Lily Anderson e il racconto dimenticato

di SMes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte di San Lorenzo ***
Capitolo 2: *** Cadono stelle, fioccano baci. ***
Capitolo 3: *** Una nuova me. ***
Capitolo 4: *** Discordia, telefonate e vestiti. ***



Capitolo 1
*** La notte di San Lorenzo ***


"Le parole sono armi da imbracciare, le frasi strategie militari, i libri portali da valicare."

Così conclusi il mio ultimo libro lasciando in  sospeso la trama più bella che avessi mai potuto scrivere.

Spensi il computer e sospirai iniziando ad avvertire la stanchezza per aver passato le ultime settimane  davanti allo schermo digitando parole e cancellandone altre. Ce l'avevo fatta: un' altra storia che sarebbe stata libera di trovare il suo proseguimento qualunque esso fosse.

- Lily, muoviti! Sei già in ritardo!- Cleo mi chiamava dalla finestra impaziente di uscire.

- Se non facciamo in fretta, ci perderemo le stelle!-

Le stelle, giusto! Quella notte sarebbe stata la Notte di San Lorenzo, avevo promesso a Cleo che per una volta sarei uscita all'aria aperta osservando il cielo invece del solito schermo.

-Mi vesto  e scendo!- Urlai dalla finestra.

-Ti devi ancora vestire?!- esclamò Cleo palesemente infastidita.

Eh già, Cleo non era esattamente una ragazza paziente. Era impulsiva e pragmatica ma in certe occasioni che lo richiedevano sapeva essere calcolatrice fino all'inverosimile. Qualche esempio? Nella scelta dei vestiti per i suoi innumerevoli appuntamenti. 

Era solita scegliere gli abiti in virtù dell'umore, della situazione, della compagnia, delle intenzioni da comunicare al partner, esattamente come me, che ero solita vestire con i primi indumenti a portata di mano.

Infatti, è proprio quello che feci: una bellissima maglietta bianca e un jeans stracciato con le mie comodissime converse bianche.

-Lily allora? Hai finito?-

-Sì, che te ne pare?-

-Dove li hai presi quei vestiti? Da un cassonetto?- Eccola lì Cleo, sempre molto diretta e decisa.

-i jeans non sono male, posso ancora recuperarti- Ultime parole famose prima di ritrovarmi catapultata in abiti scomodi e attillati.

- Ora va molto meglio, guardati.-  La mia immagine allo specchio sembrava ridermi in faccia, ma provai comunque a sorridere e a cimentami in qualche posa da modella.

- Dei capelli che ne facciamo?- continuò Cleo ancora non soddisfatta.

-Così non stanno bene?-

-Oh sì, stanno un amore, davvero.....se vuoi sembrare un cespuglio.- sospirò spazientita- Dai, ti aiuto-

Tirò fuori da una minuscola borsetta rosa piastre, forcine e mollette che andarono a posizionarsi nei miei capelli sostenendo una complicata acconciatura.

" WOW, " pensai, ma il quadro non era ancora completo. Quasi come se mi leggesse nel pensiero, Cleo cacciò trucco e controtrucco dalla sua pochette.

Pochi secondi e Cleo mi parve una maga. Non sembravo truccata ma la differenza si vedeva. Terminò il make-up con un rossetto che ben s'intonava con i miei capelli color fragola.

-Ora sei pronta a conquistarlo-

-Chi?- O mio Dio, lei sapeva! Arrossì violentemente tanto che le mie gote furono dello stesso colore dei capelli.

-Come se tu non lo sapessi! Avanti racconta-

- Raccontare? Non c'è niente da raccontare! Non so neanche di chi tu stia parlando- Oh no, la voce strozzata, maledetta voce strozzata.

-Ma dai! Inizia per T e finisce con Heo- risatina maliziosa.

La freccia aveva colpito il bersaglio, proprio al centro. Non potevo più negare anche perchè stavo iniziando a sudare e sarebbe stato un peccato distruggere il make-up tanto accurato di Cleo che avrebbe potuto darmi un ben voluto vantaggio con Theo. Aveva centrato in pieno.

