La Figlia Delle Fate

di Musubi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Guardiana delle Fate ***
Capitolo 2: *** Una situazione spiacevole ***
Capitolo 3: *** I fratelli Black ***
Capitolo 4: *** Attacco all'Isola Caracolle ***
Capitolo 5: *** Un piano minuzioso ***
Capitolo 6: *** Tra incontri, ricerche, ladri poco furbi e primi incidenti ***
Capitolo 7: *** Primi passi ***
Capitolo 8: *** Ancora più misteri ***
Capitolo 9: *** Dark Arts, dell'Alleanza Angelica ***
Capitolo 10: *** Magia fuori controllo ***
Capitolo 11: *** Il libro di Séline ***
Capitolo 12: *** Guai in vista ***
Capitolo 13: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** La Guardiana delle Fate ***


LA FIGLIA DELLE FATE


Capitolo 01

La Guardiana delle Fate










Papà!

Era la sua voce che lo chiamava.

Papà, andiamo a vedere le stelle?

Non riusciva a vedere chiaramente il volto di suo padre, ma riusciva a sentirne la presenza, a percepirne l'affetto che gli illuminavano gli occhi, a essere sicura che fosse lì davanti a lei.

Papà...! S-Smettila... mi fai il solletico!

Nacque un sorriso sulle sue labbra.
Avrebbe voluto vederlo in volto... avrebbe voluto conoscere il suo nome, toccarlo, stringerlo, parlagli.

Secondo te la mamma resterà arrabbiata ancora a lungo?

Sapeva che lui le avrebbe messo una mano sulla testa e le avrebbe messo i capelli in disordine, ancora più in disordine di come erano prima. Le avrebbe sorriso, un sorriso vero e pieno d'amore, e poi forse si sarebbe messo a ridere.

Papà... io... i-io... ti voglio bene...!

Sì, gli voleva bene.
Però sarebbe stato meglio se sapesse, se riconoscesse quella voce, quei gesti, quelle parole. Chi era?
Perché non ricordava nulla?




Era così capitato che si fosse recata alla città di Magnolia, in cerca della sua vera casa. Suo padre lo ricordava a stento, sua madre non sapeva nemmeno che colore di occhi avesse, tutto ciò che ricordava erano risate, chiacchiere, gatti e tante altre cose strane.
Quando si concentrava per cercare di ritrovare i suoi ricordi, avvertiva un terribile mal di testa che restava per ore e ore senza mai accennare a diminuire.
Era frustrante. Tanto.
Ecco quindi che girovagava per la città, Magnolia le era sembrata fin da subito piena di vita e non le sarebbe risultato difficile trovare quello che stava cercando, si disse, evidentemente ottimista.
Forse anche troppo.
Era tardi, forse le sette o le otto di sera, e avrebbe dovuto cercare un buon posto dove passare la notte... Ayaka, quindi, si rimise in cammino dato che per la stanchezza si era autoimposta dieci minuti di riposo sotto il grande albero del parco.
In poco tempo si fermò dinanzi a un negozio di fiori, incantata dalle miriadi di sfumature di rosso, giallo, azzurro e viola, la fragranza delle rose l'avevano attratta fino all'ingresso. Era come se si fosse per un attimo dimenticata di quello che doveva fare...
< Bisogno di aiuto? > dall'ingresso sbucò una simpatica nonnetta alta non poco più di un bambino di sette anni dalla fronte rugosa e imperlata di sudore. Gli occhi erano vispi e allegri, Ayaka si chiese come potesse avere quello sguardo nonostante l'età avanzata
Ayaka rilassò per un attimo le spalle, tese con la speranza di riuscire a ricordare qualcosa, guardando con gli occhi di un grigio luminoso il mazzo di orchidee poste davanti a lei, poi scosse la testa < In realtà avrei bisogno di informazioni > disse ritornando a guardare la signora che annuì raccogliendosi meglio i capelli bianchi in una crocchia un po' più ordinata di quella precedente.
< Vede, sto cercando una gilda... si chiama Fairy Tail, lei mica la conosce? > chiese, speranzosa e con il cuore a mille.
Aveva sempre creduto che quelle due parole fossero il nome di qualcosa, un'associazione, un gruppo, una gilda e quando aveva cercato nelle grandi biblioteche della capitale di Crocus aveva finalmente capito che si trattava di una gilda. La gilda che ventuno anni prima aveva vinto i Giochi di Magia di Fiore e che era diventata la gilda numero uno.
Non ci volle molto prima che l'anziana signora scoppiò in un'esplosione di sorpresa mista a quel po' di eccitazione che fece sobbalzare la bionda Ayaka < Certo che la conosco! Vuole scherzare, signorina? Chi non conosce Fairy Tail... > iniziò a ridacchiare portandosi le mani sporche di terra e fili d'erba al petto.
A quel punto Ayaka era davvero sicura di averla trovata, di aver trovato la sua casa, ma evidentemente non era così, perché la signora si rabbuiò quasi subito, prendendole le mani tra le sue e guardandosi intorno con fare circospetto < Venite dentro con me, per favore > e la tirò dentro il negozio.
La ragazza non oppose resistenza e la guardò chiudere con meticolosità la porta d'ingresso al negozio, accendere la luce che andava a illuminare artificialmente i tavoli stracolmi di rose, gigli, margherite e ogni tipo di foglia esistente.
< Non vorrei spaventarla, ma questa città non è più la stessa ora che i maghi di Fairy Tail sono scomparsi >
Ayaka sobbalzò, forse un po' troppo, rischiando si far cadere un vaso che aveva alle sue spalle < Come sarebbe a dire "scomparsi"? Io ho bisogno di sapere dove sono, ho bisogno di sapere chi sono! >
La vecchietta mise su un'espressione rattristata e dispiaciuta < E' stato uno shock per tutti qui a Magnolia, ma deve sapere signorina, che i maghi, subito dopo la guerra contro il continente occidentale sono tornati pieni di ferite ma tutti credevamo che fosse finita, che la guerra fosse terminata e che la gilda di Fairy Tail, supportata dalle altre, era riusciva a sconfiggere il potente mago oscuro, Zeref >
Ayaka aveva letto di Zeref, aveva letto di ogni singolo mago divenuto famoso, letti i giornali, i libri, aveva avuto modo di conoscere indirettamente qualche componente della gilda ma poi non c'erano state più notizie.
< Cos'è successo? > chiese allora la giovane, le tremavano le mani, le spalle, le gambe... sembrava sul punto di svenire ma la signora continuò a raccontare.
Non prima di essersi seduta sulla sedia di legno, dietro al bancone < Fairy Tail è sempre stata una gilda esuberante, hanno distrutto molti palazzi e case ma nonostante le denunce fatte al sindaco, sapevamo che potevamo contare su di loro.
Sembrava essere tutto tornato alla normalità ma un giorno, la gilda è scomparsa nel nulla. L'edificio, tutti i maghi, tutto! E dopo due anni sono arrivati quelli di Bloody Rose...
E' per questo che non si può parlare di Fairy Tail in giro per la città, i maghi di Bloody Rose s'infurierebbero e ci massacrerebbero! >
L'anziana signora aveva iniziato ad alzare la voce, visibilmente spaventata dalla piega che stava prendendo quella conversazione.
< Ma questa gilda... Bloody Rose, è una gilda illegale? >
La fioraia sospirò stringendo il naso tra l'indice e il pollice, chiudendo gli occhi, sopraffatta dai mille pensieri < Loro dicono di avere la raccomandazione del Concilio, ma non ci permettono di controllare in alcun modo, non ci lasciano nemmeno uscire dalla città... >
Ayaka aggrottò le sopracciglia, pensosa.
Se avesse liberato la città da quell'insulsa gilda di maghi da strapazzo avrebbe potuto chiedere a loro che fine avesse fatto Fairy Tail, anche perché da quanto aveva capito non erano certo smaniosi di diffondere informazioni.
< Grazie davvero, per tutto > disse sorridendo, mentre l'anziana signora si riprendeva dal lungo discorso, sorridendole a sua volta < Vedrò di fare qualcosa >
La fioraia sgranò gli occhi, si alzò in un lampo e l'afferrò per le spalle, terrorizzata < Cosa vorreste fare, signorina? E' forse impazzita? La ucciderebbero!! >
Ayaka mostrò un dolcissimo sorriso, degno di una madre al proprio bambino per tranquillizzarlo e le appoggiò una mano sul braccio < Non ci preoccupi, signora. Sono una maga anch'io e prometto che entro un paio d'ore Magnolia sarà libera da quella falsa gilda regolare! >
Ayaka quindi si liberò dalla stretta dell'anziana e si diresse verso la porta del negozio, uscì e la salutò con la mano prima di richiudere e continuare per la sua strada.
Aveva una lieve fame ma aveva fatto una promessa... avrebbe liberato Magnolia. Costi quel che costi.



Prima ancora di recarsi alla locanda dove un passante l'aveva indirizzata, The Lightmoon, si era diretta dritta al luogo dove era ubicata la famosa gilda Bloody Rose.
Si trovava su di una collinetta, era abbastanza grande e aveva un aspetto lugubre e puzzava di alcol. Ayaka stiracchiò le ossa delle spalle, allungando le braccia in alto e roteandole prima da un lato e poi dall'altro.
Fece scricchiolare le ossa delle mani e s'incamminò.
Una volta dinanzi alla porta bussò senza esitazione.
Più che altro sperava di trovare anche qualcosa di commestibile da mangiare, già che c'era.
< Chi diavolo sei tu?, e che vuoi? > fece il ragazzo che le aveva aperto la porta. Doveva avere più o meno la sua età, forse un po' più grande e portava una fascia colorata di nero e giallo stretta sulla fronte che gli teneva i capelli all'indietro, capelli nemmeno troppo lunghi e di un nero accecante.
Ayaka non mostrò alcun segno di cedimento o paura, anzi, fece un passo avanti < Sono qui per due motivi: primo, vorrei sapere se sapete qualcosa riguardo la scomparsa della precedente gilda che si trovava qui, Fairy Tail > non fece nemmeno in tempo ad accennare alla seconda che il ragazzo in questione, chiuse gli occhi e sbatté la porta, lasciandola fuori.
Allucinata.
Ayaka bussò nuovamente, questa volta con più vigore e con le vene del collo pronte a esplodere. Il ragazzo di prima aprì, nuovamente.
< Stavo dicendo... che voglio sapere che fine ha fatto la gilda di Fairy Tail e inoltre voglio che ve ne andiate di qui! Perché tanto ho capito che siete una gilda oscur- >
Di nuovo il ragazzo aveva chiuso la porta con un tonfo. E in faccia.
Ayaka si trattenne dal gridare frasi sconnesse così come le succedeva quando si arrabbiava tanto e fece dei respiri profondi, iniziando a camminare in circolo davanti all'entrata della gilda.
Soltanto dopo cinque minuti buoni sentì la porta riaprirsi e vide comparire lo stesso giovane di prima, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte e che la fissava < Allora? Chi diavolo sei? >
Ayaka restò qualche secondo allibita.
< Ma cos'hai che non va?! > sbottò a un certo punto.
Il ragazzo, apatico, mosse lievemente gli occhi rosati dal viso ad altri punti del suo corpo, cosa che la fece imbestialire ancora di più < Io niente... sei tu che cammini in tondo alle nove e mezza di sera senza la più pallida idea di cosa fare >
Ayaka inclinò il capo di qualche millimetro < Io so esattamente cosa devo fare > mormorò per poi chiudere gli occhi, cercando di concentrarsi.
Il suo corpo cominciò a illuminarsi sempre di più, diventando una specie di stella celeste fino a che ai suoi piedi non apparve un cerchio magico argentato, il quale l'attraversò dai piedi fino alla punta dei capelli.
In realtà era da un bel po' che non usava la magia, Ayaka non ne aveva avuto il bisogno per oltre due mesi, il tempo di girare le città più importanti di Fiore e arrivare finalmente a Magnolia.
Se si fosse guardata allo specchio, sapeva cosa avrebbe visto una volta trasformatasi. Non più una normale ragazza di diciannove anni, ma una creatura bella, luminescente e fortissima.
Una creatura che indossava soltanto un abito corto, bianco e terribilmente attillato con sfumature azzurre sui bordi e sul petto, la schiena completamente scoperta e le braccia decorate da strani disegni raffiguranti uccelli, fiori e gocce di rugiada di colore azzurri.
Il ragazzo restò impassibile di fronte a tale trasformazione ma al contrario, il chiasso che Ayaka sentiva provenire dall'internò era cessato in un secondo < Lasciate Magnolia. Voi non siete una gilda regolare, dico bene? >
Il volto del ragazzo cambiò terribilmente espressione, gli occhi divennero di un rosa più scuro, quasi rosso, la luce della luna proiettava strane ombre attorno a lui e Ayaka si ritrovò a deglutire, sentendo improvvisamente freddo ai piedi nudi.
< Ancora non mi hai detto come ti chiami, bella bambolina... > sibilò il ragazzo slacciando le braccia e facendo un passo verso di lei, goffamente, ubriaco fradicio.
Cosa che prima Ayaka non aveva notato, era stato così fermo e scettico quando era rimasto a fissarla mentre girava in tondo cercando di calmarsi!
Stava per rispondere a tono ("bella bambolina" a chi, esattamente?!) quando un tremolio si fece strada dall'interno della gilda < Chi è là fuori, Kyle? Sbarazzatene e torna dentro altrimenti il master si arrabbia! >
Fu a quel punto che Ayaka decise di finirla con quella scocciatura < Sono Ayaka! > gridò, in modo che anche dentro potessero sentirla < E sono venuta qui per cacciarvi dalla città a calci nel culo!! >
Ayaka partì all'attacco.
I suoi piedi s'illuminarono e grazie a SPEED FLY superò il ragazzo strano all'ingresso e si precipitò dentro, ritrovandosi in un covo fatto di pietra ammuffita e legno marcio, davanti ad almeno dieci tavoli pieni zeppi di maghi che la fissavano.
< Tu vorresti cacciare noi? > quello che doveva essere il master, con un potere magico più elevato rispetto agli altri, era un uomo sulla quarantina dai lunghi capelli neri.
Sembrava un cane randagio e rideva come una iena.
Ayaka indurì lo sguardo e i suoi occhi grigi parvero diventare più bianchi, così come le punte dei suoi capelli biondi < Esatto. Bloody Rose è una gilda oscura, una gilda come si deve non farebbe vivere gli abitanti di una città nella paura di essere uccisi! >
L'uomo ringhiò verso di lei < Io sono il master Esteban, e non permetterò alla prima maghetta che arriva di metterci i bastoni tra le ruote. Ragazzi, eliminatela! >
Ayaka piegò le ginocchia, pronta a ricevere qualsiasi attacco ma prima che qualcuno potesse anche solo pensare di usare la magia, qualcosa liberò un'onda d'urto tale da lanciarli oltre i muri marci della costruzione.
Si guardò intorno e percepì una strana presenza alle sue spalle, qualcosa di strano e pericoloso che la costrinse a girarsi subito dopo trovandosi davanti il ragazzo di prima, questa volta più concentrato ma comunque con gli occhi che sembravano spiritati.
< Kyle! Ma che combini? Non c'è bisogno di sporcarsi le mani con una tipa simile... sarebbero bastati due o tre incantesimi e avremmo finito! >
Il ragazzo continuò a fissare Ayaka come affamato, infine lanciò un'occhiata annoiata all'uomo < Ecco perché non ti ho mai considerato un degno master, Esteban, sei troppo sicuro di te e dei tuoi uomini >
Ayaka fece un passo indietro, cercando di tenere d'occhio entrambi e non farsi scappare nemmeno una parola. Intanto il ragazzo, Kyle, continuava a infierire sull'orgoglio del proprio master < Sei sempre stato uno stolto, credevi che una volta presa la posizione di master ti sarebbe andato tutto liscio, eh? Credevi davvero questo? Mi dispiace deluderti ma sei e resterai sempre una nullità >
L'uomo scoppiò e, in un impeto di rabbia, mandò in frantumi i bicchieri e i boccali capovolgendo un tavolo e distruggendo alcuni pilastri che sostenevano il tetto.
Non ci voleva un genio per capire che quella costruzione era stata fatta con i piedi e che prima o poi sarebbe crollata.
< Se sei così forte perché non lo dimostri? Coraggio, Esteban, attaccami > il tono di voce di quel ragazzo sembava quasi serafico, come un diavolo che tenta di sedurre e indurre al peccato un'anima pura e buona (per quanto il master di Bloody Rose potesse essere puro e buono).
Il master ringhiò mostrando i denti < E va bene! L'hai voluto tu! EDERA! > un groviglio di piante sbucò fuori dal terreno e si legarono alle gambe e alle braccia di Kyle, un Kyle per nulla spaventato di poter essere strangolato da quelle cose.
Anzi, ghignò < Sei proprio patetico > con la forza strappò l'edera che gli bloccava il braccio destro e lo indirizzò verso il proprio master < BLACK WIND > e dalla sua mano partirono raffiche di vento nero che andarono a tagliare tutto quello che si trovavano davanti.
Ayaka restò immobile e senza parole nel constatare che era proprio come pensava, non era necessario il titolo di master per essere considerato il più forte, almeno non in quella circostanza.
Il master Esteban cadde a terra con un tonfo, dalle ferite sgorgava sangue scarlatto che andava a sporcare il pavimento marcio.
Ayaka sgranò gli occhi.
< Ora che ne dici di iniziare noi due, bella bambolina? > Ayaka, tanto impegnata a fissare il corpo dell'ex master steso di pancia, che venne prese alla sprovvista e l'ennesima raffica di vento, questa volta non dal colore nero, la fece sbattere prima contro il soffitto, di faccia, e poi con la schiena contro uno dei tavoli sentendo la pelle venire tagliata dalle scheggie di vetro dei bicchieri che si ritrovava sotto.
In pochi secondi Kyle le fu sopra, seduto sulla sua pancia e piegato in avanti, Ayaka sentiva i polsi stretti dalle sue mani < Come diavolo ti è saltato in mente? Era il tuo master, un tuo compagno, come... come hai...? >
Kyle alzò gli occhi al cielo, annoiato dalla faccenda ma si mostrò letteralmente più interessato quando si rese conto di avere a disposizione il corpo di una donna, una bella donna tra l'altro. Al che Ayaka rabbrividì dal disgusto.
Prima che potesse anche solo pensare, il ragazzo cominciò a parlare mentre sentiva il vento attorno a lei sfiorarle indecentemente i fianchi e il seno come se fosse lui a toccarla < In realtà non sono altro che un infiltrato, lavoro per una gilda oscura molto forte e potente di questa che studia e cerca di produrre nuovi tipi di magia attraverso Lachrima. Ma è la tua magia a interessarmi maggiormente... Come avrai già capito io utilizzo la magia del vento... >
Ayaka si morse internamente le labbra mentre lui azzardava a leccarle l'orecchio con la punta della lingua < La tua magia è il Take Over, dico bene? Ma di una forma ancora più entusiasmante... Questo tipo di magia consente di acquisire le sembianze di una qualsiasi creatura una volta sconfitta... ma non riesco a capire cosa sei >
Ayaka si lasciò andare in un sorriso sarcastico che gli fece inarcare un sopracciglio < Non lo sai, eh? > a quel punto un vento caldo, più forte e violento del precedente fece allontanare Kyle dalla giovane che intanto si mise in piedi sul tavolo.
I disegni sulle braccia di Ayaka brillavano e si muovevano, giravano arrivando alle spalle, quelli sulle gambe si fecero ancora più evidenti (perché prima non si vedevano nemmeno) e cominciarono a danzare anche quelli giungendo fino al bacino.
Il corpo di Ayaka sembrava una tela vivente e quelli che sembravano tatuaggi le attraversavano tutto il corpo senza risultare troppo sgargianti o vistosi.
Erano semplici linee, piccoli uccellini che sembravano volarle sulla pelle.
< Il nome Fairy Tail deriva dalla domanda "le fate hanno la coda?", l'ho letto in un libro > cominciò e le punte dei capelli biondi divennero quasi del tutto bianchi, così come gli occhi si colorarono dello stesso colore della neve candida < E poi c'era quella domanda "ma le fate esistono ancora?" che mi tartassava ogni giorno, ogni notte... finché poi non ho avuto la conferma >
Kyler rise < Non dirmi che ti sei trovata di fronte una vera fata perché non ci credo! Le fate non esistono... mettetevelo bene in testa >
Ayaka si ritrovò a sghignazzare < Non una fata > alzò le braccia ai lati cosicché una lucente aura argentata potesse investirla insieme a un vento questa volta gentile che le sollevava i capelli e l'orlo del vestito < Ma una miriade! >
Il ventò investì Kyle in pieno, costringendolo a fare due passi indietro per non cadere. Gli occhi sbarrati in evidente sorpresa, ormai tornati rosa chiaro, che fissavano Ayaka, sospesa quasi al soffitto.
Mostrava un sorrisetto soddisfatto e ironico < Allora? Cominciamo anche noi due? > fece lei, ripetendo le medesime parole che Kyle aveva pronunciato poco prima.
< Ho capito chi sei > disse lui scuotendo la testa con un sorriso amaro sulle labbra < Certamente non sei famosa col nome di Ayaka, ma ho capito! Tu sei... Guardian Fairy, la Guardiana della Fate! >
Ayaka sghignazzò cambiando radicalmente espressione, uno sguardo omicida che fece rabbrividire persino Kyle < E ora vediamo se avrai di nuovo voglia di importunare le ragazze, pervertito!! FAIRY SOUL!! >














































ANGOLINO DI AYAKA-KUN (Perchè in fondo sono un maschio)


Salve a tutti!
Benvenuti! Questa à la mia prima storia OC (o meglio, la mia prima storia in assoluto qui su Efp) e ho pensato sarebbe stato carino iniziare così... vi presento quindi una storia OC basata sull’anime/manga Fairy Tail!

Ed ecco la trama:
_Sono passati vent'anni.
La gilda di Fairy Tail è scomparsa.
Nessuno sa cosa le sia successo, dove siano i suoi membri, perché sono spariti tutti... ma c'è una ragazza, Ayaka, che decide di riformare Fairy Tail con lo scopo di ritrovarne i componenti e, tra loro, anche suo padre.
Comincia quindi la nuova storia di Fairy Tail, tra misteri e risate, combattimenti senza fine e storie di famiglia ma Ayaka ritroverà finalmente quello che stava cercando?
_

La protagonista, come si è capito, è Ayaka  (Senza Cognome) che, per chi lo volesse sapere, significa “Fiore colorato” ma andiamo oltre... la ragazza (diciannove anni circa) non ricorda nulla del suo passato, dei suoi genitori e del luogo in cui è nata, sa soltanto che suo padre faceva parte della più potente gilda di Fiore. Quando ovviamente si reca a Magnolia, sperando di trovarlo, scopre in realtà che, appunto, la gilda non c’è più e che sono tutti scomparsi per cause misteriose, ragion per cui decide di ritrovarli. Ma non può farlo da sola, quindi, mette insieme alcuni amici vecchi e nuovi e forma (di nuovo) Fairy Tail... chissà se riuscirà nel suo intento... e  chi è suo padre? E sua madre? Eh boh... ^-^ Sorpresa!!

Non ho partecipato a nessuna storia OC ma ne ho lette alcune (senza mai recensire, perdonatemi!) e l’idea di collaborare con voi mi è piaciuta subito.
Però sono una persona puntigliosa ed esigente (e credetemi, potrebbero essere più che dei semplici difetti) quindi potrebbe anche essere che non tutti gli OC che mi invierete parteciperanno (farò quindi una specie di selezione)... ma non voglio scoraggiarvi!

La storia è ambientata nel continente Ishgar, nel regno di Fiore... ma il luogo d’origine degli OC potrebbe essere qualunque, ma per questi dettagli aspettate la scheda ^-^!
È inoltre ambientata venti anni dopo i fatti narrati (ah, potrebbero esserci spoiler per chi non ha letto gli ultimi capitoli del manga ma per quanto riguarda la fine della guerra tra Fairy Tail e il continente di Alvarez, beh, sappiate che inventerò tutto quindi non prendete alla lettera tutto quello che scriverò!) e quindi penserete (alcuni) di poter inviare OC di eventuali figli (es: di Natsu e Lucy) ma mi dispiace... l’unica progenie degli ex membri di Fairy Tail sarà Ayaka (e forse qualcun altro se ne ho necessariamente bisogno, chi lo sa...?!).

Andando avanti... ecco la scheda (il “soprannome” e lo "scopo" possono essere omessi):
NOME:
SOPRANNOME:
SESSO:
ETA':
RAZZA:
PROFESSIONE:
RESIDENZA:
LUOGO DI PROVENIENZA:
SIMBOLO DELLA GILDA: (dove sta? Sulla spalla? Sulla gamba? Sul sedere? Sulla fronte? Doooov'è?! ^-^)
STATURA:
CAPELLI:
OCCHI:
ABBIGLIAMENTO: (va bene anche genericamente, tipo "di solito indossa una camicetta con un paio di pantaloncini e stivaletti" poi magari aggiungo io dei dettagli per non farli vestire SEMPRE allo stesso modo ^-^)
SEGNI PARTICOLARI: (Se ha un colore della pelle particolare, ecc...)
CARATTERE: (qui potete scrivere di tutto...)
QUALITA’:
DIFETTI:
AMA:
ODIA:
MAGIA: (potete anche inventarne di nuove e non vi dimenticate i nomi e le descrizioni degli attacchi)
PUNTI DI FORZA:
PUNTI DI DEBOLEZZA:
SCOPO: (potrebbe anche essere che, per la maggior parte dei casi, i vostri OC hanno scelto di entrare nella gilda perché si sentono soli... poveri piccini...)
PASSATO: (se ci sono personaggi che hanno perso la sorella o il fratello o i genitori o il maestro o non so... magari fate di loro una breve descrizione che, in caso di bisogno, vedo se posso sorprendevi!)
ALTRO:
FOTO: (Se prendete spunto da un'immagine per l'aspetto fisico e sapete mandarla - perchè IO non ne sono capace, anzi, se me lo vorreste insegnare così potrei anche disegnare i vostri OC e farveli vedere - ... beh... mandatela)

Ora arriva la parte difficile... avrei bisogno di alcuni OC specifici, tipo con una magia specifica o un ruolo specifico.
Ad esempio:
- Un OC che lavori come cuoco/barista/cameriere che non sappia usare la magia e che, al limite, potrebbe iniziare a imparare la magia nel corso della storia.
- Un OC anziano, magari il classico topo di bibblioteca, poi per il resto è tutto nelle vostre mani,
- Due OC gemelli (due femmine, due maschi, un maschio e una femmina... è uguale).
- Magari anche qualche Madre&Figlio/a o Padre&Figlio/a o una mamma in dolce attesa, booooh!
- Anche qualche abitante di Magnolia senza magia, un lavoratore o che so io... meravigliatemi!
Per questi specifici OC si dovrebbe "prenotare" attraverso le recensioni se vi è possibile. Così come è vietato (assolutamentissimo) di inserire schede OC nella recensione... ma questo penso lo sappiate già, almeno così si eviteranno spoiler per voi lettori...

Altra cosa: sbizzarritevi, rendeteli quasi veri ma senza dimenticare comici, c.o.m.i.c.i! Variate, siate originali (anche se non ne dubito visto che mi sto rivolgendo a lettori/scrittori di Efp!) e intriganti... sappiate che a me piacciono i colpi di scena quindi se di alcuni ci sono cose che, se scoperte, portano a un'inibizione totale per circa un mese allora ecco!, è esattamente quello che voglio!
Anche qualche adulto non sarebbe sgradito!

Ultima cosa, credo: mi servirebbe anche sapere nomi e descrizioni delle magie, quindi tipo il Water Lock di Lluvia è caratterizzato dall'acqua che assume una forma blablabla... chiaro?
E ora...? Niente?

Ah, per adesso avrei bisogno solo di dieci OC, potete mandarmene anche di più ma all'inizio ne compariranno solo dieci... anche perché se li faccio comparire subito all'improvviso poi uno non riesce più a capire chi è chi, come sono fisicamente, caratterialmente e si confonde...

Ultima cosa, serio: Quindi nella recensione scrivere (magari anche) il sesso del personaggio così mi regolo e in quale fascia di età rientra, se è uno degli OC speciali (quelli di sopra) e specificare quale senza però dare troppe informazioni altrimenti (come sopra) non c'è più la sorpresa e... magari anche il tipo di magia cosicché non ci siano troppe magie simili o uguali... i "segni particolari" perché non vorrei sceglieste (che so!) lo stesso tatuaggio nello stesso posto... non sarebbe più un segno particolare, che vi contraddistingue, no? ah, anche quanti OC pensate di mandare (massimo 2 tranne che in situazioni particolari)... GRAZIE!




Non ho ancora finito... (uffa!) in realtà avrei bisogno anche di qualche cattivone da far perdere quindi, se avete fantasia nel creare degli strani antagonisti (perché io li faccio troppo... emh... cattivi) aiutatemi... vi preego! La scheda è bene o male la stessa, tranne qualche variante... (come sempre il "soprannome" e lo "scopo" possono essere omessi ma qui anche il "passato" può essere omesso, in quanto saranno i buoni a essere sulla scena per tutto il tempo)
NOME:
SOPRANNOME:
SESSO:
ETA':
RAZZA:
PROFESSIONE: 
STATURA:
CAPELLI:
OCCHI:
ABBIGLIAMENTO:
SEGNI PARTICOLARI:
CARATTERE: (fateli cattivi... ma diversi)
AMA:
ODIA:
MAGIA: (non vi dimenticate i nomi e le descrizioni degli attacchi)
SCOPO:
PASSATO:
ALTRO:
Come anche per i buoni, dire nella recensione il tipo di magia, il "segni particolari" e il sesso, in questo caso gli OC speciali non ci sono quindi soltanto questo, anche perché l'età non è importante... (forse)




Penso abbia finito... finalmente!!!!
Ultimissima cosa, sicurosicuro: all'inizio forse vi sembrerà che qualche personaggio non sia come quello inviatomi ma... tranquilli! E' tutto calcolato! ^-^
Se ci sono dubbi, incertezze, o altro non esitate… nonostante sia così puntigliosa non mangio nessuno (tranne forse i fratellini insopportabili)!

Bene, direi di salutarci e sperare che partecipino in tanti... Che i Kami mi aiutino...!!




 
GRAZIE DAVVERO A TUTTI!

 

 

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Capitolo 2
*** Una situazione spiacevole ***


Un enorme saluto da Ayaka! Questo è un piccolissimo spazio per dirvi che mi dispiace di avervi fatto aspettare per il secondo capitolo ma ho avuto dei problemi di connessione, avrei potuto aggiornare esattamente il 4 Luglio con la presentazione di questi primi personaggi... tutta colpa di Ciro (sappiatelo!)

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE


Capitolo 02

Una situazione spiacevole

 

 

Se gliel'avessero raccontato non ci avrebbe creduto.
Assolutamente no! Eppure era successo, proprio lì, a Magnolia, esattamente dopo dodici ore che era arrivata, aveva combinato un bel casino e ci era finita dentro con tutte le scarpe... e non era sola, purtroppo.
Si scambiò un'occhiata con il ragazzo che condivideva la sua fine, per nulla afflitto, come se fosse abituato a certe situazioni, mentre gli altri due se ne stavano seduti (senza manette anti-magia, dannazione!) a fissarli e confabulare tra loro.
Stavano parlando della loro fedina penale, ne era sicura. Ma non riusciva a pensare mentre ascoltava involontariamente quella specie di mantra che recitava il suo compagno di svenute. Si chiese come diavolo potesse essere successo. Perchè? Cos'aveva scritto in fronte?, "raccoglitrice di pazzi" per caso? Sospirò cercando nello stesso momento di allentare quelle stupidissime manette.
Nulla, le prosciugavano tutte le energie.
Poi si ritrovò a fissare il compagno che la fissava con occhi a metà tra quelli di un bambino che era costretto a mangiare i broccoli (i broccoli a lei piacevano e le erano sempre piaciuti, la sola cosa che si ricordava di sua madre era che le faceva mangiare di tutto altrimenti... boh, non se lo ricordava) e quelli di una zitella quando chiacchiera con una donna bellissima, sposata e cinque pupattoli da tenere a bada. Cos'era, uno strano giocattolo malandato?
Non c'era solo lui, ma anche i fratelli (in realtà fratello e sorella) che  ogni tanto le lanciavano un'occhiata. Si era ritrovata in una situazione strana, insopportabile e brutta. Bruttissima.
Che poi... chi era tutta quella gente arrivata all'improvviso?!

 

Poco tempo prima...

Attivato il FAIRY SOUL, Ayaka era certa di avere la vittoria in pugno. Non era l'unica trasformazione che il suo tipo di magia le permetteva, dunque anche se il suo vento non avesse avuto la meglio c'era sempre il suo asso nella manica.
Eppure qualcosa l'aveva atterrita. Per meglio dire, atterrata, e non stava parlando di Kyle, il mago del vento che le era davanti.
Il fatto comico era che Ayaka, presa notevolmente alla sprovvista, così come anche il nemico che si ritrovò con gli occhi sgranati dalla sorpresa, dallo stupore, da... qualcosa di non meglio identificato. Sta' di fatto che qualcuno aveva inavvertitamente sfondato la porta della gilda, si era lasciato cadere addosso alla maga che, non riuscendo a decidere se cercare di attutire la caduta (cosa leggermente impossibile in un millesimo di secondo) o accertarsi che Kyle non facesse mosse azzardate, perse inevitabilmente l'equilibrio e la concentrazione... e caddero.
Ayaka sentì il respiro interrompersi per un attimo, il tempo di chiudere e riaprire gli occhi che era a terra, stesa a pancia in su, con qualcosa di pesante addosso.
Restò immobile, allucinata e con gli occhi da sembrare due palle. Perché?, si chiese, Perché in un momento simile e perché a me?
Un mugugno attirò la sua attenzione, proveniva verso il basso e le venne d'istinto quindi abbassare il capo, cercando di individuare l'intruso. Il tutto mentre Kyle faceva un'alzata di spalle, davvero teatrale. Grazie.
< Ohi! > esclamò l'intruso alzando la faccia di qualche centimetro e ritrovandosi a fissare gli occhi grigi di Ayaka (lui li aveva blu), ancora frastornata. Poi lei le sentì. Ancor prima di vederle, percepiva le mani di quel ragazzo sui suoi seni, come se nulla fosse, e si sentì piccola e fragile per la prima volta in tutta la sua vita.
Come da programma, Ayaka diventò rossa come un pomodoro troppo maturo.
< Scusa... > fece lui, un sorriso smagliante stampato sulla faccia < Tutto bene? >
Ayaka aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì niente. Le vene del collo pulsavano pericolosamente, socchiuse gli occhi all'improvviso diventati affilati e il vento tornò prepotentemente a vorticare per la sala.
Il ragazzo non fece in tempo a guardarsi attorno che venne spintonato fuori, Kyle giurò di aver visto un piede fatto interamente di aria dargli un calcio sul sedere e mandarlo fuori, mentre la maga si rialzava coprendosi il petto, affannata. Arrabbiata. Infuriata.
Tornò a guardare Kyle < Ora mi sfogherò su di te... > sibilò, era terrificante.
Il mago del vento si preparò all'attacco, alzò un braccio e ghignò in direzione della ragazza < HOT LASH > e una potente frusta fatta di vento caldo si abbattè su Ayaka.
Nessuno dei due però si aspettava che il ragazzo di prima sarebbe tornato, sulle sue gambe, a intromettersi tra loro ma soprattutto non si aspettavano che sarebbe arrivato dal tetto. Questa volta però ci pensò Kyle che, rinunciando a colpire la Guardiana delle Fate, prese in pieno il nuovo arrivato, lanciandolo fuori di nuovo, attraverso uno dei tanti buchi che quell'edificio presentava.
< Qua sono tutti matti... > gracchiò la bionda con un sopracciglio alzato, per poi tornare a concentrarsi sul combattimento < Ma adesso non ci disturberà più nessuno, preparati a essere preso a calci nel didietro! >
< Ora basta! Mi sono stancato! > gridò una voce < FURIA DEL DEMONE DI FUOCO!! > e Ayaka fece appena in tempo a schivare un potente soffio di fuoco blu.
Guardò verso l'entrata e restò esterrefatta < Ma che...? > il ragazzo di prima, quello che le era caduto sopra, che le aveva toccato i seni, che aveva lanciato fuori e che successivamente anche Kyle aveva provveduto a mandare lontano.
Non tanto lontano, visto che era già lì. Di nuovo.
La maga si riscosse solo in un secondo momento < Ma tu chi diamine sei? Che ci fai qui? Stavo lavorando! > esclamò lei con i pugni stretti lungo i fianchi snelli.
Il rosso, perché aveva i capelli rossi con un ciuffetto di lato, prese a guardare prima lei, poi Kyle dall'altra parte. Avevano formato un triangolo perfetto.
< Io sono Kasai. Piuttosto sono io che sto lavorando, devo distruggere la gilda oscura Bloody Rose quindi se hai intenzione di intralciarmi, non mi tirerò indietro solo perché sei una donna! > detto ciò, non la lasciò nemmeno parlare, si lanciò all'attacco mentre nella sua mano iniziarono a concentrarsi delle pericolose fiamme blu < PUGNO DI FERRO DEL DEMONE DI FUOCO! >
Ayaka cacciò un urlo, aveva capito ormai che il ragazzo poteva essere veloce nei movimenti, ma tutta quella situazione le sembrava fin troppo strana per permetterle di pensare e aver schivato quell'attacco all'ultimo le fece salire l'adrenalina.
Kyle si mise le mani nelle tasche dei pantaloni scuri e con un'alzata di spalle si girò per andarsene e fare come se la rissa appena scoppiata lì dentro non fosse affar suo.
Però il rosso, Kasai, non si era fatto sfuggire i suoi movimenti e lasciò stare per un attimo la maga e si fiondò su di lui < Dove pensi di andare? Guarda che ce n'è anche per te! PUGNO DI FERRO DEL- EH?! >
Ayaka assottigliò lo sguardo, fattosi ancora più crudele di prima, e, piegandosi prima sul pavimento per darsi la giusta spinta, grazie allo SPEED FLY aveva interrotto l'attacco di Kasai e velocissima aveva raggiunto Kyle prima di lui.
Caricò il destro, ricoperto da una sfera di vento compressa e gliela schiacciò sul petto < WIND IMPACT! > e Kyle venne sbalzato all'indietro mentre il corpo di Ayaka tornava a essere una tela vivente.
Kasai, leggermente adirato per l'essere stato messo da parte, cominciò a creare palle di fuoco dalle mani, blu proprio come il colore dei suoi occhi < Ah sì, eh? Allora beccatevi queste! >
Ayaka schivò abilmente l'attacco levandosi in aria mentre Kyle, ancora a terra le arrestò tramite il suo vento nero.
Il moro si rialzò subito dopo e, spolverandosi i vestiti scuri, si lasciò sfuggire una risata di scherno < Siete patetici... piuttosto Guardiana delle Fate, tutto qui il tuo potere? Pensavo di avere a che fare con una maga fortissima... e invece... >
< Forse il vento non è la migliore arma contro di te ma stai certo che ce la farò, brutto pervertito! > poi Ayaka si rese conto di ciò che il nemico stava veramente guardando e arrossì di botto < E smettila di guardarmi il seno! >
Ayaka raccolse tutto il vento e lo compresse nuovamente, questa volta in una sfera più piccola e sogghignò < Questa volta ti distruggo >
< Ma allora tu non fai parte di Bloody Rose...? > fece il rosso indicandola, intromettendosi nella conversazione. Ayaka scosse la testa e allora Kasai sorrise, lo stesso sorriso che aveva fatto qualche minuto prima, quando le stava involontariamente stringendo i seni < In questo caso è tutto apposto! Perché non me l'hai detto subito? >
Alla bionda mancava poco per esplodere < Sei tu che non mi ha fatta nemmeno parlare! > poi però tornò seria, si concentrò sul vento attorno a loro < Possiamo collaborare, che ne dici? >
Kasai valutò seriamente l'opzione.
Quella ragazza, nonostante il colore di capelli, sembrava una tipa apposto e lui, non si faceva mica tanti problemi con una nuova. L'aveva scambiata per una criminale, cinque secondi prima!
< D'accordo >
Kyle sbuffò, ormai per nulla divertito dalla cosa < Due contro uno però non vale, siete scorretti >
Ayaka stava per ribattere ma venne brutalmente interrotta di Kasai che, intanto, sembrava sull'orlo del baratro < Ha ragione! Sei scorretta! Combatto io! >
< Oh, non vi affannate... > sghignazzò Kyle.
Ayaka, con tutta la buona volontà, cercò di mantenere la calma e posatasi una mano sul cuore, fece dei profondi respiri.
Intanto però Kyle si era stufato e, approfittando della distrazione di quei due (uno spiegava che non era una bella cosa barare e l'altra annuiva dandogli ragione - in realtà non capiva questo suo cambiamento improvviso ), alzò le mani  verso di loro con un ghigno < BLACK WIND! >
Immediatamente dopo un soffio nero si gettò sui due avversari.
Ayaka fu la prima a capire che quell'attacco era lo stesso che aveva messo KO Esteban, il master della gilda e capì anche come poter sconfiggere un simile rifiuto che annientava i suoi stessi compagni (un infiltrato? a lei non importava) perciò afferrò Kasai per un braccio.
Successe tutto in un attimo, Kasai si ritrovò lontano dalla maga, calvalcando un'onda fatta di vento caldo che evitò il tornado di vento nero  e che a breve si sarebbe abbattuta contro Kyle.
Il giovane capì subito il piano e in attimo le sua mani si incendiarono.
Tale fuoco modificò la sua forma e prima che il nemico potesse solo accorgersi di cosa stava per fare, Kasai formò una falce di fuoco e affondò.
Kyle fu costretto a retrocedere e fermare l'incantesimo che, intanto, Ayaka provvedeva a bloccare con una barriera a tre strati di vento.
< Ahah! Ho capito! > esclamò il rosso, una volta ingaggiato un combattimento corpo a corpo, mirando principalmente a non fargli usare le braccia.
Kyle si limitò a evitare gli affondi della falce di fuoco mentre Ayaka, dietro di loro, recuperava il fiato, intanto (cosa un po' controproducente) parlava < Tu non riesci a utilizzare la magia senza inevitabilmente usare le mani, non è vero? Anche prima, indirizzavi i tuoi attacchi con le mani e, in caso non riesca a farlo, il tuo vento va per i fatti suoi... > intanto un piacevole vento caldo riempì la stanza gilda, senza che Ayaka si muovesse mentre Kasai aveva già dato fuoco alla giacca elegante che indossava il nemico procurandogli un non indifferente taglio sulla spalla sinistra < Kasai! Via! >
Il rosso fece scomparire la falce e contemporaneamente infuocò i piedi che gli diedero la spinta necessaria per lanciarsi a missile fuori dalla gilda.
Intanto Kyle alzava l'unico braccio nel tentativo di respingere l'attacco che a breve Ayaka gli avrebbe lanciato contro. Infatti la bionda fece comparire un cerchio magico sulla sua mano di colore argento, si piegò all'indietro e così facendo lo indirizzò verso Kyle.
< WIND'S CANNON! >
Successe tutto in pochissimi secondi: tutto i vento che Ayaka aveva accumulato dentro e fuori la gilda si concentrò nel cerchio magico per poi essere potenziato di almeno dieci volte e lanciato verso il nemico.
La gilda inevitabilmente crollò.
Ayaka era in mezzo alle macerie, in piedi, tornata normale e con il fiatone... ma estremamente soddisfatta di se stessa < L'avevo detto io che il mio vento avrebbe vinto > cadde a sedere e si mise a guardare il cielo pieno di stelle.
Aveva fatto qualcosa di buono quel giorno e il sorriso spontaneo sulle labbra ne era la prova, aveva voglia di festeggiare!
< Uffa, avrei voluto dargli io il colpo di grazia...! > esclamò scocciato il rosso, che intanto l'aveva raggiunta con le mani nelle tasche dei pantaloni blu < Certo però che sei stata brava... fai parte di una gilda? >
Ayaka sospirò, ancora un po' intontita < No. In realtà ne sto cercando una... tu? >
Quello fa un'alzata di spalle < Sono un mercenario. Lavoro da solo da quando avevo dieci anni... ma come mai quello lì ti ha chiamata Guardiana delle Fate? >
La bionda si alzò da terra e si spolverò la gonna di jeans dalla polvere < Tu hai mai visto le fate? > gli chiese a bruciapelo unendo le mani dietro la schiena e sorridendo allegra. Al "no" confuso di Kasai, lei sorrise ancora di più e si strinse nelle spalle < Io sono la loro guardiana! >
< E io che pensavo di conoscere ormai ogni tipo di magia esistente! >

 


< Che cos'ho che non va, sentiamo? > sibilò lei, assottigliando gli occhi a due fessure mentre l'altro non la smetteva di guardarla in quella maniera contorna.
Poi alzò le spalle fasciate in una giacca rossa dai bordi azzurri e spiegò, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, il perché la stava guardando così < Sei... troppo... bionda...! >
Era successo tutto quel casino, avevano combattuto schiena contro schiena (metaforicamente parlando) contro un mago del vento nero e... che diceva? Che era bionda? Si era guardata allo specchio tante di quelle volte che aveva capito di avere i capelli biondi.

< Ah sì? >
Lui annuì convinto.
Appena sarebbe stata libera da quelle manette, Ayaka giurò a se stessa di pestarlo a dovere. Gli avrebbe fatto tanto male da doverlo ricordare per tutta la vita, l'avrebbe aperto e richiuso talmente tante volte che non ci sarebbero stati più nemmeno cinque centimetri di pelle senza una cicatrice, ci avrebbe giocato fino alla sua morte, l'avrebbe... Ayaka si morsicò il labbro inferiore, consapevole di stare esagerando < Prega che quei due cacciatori di taglie ci liberino dopo che la mia ira sia sbollita, rosso. Pregalo con tutto te stesso >

 


Pochissimo tempo prima...

Distrutta la gilda, pensarono di tornare ognuno da dove era venuto. O per lo meno di andare per la loro strada. Anche se Ayaka aveva qualche altra cosa da fare lì a Magnolia, non si sarebbe arresa tanto facilmente.
Comunque decisero di passare la notte lì, alla locanda The Lightmoon. La notte passò relativamente bene, Ayaka si era addormentata non appena bendate quelle brutte ferite e si era ripromessa di chiedere maggiori informazioni il mattino seguente, magari proprio al ragazzo che aveva appena conosciuto.
Peccato per un piccolo inconveniente. Quell'inconveniente che capitò esattamente alle sette di mattina che la svegliò facendola quasi cadere dal letto.
Urla e grida isteriche venivano dalla camera vicino alla sua ma ci mise un po’ per riconoscere la voce di uno degli urlanti. Si spalmò una mano sulla faccia, si sistemò gli abiti con cui era andata a dormire e aprì la porta, i capelli biondi e lunghi ancora più in disordine di come li aveva il giorno prima, non sembrano più nemmeno dei boccoli.
Appena aperta la porta si ritrovò davanti una scena che definire esilarante era poco. Se ci fosse stato uno specchio si sarebbe messa a ridere per gli occhi a palla, la bocca spalancata, le gote lievemente arrossate e le spalle rigide: stavamo scherzando?
Chiuse gli occhi, cercando di comportarsi normalmente ma la questione era: perché era tutto bruciacchiato e perché Kasai (il rosso del giorno prima) era praticamente con solo le mutande addosso e chi erano quelle due povere ragazze in asciugamano?, perché era evidente che non lavorassero lì...
< Ma che...? > stava per chiedere delucidazioni sull’accaduto quando una lampadina si accese nella sua mente portandola a sgranare ancora di più gli occhi. Magnolia, la città dei matti, l'avrebbe ribattezzata.
Una delle due ragazze, quella indubbiamente più alta delle due e dai lunghissimi capelli neri come la notte, piantò il piede a terra con una forza tale che Ayaka credette stesse per rompersi in mille pezzi mentre fissava il rosso con uno sguardo indubbiamente incazzato < Chi diavolo ti ha detto che potevi entrare nel bagno delle ragazze, brutto pervertito! >
< Guarda che io stavo cercando la stanza di una mia amica... non l'ho fatto apposta > spiegò con tutta calma Kasai che non appena si rese conto di avere Ayaka a qualche metro di distanza (allibita, precisiamo) salutò con la mano e un sorriso a trentadue denti < Ohi! Ciao Ayaka! Ti stavo cercando >
La bionda non fece in tempo a dire o a pensare nulla che un ringhio si levò nell'aria < Non inventarti scuse e non ignorarmi, razza di imbecille! >
Ayaka decise che era una cosa buona ignare tutto quello che era successo o che stava per succedere quindi afferrò l'altra povera ragazza (bionda anche lei, per la gioia di Kasai) e la condusse nella sua camera senza proferire una sola parola.
Poco dopo poté sentire i rumori che quei due stavano facendo nel corridoio (sentì anche puzza di bruciato ma non voleva crederci e non ne aveva voglia) mentre la piccolina si rannicchiava, rossa come un pomodoro, sul letto ringraziando e tremando come una foglia.
Ayaka si ritrovò a sospirare < Tutto bene? Non devi sentirti in imbarazzo... cioè, è abbastanza normale, dopotutto potrebbe averti visto nuda ma non l'ha fatto apposta, almeno credo... cioè, per quel poco che lo conosco non credo che... emh... eheh... > non era capace di consolare una povera anima in pena e che era quasi affogata nella vergogna più totale.
Era rossa persino lei che soltanto immaginava come potesse essersi sentita. Povera piccina...
< Io sono Ayaka...! E tu? > provò a presentarsi tendendole la mano candida e mostrandole un sorriso di incoraggiamento.
Lei, dai graziosi occhi brillanti come due ametiste, la guardò all'inizio timorosa ma poi si lasciò andare in un sorriso intimidito < Alice Rabbit... piacere >
Ayaka in quel momento sentì che la temperatura stava aumentando e non era certamente il riscaldamento accesso e voltandosi verso la porta poté notare come del vapore stesse entrando dalla fessura sotto la porta. Si ricordò di stare lontana da gente anormale come Kasai o l'altra ragazza (quella mora) perché sapeva che neanche lei scherzava.
< Che succede qui?! > gridò spalancando la porta, i nervi a fior di pelle e Alice non poté non domandarsi se quella strana ragazza soffrisse di personalità multiple < Si può sapere che state facendo?! Questa è una locanda!, non un posto dove... potete... EH?! >
Ayaka si ritrovò di fronte a niente di meno che a uno scontro tra Kasai e una ragazza indubbiamente simile alla moretta vista prima ma dai capelli di un blu acceso < Che succede...? >
< Questa ci vuole arrestare!! > sbottò Kasai sbattendo i pugni infuocati l'uno contro l'altro < Dice che ci hanno denunciato per disturbi alla quiete pubblica... ma non è vero! >
Ayaka inclinò il capo < Quiete pubblica? > stranita, la maga del Take Over cercò di analizzare bene la situazione osservando lo spazio attorno a loro. Il corridoio era desolato se non fosse per quei due, segno che Kasai, doveva essersi trattenuto o che la sua magia fosse stata in parte "neutralizzata" e pensò al vapore visto un attimo prima < Ma quando? >
Una maga dell'acqua senza dubbio, pensò la bionda pronta a qualsiasi mossa.
< Ora basta, mi sono veramente stancato > affermò il rosso assottigliando gli occhi e una strana polvere si diradò attorno a loro, che stranamente però non avvolse Ayaka la quale pensò fosse della cenere.
All'improvviso però, a un comando di Kasai, tale polvere grigia s'incendiò senza lasciare scampo e Ayaka non vide nessuna goccia d'acqua che potesse impedire alle fiamme... di dare fuoco all'edificio!
< Idiota! Ma che ti salta in mente?! Ci hanno già denunciato per chissà quale motivo sulla quiete pubblica e ora tu ti metti a distruggere tutto?! > strillò la bionda maga fuori di sé e agitando braccia e gambe ovunque, mentre un Kasai dubbioso la guardava con un sopracciglio inarcato, indeciso se affibiarle il soprannome di Pazza Lunatica oppure no < Sarà meglio uscire, comunque > aggiunse Ayaka, tornata relativamente calma.
Il ragazzo si disse d'accordo ma si voltò di scatto verso le fiamme che continuavano a divampare dove prima c'era la ragazza. Anche Ayaka trovò strano che il fuoco non si stesse espandendo così come la sua natura lo porterebbe a fare (la locanda poi era fatta di legno, motivo in più per notarlo) e questo fece sgranare gli occhi al giovane mago del fuoco < Che razza di magia ha? >
< Se la mia sorellina viene chiamata "Signora degli Elementi" un motivo ci dovrebbe pur essere, no? > intervenne una voce alle spalle di Kasai.
Nemmeno il tempo di girarsi o parlare o anche solo respirare che il fuoco venne respinto andando a colpire Ayaka che, praticamente sopraffatta dal calore del fuoco che la mandava in confusione, non si accorse nemmeno che Kasai era stato schiacciato a terra da un ragazzo.
Un ragazzo dagli occhi rossi come il sangue e belli come due rubini che riconobbe quasi subito < Aspetta... ma tu sei...? Alèk Black, o sbaglio?! >
Il moretto in questione alzò gli angoli della bocca in un sorriso allegro < Mi dispiace per il trattamento, ragazza, ma non possiamo permettere che due criminali che hanno messo a soqquadro parte della città gironzolino a piede libero come se nulla fosse >
... Criminali...? A soqquadro...?
< Ma che cazzo state dicendo!! > gridò Kasai ma l'altro, che intanto si limitava a stargli seduto sulla schiena, gli fece sbattere nuovamente la faccia sul pavimento.
Ayaka non poté davvero crederci.
Prima Kasai, poi quei due... aveva la faccia da criminale incallita, lei?! Intanto Alice osservava la scena da lontano, intimorita, non sapeva bene cosa fare. Quei quattro erano maghi di tutto rispetto (anche se non aveva ancora visto praticamente di cosa erano capaci Ayaka e il nuovo arrivato) ma era logorata dai dubbi. Quella ragazza tanto gentile ( o pazza) era davvero una cattiva pesona? Il rosso, nonostante fosse entrato nel bagno delle ragazze, era davvero pervertito e crudele? Eppure quando stava per chiarirsi le idee, si ritrovò con uno strano groviglio nello stomaco, una bruttissima sensazione, quella sensazione che aveva imparato a riconoscere e, senza pensarci due volte, scappò nel minuscolo bagno della stanza di Ayaka, ignorata dagli altri che avevano le proprie gatte da pelare.
< Scusa amico, ma devo mettertele... > fu così che Alèk gli mise le manette anti-magia (intanto Kasai sanguinava anche dal naso) per poi legarlo come un salame per evitare che si muovesse troppo.
Ayaka cercò di attivare il suo Fairy Soul ma la consapevolezza di essere con le spalle al muro e di non poter nuocere a delle persone che lavoravano per il bene comune (anche se quella volta avevano decisamente preso un granchio).
Il fuoco si estinse proprio mentre Alèk metteva le manette anche alla maga del Take Over, rivelandole la ragazza di prima, quella dai capelli corvini e lunghi, gli occhi azzurri e un'espressione decisamente diversa da quella di prima < Andiamo Alèk, ci penseremo dopo agli altri... sono pesci piccoli >
Il fratello si ritrovò d'accordo e allora Ayaka si ricordò di aver visto, illustrato nello stesso giornale, anche il viso di quella ragazza. Fredda, glaciale, apparentemente antipatica ma... in una foto dove giocava con alcuni bambini al parco era sembrata decisamente dolce.
< Sei Alexis Black, giusto? Quella cacciatrice di taglie di cui scrivono i reporter del Sourcerer...? > chiese atona la bionda ricevendo un'occhiataccia che la fece rabbrividire.
< Brutto idiota, lasciami!! > urlò Kasai dimenandosi come un'anguilla, il che dava un aspetto comico alla vicenda, tenuto in spalla dal ragazzo dai capelli corvini < Mettimi giù e combattiamo! Ti arrostisco vivo! >
Alèk sbuffò < Andiamo, non costringermi a darti un pugno in testa... potresti anche morire per trauma cranico >
< Non sono così debole come pensi tu! Mollami ho detto! >
I quattro camminarono per molto tempo per le strade di Magnolia, Ayaka ammanettata e di fianco ad Alexis mentre Kasai non la smetteva un attimo di gridare e muoversi, cosa che fece sbuffare le due ragazze più volta.
Finché Alexis non prese la parola < Alèk, ti prego, fallo smettere >
< Ora mi preghi? > rise il maggiore, con evidente sarcasmo < Comunque... come ti chiami, bella signorina? > chiese rivolto alla bionda che si ritrovò sorpresa.
Avrebbe dovuto (e voluto) spiegare il malinteso, che era stato tutto un enorme fraintendimento, che le case incendiate e spazzate via dal vento erano state buttate giù solo per sbaglio, che lei e Kasai avevano sconfitto la gilda di Bloody Rose e che avrebbero solo voluto tornare a fare quello che volevano fare.
Ma (perché c'è un ma) Kasai fece lo stupido, si agitò troppo, scivolò via dalla presa di Alèk (che l'aveva indebolita perché occupato a guardare sua sorella con un'espressione ilare in volto) e cadde sulla testa di Ayaka.
Testa contro testa.
Ayaka svenne (o almeno entrò nella dormiveglia) mentre Kasai tornò a lamentarsi e a minacciare di combustione entrambi i fratelli non appena fosse stato libero da quelle stramaledette manette.

 


Ora...

La villa in cui li avevano portati era gigantesca, una reggia, una specie di castello nella periferia della città di Magnolia, vicino alla foresta che si espandeva ad est ed era sensazionale. La vista dall'alto era incredibile, si riusciva a vedere tutta la città e, dalla parte opposta, la foresta.
Ayaka era rimasta meravigliata da tanta... meraviglia.
Poi erano cominciati i problemi. Aveva raccontato la loro versione dei fatti e cioè che la gilda Bloody Rose era stata sconfitta una volta per tutte nonostante Kyle fosse riuscito a scappare (e al solo nominarlo Kasai quasi lanciò lingue di fuoco, fortuna che aveva le manette anti-magia) e che l'incidente di quella mattina era dovuta alla distrazione del rosso. Niente più e niente meno.
Peccato che poi Alexis aveva ribadito che alcuni cittadini si erano lamentati per le case andate a fuoco durante la notte, per non parlare di quelli che si sono ritrovati senza un tetto sulla testa a causa di improvvise folate di vento.
Ayaka non sapeva davvero come scusarsi. I famosissimi cacciatori di taglie, conosciuti al mondo come la Signora degli Elementi e l'Inarrestabile, erano appena rientrati da una lunghissima missione durata alcuni anni in una zona a nord del continente di Ishgar, più precisamente nel principato di Veronica dove aveva espressamente chiesto il loro intervento, e avevano trovato Magnolia sottosopra. Come se non bastasse, gli indizi li avevano portati alla locanda che, attualmente, contava non meno di 200 mila Jewel di danni.
Danni che avrebbero pagato, non importava chi, ma che avrebbero pagato.
Alla fine i due fratelli si erano messi a confabulare a qualche metro di distanza, lanciando loro qualche occhiata di tanto in tanto sia per controllare che non scappino sia per guardarli in faccia. Secondo Alèk una ragazza non farebbe mai una cosa del genere e Alexis gli diede un pugno sul petto, consapevole però che non gli avrebbe fatto nemmeno il solletico.
< Allora? Li lasciamo andare? Te l'ho detto... a me non sembrano cattive persone. Tranne il rosso, ma quello è più che altro esausto di stare fermo > affermò Alèk con convinzione.
Sua sorella, una tipa parecchio più diffidente del fratello, aspettò qualche minuto prima di essere completamente sicura di poterli liberare. Forse gli abitanti di Magnolia avevano esagerato, non era stata un'azione volontaria. Dopotutto erano tutti mezzi addormentati.
Alexis sbuffò incrociando le braccia sotto al seno e annuì < E va bene... togli le manette e mettiamoci a cercare il fuggitivo... Kyle, dico bene? >
Alèk si alzò di scatto e andò subito a fare quel che sua sorella gli aveva detto, iniziando da Ayaka < Ci dispiace per il pasticcio. Abbiamo preso un enorme granchio... >
< Nulla di che, sul serio > asserì la bionda sospirando.
Ormai non si sentiva nemmeno più le gambe, quelle manette anti-magia la destabilizzavano troppo. Era troppo vulnerabile a quel tipo di cose.
Non si poteva dire lo stesso di Kasai < Non me ne faccio nulla delle tue scuse! Fatti sotto, questa volta non riuscirai a prendermi alla sprovvista! > era ben consapevole però, Kasai, che alla locanda non aveva voluto esagerare. Non aveva alcun motivo per continuare a battersi contro di lui... ma si era sentito male al pensiero di essere stato sconfitto (nonostante non avesse usato i suoi soliti trucchetti) così facilmente.
< E quindi è così? > esclamò una voce terribilmente smielata e zuccherosa che fece sussultare i fratelli Black < I grandissimi Black hanno appena commesso uno sbaglio... che incompetenti >
Kasai smise all'istante di protestare e alzò lo sguardo verso la finestra lasciata aperta, seguito a ruota da tutti gli altri. Ayaka non si capacitò del fatto che entrambi cambiarono subito atteggiamento, appena ebbero sentito quella voce eppure era abbastanza chiaro che non era un gradito ospite in casa loro.
Alexis stava per saltargli addosso ma suo fratello la fermò stringendole il gomito poi, con enorme sorpresa degli ex prigionieri assottigliò gli occhi rubino in due splendide ma letali fessure, uno sguardo capace di uccidere.
Ayaka era convinta di essere una delle poche persone che riusciva a cambiare la propria personalità, facendosi considerare lunatica, strana, pazza... ma mai si sarebbe immaginata che Alèk Black, che si era da subito dimostrato tutt'altro che vuoto e glaciale, si sarebbe messo tra loro (sua sorella compresa) e quel tizio abbindato come una tenda pacchiana con lo sguardo di chi era pronto a uccidere.
< Cosa sei venuto a fare qui, Blast? >
Ayaka in quel momento si ricordò di una delle tante interviste lette sul Sourcerer Magazine (pensò quindi che la situazione stava peggiorando sempre di più), dove assieme alle foto del ragazzo, mentre sconfiggeva una potente gilda che si era stanziata nelle vicinanze della città portuale di Hargeon, il fantasioso reporter parlava di un'antica famiglia.
Una famiglia distrutta e un legame fraterno indissolubile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA!
(Dopo le anticipazioni)

Bene, come già detto precedentemente (sì, prima dell'orrore) scusate il ritardo, il capitolo era prontissimo già per il 4 Luglio, credevo che domenica scorsa sarebbe venuto Ciro (dannato!) a mettere il WiFi ma niente... si è presentato ieri sera ma po ho scoperto che il mio PC non mi fa pubblicare in maniera decente ed ecco il perché della scrittura ORRENDA, non ho potuto mettere dimensione e carattere come volevo io...! T.T Voglio sotterrarmi... (ho cercato di usare il computer di mio padre ma indovinate? R.O.T.T.O... sono andata fino a lì per NULLA?!)

Ma passando alle cose importanti... cosa ve ne pare del secondo capitolo? In realtà non era previsto che apparisse anche il personaggio di Alice (NoProblem, avrà la sua entrata a effetto in un secondo momento, mi son dovuta concentrare maggiormente sui fratelli Black) e nemmeno quello a fine capitolo (quello dalla voce smielata e zuccherosa, e sì, sarebbe un maschio anche se strano). Essendo però in ritardo ho voluto aggiungerli anche se la scena di Kasai che entra accidentalmente nel bagno femminile sembra un po' messa lì per caso... tanto per presentarci Alexis o no?

Vi presento quindi Kasai (OC di Ricky Blake, grandioso!, non ho accennato quasi a nulla di lui se non la magia che usa... anche se OVVIAMENTE c'è dell'altro, ma l'ho detto, volevo concentrarmi sui fratelli Black, anche perché sono stati i primi a essermi inviati se ben ricordo) un mercenario che usa appunto la magia del fuoco - blu - e che odia le bionde (e già ci sono due bionde in circolazione, mi dispiace, povero Kasai...).

Poi Alice Rabbit (OC di Shirona, bellissimo anche il tuo!, ti prometto che presto o tardi la piccola Alice si farà valere... ah!, c'è un particolare di Alice che è facilmente individuabile dal capitolo, una sua paura... riuscite a capire qual è?)

Infine Alexis e Alèk Black (OC di Mary90_p, la fine del mondo!, il prossimo capitolo, come avrete potuto capire parlerà di loro o almeno Ayaka capirà qualcosa in più riguardo ai due fratelli... per quanto riguarda la magia, beh, quella della ragazza è facilmente intuibile – anche se Ayaka ha inizialmente preso un granchio credendola semplicemente una maga dell’acqua - mentre per Alèk... lo scoprirete!)

Ringrazio chi ha recensito, chi legge, chi perde tempo ad aspettare una disgraziata che non ha nemmeno il WiFi...! Insomma, di tutto.
Aspetto gli OC mancanti (due o tre personcine, ma se avete impegni tranquilli, non metto fretta... per ora ho i fratelli Black - in primis - da spulciare per bene! ^-^)!

Per quanto riguarda, invece, la creazione di Fairy Tail, dovrete pazientare... una gilda si forma nel tempo, quindi prima Ayaka &Co risolvono questo piccolo problemino e prima Fairy Tail potrà essere fondata... ma prima Ayaka deve avere l'IDEA di crearla...!

Vi aspetto la prossima settimana (o anche prima se tutto va bene) con il nuovissimo capitolo!!
Baci!


P.S. Eh no... nessunissima anticipazione, sapete già troppo!
Magari la prossima volta...!

 

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Capitolo 3
*** I fratelli Black ***


LA FIGLIA DELLE FATE

 

Capitolo 03

I fratelli Black

 

 


La situazione era più o meno chiara a tutti, Ayaka si ricordò di quando aveva letto il Sourcerer Magazine. All’improvviso Alèk si era fatto scuro in volto e aveva abbandonato il tono allegro e gioviale che lo contraddistinguevano da sempre.
Succede ogni volta, pensò sua sorella stringendo i pugni lungo i fianchi.
Eppure nonostante tutto la maga del Take Over non riusciva a non pensare che lì il cattivo della situazione fosse proprio quel tipo tutto vestito con abiti sfarzosi e laboriosi, che causerebbero un rigetto al primo stilista di che passasse di lì.
Ayaka si ritrovò d’accordo con Ria, per la prima volta in tutta la sua vita < Chi è quello psicopatico? > chiese allora alla ragazza di fianco a lei.
Alexis deglutì ma ebbe modo di constatare che aveva la gola terribilmente secca e pensò fosse meglio rimandare lo scontro. Almeno per una volta.
Fece quindi per chiamare suo fratello ma era troppo tardi, Alèk si era già lanciato con un salto verso la finestra tirando indietro il pugno < Non voglio vedere gente come te in casa mia!! > gridò infuriato mentre quell’altro svaniva nel nulla per poi riapparire tra gli altri tre che, a loro volta, fecero uno scatto per allontanarsi.
Alèk digrignò i denti e saltò dalla finestra per atterrare vicino ad Alexis.
< E’ così che trattate gli ospiti, Black? >
Alexis ringhiò quasi come un animale < Vattene da qua, non abbiamo nulla da spartire con te e i tuoi seguaci! >
L’uomo sbuffò. Aveva le labbra più rosse del sangue, la pelle tirata e lunghe dita affusolate come quelle di una donna ma con unghie terribilmente lunghe e affilate. Ayaka si chiese come potessero due cacciatori di taglie avere a che fare con uno del genere ma Kasai ruppe l’atmosfera tesa che si era creata < Li hai sentiti, no? Perché non te ne vai così posso prendermi la mia rivincita? > per motivi puramente egoistici ma... tanto meglio, no?
A quel punto l’uomo si voltò verso il rosso < E tu chi sei? >
< Sono Kasai! Kasai Akuma e se non te ne vai con le buone ti mando io fuori a calci nel culo!! > ringhiò aggrottando le sopracciglia e tendendo ogni muscolo del suo corpo.
Ayaka fece un bel respiro: doveva riflettere.
< Kasai Akuma? Mi ricordo di un nome del genere... ah, tu sei quel Devil Slayer...? Giusto? > la curiosità degli altri presenti sulla nuovissima rivelazione però venne bruscamente interrotta da un frastuono proveniente da fuori, cosa che fece rallegrare l’uomo che sorrise < Sono arrivati >
< Chi diamine sono?! > ruggì Alèk cercando di prenderlo per il bavaro di quella specie di kimono rosa che indossava ma questo sparì di nuovo, facendolo solo innervosire.
Alexis non si aspettava certo che l’afferrasse per i capelli, portandoseli al naso e inspirando il profumo che emanavano < Sempre bellissima, signorina Black, come sempre del resto... >
La ragazza si mosse velocemente con lo scopo di tirargli un calcio in faccia ma quello svanì < Dannazione! >
< Voi due non centrate niente... > continuò l’uomo mostrandosi al centro della stanza, riferendosi al Devil Slayer e alla Guardiana delle Fate < Perché non ve ne andate? Non vorrei avere delle vite innocenti sulla coscienza...! >
< Piantala di rompere!! > esclamò il rosso, indignato < Fatti sotto e poi vediamo se continuerai a perdere tempo a blaterare! >
La bionda si spalmò una mano sulla faccia. Certo, andava di fretta, e ancora non aveva avuto il tempo di chiedere ai ragazzi cosa sapessero di Fairy Tail, dove si fossero cacciati tutti!
Fu così che ai piedi di Ayaka si creò un cerchio magico, questa volta di un viola brillante, lo stesso viola di cui si tinsero gli occhi precedentemente grigi mentre la pupilla assumeva una strana forma, simile a quella di un rombo < Non saranno certo affari miei ma... non ti permetto di toccare ulteriormente la famiglia Black! >
I fratelli sussultarono, probabilmente lei sapeva qualcosa. Anzi, dalla sicurezza che mostrava nel dire quelle parole, Alèk pensò sapesse quasi tutto.
Sua sorella era rigida come un pezzo di marmo, eppure trovò la forza e l’adrenalina necessaria per attivare anch’ella il suo potere.
Infatti i suoi capelli si tinsero completamente di blu (così come era successo nella locanda, contro Kasai) così come gli occhi e i tubi dell’acqua che erano nascosti tra i muri cominciarono a esplodere, liberando una quantità enorme di acqua < Blast, adesso mi sono stancata!! > e velocemente fece avanzare un’onda anomala contro di lui.
Quest’ultimo però non sembrava affatto spaventato dalla cosa ma anzi, con un sorriso, svanì proprio come aveva fatto poco prima, causando l’ira di Kasai < Ma come diavolo fa a scomparire e a ricomparire così dal nulla?! > il quale andò letteralmente in escandescenza, iniziando a bruciare.
< È soltanto molto veloce > fece Alèk, che lo conosceva da un bel po’ di tempo < I suoi spostamenti sono talmente veloci che è impossibile vederli >
Ayaka non trattenne certo un ghigno mentre il cerchio magico l’attraversava completamente, rendendola così una specie di musa che indossava un lungo abito porpora decorato con numerosissime pieghe e dei lunghissimi nastri dello stesso colore che le si attorcigliavano sulle braccia < Meglio non fare arrabbiare Seraphina >
Kasai alzò subito un sopracciglio < Chi è Seraphina? > chiese, ovviamente.
Neanche i due fratelli capirono subito quello che la bionda stava dicendo, ma la reazione di Blast fece sgranare gli occhi a tutto il gruppetto di squinternati che spalancarono le bocche fino a terra.
< Oh Mio Dio!! Ma sei... sei... BELLISSIMA!!!! >
Neanche Ayaka si aspettava una simile reazione, tant’è che le venne quasi voglia di buttarsi dalla finestra ma si trattenne. Con un sorriso vittorioso sulle labbra le bastò un semplicissimo incantesimo indirizzato ad Alèk e con uno schiocco di dita, le pupille del ragazzo divennero di un viola intenso.
Lui e sua sorella gridarono dalla sorpresa < Che cosa hai fatto?! >
< Non siate melodrammatici... ora potrai colpirlo senza dover perdere la testa dietro alla sua velocità! > la voce di Ayaka sembrava quasi diversa, Kasai se n’era accorto mentre Alèk si meravigliava di come riuscisse a vedere ogni cosa a rallentatore < Io sono Seraphina, la Fata dei Sensi... posso modificare o migliorare i sensi di coloro che mi sono attorno senza però annullarlo... questo perché la novellina non riesce ancora ad adattarsi completamente a me! > l’ultima frase era quasi detta con odio < Questo prova anche perché Ayaka non riesce a mantenersi cosciente >
Alèk quindi provò a farsi avanti e gli tirò un pugno dritto in faccia, per gli altri fu come vedere il ragazzo superare Blast in velocità, che a causa del colpo volò contro il muro sbattendo la schiena.
Seraphina ghignò  incrociando le braccia sotto al seno, inclinando la testa e poggiando tutto il peso su una gamba < Allora... che te ne pare? >
Blast sputò sangue misto a saliva nel tentare di rimettersi in piedi nonostante fosse ben consapevole della potenza con cui il corvino l’avesse colpito. Era difficile resistere a uno dei suoi pugni ma il meglio doveva ancora venire, perché Alèk poggiò le mani sul marmo della stanza e questo, pian piano, cominciò a sciogliersi senza l’ausilio di un’alta temperatura.
Ovviamente questo accadde solo nello spazio occupato dal nemico che, impossibilitato a muoversi, sprofondò in quell’acqua marmorea fino alla vita, quando Alèk fece tornare solito il pavimento < Allora... è lui che ti manda? >
Kasai, che per tutto il tempo era rimasto a guardare nonostante la grande voglia che aveva di picchiare qualcuno, si accovacciò di fronte a Blast accendendo una piccola fiammella pericolosamente vicina alla sua faccia < Rispondi o devo dare fuoco a quello schifo che hai per capelli? >
L’uomo tremò leggermente, ormai tutta la sua spavalderia era andata a farsi un giro mentre Seraphina se la rideva alla grande. Alexis, invece, era immobile che manteneva l’acqua sollevata a qualche metro da terra, pronta a colpire il nemico in qualsiasi momento.
< S-Sì! È stato l-lui! Ha detto c-che se non avrei portato almeno uno di voi alla base m-mi avrebbe ucciso! > gracchiò l’idiota, ormai con le lacrime agli occhi.
Kasai alzò un sopracciglio e sbuffò < E tu saresti un mago? Che rottura... >
< Alexis? > suo fratello si girò verso di lei, ormai gli occhi erano tornati normali, con le pupille nere e le iridi rosse, facendole chiaramente una domanda muta che né Ayaka (che ormai era tornata a indossare la solita gonna di jeans e la solita maglietta) né Kasai seppero interpretare. Una volta che lei ebbe annuito, Alèk tornò a parlare, questa volta rivolto agli altri due < Voi dovreste andarvene... non c’entrate niente, non vorrei che veniste feriti per colpa nostra. Soprattutto te, bella signorina >
Ayaka inclinò la testa, pronta a protestare come solo lei sapeva fare ma venne interrotta da un rosso a dir poco iracondo < Non ci pensare nemmeno! Io voglio combattere contro di te e riprendermi la rivincita e per farlo dobbiamo prima mettere fuori gioco questo pagliaccio quindi vi aiuteremo! Giusto, Ayaka? >
La chiamata in causa annuì vigorosamente.
Alexis stava per parlare, per dire che non erano affari loro, che se ne sarebbero dovuti andare ma qualcuno fece irruzione nella stanza, i fedeli di quel tizio che se ne stava per metà nel pavimento.
Erano una ventina, tanti davvero, ma Kasai capì all’istante che l’unico contro cui valeva la pena battersi era una sola persona. Lo percepì, così come lo percepirono gli altri e quindi i fratelli Black si voltarono innanzitutto verso il ragazzo dai lunghi capelli bianchi, quello stesso ragazzo dallo sguardo vacuo e apatico.
< Finalmente! Stupidi idioti, aiutatemi! > gridò Blast da dove si trovava.
Ayaka si mise davanti all’uomo e assottigliò gli occhi < Guai a chi lo tocca, questo stupido serve a noi > infatti aveva già un’idea di come trovare la base del nemico senza starci a pensare troppo, bastava farlo parlare e lei si sarebbe divertita... si morse il labbro ancora una volta, non doveva pensare in questo modo, doveva agire!
< Kasai! Bruciali tutti! > gridò in direzione dell’amico che la guardò come se fosse pazza.
Cosa non tanto lontana dalla realtà...  < Non ci penso neanche, io voglio combattere contro quello là! > e indicò ovviamente il ragazzo misterioso che se ne stava immobile a osservare la scena.
< Faremo molto prima se fai come ti dico io... > gli disse lei sorridendo.
Kasai, seppur controvoglia, creò tante piccole palle di fuoco e le spedì addosso ai numerosi maghi che si erano presentati all’improvviso < GRANATA DEL DEMONE DEL FUOCO MOERU JIGOKU > e schioccando le dita queste esplosero.
Ma non tutto andò come previsto.
< Un Devil Slayer, eh? > rise una voce alle loro spalle.
Quando si voltarono vi erano due individui molto simili, che se non fosse stato per i colori o le loro espressioni sarebbero stati irriconoscibili. Uno era un uomo alto e magro, dai capelli neri sparati all’insù in un insolita acconciatura che sembrava una piramide, gli occhi neri e un sorriso a trentadue denti, era quello che aveva parlato.
L’altro era praticamente identico, se non fosse per i capelli biondi e gli occhi ambrati e gli angoli della bocca tremendamente calati verso il basso.
Ayaka si ritrovò a sgranare gli occhi < Ma chi diavolo siete? >
Il primo batté le mani entusiasta < Siamo i fratelli García!, e siamo venuti qui per riprenderci quell’inetto di Blast... un uomo assolutamente inutile che a quanto pare ha detto più cose di quante gliene erano stato concesse > esclamò tutto contento.
Kasai strinse i pugni infuocati < Non ho intenzione di mettermi a combattere contro di voi. Io punto più in alto! >
Il biondo fece uno strano verso di disapprovazione < Non dovresti sottovalutarci così, ragazzino... o sarà la tua fine > disse con tono cadenzato, quasi come se fosse triste. Poi lanciò un’occhiata d’intesa al fratello per poi alzare lo sguardo al soffitto < Marylin!! Tocca a te! >
Si sentì poi una risata femminile e pian piano la stanza cominciò a muoversi. Intanto il misterioso ragazzo dai lunghi capelli bianchi osservava annoiato la scena, chiedendosi il perché del suo intervento se quegli stupidi dei suoi momentanei colleghi erano perfettamente in grado di sconfiggere quelle nullità.
I muri si fecero più alti e cominciarono a stringersi, a rompersi, mentre il soffitto scomparve pian piano e il lampadario cadde a terra con un tonfo, gli ornamenti di cristalli in frantumi. Il pavimento si allargò e in pochissimo tempo Alexis si ritrovò a dover annullare il suo controllo sull’acqua e a cadere in ginocchio.
Si ritrovò presto in un lunghissimo corridoio senza fine. Ed era sola.
Si guardò attorno, dov’erano finiti gli altri? Dov’è mio fratello?

