Per amore di Lina di lady lina 77 (/viewuser.php?uid=18117)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lina Inverse, sei in arresto! ***
Capitolo 2: *** In fuga ***
Capitolo 3: *** Nell'immensità del mare ***
Capitolo 4: *** Arrivo a Tortuga ***
Capitolo 5: *** Nella notte ***
Capitolo 6: *** Ciurma al completo! ***
Capitolo 7: *** Donne contro uomini ***
Capitolo 8: *** Dal passato di Lina e Jack... ***
Capitolo 9: *** L'invito ***
Capitolo 10: *** Una serata difficile ***
Capitolo 11: *** Yonas, che voleva volare ***
Capitolo 12: *** Saper ricominciare ***
Capitolo 13: *** La pergamena ***
Capitolo 14: *** Jack contro la Perla Nera ***
Capitolo 15: *** Naufraghi ***
Capitolo 16: *** Lasciar andare il passato ***
Capitolo 17: *** Le parole che non riesco a dirti ***
Capitolo 18: *** Parlami ***
Capitolo 19: *** Leesel ***
Capitolo 20: *** Puro come la neve ***
Capitolo 21: *** Tempo ***
Capitolo 22: *** L'amore ***
Capitolo 23: *** L'alba di un giorno nuovo ***
Capitolo 24: *** Riconquistare un sogno ***
Capitolo 25: *** Dove c'è Lina, c'è un tesoro ***
Capitolo 26: *** Famiglia, finalmente ***
Capitolo 1 *** Lina Inverse, sei in arresto! ***
Ta-daaammm!
Eccomi col seguito de 'L'antica maledizione', ambientato oltre tre
anni dopo la morte di Yoshy e Madeline. Se per L'antica Maledizione
avevo preso spunto dai film de 'La mummia', quì invece
verrete
trasportati nelle ambientazioni de I Pirati dei Caraibi. Questa
fanfiction infatti è un crossover con quei film e
sarà presente
nella storia niente poco di meno che Jack Sparrow in persona!
E'
un
seguito a cui tengo molto e spero che venga bene! Verrà
scritto in
alternanza all'altra mia storia nuova, Se un giorno mi diventassi
estranea e gli aggiornamenti si alterneranno fra l'una e l'altra
storia.
Spero
vi
piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate con i vostri
commenti e critiche che davvero, mi fanno sempre piacere e mi
spingono a produrre, produrre e produrre ancora!
A
presto!
Lina
Inverse, sei in arresto!
Porto di Seyruun ed una splendida giornata
di sole...
Sembrava un deja vù, in
effetti... Laggiù ci era già
stata, in una giornata serenissima!
Una giovane donna di circa venticinque
anni, dai lunghi
capelli rossi come il fuoco camminava sulla banchina, accanto alle
navi attraccate e pronte per la partenza verso il mare al di la della
barriera dei demoni. Indossava un semplice abitino blu estivo, lungo
fino alle ginocchia e legato in vita da un nastro bianco e sulla
testa un cappello di paglia con un nastro del medesimo colore del
vestito che le copriva parzialmente il viso. Camminava guardandosi
attorno pensierosa, attenta a non perdere il cappello a causa della
brezza marina che le scompigliava i lunghi capelli rossi, facendoli
muovere ritmicamente al vento. "Se perdo il cappello e qualcuno
mi riconosce, sono fritta!". Sospirò a quel pensiero,
maledendo
il giorno in cui aveva deciso di tornare in quel porto. Accidenti,
lei non godeva propriamente di... una buona fama laggiù...
Dubitava
che gli abitanti di Seyruun avessero dimenticato quanto successo anni
prima... Oh certo, si era trattato di uno spiacevole incidente ma...
ecco... di sicuro chi viveva lì non si era probabilmente
scordato
quel Dragon Slave che aveva quasi raso al suolo la città
quasi sette
anni prima. Mh, non lo aveva fatto apposta, una certa draghetta di
nome Philia aveva deciso di metterla alla prova proprio in quel
tratto di mare e lei aveva dovuto agire di conseguenza...
Però poi,
lo tsunami generato dal suo incantesimo aveva in effetti combinato un
macello...
Lina sospirò! Parevano passati
secoli da allora... E
anche la città era rifiorita, tornando ad essere il placido
e
fiorente porto di pochi anni prima. Però... restava comunque
un
fatto: Lina Inverse da quelle parti non era propriamente... amata...
E passeggiare in incognito con quel cappello che le celava il viso,
poteva contribuire a evitarle di essere riconosciuta e un bel
pò di
guai. Soprattutto perchè si trovava in... ehm... QUEL
particolare
periodo del mese. E non poteva di conseguenza usare la magia ancora
per alcuni giorni... Essere donna era davvero una rottura di scatole,
a volte!
Avrebbe volentieri fatto a meno di recarsi
laggiù ad
essere onesti. Ma... era anche molto tempo che non accettava lavori
remunerati e il contante cominciava a scarseggiare. E quindi un
lavoro, anche se l'offerta proveniva da Seyruun, era comunque ben
accetto in quel periodo di magra. In realtà aveva ancora
alcune
esigue scorte di denaro ma le servivano per muoversi e per i bisogni
primari come trovare locande dove alloggiare e ristoranti dove
mangiare. Erano passati più di tre anni da quando aveva
guadgnato la
lauta ricompensa per la sconfitta di Yoshy, i lavori che aveva
accettato successivamente erano stati scarsamente remunerativi e in
più era stata inattiva per molto tempo. E ora il portafoglio
piangeva!
Sospirò di nuovo, togliendo
dalla tasca dell'abito una
lettera stropicciata. Prese a rileggerla per l'ennesima volta,
sperando di capirci qualcosa di più. Il mittente le era
pressocché
sconosciuto e la professione di tale sconosciuto non la esaltava
granché... Un pirata... Categoria che non amava e di cui si
fidava
ancor meno! Prevedeva guai e fregature e di solito il suo istinto
difficilmente sbagliava! Avrebbe rifiutato all'istante quella
proposta, se non fosse stato per il modo con cui gli si rivolgeva la
persona che gli chiedeva quella collaborazione. Come se la
conoscesse, come se sapesse su cosa far leva per interessarla alla
sua proposta... Ossia, incutendole curiosità e promettendole
avventura e un guadagno che poteva essere illimitato.
Però...
"Accidenti, chi è questo dannato
Jack Sparrow???".
Mai, MAI udito quel nome!
Non sapeva a chi chiedere per riuscire a
trovarlo e
nemmeno si fidava a farlo, visto il tono della lettera:
"Lina
Inverse, conosco il tuo nome e conosco la tua fama. Mi sei stata
caldamente consigliata e mi è stato garantito che con te
raggiungerò
i miei scopi.
Mi
chiamo Jack Sparrow, sono un pirata in cerca di tesori che si sta per
imbarcare nei mari del sud, oltre la barriera. Ho bisogno di una
persona esperta di magia che possa aiutarmi a combattere se
necessario, che se ne intenda di oro e preziosi e che sia abbastanza
forte e coraggiosa da imbarcarsi in territori inesplorati e
tempestati di tesori. Ovviamente avrai la tua giusta ricompensa che,
presumo, sarà di infinito valore se tutto girerà
nel verso giusto.
Ci sono altri dettagli che discuteremo appena ci troveremo faccia a
faccia.
Ti
aspetto nel porto di Seyruun, l'ultimo venerdì di questo
mese. Saprò
riconoscerti. Non chiedere in giro di me però!
Ti
aspetto!
Capitan
Jack Sparrow!".
Tipo sintetico, grafia elementare, frasi
corte e un pò
sgrammaticate... E il fatto che non volesse che si chiedesse in giro
di lui le puzzava un pò... Che nemmeno lui, fosse troppo
amato a
Seyruun? Ma il lavoro pareva dannatamente interessante! E la
prospettiva di partire per posti inesplorati la allettava e
incuriosiva. Certo, la compagnia di un pirata e della sua ciurma non
era il massimo ma se voleva visitare i mari del sud, le serviva una
nave e qualcuno che la scarrozzasse in giro. Poteva sopportare questo
fantomatico Jack Sparrow per un pò, dopo tutto...
Sempre se lo avesse trovato!
"Al diavolo!!! Sono ore che passeggio
avanti e
indietro con il sole, il caldo, la fame! Ti trovo io ahahahah!
Spiritoso!!! Col cavolo Jack! Se non mi conosci, come farai a
trovarmi??? E io come troverò te???".
Sbuffando, si sedette su una panchina del
molo,
guardando il mare. Si era già imbarcata in quelle acque
viaggiando
con Philia e i suoi vecchi compagni e ne conosceva quindi un tratto.
Ma cosa c'era oltre, non lo sapeva... Molti in quegli ultimi anni si
erano avventurati in esplorazioni fra quelle acque sconosciute e
sapeva, dai racconti fatti, che il mare laggiù era
trasparente e
limpidissimo, che assumeva colori splendidi, turchesi, azzurro
cobalto o verde smeraldo, che era costellato da piccolissimi atolli
pieni di alte palme da cocco e che le loro spiaggie erano bianche e
fini come farina e che il clima era sempre caldo. Un ottimo posto per
una vacanza marina da sogno, in pratica! "Ma se sto Jack non
arriva..." - canticchiò, in preda a una LEGGERISSIMA
irritazione...
Dopo un bel pò che aspettava,
sentì le campane
suonare, annunciando il mezzogiorno. E, ormai stanca, si
alzò dalla
panchina stizzita. "Al diavolo Jack Sparrow, i pirati e questo
dannatissimo porto! Io vado in una locanda a pranzare! Che si sbatta
lui a trovarmi, come ha detto nella lettera! Me ne frego di tutto!".
E imbronciata, non lasciando mai che il suo
fedele
cappello le cadesse dalla testa, si diresse verso il paese. Cibo...
Il pesce doveva essere ottimo laggiù, ricordava ancora con
AMORE la
mangiata che si erano fatti lei e Gourry mentre aspettavano Philia!
Sorrise a quel pensiero... Era passato tanto tempo da allora e la
vita di tutti era cambiata molto. Dopo la faccenda di Yoshy si era
sentita qualche volta, frettolosamente, via lettera con Amelia e Zel
ma poi i contatti fra loro si erano via via diradati fino a cessare.
Loro avevano le loro cose da fare e lei aveva smesso da tempo di
immischiarsi nelle vicende della famiglia reale. Aveva saputo
comunque che i suoi due amici avevano annunciato il loro fidanzamento
ufficiale alla popolazione di Saillune e che il matrimonio non era
poi così lontano. Era felice per loro e in un certo senso se
lo
aspettava, come finale, che si sposassero! Doveva andare a trovarli
prima o poi, desiderava vederli e passare un pò di tempo con
loro
come una volta.
Di Gourry invece aveva perso le tracce dopo
la morte di
Madeline. Quando si erano separati era stato chiaro ad entrambi che
difficilmente si sarebbero rivisti e difatti, così era poi
avvenuto.
Non sapeva più nulla del suo vecchio compagno di avventure
ma si
augurava che stesse finalmente bene e avesse ripreso in mano la sua
vita.
Per quanto riguardava lei... beh... Negli
ultimi tre
anni la sua vita aveva avuto tanti stravolgimenti che l'avevano fatta
crescere e maturare, rendendola molto più adulta di come i
suoi
amici potevano ricordarla...
Anche se, i guai continuavano comunque ad
attirarla come
una calamita, visto il motivo per cui si trovava in quella
città
portuale!
Scocciata e vagamente irritata dal ritardo
del suo
pirata, si sedette al tavolo della prima locanda che
incontrò sulla
sua strada, a ridosso del porto, ordinando distrattamente le varie
specialità di pesce riportate sul menù.
Fu solo quando arrivò la zuppa
di pesce di mare che il
suo umore migliorò. Ah, non c'era niente di meglio del buon
cibo per
riconciliarla col mondo! Prese il cucchiaio, pronta a divorarla, per
poi passare al fritto misto di calamari...
Quando qualcuno la bloccò
posandole una mano sulla
spalla e irritandola nuovamente. "Lina Inverse, giusto?".
"Oh?". La maga si bloccò con
viso furente,
verso il malcapitato che aveva osato romperle le scatole nel miglior
momento della sua giornata, quello del pranzo! Sollevò lo
sguardo e
alla vista dello strano uomo che le si parava davanti, la zuppa
rischiò di andarle di traverso. E quello da dove era uscito,
da un
fumetto??? Lunghissimi capelli di un castano scuro, pettinati in
tante strane treccine ornate da altrettante strane perline, grossa
fascia rossa sulla fronte che teneva a bada la sua strana
pettinatura, camicia bianca e blusa e pantaloni marroni, stivalazzi
alti fin oltre le ginocchia, fisico magro e asciutto, faccia da
schiaffi e un cappello sulla testa da... pirata. Deglutì con
terrore... Se tanto le dava tanto, aveva davanti... "Jack
Sparrow?".
"Shhh!". L'uomo allungò l'indice
fino alle
labbra della maga, avvicinando il viso al suo. "Mai dire il mio
nome in pubblico, soprattutto quì a Sayruun! RICORDA!".
Lina sbuffò. I pirati non le
erano mai particolarmente
piaciuti e quello che aveva davanti non faceva eccezione. Timbro di
voce caldo ma strano, da presa in giro, sguardo non proprio furbo e
con probabili, infiniti precedenti penali che lo costringevano ad
aggirarsi a Seyruun in incognito... La vocina interna della sua
coscienza le suggeriva di negare la sua identità e lasciar
perdere,
prima di cacciarsi nei guai. La parte razionale le suggeriva invece
che il suo conto corrente in rosso profondo non le permetteva di fare
troppo la schizzinosa e che doveva quanto meno stare a sentire cosa
gli proponeva quello strano tizio. E alla fine... "Sì, sono
Lina Inverse e a quanto pare mi hai trovato! Come hai fatto?".
L'uomo alzò le spalle, con
noncuranza. "Oh, è un
pò che ti seguivo, ti ho vista al porto e aspettavo che ti
recassi
in un posto più... intimo... per fermarti e parlare con te!".
L'irritazione in Lina cresceva.
"Cioè, mi hai
fatta camminare SOTTO al sole per ORE aspettando che mi recassi in
una locanda per pranzare?". Ok, cominciava ad odiarlo!
Jack si sedette al tavolo, davanti a lei.
"Oh, te
l'ho detto, non posso farmi vedere troppo in giro, c'è mezza
guardia
cittadina che mi da la caccia!".
Lina alzò gli occhi al cielo,
sconsolata. Ma tutte a
lei dovevano capitare!? "Lo immaginavo..." - si lamentò.
"Che hai fatto, perchè ti danno la caccia?". Non era per
farsi gli affari di quel tizio, ma se doveva collaborare con lui,
desiderava sapere se questo avrebbe procurato guai a LEI.
Jack scosse la mano, tranquillo. "Oh,
niente di
che, le solite faccende per cui tutti danno la caccia ai pirati! E
tu, che hai fatto per andartene in giro in incognito? Lo vedo che non
vuoi toglierti quel cappello per non farti riconoscere...".
A quella domanda, Lina arrossì.
Colpita e affondata!
"Ahhh ecco io... Ma fatti gli affari tuoi!!". Imbarazzata,
guardò fuori dalla finestra, cercando un modo per deviare la
conversazione su altro. "Comunque, ora che sei quì, mi
spieghi
chi sei e cosa vuoi da me?".
Jack sorrise. Gliev'avevano detto che Lina
era una tipa
spiccia che amava poco le chiacchere e che invece arrivava subito al
sodo. Una bella, giovane donna che sembrava molto in gamba e che
sapeva cosa voleva... L'amico che gliel'aveva caldamente consigliata
non si era sbagliato. "Ecco, il mio nome lo sai già! E anche
la
mia professione! Sono un pirata e fino a poco tempo fa ero
un'autorità, una vera celebrità nel mio 'campo'.
E guidavo la nave
più magnifica, più maestosa, più
sensazionale dei sette mari! La
Perla Nera... Purtroppo però, ho perso la
mia nave e il mio
equipaggio e ora mi ritrovo senza un mezzo e senza uomini! E
quì
entri in scena tu!".
Lina sbuffò. Come pirata, quel
Jack lasciava
decisamente a desiderare... "Come mai hai perso ciurma e nave? E
io in tutto questo cosa c'entro?".
Jack sospirò. "Beh, mi sono
scontrato in battaglia
con il mio acerrimo rivale, il pirata Morgan Alcantras. Avrei, anzi,
STAVO per vincere ma avevo... finito le munizioni. Risultato: nave
persa e il mio equipaggio mi ha mollato in tronco, mettendosi al
servizio di quel viscido di un Morgan!".
Lina lo guardò storto. Non c'era
che dire, quel Jack
era un vero idiota! Ma dove mai si era sentito di un pirata battuto
perchè aveva finito le munizioni??? Era senza speranza quel
tipo,
altro che Lina Inverse, gli serviva l'aiuto di LON in persona per
combinare qualcosa di buono!!! "Ho capito, vuoi che rubi la nave
a questo tuo avversario che te l'ha fregata, giusto?" - chiese
in tono piatto e senza entusiasmo, vagamente annoiata.
Jack batté le mani sul tavolo,
con forza. "NO! Non
voglio che tu mi rubi la nave, voglio che tu mi aiuti a
riconquistarla!!! Voglio farlo da persona coraggiosa, voglio che i
miei uomini mi ammirino e tornino a me per questo e non per altri
motivi! Rubare la nave non mi darà la dignità
persa!".
Lina annuì. Quella parte del
discorso la condivideva
appieno. "E cosa hai in mente?".
Jack si appoggiò coi gomiti al
tavolo, avvicinandosi a
lei. "Questi mari sono territorio vergine, per la maggior parte,
visto che finché la barriera non era caduta, era impossibile
navigarli. Ma mille anni fa, prima della battaglia del gran demone,
erano solcati da flotte di pirati che vi hanno nascosto grandi
quantità di tesori e gioielli, nei suoi atolli. Ora, dopo la
caduta
della barriera seguita alla morte di Fibrizio, i mari sono stati di
nuovo presi d'assalto da pirati e cacciatori d'oro ma la maggior
parte di quei tesori giace ancora nascosta sotto le dune di sabbia o
nei bassi fondali. Bene, se io troverò il tesoro
più grande, più
megafantastico, più... più...".
Lina lo guardò storto. Parlava
come un bambino di tre
anni! "Il tesoro più prezioso, volevi dire?".
"Ehm... sì, esattamente quello!"
- mugugnò
Jack imbarazzato dalla lingua lunga di quella ragazza –
"Comunque,
arriviamo al sodo! Se io trovassi tale tesoro, acquisirei notevole
fama nell'ambiente e probabilmente, al prossimo raduno dei pirati
all'isola di Tortuga, sarei nominato Re dei pirati dell'anno! E
allora, il mio equipaggio tornerebbe da me e insieme recupereremmo la
mia nave, la Perla Nera!".
Lina lo osservò incuriosita. Il
discorso di Jack lo
condivideva, così come intuiva cosa volesse da lei. Ed era
anche
ammirata dalla passione con cui parlava di cosa volesse fare. Fino a
poco prima pareva un perfetto idiota, quello stano pirata, ma ora
sembrava invece appassionato, deciso, serio. Probabilmente, come ogni
buon uomo di mare, amava davvero la sua nave e rivoleva il suo
equipaggio! Anche se scoprire che si teneva annualmente un convegno
di pirati le faceva strano... Stranissimo!!! "Devo dire che
sì,
come filo logico, la tua idea la comprendo! E condivido, anche se con
qualche... riserva! Vuoi che ti aiuti a cercare dei tesori e a
difenderti nel caso di attacchi, esatto?".
Jack annuì. "Esatto! So che sei
molto forte e che
hai fiuto per questo genere di cose!La tua magia potrebbe esserci
assolutamente utile in caso di pericoli e ci aiuterebbe ad arrivare
alla nostra meta integri e in forze. E per primi! Se trovassimo
tesori a palate, tu diventeresti ricca perchè ovviamente
avrai la
tua parte! Allora, accetti?".
Lina incrociò le braccia al
petto. La proposta era
allettante e al momento non aveva altre alternative di lavoro. Certo,
l'dea di fidarsi di un pirata non la allettava particolarmente ma in
fondo Jack non conosceva nulla di magia e se avesse cercato di fare
il furbo gliel'avrebbe fatta pagare facendogli assaggiare qualche suo
incantesimo. Appena la magia fosse tornata, certo... Rimanevano
però
dei punti oscuri nel piano del pirata. "Vorrei sapere alcune
cose però! Primo: Se non hai una nave, come partiremo da
quì?".
Jack sollevò le spalle. "Oh, la
ruberemo! Mi
risulta che sei brava in queste cose! E siamo in un porto, avrai
l'imbarazzo della scelta".
"Che???. Ok, ora Lina era veramente
alterata! Chi
diavolo gli aveva detto quelle cose?
Jack la guardò storto. "Non
è forse così?".
Lina gli volse la faccia, offesa. "FORSE!
Ma dare
della ladra a una signorina non è comunque elegante!".
Jack scosse la testa. "Ah, finiscila! Sai
che
questa cosa ti frutterà molti soldi, mi sembri una che sa
bene cosa
vuole e come condurre una trattativa, se sai che vale! Se no te ne
saresti già andata! Giusto? Prendiamo una nave, ce la
filiamo e io
la guiderò fino al largo, verso nuove mete!".
Lina sospirò. Era vero, era
rimasta perchè quella
proposta di lavoro non era niente male, Jack aveva ragione. Soldi e
avventure... Ne aveva bisogno, di entrambe le cose... "Che
tesoro vorresti trovare? Hai già qualche traccia, per quando
saremo
arrivati laggiù?" - chiese, fingendo noncuranza.
Jack sorrise, trionfante. A quanto pareva,
la ragazza
aveva deciso di accettare, se faceva quella domanda! "Non ho
ancora una traccia precisa ma... laggiù troveremo qualche
informazione interessante, ne sono sicuro. Chiedere alla gente del
posto che conosce leggende e storia locale aiuta sempre a trovare
qualcosa di interessante!".
Lina lo guardò scettica.
"Quindi, viaggeremo alla
cieca? Senza una meta precisa, giusto? Conosci bene quei posti vero?
Non vorrei perdermi e rischiare di navigare per l'eternità
in quei
mari sconosciuti ai più!".
Il pirata si battè il dito
contro il mento, pensieroso.
"Conosco bene il primo tratto ma poco quello che c'è oltre!
E
quì viene il bello! Perchè se scoprissimo nuove
rotte e
disegnassimo mappe per aituare i futuri naviganti, ne ricaveremmo
altro denaro!".
"Ma io non so disegnare mappe!!" -
sbottò
Lina.
Jack ridacchiò. "Ma nemmeno io!
Ci penseremo al
momento! In fondo, ho bisogno di qualcun altro nel mio equipaggio, io
e te siamo pochini! Strada facendo, cercheremo chi fa al caso nostro!
Noi manterremo il comando ovviamente... Per ora... che ti devo dire?
Accetti?".
Lina lo fissò in viso,
pensierosa. Accettare? C'erano
tanti di quei pro e tanti di quei contro che avrebbe dovuto stare a
pensarci per settimane. Jack aveva poche idee, confuse... Ma comunque
un progetto finale ben delineato! Era molto che non si imbarcava in
qualcosa di simile e l'idea di cacciarsi nei guai forse la allettava
ma forse l'avrebbe volentieri evitato... Rubare una nave poteva
essere semplice per lei e viaggiare per mare poteva rivelarsi
divertente, forse... Certo, la compagnia era quel che era ma... a
conti fatti poteva fruttarle molto. Soldi e nuove conoscenze!
Allontanarsi dalla costa e dalla penisola dei demoni era una cosa che
non era preventivata nei suoi piani ma a fronte di
necessità, ci si
deve adattare, giusto? "Ok, accetto! Ma dovrai aspettare qualche
giorno per il progetto di rubare una nave!".
"Perchè? Non sei mica una maga?
Usa uno dei tuoi
incantesimi e sbarazzati degli ostacoli... Se fai tutto ben bene, per
stasera saremo già in mezzo al mare!" - commentò
Jack
entusiasta.
E Lina arrossì di nuovo.
Accidenti, mica aveva voglia
di spiegare a un perfetto sconosciuto che aveva il ciclo e che non
poteva, a causa di ciò, usare la magia!!! "Senti, mi servono
TRE giorni! Ora... non posso!".
Jack annuì. MAI contestare le
idee di una donna che si
stava innervosendo... Lo aveva imparato nei suoi vari giri nei
bordelli delle periferie! "Ok, ma al porto andiamoci lo stesso!
Così ci scegliamo la nave! E quando vorrai, la prenderemo...
in
prestito!".
Lina fece per replicare sullo strano
concetto di
prestito di Jack ma un rumore secco di una porta che si spalanca
violentemente fece sobbalzare l'intera locanda. La maga e Jack si
voltarono verso l'ingresso e viderono che era pieno di guardie armate
fino ai denti.
La maga deglutì. Che stava
succedendo???
Uno dei soldati indicò lei e
Jack. "Eccoli, sono
loro!!!".
Un uomo grande e grosso si fece avanti. La
sua divisa
era diversa, più maestosa di quella dalle altre guardie e
probabilmente era il capitano. "Lina Inverse, Jack Sparrow, vi
dichiaro in arresto?".
Lina osservò le guardie e poi
Jack. Non capiva un
accidente di quello che stesse succedendo ma una cosa l'aveva ben
chiara in mente! Con un gesto veloce prese Jack per la camicia e lo
trascinò in piedi. "Hei, la porta di servizio quì
dietro di
noi! SCAPPIAMO!!!".
Con uno scatto degno di un velocista, Lina
e Jack
imboccarono l'uscita secondaria indicata dalla maga a pochi passi dal
loro tavolo mentre le guardie, prese momentaneamente alla sprovvista,
si lanciavano al loro inseguimento.
In un attimo, Lina e Jack si trovarono nei
vicoli
stretti di Seyruun. Corsero come forsennati, il pirata davanti e la
maga subito dietro di lui. E dietro di loro, i soldati inferociti che
cercavano di catturarli.
Lina alzò gli occhi su Jack,
scattante come se nella
vita non avesse fatto altro che scappare da chi gli dava la caccia.
Beh, non c'era da stupirsi, era un pirata! E i pirati non sono mai
persone con la fedina penale immacolata! Ma da lei, che volevano???
Fissò il pirata che correva. Che c'entrasse qualcosa col
fatto che
si era scoperto che lei era in città? Era stata
così attenta a non
farsi scoprire che non si riusciva a dare altre spiegazioni... E poi,
perchè Jack correva in quella maniera assolutamente
IDIOTA??? "Hei
tu, Jack, perchè corri e ti dimeni come una femminuccia?".
Davvero, aveva un modo di correre assurdo, quel tizio. Simile a
quello di una donnicciola traballante e ciondolante...
Jack si voltò verso di lei.
"Perchè? Cosa c'è
che non va nel mio modo di correre?".
Lina alzò gli occhi al cielo.
Era un tipo strambo,
l'aveva capito subito! Di che si stupiva? "Niente, niente!
Lascia perdere! A proposito, tu sai cosa vogliono questi tizi?".
Jack ridacchiò, a quella
domanda. "Eheh,
arrestarci! Mi sa che sono stato troppo ingenuo...".
Lina sospirò, mentre gli
inseguitori si avvicinavano
inesorabilmente. "Lo sapevo che tu c'entravi! Mi dici cosa sta
succedendo???". Cominciava ad essere esasperata!
Jack la prese per mano, svoltando l'angolo
verso un
piccolo e nascosto vicolo. "Beh, io sono SEMPRE ricercato! Cosa
vuoi farci, sono un pirata... Sono venuto quì in incognito
per
incontrare te ma ho fatto l'errore di comunicare la mia presenza a
vecchi amici che bivaccano al porto. Sai, ex galeotti, pirati senza
ingaggio, locandieri di ostelli di terz'ordine... E ho detto, mi sono
vantato che mi sarei incontrato con la grande Lina Inverse oggi! Mi
sa che hanno spifferato tutto alle guardie, quei maledetti! Su di me
c'era una taglia e si saranno ingolositi...".
In quel momento, Lina l'avrebbe volentieri
preso a
padellate sul muso! Ma come faceva ad essere così idiota!
Certo che
quei suoi strambi amici l'avrebbero tradito! Ex galeotti,
truffatori... Cosa si aspettava, sincerità e amicizia
incondizionata??? Era matematicamente certo che l'avrebbero tradito
per intascare la taglia, ci sarebbe arrivato anche un bambino!!! Era
facile capire cosa fosse successo: avevano denunciato Jack e
comunicato i suoi movimenti e in più avevano fatto centro
dicendo
che con lui ci sarebbe stata anche lei, personaggio non proprio amato
a Seyruun, a causa di quanto successo anni prima durante la prova
fattale sostenere da Philia! E le guardie avevano aspettato di
coglierli in fragrante insieme! Jack e Lina! Se si facevano
catturare, quei soldati avrebbero avuto di certo una promozione!
"Jack, io davvero, non ti dico cosa penso di te per DECENZA!!!
Ma sappi che l'idea di ucciderti mi sta attraversando la mente... E
SMETTILA DI CORRERE A QUEL MODO!!!".
Jack la guardò storto. Che cosa
c'era che non andava,
nel suo modo di correre!!!??? Sbucarono all'uscita del vicoletto,
sicuri di essere giunti al porto e avere quindi più vie di
fuga. I
soldati erano ancora alle loro calcagna ma forse, in uno spazio
aperto sarebbero riusciti a disperderli.
Lina odiava quella situazione! Diavolo, la
magia le
sarebbe servita eccome, in quel momento! Per far saltare in aria le
guardie, Jack e tutto quel dannato porto!!!
Appena uscirono però dal vicolo,
un'amara sopresa li
attendeva. Un altro plotone che evidentemente li aspettava e aveva
calcolato le loro mosse, si parò davanti ai due, bloccando
loro ogni
via di fuga. I soldati alle loro calcagna, che li inseguivano dalla
locanda furono subito dietro ai due, cingendoli così fra due
fuochi.
Erano in trappola, circondati!
Lina digrignò i denti.
Dannazione, non c'era
possibilità di uscirne!!! E anche Jack pareva a corto di
idee...
Il comandante della spedizione che avevano
notato al
ristorante si avvicinò ai due, minaccioso. "Lina Inverse,
Jack
Sparrow! Vi dichiaro in arresto!!!".
Lina alzò gli occhi al cielo,
annoiata e vagamente
irritata. "E si può sapere, con quale accusa?" - chiese
per farlo innervosire e per prendere tempo.
Il comandante fece un ghigno, cui
seguì uno sputo a
terra. "Beh, Jack è in arresto perchè... Beh, ha
talmente
tanti capi d'accusa sulle spalle che se stessi ad elencarli tutti, ci
metterei GIORNI!".
Il pirata annuì con la testa,
lusinganto.
"Modestamente...".
Il comandante finse di non notarlo e poi si
indirizzò
nuovamente su Lina. "E tu miss... credo ricordi cosa hai
combinato con la tua magia quaggiù, quasi sette anni fa!
Sai, non
l'abbiamo dimenticato nemmeno noi e aspettavamo con ansia un tuo
ritorno per renderti partecipe di quello che pensiamo di te!".
Lina sbuffò. "Che noia, per un
piccolo Dragon
Slave state facendo una questione di stato!".
"Aaaahhhh, come osi???". Il comandante
divenne
rosso in viso dalla rabbia. Gliel'avevano detto che Lina Inverse
aveva una bella linguetta tagliente... "Beh donna, avrai modo di
pensare meglio, nel tranquillo delle nostre celle, a quanto il tuo
PICCOLO incantesimo abbia fatto a questo posto...".
Lina fissò Jack in viso,
facendogli segno di
assecondare quel soldato. Per il momento non potevano fare altro se
non farsi arrestare e attendere che i poteri le tornassero.
A quanto pareva avrebbe conosciuto, oltre
al porto,
anche le prigioni di Seyruun. Di che si stupiva? Era da quella
mattina che la sensazione di stare per cacciarsi nei guai non
'abbandonava neanche un attimo.
E, come sempre, il suo istinto non si era
sbagliato!
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Capitolo 2 *** In fuga ***
Capitolo
due! Grazie a tutti per il sostegno! Alla prossima, spero continui a
piacervi la storia!
In
fuga
Era IRRITATA! Ah, che meraviglia tornare a
Seyruun!!!
Arrestata, in prigione, senza poteri e nella stessa cella con un
pirata idiota!
Lo sapeva, lo sapeva che non doveva venire
a Seyruun, il
suo istinto difficilmente sbagliava, doveva averlo imparato, no?
Fissò Sparrow con profonda
irritazione. Lui se ne stava
lì così tranquillo, svaccato sulla panca di legno
della loro
minuscola, sporca e maleodorante cella! Era dal giorno prima che
erano rinchiusi lì in quel tugurio di rocce e sbarre vicino
al porto
e nessuno veniva a comunicare loro nulla di nulla! Si
avvicinò
furente a LUI, alla causa di tutti i suoi guai. "Jack!!! Come
fai a startene così tranquillo! SIAMO in prigione! Senza
possibilità
di fuga!".
Jack si stiracchiò, mettendosi
le mani dietro la nuca.
"Ah, fra poco ti torneranno i poteri, no? E allora potremo
scappare! Sempre che...".
Lina deglutì. "Sempre che...
Cosa???". Odiava
le frasi tronche! Portavano sempre brutte notizie...
Jack prese a giocare con una delle sue
treccine,
tranquillo come un bebé dopo la sua poppata. "Ah, sai come
funziona con queste cose, no?! Insomma, mai stata in prigione in vita
tua?".
"Che vuoi dire?". Ahhh, ora era IRRITATA
per
davvero. L'aria da maestrino NO!!! Non poteva sopportarla.
Jack ridacchiò. "Voglio dire...
la condanna a
morte potrebbe arrivare prima dei tuoi poteri!".
"E'???". Lina deglutì. Ok, era
arrivato il
momento di ammazzarlo! Non solo era in prigione per colpa SUA, ma ora
si permetteva anche di parlarle della SUA morte con tutta quella
leggerezza? "IO – TI – ODIO!!!".
Jack la fissò di sbieco, poi
sbuffando si tirò su,
mettendosi seduto sulla panca. "Ma c'è una vita d'uscita se
le
cose si mettessero male!".
"Cioè?". Lina era esasperata.
Cosa glielo
chiedeva a fare? Era OVVIO che quel tizio non avrebbe mai potuto
partorire una buona idea.
Jack allargò le braccia.
"Corruzione! Si da in
cambio qualcosa di prezioso e si baratta la propria
libertà!".
Lina sbuffò. Sapeva bene cosa
voleva dire CORRUZIONE!!!
A quello poteva arrivarci anche lei! Peccato che... "Già
genio!
Ma non abbiamo niente di prezioso noi, da barattare!".
Jack si alzò dal suo giaciglio,
avvicinandosi a lei con
circospezione. Allungò una mano fino al collo della ragazza,
facendole scivolare fuori dall'abito una catenina con un ciondolo in
cui era incastonato un diamante rosso che Lina teneva nascosto sotto
al vestito ma che non era sfuggito al suo sguardo da pirata a caccia
di tesori. "Oh bellezza, io no! Ma tu sì!" - disse,
indicandoglielo e prendendo il gioiello fra le mani.
Colta di sorpresa e stupita che Jack avesse
notato quel
ciondolo che credeva ben nascosto sotto al vestito, Lina riprese il
gioiello con un colpo secco e indietreggiò di alcuni passi
con
espressione furente sul viso. "Ahah, mi dispiace mio caro! Non
vedo perchè io debba barattare qualcosa di MIO per ovviare a
un
casino fatto da TE! Perchè non baratti uno di quei tuoi
anelli che
tieni alle dita?" - disse, indicando le mani del pirata
tempestate di grossi anellacci d'oro.
Il pirata agitò le mani, poco
interessato all'idea
della maga. "Ah, questi sono patacche! Valgono poco, te lo
garantisco, metallo della peggior lega dipinto in color oro! Ma quel
gioiellino che porti al collo... Catenina in oro bianco, un diamante
vero, non troppo grosso da apparire esagerato, trasparente e lucente
al punto giusto, fine, non pacchiano... Lina, deve valere parecchi
soldi, vero?".
La maga gli diede le spalle, stufa di
quell'assurda
conversazione, nascondendo il ciondolo sotto al suo vestito. "Forse
vale quanto dici tu! Ma rimane il fatto che non sono disposta a
cederlo, fine del discorso!".
"Come vuoi!". Il pirata si stese di nuovo
sulla panca, incrociando le braccia dietro la testa. "Ma quando
ti metteranno sul rogo... ecco, allora ti pentirai di questa
scelta!".
Lina si girò verso di lui,
fissandolo con sguardo
truce. "S... Sul rogo?".
Jack annuì, tranquillo. "Certo,
è la fine che
fanno fare alle streghe... Hai raso al suolo questa città
qualche
anno fa, con la tua magia! E' probabile che sarà questa la
tua
pena!".
La maga fece un sorrisetto freddo, pronta a
rispondergli
a tono e a non farsi spaventare dalle sue parole. "Può
darsi!
La fine che fanno fare ai pirati invece, è sulla forca! Ti
mettono
un cappio al collo e zac, ti ritrovi a penzolare nel vuoto come un
salame!".
Jack si voltò verso di lei,
anche lui pronto a non
farsi schiacciare dalla maga. "Partiamo dal presupposto che mi
hanno condannato alla forca già parecchie volte e ne sono
sempre
uscito, in qualche modo! Comunque, se proprio vogliamo analizzare le
due situazioni, la morte sulla forca è veloce, quasi
indolore mia
cara... Quella sul rogo è lenta, dolorosa... Sentirai la
carne che
si stacca dalle ossa pian piano, il fuoco che ti avvolgerà
il corpo,
i capelli, il viso. Il dolore sarà lancinante... E non
potrai
scappare...".
Lina deglutì, momentaneamente
spiazzata davanti a
quella evenienza non troppo piacevole! ACCIDENTI A LUI!!! Ma
comunque, anche lei ne era sempre uscita vincitrice, dalle situazioni
difficili! Doveva solo pensarci su e avrebbe trovato la soluzione per
tirarsi fuori da quel pasticcio in cui si era cacciata. Senza cedere
ovviamente il suo ciondolo!
Si sedette per terra, volgendo le spalle a
Jack e
fissando le sbarre della cella, pensierosa. Doveva riflettere e non
ci sarebbe riuscita, se continuava a parlare con quell'idiota!
Era quasi calato un tranquillo silenzio che
Jack riprese
la parola. "Secondo te insieme alla cena, ci porteranno anche un
pò di rum?".
Lina strinse i lembi del suo vestito,
nervosa e
irritata. "STA ZITTO!".
Jack sbuffò. "Che caratteraccio!
Ti farebbe bene
un pò di alcol, te lo assicuro!".
La maga si voltò verso di lui,
fulminandolo con lo
sguardo. "A me farebbe bene non doverti sentire e non averti
intorno!!!".
Il pirata scosse la testa. "Ma siamo soci,
stesso
lavoro e stessa cella! Ricorda che alla locanda hai accettato!".
"Non abbiamo firmato nessun contratto
Jack!".
Il pirata fece per replicare ma il sommesso
rumore di
passi che veniva dal corridoio lo interruppe. "Lina, arriva
qualcuno!".
La maga annuì. Se n'era accorta
ed era decisamente ora
che un qualche esponente della legge si facesse vedere e gli
spiegasse quale sarebbe stato il loro destino!
I passi si avvicinarono. Erano due persone,
due
camminate diverse, una più pesante e l'altra più
leggera e veloce.
Parlottavano tra loro tranquillamente e le loro voci rimbombavano nei
corridoi deserti.
Sembravano troppo tranquilli nel loro
chiacchericcio.
Lina sbuffò. Probabilmente non erano lì per
parlare con lei e Jack
ma semplicemente si stavano dirigendo verso l'uscita delle prigioni
che dava sui vicoli del porto, pochi metri dopo la loro cella.
Però ecco... era curiosa lo
stesso! Dal giorno prima
non aveva visto che la faccia di Jack e aveva bisogno di vedere altri
esseri umani prima di impazzire del tutto, in compagnia di quel
pirata.
Ma MAI, mai si sarebbe aspettata che
avrebbe rivisto lì,
a sorpresa, proprio LUI!
Perchè quando i passi si fecero
vicini alla sua cella,
quando le due persone gli passarono accanto, Lina si accorse che uno
di loro lei lo conosceva bene!
Erano due generali vestiti con un'elegante
divisa, uno
anziano e dal passo pesante e l'altro, giovane, dai lunghi capelli
biondi e... 'Gourry!'. La sua mente urlò quel nome prima
ancora che
lui le fosse davanti, appena lo vide svoltare l'angolo e camminare in
quei corridoi bui in direzione della sua cella. Ma non aprì
bocca,
non disse nulla. Per la sorpresa, per l'incredulità e
perchè... non
era il caso visto che lei era una prigioniera e lui il suo probabile
carceriere!
Il generale più anziano non fece
caso ai due, li passò
senza degnarli di uno sguardo, diretto verso l'uscita.
Ma Gourry no! Con uno sguardo prima
annoiato da quella
conversazione e poi stupito, appena la vide, per un breve istante la
fissò, arrestando la sua camminata.
Il suo superiore se ne accorse. "Gabriev,
visto che
bel bottino ieri?! Una maga terribile e un pirata pluri-ricercato
finalmente dietro le sbarre e in attesa di processo! Ma non perdere
tempo con loro, ci aspetta un ottimo ristorante quà fuori,
lasciali
perdere!".
Gourry non disse nulla. La fissò
per un lungo istante e
poi annuì al suo compagno, seguendolo fino all'uscita.
Lina rimase ferma, immobile, inebetita ad
osservarlo
mentre lui se ne andava. Gourry... GOURRY!!!Ma come poteva essere,
che ci faceva lì, vestito così elegantemente,
così maturo, così
dannatamente cresciuto e affascinante nella sua divisa? Che dopo la
morte di Madeline avesse deciso di lasciare Elmekia e di cambiare
vita? Che lavorasse a Seyruun come guardia? Tutto poteva essere, non
sapeva nulla ne di lui ne della sua vita e negli ultimi anni poteva
essergli successo di tutto! Però... non capiva la sua
reazione.
L'aveva osservata, l'aveva riconosciuta, ne era certa! Ma
quell'indifferenza, quella freddezza, quel far finta di niente?
Certo, non poteva urlare il suo nome e abbracciarla come avrebbe
fatto con una vecchia amica davanti al suo collega, visto anche
l'icresciosa situazione in cui si trovava, però...
Però che strano...
Lon aveva riportato Gourry di nuovo sulla
sua strada...
Anche se la situazione in cui l'aveva rivisto, era decisamente
imbarazzante...
Con un sospiro Lina incrociò le
gambe, si appoggiò con
la schiena al muro, reggendosi la testa con le mani. Non ci capiva un
accidenti! E aveva fretta anche di risolvere quella situazione! Il
giorno dopo i suoi poteri probabilmente sarebbero ritornati, anche se
ancora un pò deboli, e sarebbe riuscita a fuggire! Ma l'idea
di
un'altra notte in quella cella con Jack non la allietava per niente!
E ora, in quella strana situazione era entrato anche Gourry!
Perchè
il destino si ostinava a incasinare la sua vita???
Con un sospiro, Jack la riportò
alla realtà. "Ci
è andata male, pensavo ci portassero la cena!".
Lina non rispose nemmeno.
Sospirò e chiuse gli occhi...
Pensando che forse il rogo sarebbe stato meno peggio di un'altra
nottata passata chiusa la dentro con Jack Sparrow!
...
Era ormai notte fonda, il buio e
l'umidità avvolgevano
ogni cosa e Jack Sparrow ormai dormiva dalla grossa.
Lina si rannicchiò nell'angolo
della cella, cercando
una posizione comoda per dormire. Oh, era abituata a dormire per
terra, in anni di vagabondaggio lo aveva fatto tantissime volte, ma
era molto che non le capitava! Non riusciva a prendere sonno, aveva
fame, quel posto era sporco, era nei guai e Jack russava come un
toro! Aaahhh, odiava quella prigione! "Appena evado, faccio
saltare in aria TUTTO e TUTTI!!!". Guardò il pirata,
nell'oscurità. Come facesse a dormire come un bambino, non
riusciva
proprio a capirlo!
Chiuse gli occhi, cercando di prendere
sonno! Non che
avesse troppe alternative per fare altro, dopo tutto...
E c'era quasi riuscita, ad addormentarsi,
che di nuovo
sentì altri passi. Felpati, leggeri, impercettibili ma
veloci. Lì
udì avvicinarsi, diretti proprio alla sua cella e poi
udì il
tintinnio di chiavi che aprivano la serratura della cella.
Spalancò
gli occhi sorpresa, ritrovandosi nuovamente davanti Gourry che
apriva furtivamente la porta della sua prigione. Indossava ancora
l'elegante divisa da generale, giacca azzurra, pantaloni neri e luci,
spada alla fibbia di cuoio e lungo mantello blu a coprirli collo e
schiena.
Colta alla sprovvista e senza parole, Lina
indietreggiò
d'istinto.
Ma Gourry non le diede tempo di rimettere
in ordine le
idee. La prese per il braccio, incitandola con un cenno del capo ad
alzarsi, con urgenza. "Lina, davvero non capirò mai come tu
faccia SEMPRE a cacciarti nei guai! Su, sbrigati ad uscire da
quì
prima che ci scoprano!". La sua frase avrebbe potuto apparire
scherzosa ma l'espressione di Gourry era invece seria e nervosa. Non
pareva troppo a suo agio, anzi, sembrava molto preoccupato.
Lina si alzò, meccanicamente,
fissandolo in viso,
incapace di dire qualsiasi cosa. Gourry... Era venuto davvero a
salvarla?! Beh, una volta sarebbe stato normale ma ora... Cosa doveva
fare, fidarsi o stare sulla difensiva? Lui era una guardia ora e lei
una sua prigioniera... E non lo vedeva da molto... E non sapeva nulla
ne di lui ne della sua vita da anni.
AL DIAVOLO!!! Era Gourry e si sarebbe
fidata!!! Basta
farsi seghe mentali, avrebbe seguito il suo istinto!
La maga annuì, alzandosi in
piedi di scatto.
Gourry annuì, poi
lanciò un'occhiata veloce al pirata,
ancora profondamente addormentato. "E lui?".
Lina sbuffò. Oh, LUI si meritava
di stare lì a marcire
e lo avrebbe proposto volentieri a Gourry! Ma come socio in affari,
gli serviva in vita! "Jack, svegliati! E' ora di sloggiare!"
- sussurrò all'uomo lanciandogli un calcio nel fianco.
Il pirata si svegliò di scatto e
la osservò
stralunato. "Ehm... che succede?".
Gourry, nella penombra squadrò
l'uomo. "Se vuoi
scappare, ti conviene sbrigarti! Presto avremo dietro tutto il corpo
di guardia!". Il suo tono era nervoso, frettoloso e freddo. Non
sapeva cosa ci facesse Lina lì e nemmeno chi fosse quello
strano
tipo con cui divideva la cella. Quel pomeriggio era stato talmente
sconvolto nel rivederla, a sorpresa, che per poco non si lasciava
sfuggire qualche esclamazione di stupore che avrebbe potuto far
mettere ancora più nei guai Lina. E se il suo compagno
d'arme avesse
scoperto che conosceva quella prigioniera, sarebbe finito anche lui
nei pasticci, precludendosi ogni opportunità di salvarla.
Aveva
finto indifferenza, aspettando la notte per poterle permettere di
fuggire. Non conosceva i motivi per cui fosse stata arrestata ma
poteva immaginarli, in passato spesso loro due erano finiti dietro le
sbarre... Era incredibile, Lina non aveva perso le vecchie abitudini
di combinare casini, da quel che vedeva! E lui non aveva perso
l'insana abitudine di correre in suo aiuto ogni dannata volta!
Jack rispose all'occhiataccia di Gourry ma
decise di
fidarsi, per il momento. Chi fosse quel tizio non lo sapeva, ma se
Lina gli dava retta probabilmente era un suo conoscente. Anche se, il
fatto che indossasse una divisa della guardia, non lo lasciava troppo
tranquillo... Beh, avrebbe chiarito più tardi quell'aspetto!
Con un balzo si alzò in piedi e
in pochi istanti i tre
furono nei corridoi, liberi.
Gourry li precedette, indicando loro la
strada verso
l'uscita. "Di quì!".
Jack osservò Lina, mentre
correva. La ragazza pareva
stupita, stranamente silenziosa, quasi non capisse nemmeno lei la
logica degli eventi. "Hei, dobbiamo fidarci?" - le
sussurrò.
La maga annuì, pensierosa. Il
suo istinto gli gridava
di sì! Al momento non ci stava capendo nulla, ma l'aiuto di
Gourry
era provvidenziale in quel momento. Più tardi, sarebbero
arrivate le
spiegazioni. Però si sentiva strana... Mai, MAI avrebbe
pensato di
rivederlo! Dal loro ultimo incontro, tutto era cambiato per lei. Era
una persona diversa, con una vita diversa e modi di pensare
profondamente cambiati... Era strano trovarsi faccia a faccia con
lui, che era stato tanto importante per lei in passato. Lui che
conosceva a memoria come le sue tasche la Lina irrefrenabile,
isterica, istintiva, forte e combattiva... E aveva conosciuto anche
una Lina più intima, più fragile... Si erano
amati in una
situazione completamente sbagliata allora, in un modo che avrebbero
dovuto evitare entrambi! Ora era facile capire gli errori di tre anni
prima, capire il perchè di quelle scelte folli,
perchè Gourry fosse
così cambiato dopo il matrimonio con Madeline, capire come
uscirne.
Certo, se tre anni prima lei avesse avuto la saggezza e la
maturità
che ormai possedeva, forse le cose sarebbero andate diversamente per
tutti... E ora, che sarebbe successo? Come doveva comportarsi con
lui? Gourry probabilmente, incontrandola in quelle circonstanze
probabilmente pensava che in lei nulla fosse cambiato, poteva credere
di conoscerla ancora come una volta ma invece non sapeva niente.
Nulla della Lina che era diventata, nulla della sua vita in quegli
ultimi anni.
Svoltarono nelle vie che davano sul porto,
verso i
pontili dove erano attraccate le navi.
D'un tratto, un rumore di passi furiosi
dietro di loro,
li fece sussultare.
Gourry digrignò i denti.
"Dannazione, ci hanno
scoperti! Andiamo verso la spiaggia!" - intimò ai due.
Lina si voltò, notando in
lontananza un drappello di
guardie che correvano dietro di loro. Erano ancora molto lontani ma
probabilmente li avrebbero raggiunti in fretta, se non si fossero
sbrigati a trovare un nascondiglio. Sarebbe stato troppo bello
passarla liscia, ma evidentemente lei e Jack erano ben sorvegliati e
la loro fuga non sarebbe passata inosservata per troppo tempo.
Osservò Gourry davanti a lei. Lui rischiava più
di tutti pechè se
li avessero catturati, sarebbe stato incriminato per alto tradimento.
E per un soldato, questo equivaleva a una sola cosa: pena di morte!
"Cosa facciamo?" - gli chiese, sperando che lui avesse una
soluzione.
Gourry si voltò verso di lei.
"Alla spiaggia!
Nella zona dove ci sono le scogliere, esiste una piccola grotta che
non conosce nessuno! Quando c'è l'alta marea ci vado a
nuotare e
pescare ed è sempre deserto! Ora è asciutta, il
mare è basso!
Possiamo nasconderci lì finché le acque non si
saranno calmate!".
Jack annuì. "E' lontana?".
Gourry scosse la testa. "Non molto! Ma
dobbiamo
sbrigarci a far perdere le nostre traccie! Ci dirigeremo agli scogli
passando dai vicoli interni dell'area adiacente al porto,
così li
confonderemo! Quei viottoli sono un labirinto!".
Il pirata lo fissò, scettico. "E
tu sapresti non
perderti in quel labirinto?". Era inutile, di quella guardia non
si fidava.
Lina lo affiancò, nervosa.
"Certo che non si
perderà! Fidati, lui sa quello che fa!". Ne era convinta, al
di
la di tutto! Che Gourry, come una volta, fosse capace di proteggerla,
se ce n'era bisogno. Non sapeva se meritarselo ma dopo tanto, era
bello provare una consapevolezza del genere, la sensazione che
qualcuno si prendesse cura di lei.
In effetti Lina non si sbagliava. Gourry li
fece correre
a zigzag nei vari vicoli, in un percorso apparentemente senza senso.
Ma la maga se ne accorse, non stavano girando intorno ma
semplicemente, cercavano di confondere i loro inseguitori. E al
contempo si avvicinavano agli scogli che delimitavano la spiaggia.
Gourry pareva conoscere bene quei posti, sapeva dove svoltare, dove
girare, dove dirigersi. Con la massima sicurezza!
E infatti, ben presto i loro inseguitori
furono
distanziati. Era notte, era buio e le strade erano deserte e questo
aveva aiutato, certo. Ma senza Gourry, difficilmente sarebbero
riusciti a sfuggire alle guardie.
Con una corsa forsennata giunsero alle
scogliere. Gourry
fece cenno di seguirlo e nel buio più totale scivolarono fra
le
roccie, correndo con fatica sopra la sabbia morbida della spiaggia.
"Di qua!" - intimò loro Gourry
conducendoli
in un labirinto di massi.
Lina gli corse accanto. Era senza fiato e
fuori
allenamento e Gourry e Jack correvano come forsennati, con le gambe
lunghe che si ritrovavano. Certo, Jack correva in quel modo assurdo
che davvero, non riusciva a guardare, ma era maledettamente veloce.
"Gourry, manca molto alla grotta?".
Gourry scosse la testa, continuando a
correre
nell'oscurità. "No tranquilla, siamo arrivati!".
Lasciandosi alle spalle il mare, si
addentrarono dove le
roccie erano più alte e aguzze e finalmente, quasi
mimetizzata dai
massi che la celavano a chi passava dalla spiaggia, comparve la
grotta.
Lina se ne accorse subito, era un ottimo
nascondiglio
che non si riusciva a notare se non a pochi passi da esso. Protetto
anche dalle alte maree che, quando arrivavano, ricoprivano tutta
l'area che avevano percorso a piedi. Sorrise. Aveva fatto bene a
fidarsi di Gourry, li aveva portati in salvo!
Anche Jack parve soddisfatto dalla
soluzione trovata.
"Ottimo, ottimo..." - sussurrò sparendo nella grotta,
seguito da Lina e Gourry.
I tre si nascosero all'interno, lontani da
ogni
possibile occhio indiscreto e si sedettero per terra. Finalmente,
potevano riprendere fiato!
"Siamo salvi!" - esclamò Lina,
finalmente
rinfrancata – "Dubito che quì ci troveranno!".
Jack la fissò, poi in cagnesco
posò gli occhi su
Gourry. Era ora di capire chi fosse quel tizio e magari di sfruttare
la sua presenza in quel posto. "Già, non ci troveranno Lina!
Ma
se per sfortuna succedesse, possiamo usare quel biondino come
ostaggio... Un capo delle guardie... La sua vita in cambio della
nostra libertà!".
Lo sguardo di Gourry si fece sorpreso a
quelle parole,
mentre la sua mano raggiunse l'elsa della spada. Non sapeva chi fosse
quel tipo e nemmeno in che rapporti fosse con Lina e il fatto che si
trattasse di un pirata non lo lasciava tranquillo.
Lina si accorse del movimento di Gourry e
si voltò
furente verso Jack. Non voleva guai, non voleva lotte, non voleva
nessun casino! Era stanca, affamata, infreddolita... E non avrebbe
permesso a nessuno dei due di rovinare il primo attimo di pace dopo
molte ore passate dietro le sbarre. "Jack, prova solo a pensarci
un'altra volta, e io ti mollo quà! Dopo averti torturato con
gli
incantesimi più potenti che conosco... Lui è una
persona fidata"
– disse indicando Gourry – "e ci ha salvati! Lo
conosco da
molto e so che l'ha fatto solo per aiutarci, senza secondi fini!
Inoltre, non ci provare a provocarlo... Ha messo la mano sull'elsa
della spada e te lo assicuro, finiresti a fette prima ancora di
accorgerti del suo attacco, se la sguainasse!".
Jack la squadrò, poi
fissò nuovamente Gourry. Quindi
sospirò, gettandosi a terra e calandosi sul viso il suo
cappellaccio
da pirata. "Ah, va bene! Quanto sei permalosa Lina, era solo
un'idea nel caso le cose si mettano male! Tranquilla, se è
tuo amico
e dici che mi devo fidare, ok! Al massimo sfrutteremo la sua
abilità
con la spada se ce ne fosse bisogno!".
Lina sospirò. "Ti tengo d'occhio
Jack...".
Il pirata le voltò le spalle,
rannicchiandosi su se
stesso. "Fai quel che vuoi, io ne approfitto per dormire!".
La maga alzò gli occhi al cielo.
Dormire??? Come faceva
a riuscirci, ovunque lui fosse??? Non ebbe nemmeno finito di
formulare quel pensiero, che già il suo socio russava.
Imbronciata, si sedette a terra,
stringendosi le spalle
fra le braccia. Quel posto era umidissimo e si gelava! Con
quell'abito blu e la gonna, era decisamente meno coperta rispetto a
quando indossava i suoi abiti da viaggio!
"Lina, va tutto bene?".
La maga sussultò, quasi sorpresa
dal sentire la voce di
Gourry. Sembrava così irreale, quella situazione... Ora che
Jack
dormiva e il pericolo era lontano, erano soli... Dopo tanto tempo...
Si sentì in imbarazzo. "Sì, tutto bene! Ho solo
freddo!"
- rispose frettolosamente.
Gourry la fissò, pensieroso. Poi
si slegò il mantello,
appoggiandoglielo sulle spalle. "Tieni, andrà meglio!".
"Gourry!?". Lina si voltò verso
di lui,
sorpresa da quel gesto. "No, non ce n'è bisogno, davvero!"
- mormorò, facendo segno di volerglielo restituire.
Gourry le sorrise, sedendosi accanto a lei.
"Lascia
stare, non ho freddo! Ci sono abituato!".
Lina abbassò lo sguardo,
nuovamente vinta
dall'imbarazzo. Si strinse nel mantello, assaporando il calore che
emanava. "Grazie...!".
"Lina, che sta succedendo?
Perchè eri in prigione
e chi è quello strano tizio?".
La maga sollevò lo sguardo,
stupita dalla serietà e
dalla pacatezza del tono di voce di Gourry. "Ah, stavolta non
è
colpa mia, non ho fatto niente! Almeno... recentemente!".
Lo spadaccino la fissò,
perplesso. "Che... vuoi
dire?".
La ragazza sospirò. "Beh,
Seyruun mi odia! E il
perchè lo sai anche tu, visto che eri con me quando ho
lanciato quel
Dragon Slave che l'ha quasi rasa al suolo sette anni fa!".
Gourry si grattò la guancia,
pensieroso. "C'ero
anch'io???".
Con un sospirò, Lina
guardò al cielo. La memoria di
Gourry non era migliorata molto, a quanto sembrava. "Sì...
va
beh, lascia perdere! In poche parole, sono tornata quì per
affari e
mi hanno arrestata, memore di quanto successo allora!".
"E lui?" - chiese Gourry, indicando il
pirata
che dormiva a pochi passi da loro.
Lina lanciò un'occhiata veloce a
Jack. "Lui lo
conosco da ieri! Mi ha contattata per chiedermi una collaborazione
per trovare tesori nei mari del sud, oltre la barriera. E' un pirata
che si è fatto soffiare la sua nave dal suo rivale e vuole
recuperarla. Non combattendo però! E' alla ricerca di onore
e
gloria, di ricchezze. Vuole tornare a contare qualcosa, vuole che i
suoi uomini tornino ammirati da lui, vuole dimostrare di essere il
migliore! E visto che io ho la fama di ricercatrice di tesori, mi ha
chiesto un aiuto. Se dimostrerà ai suoi uomini di essere
capace di
trovare nuove tracce, nuovi tesori, i più preziosi, di
essere il
pirata migliore dei sette mari, loro torneranno da lui e a quel punto
insieme recupereranno la nave!". La maga si alzò,
stringendosi
nel mantello e camminando verso l'uscita, appoggiandosi poi a una
roccia. Prese a fissare il cielo stellato, pensierosa. "Non
è
che questa proposta mi faccia proprio fare i salti di gioia
perchè
come sai, i pirati non mi sono mai piaciuti! Ma sono al verde e non
posso che accettare. Le isole del sud, prima della barriera eretta
mille anni fa dai demoni, erano solcate da grandi quantità
di pirati
e probabilmente brulicheranno d'oro! Questa missione potrebbe
fruttarmi molto e al momento non ho moltre altre scelte se non
accettare! Il piano prevede il furto di una nave dal porto di Seyruun
e la partenza verso i mari del sud!".
"Non mi sembri convinta infatti!" -
osservò
Gourry – "Una volta invece, in un'avventura del genere ti
saresti lanciata a capofitto!".
Lina sorrise tristemente,
nell'oscurità. "Bah, è
solo che solcare i sette mari con uno come Jack non mi lascia troppo
tranquilla! E onestamente, non ho nemmeno troppa voglia di lasciare
la penisola dei demoni...".
Gourry la osservò in silenzio.
Poco prima, trovandola
in quella cella, gli era sembrata tanto uguale alla Lina di tanti
anni prima, scavezzacollo e attira-guai. Ora invece pareva diversa,
più fragile, meno forte e meno determinata di allora. E
infinitamente più adulta, più pacata nel modo di
parlare, più
propensa a valutare pro e contro di ciò che gli si
presentava
davanti. Sembrava così cresciuta, così una
donna... "Sembri un
pò fuori esercizio in effetti... Una volta un pò
di umidità e
l'idea di una nuova avventura non ti avrebbero scalfito minimamente,
anzi..." - commentò, per alleggerire l'atmosfera.
Lina ridacchiò, continuando a
fissare il cielo. "In
effetti, SONO fuori esercizio! Era molto che non mi capitava di
dormire all'addiaccio e di passare una giornata in prigione!".
Poi però si voltò verso di lui, con sguardo
interrogativo. "Gourry
invece di parlare di me, mi spieghi perchè mi hai aiutata a
fuggire?". Era molto, dall'inizio che voleva chiederglielo.
Certo, loro in passato erano stati molto uniti ma perchè mai
lui ora
avrebbe dovuto rischiare carriera, onore e un lavoro sicuro per
aiutare una persona che non vedeva da anni?
Gourry alzò le spalle.
"Abitudine! Quando ti vedo
nei guai, mi viene naturale... E ti conosco abbastanza per sapere che
non puoi aver fatto davvero qualcosa di male a qualcuno e che quindi
la cella non è posto per te!".
"Si ma... tu rischi molto ora..." -
obbiettò
Lina.
Gourry scosse la testa. "Ma no, figurati!
Ho
abbastanza prestigio quì, per non correre particolari
rischi! Mi
inventerò qualcosa e tutto si sistemerà, vedrai!
Vivo a Seyruun da
oltre un anno e quì mi stimano e rispettano tutti. Dopo la
morte di
Madeline sono tornato a casa nostra e ho fatto quello che dovevo. Ho
fatto ammenda dei miei errori e ho cercato, seppur ormai
tardivamente, di assumermi le mie responsabilità verso le
nostre
famiglie. Credevo che la cosa più difficile sarebbe stata
trattare
col padre di mia moglie ma lui non mi ha mai fatto colpe per quello
che è successo. Ha sofferto e soffre ancora molto per la
morte di
Maddy ma credo che in realtà sapesse che in sua figlia c'era
celato
qualcosa pronto ad esplodere! E' stato lui a spingermi a partire dopo
un pò, lui a spingermi a riprendermi in mano la mia vita. E
così ho
fatto! Ho lavorato come mercenario alcuni mesi e poi sono arrivato
quì. Sono stato assunto prima come guardia e poi sono stato
promosso
a generale. Ho una casa modesta ma ci vivo bene e non mi manca
niente... Sta tranquilla, andrà tutto bene per me! E poi, te
lo
dovevo... Tu tre anni fa mi hai aiutato e so quanto ti sia costato
lottare per salvare Maddy e il mio matrimonio... Ho solo saldato il
debito che avevo con te...".
Lina si strinse nel mantello, avvicinandosi
a lui di
alcuni passi. "Tu non mi devi niente! E io tre anni fa non ho
salvato nessuno... Ho fallito allora e non ho salvato Maddy come ti
avevo promesso!".
Gourry le sorrise. "Ci hai provato e di
questo te
ne sarò sempre grato. Ma la verità è
che tu non potevi salvarla
perchè lei non voleva essere salvata. Anzi no, lei voleva
salvarsi,
ma a modo suo! E l'ha fatto! Per quanto possa essere stato doloroso,
Maddy ha preso la strada che voleva!". Lo spadaccino la
fissò
in viso. Lina sembrava stanca e assonnata. "Se non te la senti
di partire e hai bisogno di soldi, posso aiutarti comunque...".
A quelle parole, la maga scosse con vigore
la testa.
"Non posso accettare ma ti ringrazio. Sono al verde, verde
più
profondo... E non potrei restituirteli... E poi, sono grande
abbastanza per mantenermi da sola!".
Gourry annuì, capendo
perfettamente i sentimenti di
Lina. "Ok, come vuoi! Ma mi spieghi perchè...? Voglio dire,
raramente ti ho vista a corto di soldi, sapevi bene come
procurarteli, una volta...".
"Eheh..." - Lina abbassò il viso
imbarazzata
– "Diciamo che ultimamente sono stata un pò...
pigra... Non
ho lavorato ne cercato ingaggi per molto e alla fine le scorte di
denaro sono finite! Tutto quì!".
Gourry parve perplesso. Era strano quel
discorso, almeno
per lei...
Fece per chiederle spiegazioni ma la voce
assonnata di
Jack li fece voltare entrambi.
"Hei spadaccino, perchè non ti
unisci a noi? Non
puoi certo tornare a casa dopo averci aiutato a scappare e ci serve
qualcuno che ci aiuti nel nostro viaggio! Vi ho sentiti chiaccherare
e tu fai al caso nostro!".
Gourry lo fissò, colto di
sorpresa. Pensava dormisse!
"Perchè non posso tornare a casa, scusa?".
Jack si alzò, dirigendosi verso
i due. "Vedi, tu
hai aiutato due prigionieri a fuggire! Mio caro, al comando ti
aspettano solo per farti la pelle e credo che per te sia più
consigliabile sparire per un pò, che stare quì!
Giusto Lina?"
- chiese, rivolgendosi alla maga.
La ragazza sussultò. Dannazione,
ora che ci pensava
meglio, Jack aveva ragione! Gourry non poteva tornare! Anche se era
una persona stimata a Seyruun, il fatto di averli fatti scappare e di
essersi fatti scoprire poteva diventare pericoloso per lui. "Beh...
Gourry, lui ha ragione! Non ci ho pensato ma tu...".
Gourry sbiancò. Oh, non per il
fatto di aver perso
probabilmente il suo lavoro ma... navigare per mare??? Lui soffriva
di mal di mare in maniera atroce!!! "N... no grazie! Non credo
che potrei!".
Lina lo osservò. Gourry in quel
momento era quanto di
più stonato potesse entrare nella sua vita. Non c'entrava
più
niente con lei! Ma... l'opportunità di avere vicino un amico
in
quella situazione, un qualcuno su cui contare mentre intraprendeva
quel viaggio non troppo voluto verso posti sconosciuti... Era una
prospettiva che l'attirava... Non voleva intromettersi nella vita di
Gourry di nuovo e si sentiva in colpa per il casino in cui si era
cacciato a causa sua e di Jack... Però... Partire insieme a
lui e
non da sola con un pirata... "Vieni con noi..." - gli
sussurrò. D'istinto, senza pensarci troppo su. In fondo, che
aveva
da perdere Gourry a Seyruun? E poi, tutto era diverso rispetto a tre
anni prima. Le tensioni e il dolore parevano lontani, così
come le
incomprensioni... Avevano saputo crescere e avere a che fare con lui,
chiacchierare con lui, era stato piacevole. Come una volta...
Lo spadaccino la fissò, sorpreso
da quella richiesta.
Viaggiare con Lina? Era un'ipotesi che non aveva contemplato. Ma ora,
se le previsioni di Jack erano vere, era senza lavoro e ricercato da
tutta la guardia cittadina! In fondo, perchè no? Con Lina,
era
sempre stato bello scoprire il mondo... "Beh...". Una
strana leggerezza ed euforia si impossessò di lui, come non
accadeva
da tanto!
"Ci stai?" - insistette Jack.
Lina lo fissò, senza aggiungere
altro.
Gourry annuì. "Ci sto! In fondo,
perchè no?".
Jack sorrise soddisfatto. La sua nuova
ciurma stava
finalmente prendendo vita!
|
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Capitolo 3 *** Nell'immensità del mare ***
Eccomi
quì,
nuovo aggiornamento. Questo è un capitolo a cui tenevo molto
e spero
sia uscito bene. Si comincia a delineare qualcosa circa la trama, o
quanto meno circa la vita di Lina. Spero mi sia venuto bene. Come
sempre, commenti e critiche mi fanno solo che piacere :)
Alla
prossima! E grazie per il sostegno, soprattutto tuo Raffy ♥
Nell'immensità
del mare
Il mattino ha l'oro in bocca, dice un
famoso detto...
L'inizio di una giornata offre infinite possibilità come una
buona
colazione, una salutare passeggita, una nuova giornata di lavoro
oppure... rubare la nave migliore, prima che i pescatori salpino per
la loro abituale battuta di pesca.
Lina, Jack e Gourry erano rimasti rifugiati
nella grotta
tutta la giornata precedente per far calmare le acque dopo la loro
evasione e per permettere a Lina di riacquistare i suoi poteri.
E ora se ne stavano rannicchiati in un
vicolo stretto e
sporco a ridosso del porto, indecisi su quale nave prendere... 'in
prestito'...
"E allora Jack? Quale prendiamo?" -
domandò
Lina con urgenza. Aveva fretta di concludere, prima che venissero
scoperti e tutto si incasinasse di nuovo! Le navi noleggiate al porto
erano molte, sia piccole che grandi vascelli. Non se ne intendeva
troppo di navi e aveva deciso di far prendere a Jack, sicuramente
più
esperto di lei e Gourry, la decisione su quale fosse l'imbarcazione
più consona al viaggio che stavano per intraprendere.
Il pirata fissò le imbarcazioni.
Era ancora molto
presto e il porto era semi-deserto. Sarebbe stato un gioco da ragazzi
prendere qualsiasi nave con i poteri di Lina. Certo, nessuna di
quelle imbarcazioni era maestosa, bella e imponente come la sua Perla
Nera ma alcune navi non erano niente male. Indicò a Lina un
vascello di media grandezza, rosso e marrone. Non gigantesco ma
nemmeno troppo piccolo. Solido e imponente quanto bastava per reggere
alle intemperanze del mare aperto e, a giudicare dall'apparenza, con
alcune cabine per riposarsi sotto coperta. "Quello!" -
disse infine, convinto della sua scelta.
Lina annuì. "Non è
male ma ce ne sono di più
grandi!".
Jack scosse il capo. "Si, ma ho controllato
i
movimenti degli addetti ai carichi prima che il sole sorgesse. Su
quel vascello c'è una grossa quantità di rum
portata fresca fresca
stamattina!".
"COSA???". Lina sentì nuovamente
la voglia di
fulminarlo con un Dragon Slave. Ah, quindi era questo il criterio di
scelta usato per scegliere la nave dal GRANDE esperto di mare? E in
fondo, perchè se ne stupiva? Ormai doveva cominciare a
conoscerlo...
"Jack, io NON voglio una nave carica di rum! Voglio una nave
SICURA!!!".
"Oh, ma è sicura! Molto
solida... E come ti ho
detto, con buona scorta di provviste! Oltre al rum hanno caricato
molto cibo! E inoltre, grande quanto basta per una piccola ciurma
come la nostra, governabile meglio dei vascelli più
grandi... Ti
ricordo che siamo in pochi e una nave di grosse dimensioni è
difficile da gestire, senza il numero sufficiente di marinai!".
"Oh...". Lina si accigliò
stupita. Ok, rum a
parte il discorso di Jack non faceva una piega... Aveva l'aria
stralunata quel pirata, ma in fatto di navi e mare doveva sapere il
fatto suo...
"Ok, come procediamo?" - chiese infine
Gourry,
rimasto in disparte e ancora stralunato dal cambiamento radicale che
la sua vita stava avendo negli ultimi due giorni.
Jack si voltò verso di lui.
"Esco per primo, allo
scoperto e vedo di fare un pò di casino! Tu e Lina mi
coprirete le
spalle, pronti ad attaccare con gli incantesimi della tua amichetta!
Raggiungeremo la nave, metteremo fuori gioco eventuali persone a
bordo e io la manderò al largo!".
Lina sbuffò. "Che piano idiota!
Troppi rischi di
danneggiare la nave con la mia magia, se agissimo così!
Possiamo
fare prima e meglio, se lasci fare a me!".
"Che vuoi dire?" - chiese il pirata piccato.
Lina sorrise. "So volare! Con la
levitazione
sorvolo il porto, lancio qualche incantesimo che faccia accorrere
tutti nella mia direzione e voi prenderete la nave! Vi
raggiungerò
volando quando sarete al largo!".
Jack annuì. "Uhm, buona idea!".
La maga si voltò verso di lui.
"Ovvio! E' mia!".
Dietro di loro Gourry sorrise. In fatto di
tattica e
attacchi, Lina non aveva perso il suo smalto, negli anni...
Lina diede una veloce occhiata al porto.
Ok, una piccola
palla di fuoco a qualche centinaio di metri dalla nave scelta andava
bene. Non danneggiava l'imbarcazione su cui avrebbero viaggiato e
avrebbe comunque allontanato quella massa di marinai dal punto in cui
sarebbero salpati. In un attimo fu in volo e dopo due secondi, nel
porto era già scoppiato un parapiglia assurdo. Tipico delle
azioni
messe in atto da Lina Inverse...
Come d'accordo la maga fece esplodere
alcune palle di
fuoco nella zona a sud del porto, facendo accorrere marinai e guardie
portuali. E fissando tutti dall'alto soddisfatta! Un gioco da
ragazzi!
Approfittando dell'assenza di guardie o
uomini di mare a
presidiare le navi, Jack e Gourry corsero verso il loro vascello.
Come da previsioni, la nave era deserta, dopo che era stata caricata
di provviste. E le persone sul molo erano impegnate a inseguire Lina
Inverse la strega... Il pirata raggiunse il timone e in un attimo
salparono.
Gourry fissò Lina che in volo si
divertiva come una
matta a farsi inseguire dai marinai, terrorizzati da quelle
esplosioni a catena. Lo spadaccino sorrise nuovamente... Stava
facendo un gran macello, come ai vecchi tempi!
Dal canto suo, Lina osservò la
scena dall'alto. Vide la
nave prendere il largo, con Jack al timone. Beffardamente
salutò i
marinai e poi in volo raggiunse il vascello e i due compagni di
viaggio!
L'avventura cominciava!
...
Gourry se ne stava seduto sul ponte della
nave, con la
schiena appoggiata al parapetto, l'aria visibilmente sofferente a
causa del mal di mare che stava arrivando inesorabilmente...
Fissò
Jack, felice come un bambino, al timone della nave, finalmente in
pace col mondo. "Lina, sei davvero sicura che possiamo fidarci
di quel tizio?" - chiese alla maga, seduta accanto a lui. Jack
lo conosceva poco niente ma non gli aveva fatto chissà quale
grande
impressione, per quanto concerneva intelligenza e serietà.
Lina fissò pensierosa il pirata
che governava
sapientemente la nave su cui ormai erano imbarcati da qualche ora.
"Mh, all'apparenza sembra un perfetto idiota Gourry, è vero!
Ma
non so... quando parla della sua nave, del mare.... Sembra un altro!
Una persona diversa, che sa quello che vuole, che lotta per ottenerlo
e che sa usare il cervello per questo! Il mio istinto mi dice di
fidarmi delle sue doti di navigante e per una volta ho deciso di
farlo. Stando attenta comunque al fatto che non mi tiri giochi
mancini, rimane sempre e comunque un pirata!".
Gourry sbuffò. "Se lo dici tu!"
- commentò
fiaccamente, spossato dagli spasmi che sentiva allo stomaco.
La maga lo fissò accigliata.
"Gourry, sei sicuro
di poter reggere?".
"Beh, di mal di mare non è mai
morto nessuno, no?"
- commentò lo spadaccino, non troppo convinto di quel che
diceva.
Lina si incupì, preoccupata.
"Beh, credo di no...
Ma comunque, se peggiori, vedo di inventarmi qualcosa per risolvere o
alleviare il problema!".
Gourry la fissò, ringraziandola
con un cenno del capo.
Pareva pensierosa, un pò incerta... Al porto era stata la
fenomenale
maga di un tempo ma una volta salpati, pareva essere diventata preda
di mille ripensamenti. Non lo diceva apertamente ma... non sembrava
ancora pienamente convinta di quel viaggio, benché avesse
appena
dichiarato il contrario. La conosceva bene, sapeva interpretarne i
pensieri anche senza parole, ancora, anche dopo tanti anni di
lontananza... Anche se sembrava così diversa dalla ragazza
che aveva
salutato in quel bosco tre anni prima... Lina indossava ancora
l'abitino blu con cui l'aveva vista in prigione, un abbigliamento che
le stava bene ma che era tanto inusuale per lei un tempo. "Lina...
hai intenzione di viaggiare per mare vestita così?" -
chiese,
stranito.
"Oh!?". Lina si guardò. Ahhh,
vero! Non era
un abbigliamento adatto a lei e nemmeno al tipo di viaggio che si
apprestava a fare! Se n'era completamente scordata, con tutti i
macelli degli ultimi giorni! Fissò Jack al timone. "Hei,
pirata! Che tu sappia, sotto coperta ci sono abiti con cui
cambiarmi?".
Il pirata si voltò verso di lei.
"Credo di si, c'è
un baule pieno di stoffe giù nel magazzino!".
Lina si alzò. "Ok, vado a vedere
se trovo qualcosa
di più adatto a me!".
"Aspetta!" - la richiamò Jack,
lasciando
momentaneamente il timone e avvicinandosi a Lina e Gourry.
"Cosa c'è?" - chiese la maga,
incuriosita.
Jack squadrò i due compagni di
viaggio. "Dobbiamo
organizzarci, questa nave ora è la nostra casa e va curata,
pulita e
conservata al meglio! Ora, io sono il capitano e...".
"E chi l'ha detto che sei il capitano,
scusa?"
- chiese Lina in tono piatto.
Jack le strizzò l'occhio.
"Volete governarla voi
questa nave? Ne siete capaci?".
Ahhh, il maledetto! Lina lo
fulminò con lo sguardo.
Colpita e affondata... "Ok, come vuoi organizzare il viaggio?"
- disse, cambiando argomento per non ammettere di non saperne un
accidenti ne di navi ne di mare.
Jack annuì. "Dunque, le cose
fondamentali sono la
pulizia del pontile e il cibo. Lina, sei donna, quindi le pulizie
serali della nave spettano a te!".
"COSA???". Gli occhi di Lina presero a
sprizzare fiamme e fuoco. Quel... quel brutto, cafone maschilista!!!
Gourry, temendo un macello che facesse
ondeggiare
ulteriormente la nave, si alzò di scatto, bloccando il
tentativo di
strozzamento di Lina ai danni di Jack. "No, ferma! Ok, faremo a
turno io e Lina a gestire pulizia e cucina, un giorno io e un giorno
lei!" - disse a Jack lanciandogli occhiatacce, sperando di
calmare gli animi.
Jack lo squadrò. Bah, un uomo
che cucinava e faceva le
pulizie? Strano tipo quel Gabriev... Strana e vagamente isterica
anche la maga... Ma... "Va beh, contenti voi..." - li
liquidò con un'alzata di spalle.
Lina fulminò Gourry. Al divolo,
perchè l'aveva
fermata? Un calcione nel sedere di Jack l'avrebbe resa più
serena e
soddisfatta... "A turno..." - mugugnò, solo
perchè lo
spadaccino era sempre più pallido.
Si voltò poi verso il pirata,
imbronciata. "Ok,
c'è ancora una cosa che non ci hai spiegato? Che rotta hai
intenzione di prendere?".
"Oh, già!" - esclamò
Jack entusiasta,
incurante dello sguardo omicida di Lina. "Vero, un aspetto non
ancora affrontato! Dobbiamo dirigergi verso Tortuga! Isola splendida
e la più sviluppata fra quelle oltre la barriera! Gabriev,
posto
spettacolare! Pieno di bordelli, ci sarà da divertirsi!".
Lina lo fissò, sempre
più furente. Bordelli??? Guardò
Gourry, vagamente imbarazzato, poi tornò a concentrarsi su
Jack,
sempre più furiosa. "Scusa, ma i tesori, ritrovare la tua
nave
e le altre cavolate che mi hai propinato al porto? Non mi avrai
trascinata quì per scortarti mentre cerchi divertimento con
le
donnine a pagamento, spero?".
Jack scosse la testa. "Ma no, le donne sono
solo un
contorno! A Tortuga ci aspetta un altro membro dell'equipaggio, da
caricare a bordo! La persona che mi ha messo sulla tua strada Lina,
dicendomi di contattarti perché eri adatta a me e a quello
che
cercavo!".
Lina si fece pensierosa. Era vero, Jack le
aveva
spiegato, quando si erano conosciuti, che era stata sponsorizzata da
un amico comune ma poi con l'arresto e il casino che ne era seguito,
non gli era più venuto in mente di approfondire la cosa.
"Jack,
ma chi ti ha parlato di me? Chi ti ha detto che avrei potuto
aiutarti? Alla fine, non me l'hai mai detto!".
Il pirata la fissò,
ridacchiando. "Un mio vecchio
caro amico, Daryl Dancan, mi ha detto che tu fai proprio al caso mio.
Lo conosci, vero?".
"Ahhh!". Gourry deglutì, preso
alla
sprovvista e stupito di sentire nominare nuovamente quel nome. Quei
giorni erano pieni di sorprese e di ritorni al passato. Era stato
felice di rivedere Lina, ora era MENO felice di risentire il nome di
Daryl Dancan, che credeva scomparso dalla vita della maga da tanto e
per sempre. E invece... Fissò Lina per scrutarne la
reazione. La
maga fissava Jack a bocca aperta, incredula ma anche stranamente
tranquilla. Non pareva turbata o altro, solo stupita e forse
vagamente irritata. Una volta in una situazione del genere avrebbe
sprizzato fuoco e fiamme, ora invece la reazione era decisamente
più
posata. Come se il nome di Daryl non le suscitasse più
alcuna
emozione e fosse solo un ricordo lontano e di poco conto...
La maga ticchettò nervosamente
le dita sul parapetto
della nave. "Daryl Dancan è?". Ora che ci pensava, tre
anni prima, quando si erano separati, in effetti lui le aveva
raccontato di amicizie fra i pirati... Accidenti, sperava di non
averlo mai più fra i piedi quell'imbecille!!! NON voleva,
non
voleva, non voleva!!! Se fosse stata più vicina alla costa,
in volo
avrebbe fatto dietro front... Non perchè gliene importasse
qualcosa,
ma venire coinvolta in una missione da Daryl, a sua insaputa, la
irritava terribilmente. Per il resto, l'avventuriero le era ormai
completamente indifferente, tanta acqua sotto i ponti era passata e
lui era un vago, non troppo felice ricordo che non la toccava
più di
tanto. Ma dubitava di riuscire ad argomentare con Jack sui tanti
motivi che potevano spingerli a lasciar perdere Daryl, erano amiconi
del cuore a quanto pareva. E inoltre, lei aveva bisogno di soldi. E
quindi se lo sarebbe dovuta sorbire!
"Ehm... Lina?" - la richiamò
Gourry alla
realtà.
La maga scosse la testa. "Questa dev'essere
la
punizione divina di LON per essere andata a letto con lui... Non ho
altra spiegazione!".
Lo disse con leggerezza, a modi battuta e
Gourry non
poté fare a meno di sorridere. Non c'erano particolari
tensioni in
quel momento e le liti fra lui e Lina a causa di Daryl ormai non
erano che ricordi lontani...
La maga si voltò verso il
pirata. "Jack, sappi che
ti ODIO! E che odio Daryl!". Disse solo quello, non voleva
assolutamente sapere cosa gli avesse raccontato il cercatore di
tesori circa i loro rapporti di tre anni prima... Meglio non
indagare!
Jack sbuffò. "Sta seguendo nuove
rotte, sai che è
un cercatore di tesori, no? Le rotte a sud sono sconosciute anche a
lui e gli serviva qualcuno a cui aggregarsi! Ovvio, dopo Tortuga
viaggeremo un pò alla cieca, non essendoci ancora mappe
nautiche
aggiornate sulle nuove rotte... Ma se a Tortuga riesco ad assoldare
qualche esperto di rotte, insieme a Daryl, come ti dicevo quando ci
siamo conosciuti, potremo redigere nuove piante e mappe di
navigazione e fare soldi anche con quelle! Quei territori sono
inesplorati, c'è tanta gente che vorrebbe avventurarsi
laggiù ma
non sa da che parte girarsi! Se avessero delle rotte invece, insieme
a piantine aggiornate... A Tortuga dovremo darci da fare per
ingrandire adeguatamente la nostra ciurma, in pratica!".
Gourry fissò il pirata,
pensieroso. E una lampadina gli
si accese nel cervello! Lui l'isola di Tortuga l'aveva già
sentita
nominare perchè... "Io conosco qualcuno a Tortuga che
può fare
al caso nostro!".
Lina e Jack si voltarono verso di lui,
stupiti.
"Davvero?" - chiese la maga, incuriosita.
Gourry annuì. "Certo! Sapete, al
mio arrivo a
Seyruun, l'anno scorso, all'inizio sono stato ingaggiato come guardia
del corpo dal governatore locale, affinché vegliassi
sull'incolumità
di sua figlia, Alix De Guille. Alix è una donna di circa
venticinque
anni molto in gamba e già a Seyruun, quando l'ho conosciuta,
collaborava con la marina e disegnava mappe di navigazione! Circa sei
mesi fa, stanca della vita da nobile che conduceva a Seyruun e per
essere più libera dal controllo paterno, si è
trasferita a Tortuga,
proprio per poter ampliare le sue conoscenze. Credo che se sapesse
del nostro viaggio, sarebbe ben felice di darci una mano!".
Lina guardò Gourry storto. La
figlia del Governatore di
Seyruun è?...
Jack invece reagì con
entusiasmo. "Ma bravo il mio
biondino! Vedo che punti alto, chi l'avrebbe mai detto?! La figlia
del governatore ahahah... "Ottimo Gourry! Appena arriveremo a
Tortuga, tu ti metti sulle sue traccie, mentre io cerco Daryl!".
Lina incrociò le braccia al
petto, imbronciata e
vagamente irritata. Daryl... E ora questa Alix... Al diavolo! Non
sapeva perchè, ma le giravano incredibilmente le scatole!
Guardò di
sbieco Gourry... Per tre anni non si erano visti! Ed ora era palese
che entrambi non sapevano tante cose l'uno dell'altra...
"Ma è carina, questa Alix?" -
insistette
Jack.
Gourry ridacchiò, non capendo
appieno – o fingendo di
non capire – dove Jack volesse andare a parare. "Eheh... Beh,
direi che è una bella donna!".
"Si, ma ti interessa?" - chiese ancora il
pirata.
Gourry spalancò gli occhi. ORA
capiva! "Ehm... no!
Ma figurati, è la figlia del Governatore, ho lavorato per
dei mesi
per suo padre!".
Jack annuì, soddisfatto,
tornando verso il timone della
nave. "Ottimo, ottimo...".
Gourry si appoggiò al parapetto,
sempre più bianco. La
conversazione l'aveva momentaneamente distratto dal suo mal di mare,
ma ora il suo stomaco tornava a farsi sentire.
Lina lo fissò, sbuffando. "Vai a
stenderti..."
- disse, in tono fiacco.
Gourry annuì, non riuscendo bene
a interpretare il
malumore della maga. "E... tu? Che farai?".
La maga alzò le spalle con
noncuranza. "Vado a
cercare qualche vestito più comodo da mettermi!" - disse,
sparendo sottocoperta di controvoglia. Non aveva voluto fare quel
viaggio, non se l'era sentita dall'inizio! E ora aveva ancora meno
voglia di proseguirlo! Ma ormai era tardi, non poteva tirarsi
indietro e nemmeno tornare a Seyruun. Era irrita, verso Jack, Daryl e
forse anche verso questa misteriosa amica di Gourry... Non ne capiva
il motivo ma era così, punto!
Gourry sbuffò e poi in silenzio
la seguì, pronto a
coricarsi un pò e sistemare almeno la faccenda del mal di
mare.
...
Era ormai sera tardi e tutto era buio e
scuro. Il mare
era placido e tranquillo e Jack era ormai rintanato sotto coperta,
probabilmente a cenare.
Gourry doveva essere ancora ko nella sua
stanza e Lina
alla fine era stata costretta a fare essa stessa le pulizie del
ponte. Si era cambiata d'abito, indossando ora una più
comoda
canotta nera aderente e dei pantaloncini corti che le lasciavano
libertà di movimento. Si sentiva decisamente più
a suo agio e anche
il malumore del pomeriggio era ormai passato.
Si appoggiò al parapetto,
assaporando il silenzio, la
pace e il rumore delle onde che si infrangevano contro la nave,
osservando soddisfatta scope e stracci che, per effetto di un suo
incantesimo, pulivano da soli la nave, muovendosi come se fossero
manovrati da qualcuno. Rilassante modo di fare le pulizie, aveva
fatto bene ad ampliare le sue conoscenze nelle arti magiche,
includendo anche incantesimi non di attacco...
Si voltò poi verso il mare,
gustando quel momento di
solitudine. Aveva bisogno di stare sola, da tanto. Per riflettere e
pensare, dopo gli avvenimenti concitati degli ultimi giorni. Lina
fissò distrattamente le onde... Il buio della notte e il
chiarore
delle stelle rischiaravano quel blu cupo, colorandolo di mille
tonalità che cambiavano continuamente forma e colorazione.
Il mare
era calmo, tranquillo, pareva quasi addormentato... E osservandolo,
sul volto della maga comparve un sorriso triste. Con la mano
tirò
fuori da sotto la maglietta il ciondolo che teneva al collo,
stringendo fra le mani il piccolo diamante rosso incastonato in esso.
Non permetteva a nessuno di vedere, di toccare quel suo piccolo
tesoro e quando Jack, in prigione, l'aveva notato, era stata colta
alla sprovvista e aveva liquidato la faccenda con poche, secche
parole. Osservò di nuovo il mare che placidamente
accompagnava la
loro traversata e una lacrima scese sul suo viso. Portò il
diamante
alle labbra, baciandolo piano. "Vorrei che tu fossi quì...
Mi
manchi... amore mio..." - sussurrò in una piccola
confessione
che mai nessuno avrebbe potuto udire – "Mi sto imbarcando in
un'avventura con un pirata imbecille che probabilmente
finirà per
farmi cacciare nuovamente nei guai e con un uomo che, se non sto
attenta, finirà di nuovo per sconvolgere la mia vita. E
tu... non
sei quì con me...". Il suo sguardo si perse
nell'immensità del
mare, nel rumore delle onde che accompagnavano il loro viaggio, nel
chiarore della luna. Un amore lontano... Non avrebbe mai creduto di
trovarsi in quella situazione... Non avrebbe mai creduto che partire
l'avrebbe annientata a quel modo...
Si asciugò le lacrime con il
braccio. Che faceva?
Piangere non sarebbe servito a nulla, non avrebbe risolto nulla! Si
sentiva persa, sola, senza un appiglio. Ma frignare come una bambina
non avrebbe portato a nessun risultato. Era in ballo ormai e non
poteva certo tirarsi indietro come una mocciosa, a quel punto!
Un rumore sordo la fece sussultare. Colta
di sorpresa,
si voltò verso le scale che portavano alle stanze
sottocoperta e
vide Gourry bianco come un cencio, abbandonato contro lo scorrimano.
A quanto pareva, non stava meglio e doveva essere salito a prendere
un pò d'aria. Ma la domanda era... Da quanto tempo era
lì? L'aveva
vista piangere? Con un gesto veloce nascose nuovamente sotto la
maglia il ciondolo e poi, d'istinto e preoccupata, gli corse
incontro. "Gourry, ma che ti prende? Perchè ti sei alzato?"
- esclamò, inginocchiandosi accanto a lui.
Lo spadaccino chiuse gli occhi, dilaniato
dal mal di
mare e dall'emicrania. "Ho bisogno d'aria... Sto malissimo!".
Lina sbuffò. Di bene in meglio!
E il mare era pure
tranquillo, cosa sarebbe successo se si fosse scatenato un temporale?
"Vieni, ti riaccompagno nella tua camera e ti preparo qualcosa
per farti stare meglio!".
Gourry annuì e la
osservò di sfuggita. Quando era
giunto sul ponte l'aveva vista, nonostante stesse da cani, appoggiata
a quel parapetto... Sembrava triste e... in lacrime... Piangeva e
stringeva fra le mani qualcosa, un ciondolo che teneva al collo,
forse... Ne era sicuro! O aveva visto male? Lina che piangeva era
quasi un'eresia, dopo tutto! Magari se l'era solo sognato ma da
quando l'aveva rincontrata, aveva avuto la sensazione che Lina
nascondesse qualcosa, che non fosse serena o felice ma al contrario
fragile e quella sera ne aveva probabilmente avuto la conferma, se ci
aveva visto giusto. La conosceva dannatamente bene dopo tutto... Ma
sapeva anche che se Lina non voleva parlare di qualcosa,
difficilmente gli avrebbe estorto delle parole, se gli avesse
chiesto. Osservò quindi, facendo finta di nulla per il
momento, la
scena sul pontile. Scope e ramazze parevano aver preso vita... "M...
Ma Lina?" - disse, indicandole.
La maga ridacchiò. "Faccio le
pulizie, come ha
detto Jack! A modo mio... E ora sul alzati e fatti riaccompagnare in
camera tua!" - ordinò prendendolo per la vita e aiutandolo a
tirarsi su.
Gourry annuì, rimettendosi in
piedi. "Wow...
Allora domani, quando sarà il mio turno – se il
mal di mare non mi
avrà ucciso – potresti aiutarmi e fare lo stesso
giochetto!".
Lina scosse la testa, vagamente divertita.
"Scordatelo!
La magia costa fatica mio caro!" - esclamò, accompagnandolo
giù
per le scale.
Gourry sospirò. "Sei una donna
crudele, sai?".
Si sentiva sollevato nonostante tutto... Ora Lina sembrava
più
serena, dopo lo scambio di battute fra di loro.
Lina ridacchiò. "E tu sei un
disastro!" -
osservò, riferendosi al suo mal di mare.
Accompagnò Gourry fino alla sua
minuscola stanza e lo
aiutò a coricarsi sul letto. "Aspetta un momento, ti preparo
una bevanda che ti aiuterà a stare meglio".
Lo spadaccino annuì,
sistemandosi meglio sul cuscino e
chiudendo gli occhi per trovare sollievo dall'oscurità.
Sentì Lina
andare e venire dalla sua camera e poi armeggiare sulla sua scrivania
ma non ce la faceva a chiederle cosa stesse facendo... Probabilmente
si trattava di qualche intruglio magico dal – sperava
– buon
sapore.
Dopo qualche minuto, Lina si sedette sul
letto accanto a
lui. Osservò Gourry, bianco come un cencio e con la faccia
sempre
più sofferente. "Su, bevi questo, ti sistemerà un
pò lo
stomaco e ti aiuterà a dormire!" - disse, porgendogli una
tazza
fumante che emanava un forte profumo di liquirizia e anice.
Gourry aprì debolmente gli
occhi. "Stare meglio?
Lina, io mi sento che morirò!".
La maga gli lanciò
un'occhiataccia. "Gourry, è
SOLO mal di mare, non sei moribondo e ti assicuro che non morirai per
questo! Fra l'altro, poco fa Jack ha detto che presto ti abituerai
alla navigazione e starai meglio e credo che dovremmo credergli,
visto che è il suo campo. E ora, bevi questo decotto, l'ho
preparato
per te! E' fatto con radici di liquirizia, menta e anice, trattate
con la magia e ti rimetteranno in sesto!".
Gourry la fissò in
quell'insolita veste da guaritrice
che mai gli era appartenuta. Evidentemente, negli anni aveva
esplorato nuovi campi della magia... "Come sei gentile! A
dispetto di quello che dici, sono grave, vero?".
"NOOOOOOO! Ma sei insopportabile!!! E ora
BEVI, per
favore Gourry!!!".
Lo spadaccino prese in mano il bicchiere
con la tisana
bollente. "Mi passerà davvero?" - chiese, poco convinto.
Lina annuì. "Starai meglio. So
che è una rottura
il mal di mare e che si sta male da cani! Mi spiace che tu stia poco
bene e mi sento anche in colpa perchè siamo stati io e Jack
a
coinvolgerti in questa faccenda" – aggiunse in tono
più
gentile e dolce – "Quindi per favore bevi! Se starai meglio,
io mi sentirò più sollevata e meno in colpa!".
Gourry spalancò gli occhi.
"Sei... sei preoccupata
per me?".
Lina sorrise, dolcemente. "Beh, un
pò si, è
normale! Sei mio amico dopo tutto...".
Gourry annuì, assaporando il
sapore della tisana
preparata da Lina. Era buona, dal sapore intenso e piacevole... Uno
strano torpore unito a un meraviglioso senso di benessere si
impossessarono di lui quasi all'istante, forse a causa della magia
con cui era stata trattata quella bevanda. "Oh si, sono tuo
amico... E anche tu sei la mia migliore amica, lo sai? O almeno...
una volta...".
Lina lo guardò, stupita da
quelle parole. Forse Gourry
era quasi nel mondo dei sogni, forse non si rendeva nemmeno troppo
conto di quello che diceva ma... era bello sentirsi dire certe cose.
Il loro rapporto aveva attraversato tempeste terribili e nonostante
tutto erano stati capaci di ritrovarsi ancora, anche se in una
situazione totalmente diversa. "Beh, che vuol dire una volta?
Spero di non aver perso il mio scettro di migliore amica, in questi
anni!" - sussurrò piano, baciandogli la fronte, mentre gli
rimboccava le coperte.
Gourry annuì, quasi
addormentato. Sentiva la voce della
maga lontana... "Lina... tu sei cambiata... Sei dolce e
gentile... Anche una volta lo eri ma lo nascondevi sempre... Ora
invece no... Però a volte adesso... mi sembri anche un
pò...".
Voleva dire triste... Ma, vinto dal sonno, non ci riuscì. E
si
addormentò serenamente.
Lina rimase ferma a fissarlo per alcuni
istanti, colpita
dalle sue parole e per il modo in cui, ancora una volta, Gourry era
riuscito a guardarla dentro, a percepire tante cose di lei non dette
e che aveva cercato di nascondere. Il suo viso si incupì e
sorrise
tristemente. "Hai ragione Gourry, sono cambiata! Tutto è
cambiato e come sempre, ci hai visto giusto...". Era incredibile
quanto quel biondo spadaccino, nonostante i tanti anni di lontananza,
ancora la conoscesse bene.
Si fermò per alcuni istanti a
fissarlo mentre dormiva,
per accertarsi che stesse bene e alla fine, stancamente, si
avviò
alla porta per andare nella sua stanza a riposare un pò.
Ma una volta nel corridoio, i suoi piani
furono
nuovamente interrotti a sorpresa da Jack che, appoggiato alla parete,
la stava evidentemente aspettando.
"E allora, il nostro spadaccino
è ancora preda del
mal di mare?" - chiese il pirata senza giri di parole.
Lina sospirò. "Già,
è uno straccio! Gli ho
preparato un decotto e spero che lo faccia stare meglio
perchè non
so davvero, in caso contrario, come farebbe a continuare la
navigazione".
Jack alzò le spalle con
noncuranza. "Oh,
tranquilla! Come ti ho detto, si abituerà presto al dondolio
del
mare! Non starà male per sempre, fidati!".
La maga lo fissò, scettica.
"Sarà... Ma cambiando
discorso, che ci fai quì? Aspettavi me?".
Jack annuì, poi si
avvicinò d'impeto a lei prendendola
per il polso e trascinandola su, sul ponte della nave. "Si,
aspettavo te! Devo parlarti e aspettavo che fossimo soli!".
"Che?". Lina fu colta da panico... Da soli
PER
COSA??? "Ehm... Jack, mi spieghi!".
Jack non rispose subito. La
trascinò sulla poppa della
nave, indicandole poi, una volta giunti, l'infinito blu che li
circondava. "Cosa vedi?" - chiese, semplicemente.
La maga si appoggiò al
parapetto, interdetta e
assolutamente confusa dallo strano comportamento del pirata. "Vedo...
il mare... E allora?". Davvero, non capiva...
L'uomo scosse la testa. "No, non
è SOLO acqua, il
mare è molto di più!".
"Non riesco a capirti Jack, cosa stai
cercando di
dirmi? Cosa dovrei vedere?" - insistette Lina.
Il pirata osservò
l'immensità dell'oceano che si
stagliava davanti a loro. Era notte, le acque erano calme e placide e
il blu del mare si confondeva con quello del cielo. "Ti sto
facendo questo discorso perchè tu... non mi sembri molto
convinta di
questo viaggio che stiamo facendo... E vorrei farti vedere le cose da
un'altra prospettiva. Il mare non è solo acqua ma
è soprattutto
vita, è adrenalina, è emozione pura oppure anche
calma piatta come
stasera. Non è mai uguale a se stesso, ogni giorno offre
qualcosa di
nuovo. Nasconde infiniti misteri sotto la sua superficie e creature
dai mille colori e dai mille aspetti. Un giorno il mare sembra calmo
e tranquillo, quasi amico... E in poche ore può scatenare la
sua
furia che, a potenza, non è seconda nemmeno al
più potente dei tuoi
incantesimi. Il mare nasconde conoscenze perdute, mondi da esplorare
e conoscere, sa essere affascinante ma anche implacabile, quando
è
arrabbiato. Il mare è fascino, forza, la vera essenza della
vita...
Ci hai mai pensato? O sei una delle tante persone che pensano che sia
solo acqua? Tu da questa avventura puoi ricavare molto. Oro e denaro,
certo! Ma anche infinite nuove conoscenze, posti nuovi da esplorare,
cose nuove da imparare...".
Lina rimase immobile, a bocca aperta, a
fissare Jack con
occhi nuovi. Non era solo un pirata imbecille, era anche altro... Il
suo istinto ci aveva visto giusto, se c'era qualcuno con cui
esplorare quei mari sconosciuti, quello era Jack Sparrow! Per questo
aveva accettato, nonostante tutto! E quello che le aveva appena
detto... denotava grande amore per quella vita fra le onde e grande
conoscenza del mare. E soprattutto rispetto per esso, grande
rispetto... Non aveva mai pensato in effetti, al mare, in quei
termini e ora che lui glielo faceva notare, quell'avventura le
proponeva nuove, infinite aspettative. Sorrise. "Si, credo che
tu abbia ragione e che io non abbia mai pensato a questo viaggio in
questi termini. E ti ringrazio perchè ne avevo bisogno...
Ma...
perchè mi stai dicendo queste cose? Ormai sono
quì, non posso
tornare indietro...".
Jack fissò distrattamente
l'orizzonte con
un'espressione stranamente seria. "Vedi, tu non sei la prima
donna con cui ho solcato i mari. Ho conosciuto, un pò di
tempo fa,
una ragazza che ti somigliava molto per carattere. Grande forza,
grande coraggio, una vera piratessa... Grandi aspettative, poteva
avere tutto, diventare tutto col suo carattere, con le sue
capacità... La condizione di nobile non le si addiceva per
niente,
le era stretta, lei aveva il cuore di un pirata. Il suo nome
è
Elizabeth Swann e ai tempi era una forza della natura, come te...".
"E allora?" - chiese Lina, incuriosita da
quella storia.
Jack scosse la testa. "Aveva
però, come te, un
punto debole... L'amore... E per amore ha rinunciato a tutto... Non
fare lo stesso errore Lina, tu vali molto e lo sai!".
A quelle parole, Lina arrossì di
colpo e il suo sguardo
si indurì. "D... di cosa parli?". Il bel discorso stava
prendendo una brutta piega...
Jack fece un sorrisetto impertinente.
"Eheh, del
tuo ciondolo! E' un pegno d'amore quello, non sono tanto stupido da
non essermene accorto, in prigione, quando l'ho visto. E lo collego
al tuo malumore nel partire. Dammi retta, se ti ama, ti
aspetterà...
Chiunque lui sia!".
Lina lo fulminò con lo sguardo.
Odiava che qualcuno si
intromettesse nella sua vita privata! E a quanto pare il suo amico
pirata era dannatamente un buon osservatore! "Jack, ascolta"
– disse seria, per mettere subito le cose in chiaro
– "Se
vuoi andare d'accordo con me, impara una cosa: io odio parlare della
mia vita privata e non lo faccio mai! E non mi piace nemmeno
immischiarmi in quella degli altri. Ragion per cui, finita questa
conversazione, di questa faccenda non voglio più parlarne,
ne con
te, ne con nessun altro!".
"Colpita e affondata allora! Ci ho visto
giusto?"
- insistette Jack.
Lina sbuffò, affondando il viso
fra le braccia,
appoggiata al parapetto. "Jack... tu non sai nemmeno di cosa
parli... Lascia stare!" - disse, tristemente...
Il pirata le si mise a fianco. "Forse no!
Ma
ricorda che chi ti ama davvero, ti aspetterà al tuo ritorno.
Se sa
quello che vali, ovvio!".
Lina fece un sorriso triste. No, le cose
non stavano
esattamente come intendeva Jack ma di certo non si sarebbe messa a
spiegargli la sua vita e perchè si sentisse tanto
giù... Decise di
cambiare argomento, imbarazzata dai toni che aveva preso la loro
conversazione. "Il mare è conoscenza e vita è?".
"Esatto!".
Lina annuì. "Quella Elizabeth,
che fine ha fatto
poi?".
Jack sospirò. "Storia un
pò lunga... Ora ha un
figlio e vede ogni dieci anni il suo amore perduto...".
"Oh...". Lina lo fissò,
stranita. Che storia
strana... Ma decise di non indagare oltre, non erano affari suoi e
d'istinto decise che non era meglio sentire una faccenda che si
preannunciava abbastanza tragica. Non c'era motivo di proseguire
oltre quella chiaccherata imbarazzante per lei. "Vado a dormire
ora Jack, sono stanca! E da domani, per favore, di me e del mio
ciondolo non voglio parlarne mai più!".
"Come vuoi!" - ribatté Jack
– "Ma se
accetti un consiglio, se sei tanto giù, fatti un bel pianto
e poi
finiscila lì! Vedrai che poi starai meglio...".
Lina lo fissò, senza sapere bene
cosa rispondere.
Piangere... Lo aveva fatto già innumerevoli volte a dire il
vero...
E non era servito a niente! "Grazie per la chiaccherata Jack..."
- concluse frettolosamente per chiudere il discorso, senza aggiungere
altro. Non aveva voglia di parlare dei suoi sentimenti, non con lui e
nemmeno con Gourry. Ma apprezzava il discorso sul mare che Jack gli
aveva fatto. Metteva tutto, pirata compreso, sotto una luce nuova.
Arrivò alla sua stanza e si
buttò sul letto, mentre le
parole di Jack continuavano a rimbombarle in testa. Piangere,
ancora... Ne aveva forse bisogno, di nuovo. Era da quando si era
avventurata in quella missione che ne aveva voglia, si rese conto.
Strinse nella mano il piccolo diamante rosso del ciondolo, lo strinse
tanto forte da rischiare di tagliarsi la mano con esso... E
scoppiò
a piangere, rannicchiandosi su se stessa sotto le coperte. "Il
mare... Forse ha ragione Jack, è meraviglioso ma... Io in
questo
momento vorrei essere lontana da quì, a casa mia, nel mio
letto, con
te... Yonas...". I singhiozzi divennero ininterrotti, come se
Lina non avesse desiderato fare altro, da giorni... Strinse ancora
più forte quel ciondolo che teneva al collo, ricordando
quando ne
era venuta in possesso...
"Lina,
questo è per te! Così, quando saremo lontani, mi
sentirai un pò
più vicino...".
"Se
è per questo che me lo regali Yonas, allora non lo voglio!".
"Sai
che succederà e che sarà molto presto! Devi
iniziare a pensarci".
"Riprenditelo
allora!".
Yonas
allungò la mano ad accarezzarle la guancia, turbato dal
vederla così
agitata e contrariata. Odiava vederla triste e arrabbiata. "D'accordo
Lina, scherzavo... E' solo un regalo di un uomo alla donna che ama...
Solo questo...".
"Sei
un bugiardo!".
Yonas
sorrise. "E' un regalo, dico sul serio! E sai perchè l'ho
scelto... Il suo colore... E' uguale a quello dei tuoi capelli, con
gli stessi riflessi. L'ho notato subito, fra centinaia di altri
diamanti nella vetrina. Questo diamante è fatto per essere
indossato
da te e da nessun'altra!". Non era proprio la verità ma il
motivo per cui aveva scelto proprio quel gioiello era davvero quello.
Splendido, come i lunghi capelli della sua Lina.
La
ragazza sorrise, finalmente rasserenata, anche se sapeva che quello
che diceva Yonas, prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo per davvero.
"E allora, lo accetto! E non me ne separerò mai!".
Cullata da quei ricordi, pian piano smise
di
singhiozzare. E continuando a stringere il suo ciondolo, si
addormentò cullata dalle onde.
|
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Capitolo 4 *** Arrivo a Tortuga ***
Aggiornamento!!!
:)
Grazie
a
tutti quelli che leggono e mi sostengono, come sempre vi adoro!
Alla
prossima, spero che il capitolo vi piaccia!
Arrivo
a Tortuga
Erano ormai quasi due settimane che
navigavano per mare
e a parte acqua, qualche piccolo atollo e branchi di delfini, non
avevano visto null'altro.
Jack era entusiasta, amava la vita in mare
e soprattutto
amava governare una nave. Lina e Gourry invece cominciavano a dare
segni di cedimento e di noia profonda. Certo, Lina sapeva che il
viaggio sarebbe stato lungo ma sperava quanto meno in un pò
più di
movimento... Qualche lotta con pirati nemici, un temporale... Invece
niente, mare calmo, nemici assenti... Una barba insomma! Gourry
invece sperava di attraccare presto... Certo, come gli aveva
anticipato Jack, si era abbastanza abituato al mare e non stava
più
così male come all'inizio del viaggio però... la
terra ferma era
decisamente un'altra cosa!
Era un pomeriggio assolato quello... Jack
aveva
annunciato loro che presto sarebbero arrivati a Tortuga, prima di
sera se le correnti fossero state favorevoli, e se ne stava col
binocolo in mano a osservare l'orizzonte.
Lina e Gourry invece si erano messi in una
zona
all'ombra sul pontile, a intrecciare delle corde in strani nodi che
per Jack erano di importanza basilare. Lina aveva provato a chiedere
al pirata del perchè di quei cappi, ma non ci aveva capito
troppo
della spiegazione marittina che aveva ricevuto. E ora se ne stava a
litigare con matasse di corda ruvide e umide. "Come fai?" -
chiese scocciata a Gourry, seduto accanto a lei, che invece sembrava
più a suo agio a svolgere quel lavoro.
Gourry fissò il nodo appena
finito. "Beh, non è
che sia proprio sicuro di quel che sto facendo e i nodi più
difficili ancora non mi è riuscito di terminarli! Ma
è un lavoro
rilassante, non trovi?".
Lina lo fissò in tralice. "No,
mi si stanno
screpolando le mani!".
Gourry sorrise. "Dai, presto saremo
arrivati a
Tortuga e spero che poi, con l'arrivo di Alix e Daryl, ci sia meno
lavoro da fare per noi! Certo, di Daryl ne farei a meno ma...".
Lina sbuffò. "Anche io!".
Lo spadaccino ridacchiò, pronto
a punzecchiarla. "Non
mi sembri turbata dal fatto che lo riavrai fra i piedi!".
La maga alzò le spalle. "Non lo
sono... Voglio
dire, è passato talmente tanto tempo e sono successe
talmente tante
cose che ormai Daryl sta in fondo ai miei pensieri... Basta che non
rompa eccessivamente e a me sta bene!".
"Come sei diventata saggia!" -
commentò
Gourry pensieroso.
Lina si voltò verso di lui,
incuriosita. "Anche
tu! Tre anni fa Daryl ti faceva andare in escandescenze, lo ricordo
bene!".
Gourry annuì. "Si, vero! Ma ora
mi sembri...
matura... Abbastanza per non farti rovinare la vita da lui!".
Lina volse la testa, a fissare l'orizzonte,
distrattamente... "Beh, si! Credo tu abbia ragione!".
Gourry la guardò, attento. Era
così cambiata, così
cresciuta Lina. Era stata molto evasiva circa la sua vita negli
ultimi anni ma visto che era tanto serena, perchè non
chiederle
qualcosa e sanare le sua curiosità. Cosa le era successo per
farla
crescere così tanto? "Lina...?".
"Si?".
Lo spadaccino ridacchiò. "Che ti
è successo negli
ultimi anni? Sei così matura e saggia ora!". Lo disse con
una
punta di ironia, per non farla innervosire e per non dare
l'impressione di impicciarsi di fatti non di sua competenza.
A quella domanda, Lina sussultò.
Accidenti, temeva quel
momento!!! "Beh... che... che vuoi che mi sia successo? Niente
di che, le solite cose!" - rispose, evitando di guardarlo in
viso. "E tu..." - abbozzò, per cambiare discorso SUBITO
–
"Tu invece? Che hai fatto? Scommetto che ti sei fatto consolare
da un sacco di belle donzelle a Seyruun... Pronte a coccolare la
bionda e affascinante guardia senza più una moglie!".
Gourry scoppiò a ridere,
sentendo quelle parole. Era
evidente che Lina stesse cercando di volgere il discorso altrove per
non dargli risposte, ma lo divertiva comunque quel rapporto rilassato
e tranquillo che si era instaurato fra loro, tanto simile a molti
anni prima. "Ma no, figurati!".
"Si si, come no?" - insistette Lina,
divertita
dall'imbarazzo del suo interlocutore.
Gourry sorrise, assumendo però
un'aria più seria. "No,
dico davvero... Non sono stato un buon marito e non sono stato un
buon compagno nemmeno per te... Sono giunto alla conclusione che
è
meglio che io stia lontano dalle donne! Quanto meno, non faccio
guai!".
A quel cambiamento di tono, Lina si
voltò verso di lui.
La frase di Gourry era un misto fra una battuta e una confessione
malinconica... Qualunque cosa fosse comunque, non era d'accordo! Lo
spadaccino era uno degli uomini migliori che avesse mai conosciuto!
Dolce, gentile, altruista, pronto a combattere come un dannato per
proteggere chi amava! Certo, aveva sbagliato molto in passato,
però
in modo dannatamente umano. Ma aveva saputo riprendersi, ritrovare se
stesso e ricominciare una nuova vita. "Quante sciocchezze... Non
sei così male e non saresti certo una 'minaccia' per la
felicità di
una donna! Semplicemente... non hai incontrato la persona giusta,
tutto quì! Ricordi cosa mi dicesti, quando ci siamo separati
tre
anni fa? Che prima o poi avrei incontrato qualcuno di speciale, che
io l'avessi voluto o no! Beh, ti rigiro le stesse parole!
Capiterà
anche a te!".
Gourry alzò il sopracciglio.
"ANCHE? Quindi, avevo
ragione allora? Tu hai incontrato...".
"Ahhh!". Lina divenne rossissima in viso,
accorgendosi BENE della direzione in cui aveva involontariamente
diretto la conversazione. "Hei, quì non stiamo parlando di
ME
ma di TE! Era un discorso GENERALE! Capito???".
Lo spadaccino ridacchiò, suo
malgrado. "Si, si,
come no!?". Decise di metterla sul ridere, anche se quella
strana conversazione in un certo senso lo turbava. La reazione di
Lina... Da sempre era stata una persona molto evasiva e riservata,
sulle sue faccende personali ma... c'era qualcosa di diverso questa
volta... Tre anni prima le aveva promesso di non intromettersi
più
nella sua vita e con quel tono ironico che stava usando, lei non
avrebbe pensato che lui volesse impicciarsi degli affari suoi. E
forse era meglio così, non indagare oltre...
Perchè immaginava,
temeva che le risposte che avrebbe potuto ottenere non sarebbero
state piacevoli per lui. Perchè Lina era cambiata,
cresciuta,
maturata... E in fondo non sarebbe stato così strano che
nella sua
vita fosse entrato qualcuno di importante... Era un pensiero che
faceva male, ma che doveva anche accettare, se le cose stavano
davvero così...
La voce di Jack tolse entrambi
dall'imbarazzo di quella
strana discussione. "Ragazzi!!! Correte, siamo a Tortuga!!!
Guardatela, è lei, in lontananza!!!".
Lina e Gourry sobbalzarono a quella notizia
tanto
attesa, dimenticando le corde e la loro conversazione. Finalmente si
stava per attraccare, sembrava un sogno!!! Dopo giorni di navigazione
avrebbero messo piede a terra, mangiato in un ristorante, dormito in
un letto che non sobbalzava a ogni onda!!! I due ragazzi corsero
vicino a Jack appoggiandosi al parapetto della nave.
Lina si arrampicò, per vedere
meglio. E infine la vide,
la tanto chiaccherata Tortuga, l'isola che si diceva, era patria di
pirati, di buon vino, di bella vita, di belle donne e di sano
divertimento e perdizione. In lontananza si accorse che, a differenza
di quello che pensava, era più grande di quando si
raccontasse in
giro. Dalla nave, benché distanti ancora un pò di
miglia, poteva
intravedere il porto, il grosso paesotto dalle case di legno alle sue
spalle e che occupava quasi tutta la costa e poi, dietro, una
rigogliosa foresta tropicale verdeggiante. Un posto forse spartano a
prima vista, ma che sicuramente brulicava di vita, essendo l'isola
che faceva da spartiacque fra la penisola dei demoni e i nuovi e
inesplorati mari del sud. Un porto d'arrivo che apriva infinite nuove
opportunità... "Quanto manca all'attracco?" - chiese a
Jack.
Il pirata sorrise. "Un paio d'ore al
massimo e
saremo a terra!".
Gourry osservò distrattamente
l'isola e poi il pirata.
"E una volta lì? Che si fa, come ci si organizza? Non ci hai
ancora detto nulla? Dobbiamo trovarci una locanda o ripartiremo
subito dopo che avremo incontrato Daryl e Alix e fatto provviste per
il viaggio?".
Jack scosse la testa. "No, niente locanda!
Io e
Daryl quì abbiamo un appartamento, la nostra comoda base
dove
riposarci, bivaccare e divertirci con le bellezze che circolano per
il porto! Ha tre camere, una mia, una di Daryl e una per gli ospiti!
Dovrete condividerla, finché siamo quì, voi due!
A meno che Lina...
voglia dormire con me o con Daryl...".
La maga sospirò, VAGAMENTE
irritata da quelle allusioni
che finse di non cogliere. Ahhh, ecco che l'intoppo c'era anche
lì!
Di dormire con Jack e Daryl non se ne parlava!!! Dormire con Gourry
invece... Beh, sarebbe stato imbarazzante dopo tanti anni, ma... era
capitato spesso ai tempi della loro convivenza e alla fine si era
sempre rivelato piacevole condividere con lui le camere da letto dei
vari ostelli che visitavano. Gourry era un gentiluomo, non invadente,
gentile... Ed era sicura che in questo non era cambiato. Certo, la
cosa la irritava verso Jack ma fare storie non sarebbe servito a
niente. Aveva voglia di scendere un pò da quella nave,
sgranchire le
gambe, farsi un bagno caldo e poi riposare! "Gourry, che ne
dici?".
Quasi intuendo i suoi pensieri, lo
spadaccino annuì.
"Beh, in fondo ci è capitato tante volte in passato! Per me
va
bene!".
Lina gli sorrise, poi si voltò
nuovamente verso il
pirata. "Sappi che ti ODIO per tutto questo! Ma come vedi, ci
siamo sistemati! Camere a parte... per il resto, come vuoi agire?".
Jack si appoggiò con la schiena
al parapetto,
incrociando le braccia al petto. "Appena a terra, vi porterò
a
casa e potrete riposarvi! Si vede che non ne potete più
della vita
di mare e avete bisogno di uno stacco! Voi mi servite in forze,
ricordatevelo! Io invece poi, lasciati voi due, vado alla ricerca di
Daryl, tanto sò dove trovarlo!".
Lina sospirò. "Nei bordelli del
porto,
suppongo...".
Jack ridacchiò. "Eheh, Daryl
è un uomo che sà
divertirsi! Comunque sia, voi riposerete stanotte, mentre io recupero
Daryl e mi do un pò alla sana vita notturna di Tortuga!
Domani, vi
metterete alla ricerca di questa Alix, la convincerete a partire con
noi e quando avremo trovato le provviste necessarie al viaggio,
ripartiremo! Chiaro? Massimo tre giorni, io voglio ripartire!".
Lina annuì, poco entusiasta.
"Cristallino!".
Beh, quanto meno apprezzava l'idea di Jack di lasciar riposare lei e
Gourry tranquilli, per una notte...
...
L'attracco era stato abbastanza caotico! Il
porto di
Tortuga era un'immensa accozzaglia di grosse navi sistemate
abbastanza alla rinfusa e viveva perennemente in una situazione di
grande via vai di marinai, pirati, gente del posto, commercianti che
urlavano e lanciavano schiamazzi ininterrottamente.
Appena scesi dalla loro nave con Jack, Lina
e Gourry si
sentirono leggermente spiazzati. Era un posto piuttosto sporco, le
case erano poco più che baracche di legno e ovunque c'erano
faccie
che era decisamente meglio non incontrare in luoghi bui e appartati.
Tutti correvano, urlavano, sembravano presi da una strana frenesia e
fretta che probabilmente faceva parte del clima lascivo dell'isola,
famosa per la sua malavita e per la sua scarsa morale. Pirati e
guardie passeggiavano per il porto insieme, quasi fossero amici e
questo non poteva che confermare quanto fossero sporchi e loschi gli
affari che potevano unire persone all'apparenza tanto diverse. Donne
svestite e piuttosto libertine giravano per il porto, lasciando
intravedere dalle ampie scollature dei loro corpetti dei vistosi seni
che mostravano senza imbarazzo ai naviganti appena giunti al porto.
