La Prescelta

di Sara_Kissyou_15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Prologo 

Due occhi rossi la seguivano ovunque andasse, la osservavano come per scrutarla fin dentro l'anima. Corse lungo le strade di quella città addormentata, il più veloce possibile, girò a sinistra, poi a destra, intorno a una fontana, percorse tutta la piazza e giunse a un porto. Qui si voltò indietro e con sollievo si accorse di essere sola e di non essere seguita. Ringraziò mentalmente Dio e proseguì in una direzione che la sua mente non conosceva, ma il suo corpo e il suo istinto sí. Dopo una ventina di minuti di cammino iniziò a scorgere la cupola di una chiesa. Dopo pochi minuti giunse a una piazza dove si trovava una grande chiesa con le rifiniture e il portone in oro. Accanto a questa chiesa vi era una strada ampia, a cui un cancello d'oro impediva l'accesso. Lo aprì, cercando di fare meno rumore possibile e corse verso l'entrata di una gigantesca villa, circondata da un bellissimo giardino curato e tre fontane raffiguranti sirene nell'atto di cantare. Bussò al portone d'oro, sulla cui superficie erano incastonate diverse pietre preziose, e un maggiordomo dall'aria assorta e assonnata le aprì. 
-Il signore la stava aspettando- le disse
Osservò l'ingresso e con l'aiuto del maggiordomo attraversò il grande ingresso, percorse il corridoio a sinistra e oltrepassó una porta che portava a una grandissima sala. Sulla parete a sinistra vi erano ampie finestre, oscurate da lunghe tende di velluto viola. Il pavimento era composto da lastre di marmo bianco, rifinite con disegni in oro liquido. Le stampe erano due: una raffigurava uno stemma con all'interno un tridente ornato da sei conchiglie, l'altra rappresentava una delle fontana della villa, quella centrale. Alla fine della sala vi era un rialzo di scalini, che creava come un piccolo podio, sopra il quale vi erano due troni d'oro massiccio con le sedute di color porpora. Un tappeto, sempre di color porpora, percorreva tutta la stanza, dall'entrata fino a essere poggiato sotto i troni. Nella parete di fronte ai troni, sopra alla porta, si trovava un quadro che rappresentava cinque persone: la figura di un uomo seduto su una raffinata sedia, circondato da una donna e tre bambine. In lui risaltava lo sguardo serio e al tempo stesso saggio, i capelli di una tonalità di viola scuro risaltavano la carnagione chiara e gli occhi di color ametista. La donna aveva i capelli del color del grano maturo raccolti in un chignon, gli occhi color del mare in tempesta e un sorriso sincero le addolciva il viso. La bambina alla destra dell'uomo aveva gli occhi del suo stesso colore e i capelli erano castani; la bambina al centro aveva gli occhi color del mare e i capelli biondi; l'ultima aveva i capelli sul castano chiaro e gli occhi sul violetto. 
I loro abiti erano del colore dei loro rispettivi occhi ed erano abiti pomposi, ricchi di fiocchi e lustrini, degni delle più grandi personaggi della vita mondana. Infatti questa era la famiglia reale.


Ciao a tutti, mi chiamo Sara e questa è la primissima storia che pubblico su EFP, quindi sono parecchio emozionata!:D 
La mia storia, "La Prescelta", si trova pubblicata anche su wattpad, ma vi chiederei di non andare a leggerla lì perchè a ragion di logica su wattpad sono più avanti nel pubblicarla. Questa storia è un "miscuglio" di generi, è un paranormale/soprannaturale, romantico, sentimentale, azione e appartiene anche a due sottogeneri del paranormale, vampiri e demoni, quindi ce n'è proprio per tutti i gusti! 
Spero che la storia vi piaccia e che mi esprimiate il vostro parere attraverso recensioni! 
Grazie per l'attenzione :)



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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***



Ciao a tutti, questo è il primo vero capitolo della storia: spero che vi piaccia!!! Appena avrò tempo pubblicherò i prossimi tre capitoli! Mi raccomando: ditemi cosa ne pensate, è molto importante per me! Grazie mille per l'attenzione e ora vi lascio alla lettura ;)
Sara_Kissyou_15 / Lightbluse 



