Mi sono innamorato di te

di hillies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 

Harry Potter era un ragazzo costretto ad abitare con i suoi amabili zii Petunia e Vernon e con il suo amabile e simpaticissimo cugino Dudley.
Erano ormai diciotto anni che viveva con loro. La causa di quella convivenza forzata era il fatto che i suoi genitori, Lily e James, erano morti in un incidente stradale proprio quando il piccolo Harry era poco più che in fasce.
Harry cercava di restare fuori casa il più possibile, così da rimanere in quella casa di pazzi il minor tempo possibile.
Come tutte le mattine, si stava preparando per andare a scuola. Guardò l’orologio: le sette e un quarto e non aveva ancora svegliato Dudley. Gli vennero i brividi al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere.
Svegliato Dudley, che fortunatamente non si era reso conto che il cugino lo aveva svegliato in ritardo, Harry si vestì, scese in cucina, fece colazione e andò in macchina ad aspettare il cugino come tutte le mattine.
 
Mentre Harry usciva di casa, Ron Weasley doveva ancora svegliarsi.
Molly, la madre, si fiondò come tutte le mattine in camera del ragazzo, urlando e minacciando il figlio con un secchio d’acqua gelato.
Svogliatamente, Ron si alzò e scese in cucina dove tutta la famiglia era riunita per fare colazione. Ron si sedette tra la sorella Ginny e il fratello Percy e, ancora assonnato, prese una fetta biscottata.
 
Nel frattempo che Ron faceva un’abbondante colazione, Hermione Granger stava uscendo di casa. Aveva appena salutato i suoi genitori e si stava dirigendo a piedi verso la scuola.
Come sempre era la prima ad arrivare data la pigrizia di Ron e Harry aveva sempre qualche cosa che non andava con Dudley.
Si sedette sulla scalinata che portava all’entrata della scuola, tirò fuori dal suo zaino un libro e nell’attesa dei suoi amici cominciò a leggerlo, mentre i ragazzi cominciavano ad arrivare. Chi si fermava fuori dalla scuola a chiacchierare e chi entrava.
Non molto dopo l’inizio della sua lettura, Harry e Dudley arrivarono. Scesero dalla macchina, Harry si diresse verso Hermione, mentre Dudley verso i suoi stupidi amici.
-Ciao Herm. – la salutò Harry. Hermione si alzò e diede un bacio sulla guancia al suo migliore amico. Dopodiché si sedettero di nuovo sulla gradinata ad aspettare Ron.
Come al solito, Ron arrivò cinque minuti prima della campanella, tutto di corsa e con un paio di libri sotto braccio, perché non aveva fatto in tempo a metterli nella cartella.
Entrarono in classe appena in tempo per sentire il suono della campanella annunciare l’inizio delle lezioni.
Harry e Ron si sedettero nel banco assieme, mentre Hermione era un banco avanti al loro, assieme a Lavanda Brown.
-Ehi Ron, hai fatto i compiti di matematica? – chiese Harry al compagno di banco.
-Matematica? Oggi non abbiamo matematica Harry! – esclamò Ron.
-Ti sbagli, ce l’abbiamo eccome! Abbiamo anche il test, non ricordi? – puntualizzò Hermione, facendo sbiancare Ron.
-Perdiamo colpi, eh Weasley? – esclamò con un ghigno un ragazzo biondo dietro di loro.
-Ti piacerebbe, Malfoy. – rispose Ron, per poi girarsi e continuare a parlare con Harry e Hermione.
Draco Malfoy era un ragazzo molto popolare a scuola a causa sia della sua arroganza e sia del suo fascino. Si vociferava che si fosse fatto più di metà delle ragazze della sua scuola. Aveva la stessa età di Harry, Ron e Hermione, ma non erano mai stati amici, anzi.
Veniva da una famiglia piuttosto ricca, ma anche piuttosto scorbutica. Non era un segreto, infatti, che il padre ce l’avesse sempre con tutto e tutti, e forse era proprio per causa sua che il figlio era così arrogante con tutti.
La professoressa McGranitt entrò nell’aula e si mise a spiegare.
-Professoressa, mi scusi.- intervenì Ron. – Ma questo Dante l’ha poi sposata Beatrice?
-Signor Weasley, se lei fosse stato attento avrebbe sicuramente capito che l’amore per Beatrice da parte di Dante era solo e soltanto platonico.
-E cosa vorrebbe dire platonico? – chiese invece Neville Paciock
Hermione alzò subito la mano per rispondere.
-Signorina Granger. – disse la professoressa McGranitt per far rispondere Hermione.
-Per amore platonico si intende una forma di amore o innamoramento (ovvero possono essere coinvolte entrambe le parti o una sola) in cui il "partner" è idealizzato e considerato alla stregua di un dio. Tale passione rimane però su un piano psicologico-sentimentale e non si concretizza mai in una relazione sessuale fra i due individui. – rispose fiera la ragazza.
-Molto bene, signorina Granger! Questa risposta la terrò in considerazione quando ci sarà il prossimo test. – disse la professoressa, che subito dopo ricominciò a spiegare.




Ciao a tutti :)
Per chi non mi conoscesse io sono Eleonora e questa è la mia seconda long.
Annuncio che ho già finito di scrivere la storia, perciò aggiornerò ogni quattro giorni circa (se riesco)
Questo capitolo è un po' più corto rispetto 
agli altri che seguiranno, perchè è introduttivo.
Come avete letto, la magia non esiste. Lo so, è dura da ffronatre come cosa, ma è così.
Niente, questo capitolo era solamente il primo e introduceva i personaggi principali, ovvero Ron, Harry, Hermione e Draco.
E poi non potevo non omettere i professori di Hogwarts, di fatti qui conosciamo la McGranitt come professoressa di Italiano, ma più avanti conosceremo anche gli altri :)
Detto ciò vi lascio (:
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione e mi faceste sapere cosa ne pensate della storia.
Un bacio.
Eleonora.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 

Hermione stava uscendo da casa di Ron assieme ad Harry.
-Vuoi un passaggio, Herm? – chiese Harry salendo in macchina.
-No, grazie. Vado volentieri a piedi. – rifiutò la ragazza.
-Sicura? Fa piuttosto freddo oggi.
Ma l’amica rifiutò un’altra volta, così Harry partì e Hermione si incamminò verso casa, passando per il parco. Adorava l’autunno perché tutte le foglie degli alberi si dipingevano di vari colori diversi tra loro e perché era la stagione di transizione tra l’estate e l’inverno, il caldo e il freddo.
Era quasi arrivata a casa quando le squillò il telefono.
-Mamma? – rispose Hermione.
-Tesoro, dove sei? Sono già le sette! Stamattina ti ho detto che avremmo avuto ospiti a cena, non ti sarai mica dimenticata?
-No, mamma. – mentì – sto arrivando, sono a cinque minuti da casa. E riattaccò.
Mentre tornava a casa, vide una macchina nera parcheggiata nel vialetto davanti a casa sua, e subito capì che si trattava della cena mensile con i Malfoy.
Fece un respiro profondo e aprì la porta di casa.
-Ciao a tutti. – salutò con un sorriso, palesemente falso, le persone che si trovavano nel suo salotto.
Narcissa era seduta accanto a sua madre su un divano, mentre Lucius e Draco erano sul secondo divano. Suo padre era invece comodamente seduto sulla poltrona.
Tutti ricambiarono il saluto. Hermione andò in camera sua per posare la giacca e lo zaino.
Pensò che una serata con i Malfoy non sarebbe riuscita a sopportarla, specialmente perché non sopportava né Malfoy senior né tantomeno Malfoy junior. L’unica che riusciva a sopportare era la povera Narcissa, che Hermione si chiedeva come avesse fatto a sposare un uomo come Lucius Malfoy.
Toc toc
Qualcuno bussava alla porta della sua stanza.
-Avanti. –disse Hermione.
-Ehi Granger, la cena è pronta. – disse freddo Malfoy, che subito dopo riuìchiuse la porta dietro di sé, lasciando completamente sola Hermione, senza nemmeno aspettarla.
Nonostante la grande amicizia creatasi tra le due famiglie, Draco e Hermione non erano mai stati grandi amici. E quando conobbe Harry e Ron alle elementari,  l’odio per Malfoy divenne sempre più grande, dato che non solo insultava lei, ma anche i suoi amici. Ma per quanto cercasse di prendere le distanze, era costretta a vederlo tutti i giorni a scuola e perfino alle cene organizzate dai loro genitori.
Hermione uscì dalla stanza e andò nella sala da pranzo, dove tutti erano già seduti a tavola. Come sempre il posto rimasto libero era quello accanto a Draco. I loro genitori lo lasciavano sempre libero perché pensavano di fare un favore ai due ragazzi. Già, perché Narcissa e Jean (1) si erano convinte che i due si ignorassero perché in realtà si amavano. Mai pensiero fu più sbagliato.
 
Finita la cena, Draco guardò l’ora, si alzò e disse:- Scusate, ma Lavanda mi aspetta.
-Lavanda? – domandò Hermione – Quella Lavanda?
-Problemi, Granger? – chiese Draco, con il suo tono superiore.
Hermione stava per vomitare. Ormai aveva in testa tutta la lista che Draco Malfoy si era portato a letto, e con Lavanda si era fatto quasi tre quarti delle ragazze della scuola.
Draco salutò tutti ed uscì da casa Granger.
Hermione rimase sul divano a leggere per tutta la sera, ignorando completamente i pettegolezzi che si scambiavano la madre e Narcissa.
Quando i Malfoy se andarono, Hermione andò a dormire.
 
***
 
-Ti dico che parlava di Lavanda Brown! – confermò Hermione che raccontava della sera prima a Harry e Ron durante l’intervallo. – Prima ho chiesto a Lavanda cos’ha fatto ieri sera e mi ha risposto solo “oh, niente di che” e poi è arrossita e non mi ha più parlato.
-Ora non riuscirò più a guardare Lavanda allo stesso modo. – disse Ron disgustato.
-Mi associo. Ma scusa, perché i tuoi genitori non la smettono di fare queste cene? O almeno potrebbero evitare di mettere in mezzo te e Malfoy. – disse Harry.
-I nostri genitori sono amici da sempre, non puoi dire loro di smetterla senza un apparente motivo. E poi loro sono convinti che io e Malfoy ci amiamo. Ma dai. Piuttosto mi butto giù da un ponte. – rispose Hermione. Mentre pronunciava l’ultima frase, il biondo passava davanti a loro e Hermione alzò il tono di voce di proposito per farsi sentire e Draco diede una rapida occhiata a Hermione, pero poi passare avanti.
-Che materia abbiamo adesso, Hermione? – chiese Ron, guardando l’orologio appeso alla parete del corridoio e notando che tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella, che avrebbe decretato la fine dell’intervallo.
-Matematica, Ron. – rispose Hermione, ormai stanca del fatto che dopo due mesi dall’inizio della scuola il suo migliore amico non avesse ancora imparato l’orario.
La campanella suonò e tutti gli studenti rientrarono nelle proprie aule.
I tre amici si sedettero ognun al suo posto e due minuti dopo entrò Piton, il professore di matematica. Aveva con se un enorme plico di carta.
-Sono le nostre verifiche. – sussurrò ansioso Harry a Ron.
-Non capisco come faccia. Ogni volta che facciamo una verifica lui ce le riconsegna subito il giorno dopo. Si vede che non ha una vita sociale. – disse Ron.
-Signor Weasley. – lo interruppe Piton. – Forse, se lei si dedicasse un po’ meno alla cosiddetta vita sociale e un po’ di più allo studio della matematica forse riuscirebbe a fare almeno una cosa giusta nella sua inutile vita.
Ron abbassò la testa e le sue orecchie diventarono rosse dalla vergogna, mentre il resto della classe scoppiò in una sonora risata.
Poi Piton prese il plico di fogli e cominciò a leggere i nomi degli studenti, seguiti dai relativi voti.
-Cho Chang. Quattro. – la ragazza si alzò e delusa prese la sua verifica, guardandola con disprezzo.
-Lavanda Brown. Cinque. – Lavanda si alzò e si diresse verso la cattedra.
-Harry Potter. Sei. – il ragazzo fece un respiro di sollievo perché era riuscito a prendere una sufficienza. – Meno. –aggiunse Piton, e il sorriso del ragazzo svanì.
-Hermione Granger. Otto. – Hermione, molto fiera di se stessa, si alzò e prese il suo compito, convita che, come al solito, avesse preso il voto più alto della classe.
Ma due nomi dopo quello  di Hermione, ci fu quello di Draco Malfoy.
-Draco Malfoy. Ammirevole, davvero ammirevole. Dieci.
Il ragazzo si alzò fiero sotto gli sguardi stupiti degli altri compagni, soprattutto di Hermione.
Piton aveva concluso di riconsegnare tutte le verifiche e si era messo subito a spiegare.
-Oh, ma quanto manca alla fine dell’ora? – chiese Harry, stanco di tutti quei numeri indecifrabili scritti alla lavagna.
-Alla fine dell’ora mancano solo cinque minuti, ma tanto abbiamo ancora un’ora con Piton. –rispose Hermione girandosi verso il banco del compagno.
 
