Frontline

di AvalonGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Beginning Of The End ***
Capitolo 3: *** Presentiment ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


o




Frontline










_Prologo_













Correva.
Correva senza un motivo apparente. Era il suo corpo, ne era certa, ma non lo controllava. Non era altro che una spettatrice di quello che stava accadendo. Sentiva le sua gambe muoversi frenetiche, correre come se ne fosse l'unica cosa che contava in quel momento, e forse lo era.
Il cuore le stava per uscire da petto..
"CORRI, CORRI!" gridava la sua voce, ma non era lei ad aver parlato.
"PIU' VELOCE, PIU' VELOCE!"
Attraversò quella che sembrava una strada. Ciò che vide le fece venire i brividi...corpi immobili giacevano ai lati, come se qualcuno si fosse aperto un varco tra i cadaveri. Il sangue macchiava l'asfalto e le imbrattava le scarpe.
Qualcuno la chiamava, la invocava. Il suo corpo reagì a quella voce.
Il pianto di un bambino, un urlo, una freccia.
Il suo corpo non ci pensò nenache, continuò a correre.
Il bambino urlò ancora, ma era salvo. 
Il dolore le annebbiò la mente.
Il bambino la chiamò ancora. Urlava, piangeva...e pronunciò il suo nome...

-Okaasan
!*-










Sbarrò gli occhi di colpo, il viso sudato, il respirò affannoso.
"Ancora..." pensò, "ancora quel maledetto sogno". Era gia la terza volta che quell'incubo la tormentava quella settimana.
Si mise a sedere, il volto tra le mani, cercando di recuperare un respiro normale...ma le risultò difficile. Guardò la sveglia sul comodino accanto a letto, segnava le cinque del mattino.
A tentoni cercò di ridarsi un cotegno e di alzarsi, le tremavano le mani e quella ormai familiare sensazione la invase: terrore misto ad ansia, il tutto accompagnato dalla sgradevole sensazione di quando ti dimentichi qualcosa che un attimo prima ricordavi, come se all'imporovviso i tuoi pensieri fossero andati in reset.
Non era la prima volta che faceva quel genere di sogno. Gia da un mese questi la tormentavano, e tutti avevano tre elementi in comune: il pianto di un bambino, cadaveri su cadaveri e una risata; una risata maschile, priva di qualunque sfumatura.
Ma c'era qualcosa di più...quelli non erano semplici sogni, lei lo sapeva; erano come pezzi di ricordi sparsi qua e là nella sua psiche...ricordi che non aveva ancora vissuto.
Akane riprese a respirare correttamente, le sfumature del sogno incominciavano a sembrare più ovattate, confuse. Ritornò a letto sperando di ritrovare il sonno.
Appoggiando la testa al cuscino, pregò i kami affinche quei sogni non la tormentassero più...il pianto di paura di quel bambino era troppo da sopportare per lei.
E la tormentava anche da sveglia.


Ti prego, ti prego non piangere.


Ranma era sveglio.
Stava succedendo qualcosa, lo sentiva e ne era certo. Qualcosa si stava muovendo, qualcosa di grosso.
Era da quasi un anno che regnava la "pace", da quando erano tornati dalla Cina, quando Akane era quasi morta.
Degludì, scacciando l'immagine del corpo di Akane apparentemente morto tra le sue braccia.
Ad ogni modo, aveva una brutta sensazione, un presentimento. Doveva fare qualocosa.  Doveva cercare, Ryoga, ovunque quel matto fosse in quesl momento, doveva sapere se anche lui avvertiva quel fremito di pericolo che lo attanagliava da qualche notte.
Poi avrebbe parlato con la vecchiaccia, Obaba, e forse anche con il maniaco...nonostante tutto il vecchio Happosai poteva risultare utile.
Qualsiasi cosa fosse, avrebbero dovuto fermarla prima che...non sapeva neanche lui prima di cosa, ma non si era mai sbagliato circa i suoi presentimenti. Suo padre russava bellamente nel suo futon, con le sembianze di panda e la bocca a perta.
Il sonno non tornava e la sensazione non spariva. Non cercò neanche di riprendere sonno, sapeva che era fatica sprecata, decise quindi di rimanere steso nel futon, cercando di non pensare e concentrandosi solo sulle sensazioni.
Cercando di capire.
Inutile dire che ne ricavò solo un emicrania.