Mocciosi scalzi e sporchi correvano fra le persone, spintonandosi e
urlando indisturbati, rubando qualche frutto dalle bancarelle del
piccolo mercato a ridosso degli attracchi.
Lina sbuffò. Non era un periodo
della sua vita troppo
festaiolo e tutto quel casino le dava fastidio. O forse, era solo la
stanchezza che la rendeva così intollerante verso un mondo
dentro il
quale, una volta, si muoveva senza difficoltà. "Casa tua
è
vicina, vero? Non vedo l'ora di lasciarmi tutto questo alle spalle,
ho sonno e sono molto stanca! Voglio un VERO letto!!!" - si
lamentò, come spesso Gourry l'aveva vista fare anche tanti
anni
prima.
Jack annuì, lanciando al
contempo allusive occhiate a
una giovane donna mora e prosperosa che non smetteva di fissarlo. "Si
Lina, è vicina! Ma allo stesso tempo abbastanza lontana da
tutto il
caos del porto! Dieci minuti di strada e ci siamo!".
Lina annuì. "Meno male!" -
esclamò, senza
alcun entusiasmo.
Jack la fissò brevemente, poi la
sua attenzione fu
catturata nuovamente dalla donna che aveva osservato fino a pochi
istanti prima. "DORIS!!!" - urlò entusiasta, mentre
allargava le braccia e si avvicinava a lei.
La donna fece un sorriso malizioso e si
avvicinò al
pirata. "Jack Sparrow! E' un pò che non ti fai vedere!" -
esclamò.
"Ti sono mancato? Stasera
recupererò il tempo
perso, tranquilla!" - esclamò Jack strizzandole l'occhio.
Doris ci pensò su un attimo. E
poi alzò la mano,
tirandogli un micidiale pugno in faccia. "Questo te lo sei
meritato!" - urlò stizzita, allontanandosi da lui
– "E
stasera, ti aspetto comunque alla locanda, dove riceverai... il
resto!" - concluse, con voce stavolta più calda e maliziosa.
Jack la osservò allontanarsi,
massaggiandosi la
guancia. "A stasera..." - mormorò dolorante e divertito.
Lina e Gourry lo fissarono, a occhi
spalancati. "Donna
intelligente quella Doris, sa come trattarti!" - commentò la
maga con sarcasmo.
Jack allargò le braccia. "Mh...
me lo sono
meritato, sì!".
Lina fissò Gourry negli occhi
divertita da quella
ammissione del pirata. "Beh, quanto meno lo ammette...".
Jack finse di stare al gioco, poi si
voltò verso
Gourry, pronto a prendersi una rivincita verso le prese in giro della
maga. Quale miglior modo, se non ingelosirla? "Amico, sei sicuro
di voler andare a dormire? Hai visto che donne girano quì?
Secondo
me, dovresti unirti a me e Daryl stanotte...".
Lina lo fulminò con lo sguardo,
poi corrucciata si
voltò verso Gourry. Oh, beh, poteva fare quel che voleva
ma... Al
diavolo, anche se non erano affari suoi, se Gourry si fosse dato allo
stile di vita di Jack e Daryl, le avrebbe dato fastidio!!! Lui era
dannatamente diverso da loro! "E allora?" - gli chiese col
muso lungo– "Che vuoi fare?".
Gourry si grattò la guancia,
imbarazzato. "Ehm...
Grazie Jack ma credo di non essere il tipo da vita notturna... Credo
che sarebbe meglio riposare, per me! Così domani
sarò in forze per
cercare Alix!".
Jack alzò le spalle. Gourry era
irrecuperabile, non
sapeva godersi la vita!!! "Come vuoi amico! E ora sù, in
marcia! Vi porto a casa!".
Lina annuì. Finalmente!!!
Si incamminarono in silenzio, con le loro
sacche in
spalla, costeggiando il molo invaso da una miriade di persone, poi si
addentrarono negli stretti vicoli che portavano alla città
vecchia.
Case fatiscenti, diroccate ma piene di vita salutavano il loro
passaggio.
E dopo dieci minuti, come aveva detto Jack,
giunsero
all'angolo di una via che portava a un piccolo porticciolo
più
distaccato rispetto a quello dove avevano attraccato poco prima. E
finalmente la videro. Piccola, in legno, sobria, una casa modesta
comparve davanti a loro.
"Siamo arrivati!" - esclamò Jack
tirando
fuori dalla tasca una chiave e aprendo poi la porta d'ingresso.
Lina e Gourry entrarono, incuriositi. Una
piccola
cucina, una camera da letto appena a lato dell'ingresso e un piccolo
corridoio dove c'erano altre due stanze. E null'altro. La casa era
tutta lì, raccolta in quei pochi metri, in quei piccoli
ambienti...
Arredata con pochi e spartani armadi, un piccolo tavolo e un cuoci
vivande arrugginito contro alla parete.
"La vostra camera è questa!" -
disse loro
Jack, indicando la porta subito dopo l'ingresso. "C'è solo
un
letto matrimoniale e un piccolo armadio! Arrangiatevi come meglio
potete! Io ora vado a cercare Daryl, buon riposo! Ci rivediamo
domattina!".
"Hei, aspetta!" - lo bloccò Lina
– "Te
ne vai così? Ci sono scorte di cibo quì o
dobbiamo uscire a fare
acquisti? Non ci spieghi nulla!".
Jack le indicò una piccola
credenza sopra il cuoci
vivande. "Lì troverai qualcosa da sgranocchiare. Fagioli o
altri legumi secchi, niente di più! Se ti accontenti... Se
no, esci
e cerca qualcosa, io ora ho fretta di ritrovare Daryl!".
"Beh, potresti darci almeno cinque minuti
per
ambientarci, prima di sparire!" - lo rimbeccò Lina.
Jack scosse la testa. "Ho fretta! Di
ritrovare il
mio amico, ripartire e recuperare la mia Perla Nera!".
Lina si accigliò.
Già, la Perla Nera... La nave di
Jack... Non sapeva come fosse fatta ma nel porto, quando erano
arrivati, aveva visto molte navi bellissime e maestose. E anche
l'imbarcazione su cui erano giunti lì, era di tutto
rispetto. Non
capiva forse appieno ne la vita di mare ne la filosofia di un pirata
ma... Perchè Jack si era fissato con quella nave perduta,
ora che ne
aveva un'altra? "Ma Jack... la nave su cui abbiamo viaggiato
è
ottima! E al porto, se ne volessi di migliori, non avresti che
l'imbarazzo della scelta! Ti aiuterei a prenderne una, quella che
vuoi, come abbiamo fatto a Seyruun! E insieme potremmo poi cercare
oro e tesori nelle isole inesplorate! Perchè faticare per
recuperare
qualcosa che in fondo hai già, uguale?". Non era una critica
verso Jack la sua... Ma voleva capire qualcosa che ancora le
sfuggiva...
Jack assunse un'espressione stranamente
seria. Era una
domanda pertinente quella di Lina, era normale che lei non capisse...
"Vedi Lina... Non è UNA nave quella che voglio! E' la MIA
nave
che desidero riavere e non un'imbarcazione qualsiasi! Anche se
dovesse costarmi pericoli, lotte, sofferenze, io rivoglio la MIA
Perla Nera! Ne vale la pena, per me! Ci sono cose, persone, che
possono giustificare una vita intera... Anche se costa sofferenza
averle e tenerle con sè! Per me è la Perla Nera
la mia ragione di
lotta! Averla, da un senso alla mia vita! Per altri può non
valere
niente, per me vale tutto!".
A quelle parole Lina sussultò e
si rabbuiò... Non
tanto per quello che aveva detto Jack, che forse comprendeva e di cui
capiva il senso. Ma... Involontariamente il pirata, con quelle
parole, aveva risvegliato in lei ricordi lontani, sofferenze che
cercava di tenere celate a tutti perchè era troppo doloroso
parlarne... Un'altra persona le aveva rivolto, in passato, parole
simili...
"Sai
Lina, tu... Tu per me sei tutto, hai dato un senso alla mia vita! Per
quanto possa essere breve tutto questo, nonostante tutto quello che
verrà e che sarà poco piacevole... TU vali la
pena di esistere per
ME! Tu giustifichi tutto... Sei la mia ragione di lotta... Avrei
voluto che tu te ne andassi all'inizio, ho provato ad allontanarti
con tutte le mie forze per non trascinarti a fondo con me... Avrei
voluto che tu fossi meno coraggiosa e più egoista, che
fuggissi...
Ma sei rimasta, nonostante tutto! E mi hai insegnato a vedere le cose
da un'altra prospettiva... Tu dai un senso alla mia vita... Per
quanto la mia vita possa valere...".
La maga tremò a quel ricordo
lontano, a quelle
parole... La voce di Jack e quella di Yonas parevano fondersi nella
sua mente... Si odiò! Perchè aveva rivolto quella
dannata domanda
al pirata??? Non poteva lasciarlo andare e basta??? Sentì
gli occhi
inumidirsi e si accorse che ancora, aveva voglia di piangere. Ma non
lo avrebbe mai fatto, non davanti a Jack e a Gourry. "Hai detto
che questa è la mia camera vero? Ecco, se non vi dispiace,
ho
bisogno di ritirarmi!" - disse in tono duro, cambiando
completamente espressione rispetto a pochi istanti prima, chiudendo
ogni discorso. Aprì la porta e poi, con un gesto secco la
richiuse
dentro di se, isolandosi nella stanza e gettandosi sul letto,
stringendo fra le mani il ciondolo che portava al collo.
Jack si accigliò, non capendo un
accidente di quello
che stava succedendo. Che aveva detto di male? Osservò
Gourry, che
però pareva smarrito quanto lui, davanti allo strano
comportamento
di Lina. "Che le prende?" - chiese infine il pirata.
"Non lo sò..." - ammise Gourry,
preoccupato.
Quell'espressione sul viso di Lina... L'aveva già vista, la
prima
notte di navigazione, quando le era sembrato di vederla piangere, sul
ponte della nave. Non capiva, non LA capiva...
Jack alzò le spalle. "Che vuoi
farci!? Donne!!!
Beh, io vado! Buona serata!" - disse infine prendendo l'uscita,
non troppo turbato dal cambio d'umore della ragazza.
Gourry tirò un sospiro di
sollievo, vedendolo uscire.
Senza Jack intorno, avrebbe potuto occuparsi meglio di Lina e forse
capire cosa avesse che non andava. Si avvicinò alla stanza
da letto,
aprì la porta piano ed entrò.
La maga se ne stava rannicchiata, stesa di
lato, con gli
occhi chiusi e umidi. Sulle sue guancie scorrevano calde lacrime
silenziose e fra le mani... Non si era sbagliato quella sera, al
collo portava un ciondolo che stringeva con tutte le sue forze, fra
le dita! E come quella notte, mentre lo stringeva, piangeva. Era
preoccupato! Non sapeva cosa avesse ne come aiutarla... E temeva che
le risposte che avrebbe avuto sarebbero state forse dolorose per lui.
Ma non poteva essere codardo, non in quel momento. Si sedette sul
bordo del letto, accanto a lei, che non si era mossa minimamente
dalla sua posizione sentendolo entrare.
Gourry la fissò, preoccupato.
Lina, a parte quei brevi
momenti di sconforto, sembrava stare bene, sembrava serena, la solita
maga di sempre... Ma lui la conosceva dannatamente bene e la
sensazione che Lina fingesse uno stato sereno che in realtà
non
possedeva, stava diventando certezza. Cos'era quella tristezza che di
tanto in tanto le trapassava il viso, cos'erano quelle lacrime, tanto
inusuali per lei? "Lina, cosa c'è? Sembri così
triste...
soprattutto quando... stringi quel ciondolo... Che cosa succede, che
cosa significa?". Lo disse con dolcezza, in modo lento e
gentile. Non voleva che Lina pensasse che si stava immischiando nella
sua vita ma solo che capisse che era preoccupato per lei e che per
qualunque cosa, lui ci sarebbe stato, se avesse avuto bisogno di
aiuto.
La maga gli voltò le spalle a
quella domanda, girandosi
di lato e dandogli la schiena. Non aveva voglia di parlare, non in
quel momento e non con lui! Voleva solo stare sola, ci voleva tanto a
capirlo? Nascose sotto la maglia il ciondolo che Gourry aveva ormai
evidentemente notato e il suo viso si incupì. "Non sono cose
che ti riguardano Gourry, non mi va di... parlarne" – disse
in
tono duro, che non ammetteva repliche. No, non avrebbe permesso a
nessuno di entrare nel suo dolore, nella sua storia, nella storia di
Yonas...
Gourry sospirò. La immaginava,
quella risposta. "Come
vuoi... Ma se hai bisogno io sono quì, a dormire sul
pavimento! Come
una volta!" - disse in tono più leggero, alzandosi dal letto.
"Puoi anche dormire sul letto, è
abbastanza grande
per non darci fastidio!" - commentò Lina freddamente, senza
voltarsi verso di lui – "Siamo grandi abbastanza per non fare
i bambini imbarazzati e non vedo perchè non approfittare di
un
comodo letto di cui abbiamo bisogno entrambi!". Al diavolo, che
Gourry dormisse in terra come tanti anni prima era stupido ormai!
Erano adulti, non bambini! E il suo umore era talmente nero che
nemmeno si sarebbe accorta della sua presenza, quella notte.
"D'accordo, come vuoi!" - disse Gourry
assecondandola. Si stese accanto a lei, mantenendo le distanze. E il
silenzio cadde nella stanza.
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Capitolo 5 *** Nella notte ***
Eccomi
e
scusate per il mega ritardo con cui aggiorno! Ma fra Natale, fics per
i regali del forum, lavoro e influenza, è stato un periodo
molto
caotico.
Comunque,
eccovi questo capitolo, non molto lungo a dire il vero ma che spero
vi piaccia! Commenti e critiche sono graditi come sempre!
E
a
proposito, visto che non c'è stata occasione prima, buon
2014!!!
Nella
notte
Stava albeggiando ma Tortuga era ancora
immersa nel buio
della notte. I rumori e il trambusto della cittadina portuale avevano
lasciato posto al silenzio, interrotto solo dal placido rumore delle
onde che si andavano ad adagiare dolcemente sulla battigia.
Il momento giusto, il clima giusto,
l'atmosfera giusta
per dormire. Però alla maga, tutto questo sembrava non
giovare! Lina
se ne stava seduta sul letto, gambe incrociate, labbra corrucciate...
A quell'ora avrebbe dovuto dormire dalla grossa ma aveva avuto un
sonno inquieto, un risveglio brusco e da almeno venti minuti fissava
il vuoto della stanza, immersa nei suoi pensieri.
Odiava il suo comportamento della sera
prima, il modo in
cui aveva ceduto ai ricordi e al dolore e soprattutto si detestava
per averlo fatto davanti a Jack e a Gourry! Certo, il pirata non ci
aveva fatto molto caso ma Gourry sì! E questo la disturbava,
così
come il ricordo di come gli aveva parlato stizzita poche ore prima,
quando lui aveva chiesto, preoccupato, cosa stesse succedendo!
Non era più la disperazione
della sera prima e il
dolore dei ricordi a tenerla sveglia, a quelli aveva imparato ad
abituarsi, a combatterli e a rimettersi in fretta, dopo gli attimi di
scoramento che a volte sembravano vincerla.
Era altro a tenerla sveglia...
Gli dispiaceva aver risposto male allo
spadaccino!
Gourry, da quando lo aveva rincontrato, era sempre stato gentile,
disponibile, genuinamente preoccupato per lei e per quello che la
riguardava. Erano lontani i tempi in cui liti e incomprensioni li
avevano divisi e l'amicizia che tanto li aveva uniti una volta
sembrava riaffiorare pian piano... Certo, fino alla sera prima. Lui
era preoccupato per lei, lo sapeva e sapeva che i sentimenti del
giovane erano genuini! Ma Gourry non sapeva, non poteva sapere tante
cose... Cose di cui lei non voleva parlare, di cui non voleva
renderlo partecipe! Ne lui ne nessun altro! Forse un giorno sarebbe
stata pronta per parlarne con qualcuno ma non allora, non in quel
momento! Lui non poteva aiutarla e lei non avrebbe mai amato, mai
sopportato l'idea che lui la vedesse disperata e in lacrime... Era
più forte di lei ma l'insana abitudine, la testa dura, il
fatto di
non voler appoggiarsi a nessuno, di non voler far vedere quanto fosse
vulnerabile in quel momento, non l'avrebbero mai abbandonata!
Ma nonostante questo, un pensiero la
tormentava, più di
tutto! E se Gourry si fosse arrabbiato a causa del suo comportamento
e delle sue risposte poco gentili? Lo fissò, nella
penombra... Lo
spadaccino pareva dormire placidamente e profondamente accanto a lei,
apparentemente tranquillo e sereno... Beh, forse si stava
preoccupando per niente ma...
Beh, era inutile in fondo, arrovellarsi e
stare lì come
una cretina sul letto, senza far niente, a riempirsi la testa di
paranoie, giusto? Quindi, non rimaneva che una cosa da fare!
Allungò
le braccia e con una sonora e rumorosa pacca sulla schiena dello
spadaccino, lo svegliò non proprio 'dolcemente' dal mondo
dei sogni.
"Hei!!!".
A quel tenero risveglio, i capelli di
Gourry si
rizzarono in piedi per lo spavento e in due secondi, mezzo assonnato
e con le ciocche bionde in piedi, era seduto sul letto, preso a
fissarla come uno stoccafisso. "H... hei, che succede?
Terremoto? Maremoto?" - domandò, con le idee ancora confuse
nella testa, stropicciandosi gli occhi.
Lina sbuffò un pò
seccata. "Non essere
catastrofico! Ti ho svegliato io!".
Il giovane si grattò la testa,
confuso. "Perchè
scusa?". Era ancora buio, tutto pareva tranquillo quindi...
Perchè Lina l'aveva svegliato? Che stava succedendo?
La maga giocò nervosamente col
lenzuolo, non sapendo
bene da dove cominciare il discorso e sentendosi al contempo un
pò
ridicola in quella situazione. In Gourry non c'era la minima traccia
di rabbia o altro, pareva solo assonnato e lei probabilmente si era
arrovellata per lunghi minuti in inutili paranoie! Va beh, ormai lui
era sveglio, quindi perchè non togliersi tutti i dubbi?
"Sei...
sei arrabbiato con me?".
Gourry, ancora più confuso, si
grattò la testa.
"Arrabbiato? E perchè?".
Lina sbuffò. O Gourry la stava
prendendo in giro o non
era davvero arrabbiato oppure aveva capito benissimo cosa la stesse
tormentando e faceva finta di niente per non metterla in ulteriore
difficoltà... Ma comunque non era affatto d'aiuto in nessun
caso!
"Per come ti ho risposto ieri sera! Voglio dire... Non sono
stata troppo... ehm... educata verso chi si stava preoccupando per
me!" - ammise infine secca, senza troppi inutili giri di parole.
"Oh!". L'espressione di Gourry si fece
prima
stupita e poi seria. Adesso capiva a cosa alludesse Lina! Lo strano
comportamento della sera prima, le lacrime improvvise, il modo
stizzito e rabbioso in cui l'aveva allontanato quando lui si era
preoccupato per lei... Ma la verità era che non se l'era
presa.
Qualunque cosa Lina avesse, dovevano essere faccende personali e tre
anni prima la maga era stata molto chiara con lui, circa quanto la
infastidisse il suo intromettersi in faccende che la riguardavano. Le
aveva promesso, allora, che non l'avrebbe più fatto e aveva
ancora
tutta l'intenzione di mantenere quell'impegno con lei! Se Lina gli
avesse voluto parlare di cosa la tormentava, l'avrebbe ascoltata e
consolata con piacere ma se non aveva voluto farlo... beh, doveva
accettare la situazione! "No, non sono arrabbiato Lina!" -
ammise, in tutta sincerità.
La maga lo fissò in viso,
concentrata a capire se
stesse mentendo o fosse serio. Gourry non era ne rabbioso ne secco
nel modo di parlare ma anzi, le si era rivolto nel suo consueto tono
pacato e gentile. No, non era arrabbiato, era palese! E si
sentì
stupida per aver dato vita a quella conversazione assurda! Prese il
suo cuscino e in tutta risposta glielo tirò sulla faccia.
"Al
diavolo!" - esclamò nel suo usuale tono di voce aggressivo.
"Hei Lina! Ma che ti ho fatto?" -
domandò
Gourry accigliato.
La maga fece il viso imbronciato. "Ecco...
Io non
ho dormito bene perchè pensavo che tu fossi arrabbiato con
me e
invece non lo sei affatto! Per colpa tua, ho sprecato ore di sonno
preziose per niente!!!".
Gourry sbatté i suoi occhioni
blu, indeciso se
scoppiare a ridere oppure no. E alla fine, non ce la fece e
iniziò a
sghignazzare di gusto. "Scusa Lina ma... ecco... non ti pare una
conversazione un pò assurda? Cioè, vuoi che mi
arrabbi con te
allora?".
Lina fece ancora di più il
broncio, divertita
nonostante tutto, ma comunque intenzionata a mantenere il suo ruolo
burbero. "Idiota!" - esclamò infine, gettandosi sul
cuscino e volgendogli le spalle, perchè lui non la vedesse
ridere.
Si sentiva meglio, in effetti... E parlare con Gourry alla fine non
era stato così inutile come le era sembrato all'inizio,
l'aveva
rasserenata!
Gourry smise di ridere e si
voltò verso di lei,
l'espressione più seria, fissando i lunghi capelli rossi che
riposavano sul cuscino. Si sentiva più tranquillo
perchè Lina in
quel momento gli pareva serena e qualunque cosa l'avesse turbata la
sera prima, pareva essersi risolta. E poi era un buon segno che
avesse dato sfogo al suo miglior caratteraccio e che, come una volta,
la colpa di tutto l'avesse fatta ricadere su di lui! Sì,
stava
meglio, non c'erano decisamente dubbi! Gli mise una mano sulla
spalla, gentilmente. "Lina, dico davvero, non ero arrabbiato!
Ero preoccupato per te, certo... Eri diventata così strana,
tutto
d'improvviso! Ti ho chiesto cosa avessi e mi hai detto di farmi,
giustamente, gli affari miei... E hai ragione, non è giusto
che
ficchi il naso in faccende che non mi riguardano! Dimmi solo una
cosa... Ora stai meglio?".
Lina sospirò. Aveva ascoltato
attentamente le parole di
Gourry e ne aveva capito perfettamente il senso. Ricordava quando,
tre anni prima, gli aveva intimato di non intromettersi nella sua
vita e sapeva perfettamente che Gourry stava continuando a mantenere
quel proposito, seppur con tutte le preoccupazioni del caso nei suoi
confronti. Lo apprezzava, davvero! Ma in un certo senso la intristiva
perchè ormai questo significava che loro due erano lontani,
che le
loro vite avevano preso strade differenti e che nulla era come una
volta, quando vivevano fianco a fianco condividendo tutto. Ogni cosa
era cambiata, lei era cambiata! E anche lui! "Sto meglio ora,
grazie! La verità è che questo per me non
è un periodo troppo
esaltante e felice. Tutto quì!" - rispose, in tono gentile.
Gourry si morse il labbro, cercando le
parole giuste e
ponderare così la sua risposta. "Beh, i momenti negativi li
passiamo un pò tutti, prima o poi! La cosa positiva
è che poi
passano!" - disse infine, con semplicità. Già, ci
era passato
anche lui, anche lui aveva vissuto l'inferno e ora, pian piano si era
rialzato, si era ripreso la sua vita. Era stato difficile, certo! Ma
Lina era forte e di sicuro ce l'avrebbe fatta anche lei, qualunque
cosa gli fosse successa.
Lina si voltò verso di lui,
abbozzando un lieve
sorriso. "Non è sempre così facile, sai! Da certe
cose non se
ne esce, non così facilmente almeno! Però ho
anche imparato, quando
mi gira male, a farmela passare abbastanza in fretta, come puoi
vedere!".
"Beh, si... Però...".
"Shhh". Lina gli mise gentilmente l'indice
sulle labbra, intimandolo a non proseguire. "Gourry, io sto
facendo questo viaggio perchè DEVO farlo per tanti motivi di
cui non
sei a conoscenza! In realtà non vorrei essere quì
e non avevo
nemmeno troppa voglia di partire ma...".
Questa volta fu Gourry a interromperla.
"Lina,
questo non è un viaggio senza ritorno! Se partire era
inevitabile
per te, una volta ottenuto quel che vuoi, potrai tornare dove
desideri, no? In fondo è semplice! E poi tu ami viaggiare e
alla
fine, a conti fatti, sono sicuro che troverai tutto questo
entusiasmante".
Lina sospirò. Bah, non ci
sperava troppo ma... "Beh,
lo sai Gourry? Sono felice di averti rincontrato a Seyruun, un vero
colpo di fortuna! Averti con me rende tutto questo meno complicato e
difficile! Se fossi sola con Jack e Daryl, forse avrei già
fatto
dietro front!".
Lo spadaccino scosse la testa. "Dovresti
avere più
fiducia in te Lina, come una volta! Non saresti tornata indietro e te
la saresti cavata benissimo anche senza di me, te lo assicuro!".
La ragazza scosse la testa. "Non sono
più la Lina
di una volta, forte come una volta! Ti ringrazio per la fiducia che
riponi in me ma io... credo di essere molto debole, allo stato
attuale!".
Gourry la fissò nella penombra,
in viso. Poi fece
scorrere le braccia attorno alla vita della ragazza, amichevolmente,
attirandola a se in un abbraccio a cui Lina non si oppose, di cui
aveva forse disperatamente bisogno. "Tu sei più forte di
quello
che pensi e lo sai benissimo! Al momento giusto, vedrai che tirerai
fuori la tua grinta e combatterai come sai, come un tempo!".
Lina lo fissò negli occhi blu e
poi fece scorrere le
braccia attorno al collo di Gourry, sprofondando il viso sopra la sua
spalla. Ne aveva bisogno! Di un amico, di un abbraccio, di non
sentirsi così disperatamente sola! Nessuno come Gourry
avrebbe
potuto starle vicino in quel momento, solo lui sembrava sapere le
parole giuste da dirle, il modo giusto in cui starle vicino. "Gourry,
grazie!" - sussurrò, baciandolo lievemente sulla guancia.
Gourry inspirò profondamente,
turbato da quella
vicinanza inaspettata. "Che ne dici di dormire ora?" -
propose infine, non muovendosi di un millimetro da quella posizione e
non sapendo che altro dire.
Lina annuì, sorridendo nella
penombra. "Direi che
è un'ottima idea! Per colpa tua ho già perso
troppe ore di sonno e
la mia bellezza eterea ne risentirà!".
Gourry ridacchiò. "Ancora con
questa storia!
Guarda che mica te l'ho detto io di non dormire! Anzi, se dobbiamo
proprio dirla tutta, ora che ci penso, potrei essere arrabbiato con
te in effetti! Mi hai disturbato mentre dormivo come un bambino, se
non te ne fossi accorta!".
Lina alzò il viso, facendogli la
linguaccia. "Te
lo meriti! E' perchè ti comporti fuori dagli schemi, fuori
dalla
comune logica umana!".
Gourry sbuffò. "Con te non
l'avrò mai vinta,
vero?".
Lina rise. "Direi di no! E ora a nanna,
abbiamo
ancora due ore buone di sonno prima di alzarci e andare a cercare la
tua amica Alix!". In effetti l'idea continuava a
non
sorriderle troppo, così come la futura vicinanza con questa
misteriosa conoscente di Gourry... Ma visto che se la doveva far
andar bene...
"Parli come se fossi gelosa!" - la
punzecchiò
Gourry, a cui non era sfuggito il tono di voce acido della maga.
Lina lo fronteggiò con il suo
migliore sguardo di
sfida. "Oh Gourry, ma io SONO GELOSA! Dei mei amici e delle
persone a cui tengo! Ricordatelo bene! E insegnalo anche a questa
Alix, tanto che ci sei!".
Gourry deglutì. Lo sguardo di
Lina prometteva
scintille. "Sembra una minaccia!".
La maga annuì minacciosa. "E'
una minaccia...".
Gourry sospirò, gettandosi
nuovamente sul cuscino. "E
meno male che poco fa asserivi di essere debole! Beh, forse ci
conviene dormire, vista la direzione che ha preso la nostra
conversazione!".
Lina sorrise, stendendosi accanto a lui.
"Si, TI
CONVIENE dormire! E speriamo che, rientrando, Jack e Daryl non
facciano troppo casino e finiscano con lo svegliarci di nuovo!".
"Dici che ancora non sono a casa?" - chiese
Gourry.
"Non credo! Saranno nel letto di qualche
prosperosa
e disponibile donnina del porto a quest'ora, ci scommetto! Torneranno
in mattinata!".
Gourry sbadigliò. "Li hai
inquadrati bene quei
due, vedo!".
Lina si stropicciò gli occhi,
assonnata. "Tu no?
Voglio dire, sono due idioti che non sanno resistere al fascino
femminile. E quì è pieno di donnine disponibili a
concedersi un pò
di sano divertimento sotto le lenzuola con degli affascinanti uomini
di mare che magari portano con loro un bel carico di monete d'oro!
Tutto semplice quì a Tortuga per Jack e Daryl, tutto nel
loro stile.
E' il loro mondo!".
Gourry annuì, d'accordo con lei.
Sì, quello era il
mondo di Jack e Daryl, non c'erano dubbi. Un mondo che non faceva per
lui ma che indubbiamente affascinava due uomini di mare e di mondo
come loro. "Beh, contenti loro... Comunque, buona notte Lina!".
"Buona notte Gourry!".
E il silenzio, questa volta tranquillo,
ricadde nella
stanza.
|
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Capitolo 6 *** Ciurma al completo! ***
Capitolo
dedicato a CatLina, la più fedele fra le lettrici GLADS che
continua a seguire le mie storie. Lettrice di più vecchia
data per
giunta, dovrò studiarmi per te un premio fedeltà
XD! Grazie mille
per il supporto che mi dai da tanto tanto tempo e che non mi fai mai
mancare! :) Spero che il capitolo ti
piaccia! Ovviamente, saranno a te dedicati anche i prossimi, che
saranno (piccolo anticipo), MOLTO GLADS!
Alla
prossima!
Ciurma
al completo!
"Ah, ma che casino quest'isola, al
mattino!" -
sbottò Lina, facendosi spazio fra le centinaia di persone
che
affollavano il mercato cittadino a ridosso del porto, la mattina dopo
il loro arrivo. Lei e Gourry si erano svegliati presto e dopo una
frettolosa colazione, erano usciti per andare a cercare Alix, l'amica
cartografa di Gourry che viveva a Tortuga. Di Daryl e Jack non c'era
nemmeno l'ombra in casa, segno che erano ancora in giro a smaltire i
postumi della loro notte brava e visto che la ricerca di Alix poteva
essere lunga dato che non avevano idea di dove vivesse, avevano
deciso di accelerare i tempi e uscire subito, senza aspettare il
ritorno dei loro due compagni di viaggio. Certo, Lina non immaginava
che la vita, a Tortuga, iniziasse tanto presto e in modo tanto
frenetico. Era certa di trovare i vicoli ancora deserti e sonnolenti
a quell'ora e invece era tutto un brulicare di persone di andavano
quà e là senza un ordine preciso, immersi in un
grande e chiassoso
caos. Fra massaie, marinai, pirati e venditori che urlavano a
più
non posso per richiamare l'attenzione della gente e vendere la
propria merce, Tortuga era un macello incredibile.
Gourry si guardò in giro,
vagamente disorientato in
mezzo a quella folla. "Credi che quì sia sempre
così?".
Lina sbuffò. "Mi sa di
sì! Credo che potrei
impazzire, se restiamo quì troppo a lungo! Odio la gente che
urla
sempre, senza motivo! Troviamo questa Alix e sbrighiamoci a
partire!". Ok, la folla e il casino non riusciva più a
sopportarli! Per molto tempo, prima di quel viaggio, era stata
lontana da quel tipo di vita frenetica e la tranquillità e
la
placida vita che aveva condotto nella regione di Zephilia erano state
piacevoli compagne per lei, a cui si era abituata senza problemi, che
ben si adattavano al tipo di esistenza che aveva condotto fino
all'arrivo della lettera di Jack.
Gourry annuì, d'accordo con lei.
In realtà a lui
piacevano gli ambienti vivi e frenetici, lo facevano sentire vivo in
un certo senso, soprattutto in quegli ultimi anni in cui era sempre
stato solo, ma... Tortuga era decisamente troppo anche per lui!
"Già,
se troviamo Alix e lei accetta di venire con noi, credo che potremmo
partire abbastanza in fretta. Certo, sempre che Jack e Daryl si
sbrighino a farsi vivi! A proposito, dove credi che siano ora?".
Lina si voltò verso di lui,
guardandolo storto. "Sei
davvero tanto sicuro di voler sapere dove sono e cosa stanno
facendo?".
Lo spadaccino sospirò. In
effetti... "No, forse
non voglio saperlo, dopo tutto!". Da quei due in fondo, non
potevano aspettarsi altro che locande della peggior specie e bordelli
pieni di donnine disponibili... Dubitava fossero chiusi in qualche
biblioteca a studiare rotte o storia locale...
Lina si affiancò a lui,
osservando l'ambiente e le
strade circostanti. "Dove credi che possa vivere questa Alix?
Insomma, è la figlia del governatore di Seyruun e quindi
suppongo
che abbia scelto la sua casa nella zona ricca di Tortuga, non credi?
Voglio dire, dubito che una nobile si adatterebbe a vivere in mezzo a
questo macello... Quì al porto stiamo perdendo solo tempo,
temo!".
Gourry si guardò in giro,
pensieroso. In realtà, se
tanto gli dava tanto, Lina si sbagliava ed era proprio al porto che
dovevano cercare Alix. Lei era diversa dalle altre nobili. Era un
tipo spiccio, concreto, non amava l'etichetta e le costrizioni
sociali mentre adorava l'indipendenza, conoscere gente e posti nuovi,
vivere fuori dagli schemi e dalle etichette. E inoltre, per il suo
lavoro, per la sua sete di conoscenza, il porto faceva per lei.
Lì
poteva svolgere il suo lavoro di cartografa e lì di certo
avrebbe
avuto più occasioni per conoscere gente interessante. "No
Lina!
Se Alix è ancora a Tortuga, di certo è
quì che la troveremo,
stanne certa!".
Lina lo fissò, accigliata e
sempre più incuriosita da
questa strana amica di Gourry. "Sarà anche come dici tu ma,
come la troviamo? Di certo non possiamo metterci a bussare a ogni
porta di ogni casa! E se anche fosse quì in giro, in mezzo a
tutta
questa gente sarebbe pressocché impossibile notarla, a meno
che non
ci passi davanti!".
Gourry sbuffò. Immaginava che
non sarebbe stato facile!
Si guardò in giro, in cerca di un'idea, di una soluzione ai
loro
problemi. Finché in un angolo, intento ad osservare il
piazzale del
mercato, vide una persona che forse poteva essere la soluzione a
tutto. "La guardia cittadina Lina!!!". Senza pensarci due
volte, prese d'impulso la ragazza per mano, trascinandola nell'angolo
della strada dove aveva notato l'uomo in uniforme.
"La guardia cittadina? Ma che ti prende
Gourry?"
- chiese Lina, guardandolo senza capire, mentre lui non fermava la
sua avanzata.
Lo spadaccino la guardo, sorridendo. "Ma
certo
Lina! La guardia cittadina conosce bene posti e persone e una come
Alix di certo non è passata inosservata. Straniera, giovane,
nobile
e affascinante. E in più cartografa! Non una persona comune,
quindi!
Di certo Alix ha chiesto in giro informazioni per lavorare e chi
meglio della guardia cittadina potrebbe sapere dove vive?".
"Oh...". Lina ci pensò
sù. In effetti, come
idea non era così malvagia. Rispose al sorriso del suo
compagno,
stringendo la sua mano in quella di lui. "Bravo Gourry, ottima
idea!". In effetti, come aveva fatto a non pensarci prima lei
stessa?
Facendosi strada fra le persone, Lina e
Gourry giunsero
finalmente al cospetto della guardia che, con sguardo annoiato e
assonnato, dava un occhio alla piazza. L'uomo, un giovane sui
trent'anni magro come un chiodo e quasi calvo, li squadrò,
smettendo
momentaneamente di fumare il sigaro che teneva fra le labbra. "Avete
bisogno di qualcosa?" - disse sgarbatamente, irritato da quella
interruzione in quella pratica che considerava estremamente
rilassante.
Lina sospirò. A quanto pare
aveva davanti un perfetto
rappresentante della legge che non aveva voglia di fare un emerito
nulla. Ma decise di essere accomodante ed evitare inutili discussioni
che avrebbero rimandato ulteriormente il loro incontro con Alix.
Sorrise quindi, con finta cortesia. "Ecco, noi stiamo cercando
una persona e volevamo sapere se potevate darci qualche
indicazione!".
La guardia fissò la moltitudine
di gente che invadeva
le bancarelle del mercato. "Se cercate qualcuno che avete perso
in mezzo a questa folla, rinunciateci!".
Gourry scosse la testa. "No, no! Non
cerchiamo
qualcuno che abbiamo perso quì, stiamo cercando informazioni
su una
donna che vive a Tortuga e che vogliamo contattare per un lavoro.
Come guardia cittadina, magari voi signore, potreste esserci
d'aiuto!".
"Chi cercate?" - chiese l'uomo, annoiato,
mentre continuava a fissare il mercato.
"Alix De Guille! E' una giovane donna di
venticinque anni che arriva da Seyruun, una città portuale
della
Penisola dei Demoni. Si è trasferita quì da un
anno e fa la
cartografa. La conoscete per caso? E' una donna che di certo non
passa inosservata!" - rispose Gourry.
La giovane guardia si grattò la
guancia, pensierosa.
"Alix De Guille hai detto? Lunghi capelli neri come la notte,
occhi da cerbiatta, sguardo ammaliante, alta e snella, formosa e con
una enorme faccia tosta?".
Gourry sorrise. "Sì, direi che
la descrizione
corrisponde!". Era un colpo di fortuna aver trovato al primo
colpo qualcuno che, a quanto sembrava, conosceva Alix!
"E dove vive?" - chiese Lina, frettolosa e
imbronciata. E così questa Alix era una stangona maggiorata,
è? Il
suo umore peggiorava, mentre il suo sguardo faceva scintille verso
Gourry. Di che aiuto poteva mai essere una nobile dal fisico perfetto
e dalle mille pazze idee in testa? Probabilmente non era in grado
nemmeno di tenere in mano una matita, altro che cartografa! Accidenti
a Gourry, alle sue idee e alle sue amiche! Presto si sarebbe trovata
su una nave, in mezzo al mare, sola con Jack-pirata-idiota, con Daryl
e con una stangona che le avrebbe ricordato OGNI momento che lei quel
tipo di fisico non l'avrebbe avuto MAI!
La guardia indicò loro un vicolo
che portava verso gli
imbarchi delle navi. "Seguite questa strada e arrivate fino in
fondo alla via! L'ultima casa gialla, prima dei moli, è la
sua. A
quest'ora dovrebbe esserci, difficile vederla in giro al mattino
presto, dovreste trovarla senza problemi, se siete fortunati!".
"Grazie!" - commentò in tono
piatto Lina.
"Grazie!" - esclamò Gourry in
modo più
allegro. In realtà era curioso di sapere come Alix e quella
guardia
si conoscessero ma immaginava e ne era sempre stato certo, che Alix
in quel posto si sarebbe fatta conoscere presto! Probabilmente, se
avesse chiesto a qualsiasi guardia, tutte sarebbero state in grado di
aiutarlo! Era in gamba, troppo fuori dagli schemi per passare
inosservata.
"Non c'è di che!" -
commentò la guardia,
poco entusiasta. Non voleva essere ne gentile ne d'aiuto a quei due
che lo avevano disturbato, ma non se li sarebbe più tolti di
torno
se non avesse risposto loro. Per questo aveva dato loro subito le
informazioni richieste, senza chiedere null'altro! Voleva toglierseli
di torno e basta! Riprese avidamente fra le labbra il suo sigaro,
finalmente libero di poterselo gustare di nuovo, mentre i due ragazzi
se ne andavano verso il vicolo che gli aveva indicato.
"Fantastico vero!" - commentò
Gourry, allegro
– "E' meno difficile di quello che pensavamo!".
"Sì, sì, fantastico!
Mai stata eccitata come in
questo momento Gourry..." - commentò Lina in tono piatto,
con
sarcasmo.
"Che ti prende?" - chiese Gourry, stranito
dal
malumore di Lina. Perchè ora aveva il muso, se le cose si
stavano
mettendo così bene?
Lina sbuffò. "Lascia stare,
lascia stare...".
Già, era meglio lasciar stare! E sperare solamente che
questa Alix
fosse quanto meno un tantino simpatica. O l'avrebbe fatta saltare in
aria immediatamente, con un Dragon Slave in mezzo alla fronte. Anche
se era amica di Gourry! Anche se era bella, intelligente, formosa e
tutto il resto! Quella mattina non aveva voglia di essere
diplomatica! Soprattutto con una maggiorata!!!
Gourry le si avvicinò,
scompigliandole i capelli con la
mano, come tante volte aveva fatto in passato. "Hei Lina, sai
che sei diventata davvero una musona?" - commentò
ridacchiando.
Lina lo guardò di traverso. Se
fosse stata un cane, gli
avrebbe volentieri ringhiato dietro. "Gourry, ma la tua massima
aspirazione, oggi, è farti mandare al diavolo di prima
mattina?".
Lo spadaccino non si fece intimorire dal
tono minaccioso
di lei, continuando a ridacchiare. "Eheh, musona e anche...
temo... un pochino gelosa!".
Lina gli fece il broncio a quelle parole,
voltando di
scatto la faccia dal lato opposto. Colpita e affondata! "Io NON
sono gelosa! Mi sono solo alzata nervosa, stamattina! Che
c'è, non è
consentito dalla legge?".
Gourry gli fece la linguaccia. "Sei gelosa,
sei
gelosa, sei gelosa! Se lo ammetti, vedrai che dopo ti sentirai
meglio!".
Lo sguardo di Lina fece scintille. "Scusa
Gourry,
ma di cosa dovrei essere gelosa, io? Sono solo sospettosa con chi non
conosco, tutto quì! E ho le scatole girate stamattina, ok?
Quindi
finiscila o ti tiro un mega calcio in mezzo alla fronte!".
Gourry fece per replicare a tono, ma due
colpi di fucile
che provenivano dal fondo della via in cui si erano incamminati, lo
fece sobbalzare. Il ragazzo guardò Lina e dallo sguardo
accigliato
della maga capì che lei aveva avuto la sua stessa
percezione. Colpi
di fucile! Dalla direzione dove c'era la casa di Alix! "Corriamo
a vedere!" - disse con urgenza, mettendosi a correre nel vicolo.
Probabilmente Alix non c'entrava nulla, probabilmente era
consuetudine, a Tortuga, sistemare così le faccende... Ma
beh, per
il suo modo di pensare, due colpi di fucile in pieno giorno non erano
normali!
Lina gli corse dietro, curiosa quanto lui.
E sempre più
convinta che quell'isola non facesse per lei!
Corsero per alcuni minuti,
finchè incrociarono due tipi
strani e sospetti che correvano loro incontro, in direzione opposta.
Correvano come due forsennati, quasi stessero fuggendo da qualcuno.
Avevano un aspetto trasandato, una faccia non troppo sveglia e
un'espressione spaventata in viso. Raggiunsero e sorpassarono Lina e
Gourry senza mai fermarsi, dando l'impressione di non vederli
nemmeno, continuando la loro folle corsa fino a scomparire in fondo
al vicolo.
"Sembravano due ladri maldestri colti in
fallo e in
fuga!" - commentò Lina rallentando la corsa e osservando
incuriosita il vicolo dove erano spariti alla velocità della
luce i
due uomini.
"Si, ho avuto la tua stessa impressione!
Credi che
i colpi di fucile fossero collegati a quei due?" - chiese Gourry
prendendo fiato dalla corsa.
Lina alzò le spalle. "Boh,
forse! Comunque, direi
che non è il caso di immischiarsi in queste cose!
Proseguiamo,
dai!". In fondo, perchè immischiarsi in faccende che non li
riguardavano e perdere così tempo?
Gourry annuì, d'accordo con lei,
e i due fecero per
riprendere il cammino quando furono bloccati da una terza persona che
veniva verso di loro di corsa.
Lo spadaccino spalancò gli occhi
dalla sorpresa. Tutto
si sarebbe aspettato ma non lei! Non lì, non in quel modo!
Una
figura femminile, alta, slanciata, dalle curve giuste al punto
giusto, dai lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo,
dagli occhi verde smeraldo, con indosso solo una canottierina
aderente bianca e un paio di cortissimi pantaloncini blu che
lasciavano completamente scoperte le lunghe gambe... E in mano un
fucile carico. "Alix!" - urlò correndole incontro, al
colmo dello stupore.
La giovane donna fece ancora alcuni passi
verso di lui,
sorpresa almeno quanto il suo interlocutore di quell'incontro. "G...
Gourry Gabriev!? Sto sognando! Che ci fai quì?".
Lo spadaccino le si avvicinò
ulteriormente, sempre più
confuso e sorpreso. "E tu che ci fai in giro a quest'ora del
mattino, con un fucile in mano?".
La giovane Alix rallentò il
passo e camminò fino a
trovarsi faccia a faccia con lo spadaccino. "Ti ho fatto per
prima la domanda! Gourry Gabriev, Gourry Gabriev!!!" -
ripeté
ancora, incredula di trovarlo a Tortuga – "Sei davvero tu!
Ma... Come può essere?". Non capiva! Era un sogno per caso?
Lo spadaccino sorrise gentilmente. In
effetti capiva lo
stupore di Alix, al suo posto avrebbe reagito allo stesso modo. "Sono
in viaggio e Tortuga è una tappa! A dire il vero ricordavo
che vivi
quì da un anno e ti stavo cercando. Ho chiesto di te al
mercato e
una guardia mi ha indicato dove vivi! Tutto quì! E tu, che
combini
con quel fucile in mano?".
Alix sbuffò, cominciando a
rimettere in ordine le idee
e a capirci qualcosa. "Ho fatto scappare due dannati ladri che
hanno cercato di svaligiarmi la casa! Quì tutti pensano che
se una
donna vive sola, allora sono autorizzati a farle tutto quello che
vogliono senza consueguenze! Compreso rubare i suoi averi! Questi due
pensavano di trovarsi davanti una donnicciola piangente, invece ho
fatto veder loro che so come impugnare un fucile. E che sò
anche
usarlo, all'occorrenza".
Gourry ridacchiò, capendo infine
chi erano i due
fuggiaschi! Tanto tipico di Alix, in fondo, quel modo di fare di chi
non vuole farsi mettere i piedi in testa! "Oh... Quindi i due
tizi che ho incrociato poco fa, erano...".
Alix alzò le spalle. "I due
malviventi che ho
messo in fuga!" - concluse.
A pochi passi di distanza, Lina
sbuffò. Si sentiva a
disagio, in imbarazzo e fuori luogo in quella situazione, ad
assistere a quella conversazione in cui il suo compagno sembrava
trovarsi tanto a suo agio. Forse Gourry avrebbe dovuto andare da solo
a cercare Alix, almeno lei non si sarebbe sentita di troppo.
Osservò
di sottecchi la ragazza. Le voci su di lei erano veritiere...
Purtroppo! Bellissima e molto attraente, sveglia e pronta a non farsi
mettere i piedi in testa da nessuno! E Gourry pareva andare molto
d'accordo con lei. Inspirò profondamente. Ok, starsene
impalata non
era ne intelligente ne di alcuna utilità. Via il dente, via
il
dolore! "Ehm..." - mugugno, avvicinandosi ai due.
Alix sussultò a quella
interruzione e la fissò
incuriosita, notandola solo in quel momento, mentre Gourry le faceva
segno di avvicinarsi a loro. "Alix, ti presento Lina Inverse,
una... ehm..." - la sua voce si fece imbarazzata – "ecco...
Lina è una vecchia amica che sta facendo il viaggio con me!
Lina,
lei è Alix!" - concluse, frettolosamente e improvvisamente a
disagio.
Lina fissò Gourry... Una vecchia
amica, aveva detto?
Beh, in fondo era vero, non c'era altro modo per definire il loro
rapporto. Ma... qualcosa in quella presentazione le stonava. Non
sapeva ancora cosa però... Al diavolo, era quella situazione
che era
strana! E il fatto che si sentisse di troppo la prendisponeva
malamente verso tutto e tutti! "Piacere!" - commentò,
fiaccamente, non sapendo che altro dire.
"Beh, piacere mio!" - rispose Alix,
incuriosita da quella strana ed imbronciata ragazza dai capelli
rossi. Poi si girò di nuovo verso Gourry. "E' tanto che non
ci
vediamo e prima mi hai detto che mi stavi cercando! Sù,
venite a
casa mia!" - propose entusiasta – "Così mi
racconti cosa
ti ha portato quì! Ormai i ladri saranno scappati e dubito
torneranno, quindi è inutile stare quì col fucile
in mano!".
Gourry sorrise. "Ottima idea, ti ringrazio
per
l'invito!".
Si voltò verso Lina. "Ti va?" -
domandò,
ricordando quanto nero fosse l'umore della maga.
Lina sbuffò. "Ho qualche altra
scelta?" -
bisbigliò per non essere udita da Alix.
Gourry le si avvicinò,
appoggiandole delicatamente una
mano sulla spalla. "Dai Lina, per favore..." - chiese, in
tono gentile.
Lina sbuffò di nuovo. In fondo,
perchè no? Se davvero
doveva essere compagna di viaggio di quella tipa, tanto valeva fare
la sua conoscenza. "Sù, andiamo!" - disse infine
fiaccamente dopo qualche secondo, accennando un tirato sorriso.
Alix si voltò verso di loro,
allegra. "Casa mia
non è lontana, qualche passo e saremo arrivati!".
"Arriviamo!" - rispose Gourry,
incamminandosi
con Lina nei vicoli del porto di Tortuga.
...
Alix non aveva mentito circa le distanze da
percorrere.
In cinque minuti erano comodamente seduti nel piccolo salotto della
sua casa. Un posto modesto, curato ma non ricco ne pacchiano. Una
normale casa del porto, così diversa da come Lina aveva
immaginato.
Forse Gourry aveva ragione, Alix era diversa dagli altri nobili. In
fondo, il modo in cui si era presentata a loro era assolutamente
inusuale per una ragazza di buona famiglia! FORSE, ma proprio FORSE,
questa Alix tanto male non era... Certo, eccetto la taglia di seno e
il fisico pressocché perfetto! Sembrava sveglia, non certo
stupida,
con le idee chiare e in gamba, dopo tutto...
"Su, accomodatevi sul divano!" - propose
Alix,
servendo in tavola dei biscotti e delle fumanti tazze di
caffè!".
Gourry e Lina raccolsero l'invito,
sedendosi.
Alix fece lo stesso, accomodandosi su una
sedia. "E
allora Gourry, cosa ti porta quì?" - chiese infine
incuriosita,
sorseggiando lentamente il caffè.
Lo spadaccino ridacchiò. "Beh
ecco... diciamo che
ho perso il mio lavoro di guardia a Seyruun e una serie di
circostanze mi hanno indotto a partire".
Alix lo fissò, incuriosita. "Hai
perso il tuo
lavoro? Ma come, TU??? Il pupillo del corpo d'armata, l'uomo di
fiducia di mio padre, alias il Governatore?".
Gourry sospirò. "Credo che tuo
padre e tutto il
corpo d'armata, se mi avessero fra le mani, mi farebbero volentieri
la pelle!".
A quelle parole, Alix scoppiò a
ridere. "Oh bene,
hai fatto girare le scatole al mio paparino allora! E chiunque ci
riesce, è ovviamente amico mio! Fantastico Gourry, davvero!
Non ho
capito molto della tua storia ma sappi che sono davvero felice di
rivederti!".
Gourry sorrise. "Beh, anch'io! Comunque, in
poche
parole, ho rincotrato e aiutato Lina e un suo socio d'affari a
fuggire di prigione, dopo che erano stati arrestati... ehm...
più o
meno ingiustamente. E loro mi hanno proposto, visto che mi ero
cacciato nei guai per aiutarli, di unirmi al loro gruppo e di partire
tutti insieme verso i mari oltre la barriera! E quindi, eccomi
quì!".
Raccontò brevemente di chi fosse Lina e di come si fossero
rincontrati dopo anni, di come erano andate le cose a Seyruun, di
Jack Sparrow e della sua nave perduta, della loro ricerca di un
tesoro che facesse riacquistare notorietà e fama al pirata,
di Daryl
e infine della loro decisione di avere a bordo un'esperta di mappe
che potesse disegnare nuove piantine e nuove rotte da illustrare poi
ai futuri viaggiatori venuti a espolorare quei mari ancora
sconosciuti.
Alix finì di sorseggiare il suo
caffè. Aveva ascoltato
attentamente il racconto di Gourry e ne era incuriosita. Oh, non si
formalizzava del fatto che Lina fosse una maga che praticasse magia
nera, ne del fatto che a bordo ci sarebbe stato un latin lover della
peggior specie, ne del fatto che avrebbero corso forse rischi e che
si sarebbero potuti trovare coinvolti in qualche battaglia con altri
pirati. Solo una cosa voleva chiedere... "Hai detto che il
vostro amico pirata si chiama Jack Sparrow, vero?".
Gourry annuì. "Sì, lo
conosci?".
Alix scosse la testa. "Non di persona, ma
ne ho
sentito parlare spesso, al porto! Un mascalzone della peggior specie,
un tipo strambo e inaffidabile. Anche se si dice che sia abbastanza
affascinante e simpatico! O almeno, così raccontano le
innumerevoli
donnine che gravitano attorno al porto e che, suppongo, si siano
intrattenute con lui!".
Lina sospirò. "Sì,
direi che la descrizione calza
a pennello!".
Al sentire la voce della maga, Alix si
voltò a
fissarla, incuriosita. Finalmente quella taciturna ragazza si
decideva a parlare! "Credevo fossi muta!" - commentò con
sarcasmo.
Gourry rise, a quella affermazione. "Oggi
è
taciturna, ma ti assicuro che di solito ha una lingua molto lunga!".
Lina si voltò verso di lui,
fulminandolo con lo
sguardo. Si permetteva anche di fare lo spiritoso? Vendetta, TREMENDA
vendetta!!! A Gourry non bastava averla messa in quella situazione
imbarazzante dove si sentiva il terzo incomodo, si permetteva pure di
fare lo spiritoso! Evidentemente aveva bisogno di un bel ripasso
circa le tecniche di tortura che gli aveva riservato in passato,
quando faceva l'idiota! Doveva aver dimenticato...
Gourry si accorse dello sguardo omicida
dell'amica, ma
finse di ignorarlo, volutamente. Si voltò ancora verso Alix,
speranzoso che la ragazza accettasse la sua proposta e partisse con
loro. Perchè sapeva quanto fosse in gamba e riteneva che a
bordo
sarebbe stata molto utile e che quell'esperienza poi sarebbe potuta
utile a lei. E poi per Lina... Non sapeva cosa tormentasse la maga,
cosa la rendesse a volte triste e a volte nervosa ma era convinto che
la vicinanza con un'altra ragazza l'avrebbe forse aiutata. "E
allora, che ne dici, parti con noi? O hai altre proposte e lavori
interessanti che ti tengono inchiodata quì?".
Alix sbuffò. "Lavori
interessanti? Vivo quì da un
anno e MAI, a parte qualche piccola gita in barca a ridosso delle
isole confinanti, sono riuscita a imbarcarmi in un viaggio decente!
Il mio sogno era venire quì, viaggiare per studiare e
disegnare
nuove rotte, illustrare isole sconosciute ma... a parte qualche
misero lavoro, nulla! A Tortuga hanno una strana opinione delle
donne: servono solo a letto, per divertirsi, per gli uomini di
quì!
Ma non le prendono minimamente in considerazione per lavori
interessanti e ritenuti da uomini. Come il viaggiare per mare! Appena
chiedevo di imbarcarmi, pirati o marinai che fossero, mi ridevano
dietro! Quì, a parte la donnina da osteria o la cameriera,
non puoi
fare altro!".
Lina si accigliò. Come aveva
immaginato, Tortuga era un
posto pessimo, maschilista e invivibile! No, non era il posto per
lei! Il suo sguardo cadde sul tavolino davanti a loro, dove
sparpagliati, c'erano degli abbozzi di piantine disegnate da Alix. Un
bel tratto, pulito e soprattutto preciso. Non era un'esperta di mappe
ma non ci voleva un genio per capire che Alix aveva talento. E forse,
gli uomini che quella ragazza aveva contattato in passato per
partire, se avessero osservato quei bozzetti, sarebbero giunti alle
sue stesse conclusioni. Era in gamba nella sua professione,
indubbiamente. "Se accetti, credo che ne trarresti molti
benefici e a conti fatti otterresti quello che volevi quando sei
partita! Mi sembri in gamba e adatta a questo tipo di viaggio" -
ammise infine. Ok, gelosia o non gelosia, questa Alix sapeva il fatto
suo e non poteva negarlo.
Alix le sorrise. "Ti ringrazio!". Si
alzò
dalla sedia, fissando Lina e Gourry pensierosa. "Disegnare rotte
e scoprire nuovi posti è sempre stato il mio sogno! Mi
offrite
un'ottima opportunità ossia un lavoro che potrebbe fruttarmi
molto,
un viaggio che si preannuncia avventuroso ma anche piacevole e la
possibilità di lasciare per un pò questo posto,
per poi tornare
vincitrice, se tutto andasse nel verso giusto! Ci sto, vengo con voi!
Quando avete intenzione di partire?".
Lina sospirò. "Quando i due
nostri compagni di
viaggio avranno finito di sbrigare le loro... faccende...
Sono
spariti ieri sera, risucchiati dalla movida di Tortuga! Non ti
aspettare molto da loro! Anche se sono esperti di mare e tesori, sono
due idioti, a conti fatti! E ti avverto, ci proveranno con te!".
Meglio metterla in guardia dall'inizio per evitare problemi poi.
Ricordava bene, tre anni prima, quanto macello avesse causato la sua
relazione con Daryl!
Alix rise, indicando il fucile appoggiato
alla parete.
"Come hai potuto vedere prima Lina, sò bene come trattare la
gente, quando diventa inopportuna!". Si avvicinò a un
armadio a
lato della stanza, prendendo un grosso borsone. "Comunque, se mi
date qualche minuto, prendo un pò di abiti, i miei fogli da
disegno,
le mie matite e poi sono pronta per venire con voi!".
Gourry le sorrise. "Fai pure!". Poi, mentre
Alix era intenta a preparare le sue cose e non pareva più
badare a
loro, si voltò verso Lina, accarezzandole gentilmente i
capelli.
"Passato il malumore, vedo?".
Lina lo fissò, in tralice.
"Gourry, TU- SEI- NEI-
GUAI!".
Gourry rise. "Perchè?".
La maga gli fece la linguaccia. Oh, al
diavolo! Adesso
avrebbe spiegato due o tre cosine sul modo di ragionare delle donne,
a Gourry! "Quella Alix... TROPPO carina per i miei gusti! E se
mi vieni a propinare la storiella che non te ne sei accorto, che
è
una tua amica e basta e che non ci hai nemmeno mai fatto un
pensierino, ti spedisco sulla luna con un Dragon Slave! Non che mi
interessi quello che fai ma... ecco... non raccontarmi storielle,
come se fossi una bambina!".
Gourry sorrise, dolcemente. ORA capiva cosa
avesse Lina
per essere tanto di malumore! "Innanzitutto, non ti ritengo una
bambina! Secondo, io non sono come Daryl o Jack e non cerco quello
che cercano loro in una donna! Terzo... Vero, Alix è carina!
Anzi, è
bella, una bella donna! Però no, non ho mai pensato a lei in
QUEL
modo che credi tu! Perchè te l'ho già detto, non
cerco una donna,
non cerco una storia e ho deciso di stare solo, dopo la morte di
Madeline! Alix è attraente, certo! Ma se proprio volessi una
notte
di divertimento con una donna, non la cercherei con una che ritengo
in gamba e un'amica ma andrei a cercare altrove! E per la cronaca,
sulla nostra nave ci saranno due donne! E non sò se poi ti
interessa
davvero saperlo ma, per quel che mi riguarda, la più bella
fra le
due non è Alix!".
Lina sussultò a quelle parole
inaspettate. Si voltò
verso di lui per rispondergli qualcosa di sensato ma Gourry non
gliene diede il tempo.
Il giovane si alzò dal divano,
avvicinandosi ad Alix e
prendendo in mano il suo borsone ormai pronto. Poi si girò
verso
Lina. "E' tutto a posto, valigia finita!Andiamo?".
Lina ricambiò il suo sguardo,
interdetta. E stranita!
Quello che aveva detto Gourry poco prima, era quello che voleva
sentirsi dire? Era così confusa... Forse sì,
forse ne aveva davvero
bisogno di quelle parole. Soprattutto in quel periodo della sua vita
così difficile, in cui si sentiva tanto fragile, insicura e
assolutamente non in grado di affrontare ne i paragoni con un'altra
donna ne, forse, un viaggio come quello che aveva intrapreso.
Sì,
aveva bisogno di quelle parole e solo dopo che Gourry le aveva
pronunciate se ne accorse. Era tanto che nessuno le diceva che era
bella, che era in gamba... Era tanto che nessuno le stava accanto,
dandole, dicendole ciò di cui aveva bisogno. Sorrise. In
fondo,
poteva anche risparmiargliele per un pò, a Gourry, le
torture che
aveva in mente. "Andiamo!" - rispose infine semplicemente,
sospirando e alzandosi dal divano col cuore più leggero.
...
Circa mezz'ora dopo, superata e
oltrepassata nuovamente
la bolgia del mercato, erano tornati al punto di partenza, ossia alla
casa di Jack e Daryl. Che, con gran sorpresa di Lina e Gourry, erano
finalmente tornati e se ne stavano seduti tranquillamente sulla panca
davanti all'ingresso, osservando la strada.
Lina sospirò. Era decisamente
ora! Non che smaniasse
all'idea di rivedere Daryl dopo tre anni ma quanto meno, via il
dente, via il dolore, visto che comunque avrebbe dovuto ritrovarselo
nuovamente nei piedi! E forse, visto che ormai c'erano tutti, si
poteva finalmente lasciare quella dannata e incasinatissima isola!
Appena Jack li vide tornare, li
salutò allegro,
agitando la mano. Daryl invece, apparentemente in perfetta forma e
per nulla invecchiato rispetto a tre anni prima, squadrò la
maga con
un ampio sorriso. Si alzò dalla panca, andando loro incontro
come se
nulla fosse. "Ragazzi, quanto tempo! Molto, molto felice di
rivedervi!".
Lina fissò brevemente Gourry,
annoiata, poi il
cercatore di tesori. Non provava nulla nel rivederlo. Ne angoscia, ne
rabbia ma nemmeno gioia... Era abbastanza indifferente e se lui
l'avesse lasciata in pace, la traversata forse sarebbe filata via
liscia, in sua compagnia. Era decisamente passata molta acqua sotto i
ponti rispetto a tre anni prima, se ne rendeva benissimo conto in
quel momento, riavendolo davanti agli occhi. "Molto felice
Daryl? Bah, vorrei poter dire lo stesso..." - commentò
sarcasticamente, ricordando come fosse stato lui a metterla in quella
situazione, mettendo Jack Sparrow sulle sue tracce.
Daryl ridacchiò. "Hai ancora
l'abitudine di tenere
il muso? Se fai così, mi fai pensare che non sei contenta di
rivedermi! Comunque, contenta del bell'ingaggio che ti ho trovato? Te
l'avevo detto tre anni fa che ci saremmo rivisti, ricordi?". Le
parlò con lo stesso tono allegro e un pò di presa
in giro che aveva
usato spesso tre anni prima. Come se il tempo non fosse passato, come
se tutto fosse rimasto uguale ad allora. Lina lo fissò,
pensierosa,
davanti al suo modo di fare. Con quel tono Daryl l'aveva sfidata,
stuzzicata tre anni prima... E in un certo senso, allora, l'aveva
anche trovato stimolante! Daryl era la persona più
egocentrica,
superficiale e approssimativa che avesse mai conosciuto, non poteva
aspettarsi altro comportamento da lui, nel ritrovarselo nuovamente
faccia a faccia! Anche se certo, questo lato del suo carattere, in
quel momento della sua vita, in un certo senso la aiutava e rendeva
le cose più facili per tutti. "Daryl, io non sono contenta
di
rivederti, infatti! E per quanto riguarda l'ingaggio che
'gentilmente' mi hai trovato... vederemo a conti fatti quanto ne
sarà
valsa la pena!". Ahah, col cavolo che gli avrebbe dato qualche
soddisfazione!
Daryl sorrise, a quel tono di sfida della
maga. "Ricordi
che ho un ottimo fiuto per gli affari, vero?".
Lina sospirò, oltrepassandolo e
dirigendosi verso Jack.
"Vedremo..." - commentò semplicemente.
Daryl annuì, davanti a quel tono
della maga che in
fondo conosceva tanto bene. Noncuranza, apparentemente... Ma sapeva
bene che dietro quella facciata, Lina nascondeva già una
moltitudine
di idee per portare brillantemente a termine quella missione. In cui
doveva credere, se aveva accettato di partire! Non si sarebbe
imbarcata, se non avesse fiutato un buon affare, ne era certo! In
fondo non le pareva poi così cambiata in quei tre anni,
almeno a
prima vista. Come del resto, non era cambiato lui! Si voltò
verso
Gourry con un ampio sorriso. "Amico, che sorpresa trovarti
quì!
Quando Jack mi ha detto che c'eri anche tu e di come vi siete
rincontrati a Seyruun, non ci potevo credere! Spero andremo
più
d'accordo noi due, rispetto a tre anni fa!".
Gourry annuì, squadrandolo dalla
testa ai piedi. Daryl
non gli era mai piaciuto molto, anzi, non gli era piaciuto per niente
in CERTI frangenti del passato. Ma ora era diverso, Lina era diversa
e anche lui era cambiato. Erano tutti più adulti e forse
più capaci
di evitare errori. O di saperli gestire! "Andare d'accordo?
Dipende da tante cose Daryl...".
Daryl fece per rispondergli ma la sua
attenzione fu
catturata dalla visione di Alix, rimasta in disparte ad osservare la
scena, incuriosita. E le conversazioni con Lina e Gourry passarono
immediatamente in secondo piano, per lui. "E questa splendida
fanciulla chi sarebbe?".
Alix fissò l'uomo,
indentificando immediatamente il
tipo di soggetto che aveva davanti. Avventuriero, borioso, sicuro di
se stesso e del suo fascino... Il classico tipo da bordello del
porto, in pratica! Da mettere subito al suo posto, se necessario! "Mi
chiamo Alix De Guille, sono una cartografa e una vecchia amica di
Gourry!" - rispose in tono piatto.
Jack, rimasto in disparte ad osservare la
sua ciurma, le
si avvicinò incuriosito. Finalmente questa misteriosa amica
di
Gourry! Gran bella donna, in effetti! E anche sicura nei modi! Gli
piaceva, non c'era che dire! E probabilmente ci sapeva fare, col suo
lavoro. "Alix... Finalmente! Il fatto che tu sia quì,
significa
che accetterai l'incarico e che Gourry quindi ti ha convinta a
partire con noi?". Non era mai stato un tipo di troppe parole,
Jack. Arrivava sempre e subito al nocciolo della questione!
Alix annuì, studiando il volto e
il modo di fare di
quello strano pirata, Jack Sparrow, di cui tanto aveva sentito
parlare. Non c'era che dire, negli atteggiamenti e nel modo di
vestire era proprio bizzarro, come aveva sentito dire in giro!
"Sì,
Gourry e Lina me ne hanno parlato! E accetto l'incarico volentieri!".
"Sarai dei nostri, evviva!" -
commentò Daryl,
avvicinandosi a lei e mettendogli famigliarmente una mano sulla
spalla. "Così, potremo fare meglio conoscenza, noi due..."
- sussurrò, maliziosamente.
Alix, con un gesto deciso e veloce, si
divincolò da
quella specie di abbraccio. "Anche no, grazie!".
Daryl ridacchiò. "Tipina
difficile come piace a
me, perfetto!".
Alix sbuffò, voltandosi verso
Jack, Lina e Gourry. "Sò
che magari non è carino, visto che l'ho appena conosciuto
ma... mi
date il permesso di dargli subito un calcio nelle palle?".
"Permesso accardato!" - rispose
immediatamente
Lina, anticipando qualsiasi risposta di Gourry e Jack. Sì,
in fondo
Alix le poteva anche piacere. E le sarebbe piaciuta anche di
più, se
avesse assestato un calcio ben assestato dove non batte il sole, a
Daryl Dancan.
"Hei, hei!" - commentò Daryl
arretrando –
"Farete comunella, voi due?". Quando le donne si alleano,
diventano sempre pericolose. Doveva tenerlo ben presente!
Lina lo fissò, con sguardo di
sfida, gelida. "Faremo
quello che sarà più giusto, mio caro...".
Daryl deglutì, lentamente. Forse
era il caso di andarci
coi piedi di piombo... Una donna battagliera era una bella sfida e
poteva tenerla a bada, due no! Soprattutto se una era Lina Inverse!
Decise di cambiare argomento. "Ehm... Giusto per riabilitare la
mia persona, sappiate che mentre non c'eravate, io e Jack abbiamo
predisposto tutto per la partenza e al porto ci hanno già
caricato
la nave con le provviste necessarie al viaggio!".
Gourry e Lina fissarono Jack e Daryl,
stupiti. "Volete
dire che non siete stati a divertirvi stanotte ma che avete
LAVORATO?" - chiese Gourry con gli occhi spalancati.
Jack scosse la testa. "No no, ci siamo
anche
divertiti! Non sia mai che non godiamo delle BELLEZZe di Tortuga! Ma
dopo il divertimento, stamattina ci siamo dati da fare e per questo
non siamo tornati subito!".
Il buonumore tornò
immediatamente a Lina. Si poteva
partire subito? Fantastico!!! Aveva incredibilmente voglia di
lasciare quel macello d'isola! "Ottimo! E tu Daryl, ti sei
risparmiato, PER ORA, qualche dolorosa tortura!" - commentò
fissando l'avventuriero.
Daryl la fissò imbronciato, ma
poi scoppiò a ridere.
Adorava il carattere tutto pepe di Lina! Fra lei e Alix, sarebbe
stata una dolce traversata, pensava... "Beh, che aspettate
allora? Partiamo?".
"Partiamo!" - risposero insieme Gourry,
Lina e
Alix, entusiasti.
Jack fissò i suoi quattro
compagni di viaggio. La più
piccola e stramba ciurma che avesse mai avuto. Ma gli piacevano!
Motivati, decisi, forti e di carattere! Non importava il numero di
persone che componevano una ciurma ma il loro valore, in fondo! E, ne
era convinto, insieme avrebbero fatto grandi cose. E avrebbe
riconquistato la Perla Nera!
Il viaggio riprendeva!
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Capitolo 7 *** Donne contro uomini ***
Regalino
in
anticipo per Pasqua!
Capitolo
dedicato, come regalino extra per la fantastica laurea, a Raffychan!
Sei stata BRAVISSIMA!!! E spero che ti piaccia!
Grazie
come
sempre a chi legge e sostiene questa storia!
Donne
contro uomini
Jack Sparrow amava l'odore del mare, il
rumore delle
onde che si infrangevano contro la nave, i branchi di delfini che
talvolta sembravano seguire il suo percorso, il senso di infinito che
il navigare regalava alla sua mente... Era un pirata e il mare era la
sua vita! Partire significava, ogni volta, rinascere a nuova vita,
andare incontro a nuove avventure, imparare cose nuove da nuove
scoperte.
E partire con quello strano equipaggio,
tanto diverso da
quello a cui era abituato, gli dava una specie di ebbrezza in
più.
Quelle persone che stavano viaggiando con lui non erano rozzi loschi
figuri, non erano marinai ne tanto meno navigati pirati. Ma anche se
col mare non c'entravano nulla, anche se erano solo in cinque, il suo
equipaggio era composto da persone di tale grande valore che, si
sentiva, poteva raggiungere ogni obbiettivo si fosse prefissato.
Certo, c'era da organizzare la vita sulla nave da zero, si dovevano
inventare ruoli e incombenze per ognuno affinché tutto
filasse
liscio ma era certo che ogni cosa sarebbe andata al giusto posto, che
tutto sarebbe andato bene. Era bello tornare a navigare ed era bello
per lui predisporre tutto da capo. Come se fosse stato il suo primo
viaggio... Era questo che lo inebriava, l'organizzazione, il compito
supremo di ogni capitano.
Camminò assorto per alcuni
minuti, fissando di sbieco i
suoi quattro compagni di viaggio che lo guardavano incuriositi. Erano
partiti da poche ore da Tortuga e Jack li aveva radunati sul ponte
per comunicar loro cose importanti. Così aveva detto il
pirata,
anche se fino a quel momento non aveva aperto bocca, continuando
ininterrottamente il suo andirivieni.
"E allora Jack?" - chiese infine Lina,
spazientita.
Il pirata si fermò, fissandola
serio ed alzando un
indice verso di lei. "Shhh, sto ragionando!".
Lina sospirò. "Su cosa?".
Jack sorrise. "Su come organizzare la nave!
Voglio
dire, ognuno dovrà avere compiti ben precisi
affinché tutto fili
liscio, esatto?".
Gourry annuì. "Beh, mi pare
giusto!".
Jack si avvicinò a Gourry,
battendogli una mano sulla
spalla. "Bravo, vedo che capisci il mio ragionamento! Dovremo
dividerci i compiti per gestire al meglio la nave! Siamo in mezzo al
mare, ci staremo parecchi giorni e non possiamo contare sull'aiuto di
nessun altro se non di noi stessi! Quindi, ognuno dovrà fare
qualcosa!".
Alix guardò di sfuggita Lina,
poi il pirata. "E
cosa avresti in mente? Mi sembra giusto il tuo ragionamento, ma cosa
dovremmo fare, in termini pratici?". Era pronta e aveva voglia
di lavorare, ci era abituata e in fin dei conti aveva imparato a
badare a se stessa da quando aveva lasciato la casa paterna per
quell'avventura a Tortuga. Era curiosa di cosa avesse in mente Jack
per loro. Il suo primo viaggio in mare stava iniziando per davvero,
ora!
Il pirata li guardò di nuovo,
uno a uno. Poi...
"Dunque, io sono il capitano, a me spetta la gestione della
rotta, del timone, delle decisioni da prendere per quel che concerne
la navigazione e la rotta da seguire. Gourry e Daryl sono giovani,
forti, valorosi. E sono uomini! Direi che si dovranno occupare di
tenere in ordine il materiale utile alla nave. Funi, munizioni e
simili, in pratica!".
Lina sbuffò. "Non mi sembrano
poi granché, come
cose da fare, per due uomini! Insomma, mica potranno passare la
giornata a fare nodi alle corde e a lucidare palle di cannone, no?".
Jack scosse la testa. Era ovvio, Lina era
una donna, NON
poteva capire! "No, sono lavori FONDAMENTALI per una nave!"
- si intestardì.
Alix si avvicinò a Lina, con
sguardo deciso. Non le
piaceva il nocciolo della questione, lo strano ragionamento di Jack
che posizionava solo gli uomini a fare lavori sì sciocchi e
leggeri,
ma comunque importanti per la nave e ne lasciava completamente fuori
le donne. "Possiamo farli anche io e Lina, quei lavori! Forse
meglio di loro!".
A quell'affermazione, Daryl
scoppiò a ridere. "Ahah,
VOI due fare lavori che concernono il funzionamento della nave? Ma
dai, si è mai vista in giro una nave pirata dove sono le
donne a
lucidare le palle dei cannoni?".
"E allora?" - chiese Lina, gelida. Ahhh,
che
voglia di far finire Daryl in mare, con una palla di fuoco in mezzo
alla fronte!!!
"Hei, hei, non litigate!" - si intromise
Jack,
mettendosi fra Lina e Daryl. "Ragazze, anche per voi due ci
sarà
del lavoro, tranquille!" - disse, con tono conciliante.
Alix lo fissò, scettica,
intuendo quale sarebbe stato
il 'meraviglioso' compito che sarebbe toccato a lei e a Lina.
"Sù
sù, dicci pure quale sarà il nostro lavoro!".
Sul viso di Jack si disegnò un
sorriso trionfante.
"Cucinare e tenere pulita la nave, ovvio!".
"Scortatelo!" - rispose subito Alix,
pronta.
Se l'aspettava, cosa poteva essere se non questo? Classico
cliché
degli uomini maschilisti: le donne servono a lavare, cucinare,
andarci a letto e stop. Col cavolo, non era partita per fare la
domestica, era partita per lavorare come cartografa, scoprire il
mondo e fare esperienza!
Alle sue spalle, una vocina sommessa fece
voltare
tutti... "E' più oscuro del crepuscolo, è
più...".
"NOOOOOO!!!". Con un balzo, Gourry fu
addosso
a Lina, bloccandola prima che potesse finire QUELLA formula e far
saltare all'aria tutti loro, nave compresa. Conosceva bene quella
formula, conosceva bene le reazioni di Lina e il perchè la
stesse
recitando. Era incavolata nera! E in fondo doveva aspettarselo,
maschilismo e idee arcaiche erano quanto di più utile a
farle
saltare i nervi! "Sù Lina, non fare così!" -
tentò, con
tono accomodante, tenendole una mano sulla bocca – Sono
sicuro che
Jack vi ha proposto il lavoro in cucina per risparmiarvi dalle
fatiche della nave, dai lavori pesanti! Non per altro!". Ok, era
una balla e Lina non se la sarebbe di certo bevuta, ma meglio calmare
le acque!
Lina si voltò verso di lui,
furente. "Finiscila!
Non ci credi nemmeno tu alle cretinate che hai appena detto! Ci ha
proposto cucina e pulizia perchè siamo DONNE e quindi, per
lui,
inadatte ad altro! E se lo difendi, vuol dire che la pensi anche tu
allo stesso modo! E sei NOSTRO nemico, ora!".
Gourry deglutì ed
indietreggiò. Ok, era furiosa ANCHE
con lui! In realtà non la pensava come Jack e Daryl, in
realtà
odiava quelle idee maschiliste ma non voleva schierarsi in quella
stupida schermaglia, solo calmare le acque. Lina era incavolata e
quando era così era meglio starle lontani o sarebbe finito
arrosto
anche lui, insieme alla cena. "M... Ma no! E' che non
voglio...".
Alix osservò la scena, poi a uno
a uno gli uomini. Come
la pensava Jack ormai lo sapeva, Gourry non avrebbe di certo voluto
partecipare alla contesa e Daryl... beh, maschilismo allo stato pure,
da lui non poteva aspettarsi nulla. Una idea però,
guardandoli, le
frullò nella testa. E poteva tutto tornare utile,
divertente, se
avesse funzionato! Sorrise, freddamente, avvicinandosi a Lina. Le
prese il polso e l'avvicinò a se, gentilmente. "Ok, non
facciamo storie! Faremo quello che vogliono loro! In fondo questo che
ci propongono è un lavoro tranquillo e adatto a noi! Stare a
discutere non serve a nulla, siamo solo in cinque e qualcuno comunque
dovrebbe cucinare e tenere in ordine, a meno che non vogliamo vivere
come maiali!".
"Già, ma perchè
dovremmo farlo noi?" -
chiese Lina, adirata e confusa dalle parole di Alix. Tanta
remissività, da lei, non se la sarebbe mai aspettata, per
quel poco
che la conosceva.
Senza essere vista, Alix le
strizzò velocemente un
occhio, in segno di intesa. "Perchè siamo indubbiamente
più
brave di loro!" - rispose infine con fare ammiccante, facendo in
modo che tutti la sentissero.
Lina la fissò, scettica. Non
capiva cosa avesse in
testa, a dire il vero... Ma forse, se fosse stata a quello strano
gioco, avrebbe capito! "Come vuoi!" - concluse infine, con
scarso entusiasmo.
"Bene!" - esclamò a quel punto
Daryl, non
togliendo gli occhi di dosso da Alix – "l'ho detto subito che
sei una donna intelligente!".
Alix fece finta di non sentirlo. Si
voltò verso Jack.
"Le chiavi della dispensa, grazie!" - domandò, allungando
la mano.
Jack annuì e gliele diede,
togliendole dal mazzo di
chiavi che teneva legato in vita. "Mi sembra giusto!".
Alix le prese, con un gesto veloce.
"Grazie! D'ora
in poi, QUESTE, le gestiamo NOI!".
Daryl si grattò il mento. "E
quando vogliamo bere
rum, che facciamo?".
Alix gli sorrise, freddamente. "Dovrete
chiederci
il permesso! La cucina, il cibo e le vivande sono TUTTE di nostra
competenza, come da ordini del capitano, del resto".
"Hei hei!" - si intromise Jack con tono di
voce molto allarmato, intuendo quale sarebbe stato il loro 'triste'
destino – "No, il rum no! Quello...".
Alix riservò al pirata lo stesso
sguardo riservato a
Daryl poco prima. "Il rum è una bevanda, le bevande stanno
in
cucina e la cucina è il regno mio e di Lina. E ora, se
permettete,
andiamo a preparare la cena!". Non diede modo a nessuno di
rispondere. Trascinò per le scale Lina che dentro di se
ridacchiava
di gusto. ORA capiva più o meno cosa avesse in mente Alix.
Buona
tattica, doveva ammetterlo! Invece di una palla di fuoco, Alix si
stava preparando una LENTA vendetta. Da gustarsi piano piano! Le
vendette migliori, forse... Si lasciò trascinare sotto
coperta, fino
alla cucina, curiosa di vedere cosa avesse ancora in mente Alix,
pronta a darle man forte.
Daryl e Jack rimasero come amebi sul ponte,
ad osservare
le scale che avevano percorso le ragazze. "Jack, mi sa che ci
siamo fatti fregare!" - commentò Daryl, grattandosi la testa.
Jack annuì. Stava quasi per
piangere!!! Senza rum,
quelle lo avrebbero fatto davvero! Dannazione, non esiste niente di
più perverso di una donna arrabbiata! Anche Elizabeth
l'aveva fatto,
tempo prima! Ed era stata irremovibile! Con Alix e Lina sarebbe stato
anche peggio, se lo sentiva...
Gourry invece sembrava sollevato. Avevano
scampato un
incantesimo di Lina. E Jack non poteva ancora saperlo ma era una
delle più grosse fortune occorse alla sua nave. In fondo, la
mancanza di rum non poteva mica essere questa gran tragedia se
paragonata al Fulmine Rosso o alle Palle di Fuoco, no?
Osservò i due
uomini accanto a lui. No, FORSE per loro era una tragedia la mancanza
di rum, stavano quasi per piangere! Gli venne da ridere, era una
situazione quasi comica. Se ne sarebbe tenuto fuori però,
anche
perchè se fosse intervenuto, la sua posizione sarebbe
peggiorata
agli occhi delle ragazze. Lina e Alix pensavano fosse dalla parte
degli uomini, meglio non agire e non fare altre mosse. O la vendetta
delle donne si sarebbe abbattuta in qualche modo anche su di lui, ne
era certo!
...
"E allora, che cosa hai in mente Alix?" -
chiese Lina, non appena furono sole nella cucina.
La ragazza ridacchiò, sedendosi
sul tavolo. "Combattere
il maschilismo dilagante che c'è su questa nave! A modo
nostro,
ovvio! Sai cucinare Lina?" - domando con fare furbo.
La maga scosse la testa. "Assolutamente
no!".
Alix sorrise nuovamente. "Perfetto, nemmeno
io! Ci
sarà da divertirsi a preparare la cena! Divertimento solo
nostro,
ovvio! Non vorrei essere nei panni di Jack, Daryl e Gourry quando
assaggeranno i nostri piatti!".
"Oh... OHHH!!!". Lina rispose al sorriso.
ORA
capiva! "Hai intenzione di cucinare schifezze? Non che mi ci
voglia impegno, non saprei farmi nemmeno un the, da sola!".
Alix annuì. "Sì,
l'importante è che il cibo si
presenti bene, altrimenti non vorranno assaggiarlo! E appena lo
metteranno in bocca, li stroncheremo!".
Lina scoppiò a ridere. "Vuoi
dire che cucinerai
utilizzando al posto del sale lo zucchero o viceversa!". Forse
infantile come vendetta, ma efficace.
Alix si avvicinò a un armadietto
che stava sopra al
tavolo. "Più o meno! A dire il vero però avevo in
mente
altro...". Aprì la credenza e tirò fuori un
vasetto contenente
della polvere rossa, mostrandolo poi a Lina. "Peperoncino
tritato! Pizzica da morire! Cucineremo della carne e la infarciremo
con questo! Gli brucieranno anche le budella, dopo appena un paio di
morsi!".
Lina le strizzò l'occhio, le si
avvicinò, prese dalle
sue mani il vasetto e lo osservò. "Mi sembra un'ottima idea,
brava! Non vedo l'ora di vedere la loro faccia! Daryl e Jack sono
abituati a pesce o ad altre schifezze da osteria, Gourry è
già ko
di suo col mal di mare e non ha mai apprezzato il cibo piccante! Li
distruggeremo!".
"Bene!". Alix si avvicinò ai
fornelli,
divertita e contenta che la sua idea piacesse a Lina. "Direi che
possiamo fare delle bistecche, dovrebbero essere facili da cuocere!".
Lina le si affiancò. "Oh
sì, la carne la so fare!
Quando vivevo senza fissa dimora, spesso ho cotto la caggiagione che
riuscivo a catturare. Basta scaldare questa pietra che sta sopra al
braciere e metterci sopra le bistecche, appena sarà calda!
Cuoceranno in pochi minuti e il colore della carne cotta
nasconderà
il peperoncino che ci metteremo sopra!".
"Bene, accendiamo il fuoco?" - chiese Alix.
Lina annuì. "Sì, ma
prima, giusto per non essere
avare, cospargiamo anche sopra la pietra che si riscalda un
pò di
peperoncino, almeno quando ci metteremo sopra la carne, lo
assorbirà
tutto! E mentre la assorbe da un lato, ne butteremo altra sulla parte
di bistecca sopra!".
Alix scoppiò a ridere. "Wow, sei
perfida quasi
quanto me! Sapevo che avrei trovato una buona alleata in te!".
Lina ridacchiò. "Odio gli uomini
maschilisti e ho
un paio di conti in sospeso sia con Jack che mi ha fatto cacciare in
un sacco di guai a Seyruun, sia con Daryl! E Gourry... beh, lui
imparerà quanto meno con chi allearsi!".
Alix la fissò di sfuggita,
incuriosita. "Con
Daryl? Che cos'hai in sospeso con quell'idiota?".
Lina inspirò profondamente. "Un
mucchio di
cosette!". Non aveva voglia di parlare di Daryl. Ma chiaccherare
con Alix era piacevole e in fondo due pettegolezzi fra donne adulte
poteva anche essere divertente.
Alix ci pensò su un attimo, poi
capì all'improvviso.
"Ci sei andata a letto?" - chiese quasi di getto, senza
giri di parole.
Lina sospirò. Colpita e
affondata! "Già, tre anni
fa!" - ammise.
Alix sorrise. "Mamma mia, con quell'idiota!
E sì
che sei una in gamba! Comunque, hai tutte le ragioni allora, per
vendicarti, ti darò una mano! Almeno farò capire
a quel cretino che
deve finirla di provarci con me ogni due secondi!".
"Grazie della comprensione!" - rispose
Lina,
ironica.
Alix annuì. "Figurati!". Non
aggiunse altro.
Si mise a scaldare la pietra per cuocere, con Lina, incuriosita
comunque dalla sua nuova compagna di viaggio. Quando l'aveva
incontrata poco prima, a Tortuga, le era sembrata una persona
scostante e musona, ora si accorgeva che era molto altro.
Determinata, intelligente, ironica e forse anche un pò
misteriosa e
sospettosa... Era una donna interessante Lina Inverse! Sarebbe stato
bello conoscerla meglio, si sentiva che avrebbero potuto andare
d'accordo loro due. E di tempo per chiaccherare ne avrebbero avuto
tanto, poteva nascere una bella amicizia su quella nave. E quale
miglior modo che un'alleanza contro i maschi?
...
"Eccovi la cena!" - esclamarono Lina e Alix
sorridenti, mentre ormai imbruniva e il cielo diventata rosso fuoco.
Era tutto perfetto, tavolo apparecchiato
per tre sul
ponte della nave, candela accesa, carne fumante e ben cotta nel
vassoio. Gourry, Jack e Daryl erano sbalorditi, avevano davanti tre
massaie perfette, a quanto sembrava!
Lo spadaccino si sedetta sulla sedia,
studiando il volto
di Lina. Qualcosa non tornava... Quella carineria, quel suo accettare
quella situazione che di norma l'avrebbe fatta imbestialire, il suo
essere tanto arrendevole e bendisposta... Sì, doveva esserci
qualcosa che non andava, indubbiamente! "Ma voi due non
mangiate?" - chiese titubante, notando che avevano apparecchiato
solo per tre.
Alix sorrise, amabilmente. "Noi donne, come
è
giusto che sia, mangeremo dopo di voi, in cucina. Se dobbiamo
rispettare le regole come ha detto Jack quando ha diviso i compiti,
le rispetteremo fino alla fine! Prima mangiano gli uomini che fanno
un lavoro DURO, poi le donne".
"E poi, abbiamo assaggiato un sacco di cose
mentre
cucinavamo, non abbiamo fame ora!" - agginse Lina gentilmente,
per convincerli che era giusto così.
Gourry si grattò la guancia,
sempre più stranito. In
realtà non gli piaceva molto che le ragazze non cenassero
con loro,
così come non gli garbava la divisione dei compiti che aveva
stabilito Jack. "Sì, però...".
Lina lo spinse sulla sedia, gentilmente,
poi gli riempì
il piatto con una enorme bistecca fumante. "Gourry, l'ho
cucinata per te! Mangiala tutta, mi raccomando!" - gli
sussurrò
in tono sensuale all'orecchio.
"Eheh...". Gourry deglutì.
Doveva aspettarsi
di TUTTO, ormai ne era certo! "Ecco io... a dire il vero ho lo
stomaco sotto-sopra a causa del mal di mare e non ho troppa fame".
"Oh, ti passerà se mangerai
qualcosa!" -
rispose Alix mentre riempiva i piatti di Daryl e Jack che si erano
accomodati tranquillamente, pronti a gustarsi la cena.
"Verissimo, con lo stomaco pieno tutto gira
meglio
Gourry!" - aggiunse Jack – "Guarda questa bistecca! E'
cotta divinamente, ha quel colore rossiccio sui lati poi, che fa
venire ancora più voglia di azzannarla!".
Lina e Alix si lanciarono un'occhiata
divertita. Presto
Jack avrebbe scoperto il perchè di quel colore rossiccio...
Se non
fosse stato che si sarebbero tradite, sarebbero scoppiate entrambe a
ridere in quel momento!
"Dolce Alix, hai cucinato per me come Lina
l'ha
fatto per Gourry, vero?" - chiese in tono caldo Daryl, tagliando
la sua bistecca.
"Certo caro! E pretendo che tu la mangi
TUTTA!"
- rispose Alix, sensualmente.
Beh, a quel punto non c'era altro da fare
che
mangiare...
I tre uomini tagliarono nello stesso
momento il primo
pezzo di carne, nello stesso momento lo inforchettarono, nello stesso
momento lo misero in bocca.
E nello stesso momento...
"AHHHHHHHHHH, VADO A FUOCOOOOOOO!!!" -
urlò
Daryl, prendendo avidamente in mano la brocca dell'acqua,
tracannandola all'istante.
Jack divenne rosso come un peperone mentre
Gourry
rischiò quasi di soffocare dalla tosse.
Tutti e tre col viso bordeaux, tutti e tre
con gli occhi
fuori dalle orbite, tutti e tre con la voce resa roca dal peperoncino
che gli corrodeva anche le tonsille.
"Oh... Abbiamo esagerato col peperoncino,
FORSE..."
- commentò Lina con tono di finta ingenuità.
Alix finse dispiacere. "Cavolo, ci
dispiace! Ci
siamo impegnate tanto ma magari abbiamo un pò sbagliato le
dosi...
Mangerete tutto lo stesso, vero?".
I tre uomini si voltarono verso di loro,
con gli occhi
fuori iniettati di sangue. "St... stai scherzando, vero?" -
chiese Gourry, il cui stomaco stava per esplodere in quel mix letale
di mal di mare e cibo iper-piccante-immangiabile.
Lina fece il broncio. "Non ti piace? Vuoi
lasciarlo
lì?".
"E... Ecco...". Gourry deglutì.
Non c'era
scampo, ne era conscio... Doveva aspettarselo da Lina!
Alix invece pose gli occhi su Daryl. "Hai
detto che
avresti mangiato tutto! E se non lo farai, ci resterei davvero molto
male!".
Daryl inspirò profondamente.
Doveva farlo! Per una
donna, per averla, questo e altro! I veri uomini affrontano sempre le
avversità!
Jack osservò i due compagni che,
stoicamente, a
piccolissimi morsi, continuavano a mangiare carne. Non poteva tirarsi
indietro, avrebbe fatto la figura dell'allocco e della mezza tacca!
Guardò velocemente le due ragazze accanto a lui. Accidenti,
doveva
aspettarselo quel tiro mancino e avrebbe dovuto evitarlo! Lina e Alix
erano come Elizabeth, in fondo lo sapeva che non erano tipe adatte a
fare le massaie e le donne di casa. "Da domani si cucina a
turno, tutti e cinque! E a turno tutti faremo tutto!" - disse
infine, con aria sconfitta. Prima di ricominciare ad addentare quella
carne infernale. Sarebbe stata una lunga e infernale notte quella,
per lo stomaco suo e dei suoi due compagni maschi. E senza nemmeno un
pò di rum a consolarli...
...
Era ormai quasi mezzanotte e Lina e Alix,
sedute su due
sedie sul pontile, coi piedi appoggiati al parapetto della nave, se
la ridevano di gusto ricordando gli eventi della serata, gustandosi
una bottiglia a testa del prezioso rum di Jack.
I tre uomini erano a letto, ko, stroncati
da quella cena
piccantissima e le ragazze, anche un pò brille, non la
smettevano di
sghignazzare nel ricordare i loro visi mentre mangiavano.
"Credo che soffriranno d'ulcera per un
pò!" -
esclamò Alix sorseggiando un pò di rum dalla
bottiglia che aveva in
mano.
Lina rise. "Lo credo anch'io! Certo che
però, un
pò per Gourry mi spiace, soffre pure il mal di mare e noi
due gli
abbiamo dato la mazzata finale!".
Alix scosse la testa. "Non farti
intenerire, doveva
spalleggiarci di più!".
"Sì, però...".
Però le spiaceva per Gourry,
non poteva non ammetterlo. Da quando lo aveva rincontrato erano stati
sempre insieme e in un certo senso... le era mancato quel pomeriggio.
Anche perchè in cuor suo sapeva benissimo quanto fosse
diverso da
Daryl e Jack e dalle loro idee maschiliste. "Gourry non è
come
gli altri due però, te lo garantisco! Lo conosco da molto,
come le
mie tasche!" - ammise Lina, quasi a giustificarsi.
Alix la fissò, incuriosita.
"Vero! Ora che ci
penso, volevo chiedertelo! Tu e Gourry da quanto vi conoscete?
Sembrate molto legati in effetti...".
Lina le sorrise. "Beh, da tantissimo, sono
ormai
dieci anni! Anche se negli ultimi sei, siamo stati insieme
pochissimo. L'ho rincontrato per caso tre anni fa e ancora per caso
ora, a Seyruun, prima di partire. E' stato per anni la mia spalla, il
mio compagno di viaggio, il mio migliore amico e probabilmente molto
più di questo, anche se ero troppo giovane per capire
l'esatta
natura del nostro rapporto! Ma insieme io e lui abbiamo combattuto
mille battaglie memorabili, abbiamo vissuto talmente tante avventure
che probabilmente nemmeno cento uomini ordinari riuscirebbero a
vivere, sommando le loro vite!".
"Sembri nostalgica... a parlare di te e
lui..."
- commentò Alix, osservandola in viso.
Lina scosse la testa. "Che vuoi che ti
dica? Gourry
è sempre stato la mia più grande forza... E
probabilmente la mia
più grande debolezza! Con lui sono stata imbattibile in
passato, per
lui, fra le tante follie che ho fatto, ho rischiato di far finire il
mondo intero nel Mare del Caos".
Alix divenne pensierosa. Non tanto per
quello che aveva
appena sentito ma perchè le parole di Lina sembravano tanto
le
parole di una donna innamorata. O che lo era stata... "Lo ami?".
"Cosa?".
Alix sorrise. "E' una domanda facile e sei
ormai
grande per imbarazzarti! Mi siete sembrati subito molto uniti voi due
e tu me lo stai confermando!".
Lina sospirò, poi
sorseggiò un'altra boccata di rum.
L'alcol aiutava a parlare in effetti, a tirarsi fuori quel che di
solito si nasconde anche a noi stessi. Cosa che lei era sempre stata
bravissima a fare. "L'ho amato!" - ammise infine – "E
forse in un certo senso, in modi diversi, non smetterò mai
di
farlo... Ma il nostro tempo è passato, è questa
la verità!".
Alix picchiettò le dita sul
bracciolo della sedia,
pensierosa. "Dunque, ci sono tre uomini su questa nave. Hai
detto che sei stata con Daryl, mi stai dicendo che hai amato
Gourry... Wow Lina, sai che non credevo che fossi tanto esperta con
gli uomini? Ti credevo più ragazzina innocente, a prima
vista! Non è
che anche con Jack...".
"NOOOO!" - la bloccò subito la
maga,
imbarazzata da quello che la sua compagna di viaggio stava per
chiederle. Prima di scoppiare a ridere, divertita in fondo dalle
parole di Alix e da quanto in effetti fosse assurda quella
situazione. "No guarda, l'apparenza inganna, te lo garantisco!
Con Daryl è stata una BREVE cavolata assurda, ci sono stata
perchè
ero ferita, perchè ero gelosa, perchè volevo
dimostrare a me stessa
chissà che! Con Gourry... è... capitato una sola
volta... Ed è
stato anche lì un grosso errore, momento sbagliato,
decisioni
sbagliate, confusione totale in entrambi... Avremmo dovuto evitarlo!
In realtà non sono così esperta di uomini, ne ho
avuti solo tre
nella mia vita!".
Alix era incuriosita. "Lasciando stare il
fatto che
secondo me anche una sola volta, con Gourry, dev'essere... WOW! E non
aggiungo altro! Ma per il resto... Tre uomini è! Daryl,
Gourry...
Pensa che casino se su questa nave ci fosse stato anche l'amante
numero tre! Ti saresti sparata!".
Lina ci pensò su. In effetti...
"Oh Lon, sarebbe
stato un enorme macello!". Non ci aveva mica pensato, a quella
eventualità!
Alix proseguì con le domande, in
quella convesazione
del tutto femminile che la stava davvero incuriosendo. Tipa davvero
complessa, questa Lina... "E il terzo uomo? Chi è?".
A quella domanda il viso di Lina divenne
prima serio e
poi la sua espressione si addolcì. "Il terzo uomo
è l'amore!
Quello con cui ho vissuto davvero una storia importante. Senza se,
senza ma, senza terzi incomodi... Solo noi!" - concluse,
stringendo nella mano il ciondolo che portava al collo.
Alix sorrise. "Quel ciondolo l'ho notato
prima
mentre cucinavamo ed è bellissimo, l'adoro!".
Lina rispose al sorriso. "Anch'io!".
"Te l'ha regalato lui?" - insistette Alix.
Lina annuì.
"Deve amarti davvero molto quest'uomo! Ha
buon
gusto, ha scelto un diamante coi riflessi uguali al colore dei tuoi
capelli, segno che è un buon osservatore e ama e sa
riconoscere le
cose belle che gli stanno accanto. Pochi uomini hanno un animo tanto
sensibile e raffinato!".
Lina sospirò, sorseggiando
ancora un pò di rum e
perdendosi nel contemplare il mare placido che accompagnava la loro
traversata. Poi, stanca di quell'improvviso silenzio che si era
creato fra loro, decise di cambiare argomento e di alleggerire i toni
della conversazione. Non aveva voglia di intristirsi in ricordi
dolorosi, non quella sera! E in fondo Alix aveva fatto mille domande,
era ora che raccontasse anche lei qualcosa della sua vita! "E
tu, come hai conosciuto Gourry? Lui mi ha detto che sei la figlia
del Governatore e che vi siete incontrati a Seyruun quando Gourry ha
lavorato per tuo padre!".
Alix annuì. "Sì,
è vero! A dire la verità di
Gourry ne avevo sentito parlare anche prima, il suo arrivo a Seyruun
non era passato certo inosservato!".
"E perchè?" - chiese Lina,
incuriosita.
Alix rise. "Beh, in città arriva
una bella ed
affascinante guardia dai lucenti e lunghi capelli biondi, dagli occhi
azzurri, dal fisico perfetto e dal passato misterioso. Figurati, ogni
donna in ogni salotto ne parlava. E anche nelle vie più di
basso
rango piaceva parecchio. Bello, affascinante e tenebroso. Tutte le
ruffiane che venivano a prendere il the da mia madre volevano
conoscerlo ma dicevano che era un tipo chiuso, solitario, che dava
poca confidenza. Mi ero convinta che fosse il classico belloccio che
era consapevole del suo fascino e che faceva lo stronzo
irraggiungibile solo per assecondare il suo ego! Non ne avevo una
bella opinione...".
"E poi?" - chiese Lina.
Alix alzò le spalle. "Poi venne
a casa mia, a
presiedere alla sicurezza durante un ballo col nostro sovrano. E
lì
l'ho avvicinato! E ho scoperto che non avevo affatto davanti un
pallone gonfiato arrogante ma anzi, una persona gentile, dalle buone
maniere, solare e che non agiva affatto per secondi fini. Insomma, un
vero signore! Era molto chiuso, questo è vero, ma solo
perchè era
una persona riservata, questo l'ho capito in seguito".
"E così, avete iniziato a
frequentarvi?".
Lina era curiosa di sapere. Cosa aveva legato davvero Gourry ad Alix.
Solo amicizia, come aveva detto lui, o anche altro? E cosa pensava
Alix di lui?
Alix scosse la testa. "Beh, frequentarci?
Un
termine bello grosso, ti assicuro! In pratica, lui era piaciuto a mio
padre e l'aveva chiamato spesso a guardia di casa nostra. E spesso mi
intrattenevo a chiaccherare con lui, se lo incontravo. Tutto
quì. In
realtà ero io a parlare, lui ascoltava e basta, a volte
consigliava
ma sempre in modo non invadente. Io gli raccontavo della mia voglia
di evadere da quelle regole, da quella nobilità pomposa,
della mia
voglia di viaggiare e di fare la cartografa. Lui mi ascoltava, mentre
di se stesso invece non ha mai amato parlare troppo a dire il vero...
Lo conosco poco, a conti fatti! In città si diceva che era
stato
sposato ma che la moglie era morta ma non ho mai capito se erano
fantasie di paese o realtà, a lui non ho mai osato chiedere,
visto
che non ne aveva mai voluto parlare!".
Lina chiuse gli occhi, mentre le immagini
di Madeline
scorrevano nella sue mente, vorticosamente. "Sì, era
sposato!
Sei anni fa suo padre gli ha imposto un matrimonio concordato a cui,
per tanti motivi, non ha potuto sottrarsi. Per questo le nostre
strade si sono divise. Sua moglie è morta tre anni fa!".
"Oh, e di cosa?". Ora Alix era DAVVERO
curiosa!
Lina scosse la testa. "Forse non dovremmo
parlare
di queste cose, sono fatti privati di cui Gourry non vuole parlare e
quindi credo sia scorretto...".
Alix sospirò. "Sì,
forse hai ragione! Ma almeno,
mi dici lei che tipa era? Non riesco proprio a immaginarmela, sua
moglie!".
A quella domanda, per parlare di Madeline,
c'era bisogno
di una GROSSA sorsata di rum. Ricordava bene quanto fosse stata
gelosa di lei, in passato! "Era bella. E in gamba! Una persona
che aveva molti interessi, intelligente e con un carattere molto
forte!" - ammise infine Lina, con grande fatica. Madeline era un
ricordo lontano e ancora molto doloroso anche per lei. Aveva cercato
di cancellare dalla sua mente gli istanti della sua morte, il ricordo
di non essere riuscita a salvarla, la disperazione di Gourry. Lei
dopo quella faccenda aveva conosciuto Yonas, aveva voltato pagina,
aveva accantonato quei ricordi in un angolo remoto della sua mente.
Ma per Gourry, quanto potevano ancora essere dolorosi quegli
avvenimenti?
Alix si stiracchiò. Il rum
cominciava a fare effetto e
il sonno sembrava impossessarsi di lei. "Ora capisco tante cose,
capisco il perchè dell'espressione sempre malinconica di
Gourry. I
suoi occhi, quelli mi hanno colpito subito! Erano tristi, senza
luce... Ora ne sò il motivo!".
"Cosa?". Lina si voltò verso di
lei, colpita
da quell'affermazione. L'espressione di Gourry era triste? Da quando
l'aveva rincontrato non se ne era mai accorta! O forse, troppo presa
da se stessa, dalla nostalgia per Yonas, dai suoi problemi, non si
era nemmeno soffermata troppo a osservare Gourry, a chiedersi davvero
come stesse dopo quei tre anni di lontananza. Si era appoggiata a lui
perchè lui sapeva farla stare meglio, sembrava sapere cosa
dire,
cosa fare per tirarle su il morale. L'aveva usato, in un certo senso!
Si sentì improvvisamente in colpa. Lui le era stato accanto,
l'aveva
consolata, l'aveva fatta sorridere, pur non capendo il
perchè di
tanti suoi comportamenti. E lei, cosa aveva fatto per lui? Niente...
In fondo non era poi così cambiata da quando aveva avuto
quindi
anni, era rimasta la stessa egoista di allora.
"Sì!"
- rispose Alix, inconsapevole del turbinìo
di emozioni che agitavano l'animo di Lina – "Non te ne sei
mai
accorta? I suoi occhi non ridono mai...".
La maga sorseggiò nuovamente il
rum. "No...".
Si alzò dalla sedia. Era ormai tardi, il rum che aveva
bevuto
cominciava a stordirla e improvvisamente si sentiva a disagio a
proseguire quella conversazione. In realtà, non era
lì che voleva
essere, dopo le parole di Alix... "Forse comunque, è meglio
che
vada da lui a vedere come sta! L'altra volta, col mal di mare, era
davvero uno straccio e dopo la carne di questa sera, sarà
messo
ancora peggio!".
Alix
sorrise maliziosamente, alzandosi anch'essa dalla sedia. "Hai il
cuore tenero e un pò confuso nei sentimenti, Lina! Comunque,
credo
che andrò a dormire anche io, ora! A causa di questo rum, mi
gira la
testa! Domani mattina staremo entrambe da cani, dopo questa
sbornia!".
Lina si morse il labbro ma non rispose.
Alix aveva
ragione, si sentiva confusa. Non sapeva se dipendesse solo da quella
conversazione o dall'alcol che aveva in corpo ma... si sentiva come
se le poche certezze che credeva di avere si fossero frantumate.
Salutò Alix e poi andò in cucina a preparare la
sua tisana e alla
fine scese da Gourry per vedere come stava.
Aprì la porta della stanza dello
spadaccino e lo trovò
apparentemente addormentato, steso sul suo letto, girato verso il
muro. Si sedette accanto a lui, scuotendogli gentilmente una spalla.
"Hei, Gourry, sei sveglio?".
"Mh...". Lo spadaccino mugugnò
qualcosa di
incomprensibile, poi lentamente si voltò verso di lei.
"Sì,
direi di sì! Ho lo stomaco a pezzi a causa tua e di Alix e
il mal di
mare è la ciliegina sulla torta! Non potrei dormire nemmeno
se lo
volessi!".
Lina lo studiò in viso. Non
sembrava arrabbiato ma solo
debole. E poi... Alix aveva ragione, gli occhi di Gourry sembravano
tristi, spenti, senza più quella luce che gli aveva visto
brillare
tanti anni prima, quando insieme giravano per il mondo. Era forse la
prima volta da quando si erano rivisti che lo guardava davvero negli
occhi. Gli sorrise, nonostante le fosse difficile farlo. "Ti ho
portato la tua tisana! Dai, tirati su e bevila, dopo ti sentirai
meglio!".
Gourry ridacchiò. "Prima mi
pugnali e poi mi
curi?".
Lina gli diede un pizzicotto sulla guancia.
"Te lo
sei meritato!".
Gourry prese la tazza con la tisana, poi si
soffermò a
guardarla in viso. Sembrava pallida... "Hei, nemmeno tu mi
sembri in forma!".
La maga sospirò e infine ammise.
"Ho bevuto un
sacco di rum con Alix, credo di essere quasi ubriaca! Domani
starò
peggio di te, credo!".
"Perch...".
"Hei!". Lina lo bloccò, prima
che potesse
dire QUALSIASI cosa. "Se ti azzardi a dire che non devo bere
perchè sono una ragazzina, ti stronco!".
Gourry scoppiò a ridere,
nonostante tutto. "Ma no,
non volevo dire questo! Ma hai comunque un fisico minuto, l'alcol non
ci mette troppo a fare effetto! Non dovresti bere quella roba...".
"Parli come mia madre!" -
commentò Lina,
fiaccamente.
Lo spadaccino sorrise, poi gli porse la
tazza di tisana
fumante. "Beh forse! E visto che sono quello che al momento ha
più sale in zucca, ti consiglio di berne un pò
anche tu, oppure
domani mattina starai malissimo!".
Lina fissò la tazza, poi
fissò lui. Mentre le
tornavano prepotentemente in mente le parole di poco prima di Alix.
Gourry si preoccupava sempre per lei, anche in quel momento! E lei...
A parte fargli qualche tisana per lo stomaco, che aveva fatto per
lui? Si era mai preoccupata davvero per lui, da quando lo aveva
rivisto? "Gourry..." - la sua voce era titubante... -
"Tu... sei una persona felice?". Dei, si sentiva stupida a
chiederglielo! Ma si sarebbe arrovellata per giorni se non l'avesse
fatto...
"Cosa?". Gourry spalancò gli
occhi, sorpreso
da quella strana e inattesa domanda.
Lina parve stranirsi, a quella reazione.
"Non mi
pare di averti chiesto chissà cosa! Non è mica
una domanda
difficile...".
Gourry parve impacciato e imbarazzato. "Me
lo
chiedi mentre sto soffrendo le pene dell'inferno per il mal di mare e
per l'ulcera che mi ha causato la tua cena? Magari, domandamelo
quando starò meglio, ora la mia risposta sarebbe troppo
ovvia!".
Forse era meglio per lui alleggerire la situazione scherzandoci un
pò
su.
Lina non parve però gradire
molto. "Cretino, io
sto parlando seriamente!".
"Beh, anche io!" - si giustificò
Gourry. "E'
che è una domanda strana la tua, non so come risponderti!
Dici che è
facile ma non lo è per niente! Ad esempio, se te lo
chiedessi io,
che mi risponderesti? Tu sei una persona felice?". Era serio
ora. E disorientato da quella strana conversazione.
Lina si imbronciò. "Non si
risponde a una domanda
con un'altra domanda! E poi, io te l'ho già detto a Tortuga!
No, non
sono felice in questo periodo!".
Gourry sbuffò. Sì, la
ricordava bene la loro
conversazione a Tortuga, ricordava le parole di Lina, ricordava
quando gli aveva raccontato – pur non entrando nei
particolari –
che non era un periodo felice per lei. Ma in realtà, non
sapeva
rispondere per se stesso, per questo ci stava girando tanto intorno.
"Ecco... io... non lo sò come sto! Vivo... Se mi capita
qualcosa di positivo l'accetto, se mi capita qualcosa di negativo
accetto anche questo, come se fosse inevitabile. Non cerco niente,
non chiedo niente, lascio che sia la vita, o il caso, o il destino, o
Lon... o semplicemente la fortuna o la sfortuna a decidere per me! In
realtà credo che siano ben poche le cose che mi interessano
e la mia
vita non è una di quelle. In fondo, a parte un breve periodo
della
mia esistenza, ho sempre ragionato così".
Lina lo fissò in silenzio,
stordita. Era l'alcol o
quello strano discorso fatto da Gourry? Qualunque cosa fosse, non le
piaceva quello che lui aveva detto, comunque! Anche se era ubriaca,
confusa, piena di sensi di colpa, quelle parole stridevano e non le
condivideva... C'era qualcosa di oscuro, profondo, nero nella mente
di Gourry, qualcosa che non gli era mai appartenuto quando vivevano
assieme tanti anni prima, un aspetto di lui che le era sconosciuto.
Prima del ritorno di suo padre, prima di Madeline, prima di Yoshy,
quando aveva conosciuto Gourry, lui non era così! Forse lo
era stato
da piccolo, forse lo era diventato di nuovo dopo il matrimonio e la
morte di Madeline. Ma era un qualcosa di lui che le era totalmente
estraneo e che la faceva sentire confusa. "Sai una cosa Gourry?
Si chiama apatia... Il tuo modo di vedere le cose intendo!". Non
avrebbe saputo definirla in un altro modo!
Gourry alzò le spalle, con
noncuranza. "Forse sì!
Ma mi va bene così, ci sono abituato e in fondo l'apatia per
me è
diventata una buona compagna di vita! Ma tu che ne sai di questo
genere di cose, scusa?".
Lina si morse il labbro. In
realtà, ne sapeva più di
quanto Gourry pensasse. "Per mesi, fino a prima di partire per
questo viaggio... credo di essere stata la persona più
apatica del
mondo Gourry!". Dannazione all'alcol, fa sempre parlare troppo!
Se ne rendeva conto che stava dicendo cose che non avrebbe voluto
rivelare e che invece sgusciavano fuori dalla sua bocca con una
facilità estrema! No, non avrebbe mai più bevuto
altro rum in vita
sua!
Gourry scoppiò a ridere.
"Apatica tu? Ma dai, tu e
l'apatia siete agli antipodi, non ho mai conosciuto una persona
più
vitale di te!".
Lo sguardo di Lina parve annebbiarsi a
quelle parole.
Gourry non sapeva niente! Si rannicchiò sul letto, accanto a
lui,
dopo aver appoggiato sul comodino la tazza con la tisana. "Per
tanto tempo io... me ne sono stata stesa... su quell'amaca... in quel
giardino... a fissare il nulla...". Parlò più a
se stessa che
a Gourry, mentre uno strano sonno la catturava. Un sonno che sembrava
volerla condurre lontano e allo stesso tempo vicino a ciò
che
l'aveva fatta soffrire. Chiuse gli occhi, mentre quei ricordi lontani
parevano investirla, improvvisamente.
"Il
tempo era nuvoloso quel giorno, minacciava temporale. E la ragazza
coi capelli rossi se ne stava come sempre stesa su quell'amaca in
giardino, circondata da immensi alberi secolari. Tutto era silenzio e
solo il vento sembrava farle compagnia.
"Miss
Lina, tornate dentro, fra poco pioverà! Minaccia temporale,
guardate
il cielo! Sta calando anche la temperatura, venite dentro o vi
ammalerete!" - le consigliò preoccupata l'anziana domestica
del
piccolo castello che era diventato la sua casa. La cercava da
diversi minuti, anche se in fondo sapeva dove l'avrebbe trovata.
Lina
non si voltò verso di lei, non ebbe alcuna reazione.
Guardò il
cielo scuro sopra di lei, incantata dal lampeggiare che si
intravedeva fra le nuvole. In fondo la domestica Lotte non poteva
sapere che in passato era stata abituata a dormire all'aperto e a
sfidare ogni genere di intemperie. Un pò di pioggia non
l'avrebbe
spaventata di certo.
Lotte
insistette. "Miss Lina, credete che Yonas sarebbe contento di
sapervi quà fuori, al freddo?".
Lina
sbuffò, spazientita. "Non credo che Yonas abbia mai preteso
da
te un servizio di baby sitter per me! E se la cosa lo disturba...
allora che venga lui a dirmi di rientrare!". Finì la frase
in
un sibilo arrabbiato e frustrato insieme...
Lotte
scosse la testa. "Benedetta ragazza, quì fuori fra poco si
scatenerà il finimondo! Se non volete rientrare per voi,
fatelo
almeno per Aubree. E' piccola, si ammalerebbe se rimanesse fuori con
questo tempo da lupi!".
Lina
fissò la domestica, poi la neonata che teneva appoggiata sul
suo
petto, fra le sue braccia. Erano ore che stava lì su
quell'amaca,
con lei. "Dorme e sta benissimo! Se avesse freddo me l'avrebbe
fatto capire, te lo assicuro! Strilla come una pazza, quando
è
arrabbiata o disturbata da qualcosa!".
"Miss,
per favore!" - la implorò Lotte, nuovamente.
Lina
fece per risponderle ma fu interrotta dalla prima goccia di pioggia
che, impertinente, si era posata sulla sua fronte. Osservò
di nuovo
la piccola fra le sue braccia. "Aubree Hayden, a quanto pare
dobbiamo davvero rientrare!" - sussurrò contrariata, senza
alcun altro tipo di emozione. E si lasciò guidare da Lotte
dentro
casa".
"Hei Lina?" - chiese Gourry, preoccupato.
Si
era bloccata di colpo, come catturata da un sonno pesante e oscuro.
Dormiva, quasi si fosse addormentata di colpo, vinta da
chissà quali
pensieri... Era preoccupato per lei. C'erano poche cose di cui gli
importava nella vita, come le aveva detto poco prima. Poche cose... E
Lina era una di queste!
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Capitolo 8 *** Dal passato di Lina e Jack... ***
Periodo
di
iper lavoro terminato, si torna nei ranghi e si torna ad aggiornare!
Grazie
a
chi ha letto e recensito e a chi leggerà e magari
recensirà ;)
Spero
vi
piaccia!
A
presto!!!
Dal
passato di Lina e Jack...
Cinque lunghe settimane di navigazione
sfiancano
chiunque. Era stato pesante navigare per tanti giorni, lontano dalla
terra ferma, in mari sconosciuti, con temperature sempre più
calde,
senza la possibilità di sgranchirsi le gambe in un posto
abitato.
Però era stato anche decisamente interessante per tutti. Il
mare,
man mano che procedevano, si faceva sempre più bello, dai
colori più
limpidi che andavano dal turchese all'azzurro intenso. E balene,
branchi di delfini, pesci dai colori più variopinti avevano
accompagnato il loro navigare, offrendo spettacoli di una natura di
rara bellezza. Avevano anche oltrepassato, senza comunque fermarsi,
dei piccoli atolli disabitati, dalla rigogliosa vegetazione di palme
e dalla spiaggia con una sabbia bianca e finissima come farina. Il
loro bagnasciuga era uno spettacolo di rara bellezza, con l'acqua
trasparente e turchese che costeggiava tutto l'atollo. Un vero
paradiso, un posto dove perdersi nella meraviglia della natura
selvaggia e incontaminata per passare giorni di autentico riposo,
lontani da tutto e da tutti. Posti così diversi da quelli a
cui
erano abituati nella Penisola dei Demoni.
Alix aveva potuto disegnare nuove rotte
nautiche, Jack
aveva potuto sfoggiare le sue doti di navigante mentre Daryl, Lina e
Gourry si erano abituati gradualmente alla vita di mare e avevano
finito anch'essi per rilassarsi, nonostante la stanchezza per quella
lunga permanenza in mare.
Permanenza che stava però, anche
se momentaneamente,
per finire...
Jack aveva comunicato loro, solo il giorno
prima, la
loro prossima tappa per fare rifornimento di viveri e riprendersi
dalle fatiche del viaggio. Si trattava di un'isola di nome Ihurun,
infinitamente più piccola di Tortuga, scarsamente abitata,
con un
piccolo borgo dove risiedevano solo alcuni pescatori e alcuni
ambasciatori della penisola dei demoni che si erano trasferiti
lì
dopo la caduta della barriera, inviati dai rispettivi regni. Era
un'isola piccola, ancora vergine, con solo alcune piccole e spartane
locande sperdute lungo la spiaggia per accogliere i visitatori che
attraccavano al porto che invece, a differenza del villaggio, era
piuttosto grande e con un discreto via vai di navi. O almeno,
così
aveva spiegato loro il pirata.
"Ci sei mai stato, Jack?" - chiese Lina,
appoggiata alla balaustra, scorgendo in lontananza la sagoma
dell'isola.
Il pirata scosse la testa. "No, a dire il
vero non
mi sono mai spinto fin quì, su questa rotta! Ma me ne hanno
parlato
altri pirati. Non è niente di che, i nativi sono gente
semplice che
si è integrata piuttosto bene, più che altro per
curiosità, con
gli inviati del vostro regno. Pescatori e qualche marinaio, nulla
più! Non aspettatevi il casino di Tortuga, quì
non c'è nulla di
paragonabile. Direi che è un posto... romantico! Spiagge
incontaminate, piccole locande sparse quà e là e
un minuscolo
villaggio con in più qualche sparuta grande casa dei nuovi
arrivati, alla periferia".
Lina alzò le spalle. "Beh, un
pò di tranquillità
a me fa solo piacere!". Già ricordava bene quanto la
frenesia
di Tortuga l'aveva irritata. Voleva pace e forse quell'isola faceva
al caso suo! Però... "Jack, scusa, ma perchè dei
diplomatici
vivono quì? Insomma, è strano... Da come dici,
è un posto
sperduto, dalla vita semplice, senza attrattive...".
Jack alzò le spalle con
noncuranza. "Boh, che ne
so?! Insomma, che ti importa Lina? Vivono quì
perchè i loro
regnanti li hanno mandati...".
"Si, ma perchè?" - insistette la
maga. Ah,
quanto odiava quando Jack si metteva a ragionare come un poppante di
cinque anni!!!
Daryl si avvicinò ai due.
"Inverse, sei una lagna!
Ma che te ne frega? Noi dobbiamo fare solo rifornimento, mica
dobbiamo indagare sulla vita degli ambasciatori che vivono
quì!
