Guida alla convivenza con Thor e Loki

di jotunactually
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli inizi ***
Capitolo 2: *** Pancakes ***
Capitolo 3: *** Videogames ***
Capitolo 4: *** Selfie ***
Capitolo 5: *** Shopping ***
Capitolo 6: *** Cinema ***
Capitolo 7: *** Pomeriggio ***
Capitolo 8: *** Colloquio ***
Capitolo 9: *** Gelo ***
Capitolo 10: *** Bacio ***
Capitolo 11: *** Visita ***
Capitolo 12: *** Bar ***
Capitolo 13: *** Amici? ***
Capitolo 14: *** Soli ***
Capitolo 15: *** Chiamata ***
Capitolo 16: *** Stark ***
Capitolo 17: *** Valzer ***
Capitolo 18: *** Asgard ***



Capitolo 1
*** Gli inizi ***


DOMENICA, 21 GIUGNO 2015
 
La mattinata di Jane Foster ebbe inizio con una sonora scampanellata alla porta del suo appartamento, che divideva con la sua amica e assistente Darcy Lewis.
DRINNNNN!!!!
-Arrivo!! Non si può mai stare in pace qua...-La giovane astrofisica controllò l'ora: le 6.30. Si passò una mano tra i capelli, scoprendo che avevano dato del loro meglio per sembrare un cespuglio spinoso.
Aprì la porta, osservando la persona di fronte a lei con un paio di occhi ancora appannati dal sonno ed un'espressione visibilmente scocciata. In compenso, quando realizzò chi la stava fissando oltre la soglia con un sorrisone imbarazzato, si irrigidì sgranando gli occhi.
-Thor?!?-
-Ehm, buongiorno Jane...ti disturbo?-
L'interpellata mentì velocemente, mentre cercava di risistemarsi i capelli in preda al nervosismo.
-No no, ero...ero già sveglia da tempo...m...ma prego,entra, non stare là!-
Il dio del tuono accettò l'invito ed entrò trascinando con sé una valigia, che Jane seguì con lo sguardo. Era forse tornato da un viaggio? Oppure...
Thor intanto era in piedi in mezzo al salotto, osservando l'ambiente. -Bell'appartamento, davvero. Che ne hai fatto della roulotte?-
-Beh, era vecchia...l'ho rottamata e ora vivo qua...in affitto, certo, ma insomma è meglio di niente!-
L'asgardiano le sorrise per qualche breve secondo, prima di sospirare profondamente e annunciare a Jane il motivo della sua visita.
-Io...- cominciò - sono venuto qua per chiederti asilo. -
Sarà stato per il sonno, o forse per il fatto che aveva davanti il suo caro fidanzato, che la giovane strabuzzò gli occhi color nocciola e annuì violentemente. -Ma certo! Puoi stare qua tutto il tempo che vuoi! C'è anche un posto nel letto...-
Sì. Nel SUO letto matrimoniale.
 
-Ti sono infinitamente grato, mia cara Jane. Il fatto è che...non sono solo.-
Quest'ultima frase fece improvvisamente scemare l'entusiasmo della donna. Thor era in compagnia di qualcuno (che lei tra l'altro non aveva minimamente notato). E non era da escludere che questo qualcuno fosse...
 
Utilizzando il suo amato effetto speciale dell'"entrata a sorpresa", l'adorabile fratellino del principe di Asgard varcò la soglia dell'appartamento. 
Jane rimase stupita dal fatto che fosse più...attraente, rispetto alla prima volta in cui l'aveva visto. Aveva tagliato i capelli, e sembrava più giovane; gli occhi brillavano come due gemme nel loro strano colore verde-azzurro e la sua corporatura slanciata lo rendeva davvero un bel ragazzo.
Peccato che dietro a questo aspetto da principe azzurro ci fosse un pazzo criminale che aveva distrutto parte di New York quasi un anno prima...e che doveva essere morto a Svartalfheim!
-Jane, so che per te accogliere Loki è un sacrificio, ma giuro che è...cambiato? Ha salvato la vita anche a te, e...mio padre reputa la sua detenzione nei sotterranei annullata.-
La scienziata rispose nell'immediato: -Non preoccuparti, per me non è un problema...solo che...Darcy potrebbe esserne un po'...come dire,scioccata! Ha seguito gli avvenimenti di New York e...-
 
-NESSUNISSIMISSIMO PROBLEMA!! Per me possono stare quanto vogliono.-
- DA QUANTO È CHE SEI SVEGLIA, SCUSA?-
-Da quando sei sveglia pure tu.-
 
Darcy entrò nel salottino quasi volteggiando, per poi posizionarsi davanti a Loki porgendogli la mano in attesa di una stretta.
-Tanto piacere fustaccione! Cavolo, per essere un dio viscido e malvagio sei davvero niente male!-
-...ti ringrazio.- rispose freddo l'altro.
Dopodichè prese gentilmente la mano tesa della ragazza esibendosi in un perfetto baciamano.
 
Dopo un momento di silenzio imbarazzante, Darcy voltò il viso verso Jane.
- POSSO TENERLO?!?-

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Capitolo 2
*** Pancakes ***


Thor stava dormendo beatamente (e rumorosamente) nel letto di Jane. Parte destra. I suoi capelli dorati andavano ad occupare l'intero cuscino, mentre con un braccio cingeva le spalle della fidanzata; lei, dal canto suo, contemplava ogni suo minimo particolare nel silenzio della stanza. Jane trovava questo momento romantico e personale, una pausa dalla frenesia di tutti i giorni. Il mondo sembrava scomparso, esistevano soltanto Thor e lei, lei e Thor.
 
E Darcy.
 
-JAAAAAANEEEE!!!! SVEGLIATIIIIII È LUNEDÌ!-
-Shhhhhh!!!- rispose l'altra stizzita, cambiando quella posa leggermente imbarazzante -Non vedi che Thor sta dormendo?! Che c'è?-
-Alzati o farai tardi al lavoro!-
-Ma tu sei fuori! È il 22 giugno, sono in ferie!!-
 
Darcy si sedette sul bordo del letto: -Lo so benissimo, questa è un'esercitazione per quando le tue care ferie finiranno...comunque, vado a fare colazione.-
Jane le rivolse parole irripetibili, prima di buttarla fuori dalla stanza e tornare ad ammirare il suo amato dio del tuono.
 
La sua stramba assistente rimase qualche secondo a fissare la porta che le era stata appena sbattuta in faccia. Poi, con una smorfia di disappunto, si diresse verso l'angolo cottura per prepararsi la colazione.
-Già in piedi, umana? Ne sono sorpreso.-
La profonda voce di Loki la colse alla sprovvista: Darcy emise un piccolo grido, voltandosi verso di lui.
-Dì, fai sempre così? Saluti la gente spaventandola?-
-Non era mia intenzione. Ma ti giuro che la tua reazione è stata a dir poco esilarante.-
-Ah sì? Non mi pare che tu abbia riso...-
-So gestire la gioia molto bene.-
-Spero tu sappia gestire anche una piattata di pancakes, perché visto che sei sveglio devi aiutarmi con la colazione.-
 
Nonostante le proteste del dio, una decina di minuti dopo quattro piatti pieni di frittelle dolci erano schierati sul tavolo nel salotto.
-Hai visto? Non è stato difficile!-
- Mh. Diciamo che, tralasciando la farina che mi hai rovesciato addosso e il succo d'acero che mi sono ritrovato spalmato sul viso, no. Non è stato difficile.-
L'ultima risposta data dal dio avrebbe dovuto essere acida, ma un guizzo nei suoi occhi lo tradì; quella Midgardiana lo divertiva. E nemmeno poco.

