..Furono i suoi occhi..

di Rahion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Non la sopporto ***
Capitolo 2: *** Hermione ***
Capitolo 3: *** Pensieri pensieri pensieri.. ***
Capitolo 4: *** Parole di troppo.. ***
Capitolo 5: *** E se fosse vero? ***
Capitolo 6: *** Prime rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Prime rivelazioni ***
Capitolo 8: *** L'arrivo ***
Capitolo 9: *** Confronti ***
Capitolo 10: *** Mossa azzardata ***



Capitolo 1
*** 1. Non la sopporto ***


" 'Cara...' No no, troppo banale. 'Ti volevo dire..' No, non ci siamo..mm..’NON FACCIO CHE PENSARE A TE’..No no..troppo diretta!...Al diavolo, basta!" esclamò Ginny, gettando l'ennesima pergamena appallottolata sul mucchio ai piedi del letto. "Ginny che fai parli da sola come al solito?" Chiese con voce assonata Viky, la sua compagna di stanza."Buonanotte" disse l'altra per tutta risposta e si sdraiò con la coperta fin sopra i capelli in un vano tentativo di prendere sonno.
Ormai erano giorni che andava avanti così, sere e sere passate a cercare di capire come farsi avanti, cosa poter dire..e notti e notti passate in bianco,rigirandosi nel letto con un unico pensiero..Hermione Granger.

 Erano passati 2 mesi, dall'inizio della scuola, dal giorno in cui una nuova allieva si era presentata a Hogwarts. Lunghi capelli mori,occhio vispo, spiccata intelligenza,notevole bellezza..Hermione Granger non passava di certo inosservata, ma per quanto gli altri la osservassero, parlassero di lei e cercassero di attirare la sua attenzione, questa sembrava non essersi accorta di nessuno. Spesso la si vedeva sola, a camminare nel parco, c'è chi sosteneva di averla spesso vista piangere ma mai nessuno aveva osato avvicinarsi a lei che mai aveva dato modo di pensare di aver voluto compagnia. Ginny dal suo canto, un pò  svampita e presa dai suoi mille interessi non aveva prestato molta attenzione alla nuova ragazza, e non aveva quasi mai neppure sentito le voci che la riguardavano.Una mattina, giunta a colazione arrivò al posto dove solitamente sedeva accanto a Ron ed Harry "Buongiono!" strillò pimpante la rossa, ma i due, presi  a parlottare fra loro sembravano non averla neppure sentita. "Buongiorno!!" ripetè un pò infastidita "Ehi! Ma che vi prende?! Di cosa diavolo state parlando!?" , "Oh ciao Ginny, scusaci eravamo un pò..distratti.." esordì Harry, "Bè lo avevo notato!Su di cosa stavate parlando?".."Bè ecco" prese a parlare Ron "hai presente..quella nuova..Hermione Granger?" "Bè si, ne ho sentito parlare, ma l'ho vista soltanto di sfuggita" disse la rossa prendendo a mangiare con foga. "Bè niente..è che io..insomma io..diciamo che più o meno io..considerando che lei..quindi io..cioè..." "Ron si è preso una cotta per lei." intervenne Harry per farla breve. Ginny senza neanche alzare lo sguardo dalla sua colazione rispose "Quindi? Cosa c'è tanto da parlare? Fatti avanti no?Vai da lei, ti presenti, ci parli e..." "Ma cosa dici?" la interruppe Ron "Ma non hai visto com'è? Non rivolge attenzioni, sguardi, parole a nessuno! Come posso avvicinarmi a lei così?" "E tu ti saresti preso una cotta per un'antipatica che se ne sta sempre sulle sue?" "Ma devi vederla! E' bellissima..intelligente..ha due occhi così così..."aveva preso a dire Ron con tono adorante "Ti prego Ginny!" disse quindi all'improvviso come se avesse avuto una qualche idea "Tu sei così solare, aperta, simpatica..poi mi vuoi tanto bene giusto?" disse il ragazzo rivolgendo all'amica due occhi dolci e pieni di supplica. Alzando gli occhi al cielo Ginny rispose "Su avanti, cosa vuoi che faccia?" " Prova ad avvinarti a lei, a parlarle, diventarle amica..." "Si si ho capito..va bene..ci proverò..solo perchè sei te. Ora devo andare, ci vediamo più tardi" disse ancora masticando l'ultimo boccone, quindi alzatasi fece per dirigersi all'uscita. "Grazie amica, grazie, grazie.."iniziò a ripetere Ron. "E piantala!"lo interruppe Harry "Grazie Ginny, salvi la vita anche a me!". La rossa rispose  con un sorriso, mentre in fretta uscì dalla Sala Grande.

Il resto della mattina Ginny non ebbe molto il tempo di pensare a ciò che Ron le aveva chiesto, Hermione era del quarto anno,un anno avanti a Ginny ,non avevano quindi occasione di vedersi durante le lezioni. Prima di pranzo si ricordò però di quello che aveva promesso all’amico, e sebbene non fosse dell’umore adatto,per via dell’insopportabile Piton,  preferì andare a cercare la rossa piuttosto che sentir poi le lamentele di Ron. “Scusate, avete visto a giro quella nuova,Hermione ‘non-so-come-si-chiama’ ?” chiese a due ragazzi del 4 anno che passavano nel corridoio  “No..non lo sappiamo, appena finite le lezioni se ne va chi sa dove” disse uno dei due  “Non parla con nessuno, a malapena risponde se le si rivolge un sorriso!” “Peccato però..è così bella..”aggiunse l’altro “Già..”soggiunse l’amico “Due occhi così profondi….” “Già….” Ripete l’altro ,entrambi con tono estasiato. Ginny osservò i due con uno sguardo incredulo e li oltrepassò rapidamente “Ma sono tutti impazziti come Ron?! Ma io mi chiedo cosa diavolo mai avrà di speciale questa Hermione, una che se la tira tutto il tempo,non degna nessuno di una sua parola..ma chi si crederà di ess..” mentre pronunciava tali parole , Ginny se la ritrovò di fronte appena svoltato  l’angolo. Hermione la fissava immobile, la rossa fece altrettanto mentre un certo rossore le si palesava sul volto. Passarono qualche secondo nell’assoluto silenzio quindi Ginny esordì “Ehm…ciao..sono Ginny” disse piena di imbarazzo porgendole la mano. La mora non si mosse, continuò a guardarla fissa nei suoi occhi azzurri.”Ciao sono Ginny” riprovò l’altra senza successo.”Sai, quando qualcuno ti da la mano e ti dice il suo nome tu dovresti fare lo stesso!” esclamò la rossa con un tono mezzo tra l’ironico e l’infastidito. “Scusa ma sono una che se la tira, non degno nessuno delle mie parole..perchè dovrei rivolgerle a te..giusto?” rispose Hermione. Un sorrisetto provocante le si disegnò sul volto..fece un passo avanti verso la rossa..guardandola fissa negli occhi, avvicinò il volto al suo..”Ciao Ginny….” Quindi la sorpassò e si incamminò lungo il corridoio..lasciando Ginny immobile e senza parole.
“Ma guarda te..ma chi si crede di essere…mmm..che rabbia..” borbottò la rossa un attimo prima di sedersi al suo posto in sala grande per il pranzo.”Tutto bene?” le chiese Harry “Io quella non la….” “Ginnyyyy!!!” Ron sopraggiunse al tavolo quasi correndo e una volta sedutosi “Mi hanno detto che ti hanno visto parlare con Hermione!! Allora su su..com’è andata?”. “Ehm..bene..benissimo..si si..penso proprio che diventeremo amiche..” “E di cosa avete parlato??” “ Su Ron ne parliamo stasera, ora mangio che sono molto di fretta” . Ginny voleva evitare altre domande imbarazzanti intanto con lo sguardo..sembrava cercare qualcosa..o forse qualcuno nella sala..

“Non puoi capire, due parole e già quell’Hermione mi è insopportabile! Non so come farò ad aiutare Ron” .Ginny si stava sfogando con l’amica Viky prima di andare a letto.”Ginny piantala ti prego è un’ora che non fai che parlare di questa!”  “Non so neanche cosa avesse da fissarmi in quel modo..con quegli occhi…e poi quel sorrisetto insopportabile..”
…e furono quegli occhi e quel sorriso che Ginny sognò quella notte…




Ciao a tutti..è la mia prima storia questa e non so cosa ne verrà fuori. Spero che almeno un pò vi piaccia! Ho letto un pò di fanfiction, ma certamente non tutte spero quindi di non aver ripreso qualche idea..in caso, fatemi sapere!  = ]. Se sono prolissa o noiosa..dite pure! E scusate per eventuali errori!

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Capitolo 2
*** Hermione ***


"Buongiorno Ginny!!" esclamò Harry sopraggiungendo in sala grande dove la rossa si trovava ormai da un pò di tempo. "Ciao.." rispose alzando lo sguardo verso l'amico. "Oh mamma, che faccia..ma cosa hai fatto?! Dormito male?" "Lascia perdere.." “Incubi?” “Quasi.. “ “Non mi dire che sono ricominciati gli incubi con Piton che ti insegue con uno scopettone in mano?! “ “Peggio..” rispose Ginny prendendo a schiacciare  nervosamente con un dito le briciole della sua colazione “Guarda se me la dovevo pure sognare..” borbottò la rossa  “Non parlare da sola su, cosa c’è?”  “Quella cavolo di Hermione!”  “Ma come? Non eri certa che sareste diventate amiche?” disse sghignazzando Harry che ricevette prontamente un’occhiata fulminea dall’amica  “Non solo ieri doveva fare la sbruffona, ma stanotte me la sono pure sognata quella li!”  “Bè non è mica colpa sua se si trova nei tuoi sogni,e poi che mai avrà fatto? Ti inseguiva con uno scopettone pure lei?” . Alle parole e al tono ironico dell’amico, Ginny si alzò per andarsene “Harry non sono dell’umore!!”esclamò indispettita  “ Ma io scher…” “Sta solo zitto con  Ron!”  Ginny si avviò all’aula pensierosa. Non era tanto il tono scherzoso di Harry ad averla infastidita, quanto quello che aveva detto..’ ..e poi che mai avrà fatto?..’  Niente. Ginny non aveva fatto altro che sognare quegli occhi e quel sorriso che il giorno prima le avevano quasi accarezzato il viso..si era svegliata più e più volte ma i suoi sogni avevano sempre gli stessi protagonisti. Le lezioni riuscirono un po’ a distrarla.
Era l’ora di Cura delle creature magiche. Ginny si recò all’uscita del castello per raggiungere la foresta dove li attendeva Hagrid,  ridendo e scherzando con le compagne riguardo l’assurdo abbigliamento delle professoressa Cooman”.. “ahah..già, ogni giorno si veste sempre peggio!” disse Ginny mentre varcavano la soglia. “Sempre a parlar male, ma non ti annoi?”  la rossa riconobbe quella voce, spalancò gli occhi..si immobilizzò per un istante..voltatasi verso sinistra la vide li, appoggiata al muro accanto alla porta, le mani dietro la schiena, testa reclinata indietro ad appoggiare la nuca alla parete..e i suoi occhi fissi al cielo..Per un secondo Ginny rimase a guardarla..non comprendendo bene quella sensazione  che l’aveva pervasa per quell’attimo..subito però fu la rabbia che prese il sopravvento..”Stavo forse parlando con te?Perchè non continui a farti gli affari tuoi come fai di solito?!”  Viky e le altre, prese dai loro pettegolezzi non avevano prestato molta attenzione alle due, ed avevano proseguito il cammino verso la foresta. La rossa si trovava davanti a Hermione, sguardo serio, mani chiuse a pugno lungo i fianchi. Hermione , a quelle parole  distolse gli occhi dal cielo e li portò su di lei, la squadrò da capo ai piedi..poi i loro sguardi si incrociarono..Ginny sentì qualcosa di strano, qualcosa che aveva sentito anche il giorno prima  e quella notte..ma scacciò quella sensazione distogliendo lo sguardo per un attimo..”Bè cos’hai da guardare?”...”Tu”  rispose Hermione, alzando leggermente le spalle come se la sua risposta fosse del tutto ovvia. La rossa dischiuse leggermente le labbra come per dire qualcosa..”Ginny muoviti!!” gridò Viky da lontano. Si guardarono per un  ultimo istante, poi Hermione riportò il suo sguardo al cielo..l’altra rimase ferma ancora per un attimo quindi si avviò a passo svelto verso le compagne. Quando era ormai abbastanza lontana, Hermione abbassò lo sguardo per vedere il suo profilo in lontananza. Non capiva bene cosa sentisse per lei, si divertiva a giocare a quel modo con quella ragazza ma c’era qualcos’altro, un’interesse che le sembrava strano, tanto poco era il tempo che era passato da quel maledetto giorno.