Capitolo 1 

Mi sveglio di soprassalto con la fronte imperlata di sudore e il fiatone. Mi tolgo di dosso le coperte e cerco le mie pantofole rosa con i coniglietti. 
Si, ho le pantofole rosa con i coniglietti, ma non è colpa mia se mia madre crede di avere una figlia con i gusti di una bambina di 10 anni! 
Vado in bagno, apro il rubinetto e mi bagno un po' il viso. 
Da qualche mese a questa parte non c'è una notte in cui non sogni questa scena. Ogni volta l'impressione di conoscere quel luogo mi pervade l'anima e mi crea un sacco di domande a cui non so rispondere. È come se una parte della mia testa avesse già percorso quelle viottole, come se fosse già stata in quella villa sfarzosa con quel quadro. A proposito del quadro, quella bambina bionda con gli occhi azzurri mi assomiglia molto, da piccola avevo i capelli biondi come i suoi. È come se il mio cervello proiettasse una mia immagine da piccola in quel quadro, rendendo il tutto inquietante...
Ancora con la testa tra le nuvole mi dirigo in cucina, dove trovo mia madre che fa colazione, sempre se quella brodaglia dietetica possa essere definita colazione...
- Già sveglia??- mi chiede sbigottita e ancora mezza assonnata 
Come colpita da un fulmine mi volto in direzione dell'orologio e vedo che sono le 6:15 di mattina. 
-Eh si, avevo bisogno di un po' d'acqua- le rispondo 
- Luise, hai avuto un incubo?- mi chiede preoccupata 
Mamma ha sempre avuto il 'dono' di capire bene i sentimenti degli altri e le loro emozioni, questo è il suo lato che mi è sempre piaciuto di più, perché non essendo una persona che esterna molto bene i proprio sentimenti mi è sempre tornato utile e più agevole, ma ora mi è d'intralcio.
Non voglio farla preoccupare e cosa più importante non voglio tornare a vedere la signora Clear. Quando ho iniziato ad avere sogni strani, dove gli elementi sempre presenti erano una grande villa, una chiesa e quel quadro, l' ho subito detto ai miei genitori, i quali hanno ritenuto che la cosa migliore fosse portare la loro adorata figliola a fare delle innocue, a detta loro, visitine dalla signora Clear. Penso che sia opportuno dire che la signora Clear sia una psicologa.
Sopportare quelle sedute inutili e profondamente stressanti, in compagnia di una signora falsa quanto una moneta da tre euro, non mi è servito a niente, anzi ho solo perso del tempo. Quindi questa volta ho deciso di stare zitta! 
- Ti vanno bene i biscotti con il latte per colazione?- 
Bene, per ora si è arresa, ma il mio sesto senso mi dice che tra non molto ritornerà alla carica e che devo smettere di pensare a questi sogni. 
- Non ho fame mamma, grazie mille lo stesso - le do un bacio sulla guancia- vado a prepararmi!- 
Non le do nemmeno il tempo di dire qualcosa che mi lancio verso le scale, percorrendole più in fretta che posso. 
Corro in bagno a lavarmi e successivamente vado in camera mia a scegliere il mio outfite per la giornata, cioè : canottiera nera, leggins neri, camicia a quadri rossa e nera e le mie bellissime e comodissime convers rosso fuoco. Abbigliamento adatto a questa giornata calda di fine maggio. 
Ritorno in bagno per truccarmi: un po' di matita, eyeliner sulla palpebra mobile e mascara e sono a posto. 
Vado giù, prendo lo zaino e saluto mia madre, prima di uscire per andare alla fermata del pullman. Arrivo e controllo l'orario, sono le 7:05 e sono in perfetto orario! Cosa stranissima, ma a volte i miracoli capitano...
Alle 7:10 arriva il pullman e ci salgo sopra. Il pullman sarebbe vuoto se non fosse per l'autista e una vecchiettina seduta ai primi due posti. Questo mi risolleva un po' il morale: non sono di mio gradimento le folle di persone e le urla. 
Mi metto a sedere in uno dei tanti posti liberi e mi infilo gli auricolari. Fino all'arrivo a scuola mi farò una buona dose delle mie canzoni preferite.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Velocemente scendo dall'autobus e mi dirigo verso la scuola, percorrendo la strada in salita. Improvvisamente mi sento chiamare e non faccio in tempo a voltarmi, che una ragazza dai capelli rossi mi piomba addosso abbracciandomi. Ricambio d'istinto l'abbraccio e lei inizia a stringere di più le braccia intorno alle mie spalle. Mi manca l'aria...
