Il diario di Maria

di Lellaofgreengables
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho trovato il mio Mr Darcy ***
Capitolo 2: *** Visita alla mamma. ***
Capitolo 3: *** Appuntamento alle sei. ***
Capitolo 4: *** La sorpresa ***
Capitolo 5: *** Il rosario per la zia Pepa. ***
Capitolo 6: *** Diversi punti di vista ***
Capitolo 7: *** Litigio all'emporio ***
Capitolo 8: *** Ritorni. ***
Capitolo 9: *** L'epidemia di febbre spagnola ***
Capitolo 10: *** Un piano di fuga ***
Capitolo 11: *** Un monumento per due ***
Capitolo 12: *** Contagiata ***



Capitolo 1
*** Ho trovato il mio Mr Darcy ***


So benissimo come ottenere qualcosa dalla mia madrina e voglio che la zia Mariana mi accompagni in paese per ritirare i guanti di Grasse della madrina che arriveranno con la diligenza. Adoro la pelle profumata di Grasse. Mi fa pensare alla Francia, dove di sicuro non andró mai. Non ho mai messo un piede fuori da Puente Viejo, se non per visitare qualche paese vicino o per andare un paio di volte a Madrid. Comunque per farmi accompagnare da Mariana so cosa devo fare. Devo vestirmi da cavallerizza e dire alla madrina  che cavalcherò Miophia, il mio cavallo. In effetti quando scendo in salone, Francisca sta spiegando a Mariana come si serve la limonata. La madrina sta anche leggendo un romanzo noiosissimo e triste. Quando mi vede vestita per l'equitazione, mi prega di non andare in paese con il cavallo ma in calesse e con Mariana. Ho vinto. Ottengo sempre quello che mi riprometto. 
Giunta alla piazza incontro mio padre. Temo sempre questi incontri perchè sento i miei genitori così freddi e distanti. Mio padre appena mi vede. Mi ricorda che devo andare a trovare mia madre e non mostra il minimo interesse per i miei studi di viola. Con lui i trucchetti che uso con Francisca, non funzionano. 
Aspettiamo da più di un'ora e ancora non è arrivata la diligenza. Pare che ci sia stato un incidente. Credo nulla di grave. Comunque sta per accadere qualcosa... Lo sento... E poi lo vedo... Lui il mio Mr Darcy...  Solo meno vestito. Il ragazzo più bello e affascinante che abbia mai visto è sceso dalla diligenza. 
Mi si avvicina quel pedante di Pedro Miranar che inizia a lamentarsi per le strade e per la brutta avventura. Gli faccio notare che almeno lui ha vissuto una esperienza da raccontare ai nipoti... Io invece... Pedro si allontana ed io gioisco per la vittoria dialettica con il sindaco. Ma una voce soave mi distrae e mi domanda se per me un guanto vale più di una vita. La voce del forestiero che mi ha rapito il cuore. 
Comunque con un certo orgoglio, gli dico che non ci si rivolge ad una signorina senza prima essere stati presentati. In effetti il mio Mr Darcy manca di buone maniere. Lo chiamo ragazzo e lui resta sorpreso e mi domanda quanti anni io creda che abbia. Perfetto mi da del tu... Ma del resto anche io a lui... A quanto pare per lo sconosciuto anche io sono priva di buone maniere... E la mia immagine non è quella di una signorina...  Resto a bocca aperta... Ma come osa... E allora lui... Dice... "Chiudi la bocca altrimenti entrerà una mosca...". Maleducato... Non ti voglio vedere mai più... Ma in realtà non è così... Voglio vederlo di nuovo... So che tra noi è successo qualcosa e voglio ritrovarlo... A qualsiasi costo. Ed io ottengo sempre quello che voglio.

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Capitolo 2
*** Visita alla mamma. ***


Il giorno dopo mi reco in cucina dalla zia Mariana. Le rubo un dolcetto e mi prendo una lavata di capo. La zia ha bisogno di essere felice e dovrebbe riaprire le porte all'amore. Glielo faccio notare ma lei non mostra entusiasmo... Anzi al contrario... Mi fa notare che l'amore dona solo sofferenze e che la madrina mi troverà un marito ricco... Ma io mi sposerò solo per amore... Come la zia Pepa e lo zio Tristan. So che hanno penato tanto ma poi si sono sposati... E le loro nozze furono, secondo il nonno così emozionanti... Il mio forestiero lo sposerei immediatamente... La zia non sa nulla di lui. Non ha sue notizie. E se non dovessi più rivederlo? Intanto provo ad immaginare quale possa essere il suo nome... Callisto... Romeo... Di sicuro un nome romantico ed eroico... Più tardi in paese incontro la nonna Rosario che fa la spesa in piazza. Adoro la mia nonnina. Le propongo di portare la sua spesa oppure di accompagnarla con Miophia al Jaral. Ma lei ha giurato di non salire più sul mio cavallo...
Mi chiede di andare a trovare mio padre ma io temo di dargli fastidio... E che lui mi odi. La nonna mi rassicura e mi promette che se andrò dai miei, lei chiederá informazioni sullo sconosciuto. Ancora non riesce a credere che la sua piccola Maria si sia innamorata. Vado a trovare la mamma... Mio padre alla locanda mi ha ignorata come al solito. Ora sono nella mia prima casa con mia madre e cerco di rassicurarla sulla sorte del nonno Raimundo...  Mi rendo conto che i riferimenti all'esplorazione del Polo Sud e alla lettura dei quotidiani irritano la mamma. 
La madrina mi starà aspettando e sono sicura che si starà preoccupando.  Saluto mia madre e torno a casa.