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Capitolo 3
*** Videogames ***


-Ok, devo ammettere che sono sorpresa.-
-Solo perché il "dolce" fratellino di Thor non ha ANCORA distrutto nulla? Oppure perché non ha tentato di ucciderci nel sonno?-
-Anche. Ma soprattutto sono sorpresa da come lui passi del tempo tranquillo con te...che gli hai fatto, l'hai ipnotizzato?-
 
In effetti i due Asgardiani erano a casa di Jane e Darcy da una settimana ormai, e Loki aveva socializzato con la seconda fin da subito. Certo, non senza chiamarla "umana" in modo dispregiativo e senza snobbare la (secondo lui) "involuta tecnologia di Midgard"...ma bene o male non l'aveva trasformata in un'arma letale per la conquista del pianeta. Era già un passo avanti, no?
-Naaaah, semplicemente sono carina con lui e lo faccio divertire. Pensa che ieri gli ho insegnato a giocare alla playstation! Si è lievemente irritato quando l'ho stracciato, ma sono dettagli.-
-Ok, ok, ho capito...ma sii cauta, d'accordo? Potrebbe scattare da un momento all'altro!-
-Jaaaaaane? Ho capito. RI-CE-VU-TO. Non è che sei gelosa ed hai capito solo adesso di aver scelto il fratello sbagliato?-
-Ma hai bevuto o cosa?-
 
La conversazione fu interrotta dall'arrivo del soggetto interessato, che si stava dirigendo verso il bagno. In realtà era strano vederlo con abiti terrestri...una maglietta verde e jeans al ginocchio. Sembrava proprio un umano qualunque. 
 
-Buon pomeriggio, signorine. Non mi sarei aspettato di trovarvi a dialogare proprio qua. Spero di non avervi interrotto. Sarò solo di passaggio, non temete. I miei omaggi.-
-Quando ieri hai perso alla play, non parlavi esattamente così.-
-Vabbè, Darcy, volevo fare un po' di scena...comunque per quanto riguarda quella "stazione di gioco" oggi voglio la rivincita.-
-Quando ti pare.-
-Anche subito?-
-Anche subito.-
 
Jane se ne andò scuotendo il capo, prese le chiavi di casa e si diresse verso la porta.
-Vado a trovare Erik. Mi raccomando, non fate nulla di avventato o pericoloso...siete un'associazione a delinquere, voi due.-
Con la coda dell'occhio, la giovane vide che i due si stavano scambiando occhiatine complici. Decise di ignorarli e si chiuse la porta alle spalle.
Thor stava salendo le scale, e Jane quasi gli andò addosso.
 
-Guarda un po' chi si vede!-
-OPS! Buongiorno...dove sei stato?-
-Ho fatto una corsetta per tenermi in forma...-
-Una corsetta di quattro ore?!?!-
-Sì...perché?-
 
Dopo un piccolo stupore iniziale, la ragazza colse subito l'occasione per stare insieme al suo fidanzato dalla fluente chioma. Prendendolo per un braccio lo trascinò con sé, spiegandogli che Selvig sarebbe stato IMMENSAMENTE grato di vederlo nuovamente.
 
Nel frattempo Darcy e Loki avevano già preso le loro postazioni alla TV. In un batter d'occhio erano entrambi seduti a gambe incrociate sul tappeto, i controller in mano e un pacchetto di marshmellows nel mezzo.
 
-Pronto ad essere battuto per la seconda volta?!-
-Me lo dirai a fine partita,dopo che sarai stata vergognosamente sconfitta!-
-Seeeeee certo. Sappi che non hai speranze, bello mio!-
-Ok sul fatto che sono bello, ma "tuo"...-
-ANDIAMOOOOOOOOO HAI CAPITO BENISSIMO!!! E MI STAI DECONCENTRANDO!!!-
-Era questo il piano.-

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Capitolo 4
*** Selfie ***


-Scordatelo.-
-Ma dai, ti pregooooooooo!!!!-
-No. E basta.-
-Ma perché no???-
-Perché no.-
-Non è una risposta!-
 
Erano ormai due ore buone che Darcy cercava (inutilmente) di convincere il suo simpatico coinquilino psicopatico a farsi fare una foto insieme a lei.
 
-Senti, ci mettiamo in posa, premo il pulsantino e poi la pubblico. Non è difficile!-
-HO CAPITO. Ma non voglio. E poi dopo che l'hai "pubblicata" che succede?-
-Tutti la vedono e si convincono che sei cambiato, in quanto in grado di convivere con due terrestri senza ucciderle! E verrai amato e stimato da chiunque!-
-Non mi interessa la stima di voi mortali, in caso non l'avessi capito! Mi basta essere lasciato in pace, punto.-
 
Darcy incrociò le braccia sbuffando. Era stata sconfitta. O almeno questo è quello che fece credere a Loki.
Il dio si sedette sul divano, intenzionato a guardare qualcosa di "meno noioso dei soliti, stupidi programmi midgardiani". Stava già dimenticando la questione della foto, quando un telefono gli sbucò davanti e con un fascio di luce bianca immortalò il momento.
 
-WOW, PER ESSERE STATO UN SELFIE ACCIDENTALE SEI VENUTO DANNATAMENTE BENE!!!-
Darcy si lasciò sprofondare nella metà del divano lasciata libera, senza pensare alla presenza del dio. Errore madornale.
Con un balzo felino Loki si scagliò addosso a lei, per impedirle di compiere il successivo passo nella sua opera malvagia: premere il tasto SHARE. Oh, no, quella mortale non avrebbe pubblicato la foto che coglieva lui, Loki, Dio dell'Inganno, in un momento di debolezza.
 
-Ehi, ma che...levati di dosso!!!-
-Dammi il telefono!-
-NO!-
-DAMMELO SUBITO!-
 
Loki si lasciò scivolare più su, per afferrare l'oggetto che la donna stava proteggendo amorevolmente dalle sue grinfie. Ormai era sdraiato, senza nemmeno essersene reso conto da quanto agognava a prendere il telefono. Avrebbe dovuto solo raggiungere l'estremità finale di quel braccio, teso oltre la testa di Darcy, e prendersi il premio.
Tuttavia la mortale non ne voleva sapere: continuava a divincolarsi senza posa, e gli mollò anche una ginocchiata diretta a zone piuttosto fragili, ma che colpì (fortunatamente per il dio) l'interno coscia di Loki.
 
-E LASCIAMI!-
-Tu dammi il telefono E POI io ti lascio!-
 
Sembrava una di quelle discussioni tra bambini, quando entrambi vogliono avere lo stesso giocattolo. Due bambini un po' troppo cresciuti, però.
Darcy si preparò a scagliare un secondo colpo, ma fu bloccata dal suo avversario, che le fermò il ginocchio con la mano sinistra.
Con la mano libera, intanto, Loki riuscì a raggiungerle un polso, che fece per portare verso di sé in un tentativo di facilitare l'operazione.
 
-NUOOOOO IL MIO TELEFONOOOO!!! NON FARGLI DEL MALEEEE!!!!-
-Devo soltanto eliminare una foto, non c'è bisogno di agitarsi così!-
-SE TU FOSSI QUA SOTTO NON LA PENSERESTI ALLO STESSO MODO!-
 
Loki conquistò finalmente l'oggetto dello scontro, preoccupandosi subito di svolgere il suo dovere. Si dimenticò perfino della presenza di Darcy sotto di lui, e anche del ginocchio che egli stesso stava tuttora stringendo.
Tanta fatica per uno schermo nero.
 
-Ma cosa...-
-L'ho spento, credevi che fossi così poco attenta?-
 
Il dio avvicinò pericolosamente il volto a lei, sibilandole in modo aggressivo: -Fai funzionare quel telefono ed elimina la foto, altrimenti...-
-Altrimenti?-
 
Il viso di Loki venne illuminato da un sorriso storto e vincente, un ghigno con cui voleva indicare la sua superiorità.
Si avvicinò ancora di più alla donna, sviando solo all'ultimo momento verso l'orecchio. A quel punto parlò piano, quasi bisbigliando:
-Sai perfettamente che ho ancora i miei poteri...-
La frase e il tono di voce avrebbero dovuto spaventare Darcy, farla sentire solo una piccola pecorella spaurita di fronte al lupo. Invece no. Certo, non poteva negare di essere a conoscenza dei terribile guai che poteva portare l'uomo che aveva di fronte a sé, ma l'unica frase che pronunciò fu proprio contraria a quella che si sarebbe immaginato Loki.
 
