Le 5 leggende: la Grande Guerra

di Emy Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Schieramenti ***
Capitolo 3: *** Nuovi spiriti al Laboratorio di Babbo Natale ***
Capitolo 4: *** Nuovi spiriti nella Tana dell'Uomo Nero ***
Capitolo 5: *** Una giornata più o meno ordinaria in una vita straordinaria ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

Sembrava quasi una mattinata come tante al Polo Nord, dove gli yeti stavano fabbricando giocattoli senza sosta e gli elfi...davano fastidio.
Come al solito, il clima era allegro seppur tutti si stessero dando da fare. Forse anche a causa del colorato Laboratorio di Babbo Natale. Era sempre stato impossibile non meravigliarsi stando in luogo tanto magico, non ci si abitua mai malgrado i secoli in cui vi si passa.
Tuttavia, i guai stavano arrivando.
"Ehy Fill, come ve la passate oggi?" la voce di Jack risuonò ovunque, allarmando gli yeti. Perché tutti sapevano che se era tornato il Guardiano del divertimento, i problemi sarebbero seguiti dopo poco.
Inutile dire che non venne accolto bene date le terribili occhiate che gli rivolsero. Questo perché l'ultima volta che era stato lì aveva mischiato tutti i barattoli di pittura, causando enormi pasticci e litigi tra i poveri e ignari mammiferi.
Questo fu circa un mese fa e, per questa sua biricchinata, Nord gli vietò di rimettere piede lì dentro per almeno tre settimane.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, Jack si sentì parecchio in colpa. Non credeva di creare così tanti problemi, voleva solo divertirsi e magari far sfuggire una risata anche al grande Babbo Natale.
Ma, purtroppo, ottenne l'effetto opposto.
"State tranquilli, sono solo venuto qui per una chiamata del vostro capo" spiegò prima di beccarsi una pugno allo stomaco.
"Nessuno è comunque felice di rivederti, Frost".
Quella voce accentata era irriconoscibile.
"E' un piacere sapere che sei qui, Coda di cotone" rispose a tono il giovane spirito sedendosi agilmente sulla ringhiera nella sala principale del Laboratorio, mentre il suo famoso ghigno prendeva posto sulle sue sottili labbra.
"Su ragazzi, la riunione non è nemmeno cominciata e voi già cominciate a discutere" li ammonì Dentolina. Era stata così veloce a frapporsi tra loro che quasi non l'avevano notata.
Intanto, anche Sandman entrò nella stanza, con sul paffuto volto un tenero sorriso. Sembrava quello di un bambino, anche se negli occhi si poteva comunque vedere una saggezza millenaria.
"Ehilà Sandy!" esclamò Jack facendo un cenno del capo verso di lui, in segno di saluto.
Anche Calmoniglio sorrise. D'altronde lui e l'omino dei sogni erano sempre stati molto uniti. "Ciao amico" disse sinceramente felice di rivederlo.
Dentolina si limitò a fargli un saluto con la mano, anche lei contenta.
"Finalmente siete tutti qui!" quella forte voce fece tremare il pavimento quasi quanto i passi del suo proprietario. "Vi siete affrettati, vedo".
Nord era davanti al grande camino, le braccia incrociate in segno di soddisfazione.
"Mi sembra strano che il caro ghiacciolo non sia arrivato in ritardo, oggi" fu la battuta del Pooka, il corpo appoggiato ad una delle colonne di legno finemente decorate.
"I migliori si fanno sempre aspettare" ribatté il ragazzo, per poi fargli l'occhiolino e muovere la bocca per simulare un silenzioso "chiamami".
Il coniglietto di Pasqua non poté fare a meno di arricciare il naso disgustato.
"Voi due essere sempre molto divertenti" rise Nord tenendosi la pancia, "ma ora noi avere questioni importanti di cui parlare?".
"Di che tipo?" domandò Dentolina, mentre sulla testa di Sandy comparve un punto interrogativo.
"Arrivato importante messaggio stanotte" spiegò Nord, ora divenuto serio. Portò una mano in tasca e tirò fuori un foglio piegato in quattro. "Calmoniglio, ci faresti questo onore?" chiese cortesemente l'omone passandogli il pezzo di carta.
Il Guardiano della Speranza sbuffò, per poi aprire spiegare il foglio e cominciare a leggere a voce alta: "Guardiani, dopo l'ultima battaglia ho capito che sconfiggervi da solo è impossibile, ma anche che questa nostra eterna guerra durata secoli non avrà mai fine se non ci decidiamo porne una. E' dunque tempo di terminarla una volta per tutte e questa volta non solo io contro di voi."
Sguardi confusi furono in un istante sul volto di tutti Guardiani.
"Che diavolo vuol dire?" chiese Calmoniglio.
"Continua a leggere" lo intimò Nord facendo un cenno con la mano.
Il Pooka sbuffò e riprese: "Ho chiesto quindi all'intera comunità di spiriti di schierarsi da una delle due parti- che cosa?!"
"Hai avuto mia stessa reazione" disse Nord.
"E' stato Pitch a scriverla?" domandò Jack stranamente serio. Se il loro nemico fosse tornato, temeva che Jaime sarebbe stato il suo primo bersaglio.
"Sì" rispose il Guardiano della meraviglia. "Pensavo che nessuno avrebbe voluto aiutarlo, ma mi sbagliavo. Sotto c'è lista di persone che si schierano da nostra e sua parte".
A quel punto, Calmoniglio mise la lettera su un tavolo affianco a loro, in modo che tutti potessero vederla. In pochi secondi, tutti i Guardiani erano attorno al foglio, intenti a leggere i nomi degli spiriti.
"Questa sarà davvero una grande guerra".
 
-O-

NOTA AUTRICE: Ammetto che è la prima volta che faccio una cosa del genere, ma quando mi è venuta quest'idea in mente non potevo non scriverla.
Se ancora non avete capito di che si tratta, gli spiriti che si schierano saranno i vostri OC. Tra quelli che mi scriverete, sceglierò personalmente quelli che preferisco e ritroverete i vostri personaggi nella mia storia!
Beh, spero partecipiate in tanti!

Regole:
- Il vostro personaggio OC può essere sia maschio che femmina (non fate tutti femmine). Potete dare anche sembianze non umane ai vostri personaggi.
- Avete a disposizione due OC, in caso vogliate siano una coppia o che si piacciano più avanti.
- Non accetto personaggi Mary Sue, quindi curateli bene.
- Chi parteciperà dovrà recensire ogni capitolo, o almeno uno sì e l'altro no, altrimenti il suo OC sarà fuori gioco.
- Non è detto che rispetterò la relazione che vogliate, poiché è possibile che più di uno vorrà mettersi con un determinato personaggio. E possibile vi metterò anche con altri OC :).
- Lasciatemi una recensione per farmi sapere che partecipate e di che sesso saranno i vostri personaggi. La scheda dovrà essere inviata per messaggio privato, altrimenti non è valida.
- Potete mandarmi le schede entro il 19/06.
- Dovrete seguire la scheda qui sotto.

