Nate Babbane - e il Vecchio Rinnovatore

di ToscaSam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il Convegno dei Veggenti ***
Capitolo 2: *** occhiaie ***
Capitolo 3: *** dame e diademi ***
Capitolo 4: *** caffè corretto ***
Capitolo 5: *** vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** l'aiuto potenziale ***
Capitolo 7: *** filosofie filosofali ***
Capitolo 8: *** i Cavalieri del Corpo Sciolto ***
Capitolo 9: *** Climene Steeval ***



Capitolo 1
*** il Convegno dei Veggenti ***


 
 
 
 
Nate Babbane
e il vecchio rinnovatore
 
premessa:
Ebbene si, cari amici. Sono di nuovo tornata con le Nate Babbane. Il motivo è semplice: volente o nolente, zia Row non è riuscita a far tacere gli spoiler, tanto che è stato possibile leggere online tutta la trama dettagliata di The Cursed Child.
Per quanto inverosimile sia la mia richiesta, io mi auguro davvero che quella trama non sia vera e che chi ha lanciato gli spoiler si sia sbagliato di grosso.
Mi sono sentita tristemente pugnalata: da un'opera grandiosa e intelligente come la saga di Harry Potter, non si può passare a … quella roba. Sembra, come ha detto una mia amica, una fanfiction squallida scritta da un adolescente particolarmente a corto di fantasia. Trama banale e scontata, personaggi che agiscono come vere Mary Sue (chi mi conosce sa del mio complesso … ma qui si sfiora davvero il limite!) per non parlare dei .. chiamiamoli … “colpi di scena” assolutamente fuori luogo e allucinanti. Un delirio, insomma.
Ho criticato duramente The Cursed Child e mi dispiace. O meglio, ho criticato la trama che pare ufficiale grazie agli spoiler. Non ho mai sperato così tanto di sbagliarmi. Mi auguro invece che si tratti di un capolavoro e che chi ha messo in giro quelle voci si sia solo divertito a far prendere un infarto ai potterheads.
Quindi. Nate Babbane ritorna, con forza. E si rirpopone con tutta sé stessa di essere una fanfiction bella, sensata e coerente con il mondo di Harry Potter, in cui si muove.
Vuole quindi essere una risposta a The Cursed Child (o almeno a quello degli spoiler). Dunque spazio alle nuove generazioni: Hogwarts attende i figli e le figlie dei nostri vecchi cari protagonisti, che saranno sempre e comunque presenti.
Qualcosa di vecchio e molto ben conosciuto da tutti noi potterheads potrebbe tornar fuori per minacciare la pace del mondo magico. Chissà se riuscirete a scoprire il mistero prima dei nostri ragazzi …..
Mi auguro di sentire i vostri pareri, lungo il corso di questo quinto capitolo di Nate Babbane. E mi auguro che, leggendo The Cursed Child, io possa ricredermi di tutto quello che ho detto.
Buona lettura.
 
P.S.
Ho cancellato quella piccola mini serie di “speciali” che avevo iniziato … perché non era veramente il caso XD spero di attirare di nuovo la vostra attenzione con questa storia.
P.P.S.
Se non hai mai letto Nate Babbane, puoi farlo andandoti a rispulciare i primi capitoli di questa serie sul mio profilo di EFP.
 
 
*
 
Il Convegno dei Veggenti
 
Erano passati diversi anni dalla caduta del Signore Oscuro.
No, non diciannove, come canonicamente siamo abituati a sentire. Un pochini di più, per la precisione. Ventitré esatti. Eppure non erano abbastanza per far dimenticare il nome di Voldemort dalla faccia della terra.
L'eco della sua minaccia aveva lasciato segni indelebili, anche se sbiaditi. Molti maghi e streghe si riferivano ancora all'antica minaccia con l'appellativo di “Voi-Sapete-Chi”, sia per la paura incancrenita verso il potente stregone, sia memori dell'impronunciabilità del nome stesso, ai tempi della Seconda Guerra Magica.
La fiducia nell'autorità del Ministero della Magia, da sempre così altalenante, aveva raggiunto una placida stabilità dall'elezione di Kingsley Shacklebolt.
Gli unici timori che turbavano i sonni più sensibili dei maghi, erano costituiti da gruppi isolati di simpatizzanti del vecchio regime purista.
Non erano un'organizzazione, ma per comodità venivano tutti catalogati sotto l'etichetta di Neo MM, ossia, Neo Mangiamorte.
Non avevano causato troppe grane. Quando qualcuno di loro eccedeva in atti di estremismo, veniva prontamente catturato e spedito ad Azkaban.
Anche Azkaban stessa era cambiata: uno dei primi atti ministeriali di Shacklebolt era stata l'abolizione del regime dei Dissennatori. Erano state prese diverse misure di sicurezza magiche, entro le mura della prigione e, solo fuori, i Dissennatori potevano fare la guardia.
Il catalizzatore delle paure – contenute – di tutti i maghi era Simon Dolohov: un noto Neo MM, figlio di un altro famoso Mangiamorte, morto ai tempi della Guerra.
Ogni tanto la sua faccia storta e bionda compariva sulle testate della Gazzetta del Profeta, ma la sua minaccia era sempre rimasta più ideale che pratica.
Gli ultimi avvistamenti riguardanti Dolohov erano stati in Francia, per cui il Ministero Inglese se ne occupava anche con scarsa considerazione.
 
La nostra storia aveva lasciato certi maghi e streghe sul binario di King's Cross, a salutare i propri figli che se ne partivano per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Anche riguardo le loro famiglie c'erano stati pochi cambiamenti: Dara e François vivevano sempre in Francia e le loro figlie aspettavano il primo di settembre per frequentare Hogwarts (Antoinette) e Beauxbatons (Marie).
Laura, in quei giorni, aveva appena finito di vendere le scorte standard per il kit di pozioni agli studenti, visto che lavorava al negozio dello Speziale di Diagon Alley.
Sua figlia Vera avrebbe frequentato il primo anno ed era curiosa di conoscere la sua sorte col Cappello Parlante. Il primogenito Vasil, invece, era già stato assegnato a Corvonero. Lui era in età da G.U.F.O. ed era un po' in apprensione.
Valentina e Joe avevano colto al volo l'occasione di lavorare in una riserva speciale di draghi in un'isola del Mare del Nord e ora vivevano lassù con Arthur, loro figlio, che aveva appena finito la scuola.
La famiglia di Alice, Terry e tutti i loro ragazzi, stava diventando popolare nella scuola, seconda solo ai Weasley. Tuttavia, ormai i Weasley non si distinguevano più per i loro capelli rossi, ma se qualcuno incontrava un ragazzo dai capelli corvini e lucenti, poteva sorgere spontanea la domanda: “sei uno Steeval?”.
Lee e Samantha si facevano il passaparola di notizie: quello che lui diceva su Radio Strega Network, lei scriveva sulla Gazzetta del Profeta e viceversa.
Sebbene la loro figlia Esme avesse sedici anni, non indossava di certo la spilla di Prefetto, né le era mai passato per l'anticamera del cervello di essere una ragazza tranquilla. Lei, assieme ad Antoinette e Fred e Roxanne Weasley erano una delle bande di confusionari note ai più (e anche ai professori).
Bianca e Adrian sguazzavano nelle cascate di rendite della famiglia Pucey e vivevano comodamente in una bella villa assolata, lontani dai vecchi pregiudizi sulle purezze di sangue.
Sara e Dean Thomas avevano avuto il loro secondo figlio, Colin, che aveva quattro anni, ma smaniava già per unirsi al fratello maggiore nell'andare a scuola.
Dario e la bellissima Gabrielle avevano cresciuto Céline in Francia, e anche lei era impaziente di tornarsene a Beauxbatons per il suo penultimo anno.
Irene, invece, non aveva smesso la sua carriera di professoressa ad Hogwarts.
Anzi, è proprio di lei che si deve parlare adesso.
 
Era il trentuno di agosto, quando Irene se ne stava uscendo a braccetto con una signora anziana vestita di fronzoli, da una porta che i Babbani avrebbero definito “di casa disabitata”.
Si era appena concluso un importante Convegno di Veggenti ed era stata allestita una location magica in un quartiere babbano di Londra.
 
« Vedi, cara mia … io mi sento in totale disaccordo sull'utilizzo della parola “cimelio” … il mio Occhio aveva nettamente parlato di un “regalo” … »
« Ma certo professoressa … ma certo»
Disse Irene stringendo la presa sulla vecchia signora.
Quella continuò a gesticolare, come se non fosse stata chiara nel ribadire la sua affermazione.
« Come ti ho detto. Non mi sembra corretto che sia la maggioranza a scegliere cosa scrivere sulla Profezia ufficiale! Bisognerebbe guardare alle abilità singole! Prendi quel branco di cavalli presuntuosi, oh, cara Irene. Li hai sentiti come si mettevano in ridicolo! “I Centauri conoscono i segreti più profondi del destino” puah! Ho cercato di fargli capire chi fosse la mia famosissima antenata Veggente, ma loro non mi ascoltavano nemmeno. Ah! Se solo capissero qualcosa di Divinazione, non staremmo qui a ragionarne, che dici, ragazza mia? »
Irene, che aveva pazientemente guidato l'anziana professoressa Cooman sino al ciglio della strada, sospirò.
« È qui che si aspetta il Nottetempo, professoressa?»
« Come? Oh certo … si … basterà chiamarlo … »
La Cooman fece un gesto con la mano raggrinzita, piena di anelli tintinnanti, e all'improvviso spuntò lo scintillante mezzo di trasporto per maghi.
Irene aiutò il bigliettaio a far salire la passeggera e gliela raccomandò. Poi salutò la sua vecchia insegnante, augurandosi di vederla ancora per qualche convegno.
« Anch'io me l'auguro, mia cara. È stato un sollievo scoprire che tu hai preso il mio posto nella cattedra di Divinazione. È sempre bello sapere di poter confidare nelle generazioni future … addio, addio, mia cara! »
Irene scese e osservò con aria apatica il Nottetempo che se ne ripartiva a tutto gas, con un sonoro bang!.
Sospirò e sorrise fra sé e sé.
Certo che era stata una sorpresa trovare la Cooman ad un raduno di Veggenti, dato che a scuola aveva un po' dubitato delle sue effettive capacità. In ogni caso era grazie alle sue lezioni se anche lei si era appassionata alla materia e si era scoperta un'ottima Divinatrice.
Mentre cercava la bacchetta in una tasca interna della veste colorata, ripensò alla giornata appena conclusa: lei e la Comunità dei Veggenti Inglesi, avevano firmato una profezia ufficiale riguardo ad un avvenimento strano.
Irene aveva passato l'estate con un vago presentimento, che si era poi concluso con una premonizione inquietante, una mattina che le era venuto in mente di leggere un po' di foglie di tè.
Aveva scoperto che una minaccia si stava avvicinando, ma non era stata in grado di esporre molto bene i suoi argomenti.
I suoi sospetti erano stati chiariti quando un gufo le era giunto con l'invito ufficiale al Convegno.
La lettera spiegava che molti Veggenti avevano avuto una visione di quel genere e che un tale turbamento nella quiete non era tollerabile.
Irene non era preoccupata, comunque. Lo era di rado, perché sapeva che preoccuparsi non serviva quasi mai a niente. Se ci fosse stato bisogno di agire, l'avrebbe fatto.
Avevano passato la giornata a confrontare le visioni e le predizioni di tutti i presenti. Solo dopo ore di accordi erano riusciti a stilare una profezia unica che mettesse d'accordo quasi tutti.
Irene afferrò la bacchetta, riemergendo dai ricordi, poi ruotò a mezz'aria e scomparve.
Le pareti della sua casa le comparvero accompagnate dal solito crac della Materializzazione.
 
« Sono arrivata!»
Annunciò gioviale.
La porta della cucina si aprì e suo marito la venne a salutare.
« Bentornata. Com'è andata?»
« Mmm … un sacco di profezie, tanti pazzi e fuori di testa come le tegole, ma anche qualche cosa seria»
Oliver Baston la scrutò a fondo, per capire se Irene fosse in ansia oppure no. Sondò per alcuni secondi la profondità della leggera ironia della moglie, quando si sentì un rumore di scarpe contro il pavimento, e una terza figura si affacciò sulla scena.
« “Cose serie” cosa?»
Chiese Cedric, loro figlio.
Era un ragazzo alto, quindicenne, con le spalle larghe, da sportivo – anche se in realtà il suo sport preferito era il lancio dei bonbon in bocca mentre se ne stava sul divano –.
I capelli color paglia contrastavano con le sopracciglia più scure e gli occhi d'ebano.
La voce suonò impastata per via di un pezzo di schiaccia all'olio che teneva in equilibrio fra i denti. Aveva le mani occupate da libri e vestiti.
Sulla sua spalla, una Puffola Pigmea gialla e decisamente grassissima.
« Si parla con la bocca vuota, Cedric!»
lo rimproverò bonariamente sua madre.
Cedric alzò le sopracciglia in maniera eloquente, per mostrare la sua impossibilità di fare altrimenti.
Oliver aggiunse:
« Davvero, Ced. È pronta cena. Vai a posare quella schiaccia e quella roba. Finirai dopo il baule »
Cedric annuì ed emise un suono bricioloso di assenso.
Fece dietrofront e risalì le scale che portavano al piano di sopra e alla sua camera.
 
Oliver chiese rapidamente alla moglie:
« C'è qualcosa di cui preoccuparsi?»
Irene alzò le spalle e rispose, piano: « Te lo racconto dopo cena. Non saprei, comunque. Spero che alla fine non sia niente. Però ti racconto … dopo»
concluse, sentendo che Cedric era già di ritorno.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** occhiaie ***


 
Occhiaie
 
« Allora mamma! Racconta di questa super-cosa-dei-Veggenti-della-vita!»
Chiese impaziente Cedric Baston.
La tavola era imbandita con un bel pollo arrosto, che emanava un profumo delizioso.
Cedric non attese una risposta per iniziare a servirsi, ma le sue orecchie erano attente.
Oliver era sempre silenziosamente catturato da quella tranquilla ansia che Irene emanava.
La donna parlò, risoluta al punto giusto:
« Non posso rivelare tutti i dettagli. Anche perché sarebbero inutili e noiosi ...»
Oliver capì che la sospensione le serviva per misurare le parole. C'era qualcosa che non voleva dire davanti a suo figlio.
Cedric fissava la crosta arrostita e succulenta della sua fetta di pollo.
« … Comunque hanno detto che potrebbe esserci un qualche attacco dai Neo MM. Praticamente è questo il succo della vicenda».
Anche qui, Oliver seppe che era la verità, ma molto, molto stringata.
« Figo»
disse Cedric, sorridendo a sua madre, finalmente guardandola.
« Ma qui o in Francia … dove c'è quel Dolo...coso?»
« Non so. Forse qui. Si, è per questo che erano un po' preoccupati. Ma non è niente di che … sarà una cosa come le altre. Come quando l'estate scorsa quel gruppetto di Neo MM ha fatto saltare quella casa di Babbani, a Newcastle»
« Mhm»
Concluse Cedric e Irene seppe che la sua curiosità si era estinta.
Oliver capì i pensieri della moglie, così si affrettò a cambiare discorso e a mantenere un tono leggero.
« Allora mi hanno confermato, eh. Domani ricomincio gli allenamenti. Quest'anno abbiamo venticinque iscritti»
Irene aggiunse con un po' troppo stupore: « Cavolo! Venticinque. Praticamente il doppio di quelli dell'anno scorso. Ma sono tutti nuovi?»
« No, alcuni hanno smesso, ma altri sono sempre vecchie conoscenze. Odfield l'hanno preso a fare un provino per i Pipistrelli di Ballycastle. Lo dicevo io che aveva stoffa!» un po' del suo entusiasmo, qui, era vero. Gli si erano arrossate lievemente le guance.
« Odfield … giocava da Cercatore?»
« Cacciatore … »
« Ah. Già, si, me lo ricordo. Odfield … il più bravo a fare il Cacciatore ...».
Tutti mangiarono per un po' in silenzio.
Gli unici rumori erano le posate che sbattevano contro i piatti.
« Nemmeno quest'anno ti proporrai nella squadra, Ced?»
Chiese poi Oliver, guardando il figlio.
Irene lanciò un'occhiataccia a suo marito:
« Dai, smettila! Glielo chiedi ogni volta. Se non gli fa voglia, non c'è nulla di male!»
« Ma è bravo! L'ho visto! Abbiamo giocato insieme, qualche volta!»
« Davvero, papà … non ho voglia di star dietro al Quidditch. Già Felix mi fa una testa così con quegli allenameti e quelle partite. Ora, quest'anno l'hanno pure fatto Capitano. Avrò da sentirne anche troppe!»
rispose Cedric svogliatamente.
Sulla sua spalla, Tegamina II reclamava qualche briciola di pollo.
La famiglia finì di cenare in quello stato di leggera tensione dovuta alla curiosità di Oliver, alla preoccupazione di Irene e alla spossatezza del figlio.
Quando quest'ultimo annunciò di andare a finire il baule per la partenza del giorno seguente, Irene quasi scattò verso la porta, per accostarla.
Cedric non poté fare a meno di notarlo, ma fece finta di niente. Sapeva che per origliare sarebbe bastato rimanere sulle scale …
 