Theo aveva la mia stessa età, capelli scuri e occhi altrettanto neri, non frequentavamo la stessa scuola ma avevamo lo stesso giro di amici.

Non ci avevo mai parlato per davvero anche se controllavo tutti i suoi accessi su Facebook. Non avevo neanche il suo numero di telefono, i miei erano i vaneggiamenti di un'adolescente sciocca e sognatrice.

-Lily, perchè piangi? Ti si scioglierà il trucco!- Piangevo di insoddisfazione, avrei continuato per ore, ma avrei davvero rovinato il trucco e così mi rialzai come facevano tutte le eroine dei miei libri e chiesi - Hai anche del profumo nella tua borsetta?-

Ridemmo e mi preparai alla battaglia sicura di disporre delle migliori armi possibili. 

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Capitolo 2
*** Cadono stelle, fioccano baci. ***


Scendevo le scale verso la spiaggia splendente come una dea ma goffa come un bisonte, i tacchi non aiutavano e per poco non caddi.

-Non ci volevo venire Cleo! Sto facendo la figura della cretina con la mia camminata sui trampoli!-

- Tesoro, chi bella vuole apparire un poco deve soffrire- altra perla di saggezza dalla mia saggia amica.

Davvero, non ci sarei voluta andare a quella festa, le stelle si vedevano benissimo anche dalla finestra della mia stanza.

E poi io odiavo la spiaggia, il mare, gli insetti.....miseriaccia. Eccolo. Cavolo se era bello. Credo che si debba ancora inventare una parola che possa esprimere quanto fosse bello in quel momento. Restai a bocca aperta e Cleo me lo fece notare con delicatezza chiudendomela con un ceffone.

- Fidati, non lo guardare, ignoralo e parla con altri. Soprattutto ridi- mi disse come se fossi una sua allieva alle prime armi nell'arte della seduzione.

- Ridere? Ma sei impazzita? Hai mai sentito la mia risata?- Non avevo proprio una bella risata, assomigliava tanto a una scimmia urlante sul dorso di un elefante ubriaco che calpesta un asino morente.

- No, sciocchina- risatina alla " sottuttoio" - ridi con più parsimonia, voglio sentire una risata soave e leggiadra-

"Cleo è pazza" pensai, ma feci comunque del mio meglio quella sera.

Quando si fece notte le stelle si mostrarono in tutto il loro splendore.

Restai un attimo sola cercando di fotografare le stelle dal mio telefono, ma ovviamente il telefono mi cadde nella sabbia, così lo recuperai e dopo averlo ripulito stesi di nuovo le braccia cercando di immortalare il cielo, ma non riuscivo proprio a tenere le braccia ferme per non far venire la foto sfocata.

Stavo per mollare quando ad un certo punto sento una voce provenire da dietro le mie spalle.

Com'era calda quella voce, un brivido mi attraversò lungo la schiena e un paio di mani ressero le mie che a loro volta reggevano il telefono.

-Aspetta ti do una mano- disse quella calda voce.

OH CAVOLO ERA LUI! "Calma, stai calma, calma, respira, prima respiri profondamente poi parli"

- Non ce n'è bisogno, grazie- quasi sentivo Cleo dirmi soddisfatta " Brava, Lily sii la predatrice"

Incurante della mia freddezza Theo andò avanti presentandosi.

-Piacere, io sono Theo, probabile che tu mi conosca. Tu, invece, devi essere Lily-

"probabile che tu mi conosca" ! Ma chi si credeva di essere? Forse un ragazzo carino, bello, bellissimo? Beh, lo era, ma non era questo il punto.

-Sì, sono Lily, piacere. Ti stringerei la mano ma tu lo stai già facendo.-

-Siamo scontrosi oltre che bellissimi stasera.-  Cavolo, mi faceva arrabbiare e sciogliere contemporaneamente quel ragazzo. Mi aveva chiamata bellissima. Sentivo le farfalle danzarmi nello stomaco per poi prendersi a pugni. 