Hermione aveva frequentato un’altra scuola di magia, era sempre stata una studentessa brillante e capace nonostante la situazione nella sua famiglia fosse tutt’altro che felice: il padre aveva abbandonato lei , la madre e sua sorella Lizzy di 4 anni, quando ne aveva 10. Si era ritrovata così a dover sostenere la sofferenza della madre, e a dover crescere sua sorella: era lei l’elemento forte della famiglia. Forte e fiera, era cresciuta però senza un minimo di fiducia negli altri. Solo una persona era riuscita a sfondare quel muro e a conquistare la sua fiducia: Sara. Si erano conosciute a scuola e all’inizio era diventate grandi amiche, ma poi il loro rapporto era sfociato in un qualcosa di diverso, di più forte e profondo e in segreto la loro relazione era continuata per 2 anni. Hermione era davvero felice, avrebbe fatto qualunque cosa per lei, l’unica persona che era riuscita ad entrare dentro di lei, e a tirar fuori la sua dolcezza. Ma poi tutto le crollò addosso. Sara era diventata strana, scostante e soprattutto meno presente, ed Hermione non capiva cosa stesse accadendo, credeva di fare a dare a Sara tutto quello che poteva, Un giorno, in biblioteca sentì da dietro gli scaffali delle voci “Hai sentito?Greg dice che Alex si è portato a letto Sara Caughan”. Il cuore le si gelò, si sentiva soffocare, non poteva credere che fosse vero. Ma quando chiese spiegazioni a Sara ne ebbe la conferma. Fu un vero colpo, non aveva mai sofferto così tanto e quel muro fra lei e il resto del mondo si rialzò più alto di prima. La vista della ragazza, ma anche lo stesso fatto di trovarsi nello stesso posto con lei la uccideva .Ed  è così che arrivò a Hogwarts.

Hermione si sentiva confusa da Ginny ,nonostante mostrasse grande sfacciataggine nei suoi confronti. Dentro di lei vi era ancora tanta rabbia e dolore e soprattutto la convinzione di non poter mai riporre la sua fiducia in nessuno ed era strana, incredibilmente strana quella sensazione che aveva provato. Cosa doveva fare?  Fuggire o cercare di capire?



Ciao a tutti! Chiedo scusa per i tanti errori che sicuramente avrò fatto! Spero vi piaccia anche se..mi convince molto poco questo capitolo! =] Sono sempre ben accette recensioni!
Ringrazio  malferret e blackdragon! sono contenta che vi sia piaciuta!spero che questa Hermione non vi deluderà! =]

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Capitolo 3
*** Pensieri pensieri pensieri.. ***


"Per concludere ricordate che i Vermicoli si nutrono esclusivamente di lattuga. Ora andate ragazzi" disse Hagrid   con la sua voce sonora. I ragazzi cominciarono a muoversi verso il castello, tutti tranne Ginny che con sguardo perso nel vuoto rimaneva immobile, non aveva ascoltato una parola della lezione ne tantomeno si era accorta della sua fine. “Ginny..ehi Ginny..tutto bene?” chiese Viky notando l’espressione persa dell’amica “Ah si..si tutto bene” rispose sbattendo le palpebre come se si fosse svegliata da un sogno, quindi si avviò al castello seguendo le amiche qualche passo indietro. Quel ‘Tu’ le si stava ripetendo in testa da ormai un’ora. Cosa aveva voluto dire?  ‘Sicuramente mi guardava per  sfottermi,sicuramente stava cercando un difetto per prendersi gioco di me tutte le volte che mi vede..o forse..mi guardava perché…no no, voleva prendermi in giro, non c’è altra spiegazione..non può essere che…no no, non può essere.’ .

 

Durante il pranzo rimase tutto il tempo in silenzio, fortunatamente per lei Ron era preso in una discussione sul Quidditch con Harry, e la rossa fu salva da domande riguardo Hermione. Mangiava fissando il piatto, in silenzio quando a un tratto Ron ed Harry si zittirono.

“Ehi..” Ginny alzò di scatto lo sguardo davanti, notando Ron con la bocca spalancata mentre guardava alla sua destra, quindi si voltò anche lei. Hermione le stava di fronte. “Koff..- tossicchiò Ginny -..ehi..”  “Volevo solo darti questo, ti è caduto mentre tornavi al castello, ma poi se scomparsa, non ho fatto in tempo..” nel dire queste parole poggiò sul tavolo accanto al piatto della rossa, una pergamena, piegata in 4 a nascondere il contenuto. Ginny non riuscì a trattenere un’espressione di sorpresa “Ah bè.. grazie”  .

Hermione rispose con un accenno di inchino “Si figuri..” disse quindi concludendo con un sorrisetto ironico sulla bocca per avviarsi poi verso l’uscita. Ron continuò a guardarla mentre si allontanava  “Ah...è bellissima..ed è venuta qui..ho sentito la sua voce! È incredibile Ginny!! Mi ha visto ti rendi conto!?” disse quindi voltandosi verso l’amica “Ed è solo merito tuo!! Ginny grazie grazie..io so che..” Ron continuava a parlare ma lei non lo ascoltava, la sua attenzione era su quella pergamena che aveva sotto gli occhi. “Scusate devo andare.” esordì quindi e si diresse velocemente fuori con la pergamena stretta in mano.

Raggiunse il più rapidamente possibile il dormitorio e si mise a sedere sul letto. ‘Cosa mi vorrà dire?..o no.. forse ho perso qualcosa sul serio..magari è una pagina dei miei appunti e me l’ha riportata solo per farmi notare quanto sono maldestra..e poi quell’inchino e quel ‘si figuri’…Dio è insopportabile..voleva sicuramente prendermi in giro anche stavolta’ . Ginny pensava e ripensava guardando fissa il foglio che teneva in mano, poi finalmente decise di aprirlo. ‘Biblioteca. Domani alle 10..Ciao Ginny..’. Rischiò di consumarlo con gli occhi tante furono le volte che rilesse queste poche parole.

Avrebbe voluto che la giornata  terminasse in fretta, e invece, come succede sempre quando si aspetta qualcosa che ti tiene il battito accelerato tutto il giorno,  le ore le sembravano non passare mai.  Iniziò a prendersela anche con se stessa, per il modo in cui si sentiva. Non capiva cosa le stesse succedendo. Era una ragazza decisa, non le piacevano le persone scorbutiche, e non aveva mai perso così tanto tempo a pensare pensare e ripensare. E invece si ritrovava totalmente assorbita in questa situazione.

Finalmente la sera arrivò, cercò di andare a letto il prima possibile per sentir meno le ore che ancora mancavano, sperando che l’insonnia da ansia non la colpisse. Poi finalmente si addormentò. E quella notte..ancora..i suoi occhi…

 

 

Ciao a tutti! Scusate per il capitolo corto!ma è un capitolo di transizione! Il resto arriverà presto! =]

Ringrazio tantissimo per le recensioni! Volk per i complimenti e DarkLadyOfSouls per avermi messo fra i preferiti!

mononoke: spero di averti incuriosito ancora di più!

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Capitolo 4
*** Parole di troppo.. ***


Ore 10..chi fosse passato davanti alla biblioteca sarebbe rimasto un pò sorpreso: la frenetica e scattante Ginny ferma immobile da 10 minuti davanti alla porta. 'Ora!..no..ok calma non essere agitata non è niente è solo una ragazza no? che potrà mai fare..no?'  Alla fine si decise a entrare.
Si guardò attorno attentamente: nella sala vi erano pochi studenti sparsi qua e la ma Hermione non era tra loro. Si avviò in direzione degli scaffali colmi di libri, si affacciò in un corridoio, poi in un altro ma di lei nessuna traccia. "Che scema.." disse sottovoce a se stessa, mentre si insinuava in lei il pensiero che fosse tutto uno scherzo, e che Hermione si fosse divertita a spiarla la fuori mentre faticava ad entrare in biblioteca. Non fece in tempo ad appoggiarsi con la schiena a una delle grosse pareti di libri che ..”Ehi..”  si voltò di scatto verso la sua destra, e la vide… braccia incrociate, camicia come al solito fuori dalla gonna, cravatta allentata e , naturalmente, il suo solito sorriso. “Ciao..scusa non ti avevo vista”  disse Ginny con il cuore che diventato più rumoroso di qualunque altra cosa la attorno.  “Pensavi che non ci fossi?” chiese l’altra,staccandosi dalla parete su cui era appoggiata e facendo due passi avanti verso la rossa   “No no figurati..nient’affatto”  mentì questa facendo emettere a Hermione una breve risata.  ”Ehi davvero..e comunque anche se tu non ci fossi stata non sarebbe stato un grande problema!” disse Ginny stizzita  “Perché hai voluto vedermi? Non ho molto tempo da perdere” con il solito tono un po’ aggressivo che poco si addiceva a quello che invece sentiva dentro di lei.  “E poi perché proprio in biblioteca?”     “Altre domande mia signora?”  chiese Hermione facendo ancora qualche passo verso di lei.  Quindi giunta alla sua altezza   “Bè mi piace questo posto, mi piacciono le biblioteche in generale; l’odore dei libri, il silenzio..è tutto meno frenetico..più spirituale..”   disse mentre, superata Ginny, si appoggiava ad uno scaffale appena dietro di lei.   La rossa rimase in silenzio a fissarla, persa nei suoi movimenti, nelle sue parole e..sempre nei suo occhi  ”Ehi?!..guarda che se hai bisogno di un vocabolario per trovare le parole qui sicuramente ce ne sono.” Disse Hermione ridacchiando.  Ginny sbatté le palpebre e riacquistò uno sguardo serio e offeso “Oh scusa stavo pensando a come potessero uscire delle parole come quelle dalla bocca di una maleducata come te”   “Oh oh ..non ti smentisci mai, sempre la risposta pronta eh!”    “Senti, tagliamo corto. Per cosa mi hai voluta incontrare?”      “Ma sempre di fretta tu?!”   “Perché non rispondi alla mia domanda?” Hermione sorrise abbassando per un attimo lo sguardo. Fino a quel momento aveva fatto finta di nulla,  poichè in realtà non sapeva neanche lei quale fosse la risposta a quella domanda.   “Hai forse bisogno anche tu di un vocabolario?”    disse Ginny ironica. L’altra alzò lo sguardo con un sorrisetto divertito. “Bè non lo so. Non lo so perché , mi andava di farlo e l’ho fatto, tutto qua..Sediamoci..” disse Hermione sedendosi per terra, “Qui?! Per terra? Ma ma..ma tu fai sempre tutto quello che ti va?!”    “Si, che male c’è. Su siediti. Troppo polveroso per te?”     ”No certo che no!” rispose Ginny con il suo solito tono offeso.
“Sei una  tipa iperattiva eh!?”    “Già,mi piace poco stare ferma..c’è qualcosa di male in questo?”   “No niente di male..solo che..magari certe volte ti può capitare di prestare poca attenzione a  molte  cose belle che hai attorno..non hai mai provato a fermare il cervello per un attimo e a…a respirare davvero?”    Ginny rimase per un attimo in silenzio,rapita dalla ragazza che aveva di fronte, non si aspettava di poterla sentire parlare a quel modo. “No..non..non so..” rispose quindi. “Però..però non è vero che mi perdo le cose belle che ho attorno!” disse quindi con tono che faceva bene intendere che non era proprio la verità a parlare ma la sua voglia di avere sempre ragione. “Ah no?! Dai scommetto che  non ti eri mai neanche soffermata un secondo sull’atmosfera che ci può essere in un posto come questo! ”.  Ginny non voleva darle ragione, nonostante quelle parole fossero vere  “Bè senti”  rispose quindi inacidita ”mica sono tutti come te sai? Forse tu non hai niente da fare tutto il giorno! Sempre con la testa chi sa dove..ah ecco, forse ora mi si spiega il motivo per cui ti hanno buttata fuori dall’altra scuola!” . Quelle parole cancellarono all’istante il sorriso con cui Hermione fissava Ginny, i suo occhi si spostarono sul pavimento: aveva paura di dover parlare della sua vecchia scuola, aveva paura di ricordare, di rivivere cose che stava cercando di cancellare in tutti i modi, e ora quell’affermazione  l’aveva colta di sorpresa. Non sapeva cosa dire, voleva solo non parlarne, voleva non essere costretta a ricordare più di quanto già non stesse facendo da sola. “Scusa, devo andare.” Disse quindi con tono duro  alzandosi da terra, e senza dire nient’altro uscì dalla biblioteca. Ginny la seguì con lo sguardo incapace di dire qualcosa, si alzò quindi di scattò quando Hermione arrivò alla porta ma rimase li, ferma, turbata dalla reazione della ragazza.
Lentamente quindi uscì anche lei. Appena fuori si guardò attorno nella speranza di vederla , e poter parlare, chiederle scusa o anche solo vederla. Si sentiva terribilmente in colpa: aveva detto quella cosa senza sapere come le cose fossero andate realmente, forse non era stata buttata fuori, forse c’era qualcosa di più grave del suo essere poco diligente. Ma oltre al dispiacere di averla offesa c’era qualcos’altro, paura. Paura che non avrebbe più voluto rivederla,paura di non poter più sentire quello che provava nel parlare con lei, nello starle davanti, paura di non poter più perdersi nei suo occhi.
 Credeva di aver rovinato “tutto”, quel “tutto” che neanche lei sapeva cosa fosse.

