Voglia di crescere..... di Marzia1969 (/viewuser.php?uid=58654)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bye Bye Hazzard... ***
Capitolo 2: *** Due amori di cugini.... ***
Capitolo 3: *** L'arrivo a Miami... ***
Capitolo 4: *** Rivelazioni.... ***
Capitolo 5: *** In trappola..... ***
Capitolo 6: *** Soldi sporchi.... ***
Capitolo 7: *** Rebecca... ***
Capitolo 8: *** Arriva Luke... ***
Capitolo 9: *** La triste verità.... ***
Capitolo 10: *** Tutto è bene ciò che finisce bene... ***
Capitolo 1 *** Bye Bye Hazzard... ***
rieccomi
a scrivere una fanfic sui miei amati Dukes, dopo molto, molto tempo.
Purtroppo
questo ritardo è dovuto al fatto che sto vivendo un periodo
al lavoro (periodo
che ormai si protrae da oltre due mesi!), veramente
insostenibile…. Mi sono
rimessa a scrivere anche per dissociarmi dalla mia situazione attuale.
Spero vi
piaccia la mia storia
HAZZARD MEZZANOTTE
Tutto tace in casa Duke; anche se
è sabato sera ed è piena
estate, piove a dirotto, così Bo, Luke e Daisy decidono di
rimanere a casa: Bo
e Luke non hanno voglia di uscire e Daisy è raffreddata,
perciò ha chiesto un
giorno di permesso a Boss….
Zio
Jesse si è addormentato da un bel pezzo; dalla stanza di
Daisy non provengono
rumori, solo nella camera dei due leggendari cugini
c’è una certa
inquietudine….
Luke
come al solito si gira e rigira e rigira nel letto prima di prendere
sonno (è
un’abitudine che gli è rimasta dal Vietnam quando
non riusciva ad addormentarsi
per paura di un’incursione nemica), ma nemmeno Bo, che
solitamente dopo cinque
minuti che si trova in posizione orizzontale si addormenta come un
sasso, non
riesce a dormire…..
E’
stranamente nervoso e preoccupato: ha 24 anni, è di una
bellezza pazzesca che
sboccia ogni giorno di più ed ha successo in tutto quello
che fa: vince ogni
corsa, conquista ogni ragazza, è sempre di ottimo
umore….
Ma
da un po’ di tempo sembra un'altra persona: il suo bellissimo
sorriso viene
spesso offuscato da uno sguardo triste, si chiude spesso in casa e,
cosa più
importante, non ne parla a nessuno, nemmeno a Luke, con il quale divide
praticamente tutto da quando è nato….
Quella
notte poi è veramente penosa: sarà il clima
uggioso, saranno le preoccupazioni,
insomma….Bo non riesce a prendere sonno.
Così,
decide di “sfogarsi” con Luke…
“Ehi
Luke, vuoi svegliare tutto il vicinato, bestiame compreso, continuando
a
rigirarti nel letto? Non riesco ad addormentarmi se non stai
fermo!!!!”
“Cugino,
a parte che noi non abbiamo vicini, bestiame compreso, dato che la
fattoria è
isolata, ma da quando non riesci a dormire perché io mi
rigiro nel letto? Da
che sono tornato dal Vietnam non riesco a prendere sonno subito, eppure
tu non
te nei sei mai accorto…. Cos’è questa
novità?” – incalza Luke….
“E’….che
sono preoccupato….Ho un sacco di cose a cui
pensare….” – risponde Bo…
“Ah
sì, un sacco di cose a cui pensare, tipo con quale delle tue
amichette uscirai
questa sera, che scusa dovrai inventare per non uscire con la stessa
ragazza
due sere consecutive, etc. Eh sì…pensieri
terribili su cui c’è da perdere il
sonno” – aggiunge Luke in tono non molto
amichevole….
“E’
inutile che sfotti cugino. Questa volta è una cosa seria:
vedi me ne voglio
andare da Hazzard”.
Luke
per poco non cade dal letto….
“Dì
un po’, ma sei impazzito? Che idea è questa? Noi
siamo nati qui, ci sono le nostre
radici, la nostra casa, la nostra famiglia ed ora tu vuoi andartene???
Cos’è
questa storia e soprattutto, perché non me ne hai parlato
prima? E dove
vorresti andare?”
“Luke,
cerca di capire: tu SEI il mio eroe, hai combattuto in Vietnam, quando
io e Daisy
eravamo piccoli, anche se tu stesso eri poco più che un
bambino, ti sei sempre
fatto in quattro per accudirci. So che a volte mi consideri una persona
superficiale, ma non ho mai dimenticato quando passavi le notti intere
seduto
vicino al mio letto, perché avevo la febbre alta e poi il
giorno dopo ti
addormentavi a scuola, perché non avevi dormito per niente.
Ricordo quando
tornavi con la nota della maestra sul diario e non dicevi a zio Jesse
che ti
eri addormentato perché avevi vegliato tutta notte per
curarmi….Beh, adesso
tocca a me dimostrare quanto valgo….ecco perché
voglio trasferirmi in Florida…
Sai,
durante una corsa, ho conosciuto un ragazzo che abita da quelle parti
e, senza
dirvi niente, gli ho chiesto se poteva trovarmi un lavoro….e
lui me l’ha
trovato….”
“E
che genere di lavoro ti ha trovato, scusa?” –
chiede Luke.
“Istruttore
di nuoto. Ricordi che io sono sempre stato molto più in
gamba di te in questo
sport, perciò ho deciso di farne la mia professione, almeno
momentaneamente.
Che ne dici?’”
Luke
non risponde: è quasi disperato….Bo è
sempre stato il suo fratellino da
accudire e da tenere sott’occhio, non gli va che si
allontani. E poi la
Florida, per gente come i Duke che non possono certo permettersi un
biglietto
aereo, è davvero dall’altra parte del
mondo….
“Luke,
non mi hai sentito? Ti ho fatto una domanda: che ne dici del mio
trasferimento
in Florida? Mi aiuterai a dirlo a zio Jesse e Daisy?”
“Certo…”
Luke
non va oltre quelle cinque lettere: è troppo impegnato a
trattenere le
lacrime….
“Senti
Bo,la notte porta consiglio; cerchiamo di addormentarci, a tal
proposito ti
prometto di non rigirarmi continuamente nel letto….magari
domattina avrai
cambiato idea”…
“No
Luke, questa volta sono deciso…”
Il
mattino seguente, come al solito, è Luke il primo dei due a
svegliarsi: va in
cucina, dove Daisy sta già preparando la colazione e dove,
vedendo i bellissimo
occhi blu del cugino cerchiati di occhiaie, si rende conto che qualcosa
non va…
“Che
c’è Luke?” – chiede
Daisy…
“Chiedilo
a Bo” – risponde Luke che non ha molta voglia di
parlare.
Nel
frattempo il minore dei Duke che, come il cugino, ha due grandi
occhiaie, si
reca in cucina insieme a zio Jesse, il quale si rende conto dello stato
in cui
si trovano i suoi ragazzi….
“Beh,
che avete voi due? Avete litigato un'altra volta?”
– chiede zio Jesse.
“No
zio” – risponde Bo, cominciando a raccontare la sua
storia…..
Daisy,
appena saputa la novità, scoppia in un pianto a dirotto..
“Non
puoi andartene Bo, sei il nostro cucciolo….Zio Jesse, Luke,
ditegli qualcosa
per fargli cambiare idea vi prego……
“Ci
ho già provato tesoro, ma senza successo”
– sono le parole di Luke….
“Daisy,
cara, arriva il momento nella vita in cui un uomo deve seguire il suo
istinto:
evidentemente quel momento è arrivato per Bo. Non dobbiamo
disperare, ma
stargli vicino ed augurargli buona fortuna” – sono
le parole del patriarca…..
“Quando
pensi di partire figliolo?”
“Fra
3 giorni zio… perciò ho pensato durante questo
breve periodo di non muovermi di
casa, così potrò godermi la mia famiglia fino
all’ultimo
Grazie
come al solito a chi vorrà leggere e
recensire.....
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Capitolo 2 *** Due amori di cugini.... ***
Come promesso, Bo passa i tre
giorni successivi insieme
alla famiglia, sbrigando addirittura quelle faccende di cui non si era
mai
occupato prima, tipo aiutare Daisy a rifare i letti, spolverare, etc.
Vuole lasciare di sé il
ricordo di un uomo ormai maturo e
non di un ragazzino stupido che, al limite, nel caso in cui commetta
qualche
sciocchezza, va a piangere dai cugini più grandi….
Zio Jesse e Daisy apprezzano molto
questo modo di fare di
Bo, anche se sono dispiaciuti del fatto che 3 giorni passano alla
svelta e che
presto, il bellissimo cugino più giovane dovrà
andarsene….
Già….zio
Jesse e Daisy….perché Luke, da quando ha saputo
che Bo vuole partire, sembra sparito dalla circolazione: la mattina non
si
presenta a colazione, non va a lavorare i campi, a pranzo e cena manca
e non
dorme alla fattoria…..
Bo è dispiaciutissimo di
questa cosa: ma come, Luke, il
suo cugino maggiore, il suo fratellone a cui ha sempre confidato tutto,
che gli
è sempre stato vicino, che l’ha sempre sostenuto e
difeso davanti a tutti, ora,
proprio nel momento in cui ha più bisogno di
lui…..sparisce…..
“Zio Jesse, Daisy,
dov’è Luke?” – chiede
Bo…..
Daisy arrossisce, abbassa la testa
e non risponde…
Ancora una volta, tocca al
patriarca dare una spiegazione…
“Figliolo, tu conosci
bene tuo cugino, sai com’è
fatto….Non si aspettava che tu prendessi una simile
decisione. Per un motivo o
per l’altro, essendo il maggiore di voi tre, ha sempre
pensato di dovervi
proteggere ed accudire, ma soprattutto, ha sempre pensato che non ve ne
sareste
mai andati di qui…..
Ora gli ci vorrà un
po’ per mettere a fuoco la cosa…..Ecco
perché se n’è andato…
Comunque, ha promesso, anzi ha
giurato a me e Daisy che
tornerà per salutarti quando partirai”….
“Ma almeno vi ha detto
dove andava?” – chiede Bo….
Zio Jesse e Daisy si guardano in
faccia: Bo capisce
immediatamente che suo zio e sua cugina sanno dove si trova Luke, ma
capisce
anche che devono avergli promesso di non svelare il suo
“nascondiglio”, così
Bo, da ragazzo educato qual è, non fa domande…..
Viene il giorno della partenza:
Daisy, fra le lacrime,
aiuta il cugino a preparare la valigia (poche cose, i Dukes non sono
certo
ricchi e l’armadio dei ragazzi non è sicuramente
rifornito di abiti!), zio
Jesse ha i lucciconi….
“Figliolo, a che ora hai
il treno?” – chiede il patriarca.
“Alle 10,30 da Atlanta;
fra coincidenze e cambi, ci
impiegherò più di un giorno ad arrivare a Miami,
ma purtroppo non posso certo
andare in aereo. Luke mi accompagnerà alla stazione, vero? A
proposito, ma
dov’è, come mai non è ancora
arrivato?” – domanda Bo pensieroso….
“Non lo so,
tesoro… Ci aveva promesso che sarebbe tornato
per salutarti e sai quanto valga per lui una promessa”
– aggiunge Daisy.
Bo è mortificato: si
rende conto che il suo fratellone
l’ha già cancellato dalla sua esistenza ancora
prima di partire…
“Non è vero
che mi vuole bene, non è vero che per lui sono
la persona più importante della sua vita. Da tre giorni non
si fa vedere ed ora
non viene neppure ad accompagnarmi alla stazione. Che pugnalata al
cuore….Ed io
che in questo tempo ho anche mangiato meno del solito, per lasciare da
parte un
po’ di cibo per lui, in modo che vedesse che sono veramente
cresciuto”.