 

< Mamma!! > esclamò correndo lungo il corridoio buio. Fuori c’era una vera e propria tempesta, la pioggia sbatteva violenta contro le vetrate e i tuoni la facevano rabbrividire. Sembrava di stare assistendo alla fine del mondo < Mamma! Papà! Alèk! > le veniva da piangere.
Era bagnata fradicia, era appena tornata dal bosco dove suo fratello le aveva intimati di rimanere ma il grido straziante di suo padre l’aveva spinta ad andare a cercarli.
Si era introdotto nuovamente in quella casa grande e non troppo vistosa certa che li avrebbe trovati in tempo, che i suoi genitori e suo fratello fossero ancora vivi da qualche parte. Un fulmine colpì un albero e l’incendio si espanse per molti chilometri verso nord, nella direzione in cui soffiava il vento. Stava piangendo, anche se non era sicura, si sentiva fredda e impaurita, non riusciva a sentire la punta delle dita dei piedi scalzi e neppure il naso.
Correva a perdifiato lungo il corridoio, verso la sua camera < Alèk! Dove sei?! >
Finalmente era arrivata, raggiunse l’ultima porta e l’aprì il più velocemente possibile ma Alèk le si piombò addosso coprendole gli occhi con una mano < Alexis, andiamocene, non c’è più niente da fare qui. Andiamocene! >
La prima cosa che percepì fu un odore, uno spiacevole odore che le fece storcere il naso in parte congelato, gli occhi serrati dalla mano del fratello però non le permettevano di vedere nulla. Alèk la spinse fuori e la trascinò per il corridoi.
< Corri Alexis! Corri! >
La bambina non aveva fiato in corpo ma parlò ugualmente, la fronte aggrottata e gli occhi umidi < Dov’è la mamma? E papà? > chiese disperata, stringendo la presa sulla mano del maggiore.
Alèk non voleva dirglielo. Non voleva dirle che sua madre aveva spirato poco prima pregandolo di proteggere sua sorella, di vivere e di non tornare indietro. Non ce la faceva, era troppo.
Si disse però che doveva dirglielo, non in quel momento ma prima o poi doveva saperlo. Nel modo migliore, si ripeté, nel modo migliore.
< Alèk!! > gridò disperata lei, puntando i piedi a terra e arrestando la corsa < Dimmi dove sono, ti prego... dimmelo, Alèk > non la riconosceva quasi più.
Si chiese come potesse prenderla, si chiese cosa avrebbe fatto una volta saputo dei loro genitori, un uomo gentile, devoto alla propria moglie e una donna fantastica, perfetta; un padre affettuoso e una madre che li avrebbe protetti a costo della vita.
Alèk non riusciva ancora a crederci.
Un mugugno lo fece riprendere, lo stato di depressione in cui era caduto in quei pochi secondi era solo un ricordo lontano e notò il polso stranamente troppo bianco di sua sorella < M-Mi fai male, Alèk... > la lasciò immediatamente, la forza che deteneva nel suo corpo era diventata incontrollabile, quasi si faceva paura.
La guardò negli occhi azzurri, la cornea rossa per il pianto e gonfi, terribilmente gonfi, mentre i suoi erano di un rosso rubino pieno di rabbia e indignazione < Mamma e papà... loro sono... > tutti i buoni propositi erano andati via.
Eppure non fece in tempo a dire nulla che qualcosa lo tirò all’indietro, per la gola, come se qualcuno lo avesse afferrato tramite una fune sottilissima e boccheggiò nel tentativo di liberarsi.
Sua sorella gli corse dietro, continuando a piangere, finché qualcuno non bloccò anche lei. Una miriade di fili la legarono come un salame mentre suo fratello agonizzava a terra cercando di tagliare quel filo invisibile.
Udirono poi una risata < I piccoli Black, ecco dov’eravate! Vi stavo cercando, sapete? > Alexis si guardava attorno terrorizzata finché non vide un volto familiare, tremendamente familiare.
Sgranò gli occhi e cominciò a tremare < M-Mamma...? > la figura dinanzi a lei era alta, indossava un lungo abito chiaro e ricoperto di pizzi e merletti, un abito bellissimo, un abito che spesso indossava sua madre, Cornelia Black < Sei t-tu? >
< ALEXIS!! Non ti avvicinare! Quella non è nostra madre!! > gridò Alèk disperatamente strappando i fili che lo tenevano per il collo prima di morire soffocato, si parò davanti alla sorella e guardò con odio il corpo della donna che era davanti a loro.
Aveva gli occhi chiusi, la pelle pallida e i capelli neri.
Non gli era difficile da capire cosa era successo e presto si ritrovò a dare un pugno tremendamente forte al pavimento < Bastardo! Come osi profanare il corpo di nostra madre come se niente fosse?! Vieni fuori e affrontami! > nonostante fosse solo un bambino, Alèk era sicuro delle proprie capacità. Era stato proprio suo padre a insegnargli tutto quello che sapeva e sua madre si era mostrata felice di aiutarlo ad allenarsi.
Sua sorella non poteva ancora capire cosa le aspettava, era troppo piccola e in lei i poteri della famiglia Black non erano ancora venuti a galla.
< Alèk Black, un temperamento focoso. Ama gli scherzi e non c’è quasi nulla che lo faccia imbestialire... sono onorato di essere il primo contro cui scaglierai tutta la tua forza > disse divertita la voce di un uomo, lo stesso che muoveva sua madre come una marionetta < Ma vediamo se riesci a fare del male alla tua cara mammina! > il corpo di Cornelia si mosse e la sua mano si ritrovò a stringere un bastone di ferro lungo all’incirca un metro.
Alèk non voleva certo ferirla, era morta ma quella visione... < Mamma > sussurrò Alexis alle sue spalle, ancora imprigionata dai fili, la testa china, i capelli nerissimi a coprirle il viso < Mamma > la sua voce era disperata, non riusciva a credere ai suoi occhi.
Era stato un attimo, aveva visto la ferita di sua madre, il sangue che macchiava quel bellissima abito, la pelle quasi blu, non poteva essere lei...! Alexis ci ragionò sopra: sua madre era bellissima, forte come pochi, non poteva essere morta sul serio.
Si erano separati per pochissimo tempo, suo padre stava combattendo ancora nel salone principale, ne era sicura; sua madre, la sua vera madre, lo stava aiutando e presto o tardi li avrebbe tratti in salvo.
Erano vivi, erano vivi entrambi.
Erano... < Mamma dove sei?! > i capelli si tinsero di bianco e il corridoio venne investito da un vento fortissimo proveniente dall’esterno, che frantumò i vetri e i fili che la tenevano legata, le tende volarono via e alcune mattonelle andarono a scontrarsi contro il muro < Mamma...! Papà! >
< Smettila!! > gridò Alèk afferrandole per le guance e guardandola dritta in faccia, intanto anche il cadavere della donna che un tempo era Cornelia, era stato sbalzato via dal vento che continuava a imperterrito a tagliare i muri < Mamme e papà sono morti ma noi dobbiamo andarcene se non vogliamo fare la stessa fine! >
Gli occhi di sua sorella erano anch’essi bianchi, come i capelli. Non era affatto difficile capire che sua sorella stava manipolando l’elemento dell’aria, involontariamente.
Il vento si fermò all’istante, mentre i colori di Alexis stavano tornando normali.
Suo fratello si guardò attorno ma non fece in tempo a fare nulla che il cadavere di sua madre lo colpì  alla spalla con il tubo di metallo, facendolo cadere a terra.
Svenuto.
Da quel momento non ricordava più nulla.

 

Alèk non avrebbe mai pensato di potersi ritrovare all’improvviso da solo, in una stanzetta piccolissima con una miriade di giocattoli all’interno. C’erano bambole, peluche, robot... praticamente di tutto.
Dove saranno finiti tutti?, si chiese grattandosi la testa.
Aveva provato infinite volte a cercare di infrangere i muri di quella minuscola stanza ma non c’era stato verso. Le macerie si ricostruivano in tempo zero, senza neanche dargli la possibilità di vedere al di là e di cercare sua sorella.
Era preoccupatissimo, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Non si perse d’animo però, provò e riprovò per un tempo che gli parve infinito. Gridando il nome della sorella a gran voce, sperando di essere sentito se non da lei da qualcuno. Ripensò brevemente al suo passato, a sua madre e alla promessa che le aveva fatto. Si sarebbe preso cura di Alexis a qualunque costo, senza esitazioni!, e sarebbe stato abbastanza forte da proteggerla.
Quindi doveva spaccare quel muro e uscire di lì immediatamente!
< Ascoltami bene, Alèk... mi fido di te, sei un ometto forte... mi devi promettere che proteggerai Alexis, che viviate e vi salviate, chiaro...? Io vi... Noi vi amiamo! > quel sorriso dolce, che non perdeva mai, neppure nei momenti più drastici, quella voce, quella carezza sulla guancia, gli mancavano tremendamente ma la cosa che più gli premeva era mantenere fede alla promessa!
< Va bene, mamma! Conta su di me! > gliel’aveva detto sforzandosi di sorridere ma le lacrime sgorgavano dagli occhi rossi come un fiume in piena.
Sua madre gli aveva sorriso e poi si era accasciata, la sua pelle diventava sempre più bianca, sempre più fredda e morta.
Il sorriso però rimase, il sorriso più bello che aveva mai visto sul suo volto, ma era anche l’ultimo.
Si erano salvati per miracolo, quella stanza intrisa di sangue se la ricordava ancora, era una stanza come quella in cui si trovava adesso. Era piccola, con tanti peluche che appartenevano a sua sorella, anche se raramente ci giocava, preferiva andare in cucina con la mamma a preparare i biscotti al cioccolato.
Alèk si sentì frustrato per la seconda volta in vita sua. II muscoli gonfi per lo sforzo ma non gli importava assolutamente niente, doveva assolutamente raggiungere sua sorella. Era sua sorella, doveva proteggerla.
Era consapevole che Alexis fosse in grado di difendersi da sola ma non riusciva a non pensare che le fosse accaduto qualcosa di brutto, aveva un orrendo presentimento. Doveva essere con lei, doveva stare con lei.
Altrimenti... < Rompiti, stupido muro!!! Una volta per tutte!! > con un pugno ancor più violento degli altri riuscì a rompere l’intera parete e in un attimo si lanciò al suo esterno.
Affannato, si alzò in piedi e sgranò gli occhi. Era di nuovo nella stessa stanza di prima...
< Ma che diavolo...?? >
Un’insolita rabbia lo portò a mollare l’ennesimo pugno al muro dov’era passato, frantumandolo... ovviamente poi si ricostruì nuovamente.
All’improvviso però sentì qualcosa.
Si mise al centro della stanza e aspettò pazientemente. Era strano, non doveva esserci nessuno eppure... quella brutta sensazione! Qualcosa non andava. C’erae qualcuno. Tanti qualcuno.
Poi li riconobbe e rabbrividì.
Un rumore sinistro alle sue spalle, lo sapeva, erano in tanti. I muscoli si fecero tesi, la fronte imperlata di sudore freddo, gli tremarono labbra, le gambe, i pugni stretti fino a farsi sanguinare.
Non ci poteva credere.
No.NO! Non può succedere davvero! Non è possibile!!!, pensò agitato con gli occhi rossi sgranati. Lentamente si voltò ed eccoli lì, le bestie.
Ce n’erano a migliaia, tanto da occupare metà stanza e lui si sentì morire. Voglio morire!!
Cercò di arretrare ma ritrovò le stesse bestie anche dietro di lui: sono circondato!!
Pensò che forse quella sarebbe stata la sua fine, era finita, era davvero finita. Non avrebbe salvato Alexis, non l’avrebbe più vista giocare con i bambini, non avrebbe più pestato a sangue tutti i ragazzi che le si avvicinavano, non l’avrebbe più vista mangiare cioccolato, non avrebbe più visto una donna!
Senza contare che non avrebbe più mangiato la sua adorata carne...! Addio mondo, la cosa che più mi dispiace è di non essere riuscito a conquistare il cuore di Ayaka e delle bellissime ragazze che ho incontrato per strada ieri pomeriggio... non è affatto giusto!
Un miagolio e...
< Ma che cavolo stai facendo? Sei forse impazzito?!! > la voce di Kasai lo risvegliò ancora meglio del pugno infuocato che si beccò sulla faccia un istante dopo. Con la testa che gli doleva da morire per essere stato letteralmente lanciato dall’altra parte dell’enorme stanza (enorme?, no ci dev’essere un errore!) Alèk si rimise in piedi con gli occhi a palla.
Aprì la bocca e guardò il rosso come se non lo riconoscesse < M-Ma... dove sono i giocattoli? I muri che si ricompongono? DOVE SONO QUEI MOSTRI??!! > gridò alla fine, acutissimo e terrorizzato.
Kasai alzò un sopracciglio < Ma che stai dicendo? >
Possibile che sia stato tutto un sogno?, pensò allibito.
< Piuttosto vedi che tua sorella e Ayaka sono ancora all’interno di quegli specchi! > esclamò il Devil Slayer indicando il vuoto.
Il moro si guardò attorno ma non vide niente e nessuno < Quali specchi?, e dove sono quei tizi di prima? >
< Li ho sconfitti > rispose semplicemente ma non sembrava per nulla soddisfatto < Ma quel tizio forte se n’è andato immediatamente senza nemmeno darmi il tempo di combattere contro di lui, uffa!! > ... ah, ecco.
Nonostante c’erano un sacco di cose che non capisse, Alèk decise che era molto meglio recuperare Alexis e Ayaka e quindi si avvicinò al rosso < Ma tu dove li vedi quegli specchi? >
< Hanno usato una magia di illusione > Kasai venne interrotta dal Checcosa?! isterico di Alèk che non si spiegava perché degli sconosciuti sapessero della sua paura più grande ma Kasai continuò ugualmente come se nulla fosse < Una bambina, Marylin, ha usato questa magia e ha rinchiuso ognuno di voi in un cubo fatto di specchi. Nel momento in cui vi specchiate, le vostre paure prendono “vita” ma è soltanto un illusione, semplice, no? > ora si spiegavano molte cose < Adesso però, liberiamo le ragazze >
I due quindi si misero all’opera e con un pugno ben assestato infransero gli specchi i cui pezzi caddero ai loro piedi in un attimo. Il grido di Alexis si levò alto e andò a rifugiarsi dietro le spalle del fratello, tutta che tremava dal ribrezzo < Che schifo, che schifo, che schifo, che schifo... > recitava stringendo la presa sulle braccia di Alèk che quasi pensò fosse diventata più forte di lui.
Aveva una vaga idea di quello che sua sorella avesse visto in quegli specchi.
I due fratelli però scattarono sull’attenti non appena la voce di Kasai perforò le loro orecchie... < AYAKA!!! > ...e presupponeva guai.
< Cos’è successo? > fece Alèk e guardò oltre gli specchi, alzando un sopracciglio < Ma dov’è? >
< È quello che vorrei sapere anch’io >
< EH?!  >

 

Elizabeth era il nome della donna che li aveva salvati da morte certa.
Lei e Cornelia Black erano state grandi amiche, inseparabili, e in quell’occasione avevano entrambe dimostrato di esserlo. Prima Cornelia che si era sacrificata, morendo dinanzi a lei e abbandonando tutta la sua famiglia, i suoi amatissimi figli compresi, pregandola di portarsi in salvo.
Elizabeth non se l’era fatto ripetere due volte, anzi, corse subito a cercarli e alla fine, dopo innumerevoli svolte, cadaveri e nemici aveva visto il piccolo Alèk svenuto a terra mentre Alexis piangeva a dirotto pregando sua madre di fermarsi. Quasi le venne un colpo: no, Cornelia era morta, come poteva essere?
Poi si diede coraggio e si era fatta avanti.
Alèk non si era svegliato per i successivi cinque giorni continuando a parlare nel sonno e a gridare durante la notte. Invece la piccola Alexis non chiudeva occhio, perché temeva di poter nuovamente vedere sua madre in quello stato.
Morta. Un burattino nelle mani di quel signore cattivo.
< Non voglio più tornare lì > mormorò la bambina tutta raggomitolata sul letto, accanto a suo fratello che stringeva gli occhi in preda a chissà quale incubo < Non ci voglio più ritornare >
< Certo che non ci tornerai più, Alexis. Non ti preoccupare > la rassicurò la donna accarezzandole piano la testa.
Aveva gli stessi capelli mori di Cornelia.
< Voglio andarmene via da Alvarez > continuò mordicchiandosi le labbra.
Elizabeth annuì per poi voltarsi preoccupata verso il ragazzino che stava sussurrando qualcosa stringendosi le coperte sulle spalle.
Alexis lo guardò e fece quello che Elizabeth la vide fare ogni volta che qualcosa del genere succedeva. Era notte fonda, Alexis continuava a non voler dormire nonostante fossero passate già innumerevoli settimane ma alla fine la donna aveva capito.
Aveva capito perché quando Alèk dormiva, Alexis non ne voleva sapere di fare la stessa cosa. Perché anche lui restava vicino a sua sorella dal momento esatto in cui chiudeva gli occhi.
Alexis lo abbracciò, lo tenne stretto a sé e in un attimo lui smise di tremare. Succedeva sempre. Erano ancora piccoli e avevano bisogno l’uno dell’altra.
Quando era Alexis a gridare nel sonno, Alèk se la metteva in braccio e la cullava come faceva Cornelia quando aveva soltanto pochi mesi di vita.
Elizabeth ne rimase meravigliata e affascinata.
Passati un paio di anni però anche Elizabeth morì, questa volta per cause naturali.
Fu da quel momento che intrapresero un viaggio. Sapeva che prima o poi avrebbero trovato quella gilda, la gilda che aveva messo fine a tutto e che prima o poi avrebbero ringraziato.

 

Avevano trovato un modo per raggiungere l’isola di Caracolle in gran fretta, nonostante non fosse proprio legale al cento per centro.
Sapevano di stare effettivamente rubando una barca, ma c’era di mezzo la vita di un’amica che era stata rapita senza alcuna ragione apparente, tra l’altro i fratelli Black si sentivano in qualche modo responsabili.
Kasai, invece, sembrava sul punto di prendere a pugni il parapetto tanto era impaziente, secondo Alexis non vedeva l’ora di combattere e rompere qualche ossa, cosa che non era assolutamente non vera. Suo fratello si era anche offerto di raccontare quel che successe quand’erano solo dei bambini ma il Devil Slayer si era messo e mangiare quello che avevano trovato nella cambusa.
Non pretendeva di conoscere il loro passato, voleva soltanto fare a pezzi il responsabile di tutto quel casino insieme a quei cani che si portava dietro.
Kasai non desiderava altro. Il resto era semplice da indovinare: era successo tutto in un attimo.
Blast aveva cercato di scappare ma grazie alle manette anti-magia, Alèk si era fatto dire dove si nascondeva il covo di quel bastardo e avevano deciso di mettersi in viaggio. Non era molto distante, anche perché il peschereccio (rubato) era molto più veloce di quanto si sarebbero aspettati e mancavano poche ore all’arrivo. Kasai aveva scoperto quanto il maggiore dei compagni di viaggio adorasse la carne che Alexis si era gentilmente offerta di cucinare e quanto quei due battibeccassero per ogni minima cosa. Tutto sommato la giornata stava procedendo bene e presto sarebbero arrivati a destinazione.
L’unico problema che affliggeva l’unica ragazza del gruppo era il caldo.
< Fammi capire una cosa, Alèk... cos’erano le bestie di cui blateravi nella stanze degli specchi? > e dire che lui era riuscito quasi a dimenticarsene, il moro rizzò i capelli e prese a muoversi meccanicamente come un robot < Allora? > evidentemente Kasai voleva una risposta.
Alexis, che ascoltava distrattamente la conversazione, sghignazzò e suo fratello scattò sull’attenti spaventato a morte che il suo piccolo segreto potesse fuoriuscire dalla sua bocca.
Il rosso alzò un sopracciglio < Tu lo sai, Alexis? >
< Forse >
< Non ti permettere! > esclamò invece l’Inarrestabile agitando le braccia come fosse un bambino facendo ridere gli altri due.
Non che si vergognasse ma, ehi!, era pur sempre una cosa stupida! Cosa avrebbero detto le fans se avessero saputo della sua più grande paura?
Deglutì e si sforzò di ignorare tutti e due, sentendosi in parte sollevato perché era raro che sua sorella si aprisse tanto con uno sconosciuto. Solitamente si raffrontava con qualcuno con un calcio in faccia o peggio, invece le cose stavano andando bene... tralasciando la parte del rapimento, ovviamente.
Si chiese dove fosse finita Ayaka e se stesse bene ma poi si ritrovò a darsi dello stupido. Quella ragazza, nonostante sembrasse indifesa, nascondeva uno spirito da vera tigre, se lo sentiva.
< Dai, dai! Voglio saperlo! > continuò il rosso con un enorme sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Alèk sbuffò una risata e, ignorando la insistenze del Devil Slayer, lanciò un’occhiata a sua sorella che, non amante del caldo, usava i suoi poteri per rinfrescare l’aria attorno a sé < A quanto ho sentito l’isola Caracolle è stata ripristinata dopo la guerra contro l’Impero Alvarez, giusto? >
La ragazza annuì seria, mentre Kasai inclinò la testa < Perché? Cos’era successo? > chiese, curioso.
< Una maga di Alvarez, Brandish, rimpicciolì l’isola e gli abitanti furono costretti ad andarsene... quando poi venne riportata alle sue dimensioni normali diventò una specie di base per quelli del continente occidentale > spiegò dettagliatamente la corvina mentre accavallava le lunghe gambe fasciate da jeans a vita bassa < Da qui in poi non ne so nulla... a quanto pare quel tizio l’ha comprata e ora la usa per i suoi scopi >
Kasai aveva capito di cosa stava parlando e sapeva che prima sarebbero arrivati a destinazione e prima si sarebbe tolto la soddisfazione di combattere contro quella persona – logicamente voleva anche aiutare i suoi due nuovi amici, nonostante si conoscessero da pochissimo tempo e l’avessero scambiato per un criminale...
Intanto che il rosso e Alèk iniziassero a fare una sorta di gara di cibo (a chi somiglia più a un maiale, molto probabilmente) Alexis si perse in ricordi lontani fissando l’orizzonte.
Ricordava come se fosse avvenuto ieri il crollo della grande famiglia Black, una famiglia che veniva temuta e allontanata da tutti. Si chiese ancora come era stato possibile che in una notte si fossero sgretolate tutte le sue certezze.
Suo padre, sua madre, i parenti, i servitori, tutti... se non fosse stato per la determinazione sua, di Alèk e per il coraggio di Elizabeth, a quest’ora non avrebbero potuto respirare l’aria salina che li circondava.
Forse Ayaka non sarebbe stata rapita, forse Kasai avrebbe lasciato Magnolia senza essere trattenuto da due cacciatori di taglie che avevano commesso un errore, forse quella strana ragazzina della taverna non sarebbe corsa via terrorizzata... ma era anche vero che ci stava prendendo gusto.
Alexis Black, quella che solitamente non amava avvicinarsi alle persone e si manteneva a distanza, quella diffidente e fredda ma che adorava i bambini, la musica e il cioccolato. Andava pazza per il cioccolato!
Quand’era piccola preparava sempre i biscotti al cioccolato con sua madre, mentre Alèk si allenava con il papà sperando di riuscire a controllare la forza sovrumana che ogni figlio maschio ereditava.
Quasi le veniva da ridere nel pensare a suo fratello. Erano così diversi.
Eppure i loro genitori non le facevano pesare questa diversità, la volevano bene per quello che era e ne era felice. Poi, quella notte di molti anni prima, la casa in cui avevano sempre abitato venne completamente distrutta.
Ricordava perfettamente i muri sfondati, le finestre rotte, te tende strappate, il freddo pungente che penetrava nelle ossa, la voce di suo fratello che le gridava di nascondersi nella foresta intanto che lui andasse a recuperare la mamma, almeno la mamma.
Invece lei, testarda com’era sempre stata, non l’aveva ascoltato e si era introdotta nuovamente in quel grandissimo castello sperando di trovarli presto.
Il cadavere di sua madre che impugnava un tubo, suo fratello che urlava, odore di sangue e pioggia mista a fango. Uno scenario da brividi eppure col passare del tempo non riusciva più a piangere, doveva andare avanti.
Certo, gliel’avrebbe fatta pagare cara a quel bastardo!
Chissà cosa voleva poi...?, perché poi rapire Ayaka? Lei non centrava niente, assolutamente niente.
< Siamo arrivati > esclamò all’improvviso Alèk facendola ritornare nel mondo reale.
Gli fece un debole sorriso per poi aggiustarsi gli scaldamuscoli che le coprivano gli avambracci < Tutti pronti? >
Kasai rise pronto a dar fuoco a tutto ciò che avrebbe incontrato sul suo cammino, Alèk si grattò la testa mentre con l’altra stringeva la spalla della sorella senza farle troppo male.
Blast era chiuso nella cambusa e non avrebbe dato fastidio.
Erano pronti a fare giusto un po’ di baldoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA

Mi scuso a nome dell’autrice (Sì, sono Ayaka SenzaCognomeAncheSePerPoco) per il ritardo, avrebbe voluto aggiornare prima ma aveva il (cosiddetto) blocco e ha cancellato almeno una cinquantina di volte solo la prima scena, c’ero anch’io e non sto scherzando: erano CINQUANTATRE.

Dato che era in ritardo quindi ha pensato di aggiungere degli extra: i flashback dei fratelli Black... cosa ve ne pare? Vi ho rattristato un pochino? ^-^
Domanda: Avete capito di cosa ha paura Alèk? – domanda che non vale per Mary_90, eh!, ne è già a conoscenza...!

Non so se è chiaro che tipo di mangia utilizzino i cattivoni, allora... Blast è veloce (sì, solo questo. È per questo che ora sta facendo l’ostaggio), Marylin invece una magia illusoria tramite gli specchi, mentre per i fratelli spagnoli dovrete attendere, anche perché nonostante siano già stati sconfitti da Kasai, torneranno mooolto più in forma di prima e con qualche asso nella manica! – La loro magia sarà un segreto, lo spiegherà Kasai molto probabilmente agli altri nostri amici!

Non so se lo sapete ma... sono circa 38 pagine di Word... non sono tanti però... apprezziamo lo sforzo, no?

Ultima cosa:

Per i partner dei vostri personaggi (intendo le relazioni amorose) io (Sì, sono tornata a essere _Ayaka_) avrei già programmato qualcosina ma vorrei sentire anche le vostre opinioni in merito ma NON ora, è troppo presto, non ho ancora presentato tutti i personaggi che mi sono stati inviati quindi un po’ di pazienza, ve lo dico io quando mi potrete dare dei suggerimenti e poi vedo ^-^! (Di questo ne parleremo per messaggio privato per evitare di dover rovinare la sorpresa agli altri)

Per quanto riguarda gli altri OC, sto pensando a qualche Special da inserire a fine capitolo per introdurli altrimenti, se aspettiamo che Kasai, Alexis e Alèk finiscano tutto quello che devono finire...

Sono abbastanza assonnata quindi vi saluto! Ciao! ^-^

P.S. Ho rimesso a posto nel precedente capitolo, Ricky Blake e non Blue (ancora non mi capacito neanche io, guardate...)
Mi scuso ancora per la grafica ma dovrei capire prima PERCHE' non mi fa cambiare dimensione e carattere... tutte a me succedono?!

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Capitolo 4
*** Attacco all'Isola Caracolle ***


Lo so, è inutile chiedere scusa a parole... quindi vi lascio al capitolo e ci rivediamo giù, prima però un mini-riassunto dato che manco da un bel po’ ^-^ iniziando dai personaggi:
AYAKA (mio OC, protagonista)
Bionda, occhi grigi; maga del Fairy Soul, il suo scopo è ritrovare la gilda di maghi Fairy Tail di cui fa parte – ne è sicura – suo padre, di cui non ricorda nulla. È sorridente, forte e qualche volta si lascia andare a pensieri violenti.
KASAI AKUMA (OC di Ricky Blake)
Rosso, occhi blu; Devil Slayer del fuoco, allegro e loquace, sempre pronto al combattimento – non gli piacciono le bionde. Del suo passato ancora non si sa nulla.
ALEXIS BLACK e ALÈK BLACK (OC di Mary90_p)
Mora, occhi azzurri/Moro, occhi rossi; lei fredda e intransigente, lui spiritoso ed estroverso. Sono ultimi sopravvissuti della famiglia Black da cui lei ha ereditato il potere di manipolare i quattro elementi, lui la forza sovrumana.
- piccola apparizione anche di ALICE RABBIT (OC di Shirona) – bionda, occhio viola
Per quanto riguarda la trama: Dopo aver cacciato la gilda oscura Bloody Rose da Magnolia, Ayaka e Kasai vengono erroneamente catturati dai fratelli Black; alla loro villa vengono assaliti da Blast, i fratelli García, Marylin e un ragazzo misterioso dai lunghi capelli bianchi per conto di qualcuno che sembra esser un vecchio nemico di Alexis e Alèk; alla fine, Ayaka viene rapita e gli altri decidono di partire per l’isola Caracolle.

Okay, bando alle ciance...!



 
LA FIGLIA DELLE FATE


Capitolo 04

Attacco all’Isola Caracolle





Il problema era solo e soltanto uno: se i fratelli Black riuscirono a introdursi nel castello senza fare troppo rumore e senza essere beccato praticamente subito dopo aver messo piede lì dentro... Kasai non era dello stesso preavviso: di fatti fu circondato quasi subito.
Certo, non erano maghi chissà quanto potenti, così il Devil Slayer del Fuoco li aveva abbattuti tutti come birilli e tutti quanti concordarono era meglio chiamare aiuto perché proprio non riuscivano a fermare quella furia scatenata.
Correva per i corridoi gridando “Ayaka, dove sei?!” e spesso e volentieri ripercorreva lo stesso corridoio più di una volta senza pensare che forse si era perso... questo perché l’edificio era stato fatto proprio a tale scopo: in questa maniera il nemico si sarebbe perso più facilmente.
Anche se, in realtà, nessuno voleva lasciarlo libero di scorrazzare per il castello e quindi, volente o nolente, qualcuno doveva fermarlo (anche perché avrebbe fatto venire mal di testa ai muri!) e quel qualcuno era proprio...
< Ah sei tu > esclamò Kasai, fermandosi di botto in mezzo all’ennesimo corridoio vuoto e sempre uguale a tutti gli altri < Non vedevo l’ora di battermi contro di te, sembri un tipo in gamba >
La figura difronte a lui apparteneva a quel ragazzo che intravide alla villa dei fratelli Black. Era un ragazzo alto, intorno se non di più al metro e ottanta, dai lunghi capelli bianchi e spettinati e occhi gialli, con indosso abiti scuri coperti da un lungo mantello – invece i piedi erano nudi.
Il ragazzo in questi non rispose e si limitò a guardarlo negli occhi.
Poi, all’improvviso schiuse la bocca e... < Ali dell’Aogiri >  ...attaccò, non lasciando il tempo a Kasai di capire cosa stava succedendo; così si crearono dal nulla otto ali bianche che si mossero a tutta velocità contro il nemico travolgendolo.
Una volta che la polvere dovuta all’enorme spostamento d’aria si fosse diramata, Kasai aprì gli occhi e si rialzò dopo essersi coperto il volto con entrambe le braccia.
Il Devil Slayer del fuoco si sorprese non poco quando vide che su entrambe le braccia c’erano evidenti tagli abbastanza profondi e si ritenne fortunato di non essere stato menomato.
Lanciò un’occhiata al ragazzo che se ne stava lì immobile, impassibile e aggrottò la fronte, deciso a dare tutto se stesso per quel combattimento.
< Palla di fuoco demoniaca! >
< Perla brillante >
Contemporaneamente una palla di fuoco e una di energia fecero per scontrarsi ma all’ultimo secondo la sfera fatta di pura energia blu esplose, annullando l’attacco di Kasai, in una miriade di raggi che non impiegarono più di un secondo a concentrarsi sul giovane mago dai capelli rossi che venne inevitabilmente sbalzato in aria.
L’esplosione echeggiò per il corridoio.
< Sei bravo > fece Kasai, spostando un pezzo di pietra che gli era finita sullo stomaco.
< Anche tu >
Il rosso si rialzò spolverandosi i vestiti < Ma sappi che ho molti assi nella manica >
< Fatti avanti >
Il pugno di Kasai prese fuoco e questo scattò in avanti < Non chiedevo di meglio! Pugno di ferro del demone di fuoco! >
Fece per colpirlo con un pugno infuocato ma il nemico non restò completamente immobile (si fa per dire, non mosse un solo muscolo ma si limitò a contrattaccare con la sua strana magia)... < Ombra del cimitero di Luna > e una serie di anelli neri come la morte presero a vorticare attorno al corpo del ragazzo, contro cui il pugno di Kasai andò a scontrarsi.
Il rosso cercò di oltrepassarli mettendo ancora più forza nel pugno ma finì solo per fagliarsi il dorso della mano e fu costretto a indietreggiare, visibilmente allibito < Ma che razza di magia è? >
Intanto gli anelli continuarono a girare senza sosta ed era chiaro quanto fosse impossibile toccarlo senza lacerarsi la pelle con quei maledetti cosi...!
< Shinsoo > mormorò lui < È una magia che richiama l’andamento delle correnti marine... considerando l’aria attorno a noi come un enorme mare di ethernano, lo shinsoo sono le correnti al suo interno >
Kasai restò senza fiato < Wow... è il discorso più lungo che ti ho sentito dire da quando abbiamo iniziato a combattere... > il suo lato infantile però lasciò subito il posto a un’espressione che evidenziava ancora di più l’intensa voglia che aveva di combattere contro di lui < Stai certo che non mi farò battere per così poco! Ci  provo di nuovo! >
I successivi minuti furono un susseguirsi di pugni infuocati, calci e sfere incandescenti ma nulla sembrava scalfire gli anelli neri e Kasai iniziò a sentirsi lievemente spossato < Fiamma brillante del demone del fuoco Moeru Jigoku! > ma nemmeno la palla di fuoco blu delle stesse dimensioni di una persona bastò a distruggere quegli anelli... almeno così credeva perché, pochi attimi dopo questi si ruppero in mille pezzettini ricadendo ai piedi del ragazzo dai capelli bianchi.
Il rosso esultò lasciandosi andare in un sorriso < Ci è voluto un po’ ma ci sono riuscito...! >
< Ti sei mostrato capace di non morire difronte a questo tipo di attacchi... vediamo se riesci a resistere anche a questo: Fiume dell’anima celeste > e dalle sue mani si sprigionò un potente fascio di energia che travolse tutto ciò che c’era attorno a lui, buttando giù anche le pareti di quell’ala del castello.
Fortunatamente Kasai riuscì a non farsi colpire anche se sentì una notevole fitta alla gamba sinistra che, invece, prese in pieno il colpo dell’avversario.
< Arte della crezione del demone del fuoco Moeru Jigoku: Falce > il fuoco che creò con le mani prese lentamente forma e si trasformò in una falce , subito dopo Kasai scattò in direzione del nemico e sferrò una serie di fendenti letali che però vennero tutti schivali abilmente.
L’avversario scattò più lontano e si preparò a un serio contrattacco < Lancia di Echidna > così facendo il suo stesso braccio si ricoprì di Shinsoo giallo creando la forma di una lancia e velocemente si assicurò un punto scoperto in cui colpire Kasai e quando seppe di non poter sbagliare agì.
La lancia di Shinsoo gli si conficcò nella spalla facendolo irrigidire e per un attimo sentì tutto il fuoco di cui era pieno svanire, sensazione che svanì subito dopo essere crollato in ginocchio e dopo che il nemico ebbe annullato la sua magia.
Con ancora la lancia infuocata tra le mani, tentò di rimettersi in piedi ma era come se tutte le energie gli fossero state succhiate via e fu in quel momento che comprese la pericolosità di quel mago.
Lo guardò dal basso, gli occhi ridotti a due fessure: quel tizio era davvero forte... ma non per questo avrebbe smesso di lottare!



Aveva una bruttissima sensazione e gli era costato caro non fare retrofronte e correre dalla sua adorata sorellina, ma la priorità era trovare Ayaka (rapita chissà perché) e farla finita una volta per tutte... odiava il modo in cui quella persona si era preso gioco della sua famiglia, di Alexis e gliel’avrebbe fatta pagare: l’avrebbe preso a calci sui denti talmente tante volte che non si sarebbe più riconosciuto guardandosi allo specchio!
Avanzava lungo il corridoio a passi meccanici, in realtà non guardava nemmeno dove andava: aveva la mente occupata a pensare che se non fosse stato così idiota Ayaka non sarebbe stata rapita e non si sarebbero trovati in quella situazione del cavolo.
All’improvviso un’esplosione lo fece sobbalzare e si voltò verso l’eco di quest’ultima, la brutta sensazione si intensificò.
In quella zona doveva esserci Kasai, si disse, quindi era abbastanza normale che facesse baccano appena arrivato: si chiese se invece Alexis avesse già incontrato dei nemici... < Tu devi essere Alèk Black, giusto? Non ti ho mai visto quindi tiro a indovinare > il ragazzo scattò sull’attenti e davanti a lui vide una ragazzina.
Non doveva avere più di quattordici anni, lunghi capelli color acquamarina, un piccolo chignon che le raccoglieva i capelli anteriori – escluse alcune ciocche che le incorniciavano il viso e un grosso ciuffo che le copriva per metà l’occhio destro – ma quello che la rendeva davvero una figura spettrale erano gli occhi: sembravano quasi trasparenti, quasi vitrei, eppure Alèk era sicuro ci vedesse benissimo perché aveva incastrato quegli stessi occhi nei suoi, rosso rubino.
< Sì, sono io > disse lui, non muovendosi di un passo < Tu, invece, sei...? >
La ragazzina sorrise allegra < Io mi chiamo Marylin, sono una maga degli specchi >
Lui capì subito che aveva di fronte la persona che li aveva intrappolati tutti in quei dannati specchi, colei che ormai conosceva la sua più grande paura, eppure... eppure non sembrava una così cattiva persona.
Si era messa lì, in mezzo al corridoio, immobile a guardarlo da lontano. Non sembrava avere brutte intenzione, indossava soltanto una vecchia tuta consumata di un arancione acceso che faceva a pugni con il colore dei suoi capelli... e poi aveva quel sorriso gentile che nessuno sognerebbe mai di descriverlo come “malvagio” o “falso”.
< Che intenzioni hai? Perché sei qui? > meglio togliersi ogni dubbio, si disse.
< Io > inizio, con la voce che le tremava leggermente < posso imprigionare tutti in un mondo fatto di specchi, dove ognuno è costretto a convivere con la propria paura, un inferno > lei fece un passo in avanti e lui decise di fare altrettanto, ma all’indietro, quella ragazzina più parlava e più faceva paura – avrebbe presto cancellato tutto ciò che di dolce e tenero aveva detto di lei < Oppure... >
Alék trattenne il fiato, ricordando cosa aveva dovuto passare in compagnia con quei mostri.
All’improvviso un uragano formato-umano lo investì in pieno, facendolo stendere di lungo a terra < Ma che diavolo sta succedendo qui?!! > e sentì una violenta quanto involontaria pressione in un posto che sarebbe dovuto rimanere al sicuro fino alla fine dei tempi < Aiuto, sono morto...! >



L’eco di quella potente esplosione fece sobbalzare Alexis che fino a quel momento correva sovrappensiero e senza capire dove stava andando: si era separata da suo fratello al piano inferiore e ora si trovava sulle scale a chiocciola che portavano alla torre più alta – decisa più che mai a trovare Ayaka.
Si voltò verso la finestra e in effetti, lì dove si presupponeva esserci Kasai Akuma, si era alzato un polverone... si chiese se stesse bene e inevitabilmente la sua mente corse ad Ayaka che era stata rapita senza nessuna ragione apparente.
Riprese a correre lungo le scale ignorando il fatto di essere estremamente preoccupata per suo fratello.
Poi, a un certo punto, sentì dei passi dietro di lei e si fermò per controllare: non c’era nessuno. Continuò per la sua strada ma la sensazione di essere seguita non scomparve e presto perse la pazienza, girandosi completamente e facendo diventare gli occhi e i capelli di un rosso fuoco, pronta a incendiare chiunque fosse < Uscite fuori >
Delle risate risuonarono lungo la torre e Alexis si preparò al peggio.
< Alexis Black, alias la “Signora degli Elementi” > iniziò uno.
< , pronta a essere portata al cospetto del nostro Signore? > terminò l’altro.
La ragazza digrignò i denti < Provateci se ci riuscite > li sfidò.
Davanti a lei si materializzarono i fratelli García, il primo sorridente e l’altro tremendamente triste... sembrava uno la brutta copia dell’altro e Alexis era determinata a metterli KO per poter proseguire nella ricerca della maga bionda.
Fu così che senza esitare cominciò a bruciare e a lanciare palle incediate ai due avversari che vennero subito colpiti, cosa che la fece ghignare < Ora capisco perché Kasai è riuscito a battervi immediatamente... >
I due uomini si rimisero in piedi, si lanciarono un’occhiata per poi tirare fuori una candela a strisce rosse e bianche e alcuni petali di chiodi di garofano, che sparsero un po’ ovunque, lasciandola visibilmente allibita < Ti invochiamo guardiano della  fiamma eterna. Tu che regni sull’ elemento del Fuoco; tu che governi tanto gli incendi quanto le fiamme dell’ astro; tu che infondi il tuo spirito in ogni fiamma che nasce sulla Terra. Resta con noi affinché nessun pericolo proveniente dal tuo regno possa toccaci. Così sia. > recitarono in stereo.
La ragazza si inalberò e incominciò a bruciare maggiormente mentre i capelli sembravano essere un tutt’uno con il fuoco, creo un muro fatto interamente di fuoco e glielo lanciò contro con una violenza incredibile che la lasciò per un attimo senza fiato.
Cosa successe dopo però la fece pietrificare sul posto: i fratelli García erano usciti illesi da quell’attacco così potente e non sembravano affatto reduci da un incendio... era come se il fuoco non li avesse toccati per nulla!
< M-Ma che...? > Alexis non se lo spiegava per niente e la cosa sembrava farsi davvero pericolosa < Visto che il fuoco non funziona... userò l’aria! > e in un attimo i capelli le si tinsero di bianco così come le iridi e attorno a le iniziò a soffiare un forte vento che sbatteva contro le pareti della torre < Preparatevi! >
< È inutile che ci provi > iniziò il biondo.
Mentre il moro tirò fuori dalla tunica una candela a strisce azzurre e bianche < Non riuscirai mai a sconfiggerci, perché noi siamo due Stregoni! >
< E-Eh? >
< Ti invochiamo tu che dirigi i venti e le tempeste; tu che infondi il tuo spirito in ogni soffio di vento, sia esso lieve e benefico oppure forte e pericoloso. Resta con noi affinché nessun pericolo proveniente dal tuo regno possa toccarci. Così sia. > recitarono nuovamente, in stereo.
Alexis strinse i pugni e un vento caldo le accarezzò la pelle come per calmarla < Che state architettando voi due? > chiese, guardandosi intorno con fare sospetto.
Non le sembrava vero di poter perdere contro due totali deficienti come loro, due tizi che parlavano insieme e si facevano chiamare “stregoni”... le davano sui nervi!
Si concentrò e manipolò il vento cosicché potesse attraversare i loro corpi così da eliminarli il più presto possibile: ma fu come per la volta precedente, anzi, questa volta risultava molto più chiaro.
Alexis non credeva ai suoi occhi, era come se l’aria da lei manipolata li avesse mancati di proposito e questo era impossibile.
< Potremmo illuminarti sulle nostre capacità di stregoneria >
< Ma potremmo anche non farlo...! >
< Brutti-! > la mora cercò di darsi una calmata facendo un respiro profondo e decise di starli a sentire, sperando di riuscire a trovare una soluzione prima che fosse troppo tardi.
Il moro rise di gusto mentre l’altro si limitava a roteare gli occhi al cielo, per poi parlare < Noi siamo, per così dire, i tuoi nemici naturali > le lanciò un’occhiata di puro divertimento, poi aggiunse < Con i nostri incantesimi siamo capaci di proteggerci da qualunque tipo di magia!, a maggior ragione se questa è elementale... in pratica la tua magia degli elementi con noi non funziona! >
Pietrificata, Alexis valutò con calma le proprie possibilità: avrebbe potuto continuare a sprecare potere magico ma a cosa sarebbe servito?, a nulla – come avevano appena detto loro, lei non avrebbe potuto vincere utilizzando la usa magia.
Ma allora... come aveva fatto Kasai a sconfiggerli?
< Ovviamente non ci limitiamo soltanto a difenderci... > disse il biondo, mogio e depresso come la sua espressione faceva intendere.
Il moro ghignò pericolosamente, alzando di poco la mano < Preparati a essere sconfitta! > così dicendo si lanciò verso di lei con il pugno chiuso e Alexis riuscì a malapena a schivarlo e a girargli intorno, in ansia.
Il pugno del nemico andò a schiantarsi contro la parete delle scale, lasciando una crepa profonda lasciando intendere quanta forza doveva averci messo in quel pugno.
Dannazione... che faccio adesso?”, si chiese, aggrottando le sopracciglia “Potrei affrontarlo corpo a corpo ma non credo possa essere la soluzione migliore, loro sono in due e ho come l’impressione che la mia sola  forza fisica non sia sufficiente a sconfiggerli
Schivò un altro pugno e fece per dargli un calcio sulle scapole ma qualcosa di duro lo proteggeva e solo allora Alexis si rese conto del perché i suoi pugni sembravano così potenti: era ricoperto di diamante!
Non ci voleva, il diamante è il minerale più duro del mondo... niente lo scalfisce, a meno che non si usi una magia particolarmente distruttiva ma...” il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dal pugno del secondo fratello, quello che era rimasto in attesa, che Alexis bloccò con le braccia senza però sentire un dolore atroce attraversarle le ossa.
Si allontanò da loro ma si rese subito conto di trovarsi con la schiena rivolta allo scorri mano delle scale, un a destra e l’altro a sinistra: era in trappola.
Devo farmi venire in mente un’idea e alla svelta...



< Lancia di Echidna >
< Furia del demone del fuoco! >
La lancia fatta interamente di Shinsoo si scontrò bruscamente con il soffio di fuoco blu che Kasai aveva lanciato contro l’avversario, causando una tremenda esplosione che fece sbalzare indietro il ragazzo dai capelli bianchi.
Questo si rialzò, indolenzito ma ancora capace di combattere, mentre Kasai non gli toglieva lo sguardo di dosso pronto a respingere qualsiasi cosa il nemico gli avrebbe lanciato contro. Il combattimento era diventato ancora più intenso, soprattutto dopo che i due avevano iniziato a prosciugarsi l’energia a vicenda: Kasai tramite il suo fuoco e l’avversario grazie proprio al suo tipo particolare di magia.
Il Devil Slayer del fuoco aveva avuto modo, in tanti anni di viaggi, di conoscere una grande varietà di magie ma questa era di gran lunga superiore a molte di quelle conosciute... a Ishgar non aveva mai visto niente di simile.
Intanto però Kasai non si sentiva quasi più  le braccia a causa dei numerosi tagli e ferite < Ora basta però, vediamo di finirla una volta per tutte > affermò, affannato.
Il nemico non disse nulla, anzi, lo squadrò dalla testa ai piedi.
Kasai chiuse per un attimo gli occhi blu e quando li riaprì si sentiva più carico che mai e in un attimo entrambe le gambe presero fuoco < Arti segrete dei Devil Slayer > spiccò un salto verso il soffitto lanciandosi verso il nemico con tutta la forza che aveva <  calcio loto esplosivo!! >
< Arte di distruzione > sibilò l’avversario, facendo concentrare lo Shinsoo nel pugno stretto < Tocco di fiamma >
Bastò il minimo scontro tra le due forze perché lo Shinsoo accumulato esplodesse violentemente, come in una sorta di esplosione racchiusa, rivolgendo tutta la sua potenza sul suo utilizzatore ma, al tempo stesso, anche Kasai subì il colpo.
Entrambi volarono contro le pareti di quell’area del castello ancora intatte, abbattendole. Furono istanti di assoluto silenzio, interrotto da qualche pezzo di intonaco o mattoni che ricadevano a terra.
A un certo punto un ansante ragazzo dai lunghi capelli bianchi si liberò dal peso delle macerie che gli ostacolavano il busto, mettendosi a sedere e prendendosi la testa tra le mani sperò in niente di più che una lieve commozione cerebrale.
Si guardò attorno e non sembrava esserci traccia del suo avversario, alla fine concluse di averlo conciato per le feste. Si ritrovò a pensare che mancava davvero poco, gli bastava chiedere a quella ragazza dove fosse la gilda di maghi Fairy Tail e presto la sua vendetta sarebbe stata completa, quasi non ci credeva.
< Com’è che ti chiami? > il ragazzo sgranò gli occhi e alzò lo sguardo verso le macerie dove aveva visto sparire il nemico dai capelli scarlatti, che intanto sedeva con le gambe incrociate e un sorriso a trentadue denti a illuminargli il volto.
Lui non riusciva a credere ai suoi occhi: esisteva davvero qualcuno capace di sopravvivere a un’esplosione generata dal suo Shinsoo e comunque di non restare privo di conoscenza subito dopo?
Quel ragazzo aveva qualcosa di insolito < Nagashi > rispose lui, distogliendo lo sguardo e dirigendolo al cielo – l’architetto di quel castello si sarebbe davvero arrabbiato se fosse venuto a sapere che fine aveva fatto il soffitto e tutti i piani superiori.
Kasai si alzò, un po’ traballante e con una mano che teneva la spalla ferita, e scese dalla montagna di polvere e detriti che aveva causato la sua caduta < È stato bello combattere contro di te ma adesso devo proprio andare >
Nagashi si chiese perché, a un certo punto, quel ragazzo tanto ansioso di combattere, avesse deciso di rinunciare a un proseguimento e aveva deciso di andarsene... ma poi si ripeté, per la centesima volta, che proprio non erano affari suoi e si preparò a tornare al continente Ishgar per proseguire la sua ricerca.
Di quei palloni gonfiati di Alvarez ne aveva avuto abbastanza e sicuramente non era entusiasta di aiutare un burattinaio impazzito a mettere le mani su una famiglia già di per sé distrutta. Quindi se ne andò – e aveva già una mezza idea di come lasciare l’isola.



Kasai aveva visto parecchie cose nella vita, davvero, davvero tante e di conseguenza c’erano davvero poche cose che lo sorprendevano davvero, come ad esempio la magia di quel tizio dai capelli bianchi, Nagashi.
Eppure, quando si ritrovò finalmente alla base delle scale che portavano alla torre più alta del castello davvero non si aspettava di essere colpito da qualcosa di pesante e cadente, capace di farlo sbattere a terra di faccia.
Il colpo fu violento ma non troppo da fargli perdere i sensi, almeno. Il corpo pesante si tolse velocemente da sopra la sua schiena e si allontanò a grandi falcate prima di fermarsi e voltarsi a guardarlo, con gli occhi sgranati < Kasai? Che ci fai qua? >
Il rosso fece forza sul braccio buono e alzò il busto come meglio poté prima che delle urla dall’alto non lo costrinsero ad alzare gli occhi e quasi gli uscirono fuori dalle orbite, perché presto qualcun altro gli cadde addosso... e aveva ufficialmente scoperto quanto quei due maledetti fratelli fossero pesanti.
< Stai bene?! > fece Alexis che, shoccata com’era di vederselo comparire davanti agli occhi all’improvviso, non aveva fatto in tempo a muovere nessun muscolo.
< Ma perché mi cadete tutti addosso?!! > gridò lui, iracondo.
La mora alzò un sopracciglio prima di sgranare nuovamente gli occhi notando una macchia rossa all’altezza della spalla sinistra e si diede della stupida: davvero aveva creduto che ne sarebbero usciti tutti perfettamente illesi?
I fratelli García lo circondarono e iniziarono a esaminarlo con fare altezzoso < Oh, ma guarda... il tizio che ci ha battuti, ora è a terra >
< Avrà incontrato Nagashi... peggio per lui > il fratello dai capelli neri ghignò terribilmente, il che fece intendere che aveva appena trovato un nuovo punto di sfogo.
< ABBASSA LA TESTA! > il rosso fece appena in tempo a rendersi conto di chi aveva gridato che Alexis arrivò quasi volando, i capelli ancora tutti bianchi, mollando un calcio a ciascuno dei fratelli facendoli indietreggiare di un poco.
Infine atterrò tra loro e Kasai, piegandosi sulle ginocchia come pronta ad attaccare di nuovo < Che ci fai qui? Non avevamo detto che ci saremmo divisi per cercare Ayaka? >
< Ma è lei che mi ha detto di venire qua > ribatté il ragazzo, rialzandosi in piedi e massaggiandosi la testa ancora dolente per la botta < Cavolo, certo che siete pesanti. Tutti e tre! >
La vena sul collo di Alexis si gonfiò a dismisura, iniziando sbuffare come una locomotiva < Sta’ zitto che è meglio > poi si voltò nuovamente verso i due avversari che se ne stavano lì a guardarli ridacchiando < Quei due sono davvero fastidiosi >
< Non sono granché >
Alexis gli lanciò un’occhiataccia < Tu piuttosto! Come hai fatto a batterli non potendo usare il fuoco? >
Kasai stava per spiegarle che la sua era una magia particolare e nessuna tecnica né maledizione avrebbe potuto spegnere il suo fuoco blu, ma a quanto pare i nemici si erano stufati di fare le belle statuine e avevano iniziato a recitare una sorta di preghiera tenendo una candela a strisce blu e bianche tra le mani < Ti invochiamo guardiano degli oceani. Tu che regni sull’ elemento dell’ Acqua; tu che dirigi i corsi d’acqua e i fiumi; tu che infondi il tuo spirito in ogni goccia di pioggia, resta con noi affinché nessun pericolo proveniente dal tuo regno possa toccarci. Così sia. > poi alzarono le mani verso l’alto < Noi ti comandiamo! > così dal nulla si creò uno tsunami che andò a infrangersi contro Alexis e Kasai.
La ragazza, immediatamente dopo, cercando di evitare di sbattere la schiena contro le pietre del castello manipolò l’acqua e cercò di creare uno scivolo cosicché i due potessero scivolare fuori da quella brutta situazione ma restò quasi di pietra quando scoprì che l’acqua non le ubbidiva.
Inevitabilmente i due andarono a sbattere contro il muro e l’onda continuò a spingerli contro di esso.
Non riesco a respirare” pensò Alexis, tastando con le mani il muro fino a sfiorare il braccio del Devil Slayer che stringeva gli occhi, anche lui quasi privo di ossigeno “Se solo riuscissi ad annullare l’effetto che la magia di quei due ha sull’acqua e sui miei elementi potrei...” ma si bloccò strabuzzando gli occhi azzurri.
Fece due calcoli e si ritrovò a esultare mentalmente: ci era arrivata finalmente!
Ma ora la torre era sommersa d’acqua... si concentrò e cercò di raggiungere con la mente quella percentuale di acqua che costituiva il corpo degli esseri umani e le bastò muovere un braccio che l’onda anomala scomparve all’istante.
Alexis e Kasai ricaddero a terra, tossendo, mentre gli avversari si guardarono con aria smarrita e tesa < Cos’è successo, fratello? > alla negazione dell’altro, capì che molto probabilmente era stata la ragazza ad agire e il suo corpo divenne diamante < Come hai fatto a interromperci? > perché i due fratelli sapevano che l’unico modo per fermarli era interrompere il rituale e quindi colpirli fisicamente ma era impossibile che lei ci fosse riuscita: stava annegando insieme al suo amico a più di sette metri da loro!
< È bastato farvi lasciare la posizione che avevate assunto > disse lei, strizzando i capelli zuppi d’acqua mentre Kasai si rimetteva seduto con le spalle appoggiate al muro < La vostra magia agisce sugli elementi esterni a voi... io controllo l’acqua che c’è dentro al vostro corpo >
Detto ciò fece muovere il fratello dai capelli neri verso il biondo e fece in modo che gli desse un pugno nello stomaco, fortunatamente per loro però il braccio non era più ricoperto dal diamante e il danno non fu così serio come Alexis si sarebbe aspettata.
Mi ci è voluto un po’ ma ho capito come funzionano i loro incantesimi... ora non mi resta che batterli a suon di pugni ma la mia forza non è minimamente paragonabile alla loro” si disse, assumendo una posizione di difesa “Se Alèk fosse qui sarebbe tutto molto più semplice”.
< Furia del demone del fuoco! > prima che se ne rendesse conto un soffio di fuoco blu investì gli avversari, sottraendone un po’ della loro energia.
Alexis lo guardò malissimo < Sei forse impazzito?! Hai un buco nella spalla e tu ti metti a combattere!! >
< Se mi dai un po’ di fuoco posso rimettermi in sesto e combattere con te >
La mora ci pensò su: sicuramente Kasai era più forte di lei, il diamante di quei tizi non avrebbe retto un secondo sotto un suo pugno e poi li aveva già sconfitti... però < Siediti e riposati, posso farcela benissimo da sola >
< E invece non ce la farai mai... >
< ... a batterci >
Nemmeno il tempo di voltarsi completamente che sia Alexis che Kasai vennero colpiti in pieno dai pugni ricoperti di diamanti degli avversari che insieme crearono una lunga asta fatta di diamanti e la lanciarono contro il Devil Slayer.
Quest’ultimo riuscì a schivarla appena prima che si ritrovasse con il cranio diviso in due, per poi stringere forte i denti a causa della spalla ferita (nessuno aveva ancora capito com’era possibile che fosse ancora vivo dopo aver perso una tale quantità di sangue).
Alexis tornò all’attacco ma il suo calcio venne bloccato dal braccio del nemico e ancora in aria, venne nuovamente colpita allo stomaco dall’altro, andando a sbattere violentemente contro i primi scalini che portavano alla cima della torre.
No. Così non va” maledisse la sua malsana idea di potercela fare da sola “Devo capire come vincere senza mettere in mezzo Kasai, è già ferito gravemente
< Alexis! Usa il fuoco contro di me! > esclamò il rosso, in ginocchio.
La ragazza si rialzò traballante e gli lanciò un’occhiata che non ammetteva repliche < Tu non centri niente! In un modo o nell’altro ce la farò, tu vattene via! È già tanto che tu abbia rischiato la vita per seguire me e Alèk! >
< Sì, sono d’accordo > disse il fratello biondo.
< Ci sbarazzeremo prima di te e poi del Devil Slayer: ora che è ferito non può più darci fastidio! > e si lanciò nuovamente contro la ragazza che tentò di schivare i colpi ma ogni tentativo mancato del nemico, ne seguiva uno andato a segno e presto Alexis si ritrovò a pulirsi il sangue che colava dal naso con gli scaldamuscoli che le coprivano gli avambracci.
Kasai imprecò e si sforzò di gridare quanto più poteva < Fidati di me, Alexis!! Attaccami con il tuo fuoco e questi bastardi avranno quello che si meritano! >
Per la ragazza iniziò un potente conflitto interiore, ricordando la malaugurata scelta di fidarsi di un uomo che aveva poi distrutto tutto ciò che aveva: la sua casa, la sua famiglia, l’amore e l’affetto che i suoi genitori non le facevano mai mancare...
Non posso continuare a vivere così” si disse, aggrottando le sopracciglia e presto sia i capelli che  gli occhi divennero rosso di un rosso accecante < Non mi deludere! > e lanciò un’ondata di fuoco contro il Devil Slayer che si limitò a un cenno della testa.
Kasai indietreggiò il pugno destro che prese immediatamente fuoco, assorbendo tutto ciò che lontanamente assomigliasse ad esso, diventando sempre più grande e assumendo una strana forma, quello che sembrava essere uno squalo.
Alexis avvertì subito dopo una sensazione di freddo accapponarle la pelle e subito capì cosa il rosso stava cercando di fare: stava assorbendo tutto il fuoco e il calore attorno a lui.
Più Alexis evocava il fuoco, più Kasai si rinforzava grazie ad esso < Arti segrete dei Devil Slayer: Shark Divoratore!!! > e portando il pugno in avanti, tutto il fuoco che Alexis gli lanciava contro venne risucchiato all’interno dello squalo gigante che iniziò a brillare di un intenso rosso scarlatto, poi sentì solo una grande esplosione.
Riaprì gli occhi solo dopo essersi assicurata di non sentire più i fratelli García lamentarsi per il troppo dolore e li vide a terra, uno messo peggio dell’altro e con la pelle che scottava.
Addirittura ha sciolto il diamante... che furia...!” si mise a sedere con ancora il fiatone per aver esaurito quasi tutto il suo potere magico.
Poi sentì il rumore come di un corpo che cadeva e in fretta e furia si rialzò incespicando nei suoi stessi piedi fino a raggiungere un ormai stremato Kasai Akuma che si affannava a trovare un po’ d’aria in mezzo a tutta quella polvere che si era sollevata. Almeno ogni traccia dello tsunami di prima era scomparsa e Alexis si era resa conto di avere i capelli e i vestiti completamente asciutti.
< Sei ancora vivo? >
Il rosso cercò di sorridere come meglio poté < Te l’ho detto che avresti fatto bene a fidarti >
Alexis sbuffò, per poi sedersi a gambe incrociate, dandogli le spalle < Ora riposati. Ci penso io adesso >
< Certo > e la sua espressione gridava un chiaro e forte “mi fido di te”, facendo ridacchiare la non più tanto fredda Alexis Black.
















ANGOLO DI AYAKA

Dire “MI DISPIACE UN CASINO” non è sufficiente, vero? Ma, oltre al fatto che mi è venuto una specie di blocco, quando poi avevo intenzione di mettermi e scrivere anche DI PESO, è successa una cosa bruttissima: tutte le schede, i capitoli già scritti... anche l’abbozzo del 4° e del 5° erano pronti ma la mia pennetta doveva fare la st*** e tutte le storie mi si sono cancellate... quindi sì, anche tutte le altre, quelle che non centrano nulla con questa storia, quelle a cui mi ero dedicata anima e corpo.
T_T Ho pianto tanto (anche nel sonno) – il lavoro di anni e anni andato a farsi benedire in un secondo! – è stato O.R.R.I.B.I.L.E!
Ma ora sono tornata con il capitolo 04! E spero di riprendere ad aggiornare più frequentemente di prima...

Il nuovo OC presentato è Nagashi (OC di Onyx Crysus), un mago di cui non si nulla se non che vuole vendicarsi sulla nostra gilda preferita... chissà perché?
Comunque lui e Kasai se le son date di santa ragione, ed è proprio qua che vi chiedo sinceramente un parere? Come vi è sembrato il combattimento?, per quanto abbia cercato di farlo sembrare il più logico possibile e seguendo tutte le indicazioni che mi avete dato... com’è?!
Anche il combattimento tra Alexis e i fratelli García... come vi è sembrato? Ammetto che è stato un po’ difficile descrivere ogni tipo di movimento e/o attacco e per la magia dei fratelli nemici mi è venuto in aiuto il carissimo internet... perché stato cercando una cosa e all’improvviso mi è uscito “come proteggersi dalla forza degli elementi” o qualcosa del genere e mi è venuta una mezza ideuzza!
Ma vabbé!
Alèk ha incontrato Marylin e... avete capito che è successo?! ^.^ poverino...
E alla fine... si è capito, no?, che i veri protagonisti del capitolo sono Kasai e Alexis... lei si è fidata (nonostante non le si addice proprio fidarsi degli altri che non sia suo fratello) e insieme hanno potuto sconfiggere quei due fratelli antipatici!! Prima che chiunque salti alle conclusioni sbagliate: anche se forse potrebbero sembrare una coppia di fidanzatini, in realtà non era volontario! Anche perché, come ho già detto nello scorso capitolo, voi mi suggerirete delle coppie e io vedrò di accontentare il maggior numero di voi...! – al massimo saranno i personaggi che, agendo secondo il loro istinto, si “accoppieranno” come meglio credono ^.^

Ringrazio infinitamente persone come Ricky Blake che si sono disturbate a chiedermi quando diamine vessi aggiornato... mi ha fatto moltissimo piacere... non ho risposto perché ero in piena fase creativa ripromettendomi che avrei risposto in serata ma poi, ahimè, mi sono dimenticata... saranno tutti i dolci che ho mangiato!

Un bacio enorme e non vedo l’ora di continuare questa storia! Ciao!!
Ayaka


P.S. Buon 2017! ;-)
PP.S Sono anche riuscita (non so ancora come ^.^) a risolvere il problema del carattere del testo! Yuppi!!!!

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Capitolo 5
*** Un piano minuzioso ***


Vi avverto che molto probabilmente non capirete niente... ma è prerogativa del capitolo non capire all’inizio, spero solo che riesca a sorprendervi come si deve!
Ah, e come avrete potuto notare... il problema del carattere è tornato... poi uno dice che non mi devo innervosire... uffaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 

 

Capitolo 05

Un piano minuzioso

 


< Dimmi un po’ > disse Alexis con lo sguardo rivolto al soffitto < Prima hai detto che Ayaka ti detto di venire qui... in che senso? >
Kasai aprì gli occhi blu < Ho solo sentito la sua voce nella testa >
La mora aggrottò le sopracciglia, confusa. Erano passati a malapena cinque minuti dalla fine dello scontro e il Devil Slayer aveva ripreso a respirare normalmente e Alexis stava seduta lì come un cane da guardi, dandogli ancora le spalle.
Kasai, d’altro canto, rimase steso a terra giusto un altro poco, poi si rialzò con quasi nessun affaticamento < Continuiamo a cercare Ayaka e diamo una lezione al tizio che ha progettato tutto questo, così poi potremmo tornarcene a Magnolia >
Lei annuì e lo seguì, d’accordo sul fatto che oramai era diventata una questione primaria... prendere a calci quel miserabile una volta per tutte, così da poter tornare a vivere tranquilli.
Eppure c’era una cosa che la “tormentava”: perché Kasai era convinto di aver sentito Ayaka? Provò a dare a questa domanda una spiegazione logica ma più ci provava più aveva l’impressione di stare sbagliando qualcosa.