Scheda:
- Nome:
- Secondo nome (facoltativo):  
- Cognome:
- Aspetto (dettagliato, descrivete tutto il corpo e cosa indossa):
- Età che dimostra:
- Carattere (dettagliato, non scrivetemi cose come "simpatico" o "divertente" e la finite lì):
- Spirito del/della...:
- Poteri/Armi che usa:
- Si schiera con:
- Passato da umano:
- Possibile relazione (Facoltativo. Non mi mettete tutti Jack Frost, siate originali):
- Non voglio una relazione con (sarà rispettato):
- Amicizie:
- Inimicizie:
- Orientamento sessuale:
- Cosa gli piace:
- Cosa non gli piace:
- Perché si schiera in quella parte:
- Prestavolto (facoltativo):
- Altro (facoltativo):

Se avete domande fatemele con una recensione.
Alla prossima!
Kisses, Emy.

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Capitolo 2
*** Schieramenti ***


Capitolo 1: Schieramenti


Il primo nome sulla lista era Aidan.
"Ecco il primo fesso che si schiera con Pitch" esclamò Jack.
"Fessa" precisò Calmoniglio.
"E' una femmina?" domandò il ragazzo. Malgrado avesse alle sue spalle più di trecento anni da spirito, non aveva mai passato del tempo con i suoi..."simili".
"Una pazza" continuò il Guardiano della speranza.
"E' lo spirito della follia" spiegò Dentolina. "Non le sono mai andata a genio, non so esattamente il perché. Dice solo che tutti questi colori la disgustano".
Jack non poté fare a meno di pensare a quanto fosse ridicola quella situazione. "Sembra qualcuno da ricovero. Questo spiega perché si è alleata con Pitch".
Sandman non poté fare a meno di ridacchiare.
"Io non penso sia per questo" si intromise Nord. "Per Aidan essere probabilmente solo grande gioco. Non le interessa con chi si schiera, le basta fare esplodere qualcosa".
"Esplodere? E' questo il suo potere?" domandò ancora il ragazzo, sul volto un'espressione di incredulità. Possibile esistesse una persona tanto malata nel mondo?
"Esatto. Le basta dire boom e fa saltare in aria qualcosa" continuò Calmoniglio massaggiandosi le tempie con una zampa.
Ricordava ancora la prima e ultima volta in cui l'aveva incontrata, per strada: avendo un aspetto un umano, in un primo momento non aveva capito fosse uno spirito, ma quando la sentì ridacchiare qualcosa toccando la gomma di una macchina, quest'ultima esplose, svegliando l'intero vicinato.
La vide poi ridere divertita, tenendosi a un muro per reggersi in piedi.
"E' stato fantastico!" esclamò tra una risata e l'altra, mentre la macchina cominciò a prendere fuoco.
Da quel giorno, se la rivedeva da qualche parte, cambiava subito strada.
"Okay, chi è il prossimo?" domandò Dentolina, curiosa di saperne di più.
"Pride Blinder" lesse Calmoniglio, "Questo non l'ho mai sentito".
Gli altri si avvicinarono confusi per leggere il nome, forse pensando che il loro compagno avesse sbagliato.
"Qualcuno di voi lo conosce?" chiese Dentolina preoccupata. Continuava a chiedersi com'era possibile che ci fosse uno spirito al mondo che loro non conoscevano. Abitavano la Terra da ormai secoli, forse millenni!
Gli altri, però, scossero la testa.
"Questa cosa essere parecchio preoccupante" affermò Nord, anche lui pensieroso.
"Com'è possibile non lo conosciate?" domandò incredulo lo spirito dell'inverno. Non che lui lo conoscesse, ma non poteva credere che per loro era lo stesso.
"Disse quello che non ne conosce uno" lo schernì il coniglietto di Pasqua, le zampe ancora in crociate al petto.
L'albino fece per ribattere, ma venne interrotto dalla voce di Dentolina. "Ragazzi, si è schierata con lui anche Kaytlin!"
"Kaytlin? Intendi Kaytlin Diana Loyar? Quella Kaytlin?" finalmente c'era un nome che Jack conosceva. "Non era lo spirito del coraggio?"
Per rispondergli, Sandman annuì.
L'aveva incontrata una volta a Burgess, in una notte di inverno. Le strade erano deserte e lei era l'unica figura che girovagava per le strade. Si accorse che era uno spirito solo quando il suo corpo cambiò forma, prendendo le sembianze di una creatura metà lupo e metà umana.
"Non mi stupisco: è parecchio facile da corrompere e Pitch in questo è bravissimo" spiegò Calmoniglio.
"Questo essere vero" disse il Guardiano della meraviglia, prendendo intanto una tazza di latte e cominciando a sorseggiare. Quando però lesse il prossimo nome, quasi non si strozzò.
Il povero Babbo Natale cominciò a tossire forte, sputacchiando latte ovunque. Dentolina intervenne subito, dandò forti pacche sulla schiena dell'omaccione.
"Per tutti i biscotti!" esclamò Nord. "Contra essere con lui!"
"Chi?" chiese Jack confuso. Non aveva mai sentito un nome del genere, lo trovava alquanto bizzarro.
"Contra Alope Diavìl" disse Calmoniglio "lei e sua sorella, Anti Cato Diavìl, sono gli spiriti delle Dicerie".
"Contra avere conto in sospeso con me!" continuò Nord. "Per colpa sua ora per le persone sono uomo panciuto con ridicolo cappellino che beve coca-cola!"
Frost scoppiò a ridere, mentre Sandman si trattenne.
"Anti invece è con noi" fece sapere Dentolina "ma non so se sia il caso di fidarci di lei".
"Sanno solo mentire e seminare zizzania, come possiamo anche solo pensare di dargli la nostra fiducia?" chiese incredulo il Pooka. "Tutti nella comunità le conoscono come Le Arpie!"
L'omino dei sogni si limitò a scuotere la testa e fare spallucce.
"Questi sono tutti gli alleati di Pitch" dichiarò la fatina dei denti. Sicuramente non si aspettava che alcuni spiriti potesse allersi con l'Uomo Nero e credeva fosse così anche per gli altri.
"Bene, ora vedere chi essere schierato con noi" disse Nord prendendo in mano il foglio. "Primo nome è Tubal Alexander Bellamy".
Calmoniglio si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito "Chissà perché sta dalla nostra parte". Era l'unico a sapere il grande segreto dell'uomo, ma aveva dovuto promettere di non dirlo a nessuno.
"E' lo spirito della Musica Rock" spiegò Dentolina prima che Jack domandasse.
"Davvero persona simpatica" sorrise Nord, al quale sembrava essergli passata la rabbia nei confronti di una delle gemelle Diavìl.
"Ora che ci penso credo di aver rovinato un suo concerto" ammise imbarazzato l'albino. "Volevo solo far nevicare un po', ma la situazione mi è leggermente sfuggita di mano. Mi sa che ora non mi può vedere".
"E fa bene" rispose ghignando il Guardiano della speranza.
"Con noi c'è anche la tenera Taty!" esclamò allegra Dentolina, "sono così felice di rivederla!".
"Essere davvero dolcissima" continuò Babbo Natale.
"Lo spirito dell'Innocenza?" chiese Calmoniglio.
"Sì!" rispose la fatina dei denti, svolazzando felice da una parte all'altra della stanza. Era sempre stata molto amica della ragazzina, non poteva fare a meno di passare un po' di tempo con lei ogni tanto.
"Cho Eien Himitsu essere anche da nostra parte" continuò Nord leggendo l'ultimo nome e guardando il Pooka alla ricerca di una sua qualche reazione.
"C-Cho?" domandò lo spirito della primavera, "intendi proprio Cho, lo spirito del vento e della comprensione?"
Se il suo viso fosse stato quello di un umano, sarebbe arrossito.
"Non sapevo che i canguri potessero innamorarsi" lo schernì l'albino, ancora seduto sulla ringhiera con uno dei suoi piedi a penzoloni nel vuoto.
Calmoniglio si ricompose immediatamente dirigendo uno sguardo omicida verso Frost. "Non sono un canguro! E nemmeno innamorato, stupidissimo ghiacciolo! Ci alleniamo solo occasionalmente insieme, ma niente di più."
"Cho è parecchio simpatica, è piacevole passare il tempo con lei" si intromise Dentolina. Come tutti gli altri spiriti, sapeva perfettamente che se si voleva fare affidamento su qualcuno, Cho era la persona ideale.
"E' anche persona perfetta per le chiacchierate" continuò lo spirito del Natale, "è sempre la benvenuta qui".
"Quindi questi sono gli spiriti" disse Jack. Non era una domanda, più un'affermazione. "Ci sarà da divertirsi."
 