-Marie sto soffocando...- 
-Oh scusami Luise - mi dice dispiaciuta, allentando l'abbraccio fino a scioglierlo del tutto - come stai?- 
-Bene, tu?- 
- Tutto a posto- 
Detto ciò ci incamminiamo verso la scuola. Superiamo il cancello e Marie mi chiede: 
-La sai l'ultima?!- 
Marie è sempre stata, o almeno da quando ho memoria, una ragazza estremamente curiosa, gioviale e sempre pronta ad aiutare tutti, quindi molti che non la conoscono bene la definiscono 'pettegola', cosa che non è. Posso affermare di conoscere quasi tutti i lati della sia personalità allegra e sensibile, ormai ci conosciamo da molto. Non mi ricordo in modo preciso come sia avvenuto il nostro primo incontro, però già in prima elementare eravamo grandi amiche. 
Lei mi capisce davvero, spesso basta una sola occhiata per capirci, lei mi ha aiutato ad essere più aperta e meno pessimista. Se sono così ora, cioè con tanti amici e fiera di me stessa, lo devo anche a lei.
- No, cosa è successo?- le chiedo
- Oggi dovrebbe arrivare una ragazza nuova, da dove provenga e il perché abbia cambiato scuola non lo sappiamo- 
Mi correggo, a volte può essere un po', ma giusto giusto un po', pettegola, ma d'altra parte la perfezione non esiste. 
- Ma a 15 giorni dalla fine della scuola? Non è strano?- 
- L'ho pensato anche io! Ma invece che cercare di ipotizzare il perché, magari andando fuori strada, lo potremo chiedere a lei direttamente!- 
La nostra conversazione è interrotta dal suono della campanella che segna l'inizio delle lezioni. Ci affrettiamo ad oltrepassare il portone e insieme a tutti gli altri studenti andiamo in classe.
Appena entrate notiamo che quasi tutti i nostri compagni sono già arrivati, tranne i soliti ritardatari. La nostra attenzione viene subito catturata da Erica, che appena ci vede ci sorride e ci saluta animamente con la mano. Erica è un'altra mia cara amica,e insieme a lei formiamo un trio inseparabile, infatti il resto della classe ci chiama 'Le Tre'. Per l'appunto siamo tutte tre accanto di banco. 
- Ciao Lui, ciao Marie- 
- Ciao Eri- le dice Marie abbracciandola 
Io mi limito a sorriderle e a farle un cenno con il capo. 
- Saputa la novità?- ci chiede
- Quella della ragazza nuova? - le chiedo 
- Come lo sapete di già? E io che pensavo di essere stata la prima a saperlo!- dice con mettendo il l broncio 
- Erica, lo sai che mia sorella ha orecchie dappertutto- le dice Marie per consolarla 
- E sai che Marie ha una bocca più larga di un forno...- le dico io, facendola ridere 
- Cosa vorresti dire?!?!- mi dice Marie facendo finta di essere arrabbiata
- Quello che ho detto: sei una chiacchierona!- le rispondo sorridendo
- Sei fortunata: non ho voglia di arrabbiarmi oggi!- dice cercando di fare la sua espressione più imbronciata, ma non ci riesce perché scoppia a ridere e noi insieme a lei. 
La nostra 'pagliacciata' viene sedata dal buongiorno del professor Patterson. 
- Buongiorno ragazzi, questa sarà la vostra nuova compagna di classe- dice e tutti ci mettiamo a sedere ai nostri posti.
Dalla porta entra una ragazza che saluta tutti con la frase : 
- Ciao a tutti, mi chiamo Cristina e ho 17 anni, vengo da Seattle e sono contenta di poter studiare con voi!- 
Il tutto è accompagnato da un gran sorriso che non so se definire falso o vero. 
Cristina ha i capelli castani e due grandi occhi verdi. È alta, slanciata e magra, ora non magra nel senso di pelle e ossa, ma di una giusta corporatura con le curve al punto giusto. Mi volto per vedere le espressioni dei ragazzi: tutti, nessuno escluso, non le staccano gli occhi di dosso e posso giurare che Edoardo e Mattia hanno anche un po' di bava alla bocca. Eh si, la nuova ha fatto colpo! 
- Bene Cristina, puoi sederti accanto a Mattia- le dice il professore, indicandole il banco dietro il mio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti! 
Ci tengo molto a ringraziare mikyferrodebbyna21 per aver recensito la storia, soleluna2020 per averla aggiunta ai Preferiti , Ashwini e debbyna21 per averla aggiunta alle Seguite! Mi fa veramente piacere!! :D 
E ora, ecco a voi il terzo capitolo!! 