 

Aveva avuto tutto il tempo di agire come le era stato detto di fare e l’azione diversiva era scattata, nessuno avrebbe mai capito che tutto era stato progettato da un solo individuo e si appuntò di fargli i complimenti, più tardi, per quel piano tanto geniale – quanto folle.
La macchina difronte a lei era pronta e si sentiva elettrizzata solo al pensiero di dover utilizzare quella magia dopo tanto tempo... in realtà non era molto sicura di riuscirci ma non aveva altra scelta, l’avrebbe aiutata la sua fulminante “amica” e sapere di non essere sola in quella situazione la confortò notevolmente.
Si portò i lunghi capelli oltre la spalla e si voltò a guardare la finestra da cui riusciva a vedere il sole tramontare... era passato un giorno, l’ennesimo giorno e tra peripezie varie ancora non era riuscita nel suo reale intento.
< È tutto pronto? > chiese una voce alle sue spalle, una voce di bambina e girandosi poté vedere Marylin sghignazzare con uno specchio tra le mani e una chiave quasi arrugginita che fuoriusciva dalla piccola borsetta che portava sulla spalla < Io ho rinchiuso quel tizio che ho incontrato in corridoio in questo specchio > e lo indicò mentre lo appoggiava con la lastra riflettente verso il muro < Ora tocca a lui >
< Già >
< Non potranno farla franca: grazie a questo piano ci sbarazzeremo di loro una volta per tutte! > esclamò la ragazzina tutta sorrisi, per poi ricordarsi della chiave e tutto d’un botto il sorriso entusiasta sparì < Ah, questa è la chiave che mette in funzione la macchina... ti darò io il via >
< E con cosa mi darai il via? >
Marylin si aprì in un sorriso allegro per poi indicare lo specchietto che aveva dato alla sua complice  precedentemente e che portava nella tasca della gonna < Quando lo specchio brillerà di rosso, allora accendi! >
Lei annuì e fece per parlare ancora ma il suono della porta cigolante la fermò e fece il suo ingresso la persona ideatrice del piano, che con un sorriso vittorioso si avvicinò alle due compagne < Pronte per il piano? >
< Davvero un buon lavoro, devo farti i miei complimenti! > esclamò la ragazza, entusiasta quanto l’azzurra all’idea di finirla con i giochi e cominciare a fare sul serio.
Marylin poggiò il peso da un piede all’altro, guardando il suo idolo con sguardo sognante < È proprio vero: non avranno scampo >
< Dobbiamo trovare quei due, però... la loro magia ci sarà utile >
< Saranno morti? Uno dei nostri nemici è particolarmente forte > mugugnò Marylin fissando i suoi occhi di fuoco.
Questo scosse la testa con un sorriso < Conoscendoli, più sono forti i nemici e più si danno da fare per abbatterli > affermò con sicurezza ma un senso di pesantezza e preoccupazione nel cuore < Adesso vado > ansioso di vedere con quale espressione di disperazione l’avrebbe guardato.
Marylin, semplicemente, annuì.

 

Aveva pensato, malauguratamente, che non l’avrebbe certo incontrato così presto... e soprattutto con quel sorriso arrogante stampato sulla faccia, cosa che le fece venire il voltastomaco. Alexis strinse i denti per evitare di scoppiare ma era praticamente impossibile non ribollire di rabbia con l’assassino dei propri genitori davanti agli occhi e con un ferito affianco – nonostante Kasai sembrava tutto fuorché ferito se non si contava la ferita sulla spalla che, anche se medicata (un eufemismo perché stringere la parte lesionata con il gilet stracciato di Kasai non era una degna medicazione) da poco sembrava già non perdere più sangue.
L’uomo di fronte a loro, apparso quasi all’improvviso nel grande salone che i due stavano percorrendo nel tentativo di ritrovare l’amica scomparsa, la guardò con occhi bramosi e viscidi, tanto che Alexis dopo un po’ non ce la fece più < Dopo dieci anni hai il coraggio di farti rivedere in faccia... bastardo! >
Lui fece un cenno con la testa < Alexis Black, hai ragione, sono passati tantissimi anni e vedo che il tempo è stato più che clemente con te. Ne sono felice >
< Disgraziato > sibilò lei di risposta.
Kasai, che aveva soltanto capito che quel signore vestito elegante e tutto di bianco se non la camicia di un rosso sangue era qualcuno che stava sulle scatole ad Alexis, si limitò per una volta a guardare oltre l’avversario e ciò che vide lo fece imbestialire ancora di più.
In aria, come appesa al soffitto con miriadi di fili sottili, c’era una ragazza bionda senza conoscenza con manette anti-magia ai polsi e alle caviglie e la testa pendente in avanti: Ayaka.
Anche Alexis la notò, dietro il miserabile, e non si preoccupò di urlare come una furia < Lasciala andare, Bunbury! Lei non ha niente a che fare con questa storia! >
< Comecome? > fece l’uomo facendo segno di aguzzare meglio le orecchie < Non ho sentito, cosa vorresti? >
< Se non la smetti immediatamen- >
< E non usare quel tono con me > affermò rigido, facendo svanire il sorriso e guardandola con uno sguardo micidiale < o preferisci che uccida il tuo caro fratellone? > bastarono quelle poche e semplici parole che la ragazza quasi cadde a terra ma fortunatamente una briciola di speranza le permise di non mostrarsi debole davanti a quel disgraziato.
Briciola che venne masticata senza alcuna pietà da quello stesso uomo < Non so come ma siete rimasti solo voi due ma tranquilli, presto potrete raggiungere i vostri carissimi amici >
Kasai e Alexis erano più che decisi a fronteggiare anche questo ostacolo, i pugni stetti e un’espressione che definire incazzata era un eufemismo; ma prima che loro potessero anche solo muovere un muscolo i numerosi fili che lo circondavano si mossero impazziti verso di loro costringendoli ad arretrare e a schivarli.
< In tutti questi anni ho studiato attentamente le vostre mosse, Black > disse con un ghigno e sistemando all’indietro i capelli marroni e ricci con mo’ di Signore < E so tutti i vostri punti deboli >
Detto ciò mosse le dita con risolutezza e Alexis quasi riuscì a vedere il corpo svenuto di Ayaka fargli da scudo – ma ciò non avvenne, facendo sgranare gli occhi persino al nemico che si voltò agitato verso la figura della ragazza.
Borbottò qualcosa e mosse nuovamente le dita ma nulla sembrò cambiare la situazione finché non anche lui non capì cosa stava succedendo: < MARYLIN!! Brutta traditrice! Dove sei?!! > gridò furente, lasciando sbigottiti sia Kasai che la mora, intanto che miriadi di fili – anche troppi – fuoriuscivano letteralmente dai palmi dell’uomo oltrepassando i muri, il soffitto e il pavimento mentre una vena gonfia faceva presupporre un violento scoppio d’ira.
Quasi contemporaneamente al tremendo rumore che echeggiò per il salone a causa di un crollo improvviso dovuto a un corpo che veniva strattonato dal piano superiore attraverso quei fili, questi ultimi andarono a infrangere un immenso specchio che Alexis sospettò si trovasse tra Bunbury e Ayaka... rimase sbalordita quando vide che oltre lo specchio non c’era nessuno: Ayaka doveva essere salva da qualche altra parte!
La sua attenzione però venne richiamata da un lamento e proprio dove la polvere era più fitta riuscì a vedere il corpo di una bambina stesa a terra, con il viso premuto contro il pavimento e graffi e ferite dappertutto: attraversare il solaio non aveva giovato alla sua salute, evidentemente.
< Marylin!! Cos’è questa storia? Perché uno specchio? Dov’è la ragazza?!!!!! > urlò ancora l’uomo mentre altri fili legarono le braccia, le gambe e il busto dell’azzurra che mugugnò qualcosa, incapace di muoversi dal dolore tremendo che le procurava atroci fitte ovunque.
Non ci volle molto che i capelli e gli occhi di Alexis divennero completamente bianchi e un vento forte iniziò a vorticare intorno a lei quando Bunbury, preso dall’ira, tirò con forza il corpo di Marylin attraverso i fili mettendosela davanti < Avanti, Black, prova a colpirmi adesso >
I capelli turchesi di Marylin erano tutti disordinati e una profonda ferita faceva sì che le si macchiassero alcune ciocche di rosso < A-Aiuto > miagolò, stringendo gli occhi dal dolore... non aveva mai provato nulla del genere se non quando...
< Sei rimasto sleale come dieci anni fa, bastardo!! > gridò a sua volta Alexis, che tremava solo al pensiero di dover usare i suoi poteri col rischio che potesse colpirla.
L’idea che quella bambina li avesse aiutati non l’abbandonava: aveva ingannato Bunbury con i suoi specchi facendogli credere di avere Ayaka  in ostaggio quando invece non era così, eppure... dov’è Alèk?!

 

< Okay, ho capito >
Lui sorrise causando un’ondata di cuoricini e venendo prontamente stritolato da un abbraccio che definire stritolatore era poco < Datemi sette minuti e verrò a salvarvi >
< Aspetteremo con impazienza!!! > trillò la più piccola facendoli ridere.
Ayaka annuì e alzò il pollice in alto < Contiamo su di te >

 

< Muori feccia!! >
Evidentemente Bunbury non aveva capito che creare un buco nel soffitto avrebbe solo fatto comodo ai suoi nemici perché Alèk fece la usa entrata (quasi trionfale, dai) proprio da lì sferrando un calcio sulla testa del maledetto, prendendo Marylin tra le braccia e correndo verso sua sorella e Kasai con uno scatto davvero niente male.
Una volta davanti ai due i suoi occhi rossi si riempirono di sollievo < Sorellina! >
< Alèk? Dove sei stato finora? >
Il ragazzo sghignazzò lanciando un’occhiata alla bambina che sembrava svenuta.
Il panico lo assalì < No! Per Dio! > iniziò a strillare scuotendo Marylin come un ossesso < Svegliati! Svegliati! Svegliati! Non puoi dormire adesso!! >
< Che diamine ti prende, ora? > fece Kasai, parecchio confuso.
Bunbury, che intanto aveva accusato il calcio peggio di quanto si aspettasse, si rialzò premendosi una mano sulla testa, gli occhi iniettati di sangue < Me la pagherete...! >
Il rosso fece per lanciargli qualcosa addosso ma Alèk lo fermò mollandogli la bambina all’improvviso < Svegliatela mentre io lo tengo occupato > indicando l’uomo qualche metro più in là < Vi spiego tutto dopo >
Alexis sperò davvero che prima o poi l’avrebbe fatto perché davvero non ci stava capendo più nulla!
Alèk era deciso a fargliela pagare, quel bastardo che aveva ucciso i suoi genitori e che aveva messo in pericolo la vita della sua adorata sorellina l’avrebbe pagata di certo e avrebbe implorato pietà in ginocchio!
Partì all’attacco, purtroppo però i suoi pugni venivano deviati dai fili che Bunbury muoveva agilmente davanti a sé con la speranza che questi non si rompessero sotto la forza sovrumana del ragazzo.
< Non ti perdonerò mai per aver fatto tanto male alla nostra famiglia > sibilò il moro con gli occhi iniettati di sangue, così come succedeva sempre quando si trovava di fronte qualcuno di quel genere < La pagherai per tutto >
Bunbury sollevò una massa di fili così da creare un muro tra i due e intanto ne muoveva altri sotto al pavimento con lo scopo di fare uno di quei ragazzi poco distanti da loro, un ostaggio.
Sghignazzò quando percepì di esserci < Arrendetevi, voi non potete nulla contro di me stupidi mocciosi! > e altri fili taglienti come lame fuoriuscirono dal pavimento andando ad attorcigliarsi attorno alle gambe, alle braccia e al collo di Alexis che gridò qualcosa prima di venire trascinata lontano da Kasai e Marylin, ancora mezza svenuta e con gli occhi semi aperti.
< Prova a colpirmi Black, ma sappi che in ogni caso mi farò scudo con la tua sorellina! >
Alèk tremò di rabbia.
< A-Alèk fal-lo > mugugnò Alexis mentre i fili le stringevano il collo < Al-èk! >
Suo fratello si sentì malissimo al solo pensiero di farle del male anche solo per sbaglio.
Intanto Kasai guardava la scena tenendo ben salda la ragazzina che stava riprendendo conoscenza lentamente fino a sgranare gli occhi e a sussultare ricordandosi di dover fare qualcosa di estremamente importante.
Il rosso cercò anche di chiedere cosa fosse successo e quale fosse il piano di Alèk ma questa lo zittì con un gesto risoluto della mano, facendolo leggermente imbestialire.
Marylin agguantò un piccolo specchio dalla borsetta che portava a tracolla e in un secondo lo infranse a terra con tutta la forza che aveva < Speriamo in bene > sussurrò lievemente che persino Kasai non era sicuro di averla sentita bene.
Deve riuscire a farcela” pensò la bambina con le mani giunte in preghiera “Ti prego Ayaka...!

 

Ayaka annuiva in continuazione, quasi crebbe che in realtà non lo stesse ascoltando mentre Marylin non faceva altro che fissarlo con aria sognante e completamente immobile.
< Ricapitolando: Marylin romperà la specchio e a quel punto tu, Ayaka, attiverai la macchina genera-fulmini... ci siamo capiti? > chiese ancora una volta.
La bionda mostrò un sorriso sicuro < Ci penso io qui! Sarò pronta a fare la mia mossa >
< Bene > disse Alèk sospirando < Si va in scena >

 

Alexis avrebbe tanto voluto che Alèk prendesse la rincorsa e tirasse un pugno a Bunbury anche a costo di doversi rompere la faccia. Certo, si sarebbe fatta parecchio male ma era comunque una soddisfazione.
Non ci volle molto perché tutto il castello cominciò a tremare percosso da chissà cosa che la ragazza non riusciva a identificare mentre suo fratello era di fronte a lei, in piedi e teso come una corda di violino. Suo fratello non l’avrebbe mai fatto.
Così come lei che aveva paura di agire ogni volta che il nemico occasionale aveva un ostaggio tra le grinfie, eppure... eppure proprio non si aspettava quel che successe dopo.
Passi per Alèk che le voleva bene, passi per Kasai che in un certo qual modo aveva capito che del tutto fuori di testa non era (forse) e magari anche Marylin... dopotutto era una bambina. Ayaka era arrivata talmente velocemente che non aveva capito nemmeno si trattasse di lei, soprattutto quando un fulmine la colpì in pieno disintegrando anche i fili che la tenevano ferma vicino a quel maledetto, finché poi – alla fine della scarica elettrica – non cadde rovinosamente in avanti... e avrebbe anche sbattuto la faccia se non fosse stato propri per Alèk.
Per qualche attimo svenne e quando riaprì gli occhi vide soltanto il cielo notturno stagliarsi sopra di lei in una miriade di stelle luminose. All’improvviso le venne in mente che Ayaka l’aveva appena fulminata...!
< Ma cosa ti passa per la testa??!! > il grido di Alexis risuonò quasi per tutta l’isola echeggiando tra le rovine del castello andato distrutto < Ayaka, dove caspiterina sei adesso??!! >
La bionda fece capolino da dietro un enorme masso con un sorriso a trentadue denti che la fece innervosire ancora di più < Ehi, ciao! Ti sei svegliata... hai dormito per circa due o tre ore >
< Ma da quand’è che controlli il fulmine, eh?! > gridò ancora rialzandosi un po’ a fatica, poi si guardò attorno notando uno stranissimo silenzio < Dove sono quei due? >
< Kasai e tuo fratello sono andati a prendere la barca, invece Marylin dorme proprio vicino a te > disse indicando proprio la bambina accucciata ai piedi di Alexis che non l’aveva nemmeno vista.
La mora sospirò passandosi una mano tra i capelli disfatti e tutti elettrizzati < Mi spieghi cos’è successo esattamente? >
Ayaka rise < Certo! >
Fu così che la bionda maga le spiegò per filo e per segno cos’era successo partendo dal “rapimento” – che in realtà non era, perché era stata proprio lei a voler andare a Caracolle dopo aver colloquiato amabilmente con Marylin all’interno di quello specchio – e arrivando alla fine che avevano fatto Bunbury e il castello proprio dietro di loro.
Alèk si era rivelato fondamentale: il piano da lui elaborato prevedeva appunto l’attivazione della macchina genera-fulmini che Bunbury aveva in uno dei suoi arsenali e far crollare tutto l’edificio. Ovviamente tutto questo non sarebbe potuto accadere se non grazie all’aiuto di Marylin (che aveva preso per i fondelli Bunbury stesso con i suoi specchi illusori) e Ayaka che aveva aspettato pazientemente per attivare quella caspita di macchina che, vecchia di almeno un centinaio d’anni – quasi reperto storico – le aveva consumato più energie di quanto aveva previsto.
Anche se la cattura di Marylin non era prevista – ecco spiegato perché quando era svenuta, Alèk era completamente impazzito – alla fine il piano era riuscito abbastanza bene e avevano tutti ottenuto quello che volevano, tranne...
< Marylin voleva salvare sua sorella >
Alexis alzò un sopracciglio, ormai erano entrambe sedute su dei massi una difronte all’altra < E adesso dove si trova? >
< Nello specchio che Bunbury teneva chiuso nella sua cassaforte a prova di magia, Alèk aveva il compito di prenderlo e portarlo in un posto sicuro fuori dal castello per questo non è arrivato prima da voi > spiegò la bionda.
L’altra annuì < Va bene. Però quel fulmine mi ha fatto male, eh! >
< Scusa, scusa! > Ayaka prese a ridere sinceramente divertita.
< Ehm... ragazze...? > Alèk sbucò quasi all’improvviso con un sorriso tirato in volto, seguito dal Devil Slayer con una bendatura di fortuna alla spalla < Abbiamo un problema >
Kasai sospirò < In realtà più di uno > e lanciò un’occhiataccia al moro che si grattò la nuca imbarazzato.
Entrambe le ragazze scattarono sull’attenti < Cos’è successo? > chiesero infatti, all’unisono.
< La barca non c’è... e nemmeno lo specchio dov’è contenuta la sorella di Marylin >
La bambina si rialzò lentamente dalla posizione supina e si strofinò gli occhi ancora pieni di sonno e si voltò a guardare il ragazzo. Ci furono istanti di silenzio in cui tutti si aspettavano una qualsiasi reazione d’ira ma la bambina si limitò ad abbassare la testa e a mugugnare qualcosa.
< Un attimo! > l’esclamazione di Ayaka fece sobbalzare un po’ tutti che scattarono verso di lei < Prima, dalla stanza in cui mi trovavo, ho visto un ragazzo andarsene in barca... se ben ricordo era quello con i capelli bianchi >
Allora ci fu un grido generale < CHECCOSA?! >
< Nagashi! > i fratelli Black si voltarono verso Kasai che si colpì il palmo della mano con l’altra chiusa a pugno < Sì, sì, dev’essere proprio lui >
< Chi? >
< Nagashi. Il mago contro cui ho combattuto prima >
Marylin strabuzzò gli occhi e scattò in piedi come una molla, indicando il rosso con il dito tremante < T-Tu sei riuscito a s-sopravvivere?! >
< Certo > rispose lui, con calma.
La bambina si sistemò i capelli in uno chignon fatto veramente male per poi riprendere l’espressione sconvolta di poco prima < Ma dici sul serio?! >
Kasai alzò un sopracciglio, vagamente irritato da tanta poca fiducia ma non fece in tempo a dire nulla che Alexis prese la parola < A questo punto dobbiamo raggiungere il porto di Caracolle e sperare di trovare una barca... il problema è: avete dei soldi con voi? >
Ayaka prese un bel respiro per poi svuotare i polmoni, sicura al cento per cento di avere scordato il portafoglio alla locanda prima di essere portata a forza nella villa dei due fratelli.
< Io ho 30.000 jewels > quattro teste si voltarono scettiche verso il Devil Slayer che aveva sollevato una mano < Sul serio! >
Ayaka sorrise < Perfetto! Allora che aspettiamo? Possiamo tornare a Magnolia e da lì cercare di ritrovare tua sorella, che dici? > fece mettendo una mano sulla testa della piccola Marylin che la guardò con gli occhi sgranati e lucidi.
< Mi aiuterete? >
< Certo! >
< Dopotutto è anche un po’ colpa mia che ho lasciato lo specchio sulla barca... > disse Alèk abbassandosi alla sua stessa altezza < Ti aiuteremo senz’altro >
Marylin non poteva credere alle sue orecchie e fece la cosa che più di ogni altra cosa l’avrebbe resa felice in quel momento: si lanciò letteralmente al collo di Alèk stringendoglielo con tutta la forza che aveva e gridando come un’ossessa di quanto fosse bello, gentile, forte, eccetera, eccetera...
Alexis strabuzzò gli occhi completamente shoccata dalla scena di suo fratello che a breve sarebbe stato molestato da una bambina mentre Kasai scoppiava a ridere battendo i piedi a terra.
Ayaka si coprì la bocca con entrambe le mani guardando l’altra ragazza con gli occhi che le lacrimavano dalle risate < Non sarai gelosa, neh? >
Quella incrociò le braccia al petto e si voltò dall’altra parte iniziando a camminare < Andiamo al porto, vorrei arrivare a Magnolia entro l’alba di domani >
< Mi aspetterai, vero, Alèk? Aspetta qualche anno e ci potremo sposare!! >
Questa non è per niente normale...” Alexis sbuffò.

 

Magnolia era una città allegra e vivace (forse per via di una festa), questa era stata la prima impressione una volta giunta lì. Era in giro per le strade affollate già da un paio d’ora ormai e si era fermata in qualche negozio a chiedere informazioni e comprare qualche dolcetto da mangiare come spuntino.
Come suo solito, Alice indossava uno di quei vestiti a balze nere e bianche decorato con diversi pizzi e nastri, un tipico vestito gotico dalle maniche lunghe e il cui colore scuro si contrapponeva a quello chiarissimo della sua pelle e dei suoi biondi capelli lunghi. Camminava lenta, cercando di assaporare ogni attimo di quella tranquilla passeggiata sul bordo del fiume che attraversava la città e dove ogni tanto qualche gondoliere la pregava di stare attenta.
Raggiunse il parco e aiutò una signora a trasportare dei pacchi sebbene non fosse propriamente fortissima come quei ragazzi che aveva incontrato alla locanda giusto ventiquattro ore prima... a ripensarci le veniva da sorridere nonostante lì per lì la situazione era abbastanza imbarazzante: era stata vista con solo un asciugamano addosso da un ragazzo e la cosa la faceva diventare sempre più rossa.
Posandosi una mano sul cuore con lo scopo di riprendere a respirare normalmente, alzò lo sguardò verso il cielo e sorrise nel constatare che da allora e per i prossimi giorni non ci saranno temporali in quella zona.
Certe volte era una vera e propria fortuna avere un contatto diretto con la natura, almeno così avrebbe evitato figuracce e acquazzoni spiacevoli. A un cero punto però, mentre attraversava la piazza di fronte alla Cattedrale un paio di voci la fecero balzare e cercò tra la folla chi è che avesse gridato a quel modo.
Tutto successe in pochi attimi ma fortunatamente Alice venne spinta fuori dalla portata di quella statua d’oro che la popolazione di Magnolia stava ergendo proprio in quel luogo e che cadde rovinosamente a terra provocando un fracasso assurdo.
La bionda tremò per qualche secondo seduta a terra e con la statua a pochi centimetri dai piedi < C-Che è successo? >
< Stai bene, ragazzina? >
< Ti sei fatta male? >
< Ci dispiace, abbiamo perso la presa sulle corde! >
Erano tutti attorno a lei, chi per controllare se fosse ferita e chi, invece, per scusarsi per quell’incidente < N-No... Tutto bene, s-sto bene > sussurrò timidamente rimettendosi in piedi e spolverando il vestito < G-Grazie per l’interessamento >
< Vedi di stare più attenta a cosa ti sta intorno > affermò all’improvviso una voce, una voce che apparteneva a un ragazzino che a prima vista doveva avere chiaramente meno della sua età < Altrimenti poi è normale che le cose ti cadano addosso >
Alice arrossì com’era solita fare ogni volta che uno sconosciuto le rivolgeva la parola, incassando la testa nelle spalle e contorcendosi le dita < S-Sì, s-scusami >
Il ragazzo in questione stava per andarsene ma una seconda voce, questa volta più dura e autorevole, fece fermare il battito cardiaco alla folla < Ehi, tu, nanerottolo > Alice era convinta di aver visto i nervi del ragazzo scoppiare < Ti rendi conto che potevi farti male anche tu? Sei stato un incosciente >
In quel momento la bionda aveva davanti a sé una giovane donna dagli occhi verdissimi e le braccia allacciate sull’evidente rigonfiamento della pancia – doveva essere incinta! – in un certo senso metteva quasi paura.
Alice, in qualche modo, si sentiva in dovere di dire qualcosa ora che aveva capito che a trarla in salvo era stato quel ragazzino ma non riusciva a mettere insieme le parole adatte... e tutto quello che uscì fu solo un “ehm” borbottato.
Fu a quel punto che quello che a tutti parve un ragazzino dagli insoliti capelli tanto biondi da sembrare bianchi si voltò incazzato nero < Chiamami di nuovo “nanerottolo” e giuro che ti ammazzo, vecchia befana! >
< Befana a me? Senti, nanerottolo, non costringermi a usare le mani, mi sono spiegata?! E poi come dovrei chiamare un ragazzino dalla sindrome della crocerossina? > gridò infuriata, per poi voltarsi verso Alice con un sorriso gentile < Ovviamente sono più che felice che non ti sia fatta niente, cara > a cui la bionda rispose con un semplice “Non fa niente”.
Intanto che le persone che si erano riunite venivano fatte andare via dalla donna, il ragazzino stringeva i pugni talmente forte che sembrava si stesse artigliando le mani.
< Io non sono un ragazzino! Ho diciotto anni, per la miseria!!! > gridò lui per poi andarsene e lasciarle lì in mezzo alla piazza.
La donna, che aveva dei lunghi e bellissimi capelli rosso fuoco, sospirò tornando a rivolgersi ad Alice < Però ha ragione, sta’ un po’ più attenta... > le sorrise < Da quel che vedo non sei di queste parti, dico bene? >
La bionda scosse la testa < N-No, sono in viaggio > disse intimidita, per poi lasciar cadere l’attenzione alla statua che precedentemente aveva attentato alla sua vita e in preda alla curiosità non si accorse di non stare più balbettando < Non ho potuto fare a meno di notare che Magnolia sia in festa oggi... cosa si celebra? >
L’altra sorrise scoprendo una fila di denti bianchissimi < Beh, innanzitutto la città di Magnolia è stata appena liberata da una gilda oscura > spiegò con entusiasmo < E poi... si sta avvicinando il giorno della grande parata! >
< Quale parata? >
< Perché non andiamo a prendere un caffè così ti racconto i dettagli?, se resti fino a domani puoi vederla dal vivo > esclamò la rossa su di giri, come se si fosse scordata di essere nervosa fino a quel momento.
Alice annuì, era curiosa e poi... doveva farsi dire chi era l’uomo della statua dorata perché in qualche modo le sembrava familiare – forse l’aveva visto su una qualche rivista...!

 

 

 

 

ANGOLINO DI AYAKA:

Avevate capito che quei tre che tramavano nell’ombra erano in realtà Ayaka, Alèk e Marylin passata dalla nostra parte?! – spero di no, altrimenti addio sorpresa...!
Spero anche che sia chiaro il piano usato e che abbia un po’ di senso... certe volte ho dei seri dubbi e mi fisso su cose che magari (vi prego, ditemi di no!) sono inutili.

E alla fine tutto è bene quel che finisce bene... più o meno, ma andiamo con ordine:
- Nagashi se n’è andato con la “nostra” barca portando con sé, magari inconsapevolmente, lo specchio in cui è rinchiusa la misteriosa sorella di Marylin!
- A proposito di Marylin!, la nostra ragazzina ha una bella cotta per Alèk!... ihihih, ho in mente tante belle cose per lui...! – spero solo di non esagerare!
- Ma okay, tornando a noi: alla fine ho inserito meglio Alice Rabbit (OC di Shirona), nella storia, la ragazza di cui scommetto nessuno ricorda niente che è apparsa alla locanda quando Kasai e Alexis stavano incendiandola (la locanda, ovviamente). È lei.
- E così come mi ero ripromesso ecco a voi l’entrata in scena di nuovi OC, non tutti ancora ma un po’ alla volta appariranno: Asuka e il nano di diciotto anni (entrambi OC di Aki_and_Ami)!! Evviva!! ^.^ Sono così felice che anche voi stiate iniziando a conoscerli!

Indovino, indovinello... chi raffigura la statua??? Eheh, se provate a indovinare (e indovinate) cercherò di scrivere qualcosa di divertente o di tremendamente drammatico!

Fatemi sapere se è di vostro gradimento e credo dobbiate aspettare pochi capitoli perché la gilda di Fairy Tail torni a esistere...!

Ciao, un bacio
Ayaka


P.S... non ve lo chiedo perché dopo un po’ penso ci arrivate da soli, ma spero sappiate di che parata si tratti!
 

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Capitolo 6
*** Tra incontri, ricerche, ladri poco furbi e primi incidenti ***


Ciao! Sono tornata, Yuppiee!! ^.^ Bene, spero che questo capitolo vi faccia ridere... dopo il capitolo ci saranno alcune “cosucce” interessanti, indispensabili per permettermi di continuare la storia! – Quindi fate attenzione!
Vabbè, basta: leggete!

 

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 06

Tra incontri, ricerche, ladri poco furbi e primi incidenti

 

< Entriamo in azione alle nove spaccate, sarà buio e nessuno farà caso a noi >
< Il segnale? >
< Un fuoco d’artificio. Ricordate il nostro motto? >
< Ruba tutto il rubabile! >

 

< Obbligo o verità? >
Il moro ci pensò un attimo < Verità >
Dopo un paio d’ore passate a cercare di ritrovare i soldi che Kasai aveva detto di avere nella tasca dei pantaloni per poi scoprire che era vuota, Ayaka aveva chiesto aiuto alla magia della fata Golden che permetteva di trasformare in oro tutto ciò che toccava ed era soltanto grazie a lei, quindi, che avevano rimediato un passaggio sulla caravella che fortuitamente doveva partire proprio quella notte.
La maga bionda si era trasformata con quel poco di magia che le era rimasta in corpo in una specie di dea, fasciata in quella che sembrava una strettissima tuta di pelle dorata che le lasciava le spalle e le braccia nude, mentre si allacciava attorno al collo.
< La cosa di cui hai più paura >
< COME?! >
Alexis trattenne una risata < Eddai, fratellone, dì quello che devi dire >
Successivamente si erano imbarcati, ovviamente non senza aver fatto capire a Kasai che era stato meglio se fosse stato zitto e non avesse borbottato su soldi che in realtà non erano più al loro posto, e tutti e cinque si erano riuniti in una cabina dopo aver fatto una doccia rinfrescante.
Al momento, stavano cercando di occupare il tempo < Alèk, dillo o ti gonfio di pugni! >
Sua sorella, che non aveva la benché minima voglia di aiutarlo a uscire da quella situazione imbarazzante, lo fissava con un sorrisetto e le braccia incrociate, spiaggiata sui cuscini accanto ad Ayaka che, intanto che osservava la scena, intrecciava i capelli di Marylin in tantissime piccole treccine.
Alèk, oramai disperato e al limite della sopportazione, si rivolse alla bionda < Ayaka! Ti prego, aiutami tu... > e la guardò con occhi da cucciolo.
Lei però gli sorrise senza accennare a nessun tipo di salvataggio, mentre Marylin era tragicamente combattuta: aiutare il suo amato o stare a guardare e scoprire qualcosa su di lui che non avrebbe mai più scoperto?
< E va bene! Dannazione! > sbottò alla fine il moro, facendo esultare il Devil Slayer < Ho il terrore dei gatti, contento?! >
Kasai lo fissò con gli occhi spalancati per poi rotolare all’indietro in preda alle risate, seguito dalla bionda maga mentre Alexis faceva di tutto per non perdere il suo onnipresente contegno, nonostante non servì praticamente a nulla – diventò più rossa di un pomodoro a furia di trattenersi!
< Così forte e bello eppure hai paura dei gatti... sei così tenero!!!! > trillò Marylin sgusciando via dalla sua postazione senza che Ayaka terminasse di sistemarle i capelli e lanciandosi a peso morto su di lui che non fece una piega < Mi piaci sempre di più!! >
Alèk, offeso a morte, mise il broncio sperando di attirare almeno l’attenzione di Ayaka che però non lo considerò nemmeno < Va bene, va bene! Tocca a me adesso! > poi indicò sua sorella < Obbligo o verità? >
< Verità >
< Chi era quel tizio alla stazione che un mese fa ti si è avvicinato? Cosa avete fatto? Cosa voleva?! Perché non l’hai allontanato subito?! > data la rapidità con la quale aveva parlato, Alexis dapprima non parve capire molto bene o almeno credeva di non aver capito bene < E ricordati: la verità >
La ragazza alzò un sopracciglio, sinceramente non si ricordava nemmeno che fosse successa una cosa del genere... ah, ma forse intendeva... < Un fan >
< Hai dei fans, Alexis? >
La mora annuì in risposta alla domanda di Ayaka < Voleva un autografo e, anche se con riluttanza, gliel’ho fatto. Non mi si scrollava più di dosso... ma com’è che ti sei ricordato di una cosa del genere? >
Alèk alzò le spalle < Non c’è nessunissima ragione, era giusto per sapere >
< Sei geloso? >
La sua espressione cambiò in un attimo… < Certo! Sei mia sorella! > …diventando quella di un maniaco ossessivo-compulsivo.
Marylin non poteva credere alle sue orecchie < Oh! Un amore incestuoso! > la stanza si fece silenziosa di botto, Kasai, Ayaka e i fratelli Black guardavano la ragazzina alquanto allucinati < Sarà egoistico da parte mia pensarlo ma sono felice che siate fratelli così Alèk non avrà dubbi e mi sposerà! >
Ma  fa sul serio...?” si ritrovò a pensare Alexis.
< Continuiamo il gioco! > esclamò Ayaka, riprendendosi subito dallo stato di shock < Kasai, obbligo o verità? >
< Obbligo! >
Ayaka pensò e pensò, alla fine le venne un’illuminazione. Si alzò e chiese di aspettarla lì, sarebbe tornata subito: non ci mise molto ad arrivare in cucina, ad aprire il deposito e a prendere quel che le serviva... quando tornò nella stanza alzò con fierezza le due bottiglie di liquore con un sorriso a trentadue denti, annunciò l’obbligo a cui il rosso avrebbe dovuto sottoporsi < Kasai! Devi bere tutte e due le bottiglie fino all’ultima goccia! Se non sarai in grado di reggerti in piedi, allora- >
< Mettile viaa!!! > il gridò di Kasai, che intanto si era lanciato praticamente contro la parete opposta a dove si trovava Ayaka, risuonò quasi per tutta la caravella < Via, via! >
< Che ti prende? > chiese Alèk, per poi lasciarsi andare a un sogghigno < Hai paura dell’alcol? >
Il rosso scosse la testa con rapidità < Non è questo > poi indicò Ayaka che intanto lo guardava con la testa piegata di lato < Metti a posto quelle bottiglie >
< Va bene > disse girandosi, fece per tornare nella cucina ma si fermò e in un nanosecondo gettò entrambe le bottiglie verso Kasai che chiuse gli occhi, ormai conscio di quel che sarebbe accaduto: infatti non percorsero nemmeno metà del percorso perché esplosero praticamente sulle teste dei fratelli Black.
L’esplosione coinvolse l’intera caravella si cui qualche istante dopo rimasero solo pezzi di legno e bauli galleggianti su cui i marinai si aggrapparono.
Ayaka riemerse dall’acqua e si guardò attorno, poco dopo venne raggiunta da Kasai che l’afferrò per la maglia < Che cavolo ti è saltato in mente?!! >
< Volevo vedere cosa sarebbe successo > spiegò allegra, per nulla intimorita dall’irruenza del ragazzo < Ma come hai fatto? >
< Io non ho fatto nulla, non è colpa mia! Succede tutte le volte che mia avvicino a dell’alcol quindi non farlo ma più! > gridò ancora mentre Alèk si avvicinava a loro con Marylin seduta sulle sue spalle.
Il moro sospirò < Come facciamo adesso ad arrivare al porto di Hargeon? >
< Ho un’idea! > la voce di Alexis proveniva dall’alto e quando alzarono la testa la videro sospesa in aria e con i capelli bianchi, segno che stava utilizzando l’elemento dell’aria < Però ho bisogno del tuo aiuto, Alèk >
Questo annuì e lasciò che Marylin su un pezzo di legno che galleggiava lì vicino < Dimmi cosa devo fare >
In un modo o nell’altro riuscirono a risolvere il problema, aiutando anche i poveri marinai che ci erano andati di mezzo sostanzialmente grazie ai fratelli Black, lei modellando l’acqua e lui solidificandola: così facendo crearono una barca grande abbastanza da poter trasportare una quarantina di persone.
La barca si mosse veloce per tutta la notte grazie alla spinta poderosa delle onde governate da Alexis. La temperatura non era delle migliori non potendo neanche accendere un fuoco, ma la mattina dopo avrebbero visto il porto di Hargeon all’orizzonte e finalmente avrebbero potuto godersi un po’ di riposo… ma anche no.
Al porto di Hargeon erano riusciti a noleggiare una macchina alla cui guida ci avevano messo Ayaka (tragedia)... e alla fine della gita avevano tutti quanti concordato di non permetterle mai più di guidare perché non era concepibile che per strada aveva quasi preso in pieno alcuni animali...!
Dunque, una volta arrivati a Magnolia (oltre al fatto che Alexis si era dovuta scusare con il proprietario di un negozio di erbe perché la bionda maga aveva avuto la brillante idea di parcheggiare sulle sue scorte che aveva sistemato temporaneamente sul retro) si erano dati appuntamento alle cinque del pomeriggio.
< Non ti lasceremo guidare ma più > sibilò la mora avvertendo un nodo all’altezza dello stomaco < Mai più >
Ayaka scoppiò a ridere e in effetti non ricordava una sola volta in cui aveva guidato qualunque mezzo di trasporto con un minimo di prudenza...!
Intanto che Kasai veniva visitato da chi di dovere (nonostante le due ragazze avevano dovuto trascinarcelo con la forza perché “lui stava bene”) Alèk avrebbe pensato a come riparare la villa, altrimenti poi i due fratelli non avrebbero più avuto un posto per dormire e Marylin l’aveva seguito a ruota senza dire nient’altro.
< Ripetimi un po’ cosa dobbiamo fare >
Ayaka si riprese piuttosto in fretta dall’attacco di ridarella e annuì < Dobbiamo andare in biblioteca a cercare qualche informazioni sulla magia di Nagashi, Shinsoo. Kasai ci ha spiegato un po’ come funziona ma è meglio sapere contro chi dovremo combattere, non credi? >
Alexis si ritrovò pienamente d’accordo.
< Ti devo ringraziare > disse la Signora degli Elementi all’improvviso seria < Vi devo ringraziare, te e Kasai... vi siete cacciati nei guai solo per causa nostra e avete messo in pericolo la vostra vita per degli sconosciuti >
< Dovere > Ayaka fece un’alzata di spalle < E poi non mi sono mai piaciuti i cattivi >
Alexis fece un mezzo sorriso mettendosi le mani nelle tasche della tuta che aveva sostituito la sua usuale tenuta da combattimento un certo episodio < Beh, comunque grazie. A nome mio e di Alèk >
< Prego. A nome mio e di Kasai, anche se non sono ancora perfettamente sicura di cosa passi per la testa a quello lì... >
La mora le lanciò un’occhiata scettica < Guarda che è già abbastanza difficile decifrare te, eh. Senza offesa >
< Nessunissima, tranquilla! >
La direzione della conversazione variò presto, arrivando a toccare diversi argomenti, tra cui il futuro... E lì, Ayaka capì di dover prendere una decisione importantissima...

 

La conosceva da qualche ora eppure già ammirava quella donna.
Era forte, decisa e sicura di sé, non dava per niente l’impressione di essere in cerca di protezione e/o aiuto... quella donna, Asuka, nonostante fosse incinta e non avesse nessun uomo al suo fianco bastava a se stessa: Alice non aveva niente di tutto ciò, anzi. Era una piagnucolona, timida e debole ragazzina... che sveniva o vomitava alla vista del sangue!
< Qualcosa non va? >
Alice si riscosse dai suoi pensieri troppo velocemente e per sbaglio si scottò  la lingua con il tè bollente alle more < N-Niente, tranquilla > disse arrossendo leggermente dall’imbarazzo < C-Cosa stavi dicendo? >
Asuka mostrò un radioso sorriso che andava da un orecchio all’altro < La statua che stava per caderti addosso raffigura l’ottavo master di Fairy Tail, la gilda scomparsa anni fa > spiegò sgranocchiando i cioccolatini che erano stati serviti insieme al tè < Il fatto che un’intera gilda sia scomparsa all’improvviso è un fatto davvero grave e il Consiglio non sa cosa pensare né come risolvere il problema... tutte le altre gilde li stanno ancora cercando ma di quei maghi neanche una traccia >
Alice aveva sentito la storia.
Chiunque conosceva la gilda di Fairy Tail, le sue imprese e il fatto che da un momento all’altro sembravano essere spariti nel nulla e la cosa era alquanto sinistra.
< Tutto quello che so è che tre membri della gilda non erano presenti quando l’intero edificio è scomparso > disse ancora la rossa < Ma non sono mai tornati a Magnolia quindi non so che fine abbiano fatto >
< È davvero triste >
Asuka annuì < Già > poi però inclinò la testa e le sorrise < Allora, dimmi qualcosa  di te. Avverto qualcosa di diverso nella tua magia, anche se è soltanto una flebile sensazione >
< I-Io sono in grado di aprire i portali dei G-Guardiani > affermò la bionda, insicura < E da parte di mia madre ho ereditato i poteri di guarigione e di saper comunicare con la natura > non aveva mai parlato così a lungo con una persona.
< I guardiani? Aspetta, intendi i Cinque Guardiani, vero? Wow, ma sei proprio forte, allora!! >
Alice fissò intensamente le proprie mani contorcersi sotto il tavolo < N-non esagerare, non s-sono così forte >
< Bisogna avere fiducia e stima di se stessi, piccola Alice! A proposito, quanti anni hai? >
< Ne ho sedici, ne compirò diciassette tra qualche mese... >
Asuka batté le mani felice < Beh, io ne ho trentadue. E intendi restare a Magnolia anche dopo la parata? >
La bionda non si aspettava tanta cordialità.
In realtà ci aveva pensato, avrebbe voluto trovare qualche informazione su quello che cercava ma non sapeva dove andare... quindi, perché non chiedere aiuto a quella donna tanto gentile? < In realtà sto viaggiando allo scopo di scoprire da dove ha avuto origine la magia... e sono venuta qui perché, beh, ecco... avrei tanto voluto unirmi alla gilda di Fairy Tail ma nonostante sapessi che non ci sia più sono venuta lo stesso >
Alice era stranamente decisa su questo, sentir parlare di Fairy Tail le metteva una certa allegria e avrebbe tanto voluto farne parte.
Ovviamente non poteva, la gilda non c’era più, e quella consapevolezza le fece inumidire gli occhi – di nuovo, sicuramente non era la prima volta che scoppiava a piangere, frignona com’era.
< Conosco un posto dove puoi trovare qualche informazione interessante > la voce di Asuka la fece quasi sobbalzare < Qui a Magnolia c’è una biblioteca fornitissima... puoi provare a cercare lì >
Alice la guardò con gli occhi sbrilluccicanti < D-Davvero? >
< Certo! Non è molto lontano da dove ci troviamo noi, se vuoi ti accompagno >
< Sarebbe fantastico >
In qualche modo, Asuka stava tirando fuori quel senso materno che la portava ad aiutare quella ragazzina tanto piccola e fragile – in realtà quegli occhioni viola avrebbero fatto sciogliere chiunque – e un po’ per volta si stava affezionando sempre di più ad Alice.
Uscirono dal bar dirette, dunque, verso la biblioteca.
Chi le vedeva non avrebbe certo pensato a una madre che passeggiava con sua figlia, innanzitutto perché lei due erano davvero troppo diverse sia esteticamente che caratterialmente: Asuka era rossa di capelli, gli occhi verdi come lo smeraldo ed era abbastanza alta; Alice era invece bionda e con due occhioni viola quasi coperti dalla frangetta sfilzata ed era bassa, così bassa da pensare che non ci fosse nessun’altro più basso di lei e che non fosse un bambino – inoltre l’abbigliamento gotico che indossava, e che di conseguenza attirava già di per sé l’attenzione dei più curiosi, contrastava parecchio con gli indumenti semplici e comodi di Asuka.
A un certo punto la rossa si fermò e cominciò a guardarsi intorno.
< C-Cosa c’è? >
Asuka aggrottò le sopracciglia cercando di capire se la sensazione fosse positiva oppure no: sentiva un potere simile al suo avvicinarsi sempre di più e la cosa non le piaceva.
Poi, la fonte di quella magia si arrestò i colpo e lei si rilassò < Niente di preoccupante. Andiamo? > e così facendo le due continuarono a camminare non sapendo che qualche centinai di metri più lontano vi era un giovane mago attaccabrighe nell’atto di annusare l’aria.

 

Nessuna delle due aveva mai visto una biblioteca così grande e con tutti quei libri, Ayaka soprattutto che in tutta la sua vita aveva vissuto in un unico posto con la sola compagnia di quelle che la gente considerava estinte.
< Da dove cominciamo? > chiese Alexis.
< Beh, direi di cercare la sezione sulla magia e poi... mettersi al lavoro >
La mora le lanciò un’occhiata sorpresa < Intendi leggere tutti i libri che parlano di magia? Ci metteremo tutto il giorno...! > “O anche di più...”, pensò.
Non avevano altra scelta, c’era la vita della sorella maggiore di Marylin in gioco e se volevano riprendersi lo specchio in cui la minore era stata costretta a rinchiuderla, con molta probabilità, avrebbero dovuto combattere contro Nagashi.
Avevano quasi raggiunte le scale quando le porte della biblioteca si aprirono rivelando due figure, una donna dai lunghi capelli rossi e una ragazza più bassa, una ragazza che Ayaka riconobbe quasi subito < Tu sei Alice Rabbit! La ragazza delle terme! > esclamò infatti, indicando la biondina che sgranò gli occhi.
< La conosci? > le chiese la donna.
Al che Alice annuì < S-Sì, sei A-Ayaka, giusto? >
< Esatto! Sono felice di rivederti, l’ultima volta sei scappata via come un razzo. Ah, lei è Alexis Black... la ragazza che stava incendiando tutto con l’altro mio amico, Kasai! >
La mora si limitò a un cenno di saluto.
< P-Piacere di conoscerti... lei è Asuka > disse Alice, indicando la rossa che sorrise ampiamente.
All’improvviso però l’evocatrice sentì qualcosa sfiorarle il sedere ma nel girarsi non vide nulla, ovviamente quel gesto attirò la preoccupazione delle altre < Che hai, Alice?> chiese infatti Asuka, che sussultò non appena sentì una leggera pressione sul fondoschiena e pensando che potesse trattarsi di un maniaco era già pronta a toglierlo di mezzo ma anche lei non vide nessuno quando si voltò < Ma che diamine...? >
Ayaka lanciò un gridolino saltando in avanti e mettendo entrambe le mani sul sedere < Alexis, non mi toccare il sedere! >
< Ma ti pare che io possa veramen- > anche lei si bloccò e cominciò a guardi attorno, parecchio incazzata < Chi diamine è stato? >
Asuka inspirò profondamente cercando di captare qualcosa e fu allora che comprese che l’intera biblioteca era piena zeppa di presenze magiche. Istintivamente le quattro maghe si avvicinarono, pronte a combattere in qualsiasi momento e contro chiunque ma nonostante si fossero posizionate in maniera tale da avere sempre la schiena coperta, ecco che Alice sentì nuovamente una mano che la fece saltare letteralmente < M-Ma chi è? >
< Chi c’è?! Fatti vedere!! > gridò Alexis.
Ci furono molti secondi in cui il silenzio divenne quasi assordante ma alla fine, dal secondo piano ecco che comparve una piccola figura che se ne stava seduta sul corrimano < Salve a tutte, mie giovani fanciulle!  Io sono Ghost Hand, come posso aiutarvi? >
Era un vecchietto alquanto basso e dall’aspetto gioviale, nonostante si teneva in piedi con un bastone. La donna però aveva capito tutto fin troppo bene < Senta, la vuole smettere?! >
Questo inclinò la testa < Smettere di fare cosa? >
Intanto Ayaka rimise le mani sul sedere dopo aver sentito nuovamente qualcosa sfiorarla e si guardava intorno circospetta, la vena sulla tempia di Asuka tremò impercettibilmente < Non faccia il finto tonto!! La smetta di comportarsi come un pervertito e ci dica chi è veramente!! >
< Io sono Ghost Hand, al momento il guardiano di questa biblioteca. Come posso rendermi utile? >
< Direi di iniziare a smettere di sbavare, eh, vecchio? > grugnì Asuka con la pazienza al limite; all’improvviso però le venne in mente che forse aveva già visto quel tizio.
Anzi, no, ora che lo guardava meglio era esattamente sicura di averlo già visto!
Non mi dire che è lo stesso vecchio dell’altra volta...?” si perse nei suoi pensieri forse un po’ troppo del dovuto, ma alla fine era riuscita anche a ricordarsi del moccioso di quella mattina… “Sì, non ci sono dubbi... dannazione, ma perché capitano sempre tutte a me?”
Ma a quanto pareva, anche il nonnetto doveva essersi ricordato qualcosa in quanto sobbalzò e le fece  ciao-ciao con la manina < Oh, ma tu sei la stessa donna che incontrai a Crocus qualche tempo fa... come va? >
Che esagerazione! È stato niente meno che una settimana fa... e, se non erro è stata in quell’occasione che persi il portafoglio a causa di tutto quel casino!” pensò la rossa con un sopracciglio alzato, alla fine si decise che era meglio iniziare a pensare alle cose serie < La mia amica Alice sta cercando informazioni sulla magia primordiale, se è così gentile da mostrarci il reparto sull’argomento te ne saremo grate >
Il vecchietto annuì felice < Oh certo, certo… terzo piano, settimo corridoio. Se volete vi accompagno moolto volentieri >
< No grazie, facciamo da sole. Vero, Alice? >
La bionda annuì velocemente e raggiunse la rossa che aveva già iniziato a camminare verso le scale, intanto Ghost si rivolse alle altre due ragazze chiedendo cosa stessero cercando.
< Volevamo sapere se ci fossero informazioni su un tipo di magia chiamata Shinsoo > fece Alexis, non smettendo di fissarlo con disapprovazione < Dovrebbe essere una magia usata solo nel continente di Alvarez >
< Mmh... non so se ci sono libri su questo... Non ho mai sentito nominare questa magia tipica del continente occidentale prima d’ora, a parte quella della tua famiglia, Alexis Black > affermò, facendo irrigidire la mora.
Questa sgranò gli occhi e deglutì a fatica, non riuscendo ad alleviare nemmeno con la sua magia il senso di disidratazione che le opprimeva la gola < Come fai a conoscere il mio nome e la mia famiglia?! > chiese alzando la voce, al secondo piano Asuka e Alice si fermarono a osservare la scena, incuriosite < Chi diavolo sei? >
< Te l’ho detto... sono Ghost Hand. E dovresti sapere che le voci girano abbastanza veloci qui. Così come tutto il Regno di Fiore ha saputo immediatamente della scomparsa di Fairy Tail dopo neanche un paio di giorni >
< Cosa centra adesso Fairy Tail? > chiese ancora Ayaka, ritrovando la compostezza e la serietà in un attimo, non appena aveva sentito il nome di quella gilda tanto famosa e importante per il riaffiorare dei suoi ricordi < Sa qualcosa che gli altri non sanno? >
Il vecchio rise gioviale davanti alle loro espressioni stupite < Ma no, io so esattamente quello che sanno tutti gli altri. Ovvero che la gilda è scomparsa dopo la guerra contro Alvarez e non se n’è saputo più niente a parte una persona >
< Quale persona? > chiese immediatamente dopo la bionda maga del Take Over, fremendo dall’impazienza di scoprire di più < Ti prego, dimmelo! >
< Io no lo so >
Se fosse stato possibile Ayaka sarebbe caduta a gambe all’aria per lo sconforto ma si limitò a sospirare tristemente e guardarsi la punta degli stivali.
C’era qualcosa in quella gilda che le trasmetteva calore, forza... quella stessa cosa che molto probabilmente avrebbe chiamato famiglia ma non ne poteva essere certa al cento per cento; l’unica cosa da fare era trovarli e questo l’avrebbe aiutata a ricordare ogni cosa.
Anche i suoi genitori.
< Per i libri che riguardano le magie del continente occidentale basta andare al secondo piano, vi accompagno? >
< No grazie > rispose freddamente Alexis iniziando a camminare.
Nella biblioteca vi era un silenzio assoluto se non fosse per il classico rumore delle pagine che si sfogliavano, delle voci di una che richiamavano l’attenzione dell’altra sperando di aver trovato qualcosa di interessante e decisivo ai fini della ricerca.
Fu in quell’atmosfera di concentrazione che Asuka, dal terzo piano, alzò la voce in modo da farsi sentire da Ayaka, inginocchiata sui libri < Sei molto legata a Fairy Tail > ed era sicura di averla fatta sussultare anche se non la stava guardando.
< Credo che lì ci fosse la mia famiglia > rispose semplicemente, accennando un sorriso, mentre Alexis distoglieva lo sguardo dalla pagina del libro per guardarla < Anche se non me la ricordo >
< Cosa intendi fare, quindi? >
Ayaka trattenne il respiro per un tempo indecifrabile, con lo sguardo perso dinanzi a sé tra i numerosi libri che aveva appoggiato a terra. Già, era vero...
Certo, aveva promesso a Marylin di aiutarla a salvare sua sorella maggiore ma poi?
Si guardò le mani, chiedendo intimamente aiuto a quelle creature che il mondo intero credeva estinte da secoli, sperando di trovare una risposta al suo futuro.
< “Ay-chan, non ti arrendere” > quella era Milly, la fata del vento primaverile che l’aveva aiutata a respingere la gilda oscura Bloody Rose da Magnolia.
Poi sentì distintamente la voce di Seraphina dire che se non si sarebbe data una mossa, l’avrebbe resa cieca, muta e sorda... che tradotto voleva dire che in realtà lei sapeva bene cosa fare, solo che le mancava il coraggio.
Rilassò le spalle e con un sospiro si liberò di tutto il peso accumulato in quei pochi secondi, poi si alzò come una molla facendo quasi venire un infarto alla mora che andò a sbattere contro lo scaffare da cui caddero un paio di libri che le finirono in testa, senza però che si distraesse dal fissare la figura di Ayaka che restava lì, immobile e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro < Ricreerò la gilda! > esclamò entusiasta < Formerò una nuova Fairy Tail, riunirò maghi fortissimi e troverò i vecchi membri! Giuro che ci riuscirò! >
Alexis si coprì il viso con la mano e cominciò a ridere, divertita e colpita allo stesso tempo da tanta determinazione, Asuka annuiva con un sorriso stampato sulle labbra mentre Alice era contenta per lei che aveva trovato la strada da percorrere.
All’improvviso però il progetto cominciò a sembrare un tantino precipitoso, dato che Ayaka incominciò a elencare tutte le cose che c’erano da fare, dalle questioni burocratiche alla ricerca di nuovi membri e sembrò andare completamente nel pallone – anche perché non era abituata a questo genere di cose, fino a quel momento aveva vissuto praticamente isolata da tutto il resto del mondo...!
< Non fasciarti la testa prima di rompertela, Ayaka > disse Alexis rialzandosi e andandole vicino per poi darle un paio di pacche sulla spalla < Io e Alèk ti aiuteremo in tutto. Ciò che non sai fare, dì pure tutto a noi >
La bionda si fermò a guardarla come se fosse un alieno < C-Che significa? >
< Che hai già trovato i tuoi primi compagni, Ayaka! >
La maga non seppe come digerire la notizia, davvero, tanto che a un certo punto scoppiò in lacrime e quasi strozzò Alexis che divenne sempre più blu a causa della mancanza di ossigeno.
A quella vista Asuka scoppiò a ridere mantenendosi al corrimano per non cadere di sotto, mentre scendeva le scale fino a raggiungerle, insieme alla piccola Alice – che anagraficamente non era poi così tanto piccola e nemmeno nelle forme...! < Mi sa che non dovrai cercare tanto neanche per trovare il terzo, Ayaka. Non vedevo l’ora di un po’ di azione e finalmente qualcosa che fa al caso mio... spero non rifiuterai solo perché sono incinta! >
Ayaka, senza staccarsi da un’Alexis agonizzante, sgranò gli occhi lucidi e fece in modo di voltarsi (trascinandosi dietro la mora, giustamente) per poter guardare la donna che aveva parlato < Grazie! Grazie mille! >
La “Signora degli Elementi” afferrò il braccio della bionda con lo scopo di allontanarla ma senza alcun risultato < P-Perché non vai a-ad abbrac-ciare anche l-lei...? > gracchiò senza voce.
Solo allora Ayaka la lasciò e lei poté fare un enorme respiro per ritornare a vivere, tutto mentre la maga del Take Over sorrideva < Lei è incinta, non posso abbracciarla così forte... >
Alexis le lanciò un’occhiataccia, avente ancora il respiro affannato per la stretta.
< E-Ecco io... > la voce di Alice arrivò chiara alle orecchie di Ayaka e tutte si voltarono a guardarla, cosa che la fece arrossire giusto un po’ < S-Se per te non è un problema, anche io vorrei entrare a far parte della gilda > sussurrò torturandosi le dita con agitazione.
< Ma certo che va bene!! > esclamò Ayaka correndo ad abbracciarla ma prima che potesse lanciarsi addosso alla povera Alice, si fermò e si rivolse ad Alexis pensierosa < Ma sei sicura che anche tuo fratello sarà d’accordo? Non gli hai neanche chiesto se per lui andasse bene...? >
< Non preoccuparti. È stato grazie a Fairy Tail che l’imperatore Spriggan, alias Zeref, è stato sconfitto e avevamo già in mente di unirci a loro > affermò con sicurezza.
Ayaka le sorrise e in un attimo cambiò direzione e si lanciò nuovamente addosso alla mora stritolandola in un abbraccio, ringraziandola infinite volte, mentre Alexis si ripromise di starsene zitta la prossima volta così da non essere più soffocata.
< Avrai anche bisogno di un simbolo > fece all’improvviso Ghost comparendo quasi dal nulla in mezzo alle ragazze con la solita schiena curva retta dal bastone < Ti va bene il vecchio? >
< Sì! > esclamò lasciando Alexis cadere al suolo, ormai viola.
Andava tutto bene, benissimo, magari perfetto... se non fosse che tutte e quattro le ragazze sentirono una lieve pressione sul sedere e due di queste decisero di farla finita una volta per tutte. Non fu certamente un caso, infatti, che un i libri e gli scaffali della biblioteca vennero spazzati via da un vento fortissimo che costrinse Alice a tenersi al corrimano onde evitare voli improvvisi.
Non fu neanche un caso che un’ascia gigante fatta interamente di vetro piombò sulla testa del povero anziano distruggendo però parte dell’edificio e facendo crollare i ventordici piani che sorreggeva... alla fine di tutto Ayaka guardava ciò che restava della biblioteca con gli occhi letteralmente a palla (ancora più a palla dell’enorme buco che si era creato), incapace di dire nulla.
Quando Alexis e Asuka si calmarono e si resero conto di tutto il casino, Alice emise un verso disperato alla disperata ricerca di una soluzione. Che arrivò immediatamente dopo al sospiro di Ayaka < Bene > disse la bionda < Come primo incarico per voi vi affido la ricostruzione dell’edificio distrutto > sentenziò con professionalità < , oppure... io-non-ho-visto-nulla-e-nemmeno-voi-CORRETE!! >
< “Davvero professionale” >
Zitta, Seraphina!”

 

Correre per le strade di una città in festa non si era rivelata un’idea geniale, soprattutto perché nel correre aveva fatto cadere un paio di pali della luce con conseguente caduta di festoni e luci che sarebbero servite per la tanto famosa parata.
Ovviamente la cosa non era passata inosservata e gli abitanti di Magnolia si erano alquanto indispettiti di questi (tanti) sfortunati incidenti e a un certo punto avevano pure iniziato a inseguirlo con bastoni d’acciaio e altre armi casalinghe che avrebbero fatto rabbrividire chiunque... tutto ciò però non scalfì minimamente Kasai che continuava a fare ciò che stava facendo, ossia correre alla ricerca di quella persona che sembrava avere il suo stesso tipo di magia perché... in realtà non c’era un motivo ma doveva pur trovare qualcosa da fare, no?
Magari avrebbe incontrato Ayaka e gli altri per la strada e li avrebbe salutati con nonchalance mentre continuava a correre oppure si sarebbe fermato a chiacchierare, fatto sta che quella persona si era fermata in biblioteca (l’aveva vista mezza demolita e la popolazione che lo inseguiva aveva dato di matto) e poi aveva iniziato a correre dalla parte opposta alla sua.
La cosa strana era che insieme al suo odore percepiva anche quello di Ayaka, quello di Alexis e quello di un’altra persona – che anche aveva un odore tutto suo.
Talmente concentrato a continuare quella sua folle corsa che si accorse all’ultimo momento di stare per andare a sbattere contro qualcuno e saltando andò a finire dritto in mezzo agli scatoloni contenenti altri addobbi per la parata.
Quando ne uscì trovò due persone davanti a lui, due ragazze. La prima era facile capire di chi si trattasse: sempre troppo bionda per i suoi gusti, Ayaka lo salutò con entusiasmo. La seconda, invece, non l’aveva mai vista… la cosa che saltò più all’occhio era che se Kasai non si fosse spostato all’improvviso si sarebbero scontrati tutti e tre , invece adesso solo le ragazze erano state “tramortite” dal colpo, al che la nuova arrivata si riscosse dopo lunghi attimi di smarrimento < Mi dispiace tanto > disse e si inchinò leggermente per rendere meglio il concetto.
Ayaka avrebbe voluto dire qualcosa, qualunque cosa, ma le grida (che si facevano sempre più udibili man mano che la folla inferocita si avvicinava) misero in moto Kasai che, afferrate entrambe – quella povera ragazza, tra l’altro, non centrava assolutamente niente – e corse via come un fulmine sotto le inutili proteste della maga del Take Over.
Alla fine si rifugiarono in un vicolo, tra i cassettoni della spazzatura < Che hai combinato, Kasai? >
< Forse ho rotto qualcosa >
Non sei l’unico...” pensò sconsolata ma ridestandosi subito dopo indicando la ragazza che immobile e il più lontano possibile da loro li studiava con circospezione < Perché hai preso anche lei? >
Il rosso fece per rispondere ma evidentemente non c’era un perché, o forse... < Non lo so > ...ecco, appunto.
Ayaka sospirò per poi rivolgersi alla ragazza < Scusa il poco tatto e anche per averti messa in questa improbabile situazione... Io sono Ayaka, piacere >
La sconosciuta non era molto alta (a occhio e croce, avrebbe detto Ayaka, più o meno alta quanto Alice), aveva lunghi capelli castani lasciati scivolare dietro le spalle con due piccoli codini laterali e occhi verdi, più o meno della stessa tonalità della maglietta monospalla che indossava.
< Ryoko, piacere di fare la vostra conoscenza > disse, in un’impacciata tattica di presentazione, al che Kasai la guardò quasi come si guardava un pazzo per poi presentarsi in maniera parecchio più informale: un “Mi chiamo Kasai e tu non hai motivo di essere tanto formale quindi smettila”.
La ragazza sembrò andare letteralmente nel panico e i due si chiesero cosa diamine le passasse per la testa, anche perché subito dopo incominciò di nuovo a scrutarli da capo a piedi.
< Coooomunque... > iniziò il Devil Slayer senza togliere gli occhi di dosso alla strana-ragazza girando la testa < Che volevi? > disse infine guardando finalmente Ayaka.
< Io? In realtà mi è venuti in mente che tu mi stavi cercando alla locanda poco prima di incendiarla assieme a Alexis... dimmi tu, cosa volevi? E poi ho una richiesta da farti... >
Kasai la guardò serio come poche volte nella sua vita era stato < Io non ci esco con te, sei troppo bionda >
< Che c’entra adesso questo? >
< Hai ragione, nulla > poi ci ripensò < Ma parlo sul serio >
La maga del Take Over si diede una manata sulla fronte poi con un sospiro ritrovò quella che qualsiasi matto avrebbe chiamato “pace interiore” e continuò cercando di dare un senso a quella conversazione < Ho deciso di ricreare la gilda di Fairy Tail... vuoi unirti a me? >
Il rosso, dopo un attento (e insensato) mh durato parecchi minuti, annuì tutto contento facendo sì che si ripetesse la medesima reazione della maga che, presa dall’ennesima botta di euforia, si lanciò addosso a Kasai stritolandolo nella sua morsa mortale.
Tutto sarebbe andato liscio come l’olio se il Devil Slayer non avesse alzato le mani con il futile tentativo di evitare di farsi strozzare, mani che solo Ayaka si rese conto di dove fossero finite e pochi attimi dopo si liberò di tutta l’ansia accumulata durante il viaggi a Caracolle (andata e ritorno) con un bel pugno sulla zucca del ragazzo < E ora passiamo a noi > fece la bionda riprendendo finalmente il pieno controllo di sé e volgendo lo sguardo verso Ryoko < Per scusarmi di tutto il trambusto, vorrei fare qualcosa per te: dimmi tutto >
< No. Non ti preoccupare > le disse alzandosi e facendo per andarsene < Semmai io dovrei scusarmi... non guardavo dove andavo e... >
< Nah, tranquilla! > disse Ayaka con un sorriso < Piuttosto, sei anche tu qui per vedere la parata? Io e i miei amici vorremo guardarla tutti insieme, ti va di venire con noi? >
Ryoko parve, ancora una volta, confusa e disperata: da una parte poteva accettare, dall’altra poteva rifiutare ma non se la sentiva, cioè non sapeva cosa fare, non sapeva come comportarsi in situazioni del genere e le stava anche venendo il mal di testa!
< Va bene >
Ayaka esultò mentre Kasai diede un’occhiata alla strada per essere sicuro che la folla si fosse calmata e una volta sicuro di ciò fece segno di uscire fuori dal vicolo < A proposito, Ayaka... sei stata in biblioteca per caso? >
La bionda sobbalzò sgranando gli occhi < N-No, perché me lo chiedi?! > rispose/urlò senza nemmeno guardarlo in faccia come se temesse di essere scoperta... meno sapevano dell’incidente, meglio era per tutti.
< Eri con un altro Devil Slayer? >
Questa volta l’interesse della maga venne senz’alcun dubbio catturato dalla domanda... era stata in compagnia di un Devil Slayer e non lo sapeva? Asuka o Alice?
Mi rifiuto di credere che si tratti del nonnetto pervertito…” si disse.
< Non ne ho idea >
Ryoko, che assolutamente non voleva importunare nessuno né tantomeno voleva intrufolarsi in una conversazione che non la riguardava, avrebbe voluto dire qualcosa in merito a un fatto che era accaduto a Crocus dove proprio un Devil Slayer e un altro mago avrebbero fatto un po’ di casini alle terme che avevano appena costruito quando una voce maschile attirò l’attenzione dei tre:
< Ragazzi, ho trovato questo tizio che meditava un furto per questa notte > il povero ladruncolo, legato come un salame, venne lasciato cadere a terra < Sicuramente altri suoi complici stanno gironzolando per Magnolia in attesa che comincio la parata per introdursi in casa d’altri > poi Alèk incrociò gli occhi di Ryoko e le fece l’occhiolino.
< Nooooo! Mi tradisci!! Alèk, tesoro mio, perché??!! > strillò Marylin saltandogli al collo e Ayaka e Kasai si stupirono di cotanta stoicità da parte del ragazzo che rispose, al massimo, con un’alzata di spalle.
Kasai sghignazzò eppure Marylin non sembrava propriamente d’accordo che il suo Alèk venisse preso in giro e così continuò ad abbracciarlo e nel frattempo trucidando il Devil Slayer con lo sguardo.
< Quella mi odia > sussurrò poi il rosso ad Ayaka, che rise.
< Beh, non puoi piacerle tu e Alèk contemporaneamente... magari tra un po’ si ricrederà e comincerà a fare pensierini sconci anche su di te >
Kasai impallidì di botto < Non sia mai > poi però ripensò a cosa gli aveva detto e impallidì ancora di più < Marylin fa pensieri sconci su Alèk? >
< Non credo tu voglia saperli... > e il sorriso di Ayaka era tutto fuorché puro e casto.
Kasai si ritrovò a pensare di essersi scelto un master alquanto sadico e perverso.
Alèk sventolò le mani davanti a sé per attirare nuovamente l’attenzione < Che facciamo? >
< Direi di annientarli! > esclamò la bionda stringendo i biondi < Alèk! Kasai! Pronti? >
< E a me non mi conti? > Ayaka guardò Marylin che sghignazzò < Ovunque vada il mio tesorino vado anch’io... e poi > la turchina abbassò lievemente la testa ritrovandosi a sussurrare il resto < ,se devo salvare mia sorella avrò sicuramente bisogno di aiuto >
< Dividiamoci e ispezioniamo Magnolia! Kasai, tu vai a nord; Alèk, tu a est e Mary a nord-ovest. Io controllo il centro città assieme a Ryoko! > la presa in causa sobbalzò, credendo di essere stata quasi dimenticata lì < Manderò un messaggio alle altre per controllare il resto. Andiamo!! >
Il coro di “Sì” che ne susseguì le riempì il cuore.
Kasai fece un salto e cominciò a correre suoi tetti, mentre gli altri due si limitarono a seguire le strade in parte decorate per la parata.
Ayaka si voltò verso la castana con un sorriso gentile < Ti va di venire con me? >
Ryoko, dal canto suo, non sapeva mai cosa fare o cosa dire per vivere in mezzo alla società, non aveva mai giocato con gli altri bambini e si sentiva un’estranea ovunque... però come dubitare di un sorriso del genere?
< Certo >
Intanto il cielo si colorava di rosso fuoco, mancavano poche ore all’inizio della grande parata di Magnolia!

 

Con la magia di Seraphina era stato facile contattare le altre intente a chiacchierare, bastava che affinasse il loro udito rispetto alla sua voce e in pochi minuti si erano mosse. La minaccia?: dei ladri poco furbi che avevano deciso di mettersi contro i maghi sbagliati.
Due ore dopo l’inizio delle ricerche però...
< Furia del demone del fuoco!!! >
Contemporaneamente a un incendio, un edificio sembrava essere stato colpito dalla furia inarrestabile di un mostro quando invece di “Inarrestabile” c’era solo il soprannome e il mostro in questione era soltanto la forza sovrumana di Alèk che sembrava fare le bizze tanto che quasi distrusse anche un ponte su cui si era dato lo slancio per raggiungere il ladruncolo prima che scappasse.
Ovviamente il tutto condito da un’inondazione in piena regola non dovuta allo straripamento natura del fiume che attraversava la città ma perché Alexis aveva scoperto il punto debole del nemico: non sapendo nuotare era state semplice per lei fargli fare un bagno con tanto di tinta di capelli e d’occhi blu.
Non poteva certo mancare Marylin, che causò la gravi problemi psichici ai malviventi a causa delle illusioni dei suoi specchi ma neanche Asuka ci era andata leggera.
Finalmente Kasai aveva scoperto quale tipo di Devil Slayer girovagasse a Magnolia da tutto il giorno venendo a sapere che trattava niente meno che di Asuka, suo stesso colore di capelli, femmina (non che gli interessi o pregiudichi qualcosa), incinta, pericolosa.
Un Devil Slayer del vetro che aveva chiuso tutti i ladri in un enorme box fatto di vetro da cui era impossibile uscire.
Ayaka... beh, Ayaka e Ryoko non avevano fatto praticamente nulla perché la prima troppo occupata a perdersi in alcuni ricordi, la seconda osservava con attenzione la prima perché era nella sua natura farlo.
Gli abitanti di Magnolia, invece, non sembravano essere pienamente soddisfatti dell’operato della neo-gilda e lo fecero capire ad Ayaka che, una volta riemersa dalla piazza che antecedeva la Cattedrale di Cardia, aveva visto in che stato fossero le strade e gli edifici sopprimendo la voglia di piangere.
Alla fine però tutto andò per il meglio... perché Ayaka promise di dare una mano alla parata di Fantasia a cui si aggiunse, alquanto irritato e obbligato un certo Naoko che era venuto lì con il solo scopo di ridare il portafoglio perduto a un Asuka che appena l’aveva visto aveva gridato al “moccioso!” causando l’ira di quest’ultimo.

 

Papà, andiamo a vedere le stelle?

A poco a poco il volto di suo padre le comparse davanti, non era molto diverso in realtà da come se lo immaginava... forse era il suo sesto senso che le suggeriva quel tratto d’occhi, quella cicatrice, quei capelli e quegli occhi.
Era lui, non vi erano dubbi.

Secondo te la mamma resterà arrabbiata ancora a lungo?

La mamma non è in grado di restare arrabbiata con nessuno, Ayaka, ma sei stata una stupida ad andare in missione così lontano e a nostra insaputa

Suo padre le assomigliava in maniera incredibile, o era meglio dire che lei somigliava a suo padre? – a volte avrebbe voluto prendere gli occhi grandi della sua mamma o la sua grazia o la sua bellezza.
Suo padre era burbero, non riusciva a dimostrare al meglio i suoi sentimenti ma aveva imparato che l’amava, le amava entrambe, moglie e figlia.

Ma c’erano lo zio Freed e lo zio Bixlow! Non poteva succedermi nulla!

Vorrà dire che lo zio Freed e lo zio Bixlow passeranno un terribile e orrendo e traumatico brutto quarto d’ora per aver fatto preoccupare me e tuo padre in questa maniera, tu torna a mangiare il dolce che ti ho preparato, Aya-chan!

Anche se molto spesso le dicevano di assomigliare a sua madre nel carattere, soprattutto nel temperamento... era la verità?

