Di Manager, Gufi e Gatti

di FriNet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tomoyo & Kori ***
Capitolo 2: *** La Nuova Gattina & La Manager Bullizzata ***
Capitolo 3: *** Angoscia & Invito ***
Capitolo 4: *** Videogioco & Segreto ***
Capitolo 5: *** Delusione & Incontro ***
Capitolo 6: *** Pokemon & Vendetta ***
Capitolo 7: *** Spesa & Pioggia ***
Capitolo 8: *** Offesa & Gara ***
Capitolo 9: *** Asso & Depressione ***
Capitolo 10: *** Allenamento ***
Capitolo 11: *** Giorno Libero & Bokuto-san 2.0 ***
Capitolo 12: *** Equivoci & Animale Suicida ***
Capitolo 13: *** 00Tooru & Gufetto-chan ***
Capitolo 14: *** Dichiarazione & Illusione ***
Capitolo 15: *** Aiuto & Sangue ***
Capitolo 16: *** Tristezza & Risposta ***
Capitolo 17: *** Non è un Addio, Ovviamente ***



Capitolo 1
*** Tomoyo & Kori ***


Angolino Fri: Buonasera dolci fan di Haikyuu!
Siamo due amiche (io Fri, lei Net) che entrano in scena su questo fandom con questa prima storia.
Vi dico la verità, è stata proprio Net a farmi conoscere Haikyuu ed insistere silenziosamente nel voler fare questa storia, prima in un modo, poi in un altro. Ma alla fine ci siamo divertite entrambe moltissimo u.u.
L'unica cosa che speriamo è che piaccia molto anche a voi, sappiamo che in un fandom come Haikyuu pubblicare una fiction het è un po' (molto) azzardato, ma ci auguriamo vi faccia ridere come ridevamo noi scrivendo e rileggendo i nostri capitoli.
Per le nostre oc, siccome facciamo abbastanza schifo entrambe a disegnare, abbiamo preso dei prestavolto che potete vedere nella copertina. Leggendo scoprirete anche chi è chi ;).
Vi avviso subito che la storia è completa, i capitoli ci sono tutti e per questo abbiamo deciso di pubblicare una volta alla settimana, sempre di martedì (tranquille, non è una minaccia ma solo un appuntamento amichevole u.u).
Detto questo, buona lettura <3 


 

Sembrava una mattina come tutte le altre.  E lo era. Gli uccellini cantavano, i fiori sbocciavano sprigionando il loro profumo, il sole caldo dava un assaggio dell’estate ormai alle porte…e in casa Oikawa si ripeteva la solita routine di tutte le mattine da quando Tomoyo, la figlia minore, aveva compiuto 14 anni.
“Tooru! Esci immediatamente dal bagno! È mezz’ora che sei chiuso lì dentro!”
“Aspetta ancora un attimo sorellina, la bellezza ha bisogno di tempo ~”
“Sai dove te la met-“
“Non essere volgare come Iwa-chan, altrimenti lo dico a mamma”
“Dovrei dirlo io a mamma!”
“Su, su. Non essere così arrabbiata di prima mattina, altrimenti ti spunteranno le rughe in anticipo.”
Le disse il fratello uscendo finalmente dal bagno, dando così il via libera a Tomoyo, che entrò di corsa chiudendo la porta a chiave.
La ragazza riuscì a lavarsi, mettersi la divisa, fare colazione e poi uscire accanto a Tooru in precisamente 10 minuti. Un nuovo record per lei.
“Non dovresti fare le cose così di fretta”
Mormorò Tooru, leccandosi leggermente il pollice per poi passarlo vicino all’occhio della sorella, togliendole così un po’ di mascara messo male. La ragazza gonfiò le guance chiudendo il tubetto.
“Se tu non rimanessi così tanto in bagno allora io non avrei sempre fretta”
“Se tu facessi di nuovo il bagno con me, avresti un sacco di tempo”
“Avevo 4 anni quando facevamo il bagno insieme!”
“E non ti sei mai lamentata!”
“Perché mi fai sempre arrabbiare di prima mattina?!”
“Perché non mi hai ancora dato il bacino del buongiorno!”
“Sei insopportabile!”
Urlò Tomoyo, chiudendo il discorso iniziando a camminare a passo più sostenuto, superando il fratello e anche Iwaizumi, che li aspettava appoggiato al muretto vicino casa sua. Lo schiacciatore incrociò le braccia al petto guardando male il suo capitano.
“Si può sapere cosa le hai fatto oggi?”
Gli domandò.
“Perché dev’essere sempre colpa mia? ~”

Nel tragitto verso la scuola Tomoyo riuscì a sbollire l’irritazione contro il fratello tanto che, appena arrivata al cancello dell’istituto dell’Aoba, si fermò ad aspettare i due giocatori poco distanti da lei. Insieme entrarono nell’edificio, si cambiarono le scarpe ed i due ragazzi accompagnarono la più piccola al corridoio della sua classe.
“Ci vediamo alla pausa pranzo sorellina ♥”
La salutò Tooru, agitando contento la manina.
“Uhm, buona lezione”
Rispose Tomoyo, salutando anche Iwaizumi. Quest’ultimo le rispose con un cenno del capo.
La ragazza si diresse verso la sua aula, salutando tutti i compagni all’interno e quando entrò; alzò un sopracciglio notando che le lettere sul suo banco erano di numero minore rispetto al giorno prima. Ovviamente non erano per lei, no... Quelle lettere erano da parte delle sue compagne di classe, e venivano messe sopra al suo banco in modo che lei potesse consegnarle al fratello. Insomma era una specie di piccione viaggiatore…un’altra cosa che avrebbe rinfacciato a Tooru a vita, poco ma sicuro.
Le nascose tutte prima che arrivasse il professore, si mise poi seduta aspettando che iniziasse la lezione; tutte passarono in fretta, soprattutto per lei che, non ascoltando molto, impiegò il tempo  a disegnare piccoli corvi con i capelli neri sul quaderno di matematica.
Appena suonata la campanella mise via i quaderni, prese il suo bento, le lettere per Tooru ed uscì dalla classe, tenendo entrambi in un equilibrio precario tra le braccia.
“Oikawa-chan!”
Tomoyo si girò, incontrando lo sguardo imbarazzato di Kindaichi che portava anche lui il suo peso di lettere, la ragazza assottigliò lo sguardo.
“Mi sembravano un po’ poche le mie, in effetti.”
Da dietro l’amico, spuntò anche Kumini, pure lui carico come gli altri due.
“…Ora si esagera”

“Mi dispiace così tanto di farvi fare da corrieri ogni volta, ma non è colpa mia se le fanciulle mi trovano così attraente~”
Sospirò teatralmente Tooru, portandosi una mano alla fronte per fare la sua posa da ‘non è colpa mia se sono bello’.
L’unico che gli disse di non preoccuparsi fu Kindaichi, caro ragazzo, davvero fedele al suo capitano, forse l’unico visto che gli altri non interruppero il loro pasto.
“Sorellina, almeno tu dovresti essere gelosa del tuo fratellone!”
“Eh? Di te?”
Chiese sorpresa Tomoyo.
“Esattamente, proprio come lo eri con Iwa-chan! Tutte reclamano la mia attenzione che dovrebbe essere solo tua, dovresti combattere con unghie e denti!”
Tomoyo alzò un sopracciglio perplessa, ritornando al suo bento senza neanche commentare l’ennesima cavolata uscita dalla bocca di Tooru. Il ragazzo gonfiò le guance infastidito, mangiando un pezzo del suo panino.
“Però di Tobio-chan sei gelosa, eh?”
La ragazza si bloccò alle parole acide del fratello e gli scoccò un’occhiata raggelante.
“Perché devi tirare fuori questo discorso adesso?!”
“Beh…Oikawa-chan, sei la nostra manager e-“
Iniziò Kindaichi, ma venne subito fermato da Tomoyo.
“Non sono affari che ti riguardano Kindaichi!”
“E’ nostro nemico”
Disse piano Kumini, con lo sguardo sempre fisso sul suo bento.
Tooru annuì.
“Non devi prendertela con loro se dicono la verità, mia dolce sorellina”
Tomoyo questa volta lo guardò con odio, chiuse di scatto il suo contenitore e, senza neanche finire il suo pranzo, se ne andò. Ma non prima di aver detto al suo ‘dolce’ fratellone quanto lo odiava.
Matsukawa ed Hanamaki sospirarono ormai abituati, un giorno si e l’altro pure Oikawa riusciva sempre a far scappare la sorella dal tetto, dove tutta la squadra si riunivano alla pausa pranzo per discutere di strategie che avrebbero poi provato agli allenamenti del pomeriggio.
“Beh, cos’è quella faccia? Vedrete che le passerà”
Disse sicuro Tooru, in risposta Iwaizumi gli diede una testata che gli fece uscire sangue dal naso.
“Devi smetterla di trattarla male solo per Kageyama, Idiokawa!”
Gli urlò l’asso.
“è tua sorella, dovresti risparmiare le battutine per gli avversari, non per lei”
Gli andò dietro Hanamaki, seguito da Matsukawa che annuì solamente perché aveva la bocca piena.
I due del secondo anno, Watari e Yahaba, cercarono di stare zitti perché in imbarazzo e perché non volevano affrontare discorsi sulla privacy altrui, soprattutto se si trattava della loro manager, nonché sorella minore del loro capitano. Yahaba si limitò solamente a riprendere Kindaichi e Kumini, restando comunque fuori dal discorso dei suoi senpai, che tra l’altro, finì nuovamente con una testata per Oikawa da parte di Iwaizumi.

Tomoyo finì un attimo di asciugarsi il viso, prendendo un ultimo grosso respiro controllò il cellulare. Sorridendo notò l’immagine di un piccolo gattino che Kori le aveva inviato per tirarle su il morale.  Finalmente  le mandò un cuoricino con aria più serena e tranquilla, confermando il loro appuntamento prima di tornare in classe.

Stavolta la ragazza cercò seriamente di seguire le lezioni, anche perché giapponese antico era la sua materia preferita dopo l’inglese, e quasi si dispiacque quando suonò la campanella della fine della giornata di lezione; mise comunque a posto i libri e i quaderni, prese la cartella ed uscì dalla classe, trovando ad aspettarla Iwaizumi.
“Guarda che non scappo”
Borbottò la ragazza, gonfiando le guance.
“Meglio prevenire che curare”
Rispose il più grande, scompigliandole i capelli, facendola così ridere.
“Stasera dormo da Kori, Haji-nii”
“Lo immaginavo, glielo dico io a Idiokawa tranquilla”
“Grazie! ♥”

I due si cambiarono, ognuno nel suo spogliatoio, per poi entrare in palestra dove tutti gli altri erano intenti a riscaldarsi prima dell’allenamento; Kindaichi si avvicinò subito alla manager per scusarsi di ciò successo a pranzo. Anche da parte di Kumini che le fece un cenno con il capo, Tomoyo sorrise e diede loro un buffetto sulla fronte, facendogli capire che non ce l’aveva con loro. Ce l’aveva con il fratello che, nonostante aveva tentato di avvicinarsi a lei con un broncio adorabile, rispedì indietro dandogli una cartelettata in fronte, certo non faceva lo stesso effetto delle testate dell’asso, ma si accontentava di vedere il volto di Tooru sconvolto dal dolore.
“Poi mi chiedi perché sono sempre al bagno. Come faccio a nascondere tutti i bozzoli che mi create tu e Iwa-chan?!”

“Vedi di non disturbare troppo da Kori”
Si raccomandò Iwaizumi, nemmeno fosse lui il fratello di Tomoyo. La ragazza sorrise alla raccomandazione ed annuì con la testa, promettendogli che avrebbe fatto la brava e che il giorno dopo sarebbe arrivata in tempo per la prima campanella di scuola.
Alla fine del loro discorso entrambi si girarono verso Tooru, trovandolo nella stessa posizione in cui l’avevano lasciato quando avevano iniziato a parlare: vicino al muro, di spalle ma con un broncio che riuscivano comunque a vedere, due lacrime agli angoli degli occhi per testimoniare il fatto che, secondo lui, era stato punito ingiustamente. Ed era il fratello maggiore.
Hajime guardò la ragazza davanti a lui, quasi pregandola con lo sguardo di andare a parlarci perché, davvero, non sarebbe sopravvissuto a fare il tragitto verso casa con Oikawa in quelle condizioni. Ne andava della sua sanità mentale. Tomoyo, capendo perfettamente come si sentiva l’asso, prese un grosso respiro per prepararsi psicologicamente, poi si avvicinò al fratello.
“Tooru?”
“Si?!”
“Ti giri per favore?”
“Perché dovrei?!”
“Così posso darti il bacino della buonanotte”
‘Bacino della buonanotte’, quelle parole per Oikawa significavano solo che sua sorella non era più arrabbiata con lui, almeno così sperava; per non cadere in trappole che avrebbero danneggiato ancora di più la sua povera fronte, si girò lentamente verso di lei.
Sorrise quando Tomoyo gli dette veramente un bacino sulla guancia, le accarezzò la sua di rimando.
“Divertiti con Kori-chan”
“Lo farò”
“Ti voglio bene sorellina ♥”
“Anch’io, quando non fai l’idiota”

Tomoyo arrivò in stazione proprio quando il treno stava chiudendo le porte. Riuscì a prenderlo giusto per un pelo; dopo essersi seduta mandò un messaggio all’amica, comunicandole la sua posizione e che, prima di arrivare a casa sua, sarebbe passata dalla loro pasticceria preferita a prendere dei pasticcini. La risposta fu un gattino con un cuoricino accanto.

In pasticceria prese i dolcetti che lei e Kori prendevano sempre: a forma di uccellino al cioccolato fondente, con decorazioni in zucchero colorato per lei, ed a forma di gattino alla panna, con decorazioni al cioccolato e le orecchie fatte di biscotto croccante per Kori. Prese anche un pezzo di torta alle mele per il ragazzo che le aprì la porta di casa Kozume: Kenma. Quest’ultimo la guardò con fare annoiato, prese il sacchettino della torta ringraziandola piano, informandola subito dopo che la sorella l’aspettava in camera sua, potendo così tornare al suo videogioco nuovo che lo aspettava in salotto.
Tomoyo salì le scale velocemente, arrivata in cima girò a destra, catapultandosi nella stanza dell’amica, abbracciandola forte di spalle mentre quella finiva una partita di un nuovo gioco che aveva scaricato al pc.
“Ti sono mancata così tanto?”
Chiese scherzando Kori. Tomoyo rispose annuendo, respirando forte il profumo dei lunghi capelli dell’amica.
“Fammi spegnere il pc così parliamo”

“Ci sono davvero rimasta male quando mi ha fatto quella frecciatina, insomma stavamo mangiando normalmente e lui se ne esce con quella, ma perché?!”
Borbottò Tomoyo, giocando con un action figure dell’amica che rappresentava Sakura di Card Captor Sakura; Kori la recuperò prontamente, sostituendola con un peluches di Pikachu, prima che l’altra la rompesse, voleva bene all’amica ma quella statuina le era costata una fortuna.
“Credevo che ormai avessimo capito che tuo fratello ha più sbalzi d’umore di una donna incinta.”
Replicò Kori, mangiando uno dei suoi gattini.
“Hai ragione anche tu”
Bisbigliò la piccola Oikawa, accasciandosi sul tavolino davanti a lei.
“Com’è andata la giornata a te?”
Chiese poi, risollevandosi.
“La professoressa mi ha visto giocare durante la lezione e mi ha sequestrato il 3ds, dicendo che l’avrebbe ridato ai miei durante i colloqui.  Ho chiesto ad Onii-chan se poteva andare lui ma…”
“Ma ti ha detto di no”
Finì per lei Tomoyo, Kori annuì.
“Non capisco perché faccia sempre così...”
Borbottò la mora, stringendosi al petto il peluche di Eevee.
“Difficile dirlo visto che raramente cambia espressione, senza offesa”
“Guarda che in realtà Onii-chan le cambia, specialmente con me”
“Si?”
Chiese scettica Tomoyo, Kori annuì, preferendo però non dire all’amica che Kenma con lei cambiava espressione solo per guardarla male.
“Cambiando argomento, mi aiuti con inglese?”
Chiese la mora, sorridendo quando vide l’amica annuirle e lanciare sul letto il peluche di Pikachu.

Passarono due orette buone sui libri, non perché Kori fosse una capra in inglese. Anzi tempo mezz’oretta ed i suoi compiti erano belli che fatti, già sistemati in cartella per il giorno dopo.
Il problema era che le due ragazze avevano avuto la pessima idea di provare a risolvere insieme quelli di matematica. Finendo così a mandare ingiurie verso qualunque matematico avesse inventato quelle dannate formule che le stavano facevano impazzire.
Kori aveva provato a chiedere aiuto al fratello, venendo ancora una volta rispedita in camera con una mezza risposta negativa, così Tomoyo decise di chiamare Hajime, mentre pattava la testa all’amica che teneva una mano tesa verso la porta, piagnucolando e chiedendosi perché il suo Onii-chan non le volesse bene.
Alla fine della fiera, dopo tanti cuoricini e preghiere dette in coro dalle due, Iwaizumi si arrese e mandò loro le soluzioni dei compiti tramite what’s ap.
“Che bravo ragazzo”
Sorrise Kori sistemando i quaderni nella sua cartella.
“E’ anche un bravissimo giocatore…approposito sei più diventata la manager di pallavolo della Nekoma?”
“Ci sto ancora provando”
“C’è tanta richiesta?”
“No, Onii-chan mi straccia il foglio d’iscrizione ogni volta...”
“Pensa che Tooru, in pratica, me l’ha compilato lui”
Le due si guardarono fisse negli occhi ed infine sospirarono, ripetendo in coro la frase che da anni segnava la loro amicizia.
“Abbiamo proprio due fratelli strani”

Dopo aver sistemato i loro libri e aver fatto il bagno insieme, cosa che Tomoyo non avrebbe mai e poi mai detto a Tooru, scesero in cucina e, vedendo che Kenma era ancora preso dal suo nuovo gioco, decisero di ordinare delle pizze siccome i genitori dei due gattini era fuori per lavoro.
Provarono ad invitare il ragazzo a mangiare insieme a loro ma, nel silenzio più totale, Kenma prese la sua pizza e andò di sopra, dichiarando che ci sarebbe rimasto fino alla mattina dopo poiché aveva da fare. Cosa non lo sapeva nemmeno Kori. Comunque loro si godettero le loro pizze con le patatine, ridendo e scherzando come sempre, raccontandosi le ultime cose che non avevano potuto dirsi durante la lontananza.
Dopo mangiato si misero sul divano e, visto che non era in stanza con loro, decisero di provare il nuovo gioco di Kenma visto che Kori, al momento, era sprovvista del suo 3ds, ovviamente non l’avrebbe mai detto al suo Onii-chan, eliminando tutte le prove rappresentate dai punteggi suoi e di Tomoyo che uscivano ogni volta sulla schermata.

Quando arrivò l’ora per loro di andare a letto, si ritirarono nuovamente nella camera della mora, spostarono il tavolino e posizionarono il futon per Tomoyo, si augurarono la buonanotte prima di spegnere le luci e sdraiarsi entrambe nel rispettivo letto; ma nessuna delle due riuscì ad addormentarsi subito.
“Tomoyo?”
Chiamò Kori.
“Si?”
“Secondo te, Onii-chan mi odia?”
“No, ha solo un modo diverso per dirti che ti vuole bene”
“Grazie”
Scesero alcuni minuti di silenzio, poi a prendere la parola fu la castana.
“Kori?”
“Si?”
“Per te ho qualche possibilità di conquistare Tobio?”
“Certo che si”
“Grazie”
Girarono i volti una verso l’altra e, nonostante il buio, videro benissimo i sorrisi che si stavano rivolgendo.
Allungarono le mani fino a stringersele forte. Poco dopo si addormentarono.

 

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Capitolo 2
*** La Nuova Gattina & La Manager Bullizzata ***


Angolino Net:Ciao, io sono Net! È passata una settimana dalla pubblicazione e quindi rieccoci qui. Che dire... spero vi piaccia queato capitolo e che mi lasciate almeno un vostro pensiero (?) per farmi sapere cosa ne pensate. Detto questo tanti baci!!! ♡♡♡


 

La Nuova Gattina & La Manager Bullizzata 

La mattina seguente le ragazze, dopo essersi alzate ed essersi preparate per bene, scesero per fare colazione. Tomoyo si guardò intorno e, non vedendo Kenma, si rivolse all’amica.
“Non sarà il caso di andare a svegliare tuo fratello? Poi c’è rischio che faccia tardi e...”
Kori si girò verso l’amica, sorridendole dolcemente e con aria serena.
“Tranquilla Tomo. Onii-chan è già uscito. Si sarà alzato presto, vedi? Nel lavandino c’è ancora la sua scodella.”
“...Che asociale”
“E’ solo un ragazzo timido, cerca di capirlo.”
“Si. E ti ha lasciato pure i piatti da lavare...”
“Cosa ti andrebbe per colazione?”
Tomoyo guardò l’amica perplessa. Aveva evitato il discorso ed era incredibile come giustificasse il fratello per ogni cosa.
 Si stava chiedendo se esistesse qualcuno di simile a Kori. Stava per dirsi di no quando nella sua mente si creò l’immagine di Tooru che le mandava un bacino (con tanto di cuoricino svolazzante eh!), e a quel pensiero quasi rabbrividì.
“Sono di gusti semplici, un toast alla marmellata andrà bene.”
Poco dopo il toast alla marmellata di Tomoyo fu pronto davanti ai suoi occhi. E mentre la ragazza lo addentava, Kori si mise a compilare un modulo.
“Kori. Non mangi?”
“No, Kenma mi ha detto che sono ingrassata e che i ragazzi non mi guarderanno più. Ho scelto di stare a dieta. Inizio oggi.”
“Non credo che saltare la colazione sia un modo salutare di iniziare la dieta, poi ti brontolerà lo stomacò...che stai facendo?”
“Sto compilando, per l’ennesima volta, il modulo per diventare manager del club di pallavvolo. Ma stavolta lo porterò direttamente in palestra e lo consegnerò a qualcuno li. Scommetto che verrò accettata e sarò bravissima nei miei compiti! Ohohohohohoh!!!”
“Ma almeno sai cosa deve fare una manager?”
Fra le due piombò il silenzio più totale. Si sentì, da fuori, solo il miagolio del gatto dei Kozume che probabilmente si era svegliato in quel momento.
“Immaginavo...allora perchè vuoi diventare manager?”
Kori alzò lo sguardo dal foglio, guardò convinta Tomoyo e sorridendo con il “like” e le disse fiduciosa i suoi motivi!
“Perchè c’è Onii-chan e perchè voglio farmi un harem come nei videogiochi!”
Tornò a regnare il silenzio. Ed il gatto miagolò di nuovo.
“Ora capisco perchè tuo fratello strappa i fogli. Comunque...Sono tua amica quindi tiferò per te.”
Appena Tomoyo e Kori finirono rispettivamente di  fare colazione e compilare il modulo, presero le cartelle ed uscirono. Essendo le loro scuole in direzioni diverse, fecero a carta, sasso, forbice per decidere chi avrebbe accompagnato chi per prima.
A pari e dispari vinceva sempre Tomoyo, a Sasso,carta, forbici, Kori. Infatti questa volta toccò proprio a Tomoyo accompagnare la ragazza dai lunghi capelli alla metro.
“Beh Kori, anche stavolta è andata...Saluta l’asociale ed i tuoi. Mi è dispiaciuto non vederli. Alla prossima.”
 “E tu salutami le tue due madri e tuo papà. Ciao Tomoyo!”
E mentre le porte della metro si chiudevano, Tomoyo fece la linguaccia a Kori, capendo benissimo che con ‘Due madri’ si stava riferendo a Tooru. Che maniere! Insomma si. Era protettivo. Ma fino a un certo punto.
Tomoyo uscì, triste, dalla stazione delle metro. Anche quel giorno con la sua amica era andato.
Da quando erano entrate al liceo avevano poche occasioni di vedersi a causa dello studio. Si erano conosciute alle elementari ed erano diventate molto amiche, amicizia che si era poi solidificata nel periodo delle medie, seppur frequentando scuole diverse.
Ma ora i troppi compiti e l’ulteriore distanza fra le scuole le stava un po’ allontanando. E questo faceva male ad entrambe. Sospirò.
“Tomoyoooooooooooooo!!!”
Guardò avanti sentendosi chiamare. Più in la spiccava la figura alta di suo fratello che la salutava da lontano con la mano.
Accanto a lui, con una mano sulla faccia, Iwaizumi squoteva il capo rassegnato. Effettivamente...Si. Kori aveva ragione. Tooru sembrava una seconda madre. Era andato a prenderla alla stazione. Ma soprattutto...Come diavolo aveva fatto a sapere che avrebbe perso a carta, sasso e forbici?
 
Suonò la campanellà e per un pelo Kori arrivò in classe, tuttavia, inciampando sui suoi piedi fece una stupenda capriola che la portò a spiaccicarsi contro il muro. Il professore la guardò severo.
 Si, era arrivata in orario ma era la terza volta che ce la faceva per poco.
“Una splendida esibizione. Come sempre, Kozume. Ora la prego di andarsi a sedere al suo posto così possiamo iniziare la lezione. Sempre se non le dispiace troppo.”
Tutta la classe scoppio a ridere, ma Kori senza pensarci troppo si rialzò e andò al suo posto che, no non era in ultima fila vicino alla finestra, ma in secondo centrale.
Si sentì punzecchiare sulla schiena con una penna.
“Kori! Anche oggi hai fatto un’acrobatica entrata, come sempre! Sei bravissima!”
“Lev, non rompere. Sono inciampata...piuttosto. Dopo vengo in palestra. Ho il modulo da consegnare.”
“Finalmente Kenma ha approvato la tua candidatura come manager?”
“Diciamo...di si...”
Le lezioni,  mattutine, passarono lente e fra una dormita, una copiata di compiti per le ore successive e qualche chiacchiera con Lev, si arrivò al pranzo.
Dalla cartella Kori tirò fuori il suo bento, prese le bacchette e...vide il russo sedersi davanti a lei. Come sempre da quando si era trasferito.
 “Sai Lev....se non ho amiche femmine è Anche colpa tua. Secondo me le spaventi, e per questo non si avvicinano a me. Guarda le povere fanciulle laggiù. Ti stanno guardando male!”
“Eeehhhh? Ma che cattiva che sei Kori!”
“Non sono cattiva, sono realista...A chi dovrei consegnare il modulo al coach o al capitano??”
“Non saprei, dallo a chi incontri prima. Così sei apposto.”
E dopo aver concordato con l’amico la valida idea, entrambi si gustarono il proprio pranzo e dopo un po’ ripresero con le lezioni fino alla fine dell’orario scolastico.
Peccato che sul registro, durante l’ora di geografia, si aggiunse un bel 2 per Kori, il professore era stato più attento di quello di matematica...e l’aveva beccata a dormire.
I due si concedettero una pausa alle macchinette prima di andare in palestra.
“Mi dispiace...ho cercato di svegliarti, ma proprio non ci sono riuscito...come mai tutto questo sonno?”
“Ah tranquillo, è colpa mia. Sono rimasta sveglia fino a tardi a giocare a – Le avventure di Susanoo-“
“In cosa consiste?”
“E’ un videogioco d’azione, interpreti il Dio del mare e devi evitare la sfortuna che si abbatte su di te...ma è davvero difficile. Ci sono i bonus Natura e molte regole ma lasciamo perdere...andiamo Lev. Sono fiduciosa!”
Entrambi entrarono in palestra. Tutti i giocatori si stavano già allenando.
Kori guardò la palestra, fece scorrere lo sguardo su tutti i giocatori fino ad individuarne uno. Il suo adorato Onii-chan.
“Guarda Lev, guarda! Quello è Kenma! E’ Onii-chan!”
“Beh...lo so...”
“Onii-chaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!”
A quelle parole Kenma si distrasse un attimo e guardò in direzione della voce con la solita faccia annoiata. Ma appena vide a chi apparteneva, il sangue gli si gelò, il panico si fece largo in lui ma soprattutto la rabbia lo invase...tuttavia non disse niente e gli arrivò anche una pallonata in testa.
“Uhh, povero Onii-chan...quella deve far male...”
Un urlo arrivò da bordo campo.
“Lev maledetto scansafatiche! Sei in ritardo di mezz’ora dove sei stato fino ad adesso?!”
Kori si girò, con un’aria abbastanza arrabbiata si stava avvicinando un ragazzo alto –non quanto Lev- e dai capelli neri.
“Scusa capitano! Ero con lei!”
Kori continuò a guardare quello che era il capitano con aria da ebete e si coprì con il modulo da manager fino allla bocca, allungando insicura  una mano.
“Piacere, Kori Kozume.”
“Piacere mio. Tetsurou Kuroo.”
Kuroo le strinse la mano sorridendole, la ragazza arrossì all’improvviso sotto lo sguardo perplesso di Lev che, dopo un’occhiataccia del capitano, corse a cambiarsi.
“Kozume. Sei per caso parente di Kenma? Tipo...cugina?”
“No, sono la sorella.”
Kuroo la guardò come se la ragazza fosse appena scesa da una navicella spaziale.
“Qualcosa non va capitano?”
“Beh...aveva detto di essere figlio unico”
Calò il silenzio più totale nel quale Kori si dovette trattenere per non scoppiare a piangere. Insomma, lei amava il suo Onii-chan...era impossibile che lui non la considerasse nemmeno un po’.
“Ma sono felice abbia una bella gattina come te come sorella.”
E mentre Kuroo si mise a leggere il modulo d’iscrizione, la crisi di pianto che Kori stava per avere era definitivamente dimenticata lasciando posto a chissà quali fantasie.
Intanto al centro del campo lo spettacolo non era dei migliori.
“Hoy, hoy Kenma? Tutto bene? Ti vedo spaventato!”
“Ci credo che è spaventato Yamamoto, dopo quel colpo che gli hai dato tutti sarebbero in crisi...guardalo poverino...lo hai shoccato...”
Kenma stette un minuto. Inquadrò bene la situazione. C’èra  Kuroo che leggeva il foglio d’iscrizione per manager consegnatogli dalla sorella. Kori che...giocava con le dita  guardando il capitano con una faccia strana. Ricordava che aveva fatto quell’espressione solo una volta.
Ovvero quando insieme avevano fatto rispettivamente il cosplay di Miku Hatsune e Len Kagamine(era stato costretto). Alzò un sopracciglio scacciando quel pensiero e corse verso Kuroo.
“Kuroo.”
“Onii-c-“
“Non chiamarmi Onii-chan.”
Kori ammutolì sconsolata mentre il biondo trascinò un poì lontano il capitano della Nekoma.
“Kuroo. Ti prego fammi un favore. Non accettarla come manager. Per favore ti scongiuro, mi farà una noia mortale, gigantesca...”
“Kenma la nostra ci ha abbandonati. Stava quì soltanto perchè era fidanzata con Yaku. Si sono lasciati e...”
“Ti prego.”
Kuroo sospirò, poi sorrise. Oddio...sembrava più un ghigno che un sorriso.
“Va bene. Siamo amici no?”
Kenma accennò un piccolo sorriso che segnava ringraziamento. Il capitano andò verso la ragazza. Quest’ultima lo guardava con occhi di ammirazione e pieni di speranza.
“Gattina...”
Kuroo, dall’alto dei suoi 188 cm, le mise una mano sulla testa.
“...Sei dei nostri!”
Kori esultò felice, ora che aveva conosciuto Kuroo...aveva abbandonato l’obbiettivo dell’harem.
Kenma, dietro, sbiancò e rabbrividì perdendo cinque anni di vita. Perchè il suo migliore amico gli aveva giocato quel brutto scherzo? Eppure di solito se gli chiedeva un favore era solito farglielo, nei limiti.
Poi si ricordò gli avvenimenti della settimana prima. Quando Kuroo gli aveva chiesto di fargli assaggiare un pezzo di torta di mele che aveva portatato da casa.
In pratica, una fetta di torta gli aveva rovinato i suoi due prossimi anni di vita scolastica.
Kenma si inginocchiò a terrà.
“Mi sono dato la zappa sui piedi da solo....”
 
Tomoyo era in palestra. Stava annotando sul suo blocco qualcosa quando le arrivò un messaggio.
“Ci sono riuscita!!!!!!!”
Tuttavia quello era un messaggio sonoro ed insieme alla scritta vi erano una moltiùtudine di emoction a forma di gattino che, appena aperto il messaggio, iniziarono a miagolare.
Cosa che attirò subito l’attenzione del coach e che fece volare subito un’occhiataccia a Tomoyo.
“Se hai intenzione di giocare puoi anche andartene.”
“Mi scusi, non l’ho fatto di proposito.”
Mise via il cellulare tornando a guardare i giocatori. Era felice per la sua amica ma al tempo stesso preoccupata, Kori sarebbe davvero riuscita a concentrarsi sui doveri da manager...o avrebbe fatto il tifo per il fratello tutto il tempo rendendosi, inoltre, ridicola davanti a tutti?
Ad interrompere i suoi pensieri ci pensò una pallonata che le arrivò dritta, dritta nel mezzo della faccia. Non era nè troppo forte nè troppo debole, probabilmente perchè proveniva dal fondo della palestra (altrimenti si sarebbe fracassata la scatola cranica), ma fu comunque abbastanza potente da buttarla all’indietro e da farle uscire una notevole quantità di sangue dal naso.Sangue che sporcò la divisa ed il pavimento della palestra.
Un po’ rintontita si mise una mano in faccia mentre il liquido continuava a colare.
“Hoy! Oikawa femmina!”
Il coach, allarmato, si alzò di scatto dalla panchina andando verso Tomoyo. Arrivato accanto alla ragazza, si inginocchiò guardandola.
“Coach...grazie per la preoccupaz-”
“Vedi di non farti più uscire sangue dal naso! Hai sporcato la palestra. Se la macchia non va via chi credi dovrà scusarsi con il preside?”
E li a Tomoyo caddero le braccia.
Si rialzò ignorando il coach insieme agli istinti omicidi che le erano appena saliti e vide arrivare Tooru con un’espressione preoccupata, seguito dal resto della squadra. Alzò un sopracciglio e, dopo aver preso un fazzoletto dalla tasca, iniziò a tamponarsi il naso.
“Sorellina! Sorellina come stai? Tutto bene? Si è rovinato il tuo bel faccino?”
“E’ di questo che ti preoccupi?! Non che mi sono fatta male?!”
“Stai tranquilla sorellina! Troveremo il colpevole fra tutti questi cattivoni! E gli daremo una bella punizione!”
Tooru si girò verso la squadra con uno sguardo terrificante, li squadrò uno ad uno. A tutti salì un brivido su per la schiena...poi il capitano puntò deciso il dito verso Kindaichi.
“Yutaro Kindaichi! Sei stato sicuramente tu!”
L’incriminato, poverino, sobbalzò.
Si guardò intorno cercando qualcuno nella squadra che lo aiutasse a ribattere ma...tutti stavano guardando punti indefiniti della palestra. Decise di farsi coraggio e rispondere ad Oikawa.
“Capitano...ecco...quando a Tomoyo è arrivata la pallonata. Io stavo murando. Mi sembra alquanto improbabile che sia stato il mio pallone che l’abbia-“
“Sciocchezze Kindaichi, sciocchezze! Sicuramente la palla ha sbattuto sulle tua braccia, è andata a terra e poi sulla faccia della mia adorata sorellina!”
Tomoyo, che ancora si stava tamponando il naso, guardò Tooru per la spiegazione che aveva dato.
Mai ne aveva sentita una tanto stupida in vita sua. Sospirò poi andò lei in soccorso del povero Kindaichi.
“Senti un po’ Detective Conan, ma ti senti quando parli? Il pallone mi è arrivato dall’alto in basso. Se era davvero rimbalzato a terra sarebbe dovuto arrivarmi dall basso verso l’alto.”
Silenzio in palestra. Tooru si mise due dita sotto il mento aggrottando le sopracciglia.
“Quindi...possiamo eliminare definitivamente chi stava murando...”
A quella frase, Issei e Sawauchi si abbracciarono felici, a loro non sarebbe toccato l’amaro destino del compagno di squadra. Anche se per poco, Kindaichi doveva aver avuto davvero paura.
Tooru, tuttavia, non si arrese e volle continuare la sua indagine.
“Allora sicuramente è stato Watar-....Watari???”
Si guardò intorno perplesso cercando l’amico con lo sguardo, fece un giro intorno ai compagni di squadra (mentre quest’ultimi trattenevano le risate) per vedere se il libero si fosse nascosto, ma niente.
Nemmeno l’ombra di Watari.
“Se l’è data a gambe?”
Chiese un Tooru sempre più perplesso, ed a quel punto Tomoyo alzò un sopracciglio guardando sconsolata il fratello. Il sangue dal naso si era fermato, quindi rimise il fazzoletto in tasca. Poi illuminò Tooru sulla situazione di Watari.
“Tooru...Watari oggi non si è presentato all’allenamento.”
“...ah.”
“Te ne accorgi solo ora...”
Tooru arrossì lievemente per la gaffe commessa, mentre qualche membro coraggioso della squadra si concesse una risata. Subito spenta da un’occhiataccia del capitano. Quest’ultimo rise di gusto.
“Alla fine ci sono riuscito. Finalmente ho trovato il colpevole...Il nostro caro alzatore! Shingeru Yahaba!”
“Eh? Cosa? Perchè io?”
“Sicuramente hai sbagliato l’alzata e l’hai indirizzata verso Tomoyo...ammettilo!”
“Capitano...veramente io ho fatto un’alzata perfetta per far schiacciare uno di voi. Ed è stata quella la pallonata che ha colpito Tomoyo.”
Tutta la squadra si guardò. Ecco chi sapeva la verità, ecco chi avrebbe risolto il caso, ecco la speranza e la luce che avrebbe svelato il mistero! Shingeru Yahaba! Tooru incrociò le braccia al petto fiducioso guardando gli schiacciatori.
“E dimmi, Yahaba, a chi hai alzato?”
Ci fu un attimo di silenzio nel quale il ragazzo diventò protagonista. Aprì bocca e con un filo di voce disse la persona incriminata.
“A te, capitano...”
Tooru sbiancò. Poi si girò a scatti verso Tomoyo, impaurito. Quest’ultima sorrideva con aria serena, ma se ci fosse stato Junior di Dragon Ball avrebbe sicuramente esclamato “Ha un’aura potentissima!”, quindi vi lascio immaginare la rabbia di Tomoyo.
“S-scusa sorellina! Non l’ho fatto apposta! Nemmeno me ne ero accorto!”
La più piccola degli Oikawa prese Tooru per un orecchio e lo trascinò fuori chiudendo la porta della palestra. Ciò che seguì quell’azione furono soltanto atroci urla di dolore.
Il coach, con la solita aria arrabbiata, guardò il resto della squadra. Che era rimasta in palestra allibita dalla situazione.
“Forza! Ad allenarvi! Non c’è niente da sentire!” 

