Zootropolis-season one

di MadogV
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Overture ***
Capitolo 2: *** Il buono,il brutto e il cattivo ***
Capitolo 3: *** De profundis ***
Capitolo 4: *** Vecchi amici, nuovi amori ***
Capitolo 5: *** 90% ***
Capitolo 6: *** Intermezzo ***
Capitolo 7: *** ritardo ***
Capitolo 8: *** Carte scoperte ***



Capitolo 1
*** Overture ***


In Zootropolis- Next troverete tanti nuovi personaggi, intrighi, tradimenti, vecchie conoscenze, strane alleanze.

Tutto comincia quando tre nuovi personaggi arrivano a Zootropolis per costruirsi una nuova vita ed una tragedia aprirà uno squarcio nella relazione tra Nick e Judy; in questo clima di tensione qualcuno tramerà, qualcuno ruberà, qualcuno morirà.

BUONA LETTURA.

Per maggior comodità di lettura lasciò qui il link alle storie che sono alla base di questa fanfiction/ telefilm/soap-opera e ai singoli capitoli.

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3480158&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3483447&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3485949&i=1

 

I SINGOLI CAPITOLI/EPISODI

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3490500

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3490506

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3490514

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3490516

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Capitolo 2
*** Il buono,il brutto e il cattivo ***


Momento introduttivo- Questa long sarà diversa da ogni altra presente in questo fandom, almeno fino ad ora. Si tratta di un progetto che crea non una long a romanzo, ma una long a telefilm, cioè ogni capitolo sarà da considerarsi come un episodio, il che comporta che la long sarà estremamente long e che chiuderà con un cliffangher, in vista della second season.

Momento annunci- Questa long non andrà ad intaccare in alcun modo le altre due long, che avranno il loro corso di pubblicazione (Arendelle riprenderà a settembre), ma andrà ad intaccare qualsiasi one shot avessi in mente, quindi per ora e per almeno un anno scordatevi long, almeno che non siano parte di un contest-il che però sarà estremamente raro.

Momento dedica- Prima di tutto dedico questo lavoro ad Iron_Capitan, autore senza il quale non ci sarebbe il progetto così come lo state leggendo. Poi citazione necessaria alla nuova arrivata Yume Misora, grazie per le tue recensioni.

Ovviamente non posso non ricordare le vecchie leve: cioè Mergana, le cui recensioni “colorate” sono sempre bene accette, come anche le domande che fai e a cui adoro rispondere e che si rivelano fonte di ispirazione; e poi hera85 che mi segue da quando ho dato un’anima “carogna” ad Olaf.

Infine, ultimi, ma non ultimi, i miei collaboratori collaterali, senza i quali questo progetto non avrebbe avuto nemmeno luogo: parlo di Freez Shad, di cui mi vanto di aver fin da subito riconosciuto il talento, ed ovviamente DeniseCecilia, con la quale ho raggiunto un grado di affinità creativa così forte da sembrare telepatia e che ho “stimolato” all’arte dell’incisione (e tu sai di che parlo)

Concludendo vi chiedo o nuovi e vecchi lettori di farvi sentire con le vostre recensioni, ponendo domande, fornendo consigli, ma mai criticandomi solo perché non è la scelta che volevate voi, se volete collaborare scrivete una recensione costruttiva e indicandomi come vorreste che prosegua questa fiction, e vedrò di accontentarvi, ma sempre nei limiti del possibile, perché comunque io ho le mie idee e ne sono l’autore.

Come sempre…

A rileggersi.

Il treno, di moderna fattura, scivolava rapido e silenzioso attraverso i diversi habitat di Zootropolis e il giovane affacciato al finestrino li osservava, studiando le diverse strutture delle singole abitazioni e le loro tecniche costruttive.

E appena il treno ebbe finito la sua corsa, entrando in stazione, ciò che più colpi il giovane non furono tutti quelli animali, di specie diverse, che andavano e venivano, ma il modo in cui era costruita la stazione; ai suoi occhi attenti e scrutatori era parso subito una costruzione fatta in 3/4 momenti diversi  o che vi erano state fatte aggiunte ulteriori in momenti diversi, e inoltre egli notò con rammarico anche segni di degrado, in special modo le grossi travi di ferro mostravano segni di ossidazione, mentre le colonne cominciavano a bombarsi.

Era così assorto nei suoi pensieri e nei suoi progetti di ristrutturazione, che quasi non sentì di essere stato chiamato.

“Tiberius.” Disse una voce dietro di lui, e a quel secondo richiamo si girò lentamente per poi correre in slow motion super rallentato verso il suo interlocutore:” Zio Flash.”

[Per ragioni di comodità di lettura, i dialoghi fra Tiberius e suo zio Flash verranno proposti a velocità normale, quando in realtà sarebbero occorse molte pagine per dar chiarezza della lentezza dei due bradipi]

Si abbracciarono e si risalutarono.

“Tiberius, nipote mio, come va?” Disse Flash e poi guardando il nipote, vestito di una camicia rossa e dei jeans, disse:” Ti vedo cresciuto.”

Al che Tiberius, sistemandosi gli occhiali, rispose:” Tutto bene zio, grazie! E sì che sono cresciuto, l’ultima volta che ci siamo visti è stato quando ero poco più che un cucciolo.”

“Già.” Si limitò a ribattere Flash.

“Papà ha detto che stai con Priscilla, ora. Vero?”