- Non mi rispondi, Lily?- Mi strinse il polso e porto lentamente il braccio giù costringendomi a voltarmi verso di lui....da vicino era ancora più bello: gli occhi scuri come un pozzo senza fine in cui mi sarei gettata volentieri e quel sorrisetto sghembo e accattivante che rivolgeva alle ragazze più carine.

-Non mi hai fatto nessuna domanda, non vedo perchè dovrei risponderti- risposi con voce sicura, ma le mani mi tramavano e quindi cercai di tenerle occupate armeggiando per spegnere il cellulare.

- Vedo che la mia fama mi precede, allora lascia che dissipi ogni tuo dubbio e intralci la concretezza delle tue convinzioni- Si sedette e fece segno di sedere anche a me. Io? sedermi vicino a lui? Oh mamma!

"muoviti con calma Lily, con calma"

Non avevo capito una parola di quello che aveva detto, ma il congiuntivo era molto convincente quindi feci come mi aveva chiesto.

- E' vero, ho avuto molte storie con molte ragazze, ma solo perchè quelle ragazze erano molto popolari lo sono diventato anche io. Era quello che volevo: popolarità, ma non mi sono mai piaciute veramente, non mi è mai piaciuto nessuno veramente. Le donne ahimè si perdono in un bicchiere d'acqua se ad offrirglielo è un bel razzo, ovviamente lo dico con modestia,- sorrisetto sghembo di nuovo, credevo si dilungasse oltre raccontandomi delle sue avventure delle quali ero già a conoscenza grazie alla mia dote di stalker , ma non lo fece, cambiò espressione e divenne molto serio, il che catturò la mia attenzione e smisi di perdermi in pensieri- non voglio perdere la tua attenzione, pertanto arriverò dritto al punto : non mi sono mai interessato veramente a qualcuno finchè non ti ho vista- questo, era troppo! Lo interruppi.

-Non dire stupidaggini! Ci conosciamo da anni!-

-Non ci conosciamo veramente. E' vero, di aspetto e di nome sappiamo reciprocamente chi siamo, ma credo di aver visto un aspetto di te che mi dà il diritto di dire che mi piaci.- Avvampai, non poteva essere vero, era solo un altro maschio che prometteva invano ed illudeva miseramente. Mi alzai di scatto e corsi via, o almeno cercai di correre via perchè Theo mi trattene il braccio, mi teneva stretta e non mi lasciava andare.

- Circa un mese fa ti vidi uscire da casa, inciampasti e cadesti sul prato, quando ti alzasti non prestasti cura ai jeans sporchi di terra, ti occupasti con premura dei fiori che avevi schiacciato. E' stato un gesto così altruista, così autentico. Può sembrare stupido ma non avevo mai visto nessuno ed in particolare nessuna avere tali premure.-

Era vero, mi stavo recando di corsa verso casa di Cleo quando inciampai nei lacci sciolti. Quei fiori erano i gioielli di mamma, la seconda cosa più importante al mondo per lei. Dopo di me, ovviamente! Quindi il mio più che un gesto di premura era istinto di sopravvivenza all'ira assassina che sarebbe seguita se mamma l'avesse scoperto. Avrei voluto spiegarglielo ma scorreva tutto così velocemente, sentii un " ooh" di meraviglia probabilmente per la stella che stava cadendo e poi qualcosa sulla mia faccia, no anzi, qualcuno. ...poi niente, ero a casa e Cleo mi scuoteva violentemente.

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Capitolo 3
*** Una nuova me. ***


-Lily allora?- Cleo mi scuoteva insistentemente. Avrei voluto tanto ricordarle l'orario: 7.30 di mattina. Nessuno dovrebbe svegliare una povera anima innocente alle 7.30 di domenica mattina.

- Lily!- urlò Cleo. Sembrava posseduta dal demone della curiosità. Ma che voleva?

Uuh, giusto. Ecco che voleva sapere quell'ingrata di un'amica. Era tutto molto confuso, avrei avuto certamente bisogno di mangiare qualcosa prima di affrontare quella pazza con gli occhi verdi che fremeva accanto a me.