-Wow...certo che sei sexy...-

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Capitolo 5
*** Shopping ***


-Noooooo Jane!! Devo proprio?-
-È l'unico modo per vedere se quella felpa ti sta!-
-Ma io non voglio questa"felpa"! I miei abiti non vanno bene?-
-Sono piuttosto appariscenti, Thor...i mantelli non sono molto in voga qui sulla Terra.-
-Potrei lanciare la moda asgardiana anche su Midgard!-
-NO. Ora smetti di lamentarti e PROVATI QUELLA DANNATISSIMA FELPA!!!-
 
Anche se malvolentieri, il biondo energumeno normanno seguì gli ordini della fidanzata ed entrò lentamente nel camerino.
Quando la tendina, tirata con forza da Thor, coprì interamente la sua imponente figura, Jane potè finalmente tirare un sospiro di sollievo.
-Ragazzi, quando fa così è più testardo di un bambino!! - pensò.
 
Decise di controllare l'eventuale presenza di notifiche sul suo telefono, dovute ai tanti social di cui faceva parte.
In effetti un messaggio c'era.
"DarcytaserLewis ha postato una nuova foto"
 
Aperta l'immagine, Jane dovette accontentarsi di osservare delle macchie di colore, sfocate e truccate con vari filtri. Il wi-fi non era tra le offerte di quel negozio.
Tuttavia era possibile dedurre che la foto rappresentasse un volto, probabilmente di qualcuno preso alla sprovvista e pubblicato.
Ma non era Darcy.
 
-Beh? Come sto?-
La voce del suo amato dio del tuono le fece sollevare lo sguardo dallo schermo; Thor le si era parato davanti, il camerino alle spalle, sfoggiando la fantomatica felpa. La donna non potè fare a meno di sorridere, rispondendo solo: -Benissimo. Toglitela, ti aspetto alle casse.-
 
Sospiro di sollievo da parte del dio. Quella era l'ultima felpa di una lunghissima serie, non ce la faceva più.
 
Durante il tragitto verso casa, la mente di Jane tornò alla foto che aveva postato l'amica. Si ripropose di chiederlo alla stessa una volta a casa, ma Thor la fece distogliere inavvertitamente dall'argomento.
 
Un'umiliazione in meno per il ben noto soggetto della foto.

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Capitolo 6
*** Cinema ***


-Sono 8,00 $ a biglietto, quindi 16,00 $ in tutto.-
-Perfetto, grazie mille.-
 
La mano di Darcy scivolò sul bancone prelevando i due rettangoli di carta che il cassiere le aveva dato.
Il suo accompagnatore si lasciò sfuggire uno sbuffo d'impazienza.
-Perché hai insistito tanto per andare a vedere questo...come si dice?-
-Chi sei, la sirenetta? "Film horror", ecco la definizione esatta. Dài, sarà divertente!-
 
Loki alzò le spalle, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni neri e dirigendosi verso la sala. Sempre elegante, anche per andare al cinema.
 
La ragazza si soffermò ad osservarlo. Che peccato che un bel tipo come lui fosse un super criminale sotto stretto controllo della S.H.I.E.L.D.
 
-Beh? Ho per caso una macchia o mi stai scannerizzando?-
Darcy scosse velocemente la testa, sgranando gli occhi per un secondo. Si risistemò la montatura degli occhiali sul naso, spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e solo dopo parlò.
-No, niente...andiamo?-
 
Il film era un horror pieno di sangue e viscere esplose, uno splatter violento. Tuttavia, il dio scandinavo non ne sembrava minimamente turbato, al contrario della stagista americana.
 
Al primo colpo di scena, Darcy saltò sul posto lanciando un leggero urlo.
Al secondo, rubò la sciarpa di Loki, in quanto "aveva bisogno di stringere qualcosa".
La terza volta, questo qualcosa da stringere divenne il braccio dello stesso dio, che nel frattempo si era addormentato.
 
Quando finalmente sullo schermo vennero proiettati i titoli di coda, l'intera sala tirò un sospiro di sollievo.
Le luci si accesero e le persone si alzarono, alcuni chiacchierando, altri un po' scossi. Questo brusio svegliò Loki, che si sorprese non poco nel vedere Darcy avvinghiata a lui, in preda ai tremiti.
 
-Andiamo, mortale! Non è una storia vera!-
-NON MI INTERESSA! HO PAURA LO STESSO!!-
-Dobbiamo uscire, il cinema chiude.-
-NO!-
-Sii ragionevole, umana.-
-NO! E MI CHIAMO DARCY!-
 
Loki roteò gli occhi. Quella scena lo stava irritando, così come il comportamento puerile della donna artigliata alla sua giacca.
Si alzò in piedi e fece per andarsene, ma l'altra strinse ancora di più la presa.
-NOOO NON TE NE ANDARE!!!-
-Smettila subito!-
-NON CE LA FACCIO, HO PAURA!!!-
-Sei tu che hai voluto vedere il film! E staccati.-
 
La giovane donna non volle saperne di eseguire gli ordini appena impartiti dal moro. Anzi, strinse ancora di più il lembo della giacca, che intanto si stava lentamente allontanando assieme al proprietario. 
 
Bene o male, i due riuscirono ad uscire dal cinema. Loki iniziò a camminare verso l'appartamento, distante meno di cinque minuti, seguito da Darcy, sempre attaccata.
 
-Stai ancora tremando di paura, non ci credo.-
-Non solo di paura, ho anche freddo.-
-Ci credo, hai solo una camicetta...-
-Mi presti la tua sciarpa?-
-No.-
 
La terrestre si fermò, guardando contrariata l'altro. 
Loki si voltò, non sentendo più la presa di lei sulla giacca.
-Si può sapere cosa stai facendo?!-
-Chiamasi "protesta pacifica"!-
-Beh, protesta una volta a casa, qui finisce che ti congeli.-
 
Ma Darcy non si spostò. Rimase lì, sul marciapiede, senza dare segni di debolezza o di arresa. Se Loki credeva che avrebbe seguito i suoi comandi come un cagnolino, si sbagliava di grosso.
Adesso erano entrambi fermi sul marciapiede, intenti a fissarsi.
Rimasero così, a pochi metri di distanza, in quella stradina deserta (una delle poche e forse l'unica) di New York.
Per attimi che sembravano minuti, si guardarono negli occhi. Darcy con le braccia ben stese sui fianchi, Loki con le mani in tasca, la lunga giacca e la sciarpa che ondulavano al vento.
 
Poi, fu lo stesso Dio dell'Inganno a rompere il momento. Si avvicinò alla giovane, si sfilò lentamente la sciarpa e la avvolse intorno al collo di lei. Aprì la giacca nera, appoggiandone metà sulle proprie spalle e metà su quelle della mortale.
Noncurante dell'espressione estremamente sorpresa di Darcy, le cinse le spalle con il braccio destro e sussurrò: -Andiamo.-
 
Dopo nemmeno un minuto, la giovane stagista si riprese dal (seppur piacevole) shock.
-Lo fai solo perché ti ho pagato il biglietto?-
Loki annuì distrattamente, lasciando che Darcy si stringesse a lui in un abbraccio, per ripararsi un po' dal freddo.
 
 
No, non lo aveva fatto per il biglietto.

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Capitolo 7
*** Pomeriggio ***


Jane entrò nell'appartamento scaraventando la cartellina contenente i suoi fogli di studio sul tavolo. Un'altra estenuante giornata lavorativa era passata. Camminò spedita verso la porta, ignorando la voce di Darcy dall'altra stanza che cercava di dirle qualcosa: qualunque cosa fosse, non le interessava.