Era vero: Bo in quei tre giorni,
metteva sistematicamente
da parte un po’ di cibo per Luke, dalla mitica zuppa di pesce
di zio Jesse al
pollo, etc., tanto per dimostrargli che non era più il
ragazzino che pensava
solo a se stesso, ma un uomo grande e maturo….
E Luke non si faceva
vedere…..e l’ora di andare alla
stazione si avvicinava….
Zio Jesse estrae dalla tasca il suo
orologio e dice a Bo:”
Credo sia il caso di telefonare a tuo cugino per dirgli di tornare ed
accompagnarti alla stazione”…
“Grazie zio”-
è la risposta di Bo.
Zio Jesse chiude la porta e
telefona a Cooter (dato che
dall’amico meccanico si è rifugiato Luke).
“Cooter….sono
Jesse, mi passi mio nipote per cortesia?”
“Luke? Ma è
partito da almeno due ore, mi ha detto che
sarebbe venuto alla fattoria per accompagnare Bo alla stazione di
Atlanta! Se
non è ancora arrivato, è perché gli
è successo qualcosa!” – risponde
Cooter…
“Oh mio
Dio…Bene…..grazie
Cooter….Vorrà dire che Daisy
accompagnerà Bo, mentre io e te cercheremo Luke.
DANNAZIONE!!!! Ma quei due
ragazzi quando mi lasceranno andare in pensione?” –
aggiunge zio Jesse
disperato….
“Sempre a tua
disposizione, zio”…..ribatte Cooter.
Zio Jesse torna in salotto e
comunica la notizia a Bo e
Daisy…
“Ragazzi, ascoltatemi. Ho
chiamato adesso Co……ehm…..la
persona presso la quale Luke sta in questi giorni per dirgli di
informare
vostro cugino di rientrare…Purtroppo
c’è un problema: pare che Luke sia partito
da almeno due ore….”
“Due ore???? Ma allora
gli è capitato qualcosa!” – afferma
Daisy che, come zio Jesse, sa dove si trova Luke.
“Dobbiamo cercarlo zio;
vorrà dire che prenderò un altro
treno!” – sono le parole di Bo.
“No figliolo, tu
prenderai il tuo treno, Daisy ti
accompagnerà ad Atlanta, mentre io andrò a
cercarlo…”
“Povero
Luke…….” – dice
Bo….
Daisy, fra le lacrime, mette in
moto “Dixie” e si dirige
verso la stazione di Atlanta: è felice in un certo senso di
stare vicino al
cuginetto fino all’ultimo, ma nello stesso tempo è
preoccupata per la sorte
dell’altro cugino….
Finalmente arrivano ad Atlanta:
Daisy stringe fortissimo
Bo, il quale ricambia l’abbraccio: si guardano a lungo, come
se entrambi
volessero stamparsi nella memoria il viso
dell’altro…
“Ciao tesoro!”
– dice Daisy….
“Ciao tesoro!”
– risponde di cuore Bo….
Daisy ritorna sulla vettura, mentre
Bo si dispone a
partire…
Mentre estrae dalla borsa il
biglietto ferroviario, gli
cade una lettera….
Sulla busta ci sono scritte tre
parole:”Al mio
fratellino….”
Bo capisce subito chi è
il mittente ed apre, anzi,
straccia letteralmente la busta per poter leggere il prima possibile il
contenuto…..
“Caro Bo,
sicuramente in questi tre giorni ti
sarai domandato dove sono
finito: ebbene, sono da Cooter…
Ho chiesto a zio Jesse e a Daisy di
mantenere il segreto e
sono sicuro che loro avranno mantenuto la promessa….
Non sopportavo, anzi non sopporto
l’idea di vederti
partire….
Sei una parte di me, sei la parte
più importante della mia
vita; da ora in avanti sarà come se io avessi una sola gamba
o un solo occhio o
un solo braccio….
La nostra stanza, seppure
così piccola, mi sembrerà
immensa e vuota….
Mi hai detto che sono il tuo eroe;
tu per me sei qualcosa
di più: sei il mio fratellino ed io ti voglio un bene
dell’anima…..anche se non
te l’ho mai detto…
Sai io, in un certo senso, sono
sempre stato invidioso di
te: tu hai un carattere solare, sei sempre allegro, riesci
immediatamente a
stringere amicizia con tutti, mentre io vengo considerato un orso. Non
lo sono
sai…..anzi, a volte ci sto malissimo per questa idea che la
gente si fa di me,
ma naturalmente non ne parlo con nessuno….
Non voglio annoiarti, voglio solo
augurarti buona fortuna
e chiederti scusa se non sono venuto a salutarti e ad accompagnarti
alla
stazione: come ti ho detto, non sopporto l’idea di vederti
partire, non
sopporto l’idea di addormentarmi da solo la sera….
Ho infilato questa lettera nella
tua borsa un giorno in
cui tu, zio e Daisy eravate impegnati nei campi; nessuno si
è accorto che io
ero lì, così ho potuto agire indisturbato.
Ho raccontato a Cooter, zio e Daisy
che sarei tornato per
accompagnarti alla stazione, ma non è mia intenzione farlo,
dato che piangerei
come un idiota e tu sai quanto io detesti piangere in
pubblico….anche se il
pubblico sei tu…..
perciò so già
che quando tornerò alla fattoria mi spetterà
una bella strigliata da parte di zio Jesse, che, nel frattempo,
avrà girato in
lungo ed in largo tutta la contea per cercarmi….
Purtroppo è ora di
salutarci: se le cose non dovessero
andare bene laggiù, chiamami subito, anche se fosse in piena
notte ed io verrò
a raggiungerti….
Ciao fratellino, sei il mio
orgoglio….anche se non te l’ho
mai detto….
Buona fortuna!
Il tuo
fratellone……”
Bo, una volta terminata la lettura,
carezza il foglio…..
“Anch’io ti
voglio tanto, tanto bene fratellone”…….
Bo ritira la lettera nella borsa,
la piega bene in modo
che non si sciupi e sale sul treno; la seconda parte della sua vita sta
per
cominciare…..
Luke, intanto, torna alla fattoria,
dove zio Jesse è in
procinto di partire per andare a cercarlo….
Grazie come al solito a chi
vorrà leggere e recensire
|
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Capitolo 3 *** L'arrivo a Miami... ***
Bo, dopo un viaggio interminabile
di quasi due giorni
(neanche a farlo apposta, proprio in quel periodo i macchinisti avevano
deciso
di indire uno sciopero), arriva a Miami…
Subito
rimane colpito dalle dimensioni spropositate della stazione
ferroviaria, al cui
confronto quella di Atlanta, sembra una stazioncina di provincia..
“Cavolo,
ma questo posto è enorme!!!! E adesso dove vado? Per prima
cosa sarà meglio
cercare un taxi per arrivare alla piscina coperta dove dovrò
svolgere il mio
lavoro”…dice Bo fra sé…
Deve
farne di strada prima di trovare la fermata dei taxi appunto e,mentre
cammina,
si rende conto che, al contrario di Hazzard, a Miami le ragazze lo
guardano….ma
per compatirlo!!!
“Ehi
Cindy, hai visto quel campagnolo? Per fortuna ci è passato
alla larga,
altrimenti sentiremmo la puzza di stalla che sicuramente
avrà addosso!” – dice
una ragazza alla sua migliore amica.
Dopo
quasi due giorni di viaggio e con gli unici indumenti
“eleganti” che Bo
possiede, vale a dire un paio di pantaloni marroni ed una camicia
beige, non fa
certo un figurone di fronte alle ragazze di città.
Quando
finalmente riesce a trovare un taxi libero (ben presto il bellissimo
Duke si
rende conto che in quella città tutti vanno di corsa!), sale
e dice al
conducente:”Ocean Drive, Madison Center”.
Bo
a questo punto viene colto da un dubbio….
Quanto
costa una corsa in taxi? Non è ha mai preso uno in vita
sua!! Quanto dista la
piscina dalla stazione ferroviaria?
“Purchè
i soldi che mi ha dato zio Jesse bastino, altrimenti….SAI
CHE FIGURA!!!”
I
soldi bastano e, una volta sceso, si reca alla portineria del Madison
Center.
“Salve,
mi chiamo Beauregard Duke, cerco Morrison Perry (l’amico che
gli aveva trovato
quel posto di lavoro)”.
“Morrison,
chi????” – risponde il portinaio –
“Ah sì, ora ricordo! Deve essere quello che
se n’è andato 3 mesi fa. Ehi biondino, arrivi
tardi, il tuo amico ha fatto i
bagagli e non lo abbiamo più visto!”
“Se
n’è andato? E adesso cosa faccio? Mi ha detto che
mi avrebbe trovato un posto
come istruttore di nuoto in questo centro. Ma senza di lui cosa
faccio?” –
chiede Bo all’uomo seduto in portineria che, già
dal primo sguardo, non gli sta
simpatico!
“Che
fai? Ehi bello, hai ancora bisogno della balia alla tua età?
Morrison se n’è
andato….meglio per te, almeno sei sicuro di avere quel posto
da istruttore. Su,
adesso firma questo foglio, dopodiché potrai ritirarti nel
tuo “appartamento”.
Non so se Morrison te ne ha parlato, ma noi forniamo anche
l’alloggio ai nostri
dipendenti, in modo che tu devi solo pagarti il vitto. Oltretutto, mi
sembri
anche stanco, il viaggio deve essere stato lungo, perciò
domani potrai riposare
tutto il giorno e prendere servizio dopodomani”.
“Grazie”
– è l’unica parola che riesce a
pronunciare Bo. Nonostante dovrebbe essere
felice per avere un lavoro ed anche un alloggio e quindi il suo
ringraziamento
dovrebbe essere più caloroso, non riesce a scrollarsi di
dosso quel senso di
antipatia che prova nei confronti della persona che gli sta di fronte.
Bo
firma senza neppure leggere una parola di quello che sta scritto nel
foglio che
gli ha appena consegnato Alan (il portinaio).
“Bene,
benvenuto a bordo Beauregard. Accidenti, ma che nome strano hai! Ed
è pure
lungo! Ma non hai un secondo nome, magari più breve da
tenere a mente?”
“Beauregard
è il mio unico nome, comunque tutti mi chiamano
Bo…”
“Per
fortuna! Allora, arrivederci a dopodomani Bo. Per raggiungere il tuo
appartamento, percorri tutto il corridoio, gira a destra e poi ancora
subito a
destra: la porta che trovi è quella del tuo
appartamento”
“Grazie”
– ripete nuovamente Bo che, non sa spiegarsi il motivo, ma si
sente
incredibilmente a disagio in quel posto….
“Fratellone
dove sei?” – si chiede Bo. “Luke, tu hai
sempre avuto la capacità di giudicare
le persone “a pelle”; sicuramente anche a te quel
tipo non sarebbe piaciuto,
ma, contrariamente a me, tu sapresti cosa fare in un momento
simile….”
Bo
è davvero scoraggiato, ma cerca di farsi forza! E che
diamine! Ha trovato
lavoro in una delle più grandi e famose città
degli States, incluso nel prezzo
ha pure l’alloggio…che cos’altro
chiedere???
Finalmente
raggiunge la porta del suo “appartamento”, ma una
volta aperto il battente,
quello che si trova di fronte ha tutta l’aria di essere un
brutto scherzo…
“Ehi,
ma che storia è questa? No dico, non sarà mica
questo l’appartamento?”
Quello
che Alan aveva indicato a Bo come appartamento, non era
nient’altro che uno
spogliatoio un po’ più grande del solito, dove
tutto il mobilio consisteva in
un letto (troppo corto per la statura del bellissimo Duke!), un tavolo,
due
sedie, un lavandino, un fornello da campeggio ed il bagno. Niente TV,
niente
radio, niente di niente. Una specie di cella!”