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Capitolo 3
*** Appuntamento alle sei. ***



Finalmente ho incontrato di nuovo il mio forestiero maleducato e il posto dove tutto ciò è avvenuto è piuttosto peculiare: un cimitero. Tra tutte le tombe presenti, ho notato che solo una riesce a catturare l'interesse di quel villano: la tomba della zia Pepa. E mi è parso molto strano perché lei dovrebbe essere una sconosciuta per questo forestiero e poi perché si tratta di una tomba vuota. Ho dedotto che in quanto nuovo arrivato nella nostra comunità, il ragazzo ignorasse questo particolare. Quando però l'ho informato , lo sconosciuto mi ha guardato con due occhi sconvolti e stupiti... Gli ho fatto presente che una donna come Pepa non avrà bisogno delle sue preghiere perché, stando a quanto mi hanno sempre raccontato tutti di lei, era un angelo, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Il mio adorato sconosciuto inoltre è piuttosto maleducato nei modi e non mi faccio problemi a farglielo notare con finto sdegno. Allo stesso tempo però, colgo in lui un certo interesse nei miei confronti, anche se si ostina a dire il contrario. Ho pensato quindi di dargli un appuntamento questa sera alle sei vicino al vecchio ponte. Solo allora gli avrei svelato i particolari della storia d'amore più bella mai narrata: quella tra i miei zii, Pepa e Tristan. Avevo però un problema: sapevo poco io stessa di mia zia, visto che era morta quando avevo pochi mesi, per mettere al mondo mia cugina Aurora. La mia prima fonte di informazioni sulla zia Pepa è sempre stata mia madre e anche questa volta, la mamma si è rivelata molto utile. Mentre parlavo con lei nella locanda, però, non ho potuto fare a meno di pensare a me e a mia cugina. Entrambe cresciute lontano dalle nostre famiglie di origine, entrambe poco apprezzate dai nostri padri. Come ogni madre che si rispetti, anche la mia si è informata su come procedono i miei studi. Mi sono lasciata prendere dalla conversazione e ho aggiunto che sto facendo grandi progressi con il ragazzo più aitante e selvaggio che abbia mai conosciuto. Mia madre come sempre ripete:”Calma, Maria. Calma.” Dicono che quando si sente un profumo intenso nell'aria significa che qualcosa di bello stia per accadere. E proprio in quel momento in effetti un odore di dolce appena sfornato si diffonde nell'aria. Ho conosciuto Candela, la pasticcera e il profumo proveniva da dei deliziosi dolci che la donna aveva appena sfornato. Sono deliziosi e credo proprio che diventerò una sua cliente. Devo dire che sono i più buoni che abbia mai assaggiato ma dovrò stare attenta a non ripeterlo davanti alla zia Mariana.

Ho scoperto di essere un libro aperto per la mia madrina che mi conosce meglio di chiunque altro. Ha capito immediatamente che mi sono innamorata, del resto sistemare dei fiori e parlare del cinguettio delle rondini sono indizi chiari. La grande paura della mia madrina è che io mi innamori di un pezzente del paese come fece mia zia Soledad. Non so se lo sconosciuto sia ricco o povero ma so con certezza che è la persona più peculiare che ho visto in vita mia, per quanto abbia conosciuto solo le persone che abitano a Puente Viejo e nei paesi limitrofi e frequentato per lo più i personaggi dei romanzi che popolano la biblioteca. Il vero problema è che oggi la mia madrina ha invitato Don Anselmo e un nuovo sacerdote giunto da poco in paese alle sei, qui alla Villa. La mia presenza è imprescindibile. La madrina ha già deciso quale vestito dovrò indossare: un Coco Chanel che ho ordinato a Parigi. Alle sei però devo incontrare il mio affascinante sconosciuto. Ho provato ad adularla, ma non è servito a molto. Mi dispiace aver definito Don Anselmo e il suo nuovo aiutante: “vecchi decrepiti in sottana”. Tutti sanno quanto apprezzo il parroco che mi conosce sin da quando sono nata ma non posso perdere il mio appuntamento. Ho in mente un piano.

 

 

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Capitolo 4
*** La sorpresa ***