 

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Capitolo 3
*** Angoscia & Invito ***


Angolino Fri: Buona sera a tutte!
Speriamo che anche questo capitolo vi possa piacere, s'iniziano a muovere un pò le cose ed entriamo nel vivo della storia.
Buona lettura!
Ps: Il dio del mare e il dio della luce nordico provengono da Kamigami, un altro anime che a me e a Net piace tantissimo xD

Angoscia & Invito 

“Tomoyo-chan”
La castana si girò verso la professoressa dietro di lei, sfoggiando sul naso un bellissimo cerotto decorato con dei fiorellini, unico segno del regalo del giorno prima di Tooru.
“Si?”
Lila Shimatsu, la professoressa, si abbassò leggermente per aver il volto vicino a quello dell’alunna e poter vedere meglio la tela che Tomoyo stava dipingendo con tanta concentrazione.
Non l’aveva richiamata perché stava sbagliando qualcosa, tutt’altro, era una delle poche ragazze che prendeva le sue lezioni di arte ed i suoi consigli seriamente.
L’insegnante voleva che i suoi ragazzi si sentissero liberi, che esprimessero i loro desideri, che mettessero tutta la loro personalità nei loro disegni, e Tomoyo lo faceva anche bene, solo…
“Stai disegnando di nuovo un corvo con i capelli neri e gli occhi azzurri Tomoyo-chan”
…ecco.
La ragazza, colta in fallo, arrossì leggermente e si mise a fissare fuori dalla finestra.
“E’ quello che desidero”
Si giustificò a bassa voce. La professoressa annuì sorridendole dolcemente prima di darle la botta finale.
“Lo capisco Tomoyo-chan, ma è la ventesima volta che mi disegni un corvo nelle mie lezioni”
“…”

Di nuovo nella sua solita classe, la castana, pur se ormai era ora di pranzo, stava ancora fissando il  disegno della lezione precedente. Doveva ammettere che purtroppo la professoressa aveva ragione, quello era il ventesimo corvo che disegnava durante arte, per non parlare di tutti gli altri fatti sui quaderni…
A sua discolpa poteva dire che cambiava posizione al volatile in ogni disegno.
Ragionandoci un po’, la colpa non era neanche sua, ma di Tobio!
Era assolutamente colpa di Tobio e del fatto che infestava continuamente i suoi pensieri, anche se Tomoyo non voleva, ecco, avrebbe giustificato così il suo cinque e mezzo in arte (preso solamente per la scarsità del soggetto) con i suoi genitori!
Sospirò sconsolata, quello comunque non risolveva il suo problema più grande e che l’attanagliava lo stomaco nei momenti peggiori. Il giorno prima con Kori era riuscita a rilegarlo in un angolo della sua mente ma adesso, che era nuovamente sola, le cose si complicavano.
“Odio l’estate”
Borbottò sbattendo la fronte contro il suo banco.
“Oikawa-chan?”
Tomoyo ruotò appena la testa, così da appoggiare la guancia, guardando depressa Kindaichi e Kumini davanti a lei.
“Ehm…non vieni a pranzo?”
“…Arrivo”
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata, per poi lanciarla alla ragazza che camminava dietro di loro in corridoio: aveva lo sguardo assente e le guance gonfie, il bento stretto al petto e non sembrava neanche accorgersi della strada che stavano percorrendo.
Kindaichi provò comunque ad inserirla nella conversazione, gli sembrava troppo brutto ignorarla dopo quattro anni che si conoscevano e, anche se era innamorata di Kageyama, rimaneva la loro manager.
“Oikawa-chan, tu cosa farai durante le vacanze estive?”
Tomoyo si risprese ed iniziò a guardarlo male, a quel punto Kindaichi si pentì di averle rivolto la parola.
“Io non farò assolutamente niente durante le vacanze estive, e sai perché?! Perché io odio, ODIO, le vacanze estive, le detesto! Non devi parlare di vacanze estive in mia presenza, anzi queste parole sono bandite chiaro?! BANDITE!”
A quel punto prese la parola Kumini, anche perché l’amico era troppo sconvolto per domandare qualcosa.
“Perché?”
Quella fu la scintilla che fece scoccare l’ira della ragazza. Li superò iniziando ad urlare che i maschi non capivano assolutamente nulla, che era giunto il momento di farsi qualche amica che non fosse una fan di Tooru e che aveva un assoluto, urgente, bisogno di parlare con Kori.

Alla Nekoma…
“Ectiù!”
La mora evitò per un soffio di starnutire sul proprio 3DS, recuperato qualche ora prima dal fratello. Che era stato corrotto tramite una torta di mele.
“Tutto bene?”
Le chiese Lev davanti a lei, Kori annuì sperando solo che non le venisse un raffreddore proprio ora che era riuscita nel suo intento: far accompagnare il dio del mare dal dio della luce nordico. Era una combo formidabile e non poteva perdere proprio ora!

“Ma come fate a non capire? È così semplice ~”
Se ne uscì Tooru, quando i due del primo anno gli spiegarono il comportamento della sorella.
“Domani iniziano le vacanze estive e quindi la mia dolce sorellina non potrà più andare a spiare Tobio durante gli allenamenti, che tragedia ♥”
Lo disse con un tale sorrisone sulle labbra, che i due primini capirono subito la realtà: per lui quella ‘tragedia’ equivaleva al carnevale di Rio de Janeiro .
Lo stesso non si poteva dire per Tomoyo: appoggiata con la schiena alla ringhiera, mangiucchiava il suo bento con un broncio che assomigliava a quello del fratello maggiore quando faceva i capricci. Tutta la squadra, capitano ed asso esclusi, avevano una certa paura ad avvicinarsi perché temevano un’altra reazione esagerata da parte della manager riguardo le vacanze, però avevano bisogno del suo intervento poiché era lei che segnava sull’agenda tutti gli allenamenti e gli incontri.
Stavano quasi per ricorrere a pari o dispari quando il Libero decise di farsi avanti, si avvicinò con calma alla ragazza e le parlò con gentilezza per non farla scoppiare.
“Oikawa-chan, dobbiamo organizzare le vacanze estive”
“Io le odio le vacanze estive”
Borbottò accucciandosi di più su sé stessa.
“Lo so però…pensa alla squadra dai”
Tomoyo alzò lo sguardo su Watari, sbirciò anche gli altri e si rese conto che forse stava facendo troppo la bambina. Guardò nuovamente il senpai davanti a lei e gli annuì, mise da parte il bento e si avvicinò con il ragazzo al resto della squadra.
Matsukawa fece il segno della vittoria al Libero che si sistemò accanto a lui, la manager invece fu sistemata dal fratello in mezzo alle sue gambe; per sicurezza Tooru l’abbracciò stretta per non farla scappare ma Tomoyo era troppo concentrata a tirar fuori l’agenda riservata agli impegni della squadra.
Comunicò a tutti i giorni che avevano di pausa ed iniziarono a discutere dei progetti che avrebbero poi sopposto al coach per vedere se riusciva a sistemarli meglio, così da essere riportati infine sull’agenda di Tomoyo, che avrebbe avvisato ogni volta tutti i componenti per far si che nessuno si dimenticasse di qualche appuntamento.
“Potremmo mettere qualche partita di allenamento con la Karasuno”
Propose ad un certo punto la manager, vedendo una luce di speranza nel buio di quell’estate. Tooru dietro di lei s’irrigidì.
“Ma perché? Non stiamo bene noi da soli?~”
Provò a raggirarla, strusciando la guancia contro la sua; non erano dello stesso avviso gli altri.
“Può essere una bella idea”
Concordò con lei Hanamaki.
“Così potremo vendicarci della partita di allenamento contro Kageyama!”
Urlò Kindaichi entusiasto alzandosi in piedi, Kumini si limitò a sospirare riportandolo a sedere; purtroppo per Tooru, anche Watari e Yahaba, insieme a Matsukawa, sembravano felici di quella proposta.
“Iwa-chan, almeno tu…”
“Un allenamento con la Karasuno ci farebbe bene, soprattutto se dovremo vincere contro di loro e Ushijima per arrivare ai nazionali”
Gli andò contro, come sempre praticamente, Hajime.
Tomoyo a quel punto si alzò entusiasta buttando all’aria l’agenda, la quale iniziò a perdere foglietti su foglietti che Kindaichi tentò di prendere al volo, iniziando poi a torturare le guance al povero Kumini per la felicità che provava; gli altri si rilassarono notevolmente vedendo che la ragazza aveva ritrovato il suo solito buon umore.
“Non è detto che la Karasuno sia disponibile ♥”
Smontato da Tooru.
Come sempre.
Tomoyo si bloccò, tenendo le guance di Kumini tirate, e lanciò un’occhiataccia traversa al fratello.
“Cosa?”
“Non sappiamo se la Karasuno sarà libera per un allenamento, quindi non sperare invano d’incontrare Tobio-chan perché potresti essere delusa, non voglio essere io ad asciugare le tue lacrime amare, sorellina mia ♥”
Tomoyo, a quella frase, era davvero ad un filo sottilissimo da prenderlo a testate come le aveva insegnato a suo tempo Haji-nii.
Si trattenne, perché lei era una signorina per bene. L’ira però si rifletté sulle guance del povero Kunimi che venne recuperato da Yahaba prima che le perdesse in maniera irreparabile.
A quel punto la ragazza si girò verso il fratello, puntandogli l’indice contro.
“Non sappiamo nemmeno se sono occupati!”
“Visto come s’impegna il loro professore, mi sa proprio che rimarrai delusa invece”
Iwaizumi alzò un sopracciglio stanco, il solo abituato da tanto alle litigate dei fratelli Oikawa, per farli smettere pensò anche d’intervenire ma si fermò, vedendo il ghigno di Tomoyo, lo stesso che usava Tooru quando stava per fare una battuta perfetta.
“E se ti dicessi che posso scoprirlo immediatamente?”
“…Eh?”
La castana, sempre con il ghigno vincente, tirò fuori dalla gonna il suo cellulare ed iniziò a comporre il solo numero che aveva nei preferiti (anche se in realtà lo conosceva a memoria), a quel punto anche Oikawa capì cosa volesse fare la sorella.
“Hai ancora il suo numero?!”
Iwaizumi quasi rise dall’espressione scioccata dell’amico. Quasi, perché appena Tomoyo urlò all’apparecchio ‘Tobio!’, quello mise giù.
Ma la manager aveva ancora un asso nelle sue maniche, infatti compose un altro numero immediatamente.
“Ciao Shoyo-kun!”
A quel punto anche gli altri ragazzi rimasero scioccati, come aveva fatto ad avere anche il numero del nanetto?!
“Si, io stò bene grazie, volevo chiederti una piccola informazione…ecco, voi in queste vacanze sareste liberi per alcuni allenamenti con la nostra squadra?”
La risposta che ricevette non era assolutamente quella sperata, per niente.
“Ho capito…grazie Shoyo-kun, si…anche a te buone vacanze”
Mise giù il telefono e guardò il fratello con gli occhi pieni di lacrime.
“Sei un dannatissimo uccello del malaugurio!”
Urlò imbronciata prima di correre via.
Tutti capirono cos’era successo: la Karasuno aveva altri impegni per quell’estate, si girarono verso il capitano, l’unico che sfoggiava un sorrisone e il simbolo della vittoria.
“Sono un mago ~♥”
Iwaizumi gli diede una testata.

Il malumore della ragazza si rifletté pure sulle lezioni, non riusciva a prendere appunti e venne anche sgridata per questo.
Stessa cosa si poté dire quando iniziò l’allenamento della squadra. Il coach che già sembrava sopportarla poco, quel giorno non fece altro che riprenderla e riprenderla…certo era vero che ci metteva del suo: aveva, quasi perso la sua agenda, bagnato con l’acqua il foglio delle proposte compilato a pranzo, era scivolata mentre aiutava Kumini e Kindaichi a pulire la palestra, fatto cadere il cestello dei palloni e lanciato un paio di quelli contro il fratello mentre quello era in battuta…però quello l’aveva fatto di proposito.
Insomma una giornata no con i fiocchi; alla fine della giornata scolastica era accucciata su sé stessa fuori dallo spogliatoio maschile, rimuginando su quanta sfortuna avesse in amore mentre aspettava Tooru ed Iwaizumi.
“Stupido Tobio, stupida Karasuno e stupido Tooru”
Borbottò facendo cerchietti sul pavimento.
“Perché sono anch’io stupido?”
Chiese il fratello, uscito proprio in tempo per sentirla.
“Perché lei è una ragazza intelligente e ti conosce troppo bene”
Rispose Iwaizumi per Tomoyo, superando i due fratelli in modo da lasciare loro la privacy. Oikawa era un’idiota che sapeva bene quali tasti toccare per far del male alla sorella, d’altro canto però era anche l’unico che riusciva a consolarla quando Kori non era nelle vicinanze.
Tooru gridò dietro all’amico quanto fosse rude, poi tornò al suo lato serio e si girò verso la sorella, si chinò accanto a lei e le accarezzò piano i capelli.
“Susu, per un amore che va male ce n’è sempre un altro che andrà bene”
“Disse quello che cambia ragazze come cambia le mutande”
“Uhm, abbastanza spinta ma hai ragione…però quelle ragazze sanno quanto valgo, Tobio invece non capisce quanto vali tu e ci perde solo lui”
Tomoyo alzò lo sguardo sul fratello, Tooru le sorrise e le asciugò piano una guancia da una lacrima che le era sfuggita dall’occhio.
“Andiamo a casa sorellina?”
“Va bene”
La castana si aggrappò al braccio del fratello, lui le lasciò un bacio sulla tempia mentre entrambi raggiungevano Iwaizumi che li aspettava poco più avanti dell’uscita della scuola.
“Sai sorellina, forse ti farà bene per dimenticare Tobio questa lontananza”
“Non so se posso riuscirci Tooru…”

“Non credo che tuo fratello abbia avuto una brutta idea”
Le disse anche Kori, una volta che riuscì a chiamarla al cellulare la sera.
“Se perfino tu dai ragione Tooru, allora la cosa è grave…però non ci riesco Kori, è Tobio! Il mio primo amore”
“Non siamo in un manga Tomo-chan”
“Lo so…comunque tu che fai per queste vacanze? Riusciamo a vederci?”
“Non lo so, la Nekoma ha un ritiro con altre squadre di Tokyo”
“Uh vedo che ti sei immersa nel tuo ruolo di manager”
“Già! Tutto per il mio Onii-chan ♥”
A Tomoyo venne un gocciolone sulla fronte a quella frase, ma l’importante era che Kori si fosse abituata e che facesse un buon lavoro per la sua squadra, conoscendo l’amica sapeva che non avrebbe avuti molti problemi…oltre a Kenma. S’intende.
“Dunque, secondo il foglio staremo via un paio di settimane”
Le comunicò la mora.
“Così tanto? Non so se riusciremo a fare la nostra settimana di festa”
“Lo so però non posso mancare”
“Già, è uno dei tuoi compiti…”
“Uhm…però c’è scritto che manca una squadra…perché non venite anche voi della Seijo?”
“…Eh?”
Tomoyo si mise a sedere sul letto sbalordita.
“Si, perché no? Così possiamo passare le vacanze estive insieme”
“Ma…non so se possiamo! Abbiamo consegnato il foglio degli allenamenti proprio oggi al coach”
“Beh per allenarsi si allenerebbero comunque”
“Non lo so, e se disturbiamo?”
“Per calmare tuo fratello c’è sempre Iwaizumi quindi non vedo il problema”
La castana rimase un attimo in silenzio, pensando seriamente a quell’idea: non avrebbe passato le vacanze con Kageyama ma almeno così avrebbe avuto l’amica vicina.
Kori, sentendo l’altra tentennare, le comunicò che per tranquillizzarla avrebbe mandato un messaggio al suo coach per sapere se ci sarebbero stati problemi a inserire la Seijo come la squadra mancante. Dopo alcuni minuti le disse che per Nekomata il problema non sussisteva e che, anzi, erano anche i benvenuti.
“Ma ne sei davvero sicura?”
“Certo, lo ha detto anche il coach!”
“Uhm…”
“E va bene, non volevo arrivare a questo ma…”
“Si?”
“Al ritiro c’è anche la Karasuno”
“…”
“Tomoyo…Tomoyo? Sei ancora lì?”
Ma la piccola Oikawa era già corsa nella stanza del fratello, dimenticando il cellullare sul letto, gridandogli di chiamare immediatamente il coach e di fare le valigie, mentre lei avvertiva gli altri della squadra.

Il mattino seguente, tutti i componenti dell’ Aoba Josai spossati, e con le occhiaie sotto agli occhi, erano davanti alle altre squadre che li guardavano con gli occhi spalancati.
“Ma…che ci fate voi qui?!”
Urlò il capitano della Nekoma.
Prima che potesse arrivare risposta, Kori corse incontro a Tomoyo abbracciandola stretta.
“Che bello, sei venuta!”
Urlò la mora.
“Mi hai dato un incentivo troppo grande per rifiutare”
Le rispose la castana, sbirciando dalla spalla dell’amica Tobio che era impallidito notevolmente.
“Ci stò capendo sempre meno”
Borbottò Kuuro accarezzandosi la nuca.
“Kori e Tomoyo sono amiche d’infanzia”
Gli risposero in coro Kenma e Tooru, uno indifferente e l’altro sorridente Quest’ultimo continuò, rispondendogli alla prima domanda che aveva posto indicando le due ragazze ancora abbracciate.
“Kori-chan ieri sera ci ha invitato quindi abbiamo fatto i bagagli in fretta e furia per non mancare all’appuntamento”
“E’ stata la gattina? Ma non ha il perm-“
“Oh invece ce l’ha”
Davanti ai due capitani comparve il coah Nekomata che, sorridendo, poggiò una mano sul capitano della sua squadra, spiegandogli che la ragazza gli aveva chiesto il permesso proprio la seraprecedente e che lui l’aveva concesso perché così sarebbe stato un ritiro più divertente.
“Ecco perché non la volevo come manager”
Borbottò Kenma contrariato, senza cambiare espressione, mentre osservava anche lui le due manager che, zaini in spalla, si prendevano per mano per andare a sistemare la classe dove avrebbero dormito insieme alle altre “colleghe”.

 

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Capitolo 4
*** Videogioco & Segreto ***


Angolino Net:Ciao a tutti! In questo capitolo le cose si metteranno un po' male per le due ragazze. Parlare troppo fa brutti scherzi u.u Ricordatelo sempre anche voi....Poi devo dire una cosa importante. Oggi la mia amica è arrabbiata con me. Ti voglio bene ❤ *tentativo inutile di farsi perdonare*
Vi lascio al capitolo e buon divertimento!


 

Videogioco & Segreto 

Il resto della giornata servì soltanto per la sistemazione delle ‘camere’ e giri turistici, da parte di quasi tutti, per farsi un’idea di come fosse strutturato l’intero edificio. Dopotutto, aver viaggiato per chissà quante ore...non era proprio il massimo del rilassamento. Soprattutto se durante il tragitto la strada era piena di buche.
Ma la mattina seguente, i nostri ragazzi, si svegliarono pronti per andare a massacrarsi di allenamenti. Si prospettava davvero una bella giornata. La situazione era un po’ tragica nella camera della Nekoma.
Infatti c’èra un Kenma, con la solita espressione, che guardava il suo futon, da circa cinque minuti.
Ormai tutti si stavano chiedendo cosa stesse cercando di fare il loro compagno. Comunicarci telepaticame? Cercare di spostarlo col pensiero? Nessuno lo sapeva. Alla fine, Kuroo, il più curioso o semplicemente perchè era il più vicino a Kenma, si fece coraggio e decise di domandarglielo.
“Hai per caso paura che ti morda? Dovresti metterlo apposto. Così ce ne andiamo a colazione e successivamente ad allenarci.”
Kenma si girò verso Kuroo come se quest’ultimo avesse appena parlato in ebraico. Fissò il più grande per qualche attimo.
“Beh?”
“Ma io non so piegarlo. Di solito costringo mia sorella, se andiamo da qualche parte.”
Disse il biondino, quasi accennando un sorriso. Tutti i presenti ammutolirono.
Nella camera dell’Aoba Josai invece lo spettacolo che si stava svolgendo era un altro. Tooru era davanti al suo fidato specchietto per pettinarsi. Con una mano reggeva il manico del bellissimo specchio lillà, con l’altra passava il pettine fra i capelli marroni.
Era normale? Forse...ma lo stava facendo da circa mezz’ora e quella cosa stava preoccupando, e facendo irritare, parecchio, i compagni di squadra. Aveva inoltre messo un’infinità quantità di gel e ormai il suo caro amico Iwaizumi, ma anche tutti gli altri, non sapevano se era più insopportabile l’odore di quella sostanza o l’espressione ebete e compiaciuta che aveva il loro capitano nel prepararsi.
“Basta! Adesso basta! Oikawa smettila che dobbiamo allenarci! Noi quì non dovremmo neppure esserci e siamo pure in ritardo!”
“Eeeeeeeeeeeeeeh???? Iwa-chan, mi stò facendo bello! Dopo non sarei all’altezza del mio nome! Poi sono il capitano! Cerca di capirmi...”
A quelle parole, prive di significato e al di fuori di ogni giustificazione credibile, che inoltre fecero ridere Yahaba (a cui subito arrivò un’occhiataccia dal vicecapitano)il caro Iwa-chan prese per un orecchio Tooru e lo trascinò fuori. Seguito poi da tutta la squadra.
 
Dopo l’abbondante colazione, preparata dalle manager, ogni giocatore era pronto ad andare in palestra. Si. Dopotutto, chi non è felice di andare a passare più ore ad allenarsi fino allo stremo delle forze?
Ogni squadra prese posizione e poco dopo iniziarono a giocare.
“Tomoyoooooooooooo! Ma ti stai scrivendo i risultati delle partite?!”
“Si coach, lo stò facendo!”
“Allora perchè non vedo la penna che si muove?!”
“Perchè la partita non è ancora finita coach...Non posso scrivere il risultato prima che sia conclusa.”
Il signor Nobuteru, coach dell’Aoba Josai, era seduto sulla panchina e scuotendo la testa, guardava Tomoyo in piedi di fianco a lui.
“Mi ricordi proprio mio figlio, non aveva voglia di fare niente. Trovava scuse per tutto.”
Kori, in piedi accanto a Tomoyo, annuì con due dita sotto al mento e gli occhi chiusi.
“Ha proprio ragione signor coach. La nostra Tomoyo è un po’ svogliata. Anche alle elementari non aveva mai voglia di uscire a ricreazione....”
L’uomo si girò verso la ragazza dai lunghi capelli che aveva appena parlato. Abbastanza perplesso. La squadrò guardandola male, come guardava quasi tutti del resto.
“E tu chi saresti?”
“Kori! Manager della Nekoma!”
“E se sei la manager del Nekoma...perchè non sei alla panchina della Nekoma?”
La ragazza si mise una mano sulla guancia, guardando il campo della propria squadra.
“Onii-chan e il capitano stanno giocando. Se faccio il tifo mio fratello mi passa la palla distraendosi...quindi ho deciso di farmi una passeggiata.”
Il coach dell’Aoba josai si mise una mano sulla fronte sconsolato. Con quanta gente idiota doveva avere a che fare? Dai due Oikawa all’amica dell’Oikawa femmina. Povero lui. Non veniva pagato abbastanza, se lo diceva sempre. Per evitare una crisi di nervi tornò a guardare la partita ignorando le due ragazze.
Tomoyo potè finalmente rilassarsi e lasciare la posa ‘dell’ attenti’ che aveva tenuto  fino a quel secondo.
“Ma almeno hai il permesso di stare quì?”
“Certo! Nekomata ha detto che gli ricordo sua figlia... ha un bel rapporto con lei, e credo abbia per me una gran simpatia sai?”
“Il mondo è così ingiusto Kori...Comunque come va il ruolo di manager? Te la cavi?”
“Oh si, sono tutti così gentili! Anche Onii-chan si sta aprendo, pensa certe volte cerca di passarmi il pallone anche se sa perfettamente che non gioco!”
Tomoyo la guardò, pensando se dirgli o no che i “passaggi” erano in realtà schiacciate mirate alla sua faccia. Alla fine scelse di no. Kenma in un modo o nell’altro sarebbe uscito giustificato comunque. La minore degli Oikawa si mise una mano sul collo massaggiandoselo. Aveva i suoi problemi con Kageyama...che tralaltro non le parlava dalle medie. Fosse stato timido anche lui?
“Allora Tomoyo. Come va con Tobio? Ieri è stato davvero antipatico...ti ha ignorata dopo averti guardata male...Dici che ci sta ancora riflettendo?”
“Eeeeeeeh...chissà...”
“Oh! C’è un cambio! Ci vediamo alla pausa Tomoyo!”
Tomoyo seguì Kori con lo sguardo fino a che non arrivò alla panchina, accanto a Kuroo. L’occhio di Tomoyo scivolò sulle divise della Nekoma. Poi tornò a guardare la sua squadra. Alcune erano rotte, sgualcite, strappate....
“Perché...perché sono così ignoranti? E poi io devo rimediare...e pure le gite in autobus...”
Il coach si alzò avvicinandosi alla ragazza. La partita ormai era finita ed i giocatori si stavano stringendo la mano.
“Oikawaaaa!!!!! Hai scritto i punteggi?”
“Eh? Si...si. Abbiamo vinto coach!”
“....me ne sono accorto Oikawa. Me ne sono accorto.”
Tutte le squadre fecero finalmente una pausa. Ci fu chi ne approfittò per andare in bagno, chi per mangiare e chi per svignarsela, asocialmente, fcendosi i fatti propri a appogiandosi alla porta.
“Io a quel vecchiaccio, un giorno o l’altro, giuro che gli faccio ingoiare la penna!”
“Mi hai portato via attimi preziosoi di contemplazione Tomoyo...”
“Poi dimmi, perchè tutti gli atleti della mia squadra devono avere i vestiti così macchiati e malconci, ed invece tutti gli altri sembrano quasi ci siano i brillantini?”
“Effettivamente..il rosso della Nekoma mette in risalto la corporatura. Direi che hanno scelto be-“
“Non è questione di colori! Quella che ha addosso Tooru e gli altri sono già le terze uniformi che si compra la squadra!”
Tomoyo indicò col dito Tooru che stava bevendo, e quanto quest’ultimo si accorse salutò con la mano sorridente.
“Oooh...Dev’èssere dura...Ma come le pagate?”
Per un attimo ci fu un imbarazzante silenzio fra le due. Tomoyo guardò Kori. Erano migliori amiche, a lei avrebbe potuto dirlo. Si, cosa avrebbe mai potuto farsene di quell’informazione? Nulla...Dopotutto sarebbe rimasto un piccolo segreto fra loro due. Fra-loro-due.
“Vendo le foto di...mio fratello alle sue fan. A scuola.”
“Eeeeeeeeeeeeeeeeh?! Scherzi?!”
“No. Alle galline antipatiche vendo le foto di Tooru. E’ così vanesio e megalomane che sul suo pc ha una cartella con chissà quante foto di se stesso...non è difficile stamparle e farne un...diciamo traffico illegale. L’idea è partita per scherzo da Haji-nii, poi io l’ho messa in pratica...quasi mi verg-“
“Woho! Tomoyo sei fantastica! Devi avere una dote nata per il marketing, io non ci riuscirei mai...dev’èssere difficile. Scegliere le foto migliori, stamparle e far pubblicità...chissà se Onii-chan ha qualche sua foto....uh, magari insieme a Kuroo, o direttamente di Kuroo...Te lo immagini che bello? dici che me le venderebbe?”
“E’ tuo fratello...potrebbe regalartele eh.”
Tomoyo rise guardando l’amica. Si era sfogata del maledetto coach. Ora voleva sentire un po’ del “famoso” Kuroo, che Kori aveva conosciuto da poco.
“Dunque. Il vostro capitano sembra un tipo interessante. Che mi dici?”
“Interessante è poco, credo di aver avuto un colpo di fulmine! E’ un bel micione e non vedo l’ora di accarezzargli quei fantastici muscoli!”
Una terza voce si intromise nel loro discorso.
“Che bizzarri termini che hai usato, Kori.”
Le due ragazze si girarono, all’unisono, piano ritrovandosi Kenma che le osservava. L’aria del ragazzo metteva soggezione a Tomoyo ed aveva iniziato a far sudare freddo Kori.
“O-o-o-o-nii-chan...da quanto sei q-”
Alla ragazza dai lunghi capelli arrivò la borraccia di Kenma in faccia, che poi le scivolò fra le mani.
“Non chiamarmi Onii-chan.”
il Biondo portò lo sguardo su Tomoyo stando un attimo in silenzio. Quest’ultima degludì. Non aveva mai parlato molto col fratello di Kori, e sinceramente, non voleva nemmeno iniziare.
Quando la prima volta lo aveva salutato ed aveva tentato di parlarci, da piccola, era scappato lasciandola da sola come una scema.
“Sono arrivato mentre stava spiegando il traffico illegale di fotografie. E’ molto interessante come metodo, devo ammetterlo.”
A Tomoyo si accese una specie di scintilla negli occhi. Magari avrebbe mantenuto il segreto anche lui! Dopotutto, era pur sempre il fratello della sua migliore amica...e con la faccia che si ritrovava non sembrava  un tipo cattivo.
“Quindi...manterrai il mio segreto delle foto, Kenma?”
“Non ho detto questo. Ho detto che è interessante. Kori, ti voleva il coach. Ero venuto a chiamarti. Muoviti.”
Kenma se ne andò a passo lento, Kori e Tomoyo si guardarono terrorizzate. Forse i loro segreti non erano in buona bocca. Fino all’ora di pranzo, le due ragazze non persero di vista Kenma per un singolo istante. Seguivano ogni suo spostamento, il coach Irihata infatti riprese più volte Tomoyo chiedendole se non stesse tifando per la Nekoma.
Quando finalmente ci fu di nuovo la pausa per il pranzo, il caro Kenma fu preso da Tomoyo, seguita passo passo da Kori, e trascinato con la forza via, mentre teneva ancora fra le mani la propria ciotola di riso.
Ed intanto che Kori e Tomoyo cercavano di aggiustare la situazione, c’èra chi veniva preso in giro.
“Hey Tooru...non è che tua sorella stà cercando di cambiare fratello?”
“Eh? Iwa-chan perchè Tomoyo dovrebbe fare una cosa del genere? Io sono più alto, simpatico, bello, attraente, di classe e sicuramente ho più presenza di quel coso laggiù!”
Kunimi si mise a pensare al motivo per cui la loro manager avesse trascinato via un membro della Nekoma.
“Forse...E’ perchè la Nekoma ha le divise meglio delle nostre!”
Tutto il tavolo dell’Asoba Josai si girò scattante verso di lui.
“Pensateci, fin’ora le abbiamo sempre sgualcite tutte e le abbiamo ricomprate tre volte. Invece i Gatti hanno quel maledetto rosso...e se vi ricordate Tomoyo ci ha sempre sgridato sul fatti di tenerle bene...”
Tutto il tavolo ammutolì.
“Sorellinaaaaaaaaaaaaa! Torna da me! Tratterò bene la divisaaaaaa!”
 
Intanto non si sa dove, probabilmente in un corridoio lontano dalla mensa, Kori e Tomoyo erano davanti a Kenma. Quest’ultimo stava ancora tranquillamente mangiando il suo riso.
“Onii-chan, non dovresti prendere solo riso in bianco. Devi mangiare tutto, carne, verdura e poi puoi concederti anche il dolce. Ricorda che sei un’atleta e devi avere una dieta equilibrata.”
Kenma la guardò allibito, tenendo le bacchette in bocca.
“Cosa sei? Nostra madre? E non chiamarmi Onii-chan.”
“Kori! Non siamo quì per la sua dieta! Allora Kenma. Lo hai detto a qualcuno?”
Il biondo la guardò con aria innocente. Come se qualche ora prima non fosse stato lui ad ascoltare la loro conversazione. A Tomoyo stavano per saltare i nervi e stava venendo una gran voglia di buttarlo dalla finestra.
“No, non mi sembra almeno.”
“Non ti sembra?!”
“Non l’ho detto a nessuno Tomoyo.”
“Per fortuna...”
“Ma potrei sempre farlo.”
Le due ragazze si guardarono. Come farlo tacere? Omicidio? No, le avrebbero scoperte. Soldi? No, non ne avevano. Allora cosa?
“Onii-c...hem Kenma, cosa vuoi che facciamo?”
“Aspettavo questa domanda. Vediamo...Tomoyo voglio una torta di mele. E’ facile e per quella io non dirò nulla.”
“Ma io...non sò farla...”
Kenma la guardò fin troppo male. Era inconcepibile una cosa del genere. Lui adorava la torta di mele e sperava di scroccarne un pezzo in quel modo.
“La torta di mele è importante per diventare una brava moglie, non ti sposerà mai nessuno lo sai?”
“Cosa?! Resterò zitella perchè non so cucinare una torta?”
“Già, neanche gattara diventerai. Allora Tomoyo ho un’offerta ben più allettante per te. Tu hai un cellulare vero?”
“Beh certo...”
“La connessione a internet?”
Lo sguardo di Tomoyo si fece serio, ma anche preoccupato. Tuttavia annuì, mise la mano in tasca e tirò fuori il telefono mostrandolo al ragazzo davanti a lei. Che fece una faccia schifata. Chiaro segno che il cellulare non era di suo gusto. E li Tomoyo dovette trattenersi dallo spiaccicarlo al muro come un poster.
“Vedi Tomoyo, è uscito un nuovo videogioco per PSP...si chiama Fiamma Scintillante. Voglio che tu lo compri per me.”
“Beh vabbè, quanto costerà mai un videogioco. Se serve anche a comprare il tuo silenzio...”
Tomoyo aprì Internet e, dopo circa mezz’ora (la linea in quel posto non era delle migliori), riuscì a collegarsi al sito del videogio Fuoco Scintillante. Stava per cliccare su acquista quando l’occhio le saltò al prezzo.
“Come faccio a comprartelo?! Questo gioco costa più di noi tre messi insieme! Sei matto! Io rifiuto!”
“Ok, allora suppongo che Irihata sarà felice di sapere delle fo-“
“Ho acquistato. Appena arriva è tutto tuo.”
Kenma sorrise. Tomoyo l’aveva scampata. Era bastato spendere circa un anno di dura fatica con le foto del fratello...ma l’aveva scampata.
“Maledetto nano da giardino, giuro che me la paghi...”
“Guarda che sono alto circa quanto te...”
“Beh sei più basso di Tooru! Quindi sei un nano da giardino!”
Kori guardò Tomoyo. Stava tirando su col naso e le erano diventati gli occhi lucidi.
“Tomoyo...stai per piangere?”
“No Kori, tutto bene...i miei risparmi...”
“Su, su...vedrai che riuscirai a raccimolare di più. Onii-chan ora dimmi io cos-ouch...!”
La scodella che Kenma aveva avuto in mano fino a quel momento arrivò in faccia a Kori. Poi le scivolò fra le mani.
“Non chiamarmi Onii-chan. E non avere quell’aria felice. Comunque Kori. Se pensi che il tuo ricatto sarà soltanto uno ti sbagli di grosso. Saranno tanti, lenti e dolorosi. Per prima cosa dovrai ripiegarmi il futon sempre. Naturalmente senza farti vedere dai miei compagni.”
“Ah, ok. Vuoi anche che venga a rimboccarti le coper-ouch!”
Stavolta le arrivarono in faccia le bacchette che, precise, scivolarono dentro la ciotola.
“Poi vediamo...ti piace Kuroo no? Bene. Facci un primo approccio, andrai da lui e gli dirai – ciao bel micione-“
“Eh?...Eeeeeeeeeeeeh? Ma quella di Tomoyo era più semplice!”
“Entro stasera. Ciao”
Se ne andò. Lasciando le due sole. Una a piangere per i soldi sprecati, l’altra a piangere per ciò che avrebbe dovuto fare.
“Tomoyo, e ora?”
“Già...ora come farò a rifarmi quei soldi?”
“Ma io! E’ imbarazzante!”
“Eh? Cosa? Che devi fare?”
“....lascia perdere.”
 
La giornata passò lentamente. Sia Kori che Tomoyo sembravano due Zombie. Nemmeno le occhiatacce del coach Irihata riuscirono a far riprendere Tomoyo dal suo profondo oblio interno, e nemmeno le consolazioni di Lev (sparate a caso perchè l’amica non gli diceva nulla), servirono a far sparire il fantasmino che usciva dalla bocca di Kori.
In pratica entrambe si sentivano vuote. A una stava volando via l’anima, all’altra era volata via insieme ai soldi.
Quando arrivò la sera Kori si fece coraggio e andò dal suo amato capitano, che in quel momento stava andando in camera accompagnato da Kenma. Doveva farcela. Si, era Kori lei, la sorella dell’alzatore della Nekoma. Non poteva arrendersi. Corse dietro ai due chiamandoli.
“Oni-c...Kenma, Kuroo!”
Entrambi si girarono. Kenma non disse una parola nè cambiò espressione.  Kuroo sorrise, anche se il sorriso assomigliava più a un ghigno...ma dettagli.
“Oh, ancora in piedi gattina?”
“Volevo...darvi la buonanotte....e quindi ecco...Onii-chan, notte e...”
Kenma alzò un sopracciglio irritato. Odiava essere chiamato Onii-chan. Ma per stavolta l’avrebbe fatto passare. Voleva godersi lo spettacolo.
“B-b-b-b-b-buonanotte bel micione!”
Dopo questa frase, ed essere arrossita parecchio, Kori corse via, sotto lo sguardo curioso di Kuroo e soddisfatto di Kenma. Il capitano sorrise.
“Stà capendo lo spirito della Nekoma eh?
“E’ tutto ciò che hai da dire?”
“Si, per ora.”
 
Da un’altra parte dell’edificio, Tomoyo stava tirando giù tutti i santi sottovoce. All’improvviso sentì una mano sulla spalla, si girò e vide il fratello che indossava la divisa. Pulita
“Ma...cosa?”
“Sorellina, oggi ho visto che eri triste e finalmente abbiamo capito. Abbiamo capito che ti arrabbiavi per il nostro bene e ci siamo ripromessi che d’ora in poi terremo tutti le divise pulite e cercheremo di non sgualcirle nè romperle più! Anche gli altri le faranno lavare. Questa è una pulita sommaria naturalmente.”
“Hai...lavato a mano Tooru?”
“Si.”
“E’ pur sempre un inizio...”


 

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Capitolo 5
*** Delusione & Incontro ***


Angolino Fri: Buon Ferragosto a tutti! Anche se in ritardo u.u'''
Spero che lo abbiate passato bene, noi intanto siamo nuovamente qui con un nuovo chappy in cui, finalmente, apparirà un personaggio che è stato messo nella lista ma che non aveva ancora avuto l'opportunità di apparire come meglio doveva u.u.
Buona lettura e a settimana prossima! <3

Ps:se notate un cambiamento nello scorso titolo, colpa mia, pardon ç.ç

Delusione & Incontro

Una nuova alba sorse anche quel giorno, e tutte le manager si alzarono prima per preparare un’abbondante colazione per le loro squadre.
Le altre ragazze sembravano tutte tranquille e riposate, anche la biondina timida della Karasuno. Tomoyo e Kori, invece, avevano delle occhiaie tremende, il motivo era uno solo: erano rimaste alzate quasi tutta la notte a consolarsi a vicenda dei ricatti di Kenma.
Kori era ancora imbarazzata a morte per la figura fatta davanti a Kuroo e davvero non sapeva dove trovare il coraggio per parlargli quel giorno, Tomoyo dal canto suo si disperava ancora per i suoi risparmi per il club andati persi per un gioco, contenta però che Tooru e gli altri avevano fatto un piccolo passo verso di lei, decidendo finalmente di tenere pulite quelle dannate divise.
Ma c’era un’altra cosa che stava tormentando la piccola Oikawa fin da quando aveva messo piede al ritiro. Aveva cercato di evitare l’argomento con Kori visto che avevano avuto i loro grattacapi grazie al Kozume maggiore, ma ora sentiva che non poteva più tener nascosto il suo intento.
“Come faccio a presentarmi davanti a Kuroo?! L’ho chiamato mic-“
“Kori”
La richiamò la castana, smettendo di tagliare le verdure per guardare l’amica.
Vista l’espressione seria di Tomoyo, Kori decise immediatamente di mettere da parte il suo dramma per concentrarsi un attimo sull’amica.
“Si?”
“Voglio provarci di nuovo”
“A fare che?”
“Voglio dichiararmi di nuovo a Tobio”
Alla mora quasi scappò la paletta per il riso dalle mani.
“Ma…perché?!”
“Non ce la faccio più a farmi ignorare così, io…voglio riprovarci ora che ne ho l’occasione!”
“Tomo-chan. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”
“Lo so ma se non lo faccio credo che mi rimarrà il rimpianto di non averci riprovato. E’ come se mi restasse un peso sul petto, capisci?”
“In effetti si”
Kori abbassò lo sguardo pensando che probabilmente avrebbe dovuto consolare nuovamente l’amica dopo il rifiuto sicuro che le avrebbe rifilato Kageyama, ma le sorrise ugualmente. Non poteva non tifare per lei e per la sua tenacia.
“Come hai intenzione di procedere?”
Le chiese la mora.
Tomoyo tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini un foglietto.
“Gli darò questo biglietto dove c’è scritto d’incontrarci sul retro della prima palestra, ho notato che non ci passa quasi nessuno quindi è un posto perfetto”
“Sperando che non si tiri indietro”
“Kori non fare il gufo del malaugurio!”
“Nah per quello c’è già il capitano della Fukurodani”

Dai gufi…
“Ectiù!”
Dal naso di Bokuto calò un filo di moccio.