Harry, Ron e Hermione stavano uscendo da scuola, mentre Hermione si lamentava del fatto che Malfoy avesse preso un voto più alto del suo.
-Ma cosa ti lamenti? Cosa dovrei dire io? Non ho preso nemmeno la sufficienza! – sbuffò Ron.
-Forse, se studiassi un po’ di più, lenticchia. – Draco Malfoy rispose alla domanda retorica di Ron.
-Scusa se non siamo tutti come te, furetto. – rispose Ron, mentre Draco scendeva la scalinata della scuola.
-Andiamo a mangiare qualcosa? – chiese Harry per non far arrabbiare Ron ancora di più.
-No, io non vengo, devo fare i compiti oggi pomeriggio. – rispose Hermione.
-Ma domani è sabato, hai tutto il weekend per farli i tuoi amatissimi compiti. – disse Ron, dando una spintarella ad Hermione.
-Si, ma il fatto è che questo fine settimana non ci sono. I miei mi obbligano ad andare con loro e i Malfoy ad una stupida mostra di cani a Liverpool. (2) – disse Hermione rassegnata.
-I tuoi passano decisamente troppo tempo con i Malfoy. – osservò Harry.
-A me lo dici? Mi piacerebbe moltissimo avere un aggeggio per tornare indietro nel tempo in modo da poter cambiare le cose (3). Così andrei quando mio padre faceva le superiori ed eviterei il suo incontro con Lucius. In questo modo non si sarebbero mai conosciuti e questi stupidi weekend e le cene non si sarebbero mai fatte. – Hermione lavorava molto di fantasia, tanto che ogni qual volta che le veniva in mente un’idea simile a questa, Harry e Ron la fissavano cercando il problema che si celava in lei.
 
 (1) 
Non si sa quale sia il vero nome della madre di Hermione, ma visto che il secondo nome di Hermione è appunto Jean e nella maggior parte delle storie che ho letto il nome della madre veniva sempre presentato come Jean, mi sembrava la scelta giusta.
(2) Fatto puramente inventato. Non so se si tengano mostre di cani a Liverpool.
(3) Chiaro riferimento alla Giratempo. 



Salve a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiii
Questo nuovo capitolo parla di Hermione e del fatto che la sua famiglia sia amica di quella di Draco Malfoy. Non chiedetemi il perchè, però mi piaceva come idea ahahah
Troviamo anche Piton in veste di professore di matematica ahahah l'ho scelto per matematica perchè visto che il trio lo odia e di solito tutti odiano la matematica, beh, ho fatto due più due (per restare in tema lol)
Nel prossimo capitolo ci sarà il viaggio a Liverpool, che posterò o venerdì o sabato.
Fatemi sapere cosa ne pensate della storia con una recensione, mi farebbe molto piacere. in più ringrazio _ehiCris per aver messo la storia nelle ricordate e Devilenemisluisa_172 e piccola_cullen per aver messo la storia tra le seguite :)
A presto :)

Eleonora

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 

Il sabato mattina alle sei e trenta precise, era suonata la sveglia di Hermione che, controvoglia, si era alzata e aveva raggiunto la cucina per fare colazione assieme a suoi genitori.
-Hermione hai preparato la tua valigia, vero? – chiese la madre.
-Certo, mamma. – rispose Hermione, ancora assonnata.
Alle sette e venti, i Malfoy suonarono al loro citofono.
Wendell (1), il padre di Hermione, prese le valigie e le caricò in macchina, mentre Hermione prendeva i suoi libri e li infilava dentro la borsa.
Entrò in macchina e si mise le cuffiette con la musica, per cercare di dormire ancora.
Arrivati a Liverpool, si diressero in albergo, dove i genitori di Hermione diedero a lei e a Draco una bella notizia. Bella solo dal punto di vista di Jean e Narcissa, però.
-Ragazzi, c’è una bella notizia per voi. – annunciò Narcissa a Draco e Hermione, che al pronunciare quelle parole, si sentirono mancare.
-Io non ci dormo con lui! – protestò Hermione. – Già non riesco a stare sotto il suo stesso tetto, figuriamoci a stare nella stessa stanza!
-Mi dispiace doverlo dire, ma sono d’accordo con lei. – l’appoggiò Draco. L’idea di dormire nella stessa stanza con Hermione dava fastidio a lui tanto quanto ne dava a lei.
-Su su, lo sappiamo tutti che siete contenti. – esclamò Jean, guardando Narcissa che sorrideva.
-Mamma, smettila. Piuttosto dormo nelle cucce dei cani della mostra. – disse Hermione.
-Ma sai che questa idea non mi dispiacerebbe? Almeno avrei la camera tutta per me. – sorrise Draco.
-Smettila di fare il cretino! Ci sei dentro quanto me in questa storia. – lo zittì Hermione, dandogli un coppino.
-Beh, che voi lo vogliate o meno, le camere sono queste. Ormai abbiamo prenotato. – Wendell cercò di fermare il litigio, e così Hermione e Draco si rassegnarono.
Hermione prese la chiave della stanza, la sua valigia, la sua borsa e andò dritta verso l’ascensore.
-Granger, almeno aspettami, che diavolo! – disse Draco, mettendo le mani tra le porte dell’ascensore per non farlo chiudere. Entrò e si appoggiò contro una parete dell’ascensore.
Hermione non disse niente, premette il pulsante del piano della loro camera e aspettò finché le porte dell’ascensore non si aprirono.
Hermione aprì la porta della stanza, appoggiò tutta la sua roba su uno dei due letti e poi guardò fuori dalla finestra.
Dall’altro lato della stanza, Draco invece aveva scoperto che la stanza dava su un terrazzino.
-Siamo al penultimo piano. Almeno una cosa positiva c’è in tutto questo. – disse Draco, aprendo la portafinestra.
Hermione lo raggiunse e guardò il panorama.
-Bello, vero? – disse Draco, mentre si accendeva una sigaretta.
-Oh ma dai, ti prego! Adesso ti sei messo pure a fumare? – esclamò Hermione, allibita.
-Ne vuoi una? – chiese Draco, porgendo il pacchetto mezzo vuoto alla ragazza.
Hermione rifiutò, dicendo che se avesse anche solo provato a fumare, gli avrebbe dato cinque sterline.
-Scommessa accettata.
-No, cos’hai capito. Non era una scommessa per te! Era un modo per dire che non fumo e mai fumerò. – puntualizzò Hermione.
-Si, lo avevo capito. Ma non si sa mai nella vita. In ogni caso, non mi farebbero male cinque sterline in più nel mio portafoglio. – e detto questo, aspirò dalla sua sigaretta, per poi buttare fuori il fumo dalla parte opposta di Hermione.
-Ma se sei ricco sfondato! Cosa te ne fai di cinque sterline in più?
-Devi sapere che la mia famiglia è benestante, ma i viveri che mi passa mio padre sono piuttosto scarsi. Altrimenti a quest’ora me ne sarei già andato di casa.
Hermione non rispose e rientrò in camera.
Si sedette sul letto e guardò l’orologio. Erano solo le nove e mezza e la mostra dei cani era nel tardo pomeriggio. Avevano tutta la mattinata libera e Hermione aveva intenzione di passarla tranquillamente a leggere.
Poco dopo l’inizio della sua lettura, Draco rientrò in camera, chiudendo la porta finestra.
Si sedette nel letto accanto a quello di Hermione e cominciò a fare mosse strane con la testa, per cercare di capire che cosa stava leggendo la ragazza.
-Malfoy, ti senti bene? – chiese Hermione, che aveva notato i movimenti strani del ragazzo.
-Cercavo di capire che libro stai leggendo. – rispose Draco.
-Chiedere era troppo difficile? Comunque sto leggendo Moby Dick, ma è solo una lettura leggera.
-Lettura leggera?! Mi stai prendendo in giro, vero? Io quel coso non riuscirei a finirlo nemmeno se avessi mille anni a disposizione. – disse Draco, ammettendo così di non amare la lettura.
-Si, è la terza volta che lo leggo.
-Ma non ti stanchi di rileggere sempre le stesse cose? – chiese Draco.
-È come quando sei fidanzato. Hai sempre la stessa persona davanti, eppure non ti stanchi, anzi, vuoi averla sempre con te, in ogni attimo. – disse Hermione, ma poi squadrò il ragazzo e aggiunse: -Ma cosa lo dico a fare a te, che ti sei fatto tre quarti delle ragazze della scuola.
Draco non rispose, ignorando completamente le parole di Hermione. Si alzò e prese la sua giacca.
-Io voglio andare a fare un giro in città, tu vieni o resti qui con la tua balena spiaggiata?
-Non è spiaggiata.
-Si, come vuoi. Allora vieni o no? – richiese Draco, che si stava spazientendo.
Rimanere in camera a leggere o andare in giro per Liverpool con Draco Malfoy?
-Aspettami, prendo il giubbotto. – rispose Hermione, alzandosi dal letto e infilandosi il giubbotto.
 
 
 
 
(1) Non si sa quale sia il nome del padre di Hermione, perciò ho preso quello che Hermione aveva usato quando li aveva obliviati (?)
 






Buonasera a tutti :)
Prima di tutto mi scuso per il ritardo, avevo detto che avrei aggiornato sabato quando invece è lunedì sera. Purtroppo non sono stata a casa nel weekend quindi non ho proprio avuto la possibilità di aggiornare.
Ad ogni modo, in questo capitolo troviamo Draco e Hermione in giro per Liverpool e c'è anche stato un piccolo "disguido", se così lo vogliamo chiamare, con le camere dell'albergo.
Riguardo al nome del padre di Hermione, siccome non c'è nel libro, ho utilizzato quello che Hermione usa quando gli cancella la memoria.
Detto ciò, voglio ringraziare 
CalanthyaMalfoy per aver recensito lo scorso capitolo,  Chiara SxC TD luchi, Pottergirl09 e Puffola_Pigmea_9 per aver messo la storia tra le preferite, CalanthyaMalfoyCraggyDevilenemisluisa_172, mcflayers, piccola_cullen, PoseidoniaPottergirl09e Queen Elizabeth per aver messo la storia nelle seguite e Ariel_Jackson11  _ehiCris per aver messo la storia tra le ricordate :)
Grazie mille, fatemi sapere cosa ne pensate e ci vediamo tra qualche giorno ;)
Eleonora (:


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Hermione Granger era davvero in giro per Liverpool con Draco Malfoy, ancora non ci poteva credere.
Ma perché sono uscita? Pensava Hermione, mentre Draco buttava a terra il mozzicone di sigaretta.
Potevo stare in albergo a leggere il mio amato Moby Dick.
-Io devo comprare un regalo a Blaise. – annunciò il biondo, mentre si fiondava in un negozio di abbigliamento.
Hermione si ricordò che anche lei doveva comprare dei regali a Harry e Ron, così lo seguì dentro al negozio.
Draco prese per Blaise una camicia bianca, mentre Hermione prese un maglione blu per Ron e un cappello e una sciarpa grigi per Harry.
Usciti dal negozio, Hermione tentò di fare conversazione:-Allora… con Lavanda com’è andata a finire l’altra sera?
-Vuoi davvero saperlo, Granger? – domandò retoricamente Draco con un ghigno stampato in volto.
-La mia era solo curiosità. – si giustificò Hermione.
Mentre camminavano, ad Hermione brontolava lo stomaco.
-Ma se andassimo a mangiare qualcosa? – chiese Hermione, guardando l’orologio. – Cavolo, è già mezzogiorno e mezza! – esclamò.
-D’accordo. – rispose il ragazzo.
Entrarono in una pizzeria e ordinarono due pizze Margherita.
-Lo sai perché si chiama pizza Margherita? – domandò Hermione.
-Granger, ti prego. Non fare la so-tutto-io. – esclamò Draco, ma Hermione lo ignorò.
-Venne chiamata così perché fu preparata per una regina che dovette scegliere tra tre pizze. La sua preferita era ovviamente questa e decisero di chiamarla Margherita in onore della regina, che si chiamava, appunto, Margherita.
Appena finito di raccontare il suo aneddoto sulla pizza Margherita, a Draco squillò il telefono.
-Ehi – rispose.
-Stasera? – il viso del ragazzo si illuminò, ma subito dopo si spense, forse perché si ricordò che si trovava a più di tre ore da casa sua. –Cavolo, sono a Liverpool.
Dopo un momento di silenzio, rispose:- Posso lunedì sera.
Dal telefono si sentì che la ragazza alzò la voce, ma le parole erano incomprensibili.
-Lo so, hai ragione. Perdonami.
Hermione spalancò la bocca. Aveva davvero sentito Draco Malfoy pronunciare la parola perdonami? E per di più ad una ragazza.
E chi se lo sarebbe mai aspettato. Pensò Hermione.
-A Lunedì allora. – e riattacò.
-Guarda guarda. Draco Malfoy  che chiede perdono. – lo prese in giro la ragazza con un sorrisetto maligno sul volto.
Draco le mandò uno sguardo fulmineo e per poi addentare una fetta di pizza.
-Mi piacerebbe andare in Italia, lì si che la pizza è buona! – esclamò Hermione, sognante.
Draco, masticando il pezzo di pizza appena addentato, annuì.
-Posso farti una domanda un po’ sfacciata? – chiese la ragazza.
-Tanto ormai, più sfacciata di così, Granger.
-Quante te ne mancano della nostra classe?
-Della nostra classe? Ma cosa? – chiese Draco.
-Ti facevo più intelligente, Malfoy. O almeno più astuto. Di ragazze.
-La Parkinson. – rispose il ragazzo.
-Non ci credo! – esclamò Hermione.
-Che tu ci creda o meno, non ci ho mai fatto niente. Beh, poi manchi tu. – e sul suo volto comparì il solito ghigno maligno.
-Non ci pensare nemmeno! Non so come le ragazze possano stare con te, non le invidio. – esclamò Hermione con un’espressione disgustata, prima di addentare l’ultimo pezzo di pizza.
-Ma davvero? Eppure qualche mese fa non sembravi pensarla così. – ed ecco che il ghigno si allargò al suo limite massimo.
Per poco Hermione non si strozzava con la pizza.
Non ci credo. Pensò Hermione, che nel frattempo era sbiancata.
 