“Ma
qui ci deve essere un errore!!!! Non penseranno mica che io possa
vivere in un
simile sgabuzzino!!! E poi, nemmeno ci sto in quel letto. Adesso vado
da Alan e
ne parlo”.
Il
ragazzo ripercorre in senso inverso il corridoio, ma Alan non
c’è più, la
portineria è vuota.
“Accidenti,
vuoi vedere che mi tocca passare la notte in quello stanzino? Tanto
vale che
metta il materasso sul pavimento e mi sdrai in terra, tanto il letto
è troppo
corto”.
Appena
fatta questa osservazione, Bo si rende conto che, a pochi passi dalla
porta del
suo “appartamento”, esiste un’altra
porta; mosso dalla curiosità, prova ad
aprirla….
Sorpresa….è
aperta…
Si
trova in un salone bellissimo, con grandi lampadari in cristallo,
argenterie,
etc.
C’è
qualcosa che non va….
“Io
in uno sgabuzzino e a pochi passi da me esiste questa magnifica sala;
ma che
c’entra una stanza simile con un centro sportivo? Sembra
piuttosto la sala
meeting di un grande Hotel.
Bo,
ogni minuto che passa, si rende conto di essere invischiato in qualcosa
di
grosso o meglio, in qualcosa di poco pulito, ha la vaga impressione che
il suo
posto di istruttore di nuoto sia solo una copertura….
Il
cervello gli scoppia, strane immagini si susseguono nella sua
mente….
Finalmente
si decide ad andare a dormire: è stanco sia fisicamente
(dopo due giorni di
viaggio), sia, soprattutto, mentalmente!!!
Si
organizza per la notte con il materasso steso sul pavimento, si infila
sotto le
lenzuola e…..e…..
“Luke
dove sei? Fratellone, vieni a prendermi….”
Bo
si scioglie in un pianto dirotto, tanto nessuno può sentirlo
o vederlo….
Nel
frattempo, anche Luke sta singhiozzando ad Hazzard: per lui, come del
resto per
zio Jesse e Daisy, sono stati due giorni orribili….
Appena
rientrato a casa dopo essere stato 3 giorni da Cooter e dopo non
essersi
presentato per accompagnare Bo alla stazione, come previsto, ad
attenderlo
trova zio Jesse che, nei suoi confronti, è decisamente mal
disposto!!
Sceso
dal Generale Lee, sente la voce a lui molto familiare.
“LUKAS!!!”
Luke
sa cosa significa sentire il proprio nome pronunciato per intero dalla
zio:
tempesta in arrivo!!!
Lo
riempie di rimproveri, quasi di insulti; gli da
dell’irresponsabile, del
superficiale e persino del vigliacco….
La
smette solo quando vede che il maggiore dei suoi nipoti ha gli occhi
lucidi…..
“Va
bene figliolo, forse ho esagerato…Siamo tutti sotto
pressione per la partenza
di Bo….Scusami Luke”
Luke
non risponde e va in camera sua….
Nessuno
dorme quella notte: il patriarca è il primo a svegliarsi,
seguito da Daisy che,
passando davanti alla stanza del cugino maggiore, si accorge che sta
piangendo…
Daisy
è scioccata: nessuno alla fattoria ha mai visto piangere
Luke…..
“Zio,
Luke sta piangendo, ora vado in camera sua…”
“Pessima
idea tesoro! Sai com’è fatto tuo
cugino….Morirebbe di vergogna se sapesse che
noi ci siamo accorti delle sue lacrime…Lascialo solo,
vedrai…..gli passerà….”
“Mi
dispiace zio, ma questa volta non ho intenzione di ascoltarti! Vado da
lui….” –
sono le parole di Daisy….
“Certo,
vai pure da Luke! Tanto nessuno mi ascolta più in questa
casa! Per voi sono
solo un vecchio rimbambito!” – sbotta zio
Jesse…
Daisy
si dirige nella stanza del cugino dagli occhi blu…..
“Luke,
cosa c’è? Stai piangendo…..”
Luke,
che non si era accorto dell’arrivo di Daisy, cerca di
asciugarsi le lacrime…
“Io?
Piangere??? Quando mai mi hai visto piangere?” –
risponde Luke cercando di
darsi un tono….
“Adesso
stai piangendo. Luke Duke, non provare a mentirmi! Non ne sei capace e
poi ti
conosco troppo bene!” .
Daisy
è infatti solo di 3 anni più giovane di
Luke…
Grazie
alle mie affezionate amiche Lella, Juli e Lu. Grazie delle vostre
recensioni!!!!!
|
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Capitolo 4 *** Rivelazioni.... ***
In
questo capitolo, ma
giuro, solo in questo, il protagonista sarà anche Luke oltre
a Bo….
Luke Duke,
ho visto che stai piangendo, quindi smettila
di fingere e sfogati con me” – sono le parole di
Daisy.
Convinta
di far piacere al cugino maggiore, rimane scioccata dalla sua
reazione:”Sfogarsi? Piangere? E perché? Intanto
per tutti voi Luke è il più
freddo, l’insensibile, quello che non piange mai, quello che
è stato così
vigliacco da non accompagnare Bo alla stazione di Atlanta. Tu e zio
Jesse avete
già emesso la sentenza nei miei confronti…Che
altro volete da me? Che ne sapete
di quello che sto provando ora? Lasciami in pace e tornatene da
lui!”
Dopo
aver pronunciato queste parole, Luke si rifugia sotto le lenzuola,
coprendosi
anche il viso e ricomincia a piangere a dirotto e a tremare in maniera
convulsa…
Daisy
è sconvolta: mai in vita sua ha visto il cugino maggiore
reagire così, mai l’ha
visto mostrare i suoi sentimenti…
La
bellissima Duke non è l’unica spettatrice di
questa scena: zio Jesse che stava
arrivando dalla cucina per andare in camera sua, sorprende la sfuriata
del
nipote e si arresta sulla porta della camera: al pari di Daisy
è scioccato….ed
incredibilmente triste: si rende conto di non aver mai capito Luke, di
aver
dato sempre per scontato che lui riuscisse a cavarsi dai guai da solo,
mentre,
come Daisy e Bo, aveva un disperato bisogno di aiuto.
Il
patriarca entra nella camera del nipote: vorrebbe parlargli, ma Daisy
lo
blocca…
“Zio,
è meglio che ci parli io con lui; vedrai, tornerà
ad essere quello di prima”
“Va
bene tesoro, fai pure…..” sono le meste parole di
zio Jesse…
“Luke,
avanti, esci da sotto le coperte e guardami in faccia”
– chiede Daisy.
“VATTENE,
HAI CAPITO??” – risponde Luke che continua a
piangere e a tremare.
Daisy,
con tutte le sue forze, strappa le lenzuola al cugino e se lo stringe
forte;
non è un’impresa facile, perché il
tremore di Luke è veramente impressionante.
Daisy
non si scoraggia e comincia a carezzargli i capelli, a carezzargli la
pelle
freddissima (Luke non ha perso il vizio di andare a letto solo con i
boxer) e
gli parla come una mamma parla ad un bambino che ha bisogno di
tutto:”Luke, ti
sei sempre preso cura di noi tutti, non ti sei mai lamentato; ti spiace
se per
una volta saremo noi a prenderci cura di te? So che tu, più
di me e Bo, hai
sofferto per la perdita dei tuoi genitori dato che, per un motivo o per
l’altro, essendo il maggiore, eri quello più
“trascurato” da zio Jesse e zia
Martha…Adesso voglio rimediare: che ne dici? Sono ancora in
tempo? Vuoi parlarne?”
A
quelle parole e all’abbraccio materno della cugina, Luke
comincia a rilassarsi:
non trema più ed anche le lacrime non scendono
più….
Daisy
sente i muscoli del cugino che si rilassano e per stargli maggiormente
vicino,
si infila sotto le coperte con lui:”Ehi occhioni blu, in
questo momento sono la
ragazza più invidiata di tutta la contea; pensa in quante
vorrebbero essere al
mio posto!” – dice Daisy…
“Vorrebbero
essere al tuo posto, se al mio posto ci fosse Bo…”
– sono le prime parole di
Luke dopo essersi calmato.. Daisy lo osserva e vede che ora il suo viso
è più
sereno…
“Questo
lo dici tu, cugino! Tu e Bo avete sempre avuto lo stesso numero di
ragazze,
solo che tu gestisci la tua vita in maniera più silenziosa
di lui; non per
questo sei meno attraente…”
“Daisy…..rimani
qui con me questa notte….ti prego……se
non ti spiace….” – più che
una richiesta
quella di Luke è una supplica…
“Certo
tesoro! Come ti ho già detto, chissà quante
vorrebbero essere al mio posto!”
Luke
si rannicchia fra le braccia della cugina: Daisy lo sente tranquillo,
rilassato, infatti, dopo neppure mezz’ora….Luke si
addormenta…”
Daisy
continua a stringere a sé il cugino maggiore, felice di
averlo potuto
consolare…
E’
a quel punto che zio Jesse entra in camera di Luke..
“Tesoro,
Luke si è addormentato, puoi tornare nel tuo letto
ora…”
“No
zio, ho promesso a Luke di stargli vicino, perciò voglio che
mi trovi accanto a
sé domattina quando si sveglierà. Buonanotte zio
Jesse”
“Notte
tesoro, sono orgoglioso di te. E….notte anche a te
Luke” – dice Jesse
accarezzando i capelli del nipote che dorme stretto a Daisy…
Il
mattino seguente Luke si sveglia e non capisce al momento chi sia
quella donna
accanto a lui.
“Ciao
dormiglione! Pensavo non ti svegliassi più; hai dormito
bene?”
Luke
quando si rende conto di essersi addormentato fra le braccia della
cugina,
diventa rosso per la vergogna…
“Io….volevo….scusami
Daisy, ti prego! Sono un cretino totale!” – sono le
parole di Luke…
Daisy
gli risponde….con un bacio in bocca. E’ la prima
volta che bacia il cugino
maggiore sulle labbra, non l’ha mai fatto prima; con Bo era
una cosa normale,
ma con Luke è diverso….infatti si pente subito di
quel gesto, soprattutto
perché teme la reazione di Luke…
Luke
ricambia con trasporto il bacio della cugina….
“Daisy,
che ne sarà di Bo? Avrà dormito in questi giorni?
Avrà un posto dove vivere,
dove mangiare? Come farà adesso che non ci sono io
a…”
Daisy
interrompe con un altro bacio le riflessioni del
cugino:”Tesoro, ti sei appena
svegliato, non tormentarti già. Vedrai, Bo è in
gamba e riuscirà sicuramente a
farsi valere!” – dice Daisy poco
convinta….
Luke
abbassa la testa: non crede ad una parola di quello che dice la
cugina…
Nel
frattempo Bo, si sveglia nel suo “sgabuzzino” a
Miami; è intorpidito dopo aver
dormito tutta la notte sdraiato sul materasso steso sul pavimento e si
prepara
al suo primo giorno di lavoro.
Dopo
la stranezza del suo “appartamento”, appena
arrivato alla piscina, si rende
conto che c’è qualcos’altro che non va:
come mai tutti gli ospiti sono vestiti
in maniera molto elegante? Perché mettersi in ghingheri se
poi bisogna
spogliarsi per entrare in piscina? E come mai, oltre ad Alan, il
portinaio,
trova altre persone che hanno l’aria di essere tutto tranne
che bagnini?
Bo
si avvicina al gruppo di persone e Alan lo chiama;”Ehi Bo,
vieni che ti
presento al Sig. Anderson”
“Sig.