Per tre giorni Ginny non riuscì a vederla. Solo la notte poteva vedere quegli occhi che ancora erano protagonisti dei suoi sogni. Era ormai convinta che Hermione non volesse più avere a che fare con lei: per tre giorni cercò di scorgerla in Sala Grande, nei corridoio, nel parco, ma mai una volta la vide. Era come scomparsa e Ginny era convinta che la stesse evitando. Si stupiva al contempo di quanto stesse male, di quanto sentisse forte dentro di se la voglia di un momento con lei. Non capiva a fondo cosa significasse, cosa fosse quello che provava ma ora
le interessava solo rivederla.

In effetti Hermione la stava evitando. Non voleva mentire a Ginny ma di dire la verità sulla sua vecchia scuola non se la sentiva. Pensava a Sara, ai momenti con lei, a quello che era successo poi, la rabbia e il dolore le si facevano sempre più forti, ma con loro anche la confusione: perché voleva vedere Ginny, perché non voleva mentirle, perché si sentiva a quel modo con lei?. Hermione non voleva soffrire di nuovo, voleva stare sola,voleva isolarsi da chiunque altro. Ed è questo quello che cerco di fare in quei tre giorni.  


Ginny giochicchiava con il cibo nel piatto, la testa appoggiata alla mano e i suoi occhi malinconici e tristi. Ron ed Harry si stavano preoccupando per lei, non capivano cosa fosse successo. Avevano provato a parlarle il giorno prima ma Ginny aveva chiesto loro di lasciarla in pace. Così durante il pranzo i due, se pur preoccupati, parlavano come al solito del Quidditch .
“Oh mamma..” esordì Ron improvvisamente “quanto è bel…ma ma..ma sta venendo qui!”.
 Ginny lasciò cadere la forchetta e si girò di scatto.




Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia, e spero di continuare ad alimentare la vostra curiosità!
 Ringrazio tanto per le recensioni!!Continuate a farmi sapere cosa ne pensate! Cercherò di non deludervi! =]
Ah chiedo scusa come al solito se ci sono errori, io e la grammatica abbiamo un rapporto conflittuale a volte!

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Capitolo 5
*** E se fosse vero? ***


La vide. Camminava verso di lei, con il suo passo deciso. Con una mano si spostò una ciocca di capelli dagli occhi e nel farlo le sorrise, con quel suo mezzo sorriso che non poteva che affascinare quei pochi a cui  lo rivolgeva. Il viso di Ginny si illuminò nel guardarla, e il cuore le prese a battere come quel giorno in biblioteca.

“Ciao Ginny..”  .Non rispose, rimase in silenzio con gli occhi fissi su di lei.
"Potresti venire un attimo c..."
"Si!" esordì l’altra senza darle il tempo di finire, subito in piedi pronta a seguirla.
" Bene..." rispose Hermione, un pò divertita dall'entusiasmo con cui aveva pronunciato quel 'Si'.
“Ciao ragazzi, scusate.”  disse Ginny frettolosamente rivolta ad Harry e Ron, quindi uscirono dalla Sala Grande.

“Ti va di camminare nel parco?” chiese Hermione, e Ginny annuì con la testa. Quelle furono le uniche parole che si scambiarono nel dirigersi al grande portone che chiudeva il castello. Una volta fuori entrambe inspirarono a fondo, come se fosse mancato loro il fiato fino a lì. Presero quindi a camminare nel parco, l’una accanto all’altra.  “Volevo scusarmi per come me ne sono andata quel giorno. È solo che..non mi piace parlare di quella scuola.”  Esordì Hermione.
“No scusa tu, ho detto quella cosa senza sapere niente di te, non dovevo.” Fecero alcuni passi in silenzio, con gli occhi fissi sull’erba.  
“Senti ma..” disse quindi Hermione per allontanarsi da quei pensieri ”..il tuo amico, quello con i capelli rossi…”  “Ti piace?” disse Ginny  con tono allarmato fermandosi di botto.
“A me? Oh no no..” rispose Hermione  ridendo. “Volevo solo chiederti se ha qualche problema con me, visto che mentre lo salutavi mi stava fissando imbambolato.” Domandò molto divertita all’idea che le potesse piacere un ragazzo.
“Ah, capisco..” disse Ginny  riprendendo a camminare. Era strano come si fosse sentita così sollevata a quella risposta. Cosa le prendeva? Avrebbe dovuto avvicinarsi a lei proprio per aiutare Ron, eppure mai una volta che l’aveva vista o aveva pensato a lei, aveva ricordato quello che le aveva detto l’amico.
“Ehi? Tutto bene?” domandò Hermione vedendola persa nei suoi pensieri.
“Sì sì scusa..dicevamo?”   “Del tuo amico..”   
“No..non ha nulla contro di te...è solo che…ti considera una bella ragazza..e magari non so, potresti conoscerlo..è un ragazzo davvero in gamba..” Ginny pronunciò queste parole tutte d’un fiato, voleva essere in qualche modo di aiuto a Ron, ma allo stesso tempo sentiva come se, proponendole di conoscerlo, si stesse tirando la zappa sui piedi.
“Mi stai dicendo che piaccio al tuo amico e stai cercando di fargli buona pubblicità?” chiese Hermione ridendo, molto divertita dalla situazione. “Comunque mi dispiace ma davvero non è il mio tipo.”  Disse continuando a ridere sguaiatamente.
“Ehi! Non ridere così di lui!!”
“Oh oh scusa non avevo capito di essere davanti alla sua protettrice!”
“Non prendermi in giro!”
“Io?? Ma non lo faccio mai!” disse Hermione ironica.
“Mmmm sempre strafottente tu! Ancora mi domando cosa ci veda in te!“.
Il tono offeso di Ginny fece ridere ancora di più Hermione. Era divertente il modo in cui se la prendeva quando scherzava a quel modo.
“Smettila!!!  Scommetto che tu cerchi tipo acidi come te!! Che c’è? Forse Ron ti sembra troppo dolce?”
“No no non è quello!”
“È  troppo basso? Troppo poco muscoloso?”
“No no..“ rispose Hermione, continuando a  sghignazzare ora divertita dalla reazione di Ginny.
“Non ti piacciono i capelli rossi? ”
“Oh no no..quelli non sarebbero affatto un problema..anzi..”. Nel pronunciare queste parole la risata di Hermione si era affievolita per trasformarsi in un sorriso e  suoi occhi guardavano ora diritti in quelli di Ginny. Dopo un attimo di intenso silenzio, la rossa abbassò lo sguardo.
“E allora..allora  perchè non è il tuo tipo?” Hermione aprì la bocca come per dire qualcosa ma si fermò.
“Scusa è tardi, magari ne parliamo un’altra volta. Ciao Ginny!”. Si voltò e si mosse in direzione del castello. Quando fu distante ormai una decina di metri  “Ehi! Scomparirai di nuovo?!” urlò Ginny con un tono ancora un po’ stizzito per la discussione di poco prima. Hermione si voltò e rispose alzando le spalle..“Mmm…vedremo…”.  Prima di voltarsi nuovamente le fece un’occhiolino. Ginny sorrise scuotendo il capo, divertita e un po’ esasperata da quella ragazza che tanto la infastidiva con il suo atteggiamento da sbruffona e tanto invece le faceva battere il cuore.

Ginny rimase di buon umore per il resto della giornata. ‘Oh no no..quelli non sarebbero affatto un problema..anzi..’ …quanto pensò a quelle parole..quanto pensò al sorriso che aveva fatto nel pronunciarle..e a come l’aveva guardata. Che si stesse riferendo a lei? Ginny non ci voleva credere, eppure questo pensiero le si ripresentò in testa per tutto il giorno, e non riusciva a trattenere un sorriso del quale però non sapeva darsi una spiegazione. Ora però doveva dire a Ron quello che Hermione aveva detto, non voleva che continuasse a provare speranze. Approfittò della cena per parlargliene.
“Ron..oggi ho parlato con Hermione di te..e..ecco..mi ha detto che..che non sei il suo tipo...mi dispiace davvero..non ha neanche voluto dirmi il perché..mi dis…”
“Ginny tranquilla” disse l’amico interrompendola con tono un po’ triste e rassegnato “avevo già capito di non essere il suo tipo..Non sai cosa mi ha detto oggi Neville? Bè lui ha un cugino che frequenta la stessa scuola alla quale andava Hermione..tempo fa Neville gli mandò una lettera in cui parlava di lei..sai..un po’ tutti ne siamo rimasti..colpiti..e lui bè..ieri ha risposto dicendo che giravano certe voci su di lei….” si interruppe Ron.
“Sì e quali voci?”  Disse Ginny tendendo le orecchie verso l’amico, il quale le si avvicinò per non farsi sentire da orecchie indiscrete.
”Bè diciamo che…non sono il suo tipo perché…perché sono un uomo..”
Ginny rimase a bocca aperta.. “Vuoi dire che..”
“Voglio dire che nella sua vecchia scuola gira voce che a Hermione piacciono le donne…Sennò certamente le sarei piaciuto..ne sono sicuro.. ecco..” disse Ron abbassando gli occhi sul piatto e appoggiando la testa sulla mano un po’ sconsolato. Ginny rimase immobile. Aveva in testa un turbinio di pensieri. Ma non si spiegava come mai fosse una certa contentezza per quella notizia a prevalere sul resto. Doveva sapere. Voleva sapere se era davvero così. Fu colta da un’improvviso impulso ad alzarsi e andare a cercarla e così fece.
‘Cavolo cosa sto facendo?! Ma cosa mi interessa se le piacciono le donne?’ si fermò in mezzo al corridoio in cui si trovava. ‘Sarà solo curiosità no?’ riprese a camminare. ‘No no non posso chiederglielo! E poi perché dovrei farlo?’ Si fermò di nuovo. ‘No, voglio sapere!’  ‘No, ma come faccio a chiederglielo?’  ‘Ma cosa interessa a me poi!’ . Alla fine un po’ esasperata si decise per andare a letto. Ma quella notte il suo fu un sonno tormentato, non fece che rigirarsi tra le lenzuola, e così all’alba, esausta da quei continui risvegli, decise di alzarsi e di andare a prendere un po’ d’aria.

