Frammenti di ricordi

di Eleanor_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Torta di Mele e Pannolino ***
Capitolo 2: *** Prova così ***
Capitolo 3: *** Asilo ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Promessa ***
Capitolo 6: *** Topo di biblioteca ***



Capitolo 1
*** Torta di Mele e Pannolino ***




 
Torta di Mele e Pannolino
 


Il primo ricordo in assoluto che ho, è quello della torta di mele di nonna Molly.
La nonna faceva spesso quella torta quando eravamo tutti più piccoli, per compleanni, cene di famiglia ed eventi speciali.
Avevo poco più di un anno e mezzo, mio cugino James ne aveva appena compiuto uno e zia Ginny era incinta di Albus. Aveva annunciato la notizia in famiglia e ogni scusa era buona per festeggiare insieme, così la nonna cucinò la torta.
Appena portata in tavola io, mio fratello e James, ci tuffammo sulla crostata divorando la nostra fetta.
Guardai James mentre con le mani paffute si riempiva le guance del dolce, e per la prima volta mi resi conto della sua esistenza.
Lui ricambiò il mio sguardo, sorridendo con l’unico dentino che si ritrovava in bocca.
Poi, una puzza terribile mi giunse al naso, ricordo bene che era disgustoso. Arricciai il naso e guardai la zia Ginny fare lo stesso.
« Puzza. Mamma, c’è puzza » mi rivolsi a mia madre.
Lei mi guardò e rise di gusto, mentre la zia si allontanava con James in braccio, e con loro anche la puzza.
Il mio primo ricordo in assoluto, per precisare, riguarda la buonissima torta di mele della nonna Molly e il pannolino pieno e puzzolente di mio cugino James.
 
 



Note:
Ecco, non ho idea da dove mi sia venuta l’idea di una raccolta. Forse, semplicemente amo la coppia James/Dominique, e avevo voglia di scrivere dei Missing Moments (che comunque hanno a che fare con la storia principale “Our Stories”) di ogni anno della vita di Dominique, che ovviamente hanno a che fare con James.

Spero possa piacervi e vi invito a dirmi che ne pensate, attraverso una recensione, se volete:)
Aggiornerò una volta a settimana, forse anche due, quindi rimanete connessi!
Ellie

 

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Capitolo 2
*** Prova così ***


Prova così
 
James piangeva tantissimo. Ogni volta che veniva dalla nonna, era il momento buono per esibirsi in pianti disperati. Rovesciava la testa all’indietro e smetteva di respirare, finché la zia o lo zio non lo calmavano e gli davano quello che voleva.
Avevo appena compiuto due anni, era la festa per il compleanno mio e di Louis, c’era persino lo zio Charlie con noi, che avrebbe visto me e il mio gemello, i fratelli Potter e Rose per la prima volta.
James aveva perso da poco il suo ciuccio. Amava quel ciuccio alla follia, lo toglieva solo per mangiare, e nessun altro andava altrettanto bene.
Così, una disperata zia Ginny cercava di tranquillizzarlo con carezze e i suoi giocattoli preferiti ma nulla riusciva a farlo smettere.
Quando finalmente si addormentò, la pace sembrava essere stata ritrovata.
Effimero momento che si interruppe nuovamente con i vagiti del bambino.
Mi ero stancata anche io di sentirlo piangere, così mi avvicinai a mio cugino e gli dissi: « Prova così. »
Mi infilai il pollice in bocca e lo succhiai com’ero solita fare ogni volta che mi addormentavo.
James per un po’ pianse poi, però, mi imitò.
Da quel momento in poi, non usò mai più il ciuccio, né pianse per averlo perso.

 

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Capitolo 3
*** Asilo ***



Asilo
 

Papà voleva iscriverci ad un asilo babbano poco fuori Godric’s Hollow, vicino al suo ufficio.
Mamma, invece, preferiva una scuola materna a cinque minuti da Villa Conchiglia, che si trovava al centro esatto del piccolo insediamento abitato vicino alla nostra futura casa.
Le iscrizioni si sarebbero chiuse di lì a un paio di settimane, e i nostri genitori ancora non avevano preso la decisione definitiva.
Mia mamma era al telefono con la nonna francese, stavano parlando velocemente in quella lingua che ancora non capivo e parlavo bene, mentre Louis ed io ci stavamo divertendo a mordere la coda del nostro gatto, sentirlo soffiare e scappare dai suoi artigli.
Il papà ricevette contemporaneamente una chiamata da parte della sua unica sorella, che al tempo era ancora la nostra vicina di casa.
« Nemmeno noi abbiamo deciso. Temo che vincerà Fleur: vuole velocizzare il trasloco per iscrivere i bambini all'asilo vicino alla casa nuova » rispose mio padre, attorcigliandosi i capelli di mia sorella sul dito.
Victoire odiava quando papà lo faceva, e questo lo invogliava ancora di più a punzecchiarla.
« Papi, dove va all'asilo James? » chiesi io.
Non mi rispose e continuò a discutere con zia Ginny.
« Papi, io voglio andare all’asilo dove va Jem Jem » urlai, distogliendo la sua attenzione dalla telefonata.
Rimasero al telefono per parecchio tempo e alla fine, con il consenso di mia madre che era restia a ritardare il trasloco, arrivarono alla soluzione.
James ed io (e anche Louis, ovviamente) saremmo andati allo stesso asilo, quello accanto all’ufficio di mio padre.
Ogni giorno, ci avrebbe portati in macchina lui, e ogni pomeriggio saremmo rimasti tutti e tre con zia Ginny a casa sua, finché mia madre e mio padre non fossero tornati dal lavoro.
Mi sentivo felice come se fosse stata la mattina di Natale.
 