Anderson, lui è Bo Duke il nostro
nuovo….ehm…istruttore di nuoto; Bo, lui
è
Fred Anderson, proprietario di questa struttura!”
Bo
si rende conto della pausa fatta da Alan prima di dire
“istruttore di nuoto” ed
il senso di antipatia, oltre che di disagio provato due giorni prima,
si
accresce in maniera incredibile.
“Così
tu saresti qui al posto di quel Perry che non si sa che fine abbia
fatto?” –
sono le prime parole di Anderson…
“Come
sarebbe a dire che non si sa che fine abbia fatto? Alan, ma non mi
avevi detto
che Morrison se n’era andato 3 mesi fa?”
– chiede Bo al portinaio…
“Io….ehm…..sì….effettivamente
ti ho detto una cosa simile” – balbetta
Alan….
“Senti
biondo” – taglia corto Fred
–“avrai capito, se non sei proprio stupido, che la
piscina è solo una copertura! Avrai notato che tutti gli
ospiti qui sono
elegantissimi: ebbene, dietro la facciata del centro sportivo, si
nasconde un
centro scommesse per corse di cavalli oltre ad un night club con
ragazze che
intrattengono i clienti….a pagamento ovviamente. Mi hai
capito?”
Bo
è scioccato: Santo Cielo, ma dov’era capitato? E
perché Morrison non gli aveva
detto che quello non era affatto un centro sportivo? Che fosse complice
pure
lui?
“No,
non poteva essere loro complice se s’è
n’è andato” – pensa fra
sé e sé Bo….
“Non
voglio rimanere in questo postaccio un solo minuto in più:
non ho i soldi per
pagarmi il biglietto di ritorno del treno, ma piuttosto preferisco
mendicare
per raccogliere la somma che mi serve per tornare a casa, che rimanere
qui!”
“Signori”
– dice Bo rivolto ad Alan e al Sig. Morrison,
“è stato un vero piacere, si fa
per dire, ma io non rimango un secondo in più in questo
bordello. Vado a
riprendere la mia roba e vi saluto!”
“No
gioia, tu non te ne puoi andare da qui!” – risponde
Fred con aria arrogante.
“E
perché
Grazie
come al solito alle mie preziose Lu, Lella e Juli!
|
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Capitolo 5 *** In trappola..... ***
Perché
non posso andarmene? Non sarò mica prigioniero qui,
vero?” – chiede Bo.
“Beh,
prigioniero è una parola grossa, ma in ogni caso, non sei
così libero di
andartene!” – sono le parole di Anderson.
“Figuriamoci,
ho firmato un contratto,ma si può sempre strappare! Anche
perché io avrei
dovuto lavorare come istruttore di nuoto; qui invece cercate un
gigolo… o mi
sbaglio?” – Bo alza la voce mentre porge questa
domanda.
“Esatto
ragazzo, noi qui cerchiamo un gigolo, che, insieme alle ragazze che
vedrai fra
poco, dovrà intrattenere i clienti e le clienti, MOLTO
FACOLTOSI/E! te
l’assicuro, che frequentano questo “Centro
sportivo” chiamiamolo così.
Strappare il contratto? Biondo, prova a leggere quello che hai
firmato…” –
risponde Anderson in tono di sommo disprezzo!
“Certo,
te lo leggo subito: dunque, qui c’è scritto che,
se dovessi rescindere il mio
contratto prima che sia passato un anno dalla firma,
dovrei….COSAAA??? Dico, ma
è uno scherzo? O meglio, è una truffa colossale!
Io dovrei pagarvi 200.000,00
dollari se dovessi andarmene prima di 365 giorni? Ma mi avete visto?
Non ho
neppure 20,00 dollari in tasca, figuriamoci 200.000,00. Ma
perché non me
l’avete detto subito?” – chiede Bo
sconsolato!
“Dirtelo
subito? Ehi ragazzo, ci hai preso per dei deficienti? Secondo te, noi
andiamo a
dire ad una persona di firmare un contratto dove
c’è una clausola che dice che,
in caso di annullamento c’è una penale di 200.000,
dollari? E chi sarebbe così
stupido da accettarlo? Sono sicuro che, anche un povero idiota di
campagnolo
come te, avrebbe rifiutato una cosa del genere! Il tuo amico Morrison
Perry ci
era cascato pure lui, ma una sera, profittando del movimento del
locale, se l’è
svignata! Stai pur certo che non commetteremo mai più un
errore simile, quindi,
se pensavi di andartene scordatelo: il locale è dotato di un
efficientissimo
sistema di videosorveglianza, oltre ad avere dei vigilantes grandi e
grossi che
ci assicurano che quelli come te se ne stiano buoni. Dunque, chiara la
situazione? Sei proprio sicuro di voler andartene ora?”
“No
signore….Sono a vostra disposizione…”
Se
a Bo avessero detto che entro pochi minuti sarebbe dovuto salire sul
patibolo,
avrebbe avuto una faccia più allegra…
“Che…cosa
devo fare…tanto per cominciare?” –
chiede…
“Niente
di che per il momento, solo servire ai tavoli, super alcoolici
ovviamente ed
avere sempre un gran sorriso davanti ai nostri clienti, soprattutto
alle
signore che non mancheranno di certo di farti la corte. E’
chiaro biondo?” – il
tono di Anderson è sempre più sprezzante!
“Sissignore”
– risponde mestamente Bo, il quale non può far
altro che raccogliere le sue
cose e tornare nel suo “appartamento” per
prepararsi alla sua prima serata al
Madison Center.
Mentre
percorre lo stretto corridoio che porta al suo sgabuzzino, Bo dice fra
sé:”Ma
cosa mi è venuto in mente? Chi me l’ha fatto fare
di venire via da Hazzard?
Certo, rimanendo alla fattoria, non avrei mai potuto dimostrare di
essere un
uomo, ma Luke e zio Jesse non me ne avrebbero fatto una
colpa!”.
A
quel punto delle riflessioni, Bo si blocca, non riesce più a
muovere un passo;
ad un tratto gli viene un’idea geniale:”Ma certo!!
Che stupido, perché non ci
ho pensato prima? Luke, zio Jesse, Daisy, la mia famiglia, loro
sapranno
aiutarmi, loro mi tireranno fuori da questo guaio.
Zio Jesse, durante gli anni
in cui
contrabbandava whisky, ha avuto modo di conoscere molti pezzi grossi ai
quali
ha fatto molti favori senza mai chiedere nulla in cambio: adesso
è tempo di
riscuotere! Certo, dopo 3 giorni che manco da casa, ho già
bisogno dei miei,
così, invece di dimostrare che sono cresciuto, ho dimostrato
che sono sempre il
solito bambinone: Luke ha affrontato una guerra, mentre io….
Pazienza, mi
capiranno, sono sicuro!”
Felice
del lampo di genio, Bo ritorna verso l’entrata del locale,
dal momento che si è
accorto che in portineria c’è un telefono,
l’unico che era riuscito a trovare
in quel luogo fino a quel momento.
Una
volta arrivato, si accerta che non ci sia e si avvicina
all’apparecchio:
purtroppo, dopo pochi secondi, sente la voce di Alan dietro a
sé:”Ehi bello,
cosa pensi di fare? Vuoi telefonare alla mammina? Fai pure, nessuno te
lo
proibisce! Sappi però che il telefono è sotto
controllo e che tutte le
telefonate in entrata ed in uscita, vengono registrate! Sai, al giorno
d’oggi,
la sicurezza non è mai troppa!” – dice
Alan sghignazzando, sghignazzando
soprattutto nel vedere l’aria imbarazzata di Bo.
“Allora,
niente telefonata?”
“No
signore; dopotutto manco da casa solo da 3 giorni, ho tutto il tempo
per farmi
sentire più avanti, dato che dovrò rimanere qui
per tanto tempo!!”
Bo
rimarca molto queste ultime parole, quasi a far capire ai suoi aguzzini
che in
quel maledetto posto, non è neppure proprietario
dell’aria che respira.
Bo
si congeda da quella faccia odiosa di Alan e ripercorre per
l’ennesima volta il
corridoio; ma viene colto da un altro lampo di genio:”Cavolo,
qui non si può
telefonare, ma fuori di qui sì. Ci sarà pure un
bar, una cabina telefonica?
Sarà meglio che mi guardi attorno alla mia prima libera
uscita!”
Il
biondissimo Duke entra nel suo sgabuzzino, disfa il suo borsone da
viaggio,
quando ad un tratto sente bussare alla porta.
Va
ad aprire e si trova davanti un inserviente:”Ciao, tu sei
nuovo vero? Io mi
chiamo Bob, sono venuto a portarti il tuo abito da lavoro; se hai
bisogno di
qualcosa…chiedi pure, tanto stiamo tutti sulla stessa
barca!”
“Ciao,
io sono Beauregard, ma mi puoi chiamare Bo. Sulla stessa barca?
Cioè vuoi dire
che anche tu hai firmato un contratto come quello che ho firmato io che
prevede
un risarcimento di 200.000,00 dollari se te ne vai prima di un
anno?” – chiede
Bo allibito.
“Perfettamente
amico! Ci hanno incastrati tutti quanti; purtroppo se ne approfittano
di
persone che arrivano in questa città per cercare un lavoro,
che non conoscono
il posto e quindi sono spaesati, per fargli firmare quella porcheria!
Dobbiamo
aiutarci fra noi: qualcuno pensa di fare una soffiata agli sbirri, ma
bisogna
stare attenti, perché se va male questi pestano forte. Come
è capitato al
povero Morrison..”
”Morrisono? Lo conoscevi? Era stato lui a consigliarmi questo
posto. Proprio
poco fa, Anderson mi ha detto che se l’è svignata
profittando del locale
affollato e che da allora i controlli sono diventati più
severi. Mi ha forse
raccontato una bugia?”
“Certo
amico! Morrison era riuscito a contattare un agente di polizia che di
solito
gira nei locali di dubbia reputazione come questo, in borghese.
Sembrava che la
cosa funzionasse, che fosse riuscito a telefonare eludendo la
sorveglianza….invece, al momento di fare scattare la
trappola, qualcosa non ha
funzionato! Alan, Fred e alcuni dei loro scagnozzi l’hanno
preso e portato via
e da allora non sappiamo più nulla. Ti dico queste cose
perché hai una faccia
simpatica e mi sembri una persona sincera, non sei dei loro. Domani ti
farò conoscere
gli altri ragazzi. A proposito, quale sarà la tua mansione
qui?”
“Dovrò
servire ai tavoli” – risponde Bo….
“Già….servire
ai tavoli, abbiamo cominciato tutti così, ma
poi….Beh, ma non voglio
rattristarti Bo. Se hai bisogno di me, chiama; il mio sgabuzzino
è poco più
avanti del tuo”
“Sgabuzzino?
Anche tu? Ma possibile che non ci siano stanze decenti qui?”
“Oh
certo che ci sono…..ma sono per le ragazze ed i
clienti….”
Bo
è sempre più spiazzato: quel lavoro gli fa
veramente paura, capisce di essere
finito in una specie di ragnatela da cui non riesce ad
uscire….
“Purchè
non circoli anche la droga qui….” – sono
le sconsolate parole di Bo.
I
ragazzi Duke, avevano imparato da zio Jesse ad evitare la polvere
bianca, che
“rimbecilliva e portava alla tomba” diceva il
patriarca e Bo, all’idea che
forse se la sarebbe trovata fra le mani, provava un vero senso di
repulsione….
E
poi c’era la questione della sparizione di Morrison:
purchè non facessero
sparire anche lui.
“Chiederò
a Bob di indicarmi un posto da dove poter
telefonare…”
Intanto
Bo prende visione del suo “abito di scena” che
poc’anzi gli aveva consegnato
Bob: giacca nera, pantaloni neri e camicia gialla, nonché
una bottiglietta di
gel da spalmarsi sui capelli.
