Numenera: Attenti a Quei Tre!

di The_Rolewriters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, Vik. ***
Capitolo 2: *** E' più GRAVE di quanto sembri- Parte 1 ***



Capitolo 1
*** Ciao, Vik. ***


 
Numenera: Attenti a Quei Tre!
Le mirabolanti avventure di Vik, Skal e Sheomi nel Nono Mondo
di Corvo, Drago e Fagiano



"Ciao, Vik."
Nota dell' Autrice: Questo è in assoluto il primo brano che ho scritto per delineare i nostri personaggi. Nelle prime avventure vedremo soltanto Skall e Vik alle prese con la vita di tutti giorni... o meglio: Skall, alle prese della vita con Vik! 


La porta si spalancò bruscamente sbattendo contro la parete, dove la pesante maniglia d’ottone scavò ancora un po’ di più la sua personale fossa nell’intonaco.
La voce strafottente di Skall risuonò nell’ingresso disordinato, mettendo in fuga un ragnetto che fino a un attimo prima stava pacatamente filando la sua tela in un agolo: “Hey, Vik! Sei riuscito a non far saltare in aria nulla anche oggi, vecchio capoccione?”
Attutito dalla porta semiaperta, arrivò la distratta risposta dello scienziato: “Chiudi piano la porta”
Skall la sbattè di malagrazia facendo tremare la cornice, dalla quale cadde un po’ di polvere, qualche insettino distratto e un sottile cavo inguainato alla bell’e meglio.
La ragazza si chinò a raccoglierlo, sbuffando. Ma guarda te questo strambo dove molla le cose…
Entrò nel soggiorno adibito a laboratorio (come qualsiasi altra stanza della grande casa, d’altronde) scostando con la punta dello stivale bulloni e viti abbandonate sul pavimento.
“Vik! Quante volte ti ho detto di non lasciare shint in giro? Come accidenti hai fatto a farlo arrivare in cima alla porta questo?” chiese brusca, agitando il cavetto davanti al naso del tech… che non diede segno di aver sentito nulla.
Spazientita, Skall gli afferrò il mento con le sue dita forti, costringendolo a voltarsi e guardarla in faccia.
Gli occhi assurdamente ingranditi dalle lenti si strinsero di colpo, disturbati dalla luce della finestra alle spalle della donna.
“Allora” continuò lei “Hai capito?” gli disse, agitando nuovamente il cavo colorato davanti agli occhi del suo strambo amico.
Lui afferrò casualmente uno straccio dal tavolo e lo passò ripetutamente sulle lenti emisferiche dell' assurdo visore caleidoscopico che indossava per pulirle dalle molte ditate di grasso e chissà che altra schifezza, mettendo a fuoco con un po’ di difficoltà l’oggetto che sventolava davanti a lui.
“mmhm. Si. Shint. Non sopra la porta. Ricevuto” rispose distratto, cercando di voltare di nuovo il capo per tornare al suo lavoro.
“Non ho finito con te!” ribattè lei, trattenendolo con forza.
Vik sbuffò. Che altro voleva quella donna?
“Hai mangiato?” 
L’uomo scosse la testa “Boh… si, forse… no… non so” borbottò, con la bocca impastata dall’evidente disidratazione mentre lottava per sfuggire alla presa d’acciaio.
Skall lo lasciò finalmente andare, ponendo le mani sui fianchi e scuotendo la testa con disappunto.
“Sempre il solito! Se non ci fossi io finiresti ammazzato o inglobato dalle tue diavolerie”
Si fece largo verso la cucina, dove su un vassoio radunò una brocca d’acqua (non sarebbe mai riuscita a convincere lo strambo scienziato ad usare dei bicchieri, ormai se ne era fatta una ragione), un piatto con qualche rimasuglio del pranzo, qualche fetta di pane e un po’ di formaggio.
Osservò bene il contenuto del vassoio per assicurarsi che non ci fosse finito in mezzo qualche Crypto casuale lasciato in giro dall’amico, poi annuì soddisfatta e tornò in soggiorno, dove il compagno era tornato a lavorare chino sul tavolo, come se lei non fosse mai entrata.
Senza troppe cerimonie, Skall liberò il tavolo spostando con un braccio qualsiasi accidente a cui stava lavorando l’uomo.
Vik alzò subito la testa, infastidito.
“Hey! No, no, piano! Diamine donna, che accidenti fai!” cominciò a strepitare mentre cercava di impedire che il suo lavoro cadesse a terra.
Lei non gli badò, finì di sgomberare il tavolo e finalmente vi posò il vassoio.
Quello strambo di Vik però era parecchio indispettito e stava continuando a borbottare maledizioni contro di lei, irritato.
Skall scosse la testa… c’era un solo modo per farlo mangiare.
Afferrò la sedia e la ruotò bruscamente finché non si trovò a fronteggiare il compagno seduto che ancora non la degnava di uno sguardo. Senza lasciar spazio ai convenevoli si sedette a cavalcioni sulle sue ginocchia, assicurandosi di avvicinarsi il più possibile al cavallo dei suoi pantaloni (perennemente slacciati).
A quel punto Vik alzò gli occhi per lo meno fino all’abbondante petto di Skall che adesso sballonzolava pochi centimetri sotto il suo mento.
La donna si tolse i guanti, li posò insieme sul tavolo e poi afferrò un pezzo di pane e formaggio. Tornò a voltarsi verso il compagno “Adesso apri la bocca…” gli disse, infilandogli il boccone fra i denti con le sue dita.
Senza spostare lo sguardo dal suo petto, Vik cominciò a masticare.
“Bravo il mio strambo” lo premiò lei, slacciando con dita abili la cinghia degli occhialoni da laboratorio e liberandogli il viso da quell’igombro.
Lo scienziato emise un borbottio di protesta, che Skall bloccò prontamente con un altro boccone.
Attorno agli occhi di Vik c’era ben impresso il segno rosso degli occhialoni, attorno ai quali qualcosa di scuro, forse fuliggine, aveva lasciato lo stampo.
Skall prese una pezzetta, la bagnò e cominciò a strofinare per pulirlo alla bell’e meglio, interrompendosi ogni tanto per ficcare un altro pezzo di cibo in bocca a Vik.
Come al solito, dopo aver lavorato tutto il giorno, il suo amico regrediva a quello stato semi-infantile che persisteva per un po’ dopo anche dopo che lei lo interrompeva bruscamente. A volte restava così ipnotizzato dal suo lavoro che lei doveva picchiarlo… altre volte ancora si trovava “costretta” a ricorrere a metodi ben diversi.
Un po’ alla volta il volto di Vik tornò ad essere umano, lei gli riavviò i capelli spostandoli dalla fronte e subito apparvero i suoi grandi occhi da rettile, chiari e disorientati.
Adesso aveva addirittura cominciato a mangiare da solo.
Skall si alzò da lui, guardandolo soddisfatta. L’uomo alzò la testa.
“Oh, ciao Skall. Bentornata!”
Lei gli sorrise, dandogli un buffetto sulla guancia.
“Ciao Vik”.