Flash fece un’espressione contrariata:” Mio fratello si impicciata troppo. E comunque no, non sto con Priscilla, Ci abbiamo provato, ma siamo rimasti comunque amici.”

Tiberius stava per rispondere, quando furono malamente spintonati da un grosso ippopotamo nero tutto tatuato.

 

“Stupidi lenti bradipi” Stava pensando, mentre gli spintonava.

Il viaggio lo aveva passato in completa meditazione, infastidito solo da due passeggeri: il bradipo, che continuava a grattare malamente sul vetro, e una maialina tutta snob, che non aveva fatto altro che tirar su col naso.

Per quel grosso ippopotamo il fatto che animali del tutto dissimili convivessero era una manna per il suo lavoro: molti clienti, molti soldi.

Ma mentre era diretto all’ingresso, con il suo grosso sacco sulle spalle, fu avvicinato da due agenti, un grosso cane-lupo e un facocero, che gli intimarono di fermarsi.

“Si fermi” Gli disse il cane-lupo

“Nessuno dice a Tai Cheng cosa fare.”  Rispose, soffiandogli contro con tale forza da farlo indietreggiare.

Il cane-lupo mantenne la calma e riprese a parlare:” Lei è un ippopotamo, quindi per uscire dalla stazione deve passare per forza dalla zona di deumidificazione.”

E indicò un punto della stazione, dove degli ippopotami si stavano sottoponendo ad una rapida e pronta asciugatura.

Mentre osservava la cosa, Tai Cheng vide, con la coda dell’occhio, l’altro agente, il facocero, porsi alle sue spalle e metter mano al bastone stordente.

Rise con la sua voce di tuono e poi, rapido come il vento, si girò colpendo in pieno il cinghiale e mandandolo a sbattere contro una delle colonne e poi con la stessa rapidità colpì col suo grosso sacco il cane-lupo, mandandolo a zampe all’aria.

Poi si consegnò spontaneamente e si lasciò condurre in centrale per la registrazione.

 

Sorrise quando vide quel grosso porco, dall’alito di pesce marcio, fu tratto in manette fuori dalla stazione.

I tatuaggi, l’atteggiamento, il sacco: tutto era indice sicuro della natura criminale di quell’ippopotamo.

O almeno così la pensava quella maialina, la quale non si era goduta affatto il viaggio; anzi si era quasi pentita di essere venuta in città.

Odiava lo Zootropolis way of life, odiava il fatto che ci fossero tutti quegli habitat diversi fra loro, odiava che ogni singolo animale dovesse vivere a contatto con il proprio nemico.

La maialina si rassettò il tailleur blu notte e si avviò con il suo trolley e la sua trousse verso l’ingresso, sputando veleno a mezza bocca contro tutto e tutti.

Per lei Zootropolis era l’esempio peggiore, un mix letale di Sodoma, Gomorra e Babele.

Arrivata all’uscita della stazione, la città gli diede il benvenuto con il suo video di accoglienza, che non fece altro che invelenirla ancora di più.

Da quando Gazelle si era ritirata, il video di benvenuto era stato sostituito con quello dei coniugi Wilde.

Dal grosso schermo i coniugi Wilde si presentavano e poi dandosi un bacio, accoglievano i nuovi arrivati.

La maialina sbiancò nel vedere quell’abominio di un coniglio e una volpe insieme, e pensò che menomale che non potevano fare figli, se non che aborti avrebbero tirato fuori.

 Ma quando lei avesse preso il controllo della città, allora avrebbe spazzato via tutto e tutti in una grande purga e avrebbe stretto in una morsa di ferro la città.

E aveva i mezzi per farlo e un potente alleato in quella città.

Ma mentre si abbandonava a questi pensieri, le si avvicinò una donnola che cortesemente le chiese:” Bella maialina, posso aiutare voi coi bagagli.”

Ma in tutta risposta la maialina trasse fuori lo spray urticante e lo spruzzò contro la donnola, facendola fuggire dolorante.

Zootropolis trema…Miss. Piggy Kermit è arrivata.

I personaggi che appariranno in questa serie sono presi da i Muppets, Kung fu Panda, Robin Hood, il Re Leone e Fineas e Pherb.

Verranno pubblicati altri tre capitoli e poi stop fino al 30 di luglio

Nella prossima puntata: Funerale più un vecchio nemico dal passato, che volere di più, se non il “ De profundis”?

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Capitolo 3
*** De profundis ***


Nella puntata precedente: Tre nuovi arrivi a Zootropolis e tutti con un progetto in testa: si va dal giovane Tiberius, nipote di Flash a Tai Cheng, ippopotamo dal temperamento caliente, passando per una maialina tutta “pepe” che vuole mettere le mani sopra la città.

 

La chiesa era gremita e il pesante organo suonava cupo, poi entrarono quattro grossi orsi polari, portando a spalla la bara.

Fru Fru al centro fra le due Judy, sua figlia e la sua amica, tratteneva a stento le lacrime, ma poi si rivolse a Judy:” Ricordati, non ci sono debiti d’onore fra noi, ma una vera e profonda amicizia. Ci saremo sempre l’una per l’altra, no?”

E Judy, con gli occhi gonfi di pianto, rispose solo con un accenno della testa.

E mentre ognuno dei presenti consolava l’altro, il coro gregoriano riprese con:

“Réquiem ætérnam dona eis, Dómine,

 et lux perpétua lúceat eis.