 

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Capitolo 4
*** Gelosia ***



Gelosia


« Vuoi un pezzo di cupcake? L’ho fatto io con la mamma. »
Porsi un pezzetto della mia tortina al mio migliore amico.
Eravamo seduti su un muretto, in attesa dei nostri genitori.
Era un meraviglioso pomeriggio estivo, mancava pochissimo alla chiusura delle scuole e presto ci saremmo goduti i restanti mesi di caldo.
Mia madre si era presa qualche giorno di vacanza per rilassarsi un po’ e sarebbe stata lei a prendere me e mio fratello all’asilo.
Il sopraccitato stava seduto all’ombra di un albero, infastidito come al solito dal sole timido e pigro che veniva occasionalmente coperto dalle nuvole leggere.
Il bambino prese un pezzo del dolce e lo assaporò con gusto.
« Buonissimo! » esclamò.
Ero concentrata sull’esporre al mio amico l’episodio della sera precedente di un cartone che adoravamo e non mi accorsi di James, al fianco di Al, che usciva dalle scuole materne dietro a zio Harry, a una decina di metri da me e il mio amico.
James, invece, mi notò eccome.
Quando terminò l’anno scolastico, io e il mio amico promettemmo di vederci un giorno, per andare assieme in piscina.
Durante tutta l’estate, però, non ebbi sue notizie.
Quando tornai all’asilo per incominciare l’ultimo anno, cercai di parlare molte volte al mio migliore amico. Lui mi evitava, anzi, sembrava avere paura di avvicinarsi a me.
Mi arresi e considerai chiusa la nostra amicizia.
James, un giorno, si interessò di lui e mi chiese notizie. Mi parve molto strano, non si erano mai nemmeno rivolti la parola, e a un tratto sembrava voler sapere tutto del mio amico. Non ci pensai molto, ero solo una bambina, e i bambini sono sinceri e buoni, non pensano alla meschinità o alla cattiveria con cui vengono fatte certe azioni.
« Non siamo più amici. »
Solo qualche tempo dopo, incontrando il mio ex amico alle scuole elementari, e vedendo come lui si comportava in presenza di James, mi venne in mente di chiedere a mio cugino il perché di quella reazione.
Lui, impassibile, mi rispose che non lo sapeva.
Capii, molti anni dopo, che James aveva minacciato il bambino, e lo aveva costretto a non avvicinarsi più a me. Gli dissi che avevo scoperto tutto, che era stato un comportamento senza scrupoli e terribile nei confronti di un bambino di appena quattro anni.
Liquidò il tutto dicendo che era una persona cattiva, che trattava male gli altri bambini, e che non voleva che accadesse anche a me.
Io, invece, consultandomi con Roxanne, compresi che James era semplicemente stato geloso.

 

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Capitolo 5
*** Promessa ***




Promessa
 

Quando avevo cinque anni, per la prima volta i miei genitori decisero di passare le vacanze natalizie in Francia.
Ovviamente avevamo già conosciuto i nonni, ma erano sempre stati loro a farci visita in Inghilterra, invitandoci più volte ad andare a trovarli, un giorno.
Quel giorno era finalmente arrivato, ed io e mia sorella non riuscivamo a contenere l’eccitazione: la mamma ci aveva aiutati a preparare le valige, avevo pianto perché dovevo lasciare a casa i miei adorati camion giocattolo, eravamo andate a comprare un regalo per i nonni e per zia Gabrielle e nel frattempo Louis era rimasto ancorato al suo letto, frignando, non dando ascolto a papà che tentava di tranquillizzarlo e di convincerlo che sarebbe stato un viaggio stupendo.
Non so per quale motivo, ma i miei genitori avevano deciso di viaggiare fino là in aereo; probabilmente io e mio fratello eravamo ancora troppo piccoli sia per la Smaterializzazione, sia per i viaggi a cavallo della scopa.
Il mio gemello era terrorizzato all’idea. Temo avesse guardato qualche film babbano con tema “disastro aereo”, e non aveva nessuna intenzione di allontanarsi da casa nostra.
Zia Hermione disse che ci poteva dare un passaggio in aeroporto, così non avremmo dovuto spostarci in macchina, quindi, quel pomeriggio, Rose, Roxanne e la zia si presentarono davanti a quella che per un solo anno ancora sarebbe stata la nostra casa a Godric’s Hollow.
« Roxy! Rosie! »
La mia cugina minore, con le corte gambe che non arrivavano a malapena alla fine del sedile del passeggero, si girò e mi spiegò il perché di quell’inaspettata ma gradita visita.
« Volevamo salutarti prima che andavi via1 » rise.
Mi accomodai accanto a Roxanne e i miei parenti si sistemarono nei sedili apparsi grazie all’incantesimo che zia Hermione aveva applicato alla sua auto.
Una volta in aeroporto, dopo parecchio tempo perso a causa della neve che ricopriva fitta le strade, salutai le mie cugine.
« Vi prometto che un giorno porterò anche voi con me » dissi, abbracciandole.
“Andremo tutti a casa dei nonni quando saremo grandi. Ci saranno anche Lily, Albus, Hugo. Porterò James, Freddie e Lucy e Molly. Andremo tutti in Francia ” mi ripromisi.
Solo dodici anni più tardi, decidemmo di realizzare quel sogno, quando Fred avrebbe finito i M.A.G.O e Albus e Rose i G.U.F.O.
Come farò a dire loro che dobbiamo annullare tutto perché sto aspettando un bambino?
 