Saran fatti loro, no? Magari, semplicemente, amano questo clima caldo
e asciutto!".
Lina sbuffò. Accidenti, aveva a
che fare con due
cervelli assolutamente VUOTI!!! "Siete due idioti! Se quella
gente è stata mandata quì, c'è un
motivo ben preciso! Che magari
dovremmo conoscere perchè potrebbe toccarci da vicino e
crearci
problemi nel viaggio! E' un'isoletta del cavolo, se dei diplomatici
sono stati mandati quì c'è un perchè!
E dubito sia per una
questione di clima, spiagge bianche o altre cavolate!".
"Tu sei troppo paranoica Lina!" -
commentò
Jack, apparentemente annoiato.
La maga lo guardò storto. "No!
Sò solo vedere più
lontano di voi e sò anche fiutare i guai, quando stanno per
arrivare...".
Vedendo il clima farsi incandescente,
Gourry e Alix che
erano rimasti in disparte, si avvicinarono al gruppetto.
"Dai, non c'è mica bisogno di
litigare, no?
Attracchiamo e vediamo che succede! Se ci saranno problemi, penseremo
semplicemente a un modo per risolverli. Una soluzione c'è
sempre!"
- si intromise Gourry, avvicinandosi a Lina e strizzandole l'occhio.
La maga sospirò, propensa a non
proseguire quella
stupida conversazione che tanto, non l'avrebbe portata a nulla di
intelligente, visti i suoi due interlocutori. "Bah, vedremo...
Del resto, il capitano è Jack e se non si preoccupa lui...".
"Esatto!" - esclamò Jack
soddisfatto – "Io
sono il capitano e sò che sta andando tutto bene e tu
dovresti
fidarti e basta!".
"Anche prima che ti fregassero la Perla
Nera,
scommetto, avevi detto una frase del genere!" - commentò
Lina,
sibillina.
"Ehm...". Jack tossicchiò
– "Comunque...
ecco... sarà ora che proceda e che mi metta in ballo a fare
le
manovre per attraccare!" - esclamò frettolosamente, con una
voglia matta di chiudere il discorso. Quella Lina, quella piccola
streghetta... Sapeva fin troppo bene come colpire il bersaglio, LEI.
Era meglio non contraddirla troppo, sapeva sempre come rispondergli
per le rime e far finire la conversazione a suo favore, facendolo
apparire come un cretino! D'altronde, mai, MAI litigare o argomentare
con una donna! Gliel'aveva insegnato Elizabeth, ai tempi dopo tutto.
E Lina gli stava dando un bel ripasso a questa regola fondamentale di
vita. Si mise al timone, imbronciato. E nel giro di un'ora, con abili
manovre degne di un capitano dei pirati, attraccarono senza problemi
nel porto di Ihurun.
"TERRAAAAAA!!!" - esclamò felice
Gourry,
appena i suoi piedi toccarono la terra ferma. Ah, che meraviglia,
niente mal di mare per un paio di giorni! Si guardò intorno,
imitato
dai suoi compagni. Come aveva detto Jack, era un posto piccolo,
spartano, con un porto ben organizzato ma che aveva di contorno solo
piccoli viottoli con minuscole e semplici case in legno. Un borgo e
niente più, oltre il quale si intravedevano la rigogliosa
foresta
tropicale e la lunga spiaggia bianca intervallata da piccole
costruzioni. E sulla collina oltre il borgo, sparute ville circondate
da grandi giardini che dovevano appartenere ai diplomatici di cui
aveva parlato Jack. In giro c'era poca gente, quel posto non doveva
avere più di cento abitanti al massimo e si respirava
un'aria
tranquilla e serena.
"Carino quì! Spartano ma...
intimo... Mi piace
l'atmosfera di questo posto!" - disse Alix guardandosi intorno.
"Sì si, carino ma non statevene
quì impalati come
mummie! Dobbiamo trovare dove alloggiare di notte e un qualche
negozio dove fare provviste!" - esclamò Jack interrompendo
quel
momento tranquillo e rilassato.
Lina sbuffò, irritata dalla
fretta di Jack. Ma aveva
ragione in fondo, il pomeriggio era già iniziato e dovevano
trovare
alloggio per la notte, sistemarsi e poi guardarsi in giro per
procurarsi il necessario per il proseguimento del viaggio.
Guardò il
porto. A parte la loro nave c'erano ormeggiate solo altre due
imbarcazioni. Piccole, di certo appartenenti a pescatori del luogo.
Quindi, in parole povere, non c'erano in giro altri viaggiatori a cui
chiedere consiglio. Dovevano fidarsi degli isolani del posto,
sperando di non incorrere in qualche fregatura. Mh... aveva il
sospetto che sarebbe stato difficile in quel posto tanto isolato,
trovare vitto, alloggio e tutto l'occorrente per proseguire il
viaggio. "Mi spiace ammetterlo ragazzi, ma Jack ha ragione!
Questo posto offre pochissima scelta di alloggi e sarà
meglio
muoversi per trovare un tetto sulla testa per la notte!".
Jack fece per risponderle, ma la frase gli
morì in
gola. Una visione, inaspettata, si palesò gradualmente
innanzi a
lui, giungendo dalla stradina che costeggiava la spiaggia... Una
visione, una donna che non vedeva da tanto e che di certo non credeva
di trovare lì, in quell'isola sperduta in mezzo
all'oceano... Erano
poche le donne di cui si era fidato in passato, di cui aveva avuto
rispetto e ammirazione. E una di queste era di certo Elizabeth Swann!
"Elizabeth..." - sussurrò col fiato mozzato.
"Elizabeth???". All'udire quel nome, Lina
si
voltò sorpresa ed incuriosita ad osservare nella direzione
dove era
stato catturato lo sguardo di Jack. E la vide. Una giovane donna dai
lunghi capelli castani, dal fisico minuto ed atletico, dal viso
ancora da bambina. Elizabeth... Jack gli aveva parlato di una ragazza
con quel nome all'inizio del loro viaggio, la prima sera di
navigazione, lo ricordava bene! Elizabeth, la piratessa, la donna che
aveva navigato a lungo per i sette mari con i pirati della peggior
specie, uscendone integra e rispettata da tutti quegli uomini che di
certo non avevano ideali romantici e rispetto per il gentil sesso. La
donna che Jack Sparrow pareva ammirare, rispettare e rimpiangere...
Che fosse davvero lei? E soprattutto, se era lei, che ci faceva
lì?
La nuova arrivata si avvicinò
loro. Giovane,
sorridente, vestita con abiti maschili che ben dovevano denotare il
suo caratterino e che sapeva ben portare, teneva fra le braccia un
bambino di circa un anno. "E allora pirata, finalmente sei
arrivato! Ti stavo aspettando Jack!" - disse semplicemente,
sorridendo con fare furbo.
Jack la osservò in silenzio,
pensieroso, stupito. Poi
si grattò la testa perplesso. "Elizabeth Swann! Ma che
diavolo
ci fai quì? E come mai mi aspettavi?".
Diretto, deciso, senza troppi giri di
parole. Tipico
modo di fare e di parlare di quello strambo pirata... Elizabeth non
ne sembrava molto stupita. Sorrise nuovamente. "Elizabeth, come
sono contento di rivederti, come stai? E' tanto che non ci vediamo,
ti trovo bene eccetera eccetera" – commentò la
ragazza
divertita, scimmiottando la voce del pirata e rimarcando la sua
assoluta mancanza di tatto ed educazione in una conversazione con una
donna.
"Si, guarda, a buone maniera lui lascia
decisamente
a desiderare!!!" - commentò Lina in tono piatto lanciando
un'occhiataccia a Jack, vagamente divertita.
"Ehm..." - il pirata tossicchiò
– "Comunque
Elizabeth cara, ti trovo proprio bene! E quel... quel..." -
indicò col dito il bimbo che la donna teneva fra le braccia.
Elizabeth sospirò. "Bambino
Jack, BAMBINO! Si
chiamano così, nel vocabolario!".
Il pirata si imbrociò. "Lo
sò!!! Ma è per caso
QUEL bambino? Di Will Turner?".
La donna sospirò di nuovo.
"Certo! E di chi
dovrebbe essere, scusa?".
"Beh, non si sa mai!" - si intromise Daryl,
allegro.
Elizabeth si voltò verso di lui
con sguardo truce. "Oh,
guarda chi si rivede!" - commentò sarcastica e con scarso
entusiasmo.
Daryl allargò le braccia. "Se
parli così, mi fai
pensare che non sei felice di questo incontro!".
Elizabeth alzò le spalle.
"Infatti Daryl, speravo
fossi stato sbranato da un branco di squali, se devo essere
sincera...".
Daryl sorrise, col suo classico sorriso da
malandrino.
"Sempre tutto pepe è, Elizabeth? Grave perdita non averti
più
nel nostro giro, non perdonerò mai Will per averti fatta
innamorare,
per averti messa incinta e tolta dalla circolazione!".
Elizabeth finse di non ascoltarlo nemmeno.
Si rivolse invece di nuovo a Jack, questa volta con tono più
serio. "Sapevo
saresti arrivato! Per questo mi tenevo dalle parti del porto, ti
aspettavo...". Diede una veloce occhiata a Lina, Alix e Gourry
che erano rimasti in disparte, incuriositi da quella strana ragazza e
dalla conversazione fra lei, Jack e Daryl. "Loro chi sono?".
Jack sorrise. "Il mio nuovo equipaggio! La
ragazza
coi capelli rossi è Lina Inverse, potentissima maga della
penisola
dei demoni. Poi ci sono Gourry Gabriev, valente spadaccino e Alix De
Guille, una cartografa".
"Un nuovo equipaggio, giusto!". Elizabeth
fissò lo sguardo su Lina, pensierosa. "Lina Inverse
è? Ho
sentito parlare di te...".
Lina si accigliò. "Davvero? La
mia fama è
arrivata fin quì?". Questa cosa, in un certo senso la
lusingava...
Elizabeth sorrise. "No, non quì!
Io sono
originaria della Penisola dei Demoni a dire il vero! Mi sono
trasferita sulle isole a ridosso della barriera da bambina, ma
durante i miei viaggi con Jack mi è capitato di tornare
sulla terra
ferma e lì devo aver sentito parlare di te, qualche volta!
Beh,
piacere di conoscerti, Lina Inverse".
"Piacere mio!". La maga la
fissò, brevemente.
All'inizio di quel viaggio, Jack aveva detto che lei ed Elizabeth
avevano molto in comune e in quei pochi minuti di conoscenza in
effetti aveva appurato che all'apparenza il pirata aveva ragione.
Elizabeth sembrava una tipa in gamba, sveglia, dalla lingua lunga e
pronta a rispondere a tono a chiunque".
Jack a quel punto, riprese la parola.
"Parliamo di
cose serie Elizabeth! Come mai mi stavi aspettando? Come facevi a
sapere che sarei arrivato quì!".
Il viso di Elizabeth si oscurò.
"Semplice! Perchè
dove va la Perla Nera, vai tu!".
"L... La Perla Nera???". Jack
cambiò
improvvisamente espressione, afferrando violentemente Elizabeth per
le spalle e strattonandola con forza. Il nome, il dolce nome della
sua nave perduta... "Hai visto la Perla Nera? Dove, quando?".
Il tono di voce del pirata divenne
improvvisamente serio
e concitato, tanto che il bimbo della donna che fino a quel momento
era rimasto tranquillo, scoppiò a piangere. Elizabeth si
scrollò le
mani del pirata dalle spalle, irritata, arretrando di qualche passo.
"Jack, lo spaventi!".
Lina sospirò, avvicinandosi ai
due. Capiva la reazione
di Jack, il suo stupore, la sua frustrazione ad aver perso quella
nave che per lui doveva rappresentare una specie di famiglia. E
poteva anche capire che era agitato dall'idea che Elizabeth fosse a
conoscenza di qualcosa che lui ancora ignorava. Ma... forse era
meglio che quei due parlassero a tu per tu, senza bambini in giro. Se
Elizabeth sapeva qualcosa di interessante sulla Perla Nera, ne
avrebbe avuto beneficio tutto il gruppo, dopo tutto. "Se dovete
parlare, se vuoi posso tenertelo io il bambino!" - disse
semplicemente .
Elizabeth sussultò, la
fissò pensierosa e poi sorrise.
"Ti ringrazio! Se resta quì, questo idiota rischia di fargli
venire gli incubi per i prossimi vent'anni!". E porse il bimbo a
Lina che lo prese saldamente fra le braccia, allontanandosi poi da
lei e dal pirata.
Il piccolo la osservò stranito
ma poi si rilassò,
trovandosi a suo agio fra le braccia della maga.
"E allora?" - insistette Jack serio,
rivolto
ad Elizabeth.
Il viso di Elizabeth si fece serio. "E'
stato
circa tre settimane fa Jack. Stavo passeggiando al porto e
all'improvviso l'ho vista arrivare. La Perla Nera... Ero stupita di
vederla perchè questo non è un tratto di mare che
tu solitamente
attraversi ma allo stesso tempo... rivedere QUELLA nave... mi ero
emozionata, davvero... Sapeva di... antico... Puoi
immaginare
cosa ho provato quando ho visto scendere, come capitano, Morgan
Alcantras invece che te, vero?".
Le mani di Jack si strinsero in un pugno
rabbioso. Quel
maledetto, maledettissimo Morgan!!! E così il bastardo se ne
stava
tranquillo, solcando i mari con la SUA nave e il SUO equipaggio.
L'aveva visto Elizabeth, l'avevano visto probabilmente anche le altre
ciurme di pirati che lo conoscevano e che aveva incontrato nei suoi
viaggi, in passato. Probabilmente ormai era lo zimbello di tutti, il
pirata rimasto senza munizioni che si era fatto fregare la sua nave e
i suoi uomini. "Ho perso una battaglia Elizabeth, una SOLA
battaglia! In modo stupido, certo, ma una battaglia persa non
è la
fine di tutto! La guerra la vincerò io ed è
questo che conta!".
Il volto di Elizabeth si indurì
e la sua voce assunse
il tono di un rimprovero. "Ti sei fatto fregare la Perla Nera da
Morgan! Dannazione Jack, come hai fatto, come hai potuto? Era la tua
nave, la NOSTRA nave! Tua, ma anche mia e di Will... E di tutti
quegli uomini che ci hanno vissuto con te e che con te, su di essa,
hanno lottato e solcato ogni tipo di avversità! Morgan... Si
vantava
di avertela rubata, di averti fregato! Che hai perso come un pivello
perchè hai ingaggiato una battaglia con lui senza munizioni
sufficienti a disposizione! Jack, dimmi che scherzava!".
Il pirata abbassò la testa. Le
sfuriate di Elizabeth
erano come le ricordava: taglienti, pungenti e che arrivavano dritte
dritte al punto più dolente per lui. Si sentiva un fallito
in quel
momento... "Eh... In realtà è andata
così...".
La donna scosse la testa e
sospirò. "Sei il
solito... Jack, non cambierai mai! Devi calcolare le tue mosse,
fermarti a pensare prima di agire e buttarti in battaglia senza avere
i mezzi per farlo! E ora come farai?".
"La riprenderò, con loro! Vero,
a parte forse
Alix, non sono uomini di mare ma Lina è la maga
più forte della
Penisola dei Demoni e Gourry e Daryl ottimi guerrieri. " -
rispose il pirata, indicando i suoi compagni di viaggio –
"Dimostrerò a tutti che sono il pirata migliore,
troverò
tesori immensi, dimostrando che sono un pirata di cui fidarsi e che
sa far soldi, batterò Morgan e riconquisterò il
rispetto dei miei
uomini e il controllo della mia nave! E' stato quì poco fa,
quindi
non mi ci vorrà molto per ritrovarlo e riaffrontarlo se
necessario!".
Elizabeth incrociò le braccia al
petto. "E come
farai? Ok, hai con te delle persone valenti ma siete comunque solo in
cinque! E poi... Morgan è partito verso i mari del sud,
quelli con
tante isole piene dei tesori a cui a quanto pare punti anche tu... Ma
Jack, come farai a raggiungerlo?".
Jack a quelle parole parve riprendere
possesso della sua
parlantina e del suo abituale buon umore. "Ma che domande!
Faccio rifornimento di viveri e mi rimetto in mare sulle sue
traccie!".
"Hai il lasciapassare?" - chiese Elizabeth
in
tono grave.
"Il lasciapassare?" - si intromise Lina.
Ecco
che i suoi timori prendevano forma... Lo sapeva, lo sapeva che c'era
un intoppo!!!
Elizabeth fissò Jack e poi Lina
e dalle loro
espressioni capì che non sapevano di cosa lei parlasse.
"Sì,
il lasciapassare! Quest'isola dove ci troviamo ora, Ihurun,
è
un'isola di confine, una specie di frontiera sul mare. E' controllata
dagli ambasciatori degli stati della Penisola dei Demoni che, come
potete immaginare, sono interessati ai tesori antichi nascosti nelle
isole che si trovano a sud. Ragion per cui hanno tutto l'interesse a
non permettere a chiunque di solcare quei mari e di appropriarsi di
tesori che invece fanno gola ai vari regni della penisola che loro
rappresentano. Per questo quì vivono molte famiglie di
ambasciatori.
Amministrano gli... interessi dei regni che li hanno mandati come
uomini di massima fiducia. E sono solo loro che rilasciano i
lasciapassare. Se non ne avete uno sarete costretti a tornare
indietro o vi sequestreranno la nave. Funziona così,
quì a Ihurun
Le guardia del porto probabilmente tengono già sotto
controllo la
vostra imbarcazione, pronti a portarvela via se le circostanze lo
richiedessero!".
Lina squadrò Elizabeth e poi
fulminò con lo sguardo
Jack. Chi era la paranoica repressa? Dei, l'avrebbe spedito
volentieri in mare con un calcio nel sedere, se avesse potuto, in
quel momento! Era un irresponsabile che agiva con una leggerezza che
nemmeno un bambino di pochi anni avrebbe avuto! Perchè,
perchè,
PERCHE' non pensava MAI a possibili intoppi, prevenendoli? "E
allora Jack?" - disse in tono maligno.
Jack deglutì, ricordando la
conversazione avvenuta con
la maga poco prima di attraccare. Non era una bella giornata per lui,
quella! La lavata di capo di Elizabeth di poco prima non era stata
piacevole ma quella di Lina avrebbe potuto essere ancora peggio.
"Tutto si risolve!" - asserì con la sua migliore faccia
tosta, guardando altrove per non incrociare lo sguardo furente di
Lina.
Sul volto della maga apparve un sorrisetto
maligno.
"Paranoica, vero? Aspetto le tue scuse Jack e vorrei anche
sentirmi dire che invece sono intelligente e previdente, oltre che
bellissima!".
Elizabeth scosse di nuovo la testa, ora
divertita.
"Lina, con lui è una battaglia persa! Credo di sapere
com'è
andata, copione già visto e rivisto! Lo avrai avvertito
della
stranezza del fatto che degli ambasciatori vivano in un posto tanto
sperduto e ti sarai chiesta il perchè e lui ti
avrà risposto che
non c'erano problemi! Sai quante volte l'ho avvertito di guai
imminenti e quante volte non mi ha ascoltata? Beh, ho perso il conto!
Lascia perdere, è un consiglio da amica!".
Lina sospirò, divertita
anch'essa, in fondo. Elizabeth
doveva conoscere Jack molto bene. "Lo sò, me ne sono accorta
da
subito! Però...". Si voltò verso Elizabeth,
curiosa. "Questo
lasciapassare... Hai detto che solo gli ambasciatori presenti su
quest'isola possono rilasciarne e suppongo che vengano dati col
contagoccie, solo a pochissime persone...".
"Si, è così".
"E allora come mai questo pirata Morgan
è riuscito
a ripartire verso i mari del sud? Come è riuscito a ottenere
il
lasciapassare?". Era alquanto strano per Lina che una persona
poco rispettabile come un pirata potesse avere avuto il permesso di
solcare quei mari tanto preziosi da degli ambasciatori.
Elizabeth alzò le spalle. "Che
vuoi che ti dica?
E' una persona potente, Morgan! Con molte conoscenze... Sei una donna
di mondo, sai bene come funzionano queste cose, vero? Suppongo che
abbia da queste parti qualche amichetto potente che gli ha dato una
mano in cambio di qualcosa".
Lina annuì. Beh, si, sapeva come
girava il mondo,
ricordava bene quanto presto avesse appreso, in passato, che con la
corruzione si può arrivare molto lontano. Beh, il problema
comunque
rimaneva! Loro invece, a differenza di questo Morgan, non avevano
amici influenti laggiù. E quindi, come potevano partire?
Jack si avvicinò alla maga.
"Ehm, Lina, qualche
idea delle tue?".
Lina gli fece la linguaccia. Si
avvicinò a Elizabeth
restituendole il figlio e poi si voltò a fronteggiarlo.
"Assolutamente no! Sei TU il capitano e TU ci tiri fuori dai
guai! Io ho cercato di avvertiri, ora ti arrangi!".
Jack alzò il dito indice. "Devo
riordinare le
idee! Tu potresti darmi una mano però, sei o non sei stata
ingaggiata come mia aiutante, in questo viaggio?".
Lina alzò gli occhi al cielo,
inspirò profondamente e
poi annuì, con un sorriso furbo sul viso. "Vero! E
sarò
magnanima con te, visto che ad oggi non ho visto nemmeno un quattrino
di ricompensa! Quindi... mi impegnerò a trovare un posto
decente
dove passare la notte, nell'attesa che TU decida cosa fare! Il mio
contributo finisce quì!".
A quelle parole, Elizabeth sorrise. "Oh non
è un
problema, conosco una buona locandina sulla spiaggia, appena fuori
dal villaggio. Un posto un pò spartano e molto semplice ma
con
un'ottima cucina. Il proprietario è un vecchio isolano che
è nato e
vissuto sempre quì ed è un amico mio e di mio
figlio. Non ha molti
visitatori e sarà felice di avervi come clienti! Non
preoccupatevi,
i prezzi sono più che buoni, soprattutto per i miei amici!"
-
concluse strizzando loro un occhio.
Lina annuì. "Bene! Quindi... non
abbiamo più il
problema dell'alloggio. Io ho finito il mio compito!".
"Ahhh, Lina!!!". Jack fece per balzarle
addosso, visto il tono da presa in giro della maga, ma Elizabeth lo
bloccò, prendendolo per la camicia. "Finiscila di fare
l'idiota! Vi accompagno alla locanda dove potrete mangiare e riposare
e poi, a stomaco pieno, decidere il da farsi! Lina mica ha torto,
caro Jack!". Non aveva mai sopportato le scenate infantili di
Jack e Lina le stava troppo simpatica per non aiutarla mettendo
ancora più in difficoltà il pirata!
Jack sbuffò. Due donne erano
troppe, da combattere!
"Ok, andiamo a questa locanda!" - disse stancamente.
Il gruppo si incamminò dietro a
Elizabeth che faceva
loro strada. Gourry si affiancò a Lina, divertita e per
nulla
preoccupata dalla storia del lasciapassare. "Hei, davvero vuoi
lasciar fare a Jack? Non risolveremo mai la situazione e resteremo
bloccati quì per sempre!" - le bisbigliò
all'orecchio.
La maga gli sorrise. "Ah, certo che no! Mi
sto solo
divertendo un pò a prenderlo in giro!".
Gourry annuì. Sempre la
solita... "Beh, quindi sai
già cosa fare?".
"No, non lo sò! Però
se si mettesse male... con
un Dragon Slave risolveremmo tutto e riusciremmo a partire senza
problemi!". Lina ne era convinta! Era una situazione a lei
congeniale e in cui in fondo si era già trovata tante volte.
E
inoltre... era tanto che non lanciava un Dragon Slave! Certo, uscirne
con regolare lasciapasasre sarebbe stato il top ma anche lanciare
quell'incantesimo sarebbe stato meraviglioso per lei! Ne aveva
voglia, se ne accorse in quell'istante... Voglia di tornare a sentire
l'adrenalina scorrerle nelle vene, quella strana sensazione di
euforia che aveva provato tante volte in passato, quando aveva
lanciato i suoi incantesimi più potenti...
Gourry, quasi avvertendo i suoi penseri,
rabbrividì.
"Guai in arrivo è?!" - disse, mascherando nonostante
tutto, a malapena, un sorriso. Amava quando quella luce si accendeva
negli occhi di Lina. Era tanto che non la vedeva e in fondo un Dragon
Slave valeva la candela. Perchè Lina amava la magia, ERA
magia!
Lina rise. "Eheh, è stato un
viaggio un pò fiacco
fin'ora, sarebbe giusto animarlo un pò, non trovi?".
Lo spadaccino scosse la testa. "Se lo dici
tu!".
E con il cuore sereno si avviarono insieme agli altri alla locanda.
...
La locanda era, come detto da Elizabeth, un
posto
semplice e gestito da una piccola famiglia originaria dell'isola. Una
piccola costruzione in legno con poche camere e un grazioso portico
sul davanti che si affacciava su una splendida e incontaminata spiaggia
di sabbia bianchissima come farina, costellata da una fila
di palme che la percorrevano in tutta la sua lunghezza, davanti a un
un mare azzurro smeraldo e trasparente.
Si erano sistemati subito e il prezzo di
vitto e
alloggio era più che onesto.
"Beh, è tardi, devo tornare a
casa!" - disse
Elizabeth alla fine, quando tutti si erano sistemati.
"Te ne vai già?" - chiese Alix,
incuriosita
da quella strana ragazza.
Elizabeth annuì. "Sì,
devo prepare la cena al
piccolo o fra poco strillerà come un'aquila!".
Jack la squadrò, stranamente
serio in viso. E infine,
dopo lunga meditazione... "Vieni con noi, torna a viaggiare con
me! Ci riprenderemo la Perla Nera e tutto tornerà come
prima! Beh...
QUASI tutto..." - concluse, ricordandosi che no, non sarebbe
tornato tutto come prima. La mancanza di Will avrebbe sempre pesato
come un macigno su di loro.
A quella domanda, Elizabeth si morse il
labbro. Era una
proposta allettante, invitante come il miele ma... quei tempi erano
finiti per lei. "Non posso Jack, ora c'è lui..." - disse
pensierosa, osservando suo figlio – "E' la mia
proriorità!".
"Ma..." - insistette Jack.
Elizabeth lo bloccò, posandogli
gentilmente un dito
sulle labbra. "Jack, non chiedermelo di nuovo, ti prego!
Perchè
potrei finire per dirti sì! Ora la mia vita è
quì e tu solo puoi
riconquistare la tua nave! Ce la farai, ne sono certa!".
"Come vuoi..." - rispose Jack,
apparentemente
con fare tranquillo. Doveva essere distaccato, non poteva fare altro,
anche se il rifiuto di Elizabeth gli bruciava, benché lo
capisse.
Elizabeth gli sorrise grata, poi si
voltò verso gli
altri. "E' stato un piacere conoscervi. Vi auguro buona
fortuna!".
"Anche a te!" - rispose Lina.
"Beh, allora ti salutiamo Elizabeth"
– si
intromise il pirata con una strana fretta nel tono di voce –
"Noi
andiamo al villaggio a fare ricognizione di cibo di scorta per il
viaggio". Voleva andarsene, non vederla ancora davanti ai suoi
occhi. Non riusciva ad ammetterlo ancora appieno a se stesso, ma
viaggiare con Elizabeth era stato quanto di più eccitante
gli fosse
capitato negli ultimi anni. Una grande piratessa quella ragazza e
difficilmente ne avrebbe incontrate di simili.
"Ok, buon viaggio Jack! Buon viaggio a
tutti voi!".
Si salutarono e poi Jack e il suo
equipaggio si
avviarono a piedi verso il villaggio.
Elizabeth li guardò allontanarsi
ma prima di prendere
la sua strada si affiancò a Lina che era rimasta qualche
passo
indietro rispetto agli altri. "Hei, posso dirti un'ultima cosa?"
- le sussurrò camminandole a fianco.
Lina annuì. "Certo!".
Elizabeth fissò di sfuggita il
pirata, davanti a lei di
una ventina di passi. "Lui... Jack... Ricordati questo Lina!
Può
sembrare il più idiota fra gli uomini ma... in mezzo al
mare, se io
fossi in pericolo serio... non esiste altro uomo a cui affiderei la
mia vita! Quando fa il pirata, quando lo fa seriamente, Jack Sparrow
non ha rivali! Aiutalo e da lui potrai imparare molto!".
A quelle parole, Lina sorrise. "Lo
sò... Cioè, in
realtà è più una sensazione
perchè non me l'ha ancora dimostrato
ma dal primo minuto che l'ho visto ho capito che era una persona
interessante, diversa dagli altri, che quando è in mare sa
quello
che fa nei minimi dettagli! Il mare per lui è una ragione di
vita,
proprio come è stata per me la magia. Cambia espressione,
quando è
al timone e sicuramente nel mare vede quello che noi non sappiamo
vedere!".
"Hai buon occhio Lina, si vede che sei
anche tu una
persona fuori dall'ordinario!" - asserì Elizabeth con un
sorriso. "Poi, volevo anche ringraziarti per esserti presa cura,
prima, di mio figlio! Ci sai fare coi bambini!".
A quelle parole, Lina si morse il labbro.
Già, ci
sapeva fare coi bambini... "Non c'è di che!" - concluse
frettolosamente.
Elizabeth annuì, intuendo che
Lina non volesse toccare
quel discorso. Forse, era ora di andare per davvero. "Ti saluto
Lina Inverse, è stato un piacere conoscerti!".
"Anche per me!" - rispose Lina. Prima di
correre avanti per raggiungere i suoi compagni. Una volta Jack le
aveva detto che lei e quella ragazza si assomigliavano. Ora che
l'aveva conosciuta, poteva affermare che sì, era vero, c'era
molto
di Elizabeth, in lei!
Elizabeth li osservò
allontanarsi. Sfiorare quel mondo
che tanto aveva amato era stato bello e doloroso insieme...
"Riprenditi la Perla Nera Jack! Fallo per me, per te, per
Will..." - sussurrò baciando la fronte del suo bambino.
...
"Ci saranno negozi abbastanza forniti per
fare
scorta per il viaggio, quì?" - chiese Daryl mentre
camminavano
sulla spiaggia in direzione del villaggio.
"Prima dei viveri, dovremmo pensare a come
rimediare il lasciapassare!" - lo corresse Lina osservando il
meraviglioso tramonto sul mare. Lingue di fuoco sembravano bruciare
quell'acqua splendida e cristallina, mentre le loro ombre si
allungavano sempre più sulla sabbia bianca.
Jack diede un calcio a un sassolino.
"Accidenti,
non ci voleva proprio!" - disse con stizza.
Lina sospirò. "Sì, ma
arrabbiarsi non serve!
Cioè... avere il lasciapassare ci aiuterebbe a partire senza
difficoltà e senza inseguitori, ma se proprio non ci
riusciamo...
passaremo alle man...".
"Lina! Lina, sei proprio tu!".
La maga non fece in tempo a terminare la
frase. Una voce
maschile sorpresa, non più giovane, conosciuta, la raggiunse
alle
spalle come una folata di vento gelido e glaciale. Si bloccò
instantaneamente, sorpresa, ammutolita, mentre il suo viso
impallidiva improvvisamente. Non... non poteva essere...
Anche gli altri si voltarono, sorpresi che
qualcuno
laggiù conoscesse Lina.
Una coppia non più giovane li
osservava dal sentiero a
ridosso della spiaggia, fra le palme. Elegantemente vestiti, sulla
sessantina, dai lineamenti fini e delicati, i due guardavano Lina con
gli occhi spalancati. L'uomo aveva i capelli grigi e ricci e una
corporatura robusta, la donna dei capelli rossicci raccolti in una
fine pettinatura e teneva fra le braccia una bimba molto piccola che,
vista Lina, prese ad agitare le braccia contenta.
"Lina, che cosa ci fai quì?" -
chiese l'uomo
avvicinandosi a lei emozionato e assolutamente sorpreso.
La maga indietreggiò mentre il
suo viso si oscurava.
Non aveva una buona opinione di quelle persone, non voleva certo
incontrarle ma la sua mente aveva subito ben capito cosa ci facessero
lì. Ihurun, l'isola dove vivevano gli ambasciatori dei regni
della
Penisola dei Demoni... E quelle persone erano famosi ambasciatori di
Zephilia... E i genitori di Yonas. E lei era la piccola Aubree...
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Capitolo 9 *** L'invito ***
Aggiornamento
vacanziero e agostino per voi!
Grazie
come
sempre a chi legge, commenta e mi sprona ad andare avanti con le mie
storie!
Spero
che
anche questo capitolo vi piaccia!
Commenti
e
critiche sono come sempre graditissimi!
A...
buone
vacanze a tutti!
L'invito
Quando era piccola, sua sorella Luna le
aveva insegnato
che il destino non esiste e che ciò che ci succede
è sempre dettato
dal caso, sia nel bene che nel male. Variabili, intrecci di vite e di
vicende che si incastrano l'un l'altra senza un vero perchè,
regalandoci a volte sorprese negative, a volte positive. A quel tempo
Lina non aveva ben capito la spiegazione della sorella ma quel giorno
ne comprese appieno il significato. C'erano mille posti, mille
strade, mille momenti che le avrebbero potuto evitare di trovarsi
proprio a quell'ora, proprio in quell'isola, proprio in quella
spiaggia dove nel medesimo momento stavano camminando in direzione
opposta i genitori di Yonas. In fondo il mondo era tanto grande... E
invece quegli intrecci, quelle variabili casuali di cui le aveva
parlato Luna, le avevano giocato un tiro mancino non da poco! Non
voleva incontrare quelle persone, non ne aveva alcuna voglia
dannazione! Soprattutto lì, con Gourry, Daryl, Jack e Alix a
cui
avrebbe dovuto dare probabilmente spiegazioni, se gliele avessero
chieste... In fondo non era così normale che lei potesse
conoscere
qualcuno in quell'isola sperduta dove metteva piede per la prima
volta! Non si aspettava di trovarli sulla sua strada, non di certo in
un posto del genere e durante quel viaggio, anche se immaginava il
perchè fossero lì. Gotfried e Margareth Hayden,
due importanti
ambasciatori di Zephilia... Aveva senso che persone che godevano di
tanta fama presso la corte della sua regione natale fossero inviate
come ambasciatori in luoghi inesplorati, terre di futuri scambi
commerciali e di possibili grandi ricchezze. Però porca
miseria,
perchè, PERCHE'??? Perchè doveva incontrarli,
intrecciare la loro
strada, con tutte le isole che c'erano? Ok, Luna le aveva spiegato
che il destino non esiste e sua sorella difficilmente si sbagliava!
Ma doveva raccontarle, una volta che l'avesse vista, che invece la
sfortuna esiste e lei ne era la dimostrazione vivente! Non aveva
voglia di mischiare la sua storia e la sua vita dei tempi in cui
stava con Yonas con quanto stava vivendo in quel momento e
soprattutto non aveva granché piacere a parlare con quelle
due
persone le cui scelte, le cui decisioni passate, ancora faticava ad
accettare e capire.
"Lina, ma sei davvero tu?" - chiese l'uomo,
avvicinandosi alla ragazza che lo fissava a bocca aperta, a corto di
parole.
Lina deglutì lentamente, in un
miscuglio fra imbarazzo
e senso di impotenza. Non sapeva cosa dire, cosa fare... "A
quanto pare..." - commentò infine freddamente. "Strana la
vita signor Hayden, bizzarra...".
"Lina, conosci queste persone?" - si
intromise
Jack, incuriosito da quella strana situazione.
Lina sussultò nel sentire la
voce del pirata. Per un
istante si era come dimenticata di lui e degli altri, come se fosse
stata ricatturata dalla vita che aveva lasciato sulla penisola dei
demoni quando era salpata. "Sì, li conosco..." -
sussurrò
abbassando il capo, cupa – "Loro sono... ambasciatori di
Zephilia...". In fondo, anche se non aveva voglia di parlarne,
il suo gruppo di amici avrebbe presto scoperto chi erano le persone
che l'avevano fermata e quindi meglio tagliare la testa al toro,
dicendo quanto meno il minimo indispensabile.
L'uomo squadrò Lina per un
istante, stranito dalla
presentazione frettolosa che la maga aveva fatto di loro e poi si
voltò verso Jack, annuendo pacatamente e facendo segno alla
moglie
di avvicinarsi. " Gotfried e Margareth Hayden, ambasciatori di
Zephilia, come ha detto Lina poco fa. Con chi ho il piacere di
conferire?".
Jack lo fissò un lungo istante,
mentre nella sua mente
balenavano mille idee su come sfruttare l'inaspettata conoscenza di
Lina con quei pezzi grossi della penisola. "Jack Sparrow...
Capitan Jack Sparrow, per essere preciso!".
"Oh, siete un uomo di mare?" -
domandò
Gotfried, perplesso.
Jack annuì, orgoglioso. "Pirata,
per essere
precisi!".
A quel punto, Gotfried era totalmente
spaesato, come la
moglie giunta accanto a lui. "Pirata? M... Ma Lina?".
La maga scosse la testa, sospirando. Bene,
in un
nano-millesimo di secondo Jack era riuscito a complicare ancora di
più quella spiacevolissima situazione. "Ecco... viaggio
d'affari, tutto quì... Non è cattivo come
può sembrare, anche se è
un pirata..." - mormorò frettolosamente, desiderando
sprofondare nella sabbia bianca.
"Ha qualcosa contro i pirati, questo
tizio?" -
mormorò Jack all'orecchio di Lina, notando la faccia
perplessa di
Gotfried.
Lina lo fulminò con lo sguardo.
"Secondo te?"
- sibilò. Ma perchè proprio il pirata
più deficente di tutti,
doveva toccarle??? In vita sua non si era mai sentita tanto in
imbarazzo e in difficoltà come in quel momento.
Lanciò uno sguardo
veloce a Daryl, Gourry e Alix che erano rimasti in disparte,
perplessi e silenziosi. E si sentì ancora più in
trappola.
Fu la piccola bambina che Margareth teneva
fra le
braccia a toglierla momentaneamente da quella situazione difficile.
Aubree, che l'aveva guardata attenta e assorta fino a quel momento,
si illuminò in un sorriso e tese le braccia in avanti verso
di lei,
intenzionata a farsi prendere in braccio.
Lina sussultò,
osservò la piccola e in un istante fu
investita da una marea di ricordi dolci e dolorosi insieme...
Aubree... Era cresciuta e ora aveva un faccino furbo e biricchino,
gli occhioni verdi e i capelli chiari, tendenti a un biondo dorato.
Aveva quasi un anno e sicuramente presto avrebbe camminato e imparato
a conoscere il mondo... Eppure nei suoi ricordi lei era rimasta la
neonata che teneva sul petto, la neonata di cui si era presa cura con
Yonas...
"Lina,
te l'avevo detto che Aubree era un'idea fantastica!".
"Io
continuo a pensare che sia stato un azzardo ma... col tempo vedremo,
Yonas!".
Il
giovane sorrise. "Il tempo ti dimostrerà che avevo ragione
io...".
Lina sorrise alla piccola che evidentemente
l'aveva
riconosciuta e voleva essere presa in braccio da lei. Aubree riusciva
a rasserenare il suo animo, ci era riuscita dal primo istante che
l'aveva vista. Perchè lei le ricordava Yonas e la parte
più bella
di quello che erano stati. Non le importava cosa avessero pensato i
suoi compagni di viaggio, delle domande che le avrebbero fatto, di
come a loro sarebbe sembrato strano vederla in quella assurda
situazione, alle prese con una neonata. Ma non gliene fregava niente,
in quel momento! Aveva solo voglia di riabbracciare Aubree come aveva
fatto tante volte a Zephilia, ne aveva bisogno come dell'aria, ora
che le era apparsa magicamente davanti. Solo quella piccola avrebbe
potuto lenire quel dolore che si portava dentro fin dalla sua
partenza, lo sapeva! Allungò le braccia e prese la bimba.
"Aubree..." - sussurrò, stringendola a se.
"Ti ha riconosciuta, hai visto?" -
esclamò
Margareth.
Lina sorrise. "E' una bambina
intelligente!".
Margareth annuì. "Sì,
ci darà molte
soddisfazioni!".
Lina abbracciò ancora
più forte la piccola, prendendo
ad accarezzarle i sottili e morbidi capelli biondi. "Sono felice
di rivederti, piccola!" - le sussurrò.
Aubree alzò il visino, ridendo
contenta. Era vivace e
piena di vita, caratteristiche che Lina aveva sempre amato in lei.
"Aubree Hayden, sei meravigliosa... Come lui..." -
le sussurrò all'orecchio.
La bimba prese a giocare coi capelli rossi
della maga e
Margareth le si avvicinò per impedirglielo. "Lina, attenta!
Quando tira i capelli, fa davvero male!".
Lina sorrise. "Ah, non è un
problema! Può fare
quello che vuole, da quanto sono contenta di averla rivista! Non
credevo che l'avrei ricontrata, di certo non ora e non quì!".
"E noi... Sei felice di aver incontrato
noi?"
- chiese Gotfried, spezzando improvvisamente quel momento di
serenità.
Il viso della maga, a quella domanda, si
rabbuiò e
tornò improvvisamente serio. "Sono sorpresa... Non so che
altro
dire, se devo essere onesta! E credo lo siate anche voi! Insomma,
quante probabilità c'erano che ci ritrovassimo
quì, a migliaia di
miglia di distanza dalla nostra regione, ora, nello stesso posto e
alla stessa ora?".
Gotfried annuì. "Beh,
decisamente poche. Era
evidentemente destino!".
Lina fece un sorrisetto sarcastico.
"Destino... o
piuttosto... buona e cattiva sorte...". Ecco, desiderava
ardentemente che loro capissero che, Aubree a parte, la cosa non la
rendeva felice.
"Buona sorte!". Daryl si intromise nel
discorso, incurante dell'aria pesante e della strana tensione che si
stava creando, anzi, deciso a spezzarla a suo favore. "Daryl
Dancan, piacere! Sono socio in affari di Lina Inverse!" -
esclamò, presentandosi ai due.
Lina si voltò verso di lui,
apparentemente furiosa, con
uno sguardo freddo che faceva presagire scintille. "Daryl...
Tornatene al TUO posto!".
Margareth si avvicinò al
giovane. "Ma no Lina, non
disturba affatto! Ci fa piacere conoscere i tuoi amici!".
Daryl fece un sorriso a trentasei denti.
"Lina ha
detto che siete ambasciatori di Zephilia, giusto? Siete stati inviati
quì dal vostro regno per sorvegliare le rotte verso i mari
del sud
immagino...".
"Sì, è
così!" - ammise Gotfried. "Avevamo
bisogno di cambiare aria e il nostro sovrano ci ha dato il grande
onore di fare da apripista a nuove rotte commerciali in questi mari.
Così siamo partiti subito, io, mia moglie e Aubree, la
nostra
bambina".
Daryl fissò la piccola, in
braccio a Lina. Come
facevano quei tipi di circa sessant'anni ad avere... "Vostra...?"
- commentò, consapevole della mega gaffe in cui stava
incappando.
Magari, semplicemente, portavano male i loro anni, quei due...
"Figlia adottiva, ragazzo!" - rispose
Margareth con tranquillità, capendo subito cosa volesse dire
il
giovane. Ormai a quello stupore e a quella domanda ci era abituata...
Daryl si grattò la guancia,
imbarazzato. "Ah,
ecco! Scusi signora...".
"DARYL!". Lina disintegrò con lo
sguardo il
ragazzo. In quel momento l'avrebbe volentieri ucciso sul posto.
Ma il giovane finse di non vederla,
intenzionato a
proseguire nella sua conversazione coi due sedicenti ambasciatori di
Zephilia. "Quindi voi due... siete diplomatici, giusto?".
"Certo!" - rispose Gotfried.
Lo sguardo di Jack si accese. "Di quei
diplomatici
che rilasciano i lasciapassare per proseguire nei mari del sud?".
Lina sbuffò e scosse la testa.
Ora capiva il perchè
dell'interesse di Jack e Daryl verso i genitori di Yonas... Doveva
fermarli, SUBITO! Avrebbe risolto lei stessa, in altro modo, il
problema del lasciapassare. Senza l'aiuto dei coniugi Hayden. Il loro
incontro era stato fortuito e non piacevole per lei e i loro rapporti
non si sarebbero protratti oltre quella conversazione. Certo, le
spiaceva salutare la piccola Aubree ma non avrebbe permesso a nessuno
dei suoi compagni di viaggio di proseguire nella conoscenza di quelle
persone. "Jack, stai diventado IMPERTINENTE! Non li conosci
nemmeno e non chiederai NIENTE a queste persone!". Lo disse con
tono basso, minaccioso, scandendo le parole una ad una.
Gotfried fissò la maga e poi di
nuovo Jack e Daryl.
"Siete diretti ai mari del sud, quindi? E vi serve un
lasciapassare..." - commentò con ovvietà.
Lina si intromise nella conversazione. "Si,
come ho
detto prima è un viaggio d'affari. Il lasciapassare
è un problema
che risolveremo noi con tranquillità appena ci saremo
sistemati per
la notte alla locanda, senza disturbarvi oltre!".
Gotfried si accigliò. Il tono di
Lina era sbrigativo,
nervoso. Era palese che non volesse proseguire oltre quella
discussione e che volesse congedarli il prima possibile. La cosa lo
incuriosiva e allo stesso tempo lo metteva di cattivo umore. Lina in
quel momento era molto diversa dalla ragazza che aveva conosciuto a
Zephilia e che aveva visto per anni accanto al figlio. "E come
farai, senza l'aiuto di una autorità che ti rilasci il
lasciapassare, Lina?" - chiese in uno strano tono di rimprovero.
Lina fissò lo sguardo su quello
di lui. Se Gotfried
cercava di provocarla, beh, gli avrebbe risposto a tono. "Ho i
miei metodi per ottenere quello che voglio!" - commentò in
modo
sibillino.
"E quali sarebbero?" - insistette Gotfried.
Lina si morse il labbro. Osservò
brevemente Aubree che
se ne stava comoda fra le sue braccia, la baciò sulla fronte
e la
restituì alla madre. Poi il suo sguardo si fece duro.
"Signor
Hayden, io credo che voi non mi conosciate per niente! Se voglio
qualcosa, io la ottengo SEMPRE! E non sarà certo qualche
stupido
cavillo o legge locale a impedirmelo!". Il suo tono era
impertinente, di sfida.
Gli occhi di Gotfried si assottigliarono.
"Conosco
la tua fama e quello che si dice di te ma onestamente non ci ho mai
creduto fino in fondo. Conoscendoti, mi sono sempre sembrate
esagerazioni...".
"A volte le leggende invece sono vere!" -
ribatté Lina.
I pugni di Gotfried si strinsero fino quasi
a fargli
male. "Lui... lui ti conosceva sotto questo
aspetto?".
Lui... Lina
deglutì. Non doveva, NON poteva
pronunciare quel nome. Non voleva udirlo e non voleva che i suoi
amici lo sentissero! "Ora basta! Queste non sono cose di cui
discutere ORA!".
"Rispondi!" - ribatté Gotfried.
Lina scosse la testa. Quella convesazione
doveva finire
in qualche modo! E se Gotfried voleva una risposta per farla finita,
se questo in qualche modo avesse spento la sua curiosità
facendolo
TACERE, gliel'avrebbe data. "Lui... mi conosceva
meglio
di quanto io conosca me stessa!".
Gotfried sospirò, rilasciando
l'aria che si era
accumulata dolorosamente nei suoi polmoni nell'ultimo minuto. La maga
non poteva saperlo ma quella convesazione era dolorosa tanto per lei
quanto per lui. "Ascolta Lina... Incontrarti mi ha fatto
piacere, come a mia moglie del resto! Non so cosa tu ci faccia
quì,
in che affari sei invischiata e dove vuoi arrivare. Ma in
virtù di
cosa ti ha portato in passato sulla nostra strada... per quello che
hai rappresentato per tutti noi, voglio fidarmi di te! Per me non
è
un problema rilasciarti il lasciapassare e...".
"Ho detto che ci penserò IO, da
sola!" - lo
interruppe Lina in tono perentorio.
L'espressione di Gotfried si fece severa,
di muto
rimprovero. "Non lo faccio per te, lo faccio perchè so che
è
quello che mio figlio vorrebbe, se fosse quì con noi
adesso!".
Daryl e Jack a quel punto intervennero,
bloccando ogni
possibile reazione della maga, pur non capendo un accidente della
concitata discussione fra la ragazza e l'ambasciatore. "Lina
scherza monsieur! Accettiamo con piacere il vostro aiuto e ve ne
saremo per sempre riconoscenti!".
La maga si voltò verso di loro,
furente! Al diavolo, in
cosa si immischiavano?
"Lina, per favore, accetta il nostro
aiuto...
Torneremo a casa e ti prepareremo il lasciapasare e stasera, se
verrai a cena da noi, te lo consegneremo! E potrete partire senza
problemi. Lascia stare il tuo orgoglio e lasciati aiutare da noi!"
- la supplicò Margareth, gentilmente, capendo cosa stesse
provando
la ragazza in quel momento.
"Lei accetta l'invito a cena e stasera
sarà a casa
vostra, garantito!" - rispose Daryl al posto della maga.
Lina scosse la testa, incapace di andare
avanti, vinta
dagli eventi e dalla logica del ragionamento di Daryl. Anche se
l'avrebbe volentieri ucciso all'istante, lui aveva ragione.
Perchè
rifiutare un aiuto così, che le veniva servito su un piatto
d'argento? Sua sorella le aveva insegnato che non si deve guardare in
faccia a nessuno se questo giova al proprio tornaconto, che il fine
giustifica i mezzi e quindi doveva prendere quello che le serviva,
fottendosene del resto... Ma era difficile, troppo! "Non so
nemmeno dove vivete..." - bofonchiò sotto voce, come per
trovare una scusa.
"Ti faremo venire a prendere!" - rispose
Margareth – "Dove alloggi?".
"Nella locanda in fondo alla spiaggia,
quella prima
della foresta di palme!" - rispose Jack per lei, notando lo
stato catatonico di Lina.
Margareth annuì. "Bene, ti
manderemo il nostro
cocchiere alle otto!".
Gotfried si avvicinò alla
moglie, prendendola a
braccetto. Poi si avvicinò alla maga, fino a sussurrarle
nell'orecchio. "So cosa pensi di noi Lina e forse in parte hai
ragione. Ma ascolta! Come ti ho detto prima lo faccio per Yonas ma
non solo! Aiutarti è un modo per sdebitarmi con te e per
riabilitarmi ai tuoi occhi, se ce ne fosse bisogno per qualche
motivo... Fai parte della nostra famiglia, non dimenticarlo...".
Era troppo, più di quello che
poteva sopportare di
sentire. "Ok, ora basta! Verrò a cena, non è il
caso di
dilungarci ancora in chiacchere!". Lina interruppe Gotfried che
si stava spingendo troppo oltre con le sue parole e poi
fulminò con
lo sguardo Daryl e Jack che si erano intromessi e infine, con un
cenno del capo salutò i coniugi Hayden. Voleva farla finita
subito,
con quella conversazione! Al diavolo TUTTI!
"A stasera allora!" - disse infine
Gotfried,
facendo segno alla moglie che era ora di andarsene. Il tono di Lina
era più che chiaro...
La coppia, con la bambina,
salutò il gruppo e si
allontanò sullo sterrato a ridosso della spiaggia.
Senza dire nulla, quando furono lontani,
Lina si
incamminò cupa e silenziosa verso la locanda. Era
arrabbiata,
ferita, si sentiva in trappola... Sapeva che il peso di quel passato
che tanto l'aveva fatta soffrire, quella sera si sarebbe abbattuto
nuovamente su di lei...
"Hei Lina, aspetta!" - la raggiunse Alix
–
"E' fantastico, non trovi? Le tue conoscenze ci toglieranno dai
guai!".
"Già!" - incalzò
Daryl, fiero del risultato
ottenuto col minimo sforzo.
"Come fai a conoscere quei pezzi grossi?" -
insistette Alix.
Gourry si avvicinò alla maga.
Era stato in silenzio
durante tutta la sua convesazione con gli Hayden, non capendo cosa
succedesse e cosa la turbasse tanto ma percependo quanto Lina aveva
avuto bisogno che nessuno si mettesse fra lei e quelle persone che,
evidentemente, erano più che semplici conoscenti per lei.
"Li
conosce e basta! Lina conosce un sacco di gente importante!" -
disse, per toglierla dall'imbarazzo. La maga in quel momento era
cupa, stava male come già altre volte gli era capitato di
vedere,
durante quel viaggio. Era preoccupato e non sapeva che altro fare per
aiutarla, se non fosse allontanare da lei le domande degli altri.
"Già, conosco un sacco di gente
importante io...".
Lina non aggiunse altro. Raggiunse la locanda, entrò nella
sua
stanza e ci si chiuse dentro a chiave. Poi si lasciò cadere
sul
letto, a peso morto. Aveva tempo forse un'ora prima di iniziare a
prepararsi per la cena e aveva bisogno di riposo e di riprendere un
pò di coraggio e possesso di se. O quella serata sarebbe
stata
infinitamente più difficile di come si prospettava
già.
...
Mancava forse un quarto d'ora
all'appuntamento col
cocchiere e Lina, chiusa nella sua stanza, era quasi pronta per
uscire. Aveva chiesto ad Alix, contro voglia, di prestarle uno degli
abiti da sera che si era portata dietro e l'amica gliene aveva
prestato uno azzurro, con un corpetto aderente e una lunga gonna che
le cadeva morbida sulla gambe, fino a coprirle le caviglie. Si era
legata i capelli, si era messa scarpe femminili e con un pò
di
tacco, anch'esse prestito di Alix e ora era pronta per quella dannata
cena. Abbigliarsi a quel modo era molto inusuale per lei durante i
suoi viaggi ma era stato un abbigliamento che aveva spesso usato
durante il suo soggiorno a Zephilia, quando viveva con Yonas. Ed era
per questo che aveva scelto di vestirsi a quel modo. Se gli Hayden
l'avessero vista come era abituati da sempre, avrebbero fatto meno
domane e forse la cena sarebbe durata meno. Oh, sarebbe stata
comunque una tortura ma ormai non poteva più tirarsi
indietro.
Sarebbe voluta scappare, andare via lontano da tutto e tutti e invece
era bloccata in quel dannato posto, con quelle persone che facevano
parte di un passato tanto doloroso che rischiava di annientarla. Non
aveva voglia di andare a quella cena, non voleva parlare nuovamente
con gli Hayden, non voleva sentir parlare di Yonas e invece sarebbe
inevitabilmente successo! Sarebbe stata dura... Certo, poi avrebbe
avuto in mano quel dannato lasciapassare a cui sembravano tenere
tanto sia Jack che Daryl i quali, se le fossero stati davanti in quel
momenti, sarebbero finiti sulla luna con una Fire Ball in mezzo alla
fronte. Quel lasciapassare lo avrebbero ottenuto a un prezzo molto
alto, per lei... Sarebbe bastato un buon Dragon Slave con qualche
signorotto del posto per ottenerlo in fretta e senza gli Hayden e
invece...
Un mesto bussare alla sua porta la fece
sussultare. E
ora chi diavolo era? Possibile che NESSUNO capisse che per quella
giornata aveva avuto fin troppe rotture e che voleva essere lasciata
in pace? Era nervosa, arrabbiata, coi nervi a fior di pelle... E con
una voglia di conferire con CHIUNQUE pari allo zero. Aprì la
porta,
esibendo il suo miglior sguardo minaccioso. E si trovò
davanti
Gourry. "Che diavolo vuoi?" - chiese, fredda.
Lo spadaccino la squadrò,
sorpreso di vederla vestita
tanto elegantemente per quella cena a cui non voleva partecipare, da
quel che aveva intuito. "E'... è strano vederti vestita
così..." - riuscì a balbettare, confuso.
La maga sbuffò. Lo fece entrare,
chiuse la porta dietro
di loro e poi finì di pettinarsi i capelli, senza degnarlo
di uno
sguardo. "Sei venuto quì per parlare di abbigliamento
femminile
per caso?".
Gourry inspirò, ponderando
accuratamente la sua
risposta. Era palesemente nervosa come un gatto! "No, certo! Ero
solo preoccupato e volevo sapere se c'era qualcosa che...".
"Non c'è niente che puoi fare,
quindi puoi anche
andartene!" - lo bloccò la maga, intuendo cosa stesse per
dire.
Il tono di Lina era freddo, rabbioso,
ostile. Gourry
deglutì. Era nervosa e probabilmente pronta ad esplodere
davanti a
chiunque gli fosse capitato a tiro. "Lina, che succede?" -
disse infine. Al diavolo, era preoccupato per lei e aveva bisogno di
risposte! Forse, se avesse saputo cosa le succedeva, avrebbe potuto
aiutarla!
La maga gli lanciò un'occhiata
furtiva e decisa a farlo
smettere subito. "Succede che devo andare ad una cena con dei
diplomatici che ci daranno il lasciapassare per ripartire, tutto
quì!
E siccome sono persone influenti nella mia regione, direi che andarci
abbigliata non da piratessa sarebbe educato da parte mia!".
"Ma Lina, tu hai conosciuto tante persone
influenti
in passato e non ti è mai interessato nulla dei tuoi abiti!"
-
ribatté Gourry.
Lina strinse la spazzola rabbiosamente, fra
le mani.
Perchè, perchè Gourry voleva irritarla e beccarsi
poi le spiacevoli
conseguenze? Perchè diavolo faceva tante domande idiote?
Perchè non
se ne era rimasto nella sua stanza o nella sala da pranzo con gli
altri? Quella sera non sopportava nessuno, non voleva che le si
facessero domande e voleva allontanare da lei chiunque! A costo di
essere brusca, cattiva, maleducata verso chi si preoccupava per lei,
lo avrebbe fatto! Nessuno la capiva e quindi era meglio se tutti se
ne fossero stati alla larga! "Qual'è il problema Gourry? Il
vestito? O che sia IO a indossarlo?".
"Ma che dici? Lina stai benissimo ma mi
sembri
solo... strana..." - ribatté lui.
Lina posò su di lui uno sguardo
freddo e rabbioso
insieme. Ok, Gourry doveva SPARIRE! Subito! E quella sera era
talmente rabbiosa e nervosa che non le sarebbe servito
chissà quale
impegno per rendersi odiosa ai suoi occhi e farlo allontanare.
"Quando eri sposato con la TUA Madeline e qualcuno vi invitava a
cena, lei come si vestiva?".
"Scusa?". Gourry parve confuso da quella
strana domanda...
Lina gli si avvicinò con uno
sguardo accusatore. "Si
vestiva con abiti da sera, no?".
Gourry annuì, sempre
più confuso. "Beh, sì...".
"E facevi le stesse domande che stai
facendo a me,
a lei?" - insistette Lina, maliziosamente.
Gourry indietreggiò,
rabbuiandosi. Parlare di Madeline
era ancora molto doloroso per lui e in quel momento inoltre non
capiva cosa c'entrasse. "No perchè era normale per lei
vestirsi
così, quando non eravamo in viaggio! E' cresciuta nell'alta
società
di Elmekia, essere elegante quando era a casa era normale per lei!
Ma... ma che c'entra Madeline adesso?".
Ecco, era quello che lei voleva. Lina fece
un sorrisetto
freddo e maligno. "Oh, non le facevi domande perchè
consideravi
Madeline una donna e quindi era normale per te che si vestisse
così!
Anzi, magari questo ti lusingava perchè avevi una bella
bambolina da
esibire in giro... Io invece sono solo Lina la maga scavezzacollo,
vero? Un maschiaccio, una ragazzina forse... Ma di certo non una
donna come Madeline o Alix...".
Gourry sussultò a quelle parole.
Lina stava cercando
deliberatamente di colpirlo, di farlo soffrire, di ferirlo. O di
irritarlo! E sembrava sapere alla perfezione come fare, come colpirlo
con calcolo. Faceva male... Non pensava a Lina in quei termini che
diceva lei e anzi, la considerava la donna più bella del
mondo! E
gliel'aveva anche detto, a Tortuga! "Smettila, lo sai che le
cose non stanno così... E poi, NON parlare di Madeline! Lei
non
c'entra, non è quì e non può
ribattere! E io non ho mai
considerato ne LEI, ne TE, ne nessun'altra donna una bambolina da
esibire!".
Il tono di voce di Gourry si era alzato,
alterato. Lina
sorrise. Aveva raggiunto il suo scopo e ora se ne sarebbe andato!
"Come ti scaldi, quando si tocca la tua mogliettina... Avresti
dovuto starci più attento, se ci tenevi tanto...". Si
voltò
verso lo specchio, riprese in mano la spazzola e riprese a
spazzolarsi i capelli, pronta a rispondere a tono a qualsiasi
contromossa di Gourry.
Ma dallo spadaccino non venne alcuna
risposta. La maga
si voltò giusto in tempo per vedere la sua faccia scura e
ferita.
"Gourry...".
Lo spadaccino non replicò. Si
voltò, riaprì la porta,
uscì dalla stanza sbattendola con forza e sparì
nel corridoio.
Lina rimase per un attimo in tranche,
subito pentita di
quello che aveva fatto. Non si aspettava che Gourry reagisse a quel
modo, credeva che avrebbe alzato la voce, che si sarebbe difeso, che
avrebbe controbattuto e che ne fosse nata una qualsiasi discussione
in cui avrebbe potuto sfogare la sua rabbia... Però in
effetti, non
era da Gourry arrabbiarsi con lei... Dei, lo aveva ferito in modo
atroce e Gourry non lo meritava... Lui era stato dolce, gentile,
premuroso con lei, fin dal loro primo incontro al porto. Che le era
preso? Era nervosa certo, aveva bisogno di scaricare i nervi e Gourry
era stata l'inconsapevole valvola di sfogo! Lo spadaccino non le
aveva fatto nulla di male, si era solo genuinamente preoccupato per
lei. E lei lo aveva allontanato, colpendolo di proposito proprio in
quegli aspetti della sua vita che ancora lo facevano soffrire. In un
attimo la rabbia e la frustrazione lasciarono spazio alla tristezza e
a una infinita stanchezza. Lina si guardò allo specchio,
stentando a
riconoscersi. Già, era proprio strana vestita
così, in fondo Gourry
aveva ragione! Sorrise tristemente... Si vedeva diversa non solo per
gli abiti ma anche per il modo di fare che aveva appena tenuto con
Gourry e che di certo non gli apparteneva. "Devo chiedergli
scusa...".
Fece per uscire dalla camera per cercarlo
ma il nitrito
dei cavalli della carrozza mandata dagli Hayden la bloccarono.
Sbuffò. La sua solita sfortuna, supponeva... "Beh, mi
scuserò
con lui appena tornerò da questa maledetta cena..." -
pensò.
Convinta, in cuor suo, che chiedere scusa a Gourry sarebbe stato
infinitamente più piacevole di una serata con la famiglia di
Yonas,
a ricordare quel passato da cui stava in qualche modo fuggendo.
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Capitolo 10 *** Una serata difficile ***
Ci
ho messo
una vita a scrivere questo capitolo, per tanti motivi e sfighe varie.
Spero sia uscito qualcosa di decente XD
Grazie
come
sempre a voi che leggete, commentate e mi sostenete!
Spero
vi
piaccia e mi facciate sapere cosa ne pensate! Alla prossima!
Una
serata difficile
La casa, anzi, la villa degli Hayden era
una specie di
costruzione colonica al centro di una collina, circondanta dalla
rigogliosa natura della piccola isola di Ihurun. Leggermente isolata
dal piccolo paese portuale, disposta più all'interno del
territorio
dell'isola, la villa era sorta in un posto tranquillo e allo stesso
tempo maestoso. La foresta tropicale, coi suoi mille colori,
accompagnava tutta la strada che dalla spiaggia arrivava alla casa e
finiva con l'ampio e curato giardino che i giardinieri degli Hayden
accudivano con cura. La villa, di colore rosso, sorgeva tutta su un
piano. Era grande ma comunque più modesta di quella che
l'ambasciatore aveva a Zephilia e più o meno simile come
dimensioni
alle altre ville fuori paese che Lina aveva incontrato durante il
tragitto e che, immaginava, dovevano appartenere agli altri
diplomatici ospiti di Ihurun. Appena arrivata, scendendo dalla
carrozza, si guardò in giro. Un ampio porticato sul retro
portava
alla zona del giardino più riservata, usata esclusivamente
dai
membri della famiglia. Testimonianza ne erano il piccolo tavolo da
the sulla veranda e i giochi di Aubree sparsi in un angolo del
giardino.
Quando la carrozza si fu allontanata, il
maggiordomo che
era uscito di casa per ricevere la maga, fece cenno a Lina di
seguirlo, conducendola attraverso la scalinata all'ingresso,
nell'ampio soggiorno per poi farla accomodare nella grande sala da
pranzo dove la famiglia Hayden al completo la aspettava.
Lina si sentiva a disagio. Non era una
situazione voluta
e quella tavolata, quel modo di apparecchiare, quelle posate, quelle
tovaglie... Tutto le ricordava Yonas e la vita che aveva condotto a
Zephilia insieme alla sua famiglia. Sapeva che quella cena avrebbe
riportato alla luce ricordi dolorosi e lontani ed era quello che
avrebbe voluto evitare! Al diavolo Jack e al diavolo Daryl che
l'avevano costretta a subire quella specie di tortura!
Quando la ragazza fece il suo ingresso,
Gotfried la
salutò con cenno del capo. "Benvenuta nella nostra casa,
Lina!".
Margareth, con la piccola Aubree in
braccio, le andò
incontro emozionata. "Lina, mia cara, non sai quanto sono felice
di vederti quì. E che alla fine tu abbia accettato il nostro
invito.
Sei davvero molto bella stasera!" - disse infine, osservando gli
eleganti abiti della ragazza.
Lina abbassò lo sguardo,
imbarazzata. Margareth era
sempre stata molto gentile con lei, dolce e affettuosa ma... c'erano
tante altre cose di quella donna che invece la maga non riusciva ad
accettare e a capire. "Grazie!" - commentò infine, a corto
di parole.
Aubree, appena vista Lina, si mise ad
agitare le braccia
per farsi prendere in braccio da lei. Margareth sorrise. "Ti
adora!".
La maga si grattò la guancia
imbarazzata. "Già!".
Voleva prenderla in braccio ma allo stesso tempo non lo voleva! Era
troppo affezionata ad Aubree e sarebbe stato meglio non lo fosse
stata! Perchè quella piccola non era sua figlia e
benché il suo
rapporto con lei ai tempi di Zephilia fosse molto stretto, ora era
meglio che le cose cambiassero. Era giusto che Aubree si legasse di
più a sua madre e che lei invece se ne allontanasse. Per il
bene di
tutti! "Aubree, devi stare con la mamma adesso! E' ora di
mangiare!" - disse infine, quasi facendo violenza a se stessa.
Margareth la fissò per un attimo
accigliata ma non fece
domande, benché il comportamento di Lina la sorprendesse un
pò.
Sapeva quando adorava Aubree e le pareva tanto strano che non volesse
approfittarne per stare con lei. Ma non chiese spiegazioni, la
curiosità era cattiva compagna della buona educazione, dopo
tutto.
"Lina, cara, perchè non ti siedi al tavolo? Ricordo il tuo
amore per le pietanze a base di carne e il menù di stasera
si addice
perfettamene ai tuoi gusti!" - concluse infine, da brava padrona
di casa.
La maga fissò la tavola
imbandita. Arrosti con patate,
pollo, costate di carne condite con miele e aromi, un fragrante
profumo di pane appena sfornato... In effetti aveva dimenticato
quanto buone fossero le abitudini culinarie degli Hayden! Anche se,
per la prima volta in vita sua, avrebbe preferito rinunciare a tutto
quel cibo per essere da qualche altra parte. Fece buon viso a cattivo
gioco, comunque. Annuì a Margareth e si sedette composta ad
una
delle sedie del tavolo. Meglio evitare i convenevoli e fare il
più
in fretta possibile. Veloce, indolore e di poche parole, solo
così
poteva sopravvivere a quella dannata cena! 'Pensa al cibo Lina, solo
al cibo! E ignora tutto quello che ci sta attorno!' - pensò
fra se e
se.
"E' stata davvero una sorpresa trovarti
quì a
Ihurun, Lina!" - commentò Gotfried scrutandola in volto
mentre
si sedeva davanti a lei.
Lina rispose alle occhiataccie dell'uomo
che non
smetteva di fissarla accigliato. Gotfried aveva uno sguardo
indagatore che la infastidiva. Era un uomo con cui aveva poco in
comune e verso il quale non aveva mai provato troppa simpatia. Ma era
anche una persona dall'intelligenza fine, questo glielo doveva
riconoscere. Sapeva fare bene il suo lavoro, era stato uno degli
uomini di massima fiducia del sovrano di Zephilia e per questo gli
era stato affidato l'incarico tanto importante di controllare le
nuove rotte al sud della penisola che lo avevano portato con la sua
famiglia a Ihurun. Un uomo in gamba, benché non
più giovane, ma con
idee e modi di fare talmente rigidi da scontrarsi con la voglia di
scoperta e libertà che aveva animato Lina in passato e che
aveva
finito per contagiare anche Yonas. Molti erano stati i motivi di
scontro fra lei e Gotfried a Zephilia e Lina allora, per amore verso
Yonas e forse per la prima volta in vita sua, aveva deciso di non
imbarcarsi in discussioni con quell'uomo, se non quando questo era
stato strettamente necessario. Allora sapeva che Yonas voleva bene ai
genitori ed era cosciente che eventuali discussioni fra lei e loro lo
avrebbero ferito. Ma ora a Ihurun, Yonas non c'era! E se Gotfried
l'avesse provocata, forse non sarebbe riuscita a tenere a freno la
lingua. C'erano un paio di cose che non le erano andate giù
in
passato e gliele avrebbe felicemente spiattellate in faccia, se la
situazione si fosse fatta pesante. "Una sorpresa davvero,
signore!" - rispose infine, sostenendo lo sguardo dell'uomo.
"Una graditissima sorpresa!" -
commentò
Margareth per stemperare quella strana tensione che si stava creando
fra il marito e Lina. "Perchè non iniziamo a cenare, Aubree
è
affamatissima!" - disse indicando la bimba sulle sue ginocchia
che non stava ferma un attimo e che con le mani cercava di afferrare
il pane sulla tavola.
Gotfried osservò la figlia.
"Aubree ancora non ha
imparato come si sta a tavola composti!".
Lina strinse la forchetta che aveva preso
in mano.
"Aubree ha solo un anno e forse è decisamente troppo piccola
per essere una perfetta lady!".
"Non è mai troppo presto per
essere educati, Lina!
Ho cresciuto Yonas con questo principio e a te piaceva il risultato,
se non mi sbaglio. Ora faccio lo stesso con Aubree!".
Lina sospirò e rimase in
silenzio. Era inutile
discutere su quello perchè in fondo Aubree non era figlia
sua ma
loro. Osservò di sbieco Margareth, imbarazzata dai modi di
fare
burberi del marito, e pregò silenziosamente
perchè imparasse a
controbattere al marito e ad avere una parte più attiva
nell'educazione della figlia. Che sapesse opporsi agli insegnamenti
rigidi che Gotfried intendeva usare con Aubree e che desse alla
bambina l'opportunità di crescere libera e serena, lontana
da quegli
schemi rigidi. Era vero, Yonas aveva avuto un'educazione perfetta che
lo aveva portato a diventare un vero signore, gentile, altruista ed
educato. Ma sapeva anche quanto aveva sofferto per l'estrema
rigidità
del padre e per la mancanza di un rapporto più stretto e
intimo con
entrambi i genitori, durante la crescita. "Beh, gli esperti nel
campo siete voi, immagino..." - commentò fiaccamente per
finire
lì la questione.
Gotfried parve sorpreso dal comportamento
poco
combattivo di Lina. "Ti trovo taciturna stasera!".
Lina abbozzò un sorriso forzato.
"Sono solo
affamata!". Che altro avrebbe dovuto dire a quell'uomo? Non
capiva che per lei era una situazione difficile quella?
"E allora cominciamo a mangiare, prima che
si
freddi!" - si intromise Margareth, intuendo il disagio di Lina.
"Buona idea!" - le rispose il marito.
Nella stanza calò un silenzio
pesante. Lina mangiò
senza fiatare, educatamente ma con fretta, quasi non assaporando quel
cibo che in altre situazioni l'avrebbe mandata in visibilio. La
realtà era che non vedeva l'ora di finire, di prendere il
lasciapassare e di tornare alla sua locanda. Quella cena, stare con
quelle persone aveva un sapore amaro di cose passate che un tempo
erano state piacevoli ma che non sarebbero mai tornate. Rivedere loro
ed Aubree era stato devastante oltre ogni misura per lei e avrebbe
preferito continuare nel suo viaggio, nella sua fuga, senza
incontrare quel suo passato che tanto l'aveva fatta soffrire. Certo,
l'aiuto di Gotfried per il lasciapassare era stato provvidenziale ma
lei lo stava pagando a caro prezzo, nessuno immaginava quanto!
Nel giro di una decina di minuti le
pietanze di carne
erano state quasi consumate del tutto. Gotfried si pulì col
tovagliolo la bocca, Margareth invece si alzò per andare
dalla
servitù a predisporre per il dolce.
Rimasta sola con Gotfried, Lina
trovò di nuovo la voce
per parlare. "Era tutto buonissimo e vi ringrazio. Ma come
ricordate, non sono venuta quì per cenare!". Ok, andare
subito
al sodo! Il lasciapassare! Dopo tutto, lei era sempre stata una donna
spiccia e pratica!
Gotfried annuì, si
alzò dalla sedia e si diresse alla
cassettiera di fianco al tavolo da dove tirò fuori una
piccola
pergamena elegantemente arrotolata su se stessa. "Certo Lina,
sono stato di parola come vedi! Eccoti il tuo lasciapassare! Domani o
quando vorrete, potrete partire!" - rispose, porgendole il
lasciapassare.
Lina inspirò e prese il
documento, osservandolo
brevemente. A quanto pare il suo interlocutore era stato di parola.
"Vi ringrazio signore!".
"Di nulla!" - rispose Gotfried tornando a
sedersi alla sua sedia. "Ma ora vorrei sapere cosa ti spinge
quì
con quelle persone con cui viaggi! In fondo qualche spiegazione me la
devi Lina, visto l'aiuto che ti sto dando! Stai viaggiando con un
pirata dopo tutto e il mio aiuto non era poi così
scontato...".
Lina ticchettò nervosamente le
dita sul tavolo,
ponderando la sua risposta. Che avrebbe dovuto dirgli? Che era
partita per dimenticare? Che era partita perchè a Zephilia
si
sentiva impazzire? Che era partita per ritrovare se stessa? Beh,
Gotfried era una persona intelligente ma molto rigida nelle sue idee
e difficilmente avrebbe capito cosa significasse davvero per lei quel
viaggio. Ma raccontargli una palese bugia sarebbe stata comunque una
scelta sbagliata perchè il suo interlocutore era un ottimo
osservatore e l'avrebbe capito subito...Quindi una mezza
verità
sarebbe andata bene perchè in effetti, visto il suo aiuto,
Gotfried
meritava una qualche spiegazione da parte sua. "Semplicemente...
avevo bisogno di soldi e quindi di un lavoro! E Jack Sparrow me ne ha
offerto uno, tutto quì!". In fondo era anche vero, la
mancanza
di denaro era stata una buona spinta per farla partire e farle
vincere tutte le insicurezze che l'avevano travolta quando aveva
ricevuto la lettera con la strana offerta di lavoro del pirata.
Gli occhi di Gotfried si assottigliarono.
"Soldi?
TU avevi bisogno di soldi? Lina, l'intero patrimonio di Yonas
è a
tua disposizione! Così come il castello!".
Ecco, Gotfried aveva pronunciato il nome
che NON non
voleva sentire! Sapeva che sarebbe successo e che non avrebbe potuto
evitarlo... Un nodo le strinse la gola. "Il patrimonio e il
castello... Di Yonas appunto! Non sono mia proprietà!".
Gotfried scosse la testa. "Dici cose senza
senso,
Lina!".
Lina abbassò lo sguardo. "Non
pretendo che voi
capiate, signore!".
Il tono di voce di Gotfried si fece
più basso e cupo.
"Tu Lina hai delle responsabilità precise! Sei partita e hai
lasciato il castello incustodito e non ti sei curata del denaro che
avevi a disposizione! Io non ti capisco davvero!".
A quelle parole, Lina rialzò lo
sguardo, rabbiosa.
"Responsabilità? IO avrei delle responsabilità?
Beh, forse...
Ma non più di VOI, signore! Io sono quì e voi
anche! La
resposabilità delle vostre tenute è
più vostra, che mia, mi pare!
Non sono una ragazzina irresponsabile e non me ne sono andata
lasciando tutto allo sbaraglio come avete fatto voi! Mi spiace ma...
la paternale da chi è fuggito invece che rimanere, non la
accetto!".
Ok, l'aveva detto! Il groppo che si teneva in gola, la maggior causa
di incomprensioni fra lei e loro finalmente erano venuti allo
scoperto. Responsabilità... Ai suoi occhi i veri
irresponsabili
erano stati da sempre Gotfried e la moglie. Quell'uomo la stava
rimproverando di essersene fregata di tutto quando invece il primo a
non essersi interessato minimamente della sua casa e dei suoi affetti
era stato lui! Questo non poteva perdonare a Gotfried e a Margareth,
perchè era stato ciò che aveva fatto soffrire di
più Yonas!
Responsabilità... Lei se le era assunte in pieno, Gotfried
che la
rimproverava poteva dire altrettanto?
"Per favore, non litigate ora!".
Lina e Gotfried si voltarono verso
l'ingresso del
salone, all'udire la voce improvvisa e allarmata di Margareth.
La donna, con in braccio Aubree che pareva
disorientata
da quella discussione e se ne stava rannicchiata contro il seno della
madre, li fissava pallida. "Vi prego, non litigate! Ognuno di
voi ha le sue ragioni e le capisco ma ora... è comunque
troppo tardi
per discuterne! Non serve a nulla e questa cena non è la
sede adatta
per parlarne".
Lina fissò la donna in silenzio.
In Margareth vedeva la
sofferenza, il dolore, la debolezza di una donna schiacciata da tanti
sensi di colpa e da tante decisioni che si rimproverava di non aver
avuto il coraggio di prendere. Le fece pena in quel momento, anche se
era un sentimento che non amava provare e che non voleva avvertire
verso i membri di quella famiglia. Ma lo sentiva lo stesso
perchè
nonostante tutto, Lina si accorse di quella strana empatia che
sembrava provare verso di lei. Erano l'una l'opposto dell'altra per
carattere ed esperienze di vita eppure la giovane in quel momento si
sentiva simile in tutto e per tutto a lei. Capiva, avvertiva che in
quel momento i suoi sentimenti combaciavano con quelli di Margareth.
"Mi dispiace di aver alzato la voce!" - disse infine,
tentando di tornare a un tono più calmo. In fondo Margareth
aveva
ragione, era ormai troppo tardi per qualsiasi discussione.
"Non stavamo discutendo, stavo solo
illustrando a
Lina quali erano le sue responsabilità!" - insistette
Gotfried.
Lina sospirò, stringendo quel
dannato lasciapassare fra
le mani. Ok, forse spiegando, Gotfried avrebbe capito che lei non era
poi così irresponsabile come pensava! "Le conosco le mie
responsabilità...". Tentò di tenere un tono
pacato, benché
avrebbe volentieri mandato tutti a quel paese. Ma urlare, litigare
avrebbe spaventato Aubree e non lo voleva! E avrebbe messo ancora
più
in difficoltà Margareth. E non voleva nemmeno quello. "Io ho
affidato la casa alla domestica, a Lotte. Con lei ho predisposto
tutto prima di partire e lei si occupa del castello come se fosse
casa sua. E' stata la bambinaia di Yonas quando era piccolo e so che
per questo e per la fedeltà che vi ha dimostrato negli anni,
Lotte
gode della massima fiducia da parte vostra. Per Yonas è
stata come
una madre e le ha sempre dato massima fiducia. Lotte è stata
la mia
salvezza dopo la vostra partenza ed è sempre stata un
sostegno
costante sia per me che per vostro figlio. Come sapete, ne io ne
Yonas abbiamo mai avuto la vocazione dei perfetti casalinghi e il
castello sarebbe andato in rovina in un attimo, nelle nostre mani...
Ma c'era lei! E per me e Yonas è stato quanto di
più prezioso
possedessimo, durante la nostra convivenza". Sul volto della
maga comparve un sorriso triste a quei ricordi, a quando lei e Yonas
vivevano a Zephilia insieme e Lotte si curava con affetto di tutto
quello che li circondava, non lasciando loro alcuna incombenza, come
avrebbe fatto una buona madre o una nonna. Ma c'era dell'altro nelle
parole di Lina, un muto rimprovero verso gli Hayden. Già...
Lotte
era stata loro vicino come avrebbero dovuto invece fare Gotfried e
Margareth. Avrebbero dovuto esserci... Non per lei ma per Yonas! E
avevano mancato al loro compito!
Sentendo quella spiegazione, Gotfried parve
tranquillizzarsi. In realtà aveva ben inteso cosa volesse
dire
veramente Lina ma decise di non accettare la provocazione. I suoi
sentimenti, il perchè delle sue scelte erano una sfera di se
stesso
che non desiderava condividere con nessuno. Giudicava i sentimenti
qualcosa di talmente personale che non contemplava nemmeno la
possibilità di esternarli a qualcuno, anche solo per
discolparsi
davanti a delle velate accuse. "Beh, se Lotte si occupa di
tutto, allora va bene! Ovviamente questa è una soluzione
temporanea
Lina! Il desiderio di Yonas era che tu ti occupassi di tutto!" -
si risolse infine a rispondere.
Lina scosse la testa. A dire il vero, prima
di
imbarcarsi in quel viaggio aveva dato per scontato il fatto che
sarebbe tornata a Zephilia ma ora non ne era più convinta
perchè
aveva capito quanto quel posto la annientasse. Non c'era più
ragione
che lei rimanesse in quel castello e si sentisse responsabile di
possedimenti non suoi, ora era tutto cambiato! "Non sono
così
sicura di tornare signore!".
"Perchè?" - chiese severamente
Gotfried.
A quel punto, Margareth si
avvicinò a Lina, porgendole
Aubree e costringendola a prenderla fra le braccia. Poi si
avvicinò
al marito. "Gotfried, Lina ha ragione, è una
responsabilità
nostra e non sua! Ricordi perchè siamo partiti? Credo che
per Lina
sia stata la stessa cosa! E' rimasta a sistemare le cose che noi
abbiamo lasciato in sospeso e ora è giusto che lei segua la
sua
strada e riprenda in mano la sua vita". Poi, non consentendo al
marito di replicare, si rivolse a Lina. "Mi faresti un favore?
Potresti portare Aubree in giardino e fare due passi con lei in modo
che si addormenti? Devo parlare in privato con mio marito un attimo,
se non ti dispiace!".
La situazione era piuttosto pesante in quel
momento e in
effetti a Lina non sarebbe dispiaciuto allontanarsene. Fissò
Aubree
che in effetti era un pò agitata da quella tensione e da
quel
trambusto. L'aveva addormentata tante volte a Zephilia e nonostante
le sue reticenze, le sarebbe piaciuto passare un pò di tempo
sola
con lei, prima di partire. "D'accordo!". Si alzò dalla
sedia con la piccola in braccio e prima che Gotfried dicesse
alcunché, uscì in giardino.
Margareth la osservò
allontanarsi. Poi affrontò il
marito. Pacata e gentile come nella sua natura, sola con lui forse
sarebbe riuscita a fargli capire i sentimenti che credeva di aver
captato in Lina.
...
Il grande giardino tropicale era immerso in
un quieto
silenzio. Alte palme, intervallate da panchine e fontane, formavano
una specie di sentiero fra la vegetazione all'interno della
recinzione della casa. Passeggiando in quel giardino, con sottofondo
quell'assenza di suoni, con in braccio Aubree, a Lina parve per un
attimo di tornare ai tempi di Zephilia. Ma durò solo un
attimo. Non
era mai stata una sognatrice e non mancò molto
affinché la realtà
le si palesasse davanti in tutta la sua crudezza. Non era a Zephilia
e in casa non c'era Yonas ad aspettarla... Questa era la semplice,
dolorosa verità che non riusciva ad accettare.
Fissò Aubree che sembrava ancora
nervosa a causa dei
malumori dei genitori. La strinse a se, godendo del calore della
bambina e della sensazione di pace che sembrava infondergli. Era
sempre stato così con quella bimba. Lei, piccola e
inconsapevole del
mondo che la circondava, riusciva sempre a placare il suo animo e il
suo dolore, infondedogli un senso di tranquillità e
serenità.
Guardando Aubree e il suo sorriso genuino, la sua voglia di giocare,
era come se percepisse che un giorno tutto sarebbe tornato a girare
nel verso giusto, che tutto era possibile. "Sono contenta di
essere quì con te!" - le sussurrò accarezzandogli
la testa –
"E tu devi stare tranquilla perchè, anche se hai un
papà
brontolone e una mamma con poco carattere, sei una bambina amata e
vivi in una bellissima casa". Le parlò con tono calmo,
pacato,
per cercare di rasserenare la bambina.
Aubree la guardò curiosa,
allungando le manine a
prendergli una ciocca di capelli per giocare.
Lina si mise a ridere. "Se resto troppo con
te,
finisce che divento calva!".
La bimba ridacchiò, poi si
rannicchiò contro la sua
spalla, giocando con la ciocca che teneva fra le mani.
Lina sospirò, passeggiando fra
gli alberi, a piccoli
passi. Con la mano prese ad accarezzare la schiena di Aubree, nel
tentativo di farla finalmente addormentare. Dopo l'avrebbe consegnata
ai suoi genitori e se ne sarebbe andata. Sapeva che allontanarsi da
lei le avrebbe procurato un nuovo dolore ma era cosciente che non
poteva fare altro. Per il bene suo e di Aubree era giusto che le loro
strade si separassero! "Ti ricordi di quando eravamo a Zephilia,
e passeggiavamo nel nostro giardino? E ci dondolavamo sull'amaca, io
e te soltanto... E la notte, quando dormivi nel letto con me e
Yonas... Ti ricordi Aubree? Era bello, credevo, mi illudevo che
sarebbe stato così per sempre. Tu dormivi, io facevo finta e
di
sottecchi lo osservavo... Yonas, che rimaneva a guardarci per ore,
accarezzandoti i capelli ed accarezzando i miei... Ti ricordi,
Aubree?" - chiese ancora, parlando più a se stessa che alla
bambina.
Dalla piccola non arrivò nessun
suono. Lina, quasi
svegliandosi improvvisamente dallo strano stato di tranche in cui era
caduta in preda a quei ricordi, la osservò per scoprire che
si era
addormentata serenamente. Sorrise, di un sorriso triste. Era ora di
portarla da Margareth e di riconsegnargliela. Non sapeva cosa si
stessero dicendo lei e il marito e non gli importava in fondo. Cosa
pensassero di lei non aveva più alcuna importanza! Aveva
assistito a
quella cena, fatto fronte ai suoi doveri e aveva ottenuto il
lasciapassare. Era ora di andarsene, finalmente, solo questo contava!
Si avviò verso la porta
d'ingresso alla sala da pranzo
ma si bloccò quando vide Margareth che la aspettava seduta
su una
panca di pietra del parco, a pochi metri dalla casa. Beh Margareth
era sola, così era anche più veloce e
più facile, dopo tutto! Lina
si avvicinò a piccoli passi alla donna. "Si è
addormentata!"
- disse semplicemente.
Margareth annuì, non prendendo
tuttavia Aubree in
braccio ma facendo invece cenno a Lina di sedersi accanto a lei. "Ti
prego, aspetta ancora un attimo prima di andartene! Ho qualcosa da
dirti, Lina!",.
La ragazza sbuffò. I suoi piani
fallivano ogni volta
che tentava di allontanarsi da quella casa, era una scocciatura.
Tuttavia, senza replicare, si sedette accanto a lei con Aubree fra le
braccia. "Ditemi pure, signora!".
Margareth scosse la testa. "Niente di che
Lina,
volevo solo ringraziarti per essere venuta quì. E' stato
bello
riaverti con noi, questa cena per me e mio marito aveva un sapore
antico, di cose belle che ci siamo lasciati però tutti alle
spalle.
E ti ringrazio per esserti occupata di Aubree stasera. Mi spiace per
il caratteraccio di Gotfried e ti chiedo scusa per lui! Lo conosci,
non è una cattiva persona, è solo molto rigido
verso se stesso e
verso gli altri!".
Lina annuì, continuando ad
accarezzare la schiena di
Aubree. "Lo so signora. Vostro marito è una brava persona
ma...
è rigido, come dite voi! Rigido come un fusto di legno! E il
problema è che questa sua rigidità ricade sulla
sua famiglia. Non
permettetegli di ripetere gli stessi errori fatti con Yonas, con
Aubree!".
"Ormai lui è così,
come potrei cambiarlo alla sua
età?" - obbiettò Margareth.
Lina fece un sorrisetto sarcastico. "Senza
offesa
signora ma lei... dovrebbe imparare un pò a tirare fuori le
palle! E
visto che anche lei è genitore di Aubree, avere
più voce in
capitolo nella gestione della bambina".
Margareth spalancò gli occhi.
Che Lina avesse la lingua
lunga l'aveva sempre saputo, ma mai si era permessa tanta confidenza
con lei. Però la cosa non la irritava ma in un certo
senso...
divertiva. Era in fondo un piacevole scambio di vedute fra donne, in
fondo. "Si, forse!" - rispose con un sorriso.
Lina sospirò, guardando
distrattamente il giardino che
la circondava. Era ormai buio e si sentiva solo il chiacciericcio
delle cicale. Era quasi rilassante, quella visione... "La
verità
è che voi... dovreste apprezzare Aubree per quello che
è, non per
quello che voi vorreste lei fosse! Dovreste ridere con lei quando
ride o davanti ai suoi pasticci o quando fa qualcosa in modo goffo. I
bambini piccoli sono divertenti, oltre che molto impegnativi!
Dimenticatevi regole ed etichette e imparate a viverla questa
bambina, giorno per giorno, scoprendo il mondo insieme a lei.
Imparerà lo stesso, senza correre e in maniera naturale a
comportarsi bene e sicuramente da grande vi darà tante
soddisfazioni. Ma non abbiate fretta e soprattutto... rispettatela
per quello che è, per la sua natura vivace e allegra! Yonas
vi ha
fatto un grande regalo, portandovela ed ora avrete la
possibilità di
rimediare agli errori fatti con lui e di rifarvi una vita. Io non ero
d'accordo con vostro figlio, quando ha deciso di prendere Aubree con
se, mi sono opposta perchè credevo che fosse un'idea stupida
e senza
senso. Ma non ho insistito più di tanto perchè in
fondo voi eravate
la sua famiglia e non la mia e perchè... sì,
perchè mi fidavo di
lui e delle sue scelte! Inoltre, la testa dura di Yonas superava di
gran lunga la mia e alla fine... ha fatto come desiderava lui! Non
sprecate l'opportunità che vi ha offerto vostro figlio,
siate felici
con Aubree e sarà felice anche Yonas!".
Margareth parve sorpresa dalle parole di
Lina. "Davvero
eri contraria all'arrivo di Aubree? Mi sei sempre sembrata tanto
affezionata a lei!".
Lina scosse la testa. "Aubree mi piace,
molto! Se
devo essere onesta, mi piace più di come dovrebbe piacermi e
separarmi da lei è stato devastante a Zephilia, quando siete
partiti. E lo sarà anche questa sera, già lo so.
Ma in effetti...
ero contraria al suo arrivo all'inizio, sì! Yonas voleva
portarvi
Aubree perchè aveste un'altra figlia e io... beh, non vi
ritenevo
adatti a una cosa del genere. Per la vostra età non
più giovane e
perchè il vostro stile di vita non si adattava all'arrivo di
una
bambina piccola. Ma forse aveva ragione lui... Aubree è
felice,
amata, ha tutto quello di cui ha bisogno. Cosa che non sarebbe
successa se fosse rimasta in quell'istituto dove l'abbiamo trovata".
Lina fissò il vuoto, mentre le tornavano in mente le
circostanze che
l'avevano condotta sulla strada della bambina. Una tempesta
inaspettata che aveva colto di sorpresa sia lei che Yonas in un luogo
di aperta campagna, durante il ritorno da un breve viaggio di
rappresentanza, la corsa per ripararsi verso quello che credevano un
isolato convento di sacerdoti e la scoperta che invece si trattava di
un rifugio per bambini senza famiglia. Lì avevano conosciuto
Aubree,
la più piccola fra quegli orfani e lì Yonas se
n'era innamorato,
decidendo all'istante di portarla nella sua casa affinché i
genitori
l'accogliessero nella loro famiglia. Si era opposta allora, lo
ricordava bene! Perchè detesteva quell'idea e quello che
c'era
dietro. Lina sapeva bene cosa spingesse Yonas, oltre all'affetto che
nutriva per quella bambina, a portarla a vivere con loro. E sapeva
che non sarebbe MAI riuscita ad accettarlo! Un figlio in cambio di un
altro... Yonas non l'aveva mai ammesso apertamente ma lei aveva
capito che era quello che lo spingeva a farlo...
Margareth, all'oscuro dei pensieri di Lina
sul passato,
annuì. "Credo che tu abbia ragione! Spesso mi chiedo... se
per
Aubree sia giusta questa sistemazione!".
Lina sorrise. "Beh, ormai lo deve essere
per forza!
E' tardi per tornare indietro ed è per questo che voi dovete
impegnarvi. Ce la farete, ne sono sicura!".
"Beh, speriamo Lina! Ma... posso chiederti
una
cosa?".
Lina si accigliò. "Dite pure!".
Margareth inspirò profondamente.
"Non resteremo
quì per sempre e fra due anni torneremo a Zephilia. Quando
saremo
tornati, se sarai nei paraggi... non scomparire dalla vita di Aubree.
Crescendo, potrebbe avere molto bisogno di una persona giovane e in
gamba come te vicino e noi saremo forse troppo anziani per esserle
d'aiuto. Te lo chiedo col cuore Lina, stalle accanto se ne avrai
l'occasione!".
Lina annuì. In realtà
aveva temuto che Margareth le
potesse proporre di prendere Aubree con se... Non era pronta per una
responsabilità del genere ma quanto le aveva chiesto poteva
essere
fattibile. Ringraziò silenziosamente LON... Se Margareth le
avesse
chiesto di portarsi via Aubree, forse avrebbe fatto il madornale
errore di non opporsi perchè sapeva benissimo di non avere
la forza
per farlo, in quel momento. Le sarebbe piaciuto però avere
ancora a
che fare con Aubree, in futuro. Non da madre perchè in quel
momento
della sua vita non era in grado nemmeno di badare a se stessa, ma
come una presenza costante, un aiuto nella crescita della piccola,
forse sì, anche se non sapeva ancora bene come. "Lo
farò!".
"Bene!". Margareth, apparentemente meno
tesa,
fissò la maga con fare attento. Era tutta la sera che voleva
chiederle come stesse davvero ma non ci era mai riuscita a causa
della presenza di Gotfried durante la cena. "Mio marito prima ha
detto che ti trova bene ma in realtà a me tu sembri molto
stanca...
Non va tutto bene come vuoi far sembrare, vero Lina?".
Lo sguardo della maga si fece serio. "Come
volete
che stia? Mi alzo al mattino, faccio quello che devo fare e aspetto
che arrivi la sera per andare a letto... E' diventato tutto molto
difficile e io non lo so sopportare. E' stato... ehm... complicato
per me venire quì stasera perchè... una cena con
voi, senza Yonas.
Rende la sua assenza... reale...".
Margareth le appoggiò
familiarmente una mano sulla
spalla. "Ma è reale Lina. Impara ad accettarlo, indietro non
si
può tornare!".
"Lo so. Ma non incontravi, continuare a
fuggire
lontano da lui e dal suo mondo era più facile. Vedervi mi ha
riportato dolorosamente indietro nel tempo. Una volta ero forte... O
forse credevo di esserlo! Ora non riesco più a gestire
nulla, ne la
mia vita, ne le mie emozioni!". Lina fece un lungo sospiro. Era
difficile, da sempre, esternare i suoi sentimenti per lei. Ma quella
sera era talmente esausta che le parole uscivano dalla sua bocca
senza che lei quasi se ne accorgesse. Strinse a se Aubree che dormiva
profondamente e tranquillamente, sperando di attingere a quella
serenità essa stessa.
Margareth le sorrise. "Lo so come ti senti,
Lina!
Io e mio marito abbiamo vissuto le tue stesse esperienze. Negli anni,
prima che arrivassi tu, è stata dura! Non è stato
facile avere
Yonas come figlio per noi, crescerlo e sapere a cosa saremmo andati
incontro. Anno dopo anno è stato logorante e non abbiamo
potuto far
altro che... sopravvivere! Ma Lina, tu sei giovane e per te
è
diverso! Per quanto importante, per te Yonas è stato una
parentesi
nella tua vita che è ancora lunghissima e che ti
riserverà cose
meravigliose, se saprai coglierle! Stai facendo un bel viaggio, stai
attraversando posti bellissimi e sicuramente ti stai trovando in una
situazione a te congeniale da sempre. Insomma, prima di incontrare
Yonas eri una viaggiatrice, giusto?".
Lina alzò le spalle, poco
convinta ma allo stesso tempo
colpita dalle parole di Margareth che raramente esternava i suoi
sentimenti tanto apertamente. "Giusto...".
"E poi..." - proseguì Margareth
– "Viaggi
con persone che sembrano davvero in gamba, simpatiche. E che ti sono
amiche... Sembrano davvero dei bravi ragazzi, anche quel pirata!".
Lina sorrise nell'oscurità,
mentre le parole di
Margareth le riportavano alla mente la lite con Gourry di poco prima.
"Sì è vero, sono brave persone e viaggiare con
loro non è poi
così male". In fondo non poteva dire di non apprezzare quel
viaggio... Stava bene con i suoi compagni di avventura, anche con
Daryl e Jack che all'inizio credeva sarebbero stati fonte di
problemi. Alix si era rivelata una buona compagna di viaggio e
Gourry... Gourry era stato dall'inizio la sua ancora di salvezza, la
sua unica vera forza. "La verità è che sono io
che a volte
sono pessima con loro!". Il senso di colpa verso lo spadaccino,
man mano che parlavano, sembrava aumentare sempre di più. In
realtà,
era da quando aveva lasciato la locanda che desiderava tornare sui
suoi passi e chiarirsi con lui, chiedergli scusa e sperare in un suo
perdono.
Margarth scosse la testa. "Sei una
bellissima
persona Lina e tuoi amici lo sanno. E lo ha sempre saputo anche
Yonas. Non ho mai visto i suoi occhi brillare come facevano quando ti
guardava. Fidati di te stessa e torna ad essere la ragazza forte di
una volta. Tu ce la farai, io ne sono sicura! E ne è sicuro
anche
Yonas, potrei giurarci!".
"Mah, chissà!". Lina si
alzò dalla panchina,
porgendo Aubree a Margareth. Era ora di andare! Parlare di Gourry le
aveva rimesso fretta di andarsene.
La donna annuì, prendendo la
piccola in braccio.
Lina la salutò con un cenno del
capo, accorgendosi solo
in quel momento della presenza di Gotfried che silenzioso sulla
soglia della porta, le osservava assorto. Da quanto tempo era
lì?
L'uomo si avvicinò loro. "Te ne
volevi andare
senza salutarmi, Lina?".
La maga lo fissò accigliata. Il
suo tono di voce...
sembrava quasi dispiaciuto e... commosso? "Ma no, sarei entrata
in casa prima di andar via!".
Gotfried annuì. Era un uomo
serio, messo a dura prova
dalla vita e poco avvezzo a dimostrare i suoi sentimenti. Ma a
differenza di quello che Lina pensava, lui la apprezzava. "Buon
viaggio e sìì prudente!" - disse semplicemente.
Era quanto di
meglio la sua rigidità gli permettesse di fare. Salutare
quella
strana ragazza entrata come un uragano nella vita sua e della sua
famiglia... Era stato piacevole conoscerla e il fatto che ora le loro
strade si sarebbero divise per sempre lo intristiva.
"Lo farò! E grazie ancora per
l'aiuto". Lina
diede un'ultima occhiata alla piccola Aubree che ormai dormiva
profondamente. Deglutì, quasi sopraffatta dal dispiacere di
lasciarla ma non si scompose. Salutò di nuovo con un cenno
del capo
i genitori di Yonas e poi si diresse verso la carrozza con cui era
arrivata poche ore prima. Ce l'aveva fatta, aveva il lasciapassare e
la serata era finalmente finita! In fondo era stata meno dura di
quanto si sarebbe aspettata, grazie alle confidenze e alla
chiaccherata con Margareth. C'erano ancora tante cose che di loro non
accettava ma... quella sera gli erano apparsi più umani di
quanto le
fossero sembrati a Zephilia. E col tempo forse, avrebbe capito le
loro scelte verso Yonas...
Salì sulla carrozza e nel giro
di dieci minuti era di
nuovo davanti alla locanda. Scese, ringraziò il cocchiere e
si
diresse subito verso l'ingresso. Il salone era deserto e dalle stanze
non proveniva alcun rumore. Che i suoi amici fossero già a
dormire?
Eppure era ancora presto... Salì le scale e bussò
alla porta di
Gourry ma dall'interno non arrivò alcuna risposta. La maga
deglutì,
mentre un sordo terrore prendeva possesso di lei. E se Gourry se ne
fosse andato? Aprì la porta che non era chiusa a chiave e
constatò
che la stanza era effettivamente deserta. Quasi presa dal panico
corse di sotto, dove il locandiere stava lucidando dei grossi boccali
di birra. "Scusi, i miei compagni di viaggio? Sa dove possono
essere? Le camere di sopra sembrano deserte!".
Il vecchio alzò lo sguardo,
annoiato. "Oh, quei
simpatici ragazzi! Il pirata, il suo amico e la ragazza sono andati
al villaggio per vedere di divertirsi un pò! E il giovane
biondo è
uscito da solo, penso a farsi una passeggiata anche lui!".
"Grazie!". Lina corse fuori dalla locanda,
verso la spiaggia. La luna si specchiava nel mare e si rifletteva in
esso in mille tonalità di giallo. Tutto intorno era
silenzioso e
tranquillo, l'unico rumore era il fruscio delle palme sfiorate dalla
leggera brezza notturna che ne scuoteva le ampie foglie. Tutto
deserto, non si vedeva nessuno. "Gourry...". Si sentiva
persa, ancora più disperata di quanto si fosse sentita nel
pomeriggio davanti alla prospettiva della cena con gli Hayden. Lui
era stata la sua ancora di salvezza alla quale aggrapparsi quando si
era sentita disperata e senza via di scampo. E se ora se ne fosse
andato... Non voleva nemmeno pensarci! Gourry era rientrato nella sua
vita per caso ma era stato come un dono di LON averlo accanto e ora
LON non poteva portarglielo via. Era l'unico che era riuscito a farla
sentire al sicuro, serena, a farla sorridere in qualche modo. Con
discrezione, dolcezza, senza chiederle nulla in cambio. Ma Gourry era
sempre stato così in fondo e nemmeno le tempeste che avevano
affrontato entrambi erano riuscite a cambiare davvero il loro legame.
Per quanti anni aveva dimenticato cosa fossero Lina e Gourry insieme?
Tanti, troppi... Non se n'era resa conto fino a quel momento di
qualcosa che invece era sempre stato tanto chiaro e limpido. Si
tolse le scarpe col tacco che le aveva prestato Alix, prendendo a
camminare sul bagnasciuga, mentre inconsapevoli lacrime prendevano a
rigarle le guancie. "Non andartene anche tu...".
Camminò senza accorgersene forse
per alcuni chilometri,
allontanadosi sempre più dalla locanda e dal centro abitato.
Non
aveva la minima idea di dove stesse andando ma non sembrava
importarle! La foresta diventava sempre più invadente e la
striscia
di sabbia sempre più sottile. Un paesaggio maestoso e
selvaggio
insieme... E finalmente lo vide.
Nel nulla, seduto su uno scoglio, Gourry
osservava
silenziosamente il mare davanti a se. Non riusciva ad intravederne
l'espressione ma quella visione la catturò come una strana
magia.
Fortuna o destino, l'aveva trovato! Si diresse verso di lui senza
sapere esattamente cosa dirgli, cosa fare, cosa aspettarsi... Quando
gli arrivò alle spalle, silenziosa come un gatto, si
fermò come in
tranche ad osservare la sua schiena. Forte, muscolosa... Quante volte
l'aveva portata su quelle spalle, da ragazzina? Sorrise a quel
ricordo... "Gourry..." - mormorò. Erano solo lei, lui, le
palme e il mare...
Lo spadaccino, assorto nei suoi pensieri,
sussultò al
suono della sua voce. Si voltò verso di lei, colto
totalmente di
sorpresa. "Oh, sei tu! Mi hai spaventato..." - disse
impacciato, tornando subito a voltarsi verso il mare.
Lina deglutì. Quel tono freddo e
distante... Sembrava
tutto così terribilmente somigliante a quanto successo tre
anni
prima, durante lo scontro con Yoshy. No, non doveva ripetersi quanto
successo allora! La tensione, le liti, la lontananza... Gourry era il
suo migliore amico, un compagno insostituibile ed erano riusciti a
ricostruire durante quel viaggio un rapporto forte come una volta!
Non potevano allontanarsi di nuovo! "Ho... il lasciapassare!"
- farfugliò impacciata, sentendosi stupida perchè
non sapeva cosa
dire. Il lasciapassare! A Gourry cosa poteva fregarne??? Si stava
rincretinendo? Di tutte le cose che avrebbe potuto dire, quella era
la più idiota!
Gourry alzò le spalle. "Dovresti
darlo a Jack, non
a me!".
Ancora quel tono freddo... Faceva male
più di mille
stilettate! Non poteva girarci in giro, fuggire. Lui non lo
meritava... "Gourry... scusa... Per prima... intendo...".
Il giovane scosse la testa. Prese un
sassolino e lo
lanciò in mare, facendolo rimbalzare più volte.
"Lascia
perdere, non mi va di parlarne!".
"Ma...".
"Lascia perdere!". Il tono di voce di
Gourry
si alzò, diventando vagamente rabbioso. Ma poi parve imporsi
di
tornare calmo. "Senti Lina, domani non me ne ricorderò
nemmeno.
Te lo ripeto, non voglio parlarne!".
Lina lo fissò in silenzio.
Gourry non le avrebbe
sorriso quella sera, non l'avrebbe fatta sentire al sicuro, non le
sarebbe stato accanto anche se ne aveva terribilmente bisogno. Le
lacrime presero nuovamente a cadere e Lina si coprì le
guancie con
le mani, perchè lui non le vedesse.
Sentendola singhiozzare, però
Gourry si voltò verso di
lei. Spalancò gli occhi, sorpreso di vederla piangere a quel
modo.
Poi, dimentico della freddezza di poco prima, si alzò e si
diresse
verso di lei. Poche cose al mondo erano capaci di sconvolgerlo come
le lacrime di Lina. Stava piangendo per la loro lite? Non poteva
essere! "Hei... hei che succede? Stai male? Ti hanno fatto del
male?".
Lina si coprì con vergogna il
volto con le mani. Odiava
che lui la vedesse piangere!!! Ma poi, vinta dalla stanchezza, dal
dolore, da quel malessere che sembrava volerla schiacciare ogni
giorno, si accasciò contro il suo petto, scoppiando
definitivamente
a piangere. "Gourry, aiutami! Non... non mi lasciare anche
tu..." - gridò quasi, disperata.
Gourry, attonito, la strinse a se
accarezzandole la
schiena, piano. Era preoccupato e confuso, non capiva cosa stesse
succedendo, cosa lei avesse. Non l'aveva mai vista così...
"Lina,
va tutto bene, davvero...".
"Non è vero! E io sono un'idiota
e tu fai bene ad
odiarmi". Lina strinse la camicia di Gourry fra le mani,
affondando il viso nel suo petto. Piangendo e maledicendosi per la
sua debolezza e per quel pianto disperato davanti a lui. Ma non
riusciva a fermarsi!
Gourry sospirò. Ormai rabbia e
dolore per quanto
successo con lei, lontani... "No che non ti odio... Dai,
tranquilla!" - sussurrò dolcemente, accarezzandole i
capelli.
"Non ti odierò mai e tu lo sai! Ma vorrei solo riuscire a
capirti di più. E non ci riesco! Dimmi cosa c'è
Lina, ti prego! Non
per me o perchè sono curioso ma perchè
così... io forse saprei
come comportarmi...".
Lina annuì. Era giusto! Lei lo
aveva cercato su quella
spiaggia e ora doveva essere sincera. Non perchè Gourry
fosse
curioso, lo pretendesse da lei o altro ma perchè era l'unico
che
avrebbe potuto capirla e aiutarla, l'unico che forse avrebbe potuto
salvarla davvero da se stessa e da quello che era diventata la sua
vita. "Gourry, ne sei sicuro? Davvero vuoi sapere?".
"Davvero!".
Lina lo abbracciò ancora
più forte. "Ti
racconterò la mia storia allora. La storia mia e di
Yonas...".
"Yonas?". Gourry la strinse a se,
accigliato.
Sospettava, temeva, si sarebbe trattato di una lunga notte.
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Capitolo 11 *** Yonas, che voleva volare ***
Questo
capitolo doveva nascere come un lungo racconto di Lina. Ma poi ho
pensato che si sarebbero perse tante cose sulla storia di Yonas e su
loro due e quindi ho deciso di dividerlo in tanti flash back che non
sarebbero altro che i ricordi di Lina, elaborati uno per uno prima di
parlare a Gourry. Solo così, ho pensato, potrete conoscere
Yonas
come io che l'ho creato, potrete conoscere la sua storia con Lina e
il perchè di tante cose della maga, dopo il suo incontro con
Jack.
Spero di essere riuscita a trasmettere quello che volevo!
Grazie
come
sempre a chi seguirà, commenti e critiche sono come sempre
graditi!
Spero di cuore che il capitolo vi piaccia e che potrete amare Yonas
come l'ho amato io quando ho concepito questo personaggio. Alla
prossima!
Yonas,
che voleva volare
Il silenzio della sera avvolgeva ogni cosa
su quella
spiaggia, conferendo a tutto uno strano alone di
tranquillità e di
pace. Lina, seduta nella sabbia, decise che quell'atmosfera era
quanto di più stonato in quel momento, paragonata al suo
animo
tormentato. Fissò Gourry, seduto e silenzioso accanto a lei.
Che lui
non ci stesse capendo un accidenti, stavolta era normale. Ed era
già
tantissimo che fosse ancora lì con lei, invece che mandarla
a quel
paese come qualsiasi essere umano avrebbe fatto al suo posto. Si
chiedeva cosa avesse pensato davvero in quelle settimane Gourry, di
lei, del suo modo di fare scostante, a volte aggressivo, a volte
triste e a volte chiuso. E sempre incomprensibile. Una volta, tanti
anni prima, fra loro non c'erano segreti e bastava uno sguardo per
capirsi subito. Lina sapeva che quel tempo era passato, che Gourry
era cambiato e che lo era anche lei. Ed era anche consapevole che fra
di loro c'erano tante cose taciute e che ormai tanti aspetti della
vita di entrambi erano sconosciuti sia a lei che a lui. Eppure... in
quel momento nonostante tutto, erano lì insieme. Lei aveva
cercato
lui, solo lui. E lui non l'aveva abbandonata come avrebbe avuto tutti
i diritti di fare! E se ne stava lì in silenzio, lasciandole
tutto
il tempo di cui aveva bisogno per iniziare quel racconto che aveva
celato al mondo da quando erano partiti. Sapeva di antico quella
situazione... Ed era una bella sensazione, dopo tutto, decise...
La maga sospirò. Raccontargli
tutto... Era difficile
per molti motivi e perchè da tanto aveva represso nella sua
mente e
nel suo cuore quei ricordi. Già... I ricordi... Quelli
dolorosi
erano laceranti come mille ferite ma quelli belli erano ancora peggio
perchè ti facevano sentire vuota, ti davano la
consapevolezza che
non sarebbero tornati quei giorni e che nulla sarebbe riuscito a
renderti felice come allora. Le cose brutte se n'erano andate. E,
irrimediabilmente, anche quelle belle...
Lina alzò il viso, a fissare la
placida luna che si
specchiava in acqua. Poi chiuse gli occhi, facendo scorrere nella sua
mente, prima di raccontarlo a parole, tutti i momenti più
importanti
del suo rapporto con Yonas. Strinse il ciondolo che teneva al collo
fra le mani. E in quel momento le sembrò che gli occhi verde
smeraldo di Yonas fossero lì, davanti a lei, come quel
giorno in cui
l'aveva incontrato per la prima volta.
...
Era un bel bosco e quello era un
bell'albero comodo su
cui stare appoggiata mentre traduceva quella mole infinita di libri
che la Gilda dei maghi di Zephilia le aveva affidato per trascrivere
in lingua corrente quegli antichi testi magici scritti nell'idioma
dialettale della sua regione. Un lavoretto facile, tranquillo,
rilassante... Ecco quello che aveva pensato quando aveva accettato!
Tanti soldi con il minimo sforzo! Certo, sarebbe stato il
più
barboso dei lavori ma dopo quanto successo solo qualche mese prima
era quello di cui aveva bisogno... Pace, solo pace. Spesso di notte
si era svegliata in preda agli incubi... Yoshy, il corpo senza vita
di Madeline, la disperazione di Gourry, il suo rapporto con lui
andato in frantumi e forse recuperato in parte solo all'ultimo, gli
errori con Daryl... Aveva sempre amato fare una vita intensa ma in
quel momento voleva solo pace. Tornare a Zephilia e iniziare quel
lavoro l'aveva assorbita subito però, riuscendo a distrarla
in parte
da quei ricordi. Lavorare nella casa che le aveva dato la Gilda la
annoiava e aveva preferito tradurre i testi all'aperto, trovando in
quel bosco il suo ambiente ideale. Nessuno in giro, silenzio assoluto
e pace. Settimana dopo settimana, il animo si era rasserenato, preso
da quella nuova esperienza. Che però si stava rivelando
più
complicata del previsto. Chi l'avrebbe mai detto che il dialetto
antico di Zephilia fosse tanto difficile da tradurre? C'erano momenti
in cui avrebbe volentieri urlato, lanciato in aria il libro per poi
colpirlo con una palla di fuoco. Ok, la Gilda non avrebbe
apprezzato... Ma visto che era sola, magari qualche parolaccia se la
poteva permettere, senza correre il rischio di venire ripresa da
qualche bigotto di passaggio.
Quindi...
"Aaaaahhhh, dannato LON, dannata Chepied,
dannati
gli dei tutti! E dannato chi diavolo ha inventato questo dialetto
infernale!!!". Ok, il testo di magia di Tolomeus era un osso
duro! E quindi... "E dannato sia anche tu, Tolomeus!".
Bene, ora che l'aveva detto, si sentiva
meglio...
Se non fosse stato per quel rumore di
zoccoli di cavallo
giunti alle sue spalle. Lina sospirò. Ok, chi era che si
stava
avvicinando, interrompendo il suo più che giustificato
momento di
rabbia? Si voltò, pronta a maledire anche il povero
malcapitato che
aveva osato vagabondare in quel bosco. E si trovò davanti un
magnifico stallone nero, cavalcato da un giovane sui venticinque
anni, dall'aspetto nobile, dai capelli ricci e neri come la pece e
con due grandi e trasparenti occhi verde smeraldo.
Lina deglutì. Ok, era un bel
tipetto, nell'insieme! Ma
questo non l'avrebbe salvato dalla sua ira.
Il ragazzo però fu
più veloce di lei. Strabuzzò gli
occhi e la fissò incuriosito. E vagamente divertito. Poi...
"Vocina
d'angelo che bestemmia più di uno scaricatore di porto. Che
binomio
strano! Passavo nel bosco e non ho potuto fare a meno di sentirti!"
- disse come a giustificarsi, quasi avvertendo i pensieri nefasti
della maga nei suoi confronti.
"E non avevi altri boschi in cui passare?!"
-
chiese Lina, acida.
Il ragazzo alzò le spalle. "Si,
forse si. Ma
questo bosco è mio e sarebbe mio anche per moltri altri
ettari dopo
di noi!".
"Ah...". Lina arrossì. Ok, forse
era meglio
cambiare tattica vista l'incresciosa situazione... "Ehm... Non
immaginavo fosse proprietà privata..." - si
giustificò con
aria civettuola, cambiando immediatamente tono di voce rispetto a
poco prima.
Il giovane scese da cavallo, avvicinandosi
a lei
incuriosito. Strana ragazza. Sembrava piccola e delicata ma in
realtà
pareva sprizzare energia da tutti i pori. "Beh, non importa! E'
solo un bosco e ci puoi stare quanto vuoi. Quì ci vengo solo
io a
cavallo, di tanto in tanto!".
Lina lo fissò sospettosa. Ok,
dove stava la fregatura?
No, perchè se uno sconosciuto si dimostra gentile, di solito
vuole
qualcosa in cambio. "Ti ringrazio, ma cambierò bosco,
credo!"
- disse alzandosi e prendendo il libro con se.
Il ragazzo sorrise. "Dico sul serio, se ti
piace
stare quì, fai pure! E' solo un bosco dopo tutto!".
Lina sbuffò. "Certo! E poi
magari mi presenterai
la fattura per l'occupazione di una tua proprietà privata!
No
grazie!". Era risoluta ad andarsene e a chiudere
quell'incresciosa discussione.
Il giovane scosse la testa. "Non ho bisogno
di
soldi, tranquilla!".
Lo sguardo di Lina si fece curioso. Non ci
aveva
pensato, in effetti... "Hai detto che questo bosco è tuo?
Scusa
ma chi sei, il figlio di qualche re o conte della zona? Se il bosco
era davvero suo, non si trovava davanti a un tizio qualunque.
Il ragazzo scosse la testa. "Oh, non sono
nobile ma
la mia famiglia gode di prestigio a corte, questo sì! Mio
padre,
Gotfried Hayden è l'ambasciatore del nostro sovrano, il suo
uomo di
massima fiducia!
Lina si grattò il mento. Hayden,
Hayden...? Oh,
ricordava quel nome! Sì, l'uomo di fiducia del re di
Zephilia, il
suo ambasciatore personale. Ne aveva sentito parlare, in effetti!
"Si, credo di aver capito! Non sapevo che avesse un figlio..."
- disse, infine, alzando le spalle.
Il ragazzo alzò le spalle. "Non
sono un tipo
troppo mondano e la gente trova noioso parlare di me! Comunque,
dicevo sul serio prima! Puoi restare, se ti va!".
"Grazie...". Lina si bloccò.
Come diavolo si
chiamava quel tizio?
Capendo a cosa pensasse, il ragazzo
scoppiò a ridere.
"Mi chiamo Yonas, scusa, non mi sono ancora presentato!".
"Bene! Grazie Yonas ma davvero, non posso
accettare
la tua offerta!" - ribatté Lina.
Yonas la squadrò, ancora
più incuriosito. Testarda,
oltre che urlatrice, quella strana minuta ragazza! Poi il suo sguardo
ricadde sul libro che Lina teneva fra le mani. "Dev'essere
proprio brutto quel libro, per averti mandata su tutte le furie poco
fa!".
Ricordandosi in quel momento di quello che
stava
facendo, Lina sbuffò. "Oh, si il libro! Non è
brutto! E' solo
complicato da tradurre!".
Yonas, sempre più curioso, si
avvicinò a lei,
prendendole il libro dalle mani. "Un libro di magia antico?"
- disse stupito, osservandolo.
"La gilda dei maghi di Zephilia mi ha
incaricata di
tradurne un pò!" - commentò fiaccamente Lina. Ma
perchè quel
tizio non si faceva gli affari suoi? E perchè lei gli stava
raccontando del libro? Certo, non era una questione di stato segreta
ma... al diavolo, che si facesse gli affari suoi quel tizio!!!
Per nulla turbato dallo sguardo guardingo
della maga,
Yonas la guardò storto. "Scusa, ma perchè la
gilda dei maghi
di Zephilia avrebbe chiesto a TE di tradurre dei tomi tanto
preziosi?". Chi aveva davanti? In effetti la strana ragazza non
gli aveva ancora detto il suo nome.
Lina, con un gesto secco, gli prese il
libro dalle mani.
"Lina Inverse, questo è il mio nome, se te lo stessi
chiedendo!
Ti dice niente?" - disse sibillina. Ohoh, erano a Zephilia e
lì
TUTTI conoscevamo la sua fama. Presto il baldo giovanotto avrebbe
saputo con chi aveva avuto la sfortuna di incontrarsi...
Yonas la fissò per un attimo
spiazzato, senza dire una
parola.
E Lina sbuffò... Beh, si, il
copione ormai lo conosceva
a memoria. Ora lui sapeva il suo nome e quindi prima l'avrebbe
guardata stupito, poi avrebbe iniziato la tiritera che non era
possibile che la grande Lina Inverse fosse una ragazzina minuta, poi
avrebbe fatto commenti poco lusinghieri sul suo seno e lei avrebbe
concluso il tutto facendolo saltare in aria. Beh, che questo Yonas si
sbrigasse a farle girare le scatole, così avrebbe concluso
la
faccenda in breve!
Yonas però scombinò i
suoi piani. Si grattò i
riccioli neri, pensieroso. Poi... "Lina Inverse? Urka!!!" -
disse, sinceramente stupito dal trovarsi davanti quella maga su cui
circolavano mille leggende.
Lina sbattè gli occhi. Urka?
Tutto qua? "Cioè...
niente commenti sul fatto che son bassa e con poco seno?". Su,
bisognava instradarlo un pò questo Yonas, per fargli dire
quelle
cose che gli avrebbero fatto meritare una palla di fuoco nella
fronte.
Yonas la fissò, stranito.
"Scusa, perchè dovrei
mettermi a fare commenti sul seno di una ragazza che conosco da...
tre minuti?".
Mh... Lina incrociò le braccia
al petto, un pò in
difficoltà. La stava prendendo in contropiede... Era
evidentemente
un tipo gentile ed educato. Con due occhi splendidi, per giunta! Beh,
FORSE poteva risparmiargli la vita.
Yonas si avvicinò nuovamente a
lei, deciso a far cadere
lo strambo discorso della maga. "Senti, se vuoi ti aiuto io con
questi libri. Avevo un precettore da bambino, fissato con la storia
antica di Zephilia. E quindi mi ha insegnato anche il dialetto!".