Uscì dal dormitorio, e si diresse verso l’uscita.  Appena varcò la porta, vide quello che meno avrebbe voluto vedere in quel momento. Hermione. Ginny rimase immobile. L’altra per fortuna le dava le spalle e non aveva sentito il suo arrivo, così Ginny ebbe il tempo di osservarla.
Si spostò un po’, silenziosamente per vedere quello che stava facendo. Aveva in mano una specie di collanina, con cui giocava facendosela passare tra le dita. Il suo sguardo era malinconico, come Ginny non l’aveva mai visto, ed era fisso su quell’oggetto che teneva nelle sue mani. Hermione alzò lo sguardo davanti a sè, verso la foresta che aveva davanti in lontananza. E Ginny potè vedere, nella luce dell’alba, gli occhi di Hermione bagnati dalle lacrime. La rossa credeva che la cosa più giusta da fare fosse andarsene ma un qualcosa la spinse a farsi avanti e con voce bassa e dolce .. “Ehi….” .




Ciao a tutti!! Spero che anche questo vi piaccia. La fine lascia un po’ con il fiato sospeso..perdonatemi ma se mi mettevo a scrivere anche la parte dopo non lo pubblicavo più questo capitolo!!E poi, se non si fosse capito, mi piace l’effetto suspense! !
Ringrazio mononoke e Volk per le recensioni!
A presto!

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Capitolo 6
*** Prime rivelazioni ***


“Ahahah..smettila ti prego..”     “Non ci penso proprio!”       “Amore ti prego basta..non ce la faccio più!”  
Sara si rotolava sul prato ed Hermione non lasciava la presa. Si divertiva troppo a farle il solletico, adorava sentirla ridere a quel modo. Si fermò sopra di lei, bloccandole in alto le mani.    
“Sei bellissima…”     le disse Hermione sorridendo mentre il suo sguardo passava sul suo viso, sui suoi lunghi capelli biondi adagiati sull’erba e si fermava quindi sui suoi occhi verdi che la riempivano di calore e serenità. Gli sguardi, i sospiri, i gesti che si scambiavano erano pieni d’amore. Tante volte avevano pensato che il loro futuro sarebbe stato insieme. Chi mai avrebbe potuto spezzare quella magia così potente che si era creata fra loro. E quello era uno di quei momenti in cui il mondo per loro non era altro che quei due metri di prato su cui i loro corpi erano stesi l’uno sull’altro in perfetta sintonia. Sara sorrise alle parole di Hermione. “Voglio darti una cosa”   disse quindi.
Hermione lasciò la presa e si misero a sedere l’una accanto all’altra. Sara si portò le mani dietro la nuca e sganciò la collana che portava al collo da anni. “Prendila tu”    “No ci tieni tantissimo perché la vuoi dare a me?”    
“Perché voglio che tu ti ricordi di me qualunque cosa possa accadere fra noi.”     
“Dai non dire così! Parli come se ci dovessimo lasciare da un momento all’altro.”   
“Ti prego prendila. Voglio che la tenga tu.”
Hermione sorrise e infine si avvicinò per farsela mettere al collo.  Sara le accarezzò il volto e  la guardò intensamente per pochi istanti, prima di stringerla a sè in un abbraccio. Nei pochi istanti di quello sguardo ad Hermione sembrò di vedere negli occhi di Sara qualcosa di strano.
 
Non l’aveva più tenuta al collo da quel giorno in cui tutto si era rotto. Ma non l’aveva gettata via. Ogni tanto la tirava fuori dal cassetto dove la teneva e la guardava, la teneva fra le sue mani e la bagnava delle sue lacrime. Non sapeva perché ancora la tenesse, sapeva solo che nonostante tutto non riusciva a liberarsene.

“Ehi...". Hermione si voltò di scattò verso quella voce. Con una mano racchiuse la collanina a nasconderla, l'altra la passò sugli occhi ad asciugare le lacrime.
"Da quanto sei qui?" chiese con tono duro.
"Scusa non volevo disturbarti..".  Ginny fece per varcare nuovamente  la soglia ma Hermione la fermò.  "Aspetta… siediti." . Ginny si avvicinò, si fermò a un passo da lei titubante, quindi si sedette. Hermione non la guardò neanche. Aveva lo sguardo perso davanti a sé. La mano sempre chiusa a pugno intorno alla collana che prima osservava malinconicamente. Girò quindi leggermente il volto in direzione di Ginny, e la guardò intensamente come se attendesse una qualche domanda, ma quella abbassò lo sguardo non sapendo cosa fosse opportuno dire o fare. Aveva mille domande da porle. Di chi era quella collana? Perchè piangeva? Cos'è che la rendeva tanto triste al pensiero della sua vecchia scuola? Era vero ciò che le aveva detto Ron? .
“Vuoi chiedermi qualcosa?"  Hermione interruppe il silenzio riportando lo sguardo lontano verso la foresta. Ginny arrossì come se l'altra le avesse letto nella mente.
“No no..non voglio essere indiscreta o impicciona..se tu vuoi parlare con qualcuno..ecco io..se vuoi..sono brava ad ascoltare…” rispose la rossa nervosamente. L’altra rimase in silenzio pensierosa.
Forse non le sembrava così difficile parlare con lei, sentiva che con Ginny avrebbe potuto aprirsi. Aprì la mano che racchiudeva il dono di Sara.   “Questa me l’ha data una persona che..che per me è stata molto importante…ma che ora..non vorrei rivedere mai più..” . Ginny osservò la collana con la coda dell’occhio, quindi portò lo sguardo sul volto di Hermione, sul quale poteva notare ancora i segni delle lacrime.
“Il motivo per cui sei venuta via è…”
“Già…non ne sopportavo la vista..il dolore che mi ha dato è stato troppo grande..”.
“Voi due eravate..cioè, ecco..te e lui stavate insieme?” chiese Ginny titubante, temendo di essere invadente. Hermione si voltò verso la rossa. “Si..io e lei stavamo insieme.”  Ginny sentì un sussulto dentro si sé. Ciò che l’altra aveva appena detto era proprio quello che in fondo sperava di sentire. “Ah..lei?”  chiese quindi fingendo un tono sorpreso come se non sospettasse già niente. “Sì.. Sara…”.
Ginny rimase in silenzio, non sapendo cosa dire, incapace di dare una forma ai suoi pensieri e a suoi sentimenti in quel momento. “Se ti va di parlarmene ancora io…”  disse quindi . Hermione le sorrise.
“Grazie, magari in un altro momento però, ci sono tante altre cose di cui potremmo parlare no?”    “Certo..certo…” rispose Ginny con un po’ di delusione, curiosa di sapere altro su questa Sara e su quello che era successo.
Se ne stettero li sedute a parlare e parlare di molte cose, evitando accuratamente l’argomento. Scuola, musica, libri, parlarono di questo e altro, e Ginny la ascoltava con profondo interesse, e ogni sua parola non faceva che alimentare qualcosa in lei. La osservava mentre parlava: le piaceva la sua voce, le piacevano le sue labbra carnose e naturalmente quello sguardo nel quale aveva sempre colto una scintilla irresistibile.
Ginny trascorse il resto della giornata nel pensiero di quella mattina, e naturalmente di quello che Hermione le aveva detto sul suo passato.

“Su su su, aiutami con la relazione ti prego!!”  chiedeva Harry con tono implorante a Ginny.
“Nooo..Ron, zittiscilo ti prego!”
“Ahahah no no è troppo divertente!”. Era dall’inizio della cena che Harry cercava di convincere Ginny ad aiutarlo con i compiti per Piton come spesso era successo in passato, ma la sua insistenza fu poi placata da Silente, che si alzò per fare una comunicazione agli studenti di Hogwarths.
“Ragazzi, quest’anno la nostra scuola ha deciso di promuovere un’iniziativa, nel tentativo di condividere insegnamenti, esperienze, stili di vita con altri giovani maghi come voi. Ospiteremo per due intere settimane, a partire da dopodomani, i ragazzi del 3 e 4 anno della scuola Augustian. Frequenteranno con voi le lezioni e…”  il preside si  interruppe un attimo per seguire con lo sguardo il rumore di passi rapidi che risuonarono nella sala resa silenziosa dalle parole del preside. Gli alunni si voltarono. Hermione uscì dalla sala.




Ciao a tutti! Lo so questo capitolo si è fatto attendere, e oltretutto non è neppure un granché..ma ne verrà presto un altro molto interessante!Ringrazio mononoke, Volk e maryrobin per le recensioni! Cercherò di essere più veloce a scrivere il prossimo! =]

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Capitolo 7
*** Prime rivelazioni ***


“Ahahah..smettila ti prego..”     “Non ci penso proprio!”       “Amore ti prego basta..non ce la faccio più!”  
Sara si rotolava sul prato ed Hermione non lasciava la presa. Si divertiva troppo a farle il solletico, adorava sentirla ridere a quel modo. Si fermò sopra di lei, bloccandole in alto le mani.    
“Sei bellissima…”     le disse Hermione sorridendo mentre il suo sguardo passava sul suo viso, sui suoi lunghi capelli biondi adagiati sull’erba e si fermava quindi sui suoi occhi verdi che la riempivano di calore e serenità. Gli sguardi, i sospiri, i gesti che si scambiavano erano pieni d’amore. Tante volte avevano pensato che il loro futuro sarebbe stato insieme. Chi mai avrebbe potuto spezzare quella magia così potente che si era creata fra loro. E quello era uno di quei momenti in cui il mondo per loro non era altro che quei due metri di prato su cui i loro corpi erano stesi l’uno sull’altro in perfetta sintonia. Sara sorrise alle parole di Hermione. “Voglio darti una cosa”   disse quindi.
Hermione lasciò la presa e si misero a sedere l’una accanto all’altra. Sara si portò le mani dietro la nuca e sganciò la collana che portava al collo da anni. “Prendila tu”    “No ci tieni tantissimo perché la vuoi dare a me?”    
“Perché voglio che tu ti ricordi di me qualunque cosa possa accadere fra noi.”     
“Dai non dire così! Parli come se ci dovessimo lasciare da un momento all’altro.”   
“Ti prego prendila. Voglio che la tenga tu.”
Hermione sorrise e infine si avvicinò per farsela mettere al collo.  Sara le accarezzò il volto e  la guardò intensamente per pochi istanti, prima di stringerla a sè in un abbraccio. Nei pochi istanti di quello sguardo ad Hermione sembrò di vedere negli occhi di Sara qualcosa di strano.
 