 

Il cielo era diventato ormai buio, i suoi amici chissà dov’erano finiti, solo Ryoko se ne stava in disparte, lasciandola sola con i suoi pensieri. Con lui.
Perché Ayaka appena gli aveva posato gli occhi sopra aveva cominciato a sentire uno strano calore nel petto e poco alla volta tutti i tasselli tornarono al proprio posto o almeno quelli che riguardavano i suoi genitori: quello era suo padre!
Lei lo fissava e lui sembrava fissare lei, lo stesso taglio d’occhi, lo stesso colore grigio, i capelli in disordine, lei aveva ereditato i lineamenti dolci di sua madre ma tutto il resto era suo. Ayaka sapeva di assomigliare molto a suo padre, almeno fisicamente.
Poi c’erano quelle passioni che condividevano e a cui col tempo aveva imparato a non rinunciare mai, come la musica – lei amava la musica.
La piazza era quasi del tutto vuota, tutti occupati a vedere cosa stava succedendo e cosa fossero tutti quegli incendi e inondazioni, solo Ryoko era presente.
A un certo punto ricordò di quando aveva cucinato per la prima volta e si era ripromessa di non farlo mai più, non era per lei: il risotto era bruciato, la carne era sanguinolenta e le ciambelle erano salate. Aveva quasi rischiato di vomitare, mentre sua madre la incoraggiava a fare di meglio, a riprovare.
Lei ci aveva riprovato ma il risultato fu, se possibile, anche peggio di quello precedente e quello che col tempo aveva imparato a chiamare zio Freed si intossicò e ci volle l’aiuto di un’anziana signora per rimetterlo apposto.
Da quel momento la cucina era diventata una zona off limits per lei, non doveva entrarci neanche per sbaglio.
Ricordò ancora di quella volta in cui qualcuno l’aveva portata fino alle nuvole, poi però alla fine si ritrovarono a precipitare per chissà quale motivo (che invece non ricordava) e vennero salvati da una ragazza, una giovane ragazza fortissima che sua madre la prendeva (indirettamente) in giro non facendole capire il perché lo facesse.
Suo padre era diverso dalla mamma, lui era quello che andava in missione più spesso e tornava a casa con tanti souvenir, questo perché la mamma l’aveva obbligato – mica per altro! – e ricattato di non preparargli la cena se non ne avesse portato uno almeno ad Ayaka.
Non credeva ai suoi occhi: finalmente lo ricordava e ce l’aveva di fronte!
Certo, non era vivo, non era nemmeno fatto di ossa, carne, pelle e sangue... era una statua del cavolo eppure Ayaka non seppe trattenere le lacrime sentendo una gioia infinita.
< Papà... >

 

 

 

Special 01

Una giornata tra... ehm... pervertiti?

 

[Ancora prima che Ayaka, Alexis, Alèk e Kasai facciano tutto quel baccano a Caracolle, prima di tutto... vabbè, una settimana prima!]


Mancava da Crocus da almeno diciassette anni, aveva girato il Regno di Fiore in lungo e in largo e alla fine si era ritrovata in una cittadina abbastanza tranquilla, che non somigliava per niente all’immensa capitale.
Quindi, dopo diciassette anni di “isolamento” aveva deciso di ritornarci per qualche giorno e così aveva fatto. Certo, avrebbe voluto anche dare un’occhiata a quella gilda di Magnolia una volta tornata, ma avrebbe fatto tutto con calma... girava voce che una delle più potenti gilde di Fiore si fosse riformata dopo essersi sciolta. Doveva dare un’occhiata per forza, era curiosa.
Comunque Crocus rimaneva sempre Crocus, il suo luogo di nascita e mai se lo sarebbe dimenticata. Era una parte di lei, così come lo erano i suoi genitori ormai morti.
Passò davanti al palazzo reale e fece un saluto mentale alla regina che a quell’ora doveva essere sommersa dai documenti inerenti tutte le problematiche del Regno.
Il Mercurius era come sempre e come se l’aveva lasciato, imponente e magnifico.
Si fermò a prendere un caffè al Bar Sun e si preparò per passare l’ultimo giorno di vacanza nella capitale Crocus, la prossima fermata avrebbe dovuto rilassarla abbastanza da permetterle un viaggetto tranquillo di ritorno.
Eppure, attraversando una vicolo isolato e non troppo stretto... < Ehi, bambolina, che ne dici di darci tutti i soldi che ti porti dietro? >
Lei sbuffò scocciata e si voltò a fronteggiare i tre uomini (sicuri?, al massimo potrebbero avere, sì e no, vent’anni) con un sopracciglio alzato e la testa inclinata come per mostrare tutto il suo fastidio.
< Oh, ma guarda! Non ci avevo minimamente fatto caso! > esclamò lo stesso che aveva parlato pochi istanti prima con una faccia che le parve palese stesse mentendo < Sei in dolce attesa, ma che carina... > poi tornò serio e spietato (almeno cercava di sembrarlo) < Ora dacci tutti i soldi se non vuoi che non capitino cose spiacevoli a te e al nanerottolo che ti porti dietro >
La donna (che non aveva capito bene perché si rivolgessero al suo piccolo tesoro in quella maniera... al massimo “nanerottolo che ti porti dentro” ma non “dietro”, no?), armata di tanta, tantissima pazienza, sospirò e alzò le mani con i palmi rivolti verso di loro, pronta ad agire. Loro, che dovevano essere davvero stupidi, pensando che fosse un segno di resa si avvicinarono furtivamente ma a meno di un metro da lei, la trappola era pronta a scattare.
O almeno era l’intento della donna che, ad un certo punto, si ritrovò a dover annullare la sua magia perché un bambino dai capelli chiarissimi si era messo davanti a lei e in un batter d’occhio i tre spavaldi ladruncoli erano già KO.
La donna, rimasta intanto immobile, guardava la scena con gli occhi spalancati.
Il bambino si voltò verso di lei, mostrando occhi di un azzurro impressionante e un sorriso sghembo < Signora, dovrebbe fare più attenzione a percorrere questo genere di strade, Crocus è un covo di delinquenti ora >
Lei non avrebbe voluto che quel bambino intervenisse. Avrebbe potuto cavarsela benissimo da sola. E infatti... < Scusa un secondo, moccioso, chi ti ha dato l’autorizzazione di venirmi a salvare, eh?! >
L’altro che, al momento sembrava quasi allibito, abbassò le spalle in un chiaro senso di sconcerto < Ma scusi... la stavano minacciando! Cos’altro avrei potuto fare? Ignorarli? >
< Nessuno te l’ha chiesto, moccioso. Sono incinta e con questo? > esclamò imbestialita lei, irrigidendosi tutta e poco dopo si posò una mano sul ventre visibilmente gonfio e cercò di darsi una calmata con dei respiri profondi.
Avrebbe voluto tanto che tutti capissero che non per forza doveva essere debole se aspettava un figlio... mannaggia tutto!
Non fece in tempo però ad aggiungere altro che il biondino esplose, rosso di rabbia < Non mi chiamare “moccioso”, brutta racchia che non sei altro! >
Si sentì i capelli lunghi e rossi rizzarsi sulla testa, dal nervoso si ritrovò a stringere i pugni e le dita dei piedi, cosa che i sandali che indossava non le impedirono di fare. Ma... eravamo seri? < Certo che ti chiamo “moccioso”, sei un bambino ficcanaso, ecco cose sei! > gridò inviperita.
< Non sono un bambino! Ho diciotto anni, io!! >
Lei, scioccata come non lo era mai stata (nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta aveva gli occhi a palla e che tra un po’ le fuoriuscivano dalle orbite e la bocca spalancata) lo indicò < Tu hai davvero diciotto anni? >
Il nanetto sembrò davvero imbestialito < Certo che sì! Sei stupida se non riesci nemmeno a capirlo? >
La rossa si mise le mani sui fianchi, infastidita < Ehi, vedi di darti una calmata. Modera le parole e comportati come si deve in presenza di una persona più grande di te! >
< Non sei mica mia madre, razza di deficient-! Ahia!! > il nanerottolo si mise entrambe le mani sulla nuca, strizzando gli occhi dal dolore mentre la rossa alzava un sopracciglio.
Lei non aveva fatto niente, eh < E adesso che ti prende? >
< Dannata, che mi hai fatto?! > gridò iracondo guardandola dal basso della sua altezza di 1.56... proprio basso, eh...
Scosse la testa, lei < Io non ho fatto proprio niente e SMETTILA DI ESSERE COSI’ MALEDUCATO! >
Il battibeccò andò avanti per altri minuti, dove il biondino gridava parole non proprio carine in direzione della donna che, a sua volta, lo minacciava di morte atroce se non si decideva a smetterla (Si voglia precisare che lei è un’adulta, ci si aspetta un minimo di maturità, ma non troppa, eh).
Finché alla fine il colpevole del colpo alla nuca del giovane non decise di mostrarsi per sedare il litigio e dare una lezione a quel monellaccio < Tu! > esclamò atterrando dall’alto, esattamente tra i due e indicò con lo sguardo il biondissimo ragazzo < Non ci si comporta così con una bellissima e dolce signorina! > e in quel momento sentì nuovamente un colpo alla nuca, forte come quello di prima, che lo fece sbilanciare in avanti.
Fortunatamente riuscì a rimanere in piedi.
"Dolce?, ma dove?! ..." pensò il ragazzo allibito... E da dove spunta questo tizio?!
Più o meno anche la donna si stava chiedendo le stesse cose, ovviamente sapeva già da sé di essere dolce (almeno con pochi eletti) ma si ritrovò a sbattere gli occhi quando vide un vecchietto poco più basso del maleducato biondino e le parve anche di percepire del potere magico provenire da lui.
Il vecchietto si voltò completamente verso di lei, ignorando gli insulti coloriti dell’altro marmocchio e si inchinò < Mi chiamo Ghost Hand. Sono felice di fare la sua conoscenza > e a un certo punto notò come una specie di luccichio nei suoi occhi.
Subito dopo qualcosa che le sfiorava il sedere e sussultò.
Ma no, non può essere stato lui... no?
< Ehi, vecchio rimbambito, mi stai ascoltando?! > esclamò più forte il giovane, venendo però colpito nuovamente alla nuca < LA SMETTI?!! >
Il (forse) simpatico anziano ignorò bellamente il ragazzo e guardò la donna con occhi sognanti, lei alzò un sopracciglio < Per lei è meglio evitare certa gente > e buttò un’occhiata al biondo alle sue spalle che sembrava stare facendo la lotta contro l’aria gridando “ma come cavolo fa a colpirmi?!, maledetto bastardo!” < ...per cui mi offro di riaccompagnarla a casa, signorina >
La rossa sospirò affranta e se ne andò < Non ce ne bisogno. Addio > fredda.
< A-Aspetti! Signorina! >
Lei si fermò rigida come un pezzo di marmo e nervosa come non lo era mai stata (nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta aveva i capillari degli occhi così rossi e gonfi e sul punto di esplodere da un momento all’altro) e raggiunse i due con pochissime falcate < Ce. La. Faccio. Da. SOLA! > e mollò un pugno bel assestato prima al nonnetto e poi al biondino < E tu smettila di essere così scurrile, nanerottolo! > detto ciò se ne andò lasciando il biondissimo giovane con un enorme bernoccolo pulsante sulla fronte e... ah, no.
Il vecchio se l’era svignata subito dopo lasciando solo un bigliettino arrotolato e quindi era rimasto solo nel vicoletto.
Che palle!


Quando la donna (che precisiamo aveva abbattuto più ostacoli di chiunque altro seppur incinta di un bambino) si rese conto di avere un biglietto in una delle tasche del vestito rimase abbastanza sorpresa.
Non doveva essere suo, ma decise di aprirlo ugualmente.
Ciò che vi trovò scritto le fece stringere le dita rischiando di strapparlo e assottigliò gli occhi, furiosa. Era furiosa.
Aveva programmato di andare a farsi un giro alle terme e invece... sì, ci sarebbe andata comunque ma non come cliente. Alzò lo sguardo al cielo azzurro e pensò che forse, molto probabilmente, avrebbe dovuto smetterla di venire a Crocus perché sembrava portarle sfortuna...


Si era reso conto già da un paio di ore di non essere incappato proprio in una bella situazione ma, andiamo!, incontrare una persona così rompiscatole non gli era mai capitato. Chi diavolo era?, sua madre?
Sbuffò e a passo svelto si fece strada attraverso la folla per arrivare alla sua destinazione finale... perché il vecchietto non si era soltanto defilato, ma era stato rapito (Che palle!) e chi doveva andare a salvarlo?
Il mago che l’aveva preso doveva aver pensato che lo conoscesse perché li aveva visti insieme. Maledisse il destino e tutte quelle scemenze perché in tutti quegli anni che aveva viaggiato non si era mai trovato in quella situazione del cavolo.
Aveva passato un terzo di tutta la sua vita a girare per il Regno di Fiore con la speranza di ritrovare quella persona che l’aveva allevato come fosse un figlio.
Era giunto a Crocus e aveva girato tutta la città più volte, aveva chiesto e bussato alle porte di quasi tutti i cittadini eppure di lui neanche l’ombra.
Non era morto, di questo ne era sicuro.
Assorto nei suoi pensieri non si accorse nemmeno di essere arrivato a destinazione e andò a sbattere contro qualcosa di morbido, la testa almeno contro qualcosa di morbido... eppure qualcosa di “duro” lo colpì all’altezza del petto facendolo quasi cadere a terra.
Ritrovò l’equilibrio pochi istanti dopo < Vuoi stare più attento?! > esclamò per poi sgranare gli occhi < TU! >
La voce di donna che gli arrivò alle orecchie fu davvero devastante < Il maleducato! > e indicò più in basso, la sua testa.
Se questo è un sogno, svegliatemi!
< Che ci fai qui?! > esclamarono entrambi, scioccati < Io ho trovato questo biglietto che diceva che il vecchio di prima è stato rapito! >
E fu così che entrambi si resero conto di essere entrambi lì per lo stesso motivo, a causa di un tizio che li aveva scambiati per conoscenti di quello strano individuo e a causa di ciò lei aveva dovuto rinunciare a una giornata rilassante e lui a continuare il suo giro di ricerche.
Stavano per parlare ma una voce proveniente dall’alto li fece sobbalzare, infatti sul tetto delle terme vi era un individuo vestito in pelle nera che se ne stava seduto a guardarli soddisfatto < Vedo che non avete perso tempo, eh! Venite, venite... vi do il benvenuto alle terme di Crocus! >
Erano state costruite da poco, una specie di novità perché solitamente se qualcuno voleva farsi un bagno alle terme andava al villaggio Balsam, un po’ lontanuccio però.
< Chi diavolo sei?! > chiese il biondino aggrottando le sopracciglia.
L’individuo rise nascondendosi il viso nel cappuccio che spuntava dalla felpa sotto il giubbotto di pelle < Ve lo dirò soltanto se entrate a rilassarvi... davvero, non voglio combattere. Vorrei soltanto che entriate. Altrimenti non libererò vostro nonno >
Ma quale nonno e nonno?!
I due si guardarono dubbiosi. Doveva essere una trappola, senza ombra di dubbio ma se qualcuno era in pericolo non c’era niente da discutere anche se avevano cose più urgenti da fare.
< D’accordo > fece lei avanzando verso le terme, seguita a ruota dal ragazzo.
Questo annuì e lanciò un’ultima occhiata al tetto prima di entrare < Accettiamo >
Una volta dentro si divisero, dopotutto lei era una donna.
Si spogliò lentamente dei vestiti e in poco tempo raggiunse la grande vasca d’acqua calda che guardò con una certa malinconia... avrebbe voluto farsi un bagno rilassante, invece era in asciugamano (la pancia lo sollevava leggermente) e si guardava attentamente attorno senza scorgere nessun nemico.
Forse era il proprietario delle terme e voleva soltanto pubblicizzarle (non c’era nessuno in effetti lì dentro)... però che strano modo di indurre le persone a entrare...
Fece per sfiorare l’acqua con la punta dei piedi ma la sensazione di essere osservata la fece voltare verso l’entrata della piscina, c’era il tizio dal viso coperto dal cappuccio e ricoperto di pelle nera < Salve e benvenuta > esclamò forse con troppa teatralità < Ora, se mi permette, vorrei spiegarle il motivo per cui vi ho chiesto di entrare. Io sono il maestoso Trainor!  >
< Farai meglio a fare in fretta perché mi stai sempre meno simpatico, sappilo > affermò con la vena del collo gonfia... era in asciugamano!
Il tizio rabbrividì un attimo < Ecco... vi convocati qui perché... vorrei tanto un figlio!! >
Eh?!
La rossa mostrò tutta la sua indignazione con una semplice espressione < Che cosa hai detto? >
Quello si tolse il cappuccio e mostrò un orrendo naso storto (probabilmente causa di un pugno o anche più di uno), occhi stretti e lineamenti marcatissimi: un mostro. Orrendo.
Quasi le venne da vomitare...
< Ho chiesto a moltissime donne se volessero sposarmi ma mi hanno detto tutte di no! A questo punto mi accontenterò di avere un figlio, magari un maschietto maggiore e una femminuccia, per questo ti ho fatta venire qui usando il vecchio come esca! Ti prego! Ti scong- > ma non terminò mai la frase perché un pugno dietro la testa lo fece partire a razzo in avanti e la donna fu costretta a scansarsi all’ultimo per non essere colpita come un birillo.
Il matto sbatté contro il muro di pietra e cadde di pancia, senza neanche troppi complimenti, in acqua.
< Diamine! Se anche tu mi hai scambiato per un bambino giuro che ti uccido! > esclamò il biondino che aveva fatto irruzione... nella piscina femminile.
La rossa abbassò il capo, tremante di rabbia, per poi esplodere < Siete tutti matti!! Uscite tutti e due da qui! ADESSO!!! > Sono in asciugamano!... e pure incinta! < Vergognatevi brutti maleducati! VIA DI QUI!! Chi vi ha insegnato l’educazione?! >
Portò un mano in avanti e con gli occhi di chi non ammetteva repliche, attivò la sua magia < GLASS MAZE > e in un attimo accadde.
Due grandi box di vetro circondarono i due maniaci imprigionandoli.
Fu così che la donna scomparve oltre la porta, decisa a tornare alla normalità. Sbuffò maledicendo quei pazzi che non facevano altro che mettersi sulla sua strada ed erano una scocciatura. Sarebbe tornata a casa in un batter d’occhio e non ci sarebbe mai più tornata, col cavolo! Era la sua città natale?, non era un suo problema... lì erano tutti matti.
Col cavolo che ci torno!, pensò rivestendosi.
Aveva indossato la biancheria e stava per afferrare il vestito quando sentì una sensazione che aveva già provato, come di una mano che le sfiorava il sedere. Le si rizzarono i capelli sulla nuca e sobbalzò girandosi di scatto trovando nientepopodimeno che... < Vecchio! > ...e in qualche modo sentì la vena del collo scoppiare.
< GLASS MAZE! >
Prossima fermata: casa.
Magnolia almeno non aveva certi soggetti e poteva godere di una vita serena e tranquilla... anche se in realtà avrebbe voluto un po’ più di azione ma... c’è un limito a tutto, NO?!


Fortunatamente aveva utilizzato i suoi poteri e aveva mandato a “salvare” quella dispotica donna una sua copia mentre lui si rilassava nell’acqua calda!
Sospirò poi quando trovò un portafoglio a terra, davanti all’entrata delle terme.
Lo prese e quando vide il contenuto, quasi si strappò i capelli. Deglutì e riprese a camminare, lasciando che quel maniaco che l’aveva scambiato per un bambino rimanesse all’interno di quel vetro che quella dannata aveva creato dal nulla.
Si disse di essere davvero sfortunato.
La carta d’identità, poi, aveva chiarito ogni dubbio: Asuka. Trentadue anni. Magnolia.
"Guarda cosa mi tocca fare..." e grugnendo si incamminò.


< Torno presto, Naoko, tu aspettami e tieni d’occhio la bottega >
< Va bene! A presto! >

L’aveva promesso eppure... non tornò più.

 

 

 

 

 

 

 


ANGOLO DI AYAKA:
Okay, dopo interminabili settimane (mamma mia, sembrano anni!) sono tornata con un nuovo capitolo... vi avverto però che in questa settimana ho taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanto da fare quindi non mi sarà possibile nemmeno PENSARE a quello che potrebbe succedere ai nostri personaggi, quindi... abbiate paziente, vi prego!

Ma passando al capitolo: sono successe tante cose, spero di avervi fatto divertire almeno un po’ e che abbia saputo farvi riflettere su qualcosa... del tipo:
- chi è l’ottavo master? (il cui nome vi invito nuovamente a indovinare: solo uno di voi ci è andato un pochetto vicino...!) –e, spero abbiate capito che tra l’altro si tratta del padre di Ayaka!...
- chi sono i tre membri di Fairy Tail che non erano alla gilda quando questa è scomparsa e dove sono ora? (anche qui, datemi dei nomi... ma sappiate che a questa domanda non indovinerete maaaai ^.^)
- chi sarà la persona che sembra sapere qualcosa in più sulla scomparsa di Fairy Tail?
- Eccetera eccetera...!
Quindi cos’è successo?
Ovviamente ho voluto farlo più lungo possibile per vari motivi: 1) dato che vi faccio e vi farò sempre aspettare, almeno mi faccio perdonare così e 2) non vedo l’ora di scrivere su UNA CERTA COSA che avverrà poco dopo questi fatti, quindi... pazientate un altro pochino e poi vi farò morire dal ridere!

Okay, siamo seri.

Abbiamo quindi scoperto che Ayaka non dovrà più guidare e che i suoi abbracci sono letali, che Alèk ha paura dei gatti (anche se la maggior parte l’aveva già capito) e che è geloso della sua sorellina ^.^, che ovviamente la risposta di Kasai (che non vuole uscire con Ayaka) era stato pensato perché il fatto che non sopporti le bionde a me fa troppo ridere e ci stava (io ho riso da sola, per dirvi...), che Ayaka si sta avvicinando più a essere una pazza che altro (^.^), che rubare non porta mai a nulla di buono,... e tutto il resto.
Tra l’altro ho presentato un altro OC, Ryoko, di Giuly_san e ben presto ce ne saranno altri, non temete!
Spero di stare bene interpretando gli OC che mi avete mandato... ho sempre il terrore che non vadano bene! – Naoko, altro OC di Aki_and_Ami,  si farà valere nel prossimo capitolo dove parlerò nel dettaglio della parata... ho organizzato tutto in base ai loro poteri ma se avete altre idee fatemele sapere pure!
Spero abbiate gradito anche lo Special che scrissi l'anno scorso ma per vari motivi (l'avevo perso ma ora l'ho ripescato non so dove) non sono riuscita a pubblicarlo prima... vabbè!

E finalmente Ayaka si è decisa a riformare la gilda! Yuppieeeee!!! Aspettate però a festeggiare... lo faremo in un altro momento XP... – nel prossimo se tutto va bene!

Ma ora passiamo all’ “avviso” più importante (no, non voglio fermare la storia, non ci penso nemmeno!!) ma non vi preoccupate, non è niente che possa turbare la tranquillità delle vostre vite...
Il mio obbiettivo è riuscire a metter la parola FINE a questa storia dopo almeno una ventina di capitoli – se di più ANCORA MEGLIO!, ma per fare questo ho bisogno di voi... già dall’inizio non era mia intenzione limitarmi a chiedere di inviare OC e recensire, assolutamente no (recensite comunque XP) io voglio che voi facciate parte integrante della storia così come ne faccio parte io, perché è vero sono io che li faccio parlare, che li muovo, che creo le situazioni... ma è anche vero che i personaggi – tranne qualcuno – sono i vostri, quindi... se avete idee, situazioni future in cui vorreste che i vostri personaggi si muovano, DITEMI TUTTO e io farò in modo di mettere tutto insieme (tenterò e ci metterò tutta me stessa per riuscirci)...
- Un esempio è il fatto che io, nei primissimi capitoli, abbia già messo a dura prova i fratelli Black, inserendo il famoso nobile invidioso di cui mi ha parlato Mary_90 (che io ho chiamato Bunbury perché mi suonava stupido) e facendolo diventare un cattivo che poi i nostri eroi hanno combattuto...!
Vi chiedo solo una cosa, però: all’inizio parlatemi di questa vostra idea in maniera vaga (non siete due o tre, quindi devo poter avere del tempo per metabolizzare tutto) dicendomi cose del tipo “si ritrovano in un isola fatta interamente di dolci” per i dettagli ne discuteremo magai in seguito, con più calma (per messaggio privato)... anche perché per i prossimi capitoli ho già tutto pronto, devo solo scrivere.

Un bacione,
Ayaka

P.S. Se mi sono dimenticata qualcosa... scusatemi ^.^

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Capitolo 7
*** Primi passi ***


Breve&Veloce Riepilogo della Trama:
Ayaka ha finalmente ricordato i suoi genitori, ha deciso di ricreare Fairy Tail e (per) ora la gilda conta 6 membri effettivi: i fratelli Black, Asuka, Kasai, Marylin ed Alice.
Prima di risolvere le solite questioni burocratiche però, c’è la parata di Fantasya da organizzare...!
Breve&Veloce Riepilogo dei Personaggi:
AYAKA (mio OC, protagonista)
Master di Fairy Tail dai lunghi capelli biondi e mossi/boccolati, occhi grigi. Ha diciannove anni ed è una ragazza vivace, ottimista e dolce... sebbene in fondo sia abbastanza sadica e perversa.
KASAI AKUMA (OC di Ricky Blake)
Devil Slayer del fuoco dai capelli rossi e occhi blu. Ha diciotto anni, è un tipo loquace, amante delle risse, sicuro di sé e allegro.
Del suo passato non si sa ancora nulla (XP)...
ALEXIS e ALÈK BLACK (OC di Mary_90)
Sono fratelli, Alexis è mora con occhi azzurri, Alèk è moro con occhi rossi.
Alèk ha ventitré anni, Alexis ha vent’anni.
Lei fredda e intransigente, lui spiritoso ed estroverso. Sono gli ultimi sopravvissuti della famiglia Black da cui lei ha ereditato il potere di manipolare i quattro elementi, lui la forza sovrumana.
Alèk ha paura dei gatti.
ALICE RABBIT (OC di Shirona)
Bionda, occhi viola.
Conosciuta come “La Grande Evocatrice”, Alice è una ragazza calma e tranquilla, sempre a pensare agli altri e incredibilmente dolce e gentile. È però molto timida e tende a mostrarsi debole e a piangere ogni due per tre.
Il suo scopo è scoprire il più possibile sulla magia primordiale.
ASUKA e NAOKO CHARMIN (OC di Aki_and_Ami)
Devil Slayer del vetro, Asuka ha trentadue anni, i capelli lunghi e rossi e occhi verdi.
È incinta di sei mesi, di lei si sa che ha vissuto a Crocus per qualche tempo, che l’uomo di cui è rimasta incinta è andato via e che vuole vivere una vita avventurosa e non noiosa – il fatto che aspetti un bambino non le impedisce di farlo.
Naoko, invece, ha diciotto anni nonostante sia parecchio basso,  i capelli biondissimi quasi bianchi e occhi azzurri.
Dallo special 01, si evince che è in viaggio per trovare una persona a cui tiene particolarmente.
RYOKO (OC di Giuly_san)
Ha diciassette anni, di lei non conosciamo ancora granché. Ha lunghi capelli castani con due piccoli codini  e occhi verdi.
L’unica cosa di cui siamo certi è che si fa mille problemi e non riesce a relazionarsi con gli altri in maniera naturale.
MARYLIN (altro mio OC)
Maga degli specchi, ha tra i dieci e gli undici anni ma sembra più grande di qualche annetto... ha lunghi e ondulati capelli acquamarina i cui ciuffi anteriori tiene legati in uno chignon disordinato (qualche ciocca più corta le incornicia il viso), occhi vitrei.
È una ragazzina dinamica e follemente innamorata di Alèk (^.^), mal sopporta Kasai. Si unisce ad Ayaka per salvare sua sorella intrappolata in uno specchio.
NAGASHI (OC di Onyx Crysus)
È un mago molto potente, creatore della magia Shinsoo . Ha lunghi capelli bianchi e spettinati, occhi color ambra. Di lui non si sa apparentemente nulla, se non che vuole vendicarsi di Fairy Tail... 

Fatto. Mamma mia, quanti sono!
Ora, dovrebbero mancare altri tre OC da inserire (non appena li farò apparire, magari riaprirò le iscrizioni o, se mi viene l’illuminazione, farò in qualche altro modo per riempire un po’ questa gilda di pazzi... poi vedremo): due femmine e un maschio.
Ma ora, vi lascio finalmente al capitolo! – ci vediamo sotto.

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 07

Primi passi

 

 


Magnolia era un agglomerato di luci e risate, il luogo perfetto per divertirsi e scacciare i brutti pensieri... a causa dei vari problemi che avevano causato, sebbene involontariamente, Ayaka aveva deciso di dare una mano nell’organizzazione della parata e, bene o male, tutti avevano concordato.
I carri erano colorati e imponenti, ognuno decorato grazie alla magia di ogni singolo mago e Ayaka non poteva che essere orgogliosa degli amici che aveva incontrato durante il suo cammino.
Dei primi sei anni di vita non ricordava assolutamente niente, niente che riguardasse i suoi genitori, niente che riguardasse la gilda... poi però era arrivata a Magnolia e pian piano i ricordi stavano riaffiorando alla mente come margherite: la cosa la elettrizzava non poco.
Finalmente sapeva il nome di suo padre, ricordava il suo viso e quello della mamma.
Ayaka ce la mise tutta e mise tutto l’entusiasmo di cui era capace in quella parata, rise come non aveva mai riso, ballò come non aveva mai ballato e si divertì come non si era mai divertita negli ultimi anni dove a tenerle compagnia c’erano solo degli esseri che le avevano rivelato essere delle fate.
Fu così che il primo carro fece il suo ingresso nella strada principale, anticipato da tanti baccelli che spuntavano dalla terra e tra le pietre del pavimento, il profumo dei fiori era tanto forte da lasciar pensare di essere in tutt’altro posto.
Grazie alla magia di Alice, infatti, era stato facile creare quest’elegante effetto, creando un mix di colori ai bordi delle strade e lasciando che le piante rampicanti crescessero sempre più su ogni superfice del carro tranne che sulla piattaforma di legno dove c’era Alèk che, con un sorrisone, salutava gli spettatori.
Per l’occasione, Ayaka aveva suggerito di fargli indossare soltanto i pantaloni e un paio di scarpe, lasciando in mostra il torso nudo che sicuramente avrebbe fatto strage di cuori e tanta, tanta pubblicità – Alexis l’aveva guardata in maniera strana.
< Che c’è? > le aveva poi chiesto la bionda, con una finta aria innocente.
Alèk, impedendo alla sorella di dire qualsiasi cosa, mise un braccio attorno alle spalle della bionda, avvicinando impercettibilmente il suo volto al suo < Non hai che da chiedere, Master. Sono pronto a tutto >
Quando però Alice, indossando un vestito gotico più corto dei suoi standard e un po’ più scollato al petto, aveva cercato di sedersi sulle spalle del ragazzo senza arrossire... Ayaka era scoppiata a ridere, immediatamente seguita da Kasai e Asuka, che commentarono il fatto che fosse diventata più rossa dei loro capelli messi insieme.
< Mi vergogno... > aveva mugugnato lei, ma Ayaka aveva scosso la testa.
Poi aveva mostrato un sorriso dolce e... < Una ragazza piccola sulle spalle di un ragazzo bello e aitante farà sicuramente scalpore. Dobbiamo iniziare a farci conoscere, perché Fairy Tail è tornata! > ... aveva iniziato a sclerare e a dare ordini a destra e a manca perché i carri venissero ricostruiti senza problemi.
Entrambi sorridevano e salutavano (certo, Alèk lo faceva con più spontaneità e vivacità, ma anche Alice sembrava divertirsi in fondo) e nel contempo la giovane maga era concentrata nell’inondare Magnolia di petali profumati.
Subito dopo cominciò a intravedersi il secondo carro, già più grande e maestoso del primo: sulla cima di quello che sembrava un castello di specchi vi era Marylin, che con un grazioso vestito tutto fronzoli tra il bianco e l’azzurro si districava in particolari e suggestivi passi di danza classica facendo meravigliare il pubblico.
Nonostante la piccola statura e la giovane età, mostrava di possedere un’incredibile elasticità fisica... Ayaka l’aveva notato quella stessa sera e aveva subito deciso di prendere la palla al balzo < Tu ballerai > aveva esordito, guardandola dritta negli occhi.
Infine, nel cuore del castello vi era una speciale lampada che proiettava fasci di luce che andavano riflettendosi contro ogni singola parete di specchio che incontravano, fuoriuscendo e andando a colpire il cielo notturno senza però essere troppo forte da oscurare la luminosità delle stelle.
Marylin, dal canto suo, ballava e si sentiva incredibilmente bene nonostante le mancasse sua sorella da impazzire... ma cercava di non pensarci, o meglio, pensava che una volta ripresasi al meglio avrebbe cercato di salvarla assieme ai suoi nuovi amici che le avevano promesso il loro aiuto.
< Ballerò in maniera sublime, Ayaka! Non vi ringrazierò mai abbastanza per quello che state facendo per me > aveva esclamato, al massimo delle sue forze.
Successivamente si mostrò il terzo, forse il più grande in assoluto, dalla divertente forma di una torta a tre piani. Sul piano inferiore vi erano delle ragazze della città tutte vestite con abiti dai colori sgargianti, tra il rosa e il giallo, l’azzurro e il verde che lanciavano nastri e coriandoli ai lati delle strade mentre altre suonavano una canzoni dopo l’altra, senza mai stancarsi.
< Ryoko! > aveva gridato Ayaka a un certo punto, facendo sobbalzare tutti mentre si stavano preparando < Non appena il terzo carro farà la sua entrata in scena, tocca a te! >
La ragazza all’inizio si era sentita incredibilmente agitata, poi aveva capito cosa avrebbe dovuto fare e si concentrò al massimo. Fu così che a un certo punto dal secondo piano della torta Ryoko, indossando anch’ella un vestito che le decorava in maniera particolare la schiena, il petto e le braccia, alzando le mani strette attorno a un telecomando, azionò le armi magiche che aveva precedentemente posizionato sul bordo del secondo livello del carro, facendo sì che sparassero verso il cielo.
Tali spari si trasformarono presto in favolosi fuochi d’artificio, esplodendo in mille fiori colorati nella volta del cielo notturno, illuminandola di luci festose intanto che sulle teste delle persone che guardava a bocca aperta tale meraviglia, volavano vari animali fatti di frammenti di vetro.
Vi erano farfalle, uccellini, coccinelle, conigli che saltellavano tra le gambe della gente come se niente fosse... tutto questo era possibile solo grazie ad Asuka che dalla cima della grande torta, manovrava il vetro come più le sembrava bello, creando grandi orsi che scortavano il terzo carro.
< Col mio vetro potrò fare delle meraviglie. Ayaka, fidati di me! >
< Vai Asuka!! Sei tutti noi!! > le aveva gridato in risposta la bionda, sbracciando mentre la più grande si lanciava a cambiarsi.
La Devil Slayer si era data alla pazza gioia e a un certo punto aveva iniziato a ridere presa da un attacco di ridarella che doveva essere contagiosa (per forza) visto che insieme a lei anche Alèk scoppiò in una fragorosa risata.
Quella sera stava diventando la migliore della loro vita, non sapendo che ce ne sarebbero state tante altre come quella.
Subito dopo il terzo carro fu la volta dello spettacolo delle bambole snodate.
Alexis fluttuava in aria, secondo il parere prevalentemente maschile pareva un angelo: coi suoi capelli lunghi e bianchi che per l’occasione Ayaka aveva acconciato in tante morbide onde e con il vestito nero e viola che le aveva fatto indossare, appariva più seducente e bella di quanto già non fosse, generando schiamazzi e grida da tutte le direzioni.
Più o meno lo stesso atteggiamento che avevano adottato le donne che avevano adocchiato il tanto famoso Alèk Black senza maglietta, il che, come Ayaka aveva suggerito, le aveva fatto sbroccare di brutto.
Muovendo l’aria a suo piacimento, Alexis muoveva senza alcuna difficoltà tantissime bambole in perfetta sincronia: le faceva camminare sulla strada accennando a qualche salto mortale, le faceva ballare il cancan tutte insieme, le faceva volare tra la gente e ne regalava qualcuna alle bambine con gli occhi luccicanti.
Per stare improvvisando, se la stava cavando abbastanza bene.
Poi entrò il quarto carro: completamente rivestito di ferro, semplice, praticamente un cilindro più largo che alto ma da cui Kasai si divertiva a lanciare lingue di fuoco che sembravano raggiungere il pubblico senza però mai toccarli.
Il Devil Slayer creava scie di fuoco blu lasciando che si scontrassero tra loro generando esplosioni allucinanti, spirali di fuoco che arrivavano al cielo, piccoli omini che saltellavano qua e là per il carro e infine, creò due grandi ali blu a cui fece spiccare il volo fino a che non si disperse nella notte.
< Sarà una parata indimenticabile! Siamo pochi ma non è importante il numero... ragazzi, questa sera ci divertiamo! > Kasai, come tutti gli altri d’altronde, ancora sentiva echeggiare quella frase nella sua mente, così facendo tutti, durante quella parata, stavano svolgendo la loro parte col sorriso sulle labbra.
Nell’attesa del quarto e ultimo carro, tanti ragazzini tutti uguali si erano lanciati in una danza sfrenata mentre la gente tutt’intorno cercava di capire se fossero tutti e trenta gemelli o fosse semplicemente opera di un mago.
Naoko però, seppure era stato quasi costretto ad aiutare la neo gilda di Fairy Tail poiché era passato di lì per caso, si stava divertendo anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce. Dopo un tempo che sembrava infinito a cercare quella persona che era stata come un padre per lui, quella serata gli era sembrata fantastica, un momento per lasciarsi andare e riposare dalla frustrazione.
< Ehi tu > aveva detto la bionda che si era ritrovato a pochi centimetri dalla faccia < Sai fare qualcosa, piccoletto? >
Al che lui si alterò non poco, arrivando a stringerle con forza la maglietta poco più sopra dei seni e la cosa doveva sembrare divertente perché lui non era certamente più alto di lei e non avrebbe potuto sollevarla da terra < Attenta a come parli, io ho diciotto anni, biondina! Sono un mago e non ho tempo da perdere con stupide festicciole > poi aveva aggiunto, quando il suo stomaco aveva iniziato a fare strani versi, tutto rosso per la vergogna < Ecco, vedi? Per colpa vostra mi sono distratto e ho dimenticato di andare a mangiare >
< Che magia possiedi? >
Il diciottenne dai capelli biondissimi assottigliò lo sguardo < E a te che importa? >
Ayaka sorrise < Dai aiutaci, così dopo ti offriremo la cena per averti distratto! >
< Guarda che la sua è una scusa... è troppo orgoglioso per dire di avere fame e sta dando la colpa a noi, Ayaka, ragiona qualche volta > aveva detto Alexis, annoiata da tutto quel baccano.
E così, da un momento all’altro Naoko si era moltiplicato e ora stava ballando come meglio sapeva fare in attesa che il quarto carro facesse la sua apparizione: una carro splendente, decorato da mille fiori e luci colorate che ad Ayaka ricordava il posto in cui era stata assieme alle fate.
Non si era trasformata e indossava ancora la maglietta semplice, la gonna di jeans e gli stivali perché aveva perso tempo a organizzare tutto che si era dimenticata di cambiarsi.
Davanti a lei si stagliavano i carri che avevano riparato/ridecorato insieme all’aiuto prezioso dei cittadini. Ayaka si sentiva completamente realizzata per la prima volta in vita sua nonostante ci fossero delle cose che mancavano ed era ancora lontana dall’avere una vita perfetta.
Quella sera sarebbe stata indimenticabile... e poi c’era quella cosa che, da quando aveva cominciato a ricordare i suoi genitori, le era rimasta fissa in testa.
Ancora non aveva capito cosa fosse, forse aveva qualche significato nascosto, fatto stava che Ayaka era sicura si trattasse di qualcosa di positivo, qualcosa che suo padre le mostrava sempre quando partiva per una missione pericolosa e lei e sua madre lo rispondevano con lo stesso gesto.
Nel bel mezzo della parata, la maga del Take Over sollevò con fierezza la mano puntando il dito verso il cielo con un sorrisone stampato in volto pensando che prima o poi avrebbe ritrovato i suoi genitori, la gilda e tutti gli amici di cui al momento ricordava poco o niente, concentrandosi però sugli amici del presente.
Ayaka non poteva sapere che, in cima alla Cattedrale di Cardia, nascosto a occhi indiscreti, vi era una figura incappucciata che osservava da lontano la parata. Questo se ne stava immobile, a tratti indeciso sul da farsi.
Poi però gli angoli della bocca si piegarono verso l’alto e puntò il dito al cielo, pensando per la seconda volta, e con sollievo, che in fondo era rimasta la stessa ragazzina di un tempo.

 

Quella stessa notte Ayaka decise che c’era da festeggiare, quindi per un tempo che sembrava infinito, si trovarono d’accordo sul fatto di chiudersi in un locale e bere fino a scoppiare... ovviamente quasi tutti i bar erano chiusi con la saracinesca, quindi ai fratelli Black non restò altro da fare che invitarli tutti a casa loro sperando di non essere costretti nuovamente a ricostruirla.
Camminavano tutti più o meno tranquilli, fino a che Naoko non espresse i propri dubbi < Chi tra voi, gente strana, sa cucinare? >.
< Io, nanetto > il biondo grugnì in direzione di Asuka che se la rise sotto i baffi < Eddai, scherzavo...! Come sei suscettibile >
< Faresti come me se ti trovassi nelle stesse condizioni > ribatté convinto, lui.
Ayaka dondolò al fianco di Alice < Tu cucini? > al che la più piccola annuì timidamente.
< Aspettate a dirlo, magari il frigo è vuoto... > fece Alexis, l’unica persona quasi normale in quel gruppo di scoppiati, per poi rivolgersi a suo fratello < Da quand’è che non facciamo la spesa? >
< Un bel po’ > ridacchiò lui.
La villa dei Black era, come Kasai e Ayaka ricordavano, davvero immensa: Alexis li portò in soggiorno e molto presto il tavolo fu ricoperto da veloci stuzzichini e alcol che Alék tirò fuori dalla cantina.
All’inizio sembrava una normale serata tra amici, ma subito dopo i primi bicchieri si era trasformata in una specie di guerra con urla, imprecazioni e balli impazziti.
Asuka si teneva lontano dai soggetti più pericolosi e dalle bevande alcoliche, essendo incinta non avrebbe fatto bene al bambino (o bambina).
< Che fai tutto solo soletto? > fece Asuka raggiungendo Kasai che, seduto a gambe incrociate, guardava gli altri ragazzi con un’espressione difficile da interpretare < Non ti senti a tuo agio? >
Il rosso scosse la testa, senza neanche smettere di osservare la scena dinanzi a loro < No. Non è questo > si lasciò andare a un sospiro stanco, la Devil Slayer pensò che forse non si era riposato abbastanza dopo quel continuo susseguirsi di avventure.
Asuka poggiò la schiena al muro e si lasciò scivolare vicino a lui, stendendo le gambe e poggiando una mano sulla pancia sorridendo < Tu che conosci meglio Ayaka... dimmi, che tipo è? >
< Una pazza > rispose lui, senza neanche pensarci.
L’altra scoppiò a ridere portando entrambe le mani alla bocca per non attirare l’attenzione, ma gli altri erano troppo occupati a fare baldoria per starli a sentire < Chissà perché non avevo dubbi...! > dopo essersi calmata da quell’attacco di ridarella, continuò < Credo che sarà un Master eccellente. Ci sarà da divertirsi! >
< Già >
Asuka gli lanciò un’occhiata preoccupata senza farsi accorgere: chissà perché Kasai gli sembrava un po’ giù di corda... che fosse stanco?, eppure non le aveva dato quell’impressione quando si stavano preparando per la parata.
Ad ogni modo la rossa rimase in silenzio abbracciandosi la pancia.
Davanti a loro si stava scatenando il putiferio, davvero. La preoccupazione della donna passò quasi in secondo piano quando si rese conto effettivamente di quel che stava succedendo e, assottigliando gli occhi dall’esasperazione, si spalmò una mano sulla fronte facendo un verso simile a chi non ne poteva più.
Di fatto, bastava vedere Naoko scatenarsi sul tavolo senza quasi nulla addosso per chiedersi dove fosse capitata: se in un nightclub o in una gilda di maghi.
Il ragazzo che sosteneva di avere diciotto anni (ma che era alto uno sgabello e un fagiolino) doveva essere uno di quelli che non reggeva bene l’alcol, perché neanche un minuto dopo il party già si era tolto i pantaloni e restava in mutande... non che gli altri se ne fossero accorti, semplicemente erano presi da altre cose.
< Piantala > sibilò Alexis, rivolta a una Marylin iperattiva che non faceva altro che correrle intorno come una trottola < Se non la smetti immediatamente ti ammazzo! > strillò questa volta, rimanendo però rigida sulla sedia nella sua posa elegante < Giuro che userò il fuoco per bruciarti i capelli se non la pianti! >
La piccola, che non avrebbe dovuto proprio toccare l’alcol, rideva e correva, gridava forse ancora più forte di tutti gli altri e punzecchiava la Signora degli Elementi sulle braccia, sulle gambe, chiedendole come faceva a essere così bella, intelligente, forte... sembrava si fosse dimenticata di Alèk e si fosse innamorata di sua sorella.
Intanto quest’ultimo cercava disperatamente di far cadere Ayaka tra le sue braccia riuscendo però a beccarsi un pugno sul naso che lo mandò addosso a Naoko, facendosi cadere tutti e due a terra.
Neanche il tempo di alzarsi in piedi che Naoko si ritrovò arpionato da Alèk che cominciò a fargli proposte indecenti, come se stesse parlando con una ragazza e stesse cercando di portarsela a letto... intanto che Naoko, ripreso un briciolo si lucidità, cercava di scollarselo di dosso con una faccia allucinata che era da immortalare.
Secondo Asuka la situazione stava diventando pericolosa, soprattutto perché aveva visto Ayaka uscire dal soggiorno con un’espressione per nulla normale che avrebbe fatto scappare i morti < Sono totalmente impazziti... > disse, gli occhi sgranati.
< Che ne dici se ti faccio morire disidratata? > continuò Alexis, ignorando completamente suo fratello che, una volta lasciato perdere Naoko, ci stava provando pure con lei...! < O preferisci che apra una voragine sotto i tuoi piedi?, dimmelo!! >
< Cavoloooo Alex-chan, sei troppo figa! Mi prometti che mi farai da insegnante? Eeeeh? Eh? Dai, ti chiamerò Alex-senseeeei! Alex-senseeei! Alex-senseeeei insegnami a manipolare i quattro elementiiii!! Ti prego, ti prego! Aleeeeeeex-senseeeeeeeiiii!!! > prima o poi sarebbe morta asfissiata se non si sarebbe fermata per almeno un secondo per respirare... Asuka giurò di non aver mai visto una persona parlare così tanto e così velocemente, l’alcol doveva avere uno strano effetto su quella ragazzina.
< R-Ryoko... m-mi lasceresti... per f-favore? > miagolò Alice mentre la castana quasi la stava strozzando talmente che l’abbracciava forte – sembrava un tenero koala ubriaco.
A un certo punto però la porta del soggiorno si spalancò e Ayaka entrò lentamente. A quella vista sia Asuka che Kasai sgranarono gli occhi, spalancarono la bocca e quasi venne loro un colpo perché il loro Master aveva in faccia la perfetta espressione di un aguzzino sadico che non aspetta altro che torturare le sue vittime... e quella frusta non aiutava certo a pensare il contrario.
< Chi di voi vuole essere il primo? > il tono glaciale e spaventoso fece deglutire un po’ tutti, persino i più ubriachi si erano fermati e la stavano fissando impauriti < Allora? Tiriamo a sorte? >
Asuka tremò e per istinto si coprì la pancia con le mani mentre Alice era scoppiata in un pianto silenzioso. Tutto tacque, fino a quando due incoscienti non si avvicinarono alla bionda maga del Take Over.
< A-YA-KA-CHAN! > trillò Marylin correndo verso di lei e cominciando a girarle intorno con gli occhi sbrilluccicanti < Sei bellissima, stupenda, fantastica, vorrei essere come teeee!! Ti prego, sarò la tua allieva per sempre! Non ti deluderò! Insegnami a essere una brava maga! Dai! Daai! Daaiii- > improvvisamente però l’effetto alcol sparì e Marylin cadde a terra di peso, addormentata.
Intanto però < Ayaka, sei la più bella ragazza che abbia mai visto... che ne diresti di diventare mia? Adesso? > Alèk le stava talmente appiccicato che una persona normale avrebbe avuto difficoltà a respirare.
Ma la maga non se lo fece ripetere due volte e, sorridendo malignamente, afferrò la spalla del moro e lo scaraventò dall’altra parte del soggiorno < Ripeto: chi vuole essere il primo a farmi da schiavo, EH?! >
< La situazione sta degenerando... > disse Asuka sottovoce per non farsi sentire.
Kasai fece per rispondere ma la voce non gli usciva e si limitava a indicare Ayaka con il terrore negli occhi < M-Ma c-cos-a c-ch-e n-non v-a...? >
La donna sospirò, pronta a tagliare la corda da un momento all’altro.
< A-Ayaka, ti p-prego, calmati... > fece Alice, terrorizzata a morte.
Alexis continuava a tracannare alcol, Naoko era steso a terra, incapace di muoversi e Ryoko strofinava la testa contro la spalla di una Alice piangente < ...A-Aiuto... >
La Master mostrò un ghigno pieno di sadismo e cominciò a fare dei passi, il suono dei tacchi dei suoi stivali risuonò tremendamente < A questo punto scelgo io > si avvicinò ad Alexis che la guardava incolore < Sappiate però che preferisco gli uomini... è un vero peccato che Alèk e Naoko siano già KO, chi potrei schiavizzare adesso? >
Kasai emise un sibilo appena ma Ayaka si era già voltata inclinando la testa giusto per apparire ancora più spaventosa di com’era < Tro-va-to >
< Ferma, non ti avvicinare... > e ovviamente, così come aveva fatto per le bottiglie di alcol che gli aveva lanciato e che poi erano esplose, nuovamente Ayaka non gli aveva dato retta e fu così che un’enorme esplosione causò la completa distruzione del soggiorno di casa Black e di tutte le stanza che si trovavano attorno ad essa, nessuna esclusa... mentre Kasai, con i vestiti leggermente bruciacchiati e anneriti, sbuffava < ...altrimenti esplodi... >
Alexis e Ryoko sbucarono quasi in contemporanea fuori dall’ammasso di mobili e mura sfondate e, mentre la seconda si era attaccata alla prima come un koala, la mora emise un gemito di dolore < Vi ammazzerò tutti... brutti idioti... >
E mentre Asuka si chiedeva cosa fosse preso alla loro Master, Kasai aveva preso una decisione.
Una decisione che comportava dire addio a Fairy Tail.

 

< Siamo assolutamente sicuri di quello che abbiamo visto, Master! > esclamò Toby eccitato oltre ogni dire.
L’intera gilda era lì che ascoltava i fatti e non un singolo mago osava interrompere quello che il compagno stava dicendo, chiedendosi se fosse vero e se fosse possibile che la gilda più forte di Fiore fosse tornata nel mondo dei vivi... finalmente.
< Master, quello che Toby dice corrisponde al vero, siamo- >
< Siamo stati a Magnolia e li abbiamo visti! Sisi! > lo interruppe l’uomo dalla faccia simile a un cane ignorando deliberatamente la vena gonfia sulla tempia del compagno Yuka, che dal canto suo odiava essere interrotto quando parlava < I maghi di Fairy Tail sono tornati! >
Una ragazza dai corti capelli lilla sospirò incrociando le braccia al petto < Ma Toby, sono passati molti anni... >
< Vale la pena sperare > affermò con sicurezza il Master alzandosi dallo sgabello su cui era seduto, dagli occhi affilati e glaciali traspariva un’insana voglia di prendere a pugni qualcosa < Ho un conto in sospeso con uno di quegli zucconi >

 

Casualmente aveva raggiunto la città di Obstone, la città delle gemme.
Tutti in quel posto portavano qualcosa di luccicante addosso e le case risplendevano di gioielli di ogni colore... naturalmente a lui tutto questo non importava.
Il suo unico scopo nella vita era quello di trovare la gilda di Fairy Tail, a causa loro era rimasto solo... non li avrebbe mai perdonati, mai e poi mai.
< Ehi tu > la voce di una ragazza, quella ragazza, lo fece sbuffare. Non aveva mai incontrato una persona così insopportabile prima di allora < Si può sapere cosa stai facendo? Cammini in silenzio e con una faccia da assassino spietato, piantala di spargere la tua aura nera ovunque e dimmi chiaramente cosa stai cercando di fare >
Tutto era iniziato quando, dopo ore passate a remare su quella dannata barca, aveva sentito chiaramente la voce di una ragazza senza riuscire a vedere nessuno.
Poi tutto gli fu chiaro: una ragazza che sembrava avere più o meno tra i venti e i diciannove anni era imprigionata in uno specchio e stava cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione.
Non ci volle però molto prima che Nagashi notasse il tatuaggio di Fairy Tail che portava sulla clavicola sinistra; era di colore blu scuro.
A quel punto aveva capito si trattasse uno dei suoi  membri < Dimmi dove sono i maghi della tua gilda > le aveva detto con il suo solito tono cupo ma ottenendo di risposta solo una linguaccia.
< I maghi di Fairy Tail sono scomparsi esattamente quindici anni fa... non so nemmeno io dove sono e se lo sapessi non lo direi di certo a te, hai una faccia che non convincerebbe nessuno > aveva detto con serietà mista a ilarità < E comunque, tu chi sei? >
Nagashi aveva continuato a remare fino a raggiungere terra, da lì afferrò lo specchio e cominciò a camminare in silenzio. La ragazza, intanto, stava seduta in quello spazio con le gambe incrociate e speranzosa che una volta fuori di lì avrebbe potuto rivedere sua sorella.
Certo, non erano proprio sorelle di sangue ma era come se lo fosse da quando la gilda di cui faceva parte era scomparsa quando lei era andata a trovare l’amico/rivale del suo maestro a Margherita.
< Perché ti interessa tanto Fairy Tail? > gli aveva chiesto, ma lui non sembrava essere intenzionato a rispondere < Sei antipatico, te l’ha mai detto nessuno? >
Lei sbuffava, lui non diceva niente.
Ma ciò non voleva dire che avrebbe di gran lunga preferito rompere quel dannato specchio per farla stare zitta dieci secondi... < Avanti, dimmi cosa vuoi da noi? Il Master ti ha fatto qualcosa e vuoi vendicarti? Magari è tutta colpa del quartetto di idioti, come diceva Erza-san... Accidenti, ma mi vuoi rispondere?! >
Nagashi si era fermato all’improvviso e l’aveva guardata malissimo, come se volesse ucciderla con lo sguardo < Tu che relazione hai con Titania? >
< È un’amica del mio maestro > rispose senza esitazione e fiera degli insegnamenti che quell’uomo le aveva impartito.
Nagashi inspirò profondamente, percosso da un brivido di rabbia < Hai una qualche relazione anche con Salamander? >
< Anche lui è un amico del mio maestro > disse ancora, negli occhi violetti una scintilla di determinazione.
Quel momento durò solo pochi istanti, successivamente Nagashi ricominciò a camminare spedito per la sua strada per ritrovarsi, appunto, a Obstone.
Ogni tanto quella ragazza gli diceva qualcosa ma non aveva più risposto, concentrato com’era a capire cosa stesse succedendo fino a che non adocchiò un manifesto interessante: la ricompensa era di 400'000 jewels, un vero affare, e c’era di più...
< Non è possibile... > mormorò la ragazza sgranando gli occhi, dato che dallo specchio che Nagashi reggeva con una mano riusciva perfettamente a leggere quel vi era scritto.
Il mago le lanciò un’occhiata < Sai di cosa si tratta, non è vero? >
Lei scosse la testa ma si era già tradita da sola, quando si era lasciata andare a quel sussurro < Che hai intenzione di fare? >
< Una capatina da quel tizio > lei tremò impercettibilmente < Juri >
< Perché? Cosa centra con Fairy Tail? Qual è il tuo obbiettivo? >
Nagashi assottigliò gli occhi, stringendo le dita attorno allo specchio e, se non fosse stato uno specchio magico, si sarebbe sicuramente rotto sotto la sua rabbia < Voglio vendicarmi dei maghi di quella gilda perché è solo colpa loro se Dimaria non è più tornata a prendermi >

 

In quel momento non ci aveva riflettuto con la dovuta attenzione, avrebbe dovuto farlo. Quella notte non dormì molto, anzi, era il caso di dire che non dormì affatto.
Aveva fatto un giro per Magnolia, era anche andato alla biblioteca per cercare quello di cui aveva bisogno ma era tornato alla villa tutto indispettito perché le ragazze avrebbero anche potuto fare a meno di ridurla a un cumulo di macerie...!
Per questo si era steso sul tetto della villa a braccia incrociate dietro la schiena ed era rimasto lì.
Dopo l’esplosione Naoko era stato trascinato in una delle camere degli ospiti da Asuka e Alèk, quest’ultimo  accompagnò anche le altre ragazze nelle loro stanze e ben presto tutti si erano addormentati... Ayaka dormiva tranquilla nel suo letto senza nuocere ad alcuno e in un certo senso ne erano tutti contenti.
Era quasi l’alba quando Kasai percepì la presenza di qualcuno e spalancò gli occhi blu, trovandosi la faccia di un’Ayaka sorridente che lo fissava < Buongiorno!! Un po’ troppo presto per svegliarsi, eh? >
Il rosso sbadigliò e si mise a sedere, lei fece lo stesso di fianco a lui.
Kasai si grattò la testa, fissava i suoi piedi e aveva un insopportabile peso sul petto: doveva dirglielo e forse sarebbe andato tutto bene, forse avrebbe risolto il problema e sarebbe tornato.
< Ayaka, io non posso far parte della gilda > lo disse tutto d’un fiato.
Alzò lo sguardo e la vide con un’espressione confusa. Se l’aspettava dopotutto, ma certamente non poteva spiegarle il motivo di tale scelta...
La bionda aggrottò maggiormente le sopracciglia < Come mai questo ripensamento? >
< Devo andarmene. Non posso rimanere qui >
< Se hai qualche problema puoi parlarne. Non solo io, ma anche gli altri saranno pronti ad aiutarti > disse lei, con un sorriso di incoraggiamento.
D’altro canto però, Ayaka non sapeva (o non ricordava) cos’era realmente un Master, non aveva ancora completamente formato la gilda che già le si presentava un ostacolo. Un ostacolo bruttissimo, perché oramai si era affezionata ai ragazzi e sapendo che Kasai voleva andarsene per chissà quale ragione, la faceva scoraggiare.
< Lo so, Ayaka > il Devil Slayer strinse le labbra per poi parlare ancora < Per favore. Vorrei rimanere con tutto me stesso ma c’è qualcosa che devo fare e se non lo faccio... > si bloccò stringendo le mani < Devo andarmene, mi dispiace >
Detto questo si alzò, la salutò con un sorriso tirato e scese dal tetto con un salto lasciandola lì impalata, confusa e preoccupata.
Arrivò al cancello della villa per poi fermarsi e voltarsi a guardarla < Salutami gli altri > e pois sparì. In quell’istante il cielo si illuminò dei primi raggi solari e Ayaka si lasciò andare in un sospiro mentre si teneva la testa con una mano, non riuscendo a capire cosa diavolo doveva fare.
Era evidente che Kasai aveva qualcosa da fare, gliel’aveva detto, e doveva essere qualcosa di estremamente importante perché non l’aveva mai visto così serio e teso da quando l’aveva incontrato.
Sembrava quasi un’altra persona.
< Ayaka!, la colazione è pronta! > la voce di Asuka la fece destare da quello stato di trans in cui era caduta e si rese conto che il sole stava già splendendo pienamente dinanzi a lei.
Lentamente rientrò in sala da pranzo e sorrise alla donna e a Naoko che già  mangiava < Buongiorno, ragazzi >
< ‘Giorno > fece Naoko.
Asuka era un Devil Slayer, si disse Ayaka, forse aveva già notato l’assenza di Kasai ma preferì non dire nulla, aspettando che tutti gli altri si svegliassero e scendessero a fare colazione. Ma non c’era niente di male nell’accelerare i tempi, no?
< Scendete a fare colazione! Sveglia!! > gridò infatti qualche istante dopo per le scale.
Quando tutti furono scesi, la prima persona a rendersi conto che qualcosa non quadrava fu Ryoko che, con un po’ di imbarazzo, espresse i propri dubbi < Ayaka... una domanda... dov’è Kasai? >
Alexis fece vagare lo sguardo per la sala da pranzo e aggrottò le sopracciglia < È vero. Non c’è >
< La prima riunione della neo gilda di Fairy Tail non tratta di un argomento piacevole... > disse Ayaka sforzandosi di sorridere, poi tornò seria < Kasai è dovuto andare via. Aveva delle faccende da sbrigare >
La notizia venne metabolizzata in maniera differenze e quasi tutti chiesero delucidazioni in merito ma la bionda maga del Take Over alzò le spalle < Non ha detto niente di che neanche a me, vi manda solo i suoi saluti. Ha aspettato che mi svegliassi per dirmelo. A quest’ora penso sia già lontano dalla città >
< Beh, doveva avere qualcosa di estremamente importante da fare se ha deciso di andarsene così di punto in bianco > intervenne Asuka con saggezza < Magari un giorno tornerà >
Alèk ingollò i biscotti per poi parlare < Quindi ora siamo in otto: Ayaka, io, mia sorella, Alice, Ryoko, Marylin, Asuka e Naoko, giusto? >
Il biondino, sentendosi chiamare in causa, gli lanciò un’occhiataccia < Io non ho mai detto di voler far parte della gilda! > ribatté prontamente < E comunque dovrei andarmene anche io se non vi dispiace, sono in viaggio e non posso trattenermi >
< Eh? Te ne vai? > fece Asuka incrociando le braccia sul pancione < Senza neanche dire grazie? >
Il ragazzo s’innervosì talmente tanto che iniziò a muoversi a scatti < Grazie > mugugnò senza neanche guardarli e fece per uscire dalla sala da pranzo ma venne fermato da Ayaka che lo chiamò.
< Da dove vieni, esattamente? >
Lui si voltò a guardarla per poi sbuffare < Onibus > disse < E prima che me lo chiedi, sto cercando una persona. Quindi ciao! >
< Anche io sto cercando mia sorella! Possiamo darti una mano se vuoi > fece Marylin, con gli occhi ancora leggermente assonnati < Giusto, ragazzi? >
Gli altri annuirono, chi più entusiasta e chi meno, ma comunque tutti convincenti.
Naoko si grattò la nuca fermandosi per un attimo a riflettere: cosa ci avrebbe ricavato?. Beh, a pensarla così la risposta era semplice da trovare: non aveva soldi, non avrebbe potuto neanche prendere un biglietto per il treno e sarebbe presto morto di fame.
Però a guardare tutta quella gente che lo fissava ansiosa lo metteva sotto pressione: erano dei pazzi!
Prese coraggio, deglutì a fatica e sgonfiò i polmoni < Va bene. Consideratemi dei vostri >
Le esultazioni di Ayaka, Marylin e Alèk forse si erano sentite fino alla capitale ma poco importava... Asuka gli sorrise raggiante, Alice e Ryoko gli fecero un cenno con la testa mentre Alexis restava più impassibile degli altri ma pur sempre felice.
< Ehi, Master, qual è la prossima tappa? > fece la Signora degli Elementi, attirando l’attenzione di tutti.
La bionda ci pensò su per poi sospirare < Dobbiamo inviare una lettera al Consiglio di Fiore, dovremmo poi costruire la gilda, stabilire le solite regole... e va bene, ho capito... ci penso io...! > concluse, sempre più sconsolata.
< Brava, brava... > Alexis sorrise pimpante come non lo era mai stata con nessuno – e si vedeva che la cosa fosse finta < Ah, un’ultima cosa: ti proibisco di bere. Qualunque alcolico ti verrà confiscato seduta stante! >
Ayaka inarcò un sopracciglio < Eh? Perché? >
< E CE LO CHIEDI ANCHE??!!! > sbottarono in stereo i fratelli Black, Asuka e Naoko facendo tremare di paura la povera Alice a cui tutte le vicende della notte precedente erano tornate alla memoria.
Ryoko si contorceva le mani sotto al tavolo: sarebbe stata capace di non impazzire in una gilda a cui capo c’era una specie di mostro perverso?
< Non ricordo nulla, ragazzi... seriamente, che è successo? >
< È successo che tu non toccherai mai più una singola goccia di alcol, è chiaro? > continuò Naoko supportato da tutti gli altri.
Alice si alzò dalla tavola e imbarazzatissima, quasi stava per scoppiare a piangere, disse la propria < Ayaka, ti scongiuro. Anzi, ti preghiamo tutti di non bere più >
La maga del Take Over non sapeva davvero di cosa stessero parlando, poi fu come se una lampadina si fosse accesa nella sua testa < Ieri abbiamo mica bevuto alcol puro? >
< Esatto! >
La faccia di Ayaka sbiancò di colpo < Oh no... > si coprì la faccia con le mani, come se volesse nascondersi e cominciò a tremare < Oh no, no, no... perché non mi avete fermata? >
< Che ne sapevamo noi della tua doppia personalità!! > strillarono gli altri.
< Non si tratta di doppia personalità... > fece Ayaka con le lacrime agli occhi < O almeno non del tutto. Vedete il fatto è che a seconda di cosa bevo tiro fuori lati del mio carattere che preferirei nascondere >
Avevano paura a chiedere ma lo fecero lo stesso < Del tipo? >
< Quando bevo dell’alcol puro divento... come mi avete vista ieri > li guardò uno ad uno scusandosi mentalmente < Ma se dovessi bere altro tipo di alcol allora diventerei... come se non peggio di Alèk!! >
Eh?”
Il mistero, pensò Asuka, sarebbe saltato fuori molto presto... dato che a quanto aveva capito anche ad Ayaka non dispiaceva bere qualche bicchierino di tanto in tanto.
 


Il giorno dopo Ayaka presentò la planimetria della nuova gilda insieme al consenso ufficiale del Consiglio e finalmente poterono iniziare la costruzione.
Alexis, che era stata messa a capo di tutta la baracca, aveva spiegato di cosa si necessitasse e in un battibaleno Alèk era riuscito a trasportare un’enorme quantità di travi e mattoni mentre Alice ancora cercava di decifrare quel che Ayaka aveva ideato.
< Ma che cos’è? >
< Sembra un leone sorridente... > disse Ryoko affacciandosi oltre la sua spalla < O è un ghepardo?, guarda: ci sono delle macchie... >
Naoko, che passava di lì con delle travi sulla spalla diede una veloce occhiata e scosse la testa < No, è aquilone con strani disegni, non vedete? Ora però smettetela di disegnare e aiutateci >
Le due ragazze annuirono mentre il biondino continuò a camminare verso le fondamenta che erano già state erette.
< Oh, che bello! > fece la Devil Slayer sbucando all’improvviso guardando quel bel disegno < L’avete fatto voi? È un neonato bellissimo... chissà se anche mio figlio sarà bello come lui! >
Alice aggrottò le sopracciglia senza però avere il coraggio di contraddirla, però lanciando un’occhiata a Ryoko che alzò le spalle < È davvero un neonato? >
< Ma forse è più rinoceronte... >
< Però a me sembra la caricatura di una scritta. Anche se non riesco a capire cosa ci sia scritto... > fece Ryoko, parecchio confusa e girando il foglio prima a destra e poi a sinistra senza però capirci nulla.
Alice sospirò < Forse è meglio aiutare gli altri > l’altra annuì e fece per lasciare il disegno su una trave, ma Alèk, che passava di lì con almeno tre secchi pieni di cemento si perse a guardare il disegno con un sopracciglio alzato.
Ryoko, che aveva capito che il ragazzo stava pensando cosa potesse rappresentare, non seguì immediatamente la bionda e aspettò pazientemente la sua versione.
< Secondo me è una donna nuda > Ryoko inclinò la testa < O un uomo e una donna che... >
< Alèk!! > gridò Alexis dall’altra parte del cantiere < Stiamo aspettando te!, Muoviti! >
< Sisi, arrivo! > lui e Ryoko raggiunsero gli altri, dove anche Ayaka stava aiutando a tenere la scala su cui si era arrampicato Naoko per fissare delle viti < Stavo guardando un disegno alquanto osceno >
La sorella sospirò < Non cambierai mai... sempre a pensare a queste cose >
Continuarono così per un po’ finché non arrivò Marylin con qualche bibita fresca, mettendo per qualche minuti tutti in pausa.
Gli occhi della ragazzina passarono da un Alèk senza maglietta al disegno incriminato quasi per caso e fece una faccia disgustata < Chi ha disegnato questa specie di mostro peloso? >
< Mostro peloso? Mi pare che sia un disegno astratto quello... > disse Alexis guardandolo di sfuggita e bevendo finalmente dell’acqua fresca.
Arrivò quindi Ayaka che era scappata in bagno e afferrò il disegno, mettendolo sul tavolo attorno a cui si concentrarono tutti gli altri alquanto incuriositi. Poi la bionda indicò un punto preciso del foglio e sorrise raggiante < Qui andrà il simbolo della gilda disegnato bello grande, eh! Devono riuscire a vederlo tutti quanti! >
Asuka spalancò la bocca < Aspetta... >
< ...un secondo... > balbettò Alice insieme a Naoko che sembrava il più sconvolto dei due.
< Questo è...? >
Alèk non finì nemmeno di parlare perché il loro Master l’aveva interrotto < Ah, questa è la planimetria della gilda... vi piace? >
Attimi di silenzio imbarazzate poi Naoko cacciò fuori tutto quello che sentiva.
< Ma non assomiglia per niente a una planimetria! Questo obbrobrio non è degno di essere chiamata planimetria! Anche le scimmie disegnano meglio di te! > gridò allucinato e confuso.
Ayaka lo fissava a occhi sgranati, così come tutti, abbassando poi il viso nascondendosi con i capelli.
Si sarà arrabbiata?” pensò Alice, terrorizzata.
Più o meno il pensiero comunque era “Si salvi chi può!!” che venne subito smentito da un singhiozzo... un singhiozzo che proveniva proprio dalla Master.
Ayaka alzò di colpo gli occhi lucidi < È-È così brutto il mio disegno? >
< ASSOLUTAMENTE NO AYAKA! > fece Alèk stringendo con forse un po’ troppa forza il braccio attorno alle spalle di Naoko facendolo sbiancare.
Alexis sospirò spalmandosi una manata sulla fronte < Torniamo a lavorare >
< Sarà meglio > asserì Asuka trattenendo le risate.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ANGOLO DI AYAKA
Oddio, come al solito, mi faccio sempre attendere, eh?
Avrei voluto aggiornare per Pasqua così da farvi una sorpresa ma a causa di forze maggiori non ce l’ho fatta: SCUSATEMI...

Il fatto è il seguente: quest’anno ho l’esame (forse l’ho già detto ma vabbé) quindi devo impegnarmi e, oltre all’esame, devo studiare per un concorso quindi sto con le chiappette nell’acqua e sono stressatissima!

Tornano a noi... la storia sta andando avanti e ci sono nuovi misteri da scoprire:
- come diventa Ayaka quando beve dell’alcol non puro? (Eheh, io lo so...)
- chi è la misteriosa figura sulla Cattedrale di Cardia che conosce il gesto ufficiale di Fairy Tail?
- chi è questo Juri? (che si legge “iuri” perché mi piace di più... ^.^)
- perché Kasai se n’è andato?
- chi è la ragazza nello specchio ("sorella" di Marylin)? - non è figlia di nessuno della gilda, questo è chiaro
- e... no vabbè, ormai penso avrete capito chi sono i suoi genitori (almeno la madre, dai!!!!) quindi non è più un mistero.

Ditemi se vi è piaciuto come ho descritto la parata, la serata all’insegna dell’alcol (soprattutto quella XD), e tutto il resto... ora però devo proprio scappare, se mi sono dimenticata qualcosa scusatemi tanto!
Ah, ultima cosa... ci tengo a ringraziare chi ha preso alla lettera ciò che ho detto (scritto) nel precedente capitolo... se avete altre idee, poi ne riparliamo insieme.
Anche perché penso che dal prossimo capitolo inizieranno le missioni e mi servirebbero proprio dei cattivoni da far prendere a calci nel sedere...

COSA IMPORTANTISSIMA: ora la gilda conta otto membri (Ayaka, Alexis, Alèk, Marylin, Naoko, Asuka, Ryoko e Alice), mi dovreste dire se preferite andare in missione da soli o con altri... (magari anche pensando a qualcosa di divertente che potrebbe succedere tra il vostro OC e un altro durante la missione) e cercherò di far contenti tutti anche se mi rendo conto che con soli otto personaggi non c’è molta scelta quindi per adesso cerchiamo di arrangiarci.
Magari dal prossimo capitolo vedremo meglio: ve l’ho detto l’unico problema per me è la scuola e riaprire le iscrizioni sarebbe un problema ma risolverò, tranquilli...

Credo di aver finito per oggi.

Alla prossima!

P.S. Per farmi perdonare vi dirò il titolo del prossimo special: Orfanotrofio del terrore!

 

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Capitolo 8
*** Ancora più misteri ***


Mi dispiace un casino di dover aggiornare una volta ogni morto di papa... non sapete quanto! Prometto che una volta uscita dall’Inferno mi dedicherò più spesso alla storia, anche perché il bello inizia adesso!
Ricordate abbastanza bene tutti gli OC? In quei pochi minuti liberi, giusto per svagarmi di testa, sto cercando di disegnarli e preso o tardi ve li farò vedere... spero! ^.^ bene, ecco l’attesissimo capitolo.