FAQ: cosa sono i "Numenera"- si tratta di residui tecnologici (ad.es. una bomba, una torcia, cose assurde di vario genere) di un'era precedente e ipertecnologica.
Cosa sono i "Crypto": sono numenera monouso. SE riesci ad attivarli, li usi e poi li butti. Tendono ad entrare in conflitto fra loro, dunque p meglio non portarne MAI più di due/tre per volta o... beh... tendono a succedere brutte cose...
Cosa sono gli "Arcani": Crypto che non si rompono dopo un solo uso.

Shint: pezzi tecnologici di metallo usati come moneta corrente. Possono essere cavi, schermi, chip, quasiasi cosa.
 

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Capitolo 2
*** E' più GRAVE di quanto sembri- Parte 1 ***


Numenera: Attenti a Quei Tre!
di Drago, Fagiano e Corvo



E' più Grave di quanto sembri!- I
Nota dell' Autore:Un'altra avventura con protagonisti Skall e Vik, stavolta divisa in due parti Come per il primo racconto, se trovaste termini strani le note sono in fondo al capitolo: buona lettura!
Fagiano



Il sole stava sorgendo sulle colline e soffiava una lieve brezza proveniente dall’oceano, a ovest.
Skall era già in piedi, sveglia e reattiva abituata com’era alla vita di caserma. Iniziò immediatamente a preparare il suo corpo con la solita routine di esercizi, ignorando Viktor che in quel momento usciva strisciando e sbadigliando dalla tenda nella quale avevano passato la notte.
Il tech rimase seduto accanto a quello che restava del falò della sera prima ancora a metà tra il sonno e la veglia, aspettando che Skall finisse i suoi esercizi.
“Allora Vik… siamo pronti?” chiese mentre era intenta a fare flessioni.
“ZzzzzzmmmMMHH SI!” esclamò lui, aprendo di colpo i suoi curiosi occhi da rettile.
Lei si alzò e si asciugò il sudore dalla fronte.
“Bene, facciamo colazione e studiamoci questa dannata mappa” disse senza troppo entusiasmo.
Quella missione rappresentava per la Glaive una gran perdita di tempo, ma Viktor era stato tremendamente insistente.
Aveva preso accordi, come  e quando lo ignorava, con un suo “collega” di Rarrow. Già solo il nome di quella città la indisponeva.  Era in effetti un posto con una curiosa fama, lì vi si rifugiavano ladri e mercanti senza scrupoli che si approfittavano delle leggi vigenti, non troppo rigide sulla permanenza in città e su cosa venisse considerato “legale” o meno vendere. E il fatto che Viktor, il suo strambo, avesse a che fare con quella città e con questo misterioso collega tech le faceva venire i brividi, per questo si era offerta di accompagnarlo.
Il “lavoro” che il tech aveva accettato di svolgere doveva essere un “semplice recupero” da alcune rovine nella penisola di Scorpion’s Reach. Più Viktor cercava di minimizzare l’importanza e i pericoli dell’incarico più Skall si preoccupava.
Il fatto che il suo strambo avesse messo nei bagagli parecchi Crypto orientati al combattimento era un’ulteriore prova a sfavore di Viktor, ma ormai, si diceva era in ballo e tanto valeva andare fino in fondo.
“T-ti assicuro che ne varrà la pena! Faremo un sacco di soldi e-e-e potremo accedere a m-merci esclusive! Pensa a quante belle armi potrai comprarti f-farai un figurone in caserma!” balbettava il tech mentre srotolava la mappa su cui era segnato il punto preciso dove giacevano le rovine.
Skall emise un lungo sospiro e si misero in cammino.
Dopo qualche ora videro finalmente la loro meta stagliarsi all’orizzonte e si avvicinarono di corsa. Una volta arrivati più vicini si fermarono ad ammirare quel monumento di epoca così lontana da essere difficilmente immaginata.