 Requiéscant in pace”

“Amen.” Risposerò i presenti.

Poi la parola venne presa dal prete, un vecchio tasso di nome Fra Tuck:” Cari fratelli. Care sorelle. Oggi consegniamo all’abbraccio di Dio, il nostro fratello. Non siamo tristi per lui, perché egli ci precede nella gloria eterna. Preghiamo perché egli, che ci ha preceduto e siede oggi alla mensa del Padre, interceda per noi.”

Nick Wilde era stato sempre un ateo convinto e quella situazione non faceva che rafforzare le sue convinzione che o Dio non esisteva o che, se esisteva, era un Dio crudele e quindi niente affatto degno di essere adorato.

Quale dio infatti toglieva ad un povero cucciolo di volpe la madre, con una malattia crudele (era stata quella, la morte prematura della madre, la ragione che lo aveva spinto a farsi quell’idea di Dio) o toglieva a una bella famiglia così numerosa e affiatata il padre.

Stu Hopps non meritava di morire, non così, non di infarto, quando aveva ancora molto da dare sia come padre, che come “uomo”.

Poi, mentre era assorto in quei pensieri, sentì la piccola zampa di Judy, che aveva tenuto stretta la sua tutto il tempo, allentare la presa.

Quel piccolo gesto, lo risvegliò dai suoi pensieri e lo portò a focalizzarsi vero il punto dove si stava consumando una piccola tragedia: Bonnie Hoppe, distrutta dal dolore, aveva avuto un mancamento ed era ora sorretta dalle due gemelle, Denise e Cecilia, mentre intorno a lei si creava un capannello di parenti e figli allarmati, nonché dei due nipoti Jeremy e Bonnie jr (i figli di Nick e Judy)

Era troppo da sopportare, tutte quelle emozioni tristi, tutta quella cupezza, era troppo per Nick, che ora temeva di abbandonarsi ad un qualche gesto impulsivo, come aveva fatto da cucciolo, quando, al funerale della madre, aveva distrutto la statua di un santo.

Per fortuna, o per miracolo, la sua “preghiera” fu ascoltata e sentendo il suo cerca persone vibrare, Nick emise un sospiro di sollievo.

Di scattò si alzò, senza neanche controllare se fosse un’emergenza o no, e si avvicinò a Judy e le disse:” Carotina, mi vogliono in centrale.”

Judy si girò verso di lui e lo fulminò con uno sguardo tra il triste e l’infuriato, che sembrava dire: “Ti prego mirtillino, non te ne andare. Non posso farcela da sola, non mi lasciare così.”

“Mi dispiace Judy, è un’emergenza.” Rispose la volpe dopo averla baciata.

Quando fu fuori, Nick respirò a pieni polmoni, nonostante la aria fosse afosa, per via della stagione estiva.

Poi si diresse in centrale a piedi, in modo da potersi strappare di dosso i brandelli emotivi del funerale e poter pianificare qualcosa per farsi perdonare da Judy.

Arrivato, entrò e si diresse verso il banco del portiere.

“Chanel mia cara, cosa hai per me?” Chiese con un certo tono suadente Nick all’antilope Madoqua che faceva da portiera.

“Signorina Dik Dik” Lo corresse l’antilope:” E comunque c’è qualcuno che la cerca in sala interrogatori.”

“Vado subito, miss.” Rispose in tono canzonatorio.

“Signorina, mi chiami signorina.” Gli urlò dietro l’antilope.

Quando arrivò nella sala, fredda e spartana, vide seduto e ammanettato un grosso ippopotamo scuro, tutto tatuato sul corpo e come unico vestimento dei corti pantaloncini in tela grezza.

L’ippopotamo quando vide Nick ruppe le catene delle manette.

“Notevole.” Disse Nick compassato:” Davvero notevole, ed erano manette rinforzate per ippopotami.”

“Taglia corto, volpe, voglio parlare col capitano di questa topaia.”

“E, di grazie, chi vorrebbe parlare con il capitano?” Continuò Nick con calma inglese.

“L’ex-maggiore Tai Cheng.” Disse l’ippopotamo.

Nick, a sentire quel nome, sbiancò.

Diamine, come aveva fatto a non riconoscerlo? Forse perché erano passati anni dall’ultima volta.

E ora che voleva?

Nella prossima puntata: Vecchie amicizie che diventano piani di conquista e amori inaspettati, e d’altronde “Vecchi amici, nuovi amori.”

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Capitolo 4
*** Vecchi amici, nuovi amori ***


Nella scorsa puntata: Nick per sfuggire al funerale del suocero, a tasso di emotività troppo alto, corre in centrale per un’emergenza, ma incontra una vecchia conoscenza.

 

 Il funerale si era concluso con la deposizione di rito della bara nella fossa per essa predisposta; il tutto, compreso la ricchissima lapide, era stato pagato da mr. Big, ormai amico di famiglia

Quando tutti se ne furono andati, Judy restò sola nel tramonto innanzi alla tomba del padre.

“Mi dispiace, sono arrivato troppo tardi.” Disse una voce dolce e gentile dietro di lei.

Il tono era quello di sempre, ma quando si girò per rispondergli, non lo riconobbe tanto era cambiato.

“Ben, sei tu?” Chiese rivolta ad un aitante giaguaro, la cui muscolatura si delineava marcatamente attraverso la divisa.

