That day, he said... yes, captain.

di Tony Stark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That day, he said... yes, captain.-Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Pianificazione dell'esperimento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: 23 Luglio 1998 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: 24 Luglio 1998 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: 28 Settembre 1998 -Il fallimento non è accettabile ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Dicembre 1998- Assalto a Rockfort Island ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: 18 Febbraio 2003- La fine della Umbrella ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: 28 Gennaio 2004 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: 3 Febbraio 2006-La caduta ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: 10 Ottobre 2009- L'alba di un nuovo mondo ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** That day, he said... yes, captain.-Prologo ***


That day, he said... yes, captain.

Originariamente il  piano di Wesker prevedeva di tradire l'intera squadra... l'intera STARS. 
 
Ma Redfield.... Christopher, il suo uomo migliore, gli aveva mostrato la sua costanza, la sua abilità, la sua determinazione... aveva capito che finché era dalla sua parte niente l'avrebbe fermato. 
 
Aveva capito che se l'avesse tradito, Christopher avrebbe combattuto fino ad ucciderlo ed era certo che con la sua invidiabile determinazione ci sarebbe riuscito anche se lui avesse raggiunto il picco del potere che un uomo poteva avere.
 
Mancavano circa tre settimane al "giorno" e lui aveva deciso di informare Christopher di ogni cosa. Ogni singolo dettaglio, voleva la completa fedeltà del suo pointman.
 
Chris aveva ascoltato ogni parola, la sua espressione era rimasta neutra per l'intera durata della sua esposizione. Wesker aveva dovuto trattenere un sorrisetto al comportamento così anormalmente composto del suo pointman, al suo modo- quasi perfetto- di imitarlo.
 
L'aveva guardato negli occhi, il suo sguardo tanto freddo che avrebbe inchiodato chiunque sul posto... impedendogli persino di respirare.
 
<< Sei disposto a seguirmi, Christopher? Anche se dovrai tradire i tuoi compagni, i tuoi amici? >>
 
Chris aveva mantenuto il suo sguardo, la maschera indifferente che aveva tenuto per tutto il tempo scomparve, quando il suo sorriso sicuro tornò a brillargli sul viso.
 
<< Sì, Capitano >>
 
E Wesker avrebbe giurato di aver visto la luce negli occhi di Chris diventare appena più perfida. Appena più assetata di potere di quanto avrebbe mai immaginato.
 
Quel giorno la sorte di un nuovo mondo era già stata scritta.
 
Quel giorno in cui Albert Wesker comprese che Chris Redfield sarebbe stato suo pari e non uno dei suoi esperimenti.
 
Quel giorno in cui Chris mostrò quanto la sua fedeltà nei confronti del suo capitano fosse assoluta.
 
Quel giorno in cui lui, Chris Redfield (l'eroe) disse... Sì, Capitano.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Pianificazione dell'esperimento ***


That day, he said... yes, captain.

Capitolo 1: Pianificazione dell'esperimento

 
 
Chris aveva sempre avuto questa particolare capacità del memorizzare ogni singolo dettaglio di una missione in poco tempo e infatti era per questo che il Capitano Wesker gli aveva affidato il ruolo di pointman della squadra Alpha della STARS.
 
 
Ed era proprio per via di questa sua capacità che Wesker era certo che nel breve lasso di tempo che avevano a disposizione prima di entrare in azione, Chris sarebbe riuscito a memorizzare ogni cosa.
Ovvero: la planimetria della villa(incluse quelle della casa del guardiano e dei laboratori), l'ubicazione degli enigmi e la la loro risoluzione, le caratteristiche del Virus T e il suo metodo di trasmissione(compresi i suoi effetti), le armi biologiche sviluppate nel laboratorio degli Arklay e le armi biologiche createsi accidentalmente dopo la fuga del virus ed, infine, il processo V-Act e le sue cause.
 
 
Wesker sapeva di star chiedendo molto al suo pointman, perché nessuna delle missioni(o degli incarichi) affidati alla STARS aveva mai avuto una tale mole di informazioni da memorizzare, ma sapeva anche che come era solito Christopher sarebbe riuscito ad eccellere nell'incarico affidatogli.
Perché il giovane Redfield non avrebbe mai e poi mai deluso il suo Capitano.
 
 
Nella privacy del suo ufficio1, Albert Wesker permise ad un sorrisetto di germogliare sulle sue labbra sottili, infrangendo quella maschera di indifferenza che soleva usare di fronte ai membri della STARS.
Chris gli era così fedele... oh, se lo era. Sarebbe stato l'alleato perfetto, l'insospettabile traditore.
 
Il sorriso sul suo viso si fece appena più maligno, aveva fatto proprio bene a rendere Christopher parte dei suoi piani.
 
 
Chris, d'altra parte, cercava di registrare, nella sua mente, tutto quello che stava leggendo nei file che il Capitano gli aveva affidato. E c'era riuscito in gran parte, le planimetrie erano forse state la parte più semplice avendo lui una memoria eidetica2, mentre per i file e i report sul Virus T aveva fatto del suo meglio per comprenderli... non aveva molte conoscenze sul campo della virologia, lui, però li aveva trovati.... interessanti. 
 
Non aveva mai pensato che qualcosa di così piccolo potesse fare così tanto, che potesse creare cose così... potenti come il Tyrant T-102, di cui era venuto a conoscenza continuando a leggere i file sulle creature frutto del Virus T.
 
 
 
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Wesker sapeva che Chris non l'avrebbe deluso, ma non pensava che sarebbe arrivato addirittura a sorprenderlo, riuscendo a memorizzare alla perfezione ogni singolo dettaglio dei file che gli aveva affidato(al punto tale da essere perfettamente in grado di ripeterne ogni singola riga semplicemente a memoria) nel giro di soli quattro giorni.
 
Oh, il suo pointman voleva impressionarlo... voleva dimostrargli di essere degno della fiducia che gli aveva dimostrato.
 
 
E infatti si era dimostrato più che degno. L'alleato perfetto, insospettabile al punto tale da arrivare a stupire persino lo stesso Wesker per l'abilità che Christopher dimostrava ingannando i suoi compagni, fingendo che ogni cosa fosse come sempre. Fingendo che loro fossero i suoi amici.
 
 
Ma non lo erano.
 
 
E questo Chris l'aveva messo ben chiaro, quando essendo rimasto dopo la fine della giornata lavorativa(come faceva spesso per aiutare il capitano con il lavoro d'ufficio) avevano discusso di alcuni punti riguardanti il "loro" piano per l'intervento della STARS nella villa degli Arklay.
E Wesker aveva detto che se prima avrebbe costretto Barry ad aiutarlo, adesso che Chris si sarebbe occupato di complicare le cose a Jill e Joseph3, Barry sarebbe diventato un'ostacolo nel progredire del "loro" piano.
 
 
Il Capitano Wesker avrebbe ricordato per molto tempo quello che Chris disse in seguito:
 
 
<< Se sarà così allora lo ucciderò, Capitano >>; si era fermato solo per qualche istante, scambiando il suo silenzio (incredulo) per una richiesta di spiegazioni << Come ha detto, non possiamo permettere che un ostacolo ci fermi, quindi ho pensato che se Barry dovesse diventarlo allora andrebbe eliminato >>
 
 
Wesker aveva trattenuto un sorrisetto compiaciuto alla spiegazione di Christopher... il suo pointman gli era davvero fedele. Ma sapeva anche che Chris aveva la -pessima- abitudine di parlare seguendo l'onda del momento, se era così l'avrebbe costretto a rifletterci.
 
 
<< Christopher sei davvero disposto, non solo a tradire i tuoi amici, ma anche ad ucciderli, se dovesse diventare necessario? >>
 
 
Aveva dato un accenno di preoccupazione, come se non volesse costringere Chris ad una scelta tanto estrema, al suo tono. 
 
Il suo pointman era rimasto in silenzio per abbastanza tempo da arrivare quasi a deluderlo... Quindi aveva sul serio seguito solo l'onda del momento nel fare quella dichiarazione.
 
 
Chris aveva chiuso gli occhi un istante, spezzando il contatto visivo, annuendo appena, quando Chris aprì gli occhi nuovamente, quella strana luce(che Wesker vi aveva già visto) tornò a brillargli nello sguardo.
 
 
<< Sì, Capitano >> aveva risposto sicuro. E stavolta Wesker aveva sorriso, non c'era nulla di giusto in quel sorriso sulle sue labbra, al sorriso di predatore che era spuntato sul suo viso.
 
 
Ma di questo Chris Redfield non se ne rese conto mentre pronunciava quel "Sì, Capitano", il secondo di una lunga serie che l'avrebbero portato a seguire una strada oscura, dalla quale non si sarebbe potuto più tirare indietro. Perché adesso non poteva, non voleva, più tirarsi indietro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autore
 
Ciao ragazzi, sono tornato col primo capitolo.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
Nel prossimo capitolo finalmente arriveremo agli eventi del gioco e non più al periodo STARS in cui siamo stati in questi primi due capitoli.
 
 
Piccole Note: 
 
1. "Nella privacy del suo ufficio"= So che nel gioco l'intera squadra Alpha era in un unica stanza e che i vari membri avevano solo le proprie scrivanie. Ma di solito nella polizia, il capitano della squadra ha un suo ufficio.
 
2. "memoria eidetica"= La memoria eidetica è come la memoria fotografica, in pratica chi ha la memoria eidetica può ricordare perfettamente suoni, odori, frasi o canzoni anche solo dopo averli sentiti per un paio di secondi, ma può anche ricordare intere città o interi libri dopo averli scorti solo una volta.
 
3. "Jill e Joseph"= Ammetto che questo è solo un mio pensiero ma non credo che Wesker si aspettasse che Joseph morisse prima di arrivare nella villa.
 
Alle vostre recensioni
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: 23 Luglio 1998 ***


     That day, he said... yes, captain.

         Capitolo 2: 23 Luglio 1998 

Chris non si aspettava che avrebbero dovuto agire tanto presto o meglio, lo sapeva ma non credeva che sarebbe sembrato così presto. Ma questo non significava che non fosse pronto, lo era. 
Avrebbe dimostrato al Capitano Wesker che era degno, degno della sua fiducia.
 
Il Bravo Team era stato inviato in missione. 
 
Ma Chris sapeva che non avrebbero fatto molta “strada” nell’esplorazione aerea della foresta, si era accertato che fosse così. Il Capitano gli aveva ordinato di fare in modo che il Bravo Team fosse costretto ad atterrare e Chris aveva fatto in modo che fosse così.
Con le sue conoscenze da pilota, aveva manomesso il motore dell’elicottero in modo che dopo aver dato segnale di malfunzionamento avrebbe dato il tempo alla squadra di atterrare, prima di smettere di funzionare del tutto.
 
Semplice e veloce, pensò il pointman con un sorriso.
 
 
 
 
---
 
 
Il Capitano Wesker sarebbe presto andato ad incontrare William Birkin per seguire tramite il sistema di video sorveglianza, il progresso della squadra Bravo.
 
<< Christopher? >>
 
La voce del capitano lo chiamò nuovamente alla realtà, doveva smettere di perdersi nei suoi pensieri o non sarebbe riuscito a fare nulla di quello che il capitano voleva facesse.
 
L’ufficio era silenzioso, tutti gli altri se n’erano già andati. Lui e il Capitano erano gli ultimi agenti della STARS rimasti.
 
<< Si, Capitano? >>
Christopher voltò il viso verso Wesker, mentre porgeva quella domanda. 
 
<< Dobbiamo raggiungere il Dottor Birkin, Christopher. >>
 
Chris appariva sorpreso, ma si mosse in fretta. Non voleva essere un impedimento per il proseguire del loro piano.
 
 
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Il Dottor William Birkin era un ricercatore della Umbrella Corporation, aveva preso il  posto di capo-ricercatore sulla ricerca sul Virus T dopo l’omicidio del precedente capo-ricercatore, nonché fondatore della Umbrella, James Marcus, attuato da lui stesso e dal capitano Wesker. Attualmente stava sviluppando un nuovo ceppo virale, sintetizzato da Lisa Trevor, chiamato Virus G.
 
Questo era quello che si presentò alla mente di Chris Redfield non appena vide il Dottor Birkin, riconoscendo quel pallido uomo dagli occhi cerulei(ossessionati) da una foto allegata al file che lo riguardava.
 
William Birkin era un uomo ossessionato dal suo lavoro, preoccupato dagli imprevisti che stavano accadendo ultimamente. 
Chris lo analizzava con lo sguardo, studiandolo come faceva spesso con i sospetti, mentre era in missione. Non che non si fidasse di un collega del suo Capitano, ma preferiva rimanere in allerta.
 
 
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La Squadra Delta della USS(Umbrella Security Service) aveva raggiunto il treno, l’Ecliptic Express, un treno che collegava il laboratorio principale di Raccoon City a quello sulle Arklay, e ne aveva assunto i comandi. 
 
Immediatamente li aveva contattati. 
 
<< Qui squadra Delta. Qui squadra Delta... abbiamo assunto i comandi del treno. Passo. >>
 
<< Ricevuto >> 
 
Il Capitano fu rapido a rispondere alla Delta. E in quello stesso istante Birkin espresse i suoi dubbi su come fosse anche solo possibile quello che era avvenuto.
 
Chris parlò
 
<< Non credo che abbia importanza discutere di quanto questo non abbia senso e di quanto sia impossibile visto che è già successo, Dottore. >> 
 
Il capitano coprì il microfono con una mano, così da non farsi sentire(visto che la comunicazione era sempre aperta e non poteva essere chiusa)
<< Christopher, ha ragione Will. Quello che dobbiamo fare adesso, non è discutere di quanto questo sia impossibile, ma dobbiamo fare in modo che non trapeli nulla di quello che è successo. >> 
 
Chris sentì una stilla di orgoglio accenderglisi nel petto, sentendo il capitano concordare con lui. 
 
William lasciò che il suo sguardo cadesse sul giovane Redfield, l’”alleato” di Albert, e si evitò di sorridere quasi divertito dal modo in cui lo sguardo di quel ragazzo si era illuminato non appena Albert aveva concordato con lui. Wesker l’aveva ragirato per bene...(a meno che non lo considerasse davvero un suo alleato).
 
<< Il treno va distrutto. >> 
 
William spostò nuovamente lo sguardo su Albert e annuì d’accordo con l’idea del suo ex-collega.  Albert si rivolse nuovamente alla squadra Delta.
 
<< A che distanza vi trovate dalla diramazione più vicina? >> 
 
Per qualche istante il silenzio fu l’unica risposta, silenzio inframmezzato dal rumore continuo di pioggia battente. 
 
<< A circa 10 minuti di... >> 
 
Il membro della squadra Delta gridò, quando qualcosa lo attaccò. Sentirono sibili striduli e un rumore strisciante e umido provenire dall’altro capo della ricetrasmittente
Degli spari e poi il silenzio.
 
Chris aveva spalancato gli occhi, non per la terribile sorte degli agenti della USS, ma perché aveva riconosciuto quel sibilo e quel rumore. L’aveva già sentito.
In uno dei pochi file video riguardanti il T-Virus.
 
<< Cos’è successo? >>
 
Quel silenzio strisciante e fischiante fu l’unica risposta che il Capitano Wesker ricevette.
 
<< Sono stati attaccati >>
 
Chris rivedeva ancora quel filmato davanti ai suoi occhi mentre parlava.
 
<< Questo era ovvio, Redfield >> 
 
Fu la secca, infastidita, risposta sarcastica di William Birkin che adesso pareva essere persino spaventato perché non sapeva cosa fosse quel suono (e se il virus avesse creato qualcosa di nuovo e di ancor più letale?).
 
Chris vide ogni segno di quell’ansia spaventata che percorreva il corpo del ricercatore.
 
<< Va’ avanti, Christopher >>
 
La voce del Capitano era calma, fredda così come Chris la conosceva.
 
<< Sanguisughe. >> ancora una volta si interruppe, mentre ricordava ogni dettaglio, ogni suono e ogni parola ascoltati in quel video. << Sono state le sanguisughe ad attaccarli >>
 
<< Sanguisughe? Una squadra dei migliori agenti della Umbrella sarebbero stati uccisi da delle sanguisughe?! >> 
 
Il Dottor Birkin era incredulo, forse appena isterico, quella paura non lo lasciava. E in oltre non aveva alcun motivo di fidarsi di quel ragazzo, oltre il fatto che Wesker l’aveva scelto per aiutarlo.
 
<< Non ricorda, Dottore? I primi esperimenti col Progenitor Virus furono attuati su delle sanguisughe dal Dottor Marcus >>
 
Birkin continuava a guardarlo con quello sguardo chiaramente scettico. Ma il suo capitano continuava ad incoraggiarlo a continuare, anche se già aveva capito dove tutto quel fastidioso preambolo( iniziato solo nella speranza di calmare la paura del Dottor Birkin)
 
<< Cos’hanno a che fare i primi esperimenti col Progenitor con quello che è successo adesso?! >>
 
Non ricordava che William fosse tanto tardo, la soluzione era tanto ovvia. Il suo pointman gliela stava offrendo su un piatto d’argento eppure lui non sembrava voler capire il nesso che le collegava. 
Ecco il motivo del perché non lasciava che fossero le sue emozioni a dettar legge sul suo ingegno e sulla sua logica. Birkin ne era il chiaro esempio aveva lasciato che la paura gli impedisse di comprendere qualcosa di così semplice.
 
<< Quegli esperimenti hanno portato alla scoperta di un ceppo virale, più flessibile e letale. Il Virus T. >> Chris si fermò un attimo ed ecco che la comprensione cominciò a brillare in quegli occhi ossessionati << Quelle sanguisughe… >> cominciò ma venne interrotto.
 
<< ...Sono state infettate dal Virus T, come quelle del Dottor Marcus. Ma questo è impossibile, non facciamo più esperimenti sulle sanguisughe da dieci anni. Da quando la ricerca sul Virus T è passata in mano mia >>
 
La voce del ricercatore non era più isterica ma solamente incredula.
 
<< Eliminato l’impossibile, Will, resta solo l’improbabile >> 
 
La conversazione giunse alla sua fine dopo quell’ultima affermazione del Capitano Wesker.
 
Lo sguardo di Wesker, nascosto dietro le lenti scure dei suoi occhiali da sole, si spostò dagli schermi per osservare per un attimo, il suo point-man, Christopher.
 
Era rimasto indietro, illuminato solo da una piccola lama di luce bluastra, il buio che inghiottiva la sala lo nascondeva quasi del tutto. Lasciando visibile solo una metà del suo viso e i suoi occhi, che riflettevano leggermente la luce bluastra degli schermi (parevano quasi brillare di luce propria)…
Quello era il suo posto, lì nell’oscurità accanto a lui. Il suo pointman, il traditore insospettabile. L’unica persona che avesse dimostrato abbastanza abilità e capacità da   spingerlo a considerarlo preferibile più come un alleato che come un nemico.
 
 
 
 
---
 
 
 
 
Dallo schermo che puntava sull’ingresso del Centro di addestramento della Umbrella,  più precisamente sul grande quadro di Marcus, posizionato alla fine della prima scalinata, videro due persone giungere di fronte al quadro.
Chris riconobbe immediatamente la rossa accanto al ragazzo col tatuaggio sul braccio.
 
<< E quelli chi sono? >>
 
William Birkin lo chiese prima ancora che Chris si lasciasse sfuggire il nome della ragazza.
 
<< La ragazza è Rebecca Chambers. E’ solo una recluta della STARS >>
 
A rispondergli fu il capitano, mentre Chris si concentrava sul ragazzo al fianco di Rebecca, se conosceva il Dottor Marcus doveva essere un membro della Umbrella... ma il suo aspetto il suo viso non gli richiamava niente alla memoria. 
 
Non sapeva chi fosse...
 
<< E lui? >>
 
<< Non lo so. Non è uno dei miei uomini >>
 
William stava per voltarsi verso Chris, ma un improvviso rumore proveniente dallo schermo lo distrasse. Sembrava lo stesso rumore secco di quando si avvia una vecchia registrazione.
 
<< Attenzione, qui è il Dottor Marcus. Osserviamo un attimo di silenzio, riflettendo sul motto della nostra azienda... L'ubbidienza crea disciplina. La disciplina crea unità.  L'unità crea potere. Il potere è vita… >>
 
La registrazione sfumò quando lo schermo si fece statico, prima che si stabilizzasse su un altra inquadratura. C’era un giovane uomo. Che al giovane Redfield ricordò una versione ringiovanita del Dottor James Marcus. L’uomo ridacchiava compiaciuto.
 
<< Chi sei?! >>
 
La voce del capitano si era fatta gelida, era infastidito... Nessuno poteva prenderlo di sorpresa, nessuno doveva permettersi di rovinare un suo piano con la sua presenza.
Vedere il Capitano Wesker tanto infastidito, fece arrabbiare alcuanto il giovane Redfield (una rabbia diretta verso il motivo del fastidio del Capitano). Qualunque cosa provasse a ostacolare il Capitano, doveva morire. Compreso quel giovane molto simile al dottor Marcus.
 
<< Non c'è bisogno di sapere chi sono. Basta sapere che sono stato io a diffondere il T virus nella villa e che ho contaminato anche il treno. >>
 
<< Cosa?! >>
 
In effetti la vera domanda che il Dottor Birkin avrebbe dovuto porre era  "perché". Chris l’avrebbe chiesto ma non voleva dare segno della sua presenza a quell’uomo, voleva studiarlo e capire quali fossero i punti che avrebbe dovuto sfruttare per eliminarlo.
 
<< Per vendicarmi della Umbrella >>
Il giovane uomo cominciò ad intonare una melodia, come quella di un canto gregoriano. Delle sanguisughe, anormalmente grandi, cominciarono a radunarsi di fronte a lui e poi ad ammassarsi, in una colonna informe e viscida.
 
Fino a che divennero la copia esatta del ...
<< Dottor Marcus?! >>
 
L' uomo ridacchiò all’esclamazione incredula del Dottor Birkin e poi puntò lo sguardo su di loro, pareva davvero che li stesse vedendo. 
 
<< Esatto. >> L’uomo si fermò un attimo, il suo tono si fece grave, nel suo sguardo brillava un odio fin troppo personale << Dieci anni fa, il dottor Marcus è stato assassinato dalla Umbrella. Albert, William voi avete partecipato all'omicidio, non è vero? >>
 
E poi lo schermo si fece nuovamente statico, prima di tornare alla sua inquadratura originale. La telecamera puntava ancora sul quadro del Dottor Marcus.
 
<< Come faceva a saperlo?! >>
 
<< Non lo so, Will >>
 
Il Capitano si voltò verso Chris. Lo sguardo del suo pointman si era fatto assente, quello sguardo Wesker l’aveva già visto nell’ufficio della STARS quando Christopher si era perso nei suoi pensieri.
Ma esattamente su cosa stavano vertendo i suoi pensieri in quel momento?
 
<< Cosa ne pensi, Christopher? >>
 
Vide il suo pointman tornare al presente, focalizzandosi su quello che stava accadendo.
 
<< Non saprei, Capitano. Per saperlo doveva essere presente, ma la cosa che non mi torna è che l’unica  altra persona presente all’omicidio del Dottor Marcus, oltre lei e il Dottor Birkin, era lo stesso Marcus. Ma non può essere lui, giusto? >>
Sia il Capitano che il Dottor Birkin erano rimasti in silenzio, riflettendo sulle parole di Chris. 
 
Per quanto ne sapevano, James Marcus era morto... ma se in qualche modo fosse stato infettato dal T Virus? Anche se questo non spiegava come potesse essere ringiovanito e come fosse possibile che avesse ancora tutte le sue facoltà mentali intatte.
 
 
 
---
 
 
Era giunto il momento di lasciare il laboratorio di Birkin, di tornare alla STARS. Di proseguire con il “loro” piano. 
 
Christopher lo seguiva, rimanendo silenzioso. Il suo viso non mostrava alcuna emozione, non pensava che avrebbe mai visto il suo viso così inespressivo. Il suo pointman lo sorprendeva ogni giorno di più.
 
<< Questo non ha senso. Credete veramente che questa sia la vera identità di quel folle? >>
 
<< E' l’unica possibilità rimasta, Dottore >>
 
<< E solo che sembra alcuanto improbabile come cosa, ma se è davvero così, per l’Umbrella è la fine. >>
 
Almeno Will aveva smesso di ritenere impossibile ciò che era già accaduto. Sebbene continuasse a ritenerlo improbabile.
 
<< Se viene alla luce il complotto contro il dottor Marcus, la carriera di Lord Spencer è finita.  Per non parlare della nostra. >>
 
William annuì alle parole di Wesker. Se i fautori dell’omicidio di Marcus fossero diventati conosciuti… No, non voleva nemmeno pensarci.
 
Chris si era posto al fianco del suo Capitano mentre questo richiamava l’ascensore che li avrebbe condotti nuovamente a Raccoon City, portandoli fuori dal laboratorio del Dottor Birkin.
 
<< E’ arrivato il momento di agire >>
 
Chris era completamente d’accordo col suo Capitano, non c’era più tempo. Il “loro” piano doveva andare avanti.
 
<< Cos’hai intenzione di fare? >>
 
<< Dire “addio” alla Umbrella. La realizzazione dell’arma biologica che utilizza il T virus è quasi completata. Il nostro ultimo compito - >> il Capitano Wesker spostò lo sguardo su Chris << - è quello di acquisire i dati di combattimento >>
 
<< Stai scherzando?! >>
 
Il tono di William non sembrava essere piaciuto molto al suo point-man, a giudicare dal modo in cui aveva dovuto trattenerlo afferrandogli il braccio in modo che non lo attaccasse.
 