Della struttura metallica, alta all’incirca cinque piani, restava solo uno scheletro di metallo vagamente giallognolo. Le pareti mancavano totalmente in parecchi punti o erano deformate, come se qualcosa le avesse letteralmente sciolte, rivelando la spoglia struttura interna di quella curiosa e affascinante rovina.
O almeno questo era quello che Viktor riusciva a vedere, dato che Skall era molto occupata a contare gli scheletri sparsi a diversi metri dall’ingresso.
“Vik, dove stracavolo mi stai portando? Guarda quei poveracci che fine hanno fatto!” lo bacchettava Skall tirandolo per un braccio “alcuni hanno ancora i vestiti addosso! Ti rendi conto?”
“Skall, Skall, Skall, Skall…” cinguettò il tech “devi avere un po’ di fiducia… se non in me almeno nei numenera che ho portato. Devi fidarti, ho studiato questo piano fin nei minimi dettagli…”
Le giustificazioni di Viktor però non fecero altro che far sospirare la Glaive.
“O-osserva Skall! Q-questo posto ha delle guardie vedi?” disse passandole le sue strane lenti.
Skall ormai conosceva quel dispositivo ottico da tempo, lo regolò sui valori dei propri occhi e guardò bene il portellone di ingresso.
Tre creature erano a guardia dell’ingresso della rovina, pesantemente armate e dall’aspetto solo vagamente umano.
“E QUELLI che diavolo sarebbero Vik? Vuoi sul serio metterti contro delle… cose del genere? Dammi retta andiamo a casa prima di combinare altri casini, non ne posso più delle tue stramberie!”
“A-a-ascolta Skall! Con questi ce la caveremo… non ti agitare” disse consegnandole due Crypto dall’aria molto sospetta.
Il primo era una siringa dalle dimensioni e dalla forma troppo strana per essere maneggiata con cura da mani umane, l’altro era un curioso cristallo rossiccio al cui interno sembravano agitarsi delle granulose particelle più scure.
“A-anzitutto non devi preoccuparti. Gli Oorgoliani non iniziano mai a sparare senza prima avvertire… l’ho letto sul diario di un esploratore… storia lunga, ti spiegherò i dettagli dopo… insomma, la morale è che quegli scheletri ci rivelano fino a dove i soldati ritengono di e-essere minacciati”
Skall gli diede uno sguardo eloquente, per nulla convinta delle spiegazioni di Viktor. Quei numenera imbracciati da tali “Oorgoliani” avevano tutta l’aria di essere armi, armi estremamente pericolose.
“E sentiamo, una volta che ci siamo avvicinanti senza farci sparare addosso per miracolo cosa avresti in mente, genio?”
“Ecco. Te lo dico subito… non ti arrabbiare… ho portato dell’esplosivo”
Skall impallidì, poi improvvisamente sollevò il tech per il bavero del suo abito da viaggio.
“NO NO NO NO SKALL LO DEVI USARE TU NON TI ARRABBIARE TI PREGO”
Nella mente di Skall si avvicendavano rapidamente i ricordi di tutte le cose (e a volte anche persone) fatte esplodere “per la scienza” dal suo amico Tech, che ora per l’ennesima volta violava il suo ordine di smetterla di giocare con quelle armi terribili.
“Dammi subito quell’affare, ce ne torniamo a casa ADESSO”
“No ti prego Skall, ci siamo quasi! È semplicemente un dispositivo sonico! Non esplode normalmente! Lo giuro”
Skall prese lo strano dispositivo di forma rettangolare e lo ripose nella propria sacca.
“Che diavolo ti salta in mente! Sonico o meno SAPEVI che non dovevi portare esplosiv”
