha avuto ragione e io torto, su molte cose".

Lina sorrise. "Elizabeth è in gamba. E mi sarebbe piaciuto averla con noi in questo viaggio".

Jack scosse la testa. "A me no! E' già complicato tenere a bada te ed Alix! Mi ci mancava solo Elizabeth e poi ero pronto a gettarmi in mare con una macina di pietra legata al collo. Ed ora, scusami! Torno al timone e preparo la nave all'attracco" – disse, allontanandosi da lei.

Lina annuì. "D'accordo". Con un sospiro, tranquillamente, si avviò verso la sua cabina per prendere una sacca dove riporre le poche cose che le erano necessarie per il soggiorno a terra. Non sapeva quanto si sarebbero fermati, ma era meglio portare l'indispensabile per un soggiorno di alcuni giorni.

Nei corridoi trovò Dary, Gourry ed Alix con le loro sacche. Avevano avuto la sua stessa idea perché, come lei, non sapevano quanto si sarebbero fermati.

"Siamo pronti a salpare!" - commentò Alix allegra. Era curiosissima di scoprire cosa si nascondesse a Turkos, esattamente come la maga.

Daryl si stiracchiò. "Se la troviamo, speriamo che questa Leesel sia bella! Mi seccherebbe trovarmi davanti un rospo, dopo tutta questa strada".

"Bella o brutta che sia, se è un minimo intelligente, non ti guarderà nemmeno di strisco!" - commentò Alix, facendogli la linguaccia. Poi, allegra, corse su per le scale. "Vado a vedere come fa ad attraccare Jack! Devo imparare tutto, su come si conduce una nave".

Daryl sospirò. "E' come Elizabeth! Fra poco avremo un'altra piratessa in giro per i sette mari, temo".

"Ne ha la stoffa" – commentò Lina, prima di avviarsi con i due uomini anch'essa sulle scale.


...


La sabbia era bianchissima e soffice come borotalco. Lina, togliendosi gli stivali, ci affondò fino alle caviglie, godendo di quella sensazione assolutamente rilassante che regala una passeggiata sulla spiaggia. Davanti a loro si dipanava una foresta tropicale rigogliosa, che ricopriva l'intero interno dell'isola, dalla spiaggia fino alla cima del vulcano che la dominava, al centro.

La maga si guardò attorno, curiosa, poi srotolò la pergamena, rileggendone attentamente le iscrizioni.



"La ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più effimere. Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una risposta. Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi sarà data. Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".



La conoscenza porta alla ricchezza... Lina sospirò, trovandosi perfettamente d'accordo su quanto riportava l'iscrizione. Chi non sa, non trova quel che cerca. Aveva senso, era pura logica ma... Leesel... Dove avrebbero dovuto cercare una donna di cui si parlava su un documento antichissimo? Leesel era la chiave che portava a qualcosa ma quella chiave poteva essere andata perduta nello scorrere del tempo... Poteva essere stato un viaggio completamente inutile, ne era cosciente. Ma allo stesso tempo, contro ogni logica, il suo istinto le gridava di cercare. "Jack, che si fa? L'isola è grossa e noi non sappiamo dove cercare!" - asserì, in tono pratico. Perdere tempo a rimuginarci sopra, non aveva senso.

Il pirata, che a pochi passi da lei si stava guardando attorno, si esibì nel suo solito sorriso da schiaffi. "Che domande! Si chiedono informazioni alla gente del posto".

"Jack!". Lina lo fulminò con lo sguardo. Ma non aggiunse altro perché in fondo lui aveva ragione. "Senti, proviamo a chiedere a quei pirati" – propose, indicando un gruppo di uomini a pochi passi da loro che stava imbarcando delle casse di legno sulle altre navi ferme a riva.

"Ottima idea!".

Si avvicinarono ai pirati che, incuranti del loro arrivo e con delle espression che chiaramente facevano intuire quanto fossero di cattivo umore, stavano sistemando viveri sulla loro nave.

"Ehm... scusate!".

Un pirata alto, pelato e sovrappeso si voltò, accigliato. "Avete bisogno di qualcosa?". Poi li squadrò meglio, pensieroso. E infine... "Jack Sparrow?!" - esclamò, indicando il pirata con aria sorpresa.

Jack sorrise. "In persona! Che piacere rivederti, Serpe!".

Il suo interlocutore scoppiò in una sonora risata. "Hahah, ma sei vivo! Nell'ambiene ti davano tutti per spacciato, dopo che hai perso la Perla Nera! E invece...". Continuò a ridere, dando una sonora pacca sulle spalle al pirata. "Accidenti, l'erba cattiva non muore mai, è! Che ti porta da queste parti?".

"Sto seguendo una pista per...".

"Sta cercando una persona!" - lo interruppe Lina, prima che il pirata, stupidamente, rivelasse il possesso della mappa di Elizabeth. Se quella pergamena nascondeva qualcosa di interessante e altri pirati fossero venuti a conoscenza della sua esistenza, quanto poteva passare prima di un attacco per entrarne in possesso? Si trattava di pirati, in fondo... Inutile, Jack era ingenuo come un bambino, certe volte...

Il pirata si accigliò. "Chi stareste cercando a Turkos? Quì, a parte qualche nativo e qualche pescatore con la sua famiglia, non ci vive nessuno di interessante. Interessante per un pirata, intendo".

Daryl si intromise, cercando come Lina di evitare che Jack si facesse sfuggire qualcosa. "Stiamo cercando una certa Leesel. Una vecchia faccenda di famiglia, tutto quì".

Serpe si grattò il mento, pensieroso. "Leesel...? Bah, mai sentita nominare. Provate a chiedere a quel vecchio, seduto su quel masso a riva" – disse, indicando un anziano uomo dai capelli bianchi che, accoccolato sul bagnasciuga, osservava il transito dei vascelli. "Lui è Ayroon ed è l'anziano dell'isola. Sta quì tutto il giorno ad osservare le navi, probabilmente alla sua età non ha altro da fare per far passare la giornata. Lui saprà aiutarvi di certo. Sa tutto di Turkos".

Jack annuì, osservando il vecchio Ayroon. "Ti ringrazio, amico! E tu, che fai, riparti?".

Il pirata annuì. "Si, fra un paio di ore io e i miei compagni salpiamo! Appena finiamo di caricare i viveri, torneremo in mare aperto. Quest'isola è tanto leggendaria quanto povera d'oro! Giorni e giorni di ricerca e non abbiamo trovato nemmeno una misera moneta di rame. Non vedo l'ora di ripartire per altri lidi. Buona fortuna, Jack, anche per la tua nave. Sai, Morgan è stato qua alcuni giorni fa, con la Perla Nera. Ci siamo incrociati su questa spiaggia, noi arrivavamo e lui ripartiva per le isole più a sud. Ti auguro di riprenderti la tua nave, Morgan è un idiota borioso e di certo non se la merita. Appena riparti da quì, vagli dietro e riprenditela!".

Jack si fece serio. I suoi occhi brillarono, nell'esatto istante in cui udì il nome della sua nave. "Ti ringrazio delle informazioni, amico! In effetti la Perla Nera e Morgan ci hanno distanziati un pò ma gli sto dietro. E me la riprendo, la mia nave!".

"Beh, buona fortuna" – commentò l'altro, tornando al suo lavoro.

Gourry rimase in silenzio, ad osservarlo armeggiare con le casse di legno. Sarebbero partiti dopo poche ore, quei pirati... E forse, poteva unirsi a loro.

"Hei, ti sei incantato?" - chiese Lina, notando che non si decideva a seguirli.

"Ehm... No, mi sono solo distratto un attimo, Lina" – rispose lo spadaccino, continuando ad osservare i pirati a riva e chiedendosi in che modo avrebbe potuto lasciare i suoi compagni per unirsi a loro. Era il momento giusto, il posto giusto, quello... Mentre gli altri si affannavano a cercare Leesel, poteva sparire dalle loro vite. Dalla vita di Lina, soprattutto...

All'oscuro dei suoi pensieri, la maga lo prese per mano. "Dai, sbrighiamoci ad andare da quel vecchio! O gli altri ci lasceranno indietro" – esclamò, entusiasta.

Si avvicinarono all'anziano che, perso nei suoi pensieri, guardava distrattamente il mare e il via vai dai velieri. Lina lo osservò, incuriosita. Era molto anziano, coi capelli ormai radi e completamente bianchi e di una magrezza impressionante. E i suoi occhi erano di un azzurro opaco, velato. Erano gli occhi di un cieco o di una persona molto vicina a diventarlo. Eppure era lì da solo, segno che conosceva bene ogni angolo di quell'isola e sapeva come muoversi anche senza il dono della vista. "Ehm, ci scusi, possiamo disturbarla, signore?".

Il vecchio non mosse il viso ma annuì. "Che voce giovane. Dimmi pure, gentile fanciulla".

Gli altri rimasero in silenzio, lasciando che fosse la maga a parlare con lui. "Ci hanno detto che forse voi potete aiutarci. Stiamo cercando una persona che probabilmente vive quì. Ma non sappiamo dove cercarla e...".

"Chi cercate?" - chiese il vecchio, non mutando la sua espressione tranquilla.

Il suo tono di voce era pacato e gentile e aveva una nota di saggezza che alla maga risultava piacevole. Doveva conoscere molte cose, quell'anziana persona. "Stiamo cercando una certa Leesel. La conoscete? Sapete se vive quì?".

Gli occhi spenti e opachi di Ayroon, a quel nome, si animarono di un'insolita luce. "La piccola Leesel? Perché la state cercando? Cosa possono volere dei forestieri, da lei?".

Lina sorrise. Quel vecchio le ispirava fiducia e non vedeva alcuna motivazione valida per non rivelargli il vero motivo che li spingeva fino a Turkos. "A dire il vero, non sappiamo molto di Leesel ma siamo venuti in possesso di una vecchia pergamena che parlava di lei".

"Oh, capisco, la pergamena del famoso pirata Jean Morgan. E' raro che qualcuno ne entri in possesso. Se l'avete trovata o qualcuno ve l'ha donata, allora siete persone speciali".

Lina si accigliò, stupita dal fatto che quell'uomo conoscesse la pergamena che aveva fra le mani. Quel vecchio sapeva molte cose più di loro e nella sua vita doveva aver visto e conosciuto di tutto. Parlava poco, forse a causa dell'età avanzata, ma la sua conoscenza doveva essere vasta ed infinita. "E' una pergamena antica e credo che la Leesel di cui si parla nelle sue iscrizioni sia morta. Magari quì vive una sua discendente".

Ayroon scosse la testa. "Ricorda una cosa, fanciulla! Tante cose che tu vedi con gli occhi, ingannano. Non tutto, anzi, quasi niente è quel che sembra. Lo aveva capito anche Jean Morgan, colui che ha redatto quella pergamena. Leesel è una fanciulla giovane e indifesa. All'apparenza però! Perché ricorda una cosa, i suoi occhi sono come quelli di una bambina ma... hanno visto e conosciuto talmente tante cose che nemmeno un'enciclopedia intera potrebbe raccontare".

Lina sorrise, incantata dalle parole di quel vecchio che le parlava con la stessa dolcezza con cui un nonno racconta alla nipotina una fiaba. "Sapete dove posso trovarla?".

"Certo! La sua capanna si trova quasi in vetta al vulcano. Seguite il sentiero che da questa spiaggia porta fino alla foresta e poi proseguite verso la cima alla montagna. Arriverete ad un finto piano e lì c'è la sua casa, in mezzo a piante e arbusti. E' lì da sempre, la piccola Leesel".

Lina si accigliò. "Che vuol dire?".

Sul viso del vecchio, apparve un sorriso stanco. "Da che io ricordi, lei c'era che io ero un bambino. Mi sembrava una fata, allora... Poi io sono cresciuto, mi son fatto uomo e sono invecchiato. E lei era sempre lì, uguale a come l'avevo vista la prima volta. E' l'angelo degli abitanti di Turkos, Leesel. Nessuno di noi sa davvero chi lei sia ma non ci importa. E' l'unica a cui chiedere aiuto e sostegno in caso di malattie e qualsiasi necessità. Sa sempre come aiutarci, lei ha la chiave della conoscenza. E il piccolo orto che ha dietro casa... fornisce verdura e frutta a tutti noi abitanti che ci rivolgiamo a lei. Da un piccolo lembo di terra sa far crescere l'indispensabile per tutti noi, per sopravvivere. Nessuno sa come lei faccia, da sola e in così poco spazio. Ma ci riesce!".

Jack sbuffò. Quel vecchio doveva essere fuori di testa e loro stavano solo perdendo tempo a parlare con lui.

Lina invece non era dello stesso avviso. C'era saggezza e verità nelle parole di quell'uomo. Le venne in mente il racconto che Gourry le aveva fatto alcune settimane prima, sulla favola che sua nonna gli raccontava da piccolo. Leesel... E se fosse stata davvero una fata? Lei non era certo tipo da credere alle fiabe ma se quel che il vecchio Ayroon raccontava corrispondeva a verità... "Vi ringrazio signore! Seguiremo i vostri consigli per cercarla. Potrei farle un'ultima domanda?".

"Certo, chiedi pure quel che vuoi".

"Ci sono locande dove alloggiare, quì?".

Ayroon sorrise. "Oh no quì non abbiamo niente del genere, questa è un'isola selvaggia e noi che la abitiamo viviamo in capanne di paglia e foglie. Ne troverete di abbandonate strada facendo, comunque. Usatele pure per dormire, la notte, non vi disturberà nessuno. Sono piccole e appena sufficienti per una, due persone al massimo, ma ce ne sono molte disabitate sulla strada che porta a Leesel. Se saprete adattarvi, saranno delle buone case per voi. Appartengono agli abitanti di quest'isola, ma in questa stagione tutti preferiscono vivere vicino alla spiaggia, per commerciare con le navi che arrivano in cerca di tesori. Nessuno vi darà noia ".

"Vi ringrazio, signore".

Salutarono e fecero per andarsene, quando la voce del vecchio li raggiunse di nuovo. "Ricordate una cosa, ragazzi. Leesel ha in se la conoscenza ma... non tutti sono degni di attingere ad essa. Potreste non essere le persone giuste, potreste fare un viaggio a vuoto. Buona fortuna, ragazzi".

"Che ha detto?" - chiese Daryl, allontanandosi dalla spiaggia.

Lina alzò le spalle. "Solo... augurarci buona fortuna, forse" – rispose, mentre si allontanavano dalla sabbia bianca e si avventuravano nel fitto della foresta.

Camminarono per circa due ore, con la stradina sabbiosa che via via diventava sempre più ripida. La foresta tropicale era rigogliosa e il loro cammino era osservato da una miriade di variopinti animali. Pappagalli dai mille colori, scimmie curiose, strani insetti... Quell'isola pullulava decisamente di ogni forma di vita.

"Se Turkos è tanto rigogliosa, deve ringraziare il vulcano!" - osservò distrattamente Daryl, camminando senza problemi in quell'intreccio di liane e erba alta. Era il suo ambiente e come cacciatore di tesori si trovava decisamente a suo agio in posti come quello.

"Può darsi!" - rispose Lina, distrattamente, mentre le parole del vecchio Ayroon le rimbombavano in testa. Avevano in mano una pergamena che poteva portare a qualcosa di prezioso ma... sentiva che quello era solo il primo passaggio per arrivare alla meta e che mancava loro qualcosa. E non era così scontato che questa fantomatica Leesel potesse o volesse aiutarli.

Come aveva detto il vecchio, nella foresta, sparse fra la fitta vegetazione, trovarono un piccolo gruppo di capanne abbandonate. Minuscole, sporche e con all'interno solo dei miseri giacigli in paglia. Ma era sempre meglio di niente. Erano piccolissime, tanto che potevano ospitare al massimo una o due persone, come aveva detto Ayroon.

"A me non serve dormire quì, io rimango alla nave, la notte!" - aveva sentenziato Jack. "Troppi pirati in giro e non vorrei che ce la rubassero da sotto il naso".

Lina lo guardò storto. "Beh, visti i tuoi precedenti, direi che fai bene!".

"Io dormo con la dolce Alix" – asserì Daryl, sicuro, mentre la ragazza alzava gli occhi al cielo, sbuffando annoiata.

"Beh, io e Gourry siamo abituati a dormire insieme, quindi ci prendiamo l'altra capanna libera".

Lo spadaccino non rispose nulla e Lina lo prese come un tacito accordo.

Era perfetto, le sistemazioni per la notte erano decise.

Misero all'interno delle capanne le loro sacche, per proseguire la scalata più leggeri.

Lina guardò la vetta del vulcano, che compariva fra gli alti alberi della foresta. "Coraggio, ora si va fa Leesel!".

Gli altri annuirono e ripresero a scalare la montagna. Faceva un caldo terribile e l'afa mozzava loro il fiato. Eppure c'era, in tutti, una strana voglia di arrivare in alto, da quella strana ragazza di cui parlava la pergamena.

"Mi fa male la milza, a furia di camminare!" - si lamentò Jack, portandosi la mano al fianco sinistro.

Daryl scoppiò a ridere. "Amico, tu sei troppo abituato a startene fermo al tuo timone. Devi camminare di più".

Lina sorrise e fece per ribattere, quando si accorse che la salita era finita ed erano arrivati in una specie di falso piano dove, proprio come aveva detto Ayroon, sorgeva una piccola e curata capanna con accanto un minuscolo ma rigoglioso orto.

Gli occhi della maga brillarono. "La casa di Leesel!" - esclamò allegra, correndo verso l'ingresso, seguita dagli altri.

Con irruenza, come al suo solito quando era eccitata, bussò energicamente alla porta della capanna. Non sapeva bene cosa chiedere né come intavolare un discorso ma... bando ai convenevoli, non stava più nella pelle dalla curiosità.

Dopo alcuni istanti, un leggero rumore di passi arrivò alle loro orecchie, dall'interno. La porta si aprì e davanti a loro comparve una ragazzina minuta, vestita con un semplice abitino bianco che ne slanciava la figura.

"Oh, degli stranieri! Posso aiutarvi?" - sussurrò la ragazzina, stupita.

Lina la guardò, rapita dalla finezza dei suoi lineamenti e dalla dolcezza del suo viso. Aveva dei lunghissimi capelli biondi, morbidi come seta, una voce delicata come quella di una bambina e due occhi talmente azzurri che sembrava avessero rubato al mare il suo colore. Ed emanava, quasi fosse tangibile col tatto, un profondo senso di purezza che non poteva non colpire una come lei, che di puro aveva ben poco. Guardò i suoi compagni che, come lei, fissavano la ragazzina a bocca aperta. Anche loro provavano le medesime sensazioni, capì dalle loro espressioni. Solo Gourry sembrava stranamente tranquillo e pareva non avvertire nulla di strano. Ma in fondo era normale perché lo spadaccino, a differenza di tutti loro, era una persona pura e limpida e non avvertiva nulla di particolare a cospetto di quella ragazzina che, probabilmente, era molto simile a lui.

Lina deglutì, quasi a disagio, a dispetto dell'irruenza di poco prima. "Ehm... sei Leesel?".

"Sì, mi chiamo così".

Lina spalancò gli occhi. Era così stramaledettamente giovane, come poteva essere la stessa persona di cui si parlava nella perganema? Ricordò le parole di Ayroon, sul fatto che a volte gli occhi e quello che vedono, ingannano. Eppure... era strano, folle pensare che Leesel fosse la stessa Leesel del suo papiro. Quella che aveva davanti era una ragazzina di circa sedici anni, diciassette al massimo. Ed era stramaledettamente bella e delicata, come se la sua pelle non fosse mai stata esposta al sole, al vento e alle intemperie dell'isola selvaggia in cui abitava. Sospirò, rinunciando momentaneamente a capire. "Arriviamo da molto lontano e siamo venuti fin quì per cercare te. Credo".

Leesel li guardò incuriosita, uno ad uno. Poi sorrise. "Beh, allora siete miei ospiti. Entrate pure".

Lina e i compagni si fissarono brevemente, poi accettarono l'invito ed entrarono nella piccola capanna. Si guardarono attorno, notando quanto fosse decorosa ed ordinata, povera ma assolutamente accoglievole al suo interno. C'era solo un piccolo letto, un cuocivivande e un tavolo, null'altro. E alla parete una piccola porta che probabilmente portava al minuscolo orto a fianco della capanna.

"Cosa vi porta quì? E perché mi cercavate? Io non credo di conoscervi" – chiese infine, curiosa, la ragazzina. "Cercate unguenti, medicine naturali contro qualche malanno? Ne preparo per gli abitanti dell'isola".

Lina scosse la testa, estraendo dalla tasca la pergamena. "Niente di tutto questo. Siamo venuti fin quì guidati da questa" – disse, posando il documento sul tavolo. Meglio andare subito al sodo, senza girarci in giro!

Leesel si accigliò. Osservò attentamente la pergamena che Lina gli aveva mostrato e poi, uno ad uno, tutti i suoi ospiti. I suoi occhi assunsero un'aria sospettosa e attenta mentre li scrutava, mentre li studiava. Sfiorò la pergamena, piano, mentre il suo viso perdeva, secondo dopo secondo, ogni traccia del candore infantile di poco prima.

Era sempre lei ma ora Lina, osservandola, avvertiva altro. Conoscenza, saggezza e un'infinità di anni sulle spalle. Era vero, Ayroon aveva ragione, gli occhi ingannano e quella ragazzina non era una ragazzina ma qualcuno che ne sapeva più di lei e di tutti i suoi amici messi insieme. Lo avvertiva quasi a pelle. Era la stessa sensazione di inferiorità che provava ogni volta che si trovava a cospetto di esseri superiori. Chiunque fosse, ne era certa, Leesel non era umana. Non del tutto, almeno. "Sai cos'é?" - chiese, con circospezione.

Leesel annuì. "La pergamena vi ha scelto. Sono molti anni che non la vedo ed è raro che qualcuno venga da me, portandomela. Passano decenni, a volte secoli, prima che un visitatore giunga alla mia porta con questa in mano" – disse, stringendo fra le dita il documento.

Jack spalancò gli occhi, sorpreso. "Ma allora... tu sei più vecchia di Matusalemme! Complimenti davvero, i tuoi anni li porti proprio bene!".

Lina gli diede una forte gomitata nelle costole. "Zitto Jack!". Poi si rivolse nuovamente a Leesel. "Che cosa puoi dirci di quella pergamena?".

Leesel sospirò, sedendosi su una delle sedie. "Fa parte di un patto, di una collaborazione fra me e il pirata Jean Morgan. Lui era un pirata diverso dagli altri, sapeva guardare oltre e capire tante cose che la maggior parte degli esseri umani nemmeno vedeva. Lui fu il primo a giungere da me, per caso. E a trovare la strada per la conoscenza. E poi scrisse la pergamena, come lascito per le persone che, come lui, sapevano vedere oltre. La pergamena ha vita propria, si rende invisibile per chi non è degno di impugnarla e si lascia trovare da chi potrebbe avere le caratteristiche per ripercorrere la stessa strada fatta da Jean. Trovarla è il primo passo per giungere alla vera conoscenza. Siete persone fuori dal comune, se è in mano vostra".

Lina sospirò. Da quel che aveva capito, erano fregati! La pergamena l'aveva trovata Elizabeth... "Ci è stata donata da una persona che non è quì" – borbottò fiaccamente.

Leesel sorrise, scuotendo la testa e capendo i dubbi di Lina senza che lei avesse avuto bisogno di esternarli a parole. "Come vi ho detto, la pergamena ha vita e volontà proprie. La persona che ve l'ha donata è stata scelta da tramite. La doveva trovare per portarla a uno di voi. La persona speciale che sa vedere oltre. In pochi son giunti fin quì con questa, durante i secoli passati e nessuno è riuscito poi a fare il secondo passo, quello fondamentale per raggiungere la conoscenza e avere le risposte che cercava. Tutti si sono sempre fermati un passo prima della meta. Ora tocca a voi provarci e magari qualcuno riuscirà a fare quell'ultimo passo che è mancato agli altri, giunti prima di voi. Jean Morgan era una persona fuori dal comune e nessuno fin'ora, benché meritevole, è riuscito ad eguagliarlo. Ma voi, magari...".

Daryl si avvicinò al tavolo, studiando sia Leesel che la pergamena. Era un esperto di tesori, era il suo campo da sempre quello ma non ci stava capendo un accidente. "Che cos'è la conoscenza? Di cosa parli, cosa dovremmo fare?".

"Ognuno giunge fin quì con finalità diverse e quì si può trovare la risposta a tutte le domande che ci poniamo. Ognuno cerca cose diverse, voi che cercate?".

"Oro, ricchezze, la mia nave perduta. Voglio sapere come trovare tutto ciò!" - disse Jack, squadrandola.

Leesel si morse il labbro, dubbiosa. "Beh, son domande anche queste. E come ogni domanda, meritano una risposta. Spero di esservi utile".

"Cosa dovremmo fare?" - chiese Lina, seria.

Leesel la fissò, intensamente. "Tu ragazza sai già molte cose e hai avuto l'onore di essere stata, in passato, al cospetto di entità superiori molto potenti. Hai usato magie proibite per riuscirci, hai osato ciò che non doveva essere fatto mai. Quì potrai fare la stessa cosa ma in maniera... lecita. Questa capanna è un passaggio e questa pergamena la bussola che vi ha portati quì. Se saprete trovare la via d'accesso per aprire il portale, potrete chiedere di essere portati al cospetto di qualsiasi entità superiore che desiderate incontrare. E chiedere tutto quello che volete sapere. Demoni, dei, comuni spiriti, chiunque passa all'altra vita ha la conoscenza e potrà dividerla con voi, se saprete fare quell'ultimo passo, quel piccolo sforzo che chi vi ha preceduto non ha saputo fare. Dipende da voi, volete giocare con me?".

Gli occhi di Lina si assottigliarono. Leesel... come poteva sapere tutte quelle cose sul suo conto? "Chi sei tu?".

Leesel annuì, sorridendo. "Ha importanza saperlo? Alcuni dicono che io sia una fata, altri un demone, altri ancora un fantasma che infesta l'isola di Turkos da millenni. In realtà sono solo Leesel e non so nemmeno io quel che sono. Ma so quel che devo fare, quando arrivano da me persone come voi. Te lo ripeto, volete tentare?".

Lina annuì, decisa. Non sapeva bene a cosa Leesel alludesse ma non si sarebbe tirata indietro. La conoscenza... Ora capiva! Se fosse riuscita ad ottenere un colloquio con un'entità superiore, avrebbe potuto chiedere qualunque cosa e avrebbe avuto tutte le risposte che desiderava. Collaborazione e non lotte all'ultimo sangue, com'era stato fino a quel momento usando la magia nera. Un colloquio amichevole, autorizzato... Quella poteva essere una ricchezza ben più grande di tutto l'oro e le pietre preziose che Jack poteva trovare nei sette mari.



"La ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più effimere. Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una risposta. Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi sarà data. Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".



Ora Lina capiva il significato di quelle parole. Osservò Leesel, chiedendosi cosa dovevano fare per compiere quell'ultimo passo che era mancato a chi li aveva preceduti. "Ci stiamo, giochiamo! Non ci tireremo indietro di certo".

Leesel annuì, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi alla piccola porta che portava all'orto. "E allora seguitemi!".





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Capitolo 20
*** Puro come la neve ***


Aggiornamento a tempo record, ma ci tenevo troppo a scrivere questa parte e spero sia uscita bene e vi piaccia.

Commenti e critiche come sempre, saran graditissimi!

Grazie come sempre a tutti per il sostegno!



Puro come la neve



Leesel aprì la porta che, pensava Lina, dava sul giardino adiacente alla capanna. Ma, con grande sorpresa della maga, davanti ai loro occhi non comparve la rigogliosa foresta tropicale di Turkos ma un'altra stanza, molto più grande della prima. Una specie di enorme magazzino pieno di una moltitudine di oggetti di qualsiasi tipo, gettati in esso alla rinfusa, si materializzò quasi per magia davanti a loro. E in un angolo di quella nuova stanza, un'altra porta che portava chissà dove...

La maga spalancò gli occhi. Com'era possibile? Quella capanna, dall'esterno, appariva minuscola ed angusta, come poteva contenere al suo interno due stanze, di cui una così grande? Guardò Leesel, cercando di capire. Ma gli occhi limpidi e azzurri della ragazzina non seppero trasmettergli nulla. "Come può essere?" - chiese, mentre anche i suoi compagni si guardavano attorno esterefatti.

Leesel sorrise. "Questo è un magazzino un pò particolare. Nessuno lo può vedere e vi può accedere, a parte coloro che arrivano fin quì con la pergamena. Questa è una specie di anticamera...". Indicò la piccola, misera porta in legno che stava all'angolo più buio della stanza. "Se troverete la chiave d'accesso, potrete aprire e varcare quella porta. E potrete arrivare al cospetto dello spirito che volete incontrare. Sembra una porta leggera e sgangherata ma non è mai riuscito ad aprirla nessuno fin'ora, a parte Jean".

Daryl si tirò su le maniche della camicia. "Sciocchezze. Basta una spallata e quella viene giù come niente!" - affermò, sicuro. Poi si avvicinò alla porta, prese la rincorsa e ci andò a sbattere contro, finendo a terra come un sacco di patate, dolorante. La porta non si era mossa di un millimetro.

Lina sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Perdonalo Leesel, è un idiota! Non farci caso".

