Rise of the Darkness.
Alba.
«Sei stato coraggioso, ragazzo
mio. Tanto coraggioso».
La voce della creatura era come un sussurro sensuale, gli accarezzava il
collo con una dolcezza ed una delicatezza cui lui non era abituato.
Quando aprì gli occhi, non vide nulla.
L’oscurità era impenetrabile, non esistevano confini all’estensione
del buio.
Avrebbe voluto spaventarsi, ma non ci riuscì. In qualche modo,
quell’oscurità lo stava confortando, nascondendolo dagli orrori e dalle paure
che si era appena lasciato alle spalle.
Ma quanto sarebbe durata, quella tranquillità?
Lo stavano
aspettando. Doveva completare la sua missione.
«E quanto durerà questa missione,
Harry? Quando ti faranno riposare?».
Il sussurro era sempre lì, proprio dietro di lui. Accarezzava le sue
membra stanche con il calore che solo un padre avrebbe dimostrato.
Era così stanco
di combattere.
Se ne rese conto solo in quel momento, mentre quelle carezze
rilassavano muscoli che lui non ricordava di aver contratto. Era stanco di combattere, perché sapeva che non ci sarebbe mai stata una
fine. Era stanco di svegliarsi la
mattina e chiedersi se sarebbe sopravvissuto. Era stanco di sentirsi ripetere che lottare fosse parte del suo
destino.
Non era giusto,
non era ciò che voleva.
«Non esiste nessun destino,
niente ti può essere imposto, se non lo desideri».
L’oscurità si strinse intorno a lui,
raccogliendo quelle sue membra distrutte in un abbraccio confortante.
Rispondevano alla dolcezza della voce, si univano a quest’ultima in quel coro
d’amore cui lui non era abituato.
«Non sei più da
solo, figliolo».
Per una volta, Harry non riuscì a metterlo in dubbio.
Non era solo.
«Non devi più esserlo, se non lo
vuoi».
Volerlo. Harry non credeva di aver mai voluto qualcosa più della certezza di non essere abbandonato.
Grifondoro, per
seguire Ron. Grifondoro perché è lì che vanno gli eroi.
Guida l’Esercito di
Silente, perché questo è il compito degli eroi.
Fatti uccidere da
Voldemort, perché è così che muoiono gli eroi.
Lui non aveva mai voluto diventare un eroe.
Tutta la sua vita era stata un continuo susseguirsi di obblighi, di divieti.
Se fosse stato abbastanza bravo, i suoi amici non gli avrebbero mai voltato le
spalle.
Ma ogni eroe è
solo davanti al destino che gli è stato assegnato.
«Adesso puoi scegliere, Harry»
la voce lo circondò. «Puoi lottare per
tutta la vita da solo, oppure…».
Oppure?
Esisteva un’altra strada, un’altra possibilità oltre quella che si
stagliava davanti a lui, tanto luminosa quanto dolorosa?
«… puoi venire con me ed avere la certezza che non sarai più solo, non importa
le scelte che farai» continuò la creatura, invitante eppure confortante. «Scegli la libertà che solo il buio dona,
figliolo. Scegli di vivere, piuttosto
che sopravvivere».
Il dubbio bruciò al centro del suo cuore e tuonò come il suono di
mille pianti disperati.
Scegliere il
buio, scegliere il male.
«Scegli il potere, fa che chiunque non ti segua venga annientato, così non sarai mai più solo».
«Lunga vita ad Harry Potter!»
urlò il Signore Oscuro.
I Mangiamorte
inneggiarono al loro nuovo Padrone.
«Lunga vita a mio
figlio!».
»Marnie’s Corner
Bentrovati e bentornati, cari amici di EFP!
Prima di tutto, ho una pagina facebook! Seguitemi per futuri
aggiornamenti!
Questa è la prima di tre flashfic scritta per il contest citato nell’introduzione.
Le altre due parti (eclisse e tramonto) arriveranno nelle prossime due
settimane, sono già pronte, quindi non c’è alcun rischio di ritardo!
Il contest mi ha attirata immediatamente,
grazie al tema, anche se non sono certa di aver dato il meglio di me. Vedete,
io ho idee molto strane, di solito,
che richiedono tanto tempo per essere elaborate. Alla fine ho ripiegato per le flashfic e spero di non deludere nessuno. Sono solo tre e
sono molto brevi (ovviamente!), quindi non aspettatevi questa gran narrazione.
Ho fatto del mio meglio!
Punti importanti:
» Harry sta male, è innegabile. Ho sempre pensato che
Silente abbia preteso troppo, da lui, e lo stesso i suoi amici. Non si può
piegare così tanto un ragazzo, alla fine si spezza. E Voldemort lo sa benissimo.
» Perché figlio,
direte voi. Ebbene, ritengo che Voldemort voglia renderlo suo erede. Harry è un
mezzosangue come lui, aveva una parte della sua anima, trasferirgli il suo
potere (come eredità, capitemi) è stata la mossa più ovvia, così da rendere il
dominio stabile. Chiamarlo figlio è
solo un modo per accertarsi che lui davvero resti sotto la sua influenza. Harry
è orfano, Voldemort lo ha reso parte di una “famiglia”. Tutta una tattica
psicologica.
Vi aspetto tutti al prossimo aggiornamento, sabato
prossimo!
Grazie ancora a chiunque leggerà,
-Marnie