-Cleo, prima la colazione poi l'informazione- la spostai di lato e le feci segno di seguirmi in cucina.

Passai davanti allo specchio e fui costretta a fermarmi. Ero diversa; cioè, ero sempre io, Lily, ma ero raggiante, luminosa e non mi vedevo poi così brutta. Mi sentivo rinata. Scoppiai a ridere e gettai i capelli ancora perfetti grazie al lavoro di Cleo davanti agli occhi. Poi alzai di colpo la testa e mi guardai di nuovo allo specchio. Niente. Non era un sogno. Arrivai saltellando in cucina e cominciai a preparare delle frittelle.

-Vuoi preparare anche la cena per stasera o pensi che sia il caso di raccontare alla tua povera amica quello che è successo ieri?- Cleo partì all'attacco.

-Cosa è successo ieri?- la provocai.

Cleo infuriata mi diede contro- Guarda che ti ho vista ieri! O parli o lo chiederò direttamente a Theo!

Un timido sorriso mi comparve sulla bocca. Sospirai ed iniziai a raccontare...

-Quindi vi siete baciati!- Cleo era su di giri.

- In realtà, lui ha baciato me, io sono stata avvisata a cose fatte-

- Ma se ti ho visto ricambiare!-

- Cleo, ma se hai visto tutto, perchè me lo chiedi?- esasperazione.

-Voglio sentirlo dire da te, dai continua.-

-Dopo che lui mi ha baciata, e sottolineo lui, gli ho tirato un forte ceffone e gli ho detto: " Teppistello, non provarci mai più" colpendolo ripetutamente con la mia borsetta di perle.-

-Bugie! E poi non sei una vecchietta..voglio la verità. Io ho visto che dopo il bacio, tu sei arrossita come al solito, lui ti ha sorriso e poi ti ha preso delicatamente il braccio e ti ha scritto qualcosa sulla pelle- Mi prese il braccio, non trovò nulla, provò con l'altro braccio e comunque non trovò nulla. Un ghigno mi apparve sul viso.

- L'hai cancellato?! No, dico...ma sei scema?! Cosa ti aveva scritto? Il suo numero?-  sembrava in preda ad una crisi epilettica.

Annuì senza smettere di sghignazzare.

Cleo divenne rossissima in volto, poi viola e infine la sua espressione mutò in una maschera di pura preoccupazione. Mi tastò la fronte per accertarsi che non avessi la febbre, poi corse al telefono e senza perdermi d'occhio blaterava" dev'essere impazzita, io chiamo lo psicologo".

-No, Cleo, no! Tranquilla, non sono impazzita, l'ho cancellato perchè tanto non l'avrei chiamato comunque, e tanto per ricordartelo, sei stata tu a dire di farmi desiderare.-

-E' vero, l'ho detto, ma tu,forse, non ti sei accorta di chi ti stai prendendo gioco. Ti rendi conto? Stiamo parlando di Theo Hernandez!-

-Lo so di chi stiamo parlando, ma so anche chi sta parlando : Lily Anderson, e Lily Anderson non intende chiamarlo, contattarlo o corteggiarlo.-

Mentre parlavo ero saltata sulla sedia portandomi le mani ai fianchi, terminato il discorso scrutai l'orizzonte( il mio salotto) pensierosa. Nel quadretto mancava solo un mantello, una bandiera americana alle spalle e un applauso di sottofondo.

- E poi gli uomini tornano sempre.- Terminai la frase, Cleo aprì la bocca per replicare, ma ne uscì un suono simile allo squillo di un cellulare, anzi, per la precisione era "La cavalcata delle Valchirie" , il mio telefono stava squillando.

-Pronto?- Sullo schermo compariva sconosciuto. Mi aspettavo la voce elettronica di qualche call center ed invece ne sentì una che di elettronico non aveva nulla.

-Hey Lily, come stai?- avvampai, Cleo capì immediatamente chi fosse al telefono e mi fece segno di mettere l'altoparlante.