Si buttò sul letto, sbuffando. Rivolse il viso verso destra, potendo vedere il calendario: 13 ottobre. Erano già passati alcuni mesi da quando Thor e Loki erano andati a convivere con loro...strano che ancora Odino non li avesse richiamati.
Il volto cambiò direzione, per fissare la tenda bianca che dava su un piccolissimo balcone.
Era meno bianca del solito. Un'ombra si stagliava dietro di essa, e la donna emise un debole strillo. L'ombra si mosse, poi una mano spostò la tenda e una testa piena di lunghi capelli biondi apparve.
-Jane! Non era mia intenzione spaventarti...avevo caldo ed ero uscito a prendere una boccata d'aria. Tutto bene?-
L'espressione impaurita della scienziata si era trasformata in una di piena soddisfazione. Dopotutto, Thor le si stagliava davanti a petto nudo, con i suoi addominali, bicipiti e qualsiasi altro muscolo scolpiti.
-Sì, va tutto perfettamente bene.-

Il Dio sorrise, andandosi a sedere sul letto accanto a lei. Entrambi si sdraiarono, poi Jane Foster chiuse gli occhi. Rimase così per un po', senza dire nulla.
-...Jane? Ehilà?-
Thor si girò su un fianco rivolgendosi a lei; era sorpreso da quell'atteggiamento così insolito.
Si spostò leggermente, sporgendo il viso verso quello della donna.
-Ja...-
Il dio fu interrotto dalla giovane, che gli avvolse in un baleno le braccia attorno al collo baciandolo. Thor impiegò qualche secondo per realizzare, poi ricambiò.
Si separarono unicamente per prendere aria.

-Ho passato una mattinata stressante...-
Sul volto di Jane era dipinto un sorriso malizioso: quasi ricordava Loki.
Il secondo bacio arrivò quasi autonomamente, accompagnato da dolci carezze volte a togliere alla donna la camicetta leggera.

-MA TROVATEVI UNA STANZA!!-
Jane si staccò bruscamente dalle labbra di Thor, richiamata dalla voce della sua assistente.
-QUESTA È CAMERA MIA, DARCY!-
-ALLORA CHIUDI A CHIAVE!-

Il dio nordico rivolse un'occhiata alla fidanzata. Poi a Darcy. Poi nuovamente alla fidanzata. E infine alla porta, spalancata.
-È MAI POSSIBILE CHE OGNI VOLTA CHE SONO NELLA MIA STANZA CON THOR TU DEBBA SEMPRE ENTRARE?!? PERLOMENO BUSSA!!!- 
L'altra sbuffò, sistemandosi gli occhiali sul naso: -Ok, ok, calma ora. Volevo soltanto chiedere il tuo parere scientifico su una cosuccia che ho visto...-
-Come dici?- Jane scattò verso di lei, la superò e si diresse in salotto.


-SÌ, MA ALMENO UNA MAGLIETTA METTITELA!-

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Capitolo 8
*** Colloquio ***


-Spiegatemi perché siamo qui.-
-Siamo stati contattati da nostro padre, vuole vederci.-
-Sì, ma perché?!?-
-Per la trecentoquarantaduesima volta, Darcy, non lo so!-
-Come fai a non saperlo, Loki, santo cheesecake!-
-Santo cosa?-
-Cheesecake, Thor. Cheesecake.-
I quattro giovani stavano camminando sul Bifrost. 
 I due fratellastri asgardiani erano familiari a questa situazione, mentre Jane aveva già incontrato Heimdall una volta. La sua svalvolata assistente invece era completamente estranea a tutto ciò:
-WAAAAAA ma se cado di sotto?!?-
-Non cadrai, tranquilla.-
-Ma ho paura!!!-
-Ahia! Mollami il braccio, mortale!-

Il nostro, ormai conosciuto, Dio degli Inganni era prossimo a scaraventare giù dal ponte arcobaleno la petulante umana, ma la vista della Cittadella degli Dei lo trattenne: non voleva essere condannato e spedito nelle celle (nuovamente) soltanto per aver spinto tra le nebulose una midgardiana...
-Aspettateci fuori dal palazzo, va bene? Torneremo subito.- si raccomandò Thor, dando un veloce bacio a Jane, prima di avanzare.

Odino sedeva sul suo trono aureo, fiero come sempre. Osservava il lungo corridoio d'oro davanti a lui, attraversato a passo svelto da una singola guardia.
-Mio signore, sono arrivati.-
Il Re annuì con il capo. La guardia tornò indietro, avendo ricevuto il consenso di far entrare gli ospiti nella sala del trono.

-Salute, Padre.-
-Per quale motivo ci hai convocati, Odino?-

- Thor, tu ormai hai fatto una scelta: rimanere sulla Terra con la tua amata. Ma credo che avessi il diritto di essere al corrente degli avvenimenti asgardiani. 
Per quanto riguarda te, Loki: dopo un lungo ragionamento ho ritenuto concluso il tuo periodo da esule su Midgard. Puoi ritornare qui su Asgard. Ma bada bene, Ingannatore: sarai tenuto costantemente sotto stretta sorveglianza.-

Il giovane dio dai capelli corvini arricciò il naso. Aveva quasi sperato in un'amnistia totale da parte di Odino...ritornare su Asgard non gli sarebbe dispiaciuto, sempre meglio di continuare a vivere in quel mondo di stupidi mortali. Però l'idea di essere perennemente seguito e controllato come un animale in gabbia...non lo allettava affatto.
Loki sentì il peso dello sguardo di colui che una volta chiamava "padre", ma non se ne curò. 
Sentendo dei rumori provenienti dal corridoio alle sue spalle si voltò, giusto in tempo per vedere Darcy e Jane che venivano trascinate da una guardia verso Odino.

-Mio signore, queste estranee erano al di fuori della reggia. Si sono fermate davanti all'entata e stavano importunando me e l'altra guardia.-
Darcy sbruffò dimenandosi: -Ho soltanto chiesto se quegli elmi erano veri!-
-E li hai toccati più volte.- rispose Jane roteando gli occhi.

Thor si avvicinò a grandi passi alla fidanzata:
-Lasciatele, loro sono con me. Sono innocue, vengono da Midgard.-
-INNOCUE? Ho ancora il mio taser con me!-
-Umana...non è questo il momento giusto per essere orgogliosi.- Il Re degli Dei con un cenno allontanò il soldato. Lentamente si alzò dal trono, per esortare Loki (rimasto in silenzio per tutto il tempo) a prendere una decisione.
-Allora? Cosa preferisci? Rimanere qua su Asgard o ritornare su Midgard, tra i mortali?-

Il giovane volse lo sguardo a terra, parlando con una punta di astio: -L'unico motivo che potesse legarmi ad Asgard era Frigga, e adesso non mi è rimasta nemmeno lei...- una lacrima cominciò a scendere sul suo volto, seguita da un'altra, mentre il suo proprietario continuava a parlare: -Qui ho troppi ricordi...di lei, della mia vita "felice" dell'infanzia e di quella successiva ai miei errori...è qui dove il mio degrado ha avuto inizio. Anche e soprattutto a causa tua, Odino. Me ne torno tra i mortali, è molto meglio che rimanere qua con te!-
Detto questo, Loki si voltò e si incamminò rabbiosamente verso il corridoio.
-Loki, figlio mio...-
-IO NON SONO TUO FIGLIO!!!-

Jane e Darcy sobbalzarono, sentendo l'urlo di Loki, così iroso e disperato, e vedendo il suo volto, rigato dal pianto.
Poi il Dio si allontanò a grandi passi dalla sala.

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Capitolo 9
*** Gelo ***


-LA VUOI SMETTERE DI SEGUIRMI???-
-Voglio solo capire che hai!-
-Non ci vuole un grande sforzo di fantasia...-

Darcy e Loki si trovavano sul Bifrost: il primo camminava spedito, facendo ondeggiare il lungo mantello verde; l'altra lo seguiva svelta, cercando di fermarlo.
-Ma non capisci? Sono qui per aiutarti!-
-Lasciami in pace! Odino mi ha fatto una proposta inaccettabile, doveva essere trattato così! È ciò che si merita!-
-Loki, cerca di ragionare...-

Il dio si voltò lanciando alla donna uno sguardo glaciale.
-IO STO RAGIONANDO!!!!! NON TI IMMISCHIARE!!!-

Darcy indietreggiò impaurita sentendo l'altro alzare la voce in quel modo. Un'improvvisa fitta al petto la fece rabbrividire.
-L...loki...-
-TORNA ALLA CITTADELLA DEGLI DÈI, DA THOR, JANE FOSTER, ODINO! VA' DA HEIMDALL E TORNA SULLA TERRA, NON MI IMPORTA! BASTA CHE TU TE NE VADA!-
-Lo...ki...-

La giovane strinse la maglietta con una mano: sentiva freddo, come mai le era successo prima. Si accasciò sul Bifrost, priva di forze.
L'ultima cosa che vide prima di svenire fu un mantello verde che ondeggiava verso di lei.