Leesel fissò Daryl e poi Lina. E infine scoppiò a ridere, di gusto. "Voi mi state simpatici! Spero davvero che almeno uno riesca a trovare la chiave d'accesso per aprire quella porta".

Alix si guardò attorno, incerta e pensierosa. C'era un tale macello in quella grande stanza! Oggetti grandi e piccoli gettati in ogni angolo, alla rinfusa, gli uni sopra gli altri. Mobili, soprammobili, candelabri, gioielli, giocattoli, utensili da lavoro... Tutti gettati nella stanza senza una logica e un ordine. Non aveva mai visto una camera tanto disordinata e polverosa come quella. Leesel doveva essere una tizia davvero poco avvezza al lavoro di casalinga. "Che dovremmo farci quì?" - chiese, temendo che la ragazzina bionda chiedesse loro di dare una ripulita.

Leesel si appoggiò alla parete, fissandoli negli occhi uno ad uno. Era pensierosa e assorta, mentre li scrutava e studiava, come se in ognuno di essi cercasse un segno, un qualcosa che le facesse capire se fra quei forestieri c'era la persona giusta che potesse seguire le orme di Jean.

"E allora?" - chiese anche Daryl, massaggiandosi la spalla dolorante.

Leesel scosse la testa. "Come vi ho detto, questa capanna è un portale che permette a questo mondo di entrare in contatto col mondo degli spiriti, dei demoni, degli dei e degli esseri superiori. Si può parlare pure con Lon, se lo si desidera. Loro parlano con chi riesce a varcare il portale perché sanno che solo le persone meritevoli possono trovare la chiave d'accesso. La pergamena che avete con voi era la vostra bussola, che doveva condurvi fin quì. Ora che siete arrivati, dovrete trovare la chiave per aprire la porta. Non è una chiave normale, ma un oggetto. Si trova in questa stanza, cammuffato fra mille altri oggetti. Chi saprà riconoscerlo, potrà aprire e varcare quella porta. E ottenere tutte le risposte che desidera, da chi desidera".

"E tu sai qual'è questo oggetto?" - insistette Daryl. La caccia al tesoro lo intrigava, da sempre. E quella situazione lo stuzzicava piacevolmente. E poi Leesel, benché apparentemente giovanissima, era talmente carina e adorabile!

Leesel annuì. "Certo che lo so!".

Lina le si avvicinò, guardandola dritta negli occhi. "Ma non ce lo dirai, giusto? Dovremo cercarcela da soli, questa chiave!".

Jack alzò le spalle, noncurante. "Beh, che problema c'è? Ti portiamo uno ad uno tutti gli oggetti che ci sono in questa stanza e alla fine ci capiterà in mano l'oggetto giusto!".

Leesel, a quelle parole, ridacchiò. "Oh pirata, non è mica così semplice. Non potrete prendere uno ad uno tutti gli oggetti. Avrete solo una possibilità a testa. Potrete sbirciare e guardare ogni cosa ma poi dovrete portarmi solo uno fra questi oggetti. Scegliete quello che per voi è speciale, quello che, ritenete, possa aprire il portale. Se saperete guardare oltre, se saprete riconoscerlo, allora sarete la persona giusta a cui Jean ha lasciato questa possibilità. Se sbaglierete, tornerete a casa a mani vuote, portandovi via la mappa. E prima o poi finirà nelle mani di qualcun altro, che tenterà di intraprendere la vostra medesima strada. Funziona così, da secoli". Sorrise. "Buona fortuna, rovistate pure quanto volete" – disse, appoggiandosi nuovamente alla parete.

Senza farselo ripetere, come delle furie, Daryl, Jack ed Alix si fiondarono fra la moltitudine di oggetti cosparsi per la stanza.

Lina fece lo stesso, ma con più calma, attenta ad ogni cosa che la circondava. C'erano oggetti di poco valore e gioielli tempestati di diamanti, gettati alla rinfusa gli uni sopra gli altri. Si accigliò. Cosa poteva aprire un portale tanto prezioso? Qualcosa di altrettanto prezioso probabilmente... Ma cosa? Una collana? Un rubino? Oro puro? Oppure era sulla strada sbagliata?

Saper guardare oltre...

Cosa voleva dire Leesel? Che cosa doveva guardare, COME doveva guardare per capire, scegliere e ottenere il passaggio dall'altra parte della porta?

Guardò Jack, Daryl e Alix che, come lei, osservavano gli oggetti più preziosi. Avevano avuto la sua stessa idea e probabilmente quella doveva essere la strada giusta. Non poteva sbagliare, doveva usare il cervello! Si aggirò fra gli oggetti, pensierosa, sperando, pregando Lon che almeno uno di loro ce la facesse e che quel viaggio non fosse stato vano. Era un'opportunità unica quella che Elizabeth aveva regalato loro e non l'avrebbe sprecata.

"TROVATO!!!". Alix si alzò in piedi, trionfante. Si avvicinò di corsa a Leesel, tenendo un grosso candelabro in oro fra le mani. "E' lui, lo sento! Un candelabro prezioso che faccia luce nel tunnel oscuro che porta alla conoscenza!" - disse, trionfante.

Leesel la guardò, poi sfiorò l'oggetto che teneva fra le mani. "Mi spiace. La tua idea è buona e sicuramente ha fondamento ma... non è questo l'oggetto che apre la porta. Hai finito di giocare, ragazza!".

"Cosa???". Alix sbiancò, delusa. Borbottando, lanciò il candelabro fra gli altri oggetti, mettendosi poi a sedere in un angolo, col muso lungo.

Gourry, vedendola, ridacchiò. Alix non si smentiva mai, odiava perdere e forse era stata troppo affrettata nella sua scelta. Faceva parte del suo carattere!

Leesel guardò lo spadaccino, accigliata. "Perché te ne stai quì appoggiato alla parete, senza fare nulla? Tu non cerchi come loro, non vuoi provare?".

"Io?". Gourry spalancò gli occhi, a disagio. In realtà ci aveva capito ben poco della spiegazione data da Leesel, ma una cosa gli era chiara. Se non riuscivano nell'impresa Lina e Daryl, che avevano il fiuto di due seguci per i tesori, come avrebbe potuto riuscirci lui? "Mh, no. Io non capisco nulla né di magia, né di tesori, né di esseri superiori. Ti farei solo perdere tempo. Io non sono che uno spadaccino e non ho certo le loro capacità" – disse, indicandogli gli amici con un cenno del capo.

Leesel scosse la testa. "Per saper guardare oltre, non bisogna per forza essere il più bravo o il più forte. A volte basta solo essere delle brave e buone persone. Certe volte è questo che fa la differenza. I più potenti, il più delle volte, non sanno davvero guardare le cose da un'altra prospettiva. Le persone genuine sì! Provaci dai, che ti importa!? Scegli un oggetto anche tu, regalerai ai tuoi compagni un'altra opportunità, quanto meno. Non mi farai perdere tempo, te lo assicuro" – concluse, in un sussurro.

Gourry sospirò, guardandola di sfuggita. In fondo, perché no? Avrebbe potuto dare un'occhiata e in pochi minuti sarebbe finito anche per lui quello strano gioco, come era già stato per Alix. "Va beh, se davvero ci tieni...".

Leesel annuì. "Sì, ci tengo! Se quella mappa è finita nelle vostre mani, vuol dire che cercava uno di voi".

Gourry scosse la testa. "Non certo me!".

"Sei una brava persona, spadaccino" – osservò Leesel, squadrandolo attentamente – "e sei decisamente diverso da tutti i tuoi compagni di viaggio. Te le ripeto! Ci tengo, tenta!".

"Come vuoi" – rispose Gourry, alzando le spalle.

Si avviò vicino ai compagni, guardandosi attorno spaesato.

Gli occhi di Leesel si assottigliarono e non gli staccarono lo sguardo di dosso. "Non mi deludere..." - sussurrò piano, in modo che nessuno la sentisse.

Lina, vedendolo finalmente fra loro, gli diede una pacca sulla spalla. "Era ora che muovessi le chiappe, Gourry! Credevo che stessi appoggiato alla parete per paura che crollasse!".

Gourry sorrise, inginocchiandosi fra gli oggetti sparsi sul pavimento. "Non credo che potrò esservi di molto aiuto, ma in fondo sarebbe stupido non provarci, no?".

"Molto stupido!" - esclamò Lina, mentre analizzava delle collane di diamanti che aveva raccolto da terra.

Gourry non rispose. Si allontanò da loro, mettendosi a guardare i vari oggetti che invadevano ogni angolo il magazzino. C'erano scudi, antiche spade, pugnali... Oggetti magnifici che non potevano non catturare l'attenzione di uno spadaccino come lui. Eppure, sentiva che non potevano essere quelli gli oggetti giusti. Troppo appariscenti, preziosi, superbi nella loro intrinseca bellezza.

Si avvicinò ad un angolo della stanza dove, alla rinfusa, si trovavano dei vecchi e logori giocattoli. Si accigliò. Che ci facevano dei giochi da bambino in quel magazzino? Bambolotti, soldatini di piombo, pastelli mezzi consumati, pupazzi di stoffa...

Sorrise.

Da piccolo quello sarebbe stato il suo regno ideale. Un posto pieno di giochi dove fare tutto quello che poteva desiderare. A quel pensiero, scosse la testa. Che diavolo gli prendeva? Stava perdendo tempo e non doveva farlo! Doveva prendere un oggetto, subito, mostrarlo a Leesel e poi sparire e correre in spiaggia, per imbarcarsi sulla prima nave in partenza. I suoi amici erano troppo impegnati in quella caccia al tesoro per accorgersi di quel che faceva e sarebbe stato un gioco da ragazzi andarsene senza problemi.

Si inginocchiò, deciso a prendere a caso uno dei giochi che riposavano ai suoi piedi. Stava per allungare la mano su un orsacchiotto quando la sua attenzione fu catturata da una strana sfera di vetro.

"Ma cosa...?".

La guardò, senza toccarla, catturato da quell'immagine. Era una di quelle sfere con dentro un paesaggio in legno, piene d'acqua e che, se le giri, lasciano cadere tanti piccoli fiocchi di neve. Al suo interno era riprodotto il fondale marino, coi suoi mille colori. Mare e neve... L'uno l'opposto dell'altro, ma sembravano completarsi in maniera così perfetta all'interno di quel piccolo giocattolo che stava nel palmo di una mano, da restarne incantati.

Gourry sorrise... Ricordava che da piccolo sua nonna aveva qualcosa del genere, una piccola sfera nevosa con all'interno un paesaggio montuoso con una piccola baita sul picco della montagna.

La sfiorò, catturato da quello strano e allo stesso tempo banale giocattolo. Lo attirava, più di qualsiasi altro oggetto presente in quella stanza.

Leesel si accigliò e strinse i pugni, tesa. "Prendilo!" - sussurrò nuovamente, sotto voce. "Prendilo. Lo hai notato, lo hai visto... E' tuo!".

Quasi avvertendo la voce di Leesel dentro di se, Gourry allungò la mano, afferrando la piccola sfera.

In un attimo, il banale giocattolo che teneva fra le mani, si illuminò di una luce fortissima e quasi accecante.

Gourry chiuse gli occhi e gli altri si voltarono verso di lui, richiamati da quell'improvvisa fonte di luce.

Solo Leesel non sembrava affatto turbata. Si avvicinò a piccoli passi a Gourry, non smettendo di osservare la sfera di luce, sempre più luminosa. Quando gli fu davanti, con un gesto gentile, sfiorò le mani di Gourry, prendendo fra le sue il giocattolo. La sfera, a contatto con lei, smise di brillare, tornando buia e anonima. "Puro come la neve, forte e coraggioso come il mare. Complimenti spadaccino, hai saputo guardare oltre, hai saputo trovare la chiave. Nessuno ci era mai riuscito, prima di te. Tutti si sono sempre fatti abbagliare da oro e pietre preziose ma non tu! Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta! Lo sapevo dal primo momento che hai varcato la soglia della mia capanna".

Gourry spalancò gli occhi. "Cosa?".

"Lo sapevo perché sei stato l'unico a non farti abbagliare da sogni di gloria e ricchezza, l'unico a saper riconoscere i tuoi limiti, l'unico talmente umile da ritenersi non adatto a tutto questo. Sei pulito come la neve e profondo come il mare. Non hai trovato questo oggetto, è stato lui a richiamarti a se".

Lina, Jack, Daryl e Alix spalancarono gli occhi, stupiti. Gourry ce l'aveva fatta, ce l'aveva fatta!!! E questo significava... oro e ricchezza per tutti!

Il pirata corse vicino allo spadaccino, felice. "Ce l'hai fatta amico! Hai la facoltà di varcare il portale ora! Potrai chiedere dell'oro, della mia nave, di come ottenere potere e gloria, di...".

Leesel si voltò verso Jack, seria. "Chiederà quel che lui vorrà! Solo quello". Poi, una volta zittito il pirata, si voltò nuovamente verso Gourry, sorridendo. "Sono emozionata e contenta, sai? Era tanto che non aprivo quella porta. Ti accompagnerò al punto zero, al luogo di incontro e fusione fra il nostro mondo e il mondo degli spiriti. Mi dirai chi vorrai incontrare e io lo evocherò per te. Poi tornerò quì e ti lascerò laggiù, ventiquattro ore. E' il tempo che ti è concesso per conferire con gli spiriti. Spendilo bene e avrai tutte le risposte che cerchi".

Daryl scoppiò a ridere, quasi fosse ubriaco. "Gourry, un giorno intero! Usalo bene, fallo per noi. Avremo molto da guadagnare da tutto ciò, confidiamo in te".

Leesel scosse la testa, quasi scocciata dalle parole di quegli uomini. Sfiorò la mano di Gourry, ancora tramortito dall'evolversi degli eventi, spingendolo a seguirla fino alla porta in legno. "Dobbiamo andare, è il momento".

"Aspetta!". Lina li bloccò, avvicinandosi al suo compagno. "Leesel, solo due secondi. Devo parlare con lui, da sola".

Leesel annuì. "Come vuoi. Solo un minuto, però".

"Mi basta!".

Leesel lasciò la mano dello spadaccino e invitò Daryl, Jack ed Alix a lasciare la stanza.

Rimasti soli, Lina sorrise, avvicinandosi a Gourry. "Sono felice, sai? Che l'abbia trovato tu quell'oggetto. Leesel ha ragione, eri l'unico che poteva farcela e ora... Gourry, promettimi una cosa".

"Cosa?".

Con la mano, Lina gli sfiorò la guancia. "Che non ascolterai nulla di quel che ti han detto Jack e Daryl. Che penserai a te stesso e a come stare meglio. Che cercherai chi davvero potrebbe renderti felice. Pensa a te e non a noi. All'oro, alla Perla Nera e a come sconfiggere i pirati nemici di Jack, ci penserò io. Capisci quel che intendo? Tu stai cercando delle risposte che potrebbero farti stare meglio, cerca di ottenerle!". Voleva che capisse, che per una volta Gourry fosse egoista e pensasse solo a se stesso. Voleva che cercasse Madeline, voleva che parlasse con lei, voleva che ottenesse quel perdono che sembrava cercare così disperatamente e senza il quale non riusciva a vivere serenamente. Gourry aveva fra le mani un'opportunità unica e non doveva sprecarla. Mad poteva aiutarlo, poteva fare quel qualcosa che non riusciva a fare lei, in cui lei aveva fallito. "Gourry, hai capito?" - chiese, nuovamente.

Lo spadaccino annuì, non staccando gli occhi da quelli di lei. Capiva bene cosa volesse dire, a chi Lina alludesse... Non aveva bisogno che pronunciasse quel nome perché sapeva leggere nella mente della maga meglio di chiunque altro. Però...

"E' ora di andare!". La voce di Leesel fece voltare entrambi. La ragazzina era rientrata nella stanza, furtiva, col passo felpato di un gatto. Guardò Lina, facendole segno di andare. "Fuori ci sono i tuoi amici. Potrete aspettare quì con me tutta la giornata o tornare ai vostri alloggi. Un giorno è lungo da passare".

La maga annuì. "Gourry, ricorda quel che ti ho detto" - sussurrò guardandolo negli occhi, prima di allontanarsi da lui.

Se ne andò e quando rimase solo con Leesel, Gourry si sentì smarrito. Era tutto talmente strano, così inusuale per lui... Che ci faceva lì? Come poteva essere che era proprio lui il prescelto? Voleva Lina, voleva averla accanto... Non sapeva cosa fare, cosa dire...

"Non avere paura" – lo rimbeccò Leesel, quasi leggendogli nel pensiero. "Non c'è niente da temere. Vieni con me". Lo condusse fino alla piccola e sgangherata porta in legno e gli fece cenno di aprire. "Ora si spalancherà senza problemi. Basta abbassare la maniglia".

Gourry si grattò la tempia, pensieroso. "Ma prima Daryl...".

Leesel scosse la testa. "Daryl non era il prescelto! Tu sì".

Gourry sospirò. Poi, deglutendo, aprì la porta. Non incontrò resistenze, l'uscio si spalancò semplicemente sfiorandolo. E dopo di esso, ripide, comparvero davanti a lui delle scale a chiocciola che portavano giù, sempre più giù, quasi volessero condurlo al centro della terra. "E ora che faccio?".

"Devi dirmi chi vuoi incontrare. E io lo evocherò. Onore e gloria ora sono e saranno tuoi. Devi solo scegliere. Vuoi Lon? Dei demoni superiori? Degli dei? Qualche spirito in particolare?".

Gourry ci pensò su ma poi capì. Non aveva desideri per se stesso, non sapeva con chi parlare e nemmeno cosa chiedere. Solo una cosa gli era chiara, solo una cosa gli urlava la sua mente. Non doveva esserci lui lì, ma qualcun altro. "Io non voglio vedere nessuno..." - mormorò.

Leesel sorrise, quasi non fosse stupita da quelle parole, quasi aspettandosele da lui. "Immaginavo che fosse così. Ma vuoi davvero rinunciare? Pensaci bene e fa come dice la tua amica, cerca di essere egoista per una volta!".

"Ma io no, non voglio rinunciare. Voglio però che sia qualcun altro a scendere quelle scale".

Leesel si accigliò. "Sei tu il prescelto!".

"E io, come prescelto, voglio delegare qualcun altro. Posso farlo?".

"Suppongo di sì. Ma non è la stessa cosa".

"Posso farlo?" - ripeté nuovamente lo spadaccino.

Leesel sorrise. "Puoi farlo. I puri di cuore lo fanno, non me ne stupisco. Ma come ti dicevo, non sarà la stessa cosa. Tu dovrai scegliere chi mandare e anche scegliere per lui chi dovrà incontrare. E quella persona che andrà al tuo posto... il tempo a sua disposizione sarà limitato. Non un giorno ma solo un'ora per parlare con l'entità scelta".

Gourry strinse i pugni, nervoso, e poi decise. Lui poteva scegliere chi avrebbe avuto quell'onore e l'avrebbe fatto! Avrebbe potuto chiedere mille cose per se stesso, esaudire e trovare risposte a mille domande che gli affollavano la mente... Ma poi decise... Lina... Se l'amava davvero, se davvero aveva sofferto nel vederla triste e disperata, nel vederla piangere contro al suo petto come una bambina, avrebbe espresso un solo desiderio. Ma non suo! Avrebbe espresso il desiderio più grande di Lina, avrebbe scelto quello che lei desiderava davvero. Credeva di aver fatto tutto il possibile per lei, credeva che non ci fosse altro che potesse darle, per farla sorridere di nuovo. Invece, poteva darle Yonas, anche solo per un'ora avrebbe potuto permetterle di riabbracciarlo. Era quello che Lina desiderava da sempre, era per Yonas che aveva versato tante lacrime e patito immani sofferenze. Il destino era stato duro con loro due, li aveva allontanati l'uno dall'altra senza possibilità d'appello. Non avrebbe chiesto nulla per se, non poteva farlo, non poteva essere così vigliacco. Voleva solo che Lina fosse felice e ora aveva la possibilità di riuscire davvero a regalarle tempo con la persona che lei amava.

E lui avrebbe avuto un'ora per sparire per sempre...

Tutto perfetto...

"La ragazza coi capelli rossi, vero? E' lei che vuoi mandare al tuo posto? Le vuoi molto bene, si vede!".

Gourry annuì, senza rispondere a tutte le domande poste da Leesel. "Sì, mando lei" – tagliò corto.

"Chi vuoi invocare per lei?".

"Yonas Hayden. L'uomo che ama".

Leesel sospirò, scuotendo la testa. "E sia... Uno spirito semplice e non un essere superiore. Ma se è quello che tu davvero vuoi, così sarà. Vai a chiamarla e falla venire da me. La porterò al cospetto di questo Yonas".

Gourry annuì. "Non dirle nulla, non dirle cosa ho scelto per lei. Lascia che lo scopra da sola. Non so come potrebbe reagire se lo sapesse prima di averlo davanti, Yonas".

"Come vuoi! E ora va".

Gourry non se lo fece ripetere. Uscì dal magazzino, attraverò di corsa il salottino di Leesel e uscì fuori, dove i suoi amici lo aspettavano, seduti sotto le grosse piante tropicali di Turkos.

Nel vederlo, Lina spalancò gli occhi. "Gourry, che ci fai quì?".

Lo spadaccino la guardò per un lungo, interminabile attimo. Voleva fissarsi nella mente ogni particolare di quel volto, di quei lunghi capelli, di quel fisico minuto e grazioso dentro a quel vestitino verde... Amava ogni cosa di lei, voleva che ogni aspetto di Lina gli si imprimesse per sempre nella mente. Erano gli ultimi attimi con lei e si sentiva già morire ma non poteva rimanere oltre. Lina avrebbe riavuto Yonas e poi, più serena, sarebbe andata avanti con la sua vita.

La maga gli riservò un'occhiataccia capace di spaventare un demone. "Che diavolo stai combinando, Gourry?".

Lo spadaccino ridacchiò, attento a non tradirsi. "Eheh, io non ci capisco nulla di demoni e spiriti e non saprei cosa chiedere. Ho chiesto a Leesel se potevi andare al posto mio, Lina, e lei ha acconsentito. Ho dovuto scegliere per te chi incontrare perché il prescelto sono io ma tu potrai andare in mia vece. Sarà più produttivo per tutti se sarai tu a varcare il portale, saprai fare le domande giuste per ottenere il massimo da questa opportunità".

"Sei impazzito?". Era furente, lo avrebbe volentieri preso a schiaffi. "Non hai capito niente, Gourry!".

"Invece è stata una mossa geniale!" - intervenne Jack. "Tu sei quella più adatta!".

Gourry le accarezzò la guancia, piano. "Non perdere tempo ad arrabbiarti, non avrai un giorno intero a disposizione come me, ma solo un'ora. Ho scelto uno spirito potente, mi son fatto consigliare da Leesel. Vai, ti aspettano".

Lina scosse la testa, turbata. C'era qualcosa di strano in Gourry... Quello stupido! Doveva pensare a se stesso e non a loro! "Fra un'ora, quando sarò tornata, ti disintegro Gourry! E spero per te che tu non abbia invocato uno spirito idiota!" - mormorò, minacciosa. Era seria, lo avrebbe picchiato, quello stupido!

Lo spadaccino sorrise, posandogli un lieve bacio sulla fronte. "D'accordo, ma ora va".

Lina, con un'ultima occhiataccia, si avviò all'interno della capanna.

L'espressione di Gourry si fece seria, non appena se ne fu andata. Si voltò verso Daryl, Jack e Alix, deciso a salutarli e a partire subito. "Ragazzi, il mio viaggio finisce quì".

Alix spalancò gli occhi. "Cosa?".

"Non c'è più niente di utile che io possa fare. Devo andarmene, devo andarmene subito, prima che Lina ritorni".

Jack lo squadrò pensieroso, dubbioso. Poi... "Io non ti trattengo, se è quello che vuoi davvero fare. Mi spiace perderti, ma se non te la senti di proseguire, fa come credi. Oggi ci hai aiutati molto e ritengo che tu abbia fatto già abbastanza per tutti noi".

"No!".

Gourry sussultò, alla voce secca di Daryl.

Il cercatore di tesori gli si avvicinò, minaccioso. "Tu non te ne vai. Non ora, non così! Non so perché lo fai e nemmeno cos'hai in testa. Ma sicuramente c'entra Lina e io non ti permetterò di andartene".

Gourry scosse la testa. "Daryl, è deciso. Lasciami andare".

Daryl gli si parò davanti, sbarrandogli la strada. "No! Non te ne andrai perché gli spezzeresti il cuore se lo facessi. E perché poi, come a solito, se la prenderebbe con me".

Gourry sorrise, a quelle parole. Gli appoggiò la mano sulla spalla. "Stalle vicino, sai come farlo. Per me non c'è più posto". Gli scostò il braccio e lo sorpassò. "Grazie a tutti e buona fortuna" – mormorò, allontanandosi da loro ed incamminandosi per il sentiero che portava alla spiaggia.




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Capitolo 21
*** Tempo ***


Finalmente riesco ad aggiornare questa storia. Questo capitolo mi è costato fatica e spero sia venuto bene. E' stato complicato rendere tante cose e spero che i sentimenti di Lina e Yonas siano usciti fuori come volevo io.

Grazie come sempre a chi legge, commenta e segue questa storia.

E grazie a Cat e Raffy che non mancano mai, con le loro recensioni, di spronarmi a scrivere e a divertirmi.



Tempo



Gli scalini erano ripidi e dismessi e scendevano, scendevano talmente in profondità che a Lina pareva di essere in procinto di raggiungere il centro della terra. Le mura di pietra ai lati erano imponenti e minacciose e tutto era avvolto da una strana cappa di oscurità, vinta solo dalla torcia che Leesel portava fra le mani. Aveva perso la cognizione del tempo, non era più nemmeno in grado di capire quanto tempo fosse passato da quando aveva oltrepassato la porta nel magazzino magico di Leesel e iniziato quella discesa. Era curiosa, impaziente e allo stesso tempo stranamente timorosa. Si trovava in un luogo che non avrebbe dovuto vedere, al posto di una persona che aveva scelto volontariamente di rinunciare a quell'opportunità unica.

E questo non le piaceva molto, anzi, non le piaceva per niente. Era completamente nelle mani di Leesel, si trovava molti metri sotto terra in antri stretti ed angusti e in cui mancava l'aria e non era padrona delle sue azioni. Non aveva potuto decidere con chi parlare e tutto ora dipendeva dalla scelta che Gourry aveva fatto per lei. "Quanto manca?" - chiese infine col fiato corto, più per porre fine a quel silenzio forzato che per effettiva curiosità. Tanto o poco che mancava, doveva continuare per forza a scendere quegli scalini.

"Non molto" – rispose Leesel, secca.

Lina la guardò storto. "Tu non sei di molte parole, vero?".

Leesel scosse la testa. "No, ti sbagli. A me piace conoscere le persone, parlare con loro. Ma il problema è un altro. Tu non dovresti essere quì!".

"Non sono quì per mia scelta" – rispose Lina, a tono.

Leesel sospirò. "Lo so. La verità è che non saprei cosa dirti, io non ti conosco e tu non sei la persona prescelta".

Lina fece un sorrisetto sarcastico. Se l'intento di Leesel era metterla in difficoltà, avrebbe trovato pane per i suoi denti. Il suo discorso non aveva né capo né coda. "Non conosci nemmeno Gourry, se proprio vogliamo puntualizzare".

A quelle parole Leesel si fermò, voltandosi verso Lina, faccia a faccia. "Ti sbagli, io so molto di lui. Sapevo dal primo momento che vi ho visti, che Gourry era diverso da tutti voi, che era la persona giusta per trovare la chiave d'accesso. E' vero, non lo avevo mai incontrato prima di oggi ma ricorda una cosa, Lina Inverse. Non servono anni di conoscenza per sapere tutto di una persona. Basta saper guardare negli occhi per capire chi si ha davanti. Saper guardare davvero, intendo... Gli occhi, soprattutto quelli puri e sinceri, ti sanno raccontare tutto, se sai ascoltarli!".

Lina si mise le mani sui fianchi, stranamente irritata dalle parole di Leesel. Non sapeva perché, ma le dava fastidio tutta quella sicurezza che ostentava nel parlare dello spadaccino. Nessuno conosceva Gourry quanto lei, nemmeno quella specie di mezza strega, fata o qualunque cosa fosse che aveva davanti. "Se sapevi tutte queste grandi cose, perché ci hai fatto perdere tempo? Ti prendevi subito Gourry, gli dicevi che era il prescelto e lasciavi che entrasse immediatamente attraverso il portale senza troppi giochetti".

"Volevo metterlo alla prova. Come vi ho detto prima, tutti quelli che arrivano quì con quella pergamena fra le mani, potenzialmente sono degni di essere dove sei tu in questo momento. Ma poi, alla prova dei fatti, quando dico loro cosa c'è in gioco, tutti si fanno prendere dalla cupidigia e dalla bramosia di potere e denaro. Gourry no, non si è fatto corrompere da sogni di ricchezza e gloria. Ed è per questo che è riuscito dove tutti gli altri hanno fallito. Ha saputo trovare, in un oggetto banale e da quattro soldi, la chiave che portava alla conoscenza. Ed è per il suo animo puro che ora TU sei quì. Ha superato la prova e sai, questo dimostra una cosa importante, al di la di tutto. E' una persona eccezionale, buona ed altruista. Come ce ne sono pochi. La cosa che mi fa arrabbiare è che tu non l'abbia ancora capito appieno".