-O-

NOTA AUTRICE: Questo capitolo è stato davvero difficile da fare, anche se non so realmente il perché. So che non succede nulla e che è corto, ma questo era per introdurre un po' i personaggi.
Fatemi sapere che ne pensate!
Mi scuso per i personaggi che non sono stati scelti, scusatemi tanto. Spero continuiate comunque a seguire la storia.
Beh, ci si vede alla prossima!
Kisses, Emy.

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Capitolo 3
*** Nuovi spiriti al Laboratorio di Babbo Natale ***


Capitolo 2: Nuovi spiriti al Laboratorio di Babbo Natale


Non ci volle molto per contattare gli altri spiriti, dopotutto questi sapevano che sarebbero stati chiamati da un momento all'altro.
Intanto, gli yeti continuavano con il loro lavoro, come se la notizia di quel giorno non ci fosse mai stata o non avesse una rilevante importanza. D'altronde cosa poteva fare una banalissima guerra tra gli spiriti di tutto il pianeta?
La prima ad arrivare fu Cho Eien Himitsu, puntualissima come al solito. I suoi leggeri passi risuonavano a malapena nell'aria e il suo corpo si muoveva aggraziato verso i Guardiani. Anche se era uno spirito, il suo aspetto era quello di una semplice scolaretta di diciotto anni, con la sua uniforme alla marinaretta tipica delle scuole giapponesi e le sue ballerine nere ai piedi. I suoi capelli neri le sfioravano dolcemente le spalle, mentre i suoi occhi a mandorla guardavano dritti davanti a sé.
"Cho, eccoti qui!" esclamò Nord venendole incontro, "essere sempre un piacere rivederti".
La ragazza gli rivolse un dolce sorriso facendo un leggero inchino. "E' un piacere anche per me, Nord-san"
"Mi chiedevo quando sarebbe stata prossima volta che mi avresti fatto visita. Cioccolata calda sempre a tuo servizio" continuò allegro lo spirito del Natale, facendo ovviamente brillare gli occhi di Cho, la quale va matta per la cioccolata calda.
"Grazie mille" si inchinò nuovamente la giovane, per poi venire investita da un abbraccio di Dentolina.
"Da quanto tempo!" disse la fata, per poi sciogliere la stretta. Aveva sempre apprezzato la tranquillità di Eien, anche se sapeva fosse molto coraggiosa e sempre disposta a riportare la pace.
"Finalmente ti fai rivedere" si intromise Calmoniglio rivolgendole un sorriso. Provava un senso di rispetto per lei e spesso si rivedeva in quella ragazza.
"Ho pensato che dopo la sconfitta dell'ultima volta ce l'avessi con me" scherzò Cho.
"Ahi ahi, il canguro è stato battuto da una ragazza!" lo prese in giro Frost svolazzando affiancò a loro.
"Sono stato distratto da una delle mie uova, altrimenti avrei vinto!" ribatté lo spirito della primavera incrociando le braccia e indurendo lo sguardo, "e non sono un canguro, sono un coniglio, sottospecie di pinguino!"
Prima che potesse intervenire Dentolina per farli smettere, lo fece la nuova arrivata. "Smettetela, non mi sembra il caso di battibeccare in queste circostanze" e dopo aver detto questo guardò lo spirito dell'inverno, "tu devi essere Jack Frost, Guardiano del divertimento. Ho sentito parlare di te, e non scherzavano quando dicevano che le tue battute possono risultare alquanto fastidiose".
"Fastidiose?!" esclamò offeso Jack, "le mie battute sono esilaranti!".
"Certo" affermò sarcastico Calmoniglio, guadagnandosi però un'occhiataccia da Eien.
"Non abbassarti al suo livello" continuò, facendo così zittire entrambi. Ormai le veniva facile risolvere i vari battibecchi nel mondo degli spiriti.
Fu la risata di Nord a interrompere il silenzio. "Come al solito Cho essere molto saggia. Sarà facile controllare la squadra con lei".
La ragazza non poté fare a meno di sentirsi in imbarazzo, per poi indietreggiare e affiancarsi ad un Sandman addormentato nell'angolino. Per oggi era stata già abbastanza al centro dell'attenzione, cosa di cui non era per nulla abituata.
"Vedo che qualcuno mi ha preceduto!" esclamò una voce maschile dall'altro capo della stanza.
Tubal Alexander Bellamy camminava verso di loro con passo veloce.
Il suo taglio alla moicana viola spiccava subito in confronto alla sua carnagione abbronzata. Il suo viso era spigoloso e sbarbato, con il naso aquilino al centro e gli occhi color acquamarina come sempre coperti da un paio di occhiali da sole in stile aviatore. Le sue labbra sottili erano solcate dal suo solito sorrisetto malandrino. Aveva l'orecchio sinistro leggermente mangiucchiato nella parte alta, mentre l'altro contava ben tre piercing. Il fisico era asciutto dati i vari allenamenti ed era alto all'incirca un metro e ottantacinque. Dimostrava all'incirca ventisette anni.
Indossava un giubbotto da biker in pelle verde aperto in modo da mostrare la sua maglietta nera dei Godsmack e un paio di Jeans sdruciti e consunti con le estremità slavate. Ai piedi portava un paio di anfibi neri con la punta rinforzata. Una piccola scarsella rossa pendeva al lato sinistro dei pantaloni.
"Spero che però la festa non sia cominciata senza di me" continuò ridendo.
"Tranquillo, essere ancora in tempo" gli rispose Nord.
Intanto, Calmoniglio camminò verso il nuovo arrivato, dandogli un'amichevole pacca sulla schiena.
"Finalmente ci rivediamo, Aster" sorrise Tubal, "dobbiamo seriamente rivederci più spesso. Ti sarai rotto le uova senza di me".
"Se fosse per te faremo baldoria tutti i giorni" ribatté il Guardiano della speranza felice.
"Anche per me sarebbe così, ma impegni chiamano" si intromise Nord ridendo. "Ho sentito tua ultima canzone. Davvero forte".
"Faccio del mio meglio" disse Alexander, ma il suo sorriso allegro si spense quando vide Jack. "Tu!" esclamò puntandogli un dito contro. "Tu sei quello che mi ha rovinato il concerto!"
Frost ridacchiò imbarazzato, mentre Calmoniglio si intromise dicendo: "Sarebbe dovuto diventare il Guardiano dei disastri, perché si diverte anche a rovinare anche le mie domeniche di Pasqua".
"O magari non vedi il lato positivo delle cose" affermò lo spirito dell'inverno sorridendo furbascamente.
"E cioé?" chiese confuso il Pooka.
"Che io mi diverto e che tu ti arrabbi" rispose Jack alzando le sue braccia come se stesse dicendo una cosa ovvia.
Questo però fece infuriare il coniglietto di Pasqua, il quale si avvicinò pericolosamente al collega. "Giuro che se ti prendo-!"
"Ragazzi!" urlò Dentolina per farli smettere.
Intanto, Cho alzò gli occhi al cielo sospirando. Sarà impossibile riuscire ad avere un po' di pace con loro due insieme; pensò sconsolata.
Nel mentre però, Tubal si era reso conto della presenza di Dentolina, la quale lo portò ad arrossire e distogliere lo sguardo. Perché il grande segreto che solo Calmoniglio sapeva, era che Bellamy si era perdutamente innamorato della fatina dei denti. Questo era uno dei principali motivi per cui si era schierato dalla parte dei Guardiani. E perché si annoiava.