<< Va tutto bene, Christopher >>
 
Chris aveva annuito << Va bene, Capitano >>
 
Ed era tornato al suo fianco. Will era rimasto in silenzio, evidentemente scioccato dal modo in cui quel ragazzo era disposto a eliminare qualunque cosa ostacolasse o anche solo contraddicesse il suo Capitano.
 
<< Al, non posso abbandonare il mio lavoro. Ho bisogno di un po’ più di tempo per completare il G Virus >>
 
William si era fatto più calmo, la sua spiegazione era detta con un tono sommesso. Aveva capito che col giovane Redfield nei paraggi, avrebbe dovuto ben guardarsi dal rivolgersi ad Albert con quel tono.
 
In quel momento l’ascensore arrivò e le porte si aprirono.
 
<< Fai quello che vuoi, Will >>
 
Il Capitano Wesker entrò nell’ascensore, rapidamente seguito da Chris.
 
<< Io continuerò col mio piano iniziale e, con l’aiuto di Christopher, attirerò alla villa i membri della STARS. Il loro allenamento li rende perfetti per i nostri esperimenti… >> 
 
Un sorriso da rettile spezzò l’illusione d’indifferenza che Wesker aveva tenuto fino a quel momento.
Un sorriso da rettile che William Birkin notò essere ricambiato dal giovane Redfield. 
 
Un brivido gelido gli scivolò giù per la schiena vedendo quell’espressione su un viso, che nonostante tutto, pareva ancora troppo innocente… 
 
<< Capisco, va bene Al. >> fu quello che il Dottor Birkin disse dopo un momento di silenzio, sperando che la sua paura passasse inosservata << Nel frattempo io mi occuperò di fermare quel folle. Se non sbaglio, nel sotterraneo dovrebbe esserci il sistema di autodistruzione. >> Si fermò ancora una volta << Lo troverò e ridurrò quel posto ad un cumulo di macerie >>
 
Albert annuì, prima che facesse cenno al giovane Redfield di pigiare il pulsante che avrebbe fatto risalire l’ascensore. Il Redfield lo fece immediatamente, per poi spostare lo sguardo sul Dottor Birkin, un luccichio pericoloso gli illuminava gli occhi.
 
<< Arrivederla, Dottor Birkin >>
 
Le porte dell’ascensore si chiusero in quell’istante. E William Birkin si lasciò sfuggire un impercettibile sospiro di sollievo. Quel ragazzo, quel Redfield lo inquietava, Albert gli aveva parlato di lui, ma non gli aveva detto di quanto quel ragazzo potesse diventare… spaventoso. 
Quel sorriso, quegli occhi freddi, crudeli... e poi il tono con cui aveva rimarcato il modo in cui lo chiamava. Come una promessa, una promessa di morte.
 
 
 
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Il Capitano aveva rivolto la sua attenzione completamente a lui. Mentre attendevano che l’ascensore finisse la sua corsa.
 
<< Quello che stavi per fare, Christopher... era assolutamente inutile >>
 
Chris sentì come una stilettata gelida colpirlo al cuore, aveva deluso il suo Capitano? Aveva infranto la fiducia che aveva riposto in lui?
 
Wesker sorrise internamente vedendo lo sgomento che si era impossessato del suo pointman, Christopher gli era così fedele ed era così ossessionato dal non volerlo deludere che il solo accenno al fatto che potesse averlo fatto, lo aveva mandato nel panico.
 
<< Ma viste le circostanze era perfettamente comprensibile. >>
 
Il suo pointman non rispose, ma vide lo sgomento sparire dai suoi occhi, sostituito da qualcosa di simile al... sollievo? Oh, certo. Adesso sapeva di non averlo deluso, di avere ancora la sua fiducia.
 
<< La prossima volta, usa la pistola Christopher >>
 
Chris pareva perplesso, una chiara domanda era espressa sul suo viso. E in quel mentre le porte dell’ascensore si aprirono.
 
<< La prossima volta se dovesse verificarsi una simile situazione, usa la pistola. Sei un tiratore, sei molto più rapido con le armi da fuoco che non col corpo a corpo >> Spiegò il Capitano, mentre uscivano dall’ascensore, proseguendo verso l’esterno del collettore delle acque, diretti al Dipartimento. << Sebbene sono certo che avresti facilmente battuto William, non ti consiglio di azzardare in un campo in cui non sei esperto in una situazione d’emergenza >>
 
Chris annuì
 
<< Sì, Capitano. Lo terrò a mente e farò in modo di non commettere alcun errore >>
 
Wesker proseguì per il tunnel, la rossa luce sfarfallante del neon d’emergenza si rifletté sulle lenti dei suoi occhiali da sole, facendole apparire come se quel bagliore provenisse dagli occhi nascosti dietro queste. Una predizione di un prossimo futuro. 
 
Il Capitano sorrise sibillino
 
<< Ne sono certo, Christopher >>
 
 
 
Presto sarebbe arrivato il momento in cui il suo fedele pointman avrebbe dovuto mostrargli se davvero la sua fedeltà si spingeva a tal punto da permettergli di svolgere quelle azioni, di tradire la sua squadra, di abbandonare ogni cosa per seguire il suo capitano.
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
 
Eccomi tornato col secondo capitolo di questa storia, questo è ambientato durante gli eventi di RE0, il prossimo sarà su RE1.
 
Come avete notato ho cercato sia di mantenere la nota introspettiva della storia sia di aggiungervi le azioni dei personaggi e spero di esserci riuscito. Ditemi se non fosse così.
 
Ringrazio Summer_moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: 24 Luglio 1998 ***


     That day, he said... yes, captain.
    Capitolo 3: 24 Luglio 1998
 
Era arrivato il momento. Oggi, Chris sapeva che avrebbe dovuto dimostrare al capitano di essere in grado di fare quello che aveva più volte promesso.
 
Tradire i suoi compagni...
 
La foresta di Raccon City si estendeva sotto di loro, pareva essere una distesa oscura e frusciante.
 
<< Chris, guarda! >>
 
La voce di Jill lo fece tornare al presente e allora volse lo sguardo verso il punto che Jill gli indicava. Una colonna di fumo grigiastro si alzava verso il cielo.
 
L'elicottero del Bravo Team.
 
 
 
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Chris, Barry e il Capitano Wesker stavano controllando la zona adiacente al relitto dell'elicottero, mentre Joseph era di fianco all'elicottero. 
 
Uno sparo risuonò nel silenzio, le urla di Joseph lo seguirono poco dopo.
 
Jill assisteva impotente a quel terribile spettacolo. Cercando inutilmente di sparare contro le cose che avevano attaccato Joseph non rendendosi conto di avere la pisola scarica.
 
E' appena cominciata, pensò Chris mentre salvava la sua compagna dal morso di uno dei cani infetti.
Cerberus, il loro ID era MA-39, erano cani di razza Dobermann infettati dal T virus dopo essere stati precedentemente addestrati, nel tentativo di creare delle BOW funzionali. Risultato: Ancora da testare.
 
Il giovane Redfield ricordò i dati riguardanti la creatura mentre la abbatteva, un colpo perfetto alla testa. Il Cerberus stramazzò a suolo, dopo aver emesso un breve uggiolio.
 
<< Andiamo! >>
 
Jill si riprese, apparentemente, dallo shock e lo seguì. 
 
Ma Brad era già andato via. Chris sorrise internamente, esattamente come il capitano aveva programmato.
 
<< Brad! >>
Lo strillo spaventato di Jill, gli fece ricordare che la sua reazione non sarebbe dovuta essere tanto calma.
 
<< Dove diavolo sta andando?! Non può abbandonarci qui! >>
 
Questo fu ciò che disse, i ringhi dei cani si erano fatti troppo vicini. Uno dei Cerberus gli balzò contro. Il giovane Redfield si mosse più rapido di quanto avesse mai fatto, ma quel cane sarebbe comunque riuscito a morderlo.
Le zanne di quella creatura erano troppo vicine al suo braccio, il rumore di uno sparo risuonò nell'aria carica di tensione. Il Cerberus crollò contro l'erba.
 
<< Chris, da questa parte! >>
Era stato il Capitano Wesker a salvarlo. Chris lo raggiunse, seguito da Jill.
 
Barry sparò tre colpi contro i cani, uccidendone solo uno.
 
<< Dannazione! >>
 
 Chris alzò lo sguardo, eccola la villa. Erano abbastanza vicini perché potesse chiaramente scorgerne la sagoma.
 
<< Andiamo in quella villa! >>
 
Raggiunsero la villa. E vi entrarono. 
Della Squadra Alpha erano rimasti solo quattro membri: Jill, Chris, Barry e il Capitano Wesker.
 
Presto sarebbero stati in tre, il suo pointman si sarebbe occupato personalmente di Barry Burton.
 
<< Cosa diavolo erano quelle cose? >>
 
<< Sembravano essere cani, Barry >>
 
Chris gli rispose in una maniera fin troppo fredda e impersonale,  Barry rimase in silenzio. Insospettito da quel cambio di comportamento, Chris non era mai stato così freddo... mai.
 
Jill stava per proferir parola quando degli spari risuonarono dalla hall, parevano provenire dalla sala adiacente.
 
<< Cos'è stato? >>
 
La ragazza voltò il viso verso il punto da cui sembrava essere provenuto il rumore.
 
<< Forse un membro del Bravo Team? >>
 
Se loro erano tutti lì, poteva essere stato solo uno di loro. Jill annuì.
 
<< Jill, va' ad indagare >>
 
<< Sìssignore >>
 
La Valentine corse verso la porta, prima di fermarsi quando sentì la voce di Barry.
 
<< Io andrò con lei. Dopo aver visto quelle cose, è meglio non dividerci. Non crede, Capitano? >>
 
<< Bene. Accordato, Burton, tu e Valentine andrete ad indagare. Io e Chris renderemo sicura questa zona >>
 
Barry raggiunse Jill e due varcarono la porta che, Chris sapeva, dava sulla sala da pranzo della villa.
 
Wesker osservò il suo pointman che attendeva un ordine, i suoi occhi  luccicavano di quello stesso bagliore perfido e freddo che vi aveva visto già parecchie volte in quelle ultime settimane. Christopher era pronto, avrebbe agito esattamente come prevedeva il loro piano.
<< Christopher, sai già cosa fare. >>
 
<< Sìssignore >> 
 
Il ragazzo si diresse verso la scala principale. Prima di voltarsi verso di lui e aggiungere:
<< Non la deluderò, Capitano >>
Il suo pointman salì rapidamente le scale dopo aver pronunciato quelle parole. 
 
<< Lo so, Christopher >>
So che non oserai farlo, fu quello che aggiunse mentalmente a quel sussurro.
 
 
 
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Il suo primo obiettivo era liberarsi di Barry Burton. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che sarebbe diventato un ostacolo, non appena avesse capito anche solo una piccola porzione di quello che stava succedendo.
 
Tre colpi cupi rimbombarono nella hall dalla sala da pranzo. Barry aveva appena sparato. Presto Jill e Barry avrebbero raggiunto la hall, dove credevano che ci fossero lui e il Capitano Wesker.
Non avrebbero trovato nessuno.
 
<< Capitano! Chris! >>
 
Il giovane Redfield era già lontano dal piano superiore della hall quando Jill salì a cercarli.
 
 
 
 
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Chris si lasciò sfuggire un ringhio di frustrazione, quel dannato Burton non ne voleva sapere di dividersi da Jill.
 
Aveva già complicato loro le cose abbastanza, rendendo gli enigmi della villa ancor più complessi di quanto non fossero, sparpagliando gli oggetti che servivano a risolverli per l'intera magione.
E ora li aveva persi di vista!
 
Il giovane Redfield sentì un gemito lontano provenire dalla fine del corridoio. 
Un T-Vettore, un'essere umano infettato accidentalmente dal T virus . Quelli che si trovavano nella villa erano gli abitanti di questa. 
Poveri sfortunati.
 
Il tiratore mirò alla testa della creatura non appena questa avanzò nella sua linea di tiro.
Chris guardò quegli occhi vacui e spenti e poi tirò il grilletto. E un terzo occhio di sangue si aprì nella fronte dello zombie che crollò all'indietro, morto.
 
Il V-ACT non si sarebbe avviato, per questo aveva mirato alla testa. Non voleva che ci fossero Crimson Head in giro per i corridoi.
 
<< Chris ? >>
 
Il ragazzo si voltò con uno scatto puntando la pistola contro il suo interlocutore. Il viso che stava puntando era proprio quello di Barry Burton.
 
<< Hey, Chris. Sono io, Barry. Abbassa la pistola >>
 
<< Sì, sì... scusami, Barry >>
 
Fagli abbassare la guardia, pensò Chris e per questo abbassò l'arma. Jill non era in vista. Dovevano essersi divisi, finalmente.
 
<< Sono felice di vedere che tu stia bene, quando non vi abbiamo trovato nella hall abbiamo supposto il peggio >>
 
<< Io e il Capitano siamo stati costretti a dividerci quando siamo stati attaccati da quelle strane creature >>
 
Barry aveva annuito, accettando la sua spiegazione. Chris aveva trattenuto un ghigno, quanto... quanto potevano essere creduloni i suoi compagni?
 
Non c'erano T-Vettori nella hall eppure Barry gli aveva creduto ciecamente.
 
<< E Jill? Credevo fosse con te >>
La sua poteva anche essere una domanda lecita, quella di un amico, nonché compagno di squadra, preccupato per la sua incolumità. Mentre invece quello che Christopher voleva tanto sapere era se fosse stata abbastanza vicina da sentire lo sparo.
 
<< Ci siamo divisi. Stiamo cercando una chiave con una corazza incisa sull'impugnatura... >> L'uomo si fermò un attimo << Chi diavolo ha avuto la geniale idea di creare delle serrature così complicate? E tutti questi enigmi... come se si aspettassero che uno scassinatore perderebbe tempo a risolverli... >>
 
<< Già... Anch'io ho avuto qualche problema con tutti questi enigmi >>
 
E poi Barry aveva finalmente abbassato la guardia. Aveva finalmente abbandonato quella postura rigida, di chi si prepara a scattare aspettandosi di essere attaccato.
 
<< Sai una cosa, Barry? >>
Il tono del Redfield si era tinto di un gelido divertimento. Quell'espressione amichevole, che Barry conosceva bene, era appena scomparsa dal suo viso sostituita da un sorriso rettile.
 
<< Pensavo che sarebbe stato più difficile farti abbassare la guardia >>
 
Il ragazzo sollevò la pistola, più rapidamente di quanto il povero Barry Burton potesse fare. 
E in quello stesso istante ancor prima che il red hot si accendesse, Barry Burton, esperto d'armi della Squadra Alpha, crollò contro la morbida moquette rossa con un foro di proiettile in mezzo agli occhi e un espressione atterrita sul viso.
 
Quel sorriso rettile si trasformò in un ghigno, mentre proseguiva scavalcando tranquillamente il corpo di quello che era stato un suo vecchio amico.
 
Punto uno: Eliminare Barry Burton. Fatto.
 
Adesso doveva solo occuparsi di rallentare Jill.
 
Prese una chiave dalla tasca del suo giubbotto tattico, la chiave era argentata e aveva una lama dentellinata in una maniera molto particolare, l'impugnatura aveva la forma di un ottagono colorato a spicchi rossi e bianchi il logo della Umbrella Corp.
Rigirò il passpartout fra le dita, prima di aprire un altra porta e chiudersela alle spalle.
 
 
 
 
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Wesker aveva già raggiunto la casa del guardiano e si stava dirigendo nei laboratori. 
 
Una buona parte della notte era già passata, ma il "loro" piano procedeva senza impedimenti. Sapeva  Christopher non avrebbe permesso che ci fossero, così che Wesker non doveva preoccuparsi di accertarsi che il suo pointman stesse facendo un buon lavoro.
Un ultima cosa mancava prima di riternere davvero il "loro" piano vicino al completamento.
 
Il Capitano si diresse nella stanza 102. E ivi nascosta, all'interno di un libro che al suo interno era vuoto, trovò quello che stava cercando. Una siringa contenente un liquido di un chiaro viola perlaceo. 
Il virus sperimentale che William aveva sintetizzato solo per lui.
Albert Wesker non non ci rifletté neanche un secondo di più, prima di iniettarselo. Calcolando esattamente che da quel momento a quello in cui il Tyrant l'avrebbe "ucciso" il virus avrebbe già avuto il tempo di legarsi al suo DNA, infiltrandosi senza alcuna opposizione nei suoi genomi.
 
Sarebbe morto per poi rinascere come un essere superiore, avrebbe abbandonato la sua mortalità per divenire un Dio.
 
Un sorriso arrogante segnò il suo viso. Un arroganza e un ambizione che avrebbero piegato il mondo al suo solo volere.
 
 
 
 
 
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Jill era fin troppo disattenta per il suo bene. 
 
Il Capitano gli aveva detto di fare in modo che almeno lei raggiungesse i laboratori, in modo da poter testare le abilità del Tyrant T-102 e delle Chimere. Ma se la Valentine continuava ad essere così disattenta, non sapeva come diavolo avrebbe fatto ad arrivare nei laboratori.
 
Aveva salvato Richard e incontrato Rebecca Chambers, Chris l'aveva seguita senza farsi notare. Ma quando era giunto il momento di combattere lo Yawn, un cobra gigantesco frutto di una mutazione accidentale del T virus, si era lasciata mordere come una stupida. 
 
Il veleno dello Yawn era infatti letale e non curabile se non con il siero contenuto nella stanza dove l'aveva trascinata. L'aveva trovata di fronte alla porta della soffitta, quasi svenuta che delirava su qualcosa. 
 
Era riuscito solo a captare le parole " Richard.... serpente gigante.... veleno... siero"
 
Quindi l'aveva presa di peso e portata nella stanza dei medicinali, dove oltre il siero si trovavano anche altri tipi di medicine, alcune delle quali sperimentali. L'aveva adagiata sul letto, presente nella stanza accanto ad un tavolino con una vecchia macchina da scrivere(di cui faticava a capirne l'utilità) sopra, e le aveva iniettato l'antidoto.
 
 
Ora aveva lasciato la stanza per inoltrarsi nuovamente nella villa, Richard e Rebecca erano degli imprevisti che andavano eliminati. Avrebbe fatto in modo che il Neptune si occupasse di loro.
Il Neptune, ID FI-03, era uno squalo bianco infettato col T Virus per analizzare e studiare gli effetti del virus sugli animali acquatici. Risultato: Ancora da testare.
 
 
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Ovviamente si era dimenticato di qualcosa.... Ovvio, come poteva non sbagliare in un momento tanto delicato?
 
Chris Redfield riaprì lentamente gli occhi, un dolore sordo alla testa gli fece capire di essere stato stordito. E a giudicare dal rumore di catene trascinate, che si faceva sempre più vicino, ad averlo fatto era l'abominevole Lisa Trevor.
Lisa Trevor era la figlia di George Trevor, costruttore della villa, lei e la madre erano state rapite ed usate come cavie per i test sul Progenitor Virus. I risultati ottenuti furono: la morte della madre di Lisa e la creazione di quell'abominio che Lisa Trevor era diventata.
 
Doveva muoversi in fretta, sapeva che quella cosa non poteva essere uccisa e quindi l'unica cosa che gli rimaneva da fare era scappare. Scappare prima che quella cosa decidesse di ucciderlo o di strappargli la faccia e cucirsela addosso.
 
 
 
 
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Quando riuscì a sfuggire da Lisa, si rese conto che nella villa non c'era più l'ombra di un T Vettore, però al contrario i corridoi e le sale pullulavano di MA-121.
MA-121, o Hunter, erano creature ottenute tramite manipolazione genetica. Armi biologiche intelligenti capaci di riconoscere la differenza fra obiettivi, nemici, alleati e mandante. Risultato: Ancora da testare su campo.
 
Questo significava che il loro piano era già all'ultima fase. Doveva raggiungere il Capitano nei laboratori. 
 
Uno di quegli Hunter gli balzò davanti. Il grosso corpo da rettile che gli sbarrava la strada. Vide quegli occhietti verdi guardarlo.
E poi il MA-121 si scostò. 
 
Certo, il Capitano doveva essersi assicurato che lo riconoscessero come un alleato. 
 
 
 
 
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I laboratori erano più freddi e asettici di quello che si aspettase per qualcosa in cui era accaduto un outbreak con livello di Biohazard 4.
Raggiunse la sala con il Tyrant, con qualche problema dovuto allo sfortuito incontro con tre Chimere.
 
La porta del laboratorio si aprì.
 
Il Capitano, che stava digitando qualcosa sul computer posto di fianco alla capsula contenente il Tyrant, si voltò.
 
<< Christopher, vedo che sei riuscito a seguire il nostro piano alla perfezione >>
 
<< Sì, Capitano. Barry Burton è morto, Jill Valentine dovrebbe raggiungerci fra poco e Rebecca Chambers e Richard Aiken sono stati divorati dal Neptune >>
 
Le porte del laboratorio si aprirono una seconda volta e da questa entrarono Jill e Rebecca
 
 
<< Sull'ultima parte non sarei tanto sicuro, Christopher >>
 
Chris guardò con odio l'ultimo sopravvissuto del Bravo Team. Doveva essere sfuggita al Neptune quando Lisa l'aveva stordito.
 
 
<< Chris, allontanati. Wesker è il traditore! >>
 
Chris guardò Jill, prima di ridacchiare brevemente della sua esclamazione.
Il Capitano Wesker continuava a digitare i codici per il risveglio del Tyrant.
 
<< Chris, ma cosa...? >>
 
<< Non l'hai ancora capito, Jill? >>
 
Le puntò contro la pistola... anche se c'era un altro membro della STARS sapeva che era disarmata... avendo, Rebecca, perso la sua pistola.
 
<< Siete stati voi! Voi siete dietro tutto questo! >>
 
<< Ben fatto, Jill. L'hai capito finalmente. >>
La voce di Chris era divertita, Jill non la riconosceva, non era da Chris essere così.
 
<< P-Perché avete eliminato la STARS? >>
 
Il Capitano aveva terminato di immettere i codici adesso doveva solo confermare l'operazione. E fu allora che prese la parola.
 
<< Che ci crediate o no, era intenzione della Umbrella >>
 
<< Quindi avere la STARS che indagava era sconveniente... >> Jill si interruppe per qualche istante, prima che continuasse, la sua voce era alta arrabbiata nonostante la pistola che gli era puntata contro << Siete proprio come le cose che si trovano in questa villa.... schiavi della Umbrella! >>
 
<< Hai detto la cosa sbagliata, Jill >>
 
Fu il sibilo arrabbiato di Chris, la Valentine credeva che gli stesse per sparare e in effetti lo credette anche il capitano Wesker. Ma il ragazzo spostò l'arma con uno scatto e sparò contro Rebecca, un colpo dritto al petto.
 
La rossa del Bravo Team stramazzò a terra come un burattino a cui vengono tagliati i fili. Jill la guardò sconvolta, ma senza emettere un suono.
 
Wesker sorrise
 
<< In effetti, Christopher non ha sbagliato, Valentine. Hai proprio frainteso tutto. Io e Christopher non lavoriamo per la Umbrella e le cose a cui ci hai paragonato bruceranno insieme a questo laboratorio. E questo segnerà la fine del mio legame con l'Umbrella >>
 
<< Cosa? Che avete intenzione di fare? >>
Questa fu la domanda che pose una volta ritrovata la voce.
 
<< Vedrai Jill. >>
Se sopravvivrai al Tyrant, fu quello che il capitano aggiunse poi mentalmente. Mentre confermava l'operazione di risveglio del Tyrant.
 
 
Poi si voltò e osservò la capsula mentre questa si svuotava. Anche Christopher stava guardando, sebbene continuasse a tenere Jill sotto mira. 
 
Il Tyrant era una creatura possente, pallida all'inverosimile, con la destra munita di lunghi artigli affilati. Il cuore batteva al di fuori della gabbia toracica.
 
<< E' meraviglioso >>
Fu il sussurro meravigliato di Chris mentre pensava a quanto quell'essere fosse perfetto. La forma di vita definitiva. Il Tyrant.
 
<< Sì, è così, Christopher >> 
 
Chris abbassò l'arma mentre guardava il Tyrant che non si era ancora svegliato. Wesker si diresse verso la capsula.
 
<< La forma di vita definitiva... il Tyrant >>
La sua voce pareva incantata com'era stata quella di Chris.
 
Jill invece era disgustata. Quella cosa era mostruosa come potevano Chris e Wesker trovarla tanto meravigliosa? Certo era il potere ad attirarli, il potere che possedere un arma simile avrebbe dato loro.
 
<< Questa cosa sarebbe la forma di vita definitiva?! >>
 
<< Non capirai mai, Valentine >>
 
Il Capitano si era voltato verso di lei e in quell'istante il Tyrant aveva aperto gli occhi, bianchi e vacui. E aveva tirato un artigliata alla capsula. 
 
Era stato un attimo e quegli artigli avevano trafitto anche il capitano Wesker.
 
<< Capitano! >>
L'urlo di Chris Redfield era forse straziante quanto quello lanciato dallo stesso Albert Wesker. E poi il Tyrant aveva spostato la mano artigliata con uno scatto. Il corpo del Capitano Wesker finì a terra.
 
Jill vide Chris dimenticarsi di lei, mentre puntava l'arma contro la cosa che aveva ucciso il suo Capitano. La cosa che lui stesso aveva considerato meravigliosa.
 