Quando
Bo si guarda allo specchio, non si riconosce più: a parte i
vestiti che gli
sembrano assolutamente ridicoli, non è abituato a vedersi
senza i boccoli
biondi che gli incorniciano il viso bellissimo…
Quei
capelli pettinati all’indietro e così appiccicati,
proprio non gli piacciono….
Facendosi
schifo da solo, Bo si reca verso l’ingresso del centro ad
accogliere i clienti,
ad incominciare la sua prima giornata di lavoro a Miami…..
Grazie
come al solito alle mie amiche Juli, Lella e Lu. Non so che dire,
questa storia
sta prendendo una direzione che non immaginavo…..
|
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Capitolo 6 *** Soldi sporchi.... ***
Alla fine del suo primo giorno di
lavoro, Bo si rende
conto di aver raccolto un bel po’ di mance, ma non ne va
certamente orgoglioso!
I soldi che è riuscito a
racimolare, arrivavano da signore
che potevano essere come età, non le madri, ma le nonne del
biondissimo Duke!
“E
dire che servirebbero così tanto alla fattoria! Potrei
comprare i pezzi di
ricambio per il Generale e per il trattore, io e Luke potremmo
sistemare il
tetto della stalla, ma Dio mio…..mi viene la nausea solo a
sfiorarli!” – pensa
fra sé e sé il bellissimo Bo.
“Ehi
biondo!” – è Alan, il portinaio, che a
Bo diventa sempre più antipatico..
“Biondo, fammi vedere quanti soldi hai in mano. A proposito,
è inutile che li
conti, tanto a te verrà solo una percentuale,
facciamo…..il 10%….che ne dici,
non è male come inizio!”
“Per
quanto mi riguarda, puoi tenerteli tutti: mi disgusta il modo in cui me
li sono
guadagnati! Quelle vecchie per poco non mi infilavano pure la loro
biancheria
intima nelle mie tasche!” – risponde Bo che ormai
è al limite del disgusto!
“Beh
ragazzo…se ti fanno così schifo, allora seguo il
tuo consiglio: me li prendo
tutti! Wowwwww, quanti sono ed era solo la prima sera e servivi solo al
bar!
Chissà quando ti faremo servire ai tavoli e….. ma
per il momento è più che
sufficiente, non voglio rovinarti la sorpresa! Peccato che Morrison
Perry non
sia più qui con noi: lo ringrazierei di persona per averti
raccomandato! Hai
raccolto più soldi tu in una sera, che i tuoi colleghi in
una settimana! E
bravo ragazzo!” – risponde Alan dando una spallata
a Bo….il quale è sempre più
nauseato…
“Devo
uscire di qui, devo prendere una boccata d’aria, non mi
proibiranno pure
quella, mi auguro? Vomito se sto un altro secondo qui
dentro!”
Povero
Bo, è davvero a pezzi! Così decide di togliersi
il suo “abito da lavoro” e di
recarsi al bar all’angolo…
Appena
uscito dal “Madison Center” gli si affiancano
“due angeli custodi”:
“Ciao
bello, dove te ne vai così solo? Ci scommetto che vuoi
andare a fare quattro
passi al bar all’angolo. Sai, noi del centro siamo molto
protettivi con i
nostri colleghi, non vorremmo che capitasse loro qualcosa cammin
facendo,
perciò, se non ti spiace, ti accompagniamo. Non ti spiace
vero?” – sghignazzano
i due gorilla….
“Addio
boccata d’aria e addio alla telefonata a
casa…” pensa Bo sconsolato più che
mai…
Arrivato
al bar, trova Bob, l’unica persona con la quale era riuscito
a stringere
amicizia al centro e, in un tavolo in disparte, una ragazzina che, da
come era
vestita, o forse sarebbe meglio dire, da come era svestita, doveva
essere una
di quelle che lavoravano al centro.
“Ciao
Bo, vuoi venire a farti una birra qui al tavolo con me? Mike, Joe,
potete
lasciarlo, è in mia compagnia” – dice
Bob rivolto alle guardie del corpo di
Bo….
“Ok
Bob, noi ce ne andiamo, ma ricordati: se il bambolotto biondo combina
qualcosa,
la responsabilità diventa tua, ok? Ciao Bob, ciao
biondino…”
Bo
saluta con la mano, Bob fa un cenno con la testa: i due ceffi se ne
vanno…
“Allora
Bo, pare che tu abbia fatto faville la notte scorsa: io e gli altri
ragazzi
abbiamo saputo che hai raccolto più soldi tu in poche ore e
limitandoti a
servire al bancone del bar che noi a
fare….beh….un altro tipo di
lavoro….”
“Bob,
ti supplico, non ricordarmelo! Se i miei sapessero come ho guadagnato
quel
fottuto denaro, mi caccerebbero di casa. Sai, io ad Hazzard, vivo in un
fattoria povera, molto povera, ma non mi è mai mancato
nulla, soprattutto, non
ho mai avuto occasione di perdere il rispetto per me stesso stando da
quelle
parti…”
“E
allora perché sei venuto qui, Bo? D’accordo, tu
non potevi immaginare che tipo
di lavoro avresti svolto, ma se ti trovavi così bene a casa
tua, perché te ne
sei andato?”
“PERCHE’
VOGLIO DIMOSTRARE CHE ANCH’IO SO FARE QUALCOSA E NON SOLO
LUKE…..VOGLIO
DIMOSTRARE DI ESSERE CRESCIUTO!!!” – urla
Bo….
“Luke?
Chi è Luke? Tuo fratello?” – chiede
Bo….
“E’
più che un fratello per me….” E Bo
comincia a raccontare a Bob la storia della
sua vita…
“Bo,
ti capisco, tu vuoi dimostrare ai tuoi parenti di essere cresciuto, non
vuoi
più essere solo il fratellino di Luke, ma ascolta, vattene,
va via prima che
sia troppo tardi. I tuoi capiranno, sono sicuro e poi
c’è….” A questo punto Bob
si interrompe…..
La
ragazzina che se ne stava all’altro tavolo, si avvicina ai
due ragazzi…
Prima
che possa aprire bocca, Bob dice a Bo:”Bo, ti presento
Rebecca, la figlia del
nostro capo, del Signor Anderson”
I
due ragazzi capiscono immediatamente che devono interrompere qualsiasi
commento
sul centro, data la presenza della figlia del capo…
“Bob,
posso rimanere un’ attimo sola con lui? Grazie!”
– chiede Rebecca a Bob.
Bob
se ne va e Rebecca rimane sola con Bo…
“Ciao,
come ti chiami? Io sono Rebecca, Becky per gli amici. Vi ho interrotti,
scusami. Ti dispiacerebbe continuare a parlare con me? Puoi sfogarti
sai,
intanto, al centro, nessuno sta messo peggio di
me….”
Becky
piange mentre pronuncia questa frase
To be contunued
Grazie
come al solito a chi vorrà leggere e commentare
|
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Capitolo 7 *** Rebecca... ***
“Ciao, sono Rebecca,
Becky per gli amici, come ti chiami?”
– chiede la figlia di Mr. Anderson.
“Io
sono Bo”…
“Piacere
di fare la tua conoscenza, Bo”
“Il
piacere è solo tuo…” pensa il
biondissimo Duke – “non bastava il padre, ora
c’è
pure la figlia….e addio alla mia telefonata”
“Ti
va di parlare un po’ con me, Bo?”
“No
grazie! Non sono mai riuscito ad andare d’accordo con le
“figlie del capo”, non
sono abituato a fare il ruffiano!”
“Innanzitutto,
io non sono la figlia, ma la figliastra di Anderson, infatti il mio
cognome è
Whitaker, eppoi, guarda, voglio farti vedere una
cosa…..”
Becky,
si alza la manica destra del micro abito che indossa e mostra ad un
allibito Bo
una serie di lividi e scottature che ha sul braccio.
“Ehi,
ma cosa sono questi segni, chi te li ha fatti?” –
chiede il biondo Duke…
“Il
mio patrigno…Ora che hai visto come sono ridotta, ti va di
parlare un po’ con
me? Ti prego, non ho nessun altro con cui sfogarmi. Io non ti conosco,
non ti
ho mai visto prima, sei nuovo al centro, vero? Mi sembri una persona
sincera,
mentre gli altri uomini del Madison sono solo degli squallidi
“Yes Men” al
servizio del caro Mr. Anderson” – continua Becky
disgustata.
“D’accordo,
se ti va fai pure, intanto avremo la stessa età
più o meno: a proposito, io ho
24 anni!” – risponde Bo.
“Bo……io
ne ho 16…..”
“Sedici?
Ma…..MI PRENDI IN GIRO???”
Bo
è veramente scioccato: Becky, oltre ad indossare un micro
abito è truccata in
maniera esagerata o meglio, in maniera da farla sembrare più
vecchia di fronte
ai clienti….
“Sì
Bo, so di dimostrarne di più, ma se vuoi, ti faccio vedere i
documenti: ho
davvero 16 anni. Solo, ti supplico….non dirlo al mio
patrigno o ai…clienti che
te l’ho detto…..” –
è la mesta risposta di Rebecca.
“Clienti????
Vuoi dire che il tuo patrigno usa una ragazzina
per…..” – Bo non ha il coraggio
di continuare…
Fino
a pochi secondi prima provava disgusto per se stesso, ma ora si rende
conto
che, effettivamente, quella ragazzina che in teoria dovrebbe essere
privilegiata, sta molto peggio di lui….
“Sì,
purtroppo è così! Questi segni che mi vedi sul
braccio destro, me li ha fatti
il mio patrigno la prima volta in cui mi sono rifiutata di svolgere il
mio….”lavoro”…Ora, mi sono
abituata e non mi sembra più una cosa disumana
intrattenere i clienti. Ma tu come sei finito qui? Da dove vieni? Chi
sono i
tuoi familiari?”
Bo
comincia a raccontarle la sua storia, la sua vita semplice, ma
dignitosa e
gratificante ad Hazzard, il rapporto con lo zio ed i cugini, infine
parla di
Morrison Perry, del giorno nefasto in cui l’ha incontrato e
gli ha suggerito di
andare a Miami.
“Giorno
maledetto da Dio!! Volevo dimostrare ai miei che sono cresciuto, che
posso
cavarmela da solo e guarda dove e come sono finito. Se avessi Morrison
fra le
mie mani, giuro che lo farei a pezzetti per il brutto tiro che mi ha
giocato!”
– dice seccato Bo.
“Bo,
non prendertela con lui! All’inizio, anche Morry pensava di
venire qui a fare
l’istruttore di nuoto: solo in seguito si è
accorto della melma in cui si era
infilato. Un giorno se n’è andato, ma prima il mio
patrigno ed i suoi
scagnozzi, l’hanno picchiato a sangue.
Hanno
sparso la voce che era in fin di vita, ma sono sicura che non
è vero, ed è per
questo che, da casa mia, sperando che anche il mio telefono non sia
sotto
controllo, sto cercando di mettermi in contatto con lui. A proposito,
se vuoi
telefonare a casa, ti sconsiglio di farlo da questo bar: Milton, il
proprietario, è un fedelissimo di Mr. Anderson,
perciò gli riferirebbe ogni
cosa.
Se
vuoi comunicare con i tuoi familiari, dammi il loro numero, ci
penserò io a
chiamarli da casa, sperando, ti ripeto, di non avere sotto controllo
anche il
mio telefono! Sai, io abito in un lussuosissimo appartamento in Buena
Vista
Drive, in un grattacielo proprio nel centro di Miami. Il mio patrigno
cerca di tenermi
buona in questo modo….”
A
questo punto, Bo interrompe Becky:”Scusami, tu continui a
parlare del tuo
patrigno: ma tua madre, il tuo vero padre? Possibile che ti lascino
svolgere un
mestiere simile? Non vorrai farmi credere che sono contenti!”