"Buongiorno signori" Anti Cato Diavìl entrò nella stanza senza badare alla confusione che c'era, la voce un po' mielosa e il sorriso sensuale.
La sua età non era ben definita, dimostrava dai trenta ai quarantacinque anni. Il suo corpo era snello e flessuoso, dalle piccole forme. Il viso aveva linaementi felini, fini e appuntiti. I capelli erano fulvi, dritti e corti, coperti però dal vistoso, candido e signorile cappello dal nastro piumato bianco.
Indossava un abito lungo stile liberty, semplice ed elegante, dai colori bianco e nero. Quest'ultimo nascondeva il ciondolo d'oro a forma di gatto che portava al collo.
Quello che però la caratterizzavano di più erano i suoi occhi eterocromatici: mentre infatti il destro era grigio, il sinistro era verdastro.
"Anti, essere arrivata allora" disse solamente Nord, stranamente nessun sorriso sul suo volto. Questo probabilmente perché era praticamente identica alla gemella Contra. Per un istante gli venne il dubbio che forse quella non fosse proprio l'altra sorella Diavìl.
"Signor Nord, che piacere vederla!" esclamò la donna, ma nessuno dei presenti poteva sapere se quella affermazione fosse vera o falsa.
"Non credevo ti saresti potuta separare da tua sorella" intervenne Tubal, al quale se passava qualcosa per la testa con poteva fare a meno di dirla.
"Io e Contra abbiamo avuto delle opinioni differenti" sorrise ancora lei senza scomporsi.
Cho, intanto, rimase a fissare duramente la nuova arrivata. Non aveva mai sopportato le sorelle Diavìl, dato che erano famose per i loro inganni, cosa che lei odiava dal profondo del suo cuore. Entrambe avevano dei poteri che avrebbero potuto aiutare moltissimo sia la comunità di spiriti che l'intera umanità, ma li usavano solo per scopi egoistici.
Affianco a lei, Sandman si era svegliato ed ora era intento a salure tutti i presenti, compresa Cato.
Jack, intanto, continuava pigramente a dondolarsi nell'aria, annoiato. Si ritrovò però in un istante a terra, con una ragazzina di soli tredici anni sullo stomaco con in mano un'aquilone colorato.
Il ragazzo gemette di dolore al contatto con il terreno. "Ma cosa...?" chiese disorientato.
"Scusami, ma è difficile volare con queste condizioni meteo" spiegò la ragazzina alzandosi in fretta da sopra di lui.
La prima cosa che saltava all'occhio erano i lunghi capelli ricci e rossi, i quali le arrivavano fino a metà schiena. Il suo viso tondo e pallido era pieno di lentiggini, mentre un paio di grandi occhi verdi come il prato d'estate lo guardavano innocenti e luminosi. Sarà stata alta non più di un metro e cinquanta, e la sua corporatura magra e le sue forme quasi inesistenti erano evidenziate da un abitino di salopette e da una maglietta a maniche corte a righe nere. Ai piedi portava un paio di scarpe da ginnastica rosse.
"Ammetto di non aver fatto un bell'atterraggio" ridacchiò imbarazzata.
"Taty!" urlò entusiasta Dentolina, per poi far volare la ragazzina abbracciandola. "Sei arrivata, finalmente!".
Lo spirito dell'Innocenza sorrise, ricambiando felice la stretta. "Scusate per il ritardo" disse appena tornata a terra, spazzolandosi poi il vestitino con le mani. "E per averti investito" continuò guardando Jack con un sorrisetto colpevole.
"Oh, fa niente" rispose lo spirito dell'Inverno rialzandosi, intanto che Tubal e Calmoniglio ridevano dall'altra parte della stanza.
"Lo ha freddato!" disse tra una risata e l'altra lo spirito della musica rock, tenendosi all'amico per stare in piedi.
Anti, invece, si limitò a ridacchiare divertita.
La piccola Taty, intanto, raggiunse il coniglietto di Pasqua, recuperando in fretta il suo acquilone. Lo fece rimpicciolire e lo ripose accuratamente in una delle tasche davanti appena prima di ritrovarsi davanti ai due uomini.
"Ciao Aster!" lo salutò battendo il cinque sulla zampa del Pooka, il quale si stava asciugando le lacrime per le troppe risate con l'altra. Fece poi lo stesso anche con Tubal, che però le fece anche battere il pugno subito dopo.
"Pronta per un po' di divertimento?" gli chiese poi portando le mani in tasca e appoggiando comodamente la schiena contro la colonna.
"Assolutamente!" esclamò sorridente la ragazzina. Quando però si voltò, la sua espressione allegra scomparve, mentre abbassava lo sguardo e arrossiva.
"Ciao Sandy" biascicò portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
L'omino dei sogni le sorrise dolcemente salutandola con la mano, facendola imbarazzare ancora di più.
Approfittò di dover salutare Nord e Cho per poter sgattaiolare via.
"Ciao Taty" cominciò lo spirito della comprensione. "E' raro che noi due ci vediamo"
"Vero" annuì l'altra per poi battere il pugno anche al Guardiano della meraviglia.
Successivamente si voltò e salutò con la mano Anti, senza perdere nuovamente la sua espressione spensierata. Per quanto girassero parecchi pettegolezzi sulle sorelle Diavìl, Taty non ci aveva mai fatto caso.
"Quindi ci siamo tutti?" chiese Jack, il quale si decise finalmente di toccare terra, stavolta in piedi.
"Sì" confermò Nord controllando mentalmente la lista e guardando i presenti. "Viste le circostanze, essere tutti invitati a passare giorni nel mio Laboratorio. Yeti vi mostreranno stanze che vi ho assegnato".
"Perfetto" sorrise Tubal, "anche se credo che non dormirò tanto visto che ci sarà da divertirsi sicuramente".
"Su questo sono d'accordo" si intromise Frost.
"Bene, allora vorrei vedere subito la mia" disse Anti attendendo l'arrivo di uno dei servitori di Nord, il quale arrivò poco dopo.
Cato lo seguì, rivolgendo uno sguardo attento agli altri "alleati" subito prima di girare l'angolo.
"Quell'arpia" mormorò infastidito Calmoniglio.
"Aster, tieniti per te queste cose! Potrebbe ancora sentirti" lo rimproverò Dentolina gesticolando come una mamma che sgridà duramente il proprio figlio.
"Dai, andiamo in cucina a berci qualcosa" disse Tubal rivolto al Pooka, il quale annuì e lo seguì fuori dalla stanza.
"Ti va se ci facciamo una cioccolata calda?" domandò Taty a Cho, la quale la guardò come se fosse una dea.
"Sono pienamente d'accordo" rispose lo spirito del vento e della comprensione con già l'acquolina in bocca.
"Mi unisco a voi" intervenne Dentolina volando verso di loro.
"Mi unirei anch'io, ma devo controllare come procedono lavori. Magari vi raggiungo più tardi" spiegò Nord.
"Tranquillo, amico, la bevo io per te" scherzò Jack seguendo le tre ragazze.
E fu così che la sala principale rimase deserta, in cui solo la Luna stava guardando, alta nel cielo e pronta ad assistere agli eventi futuri.
 