E il ghepardo asserì con la testa e poi corse ad abbracciarla.

“MI dispiace per tuo padre.” Poi disse con tono affranto.

“Grazie Ben.” Rispose Judy e poi gli chiese:” Non ti dispiacerebbe farmi compagnia, i cuccioli sono dalla mamma.”

“Ma certo.” Rispose Ben:” Non lascerei mai sola una tenera coniglietta.”

A quel punto Judy si lasciò scappare un sorriso e rispose:” Se un coniglio dice ad un altro coniglio che è tenero, va bene. Ma se è un altro animale, be …”

Ben scoppio in una chioccia risata, riportando Judy ai tempi che furono.

E così si avviarono verso casa di lei, parlando del più e del meno.

“Mi dispiace soprattutto per i piccoli, loro si stavano così divertendo in campeggio.”

“Ti preoccupi per tutti tu?”

“Che ti posso dire, sarà una mia abitudine.” Rispose:” E a te, invece, come va? Ho saputo dei tuoi successi.”

“Già.” Rispose Ben:” Ma te lo immagini, io, Benjamin Clawhauser, sono stato promosso di grado e ora prenderò parte alle prime olimpiadi della polizia. È una cosa mitica!”

Judy sorrise e accarezzò la zampa di Ben: almeno a lui, le cose stavano andando bene.

A lei invece per niente: litigava sempre più spesso con Nick, suo padre era morto, al lavoro i casi scarseggiavano, il raccolto era andato bruciato per il caldo.

Più ci pensava, più si sentiva triste e così, per scacciare la tristezza, decise di stringersi più forte a Ben.

 

Affacciata alla finestra del quarto piano del 21 di Jump Street, miss Piggy vide la coniglietta avvinghiarsi al ghepardo e si ritirò disgustata, gettando la sigaretta consunta nel cestino, ma non prima di averla spenta

Si guardò intorno e gli piacque quell’aspetto scarno e pulito della stanza.

Si, quell’appartamentino sarebbe stato il suo punto di partenza per la conquista per di Zootropolis, ma mentre era assorta ancora nei suoi piani di conquista, i morsi della fame si fecero sentire e si diresse in cucina.

Cercò, ma non trovò quello che cercava e quindi si rivolse alla sua coinquilina:” Dawn, dove hai messo le ghiande glassate?”

“Nello scaffale in basso a sinistra, golosona!” Rispose la pecorella dal bagno, che era stata rilasciata solo il mese prima.

La maialina ne prese una manciata e poi si diresse, di nuovo alla finestra: adorava i tramonti, e quelli di Zootropolis, di un arancione dorato, le piacevano ancora di più.

E mentre fissava quel tramonto, per la prima volta in vita sua, si sentì in pace e senza pensieri.

 

L’interrogatorio con l’ippopotamo si era protratto a lungo e si era rivelato in un certo qual modo noioso.

Così Nick, per fare più in fretta, tagliò per Jump Street e a corsa si diresse verso casa, d’altronde era rimasto appiedato.

Ma quando girò l’angolo, vide Judy e un aitante ghepardo fianco a fianco, ma fu quello che sentì che lo lasciò basito.

“Tu mi piaci, e vorrei provarci con te.” Stava dicendo il ghepardo.

 Nella prossima puntata: se amate le percentuali, investigatori supponenti, misteriosi voci, allora il prossimo episodio vi piacerà al “90%”

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Capitolo 5
*** 90% ***


Nella punta precedente: Benjamin Clawhauser è cambiato diventando un aitante e attraente ghepardo, riuscirà Judy a resistergli, intanto si è scoperto l’identità del misterioso alleato di miss. Piggy: niente di meno che Dawn Bellwheter.

 

 

Un’altra tempo, un altro luogo, molto lontano da Zootropolis.

College di Duckburg, sezione scienze politiche.

La pecorella stava correndo per i corridoi con una grossa pila di libri e appunti fra le braccia, quando andò a sbattere contro una maialina, che stava correndo nella direzione opposta.

Entrambe cercarono di scusarsi e si ripromisero di rivedersi per pranzo e così fu.

“Mi chiamo Dawn Bellwheter e studio diritti delle minoranze.” Disse la pecorella addentando un panino con formaggio e fieno.

“Io invece sono Piggy Kermit, e studio psicologia delle masse.” Rispose l’altra addentando uno snack ai cinque cereali.

Le due parlarono a lungo e divennero amiche e quando si separarono, si fecero la promessa di risentirsi e di accorre in aiuto l’una dell’altra, d’altronde dato il loro lavoro avevano il 90% di possibilità di rincontrarsi.

Molti anni passarono, ma alla fine quella promessa fu rispettata e ora le due stavano per mettere le loro mani su Zootropolis.

Seduta a fissare delle carte al 21 di Jump Street, la maialina chiese:” Dawn cara, quanto credi che siano le percentuali a nostro favore?”

“Il 90%, se non sbaglio!” Rispose.

“Per te, è sempre stato il 90%” Ribatté la maialina

E poi le due scoppiarono a ridere divertite.

 

 

Non era riuscito a chiarirsi con Judy sia per quanto riguardava il funerale, sia per quanto riguardava l’aitante ghepardo rimorchiatore e aveva finito per dormire su quello scomodissimo divano.