P.S. Sotto, come al solito, ci saranno delle cose che dovrete assolutamente leggere. CIAO!!

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 08

Ancora più misteri

 

 

Nessuna traccia di loro.
Le ricerche proseguono ma niente che ci possa interessare se non quella strana scatola che non riusciamo ad aprire e che spero tu abbia messo a sicuro perché si sono accorti che qualcuno l’ha portata via e non ci metteranno molto a capire che sono io la talpa.
Fai del tuo meglio per nasconderti, non attirare l’attenzione.
Stai attenta e non avvicinarti a Magnolia, anzi, non avvicinarti al Regno di Fiore o sarà la fine, loro sono dappertutto.
Ci penso io a sorvegliarla e a evitare che faccia cazzate: credo ti faccia piacere sapere come sta ma non preoccuparti, l’ho vista ed è diventata forte come sua madre. Ha riunito un bel gruppo di ragazzi, credo abbia in mente anche lei di cercarli, speriamo che non incontrino mai la nuova alleanza di gilde oscure altrimenti non so cosa potrei fare per proteggerla...
Quando avrai finito di leggere questa lettera, rendile illeggibile.

J.

P.S. È bellissima

Le scappò un sorriso.
Si stiracchiò lungo la sedia attenta a non far cadere il libro e la lettera appoggiati sulle sue gambe per poi perdersi nei ricordi, puntando lo sguardo al soffitto.
Sentì dei passi dietro di lei ma non si disturbò nemmeno a girarsi, perché sapeva di chi si trattava < Alla fine ti ho trovata > disse una voce sicuramente maschile < Non ci speravo più >
< Avevo dato la mia ubicazione tempo fa al precedente Master, com’è che ci hai messo tanto? > fece lei con un sorriso birichino e indicando il divano di fianco a lei, facendo segno di accomodarsi.
L’uomo albino fece come da lei suggerito < Toby e Yuka mi hanno riferito che- >
< Non sono loro > disse lei interrompendolo e porgendogli la lettera che aveva ricevuto quella stessa mattina e che ben presto avrebbe bruciato nel caminetto < Sarei stata la prima a saperlo >
< Hai ragione >
< Sei venuto da solo? >
Lui scosse la testa e sbuffò < Gli altri sono qui fuori, volevo parlare chiaramente con te e sapere se hai ricordato qualcosa o... > esitò per un attimo, nonostante sapesse che una persona che aveva perso l’utilizzo della magia da molto tempo ci aveva ormai fatto l’abitudine < ...insomma, hai risolto quel problema? >
La donna, anche lei dai capelli albini ma che scendevano dolci sulla spalla in una piccola treccia laterale, sorrise malinconica e scosse nuovamente la testa < No. La magia ormai non fa più parte della mia vita >
< Mi dispiace >
< Lo so > poi mostrò un sorriso, più forzato che poté < Allora, cosa farai ora? >
Lui la guardò con quegli occhi freddi per cui era famoso < Se non sono loro... allora chi è che si fa beffa del nome di Fairy Tail? > e nel tono vi era rabbia, qualcosa che lei non gli aveva mai attribuito se non con la solita presenza del suo storico rivale.
Quasi scoppiò a ridere nel vederlo così serio, davvero sembrava un pezzo di ghiaccio!
Si alzò e andò verso la finestra lasciando che lo scialle che l’avvolgeva fino a poco prima facesse in modo che il sole le baciasse la pelle candida che non era coperta dal maglioncino che indossava fino a metà coscia.
< È sua figlia, Lyon >
Lui strabuzzò gli occhi e si alzò come una molla non credendo alle sue orecchie < Figlia di Gray e della mia Lluvia??!! > quasi gridò mentre lei lo guardava stranita per poi scoppiare a ridere, cosa che lo fece innervosire < Che hai da ridere? >
< Ma no! Che dici? > riprese a ridere, incapace di contenersi.
Era sicura che avrebbe riso almeno fino al giorno dopo, le erano mancate quel genere di cose...!

 

Due settimane dopo la fondazione ufficiale della gilda, Ayaka aveva annunciato che la nuova sede di Fairy Tail era pronta.
Finita.
Ovviamente però nessuno era stato capace di decifrare il disegno della planimetria fatta dalla bionda Master ma nonostante questo piccolissimo contrattempo erano riusciti a terminare i lavori.
La struttura si alzava su due piani e aveva pianta quadrata: il piano terra era quasi totalmente occupato dai tavoli rettangolari messi ordinatamente lasciando libero il passaggio che dal portone d’ingresso portava a un palco – con somma felicità di Asuka e Alexis – questo spazio era circondato da una serie di stanze, situate sul livello superiore.
A destra c’erano (partendo dal lato del palco, e quindi dalla parte opposta all’entrata) il bagno per i ragazzi, la cucina, l’infermeria e il magazzino ora semi vuoto ma che presto sarebbe stato pienissimo di documenti, libri e altre scartoffie...
A sinistra, invece, c’erano rispettivamente il bagno per le ragazze, la dispensa, la sala riunioni dove il Master avrebbe risolto le questioni burocratiche  e una piccola biblioteca.
Era stato abbastanza divertente guardare tanti Naoko tutti uguali andare avanti e indietro mentre trasportavano tanti libri ciascuno.
Ai lati dell’entrata, erano stati posizionati: a destra la tavola delle missioni con un paio di lavagnette che avevano già iniziato riempirsi dopo un paio di giorni; a sinistra il bancone dove Asuka si divertiva a preparare cocktail veloci e si teneva a distanza rispetto ai ragazzi che avevano già iniziato a diventare pericolosi.
In cima alla struttura Ayaka aveva fatto costruire una campana... perché diceva di ricordarsi vagamente il suono di una campana che le rimbombava nelle orecchie e di conseguenza vedeva tantissime facce sorridenti voltate con impazienza verso l’entrata.
Poi c’era la cantina... Naoko pensava che la Master ci avrebbe sistemato i corpi che avrebbe torturato da quel giorno a quella parte – a cui si accedeva tramite una porticina proprio dietro il bancone.
Per quanto riguardava, invece, l’esterno: sul lato che dava alla strada c’era un cortile, gentilmente abbellito da aiuole, alberi e piante rampicanti che si attorcigliavano sul cancello in ferro battuto e sul rivestimento a bugnato grazie alla magia di Alice che aveva, tra l’altro, ideato un’incredibile accostamento di colori anche nella zona retrostante (in riva al mare), dove Ayaka aveva fatto costruire non solo una piscina con tanto di scivolo ma anche un piccolo tempietto (anche se nessuno aveva capito a cosa servisse – Naoko pensava che la Master oltre che a essere una pazza pericolosa, fosse pure un essere al servizio di entità demoniache e nel tempietto avrebbe avuto modo di fare i suoi riti sacrilegi per maledire qualcosa o qualcuno).
< Ragazzi sono così contenta!! > esclamò Ayaka con un sorriso a trentadue denti, per il primo giorno come Master ufficiale aveva scelto di indossare un vestito sull’azzurro pastello che le arrivava a metà coscia con una fascia grigia che le modellava la vita stretta < Finalmente la gilda è pronta e possiamo darci dentro! >
< Con moderazione > aggiunse Asuka incrociando le braccia con aria severa, ma il tono divertito tradiva tale serietà < Il sindaco non ha voluto risarcimenti per la biblioteca ma la prossima volta non esiterà a tirar fuori i documenti >
La bionda annuì, guardando non sono Asuka ma tutti gli altri seduti ai tavoli della gilda con un sopracciglio inarcato < Siamo troppo pochi > poi alzò lo sguardo e squadrò per benino la gilda dalla sua postazione, con la schiena appoggiata al rialzo del palco < A confronto la gilda sembra gigantesca > continuò, con ironia.
< Dovremmo fare pubblicità? > suggerì Alice timidamente.
Ayaka annuì < Fairy Tail è stata una gilda forte e famosa, ci saranno sicuramente maghi disposti a voler entrare > subito dopo le venne in mente una cosa < Così anche i tre maghi che non erano alla gilda al momento della sparizione verranno a sapere che è stata rifondata e verranno qui! > fece un sorriso in direzione di Asuka che le aveva detto tutto ciò che sapeva al riguardo < Ci avvicineremmo al ritrovamento della gilda dei miei genitori! >
< Potrei chiedere a Jack > iniziò Alèk, seduto sullo stesso tavolo su cui Alexis poggiava i gomiti < Tu che dici? Verrà qui a farci un intervista? >
La sorella annuì un po’ scocciata < Verrà sicuramente e si porterà dietro la figlia di Jason, non rinuncia mai a intervistare importanti maghi di importanti gilde e in un attimo Fairy Tail sarà sulla copertina del Magazine Sourciere >
< Ma è perfetto! > esclamò Ayaka al settimo cielo < Alèk chiama questo tizio e facciamo una bella intervista! >
Alice storse lievemente la bocca, non le piaceva tanto l’idea di qualcuno che l’assillava con domande strane e inquietanti e sembrava che anche Ryoko la pensava alla stessa maniera dato che aveva iniziato a torcersi le dita tra loro, la schiena dritta e rigida.
Da un lato le faceva piacere avere qualcun altro con la sua stessa timidezza... < Ryoko, che ne dici di provare ad andare in missione insieme? > le chiese, in questo modo entrambe avrebbero superato almeno un po’ la timidezza e in particolar modo sarebbero diventate più amiche.
< Certo! > disse.
< Se per voi non è un problema mi aggiungo anch’io! > esclamò Alèk con un sorriso a trentadue denti, ignorando sua sorella che alzava gli occhi al cielo e che si avviava verso il magazzino per incominciare a mettere in ordine i primi fascicoli.
< Anche io! Anche io! > esclamò subitissimo Marylin saltando sul posto per poi tuffarsi sulle spalle di Alèk con tutto il suo peso.
< Non ci sono ancora arrivate molte missioni ma possiamo scegliere tra queste... > iniziò il moro, mettendo sul tavolo quattro fogli < Prego, scegliete pure voi >
Ayaka, intanto, si era stesa sul palco a pancia in giù e guardava i quattro maghi intenti a scegliere la loro prima missione, venendo prontamente raggiunta da Asuka che poggiò le spalle al rialzo del palco.
Era una piacevole sensazione, quella di poterli vedere così amici anche se si conoscevano da poco...
Alice afferrò una delle missioni e la mostrò agli altri tre < Che ne dite di questa? Clover Town non è neanche troppo lontana e la ricompensa è di 25.000 jewels... > suggerì.
Ryoko annuì e neanche dieci minuti dopo Ayaka, Asuka e Naoko stavano salutando i quattro ragazzi che si apprestavano a uscire per la loro prima missione come maghi di Fairy Tail!

 

Clover Town non era affatto lontano da Magnolia, la raggiunsero in qualche oretta di treno sommate a una mezz’oretta di cammino durante il quale Marylin non aveva fatto altro che chiacchierare con Alèk per sapere quante più cose possibili su di lui. Finora aveva scoperto che detestava i gatti (ne era terrorizzato), amava la carne e non sopportava i prepotenti... tutte cose che l’avevano fatta andare su di giri.
Intanto Ryoko osservava un po’ il paesaggio e un po’ i suoi nuovi compagni, chiedendosi cosa dire per iniziare una conversazione decente senza sembrare una svampita – proprio non ce la faceva a essere spontanea con le persone e per questo si era quasi bucata le mani con le proprie unghie.
< Cosa dice il manifesto? > chiese all’improvviso Alice, mentre il debole venticello le muoveva i soffici capelli biondi e il vestito gotico a balze nere che la facevano sembrare una bambola di porcellana.
< Il figlio del sindaco è scomparso > rispose Alèk con un sorriso luminoso, per poi avvicinarsi alle altre due ragazze e in un attimo le avvicinò a sé prendendole per le spalle, cosa che fece diventare Alice un pomodoro e Ryoko si irrigidì come un blocco di marmo < Una volta terminata la missione, che ne dite di passare per il villaggio Balsam? Ci sono stato un paio di volte e le terme sono davvero meravigliose...! >
< A-Alle ter-rme?! > fece Alice con voce stridula, talmente impacciata che, se non ci fosse stato Alèk a tenerla in piedi, sarebbe inciampata nei propri piedi e avrebbe sbattuto il naso per terra.
Il ragazzo annuì, intanto che Marylin gonfiava le guance sentendosi terribilmente ignorata dal suo principe azzurro.
Il viaggio proseguì e dopo qualche oretta si erano ritrovati davanti alla casa del sindaco, un uomo grosso, pignolo e tremendamente antipatico dallo strano accento e dal modo di parlare veramente troppo antiquato, cosa che fece sogghignare la più piccola della squadra.
< Ma voi siete davvero la gilda di Fairy Tail? Dicono sia scomparsa da parecchi anni, ormai... > fece la segretaria, una donna incredibilmente seducente e dai capelli castani elegantemente raccolti in uno chignon, che da quando erano arrivati non facevano altro che guardare con sorpresa il marchio che i maghi mostravano con fierezza: Alèk ce l’aveva di colore rosso ed era perfettamente visibile sulla spalla sinistra, Alice sulla scapola destra ed era di un grazioso magenta chiaro, Marylin proprio in mezzo alla schiena dello stesso colore dei suoi capelli (acquamarina) mentre Ryoko aveva scelto di farselo tatuare giusto poco sotto il seno sinistro ed era verde, come i suoi occhi e la maglietta monospalla che indossava.
A rispondere alla domanda della segretaria fu Marylin, avendo intuito che se avesse fatto parlare il suo amato ci avrebbe preso gusto e non si sarebbe più staccato da quella-dalle-tette-enormi < Esatto! Noi siamo i maghi di Fairy Tail, spiegateci il problema e noi lo risolveremo in un istante! >
Il sindaco dunque prese la parola < Mio figlio Henry è scomparso già da un paio di giorni e non sappiamo dove possa essere finito... dovete riportarmelo! > Alice era troppo concentrata sulle informazioni da tenere in mente per accorgersene, Alèk era distratto dall’elegante figura della segretaria e Marylin era ancora troppo piccola (seppur già di per sé molto matura per la sua età in certe situazioni), ma Ryoko aveva notato qualcosa di strano nella sua voce.
Forse era perché aveva passato tutta la sua vita a osservare le persone senza mai avvicinarle, forse perché era fatta proprio lei così ma Ryoko aveva capito che dietro a quel finto tono disperato che normalmente avrebbe avuto un padre il cui figlio era scomparso, c’era dell’altro... molto altro... ma non disse nulla, certamente avrebbe anche potuto sbagliarsi e accusare il sindaco della città di Clover Town per poi essere criticata dagli altri.
No. Si sarebbe stata zitta, tanto nessuno aveva avuto quell’impressione, si sbagliava.
Non tutti i genitori erano menefreghisti. Egoisti. Odiosi.
< Se è scappato non credo sia andato lontano, sarà da qualche parte qui intorno > disse Alèk una volta che tutti e quattro fossero fuori dall’imponente edificio < Proviamo a dividerci in due gruppi: due di noi danno un’occhiata in città mentre gli altri due nei dintorni > suggerì allora.
Marylin prese immediatamente la palla al balzo, aggrappandosi al gilet nero del moro < Io e te! Io e te! > trillava contenta, gli occhi acquamarina sbrilluccicanti e un sorriso da un orecchio all’altro.
Il ragazzo non ebbe molta scelta, anche perché Ryoko, con uno slancio di iniziativa che non le era mai appartenuta, aveva tirato leggermente una manica del vestito di Alice e le aveva implicitamente chiesto se potevano andare insieme.
Non aveva avuto molti contatti umani, figurarsi se restava sola con un ragazzo!
Fu così che si divisero.

< Tesoro, mi aiuteresti un attimo con questi? >
< Eh?, ma la nostra vicina mi aveva invitato a giocare con Paulina... non posso aiutarti dopo? >
< Dai, Ryoko, si tratta di un attimo soltanto... ti prometto che dopo potrai andare a giocare con Paulina, va bene? >

< R-Ryoko? > la voce di Alice la fece quasi sobbalzare, poi si voltò verso di lei che le sorrideva < Scusa, non volevo interrompere il flusso dei tuoi pensieri, ma... mi chiedevo... hai qualche idea per riuscire a trovare questo bambino? >
La castana ci pensò su, ignorando quel fastidio allo stomaco che le aveva procurato ripensare nuovamente a quella scena.
Poi scosse la testa < No. Mi dispiace. La mia magia non può esserci d’aiuto in questo frangente > a un certo punto però le venne un’idea < Mi chiedevo, tu hai qualche affinità con la natura, giusto? >
La bionda sgranò gli occhi annuendo < Sì, giusto! Come ho fatto a non ricordarmene... potrei chiedere a lei, se l’ha visto > per Ryoko non aveva molto senso quella cosa di chiedere alle piante ma la lasciò fare infilandosi le mani nelle tasche degli shorts.
Camminarono per quasi tutto il pomeriggio, poi Alice indicò un vicoletto, nemmeno a dirlo vi trovarono un bambino rannicchiato nascosto tra l’immondizia.
Non era poi un nascondiglio chissà quanto impossibile da scovare...
Alice si abbassò alla sua stessa altezza, mentre i bambino aggrottava le sopracciglia guardandola malissimo < Che cosa volete? >
< Tuo padre ti sta cercando, Henry > gli disse Alice provando a fargli una carezza sulla testa ma lui allontanò la sua mano dandole uno schiaffo.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime < Non m’importa nulla!! Che vada al diavolo! > intanto Marylin e Alèk avevano raggiunto le due ragazze dopo aver finito di cercare intorno a Clover Town.
Entrambi con un sopracciglio inarcato < Che sta succedendo? > chiese infatti Alèk.
Alice era sempre stata una persona affabile, gentile e che adora i bambini... per questo le risultava semplice capire che non avrebbero aspettato molto prima che il piccolo Henry si sfogasse per bene.
Infatti dopo neanche cinque minuti tutti avevano capito in che razza di situazione erano andati a cacciarsi: il sindaco era una persona giusta, i cittadini ne parlavano benissimo ma il padre non sapeva proprio farlo...!
< Non gli importa niente di me! > diceva mentre piangeva stretto tra le braccia di Alice che proprio non sopportava di vedere un bambino così carino piangere < Se il fratellone se n’è andato di casa è tutta colpa sua! >
Alèk si inginocchiò davanti a lui < Puoi spiegarti meglio? >
Henry si pulì le guance arrossate per il pianto e si scostò un po’ da Alice che gli mise comunque una mano sulla spalla gentilmente < A causa del suo lavoro di sindaco non solo non ha tempo per stare con me... ma non mi permette nemmeno di giocare con gli altri bambini. Dice che essendo il figlio del sindaco devo essere sempre presentabile e studiare molto... ma io v-voglio solo... > la voce si incrinò e scoppiò nuovamente a piangere.
Ryoko appoggiò la schiena contro il muro e fissò lo sguardo a terra, incapace anche solo di muoversi mentre Marylin guardava la scena imponendosi di non piangere. Lei non voleva piangere, lei doveva diventare forte e trovare sua sorella...
Ryoko se lo sentiva. Aveva già capito che quell’uomo in realtà non era preoccupato per la scomparsa del figlio, in realtà voleva solo ritrovarlo e farlo passare per un rapimento così da salvare le apparenze... in effetti sul giornale che aveva letto quasi per sbaglio prima di trovare Henry, c’era scritto che il figlio del sindaco era stato portato via.
Strinse i denti posando gli occhi verdi sulla figura triste del bambino.
Le parve impossibile credere che esistevano altre persone del genere...

< Mamma, vado fuori a fare una passeggiata >
< Ryoko! Mi avevi promesso che saresti andata a fare quella commissione per me, accidenti! Non puoi rimangiarti gli impegni che hai preso! >
< Ma mamm- >
< Non importa! La passeggiata potrà aspettare... io e tuo padre stiamo lavorando come dei dannati e tu non hai il benché minimo rispetto per noi. Almeno dacci una mano! >

Si morse il labbro inferiore respirando piano.
Almeno era quello che si impose, Ryoko, intanto che Alice e Alèk cercavano di far smettere di piangere Henry promettendogli di trovare una soluzione. Alla fine il fratello del piccolo era andato via di casa per unirsi a una piccola gilda di maghi e non aveva fatto più ritorno, stanco di avere come padre un uomo tanto egoista.
Peccato che quello a soffrirne di più era stato Henry.
< E come se non bastasse gli altri bambini mi prendono in giro perché mi vesto come un pinguino! > raccontava il bambino, rianimato da una nuova rabbia.
Ryoko guardò il cielo, fece mente locale sul posto esatto in cui sorgeva il palazzo del sindaco e poi...
< Ryoko, dove stai andando? > la voce di Marylin le arrivava come ovattata.
Non sapeva spiegare bene perché ma quel bambino le ricordava in un certo senso lei.
Alèk si rialzò, preoccupato, e la seguì fino a un certo punto però Ryoko aprì quello che sembrava un portale e dopo pochissimi secondi scomparve al suo interno.
Nello  stesso momento la figura di Ryoko comparve come per incanto nell’ufficio del sindaco, la sua magia infatti le permetteva di aprire varchi per altre dimensioni e quindi era stato facile teletrasportarsi dalla strada fin lì.
< Oh! Avete trovato mio figl-? > ma non fece in tempo a chiedere, il sindaco, che un qualcosa gli sfiorò l’orecchio di pochissimi millimetri.
Soltanto dopo si rese conto di essere stato sfiorato da un proiettile magico e di avere dinanzi a sé una Ryoko come nessuno l’aveva mai vista < Che razza di padre è? > sibilò lei stringendo la presa sulla sua pistola magica, puntata verso quell’uomo che tanto gli ricordava i propri genitori < Come può essere coì egoista nei confronti di suo figlio?! > fece, alzando la voce di qualche ottava.

“E se me ne andassi di casa?” si chiese un giorno “Perché non sono come i genitori di tutti gli altri bambini? Perché non posso andare a giocare come tutti gli altri bambini? Perché devo lavorare tutto il giorno?”

< Ehi! Che stai facendo?! Abbassa quella pistola!! > gridò il sindaco, mentre la segretaria, che fino a quel momento aveva assistito alla scena, si era tirata indietro terrorizzata a morte dall’improvvisa comparsa di quella ragazza.
Ryoko aveva gli occhi lucidi e non aveva alcuna intenzione di fargli del male, voleva soltanto fargli paura, voleva fargli comprendere che il suo comportamento nei confronti di suo figlio era sbagliato.
Tremendamente sbagliato!
< Ha già allontanato suo figlio maggiore. Lei davvero non prova alcun sentimento per Henry?! È scappato di casa a causa sua! Cosa avrebbe fatto se gli fosse successo qualcosa? > continuò Ryoko, il corpo che le tremava per la rabbia < Perché lo allontana dagli altri bambini?!!! >
< Io sono il sindaco! Essendo mio figlio non può non esserne all’altezza...! >
Ryoko fece scomparire la pistola magica al di là di uno dei suoi varchi dimensionali e sbatté entrambi i pugni sulla scrivania < Con quale diritto?! >
< Sono il padre! >
< Henry vuole soltanto vivere la sua età! Vuole interagire con gli altri bambini, perché glielo nega?! Lei non è un padre!! >
Un potente calcio la colpì violentemente sul viso facendola sbattere contro la porta che si aprì, facendola finire in corridoio. Ryoko si tastò il naso per prima cosa, sospirando di sollievo quando si rese conto di non esserselo rotto poi si alzò sui gomiti e puntò gli occhi sulla figura che l’aveva colpita: la segretaria.
Questa la guardava con astio < Non ti permetto di parlare così al sindaco. Lui ha tutto il diritto di decidere della vita di suo figlio... anche perché se non fosse stato per lui Henry non sarebbe neanche vivo!! > la segretaria sembrava impazzita, la voce aveva superato quella di Ryoko di moltissime ottave.
< C-Che... vuoi dire...? >
< RYOKO!!! > le voci di Alèk e Alice si fecero strada attraverso il corridoio, per poi giungere finalmente sulla scena.
Entrambi si bloccarono nel vedere la loro compagna a terra, il sindaco accanto alla porta e la segretaria con una gamba leggermente alzata pronta a colpire.
Alice si mosse per prima e fece per fare da scudo ma il colpo venne prontamente bloccato dal braccio di un Alèk serissimo che spinse delicatamente la segretaria all’indietro, senza farle troppo male, ma con lo scopo di allontanarla < Si può sapere cosa sta succedendo? Perché cercava di colpire Ryoko? >
I capelli della donna si sciolsero praticamente da soli ma lei non fece neanche il gesto di sistemarli < Quella ragazza è arrivata all’improvviso e ha cominciato a insultare il sindaco! Evidentemente non sa che Henry non è suo figlio naturale ma che lo ha adottato... se non sai nulla allora evita di venire qui ad aggredirci! >
Ryoko si chiese dove fosse andato Henry, ma data l’assenza si Marylin suppose che era con lei, lontano da lì.
< Se è venuta qui sarà stato per un buon motivo > disse Alèk.
Alice annuì dando una mano a Ryoko per aiutarla ad alzarsi.
La segretaria stava per ribattere ma la voce gracchiante del sindaco la fece zittire all’istante < Forse ha ragione lei > sulla soglia l’uomo si teneva la testa con una mano mentre con l’altra si reggeva allo stipite della porta, gli occhi sgranati sul soffitto < Volevo soltanto che Henry diventasse un uomo rispettabile e rispettato... che non venisse influenzato da terzi. Forse ho sbagliato tutto >
< Signora sindaco... >
< Dov’è Henry...? > chiese l’uomo rivolgendosi ad Alèk.
Questo indicò con la testa il corridoio che portava all’uscita < Fuori con Marylin, gliel’abbiamo affidato prima di venire qui perché sentivamo le grida > lanciò un’occhiata all’amica che Alice stringeva vicino a sé come per proteggerla e sospirò < Le chiediamo scusa per l’irruenza. Spero che abbia capito >
Il sindaco annuì poi si diresse a passo cadenzato verso l’uscita, ma prima di scomparire dalla loro vista si voltò verso la donna < Non c’era bisogno di colpirla, Junko... ero io in torto. So quanto anche tu tieni a Henry. Da quando mia moglie è morta sei stata una specie di madre/sorella maggiore per lui, non facendogli nemmeno pesare il fatto di non avere una figura materna > detto questo continuò a camminare.
La donna di nome Junko si morsicò il labbro e nascose gli occhi tra le mani, tornando nell’ufficio e lasciando i tre ragazzi nel corridoio.
Stranamente a come si aspettavano da Ryoko che fino a quel momento aveva solo mostrato un’espressione spaesata e incapace di dire nulla senza risultare invasiva, antipatica o altro... scoppiò in un pianto fatto di singhiozzi.
Anche ad Alice gli occhi divennero lucidi e strinse la sua amica cercando di farla calmare. Sorrise però, perché sapeva che stava imparando a conoscerla.
Alèk si avvicinò a tutte e due, venendo subito raggiunto da Marylin che mostrava un largo sorrisone, segno che tra i due era andato tutto bene.
< Perché Ryoko sta piangendo? > chiese poi, indicandole.
Alèk si strinse nelle spalle < Questa missione le ha fatto ricordare qualcosa del suo passato che molto probabilmente preferiva non ricordare > spiegò < Qualcosa che ha a che fare con Henry >
< I-Io no-n ho mai... > cominciò Ryoko staccandosi un po’ dalla bionda maga < ...av-uto degli a-amici...! I-I miei gen-itori non me lo per-met-tevano... >

< Oh, insomma! Finisci presto di lavorare così potrai andare a giocare! >
Peccato che non finiva mai di lavorare prima che fosse notte fonda...
< Ryoko, no! Dannazione! Ora lo rifarai tutto d’accapo! >
Suo padre, proprio come sua madre, pensava sempre e solo al lavoro.
< Ryoko!! >
< Me ne vado >
< Come sarebbe a dire che te ne vai? E noi come faremo? Servi qui, Ryoko...! >
< Ho detto che me ne vado >
Avevano persino cercato di fermarla... < Ryoko, ho detto di fermarti!! >
< Me ne vado >

< Q-Quindi... g-GRAZIE! >
Alèk lanciò un’occhiata prima a Alice, poi a Marylin e infine... < Non c’è di che! >

 

[Cinque giorni dopo la partenza della squadra...]
< Questo Consiglio non la smette mai di mandare fascicoli... > sbuffò Ayaka, abbandonando l’ennesimo foglio di carta sulla pila di altrettanti fogli di carta che le sembravano tutti uguali < Non ce la faccio più...! >
< Non lamentarti e vedi di muoverti. Sei tu il Master, dovresti vedertela da sola e invece guarda cosa mi tocca fare > ribatté Alexis Black alzando un libro che aveva come titolo “Regolamenti” scritto a caratteri cubitali < Sono arrivata all’articolo 147 e non ho ancora finito >
La bionda abbandonò la testa sul tavolo gonfiando le guance < Mi domando a che servono tutte queste regole... a me cosa importa se non so per certo da dove provengono i membri della mia gilda? >
< Onde evitare problemi interni, probabilmente > Alexis sorrise ironica < Il Consiglio non vorrebbe che una cellula cattiva infettasse quelle buone, no? >
Per Ayaka tutti quei discorsi non avevano né capo né coda, lei semplicemente aveva voluto ricreare Fairy Tail perché sentiva che era la sua casa e anche se non ricordava esattamente tutto, la sensazione di sentirsi finalmente nel posto giusto era indiscutibilmente fantastica.
< Beh, a me non importa sapere se siete figli di gente cattiva o altre diavolerie simili >
< Lo so, lo so... però mi domando se vadano bene maghi provenienti dal continente occidentale > rifletté ad alta voce la mora che sfogliava con poco interesse il libro delle regole che ogni Master avrebbe dovuto seguire – più o meno < Qui dice che... >
< Alt! Stoooop!! > esclamò Ayaka alzandosi e facendo sobbalzare la Signora degli Elementi forse un po’ troppo, dato che fece cadere i fascicoli fino ad allora ordinatamente raccolti in alte pile < Questi del Consiglio mi hanno ufficialmente rotto! Butta via tutto e manda quello che abbiamo compilato, il resto nel camino! >
La mora non seppe se urlare e ucciderla per la sua totale negligenza o ridere perché mentre tentava di uscire era scivolata su un foglio e aveva fatto un capitombolo degno della persona più goffa ed esilarante del mondo.
La cosa bella fu che proprio mentre Ayaka se ne stava con le mutande di fuori a causa della caduta, Naoko entrò e quando la vide non seppe sul serio cosa pensare < Ayaka... c’è una persona che vuole parlare con te > e non le chiese nemmeno nulla.
< Okay, chi è? > risposa la maga del Take Over, rialzatasi.
Il biondo alzò le spalle < Non ce l’ha detto >
Pragmatica e diffidente com’era, Alexis subito si chiese chi potesse essere così interessato alla Master di Fairy Tail dato che la notizia della sua nuova fondazione non poteva essere già stata diffusa.
La giovane Master si avviò verso il piano terra e una volta arrivata... trovò una figura slanciata e formosa chiacchierare con Asuka che le offriva da bere.
Quando la donna si voltò e le sorrise  quasi avesse le lacrime agli occhi, Ayaka aveva avuto una sensazione strana.
E certamente aveva notato il simbolo di Fairy Tail disegnato sulla pelle della coscia.
< Sì, sei sicuramente tu, Ayaka > disse l’albina alzandosi dallo sgabello andando verso di lei, le lacrime oramai bagnavano il viso lievemente arrossato < Sei talmente uguale a lei... >
Ayaka, d’altro canto, teneva gli occhi sgranati.
Lei la conosceva... < Z-Zia...? >
Gli altri membri di Fairy Tail lasciavano vagare lo sguardo prima verso la donna dai capelli bianchi, poi verso la loro Master poi, naturalmente gridarono < Eh?!! >
< Ayaka!!!! > L’albina si gettò ad abbracciarla stringendosela addosso piangendo di gioia < Finalmente! Da quanto tempo non ti vedo, piccola Ayaka!! >
La bionda ancora non riusciva a crederci, lei era veramente sua zia? La sorella di sua madre, lei era... < Zia Lisanna... s-sei tu? >
Da quel momento tutti quelli presenti alla gilda, seppur pochi, decisero che era cosa buona e giusta fare festa: una parente della loro Master era appena arrivata e la bionda sembrava talmente felice che era scoppiata a piangere anche lei.
Asuka preparò qualcosa, mentre Ayaka raccontava alla sua ritrovata zia quali avventure aveva vissuto poco prima di incontrare queste magnifiche quanto pazze persone (parole sue) e di rifondare la gilda che tanto le stava a cuore.
< I tuoi genitori sarebbero stati fieri di te, ma non preoccuparti: li ritroveremo sicuramente! > esclamò Lisanna con sicurezza, carezzandole la guancia.
Questa però non ricordava esattamente tutto del suo passato alla gilda prima che questa scomparve, quindi non sapeva proprio come comportarsi con Lisanna anche perché ricordava soltanto il suo aspetto e qualche piccolo episodio che la vedeva protagonista... < Zia > iniziò, un po’ titubante < Puoi raccontarmi qualcosa così che possa recuperare totalmente la memoria? Io voglio ricordate tutto, eppure ricordo solo il viso dei miei genitori, tanti visi e qualche strano animale volante... >
Lisanna mostrò un sorriso dolce e comprensivo... Ayaka, seppure figlia di sua sorella e di quello stupido che poi era diventato ottavo Master, assumeva certi comportamenti che non erano propri né dell’uno né dell’altra.
< Tuo padre si chiama Laxus Dreyar, mentre tua madre Mirajane Strauss > disse prendendole le mani e stringendogliele forte, come a voler trasmettere la sua forza < Sono due maghi davvero forti, lei in particolare fa parte dei maghi di classe S ed è una delle due donne più potenti della gilda >
Ad Ayaka brillavano gli occhi nel sapere tutte queste cose...
Lisanna le raccontò ogni cosa e di ognuno di loro, passarono così tantissime ore e Ayaka rise senza smettere neanche per un momento insieme ai suoi amici che oramai si erano sistemati e ascoltavano con estremo interesse < E quindi la squadra formata da Laxus, Lluvia, Gajeel, Cana e Mira aveva il diritto di disporre dell’altra squadra come più faceva comodo a loro... è stato parecchio strano vedere Natsu ed Elfman obbedire  a tutto quello che diceva Laxus! >
Naoko, che voleva togliersi un dubbio dalla mente, parlò interrompendo la narrazione < E questa Mirajane cos’ha fatto fare a Titania? >
Lisanna aprì la bocca per poi richiuderla < Non posso dirlo, sei minorenne... ti scandalizzeresti troppo > e alzò le spalle come per scusarsi.
< Io ho diciotto anni!!!! > gridò lui, venendo subito sedato da Asuka con un pugno secco sulla testa.
Ayaka inclinò la testa e aggrottò le sopracciglia < Perché, cos’ha fatto mia madre? >
< Eheh, diciamo che si è divertita parecchio... > e mentalmente sperava che sua figlia non avesse preso anche quel lato del suo carattere.
Pensiero inutile.
Intanto Alexis aveva capito perché Ayaka fosse così sadica e aveva capito da quale ramo della famiglia avesse preso, nonostante Lisanna non sembrasse proprio capace anche solo di fare pensieri perversi come quella piccola donnina bionda che si ritrovavano come Master...
Intanto l’albina continuava a raccontare altri fatti divertenti, come quando sua madre aveva cercato di far avvicinare Lucy a Natsu, ottenendo soltanto la fuga della maga degli spiriti stellari non appena la sentiva parlare ancora di “ragazzi che sembravano particolarmente interessati a lei”.
< Ma ora basta parlare del passato, piuttosto... ho potuto constatare che hai soltanto tre membri, posso chiedere come mai? >
< In realtà siamo in otto. All’appello mancano Alèk, il fratello di Alexis, Alice, Marylin e Ryoko... sono andati in missione in una città qui vicino >  poi si fece pensierosa, girandosi verso la Devil Slayer < A proposito, sono via da molto, no? >
La rossa sorrise < Non preoccuparti, sono sicura che hanno avuto solo qualche contrattempo... è possibile anche che Alèk si sia fermato a interloquire con una giovane ragazza innocente > disse, facendo sospirare Alexis.
< Tu e questo Alèk siete fratelli? > chiese allora Lisanna alla giovane Black e questa annuì con un debole sorriso < Che bello... io sono la minore di tre fratelli e ora che sono scomparsi mi mancano da impazzire > per un attimo gli occhi divennero lucidi ma subito dopo spostò l’attenzione sulla nipote e la strinse nuovamente in un abbraccio < Ma tu sei proprio uguale a Mira! Sei proprio bella! >
< Scusa un momento, ma per quale motivo non sei venuta a cercare Ayaka prima? > chiese Naoko con le gambe incrociate sullo sgabello e un’espressione a metà scocciata e metà dubbiosa < A quanto ho capito è da circa dieci anni che Ayaka è da sola >
Lisanna trattenne il respiro stringendo le mani attorno al bicchiere di limonata che Asuka le aveva dato < È stato perché mi hanno lanciato addosso una maledizione > disse, sconvolgendo un po’ tutti i presenti < E da quel momento non ho più potuto usare i miei poteri >
< Che cosa?! > fece Ayaka < Chi è stato? E perché?! >
L’albina sospirò stancamente < Io non so proprio chi sia, mi dispiace... quando me n’ero accorta era già troppo tardi, la gilda era scomparsa e con lei tutte le persone a me più care... è stato grazie al signor Yajima, un vecchio amico del Master Makarov se sono ancora viva.
Lui mi ha dato un posto dove stare abbastanza lontano da qui così da poter essere al sicuro. All’inizio ti ho cercata dappertutto ma era tutto inutile... ne ho passate tante, tantissime ma alla fine ti ho trovata! > oramai Lisanna stava piangendo < Mi dispiace di non aver potuto fare niente... ero appena tornata da una missione abbastanza difficile e le ferite mi hanno impedito di combattere ancora, sono stata una vigliacca >
Gli occhi azzurri brillavano per le lacrime, il corpo tremava a causa dei singhiozzi ma Lisanna non si fermava. Si era ripromessa di dire tutto ciò che sapeva ad Ayaka perché glielo doveva, era sua nipote.
< I ricordi riguardanti quell’attimo sono confusi, non potrò esserti di grandissimo aiuto ma posso dirti che gli avversari contro cui ci siamo battuti non sono dei semplici maghi... hanno strappato la magia da me e da molti altri maghi di Fairy Tail e hanno messo alle strette persino Erza! >
< In giro si dice che tre maghi della gilda si sono salvati > affermò Asuka, preoccupata a morte per come potesse reagire la Master che da qualche secondo non muoveva neanche un muscolo del suo corpo < Chi sono? >
Lisanna si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sorrise lievemente < Sono tre ragazzi che erano entrati a far parte di Fairy Tail da pochissimo tempo e che erano partiti per una missione... si tratta di Cara, Momoi e - > ma non fece in tempo a pronunciare quell’ultimo nome che le porte della gilda si spalancarono all’improvviso facendo sobbalzare i presenti.
All’ingresso c’era un Alice sconvolta, coi capelli e la pelle diafana sporca di terra e ricoperta di graffi < Ayaka!! > quel grido le uscì spontaneo senza che potesse fermarlo, mentre Marylin faceva capolino dietro la sua piccola figura < È successa una cosa terribile! >
Naoko assottigliò lo sguardo e si avvicinò spedito alle due sorreggendo Alice con un braccio e prendendosi la più piccola in spalla prima che potesse rovinare a terra come un sacco di patate.
< Cos’è successo? > chiese Asuka mentre una mano correva involontariamente al pancione.
Alexis guardò le compagne visibilmente terrorizzate e subito capì il motivo di tanta paura < Dove sono Alèk e Ryoko? > chiese infatti, facendo tremare Alice ancora di più.
Ayaka sgranò gli occhi quando Alice raccontò loro cosa fosse successo durante il viaggio di ritorno, della gilda oscura che portava il nome di Dark Arts e della maniera in cui Alèk l’Inarrestabile e Ryoko erano stati catturati.

 

Giunti ad Hargeon, Nagashi aveva camminato per un bel po’ prima di fermarsi a chiedere in uno dei tanti bar dove potesse trovarsi il tanto famoso Juri, sicuramente mago di Fairy Tail e a cui avrebbe potuto chiedere informazioni riguardo i suoi membri.
Intanto la ragazza nello specchio aveva smesso di infastidirlo e alla fine si era rassegnata al fatto che Nagashi non si sarebbe fermato solo perché glielo imponeva lei... quindi aveva deciso di starsene zitta.
Quando il ragazzo dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’ambra si era seduto sullo sgabello di fianco a un ragazzo dai capelli neri vestito di tutto punto, non gli sfuggì il sussulto che aveva mosso la ragazza dai capelli viola – segno che c’era quasi.
< Sto cercando un mago di nome Juri > disse mentre il barman gli versava da bere < Sa dirmi dove posso trovarlo? >
L’uomo ci pensò un attimo ma poi scosse la testa, dispiaciuto.
Eppure se ne sarebbe andato per la sua strada se una persona non avesse attirato così tanto la sua attenzione e fu proprio quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi di un rosa inquietante a farlo: < Perché mai cerchi il mago Juri, strano viandante? > e nel chiederlo lo squadrò da capo a piede con ciglio ironico e visibilmente divertito.
Nagashi non vi badò molto, ansi. Ignorò quel suo tono da sconsiderato e puntò il suo sguardo su di lui < Lo conosci? >
Gli venne quasi da ridere < Forse. Dipende da chi lo cerca >
< Nagashi > si presentò, cercando di ottenere le informazioni che tanto gli servivano.
Il ragazzo, che doveva avere tra i venti e i ventitré anni, spostò lo sguardo sul proprio bicchiere non accennando a cancellare quel ghigno divertito dalla sua faccia.
< Potresti essere ucciso, Nagashi >
< Non credo > ribatté prontamente questo < Dimmi dov’è >
Il ragazzo lo guardò con aria di sfida < E se non volessi? >
Non ci volle molto perché Nagashi si mise in posizione d’attacco mentre l’avversario restava praticamente immobile, certo che non gli sarebbe successo nulla di male... e in un certo senso ci aveva visto giusto, ma non per il motivo che credeva.
Perché a un certo punto una figura aveva fatto irruzione all’interno del bar: pantaloni blu, gilet rosso dai bordi azzurri, guanti bianchi, il visibile marchio di Devil Slayer suo braccio destro, capelli rossi con un ciuffo un po’ più lungo da un lato e occhi blu.
Il ragazzo allargò il suo sorriso mentre Nagashi sgranò gli occhi nel riconoscerlo.
< Tu! > esclamò la figura appena arrivata < Io e te abbiamo un conto in sospeso! >
Nagashi non disse nulla, strinse le labbra irritato da quel fuori programma mentre sentiva la ragazza nello specchio cercare di capire cosa stava succedendo visto che non vedeva niente che non fossero i vestiti di colui che la stava trascinando da una parte all’altra.
Il rosso fece scricchiolare le dita delle mani, preparandosi all’azione < Non dirmi che ti sei dimenticato di me, Nagashi... sono Kasai Akuma e stai per essere preso a calci in culo! >
Il bianco continuò a restare in silenzio, intanto che gli altri clienti si volatilizzavano spaventati dalla piega che stava prendendo quella giornata.
< Oh, ma guarda un po’... chi si rivede! > esclamò il ragazzo dai capelli neri e ben vestito.
A Kasai quasi gli venne un colpo quando lo riconobbe < Tu sei quel tizio della gilda oscura di Magnolia! Com’è che ti chiamavi? >
< Kyle, al vostro servizio > e fece un inchino.
Nagashi si rigirò verso il ventitreenne < Non ho tempo per queste sciocchezze. Ho bisogno che mi dici dove si trova Juri, adesso >
< Ma perché non ci prendiamo un bel boccale di birra? Facciamo due chiacchiere e magari diventiamo pure amici! > esclamò Kyle, gli occhi rosa che andavano da uno all’altro con euforia.
La vena sul collo di Kasai rischiava di esplodere da un momento all’altro < Non dire cavolate! Dopo mi occuperò anche di te! Ma ora fammi sistemare questo tizio...! >
Totalmente deluso, Kyle scosse la testa afferrò un paio di bottiglie di gin < Visto che con te è impossibile parlare... vorrà dire che dovrai aspettare prima di fare qualsiasi cosa > e come un fulmine gli lanciò entrambe le bottiglie.
Il rosso si allontanò dal baro con un salto e per un attimo pensò di aver evitato un’esplosione non premeditata, ma Kyle gli fu subito di fronte con un paio di ali ai piedi che era sicuro di avere già visto.
Poi si creò un cerchio chiaro sulla mano del moro, l’aria si raccolse tutta in una sfera e in un secondo questa venne rilasciata – Kasai, inutile dirlo, venne sbalzato indietro di qualche chilometro atterrando su una nave pronta per la partenza.
Kyle fece “ciao-ciao” con la mano nella sua direzione per poi voltarsi verso Nagashi < Allora, cos’è che volevi? >
< Dimmi dove si trova Juri > quasi ringhiò nel dirlo, il che fece sorridere il nemico.
Stava per dire qualcos’altro ma fu costretto a schivare una palla di fuoco blu che quasi lo stava per colpire < Ehi, tu! > esclamò Kasai spuntando nuovamente, su di un tetto < Questa magia mi è familiare... ma sono sicuro tu usassi la magia del vento nero! >
< No no > cantilenò Kyle con fare fintamente scherzoso < La mia magia non è catalogabile da nessuna parte, mi dispiace. È impossibile che riusciate a comprenderla a pieno >
Eppure era sicuro di averla già vista quella mossa, pensò Kasai, e sicuramente non era stato lui a utilizzarla.
Nagashi stava per perdere la pazienza, Kasai avrebbe voluto riempire di pugni quel tizio che sorrideva tutto contento quando avrebbe dovuto prenderlo più seriamente... in quel clima di tensione però, due figure apparvero all’improvviso: erano una ragazza e una bambina, entrambe camminavano spensierato fino a qualche istante prima ma che si erano ritrovate in mezzo a quegli squilibrati senza nemmeno che se ne fossero accorte.
La prima doveva avere vent’anni, era alta, aveva i capelli di un rosso scarlatto di media lunghezza e un paio di occhi azzurri che spiccavano sulla pelle abbronzata. La cosa che risaltava più di quella ragazza erano senza subbio le strisce rosse che le decoravano la zona sotto gli occhi ma a parte questo sembrava una persona normale.
La seconda era una bambina graziosa dai capelli dello stesso colore del fiordaliso chiaro raccolti in due codine corte e gli occhi viola scuro, il suo era uno sguardo vuoto, che non diceva assolutamente nulla... eppure stringeva a sé quello che sembrava un orsacchiotto di peluche rosa, che indossava una gonnellina e un fiocchetto sull’orecchio.
Per un attimo nessuno disse niente, poi la rossa mise le mani a imbuto davanti alla bocca e urlò con tutta la voce che aveva < Stanno arrivando le guardie!! Dicono che arresteranno chiunque abbia provocato danni alla città, scappate!! >
Kyle emise un verso frustrato per poi sospirare < Vorrà dire che ci rivedremo un’altra volta... ciao! > detto ciò si trasformò in un agile e veloce gatto nero volatilizzandosi all’improvviso davanti ai loro occhi. La ventenne guardò prima Nagashi che subito si azionava per ritrovare quel maledetto che ancora non gli aveva detto nulla riguardo Juri e poi Kasai che la guardava in maniera strana < Guarda che ho visto tutto, in parte è anche colpa tua tutto questo casino... se non vuoi essere arrestato, ti conviene andartene! >
Il rosso si riprese come per magia e tra un pensiero e l’altro decise che era cosa buona e giusta inseguire quei due, così corse via anche lui.
La bambina si voltò verso la più grande < Andrà bene quello che hai fatto? > le chiese.
L’altra annuì per poi scoppiare a ridere < Oddio!, non credevo ci sarebbero cascati così come delle pere cotte! > si piegò in due dalle risate mentre la bambina la osservava immobile, senza mutare espressione.
< Non è vero, Orochi-san > sussurrò flebile la bambina.
< Eh? Come mi hai chiamato? >
La bambina scosse la testa < Nulla >
L’altra rise ancora < Parli anche coi fantasmi, tu? Certo che sei strana forte...! > esclamò tutta allegra per poi guardarsi attorno < Non c’è più nessuno. Devono essersi chiusi tutti in casa... che dici? Andiamo? >
La bambina alzò la testa per guardarla < Andare dove? >
L’altra sorrise < A Fairy Tail >

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA

Ciao!, innanzitutto e ben trovati!
Spero davvero che non mi lanciate coltelli ma anche se fosse non vi preoccupate... riesco a schivare di tutto, state parlando con la campionessa di palla avvelenata mai esistita sulla Terra! – ora però basta, passiamo alle cose importanti.

1) SCUSATE...!!!!!!!!!, non ho neanche inserito il secondo Special ma ci tenevo a non farvi aspettare secoli e visto che mi si è presentata l’occasione di aggiornare ho preso la palla al balzo...

2) Cosa ve ne pare?, vi ho incuriositi almeno un poco? Ve l’aspettavate l’arrivo di una Lisanna senza poteri? E il rientro in pista di Kyle? Chi si ricorda la mossa che ha usato Kyle contro Kasai e chi l’ha utilizzata? E chi è Juri? Ho cercato di dare rilievo al personaggio di Ryoko, ho esagerato o vi è piaciuto?

3) Dal prossimo capitolo inserirò una specie di “rubrica” all’inizio di ogni capitolo, che sarà l’intervista che Jack e la figlia di Jason (personaggio che mi sta venendo proprio... impossibile da gestire e sopportare ma vabbé…!) di un singolo personaggio alla volta. Per fare questa intervista vi chiedo di suggerire qualche domanda da fare ai vostri stessi OC (belle, brutte, invadenti, sceme, perverse, eccetera) ma anche ad altri OC – ovviamente per messaggio privato, in entrambi i casi – che siano di altri o alla mia dolce/tenera/sadica Ayaka, o anche Marylin (ma anche Kyle, noi non disdegnammo nessuno, no?)... Allora? Dateci dentro!

4) Oookay, gli OC non sono ancora tutti... cioè, i due personaggi femminili che mi mancavano sono già apparsi ma, come avete potuto notare, ancora non hanno svelato i loro nomi... una donna che sembra normale e una bambina apatica? Creeranno guai? Eeeh…solo io e chi ha ideato questi splendidi OC può saperlo... ^.^!

5) Fatemi sapere se vi è piaciuto, se sto andando bene, tutto quanto! CIAOOOOOO!!!


P.S. Se volete, se siete bravi a disegnare, se avete tempo, provateci anche voi... sarà come un incentivo a non abbandonarmi (cosa che ancora non avete fatto, quanto vi voglio bene!) e anche per ripassare tutti insieme i personaggi... perché mi rendo conto che può essere difficile soprattutto per voi memorizzarli tutti, anche se pochi. Io ce li ho tutti in testa ormai... non vedo l’ora di continuare!

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Capitolo 9
*** Dark Arts, dell'Alleanza Angelica ***


Sono imperdonabile, lo so.
Dire “SCUSA” non risolve assolutamente nulla... spero che non vi siate completamente dimenticati della storia, di Ayaka...! Se devo inserire una sorta di riepilogo, non so...
E spero anche che tutti i personaggi apparsi finora sono ben fissati nelle vostre menti così come lo sono nella mia.

Il fatto è che un volta finiti gli esami mi sono così rilassata che per tipo due settimane non ho pensato ad altro che stare stesa sul divano o sul letto e fissando il soffitto o la televisione (mi sono messa anche a rivedere gli ultimi episodi di Naruto!!), scusate ancora...!

Ma ora cominciamo! ^.^

Prima che vi venga un colpo... nella sezione “intervista ai maghi di Fairy Tail” ci sono TUTTI i personaggi OC comparsi fino a questo momento, quindi non vi meravigliate se troverete personaggi che tecnicamente non dovrebbero trovarsi alla gilda (tipo Alèk, tipo Ryoko, tipo Kasai, anche se tecnicamente lui ha lasciato la gilda), okay?
Bene... cominciamo!!
[P.S. Tra l’altro, è raccontato al tempo presente... non so perché ma è stato divertente!]
 

WEEKLY SORCERER
INTERVISTA AI MAGHI DI FAIRY TAIL
Parte 01
“La Master di FT è una sadica, ma bellissima fata”

La porta della gilda si apre così all’improvviso che i maghi hanno pensato a un attacco improvviso, anche perché le due figure che sono entrate hanno quell’espressione agguerrita tipica di chi sta per affrontare il nemico più nemico che esista.
I tali sono Leona e Jack, rispettivamente figlia e allievo di quello che era stato il reporter più cool matto del Weekly Sorcerer, Jason. La somiglianza fisica era davvero molta, ma era nel carattere che Leona è sempre stata diversa dal padre e Jack può tranquillamente, anche se con un certo sconforto, dimostrarlo.
LEONA: Siamo qui per intervistare i maghi di Fairy Tail, io sono Leona.
JACK: E io sono Jack, piacere! Sono l’allievo del grande Jason!
I maghi restano per un attimo con gli occhi a palla, sono passate a malapena dieci ore e quei due già si sono adoperati e attrezzati per venire a intervistarli?!
AYAKA: Benvenuti! Io sono Ayaka Dreyar e sono il Master della gilda.
Leona lancia un’occhiata al suo “assistente” che annuisce, ben sapendo che contraddire quella giornalista è come istigare un regno dedito soprattutto alla costruzione di armi di distruzione di massa alla guerra.
LEONA: Bene, direi che possiamo cominciare con l’intervistare il Master. Dopodiché passeremo agli altri... Ayaka Dreyar, giusto? Quanti anni hai?
AYAKA: Ne ho diciannove!
LEONA: Sei un master giovane, non hai mai cedimenti o insicurezze nel tuo ruolo di capo?
AYAKA: Affatto! Mi viene abbastanza naturale, anche se alcune volte ho paura di perdere il controllo...*Nel dirlo non smette mai di sorridere, cosa che la rende abbastanza inquietante*
JACK: I-In che senso perdere il controllo?
NAOKO: Credimi, non vuoi saperlo...! *Solo in quel momento Jack si rende conto dell’espressione che lampeggia sui visi di tutti i maghi di Fairy Tail, cosa che lo fa impallidire parecchio*
LEONA: Perché questo desiderio di ricostruire Fairy Tail? Cosa vuoi ottenere?
AYAKA: Voglio ritrovare i miei genitori e tutti i membri della gilda che sono scomparsi... e nel farlo renderò Fairy Tail, ancora una volta, la gilda più forte di Fiore!
LEONA: Che nobile aspirazione... Dunque, tu sei la bellissima figlia di Mirajane Strauss e di Laxus Dreyar, dico bene? *Ayaka annuisce fiera* Ma dimmi, anche altri membri della gilda hanno avuto dei figli, come Erza Scarlett o Gray Fullbuster? E a proposito di Fullbuster, la sua progenie ha ereditato qualche strano difetto? Tipo il parlare in terza persona della madre o lo stripper inconsapevole del padre?
AYAKA: Mmh... a dire la verità non ricordo molto di quegli anni e ho fatto promettere a zia Lisanna di non dirmi nulla così che io possa essere ancora più motivata di quanto già non sia. Ricordo però che qualcuno parlava in terza persona, era una donna carinissima che aveva a che fare con l’acqua, dove c’era lei c’era anche quello che tu chiami Fullbuster.
Lisanna non può non pensare tristemente che era il caso di dire che ovunque ci fosse Gray, ecco che spuntava Lluvia...!
LEONA: Bene e... per quello che ti ricordi, c'era qualcuno con cui eri particolarmente legata?
AYAKA: Sì, c’era una bambina. Però non ricordo come si chiami, l’unica cosa che ricordo è un gatto strano che la sorvegliava volando... poi c’erano gli zii Evergreen, Freed e Bixlow, loro li ricordo bene. Stavano quasi sempre insieme al mio papà!
LEONA: Perfetto. Ora parliamo della tua singolare magia... Il tuo Take Over si basa sulle fate, quindi esistono? *Ayaka, ancora una volta, annuisce con un enorme sorriso* E dimmi, dato che le conosci bene, sapresti dirm-
AYAKA: Aspetta! *Esclama all’improvviso la bionda Master* Posso farti parlare con una di loro se vuoi... Fairy Soul!
Senza aspettare che la giornalista seria rispondesse, Ayaka ha già evocato un cerchio viola che l’attraversa interamente. Ora la maga indossa un lungo abito viola a pieghe, scollato e che la fa sembrare una vera dea.
LEONA: Wow... *Gli occhi che fino a quel momento sono sembrati severi e rigidi, ora brillano della luce della Master fasciata in quel grazioso abito* Incredibile...
JACK: Ti prego... *Anche Jack sembra aver visto una divinità per quanto è rimasto a bocca aperta* Ti prego, sposami...
AYAKA: Umani...*Il ghigno che segue è sprezzante* rimangono di sasso ogni qual volta vedono una donna sexy come me, ma guarda in che razza di situazione doveva mettermi quell’idiota!
Il gelo attraversa le ossa di ogni singola persona presente alla gilda, tanto taglienti sono state quelle parole.
LEONA: Eh?
ALEXIS: È normale, fidatevi. Ora state parlando con Seraphina, la Fata dei Sensi.
JACK: Lei è una fata?!
AYAKA: Perché quella stupida mi ha portata qui?
ALICE: S-Seraphina, potresti rispondere alle domande di questi giornalisti?
I due attendono con ansia di poter chiedere qualcosa a una vera fata che intanto li sta guardando con un’espressione scocciata, nervosa e impaziente.
AYAKA: Sentiamo questa domanda...
LEONA: Ecco... volevo chiederti... il nome “Titania”, vale a dire la regina delle fate, ti dice qualcosa? La tua regina si chiama davvero Titania?
La reporter aspetta puntando gli occhi in quelli grigi (ma che sono diventati viola a causa della trasformazione), pronta a scrivere ogni singola parola di quello che dice.
Ma Seraphina non è per nulla gentile, anzi, va perfettamente con la parte sadica della loro Master, quindi si limita a mostrare un sorriso divertito per poi scomparire e lasciare posto nuovamente ad Ayaka che torna a indossare il suo abitino azzurro.
AYAKA: Allora, è stata esauriente?
LEONA: No che non lo è stata!!!! *La calma che da sempre caratterizzava la figlia di Jason è andata a farsi un giro, Jack impallidisce però quando questa afferra gli occhiali dalla montatura rettangolare tigrati* Okay, ultima domanda della prima serie...
Prima serie?”, si chiesero i maghi che certamente hanno notato un tale cambiamento nel colorito di Jack.
LEONA: Tua madre, Mirajane Strauss, ti  ha mai parlato della sua rivale e migliore amica, Erza Scarlett? Hai mai avuto l'occasione di parlarle e di cosa pensi del suo soprannome?
AYAKA: Sì, ricordo di una certa Erza Scarlett... veniva chiamata Titania, vero? Beh, devo dire che è interessante...!
LEONA: E quella che tu chiami zia, Evergreen? Lei dice di essere una fata, cosa ne pensi al riguardo?
AYAKA: Che ne penso? Beh, certamente assomiglia a una fata che ho conosciuto quindi...
LEONA: Bene! È ora di fare sul serio, queste sono domande che certamente influenzeranno il mondo e tutto dipende da come rispondi, perché potresti causare un conflitto che è ben peggiore della guerra contro l’Imperatore Spriggan... Master Ayaka, sei pronta? *In un nanosecondo Leona indossa gli occhiali* Cominciamo: Quali sono le... tue misure?
... Il silenzio che ne segue è abbastanza imbarazzante.
AYAKA: 95, 60, 90
Un coro di “Era così necessario rispondere a questa domanda idiota?!” si leva per la stanza, facendo ricedere a crepapelle la giovane Master.
LEONA: Bene, e ora la prossima! Hai qualche interesse nei confronti dei ragazzi della gilda?! *La giornalista che fino a poco tempo prima sfornava domande serie e diligenti, non c’è più. O meglio, si è trasformata in una macchina inquisitrice, che vuol sapere tutto di tutti, sa tutto di tutti e Jack ha così paura che oramai si è allontanato di qualche metro perché sa già come finirà questa storia*
AYAKA: Interesse di che tipo?
LEONA *Arriccia il naso, si guarda attorno e afferra Alèk mettendolo davanti alla Master che guarda attonita la scena*: Tipo, non ti verrebbe voglia di baciarlo? Abbracciarlo? Accarezzarlo? Farci del sano e piacevolissimo-!
AYAKA: Affatto *Il sorriso che va da un orecchio all’altro mentre nega è per Alèk come un colpo al cuore*
LEONA: Questo vuol dire che *Con un colpo secco nel fianco sposta via il ragazzo* non lo accontenterai mai? Sai com’è... chiunque lo conosca, in particolar modo le sue fans, vorrebbe provarci almeno una volta. Se dovessi chiedere alla prima persona che incontro in mezzo alla strada mi direbbe “Certissimo! Lo faccia accomodare nel mio letto!”!!
Oramai la situazione sta degenerando, Jack ha iniziato a tremare.
AYAKA: Davvero? Wow, sei famoso Alèk!
ALÈK: Seriamente non vorresti provarci con me? *le chiede cingendole le spalle con un braccio*
Ayaka scuote la testa e fa un’alzata di spalle, Alexis è quasi costretta a portare via il fratello onde evitare inutili figuracce.
LEONA: Sei incredibile... Ma dimmi, hai intenzione di pagare Alexis per il lavoro che la costringi a svolgere? *Data la molteplicità di significati che può avere questa frase, Alèk e tutti gli altri si girano verso la Signora degli Elementi preoccupati, pensano chissà quali atrocità la costringe a fare... magari anche spogliarsi e ballare il cancan...*
ALEXIS: Ragazzi, davvero... state decisamente esagerando...
AYAKA: Mi sta aiutando con le scartoffie che il Consiglio ci manda. Sono una vera rottura e da sola mi annoio...
ALEXIS: Anche se è davvero brava nelle questioni diplomatiche, Ayaka si deconcentra subito se lasciata sola. L’ultima volta ha fatto degli origami con le pagine del regolamento e se non arrivavo io a dirle di smetterla avrebbe continuato con tutti gli altri documenti.
In un certo senso gli altri traggono un sospiro di sollievo.
AYAKA: Non ci avevo pensato in realtà... Alexis, vuoi essere pagata?
ALEXIS: Con tutti i grattacapi che mi dai, certamente.
AYAKA: Cosa?! *Questa volta è davvero scandalizzata* Credevo avessi rifiutato!
ALEXIS: E perché mai, scusa?!
La bionda ormai ha gli occhi lucidi e sta per scoppiare a piangere quando la reporter attira inesorabilmente la sua attenzione.
LEONA: Ascoltami bene, Master Ayaka… ho ancora altre domande per te, quindi facciamo in fretta e stammi a sentire. *I suoi occhi sparano saette* Sei ancora traumatizzata dal fatto che Kasai ti abbia toccato le tette? *E qui un tripudio di “E come fai a saperlo?” echeggia per la sala ma Leona li ignora completamente* Lui non l'ha fatto apposta, certo, e forse non ha ancora capito che ha effettivamente combinato-
KASAI: Appunto!, anche io ho un petto, come lei, se lei me lo tocca non ci faccio caso... quindi non capisco perché ti sia arrabbiata in quella maniera...!
LEONA: Te non capisci niente...
KASAI: Ma-!
LEONA: Niente “ma” e tu, Ayaka, rispondi!
AYAKA: Mmh... non posso rispondere
LEONA: E perché?
AYAKA: Altrimenti “perdo il controllo” *Nel dirlo mima le virgolette con le mani, cosa che fa impallidire il rosso e un po’ anche tutti gli altri*
LEONA: Ma io voglio saperlo!!
AYAKA: Va bene *E anche qui un tripudio di “Ti sei convinta facilmente!” echeggia per i tavoli della sala grande* Diciamo che se ci ripenso mi viene una gran voglia di farlo comodamente sedere nudo su una sedia carina piena di aculei e coprirlo, dato che farà freddo sulle montagne innevate, con una coperta di piombo anche questa coperta, nel lato interno, di aculei!
...
AYAKA: Ovviamente la testa deve essere visibile, perché quando mi siederò sulla coperta di piombo devo poterlo vedere bene in faccia! E anche tutti gli spettatori giunti sin lì per vedere lo spettacolo!
Non è un caso se Kasai è scappato e se Alice è svenuta, se Ryoko si è stretta davvero forte ad Asuka che è impallidita e ora si concentra su qualsiasi altra cosa (in condizioni di stress chissà cosa potrebbe accadere al bambino) non fosse la sua Master, se Naoko si è seduto colto da un’improvvisa sensazione di vertigine, se Alexis e Alèk si sono guardati e hanno fatto un passo indietro.
LEONA: ... B-Bene…! Fairy Tail, un sogno che c-continua con te, grazie m-mille di esistere Ayaka e p-punta in alto! *Intanto Leona cerca di non dare a vedere il suo choc interiore, ma balbetta e trema come un foglia* A-Allora passiamo a un altro mago... eh?
JACK: S-Sì... *Jack sta piangendo da quando Ayaka ha iniziato a raccontare* I-I fratelli Alèk e Alexis B-Black...?
LEONA: D-D’accordo... c-cominciamo c-con Alèk.
LISANNA: Prima però... che ne dite di un tè giusto per tranquillizzarci?
Seriamente, Lisanna ha sperato fino all’ultimo che la nipotina non avesse preso QUEL lato di Mirajane... ma a quanto pare è stato tutto inutile.
Mira, è persino peggio di te...”

 

 

 

 

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 09

Dark Arts, dell’Alleanza Angelica

 

 


[Qualche istante/minuto/oretta prima della loro entrata in scena]
< Se ti fa piacere puoi chiamarmi Seras! > esclamò la ragazza che si era inginocchiata davanti alla panchina su cui era seduta, il cui enorme sorriso avrebbe illuminata la giornata a chiunque < Cosa ci fa una bambina tutta sola a Hargeon? Cerchi i tuoi genitori? >
< Io non ho i genitori >
La ragazza arricciò le labbra, indecisa sul da farsi: non poteva certo lasciare quella bambina seduta sulla panchina in eterno? Era già passata di lì tre volte e lei non si era mossa di una virgola, si limitava a stringere il peluche e fissare un punto imprecisato dell’orizzonte.
A un certo punto si era convinta di averla sentita parlare da sola.
No. Non poteva aspettare che facesse notte per poi rimpiangere di non avere aiutato una così carina bimba in difficoltà < Quanti anni hai, piccola? >
< Ne ho dieci >
Bene.
< E come ti chiami? >
La bambina la guardò, puntando gli occhioni di un viola scurissimo in quelli azzurri della maggiore < Kurumi. Kurumi Kimura >
< Bene, Kurumi! Che ne dici di fare una passeggiata così mi racconti un po’ di te e ci conosciamo meglio? > le suggerì la rossa facendo leva sulle gambe per alzarsi in piedi per poi aspettare che la bambina facesse lo stesso.
Però la bambina non si mosse.
Per un attimo il sorriso allegro di Seras si spense < Cosa c’è che non va? > non era una stupida e c’era qualcosa in quella bambina che non andava: era troppo... silenziosa per essere una bambina.
I bambini solitamente non sono esuberanti e scassaballe?”, si chiese infatti.
La bambina scosse la testa facendo oscillare i due codini dello stesso colore del fiordaliso chiaro e la frangetta sulla fronte < Non voglio venire >
Seras si perse a osservarla con le mani sui fianchi: indossava una salopette di jeans e una camicetta bianca dalle mani corte e a sbuffo, un paio di ballerine nere e dai calzini corti si poteva intravedere quella che sembrava una voglia a forma di omino, sulla caviglia sinistra.
Ma la bambina, intuendo cosa stesse guardando, alzò subito la calza per coprire la voglia facendo nascere così tanti pensieri nella mente della maggiore.
Questa si riscosse, però, adocchiando un signore che trasportava casse piene di pescato e un sorriso le illuminò il volto, in seguito si riabbassò per parlare alla bambina < Scommettiamo che ti faccio ridere? Se vinco, allora vieni con me e ti offro il pranzo, che dici? >
Kurumi annuì dopo un paio di secondi, in realtà era abbastanza curiosa di come avrebbe fatto visto che si era quasi dimenticata dell’ultima volta che aveva riso in vita sua.
Seras fece scricchiolare le ossa delle mani prima di concentrarsi, si sedette a terra, con la schiena poggiata alla panchina e modellò l’immagine di un enorme drago nella sua testa prima di crearne uno di luce proprio davanti all’ignaro pescatore, così, di botto.
Non ci volle molto prima che questo facesse cadere le casse e corse come un forsennato dalla parte opposta, gridando al mostro e di mettersi tutti al riparo perché stava per abbattersi sulla città una creatura spaventosa.
Seras scoppiò a ridere non appena vide la faccia terrorizzata della sua vittima, sorriso che si allargò di più quando vide Kurumi con una mano sulla bocca dagli angoli piegati all’insù < Visto? Che ti ho detto? > detto ciò si rialzò porgendole una mano < Dai, andiamo... altrimenti troviamo tutto chiuso >
Kurumi strinse un ultima volta il suo peluche ma poi decise di seguire quella stramba ragazza che, a quanto pareva, le piaceva davvero da matti fare scherzi con la sua magia.
< Sei una maga, quindi? > miagolò la bambina senza alzare troppo la voce.
La rossa annuì fiera di se stessa < Esattamente. Quella di prima era la magia Light Make, infatti il drago non era fatto altro che di luce... se avessi voluto fare del male a quel pescatore gliel’avrei messo alle calcagna...! > spiegò, scoppiando nuovamente a ridere.
Qualche minuto dopo erano sedute in un ristorante, una di fronte all’altra.
< E ora dimmi... che ci fai in giro tutta sola? > chiese, mentre il cameriere metteva davanti alla bambina una zuppa e per lei un piatto con almeno cento chili di spaghetti.
Kurumi alzò le spalle < Sono scappata > disse, in tutta sincerità.
Se c’era qualcosa che si poteva dire, a dispetto di quello che potesse sembrare, era la natura empatica della bambina ed era assolutissimamente sicura che quella ragazza che le aveva strappato un sorriso era una persona buona, anche se forse tendeva troppo allo scherzo.
< E da chi? > continuò a chiedere Seras, aggrottando questa volta però le sopracciglia, ricordando cose che forse era meglio non ricordare in quel momento.
Kurumi tremò leggermente < Da un posto brutto > ma non disse più nulla, iniziando a mangiare.
Seras capì che l’atmosfera si era fatta pesante, così decise di cambiare discorso e tra una parola e l’altra, aveva anche scoperto che alla bambina non piacesse il rosso: ecco spiegato perché non vedeva di buon occhio il colore dei suoi capelli.
< Wow, quanto mangi > si azzardò a dire Kurumi, fissando la terza portata di pesce alla griglia e rimanendo ancora più sconvolta dal fatto che Seras riuscisse a mangiare anche le lische < Non ti fa male lo stomaco? >
La rossa sorrise scuotendo la testa.
L’intero pomeriggio lo passarono chiacchierando, anche perché Seras non se la sentiva proprio di lasciarla da sola anche se a un certo punto aveva iniziato a guardare qualche passante con un certo astio negli occhi, come se riuscisse a vedere qualcosa in loro che, invece, Seras non riusciva a vedere... ma si autoconvinse che forse ci stava pensando troppo e che quella bambina era soltanto sola e senza qualcuno che l’aiutasse, per questo ci passò sopra.
Per quanto strana potesse sembrare.
< Quindi... non hai una meta precisa, giusto? > Kurumi scosse la testa < Allora che ne dici di venire con me? Ci divertiremo da matti io e te insieme! >
Gli occhi della bambina si illuminarono e annuì contenta.
Poi però aggrottò le sopracciglia e fece il gesto di tapparsi le orecchie, cosa che non sfuggì certamente a Seras < Che c’è? > le chiese infatti.
< No, nulla > rispose Kurumi abbassando le mani e guardandosi intorno e l’occhio le cadde su quella che sembrava una taverna da cui provenivano strani rumori < Che succede lì? >
Seras si voltò a guardare in quella direzione < Non ne ho idea. Andiamo a vedere >
Fu così che, quando arrivarono, trovarono tre ragazzi intenti a squadrarsi o insultarsi pronti a menar le mani. Nessuna delle due li conosceva ma Seras aveva intuito che uno di loro era certamente un Devil Slayer dal tatuaggio che mostrava sul braccio lasciato scoperto dal gilet.
Fu così che le venne in mente quello scherzo divertente: < Stanno arrivando le guardie!! Dicono che arresteranno chiunque abbia provocato danni alla città, scappate!! > subito dopo vide il moro tramutarsi in un gatto e poi sparire, seguito (o quasi) dal ragazzo dai capelli bianchi.
E poi c’era il Devil Slayer dai capelli rossi < Guarda che ho visto tutto, in parte è anche colpa tua tutto questo casino... se non vuoi essere arrestato, ti conviene andartene! > detto ciò anche lui sparì dalla circolazione.
Kurumi la guardò dal basso < Andrà bene quello che hai fatto? > le chiese.
L’altra annuì per poi scoppiare a ridere < Oddio!, non credevo ci sarebbero cascati così come delle pere cotte! > si piegò in due dalle risate mentre la bambina la osservava immobile, senza mutare espressione.
Poi LO sentì nuovamente e non poté fare a meno di ribattere < Non è vero, Orochi-san > sussurrò flebile la bambina.
< Eh? Come mi hai chiamato? >
La bambina scosse la testa < Nulla >
L’altra rise ancora < Parli anche coi fantasmi, tu? Certo che sei strana forte...! > esclamò tutta allegra per poi guardarsi attorno < Non c’è più nessuno. Devono essersi chiusi tutti in casa... che dici? Andiamo? >
Kurumi alzò la testa per guardarla, curiosa < Andare dove? >
Seras mostrò un sorriso che andava da un orecchio all’altro < A Fairy Tail >
< Dove? > chiese ancora, inclinando la testa.
< Fairy Tail! > esclamò la ragazza < Una gilda fortissima, a Magnolia. Non è troppo lontano da qui, basta prendere il treno... tu hai detto di venire da Crocus, giusto? >
Kurumi annuì.
< Bene, allora... prossima fermata: MAGNOLIA! > gridò e iniziò a camminare, seguita a ruota dalla bambina che per un attimo una strana sensazione la fece voltare indietro dove c’erano quei tre ragazzi.
Quello dagli occhi ambra, vestito di nero e i capelli bianchi... portava qualcun altro con sé, ne era più che sicura.
Perché aveva visto nitidamente che quelle cose erano due.