I pugni di Lina si strinsero convulsamente, dalla rabbia. Come osava? Come osava!!! "Io so quanto lui valga, meglio di te e di chiunque altro. Davvero pensi di sapere ogni cosa meglio degli altri?".

Leesel alzò le spalle, mentre sul suo viso compariva un sorriso sicuro. "Oh, io non penso, io SO' di sapere ogni cosa meglio degli altri. Ogni cosa che valga la pena conoscere, ovviamente".

Lina rispose al sorriso di Leesel con un'occhiataccia. "Conosco Gourry meglio di te. Fine del discorso" – concluse, stizzita. In realtà però, le parole della ragazza la turbavano perché in lei avvertiva potere, conoscenza e una grandissima forza che teneva volutamente celata sotto quelle sembianze di ragazzina dai lunghi capelli biondi. Lo percepiva quasi a pelle e questo la metteva in difficoltà, così come le parole che le aveva appena rivolto.

Leesel non batté ciglio davanti alla rabbia di Lina. "Beh, se ne sei tanto sicura, meglio per te. Vuol dire che non farai errori, forse, nella prossima ora". Si voltò, riprendendo a camminare a passo spedito. "E ora sbrigati e seguimi. In silenzio".

Lina scosse la testa. "Con piacere" – borbottò. Anche se, avrebbe voluto chiedere cosa intendesse con quelle parole. Che errori poteva fare nell'ora successiva? Leesel non la conosceva e di certo era all'oscuro di quanto fosse brava nelle trattative e ad ottenere tutto quello che voleva, senza tralasciare alcuna opportunità. Ma non disse nulla, imponendosi di non darle quella soddisfazione.

Camminarono nell'oscurità e nell'assoluto mutismo per altri dieci minuti, mentre gli scalini si facevano sempre più ripidi e l'aria più rarefatta. Poi, quasi come per magia, le scale finirono e le due ragazze si trovarono in una specie di anticamera dalle mura annerite. Pochi metri fra le rocce, tutto quì, che parevano una specie di anticamera sotterranea.

"Siamo arrivate" – mormorò infine Leesel, avvicinandosi a un grosso e massiccio masso. "Il mio compito è finito. Spingi questa pietra, anche se sembra pesante si sposterà. Oltre ad essa si trova un'altra stanza simile a questa. Quello è il punto di congiunzione fra il nostro mondo e il mondo dell'aldilà e lì ti aspetta il tuo spirito. Ricorda Lina Inverse, hai solo un'ora esatta da adesso. Non un minuto in più. Quando avrai finito, la strada per risalire la farai da sola, tanto ormai l'hai imparata. E vedrai, la salita ti sembrerà molto più corta della discesa. Uscire è sempre più facile che entrare, quì. Io ti aspetterò su con i tuoi amici. Buona fortuna".

Lina sospirò sollevata, nel vederla allontanarsi. Anche se, in cuor suo, sperò fortemente che non le avesse mentito circa il peso del masso che avrebbe dovuto spostare. "Se è pesante, appena esco la brucio con un'incantesimo e me la mangio per cena, quella fattucchiera da quattro soldi. Al diavolo, mi ci vuole un attimo per porre fine alla sua millenaria carriera di fata da quattro soldi".

Borbottando, si avvicinò al masso. Fungeva da porta di ingresso e sembrava massiccio e terribilmente pesante. Ma non aveva tempo per elaborare un piano efficace per spostarlo, un'ora sarebbe passata terribilmente in fretta e non poteva fare altro che fidarsi delle parole di Leesel. "La ODIO!!!" - mugugnò, appoggiandosi con tutto il proprio peso sulla rocchia e prendendo a spingere.

Contrariamente a quello che aveva pensato, il masso si mosse subito al contatto con le sue mani, rotolando lievemente di lato e lasciando libero uno spiraglio che fungeva da ingresso. Stupita, Lina spalancò gli occhi. A quanto pareva, Leesel non le aveva mentito.

La maga, prima di varcare il passaggio, sbirciò incuriosita. Non c'erano luci, suoni, niente di niente all'interno di quell'antro sotterraneo. Si sarebbe aspettata fuochi d'artificio, qualcosa di plateale e magari pomposo da un essere superiore ed invece... nulla... In effetti era un pochino delusa! Solo una banale grotta sotterranea illuminata fiocamente da piccole torce alle pareti che qualcuno doveva aver acceso per il suo arrivo.

Inspirò profondamente, prendendo coraggio per entrare. Non aveva paura, questo no, ma il non sapere chi o cosa si sarebbe trovata di fronte la rendeva inquieta. Era abituata a condurre i giochi, a dettare regole, a gareggiare faccia a faccia con chi gli stava davanti. Il problema stava tutto nel fatto che non era preparata a quella situazione in cui l'aveva ficcata Gourry! Avrebbe torturato pure lui, una volta uscita da quella grotta, assieme a Leesel. Gran coppia i due biondini!

Ma non era tempo di perdersi in questo genere di pensieri. Leesel era stata chiara, solo un'ora di tempo. E non l'avrebbe certo sprecata! Entrò a passo felpato, cercando nelle ombre della grotta un volto, l'immagine del suo misterioso interlocutore. E infine, in un angolo, nascosto nella penombra, lo vide... Appoggiato alla parete, perfettamente a suo agio, qualcuno la stava aspettando.

Strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco, mentre il silenzio attorno a lei pareva assordante. In quella penombra non riusciva a distinguere bene i tratti del viso, ma la corporatura... Quelle spalle, quel modo di stare appoggiato, quella postura, quei capelli ricci...

Quando realizzò che conosceva quella persona, che la conosceva anche se ancora non l'aveva vista bene in faccia, le gambe le si fecero molli. Tutto perse senso attorno a lei, come se la sua mente avesse fatto un reset totale delle vicende che l'avevano portata fin lì. "Yonas..." - sussurrò incredula, quasi timorosa dal pronunciare quel nome, mentre con la mano si stringeva alla roccia al suo fianco. Se non l'avesse fatto, sarebbe di certo caduta a terra.

Si appoggiò alla parete, incapace di proseguire oltre. Le sembrava che il cuore le si contorcesse in petto, che volesse uscire dal suo corpo ed esplodere in mille pezzi. "Yonas..." - ripeté, col fiato corto. Non poteva essere, era impossibile! La sua mente si rifiutava di credere a quello che i suoi occhi vedevano. Yonas era morto, lo aveva pianto a lungo, lo aveva cercato ovunque, incapace di arrendersi al fatto che non ci fosse più. E ora era lì, davanti a lei... Certo, poteva avere senso, si trovava in un punto di contatto fra il mondo dei vivi e quello degli spiriti ma... Yonas? Come poteva essere lui? Come poteva, se a scegliere lo spirito con cui conferire era stato Gourry? Era confusa, annientata, felice e allo stesso tempo esterefatta. Troppi sentimenti contrastanti per poter formulare ipotesi corrette su quanto le stava accadendo.

L'ombra si mosse dalla parete su cui era appoggiata, avvicinandosi a lei a piccoli passi. "Lina..." - sussurrò Yonas, come leggendole dentro, come percependo sulla sua pelle i sentimenti che attraversavano il corpo e la mente di Lina.

"Yonas, non può essere". Lina strinse i pugni, mentre lacrime silenziose di dolore, sbigottimento e assieme di felicità, le rigavano le guance. Prese coraggio e si avvicinò a lui, corse fra le sue braccia, stringendolo in un lungo abbraccio.

"Lina" – ripeté Yonas stringendola a se e accarezzandole i lunghi capelli rossi.

Rimasero in silenzio a lungo, l'una fra le braccia dell'altro. Era troppo, un'emozione talmente violenta da riuscire a mozzare ogni parola, ogni domanda, ogni tentativo di discorso sul nascere. E in fondo, entrambi sapevano che non erano le parole di cui avevano bisogno, in quei primi momenti insieme.

Fu Yonas, dopo interminabili istanti, a rompere il silenzio. "Tu non dovresti essere quì... ma sono felice lo stesso di averti rivista".

Lina sussultò a quelle parole, stringendosi ancora di più a lui. Era vero, Yonas aveva ragione. "Lo so, non dovrei essere quì. E non ci sto capendo niente. Ma sai, per la prima volta in vita mia non mi importa capire". Chiuse gli occhi, dimenticandosi di quanto dolore aveva passato, quante lacrime aveva versato, quanto si fosse sentita sola e senza appigli. Aveva poco tempo a disposizione per stare con lui, ne era consapevole. E non lo avrebbe sprecato. Le sue labbra raggiunsero quelle di Yonas, chiudendole in un lungo ed appassionato bacio. Non credeva che avrebbe potuto sfiorare ancora la sua bocca, godere del suo abbraccio, sfiorare quei riccioli neri che la facevano impazzire.

Si baciarono, a lungo, senza riuscire a smettere, come se non avessero avuto bisogno d'altro, come se non avessero aspettato altro.

"Quanto mi sei mancato..." - sussurrò Lina, a fior di labbra con quelle di Yonas.

Il ragazzo sorrise. "Anche tu. E lo so, hai sofferto molto a causa mia, ma adesso sono felice di vederti così, abbronzata, serena e tranquilla. Sono fiero di te Lina, fiero di come sei riuscita a ricostruire la tua vita. Fiero del coraggio che hai dimostrato di rialzare la china, di ributtarti in un'avventura, nonostante non ne avessi alcuna voglia. E tutto quello che hai fatto, ogni passo che hai compiuto nel tuo viaggio, ti ha portata quì".

Lina sorrise, arrossendo lievemente a quelle parole. "Sai davvero tutto? Mi hai spiata per caso?".

Yonas rispose al sorriso, scostandole una ciocca di capelli rossi dalla fronte. "Oh, conosco solo le cose necessarie. Non ti ho spiata ma... avvertivo tutto, finché hai avuto bisogno di me. Poi hai imparato a rialzarti da sola, hai imparato ad affrontare il tuo dolore e pian piano ho potuto... riposarmi davvero. Ma ti sono comunque accanto, in silenzio. E lo farò sempre, ogni volta che mi penserai, ogni volta che farai qualcosa che ho amato anche io. Non guarderò quello che fai, non ti spierò, ma lo percepirò. E gioirò quando ti sentirò contenta e mi preoccuperò quando sentirò che sei sola o disperata. Tutto quì".

"Davvero... davvero sarai sempre con me? Davvero condividerai ogni mia gioia e ogni mia sconfitta?".

"Davvero". Yonas la strinse a se, prendendo ad accarezzarle piano la schiena e i lunghi capelli rossi. Era felice di rivedere Lina, felice come non gli era mai capitato di essere nella sua vita. Ma ora che era passato dall'altra parte, ora che aveva la conoscenza, ora che sapeva tutto quello che c'era da sapere per le creature divenute spirito, sapeva anche cosa rischiava di perdere Lina se rimaneva troppo con lui. Sapeva tutto, sapeva leggerle dentro, sapeva del mondo che la circondava, sapeva delle persone che erano con lei e conosceva i sentimenti che la legavano a loro. E sapeva che Lina stava correndo il grave pericolo di perdere per sempre la persona che le era più cara. Si morse il labbro, indeciso sul da farsi. Conosceva il suo ruolo, era consapevole che avrebbe dovuto rispondere unicamente alle domande che Lina voleva porgli. Ma sapeva anche la regola più importante: non poteva parlare, interferire con la vita delle persona che aveva davanti, non più. Non poteva avvertirla del pericolo, non poteva dirle cosa stava succedendo fuori dalla casa di Leesel, non poteva metterla in guardia. E questo era frustrante perché Lina, inconsapevole, mai gli avrebbe fatto domande su Gourry. E lui di conseguenza non poteva parlargliene di sua iniziativa. E poi, anche se avesse trasgredito, anche se ci avesse provato a metterla in guardia... c'era un altro fatto... La voleva lì, accanto a lui, fino all'ultimo secondo di quell'ora. Non avrebbero avuto altre occasioni...

Ma fu un pensiero che durò un attimo, un secondo. Non poteva essere egoista verso di lei, non poteva essere bugiardo e non poteva mentirle. Non era giusto che per la sua felicità di un'ora soltanto, Lina perdesse la felicità di una vita intera. La amava e l'avrebbe amata sempre e per questo avrebbe voluto sempre e solo il suo bene. "Lina, dobbiamo parlare" – disse infine, risoluto, sollevandole il mento con la mano.

La maga scosse la testa. "Vorrei dirti mille cose ma in questo momento non riesco a dirne nemmeno una".

Yonas si morse il labbro. Non poteva dirle tutto su Gourry ma avrebbe fatto in modo che capisse e che decidesse da sola cosa voleva fare. Al diavolo le regole di quella dannata dimensione di contatto fra vivi e spiriti, non avrebbe permesso che a Lina succedesse qualcosa di male. "Quel ragazzo, quell'uomo che ti ha permesso di venire quì al suo sposto... E' di lui che mi avevi parlato quella volta? E' per lui che lanciasti quel Giga Slave, vero?". Non aveva bisogno di conferme da parte di Lina perché sapeva, ma aveva bisogno di sentirglielo dire. Aveva bisogno che lei capisse cosa provava davvero per lo spadaccino. Il tempo a loro disposizione era agli sgoccioli e Lina doveva saperlo, doveva capirlo prima che Gourry svanisse per sempre dalla sua vita! C'erano tante cose che poteva fare per Lina, cose futili come dirle come trovare oro o gioielli. Ma non era questo il modo in cui voleva aiutarla, non era questo che avrebbe fatto la felicità di Lina. E lottare perché avesse una vita serena era l'unica cosa che voleva e poteva fare. Non ci era riuscito in vita e ora che ne aveva la possibilità, non se la sarebbe lasciata scivolare dalle mani. "Gourry Gabriev, si chiama così, giusto?".

Lina spalancò gli occhi, sorpresa che Yonas si ricordasse di quell'approssimativo racconto che gli aveva fatto tanto tempo prima. Erano passati anni da quando gliene aveva parlato e tante cose erano successe da allora. "Sì, era per lui. Fu una scelta pazza, fuori da ogni logica. Ma anche oggi, dopo anni, posso dire di non essermene pentita. Se sono quì ora, con te, è merito suo. Anche se non capisco perché tu, proprio TU Yonas! Come può Gourry aver invocato TE?".

"Questo non ha importanza ora". Yonas fissò Lina pensieroso. Gli costava un grande sforzo dirglielo ma doveva farlo. Era sempre stato sincero con lei e non poteva non esserlo in quell'occasione. Puntò i suoi occhi verdi su di lei, serio, scrutandola in volto. "Lina ascolta! Sono felice, davvero, che tu sia quì con me! Ma ti devo avvertire di cosa rischi e poi starà a te la scelta. Vorrei solo poterti tenere quì con me ogni istante di quest'ora che ci è concessa ma se decidi di rimanere, se perdi anche solo un istante di troppo quì con me, lui si allontanerà da te. E non posso garantirti che non sarà per sempre. Decidi se restare quì con me, ora, ne vale la pena. Io... accetterò qualsiasi cosa tu vorrai fare".

"Cosa?". Lina spalancò gli occhi, stranita e confusa. Non capiva, era di Gourry che parlava? Cosa c'entrava lo spadaccino in quel momento e cos'era quello strano discorso? "Che vuoi dire?" - chiese, allontanandosi di scatto da lui, in preda ad una strana ansia che, improvvisamente, sembrava accartocciarle lo stomaco.

L'espressione di Yonas divenne ancora più seria. "Lina, non fare domande e pensa a quello che ti ho appena detto, è molto importante!".

Lina scosse la testa. Non fare domande? Lo avrebbe subbissato di domande!!! La felicità di aver appena ritrovato Yonas stava svanendo, lasciando posto ad una strana ed oscura angoscia. "Che diavolo vuol dire che lo perderò per sempre? Yonas, io davvero non capisco... Gourry è quì fuori, sta benissimo e lo rivedrò appena uscirò da questa grotta".

Yonas abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. "Mi spiace Lina, ti ho già rivelato più di quanto avrei dovuto. Ti ho detto cosa rischi e che la scelta sta a te... Sappi, che a me andrà bene qualsiasi cosa tu deciderai, se sarà la migliore scelta per te, se seguirai la strada che desideri davvero! Io non posso e non voglio consigliarti... Anche perchè i miei desideri in questo momento non corrispondono alla strada migliore che tu dovresti intraprendere. Ma pensa bene a quello che vuoi fare, da questo dipende il tuo futuro". Era frustrante parlare così, a metà, senza dirle a chiare lettere la verità. Era frustrante perché tutto quello che voleva era aiutarla e non poteva farlo appieno.

Lina si accigliò. Non capiva un accidenti di quella strana situazione. Non capiva le parole di Yonas così come non era riuscita, poco prima, ad interpretare il modo di fare tanto bizzarro di Gourry... Ora che ci pensava, lo spadaccino aveva uno strano timbro di voce e una strana espressione in viso, l'ultima volta che l'aveva visto... E le parole di Yonas... Una strana inquietudine si prese possesso di lei... Un'inquietudine conosciuta, che arrivava come un avvoltoio ogni volta che, per qualche motivo, era preoccupata per Gourry.

Era così da sempre, quando si trattava di Gourry...

Era stato così quando avevano combattuto contro i Dark Lord, era stato così quando era ricomparso suo padre e gliel'aveva portato via, costringendolo a sposare Madeline, era stato così anche quando avevano combattuto contro Yoshy. Nonostante le liti, nonostante la lontananza, nonostante tutto quello che li aveva divisi a lungo, ogni volta che lui aveva avuto bisogno di lei, non si era tirata indietro. Non avrebbe potuto farlo nemmeno imponendoselo. Si morse il labbro, preoccupata. "Gourry è in pericolo?". Yonas non era più vivo, Yonas aveva la conoscenza, proprio come aveva spiegato Leesel. E proprio per questo sapeva molto più di lei.

"Non proprio. Però... rischiate entrambi molto, da questa situazione. Cosa vuoi Lina? Cosa vuoi davvero? Stare con me? O correre da lui?". Era doloroso chiederglielo perché sapeva già la risposta. Yonas lo sapeva, Lina lo aveva amato e lo avrebbe amato sempre. Ma non era sua, non gli era mai appartenuta davvero fino in fondo. Fra loro, come un'ombra silenziosa, senza che nemmeno la maga se ne fosse accorta, c'era sempre stato Gourry. Lui lo aveva sostituito per un pò, quando entrambi avevano bisogno di certezze e di pace e se li erano regalati a vicenda. Ma ora destino, percorsi di vita e morte, li avevano separati per sempre. Il suo tempo con Lina era finito. Era tutta banalmente quì, la realtà. Quell'ora in fondo, non avrebbe aggiunto nulla a quello che avevano vissuto insieme, a quello che si erano detti, a quello che avevano costruito. Niente sarebbe andato perso, Lina lo avrebbe portato sempre nel suo cuore e nei suoi ricordi. Ma ora, era un'altra la strada che lei doveva intraprendere. E doveva farlo subito, in fretta!

"Oh Yonas". Con un gesto delicato, Lina appoggiò la fronte contro quella di lui. Non capiva e non riusciva ad immaginare a quali pericoli Yonas si riferisse, ma era preoccupata. E se metteva sulla bilancia la preoccupazione per Gourry contro un'ora con Yonas...

Vinceva Gourry...

Perché Yonas stava bene, aveva trovato la pace, ce l'aveva lì davanti, sereno e in salute come non l'aveva mai visto. E lei aveva imparato ad accettarlo e a convivere con la consapevolezza che il loro tempo insieme era finito per sempre.

Dall'altra parte c'era Gourry, che aveva asciugato le sue lacrime, ascoltato le sue sfuriate senza battere ciglio, che l'aveva fatta ridere e divertire, che le era stato accanto in silenzio senza mai chiederle nulla. Gourry, che sembrava aver dimenticato cosa volesse dire essere felici ma che aveva lottato come un leone perché LEI fosse felice di nuovo. Gourry, che era passato da solo attraverso mille battaglie e che da solo si era leccato le sue ferite. Gourry, che era forte e coraggioso e che avrebbe dato la vita senza esitare, per salvare la sua. Gourry, che la faceva sentire viva e forte, indistruttibile. "Io non posso restare, se lui...".

Yonas sorrise. "Lo so. Ed è giusto così".

Lina si morse il labbro, sentendosi al contempo in colpa verso Yonas. "Ma tu...?".

Il ragazzo si chinò, baciandole lievemente le labbra. "Io starò bene, anzi benissimo! Voglio solo saperti felice Lina e so che puoi esserlo con lui. Ma devi correre via da quì, raggiungerlo, tenerlo stretto a te ed evitare che qualcosa possa ancora separarvi. Tu gli appartieni, VOI vi appartenete. Da sempre! Da molto prima di quanto pensi".

"Che vuoi dire? Yonas, io ti ho amato, ti amerò sempre e quando ero con te, c'eri solo tu per me".

Yonas sospirò. C'era un qualcosa che poteva regalarle, un ricordo lontano che forze oscure e potenti avevano cancellato dalla sua mente. La sua mano sfiorò la nuca di Lina, i suoi lunghi capelli rossi. La attirò a se, costringendola a poggiare di nuovo la fronte contro la sua. "Chiudi gli occhi Lina. Ti regalerò la verità. Quella che tu cerchi da tanto. Ti fidi di me?".

"Certo". Lina chiuse gli occhi e improvvisamente, quasi fosse una magia, si ritrovò in un mare blu, indefinito, senza appigli e senza rumori. E poi la sentì, quella voce disperata e allo stesso tempo determinata, che spezzava il silenzio in una supplica carica di angoscia.


"Lina, tu non te ne devi andare! Io ho bisogno di te"


E infine lo vide. Gourry, la cui armatura andava in frantumi, che lasciava andare la spada di luce per vincere l'oscurità che l'aveva catturata.

E poi la sua disperazione, quando era scomparsa dalle sue braccia...

E infine, di nuovo loro, insieme...

Il loro abbraccio...

Il loro lunghissimo e dolcissimo bacio...

Lina aprì gli occhi, spaventata e sconvolta da quei ricordi tornati alla luce quasi con violenza, trovandosi davanti quelli verde smeraldo di Yonas. Si staccò da lui, indietreggiando di alcuni passi. Strinse i pugni, colpita, stordita da quello che aveva appena visto. Come aveva potuto dimenticare? Come aveva potuto permettere che qualcuno le portasse via Gourry e ciò che erano? 'Il mio Gourry...'.

Yonas sorrise. "Ora lo sai, non potevo essere il tuo compagno che per poco tempo. Per tante ragioni. Soprattutto per QUESTA ragione".

"Yonas, grazie" – sussurrò Lina, mentre gli occhi le diventavano lucidi. Non sapeva che altro dire... Capiva, poteva percepire quanto fosse difficile per lui regalarle quel ricordo e, di fatto, farsi da parte per permetterle di vivere la sua vita a fianco di un altro.

"Grazie a te per essere entrata nella mia vita e per avermi amato. Hai dato un senso ad ogni mio giorno passato su questa terra. Mi hai reso migliore Lina, mi hai aperto la mente e mostrato orizzonti che non credevo di poter esplorare. Mi hai fatto volare e mi hai fatto amare la vita come non mi era mai capitato da quando ero nato. Ora vai però, in fretta. Solo una cosa ti chiedo...".

"Dimmi pure" – rispose Lina, avvicinandosi all'imbocco della grotta.

"Aubree. Ti prego Lina, prenditi cura di lei. Stalle vicino, aiutala a diventare grande. I miei genitori sono anziani e presto potrebbe avere bisogno di te. E' mia sorella ma... è stata anche la NOSTRA bambina, anche se per poco. Sìì un pochino sua madre, come lo sei stata quando è entrata nelle nostre vite".

Lina sorrise, appoggiandosi alla parete col dorso della mano. "Te lo prometto". Fece per andarsene, cercando dentro di se le parole giuste per accomiatarsi da lui. Non erano passati che una decina di minuti dal loro incontro ma sentiva l'urgenza di correre fuori. Ed era difficile, terribilmente difficile. Poi però si ricordò una cosa... Al diavolo, c'erano un paio di domande veloci veloci a cui voleva delle risposte!!! e non avrebbe avuto altre occasioni per approfittarne e ottenere delle risposte. "Yonas, solo una cosa".

"Dimmi!".

"L'oro, i fantastici tesori degli antichi pirati che arricchiscono questa terra e questo mare, secondo le leggende. Esistono davvero o sono solo favolette per bambini?".

Lo sguardo di Yonas si fece furbo e sul suo viso comparve un sorrisetto irriverente. "Oh Lina, certo che esistono. Ci sei andata anche molto vicino, sai? Ma dubito che tu voglia sapere davvero dove si trova l'oro... Ti conosco e se te lo dicessi, ti leverei tutto il divertimento di cercartelo da sola, il tesoro. O sbaglio?".

Lina ci pensò su un attimo. Poi scoppiò a ridere. "Bah, forse hai ragione tu. Me lo cercherò da sola, a modo mio. In fondo ho il fiuto per l'oro".

Yonas annuì. "Ora vai però. Il tempo stringe. E per quanto riguarda l'oro, ti do solo un suggerimento. Ci sei andata vicina, è in una delle isole che hai visitato. Nella terra e fra le rocce. Ma è sotto l'acqua che devi cercare, se lo vorrai trovare".

"Cosa?". Lina lo guardò male, storto. "Yonas, sei più contorto di una antica mappa del tesoro".

Yonas rise. "Lo so. Ma così ti divertirai di più. Pensaci, troverai la soluzione al rebus da sola, ne sono sicuro".

"Se non fossi già morto Yonas, ti ucciderei io in questo momento!" - borbottò. Poi però lo sguardo di Lina si addolcì. Gli sarebbe mancato, sempre. Ma era ora degli addii e non c'era altro tempo da passare con lui o altre cose da dire. "Probabilmente sì, ci riuscirò. E probabilmente hai ragione, mi divertirò pure! Sarebbe piaciuto anche a te questo viaggio in mare, ne sono certa".

Yonas si avvicinò, sfiorandole la guancia con una carezza. "E allora concludi anche per me quest'avventura. Sarà come se ci fossi anche io assieme a te. Ora vai" – sussurrò, baciandole lievemente la fronte.

Lina annuì. Lo guardò per l'ultima volta, imprimendosi nella mente i suoi riccioli neri, i suoi splendidi occhi verdi, il suo sguardo e il suo sorriso dolce e buono, proprio come lui. Quello sarebbe stato il suo ricordo di Yonas. Non più quel bosco d'autunno, con quel viso pallido e senza più vita, ma quei brevi istanti passati con lui, rubati alla morte e all'oblio. "E' stato bello conoscerti e amarti. Mi hai migliorata, mi hai fatta crescere e se oggi sono una persona un pò migliore, è soprattutto merito tuo. Cerca di stare bene, ovunque andrai, Yonas. E sii felice, come cercherò di fare io". Poi, a fatica, si allontanò da lui, di corsa, senza voltarsi mai indietro.

O non avrebbe trovato più il coraggio di andarsene.

Corse come una matta, su per le scale, con una strana angoscia che le martoriava il petto.

Come aveva detto Leesel poco prima, la salita fu molto più rapida della discesa. E quando fu finalmente all'esterno, fu quasi accecata dalla luce potente del sole del primo pomeriggio.

Vide i suoi amici nel piccolo giardino di Leesel e lo stomaco le si attorcigliò quando, fra loro, non vide Gourry. Mentre le parole di avvertimento di Yonas le risuonavano sinistramente nella mente.

Jack le corse incontro con gli occhi fuori dalle orbite. "E tu che ci fai quì? Era un'ora che dovevi restare e invece sarai rimasta la sotto nemmeno venti minuti. Lina, la Perla Nera!!!".

La maga scosse la testa, scansando Jack dalla sua visuale. Non aveva tempo da perdere! Si diresse verso Daryl invece, che la guardava con una strana espressione. "Dov'é? Gourry, dov'è?" - urlò, prendendolo per bavero della camicia.

Daryl si morse il labbro. "Se n'è andato!".

"E lo hai lasciato fare?".

Daryl le prese le mani, staccandola dalle sue vesti. "Invece di prendertela con me e perdere tempo, pensa a inseguirlo se non vuoi perderlo. Credo si sia diretto alla spiaggia per partire con le altre navi ma forse prima passerà alla capanna dove avete lasciato le vostre sacche, per prendere le sue cose".

Lina lo guardò storto, arrabbiata da morire con lui. Ma Daryl aveva ragione, non c'era tempo di star lì a discutere. Doveva muoversi, doveva raggiungerlo!

E dopo un'ultima occhiataccia a Daryl, prese il sentiero che portava alla spiaggia, di corsa.

Daryl la guardò allontanarsi, grattandosi la guancia. "Lo sapevo che se la prendeva con me. Si arrabbia sempre, anche quando non c'entro niente. Arrabbiarsi con me è il suo sport preferito".

Alix, sguardo serio, osservò il sentiero dove era sparita Lina. "Ci sta, sei il suo ex amante. Ma per il resto, spero che ce la faccia a raggiungere Gourry".

"E io spero che si sia ricordata di chiedere della mia nave" – mormorò infine uno sconsolato Jack Sparrow.


...


Corse, corse come non aveva mai fatto. Corse, inciampando e rovinando a terra. Si sbucciò il ginocchio ma non si fermò. Non era importante in quel momento...

