Guardando oltre

di Sayra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Little Silver, New Jersey

Camminava da quindici minuti ormai non sapendo bene se avrebbe trovato chi stesse cercando, o meglio cosa.
Concludere questo lavoro, adesso, le sembrava fattibile anche se le erano servite 48 ore di estenuanti ricerche e due persone ferite sfuggite per un soffio al fato disegnato per loro da uno spirito vendicativo.
“non li colpirà ancora,” si disse “perchè sarò io a colpire lui per primo.”
Agatha Mcleon.
Questo era il nome che stva cercando sulle lapidi di quell'immenso cimitero nella piccola cittadina di Little Silver e avrebbe dovuto affrettarsi perché presto lo spirito avrebbe colpito ancora.
Il bastardo, aveva constatato, era piuttosto puntuale ai suoi appuntamenti che trasformava in luoghi di un delitto inspiegabile per chi non avesse le sue conoscenze. Per lei era un gioco da ragazzi, un lavoro da niente se non che questa volta la Samara di turno le aveva creato non pochi problemi nella scoperta della sua identità e per ironia della sorte ancora gliene causava. Infatti ad un 30 minuti dallo scadere del tempo stava ancora cercando la sua dannata tomba.
“Devo salvarli, devo salvarli, contano su di me.” continuava a ripetere e intanto le sue gambe prese a muoversi più velocemente e il suo sguardo disperato si spostava a destra e a sinistra esaminando con cura ogni nome inciso su quelle tristi pietre.
Josh e Christy, due neo sposi che, trasferitosi nella nuova casa entusiasti della loro nuova vita, si ritrovarono a fronteggiare il fantasma della governante uccisa senza scrupoli dai proprietari della villa, i signori Toesca, nel 1853 e da allora tormenta chiunque metta piede all'interno dell'edificio.
“Dove sei?” continuava quella corsa inarrestabile finché non si fermo di colpo: “Eccoti.”
Col fare di chi sa cosa sta facendo prese a scavare fino a rompere la cassa rivelando i resti di colei che una volta si occupava di Villa Toesca.
“Spero che la tua anima possa riposare in pace ora, Agatha.” si sentì in dovere di dire mentre dava fuoco a quello che rimaneva di lei. Si portò una mano al viso per evitare di sentire quell'odoro nauseante proveniente dalla bara, certo che non si trattava di un lavoro per una donna, ma qualcuno doveva pur farlo.

 

“È finità?” chiese Josh.
“Si, potrete tornare a casa vostra, presto vi dimetteranno dall'ospedale.” rispose. I due si abbracciarono e involontariamente le invocarono ricordi di momenti felici ed ora dolorosi. Con un mezzo sorriso si voltò verso l'uscita.
“Agente Linda...non so come ringraziarla.” disse ancora Josh seguito dalla moglie che debolmente le diceva: “Grazie, grazie di cuore.”
Era questo il momento più bello, lei aiutava persone, le salvava e sorrise godendosi il meglio di quel lavoro sporco.
“Non c'è di che, avete il mio numero nel caso vi capitasse qualcosa di simile, di strano. Arrivederci.”
“Con franchezza e senza offese, agente, ma spero proprio di non doverci rivedere e di non dover mai usare il suo numero. Ne abbiamo avuto abbastanza di stranezze agente Linda, ma grazie.”
La ragazza si girò nuovamente verso la porta, poi si fermò per riguardare Josh e Christy e disse: “Non sono un agente comunque, e per dirla tutta non mi chiamo nemmeno Linda. Il mio nome è Kayley, Kayley Wilson.”  



Angolo di Sayra:
Ciao!! Ecoomi che torno con una storia nuova e diversa. Vorrei parlare di un personaggio nuovo, totalmente inventato, che viene a contatto con il soprannaturale. La storia si concentrerà sul passato di Kayley e su un caso che affronterà con i nostri ben amati fratelli Winchester.
Che dire spero che l'idea vi piaccia, ho iniziato a scrivere questa storia in maniera molto disordinata a dire la verità e pensavo di non pubblicarla dato che era solo una storia scritta per passare il tempo. Finchè, purtroppo, mi son detta: "mah si, proviamo a pubblicarla." ed ecco qua!
Ora vi ringrazio per averla letta e a breve posterò un altro capitolo, se vi va potreste lasciarmi una recensione che sia anche solo piccola piccola.
Un bacio,
Sayra