« C'è una profezia»
Disse Irene, quando fu certa che i passi del figlio avessero raggiunto il piano superiore.
« Che cosa dice?»
Oliver le fece cenno di sederglisi in grembo.
Lei accettò l'invito e in un attimo fu accolta dalle braccia robuste di suo marito. Si sentì protetta, come una bimba piccola.
« L'abbiamo firmata tutti quanti … è come un sunto di tutte le visioni che abbiamo avuto» mugolò appoggiando le guance nell'incavo delle spalle di Oliver.
« E cosa dice?» chiese lui nuovamente, con estrema dolcezza.
Irene sospirò, come se fosse finalmente giunto il momento di sputare un rospo particolarmente pesante.
« un cimelio perduto, nella scuola dei maghi è custodito. Il vecchio male, da esso può esser rinnovato ».
Oliver tacque. Attese in silenzio che Irene dicesse quello che pensava.
« Siamo praticamente tutti concordi sul fatto che la scuola sia Hogwarts. Anche se c'era qualcuno che diceva cose riguardo alla Francia …. e allora non abbiamo inserito il nome della scuola nella profezia. Secondo me e altri, chi ha visto la Francia ha semplicemente avuto una visione di Dolohov. Ci sarà lui dietro a questa cosa. Oh, Oliver. Perché mai le cose misteriose e pericolose devono essere a Hogwarts? Proprio ora che ricomincia la scuola e ci sarà Cedric ...»
Aveva le mani sugli occhi, per riposare il flusso delle preoccupazioni.
Oliver trasse un sospiro profondo e iniziò ad analizzare la questione dalla prospettiva più ottimistica possibile:
« Ma la profezia non parla di un attacco imminente ...»
« Beh … no. Ma non l'abbiamo messo perché ci sembrava ovvio a tutti quanti. È una cosa in corso, che sta per accadere. Ne siamo certi».
« E va bene. Però dice che il ...vecchio male può essere rinnovato. Può, no? Quindi non per forza lo sarà. E poi … cosa pensate che voglia dire, questo antico male?»
Irene sussultò, poi sussurrò con forza gutturale:
« Il vecchio male è di certo …. Voldemort. Non l'abbiamo scritto per paura che la profezia possa venire pubblicata ...e non vogliamo mettere paura a nessuno …. ma non ci sono proprio alternative!»
« Ma insomma! Le profezie sono sempre labili, possono essere interpretate in molti modi ...»
Oliver tralasciò di dire che pensava che avessero dato un po' troppe cose per scontato.
Irene non rispose. Rimase accoccolata sulla spalla del marito.
Dopo una breve pausa di totale silenzio, Irene confessò le ultime informazioni:
« A breve il Capo Veggente cercherà di concordare un incontro col Ministro. Ma non ci facciamo troppo conto, perché nessuno crede molto alla Divinazione, eh? Speriamo che il Ministro sia bravo come dicono … e che almeno ci ascolti» .
 
**
 
Il primo di settembre era piuttosto umido, quell'anno. Ma non bagnato. Era una mattina nebbiosa, da far arricciare anche il capello più liscio sulle spalle.
Irene accompagnò Cedric da sola, perché Oliver doveva andare a lavoro, come annunciato la sera precedente. Si erano salutati con un veloce bacio sulle labbra, che placasse le preoccupazioni di Irene, ancora residue della conversazione della sera.
Cedric era particolarmente impaziente di partire.
Tegamina II, sulla sua spalla, ballonzolava grassamente ad ogni passo del suo trasportatore.
Anche Irene aveva il bagaglio: la sua cattedra di Divinazione l'attendeva.
In un attimo madre e figlio furono dall'altra parte della muraglia di mattoni, al binario 9 ¾ .
 
« Eccovi! Buongiorno bell'addormentata! Hai dormito bene? Hai certe occhiaie …»
Irene si voltò per rivolgere un sorriso cortese ad Adrian Pucey, il marito di Bianca, che aveva un debole per i soprannomi idioti e le battutine pungenti.
Bianca, al suo fianco, lo guardò male:
« Ma ti sembra la prima cosa da dire a una persona la mattina?»
« Beh, ok. Oliver dev'essere più resistente di me …. anche io ti tengo sveglia a nottate, ma le occhiaie non te le lascio mai!»
Fece in tempo a scansarsi con un mezzo salto, prima che il ceffone di Bianca raggiungesse la sua nuca.
Felix, il loro unico figlio, non ci badò molto: andò a salutare Cedric, il suo migliore amico e compagno di Casa. Tassorosso.
Era stato curiosa la nascita di un Tassorosso da parte di due Serpeverde, ma Felix aveva messo in chiaro sin da subito che avrebbe portato i colori gialloneri con una certa dignità.
Era bello e piuttosto popolare. Capelli scuri e mossi, dello stesso colore degli occhi. Un sorrisetto sprezzante e beffardo, ereditato da suo padre, e lo sguardo ironico e vivace ereditato da sua madre.
Indossava già la sua uniforme di scuola, dove spiccava con una certa appariscenza il distintivo di Capitano della squadra di Quidditch.
 
« Ced, ti vedo bello carico. Che dici? Ce lo troviamo uno scompartimento da soli su questa ferraglia?»
« Mmm, guarda quanti marmocchi nuovi che ci sono. Speriamo di trovarne uno. Ho delle novità!» annunciò Cedric, con tono naturale.
« Ah, guarda. È arrivato Vasil. Mi dimenticavo di lui e quell'altro testone di Garrick. Le meritano le tue novità? Ce li portiamo nel nostro scompartimento?»
disse Felix ad alta voce, per farsi sentire anche dal nuovo arrivato: era Vasil Rakovskij, in uniforme di Corvonero.
Lo accompagnavano i suoi genitori, Laura e Anton, e la sua sorellina undicenne.
Vasil raggiunse i due ragazzi, lieto di lasciarsi alle spalle i genitori che stavano per iniziare le raccomandazioni alla matricola Vera.
Alto, fisico atletico, dai lineamenti bonari, molto simili a quelli di sua madre.
« Uomini. Che si dice da queste parti?»
« Che aspettiamo Garrick e poi ci spariamo a cercare uno scompartimento. Ced faceva notare quanti bimbetti ci fossero quest'anno»
« Senza offesa per Vera, naturalmente. Lei è un'eccezione» precisò Cedric, facendo un cenno per indicare la ragazzina coi capelli scuri.
Vasil scrollò le spalle:
« È incredibile, quella ragazzetta. Sa già più cose di me. Giuro. L'altro giorno, siamo stati a comprarle la bacchetta, e mi chiedeva la teoria di certi incantesimi che non avevo manco idea che esistessero!»
Felix e Cedric risero.
Vasil continuò:
« Spero che non finisca in Corvonero pure lei, sennò Vitius la smetterà di dirmi che sono bravo. Scommetto che sarà la migliore a Pozioni, visto che ha praticamente prosciugato mia mamma di ogni informazione possibile sull'alchimia e baggianate così. Ha un debole per le cose strane … speriamo non mi diventi una Signora Oscura!»
concluse a voce più alta, visto che sua sorella si stava avvicinando. La prese di sorpresa e se la spettinò in una strana imitazione di un abbraccio.
Vera, che era piccola, mora, con un faccino adorabile tradito da uno sguardo tagliente, si lamentò della manifestazione di affetto, divincolandosi.
 
« Vasil, tu lascia stare tua sorella»
Tuonò Anton, da dietro.
Era avvolto in una lunga pelliccia, che gli dava l'aria di uno stereotipo di “russo”.
« Ma se mi avete detto mille volte che devo stare con lei … esserle sempre vicino …. non lasciarla mai sola ...» ad ogni parola spettinava un po' di più sua sorella.
Vera lo lasciò fare, imbronciata.
« Stai con lei sul treno, va bene?» disse Laura, aiutando Vera a liberarsi dalle braccia del fratello e lasciando un bacio sulla guancia di entrambi.
Prima che Vasil potesse ribattere, la combriccola fu allietata dall'arrivo di altre due famiglie amiche.
Gli Steeval e i Thomas si fecero largo fra la folla, per raggiungere gli altri.
« Ma guarda quanta gente. Che ci fate tutti svegli a quest'ora?»
chiese Terry, allegro.
« È quello che ho chiesto anch'io. Guarda Irene che pesche che ha! E Alice? Fammi un po' vedere se questo Stivale t'ha fatto dormire stanotte o se ti ha tenuta impegnata ...»
Terry e Adrian scoppiarono a sghignazzare insieme, mentre Alice e Bianca si guardavano esasperate.
Sara stava salutando Laura e famiglia, mentre suo figlio Garrick si era subito unito ai ragazzi.
« Eccoti Garrick. Ce ne hai messo … stavamo per farti andare in uno scompartimento di soli bimbetti»
« Sbrighiamoci a salire!»
« Ecco. Che io devo dirvi una cosa!» ribadì Cedric.
Garrick, sommerso dalle informazioni, sgranò gli occhi grandi e verdi, che contrastavano con la carnagione color caffellatte.
« Signori. Per cortesia. Contegno. Non ho capito un accidente» disse, con le mani alzate.
« Lascia perdere. Prendi le tue cose e il gatto, poi sali»
concluse Felix indicando un portello del treno.
 
Tre dei quattro Steeval indossavano la divisa da scolari, mentre il più piccolo, Harry, cominciava ad imbronciarsi.
« Dai Harry, il prossimo anno ci vieni pure tu. Un anno soltanto!» Gli disse Athena, che era la più bella fra tutti i quattro Steeval. Aveva i caratteristici capelli corvini e gli occhi azzurri di sua madre. Sebbene i lineamenti di tutti e quattro i figli fossero molto avvenenti, quelli di Athena lo erano in maniera superiore.
Harry si aggrappò alla mano di sua madre e tirò un po' su col naso.
Alice, allora, lo consolò:
« Dai, Harry. Hai sentito … il prossimo anno finalmente tocca anche a te. Chissà in che Casa finirai, eh? Dove ti piacerebbe andare? Con Anthony e Athena in Corvonero? O con Climene in Serpeverde?»
Il ragazzino alzò le spalle, sempre triste.
Anche Climene e Anthony lo salutarono.
« Dai, che il prossimo anno sarò io quello invidioso di te!» gli disse Anthony, che era al suo settimo ed ultimo anno. Aveva indossato la spilla di Prefetto e quest'anno gli era stata concessa quella di Caposcuola. Anche lui aveva i capelli neri, ma come Climene, gli occhi scuri.
Climene, l'unica Serpeverde, anche lei molto bella, si coccolò il fratellino fra le braccia, prima di restituirlo a sua madre.
Athena le rivolse uno sguardo d'intesa, che Climene colse.
Si diresse verso il gruppetto dei maschi e cercò di inserirsi nella conversazione, essendo loro coetanea.
 
« Allora, ci cerchiamo uno scompartimento?»
« Tu te lo cerchi. Noi andiamo per conto nostro»
« Taci Felix. Ho chiesto il parere di tutti, non solo il tuo. Possiamo venire con voi, io e Athena?»
i quattro ragazzi si guardarono velocemente fra sé, poi esclamarono all'unisono:
« No».
Climene fece una smorfia e assunse una stoica aria di menefreghismo. Andò a prendere sua sorella a braccetto, che pareva particolarmente sconfortata.
 
Il controllore fischiò, per invitare i ritardatari a salire.
« Allora fai per bene. Scrivici qualche lettera. Combina meno cose possibili ...»
Si raccomandò Sara, mentre si stringeva a Dean e al piccolo Colin, che si sporgeva per andare in braccio al fratello.
« E non dare troppa confidenza a Esme e Antoinette. Vorrei che non ti facessi espellere, possibilmente» aggiunse la madre, anche se sorrideva.
Garrick annuì e saltò sul gradino di una carrozza.
Lo seguirono Vasil, Vera, Felix e Cedric.
Irene salì sul treno da una scalinata diversa da quella di Cedric.
« Stai con Vera!» Gridò Laura al vapore fumante.
« E lascia lei in pace» aggiunse Anton.
« Un ordine chiaro» gli rispose Vasil da lontano, salutandoli per l'ultima volta prima di sparire nel corridoio.
I tre Steeval salirono insieme. Anthony aiutò entrambe le sorelle con i bagagli, poi le slalutò per raggiungere la carrozza dei Prefetti e dei Capiscuola.
« Non fateci stare in pensiero!» Si raccomandò Terry, a braccetto con Adrian Pucey.
« E dormite la notte!» aggiunse quest'ultimo.
Scoppiarono in un'ennesima risata.
« Ma che avete stamani, voi due …?» sibilò stancamente Bianca.
 
Nella confusione e il pigia pigia classico del viaggio verso Hogwarts, i quattro ragazzi cercavano di farsi largo.
« Fuori dai piedi, nanerottole!» sbraitò Felix a una brancata di ragazzine palesemente undicenni che lo fissavano ridacchiando.
« Allora, Cedric … queste novità?» chiese Vasil.
« Troviamo un posto lontano da quello dove si è messa mia mamma … perché se sa che l'ho origliata mi strina e mi fa allo spiedo» disse il ragazzo biondo, seguendo la scia degli amici.
« Oh, finalmente un po' di movimento. Spero che sia qualcosa di divertente» disse Garrick, mostrando in un sorriso una schiera di denti bianchissimi.
 
 
 

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Capitolo 3
*** dame e diademi ***


 
Dame e diademi
 
Uno scompartimento vuoto si parò davanti ai loro occhi.
Felix stava per entrare, ma quando allungò la mano per scostare una persona che bloccava la porta, scoprì che si trattava di Climene.
Se ne stava con la schiena appoggiata e le braccia incrociate, a fissare i quattro ragazzi con fare penetrante.
Alle sue spalle, c'era Athena, rannicchiata, un po' rossa sulle guance e la piccola Vera.
 