Le sorprese sono per definizione qualcosa di inaspettato e la scoperta che ho fatto sul mio forestiero è stata proprio così... Una sorpresa.
Avevo fatto di tutto per andare all'appuntamento ma lui non si era presentato. Sono tornata a casa nervosissima e ho costretto la zia Mariana a vestirmi in tutta fretta, senza per altro indossare quel vestito di Coco Chanel, che la mia madrina mi aveva consigliato. Tutto questo disturbo per “due vecchi decrepiti in sottana”. Sapevo che la madrina era furiosa con me per il ritardo ed infondo aveva ogni ragione: una signorina non manca di rispetto a due ospiti in quel modo. Un sguardo però mi bastò per farmi perdonare da Francisca, che non sapeva resistere ai miei occhi supplicanti.
E fu proprio in quel momento, quando uno dei due decrepiti in sottana (che poi tanto decrepito non sembrava) si voltò verso di me, che... Ebbi la mia terribile sorpresa. Uno dei due sacerdoti era il mio amato forestiero. Ora avevo anche un nome a cui collegare quel meraviglioso volto e non era né Callisto,né Romeo ma Gonzalo... Gonzalo Valbuena, il nuovo parroco.
Devo essere rimasta per un bel po' con la bocca spalancata perché la mia madrina si è sentita in dovere di spiegare a Gonzalo che generalmente non sono tipo da restare imbambolata e che sono sveglia come pochi altri.
Quando finalmente ci accomodiamo noto che quell'uomo, che mi ha rubato il cuore è veramente speciale. Non solo è affascinante ma anche il coraggio di affrontare Francisca Montenegro riguardo a tematiche come i diritti dei lavoratori. Io e Don Anselmo però ci rendiamo conto che si sta inoltrando in un terreno pericoloso, anche se a mio avviso la mia madrina abbaia ma non morde.
Per toglierlo dalla situazione difficile in cui si è cacciato, prego Gonzalo di accompagnarmi in giardino. Ed ecco che accade qualcosa di altrettanto strano... Non appena vi mette piede entra come in trance, proprio quando gli stavo spiegando il modo in cui evitare scontri con la madrina.
Domando a Padre Gonzalo se va tutto bene e lui mi risponde che quel luogo gli ricorda la propria infanzia e che quelli furono i momenti più belli di tutta la sua vita. E' un tipo molto strano, devo dire. La nostra conversazione ben presto si sposta su un lato più personale e io tento di fargli capire che potrebbe anche innamorarsi di me e lasciare l'abito per questo. Ovviamente padre Gonzalo ha rivendicato la sua decisione di diventare sacerdote. La cosa che mi ha stupito è stato il suo interesse per Pepa, una sconosciuta e le parole dure che ha rivolto a mio zio Tristan, non sapendo che era un mio parente. Ho spiegato il grado di parentela che mi unisce al vedovo di Pepa e ho difeso lo zio.
Ma perché Gonzalo mostra tutto questo interesse per mia zia, che per lui è una sconosciuta?
Poco dopo rientriamo in casa. I due uomini di chiesa sono stati invitati al banchetto e Mariana si è rivelata come sempre una grande cuoca. Ma prima di permettere ai due ospiti di tornare alla canonica, la mia madrina ha voluto  parlare da sola un attimo con Gonzalo. Credo che non abbia gradito il discorso sui diritti dei lavoratori che il ragazzo ha tenuto prima di cena. Mentre conducevo Don Anselmo alla porta, ho augurato mentalmente buona fortuna al mio affascinante forestiero. La mia madrina abbaia ma non morde ma sa anche essere molto severa.
Ebbene si, la vita mi ha fatto un brutto scherzo. Il mio forestiero è uno dei vecchi decrepiti con sottana.
Buonanotte.
 
Maria.  

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Capitolo 5
*** Il rosario per la zia Pepa. ***


Caro Diario. Sono successe molte cose. Ovviamente io e il bel Padre Gonzalo abbiamo nuovamente litigato così come lo zio Tristan e la mia madrina. Nessuna di queste notizie è una novità o una sorpresa vista la frequenza in cui avvengono i litigi tra le persone da me citate. Tutto è iniziato con una mia visita a El Jaral. Era il giorno del compleanno di Aurora e quindi l'anniversario della morte di mia zia. Desideravo convincere lo zio a riportare a casa mia cugina, almeno per qualche tempo. Ovviamente non sono riuscita ad avere la meglio su mio zio, come al solito. Però ho avuto modo di ascoltare mia nonna che parlava di un rosario per l'anima di Pepa, che voleva far celebrare proprio quel giorno a El Jaral. Nonna Rosario voleva l'approvazione dello zio, che però la pregò solamente di non coinvolgerlo perché sarebbe andato come ogni giorno, nel luogo dove la zia era morta. Poteva organizzare il suo rosario ma senza di lui. Mi sono ovviamente offerta volontaria per recarmi in canonica ed informare Don Anselmo e il bel Gonzalo che quel pomeriggio a El Jaral si sarebbe celebrato un rosario per Pepa. Ammetto di essermi offerta come messaggero non solo per aiutare la nonna ma anche per incontrare il bel forestiero. In effetti era nel soggiorno della canonica ancora in canottiera e stava tentando in modo goffo di indossare il collare clericale. Ovviamente mi sono offerta di aiutarlo e mentre gli sistemavo quello scomodo aggeggio sul collo, i nostri sguardi per un attimo si sono incontrati e ho avuto l'impressione che lui ricambiasse i miei sentimenti. Però immediatamente dopo, come prevedibile si è scostato da me imbarazzato. Ho preso la palla al balzo per parlargli del rosario e ho notato nuovamente in lui un vivo interesse per la figura di mia zia. Non so se credergli quando afferma che vuole saperne di più su una donna pura ed onesta come la zia, visto che lui stesso ha commesso una buona dose di errori e peccati. Ebbene vorrei essere io uno dei suoi errori e il suo peccato. Prima di recarmi al Jaral per il rosario mi sono soffermata per un po' davanti allo specchio, pettinandomi con cura, usando il buon profumo che la mia madrina ha fatto giungere per me dalla Francia. E questo ha fatto intuire a mia zia Mariana che le stessi nascondendo qualcosa. A lei non posso mentire e quindi le ho rivelato che il mio forestiero sconosciuto è in realtà Padre Gonzalo. La zia come era prevedibile non ha preso bene la novità: sua nipote che tenta di far cadere in tentazione il giovane prete. Mi ha fatto una predica e ho dovuto spiegarle che sarei andata a casa dello zio Tristan per il rosario. Al Jaral ho trovato il paese intero. Ho notato però che Padre Gonzalo mostrava un interesse particolare per mia nonna Rosario. Sembrava quasi che la conoscesse da sempre. La situazione è precipitata quando la mia madrina si è presentata in casa dello zio Tristan per partecipare alla commemorazione della nuora. E' precipitata perché anche lo zio è tornato dal suo triste viaggio commemorativo e non appena ha visto la madre ha iniziato ad urlare, e a litigare con tutti coloro che osavano rispondergli o spiegargli la situazione. In effetti è stato proprio Gonzalo il primo ad infuriarsi con mio zio e ad accusarlo di non aver pensato alle povere donne che volevano pregare per l'anima di sua moglie. Di Gonzalo mi stupisce il suo interesse per le vite dei miei zii materni. Non è interessato solo a Pepa ma anche a Tristan ed è come se incolpasse mio zio di qualcosa. Come se conoscesse gli zii da sempre. In ogni caso lo zio ha mandato via tutti noi dalla sua casa e ha atteso che Don Anselmo, gli riservasse la sua solita predica. Ed è proprio a questo punto che Gonzalo ed io abbiamo litigato. L'ho seguito fino in piazza perché volevo scusarmi: sono stata io ad invitarlo al rosario e non ho fatto altro che peggiorare la situazione tra lui e Tristan. quasi subito perché il giovane religioso non ha fatto altro che insultare lo zio, non comprendendo il dolore di quell'uomo che ha visto la moglie morire tra le sue braccia. Inoltre Gonzalo mi ha fatto una domanda sulla mia famiglia alla quale non saprei rispondere e alla quale, se avessi anche avuto una risposta, non l'avrei mai rivelata ad un simile maleducato. Mi ha domandato perché mio zio ha tenuto lontano da sé mia cugina Aurora. Non sopporto l'arroganza di questo forestiero. Come osa offendere mio zio. Lascio questo insolente da solo in piazza. So già però che non resisterò a lungo lontano da lui. Quella sera stessa ho servito un tè alla mia madrina e lei mi ha stupito perché ha iniziato a parlare di Pepa e in termini totalmente differenti da quelli utilizzati da tutti gli altri abitanti del paese. Per Francisca la levatrice è stata colei che ha allontanato Tristan dalla sua stessa madre e che per interesse ha scelto il giovane più ricco della regione come marito. Stimo la mia madrina ma questa volta fatico a crederle. Non penso che Pepa abbia agito senza altri fini che non il grande amore per Tristan. Maria.