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Kayley Wilson

Kayley Wilson, 24 anni e cacciatrice del sovrannaturale. Questa era la sua breve biografia.
Era nata in Kansas da Jonathan e Serenity Wilson morti in un incidente d'auto mentre viaggiavano verso il Gran Canyon, il luogo dove i due si erano conosciuti. Kayley aveva otto anni e ricorda quanto i suoi genitori fossero emozionati di tornare in quel posto dopo tanti anni e insieme alla loro bambina.
Il sole illuminava i loro volti e la mamma, ricorda Kayley, era bellissima più degli altri giorni. Gli occhi erano dolci e il viso rilassato e sereno , indossava un foulard rosso al collo che risaltava sull'abito blu come la notte. I ricci dei suoi capelli dorati si libravano nell'aria dovuta ai finetrini abbassati, ogni tanto Serenity passava la mano inutilmente per riordinarli. Suo padre era attento alla guida e continuava a raccontare aneddoti divertenti alzando il volume dello stereo di tanto in tanto quando passava per radio una canzone che gli piaceva e la cantava interpretando una versione stonata. Kayley li ricordava così, sentiva ancora le note di “The famous final scene”, il padre che sovrastava la voce di Bob Seger e la cristallina risata della madre erano i soli suoi che riecheggiavano nell'abitacolo e lo riempivano di gioia. E avvenne l'inevitabile come un lampo a ciel sereno.
Un autista, che guidava da troppe ore, finì inevitabilmente contro la loro auto macchiando di rosso quel bel quadro familiare e rendendo quella strada la meta di quel viaggio.
L'ultima cosa che Kayley vide fu il sorriso di sua madre che si era voltata verso di lei dicendo: “Vedrai Kay, andremo in un bel posto.”
Poi l'urlo agghiacciante del padre spense le luci sul palcoscenico.
Ripensandoci bene la sua biografia non era così breve, era stata lei a impoverirla con il tempo, infatti più persone conosceva meno erano le cose di se che raccontava.
Nell'incidente i Wilson persero la vita sul colpo così come Mark Dawson, la bambina si era provocata gravi feriti, ma niente di irreparabile al contrario del vuoto nel suo cuore.
Negli anni a seguire conobbe molte persone, se così si può dire, inizialmente venne mandata in un orfanotrofio dato che non aeva alcun parente da cui alloggiare. Un anno dopo una famiglia la adottò, ma lei si dimostrò una bambina terribile oltre che incorreggibile. Aveva iniziato a commettere dei piccoli furti nei negozietti della cittadina dove abitavano William e Kathrine Scott, i due non sapevano più come fare e l'imminente arrivo del nuovo bambino non aiutava di certo e presero la decisione di riportarla all'istituto. Fu il periodo più lungo insieme ad una famiglia affidataria, gli Scott sopportavano ogni tipo di capriccio, un po' perché: “È una bambina.”, un po' per pena e compassione nei suoi riguardi. Rimase da loro per poco più di due anni , poi le persone entravano ed uscivano con una facilità che nessuno poteva credere possibile: gli Smith, i Kennedy, i Rivera e i Collins; finché all'età di quattordici anni venne considerata troppo grande per un'adozione .
Kayley rimase in orfanotrofio fino all'età di 16 anni, continuò a rubare e gli atti vandalici aumentarono. Spesso oggetto dei suoi furti erano pacchi di sigarette Chesterfield Blue che si curava dal nascondere e che fumava di notte dopo che sgattaiolava via dalla sua camera per andare nella terrazza dell'edificio. Non pianse mai dopo la morte dei suoi genitori o almeno mai in pubblico. Diventò fredda e scontrosa con chiunque facesse la sua conoscenza, ma durante le notti sulla terrazza il suo cuore si apriva guardando le stelle, cercava la più bella e luminosa e le parlava chiamandola “Mamma”. Poi tra uno sbuffo di fumo e l'altro si perdeva in un pianto senza sosta ricordando il sorriso di Serenity e la voce stonata di Jonathan.
Intanto il fumo saliva disperdendosi nella notte.
Era certa che i suoi non sarebbero stati fieri di lei come avrebbe voluto , ma comportarsi diversamente significava mettere da parte la loro morte e guardare avanti e guardare avanti era difficile. Era più comodo il farsi compatire, anche se – doveva ammetterlo- l'idea non le andava a genio e le provocava un senso di fastidio; ma cambiare le sembrava impossibile. Una notte escogitò un piano di fuga.
Falsificò una patente di guida e dei documenti con una falsa identità e, per una notte di metà agosto, diventò Joy Page; prese dei soldi dalla cassa dell'orfanotrofio e fuggì rubando una vecchia auto.
Decise di ricominciare in un altro paese, decise di farsi una nuova vita lontano dalla Kayley che era stata e che tutti già conoscevano.
 