 

Alice si asciugò velocemente l’ennesima lacrima che le solcava la guancia, dispiaciuta a morte per non essere stata in grado di fare di più e di non aver lottato per aiutare i suoi due amici.
Il pugno che Alexis diede al tavolo dell’infermeria risuonò forte e chiaro nelle orecchie di tutti, così come il suo respiro era diventato maledettamente pesante e irregolare < Chi diavolo si credono di essere?! Ci hanno persino lasciato il loro indirizzo...! Appena me li trovo davanti li carbonizzo seduta stante! > gridò, ancora più nervosa e incazzata.
Asuka sospirò, seduta sul letto accanto a Marylin che riposava sotto le coperte, accarezzandole i capelli che avevano precedentemente sciolto per farla stare più comoda sul cuscino.
< Calmati, Alexis, non si risolve nulla così... > suggerì per l’appunto la Devil Slayer.
< Col cazzo che non si risolve nulla! > gridò Naoko, fuori di sé dalla rabbia < Adesso vado lì e li concio per le feste, tutti quanti! Come si sono permessi non solo di attaccare dei nostri compagni... ma di prendersi gioco di noi?! Non c’era certamente bisogno di farci sapere che la loro gilda del cazzo si trova nella città di Malva! >
Naoko era un tipo orgoglioso, questo si era capito, quindi nessuno si era stupito più di tanto quando quel bigliettino con su nome e indirizzo era saltato fuori dalla scollatura di Alice, del tutto ignara della cosa, tra l’altro.
< È chiaramente una sfida > annunciò Ayaka, terribilmente seria, da far quasi paura < Ci stanno sfidando e sanno che andremo a riprenderci i nostri amici, per questo organizzeranno trappole e imboscate... quello che non mi spiego è perché >
< Non ne sono sicura ma credo di conoscere il Master > spiegò Lisanna incrociando le braccia sotto al seno < Dovrebbe chiamarsi Séline e la gilda consta di 4 membri, lei esclusa >
< Soltanto quattro?! > esclamò Naoko.
Lisanna annuì < Dark Arts è alquanto famosa. Anche se sono solo in cinque, hanno raso al suolo diverse gilde e città, dovrete fare attenzione >
< Non preoccuparti zia, andrà tutto bene > affermò la bionda maga con un sorriso determinato in volto < Andiamo a riprenderci Alék e Ryoko, facciamo vedere loro chi comanda e torniamo a Magnolia. Non ci vorrà poi molto, no? >
< Vuoi andare anche tu? >
< Certo! > esclamò Ayaka < Non accetto che due miei compagni vengano catturati e sarà meglio che tutti lo capiscano altrimenti vedrò di far loro molto male >
Asuka si lasciò sfuggire una risatina mentre Alexis sbuffò grattandosi la testa, ora visibilmente più calma.
I singhiozzi di Alice attirarono l’attenzione di tutti i presenti, facendoli voltare verso di lei < M-Mi dispiace... avr-ei dovuto combattere meglio... >
Ayaka scosse la testa < Non preoccuparti, Alice! Non è certo colpa tua... piuttosto tranquillizzati e pensa a riposare. Del resto ci occupiamo noi >
< No. Voglio venire anch’io > esclamò tutto d’un tratto, stringendo la presa sulle lenzuola mentre gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime.
Alice si sentiva uno schifo. Non riusciva a guardarsi in faccia, il fatto che li avessero colti di sorpresa non contava... avrebbe dovuto insistere anche con Byakko e non farsi trascinare via con Marylin.
Avrebbe dovuto combattere di più.
Per questo voleva andare < Voglio rendermi utile e dimostrare a me stessa che posso farcela da sola... non sopporto che i miei amici vengano catturati per salvare me, non posso accettarlo! >
La maga del Take Over la guardò con un sorriso intenerito per poi annuire < Bene! Allora, siamo io e Alice... chi altro vuole venire? >
< Non posso aspettare che quell’idiota di mio fratello torni, devo riempirlo di botte giusto un attimo dopo averlo salvato... che non si ripeta più che mi faccia preoccupare in questa maniera! > esclamò Alexis, piena di vigore.
Naoko non fu da meno < Prenderò a calci quegli idioti che osano prendere in giro Fairy Tail, nessuno si salverà dalla mia ira! >
< Vengo anche io > affermò convintissima Asuka alzandosi in piedi < Ho dello stress accumulato, sarà l’occasione buona per rilassarmi >
Agli occhi di Lisanna parve rivivere quelle esilaranti scene delle passato, tutte le volte che i suoi compagni si adoperavano per qualcuno. Lo spirito della gilda stava risollevandosi grazie a quei ragazzi, grazie ad Ayaka e agli insegnamenti preziosi che l’avevano fatta diventare quel che era: un Master eccezionale!
< Io rimango qui con Marylin, allora... > disse l’albina dopo un po’, mentre la ragazzina ancora dormiva sul lettino < Anche perché senza la mia magia non credo possa esservi tanto utile... tornate tutti sani e salvi >
< Piuttosto, hai qualche altra informazione sulla gilda? > chiese Asuka.
Lisanna annuì < So che fa parte di un’alleanza. Ai miei tempi c’era stata un’altra alleanza, detta Alleanza Balam ma questa conta ben cinque gilde oscure e alcuni dicono che una di queste sia formata da mostri... > spiegò la donna < Quindi fate attenzione >
Ayaka le sorrise e annuì, poi uscì dall’infermeria con tutti gli altri al seguito < Va bene, ragazzi. Si va a  Malva!! >
Questa frase fu l’ultima che giunse alle orecchie di Lisanna, poi alla gilda ci fu il silenzio. Nonostante fosse diventata ormai una donna, ancora non riusciva a trattenere le lacrime per l’emozione: era come rivedere sua sorella, anche se ringiovanita e nonostante fisicamente avesse preso i colori di Laxus, aveva dei tratti praticamente uguali a quelli di Mirajane.
I lineamenti, per esempio, erano quelli di Mira.
Per il carattere, Lisanna aveva paura che l’influenza di tutti gli innumerevoli “zii” avesse avuto la meglio anche se c’era sempre qualcosa che le ricordava i due maghi che erano i suoi genitori: aveva potuto vedere il sorriso incoraggiante e dolce di Mirajane, la praticità con cui aveva gestito la rabbia dei suoi compagni come avrebbe fatto Laxus, quello che poi era diventato l’Ottavo Master di Fairy Tail.
Lisanna ripensò a quel giorno lontano. Da quel momento non aveva più rivisto nessuno se non quei tre ragazzi che non si erano dati pace e che in quel momento stavano girando in lungo e in largo per trovare tracce e indizi della loro casa.
Ayaka Dreyar” si disse con un sorriso “Metticela tutta e non mollare!
Intanto i maghi si erano messi in cammino e per la strada Ayaka non disse assolutamente nulla, a detta di Naoko stava orchestrando un modo per far pentire a quei cinque maghi oscuri di essere nati. Già si immaginava le urla e venne percosso da un brivido lungo tutta la schiena.
In tutto ciò, erano arrivati alla gilda nemica poco dopo che il sole fosse tramontato e a illuminare il loro obiettivo vi era solo la luce della luna.
Sempre senza dire una parola, Ayaka si diresse verso il portone principale. Non aveva senso infiltrarsi, dato che quelli li stavano chiaramente aspettando e tutti gli altri erano d’accordo con lei.
Spalancò la porta con un colpo secco delle braccia e attese qualche secondo nel salone oscurato: c’era qualcuno anche se il buio lo nascondeva.
< Prego, prego... entrate pure... > disse una voce maschile e divertita < Non vi mangiamo mica >
< Dicci dove sono i nostri compagni, razza di imbecille o giuro che vengo lì e ti prendo a calci!! > gridò Naoko stringendo i pugni per la rabbia.
Ayaka avanzò con serietà, venendo seguita immediatamente dagli altri e il fatto che la porta si chiuse da sola con un tonfo non significava certo che le cose sarebbero andare propriamente come Ayaka avrebbe voluto: fosse per lei li sistemerebbe tutti subito così se ne sarebbero andati e avrebbero cenato prima.
La voce maschile rise di gusto poi la luce al centro della sala venne accesa e i membri di Fairy Tail si trovarono dentro quello che sembrava una stanza circolare dalle pareti bianco latte dove non c’era l’ombra di una singola porta.
La figura davanti a loro aveva ai lati dei teli che coprivano chissà cosa (uno per lato) ed era un uomo sui trent’anni < Mi chiamo Wok, signore e signori. Benvenuti alla gilda Dark Arts, è un piacere conoscervi! >
< Meno chiacchiere e dicci perché avete rapito due dei miei maghi > disse Ayaka incrociando le braccia sotto al seno, cosa che non sfuggì all’uomo che si colorò lievemente di rosso.
Ciò fece alzare un sopracciglio ad Asuka facendola sospirare... come al solito gli uomini non sanno dare un ordine preciso alle loro priorità e non sanno dare retto al loro cervello anziché al loro “amichetto”.
< Allora?! > ad alzare la voce fu Alexis, che non ne poteva più di aspettare.
L’uomo si riscosse e un sorriso divertito gli illuminò il volto ambrato < La nostra Master, Séline, vuole mettere alla prova la vostra insulsa gilda > iniziò, facendo tremare di una lieve rabbia la bionda Master < È per questo che vi abbiamo fatto venire qui e prendere parte a delle prove! >
< Prove? >
< Esatto! > esclamò ancora l’uomo < Se supererete tutte le prove, allora vi ridaremo i vostri amici! > e detto questo sfilò i due teli dagli oggetti che oramai avevano attirato l’attenzione di tutti.
Quasi venne un colpo a tutti quando si resero conto che quei due oggetti non erano altro che due statue. Due statue raffiguranti Ryoko e Alèk.
Alexis strinse i pugni e gli occhi cominciarono a colorarsi di rosso così come le punte dei capelli < Che diavolo gli avete fatto?! >
< Nulla di cui tu debba preoccuparti! Ma ti avverto... se dovessi morire loro due non potrebbero mai tornare come prima, quindi non vi converrebbe neanche iniziare una lotta... anche perché io sono estremamente più forte di tutti voi messi insieme! >
< Che cosa?!!! > gridò Naoko imbestialito.
Alice ricordava quel tizio... era insieme agli altri due che avevano abbindolato Alèk e Ryoko e se non fosse stato per Byakko, anche lei avrebbe fatto la loro stessa fine: catturata dal nemico.
L’uomo aveva corti capelli marroni, occhi rotondi e una mascella appuntita: non se lo sarebbe mai potuto dimenticare.
< Prima di iniziare, però, vi pregherei di mettere questi! > e lanciò in direzione dei maghi degli anelli.
< E perché mai dovremmo metterli? Potrebbero essere delle bombe... > disse Asuka, guardandolo con astio.
L’uomo alzò le spalle < Se volete rivedere i vostri amici in grado di muoversi allora mi sa che siete obbligati... >
Ayaka si infilò l’anello dorato senza batter ciglio e poi assottigliò gli occhi < Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo facciamo, se non ci piace ti riempiremo di pugni finché non supplicherai pietà > sibilò gelando i presenti.

 

Alla stazione, Kasai si stava sforzando a non pensare ai quei maledetti che aveva incontrato poche ore prima, cercava invece di spostare la sua attenzione su cose molto più importanti: una volta raggiunta l’ennesima città avrebbe dovuto cercare una soluzione a quel suo problema, avrebbe dovuto racimolare dei soldi e tante altre cose di questo tipo.
Invece non riusciva proprio a concentrarsi, anzi.
E poi c’erano loro.
Si lasciò andare in un sospiro quando vide il treno arrivare ma non appena le porte si aprirono per permettere il via vai dei passeggeri, ecco che sentì una voce e un debole tocco sulla spalla < Nuovamente salve > e Kasai, quindi, si voltò verso la fonte di quella voce tanto divertita e quasi gli venne un colpo quando si ritrovò con il naso di un gatto premuto contro il proprio.
Soltanto dopo qualche attimo riconobbe gli occhi rosa del micio nero e fece un salto indietro di almeno due metri < Ancora tu!! > sbraitò guardandolo terribilmente storto, attirando l’attenzione di tutti i civili che passavano da quelle parti < Adesso giuro che la facciamo finita con quest- >
< Per favore, aspetta un attimo > disse il gatto sedendosi compostamente e alzando una zampetta per fargli segno di fermarsi < Ho delle cose importanti e interessanti da dirti, caso il mio Kasai Akuma >
< Che cosa vuoi, stupido gattaccio strano? > chiese allora il rosso < Prima sputi il rospo e prima potrò darti fuoco con le mie mani >
Kyle sospirò scuotendo il capo, terribilmente sconsolato da cotanta... non sapeva nemmeno come chiamare l’atteggiamento del Devil Slayer, sta di fatto che gli stava facendo perdere un sacco di tempo.
Neanche due secondi dopo, ecco che ritrovava quel suo ghigno irritante < Non sei preoccupato per i tuoi amici? >
Il rosso alzò un sopracciglio < Chi intendi? >
Con un agile balzo, il gatto atterrò sulla spalla di Kasai che allontanò la testa da quell’ammasso di pelliccia nera come se rischiasse di scottarsi... similitudine tristissima...! < Ma come “chi”? La bella Master bionda, la passionale Signora degli Elementi, il ragazzo più famoso e ambito del Magazine Sourcerer, la piccola vestita da gotic lolita, la bimbetta degli specchi, la donna pericolosa col pancione, il nanetto da giardino più orgoglioso del mondo, la ragazza strana... ti ricordano qualcuno? >
Kasai lo guardò quasi schifato.
< Passionale? Alexis? Davvero? >
< Dì quello che vuoi ma secondo la mia personale esperienza le ragazze che all’apparenza si mostrano fredde e insensibili sono quelle che a letto ci sanno fare meglio...! Delle vere leonesse >
< ...Sì... Certo... > non era veramente sicuro, ma decise di dargli retta perché il suo istinto gli disse che c’era qualcosa di veramente importante in quello che doveva dirgli e voleva che sputasse il rospo il più in fretta possibile < Comunque, cosa vuoi? >
Kyle mostrò un sorriso che, fatto da un gatto, metteva davvero i brividi e si posizionò sulla testa del rosso Devil Slayer, sempre sedendosi composto < Un uccellino mi ha detto che una certa gilda oscura ha rapito due maghi mooolto promettenti! >
< E allora? >
< E allora si tratta di Alèk e Ryoko, brutto pezzo di idiota! > sbottò alla fine senza però scendere dalla sua testa.
Kasai, d’altro canto, strinse i pugni e quasi stava per darselo uno in testa, ma si trattenne per puro amor proprio < Senti chi parla!, un tizio che va in giro come un gatto o vestito da pinguino è senz’altro un cretino! > poi però una lampadina gli si accese nella testa, facendogli sgranare gli occhi < Che?! Alèk e Ryoko?! >
< Già, già... che hai intenzione di fare, quindi? >
< Mi sembra ovvio, gattaccio-pinguino: sai dove sono? >
Kyle fece un ghigno che, dalla posizione in cui si trovava, Kasai non poté vedere < Malva. Ti consiglio di fare in fretta però. Altrimenti arriverai che sono già tutti morti >
< Non dire cavolate > ribatté mentre si stava già dirigendo verso un’altra linea ferroviaria < Ayaka non permetterebbe mai che un membro di Fairy Tail rimanga anche solo ferito e se dovesse succedere gonfierà di botte il nemico fino a ucciderlo >
Kyle alzò le spalle < Vero. Ad ogni modo si tratta della gilda Dark Arts, fa parte della cosiddetta Alleanza Angelica assieme ad altre quattro gilde oscure... ne hai sentito parlare? >
Ma ormai il rosso non lo stava più sentendo, impegnato com’era a correre.
Bene, anche questa è fatta” si disse Kyle con un sorriso enigmatico, per poi guardare verso una zona precisa, un luogo lontano laddove era convinto ci fosse lui “Lascio il resto a te, brutto teppista”.

 

Wok aveva spiegato che avrebbe scelto lui i partecipanti alle varie prove tra i cinque maghi di Fairy Tail, ovviamente la cosa andava a loro vantaggio.
Per questo, dopo un attenta riflessione, puntò prima un dito contro Alice e poi l’altro contro Naoko con un sorriso di vittoria sulle labbra < Ho deciso! Voi due disputerete la prima prova! > poi si voltò e andò verso una porta facendo segno loro di seguirli.
Prima di raggiungerlo Alexis si fermò a guardare la statua di suo fratello stringendo i pugni. Era chiaro: avrebbe ucciso Alèk una volta risolto tutto quel casino.
Una volta oltrepassata la porta si trovarono in quella che sembrava una... bisca?
< Siamo seri? > fece Asuka inarcando un sopracciglio.
La mora si guardò intorno con attenzione senza proferire parola mentre Wok indicava agli spettatori delle sedie poste vicino a un muro così che avessero di fronte il tavolo.
Alice si accomodò leggermente tremante sulla sedia indicatale e lo stesso fece Naoko anche se riluttante: avrebbe voluto sistemare le cose a modo suo ma così facendo avrebbe messo a repentaglio la vita degli amici.
Con l’amaro in bocca si decise di stare al loro gioco almeno fino a quando la situazione non migliorava.
< Bene, ora è il momento delle spiegazioni. La prima prova è una partita a poker! > al che Alice sobbalzò sulla sedia < Sarete in quattro a giocare > e, schioccando le dita, fece entrare due figure avvolte da mantelli neri, un uomo e una donna, ma non era possibile per nessuno di loro sapere che faccia avessero a causa delle maschere da volpe e da cane.
< Le regole del gioco dovreste saperle tutti e due, no? >
Alice alzò debolmente la mano < Ehm... veramente non molto >
Wok la guardò per un istante ma riprese a parlare come se niente fosse < Pazienza. Che dobbiamo farci? Neanche io sono un grande appassionato di questo gioco... > e invece era stato tutto un piano: aveva capito che quella ragazza non era una persona amante del gioco d’azzardo e quel piccoletto era troppo giovane per sapere anche come si tenevano in mano le carte, quindi la vittoria era sua... non c’erano dubbi.
E inoltre...
< Allora, cominciamo? > fece Naoko sedendosi scompostamente < Finiamo in fretta così ci riprendiamo i nostri amici >
< M-Ma... come faccio? Non ci ho giocato molte volte... >
Naoko si voltò a guardare l’amica che era arrossita per la vergogna < Non preoccuparti. Rilassati e andrà tutto bene, ci penserò io. Basta che uno di noi due vinca, giusto? > chiese, rivolgendosi infine a Wok, che annuì sospettoso.
Forse aveva iniziato a capire che Naoko non era un bambino e avesse qualche anno in più...!
< È una sorta di due contro due > spiegò Wok < Sono in tutto dieci mani, io sarò il mazziere. Pronti? >
I quattro giocatori annuirono, chi più deciso e chi meno, ma ugualmente pronti. 
Wok consegnò cinque carte a ognuno, in attesa dell’inizio del vero piano.
Perché ovviamente Dark Arts aveva un piano ber orchestrato e molto presto se ne sarebbero accorte anche le “fatine”.
La prima mano venne vinta dalla donna dalla maschera di volpe, cosa che provocò un moto di risa del mago nemico il quale fece stizzare il biondo esageratamente tanto < Che cazzo hai da ridere?!! >
Wok lo guardò sadicamente divertito ma la risposta alla domanda era chiara, soprattutto dopo che i maghi di Fairy Tail sentirono un lieve fastidio laddove portavano l’anello dorato consegnato dalla gilda oscura: come una piccola puntura.
Ayaka sgranò gli occhi e attivò il suo potere quasi inconsciamente facendo apparire un cerchio magico nero ai suoi piedi che scomparve in un batter d’occhio con suo grandissimo disappunto.
< Lasciate che vi spieghi, ridicole fatine > disse Wok trattenendo a stento le risate con una mano sulla bocca < L’anello che vi abbiamo dato è pieno di veleno, ogni volta che perdete una mano questo vi inietterà il veleno per cui nessuno ancora è riuscito a trovare un antidoto...! > spiegò per poi scoppiare definitivamente a ridere.
Naoko tremava dalla rabbia, stringeva i pugni sul tavolo.
< Vigliacchi > sibilò Alexis mentre le forze pian piano l’abbandonavano costringendola a starsene seduta su quella maledettissima sedia.
Asuka non si mosse, più che altro era terrorizzata per via del bambino che portava in grembo.
< Per aiutarvi, d’ora in poi i due giocatori potranno scegliere a chi verrà iniettata la dose di veleno... a voi l’onore di scegliere, eh? Che dite? > ovviamente si trattava di una domanda retorica.
Ayaka assottigliò gli occhi < Non si tratta solo di veleno che irretisce i muscoli del corpo, non è vero? C’è dell’altro... >
< Perspicace, giovane Master > fece lui voltandosi a guardarla < In effetti il veleno è stato creato apposta non solo per impedire movimenti ma anche per compromettere l’utilizzo della magia. Se ci provate, potreste perderne il controllo e... > lasciò la frase in sospeso, per far capire ai maghi di Fairy Tail che se si azzardassero a utilizzare la magia potrebbero farsi male a vicenda senza volerlo.
< Alice > la ragazza si voltò verso Naoko che intanto aveva fatto avvicinare leggermente la sua sedia alla propria, per poi guardarla negli occhi < Vinceremo noi. Stai tranquilla, ce la possiamo fare. Chiaro? > in un certo senso Alice riusciva a vedere una piccola scintilla di paura negli occhi azzurri del ragazzo.
Le stava dicendo che ce l’avrebbero fatta anche per darsi coraggio, senza scoppiare in grida isteriche e restare lucido per la partita.
Se c’era una cosa di cui poteva essere certa era il fatto che era dotata di grande empatia, per questo si obbligò a mostrare un’espressione decisa e ad annuire.
< Dai carte > esclamarono insieme, determinati a vincere come non mai.
Il giro successivo venne vinto proprio da Alice che era in fibrillazione per esserci riuscita per poi alzare lo sguardo verso il compagno di partita che le sorrise incoraggiante.
Wok, che si trovava leggermente più in alto grazie a una pedana, cercò di nascondere un ghigno prima di dare nuovamente carte. A quel punto vinse l’uomo con la maschera.
Naoko digrignò i denti, la sua rabbia era chiaramente visibile: ora avrebbe dovuto scegliere tra i suoi amici... una cosa del genere non doveva succedere!
< Ho scelto > affermò Alice risoluta come non l’aveva mai vista < Dia a me il veleno > disse, stringendo i pugni sul suo grembo e fissando con ostinazione il nemico che rideva sotto i baffi.
< Se proprio ci tieni, okay >
< Aspetta! Alice! > ma Naoko non fu abbastanza veloce nell’afferrare la sua amica perché una dosa massiccia di veleno penetrò nel suo corpo sempre attraverso l’anello dorato che stringeva al dito indice < Come farai a giocare se ti avveleni, stupida?! >
Alice tremò impercettibilmente prima di guardarlo in faccia con un sorriso < Ce la farò, Naoko. Questa volta lotterò per davvero per la gilda e i miei amici, non permetterò che facciano loro del male! >
Al biondo che ancora stringeva con forza una mano sulla spalla della ragazza costò molto annuire e accettare questa sua decisione: afferrò una sua ciocca di capelli e si mise a osservarli.
Alice arrossì leggermente per questa sua strana azione ma non sapeva che per Naoko quel semplice contatto lo tranquillizzava. Poteva essere orgoglioso quanto voleva e fare la voce grossa ma in fondo aveva paura così come aveva paura lei e non poteva permettere, così come aveva detto poco prima la ragazza, che gli altri venissero avvelenati a causa sua.
La partita continuò arrivando finalmente alla mano supplementare: il punteggio era di cinque a cinque.
Oramai Alice non riusciva quasi più a muoversi, teneva le carte in mano per miracolo, mentre le tre ragazze sedute sulle sedie avevano paura che non ce la facesse a sopportare tutto quel veleno in corpo.
La bionda non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti e la sua pelle aveva cominciato a diventare troppo bianca, le labbra si colorarono lievemente di blu e faticava a respirare. Quel veleno maledetto la stava uccidendo, dovevano muoversi!
< Datti una mossa!! > esclamò Naoko lanciando un’occhiataccia a Wok che se la stava prendendo troppo comoda per i suoi gusti.
Una volta avute le carte in mano sgranò gli occhi: su ogni carta c’era una lettera scritta nero su bianco che diceva chiaramente...
< MUORI > udì il sibilò di Wok appena poco prima che delle grosse radici sbucassero fuori dal pavimento per intrappolargli le gambe, il busto e il braccio sinistro.
Alzò lo sguardo su Alice che non era messo tanto meglio di lui, anzi, quei grossi rami si stavano strofinando con veemenza contro il getto generoso della bionda facendola arrossire peggio di un pomodoro maturo.
< Dannazione! Non era così il gioco! > esclamò Alexis e Naoko, voltandosi verso di loro, capì che anche loro tre erano state imprigionate da quei grossi rami che sembravano usciti chissà dove.
Wok scoppiò a ridere giocherellando con un grosso pennello tra le mani < Mie care “fatine”, non posso permettere che arriviate alla seconda prova tutti interi... devo prima prendermi qualcosa che vi è caro altrimenti che gusto c’è? >
Ayaka dovette sforzarsi molto per non iniziare a sparare saette ovunque, se l’avesse fatto avrebbe perso il controllo e avrebbe fatto del male si suoi amici... doveva trovare il modo di disintossicarsi da quel veleno altrimenti sarebbe stato difficile utilizzare la magia...!
< Ma voi continuate la vostra partita, maghetti > disse a Naoko e Alice, uno con la sola mano destra libera e l’altra che quasi sveniva dalla vergogna e dalla febbre alta < Facciamo così... io vi do le vostre carte coperte... se decidete di volerle vedere questi rami vi stritoleranno fino a che non possiate più respirare, se decidete di andare alla cieca, beh... sarà soltanto questione di fortuna, che vi devo dire? >
< Muoviti, stronzo!!! > gridò Naoko mentre i rami stavano avvolgendogli il collo.
Wok fece come gli era stato urlato e ben presto sia Naoko che Alice si ritrovarono con cinque carte coperte davanti a loro.
< N-Naoko... come f-facciamo...? > chiese la bionda non sapendo davvero più che fare: la sua determinazione stava scemando con la poca lucidità che le era rimasta, si sentiva svenire ogni secondo che passava.
Lui  guardò Wok con rabbia < Fammene vedere due! > poi si girò verso Alice < Tu non ti azzardare a guardarle, okay? Ci penso io, hai già dato abbastanza, lascia che ci pensi io >
< M-Ma... >
< Sta’ zitta e fammi fare!! > ma non fece in tempo ad aggiungere altro che i rami strinsero violentemente attorno al busto e le gambe, si sentiva come schiacciato e non riusciva a muovere un solo muscolo.
Ma quando vide le carte quasi imprecò: non bastava vederne due, dannazione!
Lanciò un’occhiata alla Master che era riuscita ad afferrare un ramo e lo stava quasi stritolando tanto che era arrabbiata ma più stringeva più si sentiva sopraffare soprattutto all’altezza del seno: quel tizio, che evidentemente comandava i vegetali, doveva essere un vero pervertito dato che faceva di tutto per mettere più in mostra quello che le ragazze cercavano di nascondere.
< Voglio vedere tutte e cinque le carte! > urlò ancora
< N-Naoko! >
< Ti farai ammazzare, dannazione! >
Il senso di mancamento si fece sentire immediatamente dopo, al che il ragazzo socchiuse gli occhi ma li riaprì subito perché non poteva arrendersi proprio ora.
Ce la doveva fare.
La partita continuò come se niente fosse ma più a rilento data l’impossibilità dei maghi di Fairy Tail anche solo di parlare senza sentirsi soffocare.
< Mi spiace, fatine... > annunciò Wok quando i due tizi mascherati misero giù i loro punti: un full e un poker di sette.
Le carte di Alice, invece, avevano solo una misera coppia di 10 senza che le avesse guardate mentre Naoko se la rideva sotto i baffi < Ho vinto, stronzo! Scala reale!! > esclamò con un sorriso vittorioso sulle labbra.
Wok dapprima gli tremarono le spalle per la rabbia di aver perso ma tornò nuovamente quello di prima facendo finta di nulla < Ma che bravi, avete superato la prima prova... davvero fortunati, non c’è che dire > afferrò la tavolozza che fino a poco tempo prima teneva nascosta agli occhi degli altri e cominciò a mescolare alcuni colori a caso < Ma questa non è solo che una copertura, miei cari ospiti! >
Le figure mascherate si fecero rapidamente da parte mentre Wok prese a disegnare qualcosa su di una pergamena da cui cominciarono a uscire numerosi rami uguali a quelli che li stavano stritolando vivi.
< Dannato! Lasciaci andare!! > strillò Alexis al limite della sopportazione mentre i suoi capelli diventavano rossi così come i suoi occhi < Ti brucio vivo se non rispetti la parola data! >
< Aspetta, Alexis! Anche se minima, hai comunque una traccia di veleno nel tuo corpo: inizierai a bruciare tutto e persino te stessa se fai sul serio! > l’avvertì Asuka.
La mora aggrottò le sopracciglia < Non m’importa se rimango ustionata! Giuro che gliela faccio pagare! > aveva lo sguardo fisso su un Alice che a stento teneva gli occhi aperti mentre veniva stretta sempre di più.
< L’antidoto al veleno vi verrà dato una volta superata la seconda prova... ma non so se riuscirete ad arrivarci vivi! > disse Wok divertito dalla situazione.
A un certo punto però accadde qualcosa.
Perché all’improvviso comparve un’enorme tigre bianca dalle striature nere dallo sguardo feroce e che sembrava avercela a morte con Wok, tanto che snudò le zanne e mostrò gli occhi iniettati di sangue < Hai visto? Te l’avevo detto... la prossima volta che mi dici “non comparire sempre, anche quando non serve” ti rinfaccerò questo momento Alice! > era una tigre maschio.
La tigre parla???!!!” era più o meno il pensiero di tutti in quel momento, poi però fecero caso a quel che aveva detto... “Conosce Alice??!!
< B-Byakko... > mormorò la ragazza ormai al limite delle forze < S-Sei ar-rivato... >
< Già > fece l’animale dagli occhi cerulei facendo un balzo verso Alice e tranciando di netto i rami che la intrappolavano e facendosela cadere su dorso come se niente fosse < Ora ti porto via di qui, Alice >
< A-Aspetta! > esclamò la bionda stringendo con forza il pelo della tigre < I-I miei... ami-ci hanno... b-bisogno di me... > disse con voce flebile, scendendo dal dorso di Byakko e rimanendo in piedi.
Le gambe le tremavano ma non le importava.
< G-Grazie... per essere venuto fino... a qui >
Byakko si teneva vigile e pronto ad attaccare quel tizio che osservava la scena con malcelata irritazione: insomma, questa tigre stava letteralmente distruggendo i suoi piani! < Dannato felino, giuro che ti faccio a pezzi! > e in meno di un secondo disegnò sulla pergamena una grossa gabbia che cadde sonoramente sulla coppia ragazza-tigre imprigionandoli.
Il ringhio della tigre fece eco da tutte le parti < Razza di stupido umano, credi che una gabbia del genere possa impedirmi di portare in salvo la mia Alice?! Fatti sotto e vediamo se non andrai a piangere dalla mamma!! > un’autentica tempesta si abbatté prima contro la gabbia e poi contro Wok che all’ultimo secondo riuscì a scamparla disegnando un muro davanti a sé.
< R-Ragazzi... tenete duro... sto a-arrivando... > disse Alice quasi strisciando verso Naoko con passo malfermo.
< Alice! Ferma lì! > esclamò la tigre, saltando agilmente e distruggendo ogni singolo ramo che intrappolava i quattro maghi che finalmente poterono tornare a respirare normalmente e raggiunsero Alice prima che cadde a terra.
Infatti Ayaka e Naoko la presero appena in tempo prima che si sfracellasse al suolo, subito dopo arrivo Byakko che ringhiò pericolosamente contro i due. Ma né la Master né Naoko si allontanarono, anzi, Ayaka lo guardò con sguardo riconoscente < Ti ringrazio per essere comparso all’improvviso e averci dato una mano ma non devi temere: noi siamo amici di Alice e la proteggeremo costi quel che costi > affermò con convinzione.
< Non mi è sembrato che la steste proteggendo, umani >
Naoko fece appena in tempo a estrarre qualcosa dalla tasca dei pantaloni beige che la tigre quasi gli mangiò la mano, il che lo fece irritare abbastanza < Ehi! Sto cercando di annullare l’effetto del veleno, tigre di merda! Vedi di non intralciarmi! >
Asuka sospirò < Non c’è bisogno di offendere una tigre che ci ha appena salvati, non credi? E poi... con che cosa pensi di preparare un antidoto? >
Naoko sorrise sghembo < Ma io ce l’ho già pronto > spiegò facendo sorprendere tutti < Questo tipo di veleno è rarissimo ma io ho avuto la possibilità di studiarlo per bene e di creare diversi antidoti... alla fine sono riuscito a crearne uno che annienta quasi tutti i tipi di veleno: ecco la nostra salvezza! > esclamò, fiero di se stesso.
Ad Ayaka brillavano gli occhi < Davvero?! Wow! >
Naoko annuì ma il suo sorriso si rabbuiò all’istante < Ma la quantità che posseggo al momento non è sufficiente per curare tutti... Alice ha la priorità ma facendo così soltanto un altro di noi potrà usufruire del siero >
< Non c’è un attimo da perdere > fece Alexis poggiando le mani sui fianchi < Dai quello che resta dell’antidoto ad Asuka. Non possiamo permettere che anche il bambino ci rimetta la vita, dico bene? > la Master sembrò essere d’accordo e la donna ringraziò tutti dal più profondo del cuore e giurò a se stessa che avrebbe ricambiato il favore.
Naoko non perse tempo: aprì la boccetta e fece cadere esattamente tre gocce di liquido azzurrino sulla lingua di Asuka che ingollò automaticamente sentendosi già più in forze rispetto a prima < Sei un grande, Nao! Saresti potuto essere un medico eccezionale! > esclamò sentendo le energie aumentare.
Ma Wok era lì a guardarli con una vena di rabbia che minacciava di scoppiare e presto cominciò a disegnare cose a casaccio attorno a lui: non aveva bisogno di una tavolozza o di un foglio dove disegnare per rendere vive le cose che disegnava... la sua era una magia simile alla Solid Script, una sua variante < State per essere annientati!! >
Ayaka si lanciò verso di lui ma le due figure mascherate le bloccarono la strada afferrandola per i polsi ma Asuka fece comparire un enorme muro di vetro al che i due nemici furono costretti ad allontanarsi < Ti farò pentire di aver fatto del male ad Alice a tutti gli altri, canaglia >
< Non potete sconfiggermi, ridicole “fatine”... perché ho i vostri amichetti in ostaggio e se io vi dico di farvi ammazzare voi lo fate altrimenti li ucciderò!! >
Alexis quasi ruggì come un animale mentre Naoko era concentrato a far bere alla ragazza stesa a terra tutto il siero per far sì che almeno se ne potesse andare sulle proprie gambe o per lo meno aggrapparsi a Byakko mentre fuggivano.
La grossa tigre snudò le zanne e si preparò all’attacco ma attorno a loro presero a comparire diverse figure che man mano che venivano create somigliavano sempre più al nemico, come se fossero delle copie, al che Wok li guardò con aria di sfida < Se ci tenete a prendere l’antidoto che il mio compagno ha nella stanza successiva allora dovrete passare sul mio cadavere! > gridò < Dovrete affrontare tutti i Wok che vedete in questa stanza! >
< Non ce la faremo... siamo troppo deboli > disse Alexis cadendo in ginocchio: quel poco di veleno che era ormai in circolo nel suo corpo la faceva vedere doppio, il che era un problema.
Naoko, invece, si mise entrambe le mani nelle tasche e si mise in piedi dopo essere stato accovacciato e rispose allo sguardo dell’avversario, più deciso che mai < A questo ci penso io, voi trovate un modo per aggirarlo >
Asuka ribatté prontamente < Sei forse impazzito? Il veleno che hai in corpo ti obbliga a non poter usare la magia... vuoi forse autodistruggerti? Non fare l’idiota e lascia che ti aiut- >
< NO!!! Ci penso io ho detto!! >
Ayaka e Alexis si voltarono a guardarlo preoccupate: fin tanto che gridava perché tutti lo prendevano per un bambino o per motivi simili, Naoko aveva gridato così forte solo in poche occasioni... come poco prima, quando intimava Alice di starsene buona e ferma perché fosse lui a essere stritolato.
Effettivamente avvertiva un dolore lancinante al busto e non voleva pensare a una costola rotta e non aveva scelta: quel tizio l’aveva fatto incazzare e ora voleva soltanto riempirlo di botte.
< E va bene > acconsentì la bionda maga del Take Over dando nuovamente le spalle all’amico < Ma se torni monco o peggio ancora, morto, ti farò patire le pene dell’inferno, Sappilo >
Nonostante i reclami di Alexis e Asuka, Naoko annuì ignorando entrambe e concentrandosi al massimo: le copie di pittura erano esattamente trentacinque. Ci avrebbe messo un po’ ma alla fine ce l’avrebbe fatta sicuramente.
< B-Byakko... > la voce flebile di Alice fece voltare non solo la tigre che avvicinò l’enorme testa alla ragazza per farsi accarezzare il muso < A-Aiut-a N-Naoko, okay? >
L’animale guardò il diretto interessato con stizza per poi annuire, dopotutto era la sua adorata Alice che glielo stava chiedendo.
< Poi mi spiegherai per bene chi sei, eh?, Byakko...? > fece Ayaka, tornata allegra come si mostrava alla gilda < Sei proprio una bella tigre, non c’è che dire >
< Ti sembra il momento per i complimenti? > era stata Alexis a parlare, rialzandosi con non poco sforzo < Andiamo e lasciamo questo nanerottolo qui. Quanto meno ci sarà la tigre a fargli da baby sitter... >
< EHI! Io non ho bisogno di nessuna baby sitter, CHIARO?!!! >
Asuka sghignazzò < Sì, Sì... lo sappiamo >
Naoko divenne rosso di rabbia: possibile che ancora pensassero a lui come a un bambino?! “Che palle...!!
Successe tutto in un secondo: Asuka distrusse il muro di vetro per poi sfondare la parete a cui Wok dava le spalle con una velocità inaudita con i pezzi di vetro reduci dal precedente muro che aveva creato.
I maghi si salutarono e così Naoko e Byakko rimasero lì con Alice sdraiata alle loro spalle che li guardava con le lacrime agli occhi: ancora una volta era stata completamente inutile.

 

La stanza (raggiunta solo dopo qualche minuti di corsa lungo un lunghissimo corridoio pieno di cornici senza quadri) era piena, stracolma di statue: c’erano statue ovunque.
Dappertutto.
< Lo scultore che ha realizzato queste opere ha davvero molto talento > disse Alexis.
Intanto lei, Ayaka e Asuka avevano iniziato a sentire il loro anello dorato stringere sempre di più e faceva un male cane. Sospettavano che la stessa cosa doveva avvertirla anche Naoko e persino Alice se non era svenuta.
Ayaka si guardò intorno fino a quando non si accorse di un particolare: c’era una figura che certamente non era una statua.
Questa ricambiò il suo sguardo completamente apatico e aprì la bocca per parlare. Decisamente non era una scultura < Bentrovate maghe di Fairy Tail. Io sono Asyût e, se siete giunte fin qui, vuol dire che avete superato Wok. Dico bene? Siete qui per l’antidoto? >
< Esatto > fece la Master < Daccelo senza fare storie e dicci dove sono i nostri amici che voi avete catturato e che state tenendo in ostaggio >
Il nemico questa volta era un ragazzo che non doveva avere più di quindici anni: aveva lunghi capelli blu scuro che incorniciavano un viso grazioso ma privo di qualsivoglia emozione e un paio di occhi neri come la morte.
< Affatto > rispose < A meno che non superiate la seconda prova non posso darvi nessun antidoto >
< Adesso basta con queste maledette prove!!! Che cosa volete ancora da noi?!!! > gridò Asuka stringendo i pugni per la rabbia.
Il ragazzo non mosse neanche un muscolo, se ne stava lì in piedi immobile come una statua a fissarle < La seconda prova è una gara... di bevute >
< Che?! > esclamò Alexis < Ci state prendendo in giro?! >
< Affatto >
Quel suo tono mi sta dando veramente sui nervi...!” pensò la mora arricciando il naso.
< E va bene > disse ancora Ayaka < Ma questa volta sceglieremo noi chi dovrà- >
< Affatto > la interruppe lui assottigliando gli occhi, unica azione compiuta esclusa quella del parlare fino a quel momento < Sarai tu a sostenere la prova >
Alexis sgranò gli occhi per poi mostrare un sorriso ironico < Davvero? Cioè... lei? Ayaka? > guardò verso Asuka che alzava le spalle < Va bene. Ciao Master! >
La bionda sobbalzò < Eeeeh?!! Cosa?! Mi lasciate qui da sola? >
< CERTO! > esclamarono entrambe in simbiosi < Quando avrai finito portaci l’antidoto, grazie > e detto ciò scomparvero oltre la porta alle spalle di Asyût che non fece niente né disse nulla.
La maga del Take Over sospirò e si spalmò una mano sulla faccia con rassegnazione.
< Hai paura di morire? > chiese quello.
Ayaka alzò gli occhi su di lui e un vago sorriso sadico le attraversò il viso < Affatto, caro Asyût. Ma rendiamo il gioco ancor più interessante... che ne dici di una scommessa? > dato che il ragazzo non fece niente interpretò il suo silenzio come un SI < Se vinci tu io ti darò tutto ciò che mi appartiene, persino la mia verginità... ma se vinco io... > e ci fu quella pausa, QUELLA pausa che avrebbe fatto morire di paura chiunque ma non un apatico di quel calibro < ... tu sarai il mio schiavo a vita... ci stai? >

 

Dopo l’ennesimo corridoio, questa volta però vuoto, Asuka e Alexis si ritrovarono in un’arena di pietra (al chiuso) con degli spalti vuoti tutt’intorno.
Al centro dell’arena c’erano le due figure, l’uomo e la donna con le maschere, in piedi, e altri due individui: una ragazza e un ragazzo.
La ragazza aveva lunghi capelli rosa fermati in numerose treccine e occhi color ambra mentre il ragazzo li aveva azzurri, corti e un paio d’occhi turchini. Se ne stavano mezzi abbracciati lì, ad aspettarle con un ghigno divertito.
Quando le due maghe di Fairy Tail li raggiunsero, si presentarono < Piacere, io sono Lola... mentre questo è il mio fidanzato Avram! Siete giunte fin qui... ma che brave che siete! >
< Lascia stare i convenevoli e ridateci i nostri amici > disse la Signora degli Elementi parecchio incazzata.
< Dici quel bel maschione e... >
<  ...la formosa ragazza che abbiamo preso? >
Asuka assottigliò lo sguardo < Sì, proprio loro. E ora diteci dove si trovano! >
Lola ridacchiò malvagia per poi schioccare le dita < Proprio qui > e le due figure si tolsero il mantello e la maschera che indossavano.
Quasi venne loro un infarto nel constatare che quei due tizi mascherato erano proprio Alèk e Ryoko! Però c’era qualcosa che non andava... i loro sguardi erano vacui, non accennavano nessun movimento verso di loro o un sorriso. Nulla.
< Che cosa gli avete fatto?! > ruggì Alexis mentre sentiva la magia scorreva pericolosamente nelle sue vene.
Lola si limitò a un’alzata di spalle < Non c’è tempo per le spiegazioni, vi dirò soltanto in che consiste la terza prova che dovrete superare... voi due dovrete combattere contro queste due piccole “fatine” che sono sotto il nostro potere finché non vi ammazzerete a vicenda! > non appena terminò ciò che stava dicendo la ragazza si avvicinò pericolosamente ad Alék abbracciandolo da dietro e facendo per salirgli sulle spalle, appoggiando il mento sulla sua spalla e avvicinando le labbra al suo orecchio < Vai e distruggile! >
Il corpo di Alèk si muoveva da solo e in un attimo si lanciò contro la sua stessa sorella che sconvolta, non ebbe il tempo di schivare il suo pugno allo stomaco che l’atterrò in un istante.
< Alexis! > gridò Asuka preoccupata e velocemente si mise tra i due fratelli pronta a difenderla < Glass Wall > disse e l’ennesimo muro di vetro si creò di fronte a lei.
Ma sapeva benissimo che con la sua forza, Alèk non ci avrebbe messo molto prima di infrangerlo. Si rivolse quindi alla mora che si teneva l’addome con un’espressione dolorante e incredula allo stesso tempo.
Incapace quasi di reagire, Alexis si limitò a stringere i denti trattenendosi dall’urlare.
< Non possiamo far loro del male... non sono chiaramente loro che hanno deciso di passare alla parte del nemico. Lo si può notare guardandoli in faccia > fece la rossa e quasi riuscì a tranquillizzarsi ma il pugno di Alèk contro il muro la fece sobbalzare.
Una grossa crepa si aprì nella parete trasparente.
< Alexis, dobbiamo cercare di immobilizzarli senza far loro del male >
La mora annuì < Ma come facciamo? Fermare mio fratello è praticamente impossibile a meno che non lo si ferisca gravemente >
Asuka si ritrovò d’accordo con l’affermazione della ragazza ma non riuscì a pensare altro che Alèk sfondò il muro con il secondo pugno e ricominciò il suo attacco violento contro le due.
Questa volta Alexis si concentrò a schivare i colpi ma si ritrovò presto con le spalle al muro e l’imponente stazza del fratello  la superava di qualche centimetro e preparava l’ennesimo colpo.
Lei non voleva ferirlo. Non poteva.
Non riusciva nemmeno a muoversi.
Le sembrava strano che fosse finita a dover affrontare suo fratello... insomma... nonostante tutto gli voleva bene!
< Glass Maze > il pugno di Alèk finì contro la scatola di vetro nel quale si ritrovò intrappolato dando alla sorella il tempo di andarsene.
Si sentiva terribilmente in colpa < Scusami, Asuka >
< Non preoccuparti, piuttosto... dobbiamo pensare a un modo per renderlo inoffensivo > ma nel dirlo Alèk aveva già frantumato la scatola e le guardava apatico.
A quel punto parlò Avram < Beh, direi di lanciarti anche tu nella mischia, no? > nel dirlo avvicinò Ryoko attirandola a sé per la vita < Vai, bellezza, e distruggile! >
In quel preciso momento la ragazza scomparve in quello che sembrava una specie di portale che si richiuse subito dopo. Senza che le due se ne rendessero conto però, Ryoko riapparve alle loro spalle con un paio di pistole magiche puntate contro la loro testa.
Fortunatamente Asuka se ne accorse in tempo e gridò alla mora di spostarsi.
I due maghi della gilda oscura se la ridevano seduti sugli spalti e non facevano nulla per nascondere questo loro sentimento < Siete ridicole! Se volete sopravvivere dovrete annientarli, non c’è altro modo...! >
Alexis non riuscì a evitare l’ennesimo colpo di Ryoko e un proiettile magiche le attraversò la gamba: non riusciva quasi più a muoversi a causa del veleno < Col cavolo...! >
Ryoko sparò vari colpi per impedire che Asuka si potesse avvicinare alla mora per aiutarla a rimettersi in piedi e la donna stava seriamente iniziando a scocciarsi.
E lei odiava essere scocciata.
< Ryoko!!! > gridò la rossa < Riprenditi, dannazione! Siamo noi! Asuka e Alexis! > per poi guardare con la coda dell’occhio Alèk che si avvicinava sempre più minaccioso alla propria sorella < E anche tu, Alèk! Non vedi che stai per ferire tua sorella?! Che vi è successo?! >
< È a causa del nostro incantesimo > spiegò Lola con un sorrisino < A causa nostra ora i vostri amici sono sotto il nostro più completo controllo! >
Avram annuì < Non avete scampo >
< Siete finite > Alexis si morse il labbro quando percepì suo fratello a un passo da lei.
< La gilda di Fairy Tail verrà nuovamente distrutta!! >
Alèk fece per afferrarla per il collo ma in un attimo i capelli di lei divennero verdi così come gli occhi e un potente terremoto fece tremare l’arena e le tribune, costringendo i due maghi nemici a mettersi in guardia.
Alexis li guardò con rabbia < Non avete alcun diritto di costringere i nostri amici a fare cose che non vogliono... > affermò decisa, ma tale decisione scemò nel momento esatto in cui la terrà cominciò a spaccarsi senza che Alexis stesse facendo niente.
Questo dev’essere l’effetto del veleno... Dannazione, la mia magia sta dando i numeri!
Data la situazione Avram decise di rendere le cose ancora più interessanti < Ryoko e Alèk, vi do un nuovo ordine...! > la sua espressione mutò in quella di un perfetto pazzo con tanto di sorriso storto < Suicidatevi > disse < E se qualcuno tenta di fermarvi allora uccidetelo senza pietà >
Il terrore sui volti di Asuka e Alexis si palesò immediatamente, soprattutto quando Ryoko si puntò le sue pistole alle tempie e si preparò a premere il grilletto mentre Alèk si diresse a passo spedito verso la spaccatura della terra, pronto ad afferrare quell’insolito pezzo di pietra appuntita e conficcarsela nel petto.
< Alèk!!! Dannazione, stupido! Fermati!!! > gridò sua sorella senza la forza di potersi alzare, i muscoli le facevano male e la ferita alla gamba peggiorava sempre di più < Alèk!! >
La Devil Slayer cercò di concentrarsi nonostante la situazione critica  < Punch Line Attack > disse e delle giganti mani di vetro apparvero dal nulla agguantando Ryoko bloccandole le braccia.
Poi ne creò un’altra con lo scopo di fermare Alèk ma questo, non appena si accorse dell’arto di vetro, lo colpì con un potentissimo calcio facendo volare schegge di vetro dappertutto.
Tutto successe in una frazione di millisecondo.
Alèk che avvicinava pericolosamente la punta contro il suo petto, Alexis che scattava in avanti, Ryoko che era riuscita a scappare dalla morsa delle mani di vetro attraverso i suoi portali interdimensionali e ora aveva persino recuperato la sua pistola... e poi un’esplosione.
Un’esplosione che fece collassare il soffitto.
< Uh, vedo che sei irruento come al solito > fece una voce maschile abbastanza divertita < Ma a quanto vedo non sei arrivato proprio in tempo, rosso >
Una figura alta e slanciata atterrò con grazia al cospetto dei maghi che stavano patendo le pene dell’inferno in quell’arena, rivelando in parte la sua identità. Perché non c’era nessuno lì che la conoscesse, semplicemente permise di poterla vedere in volto.
Indosso portava un top che le lasciava scoperto l’ombelico ma che evidenziava le sue forme, pantaloni larghi, guanti lunghi fino sotto le spalle e che si allacciavano attorno all’indice e al medio e un foulard legato al collo.
Era una ragazza abbronzata con delle simpatiche striscioline rosse sotto gli occhi, dello stesso colore i suoi capelli di media lunghezza. Infine aveva gli occhi azzurri brillanti di ilarità < Vi conviene arrendervi, siamo del Concilio e non abbiamo alcuna intenzione di- >
< Seras, non credo sia una buona cosa > a interrompere la ragazza fu una voce infantile, una bambina che se ne stava su quel che rimaneva degli spalti con un grazioso peluche e un gatto nero al suo fianco i cui occhi rosa splendevano d’interesse.
La bambina in questione aveva chiari capelli fiordaliso legati in due codini e un paio di occhi viola scuro < Non si scherza su queste cose >
La rossa sbuffò divertita < Uffa! Eddai, Kurumi... è solo un innocente scherzetto... > ma vedendo che l’espressione della bambina non cambiava poi molto si arrese con un alzata di spalle < E va bene. Ecco la verità: siamo dei maghi che hanno seguito un gatto nero che farebbe girare le scatole a chiunque in quanto una certa gilda è finita nei guai > spiegò con tono canzonatorio.
Asuka non poté credere ai suoi occhi.
Poi un’altra figura apparve con un balzo, atterrando giusto al centro dell’arena: era una persona che conosceva bene.
< Che ci fai qui? > gli chiese, infatti.
Il ragazzo fece scricchiolare le ossa delle mani, incavolato nero.
< Cavolo > imprecò < Non posso andarmene che ecco che vi cacciate nei guai >
Asuka alzò un sopracciglio, sinceramente confusa e incredula di fronte a quella frase uscita proprio dalla SUA bocca < Sei serio? >
Lola e Avram che avevano seguito tutta la scena si erano leggermente indisposti verso questi nuovi arrivati che avrebbero mandato all’aria tutto il loro piano < E voi chi diavolo sareste? >
La rossa sorrise a trentadue denti < Io sono Seraphina ma chiamatemi anche Seras, piacere! > poi indicò la bambina sugli spalti < Quella creaturina così piccola e carina è Kurumi Kimura e il gatto credo di chiami Kyle a quanto ho capito... che ne so io?! >
Una potente fiammata azzurra venne si scaturì dal ragazzo dagli occhi blu che era già pronto a colpire < Kasai Akuma. E state per fare entrambi una brutta fine >

 

< Com’è che avevamo concordato? >
< ...N-No... t-ti p...-preg-go...! >
Una luce sinistra illuminò quegli occhi, facendolo tremare ancora di più. Le sue labbra si muovevano sensuali contro il suo orecchio mentre sentiva le sue mani scendere sempre di più.
Ormai non gli restava che pregare.
< Mi spiace > disse il diavolo < Ora, vuoi o non vuoi, farai tutto quello che dico io >

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA

Okay. Sarò quanto più breve mi riesce… spero.
Cosa ve ne pare?!! Sono estremamente curiosa di sapere cosa ne pensate. È arrivato finalmente il momento di menare le mani, yuppieee!!, vi ho lasciato con abbastanza suspense? Insomma... vi ho lasciati con Naoko e Byakko che sta per affrontare Wok, Ayaka che sta per iniziare a bere come non ha mai fatto in vita sua, l’inaspettato (???) intervento di Kasai, Seras, Kurumi e Kyle, e lo scambio di battute tra un certo diavoletto e qualcuno di mooolto impaurito... ALLORA?!
Per le spiegazioni di come quei quattro si siano riuniti dovrete aspettare il prossimo capitolo ma finalmente stiamo andando avanti, no? Ho altri quattro personaggi maschili da inserire (tra cui uno mio) e non vedo l’ora!
Li inserirò nel prossimo capitolo, prometto!

Non ho ancora scritto lo Special 02, scusate, ma preferisco aspettare un po’.

Ma cosa più importante!

Non so se dal prossimo capitolo ci riuscirò o dovremo aspettare che sconfiggano la gilda oscura ma credo sia ora di pensare alla love story dei vostri OC!
Evvai! (Oggi mi sento proprio gasata, wow) anche se si sono aggiunti altri personaggi e mi dovrei leggermente muovere visto che non potete aspettare in eterno, NO?! Bene.
Quindi, se avete idee sulla futura relazione che potrebbe avere il vostro OC, ditemelo per messaggio privato (anche più opzioni) e cercherò di accontentare un po’ tutti.

Se però qualcuno vuole aspettare perché non convinto, non fa nulla.
Anche perché come ho già detto ci sono altri OC maschili e sicuramente ne arriveranno altri femminili quindi a voi la scelta.

A presto!

Ayaka


P.S. non so chi sta seguendo Fairy Tail come sto facendo io ma... non vorrei spoilerare niente, in effetti, quindi mi limiterò a... niente... T.T ciao!

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Capitolo 10
*** Magia fuori controllo ***


SCUSATE.
Per eventuali riepiloghi... personaggi e trama, andate giù, molto giù...!
SCUSATEMI ANCORA!




 

WEEKLY SORCERER
INTERVISTA AI MAGHI DI FAIRY TAIL

Parte 02
Il mago più attraente è un uomo senza speranza

 
Passata un’oretta in cui i due giornalisti si sono lanciati a capofitto in un enorme tazza di tisana, si riprende con l’intervista.
Leona sembra essere tornata in forma e ha già tirato fuori il blocchetto per gli appunti mentre intima al suo collega di darsi da fare velocemente con il registratore.
LEONA: Bene. E adesso tocca ad Alèk Black, l’Inarrestabile... dimmi, quanti anni hai?
ALÈK: Ventitré.
LEONA: E... in ventitré anni, esattamente quante fidanzate hai avuto?
Il sopracciglio del ragazzo si alza di qualche centimetro.
ALÈK: In che senso?
LEONA: Nel senso che conosci...
Lui ci pensa un po’, poi i suoi occhi si fanno più profondi e luccicanti.
ALÈK: Beh, non so il numero esatto. Ma... se vuoi possiamo parlarne in privato...!
Ma prima che Leona rispondesse qualcosa, rossa come un peperone, un colpo violento colpisce il povero Alèk sulla nuca facendolo piegare in avanti.
Una mano premuta attorno alla testa e che lo costringe a stare col viso basso, una forza inaudita ma che conosce bene: sua sorella.
ALEXIS: Piantala di fare l’idiota...
ALÈK: V-Va bene, sorellina!
La ragazza lo molla all’improvviso e sbuffa tornandosene vicino agli altri con le braccia incrociate al petto.
Leona, intanto, che è rientrata pienamente nei pani della giornalista seria e smessi quelli della fangirl assatanata che stava per esplodere, attira l’attenzione con un colpo di tosse.
LEONA: Si direbbe che la tua cara sorellina sia gelosa... tu che dici, Alèk? Come definiresti il tuo rapporto con Alexis?
ALÈK: Beh, io le voglio un bene dell’anima!
LEONA: Quindi si può anche dire che lei sia l’unica donna della tua vita?
ALÈK: Da un lato sì, ma... non disdegno neanche le altre belle donne!
Mentre l’intervista prosegue, Ayaka e Asuka si sono viste costrette a trattenere la mora per le braccia onde evitare un fratricidio – lei non è gelosa!, semplicemente le da fastidio il fatto che tutti coloro che appartengono al sesso femminile si lancino come delle assatanate ogni volta che suo fratello passeggia per strada...!
Allo stesso tempo però c’è un pensiero comune in tutte loro. E cioè che Alèk non cambierà mai...!
LEONA: Di cosa hai paura?
ALÈK: Ehm... *Impallidisce* passiamo a un’altra domanda?
Ma Ayaka ha già messo in atto il suo piano trascinando anche Kasai e Naoko, facendoli avvicinare di soppiatto ad Alèk e all’improvviso urlano un miagolio che fa saltare il poverello e farlo appendere al lampadario percosso dai brividi.
ALÈK: *Battendo i denti* C-Che... c-c-che co-s’era?
LEONA: *A bocca aperta* Non credevo che il grande Alèk Black avesse così tanta paura dei gatti.
JACK: Mi è crollato un mito...!
E Jack è davvero dispiaciuto. Ma andando avanti, alla fine Alèk è sceso dal lampadario soltanto dopo che Alexis usasse il suo potere sull’aria per far sì che l’ossigeno si concentrasse solo sul fondo della stanza.
Dopo dieci minuti buoni, Leona può continuare con le sue domande “normali”.
LEONA: Allora, Alèk! Sei stato eletto “il mago più attraente di Fiore”, come l’hai presa?
ALÈK: Beh, grazie a questa cosa ora molte più ragazze hanno la possibilità di conoscermi e contattarmi! *dice con un sorriso ampissimo* il numero delle mie conquiste è notevolmente aumentato!!
LEONA: Bene, ora... tu e tua sorella siete gli ultimi rimasti della ricca famiglia Black dalla quale avete ereditato degli straordinari poteri. Parlando di te, la forza sovrumana. Hai trovato difficoltà all’inizio?
ALÈK: *ci pensa un attimo poi ride* All’inizio sì. Era difficile convivere con tutta quella forza. Credo che nessuno abbia rotto tanti bicchieri di quanti ne ho rotti io! *scoppia a ridere facendo fare un risolino anche ad Alexis*
Dopotutto sono bei ricordi.
Come quando lei ha dato fuoco ai vestiti di suo fratello senza neanche rendersene conto o come quando (sempre lei) gli ha fatto la doccia mentre cercava di controllare l’acqua del laghetto.
JACK: Leona, non sarebbe meglio continuare?
Intanto Leona si era come incantata a guardare il mago con quel suo sorriso luminoso, al che il suo collega si vede costretto a scuoterla per farla risvegliare.
LEONA: Sì, certo... cioè... che stavamo dicendo?
Chiede la giornalista mascherando la sua confusione con qualche colpo di tosse.
JACK: Eravamo quasi arrivati alla seconda fase dell’intervista.
Tutti gli altri maghi sobbalzarono, avendo idea di cosa aspettava il povero Alèk, magari la reporter se ne sarebbe uscita con qualche domanda perversa o senza senso.
Leona poggiò sul naso gli occhiali tigrati e uno strano sorriso le illuminò il volto.
LEONA: Bene Alèk! Passiamo alle domande serie: il tuo tipo ideale di donna?
ALÈK: Beh, tutte! Basta che non siano minorenni!
In quel momento si ode un grido disumano che fa saltare un po’ tutti i maghi di Fairy Tail. A lanciare quel grido altri non era che Marylin con entrambe le mani ai lati del viso e un’espressione scioccata.
MARYLIN: Come sarebbe a dire che non ti piaccio??!!!
La maga scoppia letteralmente in lacrime, facendosi consolare da Asuka e Alice che l’abbracciano mentre Naoko gli lancia un’occhiata come per dire “ma ti sembra il modo?”.
Anche Ayaka scuote la testa, profondamente delusa suscitando in Alèk uno strano senso di disperazione.
Non era certo sua intenzione farla piangere!
ALEXIS: Adesso cerca di farla smettere...*lo intima la mora con un’occhiataccia da far rabbrividire un morto*
LEONA: Incredibile, fai colpo anche sulle ragazzine... sei proprio il mago più attraente di Fiore!
MARYLIN: Non ci credo! *esclama invece Marylin dall’altra parte, tra un singhiozzo e un altro* Sicuramente l’ha detto per non espormi davanti ai giornalisti, sì dev’essere senz’altro così!
Asuka sgrana gli occhi davanti a quelle parole che fanno spalancare la bocca anche a tutti gli altri maghi.
Però, questa sì che è proprio convinta...” pensa Lisanna sconvolta.
LEONA: Ora possiamo passare alla seconda parte del nostro giornale!!!!!
Il grido di euforia della reporter, degna figlia di Jason, è accompagnato da grandissimi occhi a forma di cuore.
Jack impallidisce di botto e fa alcuni passi indietro mentre Leona indossa i suoi occhiali preferiti.
AYAKA: Mi spiegate perché è così strana quella lì?
NAOKO: Parla la normalità in persona...
KASAI: Secondo me è scappata dall’ospedale psichiatrico.
ALICE: A-A me fa un po’ paura...
ASUKA: Qui si affonda nel ridicolo.
LEONA: Allora Alèk, pronto???!!! *lui annuisce convinto, d’altra parte non sa ancora cosa gli aspetta* Iniziamo... qual è... la tua posizione preferita?!
...
ALÈK: Beh...
ALEXIS: Ma che cazz-?!
NAOKO: Non c’è alcun bisogno di rispondere!!!
Alice dapprima non ha ben capito la domanda ma quando Ayaka si abbassa per aggiornarla la piccola maga diventa rossa come un pomodoro e crolla a terra in ginocchio, imbarazzata da morire.
KASAI: Che c’entra questo con l’intervista?
LEONA: (con sguardo maligno) CENTRA ECCOME!! *gli urla addosso senza pensarci due volte*
Asuka si spalma la mano sulla faccia roteando gli occhi al cielo.
MARYLIN: NON FARLO ALÈK!! Non dirglielo, manterrò io il tuo segreto!!
NAOKO: Tu sei ancora troppo piccola per queste cose!!
MARYLIAN: Ma se avrai qualche annetto più di me, anzi, scommetto che sei anche più piccolo!
Naoko si fa rosso di rabbia e sta per agguantare la maga degli specchi per i vestiti ma Asuka glielo impedisce tirandogli i capelli corti e lanciandogli un’occhiata micidiale.
Alexis sospira affranta: quando finirà quello strazio?
LEONA: Allora, vuoi rispondere?
ALÈK: Lo stavo facendo, ma...
ALICE: T-Ti p-prego non v-voglio sentire...! *mugugna con le mani premute sulle orecchie*
ASUKA: Che ne dice di passare alla prossima domanda?
LAONA: Nient’affatto!
ALÈK: Tieni *Alèk porge un foglietto alla reporter che lo guarda dubbiosa per poi afferrare il pezzo di carta e leggere*
KASAI: Che cos’è?
ALÈK: (con un sorriso a trentadue denti) La mia risposta!
La faccia di Leona cambia colore ogni lettera che legge e la cosa fa preoccupare la giovane master che si allunga a leggere anche lei aggrottando le sopracciglia.
ALEXIS: Master, ma che fai? Anche tu adesso?
Ayaka fa spallucce per poi ridacchiare sotto lo sguardo allibito degli altri maghi.
LEONA: A-A-Alèk-k pas-siamo a-ava-nti...
Ma non fa in tempo che collassa al suolo ancora intontita e super imbarazzata.
AYAKA: Ops, è morta?
Intanto Jack ne approfitta per trascinarla in un angolo e con l’aiuto di Lisanna le mette una pezza bagnata (congelata, a dire il vero) sulla fronte sperando che si riprenda presto.
JACK: A questo punto continuo io se non vi dispiace.
Nessuno ha da obbiettare e l’intervista continua.
JACK: Prossima domanda: cosa non sopporti in una donna?
ALÈK: Mmm... che poco carina...
ALEXIS: E ti pareva.
JACK: Prossima: Hai intenzione di sposarti e avere dei figli?
Alèk apre la bocca per rispondere ma poi ci ripensa.
Compie quest’azione più volte senza dire nulla finché non si decide.
ALÈK: Al momento no, mi basta divertirmi!
Marylin esulta mentalmente, così almeno l’avrebbe aspettata prima che sia in grado di diventare mamma.
La mamma dei figli di Alèk!
JACK: (con uno strano tic all’occhio – incredibile come quel tipo possa piacere a qualunque ragazza del regno di Fiore, non si capacitava della cosa) Dì un po’... ma non è che a te in realtà piacciono i maschi?
ALÈK: COOOOOSAAAA?!!! Assolutamente NO!
AYAKA: Però sarebbe divertente... *dice, senza smettere di ridere*
ALÈK/MARYLIN: No, sarebbe una catastrofe!
JACK: Oookay, abbiamo finito con te, Alèk, ora passiamo alla bellissima Alexis!!!
ALEXIS: Oh mio Dio...! – Un altro no!

 

 

 

 

 

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 

 

Capitolo 10

Magia fuori controllo

 


< Ma che diavolo dite? >
< Dobbiamo pur fare qualcosa > rispose Seras con veemenza < Ho capito che sono vostri amici ma credo che riempirli un po’ di botte non sia poi la fine del mondo >
Kasai annuì indicandola con gli occhi sbrilluccicanti < Sì! Sono d’accordo! >
< Tu sta’ zitto che l’unica cosa che vuoi è avere una rivincita su Alèk... > ribadì Asuka che scosse la testa quando il rosso iniziò a guardare tutto tranne che lei, in evidente imbarazzo per essere stato scoperto così presto.
Alexis si rialzò a fatica da terra tenendosi lo stomaco < Io non posso usare la magia. Il veleno me lo impedisce, ma posso comunque combattere con le arti marziali >
< Bene! > esclamò Seras con un sorriso a trentadue denti < Non perdiamo altro tempo. È ora di combattere! >
In un batter d’occhio i maghi di Fairy Tail e alleati si misero in posizione, pronti a tutto pur di far tornare normali i due maghi.
Ben presto gli scontri iniziarono.
Kasai bloccò il pugno di Alèk con il palmo della mano infuocato e con l’ausilio della magia riuscì a spingerlo indietro. Era determinato a prendersi la rivincita e in un certo qual modo era felice di quella situazione perché gli consentiva di sapere che Alèk stava utilizzando tutta la sua forza contro di lui... certo, aveva come scopo ucciderlo, ma non si sarebbe fatto battere di nuovo.
Avrebbe vinto lui questa volta.
Ci fu, per un periodo di tempo indefinito, un susseguirsi di colpi infuocati e non, pugni che fecero crollare gli spalti e calci che pararli era un suicidio, eppure i due ragazzi erano ancora in piedi uno di fronte all’altro.
< Pugno di ferro del demone del fuoco! >
Il pugno del rosso venne prontamente bloccato dal braccio di Alèk che sollevò intanto l’altro braccio per colpirlo sulla guancia, alzò poi la gamba e gli piantò violentemente un piede alla bocca dello stomaco facendogli aggrottare profondamente le sopracciglia.
Nonostante non stesse usando la magia Alèk era un ragazzo fuori dal comune: la sua forza era strabiliante e portentosa...
Kasai si ripulì velocemente il sangue che colava dall’angolo della bocca per poi fare un respiro, dopodiché si lanciò contro l’amico e con un’abile mossa gli andò dietro e lo bloccò per le braccia < Eheh... e adesso? > ma Alèk tirò la testa all’indietro colpendogli il naso e facendo grugnire il Devil Slayer dal dolore.
Ma non per questo mollò la presa o la allentò.
A un certo punto però dalla sua bocca iniziò a uscire della polvere blu, che preannunciava il Fiato esplosivo del demone del fuoco Moeru Jigoku, infatti dopo neanche mezzo secondo, quando la polvere ormai li circondava completamente, questa esplose violentemente danneggiando un po’ tutta l’arena.
< Maledizione... perché deve sempre essere così distruttivo? > si lamentò Asuka mentre, assieme ad Alexis, fronteggiava i due maghi nemici che con un ghigno divertito le fissavano < E voi, che razza di magia avete usato contro i nostri amici?! >
Lola ghignò sistemandosi i capelli dopo che quell’esplosione glieli aveva fatti svolazzare < Perché non lo indovinate da soli? > detto questo formò con le mani una specie di rombo e le posizione davanti alla bocca.
In quel momento urlò.
Ma il suono della sua voce era molto più amplificato rispetto a quello di una persona normale, il che dava seri problemi ai maghi di Fairy Tail, eccezion fatta per Alèk e Ryoko che invece, approfittarono della situazione per andare all’attacco.
Di fatti Alèk bloccò Kasai a terra mettendogli un ginocchio in mezzo alla schiena e torcendogli entrambe le braccia all’indietro facendolo grugnire di dolore. Intanto Ryoko aveva puntato due pistole magiche al petto di Seras la quale riuscì appena in tempo a fare qualche passo per non essere colpita mortalmente, uscendone comunque ferita ma poco più verso l’arto sinistro.
La rossa cadde malamente a terra tenendosi il braccio sanguinante con la mano artigliando la pelle cercando di trovare sollievo ma non c’era nulla che potesse fare per sentirsi meglio in quel momento.
< Ma che cazz...! > riuscì a esclamare quando un calcio la colpì dritta in faccia, facendola rotolare verso Kurumi che teneva entrambe le mani strette sulle orecchie e un’espressione di dolore in viso.
Quell’urlo assordante stava spaccando anche le macerie dovute all’esplosione di poco prima.
Alexis si fece forza e corse verso Lola nel tentativo di farla smettere al più presto con quel supplizio ma Avram le si parò davanti afferrandola per il collo e sollevandola da terra < Non potete fare niente. Solo chi ha addosso il segno di Lola è immune alla sua stessa magia e voi non siete tra questi. Mi dispiace che sia finita così presto. >
La mora aggrottò le sopracciglia e pensò che quel tizio li stava maledettamente sottovalutando.
< Ora mi hai stufato > sibilò prima di muovere velocemente le gambe in direzione del nemico e costringendolo a lasciare la presa, Alexis si mosse velocemente e con un poderoso calcio scacciò Lola mettendo fine al suo terrificante urlo.
Quasi nello stesso momento nelle vicinanze di Kasai ci fu l’ennesima esplosione e subito dopo la sagoma del rosso sbucò fuori da un’alta colonna di fuoco blu, mostrando un sorriso, segno che l’adrenalina dovuta alla battaglia non l’aveva ancora abbandonato.
Asuka si concentrò e in un attimo tante mani giganti fecero la sua apparizione, erano mani fatte di vetro < Punch Line Attack > fece infatti la donna, e in un attimo tutte queste mani furono addosso ad Avram che aveva intenzione di attaccare la minore dei fratelli Black.
Avram riuscì a schivare le prime mani ma queste si fecero sempre di più e sempre più fitte, così il ragazzo finì per ritrovarsi bloccato e incapace di muoversi.
Ma evidentemente le sorprese non erano affatto finite.
< Credete davvero che dei maghi di così infimo livello possano battere due maestri come noi? > lui rise quasi sguaiatamente mentre pensava di avere a che fare con dei veri e propri idioti < Non avete ancora visto niente. Siete finiti! >
< Piantala! > esclamò Asuka evocando una scatola di vetro per imprigionarlo < Non hai ancora capito con chi hai a che fare?! >
Avram rise ancora < Siete voi che non avete capito un accidente > ma non riuscì a dire null’altro che il corpo di Alèk gli andò a finire addosso.
< Certo che voi cattivi dite sempre le stesse cose > disse un Kasai ansimante per la fatica < Il copione è lo stesso >
Seras alzò le spalle < Che ci vuoi fare... non possiamo mica pretendere che tutti i nostri nemici siano intelligenti...! > e lanciò un’occhiata a Kurumi che se ne stava ferma in un punto senza dire nulla e fece l’occhiolino.
La bambina si lasciò andare in un sorriso tirato ma quando vide Ryoko mentre si preparava ad attaccarle, qualcosa scattò in lei e gridò il nome della rossa in modo che si accorgesse del pericolo.
Aveva capito quale fosse la magia di Ryoko, si trattava di una Magia Dimensionale, in più utilizzava quelle sue pistole magiche che sembravano fatte apposta per rompere tutto ciò che creava con la sua di magia, Light Make.
Il che rendeva tutto molto più complicato.
A un certo punto però le venne un idea.
Un velo di luce pure la rivestì e per un attimo ebbe la sensazione di sentirsi molto meglio, dopodiché partì a razzo, alla velocità della luce, raggiungendo Ryoko che era appena spuntata fuori da uno dei suoi portali dimensionali e privandola delle sue pistole. Se c’era una cosa che aveva capito di lei, era che non era affatto tagliata per il corpo a corpo, il che giovava a suo favore.
Una volta privata delle armi, Seras fece per creare una lama di luce per tramortirla ma ecco che qualcosa sembrò stritolarla e finì col cadere a terra.
La risata di Avram riecheggiò per l’arena < Siete patetici! >
Seras gli rivolse un’occhiata carica di rabbia.
< C-Che cosa...?! > Alexis cadde in ginocchio, anche lei stretta da qualcosa che non riusciva a vedere.
Kasai e Asuka non erano messi meglio di loro, anzi.
Avram si liberò di quelle mani di vetro e si ripulì i vestiti dalla polvere sollevata dalla battaglia < Siete così stupidi da non arrivarci neanche, troppo occupati a tentare di non fare del male ai vostri amichetti... la magia di Lola è il suono, la mia invece è quella che permette di controllare ciò che indossate, in poche parole... >
Asuka sgranò gli occhi < Finché saremo vestiti, tu non esiterai a stritolarci, giusto? >
< Esatto! >
< Sarebbe solo questo il problema? >
Alexis, Seras e Asuka si voltarono preoccupate verso la fonte di quella voce tanto sconsiderata, Kasai stava guardando il nemico con un’espressione per nulla rassicurante.
Non sapeva con quale forza ci era riuscita ma Seras si era lanciata sul ragazzo bloccandogli i movimenti < Ma che cavolo fai?! Sei impazzita?! >
< Io impazzita?! Brutto idiota, ti pare normale spogliarsi davanti a una bambina?! > e indicò Kurumi raggomitolata in un angolino, tutta dolorante a causa dei vestiti stetti.
< EH?! > fece il rosso cercando di togliersela di dosso, il movimento per altro, era in parte bloccato dal fatto che il gilet che indossava gli stava stringendo la gabbia toracica non facendolo respirare bene < Dobbiamo o no, sconfiggerli? Con questi cosi  addosso hanno bloccato almeno in parte i nostri movimenti! >
Nel mentre la discussione tra i due continuava Alexis si lasciò andare in un sospiro spostando gli occhi azzurri verso i due nemici < Dobbiamo sconfiggere loro. Se sconfiggiamo loro, Alék e Ryoko torneranno come prima > disse, mentre Asuka annuì, tornata al suo fianco anche se con qualche difficoltà.
< Come intendi fare? Riesci a muoverti? >
< Io no > sussurrò la mora cercando di sfilarsi per lo meno gli scaldamuscoli dagli avambracci ma era tutto inutile < Tu sicura di stare bene? La pancia? >
Ma Asuka non fece in tempo a rispondere che un cerchio magico comparve nel nulla ai piedi di Avram, il quale sembrò più sorpreso di tutti i maghi di Fairy Tail di quell’evento inatteso.
Alexis guardò Kasai e Seras, completamente immobili a fissare il mago di Dark Arts, anche Asuka non stava facendo nulla.
< Avram? Che succede?! > fece Lola, totalmente confusa.
Il ragazzo si piegò letteralmente in due grugnendo < C-Che c-cosa...?! >
I loro amici caduti vittima della gilda oscura neanche stavano facendo niente, quindi...
< AVRAM! >
Chi è che sta attaccando?!”