Uno sparo li interruppe, attivando i riflessi fulminei della Glaive che trascinò Viktor con sé dietro una grande roccia.
“E-ecco, come dicevo, gli Oorgoliani solitamente avvertono prima di c-combattere”
“MALEDIZIONE VIK, in cosa mi hai trascinato?”
Altri boati fecero zittire entrambi, mentre i proiettili aprivano piccoli solchi nel terreno vicino alla roccia dove erano rifugiati.
“S-Skall ti prego dammi retta. Usa la siringa che ti ho dato e l-l-lancia quel dispositivo sonico! È l’unico modo!”
La Glaive imprecò ad alta voce, mentre prendeva da una tasca la misteriosa siringa.
“Se da effetti collaterali giuro che…” disse mentre si iniettava il misterioso contenuto su una spalla.
Il Tech nel frattempo stava programmando il dispositivo.
Improvvisamente smise di parlare. Le pupille di Skall si chiusero quasi completamente mentre il cuore aumentò a dismisura il ritmo. La scarica di adrenalina potenziò come mai prima i suoi muscoli. Scattò in piedi e corse tuffandosi dietro ogni roccia per avvicinarsi all’ingresso senza venir colpita dalle creature.
Quando fu sicura di essere alla giusta distanza lanciò con tutta la potenza muscolare che aveva quel dannato crypto, che aveva nel frattempo iniziato a vibrare e ad emettere un fischio fastidiosissimo.
Il dispositivo atterrò precisamente in mezzo ai 5 soldati, ancora intenti a tenere sotto tiro e a fare fuoco al minimo segno di movimento.
Il dispositivo emise un’esplosione contenuta, ma il rumore assordante, prolungato e acuto che emise costrinse Skall a tapparsi subito le orecchie.
Poi il silenzio.
Skall si sentì cedere le gambe e si riposò dietro un grosso pezzo di lamiera. Quella maledetta sostanza aveva fatto compiere al suo organismo uno sforzo prolungato e innaturale e ora la stanchezza l’aveva colpita tutta insieme. Si prese alcuni minuti per riprendersi, mentre Viktor da lontano le faceva segno che tutto era andato secondo i piani.
“Se non fossi così stanca ora ti picchierei” borbottò, mentre lo strambo si avvicinava in tutta tranquillità.
Pochi minuti dopo i due erano in mezzo ai corpi bio-meccanici dei loro avversari.
“Sparavano solo per avvertimento eh?” disse stizzita “Non voglio neanche sapere cosa sono questi… esseri, danno i brividi”.
“T-tranquilla, sono completamente disattivati te lo assicuro. Gli Oorgoliani comunicano tramite complessi segnali sonori e onde radio… disturbando abbastanza questi segnali si possono causare malfunzionamenti… in questo caso, con un’esplosione sonica c’è stato uno spegnimento forzato dei loro cervelli! I miei calcoli si sono rivelati esatti”
Skall però aveva smesso di seguire le sue strane spiegazioni da Tech già da subito, essendo più interessata alle armi di quelle inquietanti creature alte più di due metri.  Nonostante quei corpi “addormentati” abbondassero di curiosi numenera, l’attenzione della Glaive fu attirata da quelle armi misteriose che avevano usato contro di loro.
“Vik, che diavolo è questo affare? Sembravano usarlo come una balestra o un lancia-spine, ma non sono riuscita neanche a vedere i proiettili!”
Skall imbracciava e ammirava quella curiosa arma lunga quanto un’alabarda e altrettanto pesante, mentre Viktor si mise ad armeggiare in fretta sui corpi.
“ Accidenti! Portavano un sacco di Crypto! Oh, se solo avessi il tempo di analizzarli tutti!”
“Ci penseremo dopo” rispose Skall, tornando con i piedi per terra “Potrebbero essercene degli altri dentro le rovine, raccogliamo quello che ti sembra più utile e muoviamoci”