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Capitolo 6
*** Diversi punti di vista ***


Caro Diario.


Quel pretino da strapazzo ha il potere di farmi perdere la ragione. Questa mattina mi sono recata in canonica senza secondi fini apparenti, solo per consegnare dei biscotti a Don Anselmo da parte della mia madrina. Quel forestiero irritante stava facendo colazione e devo dire che al mattino è ancor più affascinante del solito, con la sua camicia bianca e i suoi pantaloni neri, prima di indossare la tonaca. In ogni caso mi ha ringraziato per i dolci a nome di Don Anselmo e si è rifiutato di assaggiarne perché aveva già fatto colazione. Stavo per andarmene ma mi sono trattenuta. 
Dovevo evitare che Gonzalo avesse una brutta opinione di una persona buona come la mia madrina. Ho provato a spiegargli che la Montenegro non era una donna cattiva e che nessuno la conosceva meglio di me, che l'ho avuta accanto per tutta la vita, sia nei momenti difficili che in quelli gioiosi Però quell'odioso sacerdote ha iniziato ad insultarla, a dire che la mia madrina schiavizzava i suoi operai, che aveva posto Mauricio in Municipio solamente per farlo agire nel suo interesse. E a me, che conosco Francisca più di chiunque altro, ha osato dire che dovevo ascoltare le diverse opinioni su di lei. Non ho potuto trattenermi dal dirgli che è una vera fortuna che abbia deciso di farsi sacerdote visto che nessuna donna, con le rotelle al proprio posto, avrebbe potuto pensare di sposare un uomo come lui. Quando poi ha osato dirmi che per me valeva la stessa considerazione, ho perso la testa e l'ho informato del fatto che io ho un facoltoso fidanzato: Fernando Mesia. In realtà non vedo Fernando, che ha il doppio dei miei anni, da moltissimo tempo e non saprei nemmeno riconoscerlo. Da bambina mi faceva i dispetti ed io ero certa che da grande l'avrei sposato. Ma questo accadeva quando ancora non riuscivo a raggiungere il tavolo. Ero solo una bambina.
Quando sono tornata alla Villa ero talmente nervosa che ho dovuto dare delle spiegazioni a mia zia, che ha finito per condividere l'opinione di Gonzalo su Francisca.
Forse ha ragione il prete. Bisogna avere il coraggio di ascoltare le diverse versioni di una storia per farsene una vera opinione. Questo significa crescere. Mi sono fatta coraggio e con dei fiori sono entrata nello studio della madrina. Volevo sapere se erano vere le insinuazioni di Gonzalo e per fortuna lei ha smentito quel ficcanaso. Le condizioni di lavoro della nostra fabbrica sono le migliori dell'intera comarca e Mauricio è diventato sindaco per le sue capacità. Forse però ho sbagliato a riverlarle che è stato Gonzalo a farmi venire dei dubbi sul suo operato.
In verità ho cercato anche una terza opinione di una persona che stimo molto, mio zio Tristan. In un certo senso credo che la sua sofferenza sia dovuta a Francisca. Lo zio ha apprezzato il fatto che io abbia cercato altri pareri e che stia diventando una donna intelligente e svelta, ma non ha voluto parlarmi male della madrina per non farmi soffrire. Secondo lui, per quanti difetti possa avere Francisca Montenegro, il suo affetto per me è sincero. Ho ottenuto una piccola vittoria convincendo mio zio ad accompagnarmi in paese. Siamo stati alla locanda e lui era in preda ai ricordi. Il pensiero di un tempo che mai sarebbe tornato, della zia Pepa, del nonno Raimundo che era da anni nelle Americhe e che io ricordavo appena, dei miei genitori da giovani. Dolores Miranar ci ha raggiunti e ha fatto una bella mostra del suo comportamento pettegolo e privo di tatto. Che donna insopportabile.  Ma la persona che più irrita mio zio è Padre Gonzalo, che abbiamo incontrato per caso in paese. Zio Tristan mi ha messo in guardia da lui e non è bastato rivelargli che era stato proprio Gonzalo ad insegnarmi a cercare le diverse visioni di un medesimo fatto. Per lo zio Tristan il pretino è una persona  che con crudeltà si intromette in questioni che fanno soffrire il prossimo. Credo che lo zio si riferisca all'ossessione che Gonzalo ha sviluppato per mia zia.
Quanti misteri.