Circa qualche ora dopo Akane decise d'alzarsi.
Naturalmente non era riuscita a dormire più da quando il suo incubo ricorente l'aveva svegliata terrorizzandola. I segni della notte si scorgevano chiari sulla sua faccia, dove occhiaie e occhi rossi sfoggiavano tutta la sua vitalità mattutina. Avrebbe potuto coprire le occhiaie con del trucco, ma lasciò perdere. Si sciaquò solo la facca con acqua fredda, gelida, come era abituata fare ogni mattina.
Indossò la divisa scolastica, cercando di focalizzare le sue memorie, per fare più chiaro il suo incubo, ma zero; ricordava poco e niente.
Sempre sopra pensiero si spazzolò velocemente i capelli, indossò le scarpe più comode che possedeva e scese a fare colazione.
-Buongiorno a tutti!-, salutò una volta arrivata in cucina. Tutti, famiglia Tendo e Saotome, erano già a tavola, con Saotome Senior in versione panda che si riempiva la bocca con quantità industriali di riso bollito.
-Buongiorno Akane.-, le rispose Kasumi con gentilezza, invitandola a sedere, -hai fatto tardi questa mattina! Sicura di stare bene? Non hai proprio un bel aspetto.-, suo padre si girò subito a guardarla, con il solito sguardo apprensivo che le rivolgeva in situazioni analoghe. -Tsk!- Ranma ghignò, -da quando ha un bell aspetto la mattina?-
-Potrei dire altrettanto, idiota. Ti sei visto allo specchio questa mattina? O sei tanto preso da te stesso da non scorgere a un palmo dal tuo naso?- rispose sarcastica, continuando a mangiare.
-Io sono tanto preso da me stesso perchè me lo posso permettere.-
-Se ne sei convinto tu...-
-Certo che ne sono convinto!-
-Bene.-
-Bene!-
Ormai si fronteggiavano, una di fronte all'altro. A quanto pareva, non erano cambiati affatto. Se qualcuno aveva sperato che i loro attegamenti fossero cambiati dal loro viaggio in Cina, aveva sperato invano (vedi Soun e Genma).
Non era cambiati, almeno...non apertamente; a dimostrarlo c'era il loro mancato matrimonio, e per quanto fosse reietta ad ammetterlo anche a se stessa, Akane sapeva che le dispiaceva.
A interrompere il loro battibecco fu Kasumi, la voce della ragione di casa Tendo, -Farete bene a affrettarvi, è tardissimo! Nabiki è uscita quasi quindici minuti fa.-.
Entrambi si girarono verso l'orologio e insincorno urlarono: -CHE COSA?!-.
In pochi minuti erano tutti e due a correre a perdifiato verso i Liceo Furinkan, con Kasumi che li salutava falice dall'ingresso del dojo Tendo.





-E' tutta colpa tua!.-
-Si, certo! Perchè quello che si è svegliato tardi sono io!-
-Se non ti sei svegliato tardi perchè sei anche tu qui?-
Con i secchi d'acqua in mano e appoggiati alla parete, Ranma e Akane continuavano il solio teatrino, il professore era stato irremovibile, li aveva guardati esasperato (come tutte le mattine), e li aveva spediti fuori (idem come tutte le mattine).
-Sono qui perchè una certa oca questa mattina non finiva di starnazzare!- affermò il ragazzo col codino, piegandosi suelle ginocchia.
Ad Akane vibrò pericolosamente la tempia.
Oca?
-Come mi hai chiamato, scusa?-
-Col tuo nome! O-C-A!-, ma si pentì subito di quello che aveva detto. Akane, che fino a quel momento si era mantenuta ben distante da lui, si avvicinò pericolosamente, sbattendo gli occhi scuri.
-Ranma..?- più si avvicinava più i sudetto degludiva.
-Si?- domandò con una vocina il ragazzo, -Ti ho mai detto...- sempre più vicina -...che ti...-, alzò il secchiò con l'acqua, -...ODIO!- e gli rovescò addosso il primo e anchs il secondo secchio.
-Brrrr...è gelata! Ma cosa ti è saltato in mente?!-
-Ti sta bene, baka**! Oca lo dici a le smorfiose che ti vengono dietro, non a me! E arrangati per trovare l'acqua calda!- e girò i tacchi per andarsene, dimenticandosi del fatto che era a scuola e che era in punizione.
Ma la sua uscita trionfale fu bloccati dal professore, che rosso dall'irritazione li fissava quasi con il fumo dalle orecchie.
Squadrò prima i secchi abbandonati a terra e poi l'acqua che inzuppava il corridoio; sulla sua tempia spuntò il solito segno di irritazione.
-SAOTOME! TENDO!-
I due degludirono in sincrono e quasi si strinsero per mano.
-In classe, SUBITO!-
Contemporaneamente pensarono: "Peggio di così questa giornata non può andare!"