« Beh? Spostatevi. Vi abbiamo detto che non vi vogliamo nello scompartimento»
Disse Felix con leggerezza.
Fece allungare la mano, ma Climene gli si parò davanti.
« Ascoltami bene, Pucey. Gradirei venire con Athena e Vera qui dentro con voi. Non ce ne sono altri liberi. Siamo arrivate prima noi e abbiamo il diritto di stare qui dentro».
Felix sbuffò:
« Non vogliamo femmine fra i piedi. Dobbiamo parlare di alcune cose. Levatevi dai piedi»
« Mi pareva che tua madre ti avesse detto di sedere insieme a Vera!»
Esclamò Climene, dirigendo il suo sguardo cenerino verso Vasil, in cerca di un anello debole.
« Beh … ma non penso che Vera abbia voglia di sedere con me, se ha trovato delle amiche. No?»
Lo sguardo di Vasil era supplichevole nei confronti della piccola Vera.
« Sentite, non è che vi vogliamo male. Ma abbiamo delle cose da discutere. Alcune di queste riguardano il Quidditch» Annunciò Garrick, convincente, ammiccando verso il distintivo di Capitano appeso all'uniforme di Felix.
La calca stava iniziando a rumoreggiare alle loro spalle.
« Non mi interessa. Vorrei potermi sedere insieme a voi» continuò Climene, col suo sguardo eloquente.
« Mi spiegate perché? Santo cielo! Trovatevi un altro posto pieno di femmine! Perché proprio con noi!»
Sbuffò Felix esasperato, sempre con la mano a mezzo sulla maniglia.
Athena parlò in un soffio, dalla sua protezione dietro le spalle della sorella.
« Hai ragione … F-Felix. Possiamo trovare un altro posto»
Climene trasse un sospiro di disapprovazione.
La piccola Vera alzò le spalle:
« Fate come volete. Venite, ragazze. Su un libro di alchimia ho scoperto un trucco per rendere il cloruro di piombo dello stesso colore e sapore dell'acqua. Se volete ve lo insegno ...»
E con aria da leader si fece seguire da entrambe le ragazze più grandi, che sfilarono difronte ai maschi, per poi scomparire nella calca schiamazzante.
 
Felix aprì soddisfatto la porta dello scompartimento e ci si fiondò dentro, seguito dai suoi amici.
« Dio santo. Scommetto che quella nanerottola di tua sorella diventa una Serpeverde. Mette i brividi»
disse, sedendosi su una poltroncina morbida, rivolto a Vasil.
Lui sembrava vergognarsi un po' nel trovarsi concorde.
« Beh … Non credo che fosse vera quella cosa sul cloruro di piombo … che ha detto?»
« Che ci avvelenerà tutti. Personalmente io starò attento a non bere nulla che assomigli all'acqua. Solo succo di zucca, direi»
esclamò Garrick con fatica, visto che stava cercando di issare il suo baule sulla retina in alto e lui era il più basso del gruppo.
« Vieni, ti aiuto» disse Cedric, che invece era alto e robusto. « Comunque secondo me c'era qualcosa dietro … Felix non ti sei accorto di nulla?»
« Cosa vuoi dire con quest'aria da veggente?» bubbolò dsitrattamente Felix, facendo versi alla gabbietta di Ciccia – la gatta di Garrick – .
Cedric sospirò.
« La Steeval più piccola. È una gran chiacchierona di solito… invece quando la troviamo noi è sempre ammutolita» il suo tono lasciava trapelare un messaggio che a lui pareva chiaro ed evidente.
Felix fece spallucce:
« Senti, a me non importa un accidente se la Steeval più piccola perde la lingua davanti a noi. Se stai insinuando che le facciamo paura … o cose così, dille di cercarsi amiche diverse dalla sorella di Vasil. Lei si che mette i brividi»
Vasil la prese come una battuta e ridacchiò, imbarazzato.
Cedric scosse la testa e si arrese, decidendo che aveva un messaggio più importante da far arrivare a quegli zucconi dei suoi amici.
Garrick aveva appena ripreso possesso della sua gatta, quando Cedric iniziò a parlare:
 
« Insomma … volevo raccontarvi che ho origliato una conversazione fra i miei genitori» disse: « Mia mamma è stata a una riunione di tutti i Veggenti dell'Inghilterra. Hanno avuto tutti delle visioni. È stata stilata una profezia ufficiale».
Quando la parola “profezia” fu pronunciata, Cedric ebbe immediatamente l'attenzione di tutti.
Riferì il contenuto della stessa e ne seguì un momento di silenzio.
Cedric aveva passato tutta la notte a ripetersi le parole che aveva udito da sua madre, per far si che fossero quelle giuste e non cambiare il significato – o i possibili significati – della predizione.
Il primo che si animò fu Garrick:
« Ced questa è la cosa più figa che io abbia mai sentito! Che cos'è il cimelio perduto? Una cosa che può far tornare Voldemort! Pensiamo! Che può essere? A Hogwarts, hai detto? E sei sicuro?»
Vasil aggrottò le sopracciglia scure: « Non pronunciare quel nome »
Felix sghignazzò: « Dai, Vasil! È stecchito da quel dì. Di cosa hai ancora paura?»
Vasil lo guardò male: «Hai appena sentito che potrebbe rinascere. Non è bene nominarlo. Ricordiamoci che durante la guerra il suo nome era stato reso impronunciabile»
«E questa dove l'hai sentita?» mugugnò Felix.
« A lezione di Storia della Magia, alla quale eri presente anche tu» lo rimbeccò Vasil, lievemente irritato.
Cedric ascoltava le congetture in silenzio, perché non era riuscito a formularne di proprie; non in tutta una nottata in cui aveva rimuginato su quelle parole profetiche.
« Va bene, ma ritorniamo a noi. Qualcosa che può far ritornare Tu-Sai-Chi. A Hogwarts. Un cimelio perduto. Perduto. Come il Diadema di Corvonero! Non c'entra qualcosa con la guerra, il Diadema di Corvonero?!»
Chiese Garrick, con una luce brillante negli occhi verdi, a Vasil, che pareva essere il più informato sull'argomento.
Vasil annuì vagamente: « Mi pare di si. Forse era uno degli Horcrux di Voi-Sapete-Chi. I pezzi di anima …. andiamo, almeno questo l'avrete sentito!»
Felix sospirò: « Si, si … mi ricordo la parola Horcrux».
Garrick era eccitato: « Dai, allora potrebbe entrarci qualcosa! Appena arriviamo a scuola vado subito a cercare sul manuale di storia. Il Diadema Perduto. Ma pensi che ci saranno gli Auror per sistemare questa cosa? »
«Magari potremmo incontrare Harry Potter per davvero!» Sperò Vasil, un po' più animato.
« Io ci ho parlato, una volta. È amico di mio padre» dichiarò Garrick come se fosse un privilegio, come se stesse ammettendo di essere incredibilmente ricco.
« Si, anche mio padre lo conosce» disse Cedric,desideroso di avere un ruolo di prominenza in quella conversazione: « quando erano a Hogwarts gli faceva da Capitano nella squadra di Quidditch. Dice sempre che era bravo a fare il Cercatore».
« A proposito!» esclamò Felix buttando a terra il suo baule, su cui aveva poggiato i piedi finora: « mi manca il Cercatore. Dovrò fare i provini» il tono falsamente scocciato nascondeva la sua fremente eccitazione.
« Ced, vuoi entrare in squadra? Dai! Fai il provino!» chiese all'amico.
« Accidenti, no! Tutti a chiedermi la stessa cosa. Non mi va di giocare a Quiddicth» sbuffò Cedric.
Garrick provò più volte a riportare l'argomento sulla profezia, ma senza successo. A quanto pareva gli altri si erano accontentati per il momento della pista del Diadema Perduto.
Garrick cercò di ricordarsi le proprietà magiche di quell'oggetto, ma gli sfuggivano totalmente.
Dopo un po' si stufò della disattenzione dei suoi amici e si ritrovò a parlare con loro di discordi inutili.
 
« Ve lo dico io chi è la più bella di tutte» esclamò Felix sognante e deciso: «Dicevate di Harry Potter? Ecco, sua figlia è discretuccia. Se solo non avesse gli occhiali ...»
Vasil non era d'accordo: « Secondo me non è così bella. Le più belle di tutti sono senza dubbio le Steeval»
Cedric annuì debolmente: « Si … si, sono carine. Lo dicono tutti. Però boh, a forza di sentirlo ripetere a destra e a manca non ci faccio nemmeno più caso. Però hai ragione. Sono belle. Felix … vuoi dire che secondo te è più bella la Potter della Steeval piccola?»
Felix sbuffò: « Ma che ne so. Secondo me la Potter è proprio carina. E poi Ced, oggi sei fissato con queste Steeval! Secondo me hai una cotta»
Garrik e Vasil sghignazzarono.
Cedric scosse la testa, incompreso.
« Lo so io chi è davvero un bel pezzo di ragazza! Antoinette. Quella mezza francese, che sua mamma è amica delle nostre» fece Garrik, fiero della sua esclamazione.
« Ecco. Lei si che ti do ragione. Ha una sorella gemella, no? Che studia a Beauxbatons … Che dici Garrick? Una per uno?»
Scherzò Felix.
« Ci sto. Però quella francese prendila te. Non mi piace la Francia ...e poi c'è il covo dei Neo MM e Dolohov, laggiù».
« Già. Dolohov! Quand'è stato l'ultimo avvistamento?»
« Sulla Gazzetta è un po' che non si dice nulla. Mi pare che l'ultima volta non fosse nemmeno accertato che si trattasse di lui» disse Garrik.
L'argomento della profezia non si ripresentò più per il resto del viaggio.
Tutto filò liscio e quando il treno si fermò, i quattro amici stavano parlando dei risultati del campionato nazionale di Quidditch.
Le carrozze senza destriero li stavano aspettando e loro, con la testa leggera, pronta per essere riempita da un'annata di compiti, punizioni, amicizie, allenamenti e partite, vi salirono con i sorrisi stampati sulle labbra.
 
 

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Capitolo 4
*** caffè corretto ***


 
Caffè corretto
 
La Sala Grande era addobbata con la solita magnificenza del primo giorno, per l'accoglienza ai futuri studenti.
Al tavolo dei Tassorosso, Felix e Cedric si erano piazzati in mezzo ad alcuni compagni. Felix aveva già ricevuto pacche sulle spalle e commenti di ammirazione per la spilla da Capitano.
Cedric faceva rotolare Tegamina II sulla tavola ancora spoglia; somigliava vagamente a una balla del far west mossa dal vento.
Ugualmente al centro dell'attenzione, al tavolo dei Grifondoro sedevano scompostamente, con le gambe gli uni sugli altri, Fred Weasley e sua sorella Roxanne – carnagione scura, sorrisi beffardi identici, e, lei, una capigliatura riccia molto voluminosa – , Antoinette Belhome ed Esme Jordan.
Erano intenti ad attirare gli sguardi dei vicini con un bastoncino colorato che, se tirato ad un'estremità, sprizzava scintille e stelle filanti, le quali a loro volta scomparivano immediatamente se vi si soffiava sopra come una candelina.
Anche Garrick osservava la scena da lontano, ridendo come tutti i suoi compagni di Casa.
Fra i Corvonero, i fratelli Steeval, Anthony e Athena, sedevano accanto. Lei pareva animata da una conversazione interessante e suo fratello, di tanto in tanto, le scompigliava i capelli.
Vasil gli era vicino e ripensava alla conversazione fatta in treno: ovvero se Athena fosse davvero la più bella delle Steeval. Comunque, si disse, adesso era decisamente più chiacchierona.
L'altra Steeval, Climene, sedeva al tavolo dei Sepreverde con composta eleganza. Anche lei era molto bella e infatti c'era qualche sguardo sognante di ragazzo, nei pressi dei posti vicino a lei. Lei però fissava intensamente la fila dei piccoli undicenni che entrava dal Salone d'Ingresso.
Era Vera Rakovskij che voleva vicino a sé: durante il tragitto in treno aveva scoperto che quella ragazzina mingherlina e risoluta poteva rivelarsi per lei un'amica e compagna di Serpeverde. Sperò davvero che il Cappello la sorteggiasse con lei, perché sarebbe stato un sollievo avere finalmente qualcuno con cui fare amicizia all'interno della sua Casa. Prima frequentava i suoi fratelli e le faceva piacere … ma si sentiva a disagio nell'essere l'unica in famiglia ad indossare i colori verde e argento.
Sperava anche che suo fratello Harry la raggiungesse l'anno successivo.
Mentre la preside McGranitt srotolava la pergamena, anche Vera cercò lo sguardo di Climene e le alzò i pollici.
« Atterfly, Jacob»
Incalzò la McGranitt.
« GRIFONDORO!»
 
Un boato esplose dal tavolo rosso e oro, aiutato dal bastoncino colorato del gruppo di confusionari.
« Belhome!» strillò la McGranitt ad Antoinette, che soffiava sul bastoncino per far sparire le stelle filanti.
« Vai, Belhome» le disse Esme all'orecchio, ma abbastanza forte: « vai a fare lo smistamento, che ti chiamano!»
Tutti risero forte e la McGranitt decise che era meglio lasciar perdere.
Non ci furono altre interruzioni e la cerimonia proseguì fino a …
« Rakovskij, Severa».
Piccola, bruna e sorridente, Vera sgambettò fino al sedile di legno.
Il cappello le disse, soffiandole in un orecchio:
« Mmmm … un animo gentile, mi ricordo bene quello di tua madre. Che però, come te, bramava tanto sedersi a … beh ... non è forse l'ambizione una delle caratteristiche fondamentali di … SERPEVERDE!»
Vera schizzò giù dallo sgabello, euforica.
Si fiondò dritta nell'abbraccio di Climene Steeval.
 
**
 
Man mano che settembre si tramutava in ottobre, le foglie degli alberi si facevano sempre più gialle e accartocciate.
Il vento cominciava a parlare di freddo e screpolature, non più di piacevole refrigerio dal caldo.
Ma Alice, quella mattina, aveva fretta. Non poteva curarsi del cielo plumbeo, né della tristezza per la fine del bel tempo.
Aveva una riunione importante a lavoro ed era sicura di aver fatto tardi per il suo appuntamento con Anton, il suo collega d'ufficio e amico di vecchia data.
Non era stata del tutto colpa sua, pensava mentre si Materializzava nelle vicinanze dell'ingresso al Ministero. Terry l'aveva trattenuta per quelle che poi lei aveva definito, scherzando, “stupidaggini”, quando si era resa conto dell'entità del ritardo.
Ridacchiò fra sé, arrossendo un po', per finire poi a pensare che suo marito era un gran furbastro. Lui non aveva orari da rispettare … traduceva i libri a casa, lui!
Sempre sorridendo si mise in fila dietro molte persone che aspettavano il proprio turno al bagno pubblico (che in realtà nascondeva l'entrata per l'Atrium).
Si mise a pensare alla riunione che l'aspettava.
Un'aula del tribunale era stata allestita ai fini di quella grande assemblea generale.
Una riunione straordinaria, aveva detto il Ministro a tutti i dipendenti. Era davvero raro che venissero convocati proprio tutti. Eppure la cosa riguardava tutti e non un reparto in particolare, quindi non si poteva fare altrimenti.
Alice e Anton, quindi, quella mattina si aspettarono nell'Atrium, ma invece di fermarsi al piano dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, lasciarono che l'ascensore sferragliasse fino ai piani più bassi.
 