"E perchè vorresti aiutarmi?".
La voce di
Lina era guardinga, sospettosa.
Yonas alzò le spalle.
"Così, non ho niente di
meglio da fare! Tutto quì!". Le prese il libro dalle mani,
nuovamente, sfogliandolo attentamente. "Quì hai tradotto in
modo inesatto ad esempio" – disse, indicandogli una nota che
lei aveva scritto a matita a bordo pagina.
Lina sbuffò. Quel tizio era
strano e non lo capiva. "Mi
vorresti aiutare, quindi, perchè ti annoi?".
Yonas sorrise. "Beh, in poche parole
sì!".
"Mh... sei figlio di gente alto locata! Se
ti annoi
tanto, perchè non fai come gli altri rampolli dell'alta
società?
Partecipi a una bella battuta militare da qualche parte e magicamente
riempiresti le tue noiose giornate! Zephilia sta facendo proprio ora
una bellissima e stimolante campagna militare sul confine orientale,
che ci fa quì un giovane di belle speranze come te? Guarda,
saresti
perfetto laggiù". Ok, doveva sbolognarlo in qualche modo e
indorargli la pillola su quanto fosse bella e divertente una guerra
poteva essere un buon modo per farlo!
Ma Yonas la stupì di nuovo. "Mh,
credo di essere
uno di quelli che si definiscono... raccomandati... Mio padre ha
chiesto e ottenuto dal re di lasciarmi a casa, lontano dai pericoli.
E così sono quì, ad annoiarmi!".
Lina sospirò, ormai vinta.
"Senti, sei gentile,
davvero! Ma perchè vuoi farlo? Se anche ti permettessi di
aiutarmi,
non ti pagherei un soldo alla fine!". Bene, messo in chiaro
questo... Meglio mettere da subito i puntini sulle i!
Yonas scosse la testa. "Te l'ho detto, io
non ho
bisogno di soldi. Trovo semplicemente che sarebbe una cosa
interessante da fare!".
Lina lo guardò storto, ancora un
pò scettica. "Sicuro?
Niente secondi fini?".
Il giovane sorrise. "Niente secondi fini!".
E Lina capitolò. Ok, sembrava
una brava persona e il
suo sesto senso non gli trasmetteva nessuna particolare sensazione di
pericolo. Si offriva GRATIS di aiutarla a tradurre quei libri,
perchè
non accettare? "Beh, in fondo perchè no? Se va bene a te
lavorare gratis, va bene anche a me permetterti di farlo! D'accordo,
TI CONCEDO di aiutarmi!".
Yonas sorrise. "Va bene! E allora, da
domani, ci
troveremo quì a quest'ora e tradurremo tutti i libri che ti
hanno
affidato! Ci stai?".
Lina sorrise. Miglior risultato col minimo
sforzo, era
la sua giornata fortunata! "Ci sto" – disse, rispondendo
al sorriso del ragazzo.
...
Non era poi così male, Yonas
Hayden. Le ritrosie
iniziali con cui Lina aveva accettato di farsi aiutare da lui erano
sparite, giorno per giorno. Credeva che la gentilezza e la
disponibilità iniziali sarebbero presto scemati in richieste
assurde
o in qualche spiacevole situazione ma aveva dovuto ricredersi. Yonas
non era così, non aveva secondi fini e la stava aiutando in
maniera
assolutamente disinteressata. Era una persona gentile, educata, dai
modi fini, che si entusiasmava di quello che stavano facendo insieme
e davvero, considerava interessante tradurre quei libri insieme a
lei. Era piuttosto chiuso e non si perdeva in chiaccere su di se,
difficilmente parlava di lui ma in fondo a Lina andava bene
così
perchè nemmeno lei aveva troppa voglia di esporsi, di
raccontare di
lei, della sua vita, del suo passato. Le ferite riportate dopo lo
scontro con Yoshy erano ancora fresche e lei era ancora alla ricerca
della serenità.
Però in un certo senso, a
contatto con lui, aveva preso
giorno per giorno a stare meglio e a placare l'ansia che si portava
dietro da mesi. Come se Yonas con la sua tranquillità, la
sua
serenità, riuscisse a trasmettere anche a lei quello stato
d'animo
positivo.
"Sai, all'inizio credevo che mi stessi
fregando e
che volessi qualcosa da me, in cambio del tuo aiuto! Ci ho messo un
pò a fidarmi di te!" - disse sincera, un pomeriggio come
tanti,
mentre seduti sotto al loro albero stavano traducendo il quinto libro
della raccolta della Gilda.
A quelle parole Yonas sorrise. "Oh, non ne
dubito!
Si vede che sei una persona sospettosa!".
Lina alzò le spalle. "Beh,
più che altro non
riuscivo a capire come potesse interessarti fare QUESTO!" -
disse, indicando il libro fra le mani di Yonas. "Voglio dire,
è
noioso, il lavoro più barboso che abbia mai fatto! Trenta
libri in
tutto Yonas! Ce ne mancano venticinque! E tu sembri trovarlo
esaltante!".
Yonas sorrise di nuovo, finendo di scrivere
con la
matita una annotazione a margine del libro che teneva in mano. "E'
interessante per me, invece! A parte la traduzione in lingua
corrente, questi libri sono una fonte inestimabile di antico
sapere!".
Lina guardò il libro. "Si, forse
per te! Ma per me
che studio magia da sempre, sono nozioni trite e ritrite! E comunque,
è noioso!".
"Sicuramente per te è noioso
Lina perchè tu hai
avuto una vita molto piena fin'ora! Una vita avventurosa e
meravigliosa che ti ha portato a vivere esperienze ben più
elettrizzanti del tradurre libri! Ma per me è diverso, io
non ho mai
fatto niente di veramente emozionante! Quando ti ho detto che mi
avrebbe fatto piacere aiutarti perchè non avevo niente di
meglio da
fare, dicevo la verità! E tradurre questi libri mi piace,
non avevo
mai avuto niente del genere fra le mani".
A quelle parole, Lina lo fissò
perplessa. C'erano cose
di Yonas che non capiva, anche se ormai lo conosceva da due mesi.
Perchè un giovane come lui, di belle speranze, con tante
possibilità
economiche, che avrebbe potuto fare tutto, si tarpava le ali
rimanendo in quella piccola e sperduta provincia? "Yonas, posso
farti una domanda?".
"Certo!".
Lina ci pensò su. Ecco, odiava
farsi gli affari degli
altri (anzi, di solito le piaceva ma in un certo senso con Yonas si
faceva delle remore perchè lui non le aveva mai chiesto
nulla di se
stessa) e non voleva sembrare inopportuna. "Senti... ma
perchè
non... Cioè...".
"Mh?".
Lina sospirò, sentendosi in
imbarazzo davanti
all'espressione curiosa di lui. "Ecco, tu potresti fare quello
che vuoi della tua vita... Perchè resti quì se
questo genere di
esistenza ti annoia tanto?". Se lo era chiesto da subito e
quella domanda, man mano che erano passate le settimane era diventata
sempre più insistente dentro di lei...
A quella domanda, l'espressione di Yonas
parve
incrinarsi e il suo viso divenne stranamente cupo. Smise di guardarla
negli occhi e abbassò il capo, pensieroso.
"Perchè non posso
farlo..." - disse infine, sotto voce.
La maga si morse il labbro, pentendosi
immediatamente di
aver posto quella domanda evidentemente poco gradita. Probabilmente
Yonas ora pensava che fosse un'impicciona! E si stupì a
pensare che
il parere di quel ragazzo, cosa lui pensasse di lei, la interessava.
"Scusa, non volevo essere invadente..." - disse infine.
Scusa... era una parola che non usava spesso eppure vedendo la
reazione di lui, sempre sorridente e tranquillo, era quella che gli
era venuta più naturale. Non sapeva niente di Yonas e non
sapeva il
perchè di tante cose che lo riguardavano. Però in
quel momento,
davanti a lui, avvertì che c'era qualcosa di oscuro in quel
ragazzo,
qualcosa che lo faceva soffrire... Era una domanda semplice la sua,
perchè quella reazione?
Yonas sollevò di nuovo il capo.
"Scusa tu, non
volevo sembrarti scortese!" - disse, in tono gentile.
Lina sorrise, mentre uno strano senso di
colpa di cui
non capiva l'origine, prendeva strisciante possesso di lei. Le
spiaceva averlo ferito, anche se non ne capiva il motivo... "Non
sei scortese, sono io che ho la lingua lunga! Me lo dicono sempre!".
Il giovane si voltò verso di
lei. La osservò a lungo,
in silenzio, pensieroso. Quei lunghi capelli rossi lo avevano
stregato dall'inizio. Era bella Lina, appoggiata contro quell'albero,
coi capelli mossi dalla leggera brezza del pomeriggio. Bella e di una
intelligenza rara, era splendido stare ad ascoltarla mentre parlava
di quei libri e del suo lavoro con passione. Sarebbe stato ore ad
ascoltarla, incantato da tutto quello che lei sembrava conoscere. Non
era come le altre donne, attenta al suo aspetto e alle romanticherie,
Lina era una ragazza giovane e piena d'energia, che aveva vissuto
intensamente cose leggendarie. Sembrava quasi impossibile pensarlo,
vedendola tanto minuta... Eppure era così, piccola, giovane
e con
una forza immensa. "E' vero, hai la lingua lunga! Ma nel tuo
caso, non credo che sia un difetto!".
Lina arrossì. Ecco, era un bel
complimento quello.
Semplice e genuino. Pensò a Daryl, che trattava le donne
come
oggetti, pensò alla rabbia e alla disperazione che avevano
portato
Gourry a perdersi nel suo dolore e nei suoi problemi. Yonas sembrava
tanto diverso da loro, tanto limpido, tanto puro nei suoi modi di
fare. "Ti ringrazio! Sei gentile Yonas!".
Il ragazzo sorrise, il malumore di poco
prima ormai
scomparso. Decise di cambiare argomento, per portare anche un
pò di
serenità in quella conversazione che sembrava essersi
inclinata poco
prima e che aveva messo a disagio entrambi. "Senti Lina, so che
il mio compito è aiutarti a tradurre questi libri e che ti
ho
promesso di farlo ogni giorno! Ma mi chiedevo se tu...".
"Se io?".
Yonas sospirò, quasi
imbarazzato. "Se tu volessi
venire con me a un ballo di rappresentanza, settimana prossima. I
miei genitori avrebbero dovuto presenziarvi ma vivono nella capitale
e non sono potuti partire. E hanno lasciato a me l'incombenza di
rappresentarli. Vedi, tu dici che tradurre questi libri è
noioso ma
ti assicuro che una festa a casa di conti è ancora peggio.
Ti
andrebbe di venire con me a tenermi compagnia? Solo poche ore, non
è
niente di che! Ma mi aiuteresti a non annoiarmi a morte!".
Lina spalancò gli occhi
sorpresa. Ecco, non se lo
aspettava! Però... vedere Yonas anche la sera... Il suo
cuore prese
a battere in fretta e non se lo aspettava. La sua presenza era
diventata una piacevole costante il pomeriggio ma non pensava che
l'opportunità di vederlo anche la sera l'avrebbe resa...
felice...
Però... "Ecco... io credo che ti farei fare una pessima
figura!
Non conosco ne il bon ton ne le buone maniere...". Era
imbarazzata, ecco! Yonas era un perfetto gentiluomo! Lei... era un
maschiaccio e basta! "E non ho nemmeno abiti adatti!". Già,
non poteva andare a un ballo di nobili in pantaloni!
Yonas annuì. "Per l'abito non
c'è problema, ti
farò recapitare tutto quello che vuoi a casa! Per il resto,
nemmeno
c'è problema! Per quanto mi riguarda, vali molto
più di quel branco
di nobili noiosi e pomposi!".
Lina sospirò, pensandoci su.
Beh, le stava chiedendo un
piccolo aiuto e visto anche l'increscioso episodio di poco prima,
Yonas si meritava una mano. E poi era tanto gentile, dolce il modo in
cui glielo stava chiedendo... "Cucinano bene questi nobili,
quanto meno?".
"Si, il banchetto sarà ricco!".
Beh, in fondo perchè no? Lina
annuì. "D'accordo
Yonas, se ci tieni tanto a non morire di noia, verrò con
te!".
Stava ricambiando un favore dopo tutto, non c'era niente di male.
Eppure Lina non capiva il perchè quella richiesta di Yonas
l'avesse
messa di buonumore ed emozionata tanto... Era solo uno stupido ballo.
Ma lui le aveva chiesto di accompagnarlo. A lei! E a nessun altro! Il
cuore prese a batterle nuovamente forte! Che diavolo le stava
succedendo?
Una leggera brezza le mosse nuovamente i
capelli. Yonas
incatenò lo sguardo sul viso della ragazza, incantato
nuovamente da
quei capelli rosso fuoco. Anche il suo cuore batteva forte... Non
avrebbe dovuto permetterlo, non avrebbe dovuto avvicinarsi troppo a
lei, lo sapeva. Eppure, non poteva fare a meno di farlo...
...
In effetti sì, sarebbe anche
stata una serata noiosa
quella! Insomma, per due persone giovani come Lina e Yonas dover
cenare con delle mummie aristocratiche e rinsecchite non era
esattamente il modo più divertente per passare la serata.
Però in
un certo senso sopravvissero lo stesso, scambiandosi ogni tanto, di
nascosto, occhiate furtive e di presa in giro verso i loro
interlocutori che nemmeno si accorgevano di quanto i due fossero
divertiti dal burlarsi di loro.
Finito di cenare, approfittando del fatto
che Lina era
andata in una camera a sistemarsi i capelli, Yonas si era allontanato
dalla sala del ricevimento, appoggiandosi alla balconata del grande
terrazzo che dava sui giardini della villa e che in quel momento era
deserta. Era una serata stellata con un cielo limpido che permetteva
di vedere molto lontano, fino alla sagoma scura delle montagne. Era
un'immagine che dava serenità, tranquillità. Non
era stata una
serata così malvagia dopo tutto e gran parte del merito era
stato di
Lina che si era comportata come una vera dama ma non aveva mancato,
di nascosto, di scherzare con lui facendolo divertire. Era sempre
più
estasiato da lei, sempre più attratto da quella ragazza
vivace,
piena di vita, allegra. E quella sera, con quell'abito lungo e scuro,
con quei capelli color fuoco racchiusi in una coda da un fermaglio
dalla forma di una rosa, gli era sembrata ancora più bella.
Più
adulta ma allo stesso tempo ancora più pura, come se fosse
una
bambina.
"Stai tentando un modo per fuggire?" - lo
interruppe Lina, arrivando alle sue spalle con un bicchiere di vino
bianco in mano.
Yonas guardò lei, poi il
giardino. "Beh, non
sarebbe una cattiva idea! Il mio lavoro da bravo rappresentante di
mio padre l'ho fatto, ora potremmo andarcene in qualche modo, in
effetti. Tanto i padroni di casa, dall'alto dei loro novant'anni,
presto cadranno nelle braccia di Morfeo!".
Lina sorrise, appoggiandosi essa stessa
alla balconata.
"Ah, lascia stare le fughe Yonas! Abbiamo fatto trenta, facciamo
trentuno! E aspettiamo che siano i padroni di casa a darci il
commiato! Oppure tutta la fatica di fare i bravi e gli educati per
fare buona impressione stasera, ce la giochiamo in un nulla!".
"Ti sei annoiata?".
Lina sorseggiò il vino. "Mh, non
è il mio
ambiente! Ma pensavo peggio!".
Yonas scosse la testa, divertito. "Non
è nemmeno
il mio di ambiente, se devo essere onesto! Te l'ho detto, non sono un
tipo mondano!".
"Nemmeno io!" - commentò Lina
ridacchiando –
"Qualche anno fa, da un posto del genere sarei scappata a gambe
levate, in volo!".
A quelle parole Yonas si voltò
verso di lei,
incuriosito. "Già è vero! Sei una maga e quindi
sai volare!
Com'è?". Non ci aveva mai pensato in effetti
perchè Lina non
aveva mai fatto incantesimi davanti a lui.
"Vuoi sapere com'è quando si
vola?". Lina
alzò lo sguardo, fissando il cielo stellato. "Volare...
Volare
è libertà Yonas! E' sentire il vento fresco,
pungente e pulito sul
viso, è sfidare il vento, è immergersi nelle
nuvole, è volare con
le aquile, è guardare tutto e tutti da una prospettiva
diversa. Ti
senti vivo, leggero, libero, intoccabile, quando voli!". Era
vero, la levitazione era un incantesimo dei più semplici. Ma
uno dei
suoi preferiti!
Gli occhi di Yonas brillarono, davanti a
quelle parole.
"Dev'essere meraviglioso, da come lo racconti, Lina...".
La maga ricambiò il suo sguardo.
Sembrava ammirato,
colpito da quelle parole. "Si, lo è! Ti piacerebbe provare?".
Yonas spalancò gli occhi.
"Cosa?".
Lina gli si avvicinò. "Vuoi
provarci?" -
ripeté.
Yonas, a quelle parole, fece un sorriso
furbo. "Ora
non sarai tu, a voler tentare la fuga, vero?".
Anche Lina rise. "Oh, ma non intendevo
stasera!
Però se vuoi...".
"Lo voglio!" - rispose lui, improvvisamente
serio.
Lina annuì. "E allora ti faccio
una promessa
Yonas. Avrai la tua ricompensa per l'aiuto che mi stai dando coi
libri. Quando avremo finito di tradurli tutti e trenta, allora ti
porterò con me, in alto, in cielo! Dove vorrai".
Yonas sussultò, i suoi occhi
speranzosi fissi su quelli
di Lina. "Davvero?".
La ragazza annuì. "Davvero! Ogni
promessa è
debito Yonas! Se prometto, poi mantengo, sempre! Che siano promesse,
minacce, Lina Inverse mantiene sempre la parola data!".
...
"Dieci libri!". Evvai, un terzo del lavoro
era
fatto!
Yonas ridacchiò. "Accidenti,
quanto entusiasmo!".
Lina si sedette davanti a lui, fissandolo
con sguardo
furbo. "Comincio a sentire il tintinnio della ricompensa Yonas".
Poi il suo viso si addolcì. "Ti ringrazio, senza il tuo
aiuto
sarei stata ancora in alto mare!".
"Beh, non è mai stato un
problema per me,
aiutarti! Mi sono affezionato a questo bosco, a questi libri, a
questo spiazzo! Credo che tutto questo mi mancherà, quando
avremo
finito tutti e trenta i volumi!".
A quelle parole, improvvisamente Lina
tornò seria,
rendendosi conto di una cosa a cui non aveva mai pensato. Anche lei
si era affezionata a quei pomeriggi con lui, a quel piccolo mondo che
si erano costruiti insieme. Una volta finiti i libri, tutto questo
sarebbe finito, non avrebbe avuto più motivo di esistere.
Lei
avrebbe riconsegnato i volumi alla Gilda dei maghi e... Già,
e poi?
Si ricordava quanto si sentiva ferita e persa quando era arrivata
molti mesi prima a Zephilia, la sua incertezza, il suo dolore, la
caduta di tutte le sue certezze dopo la morte di Madeline e la
partenza di Gourry. Ma pian piano si era tirata su, aveva
ricominciato a sorridere ad avere progetti, ad emozionarsi a quello
che faceva. E non ci voleva molto a capire che il merito fosse in
gran parte di Yonas, di quello strano ragazzo dai modi di fare
gentili, che si entusiasmava per le piccole cose, che le era stato
accanto come una specie di protettore fin dal loro primo incontro.
Finito di tradurre i libri, sarebbe riuscita ad andarsene via,
lontana da lui e da quel loro piccolo mondo formato da una radura in
un bosco e dalla corteccia di un grande albero su cui appoggiavano le
loro schiene mentre lavoravano? Per un attimo lo guardò e si
fermò
incantata a fissare i suoi meravigliosi occhi verdi. Gli occhi di
Yonas erano magnetici, bellissimi, puri e trasparenti e allo stesso
tempo selvaggi e profondi come i più bei mari del mondo. "Da
chi hai preso i tuoi occhi?" - chiese quasi in tranche,
avvicinando ulteriormente il viso a quello del giovane.
Yonas sussultò. Lina era vicina,
così vicina...
Avrebbe potuto senza fatica allungare una mano per accarezzare quei
lunghi capelli rossi che lo stregavano fin dal loro primo incontro.
"E tu da chi hai preso questi splendidi capelli?".
Da Lina non arrivò nessuna
risposta. Del resto nemmeno
Yonas le aveva detto da chi aveva preso il colore degli occhi...
Il silenzio calò nella radura...
Fu un attimo. Si fissarono per qualche
secondo ancora,
poi in contemporanea i loro visi si avvicinarono e le loro labbra si
sfiorarono.
La mano di Yonas accarezzò quei
lunghi capelli rossi
che tanto amava mentre la mano di Lina gli sfiorava la guancia.
Ma fu breve, troppo breve...
Di colpo Yonas si staccò da lei,
allontanandosi
bruscamente.
Lina, ancora inebetita da quel bacio non
programmato, lo
fissò stranita. Sembrava... spaventato... Cioè,
lo era anche lei!
Spaventata e stupita... Ma Yonas...
"Scusa, non avrei dovuto!" - disse infine
il
ragazzo, schiarendosi la voce.
Lina scosse la testa. Era un bacio
evidentemente voluto
da entrambi! Perchè Yonas ora si stava scusando? Non erano
bambini,
poteva succedere che ci si avvicinasse troppo fino a che... "Non
devi scusarti, l'hai fatto tu, l'ho fatto io... Nello stesso
momento!".
Yonas scosse la testa. "Si, ma non avrei
dovuto
permetterlo! E avrei dovuto fermare te!".
"Perchè?". Lina non capiva.
Sembrava che a
lui lei piacesse...
Yonas alzò lo sguardo. La sua
espressione era dolce e
triste allo stesso momento. "Lina...". Le accarezzò
brevemente una ciocca di capelli che le cadeva sulla spalla... "Dammi
retta, è meglio di no! Ci sono cose che non sai e che
potrebbero
farti soffrire! Non affezionarti troppo a me, fammi questo favore!".
"Non capisco...".
Yonas scosse la testa. "Fidati di me se ti
dico di
teneremi lontano! Per il tuo bene è meglio così!".
Lo sguardo di Lina si fece duro. Ecco, era
stufa di
gente che pensava di sapere cosa fosse meglio per lei! Al diavolo, a
lei Yonas piaceva! Forse da molto prima di quel bacio che in
realtà
non aveva fatto altro che mettere alla luce del sole qualcosa che era
cresciuto in lei dal primo momento che l'aveva incontrato! E lei
piaceva a lui! Non era una bimbetta sciocca e quel bacio,
benché
breve, era stato dato col cuore. Da lei e da lui. Non sapeva che
problemi avesse Yonas ma gli avrebbe fatto capire che non le
importava di nessuna delle cose che lui temeva per lei. "Beh,
è
troppo tardi!" - commentò, risoluta. Poi si
avvicinò
nuovamente a lui, baciandolo nuovamente sulla labbra prima che il
giovane potesse sottrarsi. "Se volevi che ti stessi lontana
Yonas, dovevi essere diverso! Meno gentile e disponibile!".
Yonas, il fiato corto per il bacio,
incatenò gli occhi
su di lei. "Io sono così, come mi hai conosciuto!".
"Beh, e allora accetta il fatto di essere
una
persona che risulta gradevole e che sa farsi volere bene!" -
ribatté Lina, seria.
"Lina" – protestò
nuovamente Yonas – "Non
farlo, non affezionarti a me!" - chiese nuovamente, quasi
implorandola.
"Te l'ho detto, troppo tardi!" -
ribatté
Lina, chiudendo definitivamente il discorso. La sua mente
tornò per
un attimo a Gourry, alle ultime parole che le aveva rivolto prima che
si separassero...
Ti
innamorerai Lina... E fai in modo che chiunque sia, ami te
più di se
stesso...
Quel cretino! Se lo avesse rincontrato,
avrebbe
suggerito a Gourry di lasciare il mestiere di spadaccino per iniziare
una brillante carriera di chiromante...
Si baciarono ancora. Lei risoluta, lui con
una strana
sensazione di sconfitta che gli trafiggeva il petto. Non poteva farle
questo, non a lei. Ma non era abbastanza forte per allontanarla. Lina
aveva ragione, era troppo tardi per tornare indietro... E ora, che
sarebbe successo?
...
Tutto ad un tratto Yonas sparì.
Da un giorno all'altro,
così come era comparso inaspettatamente tanti mesi mesi,
inaspettatamente sembrava essersi volatilizzato nell'aria.
Lina lo aspettò per lunghi
pomeriggi ma lui non arrivò.
Non capiva... O forse sì! Da quel pomeriggio, da quei loro
primi
baci, qualcosa si era come rotto fra loro. Yonas quel giorno aveva
ceduto ma poi nei successivi le aveva detto no. Se c'era qualcosa fra
loro, Yonas era ben intenzionato a farla finire. In maniera garbata,
gentile, le aveva detto che la preferiva come amica e che qualunque
altra cosa avrebbe dovuto essere taciuta ai cuori di entrambi. Lina
si era morsa le labbra, ne aveva sofferto, aveva provato a capire ma
Yonas, dimostrando una volontà e una testa ben
più dura di quella
della maga, non aveva ceduto. E alla fine Lina si era arresa... Ok,
l'avrebbe aiutata nonostante tutto a terminare il lavoro sui libri e
questo le andava bene! Per il resto non l'avrebbe pregato, aveva
troppo amor proprio per implorarlo a starle accanto! Se lui non
voleva, lo avrebbe accettato! In fondo non aveva mai avuto nemmeno
voglia di innamorarsi, non era stato nei suoi piani fin dall'inizio!
In realtà sapeva benissimo di piacere a Yonas ma se lui per
qualche
assurdo e oscuro motivo non voleva un rapporto più stretto
con lei,
beh, non avrebbe insistito di certo! Ma da quel giorno le cose
fra loro erano cambiate. La spensieratezza e la serenità che
avevano
contraddistinto da subito il loro rapporto era via via scemata,
lasciando spazio a una quotidianità più rigida,
meno sbarazzina, ad
un clima di tensione mal celata da entrambi. La spontaneità
del
rapporto fra di loro sembrava sparita per lasciare spazio a un
rapporto forzatamente formale! Lina lo sapeva e Yonas anche! Sapevano
che stare insieme stava diventando una tortura perchè
combattere
contro quel qualcosa che sembrava unirli, stava diventando una guerra
dura per entrambi.
E quindi... che Yonas si fosse stancato?
Ok, non era
obbligato ad aiutarla coi libri, questo era certo! Ma nonostante
tutto, sparire così non era dannatamente da lui!
Giunta al quinto giorno della sua assenza,
decise di
cercarlo! Non capiva e avrebbe voluto capire! Al diavolo il suo amor
proprio e la strana volontà di Yonas di proteggerla da
chissà che!
Voleva trovarlo, affrontarlo e chiudere quella strana partita fra
loro. In un modo o nell'altro, Yonas le doveva dire la
verità. Le
aveva celato troppe cose in quei mesi e lei voleva sapere! Oh, Yonas
Hayden avrebbe presto imparato che Lina Inverse era in grado di
estorcere qualsiasi segreto a chiunque, se si metteva di guizzo
giusto!
Lo cercò, chiedendo informazioni
al villaggio, su dove
vivesse. Perchè Yonas non le aveva mai detto dove fosse casa
sua,
ora che ci pensava... Però era una persona conosciuta e
quindi
difficilmente le sarebbe sfuggito!
E infatti in breve le fu indicata la sua
casa. A ridosso
del bosco dove avevano trascorso tanti pomeriggi, sorgeva un piccolo
castello circondato da uno splendido rigoglioso giardino pieno di
piante alte e secolari, dal largo fusto. Non era un castello grande e
lussuoso come si sarebbe aspettata. Era isolato, perso nella foresta
ma sembrava accogliente, come quel giardino che lo circondava, ben
curato e seguito. Probabilmente Yonas aveva della servitù a
suo
servizio.
Lina inspirò, facendosi coraggio
prima di bussare. In
realtà non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, quando lo
avesse
avuto davanti! Ma sapeva che voleva affrontarlo!
Bussò. E pochi istanti dopo una
cameriera anziana le
aprì la porta. Aveva sui settant'anni, un viso rotondo e
gentile e
un fisico minuto. Lina provò un'innata e istantanea simpatia
verso
di lei.
"Avete bisogno, signorina?".
Lina si morse il labbro, imbarazzata. "Sto
cercando
Yonas Hayden. Ho bisogno di parlare con lui!".
La donna scosse la testa, risoluta. "Yonas
ora non
può parlare con voi, mi spiace signorina!".
"Per favore, è importante!
Ditegli che Lina
Inverse è quì, vi prego!".
"Siete una sua amica?".
Lina degluitì. Già,
che era lei per Yonas? "Si...".
La domestica parve esitare davanti
all'insistenza e alla
determinazione di Lina. Poi... "Entrate! Vi farò accomodare
nel
salotto e proverò a chiedere a Yonas se vuole ricevervi. Ma
non vi
garantisco nulla! Se dirà di no, dovrete andarvene".
Lina entrò e si
accomodò su un elegante divano della
sala principale. Si guardò attorno... Era una casa bella,
elegante
ma allo stesso tempo semplice nell'arredamento. Rifletteva un
pò il
carattere pacato e gentile di Yonas, ora che ci pensava! Quella casa
sembrava trasmettere, nonostante gli arazzi e i grossi quadri appesi
alle pareti, un senso di calore e di famiglia. Anche la cameriera! Lo
aveva chiamato Yonas e non 'Signor Hayden', notò. Doveva
essere
molto legata a lui e alla sua famiglia.
Sovrapensiero, quasi sussultò
quando Yonas le comparve
davanti. Indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloni da
casa e i suoi capelli erano arruffati, come se si fosse svegliato da
poco. "Yonas?". Lina si accigliò. Era pallido, sembrava
sofferente...
Il giovane sospirò. "Come hai
fatto a trovarmi?".
Lina sorrise, sarcastica. "Non era
così difficile!
Sei il figlio dell'ambasciatore di Zephilia, ti conoscono tutti!".
Yonas sospirò, davanti
all'ovvietà di quella
spiegazione. Si sedette accanto a lei, osservandola pensieroso. "Mi
spiace non essere venuto questi giorni!".
"Non sei obbligato a farlo! Io... Io non
sono
venuta per i libri... Volevo...". Accidenti a lei! Non riusciva
a dirlo, non riusciva a fargli quella domanda! Era così
dannatamente
difficile chiedergli se si era allontanato a causa sua, a causa di
quanto successo fra loro...
Yonas parve intuire i suoi pensieri ma li
ignorò,
volutamente. "Scusa, volevo avvisarti ma non ne ho avuto modo.
Ho solo un pò di influenza, per questo non sono venuto!".
Lina sollevò il viso. Influenza?
Si, poteva avere
senso, era autunno dopo tutto! Oh, beh, forse non c'era bisogno di
mettere quindi il discorso su binari che la facevano imbarazzare
tanto... Se era solo influenza, allora tutto andava bene e non c'era
nessun discorso da affrontare! "Beh, nel giro di qualche giorno
quindi starai bene!".
Yonas sospirò, soppesando le
parole che le doveva
rivolgere. "Beh... si, nel giro di qualche giorno... starò
bene...".
Lina si accigliò. Yonas aveva
usato un tono di voce
strano, si era come incupito, di nuovo. Ok, Yonas era un maschio e i
maschi hanno poco coraggio e poca resistenza alle intemperie della
vita e alle malattie. Per un raffreddore diventavano moribondi!
Però
era decisamente il caso che lui si togliesse dal viso quella faccia
da funerale, per una semplice influenza! "Non stai morendo,
Yonas!" - disse scherzosamente.
Yonas deglutì, a quelle parole.
Lina non sapeva nulla,
era logico che non capisse... "Senti" – tagliò
corto -
"Ormai siamo quasi in inverno e non avremmo comunque potuto
vederci a lungo nel bosco. Facciamo così, vieni a casa mia
coi
libri, da domani, alla solita ora. Finiremo il nostro lavoro
quì,
tanto ormai sai dove abito. Saremo più comodi e
più al caldo!".
"Non sei obbligato Yonas!" -
ribadì Lina.
Voleva che capisse che i libri non erano un dannato obbligo,
dannazione! Che capisse che se lei era lì... era solo
perchè si era
preoccupata per lui!
Yonas sorrise. "Lo so, ma voglio farlo!
Così
potremo volare, quando avremo finito!".
Inaspettatamente, Lina rise a quelle
parole. Yonas non
aveva quindi dimenticato la promessa che gli aveva fatto la sera del
ballo! "Si Yonas, voleremo! Voleremo... molto in alto...".
...
"Oggi Lina è meglio che torni a
casa!".
Lina fissò Lotte, la domestica,
accigliata. Cos'era
quella storia? Ormai erano due settimane che veniva tutti i pomeriggi
in quella casa e lei sapeva che Yonas la stava aspettando. Che
diavolo stava succedendo? Il giorno prima Yonas l'aveva salutata come
al solito dopo tutto, con la promessa di rivedersi come sempre la
giornata successiva. "Perchè?".
Lotte scosse la testa. "Lina, per favore
non fare
domande!".
Ok, a lei quella donna piaceva,
così come le piaceva il
rapporto che, aveva notato in quelle settimane, aveva con Yonas.
Quasi fossero madre e figlio, piuttosto che domestica e padrone. Si
vedeva che Lotte adorava Yonas e si vedeva che quel sentimento era
ricambiato. Ma ora Lotte la stava innervosendo. "Cosa c'è di
nuovo che non va?".
Lotte si appoggiò alla porta.
Sembrava infinitamente
stanca, con delle grosse occhiaie che gli ferivano il viso. "Lina,
se te ne parlo, Yonas si arrabbierebbe molto con me!".
"Io non me ne vado Lotte! E al diavolo, che
tu lo
voglia o no, entrerò in questa dannata casa e
scoprirò cosa mi sta
nascondendo Yonas!".
Lotte strinse fra le mani il grembiule.
Tremava...
"Yonas sta male Lina!" - si risolse infine a dire. "Molto
male...".
"Cosa?". Lina spalancò gli occhi.
"Hai capito benissimo! Non è in
grado di stare con
te, oggi...".
Lina si accigliò, mentre una
strana ansia sembrava
attanagliarle lo stomaco. "Ha di nuovo l'influenza?". Che
diavolo stava succedendo a Yonas? Erano almeno tre settimane che si
era ammalato e di fatto, si accorse, non si era mai ripreso del
tutto.
Lotte scosse la testa, trattenendo a stento
le lacrime.
Non avrebbe dovuto parlarne con Lina, lo sapeva. Ma sapeva anche
quanto quella strana ragazza tenesse a lui e quanto avrebbe potuto
essere importante per Yonas in quel momento. "Yonas non ha
l'influenza Lina. Lui è malato, da sempre! E' da quando
è nato che
la sua vita è appesa a un filo. Il suo sangue Lina,
è come veleno.
Il sangue porta vita Lina, ma quello che scorre nelle sue vene
è
distruttivo e se lo sta mangiando poco per volta. I suoi genitori,
quando era piccolo, lo hanno fatto visitare dai migliori medici ma
tutti hanno concordato che non avrebbe vissuto più di
vent'anni. Ora
ne ha venticinque e ha già vissuto cinque anni in
più di quelli
preventivati. Lo abbiamo sempre fatto vivere nella comodità,
non gli
abbiamo mai fatto mancare niente e forse questo lo ha aiutato
fin'ora. Ma sappiamo bene tutti che prima o poi Yonas
cederà, che
arriverà la crisi che se lo porterà via. Abbiamo
avuto in regalo
cinque anni in più...". Le sue parole erano uscite come un
fiume in piena, quasi che Lotte non aspettasse altro che di
sfogarsi...
Lina trattenne il fiato, mentre Lotte le
parlava. Dei,
non se lo aspettava dannazione! Ora capiva un sacco di cose che fino
a quel momento le erano sfuggite. Questo era quindi quello che Yonas
cercava di nasconderle dal primo giorno. Questo era il motivo che non
gli aveva permesso di partire, di viaggiare, di scoprire il mondo
come invece avrebbe voluto fare. Questo era forse il motivo che lo
aveva spinto ad allontanarla da lui, quando il loro rapporto si era
fatto più stretto. Yonas sapeva evidentemente molto bene
quali erano
le sue condizioni e... aveva semplicemente voluto proteggerla... "Che
cosa gli succede, quando sta male?" - chiese, la voce spezzata.
Lotte sospirò. "Quando va bene,
ha la febbre molto
alta. Quando va male perde conoscenza a volte per giorni, urla per il
dolore, non riconosce nessuno, non ha nemmeno la forza di alzarsi dal
letto. A volte le sue braccia e le sue gambe si riempiono di lividi,
a causa delle vene che cedono... Lui è sempre stato molto
forte e ha
sempre superato ogni crisi. A volte sta bene per mesi, come
quest'estate. Ma poi le ricadute arrivano, sempre! Mi chiedo fin
quando avrà la forza di lottare... Yonas per me è
come un figlio,
sono stata la sua balia e l'ho cresciuto in questa casa, da sola,
mentre i suoi genitori vivevano nella capitale a causa del lavoro del
signor Hayden. Loro vogliono molto bene a Yonas ma lo hanno sempre
seguito da lontano. Vederlo star male per loro è da sempre
uno
strazio, soprattutto per la signora".
Lina la guardò, storto. Che
razza di genitori aveva
Yonas? Loro se ne tenevano lontani per non soffrire? Al diavolo, se
c'era uno che soffriva quello era Yonas, non certo loro! Ma non
commentò oltre... Non era quella la cosa importante, in quel
momento! "Voglio vederlo Lotte, devo parlare con lui!".
"Lina..." - la supplicò la donna.
Lina fece un sorriso triste. "Non si
arrabbierà
con te, giuro che non glielo permetterò. Ma io... ormai ci
sono
troppo dentro! Devo parlare con lui!".
"Sei arrabbiata perchè non te ne
ha parlato?".
Lina scosse la testa. "No, non lo sono. Io
lo
capisco... Ma ora che so, possiamo parlarci faccia a faccia io e lui.
Finalmente senza segreti!".
Lotte annuì. Da sempre sapeva
qual'era il bene di
Yonas. Ed era conscia che Lina poteva fare la differenza. "Va da
lui, la sua stanza sai dov'è!".
"Si, so dov'è!".
Lina salì le scale, il silenzio
della casa che la
attorniava. Ed entrò nella sua stanza.
Il letto era in penombra e Yonas sembrava
dormire di un
sonno cupo. Il suo viso era bianco come il lenzuolo e la sua
espressione distrutta e stanca. Gli spiaceva svegliarlo ma al
diavolo, non era un tipo da troppi preamboli, lei! Sbatté la
porta,
facendolo sussultare e svegliare di colpo.
"Lina...?" - sussurrò Yonas con
un filo di
voce, stupito di trovarsela di fronte.
Gli occhi della maga si assottiliarono.
"Perchè
non me l'hai detto?". Precisa e diretta, i giri di parole non
avevano mai fatto per lei!
Yonas parve smarrito davanti alla faccia
seria di Lina.
E capì... "Che cosa ti ha detto Lotte?". Sembrava
contrariato...
"Quello che avresti dovuto dirmi tu,
Yonas!".
Il ragazzo deglutì. Il tono di
voce di Lina era freddo
e arrabbiato. "Non avrebbe dovuto...".
Lina sospirò, imponendosi di
stare calma. Poi si
avvicinò al letto, sedendosi accanto a lui. "Yonas, ora
giochiamo a carte scoperte! E non te lo sto chiedendo, te lo sto
ORDINANDO! Era per questo che mi hai allontanata, che mi hai detto di
non affezionarmi a te?".
Yonas girò il viso verso il
muro. Non riusciva ad
affrontare lo sguardo di muto rimprovero di Lina, in quel momento.
"Esattamente... Volevo tenerti lontana dal mio mondo perchè
il
mio mondo è un inferno Lina! E non volevo coinvolgere anche
te! Ti
faresti male, insieme a me!".
L'espressione di Lina si indurì.
"Questo, se
permetti, avrei dovuto deciderlo da sola! Se esserne coinvolta o no
era una decisione che spettava a me! Quì non si tratta della
tua
malattia Yonas, quì si tratta di me e di te! E di cosa
vogliamo
l'uno dall'altra!".
A quelle parole Yonas ebbe un moto di
rabbia. Strinse
convulsamente il lenzuolo, tornando a fronteggiarla. "E invece
si tratta esattamente di questo. Io non posso offrirti niente Lina,
niente oltre il breve termine. E mi chiedo come una come te possa
trovare interessante uno come me!".
Lina scosse la testa. Era un faccia a
faccia piuttosto
duro quello che stava avvenendo fra loro e faceva male! Ma doveva
affrontarlo, era la prima volta che lei e Yonas si dicevano in faccia
la verità. "Non volevo innamorarmi, te lo giuro! Ma
è
successo! E se mi chiedi il perchè non so risponderti!
Succede e
basta! E ora voglio sapere TU cosa provi per me, perchè
è questo il
perno del discorso!".
"Sono malato Lina, dannazione! Malato di
una
malattia che a breve mi porterà nella tomba!". Yonas
alzò la
voce, rabbioso. Non verso di lei ma verso la sua malattia...
Il viso di Lina si incupì e
divenne ancora più
determinata. "Al diavolo Yonas! Non sto parlando con la tua
malattia! Sto parlando con TE! Non me ne frega niente di quello che
hai, voglio sapere quello che vuoi TU!".
"E' la stessa cosa Lina! Io e la mia
malattia siamo
la stessa cosa!".
Lina scosse la testa. "Ok Yonas, mettiamola
così...
Io non sopporto chi si piange addosso e si da per vinto senza
lottare. Permetti che sia la tua malattia a decidere per te e questo
mi manda in bestia, sappilo! Ma se a te sta bene così,
allora me lo
devi dire in faccia. Dimmi che TU non provi niente per me e io me ne
andrò, non mi rivedrai mai più! Coraggio, dimmi
che non mi ami!
Sono solo poche parole Yonas, facili facili! Poi sparirò
dalla tua
vita!".
Yonas sussultò. Non era facile,
era quanto di più
difficile avesse fatto nella sua vita. Osservò il lenzuolo,
lo
strinse fra le mani e abbassò il capo. Doveva farlo, doveva
dirlo e
lei se ne sarebbe andata. E non avrebbe sofferto insieme a lui.
"Io... non ti amo Lina!".
"Guardami in faccia, quando lo dici!".
Yonas strinse i denti, mentre calde lacrime
prendevano a
rigargli il viso. "Lina ti prego...".
"Guardami in faccia quando mi parli!" -
ribadì
lei, severa. Si stava giocando tutto, non poteva cedere. Anche se
l'unica cosa che desiderava era stringerlo a se!
"Non posso dirtelo, guardandoti negli
occhi!".
Yonas appoggiò il viso sulle ginocchia di Lina e pianse. In
silenzio. Era una sconfitta! Non poteva, non sarebbe mai riuscito a
lasciarla andare. Lei era troppo forte e determinata e lui troppo
debole e soprattutto perdutamente innamorato di lei. Non sarebbe mai
riuscito a dirle che non la amava perchè non era vero. Era
stregato
da Lina, tutto di lei lo faceva sentire... vivo...
E finalmente Lina sorrise. "Ce l'abbiamo
fatta
allora a essere onesti fra di noi! Visto che non era poi
così
difficile? Più che la tua malattia, era questo che ci teneva
divisi!
Permettimi di starti accanto, Yonas!" - chiese, dolcemente,
accarezzandogli i capelli.
"Soffrirai Lina e se resti, io non posso
impedire
che accada! Tu non sai com'è, quando sto male!".
Lina si stese nel letto, gli prese il viso
fra le mani e
lo baciò sulle labbra. "E' vero, non lo so ma lo
imparerò!
Imparerò a starti accanto e affronteremo i problemi uno alla
volta!Yonas, io so che a tutto c'è rimedio, basta cercarlo!".
Yonas scosse la testa. "Non a questo Lina!
Non
pensarlo, non credere che potrò guarire perchè
è impossibile. Io
l'ho accettato e se hai intenzione di stare con me dovrai farlo anche
tu! O sarà ancora peggio, quando io...".
Lina lo baciò di nuovo, per
zittirlo. Non voleva
sentire! Yonas ancora non lo sapeva ma lei era la più
cocciuta delle
maghe. Aveva sempre cercato e trovato una soluzione per tutto! E di
certo non si sarebbe fermata davanti a una stupida malattia, dopo che
era riuscita a sconfiggere i più potenti Dark Lords! "Per
ora,
pensiamo a come farti stare meglio! A tutto il resto penseremo dopo
Yonas!". Si baciarono di nuovo, a lungo, mentre il tramonto
incombeva su di loro.
E da quel giorno, quella stanza divenne la
loro stanza.
E quella casa la loro casa.
...
Amava Yonas, amava tutto di lui... E amava
soprattutto
il modo in cui la sua presenza sembrava darle pace. Quella pace,
quella serenità che aveva perso il giorno in cui Gourry se
n'era
andato con Madeline e successivamente, il giorno in cui aveva
incrociato la strada di Daryl e si era scontrata con la maledizione
di Yoshy. Yonas sembrava aver allontanato tutto quel dolore, quella
confusione che aveva finito per impossessarsi con lei, allora. Stare
con lui era... pulito, puro... Lei e lui, senza guerre da combattere,
senza dolore e rabbia, senza confusione nel proprio cuore e nei
propri sentimenti... "Mi piace fare l'amore con te, Yonas!"
- esclamò baciandolo delicatamente sulle labbra. Era stata
una notte
fantastica, quella... Anche se, maliziosamente, pensò che
avevano
dormito ben poco! L'alba era giunta da qualche minuto e tutto era
ancora avvolto nel silenzio tranquillo della prima mattina. Adorava
tutto di loro, insieme! Era inebriata dalla dolcezza e dalla passione
con cui Yonas la amava, adorava il modo in cui lui la faceva
sentire... La più importante, la più bella, la
più preziosa donna
al mondo... Era così diverso dal rapporto burrascoso che
aveva avuto
con Daryl e diverso anche dalla rabbia e dal dolore che l'avevano
unita a Gourry. Yonas era quanto di meglio potesse capitargli, in
quel momento della sua vita. Amava condividere con lui quella casa
dove ormai si era trasferita da mesi, amava la vita accanto a lui,
giorno per giorno. Una vita diversa da quella vissuta fino a quel
momento, una vita semplice e tranquilla, il tipo di vita di cui aveva
bisogno in quel momento della sua esistenza. Yonas si era pian piano
ripreso ed erano ormai molti mesi che non stava più male.
Come aveva
detto Lotte, lui era in grado di superare anche le crisi più
forti.
Era un lottatore, non si sarebbe mai arreso! Ne era certa!
Continuavano a tradurre insieme i libri della Gilda, ormai erano
arrivati a due terzi del lavoro e presto lo avrebbero concluso! E nel
frattempo aveva conosciuto ogni aspetto della sua vita, i suoi
genitori che di tanto in tanto venivano e di cui aveva una pessima
opinione per la freddezza con cui trattavano il figlio. Yonas
sembrava adorarli ma lei percepiva benissimo quanto lo facesse
soffrire il loro mondo perbenista e borghese che li portava sempre
lontano. Avevano paura di soffrire, se fossero stati troppo col
figlio, tanta paura da non preoccuparsi minimamente di quali fossero
i reali sentimenti di Yonas. Fuggivano, di fatto, spaventati da
quella malattia che si stava divorando il figlio... Fuggivano per non
esserne troppo coinvolti, come Yonas aveva desiderato facesse anche
lei!
"Anche a me piace fare l'amore con te!
Sei...
unica!" - rispose Yonas all'oscuro di quei pensieri, baciandola
fra i capelli.
Lina appoggiò il viso sul petto
nudo del suo uomo. "Sai
che ci conosciamo ormai da un sacco di tempo? Più di un anno
e
mezzo... Ed è un anno che vivo quì!".
"Si, è vero!".
Lina alzò lo sguardo. "Ti
ricordi, volevi
allontanarmi da te...".
Yonas sospirò. "Non sono
così convinto che sia
stata la scelta giusta farti restare! Per me lo è di certo,
io sono
felice con te, ma tu... Ho paura Lina, ho tanta paura per te e per
quello che ti succederà!".
"Dai Yonas, smettila! Stai bene da un bel
pò,
perchè continui a pensare alla tua malattia! Stai bene e
starai bene
anche in futuro!". Non era una cosa razionale, sapeva bene come
fosse la malattia di Yonas perchè in quei mesi, di nascosto
da lui,
aveva studiato libri su libri per cercare una soluzione. Che non
aveva trovato! Ma in fondo, che importanza aveva quanto scritto su un
libro? I libri non conoscevano le persone! Yonas aveva una
volontà
di ferro e ce l'avrebbe fatta, per sempre! Avrebbe affrontato ogni
cosa e ne sarebbe uscito vincitore, ne era certa! E lei lo avrebbe
aiutato a risollevarsi, ogni volta! Aveva fiducia in lui e in se
stessa! Lei e Yonas erano una bella squadra... E le belle squadre
vincono sempre!
Ma Yonas sembrava di altro avviso. "Lina,
non
farlo, me lo hai promesso! Non cercare soluzioni, non sperare
l'insperabile. Perchè poi ti faresti male! Io so
com'è la mia
malattia, so a cosa vado incontro! Lo so da sempre e ho accettato il
mio destino! Se mi ami come dici, promettimi che non perderai tempo a
cercare soluzioni perchè non ne esistono. Viviamo quello che
ci è
concesso, insieme! Io sono felice così e sono contento di
aver
trovato te! Hai dato un senso alla mia vita... Sei folle, coraggiosa,
chiunque sarebbe scappato al tuo posto ma tu... sei rimasta!".
Lina sospirò. "Non
c'è proprio nulla di folle in
quello che sto facendo. Sto con l'uomo che amo, tutto quì!
Ho fatto
cose ben più folli, se proprio vuoi saperlo".
"Del tipo?". Yonas era curioso. Lina non
parlava mai troppo volentieri della sua vita prima del loro incontro.
Certo, conosceva le leggende che circolavano su di lei ma
null'altro...
Lina si strinse ancora più a
lui. "Del tipo che
una volta ho lanciato un Giga Slave, la magia proibita... E' un
incantesimo che, se sfuggisse al controllo di chi lo casta,
distruggerebbe l'intero mondo. E l'ho fatto unicamente per salvare
una persona... La sua vita in cambio dell'intero universo... E
nonostante questo, non me ne sono mai pentita!". Già,
Fibrizio... Ricordare quegli avvenimenti era ancora molto doloroso
per lei... Le sue paure più profonde, ogni volta che ci
ripensava,
riaffioravano con prepotenza...
Yonas deglutì. "Beh, se siamo
quì vuol dire che è
andata bene! E se l'hai fatto, è perchè ci tenevi
molto a quella
persona, giusto?". Non la avrebbe mai giudicata! Per quanto
folle potesse apparire, Lina era la persona più intelligente
che
avesse mai conosciuto e l'avrebbe appoggiata sempre, in ogni cosa che
avesse voluto fare. Lei ci credeva, in ogni cosa che faceva ci
metteva il cuore e tutta se stessa. Come stava facendo con lui. "Lo
rifaresti?".
Nella semi oscurità, Lina
sorrise. "Si, lo rifarei
altre mille volte se fosse necessario".
"E allora hai fatto bene Lina, vuol dire
che ne
valeva la pena". Yonas non disse null'altro. Non chiese, non
domandò
chi fosse la persona a cui Lina aveva salvato la vita in
quell'occasione. Ma doveva essere qualcuno di importante, ne era
certo! Gli occhi di Lina avevano brillato di una luce particolare,
mentre ne parlava. E pregò che un giorno lei lo
rincontrasse,
chiunque lui fosse... Lina ne avrebbe avuto bisogno molto presto. Era
vero, stava bene da oltre un anno... Ma il suo sesto senso sembrava
avvertirlo del pericolo incombente. E difficilmente si sbagliava. Era
ora di cominciare a sistemare i conti con tutte le persone che
amava...
...
Amava da morire il ciondolo rosso che Yonas
le aveva
regalato. Rosso come i suoi capelli, che lui amava tanto... Per
questo lo aveva scelto, fra tanti! Un regalo di un uomo alla donna
che amava, aveva detto... Anche se l'aveva fatta arrabbiare quando
aveva detto, non troppo velatamente, che un giorno quel ciondolo gli
avrebbe ricordato lui... Odiava quando Yonas faceva così,
quando si
dava per vinto!
E anche quel giorno Yonas ce l'aveva messa
tutta per
farla arrabbiare! Erano su quella carrozza, diretti nella capitale
per fare visita ai genitori di Yonas e lei lo avrebbe fulminato con
un incantesimo, se avesse potuto. Yonas a volte aveva la testa dura
come il cemento, a volte aveva idee strane... Ma quel giorno si era
decisamente superato. Lo fissò storto, mentre dal lato
opposto della
carrozza lui la guardava felice, con in braccio un fagottino avvolto
in una logora coperta.
Erano partiti a piedi, desiderosi di
godersi il caldo
estivo. Yonas stava bene e fare due passi per arrivare fino al primo
villaggio non gli avrebbe fatto male. Peccato che un temporale li
avesse colti di sorpresa, facendoli rifugiare in quel piccolo
monastero sperduto nel bosco, dove delle missionarie accoglievano gli
orfani. E lì era successo il patatrak! Yonas aveva visto
quella
piccola neonata di poche settimane che dormiva in una culla spoglia.
Nel degrado, nella sporcizia, l'aveva notata su tutti gli altri
bambini. Carina, dal faccino tondo e dagli occhi chiari. E Yonas
aveva, contro ogni umana logica, deciso di prenderla, di portarla con
se dai suoi genitori. Ovviamente le missionarie, venendo a sapere chi
lui fosse e quanto importante fosse la sua famiglia, gliela avevano
affidata senza problemi... Già, peccato che lei invece la
ritenesse
la più idiota delle idee! Una marmocchia agli Hayden? Non
erano
stati capaci di occuparsi del figlio naturale, come avrebbero potuto
occuparsi di una sconosciuta neonata, alla loro veneranda
età? Una
neonata che fra l'altro, nemmeno avevano voluto e di cui non
sospettavano neanche l'esistenza...
"Non sei un pò troppo grande per
desiderare una
sorellina?" - chiese Lina acida, osservandolo in cagnesco mentre
cullava la bambina, sulla carrozza. "Se ne volevi una bastava
dirlo, ti prestavo un paio di giorni la mia... Ti sarebbe passata
ogni fregola, te lo assicuro!" - borbottò, pensando a Luna.
"E dai Lina, non ti piace? E'
così carina!".
Lina sospirò. Il cervello di
Yonas doveva essere andato
in letargo quel giorno, probabilmente. "Oh, lei mi piace ma non
è questo il punto! Prenderla con te per... regalarla ai tuoi
genitori??? Yonas, io di cose strane nella vita ne ho viste tante, ma
questa le batte tutti! Se volevi far loro un regalo, potevi portare
un mazzo di fiori a tua madre e del buon vino a tuo padre! Non una
nuova figlia, trovata chissà dove! Sappi che se si
arrabbieranno, io
sarò solidale con loro!".
Yonas a quelle parole ridacchiò.
"Lina, allora è
servito a qualcosa prenderci Aubree! Finalmente avrai l'occasione di
stare dalla parte dei miei genitori!".
Lina lo fissò storto. "Guarda
che non sto
scherzando!". Oh, non amava per niente i genitori di Yonas che
considerava menefreghisti ed egoisti. E lui lo sapeva molto bene! Ma
se si fossero arrabbiati, avrebbero avuto dannatamente ragione...
"Quando arriveremo comunque, metti in chiaro una cosa: è
stata
un'idea SOLO tua! Non ho voglia di litigare con tua madre e
soprattutto con tuo padre!".
"Io sono sicuro che non si arrabbieranno!"
-
ribadì Yonas, sicuro. In tutta la sua vita, i suoi genitori
non si
erano mai adirati con lui.
Lina sospirò, di nuovo. In
effetti no, non si sarebbero
arrabbiati e avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco, già
lo
sapeva... Nei momenti in cui erano stati a casa loro, i coniugi
Hayden avevano sempre accontentato Yonas in tutto, non l'avevano mai
contrariato. Yonas non era viziato e probabilmente l'atteggiamento
dei genitori era dovuto a una forma di apprensione per la sua salute
malferma e di compensazione per la lontananza da lui, per la loro
assenza... Si sarebbero tenuti la bambina, fingendo contentezza,
davanti al figlio... Ma poi... "Vuoi che ti faccia un disegnino
su come finirà questa storia? Loro prenderanno Aubree e si
diranno
felici. Poi, con la scusa dei loro viaggi, del fatto che l'aria di
campagna è migliore e blablabla, la sbologneranno a me, te e
Lotte!
I tuoi genitori non volevano un altro figlio, Yonas perchè
l'hai
fatto? Non sarebbero capaci nemmeno di occuparsi di un cane,
scommetto! E anche Lotte non ne sarà felice! Sta tutto il
giorno a
rimbrottarci perchè siamo disordinati, figurati come
sarà contenta
quando avrà anche una neonata di cui occuparsi". Non capiva,
era una cosa tanto assurda... Possibile che Yonas non pensasse a
tutte le implicazioni che avrebbe portato quella bambina?
A quelle parole, il volto di Yonas, fino a
quel momento
rilassato e sorridente, si incupì. "Ne avranno bisogno, di
lei... I miei genitori intendo... Tutto il resto ha poca importanza
per me!" - mormorò, stringendo la piccola a se.
Anche l'espressione di Lina si
incrinò. Quel cretino...
Ora capiva! Odiava quando Yonas faceva così, quando si dava
per
vinto, quando riteneva la sua morte come un fatto certo e
ineluttabile... Aveva preso Aubree perchè i suoi genitori
non
rimanessero soli! Diede un pugno rabbioso alla carrozza. "Smettila!
Se l'hai fatto per quello che penso, sei un cretino!". Aubree
non poteva sostituirlo e non era giusto darle quella
responsabilità.
E Yonas, dannazione, doveva essere più combattivo! Non
sopportava
sentire quelle allusioni non troppo velate alla sua malattia e alla
sua morte. Stava bene in quel momento, che si concentrasse su quello!
"Non dimentichi proprio mai quello che hai..." - mormorò
scura in viso.
Yonas annuì, fissandola negli
occhi serio. "Non
posso permettermelo".
Calò un silenzio pesante e
improvviso fra loro. Rotto
solo poco dopo da un forte tuono e dal successivo pianto della
piccola Aubree che si era svegliata a causa di quel baccano.
Lina sospirò, osservando Yonas
in evidente difficoltà
con la bimba. "Cosa sai di bambini?" - chiese fiaccamente
mentre gli strilli di Aubree riempivano la carrozza. Ok, non era
decisamente il momento per litigare ma era il momento di pensare alle
cose pratiche ossia, come sopravvivere a un neonato!
Yonas fissò nel panico prima lei
e poi la bambina.
"Niente!" - ammise.
"Fantastico...". La maga prese una ciocca
di
capelli fra le mani, giocando nervosamente con i ciuffi rossi. Ok,
non c'erano strade alternative, doveva prendere in mano lei la
situazione o entrambi avrebbero dato fuori di matto nel giro di
ventiquattro ore! "Senti, fare tutta la strada di filato fino
alla capitale a questo punto è fuori discussione".
Guardò
fuori dal finestrino, erano giunti in un piccolo villaggio e forse,
vista la pioggia e la presenza di Aubree che doveva riposare, sarebbe
stato meglio fermarsi. "Ci fermeremo in questo villaggio
stanotte e dai tuoi genitori ci arriveremo solo domani. Tu andrai con
lei in una locanda all'asciutto, io vedrò di recuperare
qualcosa per
la bambina. Non abbiamo niente per lei, a parte quella tutina usata
che indossa e quella coperta logora che ci hanno dato all'istituto.
Così potrai riposarti, lei si tranquillizzerà e
non prenderete
quintalate d'acqua. Se tu ti ammalassi ora Yonas, saremmo nei guai!".
Yonas annuì. Se c'era una cosa
che ammirava in Lina,
era come affrontava l'aspetto pratico in ogni cosa, l'intelligenza
che usava per affrontare ogni situazione, anche quelle di cui non si
intendeva. Occuparsi di un neonato, si accorse, non era così
semplice come pensava. "E cosa vorresti comprare?".
Lina alzò gli occhi al cielo.
"Sveglia Yonas!
Pannolini, abiti caldi, coperte, latte in polvere, biberon! Come
credi che possiamo gestirla fino a casa dei tuoi, così come
siamo
adesso?". Nemmeno lei si intendeva di bambini ma al diavolo,
Yonas era un disastro su tutta la linea!
Il giovane si grattò la guancia,
in difficoltà.
"Quindi ora tu mi lasci da SOLO con LEI in una locanda?".
"Esatto!" - rispose Lina, sibillina.
"Ma se poi piange, se stanotte
piangerà come
adesso, noi che faremo?" - insistette lui, ormai nel panico per
gli strilli della piccola.
Un sorriso maligno comparve sul viso di
Lina. "Hai
sbagliato a porti la domanda mio caro... La domanda giusta che
dovresti farti non è 'Cosa faremo NOI stanotte, se
piangerà' ma...
'Cosa farò IO, Yonas, stanotte, se piangerà'? Ti
è chiaro il
concetto? Io ora ti aiuto ma sappi che appena appoggerò la
testa fra
mille splendidi e morbidi cuscini, Aubree sarà un problema
tuo. Io
mi limiterò a sdraiarmi, a mettere le mani dietro la nuca e
a
godermi lo spettacolo!". Oh, era arrabbiata, dannatamente
arrabbiata con lui quel giorno, per mille ottimi motivi.
Gliel'avrebbe fatta pagare! Diede un nuovo pugno alla carrozza,
facendo cenno al cocchiere di fermarsi. Erano giunti davanti ad una
locanda che tanto le ricordava quelle frequentate in passato, quando
viaggiava insieme a Gourry. Sarebbe andata benissimo per passarci la
notte! "Io vado, buona fortuna, ci vediamo dopo!" - disse,
aprendo lo sportello.
"Ma Lina!" - protestò Yonas.
Lina lo guardò storto. "Hai
voluto una sorellina?
Bene, ora ce l'hai mio caro fratello maggiore! In tutto il suo
splendore... Goditela!". E così dicendo saltò
giù dalla
carrozza, lasciandolo solo con Aubree che piangeva.
Yonas fissò il portellone aperto
e poi Aubree. Il suo
viso si addolcì, mentre stringeva a se la piccola. "Lina non
capisce...". Erano giorni che aveva una dannata, spiacevole
sensazione... Che la sabbia della clessidra della sua vita stesse
scivolando via sempre più velocemente, che si stesse quasi
esaurendo... Doveva fare in modo che dopo di lui, quelli che aveva
amato sarebbero stati il più bene possibile. Avrebbe pensato
prima
ai suoi genitori e poi a lei, a Lina. Che testardamente non voleva
capire... Era arrivato il momento dei discorsi seri... La manina di
Aubree strinse una delle sue dita. Yonas gli sorrise. "Che ne
dici, ti va di aiutarmi, sorella?".
...
Un silenzio tranquillo avvolgeva il
giardino. Era
autunno inoltrato e le foglie, le piante e i prati si erano colorati
di una miriade di colori che andavano dal rosso al giallo...
Era piacevole stare stesa su quell'amaca ad
osservare la
natura che si addormentava, in vista dei primi rigori invernali. Era
il posto preferito di Yonas quell'amaca fra gli alberi e dopo esserci
salita una volta, era diventato il posto preferito anche di Lina. Le
piaceva star li a fare nulla, a fissare il cielo, a pensare o
semplicemente a dondolarsi nel vuoto... E piaceva anche ad Aubree.
Lina fissò la piccola che dormiva placidamente sul suo
petto,
avvolta in una calda coperta bianca. Come da previsioni, Aubree era
più spesso a casa loro che a casa con quelli che avrebbero
dovuto
essere i suoi legittimi genitori. Ma era ormai molto che Lina non se
ne lamentava. Adorava quella bambina e le piaceva occuparsi di lei
con Yonas. Verso Aubree, Lina aveva sviluppato, man mano che
passavano i giorni, un attaccamento molto forte, quasi materno...
D'altronde, a paragone con la madre di Yonas, era lei che si occupava
della maggior parte delle esigenze della piccola.
"Vi ho trovate, finalmente!" -
esclamò Yonas,
giunto all'improvviso alle loro spalle.
"Shhh!". Lina gli fece cenno di parlar
piano,
indicandogli la piccola che dormiva.
Yonas sorrise e poi salì
anch'esso sull'amaca,
stendendosi delicatamente accanto a loro e prendendole fra le
braccia. "Lo sapevo che le avresti voluto bene!" - sussurrò
piano, baciando Lina sulla punta del naso.
La maga scosse la testa. "Ho qualche
alternativa?
E' sempre quì da noi!".
Yonas ridacchiò. "Beh, i miei
genitori sono spesso
in viaggio e lei è ancora troppo piccola per seguirli. Ma
comunque,
vedo che ne sei contenta!".
Lina sospirò. "Yonas... lasciamo
perdere il
discorso sui tuoi genitori! Te l'avevo detto che sarebbe finita
così,
se non ricordi!".
"Sai prevedere il futuro?".
Lina gli fece la linguaccia. "No Yonas,
semplicemente conosco i miei polli! Ma comunque ormai lei
c'è e a
conti fatti, possiamo offrirle una vita migliore di quella che
avrebbe avuto in quel posto dove l'abbiamo trovata!".
Yonas sorrise e poi allungò una
mano ad accarezzare la
guancia della bambina.
"Yonas?". Lina fece per parlare ma poi si
bloccò, pensierosa. Lui era così dolce con sua
sorella, sembrava
amarla molto... Ripensò alla vera motivazione per cui aveva
deciso
di prenderla e... "Tu...".
"Cosa?" - chiese lui, curioso.
Lina si morse il labbro. "Tu... io... Ci
conosciamo
da oltre due anni! Non ti piacerebbe avere un figlio nostro?".
A quella domanda, Yonas spalancò
gli occhi. Poi...
"No!" - disse, secco.
Lina lo guardò storto. "Beh,
detto così... potrei
anche offendermi!".
Lo sguardo di Yonas divenne serio. "Lina...
dimmi
la verità! Vuoi un figlio? Lo vuoi perchè senti
quel famoso istinto
materno di cui tutti parlano? Lo vuoi perchè vuoi essere
madre o è
un altro il motivo?".
Lina abbassò lo sguardo. Yonas
la conosceva
dannatamente bene, colpita e affondata! Mentire non sarebbe servito
a molto... "Non è che lo voglia per me... Vorrei dare una
buona
motivazione a TE per smetterla di pensare alla tua malattia e
smetterla di ritenere inevitabile la tua morte!".
Yonas sospirò. "Lo sapevo...".
Allungò una
mano e le accarezzò la guancia, piano. Il suo sguardo si
addolcì.
"Lina, se fosse una questione di motivazione, la mia motivazione
per guarire saresti TU! Non un figlio! Ma lo sai, non dipende da
questo, potrei avere mille ottimi motivi per campare mille anni e non
servirebbe a niente! Se tutto fosse diverso io lo vorrei un figlio da
te, lo giuro! Ma non così, non possiamo permettercelo! Lo
sai bene
com'è la mia malattia ormai. Se ci mettessimo a cercare un
figlio,
se non usassimo più alcuna precauzione quando facciamo
l'amore e tu
rimanessi incinta, io potrei anche non esserci quando nostro figlio
nascerà. E nella migliore delle ipotesi, non lo vedrei
comunque
diventare grande! E comunque, alla base c'è il problema che
la tua è
una motivazione sbagliata! Un giorno avrai un figlio, quando
desidererai diventare madre per un tuo desiderio, quando vorrai dare
la vita a qualcuno per il semplice fatto di volerlo amare. Non si fa
un figlio perchè ci si aspetta che possa salvare un
genitore! Avrai
dei figli ma non oggi, non con me... Li avrai quando sarai pronta
davvero! Sarebbe sbagliato, un inferno se diventassimo genitori ora.
Per me, per te e..." - la sua mano si poggiò sul ventre di
Lina
– "E per lui...".
Lina abbassò lo sguardo. "Io non
riesco ad
arrendermi Yonas... Ci dev'essere un dannato modo per...".
Yonas sospirò. "Lina ascolta, ti
ricordi cosa ti
ho chiesto quando sei venuta a vivere quì? Di non perdere
tempo a
cercare soluzioni che non esistono. Ma tu l'hai fatto, so che hai
studiato la mia malattia su molti libri... Ti ringrazio ma
desidererei che tu non lo faccia più! Quando ho deciso che
sì,
avrei voluto averti vicina, quando mi hai detto che era una cosa fra
me e te e non fra noi e la mia malattia, ho capito che avevi ragione,
che finché avevo una vita, dovevo viverla! Ti ho detto che
ti amavo,
allora! E ti amo ancor di più adesso! Amo te e non quello
che
potresti fare per me! Quando ti ho chiesto di venire a vivere
quì
l'ho fatto perchè volevo te, solo te! Null'altro! Sei il
miglior
dono che la vita mi abbia fatto, non sprechiamo il tempo che ci
è
concesso in ricerche vane, per favore! Se davvero vuoi sfogliare dei
libri, allora finiamo quelli della Gilda che stavamo traducendo
insieme! Sono mesi che non li tocchiamo! Quanti ne mancano?".
"Cinque..." - rispose Lina, sguardo basso.
Si
rannicchiò contro al petto di Yonas, stanca e con gli occhi
che le
pungevano. Era la prima volta che parlavano apertamente di quella
malattia... Odiava, aveva sempre impedito a Yonas di parlarne, quasi
come se non parlandone, non fosse reale... Lui aveva ragione,
razionalmente lo sapeva! Ma quello che le aveva appena detto era
difficile da accettare! Lei aveva sempre ottenuto tutto dalla vita,
perchè non le era concesso salvare la vita dell'uomo che
amava?
Yonas la strinse a se. "Ok, allora da
domani
riprenderemo a tradurli. Come una volta!".
...
"Lotte, Lotte corri! Yonas sta male!". Era
cominciata così, all'mprovviso, la discesa verso l'incubo.
Yonas nei
giorni precedenti era spesso stanco ma Lina non aveva percepito o non
aveva voluto farlo, il pericolo incombente. Si erano addormentati
tranquillamente la sera prima e al mattino Lina era stata svegliata
da Yonas che si agitava nel letto e si lamentava. Aveva provato a
svegliarlo ma non ci era riuscita. Poi erano iniziate le urla.
Lancinanti, di dolore... Non l'aveva mai visto così!
Lotte era corsa come una forsennata in
camera e si era
dimostrata capace e lucida nel gestire la situazione, a differenza di
Lina che era terrorizzata... Ricordava quando Lotte le aveva
raccontato delle crisi di Yonas, di come sapeva gestirle, del fatto
che ci fosse abituata. Anche lei aveva imparato a convivere con la
malattia del ragazzo ma non riusciva ad essere altrettanto lucida.
Yonas era stato male, spesso. Ma mai come quella mattina! E ora, cosa
sarebbe successo?
"Lotte?".
L'anziana domestica si voltò.
Lina sembrava...
terrorizzata! "Lina, non devi perdere la testa, adesso!" -
disse, accarezzando delicatamente il petto di Yonas che respirava in
maniera convulsa. "Ascolta, porta fuori Aubree dalla stanza o si
spaventerà se lui urlerà di nuovo! Poi torna
quì e sta con lui, io
devo andare a chiamare il medico e mandare qualcuno ad avvertire i
genitori di Yonas!".
Calde lacrime presero a scendere dalle
guancie di Lina.
Le sue paure stavano prendendo forma, ciò che aveva sempre
rifiutato
e creduto impossibile si stava palesando davanti ai suoi occhi in
tutta la sua crudezza. "Cosa succede ora, Lotte? Non si sveglia,
prima urlava per il dolore...".
La mano gentile della domestica le
accarezzò la
guancia. "Chi lo sa... Io l'ho visto star male molte volte
Lina... Potrebbe riprendersi come portrebbe non farlo!".
Lina osservò Yonas, esanime sul
letto. Stava male,
dannatamente male! "Lotte, io non voglio che lui muoia..."
- sussurrò abbracciandola. Non credeva che l'avrebbe detto!
Era la
sua paura più grande! Esternarla significava ammettere che
era
reale, quell'eventualità... Yonas l'aveva sempre saputo, lei
non
aveva mai voluto davvero crederci.
Lotte la fissò in silenzio, poi
si alzò
momentaneamente dal letto, prese Aubree dalla culla e la diede in
braccio a Lina. "Portala fuori, nell'altra stanza, per
favore...".
Lina strinse fra le braccia la piccola.
"Non ce la
faccio..." - mormorò.
Il viso di Lotte si addolcì.
"Lina, tu sei forte
ed è ora di dimostrarlo! Lo so che hai paura ma se lo ami,
questo è
il momento di mettere da parte te stessa per occuparti di lui!".
"Io voglio solo che lui stia bene! Farei di
tutto
per farlo stare bene".
Lotte scosse la testa, accarezzandole
nuovamente la
guancia. "Tu ora devi desiderare il meglio per lui... E Lina, il
meglio per lui potrebbe anche non essere quello che desideri tu!
Yonas soffre da sempre, da quando è nato non ha fatto altro
che
lottare come un leone. Ha pianto, urlato, è stato mesi a
letto,
certe volte... Si è sempre rialzato ma anche quando stava
bene, la
sua vita è trascorsa nel pensiero della malattia, nella
paura della
crisi successiva... E' stanco ora. Di soffrire e di avere paura.
Certe volte lo guardo e penso che forse il suo bene è che
chiuda gli
occhi, che trovi la pace!".
"No...". Lina tremò, a quelle
parole. Tremò
e strinse a se Aubree ancora più forte.
"Lina...". Lotte le accarezzò i
capelli. "So
che lo ami e lui ama te! Per te combatterebbe fino alla morte, con
ogni mezzo! Hai reso la sua vita, in questi ultimi anni,
meravigliosa! Lui ti ha sempre adorata e tu l'hai reso felice, con te
ha vissuto! Ma ora sei tu che devi aiutarlo, che devi stargli vicino
e sperare nel meglio per lui... Tu sai qual'è il meglio,
vero? Sei
testarda ragazza mia ma ora devi lasciare perdere quello che vuoi per
te stessa... Fatti guidare dal tuo cuore, il tuo cuore sa quel che
è
meglio per lui. So che sarà difficile ed è quello
che lui voleva
evitarti dall'inizio. Amare Yonas significa questo Lina, ora lo
sai...".
"Perchè mi parli
così? Lotte, tu l'hai visto star
male tante volte e ce l'ha sempre fatta! Perchè ora dovrebbe
essere
diverso?".
La donna scosse la testa.
Osservò Yonas che aveva
smesso di agitarsi e ora era riverso sul letto, pallido e sudato,
senza nemmeno la forza di lamentarsi. Già, l'aveva visto
star male
tante volte ma... stavolta le sembrava diverso... "Lina... è
così stanco, stravolto... Non ce la fa più! Io lo
conosco bene,
come se fossi sua madre... E ora su, fa quello che ti ho detto!"
- disse risoluta, indicando Aubree. "Porta fuori la piccola e
poi torna quì. Devo chiamare il medico e i suoi genitori!".
"Va bene!". Come un automa, Lina si
alzò dal
letto, guardando dolorosamente Yonas. Poi guardò Lotte...
Era stata
una madre per lui, più della sua vera madre. E ora si stava
dimostrando una specie di madre anche per lei. Non avrebbe mai
creduto di averne bisogno, ma la presenza di Lotte era l'unica cosa
che riusciva a tranquillizzarla in quel momento. Lotte conosceva
Yonas, lo adorava quanto lei... E sapeva quanto le fosse costato,
poco prima, parlare della morte di Yonas quasi come se per lui
potesse essere una liberazione... Quelle parole l'avevano colpita.
Amare Yonas ora, forse, significava lasciarlo andare... Non erano
più
i suoi desideri ad essere importanti... Ripensò ai primi
tempi con
lui, a quando Yonas voleva proteggerla dalla sua malattia... Ora
capiva quali erano le difficoltà che lui temeva! Ma non si
pentiva
della scelta fatta, Yonas era stato un grande regalo in un momento
della sua vita in cui si sentiva sola e senza un appiglio... L'aveva
amata, con lui aveva riso, gioito, lavorato, diviso ogni attimo della
sua vita. Ora era arrivato il momento di affrontare la parte
più
dura! Sospirò, uscendo con Aubree dalla stanza. Doveva
farcela!
Sarebbe stata la più difficile delle battaglie. Ma l'avrebbe
combattuta per lui, per quanto doloroso potesse essere!
...
I signori Hayden erano giunti trafelati
dalla capitale,
appena saputo delle condizioni molto gravi del figlio.
Lina non li aveva mai sopportati troppo e
spesso nei due
anni precedenti si era scontrata con loro, ma in quei giorni quasi
non si accorse che erano lì. Solo Yonas riempiva i suoi
pensieri e
le sue giornate, quasi che tutto il resto non la toccasse e la
riguardasse. Come se non percepisse la realtà che la
circondava...
Aveva paura come poche volte nella sua vita le era capitato di
provare e si sentiva come quando era giunta a Zephilia più
di due
anni prima, senza un appiglio, con una vita tutta da ricostruire e
con poche certezze.
Erano ormai tre giorni che Yonas era
riverso, senza
conoscenza, a letto. Giorni alternati da febbri altissime, da lamenti
perenni, da urla di dolore anche... Non aveva più riaperto
gli occhi
da quando era stato male e Lina non aveva mai abbandonato il suo
capezzale, sperando in un risveglio, in un cenno, in un dannato
qualcosa che lo riportasse da lei.
La maga era stravolta, così come
Lotte e Margareth, la
madre di Yonas che stava lì, appoggiata alla parete della
stanza, a
fissare il figlio in silenzio, senza dire una parola, senza versare
una lacrima, quasi fosse una statua di cera.
Lina, seduta su una sedia e appoggiata con
la fronte al
letto, se ne stava ore su ore nel silenzio, nell'attesa di qualcosa.
Era tutto così difficile...
Poi al terzo giorno, d'un tratto Yonas
mosse la mano e
aprì gli occhi. Si guardò attorno spaesato, quasi
non percepisse
dove si trovasse. Poi la vide accanto a se e le accarezzò
lentamente
i capelli.
"Yonas!". Gli occhi di Lina si spalancarono
e
tornarono vivi appena avvertì il suo tocco leggero.
Margareth corse vicino al letto e Lina si
tirò su,
stupita, sorpresa. Desiderava più di ogni altra cosa che si
svegliasse ma in un certo senso si era arresa al fatto che forse non
l'avrebbe fatto mai più.
"Lina..." - mormorò Yonas,
accarezzandole la
guancia.
La maga gli strinse la mano nella sua,
portandola alle
labbra e baciandola piano. "Sono quì...".
Yonas la fissò, rapito da quei
capelli rosso fuoco che
tanto adorava e preoccupato per le profonde occhiaie che coloravano
di un colore cupo il viso della maga. Sembrava stanca, distrutta... E
lui aveva una tale confusione nella testa da non capire appieno cosa
stesse succedendo... Solo una cosa gli balenò in mente.
"Il...
libro... Dobbiamo finire il libro..." - mormorò, a fatica.
"Di cosa parli Yonas? Sta tranquillo, non
devi
agitarti!" - sussurrò Margareth al figlio.
Con un cenno del capo, Yonas si
ribellò alle parole
della madre. "No... Lina... Porta il libro! E' l'ultimo, ci
manca poco!".
Lina lo fissò perplessa,
confusa. "Di cosa
parli?".
Yonas, col fiato corto, tentò di
alzarsi ma cadde
rovinosamente sul materasso. "Il libro della Gilda, Lina! Ci
mancano solo poche pagine dell'ultimo volume... Trenta libri... Li
abbiamo quasi finiti...".
Lina si sedette accanto a lui nel letto,
facendo cenno a
Margareth di allontanarsi. Ora capiva e Margareth invece non avrebbe
capito affatto! "Yonas ascolta! Non preoccuparti del libro, devi
riposare e basta! Lo finirò io da sola, mancano solo alcune
pagine e
ormai tu mi hai insegnato più che bene come tradurre!" -
sussurrò, in tono dolce.
Yonas scosse la testa. "No... Lo abbiamo
iniziato
insieme quel lavoro, lo dobbiamo finire insieme!".
Margareth, che non si era allontanata dal
capezzale del
figlio, scosse la testa. "Yonas, basta!" - disse,
perentoria.
Lina si morse il labbro, poi si
chinò a baciare i
capelli di Yonas. Margareth non capiva quanto Yonas ci tenesse...
Nemmeno lei si capacitava del fatto che in quel momento Yonas
pensasse ai libri della Gilda a dire il vero, ma se era quello che
desiderava, lo avrebbe accontentato. Ricordò le parole di
Lotte di
pochi giorni prima...
Ascolta
il tuo cuore...
Il suo cuore le stava dicendo che doveva
prendere quel
libro, se Yonas lo desiderava tanto. "Ok Yonas, come vuoi tu!"
- disse, alzandosi dal letto e andando verso la scrivania su cui
riposava un vecchio libro dalla copertina rossa. L'ultimo libro della
Gilda... Le mani di Lina tremavano, mentre un fosco presentimento si
affacciava nella sua mente. Avevano cominicato quel lavoro insieme
lei e Yonas e ora lo avrebbero finito. Già... Quei libri
erano stati
i silenziosi testimoni della loro storia d'amore... Conclusi la
traduzione e il lavoro su di essi, che ne sarebbe stato di lei e
Yonas? Finito quel lavoro, cosa ne sarebbe stato di loro...?
"Lina!". La voce di Margareth ora era
severa.
La maga la fissò, con aria
stanca e allo stesso tempo
nervosa. "Se vuole questo libro, lo avrà! Se lei non
è
d'accordo, può benissimo fare qualcosa di più
produttivo che stare
quì a impedire a Yonas di fare quel che vuole e desidera!
Vada a
chiamare suo marito in giardino ad esempio, e gli dica che Yonas si
è
svegliato! O vada ad occuparsi di Aubree! Ecco, quello sarebbe
utile!".
Margareth squadrò la maga,
pronta a ribattere. Ma la
mano gentile di Lotte, arrivata in quel momento nella stanza, la
fermò. "Mia signora, stia tranquilla, Lina sa quel che fa! E
sa
occuparsi di Yonas!".
Margareth non aggiunse nulla. Lotte e Lina
sembravano
coese e lei non aveva la forza di controbattere. Si sedette sulla
sedia, decisa a rimanere però in quella stanza.
Lina non disse nulla. Di Margareth in quel
momento le
interessava meno di zero! Si sedette accanto a Yonas, sul letto, lo
aiutò a sollevarsi leggermente, facendolo appoggiare alla
sua
spalla. Poi aprì il libro e gli diede la matita in mano,
aiutandolo
a tenerla fra le dita, guidandolo nella scrittura delle ultime frasi
mancanti. "Ok, lo finiremo insieme Yonas..." - mormorò
mentre la voce le tremava.
Scrissero in silenzio, quasi che le loro
mani unite
sapessero muoversi all'unisono senza il bisogno di parlarsi. La mano
di Yonas tremava, la scrittura era malferma ma scrivere insieme a
Lina, con Lina, gli sembrava comunque la cosa più facile che
avesse
mai fatto.
Lentamente, le frasi presero vita nella
forma di lingua
corrente, pagina dopo pagina, frase dopo frase. Fino all'ultima
parola... Lina sorrise, baciandolo sulla guancia. "Ce l'abbiamo
fatta, hai visto? Ci abbiamo messo più di due anni, trenta
libri
tradotti e sono fiera di noi due!".
Yonas si lasciò cadere sul
cuscino, distrutto. La
guardò, Lina sembrava tanto stanca, tanto provata... Era
stato un
lungo viaggio il loro, da quel primo incontro nel bosco, da quel
primo libro... "Lina... ora... ricordi la promessa?".
Lina scosse la testa. "Di quale promessa
parli?".
Yonas inspirò, profondamente.
"Volare... Me lo
avevi promesso... Quando avremmo finito, mi avresti portato in cielo
con te!".
La mano di Lina tremò. Strinse
quella di Yonas nella
sua, sedendosi accanto a lui e fronteggiandolo. Era così
bello
risentire la sua voce, benché tanto debole e sofferente...
"Si,
lo ricordo! E ti porterò, lo giuro! Quando starai meglio
andremo
dove vorrai!".
"No, io voglio andare adesso!".
Lina si morse il labbro. Non riusciva
nemmeno a stare
seduto, come avrebbe potuto sopportare un volo? L'aria fuori era
frizzante, l'autunno era inoltrato. Sarebbe stato un suicidio...
"Yonas ti prego...".
"Yonas, NO!" - intervenne Margareth,
nuovamente. Non capiva cosa stesse dicendo il figlio, non sapeva
della promessa di Lina e pensava che Yonas straparlasse! Comunque
sia, qualunque cosa fosse, doveva frenarlo!
"Mamma, smettila!" - disse Yonas, rabbioso.
Poi fissò di nuovo Lina. I suoi occhi verdi sembravano
catturati
dalla figura di lei e parevano brillare come nei giorni in cui era
stato bene. "Ti prego Lina... oggi... Andiamo via da quì,
solo
io e te!".
Lina lo osservò in silenzio,
seria. Poi diede
un'occhiata a Lotte, l'unica di cui si fidava davvero, l'unica che
capisse appieno i desideri di Yonas, l'unica che sapesse sempre
qual'era il meglio per lui. L'anziana donna annuì. E Lina
decise.
Avrebbe seguito il suo cuore anche quella volta, costasse quel che
costasse. Glielo doveva e lui non sembrava desiderare che quello! Si
sarebbe gettata nel fuoco in quel momento per Yonas. Anche se, digli
di si gli costava. Perchè significava ammettere che forse
non ci
sarebbero stati altri giorni per mantenere quella promessa,
significava accettare che la partita si stava per chiudere e che la
sua battaglia per salvarlo era persa. Beh, avrebbe messo da parte i
suoi sentimenti, il suo dolore, la sua rabbia verso quella malattia
che glielo stava portando via. "Ok Yonas, come vuoi!".
"Lina!". Margareth le si parò
davanti,
terrorizzata.
Lo sguardo della maga fece scintille. "E'
adulto,
sa quello che fa! Lo accetti signora Hayden... Se vuole bene a Yonas,
lo lasci fare! Lo lasci... andare...". Il tono di voce di Lina
scemò fino a diventare impercettibile.
Margareth tremò, visibilmente.
Guardò suo figlio,
guardò Lina e poi Lotte. E capì... Se la guerra
era finita, era
giunto il momento di permettere a Yonas di vivere ciò che
gli
rimaneva come meglio preferiva. Tenerlo in quella stanza, segregato a
letto non lo avrebbe comunque salvato. "Va bene Yonas... Se lo
desideri davvero, fallo!". Gli si avvicinò e lo
baciò sulla
fronte. "Spero che sia emozionante come sogni da sempre!".
Lotte prese una coperta e gliela mise sulla
spalle.
"Signorino Yonas, la tenga! Fuori, in cielo, fa molto freddo!"
- mormorò con le lacrime agli occhi.
Yonas sorrise, appoggiando il viso sulla
sua spalla.
"Grazie Lotte, grazie di tutto!".
Lina li guardò, tutti!
Guardò quel letto dove Yonas
aveva sofferto ma anche dove lei e lui si erano amati
appassionatamente, in quei due lunghi anni. Ne era conscia,
difficilmente Yonas sarebbe tornato in quella stanza... Poi, decisa a
non far trapelare le sue emozioni, decisa a essere forte,
aprì la
finestra e gli si avvicinò. "Coraggio Yonas, tieniti forte,
aggrappati alle mie spalle!".
Yonas annuì. Mentalmente Lina
recitò la formula della
Levitazione e in un attimo furono fuori, nel cielo azzurro del primo
pomeriggio. "Guarda Yonas, siamo in alto!" - gli disse,
mentre lui, appoggiato alla sua schiena, guardava il suo mondo, la
sua casa dall'alto. "Hai paura?".
Yonas appoggiò la fronte alla
sua spalla. "No...".
Lina sorrise. "Ok, e allora si parte!".
Sfrecciò nel cielo, nell'aria, libera. Era tanto che non lo
faceva,
che non sentiva il vento fresco sul viso, quel senso di
libertà e di
vita che il volere le faceva provare, da sempre. E sperò che
per
Yonas fosse lo stesso, di riuscire a trasmettergli quelle sue
impressioni, quelle sue emozioni perchè lui le facesse sue.
Yonas guardò le punte degli
alberi, che sfioravano
senza tuttavia toccare. Era bello il mondo dall'alto, Lina aveva
avuto ragione quando gli aveva parlato della levitazione. Si sentiva
libero, senza vincoli, catene, quasi come se nemmeno la malattia
potesse toccarlo. Non aveva mai provato nulla del genere! Di sbieco
osservò gli occhi della maga. Brillavano di una luce che non
gli
sembrava di aver mai visto. Sembravano bruciare quegli occhi,
bruciavano di quell'energia che Lina pareva emanare dal suo corpo.
Era una cretura nata libera, che sapeva guardare senza paura il mondo
dall'alto. Era questa la vera natura di Lina, ciò che la
rendeva
tanto speciale, tanto diversa da tutte le persone che aveva
incontrato nella sua vita. Lina amava la magia, Lina era magia! Ed
era giusto che tornasse alla sua vita, a quell'esistenza, a quella
libertà che tanto amava e che la facevano sembrare tanto
felice
quando usava i suoi incantesimi.
D'un tratto un falco si affiancò
a loro, osservandoli
di soppiatto.
"Lina, sapresti volare più forte
di lui?" -
chiese Yonas.
La maga fece un sorriso furbo. "Puoi
scommetterci!
Tieniti forte Yonas!". Aumentò la velocità del
volo. Non
sarebbe andata piano, non avrebbe volato diversamente da come aveva
fatto tante volte in passato. Yonas voleva provare il vero brivido
che si prova in volo e glielo avrebbe dato. Non avrebbe avuto, forse,
altre occasioni. Volò forte, lasciando il falco a parecchie
leghe di
distanza da loro. Sorvolarono il bosco, sfiorarono le montagne,
toccarono le nuvole bianche e infine, dopo molte decine di minuti,
Lina tornò indietro, atterrando in una piccola radura fra
gli
alberi. Scese a terra, aiutando Yonas a sedersi. "Sono stanca e
questo è un buon posto per riposarci!" - disse
semplicemente,
sedendosi accanto a lui e aiutandolo a stendersi e facendogli
appoggiare poi la testa sulle sue gambe. Prese ad accarezzargli
dolcemente i riccioli neri, godendo di ogni secondo con lui. Si
sentiva serena, a dispetto di tutto! Quasi che anche lei, come Yonas,
non aspettasse altro che quel volo, che quella sensazione di
libertà...
"Credevo mi avresti riportato a casa...".
Lina sorrise. "No, niente casa!
Quì è perfetto
dopo aver volato, non trovi?".
Yonas si guardò intorno e lo
riconobbe. Quel posto,
quella radura. Era lì che l'aveva conosciuta, era
lì che si erano
scoperti innamorati, era lì che era cominciato tutto...
"Perfetto...
Nessun posto è bello come questo, per me".
"Anche io amo questo posto. E amo te!" -
mormorò Lina.
Yonas le prese la mano. "Me lo sono sempre
chiesto
sai? Come può una come te, essersi innamorata di uno come
me... Non
me l'hai mai detto sai?".
Lina lo strinse a se, baciandolo sulla
fronte. "Mi
hai dato la pace, la serenità! Quando ti ho conosciuto,
credevo che
nessuno ci sarebbe riuscito... Non avevo più ne certezze ne
fiducia
in me stessa! Mi hai aiutata senza chiedere nulla in cambio, mi hai
amata davvero come non credevo che qualcuno avrebbe mai fatto e mi
hai fatta crescere e diventare una persona migliore di quello che ero
quando sono arrivata quì".
"Ma la vita che hai vissuto con me, non
è la vita
che tu sognavi..." - ribatté Yonas a fatica. Si sentiva
mancare
il fiato...
"E' la vita che mi ha reso felice in questi
anni!"
- rispose lei, tranquilla. Era vero, con Yonas aveva vissuto una vita
che non credeva adatta a lei. Ma era stata felice lo stesso e il
merito era solo suo. "Tu mi hai dato tanto, mi hai fatto sentire
amata. E mi hai insegnato un sacco di cose Yonas...".
"Io... cosa ti avrei insegnato io, a parte
il
dialetto antico?" - commentò lui, divertito nonostante tutto.
Lina lo strinse a se. "Mi hai insegnato a
essere
paziente, a esprimere i miei sentimenti senza paura, a prendermi cura
di te... Mi hai insegnato che per essere grandi combattenti non
è
necessario usare armi o spade ma che basta il coraggio nella lotta,
in ogni lotta, per esserlo... Mi hai insegnato che anche se a un
certo punto..." - la sua voce si incrinò – "che se
a un
certo punto si depongono le armi, non ha importanza, non si
è vinti,
se si è combattuto come dei leoni... Si è eroi lo
stesso. Sei stato
forte Yonas, un vero e glorioso combattente! E io ho sbagliato, sono
stata egoista ad aver preteso da te che lo facessi per sempre, solo
perchè io lo desideravo...". Le lacrime presero a rigarle il
volto... Era ora, doveva farlo, digli quello che provava davvero,
digli che qualunque cosa fosse successa, sarebbe stata per sempre
fiera di lui... "Yonas, fa quello che devi, quello che ti
senti... A me andrà bene, lo giuro... L'unica cosa che
voglio è che
tu non soffra...".
Yonas sorrise. Il mondo attorno a lui
cominicava ad
offuscarsi, il respiro diventava sempre più affannoso... Ma
non
aveva paura, si sentiva sereno e pronto. "Lina, amarti è
stato
così bello, così facile... Volerti bene
è una cosa che viene così
naturale, sei un essere unico, è impossibile non innamorarsi
di
te... Sei bellissima quando usi la magia, i tuoi occhi brillano...
Sei bellissima sempre a dire il vero! Quando ridi, quando sei
arrabbiata, quando sei imbronciata, quando siamo insieme, quando ti
prendi cura di Aubree! Sei bellissima SEMRE! Promettimi che ovunque
andrai, quando volerai, penserai a me, di tanto in tanto... Volerai
molto in alto, ne sono certo! Io so che il mondo sentirà di
nuovo
parlare di Lina Inverse!".
"Te lo prometto!". Lina piangeva, in
silenzio.
"Penserò a te, ogni volta che volerò! Anche se a
dire il vero,
non voglio andare da nessuna parte ora...". Andare, dove? Doveva
essere forte ma davanti a se vedeva il baratro.
"Casa mia è casa tua, tutto cio
che è mio è tuo.
Sarà casa tua per sempre o finché lo vorrai! Ma
Lina, tu sei molto
più di quello che può offrirti Zephilia... Vola,
vola libera appena
potrai farlo...".
"D'accordo...". Lina chiuse gli occhi, poco
convinta. Era annientata! Ma voleva tranquillizzarlo, voleva che
fosse sereno, che pensasse che sarebbe stata bene... Calò il
silenzio, un silenzio tranquillo e dolce. Lina accarezzò i
suoi
capelli piano, a lungo, mentre una leggera brezza sfiorava i loro
corpi. Poi, dopo quelli che le erano semrbati parecchi minuti, lo
guardò. Sembrava dormisse sereno... I suoi occhi erano
chiusi e ogni
traccia di sofferenza pareva scomparsa dal suo viso... "Yonas?".
Non arrivò nessuna risposta. La
mano del giovane,
ancora stretta nella sua, lasciò la presa, cadendo
delicatamente sul
suo petto.
Credeva che avrebbe urlato, che avrebbe
pianto disperata
quando fosse successo... E invece, silenziose, le lacrime scendevano
sul suo viso, senza che lei dicesse alcunché. Non aveva
nemmeno la
forza di gridare il suo dolore. Era come se la sua anima, il suo
cuore si stessero rompendo in mille pezzi. Si accasciò
accanto a
lui, e strinse il viso del giovane fra le sue braccia. "Yonas...
buon viaggio amore mio... Ora potrai volare anche senza di me,
libero...". Lo strinse a se ancora più forte.
Pensò ai suoi
meravigliosi occhi verdi che non avrebbe più rivisto, al suo
sorriso, alla sua voce calda e gentile, all'amore che provava per
lei, per Aubree, alle mille cose vissute insieme. Tutto svanito in
quel sonno eterno nel quale era scivolato dolcemente. Era sola, di
nuovo. E il volto senza vita di Yonas sarebbe stato l'ultimo ricordo
che avrebbe serbato di lui...
...
La sabbia della spiaggia era gelida e i
brividi di
freddo le percorrevano tutto il corpo. "Lina, tirati su!" -
le intimò gentilmente Gourry.
Le lacrime le rigavano il viso, in quel
pianto
silenzioso tanto simile al pianto di quel giorno di parecchi mesi
prima. "Già, rovinerò l'abito di Alix se me ne
sto stesa nella
sabbia!".
Gourry si inginocchiò davanti a
lei, preoccupato. La
prese per la vita, costringendola a sedersi. "Alix non dirà
nulla. Ma mi stai facendo paura Lina! Che succede? Chi è
Yonas?".
Lina inspirò profondamente. Come
in un veloce flash,
tutta la sua storia con Yonas, le fasi salienti, erano sfilate
velocemente nella sua mente come non aveva mai permesso al suo
cervello di fare, dalla sua morte. "Gourry, io non ce la faccio!
Non riesco a fare nulla, mi sento come se fossi... morta!".
L'espressione di Gourry si fece ancora
più preoccupata.
Non aveva mai visto Lina così a pezzi, a terra. Aveva paura,
paura
per lei... "Lina, dimmi cosa c'è..." - implorò,
di
nuovo...
Lina strinse della sabbia nel pugno della
mano. "Lui...
lui si chiamava Yonas e aveva degli splendidi occhi verdi, come
questo mare alle prime luci dell'alba.
Io lo amavo...
E lui è morto...".
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Capitolo 12 *** Saper ricominciare ***
So
che dovevo scrivere prima il capitolo dell'altra mia fanfiction, ma
questa parte era concatenata al capitolo precedente e volevo che gli
aggiornamenti fossero vicini. Ho amato molto scrivere queste righe e
spero vi piacciano!
Come
sempre, grazie a chi leggerà e grazie a chi mi segue, sia
con le
recensioni che in silenzio. A prestissimo!
Saper
ricominciare
C'era qualcosa che gli faceva male e non
era quel
racconto frammentato, interrotto da lacrime silenziose che Lina gli
aveva fatto. Non era nemmeno la consapevolezza che lei, la sua Lina,
avesse amato un'altra persona e che quell'altra persona avesse amato
lei a sua volta. No, non era questo che atterriva Gourry. Non c'era
gelosia in lui, non c'erano ne rancore ne rabbia per quanto si era
lasciato scivolare dalle mani più di sei anni prima, quando
aveva
piegato la testa davanti a suo padre.
Erano quelle lacrime su quel volto che
tanto amava che
lo ferivano più di mille lame. Da sempre per lui, veder
piangere
Lina era stata una vera e propria agonia. Non era capitato spesso che
succedesse in passato, ma quelle poche volte lo avevano scosso, quasi
provasse esso stesso il dolore che attraversava il corpo e la mente
della maga. L'aveva vista piangere di rabbia dopo che lui e Daryl si
erano presi a botte tre anni prima, aveva visto la delusione sul suo
volto quel giorno, la delusione per quello che lui era diventato.
Quelle lacrime lo avevano scosso, erano state la molla per aiutarlo a
ritirare su la testa, a cambiare rotta, a tornare ad essere fedele a
quello che era sempre stato il loro rapporto. Per far si che lei
tornasse a vedere in lui l'amico che era stato. Quelle lacrime di tre
anni prima erano state una cosa fra lui e lei, solo loro due!
Ma ora era diverso...
Quelle lacrime erano il risultato di
qualcosa che lui
non conosceva, gli erano estranee, così come il rapporto che
Lina
aveva avuto con l'uomo per il quale stava piangendo. Non era stata
troppo lunga, non si era soffermata molto sui particolari, mentre
parlava con lui di Yonas e della loro storia. In fondo Lina era
sempre stata così, restìa a parlare dei propri
sentimenti. Anche se
stavolta era diverso, lo sapeva che non erano ne timidezza ne
imbarazzo. Lo aveva avvertito, mentre lei parlava, il grande dolore e
l'immensa fatica che lei stava facendo nel confidargli cose tanto
private. Gli stava raccontando qualcosa di cui non voleva parlare,
che voleva rimuovere dalla sua testa con tutte le forze. Se c'era una
cosa che Gourry sapeva fare, era leggerle nella mente. Dalle parole
di Lina aveva capito solo che aveva amato un uomo che poi era morto
di malattia. Ma era dal suo volto, dalle sue lacrime che aveva
capito davvero quanto quel rapporto potesse essere stato forte ed
importante per lei... Senza che Lina avesse avuto bisogno di dirlo!
Ora capiva. Cosa l'aveva fatta maturare
tanto in fretta,
cos'era quel dolore che ogni tanto le trapassava il viso, cos'era
quella rabbia che certe volte le esplodeva dentro, ferendo chiunque
si trovasse nei paraggi. Lina era annientata! E soprattutto,
arrabbiata! Col mondo, col destino, con quella malattia che si era
portata via l'uomo che aveva amato, forse anche con se stessa. Non
aveva importanza in fondo, con chi lei ce l'avesse davvero! Era
arrabbiata come non lo era mai stata in vita sua, di una rabbia che
pareva corroderla dentro, svuotandola di tutte le energie. Era
preoccupato... Aveva capito da subito che qualcosa non andava in lei,
ma mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Lui, seppur in
maniera diversa, ci era passato tre anni prima. Mai avrebbe voluto
che Lina vivesse un'esperienza simile, sapeva quanto facesse male
veder morire qualcuno che ha fatto parte di te, vederlo andarsene
senza avere voce in capitolo per salvarlo...
La guardò. I suoi occhi erano
gonfi e la sua
espressione infinitamente stanca. Nemmeno quando aveva lanciato il
Giga Slave le era sembrata tanto stravolta... Stava lì,
seduta su
quella sabbia fredda, le gambe piegate, il viso appoggiato sopra le
ginocchia e lo sguardo perso nel vuoto del mare davanti a loro.
"Ora sai tutto, Gourry..." - disse infine,
facendolo sussultare, dopo infiniti minuti di silenzio.
Lo spadaccino la fissò, incerto
su cosa dire. "Si,
ora so tutto..." - rispose infine, in un soffio.
"Sei arrabbiato?".
A quella domanda, Gourry
spalancò gli occhi.
Arrabbiato? E perchè mai avrebbe dovuto esserlo? "Sono
preoccupato, non arrabbiato!" - rispose, in tono dolce.
Lina si voltò verso di lui,
incerta. In realtà, non
sapeva bene come raffrontarsi a lui, ora. Non aveva parlato mai con
nessuno di Yonas e alla fine aveva scelto il confidente più
difficile con cui rapportarsi. Gourry era una persona di cui gli
importava, che adorava e forse l'unica di cui gli interessasse il
parere che aveva di lei. Non era facile, non lo era per niente! Era
una situazione nuova per loro e lei non aveva la forza per
affrontarla. "Sei preoccupato?" - balbettò, osservandolo
in viso.
Gourry annuì. "E'
così inusuale vederti
piangere...".
Lina, con la mano, si asciugò le
lacrime che le
rigavano le guancie. "Si, forse non dovrei farlo. Piangere non
serve a niente, se non a farti sembrare patetica!".
La mano di Gourry raggiunse la sua guancia,
accarezzandola piano. "Non è vero, piangere serve per tirar
fuori tutto quello che ci fa soffrire, per alleggerirci dal male che
ci portiamo dentro. Non sei patetica, sei solo umana e soffri, come
tutti".
A dispetto di tutto, Lina sorrise. Il tono
di Gourry era
dolce, riusciva a scaldarle il cuore... "Beh, però resta il
fatto che io ho sempre odiato i piagnistei".
Anche lo spadaccino sorrise. "Lo so! Ma in
questo
caso, piangere ti farà bene Lina! Anche se, se devo essere
onesto,
credo che tu ora stia piangendo per i motivi sbagliati...".
"Cosa?".
Gourry si avvicinò, sedendosi
accanto a lei. "Tu...
Io ti conosco come le mie tasche Lina! Stai piangendo perchè
sei
arrabbiata ora! Verso tutto e tutti, probabilmente. E questo va bene
in un certo senso ma... Starai meglio solo quando piangerai per lui
perchè non c'è più. Tu non stai
piangendo per Yonas ora ma perchè
TU lo hai perso! Quando invece piangerai per la sua morte, per il
dolore dato dalla sua assenza allora vorrà dire che sarai
pronta a
lasciarlo andare davvero. Ecco, quando succederà, le lacrime
ti
sembreranno bruciare come fuoco, ti sembrerà che il cuore ti
si
spezzi, starai male come non mai. Quello sarà il momento in
cui gli
dirai addio... Farà male, malissimo Lina! Ma poi ti sentirai
più
leggera e troverai in te la forza per ricominciare! Da lì
rinizierà
la salita!".
Lina rimase per un attimo in silenzio,
colpita da quelle
parole. Gourry sembrava conoscerla tanto bene, tanto profondamente da
capire tante cose di lei e Yonas che nemmeno gli aveva raccontato. E
quello che aveva detto... Era arrabbiata, non se n'era mai davvero
accorta! E mai si era chiesta il significato delle sue lacrime. Aveva
sempre pensato che le lacrime fossero semplicemente... lacrime!
Punto! C'era una saggezza infinita nelle parole pacate di Gourry e
sapeva il perchè, sapeva che aveva affrontato lo stesso
inferno solo
poco tempo prima di lei. E l'aveva fatto da solo, senza nessun
appiglio. Solo con le sue colpe, il suo dolore e le sue paure. Gli
sorrise. "Come sei confortante!" - commentò, ironica.
Gourry alzò le spalle. "Beh, ti
ho detto la
verità! Tu odi quando ti raccontano frottole! Non posso
dirti che
sarà facile perchè sarebbe una palese bugia.
Sarà dura, questa è
la semplice verità".
La maga fissò il suo viso.
L'espressione di Gourry era
tranquilla, serena, pacata. Eppure c'era sempre quell'ombra nei suoi
occhi, quell'alone di tristezza di cui si era accorta prima di tutti
Alix. Gourry era così bravo a starle accanto, a
confortarla... Lei
invece non era riuscita a vedere più in la del suo naso, a
percepire
che forse anche lui aveva bisogno di aiuto. Era sempre stata
un'egoista dopo tutto, lo aveva sempre saputo. Mentre Gourry le stava
accanto sempre, senza chiederle nulla, senza pretendere
alcunché. Si
sporse verso di lui e lo abbracciò, affondando il viso
contro il suo
petto. "Gourry... Grazie!".
"Di cosa?" - sussurrò lui,
stringendola a se.
"Di tutto! Di essere quì, di
essere così, di non
giudicarmi, di non arrabbiarti!".
Gourry le sollevò il mento,
guardandola serio negli
occhi. "Lina, ma perchè hai tanta paura che io mi possa
arrabbiare con te?".
La maga si morse il labbro, mentre i
ricordi di quanto
successo con lui tre anni prima le passavano davanti agli occhi.
"Perchè... eri così arrabbiato quando sono stata
con Daryl.
Non eravamo più noi, non riuscivo più a trovare
in te l'amico e il
compagno che eri stato. Mi sfuggivi. Non ti capivo, non ci
capivamo!".
Gourry sospirò. Ora era tutto
chiaro! "Beh, lo sai
perchè ero arrabbiato, vero? Ti sei buttata via, con Daryl.
Lui non
ti ha mai meritata! E ho sofferto da cani quando l'hai fatto! Anche
se era illogico, anche se c'era Madeline, io non facevo altro che
osservarti mentre buttavi via te stessa. Mi faceva male! Ma poi ho
capito che dovevo lasciarti fare, provare, magari anche sbagliare se
era questo che davvero volevi. Io non avevo più voce in
capitolo,
era la tua vita e io mi ero allontanato da te! E si, ero anche
geloso, tre anni fa ho dato il peggio di me, venendo meno a tutto
quello che era il nostro rapporto. E non smetterò mai di
chiederti
scusa per questo... Ma ora è diverso... Tu hai incontrato
qualcuno
che..." - deglutì, faceva un male cane dirlo –
"che...
ti ha amata davvero, che ti ha rispettata, che si è preso
cura di
te, che ha saputo renderti felice come... come non sono riuscito a
fare io... Lo sapevo che sarebbe successo, te l'avevo anche detto
quando ci siamo separati, tre anni fa. Eri a pezzi e vulnerabile, ne
siamo usciti tutti con le ossa rotte dalla morte di Maddy. E speravo
tu trovassi la pace e la serenità e qualcuno che sapesse
starti
vicino. Non sono arrabbiato, giuro! Sono triste per te, mi spiace...
Non avrei mai voluto che tu vivessi un dolore del genere. Ma sono
anche fiero di quello che sei diventata. Hai imparato ad amare senza
riserve, senza paura, sei stata accanto con pazienza a qualcuno che
aveva bisogno di te e non lo hai abbandonato fino alla fine. L'hai
amato, al di la di tutto, al di la della malattia, al di la di ogni
difficoltà. Non sei scappata e hai combattuto per lui, con
lui. Io
non lo conosco questo Yonas e mai lo conoscerò. Ma con lui
sei
diventata... grande... Una gran bella persona. E quindi lui merita il
mio rispetto, chiunque sia".
"Gourry...". Le sue parole sapevano
scaldarle
il cuore. Sapeva fidarsi così incondizionatamente di lei,
sapeva
farla sentire così bene, così in pace con se
stessa, nonostante
tutto... "Ti ringrazio ma io... non credo di meritarmi queste
parole. Yonas con me è vero, è stato favoloso. Ma
io non credo di
essere stata una buona compagna per lui".
"Lina, ma perchè?". Le mani di
Gourry le
sfiorarono le guancie, costringendola a guardarlo in viso.
Lina strinse i pugni delle mani, rabbiosa.
"Perchè
non l'ho salvato ed era l'unica cosa che volevo fare! Non ho saputo
ascoltarlo, non volevo nemmeno che nominasse quella dannata malattia.
Come se non esistesse... E lui aveva bisogno di parlarne, di sapere
cosa pensassi, di sapere che sarei riuscita ad andare avanti, che ero
preparata a tutto quello che ci aspettava! Ho ceduto solo alla fine,
quando non c'era più nulla per cui lottare. E' stato
doloroso ma
l'ho fatto per lui. Solo alla fine ho accettato quella malattia e il
fatto che me l'avrebbe portato via. Solo alla fine gli ho detto di
fare come credeva, di smettere di lottare, se soffriva tanto. Che lo
avrei amato lo stesso, anche se se ne fosse andato via, lontano da
me. Ma io non posso perdonare me stessa, ora! Ho sconfitto alcuni fra
i signori dei demoni più potenti e non sono riuscita a
salvare
l'uomo che amavo. Non sono poi così speciale come dici
tu...".
Gourry sospirò, accarezzandole
la guancia. "Lina...
Tu sei la persona più testarda che io abbia mai conosciuto,
giuro!
Combatti sempre, fino alla fine, anche nelle battaglie più
disperate
dove è quasi impossibile vincere. Ma di solito ci riesci
sempre! Ma
in questo caso è diverso... Non potevi salvarlo, era una
guerra che
non potevi vincere e lo hai sempre saputo anche tu. Anche se non ci
hai mai voluto pensare, anche se hai sempre rifiutato l'idea che
potesse succedere, dentro di te sapevi quale sarebbe stato l'epilogo!
Sei troppo intelligente per illuderti! Mi hai detto che lui ti amava
e io ti credo! E tu hai fatto per lui quello che si aspettava da te.
Non voleva un'infermiera o un medico, voleva passare il suo tempo con
te che eri la sua compagna. E tu l'hai fatto! Non voleva
null'altro... Non stava a te salvarlo, non potevi! Io non so che
malattia lui avesse ma da quello che mi hai detto, ne aveva
pienamente coscienza. Conosceva il suo problema e tu mi hai detto che
all'inizio voleva allontanarti proprio per evitare di complicarti la
vita. Quando ha scelto di farti restare, credo, lo ha fatto
unicamente per stare con te! Per nessun altro motivo... So che fa
male Lina, ma tu sei riuscita a fare con lui l'unica cosa che ti ha
sempre chiesto. L'hai amato! Devi esserne fiera e deve essere un buon
motivo di consolazione per te, ora!".
"Ma io volevo che lui vivesse... Non
è giusto che
sia morto, non è giusto e basta!".
Lo spadaccino abbassò lo
sguardo. Era difficile
consolarla, trovarle un appiglio che la facesse stare meglio.
Perchè
Lina era testarda e pareva vivere la morte di Yonas come un
fallimento personale. "Ascolta... Ne io ne te possiamo sapere
come la vivesse lui, come sia convivere giorno per giorno, anno dopo
anno, con una malattia grave. Però io so una cosa Lina! Per
quanto
la vita sia corta, ha senso se le si è dato un significato,
se la si
è vissuta intensamente fino alla fine! Tu hai dato un senso
alla sua
vita, con te è stato sereno e felice. Hai fatto il massimo
che
potevi fare, devi fartene una ragione. Io non so nulla di voi, a
parte le poche cose che mi hai raccontato però una cosa
credo di
averla capita. Non avete avuto molto tempo a disposizione, entrambi
sapevate che sarebbe potuta finire da un momento all'altro. E avete
vissuto intensamente ogni istante insieme, avete condensato in pochi
anni le emozioni di una vita intera. Per questo ora ti senti
così!
Ma guardala da un altro punto di vista Lina! Sei stata la sua ragione
di lotta e la sua ragione di vita!". Le cinse la vita,
costringendola a sedersi davanti a lui, fra le sue braccia. Gourry la
strinse a se e Lina non oppose resistenza, appoggiando il viso al suo
petto. "So che è difficile ma devi imparare a essere forte,
tu
lo sei! Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto!
Sai
arrivare molto lontano Lina, senza l'aiuto di nessuno! Non
dimenticarlo mai!".
La maga scosse la testa. "Io non sono forte
Gourry,
non più almeno. Mi basta molto poco per crollare, come
vedi...".
Gourry osservò il lasciapassare
che Lina teneva fra le
mani. Era da quando avevano incontrato nel pomeriggio quegli
amasciatori di Zephilia, che Lina era crollata. Non gli aveva ancora
detto chi fossero ma sospettava che c'entrassero qualcosa con Yonas.
"Lina, chi erano le persone da cui sei andata a cena stasera?"
- chiese, in tono pacato.
Lina sorrise. Gourry a quanto pareva aveva
centrato il
problema... "I genitori di Yonas... Sono ambasciatori di
Zephilia e si sono trasferiti quì dopo la morte del figlio.
Lui è
un uomo di massima fiducia del nostro re, per questo a Ihurun. Non
credevo di rincontrarli, è stata una... sgradita...
sorpresa...
Quando son partiti, non mi avevano comunicato il luogo in cui
sarebbero stati mandati!".
Gourry annuì. Ora capiva!
Vederli doveva aver riaperto
tutte le vecchie ferite che Lina, pur con fatica, era riuscita a
rimarginare durante il viaggio. Poi improvvisamente
sussultò,
ricordandosi di un piccolo particolare. Le prese il mento con la
mano, costringendola a guardarlo in viso. "Lina... ti prego,
dimmi una cosa! La bambina che era con loro... Tu e lei... non avete
legami di sangue in nessun modo, vero?". Era una cosa che gli
era balenata in testa, all'improvviso. In effetti si era anche
stupito di quanto lei sembrasse affezionata a quella bambina e di
come sapesse rapportarsi a lei senza difficoltà, quando le
aveva
viste insieme nel pomeriggio.
Lina lo fissò stranita per un
attimo, poi capì. "Non
è mia figlia, se è questo che stai pensando! Si
chiama Aubree ed è
la loro figlia adottiva. E' stato Yonas a portargliela, l'anno
scorso. L'avevamo incontrata per caso in un istituto per orfani e lui
ha deciso di prenderla per i suoi genitori. Voleva che avessero un
figlio dopo la sua morte, che non fossero soli...". I pugni di
Lina si strinsero rabbiosamente, a quel ricordo. "Io ero
contraria, ero furiosa con lui quel giorno. Mi sembrava una scelta
assurda! Ma Yonas aveva una testa tremendamente dura e l'ha avuta
vinta lui!".
Gourry alzò un sopracciglio.
"L'ha avuta vinta su
di te? Ammirevole...".
Lina lo guardò storto. "Idiota!
Non è che potessi
troppo metterci becco nei suoi affari di famiglia. Erano i suoi
genitori e se li gestiva lui. Io non volevo saperne niente,
perchè a
me, per inciso, non sono mai piaciuti. Non ci sono mai andata
d'accordo e meno li avevo intorno e meglio era! La cena di prima mi
è
andata di traverso, con loro, se devo essere onesta. Sono stati
genitori assenti e disastrosi per Yonas e onestamente ho seri dubbi
che possano crescere Aubree nel migliore dei modi. Anche se devo
ammetterlo, Margareth si sta impegnando, ci sta provando... Quando
l'abbiamo presa, Aubree è stata praticamente sempre a casa
nostra,
me ne sono occupata io e solo io i primi mesi. Loro non c'erano mai e
Yonas da solo, ad occuparsi di lei, era un disastro! Non era molto
bravo a gestire le cose pratiche della vita, aveva sempre avuto
qualcuno che le aveva fatte per lui. Io di Aubree conoscevo ogni
espressione, il motivo di ogni pianto, ogni sua richiesta, solo da
uno sguardo! Quando Yonas è morto, Aubree è stata
l'unica ragione
che mi spingesse ad alzarmi dal letto la mattina. Me ne prendevo cura
in suo ricordo, perchè sapevo che lui la adorava e i suoi
genitori
erano troppo fuori di se per occuparsene, in quei giorni. E
perchè
la adoravo, nonostante all'inizio fossi contraria al suo arrivo. Poi
li ha chiamati il nostro sovrano, gli ha proposto questo viaggio.
E... sono partiti, se la sono portata via...". Lina si
fermò.
Il groppo che le stringeva la gola stava diventando opprimente...
Gourry chiuse gli occhi e la strinse ancora
di più a
se. Lina aveva sofferto, passato l'inferno. Aveva amato un uomo che
non aveva potuto salvare dalla morte e poi gli avevano portato via
una bambina verso la quale provava un affetto profondo. Non era
giusto! Avrebbe voluto proteggerla, salvarla da tutto questo...
Lina si strinse a lui, affondando il viso
nel suo collo.
"Gourry, io non ce la faccio a proseguire... Non ne ho la forza,
non riesco a fare niente! Non sarei dovuta partire, sarei dovuta
rimanere dov'ero! Voglio tornare a casa, mettermi sotto le coperte e
non fare niente! Io non ci riesco, sono completamente inutile in
questo viaggio!".
"E invece rimarrai perchè
è questo di cui hai
bisogno! Io sono partito solo perchè tu me l'hai chiesto e
ora
questo dannato viaggio lo faremo insieme, capito? Non sei una che si
arrende e te ne pentiresti, se tornassi indietro. E io ti
impedirò
di farlo! Anche perchè se no, avrei sopportato giorni e
giorni di
mal di mare per niente!".
Il tono di voce di Gourry era serio e non
ammetteva
repliche, Lina deglutì lentamente davanti alla
determinazione di
lui. "Ne va del mio amor proprio, se rimango! Sono solo l'ombra
di quello che ero una volta!".
"Beh" – obiettò Gourry
– "Credo che
al tuo amor proprio non farebbe bene nemmeno una tua resa e un tuo
ritorno a casa, se devo essere onesto! Anzi...".
Lina sospirò, aveva dannatamente
ragione. Ma... "Non
credo di riuscirci Gourry..." - sussurrò, sprofondando il
viso
nel suo collo e piangendo silenziose lacrime.
Gourry sussultò. Piangeva,
ancora. E questo riusciva a
sconvolgerlo ogni volta. Le sfiorò i lunghi capelli rossi,
accarezzandoli piano. "E allora appoggiati a me, ogni volta che
ti sentirai di non farcela. Con me non devi fingere, con me
è più
semplice perchè ora so tutto e soprattutto,
perchè nessuno ti
conosce come me! Sono tuo amico, puoi contare su di me ogni volta che
ne avrai bisogno. Finché non ritroverai la forza per andare
avanti
da sola, vieni da me e io sarò li per te! Non sei sola Lina
e tu ce
la puoi fare! Io lo so e tu lo sai, ne sono certo!".
Lina si morse il labbro. "Non è
giusto che tu lo
faccia Gourry. Perchè so che per te è difficile e
perchè io... in
fondo non credo nemmeno di meritarmelo...".
"Perchè?".
Le mani di Lina strinsero la sua maglia.
"Perchè...
sono una maledetta egoista, perchè ti ho ferito
intenzionalmente
oggi pomeriggio e perchè... perchè non siamo
bambini e io so
benissimo cosa ci ha uniti in passato e quanto questa situazione ti
stia ferendo! Siamo sinceri, tu mi stai offrendo tanto, a costo di
farti male. E io non lo merito!".
"Oh Lina...". Gourry spalancò
gli occhi,
sorpreso dalle parole di Lina. C'era saggezza in lei, nel saper
ammettere i suoi sbagli e i propri sentimenti... Era cresciuta,
molto! "Ti ho detto che non fa niente, non sono arrabbiato per
oggi pomeriggio! Capita di discutere dopo tutto! In fondo una volta
ti arrabbiavi spesso con me, quando non capivo o non seguivo i tuoi
discorsi" – disse, in tono forzatamente leggero.
Lina si morse il labbro e alzò
il viso,
fronteggiandolo. "Gourry, io non sto scherzando! Sai benissimo
che le cose non sono così semplici e che non è
come una volta. Oggi
con te, ho dato il peggio di me! E tu eri l'ultima persona al mondo
che meritavi di essere trattata così. Vuoi la
verità? Volevo
allontanarti, volevo che sparissi, volevo stare sola! E ti ho ferito
di proposito, parlandoti di Madeline in quel modo, perchè
sapevo che
ti avrei fatto del male. Odiami ora, ti giuro che mi farebbe sentire
meglio!".
