Untold Song

di Zenya Shiroyume
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Untold Song ***
Capitolo 2: *** Our Song ***



Capitolo 1
*** Untold Song ***


Untold Song html

Untold Song

Let's find our shapes,
even if we won't be in the same world"


Len era di nuovo lì, come sempre ormai. Occupava il suo solito angolino accanto alla sporca entrata della metropolitana, in attesa che qualche gentile passante tendesse l'orecchio al suono della sua chitarra e lasciasse qualche soldo in segno di apprezzamento.
La sua musica, chiara e dolce, spiccava sugli assordanti rumori della città, che come al solito si ritrovava invasa da persone dirette a lavoro. Quella era la fermata più trafficata, quella da cui scorrevano fiumi di pendolari diretti chissà dove, tutti con lo sguardo fisso in avanti senza prestare attenzione a niente e nessuno.

Devo sbrigarmi a prendere quel dannato treno!”
Avanti! Muoviti, 'che non ho tutta la giornata!”
Spero che il capo non si arrabbi!”
Queste erano alcune delle frasi che il giovane chitarrista era solito sentire mentre se ne stava lì, come sempre ormai. In mezzo alla calca dell'ora di punta, lui sembrava completamente estraneo a quello che gli accadeva intorno. Se ne stava lì, seduto su di un vecchio lenzuolo ingiallito ad accordare la sua amata chitarra e a preparare con cura le casse di amplificazione.
Piccole azioni meccaniche che Rin aveva imparato a conoscere. Come lui, anche lei era sempre lì.
La ragazza se ne stava seduta su quella panchina di fronte a lui, ad osservarlo mentre compiva quei piccoli gesti che parevano tanto un rituale che lui stesso aveva perfezionato col tempo. La ragazza sapeva che subito dopo aver accordato la chitarra, lui l'avrebbe poggiata accanto all'amplificatore con cura, per poi srotolare tutti i cavi a cui poi l'avrebbe attaccata. Rin fissava quelle dita abili muoversi con grazia e calma, come fossero l'antitesi di quello che circondava il chitarrista.
Lei sapeva di far parte di quelle persone che la mattina dovrebbero correre e sbrigarsi, eppure lei si alzava di buon'ora e attendeva il primo autobus del servizio, per poter raggiungere la fermata della metro e sedersi su quella panchina ad osservare quel ragazzo.
Mai una parola era stata scambiata, solo qualche fugace sorriso che le arrivava al cuore, illuminando la sua giornata qualunque cosa fosse successa dopo. Avrebbe voluto parlare con lui, chiedergli come si chiamasse, eppure sentiva che la sua musica fosse una risposta sufficiente a tutte le domande che avrebbe voluto fargli.
Sopra ai rumori di una città sveglia e su di giri, le note di Len riecheggiavano con leggerezza come fossero bolle di sapone. Quelle note, il cui scopo era quello di racimolare qualche soldo in più, sembravano dirette verso quell'unica ascoltatrice dagli occhi azzurri. Sempre con l'orecchio teso, Rin sedeva di fronte a lui. Non sembravano servire parole, bastava che fosse la musica di Len a parlare, mentre intorno a loro la vita scorreva frenetica.
Nulla di diverso dal solito, ogni giorno entrambi erano lì. Uno di fronte all'altra, senza dire mai nulla. E forse questo bastava ad entrambi, in quanto quella musica sembrava essere in grado di metterli in contatto.
Per quanto poco si conoscessero, Len era certo che quella ragazza fosse lì per lui. Il chitarrista sapeva che lei sarebbe sempre venuta ad ascoltarlo: che fosse per pochi minuti o per ore intere, lei sarebbe venuta per lui. D'altra parte, lei era diventata la sua Musa e per lei avrebbe suonato.

Angolo di Zenya

EDIT: Allora, questa storia prima risultava come semplice OS, ma poi non sono più riuscita a togliermela dalla testa e alla fine, dopo un po', ho deciso di continuare a scrivere. Sono veramente felice di averlo fatto e vi lascio qui il seguito, che secondo me dà una fine molto più appropriata ai nostri protagonisti ^^

Detto questo alla prossima e un saluto a tutti!