La chiamata del sindaco Lionheart era l’ultima cosa che voleva, ma quella mattina era iniziata così e la si doveva prendere senza forzare, forse che le cose sarebbero andate meglio.

Stanco, annoiato e indolenzito, Nick si presentò al sindaco con la miglior faccia d’ordinanza possibile, ma quando vide lo strano animale che era con il sindaco, la sua faccia crollò nello stupore più puro.

“Mai visto un ornitorinco, agente Wilde?” Chiese lo strano animale.

Nick, vuoi per la stanchezza, vuoi che da un po’ di tempo aveva perso la sua verve, non rispose.

“Sono l’agente Perry, sezione disciplinare. Sono qui perché in città è arrivato un pericoloso criminale e sono qui per arrestarlo.”

“Se avessimo saputo di una tale possibile minaccia, avremmo agito prontamente.” Rispose piccato Nick.

“Non lo nego agente Wilde.” Rispose e aggiunse: “Che il vostro distretto sia il migliore non c’è dubbio, ma questo criminale è furbo, molto furbo. E voi pur essendo una volpe non riuscireste a sfiorare minimamente la sua arguzia. Questi è il napoleone del crimine, e solo io posso fermarlo.” Poi indicò la cicatrice che gli sfregiava il lato destro del volto:” E ho anche un conto in sospeso”

Nick rimase seccato da quel pomposo e vanitoso agente, ma rimase composto, nonostante stanchezza, fame e dolore giocassero con ogni suo nervo.

Lionheart, che era allarmato di poter perdere voti, chiese:” Ne siete sicuro, agente Perry?”

“Al 90% si!” Rispose e poi se ne andò dicendo:” Ed è per questo che non c’è un minuto da perdere.”

Quando se ne fu andato, Nick pensò che la cosa fosse finita e si diresse verso l’uscita, ma fu fermato dal sindaco.

“Agente Wilde so che avete preso in custodia l’ex-maggiore Tai Cheng. Devo chiederle di rilasciarlo, non vogliamo avere incidenti diplomatici.”

“E se non volessi, chi mi forzerebbe, si tratta comunque di un reo confesso?” Chiese Nick.

“IO” Disse una voce dietro di lui.

 Nella prossima puntata torneremo indietro per svelare alcuni altarini e giocare a “ carte scoperte”

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Capitolo 6
*** Intermezzo ***


SORPRESA

 

Essendo questa fanfiction basata sul modello del telefilm/ fiction televisiva, ho pensato perché, per colmare l’attesa del prossimo episodio, non fare uscire qualcosa ispirato a questo tipo di realtà, ed ecco quindi a voi alcuni possibili spoiler, alcuni veri, alcuni falsi, alcuni errati solo in parte.

In aggiunta il teaser (alcuni passi) del prossimo episodio.

Andiamo con gli spoiler (veri, falsi o presunti)

. Judy e Nick avranno un altro figlio

. Bogo comparirà come guest star

. Clawhauser ci proverà con una delle Hopps

. Ci sarà un personaggio omo

. Ci sarà un koala, è sarà cattivo

. Ci saranno personaggi del il re leone-the lionguards

. Flash finirà in ospedale

. Un personaggio principale morirà

. Da alcune riprese, emerge che ci saranno altri set (la foto sembra indicare un set cinese- http://cineguru.screenweek.it/files/2016/03/zootopia1.jpg )

. Ci sarà una celebrazione nuziale fra Nick e Judy

Passando al teaser ecco a voi e buona visione, ehm buona lettura.

“E quindi tu credi che sia possibile?” (Miss. Piggy)

“Lionheart e Zootropolis pagheranno. Pagheranno tutti.” ( Bellwheter)

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“Resterò sempre, il vecchio e caro ciccio Clawhauser.” (Clawhauser, affranto)

“Tu era già una persona speciale, non scordarlo” (Judy)

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“Bugiardo.” Mugugnò Cheng.” Chi sei davvero Nicolas Wilde?”

Nick rimase basito, sapeva.

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Una finestra con i mezzi perni era l’ideale per i suoi strumenti di scasso: nessun danno, nessuna traccia, entrare e uscire il più rapidamente possibile.

 

CI SI RIVEDE IL 30 DI LUGLIO.

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Capitolo 7
*** ritardo ***


LA PRODUZIONE SI SCUSA PER LA MANCATA MESSA IN ONDA DELL’EPISODIO PREVISTO PER QUESTA SETTIMANA, MA A CAUSA DI UNO SCIOPERO DEGLI SCENEGGIATORI (leggessi-blocco dello scrittore) CI SARÀ UN RITARDO AL 6 DI AGOSTO.

                  SCUSATE, NEL FRATTEMPO PER AMMAZZARE IL TEMPO PASSATE   

                  ALLA NUOVA OPERA SCRITTA PRIMA DI QUESTA SETTIMANA...

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3501017&i=1

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Capitolo 8
*** Carte scoperte ***


Nella puntata precedente: Nuove minacce incombono su Zootropolis sotto forma di Napoleoni del crimine, mentre altri tramano per la conquista del potere. 

Uscita dalla stazione si godette ancora la scena in cui il grosso ippopotamo veniva condotto nell’autovettura, ma il divertimento venne interrotto dal video di accoglienza a Zootropolis.