-Come hai fatto ad avere il mio numero?!-

-Oh sì, anch'io sto bene, grazie. Quella era una domanda, potevi almeno rispondere.-

- Anche io ti ho posto una domanda, e farai bene a rispondere prima che chiami la polizia!-

-Scontrosi anche di mattina eh? Rispondi prima tu, la mia domanda ha la precedenza.-

Sbuffai, mentre Cleo ridacchiava.

-Sto bene. Ora posso sapere come hai fatto a rintracciarmi?-

-Certo, cara. Ti ricordo che abbiamo amici in comune, ringrazia Leonardo ad esempio.-

-Lo farò, puoi starne certo. Posso sapere anche cosa vuoi, se non chiedo troppo?

-Sapevo che non mi avresti contattato, quindi ti ho chiamata io per invitarti ad uscire questa sera.-

-No.- Cleo impazzì e mi lancio la bottiglietta d'acqua che per poco non mi colpì.

-Stai tranquilla, non staremo soli, puoi dire a Cleo che verrà anche Leonardo.- 

A quel punto Cleo sembrava una scimmia che saltava dal divano alla poltrona e dalla poltrona al divano.

-Allora, che fai? Vieni?- Theo insistette.

La scimmia rinsavì, mi staccò il telefono di mano e disse- Certo che ci sarà, e salutami Leo!- attaccò senza darmi la possibilità di replicare.

E neanche quella sera avrei potuto stare a casa a nullafare come al solito. Grazie Cleo!

 

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Capitolo 4
*** Discordia, telefonate e vestiti. ***


 

Era sera e l'aria profumava di pino, guardavo pensierosa il giardino dalla finestra giocando svogliatamente con la coda del mo gatto. Mi si impigliò l'anello nel suo pelo e gliene strappai un po'.  Eris saltò e andò a sbattere contro l'orologio appeso al muro sopra la finestra mandandolo in frantumi contro il pavimento e trascinando con sè anche le tende viola. La mia gatta era Eris di nome e di fatto : nera e mingherlina era solita combinare innumerevoli pasticci che io avrei dovuto sistemare. Il Gatto Della Discordia l'avevamo chiamata, mamma le aveva addirittura regalato un finto pomo d'oro a Natale. 

Mi preparai a pulire il piccolo disastro mentre la piccola gatta mi guardava con i suoi occhioni verdi. Di solito dopo aver rotto qualcosa Eris si accucciava e miagolava docilmente come a chiedere scusa per essere la gatta pasticciona che era. Ma non quella volta; se ne stava lì a fissarmi con il pelo rizzato e  le orecchie tese. Un atteggiamento molto strano per lei. Stavo per andarle vicino a calmarla quando lo squillo del mio cellulare mi distrasse.

Mi avvicinai e lessi " Sconosciuto". Risposi.

-Pronto?-

-Reberto dobbiamo essere veloci, non so per quanto tempo durerà la connessione...shhh è lei! Lily?-

-Si? Sono Lily, pronto? - "Reberto? Possibile che esista davvero quel nome? Ma se l'ho inventato io!"

-Lily! Siamo in pericolo!-

-Pericolo? Chi siete? Dovete chiamare la polizia!- cominciai a pensare che fosse uno scherzo.

-Tu sai chi siamo, Creatrice. Devi aiutarci, Il Consiglio....corrotto...madeu....- il segnale era scadente e ben presto la linea cadde. Non avevo capito un granché di quella stramba telefonata, non sapevo davvero chi fossero ..anche se Il Consiglio..esisteva nel mio libro. "Il Consiglio è corrotto" se davvero era il Consiglio del mio libro..impossibile che fosse corrotto. Non avrei mai scritto una cosa del genere. Doveva essere uno stupido scherzo di qualcuno che aveva sentito parlare del mio racconto.

Eris nel frattempo era impazzita sbatteva contro la porta della mia stanza e la graffiava.

-Eris! Aspetta ti apro prima che tu mi distrugga la stanza.-

-Miao- si sedette tranquillamente come se avesse capito le mie parole. " E' una gatta dall'intelligenza straordinaria" Diceva sempre mia madre.