***




Non c'era tempo.
Non c'era più tempo. Doveva partire e doveva farlo ora; altrimenti avrebbe dovuto aspettare altri sei mesi, e non era sicuro che sarebbe riuscito a restare in vita per quell'arco di tempo. Gli attacchi si erano fatti più assidui e frequenti del solito, tutto lasciava presupporre che si stessero, che si stesse personalmente, preparando per qualcosa. Qualunque cosa fosse non poteva permetterla.
Avrebbe desiderato partire in altre circosanze; avrebbe voluto salutare Naoko,  Yuka***...forse anche suo padre, nonostante sapesse che l'avrebbe guardato con il solito sguardo vuoto e perso, limitandosi a fare un segno con la testa; forse neanche quello. Ma sapeva da tempo che fare quello che si voleva, desiderare qualcosa, non era possibile per chi, come lui, era nato in quell'epoca.
La terra tremò ancora e un rumore assordante gli arrivo alle orecchie, nonostante fosse  a sei, sette metri sotto terra, nei laboratori privati della Base, dove da anni tutti i migliori scienziati  si concentravano tutti sullo stesso progetto: la Taimumashin****.
La partenza era stata progarammata per il giorno dopo, dovevano dargli ancora molte informazioni e direttive e la macchina doveva ancora essere controllata interamente.
Ma l'attacco era stato improvviso, troppo imporovviso, come se Lui sapesse.
Una spia.
Da tempo si pensava che ci fosse una spia nella Base.
La terra tremò ancora.
Attaccato ai grandi computer deli laboratori, Ren***, cerò di programmare la macchina più in fretta possibile. Era preoccupato per i suoi compagni, per sua sorella che, sopra, si stavano battendo per dargli il tempo necessario per la partenza.
Era la loro ultima chance.
Se il piano non avesse funzionato non avrebbero potuto fare nient'altro. Non riuscivano a sconfiggere il problema nel presente, per questo, tornando al passato, avrebbe cercato di impedire al problema di nascere.
-Taimumashin pronta per il varco.- disse la metallica voce del computer.
Un esplosione.
Nello stesso istante un esplosione fece saltare i portoni dei laboratori.
-FERMATELO!- sentì gridare -Non lasciatelo salire! PER NESSUN MOTIVO!-.
Conosceva quella voce.
Oh, si che la conosceva!
La rabbia gli salì alle tempie, la mano destra corse alla katana*****, che portava sul fianco, la sinistra alla spada occidentale agganciata dietro alla schiena.
Gli invasori della base non erano ancora arrivati, ma poteva sentirli correre verso i laboratori.
-10...9...8...7...- la macchina aveva iniziato il conto alla rovescia, doveva salire e doveva farlo ora.
La rabbia gli impediva di muoversi. Desiderava uccidere quell'uomo più di qualsiasi altra cose al mondo.
-...6...5...-
Mandare a puttane 8 anni di progetti per la propria vendetta? Lo avrebbe fatto.
Ma non ora.
Non ora che in ballo c'era la vita di tutti, di tutte le persone che amava e le memorie delle persone che aveva amato.
Salì nella macchina.
-...4...3...-
Nello stesso monento gli invasori entrarono nei laboratori, -FERMATELO! FERMATELO!-
-...2...1...0.-
Un'esplosione si propagò per i laboratori.
Nello stesso istante l'uomo a capo degli invasori urlò di rabbia e frustrazione.
Lui l'avrebbe punito.
I laboratori saltarono in aria.
Ma Ren era gia partito.





***


Salve a tuttie!^^
Eccomi con una nuova fanfic, la mia prima su Ranma. Lo so che dovrei aggiornare Eclisse (Dragon Ball), ma questa mi frullava in testa da un bel po' di tempo!
Il capitolo è solo un piccolo prologo introduttivo, così come lo saranno i prossimi due  (credo^^''''), perciò è relativamente breve èd un po' confusionario; ma comunque penso che i capitoli non saranno mai  eccessivamente lunghi.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e se almeno un po' vi è piaciuta.
Sono accettate tutti i generi di recensioni, positive e negative. A patto che le negative siano costruttive e non distruttive, mi raccomando!

* vuol dire, letteralmente, "madre", ma è inteso come "mamma".
** significa "stupido", e altri appellativi simili^^
*** nomi di personaggi da me inventati, che presenterò nei prossimi capitoli
**** dovrebbe significare "macchina del tempo", se è sabgliato mi scuso ^_^
***** spada giapponese, tipica dei samurai, com la lama ricurva.

E questo è tutto!
Un bacione a tutti colori che leggeranno!



-Cambiata formattazione della pagina! Quella di prima non mi convinceva ^_-!


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Capitolo 2
*** Beginning Of The End ***


aaaaa



Salveeeee^^ Come va? GraSSSSie a tutti per le recensioni!
Allooora...per non far confondere tra passato-presente(a volte mi confondo anche io), le parti del futuro saranno in corsivo!