-O-

NOTA AUTRICE: Eccomi con un altro capitolo di questa interattiva. Che ne pensate?
Fatemi sapere se i vostri personaggi sono come immaginavate, spero davvero di averli rispettati. Non abbiate timore di farmi notare qualcosa che magari ho tralasciato o aggiungere possibili dettagli al vostro OC.
Sono anche curiosa di sapere che ne pensate degli altri, per vedere un po' l'opinione comune.
Fatemi sapere se non ho notato alcuni errori di svista, provvederò a correggerli.
Nel prossimo capitolo presenterò più da vicino gli spiriti che si sono alleati con Pitch.
A presto!
Kisses, Emy.

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Capitolo 4
*** Nuovi spiriti nella Tana dell'Uomo Nero ***


Capitolo 3: Nuovi spiriti nella Tana dell'Uomo Nero


Mentre nel Laboratorio di Babbo Natale gli spiriti stavano sorseggiando cioccolata calda o drink alcolici ascoltando musica rock, nelle profondità della Terra, Pitch attendeva ansioso l'arrivo dei suoi alleati.
Prima avrebbe spiegato loro il piano, meglio sarebbe stato. Stavolta doveva vincere, a tutti i costi.
"Non sono ancora arrivati" si lamentò una voce maschile dietro di lui.
Pride Blinder era seduto comodamente su una poltrona fatta di sabbia nera. Pallido come un cadavere, era alto un metro e ottantanove, dalle spalle larghe e la corporatura muscolosa. Le sue grandi mani dalle dita sottili riposavano ordinatamente in grembo, le unghie non molto lunghe laccate di un viola scuro. Portava i capelli i capelli lunghi fino a metà braccio, poco prima del gomito, neri e lisci, con un lungo ciuffo che gli copriva uno degli occhi eterocromatici -quello nero- mentre quello bianco guardava Pitch con freddezza e impazienza.
Indossava degli anfibi neri per militari, dei pantaloni di fibra di carbonio neri e aderenti, così come la canottiera. Aveva una cintura di un blu molto scuro attorno alla vita e un sacchetto del medesimo colore attaccata ad essa, all'interno della polvere nera. Il tutto era coperto da un lungo mantello nero che arrivava un po' più giù del ginocchio, senza alcun cappuccio o tasca.
Dimostrava all'incirca ventunanni.
"Devi essere paziente" lo rimproverò Pitch senza nemmeno guardarlo.
"Buon pomeriggio" una voce femminile e mielosa riempì le gelide mura della Tana, mentre una figura snella si avvicinava con grazia verso di loro, il viso dai lineamenti volpini.
L'Uomo Nero sorrise e si avvicinò verso di lei. "Contra Alope Diavìl, che piacere vedervi" disse baciandole elegantemente la mano.
"Bugiardo come sempre, vedo" ribatté la donna freddamente. Anche se le aveva chiesto di schierarsi con lui, sapeva perfettamente che Pitch non si fidava completamente di lei. Questo perché una delle gemelle aveva contribuito a far sì che nessuno credesse più nella sua esistenza. Purtroppo, però, egli non sa chi sia stata delle due, poiché, come tutti, le confonde. Poteva solo guardare i vantaggi di quella pericolosa alleanza.  
Contra sarebbe stata identica alla sorella se non fosse stato per il colore degli occhi invertiti rispetto a quelli della gemella e il nastro piumato del cappello che, invece che essere bianco, era nero. Inoltre, anche lei aveva un ciondolo nascosto, solo che era a forma di volpe.
Lo sguardo della donna si posò su Pride, il quale si era elegantemente alzato dalla sua poltrona e si avvicinava con passo felpato.
"Voi dovete essere Pride Blinder" gli sorrise sensualmente Alope. "Ho sentito che preferite farvi chiamare Nightmare".
Il ragazzo si limitò ad annuire freddamente, le braccia incrociate sotto il petto. "Tu devi essere Contra. E' un piacere conoscervi" aggiunse poi sarcastico.
Contra arricciò il naso in segno di disprezzo. "Che sfacciataggine" commentò ad altavoce, per poi allontanarsi stizzita e sedersi sulla poltrona da lui precedentemente occupata.
Prima che qualcuno potesse proferire altra parola, Kaytlin Diana Loyar li raggiunse, poco vestita come al solito. Indossava infatti solo una semplicissima cannottiera bianca, una fascia nera e dei pantaloncini blu che mettevano in risalto le sue lunghe gambe. I piedi erano scalzi, mentre sulle spalle teneva la faretra munita di frecce; in mano l'arco.
Era magra e piuttosto alta, la carnagione pallida. I corti capelli neri incorniciavano il viso ovale e contrastavano con gli azzurri occhi a mandorla. Un freddissimo azzurro. Dimostrava all'incirca sedici/diciassette anni.
"Kaytlin, che piacere vederti" si avvicinò a lei Pitch, un sorriso falso sulle labbra.
"Anche per me" si limitò a rispondere la ragazza, fredda e dura come il marmo. Il suo sguardo si fece ancora più tagliente quando vide la figura di Contra, per poi domandare adirata:  "Che ci fa lei qui?!"
"Potrei farti la stessa domanda, spirito del Coraggio" si limitò a rispondere la donna senza scomporsi, anzi il suo fare rimase elegante come al solito.
"Mi vendico contro i Guardiani! E' il momento che qualcuno più capace di loro controlli il mondo!" spiegò la ragazza, la quale sembrava essersi svegliata con il piede sbagliato quel giorno. Inoltre, una delle cose che più odiava al mondo era la falsità, e le gemelle Diavìl erano maggiormente conosciute per quello.
Lo spirito delle Dicerie non ci mise molto a capire cosa fosse accaduto: Diana era sempre stata una delle persone più corruttibili dell'intera esistenza, per cui intuì che l'Uomo Nero l'avesse ingannata. Ed essendo lui un ottimo manipolatore, non devessere stato nemmeno difficoltoso convincerla che tutte quelle menzogne fossero vere.
L'ira della Loyar sbollì appena vide Pride in un angolo della stanza, lasciando posto alla curiosità. "E tu chi sei?" domandò sinceramente stupita.
"Pride Blinder, ma preferisco essere chiamato Nightmare" rispose senza pensare nemmeno a cosa stesse dicendo.
"Non ho mai sentito parlare di te" dichiarò Kaytlin calma, così calma che pareva che la rabbia di poco prima non ci fosse mai stata.
"Perché ho fatto in modo che fosse stato così" spiegò ghignando Pride, fiero delle sue azioni. "Le persone più pericolose sono quelle che non si conoscono. Anch'io sono uno spirito degli incubi, la differenza è che i miei possono avvenire anche di giorno".
Pitch lo squadrò con rabbia. "Resta il fatto che i miei incubi sono comunque più potenti dei tuoi" mise subito in chiaro, la voce velenosa.
Vedremo; pensò Nightmare.
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, sarebbe stato un problema per entrambi gli oscuri spiriti, mentre un silenzio tombale calava nella stanza, silenzio che venne interrotto da una squillante voce femminile.
"Sweet dreams are made of this, who am I to disagree? I travel the world of the seven seas. Everybody's looking for something" Aidan irruppe volando e cantando a squarciagola quella che ormai era diventata una delle sue fissazioni: Sweet dreams degli Eurytmichs.
Atterrò così in fretta affianco ad uno degli Incubi, che quest'ultimo sobbalzò e si allontanò velocemente dalla ragazza.
Aidan appariva come una ragazza sui ventisette anni o giù di lì. Era alta un metro e sessantacinque, e pesava sessantacinque chili. I capelli castano scuro erano corti, in un taglio mezzo rasato e per giunta fatto male. Quello che più la faceva distinguere erano però le grosse cicatrici che aveva su gran parte della testa. I suoi occhi erano color nocciola. Indossava un'anonima t-shirt grigia, larga e senza particolari decorazioni, mentre sotto aveva soltanto dei pinocchietti neri e stivaletti verdi.
"Aidan, finalemente sei arrivata" sorrise Pitch. Anche se ora tutti i suoi alleati erano presenti, non sapeva se essere felice del fatto che anche lo spirito della Follia fosse lì.
La giovane rise senza un motivo, dicendo poi, riferendosi a Contra: "Pitch, c'è anche una vecchia nel tuo gruppo?"
La donna sgranò gli occhi e si alzò velocemente in piedi. "Come, scusa?!" quasi urlò.
"Quanti anni hai? Settanta?" continuò la ragazza ridendo istericamente.
Kaytlin a malapena soffocò una risata, intanto che Pride ghignò divertito e l'Uomo Nero alzò gli occhi al cielo. Sapeva che sarebbero sorti questo tipo di problemi.
Contra, dal canto suo, non poté fare a meno di infuriarsi. "Sei la persona più maleducata che io abbia mai conosciuto!" esclamò, per poi costringersi a calmarsi. D'altronde tutti sapevano quanto fosse pazza, forse la più folle persona che l'intero genere umano abbia mai conosciuto.
"Aidan, non è il momento di queste battute" la rimproverò Pitch. Successivamente si schiarì la voce e annunciò: "Alloggerete qui, ho preparato delle stanze per ognuno di noi e- Aidan, mi stai ascoltando?!"
"Cosa?" chiese spaesata lei, in quel momento seduta a terra e intenta a costruire qualcosa con dei Lego spuntati fuori da chissà dove. "Stavi parlando?"
Il povero Black sospirò stanco, massaggiandosi le tempie nel pallido tentativo calmarsi. Senza aggiungere altro, fece un gesto con la mano e quattro incubi si avvicinarono obbedienti. "Vi porteranno nelle vostre stanze" spiegò, ma aggiunse: "e no, non puoi farlo esplodere!", appena vide Aidan avvicinarsi ridacchiando ad uno dei suoi sottoposti, l'indice rivolto verso il povero malcapitato.
La giovane rise di nuovo, per poi seguire saltellando l'incubo.
Gli altri si limitarono a seguire i propri e, in poco tempo, Pitch si ritrovò di nuovo solo. Erano passati solo alcuni minuti e già si stava pentendo della scelta di avere alleati. Sperava solo che, almeno, questi l'avrebbero portato alla tanto attesa vittoria.
 