"Non posso e non voglio odiarti, Lina.
Anche se si,
mi hai ferito, se vogliamo essere sinceri del tutto. E sai
perchè è
successo?".
"No".
Gourry sospirò.
"Perchè mi conosci dannatamente
bene. Come io conosco te! Sappiamo come sostenerci e sappiamo come
farci del male a vicenda perchè entrambi siamo come libri
aperti
l'uno per l'altra. Comunque alla fine, hai detto cose che
corrispondono a verità, quindi non ho nulla da
recriminare...
Madeline è morta e io sono stato un pessimo marito. E' la
verità e
non c'è altro da dire!".
A quelle parole, Lina scosse la testa e
allungò una
mano ad accarezzargli il viso. In quel momento, benché
stesse da
cani, sentiva che doveva trovare la forza necessaria per prendersi
cura di lui... "Gourry, scusami! Davvero, mi dispiace!".
Lo spadaccino le sorrise dolcemente,
prendendo la mano
di Lina che riposava sulla sua guancia e portandosela alle labbra per
baciarla. "Non è successo nulla di grave dai, è
passata. Solo
ti prego, non parlare più di Madeline se ti riesce, in
futuro. Mi fa
ancora abbastanza male ricordarla...".
Lina lo fissò negli occhi,
pensierosa e seria. Anche se
Gourry non voleva parlarne, forse era il caso di affrontare quel
problema a cui pensava da quando aveva parlato con Alix durante il
loro viaggio in nave. "Gourry, io sono preoccupata per te!".
Lo spadaccino si accigliò.
"Perchè?".
"Perchè alcune delle cose che mi
hai detto non mi
sono piaciute. L'hai detto prima, noi ci conosciamo bene e ci
è
difficile nasconderci qualcosa a vicenda. Ma la verità
è che mi
sembri triste e...".
Gourry sorrise, interrompendola. "Scusa se
te lo
faccio notare, ma quello preoccupato per te dovrei essere io! Sei tu
che fino a pochi minuti fa te ne sei stata stesa nella sabbia a
piangere, non certo io!".
Il tono di voce di Gourry era forzatamente
leggero, se
ne accorse subito. "Gourry, sono dannatamente seria! Potresti
riuscire a esserlo anche tu, per cinque minuti?".
Lo spadaccino sospirò. Ok, non
sarebbe riuscito ad
alleggerire il tono del discorso, benché desiderasse
ardentemente
farlo. Lina lo stava mettendo seriamente in difficoltà.
"D'accordo!
Cosa c'è che ti preoccupa, di me?".
Lina alzò lo sguardo, fissandolo
dritto negli occhi.
"Non mi piace quando dici che hai deciso di stare da solo per
sempre perchè pensi di non essere in grado di rendere felice
nessuno. Perchè non è vero! Non mi piace vedere
che continui ad
auto punirti per la morte di Madeline. E ora ascoltami bene e
rispondi a questa domanda: ti fidi di me, come maga?".
"Certo!".
La mano di Lina scese ed
intrecciò quella di Gourry,
stringendola nella sua. "E allora ascoltami! Lei sarebbe morta
comunque! Se anche tu fossi stato un marito perfetto, se anche tu le
avessi dato tutto l'amore e le attenzioni del mondo, se anche tu
fossi stato più attento, Madeline prima o poi avrebbe ceduto
al suo
passato e alla forza sopita in lei. Era nata per questo e non avrebbe
trovato pace in alcun altro modo! Quando ci siamo separati, tre anni
fa, io, fra una cosa e l'altra, a Zephilia ho studiato l'antica
storia degli Ossyani. Volevo capire, studiare, venirne a capo. Beh,
ho scoperto che non c'era nulla da fare per lei. Tu non potevi
salvarla e lei non voleva essere salvata! Mettiti il cuore in pace
Gourry, smettila di tormentarti!".
Lo spadaccino scosse la testa. "Avrei
comunque
dovuto impegnarmi per essere un marito migliore. Lei ci ha provato a
far funzionare il nostro matrimonio, io no! E avrei dovuto farlo dal
primo momento in cui mi sono piegato a mio padre e a quel matrimonio
imposto!".
Lina sospirò. "Non si
può amare a comando,
Gourry! Se la fiamma non c'è, non c'è! E non puoi
farci niente!
Potevate essere buoni amici tu e lei, ma nulla più. Il
vostro
matrimonio sarebbe stato comunque vuoto, ci sarebbe stato l'affetto
ma non amore ne passione. E senza quelli, non si va da nessuna parte!
Lo so che lo sai ma per qualche dannato motivo tu invece ti ostini a
volerti incolpare di tutto. Sei stato un buon marito nonostante
tutto, e lei lo sapeva, te lo assicuro. E credo proprio che non
vorrebbe vederti così, ora! E adesso, visto che me l'hai
chiesto,
basta parlare di lei! Ma ti prego, pensa a quello che ti ho appena
detto!".
Gourry non rispose nulla. Si
limitò a cingerle la vita
con le braccia e a stringerla a se. Il calore di Lina, la dolcezza
della sua voce e delle sue parole riuscivano a scaldargli il cuore, a
farlo sentire meno solo. Sapeva, si fidava di Lina e delle sue
conoscenze e sapeva che non gli aveva mentito per farlo sentire
meglio. Sapeva che, se Lina diceva che non c'era nulla da fare per
Madeline, probabilmente era vero. Ma il suo era un altro problema.
Prima di Yoshy, prima della maledizione, lui comunque non si era
preso cura della donna che aveva sposato. Questa era la
verità! "Va
bene, ci penserò!" - disse poco convinto, per chiudere il
discorso. Si sentiva a disagio ora, anche se quanto meno, parlare di
lui aveva distolto momentaneamente Lina dal ricordo di Yonas. La
strinse a se più forte e la maga non obbiettò,
appoggiando la testa
sulla sua spalla. "Se qualcuno passasse di quì ora Lina,
penserebbe che siamo una coppia, temo..." - le sussurrò
all'orecchio.
"Già, lo so...". Lina
deglutì. "Lo
saremmo stati sai? Saremmo stati una bella coppia se avessimo avuto
la forza di vivere i nostri sentimenti e di mandare al diavolo tuo
padre. Ce la siamo giocata male ma io so che con te, sarei stata la
più felice fra le donne. Lo ricordo, sai? Ricordo ogni cosa
di me e
te, di quello che è successo fra noi tre anni fa. Anche per
questo
non volevo parlarti di Yonas, perchè sapevo che ne avresti
sofferto.
Perchè per quanto ci possiamo sforzare, io e te avremo
sempre un
rapporto che andrà oltre l'amicizia. Ma abbiamo perso il
nostro
attimo, sei anni fa e non si può tornare indietro!".
"Lina...".
La maga scosse la testa. "Non dire niente!
Noi lo
sappiamo bene cosa ci ha uniti quella notte e cosa abbiamo provato e
questo deve bastarci. E' stato un errore fra noi in quel momento ma
è
stato bello e intenso lo stesso. Era il nostro sogno, giusto? E'
inutile nasconderselo, ora! Non ho mai dimenticato cosa siamo stati
io e te, nemmeno quando vivevo a Zephilia con Yonas. Sono stata
felice di rivederti! Quando ci siamo rincontrati a Seyruun
però era
difficile per me parlarti della mia vita e ti ho detto una mezza
bugia. Non era vero che dovevo partire perchè non avevo
soldi, io
sentivo di dover partire perchè avevo bisogno di una scossa,
di
tirarmi su dall'apatia che mi aveva presa dopo la morte di Yonas e la
partenza di Aubree. Yonas mi aveva lasciato il castello e i suoi
averi, ma io non ho mai voluto usufruirne. Erano suoi e avrei
desiderato che li usasse lui. E poi non eravamo nemmeno sposati in
fondo. Non è stato facile partire, te lo assicuro! Non
viaggiavo da
anni, mi sentivo spaesata e persa, senza forze. Ma sentivo che avevo
bisogno di fare qualcosa che mi facesse sentire fiera di me stessa e
soprattutto, viva. Quando Jack mi ha scritto, non volevo accettare il
lavoro che mi aveva offerto e ti assicuro che prendere la decisione
di lasciare la casa di Yonas è stata sofferta. Lì
potevo chiedermi
dentro, lasciare fuori tutto il resto del mondo, immergermi nei
ricordi, piangere e cullarmi nel mio dolore. Fuori da quella casa
sarei stata sola e spersa nel mondo e per la prima volta in vita mia
mi pesava, mi spaventava! Incontrarti a Seyruun è stato il
miglior
colpo di fortuna che mi sia capitato da anni".
"Cosa ti ha spinta a prendere la decisione
di
partire?".
A quella domanda, Lina sorrise. "E' stata
Lotte, la
domestica mia e di Yonas... Lei è stata la nostra salvezza,
la MIA
salvezza!". I suoi ricordi si spostarono a qualche mese prima,
in un assolato pomeriggio di primavera.
"Lina,
sono ore che sei stesa su questa amaca, con quella lettera sul viso.
Stai riflettendo su qualcosa o stai solo facendo finta?" -
chiese Lotte, divertita.
Lina
alzò il foglio che teneva appoggiato sulla faccia. "A dire
il
vero non sto nemmeno facendo finta! Mi sto riparando dal sole, tutto
quì!".
Lotte
si avvicinò, cercando di salire essa stessa sull'amaca. "Oh
Lina, sai che io non capirò mai come facciate tu, Yonas e
Aubree a
trovare confortevole questo aggeggio infernale! Sembra di essere in
alto mare!" - disse, sedendosi a fatica accanto a lei.
Lina
sorrise. "Yonas la trovava rilassante! E anche io e Aubree
quì
sopra, ci siamo fatte delle gran dormite!".
Lotte
scosse la testa. "E allora Lina, cos'è quella lettera? Chi
te
la manda?".
La
maga sbuffò. "Boh, un tipo strano che probabilmente
è semi
analfabeta. Un pirata credo, un tal Jack Sparrow!".
"E
cosa vuole da te un pirata?".
Lina
alzò le spalle. "Offrirmi una specie di lavoro nei mari del
sud. Una richiesta di collaborazione, in pratica".
"Accetterai?".
Lina
scosse la testa. "No, non credo! Sembra un tipo sospetto da quel
che scrive, e io non ho nessuna voglia di partire e di cacciarmi nei
guai. A dire il vero, non ho voglia di fare niente, per dirla
tutta!".
Lotte
le sorrise, dolcemente. "Beh, credo che questo tipo di offerte
di lavoro, sia stato all'ordine del giorno per te una volta! Io
accetterei se fossi in te, ti farebbe bene cambiare aria!".
"Mi
stai cacciando, Lotte?" - chiese Lina, divertita.
La
donna scosse la testa. "No, non ti sto cacciando! A me fa
piacere averti quì, mi fai compagnia! Ma sei giovane, hai
una vita
davanti e non puoi passarla nell'apatia. Yonas è morto ormai
da
oltre sei mesi, è ora che cominci a tirarti su, a
ricominciare a
vivere. Parti, questa casa non scomparirà! E quando vorrai
tornare,
sarà quì ad aspettarti! E' giusto così
Lina, ascolta i consigli di
una donna anziana! Se Yonas fosse quì ora, ti direbbe la
stessa
cosa!".
Lina
sospirò. "Beh, ci penserò...". Poi sorrise.
"Lotte,
io non so proprio che farei, senza di te!".
Lotte
ridacchiò. "Oh, io lo so invece! Ridurresti a un enorme
macello
questa casa, sei terribilmente disordinata e passo ore a sistemare le
tue cose! Parti, così mi riposerò un
pò anch'io!".
Gourry rise. "Sembra una brava persona!".
Lina ricambiò il sorriso. "Lo
è! E' stata una
madre per Yonas e ha voluto bene a me allo stesso modo!".
Gourry le strizzò l'occhio.
"Ecco, vedi perchè
non devi gettare la spugna? Anche per lei, per non deluderla! Hai
avuto accanto persone che ti hanno voluto bene, continua questo
viaggio anche per loro, perchè siano fieri di te!".
"Davvero mi aiuterai, se non dovessi
farcela?".
Gourry annuì. "Certo, te lo
prometto!".
Lina sospirò, stringendo a se il
ciondolo che portava
al collo. "Essere fieri di me... Credi che Yonas lo sarebbe,
ora?".
Gourry scosse la testa. "Beh, se ti vedesse
piangere sulla spiaggia, no!".
Lina lo guardò storto. "Da
quando sei diventato
così dannatamente diretto?".
Gourry sorrise. Allungò la mano,
prendendo fra le dita
il ciondolo che Lina teneva al collo. Lo osservò
attentamente.
"Questo te l'ha regalato lui?".
"Si!".
Lo spadaccino fece scivolare il gioiello
fra sue dita,
catturato dai riflessi rossi del diamante incastonato in esso.
"Doveva amarti davvero molto".
"Beh... lo capisci da un semplice
ciondolo?".
Si, insomma, lei sapeva cosa c'era dietro quel gioiello ma Gourry
come poteva...?
Gourry scosse la testa. "Non è
un semplice
ciondolo, se lo osservi bene! Da questo gioiello capisco più
cose di
lui di quelle che mi hai raccontato tu a voce!".
Lina spalancò gli occhi,
fissando il ciondolo
incuriosita. "Cioè?".
Gourry sorrise. "Capisco che era un buon
osservatore e che sapeva riconoscere le cose belle che ci sono in te.
Questo ciondolo ha i riflessi dei tuoi capelli, è identico
al loro
colore! Non te l'ha regalato per impressionarti o per lusingarti, te
l'ha regalato per farti capire quanto ti amasse, quanto amasse tutto
di te! Era una brava persona e io..." - chiuse gli occhi, era
difficile ammetterlo – "Sono contento che tu l'abbia
incontrato! Contento per te e per lui!". Già, Yonas era
stato
bravo, Yonas era stato capace di amarla davvero. Yonas era riuscito
dove lui aveva fallito.
Lina osservò il ciondolo,
guardandolo con occhi nuovi.
Il colore dei suoi capelli... Yonas lo aveva adorato... E Gourry come
sempre, aveva saputo guardare più in la di lei, entrando in
sintonia
coi pensieri di una persona che nemmeno aveva conosciuto. Gli piaceva
quello che lui aveva appena detto, la faceva sentire meglio.
"Già!
Peccato per l'epilogo, però!".
Gourry alzò la mano ad
accarezzarle la guancia.
"Ascolta Lina, tu gli sei stata accanto fino alla fine. E per
quanto lui abbia sofferto, per quanto lui sia stato fortunato, ha
avuto vicino delle persone che lo amavano e che tenevano a lui.
Persone che lo amano ancora e lo compiangono. Non è morto da
solo ma
con te accanto! Tante persone non avranno la sua stessa fortuna.
Guarda me, io sono solo da sempre, da quando sono nato! Ho avuto
vicino davvero solo te e poi ti ho persa! E oggi a nessuno importa
della mia vita. Io morirò solo, un giorno! E nessuno
piangerà per
me".
A quelle parole, Lina alzò il
viso di scatto, ferita.
Quella frase aveva avuto l'effetto di uno schiaffo. Provò la voglia
picchiarlo! E anche l'istinto di abbracciarlo, di stringerlo a se e
di non lasciarlo mai. Come poteva essere che una persona dolce e
buona come Gourry si sentisse tanto sola, triste e che pensasse che a
nessuno importava di lui? La vita di Gourry doveva essere davvero
solitaria e vuota e non era giusto! Lui era buono e sensibile,
meritava il meglio, quel meglio che nessuno era mai riuscito a
regalargli. "Cervello di medusa, finiscila! E ricorda una cosa:
io anni fa per salvare te ho lanciato il Giga Slave! Potevo
distruggere il mondo e non me ne è fregato nulla, volevo
solo
riaverti accanto a me! E quindi ora non penserai alla tua morte per
almeno mille anni, lo devi a me e al mondo intero! Non azzartarti
nemmeno a pensare di morire! E a credere che nessuno soffrirebbe per
te!". Lo abbracciò, sprofondando il viso nel suo petto. "Io
sarei persa se tu non esistessi più, capito?! Non dire MAI
più una
frase del genere in mia presenza perchè mi fai del male. E
non ne ho
bisogno, in questo momento!".
Gourry le accarezzò i capelli,
piano. Non credeva di
ferirla, con quella confessione. Era strano avere la consapevolezza
che a lei interessasse ancora la sua vita. Averla vicina, fra le sue
braccia, lo faceva sentire vivo. Nonostante Yonas, nonostante tutto,
sapevano stare bene come una volta, insieme. "Scusa, non volevo
farti del male!". La guardò e si accorse che piangeva.
"Lina?".
La maga scosse la testa. "E' colpa tua! Mi
fai
piangere come una scema!".
Gourry la abbracciò ancora
più forte. Si sentiva in
colpa... "Sai cosa faremo? Io sosterrò te e tu sosterrai me!
E
sapremo ricominciare a vivere con più ottimismo. Sei
d'accordo?".
Fra le sue braccia, col viso nascosto
contro il suo
petto, Lina sorrise. "Va bene, ci sto! Ma cerca di non
deprimerti più di me, perchè se no saremmo
persi!".
Gourry ridacchiò a quelle parole
e le accarezzò le
braccia strette intorno alla sua vita. Erano fredde. "Torniamo
alla locanda, stai gelando!".
"No, voglio stare quì! Sono
tanto stanca,
Gourry!".
Lo spadaccino scosse la testa. "Ti
ammalerai, fa
freddo ora. Ti ci porto io, in braccio, come una volta, se non hai
voglia di camminare!".
Lina sospirò. Non aveva la forza
di opporsi... "Come
vuoi... Però, mi fai un favore, prima di tornare?".
"Certo, dimmi!".
Lina si rabbuiò. "Non dire a
nessuno di Yonas. E
non dire a nessuno che ho pianto come una fontana, stasera! Per
favore...".
Gourry sorrise. In quella frase c'era tanto
della Lina
orgogliosa di un tempo. "Te lo prometto!". La strinse a se,
cullandola fra le braccia, in silenzio. La sentì rilassarsi
e poi
cadere in un sonno profondo. E finalmente tranquillo. Guardò
il suo
viso, quel viso che tanto amava. Sembrava così stanca,
stravolta.
Sarebbe stata una strada lunga ma ne era sicuro, lei ce l'avrebbe
fatta. Non conosceva nessuno forte quanto lei! Delicatamente si
alzò
in piedi, tenendola in braccio. E si avviò alla locanda in
silenzio,
in compagnia del rumore delle onde del mare e del chiarore della
luna. Si sentiva in pace con se stesso, stranamente, come non gli
succedeva da tantissimo tempo. Non sapeva se fossero le parole che si
erano scambiati o la vicinanza di lei. Stava semplicemente bene. La
guardò nuovamente, rapito. L'avrebbe sorretta ogni volta che
ne
avesse avuto bisogno, l'avrebbe aiutata e difesa da qualsiasi dolore
e pericolo, come sempre. Non poteva non amarla, non avrebbe mai
potuto smettere di farlo. In silenzio, l'avrebbe amata sempre!
Giunse alla locanda e incrociò
lo sguardo accigliato di
Daryl che stava seduto sulla veranda, pensieroso. Gourry prese il
lasciapassare dalle mani di Lina e glielo diede. "Eccovi il
vostro documento!".
Daryl osservò la maga,
addormentata. "Cos'ha?".
Lo sguardo di Gourry si indurì.
Voleva che le stessero
tutti lontani, per quella sera, voleva che la lasciassero in pace!
"Lasciala stare, è solo stanca!". E senza aggiungere altro
salì le scale ed entrò nella stanza di lei,
adagiandola dolcemente
sul letto. La coprì con una coperta, mentre lei si
rannicchiava sul
materasso, sfinita. "Dormi Lina, ti farà bene!" -
sussurrò, rapito dall'immagine della donna. La trovava
bellissima,
con quei lunghi capelli di fuoco che erano riusciti a stregare anche
Yonas. Lina in quel momento dormiva di un sonno profondo,
ristoratore, lontana da tutto quello che la faceva soffrire. Ed era
giusto così... E lui avrebbe vegliato su di lei...
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Capitolo 13 *** La pergamena ***
Settimana
scorsa vi ho fatto un regalo di Natale con l'aggiornamento dell'altra
mia fanfiction. Con questo aggiornamento vi faccio il regalo di
Capodanno. Buon 2015 a tutti! Grazie come sempre a chi mi segue, i
vostri commenti sono un grande stimolo per me, mentre scrivo. Come
sempre, mi farà piacere sapere cosa ne pensate di questo
nuovo
capitolo.
Auguri
ancora e al prossimo aggiornamento!
La
pergamena
Quando Lina riaprì gli occhi, il
sole era alto in cielo
e la luce inondava la sua stanza. Si guardò attorno confusa,
poi
realizzò che doveva essere stato Gourry a portarla a letto,
alla
locanda. L'ultima cosa che ricordava era di essersi addormentata in
spiaggia, in effetti... Già, fra le braccia di Gourry, dopo
aver
pianto per ore. Scosse la testa a quel pensiero. Non aveva mai amato
piangere e soprattutto non avrebbe mai voluto che qualcuno la vedesse
farlo, ma essersi sfogata con Gourry la faceva sentire più
leggera.
Sorrise... Si stiracchiò rilassata e poi si
sfregò le palpebre.
Doveva essere tardissimo e forse era il caso che si alzasse dal letto
e raggiungesse gli altri. Anche perché, aveva una fame
dell'accidenti! "Beh, buon segno..." - mormorò fra se e
se, tirandosi su dal materasso.
Si lavò e si vestì in
fretta, indossando una
canottiera bianca, leggera e attillata e dei pantaloncini corti.
Faceva un caldo tremendo! Poi si legò i capelli in una coda
di
cavallo e uscì, pronta ad addentare qualsiasi cosa di
commestibile
ci fosse nei paraggi. Aveva lo stomaco completamente vuoto, le pareva
di essere a digiuno da giorni!
Uscì nel breve corridoio che
separava le camere dalla
piccola scala in legno che portava al piano a terra, dove si
trovavano la cucina e la veranda sulla spiaggia. Non vedeva l'ora di
mangiare, lo stomaco le si contorceva in corpo, da quanto era
affamata! Ma i suoi piani furono interrotti miseramente.
"Ferma un attimo!" - mormorò
Daryl, arrivato
dalle scale e apparsole dal nulla davanti. L'uomo le bloccò
il
passaggio, appoggiando la mano sulla parete del corridoio.
Lina roteò gli occhi al cielo.
"Daryl ti avverto
che ho fame e che stai rischiando la vita! Fammi passare, per
favore!".
Per nulla intimorito, l'uomo le fece un
sorrisetto
furbo. "Dubito che troverai qualcosa in cucina, a quest'ora.
Sono le dieci passate, ormai avranno ritirato tutto dai tavoli. E ci
credo che hai fame, hai fatto la bella addormentata tutto ieri! Hai
dormito più di ventiquattr'ore, mi chiedo come tu abbia
fatto!".
Lina spalancò gli occhi. "Cosa?
Cioè, vuoi dire
che oggi non è il giorno successivo alla cena dagli
ambasciatori di
Zephilia ma che sono passati due giorni?". Era stupita! Ecco
perchè aveva tanta fame, erano più di trenta ore
che non metteva
qualcosa sotto i denti. Accidenti, doveva essere davvero stanca per
essersi addormentata a quel modo, non le era mai capitato di dormire
tanto a lungo. Comunque... "Beh, sia quel che sia, se permetti
andrei a cercarmi qualcosa da mangiare da qualche parte!".
Daryl scosse la testa. "Ti ho detto di
aspettare un
attimo, devo parlarti".
Lina sbuffò. "Daryl che diavolo
vuoi da me, a
quest'ora del mattino?".
L'uomo la fissò intensamente. Il
suo sguardo era serio
ed indagatore. "Cosa c'è che non va, Inverse?".
Lina si accigliò. "In che senso,
scusa?".
Daryl le si avvicinò di alcuni
passi, fronteggiandola.
"Oh beh, sei decisamente fuori fase, sotto tono rispetto ad una
volta. Non urli, non strepiti, non cerchi di comandare e ti lasci
guidare dalle decisioni di Jack Sparrow in tutto e per tutto. Non
è
da te! Tu ami dettar legge ed ami essere la protagonista della
storia".
Lina lo fissò, stranita. In
effetti aveva dimenticato
quanto Daryl sembrasse capire i suoi stati d'animo, quanto fosse
bravo a prevederla e prevenirla. Una caratteristica strana, una
specie di alchimia che l'aveva messa in difficoltà in
passato. "Beh,
non è un periodo troppo esaltante per me, tutto
quì! E per quanto
riguarda Jack e questo viaggio, mi stupisce che tu mi chieda
perchè
mi affido a lui, visto che è tuo amico credevo che la cosa
ti
facesse piacere!".
"Non ho detto che non mi fa piacere vederti
tanto
arrendevole. Ho solo detto che è strano da parte tua, Lina!".
La maga sospirò. "E' la sua
nave, la sua missione,
il suo sogno. E ha tutti i diritti di inseguirlo nel modo che crede
più opportuno. Mi ha chiesto aiuto e ho accettato di
lavorare per
lui per recuperare la Perla Nera. E' lui il capo della missione, lui
comanda, non io. E' giusto che faccia come meglio crede, per
ritrovare quella nave che, da quel che ho capito, considera la sua
casa. Il mio compito è aiutarlo quando ce ne sarà
la necessità,
per il resto io ne sto fuori. Ho altro a cui pensare in questo
momento".
Daryl scosse la testa, agitandole davanti
al naso
l'indice della sua mano. "No, no mia cara, così non va bene!
Mi
stai dicendo che non sai più elaborare strategie vincenti?".
Lina sospirò. Ma
perchè Daryl doveva romperle le palle
di prima mattina? "Non ho detto questo, ho detto solo che sto
facendo fare a Jack come preferisce. Lui ha un sogno, come tutti, e
lo insegue come meglio crede. Non ho mai detto, mi pare, di essere
d'accordo con le sue scelte e che farei lo stesso, se fossi al suo
posto".
"Quindi, pensi anche tu che recuperare la
nave,
facendo leva su ipotetici tesori da trovare che possano far gola al
suo vecchio equipaggio, sia una scelta sbagliata?".
Lina scosse la testa. "Mh, da un certo
punto di
vista capisco la sua logica di pensiero. E' un pirata e per un pirata
trovare molto oro è il top! Però onestamente no,
non credo sia la
soluzione giusta. Credo invece che dovrebbe affrontare il suo rivale
e batterlo, davanti ai suoi uomini. Solo così otterrebbe il
loro
rispetto e la loro collaborazione. E riavrebbe indietro la sua nave.
Una volta fatto questo, si potrebbe partire alla ricerca dell'oro.
Queste isole devono esserne piene".
Daryl le strizzò l'occhio.
"Bene, vedo che non hai
perso il tuo cervellino, mi stavo preoccupando... E devo essere
onesto, trovo il tuo modo di pensare molto in sintonia con il mio.
Quindi ti sarei grato se cercassi di instradare Jack sulla via
giusta. O gireremo a vuoto senza concludere niente!".
La maga sospirò. "Daryl, non so
se sia il caso.
Tralasciando il fatto che potresti consigliarlo anche tu, visto che
sei suo amico da tanto, potrei provarci o in alternativa potrei
tentare di trovare qualche buona pista che ci metta sulle traccie di
qualcosa di veramente prezioso e sostanzioso. Qualcosa per cui valga
la pena cercare".
"Un colpo alla botte e uno al cerchio, in
definitiva!" - commentò Jack. Poteva aver senso... Trovare
buone piste avrebbe permesso a Jack di inseguire la strada che aveva
deciso prima della partenza, senza fargli cambiare idea dai suoi
propositi originali e permettendo loro di non girare a vuoto.
Lina annuì. "In definitiva,
sì! In caso
contrario, se non trovassimo niente di interessante però, io
potrei
solo consigliarlo ma non insisterei per fargli cambiare idea. Come ti
ho detto, è la sua missione questa, non la mia!".
Daryl la fissò negli occhi.
"Lina avanti, non
prendiamoci in giro! Tu se volessi, coi tuoi poteri, potresti
recuperare la Perla Nera in un niente".
"E' vero, potrei... Ma non lo farei nemmeno
se
fosse Jack in persona a chiedermelo. La deve recuperare LUI, quella
nave!".
Daryl fece un sorrisetto irriverente. "Sei
diventata saggia, te ne devo rendere merito! Potresti in effetti, se
tirassi fuori un pò le palle e non te ne stessi mogia come
hai fatto
fin'ora, essere una buona sostituta di Elizabeth!".
Lina si accigliò.
Già, Elizabeth... Jack gliene aveva
parlato ad inizio viaggio e le aveva fatto piacere conoscerla. A
pelle, sentiva di avere molto in comune con lei. Anche se, la sua
storia, per certi versi le sembrava davvero misteriosa. "Cosa
sai di lei, Daryl?".
"Oh beh, Elizabeth è una
piratessa nata! Non farti
ingannare dalla sua immagine di madre, lei è una forza della
natura!
Ha sottomesso e comandato i pirati della peggior specie, non temeva
nulla in mare. Aveva il loro rispetto, la temevano... E' una delle
persone più coraggiose che abbia mai conosciuto!".
"Non mi dire Daryl, ci hai provato anche
con
lei..." - commentò Lina, fiaccamente. Si, in fondo conosceva
Daryl...
Ma l'uomo la stupì. Scosse la
testa, deciso. "Oh
no, non con Elizabeth. Quella mi avrebbe fatto a pezzi. Ed è
sempre
stata perdutamente innamorata di Will Turner, non avevo speranze.
Troppo faticoso provarci con lei. E non avrei concluso niente!".
Lina assunse un'aria interessata e curiosa.
"Will
Turner è? Il padre di suo figlio? Quello che rivede ogni
dieci
anni?". Quella storia la incuriosiva un sacco...
Daryl scosse la testa. "Esatto Lina. E' una
storia
oscura e di cui non amo parlare molto. Will era un amico per me e la
sua assenza mi pesa. Come pesa ad Elizabeth e a Jack. Ma sai, ogni
scelta comporta delle conseguenze. Ma ricordo che siamo stati una
grande squadra, noi, sulla Perla Nera".
Lina lo fissò, stranamente
ammirata. A volte Daryl
riusciva ad essere profondo. Certo, MOLTO, raramente. Ma
evidentemente aveva anche lui affetti e amicizie a cui teneva. In
fondo, alla fine una morale ce l'hanno tutti, no? "Beh, ti
ringrazio della spiegazione. Per quanto riguarda Jack, ti prometto
che cercherò di inventarmi qualcosa, contento?".
Daryl sospirò. "Brava!" -
sussurrò
appoggiandole la mano su una spalla. "E qualunque cosa tu abbia,
su col morale!".
"Ma... Daryl, sei davvero preoccupato per
me?".
Era incredula.
L'uomo sospirò. "Sai, io ho
sempre tenuto a te,
anche se non ci credi! Cioè, ho imparato ad apprezzarti,
conoscendoti".
Lina sorrise. "Beh... Apprezzo lo sforzo,
Daryl! E
anche il fatto che fin'ora non hai cercato di portarmi a letto!
Soprattutto di questa cosa, te ne sono AMPIAMENTE grata!".
Daryl sbuffò. "Oh avanti, non ho
speranze nemmeno
con te! C'è qui il tuo principe azzurro che ti protegge,
no?" -
disse, riferendosi a Gourry e facendola arrossire. "E poi...
sono più concentrato su Alix in questo momento!".
A quell'affermazione, Lina
ridacchiò. "Alix? Vuoi
portarti a letto Alix? Daryl, riponi ogni speranza, te lo
consiglio!".
Daryl arrossì. "Non è
che voglio portarmela a
letto... Cioè, vorrei ma...".
Lina spalancò gli occhi,
sorpresa. Il tono di Daryl era
stranamente serio... Ohoh, a quanto sembrava, qualcuno si stava
innamorando... "Ti piace davvero? Oh santo cielo, Daryl... Ti
farà a pezzi!".
"Beh... Guarda che sono serio, Lina!
Talmente serio
che da quando la conosco, non sono più andato in un
bordello.
Nemmeno quì, a Ihurun!".
Lina lo guardò storto. "Certo,
sai che sforzo!
Quest'isola è un buco, non ci sono bordelli quì!".
Daryl arretrò di qualche passo.
Colto in castagna!
"Ecco ma... se ci fossero, io non ci andrei!".
Lina scoppiò a ridere. Di gusto,
come non le succedeva
da tanto. "Ahah, Daryl spero tu sia conscio che Alix ti
spezzerà
le ossa, una ad una! Buona fortuna, comunque! Devi impegnarti, se
vuoi che almeno ti degni di uno sguardo...".
"Come sei carina..." - commentò
lui,
sarcastico.
La maga sospirò, appoggiando una
mano sulla guancia
dell'uomo. "Sono sincera! Sei un idiota e non ho idea di come tu
possa convincere Alix del contrario. Ma..." - la sua espressione
si fece seria e il suo sguardo si addolcì – "Ti
ringrazio per
esserti preoccupato per me. Lo apprezzo, davvero!".
Daryl annuì. La vicinanza con
Lina riusciva sempre,
nonostante fossero passati anni, a turbarlo. "Beh... ora vai a
mangiare, dai! Se no rischi di digiunare davvero! E entrambi
rischiamo di diventare sdolcinati e patetici. Non sarebbe da noi,
giusto?" - disse, improvvisamente in imbarazzo.
Lina annuì, sorridendo. "Giusto!
Per una volta, ti
do ragione". E sparì nella rampa di scale, decisa a
raggiungere
la veranda. La fame la stava divorando!
Uscì all'esterno, venendo
investita dai forti raggi di
sole e dal caldo che le baciava la pelle. Era una sensazione
piacevole, dopo tutto. E la giornata era splendida, serena e dal
cielo limpido e terso. La spiaggia era deserta e il mare era di uno
splendido colore azzurro, trasparente. Camminò sulla veranda
e poi
raggiunse gli scalini in legno che portavano alla spiaggia. E vi
trovò Gourry, seduto su di essi, che mangiava
tranquillamente uno
strano frutto bianco dalla buccia marrone. Ne aveva visti molti di
quei frutti sulle palme, quando erano arrivati giorni prima,
notò
fra se e se. E a giudicare dall'aria soddisfatta dello spadaccino,
dovevano essere davvero buoni.
Sentendola arrivare, Gourry si
voltò verso di lei,
sorridendo. "Hei finalmente! Buon giorno, Lina!".
La maga si sedette accanto a lui,
indiscutibilmente
interessata al frutto che il suo amico teneva fra le mani. Non poteva
farci niente, aveva una fame da lupi! "Buongiorno un corno! Sto
morendo di fame, perchè non mi hai svegliata all'ora di
pranzo e
cena, ieri? Daryl mi ha detto che ho dormito più di un
giorno".
In effetti era ancora sconvolta dalla cosa. Non si era resa conto di
essere tanto stanca, prima di scoprire che aveva dormito più
di
trenta ore. Il suo stomaco brontolò. "Accidenti Gourry,
è
dalla 'fantastica' cena coi miei 'amatissimi'
quasi-suoceri che non metto niente sotto i denti, in questo momento
divorerei di tutto!".
Gourry ridacchiò. Era
incuriosito dallo strano rapporto
di Lina con gli Hayden, in effetti. E gli faceva piacere che lei ne
parlasse tanto tranquillamente in quel momento, dopo le lacrime
versate la notte precedente. E che avesse appetito! "Scusa! A
dire il vero ho pensato di svegliarti ma poi ho capito che se
dormivi tanto, evidentemente ne avevi davvero bisogno e ti ho
lasciato stare, tranquilla. E ho impedito a chiunque di venirti a
disturbare".
"Oh...". Lina sorrise. Gourry sapeva essere
davvero dolce e le piaceva il modo in cui si stava prendendo cura di
lei. Era tutto così strano e aveva avuto paura, la sera
precedente,
quando gli aveva raccontato tutto... Che il loro rapporto cambiasse,
che LUI cambiasse nei suoi confronti, dopo aver saputo di Yonas. Beh,
era evidente che non era così, Gourry era sempre lo stesso
uomo,
limpido, buono e gentile. E questo le faceva piacere e la faceva star
bene. Si rese conto che senza di lui, in quel momento della sua vita,
sarebbe stata davvero persa. Gli si avvicinò, dandogli un
bacio
sulla guancia. "Ti ringrazio, guardia del corpo!" - gli
sussurrò piano, in un orecchio.
"Beh, prego!". Guardia del corpo... Erano
talmente tanti anni che non lo chiamava a quel modo... Prese il
frutto che teneva fra le mani, dandogliene alcune fette. "Prendi,
è molto dolce. Se hai fame, questo andrà
benissimo!".
Lina osservò il frutto fra le
sue mani. Aveva una
consistenza dura e un profumo dolcissimo. "Cos'è?".
Gourry alzò le spalle. "Lo
chiamano cocco. E'
buono, appena colto, se lo tagli a metà, puoi berne anche il
latte
contenuto all'interno".
Lina addentò una fetta di cocco.
Gourry aveva ragione,
il gusto era fantastico.
"Ti piace?" - chiese lo spadaccino.
Lina ridacchiò. "Si! Ma ne mangi
ancora?" -
disse, indicando le altre fette a lato dello spadaccino.
Gourry sospirò. Erano alle
solite! "No, ormai sono
pieno. Tieni!" - sussurrò, passandogli tutte le altre fette.
Lina addentò il cocco, fetta per
fetta. Era fantastico!
Non sapeva se fosse dovuto alla fame o al fatto che quel frutto
tropicale era davvero buono ma... le sembrò che il suo
stomaco
rinascesse. Finito di mangiare, si stiracchiò. "Ora
sì che sto
bene!".
"Mi fa piacere! Almeno ora potrai aiutarmi
a fare
qualcosa di utile!". La voce di Daryl arrivò alle loro
spalle.
Si era cambiato, mettendosi una semplice camicia da lavoro.
"Che dovrei fare, scusa?" - chiese Lina,
accigliata. Uffa, quel giorno Daryl era una persecuzione!
Daryl scosse la testa, sospirando. "Jack ha
intenzione di partire oggi pomeriggio, prima del tramonto. E'
già al
porto a caricare le provviste che abbiamo recuperato ieri, mentre tu,
principessa, dormivi tranquilla. Servono mani per caricare la nave,
quindi ora alzerete le chiappe e verrete con me al porto a
lavorare!".
Lina sbuffò. Odiava il lavoro
fisico. Cercò lo sguardo
di Gourry, sperando che lui le desse un qualche appiglio e trovare
una scusa per non andare con Daryl. Ma lo spadaccino si era
già
alzato, pronto a fare il suo dovere. Beh, Gourry non si tirava mai
indietro, quando c'era da lavorare.
Fu Alix a toglierla dall'impaccio. Arrivata
dalla
spiaggia con indosso uno striminzito bichini rosso, la
salutò
affettuosamente. "Lina, finalmente sei sveglia! Mi sei
mancata!". Esclamò, allegra.
Daryl deglutì. Alix in costume
da bagno era... da urlo.
La ragazza ssi accorso del suo sguardo
sognante e lo
prese ad osservare, con fare ammiccante. Era ora di approfittarne,
anche perché immaginava cosa volesse Daryl da loro, in quel
momento.
"Non sarai mica venuto quì per farci lavorare, vero Daryl?
Insomma, con questo splendido sole, volevo approfittarne per stare un
po' in spiaggia ad abbronzarmi e a sistemare le mappe che ho
disegnato fin'ora... Ma se proprio vuoi che venga a rovinarmi le
unghie e le mani con i lavori pesanti..." - concluse con fare
triste e civettuolo insieme.
Daryl deglutì, mentre Lina e
Gourry osservavano la
scena, incuriositi e divertiti. "Ma... ma no Alix, tu hai il tuo
lavoro da fare. Con le mappe, intendo... Sta pure quì
tranquilla, mi
aiuteranno Lina e Gourry a caricare le provviste".
Alix, a quelle parole, si voltò
furtiva verso Lina,
stizzandole l'occhio. "Oh Daryl, insomma! Vuoi dirmi che un uomo
valoroso e forzuto come te, ha bisogno di aiuto per caricare due o
tre casse di viveri? Ti pensavo più virile, mi deludi..." -
commentò, con voce sensuale.
Lina si voltò verso il
cacciatore di tesori, pronta a
sfruttare fino in fondo l'aiuto che le offriva Alix. In fondo, in
virtù della loro conversazione di poco prima...
"Già Daryl...
faresti una ben misera figura se ti farai aiutare da noi. La tua
virilità che fine ha fatto?".
Alix lo fissò in viso,
avvicinandosi a lui di qualche
passo. Gli fece scorrere l'indice della mano su una guancia, piano,
con fare ammiccante e provocatorio. "Credo che... se facessi da
solo, ne sarei piacevolmente colpita... O non ce la fai?".
Daryl assunse un'aria fiera. Oh, lo sapeva
che lo
stavano usando ma... come resistere alla dolce e splendida Alix? In
costume da bagno, poi... "Alix, posso fare tutto da solo, anche
senza Jack! Vedrai...". Poi si voltò verso Lina e Gourry.
"Avete la giornata libera, fate quel che volete. Ma mi
raccomando, cercate di essere puntuali, alle cinque del pomeriggio vi
voglio al porto!".
"Agli ordini!" - commentò Lina,
divertita.
Daryl sparì di corsa sulla
spiaggia e quando se ne fu
andato, la maga e Alix si guardarono in faccia, scoppiando a ridere,
mentre Gourry le guardava con gli occhi spalancati. "Siete...
siete perfide, lo sapete?".
Alix gli si avvicinò, dandogli
un pizzicotto sul
braccio. "E smettila! Ti ho risparmiato un bel po' di lavoro!
Per fortuna che Lina mi ha retto il gioco... Voi maschi siete troppo
poco calcolatori e non sapete cogliere le occasioni. Avete un modo di
ragionare così elementare...".
"Noi maschi siamo poco perfidi, vorrai
dire..."
- ribattè Gourry, divertito nonostante tutto. "Daryl a me
non è
mai piaciuto ma... ecco... così mi fa quasi pena!".
Alix sbuffò. "Beh, io me ne
torno in spiaggia.
Lina, vuoi venire con me a prendere un po' di sole?".
La maga scosse la testa. "Mh, no grazie!
Preferisco
farmi una passeggiata a Ihurun, in fin dei conti non l'ho ancora
vista bene. Così più tardi faccio un salto al
porto. Nonostante
tutto, vorrei appurarmi che Jack e Daryl non carichino solamente
bottiglie di rum, lasciandoci a secco di cibo. Con quei due non si sa
mai e io non vorrei rischiare di patire la fame".
Alix sorrise. "Come vuoi! Allora, ci
vediamo dopo".
Con un salto scese dagli scalini, sparendo nella sabbia bianca.
Gourry la fissò, pensieroso. "Si
sa divertire,
lei".
Lina annuì. "Sì, Alix
ha un meraviglioso stile di
vita! Sa godersela".
Gourry la guardò. Lina sembrava
tranquilla, serena,
quella mattina. Era stato così peroccupato per lei, il
giorno
precedente. E ora si sentiva rincuorato nel vederla in piedi e
grintosa. "E tu invece, tutto ok?".
Lina ricambiò il suo sguardo,
tornando seria. Sapeva a
cosa alludeva... "Si, è stato un buon risveglio. Grazie
Gourry...".
"E di che?". Con un gesto gentile, lo
spadaccino le accarezzò i capelli. "Non ho fatto niente di
particolare in fondo, ti ho solo ascoltata".
Lina scosse la testa. Era bello, pulito,
semplice il
modo di ragionare di Gourry. Sapeva fare cose bellissime per gli
altri, quasi senza rendersene conto. Gli veniva naturale... E non
chiedeva mai nulla in cambio. "Sai, in realtà sono poche le
persone che sanno ascoltare per davvero".
Gourry ricambiò il suo sguardo,
pensieroso. Poi
sorrise, tranquillamente, lasciando cadere il discorso. "Posso
accompagnarti, nella tua passeggiata?".
"Direi di sì, se ti va!".
Lo spadaccino sorrise, le porse la mano e
la aiutò a
rialzarsi dagli scalini su cui era seduta. "Su, andiamo! Se
seguiamo la spiaggia, in circa un paio d'ore gireremo tutta l'isola.
Ihurun è davvero piccola, non ci vuole molto a visitarla
tutta. Ieri
l'ho esplorata un po'".
Lina osservò il mare limpido.
Sì, in fondo non le
avrebbe davvero fatto male fare due passi. Si incamminarono
tranquilli e in silenzio, camminando a piedi scalzi sul bagnasciuga.
L'acqua cristallina lambiva i loro piedi, massaggiandone le caviglie
e i polpacci. I gabbiani svettavano alti in cielo e parevano
accompagnarli nel loro cammino. "E' davvero bello, quì.
L'altro
ieri non mi ero accorta di quanto quest'isola fosse affascinante".
"Già". Gourry si
stiracchiò, rilassato.
Aveva sempre trovato molto piacevole camminare con Lina e in fondo
era davvero da tanto tempo che non lo facevano, insieme.
Così, senza
nessun fine... Camminare e basta, godendosi la strada che si dipanava
davanti a loro...
Guardò la maga e si accorse che
quella mattina sembrava
davvero serena. Oh almeno, molto più di quanto lo fosse
stata
dall'inizio di quel viaggio. E in quel momento capì che ne
era
sicuro, lei ce l'avrebbe fatta! Quella mattina Lina sembrava attiva,
aveva appetito, aveva finalmente voglia di fare qualcosa. Certo, una
semplice passeggiata ma... era già una conquista,
considerando il
fatto che la notte precedente, fra le sue braccia, aveva desiderato
gettare la spugna e tornare a casa sua e di Yonas. Beh, vedere quel
viso sereno e quello sguardo intelligente, di chi sta macerando nella
mente qualcosa, lo faceva sentire più leggero e meno
preoccupato. "A
cosa stai pensando?" - chiese, incuriosito. La conosceva
dannatamente bene e sapeva che quando lei aveva quel cipiglio
assorto, il suo cervello stava macchinando qualcosa.
Lina sospirò, guardandolo in
viso. "Beh, a niente
di particolare. Solo, a una cosa di cui ho parlato con Daryl
stamattina. Si insomma, stavo riflettendo sulle modalità di
questo
viaggio e su come rendere la nostra traversata il più
produttiva
possibile. Per tutti".
"Mh... Che ti ha detto Daryl, stamattina?".
"Niente di che. Solo, mi ha fatto notare
che in
effetti stiamo viaggiando un po' alla cieca e che così non
verremo
mai a capo di niente. E che sono troppo remissiva e lascio tutto
nelle mani di Jack, invece che proporre idee alternative, come mio
solito. In fondo, penso che abbia ragione. Ci sarebbero mille modi
più efficaci di riprenderci la Perla Nera, che la ricerca
disperata
di oro, da parte di Jack".
Gourry sbuffò. Beh, in effetti
era d'accordo su quel
discorso... Però, in un certo senso era preoccupato. Quando
Daryl si
avvicinava troppo a Lina, quando si trovavano a collaborare gomito a
gomito, di solito succedevano macelli. Avevano una strana e deleteria
alchimia, quei due... Certo, Lina ormai sapeva come tenergli testa e
di certo Daryl era l'ultimo dei suoi pensieri ma... era meglio stare
con gli occhi aperti. "Avete parlato solo di questo?" -
chiese, cauto.
Lina si accigliò. Mh, quella
domanda di Gourry, posta
in quel modo, con quel tono... Era inutile, non sarebbe mai corso
buon sangue, fra lui e il cercatore di tesori. E in fondo ne capiva
appieno i motivi. "Sì, solo di questo. E del fatto che si
è
preso una cotta per Alix" – aggiunse, forse per
tranquillizzarlo e fargli capire che no, non ci sarebbero stati
problemi fra lei e Daryl.
"Cosa?". Gourry scoppiò a
ridere. "Una
cotta, Daryl? Per Alix? Beh, digli pure che non ha speranze, con
lei".
Lina ridacchiò. "Si,
è più o meno quello che gli
ho fatto capire".
"E per il resto, che gli hai risposto? Per
Jack,
intendo...".
La maga alzò gli occhi,
guardando il cielo azzurro
sopra di loro. "Gli ho detto che dobbiamo trovare qualche buona
pista, qualcosa che valga davvero. Se Jack vuole trovare qualcosa di
prezioso per recuperare nave ed equipaggio, tanto vale puntare su
qualcosa che valga davvero. Oppure, l'alternativa valida, sarebbe uno
scontro fra Jack e il suo rivale. Chi vince, si prende tutto. E' un
rischio ma da sempre, credo che sarebbe la soluzione più
logica.
L'ho sempre pensato, da quando siam partiti da Seyruun... Non ho
detto nulla perché credo che Jack debba prendere da solo le
sue
decisioni ma... forse sarebbe buona cosa dargli qualche
suggerimento".
Gourry sorrise, più tranquillo
di quanto fosse pochi
istanti prima, quando Lina gli aveva parlato di Daryl. "Sai,
sono contento. A quanto pare, nonostante tutto, il tuo cervello ha
pensato a tutti gli aspetti di questa missione, nelle settimane in
cui siamo stati in viaggio. Come hai sempre fatto da quando ti
conosco, del resto! Sei sempre stata una grande stratega e non hai
pensato solo a Yonas in questi giorni, anche se sembravi
completamente assorta dalla vostra storia. Significa che non hai
perso il tuo smalto".
"Beh, ti ringrazio, Gourry". Gli piaceva...
Che Gourry non avesse perso la fiducia che riponeva in lei da sempre,
era già una gran cosa! La faceva star bene, quella
consapevolezza.
"Avrei dovuto cercare qualcosa di interessante a Tortuga. Lì
sicuramente c'erano biblioteche dove potevo trovare informazioni
utili su queste isole. Quì a Ihurun non credo che
troverò qualcosa,
dannazione! Tu hai detto che ieri sei stato in giro, a perlustrare
l'isola. Sai se ci sono biblioteche, anche piccole, quì?".
"Beh...". Gourry deglutì...
"Ecco... a
dire il vero non mi ha nemmeno sfiorato il cervello, di chiedere in
giro se ce ne fossero...". Biblioteche – uguale –
libri...
Binomio che non aveva mai amato molto, fin da piccolo.
Lina sospirò. In fondo era anche
divertita, Gourry non
sarebbe cambiato mai. "Lo immaginavo..." - commentò
fiaccamente. Fece per aggiungere altro, ma la sua attenzione fu
catturata da due figure sulla spiaggia, a diverse decine di metri da
loro. Una donna non più giovane, giocava sul bagnasciuga con
una
bimba molto piccola. Serene, modellavano la sabbia, mentre le onde
facevano il solletico ai piedini della bambina che rideva divertita,
muovendo le gambine. "Aubree e Margareth?!". Non poteva
crederci. Margareth sulla spiaggia, seduta nella sabbia, che faceva
giocare Aubree? Se gliel'avessero raccontato, non ci avrebbe mai
creduto!
Gourry accortosi del suo sguardo stupito,
osservò le
due figure da cui era stata catturata l'attenzione di Lina. E
riconobbe la moglie dell'ambasciatore incontrato due giorni prima su
quella stessa spiaggia. Ora lo sapeva, era la madre di Yonas, quella.
E la bambina era Aubree, la piccola a cui Lina era tanto affezionata.
Deglutì. Forse non era il caso, forse sarebbe stato meglio
non
incontrarle. Lina avrebbe sofferto nuovamente, separandosi da quella
bambina. E le sue ferite si sarebbero riaperte... Non voleva che
succedesse, sembrava tanto serena quella mattina. "Lina...".
Fece per fermarla ma la ragazza, senza ascoltarlo, andò
verso
Margareth e Aubree, quasi fosse in tranche. Con un sospiro, Gourry la
seguì. Doveva essere pronto a tutto.
Accortasi della sua presenza, quando le fu
davanti,
Margareth la fissò, sorpresa. Poi le sorrise. "Lina... Non
mi
aspettavo di rivederti quì. Pensavo fossi già
ripartita".
Lina annuì, poi si
inginocchiò davanti ad Aubree che,
appena l'ebbe vista, le andò incontro gattonando. Le mise le
braccia
al collo, rise e si arrampicò su di lei, lasciandosi
prendere fra le
braccia. "Parto oggi pomeriggio". Sorrise, stringendo a se
la piccola. Era felice perché finalmente vide che Aubree
aveva una
mamma, che Margareth si stava impegnando. Non avrebbe mai creduto di
poterla vedere su una spiaggia, alla faccia delle etichette dell'alta
società, con abiti semplici, intenta a far giocare la sua
bambina.
Forse... forse potevano davvero farcela, gli Hayden, forse Yonas ci
aveva visto giusto. Nonostante la sua ritrosia verso di loro, forse
Margareth poteva davvero crescere quella bambina. E magari anche
Gotfried, con un po' di impegno. "Nemmeno io credevo di
rivedervi quì. Stavo andando verso il porto, a controllare
che tutto
fosse a posto per la partenza. Vi ringrazio ancora per il
lasciapassare" – mormorò.
Margareth le sorrise e si
avvicinò, sistemando un
ciuffo ribelle dalla frangetta di Aubree. "Oh, io e lei veniamo
quì tutte le mattine a giocare. Ad Aubree piace molto
rotolarsi
nella sabbia e credo che stare all'aria aperta le faccia bene. E poi,
mi diverto anch'io. Questa bambina mi fa sentire viva, mi ha fatta
rinascere e ringiovanire".
Lina annuì, poi mise la piccola
nella sabbia, perché
continuasse a giocare. Si sedette davanti a lei e Aubree
gattonò
fino alle sue ginocchia, arrampicandosi su di lei ed abbracciandola.
La ragazza si lasciò cadere nella sabbia, ridendo, mentre
Aubree si
aggrappava alle sue spalle, tentando di giocare coi suoi lunghi
capelli rossi.
Gourry si mise in disparte, sedendosi sotto
una palma.
In realtà si sentiva di troppo, a disagio in quel momento.
Quella
era stata la famiglia di Lina nei tre anni precedenti, era
imbarazzato. Ma anche curioso... Osservò Margareth. Dai suoi
racconti, Lina non sembrava avere avuto un buon rapporto con lei ma
in realtà a lui quella donna sembrava, a prima vista, pacata
e
gentile. E soprattutto, sembrava davvero affezionata a Lina, contenta
di rivederla. Ma quello che lo colpiva di più erano i suoi
occhi. La
stessa espressione, lo stesso dolore celato e onnipresente che aveva
notato negli occhi del padre di Madeline, dopo la sua morte. Quella
donna si portava dietro un dolore che l'avrebbe logorata per sempre e
poteva solo immaginare cosa avesse provato negli anni, davanti alla
malattia del figlio. Probabilmente lei e Lina erano molto diverse per
carattere e non si erano mai capite perché avevano modi di
fare e di
affrontare le cose, totalmente opposte. E sicuramente non si erano
mai parlate apertamente, rimandendo ognuna rintanata nel proprio
dolore e non percependo quello degli altri. Non erano state ne
complici ne alleate ma mai nemiche, realizzò.
Poi guardò Lina. Rideva,
giocando con Aubree... Rideva
felice, come non la vedeva da tantissimo tempo. Sembrava
così
serena, con quella bambina fra le braccia, così a suo agio,
così
naturale nel suo rapporto giocoso con lei. Doveva amarla molto quella
piccola e probabilmente gli Hayden avevano sbagliato, non avrebbero
dovuto permettere che lei le si affezionasse tanto, sapendo poi che
se ne sarebbero andati. Ma indipendentemente da ciò, era
bello
vederle insieme. Forse per Lina era stato un bene rivederla,
realizzò. Perchè Lina ne aveva bisogno, di ridere
e giocare con
lei! Aubree era stata la sua ancora di salvezza in fondo, quando
Yonas era morto. Le lasciò giocare insieme, stando in
disparte,
sperando con tutto il cuore che poi Lina fosse capace di separarsene,
senza sprofondare nuovamente nella disperazione, come era successo la
sera prima.
"Hei Gourry, che ci fai lì tutto
solo?" -
chiese improvvisamente la maga, notandolo in disparte, seduto sotto
la palma.
Gourry si grattò la guancia,
imbarazzato ed indeciso su
cosa risponderle. "Beh ecco... niente di che" –
borbottò.
Margareth, accortasi solo in quel momento
di lui, lo
guardò incuriosita. "Oh, lo ricordo! E' uno dei tuoi amici,
giusto Lina?".
Lina si tirò su, sedendosi
più composta nella sabbia,
con Aubree fra le sue braccia. "Sì. Lui è Gourry
Gabriev, un
mio vecchio e caro amico. Un ottimo spadaccino, il migliore, direi".
Margareth annuì e lo
salutò con un cenno del capo. "E'
un piacere conoscerti, Gourry Gabriev".
"Hei Gourry, non startene lì!" -
lo ammonì
di nuovo Lina, rialzandosi dalla sabbia.
Lo spadaccino sospirò, poi si
avvicinò a loro,
controvoglia. Beh, gli toccava! Le andò a fianco, osservando
incuriosito Aubree. Non ci sapeva per niente fare coi bambini ma
quella piccoletta era in effetti molto carina, col suo visino
rotondo, i suoi occhi vispi e i capelli color miele, liscissimi, che
le contornavano le guancie.
Margareth sorrise. "Lina, se vuoi puoi
tenerla
qualche ora! Hai detto che partirete oggi pomeriggio, giusto? Credo
che Aubree sarebbe davvero contenta di stare con te per un po', come
a Zephilia".
Lina spalancò gli occhi.
"Davvero?".
"Certo tesoro!". Margareth le si
avvicinò,
accarezzandole dolcemente una guancia. "Sei stata la prima, fra
noi, a prenderti cura di lei e nessuno sa farci quanto te, con
Aubree. Se ne hai voglia, portala pure con te a passeggio. In fondo,
una volta che sarai partita, non vi rivedrete per molto".
Lina deglutì, stringendo a se
Aubree. Era tentata,
dannatamente tentata... Ma... Scosse la testa. "Meglio di no"
– rispose, risoluta. Era grata a Margareth per quella
proposta e le
costava non accettare ma quando era arrivata aveva visto Aubree
felice con lei, le aveva viste giocare insieme, serene, complici. Ed
era giusto così! Margareth era sua madre ed era giusto che
fosse lei
e solo lei il perno della vita di Aubree, il suo più grande
affetto.
Era ora che lei si facesse da parte. Se n'era presa cura quando era
piccolissima, quando gli Hayden e Yonas non erano stati in grado di
farlo. Ma ora... ora era il loro momento, con lei. Doveva
separarsene, allontanarsi da lei...
"Lina, perché no?". Margareth
era stupita.
Lina sorrise, tristemente, porgendole la
bimba. "E'
giusto così, Margareth. Deve stare con voi, adesso.
Manterrò la
promessa che vi ho fatto, giuro che non sparirò dalla vita
di Aubree
e che per lei ci sarò sempre, se ne avesse bisogno. Ma
ora... ora è
giusto che stia con voi, che consideri lei e suo marito la sua unica
famiglia e il suo più grande affetto. Mi costa lasciarvela
ma è
vostra e io devo andare per la mia strada".
Margareth non rispose. Annuì
silenziosamente, capendo
fino in fondo il perché di quel rifiuto. Lina stava facendo
violenza
a se stessa nell'allontanarsi da Aubree e lo stava facendo per il
bene suo e per quello della piccola. "Sei davvero una brava
persona Lina e non mi stupisco che Yonas ti amasse così
tanto"
– commentò sotto voce, commossa. Era come se la
stesse conoscendo
per la prima volta... Era come se in quel momento la stesse guardando
con gli occhi di suo figlio.
"Già". Lina abbassò
lo sguardo. Di nuovo
quel dannato groppo alla gola... Fu Gourry a salvarla dallo scoppiare
nuovamente a piangere. Dolcemente le mise una mano sulla spalla,
imponendole di alzare il viso.
"Andiamo al porto, ora?" - le chiese
gentilmente.
"Sì, forse è meglio"
– rispose, grata che
la stesse aiutando in quel momento. Gourry era sempre così
ricettivo, verso i suoi stati d'animo...
"Buona fortuna allora, Lina" –
mormorò
Margareth, stringendo Aubree a se.
La maga diede un'ultima occhiata alla
bambina. Era ora,
doveva salutarla... Le diede una carezza sulla testolina, le
baciò
la fronte e Aubree reagì guardandola incuriosita. Poi le
sorrise,
mostrandole i due dentini che le erano cresciuti nell'arcata
inferiore, proprio nel mezzo. "Fai la brava, piccola mia!"
- sussurrò sotto voce. Poi diede un'ultima occhiata a
Margareth. "Io
la mia promessa la manterrò. Voi mantenete la vostra.
Trattatela
bene, siate dei buoni genitori. E soprattutto, siate presenti con
lei".
"Faremo del nostro meglio" –
ribadì
Margareth, seria.
Lina non aggiunse altro. Con un cenno del
capo le
salutò, poi a passi veloci riprese a camminare sulla sabbia.
Il
porto, doveva andare al porto... Lontano da lì, a perdersi
nei
discorsi sconclusionati di Jack Sparrow e nelle mirabolanti storie
d'amore non corrisposte di Daryl. Ecco... in quel momento gli
sarebbero andati bene anche quei due, per dimenticare, distrarsi.
Gourry le si affiancò,
prendendole un polso e
costringendola a fermarsi. "Lina...".
"Cosa?".
Lo spadaccino si morse il labbro. Sembrava
nuovamente
triste Lina, ora, e sapeva il perché. Sapeva, poteva intuire
cosa
l'avesse spinta a rifiutare, benché desiderasse tenere
Aubree con se
più di qualsiasi altra cosa. Vedendola giocare con quella
bambina,
poco prima, aveva visto tanto nitidamente, tanto distintamente la
donna che Lina era diventata, la persona splendida, dolce e matura
che ora era. Sembrava tanto adulta, ormai... Adulta e pronta a farsi
da parte, pur soffrendo, per il bene delle persone che amava. Con
Yonas era cresciuta molto, rapporandosi col dolore degli altri,
imparando a farsene carico e a sacrificarsi senza ottenere nulla in
cambio. La abbracciò, stringendola a se, accarezzandole i
capelli.
"Sono davvero fiero di te!" - le sussurrò.
Lina affondò il viso nel suo
petto. No, non avrebbe
pianto, non quel giorno! Era giusto così, che Aubree stesse
con sua
madre. Aveva fatto la scelta giusta e non aveva senso mettersi a
frignare. Annuì, sollevando il viso verso Gourry e
guardandolo con
determinazione e gratitudine. "Ti ringrazio ma ora...". Si
staccò da lui, riprendendo possesso di se stessa. "Ma ora
andiamo al porto, dai... Abbiamo da fare".
Gourry annuì. Per Lina il
discorso su Aubree era
chiuso, evidentemente. Non voleva parlarne e avrebbe rispettato la
sua decisione.
Camminarono in silenzio fino al porto, non
incontrando
più nessuno sulla spiaggia. Gourry, silenzioso,
osservò il viso di
Lina rasserenarsi, passo dopo passo. E tirò un sospiro di
sollievo.
Per quanto doloroso fosse allontanarsi da Aubree, lei sapeva farvi
fronte.
Arrivarono al porto dopo diverse decine di
minuti. C'era
un via vai esiguo, poca gente e poche navi e anche il piccolo borgo
abitato sembrava quasi deserto. Era ora di pranzo, forse era normale
che ci fossero così poche persone in giro. Ihurun doveva
comunque
essere davvero un mortorio! Solo le voci in lontananza di Jack e
Daryl, rompevano quella monotonia e quel silenzio.
"Seguiamo le loro voci e li troveremo!" -
commentò Lina sarcastica. Quei due si facevano riconoscere
ovunque!
Gourry annuì e si incamminarono
sulla banchina, fra
casse di legno e ormeggi. E finalmente li videro, il pirata e il
cercatore di tesori, intenti a lavorare e a caricare merce sulla
nave.
Daryl li notò per primo. "Hei,
la principessina e
lo spadaccino sono venuti ad aiutarci! Jack, guarda chi
c'è!" -
urlò al pirata che doveva essere salito a bordo della nave.
Dal parapetto, Jack si sporse. "Hei,
ragazzi! Siete
venuti a dare una mano?".
Lina sbuffò. "A controllarvi, a
dire il vero!
Volevo essere sicura che caricaste anche del cibo, oltre al rum!".
"Hai fatto bene!" - commentò una
voce
femminile ed allegra, dalla nave, alle spalle di Jack.
Lina spalancò gli occhi. Quella
voce era di...
Dal nulla, Elizabeth sbucò a
fianco di Jack,
appoggiandosi al parapetto ed osservandoli dall'alto
dell'imbarcazione. "Ciao Lina, è un vero piacere rivederti!
Capiti davvero a proposito! Ero venuta a parlare con Jack ma in
realtà speravo proprio di trovare te. Sono davvero contenta
che tu
sia quì".
Lina si accigliò. Era davvero
sorpresa di trovarsela
davanti. "Beh, fa piacere anche a me rivederti! E a questo
punto, sono anche curiosa di sapere cosa devi dirmi".
Elizabeth sorrise, furba. Poi con un gesto
agile e
veloce, scavalcò il parapetto della nave e saltò
giù, sul molto,
davanti a Lina e Gourry.
Lina la osservò in silenzio,
pensierosa. Non aveva il
figlio con se, era atletica, in gamba e sapeva come muoversi su una
nave. Ripensò al racconto di Daryl di qualche ora prima e
capì che
il suo compagno di viaggio non aveva esagerato, parlandogli di lei.
Elizabeth doveva essere tremendamente in gamba... E Jack sembrava
davvero rispettoso e ammirato da lei.
"Lina, ascolta quello che ha da dirti!" -
urlò
Jack dalla nave – "Ha qualcosa di interessante da mostrarti e
da darci. Dicci se ne vale la pena, l'esperta nel campo sei tu!".
Daryl diede alla maga una veloce occhiata,
implorandola
silenziosamente di fare quanto le veniva chiesto dal pirata. "Dimmi
pure!" - disse infine ad Elizabeth, curiosa.
Elizabeth tirò fuori dalla tasca
dei pantaloni un
piccolo papiro ingiallito. "Volevo mostrarvi questo. L'altro
ieri, tornando a casa e ripensando al nostro incontro e ai piani di
Jack, mi sono ricordata di averlo e ho pensato che forse potrebbe
tornarvi utile" – commentò, porgendolo a Lina.
"Quando
ero incinta, sono stata a Tortuga un paio di mesi. E ne ho
approfittato per girare e studiare un po' di testi antichi nelle
biblioteche delle città. Si trovano un sacco di cose
interessanti
sulla pirateria e molti manufatti veramente datati sui pirati che
hanno solcato questi mari secoli fa. E mi è caduto l'occhio
su
questo, curiosando fra i reperti attribuiti al pirata Jean Morgan.
Era un pirata piuttosto famoso e misterioso, vissuti parecchi secoli
fa e su cui si narrano mille leggende" – concluse, indicando
la piccola pergamena che aveva dato a Lina.
La maga osservò attentamente
quanto le aveva consegnato
Elizabeth. Era davvero incuriosita da quello strano mondo di pirati
che stava scoprendo pian piano. "Posso srotolarla?" -
chiese.
"Ovviamente!".
Lina sciolse il nastro rosso che teneva
arrotolato il
documento e aprì piano la pergamena. Era ingiallita e la
carta
sembrava davvero consumata dal tempo. Se non la maneggiava con cura,
avrebbe rischiato di romperla. Sembrava davvero antica. Diede una
veloce lettura alle poche frasi contenute in essa, dando la giusta
attenzione ad ogni singola parola. Se Elizabeth era stata colpita da
quella pergamena, doveva essere qualcosa di davvero interessante.
Benché non la conoscesse, in un certo senso si fidava di
lei, del
suo sesto senso e del suo occhio critico. Lesse le iscrizioni,
attentamente.
"La
ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza
conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più
effimere.
Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a
trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una
risposta.
Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi
sarà data.
Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".
Lina si accigliò. In
realtà doveva analizzare con più
attenzione quella pergamena, non ci aveva capito molto ma... era un
qualcosa di estremamente interessante. Non sapeva il perché
ma aveva
il sospetto che, senza la minima fatica, aveva finalmente trovato una
buona pista da seguire, per la missione di Jack Sparrow. Certo,
doveva studiarla attentamente e non giudicare quella pergamena su due
piedi ma... si sentiva ottimista!
Elizabeth la precedette, nel commentare
quel documento.
"Il mio sesto senso di regina dei pirati, mi ha suggerito che
dev'essere qualcosa di davvero interessante...".
Lina sorrise, furba. "Il mio sesto senso di
maga,
mi suggerisce che hai fatto bene!". Poi le diede uno sguardo
d'intesa, furbo. "Regina dei pirati, è?".
Elizabeth le strizzò l'occhio.
"Sai, mi chiamavano
così!".
"Beh, noi donne sappiamo distinguerci in
ogni
campo, a quanto pare!" - commentò ironicamente la maga.
Elizabeth ridacchiò. "Puoi dirlo
forte Lina
Inverse, sterminatrice di Draghi!".
La maga sorrise, ricordando i
numerosi appellativi
con cui l'avevano chiamata in passato. "Beh, ognuno ha il
soprannome che si merita, no?" - esclamò divertita.
"Comunque,
posso tenerla per studiarmela? O la vuoi tenere tu?".
Elizabeth sospirò. "Ma no,
tenetela pure. Allo
stato attuale delle cose, io non saprei cosa farmene. Ovviamente, con
un figlio tanto piccolo, non posso certo partire per mare. Sono
bloccata quì per parecchi anni e quindi... largo a voi. Sono
sicura
Lina, che ne saprai fare buon uso. Guida Jack... Se saprai
consigliarlo per il meglio, se saprai essere la sua stratega,
riuscirete a conquistare tutto quello che vorrete. E' troppo
sconvolto dalla perdita della Perla Nera, per ragionare lucidamente.
Aiutalo, tu puoi farlo".
Lina annuì. "Lo farò.
Anche se mi sarebbe davvero
piaciuto che tu venissi con noi. Ma immagino che sia impossibile".
Era sincera. Non poteva dire di conoscere Elizabeth eppure... la
trovava tanto simile a lei. C'era una strana alchimia fra loro due,
un modo di vedere lo cose identico, un modo di agire simile,
un'intelligenza e uno spirito di avventure indomito ed innato in
entrambe. Sarebbe stato bello conoscerla meglio, avevano tante cose
in comune, ne era certa.
"Allora Lina, che ne pensi?" - chiese Jack,
arrivato improvvisamente alle loro spalle, dopo essere sceso dalla
nave.
Lina sorrise. Finalmente avevano una meta.
Poteva
trattarsi di un buco nell'acqua ma... avevano una traccia e questo
avrebbe permesso loro di non girare a vuoto. Magari si sarebbe
rivelato un fallimento ma forse... forse quella pergamena avrebbe
risolto i problemi di tutti. Il suo istinto le suggeriva di
rischiare... "Beh, direi di andare in quest'isola. Turkos,
giusto? Che cosa sai di questo posto, Jack?".
Il pirata si grattò il mento,
assorto. "Turkos è
un'isola piuttosto estesa, con un vulcano al centro. E' inattivo da
secoli, quindi non da problemi. E' un'isola rigogliosa, con una
grandissima foresta che arriva fino alle sue coste. E' scarsamente
abitata e su di lei circolano moltissime leggende. Sono molti i
pirati che, nei secoli, hanno cercato di raggiungerla ma a dire il
vero, nessuno ci ha mai trovato niente di interessante. Vive della
gloria del passato, in pratica. Si trova molto a sud, lontana da
quì,
e per arrivarci bisogna attraversare un tratto di mare piuttosto
burrascoso. Molte imbarcazioni sono colate a picco, negli anni, in
quel tratto. Si scatenano, dal nulla, violenti temporali e le onde
assumono proporzioni gigantesche. Certe volte diventa difficile,
impossibile governare una nave. Io non l'ho mai vista Turkos e questo
è tutto quello che so di quel posto".
Gourry deglutì. Accidenti, mare
mosso... Quindi, mal di
mare assicurato!
Lina guardò Jack, seria.
"Saresti in grado di
governare una nave in mare aperto, in condizioni avverse?".
Jack le si parò davanti,
arrivando col viso a pochi
millimetri da lei. Il suo sguardo era serio e penetrante.
"Ovviamente!".
Lina sorrise. Lo sapeva che avrebbe
accettato quella
sfida. "E allora, andiamo a Turkos e vediamo quel che c'è!".
Poi si voltò verso Gourry, non troppo entusiasta di quel
programma.
"Tu sta tranquillo, ci penserò io al tuo mal di mare".
Elizabeth sorrise. "Beh, sono contenta di
esservi
stata utile". Poi il suo sguardo si fece serio, malinconico.
Avrebbe desiderato partire, più di ogni altra cosa. Il mare,
quella
vita erano tutto per lei. Ma sapeva che il suo tempo era passato e
che c'era qualcosa di più prezioso a cui pensare e di cui
prendersi
cura. "Jack, recupera la Perla Nera, fai di tutto per riaverla.
Per te, per me e soprattutto per Will... Fallo per noi! Mi fido di
te".
Jack annuì, stranamente serio.
"Te lo prometto! Mi
hai mai visto fallire in un'impresa?".
Elizabeth si grattò la nuca,
perplessa. "Beh, a
dire il vero...".
Jack tossicchiò. "Ehm... Credo
che sia ora di
tornare ognuno alle nostre faccende, giusto?". Sì, meglio
non
rivangare troppo il passato, con lei...
Elizabeth sospirò. Jack era
sempre il solito. "Sì,
vero!". Poi abbracciò il pirata, Daryl e salutò
Lina e Gourry.
Era ora di tornare a casa, da suo figlio. Non poteva fare altro, per
loro.
Lina la guardò allontanarsi.
Strinse fra le mani la
pergamena e in silenzio, promise a se stessa che avrebbe recuperato
quella nave. Anche per Elizabeth. Soprattutto per Elizabeth.
...
Ihurun era ormai lontana e la sera era
calata
inesorabilmente. Avevano recuperato le loro cose alla locanda, Alix
li aveva raggiunti ed erano salpati prima del tramonto. Ormai
navigavano in mare aperto da ore, in un mare liscio e calmo come
l'olio. La sagoma di Ihurun era ormai un ricordo lontano...
Lina appoggiò la fronte
all'oblò del piccolo corridoio
che portava alle camere da letto. Intorno a lei era silenzio,
probabilmente stavano dormendo tutti dalla grossa. Alix, Daryl,
Gourry e forse anche Jack, davanti al timone della loro imbarcazione.
"Aubree...". Si sentiva il cuore a pezzi, nel pensare a
lei. Più navigavano, più si allontanava dalla
piccola e sapeva che
non avrebbe potuto rivederla per molto tempo.
"Lina, che c'è?". Gourry giunse
alle sue
spalle, silenzioso e preoccupato. Lina sembrava nuovamente triste e
la cosa lo turbava.
La maga scosse la testa. "Niente..." -
rispose
vaga.
Gourry sospirò. In
realtà immaginava cosa la
tormentasse tanto e in fondo era più che normale. Si
avvicinò a
lei, appoggiandole famigliarmente una mano sulla spalla.
"Starà
bene, puoi esserne certa".
"Di cosa parli?".
"Di Aubree. So che sei preoccupata per lei
ma mi
sembra in ottime mani. Quella donna è una brava persona e
saprà
essere una madre fantastica per lei" – disse, cercando di
tranquillizzarla. Credeva a quel che aveva appena detto, Margareth a
lui aveva fatto un'ottima impressione.
"Non li conosci per niente!" -
ribattè Lina,
leggermente risentita.
Gourry sospirò. "Sì
ma quella donna e quella
bambina, sembravano tanto felici insieme, su quella spiaggia. Hai
fatto la cosa giusta oggi, decidendo di non portarla con te. Sono
brave persone e sono certo che saranno ottimi genitori per Aubree.
Forse, negli anni, non vi siete capiti e non avete saputo trovare un
punto d'accordo ma... credo che meritino il tuo rispetto e la tua
fiducia. E ora, puoi anche torturarmi come vuoi, visto che sto osando
parlar bene degli Hayden. Sono pronto a tutto quello che hai in mente
per punirmi" – concluse, cercando di alleggerire quella
conversazione e di tirarla su di morale.
Lina sospirò. In
realtà le parole di Gourry, più che
irritarla, sembravano infonderle uno strano senso di pace. Ma era
meglio non farglielo sapere... "Oh beh, io avrei tanti modi per
torturarti, in effetti". Si avvicinò e lo prese per la
maglia,
trascinandolo nella sua cabina. "Vieni con me!" - gli
intimò, spingendolo nella sua stanza. Unire l'utile al
dilettevole... Ci stava, aveva bisogno del suo aiuto e Gourry le
capitava sotto tiro proprio a fagiolo. E visto che era stato lui, a
lanciare l'idea della tortura...
Giunto nella stanza, Gourry
deglutì preoccupato quando
notò che la ragazza chiudeva a chiave la porta. "Che... che
cosa hai in mente?".
Lina si avvicinò alla sua
scrivania, prendendo fra le
mani la pergamena di Elizabeth. Poi si sedette sul letto, facendogli
segno di fare altrettanto. "Studiamoci un po' questa! Ho bisogno
di qualcuno che ascolti i miei ragionamenti. Confrontarmi, mi serve a
ragionare meglio. E propinarti una buona lezione di storia sulla
pirateria è un buon modo per punirti" – concluse,
strizzandogli l'occhio.
Gourry si sedette accanto a lei,
sospirando. "Sì,
direi di sì" – concluse, sconfitto.
Lina srotolò la pergamena e poi
si stese sul letto,
osservandola meglio. Doveva studiarla, capirci di più. "Cosa
noti?" - chiese a Gourry.
Lo spadaccino si stese accanto a lei,
guardando il
documento fra le mani di Lina. "Dovrei notare qualcosa?".
La maga sbuffò. "Beh,
è una pergamena, carta da
papiro, in pratica. Questo cosa dovrebbe suggerirci?".
Gourry si grattò il mento. "Non
lo so...".
Lina alzò gli occhi al cielo e
gli tirò una manata
sulla fronte. "Gourry dai, collabora! E ragiona! Il papiro si
usava secoli e secoli fa. La persona di cui si parla in questo
documento, probabilmente sarà morta e non ci saranno
più nemmeno le
ossa!".
"Beh, e allora perché hai detto
ad Elizabeth che
era una pista interessante?".
La maga si accigliò. "Sesto
senso, credo... Perché
in realtà questa iscrizione dice cose su cui mi trovo
d'accordo. La
conoscenza porta alla ricchezza ed è vero. Se non sai, non
ottieni.
Non so cosa troveremo a Turkos, forse niente ma... il mio istinto mi
dice di andarci".
Gourry sorrise, scompigliandole la frangia.
"Beh,
il tuo istinto non ha mai sbagliato, da che ti conosco!".
"Beh, speriamo". Lina divenne pensierosa,
rileggendo quelle iscrizioni. "Poi ascolta... Leesel, Leesel...
Ma che razza di nome è? Mai sentito nulla del genere! Non so
nemmeno
se sia un nome maschile o un nome femminile".
Gourry, a quelle parole, sorrise. "E' un
nome
femminile, il nome di una fata" – asserì, sicuro.
Lina si accigliò e lo
guardò incuriosita. "E tu
come lo sai?".
"Beh, era il nome della mia migliore amica
d'infanzia. Leesel Ryner. Mia nonna mi diceva che ero un bambino
fortunato, ad avere per compagna di giochi un'amica che portava il
nome di una fata. Per questo lo so!".
La maga scosse la testa, sbuffando. "Beh,
mi spiace
spezzare i tuoi sogni romantici ma... dubito che la tua amica Leesel
e la Leesel di cui si parla quì, abbiano a che fare con le
fate".
Gourry sorrise. "Beh, in effetti lo credo
anch'io".
"Già". Lina lo guardò
storto. "Comunque,
potresti essermi più d'aiuto! Non è che tu stia
collaborando molto,
è!".
Gourry scoppiò a ridere. "Beh,
mica sono un mago,
io!". Poi guardò distrattamente la scrivania e la sua
attenzione fu catturata da un tomo rosso, appoggiato su di essa.
Fissò Lina, accigliato. "Cambiando discorso... Lina, tu hai
riconsegnato alla Gilda di Zephilia i libri tradotti con Yonas,
vero?".
"Mh?". Lina lo guardò stranita,
poi diede
un'occhiata veloce nella direzione dove guardava Gourry. E
ridacchiò.
"A dire il vero... no! Ci ero troppo affezionata e sono ancora
tutti a casa di Yonas. Eccetto quello che stai guardando tu! E' stato
l'ultimo volume che abbiamo tradotto e l'ho portato con me quando son
partita, nella mia sacca da viaggio. Suppongo però, che
debba
riconsegnare tutto alla Gilda, quando torneremo da questo viaggio. Io
e Yonas ci abbiamo lavorato tanto, insieme...".
Gourry allungò il braccio,
prendendo il libro fra le
mani. "Posso guardarlo?".
"Certo".
Lo spadaccino sfogliò le pagine,
velocemente.
Riconosceva la scrittura di Lina e quella di Yonas, tanto diversa da
quella della maga. Deglutì... Quel libro era stato il
silenzioso
testimone di quella storia d'amore... Sfogliandolo, si sentiva un
intruso... La scrittura di Lina era elegante e precisa, quella di
Yonas tremolante, soprattutto nelle ultime pagine... "Dev'essere
stato davvero un lavoraccio" – mormorò, non
sapendo cosa dire
ed improvvisamente in imbarazzo.
"Sì, lo è stato!
Senza Yonas, sarei stata ancora
in alto mare". Poi guardò Gourry, incuriosita. "Tu, al suo
posto, mi avresti aiutato? Cioè, a tradurli, intendo...".
A quella domanda, Gourry scoppiò
a ridere.
"Scordatelo!".
"Hei". Lina finse di imbronciarsi. Lo prese
scherzosamente per il collo, salendo a cavalcioni sul suo petto. "Sai
che sei antipatico? Yonas mi ha aiutata senza protestare, sai?".
Gourry ridacchiò. Era divertito
ed era tanto che...
Lina non gli metteva le mani al collo... Sapeva di antico, di cose
belle, quella strana serata. Amava stuzzicarla, farla ridere e ridere
con lei. "Certo, lui era il tuo fidanzato, doveva farlo. Gli
toccava! Sul protestare, probabilmente aveva capito che non ne
avrebbe ricavato un gran che e ha fatto buon viso a cattivo gioco...
Ma dubito che si sia divertito! E per quanto mi riguarda, io non so
nemmeno il dialetto di Elmekia, come avrei potuto aiutarti con quello
ANTICO di Zephilia?".
Lina scosse la testa, sconsolata. Gourry
era senza
speranze... E finse di imbronciarsi. "Guarda che a lui quei
libri interessavano. Mi faceva sempre un sacco di domande, man mano
che li traducevamo".
"Sì, sì certo, come
no!?" - rispose,
continuando a provocarla.
La maga gli diede un altro colpetto sulla
fronte. "Sì,
lui di domande ne faceva tante. E a differenza tua che ti addormenti
sempre, ascoltava anche le risposte" – concluse, facendogli
la
linguaccia. Poi gli prese il libro dalle mani, rimettendolo sulla
scrivania. "E ora, basta divagare, Gourry! Parliamo di cose
serie! La pergamena, ad esempio".
Lo spadaccino sospirò. Non aveva
scampo... "Scommetto
che vuoi propinarmi una lezione di storia sulla pirateria antica".
Lina sorrise, furba. "Esatto! Te lo meriti,
visto
che stasera sembri intenzionato a fare il cretino".
Gourry si arrese all'evidenza di non avere
scampo, mise
le mani dietro alla nuca e sorrise tranquillo. "Su, dimmi cosa
ne pensi, ti ascolto. E prometto che non farò l'idiota".
"Beh, grazie del gentile e soprattutto, spontaneo
aiuto!". Con un sospiro assorto, Lina cominciò a ragionare
di
storia, pirati, mappe e messaggi antichi ma dopo pochi minuti dovette
interrompersi. Guardò Gourry e... dovette constatare che
stava già
dormendo della grossa. Sbuffò, divertita nonostante tutto.
Sembrava
tanto sereno, tranquillo, nel sonno. Il suo sguardo si
addolcì.
Adorava Gourry, anche se si addormentava sempre durante le sue
più
che interessanti lezioni e spiegazioni. Lo adorava e basta, per come
riusciva a farla sentire bene. Si alzò piano, attenta a non
svegliarlo. Gli tolse gli stivali e gli mise una coperta addosso
perché stesse al caldo durante la notte. Poi si ristese
accanto a
lui, prendendo ad accarezzargli i lunghi capelli biondi, con la testa
dello spadaccino appoggiata alla sua spalla. Osservò
nuovamente la
pergamena fra le sue mani, assorta... "Leesel, Leesel... Il nome
di una fata... Chissà se a Turkos c'è nascosto
qualcosa di simile,
chissà se a Turkos troveremo davvero una favola...".
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Capitolo 14 *** Jack contro la Perla Nera ***
Scusate
la
lunga attesa di questo aggiornamento ma fra lavoro, emicrania che mi
perseguita e altre cose in cui mi sono impegnata a scrivere, il tempo
è passato molto in fretta.
Come
sempre, grazie a chi segue me e le mie storie. Spero che anche questo
capitolo vi piaccia e se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, mi
renderete come al solito molto contenta.
Comunque,
il mio cervellino non è stato inattivo e ho in mente una
fanfiction
di carattere Dark che inizierò a scrivere appena
avrò finito 'Se un
giorno mi diventassi estranea', di cui mi manca davvero poco alla
conclusione.
Beh,
per
ora, alla prossima!!!
Jack
contro la Perla Nera
Alix, seduta su una sdraio sul ponte della
nave, intenta
a sistemare alcune mappe appena disegnate, alzò gli occhi al
cielo,
accigliata. Il suo sguardo divenne scuro, mentre una strana e
inspiegabile sensazione di imminente pericolo si faceva strada sulla
sua pelle e nella sua mente. Il cielo non era più azzurro ma
cupo e
prometteva tempesta. E questo la inquietava. Come Jack aveva spiegato
subito dopo la partenza da Ihurun, il tratto di mare che stavano
attraversando, era soggetto a tempeste violentissime che molte navi
aveva fatto colare a picco, insieme agli sfortunati naviganti che
viaggiavano su di esse. In lontananza si sentiva il
borbottìo dei
tuoni e il cielo stava diventando color pece. Fino a quel momento
erano stati fortunati e in mare non avevano trovato nessun tipo di
particolare problema. Ma Alix sentiva che la fortuna stava
cominciando a girare nel senso opposto a loro e di solito il suo
sesto senso non si sbagliava mai. "Non mi piace per niente"
– borbottò, osservando il cielo, mentre un forte
vento si alzava
intorno a loro. Sperava vivamente che, se fosse davvero scoppiata una
tempesta, Jack sarebbe stato in grado di governare quella nave.
Conosceva le leggende e sapeva che molti esperti marinai, in quel
tratto di mare, avevano fallito. E per quanto ritenesse Jack Sparrow
un esperto uomo di mare, avvertiva in se un' inquietudine che di
solito portava guai. No, non sarebbe stata una traversata tranquilla,
quella. Ne era piuttosto certa!
A pochi passi da lei, sentendola
borbottare, Lina alzò
gli occhi al cielo, accigliandosi essa stessa, davanti alle
condizioni del tempo. "Sembra che verrà un temporale. Il
mare
comincia ad essere agitato".
Alix guardò i foschi nuvoloni
neri che si stavano
addossando gli uni agli altri in cielo. "Già, puoi starne
certa! Non sono per niente tranquilla, Lina".
"Che vuoi dire?".
Lo sguardo di Alix si fece scuro. "Ho una
strana
sensazione! Non lo so ma, credo che i guai non vengano mai da soli e
che il temporale non sarà l'unica sfortuna della giornata".
Lina ridacchiò. "Non dirmi che
sei una maga anche
tu e che sai prevedere il futuro!".
Alix rispose al sorriso di Lina. "Nooo!
Figurati,
mi ci vedi a fare intrugli e pozioni? Però un po' strega lo
sono, in
effetti... Da piccola mi dicevano che avevo un sesto senso da far
paura".
Lina si morse il labbro a quelle parole,
tornando a
fissare il cielo. Non prometteva davvero niente di buono e il fatto
che quel tratto di mare avesse già mietuto molte vittime in
passato
a causa del maltempo, non la lasciava tranquilla per niente.
Osservò
di soppiatto Jack, saldamente al comando della nave. Lui pareva
tranquillo, benché stranamente assorto e silenzioso. Si
fidava delle
capacità del pirata ma... quella loro nave, tanto misera
rispetto
alle altre che solcavano quei mari, avrebbe retto a una eventuale
forte tempesta? Sotto di lei sentiva il mare ingrossarsi e le onde
farsi più gonfie e impetuose. "Beh Alix, speriamo di essere
in
grado di fronteggiare qualsiasi cosa! Altrimenti saremmo in guai
seri. E speriamo che Jack sia davvero bravo quanto dice, in caso di
problemi".
Alix sospirò. "Mi stavo
chiedendo, se non sia il
caso di fare sosta da qualche parte, finché il mare non si
sarà
calmato. Abbiamo superato diversi piccoli atolli e, anche se sono
deserti, sicuramente saranno più sicuri che rimanere in mare
aperto
durante una tempesta. Credo che in questo tratto di mare, ci siano
moltissime piccole isole disabitate, dove approdare. Credi che
dovremmo proporre la cosa a Jack?".
Lina scosse la testa. "Non lo so! Faccio
affidamento su di lui e sul fatto che voglio sperare che sappia quel
che fa".
Un tuono forte e sordo le fece sobbalzare
entrambe. Il
cielo era diventato nero come la pece e il mare stava perdendo i suoi
riflessi blu e azzurri, diventando un'infinita pozza grigia,
vorticante e minacciosa.
La nave prese ad alzarsi e abbassarsi in
maniera
fastidiosa, svegliando Daryl dal suo riposino sul pontile della nave.
"Hei Daryl!" - urlò Lina,
notando che si era
svegliato – "Cosa dobbiamo fare?".
Ancora mezzo assonnato e intontito dal
risveglio brusco,
Daryl si grattò la fronte. "Ehm... temporale?".
Lina e Alix si guardarono negli occhi, poi
lo
raggiunsero. "Certo! Non ci stanno attaccando dei demoni, va
tranquillo" – rispose a tono la maga, con sarcasmo.
Daryl la guardò storto. "Ahah,
spiritosa!
Comunque, perché vi allarmate tanto? Un temporalino... Che
volete
che sia? Capita in mare, sapete?".
Alix lo fulminò con lo sguardo.
"Mh... A me pare
più di un temporalino! Non dovremmo suggerire a Jack di
sostare da
qualche parte finché non sarà passato il
maltempo?".
A quelle parole, Daryl osservò
il suo amico pirata al
timone. Sembrava completamente assorto dalla navigazione ed incurante
delle onde sempre più alte e del cielo sempre più
minaccioso.
Sembrava tranquillo e a suo agio, in quella situazione. E in fondo, a
differenza di Alix e Lina che non potevano dire di conoscerlo bene,
lui non se ne stupiva affatto. "Ma no ragazze! Jack ha
affrontato mille tempeste in passato. Per lui è routine.
Come per
Lina affrontare un mazoku, in pratica".
Lina sbuffò. "Sì
ma... Le sue mille tempeste le
ha affrontate sulla Perla Nera che, da quel che mi risulta,
è molto
più grossa dell'imbarcazione su cui stiamo navigando noi. Mi
pare
che ci sia una bella differenza fra le due navi, sulla tenuta in
mare, in mezzo ad un uragano. No?".
Daryl si accigliò. In effetti,
non aveva pensato a quel
piccolo particolare. Osservò di soppiatto il cielo e il mare
in
tempesta attorno a loro e alla fine decise il da farsi. "Ok,
vado a parlarci io".
"Era ora!" - sbuffò Alix.
Daryl si alzò in piedi, diretto
verso il pontile della
nave, quando una brusca ed improvvisa virata di Jack lo fece cadere a
terra, insieme a Lina ed Alix. L'imbarcazione si era mossa in maniera
anormale, di colpo aveva cambiato rotta, inclinandosi pericolosamente
su un fianco. E non era a causa del mare mosso. Daryl alzò
gli occhi
verso il suo amico pirata, accorgendosi che stava governando la nave
in maniera diversa dal solito. Nervoso, a scatti, Jack stava
tormentando il timone che teneva fra le mani e per qualche strano e
insolito motivo aveva cambiato la rotta che stava seguendo fino a
quel momento.
Lina si sollevò da terra,
massaggiandosi il fondo
schiena. "Ma accidenti! Jack vuole ucciderci?". Il suo
pensiero andò a Gourry, in cabina a riposare, preda
nuovamente del
mal di mare. Se Jack continuava a governare la nave a quel modo, il
mal di mare sarebbe venuto a tutti! "Senti, ci vado io da lui"
– disse perentoria e seccata, rivolta a Daryl.
L'uomo scosse la testa, accigliato.
Osservò di nuovo
Jack, mordendosi il labbro... C'era qualcosa che non quadrava... "Sta
succedendo qualcosa!" - asserì, convinto. La nave aveva
preso
velocità, sembrava che il pirata non percepisse niente, ne
il
maltempo, ne il temporale incombente, ne il mare sempre più
grosso e
nemmeno i pericoli in cui potevano incorrere, sfidando a quel modo la
tempesta.
"Andiamoci tutti e tre, da lui!" - concluse
infine Alix, con la più ovvia delle soluzioni.
Gli altri due annuirono, avvicinandosi con
fatica al
pirata, mentre la nave vibrava pericolosamente sotto i loro piedi.
Appena gli fu dietro, Lina lo
guardò con occhi che
sprizzavano nervosismo da ogni lato. Ahhh, il mal di mare!
Gliel'avrebbe fatta pagare, se gli fosse venuto! "Jack, che
diavolo stai combinando?" - sbottò.
Stranamente, dal pirata non
arrivò alcuna risposta. Il
suo sguardo era fisso sul mare, stranamente serio e assorto. Lontano
da tutto e da tutti, perso in strani pensieri. E la sua
espressione... Quella colpì Lina più di tutto.
Combattiva, quasi
furente. Non aveva mai visto Jack così. "Che diavolo sta
succedendo?".
Anche Daryl sembrava sorpreso. Jack Sparrow
era di
solito uno sbruffone, uno che ti ubriacava con mille parole. Quando
era silenzioso, quando era assorto, solitamente la situazione
diventava esplosiva. Scrutò il mare in tempesta e il suo
sguardo si
colorò di stupore. Davanti a loro, a diverse miglia di
distanza...
L'avrebbe riconosciuta fra mille navi, in mezzo alle onde
più alte
e impetuose. E capì il perché del comportamento
di Jack. "La
Perla Nera..." - mormorò, osservando la sagoma della nave
che,
sicura, solcava le onde a diverse miglia da loro. Era imponente,
maestosa, tanto forte da non sembrare minimamente scalfita dalla
tempesta attorno a lei.
"Cosa?". Lina e Alix si voltarono verso il
cercatore di tesori, poi guardarono Jack. E infine il mare. E la
videro, finalmente.
Lina spalancò gli occhi. Era
lei, la mitica Perla Nera.
La fantomatica, fantastica nave della quale Jack non faceva altro che
parlare, fin dalla loro partenza da Seyruun. Era enorme, imponente,
maestosa, talmente grande da poter contenere anche un centinaio di
uomini. Una nave che poteva solcare qualsiasi mare, affrontare
qualsiasi tempesta, da quanto era robusta e forte. L'orgoglio per
ogni uomo di mare che l'avesse posseduta. La guardò, poi
fissò
nuovamente il pirata. Ora capiva il perché del suo
attaccamento a
quella nave. La Perla Nera doveva essere come la magia, per lei. Un
qualcosa che gli apparteneva, che aveva nel sangue, che diventava un
tutt'uno con chi aveva avuto a che fare con lei almeno una volta.
Jack Sparrow in quel momento le ricordava prepotentemente la se
stessa di tanti anni prima, quando si impratichiva con l'uso della
magia ed era inebriata da ogni suo successo, da ogni sua conquista in
quel campo. "Grandiosa..." - riuscì solo a mormorare.
Daryl si morse il labbro. "Fantastico,
ma... Se c'è
la Perla Nera, sopra c'è anche il tuo caro nemico. Morgan
Alcantras, Jack... E' quì a pochi passi da te".
Gli occhi del pirata si assottigliarono,
rabbiosi come
quelli di un amante a cui qualcuno ha sottratto la sua donna.
"Esatto... E io ora me la riprendo, la mia nave".
Un'onda molto forte li fece sobbalzare,
rischiando di
rovesciare la loro imbarcazione. Il temporale, unito alla navigazione
spericolata che stava tenendo Jack in quel momento, erano quanto di
più deleterio per la stabilità della loro piccola
nave.
"Ehm... Jack... Se vai avanti
così, ti ammazzi
prima che il tuo nemico possa notarti!" - borbottò Lina,
tenendosi al parapetto della nave.
Il pirata scosse la testa. Era serio,
intenzionato al
tutto per tutto, a dispetto di ogni logica e fregandosene di ogni
pericolo. "Io me la riprendo, Lina" – ripeté,
accelerando la sua andatura.
La nave sobbalzò nuovamente,
facendo cadere Alix
addosso a Daryl e catapultando all'indietro Lina.
La maga chiuse gli occhi, preparandosi a
ricevere un
sonoro tonfo sul fondo schiena. Ma cadde sul morbido...
Sollevò lo
sguardo, trovandosi davanti il viso pallido di Gourry che l'aveva
ricevuta saldamente fra le braccia. "Tutto bene?" -
domandò, poco convinto.
Lina sospirò, rimettendosi in
piedi. "Tutto bene
un corno, Jack ci farà ammazzare! Siamo in mezzo a una
tempesta e
lui pensa solo alla Perla Nera!".
Gourry si grattò la fronte,
perplesso e all'oscuro di
tutto. "La Perla Nera? Che c'entra adesso?".
Lina scosse la testa, rassegnanta a vivere
un pomeriggio
d'inferno. "Sorpresa, sorpresa! E' quì, in questo sconfinato
mare, a poche miglia da noi! Jack l'ha scorta in mezzo alle onde e
ora la sta inseguendo come un forsennato. Con questo tempo e questo
mare, ci farà ammazzare tutti". Fissò il suo
compagno, pallido
come un cencio. "Ti ringrazio, mi hai salvato la schiena, poco
fa! Ma... che ci fai alzato? Dovresti stare a letto, nelle tue
condizioni".
Gourry si massaggiò lo stomaco.
Stava da cani, il mal
di mare non gli dava tregua. "Mh, stare steso è ancora
peggio,
con questo mare mosso. Non ce la facevo più a stare a letto".
Lina gli sorrise, dolcemente. Era
dispiaciuta per lui,
odiava vederlo stare tanto male ma con quel mare, nemmeno le sue
tisane magiche sembravano fare troppo effetto. Allungò una
mano,
accarezzandogli la guancia. "Stattene seduto quì sul
pontile,
appoggiato a qualcosa. Quanto meno, forse, l'aria fresca ti
aiuterà
un pochino".
Gourry la guardò, poi
osservò Jack. Era preoccupato,
non tanto per il mal di mare ma perché per la prima volta da
quando
erano partiti, sentiva incombere il pericolo. Prese il polso di Lina,
stringendolo piano ed attirandola a se. "Resta quì vicino a
me.
Non ho una bella sensazione" – le sussurrò
preoccupato.
Lina scosse la testa. "Nemmeno io! Ma devo
andare
da Jack e cercare di farlo ragionare! Combattere Morgan Alcantras
quì, in mare aperto, in mezzo ad una tempesta, con questa
piccola
nave e solo in cinque, è un suicidio! Dobbiamo organizzarci
meglio,
se vuole avere un'opportunità di vincere". Guardò
Daryl e
Alix, a pochi passi da loro. Anche i loro sguardi sembravano smarriti
e pieni di ansie. "Vado a parlare con Jack" –
mormorò
risoluta, facendo scivolare il polso fuori dalla presa di Gourry.
"Lina...". Lo spadaccino tentò
di fermarla,
ma la ragazza sgattaiolò lontano da lui, cercando di
avvicinarsi
carponi a Jack, sul pontile.
"Sta tranquillo, Gourry. Non ho mica
intenzione di
farmi male" – gli sussurrò allontanandosi da lui.
A fatica raggiunse il pirata, mettendosi al
suo fianco
accanto al timone. Jack aveva ancora lo sguardo fisso perso nel mare
e sembrava che nemmeno la pioggia e i violenti schizzi che gli
finivano in faccia a causa del mare in tempesta, lo scalfissero. Era
energia e concentrazione pura, in quel momento. E Lina ne era
stranamente affascinata. Ricordò le parole di Elizabeth, a
Ihurun...
"Lui...
Jack... Ricordati questo Lina! Può sembrare il
più idiota fra gli
uomini ma... in mezzo al mare, se io fossi in pericolo serio... non
esiste altro uomo a cui affiderei la mia vita! Quando fa il pirata,
quando lo fa seriamente, Jack Sparrow non ha rivali! Aiutalo e da lui
potrai imparare molto!".
In quel momento capì il
significato di quelle parole.
Jack era un uomo di mare, vero! E ora ne avrebbe avuto la prova. In
un certo senso, non era poi così convinta di volerlo
limitare,
fermare. Voleva vederlo in azione, capire davvero quanto valesse!
Sapeva essere temeraria e avventata quanto lui, nelle situazioni che
le erano congeniali, dopo tutto. Lei era stata così,
esattamente
come lui, un tempo. Ma... era anche cresciuta e aveva imparato a
ponderare rischi e benefici delle proprie azioni. Ripensò a
Yonas.
Rischiare la vita, morire forse... Lui ne sarebbe stato deluso, se
lei lo avesse fatto avventatamente... Lui, che la vita l'aveva persa
e che invece non avrebbe desiderato altro che viverla appieno.
Guardò
il mare. La Perla Nera era a pochi metri da loro. Jack l'aveva
raggiunta. O forse, semplicemente e più realisticamente,
Morgan li
aveva notati e aveva rallentato apposta la sua corsa. Combattere in
mezzo al mare e a una tempesta non era l'ideale, soprattutto in
inferiorità numerica. Ma se fosse stato necessario... beh,
lei non
si sarebbe tirata indietro! Avrebbe tentato di evitarlo, di far
ragionare il pirata, ma... Al diavolo, se loro li avessero attaccati,
lei avrebbe spinto Jack a rispondere. In fondo, pure Yonas aveva
amato il suo carattere ribelle e combattivo. Gli appoggiò
una mano
sul braccio, cercando la sua attenzione. "Jack...".
Il pirata scosse la testa. "Non ora, Lina!".
La maga si morse il labbro, indecisa sul da
farsi.
Osservò la Perla Nera che si stava accostando
pericolosamente a
loro. Era enorme, sembrava un muro invalicabile a loro confronto,
talmente grande da non venire minimamente scalfita dal mare mosso e
agitato. I suoi occhi si assottigliarono, cercando di metterne a
fuoco il pontile. Era pieno di uomini, pirati della peggior specie,
persone dalla dubbia moralità e sicuramente, dalla dubbia
forza.
Pronti a tutto per servire uomini di potere e per soldi,
però. Gli
uomini che avevano combattuto per Jack con gli uomini di Morgan,
mischiati fra di essi, erano lì davanti a loro. Potevano
anche
essere fastidiosi, tutti insieme. Anche se, beh, sommandoli,
probabilmente i loro cervelli non avrebbero potuto competere nemmeno
con l'intelligenza di un mollusco. E di certo, non si aspettava nulla
di diverso perché da un certo punto di vista, erano la
controparte
marina dei briganti che lei attaccava nei boschi. Loro in fondo,
ripensandoci, non sarebbero stati un problema. Se non ci fosse stata
la tempesta, ovvio. E la grossa disparità di potenza fra le
due
imbarcazioni non aiutava di certo.
Un uomo, apparso all'improvviso davanti a
loro, sulla
prua della nave, catturò la sua attenzione e quella di Jack.
Troppo
diverso da quelli che lo circondavano per non essere notato, era
decisamente meno giovane della marmaglia che si portava appresso e
poteva avere sui cinquant'anni, se non sessanta. Sovrappeso, non
troppo alto e all'apparenza ingobbito, era una nota decisamente
stonata in mezzo agli altri pirati. Una lunga e ispida barba grigia
gli ornava il mento, cadendo disordinata fino al suo petto. Gli occhi
erano piccoli e scuri e i capelli disordinati e quasi bianchi.
Portava al collo e alle mani anellacci e collane di dubbio gusto,
pacchiane e per nulla fini. I suoi abiti erano di colori sgargianti e
mal amalgamati fra loro e alla fibbia teneva allacciata una grossa
spada. Il classico pirata, insomma...
"Morgan, suppongo..." - commentò
fiaccamente
Lina, guardando Jack in attesa di un suo cenno affermativo.
Il pirata annuì, fissando con
odio il suo avversario.
"Già" – mormorò, sputando davanti a lui.
Dall'alto della Perla Nera, Morgan li
fissava, con un
odioso ghigno sul viso. "Jack Sparrow! Ma che piacere rivederti
per mare, non me lo aspettavo proprio di trovarti da queste parti!
Dopo che hai PERSO la tua nave, ti credevo a fare il garzone in
qualche mercato di Tortuga".
La mano di Jack tremò
visibilmente, stringendo il
timone in modo convulso. "G... garzone? Io?".
Lina strinse il braccio dell'uomo. "Ti sta
solo
provocando, Jack! Mantieni la calma".
Morgan fissò la maga,
accigliato. Si lisciò la barba,
esibendo un ampio e beffardo sorriso. "Oh Jack, vedo che non hai
perso la cattiva abitudine di portarti delle donnicciole isteriche
sulle navi che porti in mare! Ne hai persa una, e ne hai subito
trovata un'altra che magari è anche peggio!". Poi
osservò
Gourry, Daryl e Alix a pochi passi dal pirata e da Lina. "Anzi,
DUE donne addirittura! Ti vuoi proprio male, amico! Ma ti capisco, in
fondo i tuoi uomini ora sono... miei. Dovevi trovare pur qualcuno che
li sostituisse" – concluse, mostrandogli un la mano
l'equipaggio dietro di lui.
Jack alzò lo sguardo verso il
suo avversario, furente.
Le goccie di pioggia gli rigavano il viso, ma sembrava non rendersene
conto. "E me li riprendo! Hai capito Morgan? Io me li riprendo!
Insieme alla MIA nave!".
A quelle parole, Morgan scoppiò
a ridere sguaiatamente.
"Te li riprendi? E come? Con una bagnarola, in compagnia di due
soli uomini e due donnicciole? Jack, ritirati e non umiliarti
ulteriormente... E' un consiglio da amico, il mio".
Lina fossò Morgan, poi Jack. Ok,
l'idea, la voglia di
volare fino a Morgan e fargli saltare i denti uno ad uno, a suon di
incantesimi e di pugni, la allettava terribilmente. Ma sapeva che non
spettava a lei farlo... Toccava a Jack quell'onore e lei, forse,
avrebbe dovuto accontentarsi di insegnare due o tre cosette agli
altri scalcinati pirati della Perla Nera. Ma ci voleva un piano che
in quel momento non avevano! E una situazione più tranquilla
di un
mare in tempesta, con un temporale sopra la testa. In cinque contro
cento, se lei usava la sua magia, potevano anche vincere. Ma se
avesse usato i suoi incantesimi contro la Perla Nera in quel momento,
l'avrebbe mandata a picco. E Jack la sua nave la rivoleva intera. Non
c'erano dannatamente sbocchi, in quel momento! Ci voleva un'altra
situazione, altri bersagli da colpire per indebolire i loro nemici. E
in quel momento l'unica cosa da colpire era la nave di Jack. Un
vicolo cieco, una buona opportunità capitata però
nel momento
sbagliato. "Jack, non ora" – gli mormorò sotto
voce.
Andava contro a tutto quello che era stata in passato, quel
consiglio. Ma con gli anni, Lina aveva imparato che non tutto si
ottiene, con la fretta.
"Jack!". Anche Daryl chiamò
l'amico,
preoccupato che potesse fare sciocchezze.
Il pirata si morse il labbro. "Lina, tu coi
tuoi
poteri potresti...".
"Potrei mandarla a picco, sì! Ma
non è quello che
vuoi, giusto?".
Jack scosse la testa. "E allora cosa
dovremmo fare?
Hai idee migliori?".
Lina abbassò lo sguardo, in
difficoltà. Il tono di
Jack era duro ora, arrabbiato. E lo capiva, davvero! Era impulsivo
come lo era stata lei un tempo, dopo tutto. Comprendeva la sua
rabbia, la sua frustrazione ma sapeva anche che cadere nelle
provocazioni di Morgan, in quel momento, non avrebbe portato a nulla
di buono per loro. "Jack, sì, la mia idea è che
prima di
affrontarlo, dovremmo avere quanto meno un piano. Un buon piano! Ma
ora, con la nave in balia delle onde, cosa potresti fare contro di
lui? Siamo in cinque, non riusciamo quasi a rimanere a galla, fra
queste onde e se non stiamo attenti, coleremo a picco noi stessi.
Anche senza che Morgan ci metta del suo! E in più, Gourry
sta pure
male e non potrebbe aiutarci. Jack, sii più uomo di lui e
andiamocene. A volte una resa può essere più
onorevole di una
sconfitta, te lo assicuro! Sai, è facile per Morgan fare la
voce
grossa, ora! La farei anche io, nelle sue condizioni di vantaggio. Se
lo affronti adesso, perderai. E la cosa grave, è che
succederà
davanti a quelli che sono stati i tuoi uomini".
Jack la guardò in viso,
accigliato. "Tu... Tu,
Lina Inverse, mi stai dicendo che dovrei fuggire? Non ci credi
nemmeno tu, a quello che dici".
"E allora Jack, che hai intenzione di
fare?" -
chiese nuovamente, beffarda, la voce di Morgan, interrompendo il
discorso fra il pirata e la maga.
Lina sbuffò. Dire a Jack che in
quel momento avrebbe
volentieri ucciso quel dannato pirata, non la avrebbe di certo
aiutata, giusto? Doveva usare logica, astuzia e tutte le sue doti
diplomatiche per convincerlo. "Jack, tu mi hai chiamata per
aiutarti perché ti fidi di me, giusto? Hai anche detto che
ti
ricordo Elizabeth e dopo averla conosciuta, posso dire di prenderlo
come un complimento. Mi hai chiesto collaborazione e ti assicuro che
dartela, in questo momento della mia vita, è molto difficile
per me.
Fin'ora non ti ho chiesto nulla, mi sono affidata a te in tutto e per
tutto e in ogni tua decisione. Ma ora, per una volta Jack, cerca di
essere tu a fidarti di me. Siamo soci, in fondo. Ricordi?".
"Lina?". Il pirata la guardò,
sorpreso da
quelle parole. Si fidava di Lina, ammirava il suo coraggio ed era
affascinato dalle leggende che circolavano su di lei. Non aveva
ancora dimostrato quanto valesse, in quel viaggio, ma ora lo stava
facendo. Non con incantesimi o combattimenti all'ultimo sangue, come
si sarebbe aspettato, ma usando il suo cervello e quella intelligenza
che l'aveva resa famosa. "Ti ho scelta, sì. Ho occhio io,
sai,
a trovarmi i miei collaboratori".
Lina sorrise. "Beh, direi di sì.
Ti sei scelto la
migliore. E considerati fortunato dal fatto che ho accettato e che mi
hai quì, al tuo fianco".
Il pirata scosse la testa, stranamente
convinto dalla
logica di Lina. Lei aveva ragione, ne era certo! Era difficile
però
chinare il capo, nuovamente, davanti a Morgan. Ma sapeva anche che,
in quelle condizioni, se l'avesse affrontato, sarebbe stato
sconfitto. Oppure no, forse avrebbe vinto grazie alla magia di Lina.
Ma anche in quel caso, la Perla Nera sarebbe andata persa per sempre
sotto gli attacchi della maga. Alzò gli occhi verso Morgan,
esibendo
la sua migliore faccia da schiaffi. "Mi sto bagnando i miei
meravigliosi capelli con la pioggia, a perdere tempo a parlare con
te! Me ne vado, mio caro! Ti affronterò quando il tempo
sarà
migliore... Non vorrei che le mie meravigliose treccine si
increspino, con tutta questa umidità!".
Lina sorrise. Ed eccolo, il caro vecchio
Jack-faccia-da-schiaffi! Un problema, forse, era risolto. Certo,
sempre che Morgan non li avesse attaccati.
Ma il loro rivale corse in suo aiuto.
Morgan scoppiò a
ridere, di gusto. "Oh Jack Sparrow, sei davvero un codardo! Ma
ti capisco, anche io avrei paura, ad affrontarmi. Vai, vai avanti con
la tua bagnarola e il tuo striminzito equipaggio. Non vali nemmeno
una delle mie palle di cannone". Si voltò verso i suoi
uomini,
facendo cenno di riprendere a pieno ritmo la navigazione. E senza
aspettare altre risposte da Jack, ingorandolo quasi con dispresso, la
Perla Nera riprese la sua strada, scomparendo fra i flutti del mare.
Jack si voltò verso Lina. Aveva
un'espressione stanca e
distrutta. Aveva fatto violenza a se stesso, per fare quello che
aveva appena fatto. "Spero di non pentirmene...".
Lina sorrise. "Non te ne pentirai. Ricorda,
Jack,
perdere una battaglia è meno umiliante che perdere una
guerra. Ora
ha vinto lui ma alla fine, ti giuro, tu riavrai la tua dannata nave.
E anche quegli idioti dei tuoi uomini, se davvero li rivorrai
indietro. E' una questione di principio anche per me, in fondo! Lui
mi ha chiamata donnicciola, ricorda! E io lo massacrerò, per
questo".
Alix, Daryl e Gourry giunsero alle loro
spalle,
apparentemente più tranquilli per la piega che avevano preso
gli
eventi.
"Per un attimo ho temuto che ci lanciassimo
all'attacco di quel veliero enorme!" - commentò Alix,
squadrando il pirata. "Brava Lina, l'intelligenza e la logica
femminile hanno trionfato ancora una volta!" - disse ridendo e
battendo amichevolmente una mano sulla spalla della maga.
"Beh, so essere persuasiva" –
rispose Lina,
ridendo.
Ma la pace ritrovata durò poco.
Un violento tuono e una
grossa onda fecero sobbalzare loro e la nave.
No, i guai non erano finiti. E la tempesta
ora era
proprio sopra la loro testa.
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Capitolo 15 *** Naufraghi ***
Capitolo
nuovo, scritto pure in tempi brevi. E' un capitolo un pochino
rocambolesco e spero che le vicende risultino chiare a chi legge.
Grazie
come
sempre a tutti voi che mi seguite, attendo con ansia i vostri
commenti ;)
A
prestissimo!!!
Naufraghi
Lina non aveva mai avuto paura dei
temporali, da
bambina. A differenza dei suoi compagni di giochi prima, e dei suoi
pari all'accademia di magia, aveva sempre guardato con interesse e
curiosità a quella manifestazione tanto violenta, forte e
maestosa
che la natura dava di se stessa, quando si scatenava. Era facile,
quando era piccola. Si correva in casa o nel fienile e si stava
lì,
all'asciutto, a guardare quella pioggia furiosa, quel vento impetuoso
che sapeva fischiare, gli alberi che si piegavano e il cielo che
diventava nero e plumbeo come la notte. E infine, quando tutto era
finito, si poteva talvolta rimanere incantati ad ammirare uno
splendido arcobaleno.
Ma lì, in mezzo al mare, Lina si
rese conto che era
un'altra cosa... E cominciava a percepire, capire, cosa terrorizzasse
tanto i suoi compagni d'infanzia. La sensazione di essere piccolo
piccolo, in balìa della natura e dei suoi capricci,
assolutamente
inerme ed impreparato a fronteggiare la furia dei venti e del mare.
Certo, aveva la magia, avrebbe potuto volare, avrebbe potuto fare
mille cose ma... era quella sensazione di inferiorità che la
colpiva
e a cui mai aveva pensato. L'uomo, per quanto forte, era nulla in
confronto alla furia di madre natura e dei suoi elementi. Si
voltò
verso Jack che, a fatica, reggeva il timone fra le mani. Pensava di
aver risolto il grosso dei problemi, allontanando Morgan, ma non era
decisamente così. "Credi di farcela?".
Jack si morse il labbro. "Ho già
affrontato mille
tempeste".
"Sì, ma...". La maga si morse il
labbro e
tacque. Rivelargli le sue paure e i suoi dubbi, forse sarebbe stato
deleterio. Lui era un uomo di mare, avvezzo a questo genere di
esperienze. E la fiducia che sembrava riporre in se stesso era un
buon aiuto, meglio non minarla con i suoi stupidi dubbi. E pensare a
cose più pratiche, come ad esempio... tenere a galla la
nave! "Jack,
noi che dobbiamo fare per esserti d'aiuto?".
Il pirata alzò gli occhi al
cielo, poi guardò lei con
aria pensierosa. "Sei una maga! Hai in serbo qualche buona magia
per far smettere il temporale?".
"Seriamente Jack!" - lo fulminò
Lina.
L'uomo scosse la testa. Sarebbe stato
troppo bello se ne
fosse stata capace e invece gli toccava faticare! "Ammainate le
vele, o il vento le farà in mille pezzi" – rispose
infine in
tono pratico. Poi la guardò, accigliato. "Lina, tu SAI cosa
vuol dire, ammainare le vele, vero?".
"Jack...". Oh beh, visto che faceva
l'idiota,
in fondo forse poteva sfogare sul suo amico pirata, il nervoso
fattole venire prima da Morgan, vero? Giusto un paio di pugni...
Quasi prevedendo i suoi pensieri, Jack
ridacchiò.
"Eheh, non ti conviene! Se metti fuori gioco me, sei fregata!
Tu, questa nave e tutti gli altri! Prendila come... una piccola
vendetta per avermi impedito di combattere con Morgan".
"Io ti odio, certe volte!" -
borbottò la
maga, imbronciata. Prima di lasciarlo solo col suo timone e tornare
dagli altri che combattevano contro la furia del mare che rovesciava
ogni cosa ci fosse sulla nave.
Si avvicinò a Daryl, l'unico in
quel momento, in grado
di esserle d'aiuto. "Jack ha detto di ammainare le vele. Gourry
sta male, io non ne sono capace. Potresti farlo tu?" - gli
urlò,
mentre la pioggia e il vento, sempre più forti, le
sferzavano il
viso.
Daryl sbuffò. "Ma devo SEMPRE
farli io, i lavori
di forza?".
Alix guardò Lina e Gourry,
bianco come un cencio.
"Avanti grande uomo, ti aiuto io!" - commentò fiaccamente.
"Davvero?". Il viso di Daryl si
illuminò.
Beh, se la dolce Alix gli dava una mano... Si arrampicò con
agilità
sull'albero maestro, raggiungendo le funi che tenevano legate le
vele. "Alix, mettiti sotto e afferra tutto quello che ti lancio
giù!" - le urlò dall'alto, prendendo a sganciare
le
imbragature che tenevano issata la vela.
Lina li guardò, attenta ad
imparare dai movimenti di
Daryl, tutto quello che poteva. In fondo, apprendere in qualsiasi
campo, poteva rivelarsi utile, l'aveva sempre saputo. Poi, notando
l'ottima coordinazione fra il suo vecchio compagno e Alix, si
avvicinò a Gourry che se ne stava seduto a terra, pallido e
sudato.
Stava malissimo, era evidente che lo spadaccino non poteva essere di
nessun aiuto in quel momento. Quel mare mosso, quelle onde che
sballottavano la nave ovunque, dovevano essere una tortura per lui.
"Gourry, tornatene nella tua cabina. Quì ci pensiamo noi"
– gli intimò, gentilmente.
Ma lo spadaccino scosse la testa, in segno
di diniego.
"No, scordatelo! Non me ne starò a letto a poltrire, mentre
quì
fuori c'è bisogno di aiuto". Si alzò a fatica,
aggrappandosi
al parapetto della nave. Ogni movimento gli costava una fatica
enorme, non ricordava di essere mai stato tanto male in vita sua...
"Lina, diamoci da fare anche noi e aiutami a mettere al riparo
le botti con gli alimenti e ogni altra cosa che potrebbe tornarci
utile, che ora rischia di finire in mare!".
"Gourry, dannazione!". Lina gli corse
vicino,
sorreggendolo per la vita. "Non puoi farlo, non stai in piedi!".
"E' solo mal di mare, nulla di
più! E voglio
rendermi utile".
Lina sospirò. Gourry non sarebbe
mai cambiato, la sua
correttezza e la sua voglia di aiutare gli altri lo avrebbero
accompagnato per sempre. "Sei un testone, lo sai?" -
borbottò, ormai arresa alla sua testardaggine.
Gourry, a dispetto di tutto, sorrise.
"Senti chi
parla!".
La ragazza scosse la testa.
"Farò finta di non
aver sentito...". Poi, a fatica, scivolando sul pavimento reso
umido dalla pioggia, con Gourry raggiunse delle grosse botti che
sbattevano contro il parapetto della nave, rischiando di finire in
mare. Dentro c'erano viveri e bevande e se li avessero persi,
sarebbero stati guai. E digiuno assicurato! "Gourry, facciamoli
rotolare fino alle scale, giù nella dispensa" –
urlò al
compagno, mentre la sua voce veniva sovrastata da un ennesimo,
violento tuono.
L'acqua prese a cadere ancora
più forte, violenta,
intensa, tanto che era difficile vedere oltre al proprio naso, quasi.
E ad essa, quasi per un beffardo scherzo del destino, si aggiunse la
grandine. Piccola, ghiacciata e pronta a trafiggere chiunque trovasse
sul proprio cammino.
"Hei, ma dannazione!". Lina si
coprì col
braccio la testa, cercando di ripararsi da quei piccoli proiettili
gelati che piombavano giù dal cielo. "Gourry, sbrighiamoci
con
queste dannate botti, mettiamo tutto al riparo e poi cerchiamo un
posto asciutto anche noi!". Odiava la pioggia, odiava la
grandine, odiava tutto di quel dannatissimo temporale.