“Uhm? Chi è?”
Chiese curiosa la castana, non avendo ancora avuto il piacere di conoscere le due squadre rivali.
“Prima o poi lo scoprirai”
Oikawa guardò l’amica annuendole. Dopo poco andò a consegnare il foglietto dell’appuntamento alla più grande delle manager della Karasuno, chiedendole se, per cortesia, avrebbe potuto consegnarlo a Kageyama, almeno così era sicura che si sarebbe presentato visto che non glielo aveva dato lei.

“Oikawa femmina! Cosa sono quelle occhiaie?! Devi dormire la notte, non fantasticare sui ragazzi come fai sempre!”
“Ma…non ho fantasticato sui ragazzi”
“Fantasticare, lamentarsi, è uguale per voi donne!”
Borbottò il coach dell’Aoba, guardando contrariato il viso sciupato della manager mentre entravano nella seconda palestra, pronti per una partita d’allenamento contro la Fukurodani. La famosa squadra di cui aveva parlato Kori a colazione.
Tomoyo alla frase del coach non potè ribattere perché, effettivamente, aveva passato la notte a lamentarsi, ma aveva le sue buone ragioni anche se non poteva dirle!
Lei lo faceva per la squadra e come ringraziamento veniva sgridata, com’èra ingiusta la vita a volte…soprattutto se avevi come fratello maggiore Tooru Oikawa.
“Sorellina, tieni questa crema per le occhiaie!”
…Anche se a volte si dimostrava utile, con le sue creme e trucchi decisamente troppo femminili per essere di un ragazzo, ma lei di certo non si lamentava visto che ne usufruiva bellatamente.
“Tomoyo hai qualche informazione sulla Fuko…Fu-“
“Fukurodani”
Disse la ragazza per correggere Iwaizumi mentre si metteva la crema del fratello sotto gli occhi.
“Comunque per ora no, Kori mi ha detto solo che il capitano assomiglia ad un gufo”
“Un gufo?”
Chiese Tooru perplesso.
“EHY, EHY, EHY!”
Tutti e tre i membri della Seijo si girarono verso l’entrata della palestra, vedendo uno strano tipo che urlava con le braccia alzate verso il soffitto “armato” di una strana enfasi che loro non riuscirono a capire. La cosa più buffa però erano i capelli pieni di gel.
“Kori-chan aveva ragione”
Mormorò il capitano e, per una volta, Tomoyo e Iwaizumi erano d’accordo con lui: quel tizio assomiglia davvero, e spaventosamente, ad un gufo.

Nel frattempo, nella palestra n.3 stava per iniziare l’allenamento Nekoma vs Karasuno; Kori era pronta con la sua cartelletta a stare attenta alla partita per poter prendere appunti come gli aveva suggerito Nekomata. Era anche riuscita ad evitare Kuroo e quindi poteva dire di aver avuto suc-
“Buongiorno gattina! Grazie per la colazione!”
Come non detto.
Decisamente come non detto.
“B-B-Buongiorno...”
Mormorò stringendosi la cartelletta al petto.
“Pronta per vedere il tuo primo allenamento?”
Le chiese il capitano, iniziando a fare stretching accanto a lei.
Kori iniziò a rilassarsi, vedendo che il ragazzo non sembrava voler rimembrare l’accaduto della sera prima, quindi gli annuì contenta…prima di sentire un’occhiata gelida che gli perforava la schiena. Sapeva anche a chi apparteneva, dietro di lei infatti vi era Kenma che la guardava male.
Poco lontano da loro Shimizu consegnava il foglietto a Kageyama.

“Che razza di schiacciata…”
Mormorò Tomoyo, osservando il capitano gufo che faceva un altro punto per poi urlare nuovamente ‘ehy ehy ehy!’.
A quel suono Kindaichi e Matsukawa, che erano al muro insieme a Iwaizumi, quasi ringhiarono dalla frustrazione, non potendone più di sentire quell’esultanza che dava sui nervi.
La manager li capiva, non capiva invece come facessero gli altri membri della Fukurodani a sopportarlo, che fossero abituati al loro capitano come loro erano abituati a Tooru?
Poteva essere.
“Akaashi! Hai visto la mia battuta?! Non era magnifica?!”
“Si, Bokuto-san, si”
Era decisamente così.

“Fai una bella alzata Onii-cha...AAAHHH!”
Kori riuscì ad evitare la palla che era stata, forse casualmente forse no, lanciata contro di lei da Kenma, il quale disse solo:
“Ops”
Senza neanche tanto entusiasmo.
“Gattina, tutto bene?”
“D-Diciamo di si”
Il capitano approfittò di quel momento di pausa per avvicinarsi alla mora. Le andò accanto per dirle qualcosa all’orecchio.
“Ti do un consiglio: almeno quando ha la palla in mano, non chiamare Kenma Onii-chan. Lo dico per il tuo bene”
“C-Cercherò..”

“Beh, credo che dovesse finire così”
Mormorò sconsolata Tomoyo, osservando gli avversari esultare, mentre la sua squadra sospirava leggermente delusa, soprattutto visto che adesso gli toccava la penalità.
“Oikawa femmina, vai a preparare acqua ed asciugamani, subito!”
“Si!”
Fece prima una piccola pausa, giusto il tempo di dare un calcio nel didietro al fratello che si rifiutava di andare a correre su per la collina.

“Complimenti!”
Urlò entusiasta Kori, appena la Nekoma riuscì a segnare anche l’ultimo punto contro la Karasuno.
"Grazie!”
Urlò in risposta Lev, su di giri esattamente come lei. Kuroo si limitò a farle un cenno con il capo e  un occhiolino mentre la ragazza gli passava la borraccia dell’acqua.
Kori arrossì leggermente prima di dare l’acqua anche al suo Onii-chan, il quale si ritrovò ad avere un leggero tick all’occhio vedendo il cuoricino che la sorella ci aveva messo sopra. Doveva aspettarsi che si sarebbe vendicata in qualche modo.

Scambiando squadra dopo squadra, arrivò finalmente l’ora di pranzo dove i ragazzi quasi si accasciarono sulle sedie. Le manager, sante ragazze, avevano però una sorpresa per loro: una bella fetta d’anguria rinfrescante per quei poveri fanciulli che iniziavano pure a puzzare per via del sudore.
Mentre distribuiva le sue, Tomoyo si permise di lanciare una piccola occhiata a Tobio che, intercettando il suo sguardo, lo spostò subito altrove, ignorando perfino Hinata che gli fregò la sua fetta da sotto gli occhi. La castana sospirò, quello non era un buon inizio ma era ancora convinta della sua decisione e non si sarebbe tirata indietro.

Nel pomeriggio i ragazzi ripresero l’allenamento, scambiandosi ogni volta che entrambe le partite finivano, fino a quando la Seijo non finì a scontrarsi con la Karasuno nell’ultimo allenamento di squadra della giornata.
“Guarda guarda chi abbiamo, il piccolo Tobio-chan”
Sghignazzò Tooru, schioccando le nocche in modo inquietante, facendo spaventare Hinata che si nascose dietro Suga-san.
Kageyama non rispose alla frecciatina del suo ex senpai, concentrandosi invece sulla sorella di quest’ultimo. Seduta accanto al coach e pronta per prendere appunti anche su quella partita.
Partita che si concluse a favore dell’Aoba, vuoi per la forza o vuoi perché Kageyama era troppo distratto, i corvi dovettero fare nuovamente la penalità. Prima che uscissero però Tomoyo riuscì ad avvicinarsi al loro capitano e, senza essere vista dai ragazzi della sua squadra, chiese se poteva parlare un attimo con Tobio, in privato, di una questione importante.
Daichi rimase confuso da quella richiesta, ma quando anche lo stesso Kageyama disse che doveva assolutamente parlare con Tomoyo, lo lasciò andare.
I due si diressero verso il posto indicato dalla ragazza e si fermarono mettendosi uno davanti all’altra.
“Di cosa volevi parlarmi?”
Chiese il corvo, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
“Credo che tu lo sappia già, altrimenti non mi avresti ignorata in questi due giorni”
A quella risposta Tobio rimase in silenzio, spostando lo sguardo altrove. Tomoyo cercò di non farsi scoraggiare e continuò a parlare, pure se sapeva già l’esito.
“Tobio…tu mi piaci ancora, mi piaci davvero tanto! Non lo faccio per fare un dispetto a Tooru, io…provo davvero dei sentimenti per te”
Il ragazzo si sentì un verme quando riportò gli occhi su di lei, poteva chiaramente notare le lacrime che stavano per scenderle sulle guance ma sarebbe stato ancora più verme a non dirle la verità.
“Tomoyo io…non provo niente per te, non l’ho provato tre anni fa e non lo provo neanche ora, mi dispiace”
“C-Capisco”
Mormorò pianissimo la castana, prima di girarsi e correre via più veloce che poteva.

“Aaaahhh Iwa-chan dovresti sorridere di più! Guarda in che posto siamo: in un ritiro estivo, tutto grazie alla mia sorellina, e abbiamo appena battuto quel simpatico musone di Tobio!”
“Grazie a Tomoyo e a Kori”
Lo corresse Hajime, massaggiandosi una spalla stanco pure per mandarlo al diavolo.
“Dettagli”
“Comunque abbiamo già vinto contro la Karasuno una volta, dovremmo trovare un metodo per sconfiggere anche la Nekoma e la Fuku-qualcosa visto che il signor-non-voglio-puzzare-di-sudore non vuole più fare altre penalità”
“Iwa-chan nessuno vuole puzzare di su-“
Tooru non riuscì a finire la frase, non perché Iwaizumi gli avesse dato una testata, ma perché di fianco a loro passò a velocità sostenuta una Tomoyo che cercava di nascondere gli occhi con la frangia. Davanti a loro invece stava un Kageyama che si grattava la nuca imbarazzato.
Erano entrambi troppo intelligenti, anche se non si poteva dire apertamente di Tooru, e capirono immediatamente cos’era appena successo.
Oikawa assottigliò lo sguardo minaccioso.
“Dan.Na.To BASTARDO!”
Iwaizumi fu costretto a trascinarlo via con la forza. Una testata non sarebbe bastata a metterlo k.o. quando aveva in testa di ammazzare Kageyama.

“Visto Akaashi? Oggi non abbiamo avuto neanche una penalità, siamo stati grandi! Ehy ehy ehy!”
“Si Bokuto-san”
“Anche domani dovremo fare del nostro meglio; ma non ti preoccupare! Tu alza la palla e poi ci penserà il tuo capitano a fare punto!”
“Si Bokuto-san”
“Akaashi!”
“Si Bokuto-san”
“Akaashi, mi stai ascoltando?!”
Il ragazzo più giovane alzò lo sguardo del suo libro per guardare il capitano della sua squadra.
“…Stavi dicendo qualcosa, Bokuto-san?”
“Akaashi!”
Urlò disperato il capitano.
Il moro sospirò, deciso a tornare al suo libro, stanco per quella giornata di sentire gli sproloqui del suo senpai. Un movimento però attirò la sua attenzione: la manager della Seijo stava correndo in un punto indefinito della scuola.
Socchiuse gli occhi curioso, ma al tempo stesso preoccupato. Come i ragazzi della squadra anche lei era nuova del ritiro, allontanarsi da sola avrebbe significato perdersi, chissà perché poi stava correndo via in quel modo.
Per non avere dei problemi in un futuro prossimo, aveva notato quanto il capitano dell’Aoba fosse geloso della sorella, decise di congedarsi dal suo di capitano e di seguire Tomoyo a leggera distanza.

Quando fu sicura di essersi allontanata abbastanza, Tomoyo si lasciò cadere a terra con la schiena che aderiva perfettamente all’albero dietro di lei Cercò di prendere dei grossi respiri per calmarsi ma alla fine quelli si trasformarono presto in singhiozzi mal trattenuti, ed infine in un pianto liberatorio.
Il suo cuore era stato spezzato per la seconda volta dallo stesso ragazzo, oltre che assurda era anche una situazione umiliante.
Cos’aveva che non andava per non piacere a Tobio? Eppure ce l’aveva messa tutta! Era entrata nel club di pallavolo alle medie per lui, si era fatta spiegare quello sport da Tooru e Hajime, aveva flirtato come le suggeriva Kori e tante altre cose.
Perché non aveva avuto la stessa fortuna di tutte le ragazze che vedeva qualche volta confessarsi ed essere ricambiate?

Immersa completamente nei suoi pensieri e nel suo pianto, non si accorse dell’avvicinarsi del vice capitano della Fukurodani.
Akaashi invece si accorse eccome che Tomoyo stava piangendo come una disperata, si bloccò sul posto indeciso su cosa fare.
 Aveva notato che la ragazza era in confidenza con la manager della Nekoma, quindi sarebbe potuto andare a chiamarla, ma non poteva lasciare la castana a piangere in quel modo. Da sola.
Alzò gli occhi al cielo ed alla fine optò per la soluzione più pratica.
Si avvicinò ancora di più facendo attenzione a non spaventare la ragazza.
Tomoyo dal canto suo quando notò la presenza di Akaashi, si affrettò a cercare di asciugarsi le lacrime, imbarazzata che qualcuno l’avesse vista in quella situazione.
“Prego”
Mormorò cauto l’alzatore, porgendole un fazzoletto.
Tomoyo lo guardò con un pizzico di riconoscenza e prese il fazzoletto dalla sua mano.
“Grazie”
Mormorò anche lei, asciugandosi le guance con delicatezza.
“Non voglio essere indelicato e chiederti cos’è successo, ma se vuoi posso portarti dalla manager della Nekoma, ho notato che siete amiche, puoi nasconderti dietro la mia schiena se non vuoi far vedere agli altri gli occhi rossi”
“Non…non sei costretto”
“Non lo faccio per costrizione, sarebbe da maleducati ignorare una ragazza quando ha bisogno”
“Allora…grazie, di nuovo”
Tomoyo abbassò lo sguardo e cercò di ridare al ragazzo il suo fazzoletto ma quello scosse la testa.
“Ne ho altri, puoi tenerlo quello”
“Ah beh…grazie”
La piccola Oikawa si sentì una cretina a ringraziarlo nuovamente ma Akaashi sembrò non farci caso.
Si alzò aspettando che Tomoyo fece lo stesso, facendole da scudo e da occhi fino alla stanza delle manager dove trovarono Kori.
“Tomo-chan!”
La mora abbracciò forte Tomoyo quando notò gli occhi rossi, la castana soffocò nel collo dell’amica l’ennesimo singhiozzo, pronta per sfogarsi con lei.
Ma prima doveva ringraziare di nuovo quel ragazzo tanto gentile che si era offerto di aiutarla.
“Grazie per tutto”
“Figurati”
Rispose il vice capitano dei gufi, fece poi un leggero inchino a Kori per salutare anche lei ed infine lasciò il corridoio per tornare dalla sua squadra.
Kori invece fece entrare nella stanza Tomoyo e, abbracciandola stretta, rimase ad ascoltarla mentre questa si sfogava con lei piangendo; alla fine le baciò una tempia facendole poggiare il capo sul petto prosperoso.
“Tobio è davvero un’idiota, domani dirò ad Onii-chan di lanciargli una palla in faccia”
“Non credo che lo farà e comunque, molto probabilmente, lo ucciderà prima Tooru conoscendolo”
“Beh tentare non costa nulla, altrimenti lo faccio io”
In quel modo Kori riuscì a far scappare una risata a Tomoyo, la quale decise di staccarsi dall’amica per asciugarsi le guance con il fazzoletto che ancora teneva in mano.
“Approposito, tu sai chi è quel ragazzo che mi ha accompagnata?”
La mora annuì.
“è il vice capitano della Fukurodani nonché l’alzatore ufficiale”
“Ah si? Non mi ero accorta di lui stamattina”
“Lo so, difficile notare gli altri quando l’attenzione è tutta per i capelli pieni di gel del capitano”

Dai gufi…
“Ectiù!”
“Non ti starai prendendo il raffreddore, Bokuto-san?”

Il mattino dopo l’allenamento per la Karasuno iniziò in maniera dolorosa, almeno per Kageyama visto che si vide arrivare in faccia ben tre palloni: uno tirato da Kori, uno tirato da Lev perché incoraggiato dall’amica (visto che Kenma si era rifiutato) ed uno tirato da Kuroo, perché voleva dare una soddisfazione alla gattina della squadra, anche se Daichi lo guardò male.

Intanto nell’altra palestra, Tomoyo si ritrovò ad osservare con più attenzione il vice capitano della Fukurodani; quando i loro sguardi s’incontrarono la ragazza gli sorrise e gli fece un cenno con la testa, ringraziandolo ancora silenziosamente, Akaashi ricambiò con un altro cenno che incuriosì Bokuto.
“Akaashi che fai?”
“…”
Il moro superò il suo capitano, andando nella sua postazione davanti alla rete.
“Akaashi!”





 


 

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Capitolo 6
*** Pokemon & Vendetta ***


Angolino Net: Buona sera a tutte.
Speriamo che anche questo capitolo vi possa piacere e che possiate continuare a seguirci come state facendo <3.
Solo un consiglio, non fate mai arrabbiare Kenma.

Io e Fri ci porteremo il suo OOC nella tomba >.>


 

Pokemon e Vendetta 

Il cielo era nuvoloso quel giorno, faceva anche qualche lampo e fra un po’ sarebbe sicuramente piovuto. L’umore di una persona, quella mattina, richiamava proprio il colore del cielo. Nero. Kenma, infatti, guardava immobile la sua colazione, fermo e con due occhiaie gigantesche. Fuori era così, ma dentro stava tirando parecchi insulti ad una persona in particolare.
“Kenma. E’ da stamattina che non apri bocca. Mi stai annoiando, poi non guardare in quel modo la tua colazione o si spaventa, fallo con la squadra con cui giocheremo oggi. Magari hai più successo ok?”
Gli disse Kuroo, seduto accanto a lui, cercando di strappargli una risata o una qualche minima reazione.
Per tutta risposta il biondino si girò piano verso il più grande guardandolo fisso negli occhi.
“A te...piace la pallavvolo, vero Kuroo?”
“E’ una domanda a trabocchetto?”
“Bene. Tu immagina. Tu, anzi noi, siamo atleti e anche di una squadra forte no? Abbiamo fatto molte partite e vinte altrettante giusto? Verso squadre anche molto forti.”
“Beh si, siamo una squadra bilanciata e giochiamo bene.”
“Ecco. Immagina che all’improvviso arrivasse una misera squadretta di campagna, formata da tizi a caso che vengono da posti a caso e vincessero verso di noi. Tipo un...25 a 12.”
Kuroo alzò un sopracciglio annuendo e cercando di seguire il ragionamento dell’amico, poi d’un tratto lo sguardo di Kenma si fece più serio e il tono della voce più duro.
“Dopo aver perso contro quella squadra la fiducia che ti sei guadagnato da parte degli altri membri della squadra si è sgretola, Il tuo orgoglio di capitano va in frantumi, il coach non crede più in te, nemmeno io che sono stato sempre al tuo fianco ci sarò più, hai perso i tuoi sogni, le tue speranze, i tuoi ami-“
“Mi stai portando sfiga!!”
“In sintesi. Che faresti visto che quella partita ti ha fatto perdere tutte le cose a cui tenevi?”
Continuando a guardare male l’amico, il capitano della Nekoma, si mise a pensare un attimo. Ancora non capiva quello strano discorso. Forse lo stava solo mettendo alla prova.
“Beh non gliela farei passare liscia ovvio. Cercherei un modo per vendicarmi. Magari sfidandoli in un’altra partita, si, un modo le-“
“lento e doloroso?”
“...leale”
“Mi basta solo la vendetta. Grazie Kuroo. Sapevo di poter contare su di te.”
E finalmente da quella mattina, Kenma cambiò espressione accennando un sorriso, mettendosi finalmente a mangiare.
“Ma cosa ti è capitato?”
“Ieri sera Kori mi ha rotto le scatole sfidandomi a una lotta Pokemon sul 3ds. Ha vinto, ora grazie a te sò come agire di conseguenza.”
Kuroo si girò a guardare Kori, seduta un po’ distante da loro, accanto a Lev. I due stavano facendo una battaglia di bacchette. E sembrava che stesse vincendo la ragazza. Ma appena quest’ultima si accorse dello sguardo del capitano fisso su di lei, allentò la presa sulla propria bacchetta e ci mancò poco che Lev non le cacciò un occhio con la propria.
Appoggiando il gomito al tavolino, il capitano dei gatti, si mise una mano sul volto.
“Che cosa ho fatto...”
 
Finalmente, per qualcuno si per qualcun’altro meno, iniziarono gli allenamenti. Dalla parte dell’Aoba Josai, come ogni mattina, la situazione era pessima. Il coach si era svegliato di umore nero. Per ora tutti i ragazzi stavano facendo riscaldamento correndo.
“Muovete quelle gambe, forza! Oikawa non chiacchierare, sei il capitano dovresti guidare la squadra! Matsukawa, più su quelle ginocchia, Hanamaki, schiena dritta, Yahaba, non battere la fiacca, Watari, non rallentare! Kindaichi, Kumini smettetela di parlare fra voi! Kaneo, Motomu, Eisuke! Siete rimasti indietro!....Iwaizumi!”
Iwaizumi, continuando a correre, guardò il coach, che lo guardava male a braccia incrociate.
“Continua così, stai andando bene.”
Ed il povero Hajime si beccò un sacco di sguardi gelidi da parte di tutto il resto della squadra. Il coach si andò a sedere e, come al solito accanto a lui, stava Tomoyo. Intenta a guardare gli atleti per verificare se effettivamente ciò che aveva detto il coach era vero.
“Non devi rifarti gli occhi sui ragazzi Oikawa femmina! Devi prendere appunti! Guardali, sono degli scansafatiche! Come te e mio figlio!”
“Cos- Ma non mi sto rifacendo gli occhi, li guardavo per...”
“Sei proprio un disastro. Ti ho faatto entrare solo perchè sei stata raccomandata ricordati questo, o non saresti quì.”
“Grazie coach, lei si che sa far sentire una persona importante...”
Si guardò intorno. Dopo la batosta presa con Kageyama, tutti le sembravano più felici di lei. Ed il coach Nobuteru, che ispirava terrore, non aiutava per niente. Sperava soltanto che presto Kori le sarebbe andata a far visita. Quando c’èra lei il coach, probabilmente doppiamente irritato dalle due, cominciava ad ignorarle. E per un po’ riusciva a stare tranquilla...ma i ragazzi subivano il doppio della  tortura.

Dalla parte della Nekoma, invece, l’atmosfera era diversa, si anche i gatti stavano correndo prima della partita per riscaldarsi. E si, anche il loro coach, Nekomata stava dando loro consigli...
“Mi raccomando alla schiena ragazzi. Tenetela dritta. Alzate le ginocchia per bene ok? Kenma su dai...non rimanere sempre per ultimo della fila. Cerca di darti da fare.”
“Si Onii-chan vai! Ormai tutti ti hanno doppiato!”
Partì una risata di sottofondo da parte della squadra, tranne da parte di Kenma a cui venne l’istinto di togliersi le scarpe e tirarne una a Nekomata e l’altra a Kori. il Coach e la manager si misero seduti sulla panchina.
“Abbiamo proprio dei bravi gattini eh Kori?”
“Anche belli eheh...”
“Oooooh, piccola Kori hai preso in simpatia qualcuno? Quale dei miei ragazzi ti ha colpito?”
Kori si mise le mani sulle guancie arrossendo lievemente.
“Coach non so se posso dirglielo. Dopotutto lei ha più confidenza di me con i ragazzi e se gli esce detto qualcosa ecco...io...”
“No, dai...anche con mia figlia parlavo sempre di queste cose. Ero, e sono, un padre moderno, stai tranquilla non interferirò in nessun modo. Dimmi è Lev? Andate d’accordo e avete la stessa età.”
“No, siamo amici...è, è il capitano. Kuroo.”
“Wow! Tetsurou ha fatto breccia nel tuo cuore! E così ti piacciono i ragazzi ben palestrati e dall’aria sicura! Ti auguro buona fortuna Kori! Io sono dalla tua parte.”
Da fondo palestra.
“Etciù...Kenma, secondo te cosa si stanno dicendo Nekomata e tua sorella? Sembrano così presi dall’argomento...”
“Non lo so Kuroo, non lo so. Ma sicuramente niente di buono.”

Iniziarono le partite ed ogni giocatore iniziò a sputar san...allenarsi con passione e dedizione verso la pallavvolo. Alla prima pausa, Kenma andò verso la sorella, ancora sola poichè Tomoyo stava venendo “bullizzata verbalmente” dal coach Irihata. Kori lo guardò, quand’èra stata l’ultima volta che spontaneamente il ragazzo era andato verso di lei per parlare? Ah si. Ogni volta che gli serviva qualcosa. Ma sentiva che stavolta non era così, no sicuramente non sarebbe stato così. Il biondo si sedette accanto alla ragazza tenendo lo sguardo fisso sui compagni di squadra che parlavano fra loro un po’ distanti.
“Sai, Kori. Ieri sera in camera nostra diciamo che abbiamo un po’...festeggiato per le belle partite giocate fin’ora.”
“Beh, ve lo meritate, siete raga- e non mi avete invitato?! Sono la manager! Faccio parte della squadra anch’io Onii-ch-”
“Non chiamarmi in quel modo. Si, Kuroo e Lev avevano lanciato l’idea ma poi, per il tuo bene, ho detto che eri con Tomoyo. Sono maschi, ti saresti eccitata troppo.”
“Crudele...”
“Tornando alla festa. Sai, non abbiamo avuto proprio il tempo di pulire quindi ho deciso di affidare il compito a te. Sai dov’è la camera, buona fortuna quindi.”
Kori si girò verso il fratello perplessa. Non l’aveva invitata e ora pretendeva che gli pulisse la camera? Se lo poteva scordare. Non l’avrebbe mai e poi mai fatto. Nemmeno sotto tortura. Aveva un orgoglio lei. Si rivolse a Kenma con fare arrabbiato e convinto
“Non ne capisco il motivo e quindi  mi dispiace, non...”
“Kuroo potrebbe sapere qualcosa che non ti farebbe comodo.”
“Lo farò sicuramente.”
“Il motivo è perchè quando hai vinto alla battaglia Pokemon hai esultato troppo, stupida Kori! Cosa credevi di ottenere? Anche se vinci in quel maledettissimo gioco io ti batto in tutti gli altri! Chiaro? E lo sai perfettamente che i miei punteggi stracciano i tuoi!”
“Oh...Certo, solo per quello. Perchè non ci ho pens- aspetta! Come diavolo faccio? E’ impossibile in una mattinata! Chissà che casino avrete combinato!”
 Proprio in quell’istante arrivò Tomoyo, liberatasi dal coach che l’ aveva assillata fino a quel minuto.
“Kori! Eccomi, scusa tanto. Il vecchio malefico mi ha trattenuta....perchè mi guardate in quel modo?”
Kori guardò Tomoyo come se avesse appena visto arrivare il suo angelo custode, e quasi le stavano scendendo le lacrime dagli occhi. Mentre Kenma la stava guardando con un’aria di compassione. Quest’ultimo si alzò mettendole una mano sulla spalla.
“Buona fortuna Tomoyo.”
Disse per poi andarsene, lasciando spiazzate entrambe. Non capendo le parole di Kenma, Tomoyo guardò l’amica...Dopo che Kori ebbe spiegato tutto...la castana prese lo slancio per scappare dalla panchina della Nekoma. Ma prontamente l’altra le si attaccò in un abbraccio stritolatore.
“Tomoyo non abbandonarmi! Non ce la farò mai da sola!”
“No! Non posso, mi stai chiedendo troppo! Non voglio mettere in ordine per i miei rivali! Poi il coach non mi lascerebbe mai andare via perchè se vuoi riuscirci  come minimo devi iniziare adesso! E’ un suicidio!”
“Ti prego, pensa a me, Onii-chan lo dirà al capitano...”
“E io cosa ci guadagno scusa?”
“...La mia amicizia a vita?”
“Non l’avrei avuta?!”
Dopo varie suppliche da parte di Kori Tomoyo accettò, e come scusa al suo coach disse che aveva...mal di pancia. Ma avrebbe cercato di fare avanti e dietro fra palestra e bagno il più possibile.  Quindi le diede il permesso per assentarsi. Per quanto riguardava Nekomata...Kori spiegò la situazione in lacrime ed il coach le diede l’ok, promettendole che avrebbe fatto fare ‘casualmente’ cinque giri di campo in più al fratello al prossimo allenamento di corsa.
In un modo o nell’altro le ragazze si ritrovarono davanti la stanza della Nekoma. Kori, coraggiosamente aprì. Il disordine che regnava era colossale. Ci mancò poco che la ragazza svenne.
“Non sono ragazzi, sono...bestie...”
Tomoyo rise, poi la guardò con la coda dell’occhio. Lei, in quanto manager da più tempo, era abituata a vedere spettacoli simili...allora tutte le squadre erano uguali, per questo tirò un sospiro di sollievo, Probabilmente l’amica no. 
“Beh si, sono gatti....”
“Tomoyo! Non è divertente! Da dove cominciamo?!”
“Direi levando le varie bottiglie di coca cola, aranciata e bibite e sacchetti di patatine...Hai portato i sacchi no?”
Kori annuì e diede uno dei grandi sacchi neri che aveva in mano all’amica. Uno lo prese per lei e gli altri li appoggiò al muro. Iniziarono così a raccogliere tutte le bottiglie, accartocciandole per bene in modo da occupare meno spazio, tutti i sacchetti di vari dolciumi e patatine mangiati la sera. Quando Kori, trionfante, chiamò l’amica.
“Tomoyo! Ho trovato un cellulare!”
“Mettilo da parte, non si guardano le cose altrui. Saresti felice se guardassero il tuo di tel-“
“E’ di Onii-chan!”
“Aprilo.”
Aprirono il cellulare di Kenma, ma quando si ritrovarono davanti allo sfondo, entrambe sbiancarono. Infatti vi era la foto di un’idol seminuda che sorseggiava un cocktail e faceva l’occhiolino.
“Non sapevo che tuo fratello avesse di questi gusti...”
“Non guarderò più Onii-chan allo stesso modo...”
La mora richiuse il cellulare e lo infilo dentro la borsa del fratello fingendo, o almeno cercando di dimenticare, ciò che aveva appena visto. Entrambe si rimesero all’opera e dopo una mezz’oretta Tomoyo disse a Kori di dover tornare in palestra. Lo aveva promesso al maledetto Irihata. Tuttavia l’avrebbe raggiunta il prima possibile.
Appena entrata nell’edificio, a Tomoyo arrivò una pallonata nello stomaco. Ma, degna del miglior portiere della nazionale...riuscì a non cadere e rimanere in piedi con il pallone fra le mani.
Che parata signori!
“Chi...è....statooooooooooooo????????”
Più lontano, abbastanza spaventato, dietro al suo alzatore di fiducia si nascondeva il capitano della Fukurodani.
“A-A-Akaashi. Quella non è la manager che si è assentata per mal di pancia?”
“Si Bokuto-san.”
“E...sembra arrabbiata che gli sia arrivata una schiacciata da parte mia?”
“Lo sarebbero tutti Bokuto-san.”
“Però....l’hai alzata tu! Quindi è colpa tua! E visto che il capitano sono io, tu dovrai andare a chiederle scusa!”
Akaashi si girò verso il suo capitano. Non che gli costasse qualcosa andare dalla ragazza e chiederle scusa. Anzi era meglio ci andasse lui. Bokuto avrebbe soltanto peggiorato la situazione ma...
“Bokuto-san...dov’è la logica in questo discorso?”
Bokuto, già lontano, lo salutava con la mano ed un sorriso a trentadue denti. Presumibilmente doveva essere incoraggiante.
Akaashi sospirò e si avvicinò alla ragazza che teneva il pallone in mano. Dalla forza con cui lo stringeva, per la rabbia, l’oggetto stava cambiando momentaneamente forma.
Degna sorella di Oikawa Tooru oppure era il mal di pancia a procurare quegli effetti, pensò Akaashi. Arrivatole davanti la salutò con cortesia, come la prima volta.
“Ciao, ti senti meglio ora?”
“Oh...per l’altro giorno...si, ti ringrazio ancora...”
“Si, anche per quello...Ma intendevo per il mal di pancia. Tuo fratello lo sta urlando da stamattina...Direi che tutta la palestra ora ne è a conoscenza.”
Tomoyo arrossì leggermente. Effettivamente aveva notato che, appena entrata, un po’ di gente si era girata a guardarla, ma pensava di averlo immaginato.
Invece no.
Tooru non riusciva mai a stare zitto e doveva urlare ai quattro venti tutto...che poi non era neanche vero. Cercò di restare calma ricordandosi  che avrebbe dovuto farla pagare a Kori. Tornò a guardare il ragazzo davanti a lei che la stava ancora fissando.
“Beh...posso esserti utile?”
“Vorrei indietro il pallone per favore.”
“Me l’hai...lanciato tu?”
“No, è stato Bokuto-san. Ti chiedo scusa.”
Akaashi fece un lieve inchino. Tomoyo lo guardò confusa.
“Perchè...ti stai scusando tu se il pallone lo ha lanciato lui?”
“Sinceramente non l’ho capito, ma accetta le scuse per favore.”
Ci fu un attimo di silenzio fra i due poi Tomoyo porse il pallone ad Akaashi, più confusa di prima.
“Scuse...accettate. Buona Fortuna per la prossima partita...”

Quando Tomoyo tornò da Kori, le due ragazze portarono via i sacchi della spazzatura, spalancarono la finestra, pulirono a terra e spolverarono anche. Tutto questo fece saltare il pranzo ad entrambe. Poverine.
Comunque sia, appena finito il lavoro forzato, Kori andò a morire in camera e Tomoyo fu costretta a tornare in palestra. Irihata e Nekomata erano di flessibilità un po’ diversa verso le manager.
“Eccoti finalmente Oikawa, cavolo ti sei ripresa? Dannata te. Ma sai quanto ha sbraitato tuo fratello? E non ci sei stata nemmeno a pranzo! Hai fatto preoccupare Hajime poveraccio! Se sono preoccupati dopo non giocano bene! Non devi fare così. Ma non ti vergogni?”
“Mi...scusi coach. Non è stato molto rilassante come giorno. Direi che è stato movimentato.”
“Per il tuo stomaco? Che schifo. Non parlarmi di queste cose o vomito. Dopo mangia qualcosa. Devi vivere o dobbiamo cambiare manager. Sembri uno zombie oggi.”
“Si...”
Il pomeriggio passò lento per Tomoyo che, non avendo pranzato, aveva visto per tutto il tempo il doppio dei giocatori. Ma finalmente arrivò la cena. Ramen!
“Sorellina dai riprenditi! Mangia...oggi eri un po’ pallidina. Dopo i ragazzi non ti guardano eh.”
“Stai zitto Tooru...è stata una giornataccia.”
Iwaizumi si girò verso la ragazza curioso.
“E’ strano tu abbia così tanto appetito nonostante il forte mal di pancia avuto oggi...che cosa singolare.”
“Zitto! Fatti gli affari tuoi!”
A riprendere Tomoyo, prontamente, da capotavola ci pensò il coach. Con un’occhiataccia gelida la zittì. Ma aggiunse anche una bella frase di rimprovero.
“Oikawa femmina! Non essere sgarbata con Hajime! Ha solo detto la sua! Vedi di rispettare i pareri altrui!”
Al tavolo della Nekoma la situazione era un po’ silenziosa. Chi per la stanchezza, chi per il senso di colpa, chi perchè non aveva l’amica di giochi e chi perchè lo era di suo.
“Uff...Kenma, ma tua sorella?”
“Lev, per l’undicesima volta. Non lo so. E non m’importa sinceramente.”
“Che crudele! Oggi non l’abbiamo vista e a te non importa? Potrebbe star male e tu che sei suo fratello, un suo familiare, l’esempio che dovrebbe seguire...te ne freghi?”
“Beh...si.”
Dopo aver scoraggiato Lev con queste parole, Kenma guardò l’amico accanto a lui.
Kuroo era abbastanza silenzioso. Ed era strano per lui, il motivo? Un grande senso di colpa gli stava crescendo dentro da quella mattina... Chissà quale tortura aveva programmato Kenma per la gattina della squadra.
“Kuroo?
“Vado a prendere un po’ d’aria.”
Kenma guardò l’amico andar via poi tornò a fissare il suo telefono.
“Vorrei sapere chi ha messo questo stupido sfondo di questa stupida tizia in questa stupida posa. Devo rimettere Elsword...”
“Eeeeeh? Kenma, te lo avevamo messo io e Yaku! Non cambiarlo, è così bella quell’Idol!”
“Lev, nelle prossime partite scordati le mie alzate.”
Il capitano della Nekoma uscì dalla mensa con l’intento di trovare Kori e, appunto, scusarsi. Almeno sarebbe servito a togliersi un peso.
Attraversò un corridoio e la vide venire incontro. Sicuramente si era svegliata per la fame.
“Oh, gattina! Ti cercavo!”
A quelle parole Kori si bloccò, perplessa quanto stupita (e felice).
“Me? A quest’ora? D-dimmi!”
“Beh...volevo scusarmi.”
A quel punto Kori scoppiò a piangere, portandosi le mani al volto.
“Hey! Hey, ti ho chiesto scusa...Perchè piangi?”
“M-ma...non te l’ho...ancora detto...perchè mi chiedi scusa? E’ stato Onii-chan? Aveva promesso di no!”
“In teoria. Ne stavamo parlando stamattina e mi ha detto che l’hai battuto a Pokemon ed è uscito fuori un discorso della vendetta...non chiedermi come ma credo sia colpa mia. Quindi scusami.”
Kori lo guardò, con gli occhi lucidi.
“Parlavi...di quello?”
“Di cos’altro?”
Kori lo guardò sentendosi anche un po’ stupida. Ma ovviamente il suo Onii-chan non l’avrebbe mai tradita( pffffff), come aveva potuto pensare una cosa del genere? Kuroo le sorrise leggermente.
“Non voglio più vederti piangere, va bene?”
“Hm...”
Arrossendo un po’ annuì.

 

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Capitolo 7
*** Spesa & Pioggia ***


Angolino di Fri: Buona sera a tutte quante!
Eccoci con un nuovo aggiornamento, spero vi possa piacere anche questo dove scopriremo un particolare che nessuno sapeva di Akaashi u.u
Buona lettura!