<< Maledetto bastardo, siamo stati noi a svegliarti. Dovevi seguire i nostri ordini! >>
Fu il ringhio furioso del giovane Redfield mentre sparava contro il Tyrant.
 
La creatura si voltò e con quella stessa mano artigliata ancora macchiata dal sangue del suo Capitano, lo colpì, scaraventandolo in aria e lanciandolo lì accanto a quell'uomo per cui aveva tradito la sua squadra.
E poi da Chris non ci fu più alcuna reazione.
 
La Valentine combatté contro la creatura e riuscì ad eliminarla grazie alla Colt Python, l'ultimo dono che Barry le avesse fatto, prima di finire ucciso.
 
Era l'ultima sopravvissuta della STARS... questo pensò prima di vedere Rebecca muoversi.
 
<< Rebecca! >>
Corse al suo fianco.
<< Sto bene, Jill. Ha preso il giubbotto anti-proiettile >>
 
Quando Rebecca si alzò, il suo sguardo cadde su quell'angolo dove si trovavano i traditori. La ragazza represse un grido.
 
Il capitano Wesker era coperto di sangue, il suo stesso sangue, con una profonda ferita sull'addome. La testa reclinata in avanti che le impediva di vedere il suo viso, ma era certa che su questo fosse impresso l'ultimo istante di terrore vissuto da quell'uomo affamato di potere.
 
Accanto a lui c'era il suo pointman, il suo alleato, Chris. Gli artigli del Tyrant gli avevano lasciato quattro profondi segni sul petto tagliando il giubbotto d'ordinanza (o almeno così pareva a quella distanza). Il capo piegato leggermente verso sinistra, poggiato contro la spalla del suo capitano, e il sangue che gli inzaccherava i capelli castani. Da quello che poteva vedere a quella distanza aveva gli occhi chiusi... come se stesse dormendo fu il paragone che le venne in mente.
 
<< Sono stati uccisi dallo stesso potere che volevano possedere >>
Fu la lapidaria considerazione di Jill Valentine. Prima che le facesse cenno di andarsene da quel laboratorio. Il più velocemente possibile.
 
 
 
 
 
 
 
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Quando Albert Wesker tornò dall'oblio della morte si rese conto immediatamente, ancor prima di riaprire gli occhi, che i suoi sensi erano migliorati. Riusciva a sentire anche il più piccolo suono, anche se l'avviso dell'autodistruzione lo stava stordendo tanto era forte. E l'odore del sangue era così intenso... 
 
E poi si rese conto di avere qualcosa poggiato contro la spalla... Aprì gli occhi, ogni cosa pareva essere più luminosa e dettagliata di quanto fosse mai stata anche con gli occhiali da sole a oscurarle. Voltò leggermente il viso e vide Christopher, il suo pointman. 
 
Vedeva, sentiva il sangue su di lui ma allo stesso tempo sapeva che fosse vivo. Il battito del suo cuore riusciva a sentirlo con chiarezza. Era regolare, quindi Chris non era stato ferito. Anzi era stato ferito ma non era qualcosa di grave.
 
<< Christopher >>
In quell'istante persino la sua stessa voce gli suonò estranea. Chris non sembrava sentirlo.
 
<< Christopher, non abbiamo tempo, riprenditi >>
 
Non poteva muoversi se quel ragazzo continuava a rimanergli tanto addossato. Anche perché non conosceva le abilità che il virus gli aveva fornito e non voleva rischiare di danneggiare il suo pointman. Il suo alleato.
Solo allora Chris lo sentì. E notato di essergli così vicino, si allontanò rialzandosi. 
 
<< Capitano, ha bisogno di una mano? >>
 
Wesker lo guardò, dissentendo con un gesto. Prima di alzarsi, per un solo istante poggiò la mano sul sostegno d'acciaio che rinforzava il pilastro lasciando impresso sull'acciaio l'impronta della sua mano guantata.
 
Quindi... mi ha fornito una forza sovraumana, oltre che la rigenerazione e il miglioramento dei miei sensi, pensò l'uomo. 
 
Lasciò cadere gli occhiali, su una delle stecche campeggiava la scritta in bianco "Propriety of Umbrella Corporation" seguita poi dal logo della compagnia. 
 
<< Ancora un minuto disponibile per l'evaquazione. Il personale è pregato di abbandonare l'edificio >>
La voce dell'AI risuonò nel laboratorio. Infastidendolo alcuanto, era sempre stato  così acuto e metallico il suo tono?
 
<< Dobbiamo ancora recuperare i dati, Capitano >>
Gli ricordò il suo pointman, come se lui l'avesse dimenticato. La voce di Christopher non sembrava suonargli così diversa, sembrava ancora la stessa anche ora. Al contrario della sua voce.
 
Si diresse al terminale, inserì il suo ID e poi la password. Ma gli venne rifiutata.
 
<< Signor Wesker i suoi privileggi sono stati ridotti al solo accesso al mainframe >>
Suonò una voce femminile
 
<< Chi sei? >>
 
<< Sono la regina rossa e il mio principale obiettivo è .... >> 
 
Wesker non aveva più ascoltato l'AI, mentre per la frustrazione dell'accesso negatogli aveva scagliato un pugno contro il computer... non aspettandosi di trapassarlo da parte a parte.
Tirò indietro la mano e si voltò verso l'uscita.
 
<< Christopher andiamo >>
 
<< Sì, Capitano >> Il Redfield poi sussurrò qualcosa, qualcosa che normalmente Wesker non avrebbe sentito se non prestando attenzione << Quel bastardo del Tyrant ci è andato pesante, pensavo che mi avrebbe ucciso >>
 
 
 
 
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Lisa Trevor era ancora viva e aveva cercato di impedire loro la fuga ma alla fine non c'era riuscita. Il prezioso lampadario di cristalli della hall della villa si schiantò contro la Trevor.
 
<< Fa' la brava ragazza e resta morta, stavolta >>
 
Fu il sibilo del Capitano. E poi i due ex-agenti STARS uscirono dalla villa. Riuscirono fortuitamente ad allontanarsi abbastanza dalla villa prima che questa esplodesse.
 
 
Il fuoco bruciava lento e la sua luce offuscata brillava come fosse un tramonto creato solo per loro, illuminandoli con una luce infernale. Gli occhi di Wesker brillavano di un rosso infernale, innaturale. 
Quelli di Chris Redfield erano ancora com'erano sempre stati. Ma non del tutto, la loro freddezza era innaturale quanto il colore degli occhi del suo capitano.
 
 
Quello fu il giorno in cui gli eventi presero la loro prima, nuova svolta.
Quello fu il giorno in cui Chris Redfield confermò la sua fedeltà.
Quello fu il giorno in cui Albert Wesker divenne un Dio.
Quello fu il giorno che segnò il passo fondamentale verso un nuovo futuro.





 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
Eccomi tornato col terzo capitolo. So di aver riassunto un po' il gioco ma non potevo descriverlo interamente (anche perché io non ho mai giocato né al Remake né al Remaster, io ho giocato solo al primo RE quello per PS1)
Ringrazio Summer_moon per aver recensito il capitolo precedente
-Anthony Edward Stark
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: 28 Settembre 1998 -Il fallimento non è accettabile ***


That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 4: 28 Settembre 1998 -Il fallimento non è accettabile
 
 
Era passato poco più di un mese dall'incidente delle Arklay. Poco più di un mese da quando aveva tradito la STARS, ucciso i suoi amici per seguire il suo capitano.
 
I corridoi della struttura dell'Organizzazione erano asettici come quelli dei laboratori della Umbrella. Ma a Chris questo non importava mentre avanzava fra questi, l'unica cosa che gl'importava era raggiungere il suo capitano che aveva richiesto la sua presenza.
 
 
 
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Christopher arrivò in fretta come aveva previsto. 
 
La sua idea originaria era attendere che la Umbrella recuperasse il G per poi inviare Chris a recuperarlo. Ma dopo aver confrontato il pro e i contro della situazione che si sarebbe andata a creare aveva preferito inviare direttamente il suo pointman a recuperare il G prima della Umbrella.
 
<< Christopher, ho un incarico da affidarti >> cominciò fermandosi  per osservare per meno di qualche istante il suo fedele pointman. << E il fallimento non sarà un opzione accettabile >>
 
<< Non fallirò, Capitano. >> aveva affermato sicuro << Cosa devo fare? >>
 
<< Andrai a Raccoon City e recupererai un campione del G-Virus. Uccidi William Birkin se dovesse diventare necessario al fine di recuperare il campione >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
 
 
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Era già stato nella Fabbrica della Morte, il 23 Luglio quando il Bravo Team era stato inviato negli Arklay. E muoversi per il laboratorio gli sembrò incredibilmente facile.
 
Vista la situazione d'emergenza che aveva creato... aveva semplicemente liberato un paio di RE3 dalla loro unità di contenimento. E l'intera sicurezza del laboratorio si era incentrata nell'eliminazione delle suddette armi biologiche.
I RE3 erano il frutto di un doppio processo V-ACT, che aveva del tutto mutato il T-Vettore rendendolo a tutti gli effetti un'arma biologica, provvista di artigli e del tutto cieca, con muscoli e cervello esposto. La sua particolarità consisteva nella lingua anormalmente lunga che il RE3 utilizzava per attacare.
 
Ricordare ogni dettaglio come se avesse davanti il file su cui l'aveva letto non era mai un problema visti i compiti che svolgeva e il fatto che il Capitano esigesse sempre il meglio da lui.
 
 
 
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Quando aveva sentito gli allarmi di Biohazard suonare nella sua sala di ricerca, William Birkin era certo che l'Umbrella stesse arrivando per lui. Per portargli via il suo prezioso G-Virus.
 
Lo aveva riposto in una valigetta con alcuni campioni di T... non credeva che i mercenari Umbrella fossero abbastanza ferrati nel campo della ricerca per distinguerli.
 
E poi sentì il sibilo della porta automatica che si apriva.
 
Si voltò tremante, puntando la pistola contro i mercenari... ma quello che vide lo spaventò più di un'arma biologica.... Era lui, Chris Redfield, l'alleato di Albert.
Ma non era possibile, lui era morto, ucciso dal Tyrant! L'aveva visto e solo Albert aveva il virus per "sopravvivere" all'attacco del Tyrant.
 
Il Redfield aveva un sorriso da brividi sul viso, mentre gli puntava contro la sua pistola... ma come aveva fatto? Sarebbe scattato l'allarme. Nessuno poteva accedere con un'arma nel laboratorio se non il personale autorizzato ed eventualmente il capo-ricercatore, cioé lui.
 
Il ragazzo ridacchiò come avesse sentito il suo ragionamento.
 
<< E' un semi-automatica, Dottore. L'intera arma, dalla canna al calcio è in plastica e ceramica, non è rilevabile. >>
 
...Come aveva fatto a capire quello che pensava?
 
<< Sono... Hmm, ero il pointman della Squadra Alpha della STARS, Dottore. Il mio lavoro era memorizzare i dati della missione e studiare i sospetti, leggere i loro movimenti e le loro espressioni, anche le più piccole ed involontarie per capire quali sarebbero state le loro future azioni. Lei è un libro aperto per me >>Si fermò poi, fece cenno verso la valigetta tenendolo sempre sotto mira. << Ora, Dottore, io e lei sappiamo che lei non è capace di usare la pistola con cui mi sta minacciando. Quindi le consiglierei di abbassare l'arma e di consegnarmi la valigetta >>
 
<< Non ti consegnerò il mio prezioso G Virus , Redfield! >>
 
Il ricercatore indietreggiò, la sua presa sulla pistola, una Glock, tremava abbastanza visibilmente.
 
<< Se è così... preferisce una morte rapida e indolore o una lenta e dolorosa? >>
 
<< Cosa?! >>
 
Il redfield abbassò leggermente il tiro, point-shoot non corretto quattro centimetri troppo in basso da un qualunque colpo istantaneamente letale.
William Birkin si rese conto troppo tardi che Chris stava già per tirare il grilletto. Un colpo lo prese appena sotto la spalla dritto contro l'arteria polmonare.
 
Il ricercatore lasciò la valigetta, mentre per lo shock dovuto allo sparo perdeva l'equilibrio, cadendo all'indietro.
 
<< Io l'avevo avvisata, Dottor Birkin >>
 
William vide il ragazzo avvicinarsi con calma alla valigetta e aprirla controllando le fiale che vi erano contenute.
 
All'interno della valigetta, c'erano dodici fiale(cioé il numero massimo di fiale ottenibili da una singola oncia di virus). Circa otto di queste contenevano un liquido bluastro che Chris riconobbe immediatamente come il T Virus, mentre solo quattro contenevano un liquido viola che pareva essere molto più denso del T Virus. Quello era il G.
 
<< Dottore, qui ci sono solo quattro fiale... Dove sono le altre? >>
 
Chris si voltò verso il ricercatore che stava cominciando a soffocare nel suo stesso sangue, vide che stava cercando di prendere qualcosa dalla tasca del suo camice.
 
"Ovviamente ne ha tenuta una" pensò.
Il Redfield lasciò la valigetta, sul bancone metallico, dopo averla richiusa e si chinò verso il ricercatore. Levandogli la fiala di G Virus dalle mani viscide di sangue.
 
<< Scommetto che almeno due sono in mano alla sua famiglia, una deve averla Annette e forse anche la piccola Sherry. Beh, quattro fiale basteranno. Il Capitano aveva bisogno solo di una di queste d'altronde. >> Il ragazzo si interruppe e poi guardò William Birkin negli occhi, quegli offuscati occhi cerulei e sorrise perfido << Sa, Dottore, visto che mi sento generoso voglio farle un regalo. >>
 
Il ragazzo si avvicinò al bancone metallico, aveva studiato abbastanza i laboratori Umbrella da sapere che almeno una o due "pistole somministratrici" si trovavano anche nel laboratorio di ricerca. Ed ecco che ne trovò una dentro uno dei cassetti metallici.
 
Inserì la fiala di G Virus nello spazio in cui andavano inserite le fialette contenenti il liquido da somministrare e caricò lo strumento, abbassando il fermo sulla fiala di vetro.
 
Si chinò nuovamente verso il ricercatore che nonostante lo stordimento dovuto alla perdita di sangue capì immediatamente qual'era il "dono" che Chris Redfield voleva fargli.
<< Dovrebbe esserne onorato, sarà la prima creatura originata dal virus che ha sintetizzato, Dottor Birkin >>
 
Sentì un leggero pizzico al collo e poi fu come se il Redfield gli avesse inettato del fuoco liquido nel flusso sanguigno.
 
 
Chris Redfield posò la "pistola somministratrice" sul bancone e dopo aver preso la valigetta e la sua semi-automatica si ritirò. Senza voltarsi nemmeno dopo aver sentito un grido primordiale, sia umano che mostruoso, provenire dal laboratorio in cui aveva lasciato il Dottor Birkin.
 
Aveva detto che avrebbe portato quattro fiale, quindi avrebbe recuperato quella in mano ad Annette Birkin. E avrebbe cercato le altre. Sebbene sarebbero state solo undici, avendone inettata una al Dottore.
 
 
 
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Due settimane, il suo pointman era a Raccoon City da due settimane. Perché l'Organizzazione aveva insistito ad inviare un altra spia a cercare il G.
 
Quell'asiatica in rosso avrebbe solo rallentato Christopher anche perché conoscendolo, Wesker era certo che lui stesse aspettando che l'elicottero venisse a recuperarlo. Probabilmente aveva recuperato il virus al suo primo giorno.
 
In due settimane quell'Ada Wong aveva memorizzato solo un quarto di quello che Christopher aveva memorizzato in soli quattro giorni.
E lei sarebbe la spia più efficente che hanno? Il mio pointman eccelle in molti più campi di quella donna, pensò a questo l'ex-capitano Wesker, mentre un pericoloso bagliore rossastro illuminava i suoi occhi.
 
Odiava che i suoi piani venissero rallentati da degli incompetenti.
 
 
 
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Una figura si mosse rapida fra i corridoi della Fabbrica della Morte. 
 
Chris Redfield scivolò nuovamente fra le ombre mentre si muoveva per il laboratorio. Aveva già recuperato le altre sette fiale rimaste e oltre il virus era riuscito anche a sintetizzare manualmente, visto che quel maledetto dispositivo di sintetizzazione aveva smesso di funzionare nel momento peggiore, il DEVIL l'antidoto per il G-Virus. Il suo colore azzurrastro era un po' complementare con quello del virus.
 
Oltre a questo si era reso conto che infettare il Dottor Birkin era stata la sua idea peggiore. Quel mostro aveva ancora una parvenza di intelliggenza e di memoria visto che ogni volta che lo vedeva, cominciava ad inseguirlo, con più rabbia e violenza di quella mostrata contro gli agenti della Umbrella.
 
E un più non aveva più ricevuto l'ombra di una comunicazione né dall'Organizzazione, né dal Capitano. Credevano che avesse fallito? O lo avevano dato per morto con lo scoppio del disastro di Raccoon City?
 
Secondo i suoi calcoli adesso era il 28 Settembre, due settimane esatte da quando era tornato a Raccoon City. 
In questo frangente di tempo si era occupato personalmente: di eliminare la famiglia Birkin, anche se non aveva trovato la piccola Sherry, di fare in modo che la polizia non potesse affrontare la minaccia dei T Vettori e anche di tagliare le comunicazioni provenienti da Raccoon City. 
 
Così da ridurre al minimo il numero di possibili testimoni.
 
 
Il relativo silenzio che lo circondava fu spezzato da un sibilo statico proveniente dal suo auricolare... Finalmente lo stavano contattando!
 
<< Christopher, mi ricevi? >>
 
<< Si, Capitano. >>
Un sorriso giocò sulle labbra di Chris nel sentire la voce del suo capitano.
 
<< L'Organizzazione sta inviando una spia a recuperare il G Virus. >>
 
<< Cosa? Ma.. lei ha già inviato me e io ho già recuperato il virus >>
 
<< Ne ero certo, Christopher. Per questo voglio che tu elimini quell'inutile donna in rosso, Ada Wong.  Nessuno mette in dubbio l'efficenza del mio uomo migliore >>
 
Il sorriso di Chris si deformò in una smorfia arrogante, nulla di simile a quel sorriso normale che aveva brillato sul suo viso.
<< Sarà fatto, Capitano. Ada Wong morirà, oggi. >>
 
 
 
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Albert Wesker chiuse la comunicazione dopo aver descritto, abbastanza dettagliatamente la spia al suo pointman. 
 
Christopher l'avrebbe eliminata, nessuno l'avrebbe mai saputo però. Ada Wong sarebbe risultata una dei tanti agenti dell'Oraganizzazione tristemente deceduti in missione nel disastro di Raccoon City.
 
Avevano dubbitato del suo uomo migliore, avevano mandato quella donna a compiere il compito del suo pointman...
 
Il bagliore rossastro luccicò ancora più forte. Mentre senza rendersene conto, stringendo la mano con rabbia sulla scrivania metallica ne accartocciava un angolo come fosse di carta.
 
Nessuno, nessuno poteva osare di dubitare delle sue scelte. Nessuno!
 
 
 
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Ada Wong, la spia dell'Organizzazione, Chris l'aveva vista passare per i corridoi. E aveva aspettato, l'aveva studiata.
 
Non era poi così abile nel suo lavoro se non si era resa conto della sua presenza.
Visto che ora le era esattamente dietro. 
 
<< Devi essere Ada Wong, non è così? >>
 
La donna si voltò con uno scatto e un lieve svolazzo della gonna dell'abito da sera. Un lieve sorriso le adornava il viso.
<< Sì, e tu devi essere Chris Redfield >>
 
Il peso della semi-automatica stretta nella destra era sembrato appena più evidente, così come quello della valigetta.
Quella donna andava eliminata.
 
<< Ada! >>
Una  voce suonò nell'aria ferma del laboratorio. E dal fondo della sala arrivò correndo un giovane ragazzo biondo con indosso la divisa dei poliziotti di Raccoon. Aveva una spalla fasciata e la pistola che impugnava era una H&K VP70, un arma leggermente più veloce nella ricarica della Browning, pistola standard del RPD.
 
<< Leon? >>
 
Quindi era così che si chiamava il biondo, Leon. Il giovane polizziotto sembrò rendersi conto solo allora della sua presenza.
 
<< E tu chi sei? >>
 
Chris decise di giocare la parte del membro della sicurezza del laboratorio che si era trovato impreparato.
 
<< Albert Redfort >>
Albert Redfort era l'agente che aveva ucciso per liberare i RE3, il suo nome era scritto sull'ID attaccato alla divisa.
 
<< Che ci fai qui? Credevo che questo fosse una specie di laboratorio segreto della Umbrella >>
 
<< Ho lavorato in questo laboratorio, agente. Addetto alla sicurezza >>
 
Leon non lo guardò col sospetto che si era aspettato, no sembrò appena simpatizzante.
 
<< Non avevano avvisato nemmeno voi di quello che stava succedendo vero? >>
 
Ecco perché non aveva sospettato di nulla, credeva che fosse un "ignaro agentucolo di sicurezza"
 
<< No, credevo che sviluppassero qualche genere di medicinali, qua sotto >>
 
Leon stava per dire qualcos'altro, quando un ruggito primordiale risuonò nella sala, pareva provenire dall'esterno di questa... da qualcuno dei corridoi. 
 
Birkin l'aveva trovato... di nuovo.
 
<< Cosa diavolo è stato? >>
 
Chris rimase in silenzio, stringendo la presa sul manico della valigetta, e contemporaneamente anche sul calcio della semi-automatica.
 
 
 
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Quel mostro G mutato di Birkin l'aveva costretto ad allontanarsi da Ada. L'unica cosa positiva era che era ancora in possesso della valigetta. 
Svoltò un altro angolo, sentendo il rumore attutito dei passi pesanti del mostro. 
 
Stava cominciando a non farcela più, non riusciva a riprendere fiato correttamente. E il fatto che avesse passato due intere settimane senza un pasto decente stava cominciando a farsi sentire. Ma lui non avrebbe fallito, il capitano Wesker l'aveva messo in chiaro " il fallimento non è un opzione accettabile".
 
Si fermò nel bel mezzo del corridoio, voltandosi verso il mostro che lo stava per raggiungere.
 
Sollevò la semi-automatica e puntò all'occhio che si apriva sulla spalla destra del mostro.
 
<< Sa, Dottore, comincia ad essere davvero fastidioso >>
Il suo tono suonò stanco persino alle sue stesse orecchie. 
 
Sparò una, due, tre volte. E poi finalmente Birkin decise di ritirarsi. 
 
Poi sentì di nuovo un sibilo statico provenire dal suo auricolare.
 
<< Christopher, mi ricevi? >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
<< La missione come procede? >>
 
<< Non sono ancora riuscito ad incontrare la spia, Capitano, ma conto di ucciderla al primo incontro >>
 
<< Ricevuto. E ricorda Christopher, il fallimento non è un opzione accettabile >>
 
 
 
 
 
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Il suo pointman non gli era sembrato concentrato come voleva. Gli era sembrato fin troppo umano, non c'era la freddezza e la sicurezza che aveva sentito prima nel suo tono.
 
Doveva essere a causa del fatto che era rimasto in quella città infestata per ben due settimane. Sì, doveva essere questo il motivo. 
 
 
 
 
 
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Era riuscito finalmente a trovare Ada Wong, da sola. 
Lei lo stava cercando per sottrargli il G Virus. Non ci sarebbe riuscita. 
 
 
Chris sorrise sicuro, poteva essere stanco ma le sue capacità di tiro erano le migliori dell'intero stato, aveva persino vinto un premio che ne attestava la veridicità. 
 
La Wong stava sparando ad un paio di Plant 43.
Plant 43, o Ivy, erano il frutto di un esperimento attuato sulle piante al fine di ricreare e migliorare Plant 42. Di fatto il risultato erano state delle piante perfettamente in grado di spostarsi su due viticci atteggiati a zampe e di attaccare tramite altri due viticci. Risultato: Affidabile, ma non efficiente. 
 
Il Redfield mirò alla testa della bella asiatica, tirò il grilletto, nello stesso istante in cui un Ivy si preparava a sputare il suo acido corrosivo contro la spia.
 
Entrambi i colpi andarono a segno. Il primo, il suo che la uccise, e il secondo quello dell'Ivy che le vomitò addosso un consistente fiotto di acido altamente corrosivo.
 
Chris riusciva a vedere perfettamente il modo in cui l'acido cominciava lento a mangiucchiare la pelle e i muscoli. Sfrigolando e liberando un dolciastro odore chimico che gli fece salire la nausea.
 
Attivò l'auricolare.
 
<< Missione completata, Capitano >>
 
Ci fu qualche secondo di silenzio.
 
<< Ben fatto, Christopher. >> il Capitano si fermò per qualche attimo, Chris poteva quasi sentire il sorriso che gli era spuntato sul viso << Dirigiti verso l'esterno della Fabbrica della Morte, un elicottero ti aspetta lì >> 
 
E poi aveva troncato la comunicazione ancora una volta. Ma al castano non importava, lui voleva solo completare la missione e rendere il suo capitano orgoglioso di lui ancora una volta.
 
 
 
Raggiunse l'elicottero senza particolari problemi.  
 
 
Erano già lontani circa una ventina, forse più, di chilometri da Raccoon City, quando vide una sfera di fuoco inghiottire la città.
 
 
 
 
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Quando il suo pointman tornò il sole era già tramontato da qualche ora. Ma a Wesker questo non importava. 
 