« Un po' in ritardo, uh?» disse lui con la sua voce profonda.
« Si … mi si è rotta la caffettiera» rispose Alice con disinvoltura.
« Ma tu non beve caffè ...»
« Beh,... ma ha schizzato dappertutto. Non berrò il caffè ma la casa sarà bene che la tenga pulita, satanaboia!» concluse lei in fretta, abbassandosi per nascondere un po' di rossore.
Sfoggiava una veste blu, con le maniche gessate. Le dava un aspetto autoritario e allo stesso tempo esaltava i suoi occhi dello stesso colore.
Anton non si era vestito più formale di un qualunque altro giorno in ufficio: indossava un completo nero piuttosto anonimo.
L'ascensore era colmo di gente. Tutti vociavano congetture sul perché della riunione.
« Ci mancava un Convegno dei Veggenti» disse un mago dall'aria stanca. « Io manco sapevo che esistesse e non volevo nemmeno saperlo!».
Alcuni ridacchiarono.
« Mi sembra esagerato che ci convochino così. Voglio dire, o è davvero qualcosa di cui preoccuparsi … oppure chi se ne importa!»
« Ma cosa vuoi che abbiano detto al Ministro quel branco di rimbambiti? Che il Ministero sta per essere spodestato dai Folletti?»
« No! Dagli Elfi Domestici!»
Le chiacchiere borbottate diventavano sempre più distinte e i maghi perdevano progressivamente il torpore mattutino.
Alice era annoiata dalle stupidità di certi colleghi.
« Anton» disse rivolgendosi al suo compagno di ufficio, per trovare qualcuno con cui fare discorsi più sensati: « appena finisce questa riunione andiamo a bere qualcosa? Non ho fatto colazione e cado a pezzi ...»
« Ma certo» rispose il bulgaro, da sotto la sua barba scura. « e perché la caffettiera si è te rotta, se non hai fatto colazione?»
Alice sussultò, ammortizzata però dalla moltitudine della gente stipata.
« La colazione era per Terry».
Anton fece passare qualche secondo, poi disse, con lo sguardo distolto:
« Andiamo a quel bar Babbano che noi vede dalla finestra di ufficio. È una vita che diciamo di andarci»
« Bravo! Non ho voglia di arrivare fino a Diagon Alley».
Rispose lei, sollevata dal cambio di argomento
Le chiacchiere leggere – ma comunque meno insensate di quelle dei colleghi – finirono una volta che l'ascensore li ebbe portati fino alle aule del tribunale.
Mancavano ancora dieci minuti all'inizio della riunione.
C'erano dipendenti stipati in tutto il corridoio.
« Uh! Alice, Anton! Buongiorno»
I due interessati si voltarono verso la voce familiare che li salutava.
« Buongiorno Dean» sorrise cortesemente Alice. Anton fece un cenno col capo.
« Veggenti eh? Cosa sarà?» chiese Dean Thomas.
Non sembrava preoccupato, come del resto non lo erano nemmeno Alice e Anton.
Alice decise che da Dean era una domanda legittima, per cui rispose:
« Sinceramente non ne ho idea. Non ho nemmeno parlato con Irene, di recente. Magari lei poteva sapere qualcosa»
« Dal momento che non ci ha detto niente, dubito che ci sarà da allarmarsi» disse Dean passandosi una mano sulle palpebre, stancamente: « Io avevo un sacco di pratiche da sbrigare. Dovrò portarmele a casa, per colpa di questa riunione».
Dean lavorava per conto dell'autorità della Metropolvere e si trovava spesso ingarbugliato in permessi, delibere e parecchie scartoffie.
« Come sta piccolo Colin?» chiese Anton per sollevarlo dal pensiero che l'aveva scoraggiato.
Dean parve sollevarsi e rispose con un sorrisetto:
« Bene. Ha iniziato l'asilo Babbano. Sara manda me a tutte le riunioni perché ha paura di sbagliare qualcosa con i Babbani. Io sono cresciuto fra loro, sapete … è tutto così strano con un figlio magico! Qualche giorno fa le maestre mi hanno chiamato per dirmi che non sapevano come avesse fatto Colin ad arrampicarsi sul tetto dell'asilo con tanto di altalena. Erano preoccupatissime … “non essersi accorte che qualcuno aveva spostato l'altalena è grave! Ma chi può averlo fatto? E come?” …»
L'ombra di una risata per il ricordo gli comparve sulle labbra.
In quel momento vennero aperte le porte dell'aula.
 
Anton, Alice e Dean seguirono il flusso quasi ordinato dei colleghi dentro la stanza ad anfiteatro e presero posto in dei sedili né troppo vicini né troppo lontani dal centro.
Nel punto più basso dell'aula era stata sistemata una scrivania intagliata dall'aria formale, dietro cui sedeva il Ministro, Kingsley Shaklebolt.
Pareva tranquillamente impegnato nella lettura di uno dei tanti fogli promemoria che si era portato dietro.
Accanto a lui c'era un altro uomo seduto, mai visto.
Quando tutti i dipendenti furono stipati – con qualche difficoltà, nonostante probabilmente l'aula fosse stata allargata con la magia – il Ministro si schiarì la voce.
Il silenzio fu immediato.
 
« Buongiorno, signori» disse con molta cortesia. Aveva una voce profonda e rassicurante, anche se molto decisa.
« Come avrete saputo, il motivo della convocazione riguarda il mio recente colloquio con il Capo dei Veggenti del Regno Unito, il qui presente Esiah Tyre » fece un ampio gesto con la mano e indicò quell'altro signore, anziano dall'ara un po' svitata, che sedeva da un lato della scrivania del Ministro. Indossava una lunga veste con cappello abbinato, ricamata con la mappa astrale.
Alcuni dei dipendenti ridacchiarono, scambiandosi sussurrati aneddoti sul Capo dei Veggenti. Esiah Tyre, invece, sorrideva a tutti ampiamente, come se le risatine soffocate fossero acclamazioni.
Il Ministro, comunque, non accennava in nessun modo a dimostrarsi concorde con quelli che sghignazzavano. Rimase molto serio e pacato.
« Abbiamo parlato a proposito di un recente convegno fra tutti gli stregoni Veggenti della nostra nazione, che si è tenuto in agosto. È stata emanata una profezia ufficiale, firmata dal convegno stesso. Il signor Tyre l'ha prelevata dall'Ufficio Misteri questa mattina stessa. Tutti possiamo ascoltarla perché riguarda l'intero mondo magico. Vorrei che tutti voi la ascoltaste con estrema attenzione».
Le risatine cessarono.
Il Ministro prese un oggetto di forma e dimensioni simile ad un arancio, ma di vetro pallido: era la sfera contenente la profezia.
I più vicini scorsero un'etichetta, sul piccolo piedistallo della palla di vetro, che recitava: “Conv. Vegg. U.K. (E.T.); Oscuro Signore e mondo magico”.
Appena le mani scure del Ministro sfiorarono il vetro perlaceo della sfera, una voce gracchiante, da vecchietto, parlò con tono misterioso:
 
un cimelio perduto, nella scuola dei maghi è custodito. Il vecchio male, da esso può esser rinnovato
 
il silenzio regnò nell'aula anche dopo che la profezia era stata enunciata.
« Ebbene si, signori» disse la stessa identica voce da vecchietto, facendo sobbalzare molti dalle sedie: il signor Tyre si era alzato e, gesticolando un po' troppo sentitamente, aveva iniziato a dire:
« Per motivi di discrezione non abbiamo inserito il nome dell'Oscuro Signore. Pensate che terrore, se la profezia dovesse accidentalmente venire divulgata dai giornali. Però di lui si tratta, signori. Di lord Voldemort!».
Quelli che erano scattati sulle sedie, ora sussultarono.
Alice alzò le sopracciglia, mentre Anton le teneva aggrottate. Dean si sedette in una posa più dritta, per ascoltare con attenzione.
 
« Oh, andiamo … Voi-Sapete-Chi? Sono più di vent'anni che è morto. Non esiste niente nel mondo magico – tantomeno a Hogwarts – che possa farlo rispuntare come … come una margherita!».
Disse un uomo biondo, col naso all'insù e un sorrisetto supponente sulle labbra.
Sperò che tutta l'aula ridesse, ma nessuno lo fece. Qualche vaga testa, però annuì.
 
« Signor Smith… la prego di non pensare che io sia uno sciocco. Non avrei convocato ogni dipendente del Ministero, se non avessi ritenuto la questione di grande importanza».
Disse Shaklebolt, sempre emanando un'aura di tranquillità.
Zacharias Smith si ritirò a sedere, borbottando qualcosa fra sé.
Il Ministro continuò:
« Non ritengo comunque probabile che esista niente in grado di invertire la sorte del cosiddetto Signore Oscuro. Ha negato per anni di essere un umano. Ma lui è nato così e come Tom Riddle, uomo, persona, fatto di carne e ossa, è morto. Niente può ridargli il tempo che ha perduto. Eppure, la profezia è un dato reale. Il signor Tyre mi ha raccontato con dovizia le divergenze che sono incorse mentre l'oracolo veniva stilato. Alcuni Veggenti hanno avuto visioni concernenti la Francia. Molti hanno visto distintamente il noto Neo MM Simon Dolohov. Molti altri ancora sono sicuri che ci sia un oggetto particolarmente potente a Hogwarts. Questi» disse puntando un dito sul legno duro della scrivania « sono ottimi indizi per evitare che accadano alcune cose spiacevoli. Per quel che mi riguarda, mi pare che questa profezia abbia un significato chiaro: i Neo Mangiamorte sono convinti che esista a Hogwarts un oggetto in grado di rendere la vita a Voldemort. Il gruppo capeggiato da Dolohov potrebbe con molta probabilità cercare di penetrare nella scuola. Questo è quello che dobbiamo impedire. Vorrei che tutti voi esprimeste la vostra opinione attraverso un voto per alzata di bacchetta. Quanti di voi sono d'accordo con me sull'inviare una squadra di Auror che vigili sulla sicurezza della scuola di Hogwarts?»
Un numero incalcolabile di bacchette si alzò, liberando scintille rosse in aria. Se c'erano dei discordi, non potevano essere più di dieci e non risultarono visibili nell'assenso palesemente generale.
Il Ministro sorrise.
« Vi ringrazio per la presenza. Era importante che tutti i dipendenti del ministero ne fossero al corrente. Siete liberi di tornare alle vostre occupazioni. Ah, desidero incontrare nel mio ufficio Rakovskij e Jakson del dipartimento di Cooperazione Magica Internazionale».
Alice sentì le guance avvamparsi e Anton emise uno schiocco con la lingua.
Si scambiarono un'occhiata veloce, poi scesero verso l'uscita insieme a Dean.
« Non vi invidio, amici miei» disse quest'ultimo, quando riuscì a prendere un ascensore abbastanza libero: « una mattinata nell'Ufficio del Ministro non sembra così divertente eh?»
Alice si riaccomodò gli occhiali: « Beh... divertente come le tue pratiche, no?»
Dean rivolse ad entrambi un sorriso affaticato: « Eh già. Siamo tutti poco fortunati. Se esco un po' prima vi lascio un caffè pagato al Paiolo Magico. Buona giornata!»
l'ascensore lo portò via, sferragliando.
Anton sbuffò:
« E noi che volevamo andare al bar Babbano che vediamo da nostra finestra»
Alice sospirò:
« E io che non bevo caffè, satanaré… ».
 
 

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Capitolo 5
*** vecchie conoscenze ***


Vecchie conoscenze
 
Alice e Anton presero l'ascensore fino al piano dove si trovava l'ufficio del Ministro.
Chiedendosi cosa mai potesse volere da loro piuttosto che da un qualunque altro dipendente, i due bussarono e attesero l'invito ad entrare.
Erano certi che il Ministro fosse rientrato dalla riunione perché aveva preso l'ascensore un attimo prima di loro.
 
« Avanti»
disse la calda voce dall'interno.
L'ufficio del Ministro Shacklebolt era essenziale ma efficace: le quattro mura erano foderate di scaffali i cui documenti si stavano riordinando da soli in pile compatte. La scrivania era sfarzosamente intagliata e di certo era il rimasuglio di un predecessore. Shacklebolt l'aveva rimodernata secondo il suo stile: una tovaglietta quadrata, azzurra, su cui poggiavano un portapenne e un calamaio.
Si sentiva il ticchettio di un orologio a muro, tondo con i numeri romani, appeso proprio alle spalle di chi sedeva alla scrivania.
Il Ministro Shacklebolt sorrise ai suoi ospiti e fece loro cenno di accomodarsi.
Alice e Anton si avvicinarono, fino a sedersi su due sedie semplici di legno davanti al posto del capo.
« Grazie per avermi raggiunto velocemente» disse caldamente Shakclebolt e lo disse con intenzione, sia ad Alice che ad Anton, fissandoli singolarmente negli occhi.
« Avevo bisogno di qualcuno del vostro Ufficio che mi potesse mettere in contatto con gli Auror francesi. Mi risulta che voi abbiate già lavorato con la Francia. È così?»
« Sissignore» confermò Anton.
« Molto bene» Shacklebolt posò i fascicoli che aveva consultato, probabilmente contenenti le schede di lavoro dei due dipendenti. Appena toccarono il tavolo si alzarono in volo ed andarono ad ordinarsi con gli altri fogli.
« Allora questo è quanto. Vorrei poter organizzare un incontro con il capo dell'ufficio Auror francese. Quando avrete fatto progressi, vi prego, informatemi. Riferitegli pure che si tratta della questione della profezia. Dato che un numero considerevole di veggenti aveva avuto visioni sulla Francia e su Dolohov, gradirei che ne fossero informati. Meno persone ne verranno messe al corrente e meglio sarà. Potete riuscirci?»
Fu Alice a rispondere: « Certamente, Ministro».
Dopodiché furono congedati.
In un batter d'occhio furono al Paiolo Magico a bere i caffè pagati da Dean. O meglio, Anton lo bevve e si fece preparare l'altro da portar via per Laura.
Alice sorseggiava un succo di frutta:
« Non abbiamo contatti con l'Ufficio Auror, vero? Pensi che François ne abbia?»
Anton rispose: « Ma certo che ne ha. Scommetto che fa lui piacere lavorare di nuovo con noi».
Alice sorrise, piegando gli angoli della bocca:
« Eh già. Passami una pergamena, che gli scrivo subito»
« Meglio se parliamo via camino, non vorrei che intercettassero la lettera»
« Oh andiamo, chi vuoi che la intercetti? Però è vero, il Ministro ci farebbe un sedere a strisce se succedesse qualcosa. Allora gli scrivo di presentarsi al camino del nostro ufficio domani alle nove. Scrivo “massima urgenza”, così non se ne dimentica».
La piuma di Alice grattò sulla pergamena, mentre un sorriso divertito le curvava le labbra.
Pagarono un pochino di più per aver usato uno dei gufi più veloci del locale, così che il messaggio venisse consegnato a Parigi in serata.
 
**

A Hogwarts si vociferava solo di una cosa: la paritita.
Grifondoro contro Serpeverde.
Felix era deciso a tifare Serpeverde perché temeva la squadra di Grifondoro, visto che l'anno precedente aveva battuto Corvonero in finale con un risultato drammaticamente vincente.
La gente ne era così ossessionata che, pareva, qualcuno avesse chiesto un vaticinio sulla partita anche alla professoressa Tennant.
Irene indignata, si era rifiutata di condurre la sua attenzione preveggente su una cosa così sciocca.
Felix aveva provato, senza successo, a pregare Cedric che chiedesse a sua mamma il responso; sperava che a suo figlio l'avrebbe detto. Ma a Cedric importava del Quidditch quanto del periodo di fioritura delle primule rosa.
Garrick aveva passato il tempo libero di tutta la sua settimana a cercare un incantesimo che insegnasse a Ciccia a ruggire, invece di miagolare. Voleva portarla alla partita e farle fare il tifo.
Vasil lo aveva assecondato e aiutato solo perché moriva dalla voglia di vedere quella tenera gattina grassa ruggire come un leone.
Era stato proprio lui a trovare l'incantesimo, anche se era difficile e si rischiava di rendere la povera gatta afona per sempre.
Il giorno della partita, però, Ciccia non era afona. L'eco dei suoi roar! raggiungeva il corridoio dalla Sala Comune.
Era una fortuna che la combriccola dei casinisti non fosse lì ad assistere o avrebbero sequestrato la gatta per farne un attrazione pubblica.
 
« Benvenuti a questa partita di apertura della stagione di Quiddithc! Come dai secoli dei secoli amen, ad inaugurare il campionato saranno GRIFONDORO e SERPEVERDE!»
La voce amplificata di Esme Jordan risuonava in tutto lo stadio.
Al nome della due Case, le tribune si erano divise in due boati di tifo.
Climene e Vera sedevano insieme sugli spalti.
« Mia mamma era brava a volare» diceva la piccola, avvolgendosi una sciarpa della squadra attorno al collo.
Climene si sistemò gli occhiali sugli occhi.
« E a te piace?»
Vera alzò le spalle.
« Vedremo come andrò a lezione di Volo quest'anno. Mamma forse vorrebbe che entrassi nella squadra, ma ho altre mire per adesso».
Nemmeno Climene era interessata troppo al Quidditch, ma le partite erano sempre occasione di sana competizione. I risentimenti reciproci delle Case potevano defluire senza problemi.
 
