Voglia di crescere.....

di Marzia1969
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bye Bye Hazzard... ***
Capitolo 2: *** Due amori di cugini.... ***
Capitolo 3: *** L'arrivo a Miami... ***
Capitolo 4: *** Rivelazioni.... ***
Capitolo 5: *** In trappola..... ***
Capitolo 6: *** Soldi sporchi.... ***
Capitolo 7: *** Rebecca... ***
Capitolo 8: *** Arriva Luke... ***
Capitolo 9: *** La triste verità.... ***
Capitolo 10: *** Tutto è bene ciò che finisce bene... ***



Capitolo 1
*** Bye Bye Hazzard... ***


rieccomi a scrivere una fanfic sui miei amati Dukes, dopo molto, molto tempo. Purtroppo questo ritardo è dovuto al fatto che sto vivendo un periodo al lavoro (periodo che ormai si protrae da oltre due mesi!), veramente insostenibile…. Mi sono rimessa a scrivere anche per dissociarmi dalla mia situazione attuale. Spero vi piaccia la mia storia HAZZARD MEZZANOTTE Tutto tace in casa Duke; anche se è sabato sera ed è piena estate, piove a dirotto, così Bo, Luke e Daisy decidono di rimanere a casa: Bo e Luke non hanno voglia di uscire e Daisy è raffreddata, perciò ha chiesto un giorno di permesso a Boss….

Zio Jesse si è addormentato da un bel pezzo; dalla stanza di Daisy non provengono rumori, solo nella camera dei due leggendari cugini c’è una certa inquietudine….

Luke come al solito si gira e rigira e rigira nel letto prima di prendere sonno (è un’abitudine che gli è rimasta dal Vietnam quando non riusciva ad addormentarsi per paura di un’incursione nemica), ma nemmeno Bo, che solitamente dopo cinque minuti che si trova in posizione orizzontale si addormenta come un sasso, non riesce a dormire…..

E’ stranamente nervoso e preoccupato: ha 24 anni, è di una bellezza pazzesca che sboccia ogni giorno di più ed ha successo in tutto quello che fa: vince ogni corsa, conquista ogni ragazza, è sempre di ottimo umore….

Ma da un po’ di tempo sembra un'altra persona: il suo bellissimo sorriso viene spesso offuscato da uno sguardo triste, si chiude spesso in casa e, cosa più importante, non ne parla a nessuno, nemmeno a Luke, con il quale divide praticamente tutto da quando è nato….

Quella notte poi è veramente penosa: sarà il clima uggioso, saranno le preoccupazioni, insomma….Bo non riesce a prendere sonno.

Così, decide di “sfogarsi” con Luke…

“Ehi Luke, vuoi svegliare tutto il vicinato, bestiame compreso, continuando a rigirarti nel letto? Non riesco ad addormentarmi se non stai fermo!!!!”

“Cugino, a parte che noi non abbiamo vicini, bestiame compreso, dato che la fattoria è isolata, ma da quando non riesci a dormire perché io mi rigiro nel letto? Da che sono tornato dal Vietnam non riesco a prendere sonno subito, eppure tu non te nei sei mai accorto…. Cos’è questa novità?” – incalza Luke….

“E’….che sono preoccupato….Ho un sacco di cose a cui pensare….” – risponde Bo…

“Ah sì, un sacco di cose a cui pensare, tipo con quale delle tue amichette uscirai questa sera, che scusa dovrai inventare per non uscire con la stessa ragazza due sere consecutive, etc. Eh sì…pensieri terribili su cui c’è da perdere il sonno” – aggiunge Luke in tono non molto amichevole….

“E’ inutile che sfotti cugino. Questa volta è una cosa seria: vedi me ne voglio andare da Hazzard”.

Luke per poco non cade dal letto….

“Dì un po’, ma sei impazzito? Che idea è questa? Noi siamo nati qui, ci sono le nostre radici, la nostra casa, la nostra famiglia ed ora tu vuoi andartene??? Cos’è questa storia e soprattutto, perché non me ne hai parlato prima? E dove vorresti andare?”

“Luke, cerca di capire: tu SEI il mio eroe, hai combattuto in Vietnam, quando io e Daisy eravamo piccoli, anche se tu stesso eri poco più che un bambino, ti sei sempre fatto in quattro per accudirci. So che a volte mi consideri una persona superficiale, ma non ho mai dimenticato quando passavi le notti intere seduto vicino al mio letto, perché avevo la febbre alta e poi il giorno dopo ti addormentavi a scuola, perché non avevi dormito per niente. Ricordo quando tornavi con la nota della maestra sul diario e non dicevi a zio Jesse che ti eri addormentato perché avevi vegliato tutta notte per curarmi….Beh, adesso tocca a me dimostrare quanto valgo….ecco perché voglio trasferirmi in Florida…

Sai, durante una corsa, ho conosciuto un ragazzo che abita da quelle parti e, senza dirvi niente, gli ho chiesto se poteva trovarmi un lavoro….e lui me l’ha trovato….”

“E che genere di lavoro ti ha trovato, scusa?” – chiede Luke.

“Istruttore di nuoto. Ricordi che io sono sempre stato molto più in gamba di te in questo sport, perciò ho deciso di farne la mia professione, almeno momentaneamente. Che ne dici?’”

Luke non risponde: è quasi disperato….Bo è sempre stato il suo fratellino da accudire e da tenere sott’occhio, non gli va che si allontani. E poi la Florida, per gente come i Duke che non possono certo permettersi un biglietto aereo, è davvero dall’altra parte del mondo….

“Luke, non mi hai sentito? Ti ho fatto una domanda: che ne dici del mio trasferimento in Florida? Mi aiuterai a dirlo a zio Jesse e Daisy?”

“Certo…”

Luke non va oltre quelle cinque lettere: è troppo impegnato a trattenere le lacrime….

“Senti Bo,la notte porta consiglio; cerchiamo di addormentarci, a tal proposito ti prometto di non rigirarmi continuamente nel letto….magari domattina avrai cambiato idea”…

“No Luke, questa volta sono deciso…”

Il mattino seguente, come al solito, è Luke il primo dei due a svegliarsi: va in cucina, dove Daisy sta già preparando la colazione e dove, vedendo i bellissimo occhi blu del cugino cerchiati di occhiaie, si rende conto che qualcosa non va…

“Che c’è Luke?” – chiede Daisy…

“Chiedilo a Bo” – risponde Luke che non ha molta voglia di parlare.

Nel frattempo il minore dei Duke che, come il cugino, ha due grandi occhiaie, si reca in cucina insieme a zio Jesse, il quale si rende conto dello stato in cui si trovano i suoi ragazzi….

“Beh, che avete voi due? Avete litigato un'altra volta?” – chiede zio Jesse.

“No zio” – risponde Bo, cominciando a raccontare la sua storia…..

Daisy, appena saputa la novità, scoppia in un pianto a dirotto..

“Non puoi andartene Bo, sei il nostro cucciolo….Zio Jesse, Luke, ditegli qualcosa per fargli cambiare idea vi prego……

“Ci ho già provato tesoro, ma senza successo” – sono le parole di Luke….

“Daisy, cara, arriva il momento nella vita in cui un uomo deve seguire il suo istinto: evidentemente quel momento è arrivato per Bo. Non dobbiamo disperare, ma stargli vicino ed augurargli buona fortuna” – sono le parole del patriarca…..

“Quando pensi di partire figliolo?”

“Fra 3 giorni zio… perciò ho pensato durante questo breve periodo di non muovermi di casa, così potrò godermi la mia famiglia fino all’ultimo Grazie come al solito a chi vorrà leggere e recensire.....

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Capitolo 2
*** Due amori di cugini.... ***


Come promesso, Bo passa i tre giorni successivi insieme alla famiglia, sbrigando addirittura quelle faccende di cui non si era mai occupato prima, tipo aiutare Daisy a rifare i letti, spolverare, etc.

Vuole lasciare di sé il ricordo di un uomo ormai maturo e non di un ragazzino stupido che, al limite, nel caso in cui commetta qualche sciocchezza, va a piangere dai cugini più grandi….

Zio Jesse e Daisy apprezzano molto questo modo di fare di Bo, anche se sono dispiaciuti del fatto che 3 giorni passano alla svelta e che presto, il bellissimo cugino più giovane dovrà andarsene….

Già….zio Jesse e Daisy….perché Luke, da quando ha saputo che Bo vuole partire, sembra sparito dalla circolazione: la mattina non si presenta a colazione, non va a lavorare i campi, a pranzo e cena manca e non dorme alla fattoria…..

Bo è dispiaciutissimo di questa cosa: ma come, Luke, il suo cugino maggiore, il suo fratellone a cui ha sempre confidato tutto, che gli è sempre stato vicino, che l’ha sempre sostenuto e difeso davanti a tutti, ora, proprio nel momento in cui ha più bisogno di lui…..sparisce…..

“Zio Jesse, Daisy, dov’è Luke?” – chiede Bo…..

Daisy arrossisce, abbassa la testa e non risponde…

Ancora una volta, tocca al patriarca dare una spiegazione…

“Figliolo, tu conosci bene tuo cugino, sai com’è fatto….Non si aspettava che tu prendessi una simile decisione. Per un motivo o per l’altro, essendo il maggiore di voi tre, ha sempre pensato di dovervi proteggere ed accudire, ma soprattutto, ha sempre pensato che non ve ne sareste mai andati di qui…..

Ora gli ci vorrà un po’ per mettere a fuoco la cosa…..Ecco perché se n’è andato…

Comunque, ha promesso, anzi ha giurato a me e Daisy che tornerà per salutarti quando partirai”….

“Ma almeno vi ha detto dove andava?” – chiede Bo….

Zio Jesse e Daisy si guardano in faccia: Bo capisce immediatamente che suo zio e sua cugina sanno dove si trova Luke, ma capisce anche che devono avergli promesso di non svelare il suo “nascondiglio”, così Bo, da ragazzo educato qual è, non fa domande…..

Viene il giorno della partenza: Daisy, fra le lacrime, aiuta il cugino a preparare la valigia (poche cose, i Dukes non sono certo ricchi e l’armadio dei ragazzi non è sicuramente rifornito di abiti!), zio Jesse ha i lucciconi….

“Figliolo, a che ora hai il treno?” – chiede il patriarca.

“Alle 10,30 da Atlanta; fra coincidenze e cambi, ci impiegherò più di un giorno ad arrivare a Miami, ma purtroppo non posso certo andare in aereo. Luke mi accompagnerà alla stazione, vero? A proposito, ma dov’è, come mai non è ancora arrivato?” – domanda Bo pensieroso….

“Non lo so, tesoro… Ci aveva promesso che sarebbe tornato per salutarti e sai quanto valga per lui una promessa” – aggiunge Daisy.

Bo è mortificato: si rende conto che il suo fratellone l’ha già cancellato dalla sua esistenza ancora prima di partire…

“Non è vero che mi vuole bene, non è vero che per lui sono la persona più importante della sua vita. Da tre giorni non si fa vedere ed ora non viene neppure ad accompagnarmi alla stazione. Che pugnalata al cuore….Ed io che in questo tempo ho anche mangiato meno del solito, per lasciare da parte un po’ di cibo per lui, in modo che vedesse che sono veramente cresciuto”.