Christopher scese dal velivolo, una volta che questo era atterrato. Nonostante l'oscurità che inghiottiva ogni cosa Wesker riusciva a vederlo perfettamente. Aveva un aspetto appena malaticcio che Wesker non voleva assolutamente vedere sul suo pointman, ma aveva con se anche la valigetta. 
 
 
Chris consegnò la valigetta al suo Capitano e poi lo vide dirgli qualcosa ma non riuscì a sentirlo, prima che un buio senza suoni e senza sensazioni lo inghiottisse.
 
 
 
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Il biondo fece appena in tempo ad afferrare il suo pointman prima che questo crollasse a terra. 
 
Ora, normalmente una tale dimostrazione di debolezza umana l'avrebbe disgustato, ma il suo Christopher invece gli aveva dimostrato quanto gli fosse fedele. Si era spinto all'estremo, al massimo di quello che il suo corpo così semplicemente umano gli permetteva di fare pur di completare eccellentemente il compito affidatogli.
 
Sollevarlo non gli fu di alcuna difficoltà, mentre portava con se anche la valigetta contenente il G Virus.
 
Non era la prima volta che Christopher si spingeva a tanto, l'aveva fatto anche quando ancora erano nella STARS, il caso Hanker... lo ricordava ancora. E come in questo caso alla fine era stato lui ad impedirgli di rovinare a terra. 
 
Ma allo stesso tempo sentiva un certo fastidio, dovuto al fatto che il suo pointman si fosse dovuto spingere a tanto, non per un suo ordine. Ma per l'insistente incompetenza dell'Organizzazione. 
 
Avevano rischiato la vita del suo pointman.
La vita di Christopher era sua e solo lui avrebbe deciso quando sarebbe arrivato il momento di porvi fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell'Autore
 
Sono tornato col quarto capitolo di questa storia.
Ora so che probabilmente Wesker vi sembra un po' ossessionato da Chris, ma lui lo è sempre stato... una volta per il suo valore, poi perché (nel gioco) gli era nemico. Ho solo voluto accentuare un po' di più questa sua ossessione perché in fondo Wesker è un uomo molto possessivo, soprattutto credendo di essere un dio in terra, si è convinto che la vita di Chris gli appartenga e che quindi niente, niente potrà provare a uccidere il suo pointman fino a che lui deciderà di liberarsene, sempre che decida di farlo.
 
Dopo questa spiegazione, ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo. 
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Dicembre 1998- Assalto a Rockfort Island ***


That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 5: Dicembre 1998-Assalto a Rockfort Island
 
Due mesi, Raccoon City era stata cancellata dalle mappe da esattamente due mesi.
 
Chris sapeva che in fondo avrebbe anche dovuto sentire un briciolo di colpa, ma non gli importava minimamente. Per quanto poteva interessargli quella città sarebbe anche potuta non essere mai esistita.
 
L'unica cosa che importava era non deludere il suo capitano, mostrargli di essere degno della sua fiducia. 
 
 
 
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Rockfort Island. Questo era il loro prossimo obiettivo. Contava di raggiungerla entro gli inizi di Dicembre e poi recuperare il T-Veronica virus sintetizzato da Alexia Ashford.
 
Il suo pointman sarebbe andato con lui, non avrebbe permesso a quegli incompetenti dell'Organizzazione di trattare col suo uomo migliore senza la sua supervisione.
 
 
 
 
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Il Capitano gli aveva affidato il compito di memorizzare i dati riguardanti: Rockfort Island e il laboratorio situato in Antartide.
 
Ed era giunto alla conclusione che i due gemelli Ashford lo inquietavano al quanto. Non capiva come fosse possibile che il gemello di Alexia fosse tanto ossessionato dalla sorella.
 
Ma questo non era un problema per loro, soprattutto visto che Alexia pareva essere morta circa quindici anni prima.
 
 
 
 
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Claire Redfield stava ancora cercando il suo fratellone. Sapeva che lui fosse ancora vivo, lo sentiva. Ma non riusciva a non essere preoccupata per lui, perché non l'aveva più contattata? Perché sembrava essere scomparso?
 
E perché, esattamente come la scrivania del Capitano, la scrivania di suo fratello era stata rivoltata come da qualcuno alla ricerca di qualcosa d'importante? 
 
Almeno aveva una traccia da seguire, la STARS era a Parigi, stava per attaccare il laboratorio Umbrella situato nella città e lei sarebbe stata lì. Chris doveva essere lì con la sua squadra.
 
 
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L'attacco a Rockfort Island era stato un successo, il T virus si era propagato velocemente e facilmente per l'isola  e gli Hunter evoluti erano alla ricerca di Alfred Ashford per liberare l'isola dalla sua presenza.
 
In modo da liberare del tutto l'isola da possibili minaccie per sé e per il suo pointman.
 
 
Chris seguì il suo capitano mentre egli si dirigeva verso la villa. 
 
Un T Vettore si avvicinò e in un istante la creatura non-morta ricadde sul terreno con un foro di proiettile in mezzo agli occhi.
 
Stavano raggiungendo il portone della villa e poi videro una ragazza lì che stava per aprirlo. E Chris avrebbe riconosciuto ovunque quella giacca con la valchiria con su scritto "Made in Heaven".
 
Il ragazzo spalancò gli occhi sorpreso "Claire..." pensò.
 
 
Wesker voltò appena lo sguardo verso Christopher e un bagliore rossastro brillò nei suoi occhi. 
 
Quella sorpresa non doveva esserci, non doveva! Il suo pointman avrebbe dovuto mostrare la sua classica freddezza, avrebbe dovuto puntare l'arma sulla sorella, attendendo il suo ordine per terminarla.
 
Bene, l'avrebbe costretto a farlo. Christopher non doveva avere distrazioni, di nessun genere.
 
 
 
---
 
 
Claire stava per aprire il portone di Villa Ashford, quando sentì una voce.
 
<< Devi essere  la dolce Claire Redfield >>
 
La ragazza si voltò e immediatamente il suo sguardo cadde non sull'uomo che aveva parlato, ma su quello che lo seguiva. Un sorriso spuntò sul viso della giovane, era Chris! Il suo fratellone.
 
<< Chris! >>
 
Stava per avvicinarglisi, lasciare perdere la Villa Ashford e correre verso suo fratello, ma poi notò che c'era qualcosa che non andava. Sì, c'era certamente qualcosa di sbagliato.
 
Chris non le aveva sorriso. Non aveva fatto neanche un passo, era rimasto al fianco del biondo, la sua espressione era forzatamente vuota.
 
Cosa...?
 
<< Chris? >>
 
E lui alzò la pistola contro di lei, Claire si trovò immobilizzata. 
 
Shock. Incredulità. Tradimento. Terrore.
 
Queste erano le emozioni che si leggevano nei suoi occhi celesti.
 
 
---
 
 
 
 
Chris non ci riusciva, non riusciva a trovare la forza di premere il grilletto. Aveva tradito, ucciso per il Capitano Wesker... ma... ma non poteva sparare alla sua sorellina. 
 
Per la prima volta  da quando Chris Redfield era diventato il Traditore, le sue mani tremarono. 
 
"Mi dispiace, Claire, mi dispiace" queste erano le parole che non riusciva a pronunciare, come se avesse le labbra sigillate. Come se sentisse che queste parole non gli appartenevano più.
 
 
<< Christopher... >>
La voce del capitano era calma e carezzevole, ma c'era qualcosa... che gli fece comprendere che era un avvertimento.  E questa era la presa che aveva sulla sua mano.
 
Sotto un punto di vista esterno come quello di Claire, pareva che Wesker stesse semplicemente aiutando Chris a mantenere ferma la sua presa, stringendo la sua mano su quella del suo pointman. Ma invece Chris poteva sentire la pressione che stava esercitando. 
 
Ricordandogli che avrebbe potuto rompergli una mano con un semplice gesto, che avrebbe potuto ucciderlo con tanta facilità quanta quella con cui l'aveva reso partecipe, complice, del suo piano.
 
E i suoi occhi brillavano inumanamente oltre le lenti scure dei suoi occhiali da sole.
 
 
<< ... non deludermi >>
Aggiunse in un sussurro appena inudibile. E quando vide lo sguardo del suo pointman diventare freddo, rettiliano. Allora si allontanò, rilasciando la sua presa.  E ghignando appena.
 
Claire poteva essere la sua dolce sorella minore, ma Christopher non l'avrebbe mai deluso, mai. Anche a costo di uccidere quella ragazzina.
 
 
 
---
 
 
 
Non sapeva cosa quell'uomo avesse detto a Chris. Ma sapeva che quello non era un uomo,  gli occhi di un essere umano non potevano brillare di rosso. 
 
Un altra cosa che sapeva era che quell'espressione forzatamente vuota sul viso di suo fratello era sparita, sostituita da un leggero sorrisetto furbo, che la Redfield conosceva bene.
 
Chris abbassò la pistola. E Claire pensò che avesse deciso di ribellarsi a quel mostro, ma tutto ciò che fece fu camminare lentamente verso di lei. 
 
Il mostro biondo glielo permetteva.
 
<< Claire... >> 
 
Cominciò suo fratello, il suo tono le sembrava normale.
 
<< non sai quanto mi sei mancata, sorellina >>
 
E la ragazza si convinse che sì, qualunque fosse stata la cosa che il biondo aveva detto a Chris, lo aveva convinto ad abbassare la pistola e a tornare sé stesso.
 
 
Fu un attimo, vide quel sorrisetto furbo prendere una piega velenosa, fredda. Ma era già troppo tardi, ebbe appena il tempo di rendersi conto che Chris le si era fatto vicino, troppo vicino. Prima di sentire le mani guantate del fratello stringersi attorno al suo collo.
 
<< Chris... lasciami >>
 
Portò le mani alla presa del fratello nel tentativo di allentarla, ma pareva come se di colpo la presa di Chris fosse diventata d'acciaio.
 
Il demone biondo si era avvicinato in un battito di ciglia, ora era lì appena dietro Chris. 
 
 
Claire sentiva di stare per soffocare. Non voleva crederci, Chris non poteva essere colui che l'avrebbe uccisa. Non il suo fratellone!
 
Il biondo si allontanò da Chris. Sembrava parlasse a qualcuno tramite un auricolare.
<< Cosa? Aspettateci, stiamo arrivando >>
 
L'uomo si voltò verso Chris.
<< Christopher, lasciala. Dobbiamo andare. >>
 
Chris la lasciò andare senza delicatezza, voltandosi a seguire il biondo. 
<< Sì, Capitano >>
 
 
 
Claire era in ginocchio davanti la porta di Villa Ashford mentre riprendeva fiato. Passandosi una mano sul collo lì dove Chris aveva stretto.
"C-Chris... perché?"
 
 
 
---
 
 
 
"Mi dispiace, Claire. Ma non posso deludere il Capitano Wesker"
 
A questo pensava Chris Redfield mentre lui e il suo capitano raggiungevano l'Antartide a bordo di un jet super-veloce dell'Organizzazione.
 
 
Erano atterrati, nell'eliporto interno di una struttura Umbrella. E avevano raggiunto una sala di controllo, nessuna difficoltà, gli Hunter si erano occupati dei T-Vettori per loro.
 
Da uno degli schermi Chris vide Alexia che cullava dolcemente il cadavere del suo gemello, Alfred.
 
<< 'till one day... >>
 
Il capitano si voltò verso il monitor.
 
<< Alexia?! Non può essere già completamente sveglia. >>
 
Chris aveva già sentito quel tono freddo e infastidito, questo era un imprevisto.
 
<< ... strolling in his court, an arrow pierced the kings king heart. >> 
 
<< Cosa dobbiamo fare adesso, Capitano? >>
 
<< Recuperare il T-Veronica, Alexia dovrà seguirci che lo voglia o no >>
 
Chris annuì alle parole del suo capitano
<< Sì, Capitano >>
 
<< He lost his life and his lady love. >>
 
 
 
---
 
 
Alexia Ashford era ormai un essere superiore, lei lo sentiva. Lasciò che la sua coscienza si espandesse per tutta la base e li sentì, il mezzo Tyrant e l'umano che lo seguiva. 
 
Uhm, sono davvero interessanti. Potrebbero essere loro i miei primi soggetti. Pensò l'Ashford. Sì, lo saranno.
 
Alexia sorrise freddamente e si preparò ad accogliere le sue nuove cavie.
 
 
 
---
 
 
 
Avevano raggiunto l'atrio della seconda villa degli Ashford, anche se era stato tutto troppo semplice. Era stato come se qualcuno li guidasse fra i corridoi labirintici della struttura fin lì. 
Alexia li attendeva in cima alla scalinata. 
 
<< Benvenuti nella mia villa >>
La bionda sorrise in maniera altezzosa come fosse certa di essere la loro regina.
 
 
Quando li vide rimanere lì a guardarla senza accennare ad un saluto rispettoso degno del suo rango, Alexia Ashford rimase a guardarli con un cenno di disappunto a mutarle lo sguardo stoico.
 
Le sue due nuove formiche non erano poi così ... recettive come le erano sembrate. Eppure le era parso che l'avessero sentita, che avessero sentito il suo richiamo.
 
Il mezzo Tyrant fece un passo avanti verso di lei, l'umano rimase indietro.
<< Finalmente, ti abbiamo trovata Alexia. Vieni con noi >>
 
L'unica reazione della Regina alle parole della sua formica fu ridere soavemente divertita dalla sicurezza nascosta dietro quelle parole.
 
L'umano strinse la presa sulla sua pistola ma lei sapeva che non avrebbe potuto farle nulla comunque e quindi non si preoccupò.
 
Il mezzo Tyrant parlò ancora
<< Sei la creatrice del T Veronica Virus. E ora l'unico campione esistente del virus è nel tuo corpo. E io lo voglio, adesso! >>
 
Gli occhi del mezzo Tyrant luccicarono di rosso, in una maniera che avrebbe spaventato qualunque pavido e fragile essere umano, ma non lei, lei che era la Regina.
 
<< Lo vuoi? >>
Chiese sarcasticamente la Regina facendo un passo verso la scalinata, scendendone il primo gradino.  
 
 
<< Tu non sei degno del suo potere >>
Terminò Alexia, la sua voce che si perdeva in una soave risata cristallina che rimbombò nell'atrio. Scese lentamente le scale, mentre il fuoco di Veronica la avvolgeva. Liberando la sua nuova forma.
 
Il mezzo Tyrant rimase immobile e lei sapeva che era dovuto alla sorpresa. Una sorpresa che gli sarebbe stata fatale, lui non era stato rispettoso, non come l'altra formica, l'umano, che era rimasto ad osservare la scena in silenzio.
 
Colpì il mezzo Tyrant, o almeno tentò di farlo, ma questo schivò il suo colpo con un agile balzo, quasi felino.
 
 
La Regina si preparò ad attaccarlo ancora, quando un colpo la distrasse. Uno sparo che di per sé oltre a sorprenderla non fece null'altro. Ma la precisione con cui era stata colpita... se fosse stata ancora umana l'avrebbe uccisa.
 
Era stato l'umano a colpirla.
 
 
 
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Alexia li aveva raggiunti con un balzo, ma sia lui che il suo capitano erano riusciti ad evitarla. Sebbene ora fossero ai lati diametralmente opposti della sala. Come i raggi di un cerchio che come centro aveva Alexia, nella sua forma così orrendamente mutata.
 
La Tyrant si concentrò sul suo Capitano. Lanciandogli contro delle vampate di fuoco originate dal suo sangue infetto.
 
Chris cercava il punto debole della Tyrant mentre Alexia era distratta dal capitano.
 
Non aveva il cuore esposto e la testa non era così vulnerabile, visto che le aveva già sparato. Forse...
 
 
Alexia stava per spedire un altra vampata infuocata contro Wesker, quando un colpo la prese al collo poco sotto la nuca. L'umano... Come poteva essersi dimenticata di lui?
 
Un getto infuocato di sangue uscì dalla ferita e l'ossigeno continuava a entrare in questa, incendiando il suo sangue. Era una sensazione estranea, quasi dolorosa ma non del tutto.
 
<< Nessuno, nessuno osa ridere del mio Capitano. >>
Fu il ringhio del ragazzo. 
 
Allora quel mezzo Tyrant era un suo nemico, aveva la sua formica soldato che quindi non poteva essere la sua. 
Li avrebbe eliminati. Entrambi.
 
Alexia allargò le braccia con un gesto repentino e due ampi getti di fiamme aranciate seguirono il movimento. Wesker schivò le fiamme con uno scatto disumano, Chris (nei limiti imposti dalla sua umanità) riuscì comunque ad evitare che il fuoco lo raggiungesse.
 
 
 
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Jill Valentine era lì, nascosta dietro ad una colonna ad osservare il combattimento. Lei era arrivata fin li per salvare Claire, ma poi, poi li aveva visti. 
Loro erano distratti dalla loro ricerca e  non l'avevano notata. 
 
Una rabbia incontenibile le bruciava nello sguardo mista ad odio profondo verso quei due esseri.
 
 
Non potevano essere umani, aveva visto il Tyrant trafiggere Wesker uccidendolo sul colpo. Aveva visto il Tyrant colpire Chris al petto con tanta di quella forza da rompergli tutte le costole... eppure ora erano entrambi lì vivi e vegeti che si scontravano con un mostro loro pari.
 
 
Il mostro aveva lanciato delle fiammate contro i due. Jill aveva visto Wesker schivarle con uno scatto troppo veloce per essere visto che lo aveva fatto diventare come una sfocatura nera ai suoi occhi e Chris le aveva evitate con un balzo all'indietro fin troppo agile per essere normale, anche se la coscienza, non ottenebrata dall'odio, gli diceva che quello che Chris aveva fatto non era inumano e che qualunque agente ben addestrato avrebbe potuto compierlo.
 
E poi il fuoco raggiunse anche lei che fu costretta a rivelarsi pur di non finirne colpita.
 
Wesker e Chr...Redfield la guardarono, il loro sguardo era gelido. Gli occhi di due mostri schifosi, come quelli che vagavano per i corridoi di quel laboratorio, come quello che avevano davanti.
 
Gli occhi di Wesker la sconcertarono alcuanto con quel loro brillante rosso sangue  e la pupilla verticale, felina.
Gli occhi di Chr...Redfield-si corresse nuovamente- parevano ancora essere quelli che erano sempre stati, ma erano... oh, così gelidi, così crudeli. Per nulla simili a com'erano prima, nella STARS...
 
"Non sono mai stati in quel modo, era solo una menzogna come quella di Wesker. Loro non ci consideravano la loro squadra, i loro amici... per loro eravamo solo cavie... " Pensò "Erano mostri ancor prima che lo diventassero davvero"
 
 
<< Jill >>
La chiamò Redfield. Il suo tono non era freddo, era calmo e gentile... quel tono che Chris usava quando credeva che lui fosse suo amico quando non si era ancora rivelato per il traditore che era davvero. 
 
<< Redfield >>
Fu il suo ringho pregno d'odio e poi Alexia lanciò un getto di fuco verso di loro. Chris lo evitò appena in tempo e anche lei riuscì a cavarsela. Wesker pareva irritato.
 
<< Jill... visto che siamo amici... ti dispiacerebbe occuparti di questa piccola seccatura per me? >>
 
La Valentine rimase in silenzio scioccata dalla domanda in sé con che coraggio quel mostro diceva che erano amici?
E poi in un battito di ciglia vide i due fuggire via dallo scontro. Chiudendosi appena in tempo il portone alle spalle prima che Alexia li colpisse col suo fuoco. 
 
"Codardi!"
 
 
 
---
 
 
 
Wesker era infastidito, non era così che doveva andare. Il suo piano prevedeva di recuperare il T-Veronica direttamente da Alexia, che sarebbe dovuta essere ancora in stasi, e poi lasciare l'impianto. 
Ma adesso non poteva, perché quella bionda si era risvegliata e si era dimostrata più forte di lui, e i poteri fornitigli dal suo virus, e del suo pointman.
 
 
<< Capitano, come faremo a recuperare il T-Veronica virus? >>
 
<< Troveremo un modo, Christopher >>
 
Il suo fedele pointman gli era sempre a fianco, anche se quando gli aveva ordinato di eliminare la sorella aveva esitato... Non l'avrebbe fatto una prossima volta, ne era certo.
E poi fortuna, o destino, volle che assistettero allo scontro di Claire con quel mostro armato di ascia.
 
Mostro che dopo essere stato colpito da uno dei tentacoli di Alexia tornò nella sua forma umana, poco prima di spirare.
 
 
Wesker ghignò, adesso il T-Veronica sarebbe stato nelle sue mani. Informò gli agenti dell'Organizzazione. Loro avrebbero recuperato il corpo di Steven Burnside.
Ma lui e Christopher avevano un altra cosa da fare. Liberarsi definitivamente di Jill Valentine.
 
 
 
---
 
 
 
Jill era riuscita a stento ad eliminare Alexia, ma dopo una lunga battaglia che pareva non voler finire mai, scandita dal conto alla rovescia che avrebbe poi portato all'esplosione del complesso, c'era riuscita.
 
 
Jill stava per raggiungere Claire, sicura che fosse finita, ma non appena voltò l'angolo. Vide Claire imprigionata con una presa di ferro dal suo stesso fratello.
E Wesker ghignante al suo fianco.
 
<< Claire! >>
 
Jill puntò lo sguardo su Chris
 
<< Sapevo che eri un mostro, Redfield. Ma arriveresti davvero ad uccidere persino il tuo stesso sangue pur di avere quel potere che tanto adori?! >>
 
<< Mia cara Valentine, non è il potere ad averci attirato qui, ma la vendetta! Hai rovinato i nostri piani già una volta, ma dopo oggi non potrai mai più farlo >>
La voce di Wesker era tanto gelida da farla rabbrividire.
<< Se è così, lasciatela. >>
 
<< Bene. Christopher, lasciala >>
 
Chris lasciò Claire spingendola poi verso Jill.
 
<< C-Chris cosa ti è successo? >>
La domanda di Claire sembrò come rimanere sospesa nell'aria ancora riempita dal continuo avviso di evacuazione.
 
 
 
 
---
 
 
 
Aveva convinto Claire a lasciarli. E ora si trovava da sola contro quei mostri.
 
<< Metterò la parola fine a tutto questo >>
 
<< E cosa ti rende tanto sicura, Valentine? >>
Dopo aver posto la domanda fu come se Wesker fosse scomparso, per poi ricomparirle davanti, per poi scagliarle un pugno dritto nello stomaco.
 
Non ebbe neanche il tempo di capire quanto fosse effettivamente forte che si trovò lanciata dall'altro lato della loro "arena". 
 
Chris la raggiunse e le sembrò che fosse stato veloce quanto Wesker (sebbene la sua mente la smentisse) e la colpì con un violento calcio allo stomaco, senza darle tempo di rialzarsi. Ancora un altro calcio e poi le sembrò che Wesker si fosse sostituito a Chris ...
Come avrebbe fatto con quei due mostri?
 
Vide delle pesanti travi metalliche che oscillavano sopra le loro teste, appese ad un cavo metallico controllato da qualcosa, e non molto distante da lei c'erano i comandi.
Poteva farcela.
 
Riuscì ad evitare un colpo di Chris ed uno di Wesker.
 
Prima che Redfield la bloccasse di nuovo con molta difficoltà riuscì a divincolarsi dalla sua presa prima che Wesker la colpisse, ma non ebbe la fortuna di portare i due mostri a scontrarsi uno contro l'altro.
Raggiunse i comandi e fece cadere le travi addosso ai due.
 
Pensava di averli sconfitti. Quando una delle travi si smosse. Wesker e il suo pointman si ergevano sulle travi, completamente illesi.
 
<< Bel tentativo, Valentine >>
 
<< Peccato che hai fallito, Jill >>
 
Quei mostri la disgustavano ad un livello tutto nuovo nemmeno le altre creature della Umbrella la disgustavano tanto.
 
Un esplosione li divise in una frazione di secondo e per un istante le parve di vedere Wesker schermare Chris dalle fiamme. Ma questo ovviamente non era possibile... 
 
I due mostri erano quasi del tutto illesi, se non per Wesker che aveva una metà del viso ustionata dalle fiamme.
 
<< Oggi è il tuo giorno fortunato, Valentine. Ma non ce ne sarà un altro. >>
 
<< La prossima volta vi eliminerò dalla faccia di questo mondo, bastardi! >>
Ringhiò la mora
 
Redfield e Wesker parvero appena divertiti dalla sua esclamazione
 
<< Alla prossima volta allora Jill... E ti assicuro a scomparire non saremo noi >>
Queste furono le parole di Chris prima che lui e Wesker si ritirassero.
 
 
 
I due lasciarono il complesso a bordo di un sottomarino, mentre Claire e Jill a bordo dell' harrier.
 
 
 
 
 
 
Un altro virus era in mano ad Albert Wesker adesso... 
Un altro passo in più verso la fine...
Un altro passo ancora verso un nuovo epilogo...
Il serpente si sta attorcigliando su se stesso pronto ad addentarsi la coda e a divorare il proprio corpo.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
Scusatemi il ritardo... e che ieri stavo poco bene :(
 
Piccole spiegazioni: Come avete notato Chris è reticente all'idea di uccidere la sorella fino a che Wesker non gli dice che se non l'avesse uccisa l'avrebbe deluso. Semplicemente come visto nei precedenti capitoli, Chris non sopporta l'idea di deludere Wesker, anche se deve uccidere la sua stessa sorella pur di continuare a mantenere il suo capitano orgoglioso di lui.