A presto

Maria.

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Capitolo 7
*** Litigio all'emporio ***


 

 

 

In piazza ho volutamente chiesto informazioni a Dolores per trovare il mio bel sacerdote, ma facendo in modo di ottenere l'informazione da quella pettegola senza attirare troppo l'attenzione della donna.

Ho scoperto che il mio forestiero era all'emporio e mi sono precipitata lì, fingendomi seccata con lui e approfittando che Hipolito fosse sceso nel retrobottega per prendere l'ordinazione di Gonzalo.

Il mio sacerdote però era ostile più del solito e ha accusato la mia madrina di aver fatto in modo che Don Anselmo decidesse di cacciarlo dal paese. Davanti alla sua insolenza ho difeso la mia madrina, che non è tipo da atti del genere. Ho fatto capire a Gonzalo che lei ama le persone cortesi ed educate ma lui non si è arreso e mi ha fatto notare che ci sono prove evidenti della cattiveria di Francisca Montenegro.

Ho abbandonato l'emporio alterata ma ho sentito il suo sguardo che si posava su di me dalla vetrina del negozio dei Miranar. So che lui ricambia i miei sentimenti. E' il mio cuore a dirmelo.

Alla Villa mi sono resa conto che la zia Mariana condivideva  il pensiero di Gonzalo sulla mia madrina e che credeva che lei fosse  capace di liberarsi senza scrupoli di un avversario e che ai suoi occhi Gonzalo era un temibile ostacolo visto il suo amore per le cause dei lavoratori.

Ho preso quindi una decisione e mi sono precipitata nello studio della mia madrina, non curandomi che lei era al telefono. Non sopporta che qualcuno interrompa le sue telefonate. Però non ho ceduto e sono rimasta lì ad aspettare fino a quando non ha posto fine alla conversazione. Una conversazione che l'aveva turbata nel profondo.

Per fortuna però che Gonzalo, la zia Mariana ed io ci eravamo sbagliati e che a chiedere il trasferimento del mio adorato non sia stata lei ma lo stesso Don Anselmo. Sono legata la vecchio sacerdote di Puente Viejo ma così facendo lui mi allontanerà per sempre dall'uomo che amo. Non so proprio cosa fare.

 

Tua.

 

 

Storia scritta da 

 

 