Ora capiva, capiva tutto. Cosa volesse dirle Yonas e cosa significasse Gourry per lei. Amore, famiglia, affetto, vita... Gourry era tutto per lei e non avrebbe più permesso a niente e a nessuno di portarglielo via. Gourry, che le aveva regalato Yonas per l'ultima volta, rinunciando esso stesso a trovare la pace che cercava disperatamente ovunque.

Aveva scelto di non incontrare Madeline e ora doveva essere lei a trovare le parole giuste da dirgli per farlo stare di nuovo bene. Doveva essere brava quanto lo sarebbe stata Maddy. Non era più tempo di nascondersi, di celare i propri sentimenti. Era tempo di essere sincera, di accantonare per sempre il passato e di trovare la forza di affrontare il futuro assieme a lui. E con Gourry sarebbe stato un futuro radioso, lo sapeva. Doveva solo fermarlo, bloccarlo, torturarlo per la paura che le stava facendo prendere. E poi doveva solo amarlo, come per tanto tempo e per tanti motivi non era riuscita a fare.

"Gourry, il mio cervello di medusa...".

Corse, corse mentre la foresta tropicale la avvolgeva, corse contro il tempo che scorreva inesorabile. "Ti troverò, al diavolo il destino e tutto il resto! Me ne frego! Ti troverò e non te ne andrai più da me. Aspettami Gourry, ti prego".


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Capitolo 22
*** L'amore ***


Scrivere questo capitolo è stato complicato perché ci tenevo che venisse bene, che venisse come lo avevo pensato anni e anni fa. Questa storia è nata pensando a quello che succede in queste righe e non vedevo l'ora di arrivare a questa parte della fanfiction per scrivere di loro due, finalmente senza nulla a separarli. Spero vi piaccia, spero di aver reso quello che volevo trasmettere. Questa parte è stata scritta a piccoli pezzi, un pò per ansia da prestazione, un pò perché sono settimane roventi e mettersi davanti al pc con 40 gradi di temperatura è stata dura.

Spero vi piaccia, di cuore. Come sempre grazie a tutti quelli che seguono questa storia, in particolare a Raffy (che so che aspettava l'aggiornamento con ansia XD) e a Cat.




L'amore


Certe volte ti sembra che il tempo ti scivoli via, ti sia nemico, che prenda a scorrere talmente forte da rendere disperata la rincorsa di chi stiamo perdendo, beffandoci all'ultimo e strappandoci quel qualcosa o qualcuno che non vogliamo lasciar andare via.

Ma a Lina non importavano né le macchinazioni del tempo, né il destino beffardo, né la stramba e incomprensibile decisione di Gourry. No, non avrebbe perso, non questa volta. Avrebbe sconfitto il tempo, avrebbe corso come una forsennata, avrebbe messo Gourry all'angolo e gli avrebbe impedito di andarsene via in silenzio, senza una spiegazione.

Per tanto tempo aveva sofferto, a lungo si era sentita incompleta, come mutilata e privata di qualcosa di importante. E ora che sapeva, ora che ricordava, le sembrava che tutta la nebbia che l'aveva avvolta per anni si fosse dissolta all'improvviso, lasciandola finalmente libera di capire e agire, per proteggere chi amava davvero. In realtà, si rese conto, l'aveva sempre saputo dentro di se, di quanto Gourry fosse importante. Ma non aveva mai voluto vedere davvero, volgendo lo sguardo altrove per non soffrire. Ma non era più tempo di mettere la testa sotto la sabbia come uno struzzo, era ora di affrontare i suoi sentimenti e di lottare per essi. No, non avrebbe permesso più a niente e a nessuno di portarle via Gourry.

La conoscenza...

Ora sapeva, ora capiva. Leesel, le sue parole e il motivo per cui solo Gourry era riuscito a trovare la chiave d'accesso al punto di congiunzione fra vivi e spiriti. Lui era puro e solo i puri di cuore potevano davvero attingere a un potere tanto grande come la conoscenza assoluta. E in fondo era giusto così. Yonas l'aveva avvertita, l'aveva messa a conoscenza di qualcosa di importante, di talmente prezioso che per una volta non le importava nulla né dell'oro né della fama e della gloria. Aveva sprecato quell'opportunità unica, rinunciando a parte di quell'ora concessale con Yonas, per inseguire Gourry? Beh, non le importava...

Corse veloce, pensò di usare la Levitazione ma alla fine decise di non farlo. No, lo avrebbe raggiunto solo con le sue forze, senza trucchi, senza scorciatoie, senza magia.

Era strano, la strada le sembrava talmente lunga, quasi infinita. E quando le comparvero davanti, finalmente, le due capanne dove avevano riposto le loro cose solo poche ore prima, fu invasa da un immenso sollievo e da una grande paura. E se fosse stato troppo tardi?

Rallentò la sua corsa, finendo per arrivare alla porta a piccoli passi, col cuore che le balzava nel petto. Era strano, era Gourry, era sempre stato Gourry... Ma ora era tutto diverso... Lei era diversa! O forse, semplicemente consapevole di quali fossero davvero i suoi sentimenti.

Scostò l'uscio, rendendosi conto che era solo accostato. Ed entrò trattenendo il respiro.

Non aveva mai avuto tanta paura come in quel momento.

Ma durò un attimo soltanto...

Lo vide, chinato sulla sua sacca, che sistemava le sue cose con gesti calmi e ordinati.

Avrebbe voluto picchiarlo, torturarlo, prenderlo per i capelli e tirare forte. E poi amarlo...

Ma la prima cosa che le venne di fare fu di sbattere vigorosamente la porta, chiudendola con violenza dietro di se.

Gourry sussultò, sgranando gli occhi e scattando in piedi, sentendo quel rumore improvviso e trovandosela davanti. "L... Lina".

Gli occhi della maga, gelidi, si puntarono contro di lui. "Sei un idiota!" - riuscì solo a sussurrare, in un misto fra sollievo e rabbia per la paura che gli aveva fatto prendere.

"Cosa ci fai quì?". La voce gli uscì dalle labbra fredda, quasi impersonale... Era stupito, preso in contropiede. Lina avrebbe dovuto essere con Yonas in quel momento e non certo lì, con lui. Non poteva essere già passata un'ora.

Lina scosse la testa, quasi leggendogli nel pensiero. Oh, lo avrebbe volentieri preso a schiaffi! Se non fosse stata tanto preoccupata per lui e per quello che gli passava per la testa, lo avrebbe fatto subito. "Sono nell'unico posto in cui dovrei stare. E stavolta non me ne starò zitta, stavolta non rimarrò in silenzio a guardarti andare via. Non così, non senza una spiegazione, non senza che tu mi abbia detto che diavolo ti passa in quella tua dannata zucca vuota! Perché Gourry? PERCHE'???". Arrivare subito al sodo... Non ci avrebbe girato attorno!

Lo spadaccino si morse il labbro. Poi abbassò lo sguardo, finendo di chiudere la sua sacca da viaggio. "Perché cosa?".

Lina si appoggiò alla porta chiusa, cercando di riprendere fiato dalla corsa e di mantenersi calma. Gourry stava frapponendo un muro fra loro e dar fuori di matto non l'avrebbe certamente aiutata a capirlo. E poi... non riusciva ad arrabbiarsi davvero con lui... Negli occhi aveva ancora il color blu del Mare del Caos, nelle orecchie riusciva ancora a sentire la sua voce dolce che la chiamava e la implorava di non andarsene. Lui l'aveva salvata, quella volta. E molte altre volte ancora. Ora toccava a lei fare altrettanto. "Tutto Gourry... Spiegami tutto perché davvero, io non ci sto capendo niente" – disse infine, con tono stanco.

Gourry alzò lo sguardo su di lei. Sembrava scossa, fragile in quel momento. "Lina, perché sei quì? Potevi riaverlo per te, anche se solo per un'ora! Hai pianto, implorato gli dei di riavere indietro Yonas, e ora che potevi realizzare il tuo sogno...".

A quelle parole, rabbiosa, Lina si avvicinò a lui, appoggiando la fronte su quella del suo compagno e bloccandolo con la mano sulla sua spalla. "Non ero io la prescelta, non ero io quella che avrebbe dovuto varcare quella soglia. Volevo lo facessi tu Gourry, volevo che trovassi la strada per aiutare te stesso, visto che io non riesco a darti una mano, non ne sono capace. Non sono brava come te, a stare accanto alle persone a cui voglio bene. Volevo che vedessi Madeline e che lei ti dicesse che sei un emerito cretino a continuare a torturarti per quanto successo! Perché Gourry? Perché hai scelto di invocare Yonas? Perché cedere a me quell'opportunità, quando eri TU ad averne bisogno? Avresti potuto avere quello che desideravi, trovare la pace. Hai buttato via tutto e io non ti capisco. E non capisco la tua fuga, non ci sto capendo niente! E questo mi manda in bestia. Mi tieni lontana, non mi parli, mi menti. E ora te ne vuoi andare così, senza una spiegazione". Le gambe le cedettero e scivolò a terra. Silenziose lacrime presero a solcarle le guance, piano, gocciolando sul pavimento di legno. Ma fu solo un attimo, le ricacciò indietro subito. Era finito il tempo di piangere, ora era il momento di lottare per la persona a cui teneva. "Perché mi lasci sempre da sola? Sono davvero una persona così orribile ai tuoi occhi?". Faceva male pensarlo, Gourry non sapeva, non ricordava quello che erano stati. E in fondo, allo stato attuale delle cose, poteva benissimo essere che volesse andare via perché si era stancato di lei, di una donna che in fondo non aveva fatto altro che dirgli che amava un altro.

A quelle parole, Gourry fece cadere a terra la sacca. Spalancò gli occhi, sorpreso, poi le si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lei. Le accarezzò una guancia, costringendola a sollevare il viso. "Lina... Cosa diavolo stai dicendo? Tu una persona orribile? Come puoi anche solo pensarlo? Sei il più bel regalo che la vita mi abbia fatto, l'unica ragione che ha dato da sempre un senso alla mia esistenza". Le sue mani raggiunsero la nuca della ragazza, trascinandola verso di se in un abbraccio. "Sono io ad essere orribile, sono io che dovrei starmene lontano da te, per il tuo bene. Torna indietro Lina, torna da Yonas. Non è troppo tardi, vi sarà concesso ancora del tempo se sarai veloce. Non perdere tempo con me, va da lui. E lascia che io faccia quel che devo".

"No". La maga scosse la testa, affondando il viso nel suo collo. Amava il profumo della pelle e dei capelli di Gourry, il calore che sapeva trasmettergli il suo corpo, la dolcezza del suo abbraccio. E si chiese, in quei momenti, come avesse fatto a privarsene per così tanto tempo. "Io non torno indietro, se fossi voluta rimanere in quella grotta, ci sarei rimasta. Ma ho dovuto scegliere e l'ho fatto. E ora sono quì. E ci rimarrò finché non mi dirai perché... perché vuoi andare via, perché continui a tormentarti e perché non riesci più a sorridere come una volta. Poi, una volta che mi avrai detto tutto, se davvero non ci fosse altra strada da percorrere per te, allora ti lascerò andare senza fare storie. Ma prima Gourry, sinceramente, dimmi tutto. Io ti ho raccontato ogni cosa di me, di te mi sono sempre fidata e so che anche tu ti fidi di me. Quindi Gourry, cosa c'è? Cosa diavolo ti passa per la testa? Dimmelo! E fammi capire come posso aiutarti".

Gourry le accarezzò la schiena, piano. "Non c'è niente da dire Lina, a parte che tu non dovresti essere quì a perdere tempo con me".

"Non sto perdendo tempo. Sto facendo... Sto cercando di fare quello che tu hai fatto per me. Sto cercando di aiutarti, di capirti. Ma ti anticipo che mi stai rendendo le cose impossibili".

Gourry sospirò, staccandosi lievemente da lei. Non voleva parlarle di quel che provava, di come si sentiva. Non voleva caricare sulle spalle di Lina altri problemi, dopo l'inferno che aveva vissuto nell'ultimo anno. "Va da Yonas, ti prego. Se vuoi fare qualcosa per me, lasciami andare e non chiedermi niente".

Lina scosse la testa, decisa a non demordere. Non lo avrebbe lasciato scappare, non questa volta. No, non avrebbe permesso a Gourry di arrendersi. E forse, l'unico modo per farlo, l'unico modo per raggiungerlo, l'unico modo per costringerlo ad aprirsi a lei erano i ricordi di ciò che erano stati. Proprio come aveva fatto poco prima Yonas con lei. "Gourry, te lo ricordi cos'erano Lina e Gourry tanti anni fa?". La maga strinse la maglia dello spadaccino, avvicinandosi di nuovo a lui e affondando il viso nel suo petto. "Lina e Gourry tanti anni fa erano quelli che affrontavano col sorriso ogni tipo di battaglia e di sfida perchè sapevano che se avessero combattuto insieme, avrebbero vinto ogni guerra. Lina e Gourry erano quelli che dormivano all'aperto, nei boschi, in aperta campagna e non gliene fregava niente di quello che avrebbero dovuto affrontare, non avevano paura dell'ignoto perchè erano insieme. Lina e Gourry erano quelli che insieme erano in grado di distruggere i più potenti Dark Lord... Non importava quanto fossero forti i nemici, noi due, uniti, avremmo battuto chiunque... Lina e Gourry erano quelli che sapevano trovare divertente ogni cosa, se la vivevano insieme... Lina e Gourry erano l'uno la forza dell'altro... Lina e Gourry erano tante cose insieme e ora lo so, sono nulla divisi...".

"Lina...". La abbracciò, la strinse a se talmente forte che temette di farle del male. "Ti prego, non dirlo, non parlare di quello che eravamo. Mi renderesti tutto più difficile. Certo che mi ricordo di noi, di com'era prima di mio padre e Madeline. Ma quel tempo è passato, sono successe tante cose, io sono cambiato e anche tu. Non ha senso parlarne ora".

"E invece, sì che ne ha! Più di quanto immagini, Gourry".

Lo spadaccino scosse la testa. "Perché? Non c'è più niente che io possa fare per te e tu... tu hai intrapreso altre strade e hai iniziato una vita con un'altra persona".

"Yonas è morto, Gourry! E me lo hai fatto accettare tu, solo tu ci sei riuscito! A darmi la forza di rialzarmi e di tornare a vivere. Se non fosse stato per te, avrei fatto dietro front ancora prima di Tortuga e sarei tornata a compiangermi nella casa di Yonas a Zephilia".

Le mani di Gourry le accarezzarono i capelli, lievemente. "Lina, davvero, basta. Stai perdendo tempo con me e non ne vale la pena. Ami Yonas, è questa la verità. E ti stai giocando l'unica dannata occasione che hai per stare insieme a lui, in questo momento. Fregatene di quello che voglio... di quello che faccio... e corri dalla persona che ami".

A quelle parole, Lina sorrise. Alzò lievemente il viso, appoggiando la fronte contro quella di lui. "E' quello che ho fatto. Sono corsa dall'uomo che amo. E questo posto è l'unico dove voglio stare e tu... sei l'unico che voglia vicino adesso. Sono stanca di scappare, di sentirmi incompleta, di piangere e soffrire. Non ti voglio perdere ancora, non lo sopporterei adesso".

Gourry scosse la testa, turbato, incredulo, confuso da quanto aveva appena sentito. "Lina... Io non sono Yonas...".

La maga si strinse ancora più a lui. "Lo so, non sei Yonas, non sarai mai come Yonas. E Yonas allo stesso modo non sarà mai come te. Siete diversi e unici. E va bene così. Sono stata fortunata ad incontrare entrambi sulla mia strada. Yonas mi ha ridato pace e stabilità quando ne avevo più bisogno, mi ha fatta sentire protetta, amata, al sicuro, in pace col mondo. Mi ha aiutata a crescere, ad affrontare situazioni nuove e ad accettare le sconfitte. Tu... tu invece mi fai sentire viva, mi fai sentire capace di affrontare qualsiasi sfida, qualsiasi prova la vita mi ponga davanti. Sai farmi ridere, sai sorreggermi quando piango e cado, sai ascoltarmi, mi sei accanto in ogni battaglia e mi dai la certezza che con te al mio fianco ne uscirò sempre vincitrice. Tu... sai farmi battere forte il cuore e prima di incontrarti credevo che nessuno ci sarebbe mai riuscito. Tu mi fai sentire completa".

"Lina, ti prego basta. Lasciami andare...". Gourry voleva che lei smettesse di parlare di loro, di lui, di quello che li legava. Era troppo difficile ascoltare, troppo difficile lasciarsi tutto alle spalle, troppo difficile spiegarle che sarebbe stato infinitamente meglio per lei che lui sparisse dalla sua vita.

"Perché?". Lina si aggrappò alla sua maglia, stringendola. "Perché Gourry? Dimmi perché vuoi andare via e io lo accetterò. Ma voglio saperlo, voglio la verità questa volta! E me la dovrai dire guardandomi negli occhi. Dovrai dirmi cosa ti passa per la testa, cosa desideri, cosa ti fa star così male. Dimmelo e poi... poi potrai andare via se è quello che desideri davvero. Ma parlami! Non fare come quando è arrivato tuo padre a sconvolgere le nostre vite. Sei... SIAMO stati zitti quella volta, non ci siamo parlati, abbiamo permesso che ci facesse del male senza battere ciglio. Se è vero che si dovrebbe imparare dagli errori passati, ora è il momento di farlo".

Gourry indietreggiò, a quelle parole. Abbassò lo sguardo, mentre le gambe gli cedevano, lasciandolo cadere a terra. Calde lacrime presero a rigargli le guancie, silenziose.

"Gourry". Lina gli si inginocchiò davanti, sfiorandogli le guancie con l'indice della mano.

"Sono un uomo finito, Lina. Un fallito, che ha commesso tanti errori a cui non può porre rimedio. Ho sposato una donna che non ho saputo amare e proteggere e non ho saputo combattere per te e per la vita che avevamo insieme. E ora devo scontare le mie colpe, da solo, per evitare di commettere altri errori e di far soffrire altre persone. Nella mia vita ho sempre sbagliato. Ero il figlio dal cuore troppo tenero, come mi diceva sempre mio padre, ho rubato la spada di luce alla mia famiglia, non ho mai portato a termine nulla...".

Lina si morse il labbro, turbata. Le tornarono alla mente le parole di Alix, e in quel momento ne comprese appieno il senso.


"Gli occhi di Gourry. Non ti sei mai accorta di quanto siano tristi?".


"Gourry". La mano di Lina raggiunse il suo mento, costringendolo ad alzare il viso. "Tu non sei una persona orribile, fallita e soprattutto, non sei un uomo finito. Tu sei una persona buona, gentile, che sa voler bene davvero, senza egoismo, senza chiedere nulla in cambio, senza secondi fini. Mi hai sorretta, ascoltata, protetta, mi hai sopportata quando era difficile per chiunque farlo, mi hai stretta fra le tue braccia quando piangevo, sei stato fermo e forte quando era necessario che tu lo fossi e dolce e gentile quando ne avevo bisogno. Hai saputo farmi rialzare, farmi ridere, farmi tornare quella di una volta, mi hai insegnato che la vita continua e che non devo gettarla via. Lo hai insegnato a me, ora insegnalo a te stesso!". La sua mano gli strinse il mento per non permettergli di volgere lo sguardo altrove. "Guardami Gourry! Dannazione, GUARDAMI! Che vuoi fare, punirti tutta la vita per colpe che in fin dei conti non hai commesso? Vuoi torturarti, annientarti, distruggerti per questo? A cosa credi che porterà? Madeline è morta e non tornerà a redimerti, qualsiasi cosa tu faccia. Ti ricordi quando mi hai urlato che Yonas era morto? Beh, ora io lo dico a te! Madeline è morta! E non per colpa tua".

"Ero suo marito, avrei dovuto prendermi molte responsabilità che non ho saputo affrontare. Se è finita così, è perché io ho fatto in modo che accadesse. E ora devo pagarne le conseguenze".

Lina sospirò. Era difficile, dannatamente complicato. Avrebbe avuto bisogno che davvero ci fosse Maddy lì con loro e che lei desse a Gourry quell'assoluzione che cercava con tanta disperazione. Quanto era successo quasi quattro anni prima non era colpa dello spadaccino, razionalmente lei lo sapeva. Ma come poteva far entrare questo dannato concetto nella testa del suo compagno, senza l'aiuto di Madeline? Ci pensò, tornò con la mente allo scontro con Yoshy e poi al colloquio che aveva avuto con Yonas poco prima. Pensò a come lui con tanta intensità, per lei, desiderasse la felicità. E per Madeline era lo stesso, ne era certa. Sapeva che Maddy aveva voluto bene a Gourry e sapeva che quanto successo non era in nessuna maniera rapportabile a quel loro malriuscito matrimonio. Si sedette davanti a lui, parlando stavolta in tono più caldo e pacato. "Madeline... lei non aveva scelta Gourry. Lei era nata per portare a termine quella vendetta a cui bramava da secoli. Ce l'aveva nel sangue, in ogni fibra del suo essere, il desiderio di sconfiggere Yoshy. Qualunque cosa tu avessi fatto o detto, non sarebbe cambiato nulla. Lei avrebbe trovato comunque l'appiglio per giungere a quelle rovine, ne era richiamata. Lo ricordo e lo ricordi anche tu. Smettila di tormentarti, non è stata colpa tua, LEI ha scelto ed era consapevole di ciò a cui andava incontro. Lo sapeva! Sapeva che era l'unico modo che avesse a disposizione per trovare la pace. Non la conoscevo bene Maddy, ma so che lei ti voleva bene. Nonostante tu non ti ritenga un buon marito, lei a te teneva. Affetto certo, non amore, ma questo ti da la prova che non sei stato poi così pessimo come marito. Non potevi amarla perché non si può amare a comando! E ora se fosse quì al mio posto, ti direbbe le stesse cose e ti spaccherebbe la testa a cazzotti per il tuo insensato modo di punirti. Non vorrebbe questo per te, ne sono sicura. Se c'è una cosa che ho imparato dal mio breve incontro con Yonas di poco fa, è che chi ci ha amato, vuole vederci felici. Yonas vuole questo per me e Madeline vorrebbe questo per te. Se davvero vuoi fare qualcosa che la renda fiera di te, felice, allora vivi! Lasciati alle spalle il passato e guarda avanti Gourry! Ovunque tu voglia andare, qualunque cosa tu voglia fare anche lontano da me, falla e non darti limiti! E dannazione, vivi appieno la vita che hai, combatti per essere felice. Per te stesso e per tutti quelli che ti hanno amato. Puoi farlo e DEVI farlo. Perché te lo meriti! Perché non te ne rendi conto ma tu sei una delle persone migliori che esistano sulla faccia di questa terra".

"Lina". Le mani dello spadaccino le sfiorarono la nuca, poi la attirò a se in un caldo abbraccio. "Sembri così sicura di te stessa, quando parli di Madeline. Devo vivere, andare oltre la sua morte? Voltare pagina e lasciarmela indietro?" - chiese, incerto.

La maga annuì. "Sì, è perché lei è morta che devi vivere. Madeline non troverà mai la serenità se continui a tormentarti con inutili sensi di colpa. Permettile di essere davvero in pace col mondo, senza conti in sospeso. O la sua lotta con Yoshy sarebbe stata inutile, avrebbe sempre quel qualcosa di negativo che la tiene legata quì".

Gourry sorrise, un sorriso triste. "Sei così dannatamente convincente Lina. Ma io non ne sono capace, non sono come te. Non so rialzarmi, non so ricominciare. E non ho nemmeno aiutato te. Tu ce l'avresti fatta benissimo da sola, saresti stata capace di rialzare il capo e di ricominciare. Sei cresciuta così tanto in questi anni, sei maturata, cambiata e allo stesso tempo rimasta forte come un tempo. Sei imbattibile, saggia, intelligente e tremendamente bella. Una come te non dovrebbe essere quì a perdere tempo con uno come me".

Lina scosse la testa, stringendosi a lui. "Davvero mi trovi bella? Davvero pensi che io sia tanto forte da poter superare ogni cosa? Non è così Gourry... Forse hai ragione, sono cresciuta molto in questi ultimi anni e crescere significa soprattutto saper accettare i propri limiti, errori e sconfitte. E io l'ho imparato a caro prezzo, sulla mia pelle. E' tanto che non sono felice, felice davvero intendo. C'era qualcosa in me, qualcosa che cercavo, che mi mancava, che mi rendeva difficile fare qualsiasi cosa. Qualcosa che non possedevo più e che mi faceva sentire incompleta. Era così fin da quando te ne sei andato con Madeline e tuo padre, ed è stato così a lungo, per anni. Ogni cosa che ho fatto, ogni guaio in cui mi sono cacciata, era una ricerca di quel qualcosa. Un'emozione, una soddisfazione personale, autocompiacimento. Ma non trovavo mai davvero nessuna di queste cose. Qualsiasi cosa facessi, ovunque andassi, non ero mai soddisfatta del tutto. C'era sempre quel qualcosa che mi impediva di essere felice, nonostante le mie lotte e le mie conquiste. Poi è arrivato Yonas e lui... lui ha placato la mia sete, ha acquietato il mio animo, mi ha ridato un pò di quella pace che pensavo di aver perso per sempre. Yonas era la persona giusta per quel preciso momento della mia vita. In nessun altro momento della mia esistenza lo avrei notato, lo avrei desiderato vicino a me. E' arrivato al momento giusto, nel modo giusto. E quando è morto, quando mi son trovata di nuovo da sola, ho ritrovato te. E tu lentamente, senza nemmeno che me ne accorgessi all'inizio, hai placato i miei tormenti, hai asciugato le mie lacrime, mi hai ridato fiducia in me stessa e coraggio per affrontare le sfide della vita. Tu, pian piano, mi hai fatto capire cosa mi manca da sempre, cosa cercavo con tanta insistenza fin da prima di Yonas. Io... io volevo te, volevo noi, volevo che il tempo tornasse indietro, che ci riportasse a quel giorno in cui tuo padre è ricomparso nella tua vita. Volevo riparare ai miei errori, mandare al diavolo tuo padre, tenerti con me e non permettere che succedesse quel che poi è successo. Ma non si può tornare indietro e si deve invece guardare avanti. E ora forse possiamo farlo, accettare i nostri errori e trarre da essi gli insegnamenti per vivere al meglio il nostro futuro. Io non voglio che tu te ne vada, io ho bisogno di te. Tu non immagini nemmeno quanto. So che ti sembrerà insensato, egoista forse da parte mia ma ti voglio con me. Per sempre con me". Forse avrebbe dovuto raccontargli di quanto successo nel Mare del Caos, di cosa li aveva uniti allora. Ma in fondo, che cosa sarebbe cambiato? Anche se non ricordava, era certa che Gourry in fondo al suo cuore, sapeva tutto. Non erano necessarie le parole fra loro, non lo erano mai state. Anche senza quel ricordo, erano entrambi ben consapevoli di quale legame li unisse da sempre.

Le mani di Gourry le sfiorarono una ciocca ribelle di capelli. "Cosa stai dicendo Lina?".

"Sto dicendo che ho amato un uomo che è morto e per tanto tempo ho creduto di essere morta anch'io. Sto dicendo che ho fatto tanti errori in passato e che ora non posso fare altro che ammetterli e imparare da essi. Sto dicendo che mi sei mancato sempre, come l'aria che respiro, che senza di te mi sentivo incompleta e vuota. Sto dicendo che sei l'unico che è riuscito a darmi la forza di risollevarmi e l'unico che amo e che amerò per il resto della mia vita. E lo so, ci ho messo tanto a capirlo e ad ammetterlo, soprattutto a me stessa. E sono anche convinta che tu ora mi ritenga pazza, assolutamente sconclusionata e che forse non ne puoi più di me. Ma ti amo, non posso farci niente. Ti amo da tanto, da prima che tuo padre ti portasse via. E vorrei che ti dessi un'altra possibilità, che non gettassi all'aria la tua vita per inutili sensi di colpa. Hai già pagato per i tuoi errori ma ora vivi! Vivi Gourry, perché il mondo ha bisogno di uomini come te!".

"Lina...". La abbracciò, forte, talmente forte che aveva paura quasi di farle del male.

"Resta Gourry, resta con me... Amami e permettimi di amarti, come avrebbe dovuto essere da tanto tempo". Era una grande richiesta che gli faceva ed era la prima volta in vita sua che era tanto esplicita con lui. Ma lo sapeva, non avrebbe avuto altre chances e lo avrebbe perso per sempre se fosse stata zitta di nuovo. Gli stava chiedendo di tornare quelli di un tempo e anche qualcosa in più, di stravolgere nuovamente la sua vita, i suoi pensieri, le sue priorità e il suo mondo. E forse sì, era egoista da parte sua... Ma sapeva che anche Gourry lo desiderava, sapeva quanto l'avesse amata ed era certa che i sentimenti che li avevano uniti nel Mare del Caos non fossero andati perduti.

Gourry la fissò negli occhi in silenzio, per lunghi istanti. Nel suo sguardo Lina poteva leggere tutte le sue paure, preoccupazioni e turbamenti che gli agitavano la mente in quei momenti. Era difficile per lui, la maga lo sapeva. Difficile scegliere, difficile prendere una svolta, difficile tornare a guardare avanti. Poi sul suo viso, comparve un timido, forzato sorriso. "Tu... sei tutto quello che ho sempre desiderato, sei l'unica persona con cui mi sono sentito felice e amato, in famiglia. Tu sei sempre stata il mio rimpianto Lina, il mio sogno spezzato. E mi sei parsa da subito tanto lontana, perfetta, irraggiungibile per uno come me. Tu non hai idea di quanto io... ti desideri... di quanto io ti ami da sempre, di quanto io...".