Non l’aveva più tenuta al collo da quel giorno in cui tutto si era rotto. Ma non l’aveva gettata via. Ogni tanto la tirava fuori dal cassetto dove la teneva e la guardava, la teneva fra le sue mani e la bagnava delle sue lacrime. Non sapeva perché ancora la tenesse, sapeva solo che nonostante tutto non riusciva a liberarsene.

“Ehi...". Hermione si voltò di scattò verso quella voce. Con una mano racchiuse la collanina a nasconderla, l'altra la passò sugli occhi ad asciugare le lacrime.
"Da quanto sei qui?" chiese con tono duro.
"Scusa non volevo disturbarti..".  Ginny fece per varcare nuovamente  la soglia ma Hermione la fermò.  "Aspetta… siediti." . Ginny si avvicinò, si fermò a un passo da lei titubante, quindi si sedette. Hermione non la guardò neanche. Aveva lo sguardo perso davanti a sé. La mano sempre chiusa a pugno intorno alla collana che prima osservava malinconicamente. Girò quindi leggermente il volto in direzione di Ginny, e la guardò intensamente come se attendesse una qualche domanda, ma quella abbassò lo sguardo non sapendo cosa fosse opportuno dire o fare. Aveva mille domande da porle. Di chi era quella collana? Perchè piangeva? Cos'è che la rendeva tanto triste al pensiero della sua vecchia scuola? Era vero ciò che le aveva detto Ron? .
“Vuoi chiedermi qualcosa?"  Hermione interruppe il silenzio riportando lo sguardo lontano verso la foresta. Ginny arrossì come se l'altra le avesse letto nella mente.
“No no..non voglio essere indiscreta o impicciona..se tu vuoi parlare con qualcuno..ecco io..se vuoi..sono brava ad ascoltare…” rispose la rossa nervosamente. L’altra rimase in silenzio pensierosa.
Forse non le sembrava così difficile parlare con lei, sentiva che con Ginny avrebbe potuto aprirsi. Aprì la mano che racchiudeva il dono di Sara.   “Questa me l’ha data una persona che..che per me è stata molto importante…ma che ora..non vorrei rivedere mai più..” . Ginny osservò la collana con la coda dell’occhio, quindi portò lo sguardo sul volto di Hermione, sul quale poteva notare ancora i segni delle lacrime.
“Il motivo per cui sei venuta via è…”
“Già…non ne sopportavo la vista..il dolore che mi ha dato è stato troppo grande..”.
“Voi due eravate..cioè, ecco..te e lui stavate insieme?” chiese Ginny titubante, temendo di essere invadente. Hermione si voltò verso la rossa. “Si..io e lei stavamo insieme.”  Ginny sentì un sussulto dentro si sé. Ciò che l’altra aveva appena detto era proprio quello che in fondo sperava di sentire. “Ah..lei?”  chiese quindi fingendo un tono sorpreso come se non sospettasse già niente. “Sì.. Sara…”.
Ginny rimase in silenzio, non sapendo cosa dire, incapace di dare una forma ai suoi pensieri e a suoi sentimenti in quel momento. “Se ti va di parlarmene ancora io…”  disse quindi . Hermione le sorrise.
“Grazie, magari in un altro momento però, ci sono tante altre cose di cui potremmo parlare no?”    “Certo..certo…” rispose Ginny con un po’ di delusione, curiosa di sapere altro su questa Sara e su quello che era successo.
Se ne stettero li sedute a parlare e parlare di molte cose, evitando accuratamente l’argomento. Scuola, musica, libri, parlarono di questo e altro, e Ginny la ascoltava con profondo interesse, e ogni sua parola non faceva che alimentare qualcosa in lei. La osservava mentre parlava: le piaceva la sua voce, le piacevano le sue labbra carnose e naturalmente quello sguardo nel quale aveva sempre colto una scintilla irresistibile.
Ginny trascorse il resto della giornata nel pensiero di quella mattina, e naturalmente di quello che Hermione le aveva detto sul suo passato.

“Su su su, aiutami con la relazione ti prego!!”  chiedeva Harry con tono implorante a Ginny.
“Nooo..Ron, zittiscilo ti prego!”
“Ahahah no no è troppo divertente!”. Era dall’inizio della cena che Harry cercava di convincere Ginny ad aiutarlo con i compiti per Piton come spesso era successo in passato, ma la sua insistenza fu poi placata da Silente, che si alzò per fare una comunicazione agli studenti di Hogwarths.
“Ragazzi, quest’anno la nostra scuola ha deciso di promuovere un’iniziativa, nel tentativo di condividere insegnamenti, esperienze, stili di vita con altri giovani maghi come voi. Ospiteremo per due intere settimane, a partire da dopodomani, i ragazzi del 3 e 4 anno della scuola Augustian. Frequenteranno con voi le lezioni e…”  il preside si  interruppe un attimo per seguire con lo sguardo il rumore di passi rapidi che risuonarono nella sala resa silenziosa dalle parole del preside. Gli alunni si voltarono. Hermione uscì dalla sala.




Ciao a tutti! Lo so questo capitolo si è fatto attendere, e oltretutto non è neppure un granché..ma ne verrà presto un altro molto interessante!Ringrazio mononoke, Volk e maryrobin per le recensioni! Cercherò di essere più veloce a scrivere il prossimo! =]

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Capitolo 8
*** L'arrivo ***




Chiuse la porta alle sue spalle. Il respiro accelerato, pugni stretti lungo i fianchi. Quarto anno, aveva detto Silente. Sara ci sarebbe stata sicuramente.
Iniziò a correre per il corridoio verso l'uscita. Quando fu fuori, sotto la luce della luna, lacrime di rabbia iniziarono a solcarle il volto  “No, no..dannazione!”  urlò e con forza tirò un pugno al muro accanto alla porta. Non sentì male, non sentì niente, la rabbia era sopra a tutto. Cercò di calmarsi, di rallentare il respiro, chiuse gli occhi e le immagini di Sara continuavano a formarsi nella sua mente. Poi un viso, un sorriso..non erano quelli di Sara..si sforzò perché quell’immagine non fuggisse dalla sua mente. Il volto di Ginny alla luce dell’alba..i sorrisi che le aveva rivolto quella mattina sembravano acquietarla, si sentì come se fosse meno sola. Si sedette sui freddi gradini davanti al portone. Si mise ad ascoltare la brezza leggera che le lambiva il volto. Le sembrò quasi di sentire, portato dal vento, un aroma di vaniglia che le fece pensare a Ginny. Si voltò, con una vaga speranza che fosse là dietro ad osservarla, ma ciò che vide fu solo la porta chiusa di Hogwarts. Sorrise di un sorriso ironico e amaro. Era fuggita dall’Augustian, e ora l’Augustian veniva da lei. Tra tutte le scuole di magia, proprio quella.
Era arrabbiata e sapeva che il dolore che avrebbe provato nel rivederla l’avrebbe devastata non solo per quelle due settimane. Però c’era qualcosa di strano, di piacevolmente strano. Una ragazza, pressoché sconosciuta ancora, riusciva a renderla serena con la sua presenza. Con lei, per la prima volta dopo molto tempo, le sembrò di vedere tutto meno buio attorno a sé.


“Mah..certo che è proprio strana quella lì, eh!”  disse Ron guardando la porta che Hermione aveva appena chiuso. Anche Ginny fissava in quella direzione, le mani poggiate sul tavolo come se fosse in procinto di schizzare in piedi per seguirla.
“Magari non è contenta..gnam..di riavere qui..gnam.. i suo compagni”  disse Harry continuando a mangiare. La rossa fissò l’amico, come se le sue parole avessero reso ancora più chiaro ciò che aveva immaginato: Hermione avrebbe rivisto Sara. Rimase a sedere titubante, non sapendo se cercarla o se fosse meglio lasciarla sola in quel momento, ma alla fine decise di rimanere lì..non credeva che la sua presenza l’avrebbe aiutata. Non credeva di contare molto per lei.


Il giorno seguente l’annuncio del preside i ragazzi erano euforici, non si faceva che parlare degli studenti che sarebbero arrivati il giorno dopo.
“Dio ci saranno tanti di quei ragazzi!” Viky lo ripeteva in continuazione, fantasticando presa da un’ incredibile euforia. “Oh Ginny ma che hai oggi? Sembra che non ti interessi minimamente questa cosa!”. La rossa non partecipava a quel clima di festa, era tutt’altro che felice, inoltre il suo umore era di molto peggiorato dal fatto che Hermione non si faceva viva. Di lei nessuna traccia a giro per la scuola. Voleva sapere come stava, cosa sentiva, voleva abbracciarla, ma Hermione quel giorno era tornata nel dormitorio, non potendo sopportare di sentire parlare tutti di quello che sarebbe successo il giorno dopo.


“Domani mattina alle undici, tutti gli studenti del terzo e quarto anno si dovranno riunire nella Sala Grande, e a ognuno di voi verrà assegnato uno studente del vostro anno, e del vostro sesso” sottolineò con tono ironico Silente  “al quale dovrete fare da guida nella scuola”.
“No! Non è giusto! Dello stesso sesso avete sentito?” esclamò Ron abbandonando deluso la forchetta nel piatto.
“Ron sta’ zitto sei sempre il solito!” rispose Ginny tirando un calcio sotto il tavolo all’amico.
“Ahi! Ma che ti prende! Oggi non ti si può proprio stare vicina eh!” rispose Ron massaggiandosi lo stinco. Ginny non fu per niente rallegrata dalla notizia appena data dal preside. Due idee le pulsavano in testa al ritmo di tamburi. Tanto forte era la preoccupazione che Hermione soffrisse quanto la paura che si sarebbero in qualche modo riavvicinate.


Il gran giorno arrivò, gli studenti di Hogwarts erano trepidanti. Ogni ragazza sfoggiava la sua miglior acconciatura, ogni ragazzo spalle diritte e sorriso stampato sulla faccia. Poco prima delle undici si radunarono in sala grande. Ginny si guardava attorno frenetica nella speranza di vederla. Finalmente scorse il suo viso. Hermione se ne stava appoggiata al muro, lontana dal gruppo di studenti esaltati.  “Ehi”  disse Ginny avvicinandosi a lei.  
“Ciao…”  
“Come stai?..”  Hermione rispose con un debole sorriso alzando le spalle. “..credevo di non trovarti qua..”
“E non mi ci avresti trovata se la McGranitt non fosse venuta a prendermi in dormitorio con le forze.”    “Sapeva che non saresti venuta?”  chiese Ginny sorpresa, pensando che forse allora anche il preside e i professori fossero a conoscenza del motivo per cui se n’era andata dall’Augustian.
“Credi che Silente non mi avrebbe chiamata dopo avermi vista fuggir via durante il suo discorso?”
“E tu hai raccontato di…”   “No, ho solo detto che non avrei voluto partecipare, ma mi è stato imposto:   ‘non si risolvono i problemi fuggendo qualunque essi siano’… ” disse ripetendo le parole del preside  “…e poi, siamo in numero preciso, ‘se non partecipo qualcuno rimarrà senza guida’ ” disse Hermione con un sorriso amareggiato in volto.
“Forse se tu avessi spiegato, avrebbero capito..”
“Forse, ma..non amo parlarne, lo sai..”.  Rimasero ferme, guardandosi diritto negli occhi.  Ginny avrebbe voluto dirle tante cose, consolarla, dirle che le era vicina ma soprattutto svuotarsi da tutto quello che sentiva, renderla partecipe di tutte quelle emozioni che provocava dentro di lei. Fece per dire qualcosa ma in quel momento entrò la McGranitt che si fece spazio tra gli studenti con il suo passo agile battendo le mani per richiamare la loro attenzione.
“Su ragazzi distribuitevi in due file, l’una davanti all’altra, da una parte quelli del terzo anno e dall’altra quelli del quarto.”
“Hermio…” - “Ginny presto vieni!”  Ron sopraggiunse prendendo l’amica per un braccio. “Su andiamo devi stare accanto a me così se la tua ragazza sarà carina me la potrai presentare subito!” disse quindi iniziando a trascinarla. Ginny non oppose resistenza, ma il suo sguardo rimaneva incollato a Hermione che, rivolgendole un debole sorriso, si staccò dalla parete.