Gourry annuì, spingendo a fatica
la botte davanti a se,
verso la rampa di scale. Farla rotolare giù era un modo
piuttosto
spartano di metterla in salvo, ma viste le condizioni in cui si
trovavano, meglio non guardare troppo di fino. E considerando che
stava da cani, non aveva comunque la forza per ribattere alle idee di
una Lina piuttosto nervosa. La maga non era mai stata amante delle
avversità del meteo, in questo, negli anni, non era cambiata.
Ginsero alla rampa di scale con enorme
fatica,
combattendo contro il violento sali-scendi della nave, percossa da
enormi scossoni. Sembravano miseri moscerini, in quel mare in
tempesta, sotto quel cielo cupo e carico di pioggia ed energia. E lo
erano! I lampi rischiaravano il cielo a giorno, per poi sparire e
lasciare il posto al nero più profondo. Faceva quasi paura,
quel
cielo. Sembrava notte ed invece era solo pomeriggio. E Lina si rese
conto di quanto fossero vere le leggende che Jack aveva raccontato
loro a Ihurun, circa quel tratto di mare. Ora ci credeva, era una
certezza quello che lui aveva detto. Fra quelle acque, in quelle
condizioni, dovevano essere state molte le navi colate a picco,
insieme ai propri marinai. Scosse la testa. Beh, era sopravvissuta ai
più potenti Dark Lord e di certo non sarebbe morta in una
stupida
tempesta in mare. No, loro erano un'altra storia e ne sarebbero
usciti. Anche se le onde erano alte, il mare in tempesta e la pioggia
e la grandine violentissime. Se la sarebbero cavati e basta, come
sempre. Con un gesto rabbioso, aiutata da Gourry, spinse la botte
giù
per le scale, facendola sobbalzare malamente ad ogni gradino. Resse
senza spezzarsi, rotolando poi nel buio della stiva. Lina
annuì,
notando che per fortuna il legno con cui era fatta, aveva retto ai
colpi. "Ok, possiamo passare alle altre sul pontile!" -
disse, rivolta a Gourry.
Lo spadaccino annuì, camminado a
tentoni sul pontile
umido di pioggia. Osservò Jack che a fatica teneva in mano
il
timone. E Alix e Daryl che avevano quasi finito il loro lavoro con le
vele. Prese Lina per mano, aiutandola a rimanere in piedi e poi
giunsero fino alle altre botti sul pontile. In quel momento, una
grossa onda fece inclinare la nave, facendo scivolare entrambi contro
il parapetto dell'imbarcazione. Lo spadaccino cadde e rovinò
dolorosamente con la schiena contro il duro legno, bloccando e
stringendo al suo petto Lina e riparandola col suo corpo. Strinse i
denti per il dolore alla schiena e prima che potesse cercare di
rialzarsi, vide una delle botti sobbalzare a causa delle onde
altissime. Si rovesciò su se stessa e poi rotolò
pericolosamente
verso di loro, rischiando di travolgerli.
"Gourry!". Lina chiuse gli occhi e si
strinse
a lui, pronta a ricevere il colpo.
Ma lo spadaccino, con un gesto tanto veloce
che di
solito usava nel maneggiare la spada, scansò all'ultimo la
botte,
dandole una botta col braccio e facendola cadere al loro lato. Poi si
abbandonò contro il parapetto, dolorante. Gli facevano male
tutte le
ossa ora, oltre lo stomaco. Strinse a se Lina, accarezzandole i
capelli. "Tutto bene?".
"Sì, tutto bene". La maga si
rialzò e lo
guardò, sorridendogli. "Ti ringrazio, mi hai appena salvato
la
vita. Di nuovo!" - osservò, ironica.
Gourry sbuffò, cercando di
rispondere al sorriso,
nonostante tutto. "Beh, per così poco...". Tentò
di
rialzarsi ma il forte dolore alla schiena lo costrinse ad accasciarsi
al suolo.
"Gourry!". Preoccupata, Lina gli si
inchinò
davanti, aiutandolo ad appoggiare la schiena. "Mi dispiace... Ti
sei fatto male per salvare me...".
Lo spadaccino le sorrise. "Beh,
è meglio che uno
dei due resti sano oggi, no? Io stavo già male in partenza
ma tu sei
in forma ed è meglio che continui ad essere così,
visto il casino
in cui ci troviamo. Non preoccuparti, sono abituato a ben altro. Due
secondi e mi rialzo".
"Scordatelo!". La maga gli si
inginocchiò
davanti, con sguardo risoluto. "Ora resti quì tranquillo.
Oppure, ancora meglio, vai in cabina a riposare. Ci penseremo noi a
tutto il resto".
A quelle parole, tranquillo, Gourry scosse
la testa. "Io
non ti lascio sola in mezzo a tutto questo. Te l'ho promesso, no? Che
ti avrei aiutata ogni volta che ne avessi avuto bisogno...".
"Gourry". Lina arrossì
lievemente alle sue
parole. Gourry sapeva essere tanto dolce e riusciva a farla stare
tanto bene, con poche e semplici parole. E sapeva starle accanto,
sempre. Era vero, lo aveva promesso a Ihurun. Ma non credeva che
avrebbe preso tanto alla lettera quel dolce impegno che si era preso
nei suoi confronti. "Ascolta" – sussurrò, in tono
più
gentile – "Stai male, ti sei fatto male! Non puoi aiutarci,
ora! E non sarò sola, ci sono Jack, Alix e Daryl, con me. E
anche se
non sono guardie del corpo perfette come sei tu, ce la sapremo
cavare. Vai a riposare, Gourry. Per favore".
"No". Con fatica, Gourry si tirò
su in piedi.
Non se ne sarebbe stato a letto a poltrire, mentre gli altri
affrontavano la tempesta. Anche se era Lina a chiederglielo!
La maga alzò gli occhi al cielo.
Gourry sapeva essere
più testardo di lei! Non ricordava che avesse la testa tanto
dura.
"Una volta eri più ubbidiente" –
mormorò, arrendendosi.
Si guardò attorno, notando che Alix e Daryl avevano
terminato il
loro lavoro con le vele. "Hei, aiutateci a mettere in salvo le
botti!" - urlò loro.
I due annuirono, raggiungendoli, sotto la
pioggia
battente. Stare in piedi senza capitombolare al suolo, era una fatica
immane. Daryl si morse il labbro, dando occhiate nervose a Jack.
"Spero che riesca a non far ribaltare la nave!".
Lina, Alix e Gourry spalancarono gli occhi.
Alla faccia
dell'ottimismo!
"Oh Lon, potresti essere meno catastrofico,
per
favore?!" - sbottò Alix.
Il cercatore di tesori
ridacchiò. "Vuoi dire, meno
realista? Quì stiam rischiando di brutto, bellezza, se non
te ne
fossi accorta". Guardò il mare, nero quanto il cielo e
agitato
come se fosse percosso da un terremoto sotterraneo.
In quel momento un fulmine fece tremare la
nave,
vigorosamente, abbattendosi contro l'albero maestro e spezzandolo in
due. La trave di legno scricchiolò sinistramente,
tremò su se
stessa e poi cadde giù, diretta su di loro.
Daryl prese Alix per la vita, la strinse e
con un saltò
si spostò all'ultimo dalla sua traiettoria. Gourry spinse
Lina
lontano, con forza. Poi con un balzo, cercò di evitare esso
stesso
di essere travolto, cadendo pesantemente all'indietro e sbattendo
violentemente la testa contro il parapetto della nave. Rimase
tramortito, immobile e senza sensi per lunghi istanti. La trave si
frantumò di lato a lui, a pochi centimetri dal suo corpo.
Per poi
accasciarsi su se stessa sbattendo sul parapetto dell'imbarcazione,
rompendolo e aprendo una voragine che dava direttamente sul mare.
Lina si rialzò, tramortita.
Riuscì a vedere la trave
spezzata e il corpo inerme di Gourry, senza sensi, accanto ad essa.
Prima che potesse fare qualcosa, la nave, percossa dall'ennesima
onda, fece rotolare il corpo dello spadaccino, avvicinandolo
pericolosamente alla voragine appena aperta e facendolo cadere a peso
morto in mare, senza che lui opponesse alcuna resistenza.
"Gourry!". A Lina sembrò che il
suo cuore si
fermasse. "Gourry, Gourry!!!". Corse verso la voragine,
cercando di recuperarlo, pronta a tuffarsi in quel mare in tempesta
per recuperarlo. Ma Daryl, resosi conto delle sue intenzioni, si
lanciò su di lei, bloccandola. "Ferma! Lina, che vuoi fare?".
La maga cercò di divincolarsi,
dandogli violenti
strattoni per liberarsi dalla sua stretta. "Lasciami Daryl!
Gourry, dobbiamo aiutare Gourry! E' finito in mare!".
Daryl la strinse più forte.
Capiva come potesse
sentirsi Lina, capiva che era sconvolta ma non le avrebbe permesso di
fare alcuna sciocchezza. "L'ho visto, Lina! E' perso, Gourry
è
perso! E tu non seguirai il suo destino! Lina, fermati dannazione!
Nemmeno lui lo vorrebbe!" - le urlò, mantenendo la stretta
su
di lei.
La ragazza si voltò verso di
lui, rabbiosa. No, non
gli avrebbe permesso di fermarla, non avrebbe mai abbandonato Gourry
al suo destino. Avvicinò una mano al petto di Daryl
mormorando sotto
voce una formula magina. "Mono volt!" - esclamò, liberando
una piccola quantità di corrente che tramortì
Daryl, facendolo
cadere a terra. Non aveva usato molta potenza, si sarebbe ripreso nel
giro di qualche minuto. Ma almeno lei avrebbe avuto il tempo di
salvare Gourry.
"Lina, non farlo!" - urlò Alix,
disperatamente.
La maga non la ascoltò, le sue
parole non la sfioravano
minimamente. Corse verso lo squarcio, diede un'occhiata veloce al
mare in tempesta e poi si buttò giù, fra le onde
del mare. Lo
avrebbe trovato, lo avrebbe salvato, pensò, prendendo un
ampio
respiro ed immergendosi di sotto, nell'oscurità delle acque.
Erano
gelide, scure e furiose... Fece comparire davanti a se una piccola
sfera di luce per riuscire a vedere in quell'abisso di
oscurità. Poi
nuotò, cercando il suo compagno. Doveva fare in fretta, ogni
istante
perso poteva essere fatale. 'Gourry, Gourry dove diavolo sei?' -
pensò, scendendo sempre più in
profondità. Il terrore... Non aveva
mai provato tanta paura come in quel momento... Perdere Gourry... No,
non poteva essere, non doveva permettere che quella dolce luce venuta
ad illuminare il buio che la circondava, si spegnesse. Non lui, non
Gourry! Lo avrebbe trovato, salvato e poi l'avrebbe preso a cazzotti
in faccia, per averla fatta preoccupare tanto!
Nuotò sempre più in
profondità, respirando a fatica e
spinta solamente dalla forza della disperazione. Lui era caduto in
quel punto e non doveva essere poi così lontano da lei. Era
irrazionale, sapeva che il suo comportamento era folle e che, in
altre situazioni, avrebbe biasimato chiunque altro avesse fatto lo
stesso. Ma non le importava, in quel momento era guidata solo dal suo
istinto che le diceva che perdere Gourry avrebbe significato perdere
per sempre anche se stessa.
Nuotò, nell'oscurità
rotta solo dal suo incantesimo. E
finalmente, sotto di lei, lo vide. Inerme, sballottato dalle correnti
marine come se fosse stato un burattino, Gourry scivolava sempre
più
giù, senza opporre resistenza. La sua coscienza era
scivolata
lontano e se lei non lo avesse raggiunto, quel mare se lo sarebbe
inghiottito per sempre. Con veloci bracciate, disperata,
riuscì a
spingersi fino a lui, afferrendolo per la maglia ed attirandolo a se.
Lo aveva trovato ma non aveva tempo per esultare! Cominciava a
mancarle seriamente il fiato e, se non si fosse sbrigata a risalire,
entrambi ci sarebbero morti, in quel mare! Attirò Gourry a
se,
abbracciandolo e stringendolo fra le braccia. Lo spadaccino era
incosciente e non aveva idea di quanto fosse grave la sua situazione.
Nuotò verso l'alto, con una forza che non credeva di
possedere,
dettata solo dalla disperazione e dal terrore che si erano
impossessati di lei. Riaffiorò fra le onde del mare in
tempesta,
venendo investita dalla pioggia violentissima. Respirò
affannosamente, continuando a tenere Gourry stretto a se e cercando
di recuperare quel minimo di calma che le sarebbe servito per uscire
da quella situazione. Le sue mani sfiorarono i lunghi capelli biondi
dell'uomo e la sua stretta su di lui aumentò. "Gourry,
coraggio..." - mormorò più a se stessa che a lui,
che non
poteva sentirla.
La maga si guardò attorno,
cercando di visualizzare
dove fosse la loro nave. Ma attorno a lei c'erano solo onde furiose e
acqua. Della loro imbarcazione, di Jack, Alix e Daryl nemmeno
l'ombra. E quel cielo nero come la notte era ancora sopra le loro
teste. La corrente doveva averli spinti lontani dalla barca e ora non
aveva la minima idea di come raggiungerli e di dove fossero. Per un
attimo, il panico tornò ad impossessarsi di lei. Aveva un
dannato
bisogno di uscire dal mare, andare all'asciutto ed accertarsi delle
condizioni di Gourry! Fece mente locale e ricordò che, prima
del
temporale, avevano sorpassato una grossa isola. Non era lontana e
probabilmente pure Jack ci si stava dirigendo. Era logico, era
l'unico approdo sicuro, in quell'inferno. Ma da che parte andare?
Aveva perso ogni senso dell'orientamento, ormai. Si guardò
attorno,
mentre le onde del mare rischiavano di travolgerli ancora. E poi
decise. Strinse il ciondolo che teneva al collo, ricordando quanto
Yonas avesse amato volare. Sarebbe stato difficile volare,
trascinandosi dietro un corpo a peso morto, stanca, ma doveva usare
la magia e uscire dall'acqua. Non aveva alternative! "Levitazione"
– urlò, allo stremo delle forze. Guardò
il cielo, cercando
sostegno in esso. "Yonas, ovunque tu sia, aiutami a volare".
La magia la sollevò dall'acqua e
Lina strinse i denti.
Gourry era pesante e lei era sfinita. Ma doveva portarlo in salvo!
Volò alla cieca, guardandosi attorno alla ricerca di un
appiglio e
sperando, al contempo, che Gourry si svegliasse. Ma dallo spadaccino
non pareva arrivare alcun segno di vita. Doveva fare in fretta!
Una serie di lampi, illuminarono il cielo a
giorno. La
maga si guardò attorno, alla ricerca della salvezza. E in
lontananza, finalmente, vide la sagoma scura di un'isola. Era a
diverse miglia da loro ma l'avrebbe raggiunta. Era la sua unica
possibilità di salvarsi. Era l'unica possibilità
di salvare Gourry.
Era sfinita, non ce la faceva più! Ma ce l'avrebbe fatta!
Volò, spinta dalla forza della
disperazione, a filo
d'acqua, col corpo dello spadaccino stretto a se. "Coraggio
Gourry, ci siamo quasi!". Doveva crederci, che ce l'avrebbe
fatta! Volò veloce, non seppe nemmeno lei come
riuscì a farlo. E
quando giunse alla spiaggia, si accasciò senza
più forza sopra di
essa. La sabbia era bagnata, le onde le sfioravano i piedi, la
pioggia era ancora violentissima e non sapeva dove fosse finita la
sua nave. Ma non le importava, a quello ci avrebbe pensato dopo, con
Gourry! Ora, l'unica cosa importante era salvarlo!
Stese il corpo dello spadaccino sulla
sabbia, piano. Poi
gli sfiorò il petto e le labbra. E il cuore le si
fermò. Non
respirava... Gourry non stava respirando! Non sapeva da quanto, non
sapeva se ci potesse essere una strada di ritorno, non sapeva nulla e
le sembrava di non capire più niente.
Guardò il suo viso. Aveva lo
stesso colorito che aveva
Yonas quel giorno, quando aveva dovuto dirgli addio nel loro bosco,
quando era morto fra le sue braccia. Gourry era uguale a lui, in quel
momento! Bianco come la cera, immobile e terreo. Prese a tremare,
convulsamente. Le braccia, le sue mani, tutto il suo corpo sembravano
non rispondere più ad alcun suo comando. "Lina, stai calma!
Se
dai fuori di testa, non potrai aiutarlo! Non è Yonas, non
è come
Yonas! Puoi salvarlo..." - urlò, verso se stessa. Era
annientata, terrorizzata! E doveva farsela passare o non sarebbe
stata di alcun aiuto a Gourry. Si chinò su di lui,
accarezzandogli
la guancia. "Gourry, ti prego, non farmi questo! Non PUOI farlo!
Me lo hai promesso... Mi hai giurato che non mi avresti lasciata
sola, che avrei potuto contare su di te. E io ho bisogno che tu ci
sia! Non andartene... Ti odierei per sempre, se lo facessi. Respira,
Gourry respira dannazione! Fallo per me". Strinse i denti,
rabbiosa. Sapeva cosa si doveva fare in quei casi, giusto? Beh, non
poteva permettersi di piangere, in quel momento! Si chinò
sul suo
viso, sfiorando le labbra dello spadaccino con le sue, soffiando
nella sua bocca quell'aria di cui lui aveva dannatamente bisogno.
Doveva stare calma, essere lucida! Le labbra di Gourry erano morbide
e carnose come le ricordava, ma in quel momento non era importante!
Non era un bacio, era una lotta contro la morte, quella!
Alzò il
viso e premette con forza sullo stomaco dello spadaccino per far
uscire l'acqua che aveva bevuto, dal suo corpo. Schiacciò
una, due,
tre volte, poi tornò a sfiorargli le labbra con un lungo
respiro.
"GOURRY, DANNAZIONE, SVEGLIATI!!!" - urlò.
Lo spadaccino non diede alcun segno di
vita...
Lina tornò a premere con forza
sullo stomaco dell'uomo.
Non poteva essere troppo tardi, doveva tornare da lei! Poi si
chinò
nuovamente sulle sue labbra. "Respira..." - sussurrò
nuovamente, ormai quasi arresa alla disperazione, prima di sfiorargli
la bocca.
Il corpo dello spadaccino, di colpo, fu
scosso da un
forte tremito. Prese a tossire e a rantolare convulsamente e Lina
meccanicamente si alzò da lui, costringendolo a girarsi di
lato e a
vomitare tutta l'acqua che aveva in corpo. "Coraggio, sputa!"
- gli ordinò, quasi con rabbia. E con un improvviso senso di
sollievo che le invadeva ogni fibra del corpo. Forse almeno
quell'incubo era finito... E il finale era diverso, da quello vissuto
con Yonas...
Gourry tossì furiosamente per
lunghi istanti, prendendo
a fatica grossi respiri. Aprì gli occhi e vide il cielo nero
sopra
di lui, la pioggia che gli batteva sul corpo e avvertendo al contempo
la morbidezza della sabbia su cui era adagiato. Non capiva dov'era,
cosa gli fosse successo e perché stesse tanto male. Non
ricordava
nulla, eccetto quel temporale e quei tuoni fragorosi che li avevano
sorpresi sulla nave. Era tutto così confuso, nella sua
mente...
Abbandonò la testa sulla sabbia e Lina si
accasciò a peso morto
sopra di lui, distrutta dalla paura, dalla fatica e dalla tensione
accumulata. La ragazza diede un rabbioso pugno sulla sabbia. Ne aveva
bisogno, se non avesse scaricato quella tensione che le attanagliava
la mente e lo stomaco, sarebbe esplosa. "Dannazione, dannazione,
dannazione!!!" - urlò, abbandonandosi definitivamente sopra
il
corpo di lui e affondando il viso contro al suo collo. Calde e
silenziose lacrime presero a rigarle le guancie e si odiò.
Non
voleva piangere, non voleva che lui la vedesse, che si accorgesse di
quanto era scossa. E poi, era vivo! Che dannato bisogno aveva, di
frignare? Era arrabbiata, oltre che sollevata. Arrabbiata con se
stessa, con lui, col temporale, con le sue dannate paure e i suoi
ricordi che la annientavano e la rendevano talvolta poco lucida e
debole.
"Lina..." - mormorò Gourry, a
fatica.
Dalla maga non arrivò alcuna
risposta. Non era in grado
di parlare, in quel momento.
Gourry, con enorme fatica, la strinse a se.
Aveva dolori
ovunque, sentiva i polmoni bruciargli dentro il petto ma non gli
importava. In quel momento sentiva solo l'esile corpo di Lina sopra
il suo. E lei tremava, tremava come non l'aveva vista fare nemmeno
contro i più potenti Dark Lord. La abbracciò,
prendendo ad
accarezzarle i lunghi capelli rossi ormai fradici. Erano soli, non
sapeva cosa fosse successo agli altri e il perché si
trovassero lì.
Sapeva solo che Lina tremava e che voleva proteggerla da quello che
le faceva tanta paura. Appoggiò il viso contro la nuca della
ragazza, cercando di proteggerla dalla pioggia. E quando
avvertì il
suo corpo rilassarsi, si rilassò anche lui. Persero entrambi
i sensi
e si abbandonarono a un sonno profondo, che nemmeno la furia della
tempesta riusciva a disturbare.
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Capitolo 16 *** Lasciar andare il passato ***
Scrivere
questo capitolo è stata un'epopea, una faticaccia. E spero
sia
uscito qualcosa di non confuso ed accettabile. Lina mi ha fatta
sudare XD
Spero
che i capitolo vi piaccia. Come sempre, grazie a chi segue e a chi
vorrà farmi sapere cosa ne pensa :)
Alla
prossima!
Lasciar
andare il passato
Fu il
rumore del mare, unito
allo schiamazzo dei gabbiani, a svegliarlo, dopo quelli che gli erano
parsi secoli. Gourry aprì a fatica gli occhi, accecato dalla
luce
del sole e trafitto da forti dolori alle ossa e ai muscoli, che gli
percorrevano tutto il corpo. "Accidenti, sembra che mi abbia
camminato sopra un elefante!" - borbottò, cercando di
mettere a
fuoco gli avvenimenti delle ultime ore. Con la mente rivide la
tempesta, le onde, avvertì il ricordo del vuoto sotto di
lui, la
caduta in mare e... poi il nulla... Eccetto Lina, accanto a lui...
"Lina". La cercò disperatamente con gli occhi e la vide,
percepì la sua presenza accanto a lui. La maga sembrava
ancora
dormire e se ne stava raggomitolata contro il suo corpo, le braccia
strette attorno alla sua vita e il viso affondato nel suo petto.
Ricordò il suo viso stravolto, il modo in cui tremava, come
sembrava
spaventata. Gli si contorse lo stomaco a quei pensieri, realizzando
che l'aveva vista in quello stato solo una volta: quando gli aveva
raccontato la sua storia con Yonas. Si sentì in colpa verso
di lei,
per quello che aveva passato anche a causa sua, lui che invece aveva
promesso di proteggerla e di sorreggerla. E invece, come al solito,
era stata Lina a salvare lui. Gettò uno sguardo al cielo
sopra di
loro. Era azzurro, limpido, senza una nuvola. La tempesta doveva
essere passata da un pezzo, così come la notte. Sfiniti e
stravolti
com'erano, dovevano aver dormito per ore, incuranti di pioggia e
vento e nemmeno si erano accorti del sorgere del sole. Con la mano
raggiunse i capelli della maga, accarezzandoli piano. "Lina"
– sussurrò, stringendola a se.
La ragazza
mugugnò qualcosa,
poi a fatica aprì gli occhi, al suono della sua voce. Lo
guardò in
viso e poi si guardò attorno, smarrita. Infine, con un
sospiro, si
abbandonò contro al corpo dello spadaccino, senza dire una
parola.
"Lina?".
Gourry la
richiamò, preoccupato per quello strano comportamento. Non
era da
lei quel silenzio, quell'espressione stanca e assente... "Tutto
bene?".
"Tutto bene
un corno!"
- rispose lei in tono basso e rabbioso, senza sollevare il viso.
Gourry
chiuse brevemente gli
occhi, sospirando. Ok, ora era chiaro, Lina si era svegliata di
pessimo umore! E lui era troppo confuso e malconcio per capirne il
perché. "Sei arrabbiata?".
A quella
domanda, Lina si alzò
di scatto, allontanandosi da lui. Gli diede una spinta sulla spalla,
facendolo cadere fra la sabbia, e poi lo fulminò con uno
sguardo che
prometteva scintille. "Arrabbiata? Puoi dirlo forte, Gourry
Gabriev!".
Lo
spadaccino deglutì. La sua
esperienza gli suggeriva che, quando qualcuno ti chiamava col tuo
nome per intero, significava che era arrabbiato con lui. "Ma...".
Era confuso, non ricordava di aver mai visto Lina furibonda come in
quel momento.
La maga gli
diede un'occhiata
fredda, poi si alzò da terra, pulendosi le gambe e la maglia
dalla
sabbia che vi si era incollata addosso. Lo guardò, rabbiosa,
parlandogli prima a tono basso, via via sempre più alto e
gridato.
"Sei quasi morto, come un idiota! E avresti avuto mille modi per
evitarlo, se avessi fatto quello che ti avevo chiesto! Mi hai fatta
spaventare, mi hai terrorizzata! Sei caduto in mare e quando ti ho
recuperato, non respiravi nemmeno! Ti ho odiato in quel momento, ti
ho odiato come non ho mai odiato nessuno! Per un attimo eri morto,
per un attimo ho creduto che non ti avrei rivisto, che non avrei
sentito più la tua voce, che non avresti più
riaperto gli occhi.
Che non avresti mantenuto la promessa che mi hai fatto a Ihurun! Per
un attimo, mi hai fatto la stessa cosa che mi ha fatto Yonas... E non
ti avrei mai, MAI perdonato". Le parole le erano uscite di bocca
come un fiume in piena, impetuose, rabbiose e piene di frustrazione.
Avrebbe volentieri urlato, distrutto qualsiasi cosa con gli
incantesimi più potenti che conosceva, in quel momento. Ma
tutto
quello che riusciva a fare, era urlare in faccia a lui tutta la sua
rabbia e tutta la sua frustrazione. Se non l'avesse fatto, quei
sentimenti tanto forti e brucianti, l'avrebbero divorata.
Gourry
spalancò gli occhi,
davanti a quella reazione tanto forte. Si sollevò dalla
sabbia,
incurante della testa che gli girava e gli faceva male e delle gambe
molli che rischiavano di farlo rovinare a terra ad ogni movimento, e
gli si avvicinò, prendendola per i polsi ed attirandola a
se. "Sta
calma, Lina! E' tutto a posto ora, sto bene". Ora capiva
perché
era tanto sconvolta. Era spaventata perché aveva rivissuto,
tramite
lui, un trauma che ancora non era riuscita a superare. Non era
rabbia, quella di Lina, ma una paura profonda e ancora non
metabolizzata che rischiva di schiacciarla e spezzarla, appena aveva
l'occasione di venire alla luce. La attirò a se,
abbracciandola ed
accarezzandole le lunghe ciocche di fuoco. "Lina..." - gli
sussurrò fra i capelli – "Sono vivo, sto bene. Non
è come
l'altra volta, TU mi hai salvato! Hai capito, Lina? Ce l'hai fatta,
se non fosse stato per te, io non sarei quì. Sei stata brava
e io
non sono come Yonas, non sono malato. Sono solo, come dici tu, uno
stupido idiota che ha rischiato di morire come un imbecille. Sta
tranquilla, ora...".
Lina si
morse il labbro,
trattenendo a stento le lacrime e lasciandosi andare a
quell'abbraccio. Appoggiò la fronte contro il mento di
Gourry,
prendendo profonde boccate d'aria per calmarsi e tornare padrona di
se. "Come stai ora?" - chiese, in un soffio, con un tono di
voce stanco.
La stretta
di Gourry si
intensificò. "Sto bene adesso. E mi dispiace di averti fatta
preoccupare".
Lina
sollevò il viso. Gourry
era ancora pallido ed era evidente che stava mentendo, che ancora
non era in perfetta forma. Sarebbe stato strano il contrario, dopo
tutto... E lei non stava meglio, ancora non riusciva a scrollarsi di
dosso la paura, la frustrazione, il terrore che l'avevano invasa
quando Gourry aveva smesso di respirare. Era stato troppo per lei,
era stato come rivivere la morte di Yonas. Ma a differenza di quanto
successo con lui, con Gourry era stato forse peggio. Una corsa contro
il tempo, una lotta contro il destino, una sfida con se stessa. Con
Yonas non aveva avuta chances, con Gourry si era giocata il tutto per
tutto. Lui avrebbe potuto morire ma lei aveva nelle sue mani gli
strumenti per impedirlo, ogni cosa era dipesa da lei, in quegli
istanti. E questo l'avrebbe trovato inebriante un tempo, l'avrebbe
fatta sentire forte. Ma ora... era stato troppo da sopportare, da
rivivere... Allungò la mano, accarezzandogli la guancia, non
smettendo di guardarlo negli occhi. Si sentiva confusa, spersa e
infinitamente stanca. Era come se il peso di quei mesi lunghi e
difficili seguiti alla morte di Yonas, durante i quali aveva lottato
per non cedere alla disperazione e alla consapevolezza che se ne
fosse andato per sempre, si stesse abbattendo su di lei tutto d'un
colpo. E l'abbraccio di Gourry era caldo, gentile, la faceva sentire
meno smarrita... "Se fossi morto... io non avrei avuto via di
scampo...".
Gourry
scosse la testa,
turbato da quel contatto tanto ravvicinato. Era strana Lina in quel
momento, non riusciva a capirne appieno né le azioni
né lo stato
d'animo. Ma una cosa era certa: mai gli era apparsa tanto fragile ed
insicura. "Non sarei morto perché tu non me lo avresti
permesso. E io ti ho fatto una promessa". Il suo tono era calmo
e tutto quello che voleva, era trasmettere pure a lei una parvenza di
tranquillità. "Va tutto bene, Lina" –
sussurrò ancora,
mentre la mano della ragazza non abbandonava la sua guancia.
Lina scosse
la testa. Il suo
sguardo era assente, come se in quel momento non percepisse cosa la
circondava, chi aveva davanti e cosa l'aveva portata lì. Per
un
attimo il passato e il presente sembravano mischiarsi nella sua
mente, rendendole impossibile capire la realtà. Si sentiva
confusa,
smarrita... "La gente muore... E spesso nessuno può
salvarla..." - sussurrò, in tono assente. L'immagine di
Yonas
le danzò davanti agli occhi, mischiando la sua immagine con
quella
di Gourry, dandole l'illusione che davanti a lei non ci fosse lo
spadaccino ma il suo compagno di Zephilia. "Ma ora... sei
quì..." - sussurrò, avvicinando le labbra a
quelle di Gourry.
Lo
spadaccino spalancò gli
occhi, capendo benissimo cosa stesse per succedere e quanto la maga
fosse confusa in quel momento. Lina non era in sè, era
smarrita e
spaventata e probabilmente non era nemmeno padrona delle sue azioni.
Doveva fermarla, non poteva permettere che accadesse, per il bene di
entrambi. Ma sentirla vicina, tanto vicina... Lina, da sempre, era
una calamita per lui ed era così difficile resisterle. Era
così
difficile mettere a tacere quei sentimenti tanto forti che provava da
sempre verso di lei. "Lina... non..." - tentò, poco
convinto, frapponendo fra lui e lei una tenue resistenza. Ma non ebbe
tempo di aggiungere altro. Le labbra della maga furono più
veloci e
chiusero le sue, con un bacio tanto improvviso, quanto inatteso.
Per un
istante, a Gourry parve
che le vertigini aumentassero. Era lì, in piedi, con Lina
fra le
braccia e non riusciva a fare altro che rispondere al suo bacio,
seppur in modo stentato e incerto. Sapeva che non sarebbe dovuto
succedere, sapeva che questo avrebbe portato guai e che non era
quello che Lina voleva davvero. Era cosciente che lei, in quel
momento, non vedeva che Yonas, in lui... E sapeva anche che quel che
stava accadendo stava andando contro a tutti i buoni propositi che si
era prefissato dopo la morte di Madeline. Ma – e si
sentì un verme
– non riusciva ad allontanarla. Le sue labbra erano da sempre
un
suo sogno, così dolci, morbide e calde... E cedette,
incapace di
tirarsi indietro e di interromperla...
Fu Lina,
quando lui cominciò
a rilassarsi e a farsi trasportare da quel bacio, a interrompersi,
staccandosi da lui bruscamente. La ragazza lo fissò, prima
smarrita,
poi sorpresa da se stessa e poi con un'espressione rabbiosa in viso.
"NO!" - gridò, spingendolo lontano da lei.
Indietreggiò
di alcuni passi, toccandosi le labbra, stupita di quel gesto e allo
stesso tempo furiosa. Con ste stessa. E con Gourry! "Come hai
potuto...?" - sussurrò, minacciosa.
Gourry si
morse il labbro,
confuso e in preda a un enorme senso di colpa per non essere riuscito
ad impedire quel che era appena successo. "Lina... ascolta!".
Quella reazione di Lina lo stava spaventando.
"Sta
lontano da me!"
- rispose lei, di rimando, indietreggiando nuovamente, mentre gli
occhi sembravano bruciarle dalla rabbia.
Gourry
scosse la testa ma non
si arrese. Con un movimento veloce, la raggiuse, prendendola per i
polsi ed attirandola a lui. Doveva far qualcosa, calmarla, non
permetterle di farsi sopraffare dalla rabbia e dai sensi di colpa.
Lina era confusa, stava male, era spaventata e preda di mille
sentimenti contrastanti. E doveva vincerli, se voleva stare meglio.
Era stato un errore quel bacio, ma forse era la cosa giusta, la cosa
che le avrebbe permesso di buttare fuori ogni suo dolore e ogni sua
paura. "Lina, calmati! Va tutto bene..." - le sussurrò.
"Non va
tutto bene!"
- rispose lei, di rimando, fulminandolo con lo sguardo. "Come
hai potuto farlo?".
"Non sono
stato io a
baciarti!". Sapeva di arrecarle una ferita, di farle del male.
Ma doveva farla ragionare, farla tornare in se e dirle quello che lei
non voleva sentire, perché per quanto doloroso fosse, era
l'unico
modo che aveva a disposizione per aiutarla. "Lina, TU mi hai
baciato! E d'accordo, io non te l'ho impedito! Ma non ho preso io
l'iniziativa. Sei fuori di te, calmati dannazione!".
Lina gli
diede uno strattone,
liberandosi dalla sua presa ed indietreggiando, fino a giungere a
ridosso di una grossa roccia bianca a pochi metri dal mare. Si
abbandonò contro di essa, scivolando seduta sulla sabbia.
"Io
non volevo baciarti! Non volevo baciare TE! Io voglio Yonas e..."
- diede un pugno alla sabbia, con rabbia – "E non vorrei
essere quì con te ma con lui! Hai capito Gourry? Voglio
Yonas, Yonas
e solo Yonas! E ti odio perché è colpa tua se mi
sento così!".
Gourry
sussultò, non tanto
per quelle parole che, sapeva, dettate dalla frustrazione e dalla
rabbia. Era perché... Lina stava piangendo... Odiava vederla
così,
fragile, insicura, confusa e disperata ed odiava sentirsi impotente e
il sapere di non poter far nulla per lei. Sapeva che era sconvolta e
che non era nemmeno pienamente cosciente di quello che stava dicendo
e sentirle pronunciare quel nome... Yonas... Il suo sguardo si
indurì
e gli si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lei e
prendendole
nuovamente i polsi fra le mani, bloccandola. Non poteva essere
accondiscente, non poteva permetterle di crogiolarsi nel dolore e per
quanto doloroso fosse, sapeva che in quel momento, il modo di
aiutarla era un altro. "Smettila Lina! FINISCILA! E guardami in
faccia!".
"Lasciami
Gourry!!!"
- urlò lei, disperata e fra le lacrime.
"NO!". Lo
sguardo
dello spadaccino si incupì ulteriormente. Il suo viso si
avvicinò a
quello di Lina, fino a fronteggiarlo. "Puoi urlare il suo nome
quanto vuoi, cercarlo, implorarlo di tornare ma non lo vedrai
più.
E' morto, Lina! MORTO!!! Ed è ora che tu lo accetti e che lo
lasci
andare, è ora che tu torni a vivere! La sua vita
è finita, la tua
NO! Piangi, disperati perché se n'è andato, ma
non piangere per
rabbia e perché cerchi un modo per riaverlo indietro. Lui
non c'è
più e non tornerà! E non vorrebbe questo da te,
ora!".
"Sta zitto!
E non parlare
di Yonas! Non farlo mai più... Tu non sei lui e non lo
conosci, non
hai il diritto nemmeno di nominare il suo nome. O di dire quello che
vorrebbe o non vorrebbe per me!".
Gourry si
morse il labbro ma
non si tirò indietro. Era il momento della resa dei conti,
era il
momento di aiutarla per davvero. Sapeva di farle del male ma sapeva
anche che Lina aveva bisogno di affrontare quella verità da
cui
fuggiva fin dalla morte di Yonas. "Hai ragione, non lo
conoscevo. Ma parlerò lo stesso, che ti piaccia o no! E non
lo
faccio per me ma per te! Lo capisci, Lina? Sai perché ti sto
parlando a questo modo?".
"Lasciami!!!".
Lina tentò di divincolarsi ancora, senza successo. Voleva
solo
fuggire da lui e dalle sue parole che la colpivano e
trafiggevano più di mille frecce. Non voleva sentirlo, non
voleva
ascoltarlo! "Sta zitto Gourry! Yonas... lui ha rimesso insieme i
cocci della mia vita che TU hai mandato in frantumi anni fa. Tu,
insieme a tuo padre, a Madeline e a Daryl! Hai capito ora? Yonas mi
ha ridato la pace, mi ha fatta star bene! E io lo volevo salvare!".
"Lina...".
Gourry scosse la testa. Era sconvolta, piangeva e gli si spezzava il
cuore nel vederla così. E
soffriva perché sapeva bene di quali colpe si fosse
macchiato, in
passato, nei suoi confronti. Capiva
quanto fosse doloroso quello che Lina stava passando e avrebbe fatto
di tutto per tentare
di
farla star
bene ma per
farlo, doveva aiutarla a superare la morte di Yonas e
ad
accettarla per davvero!
"Lina, ascolta... Non potevi aiutarlo, non potevi salvarlo. Ma
lo hai amato e hai fatto l'unica cosa di cui lui aveva
davvero bisogno. Se potessi riportartelo indietro, se esistesse un
modo, ti giuro che lo farei. Ma non esiste e tu non puoi passare
tutta la tua vita ad inseguire il suo ricordo. Se n'è andato
e tu
invece sei rimasta. E, anche se non lo conoscevo, so che lui ora
vorrebbe il meglio per te. Che non sarò io, non
sarà questa
missione probabilmente,
ma può essere qualsiasi cosa o persona che incontrerai nella
tua
vita. Se
ti rintanerai nei
ricordi, nella malinconia, nella ricerca di qualcosa che non esiste
più, non noterai e nemmeno
vivrai
tutto quello che di
buono la vita può riservarti. Digli
addio Lina, lascialo andare. Farà bene a te... E anche a
lui...".
Le
lacrime continuavano a rigarle il viso. Lina si accasciò
contro la
roccia, senza la forza di reagire, di controbattere, di lottare con
lui. "Sta
zitto..."
- ripeté con un filo di voce, senza avere tuttavia la forza
di
zittirlo davvero. Si sentiva confusa, disperata e sola. E lacerata
dalle parole che Gourry le aveva rivolto. Nessuno, dalla morte di
Yonas, le aveva mai parlato a quel modo, con quella franchezza, con
quella rabbia e con quella passione...
Gourry
le lasciò i polsi, stremato quanto lei da quella
conversazione. Si
alzò in piedi e, senza aggiungere altro, si
allontanò di qualche metro, stendendosi sulla sabbia calda. Era
esausto, quanto lei probabilmente... E non aveva la forza di dire
altro, di sopportare la vista di altre lacrime sul viso di Lina. Era
difficile, dannatamente complicato starle vicino,
tentare di aiutarla, ascoltarla e mettere a tacere quello che provava
per lei. Alzò
gli occhi al
cielo azzurro, formulando un pensiero che non aveva avuto il coraggio
di esprimere nemmeno nei confronti di se stesso, quando
era morta Madeline.
'Non ti
conosco Yonas... Ma, ovunque tu sia, se puoi, aiutala per favore'.
Poi rimase in silenzio, disteso su quella sabbia bianca come farina,
incapace di dire altro, di formulare alcun pensiero. La sentiva
singhiozzare a pochi metri da lui e non sapeva cosa fare, cosa altro
dire. Ora
dipendeva tutto da
Lina, lui era totalmente impotente.
Dopo
lunghi istanti di oblio, fissando il cielo azzurro e la natura
rigogliosa a pochi metri da loro, Gourry decise che aveva bisogno di
camminare. Aveva bisogno di riordinare le idee, di muoversi e anche
di scoprire dove diavolo fossero finiti, se era un'isola deserta, se
c'erano abitanti, se gli altri avevano fatto naufragio su quelle
stesse spiagge. Si
alzò in
piedi, guardandosi attorno smarrito. La spiaggia era ampia,
meravigliosa ed incontaminata, ed il mare di un azzurro limpido e
trasparente. Dietro di loro una grandissima foresta cresceva
rigogliosa, inghiottendo ampie parti dell'isola. Non erano finiti su
un piccolo atollo ma su un lembo di terra piuttosto ampio ed esteso.
Ed era ora di capire come uscire da quel guaio.
"Dove
vai?" - chiese improvvisamente, rompendo il silenzio, la voce
fredda di
Lina.
Gourry
si scrollò la sabbia di dosso, evitando di guardarla in
viso. Era
troppo difficile... "Vado a fare due passi e a cercare di capire
dove siamo finiti" – rispose, in tono freddo. Era stanco,
confuso e fisicamente a pezzi. Non riusciva ad essere accomodante in
quel momento, per quanto si sforzasse, gli risultava impossibile.
Lina si
asciugò, con il
braccio, le lacrime che le rigavano le guance. Si sentiva svuotata,
stanca e confusa. E non voleva che Gourry si allontanasse da lei.
"Non voglio stare sola".
"Starò
via poco" –
ribatté Gourry.
Lina si
morse il labbro,
rabbiosa. "Ma non voglio stare sola lo stesso".
Gourry
sospirò. "E allora alzati e vieni con me" – disse,
senza
tuttavia aspettarla,
incamminandosi verso la foresta tropicale dietro di loro.
Lina
gli diede una veloce occhiata. Gourry era freddo, sembrava volesse
scappare da lei. Lo capiva, lo capiva benissimo! Avere
a che fare con una persona come lei, che diceva quello che aveva
appena detto lei, doveva essere un inferno per
chiunque. Anche per un uomo dolce e comprensivo come lo spadaccino.
Si alzò stancamente, imponendosi di smettere di piangere. E
si avviò
dietro di lui, che la precedeva a grandi falciate, di parecchi metri.
Lina
accelerò il passo, per riuscire a raggiungerlo. Era stanca e
senza
forze, ma sapeva che Gourry stavolta non si sarebbe fermato per
aspettarla. Si
odiò, si
sentì in colpa per averlo trattato a quel modo, per avergli
urlato
in faccia delle cose che non pensava. Era vero, lei aveva sofferto
per Gourry, e Yonas l'aveva aiutata. Ma quanto successo anni prima
fra lei e lo spadaccino era acqua passata, entrambi erano riusciti a
superare le divisioni e a darsi appoggio e conforto l'uno con
l'altra, riuscendo a ricostruire un rapporto fortissimo e profondo.
La verità era che era arrabbiata con se stessa, con la
malattia di
Yonas e con il fato, che gliel'aveva strappato senza pietà.
E
prendersela con Gourry, in fondo non era che una valvola di sfogo. Ma
era sbagliato, sapeva che non avrebbe dovuto farlo, che non avrebbe
dovuto tirare ulteriormente la corda con
lui. E
sapeva anche che sì,
era stata lei a baciarlo e non il contrario! In un momento di
confusione, non era riuscita più a distinguere il passato
dal
presente. E Gourry ne aveva pagato le conseguenze, ingiustamente.
Lina
fissò la schiena grande e forte di quell'uomo biondo che
adorava e
che camminava davanti a lei. Odiava essersi comportata così,
essersi
fatta vedere da LUI così e avere avuto quelle reazioni. E
odiava
quel silenzio, quella tensione che si era venuta a creare fra di
loro. E se, col suo comportamento, avesse rovinato tutto, se avesse
distrutto tutto quello che di buono erano riusciti a ricostruire
insieme?
Gourry
aveva ragione su tutto quello che le aveva detto, lo sapeva ed era
abbastanza grande da saper mettere da parte il suo orgoglio per
ammetterlo... Sapeva di fuggire dalla realtà, di non
riuscire ad
accettare la morte di Yonas, era cosciente di essere rimasta
aggrappata ad un passato che non esisteva più.
Allungò
una mano, raggiunse quella dello spadaccino e la strinse,
affiancandosi a lui. Non disse nulla, non fece nulla, solo quel
piccolo gesto. Lo fissò in viso, cercando di carpirne i
pensieri,
accorgendosi che lo stava guardando con occhi diversi e allo stesso
tempo uguali a quelli di un tempo che pareva lontanissimo. Aveva
bisogno di lui... Ebbe paura di quei pensieri, ma allo stesso tempo
sentì nel suo cuore una specie di conforto e benessere che
credeva
non sarebbe più stata capace di provare. Lui era stato la
sua forza,
lui solo l'aveva sostenuta... E capiva quanto fosse stato difficile
per Gourry, starle accanto. Come un'onda violenta che si infrange
sulla battigia, le fu improvvisamente chiaro quanto lei lo avesse
cercato, sempre, nei momenti bui e fin dal loro incontro al porto di
Seyruun.
Al
tocco della sua mano, Gourry non si voltò verso di lei e non
aggiunse nulla a quanto già detto in precedenza. Era
piacevole quel
contatto e non riusciva più, come lei, a sopportare quel
silenzio e
quella tensione. Si limitò a sorridere e a stringerle la
mano,
sussurrando... "Lina, ti hanno mai detto che sei una donna
davvero complicata?".
La
maga annuì. "Beh, complicata, testarda e tanti altri bei
vezzeggiativi... Sì Gourry, me l'hanno detto in tanti e
in tanti mi hanno appioppato un sacco di soprannomi"
– ammise, mascherando un sorriso.
"Tutti
meritati?".
Lina
annuì. "Tutti meritati!" - rispose, con una punta di
orgoglio nella voce.
"Già...".
Gourry strinse la sua mano, non sapendo cosa dire. Era una situazione
strana, quella che si era creata fra loro.
"Gourry,
aspetta, fermati un attimo!". Lina si bloccò, costringendolo
a
fermare il suo cammino e a voltarsi verso di lei. Anche la maga si
sentiva in imbarazzo e strana... E odiava se stessa per il
comportamento avuto poco prima verso di lui. Probabilmente
Gourry
avrebbe fatto finta
di niente e forse sarebbe anche stato più
facile
così. Ma non poteva
essere tanto codarda con lui, non poteva fingere che non fosse
successo nulla, non poteva non chiedere scusa per le cose che gli
aveva urlato in faccia poco prima, con rabbia e
senza che lui le meritasse.
"Cosa
c'è?".
Lina
abbassò il viso, avvicinandosi a lui ed appoggiando la
fronte contro
il suo mento. "Mi dispiace... Per prima, intendo! Ero fuori di
me, non so cosa mi sia preso. Cioè, ero anche arrabbiata con
te ma
non avevo il diritto di urlarti in faccia cose che riguardano solo me
e la morte di Yonas. Tu non c'entri nulla".
Gourry
si morse il labbro, indeciso su cosa fare. Non era necessario che
Lina si scusasse con lui, capiva benissimo come doveva sentirsi in
quel momento. "Eri solo sconvolta, tutto quì".
Lina
scosse la testa, non allontanandosi da lui. "Tu avevi ragione,
prima. Ti ho ascoltato, sai? Anche se sembravo isterica, ho capito
cosa volevi dirmi. Devo accettare la morte di Yonas, lasciarlo andare
e ricominciare a vivere. Ed è vero, era quello che lui
voleva per
me. Ma è difficile farlo, la morte di Yonas è il
mio fallimento, la
mia sconfitta. Lui mi manca e io non sono abituata a perdere nessuna
battaglia. Ma
suppongo che
ora sia arrivato il momento di alzare bandiera bianca e accettare
la sua morte, come hai detto tu, come
avrebbe voluto lui...".
"Lina...".
Gourry le sfiorò lievemente i capelli, stringendola a se. "La
morte di Yonas non è un tuo fallimento. Io so che sei
combattiva,
che tenti di vincere ogni battaglia che intraprendi ma...
quì non
dipendeva da te. Né
da lui. Era così che doveva essere, era così che
doveva finire.
Accettalo Lina e anzi, sorridi al pensiero di averlo reso felice. Tu,
questo puoi farlo! A differenza mia, non avrai sensi di colpa da
portarti dietro perché sai di aver fatto tutto il possibile
per
rendergli la vita piacevole".
Lina
sospirò nell'udire
quelle
parole.
Gourry si portava
dietro, ancora, tanti sensi di colpa per Madeline. Avrebbe voluto
essere come lui, avere la forza di rassicurarlo, di consigliarlo, di
fargli vedere le cose da un'altra angolazione, di strargli accanto
come lui sapeva
fare
con lei. Ma non ne aveva la forza, non riusciva nemmeno a sostenere
se stessa, come avrebbe
potuto
aiutare lui? Doveva
darsi una scrollata, uscire da quel guscio che si era costruita
attorno da quando Yonas era morto, se voleva essere utile a se stessa
e alle persone a cui teneva. "Sai
Gourry, io lo vorrei davvero... Saper amare, saperlo dimostrare...
Avrei voluto davvero quel bacio... in altre circostanze... Ma non ci
riesco! E non so nemmeno se ci riuscirò in futuro. Non
è colpa tua,
sono io ad essere sbagliata, adesso".
"Lina!".
Gourry le sfiorò il mento, costringendola ad alzare il viso
e a
guardarlo negli occhi. "Tu non sei sbagliata e non devi
giustificarti con me. Non ti ho chiesto nulla, non mi devi nulla.
Sono tuo amico e questo è quello che conta! Solo
questo...".
Lina
scosse la testa. Non
era
vero, loro non erano semplici amici, per quanto potessero fingere,
sapevano entrambi che non era così. "Sai
Gourry, ci sono un sacco di cose che vorrei dirti e giuro che te le
dirò, quando avrò messo ordine nella mia vita e
nel mio cervello".
Sì, lo avrebbe fatto! Anche Gourry aveva un passato da
affrontare,
da lasciar andare via, da accettare, un passato che ancora lo
tormentava e di cui non riusciva a liberarsi. E lo avrebbe aiutato,
come lui stava facendo con lei.
Gourry,
in
difficoltà, capendo a
cosa alludesse,
non rispose
nulla. Si guardò attorno, osservando distrattamente la fitta
vegetazione tropicale accanto a loro. Palme altissime, piante
percorse da intricati fili di liane, canti allegri di uccelli dai
più
svariati colori, accompagnavano il loro cammino. "Cambiando
discorso, che si fa? Hai idea di dove siamo finiti?".
Lina
sospirò. A quanto sembrava, Gourry non aveva decisamente
voglia di
affrontare certi argomenti. "Dovrei
usare la levitazione per dare un'occhiata dall'alto ma... onestamente
mi sento a pezzi e non me la sento di usare la magia. Stanotte, per
salvarti, ho
dato a fondo a
tutte le mie energie. Camminiamo fino al lato opposto dell'isola e
vediamo che c'è e se ci sono delle persone che vivono
quì. Che ne
dici?".
Gourry
annuì, notando le profonde occhiaie che
le solcavano
il viso. Era stanca, non stava mentendo. "Direi che è
un'ottima
idea. Arriviamo alla spiaggia al lato opposto dell'isola, prendiamoci
della frutta dalle piante di questa foresta e al massimo, se non
troviamo nessuno, passeremo la notte a pancia piena, sotto le stelle.
Domani, riposati, riusciremo ad elaborare meglio un buon piano".
Lina
sorrise, inginocchiandosi a raccogliere una noce di cocco caduta da
una palma. "Bene, è deciso! Faremo così".
...
Era
ormai buio e una miriade di stelle, insieme ad una splendente luna,
illuminavano la spiaggia.
Era
un'isola deserta,
quella, indubbiamente. Nel loro cammino non avevano incontrato anima
viva e si erano ritrovati in un'ampissima spiaggia bianca, uguale a
quella su cui avevano fatto naufragio, dopo
lunghe ore di cammino. Avevano raccolto banane e noci di cocco e
infine della legna, con cui avevano acceso un fuoco per scaldarsi.
Un
piacevole silenzio avvolgeva ogni cosa, tutto sembrava riposare.
Eccetto il mare, le cui piccole onde si infrangevano, dolcemente,
sulla battigia.
"E'
così diverso dal mare in tempesta di ieri sera".
Gourry,
intento a riattizzare il fuoco, alzò la testa.
"Già, vero!
Ieri sera ci ha quasi uccisi!".
Lina,
a pochi metri da lui, seduta contro una roccia, a pochi centimetri
dal mare, sorrise debolmente. "Ti ricordo che la colpa non
sarebbe del mare, ma tua!".
Anche
Gourry sorrise. "Non smetterai mai di rinfacciarmelo, vero?".
"Probabilmente
no". Lina si abbandonò contro la roccia, stringendo fra le
dita
il ciondolo rosso che portava al collo. Il suo sguardo si
incupì, al
ricordo delle parole che le aveva rivolto Gourry quella mattina. Quel
ciondolo glielo aveva regalato Yonas perché lei avesse un
suo
ricordo... E tale era, ormai! Yonas era morto e non sarebbe
più
tornato. E
lei, di lui, non
avrebbe avuto che
quel
ciondolo. Nient'altro... Doveva accettarlo o sarebbe impazzita.
Doveva
accettarlo per se
stessa e perché era quello che Yonas voleva. "Gourry,
accettare la morte di qualcuno, non significa tradire la sua memoria?
Tradire il rapporto che si aveva con quella persona?".
Gourry
alzò lo sguardo, gettando distrattamente dei legnetti nel
fuoco.
Sorrise, debolmente. Forse Lina aveva capito, forse era pronta a dire
addio a Yonas. "No, non vuol dire niente di tutto
questo.
Accettare la morte
di qualcuno, non significa dimenticarlo! Significa solo andare
avanti, col suo ricordo nel cuore. E finché una persona vive
nei
ricordi di qualcuno, non sarà mai morta del tutto. Tu pensi
che ti
sia rimasto solo quel ciondolo, di Yonas, ma non è
così. Lui è in
quello che fai, che sei diventata, nei tuoi ricordi e nei tuoi
pensieri. E questo vale di più di un semplice oggetto".
"Ma
fa male lo
stesso,
Gourry!". Era
vero, era come se il cuore le si spezzasse in due, era come se i
polmoni le bruciassero in petto, era come se lo stomaco le si
contorcesse... Era puro dolore, fisico e della mente. Ed era un male
profondo, più della rabbia che aveva covato in quei lunghi
mesi dopo
la morte di Yonas. Gourry le aveva detto che sarebbe stato
così, che
avrebbe fatto male... Ed era
vero! Si sentiva svuotata, persa, percorsa da dolori terribili che le
percorrevano le membra senza pietà.
"Passerà!
Ora ti sembra di star talmente male da non avere la forza di fare
nulla. Piangi, digli addio, promettigli che non lo dimenticherai. E
poi dormi, riposa... E domani ti sentirai leggera, tanto leggera che
ti sembrerà di non esserti mai sentita così".
Lina
annuì, gettando un sassolino nell'acqua. "E' così
che è stato
per te?".
Gourry
si incupì. Per lui era diverso, lui aveva la sua coscienza
con cui
fare i conti... "No, per me è stato un pò
diverso. Ma la mia è
un'altra storia". Si alzò in piedi, gettando gli ultimi
pezzi
di legno nel fuoco e
scrollandosi
la sabbia di
dosso. "Vado
a cercare
altra legna".
"Ok.
Ti da fastidio se resto quì? Ho bisogno di stare un
pò sola".
Gourry
sorrise, scuotendo la testa. Era giusto così... "Resta
quì,
tranquilla. Non starò via molto".
Lina
chiuse gli occhi, piegando le ginocchia ed appoggiando la fronte su
di esse. Sentì i passi di Gourry allontanarsi e il silenzio
calare
su di lei. Guardò il mare, stringendo il ciondolo fra le
mani. Lo
baciò, mentre nella sua mente si materializzava il viso
gentile di
Yonas, con quei suoi occhi verdi che l'avevano fatta innamorare.
"Yonas, mi hai detto addio quasi un anno fa, mentre
io non sono ancora riuscita a farlo... Ovunque tu sia, sappi che non
ti dimenticherò mai e che non smetterò mai di
amare quei tuoi occhi
fantastici e la tua voce, calda e gentile. Sei quello che mi ha
insegnato a sorridere di nuovo, che mi ha dato la pace, che mi
è
stato accanto e mi ha aiutata senza chiedere nulla in cambio. Ti
porterò sempre con me, ovunque andrò. Non
dimenticherò mai il tuo
sorriso, la tua voglia di scoprire cose nuove, di imparare, il tuo
entusiasmo per la mia magia e poi... quel nostro volo, insieme, sopra
Zephilia. Non dimenticherò MAI, noi... Il
modo in cui mi guardavi, mi parlavi, il modo in cui mi facevi sentire
amata e ciò
che siamo
stati. Grazie di tutto quello che hai fatto per me... Vivrò,
lo farò
in modo che tu possa essere orgoglioso di me, lo farò
perché è
quello che ti aspettavi che facessi e perché per noi due non
può
esserci una strada di ritorno e io saprò accettarlo. E
saprò fare
tesoro del tempo che la vita ci ha concesso di vivere insieme, è
stato un regalo.
Ovunque tu
sia ora, spero che ti sia concesso di poter volare in alto, libero da
ogni costrizione e dolore. Ora potrai farlo, lo so! E quando lo
farai, ti ricorderai di me, ne
sono sicura...
Quando lo
farai, ti ricorderai di una maga dai capelli rossi
che per
prima ti
ha insegnato che
volare è possibile e che vedere il mondo dall'alto
è meraviglioso".
Le lacrime, calde e brucianti, cominciarono a rigarle le guance. Si
accasciò su se stessa, sprofondando nella sabbia e
sighiozzando sommessamente, con quel ciondolo rosso fra le mani. Era
vero, Gourry aveva ragione! Le lacrime di dolore sono diverse da
quelle di rabbia. Bruciano di più, lacerano l'anima e il
corpo e
sembrano corrodere la superficie sulla quale scorrono. Pianse, a
lungo, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. Pianse e
disse quell'addio a cui tanto a lungo si era opposta, che
tanto a
lungo aveva
combattuto. Poi, esausta, si addormentò, cullata dal suono
del mare
e delle onde.
Quando
Gourry tornò, la trovò rannicchiata contro la
roccia, profondamente
addormentata. Le lacrime ancora
le rigavano le guance e il suo viso era stanco e triste. Attento a
non fare rumore, mise la legna appena raccolta nel fuoco, poi le si
avvicinò, prendendola fra le braccia e sistemandola accanto
alle
calde fiamme. La guardò, pensieroso. Sembrava dormire
profondamente,
tanto che non si era nemmeno accorta del suo arrivo. Ed era giusto
così, era stata una giornata difficile per lei. "Dormi Lina,
riposa. Domani tutto ti sembrerà diverso, domani starai
meglio... E
non avrai più bisogno di me...".
Sapeva che era stata dura per lei, poteva solo immaginare la sua
battaglia interiore per accettare la morte di Yonas. Ma era anche
cosciente che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stata presto capace di
vivere di nuovo, appieno, la sua vita. Aveva fatto per lei tutto
quello che un buon amico poteva
fare, non c'era più
null'altro
che giustificasse
la sua presenza accanto a Lina. All'inizio
partire
con lei era stato
rocambolesco, era
stato
difficile dirle di no, catturato dalle sue parole e dal susseguirsi
concitato degli eventi.
Ma
poi, quando aveva capito che era in difficoltà, nei guai,
come
sempre, non era riuscito a non starle vicino. E
averla accanto,
riavvicinarsi
a lei,
gli aveva fatto capire quanto ancora fossero forti i sentimenti per
quella
ragazza dai lunghi
capelli rossi.
Sentimenti
che non poteva, che non DOVEVA più permettersi di provare
per
nessuno. Aveva preso una decisione e un impegno preciso, verso di se
e verso Madeline, dopo la sua morte. E doveva rimanervi fedele. Aveva
fallito, come uomo e come marito. Ed era giusto che ne sopportasse le
conseguenze, che rimanesse da solo, senza correre il rischio di
rovinare la vita di qualcuno, come aveva fatto con sua moglie. Era
giusto che, finché fosse vissuto, scontasse il peso dei suoi
errori.
Non si era perdonato e non sarebbe mai stato capace di farlo. E i
sentimenti verso Lina rischiavano di farlo cedere e di farlo venire
meno a tutto quello che si era imposto. Lo aveva capito a Seyruun,
quando aveva pianto fra le sue braccia. E quella mattina, quando non
era riuscito ad allontanarla da lui, in un bacio che avrebbe voluto
fosse eterno. Faceva male averla accanto e non poterla amare. Ma lo
aveva sopportato, finché Lina aveva avuto bisogno di lui. Ma
ora,
era il momento di iniziare ad allontanarsi e di farla camminare da
sola. Lei ce l'avrebbe fatta. E per lui, decise, quel viaggio si
stava avviando alla conclusione.
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Capitolo 17 *** Le parole che non riesco a dirti ***
Massima
ispirazione: aggiornamenti veloci :D
Grazie
come sempre a tutti quelli che leggono questa storia. Le vostre
recensioni mi fanno sempre piacere. Spero che anche questo capitolo
vi piaccia!
Alla
prossima!!!
Le
parole che non riesco a dirti
Il pallido
sole dell'alba le
baciò il viso, scaldandole le guance con un lieve tepore.
Lina si
stiracchiò, aprendo lentamente gli occhi e tirandosi
sù a sedere.
Gourry dormiva ancora, accanto a lei, e tutto attorno era pace e
quiete. La spiaggia assumeva i riflessi rossastri del sole che
nasceva e il mare era azzurro e cristallino e brillava, sulla
superficie, baciato dalla luce del nuovo giorno che iniziava.
Lina
guardò il cielo, azzurro
e limpidissimo, solcato da stormi di gabbiani. Si sentiva leggera
quella mattina, svuotata e allo stesso tempo piena di energia. Aveva
pianto tanto, la notte precedente, lasciando scivolare fuori da lei
tutto il dolore che aveva covato in quegli ultimi, terribili mesi. E
versando quelle lacrime brucianti era finalmente riuscita a dire
addio a Yonas e ad accettare la sua morte. Faceva male, era stato
come essere trafitta da mille frecce, era stato doloroso proprio come
le aveva detto Gourry. Ma aveva dovuto farlo, per non impazzire e per
tornare ad essere se stessa e vivere. Come, del resto, aveva
desiderato Yonas per lei.
Incrociò
le gambe, osservando
il placido andirivieni delle onde. Il mare era calmo e meraviglioso e
sembrava invitarla ad immergersi in esso. Fissò Gourry che
ancora
dormiva, a pochi passi da lei, apparentemente tranquillo. Certe volte
non riusciva a capire come lui facesse a sopportare il suo carattere
impossibile, la sua rabbia, i suoi sfoghi. Sempre, senza lamentarsi
mai, le era stato vicino senza chiederle nulla in cambio. Lo adorava,
voleva bene a Gourry in un modo talmente profondo da lasciarla
disorientata. Amava Yonas e avrebbe portato sempre nel cuore il suo
ricordo, ma allo stesso tempo sapeva che non sarebbe riuscita a fare
a meno della vicinanza di Gourry tanto facilmente. Lo spadaccino era
stato la sua spalla, la sua forza, l'unico che l'avesse davvero
capita e sorretta, da subito. Senza sapere nulla, senza chiederle
niente, le era stato accanto con infinita pazienza e affetto. La
faceva sentire bene, al sicuro, al caldo e protetta, averlo a fianco.
Sorrise a quel pensiero, osservandolo respirare piano nel sonno. In
fondo era sempre stato così, fra loro, non se ne stupiva. Ma
ora
però... tutto le appariva diverso, più
profondo... Ancora non
riusciva a decifrare bene cosa la unisse tanto profondamente a lui ma
quell'incertezza non le faceva paura. Lui era lì e lei stava
bene.
Solo quello importava, per il momento!
Poi si
alzò, stiracchiandosi
nuovamente. Si avvicinò al mare, immergendo i piedi in
quella
splendida acqua trasparente, desiderando, forse per la prima volta da
quando aveva intrapreso quel viaggio in quelle acque cristalline, di
nuotare libera per una manciata di minuti. Camminò
lentamente,
mentre l'acqua le sfiorava prima le caviglie, poi le ginocchia, la
vita ed infine le spalle. Indossava solo una canottierina nera e dei
pantaloncini corti che si sarebbero asciugati in un niente, una volta
uscita dall'acqua, sotto il sole cocente del mattino. L'acqua era
fresca e cristallina e sembrava avere il potere di risvegliarla dal
torpore del sonno e di ripulire le sue guancie dalle lacrime che si
erano cristallizzate su di esse. Nuotò, sfiorata dalle onde,
inseguita da una moltitudine di piccoli pesciolini coloratissimi ed
incuriositi dalla sua presenza. E ad ogni bracciata si sentiva
più
forte, sollevata e piena di energia. Aveva bisogno di quel bagno, di
quella sensazione di libertà e di infinito, che solo il mare
riusciva a farle scorgere davanti a se, nella sua immensa
vastità.
Il mare, come la vita, in fondo racchiudevano in sé infinite
possibilità e avventure. Ricordò quanto le aveva
detto Jack nella
loro prima notte di navigazione e finalmente capì il
significato
delle parole che le aveva rivolto il pirata in quell'occasione. Era
vero, il mare non era mai uguale a se stesso e bisognava conoscerlo,
amarlo e rispettarlo per sopravvivergli e trarre da esso insegnamenti
importanti. Il mare era vita e maestro insieme, se lo si sapeva
guardare dalla giusta angolazione...
Prese un
profondo respiro e si
immerse completamente nell'acqua, sfiorando i fondali tempestati di
coralli e poi tornò a galla, respirando a pieni polmoni. E
sorrise.
Era vero, era stata annientata dalla morte di Yonas. Ma allo stesso
tempo, in quel momento, provò l'immensa felicità
di essere viva. Ed
era da tanto che non le capitava. Strinse il ciondolo al suo collo,
con forza. "Sei in me, in ogni cosa che farò. E se
saprò
essere felice, lo sarai anche tu, lo so..." - sussurrò,
lasciando finalmente che i ricordi felici prevalessero su quelli
tristi che l'avevano tormentata tanto a lungo in quegli ultimi mesi.
Poi, con le
ultime bracciate,
raggiunse la riva, lasciando che il sole le baciasse il viso e i
lunghi capelli, fradici. Poi si inginocchiò accanto a
Gourry,
bagnandogli il viso con le goccioline d'acqua che le scivolavano
dalle ciocche rosse.
Lo
spadaccino mugugnò nel
sonno, come lottando per non svegliarsi. Ma quando una minuscola
gocciolina d'acqua fredda gli cadde sul petto, fu costretto a
spalancare gli occhi, rabbrividendo. "Lina!" - esclamò,
trovandosela davanti fradicia – "Ma che diavolo hai
combinato?".
La maga
ridacchiò. "Ho
fatto una fantastica nuotata! L'acqua è splendida, dovresti
farlo
anche tu!".
Gourry
alzò gli occhi al
cielo rosato del primo mattino. L'alba non doveva essere passata da
molto e l'acqua probabilmente era ancora gelida. Non erano bastate
che poche gocce per farlo rabbrividire, dopo tutto. "Non ci
penso nemmeno! Cosa ti è saltato in testa, Lina?".
"Gourry!".
La maga
si impuntò, prendendolo per il braccio e costringendolo a
tirarsi
su, contro voglia. "Ti serve un bagno! Mi servi sveglio e
attivo, quindi, in acqua!".
"Linaaaa"
–
protestò Gourry, inutilmente, prima che la ragazza lo
gettasse nel
mare con uno spintone.
Lo
spadaccino cadde in acqua,
finendo per bagnarsi dalla testa ai piedi. Rabbrividì,
mentre il
fiato gli si mozzava in gola per il freddo che gli invadeva le ossa
senza pietà. Non capiva davvero come facesse Lina a trovare
piacevole quel bagno ghiacciato. "Se vuoi la guerra... ti
accontento subito, Lina" - sussurrò minaccioso, alzandosi in
piedi ed avvicinandosi a lei a grandi passi.
Lina fece
un sorriso furbo,
arretrando fra la sabbia. "Basta giocare Gourry! Fatti una
nuotata e vedrai che ti scalderai. E lascia in pac...".
Con un
balzo Gourry le fu
addosso. La prese fra le braccia con un gesto veloce, impedendole di
parlare e di reagire in alcun modo. Poi di corsa tornò in
acqua,
facendola cadere fra le onde del mare. Ora erano pari, pensò
soddisfatto.
"Non vale,
io avevo già
fatto il mio bagno!" - protestò la maga, cercando di
mettergli
una mano sulla testa e di spingerlo sott'acqua. Ma lo spadaccino fu
più forte di lei, bloccandole ogni movimento e stringendole
i polsi
fra le mani. "Fregata!".
"Non vale
usare la forza
bruta su una dolce e delicata fanciulla che dopo tutto ti ha aiutato
a lavarti" - mormorò la maga, non distogliendo lo sguardo da
lui. "Sveglio e pulito come non ti capitava da tanto, Gourry
Gabriev! Per merito SOLO mio!".
Gourry
tentò di sostenere
quegli occhi rosso smeraldo, ma dopo un pò di secondi
dovette
volgere lo sguardo altrove. Lina era vicina, così vicina a
lui da
poterne avvertire il respiro sulla sua pelle. Quei capelli rosso
fuoco bagnati che le ricadevano disordinati sulle spalle, il viso
abbronzato, quel corpo minuto e assolutamente perfetto che adorava,
quel sorriso allegro che vestiva quella mattina. Era bellissima, di
una bellezza che gli faceva quasi male perché non avrebbe
mai potuto
gridarle quanto lo inebriava, la desiderava, la amava. In quel
momento il peso della decisione che ormai si era radicata in lui, si
abbatté sulle sue spalle con violenza. La adorava, sarebbe
stato
infernale separarsi da lei ma Gourry era convinto delle sue scelte,
era consapevole che per Lina sarebbe stato meglio così. Lei
cercava
in lui amicizia e lui non poteva che darle quella e null'altro. Anche
se la amava, anche se la desiderava, si era imposto di porre rimedio
ai suoi errori passati, errori che facevano di lui un uomo finito, un
uomo che non si meritava nulla e che non avrebbe mai potuto rendere
felice nessuno. E Lina meritava di meglio, meritava qualcuno come
Yonas. Lei ora sembrava stare meglio e ne era contento. Finalmente
rideva, serena, ed era per quel sorriso che si era battuto fin
dall'inizio. Ed ora che era riaffiorato sulle sue labbra, era
arrivato il momento di togliere il disturbo, per sempre. Lina non
aveva più bisogno di lui, era pronta a riprendersi in mano
la sua
vita e ricostruirla. E lui doveva andarsene prima che quei sentimenti
che provava verso di lei diventassero tanto forti da distruggerlo.
Doveva andarsene prima di cedere alla tentazione di allungare una
mano, stringerla a se e amarla. "Usciamo dall'acqua, dai!"
- si risolse a dire, improvvisamente serio, quasi a disagio dal
sentirla tanto vicina. Ne era attratto, non poteva negarlo a se
stesso, la desiderava con talmente tanta violenza da farsi quasi
paura da solo. Il giorno prima, quando lei l'aveva baciato, aveva
dovuto ammetterlo a se stesso, non poteva più continuare a
mentirsi.
Aveva voluto essere suo amico, un buon amico. Lo era e lo sarebbe
sempre stato, certo, ne era consapevole! Ma al contempo avrebbe
desiderato che quel bacio continuasse, che non finisse mai... Avrebbe
desiderato toglierle di dosso quei pochi vestiti che indossava,
sprofondare con lei nella sabbia bianca e fare l'amore
finché ne
avessero avuto la forza. Se solo Lina l'avesse desiderato e amato
come aveva amato Yonas... Se solo lui fosse stato un uomo migliore,
senza tanti errori nel suo passato da scontare per il resto della
vita...
"Che ti
prende?".
Lina si accigliò, davanti al repentino cambio di espressione
del suo
compagno.
Gourry
sciolse la stretta sui
suoi polsi, allontanandola lievemente da lui. "Niente. E' solo
che... ecco... non dovremmo stare quì a giocare nell'acqua.
Siamo
dispersi su un'isola deserta, non abbiamo una nave e non sappiamo che
fine abbiano fatto i nostri compagni. Dovremmo cercare di elaborare
un piano per uscire da questa situazione. Tutto quì!". Si
allontanò bruscamente da lei, improvvisamente scuro in
volto,
raggiungendo a grandi falcate la riva, scappando da lei, da quel
desiderio che rischiava di travolgerlo ogni volta che l'aveva vicina.
Lina
sospirò. Si, Gourry
aveva ragione, ma... Il suo comportamento la straniva. Era come se
lui avesse fretta di allontanarsi da lei, dall'acqua, da quella
specie di gioco tanto piacevole a cui avevano dato vita fra le onde.
Le spiaceva porre fine a quel momento che aveva il sapore di cose
antiche, di tempi passati in cui lei e Gourry sapevano ridere e
scherzare insieme. Ma in effetti, lo spadaccino aveva ragione. Erano
in grossi guai, sperduti chissà dove e senza la minima idea
su come
uscire da quel pasticcio. Il giorno prima era stata sopraffatta dal
suo passato, aveva pianto, non era riuscita a pensare a nulla che non
fosse la morte di Yonas. Ma ora era un giorno diverso, lei si sentiva
diversa. Carica di energia, forza, con la voglia di fare mille cose.
Certo, sapeva che ci sarebbero stati ancora momenti bui, che il
dolore per Yonas sarebbe ancora affiorato in lei tante e tante volte
ma... ora si sentiva pronta ad affrontarlo e a non farsi sopraffare
da lui. "Sì, forse hai ragione" –
commentò, uscendo
dall'acqua. Si strizzò i capelli e si stiracchiò,
mentre Gourry
gettava della sabbia sugli ultimi rimasugli di cenere del fuoco che
avevano acceso la notte precedente. Lo osservò, stranita.
Gourry era
diventato improvvisamente silenzioso e cupo e non ne capiva il
motivo. Certo, non era una situazione rosea la loro, ma... "Che
cosa faremo?" - chiese infine, più per dire qualcosa che
perché
si aspettasse qualche soluzione da lui.
Gourry
sollevò lo sguardo su
di lei. "Sei tu la coordinatrice, di solito". Sorrise. "Mi
affido a te e alle tue idee, di solito sempre vincenti".
La maga
rispose al sorriso.
Forse non c'era proprio niente che non andava, forse erano solo
paranoie sue e Gourry in realtà era semplicemente stanco e
preoccupato per la situazione. "Esploriamo l'isola, per tutto il
suo perimetro, a piedi. Noteremo prima, dalla spiaggia, eventuali
segni di vita, se ce ne fossero. E forse qualche nave, se qualcun
altro è approdato quì in seguito alla tempesta.
Esplorare l'isola
dall'interno non ci servirebbe a nulla se non a perderci. E' ampia,
montuosa all'interno e non sappiamo che animali ci vivano e se sono
pericolosi. Al massimo dopo aver fatto il giro dell'isola dalla
spiaggia, la esplorerò dall'alto con la levitazione".
Gourry
annuì. "Buona
idea. Ma... E se non trovassimo nessuno?".
"Ci
penseremo a tempo
debito".
"D'accordo!
E allora, in
marcia!" - esclamò lo spadaccino alzandosi in piedi.
"In marcia"
–
rispose di rimando Lina, fiaccamente. Fissò Gourry,
pensierosa,
mentre si accodava a lui. Era strano quella mattina, non riusciva a
toglierselo dalla testa. Ma non capiva a cosa fosse dovuto
quell'umore torvo che si era improvvisamente impossessato di lui.
Non era da Gourry! Certo, era gentile e dolce come sempre, dimostrava
fiducia in lei ma... c'era qualcosa che gli sfuggiva, se lo sentiva.
Forse ne capiva anche il motivo, pensandoci bene. Il giorno prima era
stata pessima con lui, gli aveva urlato cose che non pensava, in
preda alla disperazione, alla rabbia e al dolore. Ma la
verità era
diversa da quelle parole che gli aveva gridato, in lacrime, su quelle
stesse spiagge. "Gourry!".
Lo
spadaccino si fermò,
voltandosi verso di lei accigliato davanti al suo tono di voce serio.
"Dimmi".
Lina
abbassò lo sguardo,
giocando distrattamente con la sabbia, smuovendola coi piedi. Era
morbida e fresca, piacevole. "Ieri...".
"Non
parliamo di ieri, è
tutto a posto".
"E invece
c'è qualcosa
che ti devo dire". Si avvicinò a lui a piccoli passi, fino a
fronteggiarlo. "Ieri ti ho detto che avrei voluto essere su
quest'isola con Yonas. E non è vero, non del tutto almeno.
Sono
contenta che ci sia tu quì con me, sono contenta di vivere
questa
avventura con te. Nessun altro sarebbe riuscito a starmi vicino, in
questo periodo della mia vita. Viaggiare con te, cacciarmi nei guai
con te... l'ho sempre trovato fantastico. E le cose non sono
cambiate. Ieri ero sconvolta, fuori di me ed arrabbiata con te. Se
fossi morto, io...". Le parole le morirono in gola. Già, se
Gourry fosse morto, lei si sarebbe sentita persa davvero, per sempre.
Non si sarebbe più rialzata, non avrebbe trovato
più alcun appiglio
per tornare a vivere, alcuna persona che avrebbe potuto consolarla.
La mano di
Gourry si appoggiò
alla sua fronte, scostandole i ciuffi di capelli che le cadevano
disordinati su di essa, poi andò a riposarsi sulla sua
guancia. "Non
sono morto ed è per merito tuo. E sai, anche a me piace
cacciarmi
nei guai insieme a te. Ti ringrazio per queste parole ma davvero, non
c'era bisogno che me le dicessi. Sono felice che tu oggi stia meglio,
tutto quì. Era l'unica cosa di cui mi importasse. Mi spiace
di
essere stato tanto duro con te, ieri. Ma...".
"Ma ne
avevo bisogno.
Qualcuno doveva dirmela in faccia, quella verità da cui
fuggivo!
Solo tu potevi riuscirci, solo tu hai trovato il modo e le parole
giuste per aiutarmi davvero. E' vero, oggi sto meglio, oggi sono
contenta di vivere e di essere quì, anche in mezzo a mille
guai. Ed
è solo grazie a te".
Gourry
alzò le spalle. "Non
ho fatto niente di eccezionale".
"Non
è vero". Lina
scosse la testa, avvicinandosi a lui ed accarezzandogli la guancia
col palmo di una mano. "Mi sei stato amico, un vero amico. Hai
avuto una pazienza infinita con me, mi sei stato accanto e mi hai
aiutata a rialzarmi, lo hai fatto senza aspettarti nulla in cambio da
me e so che è stato difficile perché anche tu hai
i tuoi problemi
da affrontare e lo fai da solo, senza farli pesare a nessuno. Non
avevi certo bisogno di sobbarcarti anche i miei, in fondo".
Gourry
abbassò lo sguardo.
"Non... non ho nessun problema serio in questo momento".
"E allora
perché sei
così triste? Sei così strano oggi, cosa
c'è che non va?".
Gourry, con
un gesto gentile,
scostò la mano della maga dalla sua guancia, allontanandosi
da lei.
"Non ho niente, te l'ho detto! E' solo una tua impressione, sono
solo stanco e preoccupato ma in fondo so che ne usciremo come sempre.
Però adesso dai, riprendiamo a camminare o finirà
che non
combineremo niente oggi".
"Come
vuoi". Lina
sospirò, affiancandosi a lui e camminando in silenzio. Il
sole ora
scaldava la sabbia e il caldo cominciava a farsi sentire. Ormai i
loro capelli e i loro abiti erano asciutti e l'acqua del mare che
lambiva i loro piedi era diventata calda. Se non fossero stati nei
guai, sarebbe stata una splendida passeggiata, quella. Ma nonostante
il pericolo incombente, nonostante non ci fosse anima viva che
potesse autarli, nonostante non sapesse che fine avessero fatto i
suoi compagni, non riusciva ad essere preoccupata davvero. Con Gourry
era sempre stato così, dopo tutto. Nemmeno davanti ai
pericoli più
mostruosi aveva avuto paura, mai si era sentita persa quando aveva
combattuto con lui al suo fianco. E dopo tutto, Alix e Daryl erano
con Jack e lui era un pirata esperto. Idiota ma esperto! Di certo
stavano tutti quanti bene e in un modo o nell'altro si sarebbero
rivisti. Guardò Gourry, ancora silenzioso e cupo. E si
chiese cosa
sarebbe successo a loro due, una volta finita quell'avventura. Lo
spadaccino aveva sempre dato per scontato che le loro strade si
sarebbero separate e pure lei aveva dato per implicita
quell'eventualità. Eppure, ora, non riusciva a credere che
si
sarebbero separati di nuovo, che ancora una volta avrebbero preso
strade diverse. Voleva averlo a fianco come una volta, ridere con
lui, scherzare, vivere ogni tipo di stramba avventura che il destino
avesse posto sul loro cammino. Non voleva che lui se ne andasse...
Fino a poco tempo prima aveva dato per scontato che, finito quel
viaggio, sarebbe tornata a Zephilia, a casa di Yonas. Ma ora... ora
non desiderava farlo. Perché tornare in una casa vuota che
di fatto
apparteneva a un uomo che non c'era più? Perché
farsi del male,
tornando in un posto che gli ricordava costantemente un amore
perduto? Perché allontanarsi ancora da quel mondo e quel
modo di
vivere che tanto amava e che anche Yonas desiderava per lei?
Perché
viaggiare sola, quando il destino gli aveva rimesso a fianco, come un
regalo, il migliore amico che avesse mai avuto? Avrebbe potuto girare
il mondo il lungo e in largo ma, ne era certa, un altra persona come
Gourry non l'avrebbe mai incontrata. Era unico, era buono e gentile,
la conosceva meglio di chiunque altro e sapeva farla sentire bene.
Non voleva che se ne andasse ed era un sentimento, un desiderio che,
inconsciamente, aveva sempre cullato in se, ma che solo ora veniva
alla luce, con prepotenza. "Gourry?" - lo chiamò, ancora.
"Cosa
c'è?".
"Ecco
io...".
Deglutì. Perché diavolo le riusciva tanto
difficile dirglielo,
chiedergli di rimanere con lei, tornare a viaggiare insieme come una
volta? Perché quelle parole non riuscivano a prendere forma
fra le
sue labbra? C'era qualcosa che ancora gli sfuggiva, qualcosa che
ancora non aveva compreso di loro... Non sapeva ancora cosa voleva
dalla vita, ma sapeva che Gourry lo avrebbe voluto accanto. Avevano
attraversato mille guerre loro due, avevano rischiato di perdersi, si
erano allontanati e ritrovati tante volte. E la loro amicizia,
benché messa a dura prova, aveva superato ogni battaglia,
anche la
più dolorosa. Se insieme sapevano vivere e stare tanto bene,
perché
non proseguire per la stessa strada? Era un concetto tanto semplice,
un desiderio talmente genuino eppure non riusciva a formularlo...
"Lina?".
La maga
strinse i pugni, si
fermò e lo guardò in volto. Oh, al diavolo, era
Gourry, si erano
sempre detti tutto! Di cosa aveva paura? Di stravolgersi la vita, di
intraprendere strade nuove che non aveva preso in considerazione fino
a quel momento, certo... Ma era cosciente che con sarebbe stato
facile, divertente, bello. Come una volta! Erano amici, lo sarebbero
sempre stati e quindi, forte di questa certezza... "Cosa farai
quando questo viaggio sarà finito?".
Gourry
spalancò gli occhi,
colto di sorpresa. Scostò lo sguardo da lei, prendendo a
guardare
distrattamente il mare, improvvisamente a disagio. "Beh ecco...
Dovrò cercarmi un altro incarico, un nuovo lavoro. Ormai a
Sayruun
non ho più un lavoro, anzi, visto il modo in cui siamo
fuggiti, sarà
meglio che mi tenga alla larga da quel posto per un bel pò!
Non so
cosa farò, per ora non ci penso. Perché lo vuoi
sapere?".
"Così,
sono curiosa, lo
sai!".
Gourry
sospirò. Non amava la
piega che aveva preso il discorso, lo metteva in difficoltà.
Ma
doveva far finta di niente e fingere che tutto sarebbe andato per il
meglio. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto alla fine di quel
viaggio, sapeva solo che sarebbe stato solo per sempre. Era questa la
vita che si era scelto e avrebbe mantenuto fede a quell'impegno che
si era preso dopo la morte di Madeline. Sapeva che lasciare Lina lo
avrebbe devastato, che avrebbe pensato a lei ogni giorno della sua
vita, che le sarebbe mancata sempre, sapeva che se ne sarebbe andato
in silenzio senza dirle nulla perché altrimenti sarebbe
stato troppo
difficile allontanarsi da lei. No, non sarebbe mai riuscito a dirle
faccia a faccia addio per sempre, non avrebbe mai trovato le parole
adatte per farlo e sarebbe stato troppo doloroso. Forse lo avrebbe
odiato, probabilmente non lo avrebbe mai perdonato ma era meglio
così. L'importante era che Lina ora stesse bene, solo quello
contava
per lui. In fondo lei era forte, non aveva più bisogno di
averlo
attorno ai piedi. E per quanto lo riguardava, sapeva che senza di lei
nulla lo avrebbe più riscaldato e fatto sentire vivo,
nemmeno il più
cocente dei soli. E che in fondo era giusto così, si
riteneva una
persona orribile e questo era esattamente quello che si meritava. "Tu
che farai? Tornerai a casa di Yonas o ti metterai nuovamente a
mettere a ferro e fuoco l'intera penisola dei demoni?" - chiese,
in tono forzatamente leggero.
"Entrambe
le cose,
probabilmente. Dovrò tornare a Zephilia perché ho
delle cose in
sospeso da sistemare, ma poi... credo che tornerò a
viaggiare. Non
posso continuare a vivere rintanata in casa di Yonas, a piangere la
sua morte per sempre. Se lo facessi, probabilmente mi apparirebbe il
suo fantasma a tormentarmi. Lui voleva che fossi felice e io
tenterò
di esserlo. Però... tu ecco... se davvero non sai cosa fare,
dove
andare... ti piac...".
"INVERSE!!!
GABRIEV!!!".
Una voce
improvvisa, forte,
ruppe il silenzio che li circondava. Lina e Gourry si allontanarono
l'una dall'altro di scatto, stupiti da quella interruzione.
Si
voltarono verso la
direzione dalla quale proveniva la voce, notando un uomo che correva
verso di loro. La maga spalancò gli occhi, riconoscendolo
all'istante. "Ma quello è Daryl!".
"Già!".
Gourry
sospirò, sollevato. Non era mai stato tanto contento di
vederlo come
in quel momento. Se Daryl era lì, probabilmente c'erano
anche Jack e
Alix. Erano salvi! "Hei, Daryl!" - gli urlò alzando la
mano in segno di saluto, dirigendosi verso di lui.
Lina
sbuffò. Ok, vedere Daryl
in quel frangente era una cosa positiva. Ma... la aveva interrotta
proprio quando aveva trovato la forza per chiedere a Gourry di
tornare a viaggiare con lei. E ora, quando avrebbe ritrovato il
coraggio e il momento giusto per farlo?
Daryl corse
verso di loro,
raggiungendoli in una manciata di secondi. "Finalmente vi
abbiamo trovati! Temevo foste morti nella tempesta, giuro! Avete
più
vite di un gatto, voi due!" - esclamò, trafelato dalla corsa.
Lina gli si
avvicinò,
stupita. Che diavolo stava succedendo? "Che cosa ci fai
quì?".
Daryl la
guardò storto.
"Stavo cercando noci di cocco! Da spaccarvi in testa, nel caso
vi avessi trovato!".
"DARYL!!!"
- lo
fulminò la maga.
L'uomo
sbuffò, sostenendo lo
sguardo della ragazza. "Oh bellezza, vedi di non arrabbiarti! È
da quasi due giorni che vaghiamo per mare, alla vostra ricerca. Io e
Jack vi credavamo morti, ma vi abbiamo cercato nonostante la nave
fosse in pessime condizioni a causa dei danni riportati nella
tempesta. Abbiamo attraccato quì alla ricerca di legna per
riparare
i danni ed Alix ha insistito affinché mi mettessi ad
esplorare
l'isola, alla vostra ricerca. Le ho detto che sarebbe stato inutile
ma lei ha insistito. E ora che scoprirà che ha ragione, me
la farà
pesare a vita. E' tanto bella quanto impossibile, quella donna!
Quindi ora, Lina Inverse, in virtù di tutto questo, sta
zitta e fai
la brava!".
"Siamo
felici di
rivederti Daryl! E soprattutto di sapere che siete tutti sani e
salvi. Io e Lina stavamo esplorando l'isola alla vostra ricerca,
disperavamo di trovarvi ed invece..." - rispose Gourry, notando
lo sguardo truce che Lina stava rivolgendo a Daryl.
"Che danni
avrebbe
riportato la nave?" - chiese Lina, gelida.
"Lesioni
alla chiglia e
allo scafo. E l'albero maestro è spezzato. Su, venite con
me, vi
porterò dagli altri" – propose Daryl, facendo loro
segno di
seguirlo.
Lina
guardò Gourry negli
occhi ma non aggiunse altro. Era sollevata e allo stesso tempo
irritata. Non ne capiva il motivo ma era così. Sapeva solo
che
avrebbe desiderato che Daryl arrivasse qualche manciata di secondi
dopo...
Camminarono
dietro il
cercatore di tesori per quasi un'ora, sotto al sole cocente.
Finché,
adagiata mollemente sulla riva, videro la loro imbarcazione e Jack e
Alix sulla spiaggia, indaffarati a sistemare le parti della nave
danneggiate.
Daryl
alzò la mano, per
richiamare la loro attenzione. "Hei ragazzi! Guardate chi ho
trovato?".
Alix
alzò lo sguardo e il suo
viso si illuminò. Si alzò e di corsa li
raggiunse, abbracciando
Lina. "Sei viva, siete vivi! Ahhh, sono contentissima".
"Già!".
Lina le
sorrise, strizzandole l'occhio. "Come vedi, io e Gourry abbiamo
la pellaccia dura".
Anche Jack
si avvicinò a
loro. "Finalmente vi abbiamo trovati! Vi credevamo morti, ad
essere onesto. L'unica vostra speranza era quest'isola. Solo lei
avrebbe potuto salvarvi, era l'unico lembo di terra su cui potevate
rifugiarvi. Siete stati fortunati a raggiungerlo, in quelle
condizioni".
"Ti sono
mancata, Jack?"
- chiese Lina, divertita dal tono sollevato del pirata.
Jack le
diede un pizzicotto
sulla guancia. Lina gli sembrava diversa, con una luce nuova negli
occhi e una forte determinazione nello sguardo. "Mancata? Non
proprio... Ma sei il mio asso nella manica e fai parte del mio piano
per recuperare la Perla Nera! Mi sarebbe seccato ripartire da capo e
cercarmi un'altra socia".
"Ahah,
quanto sei
gentile!!!". Lina ricambiò il pizzicotto, rifilandogliene
uno
fortissimo a sua volta. Poi osservò in tono accigliato la
loro nave.
Era danneggiata piuttosto malamente e grosse falle nella chiglia non
la rendevano né stabile né sicura in mare.
Avrebbero imbarcato
acqua senza dubbio, finendo a picco al primo accenno di mare mosso.
Dovevano richiudere quegli squarci e quanto meno si trovavano in
un'isola piena di alberi. "Possiamo ripararla ma... dubito che
sarà stabile come prima. Dobbiamo alleggerire il carico
affinché
sia il più stabile possibile".
"Se
lavoreremo bene, non
sarà necessario preoccuparsi troppo per questo!" -
asserì
Daryl in tono convinto.
Jack scosse
la testa. "Forse
Lina ha ragione, ma rimane il fatto che non abbiamo nulla di inutile
di cui disfarci, sulla nave. Abbiamo portato dietro solo
l'indispensabile".
"Sbagliato!".
Lina
si avvicinò all'imbarcazione, sopra pensiero. Poi sorrise,
furba. La
soluzione era così facile, come poteva non esserci arrivato
prima,
Jack? C'era decisamente bisogno che lei prendesse in mano la
situazione, finalmente! "E tutte quelle casse di rum? Pesano e
sono inutili. Le scaricheremo, useremo il rum per accenderci il fuoco
la sera e il legno delle casse per riparare la nave. Piano perfetto,
massimo risultato con il minimo sforzo. Sì, faremo
così!".
"IL RUM?
HAI DETTO RUM?
TU VUOI BRUCIARE IL MIO RUM?". Jack si avvicinò a Lina con
gli
occhi fuori dalle orbite. "No, non ti permetterò di farlo!
Lina
Inverse, mi hai capito? Tu, NON toccherai il mio amato, prezioso rum!
O mi pentirò per sempre di essere venuto fin quì
a cercarti!".
Lina gli
picchiettò la mano
sulla spalla, per nulla intimorita dalla scena madre del pirata.
"Avanti Jack, fai il bravo! E' necessario e tu lo sai...".
Gli occhi
del pirata si fecero
lucidi. "Ma perché proprio il rum? Daryl dille qualcosa".
"Lina
senti..." -
tentò Daryl.
Ma Alix lo
bloccò. "Ottima
idea Lina, peccato non averci pensato prima! Ti do una mano a
scaricare le casse!".
Daryl la
guardò con gli occhi
lucidi a sua volta. "Ma no Alix, ti ci metti pure tu adesso?
Gourry, aiutaci a fermare questo delirio!" - implorò, come
ultima risorsa, lo spadaccino.
Gourry
tossicchiò. Lui se ne
teneva fuori, decisamente! Non conveniva inimicarsi Lina, quando
faceva qualcosa con quella convinzione. Ed inoltre la riteneva
un'idea saggia, come tutte quelle di Lina del resto.
Jack corse
davanti alla nave,
sbarrando il passaggio a Lina ed Alix. "NO! Avete capito? NO!!!
La nave è mia, io sono il capitano e il rum non
si tocca! Già ho
dovuto sorbirmi Elizabeth, quando ha sua volta ha fatto la stessa
cosa dopo un naufragio. Non posso sopportare di vedere nuovamente il
mio rum bruciare. Ne morirei!".
Lina
sbuffò, annoiata,
imitata da Alix. "Sopravviverai, tranquillo...". Ridacchiò,
fra se e se. Aveva già avuto modo di apprezzare Elizabeth e
dopo
quel che aveva appena detto Jack, le piaceva ancora di più.
Lei ed
Alix sarebbero state un bel gruppo insieme alla piratessa, in quel
viaggio...
Gourry si
avvicinò loro,
divertito. "Lascia perdere, è una battaglia persa con loro
due
e tu lo sai" – disse, ponendo amichevolmente una mano sulla
spalla di Jack e strizzandogli l'occhio. Gli spiaceva per lui e allo
stesso tempo si sentiva sollevato. Per la prima volta da quando erano
partiti, Lina aveva tenuto testa al pirata, aveva preso in mano la
situazione, si era incaponita su qualcosa e sicuramente l'avrebbe
avuta vinta senza difficoltà. Era felice per lei, finalmente
stava
ritrovando in se stessa quella forza che sembrava sopita e
sopraffatta dal dolore. Ora la riconosceva, quella era la sua Lina!
Avrebbe rivoluzionato il mondo, i sette mari e recuperato insieme a
Jack Sparrow la Perla Nera, senza difficoltà. Sorrise, di un
sorriso
in parte triste... Era davvero arrivato il momento di dirle addio e
di lasciare che vivesse la sua vita. Lina non aveva più
bisogno di
lui e appena gli fosse stato possibile, appena avesse trovato i mezzi
per andarsene, avrebbe dovuto dirle addio per sempre...
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Capitolo 18 *** Parlami ***
Finalmente
si comincia, con questo capitolo, ad intravedere un pò di
romance.
Ancora abbozzata, ma spero che dopo tutto l'angst che vi ho fatto
leggere, sarà di vostro gradimento.
Come
sempre, grazie a tutti voi che mi leggete ed incoraggiate!
Soprattutto a Raffy e Cat, amiche oltre che lettrici affezionate!
Al
prossimo capitolo!
Parlami
Ci era
voluta quasi una
settimana per sistemare i danni che la loro nave aveva riportato allo
scavo e all'abero maestro, ma finalmente ci erano riusciti! Ed ora
erano di nuovo in mare aperto, diretti verso l'isola di Turkos.
Lina era
curiosa di scoprire
cosa si nascondesse su quell'isola, il senso delle parole scritte
sulla pergamena donatagli da Elizabeth e l'identità di
questa
misteriosa Leesel. In fondo era sempre stata così, curiosa e
scalpitante di scoprire cose nuove. Era un suo modo di essere che le
era sempre appartenuto ma che ora gli appariva nuovo, ritrovato, come
se a lungo lo avesse perso per strada. Solo una cosa la disturbava in
quel momento, nel mare, mentre si allontanavano dall'isola deserta
che li aveva ospitati in tutti quei giorni. Era come se sentisse un
pò di nostalgia e una specie di rimpianto che ancora non
aveva ben
focalizzato in sé. Perché era stato bello stare
lì, era stato
divertente e per la prima volta da tanto tempo aveva riso. La sua
espressione si addolcì, pensando alla mattina in cui lei e
Gourry
avevano giocato fra le onde del mare. Si erano divertiti, per un
breve attimo erano stati sereni e spensierati come tanti anni prima.
Per un breve attimo la tristezza non le era stata compagna e si era
sentita di nuovo forte, pronta a spaccare il mondo e a prendere in
mano il suo destino. Per un breve attimo... erano stati di nuovo Lina
e Gourry... Era stato bello ridere, scherzare, giocare e prendersi in
giro assieme a lui. Finché non era successo,
finché non erano stati
davvero insieme come un tempo, non si era mai soffermata a pensare a
quanto le mancassero quei momenti e al modo in cui entrambi li
avevano seppelliti nella loro mente e nei loro ricordi di tanti anni
prima. Le sarebbe piaciuto rimanere lì su quella spiaggia,
lontano
dal mondo e da tutti, solo lei e Gourry. C'era uno strano senso di
amarezza in lei, un rimpianto... C'era qualcosa che avrebbe dovuto
dirgli, qualcosa che avrebbe dovuto fare... E ancora non aveva capito
di cosa si trattasse. Ma sapeva che, da quella mattina, uno strano
senso come di un qualcosa lasciato incompiuto si era impadronito di
lei.
Avrebbe
avuto bisogno di più
tempo sola con lui per capire, capirsi e sapere cosa fare e cosa
dire...
Era stato
breve, quel momento
magico...
Sospirò,
pensando a quanto quell'isola le avesse fatto bene. Lì, con
l'aiuto
di Gourry, era riuscita a dare una svolta alla sua vita, a mandare
giù quel groppone amaro che la opprimeva da mesi e ad
accettare la
morte di Yonas. Ed ora
si sentiva di nuovo bene, più serena, più leggera
e
pronta ad andare avanti, con il ricordo di Yonas incastonato nel suo
cuore, per il resto della sua vita.
Sarebbe
stato per sempre il suo compagno
dolce e silenzioso, avrebbe
sempre continuato a vivere dentro di lei quell'uomo
che le
era capitato davanti per caso, restandole accanto in un momento
difficile della sua vita.
Ora una
cosa però la
preoccupava.
Gourry...
Gourry era
strano, era
cambiato, era distante e assente. Come se dopo quelle risate, quei
giochi nell'acqua, si fosse spento qualcosa in lui. Ci pensava e
ripensava, cercava di capire ma non ci riusciva. Non avevano
litigato, le cose lasciate in sospeso fra loro erano state chiarite e
lui, quando lei chiedeva se ci fosse qualcosa che non andava,
rispondeva evasivamente che era tutto a posto. Ma mentiva e macinava
qualcosa dentro di sé di cui non voleva parlare. Per quanto
si
sforzasse di fingere, Lina lo avrebbe sempre capito quando lui
mentiva. Lo conosceva bene, dannatamente bene. Come le sue tasche. Lo
conosceva come lui conosceva lei.
"Trovo
tutto questo molto
maschilista!".
Lina
sussultò, presa alla
sprovvista dall'improvvisa comparsa di Alix alle sue spalle. La
ragazza si era seduta sul parapetto, al suo fianco, ed osservava in
cagnesco Jack Sparrow che governava la nave.
"In che
senso, Alix?".
"Ma dai,
Lina! Guardalo!"
- esclamò, indicando il pirata con il dito indice della
mano. "Quel
dannato timone! Non lo molla mai! Voglio provare anche io a condurre
la nave e dovresti provarci anche tu! Invece a noi toccano i lavori
in cucina e i maschi si tengono i lavori più interessanti e
prestigiosi. Voglio governare la nave, voglio essere anche io il
capitano!".
Lina
alzò il sopracciglio,
divertita. "Beh, prova a chiederglielo! Temo però che ti
manderà a quel paese in cinque secondi. Ha un rapporto
morboso col
timone della nave, Jack non lo mollerebbe per tutto l'oro del mondo.
E per quanto mi riguarda, non ci tengo per niente, ti lascio tutto il
divertimento!".
"Vuoi il
timone?".
Giunto alle spalle delle ragazze, Gourry osservava Alix con gli occhi
spalancati e un'espressione preoccupata sul viso.
"Sì".
Lo
spadaccino sorrise,
appoggiando a terra il grosso sacco di farina che stava portando
sotto coperta. "Jack non te lo lascerà mai fare! E' ancora
arrabbiato con voi per la questione del rum".
Lina
incrociò le braccia al
petto. "Siamo state magnanime. Ne abbiamo tenuto un pò, una
decina di bottiglie se non ricordo male. Eravamo talmente stufe di
sentirlo frignare...".
Gourry
ridacchiò,
appoggiandosi al parapetto della nave. "Ma il timone non ve lo
lascerà lo stesso".
Alix
assunse un'aria di sfida,
a quell'esclamazione. "Scommettiamo?".
Lo
spadaccino sorrise, ma
evitò di rispondere. "Beh, tu provaci! Hai la testa dura e
la
lingua abbastanza lunga per far ammattire un uomo e costringerlo a
fare tutto quello che vuoi".
"Lo prendo
come un
complimento!" - rispose Alix, dandogli una pacca sulla spalla ed
avviandosi verso il pirata.
Gourry e
Lina la guardarono
allontanarsi, incuriositi. "Credi che ce la farà?"- chiese
Lina, divertita.
"Conoscendola...
direi di
sì! Alix ottiene sempre tutto quello che vuole, in un modo o
nell'altro". Lo spadaccino guardò Alix allontanarsi e poi
fissò
la maga, turbato dall'evidenza di trovarsi su quel ponte da solo, con
lei. Da quando erano ripartiti aveva cercato disperatamente di starle
lontano, di evitare la sua vicinanza. Ogni scusa era stata buona, per
lui, per starsene da solo e cominciare a tagliare i ponti con quelle
persone a cui, durante quel viaggio, aveva voluto bene e che per lui
erano diventati come una famiglia. Ma era difficile, troppo...
Soprattutto con Lina. Soprattutto alla Lina che in quel momento aveva
davanti agli occhi, coi capelli lasciati liberi e sciolti, ribelli e
che danzavano con il vento, con indosso un leggero abitino verde
sbracciato che le copriva a malapena le gambe sopra le ginocchia. Era
talmente bella da fargli quasi male. Separarsi nuovamente da lei
sarebbe stato devastante ma doveva farlo per il suo bene, per quanto
doloroso fosse per lui. Lina meritava di riprendersi in mano la sua
vita e di circondarsi di persone che valessero quanto valeva lei. Non
c'era spazio per lui ed era giusto così.
Si
chinò, riprendendo in mano
il sacco di farina. "Vado a finire di sistemare questi sacchi e
poi me ne vado a letto. Ci vediamo".
"Hei,
aspetta!". Ma
Gourry non si voltò, fingendo di non sentirla. Lina si
rabbuiò.
Gourry era sfuggente e non ne capiva il motivo. Era come se volesse
sempre scappare da lei e questo le faceva stranamente male. Si morse
il labbro, irritata. "Al diavolo!" - sbottò, seguendolo a
passo spedito. "Gourry, aspettami!".
Gli si
parò davanti,
bloccandolo nel suo cammino. "Devo parlarti!".
Gourry si
accigliò. "Dimmi".
"Beh...".
Improvvisamente, la lingua sembrò come paralizzarsi. Lo
aveva
seguito, spinta da un impulso istintivo ma ora che ce l'aveva davanti
non sapeva bene cosa dire, cosa chiedergli. Si sentiva stupida e
ridicola, davanti al tono assolutamente tranquillo e vagamente freddo
di Gourry. "Perché vuoi andartene già a letto,
finito il tuo
lavoro?" - domandò, titubante.
Gourry
distolse lo sguardo da
lei. Non riusciva a mentirle, se la guardava in viso. "Beh ho
ancora un pò di mal di mare e ho voglia di coricarmi un
pò".
"Ok, va
bene. Lascia che
ti aiuti coi sacchi allora!" - rispose la maga, avvicinandosi e
cercando di prendere il carico che Gourry teneva fra le braccia.
Lo
spadaccino indietreggiò.
"No, fa niente. Ho quasi finito e davvero, non ho bisogno di
aiuto".
"E allora
lascia che ti
prepari una tisana. Te la porto in camera, come le altre volte".
"Lina, no!".
La maga
sussultò, davanti al
tono di voce di Gourry. Era una delle prime volte da quando lo
conosceva che sbottava così, davanti a lei, senza un
apparente
motivo. Era preoccupata e soprattutto, terribilmente irritata davanti
a quel comportamento tanto strano ed inspiegabile del suo vecchio
amico. "Gourry...".
L'uomo
indietreggiò,
scurendosi in volto. "Scusa, non volevo essere scortese e tu sei
davvero gentile ma... ho solo voglia di sdraiarmi e dormire. Non ho
bisogno d'altro" – disse, riprendendo il suo cammino verso il
magazzino della nave.
Lina si
rabbuiò ma non
rispose nulla. Non sapeva cosa fare, cosa dire, come stargli vicino.
C'era qualcosa che lo tormentava, lo percepiva a pelle ma lei, a
differenza di Gourry, non era così brava a stare accanto a
qualcuno
e ad aiutarlo. Non sapeva trovare le parole giuste, il modo giusto
per arrivare a lui. Ed era irritata verso Gourry che aveva eretto un
muro fra loro ma soprattutto verso se stessa perché non
riusciva ad
abbatterlo, quel muro.
Sospirò,
tornando di malumore
a sedersi sul pontile.
Nello
stesso istante Alix,
dopo un'accesa discussione con Jack, prendeva possesso del timone
della nave.
...
Era stata
una notte tormentata
quella. Lina si era girata e rigirata nel letto per ore, senza
riuscire a prendere sonno. Nella sua mente continuavano a scorrere le
immagini della discussione avuta con Gourry e una strana ansia le
attanagliava lo stomaco, a quei pensieri. Cos'aveva Gourry?
Perché
la evitava? Perché non le parlava? Perché era
diventato
improvvisamente così difficile stare insieme, per loro due?
Si strinse
fra le mani il
ciondolo che portava al collo, ricordando quanto invece fosse tutto
più facile con Yonas. Lui era solare, un libro aperto per
lei,
difficilmente si erano trovati in situazioni simili a quella che
stava vivendo con Gourry. Eccetto quando... Lina spalancò
gli occhi,
mettendosi a sedere sul letto. Non era vero, era successo anche con
Yonas, ora che ci pensava bene! All'inizio lui aveva cercato di
allontanarla, di evitarla, nascondendosi dietro un muro invisibile
che proteggeva lui e il segreto che si portava appresso. E se tanto
le dava tanto, pure Gourry stava facendo la stessa cosa. Ma... che
segreto poteva custodire Gourry, l'uomo più limpido e
cristallino
che avesse mai conosciuto? Cosa lo tormentava? Cosa lo intristiva
così tanto da farlo chiudere al mondo?
Si
buttò di nuovo sul
materasso, osservando irritata il soffitto. Beh, di prendere sonno
non c'era verso e rimanere lì a tormentarsi non le piaceva
per
niente. Con un gesto secco si alzò in piedi, infilandosi il
vestito
verde che aveva indossato durante il giorno appena trascorso. In
fondo era il suo turno di cuoca quello e avrebbe comunque dovuto
alzarsi per preparare la colazione a tutti. O almeno, provarci. Come
cuoca non era migliorata per niente, durante quei mesi di
navigazione!
Mestamente
si avviò nei
corridoi bui della nave, avvolti nel silenzio del sonno e della
notte. Stavano tutti dormendo ancora, beatamente e in un certo senso
li invidiava. "Chissà se anche Gourry sta dormendo..." -
sussurrò, passando davanti alla porta della sua camera,
chiusa. Era
dal pomeriggio che non lo vedeva, lo spadaccino aveva anche saltato
la cena.
Lina scosse
la testa, indecisa
per un attimo se bussare a quella porta oppure proseguire. Ma alla
fine desistette e, stancamente, si avviò verso il pontile.
L'aria
fresca e frizzante
della notte la fece rabbrividire, appena giunta all'esterno. In
lontananza il cielo cominciava a rischiararsi, colorandosi di tinte
gialle e rosate. L'alba sarebbe presto giunta e con essa un nuovo
giorno.
Sospirando,
camminò sul
pontile, ammirando il mare placido e tranquillo attorno a lei. Era
oscuro e profondo, immenso ed affascinante, impetuoso e misterioso.
Jack aveva ragione, non puoi non innamorarti del mare, quando diventa
la tua casa per tanti mesi. Si appoggiò al parapetto,
fissando le
onde e pensando a come si era sentita spersa e sola quando erano
partiti da Seyruun. Pensò alle sue lacrime per Yonas, alla
sua
arrendevolezza nei confronti delle decisioni del pirata, al suo
scarso entusiasmo ad accettare quella missione in cui, anni prima, si
sarebbe lanciata subito a capofitto e senza pensarci, con entusiasmo.
Ora si sentiva diversa, rispetto a quei primi giorni di navigazione,
si sentiva più forte, più motivata, pronta ad
affrontare qualsiasi
situazione le si fosse parata davanti. Era una bella sensazione, dopo
tutto, tornare padrona di se stessa dopo che per tanto tempo aveva
creduto che la sua vita fosse finita con la morte di Yonas.
"Lina, ma
che ci fai quì
a quest'ora?".
A quella
voce, Lina sussultò.
Si voltò stupita, trovandosi davanti Gourry. "Che cosa ci
fai
tu, quì?" - disse, vagamente irritata e senza capirne il
motivo. "Non avevi detto che stavi male?".
Gourry
alzò le spalle. "Beh,
ero stufo di stare a letto e sono uscito a fare due passi".
"E io non
riuscivo a
dormire e mi sono alzata perché a letto stavo impazzendo, a
furia
di rigirarmi fra le coperte. E comunque avrei dovuto alzarmi presto
in ogni caso, visto che è il mio turno in cucina e Jack si
sveglierà
fra poco". Poi si accigliò, notando che Gourry teneva una
delle
preziose bottiglie di rum del pirata fra le mani. "Quella non
è
decisamente un'idea saggia, per il tuo mal di mare. E Jack ti
ucciderà, appena saprà che hai bevuto il suo
prezioso rum".
Dei, era arrabbiata! Con lui e con quel suo cavolo di atteggiamento!
Che gli prendeva? Non era da Gourry comportarsi a quel modo.
Lo
spadaccino osservò la
bottiglia nella sua mano, ormai vuota. Poi, con un gesto veloce, la
lanciò in mare. "E' solo alcol e in fondo ho sempre amato il
buon vino. Bere qualcosa, ogni tanto, non fa poi così male.
Anzi, mi
pare addirittura di essere guarito dal mal di mare!".
Lina scosse
la testa. Le
parole uscivano dalla bocca di Gourry sbiascicate, impastate. Doveva
essere ubriaco. O molto giù di morale. O entrambe le cose.
"Gourry,
che ti prende?".
"Niente,
perché?".
"Non
è vero! Non
mentirmi, ti conosco come le mie tasche!".
L'uomo
abbassò lo sguardo,
appoggiandosi al parapetto. "Ti ho detto che non ho niente, non
preoccuparti".
Lina si
morse il labbro,
arrabbiata e confusa. Poi si avvicinò a lui, dandogli un
forte
spintone e facendolo arretrare di alcuni passi. "Perché...?
Io
non capisco, non ci riesco! Mi eviti, sei strano, fai persino fatica
a parlarmi e a guardarmi negli occhi. Cosa ti ho fatto stavolta,
perché sei arrabbiato con me?".
Gourry
spalancò gli occhi.
"Lina, ma cosa dici? Non mi hai fatto niente! Non sono
arrabbiato con te".
"Beh, io
sì! Sono
arrabbiata perché io mi sono fidata di te, io a te ho
confidato ogni
aspetto della mia vita, ti ho raccontato cose private e intime di cui
non avevo parlato con nessuno. Tu invece... tu non mi parli, tu mi
nascondi qualcosa... Tu non ti fidi di me e io sono una stupida
perché dovrei fregarmene e invece...". Si interruppe. Che
senso
aveva parlare, se lui non la voleva ascoltare? Al diavolo, era Lina
Inverse dopo tutto e Lina Inverse non era certo persona da implorare
qualcuno. Se Gourry non voleva parlarle di quello che gli stava
passando per la testa, beh, che se ne restasse nel suo brodo. Non si
sarebbe umiliata, proprio no! "Beh, arrangiati!".
Gli diede
un'ultima
occhiataccia, poi allontanò a grandi passi da lui, con una
camminata
rabbiosa. Raggiunse le scale, diretta verso la cucina, decisa a
chiudere quella sgradevole conversazione con lui.
"Lina!".
Un attimo
prima era sola ed
arrabbiata... Poi sentì i suoi passi dietro di lei e le sue
braccia
che la raggiungevano. Gourry le sfiorò prima il polso e poi
le
spalle, bloccandola e stringendola a se. "Gourry..." -
sussurrò stupita, appoggiando la schiena contro il petto
forte
dell'uomo, lasciando che la stringesse a se e dimenticando la rabbia
di pochi istanti prima.
Lo
spadaccino le cinse prima
le spalle, scendendo poi alla vita, affondando il viso fra i suoi
lunghi capelli rossi. "Non pensarlo nemmeno, non pensarlo MAI.
Sei l'unica persona al mondo di cui mi fidi, l'unica a cui affiderei
la mia vita ad occhi chiusi. L'unica a cui tenga davvero... Sei
l'unica ragione che mi spinge ad alzarmi al mattino e a sorridere.
L'unica, Lina...".
Le mani di
Lina sfiorarono
quelle dell'uomo. Le accarezzò piano, prima di voltarsi
verso di lui
per guardarlo in viso. "E allora perché? Perché
mi eviti,
perché non mi dici cosa c'è che non va, cosa
c'è che ti
tormenta?".
Gourry la
guardò negli occhi,
ci si sarebbe perso in quei due zaffiri color del fuoco. "E'
difficile Lina...".
"Cosa
è difficile?".
Le labbra
dello spadaccino le
sfiorarono la fronte. "Tutto quanto. E' tutto sbagliato, io sono
sbagliato!".
Lina si
strinse ancora più
forte a lui. Quel bacio sulle fronte... Le era corso un brivido lungo
la schiena, uno di quei brividi caldi e piacevoli, che ti fanno star
bene e sentire viva. Dei, era così dannatamente bello stare
fra le
sue braccia, era una sensazione che aveva nascosto nei meandri dei
suoi ricordi per tanto tempo ma che non aveva mai dimenticato. "Tu
non sei sbagliato. Sei la persona meno sbagliata che conosca!" -
sussurrò.
Gourry le
accarezzò i
capelli. Poi la sua mano scese al collo della donna, prendendo fra le
mani il ciondolo rosso che riposava sul suo petto. "E invece
sì.
E tu non dovresti perdere tempo a preoccuparti di uno come me. Ora
stai meglio, stai tornando grintosa e forte come una volta e hai una
missione importante da compiere con Jack. Non pensare a me, pensa a
te stessa. Ritroverete la Perla Nera tu e Jack e poi riprenderai la
tua vita in mano, mettendo a ferro e fuoco la Penisola dei Demoni.
Presto non ti ricorderai nemmeno più di me ed è
meglio così.
Saprai trovare persone in gamba che meriteranno di stare al tuo
fianco, persone come Yonas. E allora sì, in quel caso dovrai
farlo,
dovrai preoccuparti per loro e prendertene cura. Ma non farlo con me,
ti assicuro che non ne vale la pena".
"Gourry...".
Rimase
in silenzio, ammutolita davanti alle sue parole. Rendendosi conto
solo in quel momento di una cosa che aveva sempre saputo ma che non
aveva ancora realizzato appieno. Non voleva avere nessuno al suo
fianco dopo Yonas. O meglio... non voleva nessuno che non fosse
Gourry... Come faceva a non capire quanto fosse importante per lei e
quanto si sentisse legata a lui? Solo Gourry era stato capace di
comprendere il suo dolore con dolcezza e pazienza, solo lui aveva
saputo starle vicino ed aiutarla, facendola stare di nuovo bene con
se stessa e con il mondo che la circondava. No, lui non lo capiva...
Non lo capiva perché lei non glielo aveva mai detto. Ma non
ci
riusciva, non era ancora pronta! A dirgli che lo voleva vicino, che
amava il modo in cui l'abbracciava, il suono dolce della sua voce, la
morbidezza delle sue labbra quando le sfioravano la fronte, ridere
con lui e sentirsi a casa in qualsiasi luogo in cui si trovassero.
"Le cose non stanno come dici tu".
"E invece
sì" –
rispose lui, in tono dolce, prima di allontanarsi da lei.
Lina lo
osservò scendere le
scale, sentendosi improvvisamente sola dopo che lui aveva sciolto
quel loro tenero abbraccio. "Gourry, me lo dirai un giorno?".
"Cosa?".
"Il motivo
che ti rende
tanto triste".
Gourry
scosse la testa. "Non
ce ne sarà bisogno, Lina".
La maga
avrebbe voluto
replicare, cercare di capire il senso di quella risposta. Ma la voce
di Jack, dal pontile, la interruppe.
"Ragazzi,
svegliatevi! Ci
siamo, la vedo! Laggiù c'è Turkos".
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Capitolo 19 *** Leesel ***
Capitolo
nuovo, scritto con un caldo atroce. Quindi siate clementi, spero non
sia sconclusionato XD
Grazie
come sempre a tutte voi! :D
Leesel
L'isola di
Turkos era enorme,
immensa, molto più grande dell'isola su cui lei e Gourry
avevano
fatto naufragio durante la tempesta. La spiaggia era molto ampia e la
natura al suo interno rigogliosa e selvaggia. In un grosso spiazzo,
avvicinandosi ad essa, Lina intravide altre navi ormeggiate in quello
che doveva essere una specie di porto improvvisato per le navi
pirata. La maga ricordava i racconti di Jack, quando Elizabeth aveva
donato loro la pergamena che li aveva condotti fin lì. Su
Turkos,
aveva detto il pirata, circolavano molte leggende che raccontavano di
preziosi tesori nascosti fra la foresta o sotto la sabbia della
spiaggia. Nessuno aveva mai trovato nulla ma molti cercavano comunque
la fortuna in quel lembo di terra ai confini del mondo, sperando di
essere coloro che dessero conferma della veridicità di tutte
quelle
antiche leggende.
Lina
sospirò. Beh, loro al
momento non cercavano nessun tesoro ma una fantomatica donna di cui
si raccontava su una pergamena vecchia di secoli. Dubitava di
trovarla ancora in vita, ma comunque era incuriosita da quell'isola.
Da subito, dal primo momento in cui Elizabeth le aveva dato in mano
la pergamena, aveva avvertito il suo sesto senso gridarle a tutta
voce che Turkos era la sua meta e che lì avrebbero trovato
qualcosa
di importante. Non sapeva cosa ma sapeva, si sentiva che Turkos
custodisse qualcosa di importante e leggendario dentro di se.
"Non siamo
soli, a quanto
vedo" – commentò Jack giungendole a fianco ed
osservando le
altre navi pirata a riva.
"Credi che
ci daranno dei
problemi?".
Jack scosse
la testa. "No.
E' l'oro quello che vogliono, non certo scatenare un'inutile ed
infruttuosa lite con noi. Quì a Turkos si arriva ed ognuno
cerca il
suo tesoro. E poi, di solito, a mani vuote si va via".
Sospirando,
Lina si appoggiò
al parapetto. "Cosa ne pensi di questa Leesel? Non hai paura che
arrivare fin quì possa rivelarsi un grosso buco nell'acqua?".
"No".
Il tono
sicuro di Jack la
stupì. "Come fai a saperlo con tanta certezza?".
Il pirata
si grattò la
guancia e si lisciò poi fra le dita una delle sue lunghe
treccine.
"Elizabeth è una vera piratessa e ha buon occhio nel fiutare
le
piste giuste. Mi scoccia ammetterlo ma spesso, in passato, lei ha
avuto ragione e io torto, su molte cose".
Lina
sorrise. "Elizabeth
è in gamba. E mi sarebbe piaciuto averla con noi in questo
viaggio".
Jack scosse
la testa. "A
me no! E' già complicato tenere a bada te ed Alix! Mi ci
mancava
solo Elizabeth e poi ero pronto a gettarmi in mare con una macina di
pietra legata al collo. Ed ora, scusami! Torno al timone e preparo la
nave all'attracco" – disse, allontanandosi da lei.
Lina
annuì. "D'accordo".
Con un sospiro, tranquillamente, si avviò verso la sua
cabina per
prendere una sacca dove riporre le poche cose che le erano necessarie
per il soggiorno a terra. Non sapeva quanto si sarebbero fermati, ma
era meglio portare l'indispensabile per un soggiorno di alcuni
giorni.