Era Maggio  inoltrato, e a casa Granger si teneva la solita cena mensile con i Malfoy, ma Hermione non aveva nessuna voglia di vedere gente.
Quel pomeriggio per lei era stato particolarmente movimentato.
Uscita da scuola, dove trovarsi con Viktor, il suo fidanzato.
Lei lo aveva aspettato al parco, dove si erano dati appuntamento il giorno prima.
Viktor era arrivato con un’ora di ritardo e poi l’aveva lasciata.
Hermione le aveva chiesto delle risposte, ma lui aveva solamente detto che non l’amava più.
Era tornata a casa piangendo, senza neanche cenare, e aveva lasciato che i suoi genitori e i Malfoy cenassero senza di lei.
Nel frattempo, in sala da pranzo, tutti si erano chiesti cosa avesse avuto la ragazza.
Narcissa incitò il figlio ad andare a consolare la ragazza e lui, con malavoglia, si era sentito costretto ad accettare.
Draco era entrato in stanza e dopo essere stato insultato da Hermione in lacrime che gli intimava di andarsene via, decise di uscire e tornarsene al tavolo.
Quando disse agli altri che lei lo aveva cacciato, Jean lo costrinse di nuovo ad entrare nella stanza della figlia, dicendo che faceva così solo per proteggersi.
Draco rientrò in camera di Hermione, che nel frattempo di era sdraiata a pancia in giù sul letto con la testa sul cuscino.
-Su, Granger, riprenditi. – aveva detto Draco, poco convinto, che si era seduto sulla sedia da scrivania della ragazza.
-Malfoy. Ti hanno mandato loro, vero? – singhiozzò Hermione mettendosi seduta.
Aveva gli occhi parecchio gonfi e rossi, e continuava a tirare su dal naso.
Draco prese un fazzoletto dalla scrivania e lo porse ad Hermione, che lo prese e ci si soffiò rumorosamente il naso.
Il ragazzo si sedette sul letto e si mise ad osservare la camera di Hermione. Era la prima volta (e anche l’ultima) che ci entrava, ed era sorpreso da tutto quel rosa.
-Viktor mi ha lasciato. – disse Hermione, senza che nessuno dicesse nulla.
-Mi… mi dispiace. – Draco non sapeva cosa dire.
-Dopo un anno che stavamo assieme, ha avuto il coraggio di dirmi che gli piaccio più. UN ANNO!
La ragazza aveva ricominciato a piangere a dirotto, e Draco non sapeva proprio cosa fare. Insomma, era la prima volta che Hermione esternava dei sentimenti diversi dall’odio in una stanza dove vi erano solo loro due.
-Io non capisco dove ho sbagliato. Cos’ho di sbagliato, Malfoy? – chiese Hermione, ormai persa tra le sue lacrime.
-Dai, Granger, non fare così. vedrai che si risolverà tutto. – il suo tono non era molto convinto, ma a Hermione sembrava importare poco. –E poi ci sono sempre i tuoi genitori.
-Ti prego, ci manca solo che sappiano della mia relazione con Viktor. Poi hanno mandato te! Non si sono nemmeno disturbati a vedere come stavo, no. Hanno mandato te!
Dopodiché Hermione, presa dallo sconforto, abbracciò Draco.
Normalmente lui l’avrebbe insultata, ma capiva benissimo che aveva bisogno d’affetto. Così, come mai aveva fatto in diciassette anni di vita, l’aveva abbracciata anche lui.
-Oh scusa – aveva detto Hermione dopo aver sciolto l’abbraccio.
Draco le aveva asciugato le lacrime, e poi le aveva dato un bacio. Un bacio breve ma intenso.
Poi si era alzato dal letto:-A domani. – ed era uscito dalla stanza.
-Allora? Cos’ha che non va? – aveva chiesto Wendell a Draco.
-Non lo so, non me lo ha detto. – mentì il ragazzo, mentre si sedeva sul divano.
Nella sua stanza, Hermione era rimasta sconvolta. Era successo davvero? Draco l’aveva davvero baciata? E perché?
Il giorno dopo entrambi fecero finta di niente, e così fino a quel giorno.
Hermione era convinta che Draco non fosse in sé quella sera e pensava che se lo fosse dimenticato, un po’ come lei lo aveva completamente rimosso dalla memoria.
-Non conta, non ero al massimo della mia forma. – esclamò Hermione, diventando rossa in viso.
-Si si, certo. – la prendeva in giro Draco.
-Senti, si sta facendo tardi. Avviamoci verso l’hotel. I nostri genitori  ci uccideranno se faremo tardi a quella stupida mostra.
I due pagarono e in silenzio si diressero verso l’albergo.


Ehilà!
Allors, cosa ne pensate?
Questo capitolo è un po' più lungo rispetto agli altri, e spero che la cosa vi piaccia :)
Vorrei chiedervi se secondo voi la mia storia manca di descrizioni, perchè so che non sono molto brava nel descrivere le situazioni e mi piacerebbe migliorare.
Detto questo, nel capitolo di oggi troviamo Draco e Hermione che sono sempre a Liverpool e stanno pranzando. Ma soprattutto veniamo a conoscenza di un bacio tra i due, più o meno sei mesi prima.
Spero che la storia vi piaccia, a me farebbe molto piacere sapere cosa ne pensiate voi :)
Ringrazio molto chi ha messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite e ringrazio anche chi ha recensito gli scorsi capitoli. VE SE AMA REGA'.
Ah, se nel caso cercaste una Dramione/Fremione, io ne sto scrivendo una, dateci un'occhiata ;) (clicca qui --->) 
A volte l'amore è proprio sotto ai nostri occhi
Ciao a tutti,
Eleonora (:

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 
Dopo la mostra di cani, il resto del weekend a Liverpool Hermione lo aveva trascorso a leggere il suo amato Moby Dick e ascoltando musica.
Draco invece aveva passato tutta la domenica pomeriggio a dormire, per poi svegliarsi un’ora prima della partenza.
 
***
 
-Oh Hermione, non dovevi! – aveva esclamato Harry quando aveva aperto il regalo che Hermione gli aveva fatto.
-Parla per te. – scherzò Ron, per poi abbracciare la ragazza e ringraziarla:- È bellissimo Herm, grazie.
Lo stesso fece Harry, per poi chiedere come fosse stato condividere la stanza con Draco Odio-Tutti-Perché-Io-Sono-Migliore Malfoy.
-Oh, niente di che. Ieri ha dormito per quasi tutto il giorno, quindi non ha dato nessun fastidio. – rispose Hermione.
La campanella suonò e tutti i ragazzi entrarono a scuola.
Ognuno si sedette come al solito al proprio posto e Hermione si mise a ripassare per l’interrogazione di Storia, quando qualcuno, e quel qualcuno era Lavanda, le toccò la spalla.
-Scusa, puoi spostare la sedia? Non ci passo. – disse scorbuticamente la ragazza, per poi allontanarsi.
Hermione si girò verso il banco dei compagni:-Io quella non la sopporto più.
-Dai Herm, resisti. – disse Ron.
-In questi giorni dovrebbero cambiarci i posti. Almeno, così aveva detto Silente qualche giorno fa. – si ricordò Harry.
Silente era il preside della scuola, nonché professore di Filosofia, ma molto spesso si perdeva a parlare dei gossip con i ragazzi anziché spiegare la sua materia.
-Speriamo. O io nel giro di due giorni ammazzo Lavanda. E giuro che lo faccio.
-Diventiamo aggressive, Hermione! – osservò Ron, ridendo.
-A proposito di aggressivi. Questa mattina Dudley mi ha incolpato della sua bocciatura. Ma non è colpa mia se è stupido e si è fatto bocciare. Due volte! Ancora mi chiedo come facciamo ad essere parenti. – e sia Ron che Hermione si misero a ridere.
Dopo circa mezz’ora dal suono della campanella la professoressa Cooman entrò in aula.
Cominciò a spiegare Scienze fino alla fine dell’ora.
-Qualcuno deve dirglielo che lei insegna Geografia, no? – sussurrò Ron a Harry cinque minuti prima che la lezione finisse.
L’ora successiva entrò Silente e Hermione colse subito l’occasione per chiedere quando li avrebbero spostati di banco.
Silente decise di spostare immediatamente i ragazzi.
Ron finì al primo banco assieme a Cho, Harry assieme a Neville, Hermione con Blaise e Draco con Lavanda.
-Ragazzi, questi posti sono definitivi per i prossimi due mesi. Tuttavia, se qualcuno ha qualcosa in contrario può benissimo venire a parlare con me. – disse Silente.
Hermione non era particolarmente soddisfatta del suo nuovo compagno di banco, ma non era nemmeno delusa, perché a lei sarebbe andato bene chiunque pur di togliersi Lavanda Brown.
 
***
 
-Per fortuna che Silente non mi ha lasciata in banco con Lavanda, l’avrei ucciso. – esclamò Hermione uscendo da scuola.
-Andiamo a mangiare qualcosa? – e Ron come ogni giorno fece la sua domanda di rito.
-Ti prego, dì di si, Hermione. È una settimana che siamo solo io e lui. Non fraintendermi, Ron, sei il mio migliore amico ma ogni tanto bisogna anche avere qualcun altro, non trovi? – disse Harry, guardando Hermione implorante.
-D’accordo, vengo. – disse Hermione, sorridendo all’idea dei pranzi romantici tra i due amici.
Così tutti e tre si avviarono verso il bar più vicino.
-Sapete che Malfoy si è portato a letto tutte le ragazze della classe? – chiese Hermione per iniziare conversazione. – Tranne…
-Tranne? – chiesero in coro Harry e Ron.
-Pansy Parkinson.
-No! Non ci credo! – esclamò Harry.
-E io che pensavo che fosse stata la prima a portarsi a letto. – disse Ron.
-Ci sono rimasta male anch’io. – dichiarò Hermione, entrando nel bar.
 
***
 
La mattina dopo, appena essere entrato a scuola, Draco Malfoy si dirigeva verso l’ufficio del preside.
-Buongiorno signor Malfoy, cosa posso fare per te già alle prime ore del mattino? – lo salutò Silente
-Sono venuto a chiederle se poteva cambiarmi di posto. – annunciò Draco, ancora un po’ assonnato.
-Per quale motivo? Non ti aggrada la presenza della signorina Brown? – domandò il professore.
-No. Tra me e Lavanda, beh… diciamo che preferirei qualcun altro, ecco. E poi lei aveva detto che se ci fossero state delle obbiezioni di comunicarle a lei che avrebbe provveduto a cambiare i posti.
-Molto bene allora. Oggi deciderò chi sarà il tuo nuovo compagno di banco e lo comunicherò poi alla classe. – confermò Silente.
-Grazie. – disse mentre usciva, ma prima di chiudere la porta si voltò e aggiunse:-Professore, non con Potter. – e uscì.