"Lo so Gourry. Io queste cose le so tutte e da sempre. E' una storia lunga e alla quale forse non crederesti ma... io queste cose le so da quando tu hai dato tutto per me, per salvarmi".

"Di cosa parli?".

Lina sorrise. "Non ha importanza, non ora. L'unica cosa che conta siamo tu e io, adesso. E quello che vuoi fare tu".

Gourry deglutì. "Io... voglio te. Ma... ho come la sensazione che se fossi felice, mi macchierei di una grossa colpa verso Madeline".

"Gourry, Maddy in questo momento, se fosse quì, ti prenderebbe a scarpate in faccia e ti urlerebbe di VIVERE. Fallo per lei, per te stesso e... fallo per me... Mi hai detto due minuti fa che mi ami... E io amo te. Dimostramelo e ricominciamo tutto da capo".

Gourry la fissò per un lungo istante. Lina era tanto bella così spettinata, con quell'abitino verde che le arrivava sopra le ginocchia, con quello sguardo corrucciato e con quella sua voce dolce e allo stesso tempo squillante che la contraddistingueva. Quella voce... la amava... Sia che recitasse una qualche letale formula magica sia che gli raccontasse di qualche leggenda... ne era affascinato da sempre. Sentirla lo faceva sentire vivo. Sentirla pronunciare quelle parole 'Ti amo' era come tornare a respirare dopo un lungo periodo di apnea. Lina in fondo era sempre stata così. Una calamita, una fonte di energia e di vita, la sua spinta per lottare e per darsi una ragione e uno scopo. Aveva rischiato di perderla, ci era andato pericolosamente vicino quattro anni prima. Tanti errori, incomprensioni e dolore stavano finendo per dividerli per sempre. Ed era per lei che aveva lottato, che si era guardato dentro e aveva fatto ammenda dei suoi errori, per non vergognarsi di se stesso qualora l'avesse rincontrata. La guardò per un lungo istante e decise, capì... Che Lina aveva ragione, come sempre, che lui doveva vivere e non averne paura perché l'avrebbe avuta a fianco e tutto sarebbe andato bene. Con Lina era sempre stato così, tutto possibile, tutto raggiungibile, tutto risolvibile. Non era più solo, non lo sarebbe stato mai più. Che doveva farlo per Lina, per se stesso e sì, anche per Madeline. Non disse nulla, non c'era bisogno di parole fra loro, non più. Si chinò e le sue mani le sfiorarono la schiena, attirandola a se. E poi le sfiorò le labbra, con un dolce e lungo bacio.

Lina si strinse a lui, cingendogli il collo con le braccia. Era strano non essersene resa conto prima di quanto desiderasse le labbra di Gourry, il suo abbraccio, sentirsi sua.

Fu un bacio lungo, profondo, talmente intenso da lasciarla quasi stordita. Si sentiva il fuoco dentro, un fuoco che solo Gourry avrebbe potuto placare. Lo desiderava, desiderava amarlo ed essere amata come non le era mai capitato nella vita. Lo aveva desiderato a lungo, credendo di averlo perso per sempre. Quando le loro labbra si separarono sospirò, appoggiando la fronte contro quella di lui. "Suppongo che tu abbia deciso di restare".

Gourry sorrise. "Sai essere dannatamente convincente. E' praticamente impossibile dirti di no".

"Esattamente" – sussurrò Lina, prima che Gourry catturasse nuovamente le sue labbra. Desiderio, passione... Le avvertiva in lei, le avvertiva in lui... Era tanto, troppo tempo che entrambi tenevano celati i loro veri sentimenti. Prima c'era sempre qualcosa a dividerli. Gabriev senior, il matrimonio con Maddy, il suo amore verso Yonas. Avevano superato mille tempeste e finalmente avevano raggiunto la loro meta. Loro, solo loro due. E nient'altro che potesse dividerli.

"Gourry...".

"Cosa?".

"Se ora... se ora non mi spingi su questa specie di letto e non fai l'amore con me, credo che impazzirò". Lo disse tutto d'un fiato, quasi senza rendersene conto. Ma era quello che desierava, non poteva nasconderlo. Voleva Gourry, voleva che la toccasse, che la accarezzasse, che la amasse...

Col fiato corto, Gourry la fissò per un breve istante. "Sei sicura?".

La maga ridacchiò. "Oh si, ti assicuro di sì!".

Gourry non rispose. I suoi occhi azzurri esprimevano la stessa attrazione, lo stesso desierio che animava Lina. Dei, quante volte aveva desiderato averla, fare l'amore con lei durante quel viaggio? E quante volte si era ripetuto che no, non gli era più concesso anche solo desiderarla? Se quello che stava vivendo era un sogno, ecco, non voleva svegliarsi mai più. Non disse più nulla, le cinse semplicemente la vita e la prese fra le braccia, sollevandola lievemente da terra. Poi la adagiò sul pagliericcio che faceva da letto e la abbracciò, tornando a baciarla con passione.

Le loro labbra si incontrarono più e più volte, spinte da una frenesia quasi disperata. Lina sentiva le mani di Gourry vagare sui suoi fianchi, le sue braccia, sfiorarle il collo e la schiena, con movimenti lenti e delicati. Erano mani calde le sue, sapienti e gentili. Amava come la stavano toccando, come la stavano accarezzando, come la facevano sentire. Stava bene, in quel momento stava bene come nessun altro al mondo. E l'unica cosa che la infastidiva erano i leggeri abiti che ancora indossavano entrambi. Le davano fastidio, voleva sfilarseli di dosso e sentire il contatto con la pelle di Gourry.

Lo spinse sul pagliericcio, di schiena, salendo a cavalcioni su di lui. "Gourry, stai tremando..." – sussurrò, con voce rotta.

Le mani dello spadaccino le sfiorarono le guance. "Già, Lina... E mi chiedo come fai ad essere tanto tranquilla mentre io sono quì con un quasi infarto in corso".

A quelle parole, Lina sorrise. Gli prese la mano, appoggiandosela sul petto. Il cuore le martellava furiosamente. "Lo maschero bene, tutto quì. Senti come batte?".

La mano di Gourry la accarezzò, sfiorandole il petto e il seno sinistro. "Sì, lo sento...".

"Ti voglio Gourry". Gli prese entrambe le mani, portandole all'orlo del suo vestito e facendogli segno di levarglielo.

Gourry annuì, sollevando pian piano l'abitino verde, scoprendo prima il ventre, poi i fianchi, i seni e infine sfilandoglielo dalla testa. "Sei davvero bellissima..." - sussurrò, fissando poi il suo viso, i suoi seni piccoli e perfetti, i suoi fianchi sottili. La attirò a se, baciandola nuovamente, con foga, passione. Lina era il suo mondo, il suo universo, l'unico bel regalo che la vita gli aveva fatto. E no, non sarebbe più scappato, non l'avrebbe più lasciata. Fare l'amore con lei significava anche questo, farle una promessa per la vita.

Si baciarono a lungo, mentre le loro mani vagavano sul corpo dell'amante, affamate di quel contatto.

Improvvisamente però, Lina si accorse di qualcosa di storto, stonato. "Aspetta" – sussurrò contro le sue labbra, allontanando le mani da lui.

Gourry sorrise, accarezzandole i lunghi capelli rossi. "Cosa c'è? Ci stai ripensando?".

"No, zuccone! Solo...". Si portò le mani al collo, sciogliendo il laccio che teneva legato il ciondolo di Yonas. Se lo tolse, appoggiandolo al loro fianco. "Credo che questo, ora, sia di troppo". Amava quel ciondolo, era l'ultima cosa che gli rimaneva di Yonas e non se l'era tolto mai, da quando lui gliel'aveva regalato. Ma quel momento, quello che stava vivendo, era qualcosa solo suo e di Gourry. Non poteva esserci spazio per altro o altri.

Gourry si accigliò. "Sei sicura?".

"Sicura" – sussurrò la ragazza, tornando a baciarlo sulle labbra e imponendogli il silenzio. Le sue mani raggiunsero il bordo della maglia di Gourry, sollevandola e togliendogliela. Gli sfiorò il petto con le mani, con le labbra gli baciò il petto, piano, scendendo poi più giù verso l'ombelico per poi tornare a sfiorargli il collo, le spalle.

Lo sentì sospirare e rilassarsi, al suo tocco. Era tutto così magico, piacevole, dolce...

Le mani di Gourry raggiunsero le sue guancie e l'attirarono a se. Si lasciò baciare di nuovo, a lungo, mentre sentiva le dita di Gourry che esploravano il suo corpo, le accarezzavano i fianchi e il seno e il loro contatto si faceva sempre più profondo. Il suo tocco era una tortura, una dolce e lenta tortura... Si rese conto che lo desiderava, che non aspettava altro che lui la facesse sua. Portò le mani al bordo dei pantaloni di Gourry, slacciando il bottone che li teneva chiusi e cercando di abbassarli. Si sentiva bruciare, quasi impazzire... Lo voleva, lo voleva subito...

Gourry capì e sciolse lievemente l'abbraccio per permetterle di levargli i vestiti di dosso. E quando fu nudo, anch'esso al colmo del piacere e del desiderio, le cinse i fianchi con le mani, rotolò di lato e si stese su di lei, invertendo le reciproche posizioni.

La guardò negli occhi per lunghi istanti, incantato davanti a quel viso tanto perfetto e che amava in ogni particolare, dalle guance agli occhi grandi, alla bocca piccola e delicata, a quei capelli rossi che le davano insieme un aspetto selvaggio e innocente.

Poi la baciò di nuovo sulle labbra, scese al suo collo e poi ai suoi seni che leccò e massaggiò avidamente. Poi scese ancora più giù, la baciò sulla pancia, le sfiorò l'ombelico e poi scese ancora...

Il respiro di Lina era affannoso e accelerato. Sussultò, quando sentì le mani di Gourry che le levavano le mutandine e chiuse gli occhi quando avvertì la loro pressione sulle sue gambe, invitandola ad aprirle. Gemette quando le labbra di Gourry presero a baciarla fra le coscie, quasi urlò quando sentì il piacere farsi tanto forte da stordirla, inebriarla. Il desiderio la invase, amava quelle attenzioni dolci con cui Gourry stava preparando il suo corpo a riceverlo ma voleva di più. Era pronta, ora era pronta e non poteva aspettare ancora. "Gourry, ti prego...".

Lo spadaccino continuò a baciarla fra le gambe per altri lunghi istanti, spingendola a desiderarlo sempre di più. Poi lo sentì sollevarsi per venire a stendersi su di lei. Sentì i loro corpi aderire l'uno all'altra, avvertì la sua virilità premere contro di lei e allargò ulteriormente le gambe per accoglierlo dentro di se. "Ti amo..." - gli sussurrò, col fiato spezzato.

Gourry la baciò sulla punta del naso, mentre con la mano le accarezzava la guancia. "Ti amo anch'io..." - disse piano. Poi la strinse a se, il suo corpo si abbassò ed entrò dentro di lei.

La prima spinta la fece sussultare...

La seconda, profonda e intensa, la fece gemere per il piacere...

La terza, veloce e forte, la inebriò...

La quarta spinta... Era come non avere più coscienza di se stessa, di chi lei fosse... Mentre però sapeva tutto di lui, di quanto l'amava, di quanto avevano lottato per essere insieme. In quel momento Gourry era il suo tutto...

Chiuse gli occhi, si lasciò trascinare dal piacere che quell'unione regalava al suo corpo e alla sua mente. Era come ritrovare la pace, la serenità, uno scopo nella vita dopo che per tanto tempo si era sentita morta. Tornava a respirare, tornava a vivere... E, lo sapeva, per Gourry era la stessa cosa.

Le spinte di Gourry divennero forti, veloci, intense. Il mondo smise di esistere, così come i problemi e il dolore che per tanto avevano accompagnato entrambi.

Avevano vinto, su tutto e tutti.

Come una volta...

Come sempre...


...


Nella capanna regnava un silenzio piacevole e la luce del giorno era ormai ridotta al minimo.

Lina se ne stava stesa sul petto di Gourry, assaporando le carezze che lo spadaccino faceva ai suoi lunghi capelli rossi. Il suo respiro era tornato regolare e sentiva il suo fisico leggero, come se le tensioni accumulate negli anni si fossero dissolte nel nulla.

"Gli altri ci staranno cercando?" - chiese Gourry improvvisamente, rompendo il silenzio che si era creato.

Lina sollevò il viso, sorridendo maliziosamente. Si avvicinò nuovamente al suo viso, baciandolo sul collo. "Se sono minimamente intelligenti, credo di no. Ci lasceranno in pace fino a domattina".

Gourry sorrise. "Beh, speriamo".

"Già, speriamo". L'espressione di Lina si fece improvvisamente seria. "Gourry, posso chiederti una cosa?".

"Certo".

"Perché... perché hai invocato lo spirito di Yonas? Con tutti quelli che... insomma, potevi invocare chiunque, perché proprio lui? Perché non hai pensato a te stesso?".

Gourry scosse la testa, attirandola a se ed abbracciandola. "In realtà forse, la mia è stata una scelta molto più egoistica di quanto pensi. Io desidero da sempre, più di tutto, che tu sia felice. E ho scelto di conseguenza".

Lina ridacchiò, accarezzandogli con la mano uno dei capezzoli. "Strano modo il tuo, di essere egoista. Sei l'egoista meno egoista che conosca. Ma... non dovevi farlo. Io non avrei invocato Yonas, se fosse toccato a me scegliere".

"Lo hai cercato così a lungo e lo so che lo ami ancora e che lo porterai con te per sempre. Perché non lo avresti invocato?" – obbiettò Gourry.

Lina annuì. Era vero, Yonas sarebbe sempre rimasto con lei, una parte importante di se stessa. Gourry lo sapeva e lo sapeva anche lei che sarebbero arrivati ancora momenti duri, in cui avrebbe rimpianto la sua morte. Però... "Perché io e lui ci eravamo detti tutto quello che c'era da dire, eravamo stati tutto quello che potevamo essere. Non c'era nulla di sospeso fra me e Yonas. Non ho rimpianti verso di lui ed è per questo che non l'avrei chiamato a me. Un'ora, un giorno con Yonas, non avrebbe cambiato niente per nessuno dei due. Anche se, vederlo, mi ha comunque aperto gli occhi su tante cose" – disse, mentre quella scena nel Mare del Caos tornava ad addolcirle la mente.

Gourry annuì, capendo il senso del suo discorso. "Dimmi solo una cosa, Lina! Ora stai bene?".

"Sì, sto bene. E tu?".

Gourry sorrise. "Sto bene... Non riesco mai a stare male per davvero, quando mi sei vicina".

"E allora, promettimi una cosa! Che qualunque cosa o persona tenti di allontanarci, d'ora in poi mi terrai stretta a te e non permetterai a niente e a nessuno di separarci".

Gourry annuì, baciandola e stringendola nuovamente a se. L'aveva desiderata a lungo, Lina era il suo amore e il suo sogno da sempre, anche se a lungo aveva pensato di non meritarsela e di averla persa. E ora che si erano ritrovati, non avrebbe mai permesso a nessuno di portargliela nuovamente via, di farle del male e di farla soffrire. "Te lo prometto" – disse, prima che le sue labbra la baciassero di nuovo.




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Capitolo 23
*** L'alba di un giorno nuovo ***


Non aggiorno da una vita, lo so. Calo d'ispirazione, certo, ma soprattutto sono impegnata a scrivere un romanzo mio, originale, che mi tiene occupata per la maggior parte del tempo e che spero possa venir preso in considerazione da qualche editore. O magari riuscire a presentarlo per un concorso che mi interessa. Grazie soprattutto a Raffy, per il suo entusiasmo per lo scorso capitolo e per l'aiuto che mi da con Mattheus. Spero che questo aggiornamento ti piaccia!

Alla prossima! Ormai non manca molto alla fine.



L'alba di un giorno nuovo



"Non mi va di alzarmi... Restiamo quì, Gourry".

La mano dello spadaccino si sollevò mollemente, appoggiandosi sulla sua guancia. "Se continui a dirmelo, finirò per darti retta Lina. E ci ritroveremo quì Jack, Daryl e Alix col frustino, se non ci sbrighiamo a raggiungerli. Hai una missione da portare a termine, vorrei ricordarti..." - mormorò, stringendola a se e baciandole una spalla. L'alba era ormai passata da un pezzo e il sole illuminava la piccola capanna che era stata il loro rifugio per la notte e la silenziosa testimone del loro amore.

Lina sorrise. La sua mente era ancora inebriata da Gourry, dal suo odore, dalle sue carezze, dal suo corpo, dai suoi baci. Si sentiva in paradiso, felice, leggera. Ed era da tanto, forse da sempre che non si sentiva così. Era al suo posto ora, fra le braccia dello spadaccino. Anche lì, sperduta in quell'isola in mezzo al nulla, lontana dalla sua terra, stava bene. "Ti ricordo che la mia missione prevede lunghi tratti di viaggio in nave. E tu soffri il mal di mare...".

Gourry deglutì. "Ti prego, non ricordarmelo".

"Restiamo quì allora" – mugugnò, stiracchiandosi come un gatto.

"Lina...". Gourry le scompigliò i capelli, ridendo. "Facciamo così! Recuperiamo in fretta la Perla Nera e poi potremo trovarci un posto che vogliamo, dove stare giorni e giorni solo noi due, finché non saremo stanchi. Prima il dovere e poi il piacere, giusto? Il detto dice così".

"Non cercherai di scappare mai più, vero?".

Lo sguardo di Gourry si fece serio a quella domanda. "Mai più. Hai ridato un senso alla mia vita e in un attimo sei riuscita a spazzare via il dolore che mi portavo dentro da anni, che mi avvolgeva come nebbia densa. Non andrò via... L'ho deciso nell'esatto istante in cui ho capito che tutto quello che volevo era fare l'amore con te. Ed è stato...".

Lina sorrise. "Bellissimo...".

"Già, bellissimo". Gourry la strinse a se, baciandola sulle labbra.

La maga gli sfiorò le labbra con l'indice, accarezzandogliele piano. "Non dimenticheremo il nostro passato Gourry. Ciò che siamo è il risultato di chi ci è stato accanto, di chi ha saputo amarci, farci crescere, soffrire e migliorare. E adesso siamo noi, solo noi. E Yonas e Madeline sono felici di questo, ne sono certa. Voltare pagina, darsi una seconda possibilità e ricominciare a vivere non significa dimenticarli, anzi... Significa vivere anche per loro, soprattutto per loro". Con un sospiro si tirò su a sedere, sistemandosi i capelli con le mani. "E ora basta parlare, dai Gourry, in piedi! Se tergiverso ancora un pò, non mi alzerò mai più per davvero".

Gourry annuì. La guardò vestirsi, rapito da quel corpo minuto, da quei lunghi capelli rossi in cui si era perso quella notte in momenti tanto dolci e intensi da lasciarlo senza fiato anche al solo ricordarli. "Ti amo. Amo ogni cosa di te... Ogni tuo gesto, ogni tuo sorriso, ogni tua parola. Non so come ho fatto questi anni, senza di te".

Lina sorrise. "Oh non chiedertelo! Eri piuttosto disastroso. E comunque, ti amo anch'io! Ma ti ricordo che sono molto meno romantica e poetica di te, quindi non aspettarti frasi appassionate e sdolcimate da me! Ieri sera ho dato fondo a tutto il mio romanticismo e a tutta la mia pazienza, fattelo bastare per un bel pò". Si legò i capelli in una coda di cavallo e poi gli strizzò l'occhio. "Sbrigati e alzati da lì. Io comincio ad andare dagli altri per dirgli che ti ho recuperato. Ti aspetto fuori".

Gourry rise, sprofondando nella paglia. "Si, adesso arrivo".

Lina lo guardò storto. "Gourry, che fai? Devi alzarti, non devi rimetterti a dormire!".

Lo spadaccino rise. "Si si, lo so... Cinque minuti ancora e sono da te".

La ragazza alzò gli occhi al cielo. Ma in fondo era talmente di buon'umore che non le andava proprio di sbraitare contro di lui. Gourry era suo, meravigliosamente suo. La nebbia che aveva avvolto per anni le loro vite e le loro anime si era dissolta e ora le appariva tutto leggero e semplice. Si sentiva in corpo talmente tanta energia da poter ribaltare il mondo. Uscì fuori dalla capanna e il caldo sole del mattino le baciò il viso. Si rese conto solo in quel momento dell'infinita bellezza di quel viaggio, di quel mare, di quel cielo azzurro e limpido, della rigogliosità della natura, di quanto stava imparando giorno dopo giorno. In fondo era sempre stato quello il bello del viaggiare. La parte più interessante e più appassionante non era il raggiungere la meta ma la strada che si percorreva per arrivarci. Lo scoprire cose nuove, imparare a muoversi in ambienti che fino a pochi istanti prima ci apparivano estranei, respirare l'aria, i sapori e gli odori di posti che non sono la tua casa ma che ti accolgono in se senza chiedere nulla in cambio. Aveva sofferto troppo per accorgersene, durante quella prima parte del suo viaggio, si era chiusa in se stessa e non aveva permesso al bello che la circondava di toccarla, contagiarla e farla sorridere. E ora tutto le appariva sotto una luce nuova, calda e piacevole. Era come se quel lungo viaggio fosse cominciato solo ora.

Si guardò attorno e notò che lo spiazzo davanti alle capanne era deserto. "Ma dove saranno andati?". Fece alcuni passi pensierosa, cercando di capire che fine avessero fatto i suoi amici. Era uscita dalla casa di Leesel come una forsennata e non aveva dato spiegazioni a nessuno su quello che avrebbe fatto, su dove sarebbe andata. E aveva dato per scontato che i suoi amici, come già deciso in precedenza, avrebbero passato lì la nottata. Ma non c'era nessuno. Si avvicinò alla capanna dei suoi compagni di viaggio e fece per salire gli scalini per dare un'occhiata, quando una voce proveniente dal bosco la fermò.

"Inverse, era ora!".

Lina sospirò. Beh, a quanto pareva uno dei tre dispersi l'aveva ritrovato! Si voltò, notando Daryl seduso sotto una grossa palma, intento a pulire una noce di cocco. "Hei, dove sono finiti gli altri?" - chiese, avvicinandosi a lui.

Daryl si stiracchiò. "Sono andati alla spiaggia a riempire la nave di provviste. E tu, hai qualcosa da dirci?".

Lina sorrise. Il tono di voce di Daryl era sibillino... "Che cosa vuoi sapere?".

"Ti sei recuperata Gourry?".

"Ovviamente. Io mi prendo sempre quel che voglio!".

"Eheh...". Daryl sospirò, appoggiandosi con la schiena al tronco dell'albero. "Immagino che tu quindi sia riuscita a fargli cambiare idea circa il suo proposito di andarsene".

"Già".

Daryl la studiò in viso. "Che espressione serena e soddisfatta che hai, oggi... Conosco le donne e so che sono così, al mattino, quando passano notti piacevoli e calde... Le mie donne, dopo una notte di sesso con me, hanno la stessa faccia che hai tu in questo momento".

Lina scosse la testa. "Daryl, ne dubito...".

L'uomo non si fece provocare. "Gourry ha fatto il suo dovere questa notte, è?".

"Non sono affari tuoi".

Fu in quel momento che Gourry li raggiunse. "Buongiorno!" - borbottò, ancora assonnato.

Daryl lo osservò di sottecchi. Poi sospirò. "Felice e rilassato pure tu, è! Il fatto che voi due in questo momento abbiate una vita sessuale più soddisfacente e piena della mia, mi rende piuttosto depresso".

Gourry e Lina si guardarono in viso. In quel momento stavano talmente bene che le parole di Daryl non riuscivano né ad imbarazzarli né a farli mettere sulla difensiva. Si amavano, che importanza aveva che il mondo lo sapesse?

Lina si avvicinò all'uomo, dandogli una pacca sulla spalla. "Sta tranquillo! Finito questo viaggio, ti aspettano tutti i bordelli della penisola e di Tortuga".

Daryl si imbronciò. "Io non voglio la donna di un bordello".

Gourry spalancò gli occhi. "Davvero?".

Anche Lina si accigliò. "Sul serio? Però... aspetta... ASPETTA! Oh Daryl, non dirmi che ti stai ancora illudendo con Alix?".

Daryl la guardò male, molto male. Ma non rispose.

Lina diede una rapida occhiata a Gourry, poi tornò a guardare lui. Conosceva Daryl da anni e sì, poteva dire di percepirne i pensieri e i sentimenti che gli attraversavano la mente in quel momento. Erano stati uniti loro due e per poco tempo e forse nel mondo sbagliato, Daryl era stato la sua ancora di salvezza, il suo appoggio. A modo suo gli era stato vicino, l'aveva sorretta in un momento confuso e difficile e, anche se non aveva mai voluto ammetterlo a se stessa, sapeva di voler bene a quel'idiota sciupafemmine, di considerarlo un buon amico. "Ti piace davvero? Voglio dire, ti piace nel senso che ne sei innamorato? Talmente innamorato da non vedere che lei? Talmente innamorato da non considerare minimamente di andare a consolarti con qualcun'altra?".

"Oooh, Lina! E basta!" - sbottò lui.

"Rispondi!".

L'uomo sospirò. "Beh sì, qualcosa del genere. E mi viene rabbia perché per una volta che io sono serio, la fanciulla di turno non mi degna di uno sguardo. Come diavolo avete fatto voi due? Voglio dire, niente di personale ma... siete dei pivelli, degli autentici disastri sul fronte amoroso. Eppure ci siete riusciti! Dopo anni, certo... Ma siete quì ora, insieme! Qual'è il segreto?".

Gourry si grattò la nuca, pensieroso. "Beh, nessun segreto. Ecco...".

Lina si inginocchiò davanti a Daryl. La sua espressione era seria ora. In un certo senso voleva aiutarlo e sperava vivamente che lui per una volta l'ascoltasse. "Ascolta, Gourry ha ragione. Non c'è nessun segreto e ti assicuro che a noi due non ha regalato niente nessuno. Abbiamo sofferto, pianto, abbiamo saputo allontanarci e poi ritrovarci, tornare a fidarci l'uno dell'altro e sostenerci sempre, senza chiederci nulla in cambio. Abbiamo saputo guardarci negli occhi, riconoscere le nostre debolezze e i nostri errori e siamo riusciti a trovare la forza di ricominciare da zero. Non ci sono trucchi, non c'è magia Daryl. Ma impegno, serietà e pazienza. Non ci sono frasi ad effetto, pozioni d'amore o sciocchezze simili. Se davvero vuoi saperlo, gli uomini che ho amato, più che a parole, mi hanno conquistata coi gesti, con la loro vicinanza a volte anche silenziosa e con un affetto e un amore disinteressato. Se ne sei innamorato, se tieni davvero a lei, dimostraglielo".

"Come?".

Lina sorrise. "Questo non posso dirtelo io, devi scoprirlo da solo. Ognuno è una storia a se. Forse lei non ti guarderà mai e non si accorgerà mai di te perché non gli interessi. Ma almeno potrai dire di averci tentato seriamente".

Daryl annuì. "Beh, da quando sei diventata tanto saggia?".

Lina si tirò su, stiracchiandosi. "Esperienze di vita, tutto quì".

Anche Daryl si alzò in piedi. Guardò Gourry, ridacchiando. "Che le hai fatto stanotte? Prima o poi me lo dovrai raccontare...".

Lina gli tirò un calcio sulla tibia. "Hei!".

E Daryl rispose facendole la linguaccia. "Il caratterino però vedo che non si smussa, è!?". Alzò la mano, accarezzandole brevemente i capelli. "Ma ti ringrazio di cuore. Stamattina sei stata una buona amica, nonostante mi renda conto di essere davvero conciato male se chiedo consigli a VOI!". Guardò verso il sentiero che portava alla spiaggia, apparentemente più tranquillo. "Ragazzi, vado a farmi due passi! Credo che raggiungerò Alix e Jack alla spiaggia. Magari hanno bisogno di una mano! Fate colazione e raggiungeteci, vi aspettiamo alla nave!".

Gourry seguì con lo sguardo il cacciatore di tesori che si avviava per il sentiero. "Accidenti, Daryl è messo davvero male! Chi l'avrebbe detto?".

Lina alzò le spalle. "Sì, sono stupita pure io".

"Però stavolta l'hai aiutato davvero. Non vi siete presi gioco l'una dell'altro, a differenza del passato. Hai dato dei buoni consigli".

Lina ci pensò su. Era vero, le era venuto naturale. Se Daryl era serio, perché non poteva esserlo anche lei? "Mi sono svegliata contenta, stamattina. E quando son contenta, sono anche magnanima e generosa" – sussurrò con un sorriso, prendendo la mano dello spadaccino nella sua. "Dai, troviamoci della frutta da mangiare e poi raggiungiamo gli altri. Credo sia piuttosto tardi".

"Aspetta". Con dolcezza, Gourry la spinse contro una palma, bloccandola. Frugò nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori il ciondolo di Lina. "Hai dimenticato questo prima, quando ti sei alzata".

