Nella
puntata precedente: Nuove minacce
incombono su Zootropolis sotto forma di Napoleoni del crimine, mentre
altri
tramano per la conquista del potere.
Uscita
dalla stazione si godette
ancora la scena in cui il grosso ippopotamo veniva condotto
nell’autovettura,
ma il divertimento venne interrotto dal video di accoglienza a
Zootropolis.
Nel
video in questione si vedeva
una coniglietta dagli occhi ametista presentarsi come Judy Hoops e per
poi
venire affiancata da una volpe dagli occhi verdi rispondente al nome di
Nick
Wilde, infine il video concludeva con i due che si baciavano
appassionatamente,
dando il benvenuto a Zootropolis.
Miss.
Piggy sentì un brivido di
disgusto grattarle la schiena, poi fu avvicinata da una donnola, a cui
dette il
benservito; povera donnola, voleva solo essere cortese, e ci aveva
rimediato uno
spray urticante sugli occhi.
La
maialina si rassettò il
tailleur e poi si avviò verso una macchinetta che per mezzo
soldo forniva la
mappa di Zootropolis: l’oggetto in questione non era una
semplice mappa
cartacea, ma un tablet che si connetteva con un segnale gps
all’intera rete,
fornendo punti d’interesse, luoghi di spettacolo e
informazioni storiche.
Per
quanto fosse abituata alla
tecnologia, quel sistema di ricerca le risultò ostico, per
via del fatto che
più che fornire informazioni stradali, forniva informazioni
turistiche; cioè
indicava prima le strade dove avvenivano eventi, dove c’erano
punti d’interesse
e poi forniva una vera e propria mappa generale.
Miss.
Piggy dopo un non breve trafficare trovò
l’indicazione che cercava: come
raggiungere il 21 di Jump Strett.
Tai
Cheng era lì e lo fissava coi
piccoli occhietti verdi, Nick non sapeva che dire.
“Allora,
volpe.” Intervenne
l’ippopotamo:” Il capitano
dov’è?”
Nick
si riprese e pensò di
giocare un po’ con lui, giusto per sciogliere la tensione.
“Il
capitano non è al momento
disponibile, ti hanno affidato a me.”
“E
cosa essssere tu?”
“Un
profilar.” Rispose Nick, che
aveva trovato la cosa divertente
“Bugiardo.”
Mugugnò Cheng.” Chi
sei davvero Nicolas Wilde?”
Nick
rimase basito, sapeva.
Tiberius
passeggiava osservando
con occhi pieni di meraviglia le varie abitazioni, parlando con suo zio
del più
e del meno, soprattutto della ragione per cui il giovane avesse scelto
per il
suo master in architettura.
Ma
lenti
come erano a parlare e camminare, non si poté finire il
discorso perché si era
già arrivati al 27 di Jump Street, ed era ormai ora di cena,
nonostante si
fossero avviati di primo pomeriggio.
Per
Judy era stato un duro colpo
essere stata lasciata sola da suo marito nel momento in cui aveva
più bisogno
di lui, ma si fece lo stesso forza, d’altronde il nuovo
lavoro di Nick era
comunque impegnativo e lo vincolava al distretto.
Ferma
davanti a quella lapide,
ultimo segno tangibile dell’esistenza di Stu Hopps, Judy
cercò di farsi forza,
nonostante calde lacrime le scivolassero gentili lungo il volto.
“Mi dispiace, sono
arrivato troppo tardi.”
Disse una voce dolce e gentile dietro di lei.
Il
tono era quello di sempre, ma
quando si girò per rispondergli, non lo riconobbe tanto era
cambiato.
“Ben,
sei tu?” Chiese rivolta ad
un aitante giaguaro, la cui muscolatura si delineava marcatamente
attraverso la
divisa.
E
il ghepardo asserì con la testa
e poi corse ad abbracciarla.
“MI
dispiace per tuo padre.” Poi
disse con tono affranto.
“Grazie
Ben.” Rispose Judy e poi
gli chiese:” Non ti dispiacerebbe farmi compagnia, i cuccioli
sono dalla
mamma.”
“Ma
certo.” Rispose Gideon:” Non
lascerei mai sola una tenera coniglietta.”
A
quel punto Judy si lasciò
scappare un sorriso e rispose:” Se un coniglio dice ad un
altro coniglio che è
tenero, va bene. Ma se è un altro animale, be
…”
Ben
scoppio in una chioccia
risata, riportando Judy ai tempi che furono.