 

[Giusto per far capire cosa sia successo prima, da Ayaka]
Quel tizio, Asyût le sembrava si chiamasse, aveva insistito tanto per scegliere la qualità di alcol che avrebbero dovuto ingerire.
È rimasto la bellezza di dieci minuti per decidere e alla fine aveva optato per un alcolico bello forte, praticamente una persona normale sarebbe andare in come etilico dopo neanche un sorso ma le era sembrato fiducioso e quindi aveva alzato le spalle come se la cosa non le importasse.
Se solo avesse potuto conciarlo per le feste il prima possibile, si sarebbe risparmiata il fatto che, volente o nolente, avrebbe fatto vedere di cosa era capace dopo aver bevuto quel determinato tipo di alcol. Si trattenne dallo sbattersi una mano su tutta la faccia.
Ormai era andata e lei non poteva certamente tirarsi indietro.
< Le regole sono molto semplici, Ayaka. Qui c’è un vaso > e indicò quello che doveva essere un vaso perfettamente decorato < dove ho messo dei pezzi di carta con scritti il numero di bicchieri che dovremmo bere. Ne estrarremo a sorte fino a che uno dei due crollerà per la sbronza >
Ayaka inarcò un sopracciglio < Tutto qui? >
< Certo. Inoltre ci sono solo tre bigliettini dove c’è il numero 0. Gli altri 97 contengono numeri dall’1 al 10 > assottigliò lo sguardo, sicuro di vincere < Pronta? >
Ayaka annuì vigorosamente.
< Inizio io > disse Asyût pescando il primo biglietto, per poi rigirarlo verso la bionda Master < 2 > disse e bevve due bicchieri di Spyritus.
Poi toccò ad Ayaka: 1.
Asyût: 5.
Ayaka: 7.
Asyût: 3.
Ayaka: 5.
< Ti vuoi arrendere? > fece il mago strascicando leggermente le parole ma abbastanza lucido da iniziare una guerra psicologica con la ragazza.
Ayaka lo guardò con gli occhi lucidi e le guance paonazze < C-Chi? Io...? > e s’indicò ma il dito puntava più a sinistra che verso di lei, al che il nemico le scoppiò a ridere in faccia.
Pescò nuovamente e rise ulteriormente < 0. Tocca a te >
Ayaka mise la mano nel vaso e la ricacciò con un bigliettino stretto tra le mani, lo aprì e le scappò un risolino < 10 > dopo aver arricciato il naso senza motivo bevve i bicchieri senza guardare in faccia a nessuno < Toccaha teeh? >
Asyût: 1.
Ayaka: 8.
Asyût: 3.
< Woooooooooow! 0 anche a me! > esclamò Ayaka con un sorriso da un orecchio all’altro.
L’altro però sogghignò nel vederla più di là che di qua e pescò un altro pezzo di carta sollevando le sopracciglia < 0. Vai, tocca a te >
Ayaka ne prese un altro < DIECI!!!!!!! > bevve altro alcol senza restarne neanche una goccia dopodiché ebbe la malsana idea di alzarsi dallo sgabello dove erano seduti e barcollò per qualche metro avvicinandosi a lui < Ho vintooo! >
< Ma se stai per crollare? > le fece notare invece lui < È chiaro che ho vinto io, no? >
< Ma il gioco eeera che... mh... gioco? Ah, sì!!! > rise ancora appoggiandosi con le mani al tavolino e sporgendosi in avanti facendo arrossire da matti il povero mago < Vince chi è riiiuscito. A. Re.si.ster.e anche se tu, in reaaaltà, non hai mai detto chi tra i due avreeeeeebbe vinto, sì? >
Lui ghignò < Infatti ti ho fatto ubriacare apposta per poterti ammazzare, cara Master > e fece per estrarre una spada dalla fodera che nascondeva accuratamente sulla schiena ma Ayaka gli si buttò addosso afferrando la spada.
I suoi occhi erano grigi e lucidi ma c’era un luccichio diverso, qualcosa che lo spaventava terribilmente < Uccidermi? Davvero? > lanciò la spada a diversi metri da loro mentre si metteva seduta sul suo stomaco, i palmi delle mani sul petto del nemico < E io che pensavo volessi fare altro, furbacchione >
Gli fece la linguaccia e immediatamente dopo un cerchio magico di colore azzurro la trasformò nella fata del vento, Milly, stretta come sempre in un provocante vestitino azzurro e con le braccia piene di immagini rappresentanti foglie e uccellini.
< Allora, cattivone, te la ricordi la scommessa, sì? > fece con voce sibillina al suo orecchio facendolo rabbrividire.
Asyût aveva un brutto, bruttissimo presentimento.
Ayaka si alzò in piedi e camminò ondeggiando fino a mettere tra i due una distanza di cinque metri < Pronto? >
< Non mi farò mai battere, ti trasformerò in una statua di marmo! > e le sue mani vennero ricoperte di una sostanza biancastra.
La bionda maga storse le labbra e poi ghignò pericolosamente < L’esito dello scontro è già stato deciso, cattivone caro... Speed  fly! > delle piccole ali si formarono vicino ai suoi piedi e in un millisecondo gli fu vicino, pronta a colpire con una folata di vento talmente forte da squarciargli in parte i vestiti e dei lembi di carne.
Ayaka si leccò le labbra < Non ho ancora finito > velocemente si mosse ancora verso di lui con uno strato di vento a ricoprirle il corpo come fosse uno scudo, uno scudo che neanche con la spada Asyût riuscì a rompere.
Compresse tutta l’aria che c’era nella stanza e praticamente gliela lanciò addosso praticando un foro sul petto del nemico, dopo pochi secondi egli era a terra, sicuramente con qualche osso fracassato.
Sorrise “E’ stato più semplice di quanto pensassi...” si ritrovò a pensare “Peccato che sia finita così presto” poi lo afferrò per la collottola e lo sollevò, scuotendolo leggermente < Ehi, cattivone, sveglia. Ti sei scordato la scommessa? >
Lui aprì gli occhi lentamente ma non appena fissò il suo sguardo in quello di Ayaka cominciò a tremare a cercare di divincolarsi dalla sua presa farfugliando parole sconnesse.
< Com’è che avevamo concordato? >
Gli occhi gli si riempirono di lacrime < ...N-No... t-ti p...-preg-go...! >
Ayaka quasi gli scoppiava a ridere in faccia, era una situazione davvero esilarante < Mi dispiace > in quei momenti più che a una fata sembrava somigliare più a un diavolo < Ora, vuoi o non vuoi, farai tutto quello che ti dirò io > gli sussurrò all’orecchio, lui se la stava facendo addosso dalla paura.
La bionda si ritenne soddisfatta e gli occhi gli si illuminarono di cattiveria < Bene. Tu hai l’antidoto al veleno che ci avete iniettato tramite quest’anello, giusto? Fai in modo di farlo avere ai miei compagni e trova il modo  per farcelo togliere >
< N-Non si... p-può t-toglie-ere... s-solo il nos-stro M-Master può f-farlo... >
Ayaka si accigliò leggermente ma tornò subito come prima < Allora valle a dire che sto iniziando a innervosirmi e che venga a combattere contro di me così la facciamo finita una volta per tutte > e lo lasciò andare.
Asyût annuì e scappò letteralmente via, non domandandosi come mai lei avesse potuto usare la magia nonostante il veleno... ma la risposta a quella domanda gli sarebbe stata chiara se avesse aspettato qualche secondo prima di andarsene: perché non appena lui uscì da quella stanza con l’antidoto pronto per i maghi di Fairy Tail, Ayaka cadde in ginocchio.
Attorno a lei il vento iniziò a muoversi da solo, provocandole profondi tagli sulle braccia, sulle gambe e sul busto... era proprio vero, con quel veleno in corpo la sua magia non le rispondeva del tutto e ora il suo stesso vento si era messo contro di lei.

 

Alice stava diventando sempre più pallida ma né Byakko né Naoko avevano tempo di accorgersene perché troppo impegnati a far esplodere quella moltitudine di Wok in schizzi di colore. Naoko non poteva usare la sua magia ma Byakko sembrava valere per dieci maghi: i suoi artigli fendevano persino l’aria, dalla sua bocca fuoriuscivano folate di vento misti a fulmini che distruggevano ogni singola particella di colore utilizzata da Wok.
< Umano > iniziò la tigre a un certo punto < Di questo passo non ce la possiamo fare. Più ne abbattiamo e più quel tizio crea nuovi nemici, è in evidente superiorità numerica rispetto a noi >
Naoko sapeva bene quel che andava fatto.
Chiuse gli occhi azzurri per un attimo e aggrottò le sopracciglia < Ci penso io a questi ammassi di pittura, non appena puoi tu attacca il vero Wok! > esclamò unendo le mani e subito dopo una trentina di Naoko fecero la loro apparizione accanto all’originale.
Byakko restò impressionato dalla quantità di copie create in appena un secondo ma il nemico non sembrava esserne tanto sorpreso < E tu speri di battermi con qualche stupida copia? E poi ti sei scordato che non puoi utilizzare la magia?! > fece scoppiando a ridere.
Naoko sorrise < Tu sta’ a vedere, pezzo di merda! >
In un attimo tutte le copie si avventarono sulle immagini colorate di Wok, mentre il vero Naoko richiama l’attenzione dell’enorme tigre bianca che scattò infastidita < So quel che devo fare, umano > e con un balzo riuscì a raggiungere Wok, fino a quel momento protetto dalle sue copie.
Ma qualcosa andò storto e Byakko venne completamente spinto dalla parte apposta a quella dell’avversario battendo il dorso contro le pareti della bisca. Naoko cercò di capire perché il suo piano non aveva funzionato e tutto gli fu chiaro quando vide le sue stesse copie storcersi in diverse forme restando sebbene somiglianti a lui.
Alcune si fecero più grasse, altre più piccole, altre più grandi e deformate diventando dei veri e propri giganti ed era stato proprio uno di loro a colpire Byakko prima che potesse fare qualunque cosa.
< Cazzo! > imprecò il biondo stringendo i pugni mentre Wok rideva.
Rideva veramente di gusto < Te l’avevo detto. La vostra magia è stata compromessa dal veleno... non avete alcuna possibilità di sconfiggermi! >
Ma Naoko prese a correre verso di lui prendendo a pugni e a calci qualsiasi cosa gli si parasse davanti, accusando però qualche colpo. Le sue stesse copie si mettevano contro di lui e quasi venne schiacciato dal piede di uno di loro particolarmente grande rispetto al resto del corpo.
Erano diventate copie distorte di se stesso.
Ma non si diede per vinto e creò nuovamente un paio di copie e assieme a loro, prima che anche queste impazzissero come le altre, prese a ad attaccare Wok a suon di pugni.
< Credi davvero che basti questo?! > fece lui, schivando ogni attacco < Come sei patetico > all’improvviso cacciò dai pantaloni un pugnale che utilizzò per colpire Naoko sulla coscia destra.
Estrasse l’arma subito dopo e mischiò il sangue con i suoi colori e in un attimo una nuova copia di Naoko prese vita.
Quest’ultimo sgranò gli occhi arretrando di qualche passo anche se a fatica < Che diavolo è quello?! >
< Visto che ti piace tanto combattere contro te stesso, ecco a te una copia perfetta! Molto meglio rispetto a tutti quelli che hai creato finora, giusto? >
Naoko si trovava di fronte a Naoko.
Una vena cominciò a pulsare pericolosamente sulla tempia del vero mago dell’Ubiquità < Questa COSA non sono io! La ridurrò a pezzi e subito dopo mi occuperò di te!! >
Il ruggito di Byakko attirò la sua attenzione e si voltò rendendosi conto con orrore che le copie impazzite e i disegni di Wok stavano tutti confluendo verso Alice.
< Non distrarti > Naoko fece appena in tempo a riconoscere la sua voce in quelle due semplici parole che un calcio lo colpì in pieno stomaco facendolo rotolare di qualche metro.
Alzò gli occhi azzurri solo per incontrarne un altro paio parecchio simili ai suoi.
Deglutì scoprendo la gola totalmente secca. E ora cosa avrebbe fatto? Sarebbe mai stato in grado di battere se stesso?!
Un moto di rabbia lo percosse dall’interno.
Non poteva permettersi di indugiare o altro, doveva combattere: Alice aveva bisogno di cure immediate!
< E va bene > si disse, rialzandosi < Facciamo questa cosa > e si lanciò in un combattimento estenuante, evocando la sua ascia bipenne che, manco a dirlo, cozzava ripetutamente contro quella della sua copia.
Era una cosa snervante, vedere quella cosa copiarlo in ogni minima mossa... lanciò un’occhiata a Wok che se la rideva dalla sua postazione, deciso a non sporcarsi ulteriormente le mani, poi a Byakko che lanciava intere tempeste contro i nemici.
Poi guardò Alice, con gli occhi che faticavano a restare aperti, i muscoli contratti, segno che stava cercando di alzarsi ma che non ci riusciva.
< Per te è impossibile pensare di battermi > gongolò la sua copia nemica < Non puoi battere te stesso >
Alice riuscì ad alzare la testa e le spalle, giusto il tempo di guardare prima la tigre bianca e poi il compagno di gilda con un sorriso per poi crollare a terra con il fiatone < N-Nao-Ko... ce la puoi... ce la puoi f-fare...!! >
Il ragazzo si lasciò andare in un sorriso < Non preoccuparti, Alice... tra un po’ ti porto fuori di qui >
Byakko ruggì nuovamente e tagliò il pavimento sotto di lui con delle unghiate, facendo vibrare i muscoli delle zampe e del dorso, pronto a scattare < Chiunque ha intenzione di avanzare un passo verso Alice dovrà vedersela con me!! >
Wok si limitò a sghignazzare continuando nella sua opera, creando tanti tentacoli che cercavano di aggrapparsi alle gambe di Naoko che però riusciva a evitare di essere preso.
Poi all’improvviso sentì una voce a lui sconosciuta gridare < Ehi, tu, ragazzino di Fairy Tail!!! > fece appena in tempo a girarsi che questo individuo gli lanciò qualcosa che afferrò prontamente per poi capire che si trattava di una boccetta con del liquido giallognolo < E’ l’antidoto al veleno dell’anello!! >
< Asyüt! Che diamine ti salta in mente??!!! > gridò Wok infuriato.
Il mago che rispondeva a quel nome si limitò a guardarlo con gli occhi pieni di paura e il corpo ancora tremante < N-non è stata colpa mia!!! E’ quel mostro!! Tu non lo hai visto ma è terrificantee!! >
< Ma quale mostro?! Sei impazzito?! > e Wok avrebbe voluto dirgli altro, insultarlo o menarlo direttamente dato che non lo aveva mai visto con un’espressione così emotiva in volto ma un brutto presentimento lo costrinse a dare retta a qualcun altro.
Infatti Naoko aveva aperto la boccetta e dopo aver annusato il contenuto per controllare che non fosse altro veleno, ingurgitò il contenuto.
< Ora che posso usare di nuovo la mia magia, non vedo l’ora di fartela pagare > sibilò il biondo assottigliando gli occhi < Triple attack!! > e al suo fianco comparirono delle copie perfette di se stesso che si precipitarono a colpire il sosia malvagio fatto di colori.
Uno, due colpi e il vero Naoko gli si lanciò addosso con la sua ascia bipenne, riuscendo a prenderlo in pieno e facendolo esplodere in una pozza di colore.
< E ora, tocca a te >

 

Stavano camminando da un po’, o meglio, era lui che camminava mentre Cara se ne stava chiusa nello specchio.
Stava camminando da ore proseguendo per la costa, quando a un certo punto Nagashi doveva essersi stancato di non sapere. Le risposte che bramava erano sempre più lontane, soprattutto da quando quel gatto/mago gli aveva fatto sapere che  i membri della reale gilda di Fairy Tail sono dispersi chissà dove...
Decise di fermarsi su un’alta scogliera, illuminata dalla luce della luna.
Poi però si ricordò di una cosa e cacciò fuori lo specchio dal mantello e se lo mise davanti agli occhi ambrati < Tu > disse, incrociando gli occhi violetti < Te lo chiederò un’ultima volta: sai dove sono i veri maghi di Fairy Tail? >
Lei sbuffò sollevando le punte dei capelli < Ti ho detto che non so dove siano > poi però soppesò meglio le parole < In che senso i “veri”? >
Nagashi fece vagare lo sguardo verso il cielo < A quanto pare c’è una nuova gilda che si fa chiamare Fairy Tail > spiegò atono < Non ne sai niente? >
< Assolutamente! Sono chiusa in questo specchio da troppo tempo! >
Lui la osservò, soffermandosi nuovamente sul tatuaggio della gilda impresso sulla clavicola sinistra, di un blu profondo.
< Tu sai dov’è il mago Juri di Fairy Tail, vero? >
Lei sussultò < Certo che no! Non lo vedo da anni, figurati se so dov’è adesso... >
< Stai mentendo >
< Non è vero! >
Velocissimo, Nagashi portò il braccio in avanti con in mano lo specchio, verso la scogliera < Dimmi dove si trova o lascio cadere lo specchio > disse, aggrottando lievemente le sopracciglia.
Cara sgranò gli occhi < Non puoi dire sul serio, io non lo so dove si trova! >
Nagashi non sembrava voler dire altro, semplicemente aspettava.
Ed era chiaro che se la risposta gli sarebbe continuata a non piacere avrebbe fatto ciò che la ragazza temeva: se lo specchio si dovesse rompere, lei non potrebbe mai più uscire da lì!
Ma non posso permettere che...!” Cara chiuse gli occhi, ripensando a quel che successe ben diciannove anni prima...
 
Di quel giorno ricordava solo delle urla, tremende urla... sua madre che chiedeva aiuto, lei che cercava in tutti i modi di far allontanare quei banditi.
Alla fine però nessuno era intervenuto per aiutarle.
Erano rimaste da sole, sole contro una banda di ladri agguerriti e crudeli. Lei non poté mai dimenticare quegli attimi, quando un uomo l’aveva presa per la camicetta e l’aveva lanciata qualche metro più in là, lontano dalla madre.
In modo che quegli uomini non avessero intralci.
Tremava ancora, ricordando quel giorno... sua madre era rimasta uccisa, lei stava per rimanere uccisa. In quel momento però qualcuno era giunto per salvarla.
< Ecco a te una tazza di tè caldo >sussurrò una voce che le arrivò ovattata, forse perché le sue orecchie erano coperte dalle lenzuola così come tutto il corpo.
Non disse niente.
Non aveva voglia di parlare.
Poi percepì il materasso abbassarsi e una mano carezzarle la testa, i capelli viola che sbucavano fuori da quel bozzolo di coperte.
< Sappi che ti daremo tutto il tempo del mondo, quando vorrai ricominciare a parlare non ti resta che farlo sapere > continuò quella voce melodiosa.
Ma quella pace non durò mica a lungo, perché pochi attimi dopo quella stanza fu invasa dal caos: un dragon slayer un po’ troppo esuberante e privo di tatto le aveva anche chiesto se fosse nata muta.
Poi entrò lui, quello che sarebbe diventato il suo maestro, il quale cacciò tutti fuori in meno di cinque secondi... quella volta rimase così impressionata dalla sua magia che aveva iniziato a uscire per andare a vederlo allenarsi di nascosto, anche se ogni volta notava come quella donna le lanciava un’occhiata che definire gelosa era poco.
Poi un giorno capì che anche lei avrebbe voluto fare quella magia.
Perché era la cosa più bella che avesse mai visto...
< Voglio diventare sua allieva!! > gli aveva urlato all’improvviso.
Lui l’aveva guardata, aveva dei dubbi, ma alla fine aveva accettato.
< Grazie, maestro Gray! >

Se c’era qualcosa che il suo maestro le aveva insegnato era il non arrendersi mai e che per nessuna ragione al mondo avrebbe dovuto tradire un amico, un compagno.
Perciò Cara guardò Nagashi negli occhi, sfidandolo < Puoi anche frantumare lo specchio ma dalla mia bocca non uscirà mai nulla – che poi, tra l’altro, non so neanche dove sia Juri in questo momento. Nessuno lo sa. È un mistero vivente >
< Un “mistero vivente”? >
< Esatto!! > affermò lei < Quindi ora rimetti questo specchio in un posto sicuro!! >
Per un attimo nessuno dei due si mosse, né disse niente.
Nagashi però ritrasse il braccio e poggiò lo specchio vicino al tronco di un albero, allontanandosi di alcuni metri < Il tuo maestro è Gray Fullbuster > e non era una domanda < Quindi mi basterà averti con me e in questo modo che sia il tuo maestro scomparso o che sia questo “mistero vivente”  qualcuno dovrà venirti a riprendere, giusto? A quel punto scoprirò che fine abbia fatto Dimaria e mi vendicherò di Fairy Tail >

 

 

 

 

ANGOLO AYAKA

Okay. Faccio schifo.
Lo so, lo so.
Faccio schifo, lo dico da me.

Ad ogni modo... è tutto apposto, sono viva e vegeta anche se un po’ stressata  ma è normale, no? Insomma, ho appena iniziato l’università e non so ancora che fare della mia miserabile vita ma... male che vada mi metto pulire le strade che fanno schifo.
Un po’ come me.
Va bene, basta scleri, adesso passiamo alle cose serie…

Come vi sembra il capitolo? L’ho finito di scrivere solo ieri, eheh, perché d’estate la mia ispirazione va a farsi un giro alle Hawaii lasciandomi qui a morire di caldo... e come se non bastasse ho passato due settimane di cacca per motivi personali, quindi tra una cosa e l’altra non ho potuto aggiornare ma la testa lavorava comunque alcune idee per la storia, quindi non preoccupatevi.

Allora... veramente, che ve ne sembra?
Cara e Nagashi che compaiono ogni tanto (l’avevate capito che Gray era il maestro della ragazza??), Kyle, questo “mistero vivente” di nome Juri, Ayaka e i suoi istinti omicidi quando è ubriaca (e non, specifichiamolo), la gilda cattiva...
E l’intervista? Quella è stata un parto, davvero, non sapevo più come passare da una domanda all’altra, come far intervenire un po’ tutti gli altri personaggi.
La prossima è Alexis, ho intenzione di andare avanti a femmina/maschio/femmina/eccetera quindi dopo Alexis sarà intervistato un ragazzo!
- A chi lo indovina... mi impegno a dedicare uno special solo al suo personaggio (dopo lo special dell’orfanotrofio che sto ancora scrivendo, si intende...)!

Ora devo scappare a finire di scrivere il prossimo capitolo, ciao!
Ayaka

RICAPITOLAZIONE PERSONAGGI:
Ayaka Dreyer (mio OC) Master di FT, maga del Take Over (Fairy Soul)
Kasai Akuma, Devil Slayer del Fuoco
Alèk e Alexis Black, gli ultimi rimasti della ricca e potente famiglia Black dalla quale lui ha ereditato la forza sovrumana, lei il potere di controllare i quattro elementi
Alice Rabbit, maga in grado di richiamare i 5 Guardiani, tra cui Byakko, tigre bianca delle tempeste
Naoko Charmin, mago dell'Ubiquità capace di creare copie di se stesso e di essere in più posti contemporaneamente
Asuka, Devil Slayer del Vetro
Ryoko, la sua è la magia Dimensionale, in grado di aprire portali e grazie a questi "teletrasportarsi" da un posto all'altro
Seraphina, maga della Luce (Light Make) di cui non si conosce ancora niente
Kurumi Kimura, di lei non sa ancora nulla se non che gira sempre con un peluche 
Marylin (mio OC), maga degli specchi illusori
Nagashi, mago che brama vendetta contro FT
Kyle (mio OC), personaggio ancora misterioso, capace di trasformarsi in un gatto e di "copiare" altri tipi di magie
Cara (mio OC), allieva di Gray Fullbuster
Juri (mio OC), nessuno sa dove sia, come sia o che tipo di magia utilizzi
[Attenzione: mancano esattamente 4 OC da inserire, tutti maschi, quindi tenetevi pronti!]

RIEPILOGO TRAMA:
La gilda di FT è scomparsa e Ayaka, figlia di Laxus e Mirajane che però ha perso la memoria, ha deciso di riformare la gilda e trovare i vecchi membri, tra cui anche i suoi genitori.
Al momento la gilda conta ben otto membri (i fratelli Black, Marylin, Alice, Naoko, Asuka, Ryoko) e il ritorno di Lisanna fa ben sperare che anche tutti gli altri siano vivi e vegeti ma dispersi da qualche parte da cui non possono scappare.
Ma le cose non sono affatto tranquille, perché la gilda oscura Dark Arts (dell'Alleanza Angelica) ha lanciato un attacco a FT prendendo come ostaggi Ryoko e Alèk e facendoli combattere contro i loro amici e compagni: i nemici sono cinque in tutto ma sono insidiosi e sembrano avere in pugno Fairy Tail.
Ce la faranno?

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Capitolo 11
*** Il libro di Séline ***


WEEKLY SORCERER
INTERVISTA AI MAGHI DI FAIRY TAIL
Parte 03
“La maga degli Elementi è bellissima ma fa paura”


LEONA: Benissimo! E ora tocca alla sorella Black, Alexis!!
Questo ritrovato spirito quasi fa commuovere Jack, che per venti minuti è stato lì a sventolare un fazzoletto sulla faccia della collega sperando che si riprendesse.
ALEXIS: Devo farlo per forza?
LEONA: Certo!!!!
ALEXIS: *sbuffa roteando gli occhi al cielo* Che sia veloce...!
LEONA: D’accordo, iniziamo con qualcosa di semplice... quanti anni hai?
ALEXIS: Venti
LEONA: Hai ereditato dalla tua imponente famiglia quale potere?
ALEXIS: Il dominio dei quattro elementi naturali
LEONA: E qual è il tuo preferito?
La mora, presa in contropiede, ci mise un po’ prima di rispondere. Nessuno le aveva mai chiesto quale fosse il suo elemento preferito, anche perché a dire il vero li adoperava sempre un po’ tutti quanti.
ALEXIS: Non ho una preferenza
LEONA: Davvero? Sicurasicura?
L’altra annuisce fredda, senza aggiungere altro.
Questa intervista finirà molto presto, credo...” pensa Jack, ritrovandosi d’accordo con molti dei maghi di Fairy Tail.
LEONA: Hai qualche cibo o bevanda che ti piace prendere per rilassarti? So che Ayaka ti sfrutta un po’ quando c’è da firmare scartoffie...
ALEXIS: Forse un thè o un dolce, non saprei proprio. Però amo il cioccolato.
LEONA: Tu e tua madre cucinavate spesso i biscotti al cioccolato, vero?
E questa come lo sa?!” pensano un po’ tutti, specialmente Alexis.
ALEXIS: Beh, sì.
LEONA: Bene, bene, ultima domanda della prima serie!!! Qual è il tuo ideale di uomo? *prima che la mora possa rispondere, la giornalista si avvicina a Jack* Ma l’hai aggiunta tu questa domanda?
JACK: Assolutamente no!! *ma il suo rossore dice tutt’altro*
LEONA: Vabbè, è una buona domanda. Allora?
ALEXIS: Non ho un tipo ideale di uomo.
LEONA: EEEEEEH??? Ma come?! Tutte ce l’hanno! Per esempio il mio assomiglia ad Alèk, in tutto!
ALEXIS: Chissà perché lo sospettavo... *dice sconsolata* Comunque è vero. Non ho un ideale di uomo.
ALÈK: Sicuramente non sarà un tipo idiota, piccoletto o troppo alto, né biondo, né moro, né castano, né pelato, dovrà essere un tipo a cui posso tranquillamente lasciare la vita di mia sorella senza dovermi preoccupare, dovrà starMI simpatico e dovrà ubbidire a tutto quello che gli dico senza neanche fiatare.
Ah, e dovrà anche rispettarmi in quanto mago più forte di lui e fratello maggiore di Alexis.
Dovrà stare simpatico a lui?” pensa Asuka con un sopracciglio alzato.
Dovrà fare tutto quello che lui gli ordina?” pensa, invece, Ayaka con un sorrisetto per nulla innocente, ma anzi, curioso di vedere come si svolgeranno gli eventi.
KASAI: Ma non esiste...
ALÈK: Come sarebbe a dire?
KASAI: Non potrà mai esistere qualcuno che potrebbe voler prendere ordini da un don giovanni come t- *ma una sedia gli va a finire in testa, lanciata molto probabilmente dalla giornalista* Ehi! Come ti permetti?!
Kasai è già pronto alla lotta ma Ayaka gli fa uno sgambetto prima che lui possa avanzare, facendolo rovinare a terra.
Del perché Kasai non abbia reagito, soltanto lui e Ayaka lo sanno... e forse anche la traumatizzata Alice che ha assistito alla scena.
LEONA: E ora... *la reporter tira fuori gli occhiali e in un nanosecondo li indossa* partiamo con le domande interessanti!!!
Alexis sospira “ma perché è così pazza?
LEONA: Allora... Alexis, credo non sia una novità per te sentirti dire che sei bellissima. Mora, occhi azzurri, misure niente male, una pelle liscia e diafana, insomma, una Dea!! *è evidente si stia trattenendo dall’esprimere quel monologo interiore che preme forsennatamente per venire fuori* Insomma, coma fai? Il seno sarà sicuramente rifatto, non c’è altra spiegazione! Oppure gli zigomi?! Dimmelo, ti prego!!
Lo sproloquio continua per interi minuti, tutti gli altri maghi guardano la giornalista assatanata come fosse pazza mentre Jack deglutisce preoccupato.
Alexis, dal canto suo, stringeva convulsivamente i denti, tanto che a un certo punto Ayaka li sente stridere tra loro, un rumore tetro ma per lei alquanto divertente.
ALEXIS: Piantala *sibila, tremendamente incazzata e tremendamente infastidita*
I suoi capelli diventano bianchi così come gli occhi e in un attimo Leona si ritrova a terra agonizzante e le mani strette attorno alla gola perché incapace di respirare. Jack prova a rianimarla ma ottiene soltanto un paio di schiaffi e qualche testata, perché Leona avrebbe voluto essere salvata dal fratello della sua assassina, mica da lui!
Leona, intanto, diventa viola.
ASUKA: Ahi, master, che ne dici di far calmare Alexis? Sta uccidendo la reporter...
AYAKA: Aspetta ancora un po’. È divertente!
"Ma dico io, come di fa?" pensa tristemente la Devil Slayer sospirando.
ALICE: A-Alexis, p-potresti, ecco, s-smetterla?
La mora la guarda per un attimo e Alice si sente morire dentro ma poi la Signora degli Elementi chiude gli occhi e Leona può finalmente tornare a respirare.
ALEXIS: Mi faccia il favore di non farmi mai più domande così ridicole.
LEONA: V-V-Va b-ben-e...! *squittisce e si rialza, un po’ provata*
Mentre Ayaka fa l’offesa perché Alice ha avuto l’idea di interrompere il suo tanto divertente spettacolino, la giornalista riprendere con le domande.
LEONA: D’accordo, allora, tornando al fatto che tu sia di una bellezza sconvolgente *l’occhiataccia malefica di Alexis la fa gelare sul posto ma si sforza di continuare per il bene del gossip* ti è mai capitato di dover usare la tua bellezza durante le missioni?
Alexis prima sgrana gli occhi e poi li assottiglia.
Brutto segno.
LEONA: Non fraintendere! *si affretta a dire* Sì, insomma, quando bisogna intrufolarsi all’interno di qualche gilda oscura, ottenere informazioni... quale modo migliore se non sedurre il cattivo di turno?
ALEXIS: Io non ho mai fatto niente del genere e mai lo farò. Chiaro?
ALÈK: Già, è vero, si vergogna!
ALEXIS: Non dire scempiaggini!!
Il povero fratello fa un passo indietro giusto per sicurezza e promette di starsene zitto al suo posto.
LEONA: In effetti, non ti ci vedo a indossare un vestitino striminzito e ballare su un palco solo per distrarre o sedurre il nemico, piuttosto questa potrebbe essere l’arma perfetta per affrontare Alèk. È mai successo che una ragazza avesse sedotto tuo fratello per catturarlo e voi siete dovuti correre a salvarlo?!
Ehi, ma questa, non è l’intervista di Alexis? Perché parla anche del mio tesoro!?” si chiese Marylin, infuriata, strappando a morsi la tovaglia del tavolo a cui era seduta.
ALEXIS: Sì, è successo un paio di volte...
ALÈK: Ehi! Non è vero!
ALEXIS: Ti devo ricordare Manon, Christine, Frigg,... posso continuare se vuoi.
Alèk, offeso assai, alza i tacchi e si allontana.
Profondamente offeso.
LEONA: E come l’hai presa, Alexis? Sei una tipa gelosa?
ALEXIS: Sono una tipa che annega o soffoca qualunque ragazza si permette di prendere per i fondelli me o mio fratello, visto che lui è troppo scemo per accorgersene.
AYAKA: Che carina... sei gelosa!
ALEXIS: No. Non è vero.
AYAKA: Invece sì...!!
La mora alza gli occhi al cielo.
ALEXIS: Pensala come vuoi.
LEONA: *tossisce per attirare l’attenzione* Okay, continuiamo. Prossima domanda: quanti ragazzi ti vengono dietro? Sono insistenti? Qualcuno si è mai spinto oltre?
Prima ancora che Alexis possa rispondere, suo fratello appare accanto a lei.
ALÈK: Sì! Assolutamente troppi! Troppi ragazzi e troppo insistenti! Una volta uno di quei maniaci l’ha seguita persino in bagno!! Se non ci fossi stato io a dargli una lezione, lei non se ne sarebbe neanche accorta!!
ALEXIS: Guarda che sono stata io ad affogarlo nella tazza del water, tu ti sei fatto distrarre dalla ragazza che lavorava alle piscine, se ben ricordi. Sei arrivato soltanto dopo, quando stava cercando di scusarsi, tu l’hai visto e l’hai pestato.
...
Povero Alèk, sta facendo solo magre figure...” pensò Lisanna con un sorriso forzato, cercando di farlo riprendere dallo shock di essere stato un pessimo fratello maggiore.
LEONA: Ultimissima: vorresti dei figli?
Mentre Alèk si riprende dal mezzo infarto che gli è venuto, Alexis scuote la testa.
ALEXIS: Ovviamente no. Non al momento, almeno.
KASAI: Immagini come sarebbero dei figli di Alexis?
NAOKO: Uscirà qualcosa di inquietante, me lo sento.
AYAKA: Secondo me saranno bellissimi! *esclama con un sorriso radioso, già fantasticando sul loro aspetto e personalità*
NAOKO: La cosa veramente inquietante sarà l’eventuale figlio o figlia della master...
KASAI: Già. Secondo me esce una specie di mostriciattolo con corna, coda e forcone.
NAOKO: O peggio... avrà gli artigli e i denti aguzzi. Dalla sua mente nasceranno nuovi sistemi di tortura all’avanguardia, piani di distruzione di massa e sarà la causa di parecchie tragedie. Il Regno di Fiore sarà spacciato!
E mentre quei due pensano un modo per evitare tutto ciò, Leona ha finito la sua intrvista.
LEONA: Bene, abbiamo finito. Per la prossima volta...
AYAKA: Aspetta! Non dirlo, sarà una sorpresa.
Leona alza le spalle, tanto per lei non fa alcuna differenza.

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 11

Il libro di Séline

 


[In tutto ciò... come si sono incontrati Kasai, Seras, Kurumi e Kyle?]
Kasai era diretto a Malva.
Correva come un pazzo per le strade, salvo poi inciampare in una figura piccina e cadere di faccia sul pavimento. Certo, sarebbe andato tutto bene, bastava alzarsi.
Ma qualcosa lo colpì ancora prima di poter pensare qualsiasi altra cosa, seguito da un urlo esageratamente aggressivo < Razza di idiota! Guarda dove vai e non cadere addosso a una povera e innocente bambina!!!! > sbraitò la ragazza che, intanto, stava aiutando una graziosa bambina a rialzarsi.
Il rosso si sfiorò il fianco, la zona dove quella tizia gli aveva piantato un calcio, gli doleva. Poi si rese conto della cosa < Oh, scusate! > si affrettò a dire lui < Ciao, addio! >
< Fermo lì! > la ragazza più grande < Dovresti chiedere scusa a Kurumi per averla investita, maleducato! >
Kasai abbassò lo sguardo sulla bambina in questione e la vide stringere con forza un peluche con tanto di grande fiocco  sulla testa < Scusa > disse grattandosi la nuca per poi tornare estremamente serio < Ora devo andare! >
< Ehi, ma tu... non eri quello che stava per mettersi a combattere con gli altri due tizi? > chiese all’improvviso Seras aggrottando le sopracciglia < Come mai così di fretta? >
Kasai non aveva assolutamente tempo per mettersi a spiegare tutta la vicenda, anche perché quella ragazza aveva un odore singolare.
Ma prima ancora che potesse dire qualcosa o andarsene facendo finta di non averla sentita la voce di quel maledetto gattaccio gli giunse alle orecchie < Stiamo andando a salvare dei nostri conoscenti > disse Kyle con un sorrisone innocente.
< Non sono tuoi amici! Hai cercato di ammazzarci una volta, mi pare... > sibilò irritato il rosso Devil Slayer.
Il gatto si mostrò fintamente offeso < Oh, ma quelli erano vecchi tempi. Ora voglio sinceramente aiutarvi >
< Seh, come no... prima aspetta che mi fidi completamente di te >
Quello scambio di battute fece sì che sia la ragazza che la bambina volgessero prima lo sguardo verso l’animale e poi verso Kasai, parecchio confuse.
Poi Seras si sentì tirare i pantaloni e vide Kurumi fissarla con i suoi occhioni viola < Perché un gatto parla? >
Nel sentire la domanda Kyle con un balzò atterrò sulla spalla della piccola strusciando il viso sulla sua guancia < Non aver paura. Io sono un amico >
< Ma non dire balle!!! > strillò Kasai avvicinandosi per afferrarlo e, magari, lanciarlo lontano, ma Seras lo fermò prima che potesse farlo con un’occhiata omicida.
Per lei ormai la piccola Kurumi era intoccabile.
< Azzardati a sfiorare la bambina e ti ammazzo >
< Provaci >
L’aria elettrica che si formò successivamente era tanto evidente da attirare l’attenzione dei passanti che rimasero alquanto straniti dai strani personaggi che si erano ritrovati a osservare.
Poi la rossa scoppiò a ridere < Ma come sei serio, stavo scherzando! Non ho proprio la voglia di mettermi a combattere con te >
Kasai sgranò gli occhi incredulo: sembrava stesse facendo sul serio... quella tizia era davvero brava a recitare!
< Beh, è stato bello incontrarvi, strana coppia, ma adesso noi dobbiamo andare a Magnolia! > esclamò pimpante Seras con un sorriso a trentadue denti < Andiamo Kurumi! >
La bambina annuì e la seguì ma prima il gatto nero chiese: < Come mai vi state recando a Magnolia? >
< Vogliamo unirci a Fairy Tail! >
< Quindi siete delle maghe?! > esclamò Kasai.
< Esatto! >
< Noi stiamo andando a dare una mano proprio a quella gilda... > iniziò Kyle con una maliziosa luce negli occhi < Volete venire con noi? >
Seras arricciò le labbra pensosa, facendo una domanda silenziosa alla piccola Kurumi che abbracciata al suo peluche alzò le spalle come per dirle che per lei faceva poca differenza dove andare.
< D’accordo allora! Dove siamo diretti? >
< A Malva >
< Allora si vaa!!! >

 

Dopo che la copia malvagia di Naoko venne brutalmente trasformata in una pozza di colore, il ragazzo iniziò a sentire i sintomi della stanchezza.
Sentiva le gambe pesanti, così come le palpebre ma non poteva permettersi di fermarsi ora: Alice aveva bisogno di cure immediate e soltanto lui avrebbe potuto sperare di trovarne una nonostante le condizioni disperate.
Byakko ruggì e quello fu il segnale tanto atteso: erano rimasti due contro uno, Naoko e la grossa tigre contro Wok, che con gli occhi sgranati osservava i pavimento pieno di colore.
Il biondo strinse con forza le dite attorno all’elsa della sua ascia e rizzò la schiena, pronto a colpire < La situazione si è capovolta, eh? > sghignazzò < Questa volta è davvero la tua fine >
< Non cantare vittoria, moccioso. Ho ancora un asso nella manica da giocare... e voi siete caduti dritti dritti nella mia trappola >
Wok si ferì con il suo stesso pugnale e il suo stesso sangue si mescolò con il colore ancora liquido che sporcava il pavimento, facendo aggrottare le sopracciglia al mago di Fairy Tail < Vincerò io questa battaglia!!!! > gridò vittorioso creando un cerchio magico che riempì la stanza.
In un attimo il colore prese a lambire ogni singolo angolo, ricomprendo le pareti, il soffitto e ogni singolo oggetto, il mago di Dark Arts compreso, facendo sì che il suo corpo scomparisse alla vista mischiandosi al colore.
< Maledetto! > ruggì Naoko, furioso.
La risata sinistra di Wok echeggiò per tutta la stanza intrisa di colore < Ti farò pentire di avermi dato del filo da torcere finora... sta a guardare! >
La pittura parve viva: si muoveva a suo piacimento, o meglio, seguiva gli ordini di Wok e basta. A un certo punto però iniziò ad assorbire anche i piedi di Naoko facendolo sprofondare, al che il ragazzo provò a colpire il colore con la sua ascia ma questa ritornò all’attacco come se nulla fosse.
< Naoko!! > il gridò della tigre gli fece alzare di scatto la testa vedendo che il colore aveva preso non solo a bloccare i movimenti di Byakko ma stava ricoprendo il corpo inerme di Alice.
Allora il mago dell’Ubiquità, preso dalla foga, si tolse le scarpe lasciandole assorbire dal colore e corse veloce verso la ragazza strappandola via dal pavimento e mettendosela sulla schiena < Come cavolo facciamo a sconfiggerlo se si è fuso con tutto questo colore?!! > gridò a Byakko.
Quest’ultimo tirò via una zampa ma nel rimetterla a terra il colore gliela catturò nuovamente < Dannazione... questa cosa non va affatto bene! >
Naoko fu costretto a muoversi per evitare di rimanere bloccato nuovamente ma non aveva messo in conto una cosa: ormai le piante dei suoi piedi erano colorate e la pittura era risalita fino alle ginocchia e lo stesso stava accadendo alla povera Alice.
< Byakko, lancia uno dei tuoi attacchi e vediamo che succede >
Detto questo la tigre ruggì un potente tornado verso una parete, ma l’effetto non fu quello sperato perché il colore la ricoprì subito dopo.
In una frazione di secondo Naoko si obbligò a trovare una soluzione e proprio in quel momento vide una figura ben distinta tra tutto quel colore: una figura umana, Wok.
< Ti lascio Alice. Ho un piano > disse Naoko mettendo la bionda maga a pancia in giù sulla schiena del felino bianco e iniziando a correre per quanto gli era possibile verso quella figura: per poi colpirla violentemente con la sua ascia.
< Secondo te basta questo per potermi battere?? > fece Wok < Il colore liquido è come l’acqua, se la colpisci ritorna come prima...!! Sono invulnerabile! >
< E se ti colpissi ripetutamente e ovunque? > e così fece.
Ma non valse a nulla, infatti l’unico risultato fu che si sentiva ancora più stanco di prima. Si muoveva da una parte all’altra con la sua ascia, colpendo più volte anche lo stesso punto ma non cambiò nulla.
Wok riprese a ridere < Non ce la fai più, eh? >
Naoko aveva il respiro affannato e alcune sue copie scomparirono a causa della manca energia magica del loro creatore.
Non sarebbe riuscito a mantenersi in piedi ancora a lungo.
< Che stai facendo umano? Cerchi di autodistruggerti?! > gli urlò contro Byakko, ormai quasi completamente ricoperto di colore < Non risolverai niente così!! >
< E invece ho vinto io! > gridò Naoko con un sorriso vittorioso < Questa volta ce l’ho fatta! > esclamò cercando di rimanere stabile sulle gambe.
< Ma se non hai fatto altro che stancarti di più? Ora basta, ragazzino, ucciderò te e la giovane maga in un colpo solo!!! >
In quell’istante Byakko avrebbe voluto uccidere con le sue stesse zampe quell’idiota di un umano ma uno strano fenomeno lo fece desistere. Il colore prese a muoversi come impazzito da tutte le parti mentre Naoko si portava veloce al fianco dei suoi amici.
< Che succede?!!! >
< BASTARDO! > la voce di Wok, piena di collera si levò alta < Che cosa mi hai fatto??!!! La mia magia... non... non la controllo più!! >
Byakko sgranò gli occhi e volse il suo sguardo su un Naoko ansimante ma estremamente soddisfatto < Tu non puoi saperlo ma sono stato cresciuto da un medico, uno dei migliori. Per me è facile ricreare un tipo di veleno, soprattutto avendone un campione nel sangue, per non parlare dell’antidoto > spiegò senza abbassare la guardia < È stato relativamente semplice far lavorare al veleno una mia copia fuori da questa stanza mentre io ti tenevo impegnato... farlo entrare qui, poi... sei così concentrato su di me che non hai notato che il tuo stupido colore ha assorbito la fiala di veleno, permettendole di entrare... poi è bastato colpire la fiala cosicché il veleno arrivasse dritto da te tramite il tuo stesso colore >
< Non è possibile... >
< Ora sono esausto, è vero, ma ne è valsa la pena, no? >
< Mi rifiuto... no... maledetto stronzo!! >
Byakko liberò le sue zampe e con un ruggito creò un varco nel colore che, a causa del mancato controllo, non si preoccupò di richiuderlo permettendo così ai tre di scappare fuori.
< Però! Sei stato grande… relativamente parlando >
Naoko ignorò volutamente quella presa in giro, troppo occupato a cercare di riordinare la mente e fissare il pallore innaturale della maga ancora priva di coscienza stesa sulla schiena del felino.
Si fermarono fuori al cortile della gilda oscura, Naoko fece stendere Alice a terra e controllò la temperatura.
< Sei in grado di curarla, vero? > gli chiese la tigre, seriamente preoccupata.
Naoko annuì < Hai sentito quello che ho detto prima, no? Sono stato cresciuto da un medico bravissimo >
< Allora la lascio nelle tue mani >
Il biondo guardò la tigre con le sopracciglia aggrottate < Perché? Dove vai? >
< Non posso mica stare qui per sempre... devo tornare nel mio mondo. Ad ogni modo > la tigre fece una pausa fissando il ragazzo con uno sguardo per nulla rassicurante < Falle qualcosa e io ti trasformerò in carne da macello. Chiaro? >
< S-Sì > miagolò lui, terrorizzato.

 

Fortunatamente la sua energia magica terminò relativamente presto e in questo modo il suo stesso vento aveva smesso di ferirla.
Ayaka era ancora inginocchiata a terra, in maniera non proprio elegante e col sangue che sgorgava dalle ferite profonde: sentiva dolore dappertutto e lei proprio odiava sentire dolore.
Si guardò attorno, ormai la sua forma da fata era stata disattivata, cercando di trovare la forza per alzarsi e raggiungere gli altri. Sperava che quel bastardo le avesse dato retta e che avesse portato l’antidoto a Naoko e gli altri... altrimenti lo avrebbe ucciso seduta stante.
Lentamente si rialzò, con il bel vestito che aveva strappato a metà coscia e senza cintura, e camminò verso la porta per uscire da quella stanza.
Pensò che fino ad allora avevano dovuto affrontare tre prove su cinque: della prima se ne stava occupando Naoko (la giocata a poker era stata davvero emozionante ma l’avevano fatta incazzare comunque), la seconda era stata facile, mentre Alexis e Asuka avrebbero dovuto affrontare la terza (di cui non sapeva ancora nulla).
Eppure da quelle esplosioni che aveva sentito le sembrava di aver percepito la presenza di Kasai e anche di qualcun altro... che fosse tornato?
Le gambe le tremavano a causa delle ferite ma non accennò a fermarsi.
Doveva muoversi a recuperare le forze, ma soprattutto doveva muoversi a raggiungere gli altri.
< Ayaka Dreyar, giusto? >
La bionda si fermò, gli occhi fissi davanti a lei, verso la porta ma quella voce proveniva da dietro di lei < Cosa vuoi da Fairy Tail? > le chiese, senza mezzi termini.
< Non si risponde a una domanda con un’altra domanda, è maleducazione >
< Hai ragione > disse Ayaka sorridendo e girandosi verso il suo nuovo nemico < Tu sai chi sono io. Ma io non so chi tu sia >
< Mi chiamo Séline Livre > la ragazza di fronte a lei doveva avere giusto qualche anno in più di Ayaka, i lunghi capelli verdi legati in una treccia che partiva da fin sopra la testa e scendeva sulla spalla destra.
Gli occhi felini e accattivanti, pareva essere una strega nel suo bellissimo vestito nero e gli orecchini a cerchio dorati, dello stesso dorato che veniva riproposto nelle iridi della Master di Dark Arts e nel lungo bastone terminante con una stella racchiusa in un cerchio. Nella mano sinistra, invece, aveva un libro dalla copertina vecchia ma in qualche modo emanava un qualche cosa di magico.
< Perché hai rapito due miei maghi? Qual è il tuo scopo? >
< Perché dovrei spiegartelo? Sei ridotta male e in più hai preferito dare quel poco di antidoto che avevo dato ad Asyût ai tuoi amici rimanendone senza... che decisione stupida >
< Sarà anche stata una scelta stupida ma non me ne pento minimamente >
Il silenzio che ne seguì venne interrotto dal rimbombo dell’ennesimo esplosione, al che Séline accennò a un sorriso < A quanto pare i tuoi amici si stanno dando da fare... ma per quanto si impegnino, non riusciranno mai a sconfiggere i miei maghi. Sono troppo forti per loro >
Ayaka fece un grosso sorriso, tipico segno che stava prendendo in giro la sua avversaria < Tu sei troppo sicura di poter vincere per poterti accorgere che non è affatto così >
A conferma di ciò sentirono degli strani rumori dal luogo dove Wok e Naoko si stavano scontrando, rumori che preannunciavano la vittoria di Fairy Tail visto che quello che gridava altri non era che il mago di Dark Arts.
< Saremo noi a vincere > disse Ayaka < Se vuoi puoi arrenderti già ora. Prometto di non farti troppo male >
Séline scoppiò a ridere, una risata intrisa di malvagità < Tu non hai idea di cosa io sia capace... posso rinchiudervi all’interno del mio libro e non farvi uscire mai più! >
Ayaka aggrottò le sopracciglia e si mise in posizione di guardia < Provaci se ne sei capace >
< Non puoi usare la magia e sei ferita, cosa intendi fare? >
< Qualcosa mi inventerò, non preoccuparti per me >
< E va bene > disse Séline < Non andare a piangere da papino quando ti avrò quasi uccisa >
Ayaka sorrise < Non vuoi uccidermi? >
< Pensavo di farti assistere all’uccisione dei tuoi amici. Soltanto dopo ti toglierò di mezzo >
Séline tese la mano con il libro in avanti e quest’ultimo si aprì illuminandosi, dalle sue pagine fuoriuscirono innumerevoli e veramente grossi aghi che Ayaka riuscì a schivare con qualche salto anche se poi fu costretta a fermarsi per riprendere fiato.
Ma l’avversaria non si fece certo impietosire e una nuova serie di aghi vennero sparati contro di lei che, anche se con molta fatica, riuscì a non farsi colpire.
< Non potrai scappare in eterno > e continuò con il suo attacco fino a quando ben quattro aghi riuscirono a trapassare la carne della bionda Master che cadde all’indietro.
Due aghi le avevano oltrepassato la coscia destra, uno aveva centrato il braccio mentre il quarto l’aveva presa di striscio sul fianco ma il dolore era veramente insopportabile.
< Non ne hai ancora abbastanza? Puoi arrenderti se vuoi >
< N-Neanche per idea > gracchiò Ayaka, togliendosi quegli aghi da dosso.
A Séline le brillarono gli occhi < Meno male, perché io non ho ancora finito > e detto ciò il suo libro si illuminò nuovamente, preannunciando un nuovo attacco.
Ayaka scattò verso di lei, cercando di impedirle di scaricare altri aghi contro di lei ma non appena fu a un metro da lei, dal libro anziché quello che si aspettava, apparvero una serie di scarafaggi.
All’inizio si immobilizzò ma non appena i primi animali presero a correrle tra i vestiti cominciò a gridare come un ossessa e a correre cercando di non calpestare quelli che erano a terra.
< Sei veramente uno spasso, Ayaka Dreyar! > ridacchiò Séline < Non credevo ti facessero così schifo gli scarafaggi... che colpo di fortuna! >
Ayaka non si prese neanche la briga di starla a sentire tanto era occupata nel cercare di toglierseli di dosso, quegli esseri orribili, disgustosi.
CHE SCHIFOOOOOOOO!!!
A un certo punto cominciò anche a strapparsi i vestiti di dosso, ma i suoi movimenti divennero sempre più lenti e pesanti... era come se...
< Buonanotte, Ayaka… dormirai per un ben po’ >
E in un attimo tutti i sensi di Ayaka divennero ovattati, per poi sparire del tutto.
Era svenuta.
No, dormiva in mezzo a tutti quegli scarafaggi ed era tutta colpa degli aghi che le avevano lacerato la pelle.
Séline attivò il secondo potere del suo libro e in una frazione di secondo, la bionda Master di Fairy Tail venne risucchiata al suo interno senza che se ne accorgesse.

 

Il cerchio magico comparso sotto Avram era un chiaro segno che qualcuno lo stava attaccando, ma chi?
Alexis si rese conto che nessuno di loro avrebbe potuto fargli qualcosa per via del veleno o perché occupati a litigare tra di loro, ma i suoi occhi azzurri si soffermarono su quella graziosa bambina che di contro aveva i suoi enormi occhioni viola fissi su un Avram agonizzante.
Possibile che...?
< Kurumi! > la voce di Seras attirò l’attenzione di tutti loro, la rossa aveva messo su un’espressione tra lo stupore e la felicità < Kurumi, sei una forza! >
Intanto la bambina aggrottava le sopracciglia < High Pressure > e di conseguenza Avram gracchiò di dolore.
< N-Non riesco a... muovermi... >
Proprio a causa della mancata possibilità di movimento, la magia di Avram stava via via scemando permettendo ai maghi di Fairy Tail di muoversi a loro piacimento.
Erano tutti increduli, tutti concentrati su Kurumi che non aveva ancora smesso di fissare Avram con ostilità.
< Come osi, piccola scocciatrice?!! > gridò Lola formando con le mani tre rombi magici davanti alla sua bocca, così da intensificare la potenza della sua voce e indirizzarla alla bambina.
Seras intercettò il suo attacco e si portò velocemente davanti a lei sparandole una violenta luce negli occhi, facendola gridare.
In quell’esatto momento però il cerchio azzurro rispendente di una luce blu sotto Avram scomparse, facendolo cadere a terra tremendamente stanco.
Asuka si portò accanto alla bambina inginocchiandosi alla sua altezza < Dimmi un po’, come hai fatto? >
< Sei stata fantastica!! > esclamò Seras, raggiungendola.
Il rosso Devil Slayer assunse un’espressione pensosa < Ma che magia è? Sembrerebbe... >
< Pressure Magic, giusto? > fece Kyle balzando sulla spalla di Asuka e muovendo la coda con eccitazione < Non avevo mai incontrato nessuno in grado di usarla così bene. Complimenti, piccola signorinella >
< Non vorrei interrompere questo simpatico meeting ma siamo nel bel mezzo di una battaglia > disse Alexis, l’unica che faceva alternare lo sguardo dai cattivi alla piccola maga.
< La magia Pressure Magic consente di modificare la pressione di gas e liquidi a proprio piacimento, vero? > fece Kasai elettrizzato < Quindi diminuendo la pressione... >
< Potrei facilitare e velocizzare i vostri movimenti. Sì > terminò Kurumi con timidezza < Non è vero, Orochi-san, smettila > continuò aggrottando le sopracciglia, arrabbiata.
< Eh? >
< Con chi stai parlando? >
Seras immerse una mano nei capelli dello stesso colore del fiordaliso della bambina scompigliandoglieli < Ignorate quando fa così. Neanche io so bene con chi sta parlando >
< Forse col suo amico immaginario? > fece Kasai < O con un alieno invisibile? >
< Sì, perché non lo spirito del peluche... Kasai, diventi sempre più irrazionale > fece Asuka scuotendo la testa, imitata da Alexis che sospirò pure.
< Come avete osato farci questo?!! > gridò Lola, gli occhi rossi per via della luce che l’aveva colpita < Ve la farò pagare cara! >
< Kurumi! > esclamò Alexis piegandosi sulla ginocchia e subito dopo un cerchio magico azzurro emanante una luce bianca si aprì sotto di lei, segno che Kurumi aveva attivato la magia Low Pressure.
Ad Alexis parve di stare in un altro mondo, dove nonostante le ferite, riusciva a muoversi ancora meglio per via della pressione dell’aria che era diminuita e le sembrò di muoversi veloce come la luce mentre si avvicinava a Lola e le impediva di usare la sua voce contro di loro.
Seras fece un enorme sorriso alla piccola < Brava, Kurumi, continua così! > per poi concentrarsi sui due maghi di Fairy Tail sotto ipnosi < Come facciamo a farli tornare normale? >
< Proviamo con dei traumi? > fece Kyle con tranquillità da sopra la spalla di Asuka, leccandosi le zampe, al che tutti lo fissarono < Che c’è? Potrebbe funzionare. La mente umana è parecchio suscettibile ed è facile trovarvi dei punti deboli. Voi li conoscete meglio di me, quindi forza, pensateci... le loro peggiori paure >
< Le loro peggiori paure? > fece Kasai con un ghigno.
< Sì > confermò il gatto < Perché mi guardi come se volessi mangiarmi? >
Asuka afferrò Kyle per la collottola, un sorriso radioso a stamparle la faccia < Scusa se siamo così violenti ma è per il bene di Alék > detto ciò lo lanciò a Kasai che, con mala grazia, si preparò come un lanciatore di baseball.
< Che state facendo? >
< Stai a guardare... Seras, Alexis, bloccatelo! >
Le due ragazze annuirono e si portarono con velocità accanto ad Alèk e con un po’ di difficoltà riuscirono a tenerlo fermo.
Quando era chiaro che Alèk non poteva più muoversi per via della magia High Pressure di Kurumi, Kasai lanciò Kyle verso di lui aspettando la reazione che normalmente Alèk avrebbe avuto alla presenza di un gatto.
Era ufficiale: il più grande trauma di Alèk erano proprio i gatti... tant’era che cominciò a strillare come un pazzo e una volta disattivata la magia di Kurumi, iniziò a correre da una parte all’altra sperando di togliersi Kyle dalla faccia.
Alexis si spalmò una mano sulla faccia < Non è possibile. Tu sei... una cosa straordinaria >
< C-Che... che è successo qui? Dove siamo? Perché...? >
< Piantala con le domande, Alèk, ti basti sapere che dobbiamo sconfiggere quei due > e Kasai indicò i due nemici.
< Che peccato... una così bella ragazza >
Un pugno lo colpì proprio sulla testa facendolo mugugnare di dolore.
< Razza si stupido, che ti è saltato in mente? Farti incasinare a tal punto da non riconoscere tua sorella. Stupido. Stupido. Stupido >
Alexis continuò a tempestarlo di piccoli pugni fino a che non si sentì soddisfatta.
Kyle camminò verso i maghi di Fairy Tail con passo cadenzato < Siete diventati matti? Lanciarmi così in faccia all’altro pazzo...? >
Kasai alzò le spalle come per dire che non gliene fregava niente mentre Seras non aveva smesso di ridere neanche per un secondo.
Il momento di ilarità venne però interrotto da Ryoko che passò all’attacco con le sue pistole magiche.
< Qualcuno sa di cosa ha paura Ryoko? >
< A lei ci penso io > disse Asuka < Una volta mi disse che soffriva di claustrofobia >

 

[Intanto a Magnolia fanno la sua comparsa due strane, stranissime figure]
Magnolia era una tranquilla cittadina, questo era chiaro.
Qualcosa era successo nei giorni precedenti ma non aveva fatto in tempo ad arrivare per vederlo con i propri occhi e così si accontentava di farsi raccontare cosa fosse effettivamente successo a Magnolia.
Dovevano averne viste tante perché non avevano minimamente accennato al colore bianco/grigio dei suoi capelli (che teneva legati in una alta coda e acconciati in una treccia che gli ricadeva sulla spalla) abbinati a un abbigliamento alquanto elegante: una camicia a maniche lunghe, pantaloni bianchi e una giacca blu che arrivava ai piedi.
Si era fermato a prendere del  thè, anche se in realtà forse aveva un tantino esagerato perché il cameriere lo guardava strano: aveva bevuto ben ventisette tazze di thè e ne avrebbe prese altre se non fosse la presenza di una graziosa donna dai capelli bianchi.
Non tanto la donna, ma il simbolo che mostrava sul lato della coscia: il simbolo di Fairy Tail.
Allora si affrettò a pagare, corse fuori e fece per seguire la donna ma un rumore di cocci rotti attirò la sua attenzione.
Qualcuno non aveva fatto attenzione a dove metteva i piedi e aveva fatto cadere i vasi che il fioraio stava spostando all’interno del negozio.
< Mi scusi, signora... mi scusi! > esclamò una voce maschile grossa e giocosa, che, si disse, doveva per forza appartenere al ragazzo massiccio che girava a petto nudo per le strade di Magnolia. Notò inoltre che l’omaccione aveva una serie di strani tatuaggi neri su tutte le spalle, il petto e la schiena, simboli che sembravano raffigurare qualcosa ma che non riusciva a identificare bene.
Indossava soltanto dei pantaloni scuri di pelle, una collana di teschi e portava i capelli ricci, incasinati e neri liberi di coprirgli il collo e parte delle spalle.
Ad ogni modo distolse lo sguardo da lui per osservare la fioraia, in evidente difficoltà nel rialzare i vasi semi distrutti.
Si avvicinò alla vecchietta, contento di poterla aiutare < Posso darle una mano? >
L’anziana signora sospirò lanciando mezze occhiate minacciose al giovane uomo che intanto aveva girato i tacchi e se ne stava andando < Ehi, tu, maleducato! > gridò la fioraia nella sua direzione < Ti sembra questo il modo di fare? >
< Scusa, vecchia, ma ho delle cose da fare, per cui... io andrei >
< Tu non vai da nessuna parte! > esclamò lei ancora adirata < Non sei cambiato per niente, anzi, se si può dire sei anche peggiorato: la tua educazione fa acqua da tutte le parti... > sentenziò scuotendo la testa.
< Giovanotto, grazie per esserti offerto di darmi una mano ma non c’è bisogno che sgobbi al posto di questo zoticone > disse la vecchietta co un sorriso rivolto a lui < Coraggio, tu, vieni dentro a aiutami a sistemare il disastro che hai combinato! >
Quello sbuffò lanciando uno sguardo al cielo.
< Veramente, vecchia, ho da fare. Non posso star qui e- >
< Momoi... > una voce fuori campo arrivò alle orecchie dei tre, attirandone l’attenzione < Ma sei veramente tu? >
< Momoi? >
< Davvero? >
< Oh mio Dio, sei tornato...! >
< Dove sono gli altri? >
< Momoi, come stai?! >
Non capì bene quello che stava succedendo, in quel momento tutta la città di Magnolia si era resa conto che il suddetto Momoi fosse tornato (il che sembrava una cosa buona) anche se lui non si capacitava del perché di tutta quella calorosa accoglienza.
Aggrottò le sopracciglia per poi sgranare gli occhi quando vide, esattamente al centro del petto di Momoi, un simbolo che conosceva alquanto bene: il simbolo delle fate, della gilda di Fairy Tail!
< Hai sentito le novità? Una ragazza ha riformato la gilda... sai chi è? >
< Sembra una così brava persona. È veramente la figlia del precedente Master? >
Una seria di domande, esclamazioni, dubbi e urla di gioia si levarono nella strada senza che quel ragazzo potesse dire qualche cosa perché troppo occupato a ridere della situazione < Calma, calma... sì, la conosco, cioè, l’ho conosciuta. Ayaka Dreyar è la figlia di Laxus, l’ottavo Master di Fairy Tail quindi state tranquilli... piuttosto avete notizia degli altri? >
< Veramente no, volevamo chiedere a te se sapevi qualcosa... > disse una donna, sovrastando le altre voci.
Momoi si fece pensieroso < Quindi non si sono ancora fatti vivi, eh? >
< Cosa sarà successo a Natsu e gli altri? Ce lo chiediamo da anni ormai...! >
< Spero stiano bene >
< Stanno bene di sicuro > annunciò una voce femminile, al che tutti si voltarono ritrovandosi davanti niente di meno che una Lisanna sorridente e ottimista < Momoi... finalmente sei arrivato. Non ci speravo più, credevo non avessi ricevuto la mia lettera! >
Momoi sorrise  < L’ho ricevuta e anche quella di Juri... sono contento che almeno tu sia riuscita a scappare quel giorno, anche se a caro prezzo >
< Non preoccuparti per me. Adesso sono alla gilda, Ayaka è cresciuta davvero tanto ed è diventata una splendida ragazza! Vieni, così parliamo >
Momoi annuì e alzò le braccia per salutare la folla di Magnolia < Cittadini, non abbiate timore! Ormai il vostro paladino della giustizia Momoi è tornato!! >
L’anziana fioraia alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa < Ecco che ricomincia con le sue manie di protagonismo >
Il ragazzo che stava assistendo a tutto questo rimase sbalordito: non si aspettava la comparsa di ben due membri anziani di Fairy Tail nello stesso momento, soprattutto dopo anni che aveva passato a cercarli.
Alla fine li aveva ritrovati lì, proprio a Magnolia, la sua ultima meta.
< S-Scusate! > fece il giovane, facendo voltare sia Lisanna che Momoi, entrambi diretti alla gilda < Ehm, anche io sono un mago e vorrei, insomma, ho sentito che la gilda è stata ricostruita e riformata e: vorrei entrare a far parte di Fairy Tail! > esclamò diretto.
Momoi aggrottò le sopracciglia < E si può sapere chi sei, tu? >
< Astal, ventisette anni, vengo da Crocus > si presentò.
L’altro stava per ribattere qualcosa ma Lisanna gli sorrise calorosa < Dovrai aspettare il ritorno della Master, al momento non c’è > spiegò < Intanto puoi venire con noi a bere qualcosa >
A quelle parole Astal annuì vigorosamente < Un thè, grazie >
< Bene. Andiamo, allora >
Durante il tragitto Momoi affermò di essere rimasto sorpreso dal fatto che Ayaka non si trovasse alla gilda e dunque Lisanna gli spiegò tutto, dal fatto che una gilda oscura, Dark Arts li avesse attaccati e avesse rapito due dei loro membri... Momoi era pronto a partire per andare a spezzare qualche osso del collo ma Lisanna glielo impedì prontamente.
Una volta arrivati e una volta seduti a uno dei tavoli assieme a una ragazzina (Marylin disse di chiamarsi) Lisanna poggiò una busta al centro del tavolo con aria grave < Abbiamo ricevuto una lettera del Concilio della magia >
< Che vogliono? >
< Vogliono che Ayaka partecipi alla riunione che si terrà a Era tra una settimana > spiegò Lisanna < Quello che più mi preoccupa però è che è stato Klaus in persona a volere che anche lei partecipasse >
In quel momento Marylin intervenne nella discussione < Chi è questo Klaus? >
< È un mago che fa parte del Concilio che odia profondamente Laxus e, di conseguenza, tutta la nostra gilda >
< Perché? > si permise di chiedere questa volta Astal, sinceramente curioso.
Lisanna sospirò < Beh, diciamo che entrambi volevano la stessa cosa ma alla fine è stato Laxus a ottenerla... detta così sembra una lite tra bambini, però >
< Devono solo provare a fare del male ad Ayaka o alla gilda e se la vedranno con me, chiunque essi siano!! > esclamò deciso Momoi alzandosi e battendo un piede sul tavolo, come a voler rinforzare ciò che aveva appena detto.
Questo qui ama essere al centro dell’attenzione, non c’è che dire...” pensò Marylin tristemente, guardandolo mentre si dava arie da eroe tragico che rinuncerà a tutto con il solo scopo di ritrovare i suoi vecchi compagni.