« Bene, mentre aspettiamo che Madama Bumb recuperi le palle per iniziare la partita, guardiamo un po' chi si vede da quassù ...»
annunciò la voce di Esme Jordan.
« La squadra di Grifondoro è splendente e al massimo delle sue capacità, pronta a soffiarvi la Coppa da sotto i vostri nasi moccicosi come l'anno scorso!»
« – JORDAN!»
La voce dell'ormai molto anziana preside McGranitt gracchiò al fianco dell'altoparlante.
« Si, si … l'imparzialità. Chiedo scusa, ma quando vedo quegli scimmioni di Serpeverde che imbracciano le scope, non riesco a trattenermi. Dio santo, ma hanno preso Alan Rubert come Portiere? Ora sì che l'effetto di “Troll con stuzzicadenti” è globale ...»
« JORDAN! Non sei autorizzata a fare questi commenti! E nemmeno a fare l'emula di tuo padre! Un'altra battuta e tolgo venti punti a Grifondoro!»
La frase che non doveva essere sentita, pronunciata dalla preside, scatenò un generale boato: tutta la platea fu scossa da risa.
« Va bene, santo cielo. Insomma, qui niente privacy eh? Comunque per parlare di emuli dei loro padri: in campo Fred e Roxanne Weasley, battitori impeccabili, che come confermato dagli archivi della scuola, hanno sangue di battitore nelle vene! Poi Sanders, Capitano e Cercatore, che sinceramente non so se abbia parenti Cercatori, ma è il nostro più grande giocatore! Finnis, French e Cloper come Cacciatori e James Potter come Portiere. Potter si che ha parenti giocatori di Quidditch! Suo padre fu uno dei migliori Cercatori della scuola e sua madre ha giocato nientepopodimeno che nelle Holyhead Harpies!
« E vediamo invece com'è messa la squadra di Serpeverde: cognomi conosciuti dai nostri archivi e di cui è tappezzata la Sala Trofei spuntano anche fra questi allegri garzoncelli. Warrington, Cacciatore come suo padre, è il Capitano, accompagnato da Youle e Dent. Quentin e Polish sono i due battitori. Harper, altro cognome famoso, gioca come Cercatore, e il già citato Rubert farà il suo esploit come Portiere.
« Ma ciancio alle bande! Ecco Madama Bumb... ragazzi, ho già la gola secca. Ma quanto ho chiacchierato? Passo un attimo il microfono all'assistente Belhome, mentre mi vado a prendere un bicchier d'acqua. Non mi guardi male, professoressa!»
 
La partita iniziò con un leggerissimo sentimento di ilarità da parte del pubblico.
Antoinette Belhome sostituì Esme per qualche minuto, poi ritornò la fedele cronista.
« … Finnis passa a Cloper che schiva Warrington e … EHI ci è mancato poco! Cloper avanza verso gli anelli … prima prova per Rubert … sia avvicina e …. GOAL!! Grifondoro in vantaggio! Così si fa! Coraggio, Rubert … sarà per la prossima volta. O magari anche no, eh. Ma ecco che Serpeverde rimonta. I Battitori Quentin e Polish sono in possesso della Pluffa …. no ma... sono battitori! Che accidenti ci fanno con la Pluffa in mano?! Madama Bumb è fallo? Come no?! È fallo! È fallo! Stanno barando … stanno … ok la Pluffa gli è caduta di mano, quindi amen. AHAHAH Roxanne Weasley ha appena steso Polish con un bolide. Questo è il mestiere del Battitore. EHI! Ma come rimessa per Serpeverde? Profesoressa … oh insomma accidenti! Serpeverde in possesso di palla, cercano di avvicinarsi agli anelli … forza James, non farli segnare! In ogni caso credo che Serpeverde sia ufficialmente con un giocatore in meno: dopo quella botta di Roxanne, mi sa che Polish non potrà giocare questa partita nemmeno se rinvenisse con una Pietra Filosofale!».
Blink.
Qualcosa scintillò nella mente di Garrick.
Era seduto sugli spalti, con la faccia dipinta di rosso e oro, con in braccio Ciccia versione leone.
Quel commento l'aveva lasciato senza fiato per un attimo.
Pietra Filosofale...
Il cimelio perduto.
Ecco cos'era.
Non il diadema.
Tutto era perfettamente sensato: non era accaduto già che Voldemort avesse cercato di impossessarsi della Pietra Filosofale?
D'un tratto la partita, i colori accecanti e lo schiamazzio dei tifosi divennero come una nebbiolina offuscante. Garrik vedeva solo i suoi pensieri.
Gli si materializzò sotto gli occhi il suo vecchio libro di Storia della Magia, dove aveva studiato la Seconda Guerra Magica.
... Voldemort aveva cercato di mantenersi in vita tramite l'assunzione di sangue di unicorno. Il piano effettivo, mai attuato grazie all'intervento di Harry Potter – allora solo undicenne –, era quello di derubare la Pietra Filosofale. Tale pietra era l'unico esemplare del suo genere mai esistito. Nicholas Flamel, il creatore, è stato l'unico Alchimista in tutta la storia del mondo magico ad essere mai riuscito nell'impresa di forgiare una Pietra Filosofale. Dopo il tentato furto da parte di Voldemort, si decise che la Pietra fosse un oggetto troppo pericoloso per rimanere in circolazione. Sotto consiglio dell'allora preside di Hogwarts, Albus Silente, Nicholas Flamel distrusse la pietra. Gli unici testimoni restano comunque solo Silente e Flamel, per cui non mancano i fanatici delle teorie più fantasiose, secondo cui la pietra esisterebbe ancora … ”.
Aveva senso. Aveva maledettamente senso.
Dolohov aveva rintracciato la Pietra Filosofale. Si trovava a Hogwarts.
Voleva far rinascere Voldemort con il succo prodotto dalla pietra … l'Elisir di Lunga Vita.
Che sciocchi ad aver pensato ad un diadema inutile.
Garrik si risvegliò dai suoi ragionamenti solo perché Ciccia ruggì molto forte.
Di nuovo la partita, le voci, gli applausi …. ma non importava. Non gli importava più che Grifondoro vincesse.
Aveva una cosa più importante da rivelare ai suoi amici.

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Capitolo 6
*** l'aiuto potenziale ***


L'aiuto potenziale
 
« Non crederete mai a quello che c'è sul giornale di stamani»
Vasil andò a sedersi al tavolo dei Tassorosso e fece un cenno anche a Garrick di seguirlo.
Felix e Cedric stavano consumando pigramente la loro colazione.
Tegamina II, gialla e grassissima, se ne stava in panciolle sulla spalla del suo proprietario.
Esisteva in effetti il permesso di fare colazione tutti mescolati – usanza entrata in vigore dal dopo la Guerra Magica – ma quasi nessuno si distaccava mai dai propri compagni di Casa.
I Tassorosso fecero comunque spazio volentieri a Garrick e Vasil.
« Dobbiamo fare la scenetta e chiedertelo? “Vasil, ci racconti che cosa c'è sul giornale di stamani?”»
Sghignazzò Felix.
Lui stava scorrendo con lo sguardo la lista dei pretendenti Cercatori che avevano passato il suo primo provino.
« Metti via quella roba, poi ascoltami» lo rimbeccò Vasil, seccato.
« 'Quella roba' hai detto? Amico, se non scelgo un Cercatore decente quest'anno, col cavolo che facciamo una bella figura al Campionato. Hai visto che assassini che sono i Grifondoro. Ora, ascoltami bene. La più brava ai provini è stata Cassandra Slewin, quella bionda laggiù. Ma non posso metterla in squadra, perché è troppo carina e tutti i miei altri giocatori starebbero a badare a lei e non al gioco. Poi ci sarebbe Coby Hoont … ma, andiamo. Cioè, è un ridicolo. Si scaccola! Non voglio uno che si scaccola nella mia squadra!»
« Hai finito?» incalzò Vasil, sempre più seccato.
« No, aspetta. Dico anche l'ultima. Whilelmina Tod. A parte che fa tipo 'rospo' di cognome. Ma poi è veramente cessa. Sarebbe l'opposto che con la Slewin. Magari sarebbe meglio per la squadra, però cavolo … Cassandra è più brava ed ha anche un panorama migliore».
Cedric capì che Vasil stava superando la soglia dell'irritabilità, così dette una gomitata al suo amico (tanto che Tegamina sballonzolò tutta).
« Lascialo perdere, Vasil. Dicci cosa c'è su quel giornale».
« Dolohov» rispose Vasil, guardando di sottecchi Felix, che prestava ancora attenzione alla sua lista di Cercatori.
« Dolohov? E dove?» Garrick fu all'improvviso interessato.
« È questo è il punto. Vicino Hogsmeade» esclamò l'unico Corvonero del tavolo, con tono grave e sommesso, per farsi sentire da meno persone possibile.
Anche Felix dovette ammettere a sé stesso che quello era più interessante.
« Cosa?» gracchiò nel tentativo di urlare a bassa voce.
Vasil fece un sorrisetto amaro:
« Qualunque cosa stia cercando, parrebbe vera la profezia di tua mamma, Cedric. Si sta avvicinando a Hogwarts»
« Vi ho già parlato della mia teoria ...» suggerì Garrick, lanciando sguardi a destra e a manca.
« Si quella della ….»
« Schhh!» Vasil rimbeccò Felix che stava per dire “Pietra Filosofale”.
« Non possiamo parlarne qui» convenne Cedric.
« Qualcuno ha un'idea migliore?» replicò Felix, impermalito.
« Forse un'idea ce l'ho …. dovete solo darmi un po' di tempo» rispose Garrick con un sorriso bianchissimo che gli andava da orecchio a orecchio.
« E sarebbe?» chiese Felix
« Ve lo dico appena ci riesco. Intanto cerchiamo qualcosa sui libri di Storia della Magia. Ci troviamo in biblioteca a fine lezioni?»
Vasil annuì: « Ottimo! Perché ho già trovato qualcosa a proposito di uno “Specchio” … ma ve ne parlo in biblioteca».
Il suo tono era piuttosto eccitato.
«Sempre che Madama Pince non ci butti fuori a pedate per il bisbiglio ...»
Brontolò Felix, tornando alla sua lista di Cercatori.
 
*
 
Garrick aveva già pensato a questa cosa.
Dopotutto era un po' merito di lei se aveva scoperto della Pietra Filosofale. E poi lei e i suoi amici erano gli unici che potevano aiutarli.
Potevano essere potenziali nemici, nel caso avessero avuto bisogno di un posto segreto. Quindi la cosa migliore era farseli amici.
Correndo a perdifiato fino alla torre di Grifondoro, attraverso il buco del ritratto della Signora Grassa (« Scacco Matto!»), Garrick arrivò fino nella Sala Comune.
Le sue prede erano proprio lì: padroni indiscussi dell'ozio e della sua prosecuzione fino all'ultimo minuto sindacabile.
Se poteva esserci qualcuno in grado di fornire a Garrick e compagnia un luogo segreto in cui chiacchierare a oltranza della questione della profezia, quelli erano i combina disastri di Grifondoro; la banda di scalmanati per eccellenza, che faceva tremare i corridoi del castello, fino all'ultima armatura.
Esme Jordan sedeva su un tappeto scarlatto, mentre aiutava Antoinette Belhome a darsi lo smalto. Roxanne Weasley sghignazzava: stava spostando lentamente, con la bacchetta, un ricciolo di Antoinette perché le andasse a pizzicare il naso e la facesse starnutire. Data la sua espressione concentrata, sbavare lo smalto era la sua preoccupazione peggiore.
Fred Weasley le guardava annoiato, mentre faceva rimbalzare un palloncino multicolor sul soffitto.
« Rox, smettila, ascidonti a te!!»
urlò con poca grazia la bellissima Antoinette, con il suo vago accento francese.
« Allora te n'eri accorta!» rise Roxanne. Al contrario della sua amica, che teneva i boccoli castani sciolti, lei portava la sua gran quantità di ricci scomposti legati in una coda alta. Le davano un aspetto molto morbido e, a pelle, ispirava molta simpatia.
« Mi hai preso per defiscionte? Se mi fai sbavare, juro che ti sputo. Roxanne! Smettila! Ti sputo! Ti … vieni qui! Alza la testa! Codarda!»
Le belle labbra rosee di Antoinette cercarono la faccia di Roxanne, che si spostava avanti e indietro con fare provocatorio.
« State ferme tutte e due! Sennò sono io che ti faccio uno schifo su queste dita»
sbuffò Esme, che stava mettendo tutta la sua pazienza in quell'impresa (dato che di solito era tutto meno che precisa).
« Fra quando iniziano le lezioni?»
chiese Fred, distraendosi dal palloncino e guardando la sorella che cercava di evitare gli sputi di Antoinette.
Rispose Esme:
« Dieci minuti, che noia»
« Che abbiamo alla prima ora?»
« Cura delle Creature» recitò Roxanne a memoria.
« Mon dieu! No … potevate dirmelo prima che mi fascessi le unghie, budello delle vostre trisavole!» protestò Antoinette, ritraendo subito la mano dall'aiuto di Esme.
« Beh, Hagrid non è in gran forma, ultimamente, eh? Ieri sera io e Fred l'abbiamo visto rientrare tardi …. »
« Sarà stato giù al pub a ubriacarsi, il vecchio Hagrid» ridacchiò Fred.
« Si, e per poco non ci trova Dolohov! Avete letto? Mia mamma ha scritto l'articolo sul Profeta, che è uscito stamattina. Ieri l'hanno avvistato vicino a Hogsmeade»
Disse Esme, prima di rendersi conto che c'era un intruso ad osservare la loro riunioncina.
« Oh-oh. Ciao! Garrick, vero? Sei il figlio di Sara».
Il sorriso di Esme era curioso. Il che non significava esattamente 'cordiale'.
In un colpo solo, anche Antoinette, Fred e Roxanne gli puntarono gli occhi addosso.
Garrick sentì le guance calde.
Si, sapeva che sua mamma era amica della maggior parte delle loro mamme. E, dal canto suo, non voleva dire che fossero anche loro dei grandi amici. Le conosceva di vista in maniera extrascolastica e di fama, quando erano a Hogwarts.
« Ehm … ciao».
« Si direbbe proprio che cercasse noi» concluse Fred con un larghissimo sorriso malizioso, che non voleva per nulla essere di conforto.
« Curioso» gli fece eco sua sorella Roxanne.
I loro occhi rimanevano avidi, fissi in quelli verdi e incerti di Garrick.
« Avrei … ehm … bisogno del vostro aiuto».
Ci fu un brevissimo istante di silenzio, che Esme ruppe mettendosi a sedere sulla poltrona – sulle ginocchia di Antoinette –:
« Questa giornata si fa più interessante».
Senza sorridere troppo, Antoinette si rivolse a Garrick:
« Disci tutto, bimbetto»
Fred, Roxanne ed Esme scoppiarono a ridere.
Garrick si spazientì:
« Si, si … ok. Prendetemi in giro dopo. Ora ho bisogno di voi. Sempre se conoscete il castello abbastanza da potermi aiutare, s'intende. E per la cronaca, sono del quinto anno. Voi del sesto. Quindi bimbetto chiamaci qualcun altro, grazie. Sono solo basso»
« Si, va bien. Alora non chiamare me 'froncese'; ho solo la erre moscia»
Era piuttosto facile scaldarsi, per Antoinette e a prescindere dalla ragione, era permalosissima.
I suoi amici lo sapevano, quindi stavolta non la assecondarono.
« Coraggio Garrick il basso. Dicci in cosa possono esserti utili i nostri servigi» lo incitò Roxanne. La sua faccia simpatica ebbe la meglio e questo convinse Garrick a lasciare la stizza da parte.
Decise di ricordarsi la vitalità della sua missione, del suo ragionamento sulla Pietra Filosofale e di tutte le cose che sarebbero venute fuori a parlarne coi suoi amici.
Prese un bel respiro.
« Ho bisogno di un posto dove io possa nascondermi con studenti di altre Case. Dove si possa stare anche a nottate senza essere scoperti».
Di certo non era quello che il gruppo di buontemponi si stava aspettando.
Un leggero velo di stupore calò sui loro occhi.
Poi un paio brillò. Fred Weasley si schiarì la voce:
« Amico mio … non so se già lo sai, ma debbo avvisarti che nel caso fosse coinvolta anche qualche fanciulla, sareste abbastanza rumorosi da venir scoperti»
Le tre ragazze emisero una risata gutturale, malamente soffocta.
Antoinette cavalcò l'onda del sarcasmo: « Fred, questo qui è un bimbetto. Cosa vuoi che ne sappia ….»
Garrick dovette sopportare ancora qualche minuto di risatine, che si impose di ignorare. La sua pazienza era al limite e si stava quasi pentendo di essersi rivolto a loro.
« Sonti un po', bellino. Smetti di fare codesta fascia a pesce lesso. Se non hai il sonso dell'umorismo non dovevi venire a parlare con noi. Sicché, o ridi un pochino e sopporti gli scherzi, oppure prendi il tuo culetto da bimbetto frignucoletto e ti levi da tre passi! Tout clair?».
 