Nel video in questione si vedeva una coniglietta dagli occhi ametista presentarsi come Judy Hoops e per poi venire affiancata da una volpe dagli occhi verdi rispondente al nome di Nick Wilde, infine il video concludeva con i due che si baciavano appassionatamente, dando il benvenuto a Zootropolis.

Miss. Piggy sentì un brivido di disgusto grattarle la schiena, poi fu avvicinata da una donnola, a cui dette il benservito; povera donnola, voleva solo essere cortese, e ci aveva rimediato uno spray urticante sugli occhi.

La maialina si rassettò il tailleur e poi si avviò verso una macchinetta che per mezzo soldo forniva la mappa di Zootropolis: l’oggetto in questione non era una semplice mappa cartacea, ma un tablet che si connetteva con un segnale gps all’intera rete, fornendo punti d’interesse, luoghi di spettacolo e informazioni storiche.

Per quanto fosse abituata alla tecnologia, quel sistema di ricerca le risultò ostico, per via del fatto che più che fornire informazioni stradali, forniva informazioni turistiche; cioè indicava prima le strade dove avvenivano eventi, dove c’erano punti d’interesse e poi forniva una vera e propria mappa generale.

Miss. Piggy dopo un non breve trafficare trovò l’indicazione che cercava: come raggiungere il 21 di Jump Strett.

 

 

Tai Cheng era lì e lo fissava coi piccoli occhietti verdi, Nick non sapeva che dire.

“Allora, volpe.” Intervenne l’ippopotamo:” Il capitano dov’è?”

Nick si riprese e pensò di giocare un po’ con lui, giusto per sciogliere la tensione.

“Il capitano non è al momento disponibile, ti hanno affidato a me.”

“E cosa essssere tu?”

“Un profilar.” Rispose Nick, che aveva trovato la cosa divertente

“Bugiardo.” Mugugnò Cheng.” Chi sei davvero Nicolas Wilde?”

Nick rimase basito, sapeva.

 

Tiberius passeggiava osservando con occhi pieni di meraviglia le varie abitazioni, parlando con suo zio del più e del meno, soprattutto della ragione per cui il giovane avesse scelto per il suo master in architettura.

Ma lenti come erano a parlare e camminare, non si poté finire il discorso perché si era già arrivati al 27 di Jump Street, ed era ormai ora di cena, nonostante si fossero avviati di primo pomeriggio.

 

Per Judy era stato un duro colpo essere stata lasciata sola da suo marito nel momento in cui aveva più bisogno di lui, ma si fece lo stesso forza, d’altronde il nuovo lavoro di Nick era comunque impegnativo e lo vincolava al distretto.

Ferma davanti a quella lapide, ultimo segno tangibile dell’esistenza di Stu Hopps, Judy cercò di farsi forza, nonostante calde lacrime le scivolassero gentili lungo il volto.

 “Mi dispiace, sono arrivato troppo tardi.” Disse una voce dolce e gentile dietro di lei.

Il tono era quello di sempre, ma quando si girò per rispondergli, non lo riconobbe tanto era cambiato.

“Ben, sei tu?” Chiese rivolta ad un aitante giaguaro, la cui muscolatura si delineava marcatamente attraverso la divisa.

E il ghepardo asserì con la testa e poi corse ad abbracciarla.

“MI dispiace per tuo padre.” Poi disse con tono affranto.

“Grazie Ben.” Rispose Judy e poi gli chiese:” Non ti dispiacerebbe farmi compagnia, i cuccioli sono dalla mamma.”

“Ma certo.” Rispose Gideon:” Non lascerei mai sola una tenera coniglietta.”

A quel punto Judy si lasciò scappare un sorriso e rispose:” Se un coniglio dice ad un altro coniglio che è tenero, va bene. Ma se è un altro animale, be …”

Ben scoppio in una chioccia risata, riportando Judy ai tempi che furono.

E così si avviarono verso casa di lei, parlando del più e del meno.

“Mi dispiace soprattutto per i piccoli, loro si stavano così divertendo in campeggio.”

“Ti preoccupi per tutti tu?”

“Che ti posso dire, sarà una mia abitudine.” Rispose:” E a te, invece, come va? Ho saputo dei tuoi successi.”

“Già.” Rispose Ben:” Ma te lo immagini, io, Benjamin Clawhauser, sono stato promosso di grado e ora prenderò parte alle prime olimpiadi della polizia. È una cosa mitica!”

Judy sorrise e accarezzò la zampa di Ben: almeno a lui, le cose stavano andando bene.

A lei invece per niente: litigava sempre più spesso con Nick, suo padre era morto, al lavoro i casi scarseggiavano, il raccolto era andato bruciato per il caldo.

Più ci pensava, più si sentiva triste e così, per scacciare la tristezza, decise di stringersi più forte a Ben.

 

Jump Street, classico quartiere medioborghese con appartamenti ammassati in cubicoli e un parco giochi, era meno squallido di quanto si aspettasse.

Il 21 non si distingueva dagli altri numeri, se non per il buffo portone in ferrovetra a forma di M.

Miss Piggy arrivò al 21 di Jump Street, suonò al citofono e una volta arrivata all’ultimo piano fu accolta calorosamente da Dawn Bellwether.

“Ciao, Piggy da quanto tempo? Come va?” Disse la pecorella

“Tutto bene.” Rispose la maialina:” Grazie. Ho saputo dei tuoi problemi.”