Ma zalve!
Ecco qui il nuovo capitolo. Lo so, è un po' così, ma ci rifaremo più avanti, fidatevi.
Quest'oggi non ho molto da dirvi, però come sepre ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e naturalmente anche chi ha recensito. Vi amo troppo <3
Eleonora :)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
 

Silente era entrato in aula e aveva  subito annunciato che Draco Malfoy e Lavanda Brown non sarebbero più stati compagni banco. Silente non spiegò il motivo, che nemmeno lui sapeva, ma disse solo “Volevo metterli vicino ad altre persone e mi sono confuso.”
Dopodiché cominciò a spiegare la lezione senza però cambiare di posto i due ragazzi.
-Ah giusto, mi stavo quasi dimenticando di voi. – esclamò ad un tratto il professore.
Grazie al cielo. pensò Draco. A quanto pare nessuno riusciva a stare a stretto contatto con Lavanda, specialmente dopo esserci andato a letto, come nel suo caso.
-Bene. Signorina Brown lei finirà qui in seconda fila assieme al signor Zabini e Malfoy, tu sarai in banco con la signorina Granger.
Tutti e quattro i ragazzi interessati guardarono fissi il professore, che sembrava alquanto soddisfatto della sua decisione, anche se forse aveva fatto peggio di prima.
Blaise non voleva stare con Lavanda, Hermione non gli dava nessun fastidio, anzi.
Lavanda non voleva staccarsi da Draco, tantomeno per finire in banco con Zabini.
E Draco e Hermione avrebbero preferito stare in due banchi ai lati opposti dell’aula.
Con malavoglia, Hermione e Lavanda si alzarono e ognuna prese il suo nuovo posto, sempre cruciando (1) con lo sguardo Silente, “aiutati” anche da Draco e Blaise.
I ragazzi non ebbero tempo di obbiettare che la campanella suonò e Silente uscì dall’aula lasciando la cattedra libera a Piton.
-Molto bene, vedo che Granger e Malfoy sono finiti in banco assieme. Perfetto per lei, signorina Granger. Così avrà modo di migliorarsi nella mia materia, dati i massimi voti del signor Malfoy. – disse Piton, rivolgendosi ad Hermione.
Hermione, che già aveva uno sguardo piuttosto arrabbiato per via di Silente e del cambio di posti, dopo la frase di Piton diventò davvero arrabbiata. Se avesse avuto dei fulmini al posto degli occhi probabilmente Piton sarebbe stato cenere già dal momento in cui mise piede nell’aula.
Draco, che aveva notato l’arrabbiatura della sua nuova compagna di banco, la stuzzicò:-Che c’è, Granger? Non ti va giù il fatto che abbia dei voti migliori dei tuoi?
-Ma stai zitto, Malfoy! – esclamò Hermione, sempre più irritata.
 
***
 
Non credo di riuscire a sopportare due mesi vicino a quell’essere. Pensava Hermione mentre era sulla via di casa.
 
Il giorno dopo Hermione si sedette al suo nuovo posto e si mise a conversare con Harry e Ron, che si erano seduti sul suo banco, prima che arrivasse Draco.
-Io non ce la posso fare. Quasi era meglio Lavanda. – disse Hermione.
I due amici la guardarono.
-Ho detto quasi. Per lo meno Malfoy ha dei bei voti e quindi non copierà sicuramente da me.
Quando arrivò Draco, Harry e Ron andarono a sedersi al loro posto e Hermione si mise con la testa sul banco.
-Dormito poco? – furono le parole di Draco, mentre tirava fuori l’astuccio dal suo zaino.
-Si chiama stress. – rispose Hermione alzando lievemente la testa, per poi riportarla alla posizione originale.
-Beh, stress o meno, come penso saprai il 5 dicembre, che sarebbe questo Sabato, compio diciotto anni. (2) E come ben saprai questo weekend i nostri genitori vanno ad una degustazione di vini. Non credo che tu saresti entusiasta di andare con loro, perciò se vuoi puoi venire alla mia festa. – Draco poi aggiunse, parlando con se stesso:-Non ci credo, l’ho invitata davvero. Ma cosa mi passa per la testa?!
Hermione tirò su la testa di scatto e guardò il ragazzo.
-Sei serio? – chiese.
-Si, perché? – rispose Draco.
-Chi sei tu e che cosa ne hai fatto di Malfoy? – disse Hermione con un tono scherzosamente preoccupato, anche se in realtà era convinta che Draco stesse ancora dormendo.
-Smettila, Granger. Se vuoi – e prese un sospiro – puoi far venire anche Sfregiato e Lenticchia, così almeno ti diverti un po’. Sempre che tu sia capace di divertirti, è chiaro.
-Sto iniziando seriamente a dubitare di te e della tua identità. – confessò Hermione, scherzando.
-Come vuoi tu. Ad ogni modo sai dove abito. – concluse Draco.
 
***
 
Harry, Ron e Hermione stavano camminando verso casa della ragazza, quando Hermione tirò fuori il discorso del compleanno di Draco.
-Ragazzi, oggi è successa una cosa piuttosto strana: Malfoy mi ha invitata al suo diciottesimo.
Harry e Ron avevano le mascelle praticamente al suolo.
-E non sapete la cosa più strana: ha invitato anche voi.
E ora le loro mascelle erano completamente cadute mentre i proprietari continuavano a camminare, allibiti.
-Lo so, è assurdo. – disse Hermione per tappare il silenzio che i due amici avevano formato, forse perché stavano ancora elaborando la notizia.
-Tu cosa pensi di fare? – fu Ron a rompere il silenzio.
-Non so, voi verreste con me? – chiese Hermione aprendo la porta di casa.
-Ciao tesoro! Oh, ci sono anche Harry e Ron! – li salutò Jean.
I tre ragazzi entrarono in cucina per salutare Jean e lì trovarono lei e Narcissa sedute al tavolo che sorseggiavano un the.
-Ciao mamma, ciao Narcissa. – salutò Hermione.
I due ragazzi si limitarono a dire “Salve”.
-Io e tua madre parlavamo di questo weekend e di quanto io non veda l’ora di andare in mezzo alle vigne e a degustare vini! – spiegò Narcissa – Tu non sei eccitata?
-A proposito… avrei deciso di restare a casa. Non mi interessa molto il vino e preferirei stare a casa. – confessò Hermione.
Narcissa ci rimase male, mentre Jean acconsentì a lasciare a casa la figlia.
I tre ragazzi uscirono dalla stanza e andarono in soffitta, che Hermione aveva allestito a tabina (3) in modo da poter stare da sola con i suoi amici. Aveva isolato le pareti e le aveva dipinte di azzurro, aveva aggiunto un letto e vari divani, una televisione e una Play Station con vari giochi. Infine aveva aggiunto un frigo, perché molto spesso ci passava le notti lì e spesso era rimasta a digiuno.
-Quindi tu vorresti veramente andare alla festa di Malfoy? – chiese Harry.
-C’è molta gente che conosciamo… e poi è anche una buona occasione per conoscere gente nuova.
-In effetti mi sono sempre chiesto come fosse la casa di Malfoy. – pensò Ron ad alta voce.
-Oh, è molto bella, ma soprattutto molto grande. Una volta, quando avevo circa cinque anni, ricordo che dovevo andare in bagno e invece ero finita nello sgabuzzino. – disse Hermione. 
I due ragazzi risero all’idea di una baby Hermione che girava dentro la casa di Malfoy.
-Allora è deciso, andremo alla festa del furetto. – decretò Harry.
 


(1) Lo so, essendo la storia priva di magia, il termine non ha molto senso, però pensavo che nel contesto ci potesse stare bene e poi comunque stiamo sempre parlando dei personaggi Harry Potter.
(2) In realtà il compleanno di Draco Malfoy sarebbe il 5 Giugno, però siccome mi serviva una festa, e quella di compleanno mi sembrava la migliore, ho deciso di cambiare la data per far coincidere quella del suo compleanno con quella del tempo della storia, ovvero fine Novembre/inizio Dicembre
(3) La tabina è un luogo di ritrovo per i ragazzi. È usato parecchio dalle mie parti ma mi rendo conto che nel resto d’Italia non è conosciuto questo termine. Molto spesso si tratta solo di d
ue o tre stanze con vari divanetti, una cucina, tanto cibo e talvolta alcuni alcolici. 




Salve a tutti!
Lo so, lo so. Sono n ritardo, avrei dovuto aggiornare qualche giorno fa. Ma se devo essere completamente sincera, non mi è proprio passato per la testa.
Ma torniamo a noi!
In questo capitolo c'è il cambio di posti nella classe e Hermione e Draco finiscono in banco assieme, e abbiamo anche un Malfoy Junior (eh eh eh) che invita al suo compleanno sia Hermione che Harry che Ron.
Non è esattamente il capitolo più bello e più entusiasmante, però giuro che nel prossimo succederà qualcosa (ma non dirò cosa).
Voglio ringraziare come sempre tutte le ragazze che mettono la storia nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate e ringrazio anche tutte le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e quelli anche precedenti. Grazie mille davvero per il supporto, regà. <3
Al prossimo capitolo! :)
Eleonora :)

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

 
Era sabato sera e Harry e Ron stavano aspettando Hermione nel salotto di casa sua.
Quando la ragazza scese le scale, indossava un abito blu attillato e piuttosto corto, ma non troppo, senza spalline e che metteva in risalto le sue curve, un cappotto nero che arrivava appena sopra il ginocchio e un paio di All Star bianche. Aveva i capelli sciolti e aveva messo solo un po’ di mascara nero.
-Wow. – dissero in coro i due ragazzi.
-Credete che avrei dovuto prendere i tacchi di mia madre? – chiese Hermione guardandosi i piedi.
-No, altrimenti non saresti più Hermione ma solo “una che le somiglia ma che porta i tacchi” – rispose Ron e Harry annuì.
-Dai, usciamo che è tardi. – disse Harry e tutti e tre uscirono di casa per poi entrare nella macchina di Harry. Era l’unico ad aver preso già la patente (1), perciò toccava sempre a lui a fare da taxista.
Arrivati a Malfoy Manor, entrarono, posarono le giacche e si fecero un giro per la casa, stracolma di persone. E molte erano proprio della loro scuola.
-Ehi, ma quella che è appena passata non era mia sorella? – si allarmò Ron.
-Ma chi, Ginny? Ma se lei e Malfoy si conoscono a malapena. – disse Harry. Ron scosse la testa, convinto di essersi sbagliato.
Dopo qualche minuto, videro una testa bionda passare, che notandoli, si avvicinò a loro.
-Siete venuti! – esclamò Draco, con un bicchiere con un liquido rosa dentro.
-Già… auguri! –disse Hermione, sentendosi un po’ in imbarazzo. Harry e Ron erano zitti a fianco di Hermione. Draco osservò i tre amici.
-Sentite, per una sera mettiamo da parte l’odio. Non dico di diventare amici, ma voglio che tutti i miei invitati siano felici. Godetevi la festa! – esclamò Draco alzando le braccia al cielo.
-Draco, sono finite le bottiglie di vodka! – disse una ragazza che nel frattempo si erano avvicinate al gruppo.
-Sono al piano di sopra, nello sgabuzzino del terzo piano. Granger, puoi accompagnare Marie a prenderle, visto che sai dov’è lo sgabuzzino? E vedi di non perderti! – chiese il ragazzo, per poi sfoggiare il su solito ghigno maligno.
-È successo una sola volta e avevo cinque anni! – specificò Hermione. – Torno subito. – disse poi rivolgendosi a Harry e Ron.
Poi prese per mano la ragazza per non perderla e si fece strada tra la marea di ragazzi.
Mentre salivano le scale, i ragazzi diventavano sempre di meno, e si vedevano solo qualche coppietta che si dirigeva verso le stanze degli ospiti.
Hermione lasciò la mano della ragazza, per poi presentarsi.
-Io sono Marie. Tu vai a scuola con Draco? – chiese la ragazza.
-Si, siamo in classe insieme. – rispose Hermione. – E tu dove vai a scuola?
-Oh, io vado al Linguistico. – rispose Marie. Hermione non chiese altro, anche se le sarebbe piaciuto sapere come faceva a conoscere Draco. Ma poi pensò che lui conosceva mezzo mondo, perciò continuò ad andare avanti, fino a che non trovarono le altre scale.
Al terzo piano, Hermione cercò di aprire lo sgabuzzino, che però era chiuso a chiave.
-Prova a guardare dentro quel vaso – disse Hermione, indicando la pianta all’angolo del corridoio.
Marie cercò e trovò una chiave. Hermione aprì lo sgabuzzino facendo così rivelare  tutte le bottiglie di alcolici nascosti lì dentro. Doveva essere il nascondiglio per non farli trovare ai genitori di Draco.
Le due ragazze presero una scatola e fecero il percorso a ritroso.
-No, Marie. Di là si esce sulla terrazza, seguimi. – disse Hermione.
-Ma come fai ad orientarti così bene qua dentro? – domandò stupita Marie.
-I miei genitori e quelli di Malfoy sono molto amici e ogni mese vengono qui a cena. E io da piccola, siccome mi annoiavo, mi mettevo a girare questa casa. – rispose Hermione, mentre scendevano le scale che portavano al piano terra.
Arrivate al tavolo degli alcolici, Marie posò la scatola, ne tirò fuori una bottiglia e versò la vodka in due bicchieri e ne porse uno ad Hermione.
Lei lo guardò per qualche secondo. Oh Hermione, hai diciassette anni! Se non lo fai adesso non lo fai più! Pensò lei, e subito dopo bevve tutto il contenuto del bicchiere.
E poi un altro.
E un altro ancora.
Dopo sei bicchieri di vodka, malibù e altro ad Hermione girava la testa.
-Hermione! È tutta la sera che ti cerchiamo! – esclamò una voce alle sue spalle.
-Harry! – esclamò la ragazza, abbracciandolo.
-Wow, hai bevuto. – osservò Ron –Non ti avevo mai vista così.
-Non ti illudere, Ronald, mi gira solo un po’ la testa.- lo rassicurò lei.
-Beh, noi dobbiamo andare. Mia zia vuole che torni a casa per mezzanotte e mezza. Ed è mezzanotte e venti. – disse Harry, guardando l’orario sul cellulare.
-E io ho scoperto che la ragazza che ho visto prima era davvero mia sorella. Mamma non sapeva che era qua, aveva detto che era da Luna Lovegood. Così la devo riportare a casa.
I tre ragazzi si salutarono, ed Hermione cominciò a ballare nella “pista” che si era creata nel salotto di Malfoy Manor.
Aveva ballato un po’ con Dean Thomas. A loro si erano aggiunti un sacco di ragazzi e ragazze, e così ballavano tutti in gruppo.
Nel gruppo di ballo, si unì presto il festeggiato.
Hermione gli si avvicinò e gli urlò:-Auguriiiiii! – dopodiché gli strappò il drink di mano e lo mandò giù tutto d’un sorso.
-Piano, Granger! – disse solo Draco, che venne subito tirato da Hermione per ballare in mezzo alla pista.
-Questo vestito ti sta davvero bene! – disse Draco, facendo fare un giro su se stessa a Hermione, sempre ballando.
-Malfoy, è il primo complimento che mi fai in diciassette anni di vita. Sei sicuro di essere sempre lo stesso Malfoy? – chiese Hermione.
-O forse sei un alieno che si è impossessato di lui! – disse Hermione, prima seria e poi scoppiò a ridere, e lo stesso fece Draco, divertito.
Poi Hermione si allontanò e andò verso il tavolo degli alcolici. Il “barista” (che poi si trattava solamente di Seamus Finnigan) gli versò un Angelo Azzurro. Lei ringraziò e tornò sulla pista a ballare.
Poco dopo riapparve Draco:-Granger, ancora bevi?
La ragazza non rispose, fece solo un sorriso e alzò le spalle, per poi dare un sorso al suo drink.
-Ne vuoi un po’? – chiese.
Draco prese il bicchiere ma non lo bevve, lo passò ad un ragazzo che passava in quel momento accanto a loro, che accettò di buon grado il drink.
I due si rimisero a ballare, e ad un certo punto Hermione abbracciò Draco.
-Granger, ti senti bene? – chiese Draco, spostandosi cercando un divano libero, ma invano.
-Si, sto bene, sto bene! Sono solo un po’ ubriaca. Ma poco. – rispose Hermione che si appoggiava a Draco perché le girava la testa.
L’unico posto a sedere libero, era una poltrona accanto ai divani.
Draco si sedette e poi si postò quel poco che bastava per far sedere Hermione.
-Uh, ora la testa gira meno. – disse Hermione, stabilizzandosi sulla poltrona.
-Prima sbronza, eh? – chiese Draco con un sorriso divertito.
-Già. – rispose Hermione.
-Ti chiedo solo una cosa: se devi vomitare, avvisa. Anche se non conosci il tizio. Tu avvisa.
Hermione annuì, pensando che a lei non veniva da vomitare, per fortuna.
-Posso farti una domanda? – chiese Hermione, che d’un tratto diventò seria:-Perché ci odiamo?