Spesa &Pioggia


“Non fate quei musi lunghi!”
Urlò Tomoyo, con delle leggere occhiaie sotto agli occhi, mentre minacciava con un mestolo l’intera squadra dell’Aoba.
Il motivo del broncio dei ragazzi era abbastanza semplice: la misera colazione che si trovarono davanti quella mattina, riso poco condito e un pesciolino leggermente abbrustolito messo insieme a qualche carotina tagliata malamente, quasi da ospedale…anzi forse lì mangiavano meglio.
C’era da dire che la colpa di quella colazione, se cosi si poteva chiamare, non era neanche di Tomoyo. I risparmi messi da parte per provvedere agli alimentari per il ritiro, erano volati nella mani di Kenma sottoforma di videogioco quindi la castana era stata costretta ad inventarsi qualcosa e per questo quella notte l’aveva nuovamente passata in bianco.
 Kori l’aveva aiutata dandole il pesce ma non aveva potuto esagerare perché Lev sembrava avere un covo di vermi solitari nello stomaco.
Quindi alla fine la colazione si era mostrata così.
“Beh…meglio tenersi leggeri per scontrarsi contro la Nekoma no?”
Sorrise tirato Watari.
“Assolutamente!”
Concordò Kindaichi, iniziando a mangiare vorace il riso insieme ad Iwaizumi.
“Hai fatto un buon lavoro Tomoyo”
Le mormorò comprensivo Hanamaki.
A Tomoyo quasi vennero le lacrime agli occhi per la comprensione che le dimostrarono quei ragazzi, erano così cari, così gentili con lei, così...
“Neanche Tara* ha mai fatto un pranzo così misero quando viveva ancora a casa”
…Così sfigati da ritrovarsi un capitano degenere.
Per ripicca Tomoyo gli tolse il riso e lo diede a Matsukawa.
“Ehi!”
“Silenzio, Idiokawa”

“Mi dispiace di non averla potuta aiutare di più”
Mormorò Kori mogia mogia, mangiucchiando ed osservando l’amica che urlava contro il fratello.
“Chissà perché di quella colazione così povera, di solito cucinava alimenti proporzionati e fatti con le preferenze di ogni giocatore”
Gli diede corda Nekomata che si grattò il mento confuso.
“Già…chissà…”
La gattina lanciò un’occhiata al suo Onii-chan che mangiava il riso giocando tranquillamente con il cellulare. Kori rabbrividì ripensando all’immagine dello schermo e tornò a concentrarsi su Tomoyo.
“Coach, dobbiamo aiutarla!”
“Uhm hai ragione, credo che parlerò con un po’ con Irihata”
“Lei è il migliore!”
“Oh cara, ti ringrazio”

Dopo una mezzoretta le due squadre si ritrovarono nella prima palestra insieme. I ragazzi separati solo dalla rete, mentre le manager si ritrovarono una di fronte all’altra, con Tomoyo che si massaggiava la testa stanca dopo i soliti rimproveri del coach e con Kori che continuava a mandarle cuoricini sul cellulare sperando che potessero farla sentire un po’ meglio.
Fu in quel momento che Nekomata prese/trascinò con sé Irihata da un’altra parte così da poter far allenare i ragazzi in santa pace.
“Cosa c’è Nekomata? Fai in fretta che devo controllare quegli scansafatiche dei miei ragazzi”
“Volevo parlarti della manager”
“Oikawa femmina? Che ha fatto?...Ci ha provato con uno dei tuoi? È così sconsiderata che potrebbe finire anche con quello dalla faccia da teppista, come si chiama? Quello con la cresta bionda…”
“Parli di Yamamoto? Oh no tranquillo, mi sembra una ragazza con la testa sulle spalle e il mio alunno ha occhi solo per Shimizu della Karasuno”
“Una ragazza con la testa sulle spalle…tsk”
“Ho notato che stamattina non ha preparato una colazione abbondante ed equilibrata come sempre”
“Questo perché non sa cucinare! Pensa solo ai ragazzi, come suo fratello alle ragazze, povero Iwaizumi che deve andare dietro ad entrambi”
Disse convinto Irihata, incrociando le braccia al petto.
Nekomata ghignò come un gatto che si ritrovava davanti un uccellino appetitoso.
“Strano. Perché la piccola Kori, la mia adorabile manager, mi ha detto che la tua l’ha aiutata molto, anche durante la preparazione dei pasti, è molto informata sulle preferenze della squadra e dosa le porzioni con molta perfezione”
“Sicuro? In matematica è una schiappa…”
“Sicurissimo. Credo che la colpa sia dovuta alla povertà del budget, dovresti dargli una mano…o in questo caso la carta di credito”
“La carta di credito?!”
“Perché no? È una brava ragazza e comprerà tutto quello che serve per la squadra, non essere così tirchio”
“Tir-?!”
“Se hai paura posso chiedere a Kori di darle una mano a fare la lista”
“Ma…”
“Su, sii più gentile”
Sotto quegli occhi da gatto, il coach Irihata dell’Aoba Josai capitolò e andò a dare la carta di credito a Tomoyo.
“Dunque…verdura: insalata verde per Kumini, pomodori per Kindaichi, carote per Yahaba-san…”
“I panini al latte per il tuo fratellone! ♥”
“Scordatelo!”
“Non privarmi di quella delizia!”
Urlò Tooru sconvolto, trovandosi poi una palla in faccia lanciata da Kuroo.
“Ohi, non ti distrarre durante la partita”
Gli disse con un ghigno.
“Come osi lanciarmi una palla in faccia?!”
“Silenzio e riprendi la concentrazione che quel tipo ha ragione!”
“Iwa-chan crudele!”
“E comunque mi chiamerei Kuroo.”
Kori portò lo sguardo dalla partita, che stava andando per le lunghe, di nuovo all’amica che compilava tutta convinta la lista della spesa.
“Come sei ben informata su tutti quanti”
“Per Tooru, Haji-nii, Kindaichi e Kumini è facile visto che li conosco. Hanamaki-san e Matsukawa-san qualche volta hanno cenato da noi quindi mi so più o meno regolare, mentre con Watari-san e Yahaba-san ho osservato i loro bento e mi sono comportata di conseguenza. In pratica è tutta questione d’occhio per capire come aiutare la tua squadra”
“…Sei su tutt’altro livello Tomo-chan…”
“Potresti farlo anche tu”
Le suggerì la castana alzando lo sguardo.
“Pranzi spesso con Lev quindi saprai quello che gli piace, Kenma lo sai di sicuro, gli altri basta osservarli”
“Non so…”
“Il capitano tanto lo guardi già, farlo anche mentre mangia non mi sembra un gran cambiamento”
“Ehi! Questa me la paghi!”
Tomoyo rise finendo la sua lista.
“Mi accompagni?”
“No!”
Kori le fece la linguaccia, Tomoyo la ricambiò con un bacino sulla guancia, sapendo bene che era anche merito suo se il coach le aveva affidato la sua carta di credito,  poi si alzò pronta per andare a fare spese.

Intanto fuori dalla seconda palestra vi erano i gufi ed i corvi, i primi che stavano seduti ad aspettare che la partita Seijo vs Nekoma finisse per scontrarsi con i vincitori, i secondi stavano facendo per l’ennesima volta la penalità.
“Stupido Hinata! Perché non hai preso quell’alzata?!”
“Sei tu che l’hai lanciata troppo lontano!”
Kageyama ed Hinata si lanciarono scintille con gli occhi mentre correvano per raggiungere la cima della collina, Daichi dal canto suo si era rassegnato ed ormai li faceva gridare, sapendo che li avrebbe aiutati a ritrovare la sincronia nella seguente partita.
Bokuto invece, visto che aspettava, si dava da fare per dare man forte al suo prediletto.
“Digliene quattro chibi-chan! Fatti rispettare, solo così diventerai un ottimo capitano ed asso un giorno!”
“La potresti smettere di mettergli in testa idee che non aiutano la squadra?!”
Gridò Daichi furioso contro il gufo mentre Asahi era quasi sul punto di rifugiarsi in un angolino a piangere. Quasi, infatti Nishinoya gli rifilò un calcio negli stinchi che lo spinse a continuare la scalata.
“Smettetela di litigare anche voi, la prossima partita andrà meglio”
Tentò di calmare i due primini Suga.
“Si spera.”
Girò il dito nella piaga Tsukishima.
A Kageyama spuntò una vena d’ira sulla fronte e stava giusto per rispondergli quando notò un movimento vicino alla prima palestra, che lo fece fermare in mezzo all’erba.
“Tomoyo…”
Fu il vice capitano dei gufi ad accorgersi del sussurro dell’alzatore avversario. Puntò lo sguardo nello stesso punto dove guardava l’altro e vide la manager della Seijo che si allontanava nuovamente senza accompagnatore. Alzò un sopracciglio mezzo irritato che quella ragazza non imparasse mai e si rivolse al suo coach per chiedere un permesso speciale, l’aveva già aiutata una volta e non poteva ignorarla in quell’occasione.

“Dunque…riso, carne, pesce e verdure…preso tutto!”
Esclamò contenta Tomoyo, controllando per l’ennesima volta il suo sacchetto mentre usciva dal mini market.
“Ho anche risparmiato più di quanto non mi aspettassi, così il coach non potrà dirmi niente di cattivo e forse finalmente mi farà un complimento ~♥”
Sognò ad occhi aperti la ragazza, camminando lentamente sulla strada del ritorno; la cosa bella del saper osservare attentamente le cose era che così si ricordava tutti i punti di riferimento che l’avrebbero portata tranquillamente a scuola.
Solo una cosa non aveva calcolato.
Ed iniziò con una piccola goccia che le cadde sulla gota chiara.
Tomoyo alzò lo sguardo al cielo e vide i nuvoloni grigi carichi d’acqua. Si spaventò immediatamente per il suo prezioso sacchetto e cercò una tettoia dov’avrebbe potuto aspettare che passasse la pioggia ma andò a sbattere contro qualcosa di duro che la fece gemere di dolore. Contemporaneamente, però, sentì qualcosa coprirle la testa dalle gocce d’acqua.
“Tu, davvero, dovresti smetterla di uscire da sola dal ritiro”
Mormorò Akaashi, coprendola per bene con la giacca della sua tuta per non farla bagnare.
“Il…Il vice capitano della Fukurodani?!”
Il moro annuì piano prima di prenderle con gentilezza il sacchetto dalle mani e metterle l’altro braccio intorno alle spalle.
“Vieni, conosco un posto dove possiamo aspettare che passi il temporale, riesci a correre?”
“S-Si”
“Bene”
Il gufo controllò ancora se la giacca coprisse  la ragazza in modo da non farla bagnare troppo poi, sempre tenendola stretta, iniziò a correre insieme a lei per andare al rifugio che aveva menzionato prima.

La pioggia in poco tempo si trasformò in un temporale, a tal punto che Akaashi, dopo che furono arrivati vicino al capannone, si era ritrovato completamente fradicio da capo a piedi.
“Mi dispiace tantissimo”
Gli disse Tomoyo, togliendosi dalla testa la giacca della sua tuta per restituirgliela. Akaashi scosse piano la testa e si sfilò la maglia, facendo arrossire tutto d’un tratto la ragazza che nascose la faccia nella giacca bianca.
Akaashi la guardò confuso, ma poi guardò il suo petto ed alzò un sopracciglio.
“Scusa se ti da fastidio ma…non vorrei ammalarmi, sai gli allenamenti…”
“No! No, no non fa niente, sono abituata a Tooru eheh!”
“Allora perché continui a nascondere la faccia?”
“…”
La castana allontanò leggermente l’indumento dal volto.
“E’ che…non me l’aspettavo tutto qui”
Akaashi annuì e andò a sedersi in un angolo, Tomoyo lo seguì poco dopo e si mise accanto a lui.
Scese un silenzio alquanto imbarazzante, almeno per la ragazza abituata a tutti i discorsi del fratello e di Kori.
 Sbirciò piano verso l’alzatore accanto a lei e si accorse che non conosceva neanche il suo nome, seppure l’avesse aiutata per la seconda volta, l’averlo chiamato’ vice capitano della Fukurodani’ non era stata una bella mossa…
“Come ti chiami?”
Decise di rimediare.
“Akaashi Keiji”
“Beh…allora grazie Akaashi Keiji-san, sia per questa che per l’altra volta”
“Prego Oikawa Tomoyo”
“Come sai il mio nome?!”
“Ho sentito Kageyama che lo diceva mentre ti allontanavi, è per questo che ti ho seguita. Se ti fossi persa tuo fratello sarebbe stata una bella seccatura”
“…Non è una cosa molta carina da dire ad una ragazza”
Mormorò Tomoyo sottovoce con un tick all’occhio.
Akaashi la guardò confuso e quindi lei sospirò, rabbrividendo un poco per il freddo. Il ragazzo le mise nuovamente la sua giacca sulle spalle dopo avergliela presa dalle mani, facendo così sparire il broncio.
“Perdonato”
“Per cosa?”
“Lascia perdere”
Rise Tomoyo, infilandosi le maniche della giacca.
Akaashi la fissò.
“Era per Kageyama che piangevi?”
“Si…mi ha rifiutata per la seconda volta”
“Seconda?”
La castana aveva sentito dire che confidarsi con uno sconosciuto aiutava a far passare prima il male, ma lei si sentiva solo un’idiota a rivelare quello.
“Mi sono confessata a lui in prima media per fare un dispetto a mio fratello, quando mi rifiutò presi ad interessarmi seriamente a lui ma…questo credo sia stato il rifiuto definitivo”
“Dev’essere proprio un’idiota”
“…Eh?”
Chiese confusa Tomoyo.
“Mi sembri una brava ragazza e sei anche molto carina, metti passione nell’ occuparti della tua squadra quindi non vedo il perché ti abbia rifiutata”
Tomoyo in quel momento era più rossa di quanto non lo fosse una decina di minuti prima.
Si aggiungevano solamente gli occhi leggermente sgranati come quelli di un pesce palla quando si gonfiava.
Dopo alcuni secondi di silenzio, la castana scoppiò a ridere in modo talmente sguaiato che, se Tooru fosse stato lì, l’avrebbe sicuramente ripresa.
Akaashi quasi si spaventò da quel fare, ma quando la vide così serena si tranquillizzò anche lui, e si concesse un sorriso accennato.
“Grazie per il complimento”
Gli disse alla fine Tomoyo, con un sorriso stampato sulle labbra.
“Di nulla”

Si rilassarono entrambi, almeno così era per la castana, tanto che iniziarono a parlarsi della pallavolo, dei loro rispettivi capitani e di quanto fossero scemi ma anche di quanto fossero indispensabili per le loro giornate, di quello che avevano in mente per il futuro e da un discorso ad un altro Tomoyo, mentre era tutta presa dalle sue parole su Kori, appoggiò la testa sulla spalla di Akaashi.
Il ragazzo si accorse di quel gesto particolare ma, ma notando che la manager non aveva fatto caso a ciò,  appoggiò la testa a sua volta su quella della ragazza.
“Poi Kori mi ha proposto di fare il cosplay delle nuove Pretty Cure e di certo non mi potevo rifiutare! Così mi sono ritrovata con una parrucca bionda e un vestitino rosa ed a farmi fare delle foto da un tizio anche abbastanza inquietante, ma Kori lo conosceva e quindi andava bene. Solo che poi Tooru le ha scoperte e le ha portate in palestra! Menomale che Haji-nii gliele ha bruciate, altrimenti era la volta buona che mio fratello veniva strangolato...Kenma, al contrario, non le ha nemmeno guardate quelle di Kori, peccato sai, quella parrucca viola le stava davvero bene”
“In certi momenti parli senza sosta proprio come Oikawa”
“Sono pur sempre sua sorella minore”
Tomoyo rise.
Akaashi sorrise leggermente in seguito, non sentendo più il rumore della pioggia, si alzò e tese una mano a Tomoyo per aiutarla ad alzarsi.
Successe la seconda cosa non calcolata della giornata. Né da Tomoyo né da Akaashi.
Un lembo della giacca che indossava la ragazza, si impigliò in un chiodo arrugginito e sporgente della trave su cui era appoggiata Tomoyo. Alzandosi, quell’estremità di stoffa, tirata la sbilanciò facendola così cadere all’indietro.
Akaashi accorse subito per aiutarla a rimettersi in piedi, ma alla fine cadde anche lui.
Sopra di lei.
Con la testa in mezzo al suo seno.
Come se non bastasse…
“Sorellina dimmi che sei qui!”
Tooru entrò come una furia dentro quel capannone, bagnato come un pulcino e con le lacrime agli occhi.
“Tomoyooooo!”
Gridò ancora, cercando disperato la sorella con lo sguardo.
“Ehm…Sono qui Tooru”
“Menomale! Ti ho cercata dappertutto quando non ti ho vista tor…nare”
Oikawa alla fine trovò la sorella...con un ragazzo sopra di lei che teneva la testa in mezzo al suo seno.
Il tick che gli venne all’occhio fu solo una delle poche visibili conseguenze che manifestò.
“Non è come sembra..”
“Certo…non è MAI come sembra, vero?”
“Voleva aiutarmi ma è caduto”
“E doveva cadere proprio lì?!”
Intanto Akaashi, anche se  sentiva benissimo quelle urla, decise ‘saggiamente’ di far finta di aver preso una botta ed essere svenuto. Per evitare di essere brutalmente massacrato o, peggio, ucciso.
Aveva anche un appoggio davvero, molto, morbido…

Alla fine di tutto, dopo varie spiegazioni e finte riprese di conoscenza, Tomoyo portò le provviste in cucina, ridette la carta di credito ad Irihata – che non finì mai di maledire Nekomata-, ed infine la nostra bella Oikawa tornò in camera.
Ad aspettarla vi era una gongolante Kori, che guardava il suo cellulare.
“Cosa guardi? Sei finalmente riuscita a fare una foto di nascosto al tuo amato Kuuro?”
Chiese la castana.
“Meglio, molto meglio”
“Si? Fa vedere un po’ ”
Kori le rivolse un sorriso felino e le mostrò una foto. Anzi, LA foto.
La foto che ritraeva Akaashi con il volto sepolto nel suo seno.
Il colorito di Tomoyo passò da rosa chiaro a rosso bordeaux.
“Com-Cos-?!”
“C’ero anch’io quando Tooru ti cercava e ne ho approfittato un pochino”
“E ti sembra un pochino?!”
“Non mi sembra niente di scandaloso”
“Kori!”
“Oh andiamo! Piuttosto dimmi dell’alzatore della Fukurodani, qui mi sembrate parecchio intimi”
“Non lo siamo!”
“Ah no?”
Tomoyo iniziò a correre per tutta la stanza, seguita passo passo dall’amica che continuava a farle domande imbarazzanti, vendicandosi anche un pochino per quel pomeriggio.
“Ah ma di chi è quella bella giacca bianca che hai indosso?”
“…Mi sono dimenticata di ridargliela!”


*Tara sarebbe il nome che io e Net abbiamo dato alla sorella maggiore di Tooru e Tomoyo, alias la madre del piccolo Takeru

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Capitolo 8
*** Offesa & Gara ***


Angolino Net: Ciao a tutti!! Come avrete notato la scorsa settimana il capitolo è saltato, ma Efp aveva dato problemi. C'èra la possibilità che alcune storie potevano cancellarsi e quindi abbiamo preferito pubblicare direttamente oggi. In questo capitolo vedrete un nuovo lato di alcuni dei nostri eroi. Saranno davvero fantastici ve lo assicuro. Un bel..."cambiamento", Con questa premessa vi lascio al capitolo!


 

Offesa & Gara


In una mattinata come le altre, durante una pausa, le due ragazze erano uscite dalla palestra per fare una passeggiata.
“Tomoyo, sei stata così furba con quel tipo e siete già ad un buon punto direi. Qual’è il prossimo passo? Ora che Tooru lo conosce, diciamo eh, lo presenterai ai tuoi ed a Tara? Poi vi sposerete? Ah ma devo dare un nome alla vostra ship! Che cosa romantica!”
“Smettila Kori o ti do un pugno in faccia! E’ stato un incidente e Tooru ieri non mi ha parlato per tutto il giorno, mi ci è voluto l’aiuto di Haji-nii per convincerlo...ed ancora non lo è del tutto!”
“Beh...si sa, i fratelli maggiori sono sempre gelosi dei fidanzati delle sorelline.”
Tomoyo si girò di scatto verso Kori, ora che aveva detto quella frase era curiosa di saperlo. Possibile che...
“Beh si, Tooru è abbastanza geloso di me...anche Kenma è geloso di te?”
Kori ammutolì poi guardò l’amica, sconsolata.
“Quando gli presentai Ryou, il mio ex, la prima cosa che gli disse dopo il suo nome fu ‘:quando la porti via di casa?’ “
“Mi sembrava strano... “
Le due rientrarono in palestra, la pausa non era ancora finita ed infatti c’èra chi si faceva gli affari suoi, chi ci provava con la manager della squadra e chi parlava con gli amici avversari e...chi faceva l’asociale.
“Tomoyo andiamo da Onii-chan, è li solo e depres-“
“Ha in mano una borraccia, se vai da lui ti arriva in faccia quella.”
“Oh....allora andiamo da Kuroo! Sta parlando con l’amico del tuo amico e c’è anche il tuo amico.”
“Cos-? No! Kori, no!”
Ma la ragazza prese per un polso Tomoyo e se la portò dietro senza starla a sentire tanto. Arrivate davanti ai tre, Bokuto ed Akaashi si misero a fissare Tomoyo e Kori. Finchè quest’ultima, anche per rompere il ghiaccio con tipi che non conosceva (e perchè l’amica era andata nel pallone per ovvi motivi) prese la parola.
“Buongiorno.”
“Ciao. E tu saresti?”
Kuroo si avvicinò a Kori mettendole una mano sulla testa.
“Questa adorabile gattina si chiama Kori ed è la manager della mia squadra. Trattala bene Bro!”
“OOOOOOH! Scusa Kori, è che con quei capelli lunghissimi e con quegli occhioni sembri uscita da un anime! Comunque piacere! Io mi chiamo Kotaro Bokuto!”
Kori battè le mani guardando Bokuto con aria d’ammirazione.
“Davvero ti ricordo un personaggio di un anime Bokuto??”
“Si, si! Hai la pelle molto chiara!”
E mentre i due andavano avanti, con la successiva aggiunta di Kuroo, Akaashi chiamò Tomoyo da parte.
“Tomoyo, mi dispiace per ciò che è accaduto ieri.”
“Tranquillo, ti sei già scusato abbastanza...e comunque se non fosse stato per te a quest’ora avrei preso il raffreddore e sarei a letto malata...”
“La prossima volta vedi di non allontanarti da sola”
“Va bene, chiederò direttamente a te.”
Rispose Tomoyo ridendo e senza pensarci. Appena però realizzò le parole uscite dalla sua bocca, guardò Akaashi, sorpreso e preso alla sprovvista ma sorrise leggermente. Mai che un tipo come lui si lasciasse sfuggire una risata di quelle aperte e larghe come quelle di Bokuto. No.
“Ti accompagnerò volentieri.”

Purtroppo per tutti la pausa finì, ed ognuno tornò alle proprie attività. Chi alla pallavvolo, chi a sgridare i propri atleti e chi a parlare per gli ultimi minuti con la propria amichetta.
“Sai Tomoyo. Ho deciso una cosa.”
“Cosa? Il prossimo cosplay?”
“Si, cioè no! Beh anche...però...guarda i miei adorati e poveri membri della squadra. Lavorano sodo ogni giorno. Si impegnano giocando con tutte le loro forze non avendo mai un attimo di svago...ormai poverini sono al limite, tutti. E sicuramente saranno anche depressi e tristi.”
Tomoyo guardò la Nekoma. Tutto le sembravano meno che depressi e tristi. L’unico forse con l’aria un po’...depressa e triste...era Kenma, ma poi Tomoyo si ricordò che quella era la sua faccia normale. Quindi...dove vedeva Kori la tristezza e la depressione nella sua squadra?
“Oh...si...capisco...E quindi? Cosa vorresti fare?”
Kori strinse di scatto il pugno destro guardando un punto imprecisato della palestra. Dopodichè Tomoyo alzò un sopracciglio e guardò lo stesso punto...ma non vi trovò nulla.
“Prima parlando col capitano della Fukuqualcosa siamo andati sull’argomento dei cosplay! Ho intenzione di dare un pigiama party tema anime stasera!”
Tomoyo la guardò come se avesse appena detto che i gatti volassero in cielo. Battè piano gli occhi.
“Bene quindi....Haji-nii deve migliorare nel salto, Tooru va bene in tutto, poi Kunimi...”
“Non mi ignorare Tomoyo! Non stò scherzando!”
“Ma chi credi che verrà a un pigiama party a tema anime?! Solo tu qui sei fissata con quelle cose Kori!”
Kori chiuse gli occhi mettendo pollice ed indice sotto al mento. Poi ghignò piano.
“Tomo-Tomo-Tomo...siamo in Giappone, la patria degli anime...passione o no tutti da piccoli ne abbiamo visti...e quindi in noi risiede ancora qualcosa che...”
“Scommetto che non hai trovato nessuno.”
“Invece ti sbagli! Già due persone hanno accettato, un’altra accetterà, una verrà perchè sono convincente ed una perchè è ovvio che verrà e...se tu non vuoi venire sono affari tuoi! Ma ti perderai tutto il divertimento! Cattiva!”
“Kori dai, aspetta!”
E dopo di questo corse via tornando dalla propria squadra. Facendo poi la linguaccia a Tomoyo da lontano.  La piccola Oikawa sospirò tornando a guardare l’Aoba josai che stava facendo allenamenti a terra.
Sentì arrivare un messaggio al cellulare. Lo prese  e lo lesse immediatamente.
“Comunque se vuoi venire porta tutti i vestiti che hai, lo facciamo nella camera della Nekoma. Alcuni di loro andranno ad allenarsi e non ci saranno...Kori.”
Tomoyo guardò verso la panchina della Nekoma, in cerca di un segno da parte dell’amica. Non è che un messaggio dicesse tanto...ma tutto quello che vide fu la borraccia di Kenma arrivare in faccia a Kori, e successivamente Lev avvicinarsi alla ragazza per chiedere come stava.
“Oikawa femmina! Smettila di guardare gli avversari! Parteggi per loro? Insomma non ti vergogni?”
“Eh? no scusi coach è che...”
“Muoviti immediatamente! Vai ad aiutare Hajime ad allenarsi!”
Tomoyo annuì andando da Iwaizumi. Si abbassò a terra tenendogli fermi i piedi mentre il ragazzo iniziava a fare piegamenti in avanti.
“Ma... Tooru?”
“Sta facendo dieci giri della palestra di corsa...ha detto al coach che se si arrabbiava troppo gli sarebbero venute le rughe.”

Per tutto il giorno Kori e Tomoyo non si parlarono, nè Tomoyo ricevette una visitina da parte dell’amica. Quando arrivò la sera, Tomoyo, in camera delle manager era isolata. In un angolo. A fingere di leggere un libro. Tutte le altre stavano parlando fra loro. Avevano anche cercato di inserirla nella conversazione ma...un po’ per vergogna ed un po’ perchè si sentiva di troppo, fra loro che già si conoscevano da un pezzo, aveva preferito restare in disparte. Guardò il posto accanto a lei e le venne in mente l’immagine dell’amica che diceva: Ohohoh Tomo cara non sei voluta venire alla festa? Ben ti sta! Ora annoiati!
Sbuffò. Ma piuttosto che starsene da sola, era meglio mettere da parte un po’ d’orgoglio e chiedere scusa...magari, poi, si sarebbe anche divertita. Prese il borsone e mise dentro abbastanza vestiti, anche se davvero non riusciva a capire cosa Kori dovesse fare con quelli. Uscì dalla stanza ed iniziò ad andare verso quella della Nekoma. Arrivatale davanti esitò qualche attimo.
“Mi chiedo ancora cosa ci faccio quì...”
Bussò poi aprì la porta senza aspettare che nessuno dicesse nulla.
“Kori, alla fine sono venu...cos-?”
La stanza era stata divisa in due. Con un lenzuolo avevano creato una specie di divisione. Nella parte dietro al lenzuolo, abbastanza piccola dove entrava una persona soltanto, erano stati messi quelli che sembravano i vestiti di tutti. Dall’altra parte Kori era in piedi con una maglia bianca lunghissima, sicuramente non sua, che teneva legata in vita con una cintura. Accanto a lei Bokuto indossava una maglia nera e dei pantaloni corti neri. Tomoyo spalancò la bocca a quella visione, cosa cavolo stava facendo la sua amica? E come aveva conciato Bokuto? Kori si girò verso Bokuto sorridendo.
“Bokuto! Facciamole vedere cosa ti ho insegnato!”
“Si! Bene....Io sono Cure Black! la protettrice della luce!”
Disse Bokuto Mettendosi in posa.
“Io sono Cure White! La protettrice della luce!”
Continuò Kori.
“Siamo le Pretty Cure!”
Dissero entrambi all’unisono. Tomoyo lasciò cadere la borsa e nel frattempo partì un applauso da parte di quello che era il pubblico. Tomoyo guardò da chi era formato. Ovviamente se c’èra Kori, non poteva di certo mancare Lev. Che infatti l’aveva seguita a ruota, poi notò anche Kuroo applaudire e sogghignare, vide anche Akaashi a battere le mani, notò anche...
“Tooru?! Che ci fai tu quì?!”
“Sorellina, Kori mi ha detto che saresti venuta così mi sono precipitato!”
Ed il giro si chiudeva con Kenma in un angolo. Che voleva tanto mettersi a piangere per la situazione. Tomoyo entrò e chiuse la porta appoggiando la borsa con i vestiti da una parte.
“Bene, bene, bene! Adesso che ci siamo tutti... Oh Tomoyo siediti li...guarda accanto ad Akaashi c’è un posto!”
“Ma sarebbe il mio!”
Frignò Bokuto a Kori, che si improvvisò ‘presentatrice’. Tuttavia fu ignorato ed il posto divenne di Tomoyo.
“Dicevo. Ora che ci siamo tutti può iniziare la vera festa! Vi spiego come funziona. Ognuno di voi sceglierà il personaggio di un anime e cercherà di farne il cosplay. Prendete gli anime più conosciuti mi raccomando. Il pubblico dovrà indovinarli, a fine serata decideremo il cosplay più bello con votazione anonima, ed il vincitora potrà esprimere un desiderio sul menù. Io non parteciperò tranquilli. Altrimenti vincerei.”
Disse la mora con falsa modestia. Gli occhi di Tomoyo divennero vuoti.
“Per...chè...mi aveva già costretta una volta....ora sarà imbarazzante...”
Akaashi si girò a guardarla.
“Guarda il lato positivo. Non sarai l’unica ad essere in imbarazzo. Poi non devi sentirtici. Prendi in esempio Bokuto-san...è ridicolo ma pensa a divertirsi...prova anche tu.”
“Tu invece?”
“....Mi ha trascinato lui e sparerei alla tua amica.”
  “Prendi in esempio il tuo amico. è ridicolo ma pensa a divertirsi. Prova anche tu.”
Akaashi –stranamente-  rise. Tuttavia c’èra qualcuno che li stava guardando molto male, si...Tooru...a Kori non sfuggì questo particolare e, improvvisando il cellulare come microfono, la ragazza prese la palla al balzo.
“Tooru Oikawa! Sarai il primo a deliziarci con la tua fantasia!”
“Cos-“
“Prego! Vai a cambiarti!”
“No, io non...”
Tooru fu spintonato, un po’ da Kori, un po’ da Bokuto, dietro il lenzuolo.
“Mi raccomando Tooru Oikawa, il tempo stringe...sbrigati eh!”

C’èra chi si divertiva ma anche a chi cominciava a mancare l’aria per la paura.
“Kenma, tua sorella si sta divertendo molto vero?  Direi che si trova molto d’accordo con Bokuto...”
“Kuroo. Portami via di quì, ti pago. Per favore, ho una brutta sensazione.”
“Cosa? No! Non vedo l’ora venga il mio turno...anche se sinceramente non so cosa fare...Hai qualche consiglio?”
Kenma lo guardò male. Kuroo ricambiò con un ghigno. Aaah...l’amicizia.

Finalmente Oikawa Tooru uscì dal, massì chiamiamolo, camerino. Aveva messo una camicia nera e...pantaloni dello stesso colore. Lev si sporse un po’ in avanti per vedere meglio. Poi alzò un sopracciglio facendo una strana smorfia.
“Oh! Sei un becchino!”
Tutti scoppiarono a ridere, franne Tooru che si arrabbiò a morte. Offeso al massimo guardò Lev poi battè un piede a terra.
“Non sono un becchino razza di ignoranti! E’ vero, il mio personaggio ha a che fare con la morte ma....Non è un becchino!”
Akaashi alzò la mano con fare interrogativo. Tooru gli lanciò un’occhiata gelida poi gli annui, segno che poteva parlare.
“Potresti per favore...mimarci o...dire qualcosa tipico del personaggio? Così da farci capire?”
“Mi sembra un’ottima idea! Tooru è sempre stato bravo a recitare!”
Continuò Tomoyo. Da li tutti incoraggiarono Oikawa ed al poveretto non restò altro che farlo. Mise una mano davanti a lui e con l’altra fece finta di scriverci sopra, arrivato alla fine della mano (fine pagina), lo scatto della mano fu tale che qualcuno si chiese com’era possibile che fosse ancora attaccata al braccio....poi la frase.
“Prendo una patatina...e me la mangio!”
A quel punto, sempre per Lev, fu tutto chiaro. Iniziò ad agitarsi alzando la mano.
“UUUUUUUUUh! Io lo so, Io lo sò! E’ quello di Death Note...Quello che scriveva sul diario nero...Light Yagami!”
“Non era diario nero! Si chiamava appunto Death Note...Comunque si. Impersonavo lui. Bravo”
Tutti applaudirono e c’èra chi si chiedeva come non ci avesse pensato prima e chi si stava, invece, chiedendo chi fosse questo Light Yagami. Kori riprese la parola.
“Benissimo. Oikawa senior ci ha dato un bellissimo esempio di cosplay arrangiato. Il prossimo Lev sarai proprio tu! Vatti a preparare, siamo tutti molto ansiosi di vedere il tuo travestimento”
Kori porse la mano al ragazzo per aiutarlo a rialzarsi. Questo accettò l’aiuto. Quando il ragazzo fu in piedi, la mora lo tirò un po’ in basso per sussurrargli qualcosa all’orecchio.
“Lev. Da quando abbiamo fatto amicizia ti ho parlato di anime. Ti ho mostrato manga e perfino le foto delle fiere. Non mi deludere.”
“Tranquilla. Sarai fiera di me!”
E detto questo andò a cambiarsi anche lui.

Intanto Tomoyo stava tremando, non ai livelli di Kenma che fra poco avrebbe tentato il suicidio, ma stava tremando.
“Puoi semplicemente dirle che non vuoi farlo, sai?”
“No Akaashi è che...Insomma. Mi vergogno ad andare conciata in quel modo davanti a delle persone. Non ci riesco...Cerco di essere al meglio sempre...so che è una cosa divertente ma... Non vorrei deluderla.”
“Scusa ma non hai detto di averlo già fatto?”
“Si ma ero con lei!”
“Allora chiedi a qualcuno. Sarà più semplice.”
Tomoyo si guardò intorno. Fortunatamente Tooru era escluso, Lev stava facendo, Kenma aveva problemi già di suo e comunque se avesse fatto cosplay con lui, Kori non le avrebbe parlato per un mese, con Kuroo...gli stava simpatico si, ma quel ghigno che spuntava certe volte le metteva i brividi. Inoltre l’amica non le avrebbe parlato mai più. Per finire Bokuto, era fin troppo gasato ed egocentrico per fare cosplay di coppia...Si girò verso Akaashi sconsolata.
“Akaashi, non credo nessuno di loro vorrà fare cosplay con me...”

Arrivò Lev cambiato. Portava dei jeans avvolti fino al ginocchio ed aveva indossato la maglietta della Nekoma.
“E’ Facilissimo ragazzi! Naturalmente...fate finta la maglia sia tutta rossa...”
Kori lo guardò battendo le mani.
“Wohoooooooooooo!!!! Lev sei uguale complimenti!”
“Seriamente? Gattina, hai capito?”
“Certo! Kuroo è facilissimo! Dai Lev, mima con una frase!”
Lev annuì felice. Poi tirò indietro il braccio chiudendolo a pugno.
“Pugno Gum-Gum....in...aaaaazioneeeeeeeeeeeeeeee!!!”
E dopo la frase sferrò il pugno in avanti. Deciso e sicuro. Il pubblico lo guardò poi applaudì. Bokuto a quel punto strillò come un bambino che aveva appena ricevuto un giocattolo.
“Ioooooooooo! Io lo so! Sei Rufy! Di One Piece!”
“Esatto Bokuto! Hai indovinato, non era difficile...soprattutto dopo la frase.”
Lev andò al proprio posto e stavolta fu Bokuto a far da presentatore.
“Bene! Ora tocca al mio Bro! Vieni Kuroo! Stupiscici!”
Kuroo si alzò e, dopo aver battuto il pugno a Bokuto si rivolse un attimo a Kori scherzando.
“Gattina. Se mi serve aiuto nel cambiarmi, ti chiamo.”
La ragazza arrossì di colpo annuendo. Non capendo, naturalmente, lo scherzo. Tomoyo si sbattè una mano sulla fronte. Akaashi alzò un sopracciglio.
“Davvero glielo ha detto?”
“Pare di si Akaashi...il problema è che lei non si è accorta dello scherzo.”

Intanto Lev si sentì toccare una spalla. Girandosi vide Kenma che tendeva al blu in volto.
“Lev, portami via di quì ti prego....ti alzerò tutti i palloni. Ma portami via. Sento che mi accadrà qualcosa di br-“
Lev tornò a guardare davanti a sè ignorandolo.