Skall non realizzò subito la pessima scelta che aveva fatto, anche perché Viktor le diede un numenera raccolto senza dirle nulla.
Ovviamente, in previsione di altri scontri, il Tech aveva raccolto gli esplosivi con cui erano equipaggiati i nemici, ma non se la sentì di dirlo subito alla sua compagna di disavventure.
“Allora strambo, come lo apriamo questo dannato portellone?”
Viktor non se lo fece ripetere due volte e  iniziò a cercare un pannello di controllo per quella porta d’acciaio, ma senza fortuna.
“Sfortunatamente sembra che questo ingresso si apra solo dall’interno… doveva essere un’ulteriore misura di sicurezza…”  sospirò Viktor “ma per nostra fortuna il tempo ci ha dato una mano…” disse indicando una delle tante cavità nell’acciaio della struttura.
Skall sbuffò e tirò fuori dal suo kit d’esplorazione una corda legata a un rampino.
Lanciò e si assicurò che il tutto fosse stabile, mentre Viktor analizzava rapidamente il crypto raccolto, assicurandosi che fosse un esplosivo come credeva.
“Hey, qui è tutto pronto, vedi di non cadere e romperti l’osso del collo… che stai facendo con quell’affare?”
“Io? Niente. Era solo per capirne un po’ di più”
“No caro, quella era la tua classica faccia che fai quando raccogli dei crypto esplosivi!”
“Io? Ch-che faccia farei io s-scusa?” rispose nervosamente.
Skall sbuffò “E fammi indovinare, anche il mio è un esplosivo?”
“Si…”
“Un classico”
“… a naniti” bisbigliò con tono colpevole.
“Non ho neanche più la forza di arrabbiarmi, tieni quel maledetto esplosivo e usalo SOLO in caso di pericolo ESTREMO” disse scandendo bene le parole.
“S-si Skall…”
Una volta arrampicatisi fino al secondo piano trovarono una grande stanza piena di macerie e detriti metallici ad attenderli, tanto da rendere difficoltoso il camminare.
“Cerchiamo quella dannata porta, così avremo una via di fuga più sicura in caso le cose si mettessero male” brontolò Skall.
Attraversarono le stanze della struttura e scesero con molta prudenza per evitare di venire di nuovo colti di sorpresa da altre creature.