Garrick alzò un sopracciglio.
La convivenza con quegli individui pareva più complicata di quanto si fosse immaginato. Ma d'altro canto erano loro che riuscivano a fare le scampagnate notturne e a non venire mai beccati; loro sgraffignavano succulenti trofei dalle cucine e dai luoghi più remoti del castello.
Chissà se Felix e Cedric avrebbero approvato …o anche Vasil.
Ma non c'era davvero altra soluzione. O mollare tutto e continuare a parlare della Pietra Filosofale come se fosse un gioco, oppure mettersi seriamente a risolvere l'arcano, a sciogliere l'intricato mistero e chissà …. a trovare il cimelio perduto ancora prima degli Auror e di Dolohov.
 
« Va bene, piccoletto. Troveremo il tuo nascondiglio»
« Hai il nostro appoggio, Garrick il basso».

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Capitolo 7
*** filosofie filosofali ***


Filosofie filosofali
 
Garrick se n'era uscito tutto felice dalla Sala Comune, lodandosi per la sua capacità di convincimento, senza aver dovuto spifferare in giro troppe informazioni sull'effettivo scopo delle riunione segrete.
Se ne stava tornando in Sala Grande, per poi dirigersi alle lezioni della mattinata.
La banda dei buontemponi, invece, l'aveva lasciato sparire e adesso si sfregava le mani, tutti gioiosi di aver conquistato una così lauta preda.
I sorrisi identici di Fred e Roxanne si curvarono verso quelli di Esme e Antoinette.
Appena l'ultimo ricciolo di Garrick fu scomparso dietro il buco del ritratto, i quattro paia di sguardi più furbi di tutta Hogwarts si incrociarono, brillando.
« Abbiamo ancora un po' di Orecchie Oblunghe?» chiese Esme, sedendosi comodamente su una poltrona di velluto rossa, sprofondandoci come un pascià.
Il suo sorriso andava da orecchio a orecchio.
« Beh. Quelle sono il minimo necessario» fece Roxanne, per poi partire ad enumerare contando sulla punta delle dita:
« Polvere Buiopesto Peruviana»
« Detonatori Abbindolanti» le fece eco suo fratello.
« Caccabombe»
« Frisbee zannuti»
« E non dimentichiamoci le cose più importanti!» Esclamarono in coro Roxanne e Fred, con tono di solennità.
Antoinette aveva già capito:
« Mais oui. La vostra Mappa e il Mantello» troneggiò dalla sua poltrona, similmente ad Esme.
Bisogna sapere, infatti, che questi nuovi 'malandrini' dovevano il loro successo sia ad un'innata indole per le burle, la sovversione e la confusione … ma anche ad una serie di aiuti materiali che riuscivano a reperire grazie a certe conoscenze.
Anzitutto Fred e Roxanne riuscivano a sottrarre quantità esorbitanti di scherzi magici dal negozio di loro padre, George Weasley. I Tiri Vispi Weasley era sempre uno dei maggiori negozi in cui furbetti di ogni genere potevano rifornirsi di innocenti dispetti da maghi, nello scintillante stabile di Diagon Alley.
In realtà non c'era poi tutto questo bisogno di sotterfugi: George Weasley amava farsi raccontare dai suoi figli quello che succedeva a Hogwarts e come le nuove generazioni riuscissero a sfruttare gli antri più segreti del castello. Aveva anche un debole di simpatia per Esme, che altri non era che la figlia del suo migliore amico Lee Jordan. Spesso e volentieri George passava loro i rifornimenti sottobanco e li congedava con paterne e complici strizzatine d'occhio (cosa che, se scoperta, avrebbe mandato fuori dai gangheri mamma Angelina, la quale non supportava proprio al cento per cento questo tipo di attività 'ricreative').
In secondo luogo, sempre grazie a Fred e Roxanne, il gruppetto di amici poteva contare sull'essenziale aiuto di alcuni oggetti praticamente irreperibili, come il Mantello dell'Invisibilità e la Mappa del Malandrino. Oggetti utilissimi, che li avevano salvati da molte punizioni certe.
Erano entrambi di proprietà dei cugini di Fred e Roxanne, ovvero i figli di Harry Potter. Anche la loro carriera scolastica era spesso e volentieri all'insegna del divertimento, ma mai ai livelli dei quattro mascalzoni principali.
Ed era proprio di quelli che avevano bisogno, per architettare alla meglio il divertente piano di sabotaggio per l'innocente Garrick Thomas.
 
« Abbiamo dovuto fulminare uno dei nostri nascondigli però» si dispiacque distrattamente Antoinette, mentre si decideva finalmente ad alzarsi e a raccogliere i libri per andare a lezione.
« Ormai non ci andavamo da anni, lì dentro» rispose Esme facendo spallucce: « puzza e poi c'è quella noiosissima Mirtilla che viene sempre a ficcare il naso».
« Siamo d'accordo, allora» concluse Fred, guardando le amiche con occhi accesi: « vi aspetto in Sala Comune subito dopo cena. Io intanto vedo di convincere James o Albus a lasciarmi la roba per un po'»
« E io ci proverò con Lily» annuì Roxanne.
« Andiamo a cominciare questa giornata, che ha tutta l'aria di essere divertente» ghignò Esme, con i libri sottobraccio.
 
**
 
Non fu facile per Garrick contenere la smania per tutta la giornata di lezione: non riuscì a incrociare i suoi amici a pranzo, perché avevano orari diversi.
A stento riuscì a non parlare sotto gli occhi penetranti di Climene Steeval, che era sua compagna di banco durante l'ora di Pozioni.
Certe volte Garrick si era domandato se fosse una Legilimens o qualcosa di simile: era sempre acuta e se fissava qualcuno con i suoi occhi scuri per molto tempo significava che stava capendo tutto di lui e della sua vita.
 
« Sei preoccupato per qualcosa, Garrick?» gli chiese, appunto, mentre l'ora si concludeva e la campana dichiarava finita la giornata scolastica.
Garrick commise l'errore di guardarla: in un attimo si trovò intrappolato dagli occhi calamitati di Climene e seppe di essere come nudo. I grandi occhiali di lei non impedivano al suo sguardo di essere così eloquente.
« E cosa te ne importa?» chiese con dissimulata indifferenza.
« Niente» rispose lei tranquillamente.
Il silenzio teso li accompagnò fin fuori nel corridoio. Perché diavolo gli stava così attaccata, quella Steeval? Garrick si sentiva in dovere di spiegarsi, di raccontarle qualcosa che le facesse cessare i sospetti (qualunque essi fossero).
Quando il silenzio fu troppo opprimente, vedendo che Climene aveva intenzione di seguirlo fino anche alla biblioteca, dove era diretto, Garrick esplose:
« Senti … davvero non sono affari tuoi, quello che sto facendo»
« Non ne dubito. Dunque c'è qualcosa che stai facendo»
« Ma cosa... cosa dici? Non posso fare quel che voglio con i miei amici? Andare in biblioteca è “qualcosa”!»
« Oooh. Bene, quindi anche Felix e gli altri sono coinvolti»
« Mi dici cosa vuoi? È qualcosa che riguarda Felix … e Athena? Cedric mi ha detto che ha una cotta per lui … ma io non posso farci niente. Ascolta, se Felix non vuole tua sorella non è colpa mia!»
Climene non si scoraggiò e seguì Garrick fino alla porta della biblioteca.
Madama Pince, dall'interno, li guardò intensamente, per capire se avessero intenzione di rumoreggiare sulla soglia e cogliere l'occasione per sgridarli.
« Non volevo parlarti di Athena e Felix. Non attualmente, almeno. In ogni caso vorrei consigliarti di prestare attenzione»
« È una specie di... minaccia?»
« Ma no. È un vero consiglio. Non sono certo io che devi temere! Diciamo che potresti aver riposto fiducia nelle persone sbagliate. Quindi lo ripeto: vi auguro di essere vigili»
E con aria misteriosa e sapiente, lanciando un ultimo sguardo – quasi compiaciuto – a Garrick, Climene scese le scale di pietra. In un batter d'occhio lei e i suoi capelli corvini da Steeval furono spariti.
 
Garrick si scompose relativamente poco. Anzi, mentre entrava in biblioteca sotto lo sguardo di rimprovero di Madama Pince e cercava i suoi amici fra i tavoli nascosti dagli scaffali, l'unica cosa che pensò riguardo a Climene fu che si fosse proprio trovata come amica di Vera: per quel poco che si era imbattuto in Vera Rakovskij, l'aveva considerata piccola, oscura, brillante e dotata di un qualche misterioso potere che le donava un sinistro charme.
« Eccoti! Ci hai messo un po' ...» lo chiamò Cedric da un tavolo, facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.
« Vasil non voleva dirci cos'ha trovato finché non fossimo stati tutti» piagnucolò Felix.
I toni sommessi servivano a non reclamare l'attenzione della bibliotecaria, che poteva spuntare da un momento all'altro, da dietro lo scaffale, per buttarli fuori a pedate.
Garrick si sedette al posto che i suoi amici gli avevano riservato.
Il tavolo era già coperto di libri e pergamene, la maggior parte – immaginò – portate da Vasil.
Infatti fu lui il primo a parlare:
« Bene. Vorrei farvi vedere cosa ho trovato in Storia dei Manufatti Magici volume IV.» aprì un gran librone polveroso: «Ecco. Qui dove ho messo il segno. Come vi stavo dicendo stamani, esisterebbe questo … Specchio. Leggete: “Specchio delle Emarb. Si ignora chi sia l'artefice di tale prodigioso manufatto. Gli studi più recenti lo datano attorno al XIII secolo. La sua curiosa e fenomenale capacità sta nel riflesso: il mago che vi si specchiasse, non vedrebbe sé stesso, ma il realizzarsi del suo più grande desiderio. È nota la testimonianza di Charles il Taumaturgo, stregone del 1432, che nella sua autobiografia dice: '[…] vidi me medesmo assieme ad un della stirpe Babbana, il quale dal folco io prendeva e con mani intrise di non so qual potente magia, alla stirpe dei Maghi lo introducevo. Ed io mi stupiva, ché di fianco a me non c'era niuno, in quella stanza; ma ne lo specchio chiaro et distinto discernevo il Babbano- Mago al mio fianco e le mie mani potenti vedevo.' Questa fonte costituisce la prima testimonianza storica dello Specchio delle Emarb. Charles il Taumaturgo vede riflesso il suo più grande desiderio: quello di riuscire a trasformare un Babbano in un Mago”.»
Vasil chiuse il libro con occhi eloquenti.
« Interessante» commentò Felix, con la sua solita aria annoiata: «E cosa c'entra con la Pietra …?»
« Schhhhhh!» lo zittì Garrick.
« Accidenti! Basta con questi “schhh”! Solo a me, poi!» brontolò Felix.
« Comunque, nemmeno io vedo il nesso fra le cose» ammise Cedric, che aveva lasciato Tegamina II in bilico su una pila di libri al bordo del tavolo.
Vasil era evidentemente emozionato:
« Mi fa piacere la vostra domanda. È proprio quella giusta. Ecco perché vorrei portarvi all'attenzione quest'altro fascicolo intitolato Le più Geniali e Sconosciute Trovate di Albus Silente».
Il titolo del fascicolo interessò tutti e tre gli altri amici.
La parte sottolineata da Vasil recitava:
Nel 1991, Albus Silente aveva fatto spostare la Pietra Filosofale dalla Gringott, per depositarla a Hogwarts. Il tutto tenuto sotto strettissimo segreto. Un furto nella camera blindata che aveva contenuto la Pietra, fu decisivo per confermare a Silente i suoi sospetti: qualcuno stava cercando di rubare l'oggetto leggendario. Il preside fece allora allestire una speciale protezione magica, per custodire la Pietra nella scuola. Tutti gli insegnanti di Hogwarts parteciparono, creando una notevole difesa di incantesimi di vario genere. Ma fu solo grazie alla trovata dell'astuto Silente, che il Signore Oscuro (colui che ovviamente si celava dietro ai furti) non si impadronì della Pietra: Silente riuscì a stregare un rarissimo oggetto, misterioso e leggendario quanto la Pietra stessa. Lo Specchio delle Emarb. Nascose la Pietra al suo interno e fece in modo che fosse trovabile solo e soltanto da chi desiderasse possederla, ma non utilizzarla. Per conoscere la storia che lega quest'evento alla presenza di Harry Potter, leggete il prossimo numero in edicola, dal titolo Tutte le fortunate e portentose sconfitte del Signore Oscuro”.
 
« Questo … questo è geniale, Vasil!» esultò Cedric un po' troppo forte.
Vasil si compiaque e le sue guance si scaldarono. Sul suo sorriso comparvero un paio di simpatiche fossette.
« E quindi secondo voi potrebbe ancora esistere questo Specchio?» esclamò Felix, preso dall'emozione.
« Silente potrebbe aver fatto finta di distruggere la pietra e averla nascosta di nuovo nello Specchio! Nessuno penserebbe mai che possa essere nascosta nello stesso posto!»
Anche Garrick era fuori di sé.
« Secondo me potrebbe aver deciso di comunicare al mondo che la Pietra è stata distrutta, così che in segreto l'alchimista … quel … Nicholas coso, possa vivere in eterno. Nessuno sa quante scorte di Elisir abbia! No?»
Cedric sentiva le orecchie fumanti. La profezia di cui sua mamma si era tanto preoccupata stava venendo risolta da quattro quindicenni, pensò.
« Ma allora Dolohov non può prenderla. Lui la vuole usare di certo, no?» chiese Felix d'un tratto.
« Beh ...» Vasil ci rifletté per un po': « l'hanno avvistato vicino Hogsmeade, no? Magari vuol prendere un ostaggio che non sa niente della Pietra e dei suoi usi, farlo penetrare a Hogwarts e fargli prendere la Pietra!»
« Io credo che ...»
« Io invece credo che qui si stia chiacchierando un po' troppo! Sono dieci minuti buoni che vi sento parlottare senza ritegno! Andate a studiare nelle vostre sale comuni! FORZA! Sciò! Questo è un luogo di silenzio!»
Madama Pince era comparsa all'angolo dello scaffale.
In mano brandiva un tomo così grande da somigliare a due vocabolari messi insieme. I suoi occhi minacciavano seriamente di poterlo usare come arma.
Garrick, Vasil, Felix e Cedric raccolsero alla svelta le loro cose.
« TORNATE QUANDO SARETE PIÙ CIVILI!» gracchiò la bibliotecaria inseguendoli fino all'ingresso e chiudendo, poi, la porta.
 
« Ma che cavolo!» gridò Felix alla porta chiusa: « alla malora questa stupida biblioteca! Garrick, cos'hai da ridere?».
Garrick esibiva infatti il sorriso meno consono alla situazione.
« Rido perché, come vi dicevo stamani, ho avuto un'idea e l'idea ha portato i suoi frutti. Ho trovato un posto sicuro in cui possiamo stare anche tutta la notte. Ve l'avrei detto dopo la biblioteca, perché oggi ci servivano i libri. Ma credo che possiamo già considerare adesso un “dopo la biblioteca” ...»
« Cosa?? e che posto è?» gli chiese Vasil, emozionato.
« Mi sono fatto consigliare dalla banda dei Weasley e quelle della cronaca del Quidditch. Avete mai sentito parlare di un certo bagno di Mirtilla Malcontenta?» 