E
così si avviarono verso casa di
lei, parlando del più e del meno.
“Mi
dispiace soprattutto per i
piccoli, loro si stavano così divertendo in
campeggio.”
“Ti
preoccupi per tutti tu?”
“Che
ti posso dire, sarà una mia
abitudine.” Rispose:” E a te, invece, come va? Ho
saputo dei tuoi successi.”
“Già.”
Rispose Ben:” Ma te lo
immagini, io, Benjamin Clawhauser, sono stato promosso di grado e ora
prenderò
parte alle prime olimpiadi della polizia. È una cosa
mitica!”
Judy
sorrise e accarezzò la zampa
di Ben: almeno a lui, le cose stavano andando bene.
A
lei invece per niente: litigava
sempre più spesso con Nick, suo padre era morto, al lavoro i
casi
scarseggiavano, il raccolto era andato bruciato per il caldo.
Più
ci
pensava, più si sentiva triste e così, per
scacciare la tristezza, decise di
stringersi più forte a Ben.
Jump
Street, classico quartiere
medioborghese con appartamenti ammassati in cubicoli e un parco giochi,
era
meno squallido di quanto si aspettasse.
Il
21 non si distingueva dagli
altri numeri, se non per il buffo portone in ferrovetra a forma di M.
Miss
Piggy arrivò al 21 di Jump
Street, suonò al citofono e una volta arrivata
all’ultimo piano fu accolta
calorosamente da Dawn Bellwether.
“Ciao,
Piggy da quanto tempo?
Come va?” Disse la pecorella
“Tutto
bene.” Rispose la
maialina:” Grazie. Ho saputo dei tuoi problemi.”
La
pecorella rise e rispose:”
Problemi che mi hanno impedito di venirti a prender alla
stazione.” Poi pensò
fra sé e sé: “Ma ora grazie a te,
Lionheart e Zotroopolis pagheranno.
Pagheranno tutti.”
Poi
la
fece accomodare nella casa e si cominciarono a sistemare.
“Allora,
chi sei veramente Nick?”
insistette Cheng fissando sprezzante la volpe.
“Sono
il capitano di questo
distretto e sono qui per interrogarla sui motivi che l’hanno
portata qui,
ex-maggiore Tai Cheng.” Rispose freddo Nick per mascherare la
sua tensione.
“Stai
mentendo, Nick!” Ribatté
canzonatorio l’ippopotamo:” Hai paura, ma non so
perché” Concluse con tono più
serio.
“Forse
perché siete più grosso di
me?” Disse in risposta Nick
“Non
credo. Pensi che non mi sia
accorto dei sistemi di stordimento o del vetro a specchio nella parete?
Hai
paura, hai paura, forse, perché ti trovi di fronte a
qualcuno che ti è pari.”
“Se
solo
sapessi quanto ti sbagli, vecchio mio.” Pensò Nick
e poi il pensiero corse al
vecchio Stu, l’unico che fosse davvero riuscito a tenergli
testa e quel
pensiero lo condusse come un file rouge alla sua Judy e al fatto che
l’avesse
abbandonata nel momento del bisogno. E la cosa gli fece male.
Per
non
pensarci si accani di nuovo sul fermato.
“Mi
dica
quali siano le sue intenzioni e le ragioni per cui un cittadino cinese
debba
venire qui a disturbare la bella quiete di Zootropolis. Se non me le
dirà, la
farò rispedire indietro con il divieto di rimettere piede
entro i nostri
confini. E farò in modo che ciò sia
permanente.”
Tai
Cheng
non sembrò scomporsi molto, ma Nick, che lo aveva conosciuto
in un altro tempo
e in un altro luogo, poté notare come le sue orecchie si
fossero
impercettibilmente mosse.
“Vengo
qui in cerca di lavoro, solo di lavoro e le carte che ho con me lo
possono
provare. Io sono Tai Cheng, ex-maggiore sotto il comando del
contestabile Qui
Cao (leggasi Ci Zao).”
A
sentire
quel nome Nick rabbrividì…
quell’ippopotamo era davvero pazzo o sconsiderato se
si era messo al servizio di quel folle di Cao.
“Problemi
con Nick?” Chiese
Clawhauser, buttando la domanda così
Judy
rimase un attimo interdetta
e poi rispose:” Si. Cioè, no. Cioè, si.