-O-

"Nessuno sospetta nulla, giusto?" la figura femminile si intravedeva a malapena sotto la pallida luce della Luna, unica testimone di quelle verità svelate. Ma questa figura non era da sola.
"Assolutamente no, sorellina" rispose una donna davanti a lei, la voce che mostrava quanto fosse entusiasta all'idea dei loro futuri profitti. "Li abbiamo in pugno".
"Bene" riprese la seconda. "Ti contatterò quando avrò altre notizie".
"Perfetto" ridacchiò l'altra, un mano guantata portata elegantemente davanti alla bocca.
Anti si allontanò senza aggiungere altro, mentre Contra entrava dentro la Tana di Pitch salutando complice la sorella.
 
-O-

NOTA AUTRICE: Scusatemi per il ritardo, sono davvero mortificata!
Che ne pensate della squadra schierata con Pitch? Vi piacciono questi OC? A me molto!
Fatemi anche sapere che ho sbagliato qualcosa nei vostri personaggi o se ho fatto qualche errore di svista. Se è così, correggerò subito, promesso.
Alla prossima, dolcettini miei!
Kisses, Emy.

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Capitolo 5
*** Una giornata più o meno ordinaria in una vita straordinaria ***


Capitolo 4: Una giornata più o meno ordinaria in una vita straordinaria


Anche se la squadra di Pitch stava già pensando alla battaglia e l'ostilità era già sentita, nel Laboratorio di Babbo Natale sembrava tutto normale.
O almeno lo sarebbe stato se non ci fossero stati altri spiriti.
"Buonissima, come al solito" commentò Cho sorseggiando con gioia la sua cioccolata. Al tavolo erano solo lei, la Guardiana dei ricordi e lo spirito dell'Innocenza; Jack Frost si era congedato poco prima, in mano aveva una tazza di cioccolata calda. Probabilmente ora era intento a combinare qualche guaio.
"La cioccolata è sempre buona!" intervenne la piccola Taty, la quale ne aveva già finita metà e un paio di baffi marroni si erano disegnati sopra le sue labbra rosee.
D'istinto, Dentolina afferrò il tovagliolo rosso, che aveva precedentemente messo sul tavolo, per pulire il viso della ragazzina. "Fai attenzione a non sporcarti" la avvisò posando il pezzo di stoffa, ma quando lo spirito dell'Innocenza riprese a bere, i baffi ricomparvero dopo solo il primo sorso.
La fata dei denti sospirò sconfitta, lasciando che Taty desse liberamente attenzione alla sua cioccolata. Cho, intanto, non poté fare a meno di sorridere a quella scena. Non aveva mai incontrato quella ragazzina riccioluta, né aveva solo sentito parlare e, a quanto pareva, le voci erano vere.
Si diceva infatti che fosse proprio quello che il suo aspetto suggeriva: una persona sempre allegra, dolce e gentile. Era sicura che sarebbero andate parecchio d'accordo.
Quella calma però venne interrotta dal suono di una chitarra elettrica.
"Ehy ragazze, non stare lì impalare, divertitevi!" esclamò Tubal, lo strumento in mano pronto per essere suonato da quelle mani esperte.
"Vorremo solo goderci un po' di tranquillità" spiegò Eien finendo a malincuore al sua cioccolata.
"Il silenzio puoi godertelo sempre, gli amici no" continuò sorridendo lo spirito della musica rock, per poi cominciare a suonare la famosa Sweet Child O' Mine dei Guns N' Roses.
"Amo questa canzone" dichiarò Calmoniglio, appoggiato alla parete rossa della stanza. "Suona Paradise City, è la mia preferita".
"Detto fatto" e così fece. Appena la Fender Stratocaster smise di intonare la prima canzone, partì subito con la seconda, seguita dal testo.
Tubal odiava il silenzio, non lo sopportava. Lo aveva ascoltato per troppo tempo.
 