E Jill crede che Chris sia un "mostro infetto" come Wesker al punto tale da ingannare la sua mente e vedere quello che normalmente avrebbe visto come abilità come "potere" fornitogli dal virus.
 
Ringrazio ancora: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: 18 Febbraio 2003- La fine della Umbrella ***


That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 6: 18 Febbraio 2003- La fine della Umbrella
 
Jill e Rebecca avevano raggiunto un complesso Umbrella, nascosto fra le nevi della Kamchatka. 
 
Avevano scoperto che la Umbrella stava creando qualcosa, un qualcosa di ancor più definitivo del Nemesis. L'Arma biologica perfetta.
 
Dovevano fermarli.
 
 
La Valentine pensava ancora a quello che era successo quattro anni prima in Antartide. Sapeva che i traditori erano ancora vivi o quello che erano, qualunque fosse la condizione in cui il virus li aveva portati. 
 
Rebecca non sapeva quanto fossero veloci, forti... inumani. E anche se la Valentine credeva che anche il Redfield fosse come Wesker, la sua coscienza gli diceva che non lo era.
 
Si chiedeva che fine avessero fatto. E quando sarebbero ricomparsi.
 
 
 
---
 
 
 
 
Il loro prossimo obiettivo era l'UM-13, un complesso (prevalentemente sotterraneo, come buona parte dei laboratori) della Umbrella Corp. dove venivano sviluppate alcune nuove categorie di armi biologiche. Ma ad interessare a Wesker erano i dati della Umbrella che erano stati spostati nell'unità dati della struttura.
 
Anche in questo caso Christopher l'avrebbe seguito, gli sarebbe stato d'aiuto. Perché anche se il suo pointman non era un Tyrant, ma era semplicemente umano, non gli era mai di peso come lo erano gli altri.
 
Forse un giorno, avrebbe permesso anche al suo Christopher di trascendere la sua natura umana, divenendo qualcosa di superiore. Ma non era questo il momento.
 
Pensò a questo il Capitano Wesker mentre osservava, distrattamente, il suo pointman allenarsi. Combattendo contro alcune armi biologiche, un allenamento standard per gli agenti dell'Organizzazione.
 
 
Un Hunter di modello Sweeper balzò verso Christopher, le zampe anteriori velenose protese verso di lui. 
 
Il suo pointman evitò l'attacco agilmente e senza neanche attendere un secondo, mirò mentre contemporanamente si voltava verso la creatura rettiliforme. 
 
Lo sparo risuonò nella sala bianca, costruita in una maniera del tutto simile ad un anfiteatro romano. Lo Sweeper menò un ultima artigliata, tagliando l'aria, prima di crollare al suolo. L'occhio destro della creatura non era altro che un foro da cui il sangue colava copioso.
 
 
Il suo pointman sempre così rapido ed efficente. Era una vera fortuna che fosse completamente dalla sua parte, perché sebbene Wesker sapesse di essere superiore a qualunque essere umano, era anche certo che se Christopher gli fosse stato nemico,avrebbe di certo trovato il modo di ucciderlo.
 
 
 
 
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18 Febbraio 2003 ore: 2:50
 
Chris e il suo Capitano erano poco fuori dal complesso che spiccava sulla neve bianca con le sue strutture di cemento grigio topo. 
 
UM-13. Il loro obiettivo era proprio di fronte a loro.
 
 
E non fu difficile per loro penetrare nella struttura. Il Capitano aveva letteralmente scardinato la grata che li divideva dall'interno del tunnel, Christopher lo seguiva. 
 
Pronto ad eliminare qualunque arma biologica si fosse avvicinata troppo.
 
 
 
 
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Sergei Vladimir guardava i monitor della sala di videosorveglianza. Ed ecco che li vide. Albert Wesker, il traditore della compagnia, e Christopher(non sapeva quale fosse il suo nome completo, sapeva solo il nome con cui Albert l'aveva chiamato) il suo fedelissimo compagno.
 
<< Sono come due piccoli, fastidiosi, scarafaggi neri >> 
Sibilò l'uomo, prima che la Regina Rossa gli riferisse qualcosa.
 
<< Contaminazione rischio biologico Livello 4 rilevata. >>
 
<< Vittime? >>
 
Sergei fece scorrere il suo sguardo lungo le prime due file di monitor, riusciva a vedere solo T-Vettori, RE3 e altre armi biologiche.
 
<< Oltre il 90% del personale di ricerca è stato eliminato. >> Cominciò l'AI, la sua voce femminile risuonò nella sala buia. << Nell'area contaminata principale il tasso di sopravvivenza è inferiore al 2%. >>
Sergei sospirò come infastidito... o forse deluso.
 
<< E' un vero peccato dover radere al suolo questa struttura. >> 
 
Poi un sorrisetto spuntò sul viso del ex-colonnello russo 
 
<< Ma con te e con il TALOS, possiamo ricominciare da capo >>
 
 
 
 
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Una volta entrati Chris si rese conto che quello che a prima vista gli era parso un tunnel altro non era che una stazione del treno sotterraneo del complesso.
 
Il giovane Redfield non prestò molta attenzione al ambiente in cui si trovavano notando solamente che era illuminato da costosi lampadari. La sua attenzione invece si concentrò sui numerosi cadaveri che si trovavano nella zona.
 
Puntò l'arma verso il primo, un ricercatore, sul camice imbrattato di sangue poteva vedere il ricamo, in filo nero, del suo nome. Andrej Volkov. Non era come se avesse cercato di vedere quel dettaglio, ma, ormai, si era tanto abituato a prestare attenzione ad ogni minima cosa che non aveva fatto a meno di notarlo.
 
Il cadavere però non si rialzò così come quello degli altri dipendenti. 
 
Un ticchettio di artigli lo distrasse dalla sua analisi dei corpi di quei poveri sfortunati. Lui, così come il suo capitano, si voltarono velocemente verso la fonte del rumore.
 
Tre RE3, Licker, stavano avanzando in loro direzione. Un camminava sul soffitto a volta, uno sulla parete destra e l'altro sul pavimento.
 
Puntò la Colt contro il primo Licker, mentre questo emetteva un sibilo stridulo, gettando la testa all'indietro e aprendo le fauci per liberare la sua lunghissima lingua tentacolare. 
 
Wesker, come il suo pointman, aveva puntato la Ruger, contro uno dei Licker. 
 
 
L'immagine che si era creata in quella frazione di secondo era qualcosa che sembrava essere semplicemente giusto, Albert Wesker e Chris Redfield uno di fianco all'altro, entrambi con le armi puntate contro un loro nemico comune. 
 
 
Il primo Licker si fletté sulle zampe posteriori come una rana per balzare contro Chris facendo, in contemporanea, scattare la lunga lingua. Ma il ragazzo precedette la creatura. 
 
Primo colpo. Appena sotto il mento, un fiotto di sangue rossastro schizzò tutto intorno chiazzando le pareti col suo colore organico. Il Licker finì sbalzato all'indietro dalla forza del colpo.
 
Secondo colpo. Mirato esattamente al cranio ossuto della creatura che si era appena rimessa in piedi, il RE3 emise un lungo gemito sofferente. 
 
Terzo colpo. Preciso fra i due lobi cerebrali, il proiettile calibro .45 affondò nel tessuto neurale, lasciando dietro di sé una scia sanguinolenta. Il Licker crollò contro il pavimento piastrellato, a motivi geometrici, il suo corpo scosso ancora da alcuni tremiti leggeri.
 
 
Wesker, invece, preferì eliminare il Liker con un unico colpo, mirato al cervello della creatura. Il proiettile calibro .40 S&W lasciò dietro di sé una cavità sanguinante dove si trovava il lobo sinistro del Licker.
 
 
Il terzo Licker si piegò sulle zampe posteriori, la lunga lingua ritratta, ma non ebbe tempo di fare null'altro prima che due colpi in rapida successione lo raggiungessero. Il primo, sparato dal Redfield, lo prese al petto costringendo la creatura a piegarsi in avanti e il secondo, sparato da Wesker, lo colpì  alla testa, lì sulla linea membranosa che separava il tessuto connettivo da quello muscolare.
 
Il RE3 collassò contro il pavimento.
 
 
 
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La struttura non era poi così grande in superfice, non era così grande rispetto all'immenso impianto sotterraneo.
 
Era un vero peccato che tutto questo sarebbe andato distrutto, pensò Sergei mentre affiancato dai due Ivan, seguiva le mosse di Wesker e Christopher.
 
Dire che quei due erano letali era un semplice eufemismo. Erano più che letali... "Anche se i loro nemici fossero umani avrebbero la stessa freddezza nell'abbatterli" rifletté l'ex-colonnello.
 
Mentre Christopher eliminava un altro zombie con un colpo preciso alla testa. 
 
"Sarà una sfida davvero interessante"
Pensò l'uomo con un sorrisetto
 
 
 
 
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Per una qualche ragione Chris si era aspettato che quei cadaveri si sarebbero rialzati. E per questo aveva sparato ad almeno tre di loro prima che lo facessero.
 
Avevano eliminato circa otto o nove T-Vettori, prima di sentire uno strano rumore ronzante provenire da uno dei passaggi di collegamento(che collegavano la parte destra della stazione alla sinistra).
 
Una Chimera si lasciò cadere dal soffitto.
Le Chimere erano il frutto di una mutazione genetica, per metà umane per metà insetti. Erano creature agili e veloci oltre che eccessivamente letali. E sarebbero potute essere anche della armi biologiche perfette se non fosse che erano del tutto incontrollabili. Risultato: Fallimento.
 
La Chimera si muoveva velocemente verso di loro, Chris puntò la Colt contro la creatura e sparò circa cinque o sei colpi contro il cranio, dalla mandibola quasi dislocata, della creatura prima che questa finalmente morisse. Una pozza di sangue dalle tinte troppo giallastre si formò sotto la carcassa del mostro.
 
Il giovane Redfield non ebbe nemmeno il tempo di ricaricare prima che una seconda e una terza Chimera si presentassero. Ma furono rapidamente smaltite dal Capitano Wesker. 
 
Altre tre Chimere si lanciarono all'attacco dal fondo della stazione. Chris schivò la tenaglia della Chimera e gli finì tanto vicino che poteva sentire l'odore chimico, innaturale, che proveniva dal mostro. Gli piazzò la Colt proprio sotto il mento, tirando il grilletto, una, due volte (la seconda più per paura che altro, visto che l'arma biologica era morta al primo).
 
Non si diede neanche il tempo di voltarsi, vedendo con la coda dell'occhio il suo Capitano in difficoltà. La Chimera era riuscita a fargli cadere la pistola e  Wesker era stato costretto a bloccarle le tenaglie con le mani per evitare che quegli arti affilati si piantassero nel suo collo.
 
Sparò all'altra Chimera un colpo al petto, facendola fermare per qualche istante intontita dal colpo e poi sparò cinque colpi contro il cranio(corazzato) della creatura che minacciava il suo Capitano.
 
Puntò l'arma contro la Chimera che aveva stordito, e quando tirò il grilletto sentì il cupo "click" della camera vuota. Il mostro gli balzò contro ma lui lo evitò, passandogli sotto con una scivolata. Si rialzò in fretta(più di quanto un normale agente avrebbe fatto) e sfoderato il coltello da combattimento, a lama seghettata, lo piantò nel retro del collo della Chimera, punto che non era coperto dall'armatura chitinosa.
 
La creatura lanciò un lungo stridio prima di morire.
 
 
Dopo averla eliminata, Chris ricaricò la Colt.
 
 
---
 
 
Il sorrisetto del colonnellò si ampliò ulteriormente, quando vide i suoi futuri avversari avanzare eliminando arma biologica dopo arma biologica. Avevano eliminato sei Chimere, otto Web Spinner e ora il giovane Christopher si stava occupando da solo di un Hunter.
 
Mentre il suo Capitano cercava un modo per lasciare la stazione.
 
La luce blu degli schermi gli impediva di godere a pieno dello spettacolo, trasfigurando di fatto i colori. E macchiando di un bagliore sicuramente erroneo gli occhi del giovane compagno di Wesker.
 
Christopher e l'Hunter sembravano aver cominciato una "danza", non tovava altro modo per definirla, giravano in tondo guardandosi. Prima che l'Hunter provasse ad artigliare il giovane che con un mezzo balzo lo evitava.
 
Il ragazzo sembrò poi distrarsi un attimo. E sebbene non potesse sentire quello che disse, gli bastò leggere il movimento delle sue labbra per capirlo.
 
<< Sì, Capitano. La raggiungo subito >>
 
E dopo quelle parole, l'Hunter fu freddato con un veloce colpo. Il feroce rettile si accasciò sulle sue tozze zampe prima di crollare finalmente al suolo.
 
Avevano trovato il treno.
 
<< Ci incontreremo presto, Compagni >>
Furono le parole sibilate al silenzio di Segei Vladimir.
 
 
---
 
 
 
Il treno era partito dopo che loro vi erano saliti, come se qualcuno li avesse aiutati...
 
Ebbero appena qualche istante di calma, prima che una Chimera si calasse dal tetto del treno divellendo una delle piastre metalliche che lo componeva.
 
I due spararono alla creatura senza darle il tempo di riprendersi dalla caduta e in meno di quattro colpi la Chimera era morta.
 
A calarsi dall'apertura, poi, fu un Hunter. Chris lo freddò con un colpo mirato alla pupilla verticale della bestia, il proiettile passando per l'occhio colpì il cervello del rettile in poco meno di qualche istante.
 
La creatura però menò un ultima artigliata fendendo l'aria a nemmeno un centimetro dal viso del giovane Redfield prima di crollare.
 
Si scontrarono con un numero di armi biologiche che pareva essere interminabile. Prima che il treno si fermasse... o meglio rischiasse di precipitare in un pozzo dalla forma esagonale, fermandosi appena in tempo perché le quattro ruote motrici non avevano più binari da seguire.
 
Il capitano Wesker si avvicinò al ciglio del pozzo, lo osservò per qualche istante e poi si voltò verso Chris.
 
<< Hai portato il rampino, Christopher? >>
 
<< Si, Capitano >>
Fu la risposta del ragazzo, mentre rimetteva la Colt nella fondina ed estraeva una pistola che aveva la forma approssimativa di una Beretta. Ma che aveva un mulinello capace di sostenere circa centoventi chili in aria. 
 
<< Bene >>
 Dopo aver pronunciato queste parole il Capitano fece un paio di passi in dietro prima di correre rapidamente verso il ciglio del pozzo e spiccare un salto umanamente impossibile. Atterrando con grazia su una piattaforma che era a circa venti metri di distanza e due metri più in basso di loro.
 
Sebbene Chris avesse una certa paura, umanamente comprensibile, di cadere verso la morte. Chiuse per un istante gli occhi annuendo a sé stesso, come a convincersi di compiere quel salto della fede. Per poi seguire il suo Capitano.
 
In una frazione di secondo dal salto, azionò il rampino che si piantò esattamente sul soffitto della piattaforma in cui era atterrato il capitano. Azionò il mulinello e nel giro di qualche secondo si trovò nuovamente al fianco del suo capitano e con i piedi ben saldi su una superfice solida.
 
 
Wesker e Chris scesero progressivamente il pozzo, segmento dopo segmento, eliminando le armi biologiche che si trovavano sulle pareti di questo. E arrivati sul fondo, furono costretti a scontrarsi con un enorme pipistrello gigante mutato dal T Virus. Ma lo abbatterono piuttosto velocemente.
 
Stavano per dirigersi all'ingresso dell'impianto quando furono fermati da dei colpi, sparati direttamente di fronte a loro.
 
Sollevarono lo sguardo. Sergei Vladimir era lì di fronte a loro.
 
 
---
 
 
 
 
Il Capitano puntò la Ruger contro Sergei e Christopher seguì il suo esempio.
 
<< Compagno Wesker. Christopher. -Il colonnello sottilineò il suo nome con un tono che né Chris, né Wesker compresero- Benvenuti nella mia umile dimora >>
 
<< Vedo che è sempre intenzionato ad affondare con tutta la nave, Colonnello >> 
Fu il sibilo del Capitano Wesker.
 
<< La Umbrella non affonderà di certo. >> Iniziò l'uomo sicuro << Tutto il dolore, le pene e le difficoltà la rendono ancora più forte. È un peccato che lei non possa capire. >>
 
Chris trattenne un sorrisetto di scherno a quella folle determinazione, un attaccamento ad una cosa destinata a morire. Perché ogni cosa, ogni singola cosa, che si frapponesse fra loro e il conseguimento del loro piano doveva essere distrutta, eliminata... e questo comprendeva anche la Umbrella. Anche la società sarebbe stata distrutta.
 
<< Si faccia da parte, Colonnello Vladimir. >> 
Wesker sorrise leggermente, aveva già sentito il suo pointman usare quel tono e l'ultima persona che ne era stata l'obiettivo era morta atrocemente soffocata da un virus, il G Virus.
 
Sergei non sembrò riconoscere la minaccia nascosta dietro quel tono. Infatti riprese quel fastidioso sorrisetto.
 
<< Oh, quasi dimenticavo. Vi vorrei presentare un paio di vecchi amici… >> 
Disse. Ed ecco che il primo Ivan entrò dalla porta alle spalle di Sergei, mentre il secondo dalla porta alle loro spalle.
 
<< Incantato >>
Sibilò sarcasticamente Wesker. 
 
Sergei cominciò ad allontanarsi.
 
<< La Russia è un posto così placido, non trovate? >> Si fermò un attimo poco avvicinandosi ancora alla porta << Il luogo perfetto per il vostro ultimo riposo >>. E poi li lasciò soli con gli Ivan.
 
 
 
 
 
 
---
 
 
 
I due Ivan erano veloci e forti, capaci di compiere scatti eccessivamente rapidi.
 
Chris si occupava dell'Ivan dall'interfaccia(che pareva un paio di occhiali da sole) blu, mentre Wesker di quello con l'interfaccia arancione. 
 
 
 
L'Ivan si preparò a scattargli contro, Chris invece di correre. Si piantò di fronte al Tyrant e cominciò a sparare, mirando alla testa. 
 
L'Ivan interruppe la carica, ringhiando.
 
 
Ovviamente rispetto a lui, il Capitano combatteva più ad armi pare con quelle creature rispetto a lui. 
 
Ma Chris continuava a non essere un peso per Wesker, finendo per essergli invece un ottimo aiuto.  
 
L'Ivan dall'interfaccia arancione prese il Redfield alle spalle, scagliandolo con un violento pugno dall'altra parte della stanza.
 
 
 
 
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Vide il suo pointman finire scagliato in aria da quei Tyrant. E immediatamente si lanciò fra i due Ivan, avvicinandosi al suo Christopher. 
 
Se quelle cose avessero ferito o peggio ucciso il suo alleato... Avrebbero subito la sua ira.
 
La vita di Christopher era sua, sua da possedere, sua per decidere quando era il momento di farla giungere al termine!
 
<< Christopher? >>
 
Si affiancò al suo pointman, abbattendo uno dei due Ivan con un paio di colpi della sua Ruger. Christopher l'aveva indebolito abbastanza per permettergli di abbatterlo senza difficoltà.
 
Christopher però non reagì.
 
<< Christopher? >>
 
Wesker sentì l'ira montargli dentro nel vedere il suo pointman non reagire ancora una volta. Si voltò verso l'Ivan sopravvissuto, i suoi occhi scintillavano di una furia mortale, la furia di un dio antico.
 
Lascio la Ruger, ritenendola del tutto inutile.
 
<< Inutile Tyrant! >> Ringhiò gelido << Mi hai portato via qualcosa che mi apparteneva! Io e solo io ho il diritto, ho il potere di scegliere quando Christopher morirà e non tu! >>
 
Ancor prima che Ivan avesse il tempo di scattare contro il dio infuriato. Albert Wesker scattò divenendo una sfocatura nera persino agli occhi del Tyrant.
 
Un lampo nero colpì Ivan, il giaccone bianco(protettivo, che fungeva anche da dispositivo di contenimento della mutazione causata dal T virus) fu squarciato, mentre la destra di Wesker affondava nella carne grigia del mostro all'altezza del cuore della creatura.
 
Wesker tirò indietro la mano strappando quel cuore, due volte più grande del normale, dalla sua sede naturale. Ivan crollò al suolo. Mentre Wesker stringeva la mano sul cuore nerastro del Tyrant.
 
<< Nessuno mi porta via ciò che mi appartiene di diritto. Nessuno. >>
 
 
 
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Quando Chris si riprese dal colpo erano ancora lì, il Capitano lo osservava come un falco, ma sorrise leggermente nel vederlo svegliarsi.
 
Aveva i guanti intrisi di sangue nero.
 
<< Christopher, sei pronto a proseguire? >>
 
<< Sì, Capitano. Non avrei nemmeno voluto rallentarla... >> 
 
Wesker fece un  lieve cenno con la testa come a dire, non mi hai rallentato Chris... anche se solo per stavolta.
 
 
 
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Christopher e Wesker avevano raggiunto la parte più interna della struttura, pronti a porre fine alla Umbrella.
 
Si trovarono di fronte all'ennesimo pozzo... sembrava quello di un ascensore.
 
<< Sembra che qualcuno l'abbia già usato >>
Constatò il capitano.
 
<< Potrebbe essere stata Jill? >>
 
<< Penso proprio di sì, Christopher. >>
 
Per scendere nel pozzo il giovane Redfield fu nuovamente costretto ad usare il rampino mentre il Capitano semplicemente balzò. 
 
I due furono costretti ad eliminare un paio di Eliminator e delle Chimere prima di poter proseguire. E nella stanza occupata da due grandi computer spararono a circa dieci o undici T-Vettori, cinque dei quali parevano essere soggetti delle sperimentazioni. 
 
Poi poterono proseguire. Furono "accolti" da quattro T-Vettori con indosso le divise della UBCS. Uno dei quali indossava una protezione pesante... che però non proteggeva la testa.
 
Non fu difficile abbatterli per i due, così come i tre Plant-43 che si presentarono.  Mentre gli altri due che si presentarono furono appena più complicati da abbattere.
 
Christopher fu costretto ancora una volta ad usare il rampino per raggiungere la zona in cui Wesker arrivò con un semplice salto. 
 
Due Eliminetor impedirono loro di proseguire, ma non per molto. 
 
La porta automatica si aprì su una stanza esagonale, piena di armi biologiche che però vennero eliminate facilmente. 
 
Le stanze esagonali si ripetevano continuamente una uguale all'altra.
 
<< E' una perdita di tempo >>
 
<< Questa stanza si ripete in continuazione >>
 
Dopo aver girato per qualche minuto in quell'alveare riuscirono a trovare l'uscita.
 
 
 
---
 
 
 
<< Nome in codice TALOS. >> Le informò Sergei. << Il non plus ultra fra le armi biologiche, controllato dalla Regina rossa. L'arma perfetta. >>
 
Stava parlando con Rebecca e Jill che si trovavano nella sala del TALOS.
 
Sergei stringeva in mano una siringa di T-Virus. E poi si rese conto che Wesker e Christopher lo stavano raggiunto. 
 
<< Avete eliminato gli Ivan? Non male >>
 
Wesker si voltò leggermente verso la Regina Rossa. 
<< Allora è questa. >>
 
<< Sì. È stata attivata quella notte alla villa. L'ho salvata prima che Raccoon City venisse polverizzata. Io e la mia regina abbiamo molto in comune. Si è collegata con Talos, avida di dati e informazioni. >>
 
<< Quella cosa è solo uno strumento. Vuole solo ciò che il suo padrone ha deciso per lei. >>
 
Christopher rimase in silenzio. Silenzioso come la Regina Rossa in quel momento... Sergei ghignò, Christopher era lo strumento di Wesker come la Regina Rossa era il suo strumento. 
 
Poteva scommettere che quel ragazzo avesse la capacità di memorizzare tutte le informazioni di cui Wesker aveva bisogno.
 
 
---
 
 
E poi Sergei si tramutò in un Tyrant... un disgustoso Tyrant che però pareva essere ancora Sergei.
 
Rivelò loro che i Tyrant che erano stati prodotti dalla Umbrella altro non erano che suoi cloni. Non che a Christopher importasse, ma era un informazione utile.
 
Il loro combattimento con Sergei fu più semplice di quanto il Redfield avesse sospettato.
 
<< Più mi ferirete più diventerò forte! >>
L'esclamazione del colonnello fu accolta da una risata divertita di Christopher.
 
<< Mai più del mio Capitano, Colonello. >> Si zittì un attimo, sparandogli ancora all'occhio che si era aperto la strada nella sua bocca << Ora, Colonnello, stia zitto e muoia! >>
 
Un altro sparo e Sergei crollò al suolo morto.
 
<< Trasferimento dati completato. >> 
Li informò la Regina Rossa. Wesker notò che Jill e Rebecca avevano eliminato il TALOS. 
Un disco dati uscì dalla consolle centrale.
 
<< Christopher avvia la formattazzione del computer. >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
<< Formattazione dati avviata. 80 secondi al termine >>
 
<< Tutti i dati sono stati cancellati. >>
 
Wesker e Redfield ghignarono. Il "loro" piano era aveva appena compiuto un altro passo verso il compimento. 
 
<< Tra poco della Umbrella non resterà più niente. Il potere del virus-T era nelle loro mani, ma non avevano la giusta visione: la concezione del futuro. Tocca a noi, ora, dare inizio a questo nuovo avvenire >>
Fu il sibilo di Albert Wesker. 
 