Si trasferì nel Maine dove cominciò a lavorare nella caffetteria della scuola di cui seguiva i corsi e fu in un giorno di inizio primavera che conobbe John Doe o almeno lei era solita chiamarlo così dato che Daniel Ross non volle dirle il suo nome inizialmente.
Era cominciato come un gioco tra di loro: Kay era seduta ad un tavolo aspettando l'iniziare del suo turno di lavoro, davanti a se c'era una sedia vuota e, sul tavolo, un milk-shake al cacao. Stava studiando per il test del giorno dopo quando un'ombra le oscuro le pagine.
“Scusa, ciao. Sei nuova?” disse una voce maschile.
“Non proprio.” rispose lei velocemente.
Kayley si presentò e lui le disse: “Ti dirò il mio nome solo quando mi dirai il perché del tuo essere così bella.”
Poteva sembra una frase tipica di un playboy, ma Daniel subito arrossì rivelando il suo vero essere e facendo ridere Kayley di cuore dopo tanto tempo.
“Avanti John Doe, dimmi il tuo nome. Me lo devi.”
“E chi mi conferma che Kayley è davvero il tuo nome eh, Jane?”
“La mia carta di identità.”
Risero insieme e per la prima volta da quando era scappata dal Kansas Kayley vide davvero una luce al fondo di quel tunnel di solitudine e tristezza che la stava consumando.
Le piaceva quella sensazione nuova e più era in compagnia di Daniel più la sentiva crescere dentro di sé finché non le diede un nome: amore.



Angolo di Sayra:
Rieccomi!
Come avrete letto e come vi ho anticipato mi sto concentrando molto sul personaggio di Kayley e sulla sua storia, forse perchè mi ci sono affezionata scrivendo di lei e vorrei farla conoscere anche a voi.
Avrete sicuramente notato la mia poca fantasia inserendo come colonna sonora dell'incidente "The famous final scene", ma al momento la riproduzione casuale del mio cellulare aveva scelto questa canzone e così ho deciso di mandarla in onda nella radio dell'auto dei Wilson.
John Doe è il nome che viene dato in america a quelle persone la cui identità è sconosciuta e Jane è la sua controparte femminile, lo dico nel caso non aveste capito lo scambio di battute tra Kayley e Daniel.
Ora vi lascio sperando di non avervi annoiato come al solito e vi invito ancora a lasciarmi un vostro parere. 
Per il momento that's all, folks.

Sayra
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Kayley e Daniel cominciarono a passare molto tempo insieme, ogni giorno lui sedeva alla caffetteria aspettando che Kay finisse il suo turno continuando a seguirla con lo sguardo, in modo protettivo e affascinato, le movenze aggraziate della ragazza e il suo dolce sorriso. Kay, dal canto suo, non vedeva l'ora di staccare, Daniel aveva cominciato ad occupare gran parte dei suoi pensieri e anche lei di tanto in tanto lo ammirava portandosi nella mente il suo sguardo, la sera da sola ne ripercorreva i tratti: i capelli riccioli e scuri così voluminosi, gli occhi color nocciola profondi da perdersi all'interno e quelle labbra che sembravano disegnate. Ancora oggi le sembrava di sentire il suo profumo. Un mattino Kayley gli aveva raccontato la sua storia, lui la ascoltò senza mai interromperla e la ragazza nelle parole di lui poteva decifrare un forte incoraggiamento a guardare oltre, ma mai un briciolo di compassione.