Oddio è tutto così
complicato”
Clawhauser
gli passo
amichevolmente la zampa sulla testa:” Tu ami Nick e lui ama
te, le
complicazioni fanno parte della vita di una coppia. E poi non
dimenticarti che
Nick è il capo del distretto, ora più che mai ha
un sacco di doveri, obblighi e
difficoltà.”
“Lo
so.” Disse Judy, quasi
moggia:” Lo so, ma è come se si stesse
allontanando sempre più da me. In
effetti quanto conosco davvero Nick? Quante donne avrà amato
prima di me,
quante vite avrà vissuto prima di questa, che cosa
avrà mai fatto prima di
conoscermi e quante altre ne avrà viste?”
Clawhauser
capì le ansie della
sua amica e la strinse a sé per rassicurarla. Povera Judy,
così piccola e
fragile.
Poi
per
farla rilassare Clawhauser disse:” Senti facciamoci una
camminata verso Jump
Street, dal suo parco si gode la vista di uno dei più bei
tramonti.”
L’interrogatorio
con Tai Cheng
continuò per molto tempo, anche troppo, con una serie di
affondi ai quali alla
fine Nick reagì con freddezza e ostilità.
“Non
conosco nessun Contestabile
Qui Cao (leggasi Ci Zao), nel cui nome dite di venire. Pertanto io vi
dichiaro
in arresto per: resistenza all’arresto e oltraggio a pubblico
ufficiale.”
Tai
Cheng si alzò di scatto e
avvicinandosi a Nick gli ruggì:” Paura, sbirro.
È solo paura la tua.”
Poi
si fece di nuovo
riammanettare e, senza ribellarsi si fece trarre in prigione, ma prima
lanciò
un’ultima frecciatina a Nick.
“Sbirro,
domani mattina verrai tu stesso a liberarmi e mi chiederai anche
scusa.”
Li
vide arrivare, mentre si
gustava il tramonto.
Come
era bello il tramonto,
adorava i tramonti, ma non pensava mai che anche in città se
ne potessero
vedere di così belli.
Ma
quella visione era stata
rovinata da quei due: il ghepardo e la coniglietta, che se ne andavo
stretti
stretti per la via.
Miss
Piggy avrebbe voluto vomitare loro una serie di improperi, ma alla fine
si
trattenne e si limitò a pensare solo a quanto fossero
perversi i conigli, che
si andavano costruendo relazioni interspecie; almeno lei si era preso
una della
sua razza.
L’interrogatorio
con l’ippopotamo
si era protratto a lungo e si era rivelato in un certo qual modo noioso.
Così
Nick, per fare più in
fretta, tagliò per Jump Street e a corsa si diresse verso
casa, d’altronde era
rimasto appiedato.
Ma
quando girò l’angolo, vide
Judy e un aitante ghepardo fianco a fianco, ma fu quello che
sentì che lo
lasciò basito.
“Tu
mi piaci, e vorrei provarci
con te.” Stava dicendo il ghepardo.
A
quelle parole Nick rimase di
sasso, ma piuttosto che affrontare la questione, preferì
cambiare strada, non
avendo alcuna voglia di un altro scontro; d’altronde si
sarebbe chiarito con
Judy una volta tornato a casa.
Ma
se si fosse fermato a parlare,
avrebbe chiarito subito l’equivoco.
Infatti
Clawhauser non ci stava
provando con Judy, ma semplicemente stava spiegandole una cosa.
“Il
fatto è che resto sempre il
vecchio ciccio Clawhauser e vorrei dirle tu mi piaci e vorrei provarci
con te,
ma non ho il coraggio.”
Judy
gli
sorrise e rispose:” Tu eri già una persona
speciale, Benjamin, non scordartelo.
Quello che sei ora rappresenta già una dimostrazione di
coraggio e impegno. Su
vecchio mio, fatti forza e buttati.”
Ben
sorrise soddisfatto: su gli amici si può sempre contare.
Era
arrabbiato più con sé stesso
che con il marcantanonio casanova circuitore delle mogli altrui.
Infondo era
colpa se tutto era successo, se non avesse lasciato Judy da sola, tutto
questo
non sarebbe successo.
Ma
il pensiero di Judy lo riportò
di nuovo al funerale e quindi a Stu e quando rialzò gli
occhi da terra, Nick si
ritrovò davanti al cimitero di Zootropolis.
Quel
continuo flusso di pensieri
lo stava davvero sballottando da una parte all’altra non solo
della città, ma
anche del suo essere.