La pecorella rise e rispose:” Problemi che mi hanno impedito di venirti a prender alla stazione.” Poi pensò fra sé e sé: “Ma ora grazie a te, Lionheart e Zotroopolis pagheranno. Pagheranno tutti.”

Poi la fece accomodare nella casa e si cominciarono a sistemare.

 

“Allora, chi sei veramente Nick?” insistette Cheng fissando sprezzante la volpe.

“Sono il capitano di questo distretto e sono qui per interrogarla sui motivi che l’hanno portata qui, ex-maggiore Tai Cheng.” Rispose freddo Nick per mascherare la sua tensione.

“Stai mentendo, Nick!” Ribatté canzonatorio l’ippopotamo:” Hai paura, ma non so perché” Concluse con tono più serio.

“Forse perché siete più grosso di me?” Disse in risposta Nick

“Non credo. Pensi che non mi sia accorto dei sistemi di stordimento o del vetro a specchio nella parete? Hai paura, hai paura, forse, perché ti trovi di fronte a qualcuno che ti è pari.”

“Se solo sapessi quanto ti sbagli, vecchio mio.” Pensò Nick e poi il pensiero corse al vecchio Stu, l’unico che fosse davvero riuscito a tenergli testa e quel pensiero lo condusse come un file rouge alla sua Judy e al fatto che l’avesse abbandonata nel momento del bisogno. E la cosa gli fece male.

Per non pensarci si accani di nuovo sul fermato.

“Mi dica quali siano le sue intenzioni e le ragioni per cui un cittadino cinese debba venire qui a disturbare la bella quiete di Zootropolis. Se non me le dirà, la farò rispedire indietro con il divieto di rimettere piede entro i nostri confini. E farò in modo che ciò sia permanente.”

Tai Cheng non sembrò scomporsi molto, ma Nick, che lo aveva conosciuto in un altro tempo e in un altro luogo, poté notare come le sue orecchie si fossero impercettibilmente mosse.

“Vengo qui in cerca di lavoro, solo di lavoro e le carte che ho con me lo possono provare. Io sono Tai Cheng, ex-maggiore sotto il comando del contestabile Qui Cao (leggasi Ci Zao).”

A sentire quel nome Nick rabbrividì… quell’ippopotamo era davvero pazzo o sconsiderato se si era messo al servizio di quel folle di Cao.

 

 

“Problemi con Nick?” Chiese Clawhauser, buttando la domanda così

Judy rimase un attimo interdetta e poi rispose:” Si. Cioè, no. Cioè, si.  Oddio è tutto così complicato”

Clawhauser gli passo amichevolmente la zampa sulla testa:” Tu ami Nick e lui ama te, le complicazioni fanno parte della vita di una coppia. E poi non dimenticarti che Nick è il capo del distretto, ora più che mai ha un sacco di doveri, obblighi e difficoltà.”

“Lo so.” Disse Judy, quasi moggia:” Lo so, ma è come se si stesse allontanando sempre più da me. In effetti quanto conosco davvero Nick? Quante donne avrà amato prima di me, quante vite avrà vissuto prima di questa, che cosa avrà mai fatto prima di conoscermi e quante altre ne avrà viste?”

Clawhauser capì le ansie della sua amica e la strinse a sé per rassicurarla. Povera Judy, così piccola e fragile.

Poi per farla rilassare Clawhauser disse:” Senti facciamoci una camminata verso Jump Street, dal suo parco si gode la vista di uno dei più bei tramonti.”

 

L’interrogatorio con Tai Cheng continuò per molto tempo, anche troppo, con una serie di affondi ai quali alla fine Nick reagì con freddezza e ostilità.

“Non conosco nessun Contestabile Qui Cao (leggasi Ci Zao), nel cui nome dite di venire. Pertanto io vi dichiaro in arresto per: resistenza all’arresto e oltraggio a pubblico ufficiale.”

Tai Cheng si alzò di scatto e avvicinandosi a Nick gli ruggì:” Paura, sbirro. È solo paura la tua.”

Poi si fece di nuovo riammanettare e, senza ribellarsi si fece trarre in prigione, ma prima lanciò un’ultima frecciatina a Nick.

“Sbirro, domani mattina verrai tu stesso a liberarmi e mi chiederai anche scusa.”

 

 

Li vide arrivare, mentre si gustava il tramonto.

Come era bello il tramonto, adorava i tramonti, ma non pensava mai che anche in città se ne potessero vedere di così belli.

Ma quella visione era stata rovinata da quei due: il ghepardo e la coniglietta, che se ne andavo stretti stretti per la via.

Miss Piggy avrebbe voluto vomitare loro una serie di improperi, ma alla fine si trattenne e si limitò a pensare solo a quanto fossero perversi i conigli, che si andavano costruendo relazioni interspecie; almeno lei si era preso una della sua razza.

 

L’interrogatorio con l’ippopotamo si era protratto a lungo e si era rivelato in un certo qual modo noioso.

Così Nick, per fare più in fretta, tagliò per Jump Street e a corsa si diresse verso casa, d’altronde era rimasto appiedato.

Ma quando girò l’angolo, vide Judy e un aitante ghepardo fianco a fianco, ma fu quello che sentì che lo lasciò basito.

“Tu mi piaci, e vorrei provarci con te.” Stava dicendo il ghepardo.

A quelle parole Nick rimase di sasso, ma piuttosto che affrontare la questione, preferì cambiare strada, non avendo alcuna voglia di un altro scontro; d’altronde si sarebbe chiarito con Judy una volta tornato a casa.