Lina sussultò, guardando il ciondolo. Era tutto quello che le restava di Yonas e ci era affezionata in maniera viscerale. Stringere quel gioiello fra le mani, per tanto tempo, era stata l'unica fonte di consolazione che avesse avuto a disposizione. Ma... "Non l'ho dimenticato. L'ho lasciato apposta nella capanna".

"Perché? Tu ami questo ciondolo".

Lina sospirò, sfiorando la pietra rossa con la mano. "E' vero. Ma ecco ora... ora non sono solo io. Siamo e io e te! E questo ciondolo non... non è la cosa giusta, forse".

Gourry scosse la testa. Poi prese la mano di Lina, facendole scivolare il gioiello fra le dita. "E' un gioiello, Lina. Ti sta bene, ci sei affezionata ed è un ricordo di una persona che per te è stata importante e che lo sarà ancora. Non mi fai alcun torto a portarlo e dovrai farlo finché ne sentirai il bisogno. Anche tutta la vita, se ti farà piacere farlo. Non sei pronta a separartene e forse non lo sarai mai. Ma non importa! Io sono quì con te, posso averti e posso amarti ogni giorno di questa mia vita. E mi sento l'uomo più felice della terra, quando fino a poche ore fa mi sentivo finito. Come hai detto prima, noi due siamo il risultato del nostro passato. E quel ciondolo ne fa parte, una parte importante".

Lina si sporse in avanti, abbracciandolo. "Ma sei sicuro? Non dovremmo decidere insieme quel che ci riguarda?".

Gourry ridacchiò, accarezzandole i capelli. "Oh Lina, decideremo insieme un sacco di cose. Ma credo che per quanto riguarda i gioielli che indosserai, quelli potrai sceglierteli da sola" – concluse, strizzandole l'occhio.

"Già". Lina sorrise. Poi si alzò in punta di piedi per baciarlo sulle labbra. Un bacio lungo, dolce... Avrebbe voluto che non finisse mai...

Quando le loro labbra si separarono, rimasero per lunghi attimi a fissarsi negli occhi. Poi la maga si legò il ciondolo al collo, serena. Era felice. Yonas sarebbe sempre stato al suo fianco. E Gourry anche! Senza più invidia, gelosia, dolore. Solo serenità, pura e semplice serenità. E una vita da costruire insieme. Il futuro, improvvisamente, era tornato ad essere interessante.

Mangiarono il cocco che aveva preso Daryl, che aveva lasciato quasi integro. Poi si avviarono verso la spiaggia.

"Mi mancherà quest'isola!" - commentò Gourry, fissando le alte palme che costeggiavano il loro cammino.

Lina ci pensò su. "Si e no. Quì sono successe tante cose ma se restiamo... non recupereremo mai la nave di Jack. E io voglio portare a termine questa dannata missione, riprendermi la Perla Nera e poi godermi il mio meritato riposo con te".

"Beh, in effetti... Ma hai in mente un buon piano, Lina?".

La maga, a quella domanda, si fermò. "Sì, ma ho bisogno di chiederti una cosa. Anzi, due".

"Cosa?".

Lina lo studiò attentamente per alcuni istanti. "Tu e la spada... Sei ancora in gamba come una volta, quando mettevi al tappeto, da solo, anche venti persone nemiche?".

Gourry sorrise, battendo la mano sull'elsa della sua spada. "Puoi scommetterci".

"Bene. E allora vedi di mantenerti in forma! E per cortesia, allena me. Sono fuori esercizio".

Gourry spalancò gli occhi. "Vuoi che ti alleni con la spada? Ma Lina, non ne hai bisogno".

"Si che ne ho! E' una vita che non faccio un duello come si deve". Gli strizzò l'occhio, prendendolo sotto braccio. "Mettiamola così, Gourry! Più sarai bravo e inflessibile, più io sarò propensa a ricambiare il favore, la notte...".

Lo spadaccino scoppiò a ridere. "Ahah, Lina! Se la metti così, sarò spietato allora".

"Bravo".

"Però... La spada? Che hai in mente?".

Lina sorrise, sorniona. "Lo vedrai". Guardò davanti a se. Chiacchierando, non si era resa conto che erano già arrivati alla spiaggia. Eppure all'andata quel tragitto le era parso tanto lungo...

Si lasciarono alle spalle la foresta tropicale, affondando i piedi nella morbida sabbia bianca della baia. Alcune delle navi che erano presenti il giorno prima se n'erano andate e non rimanevano che tre imbarcazioni. La loro e altre due piccole barche di pescatori. Intravidero Jack e Daryl che portavano a bordo casse di frutta e Alix che, seduta nella sabbia, impartiva ordini. Fecero per raggiungerli quando una vocina li raggiunse, bloccandoli.

"Ce l'avete fatta!".

Gourry e Lina si voltarono sorpresi. A pochi passi da loro, seduta su un masso, c'era Leesel. Indossava un vestitino rosa pallido e i suoi capelli erano tenuti a bada da un nastro bianco che le copriva il lato destro del viso con un fiocco.

Lina era sorpresa. Leesel alla spiaggia? Credeva che passasse la maggior parte della sua vita lassù, in quella sua strana capanna che celava l'ingresso al mondo degli spiriti e degli esseri superiori. Per la maga, la piccola Leesel era ancora un gran mistero. Aveva la conoscenza, sembrava capire e sapere tutto su tutti, senza però averli mai incontrati prima. Aveva poteri forti, era una creatura che era meglio non farsi nemica, Lina lo percepiva senza alcun dubbio. Una ragazzina fragile e delicata all'apparenza, ma che nascondeva dentro di se una natura totalmente opposta. "Che sorpresa" – commentò, freddamente.

Leesel si stiracchiò. "L'aria del mattino è favolosa, non trovate?".

"Sì, favolosa...". Lina rimase per alcuni istanti in silenzio, studiando la sua interlocutrice. "Oggi non hai nulla da fare?".

Leesel guardò lei e poi Gourry, con un sorrisetto sornione sul viso. "No, oggi no! In fondo ho lavorato già tanto ieri".

Lo spadaccino annuì. "E' vero! Sei stata gentile con noi, ci hai fatto del bene. Non puoi immaginare quanto".

Lessel scosse la testa. "No, io non vi ho fatto niente. Quel che succede, succede perché deve accadere. Io non muovo le vostre azioni, siete voi ad essere padroni di voi stessi. Siete insieme, quando avrei potuto scommettermi tutto che non ce l'avreste fatta. Tu spadaccino eri il prescelto. Ma in fondo anche lei non è male e ha saputo scegliere il giusto, anche se non è riuscita a trovare la chiave. Come vedi, io non c'entro. Voi avete fatto tutto da soli".

Lina annuì. Era perplessa! E di fatto non si fidava del tutto delle parole e delle affermazioni di Leesel. Era apparentemente gentile ma era anche indubbiamente furba. Non era poi così certa che non ci avesse messo lo zampino, aiutando lei e Gourry quando più ne avevano bisogno. Certo, avrebbe dovuto ringraziarla se davvero le cose stavano così. Ma una cosa la frenava! Leesel non voleva dirle i suoi segreti e questo la mandava fuori dai gangheri. Era terribilmente curiosa e non aveva i mezzi per soddisfare le mille domande che le frullavano nella mente. "Io un giorno scoprirò chi sei, biondina" – borbottò, guardandola in viso.

Leesel non si scompose. "Se ci riuscirai...".

"Oh, ci riuscirò, sta tranquilla".

"E allora, buona fortuna" – commentò Leesel, alzandosi dal masso su cui era seduta. "E' tempo che io torni a casa mia. Buon viaggio a tutti voi, è stato interessante conoscervi. Molto interessante...".

La guardarono allontanarsi. I suoi piedi lasciarono piccole impronte sulla sabbia, delicate e regolari.

"E' una persona davvero straordinaria. Sento una sensazione di potere molto forte quando sono vicino a Leesel" – mormorò Gourry.

Lina si accigliò. Mh, non andava per niente bene. Un'altra volta, ricordava, Gourry si era accorto di qualcosa di particolare in una persona, tanti anni prima era stato proprio lo spadaccino ad accorgersi della vera natura di Xellos. "Non è un demone, vero?" - chiese, con una punta di preoccupazione.

Gourry scosse la testa. "No, niente affatto. O almeno, non mi sembra".

"Meglio così". Lina decise che per il momento era inutile stare a pensarci troppo. Si avviarono verso la loro nave. Jack e gli altri avevano fatto già il grosso del lavoro e di fatto non rimaneva che partire.

Il pirata, appena li vide, saltò giù dall'imbarcazione, atterrando loro davanti. "Gourry, che piacere trovarti di nuovo fra noi. Lina, sappi che ti prenderei a calci per aver buttato via così l'opportunità che ci ha offerto Leesel".

Lina sorrise. Un sorriso furbo, di chi sa cosa vuole e come ottenerlo. "In fondo, ciò che ci ha offerto Leesel non era poi così importante per recuperare la Perla Nera. Metti in mare questa nave Jack, presto avrai quel che desideri" – sussurrò, scrocchiandosi le dita. "E' giunta decisamente l'ora di riprenderci la Perla Nera e dare a Morgan tanti calci nel sedere".

"Parli seriamente?".

"Assolutamente".

Daryl si avvicinò. "Jack, dammi retta! Quando ha quell'espressione in viso, c'è da aver paura! Ma al contempo c'è da stare tranquilli. Farà un macello ma la Perla Nera, lei se la riprende. Lina Inverse finalmente è tornata, è!".

"Puoi giurarci!". Con la levitazione, salì sul vascello, mettendosi in piedi sul parapetto. Afferrò con la mano una delle reti, osservando l'isola di Turkos. Era giunta in quel posto confusa e piena di interrogativi. Ne ripartiva rinata, con una forza in se che credeva di aver perso per sempre. E con le idee chiare su cosa fare. Si tornava a combattere, a vivere e ad amare.

"Finalmente ho la certezza di averci visto giusto, con te!".

Lina si voltò verso Jack che, silenziosamente, era salito sulla nave e l'aveva raggiunta. "Come?".

Il pirata sorrise. "Piratessa! Ora hai lo sguardo che volevo, sul viso! Ora sei una di noi".

"Piratessa, è? Non male, come idea...". Lina sorrise. Maga, sterminatrice di draghi, cacciatrice di tesori. Essere anche piratessa era in un certo senso inebriante. "Ci riprenderemo la Perla Nera, Jack. Portami da Morgan e lo massacreremo. E ci riprenderemo anche il tuo equipaggio".

Jack Sparrow annuì, mentre gli altri salivano sulla nave, ai loro posti. "Con piacere, Lina".

La nave salpò, lasciando per sempre Turkos e tutti i suoi misteri.









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Capitolo 24
*** Riconquistare un sogno ***



Lo so, non aggiorno da tanti e tanti mesi e sarei da picchiare, fustigare ecc... ecc... In realtà non è che non abbia scritto, ma ero (e sono tutt'ora) concentrata su una mia storia originale che mi ha rubato tempo ed ispirazione per Slayers. Ma a questa storia ci tenevo e sfruttando un barlume di ispirazione tornato per magia, eccovi qua questo capitolo.

Spero vi piaccia e soprattutto spero di non metterci molto ad aggiornare ancora. Manca poco alla fine di questa storia e voglio impegnarmi con voi per terminarla quanto prima e al meglio.

Come sempre, grazie a chi leggerà (a chi ha avuto la pazienza di aspettare tanto, soprattutto XD). Commenti e critiche, se vorrete lasciarmene, saranno come sempre molto graditi.



Riconquistare un sogno


"Gourry, mi stai massacrando! Se andrai avanti a questo modo, stanotte ti ritroverai a dormire nel corridoio" – borbottò Lina, massaggiandosi la spalla, dolorante e madida di sudore.

"Ma Lina" – obiettò lo spadaccino – "Poco fa hai minacciato la stessa cosa perché usavo modi troppo delicati. Come devo allenarti?".

Lina strinse la spada, nervosa, picchiettando il piede a terra. "Trova il modo giusto per maneggiare quella spada quando ti batti con me, no? Prima mi allenavi in un modo in cui non si allenano nemmeno le novizie di un convento, ora mi stai riempiendo di lividi. Cavolo Gourry, ma devo spiegarti tutto?! Trova una dannata via di mezzo!".

Gourry si grattò la fronte, perplesso. "Via di mezzo? Come faccio a trovare una via di mezzo in un allenamento con la spada, scusa?".

"Sei un grande spadaccino, no? Un modo lo saprai pur trovare...".

Daryl passò loro di fianco portando a braccia una pesante cassa di legno, sbuffando. "Siete più rumorosi di un branco di bufali. Finitela con questa storia dell'allenamento con la spada, andatevene in camera vostra a sfogare la frustrazione con del sano sesso e SMETTETELA DI SPACCARMI I TIMPANI!!!".

Di tutta risposta, Lina gli assestò un sonoro calcio nel sedere. "Se ci tieni tanto al silenzio, chiuditi tu nella tua cabina con Alix, a fare tanto sesso". Il suo sguardo si fece maligno... "Ah già, dimenticavo... Lei non vuole saperne di te...".

Guardandola storto e borbottondo, Daryl le voltò le spalle. "Inverse, un giorno forse lontano ma forse anche no, io te la farò pagare per questo e per tante altre cosette passate". Si voltò poi verso Gourry, prima di sparire nella stiva. "Ragazzo, mica le hai messo un anello al dito ancora e quindi scappa, finché sei in tempo".

Gourry, a dispetto di tutto, sorrise. "In fondo è simpatico, no?".

Lina scosse la testa. "Sai una cosa?".

"Cosa?".

"Anche se trovassi la famosa via di mezzo, tu stanotte dormirai comunque nel corridoio!" - disse, gettando la spada a terra e dirigendosi verso Jack al timone. Oh, quando era troppo era troppo! Non le bastava dover sopportare Daryl, le ci mancava anche che Gourry lo trovasse... simpatico. "Quasi quasi, quando lo incontriamo, chiedo a Morgan di prendermi nella sua ciurma" – borbottò, sedendosi sul parapetto di fianco a Jack.

Il pirata rise. "Oh, potresti farlo! Sei una piratessa ormai, potresti stare con le peggiori canaglie che solcano i sette mari senza problemi. Anzi, sarebbero loro a dover imparare da te".

"Ahah, spiritoso". Lina osservò l'orizzonte, piatto e azzurro. Tutto era azzurro intorno a loro, il cielo e il mare, era la giornata più serena che avesse mai visto, pensò. Navigavano da giorni senza incrociare né isole né altre navi e cominciava ad essere seriamente preoccupata del fatto che Morgan stesse veleggiando fino agli estremi confini del mondo. E dal fatto che prima o poi le provviste fatte a Turkos sarebbero finite. "Moriremo di fame?".

"No, lui è vicino" – le rispose Jack, stranamente serio. "Le provviste finiranno per noi come per lui. E loro sono molti più di noi sulla nave, più bocche da sfamare e quindi rifornimenti più frequenti da fare. Esiste solo una piccola isola dove attraccare, quì a sud, Jaquelina. Lì sta andando Morgan e li stiamo andando anche noi".

"Jaquelina? Un'isola con un nome di donna?".

Jack annuì. "Sì, si racconta che mille anni fa il leggendario pirata Samwell Smith fece naugragio con la sua nave su quell'isola, dopo una violenta tempesta. Morì tutto il suo equipaggio e si salvarono solo lui e la sua donna che si chiamava...".

"Jaquelina" – rispose Lina, alzando le spalle. Storia banale, insomma.

"Esatto. La leggenda narra che passarono su quest'isola vent'anni, soli. Nessuno si spinse fin quì e rimasero isolati dal mondo a lungo, solo loro due. Samwell era innamorato di Jaquelina e chiamò l'isola su cui erano naufragati col suo nome. E quì, soli soletti, misero al mondo talmente tanti figli da costituire un nuovo equipaggio. E così tutta la famiglia si costruì una nuova nave con quanto l'isola offriva loro e ripresero a veleggiare e a mettere a ferro e fuoco i sette mari, entrando nella leggenda".

Lina guardò il pirata, scettica. "Che cavolata!".

"In effetti..." - concordò Jack. "Comunque sia, non arriveremo fin laggiù. La nostra imbarcazione è più piccola della Perla Nera, più leggera. E quindi più veloce. Li riprenderemo prima dell'attracco e a quel punto spero tu abbia davvero in mente l'idea giusta per riprenderci la mia nave".

"Ce l'ho".

"Ma fai la misteriosa...".

Lina sorrise, dondolando le gambe nel vuoto. "Non preoccuparti, Morgan sarà tutto tuo. Al resto... ci penseremo io, Gourry e Daryl. Alix invece, visto che ormai è un tutt'uno col timone, terrà a bada questa nostra piccola barca che ci servirà ancora per un pò".

Jack si lisciò con le dita una delle sue mille treccine. "Tu, Daryl e Gourry? Solo voi tre contro tutto l'equipaggio di Morgan? Che poi sarebbe il MIO equipaggio, che lui mi ha rubato... Come farete a salvare capre e cavoli, senza sterminare i miei futuri uomini e senza fare danni alla Perla Nera?".

"Lascia fare a me" – rispose Lina, strizzandogli l'occhio.

"Ne hai già discusso con loro?".

La maga scosse la testa. "No. Ma a me e Gourry basta un'occhiata per capirci e, anche se mi secca ammetterlo, anche con Daryl mi intendo bene in battaglia".

"Mi fido di te, piratessa".

Lina annuì. "E fai bene".


...


Albeggiava e probabilmente Jack era al timone già da un bel pò, come suo solito. Lina invece, come ogni mattina, doveva faticare non poco per trovare il coraggio di alzarsi dal letto. "Hei, sei sveglio?" - chiese a Gourry, che si stiracchiava al suo fianco.

"Sì".

Lina, sonnecchiosamente, poggiò il viso contro il suo petto nudo. Adorava farlo, amava la morbidezza della sua pelle, il suo profumo. Quello era il momento della giornata che preferiva, quello dove erano solo lei e Gourry, dove il lavoro ancora non li divideva e le responsabilità della missione che si erano imbarcati a concludere sembravano lontane. Certo, era sicura che avrebbero recuperato la Perla Nera quanto prima e che dopo, coi soldi della ricompensa, avrebbero potuto trovarsi un loro angolo di mondo dove ricominciare in serenità, leccandosi le ferite del passato e pronti a ricaricare le pile per le sfide del futuro. "Quando tutto questo sarà finito Gourry, dovremo trovarci un posticino dove farci una lunga e riposante vacanza. Voglio recuperare la nave di Jack quanto prima e poi sarò libera di...".

Gourry, nella semi oscurità, sorrise. "Di sonnecchiare tutto il giorno?".

"Anche quello, se ci andrà di farlo. O qualsiasi altra cosa possiamo desiderare. Tu e io ce lo meritiamo. E ti ricordo che siamo circondati da isole brilicanti di tesori nascosti, tutte da esplorare. Però ti avverto... quando torniamo nel continente, c'è una cosa che devo fare e che ho lasciato in sospeso a casa di Yonas. Mi accompagnerai?".

"Certo! Ma di che si tratta?".

"Devo tornare a Zephilia e portare alla Gilda dei maghi i libri che abbiamo tradotto insieme io e Yonas. Ci abbiamo messo tempo ed impegno, soprattutto lui, e non mi va di buttare all'aria tutto quel lavoro. E poi... beh, la Gilda mi deve pure un bel pò di soldi per quell'incarico. Ancora non mi ha pagata".

Gourry guardò il soffitto, pensieroso. "Si ma credo dovrai dare sfoggio delle tue migliori doti di contrattattazione, visto il ritardo con cui gli riporti i manoscritti. Temo avranno molto da ridire".

"Non la spunteranno con me".

"Lo so! Non saranno tanto folli da farti arrabbiare a tal punto da rischiare di far saltare in aria tutta la Gilda".

Lina scoppiò a ridere, dandogli un leggero pugno sulla spalla. "Spiritoso!". Si mise a sedere, sospirando. "Poi c'è un'altra cosa che devo... che voglio fare".

"Cosa?".

Lina sospirò. "La casa di Yonas... Lui l'ha lasciata a me ma io non desidero viverci, ora. Prima era diverso, prima non riuscivo a trovare altro posto dove rifugiarmi che quella casa. Era lì che volevo disperatamente tornare, fino a poche settimane fa. Ma tu ora, per fortuna, mi hai mostrato un'altra strada che voglio percorrere e che non ha pareti che possano impedirmi di ficcare il naso ovunque voglia. E so che era quello che Yonas voleva per me". Strinse il ciondolo che aveva al collo. "Voglio donare quella casa a Lotte, la domestica che si prendeva cura di Yonas e che anche per me è stata come una madre. E' giusto che l'abbia lei e che se ne prenda cura. Io non ne ho bisogno, troveremo insieme, tu e io, la nostra casa".

Gourry sorrise, accarezzandole i capelli. "Tutto quello che vuoi, Lina. Io sarò con te ovunque tu vorrai andare".

"LA PERLA NERA!!! SVEGLIAAAAAA!!!".

L'urlo improvviso di Jack infranse quel silenzio tranquillo, facendo sobbalzare entrambi. Gourry guardò Lina, accigliato. "La Perla nera?".

Lina annuì. "Mi sa che ci siamo".

Come in un tacito accordo, entrambi si alzarono dal letto, vestendosi alla velocità della luce. Prima di uscire dalla stanza, Gourry la bloccò, prendendola per il braccio. "Lina, aspetta! Non mi hai ancora detto qual'è il tuo piano".

Lina sorrise, baciandolo sulle labbra. "Combattere insieme, come sempre! Quando lo facciamo, va sempre bene. Coraggio spadaccino, abbiamo una ciurma di pirati da sconfiggere".

"Oh beh...". Gourry sfiorò l'elsa della spada, nel fodero. "Capito!".

Lina annuì. In questo loro non sarebbero mai cambiati, sarebbero sempre bastate poche parole e uno sguardo d'intesa per capirsi al volo. Non c'era bisogno d'altro.

Si guardarono negli occhi, annuirono. E corsero sul ponte, da Jack Sparrow.

Trovarono già pronti e ben svegli sia Alix che Daryl. Erano, con Jack, a prua della nave, intenti a guardare da un cannocchiale.

Jack si voltò verso di loro, stranamente serio. "Li abbiamo ripresi".

Lina fissò l'orizzonte, scrutando fra i flutti. Era la giornata perfetta, serena e senza vento, una di quelle giornate in cui sai, ti senti che andrà tutto bene. Prese Gourry per il bavero della maglia, avvicinandolo a se. "Ora si volta, mio caro!" - sussurrò minacciosa.

"Cosa?".

La maga gli strizzò l'occhio. "Tu ed io andiamo in avanscomperta sulla Perla Nera, a fare la conoscenza dell'equipaggio che il caro Morgan ha rubato a Jack. Non gli faremo troppo male, semplicemente... gli insegneremo da quale parte stare".

Gourry sbiancò. "Ma ci andremo... volando?".

Lina annuì. "Vuoi andarci per caso a nuoto?".

"No" – rispose sconsolato - "Come sempre hai ragione tu".

Davanti all'espressione rassegnata di Gourry, Lina sorrise. Non sarebbe mai cambiato e proprio per questo lo amava. Il tempo e le vicende della vita non avrebbero mai sporcato la bella persona che era sempre stata. Si voltò verso Jack, Daryl e Alix. "Voi tre, ascoltatemi! Jack, tu porterai la nave il più vicino alla Perla Nera, tanto vicino da poterci arrivare mettendo un asse fra le due imbarcazioni, per fare il trasbordo. Io e Gourry andremo in avanscoperta e poi tu e Daryl vi unirete a noi nella lotta. Io, Gourry e Daryl penseremo a rendere innocuo l'equipaggio, tu penserai a Morgan. Quello è tutto tuo mio caro. Alix, tu governerai questa nave mentre noi siamo impegnati di la nella battaglia, ormai quel timone è il tuo migliore amico, no?".

La ragazza sorrise. "Puoi giurarci".

Jack parve dubbioso, davanti alle parole della maga. "Ma siete sicuri, tu e Gourry, di riuscire a tenere a bada tutto l'equipaggio? Siete in due contro...".

Gourry ridacchiò. "Venti, trenta o cento persone per me e Lina non fanno differenza. Siamo abituati a questo tipo di scontri e come vedi siamo ancora tutti interi. Dopo troll, draghi, demoni e maledizioni, occuparci di quell'equipaggio è un gioco da ragazzi per noi".

"Esatto!". Lina strinse la presa sulla maglia di Gourry, guardando il cielo. Era ora di tornare a menar le mani in battaglia, dopo tanti anni di immobilità. E si rendeva conto di non vedere l'ora! Con la mano libera strinse il ciondolo che portava al collo. 'Yonas, volevi volare vero? Ecco, stammi vicino adesso, ti faccio vedere cosa vuol dire volare in alto con Lina Inverse'. Recitò nella mente la formula della levitazione e in un attimo lei e un impaurito Gourry si trovarono a decine di metri di altezza. Il vento le sferzava il viso, era fresco e pungente e la faceva sentire viva. Era meraviglioso, erano sensazioni di libertà, forza e potenza che non sentiva da tanto e che pensava fossero andate perse per sempre. Guardò Gourry che, convulsamente, si teneva alla sua vita. "Accidenti a te, come fai a non amare il volo?".

"Beh, io preferisco tenere i piedi a terra. Nemmeno la nave mi eccita troppo, come avrai notato".

"Sì, sei stato dolce a sopportare per me questa tortura per mesi, devo ammetterlo. Coraggio Gourry, andiamo a intascare la nostra ricompensa e dopo potremo pensare a un lungo e rilassante periodo di riposo". Non aspettò la sua risposta e prese a volare veloce, determinata a riprendersi quella nave.

La Perla Nera... Da lontano sembrava piccola ma avvicinandosi e guardandola meglio, poteva intuirne la grandezza e la potenza. La prima volta che si era trovata faccia a faccia con quella nave, durante la tempesta che aveva rischiato di portarle via Gourry, non aveva avuto modo di guardarla per bene. Ma ora... Era la nave di Jack e poteva capire perché ci tenesse tanto. Ne aveva viste tante di navi in quei mesi di viaggio e nessuna era come la Perla Nera. Era maestosa, grande, incuteva paura al solo guardarla e pareva una regina del mare, con quelle sue vele bianche e svettanti nel cielo. Jack da quando erano ripartiti da Turkos la chiamava piratessa e da piratessa ora riusciva a capire il desiderio del pirata di riaverla. Dall'alto osservò la vita al suo interno. Pirati affaccendati correvano qua e la, svolgendo i più svariati compiti. Al timone, in tutto il suo splendore, stava Morgan che guardava a sud, senza averli ancora notati. I cannoni ai lati della nave erano lucenti e pronti ad attaccare chiunque risultasse per loro una minaccia ma in quel momento nessuno sembrava fare caso a loro. Tutti coloro che si trovavano su quella nave erano convinti di essere soli, in quel tratto di mare. "Che noia laggiù. Coraggio Gourry, andiamo a movimentare un pò la loro giornata".

Gourry annuì, con gli occhi chiusi, sbarrati dal terrore per quel volo che sembrava dargli l'impressione di essere infinito. "Sì, ottima idea. Affrontare un'orda di pirati non sarà peggio che stare senza appigli nel vuoto".

"Non dobbiamo fare danni alla nave Gourry, quindi non dovrò usare la magia, se non necessario. Ma non ci saranno problemi, vero? Tu ed io siamo bravi anche solo con la spada, giusto?".

"Sì si, ma ora scendi per favore!".

La maga ridacchiò. "Non vedi l'ora di combattere, è?".

"Scendiii" – richiese Gourry, in una supplica.

Non se lo fece ripetere. Scese in picchiata verso la nave, atterrando in mezzo ai pirati con un balzo sfacciato ed un'epressione fiera e combattiva. "Salve!" - disse, in tono sprezzante, quando fu in mezzo a loro.

Decine di occhi si piantarono su di lei e sullo spadaccino, increduli.

"La dea del mare è venuta fra noi!" - urlò uno.

"Me la immaginavo più prosperosa però" – commentò una seconda voce.

"E sì, ha le forme di una bambinetta" – disse un terzo.

Di fianco a lei, sentì Gourry borbottare. "Poveretti, non sanno cosa stanno per scatenare...".

Già, non lo sapevano proprio, quei pirati malconci e dal dubbio fascino e bellezza. Perché poteva soprassedere al fatto che fossero passati al nemico abbandonando Jack e che li avessero quasi costretti ad un naufragio qualche settimana prima. Ma mai, MAI avrebbe perdonato qualcuno che faceva apprezzamenti sul suo seno. "Gourry, tesoro...".

"Capito!".

Estrassero la spada, insieme. "Mi spiace ragazzi, non sono la dea del mare. Ma combatto bene quanto e più di lei, ve lo assicuro!" - esclamò Lina, osservandoli in viso uno ad uno.

"Chi siete?" - chiese un giovane pirata dai capelli neri e lucenti, estraendo la sua spada.

Lina sorrise, freddamente. "Amici di Jack Sparrow. Vi dice niente questo nome?".

Capitan Jack?”.