 

Quel pomeriggio, a Daniel, Kayley sembrava più bella che mai e lui sapeva che era il momento giusto per dichiararsi. Alla fine del turno di lavoro di lei, fecero la solita passeggiata verso la casa della ragazza passando dal parco per allungare. Kayley indossava un abito autunnale dai colori chiari e al collo una sciarpa fine e leggera, i capelli lunghi e mossi legati in una semplice coda di cavallo con due ciuffi più corti e lunghi lasciati ad incorniciarle il viso ricoperto di lentiggini quasi invisibili. La frangetta, che si faceva ogni giorno più lunga, le sfiorava appena gli occhi che a Daniel ricordavano il mare nei giorni di calma.
Più deciso che ai si fermò di colpo costringendo la ragazza a fermarsi con lui, guardandola la timidezza prese il sopravvento e le parole che tanto aveva ripetuto davanti allo specchio gli morirono in gola. Lei lo guardava curiosa e stranita finché il moro abbatté qualsiasi barriera e cancellò la distanza tra le loro labbra che si sfioravano dolcemente all'inizio poi le loro bocche si schiusero per unirsi in un tenero bacio.
Kayley era sicura di amarlo, lui era senz'altro la persona più importante della sua vita, eppure dopo una brusca litigata i due si erano allontanati e Kay aveva messo in dubbio i suoi sentimenti. Daniel, sentendosi dire che gli ultimi anni insieme erano stati una menzogna, si chiuse in se stesso mandando via la ragazza dall'appartamento che ormai condividevano. Chiuse la porta dietro di se e pianse come un bambino estraendo dalla tasca una scatoletta blu dalla cornice dorata.
Aveva decisamente esagerato Kay e per paura di una risposta negativa da parte di Daniel non l'aveva mai più cercato; poi, mettendo da parte l'orgoglio, decisero di incontrarsi alla caffetteria dopo una breve telefonata da parte di lei.

“Grazie per essere venuto.” disse per rompere la tensione tra di loro. Daniel fece un accennato segno di consenso rimanendo in silenzio. Era come se il ragazzo avesse alzato un muro tra di loro e Kay sapeva bene il perché. Perché l'ultima volta che si erano visti bruciava ancora dentro di lui, quel ragazzo sconfitto che l'aveva amata e lei tutto quello che fece fu urlargli contro le sue paura e diffidenze di un'infanzia tormentata. Parlarono poco finché lei non iniziò quell'assurdo monologo sulla loro relazione.
“Senti mi dispiace per quella volta, io non avrei mai dovuto ferirti in quel modo. Ora sto mettendo da parte il mio insensato orgoglio per te. Mi spiace non aver capito prima cosa avessi, l'ho fatto troppo tardi e ti avevo già perso. E so che è assurdo il fatto che ti stia dicendo queste cose solo ora, ma è tutto vero e se dovessi tornare indietro ti giuro che farei le cose per bene, nel modo giusto. Mi manchi Daniel, mi manca tutto di te, i nostri momenti, l'essere insieme, l'essere noi. Ti giuro che se solo potessi…” le lacrime erano diventate incontenibili ormai e le sfocavano la visuale. Battè le palpebre e le si inumidirono le guance tornando indietro con la memoria alla prima volta in cui lui l'ha vista piangere. Si sentiva abbattuta per aver deluso la sola persona che importava per lei e per averlo abbandonato. Sapeva di aver deluso anche se stessa, si era ripromessa di essere una persona migliore, capace di amare, credeva di esserci riuscita e invece no.
“...Se solo… Daniel se solo tu mi dicessi che mi ami ancora ti giuro che ti amerò nel migliore dei modi.” concluse.
Le lacrime incontrollabili continuavano a scendere copiose e il nodo allo stomaco che aveva avuto fin dall'inizio si era stretto in una morsa ancora più forte impedendole di respirare finché Daniel, spinto da un profondo amore non la baciò con una passione che non si era mai spenta. Le labbra di lei le erano mancate e non voleva lasciarle andare, con dolcezza la lingua esplorava ogni parte della bocca di lei che gli andò incontro. Le loro lingue presero a ballare un conosciuto passo a due muovendosi in sintonia, poi si separarono e la distanza era già insopportabile. “non ho mai smesso di amarti, Kay; ti amo ogni giorno di più. Non so stare senza di te.”

Passò un altro anno da allora, Daniel dopo qualche mese le chiese di sposarlo e Kay accettò con gioia cominciando subito con i preparativi per il matrimonio contattando i pochi amici di lei e i familiari di lui.
In quei giorni Kay non faceva altro che girare per negozi, con il sostegno di una cara amica voleva che fosse tutto perfetto e mentre la neve scendeva lieve dal cielo il viso di lei si apriva in uno splendido sorriso.

Ma, in una fredda e bianca giornata di metà Dicembre, quel sorriso si spense quando le arrivò la notizia della scomparsa del suo compagno.