Ma se si fosse fermato a parlare, avrebbe chiarito subito l’equivoco.

Infatti Clawhauser non ci stava provando con Judy, ma semplicemente stava spiegandole una cosa.

“Il fatto è che resto sempre il vecchio ciccio Clawhauser e vorrei dirle tu mi piaci e vorrei provarci con te, ma non ho il coraggio.”

Judy gli sorrise e rispose:” Tu eri già una persona speciale, Benjamin, non scordartelo. Quello che sei ora rappresenta già una dimostrazione di coraggio e impegno. Su vecchio mio, fatti forza e buttati.”

Ben sorrise soddisfatto: su gli amici si può sempre contare.

 

Era arrabbiato più con sé stesso che con il marcantanonio casanova circuitore delle mogli altrui. Infondo era colpa se tutto era successo, se non avesse lasciato Judy da sola, tutto questo non sarebbe successo.

Ma il pensiero di Judy lo riportò di nuovo al funerale e quindi a Stu e quando rialzò gli occhi da terra, Nick si ritrovò davanti al cimitero di Zootropolis.

Quel continuo flusso di pensieri lo stava davvero sballottando da una parte all’altra non solo della città, ma anche del suo essere.

Incerto se entrare o non entrare, alla fine, vedendo il cancello aperto, entrò.

Non lo aveva mai fatto, ma molti gli avevano che parlare con un proprio caro defunto facesse bena all’anima; Nick invece pensò che parlare alla lapide di Stu avrebbe reso i suoi soliloqui e vaniloqui meno stupidi e lo avrebbero aiutato a sciogliersi, sentendosi meno sciocco.

Ma quando fu vicino alla lapide, notò, con sorpresa, che, nonostante fosse da poco passato il tramonto, c’era ancora qualcuno e quel qualcuno era proprio presso la lapide di Stu.

Quando si avvide che era una coniglietta, subito il pensiero e il cuore corsero alla sua Judy, ma poi guardando meglio si accorse che era una delle gemelle, e che non era sola.

“Buonasera Denise. Che ci facciamo qui, a quest’ora?”

La coniglietta arrossì, ma prima che potesse rispondere, intervenne lui:” Capitano Wilde, cadetto Sanchez jr, a rapporto, signore.”

“Riposo, ragazzo.” Rispose Wilde divertito:” Ho solo chiesto alla tua ragazza cosa ci facesse qui.”

“Lei è con me, signore,” Rispose ancora il cadetto, che era un esemplare di lontra, con tono militare:” Mi sta presentando a suo padre.”

Per Nick la cosa non aveva molto senso, ma conosceva il carattere degli Hopps e quindi non ci dette molto peso, invece gli piacque lo zelo che il giovane cadetto dimostrava.

La cosa ovviamente gli sfuggi dalle zampe e così, sfruttando il suo potere, si rifece sul povero cadetto della pessima giornata avuta.

“Vieni con me, devo parlarti.” Disse al cadetto, e questi lo segui come un cagnolino ubbidiente; quando furono a debita distanza Nick cominciò a parlare, anche se a voce bassa, per evitare orecchie indiscrete:” Se solo la farai soffrire una volta, ti seppellirò cosi affondo che ci vorranno gli speleologi per ritrovarti.”

Il terrore sullo sguardo del cadetto gli procurò un temporaneo piacere, ma subito si pentì e addolcì lo sguardo ribattendo:” Sto scherzando.”

“Diamine, signore, mi avete spaventato.” Rispose il cadetto, ma poi entrambi scoppiarono a ridere e quella risata alleviò il peso di Nick, almeno però un po'; ma poi venne il momento di tornare a casa.

Sulla via del ritorno, quando stava preparando il discorso per farsi perdonare, fu di nuovo richiamato al lavoro, quando dal 21 di Jump Street si levarono delle grida di terrore e un urlò più acuto che diceva: “AL LADRO, AL LADRO. ACCORUOMO.”

E così, di nuovo, fu costretto a rimandare.

 Quando, infine, tornò a casa, Nick trovò la cena in caldo e Judy sfinita che dormiva con i cuccioli; a quel punto Nick si limitò a cenare e si coricò sul divano, ma il sonno non arrivò divorato dai tarli della colpa e della presunta gelosia.

 

Una finestra coi mezzi perni era l’ideale per i suoi strumenti di scasso: nessun danno, nessuna traccia, entrare e uscire il più rapidamente possibile.

Il buio lo accolse con la sua gentilezza, ammantando le sue azioni, ma improvvisamente intravide una luce provenire da una stanza e delle voci.

“E quindi tu credi sia possibile?”

“Certo, Piggy. Fidati di me, è un piano geniale.”

Le informazioni che gli erano state fornite erano sbagliate, il 21 di Jump Street era abitato.

Nella fretta di andarsene, urtò una valigia e fece di conseguenza cadere un vaso, allarmando le inquiline, le quali corsero subito in corridoio e, vedendo un’ombra scivolare furtiva, si misero a gridare.

“AL LADRO, AL LADRO. ACCORUOMO!” Gridò miss Piggy.

Il ladro nel frattempo si era gettato fuori dalla finestra, non potendo perdere tempo.

 

Nella prossima puntata: Tenetevi stretti i portafogli e chiude bene le finestre, ci saranno molti “Furti”

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