Era vero: Bo in quei tre giorni, metteva sistematicamente da parte un po’ di cibo per Luke, dalla mitica zuppa di pesce di zio Jesse al pollo, etc., tanto per dimostrargli che non era più il ragazzino che pensava solo a se stesso, ma un uomo grande e maturo….

E Luke non si faceva vedere…..e l’ora di andare alla stazione si avvicinava….

Zio Jesse estrae dalla tasca il suo orologio e dice a Bo:” Credo sia il caso di telefonare a tuo cugino per dirgli di tornare ed accompagnarti alla stazione”…

“Grazie zio”- è la risposta di Bo.

Zio Jesse chiude la porta e telefona a Cooter (dato che dall’amico meccanico si è rifugiato Luke).

“Cooter….sono Jesse, mi passi mio nipote per cortesia?”

“Luke? Ma è partito da almeno due ore, mi ha detto che sarebbe venuto alla fattoria per accompagnare Bo alla stazione di Atlanta! Se non è ancora arrivato, è perché gli è successo qualcosa!” – risponde Cooter…

“Oh mio Dio…Bene…..grazie Cooter….Vorrà dire che Daisy accompagnerà Bo, mentre io e te cercheremo Luke. DANNAZIONE!!!! Ma quei due ragazzi quando mi lasceranno andare in pensione?” – aggiunge zio Jesse disperato….

“Sempre a tua disposizione, zio”…..ribatte Cooter.

Zio Jesse torna in salotto e comunica la notizia a Bo e Daisy…

“Ragazzi, ascoltatemi. Ho chiamato adesso Co……ehm…..la persona presso la quale Luke sta in questi giorni per dirgli di informare vostro cugino di rientrare…Purtroppo c’è un problema: pare che Luke sia partito da almeno due ore….”

“Due ore???? Ma allora gli è capitato qualcosa!” – afferma Daisy che, come zio Jesse, sa dove si trova Luke.

“Dobbiamo cercarlo zio; vorrà dire che prenderò un altro treno!” – sono le parole di Bo.

“No figliolo, tu prenderai il tuo treno, Daisy ti accompagnerà ad Atlanta, mentre io andrò a cercarlo…”

“Povero Luke…….” – dice Bo….

Daisy, fra le lacrime, mette in moto “Dixie” e si dirige verso la stazione di Atlanta: è felice in un certo senso di stare vicino al cuginetto fino all’ultimo, ma nello stesso tempo è preoccupata per la sorte dell’altro cugino….

Finalmente arrivano ad Atlanta: Daisy stringe fortissimo Bo, il quale ricambia l’abbraccio: si guardano a lungo, come se entrambi volessero stamparsi nella memoria il viso dell’altro…

“Ciao tesoro!” – dice Daisy….

“Ciao tesoro!” – risponde di cuore Bo….

Daisy ritorna sulla vettura, mentre Bo si dispone a partire…

Mentre estrae dalla borsa il biglietto ferroviario, gli cade una lettera….

Sulla busta ci sono scritte tre parole:”Al mio fratellino….”

Bo capisce subito chi è il mittente ed apre, anzi, straccia letteralmente la busta per poter leggere il prima possibile il contenuto…..

“Caro Bo,

sicuramente in questi tre giorni ti sarai domandato dove sono finito: ebbene, sono da Cooter…

Ho chiesto a zio Jesse e a Daisy di mantenere il segreto e sono sicuro che loro avranno mantenuto la promessa….

Non sopportavo, anzi non sopporto l’idea di vederti partire….

Sei una parte di me, sei la parte più importante della mia vita; da ora in avanti sarà come se io avessi una sola gamba o un solo occhio o un solo braccio….

La nostra stanza, seppure così piccola, mi sembrerà immensa e vuota….

Mi hai detto che sono il tuo eroe; tu per me sei qualcosa di più: sei il mio fratellino ed io ti voglio un bene dell’anima…..anche se non te l’ho mai detto…

Sai io, in un certo senso, sono sempre stato invidioso di te: tu hai un carattere solare, sei sempre allegro, riesci immediatamente a stringere amicizia con tutti, mentre io vengo considerato un orso. Non lo sono sai…..anzi, a volte ci sto malissimo per questa idea che la gente si fa di me, ma naturalmente non ne parlo con nessuno….

Non voglio annoiarti, voglio solo augurarti buona fortuna e chiederti scusa se non sono venuto a salutarti e ad accompagnarti alla stazione: come ti ho detto, non sopporto l’idea di vederti partire, non sopporto l’idea di addormentarmi da solo la sera….

Ho infilato questa lettera nella tua borsa un giorno in cui tu, zio e Daisy eravate impegnati nei campi; nessuno si è accorto che io ero lì, così ho potuto agire indisturbato.

Ho raccontato a Cooter, zio e Daisy che sarei tornato per accompagnarti alla stazione, ma non è mia intenzione farlo, dato che piangerei come un idiota e tu sai quanto io detesti piangere in pubblico….anche se il pubblico sei tu…..

perciò so già che quando tornerò alla fattoria mi spetterà una bella strigliata da parte di zio Jesse, che, nel frattempo, avrà girato in lungo ed in largo tutta la contea per cercarmi….

Purtroppo è ora di salutarci: se le cose non dovessero andare bene laggiù, chiamami subito, anche se fosse in piena notte ed io verrò a raggiungerti….

Ciao fratellino, sei il mio orgoglio….anche se non te l’ho mai detto….

Buona fortuna!

Il tuo fratellone……”

Bo, una volta terminata la lettura, carezza il foglio…..

“Anch’io ti voglio tanto, tanto bene fratellone”…….

Bo ritira la lettera nella borsa, la piega bene in modo che non si sciupi e sale sul treno; la seconda parte della sua vita sta per cominciare…..

Luke, intanto, torna alla fattoria, dove zio Jesse è in procinto di partire per andare a cercarlo….

Grazie come al solito a chi vorrà leggere e recensire

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Capitolo 3
*** L'arrivo a Miami... ***


Bo, dopo un viaggio interminabile di quasi due giorni (neanche a farlo apposta, proprio in quel periodo i macchinisti avevano deciso di indire uno sciopero), arriva a Miami…

Subito rimane colpito dalle dimensioni spropositate della stazione ferroviaria, al cui confronto quella di Atlanta, sembra una stazioncina di provincia..

“Cavolo, ma questo posto è enorme!!!! E adesso dove vado? Per prima cosa sarà meglio cercare un taxi per arrivare alla piscina coperta dove dovrò svolgere il mio lavoro”…dice Bo fra sé…

Deve farne di strada prima di trovare la fermata dei taxi appunto e,mentre cammina, si rende conto che, al contrario di Hazzard, a Miami le ragazze lo guardano….ma per compatirlo!!!

“Ehi Cindy, hai visto quel campagnolo? Per fortuna ci è passato alla larga, altrimenti sentiremmo la puzza di stalla che sicuramente avrà addosso!” – dice una ragazza alla sua migliore amica.

Dopo quasi due giorni di viaggio e con gli unici indumenti “eleganti” che Bo possiede, vale a dire un paio di pantaloni marroni ed una camicia beige, non fa certo un figurone di fronte alle ragazze di città.

Quando finalmente riesce a trovare un taxi libero (ben presto il bellissimo Duke si rende conto che in quella città tutti vanno di corsa!), sale e dice al conducente:”Ocean Drive, Madison Center”.

Bo a questo punto viene colto da un dubbio….

Quanto costa una corsa in taxi? Non è ha mai preso uno in vita sua!! Quanto dista la piscina dalla stazione ferroviaria?

“Purchè i soldi che mi ha dato zio Jesse bastino, altrimenti….SAI CHE FIGURA!!!”

I soldi bastano e, una volta sceso, si reca alla portineria del Madison Center.

“Salve, mi chiamo Beauregard Duke, cerco Morrison Perry (l’amico che gli aveva trovato quel posto di lavoro)”.

“Morrison, chi????” – risponde il portinaio – “Ah sì, ora ricordo! Deve essere quello che se n’è andato 3 mesi fa. Ehi biondino, arrivi tardi, il tuo amico ha fatto i bagagli e non lo abbiamo più visto!”

“Se n’è andato? E adesso cosa faccio? Mi ha detto che mi avrebbe trovato un posto come istruttore di nuoto in questo centro. Ma senza di lui cosa faccio?” – chiede Bo all’uomo seduto in portineria che, già dal primo sguardo, non gli sta simpatico!

“Che fai? Ehi bello, hai ancora bisogno della balia alla tua età? Morrison se n’è andato….meglio per te, almeno sei sicuro di avere quel posto da istruttore. Su, adesso firma questo foglio, dopodiché potrai ritirarti nel tuo “appartamento”. Non so se Morrison te ne ha parlato, ma noi forniamo anche l’alloggio ai nostri dipendenti, in modo che tu devi solo pagarti il vitto. Oltretutto, mi sembri anche stanco, il viaggio deve essere stato lungo, perciò domani potrai riposare tutto il giorno e prendere servizio dopodomani”.

“Grazie” – è l’unica parola che riesce a pronunciare Bo. Nonostante dovrebbe essere felice per avere un lavoro ed anche un alloggio e quindi il suo ringraziamento dovrebbe essere più caloroso, non riesce a scrollarsi di dosso quel senso di antipatia che prova nei confronti della persona che gli sta di fronte.

Bo firma senza neppure leggere una parola di quello che sta scritto nel foglio che gli ha appena consegnato Alan (il portinaio).

“Bene, benvenuto a bordo Beauregard. Accidenti, ma che nome strano hai! Ed è pure lungo! Ma non hai un secondo nome, magari più breve da tenere a mente?”

“Beauregard è il mio unico nome, comunque tutti mi chiamano Bo…”

“Per fortuna! Allora, arrivederci a dopodomani Bo. Per raggiungere il tuo appartamento, percorri tutto il corridoio, gira a destra e poi ancora subito a destra: la porta che trovi è quella del tuo appartamento”

“Grazie” – ripete nuovamente Bo che, non sa spiegarsi il motivo, ma si sente incredibilmente a disagio in quel posto….

“Fratellone dove sei?” – si chiede Bo. “Luke, tu hai sempre avuto la capacità di giudicare le persone “a pelle”; sicuramente anche a te quel tipo non sarebbe piaciuto, ma, contrariamente a me, tu sapresti cosa fare in un momento simile….”

Bo è davvero scoraggiato, ma cerca di farsi forza! E che diamine! Ha trovato lavoro in una delle più grandi e famose città degli States, incluso nel prezzo ha pure l’alloggio…che cos’altro chiedere???

Finalmente raggiunge la porta del suo “appartamento”, ma una volta aperto il battente, quello che si trova di fronte ha tutta l’aria di essere un brutto scherzo…

“Ehi, ma che storia è questa? No dico, non sarà mica questo l’appartamento?”

Quello che Alan aveva indicato a Bo come appartamento, non era nient’altro che uno spogliatoio un po’ più grande del solito, dove tutto il mobilio consisteva in un letto (troppo corto per la statura del bellissimo Duke!), un tavolo, due sedie, un lavandino, un fornello da campeggio ed il bagno. Niente TV, niente radio, niente di niente. Una specie di cella!”