(1) In realtà il compleanno di Hermione sarebbe il 19 Settembre ma il motivo per cui ho cambiato la data (non so ancora in quale) lo vedrete nei capitoli successivi.



Genteeeeeeeee (:
Come state? Io in gran forma, visto che è il secondo capitolo che posto in due giorni. WOW!
Ho voglia che altra gente legga la mia storia, così ho deciso di pubblicare questo capitolo oggi anzichè martedì, e martedì posterò il prossimo :)
Probabilmente mi odierete perchè in questo capitolo non c'è quello che voi vi aspettavate (non faccio spoiler ma tanto so che state pensando tutte alla stessa cosa).
ma abbiate pazienza, miei cari. Ogni cosa a suo tempo.
Ovviamente ringrazio chi ha messo la storia tra le segiute, le ricordate e le preferite e ovviamente anche chi ha recensito. Prima o poi vi faccio una statua <3
Quindi ci vediamo martedì ;)
Eleonora (:

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

 
-Perché ci odiamo? – aveva chiesto Hermione a Draco.
Sarà stata un po’ colpa dell’alcol, un po’ colpa del desiderio di sapere, la domanda era finalmente uscita dalla bocca di Hermione.
-Ma noi non ci odiamo, Granger. Io direi più che ci evitiamo il più possibile e le poche volte che ci parliamo ci insultiamo. – rispose ironico.
-Io sono seria. – aveva detto Hermione, tirando una pacca sulla spalla a Draco.
-Ma ti pare che noi due ci odiamo, Hermione? – chiese Draco.
-Ridillo. – disse Hermione.
-Cosa?
-Era da quando avevamo sette anni che non mi chiamavi per nome. – si ricordò Hermione.
-È vero, è passato davvero tanto tempo. – osservò Draco, che si stupì della memoria così funzionante della ragazza, seppur sotto effetto di alcolici.
-Ma quindi il nostro è un odio non odio?
Draco la guardava, cercando di capire cosa stesse elaborando il suo cervello.
Nel frattempo Hermione pensava che non riusciva a capire da dove provenisse l’odio per Malfoy.
-Ma allora se è un odio non odiato, perché ci odiavamo? – chiese di nuovo.
-Ti prego, smettila. – disse Draco divertito.
Hermione scoppiò a ridere, e poi si avvicinò all’orecchio di Draco.
-Visto che stasera mi sento trasgressiva, vorrei chiederti una cosa. – e si rimise a ridere.
-Dimmi.
-Voglio fumare. – e si alzò di scatto.
-Sei consapevole del fatto che se ti farò provare a fumare tu mi dovrai cinque sterline, vero? – chiese Draco, alzandosi.
Si diressero verso il giardino, dove Draco tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca e un accendino, li porse ad Hermione che, fatto un tiro, tossì.
Al terzo tiro, la ragazza aveva già imparato ad aspirare.
-Però… io ci ho messo una settimana per riuscire ad aspirare senza tossire. – disse Draco. Poi notò che Hermione tremava, così si tolse la giacca e la mise sulle spalle della ragazza. Lei si strinse a lui e buttò per terra il mozzicone.
Hermione guardò Draco e rise.
-E adesso perché ridi? – chiese Draco.
-Perché sei bello. – rispose Hermione, lasciando Draco immobile ma sorridente. – Torniamo dentro a ballare? Io avrei un po’ di freddo.
-Certo. – disse solo il ragazzo, per poi seguire dentro Hermione.
Ballarono per pochi minuti, quando Hermione annunciò di nuovo che le girava la testa. Così si sedettero di nuovo, sempre su una poltrona.
-Stasera ho fatto troppe cavolate. – annunciò Hermione. –Ma ne manca ancora una.
-E sarebbe? – chiese Draco.
Ormai niente sarebbe riuscito a stupirlo dopo averla vista ubriaca, fumare e avergli detto che era bello. Tranne quello che stava per fare Hermione.
Lei si sedette in braccio a lui, gli mise una mano dietro la testa, lo avvicinò a sé e lo baciò.
Draco ricambiò il bacio. Con una mano le cingeva il fianco e l’altra l’aveva affondata tra i suoi capelli.
-Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento – gli sussurrò Draco.
Hermione si irrigidì per un istante, ma subito dopo si fiondò di nuovo sulle labbra del ragazzo.
Draco cominciò a baciarla lungo tutto il collo, per poi risalire.
 
-Ehi amico, mi dispiace interrompervi ma ci tenevo a salutarti. – disse una voce.
-Blaise! – esclamò Draco che spostò leggermente Hermione in modo da potersi alzare e abbracciare l’amico.
-Complimenti. – sussurrò il ragazzo per non farsi sentire da Hermione.
-Gente, Harry e Ron sono andati via da un pezzo. Io come torno a casa? – domandò ad un tratto Hermione.
-Può portarti a casa Blaise. Per te non è un problema, vero?  Chiese Draco all’amico.
-Certo che no, casa sua è di strada. Grazie ancora per la festa, Dra. – si salutarono e Hermione andò a prendere il suo cappotto.
Saliti in macchina, Blaise guardò Hermione divertito.
-Beh, perché ridi? – chiese Hermione, sorridendo a sua volta.
-Spero che i tuoi genitori non siano a casa.
-No, sono a un coso del vino. Come si chiama…? – rispose Hermione, cercando di ricordare.
-Bene, perché sono le tre di notte e non credo che tu abbia mai fatto così tardi.
-DEGUSTAZIONE! – esclamò Hermione. – E poi a loro non interessa a che ora torno a casa.
-E quindi se tu tornassi a casa adesso, che sono le tre, un po’ ubriaca, che puzzi di fumo (senza offesa)
-Nessuna offesa – disse Hermione, per poi lasciar continuare Blaise.
-E piena di succhiotti, loro non ti direbbero assolutamente niente? – concluse il ragazzo, che rise quando vide l’espressione di Hermione.
La ragazza accese una delle lucine dell’auto, tirò giù il parasole (1) e si guardò allo specchio.
Aveva due succhiotti sul mento, uno tra la mascella e la guancia e uno dove si trovava la scollatura del vestito.
-Cazzo. Domani devo uscire con Harry e Ron. E chi glielo spiega a quei due? – queste furono le ultime parole pronunciate da Hermione.
Arrivati davanti casa sua, Hermione salutò e ringraziò Blaise, per poi entrare in casa.
In bagno la ragazza si guardò allo specchio. Cavoli, sono davvero evidenti. Pensò.
Entrò nella doccia per rinfrescarsi e per tornare definitivamente in sé.
Perché l’aveva fatto? Certo, aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, ma era stata lei a baciare lui e non il contrario.
Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento. Quelle parole non riuscivano ad uscire dalla sua testa.
Forse era stato tutto quell’odio in tutti quegli anni che l’avevano spinta a baciare Draco. Forse voleva davvero capire se i due si odiavano sul serio. O semplicemente gli piaceva Draco.
Si erano ormai fatte le quattro e Hermione decise di andare a letto per cercare di riposare almeno qualche ora. 
 
 
 
 

(1) Non so come si chiami il coso della macchina che serve per ripararsi dal sole e dove si trova anche lo specchietto, perciò l’ho chiamato parasole. Scusate la mia ignoranza (:



Rieccomi :)
Ed ecco qui il capitolo tanto atteso, siiiiiiiiiii
Beh, che dire... SI SONO BACIATI AHHHHH
Vi giuro, ero ansiosa di mettere online questo capitolo tanto quanto lo aspettavate voi.
Il prossimo capitolo lo posterò o giovedì o venerdì (dipende da quanti compiti ho).
Fatemi sapere cosa ne pensate perchè per me è importante sapere se la storia vi piace o no, anche perchè nello scorso capitolo non ci sono state recensioni...
Detto ciò ringrazio come ogni volta chi ha messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate :)

Eleonora :)

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9
 
Quel pomeriggio Hermione sarebbe dovuta uscire con Harry e Ron e doveva trovare il modo di coprire quei succhiotti.
Ci mise sopra tanto correttore e parecchio fondotinta, si mise la sciarpa e uscì, anche se quello sulla guancia era ancora piuttosto visibile.
-Che hai combinato? – le chiese Ron quando lo vide.
-Niente, ho solo… sbattuto contro la porta… - questa fu la scusa.
Harry e Ron non fecero altre domande e si incamminarono verso, come al solito, il bar.
-Com’è andata ieri sera, dopo che noi ce ne siamo andati? – chiese Harry.
-Tutto bene, mi sono divertita molto. – Hermione rimase sul vago.
-Tu, piuttosto. – disse, puntando il dito verso Ron. – Cosa centrava tua sorella ieri sera?
-Vedi, dopo che tu sei andata a prendere non so cosa con quella ragazza, io ho visto di nuovo passare quella ragazza che somigliava a mia sorella. Così ho cercato di seguirla, ma dopo un po’ l’ho persa, e pensai di essermi sbagliato per davvero. Poi verso le undici e mezza mia mamma mi ha chiamato dicendo che Ginny non era ancora arrivata a casa e che a casa di Luna non c’era. Perciò ho capito subito che era lì e quando l’ho trovata sono rimasto sconvolto. Si stava facendo Blaise Zabini! Mia sorella! – raccontò Ron.
Harry e Hermione risero per la reazione dell’amico, che nel frattempo era preoccupato perché “la sua sorellina stava crescendo.”
 