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Capitolo 8
*** i Cavalieri del Corpo Sciolto ***


I Cavalieri del Corpo Sciolto
 
Tutto fu pronto molto alla svelta, quella sera: Garrick, Vasil, Felix e Cedric traccheggiarono molto a cena, rimanendo fra gli ultimi studenti. Salirono poi pigramente per i corridoi, a chiacchierare finché c'era in giro ancora qualcuno.
E poi, quando l'orario di coprifuoco si avvicinava, si intrufolarono senza dare nell'occhio in un corridoio del secondo piano.
L'inconfondibile porta di un bagno inutilizzato fece tirare un sospiro di sollievo alla piccola comitiva: l'avevano trovato.
Fu Garrick ad aprire la porta, curandosi di non farla troppo cigolare: era animato dal successo della sua impresa di quella mattina. Gli altri si erano fatti invece più taciturni e preoccupati; un conto era parlare di una bravata, un altro l'effettiva realizzazione. Nessuno, tuttavia disse niente per porre fine all'impresa.
L'interno del bagno era squallido. Si sentivano i rubinetti gocciolare e per terra regnava un umidiccio marcato da impronte sudicie di scarpe. Probabilmente i segni dei suoi passati utilizzi da parte dei buontemponi di tutta Hogwarts.
Nemmeno l'odore era dei migliori. Un misto di scarico e di uova marce.
La luce della luna filtrava da un vetro rotto nello spazio più grande della stanza, quello dove si trovavano i rubinetti.
Gli specchi rotti e macchiati riflettevano l'illuminazione pallida della finestra.
 
« Beh. Questo è quanto»
ammise Garrick, temendo un giudizio negativo da parte degli amici.
« Lo trovo appropriato ai nostri scopi!» lo consolò invece Vasil, improvvisando un tono autoritario.
« Non è un grande incoraggiamento ...» mugolò Felix: « significa che abbiamo degli scopi di cacca»
Cedric quasi soffocò per non ridere.
L'eco della sua risata strozzata si diffuse velocemente per tutto il gabinetto, rimbombando contro le pareti alte come una cattedrale. Si confusero, poi, con un altro rumore, leggero, molto simile a quello che si era appena spento.
« Chi è là?»
chiese Garrick posando una mano sulla tasca della bacchetta.
Il vagito emise un sussulto più stridulo.
Ora tutti e quattro lo udivano distintamente.
« Chi c'è?» ripeté Garrick.
 
« Chi sei? Che vuoi? Non è un po' tardi per venire a prenderti gioco di me?»
rispose la vocina, lontana lontana.
Era cupa e triste, come se provenisse da un vecchio grammofono.
« Oh! Oh. Ciao! Tu devi essere … ehm … Mirtilla?»
Rispose Garrick, un po' rincuorato: Antoinette Belhome gli aveva detto del fantasma frignone e depresso che abitava quel bagno. Si stupì di non averla per nulla considerata nel suo piano, ma immaginò che non fosse un problema.
Un faccino pallido e perlaceo spuntò fuori da un cubicolo : aveva grandi occhiali rotondi e uno sguardo indagatore, pronto a sentirsi offeso.
Felix e Cedric rabbrividirono.
« Oh» disse Mirtilla: « siete in quattro. Quattro maschi. Non lo sapete che questo è un bagno per ragazze?» .
« Ci dispiace. Non volevamo disturbarti. Abbiamo pensato che fosse un posto tranquillo … dovevamo parlare di alcune cose importanti» proseguì Garrick, lanciando occhiate sbieche ai compagni per sperare che mantenessero la calma.
« Mmmmmm» li canzonò Mirtilla. Liguardò uno ad uno, poi continuò: « Ma non vi siete accorti che siete decisamente fuori orario? Se vi scoprissero qui con me finireste nei guai ...»
non sembrava una minaccia. Sembrava quasi che si stesse divertendo.
« Magari ...» esordì Vasil: « magari potresti aiutarci. Abbiamo alcune teorie su un oggetto nascosto a Hogwarts. Se ci prometti che non lo dirai a nessuno … potremmo parlarne anche con te».
« Vasil ma cosa dici?» lo punzecchiò Felix. Ma il fantasma era ormai fluttuato lontano dal suo cubicolo e si era avvicinata a Vasil. Lo osservò da vicino:
« E tu chi sei? Di chi sei figlio? Magari conosco qualche tuo avo … ohhh non dovrebbe essermi sfuggito chi è riuscito a fabbricare un così prestante giovane moretto, con queste belle spalle larghe e questi capelli neri ...»
Felix era inorridito dalla scena.
Vasil rimase impassibile: « Mirtilla … ci prometti che non dirai a nessuno le cose che sentirai qui con noi?»
« Ma certo che te lo prometto. Come ti chiami?»
« Vasil »
« Allora te lo prometto, Vasil» concluse con aria ammaliante (decisamente pessima).
Felix mimò a Cedric l'atto di vomitare.
I ragazzi raggiunsero i lavandini e vi si sedettero, visto che sembrava l'unica superficie abbastanza pulita.
« Bene» partì Vasil, sempre seguito dallo sguardo adorante di Mirtilla.
« Oggi in Biblioteca abbiamo trovato dei punti importanti. Lo Specchio. Mirtilla, sai mica se esiste uno specchio speciale nascosto qui a Hogwarts?»
Mirtilla era estasiata dal ruolo di importanza che le veniva dato.
« Beh. L'ufficio del professore di Difesa Contro le Arti Oscure contiene un Avversaspecchio» gongolò lei, tirandosi su gli occhiali.
« No. Non ci serve quello» la incitò Cedric. Subito il fantasma lo guardò malissimo.
« Allora non so di altri specchi. Scusatemi se vi sono inutile!».
« Ma no, ma no. Aspetta. Sai allora se c'è qualche oggetto speciale nascosto nel castello?» continuò Cedric, con quanta più gentilezza gli riuscì .
« Beh? Il castello è pieno di oggetti speciali nascosti.» si era già stizzita e parlava con voce stridula, senza guardare i ragazzi negli occhi: « e anche il lago lo è. Ci vado spesso, io, attraverso i miei passaggi segreti. A meditare sulla mia morte. È un luogo pacifico, se si evitano quelle orribili sirene».
Felix, cercando l'approvazione del fantasma nonostante ne fosse palesemente inorridito, le disse con un sorriso tremolante:
« Ecco, dai. Ci puoi insegnare ad arrivare nel lago? Con i tuoi … ehm … passaggi segreti?»
Mirtilla si voltò di scatto:
« I miei passaggi segreti sono i tubi di scarico»
« Oh ...»
« E come penseresti di passarci tu, eh? E una volta nel lago come ci respireresti là sotto eh? Con l'algabranchia? Voi siete vivi#facdecursedciaild
« Ehm ...l'alga cosa?»
« PUAH! Cosa credete di ottenere da me? Non sono qui per risolvere i vostri sciocchi enigmi puerili!»
E lanciando un'ultima spettrale occhiata al povero Felix, volò via, fino a sparire dentro un gabinetto.
Il rumore sordo dell'acqua che sciacquava a terra coprì il silenzio imbarazzato dei quattro ragazzi.
Vasil non aveva perso la sua calma fredda, Garrick era piuttosto sconcertato. Cedric dispiaciuto per il fallimento, mentre Felix continuava a rabbrividire:
« Non so cos'abbia quella racchia defunta.. ma il Frate Grasso non mette questa paura», mugolò.
« Il Frate Grasso è simpatico» annuì Cedric: «ci porta le gelatine muffite dalla cucina. Però è comunque simpatico».
L'incontro con Mirtilla li aveva un poco destabilizzati. Non avevano più molta voglia di passare lì le ore notturne. All'improvviso i misteri che potevano essere nascosti dietro la profezia parvero loro così tanti, che si sentirono un po' sciocchi ad aver pensato di poterla risolvere.
Garrick era il più tenace. Percepì come i suoi amici l'amarezza che iniziava a scoraggiarli, così provò a far forza a tutti:
« Dai ragazzi … non è stato un fiasco, in fondo». Azzardò un debole sorriso.
« Ah no?» chiese Felix, sarcastico. Aveva il broncio.
« Ehm … no» continuò Garrick con fatica: « almeno possiamo … ehm … possiamo stilare una lista dei nostri indizi e nasconderla qui da qualche parte. Così questo posto può diventare una specie di base per le nostre ricerche»
« Che bello» brontolò ancora Felix.
Garrick rovistò nella borsa di scuola e ne estrasse un foglio spiegazzato di pergamena. Vasil sfilò la bacchetta e la puntò su una piccola boccetta di inchiostro.
« È per rendere la scritta invisibile. Solo chi conosce il controincantesimo può leggere» spiegò.
In effetti era un metodo di camuffamento abbastanza basilare, ammise. Risaliva al Manuale di Incantesimi, Volume Primo, di quando erano matricole.
Tuttavia era poco probabile che qualcuno, trovando un foglio di pergamena appallottolato in quel bagno, sospettasse che ci fosse scritto qualcosa.
 
Ritrovata un po' di voglia per concludere quella bravata, si misero a scrivere.
Scrissero tutto. Il testo della profezia, che temevano altrimenti di dimenticare; la prima ipotesi del Diadema Perduto, che poi avevano scartato in favore della Pietra Filosofale. Scrissero dei loro tentativi di cercare lo Specchio delle Emarb, del loro colloquio con Mirtilla Malcontenta e della loro decisione di rendere quel posto una base segreta.
Indecisi su come firmarsi, nel caso il foglio fosse caduto in mani sbagliate, optarono per un nome ironico e decisamente stupido. Secondo Vasil sarebbe bastato a far credere all'osservatore indesiderato che si trattava solo di un grande gioco scemo.
Il nome fu “Cavalieri del Corpo Sciolto”. E le firme, ben leggibili, furono Cacca, Gastrite, Vomito e Fegato. Le iniziali erano al posto giusto, così potevano ricordarsi il soprannome con facilità.
 
Erano allegramente intenti a eseguire l'incantesimo occultante, quando accadde.
Un'esplosione fragorosa, che li colse totalmente impreparati.
Il foglio di pergamena, fortunatamente occultato, cadde dalle mani di Vasil e finì da qualche parte nel bagno buio.
Poi il caos. Una puzza tremenda si aggiunse a quella del gabinetto: non meno di dieci Caccabombe stavano esplodendo, lanciate dalla porta di ingresso. Poi un fischio – che, nel silenzio notturno parve assordante – seguito da uno zampillo d'acqua fredda, che si mescolò al contenuto delle Caccabombe e schizzò i quattro ragazzi di una sostanza decisamente rivoltante.
La confusione era tale da svegliare tutto il castello.
Garrick, Felix, Vasil e Cedric erano tremendamente storditi. Mille rumori stavano sfasciando i loro timpani, mille odori rivoltanti e sostanze strane schizzavano da tutte le parti.
Poi, dopo quello che parve loro un'eternità, ma anche un velocissimo secondo, tutto finì e la faccia irata della professoressa McGranitt spegneva ogni altro rumore o colore.
 
**
 
Come destati da un sogno, i quattro ragazzi si scoprirono nell'ufficio della Preside.
Avevano tutti gli occhi sgranati, le pupille dilatate e il cuore che martellava all'impazzata.
Lentamente riprendevano conoscenza dei loro corpi e della loro consistenza: erano zuppi, impastati di Cacabombe e decisamente puzzolenti.
 
« Abstergeo! »
Disse imperiosa la McGranitt, chiudendosi la porta alle spalle. Di colpo la puzza svanì e gli abiti e capelli dei ragazzi tornarono asciutti.
L'eco dei rumori assordanti nelle loro orecchie, però, era ancora presente.
« Adesso io esigo da voi» iniziò la Preside, mentre si sedeva dietro la severa scrivania di legno. Aveva un tono glaciale. Alcuni presidi nei ritratti alle sue spalle, addirittura, si svegliarono e iniziarono a bisbigliarsi domande fra loro.
« Non solo una spiegazione. Ma anche un dettagliato elenco dei motivi per cui, secondo voi, io non sia autorizzata ad espellervi» .
Non c'era alcuna ironia nelle sue parole.
Gli occhiali quadrati contornavano uno degli sguardi più furenti che i ragazzi avessero mai visto da quando si trovavano a Hogwarts.
Ritrovarono il fiato a fatica.
Garrick, coraggiosamente, iniziò a farfugliare:
« Professoressa … le giuro … noi non abbiamo scatenato quel pandemonio. È … vero …. eravamo fuori dal dormitorio. Però, la prego … ci creda … non avevamo alcuna intenzione ...»
« Sto ancora aspettando la spiegazione e l'elenco dei motivi, signor Thomas» .
Abbaiò la Preside.
Alcuni suoi colleghi nei ritratti annuirono dalle cornici.
Garrick fu molto intimidito dallo sguardo penetrante del quadro di Albus Silente, che era il più sveglio fra tutti gli altri sonnecchianti.
Felix prese parola:
« Professoressa … Garrick sta dicendo la verità. Ma le pare che noi scateniamo un macello del genere?»
La McGranitt aggrottò un sopracciglio. Anche in cuffia e camicia da notte incuteva molto rispetto e timore.
« Si, mi pare, signor Pucey. E nel caso lei non venga espulso, la informo che il suo titolo di Capitano sarà sospeso per non meno di un semestre» .
A Felix si mozzò il respiro.
Vasil, per coprire gli affanni dell'amico, si schiarì la voce e disse, con calma.
« Professoressa, quello che dicono Garrick e Felix è vero. Noi eravamo solo rimasti alzati a chiacchierare nel bagno e ...»
« Per quale motivo?» incalzò la Preside.
« Per chiacchierare ...» rispose debolmente.
« Chiacchierare di cosa, all'una di notte?»
« Ehm … » si ammutolì Vasil.
« Di ragazze» affermò Cedric con una tranquillità disarmante.
La McGranitt lo fulminò con un'occhiata interrogativa (che venne anche dagli altri tre membri della combriccola).
« Beh, non si può parlare di ragazze nel dormitorio no? Potrebbero sentirci ...» continuò Cedric, disinvolto.
La McGranitt sospirò e si abbassò gli occhiali sul naso.
La calma di quel gesto fece percepire a tutti l'entità del rimprovero che era in arrivo.
« Allora, signor Baston. Lei mi sta cercando di convincere che voi quattro siete sgattaiolati di notte in un bagno femminile per parlare di … frivolezze. E che la vostra scampagnata non ha nulla a che vedere con il fracasso che è esploso proprio nel luogo dove eravate voi.»
Non era una domanda.
« Beh … si» disse Cedric.
Numerosi ritratti scoccarono le labbra, in segno di incredulità e disprezzo. Anche Cedric perse un po' di fermezza dinnanzi allo sguardo dei quadri con la targhetta “Severus Piton” e “Phineas Nigellus Black”.
« E vorreste spiegarmi chi ha causato tutto questo baccano, se non siete stati voi?» continuò, tagliente, la Preside.
Un silenzio imbarazzato fu l'unica risposta che i ragazzi riuscirono a offrire.
Dopo un'altra ventina di minuti di interrogatorio, senza che la McGranitt riuscisse a cavargli nient'altro che la striminzita scusa di Cedric, i quattro ragazzi furono lasciati liberi di tornare ai dormitori. Li aspettava un colloquio con la Preside, l'indomani, per decidere le loro sorti.
In silenzio e senza il minimo desiderio di provare a fuggire, i Cavalieri del Corpo Sciolto si separarono.
Solo quando Garrick era a mezze scale verso la torre di Grifondoro, qualcosa gli balenò in mente. Durante il marasma di Caccabombe nel bagno, aveva visto le mani che dalla porta di ingresso lanciavano gli scherzi magici, e gli parve ricordare di avere intravisto anche qualche faccia e sorriso beffardo.
E poi, nell'eco del rumore pazzo dei Fuochi d'Artificio Freddi e di altre diavolerie, poteva ora distinguere le risate divertite dei colpevoli.
Beccandosi un rimprovero pure dalla Signora Grassa per l'orario, Garrick capì che la sua mossa astuta di quella mattina si era rivelata la più colossale idiozia.
Era certo al cento per cento che quelli che l'indomani li avrebbero fatti espellere, erano i Weasley e la loro banda.
 