“Ma qui ci deve essere un errore!!!! Non penseranno mica che io possa vivere in un simile sgabuzzino!!! E poi, nemmeno ci sto in quel letto. Adesso vado da Alan e ne parlo”.

Il ragazzo ripercorre in senso inverso il corridoio, ma Alan non c’è più, la portineria è vuota.

“Accidenti, vuoi vedere che mi tocca passare la notte in quello stanzino? Tanto vale che metta il materasso sul pavimento e mi sdrai in terra, tanto il letto è troppo corto”.

Appena fatta questa osservazione, Bo si rende conto che, a pochi passi dalla porta del suo “appartamento”, esiste un’altra porta; mosso dalla curiosità, prova ad aprirla….

Sorpresa….è aperta…

Si trova in un salone bellissimo, con grandi lampadari in cristallo, argenterie, etc.

C’è qualcosa che non va….

“Io in uno sgabuzzino e a pochi passi da me esiste questa magnifica sala; ma che c’entra una stanza simile con un centro sportivo? Sembra piuttosto la sala meeting di un grande Hotel.

Bo, ogni minuto che passa, si rende conto di essere invischiato in qualcosa di grosso o meglio, in qualcosa di poco pulito, ha la vaga impressione che il suo posto di istruttore di nuoto sia solo una copertura….

Il cervello gli scoppia, strane immagini si susseguono nella sua mente….

Finalmente si decide ad andare a dormire: è stanco sia fisicamente (dopo due giorni di viaggio), sia, soprattutto, mentalmente!!!

Si organizza per la notte con il materasso steso sul pavimento, si infila sotto le lenzuola e…..e…..

“Luke dove sei? Fratellone, vieni a prendermi….”

Bo si scioglie in un pianto dirotto, tanto nessuno può sentirlo o vederlo….

Nel frattempo, anche Luke sta singhiozzando ad Hazzard: per lui, come del resto per zio Jesse e Daisy, sono stati due giorni orribili….

Appena rientrato a casa dopo essere stato 3 giorni da Cooter e dopo non essersi presentato per accompagnare Bo alla stazione, come previsto, ad attenderlo trova zio Jesse che, nei suoi confronti, è decisamente mal disposto!!

Sceso dal Generale Lee, sente la voce a lui molto familiare.

“LUKAS!!!”

Luke sa cosa significa sentire il proprio nome pronunciato per intero dalla zio: tempesta in arrivo!!!

Lo riempie di rimproveri, quasi di insulti; gli da dell’irresponsabile, del superficiale e persino del vigliacco….

La smette solo quando vede che il maggiore dei suoi nipoti ha gli occhi lucidi…..

“Va bene figliolo, forse ho esagerato…Siamo tutti sotto pressione per la partenza di Bo….Scusami Luke”

Luke non risponde e va in camera sua….

Nessuno dorme quella notte: il patriarca è il primo a svegliarsi, seguito da Daisy che, passando davanti alla stanza del cugino maggiore, si accorge che sta piangendo…

Daisy è scioccata: nessuno alla fattoria ha mai visto piangere Luke…..

“Zio, Luke sta piangendo, ora vado in camera sua…”

“Pessima idea tesoro! Sai com’è fatto tuo cugino….Morirebbe di vergogna se sapesse che noi ci siamo accorti delle sue lacrime…Lascialo solo, vedrai…..gli passerà….”

“Mi dispiace zio, ma questa volta non ho intenzione di ascoltarti! Vado da lui….” – sono le parole di Daisy….

“Certo, vai pure da Luke! Tanto nessuno mi ascolta più in questa casa! Per voi sono solo un vecchio rimbambito!” – sbotta zio Jesse…

Daisy si dirige nella stanza del cugino dagli occhi blu…..

“Luke, cosa c’è? Stai piangendo…..”

Luke, che non si era accorto dell’arrivo di Daisy, cerca di asciugarsi le lacrime…

“Io? Piangere??? Quando mai mi hai visto piangere?” – risponde Luke cercando di darsi un tono….

“Adesso stai piangendo. Luke Duke, non provare a mentirmi! Non ne sei capace e poi ti conosco troppo bene!” .

Daisy è infatti solo di 3 anni più giovane di Luke… Grazie alle mie affezionate amiche Lella, Juli e Lu. Grazie delle vostre recensioni!!!!!

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Capitolo 4
*** Rivelazioni.... ***


In questo capitolo, ma giuro, solo in questo, il protagonista sarà anche Luke oltre a Bo….

Luke Duke, ho visto che stai piangendo, quindi smettila di fingere e sfogati con me” – sono le parole di Daisy.

Convinta di far piacere al cugino maggiore, rimane scioccata dalla sua reazione:”Sfogarsi? Piangere? E perché? Intanto per tutti voi Luke è il più freddo, l’insensibile, quello che non piange mai, quello che è stato così vigliacco da non accompagnare Bo alla stazione di Atlanta. Tu e zio Jesse avete già emesso la sentenza nei miei confronti…Che altro volete da me? Che ne sapete di quello che sto provando ora? Lasciami in pace e tornatene da lui!”

Dopo aver pronunciato queste parole, Luke si rifugia sotto le lenzuola, coprendosi anche il viso e ricomincia a piangere a dirotto e a tremare in maniera convulsa…

Daisy è sconvolta: mai in vita sua ha visto il cugino maggiore reagire così, mai l’ha visto mostrare i suoi sentimenti…

La bellissima Duke non è l’unica spettatrice di questa scena: zio Jesse che stava arrivando dalla cucina per andare in camera sua, sorprende la sfuriata del nipote e si arresta sulla porta della camera: al pari di Daisy è scioccato….ed incredibilmente triste: si rende conto di non aver mai capito Luke, di aver dato sempre per scontato che lui riuscisse a cavarsi dai guai da solo, mentre, come Daisy e Bo, aveva un disperato bisogno di aiuto.

Il patriarca entra nella camera del nipote: vorrebbe parlargli, ma Daisy lo blocca…

“Zio, è meglio che ci parli io con lui; vedrai, tornerà ad essere quello di prima”

“Va bene tesoro, fai pure…..” sono le meste parole di zio Jesse…

“Luke, avanti, esci da sotto le coperte e guardami in faccia” – chiede Daisy.

“VATTENE, HAI CAPITO??” – risponde Luke che continua a piangere e a tremare.

Daisy, con tutte le sue forze, strappa le lenzuola al cugino e se lo stringe forte; non è un’impresa facile, perché il tremore di Luke è veramente impressionante.

Daisy non si scoraggia e comincia a carezzargli i capelli, a carezzargli la pelle freddissima (Luke non ha perso il vizio di andare a letto solo con i boxer) e gli parla come una mamma parla ad un bambino che ha bisogno di tutto:”Luke, ti sei sempre preso cura di noi tutti, non ti sei mai lamentato; ti spiace se per una volta saremo noi a prenderci cura di te? So che tu, più di me e Bo, hai sofferto per la perdita dei tuoi genitori dato che, per un motivo o per l’altro, essendo il maggiore, eri quello più “trascurato” da zio Jesse e zia Martha…Adesso voglio rimediare: che ne dici? Sono ancora in tempo? Vuoi parlarne?”

A quelle parole e all’abbraccio materno della cugina, Luke comincia a rilassarsi: non trema più ed anche le lacrime non scendono più….

Daisy sente i muscoli del cugino che si rilassano e per stargli maggiormente vicino, si infila sotto le coperte con lui:”Ehi occhioni blu, in questo momento sono la ragazza più invidiata di tutta la contea; pensa in quante vorrebbero essere al mio posto!” – dice Daisy…

“Vorrebbero essere al tuo posto, se al mio posto ci fosse Bo…” – sono le prime parole di Luke dopo essersi calmato.. Daisy lo osserva e vede che ora il suo viso è più sereno…

“Questo lo dici tu, cugino! Tu e Bo avete sempre avuto lo stesso numero di ragazze, solo che tu gestisci la tua vita in maniera più silenziosa di lui; non per questo sei meno attraente…”

“Daisy…..rimani qui con me questa notte….ti prego……se non ti spiace….” – più che una richiesta quella di Luke è una supplica…

“Certo tesoro! Come ti ho già detto, chissà quante vorrebbero essere al mio posto!”

Luke si rannicchia fra le braccia della cugina: Daisy lo sente tranquillo, rilassato, infatti, dopo neppure mezz’ora….Luke si addormenta…”

Daisy continua a stringere a sé il cugino maggiore, felice di averlo potuto consolare…

E’ a quel punto che zio Jesse entra in camera di Luke..

“Tesoro, Luke si è addormentato, puoi tornare nel tuo letto ora…”

“No zio, ho promesso a Luke di stargli vicino, perciò voglio che mi trovi accanto a sé domattina quando si sveglierà. Buonanotte zio Jesse”

“Notte tesoro, sono orgoglioso di te. E….notte anche a te Luke” – dice Jesse accarezzando i capelli del nipote che dorme stretto a Daisy…

Il mattino seguente Luke si sveglia e non capisce al momento chi sia quella donna accanto a lui.

“Ciao dormiglione! Pensavo non ti svegliassi più; hai dormito bene?”

Luke quando si rende conto di essersi addormentato fra le braccia della cugina, diventa rosso per la vergogna…

“Io….volevo….scusami Daisy, ti prego! Sono un cretino totale!” – sono le parole di Luke…

Daisy gli risponde….con un bacio in bocca. E’ la prima volta che bacia il cugino maggiore sulle labbra, non l’ha mai fatto prima; con Bo era una cosa normale, ma con Luke è diverso….infatti si pente subito di quel gesto, soprattutto perché teme la reazione di Luke…

Luke ricambia con trasporto il bacio della cugina….

“Daisy, che ne sarà di Bo? Avrà dormito in questi giorni? Avrà un posto dove vivere, dove mangiare? Come farà adesso che non ci sono io a…”

Daisy interrompe con un altro bacio le riflessioni del cugino:”Tesoro, ti sei appena svegliato, non tormentarti già. Vedrai, Bo è in gamba e riuscirà sicuramente a farsi valere!” – dice Daisy poco convinta….

Luke abbassa la testa: non crede ad una parola di quello che dice la cugina…

Nel frattempo Bo, si sveglia nel suo “sgabuzzino” a Miami; è intorpidito dopo aver dormito tutta la notte sdraiato sul materasso steso sul pavimento e si prepara al suo primo giorno di lavoro.

Dopo la stranezza del suo “appartamento”, appena arrivato alla piscina, si rende conto che c’è qualcos’altro che non va: come mai tutti gli ospiti sono vestiti in maniera molto elegante? Perché mettersi in ghingheri se poi bisogna spogliarsi per entrare in piscina? E come mai, oltre ad Alan, il portinaio, trova altre persone che hanno l’aria di essere tutto tranne che bagnini?

Bo si avvicina al gruppo di persone e Alan lo chiama;”Ehi Bo, vieni che ti presento al Sig. Anderson”

“Sig. Anderson, lui è Bo Duke il nostro nuovo….ehm…istruttore di nuoto; Bo, lui è Fred Anderson, proprietario di questa struttura!”