***
 
Il giorno dopo, a scuola, Hermione non sapeva come comportarsi con Draco.
Nemmeno lui lo sapeva, così decise che avrebbe fatto finta di niente, gli sembrava la cosa migliore. Era stata lei a baciarlo, quindi lei avrebbe dovuto prendere iniziativa un’altra volta.
Si sedette al suo banco e salutò Hermione, che osservò il suo collo.
-Ti sei fatto male? – chiese, facendo finta di niente, anche se sapeva benissimo la risposta.
-Sei stata tu, non ricordi? – disse Draco.
-Ti fatto cadere? Scusami, non volevo. È che non ero molto in forma sabato. – mentì Hermione.
-Si, ho notato. Quindi… non ti ricordi quando mi hai fatto questo? – chiese di nuovo Draco.
-No, ma se ti ho buttato per terra o cose simili, mi dispiace. – mentì di nuovo Hermione.
In realtà si ricordava tutto di quella sera, ogni minimo dettaglio, ogni particolare. Forse un po’ sfocato per via dell’alcol, ma non le mancava nulla.
Perché aveva mentito? Per proteggersi. Aveva paura di cosa sarebbe potuto accadere, così usò la scusa dell’alcol.
-E non ricordi nemmeno di aver provato a fumare? – domandò di nuovo Draco.
-Ho rimosso gran parte della serata, ma sembra di ricordarmi qualcosa. E soprattutto perché i miei capelli puzzavano parecchio di fumo. – rispose Hermione.
-Bene, quindi ti ricordi che mi devi le mie cinque sterline? – chiese Draco, mentre sul suo viso appariva il solito ghigno. –Ricordo che tu a Liverpool hai detto: “Se mai proverò a fumare, ti darò cinque sterline”o qualcosa del genere.
-No, questo non me lo ricordo proprio, secondo me ti confondi con un’altra Hermione – scherzò lei.
Quando suonò l’intervallo, Hermione si diresse subito in bagno. Di solito non era una che stava attenta al trucco, più che altro perché non lo utilizzava. Ma quella mattina aveva bisogno che il suo fondotinta durasse il più possibile, per nascondere il succhiotto.
Tutto era immacolato, proprio come era quando era uscita di casa, ma per sicurezza, Hermione ci passò sopra un altro strato di correttore.
Uscita dal bagno delle ragazze, Harry e Ron la stavano aspettando seduti sulle panchine che si trovavano nel corridoio.
-Hai visto Malfoy? Ha un succhiotto sul collo.  Sabato avrà fatto festa grande, se capisci cosa intendo – aveva detto Ron a Harry, e nel frattempo si era seduta accanto a loro anche Hermione.
-Non hai un po’ caldo con la sciarpa, Herm? – domandò Harry.
-No, sono a posto.  È che ho mal di gola… - rispose Hermione.
-Hai qualcosa sul collo – osservò Ron.
-Si, quando ho sbattuto contro la porta mi sono fatta male anche al collo, non è niente. – aveva risposto Hermione e in fretta si era tirata su la sciarpa e stringendola.
Harry la guardò a fondo. Poi, tutto d’un tratto, sembrò illuminarsi.
-NON CI CREDO! – aveva urlato per tutto il corridoio.
Ogni ragazzo o ragazza presente si era girato a guardare Harry, che aveva preso per mano Hermione.
-Scusa Ron, torniamo subito. – aveva detto, lasciando lì da solo il povero amico, e sentendo le proteste di Hermione.
-Harry, mi lasci andare? – chiedeva Hermione che stava correndo per i corridoi della scuola.
Ma Harry non la lasciò andare fino a che non furono nel cortile della scuola, dove vi erano soltanto pochi ragazzi che si trovavano fuori solo per fumare.
-Harry, fa freddo. – aveva protestato Hermione.
-Tranquilla, faremo presto. – aveva detto Harry.
Hermione guardava interrogativa l’amico che l’aveva appena trascinata fuori nel cortile della scuola con solo una felpa a dicembre inoltrato.
-Togliti la sciarpa.
-Cosa? No, fa freddo. – rispose Hermione.
-Solo un secondo. Non morirai congelata. – disse Harry che, dopo la seconda protesta dell’amica, le si avvicinò e le tolse lui stesso la sciarpa.
-E questi cosa sono? – chiese Harry, anche se naturalmente lo sapeva benissimo.
-Te l’ho detto, ho sbattuto contro la porta. – rispose Hermione.
-Herm, io non sono Ron. – disse Harry, aspettandosi che la ragazza dicesse qualcosa. Ma Hermione era in silenzio.
-Ti prego, dimmi che non è come penso io e che mi sono sbagliato.
-E sentiamo, a cosa staresti pensando tu? – chiese Hermione.
-Draco ha un succhiotto sul collo, tu hai “sbattuto contro la porta” in vari punti. I segni parlano chiaro. – concluse Harry,  facendo il segno delle virgolette con le dita.
Hermione era di nuovo in silenzio. Ma non il silenzio di prima, di sfida, ma era un silenzio di imbarazzo.
-No, per favore. No. No no no no no! – esclamò Harry. – Come… ma… perché? – era piuttosto disperato. Forse lo era più lui che lei.
Hermione raccontò la serata a Harry, implorandolo di non dire a nessuno, nemmeno a Ron, di quella storia. Poi slacciò la felpa e tirò un po’ giù il collo della maglietta, per mostrargli l’ultimo succhiotto.
-Cavolo, eravate presi bene. – osservò Harry, sempre più sconvolto. –Quindi… ti piace Malfoy?
La campanella suonò e Hermione, per evitare di rispondere alla domanda, prese la sua sciarpa dalle mani di Harry e disse:-Devo scappare! – e tornò subito in classe.
Un paio di minuti dopo, Harry era rientrato in classe e stava fulminando con gli occhi la ragazza.
-Non finisce qui, Herm, dobbiamo ancora chiarire un po’ di cose. – disse. Poi guardò Draco:-Malfoy.
-Potter. – disse l’altro come risposta.
-Ma che ha il tuo amichetto oggi? – chiese poi ad Hermione.
-Oh, ha solo il ciclo. – scherzò Hermione. Draco annuì, ma quando capì cosa aveva appena detto la ragazza, si mise a ridere.









Ehilà! :)
Lo so, avevo detto che avrei aggiornato una settimana fa, ma con lo studio e la scuola mi sono proprio scordata. Spero mi perdonerete.
Ma da oggi ho deciso che non farò più promesse, proverò ad aggiornare ogni settimana ma non garantisco nulla :)
In questo capitolo Harry scopre che cos'è successo tra Hermione e Draco.
Spero davvero che la storia vi piaccia :)
Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate e chi ha recensito lo scorso capitolo. VI AMO<3
Ciao belli :*
Eleonora :)

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
 

-Hermione, sei pronta? – aveva chiesto il padre, bussando alla porta della camera della figlia.
-Pronta per cosa? – chiese Hermione.
-Ma come per cosa? C’è la cena dai Malfoy, ti sei dimenticata?
-Ma è stata due settimane fa. – disse Hermione, andando indietro coi giorni per non sbagliarsi.
-Si, ma ci hanno invitati di nuovo. Ora preparati o faremo tardi. – aveva concluso la conversazione Wendell, per poi andarsene.
Nemmeno fossimo invitati dalla Regina in persona. Pensò Hermione guardandosi allo specchio e pensando che l’abbigliamento che aveva sarebbe andato più che bene: un paio di jeans, una felpa e delle scarpe da ginnastica.
 
Arrivati dai Malfoy, Narcissa disse a Hermione:-Dracuccio è nella sua stanza. Digli che tra dieci minuti si mangia.
Hermione si diresse verso camera del ragazzo, bussò e quando sentì la parola “avanti” entrò.
-Tua madre ha detto che tra dieci minuti è pronto. – disse la ragazza.
-Bene, sei arrivata a pennello. Stavo giusto tirando fuori il mio portafoglio per incassare le mie cinque sterline. – disse Draco, che nel frattempo giocava alla Play Station.
-A cosa giochi? – domandò Hermione.
-A Fifa, vuoi giocare? – chiese Draco, sicuro che la ragazza avrebbe risposto di no.
-Certo. – lo sorprese lei. – Se vinci tu ti do dieci sterline anziché cinque, altrimenti se vinco io ne dai tu cinque a me.
Draco accettò di buon grado la scommessa, convinto che sarebbe riuscito a batterla anche ad occhi chiusi e dormendo.
La partita si concluse dieci a tre per Hermione, e Draco diede le cinque sterline a Hermione.
-Dove hai imparato a giocare? – chiese Draco.
-Quando i tuoi migliori amici sono dei giocatori incalliti, o impari o impari. Che tu lo voglia o no. E per loro sfortuna sono diventata la più brava. – rispose Hermione, vantandosi.
Draco guardò l’ora:-È meglio che andiamo a mangiare, o mia madre ci lincia.
I due si avviarono verso l’enorme sala da pranzo di Malfoy Manor.
-Più tardi vengono Blaise e Marie. A voi non danno fastidio, vero? – domandò un po’ a tutti Draco.
Tutti risposero di no e cominciarono a mangiare.
 
Subito dopo cena suonò il campanello, segno che Blaise e Marie erano arrivati. Loro due più Draco e Hermione andarono in camera del ragazzo.
Dopo un po’ Marie propose di fare un gioco.
-Ehi, giochiamo a obbligo o verità? Ma senza baci o cose sconce. Solo così, per divertirci.
Tutti accettarono e Draco prese una bottiglia d’acqua, la finì e la fece girare.
-Blaise, obbligo o verità? – chiese.
-Obbligo. – rispose il ragazzo. Draco lo obbligò a mettersi un cappello buffo a forma di hot dog, scattarsi una foto e mandarla a tutti quelli della sua rubrica.
Fatto ciò, Blaise girò la bottiglia e uscì Marie, che scelse obbligo.
-Bene bene. Ti obbligo ad andare giù dai genitori di Draco e urlare: “mi sono fatta la pipì addosso”. Naturalmente tutto ciò verrà filmato.
La ragazza accettò e, sotto gli sguardi increduli dei genitori di Draco e quelli di Hermione, urlò.
Tornati in camera senza dare spiegazioni, Marie girò la bottiglia, che puntò Hermione.
-Verità. – scelse lei.
-Tu non sai come divertirti. – disse Blaise, e Draco annuì.
-Mi han detto che al compleanno di Draco avevi bevuto un po’. Dimmi, cosa ti ricordi? – chiese Marie, ignara del fatto che Hermione avesse detto di non ricordare nulla di quella sera e soprattutto ignara del fatto che lei e Draco si erano baciati.
-Vogliamo la verità, Granger.- disse Draco, e Hermione ormai sapeva di non poter sfuggire.
-Beh, diciamo che mi ricordo tutto. – rispose lei.
Dopodiché girò la bottiglia e il gioco andò avanti tra rivelazioni di fobie, scherzi telefonici e persone truccate (vedi Blaise).
-Gente è tardi, io domani mi devo svegliare presto perché vado in gita. È meglio che vada a dormire. – disse Marie, così lei e Blaise se ne andarono.
-Perché è andato via anche Blaise? – chiese Hermione.
-Loro due sono cugini, non lo sapevi? – spiegò Draco.
Hermione pensò che effettivamente un po’ si somigliavano, ma non ci avrebbe mai fatto caso se nessuno glielo avesse detto.
-Quindi… ti ricordi tutto del mio compleanno, eh? –chiese Draco.
-Eh già… - rispose Hermione, piuttosto imbarazzata.
-E perché non hai detto niente? – domandò Draco.
Hermione sembrò pensarci un attimo. Era sempre più imabarazzata.
-Forse perché la cosa è un po’ strana. – Draco la guardò, tentando di capire cosa volesse dire.
-Insomma, ci conosciamo da una vita, ci rivolgiamo la parola solamente perché siamo “obbòigati” e quelle poche cose che ci diciamo la maggior parte delle volte sono insulti. Non so tu, ma io mi sarei sentita un po’ in imbarazzo se lunedì mattina arrivata in classe ti avessi detto: “Buongiorno, bello il bacio di sabato sera, eh?”.
Hermione, nel frattempo che Draco si era seduto ai piedi del letto, si era messa a gambe incrociate.
-Perciò ti è piaciuto? – chiese il ragazzo, con il suo solito fare malizioso.
-Non è questo il punto! Ogni tanto mi chiedo se tu abbia davvero un cervello o paghi i prof per farti mettere voti alti. – osservò Hermione.
-E quale sarebbe il punto, allora?
-Il punto è che io sto molto attenta a quello che la gente pensa di me, e se venisse fuori questa storia, finirei solo come un’altra ragazza che Draco Malfoy si è quasi portato a letto.
Hermione si appoggiò ai cuscini del letto, aspettando che Draco dicesse qualcosa. Ma lui era zitto.
Si avvicinò sempre di più alla ragazza, e quando erano talmente vicini da sfiorarsi, Hermione gli mise la mani sul petto per spingerlo via.
-Cristo, Malfoy. Te l’ho appena detto.
-Draco, il mio nome è Draco. -  puntualizzò il ragazzo, che era stanco di sentirsi chiamare per cognome.
-Scusa. Draco, io non dico che tu sia un brutto ragazzo, ma…
Non la lasciò nemmeno finire, che subito eliminò la ormai poca distanza che si era creata tra di loro. Hermione, ancora con le mani sul petto del ragazzo, cercò di allontanarlo, ma poi si abbandonò completamente e si lasciò trasportare dal bacio.
Toc toc
-Hermione, tesoro, dobbiamo andare. – era Jean, che fuori dalla stanza del ragazzo, la stava chiamando.
La ragazza si staccò da Draco: - Si mamma, metto le scarpe e arrivo. – e si scaraventò giù dal letto.
Draco rimase sul letto, impassibile.
-Questa era l’ultima volta, capito? – disse, mentre metteva la mano sulla maniglia della porta.