Frontline



It's not like I'm walking alone into the valley of the shadow of death
Stand beside one another, 'cause it ain't over yet
I'd be willing to bet that if we don't back down
You and I will be the ones that are holding the Crown in the end
When it's over, we can say, "Well done"
But not yet, 'cause it's only begun
So, pick up, and follow me, we're the only ones
To fight this thing, until we've won
We drive on and don't look back
It doesn't mean we can't learn from our past
All the things that we mighta done wrong
We could've been doing this all along

Everybody, with your fists raised high
Let me hear your battle cry tonight
Stand beside, or step aside
We're on the frontline

And we'll be carrying on, until the day it doesn't matter anymore
Step aside, you forgot what this is for
We fight to live, we live to fight
And tonight, you'll hear my battle cry
We live our lives on the frontlines
We're not afraid of the fast times
These days have opened up my eyes
And now, I see where the threat lies

We've got to lead the way

-Frontline-
Pillar









Beginning Of The End










Ranma camminava tranquillo sulla rete che dava sul fiume, la cartella di lato e Akane che non lo degnava di uno sguardo un po' più avanti di lui.
Il professorore aveva messo un rapporto ad entrambi e aveva assegnato a tutta la classe un decina di pagine di storia giapponese in più.
E Akane non gli parlava.
"Perfetto." pensò, "come se avessi tempo da perdere dietro alle cose stupide."
Akane era una cosa tupida? Certo...!
Ma a chi voleva darla a bere? Ormai non ci credeva neanche lui stesso, eppure perchè il loro rapporto non si evolveva?
"Colpa sua che si comporta come una bambina!"
I pensieri della suddetta bambina erano simili. Lei e Ranma continuavano a lanciarsi frecciatine velenose, commenti sarcastici, battute e linguacce.
Ma perchè?
Insomma, ormai era chiaro come l'acqua che, molto probabilmente, provava qualcosa per quell'idiota, ormai non lo negava neanche più!
Eppure, nonostante il quasi-mancato matrimonio (un matrimoio che non le sarebbe dispiaciuto, da precisare) non era cambiato niente.
"E'soltanto colpa sua, perchè deve sempre provocarmi? Non potrebbe essere un po' più gentile? Insomma, sono una ragazza anche io!Perchè Ranma non è come Ryoga?!"...probabilmente erano domande a cui non avrebbe trovato risposta, almeno...non facilmente.
Era ancora persa nei suo pensieri quando l'elemento principale di questi, con un salto, scese dalla rate e gli si piazzò davanti.
Akane non lo vide e ci andò a sbattere contro, urtando col naso sulla spalla del ragazzo.
Fece un piccolo salto indietro e, sempre strofinandosi il naso, squadrò Ranma che non era intezionato a camminare.
-Sei ancora arrabiata?-, le chiese.
-Secondo te?- e lo aggirò, aumentando il passo. Per Ranma non fu difficile raggiungera in pochi passi, ne tantomeno trovò difficoltà nello starle dietro, Akane lo sapeva benissimo. Voleva sentire cosa aveva da dirle ma non voleva mostrare che fosse relmente interessata.
-Insomma, cosa ti ho fatto, me lo puoi dire?-.
-Boh...non lo so. Sono tante le cose che mi hai fatto nei tre anni che, per mia sfortuna, ti conosco.-
-Scusa.-
E Akane si fermò di botto, gli occhi stupiti, la bocca semi aperta. Si girò verso il ragazzo col codino, che si era fermato e lo guardò, avvicinandosi.
-Puoi ripetere?-
Ranma sospirò. Il suo più grande problema era che non riusciva a parlarle; con lei non sapeva mai quando e come dire le cose...e questo era un problema bello grosso se consideriamo il fatto che lui aveva da dirle davvero molte cose, cose per il quali gli mancava il coraggio.
Ma da quando  lui, proprio  lui, l'erede della scuola di arti marziali Saotome era diventato un codardo?
Probabilmente da sempre, quando si trattava di Akane.
-Scusa per...tutto. Per la Cina, per i problemi...per tutto. Io non...non sono molto bravo a parlare perciò...- e imbarazzato si portò una nano nei  capelli.
Akane sorrise, graziosa, e gli si avicinò.
Lo guardò negli occhi, osservando quanto fosse buffo mentre arrossiva, -Accetto le tue scuse. Ora andiamo a casa.-, lo prese per una mano e si incamminarono verso il dojo Tendo.
"Forse," pensò Akane mentre lei e Ranma si tenevano per mano, "non è vero che non è cambiato nulla, tra di noi.".
I pensieri di Ranma erano pressocchè identici.
Di certo non avrebbe lasciato la mano ad Akane.






