Five Nights Challenging di Lurilala (/viewuser.php?uid=146083)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 Ostinatamente vivo ***
Capitolo 2: *** 1.2 New Friends ***
Capitolo 1 *** 1.1 Ostinatamente vivo ***
1.1
Titolo: Ostinatamente vivo
Coppia: Freddy/Bonnie
Prompt: Negletto
Obbligo: Buio in una stanza
Divieto: Comparsa di altri personaggi
Parole: 1014
{Alle
persone
gentili basta la consapevolezza di essere tali.}
-Rize Kamishiro, Tokyo Ghoul
E’
pieno di silenzio,
qui.
“Venite tutti
qui, bambini! E’ una serata
speeeettacolare oggi!”
Un assolo di chitarra. E quella luce, quanto era bella quella
luce.
“E sapete
perché? Perché oggi la nostra
amica Alison compie sei anni! Fatele tutti gli auguri!”
Quell’allegro musetto infiocchettato. Fierezza
negli occhi, mentre si arrampicava
sul palco accanto a lui e si avvicinava con un sorriso luminoso.
Un altro assolo di chitarra. Limpido, perfetto. Alison si sente una
star. Ma
l’unica star della serata sono quegli accordi festosi. Non si
volta mai a
guardarlo.
“Dimmi,
Alison. Cosa vuoi fare da
grande?”
“Voglio
restare qui con voi per sempre! Voi siete i miei migliori
amici!”
E’ troppo pieno
di silenzio, qui.
Il locale è
freddo e deserto. Ancora, Freddy non si volta a guardarlo.
E’ un passo dietro di lui. E’ immobile e senza
espressione. Freddy rabbrividisce.
La stanza è buia ed enorme, il ventre di una bestia che li
ha inghiottiti vivi:
Freddy la sente respirare, quella fiera indomabile e predatrice, la
sente
vibrare dentro il suo corpo di ingranaggi.
Il buio danza, unico protagonista del palco nella notte. Il buio ha gli
occhi
viola.
Di colpo, poi, una luce sgorga dall’oscurità della
stanza e interrompe quel
ballo spettrale, sibilando con un ronzio elettrico.
Una luce incerta, un cupo brillio di stelle morte che è
abbastanza per far
addormentare gli incubi. In fondo, se trattati con amore, gli spettri
sono
bestie mansuete.
Come ogni sera la vita torna a scorrere dentro di loro, accendendo i
loro occhi
di fasulli luccichii. E come ogni sera, lui è il primo ad
allontanarsi.
Freddy lo vede camminare per il corridoio, sparendo nel buio. La sua
figura indugia
nell’oscurità, confondendosi e sfilacciandosi,
soffocata dai fantasmi che, come
falene folli attirate dalla luce omicida, si concentrano nel bagliore
fioco
degli suoi occhi robotici fino ad essere distrutti.
E’ sempre
stato maledettamente bravo,
lui, a domare gli incubi.
Ormai Freddy è solo sul palco, a cercare di scuotersi dai
ricordi della
giornata appena trascorsa.
A cercare di farsi scivolare via dal corpo quella domanda.
Dimmi, cosa vuoi fare da
grande?
Sempre le stesse parole, sempre la stessa condanna. Ad ogni
compleanno, lo
stesso dolore.
Cosa vuoi fare da grande?
Non lo sa precisamente. Cambiava idea ogni volta che glielo chiedevano.
Ora vorrebbe fare l’avventuriero. Vorrebbe viaggiare
all’infinito, per sempre,
vedere ogni angolo di mondo e sentire il sole sulla pelle.
Scende dal palco. Il suo corpo meccanico si incammina seguito dagli
occhi freddi
delle telecamere.
Sa che lo incontrerà. I
corridoi sono
tortuosi, ma hanno la stessa meta.
La stessa meta che ha il sapore acido della rassegnazione. La vendetta
non è
dolce come dicono tutti, non è fredda. E’ aspra
come succo di limone. Brucia
come sale su una ferita.
I corridoi si snocciolano davanti a lui e il buio lo accoglie fra le
sue spire
velenose, ghermendolo. Ma è passato il tempo in cui
l’oscurità gli faceva paura:
l’attraversa senza temere, scoprendo che neanche un brivido
lo scuote. Ma
è semplicemente perché non ha più
pelle
che si può accapponare.
Cosa vuoi fare da grande, Freddy?
Un luccichio metallico attira la sua attenzione.
C’è qualcuno che lo aspetta
immerso nel buio: questa volta un soffio freddo di timore si fa strada
fra i suoi
ingranaggi, mettendolo sulla difensiva. Mille occhi danzano nella sua
mente,
tutti uguali. Ridenti e derisori. Macchiati di sangue.
I demoni aspettano sempre nel buio.
Ma lì, anche se costretti nel vortice della follia e
dell’irrealtà, c’è qualcuno
capace di addomesticare gli spettri: gli basta sorridere per farli
correre a
cuccia uggiolando. Ed è proprio lui che si è
fermato ad aspettarlo. Come
sempre, sorridendo.