ECCOMIIIIIII
Sono di nuovo qui con un nuovo capitolo, yuppii!
Dunque, in questo capitolo si scopre che Blaise e Marie sono cugini (non chiedetemi perchè ahahah) e troviamo di nuovo i nostri due protagonisti a baciarsi.
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio come di rito chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate e anche alle tre bellissime ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. VI AMO TROPPO <3
Al prossimo capitolo :)
Eleonora :)

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11


 

Hermione era tornata a casa pensando a quello che era successo poco prima.

Aveva di nuovo baciato Draco Malfoy, ma questa volta era stato lui a baciare lei e non il contrario.

C’era qualcosa che non andava.

Perché aveva ricambiato il bacio? Lui non le piaceva, eppure non si era opposta più di tanto.

Scacciò questi pensieri non appena si mise a letto, e subito dopo si addormentò.


 

La mattina dopo, mentre aspettavano Ron fuori dalla scuola, Hermione raccontò a Harry l’accaduto della sera precedente.

-Dai Herm, dillo e basta che ti piace. – aveva detto Harry quando Hermione aveva terminato il racconto.

-Ma non mi piace! – aveva esclamato lei, anche se non era convinta su quello che aveva detto.

-E allora perché non l’hai respinto? – chiese con un tono superiore, di quelli che ti fanno capire che lui ha ragione e tu torto.

Hermione non fece in tempo a rispondere perché in quel momento arrivò Ron, piuttosto mogio.

-Ron, che è successo? – chiese Hermione.

-Oh, niente. Solo che mio fratello Bill ha deciso di andare a vivere con Fleur, la sua fidanzata. E io sono triste perché mi mancherà… - poi aggiunse – Ma non buttiamoci giù, entriamo?

Ron si diresse verso l’entrata della scuola e Harry e Hermione lo seguirono.

Entrarono in classe e ognuno si sedette al proprio posto.

-Ciao. – la salutò Draco.

-Ciao. – Hermione ricambiò il saluto mentre tirava fuori dalla cartella un libro per ripassare.

La campanella suonò e la lezione cominciò.

 

***


 

All’intervallo, Harry, Ron e Hermione erano come sempre seduti nella panchina del corridoio della loro classe, e parlavano del più e del meno, mentre Ron mangiava un panino con il salame.

-Ron, me ne dai un morso? – chiese Hermione.

Il ragazzo la guardò male, ma poi acconsentì e le porse il panino. Hermione ringraziò e continuarono a parlare, fino a quando un ragazzo magro, alto e biondo si avvicinò a loro.

-Cosa vuoi, Malfoy? – domandò Ron, mandando giù un boccone del suo panino.

-Tranquillo, Lenticchia, non sono qui per te. Vorrei parlare con la Granger, visto che mi deve ancora le mie cinque sterline.

Lo sguardo di Harry andava da quello di Malfoy a quello di Hermione, per poi tornare su Draco e di nuovo sull’amica.

-Ti sei perso qualcosa, Potter? (1)– chiese Draco.

Harry stava per rispondergli a tono, ma parlò prima Hermione.

-Non so se ti sei perso qualche pezzo, ma abbiamo fatto una scommessa e tu hai perso. Non è di certo colpa mia se sei una pippa alla Play Station. – rispose Hermione, incrociando le braccia al petto.

-Rivoglio le mie cinque sterline. Punto. – disse nuovamente il ragazzo. – Senti, possiamo parlare senza questi corvi da guardia? Sai, mi fanno un po’ impressione. – alludendo a Harry e Ron.

-Hanno dei nomi. E non sono dei corvi da guardia.

-Si, come vuoi.

Hermione si alzò e Harry la guardò come dire: “Sei sicura?” e lei rispose dicendo che sarebbe tornata subito.

Hermione seguì Draco, che era un passo avanti a lei.

-Adesso mi spieghi perché dovrei ridarti i tuoi soldi. Li ho vinti onestamente e non ho intenzione di ridarteli. – esclamò lei, poi si guardò intorno e notò che stavano andando dalla parte opposta della scuola alla loro classe. –E si può sapere dove stiamo andando?

Draco non rispose, ma aprì una porta. Hermione lo seguì e si ritrovò in uno sgabuzzino in mezzo a scope e mocci.

-Perché siamo in uno sg…

Hermione non riuscì a finire la frase che si ritrovò un’altra volta appiccicata a Malfoy. Sapeva di fumo, probabilmente era appena stato fuori a fumarsi una sigaretta. Ma questa volta riuscì a respingerlo.

-Draco, ne abbiamo parlato ieri sera. Io non ho intenzione di dire nulla sulla nostra “fuga d’amore” se così vogliamo chiamarla. Quindi è inutile che fai tutto questo.

Hermione non capiva se lo stanzino fosse stretto di suo o se si fosse ristretto da quando erano entrati.

-Devo dirti una cosa importante. – disse Draco.

-Se è per le tue sterline, sappi che è un discorso finito.

-Mi sono innamorato di te. – annunciò Draco.

Hermione dovette appoggiarsi al muro. Aveva sentito bene? Draco Malfoy si era innamorato di lei? Sentì qualcosa nello stomaco e pensò che se Draco Malfoy esternava i suoi sentimenti, soprattutto se diceva di essere innamorato, non era uno scherzo, ma era davvero una cosa importante per lui.

Nel frattempo che Hermione elaborava, Draco la guardava, in attesa di una sua risposta.

-Draco, tu sei un bel ragazzo, e probabilmente mi piaci anche.

-Probabilmente?- chiese Draco.

-Ok, senza probabilmente. Mi piaci, però ti ho già detto che sarebbe una cosa troppo dura da affrontare per me. Voglio dire, fino a ieri non ci rivolgevamo nemmeno uno sguardo e adesso siamo qui, dentro uno sgabuzzino della scuola.

-Non ho detto che lo devono sapere tutti.

E poi successe di nuovo. Hermione aveva baciato Draco e gli aveva messo una mano tra i capelli, mentre lui la stringeva a se, come desiderava fare da tanto tempo.

-Sarà il nostro piccolo segreto. – le aveva sussurrato una volta staccatosi. Le fece un occhiolino e uscì dallo sgabuzzino.

Hermione rimase lì fino a quando la campanella non suonò la fine della ricreazione.

Da quando Draco si era innamorato di lei?

Poi le venne in mente. Di nuovo quel famoso bacio di Maggio, quello che Hermione pensava fosse stato solo per pietà e che più di una volta aveva tentato di rimuovere dalla sua memoria.

Se i suoi conti erano esatti, allora era da otto mesi che il ragazzo dalla chioma bionda nutriva per lei dei sentimenti diversi dall’odio.

Tornò in classe e si sedette al suo posto, ma le sembrava così strano dover sedersi accanto al ragazzo che aveva appena baciato e far finta di odiarlo.

Forse mi sono innamorata anch’io. Pensò Hermione, prima che cominciasse la lezione.


 


 


 


 


 

(1) Citazione da Men in Black 3 detta dal giovane K a J (spero che qualcuno ami quel film quanto lo amo io)






HOLA A TODOSSSSSSSS
Salve a tutti! Lo so, sono secoli (letteralmente) che non entravo su efp e che non aggiornavo le mie storie, ma oggi finalmente è arrivato il giorno, sono tornataaaa!
Spero che questo capitolo vi piaccia e presto ne arriveranno altri, promesso. E se non dovessi mantenere la promessa, avete il permesso di venire a cercami a casa e prendermi a sberle u.u
Al prossimo capitolo, sciao!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12


 

Erano passati quattro giorni da quando Draco si era dichiarato ad Hermione nello sgabuzzino della scuola, ed era da quattro giorni che a tutti gli intervalli i due sopracitati si ritrovavano nello sgabuzzino per pomiciare.

Hermione era appoggiata al termosifone vicino allo sgabuzzino che aspettava il passaggio di Draco e la sua entrata nello sgabuzzino, dopodiché avrebbe aspettato un paio di minuti e lo avrebbe raggiunto, come sempre.

Due ragazze si appoggiarono allo stesso termosifone dove era appoggiata Hermione e quando il ragazzo dai capelli biondi passò, si esibirono in una serie di gridolini da ochette arrapate.

-Ma sai che Draco Malfoy non scopa da più di un mese! – disse una delle due oche all’altra.

-Ho sentito delle voci che dicevano che non gli tira più l’uccello.-rispose starnazzando l’altra ragazza.

Hermione sentendo quelle parole si trattenne dal non scoppiare a ridere, poi prese e si diresse dentro lo sgabuzzino.

Entrata, raccontò a Draco la conversazione che aveva appena udito e lui scoppiò a ridere e poi guardò in basso, in direzione del suo cavallo dei pantaloni e disse:-Non preoccuparti amico mio, tu ti alzerai sempre, non è vero? – riferendosi alla parte in cui le ragazze dicevano che non gli tirava più.

Hermione gli diede una piccola spinta, accompagnata da un “ma quanto sei scemo?!” e seguito da un bacio.

-Che ne dici se stasera venissi a casa mia e ci guardassimo un bel film? – propose Draco e Hermione accettò, dopodiché la campanella suonò la fine dell’intervallo.


 

Usciti da scuola, Harry, Ron e Hermione andarono a pranzo e Ron, mentre addentava una piadina, domandò:-Ragazzi stasera vi va di venire a casa mia? Sono a casa da solo e ho bisogno di compagnia.

-Seriamente sei a casa da solo? Voglio dire, i tuoi genitori si fidano a lasciarti a casa da solo?- Si stupì Harry, conoscendo l'amico e i genitori dell'amico.

-Si beh, forse non sono proprio solo… C'è Ginny- disse Ron, un po' imbarazzato.

Hermione e Harry scoppiarono a ridere.

-Ah, dimenticavo, Hermione. C'è anche Fred a casa- aggiunse il ragazzo rivolgendosi alla ragazza e ammiccando. Anche Harry si girò verso Hermione, che arrossì.

Fred Weasley, fratello maggiore di Ron, nonché gemello di George Weasley, era un ragazzo alto, magro, coi capelli rossi. Aveva, insieme al gemello, lasciato la scuola per aprire un negozio di magia che andava alla grande.

È sempre stata la cotta di Hermione, nonstante i due fossero amici. Tutti sapevano di questo amore platonico, persino il diretto interessato, ma tra di loro non era mai accaduto niente e probabilmente mai niente sarebbe accaduto.

Ma Hermione non perdeva mai l'occasione di passare anche solo qualche minuto assieme a lui.

-Allora, ci siete tutti e due stasera?- Chiese Ron

-Io non posso, mi dispiace- rispose Hermione, sotto lo sguardo stupito degli amici.

- Forse non hai capito, c'è anche Fred stasera. Se vuoi posso dirgli di passare un po' di tempo con noi.- cercò di convincerla Ron.

-Cos'hai da fare, Herm?- chiese Harry.

-Eh devo… andare a trovare mia… zia- rispose Hermione vaga.

Harry, un po' sospettoso, le fece delle domande a Hermione, come “quale zia” o “dove abita”, “quanti anni ha”. Domande del tutto normali, ma molto difficili da rispondere per Hermione, dato che si era inventata tutto. Di fatti le sue risposte furono molto vaghe, ed Harry la guardò storto.

-Amico,- disse Ron rivolgendosi a Harry -Vorrà dire che saremo solo io e te.

-Si, e Ginny e Fred- puntualizzò Harry.