“Sono lieto di presentarvi i ragazzi del terzo anno della Scuola di Magia e Stregoneria Augustian!” annunciò Silente. Le porte della Sala Grande si spalancarono. Gli studenti fecero il loro ingresso. Tutti osservavano attenti i nuovi arrivati che sorridenti si diressero verso la parte opposta della sala, passando in mezzo alle due file. “Guarda, guarda quella moretta!” sussurrò Ron a Ginny  “E quella dietro!..E anche quella accanto! Mamma sono tutte carine!”
“Mmm si come no..”    rispose lei osservando con poco interesse quella sfilata.
“Benvenuti ragazzi!”  li accolse il preside con un lieve inchino, una volta che tutti furono giunti in fondo alla sala. Quindi si disposero anch’essi in fila rivolti verso  gli altri alunni, a formare un ferro di cavallo.
“E ora facciamo entrare i ragazzi del quarto anno, dopodiché passeremo all’assegnazione delle vostre guide”  disse rivolto ai nuovi arrivati.
“Che entrino gli altri studenti”. L’interesse di Ginny fu improvvisamente risvegliato, si sentiva tesa ed emozionata. Spostò il suo sguardo verso Hermione che si trovava nella fila opposta, verso la sua destra. Notò il suo viso teso, i suo occhi, fissi davanti a sé, erano duri come non li aveva mai visti. I ragazzi iniziarono a fluire attraverso il grosso portone, e ad attraversare,a coppie di due, la fila di studenti. Ginny osservava con attenzione tutte le ragazze nella speranza di capire in qualche modo chi fosse Sara. Spostava lo sguardo da Hermione agli studenti  per cercare di cogliere qualche reazione, ma questa continuava a guardare di fronte a sé, cercando di non focalizzarsi sulle figure che le passavano davanti. Ma non poteva non vedere e riconoscere i suoi compagni. Sara era l’ultima. Quando ancora non le era arrivata di fronte Hermione sentì una stretta allo stomaco e invano cercò di controllare il respiro. Pochi passi le dividevano. Sara rallentò fin quasi a fermarsi. Si fissarono l’un l’altra. Spalancò gli occhi stupita nel vederla ma con un brusco respiro si ricompose e tornò a guardare dritto davanti a sé. Quello sguardo che era durato solo un attimo sembrò loro lungo un eternità. Nessuno si era accorto di quello che era successo, tanto breve era stato quell’attimo, tanto rapidamente Sara aveva ripreso il passo dopo averla vista. Solo Ginny aveva capito. Era lei. Alta, bionda, fisico atletico, senza saper chi fosse ne aveva notato i  grandi occhi verdi nel breve momento in cui era passata davanti a lei.
“Hai visto come sono carine le ragazze del quarto!?” sussurrò Ron a Ginny  “La biondina in fondo poi..ha pure un bel cu..”  “Ron, sta’ zitto!” . L’ultima cosa che voleva era sentirsi dire quanto fosse carina la ragazza che aveva così tanta paura si sarebbe potuta riprendere Hermione.


“Benvenuti a tutti!..” esordì Silente quando anche i nuovi arrivati si furono posizionati in fila accanto ai ragazzi del terzo anno “..Siamo molto lieti di avervi qui. Passiamo subito all’assegnazione delle vostre guide così potrete subito recarvi a fare un giro della scuola. Partiamo con i ragazzi del quarto anno. ” disse il preside aprendo la pergamena che teneva in mano sulla quale vi erano scritte le coppie. Il preside inizio a pronunciare i nomi ad alta voce, gli studenti di Hogwarts che venivano chiamati facevano un passo avanti nella fila, in modo che il loro rispettivo compagno li potesse riconoscere e avvicinarsi. Ormai nelle due file del quarto anno solo pochi non erano stati chiamati. Tre da una parte, tre dall’altra. Da una parte Sara. Dall’altra Hermione.





Ciao a tutti! So che vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo e so anche che la fine forse vi deluderà un po’ ma aggiungerò molto presto il capitolo successivo! Ringrazio tutti per le recensioni, continuate a farmi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 9
*** Confronti ***


"Hermione Granger con...Myra Sander". In tre furono a sospirare di sollievo. Gli altri studenti che non l'avevano notata al loro passaggio rimasero stupiti nel sentire pronunciare il suo nome. Nessuno sapeva infatti a quale scuola fosse andata la loro ex compagna.

Una volta che l’assegnazione fu terminata i ragazzi rimasero in Sala Grande per poter continuare con le presentazioni. Hermione rispondeva mal volentieri alle domande di Myra e di alcuni suoi ex compagni. Non voleva guardarsi attorno per paura di vederla di nuovo. Alla fine uscì a passo svelto dalla Sala con Myra e altre due ragazze. A Ginny era toccata Judy, una moretta, dal viso sveglio, che sembrava essere simpatica, e che subito aveva attirato le attenzioni di Ron. “Su Ginny..che aspetti!..Com’è carina..Presentamela!”   le disse sottovoce  “Ok ok..Judy, lui è il mio amico Ron”   “Piacere Judy.”   Nel presentarsi era diventata rossa, e Ginny non potè non notare lo sguardo che aveva rivolto al suo amico. “Judy, scusa, ma ti dispiacerebbe aspettare un attimo con Ron?”   “Certo, vai pure tranquilla.”   Rispose la ragazza continuando a fissare Ron, il quale se ne stava pure lui con la faccia inebetita a sorriderle.

Ginny voleva trovare Hermione. La scorse da lontano fuori dalla sala grande. Era felice, incredibilmente sollevata dal fatto che Hermione non dovesse stare con Sara, voleva sapere cosa sentiva, che effetto le aveva fatto rivederla. Le si avvicinò appena fuori dalla porta, Myra parlava con una compagna e non le prestò molta attenzione. “Ehi...come...come...”   “Come si fa a parlare?”  concluse Hermione, lasciando comparire sul viso quel sorriso che accompagnava sempre le sue battute ironiche rivolte a Ginny.
“Ah ah spiritosa…vedo che la felicità per averla scampata per un pelo ti ha riportata la tua solita ironia...”  rispose lei storcendo il naso con aria da finta offesa.  ”Comunque beh...volevo solo chiederti...come stavi dopo...dopo averla rivista...”  abbassò lo sguardo al pavimento improvvisamente preoccupata di essere stata troppo invadente. Hermione le si avvicinò e con la mano le sollevò leggermente il mento perché riportasse il suo sguardo su di lei, intuendo il motivo del suo imbarazzo.  “Sto bene...più o meno...”   si voltò verso Myra sbuffando “Non è per nulla voglia di passare il resto della mattina con quella lì, devo distrarmi un po’…perché non andiamo a giro io e te? Alla fine sono un po’ nuova anche io no? Portami a vedere la scuola!”  Ginny non riuscì a trattenere il sorriso che l’idea di passare quel tempo con lei le suscitò. Si ricordò però di Judy, e si voltò indietro nel tentativo di scorgerla.   “Forse è una cosa troppo ribelle per te? Abbandonare una povera giovincella da sola in questo posto pericoloso?”   disse Hermione con il suo caratteristico tono ironico, intuendo di nuovo il pensiero di Ginny.   “Troppo ribelle per me?! Su, andiamo! Judy l’ho presentata a Ron, e sembravano entrambi molto contenti! Starà con lui!” rispose Ginny stizzita superando Hermione che la seguì sorridendo.
Iniziarono a camminare per i corridoi della scuola. Ginny fingeva di essere la guida di un museo, ed Hermione una visitante rompi scatole. Risero e scherzarono, divertendosi ad inventare aneddoti sui quadri che ricoprivano le pareti. Dopo un’ora passata a ridere, libere da ogni altro pensiero si fermarono davanti alla finestra in fondo a un corridoio ad osservare il parco, e i ragazzi che passeggiavano in lontananza. Hermione spostò lo sguardo su Ginny la quale invece continuava a osservare l’esterno. Aveva sempre pensato che fosse una bella ragazza, ma ora con il viso illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra, i suoi occhi rilucenti e quelle labbra perfette fu cosciente veramente, per la prima volta, di sentire una forte attrazione fisica per lei. Aveva sempre pensato a quanto la facesse sentire stranamente bene la sua presenza, sapeva che c’era qualcosa di speciale in lei, ma solo in quel momento sentì dentro la voglia di toccarla, di sentire il suo corpo e il sapore delle sue labbra. Era tutto così strano. Aveva rivisto Sara poco tempo prima e una fitta di dolore l’aveva colpita in pieno petto. Ma in quel momento, sola con lei, non le sembrava tutto così terribile. Come fosse possibile non se lo sapeva spiegare. Sapeva di avere paura, paura di soffrire ancora per Sara, paura che anche colei che ora la faceva stare bene, avrebbe fatto come tutti, del resto, nella sua vita.
Dopo qualche attimo Ginny si accorse di avere il suo sguardo attaccato addosso. “Che...che c’è? Perché mi guardi così?”  le chiese sorridendo, convinta di ricevere una delle sue solite risposte pungenti.  “No no…niente...Tu che guardavi la fuori?”   “Guarda laggiù, vicino agli alberi, sembra che stia già nascendo una sintonia tra Neville e una ragazza dell’Augustian”  disse Ginny, indicando con il dito il punto in cui stava guardando.  “Dove? Non vedo...”   disse Hermione, avvicinando il viso a quello di Ginny per poter seguir meglio dove stava indicando con la mano. Le loro guance erano a pochi centimetri, tanto che potevano quasi sentire l’una il calore dell’altra. I loro corpi erano entrati in contatto, Hermione sfiorava con il petto la spalla destra di Ginny. Sentì un brivido. Perse interesse in ciò che l’altra stava indicando, e il suo sguardo si portò sul suo volto. Ginny era immobile, fece finta di essere ancor presa a contemplare l’esterno, convinta che l’altra stesse sentendo il suo cuore che batteva all’impazzata. Nel momento in cui si sentì posare una mano sul fianco sinistro, si voltò. I loro occhi erano incatenati, e vicini, incredibilmente vicini. Poi delle voci dietro di loro. Si voltarono. Sara le fissava. Aveva appena svoltato l’angolo insieme a Lavanda e ad altre due ragazze che continuarono a parlare e ad avanzare nel corridoio incuranti di ciò che stava accadendo. Sara si era fermata, e spostava il suo sguardo alternativamente da Hermione a Ginny. Le due si distaccarono.  “Ehi Sara vieni!”  la richiamò Lavanda, la quale insieme alle altre aveva già superato la finestra dove si trovavano le due, dirigendosi verso il corridoio di sinistra. Sara riprese a camminare verso di loro. Quando fu ormai prossima alla finestra squadrò Ginny dall’alto in basso e riprese a camminare con le altre.
 “Tu ed Hermione Granger eravate in classe insieme vero?” chiese Lavanda, che si occupava della gestione dei pettegolezzi di tutta Hogwarts.  “Sì.”  Rispose Sara, temendo di ricevere altre domande.  “Era così strana anche da voi? Qua non parla mai con nessuno. Sta sempre sulle sue. La si vede in giro solo con Ginny, la ragazza rossa che era là con lei. Magari c’è del tenero fra loro!” disse Lavanda, scoppiando insieme alle altre due in una risata acida e maligna. Sara fece finta di essere anche lei divertita, partecipando a quell’attimo di ilarità. Ma in realtà era ben altro quello che sentiva, la vista di Hermione con quella ragazza l’aveva infastidita e ingelosita. Si voltò un istante, per osservarle ancora, ma erano già scomparse.