***




Chiuso nella Taimumashin, Ren tentò di calmarsi.
Era riuscito a partire, solo questo importava, ma aveva paura. Paura della responabilità che gravava, dal momento in cui era salito in quella macchina, sulle sue spalle; paura di non farcela, di sabagliare; temeva il momento in cui si sarebbe trovato davanti a quella persona.
Come avrebbe reagito?
Gli scienziati erano stati chiari: non doveva rivelare più di quando si sarebbe dimostrato necessario e non avrebbe dovuto interferire negli avvenimenti che non riguardavano la riuscita del piano.
Ovvero la sua nascita.
Dal momento che andava a cambiare il passato, chi avrebbe detto che sarebbe nato di sicuro?
Infondo lui era pur sempre stato un incidente, no?I suoi genitori non lo avevano "programmato" era stato soltato una consegnuenza dovuto allo stress che all'epoca doveva pesare sulle teste di sua madre e di suo padre. Così glielo avevano raccontato.
"All'epoca era tutto più tosto confusionario. Lui era apparso all'impovviso e nessuno sapava cosa fare, saremmo potuti morire tutti da un momento all'altro, come ora tutto sommato. Tuo padre e tua madre erano dei veri idioti quando si trattava della loro relazione. Penso che il fatto che saremmo potuti morire da lì a poco li "spinse" un pochino...così una cosa tira l'altra...e nove mesi dopo siete spuntati tu e Naoko. Se non fosse stato per voi, probabilmente sarebbero rimasti sempre gli stessi."
Avrebbe rivisto sua madre.
Sua madre.
Dopo quasi 10 anni.
Insieme a sua madre ci sarebbe stato anche suo padre. Chissà se si sarebbero assomigliati? Nell'epoca in cui sarebbe atterato avrebberi dovuto avere circa la medesima età.
La macchina sobbalzò e Ren si chiese se effettivamente stesse viaggiando nel tempo.
La Taimumashin era pronta da quasi tre anni, gli scienziati alla Base ci avevano lavorato giorno e notte per cinque anni.
La Base.
Si chiese che fine avesse fatto la Base, la sua casa.
Sorgeva suelle rovine di una Tokyo ormai distrutta, sulle ceneri di quella che un tempo era stata casa Tendo. A stabilire lì il centro della Resistenza erano stati i suoi genitori insieme a i primi membri. Ma di questi solo pochi ormai erano in vita, ed era Ryoga a guidare la Resistenza da quasi dieci anni; da quando sua madre era morta e suo padre...beh...suo padre era diventato inutile.
Lui e sua sorella gemella, Naoko, erano stati cresciuti da Ukyo.
Ed ora anche Ukyo era scomparsa.
Chiuso nella macchina, Ren sentì la sua rabbia montare dentro di lui.
Da quel viaggio dipendeva il destino di tutti coloro che amava.
Aveva una missine da compiere e l'avrebbe portata a termine.
A costo della vita.




***



Sarebbe stato punito. Aveva ricevuto degli ordini precisi: impedire al ragazzo di salire su quella strana macchina; a ogni costo.
Ma il bastardo, Ren, era partito...e lui non aveva potuto fare niente. Incompenso gran parte della Base era distrutta.
L'attacco aveva funzionato almeno in parte.
Quella della resistenza erano scappati come conigli appena Ren era scomparso.
Urlò di rabbia e di frustazione al pensiero di come
Lui avrebbe reagito.
-Signore...- uno dei soldati si avvicinò -Cosa facciamo ora, signore? Il ragazzo è scappato! Ci punirà...ci punirà tutti!-
-Dobbiamo fuggire anche noi!-
-Sarà furioso...moriremo!-
Disgustato, Zaro, fissò quei vermi uno ad uno.
Alzò leggermente la mano verso il gruppo di uomini davanti a lui; una luce blu uscì dal palmo e li colpì in pieno.
Quando la luce si dissolse, dei corpi non era rimasto niente.
Il familiare dolore ai polsi gli fece soffocare un urlo. Nessuno riusciva a vederle. Nessuno riusciva a vedere le doppie e infinite catene che gli pendevano dai polsi. Da quelle catene scaturiva il suo potere, da quelle catene dipendeva la sua vita.
Fissò ancora disgustato il resto degli uomini, -Qualcun'altro vuole esporre il proprio parere?!- chiese intimidatorio. Nessuna risposta.
-IO.-
Zaro tremò.
Assieme a lui tutti gli altri uomini.
Una forza inopponibile lo trascinò a terra, dove lo costrinse ad inginocchiarsi; come lui, tutti gli alti.
-Ero stato chiaro.- la voce era bassa, quasi sibillata, eppure risuonava in tutta la sua malignità.
Ancora schiacciato dalla forza che lo costringeva a terra, Zaro riuscì ad alzare gli occhi per guardare il suo padrone.
Padrone.
Era il padrone di tutti loro.
Erano cadaveri. Cadavere riportati in "vita" dal potere di quel
mostro e da lui gestiti.
La figura che gli stava davanti era quella di un uomo.
Era alto, muscoloso ed era sollavato da terra da molti centimetri; indossava un furisode
(kimono femminile formale con le machine lunghe e svolazzanti ^_-) rosso con ghirigori neri. Aveva una chioma nera e lunga ed era armato con così tante spade e katane da rifornire ben dieci uomini.
Ma quello che spaventava di più era il volto.
Metà di questo era coperto da una maschera bianca, dall'espressione orribile: l'occhio, cerchiato di nero, era quasi invisibile sotto di questa; la bocca, grande e orribile, si apriva in un ghigno mostruoso.
La parte destra, quella scoperta, era ricoperta di cicatrici raccapriccanti.
Gli occhi erano bianchi, senza pupilla, apparivano quasi cechi.
Tutta la figura era contornata da un'aura scura, densa, quasi palpabile.
Azael.
Il distruttore. Coli il cui nome non veniva pronunciato.
Un demone.
Era stato un Inugami, un tempo, un semplice demone cane subordinato al suo padrone.
Come quel semplice Inugami si fosse trasformato in quel mostro assetato di sangue nessuno lo speva.
Aveva distrutto mezzo Giappone in pochi anni e decimato gran parte della popolazione, da cui aveva creato il suo personale esercito.
Lui era stato il primo.
Il resto della popolazione si rifugiava nelle città sotteranee che era sorte in quegli anni.
Solo la Resistenza era rimasta a difesa, ma ora anche quella era agli sgoccioli. Erano quasi tutti morti.
-Ero stato chiaro.- la voce rimbobava nelle loro teste, ma Azael non muoveva le labbra.
-ERO STATO CHIARO!- questà volta la voce produsse un onda durò che li fece tremare.
-Uccidere il ragazzo,- continuò -ad ogni costo. Perchè non lo avete fatto!-
Zaro sapeva che si stava rivolgendo a lui.
-P...padrone, abbiamo tentato, ma...- prima che potesse finire la frase si ritrovò in aria, con una katane nell'addome.
-Non sono qui per rendermi contro della tua incopetenza, Zaro.-
Cadde a terra con violenza. Sputò sangue e , dolorosalmente, si sfilò la katana.
Lo squarcio si risanò immediatamente. Contemporanemante le catene divennero più pesanti.
Era il modo di Azael di punire chi falliva ma che gli serviva ancora.
-Ho un ultimo compito per te, Zaro.-
Mosse la mano sul vuoto, estrasse Kaine, la prima katana, e la mosse in verticale..
Uno squarcio si aprì dal nulla.
Azael ripose Kaine e lo guardò.
-Questa volta non fallirai.-