 

Asuka aveva praticamente costretto Ryoko a starsene per qualche seconda chiusa in una box di vetro che si rimpiccioliva sempre di più finché la ragazza non era tornata in sé urlando e dando calci alle pareti della scatola.
La rossa Devil Slayer si scurò più volte per il trattamento ma la ragazza si limitò a ringraziarla: dopotutto se fosse rimasta imbambolata avrebbe corso il rischio di far del male ai suoi amici.
< E ora occupiamoci di lei! > esclamò Kasai facendo scricchiolare i pugni tra loro.
Intanto che Asuka terminava l’operazione, Alexis e Alèk avevano tenuto occupata Lola per impedirle di usare la sua magia e incantare con la sua voce qualcun altro.
Perché alla fine avevano capito che era stata Lola, con la sua voce, a far rimbambire i due maghi di Fairy Tail.
Alexis annuì convinta < Grazie a Kurumi, Avram è sistemato. Ora tocca a te >
< N-No vi pr-ego... vi siete dimenticati? Avete superato la terza prova, avete fatto tornare normali i vostri amici, adesso potete proseguire! > esclamò la ragazza impaurita per essere rimasta da sola contro tutti quei maghi nemici.
< E aspettarci un tuo attacco alle spalle? No, grazie. Tanto vale che ti mettiamo KO ora e la facciamo finita > disse Asuka con le braccia incrociato sul pancione.
Doveva ammetterlo, combattere in quelle condizioni le costava parecchia fatica, soprattutto perché non poteva fare sforzi eccessivi per via del piccolo.
Come se le avesse letto nel pensiero, Alèk le si avvicinò mettendole una mano sulla spalla < Tutto bene, Asuka? Se sei stanca puoi tornare indietro da Naoko e Alice e aspettare con loro >
La rossa gli sorrise < Non preoccuparti, sto bene >
< Io seguirei il consiglio del tuo amico, fossi in te > fece una voce femminile che costrinse tutti i maghi di Fairy Tail a guardarsi attorno per cercarne la fonte e per poi puntare tutti lo sguardo sulla figura vestita di nero, seduta sugli spalti con un libro tra le mani.
< Chi diavolo sei? > ruggì Kasai.
La donna ghignò < Sono Séline Livre, piacere di fare la vostra conoscenza, stolti maghi della luce >
Alexis sollevò un sopracciglio, visibilmente irritata.
< Ho appena catturato la vostra Master, non vi conviene opporre resistenza >
Quella semplice frase fece sobbalzare tutti i presenti. Non credevano possibile che Ayaka si fosse fatta catturare da quella tizia in abito da sera, era assurdo!
< Non dire cavolate!! > gridò Kasai mentre tutti gli altri si limitarono a stringere i pugni e a guardarla male.
< E invece è così, guardate > e aprì il libro mostrandolo ai maghi: c’era un immagine sulla pagina di destra, una ragazza dai lunghi capelli biondi che dormiva su un letto candido e a baldacchino.
Era Ayaka, non c’erano dubbi!
< Che cosa le hai fatto? > ringhiò Asuka.
< Semplicemente l’ho addormentata e ora dormirà fino a quando non verrà svegliata, mi dispiace ma è impossibile farle aprire gli occhi ora come ora > spiegò divertita < Ma, a proposito, avete superato la terza prova. Bravi! Ora tocca alla quarta, se no sbaglio >
< Piantala con questo giochetto insulso! Libera la Master o te le suoneremo di santa ragione!! >
< E invece credo proprio che userò il mio potente libro anche su di voi, care le mie fatine... pronti? > in quel preciso momento il libro cominciò a illuminarsi, fino a costringere i maghi di Fairy Tail a coprirsi gli occhi con le braccia e in un nanosecondo tutti loro sparirono dall’arena.
Séline sghignazzò < Ben lavoro Lola, li hai trattenuti fino al mio arrivo. Ora rimetti in sesto Avram egli altri due idioti così li annienteremo >
Lola annuì, anche se non sapeva proprio come far riprendere Wok e Avram, tanto erano conciati male.
Sospirò e fece come la Master le aveva ordinato.
Intanto Fairy Tail era stata catturata dal quel potente e magico libro.

 

Una volta aperti gli occhi, Asuka non vide altro che il mare.
Sembrava essere l’alba, i raggi del sole illuminavano l’acqua cristallina e solo quando posò lo sguardo sulla terra su cui era stesa notò che qualcosa non quadrava.
No, sicuramente qualcosa non va” si disse ancora, aggrottando profondamente le sopracciglia.
Si guardò le mani ed erano piccole, bianche e pelose... fece per dire qualcosa ma prima di poterlo fare un grido la fece letteralmente saltare in piedi trovando alquanto strano il fatto che qualunque cosa vedesse sembrava essere parecchio più grande di lei.
< COSA DIAMINE MI E’ SUCCESO????!!!!!! > a gridare come un ossesso era Kasai e Asuka dovette faticare molto per riuscire a identificarlo in mezzo alle rocce dove si erano ritrovati.
Tra l’altro, la rossa non credeva ai suoi occhi: Kasai era... un tantino diverso rispetto a prima.
Quando anche Alèk si riprese scoppiò a ridere nel vedere come era stato conciato il Devil Slayer del fuoco ma prima di poter proseguire con le prese in giro, Kasai gli lanciò un’occhiata furiosa e poi esilarante < GUARDA TE PIUTTOSTO! SEMBRI UN ALBERELLO SPEZZATO, POTREI DARTI FUOCO IN QUALSIASI MOMENTO! >
Allora il maggiore dei fratelli Black si guardò le mani, poi sollevò la maglietta per vedersi l’addome e infine cercò di specchiarsi in acqua.
< SONO FATTO DI LEGNO! >
< E IO COSA DOVREI DIRE?! MI SONO RIMPICCIOLITO, SONO ALTO QUANTO UNA BRICIOLA DI PANE!!! > gridò ancora Kasai, con quella vocina sottile e capace di far scoppiare Asuka dalle risate, che si guadagnò l’ennesima occhiataccia < Che ridi?! Non sei certo messa meglio di noi: un coniglio col panciotto assolutamente ridicolo!! >
Asuka rizzò in piedi e corse anche lei verso il mare cercando di capire in cosa si fosse effettivamente trasformata e tutto ciò che vide fu una palla di pelo bianca con due orecchie lunghe, vestita di tutto punto (un panciotto, per l’appunto) e un orologio nel taschino < Oh mio Dio!! > esclamò spaventata < Ma che sta succedendo qui?! Dove sono gli altri?! >
< Io sono proprio dietro di voi > i tre si voltarono verso la voce e trovarono Kyle, il gatto. Niente di eccezionale, era un gatto anche prima... ma con un bel paio di stivali alle zampe posteriori < Non dite niente. Voi siete messi peggio e potrei prendervi in giro all’infinito > e tempo 0,2 secondi cadde a quattro zampe.
< Ma tu sei umano, giusto? Perché non riesci a stare su due zampe? > chiese Kasai, ancora innervosito dalla situazione imbarazzante in cui si ritrovava.
Kyle sbuffò < Perché i gatti non stanno su due zampe. Almeno non quelli normali >
Alèk quasi cominciò a urlare e indietreggiò fino a inciampare e cadere sulle roccie, al che una nuova voce (questa volta femminile) si levò lamentosa < Alèk, stai attento! Guarda che ci sono anche io! >
Il ragazzo (ormai intagliato nel legno) si mise a sedere di scatto guardandosi attorno ma non trovando nessuno, come neanche gli altri.
< Qua sotto > sibilò la vocina.
Quando il moro abbassò la testa quasi gli venne un infarto, capendo di essersi seduto sulla sua povera sorellina < Alexis!! Ma che-? > la figura di Alexis si alzò in volo davanti a loro con un’espressione tutt’altro che felice.
< Azzardate un commento su tutto questo e vi uccido > ringhiò tetra.
Alèk le sorrise < Ma se sei carina... > ma si convinse a starsene zitto dopo che sua sorella lo ebbe guardato malissimo < Okay, come non detto >
< Beh, Kasai, non sei contento? Qualcuno di piccolo come te c’è > esclamò Kyle con un sorrisetto impertinente.
Asuka inarcò un sopracciglio: Alexis era piccola sì, più o meno delle stesse dimensioni di Kasai al momento, ma aveva anche un bel paio di ali dorate, sembrava davvero una fatina.
Ma quell’espressione di rabbia la faceva sembrare una fatina della vendetta.
< Cerchiamo di capire dove siamo finiti e dove sono Ryoko, la bambina e l’altra ragazza > iniziò Alexis posandosi in piedi su una roccia < E soprattutto cerchiamo di capire come torniamo normali >
< Sapete una cosa? > fece Asuka con fare pensieroso < In qualche modo questa cosa mi ricorda qualcosa... ho letto alcune favole e alcuni personaggi sono proprio uguali a quelli in cui ci siamo trasformati >
Tutti la guardarono immobili.
< Sì, insomma, secondo quello che so: io dovrei essere il Bianconiglio di “Alice nel Paese delle Meraviglie”... Kasai è Pollicino, Kyle il Gatto con gli Stivali, Alèk è Pinocchio, mentre Alexis assomiglia molto alla fatina di Peter Pan, una certa Trilli > spiegò con maggiore convinzione < E se sto ragionando bene, Ayaka è Aurora, la bella addormentata nel bosco >
A quel punto intervenne Alexis < Ma dove sono la bambina e Seras? Non le vedo da nessuna parte >
< Ragazzi!!! > la voce che sentirono era senza dubbio della maga dai capelli rossi e veniva da dietro dei grossi massi < Vi sarei grata se mi deste una mano! >
I maghi di Fairy Tail (+ Kyle) si affrettarono a raggiungerla per poi spalancare occhi e bocca.
Asuka e Alexis alzarono gli occhi al cielo, ormai la reazione dei maschi a quel genere di cose era sempre la solita.
< Non avevo mai visto una sirena > sentenziò Alèk < Incantevole >
< Secondo voi sa di pesce? > chiese Kasai.
< Scopriamolo subito > continuò Kyle leccandosi i baffi.
Seras sbuffò < Almeno aiutatemi a raggiungere il mare > sentenziò, ignorando bellamente i tre ragazzi che la fissavano come se fosse una specie in via di estinzione.
In un modo o nell’altro Seras riuscì a immergere la coda in acqua e prima che Asuka o chiunque altro potesse chiederle qualcosa riguardante i strani segni rossi che aveva sulle braccia e sulla coda, lei si tuffò restando immersa nell’acqua lasciando fuori soltanto la testa.
< Ora mancano soltanto Ryoko e la bambina, giusto? > fece Alèk guardandosi intorno.
Sereas sospirò < Se la conosco abbastanza bene, è qui in giro ma ha paura di uscire fuori > spiegò, per poi gridare il nome di Kurumi ad alta voce un paio di volte.
Subito dopo nessuno rispose, poi, lentamente sentirono dei passi e la piccola si fece vedere con in mano sempre il suo peluche e un mantello di un rosso brillante sulle spalle.
Asuka le sorrise, per quanto le era possibile fare con quella faccia di coniglio che si ritrovava al momento < Va tutto bene, piccola > fece per tranquillizzarla, saltellando vicino a lei che la guardava stranita.
All’inizio la bambina non disse niente e si limitava a guardarla, poi allungò una mano e accarezzò il pelo bianco di Asuka mostrando un timido sorriso.
< E Ryoko? >
Kasai annusò l’aria per poi scuotere la testa < Non sento il suo odore, non è qui >
< Vuoi dire che molto probabilmente è rimasta in quell’arena? > fece Seras allarmata ma poi le venne un’idea < Forse ha fatto in tempo a teletrasportarsi lontano da lì e per questo è salva > ipotizzò.
Asuka annuì < Probabilmente è come dici tu >
< Prima di preoccuparti per gli altri, cerchiamo di capire dove siamo e perché ci siamo trasformati in personaggi delle favole > disse Alexis, per nulla a suo agio in quegli abiti di foglie.
Kasai annuì, non vedeva l’ora di tornare come prima.
Asuka incrociò le zampe al petto quando si rese conto di avere qualcosa nel taschino del panciotto e lo afferrò prontamente: si trattava di un orologio da taschino e quando lo aprì vi trovò un biglietto di carta.
Si ritrovò a sgranare gli occhi quando lesse il suo contenuto < Ragazzi, credo di aver risolto un mistero > disse mostrando la sua scoperta < Questa non è altri che la quarta prova di cui parlava quella psicopatica dall’urlo potente >
Seras si avvicinò alle rocce < Che cosa dice? >
A quel punto Asuka cominciò a leggere < “Non è facile uscire dal posto in cui vi trovate, maghi di Fairy Tail, per cui è inutile cercare di scappare. Anche perché è qui che la vostra master si trova, imprigionata e incosciente; dovrete salvarla, ma è inutile dire che non sarà affatto facile.
Questo è il mio mondo, il mondo del mio libro, io qui sono la Dea che regna su tutto e tutti. Superate la quarta prova e io vi dirò dove è tenuta prigioniera la fata Ayaka Dreyar.
La prova è la seguente: trovate per me la chiave dorata che apre la porta a un mondo sconosciuto agli umani rischiando la vostra vita
.” >
< Dannazione! > esclamò frustrato Alèk battendo un pungo su una roccia che si sgretolò all’istante, ma non solo. La sua mano di legno infatti si ammaccò quasi spezzandosi, il che fece sgranare gli occhi al ragazzo < E adesso come faccio a combattere se mi rompo anche io?! >
Kasai sghignazzava mentre Alexis scuoteva la testa < Sicuramente il fatto che ci siamo trasformati in qualche modo ci indebolisce > spiegò.
< Dobbiamo trovare questa chiave e liberare Ayaka! > esclamò Asuka.
< Sì ma non abbiamo un singolo indizio... come facciamo a-? > ma Seras si bloccò di colpo volgendo lo sguardo in acqua, come se ci fosse qualcosa la sotto < Si sta avvicinando qualcosa di molto grosso >
< Tenetevi pronti! > esclamò Alexis alzandosi in volo, raggiungendo l’altezza del fratello < E tu cerca di non spezzarti come un ramoscello, intesi? >
Kasai evocò il suo fuoco blu, due piccole sferette di fuoco che molto probabilmente non avrebbero fatto male a una mosca ma nessuno glielo fece notare per non evitare di dover sorbire le sue crisi isteriche.
Intanto che Kyle cercava di togliersi quei maledetti stivali per camminare meglio, Asuka si portò vicino a Kurumi.
A un certo punto sbucò fuori dall’acqua... un innocentissimo granchio.
< E questo sarebbe grosso?! > esclamò deluso Kasai spegnendo le fiamme.
Seras si coprì la mano con la bocca per non scoppiare a ridere davanti a tutte quelle facce allibite < C-Ci siete cascati! > disse, trattenendo a stento le risate, poi tornò seria all’improvviso < Comunque, a parte gli scherzi, c’è qualcosa qui sotto. Forse una specie di città, ad ogni modo io vado a vedere >
< Aspetta! > esclamò Asuka, fermandola < Andare da sola è pericoloso. In effetti sarebbe meglio dividerci per riuscire a trovare prima la chiave ma dobbiamo agire in gruppi >
Seras annuì < Sì, ma chi altri potrebbe venire sott’acqua con me. Al momento sono una sirena quindi si presuppone che sappia respirare in mare ma voi? >
< Verrò io > disse Alexis avvicinandosi alla rossa < L’acqua è uno dei miei elementi >
< Va bene, allora. Voi due andate a vedere cosa c’è sul fondo dell’oceano. Noialtri cercheremo di raggiungere terra in qualche modo > spiegò Alèk < State attente >
Alexis fece un piccolo sorriso accennato, per poi tuffarsi in acqua e creare una bocca d’aria attorno a lei permettendole di respirare.
Seras la seguì poco dopo, ma non prima di aver salutato la piccola Kurumi, che la salutò con un gesto della mano.
Asuka si guardò attorno < Bene. E ora noi come ci muoviamo? >
Kyle alzò lo sguardo verso il cielo < Io avrei un’idea > disse, attirando così l’attenzione di tutti i maghi presenti.
Non sapevano se fidarsi o no, Kasai aveva detto che lui aveva combattuto contro la loro master e che era riuscito a copiare un suo attacco. Ma perché li stava aiutando?
Perché aveva portato Kasai, Seras e Kurumi da loro?
Al momento però non potevano fare altro che starlo a sentire.
Poi sarebbe stata Ayaka a decidere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA
E rieccomi!
È tardissimo, lo so, ma finalmente ho terminato il capitolo!
In verità volevo aspettare Natale così da farvi una sorpresa ma poi mi sono detta che già aspettate da qualche mese, non volevo farvi aspettare oltre...
Che dire? Spero, come al solito, che questo capitolo sia all’altezza delle vostre aspettative e che non vi siate dimenticati di me ^.^
I maghi sono finiti nel libro delle favole di Séline... ne usciranno interi?
Ci ho messo un po’ a scegliere in quale personaggio delle favole trasformarli e alla fine è uscito questo. Per il momento Ayaka scomparirà un attimino, anche per dare spazio agli altri OC di sfoderare tutta la loro potenza (beh, forse non tutta perché ce ne sono ancora di cattivi che ho in mente da sfoderare).
Ora devono trovare questa chiave... ce la faranno?
Sono apparsi altri due OC! Momoi e Astal (a proposito, spero di averlo reso bene, anche se nel prossimo capitolo farà un’apparizione più lunga), di cui uno già membro di Fairy Tail e che conosce Lisanna!
A questo punto, dei vecchi membri, manca solo Juri... eheh... chissà, chissà...!
Ovviamente è ancora presto per chiedervi se Momoi vi piace oppure no, ma come per Astal, nel prossimo capitolo vedrò di analizzarlo meglio.
E per di più si preannuncia una possibile avventura... chisarà mai Klaus e perchè odia tanto Laxus?? Mh...
Che altro?
Ah! Domande!
Per l’intervista del prossimo capitolo non dimenticate di inviare qualche domanda simpatica e anche se non sapete a chi toccherà per certo, mandate comunque qualche domanduccia comunque sia che si tratti di Kasai che di Naoko!
Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete qualche ipotesi, domanda, non esitate!... anche se non sembra io sono sempre qui!
Alla prossima!
Ayaka ^.^

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Capitolo 12
*** Guai in vista ***


Dato che non mi faccio sentire da un bel po' eccovi una sorta di riepilogo TRAMA:
Ayaka Dreyar, Master della gilda di Fairy Tail, ha un obbiettivo: ritrovare i vecchi membri della gila (suoi genitori inclusi) che sono scomparsi.
Ora la gilda conta 9 membri lei inclusa.
Ma la gilda oscura Dark Arts dell'Alleanza Angelica ha sferrato un attacco e i maghi di FT (insieme a nuovi arrivi, all'enigmatico Kyle e il Devil Slayer del Fuoco, Kasai) stanno combattendo per sconfiggerli.
PERSONAGGI:
Ayaka Dreyar (bionda, occhi grigi), figlia di Mirajane e Laxus, maga del Take Over: Fairy Soul
Alexis e Alèk Black (mori lei occhi azzurri, lui rossi), la prima governa gli elementi mentre lui ha una forza sovrumana
Kasai Asuma (rosso, occhi blu), Devil Slayer del Fuoco
Ryoko (castana, occhi verdi), utilizza la magia dimensionale ed è solita combattere con pistole magiche
Asuka (rossa, occhi verdi), Devil Slayer del Vetro
Marylin (turchese, occhi arancioni), maga degli specchi illusori
Alice Rabbit (bionda, occhi viola), maga in grado di richiamare i 5 Guardiani (Byakko è un esempio)
Naoko Charmin (biondo, occhi azzurri), mago dell'Ubiquità in grado di moltiplicarsi
Seraphina detta Seras (rossa, occhi azzurri), maga della luce (Light Make) di cui non si sa ancora niente
Kurumi Kimura (fiordaliso, occhi viola), utilizza un particolare tipo di magia ??
Nagashi (albino, occhi ambrati), mago che brama vendetta contro FT
Momoi (moro, occhi neri), mago della cui magia non si ancora nulla ma che è un grande esibizionista
Astal (albino, occhi viola), God Slayer della Luce ma di cui non sappiamo ancora niente
Kyle (moro, occhi rosa), mago con l'abilità di copiare la magia altrui (è uno dei pochi indizi che si ha al riguardo) e che si trasforma in un gatto nero
Cara (viola, occhi violetti), maga del ghiacci (Ice Make), allieva di Gray Fullbuster e sorella adottiva di Marylin
Juri, mago di FT che tutti cercano ma che nessuno trova ^.^
(Non penso di aver dimenticato nessuno, ma se è successo, perdono T.T)

Buona lettura...





 



WEEKLY SORCERER
INTERVISTA AI MAGHI DI FAIRY TAIL
Parte 04
“Il Devil Slayer del Fuoco è uno stupido ingenuo, ma sorprendentemente colto”

 

JACK: Bene... ne abbiamo intervistati già tre... ne mancano...  *Ma Jack impallidisce quando si rende conto dell’effettivo numero delle persone da intervistare e si allunga verso la collega bisbigliandole qualcosa* Qui non finiremo neanche tra cent’anni!!
LEONA: Naah! Non fare il guastafeste, Jack! Che giornalista sarei se mi lasciassi scappare l’occasione di intervistare i nuovi maghi della gilda più cool del momento!
La reporter ha gli occhi luccicanti, non vede l’ora di continuare le interviste.
JACK: Bene. A chi tocca?
LEONA: Vediamo un po’... *da un’occhiata ai maghi davanti a lei, in attesa* ... Kasai!
Lei, il rosso e Jack si siedono a un tavolo della gilda, tutti gli altri intorno - chi appoggiato al tavolo, chi in piedi e chi seduto - curiosissimi.
In particolare Ayaka sta ascoltando le interviste con enorme (malsano e inquietante) interesse, Naoko può giurare di averla vista ridere da sola ogni tanto ma era rimasto in silenzio a impallidire.
LEONA: Bene, cominciamo... allora, Kasai, si sa così poco di te... vediamo di scoprire qualcosa di interessante!
Kasai alza le spalle facendole segno di iniziare.
LEONA: Ebbene... mi è stato riferito che tu sia il più piccolo tra i ragazzi, nonché minorenne e, non metto in dubbio il buon senso della qui presente Master *le lancia giusto un’occhiata trovandosela seduta al suo fianco, la cosa la inquieta un poco* , ci mancherebbe, ma... tua madre sa che sei qui?
KASAI: Beh, è morta
LEONA: Oh cielo! Mi dispiace tantissimo! E com’è successo? E tuo padre?
KASAI: Entrambi di malattia
LEONA: *Sospira* Mi spiace... passiamo a qualcosa di più allegro, eh? Allora, abbiamo appurato che tu conosca diverse tipi di magie, sarà perché leggi molto? Questo però è strano, dato che un zuccone come te non potrebbe neanche avere sul proprio vocabolario la parola ‘leggere’ *Ignora deliberatamente la faccia delusa e basita del Devil Slayer e il suo “Hey!” forse un po’ troppo urlato*... A dirla tutta, neanche la parola ‘vocabolario’!
KASAI: Ma...!
Alèk non riesce a trattenere una risatina divertita, così come  Asuka e Naoko, mentre Marylin non si fa neanche troppi problemi e scoppia a ridere a crepapelle
AYAKA: Mi sa che ti ha preso per un’idiota
KASAI: *Grugnendo* Me ne sono accorto
LEONA: Perciò Kasai, come diavolo conosci tante magie?!!
A nessuno sfugge la marcato incredulità della sua voce.
KASAI: Beh, è semplice. Viaggiando molto ogni volta QUESTO ZUCCONE si ferma in ogni singola biblioteca di ogni singola città a leggere!!
La convinzione con cui ribatte è ammirevole, tanto che Marylian lo guardo per un attimo non convinta che fosse semplicemente una battuta.
LEONA: Ma come mai leggi tanti libri di magia? Te ne serve una in particolare?
KASAI: No, non cerco una magia in particolare
In quel momento Jack decide di intromettersi nella conversazione, oltremodo curioso.
JACK: Ma allora perché lo fai?
KASAI: *Incrociando le mani dietro la nuca* Affari miei *e sbuffa*
Leona quasi spezza la penna con cui sta prendendo appunti digrignando i denti.
LEONA: Non accetto tali risposte! Sono una reporter, io!
KASAI: E io uno che non vuole che i propri affari vengano spifferati ai quattro venti!
LEONA: Non mi dirai che lo fai per curiosità che non ci credo!
La ragazza sembra decisa e sembra quasi per afferrarlo per il gilet quando Jack la trattiene cercando di farla calmare.
AYAKA: Magari legge un sacco perché in realtà è un cervellone! *Esclama all’improvviso facendo zittire i due che fino a poco tempo prima si stavano azzuffando* No, avete ragione, è una pazzia bella e buona...!
LEONA: E va bene! Andiamo avanti!! *Fa la ragazza rimettendosi in piedi e cercando di tornare in sé, per poi sedersi nuovamente di fronte al mago* Perché non ti sei unito alla gilda da subito?
Kasai fa per pensarci un paio di secondi.
KASAI: Niente di che, avevo degli affari da sbrigare... sai com’è, questioni varie...
LEONA: Ah, va bene... *ma Kasai nota eccome lo sguardo indagatore della pazza giornalista* Nell'ultima settimana, quante cose hai bruciato, piccolo piromane?
KASAI: Assolutamente nessuna!! *Esclama di botto*
In quel momento Naoko tossisce assottigliando gli occhi, tutti hanno capito che era stato solo un modo per attirare l’attenzione del rosso che alza gli occhi come per pensarci.
KASAI: Ehm, adesso che ci penso... eheh...
NAOKO: Casa mia hai bruciato, Kasai!! Casa mia!!!
KASAI: Ti ho già chiesto scusa, mi pare.
NAOKO: E sai dove sto dormendo adesso?!
KASAI: No, dove?
AYAKA: Con me in locanda!! *esclama allegra la bionda maga*
I maghi sbattono le palpebre un numero indeterminato di volte prima di chiedere conferma della cosa al diretto interessato.
ASUKA: Ecco perché hai sempre quella faccia stanca...
ALÈK: Eh?! Cosa?! Tu e Ayaka?!
KASAI: Non sapevo ti piacessero i tappetti *dice, rivolto alla master*
NAOKO: CHE  COSA CAZZO AVETE CAPITO?! *sbraita il biondino rosso di rabbia* Non dormo perché chi mai dormirebbe con una tizia pazza e sadica nel letto vicino?!!!
A un certo punto Naoko sente una ano posarsi sulla sua spalla.
LEONA: Io e Jack ti verremo a trovare al cimitero, te lo promettiamo.
JACK: Non stavamo intervistando lui, Leona?
La ragazza annuisce cacciando i suoi amati occhiali.
LEONA: Bene, continuiamo con qualche altra domandina... la cosa che più ami in assoluto?
KASAI: Cioccolata calda!!! *esclama tutto contento lui*
LEONA: E cosa invece non ti piace?
KASAI: I capelli biondi, quelli verdi e i clown!
LEONA: Perché i capelli biondi e verdi? *fa per pensarci un attimo* Ma quindi neanche i miei?!! Come osi?! I miei capelli sono bellissimi!!
KASAI: Non direi proprio!!
Leona arriccia il naso infastidita.
NAOKO: Kasai è fatto così, ha queste fissazioni del cavolo...
AYAKA: Pensa che ha detto anche a me che ho dei capelli orrendi. Un giorno di questi glieli tingerò di biondo e di verde mentre dorme! *esclama come se dei fiorellini le vorticassero attorno*
KASAI: Che cosa?! NO!
SERAS: Sì! Ci sto! Ti aiuto io, Ayaka!
AYAKA: Evvai!
Il Devil Slayer sgrana gli occhi, sbiancando.
E mentre le due ragazze iniziano a mettersi d’accordo sul dove, quando e come, Leona si è rimessa seduta accanto a Jack che, poverino, non può davvero più di tutti questi divagamenti.
JACK: Possiamo continuare, per favore? *sta quasi per piangere*
LEONA: Sì, hai ragione... bene, Kasai Akuma, dimmi, il tuo tipo ideale di ragazza? Hai palpato la povera e indifesa Ayaka-
KASAI: Quella è pazza, non indifesa... *sussurra tra sé e sé il ragazzo ma qualcuno l’ha sentito forte e chiaro*
LEONA: -due volte, cosa ne pensi del suo seno?
Kasai sta per rispondere ma non fa in tempo che una mano pesante cade sulla sua spalla.
KASAI: Che c’è?
Ma non passa neanche mezzo secondo che viene sollevato di peso per il gilet.
MOMOI: Io sono stato incaricato dal Master, Laxus Dreyar in persona, di vegliare su sua figlia e tu, brutto pervertito che gioca con il fuoco COSA esattamente ti sei permesso di fare?!!!
Asuka inarca profondamente un sopracciglio, imitata da Naoko e Alice che, non capendo assolutamente cosa stia succedendo, si limitano ad alzare le spalle.
KASAI: Che ti prende così all’improvviso inutile ammasso di muscoli?! *fa il rosso cominciando a dimenarsi come un matto*
MOMOI: Non chiamarmi “inutile”!! Io sono il grande Momoi!!
KASAI: Ma che razza di nome è?!
MOMOI: Un nome bellissimo come lo sono io, brutto sacco di pulci!!
KASAI: Sacco di pulci a chi?!
JACK: *Piangendo* Stiamo ancora divagando...
LEONA: La situazione sembra esserci sfuggita di mano *la reporter agguanta la videocamera tutta emozionata* Sbrigati Jack e riprendi tutto!
ALEXIS: Questo farà sicuramente cattiva pubblicità...!
SERAS: A chi importa la cattiva pubblicità! Questi due sono troppo divertenti!!
AYAKA: Devo darti ragione, cara Seras.
LISANNA: Ragazzi, dai, smettetela...
KASAI: Fatti sotto se ne hai il coraggio!
E mentre quei due iniziano una violenta rissa che non porterà a niente di buono Jack si avvicina alla Master in cerca di aiuto.
AYAKA: Perché dovrei fermarli?
ASUKA: Forse perché andando avanti così distruggeranno tutto...?
La bionda sgrana gli occhi, effettivamente non ci aveva pensato a quell’eventualità!
Raggiunge i due litiganti non prima di essersi beccata una sedia volante in faccia e, rapida come un ghepardo, afferra i due per i capelli tirandoli all’indietro.
AYAKA: Siete pregati di non distruggere questa gilda altrimenti non so se riuscirete a vedere l’alba di domani, sono stata abbastanza chiara?
Immobili come statue riescono a stento ad emettere un “sì” che Ayaka fa un sorriso contento e torna a sedersi come se niente fosse.
LEONA: Che stavamo dicendo? Mi sono dimenticata...
JACK: Ehm, Leona i... i tuoi appunti... *pigola il collega mostrando il taccuino della ragazza ridotto in cenere*
MARYLIN: Mi sa che questa volta Kasai l’ha fatta grossa...!
ASUKA: Non avrebbe dovuto usare il fuoco
MOMOI & NAOKO: *In simultanea* Visto che hai combinato?
Il rosso grugnisce in risposta e sta per ribattere a dovere ma l’urlo di Leona zittisce tutti quanti.
LEONA: Non è possibile!! Tutta l’intervista è andata perduta!! Jack, dimmi che hai registrato le domande!!
JACK: Beh, ecco... in verità il registratore era pieno per le precedenti interviste e quindi non ho potuto azionarlo.
LEONA: Non ne hai portati altri di riserva?!
JACK: Non pensavo che fossero così in tanti e che ci avremmo messo così tanto per ognuno di loro...!
La reporter sta per avere un crollo nervoso e Lisanna e Alice cercando di farla calmare mentre Naoko se la ride alla grande.
KASAI: Vuoi piantarla, stupido nanetto da giardino?!
NAOKO: Nanetto?! Guarda che sono più grande di te!
KASAI: Non si direbbe proprio...
Alèk continua a ridere accompagnato da Marylin che, in realtà, più che ridere sta osservando il “bellissimo” sorriso del duo “innamorato”.
MOMOI: Siete completamente pazzi
KASAI & NAOKO: *In simultanea* Senti da che pulpito!!
Ayaka intanto aveva preparato una tazza di thè bollente per sé e Astal che osservava la scena in silenzio con gli occhi sgranati.
AYAKA: Credo ti convenga farci l’abitudine... sarà sempre così qui dentro
ALICE: Ayaka!! Leona è scoppiata a piangere!!
La Master lascia la sua tazza all’albino che ingurgitò tutto in un nanosecondo, raggiungendo il tavolo più vicino alla reporter inginocchiata a terra a singhiozzare.
Sale sopra il tavolo e, mani sui fianchi, prende un bel respiro.
AYAKA: Adesso l’intervista si rifà daccapo!! Non accetto un “no” come risposta!!
La reporter si riprende quasi completamente e chiede a Jack di andare a comprare un altro taccuino, al che quello scatta come un fulmine.
AYAKA: Ah, e un’altra cosa... Naoko e Kasai, mi avete dato della pazza, dico bene? *I due chiamati in causa sobbalzano, Ayaka si ritiene altamente soddisfatta* Questa sera metterete in ordine i documenti del mi ufficio, siete avvertiti.
Naoko si permette di rilassare i muscoli.
NAOKO: Pensavo peggio...
AYAKA: Ovviamente sarò lì a supervisionare e se qualcosa non dovesse piacervi ritenetevi pure morti.
SERAS: Master, sei una forza!!
ASUKA: Non incoraggiarla, per piacere...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 12

Guai in vista



Più nuotavano verso il fondo e più la temperatura scendeva.
Seras agitava la coda sempre con meno impaccio rispetto all’inizio, non avendo mai avuto la possibilità di assomigliare così tanto a un pesce. In verità all’inizio era preoccupata per i tatuaggi che gli altri avrebbero potuto notare sulle braccia e sulla coda ma nessuno aveva detto niente, per fortuna.
Seras puntava gli occhi azzurri verso il fondale dove una luce cominciava a intravedersi in mezzo a tutto quel blu scuro.
< Sembra un regno sottomarino > iniziò Alexis al suo fianco, in evidente difficoltà: era piccola e il fatto di dover utilizzare la magia solo per non affogare era faticoso.
Se non altro, il veleno non era più un problema lì.
Seras le lanciò un’occhiata < Ce la fai a resistere ancora? >
< Sì, non preoccuparti > la rassicurò Alexis < Però cerchiamo di sbrigarci >
Se c’era una cosa che aveva capito in quei dieci minuti di discesa era che ad Alexis non piaceva molto chiacchierare.
I suoi capelli erano blu e si muoveva nell’acqua praticamente volandoci dentro con le ali. Vista così sembrava veramente una fata.
Raggiunto il fondale, le due maghe si ritrovarono in una sorta di paradiso subacqueo: alghe colorate, conchiglie e palazzi dorati, tante sirene e tritoni che nuotavano avanti e indietro parlando tra loro, canticchiando o ridendo con altri pesci.
< Come facciamo a verificare se la chiave si trova qui? >
Alexis si guardò attorno pensierosa < Potremmo chiedere in giro. Tu sei una sirena ora, non dovrebbero sospettare niente >
La rossa non se lo fece ripetere due volte e si diresse verso una sirena accompagnata da due tritoni < Salve! > li salutò gioviale < Vorrei chiedervi una cosa, posso? >
Non appena la bella sirena dai lunghi capelli castani la vide sgranò gli occhi inchinandosi leggermente < Oh, principessa! Ma certo, mi chieda tutto ciò che vuole >
Lo stesso fecero i suoi accompagnatori, lasciando per un attimo Seras abbastanza stranita ma si riprese subito.
< Bene! Allora... per caso sapete dell’esistenza di una chiave qua giù? Una chiave dorata > spiegò Seras incrociando le dita.
La giovane sirena ci pensò su per un po’ ma poi scosse la testa < Mi dispiace ma non ne so nulla. E voi? > ma anche i due tritoni fecero segno di no.
Seras alzò le spalle < Va bene. Grazie lo stesso! > e nuotò via, raggiungendo Alexis che era ferma tra alcuni massi < Niente. La chiave non è qui >
< Era troppo bello per essere vero > sentenziò la mora con uno sbuffo.
< A questo punto torniamo in superfice o cerchiamo ancora? >
< Chiediamo a qualcun altro e giriamo un po’. Tra dieci minuti torniamo dagli altri >
Seras annuì e le due si divisero.
Mentre la rossa chiedeva informazioni, Alexis si limitava a cercare tra le alghe e nelle case sgattaiolando dalle finestre senza farsi vedere, ma della chiave neanche l’ombra.
A un certo punto però Seras venne afferrata da delle mani, sobbalzando < Finalmente vi abbiamo trovata, principessa! >
< Eh? >
< Ma come? Si è dimenticata? Stasera c’è lo spettacolo di canto al palazzo e lei è la star! > esclamò la sirena davanti a lei veramente troppo vivace per i suoi gusti < Si deve preparare, deve farsi bella...! Ah, e non vedo l’ora di acconciarle i capelli! > continuava quella trascinandola verso il palazzo sempre più con maggior forza e in quel momento Seras si rese conto della presenza delle guardie attorno a loro, forse per evitare che le succeda qualcosa < Credevano fossi scappata chissà dove come suo solito, ma fortunatamente l’abbiamo trovata! >
Seras fece vagare lo sguardo ovunque cercando Alexis, che apparve nascosta dietro una finestra e con le sopracciglia aggrottate.
Non riuscì a dirle niente, neanche di fare attenzione che un tritone dietro la piccola fatina l’agguantò stupefatto < Ehi! Ma cos’è questa?! > del tutto ignaro che facendo così la bolla d’aria che aveva creato Alexis si sarebbe rotta.
Seras scattò immediatamente verso l’amica ignorando le guardie e la tizia, afferrando Alexis tra le mani e nuotando sempre più velocemente verso la superfice, a una velocità inimmaginabile ma che non era comunque abbastanza.
< Principessa! Si fermi! > sentì dietro di lei le guardie cercare di raggiungerla.
Guardò Alexis con entrambe le mani sulla bocca cercando di trattenere il respiro, al tempo stesso cercava di creare un’altra bolla d’acqua ma era stanca: quel piccolo corpicino che si ritrovava non le permetteva di usare troppa magia.
< State indietro! > gridò Seras rallentando giusto un attimo e, girandosi verso i suoi inseguitori, lanciò verso di loro una saetta di luce che però quelli riuscirono a schivare.
Seras imprecò mentalmente: nell’acqua la luce non era tanto veloce come nell’aria, per cui era facile per le guardie non farsi colpire. Ma la maga dai capelli rossi non aveva messo in conto un’altra cosa.
A un certo punto sentì un forte ringhio dietro di lei e quando li vide con la coda dell’occhio trattenne il fiato: quelle che prima erano guardie erano diventati mostri marini con tanto di denti aguzzi e tentacoli.
I tritoni aveva lasciato il posto a quegli esseri grotteschi dagli occhi bianchi e feroci.
Oh mamma mia, ora mi toccherà farli fuori...” sospirò la ragazza, lanciando un’occhiata ad Alexis stretta tra le sue mani “Ma prima devo portarla fuori dall’acqua”.
Trattenne un grido di gioia quando vide la superficie a pochi metri da lei.
Tirò il braccio all’indietro e, senza alcuna esitazione, lanciò Alexis non prima di averla inondata di luce per farle raggiungere l’isolotto il prima possibile < Vai!! > gridò e subito dopo si voltò verso quei pesci andati a male < Bene, e ora vediamo di sistemarvi >
Davanti a lei c’erano cinque esseri.
Cinque contro uno.
Si prospettava una lotta interessante.

 

[Intanto a Magnolia]
< Uffa... credevo che con Ayaka avessimo smesso di ricostruire cose distrutte e invece... > Momoi sbuffò ancora mentre spostava un enorme macigno fuori da quella che fino a qualche giorno prima era la biblioteca.
Sul serio, pensava che, data l’assenza dei soliti casinisti la vita sarebbe stata più tranquilla. Nessuno li avrebbe additati quando qualcosa veniva distrutta per sbaglio.
Nessuno li avrebbe definiti “rocamboleschi” e soprattutto lui non avrebbe poi dovuto sgobbare per ricostruire quella cosa che per sbaglio era stata distrutta.
Momoi non era proprio un’amante delle sfacchinate, in effetti.
Lisanna, che era arrivata con un grosso vassoio tra le mani, sorrideva soddisfatta dell’operato.
< Insomma, io ho un sacco di cose da fare... > si lamentò ancora Momoi ricevendo però un’occhiataccia da Marylin.
Anche lei stava dando una mano, portando libri e oggetti meno pesanti.
< Ho portato uno spuntino! > esclamò la donna poggiando il vassoio su un tavolo rimasto indenne.
< Grazie mille, Lisanna! > esclamò la ragazzina con un sorriso.
Astal e Momoi si avvicinarono anche loro a mangiare qualcosa.
Se Lisanna avrebbe dovuto descriverli non poteva che affermare che quei due erano l’uno l’opposto dell’altro: da una parte c’era il tranquillo Astal che stava attento a tutto e non dava fastidio, forse per via della grande quantità di thè che beveva ogni giorno... in più aveva accettato di dare una mano nella ricostruzione della biblioteca, il che era davvero gentile da parte sua; dall’altra, invece, c’era Momoi con i suoi modi eccentrici e scansafatiche, una specie di egocentrico e, la maggior parte delle volte, sputasentenze ma nessuno lo stava mai a sentire veramente quindi non c’era motivo di prenderla a male.
< Lisanna > la donna si voltò verso Marylin che, seduta al suo fianco, mangiava tranquillamente le palle di riso < Quando pensi che torneranno Ayaka e gli altri? >
L’albina sospirò < Non saprei. Ma sono certa che stanno tutti bene >
< Stanno affrontando una gilda dell’Alleanza Angelica > sentenziò Momoi scuro in volto per poi riprendere l’aria gioviale che lo caratterizzava < Ma sono certo che ce la staranno facendo alla grande! Dopotutto Ayaka è la figlia di due grandi maghi e sono sicuro che si sia circondata di persone altrettanto grandi! >
< Sì, è così! > affermò Marylin con sicurezza < Prima di tutti Alèk ma anche gli altri sono forti >
< Chi è Alèk? >
Marylin lo fissò allucinata < Come non sai chi è Alèk?! È il mago più bello e forte di Fiore! > esclamò con enfasi.
< Sì, sì... se lo dici tu... > fece il moro per niente convinto < Sono sicuro che io sono molto più affascinante e potente di lui! >
< COSA?! Impossibile! >
< Ah sì?! Ragazzina, tu che ne vuoi sapere di veri uomini?! >
< Sicuramente più di te, armadio senza cervello! >
< COSACOSA?! Armadio? Ma io ti- > e la discussione sarebbe andata avanti per ore se Momoi non fosse stato colpito all’improvviso da qualcosa di invisibile < Chi è stato? >
Si guardò attorno ma non vide nessuno.
Sbiancò all’improvviso < I fantasmi?!!!!!!!!!!!!!!! > e, tutto tremante, andò a farsi proteggere da Lisanna che sospirò con infinita pazienza.
< Non sono fantasmi, Momoi > fece la donna con un sorriso < Semplicemente è il vecchio Ghost! >
Astal fece vagare lo sguardo in giro fino a che non si posò su un vecchio fermo in angolo che li fissava.
Alzò la mano per salutarlo e fece un piccolo sorriso < Salve, signore >
< Oh > il vecchio parve sorpreso e si avvicinò < È la prima volta che incontro qualcuno di così educato e soprattutto è la prima volta che ne vedo uno che fa parte di Fairy Tail >
< Beh, in realtà io non faccio ancora parte di- >
< Giovanotto, vedo che la buona educazione non è ancora il tuo forte > lo interruppe il vecchio che, intanto, si era rivolto a Momoi.
Questa è la seconda volta che glielo dicono oggi” pensò Astal alzando un sopracciglio.
< Brutto vecchiaccio! Mi hai fatto prendere un colpo! > sbraitò Momoi, ormai ripresosi dallo spavento.
< Non si tratta così una graziosa signorina, dovresti saperlo! > esclamò ancora il vecchio e immediatamente dopo una delle sue mani invisibili picchiò la testa del mago < Maleducato >
< Odio la tua magia > gracchiò quello con la faccia ancora rivolta al suolo.
Lisanna, che voleva evitare di radere al suolo quel che rimaneva della biblioteca, interruppe la discussione < Ghost ma lei cosa ci fa qui? >
< Sono qui da quando la biblioteca è stata distrutta >
< Oh cielo! E come sta? >
< Abbastanza bene, grazie. Ma starei ancora meglio se- > ma questa volta toccò a lui non riuscire a terminare la frase perché Lisanna gli aveva lanciato un’occhiata assassina quando sentì qualcosa sfiorarle il sedere < B-Beh, sto bene. Benissimo >
Eccone un altro fuori di testa...” pensò Marylin frustrata.
< A cosa dobbiamo la tua visita? > continuò Lisanna.
Il vecchio andò a sedersi su un masso prima di rispondere < Volevo vedere come se la passava la giovane Ayaka ma non la vedo da nessuna parte >
< Lei è in missione assieme agli altri > fece Marylin sorseggiando un succo.
< Ah, ora capisco >
< Torneranno presto. Almeno spero, sono partiti ieri sera >
Astal, che non aveva proferito parola fino a quel momento, si rivolse a Lisanna < Scusa se te lo chiedo così all’improvviso, ma... cos’è successo ai componenti della gilda anni fa? Perché sono tutti scomparsi? >
Lisanna restò un attimo stordita dalla domanda improvvisa ma subito dopo fece un bel respiro profondo.
< Come ho spiegato ad Ayaka è successo tutto troppo in fretta. Momoi, Juri e Cara non erano neanche alla gilda ma tutti gli altri erano lì > spiegò con voce grave < Per quello che so i miei amici hanno combattuto fino allo stremo delle forze ma non ce l’hanno fatta. Non so dove siano né se siano ancora vivi ma voglio credere in loro.
Voglio credere nei miei amici e sono sicura che un giorno li ritroveremo. Tra l’altro, a causa di quell’attacco, io persi l’uso della magia per sempre >
Astal abbassò lo sguardo < Mi dispiace >
< Non preoccuparti. Io e Ayaka siamo determinate a ritrovarli e questo ci da forza e speranza > disse con un sorriso sicuro.
< Invece di fare domande agli altri perché non ci parli di te? > intervenne Momoi incrociando le braccia al petto < Che tipo di magia usi? >
Astal sgranò gli occhi per un attimo, rimanendo rigido.
Deglutì a vuoto e restò in silenzio seppure avesse aperto la bocca per rispondere < I-Io sono un God Slayer > disse suscitando sorpresa nei presenti < Un God Slayer della luce > continuò facendosi coraggio.
< Però! Davvero niente male ragazzo! > esclamò Momoi tutto contento ma un sonoro pugno di Marylin lo fece zittire immediatamente.
Perché lui non aveva affatto intuito il perché dell’espressione che Astal aveva impressa sul volto da quando aveva detto di essere un God Slayer, mentre gli altri tre sì.
< Non devi temere giudizi o altro qui, sei a Fairy Tail. Sei come sei e nessuno ti giudicherà, qualsiasi cosa tu abbia fatto o visto prima di venire qui >
Astal li ringraziò dal più profondo del cuore.
E mentre Momoi cercava di capire cosa stesse effettivamente succedendo litigando con una Marylin alquanto inalberata, Ghost fece vagare lo sguardo verso il cielo consapevole che era forse l’unico ad avere una minima idea di dove fosse Lei.

 

Dopo aver combattuto per chissà quanto tempo e dopo aver assistito Alice nella guarigione, Naoko avrebbe soltanto voluto riposare la mente appoggiato a un albero. Non chiedeva troppo: una decina di minuti, il tempo che magari Alice si svegliasse e ricominciasse a parlare. Ma prima di poter anche solo pensarlo, ecco che davanti a lui si apre una specie di portale dal quale esce una Ryoko piena di graffi.
L’infarto era vicino, ma non fece in tempo a renderlo pubblico che un mugugno lo fece voltare verso la maga bionda < N-Naoko? >
Il ragazzo fece appena in tempo ad afferrare Ryoko prima che cadesse a terra, farla sedere contro un masso e andare a controllare la situazione < Come stai Alice? >
La bionda cercò di mettersi a sedere, aiutata dal ragazzo < Bene. O almeno meglio di prima > disse a voce un po’ bassa, poi alzò la testa e puntò gli occhi viola in quelli azzurri di Naoko < Grazie >
Il ragazzo restò per un attimo imbambolato, poi però riuscì a tornare in sé < Prego. Non è stato difficile > poi però si voltò verso Ryoko che intanto aveva regolarizzato il respiro, tanto era stanca aveva anche chiuso gli occhi < E tu come stai? Dove sono gli altri? >
< H-Ho fatto a malapena in tempo a entrare nel portale e andarmene di lì > cominciò a spiegare la ragazza < Dobbiamo andare ad aiutarli. Hanno catturato Ayaka e la master Séline ha trasportato gli altri in un’altra dimensione, quella del suo libro >
Era chiaro che non sapeva altro.
Naoko tirò fuori qualche garza e qualche pomata per i lividi che la ragazza sfoggiava su una caviglia: per la fretta di aprire il portale se l’era forse storta e ora le doleva.
< Grazie > fece Ryoko, una volta che il ragazzo ebbe finito di medicare il grosso.
< Per adesso cerchiamo di riprendere le forze > disse Naoko < Soprattutto voi due, cercate di riposare >
Alice scosse la testa < Anche tu d-dovresti riposare però > affermò timidamente < S-Sei pieno di ferite >
E in effetti aveva pure ragione.
Tutti e tre erano impossibilitati a muoversi, non avrebbero retto un altro scontro così conciati ma sapevano anche che erano gli unici che avrebbero potuto riportare indietro i loro amici.
< Ryoko, raccontaci tutto nei dettagli e cerchiamo di ideare qualcosa. Dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare ed elaborare un piano >
Allora la ragazza prese a parlare, di come Asuka l’avesse aiutata a riprendere coscienza di sé, di come si era ritrovata davanti ai due maghi Avram e Lola, uno con il potere di controllare la stoffa dei loro vestiti e l’altra che incantava la mente altrui con la propria voce.
Poi parlò della master di Dark Arts, del libro e, di nuovo, del fatto che era riuscita a fuggire per miracolo.
Naoko pensò a un modo per cercare di evitare di combattere subito ma non c’era altra scelta se non quella di entrare di nascosto e sperare che nessuno li veda prima di aver trovato un modo per riprendersi Ayaka e gli altri.
< Io saprei come entrare senza farci vedere > disse all’improvviso Alice, ormai ripresasi dalla confusione dovuta alle numerose ferite < Ma ho bisogno di accumulare un po’ di energia magica e... credo mi ci vorrà un po’ >
< Bene. Allora aspetteremo il tempo necessario affinché tu possa riprenderti del tutto e possa stare in piedi. Intanto io e Ryoko faremo la guardia > poi si rivolse alla castana < Sempre se te la senti >
Ryoko annuì vigorosamente: non avrebbe lasciato tutto il lavoro a Naoko, già ferito e stanco per lo scontro con Wok.
Passarono alcuni minuti, successivamente Alice fece apparire un enorme cerchio magico dal quale comparì uno dei suoi fidati amici.

 

Subito dopo che Alexis e Seras fossero scese in fondo al mare, Kurumi si affrettò ad avvicinarsi al coniglio bianco che in realtà era Asuka, cercando di non dare troppa confidenza né allo strano Pinocchio, né a quella testa calda di Pollicino.
L’unico, forse, che riusciva in qualche modo a esserle simpatico era Kyle, versione gatto.
< Non preoccuparti > le disse Asuka sorridendo (o almeno lo sembrava, dato che con la faccia di coniglio non era uscito fuori un perfetto sorriso come lo intendeva lei) < Sembrano pazzi e un po’ lo sono, ma sono anche molto gentili >
< Io non sono pazzo, sono disgustato. Perché devo essere io Pollicino? > fece ancora Kasai mettendo il broncio e incrociando le braccia al petto.
Kurumi vide il Bianconiglio alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa, cosa che le fece piegare un angolo della bocca all’insù.
< Oh, ma che carina... > disse Kyle balzando su una roccia davanti alla bambina < Diventerai sicuramente una bellissima donna da grande >
< N-Non ti sembra e-esagerato p-provarci con una bambina??!! > esclamò tremante Alèk, cercando di sembrare arrabbiato... in realtà era soltanto spaventato a morte.
Infatti Kyle, da buon stronzo qual era, si voltò di tre quarti mostrando al povero mago di Fairy Tail gli artigli retrattili che brillarono grazie ai raggi del sole < Perché? Hai qualcosa da ridire, per caso? >
Alèk quasi si tuffò in mare dove pensava di essere al sicuro ma un piccolo cubo di vetro gli andò in testa, segno che anche Asuka stava ormai perdendo la pazienza.
< Siete ingestibili. Kyle, non dovresti approfittare della fobia di Alèk per prenderlo in giro e tu, Alèk, perché mai avresti così tanta paura di un gatto? >
Alèk non rispose subito, era chiaro perché avesse così tanta paura dei gatti!
Sarà un trauma infantile...” pensò Asuka, quasi convinta.
Sarà che è proprio scemo...” pensò Kasai, convintissimo.
< Sono bestie feroci che minacciano l’esistenza umana!! > gridò Pinocchio con enfasi.
Asuka chiuse gli occhi e cercò di riprendere un discorso più serio mentre Kasai trionfava mentalmente in quanto aveva avuto la conferma: è veramente scemo quello lì!
< Comunque > fece Asuka < Dovremo trovare un modo per andarcene da quest’isolotto... avete qualche idea? >
Kyle annuì convintissimo che la sua sarebbe stata un’idea geniale ma non fece in tempo a dire nulla che Kasai cominciò a parlare < Ehi! Guardate là! >
Tutti gli altri si voltarono  verso il punto indicato dal rosso e attesero.
Era una nave, una nave bella brande e si stava avvicinando sempre di più.
< È una nave pirata! > esclamò Asuka sgranando gli occhi < Dite che avranno pietà di una povera donna incinta? >
< Tutto sembri tranne che una povera donna incinta… > sussurrò Kyle sghignazzando tra i baffi.
Sicuramente era stato più soft e indiscreto di un certo qualcuno che non aveva avuto modo di trattenersi dal dire che ora Asuka sembrava un coniglio sovrappeso col panciotto... la rossa, dal canto suo, non si era certo risparmiata una palla di vetro da lanciargli addosso, schiacciandolo.
< Tranquilla, Kurumi. Con me accanto non hai nulla di cui preoccuparti > la rassicurò la Devil Slayer con un sorriso conigliesco.
< Ehi voi!! > gridarono dalla nave, che si stava accostando all’isolotto tenendosi però lontana dagli scogli appuntiti < Chi siete? E cosa ci fate in questo posto sperduto?! >
< Siamo maghi! > esclamò Alèk di rimando < Potreste darci una a mano? >
I brutti musi che si affacciarono dalla nave non davano proprio l’idea di brava gente… ma sicuramente erano degli stupidi < Maghi? Fate magie? >
Kyle sbuffò “che disgustosi puzzoni ignoranti...” pensò indignato.
< Sì, sì... > fece Alèk trattenendosi dal distruggere loro la faccia < Allora? Potete portarci a terra? >
I pirati si guardarono in faccia per un attimo, aspettando che qualcuno dicesse qualcosa, ma a un certo punto arrivò il suono di un’altra voce maschile.
< E così voi sareste dei maghi? > fece quello avvicinandosi al parapetto con un ghigno < Vediamo... una bambina, un coniglio, un gatto e un burattino che sta in piedi >
Kasai stava quasi per urlargli addosso che c’era anche lui ma evidentemente Kyle trovò comoda e divertente l’idea di sedersi sul povero Devil Slayer, impedendogli di proferire parola < Rimani zitto > gli sussurrò abbassando di poco il muso e coprendogli la testa con le zampe anteriore, onde evitare che potesse essere visto < Non mi fido di questi tizi. Avverti le ragazze non appena arrivano >
Kasai grugnì qualcosa in risposta, cercando di toglierselo di dosso.
Intanto il capitano della nave si aggiustò il capello piumato con quello che sembrava essere un uncino al posto della mano, non distogliendo lo sguardo da quei poveri sperduti < D’accordo, vi daremo una mano > disse fingendosi magnanimo < Ciurma! Fateli salire! >
Kurumi, tenendo il suo peluche stretto nella mano sinistra si piegò a prendere in braccio Asuka che, sorpresa dal gesto della bambina, le sorrise ampiamente < Non preoccuparti, posso camminare (o meglio, saltare) anche da sola >
La bambina scosse la testa e camminò dietro Alèk che apriva la strada, per ultimo Kyle che fece scivolare Kasai tra due pietre per nasconderlo.
Saltò sul parapetto della nave e diede un ultimo sguardo all’isolotto prima che la nave salpasse, in quel momento qualcosa di luminoso sbucò fuori dall’acqua a tutta velocità e poté notare come dei bagliori sul fondo marino.
Le ragazze hanno fatto subito...” pensò raggiungendo i maghi di Fairy Tail e Kurumi “Non vedo l’ora che le cose si facciano interessanti”.

 

Seras l’aveva lanciata talmente veloce che aveva paura di non fermarsi in tempo e di ricadere di nuovo in acqua.
Invece era caduta su qualcosa di morbido ma che non era affatto acqua.
Alexis si toccò la testa con una mano tossendo, ringraziando di essere ancora viva. Si mise seduta cercando di capire dov’era finita: l’isolotto di prima!
Poi sentì un mugugno e abbassò lo sguardo.
Era seduta sulla schiena del Devil Slayer più casinista che conosceva, una mano sulla testa, premuta a terra < Uh, scusa > disse soltanto e togliendo la mano permettendogli di respirare.
< Vuoi scendere?!!! Guarda che sei pesante! > la mora sbuffò mentre si rimetteva in piedi, presto imitata da Kasai < Dov’è Seras? >
< Sta combattendo contro delle creature acquatiche > fece quella mentre controllava che quelle ali che spuntavano dalla schiena fossero ancora intatte < Dovrebbe essere qui tra poco > poi si guardò attorno aggrottando le sopracciglia < Dove sono gli altri? >
< Sono saliti su una nave pirata > spiegò lui < E quel brutto gattaccio mi si è seduto addosso! Ma che avete oggi tutti quanti?! >
< Quanto casino che fai >
A un certo punto qualcosa spuntò fuori dall’acqua, poi un altro e un altro ancora... < Finito! > esclamò Seras muovendo la coda sulla pila dei nemici ormai sconfitti < Allora? Che facciamo adesso? >
Alexis si spalmò una mano sulla faccia: perché dovevano essere tutti così iperattivi?
< Dobbiamo raggiungere gli altri > Alexis spiegò brevemente alla rossa cosa fosse successo.
La maga afferrò una conchiglia alquanto grande aprendola e chiudendola più volte con fare concentrato, facendo venire un dubbio agli altri due sulla sua effettiva sanità mentale < Che stai facendo? > chiese infatti Kasai.
Seras sorrise ampiamente, un sorriso che presagiva guai < Beh, dobbiamo muoverci a raggiungere la nave... Kasai, sai in che direzione sono andati? >
Il rosso annuì annusando l’aria e indicando il nord ovest.
< Bene! > fece ancora Seras sghignazzando < Sappiate che mi dispiace ma per andare più veloci devo farlo! >
Alexis alzò un sopracciglio lievemente agitata “Che cosa…?” mentre Kasai appariva notevolmente confuso.
In meno di un secondo Seras agguantò prima Alexis e poi Kasai gettandoli entrambi nella conchiglia e chiudendo quest’ultima, in tutto ciò ovviamente i due malcapitati non avevano potuto non trattenere il loro sdegno e il fatto che non sopportassero di essere chiusi lì dentro, arrivando anche a minacciare di fare esplodere quella piccola prigione.
Non prima di essersi fatta una bella risata Seras concesse loro delle spiegazioni < Nuotando raggiungeremo Kurumi e gli altri più velocemente... ma voi due mi siete d’intralcio e ora come ora siete lenti, quindi non ho avuto altra scelta! > detto ciò mosse un poco la conchiglia con fare scherzoso < Visto? Siete in mio potere adesso! >
Seras si tuffò in mare tenendo ben chiusa la conchiglia e promettendo di aprirla per fari respirare ogni tanto.
La rossa nuotava velocemente poco al di sotto della superficie dell’acqua mentre ascoltava i lamenti e le imprecazioni dei due amici.
< Non vedo niente... >
< Le tue ali mi pizzicano il naso! >
< Sta’ zitto o ti soffoco! >
< Vuoi togliere il piede dal mio stomaco?! >
< E tu togli quelle mani!! >
Seras avrebbe davvero voluto mettersi a ridere.
Ma avrebbe anche voluto nuotare in tutta tranquillità... evidentemente non era giornata: altri mostriciattoli marini la stavano inseguendo e lanciavano piccoli tridenti come fossero coltelli.
< Dannazione! > Seras imprecò spostandosi dalla traiettoria, per non farsi colpire.
Non l’avesse mai fatto.
< Seras! Che stai combinando?! Perché agiti questa cavolo di concigl- Ahio! A-Alexis! Il piede... non lì...! >
< Seras, che stai combinando?! > continuò la “fata” senza dargli veramente retta.
< Ci stanno attaccando! > spiegò frettolosamente la rossa schivando un altro attacco e lasciando la conchiglia nella sola mano sinistra, tenendola però ben chiusa < Cercate di resistere, devo contrattaccare sennò questi continuano all’infinito! >
< Cerca di non scuotere troppo la conchiglia! > esclamò Alexis seria quasi quanto la morte.
< Sì, sì... > fece vagamente Seras, concentrata su altro.
< No, dico sul serio! > esclamò Alexis, che intanto cercava di capire dove fossero finiti i suoi arti ma in tutto ciò notò una cosa abbastanza strana < Kasai, ci sei? >
Un mugugno flebile arrivò alle sue orecchie e qualcuno (probabilmente Kasai stesso) le tirò piano una ciocca di capelli, forse voleva attirare la sua attenzione, si disse la ragazza, quindi piegò il busto (per quanto le era possibile) in avanti < Hai detto qualcosa? >
< T-Togl-i >
< Eh? > Alexis non vedeva assolutamente nulla in quella cavolo di conchiglia, come poteva pretendere il Devil Slayer che capisse al volo cosa voleva dire? < Non ho capit- AH! > le scappò una specie di grido quando Seras mosse violentemente la gabbia marina facendola sbattere con la testa contro quella del ragazzo.
Le ali erano schiacciate contro la parete della conchiglia e sentiva le gambe all’aria.
< Cazzarola!! Ti avevo detto di togliere il piede!!! > gridò con tutta la voce che aveva il rosso, che ora aveva ora il fiatone, e si sentiva finalmente libero da qualsiasi cosa calpestasse l’amico che viveva giusto lì sotto.
Alexis sgranò gli occhi, forse resasi appena conto di dove aveva tenuto la scarpa fino a pochi secondi prima, o forse resasi conto che ora era Kasai che la stava schiacciando.
< SERAS!! Che aspetti a eliminare queste bestiacce così la pianterai di far ballare questa stramaledetta conchiglia??! >
La rossa quasi scoppiò a ridere pensando che era da un bel po’ di tempo che quei mostriciattoli riposavano oramai in fondo al mare, del tutto privi di voglia di combattere ancora.
Mi diverto un sacco con questi tipi” pensò ridendo mentalmente.

 

[Intanto -ancora- a Magnolia]
< Astal, mi passi il martello? > fece Momoi dalla scala tendendo una mano verso il basso, in attesa che l’albino gli passasse l’arnese.
Quest’ultimo fece come gli era stato chiesto per poi tornare a riordinare i libri insieme a Marylin.
Era quasi l’ora di pranzo e i maghi stavano ancora lavorando... ma prima o poi Momoi avrebbe buttato tutto all’aria, stanco com’era.
Si diresse scocciato verso un altro punto da rimettere apposto mentre Lisanna trasportava dei secchi di vernice all’ingresso < Mi era, in un certo senso, mancato ricostruire qualcosa rotto dalla gilda > disse trattenendo un risolino.
< A me no > disse serio il modo < Per nulla... che diamine! >
Lisanna ridacchiò ancora < Il tempo passa ma tu sei sempre il solito Momoi... >
Marylin e Astal ascoltavano con interesse lo scambio di battute dei due vecchi compagni. La ragazzina era stata entusiasta quando le avevano chiesto di far parte della gilda, loro l’avrebbero aiutata a ritrovare la sua sorellona (anche se le univa un effettivo legame di sangue) e sarebbe stato come vivere in una grande e pazza famiglia.
L’albino, dal canto suo, aveva una paura matta... ma aveva giurato a se stesso che la vita che si era scelto doveva essere vissuta senza rimpianti, per cui unirsi alla gilda di Fairy Tail per lui rappresentava una tappa fondamentale.
E poi non erano male.
< Astal? > il ragazzo si voltò a guardare la ragazzina dai capelli turchesi < Tu da dove vieni? >
Sorpreso dalla domanda improvvisa di Marylin dapprima restò per alcuni secondi in silenzio, poi si rilassò < Da un piccolo villaggio vicino Crocus > spiegò con calma < Tu? >
Marylin alzò le spalle < Io non so dove sono nata > disse continuando a riordinare i libri sugli scaffali < E non so neanche chi siano i miei genitori, molto probabilmente sono morti >
Astal deglutì.
< Però ho una sorella! > esclamò vivace < E ora ho anche una famiglia. Non ti preoccupare, Astal. Forse mi consideri troppo piccola per poter dire cose come questa ma... Lisanna ha ragione, sono sicura che Ayaka accetterà di buon grado la tua idea di unirti a noi >
L’albino le sorrise gentilmente.
Ma non fece in tempo di dire altro che Momoi apparve alle sue spalle circondandogliele con un braccio con fare confidenziale < Però! Che bel discorso, mocciosa... Ben detto nonostante l’età sembri davvero matura! >
Marylin sbuffò < Ho quattordici anni, non sono una bambina, stupido! E tu quanti ne hai? Dieci? >
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia < Porta rispetto per chi è più grande, mocciosa! Ho ben dieci anni più di te! > esclamò indignato.
Lisanna, che osservava la scena assieme a Ghost, scosse la testa divertita.
< Passano gli anni ma la moda per le risse, che siano verbali o fisiche, non passerà mai! >
Il vecchio rise al commento della donna e avrebbe anche aggiunto qualcosa al riguardo ma le porte della biblioteca vennero spalancate di colpo e con un rumore sordo.
Entrò quello che sembrava il figlio adolescente del panettiere di Magnolia, correndo verso Lisanna quasi inciampando nei suoi stessi passi e affrettandosi a recapitare quell’importante fatto appena accaduto < È-È arrivato... un-una persona... >
L’albina gli si avvicinò cercando prima di farlo calmare < Innanzitutto respira, poi dicci cos’è successo? >
Momoi, Marylin, Astal e Ghost appizzarono le orecchie.
< È arrivato uno strano ragazzo e ha chiesto espressamente di te, Lisanna! >
I presenti aggrottarono le sopracciglia: chi poteva mai essere?
L’albina annuì < Va bene, arrivo >
< Cosa? > fece Momoi subito < Vengo anche io, questa novità non mi piace per niente! >
Marylin anche si impuntò e lo stesso valeva per Astal.
Certo, non poteva vantare di far parte ancora della gilda ma se dalla questione ne sarebbe nata una battaglia sentiva di doverli aiutare, per quanto gli era possibile.
I quattro si avviarono verso la strada principale di Magnolia, seguiti da Ghost.
Non c’era anima viva se non fosse per una sola persona.
Marylin sgranò gli occhi quando lo riconobbe, non potendo credere ai suoi occhi: era lo stesso ragazzo dai lunghi capelli bianchi, gli occhi ambrati, un lungo mantello scuro... < Tu... sei Nagashi?! > esclamò Marylin che intanto sentiva gli occhi inumidirsi < Dov’è mia sorella?! Dov’è Cara?! >
Momoi e Lisanna girarono di scatto la testa nella sua direzione < Cara? Quella Cara? >
< Quale Cara? > chiese Astal, poi si ricordò che si stavano riferendo alla maga di Fairy Tail... < Oh, giusto, quella Cara >
In tutto questo Nagashi aveva lo sguardo fisso sulla figura di Lisanna, meravigliandosi del fatto di aver trovato un membro della vecchia guardia così facilmente. Oramai non si parlava d’altro.
La rinascita di Fairy Tail.
Il ritorno di Lisanna Strauss.
La figlia di Laxus Dreyar.
< Allora?! Dov’è mia sorella?! > fece ancora Marylin avanzando di un passo venendo però bloccata da Momoi che le posò una mano sulla spalla < Giuro che ti spacco la faccia se non me la restituisci! >
Nagashi sospirò, tra tutte le cose, non aveva proprio voglia di mettersi a pensare a quella ragazzina.
< Non ci avevi detto che tua sorella fosse Cara > disse Momoi con una strana espressione in volto < E come se non bastasse quel tizio lì ha una strana “aura” attorno a sé >
Marylin deglutì rumorosamente < Lo so ma... >
< Non preoccuparti > disse Lisanna diventata seria < Ci riprenderemo Cara in un modo o nell’altro >
< Non serve > la voce di Nagashi era fredda e severa, quasi tagliente < Voglio solo farti qualche domanda, Lisanna Strauss e riguarda ciò che successe subito dopo la guerra contro Alvarez >
L’albina sgranò gli occhi.
Non aveva mai visto quel giovane prima di allora, ma aveva ugualmente una brutta sensazione e il fatto che Momoi avesse detto qualcosa di negativo riguarda la sua “aura” incrementava quel pensiero.
< Cosa vuoi sapere esattamente? >
Nagashi aggrottò le sopracciglia lievemente < Mi dirai la verità? >
Lisanna annuì < Certo >
< Bene > fece allora il ragazzo < Perché altrimenti... > tirò fuori dal mantello lo specchio all’interno del quale era chiusa Cara < ... lo romperò >
Marylin sobbalzò, pensando al peggio: se lo specchio dovesse rompersi non avrebbe più potuto tirarla fuori.
Perché cavolo l’ho chiusa lì dentro? Non dovevo darle retta quanto mi ha suggerito quell’idea...!
< Va bene! Ti risponderò >
Nagashi annuì.
Finalmente avrebbe saputo il perché.
Finalmente avrebbe capito perché Dimaria non aveva fatto più ritorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA

Okay! ... Sono consapevole che non mi faccio sentire da molto, ma ora sono tornata (finalmente aggiungere ^.^) e continuerò questa storia – l’aveva promesso, no?
Ho ancora tante idee da mettere per iscritto!

Questo è periodo di esami ma quello che più mi preoccupava l’ho superato quindi ora posso scrivere... per questo ho cercato di finire questo capitolo e pubblicarlo, prima di dare gli altri esami. Una volta finiti anche quelli avrò più tempo (spero).

Ma passando a cose più interessanti: come vi sembra?
Può sembrare un po’ spezzettato come capitolo ma ho voluto mostrarvi anche alcune scene ambientate a Magnolia per 1) farvi conoscere meglio Momoi e Astal e 2) far fare una spettacolare (?) entrata in scena di Nagashi! ^.^ E a proposito, cosa vorrà fare ora che è arrivato a Magnolia?
Non ci dimentichiamo che il suo scopo è quello di vendicarsi di Fairy Tail e che ha in ostaggio Cara...!
E chi è questa Lei di cui Ghost conosce l’esatta posizione? Eheh... adoro buttare indizi così vaghi e sentire le vostre idee in proposito!

Altra cosa che mi preme dire: GIURO che non è per qualcosa, ma Kasai mi ispira troppo scene come questa...! Non me ne volere a male XD
E Kyle che tira sempre fuori queste frasi vaghe... mh... chissà perché...!

Non appena terminata quest’avventura (che secondo i miei calcoli durerà per altri 3 capitoli circa)... no vabbè, basta indizi, ve ne ho dati già troppi ^.^
Ma penso di potervi spoilerare una piccolissimissimissima cosuccia (giusto per aumentare la suspense): nel capitolo 14 “apparirà” un personaggio che tutti conoscono, diverso da quello che apparirà nel capitolo 15... eheh... vi ho incuriositi abbastanza?


Bene, ho già detto troppo XD.

Ayaka

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Capitolo 13
*** AVVISO ***


AVVISO




Premettendo che non ho alcuna intenzione di arrendermi con questa storia...

Questo è solamente un avviso per informarvi che prima di pubblicare passerà ancora un po' di tempo per via di un lutto in famiglia.
Prima di ciò non avevo pubblicato nulla a causa di quel maledettissimo quanto famosissimo blocco. Per questo vi chiedo di aspettare ancora un pochetto, lo so che per ogni nuovo capitolo vi faccio aspettare secoli ma questa volta è per un buon motivo ^.^

Vi ringrazio in anticipo e state tranquilli... cercherò di tornare presto.

Non vi ho potuti informare prima perché non ce n'è stato il tempo.
Diciamo che è successo tutto troppo in fretta e nessuno ha ancora metabolizzato la cosa, per cui abbiate pazienza.







Alla prossima ^.^
Ayaka

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