L'arroganza del dio che si mostrava nella voce dell'uomo. 
 
 
 
 
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<< Mio caro Spencer. Gli dei sono caduti. La tua Umbrella si è ripiegata su se stessa e ora sei un fuggitivo in quel mondo che un tempo cercavi di dominare. >>
Disse Albert Wesker mentre riattivava la Regina Rossa. Christopher rimase dietro di lui avvolto dall'oscurità con i soli occhi visibili nel buio.
 
 
<< Benvenuto negli Archivi della Umbrella. Scelga il servizio desiderato dal menu. >> 
 
 
<< Ci incontreremo ancora prima della fine di questa vicenda. Allora ti renderò partecipe della storia… che avrò scritto per questo nostro mondo. >> 
 
Solo allora Christopher si avvicinò venendo illuminato dalla luce azzurra del monitor.
 
<< La storia che avremo scritto per questo nostro mondo, Capitano >> 
Lo corresse il Redfield con un tono tranquillo per nulla insolente.
 
<< Giusto, Christopher. La storia che noi avremo scritto per questo nostro mondo >>
 
 
Il Diavolo senza occhi aveva ora un viso. 
Il suo Corvo aveva ora un'identità.
Dio e il suo primo Arcangelo. 
Albert Wesker e Chris Redfield.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
Scusatemi il tremendo ritardo... e che il caldo mi uccide... davvero.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: 28 Gennaio 2004 ***


That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 7: 28 Gennaio 2004
 
L'Umbrella Corporation era caduta. L'Organizzazione l'aveva seguita pochi mesi più tardi.
 
Adesso Chris Redfield e Albert Wesker avevano solo le conoscenze, le capacità per proseguire il loro piano. Ma non i mezzi. 
 
A meno che non si ritirassero in qualche laboratorio abbandonato della Umbrella Corp. e usando i registri dati della Regina Rossa riattivassero il laboratorio... rischiando di attirare attenzioni indesiderate. 
 
 
Avevano un ultima cosa da recuperare, tramite le informazioni trapelate da un informatore dell'Organizzazione (che non sapeva che questa fosse stata disgregata) un tale Luis Sera, aveva informato loro dell'esistenza di un parassita capace di prendere il controllo della mente di un individuo. 
 
Questo parassita era stato chiamato Las Plagas, dallo spagnolo "la peste". 
 
 
 
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Wesker fece inviare a Sera, tutti i file sulla Plagas. 
 
I file digitalizzati lo raggiunsero in qualche istante. Cominciò a leggerli con interesse, mentre l'utilizzo della Plagas diventava una valida alternativa alla diffusione di un ceppo modificato del T-Veronica.
 
Sentì solo allora la presenza di Christopher, la sua Ombra, il suo pointman. Era ormai così abituato alla sua costante presenza che raramente si rendeva conto del fatto che si trovasse effettivamente al suo fianco.
 
Era sempre così silenzioso e tranquillo, l'esatto opposto del ragazzo rumoroso e istintivo che aveva conosciuto nella STARS. Riflettendoci, preferiva questo Christopher a quello che aveva conosciuto.
 
Lo sguardo di Wesker si spostò dallo schermo proiettato al suo pointman, i suoi occhi azzurri gelidi, privi di emozioni, luccicavano illuminati dalla luce dello schermo. Poteva vedere riflesse nei suoi occhi le righe che stava leggendo.
 
<< Cosa ne pensi, Christopher? >>
La voce del Capitano aveva una lieve nota di genuina curiosità, sebbene fosse quasi perfettamente mascherata dalla sua solita freddezza.
 
<< Penso, Capitano, che la Plagas potrebbe essere effettivamente più utile del T-Veronica. Diffondere il virus ci costerebbe un eccessivo numero di risorse di cui al momento non disponiamo. Ma la Plagas, a quanto scritto in questi file, spinge gli infettati a contaminare gli altri col loro parassita. >> Si fermò un istante, la sua voce era piatta quasi fosse quella di un A.I particolarmente ben fatta capace di imitare una cadenza umana ma non una particolare tonalità di tono. << Questo fatto ci è piuttosto vantaggioso... infatti ci basterebbe fare in modo che la Plagas parassiti un piccolo gruppo di persone in tutte le città più importanti per permetterci di ottenere una contaminazione globale. >>
 
<< Stai dimenticando un fattore fondamentale, Christopher. Un difetto che potrebbe annullare qualunque vantaggio ottenibile dalla Plagas >>
 
Il suo pointman inclinò, di poco, la testa d'un lato con un espressione appena confusa. 
 
<< Per ottenere il completo controllo dei soggetti parassitati dalla Plagas, avremmo bisogno di una Plaga di controllo. E l'unico a possederne una è Osmund Saddler... Ma rimuoverla dal suo corpo la ucciderebbe. >>
 
<< E se le portassi un campione di tessuto della Plaga di controllo e un campione di Plagas non ancora schiusa? >>
 
Wesker aveva, probabilmente, capito quall'era l'idea del suo pointman, ma decise comunque di chiedere...
 
<< E anche se avessi un campione dalla Plaga di controllo, Christopher? Questo non mi permetterebbe di controllare le Plagas, quindi cosa stai suggerendo? >>
 
Quel bagliore (che il Capitano Wesker ormai ben conosceva) tornò a brillare nello sguardo del Redfield, facendo brillare quegli occhi gelidi.
 
<< Potremmo ottenere un nuovo tipo di Plagas, Capitano. Se quello che Sera ci ha riferito è corretto e se riuscissimo ad ottenere una Plaga contenente un parte del gene di controllo, potremmo ottenere degli infettati particolarmente recettivi. E quindi non avremo bisogno di una Plaga di controllo in vita per mantenerli sotto il nostro controllo. >>
 
 
Il Capitano Wesker lasciò che un sorriso crudele gli segnasse il viso, i suoi occhi inumani luccicavano. Quello che aveva creato era di gran lunga migliore di un arma biologica, il suo Christopher era l'esempio di quello a cui un essere umano poteva aspirare semplicemente eliminando lo sgradevole inconveniente della sua umanità.
 
<< Preparati Christopher >> 
sibilò l'uomo ancora sorridendo a quella maniera.
<< Andrai a El Pueblo e recupererai la Plagas. Elimina Saddler, ho bisogno della sua Plaga di controllo. E ricorda, il fallimento non è un opzione accettabile. >>
 
 
<< Non fallirò, Capitano >>
 
 
"Oh, ne sono certo, Christopher. " Pensò Wesker.
 
 
 
 
 
 
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28 Gennaio 2004 Ore: 12.00 
 
L'ultimo aggiornamento di Sera aveva riferito loro che c'era un isola, di proprietà di Saddler. E poi non c'era stato più alcun contatto con Sera.
 
Un altra cosa che aveva loro riferito era che un certo Leon Kennedy era in missione alla ricerca della figlia del presidente, Ashley Graham.
 
Chris aveva già i suoi obiettivi. Quando arrivò al Palazzo di Salazar, da dove proveniva l'ultimo aggiornamento di Sera. Aveva già in mente tutto quello che avrebbe dovuto fare.
 
Primo obiettivo: Scoprire dov'era Sera e recuperare il campione di Plagas che possedeva.
 
Secondo obiettivo: Eliminare Osmund Saddler e prelevare un campione della Plaga di controllo.
 
Terzo obiettivo, anche se facoltativo in un certo senso: Fare in modo che quell'incompetente di Leon Kennedy completasse la sua missione (così che non venisse attribuita loro anche la colpa della morte della figlia del presidente, lui e il Capitano Wesker erano abbastanza ricercati anche senza quest'altro crimine a pendere sul loro nome).
 
 
 
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Il castello della famiglia Salazar era immenso, la fortuna di Chris però era nel fatto che Leon aveva già fatto piazza pulita dei Ganados(o Zeloti) che si trovavano nell'edificio.
 
Forse quell'idiota di Kennedy riuscirà a salvare quella ragazzina anche senza il mio aiuto, pensò il Redfield. 
 
 
Trovò Luis Sera, o meglio trovò il suo corpo. E non vi era neanche la traccia del campione di Plagas che doveva avere. 
 
<< Dannazione! >> 
Il suo ringhio seppure mormorato risuonò fra le alte volte del corridoio, rimandandogli l'eco delle sue parole.
 
<< Bueno, bueno, ¿qué tenemos aquí? (Bene, Bene, che cos'abbiamo qui?) >>
Una voce profondamente divertita risuonò nel corridoio, Chris non capì cosa disse ma quel tono non gli piaceva per nulla.
 
Si voltò con uno scatto e davanti a sé trovò l'uomo che cercava Osmund Saddler con quattro Zeloti dalla tunica rossa al seguito.
<< El aliado de Luis Sera (L'alleato di Luis Sera) >>
 
Chris pensò a quel poco che sapeva delle lingue di origine latina... e era abbastanza certo di aver capito che volesse dire e lui non era l'alleato di Luis Sera... o no, che non lo era.
 
Ghignò guardando Saddler negli occhi, pronto a sparargli non appena quel fanatico bastardo avesse abbassato la guardia.
 
<< No estoy el aliado de Luis Sera, Saddler (Non sono l'alleato di Luis Sera, Saddler) >>
Sibilò Redfield, le parole che aveva pronunciato( per quanto fosse certo che fossero giuste) gli erano suonate così strane. 
 
 
Saddler perse il suo sorriso ma continuò a sembrargli piuttosto sicuro, certo credeva che le sue guardie l'avrebbero difeso. Poi gli mostrò qualcosa, era una fialetta contenente un liquido gelatinoso viola all'interno del quale galleggiava, quella che pareva una perla... L'uovo di una Plagas.
 
<< Eso es lo que busca, americano? (E' questo quello che cerchi, americano?) >>
 
 
Chris riuscì a mantenere il controllo sulla sua espressione non lasciando intendere nulla a quell'uomo. E nel giro di un paio di minuti sparò a due dei quattro Zeloti che lo seguivano. 
 
I due ricaddero all'indietro arrivando contro gli altri due che però sfortunatamente per Chris li scansarono.
 
<< Prendetelo >> 
fu l'ordine sibilato di Saddler. Chris evitò le prese dei due burattini della Plaga, prima sparare ad uno dei due, uccidendolo sul colpo. Stordendo l'altro con un calcio laterale, prima di sparargli.
 
 
Quando Chris si voltò verso Osmund Saddler vide che l'uomo sorrideva.
 
<< Sarai una perfetta guardia del corpo, americano >>
Dopo aver pronunciato queste parole, un lungo tentacolo articolato, terminante in un aculeo, scivolò oltre l'orlo ornato d'oro della sua tunica viola.
 
Saddler aveva un tale controllo sulla sua Plaga da controllarne anche le mutazioni?! Fu questo il pensiero di Chris Redfield mentre quel tentacolo si dirigeva verso di lui.
 
 
 
 
 
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La creazione di quelle nuove Plagas avrebbe ovviato a qualunque problema potessero incontrare a causa del T-Veronica.
 
Wesker sorrise appena senza rendersene conto.
 
<< Albert? >>
Una voce femminile dal marcato accento italiano lo ridestò dai suoi pensieri. Wesker spostò lo sguardo su di lei.
 
Davanti a lui si trovava una giovane donna dai lunghi e setosi capelli mori acconciati in un morbido chignon, gli occhi grigi dal taglio leggermente allungato e le labbra piene atteggiate ad un sorriso appena accennato, seducente(o almeno cercava di esserlo).
 
Le spalle coperte da un leggero ed elegante scaldacuore di raso nero e il corpo fasciato da un elegante abito, dalla parte superiore in velo e pizzo nero che fra i motivi floreali lasciava intravedere leggermente il suo seno prosperoso. La gonna era invece in seta bianca e sull'orlo vi erano delle complesse decorazioni in pizzo che parevano essere piccoli fiori i cui centri luccicavano leggermente per i cristalli swarovski.
 
Al collo portava una collana d'oro con un piccolo pendente a forma di goccia in zaffiro.
 
<< Albert, c'è qualcosa che ti preoccupa? >>
La sua voce era carezzevole e dolce, ma non fastidiosa... anche se Wesker pensava che non avrebbe potuto sopportare una sua compagnia prolungata.
 
<< Non è nulla di cui tu debba preoccuparti, Excella. Ero semplicemente sovrappensiero >>
Il modo in cui sottolineo il suo nome, abbassando appena il tono gelido della sua voce, intessendone ogni sillaba con il suo accento britannico(che la giovane non sapeva che si mostrasse solo quando era particolarmente infastidito) fecero credere alla donna di essere riuscita ad intrigarlo anche se non fatto cedere del tutto.
 
Excella gli sorrise appena.
<< Forse parlarne con qualcuno ti gioverebbe, Albert >>
 
<< Potresti avere ragione, mia cara >>
La donna sorrise maggiormente mentre Wesker cominciava a parlarle. Anche se riferendole solo mezze verità.
 
 
 
 
 
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Chris riuscì a schivare appena in tempo la scudisciata del tentacolo articolato prodotto dalla Plaga di controllo. L'aculeo si piantò nella parete di mattoni di pietra.
 
Avrebbe potuto eliminare Saddler lì e lo sapeva, ma preferì ritirarsi e eliminarlo quando era meno forte, meno determinato a catturarlo.
 
 
Osmund ritirò il tentacolo quando vide il ragazzo sparire dietro un angolo del corridoio.
<< Ci rivedremo, americano. >>
 
Per il momento avrebbe proseguito col suo piano e imposto la sua volontà su quella di Ashley Graham e di Leon Kennedy.
 
 
 
 
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Saddler si era ritirato sulla sua isola e Chris l'aveva seguito, non sapeva però che Leon era sulle loro tracce.
 
O meglio Leon era avanti a lui di qualche passo. 
 
 
Raggiunse delle rovine e li venne bloccato da un Plagas infestato. Aveva il braccio sinistro trasformato in una contorta lama organica che usava per difendersi e per attaccarlo.
 
Scartò di lato mentre quel infetto lo caricava. E puntò la Colt contro di la sua schiena. Uno, due colpi. I proiettili calibro .45 lasciarono due segni profondi e sanguinolenti sulla sua carne prima che le ferite si rigenerassero. 
 
"Questo maledetto è imbattibile!"
Corse per allontarsi da quel Plagas infestato, inciampando su alcune delle sue robo-sentinelle lungo il percorso riuscendo però ad allontanarsi abbastanza prima che esplodessero. 
 
Fino a che giunse ad un vicolo cieco.
 
<< Non puoi più scapparmi >>
Ringhiò l'infetto. Chris indietreggiò di qualche altro passo finendo per appiattirsi contro il muro, ad uno sguardo esterno, quello di Krauser, Chris pareva un ragazzo terrorizzato che voleva solo scappare.
 
Ma il Redfield sapeva esattamente quello che stava facendo, stava aspettando che quel maledetto lo attaccasse, in modo da scivolare sotto l'attacco e ucciderlo facendogli saltare le cervella con un colpo sotto il mento.
"Avanti, attacca"
 
Krauser scattò, alzando la lama organica e scagliandosi contro Chris che evitò agilmente la lama che andò ad incagliarsi nella parete delle rovine. Il ragazzo si avvicinò rapidamente all'infetto e piazzatagli la pistola proprio sotto il mento tirò il grilletto quattro volte, assicurandosi che Krauser non si rialzasse più.
 
L'infetto portava con sé un campione di Plagas.
 
Chris lo raccolse, adesso ne aveva quattro. 
 
Uno l'aveva raccolto appena giunto sull'isola, il secondo l'aveva recuperato da un ganados armato di Gatling che aveva seriamente rischiato di ucciderlo quando aveva fatto saltare un serbatoio di cherosene che si trovava piuttosto vicino all'edificio diroccato in cui aveva trovato rifugio, rischiando di farglielo crollare addosso. 
 
Il terzo in mano ad un cadavere in una sala operatoria, in cui si era trovato a combattere un essere altamente rigenerativo, Rigeneradores era il loro nome... o era qualcosa di abbastanza simile. Cominciava davvero ad infastidirlo tutto questo fatto di non conoscere bene la lingua, non aveva capito buona parte dei report ritrovati sebbene li avesse letti e li ricordasse, non riusciva a dare un senso a quelle parole che leggeva.
 
Ora aveva il quarto, ma aveva bisogno di un campione di Plaga di controllo e dell'ultimo campione di Plagas.
 
 
 
 
 
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Leon era in difficoltà, quel maledetto Saddler era mutato in una creatura piuttosto orribile a vedersi oltre che ostica da abbattere.
 
Le quattro zampe ragniformi avevano degli occhi che si aprivano su queste, e che gli ricordavano incredibilmente gli occhi della forma mutata di William Birkin con cui si era scontrato a Raccoon City, se non fosse per la pupilla verticale e il colore argenteo-dorato dell'iride.
 
Il ragazzo vide qualcuno raggiungerlo usando un rampino. Quel viso, quella divisa nera. Era Albert Redfort, l'aveva incontrato a Raccoon City... credeva che fosse morto.
 
 
 
Chris raggiunse la piattaforma a circa due o tre minuti prima della detonazione. Aveva bisogno di eliminare Saddler, recuperare l'ultimo campione di Plagas e un campione di Plaga di controllo. 
 
Leon era lì, ma in quel momento poco gli importava. Aveva bisogno di completare in fretta.
 
 
O avrebbe deluso il suo Capitano.
 
 
 
 
 
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Excella gli aveva garantito l'aiuto della Tricell, gli aveva garantito la completa disponibilità dei mezzi e dei laboratori Tricell. Della divisione africana della Tricell.
 
Wesker permise ad un sorriso arrogante di eliminare l'illusione d'indifferenza che mascherava il suo viso in ogni istante. 
 
Adesso mancava solo la Plagas ed era certo che Christopher gliel'avrebbe portata presto.
 
 
 
 
 
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Dopo l'ennesimo colpo contro l'occhio che si mostrava dalla bocca di Osmund Saddler, collassò al suolo. La fiala contenente l'uovo di Plagas rotolò sulla piattaforma e il Redfield lo recuperò prima che Leon lo notasse.
 
L'agente gli puntò contro l'arma
 
<< Cosa ci fai qui, Redfort? >>
 
<< Vado contro le armi biologiche, dopo quello che ho visto a Raccoon City ho deciso di combattere contro quello che la Umbrella creava >>
 
Leon abbassò la pistola.
 
<< Sai come lasciare l'isola, Redfort? >>
 
<< Prendi queste, Kennedy e vai. Io troverò un altro modo per andarmene >> 
Fu la risposta del Redfield mentre lanciava una chiave all'agente, era la chiave di un motoscafo.
<< Non preoccuparti per me Kennedy, me la caverò. Ora vai su! >>
 
Leon annuì e poi si allontanò verso l'ascensore, per recuperare Ashley e portarla via da quell'isola.
 
Quando Kennedy se ne fu andato, Chris si avvicinò al corpo di Saddler e tramite un dispositivo di raccolta sterile recuperò un campione della Plaga di controllo.
 
 
Poi si allontanò dalla piattaforma.
 
 
 
Raggiunse l'elicottero ad un minuto esatto dalla detonazione.
 
 
 
 
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Il suo pointman tornò da lui e portandogli non uno ma cinque campioni di Plagas oltre che il campione della Plaga di controllo.
 
<< Ben fatto, Christopher >>
La risposta del suo pointman fu un sorriso da rettile crudele e freddo allo stesso tempo.
 
 
Erano sempre più vicini al completamento del loro piano.
 
 
 
 
 
Un altro passo ancora.
Il dio ha appena raccolto il suo primo seguace.
Excella che vuole essere la sua regina, senza capire (o non volendo capire) che lui sarebbe stato un dio e non un re. Lei non sarebbe stata sua eguale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
Sono tornato con un altro capitolo! 
 
Comunque so che probabilmente Wesker non si è "immischiato" con gli affari della Tricell prima del 2005 ma volevo rendere più forte il legame, che Excella crede che ci sia, fra Excella e Wesker.
Oltre ciò ho voluto che fosse Luis Sera ad informare Wesker in modo che Chris fosse più preparato a ciò che avrebbe incontrato.
 
Piccola nota:
La data "28 Gennaio" è una mia invenzione diciamo che scrivere solamente 2004 mi sembrava abbastanza.... triste come cosa.
E questo è l'abito che indossa Excella: link 
 
Spero che questo piccolo out-of-canon vi vada bene.

Ho una domanda da farvi, volevo sapere se voleste che seguissi la storia Canon di RE5, facendo in modo che in qualche modo muoiano sia Chris che Wesker, o se dovessi seguire una linea alternativa, cosa pensate che dovrei fare?
 
 
Ringrazio: Summer_Moon per aver recensito il capitolo precedente.
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: 3 Febbraio 2006-La caduta ***


That day, he said... yes, captain.
 Capitolo 8: 3 Febbraio 2006-La caduta
 
Aveva trovato Spencer, finalmente. 
 
Il suo pointman era con lui, al suo fianco. La sua Ombra.  
 
L'unico di cui si fidasse completamente, l'unico essere umano al mondo che meritava di essere suo pari. Christopher che era umano ma che allo stesso tempo era superiore a qualunque altro. Ad eccezione che per se stesso, ovviamente. 
 
 
Spencer aveva ancora delle guardie armate a protezione della sua villa. 
 
Non sarebbero state un ostacolo ancora per molto. Non uno sparo risuonò nell'aria tempestosa, mentre le cinque guardie armate a guardia dell'ingresso crollavano al suolo di fronte al pesante portone di noce.
 
E Christopher scivolava di nuovo nelle ombre al suo fianco.
 
 
"Ti sei mostrato più che degno, Christopher" pensò Wesker. Sì, dopo questo avrebbe finalmente permesso al suo pointman di trascendere la sua debole natura umana, di eliminare del tutto l'ultimo ostacolo alla sua perfezione.
"Alla perfezione che io ho creato"
 
 
 
 
 
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La villa era sfarzosa, ma al Redfield pareva comunque di soffocare lì dentro. Come se un aura lugubre di follia saturasse l'aria, come se il terrore e l'orrore causato dalla Umbrella trasudassero dalle pareti.
 
Il Capitano sembrava esserne del tutto immune, come se non sentisse quanto l'aria si era fatta pesante e irrespirabile.
 
Ma Chris sapeva di essere più forte di una sensazione, sapeva di poterla ignorare in favore del successo del suo compito.
 
La BSAA, un'organizzazione militare contro il bioterrorismo, era alla ricerca di Spencer. E dalle informazioni che John Howe, CEO della Tricell, aveva loro riferito Jill Valentine e Rebecca Chambers erano in dirittura d'arrivo alla villa.
 
Avrebbe fatto in modo che attraversassero più di qualche difficoltà. Liberando gli infettati presenti nei sotterranei della villa, liberando il Guardiano della Follia che si trovava in questi. Ritirandosi per raggiungere il Capitano prima che la situazione peggiorasse eccessivamente.
 
In modo da non dover eliminare gli infetti che avrebbe liberato per impedire a Jill e Rebecca di raggiungerli. 
 
 
 
 
 
 
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Dovette eliminare circa una decina di guardie, rompendo loro il collo(per non allertare gli altri con degli spari), per raggiungere i sotterranei. 
 
La prima cosa che gli confermò che gli infettati dei sotterranei fossero ancora "vivi" e utilizzabili, fu il gemere sconnesso e affamato che proveniva da ogni singola cella del corridoio sotterraneo.
 
Gli infettati si premettero contro le sbarre arruginite nel vano tentativo di afferrarlo. E nell'ultima cella, quella con la porta più resistente. Si trovava il Guardiano della Follia.
 
Un essere alto tra i due metri e i due metri e mezzo, doveva essere stato umano un tempo vista la forma umanoide. La bocca era un apertura circolare, da sanguisuga, irta di denti aguzzi e triangolari, sulla schiena aveva un ammasso carnoso informe al cui interno si apriva un occhio, il suo punto debole.
 
Le caviglie erano cinte da dei ceppi arruginiti. Ma al Guardiano non importava. Di fianco alla sua cella vi era una grande ancora a tre punte uncinate.
 
<< Sei stato creato per essere la guardia di questo sotterraneo >>
Fu il sibilo del Redfield, mentre inseriva la chiave nella serratura che chiudeva la spessa porta d'acciaio pesante.
 
<< E ora sei un suo prigioniero... Ironico, no? Beh sto per liberarti. >> si zittì un poco, sentendo uno, due scatti dei cilidretti della porta. << Non credo comunque che tu mi capisca, ma sei libero. Vedi di occuparti degli agenti che arriveranno qui dopo di me >>
 
Non sapeva esattamente perché avesse parlato con quel mostro, come se lo considerasse un essere umano o qualcosa di simile. Gli era venuto così... senza una vera e propria spiegazione logica.
 
Il Guardiano della Follia rimase nella sua cella per un po' prima di lanciarsi in una carica contro la porta, non sapendo che stavolta si sarebbe aperta.
 
Chris ghignò appena nel sentire il verso acuto del Guardiano, un verso bizzarramente acuto e gorgogliante. E poi i passi strascinati dei T-Vettori che però stavano seguendo lui. Esattamente quello che voleva, li avrebbe portati alla villa e poi sarebbe tornato dal suo Capitano.
 
 
"Bene, Jill, 'Becca ora sarà molto più difficile raggiungerci. Vediamo che riuscirete a fare" Pensò mentre un sorriso, che sarebbe potuto sembrare dolce, se non fosse per la luce maligna che illuminava il suo sguardo, spuntava sul suo viso.
 