Quando Darcy si risvegliò era sdraiata su un ampio e caldo letto dalle lenzuola ocra, circondata da un nugolo di guaritrici.
-Ma che cacchio...?-
-Principe, ha ripreso conoscenza!-
-Lasciateci soli.-
La giovane si guardò intorno, cercando di distinguere gli oggetti nella stanza. C'erano sagome che senza occhiali riusciva ugualmente ad associare a corpi conosciuti, altri che poteva indovinare con l'intuito.

Ad esempio, quell'armatura d'oro che le si stagliava di fronte la riconosceva benissimo.
Appena le guaritrici dalle chiome bionde furono uscite dalla stanza, Loki si sedette accanto a lei.

-Darcy...come ti senti?-
-Ora bene. Perché te ne preoccupi, in ogni caso? Se non sbaglio, sei tu il responsabile del mio svenimento.-
-Io non volevo...ero fuori di me...ti chiedo venia.-
-...tu invece stai bene? Perché non mi pare...-

-Darcy, te ne prego. Non ho idea di come sia successo, ma non era mia intenzione ferirti...le guaritrici hanno detto che ti ho letteralmente "gelato il cuore". Con lo sguardo e con le parole. Potrai mai perdonarmi?-

-Va bene, Elsa, va bene. Chiamala Sindrome di Stoccolma, masochismo, attaccamento da figone nordico o come vuoi, ma accetto le tue scuse.-

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Capitolo 10
*** Bacio ***


-Sai, alla fine mi fa piacere che tu abbia deciso di rimanere sulla Terra.-
Darcy stava parlando con l'uomo seduto sul divano dietro di lei.
-Certo che potevamo rimanere un po' di più lì su Asgard...voglio dire, mi sarei proprio voluta mettere uno di quei bei vestiti...Jane l'ha fatto!-
-A me non sono mai piaciuti più di tanto i vestiti delle donne asgardiane.-
-Ma a te non piace mai nulla!-
-Il Tesseract mi piaceva...-

La giovane gli lanciò un'occhiata tra lo scocciato e il divertito, per poi andarsi a sedere accanto a lui.
-Comunque non sei così male come pensavo.-
-Scusami, in che senso?-
-Nel senso che sei qui da più di un mese e non hai ucciso nessun terrestre, non hai mai cercato di ipnotizzare me e Jane per trasformarci in tuoi seguaci folli ed aiutarti a conquistare la Terra, non hai mai tentato di eliminare Thor...stai migliorando!-

Loki si limitò a roteare gli occhi ridacchiando: quella mortale non finiva mai di divertirlo. E alla fine aveva ragione, si era "comportato bene" per quasi due mesi...

Si voltò per vedere Darcy intenta a fissarlo.
-Cosa?-
-Lo sai, non ho ancora capito di che colore siano i tuoi occhi...verdi? O azzurri?- 
Darcy pronunciò quest'ultima frase sussurrando.
La donna si sedette sulle ginocchia e si avvicinò al suo volto, troncando ogni distanza di sicurezza. 
Il dio sentì un brivido accarezzargli la schiena, mentre il viso pareva bruciare. E questo non andava bene.

-Forse sono verde chiaro...-
Loki si rese conto in quell'istante che era l'umana a renderlo in quel modo, e che non poteva continuare a ignorare la situazione.
-Ah, no! Forse allora sono verde acq...-

Darcy non fece in tempo a completare la frase che un paio di morbide labbra si accostarono alle sue.
In quel momento si immaginò che una troupe di minuscoli medici stesse confrontando le immagini del suo elettroencefalogramma. Uno di loro stava dicendo: -È piatto.-

Loki invece era tutto concentrato nel bacio. Sentì una mano passargli dietro ad un orecchio e accarezzargli i capelli corvini. A sua volta lui cinse i fianchi di Darcy, desiderando di rimanere così, immobile, per l'eternità.

Purtroppo però, per sfiga o casualità, in quel preciso istante una chiave girò nella toppa della serratura, e l'ammasso di muscoli amante dei Poptarts che ormai conosciamo bene entrò in casa.
-Fratelloooo!!! Hai visiteeee!!!- annunciò giocondo, prima di immobilizzarsi alla vista dei due che, ignorando il rumore, non si erano ancora staccati dal bacio.

Pochi istanti dopo, una voce femminile, proveniente dal medesimo punto in cui si trovava Thor.

-P...papà?-

Il sangue di Loki gelò nelle sue vene.

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Capitolo 11
*** Visita ***



-C...ciao cara!! Qual buon vento ti porta qua...? Fa freddo ad Helheim?-
La ragazza sulla porta sorrise: l'espressione era indecifrabile, un misto tra l'imbarazzo che provava e la malizia che tentava di nasconderlo. Tipica espressione di Loki.

-Tutto bene papà, avevo solo il desiderio di farti una visita. Spero di non essere di disturbo...vedo che alla fine non ti sono poi così antipatici i midgardiani.-

Darcy ridacchiò nervosamente, alzandosi di scatto dal divano.
-Scusatemi, devo andare un secondo in bagno!- urlò, prima di fuggire nell'altra stanza e chiudersi a chiave.

 Hel sghignazzò e si avvicinò al padre, che nel frattempo si era alzato dal divano.
-Ehi biondone, che ti succede? Entra, forza.-Loki cercò di alleviare la pressione data dalla presenza della figlia prendendo in giro il fratellastro, che rimaneva sulla porta a bocca aperta.
-Carino l'appartamento. Mi piace.-

Hel aveva 853 anni e qualche mese: in anni terrestri era una quattordicenne dalla pelle chiara e i capelli nero pece sfumati in qualche punto di viola, l'occhio destro coperto da essi. Il sinistro, verde e scintillante.
Era la dea dell'ombra e dell'oltretomba, e il suo look rispecchiava pienamente il ruolo: stivali di pelle grigio scuro alti fino al ginocchio e pieni di cinghie; leggins neri; giacca lunga di pelle grigia scura, sotto alla quale si vedeva una maglia viola scuro. Completava il tutto un "collarino" di pelle nera con delle piccole borchie d'argento.
Loki la visitava nel suo regno quando gli capitava, trovandola sempre seduta scompostamente sul suo trono, circondata da anime ululanti.

La ragazza si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia: -Mi ha detto Odino che siete stati ad Asgard non molto tempo fa...hai dato spettacolo, sai?-
Il padre sbuffò: -E la dignità è evaporata.-
Hel annuì distrattamente, mentre cercava di osservare l'appartamento in ogni suo minimo particolare.
-Simpatica la terrestre con gli occhiali...come si chiama? È la tua nuova fidanzata?-
-Hel...per favore! Si chiama Darcy e no, non lo è.-
-Ma se vi stavate baciando.-
-Non conta...-
-Va bene, va bene...quindi a Sigyn non dico nulla?-
La ragazzina rise vedendo Loki impallidire e sudare freddo. Ed ecco che i due si somigliavano anche nella risata.

Lo stomaco di Thor brontolò rumorosamente, e Hel non tardò a fargli notare di "aver capito perché lo chiamavano Dio del Tuono". Il dio rise (aveva dosi abbondanti di autoironia) e se ne andò in cucina.

-Ci dorme qualcuno sul divano?-

Thor stava cercando disperatamente i Poptarts in ogni singola mensola della stanza, ma ciò non gli impedì di rispondere (urlando) alla "nipote". In realtà più che una risposta era una spiegazione rivolta al Dio dell'Inganno.

-Ah, già...Loki, Hel rimane da noi per un po'...ho parlato con Jane e a lei va bene, per te non è un problema...?-
-No che non lo è, vero papà?- chiese la ragazzina abbracciando le spalle del padre.

-Assolutamente no tesoro mio...-
Dopotutto era anche il "dio delle bugie" in un certo senso, no?