Bo si rende conto della pausa fatta da Alan prima di dire “istruttore di nuoto” ed il senso di antipatia, oltre che di disagio provato due giorni prima, si accresce in maniera incredibile.

“Così tu saresti qui al posto di quel Perry che non si sa che fine abbia fatto?” – sono le prime parole di Anderson…

“Come sarebbe a dire che non si sa che fine abbia fatto? Alan, ma non mi avevi detto che Morrison se n’era andato 3 mesi fa?” – chiede Bo al portinaio…

“Io….ehm…..sì….effettivamente ti ho detto una cosa simile” – balbetta Alan….

“Senti biondo” – taglia corto Fred –“avrai capito, se non sei proprio stupido, che la piscina è solo una copertura! Avrai notato che tutti gli ospiti qui sono elegantissimi: ebbene, dietro la facciata del centro sportivo, si nasconde un centro scommesse per corse di cavalli oltre ad un night club con ragazze che intrattengono i clienti….a pagamento ovviamente. Mi hai capito?”

Bo è scioccato: Santo Cielo, ma dov’era capitato? E perché Morrison non gli aveva detto che quello non era affatto un centro sportivo? Che fosse complice pure lui?

“No, non poteva essere loro complice se s’è n’è andato” – pensa fra sé e sé Bo….

“Non voglio rimanere in questo postaccio un solo minuto in più: non ho i soldi per pagarmi il biglietto di ritorno del treno, ma piuttosto preferisco mendicare per raccogliere la somma che mi serve per tornare a casa, che rimanere qui!”

“Signori” – dice Bo rivolto ad Alan e al Sig. Morrison, “è stato un vero piacere, si fa per dire, ma io non rimango un secondo in più in questo bordello. Vado a riprendere la mia roba e vi saluto!”

“No gioia, tu non te ne puoi andare da qui!” – risponde Fred con aria arrogante.

“E perché Grazie come al solito alle mie preziose Lu, Lella e Juli!

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Capitolo 5
*** In trappola..... ***


Perché non posso andarmene? Non sarò mica prigioniero qui, vero?” – chiede Bo.

“Beh, prigioniero è una parola grossa, ma in ogni caso, non sei così libero di andartene!” – sono le parole di Anderson.

“Figuriamoci, ho firmato un contratto,ma si può sempre strappare! Anche perché io avrei dovuto lavorare come istruttore di nuoto; qui invece cercate un gigolo… o mi sbaglio?” – Bo alza la voce mentre porge questa domanda.

“Esatto ragazzo, noi qui cerchiamo un gigolo, che, insieme alle ragazze che vedrai fra poco, dovrà intrattenere i clienti e le clienti, MOLTO FACOLTOSI/E! te l’assicuro, che frequentano questo “Centro sportivo” chiamiamolo così. Strappare il contratto? Biondo, prova a leggere quello che hai firmato…” – risponde Anderson in tono di sommo disprezzo!

“Certo, te lo leggo subito: dunque, qui c’è scritto che, se dovessi rescindere il mio contratto prima che sia passato un anno dalla firma, dovrei….COSAAA??? Dico, ma è uno scherzo? O meglio, è una truffa colossale! Io dovrei pagarvi 200.000,00 dollari se dovessi andarmene prima di 365 giorni? Ma mi avete visto? Non ho neppure 20,00 dollari in tasca, figuriamoci 200.000,00. Ma perché non me l’avete detto subito?” – chiede Bo sconsolato!

“Dirtelo subito? Ehi ragazzo, ci hai preso per dei deficienti? Secondo te, noi andiamo a dire ad una persona di firmare un contratto dove c’è una clausola che dice che, in caso di annullamento c’è una penale di 200.000, dollari? E chi sarebbe così stupido da accettarlo? Sono sicuro che, anche un povero idiota di campagnolo come te, avrebbe rifiutato una cosa del genere! Il tuo amico Morrison Perry ci era cascato pure lui, ma una sera, profittando del movimento del locale, se l’è svignata! Stai pur certo che non commetteremo mai più un errore simile, quindi, se pensavi di andartene scordatelo: il locale è dotato di un efficientissimo sistema di videosorveglianza, oltre ad avere dei vigilantes grandi e grossi che ci assicurano che quelli come te se ne stiano buoni. Dunque, chiara la situazione? Sei proprio sicuro di voler andartene ora?”

“No signore….Sono a vostra disposizione…”

Se a Bo avessero detto che entro pochi minuti sarebbe dovuto salire sul patibolo, avrebbe avuto una faccia più allegra…

“Che…cosa devo fare…tanto per cominciare?” – chiede…

“Niente di che per il momento, solo servire ai tavoli, super alcoolici ovviamente ed avere sempre un gran sorriso davanti ai nostri clienti, soprattutto alle signore che non mancheranno di certo di farti la corte. E’ chiaro biondo?” – il tono di Anderson è sempre più sprezzante!

“Sissignore” – risponde mestamente Bo, il quale non può far altro che raccogliere le sue cose e tornare nel suo “appartamento” per prepararsi alla sua prima serata al Madison Center.

Mentre percorre lo stretto corridoio che porta al suo sgabuzzino, Bo dice fra sé:”Ma cosa mi è venuto in mente? Chi me l’ha fatto fare di venire via da Hazzard? Certo, rimanendo alla fattoria, non avrei mai potuto dimostrare di essere un uomo, ma Luke e zio Jesse non me ne avrebbero fatto una colpa!”.

A quel punto delle riflessioni, Bo si blocca, non riesce più a muovere un passo; ad un tratto gli viene un’idea geniale:”Ma certo!! Che stupido, perché non ci ho pensato prima? Luke, zio Jesse, Daisy, la mia famiglia, loro sapranno aiutarmi, loro mi tireranno fuori da questo guaio.

 Zio Jesse, durante gli anni in cui contrabbandava whisky, ha avuto modo di conoscere molti pezzi grossi ai quali ha fatto molti favori senza mai chiedere nulla in cambio: adesso è tempo di riscuotere! Certo, dopo 3 giorni che manco da casa, ho già bisogno dei miei, così, invece di dimostrare che sono cresciuto, ho dimostrato che sono sempre il solito bambinone: Luke ha affrontato una guerra, mentre io…. Pazienza, mi capiranno, sono sicuro!”

Felice del lampo di genio, Bo ritorna verso l’entrata del locale, dal momento che si è accorto che in portineria c’è un telefono, l’unico che era riuscito a trovare in quel luogo fino a quel momento.

Una volta arrivato, si accerta che non ci sia e si avvicina all’apparecchio: purtroppo, dopo pochi secondi, sente la voce di Alan dietro a sé:”Ehi bello, cosa pensi di fare? Vuoi telefonare alla mammina? Fai pure, nessuno te lo proibisce! Sappi però che il telefono è sotto controllo e che tutte le telefonate in entrata ed in uscita, vengono registrate! Sai, al giorno d’oggi, la sicurezza non è mai troppa!” – dice Alan sghignazzando, sghignazzando soprattutto nel vedere l’aria imbarazzata di Bo.

“Allora, niente telefonata?”

“No signore; dopotutto manco da casa solo da 3 giorni, ho tutto il tempo per farmi sentire più avanti, dato che dovrò rimanere qui per tanto tempo!!”

Bo rimarca molto queste ultime parole, quasi a far capire ai suoi aguzzini che in quel maledetto posto, non è neppure proprietario dell’aria che respira.

Bo si congeda da quella faccia odiosa di Alan e ripercorre per l’ennesima volta il corridoio; ma viene colto da un altro lampo di genio:”Cavolo, qui non si può telefonare, ma fuori di qui sì. Ci sarà pure un bar, una cabina telefonica? Sarà meglio che mi guardi attorno alla mia prima libera uscita!”

Il biondissimo Duke entra nel suo sgabuzzino, disfa il suo borsone da viaggio, quando ad un tratto sente bussare alla porta.

Va ad aprire e si trova davanti un inserviente:”Ciao, tu sei nuovo vero? Io mi chiamo Bob, sono venuto a portarti il tuo abito da lavoro; se hai bisogno di qualcosa…chiedi pure, tanto stiamo tutti sulla stessa barca!”

“Ciao, io sono Beauregard, ma mi puoi chiamare Bo. Sulla stessa barca? Cioè vuoi dire che anche tu hai firmato un contratto come quello che ho firmato io che prevede un risarcimento di 200.000,00 dollari se te ne vai prima di un anno?” – chiede Bo allibito.

“Perfettamente amico! Ci hanno incastrati tutti quanti; purtroppo se ne approfittano di persone che arrivano in questa città per cercare un lavoro, che non conoscono il posto e quindi sono spaesati, per fargli firmare quella porcheria! Dobbiamo aiutarci fra noi: qualcuno pensa di fare una soffiata agli sbirri, ma bisogna stare attenti, perché se va male questi pestano forte. Come è capitato al povero Morrison..”
”Morrisono? Lo conoscevi? Era stato lui a consigliarmi questo posto. Proprio poco fa, Anderson mi ha detto che se l’è svignata profittando del locale affollato e che da allora i controlli sono diventati più severi. Mi ha forse raccontato una bugia?”

“Certo amico! Morrison era riuscito a contattare un agente di polizia che di solito gira nei locali di dubbia reputazione come questo, in borghese. Sembrava che la cosa funzionasse, che fosse riuscito a telefonare eludendo la sorveglianza….invece, al momento di fare scattare la trappola, qualcosa non ha funzionato! Alan, Fred e alcuni dei loro scagnozzi l’hanno preso e portato via e da allora non sappiamo più nulla. Ti dico queste cose perché hai una faccia simpatica e mi sembri una persona sincera, non sei dei loro. Domani ti farò conoscere gli altri ragazzi. A proposito, quale sarà la tua mansione qui?”

“Dovrò servire ai tavoli” – risponde Bo….

“Già….servire ai tavoli, abbiamo cominciato tutti così, ma poi….Beh, ma non voglio rattristarti Bo. Se hai bisogno di me, chiama; il mio sgabuzzino è poco più avanti del tuo”

“Sgabuzzino? Anche tu? Ma possibile che non ci siano stanze decenti qui?”

“Oh certo che ci sono…..ma sono per le ragazze ed i clienti….”

Bo è sempre più spiazzato: quel lavoro gli fa veramente paura, capisce di essere finito in una specie di ragnatela da cui non riesce ad uscire….

“Purchè non circoli anche la droga qui….” – sono le sconsolate parole di Bo.

I ragazzi Duke, avevano imparato da zio Jesse ad evitare la polvere bianca, che “rimbecilliva e portava alla tomba” diceva il patriarca e Bo, all’idea che forse se la sarebbe trovata fra le mani, provava un vero senso di repulsione….

E poi c’era la questione della sparizione di Morrison: purchè non facessero sparire anche lui.

“Chiederò a Bob di indicarmi un posto da dove poter telefonare…”

Intanto Bo prende visione del suo “abito di scena” che poc’anzi gli aveva consegnato Bob: giacca nera, pantaloni neri e camicia gialla, nonché una bottiglietta di gel da spalmarsi sui capelli.