“Mio
padre è morto 10 anni fa: mia madre era disperata!
E’ sempre stata una donna
molto fragile, mio padre non era solo suo marito, ma anche la sua balia
ed il
suo angelo custode. Se avesse potuto, quel giorno si sarebbe fatta
seppellire
insieme a lui. Andò in depressione e fu così che
venne avvicinata da Fred che
all’epoca sapeva parlare molto bene, ma non aveva il becco di
un quattrino,
quindi gli serviva un tetto. Mia madre lo accolse in casa nostra, ben
presto
spese tutto quello che mio padre era riuscito a mettere da parte (ben
poco, ti
assicuro!). Mia madre, in seguito a quest’altro dispiacere
divenne pazza e fu
rinchiusa in una casa di cura; da allora non l’ho
più rivista. Alcuni anni
dopo, Fred conobbe Alan, il portinaio del centro, squattrinato quanto
lui, ma
ancora più disonesto. Non so come e da chi si fecero
prestare del denaro,
aprirono una piccola bisca che rese molto bene e dopo un altro paio
d’anni, il
centro. E….eccoci arrivati ai giorni nostri. Il mio patrigno
decise di tenermi
con sé, perché potevo rappresentare una buona
rendita…..All’inizio, come ti ho
detto prima, mi rifiutai, ma poi decisi di sottomettermi, altrimenti
quello mi
avrebbe massacrata di botte! Bo, come invidio la tua casetta ad
Hazzard, la tua
vita con zio Jesse, Luke e Daisy. Se vuoi un consiglio, cerca di
fuggire!!! Non
subito, dato che, essendo appena arrivato, ti terranno
sott’occhio, soprattutto
dopo la fuga di Morrison, ma tra un
po’…..tenta….prima che ti riduci come
me!”
Bo
è sempre più scioccato da quella donna/bambina e
dalla sua drammatica storia:
decide così di consegnargli il numero di telefono della
fattoria:”Ti supplico
Becky, cerca di contattare i miei ad Hazzard!! Digli che sono nei guai
e
chiedigli…..se posso tornare a casa!”
“Sarà
fatto! Ciao Bo, ora vado, prima che Milton faccia la spia al mio
patrigno. Ciao
….e grazie di avermi ascoltato!”
“Grazie
a te Becky”.
Come
promesso, Rebecca, appena tornata nel suo appartamento in Buena Vista
Drive,
telefona immediatamente a casa Duke.
I
Dukes che, da quando il cucciolo se n’è andato,
vivono a turno attaccati al
telefono in attesa di sue notizie, rispondono al primo
squillo…
“Buongiorno,
casa Duke? Sono Rebecca Whitaker, chiamo da Miami da parte di Bo, con
chi
parlo?”
“Da
parte di BO????????? Buongiorno, io sono Luke
Duke….o:p>
TO BE CONTINUED……
>Grazie
alle mie amiche per le loro recensioni….Contano molto per
me!!!!!
|
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Capitolo 8 *** Arriva Luke... ***
COS’E’
SUCCESSO A BO?” – Luke non si rende conto di
urlare mentre pronuncia queste parole, perciò zio Jesse e
Daisy, pur essendo
all’esterno, non possono fare a meno di sentire….
“E’
successo qualcosa a Bo? Daisy, corriamo in casa” –
dice zio Jesse….
Purtroppo
Rebecca dall’altro capo ha già riattaccato:
comincia quindi la raffica di
domande di zio e cugina al maggiore dei Duke.
“Zio
Jesse, Daisy, questa Rebecca mi ha detto di andare subito a Miami
perché Bo è
nei guai, ma non ha aggiunto altro, a parte il suo indirizzo. Non so,
sembrava
avesse una gran fretta di chiudere la
comunicazione….” – risponde Luke.
“Ad
ogni modo, io raccolgo i miei stracci e parto per
Miami…”
“Come
pensi di arrivarci tesoro? Zio Jesse ha dato fondo ai suoi risparmi per
pagare
il biglietto del treno a Bo; dove vuoi che trovi i soldi per pagare un
altro
biglietto? – chiede Daisy…
“Calma
ragazzi! Sapete che zio Jesse è pieno di risorse!
Così, sono riuscito a vendere
alcuni tronchi ed eccoti i soldi Luke….Mi
raccomando….tornate presto sani e
salvi e tienici informati, ok?”
Luke
è quasi commosso dal gesto dello zio (per quanto Luke si
possa commuovere in
presenza di “spettatori”!)
“Grazie
zio….Tranquillo, me lo riporto a casa! Il tempo di parlare
con questa Rebecca e
poi torniamo ad Hazzard”
In
un batter d’occhio, Luke prepara le sue cose, Daisy lo
accompagna alla
stazione:”Ciao tesoro, buona fortuna….”
“Buona
fortuna anche a te Daisy….”
Luke,
nonostante il viaggio in treno sia molto lungo, non riesce a chiudere
occhio
durante il tragitto….. è
preoccupato…”In che razza di guaio si
sarà cacciato
questa volta? Purchè io sia a tempo a tirarlo fuori dai
pasticci…”
Arrivato
a Miami, Luke chiama un taxi e si fa portare al 1257 di West Buena
Vista Drive:
subito il maggiore dei Duke, rimane colpito dal lusso di quel
grattacielo…
“Wow,
questa Rebecca deve essere una che se la passa bene!!! Guarda che
roba” – pensa
Luke.
Suona
al citofono e la voce dall’altro capo
dice:”Quarantaseiesimo piano, seconda
porta a destra…”
Luke
sta mentalmente facendo il conto dei piani, quando sale
sull’ascensore che, in
meno di un minuto, lo porta a destinazione….
Suona
il campanello e alla porta si presenta Rebecca indossando il suo
“micro abito”
da lavoro….
“Ehm…..devo
aver sbagliato appartamento, scusa….Io cercavo una signora:
Rebecca
Whitaker…Puoi indicarmi qual’è la
porta?” – chiede un imbarazzatissimo Luke
alla ragazza quasi completamente svestita che gli ha aperto….
“Sono
io Rebecca e tu sei Luke vero? Sono io che ti ho
telefonato…”
“TU?????
Luke è scioccato!! “Ehm….non pensavo
che tu….ehm….sì
insomma….non pensavo di
trovarmi di fronte….” – Luke non sa
più che dire: si rende conto che sta
infilando una figuraccia dopo l’altra…
“Di
trovarti di fronte….chi? Una poco di buono? Avanti
ammettilo, ce l’hai scritto
in faccia quello che pensi di me!!!” – è
la secca risposta di Becky.
Luke
è praticamente viola per la vergogna: si rende conto che, se
in quel momento
zio Jesse fosse stato presente, non gli avrebbe risparmiato due ceffoni
in
faccia, nonostante i suoi 33 anni compiuti…
“Se
non ti fa così schifo entrare, avrei qualcosa da dirti,
qualcosa di molto
importante, che riguarda Bo….”
“Sì…vengo…..”
Luke è sempre più mortificato.
“Maledizione
che figura!!!! Ma come diavolo fa questa persona a conoscere Bo?
Purchè al mio
cuginetto non sia venuto in mente di mettersi con una
simile….Sarebbe veramente
da ridere….” – pensa il maggiore dei
Duke.
“Accomodati….vado
a mettermi qualcosa di più comodo! – dice Becky
seccata, molto seccata dato che
Luke, a prima vista, gli risulta decisamente antipatico!!
“Com’è
diverso da Bo….Bo ha un viso d’angelo ed un modo
di fare così gentile! Questo,
non solo NON è bello come il cugino, ma è pure
sfacciato e villano!” –
è il commento mentale di Rebecca…
Luke
appoggia la sua borsa da viaggio sul sontuoso divano della enorme sala
dell’appartamento della ragazza e si guarda in giro estasiato
dal lusso da cui
è circondato…
Finalmente
Becky riappare: non indossa più il suo micro abito, ma un
pigiama con
l’immagine di Paperino ed un paio di ciabatte con
l’immagine di Bugs Bunny….
Luke
subisce un altro schock:”Oh Dio!!! Ma sei una bambina!!!!
Quanti anni hai?”
“Sedici….”
– è la risposta piccata di Rebecca.
“Bambina,
cioè Rebecca…..scusami ti prego….non
so nemmeno io cosa dire. Solo…..vorrei
tanto farmi perdonare…. Sono un cretino, anzi un imbecille!
Se zio Jesse fosse
qui, mi castigherebbe a dovere, perché mi direbbe che io non
sono nessuno per
giudicare gli altri… Scusami, ti
prego….”
Luke
è sinceramente pentito e Becky se ne rende conto:
è benevolmente impressionata
da questa nuova “versione” di Luke, prima cosa
perché lei è sempre stata
sfruttata dagli uomini, quindi nessuno si è mai preoccupato
di scusarsi con
lei; figuriamoci poi ricevere le scuse da un uomo che ha il doppio dei
suoi
anni: per lei è davvero una grande soddisfazione….
“Grazie
Luke….scuse accettate!!! Amici?”
Becky
allunga la mano a Luke il quale la stringe calorosamente…..
Luke
è decisamente soddisfatto del suo passo indietro e Rebecca
si rende conto che,
se il maggiore dei Duke non è certo bellissimo come il
minore, ha comunque due
magnifici occhi blu ed un bel sorriso…..
“Credo
che andremo d’accordo io e lui; dopotutto, deve essere buono,
nonostante il suo
modo di fare da orso…” – pensa
Becky
TO BE CONTINUED
Grazie
alle mie girls per le loro recensioni, graditissime come sempre!
|
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Capitolo 9 *** La triste verità.... ***
Bene Luke, adesso che
abbiamo fatto conoscenza, ti
preparo qualcosa da mangiare; mi sembri molto stanco…Come
sei arrivato a
Miami?” – chiede Becky…
“Sono
arrivato in treno come Bo e….sì in effetti ho un
po’ di fame, anzi mooolta
fame, però non vorrei disturbare: posso andare al bar
all’angolo. Fra l’altro
ho visto che è una specie di Bed and breakfast e, se i
prezzi non sono
altissimi, vorrei prenotare una camera, prima di ripartire per Hazzard
insieme
al mio fratellino Bo…” – risponde Luke.
“Senti
Luke, innanzitutto, in questo quartiere, non esistono camere a buon
prezzo,
come non esistono negozi a buon prezzo, come non esistono ristoranti o
semplicemente bar a buon prezzo: avrai notato che questo è
uno dei quartieri
più lussuosi di Miami,
perciò….” – a questo punto
Rebecca si interrompe; non
vuole sbattere in faccia a Luke la verità nuda e cruda e
cioè che lui non si
può permettere ambienti simili, ma il maggiore dei Duke
capisce al volo….
“Ho
capito cosa vuoi dire Rebecca: Bo deve averti parlato della nostra
misera
condizione economica, vero? A proposito, ma com’è
che vi conoscete? Non te l’ho
ancora chiesto…”
Becky
diventa pallida: il momento tanto temuto è arrivato!
Da
come Bo gli ha parlato del cugino maggiore e dopo averlo conosciuto
personalmente, si rende conto che Luke metterà Miami a ferro
e fuoco dopo aver
saputo la verità e soprattutto….non le
vorrà più bene….
Già….anche
se l’ha appena conosciuto e l’ha giudicato
“bruttino e sfacciato”, Rebecca
rimane affascinata da questo ragazzone dall’aria scontrosa,
ma dal cuore
grande….
Fatti
mentalmente quattro conti, Becky capisce che è del tutto
inutile tergiversare e
quindi va subito al punto…
“Luke,
vuoi sapere come faccio a conoscere Bo? Mettiamoci seduti che te lo
spiego…”
Rebecca
fa accomodare Luke nell’immenso divano del suo immenso e
lussuoso salotto e
comincia a narrare di lei e Bo….