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Capitolo 12
*** Bar ***


-E quindi tu saresti la regina di un intero mondo...-
-Ufficialmente sì, ma preferisco "principessa". Sono troppo giovane per farmi chiamare "regina".-

Non era passata nemmeno una settimana dall'arrivo di Hel, ma Darcy si era già impegnata per starle simpatica: in fondo era stata beccata mentre baciava il suo responsabilissimo padre...nemmeno sapeva che Loki avesse una figlia! Sempre che ne avesse una sola.
Inoltre Hel era un'adolescente, dopotutto, (doveva ancora capire come funzionasse l'invecchiamento su Asgard/Helheim/gli altri sei mondi) e le pareva strano che non fosse solita vivere insieme a suo padre...o comunque alla reggia di Asgard.

Fatto sta che adesso erano lì, sedute al tavolinetto di un bar, mentre Darcy sorseggiava un cappuccino e Hel scopriva per la prima volta i milkshake. Se l'era preso al cocco, e ne era rimasta molto soddisfatta.

-Dev'essere una responsabilità enorme governare un mondo intero tutta da sola.-
-Non esattamente. Le anime sono tranquille...solo qualcuna un po' depressa: sai com'è, i morti con disonore...inoltre, nessuno dichiara mai guerra ad Helheim. Sarebbe da stupidi combattere contro gente GIÀ MORTA.-
-In effetti.-

La ragazza stava parlando come se non fosse per niente sorprendente: evidentemente non aveva notato le espressioni un po' stranite della coppietta al tavolo accanto al loro. Ed era improbabile che gliene importasse qualcosa.

Hel guardò in aria, persa nella conversazione (che ormai la sua mortale interlocutrice si era rassegnata di comprendere razionalmente).  

E ancora una volta la donna la trovò identica al padre.
Darcy arricciò il naso, sentendosi infastidita dal pensare sempre al Dio degli Inganni. Teoricamente nemmeno le piaceva, o almeno non più di tanto. Ma dopo quel bacio qualcosa era cambiato. Possibile?

Quando la giovane si risvegliò dai suoi pensieri, Hel stava ancora illustrando come la gestione di Helheim non le desse assolutamente problemi.

-...e insomma, arrivano sempre più spesso. Mi sembra quasi di gestire un hotel. Solo che gli ospiti non se ne vanno mai.-
-E la cosa non ti dispiace?-
-Assolutamente no! Mi fanno compagnia, mi raccontano di come sono morti...è interessante. In effetti l'unica cosa difficile è stata installare il wi-fi.-

Darcy ridacchiò, dapprima in modo sincero, poi nervosamente. Loki. Di nuovo. La tormentava, il senso di colpa la stava acciuffando per i capelli. O per le gambe, non si sa. Comunque il concetto era quello.

Hel la guardò con la coda dell'occhio scoperto, mentre "risucchiava" avidamente il milkshake.

-Comunque sei simpatica. Sul serio.-
-Grazie!-
-Prego. Mi fa piacere che papà si sia...ehm...interessato? A te.-
-Grazie alla seconda!-
-Mh...testa mora, occhi verdi, alto e con sciarpina a ore cinque, accompagnato dal Mangiatore di Pop-Tarts.-
-Come fai a sapere che Thor ha la fissa per...-

-Ehi, anche nell'oltretomba abbiamo Facebook.-

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Capitolo 13
*** Amici? ***


Darcy doveva ammettere di essere rimasta sorpresa dall'atteggiamento di Loki nei confronti di sua figlia.
Già si era dovuta ricredere vedendo il comportamento dell'uomo verso di lei e verso Jane (che intanto erano giorni che la evitava, in quanto si stava preparando per una vacanza in qualche isola tropicale), ma adesso che lo vedeva essere un padre relativamente affettuoso e permissivo ne era rimasta seriamente stupita.

-Hai frequentato un corso di parenting?-
-No.-
-Allora sei il classico padre: "Ma certo che ti compro il pony, il cagnolino e lo yacht tesorino."?-
-No.-
-Va bene. Ma allora hai fatto qualche terapia in generale?-
-No.-
-Sicuro? Nessuna seduta psicoanalitica...-
-No.-
-Allora la S.H.I.E.L.D ti ha forse fatto il lavaggio del cervello?-
-No.-
-Un incantesimo di Odino?-
-Indovina la risposta.-
-Insomma, ti sei dato una calmata. Guarda che poi Joker e il resto del "CLUB DEI CATTIVI" ti butta fuori.-
-...cosa?-

Comunque non sembrava quasi più nemmeno lui: i capelli erano stati tagliati e non avevano più la forma ad "abete" tipica della sua prima e ultima visita a New York, si era deciso a portare vestiti terrestri (questo grazie anche all'aiuto di Hel: "Papà, non ti si può vedere in giro con l'armatura, dai.") e non aveva ucciso/mutilato/ferito gravemente nessuno.

Tuttavia aveva mantenuto la sua freddezza: aveva parlato in maniera molto diretta con Darcy per quanto riguardava il bacio, dicendole che era stato semplicemente un errore di autocontrollo e che si scusava. La donna, sorprendendosi di se stessa, diede la mano al Dio rispondendo di non esserne preoccupata: anche lei aveva avuto una debolezza e non era effettivamente attratta da lui (nonostante fosse stata a rimuginarci una notte intera).

Quindi amici come prima.
Sì, in effetti erano amici. Darcy dava spesso consigli (anche se non richiesti) per una buona convivenza su Midgard al moro e lui, di rimando, era diventato inconsapevolmente -per quanto lui possa essere inconsapevole di ogni cosa- la sua "guardia del corpo personale": l'altezza e lo sguardo un po' truce del suo accompagnatore proteggevano Darcy da occhi indiscreti e da situazioni che si sarebbe scocciata di affrontare.

-Vabbè, saresti un terrestre mica niente male.-
Gli aveva detto un pomeriggio mentre gironzolavano per le strade.
-Guardati intorno: la biondina laggiù ti stava fissando, e quel gruppetto di amiche ti fa gli occhi languidi.-

Secondo la sua indole, Loki non poteva di certo dire di NON ESSERE INTERESSATO. Ma allo stesso tempo aveva bisogno di stimoli, non di bersagli facilmente raggiungibili.
Per una volta tacque, lasciando che la giovane donna blaterasse di ciò che più le aggradava.

Tanto lui non avrebbe ascoltato lo stesso.

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Capitolo 14
*** Soli ***


Speciale San Valentino...divertitevi! ;)

-Mi raccomando, durante la nostra assenza comportatevi bene, ok?-
Jane stava finalmente partendo per il suo tanto atteso viaggio ai Caraibi insieme a Thor, lasciando Loki e Darcy da soli.

Hel se n'era andata il giorno prima, e da quando aveva varcato la soglia dell'appartamento il padre sembrava pensieroso. 
Non dalla dipartita dell'adolescente, certo che no. Probabilmente avevano chiacchierato e la ragazza aveva "aperto un mondo" al bel dio.

-Non preoccuparti Jane, cosa vuoi che succeda?-
La giovane astrofisica puntò un dito contro la sua assistente: -Non voglio vedere macchinette del caffè fuse, divani sfasciati, computer pieni di virus, casa nelle condizioni di un tugurio. Chiaro?-
Sentendo la risatina soffocata di Loki, Jane si voltò ribadendo: -E tu: guai a te se scopro che New York è stata distrutta...di nuovo. Inoltre non voglio magia in casa mia.-

Stavolta fu Thor a sghignazzare, mentre i due chiamati in causa condividevano pensieri comuni non troppo gentili nei confronti di Jane.

Non appena i due piccioncini ebbero chiuso la porta dell'appartamento alle loro spalle, Darcy pose la fatidica domanda: -E noi ora che si fa?-
________

Dopo un lungo dibattito si ritrovarono seduti sul divano a bere una cioccolata calda e un tè.
-Simpatica tua figlia, sai? Sembrerebbe un ossimoro, essendo la dea dei morti...-
-Sì...non è male come compagnia...anche tu le piaci.-

La donna si sistemò meglio sul divano, continuando il discorso: -Mi fa piacere!Comunque senti...ha detto qualcosa che ti ha turbato? Vi ho visti discutere ieri...sembrava che volesse convincerti di qualcosa. Scusa se mi faccio gli affari tuoi, è che sono curiosa.-

Loki sembrò essere preso alla sprovvista, una volta tanto. Ma rispose lo stesso.
-Sì. Mi ha fatto notare di non aver colto una grandissima occasione in ambito sociale. E devo dire che ha ragione.-

Il dio guardò negli occhi Darcy, che venne attraversata da una scarica elettrica: possibile che ogni volta la sua reazione fosse questa?
Loki sorrise e si avvicinò a lei troncando pericolosamente le distanze di sicurezza che si erano entrambi riproposti di mantenere.
Deja-vu per Darcy.