Tornarono alla porta d’ingresso e Vik, dopo diversi minuti riuscì a trovare i comandi meccanici in grado di aprirla.


“Allora, questo numenera che stiamo cercando per il tuo misterioso amico… hai idea di dove possa trovarsi?”
“Mmmh, è un oggetto da tenere sospeso tra particolari maglie con matrici energetiche che…” si fermo, vedendo che Skall aggrottava la fronte dato che non stava capendo un accidente del forbito linguaggio del Tech.
“Insomma” tagliò corto “è sicuramente in qualche sotterraneo di questa struttura”.
“Oh, buono a sapersi! E adesso dovremmo farci sparare addosso per un’intera giornata alla ricerca di un qualche sotterraneo in questa enorme rovina? Dannazione Vik, non hai qualche aggeggio che possa darci una mano?”
“Beh… aspetta! Ho un’idea!”
Viktor estrasse un Crypto dalle proprie tasche e lo ripose con cura in mezzo ad alcune macerie vicine al portellone d’ingresso. Skall sapeva bene cosa voleva dire quel gesto, dato che raccogliere troppi numenera e tenerli tutti insieme rappresentava un rischio che nessuno avrebbe mai voluto correre, troppe erano le storie di persone orribilmente mutate, menomate o semplicemente… scomparse nel nulla per dei crypto entrati in risonanza nella maniera sbagliata.
 Vik fece cenno all’amica di seguirlo e tornarono tra i corpi dei soldati.
“Qui c’è sicuramente un Crypto che fa al caso nostro! Dov’era… oh eccolo!”
“Vi prego, divinità del cielo, fate che non sia l’ennesimo esplosivo…” pensava Skall tra sé e sé
Viktor prese la misteriosa scatola metallica da uno dei corpi e utilizzò i propri naniti, emessi direttamente dal suo corpo, per analizzare quell’oggetto.
Scoprì che la propria intuizione era giusta e aprì il contenitore. Il farmaco contenuto all’interno, sotto forma di minuscole compresse, aveva una chance di garantirgli la conoscenza di cui aveva bisogno in quel momento.
Ingerì alla svelta una manciata di pillole e ne attese gli effetti.
Skall si preoccupò non appena vide il suo amico ridacchiare, agitarsi e farfugliare cose incomprensibili con le pupille dilatate.
“CI SONO! HO LA SOLUZIONE AHAHAH SONO UN GENIO!” diceva saltellando, mentre Skall cercava di tenerlo per un braccio.
Dopo essersi calmato, Viktor tirò fuori i suoi attrezzi da lavoro e iniziò senza troppe cerimonie a sezionare i resti di un soldato Oorgoliano.
Per comodità ne staccò direttamente la testa e se la portò insieme a Skall in una spaziosa stanza all’interno della struttura.
Dopo circa un’ora di esperimenti sul cervello biomeccanico del soldato, Viktor chiamò l’amica.
“Ecco fatto! Guarda!”
Il cervello, una massa deforme e rosea punteggiata da circuiti e cavi era orribilmente attaccata a un manico in Synth e un piccolo dispositivo che emetteva suoni intermittenti.
“È orribile, ma comunque per i tuoi standard ci è andata bene…” disse laconica Skall “Allora, che diamine fa questo affare? Come troveremo il numenera con questo?”
“È molto semplice. Gli Oorgoliani seguono da tempo immemore i loro ordini, sono truppe dopotutto. Ho fatto entrare in risonanza questo dispositivo con le onde cerebrali che…”
Skall sbadigliò
“Suona il cicalino se siamo nella direzione giusta” disse Viktor, leggermente contrariato dal fatto che la sua amica non aprezzasse la bellezza della scienza dei numenera.
Seguendo il rumore prodotto dal dispositivo ogni volta che andavano nella giusta direzione trovarono in pochi minuti l’ingresso per i sotterranei. Scesero diverse rampe di scale e alla fine, dopo un lungo corridoio su un unico ed enorme ambiente semibuio.
Era un ambiente freddo e semibuio, l’unica luce veniva dall’altro lato della lunga stanza da due grandi pilastri che spuntavano dal pavimento e indirizzavano fasci di energia bluastra su una specie di altare metallico in mezzo a loro.
A fare la guardia a questo strano dispositivo c’erano altri 4 soldati bio-meccanici.
“Maledizione, ci hanno visto!” esclamò Skall, trascinandosi Vik dietro l’ingresso della stanza.
Ne seguì immediatamente una raffica di colpi che aprirono diversi fori nel muro alle loro spalle.
“U-usiamo gli esplosivi ora? Possiamo?” chiese Viktor rannicchiato dietro a Skall.
“Si, dannazione!”
Mentre Viktor preparava gli esplosivi per Skall, la Glaive decise di provare l’arma raccolta prima.
Attese una pausa tra le raffiche e prese la mira come se stesse usando la sua balestra.
Il rinculo dell’arma la sorprese facendola trasalire, mentre uno dei nemici veniva colpito senza sembrare particolarmente ferito.
“Eccoli Skall! Lancia!”
La Glaive non se lo fece ripetere due volte, afferrò la strana lattina di metallo rosso e nero e lanciò con la solita precisione.
Al primo boato seguì un fruscio tremendamente familiare… naniti rossi, simili al terribile vento di ferro, volavano come uno sciame di insetti aggredendo le parti metalliche di quegli esseri e deformandoli orribilmente.
Skall rimase impressionata dai rumori metallici, simili a grida di dolore emesse dalle creature, torturate ma non ferite mortalmente da quello sciame maledetto.
“Vik… per gli Dei è orribile!”
“Usa questo! Dobbiamo finirli ora o si rialzeranno in piedi!”
Lanciò il secondo esplosivo, che emise un bagliore biancastro e accecante.
Dopo qualche istante di silenzio i due si riaffacciarono.
Degli esseri biomeccanici restavano soltanto residui di metallo deformato e cenere biancastra.
Skall sospirò profondamente.