Nei
corridoi trovò Dary,
Gourry ed Alix con le loro sacche. Avevano avuto la sua stessa idea
perché, come lei, non sapevano quanto si sarebbero fermati.
"Siamo
pronti a salpare!"
- commentò Alix allegra. Era curiosissima di scoprire cosa
si
nascondesse a Turkos, esattamente come la maga.
Daryl si
stiracchiò. "Se
la troviamo, speriamo che questa Leesel sia bella! Mi seccherebbe
trovarmi davanti un rospo, dopo tutta questa strada".
"Bella o
brutta che sia,
se è un minimo intelligente, non ti guarderà
nemmeno di strisco!"
- commentò Alix, facendogli la linguaccia. Poi, allegra,
corse su
per le scale. "Vado a vedere come fa ad attraccare Jack! Devo
imparare tutto, su come si conduce una nave".
Daryl
sospirò. "E' come
Elizabeth! Fra poco avremo un'altra piratessa in giro per i sette
mari, temo".
"Ne ha la
stoffa" –
commentò Lina, prima di avviarsi con i due uomini anch'essa
sulle
scale.
...
La sabbia
era bianchissima e
soffice come borotalco. Lina, togliendosi gli stivali, ci
affondò
fino alle caviglie, godendo di quella sensazione assolutamente
rilassante che regala una passeggiata sulla spiaggia. Davanti a loro
si dipanava una foresta tropicale rigogliosa, che ricopriva l'intero
interno dell'isola, dalla spiaggia fino alla cima del vulcano che la
dominava, al centro.
La maga si
guardò attorno,
curiosa, poi srotolò la pergamena, rileggendone attentamente
le
iscrizioni.
"La
ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza
conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più
effimere.
Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a
trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una
risposta.
Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi
sarà data.
Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".
La
conoscenza porta alla
ricchezza... Lina sospirò, trovandosi perfettamente
d'accordo su
quanto riportava l'iscrizione. Chi non sa, non trova quel che cerca.
Aveva senso, era pura logica ma... Leesel... Dove avrebbero dovuto
cercare una donna di cui si parlava su un documento antichissimo?
Leesel era la chiave che portava a qualcosa ma quella chiave poteva
essere andata perduta nello scorrere del tempo... Poteva essere stato
un viaggio completamente inutile, ne era cosciente. Ma allo stesso
tempo, contro ogni logica, il suo istinto le gridava di cercare.
"Jack, che si fa? L'isola è grossa e noi non sappiamo dove
cercare!" - asserì, in tono pratico. Perdere tempo a
rimuginarci sopra, non aveva senso.
Il pirata,
che a pochi passi
da lei si stava guardando attorno, si esibì nel suo solito
sorriso
da schiaffi. "Che domande! Si chiedono informazioni alla gente
del posto".
"Jack!".
Lina lo
fulminò con lo sguardo. Ma non aggiunse altro
perché in fondo lui
aveva ragione. "Senti, proviamo a chiedere a quei pirati" –
propose, indicando un gruppo di uomini a pochi passi da loro che
stava imbarcando delle casse di legno sulle altre navi ferme a riva.
"Ottima
idea!".
Si
avvicinarono ai pirati che,
incuranti del loro arrivo e con delle espression che chiaramente
facevano intuire quanto fossero di cattivo umore, stavano sistemando
viveri sulla loro nave.
"Ehm...
scusate!".
Un pirata
alto, pelato e
sovrappeso si voltò, accigliato. "Avete bisogno di
qualcosa?".
Poi li squadrò meglio, pensieroso. E infine... "Jack
Sparrow?!"
- esclamò, indicando il pirata con aria sorpresa.
Jack
sorrise. "In
persona! Che piacere rivederti, Serpe!".
Il suo
interlocutore scoppiò
in una sonora risata. "Hahah, ma sei vivo! Nell'ambiene ti
davano tutti per spacciato, dopo che hai perso la Perla Nera! E
invece...". Continuò a ridere, dando una sonora pacca sulle
spalle al pirata. "Accidenti, l'erba cattiva non muore mai,
è!
Che ti porta da queste parti?".
"Sto
seguendo una pista
per...".
"Sta
cercando una
persona!" - lo interruppe Lina, prima che il pirata,
stupidamente, rivelasse il possesso della mappa di Elizabeth. Se
quella pergamena nascondeva qualcosa di interessante e altri pirati
fossero venuti a conoscenza della sua esistenza, quanto poteva
passare prima di un attacco per entrarne in possesso? Si trattava di
pirati, in fondo... Inutile, Jack era ingenuo come un bambino, certe
volte...
Il pirata
si accigliò. "Chi
stareste cercando a Turkos? Quì, a parte qualche nativo e
qualche
pescatore con la sua famiglia, non ci vive nessuno di interessante.
Interessante per un pirata, intendo".
Daryl si
intromise, cercando
come Lina di evitare che Jack si facesse sfuggire qualcosa. "Stiamo
cercando una certa Leesel. Una vecchia faccenda di famiglia, tutto
quì".
Serpe si
grattò il mento,
pensieroso. "Leesel...? Bah, mai sentita nominare. Provate a
chiedere a quel vecchio, seduto su quel masso a riva" –
disse,
indicando un anziano uomo dai capelli bianchi che, accoccolato sul
bagnasciuga, osservava il transito dei vascelli. "Lui è
Ayroon
ed è l'anziano dell'isola. Sta quì tutto il
giorno ad osservare le
navi, probabilmente alla sua età non ha altro da fare per
far
passare la giornata. Lui saprà aiutarvi di certo. Sa tutto
di
Turkos".
Jack
annuì, osservando il
vecchio Ayroon. "Ti ringrazio, amico! E tu, che fai, riparti?".
Il pirata
annuì. "Si,
fra un paio di ore io e i miei compagni salpiamo! Appena finiamo di
caricare i viveri, torneremo in mare aperto. Quest'isola è
tanto
leggendaria quanto povera d'oro! Giorni e giorni di ricerca e non
abbiamo trovato nemmeno una misera moneta di rame. Non vedo l'ora di
ripartire per altri lidi. Buona fortuna, Jack, anche per la tua nave.
Sai, Morgan è stato qua alcuni giorni fa, con la Perla Nera.
Ci
siamo incrociati su questa spiaggia, noi arrivavamo e lui ripartiva
per le isole più a sud. Ti auguro di riprenderti la tua
nave, Morgan
è un idiota borioso e di certo non se la merita. Appena
riparti da
quì, vagli dietro e riprenditela!".
Jack si
fece serio. I suoi
occhi brillarono, nell'esatto istante in cui udì il nome
della sua
nave. "Ti ringrazio delle informazioni, amico! In effetti la
Perla Nera e Morgan ci hanno distanziati un pò ma gli sto
dietro. E
me la riprendo, la mia nave!".
"Beh, buona
fortuna"
– commentò l'altro, tornando al suo lavoro.
Gourry
rimase in silenzio, ad
osservarlo armeggiare con le casse di legno. Sarebbero partiti dopo
poche ore, quei pirati... E forse, poteva unirsi a loro.
"Hei, ti
sei incantato?"
- chiese Lina, notando che non si decideva a seguirli.
"Ehm... No,
mi sono solo
distratto un attimo, Lina" – rispose lo spadaccino,
continuando ad osservare i pirati a riva e chiedendosi in che modo
avrebbe potuto lasciare i suoi compagni per unirsi a loro. Era il
momento giusto, il posto giusto, quello... Mentre gli altri si
affannavano a cercare Leesel, poteva sparire dalle loro vite. Dalla
vita di Lina, soprattutto...
All'oscuro
dei suoi pensieri,
la maga lo prese per mano. "Dai, sbrighiamoci ad andare da quel
vecchio! O gli altri ci lasceranno indietro" –
esclamò,
entusiasta.
Si
avvicinarono all'anziano
che, perso nei suoi pensieri, guardava distrattamente il mare e il
via vai dai velieri. Lina lo osservò, incuriosita. Era molto
anziano, coi capelli ormai radi e completamente bianchi e di una
magrezza impressionante. E i suoi occhi erano di un azzurro opaco,
velato. Erano gli occhi di un cieco o di una persona molto vicina a
diventarlo. Eppure era lì da solo, segno che conosceva bene
ogni
angolo di quell'isola e sapeva come muoversi anche senza il dono
della vista. "Ehm, ci scusi, possiamo disturbarla, signore?".
Il vecchio
non mosse il viso
ma annuì. "Che voce giovane. Dimmi pure, gentile fanciulla".
Gli altri
rimasero in
silenzio, lasciando che fosse la maga a parlare con lui. "Ci
hanno detto che forse voi potete aiutarci. Stiamo cercando una
persona che probabilmente vive quì. Ma non sappiamo dove
cercarla
e...".
"Chi
cercate?" -
chiese il vecchio, non mutando la sua espressione tranquilla.
Il suo tono
di voce era pacato
e gentile e aveva una nota di saggezza che alla maga risultava
piacevole. Doveva conoscere molte cose, quell'anziana persona.
"Stiamo cercando una certa Leesel. La conoscete? Sapete se vive
quì?".
Gli occhi
spenti e opachi di
Ayroon, a quel nome, si animarono di un'insolita luce. "La
piccola Leesel? Perché la state cercando? Cosa possono
volere dei
forestieri, da lei?".
Lina
sorrise. Quel vecchio le
ispirava fiducia e non vedeva alcuna motivazione valida per non
rivelargli il vero motivo che li spingeva fino a Turkos. "A dire
il vero, non sappiamo molto di Leesel ma siamo venuti in possesso di
una vecchia pergamena che parlava di lei".
"Oh,
capisco, la
pergamena del famoso pirata Jean Morgan. E' raro che qualcuno ne
entri in possesso. Se l'avete trovata o qualcuno ve l'ha donata,
allora siete persone speciali".
Lina si
accigliò, stupita dal
fatto che quell'uomo conoscesse la pergamena che aveva fra le mani.
Quel vecchio sapeva molte cose più di loro e nella sua vita
doveva
aver visto e conosciuto di tutto. Parlava poco, forse a causa
dell'età avanzata, ma la sua conoscenza doveva essere vasta
ed
infinita. "E' una pergamena antica e credo che la Leesel di cui
si parla nelle sue iscrizioni sia morta. Magari quì vive una
sua
discendente".
Ayroon
scosse la testa.
"Ricorda una cosa, fanciulla! Tante cose che tu vedi con gli
occhi, ingannano. Non tutto, anzi, quasi niente è quel che
sembra.
Lo aveva capito anche Jean Morgan, colui che ha redatto quella
pergamena. Leesel è una fanciulla giovane e indifesa.
All'apparenza
però! Perché ricorda una cosa, i suoi occhi sono
come quelli di una
bambina ma... hanno visto e conosciuto talmente tante cose che
nemmeno un'enciclopedia intera potrebbe raccontare".
Lina
sorrise, incantata dalle
parole di quel vecchio che le parlava con la stessa dolcezza con cui
un nonno racconta alla nipotina una fiaba. "Sapete dove posso
trovarla?".
"Certo! La
sua capanna si
trova quasi in vetta al vulcano. Seguite il sentiero che da questa
spiaggia porta fino alla foresta e poi proseguite verso la cima alla
montagna. Arriverete ad un finto piano e lì c'è
la sua casa, in
mezzo a piante e arbusti. E' lì da sempre, la piccola
Leesel".
Lina si
accigliò. "Che
vuol dire?".
Sul viso
del vecchio, apparve
un sorriso stanco. "Da che io ricordi, lei c'era che io ero un
bambino. Mi sembrava una fata, allora... Poi io sono cresciuto, mi
son fatto uomo e sono invecchiato. E lei era sempre lì,
uguale a
come l'avevo vista la prima volta. E' l'angelo degli abitanti di
Turkos, Leesel. Nessuno di noi sa davvero chi lei sia ma non ci
importa. E' l'unica a cui chiedere aiuto e sostegno in caso di
malattie e qualsiasi necessità. Sa sempre come aiutarci, lei
ha la
chiave della conoscenza. E il piccolo orto che ha dietro casa...
fornisce verdura e frutta a tutti noi abitanti che ci rivolgiamo a
lei. Da un piccolo lembo di terra sa far crescere l'indispensabile
per tutti noi, per sopravvivere. Nessuno sa come lei faccia, da sola
e in così poco spazio. Ma ci riesce!".
Jack
sbuffò. Quel vecchio
doveva essere fuori di testa e loro stavano solo perdendo tempo a
parlare con lui.
Lina invece
non era dello
stesso avviso. C'era saggezza e verità nelle parole di
quell'uomo.
Le venne in mente il racconto che Gourry le aveva fatto alcune
settimane prima, sulla favola che sua nonna gli raccontava da
piccolo. Leesel... E se fosse stata davvero una fata? Lei non era
certo tipo da credere alle fiabe ma se quel che il vecchio Ayroon
raccontava corrispondeva a verità... "Vi ringrazio signore!
Seguiremo i vostri consigli per cercarla. Potrei farle un'ultima
domanda?".
"Certo,
chiedi pure quel
che vuoi".
"Ci sono
locande dove
alloggiare, quì?".
Ayroon
sorrise. "Oh no
quì non abbiamo niente del genere, questa è
un'isola selvaggia e
noi che la abitiamo viviamo in capanne di paglia e foglie. Ne
troverete di abbandonate strada facendo, comunque. Usatele pure per
dormire, la notte, non vi disturberà nessuno. Sono piccole e
appena
sufficienti per una, due persone al massimo, ma ce ne sono molte
disabitate sulla strada che porta a Leesel. Se saprete adattarvi,
saranno delle buone case per voi. Appartengono agli abitanti di
quest'isola, ma in questa stagione tutti preferiscono vivere vicino
alla spiaggia, per commerciare con le navi che arrivano in cerca di
tesori. Nessuno vi darà noia ".
"Vi
ringrazio, signore".
Salutarono
e fecero per
andarsene, quando la voce del vecchio li raggiunse di nuovo.
"Ricordate una cosa, ragazzi. Leesel ha in se la conoscenza
ma... non tutti sono degni di attingere ad essa. Potreste non essere
le persone giuste, potreste fare un viaggio a vuoto. Buona fortuna,
ragazzi".
"Che ha
detto?" -
chiese Daryl, allontanandosi dalla spiaggia.
Lina
alzò le spalle. "Solo...
augurarci buona fortuna, forse" – rispose, mentre si
allontanavano dalla sabbia bianca e si avventuravano nel fitto della
foresta.
Camminarono
per circa due ore,
con la stradina sabbiosa che via via diventava sempre più
ripida. La
foresta tropicale era rigogliosa e il loro cammino era osservato da
una miriade di variopinti animali. Pappagalli dai mille colori,
scimmie curiose, strani insetti... Quell'isola pullulava decisamente
di ogni forma di vita.
"Se Turkos
è tanto
rigogliosa, deve ringraziare il vulcano!" - osservò
distrattamente Daryl, camminando senza problemi in quell'intreccio di
liane e erba alta. Era il suo ambiente e come cacciatore di tesori si
trovava decisamente a suo agio in posti come quello.
"Può
darsi!" -
rispose Lina, distrattamente, mentre le parole del vecchio Ayroon le
rimbombavano in testa. Avevano in mano una pergamena che poteva
portare a qualcosa di prezioso ma... sentiva che quello era solo il
primo passaggio per arrivare alla meta e che mancava loro qualcosa. E
non era così scontato che questa fantomatica Leesel potesse
o
volesse aiutarli.
Come aveva
detto il vecchio,
nella foresta, sparse fra la fitta vegetazione, trovarono un piccolo
gruppo di capanne abbandonate. Minuscole, sporche e con all'interno
solo dei miseri giacigli in paglia. Ma era sempre meglio di niente.
Erano piccolissime, tanto che potevano ospitare al massimo una o due
persone, come aveva detto Ayroon.
"A me non
serve dormire
quì, io rimango alla nave, la notte!" - aveva sentenziato
Jack.
"Troppi pirati in giro e non vorrei che ce la rubassero da sotto
il naso".
Lina lo
guardò storto. "Beh,
visti i tuoi precedenti, direi che fai bene!".
"Io dormo
con la dolce
Alix" – asserì Daryl, sicuro, mentre la ragazza
alzava gli
occhi al cielo, sbuffando annoiata.
"Beh, io e
Gourry siamo
abituati a dormire insieme, quindi ci prendiamo l'altra capanna
libera".
Lo
spadaccino non rispose
nulla e Lina lo prese come un tacito accordo.
Era
perfetto, le sistemazioni
per la notte erano decise.
Misero
all'interno delle
capanne le loro sacche, per proseguire la scalata più
leggeri.
Lina
guardò la vetta del
vulcano, che compariva fra gli alti alberi della foresta. "Coraggio,
ora si va fa Leesel!".
Gli altri
annuirono e
ripresero a scalare la montagna. Faceva un caldo terribile e l'afa
mozzava loro il fiato. Eppure c'era, in tutti, una strana voglia di
arrivare in alto, da quella strana ragazza di cui parlava la
pergamena.
"Mi fa male
la milza, a
furia di camminare!" - si lamentò Jack, portandosi la mano
al
fianco sinistro.
Daryl
scoppiò a ridere.
"Amico, tu sei troppo abituato a startene fermo al tuo timone.
Devi camminare di più".
Lina
sorrise e fece per
ribattere, quando si accorse che la salita era finita ed erano
arrivati in una specie di falso piano dove, proprio come aveva detto
Ayroon, sorgeva una piccola e curata capanna con accanto un minuscolo
ma rigoglioso orto.
Gli occhi
della maga
brillarono. "La casa di Leesel!" - esclamò allegra,
correndo verso l'ingresso, seguita dagli altri.
Con
irruenza, come al suo
solito quando era eccitata, bussò energicamente alla porta
della
capanna. Non sapeva bene cosa chiedere né come intavolare un
discorso ma... bando ai convenevoli, non stava più nella
pelle dalla
curiosità.
Dopo alcuni
istanti, un
leggero rumore di passi arrivò alle loro orecchie,
dall'interno. La
porta si aprì e davanti a loro comparve una ragazzina
minuta,
vestita con un semplice abitino bianco che ne slanciava la figura.
"Oh, degli
stranieri!
Posso aiutarvi?" - sussurrò la ragazzina, stupita.
Lina la
guardò, rapita dalla
finezza dei suoi lineamenti e dalla dolcezza del suo viso. Aveva dei
lunghissimi capelli biondi, morbidi come seta, una voce delicata come
quella di una bambina e due occhi talmente azzurri che sembrava
avessero rubato al mare il suo colore. Ed emanava, quasi fosse
tangibile col tatto, un profondo senso di purezza che non poteva non
colpire una come lei, che di puro aveva ben poco. Guardò i
suoi
compagni che, come lei, fissavano la ragazzina a bocca aperta. Anche
loro provavano le medesime sensazioni, capì dalle loro
espressioni.
Solo Gourry sembrava stranamente tranquillo e pareva non avvertire
nulla di strano. Ma in fondo era normale perché lo
spadaccino, a
differenza di tutti loro, era una persona pura e limpida e non
avvertiva nulla di particolare a cospetto di quella ragazzina che,
probabilmente, era molto simile a lui.
Lina
deglutì, quasi a
disagio, a dispetto dell'irruenza di poco prima. "Ehm... sei
Leesel?".
"Sì,
mi chiamo così".
Lina
spalancò gli occhi. Era
così stramaledettamente giovane, come poteva essere la
stessa
persona di cui si parlava nella perganema? Ricordò le parole
di
Ayroon, sul fatto che a volte gli occhi e quello che vedono,
ingannano. Eppure... era strano, folle pensare che Leesel fosse la
stessa Leesel del suo papiro. Quella che aveva davanti era una
ragazzina di circa sedici anni, diciassette al massimo. Ed era
stramaledettamente bella e delicata, come se la sua pelle non fosse
mai stata esposta al sole, al vento e alle intemperie dell'isola
selvaggia in cui abitava. Sospirò, rinunciando
momentaneamente a
capire. "Arriviamo da molto lontano e siamo venuti fin quì
per
cercare te. Credo".
Leesel li
guardò incuriosita,
uno ad uno. Poi sorrise. "Beh, allora siete miei ospiti. Entrate
pure".
Lina e i
compagni si fissarono
brevemente, poi accettarono l'invito ed entrarono nella piccola
capanna. Si guardarono attorno, notando quanto fosse decorosa ed
ordinata, povera ma assolutamente accoglievole al suo interno. C'era
solo un piccolo letto, un cuocivivande e un tavolo, null'altro. E
alla parete una piccola porta che probabilmente portava al minuscolo
orto a fianco della capanna.
"Cosa vi
porta quì? E
perché mi cercavate? Io non credo di conoscervi" –
chiese
infine, curiosa, la ragazzina. "Cercate unguenti, medicine
naturali contro qualche malanno? Ne preparo per gli abitanti
dell'isola".
Lina scosse
la testa,
estraendo dalla tasca la pergamena. "Niente di tutto questo.
Siamo venuti fin quì guidati da questa" – disse,
posando il
documento sul tavolo. Meglio andare subito al sodo, senza girarci in
giro!
Leesel si
accigliò. Osservò
attentamente la pergamena che Lina gli aveva mostrato e poi, uno ad
uno, tutti i suoi ospiti. I suoi occhi assunsero un'aria sospettosa e
attenta mentre li scrutava, mentre li studiava. Sfiorò la
pergamena,
piano, mentre il suo viso perdeva, secondo dopo secondo, ogni traccia
del candore infantile di poco prima.
Era sempre
lei ma ora Lina,
osservandola, avvertiva altro. Conoscenza, saggezza e
un'infinità di
anni sulle spalle. Era vero, Ayroon aveva ragione, gli occhi
ingannano e quella ragazzina non era una ragazzina ma qualcuno che ne
sapeva più di lei e di tutti i suoi amici messi insieme. Lo
avvertiva quasi a pelle. Era la stessa sensazione di
inferiorità che
provava ogni volta che si trovava a cospetto di esseri superiori.
Chiunque fosse, ne era certa, Leesel non era umana. Non del tutto,
almeno. "Sai cos'é?" - chiese, con circospezione.
Leesel
annuì. "La
pergamena vi ha scelto. Sono molti anni che non la vedo ed è
raro
che qualcuno venga da me, portandomela. Passano decenni, a volte
secoli, prima che un visitatore giunga alla mia porta con questa in
mano" – disse, stringendo fra le dita il documento.
Jack
spalancò gli occhi,
sorpreso. "Ma allora... tu sei più vecchia di Matusalemme!
Complimenti davvero, i tuoi anni li porti proprio bene!".
Lina gli
diede una forte
gomitata nelle costole. "Zitto Jack!". Poi si rivolse
nuovamente a Leesel. "Che cosa puoi dirci di quella pergamena?".
Leesel
sospirò, sedendosi su
una delle sedie. "Fa parte di un patto, di una collaborazione
fra me e il pirata Jean Morgan. Lui era un pirata diverso dagli
altri, sapeva guardare oltre e capire tante cose che la maggior parte
degli esseri umani nemmeno vedeva. Lui fu il primo a giungere da me,
per caso. E a trovare la strada per la conoscenza. E poi scrisse la
pergamena, come lascito per le persone che, come lui, sapevano vedere
oltre. La pergamena ha vita propria, si rende invisibile per chi non
è degno di impugnarla e si lascia trovare da chi potrebbe
avere le
caratteristiche per ripercorrere la stessa strada fatta da Jean.
Trovarla è il primo passo per giungere alla vera conoscenza.
Siete
persone fuori dal comune, se è in mano vostra".
Lina
sospirò. Da quel che
aveva capito, erano fregati! La pergamena l'aveva trovata
Elizabeth... "Ci è stata donata da una persona che non
è quì"
– borbottò fiaccamente.
Leesel
sorrise, scuotendo la
testa e capendo i dubbi di Lina senza che lei avesse avuto bisogno di
esternarli a parole. "Come vi ho detto, la pergamena ha vita e
volontà proprie. La persona che ve l'ha donata è
stata scelta da
tramite. La doveva trovare per portarla a uno di voi. La persona
speciale che sa vedere oltre. In pochi son giunti fin quì
con
questa, durante i secoli passati e nessuno è riuscito poi a
fare il
secondo passo, quello fondamentale per raggiungere la conoscenza e
avere le risposte che cercava. Tutti si sono sempre fermati un passo
prima della meta. Ora tocca a voi provarci e magari qualcuno
riuscirà
a fare quell'ultimo passo che è mancato agli altri, giunti
prima di
voi. Jean Morgan era una persona fuori dal comune e nessuno fin'ora,
benché meritevole, è riuscito ad eguagliarlo. Ma
voi, magari...".
Daryl si
avvicinò al tavolo,
studiando sia Leesel che la pergamena. Era un esperto di tesori, era
il suo campo da sempre quello ma non ci stava capendo un accidente.
"Che cos'è la conoscenza? Di cosa parli, cosa dovremmo
fare?".
"Ognuno
giunge fin quì
con finalità diverse e quì si può
trovare la risposta a tutte le
domande che ci poniamo. Ognuno cerca cose diverse, voi che cercate?".
"Oro,
ricchezze, la mia
nave perduta. Voglio sapere come trovare tutto ciò!" - disse
Jack, squadrandola.
Leesel si
morse il labbro,
dubbiosa. "Beh, son domande anche queste. E come ogni domanda,
meritano una risposta. Spero di esservi utile".
"Cosa
dovremmo fare?"
- chiese Lina, seria.
Leesel la
fissò,
intensamente. "Tu ragazza sai già molte cose e hai avuto
l'onore di essere stata, in passato, al cospetto di entità
superiori
molto potenti. Hai usato magie proibite per riuscirci, hai osato
ciò
che non doveva essere fatto mai. Quì potrai fare la stessa
cosa ma
in maniera... lecita. Questa capanna è un passaggio e questa
pergamena la bussola che vi ha portati quì. Se saprete
trovare la
via d'accesso per aprire il portale, potrete chiedere di essere
portati al cospetto di qualsiasi entità superiore che
desiderate
incontrare. E chiedere tutto quello che volete sapere. Demoni, dei,
comuni spiriti, chiunque passa all'altra vita ha la conoscenza e
potrà dividerla con voi, se saprete fare quell'ultimo passo,
quel
piccolo sforzo che chi vi ha preceduto non ha saputo fare. Dipende da
voi, volete giocare con me?".
Gli occhi
di Lina si
assottigliarono. Leesel... come poteva sapere tutte quelle cose sul
suo conto? "Chi sei tu?".
Leesel
annuì, sorridendo. "Ha
importanza saperlo? Alcuni dicono che io sia una fata, altri un
demone, altri ancora un fantasma che infesta l'isola di Turkos da
millenni. In realtà sono solo Leesel e non so nemmeno io
quel che
sono. Ma so quel che devo fare, quando arrivano da me persone come
voi. Te lo ripeto, volete tentare?".
Lina
annuì, decisa. Non
sapeva bene a cosa Leesel alludesse ma non si sarebbe tirata
indietro. La conoscenza... Ora capiva! Se fosse riuscita ad ottenere
un colloquio con un'entità superiore, avrebbe potuto
chiedere
qualunque cosa e avrebbe avuto tutte le risposte che desiderava.
Collaborazione e non lotte all'ultimo sangue, com'era stato fino a
quel momento usando la magia nera. Un colloquio amichevole,
autorizzato... Quella poteva essere una ricchezza ben più
grande di
tutto l'oro e le pietre preziose che Jack poteva trovare nei sette
mari.
"La
ricchezza, il potere, la gloria, derivano dalla conoscenza. Senza
conoscenza non si puo' ottenere nulla, nemmeno le cose più
effimere.
Andate a Turkos, cercate di Leesel e se nella sua casa sarete bravi a
trovare una via d'accesso, ogni vostra domanda avrà una
risposta.
Nulla vi sarà precluso, ogni cosa che chiederete, vi
sarà data.
Avrete la conoscenza e con essa, la ricchezza".
Ora Lina
capiva il significato
di quelle parole. Osservò Leesel, chiedendosi cosa dovevano
fare per
compiere quell'ultimo passo che era mancato a chi li aveva preceduti.
"Ci stiamo, giochiamo! Non ci tireremo indietro di certo".
Leesel
annuì, alzandosi dalla
sedia ed avvicinandosi alla piccola porta che portava all'orto. "E
allora seguitemi!".
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Capitolo 20 *** Puro come la neve ***
Aggiornamento
a tempo record, ma ci tenevo troppo a scrivere questa parte e spero
sia uscita bene e vi piaccia.
Commenti
e critiche come sempre, saran graditissimi!
Grazie
come sempre a tutti per il sostegno!
Puro
come la neve
Leesel
aprì la porta che,
pensava Lina, dava sul giardino adiacente alla capanna. Ma, con
grande sorpresa della maga, davanti ai loro occhi non comparve la
rigogliosa foresta tropicale di Turkos ma un'altra stanza, molto
più
grande della prima. Una specie di enorme magazzino pieno di una
moltitudine di oggetti di qualsiasi tipo, gettati in esso alla
rinfusa, si materializzò quasi per magia davanti a loro. E
in un
angolo di quella nuova stanza, un'altra porta che portava
chissà
dove...
La maga
spalancò gli occhi.
Com'era possibile? Quella capanna, dall'esterno, appariva minuscola
ed angusta, come poteva contenere al suo interno due stanze, di cui
una così grande? Guardò Leesel, cercando di
capire. Ma gli occhi
limpidi e azzurri della ragazzina non seppero trasmettergli nulla.
"Come può essere?" - chiese, mentre anche i suoi compagni
si guardavano attorno esterefatti.
Leesel
sorrise. "Questo è
un magazzino un pò particolare. Nessuno lo può
vedere e vi può
accedere, a parte coloro che arrivano fin quì con la
pergamena.
Questa è una specie di anticamera...". Indicò la
piccola,
misera porta in legno che stava all'angolo più buio della
stanza.
"Se troverete la chiave d'accesso, potrete aprire e varcare
quella porta. E potrete arrivare al cospetto dello spirito che volete
incontrare. Sembra una porta leggera e sgangherata ma non è
mai
riuscito ad aprirla nessuno fin'ora, a parte Jean".
Daryl si
tirò su le maniche
della camicia. "Sciocchezze. Basta una spallata e quella viene
giù come niente!" - affermò, sicuro. Poi si
avvicinò alla
porta, prese la rincorsa e ci andò a sbattere contro,
finendo a
terra come un sacco di patate, dolorante. La porta non si era mossa
di un millimetro.
Lina
sbuffò, alzando gli
occhi al cielo. "Perdonalo Leesel, è un idiota! Non farci
caso".
Leesel
fissò Daryl e poi
Lina. E infine scoppiò a ridere, di gusto. "Voi mi state
simpatici! Spero davvero che almeno uno riesca a trovare la chiave
d'accesso per aprire quella porta".
Alix si
guardò attorno,
incerta e pensierosa. C'era un tale macello in quella grande stanza!
Oggetti grandi e piccoli gettati in ogni angolo, alla rinfusa, gli
uni sopra gli altri. Mobili, soprammobili, candelabri, gioielli,
giocattoli, utensili da lavoro... Tutti gettati nella stanza senza
una logica e un ordine. Non aveva mai visto una camera tanto
disordinata e polverosa come quella. Leesel doveva essere una tizia
davvero poco avvezza al lavoro di casalinga. "Che dovremmo farci
quì?" - chiese, temendo che la ragazzina bionda chiedesse
loro
di dare una ripulita.
Leesel si
appoggiò alla
parete, fissandoli negli occhi uno ad uno. Era pensierosa e assorta,
mentre li scrutava e studiava, come se in ognuno di essi cercasse un
segno, un qualcosa che le facesse capire se fra quei forestieri c'era
la persona giusta che potesse seguire le orme di Jean.
"E allora?"
- chiese
anche Daryl, massaggiandosi la spalla dolorante.
Leesel
scosse la testa. "Come
vi ho detto, questa capanna è un portale che permette a
questo mondo
di entrare in contatto col mondo degli spiriti, dei demoni, degli dei
e degli esseri superiori. Si può parlare pure con Lon, se lo
si
desidera. Loro parlano con chi riesce a varcare il portale
perché
sanno che solo le persone meritevoli possono trovare la chiave
d'accesso. La pergamena che avete con voi era la vostra bussola, che
doveva condurvi fin quì. Ora che siete arrivati, dovrete
trovare la
chiave per aprire la porta. Non è una chiave normale, ma un
oggetto.
Si trova in questa stanza, cammuffato fra mille altri oggetti. Chi
saprà riconoscerlo, potrà aprire e varcare quella
porta. E ottenere
tutte le risposte che desidera, da chi desidera".
"E tu sai
qual'è questo
oggetto?" - insistette Daryl. La caccia al tesoro lo intrigava,
da sempre. E quella situazione lo stuzzicava piacevolmente. E poi
Leesel, benché apparentemente giovanissima, era talmente
carina e
adorabile!
Leesel
annuì. "Certo che
lo so!".
Lina le si
avvicinò,
guardandola dritta negli occhi. "Ma non ce lo dirai, giusto?
Dovremo cercarcela da soli, questa chiave!".
Jack
alzò le spalle,
noncurante. "Beh, che problema c'è? Ti portiamo uno ad uno
tutti gli oggetti che ci sono in questa stanza e alla fine ci
capiterà in mano l'oggetto giusto!".
Leesel, a
quelle parole,
ridacchiò. "Oh pirata, non è mica così
semplice. Non potrete
prendere uno ad uno tutti gli oggetti. Avrete solo una
possibilità a
testa. Potrete sbirciare e guardare ogni cosa ma poi dovrete portarmi
solo uno fra questi oggetti. Scegliete quello che per voi è
speciale, quello che, ritenete, possa aprire il portale. Se saperete
guardare oltre, se saprete riconoscerlo, allora sarete la persona
giusta a cui Jean ha lasciato questa possibilità. Se
sbaglierete,
tornerete a casa a mani vuote, portandovi via la mappa. E prima o poi
finirà nelle mani di qualcun altro, che tenterà
di intraprendere la
vostra medesima strada. Funziona così, da secoli". Sorrise.
"Buona fortuna, rovistate pure quanto volete" – disse,
appoggiandosi nuovamente alla parete.
Senza
farselo ripetere, come
delle furie, Daryl, Jack ed Alix si fiondarono fra la moltitudine di
oggetti cosparsi per la stanza.
Lina fece
lo stesso, ma con
più calma, attenta ad ogni cosa che la circondava. C'erano
oggetti
di poco valore e gioielli tempestati di diamanti, gettati alla
rinfusa gli uni sopra gli altri. Si accigliò. Cosa poteva
aprire un
portale tanto prezioso? Qualcosa di altrettanto prezioso
probabilmente... Ma cosa? Una collana? Un rubino? Oro puro? Oppure
era sulla strada sbagliata?
Saper
guardare oltre...
Cosa voleva
dire Leesel? Che
cosa doveva guardare, COME doveva guardare per capire, scegliere e
ottenere il passaggio dall'altra parte della porta?
Guardò
Jack, Daryl e Alix
che, come lei, osservavano gli oggetti più preziosi. Avevano
avuto
la sua stessa idea e probabilmente quella doveva essere la strada
giusta. Non poteva sbagliare, doveva usare il cervello! Si
aggirò
fra gli oggetti, pensierosa, sperando, pregando Lon che almeno uno di
loro ce la facesse e che quel viaggio non fosse stato vano. Era
un'opportunità unica quella che Elizabeth aveva regalato
loro e non
l'avrebbe sprecata.
"TROVATO!!!".
Alix
si alzò in piedi, trionfante. Si avvicinò di
corsa a Leesel,
tenendo un grosso candelabro in oro fra le mani. "E' lui, lo
sento! Un candelabro prezioso che faccia luce nel tunnel oscuro che
porta alla conoscenza!" - disse, trionfante.
Leesel la
guardò, poi sfiorò
l'oggetto che teneva fra le mani. "Mi spiace. La tua idea è
buona e sicuramente ha fondamento ma... non è questo
l'oggetto che
apre la porta. Hai finito di giocare, ragazza!".
"Cosa???".
Alix
sbiancò, delusa. Borbottando, lanciò il
candelabro fra gli altri
oggetti, mettendosi poi a sedere in un angolo, col muso lungo.
Gourry,
vedendola, ridacchiò.
Alix non si smentiva mai, odiava perdere e forse era stata troppo
affrettata nella sua scelta. Faceva parte del suo carattere!
Leesel
guardò lo spadaccino,
accigliata. "Perché te ne stai quì appoggiato
alla parete,
senza fare nulla? Tu non cerchi come loro, non vuoi provare?".
"Io?".
Gourry
spalancò gli occhi, a disagio. In realtà ci aveva
capito ben poco
della spiegazione data da Leesel, ma una cosa gli era chiara. Se non
riuscivano nell'impresa Lina e Daryl, che avevano il fiuto di due
seguci per i tesori, come avrebbe potuto riuscirci lui? "Mh, no.
Io non capisco nulla né di magia, né di tesori,
né di esseri
superiori. Ti farei solo perdere tempo. Io non sono che uno
spadaccino e non ho certo le loro capacità" –
disse,
indicandogli gli amici con un cenno del capo.
Leesel
scosse la testa. "Per
saper guardare oltre, non bisogna per forza essere il più
bravo o il
più forte. A volte basta solo essere delle brave e buone
persone.
Certe volte è questo che fa la differenza. I più
potenti, il più
delle volte, non sanno davvero guardare le cose da un'altra
prospettiva. Le persone genuine sì! Provaci dai, che ti
importa!?
Scegli un oggetto anche tu, regalerai ai tuoi compagni un'altra
opportunità, quanto meno. Non mi farai perdere tempo, te lo
assicuro" – concluse, in un sussurro.
Gourry
sospirò, guardandola
di sfuggita. In fondo, perché no? Avrebbe potuto dare
un'occhiata e
in pochi minuti sarebbe finito anche per lui quello strano gioco,
come era già stato per Alix. "Va beh, se davvero ci
tieni...".
Leesel
annuì. "Sì, ci
tengo! Se quella mappa è finita nelle vostre mani, vuol dire
che
cercava uno di voi".
Gourry
scosse la testa. "Non
certo me!".
"Sei una
brava persona,
spadaccino" – osservò Leesel, squadrandolo
attentamente –
"e sei decisamente diverso da tutti i tuoi compagni di viaggio.
Te le ripeto! Ci tengo, tenta!".
"Come vuoi"
–
rispose Gourry, alzando le spalle.
Si
avviò vicino ai compagni,
guardandosi attorno spaesato.
Gli occhi
di Leesel si
assottigliarono e non gli staccarono lo sguardo di dosso. "Non
mi deludere..." - sussurrò piano, in modo che nessuno la
sentisse.
Lina,
vedendolo finalmente fra
loro, gli diede una pacca sulla spalla. "Era ora che muovessi le
chiappe, Gourry! Credevo che stessi appoggiato alla parete per paura
che crollasse!".
Gourry
sorrise,
inginocchiandosi fra gli oggetti sparsi sul pavimento. "Non
credo che potrò esservi di molto aiuto, ma in fondo sarebbe
stupido
non provarci, no?".
"Molto
stupido!" -
esclamò Lina, mentre analizzava delle collane di diamanti
che aveva
raccolto da terra.
Gourry non
rispose. Si
allontanò da loro, mettendosi a guardare i vari oggetti che
invadevano ogni angolo il magazzino. C'erano scudi, antiche spade,
pugnali... Oggetti magnifici che non potevano non catturare
l'attenzione di uno spadaccino come lui. Eppure, sentiva che non
potevano essere quelli gli oggetti giusti. Troppo appariscenti,
preziosi, superbi nella loro intrinseca bellezza.
Si
avvicinò ad un angolo
della stanza dove, alla rinfusa, si trovavano dei vecchi e logori
giocattoli. Si accigliò. Che ci facevano dei giochi da
bambino in
quel magazzino? Bambolotti, soldatini di piombo, pastelli mezzi
consumati, pupazzi di stoffa...
Sorrise.
Da piccolo
quello sarebbe
stato il suo regno ideale. Un posto pieno di giochi dove fare tutto
quello che poteva desiderare. A quel pensiero, scosse la testa. Che
diavolo gli prendeva? Stava perdendo tempo e non doveva farlo! Doveva
prendere un oggetto, subito, mostrarlo a Leesel e poi sparire e
correre in spiaggia, per imbarcarsi sulla prima nave in partenza. I
suoi amici erano troppo impegnati in quella caccia al tesoro per
accorgersi di quel che faceva e sarebbe stato un gioco da ragazzi
andarsene senza problemi.
Si
inginocchiò, deciso a
prendere a caso uno dei giochi che riposavano ai suoi piedi. Stava
per allungare la mano su un orsacchiotto quando la sua attenzione fu
catturata da una strana sfera di vetro.
"Ma
cosa...?".
La
guardò, senza toccarla,
catturato da quell'immagine. Era una di quelle sfere con dentro un
paesaggio in legno, piene d'acqua e che, se le giri, lasciano cadere
tanti piccoli fiocchi di neve. Al suo interno era riprodotto il
fondale marino, coi suoi mille colori. Mare e neve... L'uno l'opposto
dell'altro, ma sembravano completarsi in maniera così
perfetta
all'interno di quel piccolo giocattolo che stava nel palmo di una
mano, da restarne incantati.
Gourry
sorrise... Ricordava
che da piccolo sua nonna aveva qualcosa del genere, una piccola sfera
nevosa con all'interno un paesaggio montuoso con una piccola baita
sul picco della montagna.
La
sfiorò, catturato da
quello strano e allo stesso tempo banale giocattolo. Lo attirava,
più
di qualsiasi altro oggetto presente in quella stanza.
Leesel si
accigliò e strinse
i pugni, tesa. "Prendilo!" - sussurrò nuovamente, sotto
voce. "Prendilo. Lo hai notato, lo hai visto... E' tuo!".
Quasi
avvertendo la voce di
Leesel dentro di se, Gourry allungò la mano, afferrando la
piccola
sfera.
In un
attimo, il banale
giocattolo che teneva fra le mani, si illuminò di una luce
fortissima e quasi accecante.
Gourry
chiuse gli occhi e gli
altri si voltarono verso di lui, richiamati da quell'improvvisa fonte
di luce.
Solo Leesel
non sembrava
affatto turbata. Si avvicinò a piccoli passi a Gourry, non
smettendo
di osservare la sfera di luce, sempre più luminosa. Quando
gli fu
davanti, con un gesto gentile, sfiorò le mani di Gourry,
prendendo
fra le sue il giocattolo. La sfera, a contatto con lei, smise di
brillare, tornando buia e anonima. "Puro come la neve, forte e
coraggioso come il mare. Complimenti spadaccino, hai saputo guardare
oltre, hai saputo trovare la chiave. Nessuno ci era mai riuscito,
prima di te. Tutti si sono sempre fatti abbagliare da oro e pietre
preziose ma non tu! Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta! Lo sapevo
dal primo momento che hai varcato la soglia della mia capanna".
Gourry
spalancò gli occhi.
"Cosa?".
"Lo sapevo
perché sei
stato l'unico a non farti abbagliare da sogni di gloria e ricchezza,
l'unico a saper riconoscere i tuoi limiti, l'unico talmente umile da
ritenersi non adatto a tutto questo. Sei pulito come la neve e
profondo come il mare. Non hai trovato questo oggetto, è
stato lui a
richiamarti a se".
Lina, Jack,
Daryl e Alix
spalancarono gli occhi, stupiti. Gourry ce l'aveva fatta, ce l'aveva
fatta!!! E questo significava... oro e ricchezza per tutti!
Il pirata
corse vicino allo
spadaccino, felice. "Ce l'hai fatta amico! Hai la facoltà di
varcare il portale ora! Potrai chiedere dell'oro, della mia nave, di
come ottenere potere e gloria, di...".
Leesel si
voltò verso Jack,
seria. "Chiederà quel che lui vorrà! Solo
quello". Poi,
una volta zittito il pirata, si voltò nuovamente verso
Gourry,
sorridendo. "Sono emozionata e contenta, sai? Era tanto che non
aprivo quella porta. Ti accompagnerò al punto zero, al luogo
di
incontro e fusione fra il nostro mondo e il mondo degli spiriti. Mi
dirai chi vorrai incontrare e io lo evocherò per te. Poi
tornerò
quì e ti lascerò laggiù, ventiquattro
ore. E' il tempo che ti è
concesso per conferire con gli spiriti. Spendilo bene e avrai tutte
le risposte che cerchi".
Daryl
scoppiò a ridere, quasi
fosse ubriaco. "Gourry, un giorno intero! Usalo bene, fallo per
noi. Avremo molto da guadagnare da tutto ciò, confidiamo in
te".
Leesel
scosse la testa, quasi
scocciata dalle parole di quegli uomini. Sfiorò la mano di
Gourry,
ancora tramortito dall'evolversi degli eventi, spingendolo a seguirla
fino alla porta in legno. "Dobbiamo andare, è il momento".
"Aspetta!".
Lina li
bloccò, avvicinandosi al suo compagno. "Leesel, solo due
secondi. Devo parlare con lui, da sola".
Leesel
annuì. "Come
vuoi. Solo un minuto, però".
"Mi basta!".
Leesel
lasciò la mano dello
spadaccino e invitò Daryl, Jack ed Alix a lasciare la
stanza.
Rimasti
soli, Lina sorrise,
avvicinandosi a Gourry. "Sono felice, sai? Che l'abbia trovato
tu quell'oggetto. Leesel ha ragione, eri l'unico che poteva farcela e
ora... Gourry, promettimi una cosa".
"Cosa?".
Con la
mano, Lina gli sfiorò
la guancia. "Che non ascolterai nulla di quel che ti han detto
Jack e Daryl. Che penserai a te stesso e a come stare meglio. Che
cercherai chi davvero potrebbe renderti felice. Pensa a te e non a
noi. All'oro, alla Perla Nera e a come sconfiggere i pirati nemici di
Jack, ci penserò io. Capisci quel che intendo? Tu stai
cercando
delle risposte che potrebbero farti stare meglio, cerca di
ottenerle!". Voleva che capisse, che per una volta Gourry fosse
egoista e pensasse solo a se stesso. Voleva che cercasse Madeline,
voleva che parlasse con lei, voleva che ottenesse quel perdono che
sembrava cercare così disperatamente e senza il quale non
riusciva a
vivere serenamente. Gourry aveva fra le mani un'opportunità
unica e
non doveva sprecarla. Mad poteva aiutarlo, poteva fare quel qualcosa
che non riusciva a fare lei, in cui lei aveva fallito. "Gourry,
hai capito?" - chiese, nuovamente.
Lo
spadaccino annuì, non
staccando gli occhi da quelli di lei. Capiva bene cosa volesse dire,
a chi Lina alludesse... Non aveva bisogno che pronunciasse quel nome
perché sapeva leggere nella mente della maga meglio di
chiunque
altro. Però...
"E' ora di
andare!".
La voce di Leesel fece voltare entrambi. La ragazzina era rientrata
nella stanza, furtiva, col passo felpato di un gatto. Guardò
Lina,
facendole segno di andare. "Fuori ci sono i tuoi amici. Potrete
aspettare quì con me tutta la giornata o tornare ai vostri
alloggi.
Un giorno è lungo da passare".
La maga
annuì. "Gourry,
ricorda quel che ti ho detto" - sussurrò guardandolo negli
occhi, prima di allontanarsi da lui.
Se ne
andò e quando rimase
solo con Leesel, Gourry si sentì smarrito. Era tutto
talmente
strano, così inusuale per lui... Che ci faceva
lì? Come poteva
essere che era proprio lui il prescelto? Voleva Lina, voleva averla
accanto... Non sapeva cosa fare, cosa dire...
"Non avere
paura" –
lo rimbeccò Leesel, quasi leggendogli nel pensiero. "Non
c'è
niente da temere. Vieni con me". Lo condusse fino alla piccola e
sgangherata porta in legno e gli fece cenno di aprire. "Ora si
spalancherà senza problemi. Basta abbassare la maniglia".
Gourry si
grattò la tempia,
pensieroso. "Ma prima Daryl...".
Leesel
scosse la testa. "Daryl
non era il prescelto! Tu sì".
Gourry
sospirò. Poi,
deglutendo, aprì la porta. Non incontrò
resistenze, l'uscio si
spalancò semplicemente sfiorandolo. E dopo di esso, ripide,
comparvero davanti a lui delle scale a chiocciola che portavano
giù,
sempre più giù, quasi volessero condurlo al
centro della terra. "E
ora che faccio?".
"Devi dirmi
chi vuoi
incontrare. E io lo evocherò. Onore e gloria ora sono e
saranno
tuoi. Devi solo scegliere. Vuoi Lon? Dei demoni superiori? Degli dei?
Qualche spirito in particolare?".
Gourry ci
pensò su ma poi
capì. Non aveva desideri per se stesso, non sapeva con chi
parlare e
nemmeno cosa chiedere. Solo una cosa gli era chiara, solo una cosa
gli urlava la sua mente. Non doveva esserci lui lì, ma
qualcun
altro. "Io non voglio vedere nessuno..." - mormorò.
Leesel
sorrise, quasi non
fosse stupita da quelle parole, quasi aspettandosele da lui.
"Immaginavo che fosse così. Ma vuoi davvero rinunciare?
Pensaci
bene e fa come dice la tua amica, cerca di essere egoista per una
volta!".
"Ma io no,
non voglio
rinunciare. Voglio però che sia qualcun altro a scendere
quelle
scale".
Leesel si
accigliò. "Sei
tu il prescelto!".
"E io, come
prescelto,
voglio delegare qualcun altro. Posso farlo?".
"Suppongo
di sì. Ma non
è la stessa cosa".
"Posso
farlo?" -
ripeté nuovamente lo spadaccino.
Leesel
sorrise. "Puoi
farlo. I puri di cuore lo fanno, non me ne stupisco. Ma come ti
dicevo, non sarà la stessa cosa. Tu dovrai scegliere chi
mandare e
anche scegliere per lui chi dovrà incontrare. E quella
persona che
andrà al tuo posto... il tempo a sua disposizione
sarà limitato.
Non un giorno ma solo un'ora per parlare con l'entità
scelta".
Gourry
strinse i pugni,
nervoso, e poi decise. Lui poteva scegliere chi avrebbe avuto
quell'onore e l'avrebbe fatto! Avrebbe potuto chiedere mille cose per
se stesso, esaudire e trovare risposte a mille domande che gli
affollavano la mente... Ma poi decise... Lina... Se l'amava davvero,
se davvero aveva sofferto nel vederla triste e disperata, nel vederla
piangere contro al suo petto come una bambina, avrebbe espresso un
solo desiderio. Ma non suo! Avrebbe espresso il desiderio
più grande
di Lina, avrebbe scelto quello che lei desiderava davvero. Credeva di
aver fatto tutto il possibile per lei, credeva che non ci fosse altro
che potesse darle, per farla sorridere di nuovo. Invece, poteva darle
Yonas, anche solo per un'ora avrebbe potuto permetterle di
riabbracciarlo. Era quello che Lina desiderava da sempre, era per
Yonas che aveva versato tante lacrime e patito immani sofferenze. Il
destino era stato duro con loro due, li aveva allontanati l'uno
dall'altra senza possibilità d'appello. Non avrebbe chiesto
nulla
per se, non poteva farlo, non poteva essere così vigliacco.
Voleva
solo che Lina fosse felice e ora aveva la possibilità di
riuscire
davvero a regalarle tempo con la persona che lei amava.
E lui
avrebbe avuto un'ora per
sparire per sempre...
Tutto
perfetto...
"La ragazza
coi capelli
rossi, vero? E' lei che vuoi mandare al tuo posto? Le vuoi molto
bene, si vede!".
Gourry
annuì, senza
rispondere a tutte le domande poste da Leesel. "Sì, mando
lei"
– tagliò corto.
"Chi vuoi
invocare per
lei?".
"Yonas
Hayden. L'uomo che
ama".
Leesel
sospirò, scuotendo la
testa. "E sia... Uno spirito semplice e non un essere superiore.
Ma se è quello che tu davvero vuoi, così
sarà. Vai a chiamarla e
falla venire da me. La porterò al cospetto di questo Yonas".
Gourry
annuì. "Non dirle
nulla, non dirle cosa ho scelto per lei. Lascia che lo scopra da
sola. Non so come potrebbe reagire se lo sapesse prima di averlo
davanti, Yonas".
"Come vuoi!
E ora va".
Gourry non
se lo fece
ripetere. Uscì dal magazzino, attraverò di corsa
il salottino di
Leesel e uscì fuori, dove i suoi amici lo aspettavano,
seduti sotto
le grosse piante tropicali di Turkos.
Nel
vederlo, Lina spalancò
gli occhi. "Gourry, che ci fai quì?".
Lo
spadaccino la guardò per
un lungo, interminabile attimo. Voleva fissarsi nella mente ogni
particolare di quel volto, di quei lunghi capelli, di quel fisico
minuto e grazioso dentro a quel vestitino verde... Amava ogni cosa di
lei, voleva che ogni aspetto di Lina gli si imprimesse per sempre
nella mente. Erano gli ultimi attimi con lei e si sentiva
già morire
ma non poteva rimanere oltre. Lina avrebbe riavuto Yonas e poi,
più
serena, sarebbe andata avanti con la sua vita.
La maga gli
riservò
un'occhiataccia capace di spaventare un demone. "Che diavolo
stai combinando, Gourry?".
Lo
spadaccino ridacchiò,
attento a non tradirsi. "Eheh, io non ci capisco nulla di demoni
e spiriti e non saprei cosa chiedere. Ho chiesto a Leesel se potevi
andare al posto mio, Lina, e lei ha acconsentito. Ho dovuto scegliere
per te chi incontrare perché il prescelto sono io ma tu
potrai
andare in mia vece. Sarà più produttivo per tutti
se sarai tu a
varcare il portale, saprai fare le domande giuste per ottenere il
massimo da questa opportunità".
"Sei
impazzito?".
Era furente, lo avrebbe volentieri preso a schiaffi. "Non hai
capito niente, Gourry!".
"Invece
è stata una
mossa geniale!" - intervenne Jack. "Tu sei quella più
adatta!".
Gourry le
accarezzò la
guancia, piano. "Non perdere tempo ad arrabbiarti, non avrai un
giorno intero a disposizione come me, ma solo un'ora. Ho scelto uno
spirito potente, mi son fatto consigliare da Leesel. Vai, ti
aspettano".
Lina scosse
la testa, turbata.
C'era qualcosa di strano in Gourry... Quello stupido! Doveva pensare
a se stesso e non a loro! "Fra un'ora, quando sarò tornata,
ti
disintegro Gourry! E spero per te che tu non abbia invocato uno
spirito idiota!" - mormorò, minacciosa. Era seria, lo
avrebbe
picchiato, quello stupido!
Lo
spadaccino sorrise,
posandogli un lieve bacio sulla fronte. "D'accordo, ma ora va".
Lina, con
un'ultima
occhiataccia, si avviò all'interno della capanna.
L'espressione
di Gourry si
fece seria, non appena se ne fu andata. Si voltò verso
Daryl, Jack e
Alix, deciso a salutarli e a partire subito. "Ragazzi, il mio
viaggio finisce quì".
Alix
spalancò gli occhi.
"Cosa?".
"Non
c'è più niente di
utile che io possa fare. Devo andarmene, devo andarmene subito, prima
che Lina ritorni".
Jack lo
squadrò pensieroso,
dubbioso. Poi... "Io non ti trattengo, se è quello che vuoi
davvero fare. Mi spiace perderti, ma se non te la senti di
proseguire, fa come credi. Oggi ci hai aiutati molto e ritengo che tu
abbia fatto già abbastanza per tutti noi".
"No!".
Gourry
sussultò, alla voce
secca di Daryl.
Il
cercatore di tesori gli si
avvicinò, minaccioso. "Tu non te ne vai. Non ora, non
così!
Non so perché lo fai e nemmeno cos'hai in testa. Ma
sicuramente
c'entra Lina e io non ti permetterò di andartene".
Gourry
scosse la testa.
"Daryl, è deciso. Lasciami andare".
Daryl gli
si parò davanti,
sbarrandogli la strada. "No! Non te ne andrai perché gli
spezzeresti il cuore se lo facessi. E perché poi, come a
solito, se
la prenderebbe con me".
Gourry
sorrise, a quelle
parole. Gli appoggiò la mano sulla spalla. "Stalle vicino,
sai
come farlo. Per me non c'è più posto". Gli
scostò il braccio
e lo sorpassò. "Grazie a tutti e buona fortuna" –
mormorò, allontanandosi da loro ed incamminandosi per il
sentiero
che portava alla spiaggia.
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Capitolo 21 *** Tempo ***
Finalmente
riesco ad aggiornare questa storia. Questo capitolo mi è
costato
fatica e spero sia venuto bene. E' stato complicato rendere tante
cose e spero che i sentimenti di Lina e Yonas siano usciti fuori come
volevo io.
Grazie
come sempre a chi legge, commenta e segue questa storia.
E
grazie a Cat e Raffy che non mancano mai, con le loro recensioni, di
spronarmi a scrivere e a divertirmi.
Tempo
Gli scalini
erano ripidi e
dismessi e scendevano, scendevano talmente in profondità che
a Lina
pareva di essere in procinto di raggiungere il centro della terra. Le
mura di pietra ai lati erano imponenti e minacciose e tutto era
avvolto da una strana cappa di oscurità, vinta solo dalla
torcia che
Leesel portava fra le mani. Aveva perso la cognizione del tempo, non
era più nemmeno in grado di capire quanto tempo fosse
passato da
quando aveva oltrepassato la porta nel magazzino magico di Leesel e
iniziato quella discesa. Era curiosa, impaziente e allo stesso tempo
stranamente timorosa. Si trovava in un luogo che non avrebbe dovuto
vedere, al posto di una persona che aveva scelto volontariamente di
rinunciare a quell'opportunità unica.
E questo
non le piaceva molto,
anzi, non le piaceva per niente. Era completamente nelle mani di
Leesel, si trovava molti metri sotto terra in antri stretti ed
angusti e in cui mancava l'aria e non era padrona delle sue azioni.
Non aveva potuto decidere con chi parlare e tutto ora dipendeva dalla
scelta che Gourry aveva fatto per lei. "Quanto manca?" -
chiese infine col fiato corto, più per porre fine a quel
silenzio
forzato che per effettiva curiosità. Tanto o poco che
mancava,
doveva continuare per forza a scendere quegli scalini.
"Non molto"
–
rispose Leesel, secca.
Lina la
guardò storto. "Tu
non sei di molte parole, vero?".
Leesel
scosse la testa. "No,
ti sbagli. A me piace conoscere le persone, parlare con loro. Ma il
problema è un altro. Tu non dovresti essere quì!".
"Non sono
quì per mia
scelta" – rispose Lina, a tono.
Leesel
sospirò. "Lo so.
La verità è che non saprei cosa dirti, io non ti
conosco e tu non
sei la persona prescelta".
Lina fece
un sorrisetto
sarcastico. Se l'intento di Leesel era metterla in
difficoltà,
avrebbe trovato pane per i suoi denti. Il suo discorso non aveva
né
capo né coda. "Non conosci nemmeno Gourry, se proprio
vogliamo
puntualizzare".
A quelle
parole Leesel si
fermò, voltandosi verso Lina, faccia a faccia. "Ti sbagli,
io
so molto di lui. Sapevo dal primo momento che vi ho visti, che Gourry
era diverso da tutti voi, che era la persona giusta per trovare la
chiave d'accesso. E' vero, non lo avevo mai incontrato prima di oggi
ma ricorda una cosa, Lina Inverse. Non servono anni di conoscenza per
sapere tutto di una persona. Basta saper guardare negli occhi per
capire chi si ha davanti. Saper guardare davvero, intendo... Gli
occhi, soprattutto quelli puri e sinceri, ti sanno raccontare tutto,
se sai ascoltarli!".
Lina si
mise le mani sui
fianchi, stranamente irritata dalle parole di Leesel. Non sapeva
perché, ma le dava fastidio tutta quella sicurezza che
ostentava nel
parlare dello spadaccino. Nessuno conosceva Gourry quanto lei,
nemmeno quella specie di mezza strega, fata o qualunque cosa fosse
che aveva davanti. "Se sapevi tutte queste grandi cose,
perché
ci hai fatto perdere tempo? Ti prendevi subito Gourry, gli dicevi che
era il prescelto e lasciavi che entrasse immediatamente attraverso il
portale senza troppi giochetti".
"Volevo
metterlo alla
prova. Come vi ho detto prima, tutti quelli che arrivano quì
con
quella pergamena fra le mani, potenzialmente sono degni di essere
dove sei tu in questo momento. Ma poi, alla prova dei fatti, quando
dico loro cosa c'è in gioco, tutti si fanno prendere dalla
cupidigia
e dalla bramosia di potere e denaro. Gourry no, non si è
fatto
corrompere da sogni di ricchezza e gloria. Ed è per questo
che è
riuscito dove tutti gli altri hanno fallito. Ha saputo trovare, in un
oggetto banale e da quattro soldi, la chiave che portava alla
conoscenza. Ed è per il suo animo puro che ora TU sei
quì. Ha
superato la prova e sai, questo dimostra una cosa importante, al di
la di tutto. E' una persona eccezionale, buona ed altruista. Come ce
ne sono pochi. La cosa che mi fa arrabbiare è che tu non
l'abbia
ancora capito appieno".
I pugni di
Lina si strinsero
convulsamente, dalla rabbia. Come osava? Come osava!!! "Io so
quanto lui valga, meglio di te e di chiunque altro. Davvero pensi di
sapere ogni cosa meglio degli altri?".
Leesel
alzò le spalle, mentre
sul suo viso compariva un sorriso sicuro. "Oh, io non penso, io
SO' di sapere ogni cosa meglio degli altri. Ogni cosa che valga la
pena conoscere, ovviamente".
Lina
rispose al sorriso di
Leesel con un'occhiataccia. "Conosco Gourry meglio di te. Fine
del discorso" – concluse, stizzita. In realtà
però, le
parole della ragazza la turbavano perché in lei avvertiva
potere,
conoscenza e una grandissima forza che teneva volutamente celata
sotto quelle sembianze di ragazzina dai lunghi capelli biondi. Lo
percepiva quasi a pelle e questo la metteva in difficoltà,
così
come le parole che le aveva appena rivolto.
Leesel non
batté ciglio
davanti alla rabbia di Lina. "Beh, se ne sei tanto sicura,
meglio per te. Vuol dire che non farai errori, forse, nella prossima
ora". Si voltò, riprendendo a camminare a passo spedito. "E
ora sbrigati e seguimi. In silenzio".
Lina scosse
la testa. "Con
piacere" – borbottò. Anche se, avrebbe voluto
chiedere cosa
intendesse con quelle parole. Che errori poteva fare nell'ora
successiva? Leesel non la conosceva e di certo era all'oscuro di
quanto fosse brava nelle trattative e ad ottenere tutto quello che
voleva, senza tralasciare alcuna opportunità. Ma non disse
nulla,
imponendosi di non darle quella soddisfazione.
Camminarono
nell'oscurità e
nell'assoluto mutismo per altri dieci minuti, mentre gli scalini si
facevano sempre più ripidi e l'aria più
rarefatta. Poi, quasi come
per magia, le scale finirono e le due ragazze si trovarono in una
specie di anticamera dalle mura annerite. Pochi metri fra le rocce,
tutto quì, che parevano una specie di anticamera sotterranea.
"Siamo
arrivate" –
mormorò infine Leesel, avvicinandosi a un grosso e massiccio
masso.
"Il mio compito è finito. Spingi questa pietra, anche se
sembra
pesante si sposterà. Oltre ad essa si trova un'altra stanza
simile a
questa. Quello è il punto di congiunzione fra il nostro
mondo e il
mondo dell'aldilà e lì ti aspetta il tuo spirito.
Ricorda Lina
Inverse, hai solo un'ora esatta da adesso. Non un minuto in
più.
Quando avrai finito, la strada per risalire la farai da sola, tanto
ormai l'hai imparata. E vedrai, la salita ti sembrerà molto
più
corta della discesa. Uscire è sempre più facile
che entrare, quì.
Io ti aspetterò su con i tuoi amici. Buona fortuna".
Lina
sospirò sollevata, nel
vederla allontanarsi. Anche se, in cuor suo, sperò
fortemente che
non le avesse mentito circa il peso del masso che avrebbe dovuto
spostare. "Se è pesante, appena esco la brucio con
un'incantesimo e me la mangio per cena, quella fattucchiera da
quattro soldi. Al diavolo, mi ci vuole un attimo per porre fine alla
sua millenaria carriera di fata da quattro soldi".
Borbottando,
si avvicinò al
masso. Fungeva da porta di ingresso e sembrava massiccio e
terribilmente pesante. Ma non aveva tempo per elaborare un piano
efficace per spostarlo, un'ora sarebbe passata terribilmente in
fretta e non poteva fare altro che fidarsi delle parole di Leesel.
"La ODIO!!!" - mugugnò, appoggiandosi con tutto il proprio
peso sulla rocchia e prendendo a spingere.
Contrariamente
a quello che
aveva pensato, il masso si mosse subito al contatto con le sue mani,
rotolando lievemente di lato e lasciando libero uno spiraglio che
fungeva da ingresso. Stupita, Lina spalancò gli occhi. A
quanto
pareva, Leesel non le aveva mentito.
La maga,
prima di varcare il
passaggio, sbirciò incuriosita. Non c'erano luci, suoni,
niente di
niente all'interno di quell'antro sotterraneo. Si sarebbe aspettata
fuochi d'artificio, qualcosa di plateale e magari pomposo da un
essere superiore ed invece... nulla... In effetti era un pochino
delusa! Solo una banale grotta sotterranea illuminata fiocamente da
piccole torce alle pareti che qualcuno doveva aver acceso per il suo
arrivo.
Inspirò
profondamente,
prendendo coraggio per entrare. Non aveva paura, questo no, ma il non
sapere chi o cosa si sarebbe trovata di fronte la rendeva inquieta.
Era abituata a condurre i giochi, a dettare regole, a gareggiare
faccia a faccia con chi gli stava davanti. Il problema stava tutto
nel fatto che non era preparata a quella situazione in cui l'aveva
ficcata Gourry! Avrebbe torturato pure lui, una volta uscita da
quella grotta, assieme a Leesel. Gran coppia i due biondini!
Ma non era
tempo di perdersi
in questo genere di pensieri. Leesel era stata chiara, solo un'ora di
tempo. E non l'avrebbe certo sprecata! Entrò a passo
felpato,
cercando nelle ombre della grotta un volto, l'immagine del suo
misterioso interlocutore. E infine, in un angolo, nascosto nella
penombra, lo vide... Appoggiato alla parete, perfettamente a suo
agio, qualcuno la stava aspettando.
Strinse gli
occhi per mettere
meglio a fuoco, mentre il silenzio attorno a lei pareva assordante.
In quella penombra non riusciva a distinguere bene i tratti del viso,
ma la corporatura... Quelle spalle, quel modo di stare appoggiato,
quella postura, quei capelli ricci...
Quando
realizzò che conosceva
quella persona, che la conosceva anche se ancora non l'aveva vista
bene in faccia, le gambe le si fecero molli. Tutto perse senso
attorno a lei, come se la sua mente avesse fatto un reset totale
delle vicende che l'avevano portata fin lì. "Yonas..." -
sussurrò incredula, quasi timorosa dal pronunciare quel
nome, mentre
con la mano si stringeva alla roccia al suo fianco. Se non l'avesse
fatto, sarebbe di certo caduta a terra.
Si
appoggiò alla parete,
incapace di proseguire oltre. Le sembrava che il cuore le si
contorcesse in petto, che volesse uscire dal suo corpo ed esplodere
in mille pezzi. "Yonas..." - ripeté, col fiato corto. Non
poteva essere, era impossibile! La sua mente si rifiutava di credere
a quello che i suoi occhi vedevano. Yonas era morto, lo aveva pianto
a lungo, lo aveva cercato ovunque, incapace di arrendersi al fatto
che non ci fosse più. E ora era lì, davanti a
lei... Certo, poteva
avere senso, si trovava in un punto di contatto fra il mondo dei vivi
e quello degli spiriti ma... Yonas? Come poteva essere lui? Come
poteva, se a scegliere lo spirito con cui conferire era stato Gourry?
Era confusa, annientata, felice e allo stesso tempo esterefatta.
Troppi sentimenti contrastanti per poter formulare ipotesi corrette
su quanto le stava accadendo.
L'ombra si
mosse dalla parete
su cui era appoggiata, avvicinandosi a lei a piccoli passi. "Lina..."
- sussurrò Yonas, come leggendole dentro, come percependo
sulla sua
pelle i sentimenti che attraversavano il corpo e la mente di Lina.
"Yonas, non
può essere".
Lina strinse i pugni, mentre lacrime silenziose di dolore,
sbigottimento e assieme di felicità, le rigavano le guance.
Prese
coraggio e si avvicinò a lui, corse fra le sue braccia,
stringendolo
in un lungo abbraccio.
"Lina"
– ripeté
Yonas stringendola a se e accarezzandole i lunghi capelli rossi.
Rimasero in
silenzio a lungo,
l'una fra le braccia dell'altro. Era troppo, un'emozione talmente
violenta da riuscire a mozzare ogni parola, ogni domanda, ogni
tentativo di discorso sul nascere. E in fondo, entrambi sapevano che
non erano le parole di cui avevano bisogno, in quei primi momenti
insieme.
Fu Yonas,
dopo interminabili
istanti, a rompere il silenzio. "Tu non dovresti essere
quì...
ma sono felice lo stesso di averti rivista".
Lina
sussultò a quelle
parole, stringendosi ancora di più a lui. Era vero, Yonas
aveva
ragione. "Lo so, non dovrei essere quì. E non ci sto capendo
niente. Ma sai, per la prima volta in vita mia non mi importa
capire". Chiuse gli occhi, dimenticandosi di quanto dolore aveva
passato, quante lacrime aveva versato, quanto si fosse sentita sola e
senza appigli. Aveva poco tempo a disposizione per stare con lui, ne
era consapevole. E non lo avrebbe sprecato. Le sue labbra raggiunsero
quelle di Yonas, chiudendole in un lungo ed appassionato bacio. Non
credeva che avrebbe potuto sfiorare ancora la sua bocca, godere del
suo abbraccio, sfiorare quei riccioli neri che la facevano impazzire.
Si
baciarono, a lungo, senza
riuscire a smettere, come se non avessero avuto bisogno d'altro, come
se non avessero aspettato altro.
"Quanto mi
sei
mancato..." - sussurrò Lina, a fior di labbra con quelle di
Yonas.
Il ragazzo
sorrise. "Anche
tu. E lo so, hai sofferto molto a causa mia, ma adesso sono felice di
vederti così, abbronzata, serena e tranquilla. Sono fiero di
te
Lina, fiero di come sei riuscita a ricostruire la tua vita. Fiero del
coraggio che hai dimostrato di rialzare la china, di ributtarti in
un'avventura, nonostante non ne avessi alcuna voglia. E tutto quello
che hai fatto, ogni passo che hai compiuto nel tuo viaggio, ti ha
portata quì".
Lina
sorrise, arrossendo
lievemente a quelle parole. "Sai davvero tutto? Mi hai spiata
per caso?".
Yonas
rispose al sorriso,
scostandole una ciocca di capelli rossi dalla fronte. "Oh,
conosco solo le cose necessarie. Non ti ho spiata ma... avvertivo
tutto, finché hai avuto bisogno di me. Poi hai imparato a
rialzarti
da sola, hai imparato ad affrontare il tuo dolore e pian piano ho
potuto... riposarmi davvero. Ma ti sono comunque accanto, in
silenzio. E lo farò sempre, ogni volta che mi penserai, ogni
volta
che farai qualcosa che ho amato anche io. Non guarderò
quello che
fai, non ti spierò, ma lo percepirò. E
gioirò quando ti sentirò
contenta e mi preoccuperò quando sentirò che sei
sola o disperata.
Tutto quì".
"Davvero...
davvero sarai
sempre con me? Davvero condividerai ogni mia gioia e ogni mia
sconfitta?".
"Davvero".
Yonas la
strinse a se, prendendo ad accarezzarle piano la schiena e i lunghi
capelli rossi. Era felice di rivedere Lina, felice come non gli era
mai capitato di essere nella sua vita. Ma ora che era passato
dall'altra parte, ora che aveva la conoscenza, ora che sapeva tutto
quello che c'era da sapere per le creature divenute spirito, sapeva
anche cosa rischiava di perdere Lina se rimaneva troppo con lui.
Sapeva tutto, sapeva leggerle dentro, sapeva del mondo che la
circondava, sapeva delle persone che erano con lei e conosceva i
sentimenti che la legavano a loro. E sapeva che Lina stava correndo
il grave pericolo di perdere per sempre la persona che le era
più
cara. Si morse il labbro, indeciso sul da farsi. Conosceva il suo
ruolo, era consapevole che avrebbe dovuto rispondere unicamente alle
domande che Lina voleva porgli. Ma sapeva anche la regola
più
importante: non poteva parlare, interferire con la vita delle persona
che aveva davanti, non più. Non poteva avvertirla del
pericolo, non
poteva dirle cosa stava succedendo fuori dalla casa di Leesel, non
poteva metterla in guardia. E questo era frustrante perché
Lina,
inconsapevole, mai gli avrebbe fatto domande su Gourry. E lui di
conseguenza non poteva parlargliene di sua iniziativa. E poi, anche
se avesse trasgredito, anche se ci avesse provato a metterla in
guardia... c'era un altro fatto... La voleva lì, accanto a
lui, fino
all'ultimo secondo di quell'ora. Non avrebbero avuto altre
occasioni...
Ma fu un
pensiero che durò un
attimo, un secondo. Non poteva essere egoista verso di lei, non
poteva essere bugiardo e non poteva mentirle. Non era giusto che per
la sua felicità di un'ora soltanto, Lina perdesse la
felicità di
una vita intera. La amava e l'avrebbe amata sempre e per questo
avrebbe voluto sempre e solo il suo bene. "Lina, dobbiamo
parlare" – disse infine, risoluto, sollevandole il mento con
la mano.
La maga
scosse la testa.
"Vorrei dirti mille cose ma in questo momento non riesco a dirne
nemmeno una".
Yonas si
morse il labbro. Non
poteva dirle tutto su Gourry ma avrebbe fatto in modo che capisse e
che decidesse da sola cosa voleva fare. Al diavolo le regole di
quella dannata dimensione di contatto fra vivi e spiriti, non avrebbe
permesso che a Lina succedesse qualcosa di male. "Quel ragazzo,
quell'uomo che ti ha permesso di venire quì al suo sposto...
E' di
lui che mi avevi parlato quella volta? E' per lui che lanciasti quel
Giga Slave, vero?". Non aveva bisogno di conferme da parte di
Lina perché sapeva, ma aveva bisogno di sentirglielo dire.
Aveva
bisogno che lei capisse cosa provava davvero per lo spadaccino. Il
tempo a loro disposizione era agli sgoccioli e Lina doveva saperlo,
doveva capirlo prima che Gourry svanisse per sempre dalla sua vita!
C'erano tante cose che poteva fare per Lina, cose futili come dirle
come trovare oro o gioielli. Ma non era questo il modo in cui voleva
aiutarla, non era questo che avrebbe fatto la felicità di
Lina. E
lottare perché avesse una vita serena era l'unica cosa che
voleva e
poteva fare. Non ci era riuscito in vita e ora che ne aveva la
possibilità, non se la sarebbe lasciata scivolare dalle
mani.
"Gourry Gabriev, si chiama così, giusto?".
Lina
spalancò gli occhi,
sorpresa che Yonas si ricordasse di quell'approssimativo racconto che
gli aveva fatto tanto tempo prima. Erano passati anni da quando
gliene aveva parlato e tante cose erano successe da allora.
"Sì,
era per lui. Fu una scelta pazza, fuori da ogni logica. Ma anche
oggi, dopo anni, posso dire di non essermene pentita. Se sono
quì
ora, con te, è merito suo. Anche se non capisco
perché tu, proprio
TU Yonas! Come può Gourry aver invocato TE?".
"Questo
non ha importanza ora". Yonas
fissò Lina pensieroso. Gli costava un grande sforzo
dirglielo ma
doveva farlo. Era sempre stato sincero con lei e non poteva non
esserlo in quell'occasione. Puntò i suoi occhi verdi su di
lei,
serio, scrutandola in volto. "Lina ascolta! Sono felice,
davvero, che tu sia quì con me! Ma ti devo avvertire di
cosa rischi e poi starà
a te la scelta. Vorrei
solo poterti tenere quì con me ogni istante di quest'ora che
ci è
concessa ma se decidi
di rimanere, se perdi anche solo un istante di troppo quì
con me,
lui si
allontanerà da te. E
non posso garantirti che non sarà per sempre. Decidi se restare
quì con me,
ora, ne vale la pena. Io... accetterò qualsiasi cosa tu
vorrai
fare".
"Cosa?".
Lina spalancò gli occhi, stranita e confusa. Non capiva, era
di
Gourry che parlava? Cosa c'entrava lo spadaccino in quel momento e
cos'era quello strano discorso? "Che vuoi dire?" - chiese,
allontanandosi di scatto da lui, in preda ad una strana ansia che,
improvvisamente, sembrava accartocciarle lo stomaco.
L'espressione
di Yonas divenne ancora più seria. "Lina, non fare domande e
pensa a quello che ti ho appena detto, è molto importante!".
Lina
scosse la testa. Non fare domande? Lo avrebbe subbissato di
domande!!! La felicità di aver appena ritrovato Yonas stava
svanendo, lasciando posto ad una strana ed oscura angoscia. "Che
diavolo vuol dire che lo perderò per sempre? Yonas, io
davvero non
capisco... Gourry è quì fuori, sta benissimo e lo
rivedrò appena
uscirò da questa grotta".
Yonas
abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. "Mi spiace Lina,
ti
ho già rivelato più di quanto avrei dovuto. Ti ho
detto cosa rischi
e che la scelta sta a te... Sappi, che a me andrà bene
qualsiasi
cosa tu deciderai, se sarà la migliore scelta per te, se
seguirai la
strada che desideri davvero! Io non posso e non voglio
consigliarti... Anche perchè i miei desideri in questo
momento non
corrispondono alla strada migliore che tu dovresti intraprendere. Ma
pensa bene a quello che vuoi fare, da questo dipende il tuo futuro".
Era frustrante parlare così, a metà, senza dirle
a chiare lettere
la verità. Era frustrante perché tutto quello che
voleva era
aiutarla e non poteva farlo appieno.
Lina si
accigliò. Non capiva
un accidenti di quella strana situazione. Non capiva le parole di
Yonas così come non era riuscita, poco prima, ad
interpretare il
modo di fare tanto bizzarro di Gourry... Ora che ci pensava, lo
spadaccino aveva uno strano timbro di voce e una strana espressione
in viso, l'ultima volta che l'aveva visto... E le parole di Yonas...
Una strana inquietudine si prese possesso di lei... Un'inquietudine
conosciuta, che arrivava come un avvoltoio ogni volta che, per
qualche motivo, era preoccupata per Gourry.
Era
così da sempre, quando si
trattava di Gourry...
Era stato
così quando avevano
combattuto contro i Dark Lord, era stato così quando era
ricomparso
suo padre e gliel'aveva portato via, costringendolo a sposare
Madeline, era stato così anche quando avevano combattuto
contro
Yoshy. Nonostante le liti, nonostante la lontananza, nonostante tutto
quello che li aveva divisi a lungo, ogni volta che lui aveva avuto
bisogno di lei, non si era tirata indietro. Non avrebbe potuto farlo
nemmeno imponendoselo. Si morse il labbro, preoccupata. "Gourry
è in pericolo?". Yonas non era più vivo, Yonas
aveva la
conoscenza, proprio come aveva spiegato Leesel. E proprio per questo
sapeva molto più di lei.
"Non
proprio. Però...
rischiate entrambi molto, da questa situazione. Cosa vuoi Lina? Cosa
vuoi davvero? Stare con me? O correre da lui?". Era doloroso
chiederglielo perché sapeva già la risposta.
Yonas lo sapeva, Lina
lo aveva amato e lo avrebbe amato sempre. Ma non era sua, non gli
era mai appartenuta davvero fino in fondo. Fra loro, come un'ombra
silenziosa, senza che nemmeno la maga se ne fosse accorta, c'era
sempre stato Gourry. Lui lo aveva sostituito per un pò,
quando
entrambi avevano bisogno di certezze e di pace e se li erano regalati
a vicenda. Ma ora destino, percorsi di vita e morte, li avevano
separati per sempre. Il suo tempo con Lina era finito. Era tutta
banalmente quì, la realtà. Quell'ora in fondo,
non avrebbe aggiunto
nulla a quello che avevano vissuto insieme, a quello che si erano
detti, a quello che avevano costruito. Niente sarebbe andato perso,
Lina lo avrebbe portato sempre nel suo cuore e nei suoi ricordi. Ma
ora, era un'altra la strada che lei doveva intraprendere. E doveva
farlo subito, in fretta!
"Oh Yonas".
Con un
gesto delicato, Lina appoggiò la fronte contro quella di
lui. Non
capiva e non riusciva ad immaginare a quali pericoli Yonas si
riferisse, ma era preoccupata. E se metteva sulla bilancia la
preoccupazione per Gourry contro un'ora con Yonas...
Vinceva
Gourry...
Perché
Yonas stava bene,
aveva trovato la pace, ce l'aveva lì davanti, sereno e in
salute
come non l'aveva mai visto. E lei aveva imparato ad accettarlo e a
convivere con la consapevolezza che il loro tempo insieme era finito
per sempre.
Dall'altra
parte c'era Gourry,
che aveva asciugato le sue lacrime, ascoltato le sue sfuriate senza
battere ciglio, che l'aveva fatta ridere e divertire, che le era
stato accanto in silenzio senza mai chiederle nulla. Gourry, che
sembrava aver dimenticato cosa volesse dire essere felici ma che
aveva lottato come un leone perché LEI fosse felice di
nuovo.
Gourry, che era passato da solo attraverso mille battaglie e che da
solo si era leccato le sue ferite. Gourry, che era forte e coraggioso
e che avrebbe dato la vita senza esitare, per salvare la sua. Gourry,
che la faceva sentire viva e forte, indistruttibile. "Io non
posso restare, se lui...".
Yonas
sorrise. "Lo so. Ed
è giusto così".
Lina si
morse il labbro,
sentendosi al contempo in colpa verso Yonas. "Ma tu...?".
Il ragazzo
si chinò,
baciandole lievemente le labbra. "Io starò bene, anzi
benissimo! Voglio solo saperti felice Lina e so che puoi esserlo con
lui. Ma devi correre via da quì, raggiungerlo, tenerlo
stretto a te
ed evitare che qualcosa possa ancora separarvi. Tu gli appartieni,
VOI vi appartenete. Da sempre! Da molto prima di quanto pensi".
"Che vuoi
dire? Yonas, io
ti ho amato, ti amerò sempre e quando ero con te, c'eri solo
tu per
me".
Yonas
sospirò. C'era un
qualcosa che poteva regalarle, un ricordo lontano che forze oscure e
potenti avevano cancellato dalla sua mente. La sua mano
sfiorò la
nuca di Lina, i suoi lunghi capelli rossi. La attirò a se,
costringendola a poggiare di nuovo la fronte contro la sua. "Chiudi
gli occhi Lina. Ti regalerò la verità. Quella che
tu cerchi da
tanto. Ti fidi di me?".
"Certo".
Lina chiuse
gli occhi e improvvisamente, quasi fosse una magia, si
ritrovò in un
mare blu, indefinito, senza appigli e senza rumori. E poi la
sentì,
quella voce disperata e allo stesso tempo determinata, che spezzava
il silenzio in una supplica carica di angoscia.
"Lina,
tu non te ne
devi andare! Io ho bisogno di te"
E infine lo
vide. Gourry, la
cui armatura andava in frantumi, che lasciava andare la spada di luce
per vincere l'oscurità che l'aveva catturata.
E poi la
sua disperazione,
quando era scomparsa dalle sue braccia...
E infine,
di nuovo loro,
insieme...
Il loro
abbraccio...
Il loro
lunghissimo e
dolcissimo bacio...
Lina
aprì gli occhi,
spaventata e sconvolta da quei ricordi tornati alla luce quasi con
violenza, trovandosi davanti quelli verde smeraldo di Yonas. Si
staccò da lui, indietreggiando di alcuni passi. Strinse i
pugni,
colpita, stordita da quello che aveva appena visto. Come aveva potuto
dimenticare? Come aveva potuto permettere che qualcuno le portasse
via Gourry e ciò che erano? 'Il mio Gourry...'.
Yonas
sorrise. "Ora lo
sai, non potevo essere il tuo compagno che per poco tempo. Per tante
ragioni. Soprattutto per QUESTA ragione".
"Yonas,
grazie" –
sussurrò Lina, mentre gli occhi le diventavano lucidi. Non
sapeva
che altro dire... Capiva, poteva percepire quanto fosse difficile per
lui regalarle quel ricordo e, di fatto, farsi da parte per
permetterle di vivere la sua vita a fianco di un altro.
"Grazie a
te per essere
entrata nella mia vita e per avermi amato. Hai dato un senso ad ogni
mio giorno passato su questa terra. Mi hai reso migliore Lina, mi hai
aperto la mente e mostrato orizzonti che non credevo di poter
esplorare. Mi hai fatto volare e mi hai fatto amare la vita come non
mi era mai capitato da quando ero nato. Ora vai però, in
fretta.
Solo una cosa ti chiedo...".
"Dimmi
pure" –
rispose Lina, avvicinandosi all'imbocco della grotta.
"Aubree. Ti
prego Lina,
prenditi cura di lei. Stalle vicino, aiutala a diventare grande. I
miei genitori sono anziani e presto potrebbe avere bisogno di te. E'
mia sorella ma... è stata anche la NOSTRA bambina, anche se
per
poco. Sìì un pochino sua madre, come lo sei stata
quando è entrata
nelle nostre vite".
Lina
sorrise, appoggiandosi
alla parete col dorso della mano. "Te lo prometto". Fece
per andarsene, cercando dentro di se le parole giuste per
accomiatarsi da lui. Non erano passati che una decina di minuti dal
loro incontro ma sentiva l'urgenza di correre fuori. Ed era
difficile, terribilmente difficile. Poi però si
ricordò una cosa...
Al diavolo, c'erano un paio di domande veloci veloci a cui voleva
delle risposte!!! e non avrebbe avuto altre occasioni per
approfittarne e ottenere delle risposte. "Yonas, solo una cosa".
"Dimmi!".
"L'oro, i
fantastici
tesori degli antichi pirati che arricchiscono questa terra e questo
mare, secondo le leggende. Esistono davvero o sono solo favolette per
bambini?".
Lo sguardo
di Yonas si fece
furbo e sul suo viso comparve un sorrisetto irriverente. "Oh
Lina, certo che esistono. Ci sei andata anche molto vicino, sai? Ma
dubito che tu voglia sapere davvero dove si trova l'oro... Ti conosco
e se te lo dicessi, ti leverei tutto il divertimento di cercartelo da
sola, il tesoro. O sbaglio?".
Lina ci
pensò su un attimo.
Poi scoppiò a ridere. "Bah, forse hai ragione tu. Me lo
cercherò da sola, a modo mio. In fondo ho il fiuto per
l'oro".
Yonas
annuì. "Ora vai
però. Il tempo stringe. E per quanto riguarda l'oro, ti do
solo un
suggerimento. Ci sei andata vicina, è in una delle isole che
hai
visitato. Nella terra e fra le rocce. Ma è sotto l'acqua che
devi
cercare, se lo vorrai trovare".
"Cosa?".
Lina lo
guardò male, storto. "Yonas, sei più contorto di
una antica
mappa del tesoro".
Yonas rise.
"Lo so. Ma
così ti divertirai di più. Pensaci, troverai la
soluzione al rebus
da sola, ne sono sicuro".
"Se non
fossi già morto
Yonas, ti ucciderei io in questo momento!" - borbottò. Poi
però
lo sguardo di Lina si addolcì. Gli sarebbe mancato, sempre.
Ma era
ora degli addii e non c'era altro tempo da passare con lui o altre
cose da dire. "Probabilmente sì, ci riuscirò. E
probabilmente
hai ragione, mi divertirò pure! Sarebbe piaciuto anche a te
questo
viaggio in mare, ne sono certa".
Yonas si
avvicinò,
sfiorandole la guancia con una carezza. "E allora concludi anche
per me quest'avventura. Sarà come se ci fossi anche io
assieme a te.
Ora vai" – sussurrò, baciandole lievemente la
fronte.
Lina
annuì. Lo guardò per
l'ultima volta, imprimendosi nella mente i suoi riccioli neri, i suoi
splendidi occhi verdi, il suo sguardo e il suo sorriso dolce e buono,
proprio come lui. Quello sarebbe stato il suo ricordo di Yonas. Non
più quel bosco d'autunno, con quel viso pallido e senza
più vita,
ma quei brevi istanti passati con lui, rubati alla morte e all'oblio.
"E' stato bello conoscerti e amarti. Mi hai migliorata, mi hai
fatta crescere e se oggi sono una persona un pò migliore,
è
soprattutto merito tuo. Cerca di stare bene, ovunque andrai, Yonas.
E sii felice, come cercherò di fare io". Poi, a fatica, si
allontanò da lui, di corsa, senza voltarsi mai indietro.
O non
avrebbe trovato più il
coraggio di andarsene.
Corse come
una matta, su per
le scale, con una strana angoscia che le martoriava il petto.
Come aveva
detto Leesel poco
prima, la salita fu molto più rapida della discesa. E quando
fu
finalmente all'esterno, fu quasi accecata dalla luce potente del sole
del primo pomeriggio.
Vide i suoi
amici nel piccolo
giardino di Leesel e lo stomaco le si attorcigliò quando,
fra loro,
non vide Gourry. Mentre le parole di avvertimento di Yonas le
risuonavano sinistramente nella mente.
Jack le
corse incontro con gli
occhi fuori dalle orbite. "E tu che ci fai quì? Era un'ora
che
dovevi restare e invece sarai rimasta la sotto nemmeno venti minuti.
Lina, la Perla Nera!!!".
La maga
scosse la testa,
scansando Jack dalla sua visuale. Non aveva tempo da perdere! Si
diresse verso Daryl invece, che la guardava con una strana
espressione. "Dov'é? Gourry, dov'è?" -
urlò, prendendolo
per bavero della camicia.
Daryl si
morse il labbro. "Se
n'è andato!".
"E lo hai
lasciato
fare?".
Daryl le
prese le mani,
staccandola dalle sue vesti. "Invece di prendertela con me e
perdere tempo, pensa a inseguirlo se non vuoi perderlo. Credo si sia
diretto alla spiaggia per partire con le altre navi ma forse prima
passerà alla capanna dove avete lasciato le vostre sacche,
per
prendere le sue cose".
Lina lo
guardò storto,
arrabbiata da morire con lui. Ma Daryl aveva ragione, non c'era tempo
di star lì a discutere. Doveva muoversi, doveva
raggiungerlo!
E dopo
un'ultima occhiataccia
a Daryl, prese il sentiero che portava alla spiaggia, di corsa.
Daryl la
guardò allontanarsi,
grattandosi la guancia. "Lo sapevo che se la prendeva con me. Si
arrabbia sempre, anche quando non c'entro niente. Arrabbiarsi con me
è il suo sport preferito".
Alix,
sguardo serio, osservò
il sentiero dove era sparita Lina. "Ci sta, sei il suo ex
amante. Ma per il resto, spero che ce la faccia a raggiungere
Gourry".
"E io spero
che si sia
ricordata di chiedere della mia nave" – mormorò
infine uno
sconsolato Jack Sparrow.
...
Corse,
corse come non aveva
mai fatto. Corse, inciampando e rovinando a terra. Si
sbucciò il
ginocchio ma non si fermò. Non era importante in quel
momento...
Ora capiva,
capiva tutto. Cosa
volesse dirle Yonas e cosa significasse Gourry per lei. Amore,
famiglia, affetto, vita... Gourry era tutto per lei e non avrebbe
più
permesso a niente e a nessuno di portarglielo via. Gourry, che le
aveva regalato Yonas per l'ultima volta, rinunciando esso stesso a
trovare la pace che cercava disperatamente ovunque.
Aveva
scelto di non incontrare
Madeline e ora doveva essere lei a trovare le parole giuste da dirgli
per farlo stare di nuovo bene. Doveva essere brava quanto lo sarebbe
stata Maddy. Non era più tempo di nascondersi, di celare i
propri
sentimenti. Era tempo di essere sincera, di accantonare per sempre il
passato e di trovare la forza di affrontare il futuro assieme a lui.
E con Gourry sarebbe stato un futuro radioso, lo sapeva. Doveva solo
fermarlo, bloccarlo, torturarlo per la paura che le stava facendo
prendere. E poi doveva solo amarlo, come per tanto tempo e per tanti
motivi non era riuscita a fare.
"Gourry, il
mio cervello
di medusa...".
Corse,
corse mentre la foresta
tropicale la avvolgeva, corse contro il tempo che scorreva
inesorabile. "Ti troverò, al diavolo il destino e tutto il
resto! Me ne frego! Ti troverò e non te ne andrai
più da me.
Aspettami Gourry, ti prego".
|
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Capitolo 22 *** L'amore ***
Scrivere
questo capitolo è stato complicato perché ci
tenevo che venisse
bene, che venisse come lo avevo pensato anni e anni fa. Questa storia
è nata pensando a quello che succede in queste righe e non
vedevo
l'ora di arrivare a questa parte della fanfiction per scrivere di
loro due, finalmente senza nulla a separarli. Spero vi piaccia, spero
di aver reso quello che volevo trasmettere. Questa parte è
stata
scritta a piccoli pezzi, un pò per ansia da prestazione, un
pò
perché sono settimane roventi e mettersi davanti al pc con
40 gradi
di temperatura è stata dura.
Spero
vi piaccia, di cuore. Come sempre grazie a tutti quelli che seguono
questa storia, in particolare a Raffy (che so che aspettava
l'aggiornamento con ansia XD) e a Cat.
L'amore
Certe volte
ti sembra che il
tempo ti scivoli via, ti sia nemico, che prenda a scorrere talmente
forte da rendere disperata la rincorsa di chi stiamo perdendo,
beffandoci all'ultimo e strappandoci quel qualcosa o qualcuno che non
vogliamo lasciar andare via.
Ma a Lina
non importavano né
le macchinazioni del tempo, né il destino beffardo,
né la stramba e
incomprensibile decisione di Gourry. No, non avrebbe perso, non
questa volta. Avrebbe sconfitto il tempo, avrebbe corso come una
forsennata, avrebbe messo Gourry all'angolo e gli avrebbe impedito di
andarsene via in silenzio, senza una spiegazione.
Per tanto
tempo aveva
sofferto, a lungo si era sentita incompleta, come mutilata e privata
di qualcosa di importante. E ora che sapeva, ora che ricordava, le
sembrava che tutta la nebbia che l'aveva avvolta per anni si fosse
dissolta all'improvviso, lasciandola finalmente libera di capire e
agire, per proteggere chi amava davvero. In realtà, si rese
conto,
l'aveva sempre saputo dentro di se, di quanto Gourry fosse
importante. Ma non aveva mai voluto vedere davvero, volgendo lo
sguardo altrove per non soffrire. Ma non era più tempo di
mettere la
testa sotto la sabbia come uno struzzo, era ora di affrontare i suoi
sentimenti e di lottare per essi. No, non avrebbe permesso
più a
niente e a nessuno di portarle via Gourry.
La
conoscenza...
Ora sapeva,
ora capiva.
Leesel, le sue parole e il motivo per cui solo Gourry era riuscito a
trovare la chiave d'accesso al punto di congiunzione fra vivi e
spiriti. Lui era puro e solo i puri di cuore potevano davvero
attingere a un potere tanto grande come la conoscenza assoluta. E in
fondo era giusto così. Yonas l'aveva avvertita, l'aveva
messa a
conoscenza di qualcosa di importante, di talmente prezioso che per
una volta non le importava nulla né dell'oro né
della fama e della
gloria. Aveva sprecato quell'opportunità unica, rinunciando
a parte
di quell'ora concessale con Yonas, per inseguire Gourry? Beh, non le
importava...
Corse
veloce, pensò di usare
la Levitazione ma alla fine decise di non farlo. No, lo avrebbe
raggiunto solo con le sue forze, senza trucchi, senza scorciatoie,
senza magia.
Era strano,
la strada le
sembrava talmente lunga, quasi infinita. E quando le comparvero
davanti, finalmente, le due capanne dove avevano riposto le loro cose
solo poche ore prima, fu invasa da un immenso sollievo e da una
grande paura. E se fosse stato troppo tardi?
Rallentò
la sua corsa,
finendo per arrivare alla porta a piccoli passi, col cuore che le
balzava nel petto. Era strano, era Gourry, era sempre stato Gourry...
Ma ora era tutto diverso... Lei era diversa! O forse, semplicemente
consapevole di quali fossero davvero i suoi sentimenti.
Scostò
l'uscio, rendendosi
conto che era solo accostato. Ed entrò trattenendo il
respiro.
Non aveva
mai avuto tanta
paura come in quel momento.
Ma
durò un attimo soltanto...
Lo vide,
chinato sulla sua
sacca, che sistemava le sue cose con gesti calmi e ordinati.
Avrebbe
voluto picchiarlo,
torturarlo, prenderlo per i capelli e tirare forte. E poi amarlo...
Ma la prima
cosa che le venne
di fare fu di sbattere vigorosamente la porta, chiudendola con
violenza dietro di se.
Gourry
sussultò, sgranando
gli occhi e scattando in piedi, sentendo quel rumore improvviso e
trovandosela davanti. "L... Lina".
Gli occhi
della maga, gelidi,
si puntarono contro di lui. "Sei un idiota!" - riuscì solo
a sussurrare, in un misto fra sollievo e rabbia per la paura che gli
aveva fatto prendere.
"Cosa ci
fai quì?".
La voce gli uscì dalle labbra fredda, quasi impersonale...
Era
stupito, preso in contropiede. Lina avrebbe dovuto essere con Yonas
in quel momento e non certo lì, con lui. Non poteva essere
già
passata un'ora.
Lina scosse
la testa, quasi
leggendogli nel pensiero. Oh, lo avrebbe volentieri preso a schiaffi!
Se non fosse stata tanto preoccupata per lui e per quello che gli
passava per la testa, lo avrebbe fatto subito. "Sono nell'unico
posto in cui dovrei stare. E stavolta non me ne starò zitta,
stavolta non rimarrò in silenzio a guardarti andare via. Non
così,
non senza una spiegazione, non senza che tu mi abbia detto che
diavolo ti passa in quella tua dannata zucca vuota! Perché
Gourry?
PERCHE'???". Arrivare subito al sodo... Non ci avrebbe girato
attorno!
Lo
spadaccino si morse il
labbro. Poi abbassò lo sguardo, finendo di chiudere la sua
sacca da
viaggio. "Perché cosa?".
Lina si
appoggiò alla porta
chiusa, cercando di riprendere fiato dalla corsa e di mantenersi
calma. Gourry stava frapponendo un muro fra loro e dar fuori di matto
non l'avrebbe certamente aiutata a capirlo. E poi... non riusciva ad
arrabbiarsi davvero con lui... Negli occhi aveva ancora il color blu
del Mare del Caos, nelle orecchie riusciva ancora a sentire la sua
voce dolce che la chiamava e la implorava di non andarsene. Lui
l'aveva salvata, quella volta. E molte altre volte ancora. Ora
toccava a lei fare altrettanto. "Tutto Gourry... Spiegami tutto
perché davvero, io non ci sto capendo niente" –
disse infine,
con tono stanco.
Gourry
alzò lo sguardo su di
lei. Sembrava scossa, fragile in quel momento. "Lina, perché
sei quì? Potevi riaverlo per te, anche se solo per un'ora!
Hai
pianto, implorato gli dei di riavere indietro Yonas, e ora che potevi
realizzare il tuo sogno...".
A quelle
parole, rabbiosa,
Lina si avvicinò a lui, appoggiando la fronte su quella del
suo
compagno e bloccandolo con la mano sulla sua spalla. "Non ero io
la prescelta, non ero io quella che avrebbe dovuto varcare quella
soglia. Volevo lo facessi tu Gourry, volevo che trovassi la strada
per aiutare te stesso, visto che io non riesco a darti una mano, non
ne sono capace. Non sono brava come te, a stare accanto alle persone
a cui voglio bene. Volevo che vedessi Madeline e che lei ti dicesse
che sei un emerito cretino a continuare a torturarti per quanto
successo! Perché Gourry? Perché hai scelto di
invocare Yonas?
Perché cedere a me quell'opportunità, quando eri
TU ad averne
bisogno? Avresti potuto avere quello che desideravi, trovare la pace.
Hai buttato via tutto e io non ti capisco. E non capisco la tua fuga,
non ci sto capendo niente! E questo mi manda in bestia. Mi tieni
lontana, non mi parli, mi menti. E ora te ne vuoi andare
così, senza
una spiegazione". Le gambe le cedettero e scivolò a terra.
Silenziose lacrime presero a solcarle le guance, piano, gocciolando
sul pavimento di legno. Ma fu solo un attimo, le ricacciò
indietro
subito. Era finito il tempo di piangere, ora era il momento di
lottare per la persona a cui teneva. "Perché mi lasci sempre
da
sola? Sono davvero una persona così orribile ai tuoi
occhi?".
Faceva male pensarlo, Gourry non sapeva, non ricordava quello che
erano stati. E in fondo, allo stato attuale delle cose, poteva
benissimo essere che volesse andare via perché si era
stancato di
lei, di una donna che in fondo non aveva fatto altro che dirgli che
amava un altro.
A quelle
parole, Gourry fece
cadere a terra la sacca. Spalancò gli occhi, sorpreso, poi
le si
avvicinò, inginocchiandosi davanti a lei. Le
accarezzò una guancia,
costringendola a sollevare il viso. "Lina... Cosa diavolo stai
dicendo? Tu una persona orribile? Come puoi anche solo pensarlo? Sei
il più bel regalo che la vita mi abbia fatto, l'unica
ragione che ha
dato da sempre un senso alla mia esistenza". Le sue mani
raggiunsero la nuca della ragazza, trascinandola verso di se in un
abbraccio. "Sono io ad essere orribile, sono io che dovrei
starmene lontano da te, per il tuo bene. Torna indietro Lina, torna
da Yonas. Non è troppo tardi, vi sarà concesso
ancora del tempo se
sarai veloce. Non perdere tempo con me, va da lui. E lascia che io
faccia quel che devo".
"No". La
maga scosse
la testa, affondando il viso nel suo collo. Amava il profumo della
pelle e dei capelli di Gourry, il calore che sapeva trasmettergli il
suo corpo, la dolcezza del suo abbraccio. E si chiese, in quei
momenti, come avesse fatto a privarsene per così tanto
tempo. "Io
non torno indietro, se fossi voluta rimanere in quella grotta, ci
sarei rimasta. Ma ho dovuto scegliere e l'ho fatto. E ora sono
quì.
E ci rimarrò finché non mi dirai
perché... perché vuoi andare
via, perché continui a tormentarti e perché non
riesci più a
sorridere come una volta. Poi, una volta che mi avrai detto tutto, se
davvero non ci fosse altra strada da percorrere per te, allora ti
lascerò andare senza fare storie. Ma prima Gourry,
sinceramente,
dimmi tutto. Io ti ho raccontato ogni cosa di me, di te mi sono
sempre fidata e so che anche tu ti fidi di me. Quindi Gourry, cosa
c'è? Cosa diavolo ti passa per la testa? Dimmelo! E fammi
capire
come posso aiutarti".
Gourry le
accarezzò la
schiena, piano. "Non c'è niente da dire Lina, a parte che tu
non dovresti essere quì a perdere tempo con me".
"Non sto
perdendo tempo.
Sto facendo... Sto cercando di fare quello che tu hai fatto per me.
Sto cercando di aiutarti, di capirti. Ma ti anticipo che mi stai
rendendo le cose impossibili".
Gourry
sospirò, staccandosi
lievemente da lei. Non voleva parlarle di quel che provava, di come
si sentiva. Non voleva caricare sulle spalle di Lina altri problemi,
dopo l'inferno che aveva vissuto nell'ultimo anno. "Va da Yonas,
ti prego. Se vuoi fare qualcosa per me, lasciami andare e non
chiedermi niente".
Lina scosse
la testa, decisa a
non demordere. Non lo avrebbe lasciato scappare, non questa volta.
No, non avrebbe permesso a Gourry di arrendersi. E forse, l'unico
modo per farlo, l'unico modo per raggiungerlo, l'unico modo per
costringerlo ad aprirsi a lei erano i ricordi di ciò che
erano
stati. Proprio come aveva fatto poco prima Yonas con lei. "Gourry,
te lo ricordi cos'erano Lina e Gourry tanti anni fa?". La maga
strinse la maglia dello spadaccino, avvicinandosi di nuovo a lui e
affondando il viso nel suo petto. "Lina e Gourry tanti anni fa
erano quelli che affrontavano col sorriso ogni tipo di battaglia e di
sfida perchè sapevano che se avessero combattuto insieme,
avrebbero
vinto ogni guerra. Lina e Gourry erano quelli che dormivano
all'aperto, nei boschi, in aperta campagna e non gliene fregava
niente di quello che avrebbero dovuto affrontare, non avevano paura
dell'ignoto perchè erano insieme. Lina e Gourry erano quelli
che
insieme erano in grado di distruggere i più potenti Dark
Lord... Non
importava quanto fossero forti i nemici, noi due, uniti, avremmo
battuto chiunque... Lina e Gourry erano quelli che sapevano trovare
divertente ogni cosa, se la vivevano insieme... Lina e Gourry erano
l'uno la forza dell'altro... Lina e Gourry erano tante cose insieme e
ora lo so, sono nulla divisi...".
"Lina...".
La
abbracciò, la strinse a se talmente forte che temette di
farle del
male. "Ti prego, non dirlo, non parlare di quello che eravamo.
Mi renderesti tutto più difficile. Certo che mi ricordo di
noi, di
com'era prima di mio padre e Madeline. Ma quel tempo è
passato, sono
successe tante cose, io sono cambiato e anche tu. Non ha senso
parlarne ora".
"E invece,
sì che ne ha!
Più di quanto immagini, Gourry".
Lo
spadaccino scosse la testa.
"Perché? Non c'è più niente che io
possa fare per te e tu...
tu hai intrapreso altre strade e hai iniziato una vita con un'altra
persona".
"Yonas
è morto, Gourry!
E me lo hai fatto accettare tu, solo tu ci sei riuscito! A darmi la
forza di rialzarmi e di tornare a vivere. Se non fosse stato per te,
avrei fatto dietro front ancora prima di Tortuga e sarei tornata a
compiangermi nella casa di Yonas a Zephilia".
Le mani di
Gourry le
accarezzarono i capelli, lievemente. "Lina, davvero, basta. Stai
perdendo tempo con me e non ne vale la pena. Ami Yonas, è
questa la
verità. E ti stai giocando l'unica dannata occasione che hai
per
stare insieme a lui, in questo momento. Fregatene di quello che
voglio... di quello che faccio... e corri dalla persona che ami".
A quelle
parole, Lina sorrise.
Alzò lievemente il viso, appoggiando la fronte contro quella
di lui.
"E' quello che ho fatto. Sono corsa dall'uomo che amo. E questo
posto è l'unico dove voglio stare e tu... sei l'unico che
voglia
vicino adesso. Sono stanca di scappare, di sentirmi incompleta, di
piangere e soffrire. Non ti voglio perdere ancora, non lo sopporterei
adesso".
Gourry
scosse la testa,
turbato, incredulo, confuso da quanto aveva appena sentito. "Lina...
Io non sono Yonas...".
La maga si
strinse ancora più
a lui. "Lo so, non sei Yonas, non sarai mai come Yonas. E Yonas
allo stesso modo non sarà mai come te. Siete diversi e
unici. E va
bene così. Sono stata fortunata ad incontrare entrambi sulla
mia
strada. Yonas mi ha ridato pace e stabilità quando ne avevo
più
bisogno, mi ha fatta sentire protetta, amata, al sicuro, in pace col
mondo. Mi ha aiutata a crescere, ad affrontare situazioni nuove e ad
accettare le sconfitte. Tu... tu invece mi fai sentire viva, mi fai
sentire capace di affrontare qualsiasi sfida, qualsiasi prova la vita
mi ponga davanti. Sai farmi ridere, sai sorreggermi quando piango e
cado, sai ascoltarmi, mi sei accanto in ogni battaglia e mi dai la
certezza che con te al mio fianco ne uscirò sempre
vincitrice. Tu...
sai farmi battere forte il cuore e prima di incontrarti credevo che
nessuno ci sarebbe mai riuscito. Tu mi fai sentire completa".
"Lina, ti
prego basta.
Lasciami andare...". Gourry voleva che lei smettesse di parlare
di loro, di lui, di quello che li legava. Era troppo difficile
ascoltare, troppo difficile lasciarsi tutto alle spalle, troppo
difficile spiegarle che sarebbe stato infinitamente meglio per lei
che lui sparisse dalla sua vita.
"Perché?".
Lina si
aggrappò alla sua maglia, stringendola. "Perché
Gourry? Dimmi
perché vuoi andare via e io lo accetterò. Ma
voglio saperlo, voglio
la verità questa volta! E me la dovrai dire guardandomi
negli occhi.
Dovrai dirmi cosa ti passa per la testa, cosa desideri, cosa ti fa
star così male. Dimmelo e poi... poi potrai andare via se
è quello
che desideri davvero. Ma parlami! Non fare come quando è
arrivato
tuo padre a sconvolgere le nostre vite. Sei... SIAMO stati zitti
quella volta, non ci siamo parlati, abbiamo permesso che ci facesse
del male senza battere ciglio. Se è vero che si dovrebbe
imparare
dagli errori passati, ora è il momento di farlo".
Gourry
indietreggiò, a quelle
parole. Abbassò lo sguardo, mentre le gambe gli cedevano,
lasciandolo cadere a terra. Calde lacrime presero a rigargli le
guancie, silenziose.
"Gourry".
Lina gli
si inginocchiò davanti, sfiorandogli le guancie con l'indice
della
mano.
"Sono un
uomo finito,
Lina. Un fallito, che ha commesso tanti errori a cui non può
porre
rimedio. Ho sposato una donna che non ho saputo amare e proteggere e
non ho saputo combattere per te e per la vita che avevamo insieme. E
ora devo scontare le mie colpe, da solo, per evitare di commettere
altri errori e di far soffrire altre persone. Nella mia vita ho
sempre sbagliato. Ero il figlio dal cuore troppo tenero, come mi
diceva sempre mio padre, ho rubato la spada di luce alla mia
famiglia, non ho mai portato a termine nulla...".
Lina si
morse il labbro,
turbata. Le tornarono alla mente le parole di Alix, e in quel momento
ne comprese appieno il senso.
"Gli
occhi di Gourry.
Non ti sei mai accorta di quanto siano tristi?".
"Gourry".
La mano di
Lina raggiunse il suo mento, costringendolo ad alzare il viso. "Tu
non sei una persona orribile, fallita e soprattutto, non sei un uomo
finito. Tu sei una persona buona, gentile, che sa voler bene davvero,
senza egoismo, senza chiedere nulla in cambio, senza secondi fini. Mi
hai sorretta, ascoltata, protetta, mi hai sopportata quando era
difficile per chiunque farlo, mi hai stretta fra le tue braccia
quando piangevo, sei stato fermo e forte quando era necessario che tu
lo fossi e dolce e gentile quando ne avevo bisogno. Hai saputo farmi
rialzare, farmi ridere, farmi tornare quella di una volta, mi hai
insegnato che la vita continua e che non devo gettarla via. Lo hai
insegnato a me, ora insegnalo a te stesso!". La sua mano gli
strinse il mento per non permettergli di volgere lo sguardo altrove.
"Guardami Gourry! Dannazione, GUARDAMI! Che vuoi fare, punirti
tutta la vita per colpe che in fin dei conti non hai commesso? Vuoi
torturarti, annientarti, distruggerti per questo? A cosa credi che
porterà? Madeline è morta e non
tornerà a redimerti, qualsiasi
cosa tu faccia. Ti ricordi quando mi hai urlato che Yonas era morto?
Beh, ora io lo dico a te! Madeline è morta! E non per colpa
tua".
"Ero suo
marito, avrei
dovuto prendermi molte responsabilità che non ho saputo
affrontare.
Se è finita così, è perché
io ho fatto in modo che accadesse. E
ora devo pagarne le conseguenze".
Lina
sospirò. Era difficile,
dannatamente complicato. Avrebbe avuto bisogno che davvero ci fosse
Maddy lì con loro e che lei desse a Gourry quell'assoluzione
che
cercava con tanta disperazione. Quanto era successo quasi quattro
anni prima non era colpa dello spadaccino, razionalmente lei lo
sapeva. Ma come poteva far entrare questo dannato concetto nella testa
del suo compagno, senza l'aiuto di Madeline? Ci pensò,
tornò
con la mente allo scontro con Yoshy e poi al colloquio che aveva
avuto con Yonas poco prima. Pensò a come lui con tanta
intensità,
per lei, desiderasse la felicità. E per Madeline era lo
stesso, ne
era certa. Sapeva che Maddy aveva voluto bene a Gourry e sapeva che
quanto successo non era in nessuna maniera rapportabile a quel loro
malriuscito matrimonio. Si sedette davanti a lui, parlando stavolta
in tono più caldo e pacato. "Madeline... lei non aveva
scelta
Gourry. Lei era nata per portare a termine quella vendetta a cui
bramava da secoli. Ce l'aveva nel sangue, in ogni fibra del suo
essere, il desiderio di sconfiggere Yoshy. Qualunque cosa tu avessi
fatto o detto, non sarebbe cambiato nulla. Lei avrebbe trovato
comunque l'appiglio per giungere a quelle rovine, ne era richiamata.
Lo ricordo e lo ricordi anche tu. Smettila di tormentarti, non
è
stata colpa tua, LEI ha scelto ed era consapevole di ciò a
cui
andava incontro. Lo sapeva! Sapeva che era l'unico modo che avesse a
disposizione per trovare la pace. Non la conoscevo bene Maddy, ma so
che lei ti voleva bene. Nonostante tu non ti ritenga un buon marito,
lei a te teneva. Affetto certo, non amore, ma questo ti da la prova
che non sei stato poi così pessimo come marito. Non potevi
amarla
perché non si può amare a comando! E ora se fosse
quì al mio
posto, ti direbbe le stesse cose e ti spaccherebbe la testa a
cazzotti per il tuo insensato modo di punirti. Non vorrebbe questo
per te, ne sono sicura. Se c'è una cosa che ho imparato dal
mio
breve incontro con Yonas di poco fa, è che chi ci ha amato,
vuole
vederci felici. Yonas vuole questo per me e Madeline vorrebbe questo
per te. Se davvero vuoi fare qualcosa che la renda fiera di te,
felice, allora vivi! Lasciati alle spalle il passato e guarda avanti
Gourry! Ovunque tu voglia andare, qualunque cosa tu voglia fare anche
lontano da me, falla e non darti limiti! E dannazione, vivi appieno
la vita che hai, combatti per essere felice. Per te stesso e per
tutti quelli che ti hanno amato. Puoi farlo e DEVI farlo.
Perché te
lo meriti! Perché non te ne rendi conto ma tu sei una delle
persone
migliori che esistano sulla faccia di questa terra".
"Lina". Le
mani
dello spadaccino le sfiorarono la nuca, poi la attirò a se
in un
caldo abbraccio. "Sembri così sicura di te stessa, quando
parli
di Madeline. Devo vivere, andare oltre la sua morte? Voltare pagina e
lasciarmela indietro?" - chiese, incerto.
La maga
annuì. "Sì, è
perché lei è morta che devi vivere. Madeline non
troverà mai la
serenità se continui a tormentarti con inutili sensi di
colpa.
Permettile di essere davvero in pace col mondo, senza conti in
sospeso. O la sua lotta con Yoshy sarebbe stata inutile, avrebbe
sempre quel qualcosa di negativo che la tiene legata quì".
Gourry
sorrise, un sorriso
triste. "Sei così dannatamente convincente Lina. Ma io non
ne
sono capace, non sono come te. Non so rialzarmi, non so ricominciare.
E non ho nemmeno aiutato te. Tu ce l'avresti fatta benissimo da sola,
saresti stata capace di rialzare il capo e di ricominciare. Sei
cresciuta così tanto in questi anni, sei maturata, cambiata
e allo
stesso tempo rimasta forte come un tempo. Sei imbattibile, saggia,
intelligente e tremendamente bella. Una come te non dovrebbe essere
quì a perdere tempo con uno come me".
Lina scosse
la testa,
stringendosi a lui. "Davvero mi trovi bella? Davvero pensi che
io sia tanto forte da poter superare ogni cosa? Non è
così
Gourry... Forse hai ragione, sono cresciuta molto in questi ultimi
anni e crescere significa soprattutto saper accettare i propri
limiti, errori e sconfitte. E io l'ho imparato a caro prezzo, sulla
mia pelle. E' tanto che non sono felice, felice davvero intendo.
C'era qualcosa in me, qualcosa che cercavo, che mi mancava, che mi
rendeva difficile fare qualsiasi cosa. Qualcosa che non possedevo
più
e che mi faceva sentire incompleta. Era così fin da quando
te ne sei
andato con Madeline e tuo padre, ed è stato così
a lungo, per anni.
Ogni cosa che ho fatto, ogni guaio in cui mi sono cacciata, era una
ricerca di quel qualcosa. Un'emozione, una soddisfazione personale,
autocompiacimento. Ma non trovavo mai davvero nessuna di queste cose.
Qualsiasi cosa facessi, ovunque andassi, non ero mai soddisfatta del
tutto. C'era sempre quel qualcosa che mi impediva di essere felice,
nonostante le mie lotte e le mie conquiste. Poi è arrivato
Yonas e
lui... lui ha placato la mia sete, ha acquietato il mio animo, mi ha
ridato un pò di quella pace che pensavo di aver perso per
sempre.
Yonas era la persona giusta per quel preciso momento della mia vita.
In nessun altro momento della mia esistenza lo avrei notato, lo avrei
desiderato vicino a me. E' arrivato al momento giusto, nel modo
giusto. E quando è morto, quando mi son trovata di nuovo da
sola, ho
ritrovato te. E tu lentamente, senza nemmeno che me ne accorgessi
all'inizio, hai placato i miei tormenti, hai asciugato le mie
lacrime, mi hai ridato fiducia in me stessa e coraggio per affrontare
le sfide della vita. Tu, pian piano, mi hai fatto capire cosa mi
manca da sempre, cosa cercavo con tanta insistenza fin da prima di
Yonas. Io... io volevo te, volevo noi, volevo che il tempo tornasse
indietro, che ci riportasse a quel giorno in cui tuo padre è
ricomparso nella tua vita. Volevo riparare ai miei errori, mandare al
diavolo tuo padre, tenerti con me e non permettere che succedesse
quel che poi è successo. Ma non si può tornare
indietro e si deve
invece guardare avanti. E ora forse possiamo farlo, accettare i
nostri errori e trarre da essi gli insegnamenti per vivere al meglio
il nostro futuro. Io non voglio che tu te ne vada, io ho bisogno di
te. Tu non immagini nemmeno quanto. So che ti sembrerà
insensato,
egoista forse da parte mia ma ti voglio con me. Per sempre con me".
Forse avrebbe dovuto raccontargli di quanto successo nel Mare del
Caos, di cosa li aveva uniti allora. Ma in fondo, che cosa sarebbe
cambiato? Anche se non ricordava, era certa che Gourry in fondo al
suo cuore, sapeva tutto. Non erano necessarie le parole fra loro, non
lo erano mai state. Anche senza quel ricordo, erano entrambi ben
consapevoli di quale legame li unisse da sempre.
Le mani di
Gourry le
sfiorarono una ciocca ribelle di capelli. "Cosa stai dicendo
Lina?".
"Sto
dicendo che ho amato
un uomo che è morto e per tanto tempo ho creduto di essere
morta
anch'io. Sto dicendo che ho fatto tanti errori in passato e che ora
non posso fare altro che ammetterli e imparare da essi. Sto dicendo
che mi sei mancato sempre, come l'aria che respiro, che senza di te
mi sentivo incompleta e vuota. Sto dicendo che sei l'unico che
è
riuscito a darmi la forza di risollevarmi e l'unico che amo e che
amerò per il resto della mia vita. E lo so, ci ho messo
tanto a
capirlo e ad ammetterlo, soprattutto a me stessa. E sono anche
convinta che tu ora mi ritenga pazza, assolutamente sconclusionata e
che forse non ne puoi più di me. Ma ti amo, non posso farci
niente.
Ti amo da tanto, da prima che tuo padre ti portasse via. E vorrei che
ti dessi un'altra possibilità, che non gettassi all'aria la
tua vita
per inutili sensi di colpa. Hai già pagato per i tuoi errori
ma ora
vivi! Vivi Gourry, perché il mondo ha bisogno di uomini come
te!".
"Lina...".
La
abbracciò, forte, talmente forte che aveva paura quasi di
farle del
male.
"Resta
Gourry, resta con
me... Amami e permettimi di amarti, come avrebbe dovuto essere da
tanto tempo". Era una grande richiesta che gli faceva ed era la
prima volta in vita sua che era tanto esplicita con lui. Ma lo
sapeva, non avrebbe avuto altre chances e lo avrebbe perso per sempre
se fosse stata zitta di nuovo. Gli stava chiedendo di tornare quelli
di un tempo e anche qualcosa in più, di stravolgere
nuovamente la
sua vita, i suoi pensieri, le sue priorità e il suo mondo. E
forse
sì, era egoista da parte sua... Ma sapeva che anche Gourry
lo
desiderava, sapeva quanto l'avesse amata ed era certa che i
sentimenti che li avevano uniti nel Mare del Caos non fossero andati
perduti.
Gourry la
fissò negli occhi
in silenzio, per lunghi istanti. Nel suo sguardo Lina poteva leggere
tutte le sue paure, preoccupazioni e turbamenti che gli agitavano la
mente in quei momenti. Era difficile per lui, la maga lo sapeva.
Difficile scegliere, difficile prendere una svolta, difficile tornare
a guardare avanti. Poi sul suo viso, comparve un timido, forzato
sorriso. "Tu... sei tutto quello che ho sempre desiderato, sei
l'unica persona con cui mi sono sentito felice e amato, in famiglia.