Quando Bo si guarda allo specchio, non si riconosce più: a parte i vestiti che gli sembrano assolutamente ridicoli, non è abituato a vedersi senza i boccoli biondi che gli incorniciano il viso bellissimo…

Quei capelli pettinati all’indietro e così appiccicati, proprio non gli piacciono….

Facendosi schifo da solo, Bo si reca verso l’ingresso del centro ad accogliere i clienti, ad incominciare la sua prima giornata di lavoro a Miami…..

Grazie come al solito alle mie amiche Juli, Lella e Lu. Non so che dire, questa storia sta prendendo una direzione che non immaginavo…..

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Capitolo 6
*** Soldi sporchi.... ***


Alla fine del suo primo giorno di lavoro, Bo si rende conto di aver raccolto un bel po’ di mance, ma non ne va certamente orgoglioso!

I soldi che è riuscito a racimolare, arrivavano da signore che potevano essere come età, non le madri, ma le nonne del biondissimo Duke!

“E dire che servirebbero così tanto alla fattoria! Potrei comprare i pezzi di ricambio per il Generale e per il trattore, io e Luke potremmo sistemare il tetto della stalla, ma Dio mio…..mi viene la nausea solo a sfiorarli!” – pensa fra sé e sé il bellissimo Bo.

“Ehi biondo!” – è Alan, il portinaio, che a Bo diventa sempre più antipatico.. “Biondo, fammi vedere quanti soldi hai in mano. A proposito, è inutile che li conti, tanto a te verrà solo una percentuale, facciamo…..il 10%….che ne dici, non è male come inizio!”

“Per quanto mi riguarda, puoi tenerteli tutti: mi disgusta il modo in cui me li sono guadagnati! Quelle vecchie per poco non mi infilavano pure la loro biancheria intima nelle mie tasche!” – risponde Bo che ormai è al limite del disgusto!

“Beh ragazzo…se ti fanno così schifo, allora seguo il tuo consiglio: me li prendo tutti! Wowwwww, quanti sono ed era solo la prima sera e servivi solo al bar! Chissà quando ti faremo servire ai tavoli e….. ma per il momento è più che sufficiente, non voglio rovinarti la sorpresa! Peccato che Morrison Perry non sia più qui con noi: lo ringrazierei di persona per averti raccomandato! Hai raccolto più soldi tu in una sera, che i tuoi colleghi in una settimana! E bravo ragazzo!” – risponde Alan dando una spallata a Bo….il quale è sempre più nauseato…

“Devo uscire di qui, devo prendere una boccata d’aria, non mi proibiranno pure quella, mi auguro? Vomito se sto un altro secondo qui dentro!”

Povero Bo, è davvero a pezzi! Così decide di togliersi il suo “abito da lavoro” e di recarsi al bar all’angolo…

Appena uscito dal “Madison Center” gli si affiancano “due angeli custodi”:

“Ciao bello, dove te ne vai così solo? Ci scommetto che vuoi andare a fare quattro passi al bar all’angolo. Sai, noi del centro siamo molto protettivi con i nostri colleghi, non vorremmo che capitasse loro qualcosa cammin facendo, perciò, se non ti spiace, ti accompagniamo. Non ti spiace vero?” – sghignazzano i due gorilla….

“Addio boccata d’aria e addio alla telefonata a casa…” pensa Bo sconsolato più che mai…

Arrivato al bar, trova Bob, l’unica persona con la quale era riuscito a stringere amicizia al centro e, in un tavolo in disparte, una ragazzina che, da come era vestita, o forse sarebbe meglio dire, da come era svestita, doveva essere una di quelle che lavoravano al centro.

“Ciao Bo, vuoi venire a farti una birra qui al tavolo con me? Mike, Joe, potete lasciarlo, è in mia compagnia” – dice Bob rivolto alle guardie del corpo di Bo….

“Ok Bob, noi ce ne andiamo, ma ricordati: se il bambolotto biondo combina qualcosa, la responsabilità diventa tua, ok? Ciao Bob, ciao biondino…”

Bo saluta con la mano, Bob fa un cenno con la testa: i due ceffi se ne vanno…

“Allora Bo, pare che tu abbia fatto faville la notte scorsa: io e gli altri ragazzi abbiamo saputo che hai raccolto più soldi tu in poche ore e limitandoti a servire al bancone del bar che noi a fare….beh….un altro tipo di lavoro….”

“Bob, ti supplico, non ricordarmelo! Se i miei sapessero come ho guadagnato quel fottuto denaro, mi caccerebbero di casa. Sai, io ad Hazzard, vivo in un fattoria povera, molto povera, ma non mi è mai mancato nulla, soprattutto, non ho mai avuto occasione di perdere il rispetto per me stesso stando da quelle parti…”

“E allora perché sei venuto qui, Bo? D’accordo, tu non potevi immaginare che tipo di lavoro avresti svolto, ma se ti trovavi così bene a casa tua, perché te ne sei andato?”

“PERCHE’ VOGLIO DIMOSTRARE CHE ANCH’IO SO FARE QUALCOSA E NON SOLO LUKE…..VOGLIO DIMOSTRARE DI ESSERE CRESCIUTO!!!” – urla Bo….

“Luke? Chi è Luke? Tuo fratello?” – chiede Bo….

“E’ più che un fratello per me….” E Bo comincia a raccontare a Bob la storia della sua vita…

“Bo, ti capisco, tu vuoi dimostrare ai tuoi parenti di essere cresciuto, non vuoi più essere solo il fratellino di Luke, ma ascolta, vattene, va via prima che sia troppo tardi. I tuoi capiranno, sono sicuro e poi c’è….” A questo punto Bob si interrompe…..

La ragazzina che se ne stava all’altro tavolo, si avvicina ai due ragazzi…

Prima che possa aprire bocca, Bob dice a Bo:”Bo, ti presento Rebecca, la figlia del nostro capo, del Signor Anderson”

I due ragazzi capiscono immediatamente che devono interrompere qualsiasi commento sul centro, data la presenza della figlia del capo…

“Bob, posso rimanere un’ attimo sola con lui? Grazie!” – chiede Rebecca a Bob.

Bob se ne va e Rebecca rimane sola con Bo…

“Ciao, come ti chiami? Io sono Rebecca, Becky per gli amici. Vi ho interrotti, scusami. Ti dispiacerebbe continuare a parlare con me? Puoi sfogarti sai, intanto, al centro, nessuno sta messo peggio di me….”

Becky piange mentre pronuncia questa frase To be contunued Grazie come al solito a chi vorrà leggere e commentare

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Capitolo 7
*** Rebecca... ***


“Ciao, sono Rebecca, Becky per gli amici, come ti chiami?” – chiede la figlia di Mr. Anderson.

“Io sono Bo”…

“Piacere di fare la tua conoscenza, Bo”

“Il piacere è solo tuo…” pensa il biondissimo Duke – “non bastava il padre, ora c’è pure la figlia….e addio alla mia telefonata”

“Ti va di parlare un po’ con me, Bo?”

“No grazie! Non sono mai riuscito ad andare d’accordo con le “figlie del capo”, non sono abituato a fare il ruffiano!”

“Innanzitutto, io non sono la figlia, ma la figliastra di Anderson, infatti il mio cognome è Whitaker, eppoi, guarda, voglio farti vedere una cosa…..”

Becky, si alza la manica destra del micro abito che indossa e mostra ad un allibito Bo una serie di lividi e scottature che ha sul braccio.

“Ehi, ma cosa sono questi segni, chi te li ha fatti?” – chiede il biondo Duke…

“Il mio patrigno…Ora che hai visto come sono ridotta, ti va di parlare un po’ con me? Ti prego, non ho nessun altro con cui sfogarmi. Io non ti conosco, non ti ho mai visto prima, sei nuovo al centro, vero? Mi sembri una persona sincera, mentre gli altri uomini del Madison sono solo degli squallidi “Yes Men” al servizio del caro Mr. Anderson” – continua Becky disgustata.

“D’accordo, se ti va fai pure, intanto avremo la stessa età più o meno: a proposito, io ho 24 anni!” – risponde Bo.

“Bo……io ne ho 16…..”

“Sedici? Ma…..MI PRENDI IN GIRO???”

Bo è veramente scioccato: Becky, oltre ad indossare un micro abito è truccata in maniera esagerata o meglio, in maniera da farla sembrare più vecchia di fronte ai clienti….

“Sì Bo, so di dimostrarne di più, ma se vuoi, ti faccio vedere i documenti: ho davvero 16 anni. Solo, ti supplico….non dirlo al mio patrigno o ai…clienti che te l’ho detto…..” – è la mesta risposta di Rebecca.

“Clienti???? Vuoi dire che il tuo patrigno usa una ragazzina per…..” – Bo non ha il coraggio di continuare…

Fino a pochi secondi prima provava disgusto per se stesso, ma ora si rende conto che, effettivamente, quella ragazzina che in teoria dovrebbe essere privilegiata, sta molto peggio di lui….

“Sì, purtroppo è così! Questi segni che mi vedi sul braccio destro, me li ha fatti il mio patrigno la prima volta in cui mi sono rifiutata di svolgere il mio….”lavoro”…Ora, mi sono abituata e non mi sembra più una cosa disumana intrattenere i clienti. Ma tu come sei finito qui? Da dove vieni? Chi sono i tuoi familiari?”

Bo comincia a raccontarle la sua storia, la sua vita semplice, ma dignitosa e gratificante ad Hazzard, il rapporto con lo zio ed i cugini, infine parla di Morrison Perry, del giorno nefasto in cui l’ha incontrato e gli ha suggerito di andare a Miami.

“Giorno maledetto da Dio!! Volevo dimostrare ai miei che sono cresciuto, che posso cavarmela da solo e guarda dove e come sono finito. Se avessi Morrison fra le mie mani, giuro che lo farei a pezzetti per il brutto tiro che mi ha giocato!” – dice seccato Bo.

“Bo, non prendertela con lui! All’inizio, anche Morry pensava di venire qui a fare l’istruttore di nuoto: solo in seguito si è accorto della melma in cui si era infilato. Un giorno se n’è andato, ma prima il mio patrigno ed i suoi scagnozzi, l’hanno picchiato a sangue.

Hanno sparso la voce che era in fin di vita, ma sono sicura che non è vero, ed è per questo che, da casa mia, sperando che anche il mio telefono non sia sotto controllo, sto cercando di mettermi in contatto con lui. A proposito, se vuoi telefonare a casa, ti sconsiglio di farlo da questo bar: Milton, il proprietario, è un fedelissimo di Mr. Anderson, perciò gli riferirebbe ogni cosa.

Se vuoi comunicare con i tuoi familiari, dammi il loro numero, ci penserò io a chiamarli da casa, sperando, ti ripeto, di non avere sotto controllo anche il mio telefono! Sai, io abito in un lussuosissimo appartamento in Buena Vista Drive, in un grattacielo proprio nel centro di Miami. Il mio patrigno cerca di tenermi buona in questo modo….”

A questo punto, Bo interrompe Becky:”Scusami, tu continui a parlare del tuo patrigno: ma tua madre, il tuo vero padre? Possibile che ti lascino svolgere un mestiere simile? Non vorrai farmi credere che sono contenti!”