-Il bacio...- fu l'unica cosa che riuscì a dire - È davvero stato un errore?-
-No.-

E di nuovo le labbra del dio degli Inganni sulle sue. Di nuovo il turbinio di emozioni che pervadeva entrambi. Un unico cambiamento: i capelli corvini di Loki non erano abbastanza lunghi perché Darcy potesse affondarci le dita.
Quando si divisero fu proprio questa la lamentela che la giovane tirò fuori.

-Mi piacevi di più con i capelli ad abete.-
-Ricresceranno...-
-Ma ci vorrà tanto...a me non piacciono le attese!!!-
-Troveremo un modo per ammazzare il tempo.-
________

Darcy capì che Loki aveva un meraviglioso modo di passare il tempo quando si risvegliò nel suo letto abbracciata a lui, ancora dormiente.
E senza alcuna traccia dei vestiti.

Angolo della tizia che scrive:
CIAONE! Chiedo infinitamente scusa per l'assenza, avevo molto da fare tra scuola e sport...e quel poco di vita sociale che ho. (Non è vero, stavo filmando e fotografando Loki nella doccia).
So che così facendo potrei risultare petulante, ma...se vi andasse, mi farebbe piacere che qualcuno desse un'occhiata alla mia seconda storia. È incentrata su Hel e si intitola "Underworld-Welcome to Helheim".
Grazie mille per l'attenzione!

Ah, già che ci sono ringrazio tutti i recensori per le loro splendide ed esilaranti uscite!! Ovviamente voglio bene anche a voi, lettori silenti!
Un bacio ed evaporo!
|jotun

 

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Capitolo 15
*** Chiamata ***


Appena sveglia, Darcy rimase qualche minuto ad osservare il dio dai capelli corvini addormentato accanto a lei. O perlomeno, la sua schiena nuda, visto che lui era di spalle.
-Non male per essere una...schiena. Ma si potrebbe migliorare.-
Tirò un po' più giù la coperta e sorrise soddisfatta.
-Ora capisco cosa intendesse mia cugina con "il meraviglioso panorama scandinavo".-

Intanto Thor si stava rilassando sotto una palma, sdraiato sul telo da bagno a piccoli fulmini e sorseggiando una bibita dissetante: -Per la barba di mio Padre! Questa bevanda midgardiana è quasi migliore della birra e dell'idromele!-
Jane, che per una volta aveva la testa lontana dai suoi studi, annuì: -Non ho mai bevuto idromele, ma il succo di cocco è davvero delizioso.-
-Oh, dovresti assaggiarlo, mia cara Jane Foster! Perfino Loki ama l'idromele asgardiano, è prodotto con alcune delle mele di Idunn!-
-A proposito del tuo fratellino psicopatico...fammi sentire cosa hanno combinato quei due!-

Prese dalla borsa il suo telefono (dopo aver rovistato per un bel po') e chiamò Darcy.
La giovane le rispose dopo una decina di secondi:
-Ehilà Jane! Scusa ma sono a letto, il comodino era lontano...-
-Come lontano? Bastava che tu ti girassi!-
-Ehm...non è così semplice...- rispose Darcy, intenta a scaldarsi i piedi premendo le piante sulla schiena di Loki.
-Non voglio sapere i dettagli del perché sia complicato...- disse dall'altra parte Jane, massaggiandosi le tempie.
-Mi sembra un'ottima idea.- ridacchiò l'altra.
-Come va la vacanza?-
-Bene, molto bene. A Thor piace parecchio qua, ha nuotato senza sosta per tre ore mentre schiacciavo un sonnellino.-
-Un sonnellino durato tre ore??-
-Sì...dettagli. Comunque ci stiamo divertendo! Ho anche preso un po' di sole...-
-Per "un po' di sole" devo intendere che adesso potrei scambiarti per...non so, Heimdall?-
-Nah, non così tanto.-
Si sentì un grido di giubilo in sottofondo, molto simile ad un mix tra l'urlo di Tarzan e quello di King Kong.
-COSA È SUCCESSO?!-
-Oh, niente. Thor si è fatto degli amici, e ora lo hanno invitato a fare un po' di surf. Inutile dire che ha accolto a braccia aperte l'idea...sicuri che sia asgardiano e non australiano?-
-Boh.-
-Illuminante.-


Dopo venti minuti il dio degli inganni si svegliò, stiracchiandosi beatamente. Durante l'azione tese inevitabilmente i muscoli, mettendoli bene in mostra. La cosa non dispiacque per niente a Darcy.
-Buongiorno, bell'addormentato! Dormito bene?-
-Questo letto è abbastanza confortevole, grazie. Ma non ho dormito molto.- sogghignò il dio, aprendo un occhio per guardare la sua interlocutrice.
La giovane Darcy aveva una certa esperienza con quel genere di sguardo, ormai. Sornione, malizioso, provocatorio...ma spesso anche attraente, sensuale.

"Smetti di pensare a queste cose, Darcy!" si disse.

Fu coerente, perché gli saltò letteralmente addosso senza pensarci due volte...anzi, probabilmente nemmeno una.

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Capitolo 16
*** Stark ***


-BELLISSIMA QUESTA FESTA!!!- urlò Thor nell'orecchio di Darcy.
-SE LO DICI TU!! HAWKEYE MI HA QUASI VOMITATO SU UNA SCARPA!!- gridò lei di risposta.

Tony Stark aveva deciso di dare una festa a casa sua, radunando gli Avengers e amici vari. Ovviamente non mancavano gli alcolici, e il bancone era sempre affollato. Jane stava chiacchierando con Pepper, bevendo un drink molto leggero (-Praticamente analcolico- lo aveva definito Darcy) mentre Steve Rogers e Tony Stark portavano avanti il loro apporto di odio-amicizia.
-NON HANNO MAI COMBATTUTO FRA DI LORO?- chiese Darcy al noto biondone del Nord, osservando i due parlottare.
-PER ORA NO! MA IN FUTURO...CHISSÀ! UNA SPECIE DI DUELLO, UNA GUERRA INTESTINA!-
-UNA GUERRA CIVILE, THOR...CREDO SIA PIÙ APPROPRIATO!-

Qualcuno urtò contro la schiena della giovane, che si girò di scatto: era Bruce Banner, che si scusò con un gesto della mano e un sorriso imbarazzato dirigendosi in terrazza. Darcy si bloccò nel bel mezzo della sala, rimase così per qualche secondo e poi seguì il dottore.
La notte fuori era stellata, e le luci di New York vista dalla Stark Tower erano meravigliose.

-Avevate bisogno di un po' d'aria?- chiese Banner gentilmente. L'altra si chiese come facesse quell'uomo a diventare una specie di Shrek mestruato.
-Già...- rispose vagamente. Incrociò le braccia per difendersi dal freddo.
-Come mai Iron Man ha deciso di dare un party?-
-Oh, sapete com'è...è il suo carattere.- rispose il dottore ridacchiando. Si abbassò gli occhiali sul naso e imitò Tony: -Sono un genio, milionario, playboy, filantropo. E festaiolo.-
-È un bravo imitatore, sa?- rise Darcy.
-Vi ringrazio! Mi stavo chiedendo...per quale motivo è stato invitato anche Loki? Oh, ehm, non è nulla di personale, solo una curiosità...-

L'altra sobbalzò alla domanda del dottor Banner.
-Eh?! È stato invitato?-
-Non so, l'ho visto ballare al centro della sala...-
Darcy spiò dentro e lo vide. Indossava un paio di pantaloni neri eleganti, scarpe di vernice nera e una camicia bianca, con tanto di giacca e cravatta nere. Impossibile non riconoscerlo...i capelli gli erano ricresciuti in fretta e avevano nuovamente la forma ad abete.
-A quanto pare gli piace proprio ballare...guardate come si muove!!-
-Sì, gli piace. Ma la domanda rimane: come ha fatto ad essere invitato?-

-Si è sicuramente imbucato, e Tony è troppo ubriaco per accorgersene. Gli altri probabilmente stanno lasciando correre, non sembra aggressivo...-
Darcy guardò Banner.