 
 
 
 
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Wesker guardò il cadavere di Spencer ancora una volta prima di dargli definitivamente le spalle. 
 
Credeva di avere il diritto di essere dio? Lui che non era altro che un semplice essere umano indegno persino di respirare la sua stessa aria?
 
Un sorriso di scherno curvò le sue pallide labbra, mentre pensava che adesso, adesso che Spencer gli aveva rivelato ogni cosa, adesso era tutto molto più chiaro.
 
Adesso il suo scopo era chiaro, chiarissimo, limpido e cristallino come l'acqua pura di una sorgente. Non doveva "comandare" il mondo, non doveva piegare l'intera umanità alla sua volontà. No, avrebbe spazzato via la razza umana, debole e fragile. 
 
Avrebbe fatto in modo che la sua nuova specie vedesse l'alba di un nuovo mondo. Avrebbe costretto il mondo ad evolversi! Avrebbe eliminato tutto ciò che era debole, permettendo solo agli esseri superiori di vivere nel suo nuovo mondo.
 
Avrebbe separato i meritevoli dagli indegni come il grano dal loglio1.
 
Oh, sì. Adesso era tutto così chiaro, non aveva più dubbi.
 
 
Sentì la porta della biblioteca aprirsi, ad attraversarla fu il suo pointman.
 
<< Ho completato l'incarico che mi ha affidato, Capitano >>
 
Wesker si voltò solo leggermente, un lampo illuminò la sua figura, i suoi occhi rossi che luccicavano oltre le lenti scure dei suoi occhiali da sole.
 
<< Bene, allora non ci resta che aspettare la loro visita, non credi? >>
 
Christopher annuì e poi si avvicinò a lui scavalcando il corpo di Spencer senza degnarlo di uno sguardo. Avanzando velocemente con fare sicuro. 
 
Oh, il suo fedele Christopher... sarebbe stato il primo, il primo della sua nuova specie. Il primo Homo Superior.
 
 
Si avvicinò al suo pointman, il suo sguardo inumano puntato in quegli occhi gelidi che scintillavano di crudeltà.  Nel giro di qualche istante gli fu fin troppo vicino. 
 
Istintivamente Christopher distolse lo sguardo, spostando leggermente il viso a guardare l'enorme finestra che si trovava alle loro spalle. Portò una mano, guantata di nero, al suo viso e lo costrinse a voltarlo nuovamente.
 
Il suo pointman era ora costretto a guardarlo dritto negli occhi. Wesker non sembrava rendersi conto di quanto fossero vicini, non sembrava rendersi conto di essergli più vicino di quanto fosse... mai stato.
 
I loro respiri si mescolavano e Chris poteva distintamente sentire quanto il suo Capitano fosse freddo, freddo come se il suo corpo non fosse capace di produrre alcun genere di calore.
 
<< Ti sei dimostrato più che degno, Christopher >>
Gli sibilò, la sua voce era come un basso ronzio. 
<< Sei unico... sei l'unico che è degno di essere mio pari. >> 
 
Il viso del Capitano si fece ancora più vicino al suo, 
 
<< Sei l'unico che è degno di me >> 
 
 
 
 
 
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Non si aspettavano che la magione di Spencer fosse invasa da infetti e da quella creatura non ben identificata che aveva quasi rischiato di uccidere Rebecca con una grossa ancora arrugginita.
 
Quanto meno adesso che avevano esplorato l'intera magione sapevano che l'unico posto dove potesse trovarsi era la biblioteca.
 
Le due agenti della BSAA aprirono la pesante porta di mogano che conduceva alla biblioteca. In realtà quello che quell'ampia stanza sembrava era uno studio. Perché ad esclusione di un unica parete di librerie alle loro spalle non c'era l'ombra di una libreria.
 
La sala era abbastanza buia perché non vedessero molto.
 
Un lampo rischiarò l'oscurità e allora le due si resero conto del cadavere sul pavimento, il corpo di Ozwell E. Spencer. Aveva uno squarcio sul petto, la causa della morte.
 
Un altro lampo e videro le due figure che si trovavano di fronte all'ampia finestra che dava su una ripida scogliera. I due non sembravano averle notate e dalla siluette d'ombra creata dal lampo, a Jill erano sembrati fin troppo attaccati.
 
Li riconobbe in una frazione di secondo.
 
Wesker e Redfield... Quei due mostri, quei due traditori bastardi!
Rebecca aveva gli occhi spalancati dallo shock, li aveva visti morti... com'era possibile che fossero lì.
 
<< Wesker! Redfield! >>
Fu il ringhiò della Valentine che sollevò la pistola per puntare alla testa del biondo. Mentre Rebecca, ripresasi dallo shock, puntava l'arma contro Chri...-Redfield, si corresse mentalmente Jill.
 
 
I due allora si separarono, le loro ombre si divisero. E mentre un altro lampo illuminava l'ambiente, Wesker e Redfield si voltarono verso di loro.
 
Gli occhi di Wesker scintillavano di un rosso cremisi, vivo, furioso.
 
Quelli del Redfield erano gelidi e crudeli, al limite del possibile. Ma sembravano ancora umani, poco importava a Jill che probabilmente lo erano davvero.
 
 
<< Jillian, Rebecca quale sgradita sorpresa. >>
 
<< Credevamo che aveste  avuto almeno la decenza di morire in Russia >>
Completò Chris con un tono appena di scherno, la sua voce non somigliava per nulla a quella voce calda e amichevole che aveva nella STARS.
 
"Smettila Jill, non è mai stato quel Chris! E' sempre stato questo mostro!"
La Valentine accecata dall'odio cominciò a sparare, prima verso Wesker, ma ovviamente quel mostro riuscì a schivare i colpi. E a raggiungerla senza difficoltà.
 
 
Rebecca era paralizzata dal terrore.
 
 
 
 
 
 
 
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Chris si lanciò contro la ragazza inerme per eliminarla del tutto, gli sarebbe bastato così poco. 
 
 
 
 
 
 
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Accadde tutto in maniera così incredibilmente veloce. Il Capitano aveva afferrato Jill per la gola stava per ucciderla. E poi, poi qualcosa l'aveva colpito, colpito e scagliato oltre la finesta, giù nella scogliera.
 
Chris aveva sgranato gli occhi. Mentre fissava Rebecca impugnare qualcosa, qualcosa che non capiva cosa fosse.
 
Un arma capace di ferire anche un Tyrant perfetto come il suo Capitano.
 
 
Quando la finestra si frantumò e Wesker cadde, fu come se anche la mente, la ragione di Chris lo seguisse. Come se la sua sanità si fosse frantumata assieme a quella lastra di vetro.
 
Corse verso la finestra.
 
<< Capitano! >>
Gridando come se gli fosse stato strappato il cuore dal petto, gridando come se gli avessero strappato l'anima, la ragione di vivere.
 
Lui esisteva solo per eseguire gli ordini del Capitano Wesker... ora... ora cos'avrebbe fatto?
Si voltò verso la finestra e le diede le spalle. Sorridendo in maniera folle in direzione delle due agenti 
 
<< Chris, fermo! >>
Jill fu la prima a capire cosa volesse fare.
 
<< La BSAA non ci avrà vivi, Jill. >>
 
 
Il giovane Redfield aprì le braccia come un angelo spalanca le ali e poi fece un passo indietro, lasciandosi cadere nel vuoto. Verso la morte certa.
 
Le due agenti si avvicinarono appena al ciglio di quella finestra. Ma non videro nulla solo un nero abisso, da cui s'alzava il fragore del mare che si scontrava sulle rocce affilate.
 
 
 
 
 
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Il virus lo riportò indietro dalla morte, per la seconda volta. 
 
Le onde scivolavano sulla roccia, ritraendosi dopo aver colpito la roccia.
 
Era stato fortunato, fosse caduto qualche centimetro più avanti e il mare l'avrebbe inghiottito.
 
Il suo sangue macchiava la roccia scorrendo via con l'acqua che le sferzava.
 
Albert Wesker si rimise in piedi, senza difficoltà. E poi sentì un gorgoglio liquido, debole provenire da qualche parte vicino a lui in quella piccola spiaggia rocciosa.
 
E lo vide, il suo Christopher. Il suo fedele pointman. Non sarebbe rimasto in vita ancora per molto, lo sentiva. Eppure non poteva fare a meno di osservarne la tenacia. 
 
Il modo in cui si aggrappava alla vita, nonostante il suo corpo fosse tanto danneggiato, nonostante il suo sangue ricoprisse la roccia come una spessa coperta cremisi, il suo respiro era flebile, interrotto... doloroso.
 
Eppure i suoi occhi seppure velati dal dolore scintillavano ancora determinati. 
 
 
Il Capitano Wesker si chinò e raccolse fra le sue braccia il suo fedele pointman, con una delicatezza che non avrebbe riservato a nessun'altro.
 
<< Ti renderò superiore, Chrisopher. Nessuno sarà come te, mio fedele pointman >>
Sussurrò al ragazzo che continuava a rimanere legato alla vita, per quanto debole fosse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore

In questa storia non è presente la coppia Chris/Wesker sebbene io abbia voluto essere un po' troppo ambiguo in quella scena di fronte alla finestra. Wesker era così vicino a Chris perché è così sicuro che Chris gli appartenga(anche se non in quel senso) che non crede necessario mantenersi ad una distanza normale dal suo pointman soprattutto mentre gli sta riferendo qualcosa che per lui è così fondamentale ed importante.

Piccola nota:
1)= "Separare il grano dal loglio" è un modo di dire che significa scindere il bene dal male, o in questo caso i più forti da i più deboli.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il capitolo precedente.
 
-Anthony Edward Stark
 
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: 10 Ottobre 2009- L'alba di un nuovo mondo ***


That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 9: 10 Ottobre 2009- L'alba di un nuovo mondo
 
3 Febbraio 2006 Ore: 20:03
 
Originariamente aveva pensato di fare in modo di stabilizare le condizioni di Christopher con l'aiuto di un equipe di medici, fornitigli dalla Tricell.
 
Per poi usare il T Virus, una piccola dose di T, per accelerare la rigenerazione dei tessuti una volta che avesse raggiunto una condizione stabile, in cui era certo che il suo corpo avrebbe accettato il T senza complicazioni.
 
Ma quando aveva sentito il respiro del suo pointman bloccarsi, quando aveva sentito il suo cuore rallentare a tal punto da aver quasi del tutto smesso di battere, aveva agito senza riflettere un secondo di più.
 
Si era avvicinato al suo pointman e gli aveva iniettato la dose di T direttamente nel cuore.
 
Avvertendo immediatamente un impercettibile aumento del suo battito cardiaco, il virus voleva vivere. Il virus avrebbe impedito al suo Christopher di morire, perché aveva bisogno di un ospite.
 
Poteva percepire il virus che viaggiava nel suo sangue, concentrandosi lungo le lesioni più estese, cominciando a riparare i tessuti.
 
 
Il respiro di Christopher era ancora flebile, ma non più interrotto. Il T Virus stava compiendo un lavoro esemplare e rapido. Senza però causare alcuna mutazione.
 
 
Quando il suo Christopher si sarebbe risvegliato, sarebbe già stato perfetto. Non più umano, non più fragile. 
 
 
 
 
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3 Febbraio 2007 Ore 3:33
 
 
Wesker non era umano, non era rallentato da alcuna limitazione umana. E in quel momento poco gli importava che l'impianto africano sarebbe dovuto essere disattivo perché il personale, umano, aveva bisogno di riposo.
 
L'unica cosa che era importante in quel momento era vedere, vedere se il suo esperimento, il suo opus magnus, fosse andato a buon fine.
 
 
L'ascensore circolare scese lungo le file di capsule contenenti le cavie per i suoi test, finora fallimentari, con il virus Uroboros.
 
Raggiunse la fila Δ, il computer della piattaforma-ascensore mostrava i dati dell'esperimento.
 
 
'Cavia Δ-1752
Uomo, Caucasico
Occhi: azzurri
Il soggetto si trova da tempo in uno stato di stasi artificialmente indotto. Tutti i segni vitali (battito cardiaco, respirazione, pressione sanguigna e temperatura) si collocano entro valori normali. 
E' stata osservata un'anomalia della pigmentazione: gli effetti sono limitati ai follicoli craniali.
Risulta inoltre evidente un lieve scolorimento (eziolamento) dell'epidermide.'
 
 
Il suo pointman, il suo Christopher... era giunto il momento che si risvegliasse dalla stasi e che tornasse ad assolvere il suo compito, che tornasse ad essere al suo fianco.
 
Perché lui era l'unica persona di cui si fidasse completamtente.
 
Perché lui era l'unica persona che considerasse suo pari.
 
 
Una volta che la stasi fu disattivata e l'apporto di sostanze sedative fu del tutto interrotto, il suo pointman si svegliò. Più in fretta di qualunque cavia, più in fretta di qualunque fragile essere umano.
 
 
Un sorrisetto compiaciuto curvò le sue labbra. 
 
 
Dopo un lungo anno, gli occhi del suo pointman si puntarono nuovamente nei suoi. 
 
 
<< Bentornato fra noi, Christopher >>
sibilò, un leggero cenno sarcastico nel suo tono, soprattutto a sottolineare quel "fra noi", perché solo e solo loro due erano esseri superiori rispetto agli altri.
 
La risposta del suo pointman fu un sorrisetto appena divertito, certo, aveva capito l'implicazione nel suo tono. Prima che uscisse dalla capsula, senza bisogno di alcun aiuto. 
 
Senza alcun problema di coordinazione, sebbene fosse stato in stasi fino a qualche attimo prima.
 
 
 
 
 
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12 Marzo 2008 Ore: 10:20 
 
 
Ricardo Irving era davvero fastidioso, la sua allegria stonata(insensata) lo infastidiva alcuanto.
 
Ma doveva scortarlo attraverso il territorio degl'indigeni, infettati poco tempo prima con le Plagas di tipo 2 e 3  che ancora non erano controllabili e non riconoscevano i loro alleati. 
 
Non come i mercenari che avevano trasformato in Majini. Loro erano molto più domestici, più controllabili.
 
<< Christopher, Christopher mi stai ascoltando? >>
La fastidiosa voce di Irving lo costrinse a concentrarsi di nuovo su di lui.
 
<< Tu cosa credi, Ricardo? Sono più concentrato sui possibili movimenti dei Majini che sulle tue parole >>
 
Irving non parve irritato dalla sua risposta, dal fatto che non lo avesse ascoltato minimamente per circa la metà del loro viaggio.
 
<< Sai, Christopher, tu e il gran capo dovreste rilassarvi un po'. Guardati un po' intorno Chris... siamo in Africa! E oltre al caldo soffocante c'è anche un paesaggio mozzafiato >>
Come a sottolineare le sue parole, Ricardo indicò l'ambiente circostante con un ampio movimento del braccio. La giacca bianca che pareva brillare sotto il sole cocente.
 
Chris lasciò solo per un istante che il suo sguardo vagasse nei dintorni, e doveva ammettere che per quanto essere in una strada così desolata nel bel mezzo del nulla, non fosse fantastico. Quello che li circondava era davvero mozzafiato, un paesaggio da cartolina, col sole che illuminava gli alti alberi d'acacia e le un'alta montagna, un vulcano, che s'intravedeva dalla distanza come l'ombra di un gigante che li sovrastava.
 
 
Poi sentì un fruscio fra le sterpaglie della savana
<< Kuueni!(Uccideteli!) >>
 
Ricardo si immobilizzò, mentre Chris scattava contro i due Majini che si erano lanciati all'attacco.
 
Il Redfield era diventato molto più veloce, molto più forte, e alle volte non riusciva a controllare bene questa sua nuova forza. Come in questo caso.
 
Voleva solo spingere indietro il Majini con un pugno a palmo aperto sul petto, non rompergli tutte le costole con un colpo facendolo stramazzare a terra, ad annegare nel suo stesso sangue.
 
"Non importa, tanto volevo ucciderli in ogni caso" si disse. Uccidendo l'altro dopo aver schivato il suo tentativo di afferrarlo. Si avvicinò al Majini che stava soffocando e senza una stilla di pietà nello sguardo, azzurro... nitido... predatorio, gli calò con violenza lo stivale contro la testa.
 
Un rumore umido risuonò nell'aria ora immobile, poi rivolse la sua attenzione al terzo Majini, l'agitatore degli altri due, raggiungendolo in uno scatto e spezzandogli l'osso del collo ancor prima che provasse a fare qualunque cosa.
 
Si voltò verso Ricardo che aveva ripreso a sorridere in quella maniera irritante.
 
<< Vedi, Ricardo? E' questo il motivo del perché non mi rilasso mai anche con questo paesaggio mozzafiato >>
Gli disse, Irving per tutta risposta ridacchiò fin troppo divertito. 
 
<< Riusciresti ad occupartene anche se fossi completamente distratto, Chris >> disse poi, prima che i due riprendessero la loro strada << E inoltre, sono assolutamente sicuro che per te e il gran capo sia totalmente impossibile distrarsi >>
 
 
Forse Ricardo Irving non era poi così fastidioso, era solo eccessivamente solare, rispetto a quello a cui era abituato.
 
 
 
 
 
 
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10 Ottobre 2009 Ore 10:00
 
 
Irving li aveva informati che la BSAA stava per raggiungere la KAZ(Kijuju Autonomous Zone). 
 
E seppure il Capitano voleva che il primo test del nuovo campione di Uroboros fosse in un ambiente prettamente controllato, decisero di fare in modo che Uroboros mostrasse il suo pieno potenziale, sperando che la cavia fosse compatibile col virus, in un vero combattimento.
 
 
Chris si avvicinò all'uomo, scelto come cavia, con la siringa contenente Uroboros. La dose esatta per il peso della cavia e glielo iniettò.
 
L'uomo spalancò gli occhi, artigliandosi la gola come se stesse soffocando e i suoi occhi si tinsero gradualmente di un nero uniforme.
 
"Peccato" pensò il Redfield "Il primo test è un fallimento"
 
Una serie di tentacoli vermiformi cominciarono a fuoriuscire dal corpo della cavia, lacerandone l'epidermide e divorando, consumando la sostanza organica di cui la cavia era composta. Per formare sempre più di quei tentacoli.
 
Chris si allontanò ben prima che la trasformazione fosse completa.
 
 
 
 
 
 
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La squadra alpha della BSAA capitanata da Dan DeChant incontrò l'Uroboros e nulla, nulla poterono gli agenti contro Uroboros, la sua forma più primordiale e incontrollata, affamata. 
 
 
 
 
 
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<< Christopher >>
La voce del Capitano Wesker lo risvegliò dal corso abbastanza soffocante dei suoi pensieri.
 
Excella li aveva lasciati qualche minuto prima dopo aver iniettato il PG 67 A/W al Capitano. 
 
Se era stato richiamato con tanta urgenza, era il momento della sua iniezione... Il Capitano aveva deciso, dopo il suo ritorno, che per assicurarsi l'assimilazione dell'Uroboros, per assicurarsi che lui divenisse perfetto senza rischiare inutilmente... "Perché io non sono sacrificabile", avrebbe ricevuto una regolare somministrazione del virus.
 
Le prime dosi corrispondevano a circa un terzo di quelle che riceveva adesso, la fiala della siringa brillava di un minaccioso rosso-aranciato ed era riempita quasi del tutto.
 
Questa era la prima dose intera che gli veniva iniettata.
 
 
 
 
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Wesker si fidava solo di sé stesso per le iniezioni del suo pointman. Dovevano essere precise, precise al millilitro... Non avrebbe permesso a nessuno di danneggiare il suo Christopher per un errore.
 
 
In quei tre anni, aveva aumentato leggermente la dose, un po' alla volta, in modo da permettere al suo organismo di adattarsi e al virus, di legarsi. 
 
Uroboros andava iniettato in base al peso della cavia, ma questo solo se si voleva un effetto immediato. Nel caso di Christopher aveva preferito essere cauto, lui gli era indispensabile, lui non era sacrificabile. Aveva fatto in modo che Uroboros si adattasse lentamente al suo pointman.
 
 
Sebbene fosse certo che il fatto che Christopher fosse sopravvissuto a così tante somministrazioni del virus, dimostrasse che era degno del suo nuovo mondo.
 
 
Il suo pointman era rimasto calmo quanto l'ago gli aveva attraversato la pelle ed era rimasto altrettanto calmo mentre Uroboros gli veniva iniettato.
 
Per qualche istante non era successo nulla, poi il respiro del suo Christopher si era fermato per poco meno di qualche istante, aveva spalancato gli occhi. Le pupille si erano dilatate al punto da inghiottire del tutto l'iride e Wesker notò una sottile ramificazione nera nella sclera. 
Il battito cardiaco era aumentato al punto di poter essere considerato quasi tachicardico. Il suo respiro si era fatto affrettato, spezzato.
 
E Wesker aveva cominciato a temere il peggio. Che fosse stato troppo frettoloso nell'aumentare tanto la dose consueta del virus? Se avesse sbagliato? 
 
 
Christopher scivolò in ginocchio di fronte a lui, il suo pointman non gli era mai sembrato tanto debole come adesso. 
 
<< C-Capitano ... >>
fu il suo lamento strascicato, disperato.
 
Wesker si preparò a puntargli la S&W 500 alla testa, ucciderlo prima che Uroboros lo trasformasse in un essere incontrollato seppur indubbiamente forte.
Sentendo un pizzico di delusione nel vedere il suo pointman arrendersi a qualcosa che lui stesso aveva aiutato a creare.
E, proprio mentre sfoderava l'arma, il nero si ritirò dalla sclera, la pupilla si contrasse riprendendo una dimensione normale, il suo battito rallentò fino a tornare pressappoco normale  e anche il suo respiro si calmò. 
 
Uroboros l'aveva accettato, Uroboros l'aveva considerato degno. Degno di essere parte del suo nuovo mondo.
 
Christopher era ancora immobile in ginocchio con lo sguardo fisso sul pavimento, ancora sconvolto da quello che gli era successo... 
 
Wesker non avrebbe mai saputo cosa il suo pointman aveva provato, in quel momento in cui Uroboros sembrava prossimo a rifiutarlo, prossimo a consumare anche lui, uno dei suoi creatori.
 
 
<< Christopher, guardami >>
 
 
Aveva bisogno di vedere come fossero i suoi occhi, di vedere com fossero stati cambiati da Uroboros, se erano stati cambiati. Lui era il primo, il primo che il virus aveva accettato.
 
 
Il suo pointman alzò lentamente lo sguardo fino a fissarlo nel suo. E Wesker rimase qualche istante ad ammirare quegli occhi, non erano cambiati del tutto, no, erano ancora azzurri ma delle screziature cremisi decoravano l'iride  e un anello dorato circondava la pupilla solo leggermente allungata.
 
 
<< Sei perfetto, adesso, mio fedele pointman >>
fu il suo sibilo serpentino, una frase appena sussurrata che forse il nexus-deus neanche voleva pronunciare davvero. 
 
 
 
Chris si rimise in piedi, senza difficoltà ora che sentiva che le sue condizioni erano stabili, Uroboros non strisciava più furiosamente nelle sue vene, si era calmato, in un placido scorrere che gli aveva fatto capire che sì, adesso sarebbe andato tutto per il verso giusto.
 
 
 
 
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Excella raggiunse Chris e Wesker, affiancata da due Majini armati di fucile. Si fermò di fronte alla porta per il tempo necessario ad ordinare ai due di rimanere fuori e aspettarla.
 
Entrò. Albert stava controllando, tramite il terminale presente nella stanza, quale fosse il livello raggiunto nei laboratori. E il giovane Christopher era al suo fianco, come sempre. 
 
La prima volta che Excella Gionne l'aveva visto, quel ragazzo era poco più di un cadavere, tenuto in vita solo da una qualche misteriosa forza che non riusciva a spiegarsi. Albert aveva passato un intero anno a guarirlo, anche se dopo le prime settimane Excella aveva cominciato seriamente a sospettare che quel guarirlo non fosse riferito solo alle ferite che in gran parte erano già guarite ma  che si riferisse ad un altro livello più ampio della cosa.
 
Che quel guarirlo vago, indicasse il desiderio di Albert di curare quel ragazzo dalla sua umanità. E alla fine ci era riuscito.
 
Quando nel 2007 aveva visto Christopher, ne era rimasta parecchio sconvolta. Quel ragazzo era davvero perfetto, sia a livello prettamente fisico che anche a livello biologico. Era l'arma che la decaduta Umbrella aveva cercato di creare per anni.
 
Però aveva comunque dubitato che oltre quella forza ci fosse altro, pensava che fosse una marionetta come i Majini... in seguito aveva scoperto di essersi sbagliata parecchio. Quel ragazzo era capace di memorizzare, apprendere e mettere in pratica qualunque cosa. Non era un genio, certo, ma con quella sua memoria eidetica era capace di fare molto più di quello che una persona normale sarebbe stata capace di fare.
 
 
 
 
 
 
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Jill non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva scoperto grazie a Josh, gli aveva dato un file video. 
 
E quell'intero file verteva su Christopher Redfield, lo aveva visto in una capsula, era diverso ancora di più dall'ultima volta che l'aveva visto. Le era sembrato più pallido e biondo, come se avesse perso la pigmentazione naturale dei suoi capelli.
 
E l'unica cosa che riusciva a pensare era che se Redfield era vivo, anche Wesker doveva esserlo.
 
Perché Redfield era la sua Ombra e se c'era uno era assolutamente sicuro che anche l'altro fosse da qualche parte.
 