Bene gente, se siete arrivati fin qui senza annoiarvi o chiudere la pagina, vi ringrazio!
Ringrazio anche le sette persone che hanno recensito il capitolo precedente (
Akane25, DramaSama, GothiKa_Moon, robertina, jeyjey, saku068, Rakiy) e quelle persone che hanno messo la ff tra le storie seguite! Un bacione atutti voi!
Come avevao detto, anche questo capitolo è una specie di introduzione...quindi è relativamente corto. Il "nemico" principale è stato svelato: Azael (adoro questo nomeeee), ma anhe Zaro farà la sua parte!

Al prossimo capitolo!














































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Capitolo 3
*** Presentiment ***


jjjj




Frontline

 

 

 

 

[…This time, this time
Turning white and sense dire
Pull up, pull up
From one extreme to another…]

 

Into the Fire

Thirteen Senses



Guardandosi attorno, Ren stentò a credere ai suoi occhi.
Era vermanete Tokyo quella?
La sua Tokyo?
Era cresciuto tra le rovine di una città morta, decadente.
Della Tokyo he conosceva lui in quell'epoca non c'era ancora traccia.
Si ritrovò ad invidiare le persone che ci vivevano...perchè anche lui non era nato in quell'epoca?
Le loro città erano piccoli accentramenti urbani sotterranei, tutte più tosto precarie.
Ma ora, osservando palazzi, luci e strade pensò che era proprio come se l'era immaginata, o come aveva visto nei libri di storia.
La macchina si era fermata in vicolo buio, privo di illuminazione, che affaciava su una strada deserta...probabilmente per via dell'ora, considerò.
Afferò una specie di orologio e lo osservò.
2 febbraio 1997.
Perfetto, aveva circa quarantotto ore per trovare i suoi genitori e non sapeva neanche in quale parte di quella Tokyo si trovava.
I libri di storia riportavano una data, la data in cui tutto era iniziato.
La sua prima apparizione: il 3 febbraio 1997 alle 12.36.
Indubbiamente qualcosa era andato storto.
Sarebbe dovuto atterrare il 2 febbraio 1996, ma probabilmente nella fretta di azionare la
Taimumashin aveva sbagliato.
Maledizione, pensò.
Aveva tentato di far ripartire la macchina, ma niente; non dava segni di vita.
Questo era un problema, un grosso problema.
Non si sarebbe arreso però, ora era lì avrebbe fatto di tutto per portare il piano a termine, qualsiasi fossere state le complicazioni.
Coprì la
Taimumashin con un telo e uscì dal vicolo.
La strada, come gia detto, era completamente deserta; meglio.
Sarebbe stato abbastanza strano vedere camminare tranquillamente un ragazzo con due spade al seguito e un mantello blu in pieno giorno.
Si guardò attorno, cercando di decidere da che parte andare affidandosi all'intuito.
Di solito aveva un buon senso dell'orientamento, strano...considerando che era stato cresciuto da Ryoga.
Doveva cercare il dojo Tendo, sul quale sarebbe stata costruita la futura base della Resistenza.
La base era a nord, quindi decise di dirigersi sempre in quella direzione, affidandosi anche un po' alla fortuna.
Era strano poter camminare tranquillamente per le strade, all'aria aperta, senza preoccuparsi di guardarsi le spalle.
Ma Ren sapeva che Lui era gia in movimento.
Stava solo aspettando il momento giusto per uscire allo scoperto.
Lui cercava quella pietra.
Ardesia orientale.
Un minerale originario della cina, molto usato per le costruzioni.
Ne aveva bisogno per abbandonare la sua vecchia forma.
Se i calcoli si rivelavano giusti, la pietra sarebbe dovuta essere ancora nelle mani di Shampoo.
Dovevano distruggere quella pietra ad ogni costo, era il primo passo tra le cose da fare.
Senza quella pietra sarebbe stato difficile per Lui mutare; con tutte le probabilità sarebbe rimasto nella sua forma attuale, quella di un Inugami.
Il che poteva significava che sarebbe stato molto più facile da eliminare.
Ren si abbassò ancora di più il mantello sul volto.
La sua attenzione fi catturata da un volantino attaccato ad un palo della luce che recitava:
Scuola di arti marziali indiscriminate Saotome e Tendo.
Sono aperte le iscrizioni.
Presentarsi presso il dojo Tendo a questo indirizzo....
Da sotto il cappuccio del mantello, Ren sorrise.
La fortuna iniziava a girare un po' dalla sua parte.
Staccò il volantino dal palo e se lo mise in tasca, poi si diresse verso l'indirizzo.
Ora tutto era nelle mani dei kami.