Bonnie. Chi altro, se non lui?
Chi altro, se non il fedele compagno che si fa trovare sempre un passo
dietro
di lui, sorridente, solidale, amico?
Chi altro, se non il fautore di quegli assoli che scandiscono le
interminabili
feste di compleanno?
Chi altro, chi altro?
-Neh, Freddy.- dice solo, affiancandosi a lui e riprendendo a camminare
al suo
fianco.
Le loro zampe metalliche si sfiorano. In un brivido, Freddy pensa che
vorrebbe
stringergli la mano.
Ma non hanno
più mani da stringere e non hanno
più un futuro su cui fantasticare.
Eppure…
Eppure ripensa a come Bonnie faccia volare le dita sulla tastiera della
chitarra. Ripensa a come si cimenti con bulloni e cacciavite per
sistemare i
pezzi allentati di Foxy. Ripensa alle storie che si inventa per farlo
ridere.
Ripensa all’impeccabile sorriso che indossa sul palco, mentre
si destreggia fra
esuberanza infantile e commenti sempre al posto giusto.
Se non fosse tutto perduto, gli stringerebbe la mano.
Se ci fosse ancora la possibilità di rispondere a quella
domanda, gli
stringerebbe la mano.
Cosa vuoi fare da grande?
Lo guarda di sottecchi. Bonnie gli dedica solo occhiate divertite e
fuggevoli
ogni tanto, continuando a camminare. Sono soli, immersi nel buio
appiccicoso
delle sale che continuano ad attraversare in silenzio.
Bonnie sa sempre quando tacere e lasciarlo ai suoi pensieri.
E dei demoni – dei ricordi - non c’è
più traccia: gli basta stargli vicino per
sentirli scivolare via ringhiando, per sentirli rifugiarsi nel buio
senza
potersi avvicinare. Bonnie difende tutti loro dagli incubi
semplicemente
sorridendo.
E’ qualcosa, proprio in quel sorriso, a costringere
gli spettri a
sottomettersi. Qualcosa che sa di vento primaverile e persi luccichii
di
stelle. Nessun fantasma potrà mai nulla contro la luce vera
nel suo sguardo,
quella luce che è rimasta immutata nel tempo.
La verità
è che Bonnie è più forte di tutti
loro. La verità è che Bonnie è
l’unico che saprebbe rispondere a quella
domanda. E’ la vita a tenere lontani gli incubi.
Bonnie è
ancora ostinatamente vivo.
Non gli importa se gli altri non si rendono conto di nulla,
non gli importa
se nessuno lo ringrazierà mai. Non ha bisogno di questo per
sentirsi vincitore.
Freddy non lo guarda, mentre le fatidiche parole gli scavano un solco
sulle
labbra. Sono traboccanti di ironia come mai lo sono state.
-Bonnie… Cosa vuoi fare da grande?-
Lui ride solamente. Non risponde.
E i demoni ululano a voce bassa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 1.2 New Friends ***
1.2
Titolo: New Friends
Coppia: Freddy/Balloon Boy
Prompt: Entusiasmo
Obbligo: Interazione con un altro personaggio
Divieto: Interazione con i bambini
Parole: 926
Arrivarono
una
notte qualsiasi, senza avvisare. I Toy al completo si presentarono
nello
sgabuzzino dei Withered e Freddy aveva voglia di cacciarli con la
violenza
appena posarono piede lì dentro.
E, a giudicare dalle espressioni assunte dagli altri,
l’avrebbero aiutato
volentieri.
I loro rapporti con i Toy non erano per niente buoni e mai lo sarebbero
stati,
a suo dire: avevano preso il loro posto, li avevano condannati ad
essere
reclusi in quello stanzino buio! Freddy era certo che mai, mai e poi
mai
avrebbe collaborato con loro in qualcosa.
Gli bastava scorgerli perché vedesse rosso, figuriamoci parlare con loro.
Eppure la loro intenzione sembrava proprio quella: Toy Freddy si fece
avanti
prima di tutti, con la sua insopportabile aria pacifica, affiancato
dagli
altri. E, con tutto il disappunto di Freddy, altri
comprendeva anche Balloon Boy. Il piccoletto non si fece
scrupoli a passare davanti a Toy Freddy e, dopo averli squadrati per un
po’,
senza il minimo ritegno, scoppiò a ridere.
Foxy e Chica erano allibiti. Bonnie superò in fretta lo
stupore e assunse un’espressione
di sufficienza: non degnava Balloon Boy di particolare attenzione, non
riusciva
a staccare lo sguardo colmo d’odio da Toy Bonnie.
Freddy, semplicemente, era stupito. E furioso. Decisamente furioso.
La risata di Balloon Boy era stridula, così tanto che
sembrava grattare l’aria,
stridere come unghie su una lavagna. Ma, si rese conto con sconcerto
Freddy, in
qualche modo era piacevole. Con un intenso moto d’ira vide
che, nel proseguire
di quel suono chioccio e infantile, la tensione nella stanza si stava
leggermente
distendendo: nell’espressione di Foxy apparve addirittura
l’ombra di un
sorriso.