-Ma mi dica, lei è Sherlock Holmes o chi altro?-

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Capitolo 17
*** Valzer ***


Ballava. Volteggiava all'interno del salotto bianco, schivando ora il divano, ora la gamba del tavolo o la coda del piccolo gattino che Darcy aveva trovato giorni prima davanti al loro appartamento.

-Ha fame!- aveva detto agli altri, aprendo la porta dopo aver sentito i miagolii e il rumore degli artiglietti contro la porta. La giovane l'aveva quindi portato in casa, l'aveva nutrito e poi adagiato su un cuscino.
Thor si era lanciato contro l'animaletto per vederlo meglio e per coccolarlo, ricevendo un graffio rabbioso sul naso. Dopo il gesto della "temibile bestia", come l'aveva definita lui stesso, aveva proposto di chiamarlo Loki: il proprietario del nome si era però rifiutato, e quindi adesso il micio si chiamava semplicemente "Mischief".

Adesso Loki canticchiava sottovoce una melodia a ritmo di valzer, mentre si muoveva con grazia nell'ambiente circostante. Se ne sarebbe rimasti sorpresi, a vederlo.
Quasi non faceva rumore, da quanto i suoi passi erano leggeri.
Nonostante la sua bravura, Loki non amava farsi vedere mentre ballava: per questo lo faceva sempre quando era CERTO di essere da solo.

Questa volta non era stato abbastanza cauto, però.
La porta della camera di Darcy si aprì e la donna uscì dalla sua camera, per ritrovarsi davanti il Dio degli Inganni che danzava sulle note di un valzer muto.
-Ma quindi sei proprio un ballerino, eh?- 
-DARCY!- Loki si bloccò, con le spalle al muro.
-Non ricordavo che fossi qui...cioè...- era in difficoltà: quello per lui era un momento di grandissima debolezza.
-Tranquillo. Balli molto bene, sai? Dove hai imparato il valzer? Non credevo che anche ad Asgard...-

Darcy era in piedi davanti a lui, in tutto il suo splendore: e per splendore si intende pigiama con le paperelle, pantofole e capelli vaporosi.
Loki era visibilmente agitato: -N-non so cosa sia questo "valzer" di cui parli...ballavo così, alle feste di palazzo. Ti ho disturbata? Dormivi?-
-No, mi ero solo messa comoda. Ero davanti al computer, stavo ciacciando nei database dello S.H.I.E.L.D. Comunque bello mio, ti assicuro che da noi questo è molto simile al valzer.-

Il dio si passò una mano tra i capelli.
-Oh...okay...- la sua mente era rimasta alla frase "CIACCIAVO NEI DATABASE DELLO S.H.I.E.L.D"
-Senti...cosa hai trovato nei database? E PERCHÉ HAI L'ACCESSO AI DATABASE??-
-Ehm...non lo vuoi sapere. Comunque ho trovato un certo Bucky Barnes...carino!!-

Loki fece spallucce. Ormai lui e Darcy erano UFFICIALMENTE solo amici...principalmente da quando lei aveva scoperto che il dio era padre e anche sposato. In teoria.
-Come sta Sigyn?- chiese all'improvviso Darcy.
Loki parve sussultare; scosse la testa e si avviò verso camera sua e di Thor.
Nel preciso istante in cui la porta si stava chiudendo, entrò nell'appartamento Jane insieme a Selvig.

-Ehi, che è successo?- chiese Jane, vedendo la faccia stupita di Darcy.
-Eh. Vorrei saperlo anche io.-

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Capitolo 18
*** Asgard ***


-So quanto ami Midgard e quella donna; ma devo chiederti di separartene, per un periodo. Tutti gli dei hanno bisogno di te, Thor: i Tre Guerrieri e Lady Sif non sono mai stati così...fiacchi, in battaglia, prima che tu te ne andassi. Per quanto riguarda te, Loki...questa volta non è un'opzione. Hai dei doveri a cui adempiere, oltre ad una moglie e due figli ancora piccoli.-
Il dio degli inganni abbassò lo sguardo.

Il Padre degli Dei aveva convocato i figli nella Cittadella Celeste, per discutere della loro permanenza su Midgard: mancavano ad Asgard da molto tempo, ormai, e sembrava che si fossero entrambi dimenticati di avere delle responsabilità divine. 
-Per sette giorni sono rimasto chiuso nelle mie camere private, solo con la testa di Mimir, l'Oracolo. Il suo responso non è stato buono: egli vede distruzione e morte, in un futuro molto prossimo.- disse angosciato Odino.
-Occorrono la tua forza, Thor: il tuono, la potenza di Mjolnir...e la tua astuzia, Loki: la tua magia, le illusioni. Asgard non ha mai affrontato una minaccia così grande prima d'ora.-

Loki e Thor rimanevano in silenzio, lo sguardo al pavimento d'oro. Intorno a loro, tutti gli dei assistevano: Freja e la sua splendente collana; suo gemello Frey dai biondi capelli; Njord e Skadi, la coppia con più capacità di mediazione dei Nove Mondi; Heimdall, che non era lì fisicamente, ma di certo vedeva la situazione; e ancora Aegir e Ran, Tyr, Idunn, Bragi, Sif, Balder...
La tensione era alle stelle.

Thor sollevò la testa per guardare il padre e rompere il silenzio con solenni parole: -Odino, Padre degli Dei, la difesa di Asgard è priorità assoluta se non dovere di tutti gli dei. Non posso rifiutare la tua richiesta d'aiuto tradendo così il mio regno e la fiducia di tutti i presenti. Giuro quindi solennemente che tornerò ad Asgard fin quando tu vorrai, Padre, e che combatterò con tutte le mie forze per difenderla da un'eventuale minaccia.-
Odino chinò il capo in un cenno d'assenso. Nella sala si levarono alti gli applausi degli dei (e anche un "VAI THOR" da parte di qualcuno).

Dopodiché gli sguardi di tutti caddero simultaneamente su Loki. Il dio si sentì opprimere, e mantenne la testa china.
Negli spalti Frey sussurrò alla sorella: -Secondo me adesso farà uno dei suoi discorsi eleganti...-
La Dea dell'Amore alzò le spalle accarezzandosi il collo delicatamente. 
Purtroppo per lui, le aspettative di Frey furono deluse da Loki, che sollevò come Thor la testa verso Odino e, dopo un momento di silenzio, disse:

-Accetto.-

Non una parola di più, non una di meno.




Quella stessa notte ad Asgard fu data una festa; tutti ballarono, bevvero e si divertirono. Thor aveva avuto il permesso di Odino di salutare Jane Foster per spiegarle la situazione; a Loki invece, a causa di Sigyn, non fu data la possibilità.
O meglio, Odino glielo propose, non sapendo della relazione del dio dagli occhi verde smeraldo con Darcy...ma lui rifiutò velocemente.

Tuttavia a notte fonda, nelle sue stanze, Loki si affacciò al balcone, ammirando il resto di Asgard e il vasto cielo sopra di loro.

-Tornerò da te.
È una promessa.-

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SPAZIO AUTRICE: 
Siamo giunti alla conclusione di "GUIDA ALLA CONVIVENZA CON THOR E LOKI"!! Mi spiace davvero finire, era un piacere vedere le recensioni positive e critiche e sapere che apprezzate!!

Porgo i miei più sentiti omaggi a...beh, TUTTI VOI!!! Grazie mille per tutti coloro che hanno recensito o anche solo impiegato il loro tempo leggendo questi capitoli!

Detto questo, un abbraccio a tutti voi da
un Thor impegnato a mangiare pop-tarts, una Darcy che lo aiuta, una Jane che studia lo spazio, un Loki che si lamenta per essere stato quasi "espulso dal club dei cattivi" e da me, vostra dedita e affezionata 

jotunactually.

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