-O-

Londra, 1926.

Sin dalla sua nascita, il mondo non aveva mai avuto un valore per lui. Se non fosse riuscito a toccarlo o ad odorarlo avrebbe detto che non fosse mai esistito, che stesse galleggiando in un buio infinito.
D'altronde non sapeva nemmeno che quello fosse il buio, perché non puoi sapere cosa sia una cosa se non conosci il suo opposto. Se vuoi conoscere l'amore, devi aver conosciuto l'odio e viceversa. Se vuoi conoscere la morte, devi aver conosciuto la vita. E se vuoi conoscere il buio, devi aver conosciuto la luce.
Ma lui non l'aveva mai conosciuta.
Ora aveva quindici anni, ma lui non lo sapeva. Non conosceva il suo aspetto, non lo aveva mai conosciuto.
Non sapeva nemmeno che era dalla nascita che era in quel luogo, poiché era lì che lo avevano abbandonato, in un orfanotrofio.
Averlo sarebbe stato come avere una bambola, niente di più. Perché cosa mai può fare una persona che non è e non sarà mai capace di interagire con il mondo esterno e i suoi abitanti?

 
-O-

Appena finì la canzone, un applauso generale riempì la stanza.
"Sei stato fantastico!" esclamò Dentolina volando verso di lui, che portò Tubal a dover nascondere il rossore che stava comparendo sulle guance.
"Vogliamo il bis!" ridacchiò Taty battendo forte le mani.
Lo spirito della musica Rock appoggiò la sua fedele chitarra, la quale era anche la sua arma (il che si poteva notare dalla lama posizionata sulla parte destra della cassa), al muro.
Calmoniglio lanciò un'occhiata in direzione di Cho per vedere la sua reazione, ma quando lo fece vide solo il suo posto vuoto. Cominciò così a guardarsi attorno in cerca della sua figura, ma dello spirito del vento e della comprensione non c'era traccia.
Non si preoccupò di questo: era infatti solito di Eien andarsene a zonzo senza avvisare. Non si stupì nemmeno del fatto che non l'avesse notata lasciare la stanza. Dopotutto lei era sempre stata molto silenziosa nei suoi gesti, era facile che ti prendesse di sorpresa e, anche se le sue orecchie erano supersensibili a qualsiasi tipo di rumore, la musica di Tubal era davvero forte e questo, misto al precedente motivo, l'avevano fatta passare inosservata.
Questo potrebbe esserci utile in battaglia; constatò Calmoniglio.
"Ehy, ma dov'é Cho?" chiese Bellamy nel tentativo di risultare tranquillo per la vicinanza di Dentolina. Non che non fosse gradita, anzi, solo che lo metteva in imbarazzo dati i suoi sentimenti.
"Credo abbia voluto andarsene nella sua stanza, oppure starà girando nel Laboratorio senza una meta" ipotizzò il Guardiano della speranza.
"Penso non volesse ascoltarmi. Dovrebbe divertirsi di più quella ragazza, lo dico per lei" continuò il ragazzo, sorridente come sempre.
"E' solo un po' solitaria, ma è una grandissima amica" spiegò Dentolina. Era ovvio che ci teneva a Cho, si era affezionata a quella ragazza e invidiava la sua calma, il suo coraggio e la sua saggezza.
"Non l'ho mai messo in dubbio. Dico solo che passare il tempo con gli amici è meglio di stare da soli" disse Tubal versandosi un po' di whisky nel bicchiere. "Vado a cercarla" e prima che qualcuno potesse dire altro, uscì dalla stanza, in mano il recipiente riempito di alcool.
Non gli piaceva che qualcuno rimanesse in disparte, odiava la solitudine tanto quanto il silenzio e non voleva che qualcuno ci rimanesse.
Era grato all'Uomo nella Luna, perché lui gli aveva dato un'altra possibilità. Grazie a lui, Tubal aveva conosciuto la luce e il suono, e quando avvenne non aveva mai sentito gioia più grande.
 
-O-

"Muovetevi, uscite di qui!" la voce della direttrice risuonò poco nell'orfanotrofio, coperta in gran parte dall'allarme bombordamento.
I bambini correvano giù per le scale, stretti l'uno all'altro per darsi coraggio, mentre i responsabili controllavano le stanze per vedere se ci fossero tutti.
"Andiamo, tieniti in piedi, cerca di orientarti!" gridò una donna sulla quarantina. Come se potesse davvero sentirla.
Il ragazzo, che dimostrava dai ventisette ai ventinove anni, arrancava dietro di lei senza avere la più pallida idea di dove lo stessero portando o su cosa stesse accadendo.
"Margaret, sbrigati!" le urlò la direttrice. "Dobbiamo portarli nel rifugio!".
"Ci sto provando" rispose la donna, mentre cercava di portare giù per le scale il povero ragazzo.
Egli si teneva alle sue spalle, cercando alla cieca il gradino successivo. Purtroppo, però, ne mancò uno, cadendo in avanti. Ruzzolò malamente giù per le scale, arrivando in pochi secondi ai suoi piedi.
La donna corse a recuperarlo, ma si rese presto conto degli aerei che si facevano sempre più vicini. Non sarebbero mai arrivati in tempo.
"Margaret, sbrigati!" le ordinò ancora la direttrice, la quale era ormai all'uscita.
A quel punto, la quarantenne si ritrovò in un bivio e doveva fare una scelta.
Il ragazzo era ancora a terra, mentre calde lacrime scendevano copiose sul suo viso. Era l'unico modo in cui poteva manifestare il dolore fisico. Non poteva urlare, gemere, imprecare o lamentarsi, poteva solo piangere.
La donna sospirò sconfitta e corse giù per le scale da sola. Perché toccava sempre a lei prendersi cura di lui? Era stanca di tutto questo. E poi, le bombe non avevano mai sfiorato quell'edificio, quante probabilità ci sarebbero state che sarebbe accaduto proprio quel giorno?
Il giovane, intanto, allungò una mano in cerca di qualcosa, o qualcuno, credendo fermamente che la sua responsabile l'avrebbe aiutato ad alzarsi e l'avrebbe medicato.
Ma solo la fredda aria e l'umidità tocco quella debole mano, nient'altro.
Istintivamente, cercò di alzarsi, ma la sua gamba era rotta. Il suo corpo si irrigidì per l'acuto dolore, mentre le lacrime scesero con più furia e i denti affondarono nel labbro inferiore.
Non sentì poi qualcosa abbattersi sul terreno, solo la terra tremare. Sobbalzò, mentre il panico cominciò a impossessarsi di lui.
Poi un altro colpo, e tutto si fece buio.