“Andiamo a prendere questo dannato numenera. E da adesso in poi BASTA con le bombe, promettimelo”.
“S-si Skall… promesso, ma ora h-ho bisogno che aspetti qui”
“Sei impazzito? E dovrei lasciarti solo con quei… pilastri che sembrano così pericolosi?”
“Fidati… sarebbe meglio se tu non vedessi…”
“Piantala e andiamo!”
Viktor si avvicinò con prudenza all’altare e vi trovò sopra diversi pulsanti e leve. Dopo qualche minuto di analisi con i naniti riuscì a decifrare di nuovo i comandi e attivò un meccanismo che fece apparire letteralmente dal nulla un piccolo contenitore cubico e trasparente sopra l’altare.
Skall attendeva impaziente, a qualche passo di distanza più indietro e vide solo il suo strambo attivare un Crypto che non aveva ancora mai utilizzato per tutto il loro viaggio, un contenitore con un beccuccio in grado di spruzzare una sostanza violacea dagli effetti, almeno a lei, sconosciuti.
Poi il Tech prese un sacco e vi mise dentro il misterioso numenera, senza mostrarlo a Skall.
“Hey, abbiamo rischiato il collo per venire qui, se non altro mostrami per cosa abbiamo fatto tutta questa fatica!” disse Skall stizzita, bloccandosi poi dopo aver notato che l’oggetto nel sacco… galleggiava.
“Ok… ma io ti ho avvertito… Ecco! Ho dovuto usare uno spray anti-gravità abbastanza raro, ma ne è valsa la pena!”
Dal sacco Viktor tirò fuori il cubo trasparente, che ora galleggiava privo di gravità.
La cosa che sconvolse Skall però era ciò che si trovava dentro al cubo.
Era una piccola sfera del tutto simile a un pianeta, con laghi, montagne e città sconosciute. Era meraviglioso e terribile allo stesso tempo, ma non si rendeva conto del perché.

“Sbrighiamoci Skall, dobbiamo riportalo dove era prima, tra le stelle”.



 FAQ
Tech-
 è una "classe" del gioco: i tech sono gli individui che capiscono che effettivamente la magia in realtà è scienza e la studiano. Sono una sorta di maghi-scienziati
Glaive- è, semplicemente, la classe che mena.

Naniti: sono la tecnologia alla base di ciò che in Numenra è, agli occhi di tutti tranne che dei Tech, magia. Si tratta di robo-computer di dimensioni cellulari che permeano qualsiasi cosa, talvolta
anche il genoma di creature viventi (caratteristica molto frequente nei Tech)

Numenera- si tratta di residui tecnologici (ad.es. una bomba, una torcia, cose assurde di vario genere) di un'era precedente e ipertecnologica.
Crypto- sono numenera monouso. SE riesci ad attivarli, li usi e poi li butti. Tendono ad entrare in conflitto fra loro, dunque p meglio non portarne MAI più di due/tre per volta o... beh... tendono a succedere brutte cose...
Arcani: Crypto che non si rompono dopo un solo uso.
 

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