“Luke…..io
e Bo….lavoriamo insieme…..” –
Becky comincia ad essere evidentemente
imbarazzata…..
Luke,
appena udite quelle parole, ha una fitta al cuore: ricorda
com’era conciata la
ragazza fino a pochi minuti prima e ricorda di aver capito
immediatamente quale
tipo di lavoro dovesse svolgere Rebecca…
Ed
ora…ora viene a sapere che anche Bo….
“No,
non è possibile, Signore fa che non sia vero!”
– pensa Luke.
“Becky!
Come sarebbe a dire che tu e mio cugino lavorate insieme? Non vorrai
farmi
credere che è finito in un giro di….”
– questa volta è Luke ad interrompersi…
Becky
accenna di “sì” con il capo e abbassa la
testa…..
A
questo punto Luke esplode (com’era prevedibile!)
Comincia
a strattonarla per il braccio destro, quello pieno di lividi e
scottature e
inizia ad insultarla…
“MALEDETTA…..Dov’è
Bo? Che cosa ne hai fatto di lui? Cosa fa ora? Esigo di vederlo A D E S
S O!!,
hai capito? Ora!!! Portami da lui, alla svelta! Non mi interessa se mi
ci
accompagnerai in pigiama o con quel coso indecente che indossavi fino a
pochi
secondi fa, voglio solo vedere Bo e riportarmelo a casa, sono stato
chiaro?”
Luke
urla come un ossesso e intanto scuote ripetutamente Rebecca
afferrandola per il
braccio destro…
Rebecca,
dolorante data la “morsa” della mano di Luke,
comincia a piangere e supplicare…
“Ti
supplico, lasciami il braccio, mi fai male! Ti prego, lasciami
andare!”
“TI
FACCIO MALE?? Mai quanto tu ne hai fatto o ne stai facendo a Bo e ti
assicuro
che ti farò ancora più male se non ti decidi a
portarmi al più presto da lui…”
–Luke ormai è un fiume in piena, non si controlla
più…
Becky
pensa alle parole che molto spesso gli ha ripetuto Bo:”Luke,
è iper protettivo
nei confronti miei e di Daisy: si farebbe tagliare una mano per di
risparmiarci
un dispiacere..” e capisce che il maggiore dei Duke non
allenterà mai la presa,
anche se lei, da diversi minuti, sta piangendo dal dolore….
Il
supplizio di Rebecca dura fino a che Luke, continuando a scuoterla, non
fa in
modo che la manica del pigiama di Paperino che la ragazzina indossa non
si
arrotola, mettendo a nudo i suoi lividi…
“Oh
mio Dio! E questi cosa sono? Chi te li ha fatti?” –
chiede esterrefatto Luke….
Rebecca,
che continua a piangere e tremare dalla paura, racconta al maggiore dei
Duke la
sua triste storia e gli spiega come quei lividi gli sono stati
procurati dal
suo patrigno un giorno in cui si rifiutava di
“lavorare”….
Luke
è distrutto: si sente un’idiota, ha fatto
un’altra pessima figura e soprattutto
si rende conto che quella povera ragazza, nonostante sia la figlia del
boss, si
trova in una posizione ancora più squallida di quella di
Bo….
“Bambina……
ti prego….perdonami….So che sono già
moltissime le cose di cui devo fare
ammenda, ma questa è veramente la più
importante…
Io…..prendo
le mie cose e me ne vado….se prima però tu sarai
così gentile da darmi
l’indirizzo di Bo…NON SONO DEGNO DI
RIMANERE IN QUESTA CASA! Ancora una
volta, ringrazio il fatto che zio Jesse non sia qui ad ascoltarmi,
altrimenti
mi avrebbe fatto a pezzi…Grazie di tutto Becky: ti auguro
buona fortuna
bambina…..lo dico con il cuore….anche se tu
giustamente non mi crederai….”
Luke
riprende la sua sacca da viaggio e fa l’atto di andarsene, ma
Rebecca lo ferma:
gli si mette di fronte e lo guarda fisso negli occhi….
I
bellissimi occhi blu del maggiore dei Duke che raramente si sono
abbassati
davanti agli adulti, si abbassano davanti a quella ragazzina sedicenne!
Luke
l’ha davvero combinata grossa questa volta…..
Becky
continua a fissarlo….non parla….ma ad un certo
punto lo stringe forte: vorrebbe
buttargli le braccia al collo….ma non ci arriva!
Riesce
a stringerli il giro vita….
Luke
non è alto come Bo, ma non è certamente basso,
mentre Becky è una bambolina,
davvero graziosa….ed in miniatura…..
“Non
andare Luke….Ti prego…..Stai qui con me! Puoi
dormire in questo appartamento,
ci sono talmente tante camere e sai….la sera è
così triste essere soli….
Sicuramente
io non sono una ragazza rispettabile, ma ti giuro che sono una buona
cuoca e so
anche lavare e stirare i calzini! Lo farò volentieri per
te!” – Becky ha
davvero l’aria di una bambina innocente mentre dice queste
parole….
Luke
si sente sempre più minuscolo e sempre più scemo
rispetto a lei…
“Va
bene, resto, ma non scomodarti a riservarmi una camera, per me va
benissimo
anche un sacco a pelo. Non so cucinare o fare il bucato o stirare, ma
so lavare
i piatti e spazzare il pavimento, quindi possiamo aiutarci a vicenda,
non
credi?”
La
fisionomia di Luke si è trasformata mentre pronuncia quelle
parole e gli occhi
blu si rialzano ed appare un luminoso sorriso, quello che aveva tanto
impressionato Becky.
“Certo
che ci aiuteremo! Quindi mettiti comodo, mentre io preparo la
cena!”
Rebecca
non aveva esagerato: è davvero un ottima cuoca e Luke, che
mangia poco e male
da più di due giorni, fa veramente onore alla sua cucina!
Dopodiché,
trovate in un armadietto alcune erbe mediche, prepara un intruglio
molto
puzzolente, ma anche molto efficace (antica ricetta di zio Jesse), da
spalmare
sul braccio di Becky, la quale all’inizio è un
po’ perplessa dato l’odore
sgradevole, ma poi si lascia convincere a farselo spalmare…
Luke
cerca di essere il più delicato possibile e Becky si
appoggia al suo petto: gli
piace farsi cullare da quel ragazzone….
“Bambina,
vedrai che tra un po’ starai meglio…..I tuoi
lividi spariranno….
Beh….’notte…..io
vado a dormire…..domani andiamo alla ricerca di
Bo…..”
Luke
si congeda in quel modo da Becky, contento di aver rimediato
all’ennesima
figuraccia….
“’Notte
Luke….”
Becky
si addormenta subito, di un sonno sereno e tranquillo, per la prima
volta, dopo
molto tempo in vita sua.....
TO BE CONTINUED....
Spero vi sia piaciuto il penultimo capitolo di questa storia decisamente non
hazzardiana…
Grazie
a tutti per le recensioni
|
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Capitolo 10 *** Tutto è bene ciò che finisce bene... ***
Ed eccomi arrivata
all’ultimo capitolo di questa storia
molto insolita e assolutamente “non hazzardiana”!
Spero
vi sia piaciuta almeno un pochino….
Mi
sto mettendo all’opera con una nuova fanfic, ma non voglio
anticipare nulla…
Grazie
a tutti per le recensioni
Luke,
cerca di dormire nel sontuoso letto della sontuosa camera messa a
disposizione
da Becky, ma invano: mille idee gli frullano per la testa, la prima
delle quali
è portare a casa Bo il più presto possibile!
Non
vuole che il suo fratellino si riduca come Rebecca….
Rebecca….per
quanto cerchi di togliersela dalla mente, proprio non ci
riesce….
“Povera
bambina! Se solo avesse ricevuto un po’ di affetto, che
personcina deliziosa
sarebbe .….” – pensa il maggiore dei
Duke….
E’
a questo punto delle sue riflessioni che viene interrotto da un colpo
alla
porta…
“Luke?
Posso entrare? Posso dormire con te questa notte? Prometto che non
darò
fastidio….” – è
Becky…
Luke,
che in un primo momento vorrebbe rispondere “NO!”,
prova quasi pena per quella
bimba con il suo pigiamino di Paperino e accetta….
“D’accordo
vieni qui, ma solo se mi prometti che starai buona, ok?”
– Luke strizza
l’occhio mentre, fingendosi arrabbiato, fa spazio alla nuova
arrivata…
Becky
si rannicchia immediatamente fra le braccia di Luke e gli
dice:”Senti, forse
c’è un mezzo per riuscire a tirare Bo fuori dai
guai. Bisognerebbe rintracciare
Morrison Perry; credo che ora, dopo l’esperienza avuta al
centro, collabori con
la polizia. Io ci sto provando, ma ho paura che il mio telefono sia
sotto controllo,
inoltre gli scagnozzi del mio patrigno stanno dappertutto, quindi non
ho
libertà di azione….
Se
solo volessi provarci tu….Puoi muoverti liberamente per
Miami, tanto nessuno ti
conosce….”
“Ottima
idea, bambina! Dammi il suo numero di telefono o comunque un suo
recapito;
domani, dato che non potrò rimanere tappato in casa fino al
giorno in cui potrò
incontrare Bo, telefonerò innanzitutto a zio Jesse per
informarlo degli ultimi
sviluppi (sperando che non gli venga un infarto quando saprà
quello che è
successo al suo nipote più giovane!!) e intanto, dato le sue
conoscenze proverò
a parlargli di questo Morrison Perry, ok? Credimi, non vedo
l’ora di chiudere
questa maledetta storia e di tornarmene ad Hazzard con Bo,
dopodiché, fidati,
né io né lui rimetteremo mai più piede
in questo dannato posto!!”
Becky
è mortificata: capisce le ragioni di Luke, ma non vuole
lasciarlo andare….
“Perché
quando trovo una persona che mi rispetta e mi dimostra un briciolo di
affetto,
la devo perdere? Mio Dio, che male ho fatto in vita mia?
Perché non posso
essere serena come gli altri? E’ tanto chiedere anche solo un
mozzicone di
felicità?” – due grandi lacrime scendono
dagli occhi di Becky, bagnando la
pelle di Luke che, come al solito, dorme solo con i boxer….
“Bambina,
cosa c’è? Perché piangi?”
– chiede Luke….
“Stavo
pensando che ogni volta che mi affeziono a qualcuno, quel qualcuno mi
lascia….
A che serve questo appartamento enorme e lussuoso se poi non ho nessuno
con cui
dividerlo?” – risponde Becky…
Il
suo visino sconsolato emoziona vivamente Luke (cosa assai
rara!!)…
“Senti
piccola, vorresti venire ad Hazzard insieme a me e a Bo? Certo, la
nostra
fattoria è grande quanto una delle tue stanze, il mobilio
è molto rustico, ma
la cucina è buona e poi….là ci
troverai una famiglia…E’ questo quello che vuoi,
vero?”
Rebecca
crede di sognare dalla felicità: lasciare quella squallida
vita, quello
squallido centro, quegli squallidi clienti, diventare finalmente una
persona
rispettabile, anche se povera (già, perché Becky
non pensa neppure per un
istante di portarsi appresso tutti i soldi guadagnati con il suo
“lavoro”….),
essere felice….insieme al dolcissimo Bo, alla bella Daisy
(che non conosce di
persona, ma di cui Bo gli ha mostrato una foto), al saggio zio Jesse
e…..al
ragazzone che lei aveva giudicato bruttino e sfacciato al primo
incontro e di
cui ora si rende conto di non poter più farne a
meno….