Aveva rifatto ancora quel sogno.
Quel maledettissimo sogno.
Il suo incubo ricorrente.
Come ogni volta, Akane non ne ricordava i particolari, apparte uno: il pianto.
Un pianto disperato di un bambino, un pianto che le toglieva il respiro e la faceva stare male.
Avrebbe fatto di tutto purchè quel bambino avesse smesso di piangere in quel modo...tutto!
Seduta sul tetto di casa Tendo, avvolta in una coperta di lana rossa, si sentì profondamente scossa...e frustrata.
Era frustrante tutta qualla situazione, come lo era la ormai familiare sensazione di aver dimenticato qualcosa...qualcosa di importante.
Molto importante.
Con tutte le possibilità sarebbe impazzita per la mancanza di sonno.
Aveva un emicrania tremenda, quasi la testa le si stesse spaccando in due.
Si massaggiò lentemante le tempie e considerò l'idea di rientrare in casa e prendersi un aspirina, ma lasciò perdere.
L'aria fredda e pungente dell'inverso le solleticava il viso, ma era una sensazio piacevole.
Il freddo le intorpidiva un po' i sensi e le impediva di pensare.
Si strinse ancora di più la coperta suella spalle. Non sapeva cosa fare, era in black-out totale.
Doveva parlare a qualcuno dei suoi incubi? Della sensazione annebbiante che l'assaliva ogni volta che tentava di dare ai suoi sogni delle spiegazioni?
E perchè sentiva come di avere perso qualche pezzo importante di un puzzle molto più vasto e complicato?
"Sto impazzendo..." pensò "...non posso continuare in questo modo!"
Quel pianto l'assaliva e le rimbobava nelle orecchie ripetutamente, come un dong perpetuo.
"Smetti di piangere! Ti prego...ti prego!" si afferò la testa tra le mani, concentrandosi.
Ma nulla, le sfumature dell'incubo erano sempre più ovattate, confuse e irregolari.
-Akane?-
La ragazza sussultò sorpresa.
Ranma era davanti a lei, in piagiama, con espressione confusa.
Probabilmente si stava chiedendo cosa ci facesse alle tre di notte sul tetto, in pieno inverno.
-Ciao Ranma.-
-Cosa stai facendo?-
Cosa stava facendo? Non lo sapeva neanche lei.
-Non riuscivo a dormire.- gli rispose semplicemente, con un alzata di spalle.
Forse, si domandò Ranma, anche Akane riusciva a sentire quella sensazione che lo attanagliava da qualche tempo...
Avanzò e si sedette accanto alla ragazza.
-Senti Akane, tu...tu non avverti nulla?- provò a domandarle.
Akane sbattè le palbebre -In che senso?-
-Ecco, è da un po' che ho uno strano presentimento...non so...come se...se si stesse preparando qualcosa, qualcosa di grosso e...importante.- tentò di spiegrasi Ranma.
Akane ci pensò un po' su, possibile che anche Ranma se ne era reso conto? Quindi non era un suo problema!
-Più che sensazioni...sono sogni.-
-Sogni? Per questo non riuscivi a dormire?-
Akane annuì -Ranma, tu cosa chedi che significhi?-
Il ragazzo se l'era chiesto molte volte, ma non riusciva a ricavarne nulla se non un terribile mal di testa.
Sospirò, -Proprio non lo so, ma ci conviene fare attenzione a ciò che accade.-
-Sono d'accordo.- acconsentì Akane.
-Forse dovremmo parlarne con Obaba e il vechiaccio...-
-Credi che sappiano qualcosa?-
-Non so...ma può darsi che anche loro avvertano questo presentimento, no?-
Entrambi guardarono verso il cielo, sospirando.
Anche se non lo avevano ammesso apertamente entrambi sapevano che stava per accadere qualcosa.
Qualcosa di diverso...confontata con le loro precedenti disavventure.
Akane si avicinò un po' di più a Ranma e si appoggiò sulla schiena del ragazzo.