Le aprì la porta e lei corse immediatamente in cucina dove Il Sergente Mamma cucinava una frittata.

Il cellulare suonò ancora. Questa volta era Cleo.

-Lily! Ti stai preparando?- mi chiese con voce molto allegra.

-Ma mancano più di tre ore!-

- E sono poche! Pochissime! neanche il tempo di scegliere un vestito!-

-Vestito? Io so già cosa mettere! Metterò..- non mi lasciò finire.

-Non oserai..-

-Il pigiama!- avevo deciso che non sarei uscita con loro. Non volevo vedere Theo, non volevo assistere ai flirt di Leonardo e Cleo...e poi quella telefonata mi aveva messo i brividi.

-Ho capito le tue intenzioni. Te lo impedirò, per tua fortuna sono già pronta. Vengo e ti concio per le feste!- 

Oh no. Sarei stata costretta ad andare. Dovevo immaginarlo che  Cleo non si sarebbe lasciata scappare una simile occasione per stare con Leo. Le piaceva troppo. Passava ore a raccontarmi dei loro messaggi, i sorrisi, le parole, miele qui, zucchero lì..bleah! Bisognava dire, però, che erano perfetti l'uno per l'altra. Stesso carattere, stesse abitudini ,stessi gusti. Anche il loro nome era simile, per questo si chiamavano " Cicì" . Che cosa disgustosa!

Cleo mi trovò ancora presa da questi disgustosi pensieri. 

-Wow Cleo!- era davvero bellissima. Avevo lavorato i capelli in morbidi ricci biondi che le ricadevano lungo la schiena, il trucco era semplice ma le valorizzava molto viso dagli zigomi alti. Indossava un abito verde bottiglia come il colore dei suoi occhi  di forma trapezoidale che le arrivava un po' sopra il ginocchio, risultava molto slanciata grazie ai tacchi che portava. Non ero un'appassionata di   scarpe, ma quelle erano davvero bellissime.

- Vuoi conquistare Leo..o l'intero genere maschile?- la canzonai.

- Quello lo lascio a te, cara.- sistemò una busta straripante di roba sul mio letto, ne tirò fuori tre vestiti favolosi. Uno nero, uno blu e uno giallo, tutti e tre molto scollati e aderenti.

-Prova prima questo blu.- Mi comandò.

-Agli ordini, signora!-

Portai il vestito in bagno e lo misurai, mi cadeva alla perfezione. Uscì e sfilai per Cleo.

-Bocciato.-

-Ma come? E' fantastico!-

-Non è adatto. Stasera si va in un ristorante sul lungomare. Voglio vederti indossare qualcosa di  unico.-

Misi il broncio e indossai l'abito giallo. Non persi tempo con la sfilata perchè non mi entrava neanche.

Infine provai quello nero. Era il più succinto dei tre ma era quello che mi stava meglio. Rimasi a bocca aperta, ed anche Cleo. L'abito era stato scelto.

- Ed ora i capelli!- Cleo era estasiata.

Theo e Leo ci sarebbero venuti a prendere in macchina ( Leo era maggiorenne e quindi patentato) . Quando furono arrivati io e Cleo scendemmo le scale di casa mia che davano sul giardino. Mi sentivo come in una di quelle scene dei film principeschi dove le principesse percorrono tutta la scalinata attese dai loro principi e acclamate da un Ooh di meraviglia degli altri invitati.

Appena fummo visibili, i due maschietti che parlavano in auto tacquero. Ci osservarono percorrere gli ultimi scalini e scesero per salutarci. 

Vedendo Theo guardarmi in quel modo fui presa da una tale emozione da non badare al sassolino sulla stradina inciampando così rovinosamente verso il terreno. Fortunatamente non toccai la terra perchè Theo riuscì a prendermi in tempo. "Mio eroe" pensai ma non dissi. Scoppiammo tutti in una clamorosa risata che però non riuscì a distrarmi dal presentimento che quella non sarebbe stata una serata normale.

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