“Mio padre è morto 10 anni fa: mia madre era disperata! E’ sempre stata una donna molto fragile, mio padre non era solo suo marito, ma anche la sua balia ed il suo angelo custode. Se avesse potuto, quel giorno si sarebbe fatta seppellire insieme a lui. Andò in depressione e fu così che venne avvicinata da Fred che all’epoca sapeva parlare molto bene, ma non aveva il becco di un quattrino, quindi gli serviva un tetto. Mia madre lo accolse in casa nostra, ben presto spese tutto quello che mio padre era riuscito a mettere da parte (ben poco, ti assicuro!). Mia madre, in seguito a quest’altro dispiacere divenne pazza e fu rinchiusa in una casa di cura; da allora non l’ho più rivista. Alcuni anni dopo, Fred conobbe Alan, il portinaio del centro, squattrinato quanto lui, ma ancora più disonesto. Non so come e da chi si fecero prestare del denaro, aprirono una piccola bisca che rese molto bene e dopo un altro paio d’anni, il centro. E….eccoci arrivati ai giorni nostri. Il mio patrigno decise di tenermi con sé, perché potevo rappresentare una buona rendita…..All’inizio, come ti ho detto prima, mi rifiutai, ma poi decisi di sottomettermi, altrimenti quello mi avrebbe massacrata di botte! Bo, come invidio la tua casetta ad Hazzard, la tua vita con zio Jesse, Luke e Daisy. Se vuoi un consiglio, cerca di fuggire!!! Non subito, dato che, essendo appena arrivato, ti terranno sott’occhio, soprattutto dopo la fuga di Morrison, ma tra un po’…..tenta….prima che ti riduci come me!”

Bo è sempre più scioccato da quella donna/bambina e dalla sua drammatica storia: decide così di consegnargli il numero di telefono della fattoria:”Ti supplico Becky, cerca di contattare i miei ad Hazzard!! Digli che sono nei guai e chiedigli…..se posso tornare a casa!”

“Sarà fatto! Ciao Bo, ora vado, prima che Milton faccia la spia al mio patrigno. Ciao ….e grazie di avermi ascoltato!”

“Grazie a te Becky”.

Come promesso, Rebecca, appena tornata nel suo appartamento in Buena Vista Drive, telefona immediatamente a casa Duke.

I Dukes che, da quando il cucciolo se n’è andato, vivono a turno attaccati al telefono in attesa di sue notizie, rispondono al primo squillo…

“Buongiorno, casa Duke? Sono Rebecca Whitaker, chiamo da Miami da parte di Bo, con chi parlo?”

“Da parte di BO????????? Buongiorno, io sono Luke Duke….o:p>

TO BE CONTINUED……

>Grazie alle mie amiche per le loro recensioni….Contano molto per me!!!!!

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Capitolo 8
*** Arriva Luke... ***


COS’E’ SUCCESSO A BO?” – Luke non si rende conto di urlare mentre pronuncia queste parole, perciò zio Jesse e Daisy, pur essendo all’esterno, non possono fare a meno di sentire….

“E’ successo qualcosa a Bo? Daisy, corriamo in casa” – dice zio Jesse….

Purtroppo Rebecca dall’altro capo ha già riattaccato: comincia quindi la raffica di domande di zio e cugina al maggiore dei Duke.

“Zio Jesse, Daisy, questa Rebecca mi ha detto di andare subito a Miami perché Bo è nei guai, ma non ha aggiunto altro, a parte il suo indirizzo. Non so, sembrava avesse una gran fretta di chiudere la comunicazione….” – risponde Luke. “Ad ogni modo, io raccolgo i miei stracci e parto per Miami…”

“Come pensi di arrivarci tesoro? Zio Jesse ha dato fondo ai suoi risparmi per pagare il biglietto del treno a Bo; dove vuoi che trovi i soldi per pagare un altro biglietto? – chiede Daisy…

“Calma ragazzi! Sapete che zio Jesse è pieno di risorse! Così, sono riuscito a vendere alcuni tronchi ed eccoti i soldi Luke….Mi raccomando….tornate presto sani e salvi e tienici informati, ok?”

Luke è quasi commosso dal gesto dello zio (per quanto Luke si possa commuovere in presenza di “spettatori”!)

“Grazie zio….Tranquillo, me lo riporto a casa! Il tempo di parlare con questa Rebecca e poi torniamo ad Hazzard”

In un batter d’occhio, Luke prepara le sue cose, Daisy lo accompagna alla stazione:”Ciao tesoro, buona fortuna….”

“Buona fortuna anche a te Daisy….”

Luke, nonostante il viaggio in treno sia molto lungo, non riesce a chiudere occhio durante il tragitto….. è preoccupato…”In che razza di guaio si sarà cacciato questa volta? Purchè io sia a tempo a tirarlo fuori dai pasticci…”

Arrivato a Miami, Luke chiama un taxi e si fa portare al 1257 di West Buena Vista Drive: subito il maggiore dei Duke, rimane colpito dal lusso di quel grattacielo…

“Wow, questa Rebecca deve essere una che se la passa bene!!! Guarda che roba” – pensa Luke.

Suona al citofono e la voce dall’altro capo dice:”Quarantaseiesimo piano, seconda porta a destra…”

Luke sta mentalmente facendo il conto dei piani, quando sale sull’ascensore che, in meno di un minuto, lo porta a destinazione….

Suona il campanello e alla porta si presenta Rebecca indossando il suo “micro abito” da lavoro….

“Ehm…..devo aver sbagliato appartamento, scusa….Io cercavo una signora: Rebecca Whitaker…Puoi indicarmi qual’è la porta?” – chiede un imbarazzatissimo Luke alla ragazza quasi completamente svestita che gli ha aperto….

“Sono io Rebecca e tu sei Luke vero? Sono io che ti ho telefonato…”

“TU????? Luke è scioccato!! “Ehm….non pensavo che tu….ehm….sì insomma….non pensavo di trovarmi di fronte….” – Luke non sa più che dire: si rende conto che sta infilando una figuraccia dopo l’altra…

“Di trovarti di fronte….chi? Una poco di buono? Avanti ammettilo, ce l’hai scritto in faccia quello che pensi di me!!!” – è la secca risposta di Becky.

Luke è praticamente viola per la vergogna: si rende conto che, se in quel momento zio Jesse fosse stato presente, non gli avrebbe risparmiato due ceffoni in faccia, nonostante i suoi 33 anni compiuti…

“Se non ti fa così schifo entrare, avrei qualcosa da dirti, qualcosa di molto importante, che riguarda Bo….”

“Sì…vengo…..” Luke è sempre più mortificato.

“Maledizione che figura!!!! Ma come diavolo fa questa persona a conoscere Bo? Purchè al mio cuginetto non sia venuto in mente di mettersi con una simile….Sarebbe veramente da ridere….” – pensa il maggiore dei Duke.

“Accomodati….vado a mettermi qualcosa di più comodo! – dice Becky seccata, molto seccata dato che Luke, a prima vista, gli risulta decisamente antipatico!!

“Com’è diverso da Bo….Bo ha un viso d’angelo ed un modo di fare così gentile! Questo, non solo NON è bello come il cugino, ma è pure sfacciato e villano!” –  è il commento mentale di Rebecca…

Luke appoggia la sua borsa da viaggio sul sontuoso divano della enorme sala dell’appartamento della ragazza e si guarda in giro estasiato dal lusso da cui è circondato…

Finalmente Becky riappare: non indossa più il suo micro abito, ma un pigiama con l’immagine di Paperino ed un paio di ciabatte con l’immagine di Bugs Bunny….

Luke subisce un altro schock:”Oh Dio!!! Ma sei una bambina!!!! Quanti anni hai?”

“Sedici….” – è la risposta piccata di Rebecca.

“Bambina, cioè Rebecca…..scusami ti prego….non so nemmeno io cosa dire. Solo…..vorrei tanto farmi perdonare…. Sono un cretino, anzi un imbecille! Se zio Jesse fosse qui, mi castigherebbe a dovere, perché mi direbbe che io non sono nessuno per giudicare gli altri… Scusami, ti prego….”

Luke è sinceramente pentito e Becky se ne rende conto: è benevolmente impressionata da questa nuova “versione” di Luke, prima cosa perché lei è sempre stata sfruttata dagli uomini, quindi nessuno si è mai preoccupato di scusarsi con lei; figuriamoci poi ricevere le scuse da un uomo che ha il doppio dei suoi anni: per lei è davvero una grande soddisfazione….

“Grazie Luke….scuse accettate!!! Amici?”

Becky allunga la mano a Luke il quale la stringe calorosamente…..

Luke è decisamente soddisfatto del suo passo indietro e Rebecca si rende conto che, se il maggiore dei Duke non è certo bellissimo come il minore, ha comunque due magnifici occhi blu ed un bel sorriso…..

“Credo che andremo d’accordo io e lui; dopotutto, deve essere buono, nonostante il suo modo di fare da orso…” – pensa Becky TO BE CONTINUED Grazie alle mie girls per le loro recensioni, graditissime come sempre!

 

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Capitolo 9
*** La triste verità.... ***


Bene Luke, adesso che abbiamo fatto conoscenza, ti preparo qualcosa da mangiare; mi sembri molto stanco…Come sei arrivato a Miami?” – chiede Becky…

“Sono arrivato in treno come Bo e….sì in effetti ho un po’ di fame, anzi mooolta fame, però non vorrei disturbare: posso andare al bar all’angolo. Fra l’altro ho visto che è una specie di Bed and breakfast e, se i prezzi non sono altissimi, vorrei prenotare una camera, prima di ripartire per Hazzard insieme al mio fratellino Bo…” – risponde Luke.

“Senti Luke, innanzitutto, in questo quartiere, non esistono camere a buon prezzo, come non esistono negozi a buon prezzo, come non esistono ristoranti o semplicemente bar a buon prezzo: avrai notato che questo è uno dei quartieri più lussuosi di Miami, perciò….” – a questo punto Rebecca si interrompe; non vuole sbattere in faccia a Luke la verità nuda e cruda e cioè che lui non si può permettere ambienti simili, ma il maggiore dei Duke capisce al volo….

“Ho capito cosa vuoi dire Rebecca: Bo deve averti parlato della nostra misera condizione economica, vero? A proposito, ma com’è che vi conoscete? Non te l’ho ancora chiesto…”

Becky diventa pallida: il momento tanto temuto è arrivato!

Da come Bo gli ha parlato del cugino maggiore e dopo averlo conosciuto personalmente, si rende conto che Luke metterà Miami a ferro e fuoco dopo aver saputo la verità e soprattutto….non le vorrà più bene….

Già….anche se l’ha appena conosciuto e l’ha giudicato “bruttino e sfacciato”, Rebecca rimane affascinata da questo ragazzone dall’aria scontrosa, ma dal cuore grande….

Fatti mentalmente quattro conti, Becky capisce che è del tutto inutile tergiversare e quindi va subito al punto…

“Luke, vuoi sapere come faccio a conoscere Bo? Mettiamoci seduti che te lo spiego…”

Rebecca fa accomodare Luke nell’immenso divano del suo immenso e lussuoso salotto e comincia a narrare di lei e Bo….