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Capitolo 2
*** Our Song ***


Our Song

Quel giorno, la musica tacque.
Le corde della chitarra avevano smesso di vibrare in quel preciso istante, mentre il clacson di un'auto irrompeva violento nel traffico dell'ora di punta. Il semaforo era verde, le macchine in lento movimento verso quel terribile e intasato incrocio, con i guidatori sempre più infastiditi, sempre più impazienti di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro.
Eppure, nel caos della città, il suono di quella chitarra tacque. Improvvisamente, senza un motivo apparente.
Le bancarelle del pomeriggio erano affollate, giovani coppie giravano a braccetto tra gli angusti vicoletti degli stand alla ricerca di qualche regalo da farsi a vicenda, mentre tanti altri passavano ignorando quello che avevano intorno, come Len aveva sempre visto fare. Però, nel caos della città, le sue dita avevano smesso di pizzicare le corde della sua amata chitarra, lasciando che gli ultimi suoni riecheggiassero dal fondo delle casse di amplificazione e si perdessero nel rumore della città.
E quando la musica tacque, Rin ebbe un sussulto, sprofondando in un silenzio che avvolgeva solo lei. Non c'era il rombo dei motori, non c'erano gli scricchiolii delle ruote sull'asfalto, non c'era più la voce della città: solo un silenzio sopraggiunto al tacere di quello strumento.
La ragazza sedeva sulla panchina di fronte al chitarrista, come sempre da quattro anni a quella parte, ma quel suo silenzio improvviso l'aveva scossa, lasciandola di stucco e senza parole, anche se di parole forse non gliene avrebbe mai dette. Rin lo osservava preoccupata, mentre lui teneva lo sguardo fisso a terra e le mani aggrappate alla chitarra, immobili e scosse da un tremore appena percettibile.
«Perché ti sei fermato?» mormorò nel suo silenzio solitario; qualche metro più lontano, un motociclista inveiva con un'automobile, la vita scorreva e andava avanti senza quelle note leggere suonate dal giovane artista di strada. Lui non si era mai fermato in quel modo, non aveva mai dato l'idea che necessitasse di pause o che non avesse più voglia di suonare: semplicemente, la sua musica si interrompeva quando la città stessa dava i primi segni di cedimento e si abbandonava lenta tra le braccia di Morfeo.
E fu in quell'istante che Rin capì che quella sua presenza, sempre ignorata e bypassata, non aveva peso nel caos della città, non aveva peso nemmeno nelle persone che ogni giorno attraversavano l'entrata della metropolitana, sparendo tra i rumori del traffico. Un destino triste, malinconico forse, quello che spettava ad un animo tanto puro da creare una musica tanto meravigliosa, ma costretto a fare da sfondo nelle vite dei pendolari. Eppure Rin se n'era accorta, lei era conscia della sua esistenza e avrebbe voluto restare lì per sempre ad ascoltarlo, dimostrando al mondo che lui esisteva e che la sua presenza meritava di essere considerata.
Len allora si sedette e poggiò la chitarra a terra, fissandola e lanciando fugaci occhiate a quella ragazza che cercava la sua musica, stupita per il suo improvviso silenzio che mai avrebbe creato. Il chitarrista avrebbe voluto suonare per sempre, eppure le sue dita smisero di muoversi e la musica tacque.
«Perché il silenzio?» «Non è per noi il silenzio.»
Le stesse parole uscirono dalle bocche di entrambi, inaspettatamente, come fossero collegati, ma tutti e due sapevano di essere in qualche modo connessi da quella musica che ora aveva taciuto la sua voce. Per la prima volta, allora, i due ragazzi che mai si erano rivolti la parola ebbero il bisogno di superare quella linea data dalla musica; non avevano mai avuto il bisogno di avvicinarsi, di accorciare quella distanza, ma quando la musica tacque, il desiderio di farsi avanti urlò nelle loro menti.


Il tempo scorreva senza musica, i due ancora inglobati nel loro silenzio privato, a fissarsi mentre la gente passava tra loro, senza guardare in faccia quei due giovani che non seguivano il ritmo della città.
In mezzo al grigio, i loro occhi non facevano che dialogare, in essi vi era il desiderio di parlarsi e la musica non ritornava, rendendo così difficile un collegamento.
Rin allora si mosse, decise di alzarsi da quella panchina e camminare, non per via dell'ora tarda, ma per fare ciò che la loro melodia aveva sempre fatto al posto loro. Le sue gambe si muovevano incerte e le mani tremavano, colta da un brivido estremamente piacevole, legato all'emozione di poter finalmente arrivare a lui.
E nella mente, a differenza della musica, qualcosa urlava nella sua testa: era tutto ciò che lei avrebbe voluto dirgli, era il voler vedere il suo sorriso o semplicemente scoprire di che colore avesse gli occhi. Alla fine, cosa gli avrebbe detto con esattezza non aveva importanza.


Len alzò lo sguardo e di fronte a lui, vide la sua Musa. Il suo sguardo era dolce, carico di emozione e il cuore del ragazzo mancò un battito. Non poté fare a meno di sorriderle.
La giovane allora si chinò su di lui e i loro sguardi si incontrarono per la prima volta. O almeno fu quello che entrambi provarono.
Per quante volte lei fosse passata, i due non si erano mai veramente guardati, ma nel momento in cui furono vicini, entrambi si sentirono bene e le dita di Len pizzicarono due corde facendo scaturire due suoni delicatissimi.
«Perché prima ti sei fermato?» chiese Rin, mentre la sua mano si muoveva naturalmente verso quella di Len. La ragazza fece vibrare un corda e una nota si levò nel caos della città come una bolla di sapone.
«Non lo so... Volevo suonare per te e, alla fine, eccoti qui!»
E quando la ragazza si sedette al suo fianco, la loro musica divenne ancora più intensa e si levò tra le vie di una città che per loro non aveva occhi. Ma a loro non importava, essendosi finalmente trovati.


Angolo di Zenya ^^

Ok, non credevo che avrei mai scritto il seguito di Untold Song, ma alla fine eccolo qui, scritto quasi di getto come se mi implorasse di venir scritto (?)
Non so esattamente come commentarlo, però devo ringraziare lizscaredcat e Teoney per aver recensito il primo capitolo e per aver aspettato questo seguito che è arrivato molto velocemente ^^

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