Uno dei pirati, anziano, basso e grassoccio, spalancò gli occhi. Sulla ciurma calò un silenzio tombale all’udire quel nome. Evidentemente tutti ricordavano bene il nome del vecchio capitano a cui avevano girato le spalle per seguire Morgan. E anche se erano pirati, probabilmente la loro coscienza rimordeva, nel sentirlo. Bene, lei e Gourry ci avrebbero messo un niente a stendere quella marmaglia e a rimettere in riga ogni cosa. Alla maga sembravano un ammasso di derelitti, quei pirati. Ma Jack li rivoleva, forse perché li conosceva uno ad uno, forse perché di fatto li considerava una specie di famiglia. Beh, non importava il motivo! Lui li rivoleva e il suo lavoro era restituirglieli integri (più o meno), insieme alla Perla Nera. “Gourry, tesoro…”.

Lo spadaccino annuì. “Agli ordini milady. E’ ora di riprendere in mano le vecchie, sane abitudini”.

Le loro spade scintillarono nel bagliore del sole appena sorto. La battaglia iniziava…

I pirati fecero lo stesso ed iniziò un parapiglia degno delle migliori risse con le bande di briganti che una volta amavano attaccare.

Gourry, con la maestrìa di spadaccino che da sempre lo contraddistingueva, combatteva senza sosta contro uno, due, anche cinque avversari contemporaneamente. Ed aveva sempre la meglio.

Lina decise che forse era meglio unire la magia alla sua bravura con la spada. Per quanto bene la maneggiasse, non era all’altezza del suo compagno. Volò rasoterra, colpendo con l’elsa della spada che teneva nella mano, la testa dei pirati che stavano alla sua destra e con un sonoro pugno la testa di quelli che erano alla sua sinistra. Era veloce, tanto veloce che i suoi avversari non riuscivano a fare nulla per prevenirla e se la trovavano addosso quasi senza accorgersene.

Accanto a lei, Gourry combatteva come un leone. Beh, non c’era nulla da dire, l’idilliaca tranquillità mattutina della Perla Nera era andata irrimediabilmente a farsi benedire al loro arrivo. Anche questo sapeva di vecchi tempi, di vita, di battaglie che da troppo tempo non combatteva. In fondo poco era cambiato, rispetto a tanti anni prima. Quando lei e Gourry si muovevano insieme, il macello era assicurato.

Combatterono senza sosta, abbattendo i loro nemici come fossero burattini. Erano solo in due ma c’era poco da fare quando davano sfoggio delle loro doti di combattenti. Beh, Jack avrebbe riavuto presto il suo equipaggio. Un po’ ammaccato certo, pieno di bernoccoli, altrettanto vero… Beh, qualche piccolo ‘dannetto collaterale’ in fondo doveva aspettarselo.

Lina si chinò verso la sua ennesima vittima che si era rintanato in un angolino della nave, tremando come un bambino, davanti alla sua furia. La maga lo prese per il bavero, in modo da guardarlo in viso. “E allora, amico, se vinciamo noi, tu da che parte starai alla fine della battaglia?”.

Jack… padron Jack milady! Io non volevo tradirlo ma capite… sono stato costretto dagli eventi e…”.

Lina lo lasciò cadere a terra, sbuffando. Erano un branco di idioti senza spina dorsale quei pirati! Ma in effetti anche Sparrow era un tipo strambo e probabilmente fra smidollati era facile andare d’accordo. “Rintanati in un angolo, il tuo Jack ti vuole intero e lì in mezzo andresti in mille pezzi in un attimo, fifone come sei”.

Si voltò, fece per riprendere la battaglia e dare una mano a Gourry quando si bloccò. Dal pontile, rosso d’ira, Morgan guardava la scena con un’espressione controllata ma furente. “Chi siete?”.

Amici di Jack” – ripeté Lina, per la seconda volta nella giornata.

Il pirata scoppiò a ridere. “Sparrow? Oh beh, devo ammettere che voi due, da soli, siete più in gamba di lui. Ma affrontare questa marmaglia e averne la meglio non vuol dire niente. Sono io quello che conta, io quello da battere se volete vincere la guerra. Vi ha mandati lui?”.

Sì, in avanscomperta. E riguardo al tuo discorso, tranquillo, sarai battuto” – asserì Lina, con tono sicuro. Con la coda dell’occhio, notò che la loro imbarcazione era in avvicinamento e che a momenti pure Jack e Daryl sarebbero stati della partita. Nessuno dei pirati stava guardando il mare, in quel momento. Stupidi, una manica di idioti. Non poteva non pensarlo, mentre il suo spirito da neo-piratessa gridava quanto lei sarebbe stata un capitano infinitamente migliore di Morgan, Jack e compagnia bella…

Morgan scoppiò a ridere. “Dovrei battermi con te, donna?”.

No, con me!”.

La voce di Jack Sparrow fece voltare tutti quanti. Il pirata era arrivato e dopo tanto tempo stava in piedi sul parapetto della sua nave, del suo sogno. Saltò giù, sul pontile, mentre centinaia di occhi si piantavano su di lui. Occhi smarriti, sorpresi e forse un po’ spaventati. Lina sorrise. La loro piccola barca si era finalmente affiancata alla Perla Nera e ora arrivava il bello. “Coraggio Jack, è tutto tuo!” – urlò, mentre Gourry si metteva al suo fianco.

Il pirata annuì, sguainando la sua spada. Passeggiò con passo molleggiato sul pontile per alcuni momenti, come assaporando il sapore di essere ancora sulla Perla Nera. “Meraviglioso, un sogno”. Poi si bloccò, guardando Morgan in viso. “Mi riprendo quel che è mio è che mi hai rubato. Sai che rubare è una cosa brutta, che non si fa, Morgan?” – disse, con la sua faccia da schiaffi.

Morgan sputò a terra. I suoi gesti erano nervosi, anche se cercava di non far trapelare la sua irritazione. “Tu che mi parli di concetti di lealtà? Jack, ti ricordo che hai rubato a metà della popolazione di questi mari”.

Ma le navi non si toccano, anche i pirati hanno un loro codice d’onore” – rispose il pirata, avvicinandosi guardingo al suo avversario.

Daryl giunse alle spalle di Lina e Gourry, come d’accordo. “Questa me la voglio proprio godere” – disse osservando la scena, mano sull’elsa della spada.

Cominciò il duello fra loro, un duello furioso, senza esclusione di colpi. E finì quello di Lina, Gourry e Daryl contro i pirati. Ognuno smise di combattere perché era vero, non era la loro lotta quella che contava ma quella fra Jack e Morgan. Soprattutto l’equipaggio l’aveva capito! Da quella lotta dipendeva il futuro di tutti loro. Chi sarebbero stati, chi avrebbero servito, quali persone sarebbero diventati… Lina li guardò e vide nei loro occhi una luce che poco prima non c’era. Volevano Jack, ognuno di loro, glielo leggeva nello sguardo. Perché Jack per quanto strambo, non proprio ligio alle regole, mai serio, era un capitano indubbiamente migliore di Morgan. Aveva una sua morale... Strana certo, ma ce l'aveva! E per quanto all'inizio i suoi modi di fare spiazzassero chiunque venisse a contatto con lui, col tempo Lina aveva imparato ad apprezzarne l'amore vero per il mare, per la navigazione, per la vita da pirata. Non era una vita ligia alle regole ma lo capiva. Era una maga dopo tutto e anche lei era sempre sulla linea di confine fra il giusto e... il meno giusto. Era il gusto di osare, di spingersi sempre oltre, di scoprire cose nuove, sia che fossse un'avventura in mare, sia che fosse un nuovo incantesimo da imparare, a spingere entrambi sempre un pò più in la. In fondo, lei e Jack non erano tanto diversi. E ora capiva perché avesse chiesto a lei di aiutarlo, tanti mesi prima.

Le spade tintinnarono ed era come se in quel mare sconfinato fosse l’unico rumore udibile.

Morgan era abile, veloce. Ma anche Jack, seppur con quella sua corsa goffa ed inguardabile.

Ma perché corre così?” – sussurrò, alzando gli occhi al cielo.

Daryl ridacchiò. “E’ il suo marchio di fabbrica. Nessuno si muove come lui, ma osserva bene. Proprio i suoi movimenti, così particolari, finiscono con il confondere l’avversario”.

Ohhh”. Lina si accigliò. Era vero, dannazione! Jack si muoveva diversamente da… beh, da tutto il resto del mondo maschile e proprio per questo era difficile prevedere le sue mosse. Morgan, più anziano e lento di lui, faticava a tenergli testa e a stargli dietro.

E alla fine Morgan fece l’unica cosa che gli venne logicamente in mente. Barò. Con un uno sgambetto fece cadere Jack a terra e i due rotolarono sul pontile, in una zuffa piena di pugni e calci. Morgan morse il polso di Jack e lui lasciò la presa sulla spada, in un grido di dolore.

Hei, è sleale!” – urlò Gourry, al suo fianco.

Morgan scoppiò a ridere mentre impugnava la spada e la avvicinava pericolosamente al collo del suo avversario. “E allora? I pirati sono sleali, non lo sai spadaccino?”.

Il pirata che poco prima Lina aveva messo all’angolo, in un gesto che stupì la maga, corse davanti a tutti loro e con un calcio rilanciò la spada di Jack accanto alla mano del suo legittimo proprietario. “Vero, i pirati sono sleali. E quindi questa mossa fa parte del duello. Coraggio capitan Jack, torna da noi!” – urlò.

Lina sorrise. Beh, forse codardi ed imbranati lo erano per davvero ma… erano in fondo migliori di quello che sembrava a prima vista, nel loro piccolo.

Jack annuì. “Grazie FacciaVerde! Ti farò nostromo, appena avrò finito con questo duello!”. Con un balzo riprese in mano la spada e con una spinta si liberò di Morgan. Ripresero a duellare e fu di nuovo battaglia, senza esclusione di colpi.

Jack attaccò, questa volta con più furia, col vigore della sua ancora giovane età. E senza avere più il vantaggio di averlo disarmato, Morgan fu costretto ad arretrare fino al paratepetto della nave. Era in trappola.

Capitan Jack, capitan Jack, capitan Jack!!!”.

L’urlo di incitamento dei pirati rimbombò per la nave.

E Jack Sparrow, sospinto da esso, con un gesto veloce colpì la mano con cui Morgan reggeva la spada, facendo volare in mare l’arma.

Lina trattenne il fiato. Era finita!

Calò nuovamente il silenzio, un silenzio pesante. E ora che sarebbe successo?

Jack si avvicinò, viso a viso col suo avversario che ora sembrava guardarlo meno baldanzoso di poco prima. "Come vorresti morire?".

Morgan gli sputò in viso. "Dopo di te".

Jack lo tirò su, prendendolo per il bavero e facendolo stramazzare a terra, in mezzo agli altri pirati. "Sai che in fondo potrei esaudire il tuo desiderio?".

"Ma Jack!" - sbottò Lina.

Il pirata scosse la testa, guardando uno a uno i suoi uomini. "Guardatelo" – disse, indicando Morgan. "Io rivolevo la mia nave e a conti fatti, l'ho ripresa. Morgan è finito, ora! Voi che fate? Vi cercate un nuovo ingaggio da qualcun altro o rimanete quì con me, sulla Perla Nera?".

"Con te, capitan Sparrow!" - urlò un pirata, seguito poi da un coro unanime.

Il pirata sorrise, soddisfatto, inscenando uno strano balletto attorno al suo avversario sconfitto. "Sentito Morgan! Sono miei, miei e ancora miei. E che me ne farei della tua morte, ora? Io volevo la mia nave e i miei uomini, il resto... non mi importa". Si mise a canticchiare una strana canzoncina da pirata che Lina trovò quanto meno odiosa.


"Un pirata se ne andava per mare,

se ne andava in cerca della sua nave da recuperare...

Nessuno lo avrebbe mai sconfitto

e alla fine il suo avversario sarebbe rimasto come un derelitto...".


"Jack!!! Smettila di fare il cretino e di ballare e cantare a... a quel modo". Ok, aveva vinto il duello ma la sua manifestazione di giubilo era inguardabile.

Daryl rise. "Fallo gioire dai! Eran mesi che aspettava questo momento!".

Lina guardò il suo ex compagno di sottecchi. "Tu sta zitto! Ti ricordo che non hai fatto niente, oggi! La fatica è stata solo mia e di Gourry".

"Ma io ho seguito filo per segno il tuo piano".

"Ma a conti fatti, non hai fatto niente!".

Daryl sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Sai una cosa? Non ti sopporto più, Inverse".

"Sai una cosa? Io non ti ho mai sopportato, Daryl".

"Ehm... ragazzi". Gourry li richiamò alla realtà. "E ora che ne sarà di Morgan?".

Udendolo, Jack si voltò trionfante verso di loro, ridacchiando. "Ideona! Un simpatico soggiorno all'isola deserta di Jaquelina non gli farà male. Che ne dici amico? Dicono sia un'isola molto feconda, per le coppie".

"Ma io non ho una moglie!" - ringhiò Morgan, sempre più rannicchiato su se stesso.

Jack alzò le spalle con noncuranza. "Mica posso pensare a tutto io!". Poi si voltò verso i pirati, alzando il braccio destro in segno di vittoria. "Ciurma, andiamo a Jaquelina allora?".

"SIIII".

Lina, Gourry e Daryl sorrisero. Il viaggio era quasi finito, Jacquelina sarebbe stato l'estremo lembo di terra a sud che avrebbero toccato. Poi sarebbe iniziato il loro viaggio di ritorno.

La voce di Alix, dalla loro vecchia imbarcazione, li raggiunse. "Avete vinto allora?".

"Certo!" - le rispose Jack. "Coraggio, vieni a bordo".

"Mi farai tenere il timone della Perla Nera?".

"Neanche morto".

Daryl guardò Lina, con gli occhi scintillanti. "Se convinco Jack a lasciarle per un pò il timone... dici che...?".

Lina rise, appoggiandosi con la testa alla spalla di Gourry. "Chi lo sa. Se proprio sei disperato però, a Jaquelina ci potremmo lasciare te e lei, per un pò".

Il cercatore di tesori fece per rispondere ma poi scoppiò a ridere, forse considerando l'idea non così malvagia.

Il viaggio era alle battute finali e riprendeva tutti insieme.

Sulla Perla Nera.




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Capitolo 25
*** Dove c'è Lina, c'è un tesoro ***



Eccovi l'aggiornamento, col penultimo capitolo della storia.

Spero vi piaccia. Come sempre, grazie a chi segue con affetto questa fanfiction :)



Dove c'è Lina, c'è un tesoro



I viaggi di ritorno hanno sempre in se un misto di nostalgia e serenità. Era stato un grande viaggio quello e anche se questa volta non aveva affrontato né demoni né draghi né troll, per Lina era stato il più intenso che avesse vissuto. Ricordava il suo primo incontro con Jack, il suo stato d'animo d'allora, perso e rassegnato all'oblìo. Ricordava l'indolenza che l'aveva accompagnata per gran parte del tragitto, il suo sentirsi sballottata senza appigli, come se si fosse trovata fra le onde, senza una zattera a cui aggrapparsi. Ricordava ogni istante vissuto con Gourry, fin da quando si erano rivisti per caso nelle prigioni del porto di Seyruun, di come lui si fosse preso cura di lei senza chiedergli nulla e di come l'avesse presa per mano e accompagnata in quel cammino doloroso che aveva dovuto percorrere per lasciarsi il passato alle spalle e rivedere la luce. Ricordava l'incontro coi genitori di Yonas e con la sua piccola Aubree e di quanto avesse sofferto nel doverla lasciare di nuovo, lei, così piccola e unica testimone di quanto l'aveva legata all'uomo che aveva amato. Ricordava tutto, da Elizabeth alla pergamena che le aveva donato e che l'aveva condotta all'isola di Turkos, la misteriosa Leesel e la riscoperta di un sentimento che provava da sempre, ma seppellito da anni di lontananza e incomprensioni. Amava Gourry, solo lui riusciva a farla sentire completa e viva, solo con lui poteva condividere appieno il tipo di vita più consono a lei, solo lui poteva farla tornare a vivere. Era la sua spalla, la sua forza e niente, nemmeno le mille tempeste che avevano affrontato, aveva cambiato tutto questo. Avevano avuto bisogno di tempo, di stare lontani, di percorrere strade diverse ma alla fine si erano ritrovati, per caso o per destino. Non importava, si erano ritrovati in un mondo immenso che avrebbe potuto allontanarli per sempre. Ci erano riusciti, come sempre, accettando il loro passato, non rinnegandolo ma facendone tesoro per il loro futuro. Lo amava, come aveva amato Yonas e allo stesso tempo in maniera diversa. Esistono tanti tipi di amore e nessuno è mai uguale all'altro, dopo tutto... E nel suo cuore ci sarebbe sempre stato posto per entrambi.

Sospirando, con un salto si sedette sulla balaustra della Perla Nera ad osservare il via vai di pirati che andavano avanti e indietro, sotto gli ordini di Jack Sparrow. Era un pirata maestoso, strambo ma che ti lasciava a bocca aperta nel vederlo comandare finalmente la sua nave. Era fiero e sapeva anche incutere terrore e rispetto, davanti al suo timone. La Perla Nera era enorme, caotica, diversissima dalla piccola imbarcazione che avevano usato nei mesi in cui l'avevano inseguita. Su quella nave ti sentivi invincibile e il pirata sapeva manovrarla in maniera impeccabile. Capiva come si sentiva Jack, doveva essere qualcosa di molto simile a quello che provava lei quando lanciava un incantesimo molto potente. Non erano molto diversi, loro due...

"Sai, Jack mi regala la nostra vecchia imbarcazione! Posso continuare a girare i sette mari".

Lina si voltò, sorridendo ad Alix, venuta a sedersi accanto a lei. "Beh, ormai quella imbarcazione non ha segreti per te. Potrai essere indipendente ed evitare di tornare ad annoiarti a Tortuga o di rimanere legata a Jack, se avessi idee di viaggio diverse dalle sue". Jack, dopo aver abbandonato solo soletto e in lacrime Morgan sull'isola di Jaquelina, aveva legato la loro vecchia imbarcazione alla Perla Nera e l'aveva trainata insieme a tutti loro nel viaggio di ritorno. E trovava una buona idea che il pirata volesse donarla ad Alix. "Avrai bisogno di un aiuto però, non puoi governare da sola una nave. Qualcuno che ti aiuti a tenerla pulita te lo devi cercare...". Ah, si odiava, si malediceva. Perché il suo istinto la stava guidando a dare un aiuto a quell'idiota di Daryl?

Quasi leggendole nel pensiero, Alix ridacchiò. "So a CHI ti riferisci! Oh, lui vuole venire ovviamente, si è proposto per ogni lavoro che io riterrò necessario ma... oh Lon, averlo attorno tutto il giorno? Non ce la posso fare...".

"Ti ubbidirà come un cagnolino" – rispose Lina, tranquilla. Ne era certa, Daryl stavolta non avrebbe sgarrato. Era innamorato sul serio di Alix e forse per la prima volta in vita sua si sarebbe comportato bene. E se non lo avesse fatto... beh, affari suoi! Solo lui poteva giocarsi al meglio le sue carte con la ragazza di cui era innamorato e nessun aiuto esterno poteva aiutarlo in questo. "Ma lui non ti piace per niente, Alix?".

"Non lo so, non l'ho ancora deciso! Vedrò...".

Lina sorrise. "Quindi hai deciso di prenderlo con te?".

"Beh, dopo tutto mi serve uno sguattero e lui è giovane, forte e si è proposto gratis".

La maga la guardò di sottecchi. "Sei perfida, lo sai? Quasi quanto me...".

Alix annuì. "E me ne vanto! E tu e Gourry invece? Vi farete scortare fino al continente e poi riprenderete a viaggiare insieme?".

A quella domanda, Lina fece un sorrisetto furbo. "Non proprio! Prima faremo una piccola tappa, ne ho già parlato con Jack".

"Una tappa? E dove?".

D'istinto, Lina strinse il ciondolo che portava al collo. C'erano tante cose che si erano detti lei e Yonas a Turkos, cose private, personali, cose che avrebbe portato con se per sempre come un tesoro. Ma c'erano anche altri tesori che voleva portar con se, di ritorno da quel viaggio, e Yonas gli aveva fornito una traccia su cui si era arrovellata ogni notte, da allora.


"Per quanto riguarda l'oro, ti do solo un suggerimento. Ci sei andata vicina, è in una delle isole che hai visitato. Nella terra e fra le rocce. Ma è sotto l'acqua che devi cercare, se lo vorrai trovare".


Nella terra e fra le rocce ma sotto l'acqua. Apparentemente quello che le aveva detto Yonas non aveva senso, aveva tirato in ballo tre elementi naturali che non avevano nulla a che fare fra loro, apparentemente. Ma Yonas la conosceva bene, aveva capito da subito quale fosse la sua natura e se le aveva dato quella specie di traccia era perché sapeva che avrebbe stuzzicato la sua curiosità e la sua intelligenza e che ne sarebbe venuta a capo.

E forse ci era riuscita! O almeno ci sperava... Perché c'era un posto dov'erano stati lei e Gourry durante quel viaggio, un posto che risvegliava in lei un sordo terrore per quanto aveva rischiato di perdere ma che aveva rappresentato un punto di svolta. E se tanto le dava tanto, corrispondeva alla traccia donatagli da Yonas. "Queste isole pullulano di tesori, Alix, le batteremo palmo a palmo per quanto ci sarà possibile. Io mi son scelta la mia, da esplorare con Gourry. Sono d'accordo con Jack, ci lascerà lì per una settimana, mentre voi esplorerete le altre, e poi tornerà a prenderci per proseguire verso il continente. E a giochi fatti, vedremo chi di noi avrà avuto più fiuto per oro e gemme preziose".

Alix sorrise, furba. "Non ti chiedo niente perché il tuo sguardo lo conosco! Hai una traccia ben precisa, è?".

"Puoi scommetterci".


...


"Svegliaaaa!".

La voce di Jack rimbombò nella loro cabina, rompendo il meraviglioso e sonnecchioso silenzio del primo mattino.

Lina e Gourry saltarono sul letto come cavallette, presi alla sprovvista da quel risveglio inaspettato.

La maga fulminò il pirata con lo sguardo. Che cavolo ci faceva a quell'ora del mattino, nella SUA cabina, Jack Sparrow? "Ma ti sei rincretinito?".

Jack la guardò, poi guardò Gourry e poi tornò a guardare lei. "Siete troppo assonnati per pensare di aver interrotto qualcosa a luci rosse, per fortuna. Anche se, sarebbe stato divertente è!".

"Che diavolo vuoi?" - ringhiò Lina.

"Siamo arrivati alla tua dannatissima isola che mi ha fatto fare una dannatissima variazione sulla rotta di ritorno. Mi hai rotto le scatole perché ti ci riportassi e ora fai la lagnosa?".

A quelle parole, Lina di colpo fu sveglia. "La MIA isola? QUELL'ISOLA???".

Jack sbuffò. "Sì, quella dove mi hai già fatto perdere tempo quando ti sei gettata in mare per salvare Gourry, durante la tempesta. Per giorni vi avevamo cercato, ricordi? Poi mi dovrai spiegare cos'ha di tanto interessante questo posto e, se ci troverai qualcosa di prezioso, come hai fatto ad avere la pista giusta".

"Te lo puoi scordare" – rispose Lina, alzandosi dal letto e spingendolo verso la porta. "E ora fuori, ci dobbiamo vestire".

Senza troppi complimenti, gettò fuori dalla camera il pirata e poi prese Gourry, ancora mezzo addormentato, per il polso, obbligandolo ad alzarsi. "Coraggio, ti voglio sveglio e attivo! Si va verso la ricchezza, mio caro".

"Ma mi spieghi dove stiamo andando e cosa hai in mente?".

Lina sorrise. Era stata vaga anche con lui, a dire il vero. L'isola dove sarebbero giunti di lì a pochi minuti, in entrambi non risvegliava ricordi piacevoli ma era esattamente dove Yonas gli aveva suggerito di andare, ne era sicura. Ogni indizio portava lì, dove Gourry era quasi annegato, dove l'aveva salvato per il rotto della cuffia dopo il naufragio, dove lei era crollata, aveva pianto e detto definitivamente addio a Yonas, accettando la sua morte. "Stiamo andando dove avevamo fatto naufragio quando hai rischiato di annegare. Lì abbiamo toccato il fondo, lì diventeremo ricchi. La giusta ricompensa per quanto patito in questi mesi di viaggio".

Gourry per qualche istante rimase silenzioso, accigliato. Lina sapeva che ricordava anche lui quel posto piuttosto bene e che forse ne era ancora turbato, ma sperò che non facesse storie.

Alla fine lo spadaccino sorrise, pacifico. "Se dici che quel posto va bene per noi, non c'è problema".

Era bello, pensò Lina dopo quelle parole, saperlo sempre dalla sua parte, con una fede incrollabile verso di lei. Poche cose diventavano certezze, nella vita. E Gourry era una di quelle. "Sai Gourry, è bello imbarcarsi in un'avventura così, spensierati e sereni, come una volta, senza segreti o dolori che ci allontanano e ci fanno star male. Così, solo per il gusto di cercare, scoprire e vivere un'avventura".

Lo spadaccino le appoggiò una mano sulla nuca, stropicciandole i capelli. "Sono perfettamente d'accordo".

"E allora sbrigati a vestirti! Oro e gioielli ci aspettano!" - esclamò, dandogli una pacca sulla spalla.

Dieci minuti dopo erano pronti sul ponte della Perla Nera. Lina osservò quella nave immensa, pensando a quanto sarebbe stato piacevole il viaggio di ritorno, sereni e pieni di tesori. "Ci vediamo fra una settimana, Jack! Non tirarmi un bidone".

"Non sono mica tanto scemo, piratessa, come minimo, se lo facessi, mi cercheresti ai quattro angoli del mondo per vendicarti".

Lina ridacchiò. "Ma quale piratessa? Sai, stando con la tua ritrovata ciurma, ho capito che i pirati sono puzzolenti, trogloditi e che urlano troppo per i miei gusti. Preferisco fare la maga".

"Ah, quanto talento sprecato ragazza" – borbottò Jack.

Di fianco a lui, venuto a salutarli, Daryl scosse la testa. "Sei matto? Ringrazia il cielo che se ne torni a terra! Se resta, questa ci frega tutto l'oro nascosto nei sette mari. Fidati, quando si tratta di guadagni e tesori, meglio non essere in affari con lei".

Lina gli sorrise, maligna. "Invece di fare lo spiritoso, pensa alla tua Alix. Hai da impegnarti, mio caro. Hai davanti una lunga strada per arrivare a lei, tutta IN SALITA!".

Daryl sospirò. "Carina come sempre, Inverse, non ti smentisci proprio mai. E ora su, vai! Sono stanco di sentirti, di prima mattina la tua voce ha la capacità di spaccarmi i timpani".

"Volete una scialuppa?" - chiese Jack.

"Si" – affermò Gourry. Ma Lina lo bloccò. "No grazie, non ci serve".

Lo spadaccino sbiancò. "Perché?".

"Semplice, in volo faremo più in fretta". E prima che Gourry potesse protestare, Lina lo afferrò per la maglia, per poi volare alta in cielo. Volò a pelo dell'acqua, gustando la freschezza delle goccioline che le bagnavano il viso.

Era una giornata splendida, serena e limpidissima, la giornata ideale da passare con il proprio uomo su un'isola deserta a caccia di tesori. Ignorò i lamenti e la presa convulsa sulla sua vita di Gourry, come sempre terrorizzato dal volo, e si gustò attimo per attimo quel momento di assoluta libertà. Era così diverso dalla volta precedente, in mezzo alla tempesta, con Gourry che non respirava. Erano cambiate tantissime cose da allora, in meglio. Non avrebbe mai creduto che la ruota avrebbe ripreso a girare dalla sua parte.

Quando giunsero all'immensa e bianchissima spiaggia, si abbandonò su di essa. Era morbida, calda, accogliente. Era tutto perfetto. "Stai bene?" - chiese a Gourry, al suo fianco, ancora pallido e incredulo di essere a terra.

"Non mi hai dato il tempo di prepararmi al volo" – si lamentò lui.

"Se lo avessi fatto, saresti stato una lagna".

"Mi verranno i capelli bianchi, con te".

Lina si voltò verso di lui, sorridendo. Appoggiò il mento alla mano, osservandolo divertita. "Questo posto mi ricorda che sei in debito con me per tante cose, mio caro. Ti conviene non lamentarti troppo".

Gourry rispose al sorriso, accarezzandole la frangia con l'indice della mano. "Non smetterai mai di rinfacciarmelo, vero?".

"Te lo rinfaccerò solo quando meriterai che te lo rinfacci".

Si guardarono, calò il silenzio e le loro labbra si unirono in un lunghissimo e dolce bacio. Erano soli, pensò Lina. E fare l'amore con lui su quella spiaggia sarebbe stato fantastico. E, pensò, di tempo per farlo ne avrebbero avuto a volontà, dopo aver trovato l'oro. Ma doveva sbrigarsi a dirlo a Gourry perché era già steso su di lei e se non lo avesse bloccato, nel giro di pochi secondi non sarebbe più riuscita a farlo. Allontanò le labbra dalle sue ed era una cosa che gli costava tantissimo. "Aspetta..." - sussurrò con la voce rotta – "Sai perché siamo quì, giusto?".

"Si. Però..." - protestò lui.

Lina gli strizzò l'occhio. "Lo conosci il detto, vero? Prima il dovere e poi il piacere. Sarà molto più bello quando non avremo più niente da cercare e saremo liberi da ogni impegno".