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Capitolo 8
*** Ritorni. ***


La telefonata che aveva sconvolto la mia madrina era della madre superiora del convento dove era reclusa la zia Soledad. La religiosa ci aveva comunicato una notizia terribile: avevano dovuto rimandare la Castro a casa dopo sedici anni perché qualche ora prima aveva tentato il suicidio,
impiccandosi nella sua cella. Povera zia Soledad..
Mariana ed io ci siamo date molto da fare e tutto era pronto per l'orario in cui era previsto l'arrivo. Abbiamo aperto le finestre, lasciato entrare aria fresca, cambiato le lenzuola e messo dei fiori di lillà nei vasi della camera da letto della zia Soledad.
Ho promesso alla madrina che davanti alla zia non menzionerò l'atto che la donna ha tentato di compiere. Quando però Mariana ha aperto la porta, mentre la madrina mi tratteneva affinché non mi precipitassi per abbracciare la nuova arrivata, ho visto il volto di Soledad e ho provato un tuffo al cuore. Era pallida come la morte e il suo pallore contrastava con il nero dei suoi abiti e del foulard che le copriva il collo, proprio nel punto in cui ancora portava i segni del suo folle gesto.
In seguito ci siamo sedute sul divano in salotto e l'atmosfera era tesa. La zia non mostrava alcuna voglia di comunicare e la mia madrina era piena di astio nei suoi confronti e questo non migliorava l'umore di Soledad, che mi faceva veramente pena, pallida come la morte. Ho tentato di cambiare discorso ma con scarsi risultati e tutti i miei sforzi di rallentare la tensione, sono falliti.
Alla fine alla zia è stato consegnato un taccuino per poter scrivere quello che voleva dire, visto che non può ancora parlare. L'unica cosa che Soledad desiderava a quanto pare era andarsene in camera sua a riposare.
Quando sono rimasta sola con la madrina l'ho rimproverata: la povera Soledad stava già troppo male per dover sopportare anche le frecciate di sua madre. Ma Francisca mi ha parlato anche della sua sofferenza, del fatto che per anni sua figlia si è rifiutata di vederla e che ha sempre messo davanti a lei, sua madre, uno sconosciuto ovvero mio zio Juan. Ho capito che quando la mia madrina pronuncia certe parole e con un certo tono è meglio non insistere. Per lei la figlia le ha procurato sofferenze e dispiaceri fin dalla nascita.
Il giorno dopo però ho visto Soledad in giardino e ho cercato di fare amicizia con lei, elencandole la bellezza della natura che ci circondava. Inutile dire che la donna non mi ha ascoltato e quando è giunta la zia Mariana con la colazione, è fuggita via.
La zia mi ha detto che devo dare tempo a Soledad perché le sue ferite ne hanno bisogno per guarire. Dal tono usato da Mariana ho capito che anche la sorella di mio padre è stata ferita e che le sue ferite ancora non si sono rimarginate.
Non sono tipo da restare con le mani in mano e quindi mi sono recata in canonica e non per parlare con Gonzalo ma con Padre Anselmo. Quando però sono entrata nel soggiorno della canonica, questa era vuota. Di solito vi è sempre uno dei due parroci. All'improvviso una porta si è aperta ed è apparso Gonzalo. Gli ho spiegato che ero lì per parlare con Don Anselmo ma il mio forestiero mi ha detto che il parroco era indisposto. Io però avevo bisogno di aiuto per una persona e temevo che Gonzalo, che non conosceva la zia, potesse non essere utile allo scopo. Quando ha sentito il nome di Soledad però il volto di Gonzalo ha assunto una strana espressione. Le nostre voci hanno spinto Don Anselmo ad alzarsi dal letto e a raggiungerci in soggiorno. Era pallido e faticava a reggersi in piedi e quindi l'ho convinto, insieme a Gonzalo a tornare a letto. Il povero sacerdote però soffriva nel sapere che Soledad aveva bisogno di aiuto e lui non poteva darglielo.
Gonzalo ha accompagnato Don Anselmo nella sua stanza e poi è tornato. Ho notato che il sacerdote aveva un pessimo aspetto e ho domandato al mio forestiero se avesse già chiamato Don Pablo. Gonzalo mi ha spiegato che non ha avvisato il medico perché Don Anselmo glielo ha impedito. Poi ha preso le mie mani tra le sue e mi ha guardato e i suoi occhi mi hanno detto quello che le sue labbra non posso pronunciare. Le sue mani accarezzavano le mie ma poi Gonzalo si è subito allontanato di colpo. Mi ha chiesto un favore ed io so come aiutarlo. Andrò all'emporio e chiederò al sindaco di convocare il medico per Don Anselmo. Sto per entrare in azione quando Gonzalo mi chiama sulla porta e pronuncia un Grazie... I nostri sguardi si incontrano e ho di nuovo la sensazione che lui avrebbe voluto dirmi molto di più.
Però non potevamo ed io sono uscita per compiere la mia missione.
Alla locanda poi ho ricevuto una sorpresa meravigliosa: ho rivisto mio nonno Raimundo che è tornato dalle Americhe. E' un uomo molto distinto ed elegante e sembra che i suoi affari e quelli dello zio Sebastian siano andati bene. Mi ha abbracciato e ha constatato che di sicuro mio padre doveva essere molto fiero di me. Purtroppo però non credo che Alfonso Castaneda sia orgoglioso di sua figlia. Ho parlato con il nonno di Gonzalo, visto che tutti e due sono tornati dalle Americhe. Mio padre allora ha rimarcato il fatto che ancora il mio forestiero non ha preso i voti . Quello sbruffone. Si da tante arie da sacerdote ed invece è solo un diacono. In realtà non penso affatto che Gonzalo sia uno sbruffone, anzi tutto il contrario. Lui è l'uomo più generoso ed umile che io conosca e la cosa che mi fa infuriare è il fatto che i sentimenti che io provo per lui siano impossibili.
Quanto sono tornata a casa per l'ora del té, ho parlato con la mia madrina della strana influenza che sta colpendo il paese ma lei come al solito mi ha rimproverata, ricordandomi che non devo assolutamente parlare di malattie. Così ho cambiato discorso e le ho detto che mio nonno è tornato a Puente Viejo. Ho notato uno strano turbamento in lei, che dava per scontato che il nonno avesse chiesto di lei e fosse povero. Le ho detto però che non l'ha mai nominata e che, dal modo in cui il nonno è vestito, si può dedurre che le cose nelle Americhe gli siano andate molto bene. La tazzina della madrina ha continuato a tremare anche se lei ha finto indifferenza nei confronti del ritorno di nonno Raimundo.  


 

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Capitolo 9
*** L'epidemia di febbre spagnola ***