“Andiamo.” disse Hermione  un attimo dopo che Sara aveva raggiunto le altre ragazze, e presa Ginny per la mano cominciò a camminare per il corridoio da dove quelle erano giunte. Camminarono in assoluto silenzio. Non si scambiarono parole né sguardi. Quell’attimo così intenso era stato cancellato improvvisamente, lasciando soltanto uno strano caos dentro di loro.
“Hermione, Hermione!”  sentirono chiamare alle loro spalle dopo qualche minuto. “Ma dove eri finita?” disse Myra. “Su portami a fare un giro mi devi raccontare cosa hai fatto in tutto questo tempo!”  disse entusiasta, prendendo Hermione per un braccio. “Ciao!” salutò quindi Ginny, per poi dirigersi verso le altre due ragazze tenendo Hermione stretta per un braccio. Questa non fece niente per liberarsi dalla presa. Si limitò a guardare Ginny, e a rivolgerle un lieve sorriso. Entrambe si sentirono quasi sollevate, per esser state distolte da quel momento di silenzio e imbarazzo che si era creato fra loro.
Ginny rimase in mezzo al corridoio, ancora sentiva un fremito nel corpo dovuto a tutte quelle emozioni provate poco prima. Non erano mai state tanto vicine come in quell’ attimo. Se ripensava al suo corpo che la sfiorava, alla sua mano che, con una delicatezza che non aveva mai provato prima, si era poggiata su di lei, provava un brivido che le partiva dalla schiena e le invadeva il corpo. E poi Sara. Aveva interrotto tutto. E il modo in cui le aveva guardate, quella tensione che aveva percepito tra lei ed Hermione le avevano fatto provare uno strano presentimento. Scosse le spalle per riprendersi da quello stato, e decise di andare a cercare Ron e Judy.

Dopo un ricco pranzo durante il quale gli studenti dell’Augustian furono presentati anche ai ragazzi che non partecipavano all’iniziativa, Hermione sgattaiolò fuori dalla Sala Grande per andare in giardino a soddisfare il suo bisogno d’aria. Ginny, nonostante gli atteggiamenti melensi che già avevano Judy e Ron l’una con l’altro, si divertì ad ascoltare i racconti della sua simpatica compagna riguardo ai suoi professori strampalati. Presa nella divertente conversazione non si rese conto dell’uscita di Hermione dalla sala, né tantomeno di Sara che un attimo dopo la seguì.

Respirava con gli occhi chiusi, assaporando l’aria sul suo viso, tra i suoi fluenti capelli. Portò entrambe le mani dietro la nuca, a sostenersi la testa, con il volto rivolto al cielo limpido sopra di lei. Non sentì nessun rumore, solo una sensazione. Si voltò. Sara era dietro di lei. Pochi passi le dividevano.
“Ciao..” prese coraggio Sara deglutendo. Nessuna risposta.  “Come stai?”  continuò, facendo due passi in  avanti. Lo sguardo severo con cui Hermione rispose a quella domanda e al suo avvicinamento la fecero fermare all’istante. “Bene.”  Rispose sintetica.  “Bene, mi fa piacere.”  Sara le teneva gli occhi fissi sul volto. Fece vagare lo sguardo  sui lunghi capelli, sulle sue guance delle quali ancora ricordava la morbidezza, fino a posarlo su quelle labbra carnose con le quali era capace di toglierle il fiato. Quanta passione e dolcezza c’erano state fra loro. Riprese a parlare per scacciare quei pensieri fugaci nella sua testa.  “Non sapevo che tu fossi in questa scuola. I professori non ci hanno detto niente e tu…”    “E io non ti ho detto niente? Scusa, credo proprio di dover chiedere il tuo perdono per questo.”    “Vedo che la tua ironia è sempre in buona forma. ”  sorrise debolmente Sara.  “Come ti trovi qua? I ragazzi sembrano simpatici.” Disse Sara, volgendo lo sguardo verso un gruppo di ragazzi che erano appena usciti dal portone correndo nel giardino.  “Può darsi. Lo sai, non sono molto propensa a socializzare.”   “Bè almeno un’amica ho visto che te la sei fatta.” . Sara, nel pronunciare quelle parole, riportò i suoi occhi su Hermione. Voleva cogliere la sua reazione a quelle parole. Non aveva fatto altro che pensare al momento in cui l’aveva vista a pochi centimetri da Ginny. Ma tutto ciò che vide Sara fu lo sguardo di Hermione che si fece ancor più gelido. “Già, hai proprio ragione. Volevi chiedermi altro?” disse freddamente fremendo per finire quella discussione. “No, beh...volevo  solo scambiare due parole con te. Magari avremo altre occasioni…” disse Sara titubante. Hermione fece un sorriso storto scuotendo la testa. “Sì, forse...ora meglio che vada.” .La guardò con freddezza per un’ ultima volta, quindi la superò ed entrò nella scuola.

Qualche minuto dopo che Sara ed Hermione erano uscite in giardino, Ginny, voltatasi ad osservare la Sala, si rese conto di non trovar nessuna delle due. Fu presa da uno strano sentimento, e si alzò all’improvviso. Senza dir niente ai suoi interlocutori, uscì dalla Sala quasi correndo. Aveva paura che fossero da sole, timore che Sara, una ragazza della quale lei stessa aveva notato il fascino e la bellezza, avrebbe potuto produrre in Hermione un sentimento diverso dalla rabbia. Rallentò nel corridoio ripetendosi che quella sua reazione era eccessiva. Che niente c’era tra lei ed Hermione che giustificasse quel suo atteggiamento, e soprattutto cercava di convincersi che fosse impossibile che potesse perdonare Sara. Nonostante questo continuò a camminare in direzione del giardino. Il portone era aperto. Fece un passo al di là della soglia ma si bloccò all’improvviso. Le vide sul prato a parlare. Non poteva sentire le loro parole, ma il solo vederle da sole, una davanti all’altra le provocò un forte senso di gelosia che non poté non riconoscere. Distolse lo sguardo infastidita e riprese a camminare celermente nella direzione da cui era venuta. Aveva capito. Doveva farsi avanti.


Ciao! Causa impegni non posso essere molto rapida ad aggiungere capitoli, perdonatemi! Vedrò di fare del mio meglio! =] Spero vi piaccia anche questo capitolo! Buona lettura! Fatemi sapere!
Grazie per le recensioni, mi stimolano molto a continuare la storia! A presto

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Capitolo 10
*** Mossa azzardata ***




I tre giorni successivi proseguirono senza grosse novità. Gli studenti erano impegnati, oltre che nelle solite lezioni,anche in dimostrazioni di abilità magiche con gli studenti dell'Augustian e in altre attività collettive. Il resto del tempo era dedicato al divertimento e alla nascita dei primi amori tra gli studenti delle due scuole: Judy e Ron diventavano ogni giorno sempre più diabetici, Viky, compagna di stanza di Ginny, credeva di aver trovato in Matew, un biondo tutto muscoli e niente cervello, il suo uomo ideale. Anche Harry cercava di darsi da fare ma con scarso successo.

Ginny non era ancora riuscita a farsi avanti. Pur avendoci pensato per gran parte del tempo non aveva ancora trovato le parole giuste. Tutte quelle sere, seduta a gambe incrociate sul letto, si era imposta la massima concentrazione per riuscire ad esprimere al meglio quello che le premeva di dire: aveva provato mille incipit, se li era ripetuti ad alta voce, aveva persino provato a scrivere le sue parole, ma tutto ciò che aveva ottenuto era un mucchio di pergamene appallottolate, e i rimproveri di Viky che voleva prender sonno. Fortunatamente gli impegni di quei giorni le fecero incontrare Hermione ben poche volte, e sopratutto mai da sola, cosa che la rattristava e tranquillizzava allo stesso tempo, convinta che potesse cogliere il suo turbamento e fosse costretta a parlare prima di essere pronta. Hermione era più pensierosa del solito. La presenza di Sara, anche se non si erano più parlate, la infastidiva, in più , cosa che la confondeva molto, sentiva la mancanza del tempo passato da sola con Ginny. I momenti in cui si incontravano la rendevano serena, ma i modi frettolosi della rossa, e una strana inclinazione della voce nel parlarle, le dispiacevano e le facevano pensare che fosse successo qualcosa.

"Spero che abbiate avuto modo in questi quattro giorni di approfondire la vostra conoscenza." disse Silente sul finire della cena. "Domani vi aspetta una giornata diversa, andrete in visita ad Hogsmeade" La sala fu percorsa dal brusio contento degli studenti.
"Siiii fantastico!"  esclamarono Ron ed Harry all'unisono quasi saltando in piedi "Mh..deve essere bello questo posto!" disse Judy rivolta a Ginny, guardando sorpresa la reazione dei due. "Beh sì è un villaggio molto carino, ma credo che siano entusiasti per la Burrobirra e per Mielandia!" "Certo! Siamo superentusiasti!" le rispose Harry "Judy credimi ci divertiremo un sacco!" aggiunse Ron, cercando di riacquistare un certo contengno davanti alla ragazza.
Ron e Harry continuarono a descriverle Hogsmeade, ma ormai Ginny non li stava più ad ascoltare. L'indomani sarebbero andati ad Hogsmade e sicuramente si sarebbe presentata l'occasione di stare sola con Hermione. Doveva affrettarsi, era arrivato il momento.

Dopo le lezioni gli studenti si recarono frettolosi in Sala Grande per il pranzo, impazienti di recarsi ad Hogsmeade. Ginny, dal canto suo, non riusciva a tener ferme la gambe. Durante tutte le lezioni non aveva fatto altro che farle sballonzolare freneticamente. Pur avendoci pensato per gran parte della notte, neanche questa volta credeva di aver trovato il modo giusto, ma ormai aveva deciso. Le avrebbe parlato quello stesso giorno. Giunse ad Hogsmeade in compangia di Harry e Ron e dei loro tre compagni dell'Agustian. Carl, il giovane affidato a Ron, non le toglieva gli occhi di dosso. Era un ragazzo di bell'aspetto e molto intelligente, sicuramente il più attraente e ammirato tra quelli del terzo anno. Ma Ginny non erano i suoi occhi che voleva, e faceva finta di non rendersi conto che ci stesse provando con lei.