Kuroo uscì. Indossava i pantaloni della tuta della Nekoma e la maglia dell’allenamento della Nekoma.
“E’ rosso. Ma fingete siano arancioni. Dovreste indovinare anche senza frase...è un anime famoso conosciuto da tutti.”
Tooru alzò la mano annoiato.
“Dica tutto, Oikawa vecchio.”
“Non chiamarmi vecchio! La mia pelle è morbidissima e non ho nemmeno una ruga! Comunque...sei mica Goku di Dragon ball?”
“Oooooooh! Complimenti Oikawa vecchio! Tu si che sei informato! Non ti facevo così perspicace!”
Tooru gonfiò le guancie e Kuroo andò a sedersi sghignazzando. Toccò di nuovo a Bokuto parlare.
“EEEEEEEEE ora, vieni fra noi! Caro Akaashi!”
“Bokuto-san. Vorrei partecipare con Tomoyo.”
Calò il silenzio e tutti si girarono a guardarlo. Tomoyo compresa.
“Ah si?”
Dissero Bokuto, Tomoyo e Kori increduli. Il primo e la seconda con una faccia perplessa, la terza con occhi sbrilluccicanti perchè stava già ‘shippando’ l’amica.
“Si. Prima si cambierà lei. Successivamente io.”
Akaashi sussurrò qualcosa all’orecchio di Tomoyo, ossia il cosplay da fare. Tomoyo annuì arrossendo poi andò a cambiarsi. Quando uscì toccò ad Akashi cambiarsi. Tomoyo era vestita con una maglia gialla e dei pantaloni neri corti. Akaashi invece aveva dei pantaloni blu e una maglia ello stesso colore, in più aveva usato un cuscino per “ingrassarsi”. Tutti li guardarono perplessi.
“Tomoyo. Credo dobbiamo fare la scena.”
“Va...va bene Akaashi...”
Tomoyo si girò verso Akaashi mentre tutti guardavano attentamente(franne Kenma che cercava un modo per evadere). Ognuno voleva indovinare ma la cosa sembrava difficile. Tomoyo fece una faccia disperata.
“Noooooooooooooooo oggi è andata malissimo, ti prego aiutamiiiii! Sono tutti cattivi con meee!!!”
“Non preoccuparti. Tieni. Prendi questo, si usa così. Mi raccomando non devi abusare del suo potere e-“
Kuroo si alzò in piedi puntando il dito contro i due.
“Doraemon! Siete Doraemon e Nobita!”
Akaashi guardò Kuroo apatico e Tomoyo quasi spaventata dall’improvviso urlo del gatto-capitano (?).
“Akaashi non mi spaventi con quella faccia. Sono abituato, mi ci guarda sempre Kenma. Comunque...ho indovinato vero?”
“Hai indovinato. Complimenti, vieni Tomoyo.”
Tomoyo ed Akaashi andarono ai loro posti e stavolta Kori prese la parola.
“Ora ultimo, ma non per importanza, tocca al mio adorato Onii-chan!...Onii-chan non stare in quell’angolino! Vieni quì dai!”
Tutti si girarono verso Kenma. L’alzatore si era rannicchiato, appunto, in un angolo nella speranza di rendersi trasparente.
“No....N-no Kori...M-mi dispiace. Non so chi fare. Eh eh...Quindi non partecipo. Sarà per la prossima.”
“Oh avevo pensato a quest’evenienza. Tranquillo Onii-chan. Ci pensa la tua sorellina!”
Kori tirò in aria il telefono che andò a finire in mano a Bokuto. Poi si diresse verso Kenma e lo prese per un polso iniziando a trascinarlo.
“Lasciami! Lasciami! Kuroo! Kuroo salvami!”
“Amico, sei il primo maschio che sento che vuole esser salvato da una ragazza...”
“Bastardo, me la paghi!”
Kenma fu trascinato, dalla sorella, dietro la tenda. Si sentirono provenire soltanto urla di disperazione.
“Brutta stronza, togli quell’affare! Non uscirò mai con questo coso!”
“Ma sei così carino Onii-chan!”
“Levameloooooooooooo!!!Aaaaaaaaaaaaahhhh! Ti ammazzo!”
Poi il silenzio. Uscì Kori con i capelli un po’ spettinati. Li mise in ordine e diede due colpi di tosse.
“Ecco a voi Onii -chan.”
Ma sapendo che non sarebbe uscito, lo strattonò direttamente fuori. Kenma era rosso in viso e stava per piangere. Aveva un grande fiocco rosa in testa ed una camicia da notte lunga e rosa (che fungeva da abito). Poi alzò lo sguardo verso il pubblico.
“Forza. Di qualcosa per far capire chi sei.”
Kenma pensò a tutte le possibilità che aveva. Buttarsi dalla finestra, sfondare la porta e scappare...ma ognuna di esse comportava avere ancora addosso quella maledetta camicia da notte. Rosa. Quindi era meglio finirla in fretta.
“Mi...piacciono....le fragole...”
A quella frase, tutti. Tutti nella stanza. Tooru, Bokuto, Kuroo, Akaashi, Lev, Kori e Tomoyo....pensarono la stessa cosa: Che carino!
Nessuno riuscì a indovinare l’anime di Kenma, che si andò subito a cambiare per la vergogna.
“Comunque, caro pubblico. L’anime del mio Onii-chan era Rozen Maiden. Interpretava Hinaichigo...ed ora Bokuto vi distribuirà dei bigliettini. Scrivete il nome della persona che volete vinca. Mi raccomando! Non ci si può autovotare eh!”
Il gufo capitano distribuì i biglietti e tutti scrivettero la preferenza. Quando i voti vennero contati la vittoria di Kenma fu schiacciante verso un solo voto di Tooru ( ma chissà a chi apparteneva quel solo voto).
“Bene Kenma! Puoi scegliere il premio!”
“Grazie Bokuto. Per prima cosa voglio una torta di mele....secondariamente, se ad uno soltanto di voi esce una parola di quello successo stasera quì, giuro sui miei videogiochi che vi accadrà qualcosa di molto brutto!”
A tutti salì un brivido su per la schiena. Dopo aver ripreso ognuno i propri vestiti tutti si salutarono.
“Bene, Onii-c..Kenma buonanotte.”
“Ti odio.”
Si girò andandosene dentro al futon a giocare con il suo 3DS, lasciando la sorella e Kuroo soli all’entrata della porta.
“Com’è scortese Onii-chan...ci ha guadagnato anche una torta di mele! Poi il suo cosplay era così carino!”
“Oh si, anche tu nella mia maglia eri carina. Hai lasciato il tuo profumo. Era una tattica per farti sognare?”
“Co-co-era tua?Scusa! Io...buonanotte!”
“ ’Notte.”
Detto ciò Kori corse via. Mentre Kuroo sghignazzava.



 

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Capitolo 9
*** Asso & Depressione ***


Angolino Fri: Buon salve a tutte quante ragazzuole.
Oggi pubblichiamo un capitolo abbastanza divertente, anche perchè riguarda un lato molto conosciuto del nostro amato gufo che, per pura coincidenza suppongo (?.?), oggi compie gli anni! Quindi, tanti auguri a Bokuto! <3
E a voi buona lettura :3


 

Asso & Depressione

L’estate era arrivata anche per i baldi giovani al ritiro, ed i cari ragazzi dovevano sudare almeno sette magliette al giorno, ma a loro non importava, l’importante era allenarsi fino allo sfinimento. Poi con quelle belle giornate il loro buonumore non poteva essere guastato in alcun modo, da niente e da nessuno…almeno per tutti tranne che per uno.
“Akaashi…”
Il capitano dei gufi stava con la testa abbassata, ansimando per lo sforzo.
Tutti gli altri ragazzi della squadra in quel momento sussultarono: erano appena al mattino, no poteva succedere così presto!
“…Non alzarmela più per oggi!”
Invece si...
Bokuto era appena entrato nella sua ‘Emo Mode’ dopo che Kuroo gli aveva murato l’ennesima schiacciata. Il capitano della Nekoma se la rideva beatamente ed Akaashi lo malediva.
Non poteva sopportare Bokuto e la sua depressione da partita in quel momento, non era psicologicamente preparato ed erano pure al match point.
L’unica cosa che potevano fare era sostituire il capitano, anche se questo ci rimase molto, troppo male.
“Come puoi sostituirmi adesso, Akaashi?! Sono il capitano!”
“Mi dispiace Bokuto-san ma ora non possiamo permetterci errori, non vuoi fare la penalità vero?”
“Beh no…”
“Allora fidati di noi”
“Akaashi…”
“Uhm?”
“…Mi vuoi ancora bene?”
E così Bokuto fu trascinato via per non intaccare la sanità mentale del vice capitano e di tutta la squadra.
Se ve lo state chiedendo, invece, Kuroo ormai era a terra a rotolarsi dalle risate per la figura di cioccolato appena fatta dal suo Bro.

Bokuto intanto si era rifugiato in un angolino, con ginocchia strette al petto e lacrimoni agli occhi. Tremendamente in stile Oikawa Tooru.
Si guardava intorno spaesato non sapendo davvero cosa fare; lui giocava a pallavolo, e quando non lo faceva studiava…se studiava, al massimo chiamava il fidato Akaashi.
Ma adesso la domanda importante era: che fare visto che l’avevano cacciato dalla palestra e lasciato fuori in un angolino accanto al muro?
Non poteva certo andare nell’altra a tifare per il suo piccolo corvetto perché, primo non era nella condizione adatta, e secondo perché Daichi l’avrebbe cacciato fuori a pedate pure lui.
Chi rimaneva?
Le manager, poteva sempre fare compagnia a loro, ma chi l’avrebbe sopportato? Quelle della Fukurodani erano ancora all’interno della palestra, la maggiore della Karasuno proteggeva come una mamma chioccia la biondina minore.
Però.
C’era un però.
Rappresentato dalle due ragazze che gli avevano fatto compagnia la sera prima: Tomoyo Oikawa e Kori Kozume!
S’illuminò all’improvviso scattando in piedi, loro non l’avrebbero di certo lasciato da solo!
Iniziò immediatamente a cercarle.

“Quindi, alla fine ieri sera non hai restituito la giacca”
Mormorò cospiratrice Kori all’amica accanto a lei, che ci mancò poco che si strozzasse con l’acqua della fontanella.
“Mi sono semplicemente dimenticata!”
Obbiettò Tomoyo.
“Certo certo…non dirmi che ci dormi insieme! Che pervertita che sei Tomo! Ma tranquilla, non lo dirò a nessuno se non al mio diario delle ship!”
“Diario…delle ship?”
“Rallegrati, siete quasi la mia OTP!”
“…Non ci sto capendo niente”
“Se avessi passato più serate con me a vedere anime capiresti”
Mise il broncio la mora, gonfiando le guance. Tomoyo a quel punto rise e le diede un bacino che fece sgonfiare immediatamente il viso all’amica.
“Comunque mi sono dimenticata davvero di ridargliela, ero troppo preoccupata che tu potessi essere arrabbiata con me perché non volevo venire al party”
Stavolta fu Tomoyo a gonfiare le guance, sgonfiate immediatamente da un nuovo bacino.
“Tranquilla, tanto sapevo che alla saresti venuta. Vieni sempre ♥”
“…Detta così sembra una frase erotica”
“...Ieri notte ho visto un anime yuri, abbi pazienza”
“EHY EHY EHY! Donzelle di cosa state parlando!”
Alle spalle delle sopracitate ‘donzelle’, spuntò il capitano dei gufi che le abbracciò entrambe per le spalle, facendo venire loro un mezzo infarto.
“BOKUTO-SAN!”
Gridarono entrambe scioccate.
“Che fai qui? Non dovresti essere in palestra?”
Chiese la castana, mentre la mora controllava da lontano la palestra dove c’era la sua squadra.
“Non mi sembra abbiano ancora finito”
Esclamò dopo.
“Un capitano non può venire a far visita a due piccole manager indifese?”
Le due amiche si guardarono poi guardarono di nuovo Bokuto con uno sguardo che parlava da solo, così alla fine, si vide costretto a dire la verità.
“Mi…Mi hanndhfbihfieuh”
“Eh?”
Chiese Tomoyo.
“fytaudheif”
“Non abbiamo sentito”
Continuò Kori.
“Mi hanno cacciato!”
Confessò infine il gufo. Scoraggiato al massimo e sembrò perfino che i suoi capelli, tirati su con chissà quanti chili di gel, si fossero afflosciati.
Tomoyo e Kori si guardarono ancora,  questa volta indecise su cosa fare: Bokuto faceva davvero tenerezza in quel frangente, non se la sentivano di lasciarlo solo quindi alla fine decisero di prenderlo con loro e consolarlo.
“Che cattivoni quelli della Fukurodani, cacciare così il loro capitano!”
Disse Kori accarezzando una spalla a Bokuto.
“E dire che Akaashi-san mi sembrava una brava persona”
Continuò Tomoyo inclinando la testa dubbiosa.
“Ehi questo mi sembra un tentativo di difesa!”
“M-M-Ma che vai pensando?!”
Bokuto guardò le due ragazze. Kori sghignazzava come la degna manager della Nekoma mentre Tomoyo era più rossa della maglia della squadra appena citata.
Il capitano sorrise piano ed anche i capelli tornarono leggermente alla loro forma gellata (?).
“Quindi…vi posso essere d’aiuto?”
“Perché no, non dobbiamo fare così complicate”
Disse Kori sorridendo.
“Sarebbe impossibile combinare guai anche per un bambino con quei compiti”
Fece Tomoyo.

Le ultime parole famose...

Tempo cinque minuti ed i tre erano fradici d’acqua. Da capo a piedi.
Le due manager stavano guardando sconvolte il lavandino dove di solito riempivano le bottigliette d’acqua per le loro squadre. Lavandino ora rotto, che mandava fiumi d’acqua in tutte le direzioni, bagnando ancor più loro ed il povero Bokuto che stava cercando  in ogni modo di chiuderlo/aggiustarlo.
E dire che gli avevano soltanto proposto di portare le bottigliette una volta riempite…
Ma il gufo non aveva sentito ragioni! Voleva riempirne un paio anche lui, solo che aveva girato la manovella con troppa enfasi e quella aveva finito con il rompersi…iniziando così la loro seconda doccia della giornata.
“Forse è meglio se chiamiamo un professore eh”
Sorrise tirata Tomoyo mentre, insieme alla mora, trascinava via Bokuto, al quale si erano afflosciati nuovamente i capelli con il ritorno della sua ‘Emo Mode’.

“Io credo di poterlo fare sapete?”
Disse sicuro…mezzo sicuro, Bokuto, osservando le ragazze mentre rammendavano alcune magliette che si erano stracciate in alcuni punti a causa delle varie scivolate dei loro possessori.
“Lo hai mai fatto, Bokuto-san?”
Chiese Kori.
“No, ma non avevo neanche mai fatto un cosplay! Vi ho osservate e posso dire di aver capito come si fa, ci vuole solo pratica! Pratica! Come nelle schiacciate!”
Il gufo incrociò le braccia al petto soddisfatto.
Le due si scambiarono un’occhiata preoccupata.
“Ne…sei sicuro?”
Chiese Tomoyo.
“Ovviamente!”
“E va bene...”
Sospirò la castana; gli passò un ago già pronto con infilato il filo e Kori gli diede una maglia della Nekoma.
“E’ una di quelle buone?”
S’informo la piccola Oikawa.
“Fossi scema”
Le rispose l’altra.
“AHIA!”
Le due tornarono a guardare il capitano della Fukorodani, si erano girate solo un istante per bisbigliare, e lo ritrovarono che si succhiava l’indice con i lacrimoni agli occhi.
“Sono un imbranato…non so neanche cucire…”
Biascicò lentamente, togliendosi il dito dalla bocca.
E la tenerezza tornò a far breccia nel cuore delle due ragazze.
“Mannò, ci vuole solo pratica come hai detto tu. Pratica!”
Gonfiò il petto Kori.
“Per non farti male prova ad usare questo”
Tomoyo sorridendo gli passò un ditale.
Bokuto lo prese, quasi affascinato, e lo infilò al dito pronto per ricominciare.
Dopo alcuni minuti il ditale era scomparso in un angolo della stanza, Bokuto stava litigando con l’ago. Le sue povere dita erano tutte segnate da piccoli segni rossi e la maglia era più stracciata di prima...
“Menomale che non gli hai dato quella buona…”
“Già, Yaku si è salvato”

“Mi dispiace non esservi stato di nessun aiuto”
Mormorò il capitano dei gufi con lo sguardo puntato a terra, mentre seguiva Tomoyo e Kori.
Pian piano i capelli stavano perdendo tutta la loro gufosità (?), ed era quello che preoccupava seriamente le due manager.
“Capita a tutti di non saper cucire la prima volta”
Cercò di consolarlo Tomoyo.
“Ma vi ho guardate attentamente, credevo di aver capito come si faceva!”
“Bokuto-san non puoi pretendere di saper fare una cosa che non è nelle tue corde”
Lo rimproverò Kori, puntellandogli una guancia.
“Sembra che niente sia nelle mie corde…”
Ed ecco che i capelli scendevano ancora.
“Mannò!”
Gridarono le due in coro poi si guardarono in pieno panico.
Le salvarono il trillo del cellulare della castana, era quasi mezzogiorno e quindi dovevano iniziare a preparare il pranzo.
Guardarono il capitano della Fukurodani.
…Forse avrebbero fatto meglio a nascondere i coltelli prima di rimetterci un dito. O due.

Akaashi prese un grande respiro molto più rilassato di molti minuti prima. Alla fine erano riusciti a vincere il match point contro la Nekoma anche senza l’aiuto del loro capitano ma ci era voluto un bel po’.
Kuroo non voleva mollare e non sapeva quante maledizioni avesse mandato a lui ed a Kenma.
Ora però era tutto finito, avevano vinto e potevano andare a recuperare Bokuto.
Solo…
“…Dov’è Bokuto-san?”
Chiese Keiji, guardandosi intorno, non vedendolo da nessuna parte.

“Dunque Bokuto-san, devi mettere il coltello così…bravo si, ora puoi iniziare a tagliare, mi raccomando a piccoli pezzetti così è più facile mangiarli e non s’incastrano in gola”
Disse attentamente Tomoyo al ragazzo.
“Non credevo che per preparare il pranzo si dovesse essere così attenti”
Notò il gufo, iniziando lentamente a tagliare le verdure sotto la sorveglianza della piccola Oikawa.
“Neanch’io sai? Ma la cara Tomo mi ha insegnato tutti i piccoli trucchi per prendersi cura della squadra.”
Gongolò piano Kori addetta alla cottura della carne, Tomoyo arrossì appena a quella frase e si grattò la guancia imbarazzata.
“Beh dopo tre anni alle medie, e qualche mese qui, direi di sapermi comportare al meglio con una squadra ed aiutarla come posso…anche se adesso, se Tobio fosse alla Seijo, gli avvelenerei il pranzo”
Finì con un leggero tick all’occhio. Kori fu veloce a spegnere il gas, la carne ormai era cotta, e a pattare la testa all'amica per farla calmare ma un singhiozzo spostò l’attenzione di entrambe sul capitano dei gufi, in quel momento con i lacrimoni agli occhi, il moccio al naso e il coltello pericolosamente puntato verso di loro.
“Si-Siete delle…delle bravissime manager!”
Urlò cercando di andare loro incontro per poterle abbracciare.
Tomoyo e Kori si guardarono un attimo.
Quello dopo stavano scappando urlando al tentato omicidio.
Ovviamente i capelli di Bokuto si afflosciarono ancora di più a quella frase, pensando che forse aveva fatto, nuovamente, qualcosa di sbagliato e che le due adesso non lo sopportavano più. Tuttavia decise di andare fino in fondo questa volta; era il capitano della squadra maschile di pallavolo del liceo Fukurodani! Uno dei migliori dell’intero paese a schiacciare la palla in campo, sarebbe riuscito ad abbracciare quelle due ragazze, che diamine!
Iniziò quindi a rincorrerle. Per abbracciarle. Amorevolmente.
Con il coltello in mano.

“Ohi Akaashi l’hai trovato?”
Chiese Kuroo andando accanto al gufo.
“Purtroppo ancora no, non capisco dove possa essersi cacciato”
“Hai provato dal piccoletto?”
“Si, Hinata dice di non averlo visto per tutta la giornata nonostante Bokuto-san gli avesse promesso d’insegnarli un nuovo attacco”
A quell’ultima nota, l’umore di Akaashi cambiò notevolmente. Non che gli stesse antipatico Hinata, ma il suo capitano doveva smetterla di andare ad aiutare avversari che poi avrebbero usato i suoi insegnamenti contro di loro in partita.
Kuroo sghignazzò, tentato di pattare la testa al gufo, alla fine però rinunciò non sapendo cos’aspettarsi dalla sua reazione. Kenma non gli aveva parlato per due giorni…
“Vuoi una mano?”
Chiese poi, cercando di essere gentile.
“Se non ti è di disturbo”
“Figurati, la Seijo sta ancora facendo la penalità quindi ho anche tempo da spendere prima della nuova partita”
“Ti ringr-“
“AIUTATECIIIIII!”
I due ragazzi si girarono di colpo a quel grido, trovando davanti a loro Tomoyo e Kori che correvano come forsennate, scappando da Bokuto. Che le stava inseguendo con un coltello in mano.
“Credo di avertelo trovato…”
Mormorò sconvolto il capitano della Nekoma.

“Bokuto-san ti prego, lasciaci in pace!”
Urlò Tomoyo mentre Kori accanto a lei continuava a tremare.
“Ma voglio abbracciarvi!”
Obiettò lui, saltando ancora una volta per poter raggiungere il ramo dell’albero, dove le due si erano arrampicate per sfuggirgli.
“Lo puoi fare benissimo dopo!”
Urlò nuovamente la castana.
“No, adesso!”
“Ma che differenza fa?!”
Sbraitò a quel punto Kori.
“Che differenza fa farlo adesso?!”
“Quello!”
Urlarono in coro le due indicando il coltello, ritornando poi ad abbracciarsi.
Bokuto guardò ‘quello’ come se fosse un oggetto alieno, non capendo di cosa potessero aver paura le due manager.
Prima di poterselo chiedere sentì due occhiate raggelanti sulla sua persona.
“Bokuto-san.”
Disse freddo Akaashi.
“Cosa stai facendo alla mia gattina e alla piccola Oikawa?”
Continuò Kuroo con lo stesso tono.
“Io…volevo abbracciarle”
Confidò il capitano della Fukurodani, con i capelli ormai afflosciati del tutto.
Il gufo più giovane sospirò e gli andò incontro, poggiandogli una mano sulla spalla.
“Dovresti andare a congratularti con la tua squadra, asso”
A quel soprannome a Bokuto s’illuminarono gli occhi ed in mezzo secondo dimenticò del tutto le due ragazze sull’albero per andare dalla sua squadra.
“Gattina puoi scendere. Ormai è tutto finito”
“Siete ferite?”
Chiese preoccupato Akaashi. Entrambe negarono e cercarono di scendere decentemente dall’albero, prima erano riuscite a salirci solo grazie all’adrenalina che gli scorreva dalle vene.
“Salta, ti prendo io”
Disse sicuro Kuroo alla sua manager.
“Cosa?!”
Urlò Kori arrossendo come una fragola matura.
“Dai, fingi che sia una scena da anime! Ti prenderò sicuramente”
Il gatto le fece l’occhiolino, e dire che la mora si era già convinta a ‘scena da anime’.
Kori prese una bella boccata d’aria poi si lasciò andare, venendo presa all’istante dal suo capitano che, scompigliandole piano i capelli per farla calmare , la portò via.
“Puoi saltare anche tu, ci sono sempre io a prenderti”
Mormorò Akaashi, vedendo che Tomoyo, ostinata, cercava di scendere dall’albero da sola.
“No! No, ce la posso fare benissimo da sola.”
“Potresti farti male”
“Impossibil-ehi!”
Mentre la ragazza parlava, il gufo si era avvicinato e l’aveva presa per i fianchi, aiutandola definitivamente a scendere.
I due si ritrovarono così ad osservarsi in silenzio, prima che Akaashi poggiasse la testa sul seno di Tomoyo…per la seconda volta.
“M-M-Ma?!”
“Scusa, è che in certo senso sentivo la mancanza di qualcosa di morbido”
“Ed era il mio…?”
“Possibile”
“Ah”

Poco lontano da lì, Iwaizumi cercava di rianimare un povero Tooru, svenuto, che aveva assistito al palpeggiamento (?) della sua povera sorellina per la seconda volta.

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Capitolo 10
*** Allenamento ***


Angolino Net:Salve a tutti ragazzi, come ogni martedì eccoci qua.
Questo capitolo, come sempre, parla degli allenamenti di pallavvolo. Ma questa volta non i soliti :3
Buona lettura.



 

Allenamento 

Kori era seduta in panchina e, come sempre, sognante guardava il suo adorato capitano giocare. Ne osservava le gambe, le braccia, e contemplava ogni minimo movimento beandosi di ogni secondo. Tanto che (quasi) si potevano vedere i cuoricini uscirle dal corpo.
Accanto a lei, Lev era stato sostituito per i troppi errori commessi in mattinata...gli esercizi fatti il giorno precedente con Yaku non avevano dato i risultati sperati, purtroppo. Il ragazzo guardò l’amica che stava fissando con aria interessata il campo.
“Ti sei proprio appassionata alla pallavvolo, eh Kori?”
“Eh? Si....si, si pallavvolo...anche se non so giocare, è una cosa fantastica!”
“Cos’è che ti ha colpito in particolare?”
In quel momento Kuroo si tuffò per prendere un pallone. E l’azione del capitano non sfuggì allo sguardo della ragazza che, peggio di uno scanner, si beò della visione del corpo del suo amato. Poi tornò a guardare Lev.
“Assolutamente, indubbiamente e sicuramente...l’atletico gioco di braccia e gambe di cui fa us...fate uso!”
“Ooooooooooh....come sei profonda!!”
“hmhmhm*risata*, vero? Non sembra ma ragiono anche io su ciò a cui sono interessata. Poi gli sport sono interessanti.”
“Ah si? Tu ne hai fatti? Non te l’ho mai chiesto...effettivamente hai belle forme. Forse hai fatto palestra?”
“Oh beh gra-Lev!”
I due si guardarono, poi entrambi scoppiarono a ridere. Arricciandosi una ciocca di capelli e chiudendo gli occhi con un sorrisetto, Kori tornò al discorso.
“Comunque si, la sottoscritta ha fatto ginnastica artistica per ben tre anni. E modestamente...ero una delle più brave.”
“Oh! Avrei voluto vederti! Poi cos’è successo? Perchè hai smesso?”
La ragazza chiuse la mano a pugno in segno di vittoria, fiera di se.
“Ho scoperto il mondo delle visual novel, action figure, anime diventando un otaku...E’ stata un’esperienza fantastica!”
“Non so se ci sia da andarne fieri sai...Comunque è strano che tu non sappia giocare a pallavvolo. Perchè non impari qualcosa? Se vuoi posso...Hoy?”
Senza che il ragazzo potesse finire la frase, la mora si era alzata ed aveva preso a correre verso la panchina dell’Aoba Josai. Lasciando Lev a sbuffare da solo. Poverino.
Quel giorno Irihata non c’èra. Quel giorno Tomoyo aveva pianto (dalla felicità, s’intende). Quel giorno la squadra aveva festeggiato permettendosi di iniziare gli allenamenti un quarto d’ora dopo. Quel giorno...per la Seijo sarebbe stato un giorno speciale!
Ma perchè non c’èra? Era a letto malato. Che tutte le disgrazie che la squadra gli aveva mandato fossero finalmente arrivate? Oppure il virus intestinale era semplicemente dovuto al fatto della cena preparata da Bokuto? Non si sa...tutte le altre persone stavano bene...
“Cavolo...Sono....sono sola! Quanto sono felice. Finalmente pace. Pace! Senza quel rompiscatole del coach! Oggi non dovrò vedere la sua brutta faccia e potrò fare le cose con tranquillità!”
“Sorellina, con chi parli?”
Tooru si era avvicinato e, davanti alla sorella, stava facendo roteare un pallone su un dito. Tutti gli altri si stavano allenando nelle flessioni poichè la squadra con cui avrebbero dovuto giocare stava facendo ancora la penitenza....aaaaah, che bello massacrarsi di fatica.
“Eh? No ragionavo...Tooru vatti ad allenare anche tu! Non prendertela comoda soltanto perchè...”
Tooru si mise seduto accanto a Tomoyo. Con aria abbastanza arrabbiata mista all’indignata.
“...sei il capitano. Perchè stai facendo il bambino?”
“Sorellina ieri ho visto tutto.”
“Cosa hai visto?”
“Eri in cima all’albero con la tua amichetta. E ti sei fatta salvare dal vicegufo....vergogna! Vergogna! Dovevi chiamare il tuo capitano! Non quel tipo!”
“Cosa?! Perchè avrei dovuto chiamare te?!”
Tooru si mise a pensare guardando in tutti gli angoli della palestra, come un bambino che cerca ogni scusa possibile dopo aver rotto un vaso.
“Beh, ecco, vedi...ah! La tua amica ha chiamato il suo capitano! Quindi anche tu dovevi farlo!”
Il silenzio che calò dopo la frase, fu a dir poco patetico.
Tomoyo guardava Tooru con aria di sufficienza e Tooru guardava Tomoyo consapevole di aver detto una cazzata.
“Tooru...decido io chi frequentare e come comportarmi. Ora vatti ad allenare!”
“Almeno non farti più palpare!”
Ma quest’ultima frase venne detta con voce un po’ troppo alta, ed il risultato fu che tutti, all’interno della palestra, si girarono a guardare una Tomoyo che in volto stava diventando più rossa della divisa della Nekoma.
“Scusa sorellina, non intendevo....”
“Tooru...io ti...”
A salvare Tooru dall’imminente morte arrivò Kori, che prese per un polso l’amica e la trascinò fuori dalla palestra. La guardò negli occhi e poi, dal polso passò a prenderle entrambe le mani facendole su e giù con euforia.
“To-To-To-To-Tomo-Tomoyo! Ho una Fantastica idea! Ti va di ascoltare cosa ha elaborato la mia brillante mente?”
“No, devo prima uccidere Tooru...stavolta non la scampa! Ha osato burlarsi di me davanti a tutti!”
“Giochiamo a pallavvolo! Ci faremo insegnare da Kuroo!”
Tomoyo guardò l’amica alzando un sopracciglio e con una strana smorfia schifata.
“Scordatelo.”
“Ohohohoh! Sapevo avresti rifiutato...ma ho un asso nella manica, poi il mio discorso non era fiinito...pensavi davvero che ti avrei lasciato il mio capitano? Tsk, povera illusa! I suoi muscoli sono miei. Comunque. Visto che vi vedo bene insieme, chiameremo il tuo amichetto Akaashi.”
La prima parte del discorso lasciò Tomoyo allibita....per la seconda si girò di lato.
“Non...non credo che verrà se glielo chiedi tu. Non vi siete nemmeno mai parlati.”
“Io no, ma io....ho conoscenze. Devi solo darmi il tuo consenso. Insomma! Vi stò shippando ma non collabori cavolo!”
“Uff...solo per te e per Kuroo...per nessun’altro motivo.”
 
Poco dopo rientrarono in palestra e, Tomoyo vide Kori correre verso il capitano della Fukurudani. In quel momento la piccola Oikawa si pentì amaramente di aver dato il consenso all’amica. All’improvviso la castana sentì una mano sulla spalla. Le salì un brivido su per la schiena sentendo un’occhiata raggelante. Si girò piano e vide Kenma arrabbiato.
“Ho una brutta senzazione. E’ colpa tua vero?”
“N....No, no...nono!”
 
“Bokuto!”
“Oooooh! L’amichetta del mio Bro! Dimmi tutto!”
“Non mettermi subito nella friendzone per favore, comunque. Io e Tomoyo vogliamo imparare a giocare a pallavvolo. Puoi aiutarci?”
“Ma certo! Sarebbe fantastico! Con gli insegnamenti di due capitani diventerete due giocatrici fantastiche!”
“Beh ecco...veramente partecipa anche Onii-chan. Porta qualcuno così è equa la situazione.”
Bokuto mise le mani sui fianchi soddisfatto”
“Ma certo! Allora chiederò a Washio!”
“.....Ma Washio ho notato che guarda male tutti. Poi forse mette paura a Tomoyo....”
“Allora Sarukui!”
“Non è che ha la ragazza poi diventa gelosa? Guarda vedi? Ha la fedina...”
“Oh...hai ragione...allora Akaashi! Di lui ci si può fidare! Con il mio Bro ci alleniamo di sera. Fatevi trovare stasera...credo andrà bene! Ora scusa vado ad allenarmi che altrimenti perdo il ritmo!”
“Perfetto! Grazie Bokuto, sei il migliore!”
E  così Kori tornò dall’amica. Soddisfatta del piano riuscito. Tuttavia, Tomoyo non aveva una bella cera...era pallidina.
“Tomo cara, cos’hai?”
“Mah...solo una minaccia da tuo fratello. Per il resto tutto ok”
“Si... Stasera abbiamo un allenamento extra con Onii-chan, Kuroo, il gufo ed il vicegufo!”
“Ma...Kuroo e tuo fratello accetteranno?”
“Onii-chan alla fine è un bravo micetto. E Kuroo di sic- “
“Un bravo micione?”
“.....muori.”
 
Quella sera, le due ragazze, come d’accordo. Si stavano dirigendo in palestra. Tomoyo indossava un paio di pantaloncini corti azzurri e la maglia bianca col numero uno del fratello. Quest’ultimo era stato felicissimo di prestargliela....anche se ne ignorava lo scopo.
Kori aveva legato i lunghi capelli in una coda alta, anche lei indossava pantaloncini corti ma rossi, mentre la maglia era bianca...con una notevole scollatura. Tomoyo la stava guardando molto male.
“Dimmi, Kori....perchè non hai indossato la maglia di Kenma?”
Kori rise leggermente, poi si toccò il petto.
“Gliel’avrei slargata un po’ Tomoyo cara...Poi voglio vedere se c’è qualche reazione. Insomma. E’ pur sempre un ragazzo!”
“Eh...certo...”
Dopo che Tomoyo ebbe fermato le sue lacrime psicologiche(?), le due entrarono in palestra trovando i quattro a parlare. Kori corse subito vicino al fratello. Ovviamente accanto a lui vi era Kuroo.
“Onii-chan, Onii-chan! Che ne dici? Come stò?”
Kenma la squadrò lento da capo a piedi annoiato.
“Se penso al motivo per cui ti sei vestita così, mi viene voglia di uscire dall’albero genealogico.”
“Che Onii-chan cattivo cha hai gattina. Secondo me stai benissimo. Anzi vestiti così più spesso.”
S’intromise Kuroo, guardando Kori con uno strano sorriso...il che non fece che aumentare la gioia della ragazza.
“Kuroo, non darle corda...”
“Davvero? Ti ringrazio! Ho pensato che così sarei stata più comoda poi non vedo l’ora di iniziare!”
“Che ragazza impaziente. Tranquilla, faremo tutto con calma...”
“Si!”
Kuroo ghignò scompigliando i capelli alla ragazza, e quest’ultima continuava a sorridergli con dolcezza. Kenma era ancora li a guardarli apatico.
“Mi stanno ignorando...”
E mentre i tre gatti si poteva dire che iniziavano l’approccio, poco distante Tomoyo si ritrovava davanti a un Bokuto con un sorriso a trentadue denti e un Akaashi che la guardava in silenzio. Degludì non sapendo cosa dire. Si, aveva avuto ‘esperienze’ con entrembi ma non insieme...quindi cosa avrebbe dovuto dire/fare? Partire direttamente con le domande sull’allenamento? O dire qualcosa per rompere il ghiaccio? Stava per aprir bocca quando Bokuto la precedè.
“Animale?”
“....eh?”
“L’animale. Qual’è? Della vostra squadra. Cosa vi rappresenta. La Nekoma sono gatti, la Karasuno corvi, noi della Fukurudani siamo bellissimi gufi! Voi dell’Aoba?”
“Beh...ecco...non...non abbiamo un animale che ci rappresenti....”
“Pfffff, sfigati!”
“Hey!”
Tomoyo battè il piede a terra arrossendo. Effettivamente, però, ci aveva pensato più volte anche lei. Da quando aveva saputo che la scuola di Tobio era rappresentata da un corvo, si era messa a cercare la sua...ma non aveva trovato nulla. Bokuto continuò...
“Perchè hai messo la maglia di Tooru?”
“E’....beh...diciamo che ho pensato potesse portarmi fortuna...”
“Oh, così pensi che avrai  bisogno della fortuna? Noi ti insegneremo talmente bene che dovrai levarti quella maglia! “
Tomoyo si azzittì guardando Bokuto. E quest’ultimo sentì una mano sulla spalla. Si girò vedendo il volto sconsolato di Akaashi, che lo stava invitando a riflettere...poco dopo il gufo capì la cavolata che aveva da poco detto e chiese scusa. Akaashi sospirò poi guardò Tomoyo.
“Abbiamo deciso con Kenma e Kuroo che faremo una mini partita quindi ti insegneremo qualcosa.  Innanzitutto ad alzare...io sono un alzatore. Il movimento che devi fare è questo. Prova.”
Akaashi fece vedere il movimento dell’alzata a Tomoyo, e quest’ultima provò. Bokuto scoppiò in una grossa risata (quindi vi lascio solo immaginare quanto poteva aver fatto giusto Tomoyo...), ma lo sguardo di Akaashi lo azzittì.
Quest’ultimo si avvicinò a Tomoyo arrivandole proprio davanti, a pochi passi. Le prese le mani e le mise nella posa corretta. Il tutto mentre la guardava negli occhi.
“Apri leggermente le mani...così. Capito?”
 “......si, certo, grazie.”
“Hai dei begli occhi, Tomoyo.”
Bokuto sorrise. Guardando i due ancora vicini.
“Hey hey hey!!! Akaashi che fa un complimento! Che occasione rara!”
Tomoyo arrossì distogliendo lo sguardo da quello dell’alzatore della Fukurudani, mentre Bokuto si fermò un attimo a pensare con con due dita sotto al mento.
“Akaashi perchè a me quando siamo in campo non li fai mai?!”
Akaashi guardò Bokuto. Poi si allontanò da Tomoyo dicendo al capitano che toccava a lui insegnarle il bacher.
Dalla parte degli altri tre, Kenma controvoglia, aveva (più o meno) spiegato alla sorella l’alzata.
“Bene gattina. Ora il sottoscritto ti insegnerà il bacher e la schiacciata.”
Disse Kuroo, puntandosi il pollice contro e sorridendo.
“Insegnami tutto ciò che vuoi!”
“Pensiamo solo alla pallavvolo per adesso.”
E qui ci uscì un ghigno da parte del capitano.
“Prima di tutto metti le mani in questo modo, abbassati leggermente con le ginocchia.. e oh nonono così non va bene.”
“Perchè?”
Kuroo andò dietro Kori, si piegò in avanti facendo aderire il suo corpo a quello della ragazza, e fece scorrere la mano su tutto il braccio di Kori fino ad arrivare alla mano e chiudergliela meglio. Alla mora momenti non venne un infarto. Mentre l’altro probabilmente si divertiva soltanto.
“Così è perfetto.”
“S-si, lo penso anche io.”
Kenma, che si era seduto a terra un po’ lontano, si mise una mano sulla fronte.
“Che spettacolo raccapricciante...”
Per la schiacciata entrambe le ragazze ebbero vari problemi. Da Kori che ne prese una su tre, a Tomoyo che ne prese tre su tre....in faccia.
Ma alla fine bene o male qualcuna, sbiega, riuscirono batterla entrambe. Fatto ciò i due gruppetti si riunirono per la partita e deciderono di formare le squadre ad estrazione...mai scelta più sbagliata.
“Come....Come è potuto capitare ciò?”
DisseTomoyo, che  si ritrovava Kenma che la guardava male da una parte, e Kuroo che rideva dall’altra. Stava ringraziando il cielo che ci fosse la rete a separarla da Kori. La mora la stava fissando in un modo veramente truce.
“Mi hai rubato Onii-chan...e anche il capitano.”
“Bokuto-san. Sembrerebbe che questa ragazza non ci apprezzi molto.”
“Oh andiamo Kori! Ignora quei tre! Ci faremo valere e vinceremo!”
Esclamò Bokuto, chiudendo il pugno della vittoria.
“Bene, bene...coi due gufi c’è la gattina. Con me ed il micio c’è....”
Kuroo guardò Tomoyo. Tomoyo guardò Kuroo. Si fissarono per qualche attimo in silenzio.
“....questa tipa.”
“Ho un nome!”
“Bro, aiutami ad abbassare la rete o non ci arrivano”
Tomoyo fu ignorata e la rete abbassata. Si decise che la formazione sarebbe stata a triangolo, due davanti e uno dietro. Il pallone stava a Tomoyo. Lo fece rimbalzare due volte a terra, prese la rincorsa, lo tirò in alto per poi saltare anche lei e...cadde a faccia avanti con il risultato che: il pallone rotolò fino ad arrivare alle caviglie di Kenma (che sospirò di rassegnazione), Tomoyo creò una pozza di sangue, uscito dal naso, a terra e Kuroo stava per rotolarsi a terra dalle risate.
“Non è divertente sapete?”
“Ahahahahahahahhahah! Invece lo è! Avresti dovuto vederti! Che faccia che hai fatto! Cosa volevi fare? Imitare Oikawa senior? Ahahahah! Oddio....scu-pf....”
Kenma guardò la sua compagna di squadra, quella gli sorrise pensando che andasse a tendergli la mano. Effettivamente il biondo si abbassò....per raccogliere la palla e passarla all’altra squadra. Tomoyo si rialzò da sola rimettendosi in posizione. La battuta stava a Kori.
“Bene, bene, bene....vediamo a chi posso lanciarla.”
Lanciò la palla. Ma l’energia messa nel lancio non bastava nemmeno a superare la rete.
Bokuto, che si accorse in tempo di ciò, diede con la mano destra un piccolo aiuto al pallone. Che finì dritto in faccia a Tomoyo.
“Ouch! Hey! Avete visto tutti! Kuroo dille qualcosa! Sei il suo capitano, dovresti dare esempio!”
“Di cosa parli? Io non ho visto nulla. E’ stata una battuta perfetta. Non essere gelosa. Rimonteremo.”
“Mah....Bokuto...tu! Non dovevi aiutarla!”
“Hey, Io non ho fatto nulla!”
“Akaashi...?”
Akaashi guardò Tomoyo un attimo poi si girò di scatto, indifferente e senza risponderle. Allora Tomoyo passò al suo asso nella manica.
Kenma.
Si, lui le avrebbe dato ragione, sicuramente. Per andare contro Kori avrebbe fatto di tutto! Lo guardò con occhi pieni di sicurezza e gioia. Ne era sicura. sarebbe stato dalla sua parte!
“Ken-“
“Vediamo di finire presto. Devo livellare al nuovo gioco.”
La castana guardò l’amica. In quel momento le sembrava tanto uno dei cattivi della tv, lanciò di nuovo la palla, stavolta ci fu il supporto di Akaashi. Era stata tradita anche da lui...che colpo al cuore.
 Venne presa da Kuroo con un palleggio, che la passò a Kenma, Kenma la ripassò a Kuroo. Insomma iniziarono a farsi i passaggi fra loro due...
“Dannati gattacci passatela anche a me!”
“Bene, te la alzo. mandala di la...”
Il pallone arrivò a Kenma che lo alzò a Tomoyo. La ragazza vide fluttuare la sfera in aria, si stavolta era nella posizione giusta, Kenma l’aveva alzata bene. Sollevò le mani per toccarla e mandarla dall’altra parte. La palla doveva scendere ancora di qualche centimetro, ed avrebbe sentito la plastica fresca che sbatteva sulle sue dita....ma questo non accadde mai, poichè vide una mano rubargli la palla e mandarla dall’altra parte a posto suo. Guardò il colpevole che si trovava accanto a lei. Kuroo.
“Oh....scusa, non l’ho fatto di proposito.”
“....Solo perchè sei più alto, non è giusto.”
E stavolta fu punto per la squadra di Tomoyo. La situazione era di uno a uno.
“Complimenti Bro, bel punto. Ma soltanto perchè ero distratto! Ci rifaremo....Vero Akaashi? Vero Kori?”
Kori ed Akaashi annuirono, il primo con la solita espressione, la seconda guardando male l’amica. La squadra che aveva fatto punto ruotò la formazione e la battuta passò a Kenma...che neanche si impegnò a lanciare la palla, e infatti nemmeno passò la rete. Finendo dritta in testa a Tomoyo.
“Ops...scusa.”
“Mi chiedo se stò davvero giocando tre contro tre, o una contro cinque sapete?”
Kenma alzò le spalle mentre l’amico ricominciava a ridere. Dall’altra parte Bokuto e Kori si davano il cinque. ed anche li la formazione ruotava andando così Akaashi alla battuta. Bokuto si ritrovò a dover “murare” Tomoyo, e Kori a dover “murare” Kuroo. Il gufo guardò la rivale incrociando le braccia al petto.
“Vediamo di cosa sei capace signorinella! Io il grande capitano della Fukurudani non ne farò passare una!”
“Ti piace vincere facile...”
Dall’altra parte Kuroo guardava Kori sogghignando. Quest’ultima era alta, centimetro più centimeto meno, quanto il fratello. E pensare che arrivasse anche solo a toccare un pallone di Kuroo era impossibile.
“Stiamo....scherzando?”
“Beh dai, gattina tu salta lo stesso. Magari la mia attenzione viene catturata da altro e sbaglio”
Akaashi e Kenma scossero la testa all’unisono guardando i loro capitani fare i cretini con le ragazze. Poi l’alzatore dalla Fukurudani tirò. Kenma la ricevette in bacher passandola a Tomoyo che, in qualche modo, riuscì a palleggiarla a Kuroo  che la mandò dall’altra parte. Kori nemmeno si sprecò a saltare...La palla venne presa da Bokuto, recuperata da Akaashi e un bacher di Kori la passò di nuovo a Bokuto che con una schiacciata la mandò dall’altra parte in direzione di Kenma. Che si scansò facendola cadere e dando il punto della vittoria ai due gufi e Kori. Ci fu un attimo di silenzio improvviso.
Poi il biondo guardò Tomoyo. La ragazza aveva la bocca spalancata...eppurre lo reputava un bravo giocatore
“Ops...mi è caduta...”
“Pf....ahahahahahahahah! E’ stata una partita divertentissima! Dobbiamo rifarla qualche volta!”
“Non contate su di me...mi sono stancato fin troppo stasera. E non ho intenzione di ripetere l’esperienza...”
Bokuto e Kori iniziarono a gioire per la vittoria, successivamente, non si sa per quale motivo visto che aveva perso, si unì anche Kuroo che trascinò dentro pure Kenma.
Akaashi invece si avvicinò a Tomoyo, che era in disparte.
“Ho perso...”
“Secondo me sei stata brava, hai messo in pratica i consigli che ti abbiamo dato io e Bokuto-san.”
“Ho perso ugualmente...”
“Beh...si...”