Qualche ora prima.





Gli ultimi clienti della giornata uscirono dal Neko Hanten salutando cordialmente la bella ragazza delle consegne che li ricambiò.
-E' ola di chiudele il negozio, bisnonna!- disse Shampoo mentre posava le casse per il trasporto del ramen.
Si avvicinò all'entrata del ristorante e la chiuse, girando il cartello appeso alla porta sul lato che diceva "CHIUSO".
Sbattè le mani l'una contro l'altra e sospirò.
Un'altra giornata di lavoro era finalmente finita.
-Bisnonna?- chiamò Shampoo, ma non ricevette risposta.
Si avviò così verso il retro del ristorante, dove di solito CologneObaba si intratteneva guardando dorama melensi e di pessimo gusto.
Ma invece di trovarla sola, Shampoo vide la bisnonna, saldamente aggrappata als uo bastone, parlare con un fattorino dall'inconfondibile accento cinese.
-Cosa fai, bisnonna?- chiese curiosa.
-Ecco la vostla consegna, signola...ci scusiamo pel il ritaldo.- stava dicendo il fattorino.
-Figuratevi,- rispose Obaba -l'importante è che sia arrivata.-
Pagò il fattorino ed appoggiò il pacco sul tavolo tavanti alla televisone.
-Cos'è, bisnonna?- richiese  Shampoo; in risposta l'anziana donna le fece cenno d'avvicinarsi.
-Guarda.-le disse scrtando il pacco. Dall'involucro di carta uscì una collana maschile.
Il lungo cinturino era nero, doppio e di pelle su cui erano incise parole in un cinese antico, che non riuscì a leggere.
Ma la cosa che più attirava l'attenzione era il ciondolo della collana.
Era formato da una piccola pietra grigio chiara, non più grande di una noce , lavorata così finemente da risultare liscia e levigata.
Quella pietra aveva qualcosa di particolare, se ne sentì subito attratta.
Se la rigirò tra le mani un paio di volte, affascinata, per osservarla meglio.
-Bella, vero?- le chiese Obaba.
Shampoo annuì convinta -E'bellissima...ma che pietra è?-
-E'
ardesia orientale, una pietra cinese molta antica, originaria delle zone del nostro onorato villaggio.- spiegò.
-E' una collana maschile, vero bisnonna?-
-Esatto...per generazioni gli uomini della nostra famiglia se la sono tramandata. La prima volta che la vidi me la mostrò il mio onorato padre.-
-Come mai l'hai fatta arriavre fin dalla Cina?-
-Ho pensato potresti regalarla al consore, che ne dici? Come pegno per il matrimonio.-
Shampoo sorrise estasiata, certo che l'avrebbe data a Ranma, era un ottima idea!
-Grazie bisnonna! E' una bellissima idea...grazie!-
Shampoo concentrò la propria vista suelle parole incise nel cinturino di pelle della collana, ma fu inutile.
Non riusciva a leggerle chiaramente.
-Se ti stai chiedendo cosa è inciso è semplice,- la anticipò la bisnonna -è una profezia.-
la ragazza assunse un'espressione confusa.
-Profezia?-
-Non tutta, però...è solo la prima parte...la restante è andata perduta da parecchie generazioni.-
-E cosa dice?-
Obaba prese la collana dalle mani della nipote e la osservò, poi lesse.
-當心您未來。 除您之外,直到您從毀壞的天使將抱怨他/她的歸屬的禮物能。-
L'esspressione di Shampoo si fece ancora più confusa.







"Guardatevi dal futuro.

Salvatevi finchè potete dal presente dove l'angelo distruttore reclamerà la sua proprietà.
Azael."



















Salve a tutti, gente!^^
Ecco il terzo capitolo, spero che vi piaccia. Nel prossimo ci sarà finalmente l'incontro tra Ren e i suoi genitori...tanto ormai l'avete capito tutti che è il figlio di Ranma e Akane, no?
Grazie a tutti per le recensioni bellissime, mi fa molto, molto, molto, molto piacere che la mia storia vi piaccia! (
Akane25, RakiyDramaSamaapple92, Ilarietta_chan,  GothiKa_Moon,  robertina, maryku, saku068)

Al prossimo capitolo!
Una bacione a tuttie!



 


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