Come se bastasse per quel piccoletto svitato. Come se bastasse ridere
per
calmare tutti.
Toy Bonnie era imbarazzato, dette un leggero colpetto a Balloon Boy per
farlo
smettere. Toy Freddy non cercò neanche di nascondere il
divertimento che quella
risata gli aveva infuso e sorrise apertamente, attendendo che lo
scoppio di
risa del più piccolo finisse. Toy Chica alzò gli
occhi al cielo, rassegnata al
comportamento bizzarro del piccoletto; Mangle, penzolando
scompostamente dal
soffitto, si limitò a guardarlo indecifrabile, anche se
sorrideva leggermente.
Freddy provava un doloroso e intenso desiderio di fargli male, tanto,
tanto
male. Cosa… Cosa aveva da ridere? Cosa ci trovava di
divertente? Dopo tutto
quello che era successo… Dopo tutto quello che avevano
subito… Dopo che avevano
rubato il loro posto… Dove trovava la voglia di ridere
ancora?
Ma Balloon Boy non accennava minimamente a fermarsi, anzi, la sua
risata, che
si era abbassata leggermente, riprese ancora più forte,
calda anche se
ugualmente stridula.
Freddy gli si avvicinò minacciosamente, gli occhi luccicanti
di rabbia.
-Tu…- sibilò, afferrando il piccoletto e
sollevandolo da terra. –Cos’hai da
ridere?-
Ma tutte le sue armi caddero quando i suoi occhi fumanti
d’odio si incontrarono
con quelli di Balloon Boy. Luminosi. Limpidi. Veri.
E colmi di entusiasmo, entusiasmo puro e sincero.
La sua risata scemò fino a spegnersi, ma restò un
sorriso caldo e un po’ folle
sul suo volto.
Caldo e un po’ folle così come era lo stesso
Balloon Boy, con la sua esuberanza
e la sua vena infantile. La sua stessa essenza era tutta racchiusa in
quel
sorriso.
Chissà come, adesso, quel pensiero faceva venir voglia di
ridere anche a lui.
Serrò ancora di più la presa sul più
piccolo, indurendo lo sguardo. Perché,
dopotutto, Freddy lo odiava anche per
questo. Per la sua
morbosa e idiota capacità di far ridere tutti. Per la
sua insopportabile risatina acuta e stucchevole. Per quella luce,
quella
dannata luce insensata.
Ma Balloon Boy non pareva aver bisogno di un senso, le sue iridi
luccicavano di
entusiasmo.
-Sono felice!- rispose candido, con un sorriso così grande
che Freddy avrebbe
voluto strozzarlo. -Saremo amici e vi regalerò tanti
palloncini!-
Quelle parole lo colsero impreparato e rimase ad osservarlo perplesso.
Cosa
farneticava? Diventare amici? Con i Toy? Con lui? Era la cosa
più stupida che avesse mai sentito.
Balloon Boy non attese e, approfittando del suo stupore,
sgusciò fuori dalla
sua presa, posando di nuovo i piedi per terra. Ridacchiò
nuovamente e salutò
con la mano mentre saltellava verso la porta.
-Vado a preparare i palloncini, nuovi
amici!~ -
Dichiarò senza perdere il sorriso, con un tono
così
entusiasta da risuonare disgustoso nella mente di Freddy.
Il piccoletto lasciò lo sgabuzzino e lo sentirono
chiaramente cantare e
saltellare per i corridoi come se fosse il giorno più felice
della sua vita.
-Ehm… sì, scusatelo.- Toy Bonnie sorrise
imbarazzato, la sua voce venne
sovrastata dal ridacchiare di Toy Freddy.
I Withered non sorridevano affatto, ma c’era qualcosa che
sembrava essere stato
messo a posto da quella risata e da quell’entusiasmo
così indesiderato.
Qualcosa che, improvvisamente, aveva reso tutto più facile.
Freddy rimase ancora un po’ ad osservare il punto in cui
Balloon Boy era
sparito e ad ascoltare la sua voce che risuonava, sempre più
distante, nei
corridoi bui e vuoti.
Già…
Chissà cos’aveva da ridere a quel
modo.
Senza che se ne accorgesse, Freddy sorrise leggermente.
L’entusiasmo di quello stupidissimo piccoletto era davvero troppo contagioso
per i suoi gusti.
-Avremmo una proposta per voi.-
E fu solo per la risata di Balloon Boy, solo per
quell’entusiasmo, che
accettarono di tornare a dare la caccia all’uomo dietro alla
porta. Il
desiderio di vendetta non si era mai sopito dentro di loro, ma non
avrebbero
mai collaborato con i Toy, neanche se si trattava di questo.
Però Balloon
Boy aveva riso. Aveva detto
di essere entusiasta di avere nuovi amici.
“Tsk. Stupido piccoletto svitato.”
Ma, mentre lo pensava, Freddy non poté fare a meno di
sorridere.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3486964
|