 

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Capitolo 11
*** Giorno Libero & Bokuto-san 2.0 ***


Angolino Fri: Buonasera a tutte quante voi, scusate il ritardo con cui aggiorniamo ma ieri sera io ho avuto un piccolo problema tecnico del pc.
Spero comunque che possiate gradire questo capitolo! Ci farebbe molto piacere vedere cosa ne pensate con le vostre recensioni!
Buona lettura <3


 

Giorno Libero & Bokuto-san 2.0

“Bene ragazzi, vi abbiamo riuniti tutti qui per farvi una bella sorpresa”
Cominciò il coach Nekomata, sorridendo a tutti i ragazzi riuniti davanti a lui.
Quelli iniziarono a bisbigliare tra di loro chiedendosi cosa potesse essere codesta sorpresa. Magari una nuova tecnica di allenamento, o forse un nuovo dolce.
Sbagliarono tutti quanti.
“Ebbene io e tutti gli altri coach-“
“Tsk”
“…Dicevo, io e TUTTI gli altri coach…”
Nekomata ignorò volutamente il verso stizzito di Irihata, e continuò il suo discorso. Non prima di avergli lanciato un’occhiataccia graffiante (?).
“…Abbiano notato come vi siete impegnati in questi giorni negli allenamenti, e ci sembra giusto farvi un piccolo regalo o meglio, ‘offrirvi’una piccola vacanza: oggi vi manderemo tutti in gita nel boschetto vicino alla scuola! Potrete stare all’aperto e rilassarvi. Proprio ora tutte le nostre adorabili manager vi stanno preparando dei deliziosi pranzi al sacco, apposta per voi. Per fare un meraviglioso pic nic in mezzo alla natura, niente di meglio eheh niente di meglio…”
Il coach della Nekoma lanciò un leggero sguardo al professor Takeda che gli annuì, nascondendo in un sacchetto una bottiglia di un buon sakè.
“Niente di meglio per voi baldi giovani dicevo! Godetevi questa giornata mi raccomando”
Finì Nekomata con un sorrisone che non finiva più.
Tutti i ragazzi esultarono, finalmente un po’ di relax anche per loro! L’amore platonico per la pallavvolo restava, ma un giorno di...’ferie’ ci voleva proprio.
Con quel caldo poi era l’ideale stare in mezzo al bosco, dove le foglie degli alberi li avrebbero riparati dai raggi solari: quella si che era una stupenda sorpresa!
“Kageyama! Possiamo allenarci nel bosco!”
Urlò contento Hinata.
“Vedi di non mancare le alzate, stupido Hinata”
“Che dici?!”
“Non so se avete capito il senso di giornata di relax…”
Borbottò Tsukishima.
“Ahahahah il mio piccoletto ha proprio la stoffa del vero asso, vero Akaashi?!”
Rise Bokuto contento.
L’alzatore della Fukuorani però era troppo perso nei suoi pensieri per rispondere al suo capitano. Dalla sera prima continuava a venirgli in mente il viso triste della manager della Seijo, forse avrebbe dovuto aiutarla…o almeno consolarla…non capiva perché si sentisse in dovere di farlo, se ne sarebbe occupata la manager della Nekoma, no?

Ebbene, perfino Kori stava avendo dei problemini…ma tanto –ini eh…

“Tomo dai, era solo una partitina”
La mora cercò di stuzzicare l’amica sulla guancia ma Tomoyo si allontanò un’altra volta, con le guance gonfie ed una vena d’irritazione sulla tempia, mentre finiva di preparare il bento di Iwaizumi per la gita.
“Dove giocavo da sola in pratica! Sono venuta principalmente perché me l’hai chiesto tu, e guarda com’è andata a finire!”
Disse con un tono di voce un po’ duro.
“Capita a tutti di perdere. Non prendertela.”
“Non sono arrabbiata perché ho perso, non sono Tooru!”
Forse…diciamo che sul fatto dell’orgoglio, i fratelli Oikawa erano molto suscettibili.
“Sono arrabbiata perché a te aiutavano, mentre a me prendevano in giro! Restano sul campo i sei più forti… Io ero contro cinque e non ero nemmeno forte!”
Continuò Tomoyo, sbattendo il coperchio del contenitore sopra di esso.
“Beh…mi hai rubato Onii-chan…”
“Non lo volevo tuo fratello e manco il tuo capitano Kori!”
Urlò seria la castana girandosi per guardare l’amica.
“Ho già un fratello e sinceramente non vorrei mai Kenma al posto di Tooru, anche se non sembra gli voglio bene e, sapendo quanto tu vuoi bene a Kenma, figuriamoci se te lo rubo! Stessa cosa per il capitano della Nekoma. Non mi è mai interessato, anzi tifo per voi perché voglio vederti felice!”
“Tomo…non volevo farti arrabbiare davvero, neanche farti fare una figuraccia davanti al tizio che ti piace.”
“Non mi piace! E comunque lascia stare! discorso chiuso. Devo andare dalla squadra.”
La castana prese le sue borse e lasciò la cucina, dirigendosi verso l’esterno.
Kori guardò i suoi bento preparati ancora per metà. Poi guardò l’amica.
“Almeno aiutami con i bentoooooooo!”
Urlò rincorrendola.
Sia chiaro che Tomoyo tornò ad aiutarla soltanto perché gli facevano pena i ragazzi della Nekoma. Non perché pensava di aver esagerato con il suo discorso eh.

Una volta fuori, tutte le manager, consegnarono i bento ai ragazzi delle proprie squadre.
“Sorellina ti sei ricordata i miei panini al latte, vero? ~♥”
Chiese Tooru, mandando da lontano un bacino alla sorella.
Tomoyo glieli schiaffò direttamente in faccia.
“Hai un futuro come lanciatrice di baseball!”
Urlò Kori, alzandole i pollici in alto.
La castana cercò di farle nuovamente il broncio ma alla fine rise, non poteva prendersela troppo con Kori. Era la sua migliore amica e, dopotutto, non era neanche colpa sua.
Era finita per caso con Kenma e Kuroo e Kori aveva solamente dimostrato gelosia perché si era sentita invasa nel suo territorio, e si era comportata come una vera gattina pronta a sfoderare gli artigli.
Rise ancora aggrappandosi al braccio di Iwazumi, e mimò all’amica con le labbra un: ‘ti amo ♥’.
Ciò fece mettere il broncio a Tooru, che si mangiucchiò uno dei suoi panini, mentre a Kori sbrilluccicarono gli occhi pensando che l’amica fosse finalmente passata al lato oscuro dello yuri…

 “Aaaaahh, ci voleva proprio un giorno di relax”
Mormorò piano Sawamura, godendosi la sua bottiglietta di thè verde.
Sugawara, accanto a lui, gli annuì bevendo la sua.
…Intorno a loro intanto si scatenava il caos…
Hinata cercava di trascinare Kenma in un allenamento.
Kori gli gridava contro di lasciar stare il suo Onii-chan.
Kuroo dava manforte a Kori.
Bokuto urlava contro il suo Bro di lasciar stare il suo piccoletto.
Tooru cercava di farsi un selfie con la sua sorellina.
Tomoyo continuava a nascondersi dietro Hajime.
Iwaizumi contava per mantenere la calma (ormai era arrivato a 1265).
Nishinoya e Tanaka seguivano Shimizu come le sue ombre, urlando contro chiunque cercasse di avvicinarsi a lei (tranne Hitoka, ovvio).
Kindaichi guardava male Kageyama.
Kageyama guardava male Kindaichi.
Kumini chiese a Tsukishima se era di un biondo naturale.
Yaku diede un calcio a Lev urlandogli contro.
Yamamoto si unì a Nishinoya e Tanaka.
Akaashi raccoglieva pigne nonostante Bokuto gli urlasse di dargli manforte.
Proprio una bella giornata di relax, si…
“Dobbiamo commemorare questo momento Tomoyo! Sei una casta fanciulla in un bosco pieno di maschi con brutte intenzioni, dobbiamo far vedere a mamma e papà che il tuo magnifico fratellone ti protegge a dovere da tutti loro!”
“Ma che diamine vai blaterando?”
Chiese Iwaizumi al suo capitano, che gli stava correndo attorno per recuperare la sorella gli correva intorno anch’essa.
Insomma era nel mezzo di uno strano girotondo.
“Ma quali brutte intenzioni, quelle le hai solo tu!”
Borbottò Tomoyo nascondendosi dietro la schiena muscolosa del suo Haji-nii.
“Vogliamo ricordare i due palpeggiamenti?”
“Quelli sono stati un incidente!”
“Uno poteva essere un incidente, due è molestia sessuale!”
“Detto da te guarda…”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Esattamente quello che ha detto Idiokawa”
S’intromise Iwaizumi lanciandogli un colpo sulla mano così da far cadere il cellulare al maggiore degli Oikawa.
“Iwa-chan perché?!”
“Vai finché puoi”
Disse l’asso della Seijo alla manager, non calcolando minimamente i borbottii di Tooru tutto preoccupato per il suo telefono.
Tomoyo lo ringraziò con un leggero bacino sulla guancia, e corse via dai due per scampare ai famosi selfie di suo fratello che non finivano ai suoi genitori ma su internet con commenti imbarazzanti a fare da sfondo.
La ragazza si guardò intorno cercando con lo sguardo l’amica, trovandola poi che tirava suo fratello per un braccio sostenuta da Kuroo mentre l’altro braccio di Kenma veniva tirato da Shoyo, sostenuto a sua volta da Bokuto.
Il biondo tinto aveva un’aria leggermente…come dire…si, incazzata.
Ma ai due, più due, litiganti non sembrava fregare molto...
Vedendo Kori in quelle condizioni, Tomoyo si chiese, se l’amica si fosse accorta che Kuroo la stesse stringendo per la vita, poco sotto il seno. Da com’era presa in quella lotta titanica... credeva proprio di no.
Le avrebbe dovuto pattare la testa più tardi…
Visto che non era abbastanza in confidenza con gli altri componenti delle altre squadre, e Kageyama ormai si rifiutava di contarlo, l’unico con cui gli restava di parlare era…Akaashi, il vice capitano della Fukurodani che la sera prima non le aveva dato neanche una briciola di aiuto.
Nonostante l’avesse palpata due volte.
Le venne un pericoloso tick all’occhio che assomigliava inquietantemente a quello di suo fratello quando guardava il sopracitato Tobio.
L’orgoglio ferito era davvero una brutta bestia.
Soprattutto per quanto riguardava i fratelli Oikawa, ma se Tooru si sfogava sul campo lei per quella volta optò per una cosa più semplice.
Akaashi avrebbe dovuto anche ringraziarla, visto che l’avrebbe aiutato nella sua raccolta.

Keiji si sentì arrivare qualcosa in testa. Qualcosa che per poco non lo fece finire con la faccia in mezzo alla popò di qualche animale.
Si girò per capire cos’era e notò a terra una pigna, anche abbastanza bella per la sua collezione.
Guardò un po’ intorno a sé, cercando di capire chi potesse dargli una mano con la sua ricerca pensando bene di lanciargli la pigna in testa invece che passargliela per mano.
Quando notò Tomoyo allontanarsi con le guance gonfie capì, e sospirando, la seguì per la terza volta. Pregando tra sé che la ragazza non trovasse qualcosa di più aguzzo da tirargli contro.

“Non ti chiederò scusa”
“Non ti ho chiesto di farlo”
“Allora perché mi segui”
“Per lo stesso motivo per cui ti ho seguita le prime due volte”
Tomoyo si girò di scatto, portandosi le mani ai fianchi, per guardare dritto negli occhi il gufo.
“Non ho bisogno del baby sitter”
“Potresti perderti”
Sospirò stanco Akaashi.
“Tsk, non mi sono mai persa a 5 anni, credi che mi possa perdere a 16?”
Replicò Tomoyo alzando un sopracciglio.
“Allora voglio le mie scuse”
Le disse Keiji, avvicinandosi piano alla ragazza.
“Ed io le mie”
Gonfiò nuovamente le guance lei.
“Per quale motivo?”
Tomoyo sgonfiò le gote, incrociando le braccia sotto al seno imbarazzata.
“Pensavo mi avresti aiutata di più durante la partita, come ha fatto Kuroo con Kori in un certo senso…tutto qui…”
“Ti ho fatto un complimento”
“Non è la stessa cosa, anche mio fratello mi fa un complimento quando gli passo la palla da fuori campo”
“Però io sono un ragazzo, non tuo fratello”
“…Già…”
Calò un silenzio imbarazzante, rotto solo alcuni minuti dopo da un verso che Tomoyo non seppe riconoscere; alzarono entrambi la testa e trovarono su un ramo di un albero vicino un gufo con piume grigie e nere. Che assomigliava spaventosamente a Bokuto.
“E’ la prima volta che ne vedo uno!”
Urlò la ragazza eccitata.
“Non sapevo che ce ne fossero in questo bosco”
Mormorò Akaashi.
“E’ bellissimo”
“Tu eri bellissima…e lo sei ancora”
Bisbigliò il moro, abbassando lo sguardo su di lei per poterle prendere le guance tra le mani.
Per la prima volta in vita sua non stava pensando a ciò che faceva e nemmeno alle possibili conseguenze, in quel momento voleva solo toccare le labbra di Tomoyo con le sue.
E lo stava per fare.
Se non fosse entrato in scena il vero Bokuto.
“Ehy ehy ehy Aka-…Akaashi che stavi facendo?!”
Chiese confuso, notando il rossore sulle guance dei due ragazzi, e la distanza che tenevano l’uno dall’altra.
“Stavo ringraziando Tomoyo per la pigna”
“Oh…”
“Vado da Kori”
Mormorò la castana, quasi correndo via.

Quella sera, nella camera delle manager, Tomoyo se ne stava chiusa in un angolino con le gambe tirate al petto e il viso nascosto nelle ginocchia e con Kori che le tirava leggermente una ciocca di capelli per farla parlare.
“Tomoooo sei ancora arrabbiata? Credevo avessimo risolto stamattina”
La castana scosse la testa.
“E’ un no per cosa? Per l’arrabbiatura?”
Tomoyo annuì.
“Allora cos’hai? Oggi al bosco eri strana”
“Mi ha quasi baciata…”
Confessò infine la piccola Oikawa, alzando di poco la testa per guadare l’amica negli occhi.
“Chi?”
“Come chi?”
“Il vice della Fukurodani?! Davvero?! Perché non l’ha fatto?! Tooru vi ha interrotti?! Gliela faccio pagare!”
“Kori ti brillano gli occhi..”
“Non farci caso, mi capita spesso ♥”
“Comunque no. Non è stato Tooru, è stato Bokuto-san per caso”
“Tomo la domanda però è: se Bokuto-san non fosse intervenuto…tu ti saresti tirata indietro?”
“…Non lo so…”

Akaashi si stava massaggiando lentamente le tempie, seduto su un gradino della palestra, con affianco il capitano della Nekoma; non gli sembrava il caso di parlare con Bokuto di quella strana…pulsione.
“Dunque, in pratica hai provato il desiderio di baciare la manager della Seijo”
Ricapitolò Kuroo.
“Si”
“E lo stavi per fare”
“Si”
“Beh…congratulazione! Sei appena entrato nella pubertà! I tuoi ormoni ti stanno parlando!”
Gli sorrise il micione, alzandogli il pollice in alto.
Akaashi lo guardò male.
“Non è divertente, la conosco appena”
“Mai sentito parlare di colpi di fulmine?”
“Non credo di essere mai stato quel tipo di ragazzo”
“C’è sempre una prima volta”
Il più grande gli batté una mano sulla spalla.
“Akaashi tu sei uno che ragiona spesso, anche quando non serve, e questa è decisamente una situazione dove non serve. Se il tuo istinto ti dice che quella ragazza ti piace allora goditela e basta”
“La fai sembrare più facile di quello che è…”

Dopo quelle conversazioni  i due andarono a letto anche se praticamente non chiusero occhio, la mente era ancora occupata dal fatto non successo la mattina prima.
Akaashi si passava distrattamente il pollice sulle labbra ogni tanto.
Tomoyo si stringeva al petto la giacca della tuta che ancora non era riuscita a restituirgli.
Quando suonò la sveglia entrambi avevano le occhiaie agli occhi.
“Devi smetterla di stare sveglia con Kori-chan, mi stai finendo la crema ormai!”
Borbottò Tooru alla sorella, spargendole delicatamente la crema per le occhiaie sotto agli occhi.
“Non è stata colpa di Kori e comunque a casa ne hai altre quattro”
“Hai detto bene, a casa. Non qui”
“Con tutte le maschere che ti fai la sera, questa non ti serve”
“Serve sempre sorellina, serve sem-“
“Scusate”
Keiji si avvicinò lentamente ai due fratelli Oikawa.
“Dovrei parlare un attimo con Tomoyo…in privato”
La suddetta arrossì mentre il fratello lo guardò male, pronto ad intervenire ma non ci riuscì.
Perché?
Perché Kori comparve in quel momento (quando aveva visto Akaashi avvicinarsi si era nascosta dietro ad un muro per origliare), e lo trascinò via tirandolo per un orecchio.
“Di…Di cosa vuoi parlarmi?”
“Di ieri…”
Tomoyo sussultò leggermente, ma gli annuì incitandolo a continuare.
“Ecco io…volevo scusarmi, mi sono comportato sgarbatamente e volevo assicurarti che non succederà più”
“Oh…va bene…grazie”
Dire che la ragazza era rimasta delusa era dire poco, anche se non riusciva a spiegarsi il perché.
Anche il gufo sentiva l’amaro in bocca per le parole appena detta, ma per lui sembravano giuste…almeno la testa gli suggeriva che fosse così.
“Beh… io raggiungo Kori, devo aiutarla con la colazione”
Mormorò piano Tomoyo, grattandosi il braccio imbarazzata.
“Certo…ci vediamo in palestra”
“Si, ciao”
La castana scappò di nuovo, avendo l’impressione di aver subito un terzo rifiuto in un certo senso...


 

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Capitolo 12
*** Equivoci & Animale Suicida ***


Angolino di Net:Ciao a tutti. Dopo un'altra settimana siamo di nuovo qui☆ Spero questo capitolo possa piacervi e strapparvi un sorriso come sempre! Oggi introduciamo un nuovo personaggio, molto importante per una delle due protagoniste!
Se volete scoprire chi è, leggete ;).
 Un bacio e buona lettura.



 

Equivoci & Animale Suicida

Tomoyo stava preparando, stranamente sola, il pranzo per i giocatori della propria squadra. La sua amichetta, quel giorno, aveva svolto i compiti di tutta fretta e poi se l’era svignata con un sorriso a trentadue denti. Beata lei, pensava Tomoyo.
La ragazza allineò i bento sopra al tavolino, voleva far pranzar fuori i suoi giocatori quel giorno, poi si girò per prendere il cibo che aveva cucinato e così iniziare a distribuirlo nei vari contenitori. Fece tutto con calma ripensando ancora al giorno prima ed alle parole di Akaashi. Per qualche strano motivo, da una parte, le era dispiaciuto ricevere quelle scuse.
Era stato , più o meno, gentile scusarsi. Ma di cosa poi? Era un ragazzo. Era pure normale fare certe cose...Ma la domanda a cui Tomoyo non sapeva davvero rispondere era soltanto una, quella che l’amica le aveva fatto e che continuava a rimbombarle in testa.
– Se Bokuto-san non fosse intervenuto…tu ti saresti tirata indietro?
Ad interrompere i suoi, malinconici, pensieri ci pensò un contenitore mancante.
Impossibile.
Contò nuovamente i bento. Ne mancava uno.
Impossibile.
Ricordava perfettamente che un secondo prima erano tutti...ed ora ne mancava uno. Guardò accanto ai fornelli, forse sovrappensiero ne aveva appoggiato uno li. Nulla... Forse era caduto sotto al tavolo. Nulla. Si mise due dita davanti la bocca ragionando e, successivamente, sentì un rumore vicino alla porta. Si avvicinò piano e vide un gattino intento a mangiare dal bento mancante. Era così carino...piccolo, nero e dal musino dolce dolce. Ma pur sempre un lurido gatto, perfido che le aveva fregato un bento preparato con sudore e fatica.
“Micio, mici-“
Il gattino si girò battendo due volte gli occhi e mosse la testa leccandosi i baffi, segno che apprezzava la sua cucina.
“Miao?”
“Gatto cattivo!”
Il gattino prese un pezzetto di frittata rimasto ancora nel contenitore e, con salti atletici, uscì dalla cucina guardando Tomoyo afflitta, Anche quel giorno i suoi giocatori avrebbero pranzato in mensa.
Guardando il gatto scappare, alla ragazza vennero in mente i volti di Kenma e Kuroo durante la partita. Non sapeva perchè, ma le sembreva che quel gatto l’avesse presa in giro...
 
Intanto la partita fra la Nekoma e l’Aoba era finita da poco e, alla fontanella davanti alla palestra, Kenma si stava sciacquando il volto. E Kori l’aveva seguito.
“Aaaaah....Onii-chan, ogni vostra partita è uno spettacolo.”
“No, ti riformulo la frase in modo corretto. Ah, Kenma, ogni partita dove gioca Kuroo è uno spettacolo.”
“Oh cielo sempre a sottilizzare tu, quanto sei noioso. Ma dimmi! Ti dice qualcosa di me? Eh? Ti prego dimmelo. Sei suo amico.”
Il biondo la guardò con la coda dell’occhio, con la solita espressione. Poi sospirò.
“Ti dico soltanto che secondo me andrà a finire male. Per te.”
E dopo la ‘perla di saggezza’, Kenma tornò in palestra. Lasciando Kori allibita e perplessa. La ragazza si mise a camminare pensando alle parole del fratello. Capitava poco spesso...raramente, anzi quasi mai che le parlasse in modo così spontaneo.
“Aaaaaaaaaaah, Onii-chan sei sempre così ambiguo! Scommetto che è solo gel-WUAAAAAAAAH!”
Non finì  il suo monologò poichè inciampò su qualcosa, anzi, qualcuno. Massaggiò un attimo la fronte e guardò dietro di se.
“Oddio un gattino! Ma Shiao! Ma come sei carino!”
La ragazza si girò a gattoni poi lo prese con le mani guardandolo con occhi che brillavano. L’animale la stava fissando interrogativo. Il gatto aveva il pelo lungo e nero, il nasino tutto rosa e due grandi occhi gialli.
“Sei tutto nero-nero! Che ci fai da queste parti piccolino? Ti sei perso? Lo sai anche io sono una gatta.”
Il gatto in risposta miagolò iniziando a fare le fusa.
“Oh cielo mi hai capito! Devo darti un nome...Vediamo. Sei tutto nero.... ah!  Mr.Kuro-chan! che ne pensi ti pia...oh...”
Il gatto continuava a guardare la ragazza, mentre Kori arrossiva leggermente.
“E’ che nella mia squadra, il capitano...Kuroo...si somiglia il nome. Beh siete entrambi bellissimi quindi va bene. Bene! Non posso portarti dentro quindi resta qui e fai il bravo.”
Rimise il gatto a terra e corse in palestra felice... Tuttavia l’animaletto dopo poco iniziò a seguirla.
 
I giocatori avevano iniziato di nuovo le partite. Bella la dedizione allo sport... Tomoyo era seduta sulla panchina dell’Aoba a guardare il fratello che faceva strane smorfie ad Hajime...finchè non sentì un abbraccio avvolgerla da dietro.
“Kori...”
“....Non essere così entusiasta oppure potrei anche essere felice...”
“Scusa. Mi sento un po’ giù, sarà il tempo...”
“Ma c’è un sole che spacca le pietre!”
Tomoyo rise leggermente.
“Dai Tomo. Se quel gufaccio ieri aveva bevuto non è colpa tua. Cioè. Ha provato a baciarti, è scientificamente impossibile che un tipo prova a baciarti e poi così all’improvviso...puff! Si spegne tutto...”
“Non capisco perchè me lo stai dicendo. A me lui...”
“Tomo avanti su. Accetta la realtà. Ormai siete una ship canon...”
“Can...on?”
“Lascia perdere. Anche se poi fosse del tutto passato, devi impegnarti per conquistarlo. E ricorda sempre una cosa. C’è gente messa peggio di te!”
Tomoyo alzò un sopracciglio guardandola, pronta per mandarla a quel paese se l’esempio che Kori avesse fatto era chi pensava che fosse.
“Se l’esempio che stai per farmi sei tu, fammi il piac-“
“Non io, Onii-chan. Se continua così...ho paura si sposerà con una ragazza dei videogiochi.”
Entrambe si guardarono e scoppiarono a ridere. Poi Tomoyo tornò a guardare il blocco degli appunti sorridendo.
“Forse hai ragione Kori...devo impegnarmi di più. Vorrei rimanerci in contatto anche dopo questo ritiro.”
“Giusto! E devi ringraziare solo...Oh cielo! Mr. Kuro-chan!”
Lo sguardo di Kori era scivolato sull’entrata dove, tutto tranquillo, stava arrivando il gattino nero. A coda dritta e passi spediti. All’urlo dell’ultima frase, l’attenzione del capitano della Nekoma, si spostò su Kori ed un pallone gli finì dritto in faccia, rotolando poi fuori dal campo. Passò qualche attimo di silenzio poi Kenma si mise a fare applausi lenti.
“Scusa Kuroo. Era una nuova tattica di ricezione? Non sono stato pronto a prenderla... Proviamola ancora.”
Tutta la squadra si mise a ridere, tranne l’interessato che si tappò immediatamente il naso da cui stava uscendo del sangue, chiedendosi il perchè dello strano soprannome.
 
“Kori...credo il tuo capitano abbia bisogno di un’ infermiera. Per ora cè Lev a fargli da crocerossina in panchina...perchè non vai tu? Secondo me se ti vesti come...Kori?”
“To-To-To....Tomo! io non mi riferivo a lui! Guarda accanto al palo della rete!”
Kori indicò, spaventata, il palo della rete. Li si trovava il gattino che, con la testa, seguiva i movimenti della palla in aria. Nei suoi occhi si rifletteva il pallone, e probabilmente sognava di andare a giocare anche lui con quella sfera colorata.
“Il gattaccio!”
“Ma quale gattaccio! Lui è Mr. Kuro-chan!”
“Mr...Kuro....chan?...Perchè?”
L’amica si grattò la guancia, il nome dato all’animale non era molto originale, ma pur sempre carino. Comunque entrambe si stavano chiedendo come fosse possibile che dodici giocatori in campo, precisamente la Fukurudani vs la Shinzen, non vedessero un gatto accanto al palo. L’amore per la pallavvolo era così grande da ignorare quel povero cucciolo che, con un salto sbagliato, poteva venire ammazzato?
“Tomo....interrompi la partita...se qualcuno gli salta sopra, Mr.Kuro-chan mi schiatta! Non può!”
Tomoyo si girò di scatto verso l’amica.
“Eh? Perchè devo chiederlo ad Akaashi? Chiedilo tu a Bokuto-san! Siete grandi amici no?”
“....Non l’ho nominato nemmeno Akaashi. Basta che lo chiedi al coach perchè io mi vergogno.”
Tomoyo abbozzò un sorriso tirato, si alzò e  con la mano  fece un gesto a Kori di seguirla. Entrambe andarono verso il campo dove si stava svolgendo la partita dirigendosi verso la panchina dov’erae il coach. Ed Akaashi.
Kori si trattenne dallo scoppiare al ridere, Tomoyo dallo scoppiare a piangere.
I giocatori in panchina, Akaashi ed il coach, un tipo sulla sessantina, con gli occhiali ed i capelli bianchi, le guardarono incuriosite. Poi l’uomo disse ad entrambe.
“Dalle vostre tute vedo che siete le manager della Nekoma e dell’Aoba Josai. Nekomata ed Irihata mi hanno parlato di voi. Cosa volete?”
Tomoyo, al solo sentir che il coach aveva parlato di lei, si  demoralizzò. Ma era per il bene di Mr.Kuro-chan ( di cui tralaltro un po’ se ne sbatteva) che stava facendo quello.
 “Potrebbe...fermare la partita?”
Il coach, Takeyuki Yamuji, guardò il punteggio. La sua squadra stava vincendo 20 a 13. Si voltò di nuovo verso Tomoyo con sguardo raggelante, pensando che forse Irihata aveva ragione.
“Tomo....ma perchè tutti i vostri coach fanno paura?”
Sussurrò Kori all’orecchio dell’amica. Tomoyo le rispose semi-sconsolata.
“Credo sia Nekomata l’eccezione, sai?
Akaashi guardò il campo. Era alquanto impossibile che Tomoyo chiedesse di fermare la partita per un motivo non valido. Era fuori discussione che la ragazza tifasse per la Shinzen. Non l’aveva mai vista avvicinarsi nè parlare con un membro di quella squadra...Il suo sguardo alla fine scivolò sul gattino, che stava ancora muovendo la testa al ritmo del pallone. Rischiando spesso un pestone da Bokuto. Akaashi ci mise qualche secondo a capire se quello fosse un peluches oppure un animale vero...ma dalla testa che si muoveva...era vero. Si risvegliò dalle sue riflessioni.
“Coach, può chiamare un time-out? Sembra che Onaga sia stanco...”
“Eh? Dici??
“Il volto da a vedere quello...”
Yamuji guardò il suo atleta. Sinceramente a lui sembrava la solita faccia, però se lo diceva Akaashi (che era uno dei suoi prediletti) poteva anche chiamarlo un Time Out. E poi non era nemmeno una partita ufficiale.. Così il coach, chiamò il time out e tutti i giocatori smisero di giocare lasciando il pallone a rotolare a terra. Al gattino non sfuggì questa cosa e subito si fiondò su di esso, iniziando a farlo correre a destra e sinistra.
“Oh! Tomo, tu stai quì col tipo apatico! Io vado a recuperare Mr. Kuro-chan!”
Kori corse via, col risultato di lasciare Akaashi e Tomoyo da soli. Il vicecapitano guardò la ragazza alzando un sopracciglio.
“Tipo apatico?”
“Non...farci caso. Qualche volta le succede di dire quello che pensa.”
“...Ah. Bene.”
Fra i due scese un silenzio imbarazzante, entrambi guardarono verso il basso. Akaashi a destra e Tomoyo a sinistra. La giovane Oikawa stava ripensando al discorso fatto poco prima con l’amica. Cioè al voler rivedere Akaashi dopo il ritiro, di certo non sarebbe potuta andare a stalkerarlo alla Fukurodani.
Non aveva nemmeno scuse per avvicinarsi a quella scuola, nè tantomeno amiche/amici che la frequentassero. Si morse leggermente il labbro inferiore stringendo l’estremità della maglia con le mani. Dopo aver preso tutto il coraggio che aveva in corpo si decise a parlare.
“Senti...Akaashi...”
L’alzatore la guardò incuriosito ed allo stesso tempo perplesso. Gli stava parlando senza nemmeno guardarlo. Ed il che non era proprio una cosa normale.
“Quando il ritiro finirà...con alcuni continuerò a vedermi...”
“Ah...beh, buon per voi no?”
“Mi chiedevo...insomma credo che anche Bokuto-san rimarrà in contatto con Kori, quindi...tu...”
“Non saprei. Forse. Bisognerebbe chiederglielo.”
Tomoyo cercò di reprimere un tik nervoso che le stava venendo. Possibile che i ragazzi al giorno d’oggi fossero così ottusi? Ma soprattutto... Possibile che non riuscisse a chiedere uno stupido numero di telefono ad un ragazzo? Lei? Insomma, era Tomoyo Oikawa!
“Già, ma non intendevo quello.”
Il coach dei gufi battè due volte le mani annunciando così la fine del Time out e la sostituzione di Akaashi con Washio . Il vicecapitano si alzò guardando Tomoyo.
“Scusa tocca a me, me lo dirai la prossima volta.”
 
Intanto Kori aveva recuperato l’animale suicida (solo così possiamo definirlo) e, con aria losca, stava di nuovo correndo fuori.
“Ma che ha oggi la gattina? Sembra più agitata del solito.”
Lev, che era ancora in panchina assieme a Kuroo, guardò il capitano.
“E’...per caso successo qualcosa? Fra voi due intendo. Sai...quello strano soprannome...”
Kuroo diede a Lev uno sguardo raggelante. E questo fece pentire il russo di aver parlato.
Il capitano si alzò andandosene, ed il povero Lev venne lasciato di nuovo solo a sbuffare. Per la seconda volta. Che vita da cani per questo gatto...
 
“Oh Mr.Kuro-chan...mi hai fatto fare una figuraccia! Hai anche rischiato grosso! Pensa se Bokuto-san o chi altri ti avesse schiacciato....saresti morto!”
Il gatto guardava Kori con aria interrogativa.
”Awwww sei così carino Mr.Kuro-chan! Chiederò ad Onii-chan se possiamo tenerti. Dopotutto Glameow ha bisogno di compagnia.”
“Kori...”
“Oh Tomo! Sei venuta a trovare Mr.Ku...mamma mia che faccia...che ti ha detto quello?”
Tomoyo si inginocchiò così da essere come l’amica.
“Ho provato a chiedergli il numero ma...non ci sono riuscita.”
“Beh ci riuscirai la prossima volta. C’è ancora tempo prima che il ritiro finisca...vero Mr.Kuro-chan?....Mr.Kuro-chan! E’ scomparso!...Mi ha abbandonata...farà così anche Kuroo? Oddio Tomoyo, è un segno...”
“No, più che altro penso sia andato a far danni da qualche parte. Scommetto che fra poco si rifarà vivo. Ora sbrigati andiamo a preparare il pranzo, è anche tardi e le altre manager saranno già li.”
Le due ragazze si diressero verso la cucina dove, appena arrivate, vennero guardate maluccio dalle altre poichè erano un pelino in ritardo.
Insomma le avevano lasciate da sole a cucinare. Iniziarono subito, senza fiatare, cercando di farsi perdonare e cercando anche di ‘rendersi invisibili’. Finalmente arrivò l’ora del pranzo ed ogni squadra prese posto al proprio tavolo. Quel giorno si era deciso per il ramen.
“Wohoooo! E’ squisito!”
“Lev, per te è tutto squisito. Dai semplici panini alla cucina più raffinata...”
Gli rispose Kori sorridendo. Davanti a loro, Kuroo e Kenma li guardavano curiosi.
“Oh, Mr.Kuro-chan. Cominci a perdere colpi.”
Disse Kenma con aria divertita.
“Smettila, sarà stato un caso quel soprannome. Ti pare che da un giorno all’altro se ne esce fuori con...”
“Mr.Kuro-chan!”
Urlò Kori alzandosi in piedi, guardando un po’ lontano. A quel punto tutta la squadra guardò prima Kori, poi Kuroo. Al coach Nekomata uscì un piccolo ghigno.
“Hem...si gattina?
Lo sguardo di Kori scivolò sul capitano, che  la stava guardando perplesso.
“Ecco....sei. In forma oggi.”
Kenma si portò una mano sul volto trattenendo anche una risata, fra i ragazzi iniziarono i brusii e Kuroo...divenne ancora più perplesso.
“Grazie...credo.”
 