 
 
 
Note:
1) Rose sbaglia i tempi verbali perché ha solo 4 anni, quindi penso sia abbastanza plausibile.
 
Non so, non mi piace granché com’è venuta questa Flash. Sinceramente non sono convinta. Ditemi voi che ne pensate, il riquadro qui sotto è fatto apposta per farmi sapere la vostra ;)
Ellie

 

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Capitolo 6
*** Topo di biblioteca ***


Topo di biblioteca
 

« Non fai altro che passare i pomeriggi sui libri, sei noiosa. »
Mi sentivo dire frasi del genere ogni giorno, quando, a sei anni, scoprii il mondo della lettura.
Non andavo da nessuna parte senza un libriccino sottobraccio, nonostante fossero semplici storielle per bambini.
Era la vigilia di Natale e come sempre, i cugini maggiori si sarebbero fermati a dormire alla Tana.
Per me era la prima notte in assoluto a casa dei nonni, la prima notte che avrei trascorso con i miei cugini, la prima notte senza i miei genitori.
Non ne avevo alcuna voglia, anzi.
Sono sempre stata, e da piccola lo ero ancora di più, una persona molto timida e chiusa in sé stessa, per questo ho avuto pochi amici stretti e non riuscivo ad aprirmi nemmeno con i miei parenti.
James era sempre stato speciale, stavamo crescendo insieme, e ovviamente non esisteva nessun tipo di riservatezza o di imbarazzo tra di noi, quindi era un caso particolare.
Comunque, avevo chiesto alla mamma che non mi costringesse a rimanere a dormire alla Tana, ma lei era stata irremovibile e così avevo dovuto accettarlo a malincuore.
Mi rincuorai sapendo che c’era almeno James.
Il suddetto, però, mi prese in giro tutta la sera, quando mi sedetti in un angolo, a leggere un libro.
Diceva che ero un topo, e io all’inizio ribattei, dicendo che lui era uno scarabeo, di quelli che mangiano la cacca. Lui non si offese, adorava quando lo insultavo perché poi poteva a sua volta farlo con me ed eventualmente darmi la colpa di avere iniziato.
Continuava a ripetermi di lasciare i libri e di non fare il topo con sempre più insistenza, e io non capivo cosa voleva dire, così mi misi a piangere, offesa, e gli diedi uno spintone che gli fece sbattere la testa contro una parete.
Anche lui cominciò a frignare e i nostri genitori ci rifilarono uno schiaffo a testa.
Cosa che ci fece zittire, nonostante continuassimo a guardarci con astio.
« Non dire mai più a tua cugina che è un topo! » sbraitò lo zio Harry.
« E tu non provare ad alzare le mani su qualcuno un’altra volta, chiaro? » mi rimproverò mia madre.
« Perché le hai detto che è un topo? Ti sembra carino? » rincarò zia Ginny, facendomi comparire nuovamente i lucciconi agli occhi.
« Perché è sempre che legge, non si sa divertire. È proprio un topo » spiegò ingenuamente James, che evidentemente non aveva ben capito il vero modo di dire.
« Si dice topo di biblioteca, casomai, Jamie » spiegò fin troppo dolcemente sua madre, che aveva sempre avuto un temperamento estremamente accomodante con suo figlio maggiore.
« Sì, quello. È la stessa cosa » si difese il bambino imbarazzato, alzando le spalle.
Io e James non ci parlammo per un paio di settimane, ma da quel momento in poi, non portai mai più un libro alla Tana.
 
 

Note:
Sono molto in ritardo, essendo stata via per vari motivi, ma comunque ecco qua la sesta Flashfic!
L'ho riletta una volta sola, ma spero che non ci siano errori!
Grazie mille a chi ha messo la mia storia fra le seguite/ricordate e ai lettori silenziosi
Ellie

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