Hermione era contenta di uscire dalla scuola, di fare qualcosa di diverso che la potesse distrarre dai suoi soliti pensieri. Sperava di trovare qualche posto interessante, o anche solo di scambiare due parole con qualcuno che non fosse della scuola. Sebbene fosse poco socievole, le piaceva parlare con persone che non sarebbe poi stata costretta a rivedere. Nessuna aspettativa, nessuna sofferenza.
Si aggirò per le vie osservandosi attentamente attorno, Zonko e Mielandia era troppo affollati, e comunque non erano dolci o scherzi quello di cui aveva bisogno. Notò quello che le parve un pub. "I Tre Manici di Scopa" recitava l'insegna. Qualche studente di Hogwarts vi stava entrando ma era il posto meno affolato dai compagni tra quelli che aveva attorno. Entrò e si sedette a un tavolo da sola. Si osservò pacatamente attorno, facendo vagare lo sguardo sui presenti. Qualche uomo solitario, un tavolo chiassoso di maghi e maghe, gli studenti che aveva visto entrare poco prima e una sveglia signora che serviva rapidamente ai tavoli. L'atmosfera del posto le piaceva, anche se non vedeva attorno a sé niente di interessante. Si voltò quando sentì qualcuno che a passo sveltò uscì da dietro al bancone che si trovava appena alla sua sinsitra. Era l'altra cameriera. La seguì con lo sguardo. Era Una ragazza che non doveva avere più di 25 anni. Aveva dei lunghi capelli mossi neri, che teneva raccolti in una coda alta. Alcuni ciuffi sfuggivano qua e là, conferendole un'aria che a Hermione sembrava piuttosto sexy. Dal suo tavolo riusciva a scorgerne l'intera figura, il corpo ben fatto, e il viso sorridente mentre serviva un tavolo a cui si trovavano due maghi. Sentendosi forse osservata, si voltò in direzione di Hermione rispondendole un pò imbarazzata al sorriso che le rivolgeva. Poggiati i calici sul tavolo si diresse verso il tavolo di Hermione. "Ciao, cosa posso portarti?"  "Ciao..una Burrobirra grazie". La giovane si allontanò sorridendo timidamente. "Ecco qua" disse la cameriera mentre le poggiava il calice davanti, fece per allontarsi ma Hermione la trattenne. "Scusa, aspetta.." La ragazza si voltò "..è la prima volta che vengo ad Hogsmeade, c'è qualche posto che valga la pena di vedere qua attorno?" le chiese quindi prendendo una sorsata di Burrobirra. "Non so..dipende cosa interessa a te"  "Beh fammi una lista con breve descrizione e penserò a cosa eliminare!" La giovane sorrise  "Beh non so se posso prendermi una pausa.." rispose gettando lo sguardo sulla sala alle sue spalle.  "Dai su..fallo per una povera ragazza che vuole godersi il suo pomeriggio di libertà!" "Mmmh..ok.." rispose sedendosi accanto a lei. "Hermione."  "Lya". Dopo le presentazioni, iniziarono parlare scherzosamente di Hogsmeade, di Hogwarts e i suo studenti, coi i quali Lya aveva spesso avuto a che fare. Nel mentre Ginny stava uscendo da Mielanda con gli altri. Discutendo animatamente su quali fossero i dolci più gustosi tra quelli che aveva comprato, si trovarono a passare proprio davanti ai Tre Manici di Scopa. Ginny non era stata fino a quel momento di grande compagnia, non faceva infatti che guardarsi attorno nella speranza di trovare Hermione. Buttò uno sguardo distratto all'interno della locanda attraverso i vetri. Si fermò all'istante. Hermione era la dentro, a sedere ad un tavolo  chiacchierando  sorridente con una bella ragazza, che sembrava essere la cameriera del pub. Si sentì avvampare dalla gelosia. "Ehi ci prendiamo una Burrobirra?" chiese agli altri che si trovavano poco avanti a lei e, senza attender risposta, preso per mano Carl, aprì la porta ed entrò. Si fermò poco oltre la soglia, guardando verso il tavolo dove le due chiacchieravano. Hermione la vide, e le sorrise contenta di vederla. Avrebbe voluto chiamarla e parlarle, poichè anche se la compagnia di Lya le era piacevole, ora che l'aveva vista sentì di non voler altro che stare con lei. Ma lo sguardo severo con cui Ginny rispose al suo sorriso, la fecero tacere. "Ehi tutto bene?" chiese Lya nel notare lo sguardo stranito di Hermione. "Sì scusa, dicevamo?".
 Mentre le due riprendevano a parlare, Ginny si sedette con gli altri ad uno dei tavoli liberi. Carl, incoraggiato dal gesto della ragazza che lo aveva preso per mano nell'entrare nel pub, le si sedette accanto, ancor più determinato nel suo tentativo di far colpo. Dal suo canto Ginny, decisa a far ingelosire Hermione, rideva sonoramente alle sue battute cercando di farsi sentire dalla ragazza. Pur pensando che il suo atteggiamento fosse esagerato, non poteva sopportare di vederla ridere a quel modo con un'altra ragazza, e ancor meno sopportava lo sguardo con cui la cameriera la guardava. Hermione, nell'udire le risate di Ginny, allungava lo sguardo verso il loro tavolo, osservando sia lei sia il ragazzo che le sedeva accanto. Pensò che forse lo sguardo duro che le aveva rivolto precedentemente, fosse dovuto alla presenza della cameriera lì con lei. Inolte conosceva il modo di ridere di Ginny, e quella che sentiva non era la sua risata naturale e coinvolgente. Si domandò se quello non fosse un tentativo per farla ingelosire, ma fu solo un pensiero fugace. Per quanto stessero bene insieme non credeva che Ginny potesse provare certi sentimenti nei suoi confronti, sopratutto dopo i modi freddi che aveva tenuto in quei giorni.
 "..ma credo  che per la fine dell'anno riuscirò finalmente a muovermi da questo posto.." continuò Lya che le stava parlando dei suoi progetti futuri.
"Ferma, hai qualcosa vicino all'occhio." disse Hermione avvicinandosi con il busto e il viso alla giovane, mentre sfiorandole la guancia con la mano, le passava delicatamente il pollice vicino all'occhio destro dove le si era posato un moscerino.
La porta sbattè. Ginny era uscita dal pub lasciando i suoi amici sorpresi e preoccupati. "Scusa, devo andare mi dispiace". Hermione uscì a sua volta. "Ehi Ginny ferma!" le urlò correndole dietro. "Ehi cosa c'è?" "Niente assolutamente niente. Vattene però!" rispose Ginny continuando a camminare a passo svelto. "Fermati dai!" le disse Hermione prendendola per un braccio. Ginny si fermò. "Senti ho detto che non c'è niente ok?!"  "Ok ok, ho capito. Allora torno dentro, mi ero solo preoccupata per te!" rispose Hermione  "No, ferma!" "Ok, allora dimmi cosa c'è." "No!" "Allora vado." "No!"  "Deciditi allo..". Hermione non fece in tempo a finire la frase. Ginny le si era avvicinata con uno scatto improvviso. In un attimo le aveva preso il volto tra le mani e aveva posato le sue labbra su quelle di Hermione. Fu solo un breve momento. Subito Ginny indietreggiò. Respirando affannosamente cercò di dire qualcosa, ma imbarazzata e sconvolta per quel suo gesto azzardato corse via.
"Stupida, stupida stupida! Ma che mi passa per la testa." Ginny camminava sola per le strade di Hogsemade, continuando a rimproverarsi per quel che aveva fatto. Era decisa a parlarle sì, ma l'averla baciata andava oltre tutto quello che aveva programmato.
 
I ragazzi tornarono ad Hogwarts poco prima di cena. Ginny, che aveva fatto il viaggio di ritorno lontana dai suoi amici, non si recò in Sala Grande. Non aveva appetito e sopratutto non voleva correre il rischio di incontrare Hermione. Si rintanò in camera. "Stupida stupida!" continuava a ripetersi, lanciando sul letto pantaloni e maglietta che si era tolti. "Perchè non ce la faccio?! Cosa penserà di me?! Una pazza, una sclerotica!" continuava a dire camminando su e giù per la stanza. Dopo dieci minuti, sfinita da quella maratona si lasciò cadere sul letto sbuffando. Cercava di pensare ad altro, ma non riusciva ad allontanarsi da quel momento. L'immagine di lei che si avvicinava ad Hermione e le sfiorava le labbra con le sue, le si ripeteva davanti agli occhi facendola ogni volta disperare convinta di aver fatto una figuraccia. "Mmmm..no no no..che ho fatto!" continuava a ripetere affondando la testa nel cuscino e rigirandosi da una parte all'altra del letto. Ad un tratto sentì la porta aprirsi.   
"Vieni entra pure. Ginny, Hermione ti cercava per il libro! Io torno giù!". Ginny balzò giù dal letto. Hermione le stava di fronte, sorridente mentre la squadrava da capo ai piedi. "Che..che ci fai qui?" chiese agguantando con la mano la maglietta che aveva sul letto per coprirsi. "Volevo solo vederti. Ho detto alla tua amica che mi dovevi rendere un libro, e che mi sarei molto arrabbiata se non lo avessi avuto entro stasera. Certe volte fa comodo avere un aria minacciosa." rispose sorridendo. Rimasero entrambe in silenzio  colte dall'imbarazzo. Hermione si avvicinò al comodino accanto al letto di Ginny, intenta ad osservare le foto dei suoi familiari. "Sembra simpatico."  esordì quindi.   "Chi?"   "Quel tipo."   "Quale tipo"  "Quella specie di scimmia con cui eri al pub." rispose Hermione ironicamente. "Ehi! E'..é un bravo ragazzo..e poi parli tu eh? 'Miss simpatia'. A quella sciaquetta deve far proprio schifo il suo lavoro per esser stata lì ad ascoltare te!"  "Beh buon per me! Era una tipa carina no?". "No!" rispose con rabbia e nel tentativo di indossare la maglietta che ancora teneva davanti a coprirsi, rimase incastrata. Quando finalmente riuscì a far passare la testa con i capelli del tutto sconvolti Hermione rise molto divertita, ma Ginny, ancora più imbarazzata, sentì di nuovo salire le lacrime agli occhi. Non erano le parole di Hermione ad averla offesa, si sentiva solo stanca di non aver abbastanza coraggio per esprimere quello che avrebbe voluto dire. "Senti, preferirei che te ne andassi." disse quindi, distogliendo lo sgaurdo da Hermione. A quelle parole la ragazza tornò seria. Quei secondi di silenzio che seguirono sembrarono a Ginny un eternità. Teneva le braccia incrociate davanti al petto e gli occhi incollati al poster sull'armadio di Viky e dentro di sé pregava perchè Hermione non facesse quello che le aveva chiesto. E non lo fece. Le si avvicinò, e sfiorandole delicatamente il braccio con la mano, le si mise davanti. Con l'altra mano le alzò dolcemente il viso perchè la guardasse negli occhi. "Non saresti dovuta scappare." le disse prima di avvinare il volto a quello di Ginny e posare le labbra sulle sue. Si baciarono, in piedi davanti al letto non accorgendosi del tempo che passava, perse in quell'attimo così magico per entrambe.
Tutte le paure di Ginny erano scomparse, la rabbia, l'imbarazzo, tutta se stessa era ora in quel bacio. La dolcezza delle sue labbra, la sensualità dei suoi movimenti, e quella passione che sentiva bruciare dentro il suo petto, la facevano fremere dal desiderio che quel bacio non avesse mai fine. La sua pelle bruciava sotto le mani di Hermione che le accarezzava la pelle nuda al di sotto della maglietta. Quando con la mano le sfiorò la pancia appena sopra i suoi slip, il brivido di piacere che la colse la fece sussultare. Le loro labbra si allontanarono. Hermione le sorrise dolcemente. Con il volto ancora a pochi centrimenti si guardavano in silenzio, respirando affannosamente. Ma quella fu solo una breve tregua. Baciondala dolcemente, Ginny fece un passo indietro, e attirandola ancor più vicina a sé, si sdraiò sul letto che aveva alle spalle.   


Ciao a tutti! Vi chiedo scusa se ci ho messo così tanto tempo per questo capitolo, ma ho avuto un pò di problemi e una conseguente assenza di ispirazione. Non mi entusiasma troppo quello che ho scritto. Spero comunque di non deludervi!Ringrazio per le recensioni, ringrazio chi legge e sopratutto ringrazio per la pazienza!

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