Finito il pranzo, Harry prese da parte Hermione e gli chiese di dirgli il vero motivo per cui non ci sarebbe stata la sera, anche se aveva qualche idea che, guarda caso, cominciavano tutte con la lettera “D” e con dei capelli biondo platino.

-Vado a vedere un film da Draco.- rispose Hermione abbassando gli occhi.

-Adesso siamo passati direttamente a Draco?- si stupì Harry.

Ma la risposta non arrivò perché Ron arrivò dal bagno ed andarono tutti assieme a casa.


 

***

Quella sera Hermione, mentre usciva di casa,pensò a cosa stava facendo.

Stava veramente andando a casa di Draco Malfoy per vedere un film? E come si poteva definire il loro rapporto? Fino a qualche settimana prima era chiaro: i due si odiavano e non c'erano vie di scampo. Ma ora? Non si odiavano più, ma non erano amici. Non erano fidanzati, ma non erano nemmeno estranei.

Forse siamo solo limonamici. Pensava Hermione. Ma esisteva davvero qualcuno che avesse un “limonamico”? Voglio dire, capisco gli scopamici, ma i limonamici… e dopo quest'ultimo pensiero si ricordò quello che Draco le aveva detto qualche giorno prima, ovvero che si era innamorato di lei, allora forse pensò che non la stava solo usando come amica di limoni.

Pensa e ripensa era già arrivata davanti a Malfoy Manor.

Suonò il campanello e ciò che le presentò davanti fu un Draco a petto nudo e con dei pantaloni della tuta grigi.

Per Hermione non era uno shock, perché conoscendolo fin da piccolo lo aveva visto parecchie volte anche in mutande, ma non gliene era mai importato più di tanto.

Entrarono e Draco la salutò con un bacio a stampo.

Hermione si guardò intorno:- Ma i tuoi non ci sono?

-Dio no! Ci manca solo che mia madre sappia di noi!- rispose Draco, ed Hermione pensò che avesse ragione, perché se la madre di Draco lo avesse scoperto lo avrebbe sicuramente detto alla sua di madre e probabilmente avrebbero organizzato un party. Di fatti per uscire di casa aveva detto ai suoi che sarebbe andata da un'amica.

Draco e Hermione andarono in camera di Draco.

-Allora, che film guardiamo?- domandò Hermione.

Draco rispose che avrebbero guardato Le Cronache di Narnia – Il leone, la strega e l'armadio.

-Ti ricordi che eravamo andati a vederlo al cinema? Sono passati dieci anni!- si ricordò Draco.

Hermione annuì e si chiese se avesse scelto quel film perché da piccoli lo avevano visto assieme o se perché si fosse ricordato che era uno dei suoi libri/film preferiti.

Draco si sedette sul letto ed Hermione si mise accanto alui. Fecero partire il film ed Hermione sbadigliò.

-Non è nemmeno iniziato, sono solo i titoli di testa, e tu hai già sonno?

-Sono stanca, stanotte ho dormito davvero poco.- spiegò Hermione.

-Ti tengo sveglia io- annunciò Draco, mettendole un braccio sulle spalle, facendola voltare verso di se e dandole un bacio.

Hermione si rilassò e appoggiò la testa sul petto nudo di Draco. Non si era mai accorta, nonostante fosse magro, di quanti addominali avesse. Forse nell'ultimo periodo si sarà iscritto in palestra. Pensò Hermione. Così con la mano si mise a tracciargli delle linee immaginarie sugli addominali.

Il film cominciò e ad Hermione cominciavano a chiudersi gli occhi, specialmente quando Draco le prese la mano e con l'altra cominciò ad accarezzarle il viso.

Ad un certo puntò si sentì un telefono squillare, era quello di Hermione. La ragazza si svegliò e cercò il cellulare dentro la sua borsa.

-Chi è?- chiese Draco, mentre metteva in pausa il film.

-È Harry- disse Hermione, ancora mezza addormentata.

-Ehi Herm, ti ho chiamato perché volevo sapere come procede la tua serata.- disse Harry, non appena Hermione rispose.

-Tutto bene, la tua?- chiese a sua volta.

-Ma si, Fred ci sta facendo vedere dei trucchi di magia e Ginny mi sta appiccicata da quando sono arrivato. Ma ti sento strana, ho interrotto qualcosa?- chiese Harry preoccupato.

-No, assolutamente, solo che stavo dormendo.

Harry non capì se Hermione era ancora da Malfoy o fosse già a casa a dormire, ma decise che non avrebbe indagato in quel momento.

-E mi dispiace davvero per i trucchi di magia, sai che non me li sarei mai persa.

Nel frattempo Draco, che era andato in bagno, tornò nella stanza, così Hermione salutò Harry.

Stranamente il ragazzo non chiese nulla sulla chiamata e si rimisero entrambi a guardare il film e subito dopo Hermione si riaddormentò.

Si svegliò solo quando Draco si alzò dal letto per spegnere il televisore, visto che il film era finito.

-Ma non eri quello che mi ha detto “ti tengo sveglia io”?- scherzò Hermione, con ancora gli occhi mezzi chiusi.

-Sei così tenera quando dormi, non volevo svegliarti.- disse Draco.

Hermione ancora non si era abituata a quel lato di Draco, così ignorò completamente l'ultima cosa che aveva detto e, guardando l'orologio che segnava le undici, disse che doveva andare a casa, ma non si alzò. Rimase ferma e distesa nel letto, continuando a ripetere:- Ora mi alzo, davvero. Adesso vado a casa.

Draco le si avvicinò e si mise a farle le coccole accarezzandole il viso e dandole baci sulle guance e sul collo.

-Si ma se fai così io non mi alzerò mai.- rise Hermione, dando un bacio a Draco.

-E allora non andare. Puoi fermarti a dormire qui, se ti va.

Hermione non era sicura che Draco fosse serio, pensava la prendesse in giro. Ma quando aprì bene gli occhi notò che era serio.

Così dopo un po' si decise e chiamò sua madre dicendole che l'amica da cui era le aveva chiesto di fermarsi a dormire.

Dopodiché si misero entrambi sotto le coperte. Ad Hermione quel momento sembrava strano. Certo, era molto contenta di essere con Draco in quel momento. Ma poi pensò che probabilmente non era la prima, quindi si demoralizzò un po'.

Dopo qualche coccola Hermione si addormentò per la terza volta.

Draco, mentre Hermione dormiva, pensava a quanto fosse bella, così le diede un bacio sulla fronte e poi prese il suo cellulare per scattarle una foto.

Si risvegliarono il mattino dopo.

-Buongiorno.- salutò Hermione quando Draco aprì gli occhi. Lui ricambiò il saluto con un bacio.



Salve salvino!
Ecco a voi il nuovo entusiasmante capitolo. Lo so che adesso la storia d'amore tra i due è piuttosto strana ma tra poco inizierà a prendere forma :)
Tra l'altro ho anche scritto una One Shot sulla Fremione, se vi va passate a darle un'occhiata :)
Eleonora

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13


 

Ebbene si, non era stato un sogno. Hermione si era veramente fermata a dormire da, o meglio con Draco Malfoy e ora era nel suo bagno.

Uscita scese di sotto dove Draco stava preparando la colazione, ovvero pancakes.

-Sai anche cucinare?- si stupì Hermione, che quasi non riusciva nemmeno a far bollire l'acqua per la pasta.

-Sono pieno di risorse Granger.- rispose Draco facendole l'occhiolino.

Mentre facevano colazione con i buonissimi pancakes che aveva preparato Draco, lui chiese ad Hermione il motivo per cui Harry la avesse chiamata la sera prima.

-Niente di che, voleva chiedermi come andava la serata.- rispose Hermione con noncuranza, mentre tagliava l'ultimo pancake.

-La serata? Quindi vuoi dire che Sfregiato sa di noi?- si allarmò il ragazzo.

-Si, perché?- Hermione non pensava fosse un problema. Harry era il suo migliore amico e sapeva che non avrebbe detto niente a nessuno.

-Fantastico, oltre a Sfregiato lo sa anche Lenticchia?- chiese Draco.

-No, lo sa solo Harry. E smettila di chiamarlo “Sfregiato”. Il suo nome è Harry. Solo perché ha una cicatrice sulla fronte non significa che sia diverso da te. Tu almeno li hai ancora i genitori, lui no. E quella cicatrice glielo ricorda ogni giorno, ogni volta che si guarda allo specchio. È il simbolo che dice “Ehi, tu sei sopravvissuto ad un incidente stradale, ma i tuoi genitori no”. Perciò chiudi quella bocca.- esclamò Hermione.

Draco la guardò stupito. Non aveva mai pensato a quel lato della vita di Harry Potter. Certo, non che gliene fregasse qualcosa, ma si rese conto che forse a Harry dava fastidio. Non disse nulla ma continuò a guardare Hermione, sperando che rompesse quell'imbarazzante silenzio.

Infatti così successe:- Scusami, è solo che Harry è il mio migliore amico, so quello che ha passato e non voglio che qualcuno lo prenda in giro gratuitamente come fai tu.

Appena finita la frase, ad Hermione squillò il telefono.

-Parli del diavolo…- rise Hermione e fece vedere lo schermo del cellulare a Draco con la scritta Harry.

-Herm, ma dove sei? Ho chiamato a casa tua per chiederti se volevi uscire ma Jean mi ha detto che eri a casa di un'amica. Non avrai mica dormito da Malfoy? Ti prego dimmi che non hai fatto cazzate, Hermione!- Harry era preoccupato per l'amica, che subito lo rassicurò.

-Harry tranquillo. Comunque se vuoi ci possiamo vedere tra una mezz'oretta al parco.

I due si diedero appuntamento e si salutarono.


 

***


 

Harry era seduto su una panchina al parco, e quando vide arrivare Hermione in lontananza si alzò per andarle incontro.

Non appena si furono salutati, Harry volle sapere ogni dettaglio della sera e della notte precedente.

E meno male che non è una ragazza, altrimenti non avrei più finito di raccontare. Pensò Hermione una volta concluso.

-Tu non sai quanto mi hai fatto preoccupare. Ho chiamato a casa tua e non c'eri, tua mamma mi ha detto che eri da un'amica. Quindi ho pensato che lei non sapesse che tu fossi da Malfoy e allora mi sono preoccupato. Voglio dire, sappiamo tutti la fama che ha Malfoy a scuola, no? E io pensavo che ti volesse solo usare per… sai no…? Sesso…

Hermione, alle ultime parole dell'amico, scoppiò a ridere, lasciando allibito Harry.

-Si, scusa se mi preoccupo per la mia migliore amica.- aveva risposto Harry a quella risata.

-Harry, ti ringrazio davvero, ma so cavarmela da sola.

-Non lo metto in dubbio, ma detto sinceramente, non voglio che la tua prima volta sia con quel furetto platinato di Draco Malfoy.- disse Harry.

Hermione quasi non si strozzò con la sua stessa saliva: -Di nuovo ti ringrazio, ma non ci sarà questo rischio.

-Quindi con Malfoy non hai intenzione di fare niente?- domandò Harry, quasi con un volto più allegro.

-Si, cioè no. Non so se succederà qualcosa, se andremo avanti bene, ma per ora preferisco aspettare.

-Non capisco allora il senso della tua frase di prima.- il ragazzo si faceva sempre più dubbioso.

-Senti Harry, non so come dirtelo…- disse Hermione.

Ad un certo punto ad Harry sembrò illuminarsi qualcosa nella testa e guardò Hermione stupito.

-Herm, dimmi che non è vero.

-Ma cosa?- chiese Hermione.

-Oddio, vuoi dirmi che tu hai… che non sei più…?- Harry non riusciva concludere una frase.-Quindi la tua camera dei segreti è stata aperta? (1)

Hermione rimase a bocca aperta. Ma che cosa aveva appena detto il suo amico? Certo, il significato lo aveva compreso benissimo, ma perché quel giro di parole barra doppio senso piuttosto imbarazzante?

Il silenzio della ragazza faceva intuire ad Harry che ciò che aveva appena detto fosse vero.

-Scusa e con chi avresti perso la tua signora verginità? Ti rendi conto, Herm!

-Harry, non sei mio padre, rilassati. E poi pure tu non sei esattamente casto e puro, perciò non stressarmi.- Harry abbassò gli occhi. - E comunque è stato con Vicktor, naturalmente.


 


 


 


 


 


 


 

(1) Inutile dire che è un doppio senso ahah però secondo me ci stava troppo, visto che stiamo parlando comunque di Harry Potter anche se un po' tolti dal loro contesto originario.








Ehilà miei prodi seguaci ahah
Come state? Spero che vi faccia piacere il fatto che io stia aggiornando più spesso :)
Non chiedetemi il perchè di questo capitolo alquanto strano ma a me piaceva ahaha spero che piaccia anche a voi :)
Ringrazio anche le ragazze che hanno recensito gli ultimi capitoli e se anche in questo voleste lasciarmi una recensione a me farebbe davvero piacere :)
Eleonora 

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