Don Pedro e Gonzalo erano in salone e tentavano di convincere la mia madrina a poter usare il telefono per poter parlare con il medico a La Puebla.
La madrina però era molto gelosa del suo telefono e non desiderava che lo usassero per parlare con Don Pablo.
Sono però scesa in salone e ho concesso io il permesso. So come prendere Francisca Montenegro. Le ho parlato delle condizioni di Don Anselmo e ho fatto breccia nel suo cuore. Gonzalo ha potuto quindi chiamare Don Pablo. Ho spiato il volto del mio diacono e l'ho visto diventare sempre più pallido mentre ascoltava le parole del medico. Poi quando ha terminato la telefonata, si è avvicinato lentamente verso di noi e verso Don Pedro. Purtroppo come si temeva Don Anselmo e gli altri erano stati colpiti dalla spagnola. Vedevo lo sguardo preoccupato di Gonzalo posarsi su di me mentre decideva di raggruppare tutti i malati in canonica.
Era così pallido. Ma a stupirmi fu la mia madrina. Era nervosa e ha subito separato me e lei dall'ex sindaco e dal diacono. Ha vietato ogni contatto con loro e non la smetteva di coprirsi la bocca e il naso con la mano.
Francisca ha praticamente mandato via i due ospiti dalla nostra casa e ha chiamato la zia Mariana per far disinfettare tutto con la varecchina, che ucciderà anche i germi ma in cambio emana un odore disgustoso. Non potremo uscire o avere contatti con il mondo esterno.
La madrina sembrava categorica e io le ho fatto notare che forse stava esagerando. Lei però mi ha spiegato che la febbre spagnola è molto contagiosa e quasi sempre mortale. Il pensiero che Don Anselmo avrebbe potuto essere già morto, mi ha fatto stare molto male. E pensare che io l'avevo chiamato " scarafaggio con sottana". Mi ha fatto stare male anche il pensiero di Gonzalo solo con tutti quegli ammalati e lui stesso in pericolo di vita. 
Il giorno dopo ho raggiunto Gonzalo nella piazza deserta e l'ho visto così pallido e stanco. Mi ha spiegato che sta faticando a procurarsi le medicine. Da parte mia mi sono offerta di aiutarlo nella cura dei malati ma me lo ha impedito. Ho detestato il fatto che mi considerasse una bambina e mi impedisse di scegliere di rischiare. Abbiamo litigato. Quello sciocco parecchie volte mi irrita eppure sono attratta da lui come una calamita. 
Sono andata via tutta irritata e ho percepito il suo sguardo seguirmi da lontano.
Io non sono un tipo che si arrende. Ho preso delle fiale di medicinale dalla soffitta e mi sono recata in canonica. Gonzalo ha accettato le fialette ma ha tentato nuovamente di cacciarmi via. Non sono però un tipo che si lascia mettere alla porta e quindi l'ho affrontato. Perché non mi permette di aiutalo? Non vede come si sta consumando? Ho deciso di trovare un luogo più grande per i malati. Ho  in mente un posto e ho dato appuntamento a Gonzalo in piazza. Ho pensato anche di reclutare delle persone che ci aiutino con i malati. Quando però Gonzalo mi ha visto in piazza con tanta gente mi ha rimproverata per via dei probabili contagi. A Gonzalo, al sindaco e a nonna Raimundo ho spiegato  che il posto che li avrebbe accolti sarebbe stato El Jaral e che lo zio mi aveva dato il permesso.
Gonzalo mi ha ringraziata.
Mi ha definita una brava ragazza ma mi ha impedito di seguirli al Jaral. Non ci voleva. Dovevo essere io a parlare con lo zio Tristan visto che lui non sa nulla. Ho sempre avuto un rapporto speciale con lo zio e sapevo che mi avrebbe assecondata.
Ora però ho messo Gonzalo nei guai con mio zio. Che guaio ho combinato.
Maria.

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Capitolo 10
*** Un piano di fuga ***


Non potevo resistere e sono corsa al Jaral quella sera stessa. In salone c'erano i miei nonni, Rosario e Raimundo. La nonna mi ha rimproverato per la bugia che ho raccontato mentre il nonno è stato molto più comprensivo.
Per lui grazie a me lo zio Tristan ha avuto un miglioramento e ha accolto i malati. Perfino la nonna ha condiviso questa tesi alla fine.
In ogni caso tutti e due sono stati d'accordo con il fatto che io debba stare lontana dal Jaral per non contaggiarmi.
Nonno Rai quindi mi scortata alla Villa e non mi ha permesso di vedere Gonzalo nemmeno per un secondo. Il nonno non ha desiderato nemmeno salutare la madrina una volta giunti a destinazione. Il giorno dopo ho tentato la fuga nuovamente ma non sono riuscita ad allontanarmi dalle scale. Sono stata subito intercettata da Francisca. Alla mia madrina non è mai sfuggito nulla. Sapeva persino che ero stata il giorno prima al Jaral perché  era stato riferito a Roque che l'ha informata. L'unica cosa che ignorava era che il nonno mi aveva accompagnata a casa ma si era rifiutato di salutare lei.
In ogni caso è stata molto chiara: non avrei potuto lasciare la Villa fino a quando l'epidemia fosse stata in corso.  Avrebbe altrimenti preso dei drastici provvedimenti con me. Lei sosteneva di avere il dovere di proteggermi visto che i miei genitori mi avevano affidato a lei con questo scopo.
La zia Soledad ed io ci siamo ritrovate nella mia stanza a parlare della nostra reclusione alla Villa. Lei sta cercando di sfuggire ad Olmo, il suo ex fidanzato che si è trasferito da noi alla Villa per qualche tempo.
La zia ed io avremmo voluto andare al Jaral per aiutare però non ce lo hanno permesso. A lei non sarebbe importato morire anzi. Avrebbe potuto così ricongiungersi con mio zio Juan. Io ho detto a Soledad che avrei voluto andare al Jaral per fare nuove esperienze ma non sarebbe stato quello il vero motivo: io desidererei stare accanto a Gonzalo per aiutarlo e sostenerlo. La zia mi ha parlato  del suo grande amore per Juan e il mio cuore si è ritrovato a sognare un amore così forte.
Olmo è stato il complice inconsapevole del mio piano di fuga.
Mi ha incontrato sulle scale e ha subito notato quanto fossi cresciuta. Ha aggiunto che suo figlio Fernando non mi avrebbe riconosciuta.
Io allora ho finto di stare male e sono svenuta tra le braccia del Mesia.
In pochi minuti alla Villa è sceso il panico. La madrina e la zia Mariana erano nella mia stanza in apprensione mentre io fingevo di essere priva di sensi. Hanno chiamato Don Pablo e io ho finto di avere la febbre. Ho scaldato un panno sotto la lampada e poi me lo sono passato addosso. Il medico mi ha diagnosticato la febbre spagnola. Per me si apriranno le porte del Jaral. Ne sono certa.
Tua
Maria.