Tu sei sempre stata il mio rimpianto Lina, il mio sogno spezzato. E
mi sei parsa da subito tanto lontana, perfetta, irraggiungibile per
uno come me. Tu non hai idea di quanto io... ti desideri...
di
quanto io ti ami da sempre, di quanto io...".
"Lo so
Gourry. Io queste
cose le so tutte e da sempre. E' una storia lunga e alla quale forse
non crederesti ma... io queste cose le so da quando tu hai dato tutto
per me, per salvarmi".
"Di cosa
parli?".
Lina
sorrise. "Non ha
importanza, non ora. L'unica cosa che conta siamo tu e io, adesso. E
quello che vuoi fare tu".
Gourry
deglutì. "Io...
voglio te. Ma... ho come la sensazione che se fossi felice, mi
macchierei di una grossa colpa verso Madeline".
"Gourry,
Maddy in questo
momento, se fosse quì, ti prenderebbe a scarpate in faccia e
ti
urlerebbe di VIVERE. Fallo per lei, per te stesso e... fallo per
me... Mi hai detto due minuti fa che mi ami... E io amo te.
Dimostramelo e ricominciamo tutto da capo".
Gourry la
fissò per un lungo
istante. Lina era tanto bella così spettinata, con
quell'abitino
verde che le arrivava sopra le ginocchia, con quello sguardo
corrucciato e con quella sua voce dolce e allo stesso tempo
squillante che la contraddistingueva. Quella voce... la amava... Sia
che recitasse una qualche letale formula magica sia che gli
raccontasse di qualche leggenda... ne era affascinato da sempre.
Sentirla lo faceva sentire vivo. Sentirla pronunciare quelle parole
'Ti amo' era come tornare a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
Lina in fondo era sempre stata così. Una calamita, una fonte
di
energia e di vita, la sua spinta per lottare e per darsi una ragione
e uno scopo. Aveva rischiato di perderla, ci era andato
pericolosamente vicino quattro anni prima. Tanti errori,
incomprensioni e dolore stavano finendo per dividerli per sempre. Ed
era per lei che aveva lottato, che si era guardato dentro e aveva
fatto ammenda dei suoi errori, per non vergognarsi di se stesso
qualora l'avesse rincontrata. La guardò per un lungo istante
e
decise, capì... Che Lina aveva ragione, come sempre, che lui
doveva
vivere e non averne paura perché l'avrebbe avuta a fianco e
tutto
sarebbe andato bene. Con Lina era sempre stato così, tutto
possibile, tutto raggiungibile, tutto risolvibile. Non era
più solo,
non lo sarebbe stato mai più. Che doveva farlo per Lina, per
se
stesso e sì, anche per Madeline. Non disse nulla, non c'era
bisogno
di parole fra loro, non più. Si chinò e le sue
mani le sfiorarono
la schiena, attirandola a se. E poi le sfiorò le labbra, con
un
dolce e lungo bacio.
Lina si
strinse a lui,
cingendogli il collo con le braccia. Era strano non essersene resa
conto prima di quanto desiderasse le labbra di Gourry, il suo
abbraccio, sentirsi sua.
Fu un bacio
lungo, profondo,
talmente intenso da lasciarla quasi stordita. Si sentiva il fuoco
dentro, un fuoco che solo Gourry avrebbe potuto placare. Lo
desiderava, desiderava amarlo ed essere amata come non le era mai
capitato nella vita. Lo aveva desiderato a lungo, credendo di averlo
perso per sempre. Quando le loro labbra si separarono
sospirò,
appoggiando la fronte contro quella di lui. "Suppongo che tu
abbia deciso di restare".
Gourry
sorrise. "Sai
essere dannatamente convincente. E' praticamente impossibile dirti di
no".
"Esattamente"
–
sussurrò Lina, prima che Gourry catturasse nuovamente le sue
labbra.
Desiderio, passione... Le avvertiva in lei, le avvertiva in lui...
Era tanto, troppo tempo che entrambi tenevano celati i loro veri
sentimenti. Prima c'era sempre qualcosa a dividerli. Gabriev senior,
il matrimonio con Maddy, il suo amore verso Yonas. Avevano superato
mille tempeste e finalmente avevano raggiunto la loro meta. Loro,
solo loro due. E nient'altro che potesse dividerli.
"Gourry...".
"Cosa?".
"Se ora...
se ora non mi
spingi su questa specie di letto e non fai l'amore con me, credo che
impazzirò". Lo disse tutto d'un fiato, quasi senza
rendersene
conto. Ma era quello che desierava, non poteva nasconderlo. Voleva
Gourry, voleva che la toccasse, che la accarezzasse, che la amasse...
Col fiato
corto, Gourry la
fissò per un breve istante. "Sei sicura?".
La maga
ridacchiò. "Oh
si, ti assicuro di sì!".
Gourry non
rispose. I suoi
occhi azzurri esprimevano la stessa attrazione, lo stesso desierio
che animava Lina. Dei, quante volte aveva desiderato averla, fare
l'amore con lei durante quel viaggio? E quante volte si era ripetuto
che no, non gli era più concesso anche solo desiderarla? Se
quello
che stava vivendo era un sogno, ecco, non voleva svegliarsi mai
più.
Non disse più nulla, le cinse semplicemente la vita e la
prese fra
le braccia, sollevandola lievemente da terra. Poi la adagiò
sul
pagliericcio che faceva da letto e la abbracciò, tornando a
baciarla
con passione.
Le loro
labbra si incontrarono
più e più volte, spinte da una frenesia quasi
disperata. Lina
sentiva le mani di Gourry vagare sui suoi fianchi, le sue braccia,
sfiorarle il collo e la schiena, con movimenti lenti e delicati.
Erano mani calde le sue, sapienti e gentili. Amava come la stavano
toccando, come la stavano accarezzando, come la facevano sentire.
Stava bene, in quel momento stava bene come nessun altro al mondo. E
l'unica cosa che la infastidiva erano i leggeri abiti che ancora
indossavano entrambi. Le davano fastidio, voleva sfilarseli di dosso
e sentire il contatto con la pelle di Gourry.
Lo spinse
sul pagliericcio, di
schiena, salendo a cavalcioni su di lui. "Gourry, stai
tremando..." – sussurrò, con voce rotta.
Le mani
dello spadaccino le
sfiorarono le guance. "Già, Lina... E mi chiedo come fai ad
essere tanto tranquilla mentre io sono quì con un quasi
infarto in
corso".
A quelle
parole, Lina sorrise.
Gli prese la mano, appoggiandosela sul petto. Il cuore le martellava
furiosamente. "Lo maschero bene, tutto quì. Senti come
batte?".
La mano di
Gourry la
accarezzò, sfiorandole il petto e il seno sinistro.
"Sì, lo
sento...".
"Ti voglio
Gourry".
Gli prese entrambe le mani, portandole all'orlo del suo vestito e
facendogli segno di levarglielo.
Gourry
annuì, sollevando pian
piano l'abitino verde, scoprendo prima il ventre, poi i fianchi, i
seni e infine sfilandoglielo dalla testa. "Sei davvero
bellissima..." - sussurrò, fissando poi il suo viso, i suoi
seni piccoli e perfetti, i suoi fianchi sottili. La attirò a
se,
baciandola nuovamente, con foga, passione. Lina era il suo mondo, il
suo universo, l'unico bel regalo che la vita gli aveva fatto. E no,
non sarebbe più scappato, non l'avrebbe più
lasciata. Fare l'amore
con lei significava anche questo, farle una promessa per la vita.
Si
baciarono a lungo, mentre
le loro mani vagavano sul corpo dell'amante, affamate di quel
contatto.
Improvvisamente
però, Lina si
accorse di qualcosa di storto, stonato. "Aspetta" –
sussurrò contro le sue labbra, allontanando le mani da lui.
Gourry
sorrise, accarezzandole
i lunghi capelli rossi. "Cosa c'è? Ci stai ripensando?".
"No,
zuccone! Solo...".
Si portò le mani al collo, sciogliendo il laccio che teneva
legato
il ciondolo di Yonas. Se lo tolse, appoggiandolo al loro fianco.
"Credo che questo, ora, sia di troppo". Amava quel
ciondolo, era l'ultima cosa che gli rimaneva di Yonas e non se l'era
tolto mai, da quando lui gliel'aveva regalato. Ma quel momento,
quello che stava vivendo, era qualcosa solo suo e di Gourry. Non
poteva esserci spazio per altro o altri.
Gourry si
accigliò. "Sei
sicura?".
"Sicura"
–
sussurrò la ragazza, tornando a baciarlo sulle labbra e
imponendogli
il silenzio. Le sue mani raggiunsero il bordo della maglia di Gourry,
sollevandola e togliendogliela. Gli sfiorò il petto con le
mani, con
le labbra gli baciò il petto, piano, scendendo poi
più giù verso
l'ombelico per poi tornare a sfiorargli il collo, le spalle.
Lo
sentì sospirare e
rilassarsi, al suo tocco. Era tutto così magico, piacevole,
dolce...
Le mani di
Gourry raggiunsero
le sue guancie e l'attirarono a se. Si lasciò baciare di
nuovo, a
lungo, mentre sentiva le dita di Gourry che esploravano il suo corpo,
le accarezzavano i fianchi e il seno e il loro contatto si faceva
sempre più profondo. Il suo tocco era una tortura, una dolce
e lenta
tortura... Si rese conto che lo desiderava, che non aspettava altro
che lui la facesse sua. Portò le mani al bordo dei pantaloni
di
Gourry, slacciando il bottone che li teneva chiusi e cercando di
abbassarli. Si sentiva bruciare, quasi impazzire... Lo voleva, lo
voleva subito...
Gourry
capì e sciolse
lievemente l'abbraccio per permetterle di levargli i vestiti di
dosso. E quando fu nudo, anch'esso al colmo del piacere e del
desiderio, le cinse i fianchi con le mani, rotolò di lato e
si stese
su di lei, invertendo le reciproche posizioni.
La
guardò negli occhi per
lunghi istanti, incantato davanti a quel viso tanto perfetto e che
amava in ogni particolare, dalle guance agli occhi grandi, alla bocca
piccola e delicata, a quei capelli rossi che le davano insieme un
aspetto selvaggio e innocente.
Poi la
baciò di nuovo sulle
labbra, scese al suo collo e poi ai suoi seni che leccò e
massaggiò
avidamente. Poi scese ancora più giù, la
baciò sulla pancia, le
sfiorò l'ombelico e poi scese ancora...
Il respiro
di Lina era
affannoso e accelerato. Sussultò, quando sentì le
mani di Gourry
che le levavano le mutandine e chiuse gli occhi quando
avvertì la
loro pressione sulle sue gambe, invitandola ad aprirle. Gemette
quando le labbra di Gourry presero a baciarla fra le coscie, quasi
urlò quando sentì il piacere farsi tanto forte da
stordirla,
inebriarla. Il desiderio la invase, amava quelle attenzioni dolci con
cui Gourry stava preparando il suo corpo a riceverlo ma voleva di
più. Era pronta, ora era pronta e non poteva aspettare
ancora.
"Gourry, ti prego...".
Lo
spadaccino continuò a
baciarla fra le gambe per altri lunghi istanti, spingendola a
desiderarlo sempre di più. Poi lo sentì
sollevarsi per venire a
stendersi su di lei. Sentì i loro corpi aderire l'uno
all'altra,
avvertì la sua virilità premere contro di lei e
allargò
ulteriormente le gambe per accoglierlo dentro di se. "Ti amo..."
- gli sussurrò, col fiato spezzato.
Gourry la
baciò sulla punta
del naso, mentre con la mano le accarezzava la guancia. "Ti amo
anch'io..." - disse piano. Poi la strinse a se, il suo corpo si
abbassò ed entrò dentro di lei.
La prima
spinta la fece
sussultare...
La seconda,
profonda e
intensa, la fece gemere per il piacere...
La terza,
veloce e forte, la
inebriò...
La quarta
spinta... Era come
non avere più coscienza di se stessa, di chi lei fosse...
Mentre
però sapeva tutto di lui, di quanto l'amava, di quanto
avevano
lottato per essere insieme. In quel momento Gourry era il suo
tutto...
Chiuse gli
occhi, si lasciò
trascinare dal piacere che quell'unione regalava al suo corpo e alla
sua mente. Era come ritrovare la pace, la serenità, uno
scopo nella
vita dopo che per tanto tempo si era sentita morta. Tornava a
respirare, tornava a vivere... E, lo sapeva, per Gourry era la stessa
cosa.
Le spinte
di Gourry divennero
forti, veloci, intense. Il mondo smise di esistere, così
come i
problemi e il dolore che per tanto avevano accompagnato entrambi.
Avevano
vinto, su tutto e
tutti.
Come una
volta...
Come
sempre...
...
Nella
capanna regnava un
silenzio piacevole e la luce del giorno era ormai ridotta al minimo.
Lina se ne
stava stesa sul
petto di Gourry, assaporando le carezze che lo spadaccino faceva ai
suoi lunghi capelli rossi. Il suo respiro era tornato regolare e
sentiva il suo fisico leggero, come se le tensioni accumulate negli
anni si fossero dissolte nel nulla.
"Gli altri
ci staranno
cercando?" - chiese Gourry improvvisamente, rompendo il silenzio
che si era creato.
Lina
sollevò il viso,
sorridendo maliziosamente. Si avvicinò nuovamente al suo
viso,
baciandolo sul collo. "Se sono minimamente intelligenti, credo
di no. Ci lasceranno in pace fino a domattina".
Gourry
sorrise. "Beh,
speriamo".
"Già,
speriamo".
L'espressione di Lina si fece improvvisamente seria. "Gourry,
posso chiederti una cosa?".
"Certo".
"Perché...
perché hai
invocato lo spirito di Yonas? Con tutti quelli che... insomma, potevi
invocare chiunque, perché proprio lui? Perché non
hai pensato a te
stesso?".
Gourry
scosse la testa,
attirandola a se ed abbracciandola. "In realtà forse, la mia
è
stata una scelta molto più egoistica di quanto pensi. Io
desidero da
sempre, più di tutto, che tu sia felice. E ho scelto di
conseguenza".
Lina
ridacchiò,
accarezzandogli con la mano uno dei capezzoli. "Strano modo il
tuo, di essere egoista. Sei l'egoista meno egoista che conosca. Ma...
non dovevi farlo. Io non avrei invocato Yonas, se fosse toccato a me
scegliere".
"Lo hai
cercato così a
lungo e lo so che lo ami ancora e che lo porterai con te per sempre.
Perché non lo avresti invocato?" –
obbiettò Gourry.
Lina
annuì. Era vero, Yonas
sarebbe sempre rimasto con lei, una parte importante di se stessa.
Gourry lo sapeva e lo sapeva anche lei che sarebbero arrivati ancora
momenti duri, in cui avrebbe rimpianto la sua morte. Però...
"Perché
io e lui ci eravamo detti tutto quello che c'era da dire, eravamo
stati tutto quello che potevamo essere. Non c'era nulla di sospeso
fra me e Yonas. Non ho rimpianti verso di lui ed è per
questo che
non l'avrei chiamato a me. Un'ora, un giorno con Yonas, non avrebbe
cambiato niente per nessuno dei due. Anche se, vederlo, mi ha
comunque aperto gli occhi su tante cose" – disse, mentre
quella scena nel Mare del Caos tornava ad addolcirle la mente.
Gourry
annuì, capendo il
senso del suo discorso. "Dimmi solo una cosa, Lina! Ora stai
bene?".
"Sì,
sto bene. E tu?".
Gourry
sorrise. "Sto
bene... Non riesco mai a stare male per davvero, quando mi sei
vicina".
"E allora,
promettimi una
cosa! Che qualunque cosa o persona tenti di allontanarci, d'ora in
poi mi terrai stretta a te e non permetterai a niente e a nessuno di
separarci".
Gourry
annuì, baciandola e
stringendola nuovamente a se. L'aveva desiderata a lungo, Lina era il
suo amore e il suo sogno da sempre, anche se a lungo aveva pensato di
non meritarsela e di averla persa. E ora che si erano ritrovati, non
avrebbe mai permesso a nessuno di portargliela nuovamente via, di
farle del male e di farla soffrire. "Te lo prometto" –
disse, prima che le sue labbra la baciassero di nuovo.
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Capitolo 23 *** L'alba di un giorno nuovo ***
Non
aggiorno da una vita, lo so. Calo d'ispirazione, certo, ma
soprattutto sono impegnata a scrivere un romanzo mio, originale, che
mi tiene occupata per la maggior parte del tempo e che spero possa
venir preso in considerazione da qualche editore. O magari riuscire a
presentarlo per un concorso che mi interessa. Grazie soprattutto a
Raffy, per il suo entusiasmo per lo scorso capitolo e per l'aiuto che
mi da con Mattheus. Spero che questo aggiornamento ti piaccia!
Alla
prossima! Ormai non manca molto alla fine.
L'alba
di un giorno nuovo
"Non mi va
di alzarmi...
Restiamo quì, Gourry".
La mano
dello spadaccino si
sollevò mollemente, appoggiandosi sulla sua guancia. "Se
continui a dirmelo, finirò per darti retta Lina. E ci
ritroveremo
quì Jack, Daryl e Alix col frustino, se non ci sbrighiamo a
raggiungerli. Hai una missione da portare a termine, vorrei
ricordarti..." - mormorò, stringendola a se e baciandole una
spalla. L'alba era ormai passata da un pezzo e il sole illuminava la
piccola capanna che era stata il loro rifugio per la notte e la
silenziosa testimone del loro amore.
Lina
sorrise. La sua mente era
ancora inebriata da Gourry, dal suo odore, dalle sue carezze, dal suo
corpo, dai suoi baci. Si sentiva in paradiso, felice, leggera. Ed era
da tanto, forse da sempre che non si sentiva così. Era al
suo posto
ora, fra le braccia dello spadaccino. Anche lì, sperduta in
quell'isola in mezzo al nulla, lontana dalla sua terra, stava bene.
"Ti ricordo che la mia missione prevede lunghi tratti di viaggio
in nave. E tu soffri il mal di mare...".
Gourry
deglutì. "Ti
prego, non ricordarmelo".
"Restiamo
quì allora"
– mugugnò, stiracchiandosi come un gatto.
"Lina...".
Gourry le
scompigliò i capelli, ridendo. "Facciamo così!
Recuperiamo in
fretta la Perla Nera e poi potremo trovarci un posto che vogliamo,
dove stare giorni e giorni solo noi due, finché non saremo
stanchi.
Prima il dovere e poi il piacere, giusto? Il detto dice
così".
"Non
cercherai di
scappare mai più, vero?".
Lo sguardo
di Gourry si fece
serio a quella domanda. "Mai più. Hai ridato un senso alla
mia
vita e in un attimo sei riuscita a spazzare via il dolore che mi
portavo dentro da anni, che mi avvolgeva come nebbia densa. Non
andrò
via... L'ho deciso nell'esatto istante in cui ho capito che tutto
quello che volevo era fare l'amore con te. Ed è stato...".
Lina
sorrise. "Bellissimo...".
"Già,
bellissimo".
Gourry la strinse a se, baciandola sulle labbra.
La maga gli
sfiorò le labbra
con l'indice, accarezzandogliele piano. "Non dimenticheremo il
nostro passato Gourry. Ciò che siamo è il
risultato di chi ci è
stato accanto, di chi ha saputo amarci, farci crescere, soffrire e
migliorare. E adesso siamo noi, solo noi. E Yonas e Madeline sono
felici di questo, ne sono certa. Voltare pagina, darsi una seconda
possibilità e ricominciare a vivere non significa
dimenticarli,
anzi... Significa vivere anche per loro, soprattutto per loro".
Con un sospiro si tirò su a sedere, sistemandosi i capelli
con le
mani. "E ora basta parlare, dai Gourry, in piedi! Se tergiverso
ancora un pò, non mi alzerò mai più
per davvero".
Gourry
annuì. La guardò
vestirsi, rapito da quel corpo minuto, da quei lunghi capelli rossi
in cui si era perso quella notte in momenti tanto dolci e intensi da
lasciarlo senza fiato anche al solo ricordarli. "Ti amo. Amo
ogni cosa di te... Ogni tuo gesto, ogni tuo sorriso, ogni tua parola.
Non so come ho fatto questi anni, senza di te".
Lina
sorrise. "Oh non
chiedertelo! Eri piuttosto disastroso. E comunque, ti amo anch'io! Ma
ti ricordo che sono molto meno romantica e poetica di te, quindi non
aspettarti frasi appassionate e sdolcimate da me! Ieri sera ho dato
fondo a tutto il mio romanticismo e a tutta la mia pazienza, fattelo
bastare per un bel pò". Si legò i capelli in una
coda di
cavallo e poi gli strizzò l'occhio. "Sbrigati e alzati da
lì.
Io comincio ad andare dagli altri per dirgli che ti ho recuperato. Ti
aspetto fuori".
Gourry
rise, sprofondando
nella paglia. "Si, adesso arrivo".
Lina lo
guardò storto.
"Gourry, che fai? Devi alzarti, non devi rimetterti a dormire!".
Lo
spadaccino rise. "Si
si, lo so... Cinque minuti ancora e sono da te".
La ragazza
alzò gli occhi al
cielo. Ma in fondo era talmente di buon'umore che non le andava
proprio di sbraitare contro di lui. Gourry era suo, meravigliosamente
suo. La nebbia che aveva avvolto per anni le loro vite e le loro
anime si era dissolta e ora le appariva tutto leggero e semplice. Si
sentiva in corpo talmente tanta energia da poter ribaltare il mondo.
Uscì fuori dalla capanna e il caldo sole del mattino le
baciò il
viso. Si rese conto solo in quel momento dell'infinita bellezza di
quel viaggio, di quel mare, di quel cielo azzurro e limpido, della
rigogliosità della natura, di quanto stava imparando giorno
dopo
giorno. In fondo era sempre stato quello il bello del viaggiare. La
parte più interessante e più appassionante non
era il raggiungere
la meta ma la strada che si percorreva per arrivarci. Lo scoprire
cose nuove, imparare a muoversi in ambienti che fino a pochi istanti
prima ci apparivano estranei, respirare l'aria, i sapori e gli odori
di posti che non sono la tua casa ma che ti accolgono in se senza
chiedere nulla in cambio. Aveva sofferto troppo per accorgersene,
durante quella prima parte del suo viaggio, si era chiusa in se
stessa e non aveva permesso al bello che la circondava di toccarla,
contagiarla e farla sorridere. E ora tutto le appariva sotto una luce
nuova, calda e piacevole. Era come se quel lungo viaggio fosse
cominciato solo ora.
Si
guardò attorno e notò che
lo spiazzo davanti alle capanne era deserto. "Ma dove saranno
andati?". Fece alcuni passi pensierosa, cercando di capire che
fine avessero fatto i suoi amici. Era uscita dalla casa di Leesel
come una forsennata e non aveva dato spiegazioni a nessuno su quello
che avrebbe fatto, su dove sarebbe andata. E aveva dato per scontato
che i suoi amici, come già deciso in precedenza, avrebbero
passato
lì la nottata. Ma non c'era nessuno. Si avvicinò
alla capanna dei
suoi compagni di viaggio e fece per salire gli scalini per dare
un'occhiata, quando una voce proveniente dal bosco la fermò.
"Inverse,
era ora!".
Lina
sospirò. Beh, a quanto
pareva uno dei tre dispersi l'aveva ritrovato! Si voltò,
notando
Daryl seduso sotto una grossa palma, intento a pulire una noce di
cocco. "Hei, dove sono finiti gli altri?" - chiese,
avvicinandosi a lui.
Daryl si
stiracchiò. "Sono
andati alla spiaggia a riempire la nave di provviste. E tu, hai
qualcosa da dirci?".
Lina
sorrise. Il tono di voce
di Daryl era sibillino... "Che cosa vuoi sapere?".
"Ti sei
recuperata
Gourry?".
"Ovviamente.
Io mi prendo
sempre quel che voglio!".
"Eheh...".
Daryl
sospirò, appoggiandosi con la schiena al tronco dell'albero.
"Immagino che tu quindi sia riuscita a fargli cambiare idea
circa il suo proposito di andarsene".
"Già".
Daryl la
studiò in viso. "Che
espressione serena e soddisfatta che hai, oggi... Conosco le donne e
so che sono così, al mattino, quando passano notti piacevoli
e
calde... Le mie donne, dopo una notte di sesso con me, hanno la
stessa faccia che hai tu in questo momento".
Lina scosse
la testa. "Daryl,
ne dubito...".
L'uomo non
si fece provocare.
"Gourry ha fatto il suo dovere questa notte, è?".
"Non sono
affari tuoi".
Fu in quel
momento che Gourry
li raggiunse. "Buongiorno!" - borbottò, ancora assonnato.
Daryl lo
osservò di
sottecchi. Poi sospirò. "Felice e rilassato pure tu,
è! Il
fatto che voi due in questo momento abbiate una vita sessuale
più
soddisfacente e piena della mia, mi rende piuttosto depresso".
Gourry e
Lina si guardarono in
viso. In quel momento stavano talmente bene che le parole di Daryl
non riuscivano né ad imbarazzarli né a farli
mettere sulla
difensiva. Si amavano, che importanza aveva che il mondo lo sapesse?
Lina si
avvicinò all'uomo,
dandogli una pacca sulla spalla. "Sta tranquillo! Finito questo
viaggio, ti aspettano tutti i bordelli della penisola e di Tortuga".
Daryl si
imbronciò. "Io
non voglio la donna di un bordello".
Gourry
spalancò gli occhi.
"Davvero?".
Anche Lina
si accigliò. "Sul
serio? Però... aspetta... ASPETTA! Oh Daryl, non dirmi che
ti stai
ancora illudendo con Alix?".
Daryl la
guardò male, molto
male. Ma non rispose.
Lina diede
una rapida occhiata
a Gourry, poi tornò a guardare lui. Conosceva Daryl da anni
e sì,
poteva dire di percepirne i pensieri e i sentimenti che gli
attraversavano la mente in quel momento. Erano stati uniti loro due e
per poco tempo e forse nel mondo sbagliato, Daryl era stato la sua
ancora di salvezza, il suo appoggio. A modo suo gli era stato vicino,
l'aveva sorretta in un momento confuso e difficile e, anche se non
aveva mai voluto ammetterlo a se stessa, sapeva di voler bene a
quel'idiota sciupafemmine, di considerarlo un buon amico. "Ti
piace davvero? Voglio dire, ti piace nel senso che ne sei innamorato?
Talmente innamorato da non vedere che lei? Talmente innamorato da non
considerare minimamente di andare a consolarti con qualcun'altra?".
"Oooh,
Lina! E basta!"
- sbottò lui.
"Rispondi!".
L'uomo
sospirò. "Beh sì,
qualcosa del genere. E mi viene rabbia perché per una volta
che io
sono serio, la fanciulla di turno non mi degna di uno sguardo. Come
diavolo avete fatto voi due? Voglio dire, niente di personale ma...
siete dei pivelli, degli autentici disastri sul fronte amoroso.
Eppure ci siete riusciti! Dopo anni, certo... Ma siete quì
ora,
insieme! Qual'è il segreto?".
Gourry si
grattò la nuca,
pensieroso. "Beh, nessun segreto. Ecco...".
Lina si
inginocchiò davanti a
Daryl. La sua espressione era seria ora. In un certo senso voleva
aiutarlo e sperava vivamente che lui per una volta l'ascoltasse.
"Ascolta, Gourry ha ragione. Non c'è nessun segreto e ti
assicuro che a noi due non ha regalato niente nessuno. Abbiamo
sofferto, pianto, abbiamo saputo allontanarci e poi ritrovarci,
tornare a fidarci l'uno dell'altro e sostenerci sempre, senza
chiederci nulla in cambio. Abbiamo saputo guardarci negli occhi,
riconoscere le nostre debolezze e i nostri errori e siamo riusciti a
trovare la forza di ricominciare da zero. Non ci sono trucchi, non
c'è magia Daryl. Ma impegno, serietà e pazienza.
Non ci sono frasi
ad effetto, pozioni d'amore o sciocchezze simili. Se davvero vuoi
saperlo, gli uomini che ho amato, più che a parole, mi hanno
conquistata coi gesti, con la loro vicinanza a volte anche silenziosa
e con un affetto e un amore disinteressato. Se ne sei innamorato, se
tieni davvero a lei, dimostraglielo".
"Come?".
Lina
sorrise. "Questo non
posso dirtelo io, devi scoprirlo da solo. Ognuno è una
storia a se.
Forse lei non ti guarderà mai e non si accorgerà
mai di te perché
non gli interessi. Ma almeno potrai dire di averci tentato
seriamente".
Daryl
annuì. "Beh, da
quando sei diventata tanto saggia?".
Lina si
tirò su,
stiracchiandosi. "Esperienze di vita, tutto quì".
Anche Daryl
si alzò in piedi.
Guardò Gourry, ridacchiando. "Che le hai fatto stanotte?
Prima
o poi me lo dovrai raccontare...".
Lina gli
tirò un calcio sulla
tibia. "Hei!".
E Daryl
rispose facendole la
linguaccia. "Il caratterino però vedo che non si smussa,
è!?".
Alzò la mano, accarezzandole brevemente i capelli. "Ma ti
ringrazio di cuore. Stamattina sei stata una buona amica, nonostante
mi renda conto di essere davvero conciato male se chiedo consigli a
VOI!". Guardò verso il sentiero che portava alla spiaggia,
apparentemente più tranquillo. "Ragazzi, vado a farmi due
passi! Credo che raggiungerò Alix e Jack alla spiaggia.
Magari hanno
bisogno di una mano! Fate colazione e raggiungeteci, vi aspettiamo
alla nave!".
Gourry
seguì con lo sguardo
il cacciatore di tesori che si avviava per il sentiero. "Accidenti,
Daryl è messo davvero male! Chi l'avrebbe detto?".
Lina
alzò le spalle. "Sì,
sono stupita pure io".
"Però
stavolta l'hai
aiutato davvero. Non vi siete presi gioco l'una dell'altro, a
differenza del passato. Hai dato dei buoni consigli".
Lina ci
pensò su. Era vero,
le era venuto naturale. Se Daryl era serio, perché non
poteva
esserlo anche lei? "Mi sono svegliata contenta, stamattina. E
quando son contenta, sono anche magnanima e generosa" –
sussurrò con un sorriso, prendendo la mano dello spadaccino
nella
sua. "Dai, troviamoci della frutta da mangiare e poi
raggiungiamo gli altri. Credo sia piuttosto tardi".
"Aspetta".
Con
dolcezza, Gourry la spinse contro una palma, bloccandola.
Frugò
nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori il ciondolo di Lina. "Hai
dimenticato questo prima, quando ti sei alzata".
Lina
sussultò, guardando il
ciondolo. Era tutto quello che le restava di Yonas e ci era
affezionata in maniera viscerale. Stringere quel gioiello fra le
mani, per tanto tempo, era stata l'unica fonte di consolazione che
avesse avuto a disposizione. Ma... "Non l'ho dimenticato. L'ho
lasciato apposta nella capanna".
"Perché?
Tu ami questo
ciondolo".
Lina
sospirò, sfiorando la
pietra rossa con la mano. "E' vero. Ma ecco ora... ora non sono
solo io. Siamo e io e te! E questo ciondolo non... non è la
cosa
giusta, forse".
Gourry
scosse la testa. Poi
prese la mano di Lina, facendole scivolare il gioiello fra le dita.
"E' un gioiello, Lina. Ti sta bene, ci sei affezionata ed è
un
ricordo di una persona che per te è stata importante e che
lo sarà
ancora. Non mi fai alcun torto a portarlo e dovrai farlo
finché ne
sentirai il bisogno. Anche tutta la vita, se ti farà piacere
farlo.
Non sei pronta a separartene e forse non lo sarai mai. Ma non
importa! Io sono quì con te, posso averti e posso amarti
ogni giorno
di questa mia vita. E mi sento l'uomo più felice della
terra, quando
fino a poche ore fa mi sentivo finito. Come hai detto prima, noi due
siamo il risultato del nostro passato. E quel ciondolo ne fa parte,
una parte importante".
Lina si
sporse in avanti,
abbracciandolo. "Ma sei sicuro? Non dovremmo decidere insieme
quel che ci riguarda?".
Gourry
ridacchiò,
accarezzandole i capelli. "Oh Lina, decideremo insieme un sacco
di cose. Ma credo che per quanto riguarda i gioielli che indosserai,
quelli potrai sceglierteli da sola" – concluse, strizzandole
l'occhio.
"Già".
Lina
sorrise. Poi si alzò in punta di piedi per baciarlo sulle
labbra. Un
bacio lungo, dolce... Avrebbe voluto che non finisse mai...
Quando le
loro labbra si
separarono, rimasero per lunghi attimi a fissarsi negli occhi. Poi la
maga si legò il ciondolo al collo, serena. Era felice. Yonas
sarebbe
sempre stato al suo fianco. E Gourry anche! Senza più
invidia,
gelosia, dolore. Solo serenità, pura e semplice
serenità. E una
vita da costruire insieme. Il futuro, improvvisamente, era tornato ad
essere interessante.
Mangiarono
il cocco che aveva
preso Daryl, che aveva lasciato quasi integro. Poi si avviarono verso
la spiaggia.
"Mi
mancherà
quest'isola!" - commentò Gourry, fissando le alte palme che
costeggiavano il loro cammino.
Lina ci
pensò su. "Si e
no. Quì sono successe tante cose ma se restiamo... non
recupereremo
mai la nave di Jack. E io voglio portare a termine questa dannata
missione, riprendermi la Perla Nera e poi godermi il mio meritato
riposo con te".
"Beh, in
effetti... Ma
hai in mente un buon piano, Lina?".
La maga, a
quella domanda, si
fermò. "Sì, ma ho bisogno di chiederti una cosa.
Anzi, due".
"Cosa?".
Lina lo
studiò attentamente
per alcuni istanti. "Tu e la spada... Sei ancora in gamba come
una volta, quando mettevi al tappeto, da solo, anche venti persone
nemiche?".
Gourry
sorrise, battendo la
mano sull'elsa della sua spada. "Puoi scommetterci".
"Bene. E
allora vedi di
mantenerti in forma! E per cortesia, allena me. Sono fuori
esercizio".
Gourry
spalancò gli occhi.
"Vuoi che ti alleni con la spada? Ma Lina, non ne hai bisogno".
"Si che ne
ho! E' una
vita che non faccio un duello come si deve". Gli strizzò
l'occhio, prendendolo sotto braccio. "Mettiamola così,
Gourry!
Più sarai bravo e inflessibile, più io
sarò propensa a ricambiare
il favore, la notte...".
Lo
spadaccino scoppiò a
ridere. "Ahah, Lina! Se la metti così, sarò
spietato allora".
"Bravo".
"Però...
La spada? Che
hai in mente?".
Lina
sorrise, sorniona. "Lo
vedrai". Guardò davanti a se. Chiacchierando, non si era
resa
conto che erano già arrivati alla spiaggia. Eppure
all'andata quel
tragitto le era parso tanto lungo...
Si
lasciarono alle spalle la
foresta tropicale, affondando i piedi nella morbida sabbia bianca
della baia. Alcune delle navi che erano presenti il giorno prima se
n'erano andate e non rimanevano che tre imbarcazioni. La loro e altre
due piccole barche di pescatori. Intravidero Jack e Daryl che
portavano a bordo casse di frutta e Alix che, seduta nella sabbia,
impartiva ordini. Fecero per raggiungerli quando una vocina li
raggiunse, bloccandoli.
"Ce l'avete
fatta!".
Gourry e
Lina si voltarono
sorpresi. A pochi passi da loro, seduta su un masso, c'era Leesel.
Indossava un vestitino rosa pallido e i suoi capelli erano tenuti a
bada da un nastro bianco che le copriva il lato destro del viso con
un fiocco.
Lina era
sorpresa. Leesel alla
spiaggia? Credeva che passasse la maggior parte della sua vita
lassù,
in quella sua strana capanna che celava l'ingresso al mondo degli
spiriti e degli esseri superiori. Per la maga, la piccola Leesel era
ancora un gran mistero. Aveva la conoscenza, sembrava capire e sapere
tutto su tutti, senza però averli mai incontrati prima.
Aveva poteri
forti, era una creatura che era meglio non farsi nemica, Lina lo
percepiva senza alcun dubbio. Una ragazzina fragile e delicata
all'apparenza, ma che nascondeva dentro di se una natura totalmente
opposta. "Che sorpresa" – commentò, freddamente.
Leesel si
stiracchiò. "L'aria
del mattino è favolosa, non trovate?".
"Sì,
favolosa...".
Lina rimase per alcuni istanti in silenzio, studiando la sua
interlocutrice. "Oggi non hai nulla da fare?".
Leesel
guardò lei e poi
Gourry, con un sorrisetto sornione sul viso. "No, oggi no! In
fondo ho lavorato già tanto ieri".
Lo
spadaccino annuì. "E'
vero! Sei stata gentile con noi, ci hai fatto del bene. Non puoi
immaginare quanto".
Lessel
scosse la testa. "No,
io non vi ho fatto niente. Quel che succede, succede perché
deve
accadere. Io non muovo le vostre azioni, siete voi ad essere padroni
di voi stessi. Siete insieme, quando avrei potuto scommettermi tutto
che non ce l'avreste fatta. Tu spadaccino eri il prescelto. Ma in
fondo anche lei non è male e ha saputo scegliere il giusto,
anche se
non è riuscita a trovare la chiave. Come vedi, io non
c'entro. Voi
avete fatto tutto da soli".
Lina
annuì. Era perplessa! E
di fatto non si fidava del tutto delle parole e delle affermazioni di
Leesel. Era apparentemente gentile ma era anche indubbiamente furba.
Non era poi così certa che non ci avesse messo lo zampino,
aiutando
lei e Gourry quando più ne avevano bisogno. Certo, avrebbe
dovuto
ringraziarla se davvero le cose stavano così. Ma una cosa la
frenava! Leesel non voleva dirle i suoi segreti e questo la mandava
fuori dai gangheri. Era terribilmente curiosa e non aveva i mezzi per
soddisfare le mille domande che le frullavano nella mente. "Io
un giorno scoprirò chi sei, biondina" –
borbottò,
guardandola in viso.
Leesel non
si scompose. "Se
ci riuscirai...".
"Oh, ci
riuscirò, sta
tranquilla".
"E allora,
buona fortuna"
– commentò Leesel, alzandosi dal masso su cui era
seduta. "E'
tempo che io torni a casa mia. Buon viaggio a tutti voi, è
stato
interessante conoscervi. Molto interessante...".
La
guardarono allontanarsi. I
suoi piedi lasciarono piccole impronte sulla sabbia, delicate e
regolari.
"E' una
persona davvero
straordinaria. Sento una sensazione di potere molto forte quando sono
vicino a Leesel" – mormorò Gourry.
Lina si
accigliò. Mh, non
andava per niente bene. Un'altra volta, ricordava, Gourry si era
accorto di qualcosa di particolare in una persona, tanti anni prima
era stato proprio lo spadaccino ad accorgersi della vera natura di
Xellos. "Non è un demone, vero?" - chiese, con una punta
di preoccupazione.
Gourry
scosse la testa. "No,
niente affatto. O almeno, non mi sembra".
"Meglio
così". Lina
decise che per il momento era inutile stare a pensarci troppo. Si
avviarono verso la loro nave. Jack e gli altri avevano fatto
già il
grosso del lavoro e di fatto non rimaneva che partire.
Il pirata,
appena li vide,
saltò giù dall'imbarcazione, atterrando loro
davanti. "Gourry,
che piacere trovarti di nuovo fra noi. Lina, sappi che ti prenderei a
calci per aver buttato via così l'opportunità che
ci ha offerto
Leesel".
Lina
sorrise. Un sorriso
furbo, di chi sa cosa vuole e come ottenerlo. "In fondo, ciò
che ci ha offerto Leesel non era poi così importante per
recuperare
la Perla Nera. Metti in mare questa nave Jack, presto avrai quel che
desideri" – sussurrò, scrocchiandosi le dita. "E'
giunta
decisamente l'ora di riprenderci la Perla Nera e dare a Morgan tanti
calci nel sedere".
"Parli
seriamente?".
"Assolutamente".
Daryl si
avvicinò. "Jack,
dammi retta! Quando ha quell'espressione in viso, c'è da
aver paura!
Ma al contempo c'è da stare tranquilli. Farà un
macello ma la Perla
Nera, lei se la riprende. Lina Inverse finalmente è tornata,
è!".
"Puoi
giurarci!".
Con la levitazione, salì sul vascello, mettendosi in piedi
sul
parapetto. Afferrò con la mano una delle reti, osservando
l'isola di
Turkos. Era giunta in quel posto confusa e piena di interrogativi. Ne
ripartiva rinata, con una forza in se che credeva di aver perso per
sempre. E con le idee chiare su cosa fare. Si tornava a combattere, a
vivere e ad amare.
"Finalmente
ho la
certezza di averci visto giusto, con te!".
Lina si
voltò verso Jack che,
silenziosamente, era salito sulla nave e l'aveva raggiunta. "Come?".
Il pirata
sorrise. "Piratessa!
Ora hai lo sguardo che volevo, sul viso! Ora sei una di noi".
"Piratessa,
è? Non male,
come idea...". Lina sorrise. Maga, sterminatrice di draghi,
cacciatrice di tesori. Essere anche piratessa era in un certo senso
inebriante. "Ci riprenderemo la Perla Nera, Jack. Portami da
Morgan e lo massacreremo. E ci riprenderemo anche il tuo equipaggio".
Jack
Sparrow annuì, mentre
gli altri salivano sulla nave, ai loro posti. "Con piacere,
Lina".
La nave
salpò, lasciando per
sempre Turkos e tutti i suoi misteri.
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Capitolo 24 *** Riconquistare un sogno ***
Lo
so, non aggiorno da tanti e tanti mesi e sarei da picchiare,
fustigare ecc... ecc... In realtà non è che non
abbia scritto, ma
ero (e sono tutt'ora) concentrata su una mia storia originale che mi
ha rubato tempo ed ispirazione per Slayers. Ma a questa storia ci
tenevo e sfruttando un barlume di ispirazione tornato per magia,
eccovi qua questo capitolo.
Spero
vi piaccia e soprattutto spero di non metterci molto ad aggiornare
ancora. Manca poco alla fine di questa storia e voglio impegnarmi con
voi per terminarla quanto prima e al meglio.
Come
sempre, grazie a chi leggerà (a chi ha avuto la pazienza di
aspettare tanto, soprattutto XD). Commenti e critiche, se vorrete
lasciarmene, saranno come sempre molto graditi.
Riconquistare
un sogno
"Gourry,
mi stai massacrando! Se andrai avanti a questo modo, stanotte ti
ritroverai a dormire nel corridoio" – borbottò
Lina,
massaggiandosi la spalla, dolorante e madida di sudore.
"Ma
Lina" – obiettò lo spadaccino – "Poco fa
hai
minacciato la stessa cosa perché usavo modi troppo delicati.
Come
devo allenarti?".
Lina
strinse la spada, nervosa, picchiettando il piede a terra. "Trova
il modo giusto per maneggiare quella spada quando ti batti con me,
no? Prima mi allenavi in un modo in cui non si allenano nemmeno le
novizie di un convento, ora mi stai riempiendo di lividi. Cavolo
Gourry, ma devo spiegarti tutto?! Trova una dannata via di mezzo!".
Gourry
si grattò la fronte, perplesso. "Via di mezzo? Come faccio a
trovare una via di mezzo in un allenamento con la spada, scusa?".
"Sei
un grande spadaccino, no? Un modo lo saprai pur trovare...".
Daryl
passò loro di fianco portando a braccia una pesante cassa di
legno,
sbuffando. "Siete più rumorosi di un branco di bufali.
Finitela
con questa storia dell'allenamento con la spada, andatevene in camera
vostra a sfogare la frustrazione con del sano sesso e SMETTETELA DI
SPACCARMI I TIMPANI!!!".
Di
tutta risposta, Lina gli assestò un sonoro calcio nel
sedere. "Se
ci tieni tanto al silenzio, chiuditi tu nella tua cabina con Alix, a
fare tanto sesso". Il suo sguardo si fece maligno... "Ah
già, dimenticavo... Lei non vuole saperne di te...".
Guardandola
storto e borbottondo, Daryl le voltò le spalle. "Inverse, un
giorno forse lontano ma forse anche no, io te la farò pagare
per
questo e per tante altre cosette passate". Si voltò poi
verso
Gourry, prima di sparire nella stiva. "Ragazzo, mica le hai
messo un anello al dito ancora e quindi scappa, finché sei
in
tempo".
Gourry,
a dispetto di tutto, sorrise. "In fondo è simpatico, no?".
Lina
scosse la testa. "Sai una cosa?".
"Cosa?".
"Anche
se trovassi la famosa via di mezzo, tu stanotte dormirai comunque nel
corridoio!" - disse, gettando la spada a terra e dirigendosi
verso Jack al timone. Oh, quando era troppo era troppo! Non le
bastava dover sopportare Daryl, le ci mancava anche che Gourry lo
trovasse... simpatico. "Quasi quasi, quando lo incontriamo,
chiedo a Morgan di prendermi nella sua ciurma" –
borbottò,
sedendosi sul parapetto di fianco a Jack.
Il
pirata rise. "Oh, potresti farlo! Sei una piratessa ormai,
potresti stare con le peggiori canaglie che solcano i sette mari
senza problemi. Anzi, sarebbero loro a dover imparare da te".
"Ahah,
spiritoso". Lina osservò l'orizzonte, piatto e azzurro.
Tutto
era azzurro intorno a loro, il cielo e il mare, era la giornata
più
serena che avesse mai visto, pensò. Navigavano da giorni
senza
incrociare né isole né altre navi e cominciava ad
essere seriamente
preoccupata del fatto che Morgan stesse veleggiando fino agli estremi
confini del mondo. E dal fatto che prima o poi le provviste fatte a
Turkos sarebbero finite. "Moriremo di fame?".
"No,
lui è vicino" – le rispose Jack, stranamente
serio. "Le
provviste finiranno per noi come per lui. E loro sono molti
più di
noi sulla nave, più bocche da sfamare e quindi rifornimenti
più
frequenti da fare. Esiste solo una piccola isola dove attraccare,
quì
a sud, Jaquelina. Lì sta andando Morgan e li stiamo andando
anche
noi".
"Jaquelina?
Un'isola con un nome di donna?".
Jack
annuì. "Sì, si racconta che mille anni fa il
leggendario
pirata Samwell Smith fece naugragio con la sua nave su quell'isola,
dopo una violenta tempesta. Morì tutto il suo equipaggio e
si
salvarono solo lui e la sua donna che si chiamava...".
"Jaquelina"
– rispose Lina, alzando le spalle. Storia banale, insomma.
"Esatto.
La leggenda narra che passarono su quest'isola vent'anni, soli.
Nessuno si spinse fin quì e rimasero isolati dal mondo a
lungo, solo
loro due. Samwell era innamorato di Jaquelina e chiamò
l'isola su
cui erano naufragati col suo nome. E quì, soli soletti,
misero al
mondo talmente tanti figli da costituire un nuovo equipaggio. E
così
tutta la famiglia si costruì una nuova nave con quanto
l'isola
offriva loro e ripresero a veleggiare e a mettere a ferro e fuoco i
sette mari, entrando nella leggenda".
Lina
guardò il pirata, scettica. "Che cavolata!".
"In
effetti..." - concordò Jack. "Comunque sia, non arriveremo
fin laggiù. La nostra imbarcazione è
più piccola della Perla Nera,
più leggera. E quindi più veloce. Li riprenderemo
prima
dell'attracco e a quel punto spero tu abbia davvero in mente l'idea
giusta per riprenderci la mia nave".
"Ce
l'ho".
"Ma
fai la misteriosa...".
Lina
sorrise, dondolando le gambe nel vuoto. "Non preoccuparti,
Morgan sarà tutto tuo. Al resto... ci penseremo io, Gourry e
Daryl.
Alix invece, visto che ormai è un tutt'uno col timone,
terrà a bada
questa nostra piccola barca che ci servirà ancora per un
pò".
Jack
si lisciò con le dita una delle sue mille treccine. "Tu,
Daryl
e Gourry? Solo voi tre contro tutto l'equipaggio di Morgan? Che poi
sarebbe il MIO equipaggio, che lui mi ha rubato... Come farete a
salvare capre e cavoli, senza sterminare i miei futuri uomini e senza
fare danni alla Perla Nera?".
"Lascia
fare a me" – rispose Lina, strizzandogli l'occhio.
"Ne
hai già discusso con loro?".
La
maga scosse la testa. "No. Ma a me e Gourry basta un'occhiata
per capirci e, anche se mi secca ammetterlo, anche con Daryl mi
intendo bene in battaglia".
"Mi
fido di te, piratessa".
Lina
annuì. "E fai bene".
...
Albeggiava
e probabilmente Jack era al timone già da un bel
pò, come suo
solito. Lina invece, come ogni mattina, doveva faticare non poco per
trovare il coraggio di alzarsi dal letto. "Hei, sei sveglio?"
- chiese a Gourry, che si stiracchiava al suo fianco.
"Sì".
Lina,
sonnecchiosamente, poggiò il viso contro il suo petto nudo.
Adorava
farlo, amava la morbidezza della sua pelle, il suo profumo. Quello
era il momento della giornata che preferiva, quello dove erano solo
lei e Gourry, dove il lavoro ancora non li divideva e le
responsabilità della missione che si erano imbarcati a
concludere
sembravano lontane. Certo, era sicura che avrebbero recuperato la
Perla Nera quanto prima e che dopo, coi soldi della ricompensa,
avrebbero potuto trovarsi un loro angolo di mondo dove ricominciare
in serenità, leccandosi le ferite del passato e pronti a
ricaricare
le pile per le sfide del futuro. "Quando tutto questo sarà
finito Gourry, dovremo trovarci un posticino dove farci una lunga e
riposante vacanza. Voglio recuperare la nave di Jack quanto prima e
poi sarò libera di...".
Gourry,
nella semi oscurità, sorrise. "Di sonnecchiare tutto il
giorno?".
"Anche
quello, se ci andrà di farlo. O qualsiasi altra cosa
possiamo
desiderare. Tu e io ce lo meritiamo. E ti ricordo che siamo
circondati da isole brilicanti di tesori nascosti, tutte da
esplorare. Però ti avverto... quando torniamo nel
continente, c'è
una cosa che devo fare e che ho lasciato in sospeso a casa di Yonas.
Mi accompagnerai?".
"Certo!
Ma di che si tratta?".
"Devo
tornare a Zephilia e portare alla Gilda dei maghi i libri che abbiamo
tradotto insieme io e Yonas. Ci abbiamo messo tempo ed impegno,
soprattutto lui, e non mi va di buttare all'aria tutto quel lavoro. E
poi... beh, la Gilda mi deve pure un bel pò di soldi per
quell'incarico. Ancora non mi ha pagata".
Gourry
guardò il soffitto, pensieroso. "Si ma credo dovrai dare
sfoggio delle tue migliori doti di contrattattazione, visto il
ritardo con cui gli riporti i manoscritti. Temo avranno molto da
ridire".
"Non
la spunteranno con me".
"Lo
so! Non saranno tanto folli da farti arrabbiare a tal punto da
rischiare di far saltare in aria tutta la Gilda".
Lina
scoppiò a ridere, dandogli un leggero pugno sulla spalla.
"Spiritoso!". Si mise a sedere, sospirando. "Poi c'è
un'altra cosa che devo... che voglio fare".
"Cosa?".
Lina
sospirò. "La casa di Yonas... Lui l'ha lasciata a me ma io
non
desidero viverci, ora. Prima era diverso, prima non riuscivo a
trovare altro posto dove rifugiarmi che quella casa. Era lì
che
volevo disperatamente tornare, fino a poche settimane fa. Ma tu ora,
per fortuna, mi hai mostrato un'altra strada che voglio percorrere e
che non ha pareti che possano impedirmi di ficcare il naso ovunque
voglia. E so che era quello che Yonas voleva per me". Strinse il
ciondolo che aveva al collo. "Voglio donare quella casa a Lotte,
la domestica che si prendeva cura di Yonas e che anche per me
è
stata come una madre. E' giusto che l'abbia lei e che se ne prenda
cura. Io non ne ho bisogno, troveremo insieme, tu e io, la nostra
casa".
Gourry
sorrise, accarezzandole i capelli. "Tutto quello che vuoi, Lina.
Io sarò con te ovunque tu vorrai andare".
"LA
PERLA NERA!!! SVEGLIAAAAAA!!!".
L'urlo
improvviso di Jack infranse quel silenzio tranquillo, facendo
sobbalzare entrambi. Gourry guardò Lina, accigliato. "La
Perla
nera?".
Lina
annuì. "Mi sa che ci siamo".
Come
in un tacito accordo, entrambi si alzarono dal letto, vestendosi alla
velocità della luce. Prima di uscire dalla stanza, Gourry la
bloccò,
prendendola per il braccio. "Lina, aspetta! Non mi hai ancora
detto qual'è il tuo piano".
Lina
sorrise, baciandolo sulle labbra. "Combattere insieme, come
sempre! Quando lo facciamo, va sempre bene. Coraggio spadaccino,
abbiamo una ciurma di pirati da sconfiggere".
"Oh
beh...". Gourry sfiorò l'elsa della spada, nel fodero.
"Capito!".
Lina
annuì. In questo loro non sarebbero mai cambiati, sarebbero
sempre
bastate poche parole e uno sguardo d'intesa per capirsi al volo. Non
c'era bisogno d'altro.
Si
guardarono negli occhi, annuirono. E corsero sul ponte, da Jack
Sparrow.
Trovarono
già pronti e ben svegli sia Alix che Daryl. Erano, con Jack,
a prua
della nave, intenti a guardare da un cannocchiale.
Jack
si voltò verso di loro, stranamente serio. "Li abbiamo
ripresi".
Lina
fissò l'orizzonte, scrutando fra i flutti. Era la giornata
perfetta,
serena e senza vento, una di quelle giornate in cui sai, ti senti che
andrà tutto bene. Prese Gourry per il bavero della maglia,
avvicinandolo a se. "Ora si volta, mio caro!" - sussurrò
minacciosa.
"Cosa?".
La
maga gli strizzò l'occhio. "Tu ed io andiamo in
avanscomperta
sulla Perla Nera, a fare la conoscenza dell'equipaggio che il caro
Morgan ha rubato a Jack. Non gli faremo troppo male, semplicemente...
gli insegneremo da quale parte stare".
Gourry
sbiancò. "Ma ci andremo... volando?".
Lina
annuì. "Vuoi andarci per caso a nuoto?".
"No"
– rispose sconsolato - "Come sempre hai ragione tu".
Davanti
all'espressione rassegnata di Gourry, Lina sorrise. Non sarebbe mai
cambiato e proprio per questo lo amava. Il tempo e le vicende della
vita non avrebbero mai sporcato la bella persona che era sempre
stata. Si voltò verso Jack, Daryl e Alix. "Voi tre,
ascoltatemi! Jack, tu porterai la nave il più vicino alla
Perla
Nera, tanto vicino da poterci arrivare mettendo un asse fra le due
imbarcazioni, per fare il trasbordo. Io e Gourry andremo in
avanscoperta e poi tu e Daryl vi unirete a noi nella lotta. Io,
Gourry e Daryl penseremo a rendere innocuo l'equipaggio, tu penserai
a Morgan. Quello è tutto tuo mio caro. Alix, tu governerai
questa
nave mentre noi siamo impegnati di la nella battaglia, ormai quel
timone è il tuo migliore amico, no?".
La
ragazza sorrise. "Puoi giurarci".
Jack
parve dubbioso, davanti alle parole della maga. "Ma siete
sicuri, tu e Gourry, di riuscire a tenere a bada tutto l'equipaggio?
Siete in due contro...".
Gourry
ridacchiò. "Venti, trenta o cento persone per me e Lina non
fanno differenza. Siamo abituati a questo tipo di scontri e come vedi
siamo ancora tutti interi. Dopo troll, draghi, demoni e maledizioni,
occuparci di quell'equipaggio è un gioco da ragazzi per noi".
"Esatto!".
Lina strinse la presa sulla maglia di Gourry, guardando il cielo. Era
ora di tornare a menar le mani in battaglia, dopo tanti anni di
immobilità. E si rendeva conto di non vedere l'ora! Con la
mano
libera strinse il ciondolo che portava al collo. 'Yonas, volevi
volare vero? Ecco, stammi vicino adesso, ti faccio vedere cosa vuol
dire volare in alto con Lina Inverse'. Recitò nella mente la
formula
della levitazione e in un attimo lei e un impaurito Gourry si
trovarono a decine di metri di altezza. Il vento le sferzava il viso,
era fresco e pungente e la faceva sentire viva. Era meraviglioso,
erano sensazioni di libertà, forza e potenza che non sentiva
da
tanto e che pensava fossero andate perse per sempre. Guardò
Gourry
che, convulsamente, si teneva alla sua vita. "Accidenti a te,
come fai a non amare il volo?".
"Beh,
io preferisco tenere i piedi a terra. Nemmeno la nave mi eccita
troppo, come avrai notato".
"Sì,
sei stato dolce a sopportare per me questa tortura per mesi, devo
ammetterlo. Coraggio Gourry, andiamo a intascare la nostra ricompensa
e dopo potremo pensare a un lungo e rilassante periodo di riposo".
Non aspettò la sua risposta e prese a volare veloce,
determinata a
riprendersi quella nave.
La
Perla Nera... Da lontano sembrava piccola ma avvicinandosi e
guardandola meglio, poteva intuirne la grandezza e la potenza. La
prima volta che si era trovata faccia a faccia con quella nave,
durante la tempesta che aveva rischiato di portarle via Gourry, non
aveva avuto modo di guardarla per bene. Ma ora... Era la nave di Jack
e poteva capire perché ci tenesse tanto. Ne aveva viste
tante di
navi in quei mesi di viaggio e nessuna era come la Perla Nera. Era
maestosa, grande, incuteva paura al solo guardarla e pareva una
regina del mare, con quelle sue vele bianche e svettanti nel cielo.
Jack da quando erano ripartiti da Turkos la chiamava piratessa e da
piratessa ora riusciva a capire il desiderio del pirata di riaverla.
Dall'alto osservò la vita al suo interno. Pirati
affaccendati
correvano qua e la, svolgendo i più svariati compiti. Al
timone, in
tutto il suo splendore, stava Morgan che guardava a sud, senza averli
ancora notati. I cannoni ai lati della nave erano lucenti e pronti ad
attaccare chiunque risultasse per loro una minaccia ma in quel
momento nessuno sembrava fare caso a loro. Tutti coloro che si
trovavano su quella nave erano convinti di essere soli, in quel
tratto di mare. "Che noia laggiù. Coraggio Gourry, andiamo a
movimentare un pò la loro giornata".
Gourry
annuì, con gli occhi chiusi, sbarrati dal terrore per quel
volo che
sembrava dargli l'impressione di essere infinito. "Sì,
ottima
idea. Affrontare un'orda di pirati non sarà peggio che stare
senza
appigli nel vuoto".
"Non
dobbiamo fare danni alla nave Gourry, quindi non dovrò usare
la
magia, se non necessario. Ma non ci saranno problemi, vero? Tu ed io
siamo bravi anche solo con la spada, giusto?".
"Sì
si, ma ora scendi per favore!".
La
maga ridacchiò. "Non vedi l'ora di combattere,
è?".
"Scendiii"
– richiese Gourry, in una supplica.
Non
se lo fece ripetere. Scese in picchiata verso la nave, atterrando in
mezzo ai pirati con un balzo sfacciato ed un'epressione fiera e
combattiva. "Salve!" - disse, in tono sprezzante, quando fu
in mezzo a loro.
Decine
di occhi si piantarono su di lei e sullo spadaccino, increduli.
"La
dea del mare è venuta fra noi!" - urlò uno.
"Me
la immaginavo più prosperosa però" –
commentò una seconda
voce.
"E
sì, ha le forme di una bambinetta" – disse un
terzo.
Di
fianco a lei, sentì Gourry borbottare. "Poveretti, non sanno
cosa stanno per scatenare...".
Già,
non lo sapevano proprio, quei pirati malconci e dal dubbio fascino e
bellezza. Perché poteva soprassedere al fatto che fossero
passati al
nemico abbandonando Jack e che li avessero quasi costretti ad un
naufragio qualche settimana prima. Ma mai, MAI avrebbe perdonato
qualcuno che faceva apprezzamenti sul suo seno. "Gourry,
tesoro...".
"Capito!".
Estrassero
la spada, insieme. "Mi spiace ragazzi, non sono la dea del mare.
Ma combatto bene quanto e più di lei, ve lo assicuro!" -
esclamò Lina, osservandoli in viso uno ad uno.
"Chi
siete?" - chiese un giovane pirata dai capelli neri e lucenti,
estraendo la sua spada.
Lina
sorrise, freddamente. "Amici di Jack Sparrow. Vi dice niente
questo nome?".
“Capitan
Jack?”.
Uno
dei pirati, anziano, basso e grassoccio, spalancò gli occhi.
Sulla
ciurma calò un silenzio tombale all’udire quel
nome. Evidentemente
tutti ricordavano bene il nome del vecchio capitano a cui avevano
girato le spalle per seguire Morgan. E anche se erano pirati,
probabilmente la loro coscienza rimordeva, nel sentirlo. Bene, lei e
Gourry ci avrebbero messo un niente a stendere quella marmaglia e a
rimettere in riga ogni cosa. Alla maga sembravano un ammasso di
derelitti, quei pirati. Ma Jack li rivoleva, forse perché li
conosceva uno ad uno, forse perché di fatto li considerava
una
specie di famiglia. Beh, non importava il motivo! Lui li rivoleva e
il suo lavoro era restituirglieli integri (più o meno),
insieme alla
Perla Nera. “Gourry, tesoro…”.
Lo
spadaccino annuì. “Agli ordini milady.
E’ ora di riprendere in
mano le vecchie, sane abitudini”.
Le
loro spade scintillarono nel bagliore del sole appena sorto. La
battaglia iniziava…
I
pirati fecero lo stesso ed iniziò un parapiglia degno delle
migliori
risse con le bande di briganti che una volta amavano attaccare.
Gourry,
con la maestrìa di spadaccino che da sempre lo
contraddistingueva,
combatteva senza sosta contro uno, due, anche cinque avversari
contemporaneamente. Ed aveva sempre la meglio.
Lina
decise che forse era meglio unire la magia alla sua bravura con la
spada. Per quanto bene la maneggiasse, non era all’altezza
del suo
compagno. Volò rasoterra, colpendo con l’elsa
della spada che
teneva nella mano, la testa dei pirati che stavano alla sua destra e
con un sonoro pugno la testa di quelli che erano alla sua sinistra.
Era veloce, tanto veloce che i suoi avversari non riuscivano a fare
nulla per prevenirla e se la trovavano addosso quasi senza
accorgersene.
Accanto
a lei, Gourry combatteva come un leone. Beh, non c’era nulla
da
dire, l’idilliaca tranquillità mattutina della
Perla Nera era
andata irrimediabilmente a farsi benedire al loro arrivo. Anche
questo sapeva di vecchi tempi, di vita, di battaglie che da troppo
tempo non combatteva. In fondo poco era cambiato, rispetto a tanti
anni prima. Quando lei e Gourry si muovevano insieme, il macello era
assicurato.
Combatterono
senza sosta, abbattendo i loro nemici come fossero burattini. Erano
solo in due ma c’era poco da fare quando davano sfoggio delle
loro
doti di combattenti. Beh, Jack avrebbe riavuto presto il suo
equipaggio. Un po’ ammaccato certo, pieno di bernoccoli,
altrettanto vero… Beh, qualche piccolo ‘dannetto
collaterale’
in fondo doveva
aspettarselo.
Lina
si chinò verso la sua ennesima vittima che si era rintanato
in un
angolino della nave, tremando come un bambino, davanti alla sua
furia. La maga lo prese per il bavero, in modo da guardarlo in viso.
“E allora, amico, se vinciamo noi, tu da che parte starai
alla fine
della battaglia?”.
“Jack…
padron Jack milady! Io non volevo tradirlo ma capite… sono
stato
costretto dagli eventi e…”.
Lina
lo lasciò cadere a terra, sbuffando. Erano un branco di
idioti senza
spina dorsale quei pirati! Ma in effetti anche Sparrow era un tipo
strambo e probabilmente fra smidollati era facile andare
d’accordo.
“Rintanati in un angolo, il tuo Jack ti vuole intero e
lì in mezzo
andresti in mille pezzi in un attimo, fifone come sei”.
Si
voltò, fece per riprendere la battaglia e dare una mano a
Gourry
quando si bloccò. Dal pontile, rosso d’ira, Morgan
guardava la
scena con un’espressione controllata ma furente.
“Chi siete?”.
“Amici
di Jack” – ripeté Lina, per la seconda
volta nella giornata.
Il
pirata scoppiò a ridere. “Sparrow? Oh beh, devo
ammettere che voi
due, da soli, siete più in gamba di lui. Ma affrontare
questa
marmaglia e averne la meglio non vuol dire niente. Sono io quello che
conta, io quello da battere se volete vincere la guerra. Vi ha
mandati lui?”.
“Sì,
in avanscomperta. E riguardo al tuo discorso, tranquillo, sarai
battuto” – asserì Lina, con tono sicuro.
Con la coda
dell’occhio, notò che la loro imbarcazione era in
avvicinamento e
che a momenti pure Jack e Daryl sarebbero stati della partita.
Nessuno dei pirati stava guardando il mare, in quel momento. Stupidi,
una manica di idioti. Non poteva non pensarlo, mentre il suo spirito
da neo-piratessa gridava quanto lei sarebbe stata un capitano
infinitamente migliore di Morgan, Jack e compagnia bella…
Morgan
scoppiò a ridere. “Dovrei battermi con te,
donna?”.
“No,
con me!”.
La
voce di Jack Sparrow fece voltare tutti quanti. Il pirata era
arrivato e dopo tanto tempo stava in piedi sul parapetto della sua
nave, del suo sogno. Saltò giù, sul pontile,
mentre centinaia di
occhi si piantavano su di lui. Occhi smarriti, sorpresi e forse un
po’ spaventati. Lina sorrise. La loro piccola barca si era
finalmente affiancata alla Perla Nera e ora arrivava il bello.
“Coraggio Jack, è tutto tuo!”
– urlò, mentre Gourry si
metteva al suo fianco.
Il
pirata annuì, sguainando la sua spada. Passeggiò
con passo
molleggiato sul pontile per alcuni momenti, come assaporando il
sapore di essere ancora sulla Perla Nera. “Meraviglioso, un
sogno”.
Poi si bloccò, guardando Morgan in viso. “Mi
riprendo quel che è
mio è che mi hai rubato. Sai che rubare è una
cosa brutta, che non
si fa, Morgan?” – disse, con la sua faccia da
schiaffi.
Morgan
sputò a terra. I suoi gesti erano nervosi, anche se cercava
di non
far trapelare la sua irritazione. “Tu che mi parli di
concetti di
lealtà? Jack, ti ricordo che hai rubato a metà
della popolazione di
questi mari”.
“Ma
le navi non si toccano, anche i pirati hanno un loro codice
d’onore”
– rispose il pirata, avvicinandosi guardingo al suo
avversario.
Daryl
giunse alle spalle di Lina e Gourry, come d’accordo.
“Questa me
la voglio proprio godere” – disse osservando la
scena, mano
sull’elsa della spada.
Cominciò
il duello fra loro, un duello furioso, senza esclusione di colpi. E
finì quello di Lina, Gourry e Daryl contro i pirati. Ognuno
smise di
combattere perché era vero, non era la loro lotta quella che
contava
ma quella fra Jack e Morgan. Soprattutto l’equipaggio
l’aveva
capito! Da quella lotta dipendeva il futuro di tutti loro. Chi
sarebbero stati, chi avrebbero servito, quali persone sarebbero
diventati… Lina li guardò e vide nei loro occhi
una luce che poco
prima non c’era. Volevano Jack, ognuno di loro, glielo
leggeva
nello sguardo. Perché Jack per quanto strambo, non proprio
ligio
alle regole, mai serio, era un capitano indubbiamente migliore di
Morgan. Aveva una sua morale... Strana certo, ma ce l'aveva! E per
quanto all'inizio i suoi modi di fare spiazzassero chiunque venisse a
contatto con lui, col tempo Lina aveva imparato ad apprezzarne
l'amore vero per il mare, per la navigazione, per la vita da pirata.
Non era una vita ligia alle regole ma lo capiva. Era una maga dopo
tutto e anche lei era sempre sulla linea di confine fra il giusto
e... il meno giusto. Era il gusto di osare, di spingersi sempre
oltre, di scoprire cose nuove, sia che fossse un'avventura in mare,
sia che fosse un nuovo incantesimo da imparare, a spingere entrambi
sempre un pò più in la. In fondo, lei e Jack non
erano tanto
diversi. E ora capiva perché avesse chiesto a lei di
aiutarlo, tanti
mesi prima.
Le
spade tintinnarono ed era come se in quel mare sconfinato fosse
l’unico rumore udibile.
Morgan
era abile, veloce. Ma anche Jack, seppur con quella sua corsa goffa
ed inguardabile.
“Ma
perché corre così?” –
sussurrò, alzando gli occhi al cielo.
Daryl
ridacchiò. “E’ il suo marchio di
fabbrica. Nessuno si muove come
lui, ma osserva bene. Proprio i suoi movimenti, così
particolari,
finiscono con il confondere l’avversario”.
“Ohhh”.
Lina si accigliò. Era vero, dannazione! Jack si muoveva
diversamente
da… beh, da tutto il resto del mondo maschile e proprio per
questo
era difficile prevedere le sue mosse. Morgan, più anziano e
lento di
lui, faticava a tenergli testa e a stargli dietro.
E
alla fine Morgan fece l’unica cosa che gli venne logicamente
in
mente. Barò. Con un uno sgambetto fece cadere Jack a terra e
i due
rotolarono sul pontile, in una zuffa piena di pugni e calci. Morgan
morse il polso di Jack e lui lasciò la presa sulla spada, in
un
grido di dolore.
“Hei,
è sleale!” – urlò Gourry, al
suo fianco.
Morgan
scoppiò a ridere mentre impugnava la spada e la avvicinava
pericolosamente al collo del suo avversario. “E allora? I
pirati
sono sleali, non lo sai spadaccino?”.
Il
pirata che poco prima Lina aveva messo all’angolo, in un
gesto che
stupì la maga, corse davanti a tutti loro e con un calcio
rilanciò
la spada di Jack accanto alla mano del suo legittimo proprietario.
“Vero, i pirati sono sleali. E quindi questa mossa fa parte
del
duello. Coraggio capitan Jack, torna da noi!” –
urlò.
Lina
sorrise. Beh, forse codardi ed imbranati lo erano per davvero
ma…
erano in fondo migliori di quello che sembrava a prima vista, nel
loro piccolo.
Jack
annuì. “Grazie FacciaVerde! Ti farò
nostromo, appena avrò finito
con questo duello!”. Con un balzo riprese in mano la spada e
con
una spinta si liberò di Morgan. Ripresero a duellare e fu di
nuovo
battaglia, senza esclusione di colpi.
Jack
attaccò, questa volta con più furia, col vigore
della sua ancora
giovane età. E senza avere più il vantaggio di
averlo disarmato,
Morgan fu costretto ad arretrare fino al paratepetto della nave. Era
in trappola.
“Capitan
Jack, capitan Jack, capitan Jack!!!”.
L’urlo
di incitamento dei pirati rimbombò per la nave.
E
Jack Sparrow, sospinto da esso, con un gesto veloce colpì la
mano
con cui Morgan reggeva la spada, facendo volare in mare
l’arma.
Lina
trattenne il fiato. Era finita!
Calò
nuovamente il silenzio, un silenzio pesante. E ora che sarebbe
successo?
Jack
si avvicinò, viso a viso col suo avversario che ora sembrava
guardarlo meno baldanzoso di poco prima. "Come vorresti
morire?".
Morgan
gli sputò in viso. "Dopo di te".
Jack
lo tirò su, prendendolo per il bavero e facendolo
stramazzare a
terra, in mezzo agli altri pirati. "Sai che in fondo potrei
esaudire il tuo desiderio?".
"Ma
Jack!" - sbottò Lina.
Il
pirata scosse la testa, guardando uno a uno i suoi uomini.
"Guardatelo" – disse, indicando Morgan. "Io rivolevo
la mia nave e a conti fatti, l'ho ripresa. Morgan è finito,
ora! Voi
che fate? Vi cercate un nuovo ingaggio da qualcun altro o rimanete
quì con me, sulla Perla Nera?".
"Con
te, capitan Sparrow!" - urlò un pirata, seguito poi da un
coro
unanime.
Il
pirata sorrise, soddisfatto, inscenando uno strano balletto attorno
al suo avversario sconfitto. "Sentito Morgan! Sono miei, miei e
ancora miei. E che me ne farei della tua morte, ora? Io volevo la mia
nave e i miei uomini, il resto... non mi importa". Si mise a
canticchiare una strana canzoncina da pirata che Lina trovò
quanto
meno odiosa.
"Un
pirata se ne andava per mare,
se
ne andava in cerca della sua nave da recuperare...
Nessuno
lo avrebbe mai sconfitto
e
alla fine il suo avversario sarebbe rimasto come un derelitto...".
"Jack!!!
Smettila di fare il cretino e di ballare e cantare a... a quel modo".
Ok, aveva vinto il duello ma la sua manifestazione di giubilo era
inguardabile.
Daryl
rise. "Fallo gioire dai! Eran mesi che aspettava questo
momento!".
Lina
guardò il suo ex compagno di sottecchi. "Tu sta zitto! Ti
ricordo che non hai fatto niente, oggi! La fatica è stata
solo mia e
di Gourry".
"Ma
io ho seguito filo per segno il tuo piano".
"Ma
a conti fatti, non hai fatto niente!".
Daryl
sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Sai una cosa? Non ti
sopporto più, Inverse".
"Sai
una cosa? Io non ti ho mai sopportato, Daryl".
"Ehm...
ragazzi". Gourry li richiamò alla realtà. "E ora
che ne
sarà di Morgan?".
Udendolo,
Jack si voltò trionfante verso di loro, ridacchiando.
"Ideona!
Un simpatico soggiorno all'isola deserta di Jaquelina non gli
farà
male. Che ne dici amico? Dicono sia un'isola molto feconda, per le
coppie".
"Ma
io non ho una moglie!" - ringhiò Morgan, sempre
più
rannicchiato su se stesso.
Jack
alzò le spalle con noncuranza. "Mica posso pensare a tutto
io!". Poi si voltò verso i pirati, alzando il braccio destro
in
segno di vittoria. "Ciurma, andiamo a Jaquelina allora?".
"SIIII".
Lina,
Gourry e Daryl sorrisero. Il viaggio era quasi finito, Jacquelina
sarebbe stato l'estremo lembo di terra a sud che avrebbero toccato.
Poi sarebbe iniziato il loro viaggio di ritorno.
La
voce di Alix, dalla loro vecchia imbarcazione, li raggiunse. "Avete
vinto allora?".
"Certo!"
- le rispose Jack. "Coraggio, vieni a bordo".
"Mi
farai tenere il timone della Perla Nera?".
"Neanche
morto".
Daryl
guardò Lina, con gli occhi scintillanti. "Se convinco Jack a
lasciarle per un pò il timone... dici che...?".
Lina
rise, appoggiandosi con la testa alla spalla di Gourry. "Chi lo
sa. Se proprio sei disperato però, a Jaquelina ci potremmo
lasciare
te e lei, per un pò".
Il
cercatore di tesori fece per rispondere ma poi scoppiò a
ridere,
forse considerando l'idea non così malvagia.
Il
viaggio era alle battute finali e riprendeva tutti insieme.
Sulla
Perla Nera.
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Capitolo 25 *** Dove c'è Lina, c'è un tesoro ***
Eccovi
l'aggiornamento, col penultimo capitolo della storia.
Spero
vi piaccia. Come sempre, grazie a chi segue con affetto questa
fanfiction :)
Dove
c'è Lina, c'è un tesoro
I viaggi di
ritorno hanno
sempre in se un misto di nostalgia e serenità. Era stato un
grande
viaggio quello e anche se questa volta non aveva affrontato
né
demoni né draghi né troll, per Lina era stato il
più intenso che
avesse vissuto. Ricordava il suo primo incontro con Jack, il suo
stato d'animo d'allora, perso e rassegnato all'oblìo.
Ricordava
l'indolenza che l'aveva accompagnata per gran parte del tragitto, il
suo sentirsi sballottata senza appigli, come se si fosse trovata fra
le onde, senza una zattera a cui aggrapparsi. Ricordava ogni istante
vissuto con Gourry, fin da quando si erano rivisti per caso nelle
prigioni del porto di Seyruun, di come lui si fosse preso cura di lei
senza chiedergli nulla e di come l'avesse presa per mano e
accompagnata in quel cammino doloroso che aveva dovuto percorrere per
lasciarsi il passato alle spalle e rivedere la luce. Ricordava
l'incontro coi genitori di Yonas e con la sua piccola Aubree e di
quanto avesse sofferto nel doverla lasciare di nuovo, lei,
così
piccola e unica testimone di quanto l'aveva legata all'uomo che aveva
amato. Ricordava tutto, da Elizabeth alla pergamena che le aveva
donato e che l'aveva condotta all'isola di Turkos, la misteriosa
Leesel e la riscoperta di un sentimento che provava da sempre, ma
seppellito da anni di lontananza e incomprensioni. Amava Gourry, solo
lui riusciva a farla sentire completa e viva, solo con lui poteva
condividere appieno il tipo di vita più consono a lei, solo
lui
poteva farla tornare a vivere. Era la sua spalla, la sua forza e
niente, nemmeno le mille tempeste che avevano affrontato, aveva
cambiato tutto questo. Avevano avuto bisogno di tempo, di stare
lontani, di percorrere strade diverse ma alla fine si erano
ritrovati, per caso o per destino. Non importava, si erano ritrovati
in un mondo immenso che avrebbe potuto allontanarli per sempre. Ci
erano riusciti, come sempre, accettando il loro passato, non
rinnegandolo ma facendone tesoro per il loro futuro. Lo amava, come
aveva amato Yonas e allo stesso tempo in maniera diversa. Esistono
tanti tipi di amore e nessuno è mai uguale all'altro, dopo
tutto...
E nel suo cuore ci sarebbe sempre stato posto per entrambi.
Sospirando,
con un salto si
sedette sulla balaustra della Perla Nera ad osservare il via vai di
pirati che andavano avanti e indietro, sotto gli ordini di Jack
Sparrow. Era un pirata maestoso, strambo ma che ti lasciava a bocca
aperta nel vederlo comandare finalmente la sua nave. Era fiero e
sapeva anche incutere terrore e rispetto, davanti al suo timone. La
Perla Nera era enorme, caotica, diversissima dalla piccola
imbarcazione che avevano usato nei mesi in cui l'avevano inseguita.
Su quella nave ti sentivi invincibile e il pirata sapeva manovrarla
in maniera impeccabile. Capiva come si sentiva Jack, doveva essere
qualcosa di molto simile a quello che provava lei quando lanciava un
incantesimo molto potente. Non erano molto diversi, loro due...
"Sai, Jack
mi regala la
nostra vecchia imbarcazione! Posso continuare a girare i sette mari".
Lina si
voltò, sorridendo ad
Alix, venuta a sedersi accanto a lei. "Beh, ormai quella
imbarcazione non ha segreti per te. Potrai essere indipendente ed
evitare di tornare ad annoiarti a Tortuga o di rimanere legata a
Jack, se avessi idee di viaggio diverse dalle sue". Jack, dopo
aver abbandonato solo soletto e in lacrime Morgan sull'isola di
Jaquelina, aveva legato la loro vecchia imbarcazione alla Perla Nera
e l'aveva trainata insieme a tutti loro nel viaggio di ritorno. E
trovava una buona idea che il pirata volesse donarla ad Alix. "Avrai
bisogno di un aiuto però, non puoi governare da sola una
nave.
Qualcuno che ti aiuti a tenerla pulita te lo devi cercare...".
Ah, si odiava, si malediceva. Perché il suo istinto la stava
guidando a dare un aiuto a quell'idiota di Daryl?
Quasi
leggendole nel pensiero,
Alix ridacchiò. "So a CHI ti riferisci! Oh, lui vuole venire
ovviamente, si è proposto per ogni lavoro che io
riterrò necessario
ma... oh Lon, averlo attorno tutto il giorno? Non ce la posso
fare...".
"Ti
ubbidirà come un
cagnolino" – rispose Lina, tranquilla. Ne era certa, Daryl
stavolta non avrebbe sgarrato. Era innamorato sul serio di Alix e
forse per la prima volta in vita sua si sarebbe comportato bene. E se
non lo avesse fatto... beh, affari suoi! Solo lui poteva giocarsi al
meglio le sue carte con la ragazza di cui era innamorato e nessun
aiuto esterno poteva aiutarlo in questo. "Ma lui non ti piace
per niente, Alix?".
"Non lo so,
non l'ho
ancora deciso! Vedrò...".
Lina
sorrise. "Quindi hai
deciso di prenderlo con te?".
"Beh, dopo
tutto mi serve
uno sguattero e lui è giovane, forte e si è
proposto gratis".
La maga la
guardò di
sottecchi. "Sei perfida, lo sai? Quasi quanto me...".
Alix
annuì. "E me ne
vanto! E tu e Gourry invece? Vi farete scortare fino al continente e
poi riprenderete a viaggiare insieme?".
A quella
domanda, Lina fece un
sorrisetto furbo. "Non proprio! Prima faremo una piccola tappa,
ne ho già parlato con Jack".
"Una tappa?
E dove?".
D'istinto,
Lina strinse il
ciondolo che portava al collo. C'erano tante cose che si erano detti
lei e Yonas a Turkos, cose private, personali, cose che avrebbe
portato con se per sempre come un tesoro. Ma c'erano anche altri
tesori che voleva portar con se, di ritorno da quel viaggio, e Yonas
gli aveva fornito una traccia su cui si era arrovellata ogni notte,
da allora.
"Per
quanto riguarda
l'oro, ti do solo un suggerimento. Ci sei andata vicina, è
in una
delle isole che hai visitato. Nella terra e fra le rocce. Ma
è sotto
l'acqua che devi cercare, se lo vorrai trovare".
Nella terra
e fra le rocce ma
sotto l'acqua. Apparentemente quello che le aveva detto Yonas non
aveva senso, aveva tirato in ballo tre elementi naturali che non
avevano nulla a che fare fra loro, apparentemente. Ma Yonas la
conosceva bene, aveva capito da subito quale fosse la sua natura e se
le aveva dato quella specie di traccia era perché sapeva che
avrebbe
stuzzicato la sua curiosità e la sua intelligenza e che ne
sarebbe
venuta a capo.
E forse ci
era riuscita! O
almeno ci sperava... Perché c'era un posto dov'erano stati
lei e
Gourry durante quel viaggio, un posto che risvegliava in lei un sordo
terrore per quanto aveva rischiato di perdere ma che aveva
rappresentato un punto di svolta. E se tanto le dava tanto,
corrispondeva alla traccia donatagli da Yonas. "Queste isole
pullulano di tesori, Alix, le batteremo palmo a palmo per quanto ci
sarà possibile. Io mi son scelta la mia, da esplorare con
Gourry.
Sono d'accordo con Jack, ci lascerà lì per una
settimana, mentre
voi esplorerete le altre, e poi tornerà a prenderci per
proseguire
verso il continente. E a giochi fatti, vedremo chi di noi
avrà avuto
più fiuto per oro e gemme preziose".
Alix
sorrise, furba. "Non
ti chiedo niente perché il tuo sguardo lo conosco! Hai una
traccia
ben precisa, è?".
"Puoi
scommetterci".
...
"Svegliaaaa!".
La voce di
Jack rimbombò
nella loro cabina, rompendo il meraviglioso e sonnecchioso silenzio
del primo mattino.
Lina e
Gourry saltarono sul
letto come cavallette, presi alla sprovvista da quel risveglio
inaspettato.
La maga
fulminò il pirata con
lo sguardo. Che cavolo ci faceva a quell'ora del mattino, nella SUA
cabina, Jack Sparrow? "Ma ti sei rincretinito?".
Jack la
guardò, poi guardò
Gourry e poi tornò a guardare lei. "Siete troppo assonnati
per
pensare di aver interrotto qualcosa a luci rosse, per fortuna. Anche
se, sarebbe stato divertente è!".
"Che
diavolo vuoi?"
- ringhiò Lina.
"Siamo
arrivati alla tua
dannatissima isola che mi ha fatto fare una dannatissima variazione
sulla rotta di ritorno. Mi hai rotto le scatole perché ti ci
riportassi e ora fai la lagnosa?".
A quelle
parole, Lina di colpo
fu sveglia. "La MIA isola? QUELL'ISOLA???".
Jack
sbuffò. "Sì,
quella dove mi hai già fatto perdere tempo quando ti sei
gettata in
mare per salvare Gourry, durante la tempesta. Per giorni vi avevamo
cercato, ricordi? Poi mi dovrai spiegare cos'ha di tanto interessante
questo posto e, se ci troverai qualcosa di prezioso, come hai fatto
ad avere la pista giusta".
"Te lo puoi
scordare"
– rispose Lina, alzandosi dal letto e spingendolo verso la
porta.
"E ora fuori, ci dobbiamo vestire".
Senza
troppi complimenti,
gettò fuori dalla camera il pirata e poi prese Gourry,
ancora mezzo
addormentato, per il polso, obbligandolo ad alzarsi. "Coraggio,
ti voglio sveglio e attivo! Si va verso la ricchezza, mio caro".
"Ma mi
spieghi dove
stiamo andando e cosa hai in mente?".
Lina
sorrise. Era stata vaga
anche con lui, a dire il vero. L'isola dove sarebbero giunti di
lì a
pochi minuti, in entrambi non risvegliava ricordi piacevoli ma era
esattamente dove Yonas gli aveva suggerito di andare, ne era sicura.
Ogni indizio portava lì, dove Gourry era quasi annegato,
dove
l'aveva salvato per il rotto della cuffia dopo il naufragio, dove lei
era crollata, aveva pianto e detto definitivamente addio a Yonas,
accettando la sua morte. "Stiamo andando dove avevamo fatto
naufragio quando hai rischiato di annegare. Lì abbiamo
toccato il
fondo, lì diventeremo ricchi. La giusta ricompensa per
quanto patito
in questi mesi di viaggio".
Gourry per
qualche istante
rimase silenzioso, accigliato. Lina sapeva che ricordava anche lui
quel posto piuttosto bene e che forse ne era ancora turbato, ma
sperò
che non facesse storie.
Alla fine
lo spadaccino
sorrise, pacifico. "Se dici che quel posto va bene per noi, non
c'è problema".
Era bello,
pensò Lina dopo
quelle parole, saperlo sempre dalla sua parte, con una fede
incrollabile verso di lei. Poche cose diventavano certezze, nella
vita. E Gourry era una di quelle. "Sai Gourry, è bello
imbarcarsi in un'avventura così, spensierati e sereni, come
una
volta, senza segreti o dolori che ci allontanano e ci fanno star
male. Così, solo per il gusto di cercare, scoprire e vivere
un'avventura".
Lo
spadaccino le appoggiò una
mano sulla nuca, stropicciandole i capelli. "Sono perfettamente
d'accordo".
"E allora
sbrigati a
vestirti! Oro e gioielli ci aspettano!" - esclamò, dandogli
una
pacca sulla spalla.
Dieci
minuti dopo erano pronti
sul ponte della Perla Nera. Lina osservò quella nave
immensa,
pensando a quanto sarebbe stato piacevole il viaggio di ritorno,
sereni e pieni di tesori. "Ci vediamo fra una settimana, Jack!
Non tirarmi un bidone".
"Non sono
mica tanto
scemo, piratessa, come minimo, se lo facessi, mi cercheresti ai
quattro angoli del mondo per vendicarti".
Lina
ridacchiò. "Ma
quale piratessa? Sai, stando con la tua ritrovata ciurma, ho capito
che i pirati sono puzzolenti, trogloditi e che urlano troppo per i
miei gusti. Preferisco fare la maga".
"Ah, quanto
talento
sprecato ragazza" – borbottò Jack.
Di fianco a
lui, venuto a
salutarli, Daryl scosse la testa. "Sei matto? Ringrazia il cielo
che se ne torni a terra! Se resta, questa ci frega tutto l'oro
nascosto nei sette mari. Fidati, quando si tratta di guadagni e
tesori, meglio non essere in affari con lei".
Lina gli
sorrise, maligna.
"Invece di fare lo spiritoso, pensa alla tua Alix. Hai da
impegnarti, mio caro. Hai davanti una lunga strada per arrivare a
lei, tutta IN SALITA!".
Daryl
sospirò. "Carina
come sempre, Inverse, non ti smentisci proprio mai. E ora su, vai!
Sono stanco di sentirti, di prima mattina la tua voce ha la
capacità
di spaccarmi i timpani".
"Volete una
scialuppa?"
- chiese Jack.
"Si"
– affermò
Gourry. Ma Lina lo bloccò. "No grazie, non ci serve".
Lo
spadaccino sbiancò.
"Perché?".
"Semplice,
in volo faremo
più in fretta". E prima che Gourry potesse protestare, Lina
lo
afferrò per la maglia, per poi volare alta in cielo.
Volò a pelo
dell'acqua, gustando la freschezza delle goccioline che le bagnavano
il viso.
Era una
giornata splendida,
serena e limpidissima, la giornata ideale da passare con il proprio
uomo su un'isola deserta a caccia di tesori. Ignorò i
lamenti e la
presa convulsa sulla sua vita di Gourry, come sempre terrorizzato dal
volo, e si gustò attimo per attimo quel momento di assoluta
libertà.
Era così diverso dalla volta precedente, in mezzo alla
tempesta, con
Gourry che non respirava. Erano cambiate tantissime cose da allora,
in meglio. Non avrebbe mai creduto che la ruota avrebbe ripreso a
girare dalla sua parte.
Quando
giunsero all'immensa e
bianchissima spiaggia, si abbandonò su di essa. Era morbida,
calda,
accogliente. Era tutto perfetto. "Stai bene?" - chiese a
Gourry, al suo fianco, ancora pallido e incredulo di essere a terra.
"Non mi hai
dato il tempo
di prepararmi al volo" – si lamentò lui.
"Se lo
avessi fatto,
saresti stato una lagna".
"Mi
verranno i capelli
bianchi, con te".
Lina si
voltò verso di lui,
sorridendo. Appoggiò il mento alla mano, osservandolo
divertita.
"Questo posto mi ricorda che sei in debito con me per tante
cose, mio caro. Ti conviene non lamentarti troppo".
Gourry
rispose al sorriso,
accarezzandole la frangia con l'indice della mano. "Non
smetterai mai di rinfacciarmelo, vero?".
"Te lo
rinfaccerò solo
quando meriterai che te lo rinfacci".
Si
guardarono, calò il
silenzio e le loro labbra si unirono in un lunghissimo e dolce bacio.
Erano soli, pensò Lina. E fare l'amore con lui su quella
spiaggia
sarebbe stato fantastico. E, pensò, di tempo per farlo ne
avrebbero
avuto a volontà, dopo aver trovato l'oro. Ma doveva
sbrigarsi a
dirlo a Gourry perché era già steso su di lei e
se non lo avesse
bloccato, nel giro di pochi secondi non sarebbe più riuscita
a
farlo. Allontanò le labbra dalle sue ed era una cosa che gli
costava
tantissimo. "Aspetta..." - sussurrò con la voce rotta
–
"Sai perché siamo quì, giusto?".
"Si.
Però..." -
protestò lui.
Lina gli
strizzò l'occhio.
"Lo conosci il detto, vero? Prima il dovere e poi il piacere.
Sarà molto più bello quando non avremo
più niente da cercare e
saremo liberi da ogni impegno".
Gourry
sbuffò, tirandosi su e
mettendosi a sedere. "Ma Lina, quando succederà? Quest'isola
è
enorme".
"E allora?
Se sai dove
cercare, che ti importa delle dimensioni?".
"E tu sai
dove cercare?".
La maga
annuì, tirandosi in
piedi. "Credo di si. Seguimi" – ordinò,
dirigendosi
verso l'immensa foresta tropicale che costeggiava la spiaggia.
Gourry le
si affiancò,
accigliato. Ma non chiese nulla.
Entrarono
nella fitta
vegetazione tropicale, inerpicandosi per la montagna e camminando in
sentieri di sabbia morbida e bianca come quella della spiaggia. Il
sole solleticava la loro pelle ma non era fastidioso. Era solo
piacevole, come tutto del resto. In una giornata come quella, niente
poteva andare storto. "Dobbiamo arrivare al fiume e proseguire
verso la cima della montagna. C'è una cascata, dobbiamo
arrivarci"
– spiegò, come a voler sedare la
curiosità che Gourry non poteva
non avere.
"Perché?
Come fai a
sapere che lì c'è dell'oro?".
Lina
alzò le spalle. "Non
posso esserne certa, ma Yonas mi ha fatto una specie di indovinello e
pensandoci e ripensandoci, sono giunta alla conclusione che si
riferisse a questo posto. Nella terra, fra le rocce, sotto l'acqua.
Ha senso! La cascata è circondata da rocce e oltre allo
scroscio
d'acqua...".
Gourry
annuì, finendo la
frase per lei. "Di solito c'è una caverna nella montagna...
Indovinato?".
Lina
annuì. "Sì,
esatto, c'è tutto, acqua, terra e rocce. Dietro a una
cascata sembra
un buon posto per nascondere un tesoro per un pirata, no?".
"Decisamente!".
Gourry la prese per mano, riprendendo a correre. "Dai, allora
troviamo questa cascata e questo tesoro. In fondo aspetta noi".
"Wow, che
fretta! Non ti
ho mai visto così entusiasta, Gourry!".
Lo
spadaccino rise. "Ah,
non è l'oro che mi interessa. E' più il dopo
ad attirarmi".
Lina scosse
la testa,
divertita e allo stesso tempo lusingata. Era meraviglioso che lui la
desiderasse così e in fondo Gourry aveva ragione, anche lei
non
vedeva l'ora del dopo.
Corsero una
buona mezz'ora,
arrivando al torrente che attaraversava l'isola. L'acqua era bassa,
se ci fossero entrati, forse sarebbe arrivata alla loro vita, e
zampillava vivacemente nella sua corsa verso il mare. Costeggiarono
il torrente, andando nella direzione opposta alla corrente, verso la
fonte e la cima della montagna. E dopo altri infiniti minuti di
sfacchinata, giunsero alla cascata. Avevano il fiato corto e le gambe
dolenti per la corsa in salita, ma Lina era soddisfatta. La memoria
non la ingannava mai e la cascata era esattamente dove pensava.
La maga la
guardò. Non era
immensa e nemmeno troppo alta, un salto di circa tre metri dal
costone sopra di loro. Il rumore dell'acqua che si tuffava nel
torrente però era assordante lo stesso, a ridosso della
cascata. "Mi
bagnerò i capelli" – borbottò. "Spero
almeno che
l'acqua non sia gelata".
Gourry
osservò l'acqua. "Beh,
inutile pensarci. E' da attraversare e la attraverseremo". La
prese per mano, costingendola ad entrare nel torrente.
Per un
attimo Lina trattenne
il fiato. Era gelida! Accidenti alle cascate, perché non
erano mai
composte da calde acque termali? Pregò che Yonas non si
fosse preso
gioco di lei perché, pur con tutto l'amore che provava per
lui,
sarebbe tornata a Turkos, sarebbe ridiscesa agli inferi e avrebbe
fatto altre quattro chiacchiere con lui! Meno amichevoli della volta
precedente!
Camminarono
fino al punto dove
la cascata si gettava nel torrente, presero un profondo respiro e la
attraversarono. Il violento scroscio d'acqua le fece girare per un
paio d'istanti la testa ma strinse i denti, strinse la mano di Gourry
nella sua e proseguì oltre.
Quando
furono nella grotta,
con la cascata alle loro spalle, erano bagnati ed infreddoliti come
pulcini. Gourry si guardò attorno, osservando le rocce scure
che
facevano da pareti a quella grotta nascosta. "E' un ambiente
piccolo Lina, saranno al massimo una decina di metri quadrati e, se
non sto attento, i soffitti son talmente bassi che ci
picchierò
contro la testa. Non c'è molto da guardare e se
quì c'è un tesoro,
sarà facile trovarlo".
La maga
rabbrividì. Lì sotto
c'era un'umidità pazzesca, stava congelando. I capelli le
gocciolavano sulla schiena e lo striminzito abitino che indossava era
completamente fradicio. "Facile, certo. Se prima non moriremo di
ipotermia...". Pensò al da farsi, si guardò
attorno
pensierosa. Poteva usare qualche incantesimo esplosivo per tastare il
terreno, ma si trovavano in una grotta sotto ad una montagna, non era
il caso... Potevano scavare con le mani, ma l'idea di spezzarsi le
unghie non la allettava per niente. Pensierosa, sfiorò con
le dita
il ciondolo che portava al collo. Un diamante... 'L'oro chiama l'oro,
le pietre preziose chiamano altre pietre preziose'. Sorrise. "Ma
certo, perché non ci ho pensato prima!". Gli venne in mente
la
sua infanzia, alla Gilda dei maghi, quando era una maga apprendista e
gli spiegavano le interazioni fra i vari elementi che compongono la
terra. I simili, si attraggono. La magia poteva essere distruzione,
forza, poteva annientare intere città. Ma sapeva anche
essere mite,
gentile e usata semplicemente nelle piccole attività
quotidiane come
aiuto.
Si tolse il
ciondolo,
recitando sotto voce una formula che non aveva mai usato
perché fino
a quel momento i tesori li aveva sempre sottratti ad altri e mai si
era imbarcata in una caccia al tesoro. Pensò a Daryl e a
quanto
avrebbe pagato per sapere castare un incantesimo tanto semplice e un
sorrisetto maligno le comparve in viso. Finì di recitare la
formula,
mentre il ciondolo di Yonas prendeva a lievitare in aria e a brillare
di una luce incandescente e accecante.
"Lina, che
fai?" -
chiese Gourry, stranito da quello strano rituale.
La ragazza
sorrise, osservando
quel gioiello tanto prezioso. "Sta a vedere" –
sussurrò.
Improvvisamente
il diamante
prese a fluttuare nella caverna, come guidato da volontà
propria.
Accostò le pareti, il pavimento roccioso, volando lentamente
fra le
rocce. Poi di colpo si fermò per alcuni istanti nell'angolo
destro
della caverna, cominciando poi a girare su se stesso fino a poggiarsi
sopra una grossa roccia. "Bingo Gourry! Lo abbiamo trovato".
"Ma che hai
fatto?".
La maga lo
prese per mano,
guidandolo verso il ciondolo. "E' un incantesimo semplice,
praticamente ho dato un pizzico di vita al mio ciondolo, regalandogli
la capacità di usare l'istinto".
"I ciondoli
hanno degli
istinti?".
"Istinti
primordiali
sopiti, ogni oggetto, anche inanimato, ne è provvisto anche
se in
forma latente, addormentata. Dopo averli risvegliati, questi istinti
guidano l'oggetto verso un loro simile. Più o meno
è quello che
guida noi esseri umani a stare fra noi, a cercarci, detto in parole
povere. Capito?".
"Non
esattamente".
Lina
sbuffò. "Il
diamante del ciondolo ci sta guidando verso altri diamanti, in
pratica. E a quanto pare, quì ce ne sono".
Si
fermarono dove si era
posato il ciondolo e Lina fece segno a Gourry di aiutarla a spostare
la roccia. Il ciondolo sentiva il richiamo di altri oggetti preziosi
proprio in quel punto. Yonas non si era sbagliato e proprio il suo
regalo l'aveva portata a trovare il tesoro più prezioso
nascosto su
quelle isole. Per un attimo gli si strinse il cuore e
desiderò
averlo vicino per abbracciarlo, Yonas avrebbe trovato
quell'esperienza straordinaria. Scosse la testa, ricordando a se
stessa quanto era stata fortunata a poterlo rivedere almeno una
volta. Non a tutti era concesso un tale privilegio... Rimise il
ciondolo al collo e aiutò Gourry a spostare il masso. Poi
scavarono
nella terra umida e fangosa finché le loro dita impattarono
su una
superficia liscia e dura. "Ci siamo!" - esclamò la maga,
scavando con più vigore.
Un enorme
forziere comparve
dalla fanghiglia e dalle tenebre della storia, dopo un riposo sotto
terra di secoli. Era grande, di legno, con un enorme lucchetto di
ferro che celava e custodiva il suo contenuto al mondo. Con un
incantesimo, la maga forzò la serratura, deglutendo lo
aprì.
Una miriade
di gemme,
diamanti, monete d'oro e gioielli comparvero ai loro occhi, talmente
luccicanti e preziosi da riuscire a fare luce nel buio della caverna
col loro splendore.
A Lina e
Gourry si mozzò il
fiato. La maga sfiorò i gioielli, tutti di valore
inestimabile a
prima vista. Era estasiata, di tesori ne aveva visti e rubati tanti
in vita sua ma non le era mai capitato niente di simile. "Gourry,
siamo ricchi..." - mormorò rapita, pensando che forse,
quando
si fosse ripresa, avrebbe studiato la loro storia, la loro
provenienza e la vita del pirata misterioso che li aveva nascosti
lì.
Lo
spadaccino annuì,
immobile. "Lo vedo".
Lina
scoppiò a ridere,
gettandosi col viso fra le monete e i gioielli, in estasi. "Ricchi
Gourry, ricchissimi! Torneremo nel continente con più
gioielli di un
re!". Rise, a crepapelle, come non rideva da tantissimo tempo.
Abbracciò Gourry, lo baciò con passione,
spingendolo fra il fango.
Non le importava né del freddo né del fatto che
avrebbe dovuto
contare ogni moneta, ogni diamante, ogni grammo d'oro contenuto nel
forziere. Beh, l'avrebbe fatto dopo, avevano tutto il tempo del
mondo! Il ciondolo le sfiorò il collo e si bloccò
di colpo,
tornando alla realtà. Yonas l'aveva aiutata, l'aveva
condotta fino a
quel luogo e il ciondolo che portava al collo, simbolo del loro
amore, l'aveva resa ricca. Per quanto inestimabile fosse il tesoro
appena trovato, non era nulla in confronto all'amore con cui Yonas
l'aveva guidata fin lì. E si rese conto che di tutti i
gioielli del
forziere, l'unico che avrebbe sempre amato sarebbe stato quel
ciondolo che portava al collo. Perché era di Yonas ed era
una parte
che sarebbe sempre stata importante per lei, dolorosa da ricordare e
allo stesso tempo dolce. Era stato il suo passato e le aveva dato la
spinta per intraprendere la strada per il suo futuro. Ora dipendava
tutto da lei. "Gourry" – mormorò –
"Credi che
sarà facile andare avanti? Sarà facile come
è stato facile trovare
questo tesoro?".
Gourry le
accarezzò la
guancia, come percependo i suoi pensieri. "Non è stato solo
attraversare la cascate e guardare il ciondolo, Lina... Non
è stato
facile trovare questo tesoro, è stata una strada lunga,
difficile e
dolorosa, cominciata il giorno in cui hai ricevuto la lettera di
Jack. Lina, arrivare fin quì è stata un'impresa
davanti alla quale
tanti si sarebbero arresi prima di cominciare. Ma non tu! Per quanto
difficile sia stato, hai raggiunto la tua meta. E io sono fiero di
te. Ho insistito perché rimettessi quel ciondolo
perché fa parte di
te e rappresenta ogni tua lotta, ogni tua gioia, ogni tua caduta e
ogni tuo rialzarti e ripartire. E' un simbolo, di tante cose. Per me
è solo un gioiello, per te rappresenta una parte di vita che
ti
porterai sempre appresso e che ti ha resa quello che sei".
"Non ce
l'avrei fatta se
non ti avessi avuto al mio fianco".
"E invece
sì perché,
senza nemmeno accorgertene, hai avuto la forza di fare il primo passo
e partire. Lasciare la casa di Yonas è stata la parte
più difficile
e l'hai fatto da sola. Il resto è venuto da se. Sai, dicono
che
nella vita non si abbiano mai certezze ma non è vero. TU sei
una
certezza per me e dovresti esserlo anche per te stessa. E niente
cambierà mai questa cosa, per quel che mi riguarda. Anche
quando
c'era Madeline, anche quando ho rischiato di perdermi, tu hai saputo
tenermi a galla e sei riuscita a essere il mio punto fermo".
Lina
sorrise, baciandolo di
nuovo sulle labbra. Ora era pronta davvero a tornare a casa e a
riprendere la sua vita in mano. "Ti amo" –
sussurrò, baciandolo.
Gourry la
strinse a se. "Anche
io. Ma... ". Osservò il forziere aperto, pensieroso. "Sei
malata? Mi pare così strano che non ti sia ancora messa a
contare il
valore di tutta la roba la dentro".
Lina
scoppiò a ridere,
spingendolo a terra e stendendosi sopra di lui. "Ah, è stato
quì per secoli, un altro pò di attesa non gli
farà male. Ci sono
tesori che possono aspettare e tesori che non possono farlo"
–
sussurrò maliziosa, baciandolo brevemente sulla labbra.
Osservò la
grotta, la cascata che li nascondeva al mondo e freddo e
umidità
sparirono. E pensò che non le sarebbe capitato mai
più un posto
tanto bello dove fare l'amore con Gourry.
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Capitolo 26 *** Famiglia, finalmente ***
Ed
eccomi giunta all'ultimo capitolo di questa storia. Ricordo ancora
l'estate che ha preso vita nella mia testa e quanto l'abbia coccolata
e cullata dentro di me, mentre prendeva vita, capitolo dopo capitolo.
Credo di non aver mai voluto tanto bene a una mia fanfiction come
è
successo con questa e spero che lasci bei ricordi in chi l'ha letta e
seguita. Grazie come sempre di tutto, a tutti voi, sperando che
questo capitolo ne sia la degna conclusione. E ovviamente, a presto!
Famiglia,
finalmente
Le foglie,
in autunno, avevano
la stessa varietà calda di colori tipica di un Dragon Slave.
O di
qualcun altro dei suoi più potenti incantesimi. Forse era
per quello
che da sempre era la sua stagione preferita. I primi freschi, le
fiere d'autunno, la vendemmia, il camino che la sera torna ad
accendersi, funghi, dolci di zucca, castagne e mille altre
prelibatezze da assaporare... "Già, castagne!". Con lo
stomaco che le borbottava per la fame, con un bastoncino mosse la
brace accesa nel piccolo forno a legna del giardino, soffiandoci
sopra per alimentarne la fiamma. "Coraggio, quanto ci mettete!"
- borbottò fra se e se – "Se ritardate ancora,
finirà che la
legna si bruci tutta".
Quasi fosse
stata sentita,
sentì lo scricchiolìo del piccolo cancello di
legno che dal bosco
portava al giardino di casa sua. Gourry le comparve davanti, con un
enorme sacco di tela in mano, colmo fino all'orlo, e una bambina di
circa cinque anni sulle spalle.
La maga li
guardò storto.
"Siete in ritardo".
La bimba e
Gourry si
guardarono negli occhi in segno d'intesa, poi la piccola
saltò a
terra agilmente, correndole incontro. "Ma Lina, non potevamo
mica lasciarle nel bosco! Le abbiamo raccolte tutte, le castagne!
Guarda nel sacco quante ce ne sono".
Scettica,
la maga si avvicinò
a Gourry. Lo spadaccino appoggiò a terra il sacco per
permetterle di
guardare dentro. "Donna di poca fede" – borbottò,
divertito, osservandola guardare attentamente nel sacco.
Lina rise.
"Non male,
saranno almeno quindici chili di castagne. Le potremo fare arrosto e
ci potremo fare anche della marmellata e dei dolci".
"Posso
portarne un pò a
casa, quando mamma viene a prendermi?" - chiese la bimba,
avvicinandosi a lei.
Lina le
sorrise,
scompigliandole i lunghissimi capelli castani che le ricadevano sulla
schiena. Erano lisci e morbidi come seta, splendidi. Come la loro
proprietaria dai grandi occhi vivaci ed espressivi, dalle guance
piene e rosee e dall'espressione biricchina. Ogni volta che la
guardava, si fermava a pensare allo scorrere del tempo. Aveva cinque
anni, quella bimba, una nullità in confronto alla vita della
terra.
Eppure un tempo enorme per lei, che da neonata era diventata una
bambina vivacissima, dalla lingua lunga e capace di fare mille cose.
Era così cresciuta dalla prima volta che l'aveva incontrata,
piccolissima e indifesa. Ma sembrava un'eternità. "Certo che
potrai portarne a casa un pò, Aubree. Anzi, credo sia la
soluzione
ideale perché è ormai tardi e non cuocerebbero in
tempo. Tua madre
fra poco sarà quì".
"Uffa, ma
c'è il fuoco
acceso" – borbottò la bimba.
Gourry si
inginocchiò di
fianco a lei. "Aubree, purtroppo Lina ha ragione, è tardi.
Basta capricci, ti ricordi il nostro patto, vero?".
Aubree
sbuffò. "Sì,
ogni capriccio che faccio sarà un giorno in meno che
potrò stare da
voi. Però... guarda che fare la brava bambina è
faticoso. Potresti
anche non dirlo a mamma, quando faccio la cattiva".
Lina rise.
"Adoro la sua
logica". La prese per mano, invitandola a seguirla su una panca
in legno a ridosso della porta d'ingresso della loro casa. Vivevano
lì da due anni ormai, lei e Gourry. Dopo il viaggio nei mari
del sud
erano tornati a Zephilia a completare le ultime formalità
del lavoro
svolto con Yonas e poi si erano sposati. Successivamente, anche
aiutati dall'ingente disponibilità economica di cui
disponevano
grazie ai tesori trovati durante il loro viaggio con Jack Sparrow,
avevano viaggiato per alcuni anni come ai vecchi tempi. Fino a quando
non avevano saputo del ritorno a Zephilia dei genitori di Yonas e di
Aubree. Il loro lavoro come ambasciatori nell'isola di Ihurun era
terminato e come era giusto che fosse, erano tornati a casa loro.
Lei e
Gourry, in quel momento,
decisero che era arrivato il tempo di fermarsi un pò.
Avevano
comprato una piccola casetta a Zephilia, a ridosso del villaggio e
della foresta di proprietà della famiglia Hayden e vi si
erano
trasferiti. Da quel momento, spesso, Aubree era stata con loro.
Margareth e Gotfried, ormai anziani, faticavano a stare dietro alla
bambina che cresceva e spesso la affidavano a lei e Gourry
perché
diventassero per la piccola un punto di riferimento il giorno in cui
non avessero più potuto esserlo loro.
Lina amava
da sempre Aubree e
anche Gourry le era ormai affezionato come un vero padre. Lei e lo
spadaccino erano spesso complici di giochi spericolati ed Aubree
voleva fare sempre tutto con lui, quando era presente, tanto che
spesso si scopriva un pò gelosa del rapporto che si era
instaurato
fra loro. Ma durava un attimo, tutto ciò che desiderava era
vederli
felici. E lo erano. E pure lei, da anni ormai.
Si sedette
sulla panca,
prendendo Aubree in braccio. Le accarezzò i lunghissimi
capelli,
lisci e perfettamente pettinati, tenuti a bada da un nastro rosso.
Era bella Aubree, elegante, raffinata e molto più femminile
di
quanto lo fosse mai stata lei. Indubbiamente, in questo c'era
l'impronta di Margareth. La stava rendendo una piccola lady e, anche
se se ne stupiva, questo non la disturbava perché aveva
saputo
trasmettere ad Aubree eleganza e delicatezza e non
altezzosità.
Esattamente come, tanti anni prima, aveva fatto con Yonas. Aubree, a
soli cinque anni, sapeva come abbinare i colori degli abiti, sapeva
pettinarsi da sola e sapeva anche mettersi lo smalto sulle unghie
senza sbavature. Cosa che, lei che sapeva sconfiggere i demoni col
Giga Slave, non aveva mai imparato. "Sei pronta a tornare a
casa, hai sistemato tutte le tue cose? Fra pochi minuti la mamma e
Lotte saranno quì".
Aubree si
voltò verso di lei,
prendendo a giocare col collo del suo vestito. "Sì, tutto.
Lina, lo sai che il tuo ciondolo mi piace proprio tanto?" -
esclamò infine, sfiorando il gioiello che teneva al collo.
La
maga sorrise. "Davvero ti piace?".
"Si!".
Lina
le accarezzò i lunghi e morbidi capelli che le ricadevano
sulle
spalle. Aubree era una vera lady e come tutte le brave lady del mondo
aveva l'occhio lungo per i bei gioielli. In questo, pensandoci, non
era tanto diversa da lei. "Sai, questo me l'ha regalato tuo
fratello tanti anni fa!". Era strano, spesso Aubree le aveva
visto quel gioiello ma non le aveva mai raccontato la sua storia.
Aubree
per un attimo spalancò gli occhi ma poi
imbronciò. "Uffa però!
A me mio fratello non ha regalato niente. Non è giusto!".
Lina
la strinse a se, accarezzandole la schiena. "Non ti ha regalato
niente perché non ne ha avuto il tempo. Ma se fosse stato
quì, ti
avrebbe riempita di regali. Ecco, ora se ci fosse Yonas, tu saresti
la bambina di cinque anni con più regali al mondo".
Aubree
non rispose, guardandola sospettosa.
E
Lina sospirò. Si portò le mani al collo, slegando
quel ciondolo che
non toglieva mai, da tanti anni. "Sapresti averne cura, senza
perderlo?" - disse, mettendoglielo al collo.
"Certo,
sono grande ormai!" - rispose la bimba, con gli occhi che
brillavano dalla contentezza.
"E allora
te lo regalo.
Sono sicura che Yonas sarà felicissimo di sapere che ora
è tuo".
"Ma Lina?!"
-
esclamò Gourry, spalancado gli occhi dalla sorpresa.
La maga gli
fece l'occhiolino.
"E' giusto così, è ora di farlo. Sono sicura che
è in ottime
mani, vero Aubree?". Già, era giusto così. Aubree
era la
sorellina di Yonas e lui, ovunque fosse, sarebbe stato felice di
sapere il ciondolo nelle sue mani. Una volta non riusciva a concepire
la sua vita lontana da quel gioiello ma gli anni, la vita e l'amore
di Gourry le avevano fatto superare ogni difficoltà e le
avevano
insegnato a fare tesoro dei ricordi. Quelli erano il vero tesoro
lasciatogli da Yonas, l'unica cosa che non avrebbe mai potuto
perdere. Non un ciondolo, non più. Ora lo sapeva.
"Vero". La
bimba la
abbracciò, felice. Poi, pensierosa, le sfiorò il
pancione dove, da
oltre nove mesi, cresceva il figlio suo e di Gourry che non si
decideva a nascere. "Grazie Lina" – bisbigliò,
baciandole la guancia. "Quando il bambino sarà nato,
potrò
venire ancora da voi, vero?".
Gourry
sorrise,
inginocchiandosi accanto a loro. "Certo, noi avremo bisogno di
te! Sarai la sua sorella maggiore, ricordi?".
"Si,
sorella maggiore! Il
bambino dovrà fare tutto quello che gli dirò!".
Lina
ridacchiò fra se e se.
Cominciavano bene... Ma non ebbe tempo di pensare ulteriormente a
quanto Aubree rischiasse di somigliare, in futuro, a sua sorella Luna
e che suo figlio probabilmente, in virtù di questo, aveva
capito che
era meglio rimandare la sua nascita il più tardi possibile
perché i
suoi nefasti pensieri furono interrotti dall'arrivo di Margareth e
Lotte, giunte con la loro carrozza a prendere la piccola Aubree per
riportarla a casa.
"Lina, fra
poco quel
pancione ti scoppierà!" - esclamò allegra Lotte,
aprendo il
piccolo cancello in legno che portava al giardino.
La maga
sospirò,
accarezzandosi il ventre. "Sì, probabile! Questo bambino
è
incredibilmente dispettoso. O pigro!".
L'anziana
donna la abbracciò,
accarezzandole i lunghi capelli rossi. "Ah Lina, i bambini se ne
infischiano di date e scadenze che noi decidiamo per loro. Nascono
quando ne hanno voglia e quando si sentono pronti".
Lina
sorrise. Amava Lotte,
alla follia, ed era sempre felice di vederla. Era come una nonna per
lei e la considerava parte della sua famiglia. Era stata la sua
roccia, colei a cui si era aggrappata quando affogava nel dolore per
la morte di Yonas ed era stata sempre lei che l'aveva appoggiata
quando era tornata con Gourry, dopo l'avventura per i sette mari con
Jack Sparrow. Aveva gioito con lei, era stata felice nel vederla
ricostruirsi una vita ed era diventata la fan numero uno della
famiglia che stava costruendo con lo spadaccino.
Margareth,
dietro di lei, fu
travolta dall'esuberanza di Aubree che in un balzo le fu al collo.
"Ciao mamma! Meno male che sei con la carrozza, abbiamo tante
castagne da portare a casa".
Lotte e
Margareth fissarono
l'enorme sacco che riposava vicino al caminetto acceso. L'anziana
governante guardò storto prima Gourry e poi Lina. "Siete
andati
a cercar castagne a gravidanza così avanzata? Oh Lon,
è da folli!
Lina, non devi stancarti! E tu..." - scosse la testa, sospirando
– "E tu Gourry... Mi meraviglio di te! Devi prenderti cura
della tua sposa".
Lo
spadaccino deglutì,
leggermente in difficoltà. "Ecco veramente...".
Lina
scoppiò a ridere,
divertita. "Ah, tranquilla Lotte, ci sono andati solo lui e
Aubree! Io ho aspettato quì e mi sono limitata ad accendere
il fuoco
nel camino".
"Ma anche
accendere il
fuoco è faticoso, benedetta ragazza!" - borbottò
Lotte.
E a quel
punto fu Gourry a
scoppiare a ridere. "State tranquilla, se c'è una cosa che
Lina
sa far bene, quella è accendere il fuoco. Vedeste quanto le
viene
facile, quando recita le formule dei suoi incantesimi".
Lotte e
Margareth si
guardarono in viso, scuotendo la testa, mentre Aubree travasava un
pò
di castagne in un altro sacco. Quando ebbe finito, tutta soddisfatta,
lo trascinò fino ai piedi della madre. "Io ho finito, sono
pronta per andare a casa e mangiarle! Andiamo?".
Lina e
Gourry sorrisero
davanti alla risolutezza della piccola. La maga le si
inginocchiò
davanti, abbracciandola. "Ci vediamo presto allora, sorella
maggiore".
Aubree
annuì. "Va bene.
Ma tu non farti venire troppo mal di pancia, quando il bambino
nascerà".
Lina
sorrise, dolcemente,
davanti all'apprensione della piccola. Per quanto avesse paura dei
dolori del parto, sapere che Gourry e Aubree tifavano e si
preoccupavano per lei le dava la sicurezza che tutto sarebbe andato
per il meglio. "D'accordo".
"Va bene,
mi fido di
te!". Aubree corse da Gourry, salutandolo con un abbraccio e poi
insieme a Lotte e a Margareth salì sulla carrozza e
tornò a casa
sua, lasciando il giardino avvolto da un piacevole silenzio.
Stringendosi
nello scialle,
Lina si appoggiò alla porta di casa, fissando distrattamente
la
strada percorsa dalla carrozza che ormai era scomparsa dalla sua
vista. "Mi mancherà, lei mi manca sempre quando se ne va
via".
"Tornerà
presto" –
sussurrò Gourry, cincendole le spalle ed attirandola a se.
"E
ora su, le vuoi o no queste castagne? Ti metterai buona buona in casa
e io le arrostirò sul fuoco, ti va?".
Lina
sospirò, sconfortata.
Fino a poco prima le aveva desiderate ardentemente ma a quanto pareva
la gravidanza sapeva giocare brutti scherzi togliendoti in un attimo
appetito e voglie culinarie. "Non più. A dire il vero vorrei
andare a dormire un pò, sono stanca" – ammise.
Gourry
spalancò gli occhi
dalla sorpresa. "Stai bene? Cioè, stai per partorire?".
"Ahh,
Gourry!". Con
la mano gli diede una sonora pacca sulla fronte, proprio nel mezzo.
"Possibile che ogni volta che voglio stendermi, tu pensi che
stia per partorire?".
"Beh, ma
prima o poi
succederà. Il bambino doveva nascere una settimana fa".
"Già!
E di chi è la
colpa?".
Gourry
rise. "Scommetto
che è la mia, per qualche strano e assurdo motivo, giusto?".
"Certo,
è figlio TUO! La
responsabilità di quel che fa è tua! Digli di
nascere".
"Fosse
facile, Lina".
Si
guardarono negli occhi e
infine scoppiarono a ridere, abbracciandosi. Lo spadaccino le
sfiorò
i capelli, piano, baciandole la tempia. "Perché hai regalato
il
ciondolo ad Aubree?".
"Perché
era giusto così!
Non mi è pesato farlo e lei lo desiderava tanto. Era un dono
di suo
fratello ed è giusto che lo abbia lei. Di Yonas io ho i
ricordi, lei
non ha nulla".
"Ma ci
tenevi così
tanto".
Lina
annuì. "Una volta
mi hai detto che avrei dovuto indossare quel ciondolo per sempre o
finché non mi fossi sentita pronta a separarmene. Ora sono
pronta!
Non perderò Yonas e il valore che ha avuto per me
semplicemente
privandomi di un gioiello, ora lo so". Alzò il viso,
baciandolo
sulle labbra. "E comunque, Gourry Gabriev, se proprio ci tieni a
vedermi con un ciondolo al collo, ti ricordo che sto per darti un
figlio! E una cosa del genere merita un regalo prezioso, no?".
Gourry si
grattò la guancia,
pensieroso. "Mi manderai sul lastrico, a furia di chiedermi
regali".
"Mi hai
messa incinta, ti
ricordo".
"E io ti
ricordo che eri
d'accordo".
Risero, di
nuovo. Avevano
superato mille tempeste, mille pericoli, mille mondi e mille mari per
ritrovarsi. Non era stato facile ma terribilmente complicato,
tortuoso e doloroso. E ora quel giardino, i colori e il vento
dell'autunno, quella vita che scalciava dentro al grembo della madre
parevano ad entrambi il traguardo di una lunga strada. Tanta ne
avevano percorsa e tanta ancora ne avevano da fare. E sapevano che
per quanto tortuosa e incidentata, l'avrebbero sempre percorsa
insieme.
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