“Luke,
qualcuno deve aver pregato per me! Altro che se accetto di venire con
te e stai
pur certo che mi troverò un lavoro appena arrivata ad
Hazzard, qualsiasi lavoro
dato che, dopo la vita che ho vissuto finora, qualsiasi mansione mi
sembrerà
decorosa e dignitosa!”
“D’accordo
Becky, allora siamo d’accordo? Beh, ora dormiamo, se
domattina vogliamo essere
in forma per metterci alla ricerca di Morrison.
Notte……”
“Notte
Luke…” – Becky si rannicchia nuovamente
fra le braccia di Luke, felice di
questo cambiamento….
L’indomani,
consigliata dal maggiore dei Duke, Rebecca telefona al patrigno dicendo
che, in
seguito ad una bruttissima influenza, dovrà rimanere qualche
giorno a letto.
“Mi
spiace piccola, riguardati e cerca di guarire presto!”
– sono le parole di Mr.
Anderson il quale non è certamente preoccupato per la salute
della figliastra
(di cui non gliene importa nulla!!), ma degli incassi a cui
dovrà rinunciare in
seguito alla sua defezione…..
Per
fortuna c’è Bo a sostituirla…..
Bo….da
quasi un mese è arrivato al Madison Center e, in seguito
allo squallido lavoro,
in seguito alla preoccupazione per quella dannata clausola di
200.000,00 dollari
stampata sul contratto, deperisce giorno per giorno…
Il
suo bellissimo viso, i suoi grandi occhi azzurri, il suo splendido e
solare
sorriso si sono spenti, si sente come sull’orlo di un
baratro, pronto a
precipitare da un momento all’altro…
Fino
a pochi giorni prima, c’erano Becky e Bob a tenergli
compagnia, ma ora, la
prima è a casa malata, il secondo è
misteriosamente sparito dalla circolazione,
dopo essersi rifiutato di eseguire un lavoro per Mr.
Anderson…
Bo
è solo con la sua tristezza, i suoi pensieri, i suoi dollari
che ha accumulato
(dato il successo riscontrato con le clienti, Mr. Anderson ha pensato
molto
“generosamente” di lasciargli il 30% delle mance),
ma Bo non è sicuramente
orgoglioso…
“Avrei
preferito guadagnarmeli andando a spargere il letame per i campi di
Boss,
piuttosto che in questo modo…”
Boss….Rosco…Enos….in
un attimo gli passa davanti agli occhi l’intera contea di
Hazzard…
“Quando
potrò tornare a casa? E come mi accoglierà zio
Jesse? Luke, quando è tornato
dalla guerra, è stato accolto come un eroe per quello che ha
fatto e per il suo
grado di Sergente, mentre io con cosa torno??? Con la vergogna ed il
disgusto
nei confronti di me stesso, con la vergogna di guardare in faccia agli
altri,
con la vergogna del giudizio degli altri, soprattutto quello di zio
Jesse e di
Luke…..” – pensa Bo…..
Nel
frattempo, Luke si reca ad un telefono pubblico e, dopo aver spiegato
in poche
parole a zio Jesse quanto sta accadendo a Bo (come aveva previsto, ha
rischiato
di svenire se non ci fosse stata Daisy accanto a lui), gli dice di
cercare di
rintracciare Morrison Perry…
“Lukas,
cercherò di fare del mio meglio…
Tu….tu….riportaci a casa il nostro cucciolo,
ok? Digli che l’aspettiamo a braccia aperte e che, nonostante
tutto, siamo
orgogliosi di lui, hai capito?” – dice zio
Jesse…
“Ho
capito benissimo, zio! Glielo dirò senz’altro
appena potrò incontrarlo. Ne sarà
felice!”
Luke
intanto narra alla zio anche la storia di Becky e di come sia sua
intenzione di
portarla ad Hazzard per strapparla a quella squallida vita….
“Bravo
figliolo! Sarà la nostra principessina appena
metterà piede in questa casa!”
“Sapevo
che saresti stato contento zio!”
Luke
torna da Becky dicendo che lo zio si è messo alla ricerca di
Morrison e
aggiungendo che sarà ben felice di avere una nuova inquilina
in casa sua…
Becky
risponde con un bacio……
Era
tanto tempo che avrebbe voluto dare un bacio a Luke, ma si era sempre
trattenuta: il carattere chiuso del ragazzone dai grandi occhi blu, le
impediva
di esprimergli il suo affetto, ma quella volta non riesce a
trattenersi…
Luke
la abbraccia di cuore: abbracciarla significa per lui piegarsi
letteralmente in
due, tanto Becky è minuta….
Rimangono
così per alcuni minuti: nessuno parla…
Becky
è troppo felice, Luke….troppo preoccupato per
come si sia lasciato andare (cosa
assolutamente non da lui!), con quella adolescente…..
“Lukas
Duke, che cavolo stai facendo?” – domanda a se
stesso….
“Bene
Becky, allora adesso aspettiamo notizie da zio
Jesse…..” – risponde Luke
staccando Rebecca da sé…
I
giorni passano: Becky è sempre ufficialmente
“malata”, Luke comincia a
risentirne di quella vita sedentaria a cui non è abituato e
alla mancanza dei
suoi campi da arare, Bo è sempre più
disperato….
“Mio
Dio, quando finirà tutto questo? Se solo potessi parlarne
con qualcuno…..” –
pensa il biondo Duke….
Dopo
cinque giorni, Becky e Luke sentono bussare alla porta…
“Deve
essere il mio patrigno! Luke nasconditi in qualche
stanza…”
“Ok,
Becky”
Rebecca
apre la porta e, con immenso stupore, si trova davanti Morrison Perry
insieme
ad un anziano signore con la barba bianca, una salopette di jeans ed un
cappellino rosso…
“Morrison?
Tu??? Sapevo che eri ancora vivo, grazie a Dio! E lui chi
è?” – chiedeva Becky
indicando il signore anziano…
“Sono
Jesse Duke, signorina…”
Luke,
che aveva sentito tutto dalla stanza accanto, si precipita fra le
braccia dello
zio…
“ZIO
JESSE!!! Sia benedetto il Signore!!”
“Luke,
che bello rivederti! Dimmi, come stai? E Bo? Lei deve essere Becky
vero?”
Prima
che Luke potesse rispondere, la ragazzina dice:”Sì
signor Duke, sono io.
Benvenuto!”
Anche
zio Jesse rimane colpito dal visino innocente di Becky, visino
innocente che
porta il segno delle sofferenze subite .…
Luke,
appena visto Morrison, deve contare fino a 200 per non rompergli la
faccia: Bo
non sarebbe finito in mezzo a tutto quel casino se non fosse stato per
lui…
Morry
capisce immediatamente i sentimenti di Luke e prende la
parola…
“Luke,
signor Duke, so che quello che è successo a Bo è
colpa mia, ma spero mi
perdonerete, dato che ora vi aiuterò a salvarlo. Lasciatemi
dire che, quando
gli ho proposto il Madison Centre, io pensavo che fosse un centro
sportivo, non
credevo che, dietro quella facciata, si
nascondeva….beh…avete capito cosa!
Quando mi sono recato al Madison per cercare lavoro, anch’io,
senza saperlo, ho
firmato quella maledetta clausola da 200.000,00 dollari, ma dopo quasi
due
mesi, sono riuscito a scappare, non senza difficoltà, dato
che Anderson ed i
suoi scagnozzi, mi hanno pestato a sangue. Mi hanno lasciato sul
pavimento
pensando che fossi morto, ma sono riuscito a trascinarmi, passando dal
retro,
fino ad una casa che si trova nelle vicinanze del centro, dove ho
trovato delle
brave persone che mi hanno curato. Ci è voluto un
po’ di tempo, ma, appena
guarito, sono tornato in Alabama, dove mi sono messo a disposizione
delle
autorità locali prima e della polizia federale poi, sperando
di riuscire una
volta o l’altra ad intrappolare quella gentaglia. Purtroppo,
l’impresa si è
presentata subito difficile, dato che quella è gente che non
scherza, sa
coprire bene i propri loschi affari. Ma finalmente il mio superiore mi
ha
informato che il Sig. Duke di Hazzard cercava di tirar fuori da quella
topaia
il nipote e mi sono reso conto che il momento di incastrarli era
arrivato.
Becky, Luke, Sig. Jesse, se siete d’accordo con me, direi di
far scattare la
trappola, mandando avanti Luke come esca: un ragazzo giovane fa sempre
comodo
da quelle parti! Appena gli avranno aperto la porta, io ed altri due
agenti in
borghese faremo irruzione, e finalmente scriveremo la parola
“fine” su questa
storia. Siete d’accordo?”
Tutti
rispondono sì e il giorno dopo scatta la trappola.
Luke,
come d’accordo, si presente al Madison, dove viene
immediatamente ricevuto da
Alan, il portinaio.
“Sei
in cerca di lavoro? Bene ragazzo, qui abbiamo quello che fa per
te!” – dice a
Luke.
“Sissignore,
cerco lavoro, ma non sono solo, ci sono altri miei amici (Morrison e
gli altri
agenti in borghese!)” – risponde Luke.
Prima
che Alan possa dare l’allarme, Morrison, Luke e gli altri
agenti lo
immobilizzano e si dirigono verso l’ufficio di Fred Anderson.
Colto
di sorpresa, il boss cerca di negare tutto da principio, ma, una volta
letti i
suoi capi di imputazione, si rende conto che gli conviene consegnarsi
di sua
spontanea volontà alla polizia.
Prima
che venga portato via, Luke non riesce a trattenersi e gli sferra un
gancio
sinistro in un occhio:”Maledetto bastardo, questo
è per quello che hai fatto a
Becky e a mio cugino!”
Incuriosito
dal trambusto, Bo si dirige verso l’ufficio di Mr. Anderson e
qui trova Luke…
“LUKE!!!
DIO MIO, SEI DAVVERO TU?” – Bo si precipita ad
abbracciare il cugino e, una
volta buttate le braccia al collo, comincia a piangere, ma questa volta
è un
pianto di liberazione e di gioia!
“Bo,
è tutto finito, torniamo a casa!”
“No
Luke, non posso venire! Sai, ho firmato un contratto con Mr. Anderson;
in
questo contratto c’è una
clausola…”
Bo
si interrompe, ha vergogna a proseguire…
“So
tutto! La clausola è annullata! Morrison Perry che dopo
questa esperienza è
divenuto agente federale, ha arrestato Anderson e la sua banda. Ora
possiamo
tornare ad Hazzard, insieme a zio Jesse che ci aspetta
nell’appartamento di
Becky, appartamento dove io sono stato per quasi 3 settimane
nell’attesa di
poterti liberare!”
Bo
vorrebbe dire un sacco di cose, ma è esausto. Si stringe al
cugino maggiore e
si lascia accompagnare al taxi che li porterà verso
l’appartamento di Rebecca.
Finalmente,
zio Jesse può abbracciare il suo cucciolo e può
constatare come sia dimagrito…
“Figliolo,
appena arrivati a casa, ti cucinerò la migliore zuppa di
pesce di tutto il Sud!
La cucinerò anche per te, Becky!” – sono
le prime parole di zio Jesse..
“E
io? Guardo voi che mangiate?” – dice Luke
fingendosi arrabbiato per non essere
stato chiamato in causa…..
“Un
po’ di dieta non ti farebbe male, cugino”
– risponde Bo che, a contatto di
Luke, zio Jesse e Becky, ha ritrovato il buon umore…..
“Prepariamo
le nostre cose e torniamo ad Hazzard” – dice il
patriarca…
“Sissignore”
– è la risposta all’unisono….
Tutto
è bene ciò che finisce bene…..
THE
END
Ripeto, è parecchio non
hazzardiana, ma spero vi sia
piaciuta…..
Sto
preparando un’altra fic, questa volta in
“hazzardiano puro!”
Grazie
a tutti come sempre!!!
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