Angolo di Sayra:
Hello boys,
giuro che presto finirà questo lunghissimo flash e vedremo cosa unisce Kayley ai Winchester.
Nel frattempo ringrazio coloro che hanno letto questi capitoli "No sense" e che li hanno messi tra i seguiti.
Con la speranza che qualcuno lasci un segno di aver letto o anche solo un "Ma esattamente cosa stai combinando?", vi lascio.
Alla prossima, guys!

Sayra

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 

Come accadde per Daniel, sparirono altre persone e l'FBI cominciò ad indagare.
Fu così che Kayley si avvicinò al sovrannaturale e a tutto ciò che il buio nasconde.
Una mattina, mentre sfogliava delle foto nel silenzio della casa, si presentarono alla porta due agenti che le posero delle insolite domande riguardanti rumori di topi nei muri, luci che mal funzionano e angoli freddi nell'abitazione, le chiesero se Daniel avesse assunto uno strano comportamento nell'ultimo periodo. La ragazza sconcertata rispose che era del tutto normale, l'unica stranezza era che il suo compagno avesse accettato di andare in campeggio con i suoi amici Tod e Will, entrambi scomparsi, e lei sapeva bene quanto Daniel odiasse il campeggio.
“O per lo meno odia stare lontano da tutto ciò che è tecnologia.” rispose parlando al presente per darsi speranza.
I due si scambiarono uno sguardo complice ed usciti dalla casa sentì dire, a quello che sembrava il più burbero dei due: “Te lo dicevo io che si tratta di un Wendigo.” e l'altro: “Si, ma falla finita. Comunque è strano trovarlo in questa zona.”
“Ehi amico, se non te ne fossi reso ancora conto tutto in questo lavoro potrebbe risultare strano.”
Così Kayley abbandonò immediatamente le sue foto ricordo e si recò in biblioteca per informarsi riguardo cosa fosse un Wend....Wendigo?

Non passò molto tempo che i due agenti si ripresentarono sulla sua soglia di casa.
“Ok, agenti un corno! Ora mi dite esattamente chi siete e cosa è un Wendigo.” disse aprendo l'uscio.
I due si presentarono come Robert Singer e Rufus Turner dissero di essere dei cacciatori di creature mostruose e che quest'ultime esistono davvero.
“A parte il Bigfoot che è una stronzata.” spiegò Rufus.
“Siete come i Ghostbusters o gli X-Files?”
“Noi siamo migliori, bambolina.” rispose ancora l'uomo di colore.
I due esperti le dissero cosa fosse un Wendigo e che avrebbero salvato Daniel facendo tutto il possibile anche se Bobby disse: “Tesoro, non vorrei doverlo dire, ma con ogni probabilità il tuo ragazzo potrebbe essere...”
“Vengo con voi.”
Rufus la guardò scioccato e intervenì: “ Cosa? No, non se ne parla neanche.”
A Kayley non importarono i divieti imposti dai due uomini e si avventurò in quella che fu la sua prima caccia.

 

Non vide mai più Daniel e dentro di se il suo cuore subì un ennesima frattura che la portò ad essere fredda come ai tempi dell'orfanotrofio.
Lasciò gli studi, in parte almeno, gli unici libri da cui imparò qualcosa nei giorni a venire furono quelli della libreria di Bobby che la accolse in casa. Lì trovò enciclopedie su miti, leggende, vecchi incantesimi, esorcismi e molto altro.
Lo aiutava nelle ricerche che faceva per i cacciatori che gli chiedevano una mano e più avanti cominciò a cacciare anche lei.
Con sè aveva diversi documenti falsi, l'unica parte di quel lavoro che non era nuova per Kay, così come il riuscire facilmente ad aprire serrature o a togliere allarmi.
Scoprì di poter aiutare persone che, come Daniel, erano vittime del soprannaturale e questo la gratificava, ma per quante vite salvasse niente riusciva a colmare il vuoto che aveva dentro. Anche se il tempo si dice che guarisca le ferite Kayley porterà per sempre il segno di un dolore straziante e mentre ripensava alla sua storia, giocava distrattamente con il solitario che portava sempre al dito, un anello simbolo di una promessa portata via come foglie al vento.  


Angolo di Sayra:
Come promesso ecco la fine di questo interminabile flashback, ma come ho sottolineato più volte
Ho voluto iniziare dando un bello sguardo indietro sulla vita di questo personaggio.
Vi saluto piuttosto frettolosamente sperando sempre in una qualche recensione,
Peace out, bitches.
Sayra

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