 
--------------------------------angolo autricia's -------------------------------------------–
Ben ritrovati!!
Ci sono alcuni sostanziali motivi per cui ho tardato così tanto a caricare questo capitolo:
  1. Vabbè, l'università e le coseh … ma quello lo potevate immaginare tutti XD.
  2. Non avevo voglia di fare la revisione. Come mi ha detto Bianca questa mattina, sono entrata pure io nella spirale del “lo faccio dopo”.
  3. Che ci crediate o no, questo capitolo è stato scritto prima che io leggessi The Cursed Child (avevo letto solo la trama dettagliata, ora invece ho proprio letto il libro …. NO COMMENT). Ero rimasta spiacevolmente colpita dal fatto che i nuovi protagonisti di JK si recassero nel bagno di Mirtilla e che Mirtilla si comportasse in maniera maledettamente simile a come l'avevo fatta muovere io qui. Odiando un po' me stessa, un po' JK, non riuscivo a dare un tocco di originalità al capitolo. Non mi andava proprio giù. Spero che le battutine che deridono Cursed Child siano palesi (ce ne saranno diverse, lungo il racconto). Spero che il mio capitolo non dia l'idea di “Ehi! Riesumiamo Mirtilla come un personaggio qualsiasi, tanto per far vedere che qui si parla di Erri Potter. Perché, ehi, non puoi parlare di Erri Potter se nella tua storia non inserisci cose come Mirtilla, Oguorz, Piton, Quiddic, etc etc”. Insomma, sappiate che io ci avevo messo il buon cuore. Tanto lo sapete che odio le meri su … fac de meri su. Fac de cursed ciaild.
  4. Non avevo voglia di scrivere questo angolo autrice, che sapevo sarebbe stato lungo XD

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Capitolo 9
*** Climene Steeval ***


Climene Steeval
 
La mattina seguente i quattro ragazzi ricevettero occhiate severe dalla preside, a colazione. Gli venne chiesto di raggiungerla nel suo ufficio prima che iniziassero le lezioni.
Cedric e Felix erano i più ammutoliti. Felix aveva i segni di una notte insonne, sotto gli occhi cerchiati e nell'espressione vacua. Il suo pensiero aveva indugiato tutta la note sulle parole della McGranitt riguardo alla sua carica di Capitano.
Cedric invece era terrorizzato per la doppia punizione che gli spettava: preside o non preside, sua madre e la McGranitt erano colleghe. Irene non ci avrebbe messo molto a scoprire che suo figlio aveva combinato la più grande idiozia del secolo.
Ad attendere il quartetto, oltre la soglia della grande porta di quercia dietro la quale li attendeva il giudizio, c'erano anche i direttori delle case di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero.
 
« Come vi ho detto questa notte. Sono esterrefatta»
Iniziò la McGranitt, con l'aria stanca.
Vasil si sentiva molto a disagio. Si fece piccolo piccolo dinnanzi al suo rappresentante di Casa … ed era anche assai difficile, visto che si trattava del minuscolo e anziano professor Vitious.
« Siete tutti pronti a farmi credere che questa notte voi vi siete ritrovati solo per farvi due chiacchiere. E che la confusione madornale che ne è scaturita non sia minimamente colpa vostra. Anzi, siete propensi nel considerarlo un episodio slegato dalla vostra scappatella»
Sospirò la preside. Sembrava molto vecchia.
Gli occhi di Garrick dardeggiarono in quelli del professor Paciock, Capocasa di Grifondoro. Poi prese parola:
« Professoressa. In realtà lo so chi è stato … ma non li denuncerò. Perché in effetti è colpa mia. Io mi ero rivolto a certe persone per chiedergli se esistesse un luogo dove fare quattro chiacchiere notturne indisturbate ...»
E si slanciò in una difesa molto sciolta.
In sostanza, alla fine, parvero tutti molto propensi alla versione di Garrick – specie il professor Paciock, che aveva sempre un debole per perdonare le scappate notturne – anche perché ad un certo punto fu chiaro a tutti di chi si stesse parlando.
Fu considerato molto nobile il fatto che Garrick facesse il finto tonto, nell'omettere totalmente i nomi dei loro detrattori. Nel suo racconto pareva quasi che esiste per caso un gruppo di ignote persone in grado di indicare nascondigli segreti e le cui mani potessero lanciare caccabombe apparentemente dal nulla (quasi come da sotto un Mantello dell'Invisibilità).
Inutile dire che i precedenti della banda dei Weasley fossero ben noti a tutti i professori presenti.
Questo non consentì comunque ai quattro di rimanere impuniti: venti punti a testa vennero tolti dalle clessidre delle rispettive Case. N aggiunta diverse punizioni personali, tra cui quella del povero Felix, cui fu proibito di giocare a Quidditch per un semestre.
Cedric rischiò la vita per aver cercato di consolarlo dicendogli : « Va bene, dai, almeno ora ti concentri un po' sui G.U.F.O., poi nel secondo semestre ti sfogherai col Quidditch».
Il braccio di un'armatura era stato lanciato a tutta velocità, mancando per un soffio l'orecchio di Cedric.
 
Passarono un paio di giorni, prima che tutti e quattro decidessero di parlare di nuovo di quello che era accaduto.
Garrick aveva lanciato occhiate fulminee alla banda dei Weasley, ogni volta che gli capitava di incrociarli; ma loro non davano segni di colpevolezza. Se ne stavano tronfi a sedere durante i pasti e se lo vedevano lo salutavano con la mano: “ciao Garrick il basso!”.
Climene Steeval, invece, era sempre più insopportabile, durante le ore di Pozioni e sembrava non vedesse l'ora di qualcosa. Bombardava Garrick di domande inopportune, ma mai troppo da lasciar intendere che effettivamente sapeva quanto fosse successo.
 
« So che è l'ultima cosa al mondo che vorreste sentirvi dire» annunciò Vasil, quando i ragazzi si erano dati appuntamento in giardino dopo le lezioni.
Ottenne subito l'attenzione degli altri tre.
Le dolci fossette che animavano la sua faccia abbronzata, comparivano e scomparivano sotto i movimenti delle labbra:
« Dobbiamo tornare in quel gabinetto» disse.
Cedric lo guardò, ferito, come se gli fosse appena stato detto che per quell'anno non era previsto il suo compleanno.
« Mia mamma mi ucciderebbe» disse, lanciando un involontario sguardo alla torre di Divinazione.
« Beh, se ci torno posso anche giocarmi il secondo semestre di Quidditch. Che gran Capitano sono stato per il Tassorosso. Lo sapete chi mi sostituisce? Cassandra Slewin! La mocciosa che ho scelto come Cercatrice. Mi dite come dovrei sentirmi?! È un miracolo che mio padre non mi abbia ancora mandato una strillettera».
Brontolò Felix, strappando ciuffetti d'erba.
Un piccolo corteo di ragazzine sfilò loro davanti ed emisero gridolini sommessi, notando Felix.
« Levatevi di torno!» intimò lui, lanciando margheritine.
Forse le ragazze non la interpretarono proprio come una minaccia, però si allontanarono ridacchiando.
« Almeno i tuoi genitori non sono insegnanti di Hogwarts» disse Cedric cupamente, facendo rotolare Tegamina II sul prato.
Vasil riprese fiato:
« Beh, quel foglio di pergamena … non sarò tranquillo finché non lo avremo tolto da lì».
Garrick annuì: « Ci pensavo anch'io».
Di malavoglia, quindi, Felix e Cedric furono trascinati nel nuovo piano di recupero della pergamena dei Cavalieri del Corpo Sciolto.
Non che a Cedric non importasse più della profezia. Era stato lui a cominciare quella faccenda e gli sarebbe pure piaciuto continuarla. Per il momento, però, avrebbe preferito tenersi lontano dai guai.
Venne deciso che quella sera, giusto poco prima che l'orario di coprifuoco scadesse, si sarebbero addentrati nel corridoio del secondo piano e avrebbero fatto un furtivo ingresso nel regno di Mirtilla Malcontenta.
Sperarono che i Prefetti non pattugliassero la zona, visto che era un luogo abbastanza isolato e di certo non molto utilizzato dagli studenti.
Stavolta non avevano informato nessuno della loro avventura, quindi si sentivano piuttosto tranquilli.
 
Se non che, alle nove e trenta di sera, quando le uniche luci che illuminavano i corridoi erano le torce a muro, anche qualcun altro partecipava all'appuntamento.
Climene Steeval era dinnanzi alla porta del bagno, con un'espressione di contenuto trionfo.
Sorrise loro.
« Vi stavo aspettando».
I quattro ragazzi erano basiti.
Se ne stava lì, con la sua uniforme di Serpeverde in balia delle tremolanti luci.
Nemmeno Vasil, di solito calmo e ragionevole, riusciva a prendere parola.
Climene ridacchiò: « Vedo che non ve l'aspettavate. Beh, meglio così. Le vostre espressioni sono impagabili».
Si accorsero che nascondeva qualcosa dietro la schiena.
« Oh questo qui?» disse lei mostrando immediatamente ciò che le sue mani contenevano, appena notò le quattro paia di occhi dardeggiare in quella direzione: « Questo è il vostro foglio di pergamena, miei Cavalieri del Corpo Sciolto».
Quell'affermazione rese i quattro da stupiti a inorriditi.
Garrick riuscì a balbettare: « Non …. non oserai denunciarci?! Se i professori scoprono … la mamma di Cedric … la profezia ... Come puoi … che cosa ti abbiamo fatto?» gli occhi verdi chiari fuori dalle orbite, preoccupati.
Climene inclinò la testa di lato e gli occhiali le scivolarono di pochi centimetri sul naso. I suoi occhi, taglienti, sfidavano Garrick a continuare.
Fu Vasil, invece, che parlò: « Che cosa vuoi ?» disse, definitivo.
Climene rise, mostrando una fila perfetta di denti candidi.
« Ora si ragiona. Vedete, c'è qualcosa che voglio … qualcosa che sarà il vostro prezzo per comprare il mio silenzio» si batté il foglio arrotolato di pergamena sul naso. Sfoggiava sempre lo stesso sorriso malizioso.
« E cosa vuoi, che io esca con tua sorella?» sputacchiò Felix, con molto disprezzo.
Climene arrossì appena.
« No, in effetti. Ma Athena c'entra in qualche modo».
Cedric si spazientì, e con un urlo che fece sobbalzare anche Tegamina II sulla sua spalla, disse: « Smettila di fare i giochi … dicci cosa dobbiamo fare e basta!».
Climene inspirò a lungo, godendosi la sua vittoria, poi parlò.
« Ho dato un'occhiata a questa pergamena … e in effetti si, mi rendo conto di cosa significhi. Di certo non sarebbe saggio mettere i professori a conoscenza del vostro segreto. Nessuno dovrebbe minimamente sapere di questa profezia, no? La professoressa Tennant sarebbe punita per aver lasciato trapelare queste informazioni ...e di certo voi sareste espulsi, per esservi sentiti così in gamba da poter trovare questo tesoro prima dei Neo MM … prima degli Auror … prima di Harry Potter. Però …..» Continuò a godersi l'effetto delle sue parole, inebriata. Le sue pause erano calcolate per sortire un effetto di suspense. « ... devo dedurre che siete proprio fuori strada» concluse, come se fosse ovvio che sapeva della profezia da sempre.
« Ebbene, io ho una pista migliore. Ho un piano. E delle condizioni. Vi offro molto di più del mio silenzio nei confronti dei professori. Se non volete che vi denunci, dovrete considerare anche me, in quest'operazione di scoprire cosa c'è dietro alla profezia».
Felix sbuffò: « Ma noi vogliamo mollare, demente. Ci siamo stufati di questa profezia»
« Non è vero!!» lo corressero in coro Garrick e Cedric.
Felix li guardò orripilato.
Climene incenerì tutti con un: « Non ho finito».
Fece una pausa prima di continuare: « In quest'operazione sarà inclusa anche Athena. E tua sorella Vera. Ho condiviso con loro il vostro piccolo segreto e … beh, inutile dire che la pista di cui vi parlerò l'ha pensata proprio Athena. È molto intelligente, mia sorella. Infatti è finita in Corvonero».
« Già, perché tu invece sei subdola. Infatti sei finita in Serpeverde» gracchiò Garrick, guardandola male.
Climene non rispose. Rimase a fissare il quartetto in silenzio, finché dopo un po' li incitò:
« Allora?»
« Allora che?» chiese Cedric.
« Accettate le condizioni o no?».
Vasil sospirò, dopo un brevissimo consulto di occhiate con i suoi compagni: « Certo che accettiamo, che alternative abbiamo?»
« Splendido!» fece Climene. Ora aveva uno sguardo decisamente più illuminato e simpatico.
« Una cosa, mi chiedo ….» continuò Vasil: « mi dici cosa ci guadagni tu, da tutta questa faccenda? Perchè ti sta così tanto a cuore?».
Climene si sistemò gli occhiali con l'aria di chi la sa lunga.
« Beh, ne ho diversi, di motivi. Il principale è, diciamo, quello di ricevere una parte del bottino, quando verremo ricompensati per aver trovato l'oggetto in questione prima di Dolohov e degli Auror».
Era ricomparso il suo sorriso malizioso.
I quattro ragazzi non si aspettavano una motivazione così venale e ne rimasero un po' stupiti.
 
Il piano di Climene Steeval era molto ben articolato.
Prevedeva il coinvolgimento di molte più persone, oltre a Vera e Athena.
Disse loro che dovevano per forza avere in squadra anche la banda dei Weasley, perché è saggio farsi amici quelli che possono essere potenziali nemici; e poi con i mezzi dei Weasley (la famosa Mappa di Hogwarts, il Mantello eccetera) e la loro indubbia conoscenza dei segreti del castello, tutto sarebbe stato più semplice.
Quando Garrick le spiegò che aveva già provato a coinvolgerli, ma che gli esiti erano risultati decisamente negativi, Climene aveva già la risposta pronta. Disse che non doveva solo servirsi di loro, ma renderli partecipi al cento per cento. Era certa che si sarebbero esaltati molto con quel mistero da svelare e che la loro discrezione non era nemmeno da mettere in dubbio.
« In più c'è un altro motivo per cui è bene inserire quelle persone nel nostro piano. Antoinette Belhome ha una gemella che studia a Beauxbatons. Loro padre lavora per il ministero Francese. Beh, sono venuta a sapere che mia mamma lo ha contattato per lavoro. E sono pronta a scommettere che si trattasse proprio di qualcosa su questa profezia. Beh, perché mia mamma era molto criptica … di solito mi dice tutto, quando glielo chiedo. Una volta che Antoinette Belhome sarà dalla nostra parte, non ci vorrà molto a chiederle di interrogare sua sorella, quando rivedrà suo padre».
 
Tutti rimasero ammutoliti dalla fredda razionalità di Climene. Riusciva a pianificare tutto con consapevolezza e non c'erano falle apparenti nei suoi schemi.
Nessuno aveva voglia di avere molto a che fare con lei, ma a quanto pareva si trovavano costretti a condividere con lei uno dei segreti più spinosi che si potessero immaginare.
« Bene» concluse: « Sono passate le nove e mezzo da un po'. Andiamo a letto, che se ci beccano sono guai … beh per voi, perché io sono una ragazza; posso stare in questo bagno».
Gongolò della propria astuzia, e infine li salutò:
« Ci vediamo domani alle sei in punto nell'aula di Aritmanzia, che rimane sempre aperta. Almeno potremo parlare. Buonanotte!».
Sfoderò un luminoso e attraente sorriso, poi svanì nei corridoi bui.

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