E questo significava che tutto... tutto quello che era successo a Kijuju, le creature simili ai Ganados del rapporto Kennedy, quel disgustoso mostro tentacolare che aveva ucciso la squadra di DeChant..... era sicuramente causa loro. Non di Irving o di qualcun altro ma di quei maledetti bastardi!
 
<< Questa volta vi fermerò una volta per tutte >>
Si lasciò sfuggire in un sibilo mentre si avvicinavano alle miniere, avrebbero arrestato Irving e lei l'avrebbe fatto confessare. 
 
Sheva le aveva lanciato uno sguardo perplesso, ma non aveva fatto domande. L'aveva semplicemente seguita.
 
 
 
 
 
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<< Allora ti hanno mandato, Chris. Pensavo che il gran capo avesse deciso di lasciarmi quì a venire catturato >>
Irving stava passando a rassegna delle carte poggiate su un tavolo metallico, i suoi gesti erano frettolosi così come il suo tono era rapido e preoccupato.
 
Non c'era più traccia della sua classica calma divertita, era fin troppo spaventato per tener su quella maschera.
 
 
Il giovane Redfield incombeva su di lui come un falco e non aveva ancora detto una parola. Cosa che confuse Ricardo, Chris rispondeva sempre a quello che diceva, anche quando non lo ascoltava, rispondendo con un sì o un "hm" anche quando non sapeva esattamente cosa aveva detto.
 
Era la prima volta che il Redfield era rimasto perfettamente in silenzio. La prima. E questo lo preoccupava, il gran c... Wesker non l'aveva mandato ad ucciderlo, vero?
 
<< Ehy, Chris. Mi stai ascoltando? >>
 
Chris non rispose ancora una volta e inclinò leggermente la testa d'un lato. Irving si bloccò del tutto. Quel bagliore rossastro nei suoi occhi non c'era mai stato, cosa diavolo era successo a Chris?
 
<< Muoviti, Ricardo. Non abbiamo tempo... e non ho la minima intenzione di incontrare gli agenti della BSAA >>
 
Irving si lasciò sfuggire un impercettibile sospiro di sollievo. Chris era ancora sé stesso e cosa più importante non era stato mandato lì per ucciderlo. Era semplicemente attento a ciò che stava succedendo per evitarsi che incontrassero gli agenti della BSAA.
 
 
Sentirono degli spari provenire dal piano inferiore, Chris tirò su il cappuccio del suo mantello... il Capitano gli aveva ordinato di fare in modo che non lo riconoscessero.
 
<< Irving, fermo! >>
La voce di Jill Valentine parve quasi risuonare nel silenzio. 
 
E Chris fu costretto ad intervenire, in modo da riuscire a fuggire dalle agenti.
 
 
Irving liberò il Popokarimu, un'arma biologica sviluppata dal DNA di un pipistrello unito a quello di alcuni insetti tramite il Progenitor virus. Risultato: Ancora da testare.
 
 
 
 
 
 
 
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Dopo averlo portato in salvo, Chris gli consegnò una siringa contenente la Plaga di controllo.
 
<< Se fallirai ancora una volta, vedi di fermarli diventando qualcosa di utile, Ricardo >>
La voce del biondo non era mai stata tanto fredda con lui, massimo infastidita ma mai così minacciosa.
 
<< Chris... Avanti, Chris non puoi dire sul serio. Sono il vice direttore della Tricell, tu e il gran capo avete bisogno di me >>
 
Aveva preso la siringa sebbene continuasse a lamentarsi. La risposta di Chris lo avrebbe tormentato fino al momento in cui poi Jill Valentine e Sheva Alomar l'avrebbero eliminato.
 
<< Noi non abbiamo più bisogno di te, Irving >> aveva detto ridacchiando, i suoi occhi avevano brillato di un luccicore rosso sangue << E per la tua posizione, abbiamo sotto scacco la direttrice della Tricell... quindi non ci servi più. Soprattutto dopo tutti questi fallimenti, almeno vedi di fermare la BSAA >>
 
E poi Chris l'aveva lasciato con quattro Majini a proteggerlo. 
 
" Vedi di fermarli diventando qualcosa di utile, Ricardo" le parole del Corvo di Wesker gli si ripeterono in mente.
 
<< Vedrai Chris... Oh, se vedrai. >> 
Sibilò al nulla mentre era sulla sua barca. Dopo aver lasciato la raffineria di petrolio.
 
<< Diventerò qualcosa di incredibilmente fantastico! >>
Le sue parole si persero in una risata isterica, folle. 
 
 
Forse era proprio la follia dei due a contaminare tutti i loro alleati.
 
 
 
 
 
 
 
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Le due agenti l'avevano raggiunto.
 
Irving non le sopportava, era solo colpa loro se si trovava in questa maledetta situazione! 
 
Strinse la siringa che teneva in mano.
 
Jill e Sheva raggiunsero il ponte della sua motovedetta.
 
<< Perché diavolo non volete morire?! Mi state mettendo in cattiva luce! Chi pensate che abbia finanziato tutte le operazioni? Eppure tutti mi guardano dall'alto in basso! Ma... ma non sarà più così! >>
Sollevò la siringa.
 
<< Fermo! >> 
fu l'ordine di una delle due agenti, ma a lui non poteva fregare di meno del suo ordine. Si iniettò la Plaga senza tentennare un secondo di più.
 
"Diventerò qualcosa di incredibilmente fantastico, Chris" pensò ridendo, nonostante il dolore lancinante che sentiva. Nonostante i tentacoli che gli stavano lacerando la pelle.
 
<< Sto per diventare qualcosa che voi potrete solo immaginare! >>
 
 
 
Irving scagliò i suoi tentacoli contro di loro, li evitarono mentre Ricardo spariva nell'acqua.
 
Le due agenti si avvicinarono alla coda della barca per vedere che fine avesse fatto.
 
Un enorme tentacolo con un nucleo rossastro al centro si sollevò dall'acqua tentando di colpire. Prima che un'enorme testa con la bocca a becco affiorasse dall'acqua aprendosi. Irving era al suo interno come un appendice del Kraken.
 
 
<< Ho appena finito di farmi il trucco! >>
rise Irving. Prima che la bocca si richiudesse e il Kraken si rituffasse in acqua.
 
 
"Oh, Chris... Wesker li fermerò statene certi!" 
 
 
 
 
 
 
 
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Incapace. Inutile, Ricardo. Si disse, mentre rantolava sul ponte della sua nave.
Le due agenti erano riuscite a fermarlo.
 
 
<< Dimmi cos'hanno intenzione di fare?! >>
 
 
 
<< Eh, volevano assicurarsi che facessi un buon lavoro... >>
 
<< Chi? >>
 
La partner dell'altra agente glielo chiese. Prima che l'altra si chinasse verso di lui mostrandogli una foto, quello era Chris...
 
<< Dimmi dove si trova! Rispondimi! Cos'è il progetto Uroboros?! >>
 
 
Irving ridacchiò, prima che un colpo di tosse lo interrompesse.
<< Voi della BSAA, vi credete come se foste in cima a tutto, a comandare. Ma l'equilibrio del mondo sta cambiando e neanche ve ne rendete conto. >>
 
 
<< Cosa sta cambiando?! Di che parli? E' il progetto Uroboros non è così?! >>
L'altra agente parlò ancora una volta.
 
<< E' troppo tardi ormai.-Si interruppe ridacchiando e tossendo- Nessuno può fermarli. Uroboros cambierà tutto >>
 
Faceva così tanto male, sapeva che la sua ora stava per arrivare.
<< Jill! >>
 
Irving si volse verso la ragazza mora caucasica.
<< Jill? Tu sei Jill? >>
 
Rise ancora una volta.
 
<< Che c'è di così divertente? Come mi conosci? >>
 
 
<< Tutte le risposte che cerchi ti aspettano in quella caverna, Jill. Sempre che tu r-riesca a sopravvivere abbastanza a lungo da averle. >> Rise ancora una volta, oh era così esilarante tutto questo << Morire non è così male, e non cambierà nulla. Sei ancora fregata! >>
 
 
 
 
 
 
 
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<< Sembra che alla fine Irving abbia fallito >>
 
 
Chris voltò il viso verso il suo Capitano mentre Excella gli somministrava il PG 67 A/W.
 
<< Avevi riposto fiducia nelle sue capacità, Christopher? >>
 
<< No, Capitano. Ma mi aspettavo qualcosa di più. Ho solo sprecato la possibilità di creare qualcosa di meglio dando a lui quella fiala >>
 
 
Chris rivolse la sua attenzione sugli schermi, fingendo di non sentire le parole carezzevoli che Excella diceva al suo capitano. Fingendo di non essere assolutamente infastidito da quel comportamento.
 
Finché una frase di Excella attirò la sua attenzione
<< .... Ti servirà una Partner, giusto? Qualcuno adatto ad unirsi a te nel tuo nuovo mondo? Credo di aver dimostrato di esserne degna, non è così? >>
 
 
"Lei degna? Chi vuole prendere in giro? " Chris si trattenne dal ridere di quella frase, senza rendersi conto che invece i suoi occhi scintillavano profondamente divertiti. 
 
Si voltò verso il suo Capitano dopo aver visto Jill e la sua partner raggiungere la zona delle rovine.
 
<< Capitano, gli agenti della BSAA stanno arrivando >>
 
<< Non riusciranno a fermarci, ormai manca poco >>
 
<< Quest'oggi il sole sorgerà su un nuovo mondo >>
 
 
 
 
 
 
 
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Avevano raggiunto un laboratorio Tricell, combattuto contro un'arma biologica che pareva essere un enorme granchio-ragno.
 
E finalmente trovarono Excella. Al suo fianco c'era un uomo incappucciato. 
 
<< Excella dov'è Chris?! >>
 
<< Chris, Chris, Chris... non sai dire nient'altro mia cara Jill? E lui...-Excella indicò l'uomo privo di sensi davanti a loro- avete cercato Uroboros. Bene, eccolo qui. >>
 
L'uomo si alzò, ma poi i suoi occhi si tinsero di nero, dei tentacoli neri cominciarono a lacerargli la pelle.
 
 
<< Oh, che peccato. Non è compatibile col virus. >>
 
 
<< Quindi è questo Uroboros? Un arma biologica? >>
 
 
Excella le guardo ridacchiando brevemente.
<< Ci siete quasi. Uroboros è l' Evoluzione. E’ una specie di pietra filosofale che selezionerà, in base al DNA chi può essere ammesso allo stadio successivo >>  Si interruppe << Purtroppo fin ora le nostre cavie sono state tutte un tale fallimento. >>
 
 
Prima che potessero chiedere altro Excella e l'uomo incappucciato si ritirarono.
 
<< Excella, aspetta! >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Poi finalmente avevano raggiunto Excella.
 
 
<< Excella Gionne. Ferma! >>
 
 
Excella si voltò ridacchiando brevemente e battendo le mani con fare di scherno << Brave. >>
 
<< Dove diavolo è Chris, Excella?! >>
 
 
<< Chris? Mah, forse te lo dirò o forse no >>
 
 
L'uomo incappucciato li raggiunse con un balzo, muovendosi troppo velocemente verso di loro. Jill sparò un colpo contro di lui, ma l'uomo lo schivò evitando poi tutti i colpi successivi.
 
 
Wesker scese le scale lentamente col suo incedere elegante.
<< Non sei cambiata >>
 
<< Wesker! Sapevo che eri ancora vivo! >>
Ringhiò la Valentine.
 
 
<< Lui è Wesker? >>
Fu la domanda, rimasta poi inascoltata di Sheva
 
 
<< L'ultima volta ci siamo visti... alla villa di Spencer, non è vero? >>
 
 
L'uomo incappucciato si abbassò il cappuccio. Ed ecco che Jill lo riconobbe. Era Chris, l'Ombra di Wesker. Ma era diverso, più pallido, biondo... e i suoi occhi... Oddio, non erano più umani.
Con quel rosso che screziava l'iride e quelle pupille verticali.
 
 
<< Sette minuti. Sette minuti è tutto il tempo che possiamo perdere per giocare con te >>
 
 
 
 
 
 
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<< Sheva, occupati di Chris. Io penso a Wesker >>
 
 
Sheva sparò a Chris, quasi si aspettava che evitasse il colpo come aveva già fatto. Ma il proiettile lo prese in pieno, in mezzo agli occhi. Il biondo tirò indietro la testa seguendo la forza del proiettile.
 
Prima che si tirasse nuovamente in avanti con uno scatto. La ferita del proiettile era già guarita. E lui ridacchiava, ridacchiava come un folle. Mentre si lanciava verso di lei.
 
 
<< Oggi sarà l'alba del nostro nuovo mondo >> 
esclamò. Tirando indietro il braccio come se caricasse una freccia. Il suo sguardo divertito si fece truce. Sheva ebbe appena un secondo per rendersi conto di quello che stava succedendo.
 
<< E io non permetterò che nessuno, NESSUNO, cerchi di fermarci! >>
 
 
 
Jill Valentine avrebbe appreso solo dopo che la sua partner era morta in quell'istante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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<< Mi hai deluso, Jillian. Mi ero aspettato di più dopo tutto questo tempo >>
Furono le parole piene di una delusione fasulla di Wesker.
 
<< Già, Jill. Ci hai delusi, sei una codarda. Almeno la tua piccola partner ha provato a combattere. Anche se... ha perso miseramente >>
Chris ridacchiò dalla cima della scalinata. Lanciando qualcosa verso di lei.
 
Ai suoi piedi atterrò il corpo di Sheva. Aveva una ferita sul petto grande quanto un pugno, gli era stato strappato del tutto un braccio, il destro. E il suo corpo era pieno di tagli, simili a sferzate di frusta. Non sapeva quale fosse stata la prima ferita, ma aveva il sospetto che quel mostro l'avesse torturata prima di ucciderla.
 
 
Anche se non sapeva di sbagliarsi.
 
 
 
Poi i due mostri se n'erano andati prima che lei potesse fermarli.
 
 
 
 
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Jill Valentine combatté, combatté con quanta più forza poteva. Sconfisse tante delle marionette Plagas controllate di Wesker e Chris. 
 
Eliminò persino Excella dopo che questa era stata trasformata in un mostro dai suoi partner.
 
 
"Perché Chris e Wesker pensano solo a loro stessi, solo al bene del loro piano."
 
 
Quando se li trovò di fronte ancora una volta, almeno aveva un arma, contro Wesker. Il suo siero il PG 67 A/W.
 
 
<< Vi fermerò una volta per tutte, bastardi! >>
 
 
In tutta risposta, Chris e Wesker risero. Parevano incredibilmente divertiti dalle sue parole.
 
 
<< Sei arrivata tardi, Jillian >>
 
<< Infatti, il Capitano ha ragione Jill. Sei arrivata tardi. Uroboros è già in viaggio. >>
 
 
Wesker la guardò attentamente. Prima di parlare.
<< Fra... esattamente cinque minuti, il virus verrà disperso nell'atmosfera. Uroboros si diffonderà nell'intero pianeta. Solo i più forti sopravvivranno >>
 
<< Sei miliardi di grida di agonia segneranno l'inizio del nostro nuovo mondo! >>
Esclamò il Redfield. C'era una luce folle nel suo sguardo che non c'era mai stata, neanche all'inizio.
 
 
Jill voleva ucciderli, voleva fare solo questo. Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto. E poi un bagliore illuminò il cielo. L'ultima stella del mattino?
 
 
Un solo istante dopo l'esplosione, come una ventata d'aria calda e soffocante la raggiunse.
 
 
I polmoni le bruciavano, si sentiva soffocare. Qualcosa... Qualcosa le strisciava nelle vene, sotto la pelle. 
 
<< N-No... N-No! >>
fu il suo rantolo mentre cadeva in ginocchio di fronte ai suoi nemici. Chris rideva follemente, Wesker ghignava i suoi occhi si erano fatti più rossi, nitidi, brillanti.
 
Lei si sentiva soffocare, qualcosa... qualcosa stava scavando nel suo corpo cercando di uscire fuori.
 
<< NO! >>
Urlò e poi Uroboros la sommerse. Uscendo dalla sua bocca, strappandole la pelle, rompendo le ossa, divorando gli organi.
 
Le ultime parole che Jill Valentine sentì furono:
<< Sembra che tu non sia degna del nostro nuovo mondo, Valentine >>
 
 
 
 
 
 
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Jill Valentine si era trasformata in un ammasso di tentacoli.
Uroboros era nell'aria. Il loro piano era riuscito.
 
 
Albert Wesker era il dio di un nuovo mondo.
Chris Redfield il suo Arcangelo.
 
 
 
 
 
 
In un altro destino questo non sarebbe mai successo. Ma in questo... in questo nuovo mondo, nato da un semplice "Sì, Capitano" nato da un pensiero che era divenuto realtà.
In questo nuovo mondo, Albert Wesker era il Dio che era nato per essere e Chris Redfield era il suo fedele, fedelissimo, angelo. Il suo Lucifero dagli occhi meravigliosi. Occhi unici che lo avrebbero distinto da tutti gli altri, dai loro seguaci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
Alla fine ho deciso di terminare con un AU. Spero che quest'idea vi piaccia comunque. 

Piccola nota: Mi piace il personaggio di Ricardo Irving per questo gli ho dato un po' più di importanza nel capitolo. E vedendo il modo in cui si comporta nelle sue cut-scenes ho immaginato che sarebbe stato l'unico capace di dare una sorta di soprannome a Wesker... da qui il "gran capo" che usa per buona parte della storia
 
Ora manca solo l'Epilogo prima di considererare finita questa storia. Spero che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuto a me scriverla :D
 
Ringrazio: Summer_Moon per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


That day, he said... yes, captain.
 
Epilogo
Ogni potere eccessivo muore dei suoi stessi eccessi.
(Casimir Delavigne)
 
 
 
 
10 Dicembre 2016
 
 
Sette anni erano passati da Kijuju. Sette anni da quando il mondo per come lo conoscevano era finito.
Sette anni da quando Albert Wesker era riuscito nel suo piano, nella sua guerra eugenetica contro la razza umana. Sette anni da quando Albert Wesker era diventato "deus et rex" del suo nuovo mondo.
Sette anni, sette anni e due mesi da quel giorno.
 
Claire Redfield sapeva di essere una delle fortunate persone che erano sopravvissute a Uroboros, che erano state scelte.
 
Claire Redfield sapeva anche che per quanto potesse essere inutile avrebbe fatto di tutto per far crollare quel maledetto bastardo, tirandolo giù dal suo piedistallo. Avesse dovuto eliminare anche quel pazzo psicopatico di suo fratello, perché Chris era morto... era morto nel momento esatto in cui aveva deciso di tradire i suoi amici e unirsi a quel mostro.
 
Era nascosta in un vicolo, di una delle città sicure di Wesker... "Città sicure, certo" pensò mentre un sorriso sarcastico le spuntava sul viso "Sarebbe meglio chiamarle Città-Tempio di quel bastardo"
 
Sembrava che Wesker avesse fatto il lavaggio del cervello a tutti, solo pochi, di quel già esiguo numero di sopravvissuti a Uroboros, sembravano immuni al suo condizionamento. E lei era una di loro. 
 
Lei era ancora cosciente che Wesker era solo un mostro con il complesso di dio, ma gli altri... gli altri sembravano aver dimenticato com'era prima il mondo. Sembravano aver del tutto dimenticato com'era il mondo solo sette anni prima.
 
Sembrava che fossero nati in quel mondo, che fossero stati indottrinati fin da bambini nell'assoluta venerazione del "Deus aeternus", il Deus Wesker come lo chiamava lei nella sua mente, e del suo angelo, Christopher. L'unico arcangelo del Deus Wesker.
 
 
 
 
 
 
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Leon era preoccupato... era da circa tre giorni che non ricevevano notizie da Claire. 
 
Il loro piccolo gruppo di ribelli stava cominciando ad agitarsi. E se... se avessero perso anche lei?
 
Era già successo... succedeva sempre, ogni volta che qualcuno andava nelle città-tempio(Perché loro le chiamavano col loro nome) finiva innegabilmente per "redimersi" e convertirsi alla venerazione del Deus Wesker.
 
 
...Ma non Claire, non lei... lei era più forte del condizionamento mentale di quel maledetto. Lei doveva essere più forte di Wesker.
 
Doveva tornare da loro... da lui.
 
<< Leon, ancora niente? >>
La voce di Josh, lo risvegliò dai suoi pensieri.
Scosse la testa.
 
<< Ancora niente, Josh. >>
 
Josh sembrò sentire la disperazione insita nel suo tono, gli poggiò una mano su una spalla e gli rivolse un leggero sorriso.
 
<< Tranquillo, Leon. Claire è forte e testarda non si farà plagiare da quel mostro >>
 
<< Speriamo che tu abbia ragione. Se perdiamo lei... abbiamo perso tutto >>
 
 
 
Leon S. Kennedy non sapeva quanto fossero vicini alla loro vera fine.
 
 
 
 
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Era successo all'improvviso.
 
 Uno degli abitanti della città sicura di Wesker era crollato al suolo contorcendosi mentre Uroboros lo sommergeva, mentre lo divorava sordo alle urla di quello che fino ad allora era stato uno di coloro che si erano salvati.
 
 
Era successo all'improvviso. Anche il sogno di Wesker era crollato. Era stato inglobato dalla creazione che l'aveva reso reale.
 
 
Claire Redfield era fuggita. E non sapeva, non sapeva che avrebbe continuato a farlo per anni, prima che la fine arrivasse anche per lei.
 
 
 
 
 
 
 
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14 Luglio 2017
 
 
 
Leon Kennedy aveva visto i loro alleati crollare, inglobati da Uroboros. Leon Kennedy era fuggito. 
 
Sperando che Claire Redfield si fosse salvata.
 
Leon Kennedy aveva combattuto Uroboros. Aveva fallito.
 
Uroboros l'aveva circondato. Uroboros l'aveva raggiunto e sommerso come un onda fremente, brulicante. Affamata. Arrabbiata.
La furia di un mostro che si era finto domato per troppo, troppo a lungo fino a che la sua eterna fame si era fatta troppo forte per essere ignorata.
 
Leon Kennedy aveva visto il sole sorgere per l'ultima volta, prima che Uroboros lo divorasse.
 
 
 
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19 Ottobre 2018
 
 
 
Nove anni erano passati da Kijuju. Nove anni da quando il mondo per come lo conoscevano era finito.
Nove anni da quando Albert Wesker era riuscito nel suo piano, nella sua guerra eugenetica contro la razza umana. Nove anni da quando Albert Wesker era diventato "deus et rex" del suo nuovo mondo.
Nove anni, Nove anni e nove giorni da quel momento.
 
 
Erano passati nove anni e il mondo per come lo conoscevano e per come avevano imparato a conoscerlo era finito. Divorato da un mostro famelico, affamato di potere... controllo... dominio assoluto.
 
 
Nove anni d'inferno e tutto quello che Claire Redfield poté fare mentre Uroboros (che era diventato più forte, più affamato, un virus evolutosi per comandare il mondo) cominciava ad inghiottire anche lei, tutto quello che lei poté fare fu guardare quel mostro che un tempo era il più forte, che era riuscito a diventare Dio, venire intrappolato dal suo potere, inghiottito dalla sua Evoluzione.
 
 
Uroboros si agitava nell'aria.
Uroboros divorava ogni cosa.
Uroboros era affamato... Uroboros era morte, distruzione. 
Uroboros era rimasto domato per anni.
Uroboros aveva fame e la sua ultima preda, la più ambita era stata il suo creatore.
 
 
Uroboros, prima, aveva stretto Chris Redfield fra le sue spire. Dilaniandolo, smembrandolo... Divorandolo fino a non lasciare di lui neanche l'ombra. 
 
Poi era passato agli altri, come una fiera famelica che vuole giocare col suo pasto. Aveva lasciato ad Albert Wesker il tempo di maturare la consapevolezza che lui sarebbe stato l'ultimo a morire.
 
L'aveva braccato, strisciando in ogni parte del mondo come un unico essere. L'aveva trovato, assieme alla sua ultima nemica in quel mondo che gli si era ritorto contro. 
 
Uroboros strinse le sue spire su Claire Redfield, divorandola... assimilandola come aveva già fatto col fratello. 
 
Albert Wesker aveva tentato di fuggire, Uroboros l'aveva catturato.
 
I tentacoli neri, viscidi della sua Evoluzione gli si erano stretti addosso. Avevano trapassato la pelle affondandovi sotto.
 
Albert Wesker aveva urlato, aveva tentato inutilmente di sfuggire da quell'organismo affamato che lui stesso aveva creato.
 
Albert Wesker era stato l'ultimo.
 
Uroboros l'aveva catturato, stretto fra le sue spire. Tormentato, torturato, Uroboros aveva giocato con la sua ultima preda.
 
Uroboros era l'incarnazione dell'essere che Albert Wesker era davvero , della crudeltà, della malvagità che si nascondevano in quell'uomo che era diventato Dio.
 
Uroboros l'aveva stretto fra le sue spire, ci aveva giocato fino a spezzare del tutto quell'arrogante uomo che era il suo creatore. E poi aveva avuto pietà di lui, e l'aveva divorato. Assimilato.
 
 
Benvenuto nel nostro nuovo mondo
 
 
 
E poi fu solo silenzio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
E con questo epilogo si conclude "That day, he said... yes, Captain." 

Piccola Nota:
Come avete visto all'inizio l'epilogo doveva andare in un altra direzione. Ma mentre scrivevo è partito il brano "Uroboros" di Violamente e l'Epilogo ha preso questa direzione. Spero che vi piaccia.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark

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