“Luke…..io e Bo….lavoriamo insieme…..” – Becky comincia ad essere evidentemente imbarazzata…..

Luke, appena udite quelle parole, ha una fitta al cuore: ricorda com’era conciata la ragazza fino a pochi minuti prima e ricorda di aver capito immediatamente quale tipo di lavoro dovesse svolgere Rebecca…

Ed ora…ora viene a sapere che anche Bo….

“No, non è possibile, Signore fa che non sia vero!” – pensa Luke.

“Becky! Come sarebbe a dire che tu e mio cugino lavorate insieme? Non vorrai farmi credere che è finito in un giro di….” – questa volta è Luke ad interrompersi…

Becky accenna di “sì” con il capo e abbassa la testa…..

A questo punto Luke esplode (com’era prevedibile!)

Comincia a strattonarla per il braccio destro, quello pieno di lividi e scottature e inizia ad insultarla…

“MALEDETTA…..Dov’è Bo? Che cosa ne hai fatto di lui? Cosa fa ora? Esigo di vederlo A D E S S O!!, hai capito? Ora!!! Portami da lui, alla svelta! Non mi interessa se mi ci accompagnerai in pigiama o con quel coso indecente che indossavi fino a pochi secondi fa, voglio solo vedere Bo e riportarmelo a casa, sono stato chiaro?”

Luke urla come un ossesso e intanto scuote ripetutamente Rebecca afferrandola per il braccio destro…

Rebecca, dolorante data la “morsa” della mano di Luke, comincia a piangere e supplicare…

“Ti supplico, lasciami il braccio, mi fai male! Ti prego, lasciami andare!”

“TI FACCIO MALE?? Mai quanto tu ne hai fatto o ne stai facendo a Bo e ti assicuro che ti farò ancora più male se non ti decidi a portarmi al più presto da lui…” –Luke ormai è un fiume in piena, non si controlla più…

Becky pensa alle parole che molto spesso gli ha ripetuto Bo:”Luke, è iper protettivo nei confronti miei e di Daisy: si farebbe tagliare una mano per di risparmiarci un dispiacere..” e capisce che il maggiore dei Duke non allenterà mai la presa, anche se lei, da diversi minuti, sta piangendo dal dolore….

Il supplizio di Rebecca dura fino a che Luke, continuando a scuoterla, non fa in modo che la manica del pigiama di Paperino che la ragazzina indossa non si arrotola, mettendo a nudo i suoi lividi…

“Oh mio Dio! E questi cosa sono? Chi te li ha fatti?” – chiede esterrefatto Luke….

Rebecca, che continua a piangere e tremare dalla paura, racconta al maggiore dei Duke la sua triste storia e gli spiega come quei lividi gli sono stati procurati dal suo patrigno un giorno in cui si rifiutava di “lavorare”….

Luke è distrutto: si sente un’idiota, ha fatto un’altra pessima figura e soprattutto si rende conto che quella povera ragazza, nonostante sia la figlia del boss, si trova in una posizione ancora più squallida di quella di Bo….

“Bambina…… ti prego….perdonami….So che sono già moltissime le cose di cui devo fare ammenda, ma questa è veramente la più importante…

Io…..prendo le mie cose e me ne vado….se prima però tu sarai così gentile da darmi l’indirizzo di Bo…NON SONO DEGNO DI RIMANERE IN QUESTA CASA! Ancora una volta, ringrazio il fatto che zio Jesse non sia qui ad ascoltarmi, altrimenti mi avrebbe fatto a pezzi…Grazie di tutto Becky: ti auguro buona fortuna bambina…..lo dico con il cuore….anche se tu giustamente non mi crederai….”

Luke riprende la sua sacca da viaggio e fa l’atto di andarsene, ma Rebecca lo ferma: gli si mette di fronte e lo guarda fisso negli occhi….

I bellissimi occhi blu del maggiore dei Duke che raramente si sono abbassati davanti agli adulti, si abbassano davanti a quella ragazzina sedicenne!

Luke l’ha davvero combinata grossa questa volta…..

Becky continua a fissarlo….non parla….ma ad un certo punto lo stringe forte: vorrebbe buttargli le braccia al collo….ma non ci arriva!

Riesce a stringerli il giro vita….

Luke non è alto come Bo, ma non è certamente basso, mentre Becky è una bambolina, davvero graziosa….ed in miniatura…..

“Non andare Luke….Ti prego…..Stai qui con me! Puoi dormire in questo appartamento, ci sono talmente tante camere e sai….la sera è così triste essere soli….

Sicuramente io non sono una ragazza rispettabile, ma ti giuro che sono una buona cuoca e so anche lavare e stirare i calzini! Lo farò volentieri per te!” – Becky ha davvero l’aria di una bambina innocente mentre dice queste parole….

Luke si sente sempre più minuscolo e sempre più scemo rispetto a lei…

“Va bene, resto, ma non scomodarti a riservarmi una camera, per me va benissimo anche un sacco a pelo. Non so cucinare o fare il bucato o stirare, ma so lavare i piatti e spazzare il pavimento, quindi possiamo aiutarci a vicenda, non credi?”

La fisionomia di Luke si è trasformata mentre pronuncia quelle parole e gli occhi blu si rialzano ed appare un luminoso sorriso, quello che aveva tanto impressionato Becky.

“Certo che ci aiuteremo! Quindi mettiti comodo, mentre io preparo la cena!”

Rebecca non aveva esagerato: è davvero un ottima cuoca e Luke, che mangia poco e male da più di due giorni, fa veramente onore alla sua cucina!

Dopodiché, trovate in un armadietto alcune erbe mediche, prepara un intruglio molto puzzolente, ma anche molto efficace (antica ricetta di zio Jesse), da spalmare sul braccio di Becky, la quale all’inizio è un po’ perplessa dato l’odore sgradevole, ma poi si lascia convincere a farselo spalmare…

Luke cerca di essere il più delicato possibile e Becky si appoggia al suo petto: gli piace farsi cullare da quel ragazzone….

“Bambina, vedrai che tra un po’ starai meglio…..I tuoi lividi spariranno….

Beh….’notte…..io vado a dormire…..domani andiamo alla ricerca di Bo…..”

Luke si congeda in quel modo da Becky, contento di aver rimediato all’ennesima figuraccia….

“’Notte Luke….”

Becky si addormenta subito, di un sonno sereno e tranquillo, per la prima volta, dopo molto tempo in vita sua..... TO BE CONTINUED.... Spero vi sia piaciuto il penultimo capitolo di questa storia decisamente non hazzardiana…

Grazie a tutti per le recensioni

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Capitolo 10
*** Tutto è bene ciò che finisce bene... ***


Ed eccomi arrivata all’ultimo capitolo di questa storia molto insolita e assolutamente “non hazzardiana”!

Spero vi sia piaciuta almeno un pochino….

Mi sto mettendo all’opera con una nuova fanfic, ma non voglio anticipare nulla…

Grazie a tutti per le recensioni Luke, cerca di dormire nel sontuoso letto della sontuosa camera messa a disposizione da Becky, ma invano: mille idee gli frullano per la testa, la prima delle quali è portare a casa Bo il più presto possibile!

Non vuole che il suo fratellino si riduca come Rebecca….

Rebecca….per quanto cerchi di togliersela dalla mente, proprio non ci riesce….

“Povera bambina! Se solo avesse ricevuto un po’ di affetto, che personcina deliziosa sarebbe .….” – pensa il maggiore dei Duke….

E’ a questo punto delle sue riflessioni che viene interrotto da un colpo alla porta…

“Luke? Posso entrare? Posso dormire con te questa notte? Prometto che non darò fastidio….” – è Becky…

Luke, che in un primo momento vorrebbe rispondere “NO!”, prova quasi pena per quella bimba con il suo pigiamino di Paperino e accetta….

“D’accordo vieni qui, ma solo se mi prometti che starai buona, ok?” – Luke strizza l’occhio mentre, fingendosi arrabbiato, fa spazio alla nuova arrivata…

Becky si rannicchia immediatamente fra le braccia di Luke e gli dice:”Senti, forse c’è un mezzo per riuscire a tirare Bo fuori dai guai. Bisognerebbe rintracciare Morrison Perry; credo che ora, dopo l’esperienza avuta al centro, collabori con la polizia. Io ci sto provando, ma ho paura che il mio telefono sia sotto controllo, inoltre gli scagnozzi del mio patrigno stanno dappertutto, quindi non ho libertà di azione….

Se solo volessi provarci tu….Puoi muoverti liberamente per Miami, tanto nessuno ti conosce….”

“Ottima idea, bambina! Dammi il suo numero di telefono o comunque un suo recapito; domani, dato che non potrò rimanere tappato in casa fino al giorno in cui potrò incontrare Bo, telefonerò innanzitutto a zio Jesse per informarlo degli ultimi sviluppi (sperando che non gli venga un infarto quando saprà quello che è successo al suo nipote più giovane!!) e intanto, dato le sue conoscenze proverò a parlargli di questo Morrison Perry, ok? Credimi, non vedo l’ora di chiudere questa maledetta storia e di tornarmene ad Hazzard con Bo, dopodiché, fidati, né io né lui rimetteremo mai più piede in questo dannato posto!!”

Becky è mortificata: capisce le ragioni di Luke, ma non vuole lasciarlo andare….

“Perché quando trovo una persona che mi rispetta e mi dimostra un briciolo di affetto, la devo perdere? Mio Dio, che male ho fatto in vita mia? Perché non posso essere serena come gli altri? E’ tanto chiedere anche solo un mozzicone di felicità?” – due grandi lacrime scendono dagli occhi di Becky, bagnando la pelle di Luke che, come al solito, dorme solo con i boxer….

“Bambina, cosa c’è? Perché piangi?” – chiede Luke….

“Stavo pensando che ogni volta che mi affeziono a qualcuno, quel qualcuno mi lascia…. A che serve questo appartamento enorme e lussuoso se poi non ho nessuno con cui dividerlo?” – risponde Becky…

Il suo visino sconsolato emoziona vivamente Luke (cosa assai rara!!)…

“Senti piccola, vorresti venire ad Hazzard insieme a me e a Bo? Certo, la nostra fattoria è grande quanto una delle tue stanze, il mobilio è molto rustico, ma la cucina è buona e poi….là ci troverai una famiglia…E’ questo quello che vuoi, vero?”

Rebecca crede di sognare dalla felicità: lasciare quella squallida vita, quello squallido centro, quegli squallidi clienti, diventare finalmente una persona rispettabile, anche se povera (già, perché Becky non pensa neppure per un istante di portarsi appresso tutti i soldi guadagnati con il suo “lavoro”….), essere felice….insieme al dolcissimo Bo, alla bella Daisy (che non conosce di persona, ma di cui Bo gli ha mostrato una foto), al saggio zio Jesse e…..al ragazzone che lei aveva giudicato bruttino e sfacciato al primo incontro e di cui ora si rende conto di non poter più farne a meno….