Ma il motivo dell’urlo di Kori, come avrete capito, era un altro.
Sotto al tavolo dell’Aoba era appena trotterellato il simpaticissimo micetto. Mr.Kuro-chan si guardò un po’ intorno poi si avvicino al paio di gambe che lo attiravano di più. Quelle di Tomoyo. Perchè? Probabilmente le altre gli sembravano troppo dure da masticare e detto fra lui e voi, gli era venuta un po’ di fame. La frittata di quella mattina aveva ormai perso consistenza. Si preparò a mordere leccandosi i baffi. Poi però su un ginocchio vide la mano di Tomoyo, ancora meglio! Prese lo slancio per saltare e...ci diede una capocciata contro poichè un micio piccolo come lui, non ce la face a saltare così in alto.
Rotolò all’indietro finendo addosso al muro con gli occhi che presero la forma di una girella.
Tomoyo, tuttavia, scambiò la testata del povero gattino per un gesto poco gentile del suo vicino di tavolo. Lo guardò rossa in viso.
“Come ti permetti Heisuke?!”
“Eh? Scusa...di solito non mastico a bocca aper-“
“Non fare il finto tonto! Hai provato a toccarmi Se non avessi avuto la mano....maniaco!”
Ed il povero Heisuke si beccò una cinquina da parte di Tomoyo. Che tralaltro se ne andò via sotto lo sguardo di tutti. Il giocatore, sentendo uno strano brivido percorrerlo per tutto il corpo, guardò il capitano.
“He....i...su...ke...”
“Cap-! Capitano! Davvero, non so cosa sia successo! Non ho fatto nulla!”
“Come hai osato toccare la mia sorellina?!”
La scena era stata osservata da tutti, ma soltanto una –che non aveva il coraggio di parlare- sapeva la verità. In qualche modo Kori ed Akaashi finirono a guardarsi. Lo sguardo di Akaashi era accusatorio. Quello di Kori colpevole. Si erano intesi. Poi la ragazza, tanto per farsi perdonare in futuro da Tomoyo, indicò ad Akaashi di andare lui a consolare l’amica. Il gufo sospirò. Ancora una voltasarebbe toccato a lui andarla a riprendere...ma stranamente non si sentiva seccato nè disturbato.
Uscì dalla mensa e cercò un po’ fuori. Alla fine, dopo un po’, riuscì a trovare Tomoyo che era appoggiata ad un albero. Si avvicinò lentamente.
“Hey.”
“Che c’è? Sei venuto a ridere dello scatto isterico?”
“No. Ero venuto a chiederti come stavi.”
Tomoyo guardò a terra.
“Non è successo praticamente niente. E’ solo che...Heisuke. Cioè va bene che è uno dei ragazzi che conosco di meno, però non me lo aspettavo. Sembra sempre così tranquillo...E poi..io ho fiducia in loro...”
Akaashi la guardò. Tomoyo sembrava seriamente preoccupata...e scoraggiata. Probabilmente ci era rimasta davvero male.
“Magari l’ha fatto perchè sei carina.”
Tomoyo si girò di scatto con un’espressione a metà fra l’arrabbiata e l’incredula. Akaashi le aveva detto anche un’altra volta quelle parole ma ora, non le sembrava il momento....ma soprattutto, che “consolazione” era?
“Non è il caso di scherzare...”
“Non sto scherzando.”
“E’ un modo per dire che l’avresti fatto anche tu?”
Disse incrociando le braccia, un po’ piccata nell’orgoglio, pensando che l’alzatore la stesse prendendo in giro. Non sentendo una risposta si girò verso il ragazzo che la stava guardando incuriosito e con un sopracciglio mezzo alzato.
“Scusa...non volevo. Sono stata maleducata.”
“Hai pensato all’ipotesi che abbiate sbattuto per sbaglio la mano?”
“.....No. Dai è impossibile, non sbattono le mani quando si man....ah.”
“Ti è venuto in mente qualcosa?”
La castana guardò di lato, riflettendo.
“Si, che devo scusarmi con Heisuke...Ho agito troppo d’impulso perchè ero assorta nei pensieri...che vergogna...”
“Credo che vada bene così.”
Tomoyo guardò Akaashi non capendo la frase. Si chiedeva se tutti gli atleti fossero così ambigui oppure solo lei aveva a che fare con persone simili.
“E’ anche questo che ti rende speciale.”
Akaashi sorrise, Tomoyo non fece in tempo a rispondere che si sentì un urlo, di disperazione, provenire da più in la. Dopo essersi guardati entrambi corsero nella direzione del lamento. Lo spettacolo che si trovarono davanti era un Tooru, che guardava il povero Heisuke, seduto a gambe incrociate davanti a lui.
Oikawa aveva iniziato ad interrogare il suo povero giocatore da almeno dieci minuti portandolo fuori con la scusa di prendere un po’ d’aria. Arrivati Tomoyo ed Akaashi, Heisuke fu, massì diciamo così, liberato dalla sua prigionia. Ma l’espressione sul volto di Tooru...non è che migliorò tanto eh. Da arrabbiata che era, divenne imbronciata. Perchè? Perchè la sua sorellina era arrivata di nuovo con quel ragazzo della Fukurodani. E lui l’aveva etichettato, per ora, come uccellaccio del malaugurio.
 
Quella sera, nella camera della Nekoma, la situazione del capitano non era delle più favorevoli...stranamente.
“Scusa Mr.Kuro-chan, hai visto il mio pigiama?”
Disse Yaku trattenendo le risate, a lui si unì Yamamoto.
“Si, Mr. Kuro-chan...io invece vorrei chiederti qualcosa sulla formazione per domani.”
“Smettetela! Non so davvero da dove venga quel maledetto soprannome!”
Gli unici a non partecipare alle prese in giro di Kuroo, erano Kenma e Lev. Il primo perchè troppo preso dai  suoi videogames, capitelo, doveva expare, ed il secondo...più che altro perchè al capitano lo stava guardando male.

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Capitolo 13
*** 00Tooru & Gufetto-chan ***


Angolino di Fri: Buonasera a tutte! Scusate il ritardo di un giorno, mea culpa ç.ç.
Spero che anche questo chappy vi piaccia, qui entrerà davvero in gioco il capitano della Seijo, il nostro Grande Re Tooru Oikawa u.u
Se volete vedere che combina, leggete ;).


 

00Tooru & Gufetto-chan

“Oikawa maschio! Vedi di fare un servizio decente!”
Urlò Irihata, con una vena che pulsava d’irritazione sulla fronte.
Accanto a lui stava Tomoyo, preoccupata come tutti gli altri della squadra per lo sguardo assassino che aveva in quel momento il coach. Va bene che stavano perdendo l’ennesima partita contro la Fukurodani, ma non c’era bisogno di prendersela così tanto no?
Evidentemente si.
“Kindaichi, per la miseria, non sai ricevere decentemente?! Mi sembri quel piccoletto della Karasuno!”
Il povero citato sgranò gli occhi, tentato di nascondersi in un angolino per quella che lui riteneva un grandissima offesa.
“Non ti arrendere, era una ricezione decente invece”
Gli sorrise Tomoyo.
“Oikawa femmina, silenzio!”
“Pardon…”
Tooru sorrise dello sguardo imbarazzato della sorellina, era così dolciosa che avrebbe voluto farle una fotina con il cellulare, così anche da cambiare il broncio arrabbiato di Iwa-chan.
I dolci occhi marroni, così simili ai suoi, erano però indirizzati ad un soggetto che non gli andava a genio.
Akaashi Keiji, vice capitano della Fukurodani.
Da quando era iniziata la partita lo sguardo di Tomoyo passava a tratti dalla sua squadra all’alzatore avversario.
Di solito non gli avrebbe dato così fastidio, insomma gufetto-chan non era Tobio, se non fosse per due semplici fatti…o meglio, palpate.
Quel tizio si era permesso di palpare per ben due volte il seno della sua sorellina quando solo lui aveva il permesso di farlo…almeno solo quando l’aiutava a comprare un reggiseno…e solo fino a quando non avrebbe avuto un ragazzo con cui sostituirlo.
Ma erano quisquilie!
Gufetto-chan aveva palpato Tomoyo, sembravano in confidenza, erano spesso insieme ed infine ora la sua sorellina guardava lui invece che i suoi splendidi servizi.
Questo era assolutamente inaccettabile!
Almeno questo pensò Tooru, prima di prendersi una pallonata in faccia lanciata da Bokuto.
“Tooru!”
Beh…almeno adesso la sua sorellina stava guardando lui.

“Come hai fatto a non vedere quella schiacciata, era davanti a te praticamente!”
Borbottò Tomoyo contro il fratello, aiutandolo a tamponare il sangue che gli usciva dal naso.
“Stavo pensando a qualcos’altro”
“Uhm? Alla tua prossima conquista? Non dirmi che è di nuovo la manager della Karasuno, ti ha già ignorato due volte. Tentare ancora sarebbe diabolico”
“Tomoyo…”
“Si?”
“Se ti piacesse un altro ragazzo me lo diresti?”
Tooru vide le guance della sorellina passare da rosa chiaro a rosso fragola…messaggio subliminale più chiaro di questo…
“Che…che dici?! A me non piace nessuno! Figurati, dopo la batosta con Tobio io non…non voglio provarci con nessuno…”
Finì in un leggero bisbiglio e con la stessa espressione che il fratello conosceva bene. Quella che usava da piccola,  che indicava stesse mentendo.
Tooru alzò un sopracciglio.
“Okay, chiedevo così per dire”
Sorrise piano e le accarezzò i capelli.
“Ci vediamo a pranzo, io vado a riposare in camera e a mettere un po’ di crema su questo brutto lividone”
“Ma…hai messo più creme in valigia che vestiti?”
“Le creme servono sempre sorellina, sempre. E questa è una dimostrazione validissima”
“Se lo dici tu”

“Ohi Idiokawa, ti senti meglio?”
Chiese Iwaizumi al suo capitano, entrando nella stanza.
Si rispose da solo quando lo trovò a guardare fuori dalla finestra, in un angolino della stanza.
E questa non era per niente una buona cosa viste le sue precedenti esperienze.
“Che stai fa-“
“Iwa-chan”
“Uhm?”
“Tu vuoi bene a Tomoyo si?”
“Che domande”
“E la difenderesti sempre, esattamente come quando eravamo piccoli e le facevi da cavaliere?”
“Beh…si”
“Anche quando qualcuno vuole farle del male?”
“Soprattutto in quel frangente!”
“Ottima risposta Iwa-chan”
“Che succede Oikawa? Qualcuno sta importunando Tomoyo?”
“Non proprio”
“E quin-“
“Iwa-chan”
Lo interruppe nuovamente il capitano della Seijo, girandosi a guardarlo.
“Investigherai con me sul contro di gufetto-chan? Per il bene di Tomoyo e per la sua purezza?”
…Hajime avrebbe voluto dargli una testata…e lo fece. Compromettendo ancora di più il naso di Oikawa, menomale che si  era portato le creme apposta.

“Certo che è davvero carino, quando non frega il cibo s’intende”
Mormorò Tomoyo, seduta ad un tavolo della cucina insieme a Kori e a Mr. Kuro-chan.
Il quale si stava pappando un pesce alla griglia cucinato della sua padroncina.
“E’ un amore vero? Vero?”
“Si, si…ma quello non era un pesce per il pranzo?”
“Lev se ne farà una ragione...”
Nessuna delle due commentò, troppo intente a guardare il micino che si mangiava la sua pappa, comodamente seduto nelle braccia di Kori.
Per dare da mangiare a Mr. Kuro-chan, le due manager erano andate in cucina prima del tempo previsto, per non farsi vedere da nessuno.
E Tooru si approfittò, senza neanche pensarci molto, di questo fattore.
La diretta interessata era assente, colei che poteva interromperlo era con la prima ed Iwa-chan era ritornato in palestra dopo l’ennesima testata che, l’asso sperava, gli avrebbe fatto cambiare idea.

Povero, povero ed ingenuo Iwa-chan.
Evidentemente non lo conosceva ancora abbastanza bene da sapere che Tooru Oikawa non si sarebbe arreso così facilmente.
Specialmente ora che aveva una sorta di via libera.
Fu per questo motivo che si avvicinò, di sua spontanea volontà, al capitano della Fukurodani.
“Akaashi?”
Chiese stranito Bokuto.
Tooru annuì, mantenendo il sorriso di plastica che aveva assunto quando lo aveva salutato.
“Beh è un ottimo vice capitano e poi mi adora!”
“…Ma davvero?”
“Certo! Segue sempre il mio esempio! Dove vado io va anche lui!...Aspetta questo forse è il contrario…comunque è un ottimo giocatore e l’anno prossimo sarà un magnifico capitano!”
“Certamente ma io vorrei sapere un po’ di gufetto-chan come persona”
“Hai dato un soprannome al mio vice capitano?!”
“Rispondi alla mia domanda per cortesia”
Sibilò freddo Tooru, mantenendo il sorriso, ma aggiungendo involontariamente un tick all’occhio.
“E’ un ragazzo normale, molto tranquillo e gentile verso il prossimo, anche con tua sorella, sai è la prima volta che lo vedo parlare molto con una ragazza che non sia una delle nostre manager”
Finì Bokuto ridendo.
Cos’aveva da ridere, Tooru davvero non lo sapeva.
Quella per lui significava solo catastrofe imminente.
Ma doveva ricavare altre informazioni, molte di più di quelle che Bokuto aveva a disposizione, e l’unica che poteva saperle era una sola.

“Ectiù!”
Kori si coprì il naso con la mano.
“Ti sta venendo il raffreddore?”
Chiese Tomoyo passandole un fazzoletto di carta.
“Spero di no”
“Ed io spero che tu non abbia starnutito sul pranzo”
“Non dire queste cose!”

Tutta la mensa guardava sconvolta il capitano dell’Aoba Josai.
Seduto al tavolo.
Della Nekoma.
Vicino alla manager.
“Ma che vuoi?!”
Chiese in coro tutta la tavolata dei gatti, escluso Kenma che giocava al cellulare.
“Ho bisogno di parlare urgentemente con Kori-chan”
“Con la gattina?”
Chiese Kuroo sospettoso.
“Si, di cose che solamente lei sa”
Un brivido freddo salì per la schiena dei gatti, stavolta Kenma compreso.
Quella frase poteva significare tutto, o niente, non si poteva dirlo visto che era stato Oikawa a pronunciarla.
Ma nessuno lo saprà mai comunque, perché Tomoyo andò a riprenderlo tirandolo per l’orecchio.
E stavolta il coach fu d’accordo con lei.
 
“Devi seriamente smetterla, prima chiedi di Akaashi al capitano della Fukurodani quando non ci hai mai parlato, se non per prenderlo in giro per i suoi capelli, ora ti siedi perfino al tavolo della Nekoma per poter parlare con Kori sempre dell’alzatore. Stai esagerando”
Borbottò Iwaizumi mentre trascinava il suo capitano in palestra, tenendolo per il retro della maglia.
“Voglio solo informarmi sulla cotta di mia sorella”
“Ti ha detto che non le interessa nessuno”
“Lo ha guardato”
“Guardava anche Kindaichi e Kumini”
“Lui l’ha palpata”
“Anche tu lo fai”
“Ma io sono suo fratello”
“No, tu sei un maniaco”
“Iwa-chan crudele ~”
“Devi imparare a lasciarla in pace Oikawa, Tomoyo è grande ed è una brava ragazza. Ha un’amica con cui confidarsi e, se mai avesse dei problemi seri, allora e solo allora, verrà a chiedere a consiglio a te”
“Si…ma Tobio l’ha ferita, due volte Iwa-chan”
“Quel ragazzo, Akaashi, mi sembra diverso”
“Uhm”

Questo comunque non fermò Tooru dall’andare nuovamente da Kori, alcune ore più tardi. Quando questa stava per andare in cucina per prendere la pappa per il suo micetto, in quel momento tenuto da Tomoyo.
“Kori-chan ~, che bella sorpresa trovarti qui ♥”
La mora si mise a riparo dietro un muro.
“Non credi di esagerare?”
“Con te non si sa mai”
Disse seria la gattina.
“Che vuoi comunque, è la seconda volta che tenti di avvicinarmi”
“Volevo solo farti una piccola domanda riguardante la mia adorabile e dolcissima sorellina. Sai, lei non parla molto con il suo fratellone-“
“E fa bene”
“…Quindi l’unico modo che ho per scoprire questa piccola cosuccia, è chiedere proprio a te”
Finì Tooru facendolo un occhiolino.
Kori fece la stessa faccia che faceva suo fratello quando la vedeva.
Ad Oikawa quasi caddero le braccia.
“Comunque mi rispondi o no?”
“Che vuoi sapere?”
“A Tomoyo piace gufetto-chan?”
“Chi?”
“L’alzatore della Fukurodani”
“Oh! Mi piace il soprannome, devo scrivermelo sul diario delle ship!”
“Su questo diario scrivi anche di mia sorella e di gufetto-chan?”
“Non sono affari che ti riguardano”
“Oh andiamo, fammelo leggere almeno, così non potrà dire che è colpa tua ~”
“Esiste la legge sulla privacy”
“Ma io sono suo fratello”
“Ma il diario è mio”
“Kori-chan ♥”
Il capitano della Seijo si avvicinò lentamente alla ragazza, assottigliando lo sguardo.
“So essere molto convincente sai?”
“…”

“Che diavolo hai fatto al volto?”
Chiese Iwaizumi quando Tooru si sedette al loro tavolo.
Il capitano dell’Aoba aveva un bellissimo simbolo di cinque unghiate sulla faccia.
“Ho incontrato una gattaccia bisbetica”
Dall’altro lato della sala, Tomoyo guardò prima il fratello perplessa per poi rivolgere lo sguardo all’amica. Che si stava limando le unghie fischiettando tranquilla.

“Sicuro che vuoi allenarti a quest’ora?”
Domandò Hajime.
“Uhm, oggi non ho fatto molto e mi sento i muscoli un po’ addormentati”
Gli rispose Tooru, massaggiandosi lentamente la spalla.
Entrambi si stavano dirigendo verso le palestre, in cerca di una libera.
Purtroppo per loro la maggior parte erano occupate, l’unica che era libera per metà, era occupata da colui che Tooru stava maledicendo da praticamente tutto il giorno.
“Ehy ehy ehy! Guarda se non sono il capitano e l’asso della Seijo!”
Urlò Bokuto, mettendosi le mani ai fianchi.
Akaashi, di fianco a lui, abbassò la palla prima pronta per essere alzata.
“Volete allenarvi con noi? Ho bisogno di qualcuno che mi blocchi le schiacciate!”
Continuò il gufo più grande, iniziando a saltellare.
“Ci avete presi per due centrali? Tsk, Iwa-chan and-“
“Perché no”
Lo interruppe Iwaizumi, andando incontro ai due gufi.
A Tooru caddero le braccia.
Con un tick all’occhio si arrese però a seguirlo.

C’era da dire che era parecchio rilassante fare un ottimo servizio e vedere gufetto-chan arrancare per prenderlo decentemente.
Proprio un bello sfogo che faceva mantenere il sorriso sul volto di Tooru, mentre Hajime invece voleva solo schiaffarsi una mano sulla faccia per quanto era infantile il suo dannato capitano.
Però decise di non intervenire.
Conosceva Oikawa fin da quando erano piccoli, sapeva quanto era legato a Tomoyo e sapeva che, in quel modo, Tooru stava anche lanciando degli avvertimenti ad Akaashi.
‘Non far del male a mia sorella sennò ti spezzo le braccia!’
Questo era uno dei pochi che veniva in mente ad Hajime, che una volta l’avesse urlato in faccia a Kageyama poi erano dettagli.
Finchè Akaashi non aveva la sua benedizione, non poteva avvicinarsi a Tomoyo.
Sembrava che Tooru ce lo avesse scritto in faccia.
Forse lo capì anche Keiji, visto che continuava a provare a ricevere uno dei suoi servizi.
Le sue braccia erano quasi diventate viola quando finalmente, con sommo stupore dei due dell’Aoba, riuscì a riceverne uno decentemente, passando così la palla a Bokuto, che fece punto con una sonora schiacciata.
Oikawa fece uno sbuffo poi guardò l’alzatore avversario con uno sguardo di sufficienza, gli annuì leggermente prima di fargli un gestaccio.
“Ehy! Non insultare il mio alzatore!”
Urlò Bokuto.
Iwaizumi stavolta si schiaffò per davvero una manata in faccia per l’infantibilità di quel ragazzo.
Akaashi gli stava ancora antipatico, ma almeno adesso aveva la sua benedizione…se così si poteva dire.

“Che ci fai qui?”
Chiese Tomoyo sorpresa, guardando il fratello che se ne stava appoggiato alla finestra di fronte alla camera delle manager.
“Volevo darti la buona notte”
Le rispose tranquillo Tooru.
“Ma ce la siamo già data”
“Mi mancano i tuoi bacini”
“…Sei serio?”
“Uhm…sai, gufetto-chan credo sia meglio di Tobio”
“Cos-?!”
“Mi piacerebbe come cognato, un bel tipo questa volta brava sorellina”
Tomoyo stava davvero per strozzarsi con la sua saliva, ma alla fine decise di dire la verità al fratello, aveva bisogno della sua consolazione adesso.
“No so se finirà bene…”
“Certo che si invece, te lo posso anche giurare questa volta”
Tooru le accarezzò piano i capelli, sorridendole.
“Sei bella esattamente come il tuo fratellone, non potrà ignorare tale bellezza e purezza sorellina mia ♥”
“…”

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Capitolo 14
*** Dichiarazione & Illusione ***


Angolino di Net:ciao a tutte care! Scusate se questo capitolo ha tardato. Martedì ho avuto un problema, mentre ieri è stato efp ad aver avuto un problema, quindi scusateci se non abbiamo potuto pubblicare ma ecco che arriva oggi. Spero vi piaccia, non sarà tanto felice come chappy. Buona lettura!



 

Dichiarazione & Illusione

Quel giorno, il capitano della Nekoma, si svegliò con un brutto, bruttissimo presentimento. E il brutto presentimento non era riferito a Lev che ruppe subito il vaso sopra il mobile, no una cosa del genere ormai era normale.
Kuroo non sapeva a cosa associare quel, chiamiamolo senso di malessere, che in quel momento lo stava attraversando. Ma sentiva che quella giornata sarebbe andata un po’ storta…
 
“Davvero?! Hai deciso di dirglielo Kori?”
Disse Tomoyo confusa, seduta accanto a Kori. Era andata alla panchina della Nekoma per rilassarsi un attimo e liberarsi dalla brutta faccia di Irihata.
“Hm…si, gli chiederò di uscire con me una volta tornati. Voglio dirglielo ora perchè ho più occasioni di parlargli.”
“Ma...Kori...di solito sono i ragazzi ad invitare.”
“Oh Tomo, pensi davvero che Onii-chan inviterebbe il capitano da parte mia? Non essere sciocca dai!”
Tomoyo si mise una mano sulla fronte, chiedendosi perchè avesse parlato.
“Comunque...prima voglio parlarne anche con Onii-chan. Dopotutto Kuroo è il suo migliore amico, ed io la sua adorabile sorellina. Sono sicura che ne sarà felicissimo. “
Durante la prima pausa della mattinata, Kori chiamò –trascinò- Kenma fuori dalla palestra dicendo che doveva parlargli di questioni familiari. Arrivati fuori il biondo la guardò con espressione un po’ preoccupata.
“Mamma sta male?”
“No, è altro che...”
“Papà sta male?”
“No, veramente...”
“I nonni stanno male?”
“No! Stanno tutti bene! Onii-chan ascoltami!”
Kenma sospirò. Era talmente stanco che nemmeno aveva voglia di riprenderla sul fatto dell’  ‘Onii-chan’. La guardò aspettando che parlasse.
“Dunque...ecco. Beh sai di Kuroo no? Ormai è da tanto che mi piace e...”
“Poco più di una settimana.”
“Non sottilizzare sempre! Comunque vorrei dirglielo. Insomma, vedo che andiamo d’accordo e spesso si avvicina anche più del dovuto...”
“Ti riferisci alla, raccapricciante, scena durante l’allenamento con Tomoyo?”
A Kori caddero le braccia. Ma...si, si riferiva anche a quella. Kenma la guardò un po’ male.
“Se stai misurando Kuroo con la scala di Ryou, il tuo ex, ti conviene ricominciare da capo.”
“E...Eh? Non ho mai fatto una cosa simile! Ma più che altro. Che centra?”
“Secondo me dovresti lasciar perdere Kori... Non dico che i gesti e le attenzioni che ti....’dedica’ li avrebbe dati a tutte. Però è un tipo ambiguo. Sinceramente qualche volta non so nemmeno io cosa gli passi per la testa. Detto fra noi...Non credo provi lo stesso per te. Ti consiglio di rinunciare.”
Ci fu un attimo di silenzio dove Kori guardò a terra triste, e Kenma di lato con la solita aria impassibile.
 
Intanto in palestra, Bokuto stava guardando Akaashi preoccupato. Durante l’allenamento aveva sbagliato abbastanza passaggi ed alzate e...non era da lui! Il capitano dei gufi scosse la testa. Quel ragazzo aveva qualcosa che non andava.
Pensò anche di chiadere ad Oikawa Tooru, dopotutto la sera prima era venuto da lui a domandare che persona era. Questo, quindi, voleva dire che erano diventati amici? Pensandoci gli aveva dato anche un soprannome.
La possibilità c’èra. Approposito del soprannome, magari gli avrebbe fatto piacere essere chiamato con quello.
Bokuto sorrise e si mise le mani sui fianchi.
“Gufetto-chan!”
Tutta la squadra dei gufi si girò nella direzione di Bokuto. Tranne Akaashi che era ancora di schiena a guardare la propria borraccia blu. Il capitano ci rimase un po’ male.
“Gu-....Gufetto-chan?”
Nessuna reazione nemmeno stavolta.
“Aka[AAA]ashi?!”
Piagnucolò (più o meno) Bokuto. Ed Akaashi si girò a guardarlo.
“Si, Bokuto-san?”
“Oh, ma allora ti piace il soprannome Gufetto-chan si o no?”
L’alzatore non rispose. Gli apparve solamente accanto una specie di aura viola che intendeva scoraggiamento e disgusto. Poverino.
A Tomoyo, che era rimasta seduta alla panchina della Nekoma per non vedere Irihata durante la pausa, non sfuggì la scenetta dei due e guardandoli le uscì una risatina.
“Ma che diavolo combinano quei due...e poi, gufetto-chan?”
In quel momento Kori si sedetta accanto a Tomoyo. Sconsolata, abbattuta, disperata.
“Dalla tua faccia ho già capito la risposta di tuo fratello.”
“Dice che secondo lui, Kuroo non prova lo stesso...può essere vero però...”
“Ma scusa. Cosa ti importa? Conta così tanto l’opinione di tuo fratello?”
Kori si girò verso Tomoyo con un sorriso tirato.
“Scommetto che per lui sarebbe lo stesso! E poi Kuroo è il suo migliore amico no? Si troverebbe in difficoltà non ci hai pensato?”
“Oh...si...sicuramente.”
La castana guardò l’amica. Era la prima volta, dopo che aveva finito l’anime di D.Gray Man, che la vedeva così giù.
E di certo non poteva accettare che la colpa fosse di quell’antipatico di Kenma. Si. Perchè effettivamente lei non è che l’avesse mai sopportato più di tanto...
“Kori, lascia fare a me! La tua cara amica risolverà tutto, vedrai! Tu pensa solo a come dire al tuo micione che ti piace!”
“Smettila con questa storia Tomoyo!”
Più tardi, quel giorno, esattamente dopo pranzo, mentre il biondo stava parlando con Kuroo e Yaku all’aperto, Tomoyo si avvicinò ai tre con –finta- nonchalance. I gatti la guardarono con sospetto poi il capitano indicò verso destra.
“Credo che la gattina sia insieme a L-“
“No io, vorrei parlare con Kenma.”
Kuroo e Yaku si guardarono. Poi guardarono Kenma che a sua volta li stava guardando, male.
“Buona fortuna.”
Disse Yaku sorridendo.
“Ci trovi dentro.”
Aggiunse Kuroo, ed entrambi cominciarono ad andarsene trattenendo le risate. Tomoyo e Kenma iniziarono a fissarsi. Passarono lunghi attimi dove Tomoyo fissò Kenma e Kenma fissò Tomoyo.
Nemmeno le mosche si sentirono volare.
“Dovevi dirmi qualcosa?”
“Ah già scusa...Vorrei chiederti, anzi importi di dare il permesso a Kori sulla questione sentimentale.”
Kenma inclinò leggermente la testa di lato.
“Ma io mica gliel’ho negato, le ho soltanto detto ciò che pensavo.”
“Credo tu glielo abbia detto in modo sbagliato! E’ tornata da me demoralizzata e triste! Sai quanto ci tiene al tuo parere!”
“Non è colpa mia se capisce male le cose.”
A quel punto a Tomoyo salì una vena di irritazione. Avrebbe preferito parlare con un muro invece che con quel tipo. Almeno il muro non le avrebbe risposto in modo così idiota.
“Potresti almeno far finta di star dalla sua parte qualche volta.”
“Non ho mai detto che non lo sono.”
“E allora dimostraglielo!”
E Tomoyo se ne andò via arrabbiata. Arrivata in palestra, Kuroo e Yaku la videro...e videro anche in volto l’evidente rabbia.
“Hey Kuroo. Dici cha l’ha friendzonata?”
“Nà...avranno parlato d’altro. Mi informerò. Poi ti faccio sapere.”
“Grazie!”
Durante il pomeriggio, si iniziò con gli allenamenti. E persino il coach Nekomata si accorse dell’umore nero della manager. Seduta accanto a lui.
“Che c’è che non va? Ti vedo molto triste oggi. Stai male Kori?”
“Eh? No coach...è che più o meno credevo, speravo che avrei fatto una cosa ma...Onii-chan mi ha demoralizzata.”
“Cosa dovevi fare? Mi hanno raccontato che hai provato a giocare a pallavvolo. Kuroo ha detto che è stato divertente. Volevi riallenarti con lui? Magari senza quell’antipatico di Kenma?”
Nekomata sorrise a Kori cercando di stuzzicarla e tirarla su di morale ma...non ci riuscì per niente. La ragazza iniziò a giocare con i capelli.
“Diciamo che il capitano centra...insomma...volevo dirgli che mi piaceva. Ma a quanto sembra, Onii-chan è contrario.”
“Ah....”
Rispose semplicemente il coach, non capendo il discorso. Che motivo aveva la ragazza di preoccuparsi del fratello, proprio non lo sapeva...ma soprattutto. Che problemi creava a Kenma?
L’uomo mise una mano sulla spalla a Kori.
“Sai, ai miei tempi era tutto più facile. I ragazzi non si facevano tutti questi problemi.”
 
Più lontano, mentre facevano streccing, Kenma e Kuroo li osservavano divertiti, o meglio, Kuroo divertito. Kenma impassibile. Più o meno.
“Certo che la gattina e Nekomata vanno proprio d’accordo eh?”
“Senti Kuroo...tu che ne pensi di mia sorella?”
Calò il silenzio fra i due. Dove Kenma guardava il pavimento e Kuroo guardava Kenma. Entrambi si stavano chiedendo il perchè della domanda. Si anche il biondo. Probabilmente Tomoyo aveva fatto crescere in lui ciò che viene comunemente chiamato: senso di colpa.
 
E Approposito di Tomoyo. La poverina, quel giorno, aveva direttamente abbandonato la sua solita cartelletta degli appunti in panchina per correre a destra e sinistra a recuperare le cose dei giocatori.
Come l’asciugamano di Tooru e la borraccia di Matsukawa. Inoltre ad Irihata quel giorno girava peggio del previsto ed aveva chiesto gentilmente a lei di correggere gli esercizi dei giocatori, e da quello, avrebbe valutato le sue abilità. Tomoyo si girò verso Kori e Nekomata e le parve di vedere persino dei brillantini con un’aura rosa. Tornò a guardare Irihata. Vide solo una nuvola di irritazione viola.
Cominciò da Tooru. Andò da lui per tenergli i piedi mentre stava facendo flessioni in avanti.
“Oh sorellina, qual buon vento ti porta dal tuo adorato fratellone?”
“I tuoi esercizi sbagliati.”
“Impossibile. Io non sbaglio!”
“Invece si. Devi tenere la schiena dritta! Non credere che solo perchè sei il capitano sai far tutto!”
“Tch...”
“Tch?!”
Tomoyo lasciò i piedi a Tooru, che stava facendo le flessioni molto velocemente, quest’ultimo diede una capocciata all’indietro  tanto che Iwaizumi, se avesse potuto, si sarebbe complimentato col pavimento.
Il capitano dell’Aoba si massaggiò la testa, poi puntò il dito verso la sorella e d’istinto le urlò contro.
“Hey! Lo dico a Tara!”
Tutta la Seijo, che stava facendo gli esercizi, si fermò a guardarlo. Quando Tooru si accorse della frase detta era ormai troppo tardi.
 Arrossì lievemente e si limitò a fare un’espressione imbronciata. Tomoyo lo guardava soltanto con sufficienza.
Il loro coach si mise una mano sul volto e scosse la testa.
“Che branco di imbecilli...”
Durante la cena, che prevedeva un menù a base di curry, al tavolo dell’Aoba ci fu un apprezzamento da parte del capitano.
“Tomoyo complimenti! Sei stata bravissima! Anche se è un po’ troppo saporito per me...”
“Cuciniamo tutte insieme. Certe volte capita. Fattene una ragione.”
Matsukawa rise e si sporse leggermente verso Oikawa.
“Se chiamiamo Tara... dici che lei lo fa meglio?”
E, anche se lo sguardo del capitano in quel momento avrebbe ucciso Matsukawa, tutti scoppiarono a ridere.
 
Al tavolo della Nekoma la situazione era diversa. Kori stava guardando il piatto, mentre Lev le stava parlando dell’allenamento. Davanti a loro, Kenma stava guardando Kori mentre Kuroo stava parlando a Kenma.
“Pss...Lev, sii i miei occhi. Onii-chan mi sta guardando vero?”
“Già...”
“Sembra arrabbiato?”
“No, ha la solita espressione. Avete mica litigato?”
“No, si, boh....forse.”
Il russo la guardò mettendo su un boccone ed annuendo.
“Capfishco...infsomma tuttfo normfale.”
Anche la cena finì e per tutti stavano arrivando le poche ore di relax.
Kori si stava sbrigando per andare da Tomoyo. Salutò Lev e corse via. Ma venne presa da dietro per il colletto, costretta quindi a fermarsi. Il brivido che sentì percorrerle la schiena le fece intuire la persona con cui avrebbe parlato.
“...si, Onii-chan?”
Il biondo guardò a terra senza rispondere.
“Onii-chan? Tutto bene?”
“Volevo dirti che... Insomma... Kuroo è una preda difficile. Buona fortuna...”
E detto questo se ne andò, non lasciando nemmeno alla sorella il tempo di commuoversi ed abbracciarlo.
 
Tomoyo stava, invece, camminando verso la camera, quando incrociò Kenma andare nella direzione opposta.
“Che mal di testa, che grande grandissimo mal di testa. Devo assolutamente prendere qualcosa...Oh.”
“Ah sei tu.”
Si fermarono entrambi.
“Suppongo...che dovrei ringraziarti. Da una parte.”
“In che senso?”
 
E intanto che Tomoyo perdeva tempo a maledire Kenma, Kori era partita alla ricerca del suo amato capitano per dirgli finalmente quello che provava. Si girò le palestre ed alla fine lo trovò insieme a Bokuto ed Akaashi nella numero tre. Maledì i primi due per essere sempre in mezzo alle scatole.
Si mise seduta aspettando che i tre finissero l’allenamento serale. Ma seriamente, di cosa erano fatti quei ragazzi? Si spaccavano la schiena tutto il giorno e pure la sera andavano a massacrarsi? Mah...contenti loro...
L’unica cosa che si potè definire utile, durante la noiosissima attesa, fu la visione del suo micione che giocava.
Finalmente i tre finirono di allenarsi e, salutati Bokuto ed Akaashi, con grande coraggio Kori disse a Kuroo di aspettare.
“Ecco capitano...insomma. Dovrei dirti una cosa. Importante.”
Kuroo la guardò un attimo dall’alto in basso. La gattina della squadra guardava a terra, leggermente rossa, insicura, giocava con le mani….significava solo una cosa, quella cosa. Si morse leggermente il labbro cercando una scusa per andarsene.
 “Facciamo domani? Ora è tardi e...”
Kori chiuse gli occhi stringendo i pugni
“Kuroo, mi piaci!”
Calò il silenzio che durò per qualche istante. La ragazza riaprì gli occhi guardando Kuroo, teneva gli occhi bassi.
Il presentimento di quella mattina era dovuto a quello allora. L’aveva capito cercando di ignorarlo il più possibile, era divertente continuare a “stuzzicare” Kori, ma non pensava che la ragazza avrebbe mai avuto coraggio di dirglielo davvero.
“Non che non l’avessi capito alla fine...Vedi, non credo di -”
“Ti piace un’altra?”
“No, non intendo quello Kori...”
“Allora perchè? Mi sembra che ti diverti con me! Poi anche alcuni tuoi comportamenti...mi sono immaginata tutto?”
Kuroo si mise una mano dietro la nuca, con aria tra colpevole e confusa.
“Io...Non penso…cioè..ritengo alcuni tuoi atteggiamenti un po’ infantili...non fraintendermi. Andresti anzi, vai bene così però...”
“....Non stò capendo molto.”
“Voglio dire... dammi del tempo per pensare. Scusa…”
 
Poco dopo, nella camera delle manager la porta si aprì piano.
“Oh! Kori ti aspettavo! Guarda prima dal Play Store ho...”
“Tomo...”
Con le lacrime agli occhi, la mora si buttò addosso all’amica. Che iniziò a consolarla e darle supporto, come aveva sempre fatto nei momenti del bisogno sin da piccola.