Capitolo 3 

Le auto sfrecciano una dietro l'altra sulla strada, come se volassero a pochi centimetri dal suolo. I tubi di scappamento producono un po' di fumo ogni volta che una macchina accelera, creando un odore, a parer mio soffocante, di smog. Odio questa parte della mia città... Roma è una città ricca di storia e di arte, ma l'uomo la sta rovinando, le sta facendo perdere la sua antica bellezza. A volte me la immagino la vita degli antichi Romani, un mondo dove le più grandi aspirazioni erano combattere e avere una carica politica, un mondo dove nei plebei vigeva la semplicità. Mondo che ci viene descritto da Livio, Ovidio, Cicerone, Cesare, ognuno ne descrive una sua sfaccettatura.
Io adoro tradurre i loro testi, perché è molto interessante vedere il momento che vivevano attraverso i loro occhi, riflettere su molti argomenti attraverso le loro menti e conoscere le loro abitudini. Quindi da una parte mi dispiace essere già in vacanza, però sinceramente non ne potevo più! Quest'anno è stato proprio stancante e le vacanze sono ciò di cui ho bisogno per rimettermi in sesto.
Attraverso la strada e per poco una macchina non mi mette sotto.
-Ma chi ti ha insegnato a guidare?!?!?!?! Potevi mettermi sotto scemo!!!-
Ora che la guardo meglio è una macchina sportiva, una Ferrari nera con i finestrini oscurati. Ne esce fuori un ragazzo. Da' l'impressione di essere il solito ragazzo borioso, che crede di essere Dio sceso in terra. Moro, fisico palestrato ma non troppo e due fari verdi tinteggiati di azzurro. Ah, e sembra arrabbiato...
- Ma come osi? Ci sei o ci fai? Sei tu ad aver attraversato senza guardare!-
Effettivamente non mi ricordo di aver guardato la strada persa tra i miei pensieri...
- Il codice della strada dice che le macchine devono far passare i pedoni che si trovano sulle strisce pedonali. Cosa pensi che siano queste?- gli chiedo indicandole
- Scusami, ma vedi qualcuno che si ferma a far passare i pedoni qui a Roma? - mi chiede con un’espressione sorniona.
- Non mi sembra che sia una scusa valida questa. È come dire:"So che non si piglia a schiaffi la gente, soprattutto quella che non si conosce, ma ti prendo a sberle lo stesso!"- mi faccio scappare
Lui scoppia a ridere.
- Facciamo così, facciamo finta di niente e tu guarda di non farti investire da nessuno- dice facendo comparire due fossette adorabili.
Ha un bel sorriso il maleducato.
Emetto un suono di consenso e attraverso la strada, arrivando dall'altra parte sana e salva.
Cammino per una decina di metri sul marciapiede e svolto a sinistra, dove si trova una parco giochi che di solito è pieno di bambini, mentre oggi è vuoto. Effettivamente fa insopportabilmente caldo e il sole è alla sua massima altezza e luminosità, e questi non sono i fattori giusti per tenere dei bambini fuori.
Il parco giochi è circondato su tre lati da siepi, in modo da formare una luogo riservato e confortevole e lontano dalla strada. Attraverso il vialetto che passa al lato privo di siepi del parco giochi e, quando sto per arrivare alla fine della viottola, sento un tonfo dentro il parco. Subito penso che siano i bambini, ma come una fulmine a ciel sereno mi viene in mente che il parco era vuoto!!!
Mi do mentalmente della stupida, visto che molto probabilmente me lo sono immaginata e vado avanti. Non faccio neanche tre passi che sento un rumore di passi uscire dal parco e venire nella mia direzione a una velocità impressionante. Cerco di mantenere la calma e mi volto, non faccio in tempo a dire una sola parola che mi blocco alla vista di un essere che credevo esistessero solo nei racconti dell'orrore.
La creatura ha la pelle, sempre se possa essere definita così, viscida e bagnata, come quella delle rane, ha un’altezza e corporatura umana, ai lati del collo ci sono delle fessure della pelle molto simili a delle branchie, le sue orecchie sono un ammasso di 'pelle', le dita sono lunghe qualche centimetro, e al centro del petto ha un rubino rosso. I suoi occhi color petrolio luccicano e apre la sua bocca emettendo un ringhio contro di me, facendomi vedere tre file di denti aguzzi e lunghi. Cerco di riprendermi e correre via, ma sono come bloccata: non riesco a muovermi!!
Vedo la creatura lanciarsi contro di me con la bocca spalancata, si ferma a pochi centimetri dal mio volto e dice:
"È giunto il momento di completare l'opera, bastarda".
Detto ciò mi affera la gola con le sue 'mani', impedendo all'aria di entrare nei miei polmoni, inizio a vedere tanti puntini neri. Proprio quando sto per svenire, vedo la creatura togliere le mani dal mio collo, lanciato in aria da un altro individuo. La sua pelle perlacea, la sua forza, la sua velocità, la sua incredibile bellezza e i suoi occhi mi fanno capire che anche lui non è un normale essere umano.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Nero. Il buio. L'ignoto. I dubbi. La paura. Il terrore. Il panico. Il risveglio. La luce.
 