“Luke, qualcuno deve aver pregato per me! Altro che se accetto di venire con te e stai pur certo che mi troverò un lavoro appena arrivata ad Hazzard, qualsiasi lavoro dato che, dopo la vita che ho vissuto finora, qualsiasi mansione mi sembrerà decorosa e dignitosa!”

“D’accordo Becky, allora siamo d’accordo? Beh, ora dormiamo, se domattina vogliamo essere in forma per metterci alla ricerca di Morrison. Notte……”

“Notte Luke…” – Becky si rannicchia nuovamente fra le braccia di Luke, felice di questo cambiamento….

L’indomani, consigliata dal maggiore dei Duke, Rebecca telefona al patrigno dicendo che, in seguito ad una bruttissima influenza, dovrà rimanere qualche giorno a letto.

“Mi spiace piccola, riguardati e cerca di guarire presto!” – sono le parole di Mr. Anderson il quale non è certamente preoccupato per la salute della figliastra (di cui non gliene importa nulla!!), ma degli incassi a cui dovrà rinunciare in seguito alla sua defezione…..

Per fortuna c’è Bo a sostituirla…..

Bo….da quasi un mese è arrivato al Madison Center e, in seguito allo squallido lavoro, in seguito alla preoccupazione per quella dannata clausola di 200.000,00 dollari stampata sul contratto, deperisce giorno per giorno…

Il suo bellissimo viso, i suoi grandi occhi azzurri, il suo splendido e solare sorriso si sono spenti, si sente come sull’orlo di un baratro, pronto a precipitare da un momento all’altro…

Fino a pochi giorni prima, c’erano Becky e Bob a tenergli compagnia, ma ora, la prima è a casa malata, il secondo è misteriosamente sparito dalla circolazione, dopo essersi rifiutato di eseguire un lavoro per Mr. Anderson…

Bo è solo con la sua tristezza, i suoi pensieri, i suoi dollari che ha accumulato (dato il successo riscontrato con le clienti, Mr. Anderson ha pensato molto “generosamente” di lasciargli il 30% delle mance), ma Bo non è sicuramente orgoglioso…

“Avrei preferito guadagnarmeli andando a spargere il letame per i campi di Boss, piuttosto che in questo modo…”

Boss….Rosco…Enos….in un attimo gli passa davanti agli occhi l’intera contea di Hazzard…

“Quando potrò tornare a casa? E come mi accoglierà zio Jesse? Luke, quando è tornato dalla guerra, è stato accolto come un eroe per quello che ha fatto e per il suo grado di Sergente, mentre io con cosa torno??? Con la vergogna ed il disgusto nei confronti di me stesso, con la vergogna di guardare in faccia agli altri, con la vergogna del giudizio degli altri, soprattutto quello di zio Jesse e di Luke…..” – pensa Bo…..

Nel frattempo, Luke si reca ad un telefono pubblico e, dopo aver spiegato in poche parole a zio Jesse quanto sta accadendo a Bo (come aveva previsto, ha rischiato di svenire se non ci fosse stata Daisy accanto a lui), gli dice di cercare di rintracciare Morrison Perry…

“Lukas, cercherò di fare del mio meglio… Tu….tu….riportaci a casa il nostro cucciolo, ok? Digli che l’aspettiamo a braccia aperte e che, nonostante tutto, siamo orgogliosi di lui, hai capito?” – dice zio Jesse…

“Ho capito benissimo, zio! Glielo dirò senz’altro appena potrò incontrarlo. Ne sarà felice!”

Luke intanto narra alla zio anche la storia di Becky e di come sia sua intenzione di portarla ad Hazzard per strapparla a quella squallida vita….

“Bravo figliolo! Sarà la nostra principessina appena metterà piede in questa casa!”

“Sapevo che saresti stato contento zio!”

Luke torna da Becky dicendo che lo zio si è messo alla ricerca di Morrison e aggiungendo che sarà ben felice di avere una nuova inquilina in casa sua…

Becky risponde con un bacio……

Era tanto tempo che avrebbe voluto dare un bacio a Luke, ma si era sempre trattenuta: il carattere chiuso del ragazzone dai grandi occhi blu, le impediva di esprimergli il suo affetto, ma quella volta non riesce a trattenersi…

Luke la abbraccia di cuore: abbracciarla significa per lui piegarsi letteralmente in due, tanto Becky è minuta….

Rimangono così per alcuni minuti: nessuno parla…

Becky è troppo felice, Luke….troppo preoccupato per come si sia lasciato andare (cosa assolutamente non da lui!), con quella adolescente…..

“Lukas Duke, che cavolo stai facendo?” – domanda a se stesso….

“Bene Becky, allora adesso aspettiamo notizie da zio Jesse…..” – risponde Luke staccando Rebecca da sé…

I giorni passano: Becky è sempre ufficialmente “malata”, Luke comincia a risentirne di quella vita sedentaria a cui non è abituato e alla mancanza dei suoi campi da arare, Bo è sempre più disperato….

“Mio Dio, quando finirà tutto questo? Se solo potessi parlarne con qualcuno…..” – pensa il biondo Duke….

Dopo cinque giorni, Becky e Luke sentono bussare alla porta…

“Deve essere il mio patrigno! Luke nasconditi in qualche stanza…”

“Ok, Becky”

Rebecca apre la porta e, con immenso stupore, si trova davanti Morrison Perry insieme ad un anziano signore con la barba bianca, una salopette di jeans ed un cappellino rosso…

“Morrison? Tu??? Sapevo che eri ancora vivo, grazie a Dio! E lui chi è?” – chiedeva Becky indicando il signore anziano…

“Sono Jesse Duke, signorina…”

Luke, che aveva sentito tutto dalla stanza accanto, si precipita fra le braccia dello zio…

“ZIO JESSE!!! Sia benedetto il Signore!!”

“Luke, che bello rivederti! Dimmi, come stai? E Bo? Lei deve essere Becky vero?”

Prima che Luke potesse rispondere, la ragazzina dice:”Sì signor Duke, sono io. Benvenuto!”

Anche zio Jesse rimane colpito dal visino innocente di Becky, visino innocente che porta il segno delle sofferenze subite .…

Luke, appena visto Morrison, deve contare fino a 200 per non rompergli la faccia: Bo non sarebbe finito in mezzo a tutto quel casino se non fosse stato per lui…

Morry capisce immediatamente i sentimenti di Luke e prende la parola…

“Luke, signor Duke, so che quello che è successo a Bo è colpa mia, ma spero mi perdonerete, dato che ora vi aiuterò a salvarlo. Lasciatemi dire che, quando gli ho proposto il Madison Centre, io pensavo che fosse un centro sportivo, non credevo che, dietro quella facciata, si nascondeva….beh…avete capito cosa! Quando mi sono recato al Madison per cercare lavoro, anch’io, senza saperlo, ho firmato quella maledetta clausola da 200.000,00 dollari, ma dopo quasi due mesi, sono riuscito a scappare, non senza difficoltà, dato che Anderson ed i suoi scagnozzi, mi hanno pestato a sangue. Mi hanno lasciato sul pavimento pensando che fossi morto, ma sono riuscito a trascinarmi, passando dal retro, fino ad una casa che si trova nelle vicinanze del centro, dove ho trovato delle brave persone che mi hanno curato. Ci è voluto un po’ di tempo, ma, appena guarito, sono tornato in Alabama, dove mi sono messo a disposizione delle autorità locali prima e della polizia federale poi, sperando di riuscire una volta o l’altra ad intrappolare quella gentaglia. Purtroppo, l’impresa si è presentata subito difficile, dato che quella è gente che non scherza, sa coprire bene i propri loschi affari. Ma finalmente il mio superiore mi ha informato che il Sig. Duke di Hazzard cercava di tirar fuori da quella topaia il nipote e mi sono reso conto che il momento di incastrarli era arrivato. Becky, Luke, Sig. Jesse, se siete d’accordo con me, direi di far scattare la trappola, mandando avanti Luke come esca: un ragazzo giovane fa sempre comodo da quelle parti! Appena gli avranno aperto la porta, io ed altri due agenti in borghese faremo irruzione, e finalmente scriveremo la parola “fine” su questa storia. Siete d’accordo?”

Tutti rispondono sì e il giorno dopo scatta la trappola.

Luke, come d’accordo, si presente al Madison, dove viene immediatamente ricevuto da Alan, il portinaio.

“Sei in cerca di lavoro? Bene ragazzo, qui abbiamo quello che fa per te!” – dice a Luke.

“Sissignore, cerco lavoro, ma non sono solo, ci sono altri miei amici (Morrison e gli altri agenti in borghese!)” – risponde Luke.

Prima che Alan possa dare l’allarme, Morrison, Luke e gli altri agenti lo immobilizzano e si dirigono verso l’ufficio di Fred Anderson.

Colto di sorpresa, il boss cerca di negare tutto da principio, ma, una volta letti i suoi capi di imputazione, si rende conto che gli conviene consegnarsi di sua spontanea volontà alla polizia.

Prima che venga portato via, Luke non riesce a trattenersi e gli sferra un gancio sinistro in un occhio:”Maledetto bastardo, questo è per quello che hai fatto a Becky e a mio cugino!”

Incuriosito dal trambusto, Bo si dirige verso l’ufficio di Mr. Anderson e qui trova Luke…

“LUKE!!! DIO MIO, SEI DAVVERO TU?” – Bo si precipita ad abbracciare il cugino e, una volta buttate le braccia al collo, comincia a piangere, ma questa volta è un pianto di liberazione e di gioia!

“Bo, è tutto finito, torniamo a casa!”

“No Luke, non posso venire! Sai, ho firmato un contratto con Mr. Anderson; in questo contratto c’è una clausola…”

Bo si interrompe, ha vergogna a proseguire…

“So tutto! La clausola è annullata! Morrison Perry che dopo questa esperienza è divenuto agente federale, ha arrestato Anderson e la sua banda. Ora possiamo tornare ad Hazzard, insieme a zio Jesse che ci aspetta nell’appartamento di Becky, appartamento dove io sono stato per quasi 3 settimane nell’attesa di poterti liberare!”

Bo vorrebbe dire un sacco di cose, ma è esausto. Si stringe al cugino maggiore e si lascia accompagnare al taxi che li porterà verso l’appartamento di Rebecca.

Finalmente, zio Jesse può abbracciare il suo cucciolo e può constatare come sia dimagrito…

“Figliolo, appena arrivati a casa, ti cucinerò la migliore zuppa di pesce di tutto il Sud! La cucinerò anche per te, Becky!” – sono le prime parole di zio Jesse..

“E io? Guardo voi che mangiate?” – dice Luke fingendosi arrabbiato per non essere stato chiamato in causa…..

“Un po’ di dieta non ti farebbe male, cugino” – risponde Bo che, a contatto di Luke, zio Jesse e Becky, ha ritrovato il buon umore…..

“Prepariamo le nostre cose e torniamo ad Hazzard” – dice il patriarca…

“Sissignore” – è la risposta all’unisono….

Tutto è bene ciò che finisce bene…..

 

 

THE END Ripeto, è parecchio non hazzardiana, ma spero vi sia piaciuta…..

Sto preparando un’altra fic, questa volta in “hazzardiano puro!”

Grazie a tutti come sempre!!!

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