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Capitolo 15
*** Aiuto & Sangue ***


Angolino di Fri: Buon Ogni Santi a tutte! Questa settimana arriviamo puntuali con il nostro aggiornamento...uno degli ultimi, eh si donne stiamo arrivando alla fine di questa fict! Spero che vi possano piacere anche questi ultimi capitoli e che vi possano mettere allegria anche in queste giornate grigie d'inizio Novembre :3

ps:ditemi che io e Net non siamo le uniche che non sono andate a Lucca ç.ç


 

Aiuto & Sangue

“Stavo pensando quindi, visto che adesso hai l’approvazione di Tooru, potresti essere un po’ sfacciata insieme al tuo gu-“
“Non è mio, e non voglio essere sfacciata”
Interruppe Tomoyo.
Kori la guardò mettendo il broncio, schiacciando troppo il riso che aveva in mano facendolo diventare, invece che una palla, una schiacciatina…l’avrebbe dato a Lev. Caro ragazzo.
“Perché no? Te lo puoi permettere”
“Permettere cosa? Non siamo fidanzati!”
“Beh poco ci manca”
“Kori…”
“Cosa?”
“Non è che stai cercando di concentrarti su di me per non pensare a te?”
Ghignò Tomoyo in Oikawa’s style.
“Chi? Io? Noooooooooooo, a cosa dovrei pensare poi. Figurati.”
“Al tuo cap-“
“Guarda che belle verdure che ha la biondina della Karasuno, vado a chiederle se me ne presta alcune!”
La castana alzò un sopracciglio perplessa e, mentre Kori correva spedita da Yachi, fissò poi il contenitore della manager della Nekoma…pieno zeppo di verdure.
“E come volevasi dimostrare”

“Va bene che stai cercando di evitarlo ma non ti sembra di esagerare un po’?”
Chiese Tomoyo, seduta sulla panchina della sua squadra, cercando disperatamente una penna nelle tasche.
“Non capisco a cosa tu ti stia riferendo”
Disse Kori, seduta accanto a lei, dandole la sua.
“Grazie”
“Di nulla Tomo ♥”
“Comunque dovresti essere con la tua squadra, questa è la palestra per l’Aoba e la Fukurodani”
“Ho il permesso di Nekomata, e poi devo assisterti nel tuo corteggiamento”
“Continui ancora con questa storia?”
“Certamente ♥”
La castana sospirò, sapendo benissimo che far desistere Kori dal suo intento sarebbe stata un’impresa titanica.
Cercò quindi di concentrarsi sulla sua squadra e lo fece proprio al momento giusto visto che Kindaichi sembrava avere qualche problemino con una delle due ginocchiere.
Si alzò per andare ad aiutarlo ma la gattina prese la, cosiddetta, palla al balzo.
Fece un leggero sgambetto a Tomoyo, talmente leggero che la castana stava per dare una facciata di tutto rispetto sul pavimento della palestra.
Fortunatamente, però, la piccola Oikawa scampò il pericolo.
E non perché Tooru stava per tuffarsi stile campione olimpico per salvarla, no.
Perché fu Akaashi a fare un tuffo olimpico e prenderla al volo.
Il gufo stava guardando, proprio per caso eh, la manager della Seijo e quando l’aveva vista sbilanciarsi aveva seguito il suo istinto e si era buttato, riuscendo a prenderla prima che si facesse male, facendole scudo con il proprio corpo.
“Ah, grazie mille”
“Prego”
“Non…Non c’era bisogno di buttarsi però, rischiavi di farti male”
“Nessun problema”
“Allora grazie ancora”
“Di nulla…però alzati ti prego”
“Oh certo scusa!”
Ed i due si alzarono aiutandosi.
Dalla sua postazione in panchina, Kori sorrise felina.
Quello era solo l’inizio.

“Potevi farmi male!”
“Suvvia, sapevo che il tuo principe azzurro non ti avrebbe lasciata cadere ♥”
“E come facevi a saperlo eh?”
“Non hai detto niente sul principe azzurro”
“…Rispondi”
“Semplicemente perché-PALLA!”
Urlò Kori indicando una pallonata avanzare verso di loro.
Prima che le due potessero alzarsi e mettersi ad urlare, Akaashi corse fuori dal campo e riuscì in qualche modo a riceverla e rimetterla in campo.
Finendo però addosso alle due manager.
O meglio, alla manager.
Dell’Aoba Josai.
Eh si, perché al momento giusto Kori si era defilata, facendo così cadere Akaashi addosso a Tomoyo.
Ovviamente i due si ritrovarono a terra.
Uno sopra l’altra.
Akaashi con il viso nascosto nel seno di Tomoyo.
Per la terza volta.
Davanti a tutti.
“Akaashi non sapevo che fossi un pervertito!”
Urlò Bokuto sorridendo.
Il gufetto più piccolo arrossì e nascose di più il volto nel petto della ragazza.
A Tomoyo scappò un versetto dalla bocca.
Tale verso fece svenire Tooru ed alzare i pollici a Kori.

“La gattina dov’è?”
Chiese Kuroo palleggiando, pronto per il servizio.
“Forse con la manager della Seijo”
Gli rispose Yaku, poco lontano.
“Capisco”
Mormorò il capitano prima di colpire la palla, che finì dritta, dritta a fare punto.
E partirono le maledizioni di Daichi.

“Stavolta non puoi dire che è stata colpa mia”
Sorrise la mora.
“Chi mi dice che non hai fatto cenno a qualcuno di nascosto?”
Borbottò Tomoyo, massaggiandosi il petto, non era abituata a farselo toccare così spesso.
“Sei crudele, mi hai spezzato il cuore”
“E’ stata la stessa cosa che mi ha detto Tooru quando si è risvegliato”
La castana indicò il fratello, con un panno sugli occhi,  steso sulla panchina che prima occupavano loro. Le due si erano dovute sedere a terra dato che Irihata nemmeno ci pensava a spostarsi dalla sua o ad averle/volerle accanto.
“Sta ancora bisbigliando sulla tua purezza perduta”
Le confidò Kori.
“Come se non l’avessi mai sentito quando portava una ragazza in camera mentre i nostri genitori erano via”
Borbottò Tomoyo arrossendo.
“Onii-chan non l’ha mai fatto”
“Lo sospettavo…”
“Dentro è molto passionale!”
“Se lo dici tu”
“Oh guarda il tuo ragazzo ha vinto”
Cambiò il discorso la mora.
“Non è il mio- oh è vero, beh Yahaba-san è bravo ma non quanto Tooru, andiamo”
Tomoyo si alzò stiracchiandosi la schiena.
“Qual è la prossima squadra che affronta la Seijo?”
Chiese Kori. La castana sorrise angelicamente.
“…mannaggia ai gatti”

Dopo neanche due minuti Tomoyo stava tirando per le gambe Kori, aggrappata disperatamente alla porta della palestra.
“Dovrai affrontarlo prima o poi!”
“Preferisco poi!”
“Okay sorella, pensi davvero di vincere?! Ti ricordo che ho come fratello Tooru Oikawa, queste cose per me sono all’ordine del giorno, e ti assicuro che non ne sono mai uscita perdente!”
“Non faresti mai una cosa del genere a me!”
“Scommetti?!”
“Cosa state facendo?”
Le due ragazze si bloccarono, e quasi Kori cadde.
Davanti a loro stavano Bokuto ed Akaashi con in mano le loro bottigliette dell’acqua.
“Ehm…stretching”
S’inventò Tomoyo al momento.
“Mi vuole rapireeee!”
Disse invece Kori con le lacrime agli occhi.
Ovviamente Bokuto la salvò, perché lui non poteva resistere ad una ragazza in pericolo! Ed i suoi capelli diventarono più gufosi quando la ragazza iniziò a fargli i complimenti.
Ovviamente Akaashi e Tomoyo rimasero soli, perché Kori doveva pur vendicarsi in qualche modo.
“Avete qualche problema?”
Chiese il gufo, pulendosi con la mano un rivolo d’acqua che gli stava cadendo lungo il mento.
“N…o”
Mormorò la ragazza, intenta a fissare quel rivolo.
Per fortuna si riprese senza sbavare.
“No, no! Solo Kori non vuole andare in palestra ma io-“
“Resta anche tu”
La interruppe Akaashi.
“Eh?”
“Non è un problema, se vuoi rimanere…mi farebbe piacere”
Confidò lui arrossendo.
Anche lei arrossì.
Entrambi arrossirono.
Chi risolse la situazione?
“Ehy ehy ehy! Che ci fate ancora là fuori?”
Siano santificati Bokuto e i suoi capelli gufosi, pensò Tomoyo in quel momento; entrando poi nella palestra seguita da Akaashi.

“Dove sono le manager?”
Chiese Kuroo ad un Tooru in lacrime.
“La tua manager ha rapito la mia sorellina! Insieme a quel maniaco di gufetto-chan! Non voglio diventare zio così presto!”
Urlò il capitano, mettendosi le mani tra i capelli.
“Lo sei già, Idiokawa”
Lo prese a sberle Iwaizumi.
“Capisco”
Mormorò Kuroo con un tick all’occhio.

“Non pensi che dovresti fare il tifo per il tuo ragazzo?”
Chiese Kori agitando una bandierina, fornitele prontamente da Bokuto.
“Non è il mio ragazzo”
Borbottò Tomoyo, agitando svogliatamente la sua.
“Beh allora pensala come una vendetta nei confronti di un certo corvo”
Bisbigliò Kori con fare cospiratorio.
Alla castana si accesero gli occhi alla parola ‘vendetta’.

Akaashi era al servizio, pronto per iniziare la partita contro la Karasuno.
L’alzatore avversario, Kageyama Tobio, lo guardava dall’altra parte della rete con occhi concentrati.
Prese un grosso respiro prima…prima d’iniziare a sentire un coro provenire dalle panchine.
Tutti si girarono a guardare.
Trovarono Tomoyo a saltare sulla panchina agitando le bandierine, per la precisione quattro per ciascuna mano.
“Forza forza Fukurodani! Siete i migliori Fukurodani! Vincete Fukurodani! Viva. I. Gufi!”
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Akaashi pensò che avrebbe dovuto trovarla ridicola, tuttavia il primo pensiero che gli saltò in mente fu che era…’pucciosa’, si esattamente quel vocabolo così poco da lui. Ma che esprimeva perfettamente Tomoyo in quel momento.
“Akaashi Keiji sei il migliore alzatore di tutto di tutto il Giappone! ~♥”
Continuò a cantare la castana.
Akaashi si dovette girare un attimo.
“Akaashi ma stai perdendo sangue dal naso?!”
Chiese Bokuto avvicinandosi al compagno.
“Ehi, il miglior alzatore è il mio Onii-chan!”
Borbottò Kori, smettendo un attimo di fare un video ricordo con il cellulare.

Dall’altra parte della rete intanto, Hinata si avvicinò ad uno sconvolto Kageyama.
“Neh Kageyama, ma Tomoyo-san non tifava per te come alzatore?”
“A quanto pare ha decisamente cambiato idea”
Rispose Tsukishima per il moro, troppo sconvolto dal balletto della ragazza, che fino ad alcuni giorni fa gli andava dietro.
Beh ora poteva capire che si era perso. Non era niente geloso dell’alzatore della Fukurodani.
Pensò guardando ancora la castana che mandava un bacio fluttuante ai gufi.
Ed Akaashi perse ancora sangue dal naso.

“Forse ho un pochino esagerato”
Mormorò imbarazzata Tomoyo, aiutando Akaashi a pulirsi il sangue dal naso.
“Figurati…è solo che era la prima volta che una ragazza faceva un tifo del genere per me”
Borbottò il ragazzo, imbarazzato quanto e forse anche di più della manager.
“Ah si?”
‘Questa può essere un’informazione prezioooosa’
Bisbigliò una vocina, quella di Kori, nella mente della piccola Oikawa.
Scosse la testa per riprendersi e prese un altro fazzolettino.
“Mi sono lasciata trasportare da Kori, spero almeno che non metta il video su internet, sarebbe molto più imbarazzante delle foto pubblicate da Tooru”
“A me piacerebbe vederlo”
‘Vedere il video di una ragazza continuamente non è assolutamente una cosa da pervertiti, tranquillo’
Bisbigliò un’altra vocina, quella di Kuroo, stavolta nella testa di Akaashi che si sarebbe volentieri preso a testate, ma stava già perdendo sangue dal naso e non voleva esagerare.
Restarono così in silenzio, immersi nei loro pensieri.
Per Tomoyo non sembrava strano medicare Akaashi, anzi era molto più piacevole di quando medicava Tooru che continuava a lagnarsi. Sembrava come curare Hajime ma con qualcosa in più d’importante.
Akaashi da suo canto, si godeva tranquillo quelle piccole manine sul suo volto.
“Ehy ehy ehy! Akaashi!”
Siano dannati Bokuto ed i suoi capelli gufosi, pensò in quel momento il vice capitano, alzando lo sguardo sull’amico.
“Perché non vai a riposarti un attimo in camera? Sembri mooolto stanco”
Sorrise sornione Bokuto.
Il resto della squadra, a quelle parole, trasalì. Senza Keiji non erano per niente sicuri di saper gestire Bokuto e i suoi momenti emo, ma questo ovviamente non importava al loro capitano.
“Hai perso molto sangue, perché non ti fai accompagnare da Tomo-chan? ♥”
Chiese angelicamente Kori, spuntando da dietro il gufo.
“Cos-?”
“Su Tomo, non puoi mica mandarlo da solo no?”
Chiese ancora la gattina, sbattendo le ciglia, sapendo benissimo che Tomoyo dopo quello avrebbe ceduto.
Akaashi invece non ebbe scelta. Per lui aveva già deciso Bokuto.

“Ti senti svenire?”
Chiese Tomoyo, mentre lei ed il gufo camminavano verso la stanza della Fukurodani.
“No, stò bene grazie”
“Menomale, hai perso un bel po’ di sangue”
“Uhm…credo di avere i capillari delicati”
Non poteva certo dirle che gli aveva smosso gli ormoni con il balletto, decisamente no.
“Beh eccoci, sei arrivato”
“Si, grazie per la compagnia”
“Figurati”
Mormorò Tomoyo con un leggero broncio.
La ragazza aveva del leggero amaro in bocca, e credeva che neanche il collutorio al gusto rosa di Tooru glielo avrebbe tolto.
C’era qualcosa che non andava, lo sentiva nella pancia, da una parte voleva intervenire ma dall’altra era troppo imbarazzata.
Solo una era la certezza però.
Aveva già superato il limite della decenza facendo quel balletto davanti a tutti.
“Tanto vale tentare”
Bisbigliò a sé stessa.
“Com-?”
Prima che il gufo potesse finire la frase, Tomoyo gli prese il viso tra le mani e, alzandosi in punta di piedi, gli stampò un bacio casto a fior di labbra.
Subito dopo prese la rincorsa e sparì nel corridoio. Lasciando Akaashi con le guance rosse e la bocca spalancata, ed ehi, non era mica una cosa che gli succedeva tutti i giorni!

“Ma quanto ci mette Tomo a tor-“
Anche Kori non riuscì a finire la frase.
Davanti a lei sfrecciò a velocità massima l’amica, con il volto rosso.
Alla mora si drizzarono le orecchie da gatta e non perse un secondo a seguirla in camera.
Cinque minuti dopo era Kori a tirare Tomoyo per le gambe, mentre quest’ultima era incollata al letto stile polipo.
“Devi dirmi cos’è successo, ora!”
Gridò la gattina.
“Giammai!”
Urlò la castana.
“Non puoi tenermi sulle spine in questa maniera, è crudele!”
“Questo segreto lo porterò nella tomba!”
“Gnoooooooo!”
Sarebbero state capaci di andare avanti ancora per tutta la giornata, se non fosse intervenuto Kuroo che diede un calcio alla porta per aprirla.
“La squadra ha bisogno della sua manager!”
Sorrise tranquillo(?).
“Si!”   “No!”
Gridarono in coro le due.
Kori cercò di nascondersi sotto le coperte con l’amica, ma il micione riuscì in qualche modo a trascinarla via.
Tomoyo rimase così da sola, rossa sulle guance e rannicchiata sotto le coperte che le facevano da scudo contro il mondo esterno. A pensare alla cavolata che aveva appena fatto.

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Capitolo 16
*** Tristezza & Risposta ***


Angolino di Net: Ciao a tutte! Siamo al penultimo capitolo di questa storia, che tristezza...comunque speriamo che vi possa piacere anche questo capitolo dove, finalmente, succederà qualcosa di bello [più o meno] per la nostra Kori!
Buona lettura.


 

Tristezza & Risposta 

“Waaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! Non è giusto! Ormai non riesco più a contare le volte che abbiamo percorso di corsa questa collina! Sono troppe!”
Urlò Hinata, iniziando per l’ennesima volta a correre in salita.
“E’ soltanto colpa tua. Se avessi preso quell’alzata avresti fatto punto! E di sicuro non avremmo perso.”
Ribattè Kageyama all’amico.
“Eh?! Dici sempre così! Ma poi l’hai fatta troppo corta!”
“Silenzio voi due!”
Urlò Daichi, guardandoli male, mentre il resto della squadra si faceva una risata.
“Hoy, Noya guarda! Lassù la finestra della camera delle manager, stamattina è spalancata, che strano.”
“Effettivamente...aaaah, la nostra bellissima Shimizu dorme in quella stanza. Sarebbe un onore vederla riposare...”
I due si fermarono a fantasticare. Ma vennero riportati alla realtà da un urlo del loro capitano.
La finestra della camera, in realtà, era aperta per un motivo soltanto. Kori e Tomoyo quel giorno, nonostante fosse metà mattina, erano ancora in camera.
Sedute. Con la schiena al muro, entrambe semi-depresse per gli affari loro. Avevano aperto la finestra per...”far uscire la negatività” (parole loro).
“Sta per finire eh?”
Disse Tomoyo, guardando davanti a se e stringendo le ginocchia al petto.
“Già, sta per finire. Beh ci siamo divertite no?”
“Si! Siamo state insieme quando invece pensavamo di star divise!”
“Giusto! Vivendo varie esperienze!”
Entrambe si guardarono sorridendo, pronte ad elencare i punti positivi. Iniziò Tomoyo allegra.
“Come vedere un gufo!”
E continuò Kori, con lo stesso sorriso.
“O trovare Mr.Kuro-chan!”
Le due ragazze si guardarono negli occhi e, dopo aver realizzato le loro frasi...tornò la depressione. Probabilmente le parole Gufo e Kuro dovevano restare un po’ lontane. Almeno per il momento...
 
Nello stesso tempo in palestra, Kuroo stava spiegando a Lev, per l’ennesima volta, come murare decentemente.
“Hai capito adesso? Sarà la centesima volta che te lo ripeto. Anche l’altra sera con Hinata ci abbiamo provato e mi sembrava avessi capito.”
Lev non rispose, continuò a guardare Kuroo con aria assente.
“Hooooy, Lev. Per pranzo ci sono cavallette fritte!”
“Eh?! Cosa?! Ma che schifo!”
“Si può sapere a che stai pensando? Scommetto che non mi hai nemmeno ascoltato.”
Il russo guardò la panchina della Nekoma, dove vi era seduto solo il loro coach.
“Credo che Kori sia giù per qualcosa. E mi dispiace, vorrei fare qualcosa per aiutarla anche perchè siamo... “
Si creò una leggera aria di depressione intorno a Lev, che Kuroo notò ma cercò di ignorare.
“...amici.”
“E, cosa ti fa pensare sia triste? Secondo me è una tua impressione sai? Non credo affatto che...”
“No, ne sono sicuro. Stamattina ha mandato un messaggio a Kenma dicendo che non sarebbe venuta per colazione. E non c’èra nessuna emoction.”
Disse serio Lev guardando Kuroo, mentre anche quest’ultimo iniziava a preoccuparsi. Sapendo benissimo di essere lui, la causa della tristezza di Kori.
 
Finalmente dopo un po’ sia Kori che Tomoyo scesero. Ma si fermarono a metà strada.
“Kori. Che si fa? In quale palestra andiamo?”
“Mi dispiace ma io non voglio andare dalla mia squadra, non sono ancora psicologicamente pronta per passare troppo tempo a contatto con Kuroo. Nè visivamente nè altro...anche se mi ha portato via di forza ieri.”
“Ed io non posso andare dalla Seijo, sta giocando nella palestra della Fukurudani. Non posso vedere Akaashi...”
“Tanto prima o poi dovrai.”
“Preferisco sia poi invece che prima.”
“Non rubarmi le battute!”
Alla fine le ragazze, dopo essersela giocata, optarono per la palestra dove si stava allenando la Nekoma. La mora (senza dirlo a Tomoyo)  spiegò la situazione a Nekomata, che fu felice di accettare un’altra bella ragazza in panchina.
“Chi gioca ora coach?”
Chiese Tomoyo curiosa al coach. Quello si girò a guardarla sorridendole. Anche se sembrava più un ghigno che un sorriso, Tomoyo capì che l’intento non era spaventarla.
“Giochiamo con la Karasuno. Ora i giocatori si stanno riscaldando, gli faccio fare sempre qualche giro di campo prima.”
“Wow, è utile?”
“Se non si distraggono si.”
Tomoyo immaginò la scena nella sua testa. L’Aoba che correva prima di una partita; poi la frase: se non si distraggono si.
E li le venne in mente Tooru che cantava: avanti popolo! Alla rivolta!
Metodo sicuramente da escludere per la sua squadra.
Kori, accanto a Tomoyo, guardava i giocatori riscaldarsi. Ma, naturalmente, soltanto uno catturò la sua attenzione. Kuroo. La ragazza guardò il capitano con aria triste. Quando Kuroo si accorse passò a guardare Kenma, e li partì una sghignazzata. Il povero Kozume  era rimasto dietro a tutti, in quanto a resistenza faceva proprio schifo...
Finito il riscaldamento, Lev si sedette accanto all’amica. No. Non giocava nemmeno quel giorno. Gli esercizi con Yaku e con Kuroo non erano serviti a nulla ed i due cominciavano a dubitare delle loro abilità di insegnanti.
“Eri con Tomoyo allora eh?”
“Oh Lev, ciao... ”
Lev guardò Kori sorridendo..
“Come stai?”
“Bene perchè? Ho l’aria di una che non sta bene? Ti sembra che sia depressa? Non sono affatto triste pfff! Sto benissimo!”
Il russo continuò a guardarla in silenzio, facendo una smorfia con la bocca.
“Hai ragione. Sono giù...”
“Cos’è successo?”
“Diciamo che...più o meno...la persona che mi piace mi ha respinto.”
Disse Kori, guardando la squadra.
“Ora si spiegano molte cose....però Kori, sai...alcune volte il vero amore è proprio una delle persone più vicine a noi. E noi e spesso non ce ne accorgiamo.”
E nel momento in cui Lev disse la frase, davanti alla panchina passò Kenma che stava facendo l’ultimo giro. Stanco morto e con un’aria tremendamente affaticata. Kori a quel punto guardò l’amico.
“Oh Lev, non essere ridicolo! Kenma è il mio prezioso Onii-chan!”
A Lev caddero le braccia, ed annuì facendo finta di nulla.
La partita finalmente iniziò.
“Che tu sia maledetto Tobio Kageyama! Spero tu perda con tutto il cuore!”
“Oh quindi stai tifando per la mia squadra...scusa qual’è il tuo nome?”
“Tomoyo, mi chiamo Tomoyo Oikawa coach.”
“Ah, la fidanzata del vicecapitano della Fukurudani! La mia manager mi ha accennato qualcosa. Che bella la gioventù.”
“Cos- Non è il mio fidanzato!”
Tomoyo ricevette una piccola gomitata da Kori.
“Ma vi siete anche baciati, come fa a non essere il tuo ragazzo?”
“Non centra nulla! Il fatto che ci siamo baciati non vuol dire che siamo fidanzati!”
“Certo, certo, e Yuno Gasai è una Tsundere.”
Arrivò l’ora del pranzo e tutte le squadre si ritirarono in mensa. Quel giorno faceva abbastanza caldo e tutti i giocatori, fra la stanchezza e la temperatura che si era alzata, non avevano nè la voglia nè l’energia per parlare. Ma ci sono sempre le eccezioni. Ricordiamolo...
“Hey-Hey-Hey! Sono stato fantastico anche stamattina! Anche voi siete stati molto bravi!”
Disse Bokuto, indicando tutta la tavolata. molto teatralmente poi.
“Tuttavia....Akaashi ti vedo distratto!”
“Scusa Bokuto-san... Mi rendo conto che non ero molto in forma stamattina. Mi rifarò nel pomeiggio.”
“Bravo. Così ti voglio Akaashi! Comunque non mi hai ancora detto cos’è successo ieri fra te e la manager dell’Aoba.”
Akaashi prese la ciotola di riso mettendosi a mangiare. Se c’èra una persona a cui non avrebbe mai detto nulla della sua situazione sentimentale, era proprio il suo capitano.
Per quanto fossero amici e per quanto gli volesse bene... era l’ultima persona a cui avrebbe detto una cosa del genere. Quindi fece l’indifferente, lo ignorò e continuò tranquillamente a mangiare.
“Akaashiiiiiiiiiiiii!”
“Scusa Bokuto-san, ne parliamo dopo va bene?”
 
Al tavolo della Nekoma la situazione non era molto rosea, per non dire critica. Lev e Kori, che di solito parlavano e ‘giocavano’ fra loro, erano in silenzio.
Kuroo non aveva il coraggio di guardare nè Kori, nè Kenma, Kenma era forse l’unico normale che, approfittando del silenzio degli altri tre aveva iniziato a giocare col suo cellulare.
Tutto il resto della squadra, invece, si stava chiedendo il motivo dello strano silenzio. Che il capitano avesse messo in castigo Lev e Kori? Probabile.
Dall’Aoba Josai, Tooru stava facendo il quinto, si quinto, grado a Tomoyo.
“Sorellina, dove sei stata stamattina? Con chi? Perchè non sei venuta a vedermi? Irihata è così arrabbiato...Iwa-chan è così dispiaciuto. Sai che abbiamo giocato con gufetto-chan?”
Andò avanti con le domande per circa tre minuti senza mai riprendere fiato e la squadra aveva smesso di mangiare per cronometrare quanto il loro capitano resistesse. E dopo tutta la sfilza di domande fatte da Tooru, Tomoyo rispose soltanto con un:
“Non ci sarò nemmeno di pomeriggio”
E così fu.
Kuroo sospirò per l’ennesima volta dall’inizio degli allenamenti pomeridiani e Kenma, accanto a lui, lo guardò fermando i palleggi sul quale si stavano allenando in coppia.
“Che c’è? Sarà la centesima volta…”
“Davvero? Non sai nulla?”
Kenma inclinò la testa con fare interrogativo. Immaginava si trattasse di sua sorella ma effettivamente no, lui non sapeva nulla. Si sedettero entrambi a terra ed il biondo si fece raccontare tutto.
“Oh…capisco, l’hai friendzonata.”
“Non l’ho friendzonata, non le ho risposto.”
“Hmmm…e perché?”
Il moro guardò un attimo verso la panchina dove vide Kori parlare con Lev, successivamente tornò a guardare Kenma.
“E’ tua sorella…”
“Gia, com’è crudele la vita.”
“Non intendo questo! E’ che forse sono influenzato dal fatto che sei il mio migliore amico e mi sentirei in colpa a dirle di no…”
 “Tu che ti fai prendere da queste paranoie? Ma fammi il piacere…qual è il vero motivo?“
Kuroo rise leggermente.
“Kenma sei davvero irritante quando scopri così facilmente le bugie lo sai?”
Passò qualche attimo in cui nessuno dei due parlò, poi fu Kuroo e riprendere parola.
“Siamo due opposti. Inoltre è davvero troppo infantile e ingenua.”
“Oh…due opposti eh?”
Kenma si alzò recuperando un pallone.
“Kuroo, credo sia inutile che tu ne parli con me. Penso che…in fondo sai già quello che farai… Quindi ogni cosa che dirò sarà superflua.”
Il moro lo guardò ridendo leggermente.
“Ti ho mai detto che sei irritante?”
 
Intanto nella palestra dove stava giocando la Fukurudani...
“Akaaaaashi! Ma insomma stai sbagliando! Concentrati!”
“Bokuto-san, quello che sta sbagliando sei tu...le mie alzate vanno bene, se poi tu schiacci e te la murano è impossibile che io riesca a prenderla.”
Tutti fecero una pausa. Bokuto dette una gran pacca sulla schiena ad Akaashi facendolo quasi strozzare con l’acqua che stava bevendo.
“Akaashi, forse non te l’ho detto. Ma io sono un esperto d’amore. Con la mia ex, Nao, abbiamo vissuto momenti bellissimi. Quindi se hai da chiedere qualcosa al tuo capitano chiedi pure!”
Akaashi si diede due colpi al petto per cercare di non strozzarsi, Bokuto continuò a parlare.
“Non mi credi èh? Pensi io sia scemo? Pensi non mi sia accorto del legame che hai stretto con la manager dell’Aoba? Hai fatto un bel colpo Akaashi, proprio un bel colpo! E’ carina e sembra simpatica. Se vuoi i miei consigli te li darò volentieri!”
Akaashi finalmente si riprese e si fece aria con la maglia, poi guardò il suo capitano.
“Bokuto-san, quanto tempo siete stati insieme tu e...Nao-san?”
“Un mese...ah ma una settimana lei è stata al ritiro di atletica! E cinque giorni io sono andato dai miei nonni. Inoltre qualche volta il sabato lei andava a teatro. Io ci sono andato una volta però mi sono addormentato, quindi ho smesso...quindi successivamente ci vedevamo solo a pranzo e poi...”
Bokuto iniziò a deprimersi, ed i suoi gufosi capelli sembrarono afflosciarsi,  una lacrimuccia gli uscì dall’occhio destro.
“Naooooooooooooooooooooooooooo! Sono stato uno scemoooooooo!!!!”
“Su Bokuto-san su, ne troverai un’altra...Forse.”
Disse Akaashi, dando due leggere pacche sulla spalla all’amico...sempre più depresso.
 
Quella sera, dopo cena, passata in silenzioso silenzio al tavolo della Nekoma e come  a pranzo dall’Aoba, Tomoyo e Kori decisero di farsi una passeggiata.
“Che giornata particolare…”
“Già, non avrei mai pensato di trovarmi a tifare per la Nekoma sai?”
Constatoò Tomoyo ridendo.
 “Sei stata tu a voler evitare gufetto-chan  <3 !”
“Ora ti ci metti anche tu?”
Tomoyo guardò male Kori, che un po’ se la rideva.
“Tomo, sinceramente non capisco perchè hai voluto evitare il vicegufo. Credo lui ricambi i tuoi sentimenti e se ti confessi accetterà sicuramente il tuo amore. Se lo guardi si vede che è innamorato...”
“Dici davvero?”
“Veramente no, lo dico per incoraggiarti. La sua faccia apatica non fa trasparire nessun’emozione secondo me.”
“Io ti strozzo!“
Tomoyo mise, in modo scherzoso, le mani al collo dell’amica iniziando a scuoterla avanti e dietro.
“Aaaaah! Mi fai il solletico!”
Entrambe sentirono un colpo di tosse. Questo le fece fermare e voltare indietro. A guardarle, divertito, c’èra Kuroo. Tomoyo guardò l’amica.
“Beh...buona fortuna.”
Poi si allontanò, sperando bene per Kori.
L’aria che tirava fra i due gatti non era della migliori. Si poteva tagliare col coltello. Nessuno dei due riusciva a guardare l’altro. Nè il micione nè la gattina, in un primo momento riuscirono a sferrare parola e passarono due minuti buoni in silenzio senza guardarsi in faccia.
“Sai, Kori, ho riflettuto un po’ su quello che ti ho detto...”
“Oh, si capisco...”
In realtà Kori non capiva. Di solito si rifletteva su cosa diceva l’altro, non sulle proprie parole.
“Credo di averti dato dell’infantile soltanto perchè hai due anni in meno. Diciamo che non è stata proprio una cosa carina da parte mia...”
“No, non lo è stata Kuroo...”
Calò di nuovo il silenzio fra i due. Finalmente dopo un po’ Kuroo guardò Kori sorridendo. Lei invece lo guardò quasi impaurita.
“Che ne dici, per ora, di conoscerci meglio?”
“....Eh?”
“Noi due...Di uscire insieme. Senza affrettare le cose.”
A quel punto sorrise anche Kori, e quasi piangendo, annuì felice.

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Capitolo 17
*** Non è un Addio, Ovviamente ***


Angolino di Fri: E...questo è l'ultimo capitolo...che tristezza ç_ç.
Ringraziamo tutte le ragazze che hanno commentato o comunque seguito questa storia, noi ci siamo divertite a scrivere questa storia e speriamo che abbia strappato una risata anche a voi, ed adesso vi auguro per l'ultima volta una buona lettura!
Ps: in realtà il titolo di questo capitolo ha anche un altro significato u.u



Non è un Addio, Ovviamente

La mattina dell’ultimo giorno del campo estivo, la piccola Tomoyo Oikawa era forse addirittura più impegnata degli altri giorni.
Perché?
Perché Tooru non riusciva a chiudere la sua valigia.
“Tutti gli altri si sono portati solo alcuni cambi, tu idem. All’andata questo affare si chiudeva, quindi…mi vuoi dire perché cavolo adesso non si chiude più?!”
Urlò la castana saltando sulla valigia del fratello per farla chiudere.
“Dovevo comprare dei souvenir per la famiglia sorellina! Se non ci pensavo io, chi lo faceva?!”
Obiettò Tooru, dando una mano alla sorella.
“Io mi domando piuttosto...quando è uscito a comprarli?”
Mormorò Hanamaki.
“Chi lo sa”
Mormorò Matsukawa.
Iwaizumi di fianco a loro scuoteva la testa rassegnato, prima di essere chiamato in causa.
“Haji-nii!” “Iwa-chan!”
Urlarono in coro i due fratelli con le lacrime agli occhi.
A quel punto, l’asso della Seijo,  davvero non vedeva l’ora di tornarsene a casa propria, lontano dalla famiglia Oikawa.

“Dov’è la piccola Oikawa?”
Chiese Kuroo, vedendo Kori tutta da sola che riordinava la sua parte di cucina e al contempo dava da mangiare a Mr. Kuro-chan. Naturalmente il gattino era stato approvato da Kenma, non tanto per le suppliche di Kori ma perchè appena il biondo aveva visto gli occhioni brillanti del gatto, come la sorella, se ne era innamorato.
“Ha dei problemi con Tooru”
Rispose la gattina tutta raggiante.
“Che novità”
Mormorò Kenma dietro di Kuroo, giocando con il cellulare.
“Capisco, quando vi salutate?”
Chiese ancora il capitano, accarezzando la testa della manager.
“Davanti ai pullman”
Disse Kori sorridendo.

“Questa cosa è davvero imbarazzante”
Borbottò Tomoyo, seduta sopra Iwaizumi, seduto a sua volta sopra la valigia di Tooru.
Il capitano guardò bene la sua valigia e cercò di chiuderla…non riuscendoci.
“Ci serve del peso in più!”
Urlò disperato.
“Iwa-chan! Fa alzare Tomoyo, io mi siedo sopra di te e lei sopra di me, Kindaichi! Tu prova a chiuderla!”
Ordinò poi.
Sua sorella stava per dargli un pugno in faccia, ma fece quanto detto poiché il tempo scarseggiava.
Si alzò da Iwaizumi e fece sedere Tooru, sedendosi poi sopra di lui.
Kindaichi si avvicinò imbarazzato e cercò con tutte le sue forze di chiuderla. Facendosi aiutare anche da quella povera anima pia di Kumini.
Niente.
La stramaledetta valigia non voleva chiudersi.
“Dobbiamo buttare della roba”
Obiettò Iwaizumi.
“Non ci pensare nemmeno Iwa-chan! Le mie cose sono sacre!”
“Per questo mamma pulisce sempre quando non ci sei...”
“Crudeli!”
“Oikawa-chan”
Yahaba si intromise nella conversazione dei tre chiamando Tomoyo.
“Si?”
“C’è il vice della Fukurodani che vuole parlarti”
A Tomoyo quasi vennero i capelli bianchi e si rifugiò, volontariamente, nelle braccia del fratello che esultò entusiasta stringendola forte.
“La mia piccola sorellina ♥”
Ci pensò Iwaizumi a risolvere la situazione, dando una sberla sul collo di entrambi.
“Non fuggire, sei una donna forte”
Disse alla ragazza, che conosceva fin da quando era piccola.
“Ma…”
“Ti sei confessata due volte e sei stata respinta altrettante, peggio di così non può comunque andare”
“Va bene…”
“Brava bambina”
Tomoyo si alzò da Tooru ed uscì fuori dalla stanza, trovando Akaashi appoggiato alla parete.
Era fuori solo da alcuni secondi e già voleva scappare ed andare da Kori.
Ma il gufo alzatore la sorprese.
“Voglio provarci”
“…Eh?”
Keiji sospirò staccandosi dalla parete per avvicinarsi alla ragazza.
“Mi sembra ormai chiaro che tra noi c’è una forte attrazione e, sinceramente, vorrei che si trasformasse anche in qualcosa di più”
“Sei…serio?”
“Si”
“Ma abitiamo lontani…”
“Io sono altamente sicuro di poter mantenere una relazione monogama”
“Beh anch’io se è per questo”
“Allora che problema c’è?”
Tomoyo gonfiò le guance pensandoci su. Non ne vedeva nessuno in effetti.
“Quindi…siamo findanzati?”
Mormorò piano.
“Si”
Sorrise leggermente Akaashi.
Sorriso che comparve anche sul volto della ragazza.
“Allora…ci vediamo agli autobus”
“Si, a dopo”
Il gufo si avvicinò per darle un leggero bacio sulla guancia e si allontanò.
Tomoyo, solo dopo che si fu assicurata che Akaashi si fu allontanato, corse verso le cucine dove si buttò letteralmente su Kori. Facendola cadere all’indietro.
“Immagino che sia finita bene allora”
Rise la gattina, stringendo a Tomoyo che rideva con lei.

Intanto nella stanza della Seijo, tutti i componenti della squadra si dovettero appoggiare sulla valigia del loro capitano per riuscire finalmente a chiuderla.

“Mi mancherai tantissimo!”
“Anche tu!”
Si urlarono a vicenda le due ragazze, stringendosi forte prima di doversi separare.
“Ci sono ancora alcuni giorni prima della fine delle vacanze, dobbiamo assolutamente vederci per poter parlare meglio di alcune cose”
Sorrise Tomoyo staccandosi dall’amica.
“Sicura che vuoi passarli con me?”
Chiese Kori ammiccando.
“Con lui posso sentirmi anche al cellulare”
Borbottò la castana arrossendo.
Kori rise e le diede un bacio sulla guancia.

Mentre anche tutti gli altri si salutavano, Bokuto in lacrime e Tooru minacciando Kageyama, le due amiche si diedero il loro ultimo abbraccio della giornata, salendo poi ognuna sul proprio autobus.
“Aaah che campo estivo magnifico ♥”
Mormorò Kori, rilassandosi sul suo sedile con il nuovo gattino in grembo.
“Ce ne saranno anche altri nei tuoi prossimi due anni”
Ghignò Kuroo, sedendosi accanto a lei, facendole brillare gli occhi.
“Ma questo è stato il migliore!”
“E dovrò sorbirmela anche a casa…”
Borbottò Kenma.

“Tomoyo, siamo appena partiti e sei già al cellulare?”
Chiese curioso Tooru, sporgendosi dal suo posto per controllare lo schermo della sorellina.
“Fatti gli affari tuoi!”
Rispose lei dandole un calcio.
“Lo dico a mamma!”
“Ed io a Tara!”
“Qualcuno mi dia un tranquillante”
Bisbigliò Iwaizumi sfinito.

Le due ragazze credevano che avrebbero passato l’estate con l’eterna sfiga che avevano visto altre volte in un personaggio di un gioco di Kori. Ma alla fine era andata meglio del previsto.
Molto meglio a giudicare dai loro sorrisi.

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