Mi sveglio di soprassalto con la fronte imperlata di sudore. La prima cosa che faccio è guardarmi intorno e con meraviglia scorgo, nella penombra della mia camera, le pareti color panna tappezzate di mie fotografie e disegni, riconosco la morbidezza del mio letto e inconsapevolmente tiro un sospiro di sollievo.
Tornano vividi in me i ricordi di quel sogno/evento, prepotenti come lo scorrere del vento e inarrestabili come lo scorrere del tempo. La paura, talmente forte da bloccarmi davanti a quell'essere, che non può esistere se non in racconti dell'orrore, e la sicurezza nel vedere la figura di un 'uomo', tanto bello e forte da sembrare frutto della fantasia. Quegli occhi color miele ispiravano sicurezza e protezione solo a guardarli...
Non riesco a capire se sia stato tutto vero oppure se sia stato semplicemente un sogno. Per correttezza controllo la mia sveglia che segnala le 4:40 del 17 giugno. Confusa come non mai rovisto nella borsetta che porto sempre con me, alla ricerca dello scontrino della libreria. Controllo dappertutto, ma non riesco a trovarlo, provo a cercarlo in una tasca dei pantaloni e lo trovo in una tasca. Sullo scontrino sono riportati la data e anche l'orario in cui è stato stampato, cioè alle ore 16:24 del 16 giugno. Quindi ieri sono uscita! Prima di prendere in considerazione il fatto che non sia stato un sogno decido di aspettare le 7:15, orario in cui mia madre si sveglia d'estate. Nel frattempo cerco di riaddormentarmi, ma i frammenti di quel sogno tornano prepotenti nella mia testa. Allora, stanca di non riuscire a dormire, mi vesto con un paio di pantaloni della tuta neri e una t-shirt bianca, prendo il mio telefono ed esco di casa per andare a correre.
Consapevole della lavata di capo che prenderei se i miei mi vedessero uscire a quell'ora, cerco di fare il minor rumore possibile mentre scendo le scale e percorro l'ingresso, fino ad arrivare alla porta di casa, che chiudo lentamente.
Appena inizio a correre smetto di pensare ai miei problemi e disagi, stacco la spina e mi catapulto in un mondo dove gli unici suoni sono il mio respiro, le palpitazioni leggermente accelerate del mio cuore e i rumori dell'ambiente circostante a me, cosa che alle 4:55 di mattina non può esserci.
Percorro una strada sterrata in salita che a mano a mano si dirama in due vie, una che porta a un maneggio, l'altra che porta sull'argine di un fiume. Adoro andare sull'argine e riflettere. Penso che sia il posto migliore che conosco per pensare, il rumore rilassante dell'acqua che scorre, i canti degli uccelli e il rumore che producono gli altri animali che lo abitano, rendono questo posto speciale.