 
-O-

"Ehy, Tubal!" Jack volò verso di lui con un sorriso stampato sulle labbra. "Non sei con gli altri?"
"A quanto pare no" rispose il ragazzo, freddo. I ricordi erano riaffiorati alla sua mente come un treno.
"Come mai? Il canguro ti stava dando fastidio?" scherzò Frost.
"Canguro?" chiese confuso Alexander. Poi realizzò e rise. "Intendi Calmoniglio?"
"Esatto, il canguro" ridacchiò lo spirito dell'inverno.
"Ha anche l'accento australiano" continuò divertito lo spirito della musica Rock. "E' un buon amico, comunque. Se non stai bene è sempre pronto a fare un salto per vedere come stai."
Jack scoppiò in una fragorosa risata. Era vero che erano partiti con il piede sbagliato, ma in fondo Tubal sembrava parecchio simpatico e pensava che sarebbero potuti andare d'accordo. Inoltre la sua musica gli piaceva, anche se, orgoglioso com'era, non lo avrebbe mai ammesso. Per ora.
"Ascolta, c'è una cosa che vorrei chiederti da un po'" continuò l'albino.
"Ovvero?" domandò sinceramente interessato Tubal.
"Come mai ti piace così tanto la musica?"
 
-O-

Quando riacquisì i sensi, la prima cosa che poté avvertire fu un forte odore di bruciato e qualcosa che lo circondava. Sembrava...rumore. Il dolore alla gamba, precedentemente rotta, era scomparso come per magia.
Si mise seduto di scatto, gli occhi che si aprirono, ma dovette subito richiuderli per  le immagini che si presentavano davanti ai suoi occhi. Anche se era notte fonda, la luce per lui era troppo forte. Cosa si può aspettare da qualcuno che ha vissuto solo il buio per la sua intera vita?
Lentamente li riaprì e attese di abituarsi. Dopo interminabili minuti in cui tentava di mettere il mondo a fuoco, si alzò in piedi, le gambe che gli tremavano, mentre arrancava tra le macerie dell'orfanotrofio. Dove si trovava? Non ne aveva la più pallida idea.
Stava davvero vedendo? Stava davvero sentendo? In lontananza scorse delle figure spegnere del fuoco con qualcosa che parve acqua. O almeno immaginò che fosse acqua data la sua consistenza fluida. Man mano che si avvicinava riuscì a distinguere meglio le figure, le quali dedusse fossero essere umani. I lineamenti erano come quelli che si immaginava, li aveva studiati toccando il proprio viso per capire come fosse.
Corse verso di loro, ma nella foga del momento inciampò. Appena le sue ginocchia toccarono terra, sbucciandosi, un suono strozzato fuoriuscì dalle sue labbra.
I suoi occhi si spalancarono increduli. Quel suono lo aveva emesso...lui?
Istintivamente ci riprovò e sentì il corpo riempirsi di gioia quando si rese conto di poterlo riperete. Quella era davvero la sua voce? Sorrise. Gli piaceva da morire, era il suono più bello che lui avesse mai sentito.
Non che tu ne abbia sentiti tanti; si disse ridendo. In un attimo si sentì forte, invincibile, pronto a battersi contro tutto e tutti, e nessuno lo avrebbe più fermato.
Si rialzò nuovamente e corse verso gli uomini, stavolta più in fretta, desideroso di parlare con loro. Ma quando fece per mettere una mano sulla spalla di uno di questi, questo lo trapassò, mentre un forte senso di vuoto lo investì.
Per un attimo rimase interdetto, fermo immobile, guardando la sua mano confuso e stupito. Ritentò più volte di toccarlo, ma il risultato era sempre lo stesso. Si avvicinò così al collega, intento a studiare le macerie di un edificio affianco. Aveva un'aspetto stanco e depresso, segno che quella non era stata la migliore nottata della sua vita.
"Ehy" lo chiamò istintivamente il ragazzo provando a toccarlo, ma non vi riuscì.
Un'enorme tristezze prese possesso del suo cuore. Ora che poteva parlare, sentire e vedere, nessuno poteva fare lo stesso con lui. Calde lacrime gli corsero sulle guance, quella sensazione di bagnato così familiare che ormai a malapena sentiva.
Altri versi uscirono dalle sue labbra. Singhiozzi. Si sentì però eternamente sollevato nell'emettere quei suoni, lo aiutavano a liberarsi dal peso che premevano il suo cuore verso il basso, creando un dolore così forte da essere impossibile da ignorare.
E, per la prima volta, urlò. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, e questo gli piacque da morire.
Ben presto, le lacrime di tristezza si trasformarono in lacrime di gioia. Non gli importava più se nessuno poteva sentirlo o vederlo, gli bastava poter utilizzare tutti i sensi che aveva ora a disposizione, scoprirli, e tutto sarebbe andato per il meglio.
Alzò lo sguardo verso la luna, quel satellite che gli parve la cosa più bella dell'intero creato, così bianca, pura e luminosa. Chiuse gli occhi e sorrise, mentre una dolce e melodiosa voce gli riempì le orecchie: "Tu sei Tubal Alexander Bellamy e sei uno spirito".

 
-O-

"Tubal? Ohy, Tubal, stai bene?"
La voce di Jack lo scostò nuovamente dai suoi ricordi, mentre il suo sguardò si posò inevitabilmente su di lui. "S-sì" balbettò poi tentando di riacquistare la sua solita sicurezza.
"Allora? Come mai ti piace la musica?" chiese ancora Frost, curioso di conoscere la risposta.
"Non lo so, è così e basta" tagliò corto lo spirito della musica Rock. Non amava parlare del suo passato, per questo nessuno ne era a conoscenza, nemmeno Calmoniglio.
"Ragazzi, Pitch inviato lettera su dove si terrà primo combattimento!" la voce di Nord portò inetavilmente sollievo al ragazzo dal taglio alla moicana, il quale aveva sperato con tutto se stesso che Jack non chiedesse altro.
"E dove?" domandò entusiasta il Guardiano del divertimento. Inutile dire che non vedeva l'ora di dare una bella lezione a quell'odiosa ombra che era l'Uomo Nero.
"Sud Italia, in Puglia. Non mi sorprende, i suoi abitanti usano ancora espressione "se non dormi arriverà Uomo Nero che ti porta via", quindi suo potere accresce molto nella notte grazie a loro" spiegò lo spirito del Natale.
"Le cose si fanno interessanti" ghignò Jack Frost. Anche se si trattava di una guerra, per lui era tutto un grande gioco.
E si stava davvero divertendo.
 
-O-

NOTA AUTRICE: Chi di voi mi conosce da prima che io scrivessi questa interattiva, sa che io amo svelare i personaggi con dei flashback e questa mi sembrava il modo migliore per approfondirli tutti.
Quindi vi starete chiedendo "dove vuoi arrivare, donna?". Mi è venuta l'idea di dedicare un po' di spazio ad ogni personaggio, proprio come ho fatto qui con Tubal, ma nel mentre la storia andrà avanti. Molto nello stile serie Once Upon A Time (o C'era Una Volta), eheh!
Il luogo del combattimento non è stato scelto a caso, ho solo fatto delle ricerche e ho pensato che la Puglia potesse essere perfetta per lo scontro. Voi che ne pensate?
Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere come sempre se vedete qualche errore, sia di svista o riguardante i vostri personaggi.
Alla prossima!
Kisses, Emy.

P.S: Se ve lo state chiedendo, no, non sono pugliese. Sono metà siciliana, però XD.

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