Gourry sbuffò, tirandosi su e mettendosi a sedere. "Ma Lina, quando succederà? Quest'isola è enorme".

"E allora? Se sai dove cercare, che ti importa delle dimensioni?".

"E tu sai dove cercare?".

La maga annuì, tirandosi in piedi. "Credo di si. Seguimi" – ordinò, dirigendosi verso l'immensa foresta tropicale che costeggiava la spiaggia.

Gourry le si affiancò, accigliato. Ma non chiese nulla.

Entrarono nella fitta vegetazione tropicale, inerpicandosi per la montagna e camminando in sentieri di sabbia morbida e bianca come quella della spiaggia. Il sole solleticava la loro pelle ma non era fastidioso. Era solo piacevole, come tutto del resto. In una giornata come quella, niente poteva andare storto. "Dobbiamo arrivare al fiume e proseguire verso la cima della montagna. C'è una cascata, dobbiamo arrivarci" – spiegò, come a voler sedare la curiosità che Gourry non poteva non avere.

"Perché? Come fai a sapere che lì c'è dell'oro?".

Lina alzò le spalle. "Non posso esserne certa, ma Yonas mi ha fatto una specie di indovinello e pensandoci e ripensandoci, sono giunta alla conclusione che si riferisse a questo posto. Nella terra, fra le rocce, sotto l'acqua. Ha senso! La cascata è circondata da rocce e oltre allo scroscio d'acqua...".

Gourry annuì, finendo la frase per lei. "Di solito c'è una caverna nella montagna... Indovinato?".

Lina annuì. "Sì, esatto, c'è tutto, acqua, terra e rocce. Dietro a una cascata sembra un buon posto per nascondere un tesoro per un pirata, no?".

"Decisamente!". Gourry la prese per mano, riprendendo a correre. "Dai, allora troviamo questa cascata e questo tesoro. In fondo aspetta noi".

"Wow, che fretta! Non ti ho mai visto così entusiasta, Gourry!".

Lo spadaccino rise. "Ah, non è l'oro che mi interessa. E' più il dopo ad attirarmi".

Lina scosse la testa, divertita e allo stesso tempo lusingata. Era meraviglioso che lui la desiderasse così e in fondo Gourry aveva ragione, anche lei non vedeva l'ora del dopo.

Corsero una buona mezz'ora, arrivando al torrente che attaraversava l'isola. L'acqua era bassa, se ci fossero entrati, forse sarebbe arrivata alla loro vita, e zampillava vivacemente nella sua corsa verso il mare. Costeggiarono il torrente, andando nella direzione opposta alla corrente, verso la fonte e la cima della montagna. E dopo altri infiniti minuti di sfacchinata, giunsero alla cascata. Avevano il fiato corto e le gambe dolenti per la corsa in salita, ma Lina era soddisfatta. La memoria non la ingannava mai e la cascata era esattamente dove pensava.

La maga la guardò. Non era immensa e nemmeno troppo alta, un salto di circa tre metri dal costone sopra di loro. Il rumore dell'acqua che si tuffava nel torrente però era assordante lo stesso, a ridosso della cascata. "Mi bagnerò i capelli" – borbottò. "Spero almeno che l'acqua non sia gelata".

Gourry osservò l'acqua. "Beh, inutile pensarci. E' da attraversare e la attraverseremo". La prese per mano, costingendola ad entrare nel torrente.

Per un attimo Lina trattenne il fiato. Era gelida! Accidenti alle cascate, perché non erano mai composte da calde acque termali? Pregò che Yonas non si fosse preso gioco di lei perché, pur con tutto l'amore che provava per lui, sarebbe tornata a Turkos, sarebbe ridiscesa agli inferi e avrebbe fatto altre quattro chiacchiere con lui! Meno amichevoli della volta precedente!

Camminarono fino al punto dove la cascata si gettava nel torrente, presero un profondo respiro e la attraversarono. Il violento scroscio d'acqua le fece girare per un paio d'istanti la testa ma strinse i denti, strinse la mano di Gourry nella sua e proseguì oltre.

Quando furono nella grotta, con la cascata alle loro spalle, erano bagnati ed infreddoliti come pulcini. Gourry si guardò attorno, osservando le rocce scure che facevano da pareti a quella grotta nascosta. "E' un ambiente piccolo Lina, saranno al massimo una decina di metri quadrati e, se non sto attento, i soffitti son talmente bassi che ci picchierò contro la testa. Non c'è molto da guardare e se quì c'è un tesoro, sarà facile trovarlo".

La maga rabbrividì. Lì sotto c'era un'umidità pazzesca, stava congelando. I capelli le gocciolavano sulla schiena e lo striminzito abitino che indossava era completamente fradicio. "Facile, certo. Se prima non moriremo di ipotermia...". Pensò al da farsi, si guardò attorno pensierosa. Poteva usare qualche incantesimo esplosivo per tastare il terreno, ma si trovavano in una grotta sotto ad una montagna, non era il caso... Potevano scavare con le mani, ma l'idea di spezzarsi le unghie non la allettava per niente. Pensierosa, sfiorò con le dita il ciondolo che portava al collo. Un diamante... 'L'oro chiama l'oro, le pietre preziose chiamano altre pietre preziose'. Sorrise. "Ma certo, perché non ci ho pensato prima!". Gli venne in mente la sua infanzia, alla Gilda dei maghi, quando era una maga apprendista e gli spiegavano le interazioni fra i vari elementi che compongono la terra. I simili, si attraggono. La magia poteva essere distruzione, forza, poteva annientare intere città. Ma sapeva anche essere mite, gentile e usata semplicemente nelle piccole attività quotidiane come aiuto.

Si tolse il ciondolo, recitando sotto voce una formula che non aveva mai usato perché fino a quel momento i tesori li aveva sempre sottratti ad altri e mai si era imbarcata in una caccia al tesoro. Pensò a Daryl e a quanto avrebbe pagato per sapere castare un incantesimo tanto semplice e un sorrisetto maligno le comparve in viso. Finì di recitare la formula, mentre il ciondolo di Yonas prendeva a lievitare in aria e a brillare di una luce incandescente e accecante.

"Lina, che fai?" - chiese Gourry, stranito da quello strano rituale.

La ragazza sorrise, osservando quel gioiello tanto prezioso. "Sta a vedere" – sussurrò.

Improvvisamente il diamante prese a fluttuare nella caverna, come guidato da volontà propria. Accostò le pareti, il pavimento roccioso, volando lentamente fra le rocce. Poi di colpo si fermò per alcuni istanti nell'angolo destro della caverna, cominciando poi a girare su se stesso fino a poggiarsi sopra una grossa roccia. "Bingo Gourry! Lo abbiamo trovato".

"Ma che hai fatto?".

La maga lo prese per mano, guidandolo verso il ciondolo. "E' un incantesimo semplice, praticamente ho dato un pizzico di vita al mio ciondolo, regalandogli la capacità di usare l'istinto".

"I ciondoli hanno degli istinti?".

"Istinti primordiali sopiti, ogni oggetto, anche inanimato, ne è provvisto anche se in forma latente, addormentata. Dopo averli risvegliati, questi istinti guidano l'oggetto verso un loro simile. Più o meno è quello che guida noi esseri umani a stare fra noi, a cercarci, detto in parole povere. Capito?".

"Non esattamente".

Lina sbuffò. "Il diamante del ciondolo ci sta guidando verso altri diamanti, in pratica. E a quanto pare, quì ce ne sono".

Si fermarono dove si era posato il ciondolo e Lina fece segno a Gourry di aiutarla a spostare la roccia. Il ciondolo sentiva il richiamo di altri oggetti preziosi proprio in quel punto. Yonas non si era sbagliato e proprio il suo regalo l'aveva portata a trovare il tesoro più prezioso nascosto su quelle isole. Per un attimo gli si strinse il cuore e desiderò averlo vicino per abbracciarlo, Yonas avrebbe trovato quell'esperienza straordinaria. Scosse la testa, ricordando a se stessa quanto era stata fortunata a poterlo rivedere almeno una volta. Non a tutti era concesso un tale privilegio... Rimise il ciondolo al collo e aiutò Gourry a spostare il masso. Poi scavarono nella terra umida e fangosa finché le loro dita impattarono su una superficia liscia e dura. "Ci siamo!" - esclamò la maga, scavando con più vigore.

Un enorme forziere comparve dalla fanghiglia e dalle tenebre della storia, dopo un riposo sotto terra di secoli. Era grande, di legno, con un enorme lucchetto di ferro che celava e custodiva il suo contenuto al mondo. Con un incantesimo, la maga forzò la serratura, deglutendo lo aprì.

Una miriade di gemme, diamanti, monete d'oro e gioielli comparvero ai loro occhi, talmente luccicanti e preziosi da riuscire a fare luce nel buio della caverna col loro splendore.

A Lina e Gourry si mozzò il fiato. La maga sfiorò i gioielli, tutti di valore inestimabile a prima vista. Era estasiata, di tesori ne aveva visti e rubati tanti in vita sua ma non le era mai capitato niente di simile. "Gourry, siamo ricchi..." - mormorò rapita, pensando che forse, quando si fosse ripresa, avrebbe studiato la loro storia, la loro provenienza e la vita del pirata misterioso che li aveva nascosti lì.

Lo spadaccino annuì, immobile. "Lo vedo".

Lina scoppiò a ridere, gettandosi col viso fra le monete e i gioielli, in estasi. "Ricchi Gourry, ricchissimi! Torneremo nel continente con più gioielli di un re!". Rise, a crepapelle, come non rideva da tantissimo tempo. Abbracciò Gourry, lo baciò con passione, spingendolo fra il fango. Non le importava né del freddo né del fatto che avrebbe dovuto contare ogni moneta, ogni diamante, ogni grammo d'oro contenuto nel forziere. Beh, l'avrebbe fatto dopo, avevano tutto il tempo del mondo! Il ciondolo le sfiorò il collo e si bloccò di colpo, tornando alla realtà. Yonas l'aveva aiutata, l'aveva condotta fino a quel luogo e il ciondolo che portava al collo, simbolo del loro amore, l'aveva resa ricca. Per quanto inestimabile fosse il tesoro appena trovato, non era nulla in confronto all'amore con cui Yonas l'aveva guidata fin lì. E si rese conto che di tutti i gioielli del forziere, l'unico che avrebbe sempre amato sarebbe stato quel ciondolo che portava al collo. Perché era di Yonas ed era una parte che sarebbe sempre stata importante per lei, dolorosa da ricordare e allo stesso tempo dolce. Era stato il suo passato e le aveva dato la spinta per intraprendere la strada per il suo futuro. Ora dipendava tutto da lei. "Gourry" – mormorò – "Credi che sarà facile andare avanti? Sarà facile come è stato facile trovare questo tesoro?".

Gourry le accarezzò la guancia, come percependo i suoi pensieri. "Non è stato solo attraversare la cascate e guardare il ciondolo, Lina... Non è stato facile trovare questo tesoro, è stata una strada lunga, difficile e dolorosa, cominciata il giorno in cui hai ricevuto la lettera di Jack. Lina, arrivare fin quì è stata un'impresa davanti alla quale tanti si sarebbero arresi prima di cominciare. Ma non tu! Per quanto difficile sia stato, hai raggiunto la tua meta. E io sono fiero di te. Ho insistito perché rimettessi quel ciondolo perché fa parte di te e rappresenta ogni tua lotta, ogni tua gioia, ogni tua caduta e ogni tuo rialzarti e ripartire. E' un simbolo, di tante cose. Per me è solo un gioiello, per te rappresenta una parte di vita che ti porterai sempre appresso e che ti ha resa quello che sei".

"Non ce l'avrei fatta se non ti avessi avuto al mio fianco".

"E invece sì perché, senza nemmeno accorgertene, hai avuto la forza di fare il primo passo e partire. Lasciare la casa di Yonas è stata la parte più difficile e l'hai fatto da sola. Il resto è venuto da se. Sai, dicono che nella vita non si abbiano mai certezze ma non è vero. TU sei una certezza per me e dovresti esserlo anche per te stessa. E niente cambierà mai questa cosa, per quel che mi riguarda. Anche quando c'era Madeline, anche quando ho rischiato di perdermi, tu hai saputo tenermi a galla e sei riuscita a essere il mio punto fermo".

Lina sorrise, baciandolo di nuovo sulle labbra. Ora era pronta davvero a tornare a casa e a riprendere la sua vita in mano. "Ti amo" – sussurrò, baciandolo.

Gourry la strinse a se. "Anche io. Ma... ". Osservò il forziere aperto, pensieroso. "Sei malata? Mi pare così strano che non ti sia ancora messa a contare il valore di tutta la roba la dentro".

Lina scoppiò a ridere, spingendolo a terra e stendendosi sopra di lui. "Ah, è stato quì per secoli, un altro pò di attesa non gli farà male. Ci sono tesori che possono aspettare e tesori che non possono farlo" – sussurrò maliziosa, baciandolo brevemente sulla labbra. Osservò la grotta, la cascata che li nascondeva al mondo e freddo e umidità sparirono. E pensò che non le sarebbe capitato mai più un posto tanto bello dove fare l'amore con Gourry.




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Capitolo 26
*** Famiglia, finalmente ***


Ed eccomi giunta all'ultimo capitolo di questa storia. Ricordo ancora l'estate che ha preso vita nella mia testa e quanto l'abbia coccolata e cullata dentro di me, mentre prendeva vita, capitolo dopo capitolo. Credo di non aver mai voluto tanto bene a una mia fanfiction come è successo con questa e spero che lasci bei ricordi in chi l'ha letta e seguita. Grazie come sempre di tutto, a tutti voi, sperando che questo capitolo ne sia la degna conclusione. E ovviamente, a presto!




Famiglia, finalmente


Le foglie, in autunno, avevano la stessa varietà calda di colori tipica di un Dragon Slave. O di qualcun altro dei suoi più potenti incantesimi. Forse era per quello che da sempre era la sua stagione preferita. I primi freschi, le fiere d'autunno, la vendemmia, il camino che la sera torna ad accendersi, funghi, dolci di zucca, castagne e mille altre prelibatezze da assaporare... "Già, castagne!". Con lo stomaco che le borbottava per la fame, con un bastoncino mosse la brace accesa nel piccolo forno a legna del giardino, soffiandoci sopra per alimentarne la fiamma. "Coraggio, quanto ci mettete!" - borbottò fra se e se – "Se ritardate ancora, finirà che la legna si bruci tutta".

Quasi fosse stata sentita, sentì lo scricchiolìo del piccolo cancello di legno che dal bosco portava al giardino di casa sua. Gourry le comparve davanti, con un enorme sacco di tela in mano, colmo fino all'orlo, e una bambina di circa cinque anni sulle spalle.

La maga li guardò storto. "Siete in ritardo".

La bimba e Gourry si guardarono negli occhi in segno d'intesa, poi la piccola saltò a terra agilmente, correndole incontro. "Ma Lina, non potevamo mica lasciarle nel bosco! Le abbiamo raccolte tutte, le castagne! Guarda nel sacco quante ce ne sono".

Scettica, la maga si avvicinò a Gourry. Lo spadaccino appoggiò a terra il sacco per permetterle di guardare dentro. "Donna di poca fede" – borbottò, divertito, osservandola guardare attentamente nel sacco.

Lina rise. "Non male, saranno almeno quindici chili di castagne. Le potremo fare arrosto e ci potremo fare anche della marmellata e dei dolci".

"Posso portarne un pò a casa, quando mamma viene a prendermi?" - chiese la bimba, avvicinandosi a lei.

Lina le sorrise, scompigliandole i lunghissimi capelli castani che le ricadevano sulla schiena. Erano lisci e morbidi come seta, splendidi. Come la loro proprietaria dai grandi occhi vivaci ed espressivi, dalle guance piene e rosee e dall'espressione biricchina. Ogni volta che la guardava, si fermava a pensare allo scorrere del tempo. Aveva cinque anni, quella bimba, una nullità in confronto alla vita della terra. Eppure un tempo enorme per lei, che da neonata era diventata una bambina vivacissima, dalla lingua lunga e capace di fare mille cose. Era così cresciuta dalla prima volta che l'aveva incontrata, piccolissima e indifesa. Ma sembrava un'eternità. "Certo che potrai portarne a casa un pò, Aubree. Anzi, credo sia la soluzione ideale perché è ormai tardi e non cuocerebbero in tempo. Tua madre fra poco sarà quì".

"Uffa, ma c'è il fuoco acceso" – borbottò la bimba.

Gourry si inginocchiò di fianco a lei. "Aubree, purtroppo Lina ha ragione, è tardi. Basta capricci, ti ricordi il nostro patto, vero?".

Aubree sbuffò. "Sì, ogni capriccio che faccio sarà un giorno in meno che potrò stare da voi. Però... guarda che fare la brava bambina è faticoso. Potresti anche non dirlo a mamma, quando faccio la cattiva".

Lina rise. "Adoro la sua logica". La prese per mano, invitandola a seguirla su una panca in legno a ridosso della porta d'ingresso della loro casa. Vivevano lì da due anni ormai, lei e Gourry. Dopo il viaggio nei mari del sud erano tornati a Zephilia a completare le ultime formalità del lavoro svolto con Yonas e poi si erano sposati. Successivamente, anche aiutati dall'ingente disponibilità economica di cui disponevano grazie ai tesori trovati durante il loro viaggio con Jack Sparrow, avevano viaggiato per alcuni anni come ai vecchi tempi. Fino a quando non avevano saputo del ritorno a Zephilia dei genitori di Yonas e di Aubree. Il loro lavoro come ambasciatori nell'isola di Ihurun era terminato e come era giusto che fosse, erano tornati a casa loro.

Lei e Gourry, in quel momento, decisero che era arrivato il tempo di fermarsi un pò. Avevano comprato una piccola casetta a Zephilia, a ridosso del villaggio e della foresta di proprietà della famiglia Hayden e vi si erano trasferiti. Da quel momento, spesso, Aubree era stata con loro. Margareth e Gotfried, ormai anziani, faticavano a stare dietro alla bambina che cresceva e spesso la affidavano a lei e Gourry perché diventassero per la piccola un punto di riferimento il giorno in cui non avessero più potuto esserlo loro.

Lina amava da sempre Aubree e anche Gourry le era ormai affezionato come un vero padre. Lei e lo spadaccino erano spesso complici di giochi spericolati ed Aubree voleva fare sempre tutto con lui, quando era presente, tanto che spesso si scopriva un pò gelosa del rapporto che si era instaurato fra loro. Ma durava un attimo, tutto ciò che desiderava era vederli felici. E lo erano. E pure lei, da anni ormai.

Si sedette sulla panca, prendendo Aubree in braccio. Le accarezzò i lunghissimi capelli, lisci e perfettamente pettinati, tenuti a bada da un nastro rosso. Era bella Aubree, elegante, raffinata e molto più femminile di quanto lo fosse mai stata lei. Indubbiamente, in questo c'era l'impronta di Margareth. La stava rendendo una piccola lady e, anche se se ne stupiva, questo non la disturbava perché aveva saputo trasmettere ad Aubree eleganza e delicatezza e non altezzosità. Esattamente come, tanti anni prima, aveva fatto con Yonas. Aubree, a soli cinque anni, sapeva come abbinare i colori degli abiti, sapeva pettinarsi da sola e sapeva anche mettersi lo smalto sulle unghie senza sbavature. Cosa che, lei che sapeva sconfiggere i demoni col Giga Slave, non aveva mai imparato. "Sei pronta a tornare a casa, hai sistemato tutte le tue cose? Fra pochi minuti la mamma e Lotte saranno quì".

Aubree si voltò verso di lei, prendendo a giocare col collo del suo vestito. "Sì, tutto. Lina, lo sai che il tuo ciondolo mi piace proprio tanto?" - esclamò infine, sfiorando il gioiello che teneva al collo.

La maga sorrise. "Davvero ti piace?".

"Si!".

Lina le accarezzò i lunghi e morbidi capelli che le ricadevano sulle spalle. Aubree era una vera lady e come tutte le brave lady del mondo aveva l'occhio lungo per i bei gioielli. In questo, pensandoci, non era tanto diversa da lei. "Sai, questo me l'ha regalato tuo fratello tanti anni fa!". Era strano, spesso Aubree le aveva visto quel gioiello ma non le aveva mai raccontato la sua storia.

Aubree per un attimo spalancò gli occhi ma poi imbronciò. "Uffa però! A me mio fratello non ha regalato niente. Non è giusto!".

Lina la strinse a se, accarezzandole la schiena. "Non ti ha regalato niente perché non ne ha avuto il tempo. Ma se fosse stato quì, ti avrebbe riempita di regali. Ecco, ora se ci fosse Yonas, tu saresti la bambina di cinque anni con più regali al mondo".

Aubree non rispose, guardandola sospettosa.

E Lina sospirò. Si portò le mani al collo, slegando quel ciondolo che non toglieva mai, da tanti anni. "Sapresti averne cura, senza perderlo?" - disse, mettendoglielo al collo.

"Certo, sono grande ormai!" - rispose la bimba, con gli occhi che brillavano dalla contentezza.

"E allora te lo regalo. Sono sicura che Yonas sarà felicissimo di sapere che ora è tuo".

"Ma Lina?!" - esclamò Gourry, spalancado gli occhi dalla sorpresa.

La maga gli fece l'occhiolino. "E' giusto così, è ora di farlo. Sono sicura che è in ottime mani, vero Aubree?". Già, era giusto così. Aubree era la sorellina di Yonas e lui, ovunque fosse, sarebbe stato felice di sapere il ciondolo nelle sue mani. Una volta non riusciva a concepire la sua vita lontana da quel gioiello ma gli anni, la vita e l'amore di Gourry le avevano fatto superare ogni difficoltà e le avevano insegnato a fare tesoro dei ricordi. Quelli erano il vero tesoro lasciatogli da Yonas, l'unica cosa che non avrebbe mai potuto perdere. Non un ciondolo, non più. Ora lo sapeva.

"Vero". La bimba la abbracciò, felice. Poi, pensierosa, le sfiorò il pancione dove, da oltre nove mesi, cresceva il figlio suo e di Gourry che non si decideva a nascere. "Grazie Lina" – bisbigliò, baciandole la guancia. "Quando il bambino sarà nato, potrò venire ancora da voi, vero?".

Gourry sorrise, inginocchiandosi accanto a loro. "Certo, noi avremo bisogno di te! Sarai la sua sorella maggiore, ricordi?".

"Si, sorella maggiore! Il bambino dovrà fare tutto quello che gli dirò!".

Lina ridacchiò fra se e se. Cominciavano bene... Ma non ebbe tempo di pensare ulteriormente a quanto Aubree rischiasse di somigliare, in futuro, a sua sorella Luna e che suo figlio probabilmente, in virtù di questo, aveva capito che era meglio rimandare la sua nascita il più tardi possibile perché i suoi nefasti pensieri furono interrotti dall'arrivo di Margareth e Lotte, giunte con la loro carrozza a prendere la piccola Aubree per riportarla a casa.

"Lina, fra poco quel pancione ti scoppierà!" - esclamò allegra Lotte, aprendo il piccolo cancello in legno che portava al giardino.

La maga sospirò, accarezzandosi il ventre. "Sì, probabile! Questo bambino è incredibilmente dispettoso. O pigro!".

L'anziana donna la abbracciò, accarezzandole i lunghi capelli rossi. "Ah Lina, i bambini se ne infischiano di date e scadenze che noi decidiamo per loro. Nascono quando ne hanno voglia e quando si sentono pronti".

Lina sorrise. Amava Lotte, alla follia, ed era sempre felice di vederla. Era come una nonna per lei e la considerava parte della sua famiglia. Era stata la sua roccia, colei a cui si era aggrappata quando affogava nel dolore per la morte di Yonas ed era stata sempre lei che l'aveva appoggiata quando era tornata con Gourry, dopo l'avventura per i sette mari con Jack Sparrow. Aveva gioito con lei, era stata felice nel vederla ricostruirsi una vita ed era diventata la fan numero uno della famiglia che stava costruendo con lo spadaccino.

Margareth, dietro di lei, fu travolta dall'esuberanza di Aubree che in un balzo le fu al collo. "Ciao mamma! Meno male che sei con la carrozza, abbiamo tante castagne da portare a casa".

Lotte e Margareth fissarono l'enorme sacco che riposava vicino al caminetto acceso. L'anziana governante guardò storto prima Gourry e poi Lina. "Siete andati a cercar castagne a gravidanza così avanzata? Oh Lon, è da folli! Lina, non devi stancarti! E tu..." - scosse la testa, sospirando – "E tu Gourry... Mi meraviglio di te! Devi prenderti cura della tua sposa".

Lo spadaccino deglutì, leggermente in difficoltà. "Ecco veramente...".

Lina scoppiò a ridere, divertita. "Ah, tranquilla Lotte, ci sono andati solo lui e Aubree! Io ho aspettato quì e mi sono limitata ad accendere il fuoco nel camino".

"Ma anche accendere il fuoco è faticoso, benedetta ragazza!" - borbottò Lotte.

E a quel punto fu Gourry a scoppiare a ridere. "State tranquilla, se c'è una cosa che Lina sa far bene, quella è accendere il fuoco. Vedeste quanto le viene facile, quando recita le formule dei suoi incantesimi".

Lotte e Margareth si guardarono in viso, scuotendo la testa, mentre Aubree travasava un pò di castagne in un altro sacco. Quando ebbe finito, tutta soddisfatta, lo trascinò fino ai piedi della madre. "Io ho finito, sono pronta per andare a casa e mangiarle! Andiamo?".

Lina e Gourry sorrisero davanti alla risolutezza della piccola. La maga le si inginocchiò davanti, abbracciandola. "Ci vediamo presto allora, sorella maggiore".

Aubree annuì. "Va bene. Ma tu non farti venire troppo mal di pancia, quando il bambino nascerà".

Lina sorrise, dolcemente, davanti all'apprensione della piccola. Per quanto avesse paura dei dolori del parto, sapere che Gourry e Aubree tifavano e si preoccupavano per lei le dava la sicurezza che tutto sarebbe andato per il meglio. "D'accordo".

"Va bene, mi fido di te!". Aubree corse da Gourry, salutandolo con un abbraccio e poi insieme a Lotte e a Margareth salì sulla carrozza e tornò a casa sua, lasciando il giardino avvolto da un piacevole silenzio.

Stringendosi nello scialle, Lina si appoggiò alla porta di casa, fissando distrattamente la strada percorsa dalla carrozza che ormai era scomparsa dalla sua vista. "Mi mancherà, lei mi manca sempre quando se ne va via".

"Tornerà presto" – sussurrò Gourry, cincendole le spalle ed attirandola a se. "E ora su, le vuoi o no queste castagne? Ti metterai buona buona in casa e io le arrostirò sul fuoco, ti va?".

Lina sospirò, sconfortata. Fino a poco prima le aveva desiderate ardentemente ma a quanto pareva la gravidanza sapeva giocare brutti scherzi togliendoti in un attimo appetito e voglie culinarie. "Non più. A dire il vero vorrei andare a dormire un pò, sono stanca" – ammise.

Gourry spalancò gli occhi dalla sorpresa. "Stai bene? Cioè, stai per partorire?".

"Ahh, Gourry!". Con la mano gli diede una sonora pacca sulla fronte, proprio nel mezzo. "Possibile che ogni volta che voglio stendermi, tu pensi che stia per partorire?".

"Beh, ma prima o poi succederà. Il bambino doveva nascere una settimana fa".

"Già! E di chi è la colpa?".

Gourry rise. "Scommetto che è la mia, per qualche strano e assurdo motivo, giusto?".

"Certo, è figlio TUO! La responsabilità di quel che fa è tua! Digli di nascere".

"Fosse facile, Lina".

Si guardarono negli occhi e infine scoppiarono a ridere, abbracciandosi. Lo spadaccino le sfiorò i capelli, piano, baciandole la tempia. "Perché hai regalato il ciondolo ad Aubree?".

"Perché era giusto così! Non mi è pesato farlo e lei lo desiderava tanto. Era un dono di suo fratello ed è giusto che lo abbia lei. Di Yonas io ho i ricordi, lei non ha nulla".

"Ma ci tenevi così tanto".

Lina annuì. "Una volta mi hai detto che avrei dovuto indossare quel ciondolo per sempre o finché non mi fossi sentita pronta a separarmene. Ora sono pronta! Non perderò Yonas e il valore che ha avuto per me semplicemente privandomi di un gioiello, ora lo so". Alzò il viso, baciandolo sulle labbra. "E comunque, Gourry Gabriev, se proprio ci tieni a vedermi con un ciondolo al collo, ti ricordo che sto per darti un figlio! E una cosa del genere merita un regalo prezioso, no?".

Gourry si grattò la guancia, pensieroso. "Mi manderai sul lastrico, a furia di chiedermi regali".

"Mi hai messa incinta, ti ricordo".

"E io ti ricordo che eri d'accordo".

Risero, di nuovo. Avevano superato mille tempeste, mille pericoli, mille mondi e mille mari per ritrovarsi. Non era stato facile ma terribilmente complicato, tortuoso e doloroso. E ora quel giardino, i colori e il vento dell'autunno, quella vita che scalciava dentro al grembo della madre parevano ad entrambi il traguardo di una lunga strada. Tanta ne avevano percorsa e tanta ancora ne avevano da fare. E sapevano che per quanto tortuosa e incidentata, l'avrebbero sempre percorsa insieme.



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