Incerto
se entrare o non entrare,
alla fine, vedendo il cancello aperto, entrò.
Non
lo aveva mai fatto, ma molti
gli avevano che parlare con un proprio caro defunto facesse bena
all’anima;
Nick invece pensò che parlare alla lapide di Stu avrebbe
reso i suoi soliloqui e
vaniloqui meno stupidi e lo avrebbero aiutato a sciogliersi, sentendosi
meno
sciocco.
Ma
quando fu vicino alla lapide,
notò, con sorpresa, che, nonostante fosse da poco passato il
tramonto, c’era
ancora qualcuno e quel qualcuno era proprio presso la lapide di Stu.
Quando
si avvide che era una
coniglietta, subito il pensiero e il cuore corsero alla sua Judy, ma
poi
guardando meglio si accorse che era una delle gemelle, e che non era
sola.
“Buonasera
Denise. Che ci
facciamo qui, a quest’ora?”
La
coniglietta arrossì, ma prima
che potesse rispondere, intervenne lui:” Capitano Wilde,
cadetto Sanchez jr, a
rapporto, signore.”
“Riposo,
ragazzo.” Rispose Wilde divertito:”
Ho solo chiesto alla tua ragazza cosa ci facesse qui.”
“Lei
è con me, signore,” Rispose ancora
il cadetto, che era un esemplare di lontra, con tono
militare:” Mi sta
presentando a suo padre.”
Per
Nick la cosa non aveva molto
senso, ma conosceva il carattere degli Hopps e quindi non ci dette
molto peso,
invece gli piacque lo zelo che il giovane cadetto dimostrava.
La
cosa ovviamente gli sfuggi
dalle zampe e così, sfruttando il suo potere, si rifece sul
povero cadetto
della pessima giornata avuta.
“Vieni
con me, devo parlarti.”
Disse al cadetto, e questi lo segui come un cagnolino ubbidiente;
quando furono
a debita distanza Nick cominciò a parlare, anche se a voce
bassa, per evitare
orecchie indiscrete:” Se solo la farai soffrire una volta, ti
seppellirò cosi
affondo che ci vorranno gli speleologi per ritrovarti.”
Il
terrore sullo sguardo del cadetto
gli procurò un temporaneo piacere, ma subito si
pentì e addolcì lo sguardo
ribattendo:” Sto scherzando.”
“Diamine,
signore, mi avete
spaventato.” Rispose il cadetto, ma poi entrambi scoppiarono
a ridere e quella
risata alleviò il peso di Nick, almeno però un
po'; ma poi venne il momento di
tornare a casa.
Sulla
via del ritorno, quando
stava preparando il discorso per farsi perdonare, fu di nuovo
richiamato al
lavoro, quando dal 21 di Jump Street si levarono delle grida di terrore
e un
urlò più acuto che diceva: “AL LADRO,
AL LADRO. ACCORUOMO.”
E
così, di nuovo, fu costretto a
rimandare.
Quando, infine,
tornò a casa, Nick trovò la
cena in caldo e Judy sfinita che dormiva con i cuccioli; a quel punto
Nick si
limitò a cenare e si coricò sul divano, ma il
sonno non arrivò divorato dai
tarli della colpa e della presunta gelosia.
Una
finestra coi mezzi perni era
l’ideale per i suoi strumenti di scasso: nessun danno,
nessuna traccia, entrare
e uscire il più rapidamente possibile.
Il
buio lo accolse con la sua
gentilezza, ammantando le sue azioni, ma improvvisamente intravide una
luce
provenire da una stanza e delle voci.
“E
quindi tu credi sia
possibile?”
“Certo,
Piggy. Fidati di me, è un
piano geniale.”
Le
informazioni che gli erano
state fornite erano sbagliate, il 21 di Jump Street era abitato.
Nella
fretta di andarsene, urtò
una valigia e fece di conseguenza cadere un vaso, allarmando le
inquiline, le
quali corsero subito in corridoio e, vedendo un’ombra
scivolare furtiva, si
misero a gridare.
“AL
LADRO, AL LADRO. ACCORUOMO!”
Gridò miss Piggy.
Il
ladro nel frattempo si era
gettato fuori dalla finestra, non potendo perdere tempo.
Nella
prossima puntata: Tenetevi stretti i
portafogli e chiude bene le finestre, ci saranno molti
“Furti”
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