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Capitolo 11
*** Un monumento per due ***


In effetti quella stessa sera si sono presentati Pedro, Tristan e Gonzalo. Hanno costretto la mia madrina a farmi andare al Jaral a patto però che sarei stata in casa e non nelle stalle con gli altri ammalati. Non sono servite a nulla le mie proteste, Gonzalo mi ha presa in braccio e depositata in una delle brande del salone.
Poi ha preso un panno e ha iniziato a tamponarmi il viso. Il problema però è sorto dopo: ho mangiato la minestra della nonna in un sol boccone e a quanto sembrava nessun malato all'inizio di questa malattia aveva mai fame. 
Gonzalo ha deciso di vegliarmi tutta la notte ma quando mi sono svegliata il mattino dopo, lui sembrava furioso. Aveva scoperto la mia bugia. Ho provato a negare ma lui ormai aveva scoperto tutto. Ho provato a spiegargli che l'ho fatto per aiutare, che con me al Jaral la mia madrina avrebbe spedito medicinali. Alla fine sono riuscita a convincere tutti a farmi restare e a tenermi il gioco. Lo zio Tristan è stato costretto a mentire a mia madre, dicendole che stavo guarendo e che però non poteva vedermi. In seguito lo zio mi ha spiegato che mentire e far soffrire chi si ama non è giustificato da nessuna buona azione.
Ho indossato degli abiti che mi ha procurato la nonna e mi sono data da fare con gli ammalati. Mauricio e il sindaco hanno iniziato a litigare come sempre, mentre ho chiesto a Dolores di mantenere il mio segreto. Lei è la pettegola del paese e mi fido poco della sua discrezione. Per tutto il tempo ho sentito lo sguardo di Gonzalo fissarsi su di me, come se non volesse perdermi di vista. Purtroppo lo zio è entrato nelle stalle e mi ha urlato contro, ordinandomi di tornare in casa e di togliermi i vestiti. Ho compreso allora di indossare gli abiti della zia Pepa. In seguito però lo zio è venuto in salone e me li ha consegnati, affermando che alla zia avrebbe fatto piacere vederli utilizzare per una buona causa.
Gonzalo ci ha raggiunti informandoci che le scorte di medicinali erano terminate. In quel momento però nel salone è giunto Roque carico di medicine e di coperte. Avevo avuto ragione. Sapendomi malata Francisca si era data da fare per rifornire il Jaral.
Ho letto negli occhi di Gonzalo stima ed ammirazione e questo mi ha resa felice. Immensamente felice.
L'ho raggiunto con un piatto di minestra mentre si stava lavando in sala. Mi sono seduta con lui su di una brandina. Gli ho chiesto se pensavs che sarebbe morto qualcuno e mi sono sentita sollevata nello scoprire che secondo lui si salveranno tutti. Ho risposto che dovrebbero fargli un monumento nella piazza per ciò che ha fatto e lui invece è sempre più convinto che dovrebbero farlo a me, per via dei medicinali. Solo su di una cosa non andiamo più d'accordo: Gonzalo crede che la mia madrina sia egoista mentre io penso l'opposto. 
Stanotte Gonzalo e lo zio Tristan si divideranno il turno di assistenza ai malati. Volevo unirmi anche io ma il mio diacono me lo ha impedito.

Maria.

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Capitolo 12
*** Contagiata ***


Era notte ed io mi sono svegliata quando Gonzalo è arrivato in salone per farsi sostituire dallo zio nella cura dei malati. Prima di sistemarsi nel letto accanto al mio , Gonzalo mi ha osservata, togliendosi la tonaca. Quando si è sdraiato sulla brandina ho iniziato a parlargli. Gli ho detto che quando dormo accanto a lui gli incubi che mi tormentano spariscono.
Non ha ascoltato una sola parola: stremato si era già addormentato. Mi sono voltata anche io e l'ho osservato dormire. Quell'uomo mi ha stregata.
Purtroppo la mia gioia è durata poco: sono stata contagiata. Ho la tosse e mi sta salendo la febbre. Ho deciso di fingere di dormire e di non informare nessuno. Quando Gonzalo si è alzato, ho detto che l'avrei seguito. Lo zio Tristan ha notato il mio essere pallida ma ho saputo fingere. Abbiamo tante cose da fare. Faticavo ad alzarmi dal letto. Ho detto quindi a Gonzalo che non potevo lasciare il mio giaciglio senza prima sistemarmi. Non potevo fare come lui che era stato incapace di allacciarsi la tonaca come si deve.
Quando Gonzalo ha lasciato il salone finalmente ho potuto lasciarmi sfuggire una smorfia di dolore.
Chi sembrava intenzionato ad ammalarsi era lo zio Tristan. Vegliava i malati senza mascherina. Chiaro era che stesse cercando la morte. È giunta anche Candela con dei dolci. Mi ha notato pallida ma ho finto di stare bene. Ho notato che la pasticcera prova un certo interesse per mio zio e le ho detto che è un uomo buono.
In seguito anche Dolores ha notato che ero pallida e in effetti stavo per svenire. Ho finto con quella pettegola di non aver fatto colazione però quando stavo per avere la peggio sono arrivati Gonzalo ed Hipolito: il giovane Mirañar è stato dimesso e anche sua madre Dolores.
Proprio quando Gonzalo stava per accorgersi del mio malessere, Don Anselmo lo ha pregato di raggiungerlo: vuole essere a sua volta dimesso. Quanto ha faticato Gonzalo a convincerlo a restare. Mentre il mio diacono lasciava le stalle per prendere della cioccolata per l'anziano prete, io mi sono seduta esausta e distrutta per la febbre su una panca. Per fortuna anche questa volta non sono stata vista da Gonzalo
Purtroppo mentre tentavo di assumere del chinino, Gonzalo è entrato nel salone per prendere una rivista per Don Anselmo. Riuscii a dissimulare e lui non si accorse di nulla. Mi pregò solo di riposarmi perché sembravo molto stanca. 
Proprio quando stavo portando il bicchiere con la medicina alle labbra, Gonzalo è tornato indietro. Aveva dimenticato qualcosa. Mi ha visto e subito ha capito. Mi ha controllato la febbre e mi ha scoperta. A nulla sono servite le mie proteste e i miei insulti: sono svenuta tra le sue braccia.

Maria.

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