Mentre mi avvicino sempre di più all'argine del fiume sento una voce di ragazza cantare. Il canto non ha un testo scritto, ma è formato da una semplice melodia. Questa ragazza ha davvero una bella voce. Incuriosita mi avvicino sempre di più all'argine, fino a vedere Cristina seduta sull'erba che canta guardando l'acqua che scorre.
"Non sapevo che sapessi cantare, Cristina" le dico sorridendo. Devo averla sorpresa, perché appena sente il suono della mia voce si interrompe e si volta verso di me sorridendomi.
"Ciao Luise, anche tu sveglia a quest'ora?" mi chiede cambiando argomento. Ho capito: non bisogna parlare del canto, però io sono così curiosa!!!
" Non riuscivo a dormire" le spiego semplicemente "come mai sei sveglia?"
"Questo è il posto perfetto per liberarsi dal peso dei ricordi" mi spiega sorridendo mestamente. Mi siedo vicino a lei e osservo il fiume scorrere.
"Era qualcuno di speciale?" le chiedo
"Chi?" mi chiede
"La persona che hai perso" le dico. Mi guarda stupita e sorride, ma il sorriso non raggiunge gli occhi e non è luminoso, bensì malinconico.
"Si capisce così tanto? Che ho perso qualcuno intendo" mi chiede guardandomi negli occhi
"Non molto, solo chi ha passato la stessa cosa la riconosce negli altri...." le rispondo guardandola negli occhi.
"Mia madre" mi dice non guardandomi e coprendosi il viso con i capelli "Mia madre mi ha lasciato quattro anni fa".
"Mi dispiace Cristina, so che del mio dispiacere non puoi farci niente, però sappi che ci sono, anche se non ci conosciamo così bene"
"Tu invece? Chi hai perso?" mi chiede, non guardandomi ancora
"Mio fratello. Se n'è andato senza dire niente né a me né ai miei. Il giorno prima c'era, il giorno dopo no" le dico, confidandole il mio segreto "Ci sono rimasta molto male anche per il fatto che eravamo gemelli. Molti dicono che i gemelli hanno un legame indissolubile, magico, dicono che i gemelli siano capaci di sentire quando l'altro sta male o è in punto di morte, dicono che questo legame sia indivisibile, dicono che sia un patto di unione eterna, ma non è così. Evidentemente non lo è" le confido con un filo di tristezza nella voce.
"Nella vita succedono molte cose, Luise, tuo fratello può avere avuto tantissime motivazioni per non parlarti della sua partenza improvvisa, però non dubitare mai del bene che ti vuole: è impossibile non volerne al proprio fratello o alla propria sorella. Puoi solo sperare che stia bene " mi conforta, regalandomi un sorriso pieno di sicurezza e di dispiacere per la mia situazione.

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